IlPunto Stampa Maggio 2011

Page 1

Anno 30 - N° 5 - € 0,50

Maggio 2011

Direzione, Redazione e Amministrazione: Via A. Airoldi, 9 - LECCO - Tel. 0341 364685 - Fax 031 860311 - E-mail: ilpuntostampa@fastwebmail.it - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB Lecco

Intervista a Mario Sangiorgio, presidente ANCE Lecco

Serve un governo del territorio partecipato e condiviso “Se prima lavorare in edilizia era difficile, oggi è quasi impossibile. Non è una questione di mercato: le fluttuazioni della domanda sono un fenomeno proprio di chi fa impresa. Anche se, nel nostro caso, scontiamo il fatto che la nostra attività sia fortemente legata ad un territorio e, tranne rare eccezioni, dipenda esclusivamente dalla domanda del mercato interno, non potendo quindi contare su sbocchi all’estero. Il problema è il clima che ci circonda”. I costruttori lecchesi si sentono assediati. Lo afferma con chiarezza il loro presidente, Mario Sangiorgio, non senza dimostrare al tempo stesso una certa delusione. “Sembra che si sia scatenata la guerra santa. Da un lato la sempre più fitta schiera di paladini, vecchi e nuovi, del verde e dell’ambiente, molti dei quali sembrano dimenticarsi del ruolo da essi stessi ricoperto in passato e delle responsabilità che quindi pesano sulla loro storia anche professionale. Tutti protesi a pontificare sugli errori e le brutture che altri, negli anni scorsi, hanno compiuto, sotto il profilo delle scelte urbanistiche, insediative ed architettoniche. Dall’altro i costruttori, i cementificatori, i responsabili delle ‘ferite’ che il territorio si porta dentro, di un’edificazione a loro dire selvaggia e senza regole”. Nella lista dei buoni, a detta di Sangiorgio, si iscrivono un po’ tutti: “Ci sono i pubblici amministratori, che grazie ai salatissimi oneri di urbanizzazione pagati dalle nostre imprese, hanno costruito strade, case, asili, scuole, biblioteche. Ci sono i progettisti, che organizzano concorsi sulla cattiva architettura quasi che fossero esponenti di associazioni ambientaliste: e si dimenticano del ruolo da loro avuto nel progettare quello che essi stessi oggi bollano negativamente. Ci sono i media, che accolgono con pagine di sangue e lacrime ogni cantiere che si apre sul territorio e paventano attacchi al verde o scempi architettonici che distruggono il passato. Insomma, una compagnia ben assortita”. E chi è l’unico bersaglio di questa santa crocia-

ta? Ovviamente, i costruttori. “È un manicheismo vecchio stampo che non conduce a nulla e, soprattutto, crea confusione e alimenta ulteriormente una crisi che esiste e sta già mettendo a dura prova molte nostre im-

prese. Perché, se è vero che la domanda privata oggi è ferma, non possiamo dimenticare altri aspetti negativi che pesano sull’edilizia. In primo luogo il comportamento di molti enti pubblici, che a causa di un “patto di stabilità” che si sta rivelando particolarmente nefasto, non onorano i debiti con i propri fornitori, anche quando le opere commissionate sono state consegnate e collaudate a regola d’arte. A questa situazione, che

genera carenza di liquidità nelle imprese, si aggiunge un atteggiamento miope da parte del sistema bancario, che spesso chiede all’impresa di rientrare proprio quando avrebbe bisogno di un supporto, mentre d’altra parte scoraggia i privati dall’accendere mutui. Il tutto all’interno di un clima quasi da caccia alle streghe, che non fa giustizia della realtà dei fatti”. L’esempio è offerto dall’accoglienza che ha avuto sulla stampa il recente rapporto di Legambiente sul consumo del suolo: “Non capisco cosa ci sia da scandalizzarsi se è vero che il 15,1% del territorio provinciale lecchese è urbanizzato. Il restante 84,9% non lo è. E se è vero che per il 60% è occupato dalle montagne e il 9.1% dal lago, significa che viviamo in un contesto dalle forti valenze paesaggistiche e naturali. Del resto, non è che i costruttori abbiano realizzato case, strade, scuole e aziende senza che, alla base, ci fosse una specifica richiesta in tal senso. È la società che si sviluppa e chiede infrastrutture, industrie ed abitazioni. E le imprese edili rispondono con la propria attività a questa domanda. Se poi vogliamo dire che il non costruito va difeso e l’ambiente valorizzato, mi sembra che i costruttori siano stati tra i primi ad affermarlo, proponendo interventi di recupero e qualificazione dei centri urbani e richiedendo incentivi di volumetrie su quanto già edificato”. Il problema, dunque, è l’approccio alla questione: “Voglio ricordare che, alla base delle bolle immobiliari, non ci sono state le imprese edili, ma i giochi della grande finanza. E che anche a Lecco, quando si sono riconvertite aree dismesse, ad averne avuto i magsegue a pagina 2


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
IlPunto Stampa Maggio 2011 by IL PUNTO STAMPA - Issuu