S&C, Editing snc, maggio 2014, n.48, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì n. 67/2009
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N. 48 - Apr./Mag./Giu. 2014 - € 6,90
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Mangiare secondo l’Ayurveda
l Alimentazione e Salute La rivoluzione China Study
Urbano Baldari
Femminile
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Tiroide sana: cosa metto nel piatto? Valerio Pignatta
Il digiuno delle meraviglie Nicole Boudreau
La tavola dei super eroi Domenico Battaglia
La Non Dieta Raffaello Zizzo
Disclaimer
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Menopausa, quando l’alimentazione può fare tanto Paolo Giordo
Diventare Donna Laura Gabrielli
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Emilio Del Giudice: un infinito vuoto per la futura scienza
Comitato Scientifico Fiamma Ferraro (Medico) Urbano Baldari (Medico) Valerio Pignatta (Naturopata) Massimo Corbucci (Medico e Fisico) Davide Fiscaletti (Fisico) Luigi Maxmilian Caligiuri (Fisico) Revisione Emanuele Cangini emanuelecangini7@gmail.com
Stampa Lineagrafica, Città di Castello
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La magia della coerenza Luigi Maxmilian Caligiuri
Coordinamento di Redazione Romina Alessandri
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l Scienza e fisica
Roberto Germano
Direttore Responsabile Marianna Gualazzi
Responsabile Uff. Abbonamenti Erica Gattamorta Tel. 0547 347627 info@scienzaeconoscenza.it
lB enessere
Naturalmente senza glutine Michele Riefoli
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La Redazione
Obesità: quali rischi?
Maureen Whitehouse
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Questa rivista ha solo uno scopo informativo e non intende in alcun modo fornire consigli medici o terapeutici. Ogni decisione relativa allʼinizio/cessazione/modifica nellʼassunzione di preparati farmaceutici, integratori o altri trattamenti devʼessere presa solo dopo consiglio del proprio medico curante o di medici di fiducia abilitati allʼesercizio di questa professione. Né gli autori degli articoli né lʼEditore rispondono di eventuali problemi causati dal fatto di non aver seguito questa raccomandazione.
Distribuzione in edicola ME.PE. (Milano) Hanno collaborato a questo numero: Urbano Baldari Domenico Battaglia Luigi Maxmilian Caligiuri Laura Gabrielli Roberto Germano Paolo Giordo Michele Riefoli Raffaello Zizzo Autoriz. Trib. Forlì N. 21 dell’8 luglio 2002 Numero 48 - Aprile/Giugno 2014 II° trimestre 2014
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Il piatto
verde
A
lcuni anni fa mi sono trovata a intervistare un medico ayurvedico indiano. Ricordo il suo sguardo limpido, le movenze lente e gentili, la voce estremamente rilassata e melodiosa. Parlammo a lungo della medicina tradizionale indiana e, interrogato sul rapporto tra alimentazione e salute, mi disse che secondo l’ayurveda chi mangia cinque volte al giorno sta correndo a gran velocità verso la morte che avverrà, per il soggetto in questione, in giovane età; chi mangia quattro volte al giorno è altrettanto scellerato e la sua vita sarà costellata da mille malanni; e così via, fino ad arrivare al vero saggio, alla persona equilibrata che mangia una sola volta al giorno. Erano le undici del mattino e io, avevo già fatto due abbondanti colazioni. Sarà perché sono mamma di due bambini, sarà perché gli anta si stanno avvicinando a gran velocità, sarà perché qualche dolorino sta cominciando a farsi sentire, ultimamente sto davvero riflettendo sull’opportunità di mangiare cinque volte al giorno e soprattutto su cosa mettere nel mio piatto e introdurre nel mio corpo. A fronte di una medicina, quella occidentale, che ancora non sembra minimamente curarsi del rapporto tra alimentazione e salute, ora abbiamo le prove scientifiche dell’esistenza di questo legame di causa-effetto. Queste prove scientifiche ci dicono che: dobbiamo mangiare di meno; dobbiamo preferire gli alimenti vegetali e mangiarne in grande quantità (non basta una misera insalatina a pranzo e un asparago a cena, per intenderci): dobbiamo drasticamente ridurre le proteine animali; dobbiamo preferire i cereali integrali; dobbiamo evitare i cibi precotti e preconfezionati e procurarci cibi sani, freschi, vivi, preferibilmente biologici. Una vera faticaccia a pensarci bene, dato che viviamo in un mondo molto inquinato, che abbiamo sempre meno tempo da dedicare alla preperazione dei pasti, che la pubblicità ci invita continuamente a consumare cibo grasso, dolce e salato (pizze, merendine, patatine, hamburger, insaccati... e la lista sarebbe davvero lunghissima).
Eppure iniziare a prendere veramente sul serio il fatto che mangiare bene significa stare in salute, prevenire e curare tantissime malattie del nostro tempo (dal diabete all’ipertensione, alle malattie tumorali) significa compiere un vero e proprio salto quantico. Se oggi qualcuno vi dicesse di smettere di mangiare carboidrati raffinati, dolci, bere caffè, eliminare la carne, latte e derivati potreste prenderlo per pazzo e chiedervi che cosa resta. Cosa resta delle nostre tradizioni culinarie? Cosa resta del gusto? Cosa resta di nutritivo? Forse pensate di non abusare di queste sostanze e che la vostra dieta – così come è ora – sia equilibrata. Lo pensavo anche io, fino a che non ho fatto una prova: ho smesso di prendere il caffè e mi sono resa conto che ne prendevo quattro al giorno. Solo quando ho deciso di non mangiare più dolci mi sono resa conto di quanti ne mangiavo, ed ero sempre stata convinta di non abusarne! In questo numero di Scienza e Conoscenza trovate tantissime informazioni rivoluzionarie sul rapporto tra alimentazione, benessere e salute: per noi è stato un piacere realizzare questo speciale perché abbiamo imparato tante cose importanti e stiamo mettendo in pratica molti spunti. Cambiare il proprio stile di vita alimentare non significa che da domani dovete diventare vegani crudisti: significa intraprendere un percorso di consapevolezza, tenendo conto del fatto che la cosa più difficile da fare è quella di modificare le proprie credenze e le proprie resistenze (compiere quel salto quantico di cui si parlava sopra): riuscirete a riprogrammare il vostro cervello in modo tale che un’appetitosa insalata arrichita con semi, nocciole, germogli, avodaco, olive nere sia più deliziosa di una carbonara? Io ci sto lavorando... e con buoni risutati! Buona lettura! Marianna Gualazzi 3
La rivoluzione China Study
La prova scientifica della relazione tra alimentazione e salute: il dottor Campbell ci spiega i provati vantaggi di una dieta a prevalente base vegetale per la prevenzione e la cura delle patologie croniche
immagine tratta da The China Study. Le ricette
La Redazione
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The China Study
F
a che il cibo sia la tua medicina, scriveva Ippocrate nel 400 a. C. E viene da sorridere pensando che ogni medicochirugo prima di iniziare la professione deve pronunciare il giuramento che da Ippocrate prende il nome senza aver mai affrontato, durante il corso di studi in medicina, i temi dell’alimentazione e della nutrizione. Le ragioni di una lacuna tanto grave da avere le sembianze di una trave nell’occhio affondano molto probabilmente nella storia dello sviluppo del pensiero occidentale. Quello che possiamo fare è chiederci per quale motivo di fronte all’evidenza scientifica del rapporto tra salute e alimentazione, la maggioranza dei medici, davanti a un caso di gastrite da helicobacter, ci dirà che possiamo continuare a mangiare tranquillamente di tutto, e per quale motivo la dieta ospedaliera è ancora a base di fettina bollita, stracchino, pasta scotta e mela spappolata. Per fortuna siamo a un punto di svolta, ci troviamo di fronte a una rivoluzione. Quello che sta accadendo oggi, è che abbiamo la prova scientifica del fatto che seguire un’alimentazione a base vegetale ci protegge da tantissime malattie, ci fa fare il pieno di energia e forza vitale, ci fa vivere a lungo in salute. Questa prova scientifica si chiama The China Study, la ricerca sul rapporto tra alimentazione e salute svolta dal dottor T. Colin Campbell. Che la rivoluzione sia in atto lo testimonia il fatto che
radicate in ognugno di noi, spesso legate al nostro vissuto, al cibo della mamma, ai nostri piccoli e grandi traumi. Cosa accadrebbe se tutti cambiassimo la nostra alimentazione? Come sarebbe un mondo in cui tutti seguono una dieta a base vegetale? Ce lo racconta T. Colin Campbell che ci ha concesso questa intervista in esclusiva. Dottor Campbell, ci spiega che cos’è lo Studio China e come si è svolto? Il libro The China Study, pubblicato nel 2005, era un tentativo di riassumere il lavoro che avevo svolto come professore e ricercatore nei precedenti 40 anni circa. È una ricerca sulla relazione tra cibo e salute. Ho scritto il libro con mio figlio Thomas Campbell, che ora è un medico. Nel libro abbiamo descritto quello che abbiamo imparato. Parlando di questa relazione tra cibo e salute, ci riferiamo a tutti i tipi di cibi nelle diverse società delle diverse nazioni. Ma i cibi che abbiamo notato essere particolarmente dannosi sono i cibi a base animale e quelli che chiamiamo “cibi lavorati”. Dall’altro lato, ci sono i cibi naturali vegetali. Questi cibi sono i più salutari in assoluto. Hanno delle capacità straordinare di generare una buona salute. I cibi animali e i cibi lavorati appartengono a una categoria diversa, non sono cibi naturali vegetali e causano problemi come l’aumento del rischio di cancro, malattie cardiache, diabete e altro. A volte, gli studi scientifici sono effettuati in maniera semplice: si effettua lo studio e se ne esaminano i risultati. In questo caso, i cibi sono composti da tante varietà di nutrienti. Quando effettuiamo studi del genere, abbiamo molti modi per valutarli in dettaglio. Gli studi sono effettuati sugli animali e sulle persone. Esistono anche i cosiddetti “studi di intervento”, che consistono nel somministrare il cibo e vedere che succede. Possiamo analizzare questa problematica in molti modi diversi. Inoltre, possiamo analizzare migliaia di nutrienti diversi, così come possiamo studiare migliaia di malattie diverse. È un ambito complesso. Quando cerchiamo le prove della relazione tra cibo e salute dobbiamo prendere in considerazione tanti elementi diversi. Nei miei studi di laboratorio, la prima cosa che abbiamo studiato è stata costituita dalle proteine animali fornite in eccesso rispetto al necessario. Le proteine sono necessarie, ma, secondo quanto sperimentato, se fornite in eccesso rispetto alla quantità opportuna attivavano il cancro. Questo ci ha portato ad altri studi per capire questa dinamica e come funziona. Abbiamo imparato molto. Ad esempio, questa evoluzione vale sia per le proteine animali che per altri
Molti pensano che dovremmo consumare più cibi animali perché sarebbero di qualità maggiore. Questo è un mito. Io la considero vera mitologia il cambiamento sta partendo dal basso: sono le persone, i malati, che vanno dai medici con il ritaglio di giornale, il libro, la stampa delle pagine Internet e che chiedono di essere seguiti dal punto di vista alimentare. Anche i grandi mezzi di comunicazione e le trasmissioni televisive più seguite stanno parlando di The China Study e dell’efficacia di un’alimentazione a base vegetale per prevenire e curare importanti e severe patologie. Se ancora non lo avete visto, guardate il servizio realizzato dalla trasmissione Le Iene il 5 marzo 2014. La posta in gioco nella partita sul ruolo dell’alimentazione nella prevenzione e cura delle malattie è altissima: ci sono in ballo le credenze di un’intera cultura, gli interessi delle multinazionali del farmaco e di quelle dell’alimentazione, le resistenze della classe medica, le abitudini personali
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Obesità: quali rischi? Obesità e sovrappeso sono condizioni associate a morte prematura e ormai universalmente riconosciute come fattori di rischio per le principali malattie croniche (malattie cardiovascolari, ictus, diabete, alcuni tumori). Ecco perché mantenere sotto controllo il peso è un dovere per ognuno di noi Urbano Baldari
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Obesità: quali rischi?
Q
uando parliamo di obesità consideriamo tutte quelle situazioni in cui il corpo supera la quantità di cibo necessario ai consumi giornalieri e deposita l’eccedente in un luogo “sicuro”, per un futuro ipotetico bisogno. Il grasso, cioè il tessuto adiposo, nasce filogeneticamente come riserva cui attingere quando sia difficile procurarsi energia dall’esterno. Col tempo, con la stanzialità, con gli agi maggiori legati alla specializzazione dei compiti, l’uomo ha avuto più tempo per riposarsi e dedicarsi ai piaceri. Il cibo, da necessità quotidiana, è divenuto piacere quotidiano. Detto questo, occorre chiedersi per quale motivo alcuni superino la fatidica linea che trasforma il normopeso in sovrappeso e poi in obeso. Quali le cause, quali i metodi di valutazione?
Obesità e sovrappeso: un rischio concreto per la nostra salute
Obesità e sovrappeso sono condizioni associate a morte prematura e ormai universalmente riconosciute come fattori di rischio per le principali malattie croniche: malattie cardiovascolari, ictus, diabete, alcuni tumori (endometriale, colon-rettale, renale, della colecisti e della mammella in post-menopausa), malattie della colecisti, osteoartriti. Altri problemi di salute associati a un eccesso di peso corporeo sono: ipertensione, ipercolesterolemia, apnea notturna e problemi respiratori, asma, aumento del rischio chirurgico, complicanze in gravidanza, irsutismo e irregolarità mestruali. Un problema particolarmente grave è quello dell’insorgenza dell’obesità tra bambini e adolescenti, esposti fin dall’età infantile a difficoltà respiratorie, problemi articolari, mobilità ridotta, ma anche disturbi dell’apparato digerente e di carattere psicologico. Inoltre, chi è obeso in età infantile lo è spesso anche da adulto: aumenta quindi il rischio di sviluppare precocemente fattori di rischio di natura cardiovascolare (ipertensione, malattie coronariche, tendenza all’infarto) e condizioni di alterato metabolismo, come il diabete di tipo 2 o l’ipercolesterolemia.
Perché ingrassiamo?
L’obesità è definita come un eccesso di grasso corporeo in relazione alla massa magra, in termini sia di quantità assoluta, sia di distribuzione in punti precisi del corpo. La distribuzione del grasso corporeo può essere effettuata con diversi metodi, dalla misura delle pieghe della pelle, al rapporto tra la circonferenza della vita e dei fianchi, o con tecniche più sofisticate come gli ultrasuoni, la Tac o la risonanza magnetica. La classificazione della popolazione in base al peso è fatta utilizzando l’indice di massa corporea (BMI =
body mass index, secondo la definizione americana), considerato il più rappresentativo della presenza di grasso corporeo in eccesso. Il BMI si calcola secondo la formula seguente: BMI = peso (in kg)/quadrato dell’altezza (in metri). Le classi di peso indicate dal BMI sono: • < 18,5 sottopeso • 18,5 – 24,9 normopeso • 25 – 29,9 sovrappeso • > 30 obesità, con 3 diverse distinzioni: grado 1, da 30 a 35; grado 2, da 35 a 40; grado 3, oltre 40. Studi abbastanza recenti hanno scoperto la relazione tra sostanze secrete dalle cellule adipose “bianche” poste soprattutto nella fascia addominale e l’ipotalamo, cioè il centro nervoso centrale che regola il senso di sazietà e di fame. La produzione non equilibrata di tali neuro-mediatori sarebbe la principale base su cui chimicamente si crea un aumento ponderale.
I tipi di obesità
L’obesità è stata dagli studiosi catalogata in due categorie, secondo che siano presenti o meno altre patologie, in forme essenziali e forme secondarie. Nelle prime (obesità essenziale) prevalgono tre gruppi di fattori causali, riassumibili nella predisposizione ereditaria e nelle abitudini di vita: 1) fattori predisponenti metabolici: alcuni studi sperimentali suggeriscono che i soggetti obesi presentino un’efficienza metabolica più alta nell’immagazzinamento delle calorie ingerite. Nel tessuto adiposo dei soggetti obesi è stata rilevata una diminuzione dell’attività enzimatica; 2) fattori predisponenti nutrizionali: è la causa principale dell’obesità essenziale. L’obesità è spesso causata dall’introduzione di calorie in quantità superiore alla spesa energetica, cioè da ipernutrizione; 3) fattori predisponenti comportamentali, sociali e culturali. La grande disponibilità di cibo dei nostri giorni, le campagne pubblicitarie e lo stile di vita sono fattori che influenzano notevolmente l’assunzione di cibo e portano spesso a un’ipernutrizione. A questo va aggiunto uno stile di vita che non prevede adeguata attività fisica. In pratica l’uomo occidentale mangia troppo (e male, visto che consuma troppi glicidi e lipidi) e fa poco esercizio fisico. L’obesità essenziale è, perciò, collegata solo a una cattiva gestione delle risorse alimentari, magari con una particolare inadeguata attività enzimatica nell’adipocita (la cellula del grasso). 11
Naturalmente
senza glutine
Celiachia: come alimentarsi in maniera equilibrata, con gusto, senza ricorrere a cibi sostitutivi e super raffinati Michele Riefoli
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Celiachia
L
a celiachia sembra diffondersi a macchia d’olio. Cosa sta succedendo? Quali sono le possibili cause del problema? Come gestire al meglio la situazione? È possibile per un celiaco adottare una dieta a base vegetale del tutto naturale senza dover fare la spesa in farmacia o acquistando prodotti super raffinati della grande distribuzione? Proviamo a fare un po’ di chiarezza.
Cos’è la celiachia
La celiachia non è una “semplice” intolleranza al glutine. Di fatto è una malattia che si manifesta in alcuni soggetti geneticamente predisposti. In questi
soggetti in seguito all’assunzione di glutine – la frazione proteica del grano e di alcuni altri cereali – si genera una reazione immunitaria di tipo infiammatorio autoimmune, in grado di danneggiare la mucosa intestinale e in particolare i villi dell’intestino tenue. Siccome i villi sono quelle micro strutture “a dito di guanto” necessarie all’assorbimento di tutti i nutrienti contenuti nei cibi ingeriti, la loro distruzione comporta un danno anatomico e di conseguenza una condizione di malassorbimento che causa nel soggetto colpito dalla malattia, nel medio o lungo termine, una serie di problemi di salute (più gravi nei bambini che sono in fase di crescita), i quali possono manifestarsi in
Celiachia: le possibili cause di una vera e propria epidemia La celiachia ha cause genetiche e ambientali. Sembrerebbe che i meccanismi coinvolti siano almeno due: 1) in alcuni soggetti geneticamente predisposti il glutine, che è il termine generico per la frazione proteica del grano e di altri cereali che lo contengono, non viene metabolizzato per mancanza / insufficienza di enzimi in grado di farlo. Nel momento in cui il glutine stesso oltrepassa la barriera epiteliale del lume intestinale, il sistema immunitario produce una reazione anticorpale contro la gliadina, danneggiando i villi intestinali; 2) in altri soggetti il sistema immunitario (linfociti) attacca direttamente gli enzimi (transglutaminasi) che vengono prodotti dalle cellule intestinali in presenza di glutine, generando così una reazione infiammatoria a danno dei villi intestinali stessi. Ma perché l’organismo non produce certi enzimi, e perché il sistema immunitario attacca in modo così aggressivo la mucosa intestinale praticamente radendo al suolo i villi? La mia esperienza, seppur del tutto priva di validità scientifica dal punto di vista statistico, mi fa supporre come possibili cause: l dal 1974 il 90% del grano duro utilizzato in Italia (e dove esportiamo nel mondo) è costituito dalla varietà Creso, un grano transgenico ottenuto per irraggiamento della varietà Senatore Cappelli e successivo incrocio con una varietà messicana, con lo scopo, riuscito, di ottenere una varietà nana che non si allettasse con il vento e con la pioggia e agevolasse il lavoro delle mietitrebbiatrici. Naturalmente il contenuto di glutine del grano Creso è maggiore di quello dei grani originali. l Anche se la malattia è a predisposizione genetica, esistono eventi precisi della vita che possono scatenarla: una gravidanza, un parto, un incidente, un intervento chirurgico, un’infezione virale, una situazione di stress acuto. Le infezioni batteriche o virali, per esempio virus di Epstein-Barre e Citomegalovirus, in soggetti predisposti può scatenare celiachia. Questi herpes virus spesso sottovalutati sono implicati tra l’altro nella sindrome della stanchezza cronica ed altre gravi patologie. l Le cure antibiotiche prolungate, l’uso inappropriato e ricorrente di antibiotici, i residui di antibiotici spesso presenti nei cibi di derivazione animale, danneggiano la flora batterica saprofita la quale è responsabile dell’assorbimento selettivo di molte sostanze. Una flora batterica danneggiata potrebbe scatenare celiachia. l È nota una correlazione fra la durata dell’allattamento al seno (un’ottima fonte di probiotici) e il ritardo nella comparsa della malattia celiaca. I bifidobatteri possono ridurre le capacità immunotossiche del glutine trasformandolo in forme non tossiche (1). l L’abuso di farmaci antiacidi potrebbe aumentare il rischio di celiachia (studi in corso). Note (1) J M Laparra, Y Sanz. Bifidobacteria inhibit the inflammatory response induced by gliadins in intestinal epithelial cells via modifications of toxic peptide generation during digestion. J Cell Biochem. 2010 Mar 1;109(4):801-7. PMID: 20052669 17
Tiroide sana:
cosa metto nel piatto? Il dottor Raul Vergini, esperto in patologie endocrine e della tiroide, ci spiega come ripristinare un sano metabolismo energetico e ormonale attraverso l’alimentazione
I
problemi e le malattie alla tiroide sono in netto aumento negli ultimi anni e disegnano ormai una mappa ben precisa dell’influenza che la vita moderna, con i suoi inquinanti ambientali, il suo ritmo stressante e la sua alimentazione povera di nutrienti, ha imposto alle società industrializzate. Un aiuto consistente in questi casi viene però dallo scegliere una dieta che favorisca la ripresa della normale funzionalità di questa importante ghiandola, sia nel caso che tale attività sia carente, sia che, al contrario, risulti eccessiva. Su questo tema abbiamo chiesto lumi a un medico esperto di patologie endocrine e della tiroide, Raul Vergini, autore di libri sul tema e studioso dei processi che portano agli scompensi tiroidei e delle relative terapie naturali. Come sottolinea il dottor Vergini, l’individuazione dell’alimentazione adatta è abbastanza facile da arguire a seconda della situazione di partenza e di alcune verifiche di base. Con un po’ di impegno quotidiano è quindi possibile aiutare in modo sostanziale il recupero dell’organismo e ottenere miglioramenti strutturali ottimali per un ripristino di un sano metabolismo energetico e ormonale. Vediamo come. In questi ultimi anni i disturbi della tiroide stanno conoscendo, purtroppo, una crescita notevole nelle nostre società. Le cause sono di vario genere e possono avere origini di tipo ambientale, nutrizionale, genetico, da esposizione a radiazioni, carenze di
Valerio Pignatta
iodio, malattie metaboliche, allergie ecc. Oltre alle terapie abituali, è possibile affrontare queste patologie con la dieta? O questa rimane solo un aiuto valido ma che va sempre integrato con altri rimedi? La dieta è sicuramente importante e a volte addirittura fondamentale (ad esempio per il possibile ruolo svolto dal glutine nello scatenare o nel mantenere un’infiammazione autoimmune, come in caso di tiroidite di hashimoto) ma se siamo di fronte a un ipotiroidismo piuttosto conclamato, soprattutto se la ghiandola ha già subito danni strutturali ad opera di una patologia autoimmune, la sola dieta non è in grado di compensare la carenza di ormoni tiroidei. In questi casi essa rimane un aiuto valido, ma va comunque integrata con gli opportuni interventi terapeutici che spesso in questi casi richiedono anche l’uso di ormoni tiroidei (ma in questo caso io preferisco utilizzare la “vecchia” tiroide secca di maiale piuttosto che la tiroxina sintetica usata oggigiorno). Qual è il tipo di dieta esatto che concorre a migliorare la situazione di una tiroide affaticata o ammalata? Ci sono differenze di alimentazione per le varie tipologie di disfunzione della tiroide come l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo? La tiroide per funzionare bene ha bisogno innanzitutto di un’adeguata quantità di proteine, per cui queste non devono mai mancare nella dieta, e piuttosto si riducano i carboidrati. Naturalmente vanno eliminati 21
Il digiuno delle meraviglie La sovrabbondanza è allâ&#x20AC;&#x2122;origine dei nostri mali peggiori e comporta costi esorbitanti: quando digiuniamo, il nostro organismo si ripara, guarisce e torna sano Nicole Boudreau
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La tavola
dei super
eroi
Riscopriamo le proprietà nutrizionali e terapeutiche dei veri “super cibi” ovvero cereali integrali, agrumi, broccoli, semi, frutti rossi, germogli
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super-cibi? Verrebbe da immaginare una cucina piena zeppa di alimenti scalpitanti dentro la dispensa, pronti a fare il loro “super-lavoro” da super eroi. La loro esuberanza è tale che potrebbe accadere di essere travolti dai super nutrienti, come se fossero una valanga: Maca, Acai, bacche di Goji, Camu-Camu, Triphola, Neem, fungo Shiitake, fungo Reishi, Erba d’orzo, alga Spirulina, alga Klamath, Maqui, Ashwaganda, Baobab, Erba di grano, Chlorella, alga Kelp, Guaranà, Mais viola, Maqui, Mesquito, Curcuma, Shatevari e l’elenco potrebbe ancora continuare... Ma siamo certi di riuscire a organizzarvi il pranzo o la cena per nutrire al meglio il nostro corpo e il nostro spirito? Nell’ambito alimentare e nutrizionale i fattori coinvolti e le interazioni tra i cibi, anche in relazione alle capacità “protettive” di un determinato alimento nei confronti di questa o di quella patologia, sono così molteplici e variegati che non si può pensare ai “super cibi “se non in maniera “corale”. Non si può infatti immaginare uno stile di vita sregolato (caratterizzato per esempio da fumo di sigaretta, uso di alcoolici, cibi molto processati e raffinati come quelli industriali, assenza di attività motoria) al quale si cerca di porre 28 rimedio “magicamente” con l’introduzione, magari
Domenico Battaglia sporadica, della tal bacca o del tal fungo che promettono miracoli! Così facendo si perderebbe ancora una volta l’occasione di ripristinare, per il nostro corpo e il nostro spirito, una visione d’insieme inscindibile che caratterizza l’essere umano da sempre. Per tale motivo l’utilizzo dei suddetti “supercibi” può sicura-
I super cibi sono quegli alimenti che insieme e coralmente, come in un’orchestra sinfonica, consentono a chiunque, nella propria quotidianità, con semplicità d’uso e facilità di reperimento sul mercato, di realizzare un’alimentazione gustosa, variegata e nutriente mente essere integrato nella nostra dieta ottenendone benefici. Tuttavia devo confessarvi che occupandomi negli anni di nutrizione e alimentazione, mi sono reso conto di avere maturato un concetto diverso di “super-cibo”: i super cibi sono quegli alimenti che insieme e coralmente, come in un’orchestra sinfonica, consentono a chiunque, nella propria quotidianità, con semplicità d’uso e facilità di reperimento
La NON DIETA
i 5 segreti per perdere peso restando in salute
S
econdo la mia esperienza ogni persona (che lo vuole veramente) in poco tempo può decidere di trasformare il proprio corpo in un corpo meraviglioso, ovvero sano, energico, tonico e in perfetto peso forma. Ti dimostrerò come in poche settimane (ne bastano 2-3) puoi iniziare a depurarti, perdere peso, sgonfiarti e stare meglio.
l Segreto numero 1
Le diete sono nemiche del dimagrimento
Hai mai seguito una dieta? Molto probabilmente sì... Hai avuto risultati duraturi? Molto probabilmente no... Stai tranquillo/a, come te anche il 73% delle persone
Raffaello Z izzo
che ha iniziato a seguire una dieta ha ottenuto lo stesso deludente risultato. Riflettiamo insieme un attimo: pensa per un istante al bombardamento mediatico e pubblicitario cui siamo quotidianamente sottoposti che ci garantisce l’efficacia della nuova dieta dell’anno oppure di creme snellenti (o, come diceva qualcuno, “sciogli pancia”); o ancora “pillole magiche” che in pochi giorni ti fanno dimagrire e tornare in linea perfetta! Per non parlare di attrezzi ginnici miracolosi sponsorizzati in televendite che ti fanno perdere peso con soli 3 minuti al giorno di allenamento. Immagina che se anche una sola di queste soluzioni avesse funzionato, il problema dell’eliminazione del sovrappeso sarebbe già stato risolto da tantissimo tempo. E invece siamo ancora qui a cercare una soluzione!
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Mangiare secondo l’Ayurveda Cosa e quando mangiare secondo il sistema dietetico costituzionale dei tridosha Maureen Whitehouse
S
econdo l’ayurveda, ogni pasto dovrebbe rappresentare un banchetto per tutti i sensi. Quando il vostro piatto presenta una gamma accattivante di gusti, consistenze, colori e aromi, i vostri succhi digestivi cominciano a fluire in anticipo e il vostro corpo, la vostra mente e anima ricevono gratificazione dall’esperienza del mangiare. Per essere tecnicamente corretti, l’ayurveda in realtà è molto più di un semplice modo di mangiare. La traduzione del termine ayurveda è “scienza della vita”. Inoltre questo antico sistema di medicina, che risale al IX secolo a.C., fa ricorso non solo alla dieta ma anche a varie altre terapie – quali lo yoga e l’erboristeria – per ristabilire armonia ed equilibrio nel corpo umano.
Il sistema dietetico dei tridosha
I princìpi dell’ayurveda si basano sulla convinzione che ogni individuo abbia bisogno di equilibrio e venga al mondo con una prakriti (termine sanscrito indicante la natura essenziale) unica. La costituzione di ogni persona si compone di ciascuno dei tre dosha secondo gradi di influenza variabili. I tre dosha vanno sotto il nome di Vata, Pitta e kapha. Sono composti dai cinque elementi base (acqua, aria, fuoco, terra ed etere) e sono considerati come forze dinamiche, aventi caratteri distintivi che danno forma a tutte le cose dell’Universo. Negli esseri umani, i dosha controllano tutte le funzioni e risposte di tipo fisico, mentale, emotivo e vitale. Inoltre determinano la capacità di ciascun individuo di connettersi alla propria Anima. Sovrintendono agli impulsi naturali e alle preferenze individuali, specialmente quelle riferite agli alimenti. Inoltre governano tutte le funzioni fisiche essenziali, quali il mantenimento e la distruzione dei tessuti corporei e l’eliminazione delle sostanze di scarto. 44 Nella prospettiva ayurvedica, se esiste uno squilibrio
tra i dosha, si produce una condizione denominata vikriti, che significa “deviazione dalla natura”. Vikriti è il risultato della iper-espressione di uno dei dosha (di solito quello dominante) e della diminuzione dell’espressione di un altro. Una persona acquisisce tale squilibrio attraverso i fattori di stress della vita, quali le emozioni negative, la mancanza di sonno cronica, il sovraffaticamento fisico, o l’assunzione di alimenti sbagliati. Per evitare l’aumento progressivo di questi sintomi, impedendogli di sfociare in patologie quali l’affaticamento cronico, i disordini mentali e l’obesità, si dovrebbero mantenere o riportare i dosha al loro stato di equilibrio naturale. Durante questo periodo di vikriti o squilibrio, si può fare ricorso alla dieta per aumentare o diminuire uno qualunque dei tre dosha, finché non viene ripristinato l’equilibrio.
I cinque elementi dell’ayurveda
I cinque elementi dell’ayurveda sono: Etere, Aria, Acqua, Fuoco e Terra. Essi si manifestano nel corpo/ mente umano sotto forma di dosha. Esistono tre dosha o princìpi/raggruppamenti: Vata Pitta Kapha aria ed etere fuoco e acqua terra e acqua secco pesante untuoso
Vata
Vata, che si traduce con “vento”, deriva dagli elementi di aria ed etere. Questa energia regola ogni movimento del corpo, inclusi il flusso sanguigno, la respirazione e tutti i movimenti dei muscoli e dei tessuti, compresi il cuore, i tessuti nervosi e le contrazioni del tratto digerente. Le persone in cui predomina l’energia Vata di solito hanno una corporatura sottile con vene
Menopausa,
quando l’alimentazione può fare tanto Paolo Giordo
Una vita sana e attiva, con un’attenzione particolare all’alimentazione, è il metodo più efficace per attenuare, o eliminare, sia i disturbi della menopausa, sia le conseguenze dirette e indirette che questo periodo della vita comporta
N
el mondo moderno siamo sempre più abituati a rapidi cambiamenti delle credenze e, spesso, anche a modifiche delle scale di valori. Ciò che prima era un evento naturale oggi si tende a valutarlo nella sua problematicità se non addirittura nella sua pericolosità. La stessa menopausa, processo fisiologico per eccellenza, è diventata praticamente una malattia, dove a un disastroso calo ormonale si profilano conseguenze altrettanto pericolose (vedi l’osteoporosi), e per tale motivo sarebbe bene ritardare il funesto evento con ormoni chimici sino a età più che avanzata.
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La menopausa non è una malattia
In ogni caso sappiamo che la menopausa non si instaura repentinamente ma è un processo che si sviluppa nel tempo dando luogo a una nuova stagione nella vita biologica e psicologica della donna. Esiste un periodo che interessa circa un decennio prima della cessazione del flusso mensile, noto come perimenopausa, nel quale gli ormoni sessuali diminuiscono progressivamente e i cicli tendono ad accorciarsi diventando spesso “anovulatori” cioè senza produzione di ovuli. Questo evento comporta una mancata produzione del corpo luteo con diminuzione
Diventare
Donna
La dottoressa Marialessandra Panozzo ci parla dell’importante passaggio all’età puberale, dell’avvento delle mestruazioni e di come affrontare in maniera consapevole questo fondamentale periodo della vita della donna
“P
iù bambina, meno velina” è uno dei venti spunti di riflessione che la psicologa Anna Oliverio Ferraris offre sul tema della felicità dei bambini. Difficile da realizzare in un mondo, il nostro, che per le bambine propone, già in età prescolare, scarpe con il tacco per apparire più belle ed eleganti, fatine scosciate come compagne di gioco, e un corollario infinito di borsette rosa confetto, fiocchetti, trucchi, tiare e coroncine. Difficile ma possibile, e doveroso, sopratutto se si è mamme (e babbi) di una figlia femmina (croce e delizia) e se si ha a che fare a vario titolo con il mondo dell’infanzia e dell’adolescenza. L’input, per le figlie del nostro tempo, è quello di crescere il più in fretta possibile, di diventare non tanto adulte (dato che il mondo adulto viene visto come grigio, triste e infelice, e qui dovremmo cercare di capire che immagine noi adulti stiamo dando della maturità), quanto giovani ragazze in grado di disporre liberamente dei propri pensieri e dei propri corpi. Di fronte a una maturità fisica che arriva sempre più precocemente, la maturità psichica si sposta indefinitamente in avanti e accade che quan-
Intervista a cura di Laura Gabrielli do queste ragazzine diventano, con l’arrivo delle mestruazioni, donne hanno tante informazioni ma non sanno cosa diventare donne significhi davvero. La dottoressa Marialessandra Panozzo, medico-chirurgo specializzato in ginecologia, affronta in questa bella intervista, a cura di Laura Gabrielli (Baby Comp) il tema dell’arrivo delle mestruazioni, offrendo a genitori e medici tanti spunti pratici e di riflessione. Negli ultimi anni si sta riscontrando un’entrata in pubertà sempre più precoce. Quali potrebbero essere le cause? È possibile che l’ambiente e lo stile di vita alimentare abbiano una certa influenza? È vero che il menarca è diventato più precoce, si è stabilizzato, infatti, attorno ai 10 anni e mezzo, 11. Questo è sicuramente legato al maggior benessere psicofisico della nostra cultura e anche a un maggior benessere prettamente biologico, che favorisce una migliore crescita fisica. Ma è anche legato a una cultura che tende un po’ ad accelerare, in genere, le tappe della vita; a far crescere in fretta, sia nelle abilità pratiche (leggere, scrivere, diventare efficienti) sia in quel- 53
Foto: scattata da Alberto Tedeschi durante il convegno “La voce artistica” a Ravenna nel 2014.
Emilio Del Giudice:
un infinito vuoto per la futura scienza L’uomo, lo scienziato, l’esempio di una ricerca libera, coraggiosa e dalle grandi prospettive Roberto Germano
Quando vi separate dall’amico non rattristatevi: la sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, così come per lo scalatore la montagna appare più chiara dalla pianura. Khalil Gibran, Il Profeta
I 58
l 31 gennaio 2014 Emilio Del Giudice (Prigogine Medal 2009) ci ha lasciato. Proverò qui a tratteggiare molto brevemente la sua vita scientifica e filosofica per chi non l’avesse conosciuto. In questi quasi 20 anni in cui ho avuto la
fortuna di condividere l’amicizia di Emilio, non credo proprio di aver mai ipotizzato di dover pensare a lui come a qualcosa che non è più, e infatti, anche ora che Emilio ci ha lasciati, questo non accade. Emilio, infatti, entusiasmava col suo senso di un gioioso eterno presente. E ancora continua a farlo.
Una vita per la ricerca
Emilio Del Giudice, per motivi principalmente filosofici, si laurea in Fisica a Napoli all’inizio degli anni Sessanta del XX secolo. Appena laureato, prende con-
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La magia
della coerenza
La teoria della coerenza elettrodinamica quantistica, le sue sorprendenti previsioni, applicazioni, sviluppi e la via per una nuova fisica Luigi Maxmilian Caligiuri
C
orreva l’anno 1993 quando, laureando in Fisica teorica presso l’Università della Calabria alla ricerca di un argomento di tesi che non fosse il solito banale calcolo di una sezione d’urto d’interazione o peggio il fit al calcolatore dei dati sperimentali di qualche esperimento di “zoologia” delle particelle elementari, m’imbattei in un seminario tenuto, presso il mio Dipartimento, da un professore di fisica teorica dell’Università Statale di Milano, per me a quel tempo un illustre sconosciuto: il professore Giuliano Preparata. Entrato quasi per errore nell’aula 64 seminari rimango colpito dalla disattenzione di molti
dei docenti presenti, soprattutto professori “ordinari” ciascuno legato a una corrente di fisica mainstream, fatto che ancora di più mi spinge, visto il mio carattere anticonformista, a porre attenzione alle parole dell’oratore. Egli spiegava come, a suo dire, in condizioni abbastanza comuni nella materia condensata, ma non solo, i componenti corpuscolari di materia quali atomi ed elettroni perdessero la propria “individualità” per diventare un’unica entità quantistica macroscopica, un “campo di materia” come la chiamava Preparata, che oscillava in fase con un campo elettromagnetico “intrappolato” nella materia stessa.
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