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Scienza e Conoscenza, Editing snc, trimestrale, Luglio 2012, n.41, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì n. 67/2009
Editoriale
I numeri e
la vita
Q
ualche tempo fa ho letto un interessantissimo libro su Nikola Tesla in cui si parlava dell’ossessione di questo grande scienziato per il numero 3. Questa particolare ossessione lo portava, per esempio, a ripetere le azioni tre volte o in multipli di tre, e addirittura a chiedere che la stanza di albergo dove soggiornava avesse il numero divisibile per 3 o fosse il 3 stesso; lo portò poi a vivere gli ultimi anni della sua vita al 33° piano di un hotel, dove poi morì. Stimando molto questo scienziato mi sono chiesta diverse volte: “Perché una mente illuminata come quella di questo instancabile inventore dava tanta importanza ai numeri, e in particolare al numero 3?”. Pur non avendo, ancora oggi, una risposta definitiva, da quel giorno, non ho mai smesso di farmi delle domande sui numeri e sul loro eventuale significato. Questo n. 41 di Scienza e Conoscenza forse è un po’ il frutto di questa curiosità, della voglia di capire il significato dei numeri e soprattutto la loro influenza sul nostro quotidiano, sulla terra e su tutto il cosmo. Raccogliendo gli articoli che compongono questa rivista ci siamo resi conto, in redazione, che i numeri vanno ben al di là della matematica e della scienza esatta, tanto che (per usare un termine coniato da Sabrina Mugnos nel suo articolo) potremmo parlare di mate-magica. Grazie a questo minuzioso lavoro di raccolta articoli, è iniziato il nostro viaggio di conoscenza che ci ha portato ad analizzare le sequenze numeriche come assunti base di tutte le forme più perfette in natura, dai fiocchi di neve al nostro codice genetico, dall’assetto del fogliame delle piante alla natura frattale del fegato umano, arrivando fino alla configurazione dell’intero universo. Se tutto ciò che c’è, di più perfetto nel cosmo, può essere ricondotto a un ordine numerico che svela l’armonia di ogni sistema vivente, possiamo ancora affermare che i numeri non hanno un significato o un’influenza diretta nella nostra vita? Se siete già stupiti di queste affermazioni preparatevi al peggio. Infatti la nostra indagine si spinge molto oltre! Dall’intervento della geologa Sabrina Mugnos,
sui numeri magici in natura, la sequenza di Fibonacci, il Phi (numero aureo) e la geometria frattale passeremo infatti alla numerologia pitagorica applicata al quotidiano di Rita Maria Faccia per poi addentrarci nei numeri che compongono le distanze e le grandezze dell’Universo con l’astrofisico Corrado Ruscica, saltando poi, a piedi pari, nelle scoperte estreme di Grigori Grabovoi sul potere di guarigione di alcune sequenze numeriche.
Tutto ciò che c’è, di più perfetto nel cosmo, può essere ricondotto a un ordine numerico che svela l’armonia di ogni sistema vivente Arrivati poi, senza fiato, alla parte finale di questo nuovo n. 41, troveremo una sezione tutta dedicata alla Medicina Non Convenzionale in cui ospitiamo le risposte ai quesiti dei nostri amati lettori da parte del dottor Valesi, l’interessante approfondimento sull’argento colloidale e il suo utilizzo come alternativa ai normali antibiotici del dottor Graziani e infine due articoli d’avanguardia: la medicina dell’informazione per le malattie autoimmuni del dottor Baldari e la Terapia chelante per i metalli pesanti della dottoressa Fiamma Ferraro. Cari lettori mi auguro che anche questa volta riusciremo a sorprendervi, incuriosirvi e appassionarvi in questo viaggio di scoperta che, numero dopo numero, svela gli affascinanti segreti, nascosti nella brevissima, seppur meravigliosa, parola VITA. Romina Alessandri
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INDICE Scienza e Conoscenza è un marchio Macro Soc. Coop. Via Bachelet 65, 47522 Cesena (FC) www.macroedizioni.it Ideatore del progetto Scienza e Conoscenza Giorgio Gustavo Rosso Editore Editing snc Direttore Responsabile Marianna Gualazzi In redazione Marianna Gualazzi Romina Alessandri Erica Gattamorta Comitato Scientifico Massimo Corbucci (Fisico e Medico) Valerio Pignatta (Naturopata) Corrado Ruscica (Astronomo) Gestione, grafica e ufficio abbonamenti a cura di Editing snc Tel. 0547 347627 info@scienzaeconoscenza.it Immagini www.shutterstock.com www.sxc.hu www.istockphoto.com Stampa Lineagrafica, Città di Castello Distribuzione in edicola Italian Press (Milano) Hanno contribuito alla realizzazione di questo numero: Fiamma Ferraro Gabriele Graziani Urbano Baldari Rita Faccia Eleonora Brugger Corrado Ruscica Valerio Pignatta Vincenzo Valesi Elsa Masetti Stefano Pravato Sabrina Mugnos Autoriz. Trib. Forlì N. 21 dell’8 luglio 2002 Numero 41 luglio/settembre 2012 III° trimestre
Vita da tubi A cura di Elsa Masetti e friends
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Numeri magici in natura Sabrina Mugnos Geometria frattale Sabrina Mugnos
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Numerologia, una guida per l’esistenza Rita Maria Faccia
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L’armonia della vita Romina Alessandri
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I numeri dell’Universo Corrado Ruscica
Il dottor Valesi risponde Vincenzo Valesi
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Argento Colloidale Un potente antibatterico naturale Gabriele Graziani
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Le malattie autoimmuni Urbano Baldari
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Terapia chelante modalità ed effetti della terapia Fiamma Ferraro
70
38
Errata Corrige su Scienza e Conoscenza 40
L’autore dell’articolo Il Miracolo del PH alcalino ci ha segnalato un errore: a p. 14, riga 7: «Quando la soglia di pH viene superata verso il basso della scala il corpo prenderà calcio dalle ossa», la frase corretta è: «Quando la soglia di pH viene superata verso l’alto della scala il corpo prenderà calcio dalle ossa». Chi volesse ricevere l’articolo completo corretto può richiederlo alla redazione – info@scienzaeconoscenza.it - 0547 347627.
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Vita da tubi Ovvero: qual è il significato della vita? Una conversazione con Jeff Foster
A cura di Elsa Masetti
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ome sono arrivata a Jeff Foster? Egli da qualche anno partecipa a un evento molto interessante che si chiama Science&Nonduality (www.scienceandnonduality.com) che riunisce in modo informale noti scienziati, filosofi, insegnanti spirituali e mistici. Jeff Foster è, di formazione accademica, un astrofisico. Tuttavia questo per lui, al momento, sembra lasciare il tempo che trova. Ovvero questo tempo e questo momento. E stando a questo Jeff pare volersi riconoscere soltanto in ciò che ora la vita manifesta. Le domande sono state affidate a chi dall’altra parte del globo era facilmente in grado di raggiungerlo, fisicamente intendo. Jeff è infatti spesso impegnato a girare il mondo per condividere il suo stato di presenza, il suo essere, con coloro che vogliano incontrarlo. Le domande, come magari richiesto da una rivista che sia anche di scienza, intendevano tra l’altro mettere in luce dei legami con la sua formazione, con un percorso, con la sua opinione della materia e dell’operare degli scienziati, con la possibilità di ricevere un punto di vista sul fatto di praticare giornalmente o meno delle tecniche di meditazione, come avallano anche le nuove scoperte neuroscientifiche; su quanto la comunicazione di chi ha cessato d’indagare che cosa sia la vita – accorgendosi di essere la vita stessa – possa raggiungere coloro che ancora si dibattono nello “scontro” tra gli opposti, nella dualità. Niente da fare. Jeff si è abilmente sottratto alla narrazione di una qualsiasi storia che lo definisca, restituendo 4 Scienza e Conoscenza - n. 41, luglio/agosto/settembre 2012
al dialogo una sorta di riflessione scaturita sul momento. Prendere o lasciare. Ho preso. E restituisco nella forma e nel modo in cui è stata offerta. Buona lettura! Dove la scienza e la spiritualità – la non dualità – s’incontrano? Quello che vorrei dire è che il luogo dove la scienza inizia è lo stesso dove comincia la spiritualità. Ogni cosa viene dallo stesso luogo e inizia con la capacità di stupirsi, con il non sapere. È come un bambino che guarda su nel cielo della notte ed è semplicemente affascinato, chiedendosi: Che cos’è tutto quello, che significa, quale la sua direzione? E il bambino comincia a fare domande: Chi sono io? E che cos’è questo? Qual è la mia relazione con tutto ciò? Comincia così, a partire dalla meraviglia, dal non sapere, dal mistero. Poi iniziamo a cercare le risposte, diventiamo scienziati, ricercatori spirituali, filosofi, diventiamo matematici, neuroscienziati, biologi… Sarei meravigliato se non fosse un’espressione dello stesso struggimento per ritornare a ciò che siamo. Stiamo tutti guardando alla stessa cosa in modo diverso. A un livello profondo stiamo tutti cercando la stessa cosa. Gli scienziati e i ricercatori spirituali. Stiamo andando dalla stessa parte, senza realizzarlo. Forse… la domanda chiede molto: «Jeff come… dove la scienza e la spiritualità s’incontrano o dove la scienza e la non dualità s’incontrano?». Mi stavo chiedendo se, forse, non sia una domanda sbagliata. La domanda implica che ci
Su un piano profondo ciò che sono, chi sono, è la vita stessa, niente si oppone alla vita poiché tutto è vita
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Numeri magici
in natura
Dalla sequenza di Fibonacci al numero Aureo: le meraviglie della matematica trovano vita nelle mirabili forme naturali Sabrina Mugnos
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alileo Galilei davvero non sbagliò quando, quasi quattro secoli or sono, nella sua celebre opera Il Saggiatore (1623) scrisse: «… la filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi ma non si può intendere se prima non si impara a intender la lingua, e conoscer i caratteri, né quali è scritto. Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto». In effetti è evidente che l’universo si esprima in un linguaggio squisitamente matematico attraverso leggi fisiche alle quali soggiacciono i fenomeni naturali che osserviamo (sebbene molte dinamiche rimangano ancora oscure), sebbene le forme della natura siano ben lungi dall’assomigliare a figure geometriche perfette. Eppure dietro al senso di bellezza ed armonia che sanno suscitare, a ciò che è esteticamente sublime, inatteso e talvolta spiritualmente mistico si celano ancora eleganti e misteriose leggi matematiche e geometriche.
Cristalli di ghiaccio e spirali: meraviglie di natura
Qualche anno fa mi trovavo a sciare in Valle d’Aosta. Era una giornata grigia e talmente fredda che neanche il cielo pareva sentirsela di aprirsi per far cadere la neve. In compenso piovevano fitti ma minuscoli granelli bianchi che, sospinti come piccoli proiettili dalla discesa sugli sci, martoriavano il volto come spilli. Spesso siamo così distratti e assorti nei nostri pensieri che non prestiamo attenzione a ciò che ci circonda (per inciso credo che sia proprio questa la principale virtù che abbiamo perduto nel corso della nostra evoluzione). Tuttavia quel giorno, durante il percorso sulla seggiovia, nell’istante in cui il mio sguardo si è soffermato 12 Scienza e Conoscenza - n. 41, luglio/agosto/settembre 2012
sulle piccole palline candide che punteggiavano il mio piumino nero, ho potuto scorgere la loro forma: erano perfetti e meravigliosi cristalli di ghiaccio. Quel rigido giorno di febbraio piovevano cristalli dal cielo a milioni, a miliardi, e gli occhi di chiunque potevano cogliere la loro bellezza. I miei l’hanno fatto. Si dice che nessuno di essi sia uguale all’altro; e anche se la statistica potrebbe porre un prudente veto su tale affermazione, resta il fatto che è pressochè impossibile scorgerne di uguali, sebbene possano essere raggruppati in categorie di forme. Non esiste artista che potrebbe partorire dalla sua mente geometrie più belle e suggestive, eppure la loro genesi segue rigidi schemi matematici; l’estroso architetto che li assembla è qualche ammasso informe di nubi, destreggiandosi su sottili equilibri di temperatura e umidità dell’aria. Alcune delle sublimi forme che esibiscono i fiocchi di neve.
Geometria
frattale
Broccoli, fegato, mercati finanziari, universo: la struttura similare del mondo Sabrina Mugnos
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i siete mai soffermati, anche solo un istante, a riflettere sulle forme naturali del mondo che ci circonda? Sono montagne, vallate, canyon, fiumi, oceani e mari, caverne, alberi, rocce, nubi e animali di ogni genere. Ma qual è la loro esatta geometria? E se volessimo misurarli? Idem vale per i moti turbolenti dell’aria (ovvero la dinamica del clima, delle perturbazioni atmosferiche, ecc.), delle acque in generale (oceaniche, fluviali, lacustri, sotterranee), e di tutti i fenomeni elettromagnetici (fulmini, aurore, propagazione del campo geomagnetico e dell’elettricità ecc.).
matica facendo urlare alle “mostruosità”, a stranezze ripugnanti e deformi o, per usare le parole di Charles Hermite, suscitando «... la paura e l’orrore della trista piaga delle funzioni senza derivata...». Una di queste prime curve dette anche “patologiche” (sia per i folli paradossi che racchiudono che come gioco di parole dall’inglese path, percorso), fu inventata dal matematico Giuseppe Peano, ed è in grado di girare in modo così complesso da toccare ogni punto in un piano, così da reiterarsi potenzialmente all’infinito, rimanendo però circoscritta a un’area limitata. Avete già colto il paradosso? Un linea che serpeggia all’infinito ma dentro una spazio definito.
Le curve patologiche
La curva di Peano reitera infinitamente se stessa fino a ricoprire un quadrato. Si racconta l’aneddoto che a Spinetta di Cuneo, fino a non molto tempo fa sul balcone della casa di Peano fosse ammirabile una piastrellatura simile a quella rappresentata dalla sua curva, poi smantellata dall’ignara, attuale inquilina.
Fin dai tempi antichi ci siamo arrangiati con gli schemi e le figure messe a disposizione dalla geometria euclidea, ma la consapevolezza dei limiti di tale approssimazione non è mai venuta meno, e l’occasione di affrontarli arrivò nel 1875 quando il matematico Karl Weierstrass scoprì una curva priva di tangente in ogni suo punto, ovvero, in gergo, non derivabile e, quindi, priva di una descrizione analitica. L’impeccabile raziocinio del regno matematico astratto, quindi, cominciò a vacillare, e lo scompiglio totale sopraggiunse quando il matematico russo Georg Cantor (la cui ossessione nel risolvere i problemi dell’infinito lo portò a impazzire e trascorrere internato buona parte della sua vita) inventò la Teoria degli insiemi (una delle colonne portanti della matematica moderna) dimostrando, nel 1877, uno strabiliante teorema (l’infinito numero di punti su una retta monodimensionale è uguale al numero di punti all’interno di un qualsiasi cubo tridimensionale). A quel punto uscirono dall’ombra altri oggetti stravaganti e inconsueti che indignarono l’ortodossia mate-
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I numeri Distanze, grandezze, costanti: l’astronomia – per eccellenza la scienza dei grandi numeri – ci parla del nostro Universo e dell’affascinante teoria del “Multiverso” Corrado Ruscica
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onostante l’astronomia sia stata fondamentale nell’antichità per la costruzione di calendari e la navigazione, essa rimane sempre la scienza dei numeri o meglio dei grandi numeri. Per gli antichi l’osservazione del cielo aveva la funzione di un gigantesco orologio sopra le teste, mediante il quale era possibile prevedere, in qualche modo, il movimento e la posizione degli astri. Tra tutti i popoli dell’antichità i Greci avevano già ottenuto risultati alquanto dettagliati, almeno per l’epoca. Di fatto, grazie allo studio delle ombre proiettate dagli oggetti, i greci avevano determinato la curvatura della superficie terrestre che aveva permesso successivamente di ricavare, con un’accuratezza incredibile dell’ordine del 10%, le dimensioni della Terra, già più di 2000 anni fa. Insomma, gli antichi Greci non erano del tutto ignoranti se pensiamo che essi avevano potuto trovare, con una approssimazione grossolana, anche le distanze tra la Terra e la Luna e tra la Terra e il Sole. Oggi, per misurare queste enormi distanze gli astronomi moderni utilizzano una sorta di “metro cosmico”, cioè il tempo che impiega la luce a propagarsi nello spazio per raggiungere gli strumenti a Terra (ricordiamo che la velocità della luce è pari a circa 300 mila chilometri al secondo e che in 1 anno essa percorre una distanza di circa 9 mila miliardi di chilometri). Dunque, se utilizziamo il linguaggio degli astronomi, si dice che il Sole si trova a circa 8 minuti-luce, mentre la stella più vicina, Proxima Centauri, dista appena 4 anni-luce, una distanza che con la velocità di crociera dello Shuttle (28.000 km/h) sarebbe 38 Scienza e Conoscenza - n. 41, luglio/agosto/settembre 2012
percorsa in circa 150 mila anni. Inoltre, il Sistema Solare che risiede in uno dei bracci a spirale della Via Lattea è situato a circa 30 mila anni-luce dal nucleo centrale e per percorrere da un estremo all’altro l’intera Galassia la luce impiega circa 100 mila anni. Ma per dare un’idea di quanto estremamente grandi sono le distanze astronomiche facciamo quest’altro esempio: riducendo la Terra al diametro di una moneta da 1 centesimo, Giove si troverebbe a circa 300 metri, Plutone a circa 2,5 chilometri mentre per raggiungere la stella più vicina dovremmo percorrere una distanza di circa 15 mila chilometri.
Uno sguardo d’insieme
Se fossimo in grado per un istante di osservare l’intero Universo, potremmo riassumere la cosmologia nei seguenti tre punti: a) lo spazio e il tempo, assieme alla materia e all’energia, si sono originati da una grande esplosione iniziale, il Big Bang, circa 13,7 miliardi di anni fa quando l’Universo è passato dalle dimensioni di 1 centimetro a quelle attuali, attraverso una fase di rapida espansione esponenziale, l’inflazione, che ha determinato un aumento del volume dello spazio di un fattore dell’ordine di 100 mila miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di volte superiore in una piccolissima frazione di tempo durata circa un centimillesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo; b) il contenuto di materiaenergia dell’Universo è rappresentato dal 73% circa di energia scura, dal 23% di materia scura e solo il 4% è costituito dalla materia ordinaria, cioè quella materia visibile formata principalmente dalle stelle e dalle
I numeri dell’Universo
dell’Universo
Il numero stimato delle galassie presenti nell’Universo è dell’ordine di 100-150 miliardi, o forse più, secondo quanto viene suggerito dalle recenti osservazioni condotte con il telescopio spaziale Hubble www.scienzaeconoscenza.it - Scienza e Conoscenza 39
Il dottor Valesi
risponde
Vincenzo Valesi ci spiega come combattere alcuni disturbi con i rimedi naturali rispondendo alle domande scritte per lui dai nostri affezionati lettori
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ontinua la rubrica del dottor Valesi che ha messo a disposizione la sua esperienza per i lettori di «Scienza e Conoscenza»: rispondendo alla nostra newletter dedicata al libro I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia, tantissimi di voi ci hanno inviato alcuni quesiti su specifiche patologie e disturbi a cui il dottor Valesi risponde qui di seguito. Per inviare le domande, non esitare a scriverci a redazione@scienzaeconoscenza.it specificando come oggetto della mail “domanda per il dottor Valesi”. Buongiorno ho problemi di ritenzione idrica localizzata sopratutto nell’addome. Grazie! Quello della “ritenzione idrica” è un problema che coinvolge molti aspetti della nostra fisiologia e, in modo particolare, il microcircolo. 42 Scienza e Conoscenza - n. 41, luglio/agosto/settembre 2012
Se si escludono situazioni patologiche specifiche come lo scompenso cardiaco, l’insufficienza renale o l’ipotiroidismo, quella che definiamo ritenzione idrica è un’ imbibizione della matrice legata a problemi del microcircolo, in conseguenza dei quali liquidi, sali e alcune proteine plasmatiche, passano dal letto vascolare nell’interstizio. E qui si inserisce il discorso dei sistemi dello stress. Lo stress che ci interessa in questo caso, è quello che si esprime attraverso il sistema HPA (IpotalamoIpofisi-Surrene). Elaborato a livello della corteccia cerebrale e dell’ipotalamo, si esprime attraverso tre vie: 1) la via che, partendo da impulsi ipotalamici e ipofisari, ha come bersaglio finale il surrene, sia per quanto riguarda la sua parte esterna che produce cortisolo, 2) sia per quanto riguarda la parte interna che produce sostanze attive sul microcircolo chiamate catecolamine, 3) la via o sistema della prolattina. Il cortisolo che, ad alte dosi, è immunosoppressore
Argento Colloidale: Che cos’è, perchè è efficace e come riconoscere il vero argento colloidale Gabriele Graziani
L’
argento colloidale è un tema che in ambito sanitario oscilla dal fideismo totale dei cultori della medicina alternativa allo scetticismo convinto dei discepoli della medicina accademica, tuttavia la crescente minaccia dei sempre più numerosi batteri resistenti ai più moderni antibiotici è una buona ragione per ripensare all’uso dell’argento colloidale.
Che cos’è l’argento colloidale?
Gli innumerevoli prodotti a base di argento sono tutti venduti e pubblicizzati col nome di “argento colloidale”. Ne esistono invece di tre tipi: 1. Argento ionico in soluzione. 2. Argento ionico con aggiunta di proteine a scopo stabilizzante. 3. Argento colloidale vero e proprio, costituito quasi esclusivamente da nanoparticelle, di produzione industriale. A questi si aggiungano i sali d’argento venduti come farmaci o presidi medico chirurgici ben conosciuti in ambito medico. La maggior parte dei prodotti etichettati e venduti come argento colloidale rientra in questa categoria per la semplicità di produzione e i relativi bassi costi finali. L’argento contenuto in questi prodotti è costituito sia da ioni argento sia da particelle di argento. Il 90% del contenuto di argento è formato da argento ionico e il rimanente 10% da argento in particelle di varia grandezza. Poiché la maggior parte dell’argento contenuto in questi prodotti è argento disciolto e non argento metallico in particelle, sarebbe 50 Scienza e Conoscenza - n. 41, luglio/agosto/settembre 2012
tecnicamente più preciso descrivere questi prodotti come soluzioni di argento. La pubblicità spesso usa come argomento forte quello di descrivere questi prodotti come formati da particelle di argento ionico. Gli ioni argento non sono la stessa cosa delle particelle di argento e i due termini non sono intercambiabili. L’argento ionico viene anche chiamato argento monoatomico o argento idrosol o argento covalente da parte di produttori che scelgono di non usare la corretta terminologia scientifica per descrivere i loro prodotti. Questi sono termini di marketing usati per nascondere la verità che ciò che viene venduto non è altro che argento ionico in soluzione, che è trasparente o di colore giallo chiaro, proprio come lo zucchero o il sale che, sciolti in acqua, non appaiono visibilmente, contrariamente alla forma colloidale dell’argento, le cui particelle, quando sono presenti in sufficiente concentrazione, assorbono la luce visibile e fanno si che il colloide manifesti un colore apparente. Questo colore apparente è complementare alla lunghezza d’onda assorbita. Gli ioni argento (Ag+) non assorbono la luce visibile pertanto essi appaiono come liquidi incolori. Spesso si raccomanda di conservare l’argento ionico in contenitori di vetro ambrato o color cobalto a causa della fotosensibilità. I colloidi non possiedono questa caratteristica. Se il prodotto appare chiaro e trasparente è argento ionico e non vero argento colloidale.La differenza tra argento ionico e argento in particelle colloidali è costituita dal fatto che gli ioni argento si combinano con gli anioni cloro per formare argento cloruro, mentre le particelle di argento non si combinano con il cloro. L’argento
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Le malattie
autoimmuni Quando il sistema immunitario va in tilt, la medicina dell’informazione ci viene in grande aiuto Urbano Baldari
62 Scienza e Conoscenza - n. 41, luglio/agosto/settembre 2012
Terapia chelante:
modalitĂ ed effetti della terapia
Come possiamo liberare il nostro organismo dai metalli pesanti che lo inquinano? Fiamma Ferraro
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