Belli 2016

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www.reportermantova.it

MANTOVA

SanI&BellI

Pelle di seta... con lÕ ACQUA

Ecco tutti i benefici dell’acqua termale

COPIA OMAGGIO

CHIRURGIA D’AVANGUARDIA Un poÕ di grasso ci aiuta a riparare le articolazioni usurate

CHE COSA SIGNIFICA BES? Manuale dÕ istruzioni per genitori

CIBO CHE FA AMMALARE E CIBO CHE CURA Il vero prezzo della scarsa qualitaÕ

LA BELLEZZA NELLA STORIA DELLÕ ARTE LÕ illimitata ricerca del bello


Centro Fisioterapico Città di Suzzara

Raffaele Govoni Fisioterapista

FISIOTERAPIA | RIEDUCAZIONE

• Tecarterapia • Diatermia • Laserterapia • Ultrasuoni a freddo • Elettroterapia Compex • Elettroterapia Antalgica • Veicolazione Farmacologica SYT

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Sani&Belli A

Editoriale

nche quest’anno, come ogni anno, Reporter ha deciso di presentare questo magazine che abbraccia gli argomenti relativi alla salute e al benessere della persona: benessere e salute intesi non solo come assenza di malattie dal corpo, ma anche e soprattutto come salute della mente che si riversa poi anche sul fisico. Il nostro tempo è sempre più caratterizzato da malattie “nuove”, come la ludopatia e altre dipendenze, che inevitabilmente attanagliano la nostra vita e che, purtroppo, riguardano sempre di più la

popolazione più giovane. Anche la depressione, che fino a poco più di un secolo fa non era neppure ritenuta una malattia, oggi è largamente diffusa e affligge una fascia amplissima della popolazione: anche se in modo diverso, sia i giovanissimi che gli anziani soffrono di questa malattia. Fare informazione su questi ed altri argomenti, alcuni dei quali riguardano più strettamente il fisico, sono modalità per informare, per far sentire meno solo chi soffre di malattie o chi teme di averne. Il benessere inizia anche dall’informazione.


CENTRO MEDICO SANTA MARGHERITA S.R.l. POlIAMBUlATORIO PRIVATO VIA LEVACHER, N° 7 - 43052 COLORNO (PR) e VIA LOVARA, N° 1/A - 46010 SAN MARTINO DALL'ARGINE (MN) TEl. 0521 815005 - 0376 929304 - FAx. 0521 313596 - 0376 928893 info@centromedicosantamargherita.it

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VISITE SPECIALISTICHE DIAGNOSTICA ECOGRAFICA E RADIOLOGICA FISIOTERAPIA E TERAPIE FISICHE ODONTOIATRIA ED IMPIANTOLOGIA

aperto dal lunedì al venerdì 9:00-12:30 / 15:00 - 19:30

LA RIABILITAZIONE DEL PAVIMENTO PELVICO Riabilitazione uro-ginecologica La riabilitazione perineale detta riabilitazione del pavimento pelvico è una ginnastica che mira a rinforzare i muscoli del perineo. Cos’è il perineo? E’ una zona complessa, è un segreto, qualcosa di estremamente intimo che non si svela con leggerezza e che pian piano diviene a far parte della normalità. Circa 1 donna su 3 ne soffre tra i 35 e i 50 anni, alcune anche in età giovanile (ad esempio sportivi ad alto livello) e 1 donna su 2 ne soffre dopo i 50 anni. Un buon approccio fisioterapico ha innanzitutto l’obiettivo di PREVENIRE... e come? Con un percorso incentrato sulla presa di coscienza del proprio pavimento perineale e sullo sviluppo della sua vitalità, con esercizi e strumenti che siano in grado di ridare FORZA, TONICITA’ ed ELASTICITA’ ai muscoli di questa zona così intima e così ricca di emozioni e vissuti. Quando e in quali patologie trova applicazione la riabilitazione uro-ginecologica?

- in GRAVIDANZA (come preparazione perineale al parto) - DOPO il PARTO (con un training muscolare di recupero dei muscoli perineali) - in MENOPAUSA (vi sono delle modifiche sulle strutture della pelvi causate da deficit estrogenico) - INCONTINENZA URINARIA femminile - RITENZIONE URINARIA - INCONTINENZA ANALE - DISFUNZIONI GENITO-SESSUALI femminili (dispareunia e vaginismo); disturbi dell’eccitazione e dell’orgasmo

- DOLORE PELVI PERINEALE CRONICO (dispareunia, vestibulite vulvare, sindrome uretrale, cistite interstiziale, mialgia tensiva del piano perineale, colon irritabile, lombalgia, cicatrice dolorosa, ecc) - DISFUNZIONE MUSCOLARE PERINEALE - PROLASSO UROGENITALE (1°, 2° e nel post intervento nel prolasso di 3°)


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salute

5 | CURARSI con la medicina tradizionale cinese 6 | La PAZZIA nella storia dell’Arte 8 | PERCORSO DELFINO: Un percorso di cura e non solo

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Che cosa significa BES?

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Bambini terribili in PSICOMOTRICITA’

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Quando la GRAVIDANZA è... Reale

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Chirurgia d’AVANGUARDIA

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MASSAGGIO neuromusolare posturale

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Il laser per correggere la MIOPIA

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Che bei DENTI!

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Ricordati anche di LORO

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benessere

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Counselling OLISTICO

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Associazione Benessere&Cultura

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MINDFULNESS

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La CURCUMA: l’oro degli Dei

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Come addolcire la vostra parte INTOLLERANTE

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MENS sana in CORPORE sano

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AYURVEDA, corpo e mente intimamente legati

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La CRISTALLOTERAPIA

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Dieta VEGANA

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CIBO che fa ammalare e CIBO che cura

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bellezza

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Arriva l’ESTATE

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Un TOTAL LOOK extra lusso

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MASSAGGI: scegli quello che fa per te

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Testa e cuore nei PROFUMI

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CAPELLI color del cielo

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Pelle di seta con l’ACQUA

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La BELLEZZA nella storia dell’Arte

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Il meraviglioso mondo dei TATUAGGI

Editore: Reporter srl - Via Acerbi, 10/12 - Mantova Tel. 0376 1813480 - Fax 0376 1813481 e-mail: redazione@reportermantova.it Supplemento a “Reporter MN” n. 10 del 20 Maggio 2016 Iscritto al n. 1220 del registro Nazionale della Stampa Aut. del Tribunale di Reggio Emilia n. 1220 del 21/01/2009 Responsabile commerciale: Giorgia Cunico Progetto grafico e impaginazione: Massimo Galetti

Sommario

9 | Quando ci si pente del RITOCCHINO

inserzionisti REFFAELE GOVONI - Centro Medico S. MARGHERITA - Dott. WANG Jianping EDI PRINT - PERCORSO DELFINO - UDITO FINISSIMO - CPR STUDIO UNA MELA AL GIORNO - WALL STREET ENGLISH - Dott. GIANLUCA CASTELLARIN LUCA BALLOTTA - DOSCA - BBS - ZOO BAUTIQUE - CAROLYNE MARY MOORE DANIELA ARDELEAN - GIANLUCA MUSATTI - NAMASTE’ - GAZZIERI Il TESORO Living Resort - Dott.ssa ADRIANA FORAPANI - CO.PROF. - CLUB OASIS TAN CAPELLI DA STAR - DOMENICO TASSONE Atelier - SUN & BEAUTY PROFUMI DI CINZIA - CLOROMANIA - MEAT AND POTATTOO - SPORT EVOLUTION

Grafiche: Beatrice Fagan Stampa: Litocolor - Guastalla (RE) Ha collaborato in redazione: Alessandra Lovatti Bernini Sani&Belli

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s a l u t e Che cosa significa salute? Che cosa significa malattia? La salute è semplicemente l’opposto della malattia o ci può anche essere malattia nella salute e viceversa? La salute è garantita a tutti? La salute ha anche delle implicazioni sociali?

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ueste sono solo alcune delle domande che sorgono spontanee quando si parla del tema della salute, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo, di grandi rimescolamenti e di rivoluzioni sociali ed economiche. E’ ingiusto, naturalmente, ma salute ed economia sono strettamente legate. Tanto si parla di immigrazione e di povertà. Agli immigrati, che non godono degli stessi diritti dei cittadini, molto spesso, la salute viene negata. Anche per i cittadini meno abbienti la salute e le cure sono un lusso. Si pensi, ad esempio, che con la crisi in moltissimi hanno rinunciato a curarsi, a recarsi alle visite mediche, a fare le analisi o ad acquistare le medicine. La salute nel 2016 dovrebbe essere un diritto di tutti, ma così non è. La sanità italiana, inoltre, si sta spostando sempre di più verso il modello statunitense, ossia quello della privatizzazione e delle assicurazioni sanitarie, modello che fa acqua già oltreoceano dove la tassazione generale è bassa, e che in Italia può solo determinare un divario ancora più ampio fra chi può permettersi di pagare le cure mediche e chi no. Pensionati, giovani disoccupati o che guadagnano troppo poco sono le persone, in questo senso, più a rischio e anche se le condizioni economiche stanno lentamente migliorando, la ripresa è ancora lontana. Parliamo poi della malattia intesa come tarlo dell’anima. Quante volte ad un corpo sano non corrisponde una mente altrettanto sana? Un fisico può essere perfettamente in salute, ma la melancolia e il dispiacere, il senso di frustrazione e di solitudine possono devastare una persona, tanto quanto un’infermità fisica. In ultimo, è importante parlare delle implicazioni sociali che ha una malattia. L’individuo “malato” perde la sua condizione di “normalità” per due motivi: in primis perché, presa coscienza della presenza della malattia, la sua vita cambia e molto spesso l’ammalato non riesce più a proiettarsi nel futuro e nella dimensione della progettualità (si pensi ad esempio a chi si scopre malato di tumore); in seconda battuta, inoltre, la società tende a stigmatizzare le persone malate: o le relega nella dimensione della pietà o in altri casi della discriminazione. Si pensi, ad esempio, a chi è ammalato di malattie veneree – molto più “gestibili” rispetto ad alcuni decenni fa – che secondo i benpensanti erano il sintomo di una vita dissoluta. Trattare il tema della salute e della malattia è un’operazione complessa e mai banale: abbraccia, infatti, molti aspetti della nostra vita e del nostro immaginario, come la bioetica, i nostri usi e i nostri costumi, la nostra cultura e, in una parola, la nostra quotidianità.

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CuRARSI con la medicina tradizionale CiNeSe Se c’è equilibrio, c’è salute

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a medicina tradizionale cinese si basa dall’antica filosofia cinese, secondo cui bisogna curare l’equilibrio del corpo, e se c’è equilibrio, c’è la salute. lo Ying e lo Yang, il femminile e il maschile, l’acqua e il fuoco: questi elementi sono contenuti nel cibo, e quindi anche mangiare in modo equilibrato è fondamentale per la salute. Quali sono le differenze tra la medicina cinese e quella occidentale? La prima mira a togliere la radice profonda della malattia adottando metodi graduali - di solito un ciclo di cura dura minimo 20 giorni, e i risultati si vedono col passare del tempo. Mentre la seconda, adottando medicine moderne

od operazioni chirurgiche, agisce immediatamente sulla malattia, ma può causare effetti collaterali soprattutto attraverso le medicine, poiché sopprimendo i batteri, si sopprimono anche le cellule buone, cosi come gli antidolorifici, che calmano i dolori, in realtà “calmano” anche la normale vitalità del corpo. La medicina tradizionale cinese è tramandata da tante opere scritte, lascito prezioso degli antichi medici cinesi. Essi spiegano la teoria del freddo, dell’umidità del corpo. Quando il corpo è umido, come se si indossasse una maglietta bagnata, appena soffia il vento, esso si ammala con raffreddore, e anche lo stomaco digerisce male a causa dell’umidità contenuta nel corpo. Nel corpo che presenta umidità, i germi nascono più facilmente, e la stanchezza e la sonnolenza lo tormentano. Dal problema legato al corpo umido nascono numerose malattie, che portano il corpo a diventare sempre più freddo, gelido, tanto che alla fine si ferma quasi la circolazione del sangue, e questi problemi, inizialmente piccoli, con il passare del tempo possono causare forme tumorali. Il Dott. Wang Jianping ha curato semplicemente con massaggi numerosi pazienti che erano “depressi” dagli antidolorifici. Per esempio, il classico mal di testa di cui non si comprende

Dott. Wang Jianping

la causa e che fatica a guarire, può essere trattato con i massaggi. Tante persone vanno dal medico per il mal di testa, o il mal di schiena, senza però trovare una soluzione. Il massaggio cinese invece mira a sbloccare i punti del corpo e aiuta a far circolare il sangue in quei punti che giacciono sui canali di flussi di energia (Qi). Oltre alla cura con il massaggio, il Dott. Wang spiega sempre a ogni paziente quale cibo è adatto mangiare per guarire determinati tipi di malattia o disequilibrio del corpo. Il Dott. Wang ha infine un ‘arma segreta’: il suo ottimismo e amore per la vita colpiscono gli afflitti come la luce del sole scaccia l’oscurità. 

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La PAZZIA nella storia dell’Arte “Van Gogh, Munch, Ligabue, Schiele e gli altri...”

Voi mi odiate, ma io per dispetto vi amo tutti”, si legge sul muro di una cella di un manicomio italiano. Attraente e maledetta è la pazzia: da un lato è intrisa di mistero, dall’altro attanaglia gli esseri umani. Su di essa sono stati scritti fiumi di carta. Come dimenticare “L’Elogio della Follia” di Erasmo da Rotterdam, oppure “L’Orlando Furioso” di Ludovico Ariosto, o “Un matto” dell’antologia di Spoon River? Per secoli la pazzia è stata percepita con una commistione di pietà, paura, diffidenza, e di distanza. Chi era ritenuto “malato di mente” era emarginato dalla società e stigmatizzato, e addirittura durante il Nazismo “i pazzi” finivano nei campi di sterminio perché disonoravano la razza ariana. Nei manicomi, in Italia chiusi definitivamente con la legge Basaglia nel 1978, venivano però spesso rinchiusi anche personaggi “scomodi”, nemici politici e altre persone reputate socialmente pericolose. Anche prostitute e alcolisti molto spesso finivano rinchiusi negli ospedali psichiatrici, dove, insieme agli altri pazienti, subivano umiliazioni, angherie di ogni sorta, violenze carnali e non, pestaggi, elettroshock, e ogni altro genere di soprusi. La pazzia è un tema largamente affrontato non solo nella letteratura, ma anche nella pittura. Si pensi ad esempio a Vincent Van Gogh, che rappresentava sé stesso melanconico ed emaciato. Una notte, dopo un violento litigio con l’amico Paul Gauguin presso Arles, Van Gogh si tagliò un orecchio per regalarlo ad una prostituta. Da quel momento la cittadina francese chiese l’allontanamento dell’artista poiché ritenuto un “pazzo pericoloso”. L’arte

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non è altro che la creazione di realtà “altre”, che fluiscono da sogni, ricordi ed immagini, rappresentazioni della mente, traumi mai superati e sentimenti di solitudine e abbandono. Moltissimi artisti e scrittori, infatti, soffrivano o avevano subito l’abbandono, o per mancanza dei genitori o per rapporti con essi conflittuali. Secondo alcuni studi, che forse tendono un po’ a standardizzare le loro ricerche, scrittori ed artisti avrebbero il 50% di possibilità in più della media di suicidarsi, e sarebbero soggetti a schizofrenia, ansia, depressione e ad abusare di alcool e droghe. Nei quadri di molti artisti che hanno rappresentato la pazzia, notiamo la profondità espressiva degli occhi, il movimento dei piani facciali, e il rapporto dei colori, che mirano ad esprimere - seppure secondo tecniche e correnti artistiche diverse – lo stato


1. Egon Schiele, autoritratto - 2. Vincent Van Gogh, autoritratto con orecchio mozzo - 3. Antonio Ligabue, autoritratto 4. Edvard Munch, “L’Urlo” - 5. Alda Merini

 nevrotico e la melanconia. Un chiaro esempio di tutto ciò è “L’urlo” di Edvad Munch, che così racconta del suo arcinoto dipinto: “Era l’estate del 1893. Una serata piacevole, con il bel tempo, insieme a due amici all’ora del tramonto. [...] Cosa mai avrebbe potuto succedere? Il sole stava calando sul fiordo, le nuvole erano color rosso sangue. Improvvisamente, ho sentito un urlo che attraversava la natura. Un grido forte, terribile, acuto, che mi è entrato in testa, come una frustata. D’improvviso l’atmosfera serena si è fatta angosciante, simile a una stretta soffocante: tutti i colori del cielo mi sono sembrati stravolti, irreali, violentissimi”. Le malattie mentali (anche se presunte tali) alterano le capacità percettive ed emotive dell’artista influendo sulla sua espressione pittorica. Quasi tutti gli artisti, durante la loro esistenza, soffrirono

l’emarginazione sociale. Pensiamo ad un grande pittore italiano, Antonio Ligabue. La sua fu un’infanzia piena di traumi e caratterizzata dall’abbandono e dalla solitudine. Si risolse, così, a vivere nella golena del Po, dove gli inverni sono rigidissimi e le estati afose. Dipinse numerosissimi autoritratti, alcuni caratterizzati dai suoi animali totem – come la tigre ed il gallo – altri dove è possibile vedere le ferite sulle sue tempie. Quando non riusciva a dipingere Antonio Ligabue, infatti, sentiva di avere dei demoni che possedevano la sua testa e per questo si percuoteva le tempie, per farli uscire. Un altro artista nelle cui opere si può rintracciare il tema della follia, è Egon Schiele. Allievo di Gustav Klimt, e cresciuto nell’ambiente viennese della Secessione, è uno dei maggiori esponenti dell’Espressionismo. Il colore raschiato sulla tela, i corpi nudi e scheletrici, le smorfie del volto, le tematiche provocatorie per l’epoca, caratterizzano i quadri di Schiele e sono il frutto della sua vita breve e tormentata, fatta di prigione, malattie e solitudine. A questo punto, avendo appena trattato il tema della pazzia, appare opportuno chiudere con i versi di una grande poetessa italiana contemporanea, Alda Merini, anch’ella rinchiusa in manicomio, in cui subì vessazioni e maltrattamenti, perché ritenuta pazza. “Io sono folle, folle, folle d’amore per te/ Io gemo di tenerezza perchè sono folle, folle, folle/ perchè ti ho perduto /Stamane il mattino era così caldo/ che a me dettava quasi confusione/ ma io ero malata di tormento/ ero malata di tua perdizione. 

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PERCoRSo dElFINo:

Un percorso di cura e non solo “L’importanza del Care Giver”

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uando parliamo di percorso intendiamo un qualcosa che generalmente ha un inizio e una fine, ma spesso nei percorsi di cura per le persone con disabilità il percorso dura tutta la vita, si potrebbe definire come un accompagnamento della persona con disabilità e di tutta la sua famiglia. Non significa che la disabilità corrisponde alla malattia, ma la complessità della persona deve essere sempre al centro, grazie ad esami clinici approfonditi, e spesso ne servono più d’uno, possiamo comprendere meglio la condizione di disagio o di malessere che influiscono in modo pervasivo sulla condizione di benessere della persona. I risultati a livello clinico, di allungamento della vita della persona con disabilità, insieme al miglioramento della loro qualità della vita, sono frutto di attenta osservazione e preoccupazione per i sintomi e le manifestazioni che accompagnano la persona lungo tutta la sua esistenza. Non possiamo pensare di sottovalutare alcun elemento, ma è sempre più importante l’apporto che il care giver (ossia familiare o operatori che si occupano della persona con disabilità) può fornire al personale sanitario e quest’ultimo ha il dovere deontologico di non sottovalutare nulla, quindi operare perché si giunga al più presto e ove possibile all’esito finale. Un ruolo fondamentale lo svolge proprio il care giver, testimone e portatore delle istanze della persona con disabilità con tutte le sue

preoccupazioni e fragilità, ma che incarna il sentire e le parole di chi non riesce ad esprimersi. Non significa che tutte le persone con disabilità non possano esprimere o consegnare il proprio bisogno, ma quando una persona sta male (se è disabile grave ancora di più) necessita che vengano fornite tutte le informazioni utili alla sua cura.

OBIETTIVI CLINICI NECESSARI

• prevenire il rischio di disturbi fisici e psichici a cui le Persone con disabilità intellettiva sono esposte per stile di vita, fascia di età e vulnerabilità legata alla condizione stessa di disabilità intellettiva, • curare e guarire i disturbi fisici e psichici in comorbidità con la disabilità intellettiva • ridurre e/o controllare la sintomatologia fisica e psichica di disturbi e malattie in comorbidità con la disibilità

intellettiva per le quali non è possibile la guarigione • recuperare, abilitare, riabilitare e mantenere funzioni corporee menomate/compromesse per effetto della condizione stessa di disabilità intellettiva e/ o disturbi o malattie in comorbidità • rendere salutari e sicuri gli ecosistemi ambientali della Persona con disabilità intellettiva E’ importante inoltre fornire alcuni dati significativi sul Percorso, legati all’ anno 2015: • Il numero degli accessi è salito a 3000 • Gli accertamenti Pre Operatori (APO), che sono necessari ai fini delle sedazioni, sono possibili presso il Percorso e gestiti quindi dal personale Delfino • E’ nata una collaborazione significativa con il Day Hospital pediatrico e medico, gestito anche quest’ultimo dallo staff del percorso Delfino • Rispetto alle affluenze si è notata una significativa richiesta anche da pazienti provenienti da Crema e Cremona.  Valentina Salandini

le malattie che sfuggono al cuore divorano il corpo. Ippocrate di Coo

PERCORSO DElFINO

AZIENDA OSPEDALIERA “CARLO POMA” - Mantova e Provincia

NUMERO VERDE

800 48 40 88

Percorso diagnostico e terapeutico, facilitato e protetto, dedicato alle persone disabili gravi con ritardo mentale e deficit cominicativi Dal 1964

in collaborazione con

ANFFAS ONlUS MANTOVA

Associazione Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale

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Quando ci si pente del RItoCCHINo Anche le star... piangono

1. Renée Zellweger 2. Alba Parietti 3. Nina Moric 4. Anna Magnani

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isi sfigurati, pelle liscia come quella di un tamburo, zigomi che spuntano fuori dal volto, occhi semichiusi e quell’aria “finta”: sono questi, spesso, i risultati della chirurgia estetica “estrema” che vediamo sui volti delle star. Uomini e donne, nessuno escluso. Gli amanti del ritocchino non hanno sesso, né età. Le ragazze, poco più che maggiorenni, si sottopongono molto spesso alla mastoplastica additiva, alla rinoplastica, o alla liposuzione, anche quando non c’è un’oggettiva necessità. Per le signore – e i signori – un po’ più avanti con l’età, invece, abbiamo una gamma infinita di operazioni chirurgiche che pare siano il nuovo elisir dell’eterna giovinezza: ed ecco lifting del viso per distendere le rughe; blefaroplastica, per eliminare le palpebre cadenti; collagene e botox per eliminare le zampe di gallina e i segni d’espressione; liposuzione per togliere il grasso in eccesso su pancia e cosce; mastoplastica additiva o riduttiva per aumentare o ridurre il seno a seconda delle esigenze; rinoplastica per smussare le onde del naso. Ed ecco che abbiamo visi innaturali, con labbra troppo gonfie, palpebre troppo “tirate” e zigomi troppo evidenti. Molto spesso sono le stesse star a pentirsi dei ritocchini: subito dopo l’intervento, infatti, si iniziano a vedere dei cambiamenti irreversibili e in alcuni casi comici. Ad onor del vero, va detto che non tutti gli interventi di chirurgia

Slot machines, gratta e vinci, bingo, schedine, lotterie, videopoker e scommesse online sono ormai il pane quotidiano di un numero ragguardevole di italiani. Secondo il ministero della salute, infatti, gli italiani “ludopatici” rappresentano il 4% della popolazione. Il dato più allarmante è che il vizio del gioco d’azzardo colpisce una fascia di popolazione sempre più giovane: sono addirittura i tredicenni che tentano il guadagno facile, attratti dalla bella vita, con le macchinette “mangiasoldi”. Il gioco d’azzardo, legale e controllato dallo Stato italiano, frutta allo stesso in media 90 miliardi di euro l’anno. La ludopatia è detta anche “malattia nascosta” perché, a differenza di droghe e alcool, non lascia segni evidenti sul fisico. L’aspetto che più induce a riflettere sulla ludomania è che essa si è sviluppata proprio nel periodo della crisi economica e questo accade perché il giocatore, inizialmente non abituale, spera nel guadagno facile. Pare,

 estetica hanno questo risultato: se ben fatti e, soprattutto, se fatti nella giusta misura, possono dare alla persona un’aria meno stanca e più rilassata. Moltissime star, però, hanno dichiarato di essersi pentite di essersi fatte “ritoccare”: Alba Parietti ha parlato delle sue labbra decisamente troppo carnose, mentre Nina Moric ha raccontato di essere entrata nel vortice del bisturi e di non essere stata in grado di fermarsi, ma di essersi pentita dei risultati e di aver deciso di tornare quella che era. Chirurgia plastica sì o chirurgia plastica no, non siamo qui a discutere. Ma quando si parla del “ritocchino” viene sempre in mente Anna Magnani che un giorno disse ad un suo truccatore: “Lasciami tutte le rughe, per carità, non me ne togliere nemmeno una. Ci ho messo una vita a farmele venire”. 

ludoPAtIA

e altre dipendenze Oltre a droga ed alcool un nuovo mostro si fa strada nella nostra società infatti, che i fattori ambientali alla base del disturbo siano la perdita del lavoro, la disoccupazione prolungata, uno stipendio inadeguato o una situazione di povertà o di forte difficoltà economica. E’ allora che scattano l’impulso irrefrenabile, il bisogno di giocare d’azzardo, perché il soggetto sente che prima o poi arriverà la vincita che risolleverà una situazione economica disastrosa. Un altro aspetto da tenere in considerazione è il bisogno di un controllo sul destino e sul caso, in un mondo che sfugge ad un senso

e ad una regolarità, come può essere, ad esempio, un’ingiusta perdita del lavoro. Naturalmente, la vincita in grado di risollevare una situazione economica disastrosa non arriva mai e si innescano solamente dei circoli viziosi per cui l’individuo si fa fagocitare dalla gabbia del sé e diventa schiavo della sua ossessione e della coazione a ripetere. I risvolti, disastrosi, della ludopatia si traducono in perdita di qualsiasi relazione umana, catastrofe finanziaria, povertà, deriva sociale, emarginazione, e delinquenza che, nei casi più gravi, portano al suicidio. Per uscire dal vortice della ludomania è importante riconoscerne precocemente le manifestazioni, cercare aiuto nella propria famiglia e nei propri amici senza temere di essere giudicati; inoltre è importante rivolgersi ad uno specialista per affrontare un percorso di psicoterapia, oppure frequentare i gruppi di auto-aiuto ricordando sempre che la ludopatia si può vincere.  Sani&Belli

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Che cosa significa BES? Manuale d’istruzioni per genitori

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uando un bambino entra nel mondo della scuola, il genitore si sente subissare di sigle e di acronimi, di cui spesso si ignorava il significato. L’ acronimo più diffuso oggigiorno è certamente “BES”. Ma che cosa vuol dire? Tra poco ne sapremo di più. BES è un acronimo che sta per Bisogni Educativi Speciali. La normativa riconosce uno studente BES in base al D.M. 27/12/2012 che recita così: “Ogni alunno con continuità o per determinati periodi, può manifestare dei Bisogni Educativi Speciali per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta”. La Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012 cerca di dare una risposta a questi bisogni educativi speciali individuando tre macro aree di “svantaggio scolastico”: disabilità (intendendo un ritardo cognitivo o minorazioni fisiche, psichiche e sensoriali) – disturbi evolutivi specifici come i DSA (dislessia, disortografia, disgrafia, discalculia) o di altra tipologia – svantaggi dovuti alla situazione socioeconomica, culturale e linguistica. L’area BES è molto ampia perché comprende circa un milione di studenti con disturbi riferibili a diverse disabilità. Nell’ultimo trentennio si è assistito ad un capovolgimento nell’affrontare il problema della disabilità di vario genere. Un tempo esistevano le scuole speciali, dove venivano mandati “i soggetti che presen-

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tano anomalie o anormalità somato-psichiche che non consentono la regolare frequenza nelle scuole comuni e che abbisognano di particolare trattamento e assistenza medicodidattica”. Tutto questo avveniva nel 1967. C’erano anche le classi differenziali dove erano indirizzati i soggetti ipodotati intellettuali non gravi, disadattati ambientali o soggetti con anomalie comportamentali per i quali era possibile anche un reinserimento nella scuola comune dell’obbligo. Nel 1977 soprattutto per mancanza di fondi, le classi differenziali furono abolite nella scuola media e dopo circa dieci anni anche in quella elementare, ma senza provvedere a dei piani particolari per l’integrazione di questi soggetti così che gli alunni confluivano nelle classi comuni senza alcun sostegno. Con questa direttiva, l’Italia ha riconosciuto che oltre le classiche disabilità riconducibili a problematiche clinicamente certificabili, esiste una serie di situazioni di svantaggio per alunni che necessitano di strumenti e strategie utili per il loro successo formativo e la loro integrazione nella

scuola. Non si tratta di studenti che presentano una patologia clinica certificabile ma semplicemente che hanno la necessità di strumenti educativi ad hoc, messi a punto dalla

scuola. Il concetto di BES quindi è un concetto psicopedagogico. Quando ad un alunno vengono riconosciuti dei bisogni educativi speciali, viene redatto un piano di studi personalizzato (Pdp). Tale misura è pensata non solo per quegli alunni che hanno disabilità certificabili ma anche per tutti coloro che a vario titolo e a seconda del parere del Consiglio di Classe presentano difficoltà, svantaggi di vario genere e per i quali, un piano di studio personalizzato faciliterebbe l’apprendimento scolastico per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento previsti in coerenza con la programmazione annuale e il Piano di Offerta Formativa che varia da scuola a scuola. 



Bambini terriBiLi in PSICoMotRICItA’ Nel linguaggio comune vengono definiti turbolenti, insopportabili, maleducati. Fino ad arrivare ad etichette come bulli e delinquenti. Classificare questi bambini richiede molta accortezza e delicatezza: le diagnosi si inseriscono in categorie disparate e variano da disturbi comportamentali a disturbi sociali, da disturbi dell’umore a iperattività e instabilità, e creano molta confusione. La psicomotricità é, per molti di loro, un supporto indispensabile!

PSICOMOTRICITA’ A MANTOVA

Il CPRStudio

Centro di Prevenzione e Rieducazione Psicomotoria E’ una professionalità ormai confermata dal lavoro di sostegno e supporto a famiglie provenienti da Mantova e provincia. Il CPRStudio é il centro di prevenzione e rieducazione psicomotoria di via della Conciliazione 98, a Mantova, fondato nel 2010 dalla dott.ssa Silvia Cattafesta. Lo studio si occupa della presa in carico psicomotoria di neonati, bambini e ragazzi. L’obiettivo costante è la strutturazione di un percorso di crescita per il benessere dei bambini e delle loro famiglie. A tal fine opera in stretta collaborazione con professionisti e strutture pubbliche e private del nostro territorio. Sono diverse le proposte: dalla psicomotricità preventiva in piccoli gruppi alla presa in carico individuale, alla grafomotricità per difficoltà legate alla letto-scrittura. I professionisti dello studio operano inoltre in molti istituti comprensivi di varie provincie per l’attuazione di progetti di psico e grafomotricità Info: www.cprstudiomantova.it

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nizia così un articolo pubblicato nel 2014 da un noto portale informativo nazionale dedicato a mamme e papà. Il contributo é della dott.ssa Silvia Cattafesta (www.silviacattafesta.it), sociologa, psicomotricista, titolare del CPRStudio di Mantova e dal 2015, Presidente Nazionale di Appi, l’Associazione Professionale Psicomotricisti Italiani. “Quanto é difficile distinguere un bambino vivace, scontroso, capriccioso e arrogante, da un bambino con un disagio che porta allo stesso comportamento?” scrive. E’ ormai un dato di fatto che molti bambini oggi presentano già in periodo pre-scolare un comportamento irrequieto, crisi emotive, iperattività e atteggiamenti aggressivi e provocatori, difficilmente gestibili sia dal genitore che dagli insegnanti in classe. La difficoltà diviene più imponente con l’ingresso alla Scuola Primaria, dove oltre all’aumento dei disagi dal punto di vista psicologico, si assiste alla nascita di dinamiche relazionali che vanno ad aggravare notevolmente la situazione. Primo tra tutto il fatto che questi bambini mostrano una totale incapacità di adattamento alle regole ed

il loro anticonformismo finisce col condizionare l’attività didattica dell’intera classe. Ci spiega la dottoressa Cattafesta che “nonostante siano notoriamente bambini con un livello intellettivo nella norma, si assiste alla nascita di una serie di difficoltà scolastiche dovute alla mancanza di attenzione, alla mancanza di ascolto rispetto alle direttive e alle indicazioni delle insegnanti, al rifiuto di qualsiasi tipo di aiuto da parte dei coetanei e dei docenti”. Le maestre li descrivono come bambini che creano scompiglio, in una classe spesso numerosa e con bisogni e livelli di apprendimento differenti. Provocano l’insegnante e i compagni con azioni rumorose e continue, ribaltano le sedie, non stanno seduti al banco, perdono gli oggetti, fanno il verso ai compagni e alle maestre. Non rispettano l’alternanza dei turni e le regole nei giochi stabilite di comune accordo. Per questo spesso si ritrovano isolati e soli. “Ma non sono piccoli mostri!” incalza Silvia Cattafesta. “Sono bambini con un disagio profondo e dobbiamo ascoltare attentamente le loro parole per comprendere una serie di aspetti psicomotori determinanti che


permetteranno a genitori, insegnanti e operatori di aiutarli a crescere bene e sereni.” Sia che tutto questo sia dovuto ad un piccolo disagio nel percorso di crescita del bambino o a una difficoltà psico-sociale molto diffusa nella società odierna, sia che vi sia alle spalle una qualsiasi diagnosi (adhd, dop, disturbi comportamentali...), la psicomotricità interviene considerando le parole toccanti di questi bambini: “in sala di psicomotricità parlano di “corpo a pezzettini”, “ di corpo mosso da serpenti o formiche”, “di sentire il bisogno di muoversi per rimettersi in ordine le diverse parti del corpo esplose”. Ciò che é evidente é che siamo di fronte a bambini fragili, che hanno grandi difficoltà a riconoscere le proprie emozioni, a controllarle, ad esprimere le proprie frustrazioni o delusioni attraverso le parole, a gestire i normali impulsi aggressivi e a canalizzarli in modalità pro-sociali. Sono bambini con elevata sensibilità, che tendono a farsi travolgere, in modo apparentemente inspiegabile, dalle emozioni e dalle situazioni. Possono essere bambini insicuri, con paura di essere giudicati, criticati, paura di fare sempre le cose sbagliate, o di non saperle fare. Spesso non hanno fiducia in sé stessi e non credono nelle proprie possibilità. Altrettanto spesso reagiscono in modo eccessivo, si commuovono e vengono toccati dagli eventi in modo maggiore rispetto agli altri. “Essendo soggetti con un vivace intelletto, sono perfettamente coscienti di questi loro disagi e reagiscono attuando diversi meccanismi difensivi: utilizzano molto la loro fisicità nella relazione con l’altro, tendono ad evitare situazioni o prove per loro incerte e apprezzano

I SERVIZI DEl CPRStudio

PREVENZIONE E RIEDUCAZIONE PSICOMOTORIA

VAlUTAZIONE PSICOMOTORIA

La valutazione psicomotoria costituisce il primo momento di incontro tra il professionista, la famiglia e il bambino. Necessaria per verificare lo sviluppo psicomotorio del bambino in termini di assenza o ritardo delle competenze motorie, cognitive, espressive, comunicative e relazionali. La dott.ssa Silvia Cattafesta riceve su appuntamento.

PSICOMOTRICITA’ PREVENTIVA

In piccoli gruppi rivolta a bambini e bambine da 3 a 5 anni. L’obiettivo é favorire l’espressività di ogni bambino attraverso il corpo, il movimento e il gioco. Riconoscere e gestire le proprie emozioni. Valorizzare le competenze e l’autonomia. Favorire la relazione con i compagni e l’adulto. Facilitare lo sviluppo delle capacità linguistiche e rappresentative. Info e orari sul sito.

la ripetizione di situazioni o attività che conoscono e in cui si sentono forti. Infine, sono portati ad aggredire quando si sentono minacciati nelle loro emozioni, che non sono in grado in gestire e controllare e che pertanto vengono manifestate in modo eccessivo, improvviso e tramutate generalmente in scatti di ira e collera” scrive Cattafesta. E i continui rifiuti da parte degli altri, i ripetuti rimproveri di genitori e amici, le incomprensioni e la solitudine, li convinceranno sempre più che l’unico modo per “essere qualcuno”,

PRESA IN CARICO PSICOMOTORIA

Molte problematiche oggi ricorrenti non necessariamente hanno un’origine organica. Esse possono esprimere, sul piano corporeo, un disordine psicologico coinvolgendo il bambino in tutte le sue manifestazioni, e possono migliorare o essere risolte grazie a progetti psicomotori individuali. Dopo un’attenta valutazione psicomotoria si interviene su disordini motori, cognitivi, affettivo-relazionali, comunicativi.

PRESA IN CARICO GRAFOMOTORIA

La presa in carico grafo-motoria si concentra sulle condizioni psicomotorie della letto-scrittura. Esperienze e giochi che non prevedono quasi mai l’uso dello strumento grafico e che permettono al bambino di sviluppare e maturare le competenze necessarie a leggere e scrivere.

VAlUTAZIONI NEURO-PSICOlOGICHE

La dott.ssa Alessandra Epis, specializzata in Neuroscienze e Riabilitazione

ovvero avere l’attenzione e la considerazione degli altri, é comportarsi in modo inadeguato e scostante. Bisogna far comprendere loro che non hanno colpe e che è possibile gestire questo disagio fino ad arrivare ad auto-contenersi. E questo é parte del lavoro che viene svolto in psicomotricità, attraverso la presa in carico individuale o in piccolo gruppo, che permette di offrire al bambino tutti gli strumenti necessari alla sua serenità e alla sua stabilità. 

Neuropsicologica riceve presso lo studio per valutazioni diagnostiche in età evolutiva (0 - 18 anni) e per la presa in carico volta al potenziamento di alcune funzioni neuropsicologiche.

lOGOPEDIA

La dott.ssa Maddalena Modé, logopedista, riceve ogni lunedì e mercoledì per valutazioni e trattamenti logopedici.

SUPPORTO GENITORIAlE

Quando un bambino deve risolvere alcune difficoltà, la prognosi é sicuramente più favorevole se anche il genitore viene supportato adeguatamente. La collaborazione tra famiglia e professionista é fondamentale. La dott.ssa Elena Bellini, psicologa e psicoterapeuta riceve i genitori ogni primo giovedì del mese su appuntamento.

CPRStudio

VIA DELLA CONCILIAZIONE 98, MANTOVA Tel. 0376/1961307 INFO@CPRSTUDIOMANTOVA.IT Sani&Belli

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In arrivo per la terza volta la cicogna a casa Windsor. E il mondo è già col fiato sospeso.

Quando la GRAVIdANZA è... reale

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l tabloid inglese “Ok!Magazine” ha rivelato che Catherine Middleton, la duchessa di Cambridge, è di nuovo in dolce attesa. Era già trapelata qualche indiscrezione quando William durante il pranzo di Natale si era lasciato scappare qualche parola di troppo sulla nuova gravidanza della bella Kate. A questo punto è tutto confermato e, anzi, pare che questa volta la principessa Catherine aspetti due gemelle. La coppia reale ha già due bambini: George Alexander Louis, meglio conosciuto come Baby George, dall’aria altezzosa e aristocratica e Charlotte Elizabeth Diana, che presenta una somiglianza inconfondibile con mamma Kate. Le due gravidanze della prin-

cipessa d’Inghilterra hanno tenuto col fiato sospeso il mondo intero, e in molti speravano che la primogenita fosse femmina, in modo da perpetuare la linea femminile per la corona inglese. Invece il primogenito è stato proprio Baby George, e per quello che riguarda la paternità non ci sono dubbi: è identico al principe William. Durante le gravidanze Kate è sempre stata in grande forma e anche subito dopo il parto si intravedeva appena una pancina. La notizia della terza gravidanza della principessa è giunta inaspettata, poco tempo dopo il battesimo della piccola Charlotte, di poco meno di un anno di età. Poche sono ancora le foto del

nuovo pancione lasciate trapelare dalla casa reale inglese, ma certamente i gossip non si faranno attendere. In ogni caso, Catherine Middleton, anche con il pancione, non perde la sua classe e la sua eleganza. Indossa sempre vestiti che lascino appena intravedere la dolce attesa. Memorabili le immagini della presentazione al pubblico dei due neonati principini. Catherine aveva scelto un abitino azzurro in occasione della nascita di Baby George e un abito giallo per l’annuncio della nascita della principessa Charlotte. Gli inglesi sono già pronti a scommettere – perché loro scommettono su tutto – su quale colore indosserà Kate questa volta. 

Dott.ssa Vicentini Elisabetta

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CHirUrGiA

d’AVANGuARdIA Un po’ di grasso ci aiuta a riparare le articolazioni usurate

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l 30 Aprile 2016 è stato inaugurato alle porte di Mantova, a Porto Mantovano, il Centro Polispecialistico Armonia, una struttura di 5500 metri quadri coperti che comprende una diagnostica con apparecchi di ultima generazione, sale operatorie all’avanguardia, una sala congressi, degenze per interventi in day surgery ed ambulatori che accolgono tutte le specialità medicochirurgiche. All’interno di questa importante struttura sanitaria è nato il Centro di Medicina Rigenerativa Ortopedica diretto dal Dott. Gianluca Castellarin, specialista in Ortopedia e Traumatologia. Tale Centro è una realtà clinico-scientifica di rilevanza nazionale in cui operano medici ortopedici

Dott. Gianluca Castellarin

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e fisiatri di comprovata esperienza e capacità professionale. Il Dott. Gianluca Castellarin è, inoltre, Responsabile della Seconda Unità Funzionale di Ortopedia presso l’Ospedale di Suzzara, Responsabile della Seconda Riabilitazione Specialistica presso l’Ospedale di Suzzara, Chirurgo Ortopedico presso l’Ospedale Privato Accreditato Villa Laura di Bologna, nonché relatore, e correlatore presso congressi di ortopedia e istruttore in corsi sulla stessa materia. E’ inoltre autore di testi scientifici e di numerose pubblicazioni su riviste nazionali ed internazionali. Il Dott. Castellarin si occupa anche di chirurgia protesica in particolare di ginocchio, spalla ed anca e della chirurgia artroscopica di spalla, gomito, ginocchio e tibiotarsica. Nella unità di Ortopedia 2 a Suzzara, da lui diretta, si trattano le problematiche articolari sia dello sportivo professionista che amatore e tutte le

patologie degenerative. In questa intervista, il Dott. Castellarin ci spiega la Medicina Rigenerativa Ortopedica per capire meglio di che cosa si tratta. Dottor Castellarin, che cos’è la Medicina Rigenerativa Ortopedica? “La Medicina Rigenerativa Ortopedica si occupa di promuovere la riparazione-rigenerazione di osso, muscoli, tendini, legamenti ed in particolare cartilagine articolare. Questa area della medicina, e più specificamente della ortopedia, sta diventando sempre più importante e, anche se molte terapie sono solo alla fase iniziale del loro potenziale sviluppo, è certo che la medicina rigenerativa ortopedica sarà complementare - o in alcuni casi sostitutiva - del trattamento chirurgico tradizionale”. Quali sono le differenze principali tra i trattamenti “più tradizionali” e quelli proposti dalla Medicina Rigenerativa Ortopedica? “I trattamenti attuali nella pratica clinica per favorire la riparazione di cartilagini articolari, muscoli, tendini ed ossa comprendo no l’utilizzo di stimoli fisici come i campi elettromagnetici o le onde d’urto, l’acido ialuronico articolare, e l’utilizzo di infiltrazioni di gel piastrinico. Test clinici e laboratoristici ed una esperienza clinica consolidata di due anni, ci permettono di affermare che oggi la medicina rigenerativa ha trovato


te. Nell’arco di pochi mesi le cellule mesenchimali iniettate favoriscono la riparazionerigenerazione della cartilagine”. Per quali pazienti è adatta questa tecnica? “Naturalmente, è compito dei medici specialisti ortopedici e/o fisiatri che lavorano presso il Centro di Medicina Rigenerativa a Porto Mantovano, selezionare il paziente ideale. In linea di massima questa procedura è indicata in pazienti non oltre i 55 anni di età”. 

nel nostro grasso un importante alleato per la riparazione-rigenerazione delle cartilagini usurate delle nostre articolazioni. Infatti, nel nostro grasso – come ad esempio quello addominale - vi è una concentrazione di cellule mesenchimali, ovvero di cellule progenitrici di cartilagini, muscoli, e ossa, che è 500 volte superiore a quelle presenti nel midollo osseo presente a livello dell’osso iliaco. Queste cellule, attraverso una procedura non invasiva, ossia senza incisioni, vengono estratte dal grasso che viene aspirato - ad esempio a livello addominale - e vengono opportunamente trattate in ambiente sterile da una macchina dedicata ed infine iniettate dal medico specialista a livello della articolazione con la cartilagine usurata”. Quanto dura la procedura e in quanto tempo il paziente vede dei risultati apprezzabili? “La procedura ha in tutto una durata di meno di 40 minuti ed il paziente entro un’ora può tornare a casa camminando autonomamen-

Dott. Gianluca CASTELLARIN MEDICO CHIRURGO SPECIALISTA IN ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA

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MASSAGGIo

neuromuscolare posturale Che cos’e’ e quali sono i benefici

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ReporterMN

l massaggio neuromuscolare posturale è indicato sia nei trattamenti estetici per cellulite molle e dura in abbinamento ai trattamenti rassodanti, agendo sulla tonicità dermo-muscolare, sia nel massaggio agli sportivi prima e dopo la prestazione, sia nei casi di sindrome da stanchezza generalizzata. Nel massaggio posturale, i muscoli vengono sollecitati attraverso un’azione di spremitura tangenziale, di sollevamento e di allungamento dinamico con movimenti eseguiti con le nocche, i pugni ed i gomiti. Movimenti lenti e profondi vengono eseguiti per decontrarre il muscolo. Il massaggio posturale “si focaliz-

za” sui muscoli, la cui azione consiste nella contrazione delle fibre muscolari, che si accorciano raccogliendosi al centro. Il sistema muscolare è il responsabile della stabilità della postura del corpo. Affinché i muscoli possano funzionare bene è necessario che le energie di tutti i sistemi corporei fluiscano liberamente. Se per una ragione qualsiasi, l’energia non scorre o è bloccata il muscolo non si contrae più ed esso, dunque, risulta debole ed altera la postura. Una postura alterata può rappresentare il primo stadio di un disturbo. Ogni fattore di stress, infatti, sia fisico che psichico, può dar luogo ad un’alterazione del normale tono dei muscoli e producono uno stato di tensione costante e anormale che può causare spasmi, miositi e gonfiori, condizioni che predispongono all’attivazione dei Punti Trigger, ossia focolai di iperirritabilità, dolorosi alla compressione e alla palpazione . 

LUCA BALLOTTA

La mappa dei Trigger point presenti nel fasce muscolari della schiena

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Un intervento che ti cambia la vita

il L.A.S.e.r. per correggere la MIoPIA

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sistono diverse tecniche chirurgiche per trattare i difetti refrattivi, tra cui l’intervento laser agli occhi. Attualmente, l’applicazione del laser a eccimeri rappresenta la prima scelta per correggere questo tipo di difetto visivo. In ogni caso, qualora il paziente non fosse idoneo per l’intervento laser agli occhi, esistono alternative chirurgiche come l’impianto di lenti fachiche o la lensectomia refrattiva. Un’analisi dettagliata del paziente permetterà al medico di selezionare la tecnica più efficace da impiegare. L’intervento per la miopia, dato che questo difetto è tra i più diffusi, è il più richiesto, ma il Laser si può usare anche per tutti gli altri vizi refrattivi: Caratteristiche della chirurgia refrattiva con laser: È un intervento che si realizza operando esternamente l’occhio (non si effettuano interventi intraoculari) e permette al paziente, una volta operato, di poter rientrare a casa il giorno stesso. Non è necessario il ricovero ospedaliero. È un intervento molto veloce, dura infatti pochi minuti, si impiega anestesia topica (gocce di collirio). Tutto il processo pre e post operatorio dell’in-

tervento laser agli occhi è gestito da un’équipe diretta dal chirurgo oftalmologo di riferimento, che sarà colui che realizzerà l’intervento. La prima visita è fondamentale, giacché permette allo staff medico di effettuare diverse prove optometriche e oculistiche, necessarie a stabilire se il paziente è idoneo al laser agli occhi e quale tipo di trattamento impiegare. Prima dell’intervento, sia che si tratti del laser per miopia o per gli altri difetti visivi, il medico ripeterà le prove oculistiche fondamentali sul paziente per accertarsi che, nel tempo intercorso tra la prima visita e quella pre operatoria, non siano cambiate le condizioni dell’occhio e si possa così procedere all’intervento laser. Tutti gli interventi cominciano con l’applicazione di collirio anestetico e con l’immobilizzazione delle palpebre, per evitare che il paziente le muova durante l’intervento. L´applicazione del Laser a eccimeri permette il rimodellamento della cornea e di conseguenza la correzione del difetto visivo. I trattamenti Laser possono essere realizzati attraverso diversi procedimenti: La tecnica LASIK (Laser in situ Cheratomileusi con laser a eccimeri) è la tecnica più utilizzata giacchè

il recupero della vista è molto rapido e semplice. L’altra tecnica è l’ablazione di superficie PRK/LASEK (cheratotomia fotorefrattiva/Laser assistita cheratomileusi subepiteliale). Queste tecniche permettono di intervenire su quei pazienti che non possono essere trattati con il LASIK, ottenendo comunque gli stessi risultati del LASIK. In ogni caso, è sempre l’oculista che, dopo aver valutato il paziente in sede di prima visita e aver analizzato tutti gli esiti delle prove effettuate, decide il tipo di tecnica più adeguata da impiegare per il singolo paziente. È importante ricordare quanto sia fondamentale la collaborazione del paziente durante le diverse fasi dell’intervento. Subito dopo l’intervento il chirurgo controlla il paziente in una prima visita di controllo. Dopo l’intervento Laser agli occhi, il paziente rimane a riposo nella clinica per circa 30 minuti durante i quali il dottore effettua una seconda visita di controllo. Una volta terminato il riposo, il paziente può lasciare la clinica disponendo già di una buona vista che gli permetterà di tornare a casa senza bende e con gli occhi protetti solo da occhiali da sole. Tutto il processo dura all’incirca un’ora. Il recupero con la tecnica Lasik è molto rapido e il paziente solitamente può tornare alla sua vita quotidiana già dal giorno seguente. In caso di Prk/Lasek il recupero può richiedere qualche giorno in più. Il paziente può presentare qualche lieve disturbo nei giorni successivi all’intervento, ma la vista continuerà a migliorare molto rapidamente e potrà tornare alla vita abituale in funzione della velocità di recupero che varia da persona a persona. 

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sistono varie tipologie di sbiancamento dei denti: l’unico comun denominatore, però, è che qualsiasi trattamento si faccia, è necessaria una visita medica preliminare dal dentista e che ogni operazione avvenga in sicurezza. Lo sbiancamento dei denti consiste nello schiarire il colore dello smalto e della dentina grazie ad un gel a base di perossido di idrogeno, cioè l’acqua ossigenata. L’operazione è indolore. Lo sbiancamento “alla poltrona”, cioè presso il proprio medico dentista, avviene in una o due sedute presso l’ambulatorio. Una volta protette le gengive viene applicato sui denti un gel viscoso ad elevata concetrazione di perossido di idrogreno. I denti vengono, quindi, esposti alla luce di speciali lampade in grado di accelerare l’effetto di penetrazione della sostanza sbiancante contenuta nel gel. La procedura dura dai 30 ai 90 minuti, a seconda della colorazione iniziale dei denti. Lo sbiancamento professionale puo’ essere effettuato anche a domicilio. In questo caso il dentista fornisce al

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paziente speciali mascherine personalizzate che riproducono perfettamente la forma delle arcate. Il paziente inserirà all’interno della mascherina la giusta quantità di gel ad alta percentuale di principio attivo, e poi la applicherà sui denti. Il paziente dovrà indossare le mascherine per mezz’ora al giorno, per 5/6 giorni. Il risultato dello sbiancamento è destinato a durare nel tempo (4-5 anni) anche se i denti tendono ad ingiallire se vengono esposti al fumo e al caffè. Il prezzo di uno sbiancamento varia da 400 a 1 200 €, in funzione del numero di sedute e del metodo usato. Le mascherine usa e getta sono igieniche, e vengono fornite con monodosi di gel molto pratiche da usare. Le strisce, invece, sono rivestite con gel ad azione

sbiancante (ma a concentrazione minore che dal dentista) e si applicano direttamente sui denti. Il gel con pennello permette un’applicazione precisa del prodotto, per un uso mirato su alcuni denti o parti del dente. Questi trattamenti devono essere usati 1-2 volte al giorno, per circa 2 settimane. Il prezzo varia da 15 a 60 euro. Gli effetti possono essere limitati, e il ritorno al colore iniziale avviene in tempi brevi (6-12 mesi). Se le mascherine non corrispondono perfettamente alle arcate dentali il prodotto sbiancante puo’ penetrare nella gengiva, irritandola. E’ importantissimo ricordare che lo sbiancamento deve essere fatto solo su denti sani e senza infiammazioni gengivali e in ogni caso previa visita medica presso il proprio dentista di fiducia. 

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ricordati anche di loRo Come nutrire gli amici a quattro zampe che fanno parte della tua famiglia

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on è sempre semplice capire come nutrire i nostri amici a quattro zampe. Fino ad una ventina di anni fa, il cane, che era già parte integrante della famiglia, veniva nutrito un po’ con le classiche “scatolette” e un po’ con quello che rimaneva sulla tavola. Se è poco corretto parlare di “resti” è pur vero che l’amato quadrupede riusciva con qualche guaito ad aggiudicarsi un grissino, un pezzettino di pane e, a volte, la pastasciutta. Negli ultimi tempi, in cui in molti casi – a torto o a ragione – l’affetto per gli animali supera quello per gli esseri umani, si è arrivati all’estremo opposto per cui si spende molto di più per il cibo del cane, che per il nostro. A volte i migliori amici dell’uomo sono un po’ viziati, perchè sono stati “abituati bene”, quasi come dei bambini. Qual è però il modo giusto di nutrire un cane? Quali sono i rischi che si corrono, anche inconsapevolmente, quan-

do si danno da mangiare al migliore amico dell’uomo alimenti che non vanno bene? “Il cane da secoli è membro della famiglia – spiega Rosolino Baiomonte, alimentarista zootecnico - ed è passato da essere l’ausiliare della caccia all’angioletto del focolare domestico. Si è evoluto secondo le esigenze degli esseri umani – continua Baiomonte – non solo da un punto di vista ‘morfologico’, ma anche dal punto di vista ‘interno’, ossia del suo apparato digerente. Il cane, sempre più umanizzato, si è

adattato alla dieta che noi proponiamo per lui e la sua alimentazione è inevitabilmente cambiata – spiega l’alimentarista. Il cane è passato da una dieta a base di carne ed ossa al cosiddetto pet food”. Ultimamente si sono sviluppate diverse correnti di pensiero, rispetto alla nutrizione del cane, e, seppure in buona fede, si possono commettere errori. “Ogni dieta deve essere curata da uno specialista, non bisogna mai fare esperimenti o improvvisarsi, perchè si rischia che il cane sviluppi patologie”, spiega Rosolino Baiomonte. Come ci si deve comportare, dunque, per nutrire correttamente il cane? Ecco la parola dell’esperto. “Bisogna somministrare al proprio cane piccoli pasti due o tre volte al giorno, con alimenti che siano bilanciati, come ad esempio, i mangimi che contengano cereali a basso indice glicemico - spiega l’alimentarista. E’ fondamentale anche leggere le etichette di questi mangimi e pure con un po’ di malizia, perchè bisogna sapere bene cosa si sta dando da mangiare al proprio cane”. 

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benessere Spesso ci si chiede che cosa sia il benessere.

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a risposta non è semplice, perché “benessere” è un termine che presenta varie sfaccettature. La sintesi che fa l’Organizzazione Mondiale della Sanità appare molto convincente: è la condizione in cui riusciamo ad adattarci in modo costruttivo alle condizioni esterne e ai conflitti interni. Essere”in forma” psicologicamente vuol dire avere la capacità di attivare le risorse individuali, sia fisiche che mentali che psichiche con le quali possiamo affrontare efficacemente le situazioni stressanti, le difficoltà personali, i problemi affettivo emotivi, i disagi relazionali e tutte quelle difficoltà che inevitabilmente accompagnano la vita quotidiana. Inoltre il benessere è anche la precisa convinzione e capacità di provare soddisfazione dalle nostre attività lavorative, dalle nostre relazioni affettive e, inoltre, di esprimerci positivamente nella nostra individualità. In altre parole ci sentiamo sereni, fiduciosi verso noi stessi e gli altri, creativi e capaci di dare il meglio nell’affrontare i contrattempi della vita quotidiana. In noi, insomma, prevalgono emozioni positive. Il benessere è certamente uno stato psichico e fisico. Non vi è l’uno senza l’altro perchè si tratta di un dialogo che si attiva tra mente e corpo. Sappiamo ormai con certezza che le nostre emozioni sono in grado di generare modificazioni neuro-endocrine le quali agiscono sul sistema neurovegetativo e quindi sulla nostra salute, in senso sia positivo che negativo, a secondo della loro qualità. La ricerca del benessere psico-fisico, deve allora partire dallo sperimentare emozioni positive legate alla nostra interiorità, al nostro star bene con noi stessi e con gli altri. E’ una dimensione che si raggiunge gradualmente e il cui equilibrio è sostanzialmente dinamico, ovvero va ricercato continuamente. E’ dato dalla capacità di gestire e controllare lo stress, dalla possibilità di avere relazioni e comunicazioni soddisfacenti, da uno stile di vita salubre. Il benessere è quindi un progetto che va elaborato continuamente e, come in una “officina”, va costruito, assemblato e monitorato in maniera costante. Il benessere secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità è la condizione in cui riusciamo ad adattarci in modo costruttivo alle condizioni esterne e ai conflitti interni. In altre parole è la capacità di rimanere “in forma”. Ed essere in forma da un punto di vista psicologico vuol dire essere in grado di attivare le risorse individuali, fisiche, mentali, psichiche con le quali possiamo affrontare efficacemente le situazioni stressanti. Sarebbe importante indagare su quanto la società occidentale sia in grado di garantire il vero benessere ai suoi cittadini, che non sia solo identificato con il denaro e che, anzi, non coincide molto spesso con esso.

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Caroline Mary Moore: una nuova modalità per stare bene

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aroline Mary Moore, di origini inglesi, e con una formazione da danzatrice classica, attualmente lavora a Mantova e offre consulenze olistiche. In questo articolo capiremo meglio chi sia Caroline Mary Moore e in che cosa consistono le consulenze olistiche. Qual è stata la sua formazione? “Fin da molto piccola ho avuto una formazione da ballerina classica. Ho poi frequentato una scuola professionale per diventare insegnante di danza. Ho sempre sentito un grande amore per il corpo e per la bellezza e la danza classica è una disciplina molto dura, per certi versi vicina alla meditazione, attraverso la quale una persona può scoprire sé stessa. Più avanti ho capito, però, che non mi interessava insegnare” Oggi sono un counselor olistico registrato sul registro nazionale SICOOL società italiana counselor e operatore olistico. . Che cosa si intende per “olismo”? “Olismo indica interezza, integrità, multidimensionalità. L’essere umano è ‘formato’ da corpo, mente ed anima. Attraverso la danza ho capito che potevo essere cosciente del mio corpo, ma non delle mie emozioni o dei moti della mia anima. Fino a poco tempo fa, inoltre, quando c’era un problema, si andava dal prete, o dal medico o dallo psicologo. Le tre dimensioni dell’anima, del corpo e della mente erano quindi tenute separate, mentre l’olismo vede l’essere umano come multidimensionale”. Ci può spiegare meglio? “Nell’olismo, i tre piani collaborano, altrimenti si crea un conflitto. In quanto esseri umani siamo pieni di risorse, ma rischiamo di far nascere uno squilibrio se diamo spazio solo ad alcune di esse. Bisogna collegare le proprie risorse per arricchire la propria vita”. In che cosa consiste il counselling olistico? “Come counsellor fornisco un aiuto umanistico. Attraverso la vita io ho fatto un percorso

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COUNSeLLiNG

olIStICo

Caroline Mary Moore


su me stessa. Tutti abbiamo delle difficoltà. Non parlo mai di malattia o di psicosi, ma di semplici disagi. Io do alle persone un aiuto per trovare le risorse per trasformare le difficoltà in qualcosa di positivo, per stimolare nuove potenzialità e per far sì che le persone ‘trattengano’ solo ciò che è funzionale. Non parlo mai di religione, né di dottrina, quanto più di spiritualità”. Come avviene la seduta di counselling olistico? “Ricevo i clienti nel mio studio. La seduta dura un’ora e mezza. Durante la seduta si chiacchiera, il rapporto fra me e il cliente è sullo stesso piano. Cerco di dare l’ispirazione per dire ‘se ce la faccio io, Caroline Mary, che sono ordinaria, ce la fai sicuramente anche tu’. Aiuto le persone a vedere le proprie risorse, a trovare un altro focus: un po’ come funziona la macchina fotografica”. Quante sedute sono necessarie? “Può servire una seduta o più sedute, dipende da quello che vuole il cliente”. Quali sono le caratteristiche del suo counselling? “Io mi focalizzo molto sulla responsabilità che è sempre in mano al cliente. Stimolo la responsabilità che ciascuno ha della propria vita, ma non dico mai ad una persona che cosa debba fare. Nel mio lavoro io vedo sbocciare le persone: da persone confuse diventano persone ‘centrate’. Anche nello sbaglio, invece di dare la colpa a qualcun altro, prendono responsabilità. Solo così avviene la crescita. Chi crea una causa, deve saper accogliere anche l’effetto. Nei confronti del cliente, da parte mia c’è sempre la massima accoglienza, la tolleranza, non ci sono ruoli e dogmi”. Ha scritto dei libri? “Sì. Ho scritto ‘La rivoluzione interiore – vivendo sotto l’occhio della tigre” e “Radicarsi nel corpo – La via verso un campo energetico equilibrato”, che si possono trovare sul mio sito www.rivoluzioneinteriore.com”. 

“Non si trasforma la propria vita senza trasformare se stessi”

Caroline Mary Moore

Autrice & Counselor Olistico Essere accolti, ascoltati e accettati senza giudizio è importante quando stiamo vivendo un disagio personale. Gli incontri individuali di Counseling Olistico sono orientati verso la crescita personale e alla stimolazione dell’auto-guarigione che intende riportare l’individuo a sperimentare una propria unità di corpo-mente-spirito. Capire come funziona il nostro sistema energetico, aiuta a trasformare le credenze, idee e vecchie ferite. Ripristinare la giusta frequenza vibrazionale nei corpi sottili (campo elettromagnetico), riflette su il corpo fisico e la realtà circostante, creando uno spazio per i cambiamenti necessari per una evoluzione personale. Vi aspetto ...

PER PRENOTARE UN’INCONTRO DI

COUNSELING OLISTICO METAPHYSICAL ENERGY WORK (corpi sottili/Aura) AURA - SOMA® CHIAMA

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Cell. 345 6967372

Incontri individuali presso la Farmacia Virgilius di Cerese (MN)

Caroline Mary Moore Counselor Olistico registro nazionale SICOOL Professione esercitata ai sensi della legge 4/2013 Sani&Belli

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a fondatrice di Benessere&Cultura, Daniela Ardelean ha da sempre una sfrenata passione per il mondo del benessere e crede fermamente nei percorsi di crescita personale. Daniela Ardelean è nata in Romania ed è italiana d’adozione dal 2001. Nella vita, prima di tutto è madre di una meravigliosa bambina di 14 anni, ma per lavoro – che ama moltissimo - si occupa del benessere delle persone e del supporto all’assistenza socio sanitaria, svolgendo attività indirizzate a mantenere e recuperare il benessere psicofisico delle persone e a ridurre i rischi di isolamento e emarginazione. Durante il tempo libero organizza eventi con l’Associazione dal nome “Benessere&Cultura”, nata nel luglio 2015 a Monzambano in provincia di Mantova. Le manifestazioni organizzate sono dedicate al benessere psicofisico delle persone . “Considero la formazione come una mia grande passione e tuttora vivo il ruolo di corsista come una grande occasione di crescita in cui posso ascoltare ed imparare, e condividere idee con parole di positività” - afferma Daniela Ardelean. “Cerco sempre di invitare agli eventi, professionisti del campo, disponibili a rispondere ai vari dubbi dei partecipanti.” - prosegue la fondatrice di “Benessere&Cultura”. “Tutti i miei progetti sono volti ad un unico grande obiettivo, ossia quello di contribuire alla creazione di un mondo diverso, soprattutto nella sfera del femminile.” L’associazione “Benessere&Cultura”, nata nel luglio 2015, è un’associazione no-profit, che si prefigge vari scopi. In primis, si occupa di promuovere uno stile di vita etico, ecologico, naturale, attento al benessere psico-fisico delle persone, ma anche al rispetto degli animali. La cultura dell’acquisto equo e solidale, così come le iniziative legate ad informazione e cultura ed una rete di servizi ed attività locali che creano benessere sviluppando la socialità e la reciprocità, sono gli altri punti cardine della mission dell’associazione fondata da Daniela Ardelean. “Cultura e Benessere”, inol-

daniela

ArdeLeAN

Vi racconto la mia associazione “Benessere&Cultura”

tre, offre corsi di diverse tipologie, come - tra gli altri - il corso di panificazione, il corso sui legumi, il corso di autodifesa ed il massaggio spirituale. “I nostri corsi sono suddivisi in cucina naturale, naturopatia olistica e crescita personale” - racconta la fondatrice, Daniela Ardelean. Nell’ambito dell’organizzazione delle

manifestazioni che già normalmente organizza, Daniela Ardelean, inoltre, ha dato vita ad un evento molto particolare ed importante la sera del 12 maggio presso la splendida cornice della Villa Conti Cipolla di Monzambano. “Un’occasione eccezionale per noi donne perché, per la prima volta, è stata presente a Mantova Lucia Giovannini, autrice di numerosi bestseller e punto di riferimento nella crescita personale sia in Italia che all’estero” – afferma la Ardelean - Lucia è un ex modella che più di 20 anni fa, all’apice della sua carriera, ha deciso di cambiare vita e seguire la sua missione: aiutare gli altri a raggiungere l’eccellenza, seguire i propri sogni e vivere la vita che desiderano. Nel corso degli anni Lucia ha cambiato la vita di migliaia di persone e ora abbiamo l’occasione di incontrarla qui a Mantova in questo evento dedicato a noi donne, per riappropiarci della nostra energia femminile e del nostro potere. Personalmente, sono stata da sempre interessata al tema del femminile e sono fermamente convinta dell’importanza del ruolo della donna nella società moderna, concetto che vedo sempre più accettato e riconosciuto in ogni ambito.” - prosegue la Ardelean. Tanti però sono i collaboratori che aiutano e coadiuvano la fondatrice di “Benessere&Cultura” nelle sue attività. “Vorrei spendere due parole di ringraziamento per tutti partecipanti nei corsi precedenti che mi hanno dato fiducia – tiene a precisare Daniela Ardelean - Inoltre vorrei ringraziare i docenti e gli insegnanti con cui collaboro durante i corsi. Un ringraziamento di cuore va alla dolcissima amica e proprietaria del negozio ‘La dispensa contadina’, Silvia Caffarra di Volta Mantovana, che ogni giorno mi sostiene e appoggia le mie iniziative. Un grazie va anche a Lara Ghiotto, allenatore ed esperta in comunicazione marketing, l’azienda DigitaSim di Monzambano(MN) azienda di marketing e videocomunicazione digitale che cura il brand di Benessere Cultura e infine e non per ultimo , Villa Conti Cipolla di Monzambano (MN)”. 

Benessere e Cultura L’ASSOCIAZIONE SI OCCUPA DI PROMUOVERE: • • • • • •

Benessere e Cultura è un’associazione no-profit nata a luglio 2015 a Monzambano (Mantova)

uno stile di vita etico, ecologico, naturale una cultura dell’acquisto equo e solidale il benessere psico-fisico della persona il rispetto degli animali iniziative legate ad informazione e cultura prodotti, servizi ed attività locali che creano benessere sviluppando la socialità e la reciprocità • Corsi di Formazione: Cucina Naturale Comunicazione efficace e crescita interiore Naturopatia Olistica Corsi di cucina per bambini

Per consulenza ed informazioni: Tel. 328.3356331 Daniela • benessere.cultura@gmail.com 26 14

Sani&Belli Sani&Belli


MINdFulNESS Riconnettersi con se stessi

Alessandra Ferrante

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lessandra Ferrante, psicologa e psicoterapeuta, di orientamento cognitivo – comportamentale, ha scelto di seguire e praticare un metodo per stare meglio e per far stare meglio i suoi pazienti. Tale metodo è la Mindfulness e in questa intervista la dottoressa Ferrante ci spiegherà di cosa si tratta e quale sia la sua importanza nella vita e nella società contemporanea. In altre parole, ci dirà perchè la Mindfulness può farci stare meglio. Dottoressa Ferrante, quale è stato il suo percorso di studi? “Dopo un percorso prettamente umanistico al liceo classico, mi sono iscritta a Parma alla facoltà di psicologia. La facoltà era nuova ed era stata aperta da due professori tra i primi cognitivisti in Italia. Ho deciso di studiare psicologia perchè la materia mi incuriosiva molto e ho sentito il bisogno di approfondirla. C’era però anche la volontà di comprendere meglio me stessa e di utilizzare questo benessere per far stare meglio gli altri”. Perché ha scelto l’orientamento cognitivo – comportamentale? “Fin dall’inizio mi sono trovata in disaccordo con il metodo psicoanalitico e quindi sapevo che non lo avrei scelto. Le terapie sono lunghissime e credo sia molto difficile per un paziente decidere di intraprendere un percorso che può durare decenni. Ho scelto l’orientamento cognitivo – comportamentale perché penso di offrire la qualità ai pazienti. E’ un metodo che ha un’evidenza scientifica. Prevede, infatti, protocolli che sono studiati scientificamente, esattamente come avviene per i farmaci e credo che questo sia il suo punto di forza. Il ciclo di terapia è, inoltre, molto breve”. Che tipo di relazione terapeutica si instaura con il paziente? “E’ una relazione terapeutica basata sulla collaborazione. L’ascolto non è mai passivo, bensì attivo. E’ inoltre una pratica concreta, che prevede anche degli “homeworks”, ossia dei “compiti” che permettono alle persone di proseguire la terapia a casa. Inoltre il paziente è sempre informato di quello che sta facendo e di quali saranno i passi successivi. Dall’inizio della terapia si stipula una storta di contratto con il paziente, spiegando come avverrà la terapia e il metodo seguito. E’ un modo di relazionarmi che ho trovato efficace fin da subito”. La Mindufulness è una tecnica che lei pratica e che insegna ai pazienti. Ma che cos’è e

perché è così importante? “La Mindfulness è una tecnica che contribuisce alla terapia. E’ difficile trasmettere a parole che cosa sia. La definizione che ne dà Jon Kabat – Zinn, il medico americano che l’ha sviluppata, è la seguente: “prestare attenzione verso qualche cosa in un modo particolare, di proposito, nel momento presente, senza giudicare”. E’, in sostanza, la consapevolezza del qui ed ora. Si ispira a pratiche meditative bud-  diste, svincolate, però, dalla loro componente religiosa. E’ un metodo molto efficace per tanti disturbi, come l’ansia o la depressione. L’aspetto più importante è che riduce di molto il rischio di ricadute. E’ un percorso adatto a tutti, ma se ci sono difficoltà psicologiche è necessario l’affiancamento della psicoterapia. La cosa più importante è, se si decide di avvicinarsi a questo metodo, rivolgersi a persone che hanno i titoli per praticarla e per insegnarla”. Se è difficile “parlare di” Mindfulness, che cosa è necessario fare per trasmetterla? “E’ necessario praticarla quotidianamente. Soprattutto chi la utilizza come tecnica per “cura-

re” i pazienti, deve essere il primo a praticarla. Ci sono esercizi di meditazione, ma anche altre tipologie di esercizio. Prestare attenzione intenzionalmente ad una determinata cosa è già un comportamento “mindful”, consapevole”. Perchè è così importante per la società contemporanea praticare la Mindfulness?

1. Renée Zellweger 2. Alba Parietti 3. Nina Moric 4. Anna Magnani

“La società contemporanea porta l’essere umano ad essere sempre più distante dall’obiettivo di essere connesso con sé stesso. Anzi, allontana sempre di più da sé stessi. Pensiamo di essere connessi con il mondo grazie ad internet e ai social network ma siamo sempre più disconnessi da noi stessi. Quest’ansia di aggiornare lo status, di informare gli altri di quello che facciamo, di pubblicare immagini dell’immagine che vogliamo dare di noi, e il voler informare continuamente l’esterno impediscono di vivere il presente”. A questo proposito mi viene in mente il programma di Mtv, Catfish, in cui nascono relazioni virtuali fra persone che non sono mai quelle che dicono di essere. “Sì. sempre più relazioni nascono in rete, sono virtuali e spesso rimangono tali. Ne derivano esperienze frustranti perché il vissuto non è reale. Si perde sempre di più il contatto con ciò che è naturale. La Mindfulness, praticandola, diventa un modo di essere, un atteggiamento di flessibilità, di apertura, di equilibrio e di saggezza. Ti insegna ad essere libero di vivere. Libero di vivere le emozioni, sia quelle piacevoli che quelle spiacevoli: di “stare dentro” qualsiasi emozione. Consente all’individuo di capire che i pensieri che la mente elabora sono solo pensieri. La nostra mente è come una radio sempre accesa che “butta fuori” pensieri. Ma i pensieri sono solo eventi mentali, virtuali. Sia che si tratti di un rimuginare continuo, sia che si tratti del terrore di un’imminente catastrofe, bisogna tenere conto che sono solo pensieri. La terapia cognitiva in sé ha dei limiti, perché permette solo una comprensione razionale, ma non quella emotiva. La Mindfulness, invece, permette di imparare a relazionarsi diversamente con i pensieri e di accettarli come eventi mentali”.  Sani&Belli

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La CuRCuMA: l’oro degli dei Ecco tutti i segreti della spezia che è il prodigio dell’Oriente

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all’India proviene la curcuma, una spezia che regala numerosi benefici. La curcuma fresca, o più precisamente curcuma longa, è un tubero. L’aspetto esterno ricorda molto quello dello zenzero, con cui può essere confusa, fin quando non si taglia il rizoma. Infatti la polpa della curcuma è di un arancione molto intenso, quasi fluorescente, e sprigiona un aroma delizioso. Purtroppo la curcuma “macchia”, tanto che è utilizzata anche come colorante! Per questo motivo essa si trova soprattutto essiccata. Essa è composta soprattutto da curcumina: una sostanza antinvecchiamento ed antinfiammatoria, che fluidifica il sangue e riduce il colesterolo. Inoltre la curcumina contrasta i tumori. Tutte le sue proprietà erano note da tempo in Oriente, dove la curcuma è, da sempre, alla base della medicina tradizionale cinese, e di quella ayurvedica. La curcuma, inoltre, è anti-tutto: antidolorifica, antinfiammatoria, antibiotica, anticancro... Più nello specifico, numerose ricerche svolte negli ultimi anni dimostrano che la curcuma può prevenire e trattare le patologie della prostata; è poi benefica a livello intestinale: favorisce la digestione, allevia nausea e diarrea, ma soprattutto riduce la gastrite stimolando la produzione di enzimi pancreatici; è epatoprotettrice, ossia aiuta a prevenire infiammazioni del fegato e della cistifellea; pulisce le arterie: abbassa il colesterolo cattivo (LDL) ed aumenta il colesterolo buono (HDL) e assumere curcuma per lungo

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tempo abbassa i livelli di colesterolo totale. La medicina ayurvedica utilizzava la curcuma per lenire le infiammazioni alle articolazioni: artrosi e artriti, edemi, tendiniti,... Infatti essa ha una forte azione antinfiammatoria, paragonabile a quella dei cortisonici, ma senza i loro effetti collaterali. Diversi studi hanno dimostrato l’utilità di questo tubero sia nelle infiammazioni croniche, sia nelle infiammazioni acute. La curcuma contrasta il diabete in diversi modi: riduce e normalizza la glicemia, riduce lo stress ossidativo, ostacola l’insorgenza di eventuali complicazioni come lesioni renali, o cataratta. Essa è, inoltre, antitumorale contro alcuni tipi di cancro. In particolare previene l’insorgere di tumori nella zona del collo

e della testa. Non solo, aumenta l’efficacia della chemioterapia nella lotta a questi tipi di tumori. La curcuma è anche la spezia della bellezza: contrasta acne, brufoli e infezioni della pelle. Non solo, se usata in maschere per il viso riduce le rughe, e migliora il colore dell’incarnato. Se hai preso un colpo di freddo, e ora ti ritrovi con il raffreddore, puoi sfruttare le proprietà immunostimolanti della curcuma. Per un’azione più efficace puoi utilizzare in sinergia la curcuma (antinfiammatoria) e il miele (antibiotico): in questo modo innalzerai le naturali difese immunitarie del corpo umano. La curcuma è consigliata anche in caso di ipertensione: riduce la pressione sanguigna, e fluidifica il sangue. I maestri di yoga consigliano di assumere regolarmente il cosiddetto “Golden Milk”, il latte d’oro: una bevanda che migliora l’elasticità e la flessibilità del corpo, e mantiene in buona salute le articolazioni. Ora vediamo alcune ricette: la pasta di curcuma si prepara con ¼ di tazza di curcuma unita a ½ di tazza di acqua. Bollite il tutto a fuoco basso mescolando lentamente fino a quando il composto non si addensa, risultando cremoso ma non denso. Una volta pronta, la miscela può essere conservata in frigorifero in un contenitore di vetro. Può anche essere assunta in caso di raffreddore o tosse e mal di gola. La ricetta del Golden Milk è, invece, la seguente: pasta di curcuma, 1 tazza di latte (anche vegetale), 1 cucchiaio di olio evo, 1 cucchiaino di pepe. Ogni giorno mescolate una punta di cucchiaino della pasta di curcuma in una tazza di latte, insieme a un cucchiaino di olio alimentare (mandorle, olio di oliva EVO, …) e miele a sufficienza. Riscaldate, e bevete. Il miele serve per addolcire. Può essere sostituito dai vegani con un altro dolcificante: sciroppo, malto. Non c’è spezia migliore per la salute! 


GiANLUCA MuSAttI

La classe in pasticceria, da Mantova al mondo

VI RACCONTO COME ADDOLCISCO LA VOSTRA PARTE INTOLLERANTE

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ome ha iniziato la sua strada nella pasticceria? “Da giovanissimo mi sono iscritto al Centro di Formazione ‘Casa del Giovane’ di Castiglione delle Siviere, dove in seguito ho insegnato per sei anni. Successivamente ho frequentato la scuola alberghiera di Gardone, e in questo stesso periodo ho svolto degli stage in Toscana ed in Sardegna, come pure presso il ristorante “Al Pescatore” di Canneto sull’Oglio, un periodo importantissimo per la mia formazione. Il desiderio di approfondire le lingue straniere si faceva, tuttavia, sempre più emergenziale e dunque ho deciso di lasciare per alcuni periodi la mia città di origine, per avere l’opportunità di apprendere l’arte da grandi maestri e nel contempo di imparare le lingue straniere”. Quale è stato il primo viaggio significativo per la sua formazione? “Certamente il periodo trascorso a Milano presso il ristorante ‘Sadler’, premiato con due stelle Michelin. Ho lavorato a fianco dello Chef Sadler, come pure nel reparto pasticceria, ed è stato per me un grande onore. Successivamente sono andato a Parigi a studiare presso la scuola dal nome ‘Le Cordon Bleu’, che porta questa denominazione poiché i banchetti che venivano preparati per le cerimonie, erano elegantemente addobbati con nastri blu. La formazione all’interno di questa scuola era particolare: i percorsi di studio erano monotematici e le lezioni si tenevano una volta alla settimana su tematiche specifiche. Durante questo corso di studi ho imparato l’arte della Viennoiserie, ossia dei prodotti dolci e salati sfogliati, caratteristici di una boulangerie viennese”.

In seguito è stata la volta degli Stati Uniti... “Sì, in seguito sono partito per Washingston, dove ho collaborato per tre mesi presso risto-

ranti e pasticcerie ed è in questo contesto che ho imparato la ‘parte imprenditoriale’ di questo mestiere. Negli Stati Uniti vige la filosofia del ‘provarci sempre’ e del dare il meglio di sé e questo è un aspetto che reputo fondamentale. Nella mia pasticceria, così, regna una commistione di Italia e Francia, il tutto ‘condito’ dall’intraprendenza tipicamente d’oltreoceano”. Che cosa le hanno lasciato le esperienze all’estero e perché sono state importanti? “All’estero, e soprattutto negli Stati Uniti, ho meditato sul fatto che la parola artigianato comprende in sé il termine ‘arte’, sia che si tratti di pasticceria, che di sartoria, che di cucina, o di altre arti in cui gli italiani eccellono. Nel mio lavoro, trasformo un prodotto come la farina in qualcosa che rende felici e questa è certamente la mia mission. La cultura gastronomica tipicamente italiana consente, inoltre, di avere a disposizione parametri di valutazione differenti: in questo, Italia e Francia sono molto simili. In entrambi i paesi, infatti, l’artigianalità del dolce è molto apprezzata ed è stato ciò che mi ha fatto decidere di rimanere in Italia. Nel nostro paese la pasticceria ‘funziona a picchi’, ossia le vendite si ‘impennano’ da ottobre a gennaio, poi a Pasqua, e sempreverdi rimangono le cerimonie. In Francia, invece, la consuetudine di consumare e regalare prodotti preparati con cura rimane un caposaldo della cultura culinaria”. Come nascono i prodotti della Viennoiserie Gian? “Presso la nostra pasticceria, prepariamo ogni giorno quattordici tipologie differenti di brioches, alcune delle quali, ad esempio, sono senza lattosio, pensate per chi è intollerante. Qui le idee nascono, poi vengono condivise con tutto il team: siamo una squadra e a questo aspetto tengo molto. Per creare alcuni dei nostri prodotti occorrono anche due anni e mezzo di tentativi, ma non sono abituato a vedere i fallimenti come negativi, bensì come una lezione da cui imparare”. Qual è l’importanza del lavoro di squadra? “Siamo un team di persone molto giovani, che amano profondamente questo lavoro. I successi dei miei collaboratori sono i miei successi, così come gli insuccessi. Il nostro è un mestiere che richiede grandi sacrifici: io lavoro almeno dodici ore al giorno. Lo scopo del mio lavoro, la mia mission – come dicevo poc’anzi - è rendere felici le persone e quando questo accade la soddisfazione supera la fatica e la stanchezza”.

Quali sono i prodotti che preparate e pensate per le persone che hanno intolleranze alimentari? “Per legge noi non possiamo preparare prodotti ‘per celiaci’; possiamo però sfornare pasticceria salata e dolce senza glutine, oppure prodotti senza lattosio o con farina integrale per chi ha intolleranze o per chi vuole stare leggero. Ultimamente abbiamo studiato un menù pensato per il pranzo, che cambiamo continuamente, offrendo sempre nuove delizie e pensando anche a chi vuole o è costretto a rinunciare a certi ingredienti. Tra le altre specialità proponiamo anche tazzine di cioccolato fondente ripiene di zabaione o brioches senza lattosio e con margarina non idrogenata. A voi la scelta.”  Viennoiserie Gian Via Marta Tana, 11 Castiglione d/Stiviere (Mn) tel 0376.944261 www.viennoiseriegian.it Tacebook viennoiseriegian Instagram viennoiserie_gian

Gianluca Musatti

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Cosimo Bruno duranre un allenamento

Quando lo sport cambia la vita

MENS sana in CoRPoRE sano C

osimo Bruno nasce a Brindisi nel 1966, in uno dei quartieri più difficili della città e per questo motivo sente da subito la necessità di imparare a difendersi. All’età di 13 anni inizia a praticare il pugilato, che però utilizza soltanto le braccia e non le gambe e per questo Cosimo Bruno si avvicina alla savate che reputa una disciplina più completa. Raggiunge così in poco tempo il più alto livello tecnico non solo nella savate, ma anche anche in altre discipline, diventando l’erede spirituale del suo stesso maestro. Esperto di savate, chausson, lotta, e stili di difesa personale, Cosimo Bruno è riconosciuto dall’International Master at Arms Federation Maestro tradizionale di bastone lungo, bastone da passeggio, combattimento con il coltello e difesa personale; attualmente continua ad allenarsi ed è addestratore di istruttori che preparano i corpi speciali, guardia del corpo, e responsabile dei servizi di sicurezza privati e pubblici. Oltre a questo è allenatore di savateurs nella palestra di Pieve di Coriano in provincia di Mantova ed ha preparato due campioni nazionali e un bronzo mondiale. In questa intervista, Cosimo Bruno ci spiegherà come praticare sport aiuti a cambiare la propria vita e a stare bene. Qual è l’importanza dello sport e di uno sport come la savate? “Lo sport può rappresentare un enorme fattore di coesione sociale. Quando avevo la palestra a Mirandola nel 2012, subito dopo il terremoto, ho notato questo aspetto. La vita andava avanti nonostante tutto e anche grazie allo sport. Ricordo un mio allievo che è venuto da me per l’allenamento, ma aveva dimenticato i guantoni a casa e subito dopo

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ha realizzato che non li avrebbe mai potuti recuperare perché della casa restavano solo le macerie. La savate, però, è stato un modo per tenere duro”. Che cosa vuol dire essere il maestro degli allievi? “Essere il maestro credo significhi prendersi cura degli allievi, capire la loro situazione, comprendere il loro immaginario ed i loro pensieri e soprattutto aiutarli a crescere. In palestra però le regole devono essere ben chiare, la disciplina è fondamentale. Fuori dalla palestra, però, possono anche ‘mandarmi a quel paese’”. Qual è l’aspetto più bello del rapporto con gli allievi? “Ho a che fare con ragazzi giovani, che a volte vivono delle difficoltà, come tutti, e, almeno per il tempo in cui si allenano, riesco a farli uscire dai loro pensieri e dalle loro preoccupazioni. In loro molto spesso ho visto un cambiamento radicale, in positivo. E questo per me è l’aspetto più importante. Io li educo a lavorare sodo, ad allenarsi, non solo per raggiungere i risultati nelle gare, ma perché questa è la stra-

da per ottenere qualcosa nella vita, senza farsi turlupinare da chi offre scorciatoie”. In che cosa aiuta maggiormente la disciplina della savate? “La savate aiuta, tra gli altri aspetti, ad incanalare la rabbia e a trasformarla in qualcosa di produttivo e di positivo per la vita della persona che la pratica, poiché attraverso questa disciplina si acquisisce coscienza di sé”. Ha solo allievi uomini o anche donne? “Ho anche allieve donne e sono straordinariamente dotate. Molto si parla dei corsi di autodifesa per donne. La savate è la disciplina perfetta per questo, anche perché aiuta le donne ad avere fiducia in sé stesse e nelle proprie capacità. Praticando questa disciplina imparano ad utilizzare al meglio i propri mezzi, a capire che possono difendersi da sole”. Nella palestra di Pieve di Coriano, lei ha allenato due campioni nazionali e un bronzo mondiale. Un ottimo risultato... “Sì, è vero, ma non è un merito. I risultati non sono mai un punto di arrivo, anzi. E poi non sono bravo, faccio solo quello che un maestro dovrebbe fare”. 


AYuRVEdA, corpo e mente

intimamente legati

“Namastè” svela i segreti dell’antichissima medicina indiana

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amastè è un centro nato nel 2009 che non si occupa solo di “estetica” intesa nel senso classico del termine, ma di benessere a 360 gradi. Oltre ai trattamenti estetici più usuali come cerette, manicure, pedicure, si possono trovare anche trattamenti con ultrasuoni per acne, macchie, cicatrici, effetto lifting, presso massaggio per problematiche di circolazione venosa e linfatica, stasi, gambe gonfie, varici, teleangectasie e cellulite e il bagno di vapore per eliminare le tossine in profondità, donare rilassamento sia fisico che mentale e per decontrarre la muscolatura. Il bagno di vapore si può utilizzare anche d’estate per un effetto di drenaggio con il caldo/freddo. Da alcuni anni il centro Namastè si è legato all’Ayurveda, in modo da agire più profondamente non solo sul corpo, ma anche a livello emotivo ed emozionale. Ma che cos’è l’Ayurveda? L’Ayurveda è una scienza terapeutica molto completa, utilizzata da più di 5000 anni in India, ma è anche una filosofia e uno stile di vita. Termine che deriva dal sanscrito ayur= vita e veda= scienza o conoscenza, l’Ayurveda è, dunque, la scienza della vita. I grandi veggenti indiani hanno percepito direttamente le fondamentali leggi della natura che governano la fisiologia umana e le hanno organizzate in un pratico e profondissimo sistema di medicina naturale per la salute ed il

benessere. Questa scienza porta alla scoperta del sé, secondo le esigenze individuali. Rivela l’interconnessione tra la pelle, gli elementi del nostro corpo e i processi vitali, ossia la dimensione fisica, quella mentale, quella emozionale e quella spirituale.

L’Ayurveda considera la persona nella sua interità e si focalizza sul riequilibrio dell’individuo, creando armonia. L’obiettivo dell’Ayurveda è quello di raggiungere l’equilibrio e l’armonia specificatamente per ogni persona grazie ad abitudini, sapori, erbe, aromi, musica, massaggi e trattamenti adatti a coinvolgere i cinque sensi tali da garantire l’equilibrio dei “Dosha” della propria costituzione di base. I “Dosha”

sono i tre tipi di costituzioni individuali che l’Ayurveda distingue: essi sono “Vata”, “Pitta” e “Kapha” e le loro combinazioni. Queste tre costituzioni creano l’individuo sia fisicamente, che emotivamente dandogli delle caratteristiche. Queste, nell’arco della vita possono cambiare diventando squilibri che portano poi a problematiche - dalla più semplice cellulite a vere e proprie malattie. L’Ayurveda, così, lavora per riportare in equilibrio queste caratteristiche migliorando la vita dell’individuo. La bellezza esteriore dipende dalla bellezza interiore: la pelle riflette la salute, il benessere, la gioia, l’equilibrio interno, o viceversa gli squilibri, i problemi, le malattie e la sofferenza. L’Ayurveda, al contrario dell’estetica tradizionale, lavora sulla prevenzione degli squilibri sia dall’interno che dall’esterno. Namastè grazie alla linea di prodotti Lakshmi creata sulle basi di Ayurveda, aromatologia e naturopatia offre trattamenti, massaggi e prodotti che vanno a riequilibrare la persona sia a livello fisico che mentale, trattando il problema alla radice, lavorando sulla causa e non sul semplice sintomo. Anche i cosmetici devono conformarsi agli stessi principi di questa fantastica scienza per ottenere risultati visibili e duraturi, ed è per questo che da sempre Namastè sceglie prodotti certificati Icea, naturali, senza parabeni e petrolati, in perfetta armonia con la natura. 

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l principio buddista di origine dipendente (in sanscrito pratitya-samutpada) esprime l’interdipendenza di tutte le cose: nessun essere o fenomeno esiste di per sé, ma esiste o si manifesta a causa delle sue relazioni con gli altri esseri o fenomeni, quindi nulla può esistere indipendentemente o manifestarsi isolatamente. Anche la scienza ufficiale oggi afferma che gli esseri viventi trascorrono la loro esistenza immersi in un oceano di frequenze e vibrazioni di cui sono parte. Se ogni elemento dell’universo è collegato a tutti gli altri, allora vuol dire che “risponde” alla frequenza vibrazionale di tutti gli altri. Una pietra può funzionare come un accordatore di strumenti: con un lavoro delicato, lento e graduale, è in grado di entrare in sintonia e di interagire con gli strati più sottili del nostro campo energetico, “scambiando” le proprie note con le nostre e aiutandoci a riportare in equilibrio una disarmonia interiore o bassa frequenza. La cristalloterapia è una terapia naturale usata fin dalle più antiche civiltà orientali e occidentali: la malattia è un sintomo di un disequilibrio e come tale è possibile trattarla agendo su tutti gli aspetti pisico-fisici dell’individuo. Il più antico trattato sulle virtù delle pietre a nostra disposizione è Sulle rocce del filosofo greco Teofrasto (371-287 a.C.), a cui fa riferimento

Curarsi con le pietre

La CRIStAllotERAPIA essere e di percepire l’esperienza e dalla naturale capacità di autoguarigione del nostro organismo. In altre parole, siamo attratti dalle pietre con cui siamo in sintonia perché rispecchiano la nostra frequenza di base oppure “percepiamo” che per lavorare su noi stessi e per trovare o mantenere l’armonia abbiamo bisogno proprio dell’energia di quella pietra, perché ci completa o ci compensa. Come fare per distinguere i due casi? Effettuate la seconda scelta ad occhi chiusi, tenendo in mano le pietre una ad una per qualche secondo. Poiché la nostra vista non è mai libera dai condizionamenti della psiche, allora eliminando il nostro strumento abituale per selezionare le informazioni elimineremo anche i suoi condizionamenti e libereremo il nostro istinto. Attraverso il tatto sceglieremo la pietra che meglio si adatta alle nostre condizioni psico-fisiche e di cui abbiamo bisogno per mantenere costante il nostro equilibrio dinamico. Una volta acquistate e portate a casa, è importante sistemare le pietre in un contenitore chiuso in materiale naturale (ad esempio

in vetro, porcellana, ceramica o legno, ma non in metallo), dove rimarranno quando non le usate. Prima di riporle però (e sempre dopo l’uso) devono essere lavate con acqua corrente abbondante o, meglio ancora, lasciate a bagno per almeno ventiquattro ore completamente immerse in acqua, poi asciugate attentamente con un panno pulito. Come si usano le pietre? Ci sono vari metodi per usare le pietre e favorire con esse il riequilibrio energetico dell’individuo: 1) Contatto prolungato: la pietra è portata sempre con sé per lunghi periodi a contatto diretto con la pelle ed è indossata ad esempio come ciondolo o braccialetto. 2) Applicazione temporanea: la pietra è periodicamente appoggiata sulla parte del corpo da trattare. 3) Meditazione: con la pietra indossata o in mano, ci si concentra attraverso il respiro o la visualizzazione. 4) Collocazione nell’ambiente: le pietre con un ampio raggio d’azione (quindi di dimensioni abbastanza grandi, come le druse) possono essere collocate nell’ambiente in cui vive la persona. 

anche Plinio il vecchio (23/24-79 d.C.) nella sua Naturalis Historia. Affidatevi a un rivenditore di fiducia per non rischiare di entrare in contatto con pietre di scarsa qualità oppure trattate o colorate artificialmente. Preferite gli esemplari grezzi, cioè non lavorati né levigati: alcune forme particolari (come le punte, le piramidi o le sfere) incanalano l’energia in una direzione precisa, quindi devono essere usate in accordo con lo scopo per cui sono state create. La prima scelta delle pietre avviene per attrazione. In genere sentiamo un particolare richiamo quando osserviamo alcune pietre rispetto ad altre: non è una questione di gusto, ma una scelta intuitiva che è dettata dalla tendenza ad assecondare un nostro modo di Sani&Belli

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DIETA VEGANA

Rinunciare ai prodotti animali nel rispetto dellÕ ambiente e di sŽ stessi

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egli ultimi anni si sono affermate tendenze nuove per quello che riguarda il cibo. Un tempo si parlava di “macrobiotica”, adesso si parla sempre più di vegetarianesimo e di veganesimo. Questa che per certi versi può avere le sembianze di una moda, ma non lo è, nasce fondamentalmente dal dispiacere per la morte di un animale da un lato e dall’altro dalla preoccupazione per i danni che i metodi contemporanei di allevamento possono causare alla nostra salute. La coscienza che ciò che mangiamo, prima fosse un essere vivente è una preoccupazione piuttosto recente. Secondo la psicologa giapponese Asu-

ka Io, infatti: “Tuttora spesso le persone non sono consapevoli del fatto che il petto di pollo – ad esempio - che si compra nei supermercati già tagliato e confezionato, prima fosse un animale vivo. Sembra incredibile, eppure è così. Il punto non è convincere le persone a mangiare la carne o a rifiutarla, il problema vero è far capire alle persone che quella cotoletta o quella fettina poco prima erano parte di un essere vivente. Solo così le persone sono messe in gradi di scegliere veramente. La scelta, naturalmente, sta alla singola persona, che in coscienza decide se mangiare carne o no. Gli animali non possono scegliere cosa consuma-

re, ma noi esseri umani sì.” Questo è un aspetto molto importante e che va tenuto presente quando si parla di vegetarianesimo o di veganesimo, perchè il vegano sceglie dopo una precisa presa di coscienza e dopo una scelta individuale che cosa inserire nella propria dieta e cosa rifiutare. Quali sono, però, le differenze tra vegetariani e vegani? Il vegetariano rifiuta il pesce e la carne, ma non i suoi derivati. Consuma, quindi, il latte, il formaggio, la panna, le uova etc. Il vegano, invece, rifiuta qualsiasi prodotto che sia di origine animale. Non mangia quindi uova, latte, burro, colla di pesce, etc. Può sembrare una scelta estrema, e per certi versi lo è. L’obiezione più comune che si fa ai vegani è “ma in fondo le mucche fanno naturalmente il latte, le galline fanno le uova etc...” L’obiezione è apparentemente corretta. Apparentemente perchè, se da un lato è vero che la gallina fa l’uovo tutti i giorni, dall’altro è vero che la maggior parte delle uova che consumiamo di solito e che si trovano nei supermercati, provengono da polli allevati in batteria, veri e propri lager per questi animali. I polli vengono “imbottiti” di ormoni perchè ingrassino nella zona delle cosce e del petto, che sono le parti più amate dai consumatori e poi noi mangiamo questa carne, allevata con gli ormoni e li assumiamo indirettamente. Lo stesso accade per i vitelli e le mucche che vengono sfruttate al massimo dall’industria alimentare. Per mantenersi in buona salute è necessario scegliere accuratamente i prodotti che si comprano, controllando dove e come vengono prodotti. Starà poi alla coscienza di ciascuno scegliere se rifiutarsi di consumare carne e latte oppure no. Il punto non è convincere le persone a diventare vegane o vegetariane se non vogliono. La cosa importante, dati gli sviluppi della nostra economia, è convincere le persone a consumare meno, ma a consumare meglio.

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CIBo che fa ammalare e CIBo che cura Il vero prezzo della scarsa qualita’

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ecentemente è uscito in Italia un libro – inchiesta dal titolo “Farmageddon – il vero prezzo della carne economica” scritto da Philippe Lambery e Isabel Oakeshott, che parla degli allevamenti intensivi negli Stati Uniti (ma il discorso è valido anche per il nostro Paese) e fa una riflessione arguta sul mondo che ci circonda e su ciò che consumiamo. Gli autori effettuano un viaggio negli allevamenti della Florida, negli Usa, che vedono come dei veri e propri campi di concentramento di animali. Allo stesso modo, gli allevamenti ittici e i polli in batteria, presenti sul territorio, sconvolgono la vista (e la vita) dei due, che si trovano a pensare di trovarsi di fronte non tanto e non solo ad un vero e proprio modello di allevamento, quanto piuttosto ad una vera e propria battaglia finale fra bene e male. “Nel mio tour in giro per gli allevamenti degli Stati Uniti – dice Lambery – ho visto il mondo contro sé stesso e la stupidità dell’uomo. Quegli animali maltrattati mi muovevano pena, e poi ho scoperto che anche gli esseri umani mi facevano pena.” Il viaggio di Lambery e della Oakeshott prosegue poi nei campi a coltivazione intensiva “L’agricoltura intensiva americana è detta “sostenibile”, con una connotazione positiva. - scrive Lambery - Ma il paesaggio che si ha davanti quando si guardano questi campi coltivati a monocoltura massiva è un’atmosfera irreale dove non ci sono i rumori ed i

suoni tipici della natura, ma solo un elicottero che dal cielo periodicamente assalta chimicamente la piantagione, subordinando senza possibilità di riscatto la natura all’uomo.” Ad un certo punto i due autori si trovano di fronte alla visione di una mega fattoria con 12.000 mucche rinchiuse in un unico recinto si guardano e si dicono “Che sia questa la visione del nostro futuro? Ma questo non è futuro, è Farmageddon”. Questa modalità di allevamento non è solo sfruttamento della terra, ma è una vera e propria guerra contro noi stessi, perchè noi dipendiamo dalla terra, come sostiene Lambery nel suo libro. Questo discorso si può pensare che riguardi solo gli Usa, ma non è così, perchè anche in Italia tanti prodotti vengono spacciati come di qualità, mentre non lo sono. Gli animali degli allevamenti intensivi, inoltre, si ammalano più facilmente e quindi vengono “imbottiti” di antibiotici. E’ incredibile, ma in Italia il 71% degli antibiotici viene somministrato agli animali e solo il 29% viene utilizzato per guarire gli esseri umani. “Ciò significa – sostiene Lambery – che tra pochi anni gli antibiotici non cureranno più le malattie.” Questo, insomma, è il vero prezzo della carne

economica. L’Occidente produce attualmente cibo per 14 miliardi di persone, sprecandone più della metà, di fronte ad una parte del mondo che non ha nemmeno il quantitativo minimo di cibo per sopravvivere. “Perchè dunque dovremmo produrre di più? Pensiamo che la nostra crescita economica – dice Lambery – sia infinita, ma è un’illusione perché il mondo in cui viviamo è finito.” Il cibo prodotto in questo modo fa ammalare e fa naturalmente a pugni con l’eccellenza italiana. Qual’è dunque la soluzione proposta dall’autore per uscire da questo impasse? La risposta è semplice: mangiare meno carne, ma di alta qualità. La carne di cattiva qualità ha molte più calorie e quindi è molto dannosa per l’organismo. Tutti possono contribuire al cambiamento, scegliendo il cibo. Allo stesso modo è necessaria un’etichettatura reale, che spieghi come, dove e da chi, una carne viene prodotta; il consumatore però, deve richiedere sempre più informazioni sui prodotti che si comprano. Questo modo di agire aiuta a tutelarsi anche dalle clausole previste dal trattato TTIP, che permette la penetrazione da parte di prodotti allevati in altri Paesi sia comunitari che extracomunitari del mercato italiano. Non solo la permette, ma la obbliga. 

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b e l l e z z a Dare una definizione del termine “bellezza” è un’operazione complessa, che rischia di risultare fallimentare.

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a bellezza è ciò che ciascuno di noi trova piacevole, ma è anche dettata dalla società, dall’economia e dalla Storia. Ciò che ora è ritenuto “bello” non lo era cinquant’anni fa o cinquecento anni fa e vice versa. E’ anche vero, però, che ci sono modelli di bellezza ritenuti validi anche nel mondo contemporaneo, seppure essi siano antichissimi. Ciò che appare, però, fuori discussione è che l’uomo nella sua Storia, dalla sua comparsa sulla terra ad oggi, ha sempre ricercato la bellezza. Egli, infatti, decorava le proprie abitazioni con pitture e incisioni fin dalla preistoria, si agghindava con collane, bracciali e orecchini, e così via fino ai giorni nostri. C’è chi del bello e della sua ricerca ha fatto un vero e proprio stile di vita: pensiamo al poeta – vate Gabriele D’Annunzio che desiderava fare della sua vita un’opera d’arte. La bellezza, però, al di là dei canoni estetici di per sé stessi, è probabilmente qualcosa di molto più profondo e di indefinibile, che sfugge alla percezione della vista. La bellezza non riguarda la forma, bensì il contenuto ed è una sensazione, ed è quella sensazione che senza nessun tipo di mediazione – tanto meno di tipo culturale – fa sentire bene. Se un individuo è circondato dalla bellezza, quell’individuo sarà un individuo felice e sarà in grado di affrontare le difficoltà della vita in una maniera certamente diversa rispetto ad un individuo contornato dall’orrore, dal degrado umano e paesaggistico, e dalla miseria. Per chi è abituato tutto ciò è scontato, ma così non è. In Italia, dove ogni angolo è storia e bellezza, diamo per scontato che sia così. Diamo per scontato l’affresco sul muro di un edificio pubblico, il mattone antico trovato in un giardino, il castello che un tempo proteggeva la nostra città, il mare che bagna le nostre coste, mentre tutto questo scontato non è. Ce ne accorgiamo appena cambiamo ambiente, quasi ci mancasse la terra sotto ai piedi. La bellezza, però, può anche essere intesa come un puro fatto esteriore. Ciò significa la cura del corpo, dei capelli, degli abiti. Nel prossimo capitolo cercheremo di affrontare il tema della bellezza, per quanto esso sia scomodo e complesso.

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na vera e propria filosofia sottende alle scelte che Domenico Tassone ha fatto per il proprio Atelier: è la filosofia della bellezza, dell’armonia e del rispetto della natura e del mondo che ci circonda. Non esiste bellezza esteriore in mancanza di quella interiore e non si chiama bellezza se, in qualche modo, offende il pianeta. La bellezza, in primis, deve essere sostenibile, ecologica ed in armonia con la natura e con il mondo attorno

a noi. Domenico Tassone, con il suo staff, vi potrà aiutare a prendervi cura di voi stessi, a vedervi con occhi nuovi, trovando il look più adatto a voi. Domenico Tassone Atelier non è soltanto un salone di parrucchiere, bensì molto di più: un punto di riferimento completo e multifunzionale, che fornisce alle sue clienti ed ai suoi clienti un vero e proprio total look, extra lusso, pensato e studiato per esaltare l’individualità di ciascuno. Esclusivi consigli d’immagine sono pensati anche per le spose, alle quali Domenico Tassone dedica particolare cure: abito, fiori, ed acconciatura vengono studiati in un olismo che dona armonia e fa sì che l’alta moda ed il lusso si fondano perfettamente con la personalità della sposa. Nel suo Atelier, Domenico Tassone ha fatto confluire tutto l’amore per il suo lavoro, unito insieme alla forte volontà di essere continuamente aggiornato su un settore

in eterno cambiamento. Domenico Tassone è sinonimo di professionalità e di bravura. Ha, infatti, partecipato a vari eventi tra defilè di moda e wedding event. E’, inoltre, arrivato tra i dieci finalisti del World Style Contest 2015, selezionato da una grande giuria internazionale. Il fiore all’occhiello dell’Atelier di Domenico Tassone è senz’altro lo staff: un team di persone altamente qualificate, che sanno come prendersi cura dei propri clienti. Vittoria Tassone è collaboratrice dell’Atelier, specializzata in asciugatura e trattamenti del cuoio capelluto. Alessia Signorello è, invece, la make up artist dell’Atelier, ed ha importantissime esperienze lavorative alle spalle. Alessia Signorello è, infatti, la truccatrice di Miss Italia e di La7 e segue passo dopo passo le spose che si rivolgono a lei, per dare loro i consigli d’immagine più glam per rendere unico il loro giorno più bello. Domenico Tassone Atelier, competenza ed eleganza al vostro servizio. 

La bellezza in cui crediamo è basata su armonia, buon gusto e apprezzamento per l’individualità. Creando bellezza in modo sostenibile, vogliamo incoraggiare le persone a prendersi cura di sé, del Mondo in cui viviamo e delle cose che amano. “Bello e Buono” con cui gli antichi definivano l’unità inscindibile di bellezza esteriore ed interiore, è un altro modo di dire “sustainable beauty”. E “sustainable beauty” è un altro modo di dire Davines.

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l massaggio, si sa, è un ottimo modo per prendersi cura di sé stessi. Rilassa i muscoli, distende i pensieri e dona benefici sia all’anima che al corpo. E’ una coccola talvolta molto costosa e che in pochi riescono ormai a concedersi. Al di là di questo, e anche per motivi di marketing, esistono innumerevoli tipologie di massaggio, fatte con oli essenziali o creme profumate: non resta che scegliere quello che si desidera di più. Il massaggio al mosto d’uva è l’autentico massaggio di-vino ed è è un vero massaggio vinoterapico, effettuato con crema da massaggio al mosto d’uva. Grazie alle proprietà idratanti ed antiossidanti dell’olio di vinaccioli, delle foglie di vite rossa e del succo fresco d’uva rossa, dona risultati visibili fin dai primi trattamenti. Per una pelle più luminosa, idratata e tonica. Ciò che lo contraddistingue è sicuramente l’irresistibile e fresco profumo di uva fragola. In alcune Spa, per un relax totale, il massaggio si può concludere con assaggi d’uva e tisane in sala relax. Un’altra coccola assolutamente da non perdere è il massaggio all’ananas, poiché questo frutto è un coadiuvante nel trattamento della cellulite: nutre, idrata ed ammorbidisce la pelle. Veniamo ora al re indiscusso dei massaggi: il massaggio al cioccolato. Il cioccolato di recen-

te è stato rivalutato ed i massaggi per il corpo al cioccolato sono richiesti con maggiore frequenza. I trattamenti al cioccolato comprendono massaggi con una crema a base di cacao e di olio caldo. Il cacao è sempre stato utilizzato come ingrediente per preparare i prodotti di bellezza sin dai tempi più antichi. I vantaggi del burro di cacao ed i suoi poteri idratanti sono ben

noti. Le lozioni per massaggio e gli oli a base di cacao vengono utilizzati per rivitalizzare le cellule della pelle e stimolare la circolazione; la caffeina presente nel cioccolato aiuta anche a rassodare la pelle. Inoltre, le proprietà anti-ossidanti del cioccolato proteggono la pelle contro i danni e posso-

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no contribuire a ridurre la comparsa di rughe e linee sottili sulla pelle. E non è tutto. Chi non si fa attrarre dal meraviglioso profumo delle bacche di vaniglia? Ecco un altro sorprendente massaggio, il massaggio con olio alla vaniglia La vaniglia (Vanilla planifolia) è una varietà di orchidea che, rispetto alle altre specie, viene coltivata non a fini ornamentali ma esclusivamente per la produzione della famosa spezia dall’aroma dolce e la profumazione intensa. La vaniglia ha proprietà antisettiche e stimolanti, e secondo studi recenti, essa agirebbe anche da antidepressivo per la presenza di molecole molto affini ai feromoni umani. Tra poco è estate e abbiamo sempre più voglia di nutrirci di frutta, di gustare dissetanti frullati e centrifughe, di depurarci dalle tossine con il ricorso a tisane e presidi naturali. Anche la pelle necessità di un rigoroso percorso di rinnovo cellulare, dopo l’inverno. Ecco perché questo è il momento giusto per pensare a uno scrub o a un massaggio esfoliante, ancora meglio se questo massaggio esfoliante è un massaggio alla frutta, nello specifico alla mela Fuji. Le proprietà di questo frutto prezioso e le sue specifiche sostanze nutritive possono essere declinate in molti modi: un massaggio alla frutta si compone di un macerato di mela Fuji in olio di vinacciolo. Un massaggio alla frutta con l’olio caldo di mela Fuji è un elisir di bellezza e benessere. Il calore, dilatando i pori e stimolando la circolazione, favorisce la penetrazione delle sostanze benefiche di cui la frutta è ricca; tra queste sostanze troviamo l’acido ialuronico, indispensabile per idratare l’epidermide. La varietà Fuji ha un alta concentrazione di questo prezioso ingrediente. Oltre alla sua potente azione rilassante, questo massaggio alla frutta è nutriente, aromatico e tonificante, illumina viso e corpo e contrasta le rughe. Che sia alla frutta, al cioccolato o alla vaniglia, fate la vostra scelta e, almeno una volta ogni tanto concedetevi una coccola alla Spa. 

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Ecco come scegliere le fragranze giuste per voi

Testa e cuore nei PROFUMI

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uando si parla di profumi, si sente parlare di nota di testa e nota di cuore, nonché della nota di fondo. Ma di che cosa si tratta? Scopriamolo insieme! La nota di testa è il primo elemento dei tre che compone il corpo di un profumo ed è la fragranza più volatile e fresca dei profumi, quella che determina il primo impatto con il nostro sistema olfattivo ed emana un profumo leggero ed effimero. Il suo l’effetto dura circa dieci minuti in quanto associate ai composti più volatili; essa corrisponde anche alla prima impressione e si arricchisce gradualmente unendosi alla nota di cuore, che è la nota dominante del profumo. Tra le note di testa si possono trovare sostanze come il limone, il mandarino, l’arancio, la salvia, la lavanda o il rosmarino. Quando si prova un profumo, è necessario lasciare trascorrere un quarto d’ora per comprendere se è di nostro gusto poiché è necessario percepire le note di cuore e non lasciarsi condizionare solo dalla nota di testa. La nota

di cuore, invece, è il secondo elemento che compone il corpo di un profumo. Questa è la fragranza che subentra alla nota di testa. La sua durata può variare dalle 4 alle 6 ore;. Queste note sono gli elementi più persistenti e quelli che conferiscono il vero carattere al profumo, tanto che durante la prova occorre at-

tendere almeno 10 minuti per capire se il profumo piace e se provoca un effetto piacevole a contatto con la nostra pelle. Generalmente corrisponde a profumi fioriti, come la rosa e il mughetto, oppure speziati, come il chiodo di garofano o la cannella. Se ci sono delle perplessità iniziali, rivalutate il profumo appunto dopo una decina di minuti. La nota di fondo è, infine, rappresentata dalle fragranze meno volatili dei profumi, cioè da quelle che possono addirittura rimanere sui tessuti dei capi d’abbigliamento per più giorni. Subentra alla nota di cuore, di cui controlla il processo di evaporazione, dopo circa 6 ore dall’applicazione del profumo. Per questa sua caratteristica, intensifica il carattere del profumo e gli conferisce la tenuta, in quanto agisce anche “controllando” le diverse velocità di evaporazione della nota di testa e della nota di cuore. E’ spesso data da sostanze balsamiche come la mirra oppure legnose come vetiver o sandalo.

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CAPEllI color del cielo Anche la testa vuole la sua parte

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e siete stanche delle solite tinte castane, bionde o delle meches che ormai sanno di stantio, dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti arriva l’alternativa. Capelli con colori pazzi, ma che daranno alla vostra testa delle caratteristiche uniche. Le tinte sono miste e sono concepite e pensate per dare ai vostri i capelli il colore di un tramonto infuocato o dell’aurora boreale. Potete scegliere fra tinte fredde come il blu o il verde, oppure potete decidere di optare per l’effetto del solleone africano sui capelli: colori come l’arancione, il fuxia, il viola e il rosso sono le nuances giuste per ottenere questo risultato.

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Non dimenticate che con queste striature potete giocare: trecce, code e boccoli aumentano l’effetto di questa tinta strepitosa. Se pensate che questi colori siano troppo azzardati, la risposta è una sola: dovete scegliere per la vostra testa i colori che vi rispecchiano. Non dovete temere il giudizio degli altri: in Inghilterra e negli Stati Uniti queste tinte vanno di moda da anni e nessuno si formalizza. Se, invece, pensate di essere troppo in là con l’età per questi capelli pazzi, state commettendo un errore: non c’è età per fare quello che vi piace, per provare cose nuove e per assomigliare a voi stesse. 


Pelle di seta... con l’ACQuA Ecco tutti i benefici dell’acqua termale

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in dall’antichità l’uomo utilizza le acque termali per il trattamento di diversi disturbi fisici con finalità curative, disintossicanti o riabilitative. Ma ecco cos’è l’acqua termale: l’acqua termale - acqua minerale - è una sostanza alcalina costituita da zolfo, iodio, cloro, ferro, elementi di calcio e microelementi di altre sostanze e viene classificata in base a una serie di parametri: caratteri generali (colore, odore, sapore, limpidità), virtù terapeutiche, caratteristiche chimiche e fisiche, qualità chimico-fisiche. In relazione alla composizione dell’acqua minerale è possibile trovare un rimedio per numerose patologie: malattie delle vie respiratorie, dermatologiche, i reumatismi, le artrosi, le malattie vascolari e nei casi di riabilitazione grazie alla benefica azione dello zolfo sulle cartilagini articolari e alla capacità antinfiammatoria del bicarbonato di sodio. La maggior parte delle acque minerali è di origine meteorica e segue pertanto il classico ciclo idrogeologico; esistono anche acque fossili costituite da bacini sotterranei che sono rimasti intrappolati nel corso delle ere geolo-

giche tra le rocce. Vi sono anche acque cosiddette miste, cioè date dalla mescolanza delle precedenti. Durante il percorso sotterraneo le acque a contatto con le rocce si mineralizzano acquistando le proprietà chimiche e fisiche che le rendono terapeuticamente attive; le caratteristiche di ogni acqua dipendono dunque dal terreno che ha attraversato.

I sistemi d’impiego dell’acqua termale sono diversi: assunzione come bevanda (idropinoterapia), irrigazione, inalazione, bagni termali o minerali (balneoterapia), bagni di ozono, docce, saune, impacchi di fango, massaggi subacquei. In breve tempo è possibile notare gli

effetti benefici di una cura termale, ma per fare in modo che la cura sia davvero efficace dovrebbe avere una durata media di almeno una decina di giorni, da ripetersi per alcuni anni. E’ stato dimostrato da alcuni studi,effettuati su circa 3.300 lavoratori giapponesi che frequentavano abitualmente strutture termali, che questi benefici portano a un miglioramento evidente dello stato di salute fisico e mentale. Nello specifico migliora la qualità del sonno e meno giorni di assenza dal lavoro per malattia. Uno studio simile effettuato in Germania, ha dimostrato che la cura termale è in grado di ridurre l’assenteismo sul lavoro e i ricoveri ospedalieri. La cura termale è da evitare per le donne in gravidanza e in caso di pap-test positivo. I meccanismi d’azione delle acque minerali si suddividono in: azione specifica propria di ogni tipo di acqua minerale e legata alla sua particolare composizione chimica); azione specifica dipendente dalle caratteristiche fisiche del mezzo termale utilizzato ed è comune a tutte le acque; azione locale, con effetti sulla regione anatomica di applicazione; azione generale che comporta una risposta di tutto l’organismo. 

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La BEllEZZA nella storia dell’Arte L’illimitata ricerca del bello

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a quando l’uomo ha messo piede sulla terra, ha cercato di esprimersi e di esprimere il suo mondo attraverso l’arte. Pensiamo, dunque, alla Venere di Willendorf, che è l’archetipo della femminilità, rappresentata con forme abbondanti che rimandano al concetto della maternità, della gravidanza, della fertilità, della procreazione. Seppur “venere” ante litteram, perché trattasi

Non stupisce la centralità della figura femminile, dato che essa è la responsabile della perpetuazione della specie. L’arte preistorica è spogliata di qualsiasi sovrastruttura: non ci sono fronzoli che mascherano rimandi e significati e vediamo “la cosa in sé”, senza nulla che ci possa trarre in inganno. Quando guardiamo, invece, la Nike di Samotracia, opera di età ellenistica e simbolo della

di Samotracia era stata scolpita per essere la polena di una nave: è per questo che le sue vesti leggere - seppur marmoree - sembrano ondeggiare al vento e il panneggio, che sottolinea le belle forme, sembra essere parte integrante dell’annuncio della vittoria militare. Nel ritratto rinascimentale di Isabella d’Este, vediamo, invece, la marchesa di Mantova immortalata da Tiziano con il suo viso paffuto e i suoi occhi neri. La pesante pelliccia rimarca il suo status e la luce investe il bel volto, a significare una donna dall’intelletto illuminato. Pare che quello di Isabella d’Este sia il ritratto più bello di tutto il Rinascimento. In un balzo temporale che può apparire azzardato, arriviamo al magnifico dipinto di Eugène Delacroix dal titolo “La libertà che guida il popolo”. Al centro della scena vediamo Marianna, la figura femminile che esibisce una nudità e che incarna la libertà in piena funzione alle-

 di un esemplare risalente a 26.000 anni fa, in questa statuetta di appena undici centimetri vediamo la traduzione della femminilità, per come era vissuta e percepita nella preistoria.

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ricerca della bellezza nell’antica Grecia, notiamo la fierezza di questa statua femminile, che doveva rappresentare la Vittoria, appunto, per nulla danneggiata dalla sua acefalia. La Nike

gorica. Ella indossa il berretto frigio, simbolo anch’esso di libertà, reggendo nella mano destra la bandiera repubblicana francese e a sinistra un fucile. Il movimento impetuoso e


1. Delacroix “La libertà che guida il popolo” - 2. Tiziano “Ritratto di Isabella d’Este” 3. Botero “La ballerina” - 4. Klimt “Danae” - 5. La Nike di Samotracia 6. La Venere di Willendorf - 7. Botticelli “La nascita di Venere”

di Zeus, qui simboleggiato dalla pioggia d’oro tra le gambe della fanciulla, che si era innamorato di lei e concepirono Perseo. La nobiltà di Danae, quintessenza dell’amore divino e della trascendenza, è qui sottolineata dal velo purpureo che la avvolge. La dilatazione dei personaggi di Botero, infine, che fa di loro figure irreali, è il passaggio necessario per far comprendere l’emergenza del colore nelle opere dell’artista colombiano. La distanza fra i suoi personaggi ed il pittorescultore fanno scomparire la profondità psicologica e morale di essi. Gli occhi guardano

la posa esortatrice ben rimandano al concetto della libertà che ha il compito di muovere il popolo, che per essa combatte e muore. Nella “Danae” di Klimt vediamo, poi, una fanciulla dai lunghi capelli, esempio di individuo ripiegato su sé stesso. In questo quadro vediamo tutto il Simbolismo, di cui Klimt è stato il maggio esponente. Il mito vuole che Danae venne imprigionata dal padre Acrisio, re di Argo, in una torre di bronzo, dopo aver ricevuto una predizione dall’oracolo di Delfi: egli sarebbe stato ucciso dal suo stesso nipote. Una volta sequestrata Danae, ella ricevette la visita

nel vuoto, osservano senza indagare. Il colore è il vero monarca dei dipinti di Botero, ed è per questo che le ombreggiature rappresentano un’assenza, perché esse inficerebbero l’idea del colore che Botero vuole trasmettere. “Bisogna descrivere qualcosa di molto locale – afferma l’artista colombiano – di molto circoscritto, qualcosa che si conosce benissimo, per poter essere compresi da tutti. Io mi sono convinto che devo essere parrocchiale, nel senso profondamente religioso legato alla mia realtà, per poter essere universale”. L’universalità è una delle prerogative della bellezza.

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Nel cuore della mente umana

Scade il 22 gennaio il termine per le iscrizioni alle scuole superiori

egognaga è un importantissimo Comune della Bassa Padana ed ha circa 7.200 abitanti. E’ un paese estremamente vivo, dove le iniziative culturali e non solo, si uniscono ad un’intensa ed attiva partecipazione alla vita comune e dove si possono trovare professionisti di altissimo livello. Il terremoto del 2012 che ha duramente colpito Pegognaga, non è tuttavia riuscito a metterla in ginocchio. Tra poco conosceremo il primo cittadino di Pegognaga, Dimitri Melli, che con grande umiltà ed amore dal 2009 serve il suo paese natale. Melli, che cosa significa governare dopo il terremoto del 2012? E’ certamente una enorme responsabilità. Tutta la situazione è ricaduta inevitabilmente sulle spalle dei sindaci. E’ stato dolorosamente necessario prendere coscienza della propria realtà. Come ha risposto l’Amministrazione comunale all’emergenza terremoto? Il Comune è stato da subito il punto di riferimento dei cittadini. Per un periodo è stato aperto anche 24 ore su 24 per

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AmministrAre con umiltà ed Amore é lA ricettA sette giorni a settimana. La mia giunta ed io volevamo assolutamente che in noi gli abitanti di Pegognaga trovassero un punto

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Per quello che riguarda le manifestazioni, come vengono gestite? Le sagre vengono gestite in maniera egregia dalla Pro Loco, che ha la completa e totale fiducia del Comune avendo sempre gestito con il massimo rigore e la massima attenzione tutte le attività. Altre manifestazioni vengono gestite dalle associazioni con il patrocinio, il benestare e l’aiuto dell’Assessorato alla Cultura e dal Comune. Quali sono gli eventi previsti per il 25 aprile? Quest’anno la festa della Liberazione sarà più speciale del

di appoggio per ogni problema e spero che così sia stato. Che cosa significa essere sindaco per Dimitri Melli?

solito, perchè si è deciso di fare un lavoro in rete con gli altri Comuni del territorio. Davanti al Municipio ci sarà sempre la manifestazione con la banda che suona, ma ci saranno delle sorprese in più. L’anno scorso abbiamo celebrato la Notte della Liberazione, una festa semplice e rurale per ricordare il periodo della Resistenza e i principi antifascisti di cui Pegognaga va molto fiera. Quest’anno invece sarà ristrutturata e valorizzata la cisterna dell’acqua che le staffette utilizzavano durante la Resistenza per scambiarsi messaggi. Questo sarà il monumento di Pe-

Io sono in carica dal 2009, quindi ho vissuto in pieno il dramma del terremoto. Quello che cerco di fare io come primo cittadino è di mettermi al servizio della comunità, di lavorare con umiltà ed amore affinché tutti stiano meglio. Lavorare per il proprio paese, per il paese in cui sei cresciuto, è un’esperienza che augurerei a tutti di fare, perchè significa lavorare per i propri affetti e mettersi al servizio della propria comunità. Quali sono i progetti per il futuro? Già da dopo il terremoto, svincolati dal patto di stabilità, abbiamo iniziato a ricostruire. Abbiamo investito un milione

di euro per effettuare interventi nelle scuole. Attualmente c’è ancora l’emergenza abitativa e gli effetti catastrofici del terremoto non sono ancora finiti. Il 2016 sarà un anno di progettazione, mentre il 2017 sarà l’anno del rifacimento delle opere murarie. Siamo riusciti a salvare il nostro teatro, il Teatro Anselmi, che era stato tramutato in una tenda, ma che ora necessita di ritornare agli antichi splendori. Nel 2016 abbiamo anche intenzione di riqualificare le strade del centro, e soprattutto di portare avanti tre progetti importantissimi. Ci parla un po’ di questi progetti?

I tre progetti fondamentali sono: la posa definitiva dell’acquedotto; la posa della fibra ottica che avrà anche la funzione di cambiare in toto il lavoro in Comune in senso smart; l’ultimo grande impegno è il progetto sulle piste Pego ciclabili che farà sì che Pegognaga abbia la rete ciclabile più grande d’Italia. Un’altra chicca? L’ultima chicca è questa. Abbiamo intenzione di rendere fruibile a tutti il nostro parco archeologico.

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gognaga alla Liberazione. Che cosa ci dice invece del patrimonio storico di Pegognaga? Ci occupiamo della tutela e della divulgazione di archivi storici importantissimi, concessi in utilizzo dai privati, primo fra tutti il fondo Sissa. Fondamentale è anche l’archivio Unione Donne Italiane, perchè le donne di Pegognaga sono sempre state molto attive. Pegognaga in generale dimostra da senso grande senso civico. E’ un’isola felice. Qual è l’importanza di tutti questi eventi in un periodo come questo? Stiamo vivendo un periodo molto duro. Nonostante la crisi, però, il Comune non ha mai diminuito i contributi alla Pro Loco e alle associazioni, perchè danno la possibilità alle persone di dimenticare i loro problemi per un giorno e per questo hanno un ruolo sociale importantissimo. (alb)

Il sindaco di Pegognaga, Dimitri Melli

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Nonostante le difficoltà del terremoto Pegognaga ce la fa

Quest’Anno un 25 APrile molto sPeciAle In questa intervista Guenda Remi, consigliere comunale dell’attuale Amministrazione, ci racconterà come sia organizzato il Comune e quale sia l’importanza dell’organizzazione di eventi culturali per la comunità di Pegognaga. Remi, come si è organizzato il Comune di Pegognaga per quello che riguarda i Consiglieri? A Pegognaga non solo gli assessori ma anche i consiglieri hanno una delega, che hanno la funzione di coadiuvare gli assessori. Io ho la delega per manifestazioni, celebrazioni, memoria e pace.

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Pegognaga

COPIA OMAGGIO

Pegognaga

QUESTA SETTIMANA DIAMO VOCE AI CITTADINI, ALLE ISTITUZIONI, ALLE ASSOCIAZIONI E AI COMMERCIANTI DI

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daniel Roldo Il meraviglioso mondo dei tatuaggi

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he li si ami oppure no, i tatuaggi fanno parte “del corpo” di quasi ognuno di noi e, anzi, è più facile trovare persone tatuate, piuttosto che persone dalla pelle “intonsa”. Con il tatuatore Daniel Roldo, proprietario dello studio “Meat and Patattoo’s” di Porto Mantovano, entreremo tra poco nel magnifico mondo dei tatuaggi. Daniel, come e quando hai deciso che di mestiere avresti fatto il tatuatore? “Il mondo dei tatuaggi mi è sempre piaciuto. Da adolescente mi sono iscritto al liceo artistico e mi piaceva disegnare. Inoltre avevo diversi amici che sapevano di questa mia passione e mi chiedevano di preparare i disegni per i loro tatuaggi. In seguito ho pensato di far diventare la mia passione un mestiere. Così, ho aperto il mio studio cinque anni fa”. Quanto è difficile diventare tatuatore? “Ci sono dei corsi obbligatori, che conferisco-

no delle abilitazioni. Fondamentale, però, è l’inclinazione personale, l’essere ‘portati’ e, in base a questo, ciascuno sviluppa il suo stile”. Quanto contano le mode in fatto di tattoo? “Credo sia un po’ come per l’abbigliamento: ci sono mode che tornano e mode che vanno. Io, personalmente, ho scelto lo stile ‘Old School’, rivisitazione dei vecchi soggetti in chiave moderna, il primo nato con l’utilizzo delle macchinette che si usano ancora oggi, che credo tornerà sempre, anche se continuamente nascono nuovi stili”. Fino a non molto tempo fa, chi portava i tatuaggi era stigmatizzato. Quanto è cambiata ora la società? “La percezione attuale del tatuaggio è molto diversa, anche perchè la clientela è molto cambiata: persone di ogni tipo oggigiorno portano i tatuaggi, anche maestre, avvocati ed infermieri. Di conseguenza, si è perso quel-

lo stigma sociale che una volta emarginava le persone tatuate. Anzi, mi viene da pensare che ormai sia difficile trovare chi non ha tatuaggi”. Quali sono i soggetti che vanno di più oggi? “Non c’è uno standard, le richieste sono molto variabili”. Perché, secondo te, ci si fa un tatuaggio? “Sicuramente per ricordare qualcosa, un momento particolare della vita, ma anche per un fattore estetico. Direi, più precisamente, che il tatuaggio è uno stile di vita: difficilmente se ne ha uno solo”. Quanto è importante personalizzare i tatuaggi? “E’ importantissimo e io aiuto i miei clienti in questo. Si parte da un’idea e si pensa insieme a come svilupparla. Raramente i disegni arrivano dal cliente già pronti e personalizzati a dovere”. 

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