REPORTER w w w . r e p o r t e r m a n t o v a . i t
Guida ai Comuni della Provincia di Mantova
Ê Ê Ê Ê Ê Ê Ê Mantova diÊ
BorghiÊ eÊ diÊ Sagre 2016
InformazIonI • eventI • storIa e tradIzIonI
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EDIZIONE 2016
REPORTER w w w . r e p o r t e r m a n t o v a . i t
“Mantova di Borghi e di Sagre” è l’inedita guida al territorio mantovano, con la sua storia, il suo straordinario patrimonio artistico e naturalistico, le sue tradizioni e i principali eventi IDEATO E CURATO DA
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Mantova di Borghi e di Sagre
LaÊ provincia diÊ Mantova
Ponti S/M
Castiglione D/S Solferino
Monzambano
Medole Cavriana
Castel Goffredo
Volta M.na
Guidizzolo
Casalmoro
Roverbella
Ceresara Casaloldo
Casalromano Canneto S/O
Asola
Goito
Piubega Gazoldo d/Ipp.
Mariana M.na Redondesco
Acquanegra S/C
Marmirolo Rodigo
P.to Mantovano
Castel d’Ario
S. Giorgio Bigarello Villimpenta Roncoferraro Ostiglia Curtatone Sustinente Serravalle Po Borgo Virgilio Bagno S. Vito Borgofranco s/Po Pieve di Coriano
Castellucchio
Marcaria Bozzolo S. Martino d/Argine Rivarolo Mantovano Gazzuolo Commessaggio Sabbioneta Viadana
Castelbelforte
Dosolo
Pomponesco
MANTOVA
Quingentole Carbonara di Po Revere Schivenoglia Magnacavallo Suzzara Villa Poma Pegognaga Quistello Sermide Felonica S. Giov. del Dosso Poggio Rusco S. Giacomo Gonzaga d/Segnate Moglia
Motteggiana
S. Benedetto Po
MANTOVA
Medio Mantovano Alto Mantovano
Oglio Po Oltrepò Mantovano
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La provincia di Mantova
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Mantova di Borghi e di Sagre
LaÊ provincia Ê Ê Ê diÊ Mantova
L
a provincia di Mantova è costituita da 70 comuni, ed è suddivisa in Alto Mantovano, Medio Mantovano, Oglio Po e Oltrepò Mantovano. Ricopre l’ultimo angolo della Lombardia ad oriente, e confina con il Veneto e con l’Emilia – Romagna, pur non assomigliando di fatto né all’una né all’altra. Di fatto, il mantovano “non assomiglia a nessuno”, né nell’accento, né nella mentalità. Forse a causa dell’isolamento geografico, il mantovano è un mondo a sé. L’Alto Mantovano si estende dalla pianura alle colline dell’anfiteatro morenico del Garda, ed offre un paesaggio vario e di grande bellezza. La fascia collinare con i suoi dolci declivi, i suoi vigneti e i percorsi a piedi, in bicicletta e a cavallo, propone un paesaggio dolce, rilassante, e di grande impatto. Tutta questa zona presenta anche significativi esempi di architettura, in particolare medioevale come castelli, mura e borghi fortificati, e religiosa. Il Medio Mantovano, dove si trova anche il Capoluogo - Mantova, è un’area pianeggiante, attraversata dal Mincio e chiusa a sud dal Po. Dal punto di vista paesaggistico sono interessanti soprattutto le valli del Mincio fra Rivalta e le Grazie, i laghi di Mantova, la Vallazza e la Garzaia di Valdaro, aree protette di grande rilevanza che rientrano nel Parco del Mincio, l’ente proposto alla salvaguardia oltre che delle sponde del fiume, anche delle zone circostanti, dal Garda al Po. Il territorio dell’Oglio Po si caratterizza per la ricchezza delle acque divenute zone protette dal Parco Oglio Sud, che pure è a cavallo fra le provincie di Mantova e Cremona. Troviamo così la Garzaia di Pomponesco e le torbiere di Marcaria, interessanti sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico. L’agricoltura e l’agroalimentare sono elementi importanti dell’economia della zona.
Paesaggio della campagna mantovana
La provincia di Mantova
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L’Oltrepò mantovano è la zona della provincia in destra Po – in latino Padus - fino all’Emilia. L’influenza emiliana si sente soprattutto nel dialetto, o meglio nei dialetti. Il territorio, estremamente fertile e caratterizzato da produzioni agricole, lega la sua storia e la sua economia al grande fiume, che spesso ha fatto sentire la sua forza con ricorrenti inondazioni, ma l’arginatura dell’alveo fluviale ha reso più sicure queste terre. L’agricoltura ricca e specializzata produce meloni, zucche, pere, angurie, cipolle ed è fiancheggiata dall’allevamento suinicolo e bovino. Natura I profili dolcissimi di colline piene di storia, pianure verdissime, un’idrografia ricca di fiumi e canali. Una natura che abbonda di bellezze. La scoperta naturalistica del territorio comprende, necessariamente, una visita nell’isola Boschina, frutto del deposito sabbioso sul corso inferiore del Po. La vegetazione, grazie ad un’opera di rimboschimento iniziata negli anni Ottanta, è ora in splendida forma, e vanta boschi di querce e pioppi bianchi e neri, un popolo di arbusti fitto di sambuchi, gelsi e biancospini, e poi il fascino di rampicanti come edere e caprifogli. Passeggiando in questo mondo di fiori e foglie incontreremo ricci, volpi e lepri, e saremo colpiti senza dubbio dal verso squillante del picchio verde e dal tamburellare sui tronchi del picchio rosso. Dulcis in fundo, una segnalazione particolare per il “Parco naturale del Mincio”, vero concentrato di natura, cultura e arte. Il suo patrimonio storico – costituito da castelli e fortificazioni medievali, dai territori di caccia e palazzi dei duchi mantovani, dai capolavori di idraulica realizzati dal Pitentino o da Governolo, e poi dalle testimonianze etrusche del Forcello e da quelle preistoriche di Castellaro Lagusello – lo rende un vero e proprio museo a cielo aperto.
Camera dei Giganti, Palazzo Te
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Mantova di Borghi e di Sagre
ArteÊ eÊ cultura.
Il territorio mantovano è denso di cultura, tanto che non ci sono dubbi: nulla ha da invidiare alla Toscana. Si pensi, ad esempio, agli affreschi di Palazzo Te. La bellezza, il simbolo, la Storia colpiscono e sono lì incastonati nel tempo. Disseminato
delle indelebili tracce lasciate dal suo passato denso di storia, popolato da personaggi emblematici, il territorio mantovano è un punto di riferimento – ma anche di partenza – per colti e studiosi. Monumenti ed edifici ci raccontano e ci narrano le vicende dei protagonisti di una Storia densa di significati, come ad esempio i Martiri di Belfiore: a ricordarli ci pensa un monumento, che sorge sul lago Superiore, con la frase: “Qui cadendo rovesciarono il carnefice”. Il Ponte della Gloria di Goito, invece, omaggia la memoria dei bersaglieri. Le diverse chiese romaniche, ancora, sono un lascito di Matilde di Canossa, un personaggio unico nel suo genere, una Iron Lady ante litteram, e una femminista del Medio Evo. Grande donna ed attrice politica centrale, convinta sostenitrice del Papa e degna avversaria di Enrico IV, subito dopo morta venne custodita nel monastero cluniacense di San Benedetto – e non potrebbe essere altrimenti, in considerazione della sua passione per le zone rurali del mantovano: Santa Maria di Felonica e, appunto, San Benedetto Polirone. Visitando queste terre, inoltre, ci imbatteremo anche nelle sinagoghe e nei cimiteri ebraici: documenti che testimoniano l’importantissima presenza ebraica a partire dal XIII secolo. Una presenza consistente: Mantova accolse, infatti, anche gli ebrei espulsi da altri Paesi e vide crescere, fino all’avvento dei napoleonici, le dimensioni del ghetto. Infine, non si può parlare della storia della città di mantova senza parlare dei Gonzaga. La loro fu una parabola incredibile, che li vide iniziare come affittuari terrieri ed arrivare a prendere pieno possesso del mantovano, intessendo una raffinata rete di alleanze strategiche con l’Imperatore e col Papa, con Venezia e con Ferrara. Sotto i Gonzaga Mantova divenne splendida, meta di artisti come Donatello, Rubens, Pisanello, Mantegna, Leon Battista Alberti. Quella dei Gonzaga fu la dinastia più longeva di Italia.
Enogastronomia.
Mantova, terra di cultura culinaria. Prodotti locali e specialità gastronomiche come i tortelli di zucca, il risotto “alla pilota”, gli “agnolini”, il luccio in salsa: questi i pilastri di una cucina dalle antiche tradizioni, ora raffinata nelle sue realizzazioni ma allo stesso tempo popolare, capace di sfruttare tutto ciò che la natura offre: dalle erbe da campo alla cipolla alle pere. Qui dal maiale, allevato sin dai tempi degli Etruschi si ottengono salami, salamelle, pesto per il risotto e cotechini veramente speciali. Di esso “non si butta via niente”. Protagonisti, a seguire, sono la zucca - base per la preparazione dei famosi tortelli - e due importanti formaggi: Grana Padano, prodotto sulla riva sinistra del Po, e Parmigiano Reggiano, nell’Oltrepò Mantovano. Mantova vanta, inoltre, una produzione vinicola di alta qualità lungo i trecento chilometri della “Strada dei vini e sapori mantovani”: merlot, pinot, cabernet sauvignon, lambrusco… Mentre l’associazione “Strada del riso e dei risotti mantovani” si impegna con feste e sagre nella promozione del versatile riso “vialone nano”, la “Strada del tartufo mantovano” ha come cuore gastronomico e culturale il tartufo bianco.
La provincia di Mantova
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Mantova di Borghi e di Sagre
PercorsiÊ ciclabili.
Nel territorio mantovano è presente una fitta rete di itinerari ciclabili. Chilometri di percorsi interamente pianeggianti e lontani dal traffico, su strade campestri, viabilità secondaria e piste ciclabili. La rete offre ampie possibilità di escursioni in bicicletta, dagli itinerari ad anello di pochi chilometri a grandi tour di più giorni. Un’esperienza unica, che presta enorme attenzione alla salute. Il paesaggio collinare mantovano si presta in maniera eccellente ai desideri dei cicloamatori: escursioni tra le campagne, piccoli tour culturali in sella alla bici, tragitti combinati magari col treno alla ricerca di borghi lontani, sono alcune delle opportunità che gli amanti delle pedalate fuori porta possono trovare in questo territorio. Da sottolineare che Mantova e tutto il suo territorio provinciale, compreso l’Oltrepò Mantovano, rientrano all’interno della rete europea degli assi ciclabili Eurovelo. Due dei 12 assi principali attraversano questo territorio: EV7 – Europa Centrale, che va da Capo Nord fino a Malta, e EV8 – Mediterraneo, che da Cadiz giunge fino ad Atene. Ben quattro delle nove ciclovie Eurovelo che attraversano la provincia di Mantova si trovano nell’Oltrepò Mantovano: i percorsi sono prevalentemente su argini, strade secondarie o comunque a bassa intensità di traffico. Mantova, sud della Lombardia, si incunea fra Emilia e Veneto: provincia di confine, dunque. Non sempre i collegamenti sono stati facili, ma ora con la realizzazione dell’Autostrada A22, Brennero Modena, e con il potenziamento dell’aeroporto Catullo di Villafranca di Verona, arrivare a Mantova non è più un problema. E così, comodamente, si possono raggiungere questa città e questo territorio che sicuramente non deluderanno il visitatore.
LEÊ DE.CO.
Un’immagine della fitta rete delle piste ciclabili sparse nel territorio mantovano
Il territorio italiano, si sa, è interamente caratterizzato da specialità e leccornie incredibili, che vale la pena assaggiare. Le antiche tradizioni popolari, intimamente e strettamente legate al territorio, producevano i cosiddetti “piatti tradizionali” che, di fatto, formano la nostra identità culinaria e non solo. Naturalmente, ciò che si mangiava un tempo era un’elaborazione di ciò che la terra offriva: la campagna, il mare, la montagna. E così abbiamo l’olio bruciante del Salento, le preparazioni con le arance di Sicilia, gli arrosticini abruzzesi, le sarde in saor della Serenissima, e così via. Anche Mantova ha – come tutti sanno – le sue specialità, le sue bontà, e i piatti che la caratterizzano e la identificano. Alcune produzioni agroalimentari hanno una caratterizzazione tale per cui sono state riconosciute come De.Co., ossia è stata loro attribuita la Denominazione Comunale di Origine. Che cosa significa questo? Le De.Co. Sono produzioni tradizionali agroalimentari che presentino caratteristiche originali e che si distinguano per tipicità, tali che diventino di interesse pubblico. Cultura e territorio così, s’intersecano nella promozione di questi prodotti. Da questo punto di vista, il territorio mantovano è fortunato e si distingue perchè presenta numerose De.Co. Di seguito presentiamo i Comuni di riferimento e le relative De.Co.:
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PARCHEGGIO
MAZZINI MANTOVA CENTRO
MUSEO TAZIO NUVOLARI
PARCHEGGIO MAZZINI MANTOVA Via Giuseppe Mazzini 7 - Mantova (MN) Tel. 0376 321607 www.interparkingitalia.com
CASTEL gOFFREdO • Torta del buonumore: l’ingrediente principe è l’erba amara CERESARA • Torta Dolceresa: Ceresara, come dice il nome stesso, è la patria delle ciliegie. Questo dolce è caratterizzato dalle ciligie, per l’appunto, e dalla mandorle. • Tortello di ciliegia della Possenta: dal gusto particolare, questo raviolo si prepara con composta di ciliegie, ricotta, mostarda e vincotto.
• Torta di tagliatelle: si prepara con tagliatelle vere e proprie, unite a burro, e mandorle • Tortelli di zucca con sugo alla salamella: sono la variante più golosa dei tortelli... non certo di magro!
MARMIROLO • Luccio in salsa: piatto tipico di Pozzolo, molto amato da chi non mangia carne
vILLAPOMA • Tortelli di zucca al burro e salvia con crostini di Parmigiano Reggiano: sono proprio i crostini che conferiscono la De.Co. • Pastine alle mandorle: sfoglie ricoperte da una meringa, mandorle e zucchero
• Salame familiare artigianale: è preparato con maiale di razza romagnola, lardo e carni magre
• Salame: stagionato per almeno 8 mesi, con impasto di budello gentile
QUISTELLO • Vincotto: è una riduzione del mosto ottenuto dall’uva Lambrusco Grappello Ruberti, coltivata nel Comune stesso
CAvRIANA • Torta di San Biagio: mandorle, amaretti, cioccolato fondente. Una torta non lievitata e piena di gusto
• Zucca “Cappello del prete”: è la Curcubita Maxima, si raccoglie dopo il 20 agosto e non deve pesare meno di 800 gr.
vOLTA MANTOvANA • Capunsei: gnocchi di pane, burro, brodo e Grana Padano compongono questa meraviglia gastronomica.
SAN BENEdETTO PO • Ragù di anatra muta: carote, sedano, cipolla, vino bianco, olio, burro e carne di anatra muta concorrono a formare questo magnifico condimento
coperto da un canovaccio, senza però mai farlo scuocere.
CASTEL d’ARIO • Risotto alla Pilota: il suo nome deriva dagli addetto alla pilatura del riso, i pilotti. La cottura è lenta e si lascia riposare il riso La provincia di Mantova
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Mantova di Borghi e di Sagre
di seguito presenteremo una carrellata di ricette che abbiano come base alcune delle de.Co. di cui abbiamo parlato poco fa. Abbiamo selezionato per voi una de.Co per ogni Comune.
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TORTAÊ DELÊ BUONUMORE
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Dolce tipico di Castel Goffredo, la Torta del Buonumore ha acquisito recentemente la Denominazione Comunale di Origine. La preparazione è caratterizzata dall’erba amara e l’impasto è reso estremamente soffice dalla presenza della fecola mescolata alla farina. Potrete facilmente preparala a casa vostra. Di seguito diamo la ricetta. ingredienti 180 g di burro ammorbidito 200g di 6g lievito 65g erba Amara zucchero 150g farina 4 tuorli d’uovo 1 uovo intero 50g fecola
ProCediMento Lavare l’erba amara ed eliminare la parte centrale più dura. Montare le uova con lo zucchero finchè non diventano di colore giallo limone. Aggiungere il burro e l’erba amara finemente tritata. Aggiungere la farina, la fecola ed il lievito, dopo averli setacciati. Infornare per circa 40 minuti. La provincia di Mantova
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TORTAÊ DOLCERESA
ingredienti 75 g cioccolato fondente 55 % a pezzetti 3 tuorli 3 albumi 65 g burro 20 g zucchero a velo 1 g sale Vaniglia in polvere 90 g zucchero semolato 65 g farina 00 150 g confettura di ciliegie Burro e farina per lo stampo
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Nata dal legame unico e indissolubile di Ceresara con le sue ciliegie, da cui prende il nome, nasce la torta Doolceresa, che è caratterizzata dalla confettura di ciliegie e dal cioccolato. E’ dunque simile alla viennese Sacher Torte, ma al posto della marmellata di albicocca abbiamo la confettura di ciliegie, fiore all’occhiello di Ceresara.
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ProCediMento Raccogliere il cioccolato fondente in una ciotola; quindi farlo fondere a bagnomaria. In una terrina, montare con una frusta il burro con lo zucchero a velo, il sale e la vaniglia. Quando il composto é ben amalgamato, unire un po’ alla volta i tuorli leggermente sbattuti, mescolare e aggiungere il cioccolato fuso. A parte, in una ciotola ampia, montare a neve con una frusta gli albumi insieme allo zucchero e unirli delicatamente all’impasto, infine aggiungere la farina. Mescolare con cura fino ad ottenere un impasto omogeneo. Versare il tutto in uno stampo imburrato e infarinato del diametro di circa 20 cm e riporre nel forno preriscaldato a 175° C per circa 35-40 minuti. Sfornare la torta e lasciarla raffreddare; quindi toglierla dallo stampo, capovolgendola delicatamente. Tagliarla a metà in senso orizzontale con un coltello sottile a sega in modo da ottenere 2 dischi. Con una spatola stendere uno strato di confettura di ciliegie sul primo disco e chiudere la torta con il secondo disco. Spalmare la confettura sui bordi e tutta la superficie della torta. Per la glassatura Versare la panna in una casseruola e metterla a scaldare sul fuoco. Portarla ad ebollizione, poi aggiungere il cioccolato fondente. Mescolare accuratamente con un cucchiaio di legno, finché il cioccolato non si sarà completamento sciolto e ben amalgamato con la panna. Ricoprire il dolce con la ganache. Mettere in frigorifero per 20 minuti finché la glassa non si sarà solidificata. Scrivere con un cornetto “DOLCERESA” nel centro della torta.
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ZUCCAÊ Ò CAPPELLO DELÊ PRETEÓ
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Prodotto tipico di Quistello, questa zucca è stata ribattezzata “Cappello del prete” per la sua forma irregolare, più stretta alla base e più larga in alto. E’ una zucca gustosissima, perfetta per fare i tortelli, nonché le lasagne o altre preparazioni. Il suo nome scientifico è Cucurbita maxima, ed è una pianta erbacea annuale della famiglia delle Cucurbitaceae. È una coltura da pieno campo. La semina si effettua tra aprile e maggio. I lavori che si effettuano durante la coltivazione sono la sarchiatura, la cimatura e l’ irrigazione estiva. La raccolta viene effettuata in autunno e le zucche si conservano a lungo durante l’inverno. Di seguito proponiamo la ricetta delle lasagne alla zucca e gorgonzola, che potrete preparare acquistando una zucca “Cappello del Prete”.
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ingerdienti 1 zucca “Cappello del Prete” 1 confezione di lasagne ruvide 1 l di besciamella 250 g di gorgonzola Olio qb
ProCediMento Tagliate la zucca e cuocetela in forno. Una volta cotta, spolpatela e preparate la besciamella. Potete acquistarla già pronta o prepararla in casa con 100g di burro, 100g di farina e 1l di latte. Fate sciogliere il burro, aggiungete la farina senza fare grumi ed infine il latte. Portate ad ebollizione e fate cuocere per 20 minuti, finchè perda il sapore di farina. Quando la besciamella è ancora calda aggiungete la zucca ridotta in poltiglia, ed infine il gorgonzola che si scioglierà subito. Prendete la pasta delle lasagne e formate degli strati con la crema così ottenuta. Infornate e fate cuocere per circa 35 minuti.
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Vini Mantovani Il Consorzio Vini Mantovani si occupa della valorizzazione dei Vini Mantovani e della tutela delle denominazioni locali, stimolando il miglioramento qualitativo del prodotto. La varietà geologica ed orografica della Provincia di Mantova, da origine ad una interessante varietà nella produzione vinicola mantovana. Dalle Colline Moreniche alla pianura dell’Oltrepò Oltrepò Mantovano, Mantovano la varietà dei Vini Mantovani racconta la storia d’eccellenza delle 6 denominazioni DOP e IGP: Garda Colli Mantovani Dop, Lambrusco Mantovano Dop (nelle sottodenominazioni: Viadanese Sabbionetano ed Oltrepò Mantovano), Alto Mincio Igp, Provincia di Mantova Igp, Sabbioneta Igp, Quistello Igp. Con oltre 140.000 ettolitri di produzione vinicola annua, Mantova è la terza provincia di produzione in Lombardia, grazie ad un clima favorevole, alla conformazione del terreno ed a metodologie di lavorazione avanzate che hanno permesso di raggiungere risultati lusinghieri all’interno del panorama produttivo italiano.
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TORTA DIÊ TAGLIATELLE
ingredienti PER LA PASTA: 250 g Farina 90 g Zucchero 140 g Burro 1 Uovo 1 Limone 1 pizzico Sale
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Tipica di San Benedetto Po, la Torta diTagliatelle è il ricordo dei più piccini, perché è il dolce delle vecchie zie e delle nonne. Si prepara con le tagliatelle vere e proprie, tagliate fini e con burro, zucchero e mandorle.
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PER LE TAGLIATELLE: 100 g Farina 1 Uovo PER IL RIPIENO: 300 g Mandorle a filetti 300 g Zucchero 1 bicchierino Anice o Sassolino q.b. Burro q.b. Zucchero a velo
PrePArAZione Impastate velocemente la farina con lo zucchero, l’uovo, il burro, il sale e la buccia grattugiata del limone, fatene una palla e mettetela in frigorifero per 30 minuti. Impastate la farina e l’uovo, tirate una sfoglia sottile e ricavatene delle tagliatelline. Mescolate le mandorle con lo zucchero. Stendete la pasta in uno stampo imburrato e infarinato, fate uno strato di tagliatelline, poi uno strato di zucchero e mandorle. Proseguite realizzando un’ulteriore strato di tagliatelline e terminate con mandorle e zucchero, distribuite sulla superficie qualche fiocchetto di burro. Cuocete in forno a 170° per circa 30 minuti. Sfornate la torta, versatevi subito il liquore, spolverizzate di zucchero a velo lasciate raffreddare e servite. La provincia di Mantova
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Farmacia Montanini di Montanini Dott. Paolo (Ex Farmacia Popolare)
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Mantova di Borghi e di Sagre
TORTELLIÊ DIÊ ZUCCAÊ DIÊ VILLAPOMA ingredienti 400g di farina bianca 4 uova - 1,5 kg di zucca - 150 gr di mostarda mantovana - 130 gr di amaretti 150 gr di formaggio grattugiato - La buccia di un limone grattugiato - 15 gr di burro noce moscata sale e pepe
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Famosi in tutto il mondo, non necessitano nemmeno di una presentazione. Diamo subito la ricetta.
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PrePArAZione Preparate la pasta all’uovo mescolando in una terrina la farina bianca e le uova, e se necessario aggiungere un filo di acqua tiepida all’impasto per ammorbidirlo: fatelo quindi riposare un’ora nel frigo. Intanto procedete a preparare il ripieno: pulite lazucca togliendo la buccia e i semi, tagliatela a cubi e, dopo averli ricoperti con la carta stagnola, fateli cuocere al forno a 180 gradi per circa 1 ora. Frullate la zucca con il mixer e mettetela in una ciotola in cui aggiungerete la mostarda tritata finemente, gli amaretti polverizzati, il formaggio grattugiato, la buccia del limone, la noce moscata grattugiata e il sale. Mescolate bene il ripieno e lasciatelo riposare per almeno 30 minuti nel frigo. Procedete quindi a stendere la pasta e posizionate il ripieno con un cucchiaino a distanze regolari: ripiegate la sfoglia per ricoprire il ripieno e tagliate con la rotella i ravioli. Assicuratevi che siano ben chiusi e fateli quindi cuocere in acqua bollente: scolarli appena salgono a galla e conditeli con il burrofuso e una spolverata di formaggio grattugiato!
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TORTAÊ DIÊ SANÊ BIAGIO
ingredienti Pasta frolla 500 gr di farina bianca 150 gr di strutto (o burro) 150 gr di zucchero 100 ml di vino bianco 1 bustina di vanillina Farcitura 400 gr di mandorle pelate
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La torta di San Biagio è il dolce tipico di Cavriana, piccolo comune in provincia di Mantova, dove da più di 450 anni il 3 febbraio si festeggia San Biagio, patrono del paese. In suo onore viene cucinata questa torta composta da una pasta frolla senza uova, a base di strutto e vino bianco, e farcita con mandorle e cioccolato.
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150 gr di zucchero 100 gr di cioccolato fondente 2 uova 1 cucchiaio di rum scorza di limone grattugiata Altro uovo per spennellare zucchero a velo
PrePArAZione Preparate la pasta frolla amalgamando su una spianatoia la farina, lo strutto e lo zucchero, e aggiungendo poco alla volta il vino bianco. Lavorate fino ad ottenere un impasto omogeneo, avvolgetelo nella pellicola e lasciate riposare per 30 minuti. In un recipiente unite le mandorle tritate, il cioccolato tritato, lo zucchero, le uova, la scorza di limone grattugiata ed il rum, e amalgamate per bene il tutto. Ora stendete 2/3 della pasta frolla e ricoprire con essa il fondo della tortiera, facendo in modo di avere almeno 1 cm di bordo. Farcite la pasta distribuendo uniformemente il ripieno. Successivamente stendete la pasta frolla rimanente e con una rotella ottenete delle striscioline da adagiare sulla torta, cercando di ottenere un disegno “a rombi”. Infine spennellate la superficie con l’uovo sbattuto. La provincia di Mantova
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CAPUNSEI
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Tipici della zona delle Colline Moreniche, non sono “sentiti” dai mantovani doc come un loro prodotto, ma hanno quel sentore dell’Alto Mantovano. Sono un prodotto della cucina povera perché di fatto sono gnocchi di pane grattugiato, mescolato al brodo. Si possono condire con il burro fuso, con il pomodoro e alcuni li mangiano anche conditi con il ragù di carne. Di seguito ne diamo la ricetta.
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ingredienti 4 etti di pane grattugiato 1 uovo intero sbattuto con sale e pepe formaggio grana grattugiato molto abbondantemente 1 spicchio d’aglio 30 grammi di burro sciolto brodo quanto basta Preparazione
PrePArAZione Disporre il pane grattugiato mescolato al sale e pepe sulla spianatoia facendo una specie di montagnola con un buco al centro nel quale verrà versato un cucchiaio di burro sciolto in precedenza. A parte fare bollire il brodo (anche vegetale) e versarlo adagio sul pane fino a quando lo stesso non viene assorbito in modo da risultare un impasto omogeneo e lavorabile con le mani. Stendere l’impasto sulla spianatoia e quando è freddo aggiungere l’uovo, il formaggio e l’aglio tritato finemente. Con le mani fare dei rotolini e tagliare in piccoli gnocchetti, come quelli di patate. Lavorare i rotolini per dare loro una forma allungata. Versare i capunsei in brodo o acqua bollente e scolateli non appena vengono a galla.
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Sereno Soggiorno “Teresa Fardella de Blasi” Casa albergo per anziani
Mantova
La Casa Albergo per anziani “Sereno Soggiorno”
è una struttura predisposta ad accogliere persone autosufficienti e parzialmente autosufficienti ma bisognose di ricevere assistenza allo svolgimento delle attività di tutti i giorni. La permanenza degli ospiti nella struttura può svolgersi in lunghi o brevi periodi, per soggiorni estivi e non solo, per convalescenze. La struttura accoglie fino a 40 posti letto in camere singole tutte dotate di bagno personale.
CASA ALBERGO SERENO SOGGIORNO V. Dugoni, 10 - Mantova Tel. 0376 229751
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Mantova di Borghi e di Sagre
RISOTTOÊ ALLAÊ PILOTA
ingredienti PER 8/10 PORZIONI -Kg 1 di Riso Vialone Nano Italiano (come previsto dalla normativa di produzione) -Kg 1 di Pistume -L 1,1 / 1,2 di acqua -g 80 di burro -g 80/100 di formaggio Grana Padano grattugiato -Sale grosso da cucina q.b.
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Sebbene sia originario di Castel D’Ario, non prende il nome da Tazio Nuvolari, celebre pilota di automobili che ivi nacque, bensì dai pilotti che erano, appunto, gli addetti alla pilatura del riso. E’ il piatto più amato in tutte le sagre di paese ed è un vero fiore all’occhiello della cucina mantovana.
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PrePArAZione in un paiolo preferibilmente di rame stagnato o alluminio portare a forte ebollizione l’acqua e aggiungere il sale. Quando l’acqua bolle aggiungere il riso e tenerlo a fiamma medio-vivace, mescolando ogni tanto sul fondo per non farlo attaccare, per 4/5 minuti circa fino al completo assorbimento dell’acqua, successivamente spostare il paiolo su un fornello più piccolo al minimo della fiamma per 15/20 minuti coprendo il recipiente con un coperchio, e con l’avvertenza di mettere un canovaccio tra il paiolo ed il coperchio facendo attenzione che non venga aperto prima del tempo sopraindicato. Trascorso il tempo scoprire il paiolo e dopo aver “girato” il riso con la stecca o con un cucchiaio di legno, ricoprire e far “riposare” ancora per una decina di minuti ancora. Nel frattempo si fa cuocere il pistume sminuzzato nel burro a fuoco abbastanza vivace finché sarà imbrunito (senza rosolarlo troppo, altrimenti perde tutta la sua fragranza). A cottura ultimata condire il riso mescolandolo al pistume aggiungendo poco alla volta il grana grattugiato. Il Riso alla Pilota è pronto per essere servito, buon appetito!
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guida mantova di borghi e sagre 2016 142x216 feb16 ok.pdf 1 11/12/2015 10:31:00
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Mantova di Borghi e di Sagre
LUCCIOÊ INÊ SALSA
ingredienti .5 bicchieri aceto bianco 1 bicchieri vino bianco 1 cucchiaino pepe in grani 4 cucchiai cappero sotto sale 1 foglia alloro 400 gr farina di mais bianca 1.5 kg luccio 1 cipolla 1 uova 1 cipollina 1 sedano coste (gambo) 5 ginepro bacche 1 peperoni sott’aceto 1 carota 5 acciughe o alici sotto sale 2 chiodi di garofano q.b. zucchero q.b. olio di oliva extravergine q.b. pepe q.b. aceto rosso q.b. sale q.b. prezzemolo 2 spicchio aglio
1,5 kg di luccio 400 g di farina di mais un peperone sottaceto 4 cucchiai di capperi sotto sale uno spicchio d’aglio una cipollina o un cipollotto un ciuffo di prezzemolo 5 acciughe sotto sale, un uovo sodo un pizzico di zucchero aceto olio extravergine di oliva sale, pepe
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Originario di Pozzolo, è un piatto di pesce di fiume. Molto amato da chi non mangia carne, è un piatto leggero e gustoso. Di seguito ne diamo la ricetta.
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5 bacche di ginepro un cucchiaino di pepe in grani uno spicchio d’aglio mezzo bicchiere di aceto di vino bianco un bicchiere di vino bianco sale
Per il court bouillon (brodo vegetale, per cuocere il pesce): una costola di sedano una carota una cipolla 2 chiodi di garofano qualche gambo di prezzemolo una foglia di alloro
PrePArAZione Preparate prima di tutto il court bouillon: pulite il sedano e la carota e tagliateli a pezzi. Spellate la cipolla e infilzatevi i chiodi di garofano. Mettete in un’ampia casseruola le verdure preparate con i gambi di prezzemolo, la foglia di alloro, le bacche di ginepro, il pepe in grani, lo spicchio d’aglio, l’aceto e il vino. Salate e portate a ebollizione. Lasciate cuocere a fuoco medio per circa mezz’ora con il coperchio. Pulite il luccio: togliete le branchie, praticate un taglio sul ventre, eliminate le interiora e lavatelo accuratamente dentro e fuori. Immergetelo quindi nel court bouillon bollente. Lasciatelo cuocere a fuoco basso per circa 15 minuti, sgocciolatelo delicatamente e sfilettatelo, eliminando le lische, la pelle e la testa. Disponete la polpa in un piatto da portata. Se volete, potete filtrare il brodo di cottura e utilizzarlo per la cottura di un risotto o di una zuppa di pesce d’acqua dolce. Preparate la salsa: sciacquate i capperi sotto un get-
to di acqua fredda corrente, per dissalarli. Metteteli a bagno in abbondante aceto, sgocciolateli e strizzateli. Sciacquate anche le acciughe sotto acqua fredda corrente, per dissalarle e, contemporaneamente, sfilettatele. Mettete quindi i filetti ottenuti a bagno in acqua e aceto. Tagliate a cubettini il peperone e tritate l’aglio, la cipollina o il cipollotto, una manciata di prezzemolo, l’uovo sodo, i capperi e le acciughe. Riunite in una ciotola tutti gli ingredienti preparati e conditeli con lo zucchero, poco aceto, sale, pepe e abbondante olio. Versate la salsa sul pesce e fatelo marinare per 12 ore. Per la polenta, fate bollire in una casseruola 1,5 l di acqua, salatela e versate a pioggia la farina di mais, mescolando. Proseguite la cottura, continuando a mescolare, per circa 45 minuti. Versate la polenta in una pirofila unta di olio, fatela raffreddare, sformatela, tagliatela a fette e cuocetele alla brace o al forno. Servite il luccio in salsa con la polenta calda.
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ComeÊ arrivare
IN AEREO N.B.: il calcolo delle distanze si riferiscono al capoluogo. • Aeroporto “Catullo” di Verona Villafranca (Km. 20) - www.aeroportoverona.it • Aeroporto “Gabriele D’Annunzio” di Montichiari (Km. 60) - http://www.aeroportobrescia.it/ • Aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma (Km. 60) - www.aeroportoparma.it • Aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna (Km. 100) - www.bologna-airport.it • Aeroporto “Orio al Serio” di Bergamo (Km. 100) - www.sacbo.it • Aeroporto “Marco Polo” di Venezia (Km 180) - www.veniceairport.it IN TRENO www.trenitalia.com Linee principali: Milano - Cremona – Mantova, Mantova - Suzzara – Ferrara, Mantova - Monselice – Padova, Verona Mantova – Modena, Mantova- Suzzara-Parma.
IN AUTO Autostrada A22 Brennero – Modena: uscite di Mantova Nord, Mantova Sud, Pegognaga. Autostrada A4 Milano – Venezia: uscite di Desenzano, Sirmione, Peschiera e Verona Sud. Autostrada del Sole A1: uscite di Parma Est e Reggio Emilia. IN PULLMAN Fitta rete di collegamenti interni e con le province limitrofe.
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…dalla terra del riso…
un chicco di tradizione… Riso Nuvola S.n.c.
Via Puccini, 1 - Castel d’Ario (MN) • Tel. 366 6326379 - Fax 0376 660980 info@risonuvola.com • www.risonuvola.com 34
Mantova di Borghi e di Sagre
UFFICI INFORMAZIONI TURISTICHE
IAT MANTOvA Call Center - Ufficio Informazioni Turistiche Piazza Mantegna, 6 - 46100 Mantova Tel. 0376 432432 - fax 0376 432433 Sms 329 0189367 e.mail: info@turismo.mantova.it Orario di apertura: Tutti i giorni. Da aprile a settembre 9.00 - 18.00; da ottobre a marzo 9.00 - 17.00 IAT SAN BENEdETTO PO Piazza Matilde di Canossa, 7 - 46027 S. Benedetto Po Tel. 0376 623036 - fax 0376 614061 iat@oltrepomantova.it Orario di apertura: Martedì e giovedì 9.00 - 12.30; 14.30 - 17.30; mercoledì e venerdì 8.00 -13.00; sabato e domenica 9.30 - 12.30; 14.30 - 17.30. Lunedì chiuso.
IAT SABBIONETA Piazza d’Armi, 1 - 46018 Sabbioneta Tel. 0375 52039 - fax 0375 222119 info@sabbioneta.org Orario di apertura: Da aprile a ottobre: da martedì a venerdì 9.30 13.00 e 14.30 - 18.00; sabato e festivi 9.30 - 13.00 e 14.00 - 18.30. Da novembre a marzo: da martedì a venerdì 9.30 13.00 e 14.30 - 17.30; sabato e festivi 9.30 - 13.00 e 14.00 - 18.00. Lunedì chiuso. IAT CASTIgLIONE dELLE STIvIERE Via Perati, 13 - 46043 Castiglione delle Stiviere Tel e fax 0376 944061 info@iataltomantovano.it Orario di apertura: Da Martedi a Venerdi dalle ore 8.30 alle ore 12.30 e dalle ore 14.30 alle ore 17.30; Sabato dalle ore 8.30 alle ore 12.30. Domenica dalle ore 10.00 alle ore 13.00. Lunedi chiuso.
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Mantova di Borghi e di Sagre
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Comune Via Roma, 39 ................... 0376 3381 Servizio sanitario urgenza ed emergenza ........118 Ospedale Carlo Poma Viale Albertoni, 1 ............ 0376 2011 Questura ..................................113 Piazza Sordello, 46.......... 0376 2051 Polizia Stradale Piazza Virgiliana, 27......0376 330611 Carabinieri .............................. 112 Via Chiassi, 29.................. 0376 4651 vigili del Fuoco ...................... 115 Viale Risorgimento, 16... 0376 22771 Polizia Ferroviaria Piazza Don Leoni ........ 0376 369006 Polizia Municipale Centrale operativa ........ 800505454 (attiva dalle 7.20 alle 00.50) V.le Fiume, 8/a ............ 0376 323181
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antova è la perla del Mincio, con i suoi oltre 48.000 abitanti ed è il capoluogo dell’omonima provincia lombarda. E’ compresa tra i comuni di Porto Mantovano, San Giorgio di Mantova, Roncoferraro, Bagnolo San Vito, Borgo Virgilio e Curtatone. Chi arriva a Mantova resta colpito dal suo skyline, un profilo dal fascino immutato nel tempo, dall’atmosfera unica e accogliente che si respira. Una città che toglie il fiato quando la si ammira dalle sponde dei laghi. Da qui appare come sospesa sull’acqua, protagonista di un paesaggio quasi surreale, fatto di storia, di arte, di natura. C’è chi ha addirittura pensato che si trattasse della scenografia di un film. Un vero rapimento per gli occhi, che nulla ha da invidiare – dal punto di vista delle bellezze artistiche – alle più conosciute città italiane come Firenze o Bologna. Mantova non è fatta per il turismo “mordi e fuggi”. Le piazze, i vicoli, i ciottoli invitano il visitatore ad ammirare lentamente ogni monumento e ogni palazzo storico di questa città dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO insieme alla vicina Sabbioneta, soprannominata “la piccola Atene”. A Mantova, storia, arte, cultura si intrecciano inesorabilmente, mentre tutt’intorno un ambiente di inestimabile valore naturalistico la fa da padrone. Mantova, città natale del sommo poeta Virgilio,
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Mantova di Borghi e di Sagre
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vanta oltre duemila anni di storia. Di origine etrusca, Mantova ebbe un primo importante sviluppo in epoca comunale, ma furono i Gonzaga, a partire dal XIV secolo, a dare un forte impulso culturale e artistico alla città, delineandone l’attuale struttura urbanistica e architettonica. Durante i quattro secoli di regno, i signori di Mantova ospitarono a corte i più illustri artisti del tempo quali Leon Battista Alberti, Pisanello, Andrea Mantegna, Giulio Romano, Rubens e altri, le cui opere contraddistinguono ancora oggi la città in tutto il suo splendore. Ne sono testimonianza alcuni dei più emblematici esempi architettonici e artistici del Rinascimento tra cui il complesso museale di Palazzo Ducale, con il Castello di San Giorgio, all’interno del quale si trova la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna; la villa suburbana di Palazzo Te, capolavoro assoluto di Giulio Romano, con ambienti straordinari come la Sala dei Giganti e la Sala di Amore e Psiche e, tra le chiese, la Basilica di Sant’Andrea, progettata da Leon Battista Alberti e la Basilica Palatina di Santa Barbara. La città ha visto un grande sviluppo culturale anche nei secoli successivi, in particolare du-
Corso Vittorio Emanuele, 62 46100 Mantova Tel. 0376 325425 Pasticceria Bignè d’Oro
Dal 1955 la pasticceria della tradizione Mantovana. Produzione artigianale con caffetteria. Oltre alla pasticceria classica, proponiamo anche torte moderne e torte da cerimonia Mantova
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rante il Settecento: ne sono testimonianza il Teatro Scientifico del Bibiena, la Biblioteca Comunale Teresiana e Palazzo d’Arco. Mantova è una città dove la storia e l’arte antica dialogano costantemente con la modernità dei linguaggi creativi e delle proposte culturali, che consentono al visitatore di essere protagonista di un’esperienza culturale unica. STORIA I primi abitanti di Mantova furono gli Etruschi, ai quali seguirono i Celti. I romani provvidero alla loro cacciata iniziando opere di fortificazione. Durante questo periodo ebbe i natali il poeta Virgilio (70 a.C.19 a.C.). Alla fine dell’impero romano, nel 475 circa, la città venne conquistata da Odoacre e poi da Teodorico, re dei Goti. Nell’anno 1000 iniziò su Mantova il dominio dei Canossa: Tedaldo di Canossa prima e la contessa Matilde ampliarono le loro proprietà e provvidero alla edificazione di chiese e conventi. Dopo la morte di Matilde nel 1115, seguirono frequenti scontri con le popolazioni confinanti veronesi, cremonesi e reggiani. Ezzelino da Romano nel 1246 conquistò la città col suo esercito ma dopo due mesi di battaglie venne sconfitto e cominciò per Mantova un’epoca di benessere. In questo periodo venne eretto il Pa-
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Mantova di Borghi e di Sagre
lazzo del podestà e il Ponte dei Mulini e la città venne dotata di possenti mura. Nel 1276 iniziò l’ascesa di una delle famiglie più potenti del tempo, i Bonacolsi, che costruirono importanti palazzi merlati. Il 16 agosto 1328 venne ferito a morte l’ultimo dei Bonacolsi, Rinaldo detto “Passerino” ad opera di Luigi Gonzaga, spalleggiato dalla famiglia Della Scala di Verona, che ambiva ad impossessarsi della città. Iniziava così la plurisecolare dominazione della famiglia Gonzaga, che regnò su Mantova fino al 1707. Fu il periodo più importante di Mantova che divenne una delle città più in vista e uno dei massimi centri d’arte in Europa. Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano e Luca Fancelli lasciarono un’impronta indelebile nell’architettura della città. Mantova subì una guerra di successione e un saccheggio a opera dei lanzichenecchi, che nel 1630 diffusero la peste. Iniziò il lento declino di Mantova, accompagnato dal tramonto della signoria dei Gonzaga che, nel 1707, lasciò la città in mano agli austriaci. Seguì la dominazione francese e nuovamente austriaca nel 1815, quando Mantova divenne caposaldo del Quadrilatero, assieme a Peschiera, Verona e Legnago. Nel 1852 avvenne
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l’eccidio dei Martiri di Belfiore, che anticipò l’unità nazionale. Nel 1866 Mantova entrò a far parte dello Stato Italiano. UN vIAggIO TRA LA NATURA Immersa nella Riserva Naturale Valli del Mincio, la città incanta per i tre laghi che la circondano e offre percorsi a piedi, in bicicletta, in barca o in motonave alla scoperta degli ambienti naturalistici, della flora e della fauna tipica di queste zone lacustri. Sul Lago Superiore, nel periodo estivo, è possibile assistere alla straordinaria fioritura dei fior di loto che creano ineguagliabili contrasti di luci e colori. Attorno alla città si snoda una pista ciclabile che consente piacevoli escursioni all’interno del parco periurbano, da cui partire verso le località di Grazie, Peschiera del Garda e Sabbioneta. ENOgASTRONOMIA d’ECCELLENZA La cucina risente profondamente della contaminazione tra la tradizione della corte dei Gonzaga e quella popolare, tanto da essere definita “cucina di principi e di popolo”. Raffinata nelle sue realizzazioni, ma allo stesso tempo capace di sfruttare tutto ciò che la terra e l’acqua offrono, la cucina mantovana propone molti piatti tipici come i tortelli di zucca, il risotto alla pilota, il cappone alla Stefani, il luccio in salsa, lo stracotto d’asino e, tra i dolci, la torta Sbrisolona e l’Elvezia. Tutti piatti che vanno rigorosamente accompagnati dai vini bianchi e rossi del territorio, come i vini dei colli morenici e il lambrusco. L’enogastronomia mantovana vale sicu-
“Carnevale” - Febbraio “Mantova Capitale delle cultura 2016” Marzo - Evento di apertura. “Minciomarcia” - 1 giugno. 43° Edizione. Marcia non competitiva per le vie di Mantova
fiere ed eventi
“Raduno Nazionale Fiat 500 storiche” 7 giugno
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“1000 km virgiliana” 25 – 28 giugno. Manifestazione motoristica organizzata dal Vespa Club Mantova “Mantova Medioevale” Agosto. Rievocazione storica “Festivaletteratura, 20^ edizione” 9 – 13 settembre. Incontri letterari, spettacoli teatrali, appuntamenti musicali e culturali
Mantova di Borghi e di Sagre
Un evento deurante il Festivaletteratura
ramente un viaggio a Mantova per la sua straordinaria eccellenza. EvENTI TUTTO L’ANNO Da quasi vent’anni si tiene a Mantova il Festivaletteratura, uno degli appuntamenti culturali più attesi dagli amanti della lettura. Molti altri sono gli eventi che si svolgono in città durante tutto l’anno: dal Mantova Jazz Festival, a Segni d’Infanzia, festival del teatro dedicato ai bambini, da Mantova & Friends, festival delle città gemellate, all’importante stagione musicale dell’Orchestra da Camera di Mantova, a Mantova Creativa, Mantova Danza e MantovaFilmFest. E ancora mostre d’arte, rievocazioni storiche, conferenze, spettacoli, eventi di strada, manifestazioni sportive, trekking urbano, sono soltanto alcuni dei motivi per visitare la città in ogni periodo dell’anno.
“Mantova Bike Festival” 25 – 27 settembre. Evento sportivo per diffondere la cultura della bicicletta “Maratonina ciclabili” 27 settembre. Mezza Maratona omologata Fidal, organizzata da Quisport “gran Premio Nuvolari” Settembre. Gara di regolarità per auto storiche “Fiera del Riso vialone Nano” - Ottobre “Segni d’Infanzia” Novembre. Festival internazionale d’arte e teatro per l’infanzia “150° Mantova Italiana” Novembre e dicembre. Festa del Risorgimento e mostra di arte Rinascimentale
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opo la grande delusione dei mantovani per l’assegnazione a Matera del titolo di Capitale europea per il 2019, la grande riscossa: sarà Mantova la capitale italiana della cultura 2016. Lo ha annunciato Marco Cammelli, il presidente della Giuria di Selezione, consegnando la busta con il nome della premiata al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. Le altre nove grandi deluse sono state: Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Pistoia, Spoleto, Taranto e Terni. Oltre all’agognatissimo titolo di capitale, alla vincitrice è stato assegnato un milione di euro per realizzare il progetto presentato e – cosa forse più importante - l’esclusione delle risorse investite dal vincolo del patto di stabilità. La carica di Mantova come capitale della cultura rimarrà in vigore per tutto l’anno. La scelta è stata dettata la commissione presieduta da Cammelli. «Dato che la capitale europea della cultura spetta ad ogni Paese membro dell’Unione Europea ogni quattordici anni - ha spiegato Franceschini - abbiamo immaginato di introdurre nel nostro ordinamento una capitale italiana della cultura seguendo il percorso previsto per la capitale europea. Ogni anno ci sarà, quindi, la capitale italiana della cultura, questo è il primo anno in cui ne abbiamo una sola dato che l’anno scorso ne abbiamo avute quattro perché non ci sarebbero stati i tempi per organizzare la gara». L’iniziativa «Capitale italiana della cultura» ha la funzione di sostenere, incoraggiare e valorizzare la autonoma capacità progettuale e attuativa delle città italiane nel campo della cultura, affinché venga recepito in maniera sempre più diffusa il valore della cultura. Non solo per la fonda-
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mentale importanza della bellezza nella vita di ogni essere umano, ma anche per la coesione sociale, l’integrazione senza conflitti, la conservazione delle identità, la creatività, l’innovazione, la crescita ed ultimo ma non ultimo lo sviluppo economico e il benessere individuale e collettivo. La bellezza è ciò che veramente fa la differenza nella qualità della vita delle persone. E’ indefinibile, così come la felicità, ma quando la viviamo siamo senza dubbio in grado di riconoscerla. Mantova è il luogo d’elezione della bellezza, e non si tratta di puro e semplice campanilismo: basta guardarsi intorno. “Mantova merita questo titolo”, è stato il commento a caldo di Marco Carra, deputato mantovano del Pd, non appena Mantova è stata eletta capitale della cultura 2016. Al momento dell’annuncio, è scattato un lungo applauso e il sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, che ha preso la parola, ha promesso che l’amministrazione comunale farà del proprio meglio per dimostrare di aver meritato il riconoscimento: “Siamo felicissimi, è una bella notizia, un risultato nel quale la città sperava, frutto del lavoro intenso fatto dalle istituzioni territoriali” ha detto il primo cittadino. Ecco gli obiettivi del conferimento del titolo “Capitale italiana della Cultura”: • stimolare una cultura della progettazione integrata e della pianificazione strategica; • sollecitare le città e i territori a considerare lo sviluppo culturale quale paradigma del proprio progresso economico e di una maggiore coesione sociale; • valorizzare i beni culturali e paesaggistici; • migliorare i servizi rivolti ai turisti;
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• sviluppare le Industrie culturali e creative; • favorire processi di rigenerazione e riqualificazione urbana. Il titolo è stato istituito dalla legge Art Bonus. Franceschini aveva spiegato che “le candidature si erano dimostrate un’esperienza formidabile per le sei città e molto importanti per il Paese, perché il meccanismo di competizione e di selezione aveva spinto a una cosa di cui c’è grande bisogno in Italia, cioè una programmazione complessiva. Le città - aveva sottolineato - hanno ragionato su un progetto a lungo termine in un insieme di eventi di restauro, recupero, proposte progettuali, che dimostrano che esattamente questa è la strada virtuosa da percorrere”. Il sindaco Palazzi, del Pd ed eletto da pochissimi mesi, dopo aver salvato Palazzo Ducale il giorno dopo l’elezione, ha prontamente commentato la vittoria. “No, non me lo aspettavo, ma ero consapevole del ruolo e della bellezza di Mantova. Non è solo un milione di euro che ci arriverà - ha aggiunto – ma è anche e soprattutto è il riconoscimento a una città piccola, ma con una vocazione internazionale e un patrimonio straordinario. Stiamo cercando di aprirla al mondo, molto di più, investendo sul recupero del patrimonio, sulla rigenerazione urbana, sulla fiducia di una città che ha voglia di esserci e di contare molto di più nel paese e in Europa”. Il progetto che Mantova presentato, ha spiegato il primo cittadino, “punta su una riorganizzazione complessiva del territorio coinvolgendo quattordici comuni e tutte le loro realtà economiche. Ci siamo già portati avanti con un investimento di 3 milioni di euro del Comune per il 2016 – ha proseguito Mattia Palazzi - in un piano che comprende anche Palazzo Ducale, Torre della Gabbia, Palazzo Te, il patrimonio gastronomico, la cultura, e il Festivaletteratura”. Il ministro Franceschini ha sottolineato che “questo è l’inizio di un percorso virtuoso, che ha messo in moto le capacità di progettazione complessiva, coinvolto il territorio e che rafforza l’Italia come museo diffuso. Mantova è una bellissima città, con una grande tradizione. Lo erano anche le altre e di anno in anno il riconoscimento diventerà sempre più importante e ambito, perché crescerà di certo il numero delle concorrenti”. A fare la differenza Il motore della riscossa per Mantova è stata forse l’esperienza già vissuta nella corsa al titolo di Capitale europea della cultura 2019, se, come ha detto il presidente della Giuria selezionatrice, Marco Cam-
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melli, “per il 2016 abbiamo valutato la prossimità della scadenza, chi aveva cioè meno strada da fare per arrivare all’obiettivo, essendo il nuovo anno alle porte. Il resto delle motivazioni, saranno disponibili solo a valutazione conclusa anche per il 2017”. Ma ecco qual è il fulcro del progetto: il concetto che la cultura possa creare impresa e reddito. I punti fondamentali di questa tipologia di progetto sono i seguenti. • Recupero del patrimonio culturale Per quanto riguarda il recupero del patrimonio culturale, l’idea portante è quella di potenziare l’offerta culturale attraverso la messa in rete dei musei cittadini, a partire da Palazzo Te e Palazzo Ducale, per farne un museo urbano diffuso accessibile attraverso le nuove tecnologie digitali. • Rigenerazione urbana Sul fronte della rigenerazione urbana, si punta alla riqualificazione del centro storico attraverso un massiccio intervento sull’arredo urbano che veda la partecipazione anche dei privati. Enogastronomia Infine, per quanto riguarda l’enogastronomia si punta a sostenere i cosiddetti hub creativi delle imprese fondati da giovani legate al cibo. È previsto anche un evento che proietterà Mantova al 2017 insieme alle citta’ di Bergamo, Brescia e Cremona, quando sarà capitale europea dell’enogastronomia. • L’apertura dell’anno di Mantova capitale della cultura sarà a marzo con un evento importante che ruoterà intorno ad una grande mostra di arte contemporanea. • In settembre verrà celebrata la ventesima edizione del Festivaletteratura con una grande manifestazione che non potrà deludere. • Il 2016 sarà anche il 150° anniversario di Mantova italiana: tra novembre e dicembre verranno allestite iniziative che ricorderanno lo spirito risorgimentale della città nei giorni in cui si celebra il sacrificio del Martiri di Belfiore. La manifestazione di chiusura sarà una mostra sull’arte rinascimentale. “Adesso ci aspetta uno sforzo collettivo - dice Palazzi - da subito coinvolgerò tutte le istituzioni culturali per varare un plannig di tutti gli eventi in programma che ricollochera’ la nostra citta’ in una posizione di grande evidenza sia a livello nazionale che europeo”. La notizia di Mantova capitale della cultura ha fatto presto il giro della citta’ generando grande soddisfazione negli ambienti culturali e istituzionali.
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le feste popolari si sposano felicemente da sempre. uello delle sagre, delle fiere e più in generale Avrete già capito, leggendo queste poche righe, delle feste paesane è diventato un fenomeno che siamo di parte. Sì, e lo diciamo con fierezza: impossibile da ignorare per gli operatori della ristosiamo dalla parte della tradizione, della storicità, di razione. Negli ultimi anni, accanto agli appuntamenquelle sagre che sanno fondersi col territorio, proti storicamente consolidati e con una forte tradiziomuovendone le ricchezze enone legata al territorio, abbiamo gastronomiche e valorizzando assistito ad una crescita espoi luoghi che le ospitano. Feste nenziale di eventi in tutti gli SI’ ALLE SAGRE, PURCHE’ che diventano l’occasione per angoli della provincia e in ogni VERA ESPRESSIONE celebrare le peculiarità della periodo dell’anno: non solo in DI STORIA E TRADIZIONE nostra splendida provincia e estate o nei mesi dal clima più per far rivivere anche i centri mite che naturalmente invoDEL TERRITORIO più piccoli o meno noti. gliano all’aggregazione all’aria Di esempi felici ne abbiaaperta, ma anche in pieno inmo moltissimi: basti pensare verno, al riparo di grandi tendoall’Antichissima Fiera delle Grazie, che ogni anno ni sotto i quali si producono caos, code e un gran porta migliaia di visitatori nel piccolo borgo mariano vociare. Tutt’altra musica, a nostro avviso, rispetto in riva al lago. E lo fa coinvolgendo l’intero paese, a tavoli apparecchiati nel cuore di un paese, tra riinclusi ristoratori e commercianti, in un riuscito constoranti, bar e negozi aperti tutto l’anno e che con Mantova
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nubio fra gusto, storia, cultura e tradizione. Ma ci sono anche altri esempi, come la Fiera di San Biagio a Cavriana, la Fiera del Tirot di Felonica, la Fiera della Possenta di Ceresara: tutti casi in cui la festa ripropone una tradizione antica ed è occasione di vera socialità, oltre che di celebrazione non solo di un prodotto tipico locale ma anche del patrimonio storico e culturale di un paese. E l’elenco è senz’altro lungo, come avrete modo di scoprire attraverso questa pubblicazione. Purtroppo però nel giro degli ultimi anni si è verificato un proliferare di altri eventi, sagre e fiere che nulla hanno in comune con questi appuntamenti consolidati: parliamo purtroppo di manifestazioni cresciute in maniera disordinata, che si rincorrono in maniera confusa e che nulla hanno a che vedere con la tradizione agroalimentare e gastronomica dei nostri territori. Sagre che, nella nostra provincia dove la cucina è storia e cultura, risultano presenze non armoniose, per non dire “aliene”, e di sicuro poco qualificanti. Un caos in cui Regione Lombardia ha deciso di mettere ordine attraverso norme più stringenti in materia di somministrazione di alimenti e bevande, accogliendo così le osservazioni che Confcommercio e Fipe Lombardia hanno a più riprese evidenziato negli ultimi anni. Il progetto di legge regionale, che attualmente sta ancora seguendo l’iter di approvazione, prevede importanti novità, come il calendario regionale delle sagre e delle fiere, e soprattutto l’obbligo in capo ai Comuni di istituire un regolamento delle manifestazioni locali, nell’ottica di una equilibrata calendarizzazione e di una maggiore qualità delle proposte, con preferenza per le sagre effettivamente connotate da storicità e tipicità. In evidenza anche aspetti fondamentali a tutela del consumatore, come il rispetto delle norme di sicurezza e igienico-sanitarie, e quello dei requisiti morali: un malcostume purtroppo diffuso, infatti, è quello di associare le manifestazioni a finalità di natura solidaristica che in molti casi, però, sono tutte da dimostrare. E a discapito, naturalmente, non solo dei ristoratori che subiscono la concorrenza delle sagre improvvisate solo per fare cassa, ma anche delle onlus che realmente organizzano feste ed appuntamenti per la raccolta di fondi e per finanziare le proprie attività sociali e di volontariato a favore della collettività. Queste misure saranno più che mai preziose soprattutto per la nostra provincia, che più di ogni altra in Lombardia è interessata da tale fenomeno: delle 1.245 sagre e fiere censite nel 2014 da Union-
camere in tutta la regione, ben 140 si svolgono nel Mantovano. Anche se le manifestazioni in cui si somministrano alimenti e bevande sappiamo essere molte di più. Per noi è fondamentale, oltre ad un’adeguata calendarizzazione, anche l’applicazione di controlli per verificare il rispetto delle normative di sicurezza e sanitarie e la possibilità per i Comuni di porre limiti e divieti in caso di problemi per l’ordine pubblico legati alla somministrazione di alcolici, oppure di scarsa sostenibilità per l’ambiente, i residenti o la viabilità. Tutte misure a tutela dei consumatori e della collettività. Ma auspichiamo anche una maggior attenzione sul piano della legalità, per combattere fenomeni di evasione fiscale, abusivismo, impiego irregolare di manodopera. Siamo convinti che solo riportando tutte le sagre e le fiere in una cornice fatta di regole e di un’accorta programmazione, si potrà trasformare queste manifestazioni in uno strumento positivo a favore della valorizzazione e della crescita del territorio. Noi ristoratori e titolari di pubblici esercizi siamo pronti a dare il nostro contributo, possibilmente venendo coinvolti direttamente nella progettazione e nella gestione di questi appuntamenti. In Spagna accade regolarmente: ci piacerebbe immaginare un percorso simile anche per la nostra bella provincia, ricca di gusto e di tradizioni.
giampietro Ferri Presidente di FIPE – Confcommercio Mantova Mantova
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B
agnolo conta più di 5800 abitanti ed è situata nei pressi del Parco naturale del fiume Mincio, nella zona centrale della provincia. Confina con i comuni di Roncoferraro, Sustinente, San Benedetto Po, Borgoforte, Virgilio e Mantova. storiA Il nome di Bagnolo deriva dal latino “Balneum” (acquitrino) data l’origine paludosa dei terreni di sua pertinenza. Le origini del paese sono molto antiche e risalgono all’occupazione da parte di popolazioni di stirpe etrusca verso il 500 a.C. e dei Galli Cenomani attorno al 153 a.C. Testimonianze importanti dell’insediamento etrusco sono i ritrovamenti archeologici in località Forcello di San Biagio, attualmente conservati presso l’antiquarium comunale, esclusivamente per lo studio e la catalogazione da parte degli studiosi. Per il periodo medioevale il documento storico più significativo ancora visibile è conservato presso l’archivio storico diocesano di Mantova. Anticamente l’abitato era localizzato su un dosso a circa 18 m sul livello del mare, circondato in gran parte dall’acqua del Mincio. La popolazione in quel periodo si dedicava prevalentemente all’agricoltura, all’artigianato, alla caccia, alla pesca e all’allevamento di ovini e suini. Nell’XI secolo il territorio fu conquistato dal casato dei Canossa, e in quel periodo i monaci benedettini iniziarono la bonifica delle paludi. Nel secolo successivo la zona passò alla Curia vescovile ed in seguito ai Bonacolsi
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e ai Gonzaga, seguendo così le vicende della corte di Mantova. Dal XVIII secolo il dominio austriaco si alternò per ben tre volte a quello napoleonico. Finalmente nel 1866 il comune rientrò nei territori sottoposti al processo di unificazione d’Italia. Data da ricordare resta il 10 ottobre 1868 per la spaventosa inondazione del Po e dei suoi affluenti, che costrinse molti bagnolesi a trasferirsi nel vicino comune di Roncoferraro. Il 23 aprile 1945 la 10° divisione da montagna americana effettuò il 1° attraversamento del Po a Correggio Micheli in territorio bagnolese. Al 1946 risale il 1° consiglio comunale dell’Italia repubblicana. Luoghi di interesse I monumenti che costituiscono memoria del passato sono in gran parte rappresentati dall’architettura sacra. Fra le chiese parrocchiali si trova quella dedicata a San Vito, in stile romanico, rimaneggiata nel ‘700; vi si aggiunge la parrocchiale di San Biagio, edificata per la prima volta nel XIV ma nel XVIII secolo ricostruita completamente in un luogo diverso; al Quattrocento risale la chiesa di San Nicolò Po, voluta dai benedettini di Mantova. Tra gli edifici dell’architettura civile emergono Villa Riva Berni, Villa Zaita e Villa Marani (sita in località Campione). In un’antica corte agricola poco lontana dal sito archeologico trova spazio il Museo della Civiltà contadina, una ricca raccolta etnografica che, attraverso un progetto didattico strutturato per le diverse età
ficativi delle attività artigianali attestate al Forcello. La visita al parco Archeologico del Forcello prevede una parte introduttiva nella quale i visitatori potranno avvicinarsi, con l’ausilio di pannelli didattici, alla storia dell’Etruria padana e dell’abitato del Forcello in particolare. All’interno degli atelier si potrà quindi osservare una ricostruzione del telaio e all’esterno del forno per la cottura dei vasi, entrambi realizzati sulla base delle testimonianze archeologiche e anch’essi corredati da pannelli didattici.
“Caotic Age” Giugno. Festival musicale nella frazione di San Biagio. “Sagra a San Nicolò Po” - Giugno. “Festa Avis Bagnolo San vito” - Luglio. “Sagra a San giacomo Po” - Luglio. “Sagra a Correggio Micheli” - Agosto. “Festa Avis San Biagio” Ultima settimana di agosto o prima di settembre. “Sagra dell’Angelo” Prima settimana di settembre, dal sabato al martedì, a Bagnolo San Vito. “Presepe vivente, Notte di Luce” 25, 26, 29 dicembre 2015 – 6, 6 e 12 gennaio 2016. A San Biagio. “Festa vegana” Settembre - San Giacomo Po
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dei giovani visitatori, completa il quadro di conoscenza delle testimonianze storiche dell’uomo che ha abitato il territorio dall’antichità. Il Parco Archeologico del Forcello di Bagnolo San Vito, pochi km a sud est di Mantova, sorge intorno ai resti di un importante abitato etrusco di VI-IV sec a. C.. Gli scavi archeologici condotti nel sito dal 1981 ad oggi, con la direzione scientifica del prof. de Marinis dell’Università degli Studi di Milano, hanno portato alla luce, anno dopo anno, una piccola porzione di questo abitato, ma con una lunga sequenza stratigrafica, articolata in otto fasi insediative principali. Il progetto del Parco Archeologico, nasce dall’esigenza di salvaguardare almeno una porzione dell’abitato dagli insistenti e distruttivi lavori agricoli e al fine di valorizzazare e divulgare i risultati scientifici conseguiti con gli scavi. Le scoperte effettuate nell’abitato etrusco del Forcello, la cui ricchezza ed importanza sono già da lungo tempo note in ambito scientifico, hanno finalmente un efficace strumento per essere messe al servizio della divulgazione e della didattica. Il primo lotto di lavori, conclusosi nel settembre 2004, ha interessato la costruzione di strutture di accesso all’area, una sala multimediale, una sala laboratorio per i ricercatori e alcune postazioni coperte per i futuri centri di animazione e atelier di archeologia sperimentale. Il secondo lotto di lavori, che si conclude con l’inaugurazione del 29-30 settembre 2006, ha previsto l’allestimento degli atelier con pannelli didattici, l’attivazione della sala multimediale con apparecchiature idonee e la ricostruzione di un forno per la cottura della ceramica e di un telaio, esempli-
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Bigarello
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ncastonata tra i fiumi Mincio e Tartaro, con poco più di 2100 abitanti, Bigarello sorge nella parte centro-orientale della provincia, a confine con quella veneta di Verona, tra Sorgà (VR), Castel d’Ario, Roncoferraro, San Giorgio di Mantova e Castelbelforte.
in occasione del primo intervento di Napoleone in Italia. Terminata la conquista francese, tornò a far parte dei possedimenti austriaci del Lombardo-Veneto. Della storia contemporanea si ricorda, infine, il rovinoso bombardamento del 1945 che causò, fra l’altro, la distruzione dell’archivio municipale.
LA STORIA Sembra che Bigarello abbia preso il nome da “Biga” mezzo di trasporto trainato da cavalli in uso nell’antica Roma. Infatti, scavi effettuati nel territorio di Bigarello in questi ultimi anni, in particolare nella zona “Castellazzo”, hanno messo a nude abitazioni lacustri, utensili domestici in pietra e amuleti di bronzo dell’epoca Romana, ma veniamo ad un passato meno remoto. Quel che è certo è che sin dall’alto Medioevo esisteva sul posto una pieve e che già nel 200 era in atto una discreta espansione economica e demografica, tanto che sorse un nuovo nucleo abitato accanto alla struttura più antica. La sua posizione in territorio di confine la rese oggetto delle mire di varie signorie, fra le quali quella dei Canossa e l’altra degli Scaligeri di Verona. In seguito divenne possedimento del casato mantovano dei Gonzaga e, nei primi del ‘700, l’intero territorio fu assorbito nell’Impero austriaco, come sottoposto al ducato di Milano. La dipendenza dall’Impero austriaco durò fin verso la fine del XVIII secolo, quando la zona venne invasa dall’esercito francese,
LUOgHI dI INTERESSE A Stradella, la frazione più vicina alla Città, sorge la Chiesa della Natività della Beata Vergine che risale al 1400. Le pareti interne hanno spazi affrescati d’attribuzione pure quattrocentesca, in particolare una Madonna d’artista ignoto, ma certo di buonissima mano. Ci sono pure tre tele, due del settecento di Felice Campi, e una bella Natività policroma della Madonna. Vi è inoltre una “Pietà” in terracotta, attribuibile al 400, questa è la scultura che è portata in processione ogni anno durante la tradizionale e antica sagra. Proseguendo sulla strada per Roncoferraro, girando a sinistra prima dell’abitato di Cadè, in via del Galeotto troviamo l’omonima “Pila dal Galliot” edificio risalente alla metà del 1600 autorizzato, in quel tempo, ad usare l’acqua per far funzionare i macchinari dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria e che ad acqua ha funzionato fino agli anni 60 ed è una fra le ultime rimaste nella zona del vialone nano. Avanzando sulla stessa strada si arriva a Bazza, la frazione più “nascosta”, dove troviamo l’imponente costruzione detta “Il Palazzo”, un
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“Festa dell’Epifania” 6 gennaio, nell’area parcheggio di via Castelbelforte. Buriel, vin brulè e cotechino. Organizzata dal Comune di Bigarello, Proloco la Ghianda, polisportiva e Gruppo parrocchiale “Festa di Sant’Antonio Abate” 17 gennaio, Località Bazza. Festa con benedizione degli animali. Con supporto di Proloco e Comune di Bigarello “Biciclettata” 17 maggio. Or organizzata dall’amministrazione Comunale tra le strade più panoramiche del comune, con visita a corti, canali e aziende e risottata finale alla polisportiva “Tornei sportivi” Dal 25 maggio a fine giugno. Tornei di bocce, calcio e volley nei campi di Stradella e Gazzo con premiazione finale alla festa dello sport di Gazzo “Carrozze&Cavalli” Il 24 maggio. Nel parco di Carpaneta un importante evento equestre denominato, con partecipazione di carrozze trainate da cavalli, di cavalieri e di arcieri in concomitanza con una mostra di cani organizzata dal locale ambito territoriale della caccia
1705. A Bigarello esiste la chiesa dei S.S. Giovanni e Paolo costruita nel 1741, il campanile invece è stato eretto nel 1929. “Sagra dla Stradela e di Arlecchino” luglio, frazione di Stradella “Festa dello Sport” 18, 19 e 20 luglio a Gazzo “Sagra a Bigarello” - 25 luglio “Sagra di Sant’Anna” 26 luglio, a Gazzo. Organizzata dalla Polisportiva Bigarellese “Stelle cadenti nella notte di San Lorenzo in foresta” 9 agosto. In stretto collegamento con la struttura locale di Ersaf ed i collaboratori di altre associazioni che operano su territorio “Sagra della madonna di Carpaneta” 5 e 6 settembre. Organizzata dal Gruppo parrocchiale “vendemmia delle uve del campo sperimentale della Carpaneta” Prima domenica di ottobre. Nell’ambito delle attività previste annualmente con l’Ecomuseo del nostro territorio, un evento dedicato a bambini e famiglie. Dell’evento i visitatori potranno assaggiare coppette di sugolo e biscotti
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omune di 14439 abitanti, è stato istituito il 4 febbraio 2014 in seguito alla fusione dei comuni di Borgoforte e Virgilio. Gli abitanti dei due enti, chiamati a esprimersi con referendum popolare consultivo il 1º dicembre 2013, hanno approvato a maggioranza la fusione proposta dai due Consigli comunali. storiA Con referendum popolare consultivo tenutosi in data 1º dicembre 2013 è stata accolta la proposta di fusione tra il Comune di Borgoforte e il Comune di Virgilio. Con la stessa consultazione referendaria i cittadini dei due comuni hanno scelto la nuova denominazione: Borgo Virgilio. Dato l’esito favorevole del referendum, con la legge di Regione Lom-
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Sede comunale di Cerese Piazza Aldo Moro-Virgilio ....................................... 0376 28301 Sede comunale di Borgoforte Via Parmense, 33......... 0376 641411 Polizia Municipale ..................................... 0376 283059
bardia n. 9 del 30 gennaio 2014 è stato istituito, a far data dal 4 febbraio 2014, il Comune di Borgo Virgilio. Per quanto riguarda Virgilio Il toponimo originale era Quattroville; fu cambiato nell’attuale con un Regio Decreto del 1833, per omaggiare il grande poeta Publio Virgilio Marone che, secondo la storia, sarebbe nato ad Andes, attuale Pietole. La disputa virgiliana che, nel corso dei secoli, ha coinvolto la zona, ha fatto sì che grandi personaggi, come Napoleone Bonaparte, ne rimanessero affascinati; tant’è che, alla fine del XVIII secolo, l’imperatore francese esentò gli abitanti di Pietole dal pagamento delle tasse e si impegnò a risarcire tutti i danni procurati dalle operazioni militari. I francesi, però, nonostante il prestigio di Pietole, durante l’assedio della fortezza di Mantova, abbatterono
nel paese e nel borgo di San Giovanni tutto ciò che ostacolasse il tiro delle artiglierie. Sul monte Virgilio abbandonarono il forte che, dopo esser stato sfruttato anche dagli austriaci, è oggi deposito dell’Esercito Italiano. Questa costruzione, durante la prima guerra mondiale, esplose causando danni alle strutture e numerose vittime. Quando, nel 1884, fu inaugurato il monumento al grande poeta latino, Giosuè Carducci, con un indimenticabile discorso, ne cantò le lodi. Borgoforte. Il toponimo ne ricorda il ruolo di ‘borgo fortificato’ che ebbe sin dalle origini, risalenti ai primi anni del ‘200. In quel periodo, infatti, per volere dei mantovani (con funzione difensiva contro le incursioni di ferraresi, modenesi e reggiani), venne edificata lungo il fiume Po una fortezza, attorno alla quale si sarebbe sviluppato l’abitato. La sua storia è indissolubilmente legata a quella della vicina Mantova. Assediata senza successo dai Visconti nella prima metà del XIV secolo, dopo circa venti anni la rocca fu al centro delle lotte tra gli stessi e gli Estensi, che si scontrarono in una battaglia navale (svoltasi nel Po): alla vittoria dei Visconti seguì il loro predominio sul luogo. Gli inizi del XVIII secolo (durante la guerra di successione spagnola) la videro conquistata (per conto degli au-
striaci) ad opera di Eugenio di Savoia. Pochi anni dopo il fortilizio fu distrutto per essere in seguito ricostruito e fortificato dagli austriaci. Nel corso della terza guerra di indipendenza, fu infine conquistata dal generale Cialdini. LUOGHI DI INTERESSE Virgilio. Il patrimonio storico-artistico annovera, tra le testimonianze di maggior rilievo: il palazzo dei Gonzaga, detto “La Virgiliana” e risalente al XIV secolo; la corte Valestra, in località Cappelletta, con parti del XVI secolo; la corte Vetriata, del XIX secolo. Dell’architettura sacra, degne di nota sono: la chiesa parrocchiale del XIX secolo, dedicata a San Celestino papa; la parrocchiale situata in località Cerese, dedicata alla Beata Vergine, in stile neoclassico, con il campanile risalente all’epoca di Matilde di Canossa (XI secolo); la parrocchiale ubicata in località Cappelletta, della seconda metà del XX secolo, dedicata al Sacratissimo Cuore di Gesù e a Sant’Anna. Borgoforte. I monumenti più interessanti sotto il profilo artistico sono le parrocchiali, che si trovano nel capoluogo e nelle altre località del comune: quella intitolata a San Giovanni Battista, del ‘700; quella della località di Romanore,
Tel. 0376.648828 Via Alfieri, 16 (Z.I.) ROMANORE di BORGOFORTE Medio Mantovano
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fiere ed eventi
anch’essa settecentesca, e la chiesa dell’Annunciazione, a Boccadiganda, della fine del XVI secolo. Particolarmente degno di interesse è il Forte di Pietole, che fu costruito nel 1808, dal generale francese François de Chasseloup-Laubat, inviato di Napoleone, che lo edificò contemporaneamente a quelli di Belfiore e di San Giorgio a difesa della vicina città di Mantova. Data la sua vicinanza al fiume Mincio, dal forte era possibile regolare le sue acque in modo da allagare la zona a sud della città, isolandola. Il forte fu edificato dai francesi ma poi passò agli austriaci dopo il 1894, che lo completarono e lo potenziarono per adattarlo a polveriera. Allo scoppio della prima guerra mondiale, il forte fu utilizzato come deposito anche per armi. Il 28 aprile 1917 vi si scatenò un incendio, che distrusse gran parte della polveriera. Nel seguito, il forte fu smesso e i militari lo lasciarono definitivamente nel 1983. Da allora il forte è rimasto così senza uso, abbandonato in mezzo al bosco. Solo nel maggio 2011, un gruppo di volontari si è impegnato a ripulire parzialmente la fortezza. Il forte godeva di una massiccia struttura fortificata, difesa su tre dei quattro lati da grandi terrapieni e da quattro bastioni. Attaccati a questi si trovavano le casermette per la difesa del vicino fossato, che si distendeva lungo le mura perimetrali. Lungo il suo perimetro, scorre una strada coperta, che si mette in comunicazione con l’interno della fortezza in due punti. Particolari sono le gallerie di contromina che scorro al di sotto della fortificazione, che potevano essere minate e fatte saltare in aria in caso di necessità, distruggendo le forze nemiche sotto le quali queste passavano.
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“Manifestazione nella ricorrenza della Liberazione” - 25 aprile
“Musica e ballo Zumba in piazza a Cerese” - Luglio
“Musica in Piazza con i ragazzi del CAg” Giugno
“Festa della Birra a Cerese” Luglio
“Musica al parco Yoghi con i ragazzi del CAg” - Giugno
“Festa della Solidarietà a Cerese” Luglio
“Festa delle 3 Avis a Cappelletta” Giugno
“Commedia di prosa a Borgoforte al Forte” - Luglio
“Festa della Birra a Borgoforte” - Giugno “Festa Avis a Pietole” - Luglio
“Commedia dialettale a in piazza Cerese” - Agosto
“Commedia dialettale a Borgoforte al Forte” - Luglio
“Notte dei dJ in piazza Cerese” Agosto
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Castel d’Ario
NUMERI UTILI
www.comune.casteldario.mn.it comune.casteldario@pec.regione.lombardia.it
C
astel d’Ario conta poco meno di 5000 abitanti e sorge nella zona centro-orientale della provincia, a confine con quella veneta di Verona, ed è situata nella zona dell’Oltremincio. È circondata dai comuni di Sorgà (VR), Villimpenta, Roncoferraro e Bigarello. STORIA Castel d’Ario è un paese dalla storia antica ma dal nome recente. L’attuale toponimo risale al 1867 (prima si chiamava Castellaro), quando un Regio Decreto emanato dal Ministro dell’Interno ordinava di modificare i nomi di paese più diffusi, tra cui quello di Castellaro, onde evitare disguidi nella corrispondenza postale della nuova Italia unita. Venne dunque scelto, su suggerimento del poeta Carducci amico dell’allora assessore Luigi Boldrini, l’attuale nome di Castel d’Ario. Per sette secoli (1082-1796) il paese fu feudo del vescovo di Trento anche se dal 1275 al 1708 venne continuamente sub-infeudato ai signori di Mantova, prima i Bonacolsi e poi i Gonzaga. Governato direttamente da Trento dopo la morte dell’ultimo Gonzaga (1708) e fino all’avvento di Napoleone, il paese entra a far parte della provincia mantovana proprio sotto la dominazione francese e, come Mantova, è poi retto dagli Austriaci fino al 1866, quando è annesso al Regno d’Italia. Un risultato ottenuto grazie alle tre guerre di Indipendenza, durante le quali ben
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Corso Garibaldi 54 ...... 0376 660101 ............................... Fax 0376 661036 Carabinieri Comando Stazione Castel D’Ario, Via Trieste, 16 ............. 0376 660105 Polizia Locale Corso Garibaldi 54 ....... 0376660101
48 giovani castellaresi si arruolano come volontari, alcuni tra le file dei garibaldini. I loro nomi sono incisi sulla lapide davanti al municipio, sotto il profilo in bronzo dell’Eroe dei Due Mondi. Il profilo è quanto resta di un monumento, eretto sulla piazza nel 1883 e smantellato mezzo secolo dopo perché di ostacolo e pericoloso per il nuovo tracciato della strada statale che attraversa il paese. Di Garibaldi è rimasto il nome alla piazza, prima detta dell’Olmo, e poi dedicata a lui. Ma è pure so-
Tazio Nuvolari
LUOgHI dI INTERESSE Il patrimonio-simbolo del paese è il castello medievale, ricco di storia millenaria come attestano il rinvenimento delle ossa di sette prigionieri (tre membri della famiglia di Pico della Mirandola e quattro della famiglia Bonacolsi) morti di fame ad inizio Trecento nel mastio interno, o gli affreschi con gli stemmi scaligeri della seconda metà del Trecento al piano nobile del palazzo pretorio, l’unico edificio recentemente restaurato e utilizzato come luogo di rappresentanza e di spettacoli, oltre che sede della Biblioteca comunale e Sala Consigliare. L’imponente ed articolata struttura del castello conserva intatti anche il perimetro delle mura e la mole della torre interna, che da metà Ottocento, data del
“Bigolada” Primo giorno di Quaresima. Distribuzione gratuita di spaghetti conditi con acciughe e tonno (bigoi con le sardèle) cotti in enormi paioli sulla pubblica Piazza “Festa del Risotto” Maggio. Evento dedicato al piatto tradizionale del paese a cui nel 2010 è stata riconosciuta la De.Co. “Fiera d’Agosto, o festa dell’Assunzione della Beata vergine Maria” Penultima domenica di agosto. Festa patronale che già all’inizio del 1500 veniva definita una tradizione “Festa dell’Osso” Inizio dicembre. Degustazione di tutte le parti del maiale, così come avveniva un tempo quando la macellazione del suino era privata e coinvolgeva intere famiglie contadine
fiere ed eventi
pravvissuto un certo spirito garibaldino, in quanto i volontari reduci hanno promosso le prime associazioni di mutuo soccorso che hanno caratterizzato la vita sociale del paese per circa un secolo e l’ultima delle quali, la Società Operaia di Previdenza, dura tuttora quale erede di un patrimonio culturale e anche materiale di tutto rispetto (è suo l’unico teatro locale denominato “Casa del Popolo”). Il casteldariese più conosciuto, la cui fama va oltre i successi sportivi tanto da farlo diventare un mito, è Tazio Nuvolari, nato a Castel d’Ario il 16 novembre 1892. Impossibile riassumere in poche righe la vita e le imprese sportive del grande campione. Su di lui sono stati scritti numerosi libri e centinaia di articoli di giornali e riviste.
rinvenimento, è detta Torre della Fame. Ricchi di storia sono altri beni architettonici, come la chiesa parrocchiale, eretta a metà Settecento su progetto dell’architetto veronese Girolamo Dal Pozzo; il municipio di poco posteriore, le grandi corti rurali a cominciare da quella di Susano (con annesso convento e chiesetta, ora restaurati e convertiti ad altri usi) di proprietà dei Gonzaga e dei loro discendenti fino all’unità d’Italia.
PiazzaÊ Garibaldi,Ê 114Ê Castel dʼArio (MN) Tel.Ê 0376.660833
info@otticabazzani.it www.otticabazzani.it aperto la domenica mattina - chiuso il lunedì Medio Mantovano
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Castelbelforte
NUMERI UTILI
www.comune.castelbelforte.gov.it info@comunecastelbelforte.it
C
astelbelforte conta 2.894 abitanti ed è situata nella zona centro-orientale della provincia, a confine con quella veneta di Verona, sorge a poca distanza da Mantova ed è circondata dai comuni di Trevenzuolo (VR), Erbé (VR), Sorgà (VR), Bigarello, San Giorgio di Mantova e Roverbella. storiA Uscendo da porta San Giorgio, fatti pochi chilometri sulla provinciale che taglia Ghisiolo, si entra in Castelbelforte. Fin verso il 1100 gli annali parlano di poche case sperdute, abitate da pescatori e da gente dedita alla pastorizia e al duro lavoro dei campi. Nel XII secolo esisteva già, uno e l’altro di là del torrente Essere che separa il paese, in due torrioni contesi in lunghe battaglie da veronesi e mantovani. Questi ultimi, avuta la meglio, nel XIV secolo edificarono un castello attorno al quale si sviluppò poi la solida geometria dell’abitato che fu chiamato Castelbonafisso. Il paese seguì le vicende del ducato mantovano per diversi secoli servendo come posto avanzato di difesa contro gli Scaligeri. I torrioni furono fortificati e ampliati. Gli abitanti ebbero anche dei privilegi per i lodevoli servizi prestati in pace e in guerra per concessione dei governi della signoria di Mantova e della Repubblica di Venezia, fino al 1406. Degno di nota un documento del 1520 nel quale si fa memoria di come gli abitanti del luogo chiedes-
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Via Roma 33 ............... 0376 259211 ...............................Fax 0375.258123 Polizia Locale ..................................... 0376 259224 Carabinieri di Isola della Scala Piazzale Kennedy, 6 (VR) .................................... 045 730 0126
sero un intervento diretto da parte del marchese di Mantova al fine di far fronte ai dissesti causati dai frequenti saccheggi bellici; nella supplica si parla di incursioni colpevoli di avere ridotto in condizioni talmente misere la popolazione da non poter nemmeno più sopperire alle spese delle cariche locali. Intanto Castelbonafisso aveva cambiato nome assumendo quello di “Due Castelli”, nome con il quale (in dialetto “Castei”) il paese Castelbelforte medioevale è conosciuto ancor oggi non solo in tutto il mantovano ma anche in tutto il territorio veronese. Dopo il 1680 cominciò a chiamarsi Castelbelforte, ma solo nel 1850 questo nome diventò ufficiale. Proprio di quest’ultimo periodo sono le più belle pagine della storia locale. Il fatto però più colorito è quello che riporta allo scontro armato, nell’aprile del 1848 al Crosil, posto alla periferia del paese. Gli austriaci, numerosi sul posto di confine fra la Lombardia ed il Veneto e sempre sul chi va là per focolai che preparavano la prima guerra di indipendenza, non usavano certe mezze misure contro la popolazione. Per un sopruso mal tollerato un giovane avvisò la colonna Mambrini, attestata vicino al Po e formata da volontari del nuovo corpo dei Bersaglieri. La colonna partì per la spedizione punitiva. Facevano parte dei volontari anche Bixio e Mameli e nella marcia di avvicinamento verso Castelbelforte dove i “piumati” sconfissero poi gli oppressori, per
“Fiera di Castelbelforte” Fine agosto, primi di settembre. Stand gastronomici e ballo su pista d’acciaio con orchestre, luna park e mercato serale.
la prima volta venne cantata la canzone gloriosa del giovane poeta-soldato passata poi alla storia come “Inno di Mameli”. Quando nel 1859 la Lombardia ritornò all’Italia, Castelbelforte segnò il confine non di una provincia o di una regione, ma addirittura del Regno d’Italia. E chi doveva recarsi da un borgo all’altro doveva mettersi all’occhiello una speciale coccarda lasciapassare essendo una parte del paese italiana e l’altra austriaca. L’aquila bicipite sull’aia di corte Mandritto ricorda ancora l’assurdità di questi confini. Quelli che avrebbero dovuto essere i monumenti più cari per i Castelbelfortesi non ci sono più. Il Ca-
fiere ed eventi
“Festa dei Risotti di Risaia” Inizio luglio, Presso Giardini di Piazza IV Novembre a Castelbelforte
stello gradatamente fu demolito per ricavare materiale edilizio e la Torre alta e massiccia fu abbattuta nel 1800 per scommessa, a colpi di cannone, da un presuntuoso signorotto del luogo. Un tempo il territorio era diviso in tre parrocchie. La prima, forse la più antica era quella di San Giorgio, soppressa nel 1700. La seconda era quella di San Paolo, di cui si conserva ancora il piccolo campanile, e la terza era dedicata a San Biagio. Luoghi di interesse Nel 1856 l’accresciuta popolazione e l’unificazione delle tre parrocchie in un’unica, quella di San Biagio, resero indispensabile la costruzione di una nuova Chiesa. Così un secolo fa venne edificata l’attuale Parrocchiale con una spesa di 470.000 fiorini austriaci. Oggi questa Parrocchia ha in cura più di 2700 anime, tante quanti sono gli abitanti di Castelbelforte, poiché il capoluogo è privo di frazioni.
Medio Mantovano
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Castellucchio
NUMERI UTILI
www.comunecastellucchio.it comune.castellucchio@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Pasotti, 14 ..... 0376 4343200 .............................. Fax 0376 355137 Carabinieri di Castellucchio Via Roma .................... 0376 438062 Polizia Municipale Piazza Pasotti, 14 ..... 0376 4343227 Pro Loco di Castellucchio Piazza Pasotti, 46 ....... 0376 438722 Biblioteca Comunale Piazza Pasotti, 26 ..... 0376 4343223
I
l comune di Castellucchio conta più di 5000 abitanti ed è situato nella zona centrale della provincia, a pochi chilometri da Mantova. Confina con Rodigo, Curtatone, Marcaria e Gazoldo degli Ippoliti. storiA Le origini del nome «Castellucchio» risalgono alla presenza di un piccolo castello. Si possono quindi ritenere fantasie quelle che vorrebbero far risalire il nome ad un romano «CastrumLuculli» scomodando addirittura il famoso «Lucio Licinio Lucullo», celebre per i pranzi «luculliani», appunto. L’antico castello, di cui non rimane ora che un torrione con merlatura, era ricordato in un diploma imperiale del 1045; appartenne ai vescovi di Mantova e poi ai marchesi di Canossa. Divenuto possesso dei Gonzaga dal 1328, seguì le varie vicende del nobile Casato. E’ dato per certo che a Castellucchio esistesse una rocca ricostruita nel 1379 per volontà di Ludovico I Gonzaga; essa, successivamente, subì riparazioni e aggiustamenti nel periodo compreso tra il 1444 e il 1478, sotto il dominio di Ludovico II Gonzaga. Nel 1702, il paese, durante la guerra di successione spagnola, fu saccheggiato dalle truppe tedesche e da quelle francesi. Nel 1796 avvennero vari fatti d’arme: gli Austriaci fuggirono davanti alle truppe di Napoleone Bonaparte e in Piazza Castello, nella notte del 13 maggio,
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Mantova di Borghi e di Sagre
il Generale Beaulieu sostò con il suo Stato Maggiore pernottando nella casa del Comune. Dopo la battaglia di Magenta (4 giugno 1859), gli Austriaci continuarono ad arrivare a Castellucchio fino al 17 giugno, per poi andarsene il 18, a seguito della sconfitta. I primi soldati francesi arrivarono il 30 giugno 1859 e vennero accolti con grande entusiasmo. Con il trattato di Villafranca, anche Castellucchio entrò a far parte del Nuovo Regno d’Italia. Luoghi di interesse Posta sul punto più alto del paese, l’attuale piazza Arturo Pasotti, la Torre Civica costituisce ancora oggi la porta d’accesso al borgo Castello. All’interno della Torre trova collocazione il Museo di Armi Antiche «Fosco Baboni». La storia più antica della Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire è alquanto oscura. La costruzione della nuova chiesa, dalla seconda metà del XVIII secolo intitolata a San Giorgio, venne terminata, per varie vicende, solo nel 1795. Fra le ville e le dimore storiche, un certo interesse rivestono Palazzo Venturini, costruito presumibilmente alla fine del ‘700, Villa Emma, al cui complesso edilizio si trovano riferimenti in un documento del 1688, Villa Maria, Villa Brancolini, Villa Elvira a Ospitaletto, Villa Norsa a Gabbiana.
“Rassegna Teatrale dialettale” Gennaio e febbraio, organizzata dal Circolo A.N.S.P.I. della Parrocchia di Castellucchio “Sangiorgino d’Oro” Aprile, concorso canoro per bambini, in onore del Santo Patrono di Castellucchio Memorial “guido Leoni” Maggio, manifestazione in ricordo di G. Leoni “Settimana Castellucchiese” Fra la fine di Giugno e l’inizio di Luglio. Nel Capoluogo e nelle Frazioni si svolgerà la tradizionale manifestazione, con alcune iniziative e alcuni spettacoli (concerti, iniziative eno-gastronomiche, spettacoli) “Appuntamento con la musica lirica” Alla fine del mese di Giugno, appuntamento con la musica lirica all’aperto, in piazza A. Pasotti, la piazza del Municipio
“Festa della Comunità” Fine settimana alla fine di agosto. In Piazza Vittoria e dintorni “Memorial Silvio Bassi” All’inizio del mese di Dicembre, al Teatro S.O.M.S. “Concerto natalizio della Banda F. Corradi” Verso la fine del mese di Dicembre “Festa sotto l’albero” Prima di Natale, tradizionale Festa Sotto l’Albero “Concerto degli Auguri” Alla fine del mese di dicembre. Tradizionale concerto con brani di musica classica e lirica, con vari cantanti e l’Orchestra del Teatro “G. Verdi” di Buscoldo, diretti dal Maestro Daniele Anselmi “Celebrazioni del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre” In concomitanza con le date del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre, si terranno alcuni eventi volti a celebrare tali importanti ricorrenze
Medio Mantovano
fiere ed eventi
“Stagione Teatrale 2014-15” Gennaio, febbraio, marzo, presso il Teatro S.O.M.S., in piazza A. Pasotti, n. 48, con spettacoli teatrali a cura de’ “Il Nodo Teatro” di Desenzano
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Curtatone
NUMERI UTILI
www.curtatone.it comune.curtatone@legalmail.it it Municipio piazza Corte Spagnola 3 ..................................... 0376 358112 ............................... Fax 0376 358169 Polizia Municipale ..................................... 0376 358116 Carabinieri di Curtatone Via Binder Luigi, 22 ..... 0376 290363 Info Turistiche ..................................... 0376 358113
Curtatone è un comune sparso italiano di 14.627 abitanti. La sede comunale è nella frazione di Montanara. È situato nella zona centrale della provincia ed è compreso tra Mantova, Virgilio, Borgoforte, Marcaria, Castellucchio, Rodigo e Porto Mantovano. storiA Testimonianza del dominio romano sul territorio di Curtatone sono le due strade rettilinee e parallele che tagliano il territorio comunale. In epoca medievale fu edificato un castello denominato “Curtatono” che fu incluso, a tutela di Mantova, nel sistema difensivo denominato “Serraglio”. L’importanza strategica del territorio determinò una proprietà diretta dei signori di Mantova, prima dei Bonacolsi e successivamente dei Gonzaga. Curtatone deve la propria celebrità all’evento che interessò il suo territorio durante la Prima guerra d’indipendenza italiana nel 1848: la Battaglia di Curtatone e Montanara, uno scontro militare che vide, il 29 maggio 1848, 6.000 volontari, in maggioranza studenti universitari toscani a cui si aggregarono un cospicuo numero di napoletani, impegnati contro il ben più organizzato e numeroso esercito austriaco (32.000 soldati) comandato da Radetzky. Da allora le frazioni del comune, Curtatone e Montanara, entrarono a far parte definitivamente della storia del Risorgimento italiano.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Dopo il trattato di Zurigo del 1859 il territorio comunale fu diviso, con le tre frazioni di San Lorenzo, Ronchi e Balconcello, annesse al Regno d’Italia all’interno della provincia di Cremona. Il comune di Curtatone veniva successivamente riunificato, dopo la III guerra d’indipendenza, con la ricostitu-
“Festa del volontariato e dello Sport” Giugno. Boschetto “Fiesta” - Giugno. Boschetto “Levata a tutta birra” - Giugno. Levata
Pro Loco e Centro Italiano Madonnari “Fiera de I Stradei” Fine agosto, inizio settembre. Boschetto “Festa della birra” Settembre. Parco dell’amicizia, Buscoldo “Sagra di Ponteventuno” Settembre, Ponte Ventuno
“Buscoldo in festa” Agosto. Campo da calcio di Buscoldo
“September Fest” - Settembre. Boschetto
“Antica Fiera delle grazie” Metà agosto, Grazie. Manifestazione organizzata dal Comune di Curtatone con
“Antichissima Sagra della Madonna della Torre” Ottobre, Buscoldo
zione nel 1868 della provincia di Mantova. Negli stessi luoghi della battaglia risorgimentale nei pressi della frazione di Curtatone, per la precisione in “Valletta Aldriga”, il 19 settembre 1943 dieci militari italiani furono trucidati dai tedeschi. Luoghi di interesse Il santuario della Beata Vergine delle Grazie è il monumento di maggiore interesse. Si tratta di una chiesa di stile gotico lombardo, dedicata alla Beata Vergine Maria, e sorge nella piccola frazione di Grazie del comune di Curtatone a 9 km da Mantova. Edificata su un ampio piazzale, la basilica sovrasta e s’affaccia sulle acque palustri del Mincio creando un’atmosfera suggestiva per le numerose delegazioni di turisti e fedeli devoti alla Madonna. Le origini della chiesa sono da connotare addirit-
fiere ed eventi
“Festa ad Sant’Antoni Chisuler” Gennaio, San Silvestro
tura al 1200. Nella località allora chiamata Prato Lamberto su di un piccolo promontorio emergente da un dedalo di flora e canne lacustri, sorgeva un altarino con l’immagine della Madonna col Bambino a cui i pescatori del lago e i contadini erano particolarmente devoti. Verso la fine del XIV secolo, per grazia ricevuta, Francesco Gonzaga fece erigere un tempio alla Madonna che aveva fatto cessare l’epidemia di peste che aveva colpito i mantovani. Dalla costruzione della basilica i pellegrinaggi verso questo luogo, che assumeva via via popolarità, si intensificarono e assieme alla povera gente dei paesi attorno, nobili, e persino l’imperatore Carlo V e il papa Pio II, visitarono l’immagine sacra. Al patrimonio artistico appartengono anche testimonianze dell’architettura civile: le settecentesche ville Eremo Cavalcabò e Cantoni.
Medio Mantovano
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Marmirolo
NUMERI UTILI
www.comune.marmirolo.mn.it protocollo@comunemarmirolo.legalmail.it Municipio Piazza Roma, 2 ........... 0376.298511 ............................... Fax 0376.294045 Polizia Locale Piazza Roma, 2 ........... 0376 298514 Carabinieri di Marmirolo Via Meucci .................. 0376 466128 Farmacia Bassano Marmirolo ..................................... 0376/466116
M
armirolo conta più di 7600 abitanti ed è situata nella parte centrosettentrionale della provincia, nelle vicinanze della Riserva Orientata del Bosco della Fontana e del Parco del Mincio, a confine con la veneta provincia di Verona, tra i comuni di Valeggio sul Mincio (VR), Roverbella, Porto Mantovano, Goito e Volta Mantovana.
STORIA Marmirolo è menzionata per la prima volta in un documento datato 970. Antico possedimento dei Canossa, nel 1055 passò a Mantova a seguito di un diploma imperiale. La storia di Marmirolo è legata a quella della dinastia Gonzaga, nobili terrieri famosi grazie alla città di Mantova, che tennero dal 1328 al
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Mantova di Borghi e di Sagre
“Se leggi si vede” Gennaio. In collaborazione con la Biblioteca comunale “Eventi al Bosco Fontana” - Estate “Marmirolo in Piazza” Domenica 21 giugno. Fiera locale “Sagra del luccio in salsa” 8/9 settembre. Pozzolo “Stagione Teatrale” Gennaio-aprile / ottobre-dicembre. Presso il Teatro comunale
fiere ed eventi
1707. I Gonzaga possedevano a Marmirolo molte terre e palazzi, ancora prima di diventare i signori della città virgiliana. All’epoca il paese era composto da tre borghi: di Castello (con piazza in “platea burgicastri”), delle Lame (in “Burgo lamurum”), dei Ronchi (in “Burgo roncorum”). In quest’ultimo nell’estate del 1328 venne progettata la congiura contro i Bonacolsi, che portò i Gonzaga a prendere il possesso di Mantova. Nel 1435 fu costruito un nuovo palazzo voluto da Gianfrancesco Gonzaga presso il “Re de’ fossi”. Questo fu ampliato nel 1480 con l’intervento di Luca Fancelli e decorato da artisti come Andrea Mantegna e Leombruno. II cosiddetto “famoso palazzo” fu ultimato da Giulio Romano fra il 1531 e il 1539, ma nell’arco di breve tempo la struttura cadde in disgrazia, tanto che fra il 1756 e il 1798 fu completamente raso al suolo. Degna di grande considerazione è la palazzina di Bosco della Fontana, opera degli architetti cremonesi Francesco e Giuseppe Dattaro, realizzata per il duca Vincenzo I Gonzaga verso la fine del Cinquecento.
e Giacomo e la seconda alla natività della Madonna; a Marengo è possibile ammirare alcuni palazzi del XVIII secolo, un oratorio del ‘600 e la chiesa di San Valentino. Degna di nota è anche la Villa Fochessati a Marenghello. L’edificio più antico è la torre civica, quattrocentesca, che costituisce l’unico resto di un castello che si affaccia sulla piazza principale.
Luoghi di interesse Tra i monumenti spiccano le parrocchiali del capoluogo e di Pozzolo, dedicate la prima ai Santi Filippo
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Porto Mantovano
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www.comune.porto-mantovano.mn.it comuneportomantovano@legalmail.it Municipio Strada Statale Cisa 112 ......................................0376 389011 Carabinieri Via Manzoni Alessandro, 153 ......................................0376 399168 Polizia Municipale Strada Statale Cisa, S. Antonio ..................................... 0376 397862 ASL - Pres. di P.to Mantovano Piazza della Pace, 5 ......................................0376 334842
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orto Mantovano conta oltre 16000 abitanti e sorge nella parte centrale del territorio provinciale, a ridosso del versante settentrionale dei laghi Superiore e di Mezzo. È compresa tra i comuni di Roverbella, San Giorgio di Mantova, Mantova, Curtatone, Rodigo, Goito e Marmirolo. storiA Il nome risale al “Borgo” (oggi denominato Cittadella) situato sulla riva sinistra del Mincio in corrispondenza della seconda cerchia delle mura antiche. Il governo della Mantova Comunale lo considerò parte integrante della città, congiungendolo ad essa per mezzo di un mastodontico argine rivestito di mura ed edificato a mulini (Ponte dei Mulini). Il Manufatto, che venne distrutto dai bombardamenti della guerra 1940-1945, era frutto dell’ingegno di Alberto Pitentino e faceva parte di quell’insieme di opere idrauliche che circondavano Mantova. Dal punto di vista della popolazione le prime testimonianze di popolamento del territorio di Porto Mantovano risalgono al neolitico. Alcuni siti archeologici presenti nel comune testimoniano la tendenza all’insediamento lungo i percorsi fluviali che avevano finito per favorire l’attecchimento del sistema agricolo. Con l’avvento dei Gonzaga il borgo di Porto divenne sempre più efficiente e capace di servire la città anche come difesa in quanto fu dotato di muraglie e bastioni.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Caduta la dinastia dei Gonzaga, Maria Teresa d’Austria provvide a rimettere in sesto sia la fortezza di Porto, sia il sistema di irrigazione a canali generati dalla Fossa di Pozzolo; ordinò la stesura di un primo catasto che fotografasse con precisione anche la situazione agricola, idrografica ed edilizia; concesse la frammentazione dei beni gonzagheschi in fondi minori e lasciò cadere nel nulla il progetto curato da Paolo Pozzo di trasformare la Favorita in ospedale. In seguito l’armata di Napoleone usò il territorio e la Favorita facendone la roccaforte del suo assedio alla città, finito con la capitolazione firmata nelle sale del palazzo Schiarino Manara (oggi Previdi).
Luoghi di interesse Al margine sud-orientale di Porto si erge la Favorita: costruita da Nicolò Sebregondi fra il 1615 e il
“vivi la villa” Aprile. Villa di Bagno. Atmosfera, moda fiori, arte e gusto “Soave Music & Beer” Agosto, Soave “vivi la villa Sposi” Ottobre. Villa di Bagno. Manifestazione dedicata al matrimonio “Mercatini di Natale” Dall’8 dicembre
fiere ed eventi
Alla fine dell’ottocento ritornò la dominazione austriaca che nel 1851 collegò Vienna tramite la ferrovia a S. Antonio. Il Comune di Porto Mantovano venne in seguito unito al Regno d’Italia nel 1866 e sempre meglio collegato al circostante territorio nazionale. I primi anni del XX secolo, poi, furono vissuti dagli abitanti di Porto, così come dalla maggior parte degli italiani e non, come anni di tensioni e ristrettezze. Negli anni ‘40 la linea corrispondente all’attuale strada statale Cisa era allora il corridoio che consentiva agli aerei da guerra di andare a bombardare Verona e il Brennero. Il 17 aprile 1946 si tennero le prime elezioni amministrative che elessero sindaco Attilio Cavallari. Gli anni successivi furono quelli della forte urbanizzazione col passaggio da un’economia agricola ad una di tipo industriale, con il conseguente esodo rurale. Si costruirono i primi condomini, si potenziò il sistema viario e si favorì l’insediamento di nuove industrie.
1624, sarebbe diventata la residenza di Ferdinando Gonzaga; oggi rimane solo un terzo dell’intero complesso. Dalla Favorita, lungo strade che seguono la periferia comunale, passando attraverso quartieri di nuovo insediamento, si arriva alla Spinosa, una delle corti mantovane meglio conservate, con il palazzo padronale, la cappella e gli edifici di servizio. L’architettura sacra è composta essenzialmente dalle parrocchiali di Sant’Antonio da Padova e della Natività.
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Rodigo
NUMERI UTILI
www.comune.rodigo.mn.it comune.rodigo@pec.regione.lombardia.it Municipio P.zza Ippolito Nievo, 3 ... 0376 84207 Polizia locale ............ 0376 358116 Carabinieri di gazoldo d/Ippoliti Via P. Albertoni, 13 ....... 0376 657143 Biblioteca com. ..........0376 684922 Emergenza med. ......... 800533167 Farmacia Rodigo ...... 0376 650107 Farmacia Rivalta ...... 0376 653143 Ufficio turistico, Museo, Ostello di Rivalta ...... 0376 653924
I
l comune di Rodigo è situato a circa 15 km da Mantova, in direzione nord-ovest, è costituito dal capoluogo, Rodigo, e dalle frazioni di Rivalta sul Mincio e Fossato. Conta 5400 abitanti e si trova sul versante destro della valle del fiume Mincio, nei pressi del Parco che tutela le attrattive di questo tipico ambiente fluviale, tra i comuni di Goito, Porto Mantovano, Curtatone, Castellucchio, Gazoldo degli Ippoliti e Ceresara. STORIA L’origine di Rodigo si situa nel secolo XI, tra il 1050 e il 1100. Il nome Rodigo deve probabilmente le sue origini al nome del fondatore ‘Roto’, ovvero ‘del popolo dei Roti’. In latino questa formula veniva scritta ‘Rodingum’, cioè ‘Roti vicus’, che per elisione e scambio di lettere si sarebbe mutato in Rodi igo, cioè ‘Luogo di Roto’. Nel paese di Rodigo si trovano diversi palazzi e ville di un certo pregio. La maggior parte di esse risale al secolo scorso o all’inizio del ‘900; la più antica, Villa Balestra, è datata fra fine Cinquecento e primo Seicento. La torre dell’orologio, di epoca sicuramente precedente, è tutto quel che resta di un castello che ne possedeva quattro, ai quattro angoli delle mura di cinta. Del ‘700 è la bella chiesa di S. Maria delle Rose. La palazzina centrale dell’Istituto Geriatrico Intercomunale è del secolo
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Mantova di Borghi e di Sagre
scorso, così come l’edificio municipale; sono del primo Novecento le eleganti scuole elementari e altre prestigiose ville. Sparse su tutto il territorio sorgono Ville e Corti agricole di notevoli dimensioni. Di alcune corti si ha testimonianza già nel tardo Medioevo, ma è probabile che siano ancora più antiche: corte Samafeia, corte Retenago, corte Fornace, corte Camerlenga, corte Sette Frati. Il territorio comunale di Rodigo costituiva, quasi sicuramente, un antico avamposto romano sulla via Postumia, da cui è sfiorato. L’intero territorio divenne dominio dei Gonzaga nel 1432 e dal 1479 fu elevato al rango di Contea indipendente dal Marchesato di Mantova. Nel 1630 Rodigo venne assalito dai Lanzichenecchi che, colpirono pesantemente l’abitato, distruggendo anche il castello. Nel 1708, come conseguenza della caduta del duca Ferdinando Gonzaga, il comune entrò a far parte dell’impero austriaco. In seguito a rovinose battaglie passò, quindi, ai francesi (1796) per poi tornare all’Austria nel 1814. Nel 1859 Rodigo passò all’Italia, annesso alla provincia di Cremona, pur restando a far parte della diocesi di Mantova. Soltanto nel 1866 si riunì definitivamente a Mantova italiana. LUOgHI dI INTERESSE Il patrimonio storico-monumentale conta il cin-
“Fiera di Rodigo” 20 maggio “Il Mincio in canoa” In giugno e settembre. A Pozzolo, Rivalta, Mantova “Fiera del Melone a Rodigo” Un fine settimana di giugno a rotazione “Festa del pesce” Primi due fine settimana di luglio, a Rivalta sul Mincio “Sagra di Rivalta” Quarta domenica di settembre “Presepe sull’acqua” Durante le festività natalizie, a Rivalta sul Mincio
fiere ed eventi
quecentesco palazzo Barozzi, “La Motta” una residenza patrizia di campagna, villa Varini, il palazzo comunale e la parrocchiale intitolata a Santa Maria della Rosa. A Rivalta degne di nota sono la parrocchiale dedicata ai Santi Virgilio e Donato e la Corte Sette Frati. Il territorio è completamente pianeggiante ed è attraversato, oltre che dal fiume Mincio, da tre importanti corsi d’acqua che consentono una facile irrigazione dei campi: l’Osone, il Solfero e il Goldone. Il centro abitato di Rodigo è attraversato dalla Seriola Marchionale, che nasce nei pressi di Castiglione Delle Stiviere. Dopo aver attraversato tutto il territorio comunale questi corsi d’acqua si gettano nel Mincio, che proprio in prossimità di Rivalta inizia a impaludarsi, formando un ambiente di rara bellezza. Il Comune di Rodigo fa parte del consorzio del Parco del Mincio e comprende una delle zone più pregiate ed interessanti del Parco, la riserva naturale delle Valli del Mincio, una zona umida delle più grandi in Lombardia in cui la natura è tutelata e costituisce un ambiente ideale per la sosta e la nidificazione di molte specie di uccelli. Si estende per una superficie pari a 1.000 ettari, da Rivalta sul
Mincio fino alle porte di Mantova (località Belfiore), ed è attraversata dal fiume Mincio e da una miriade di canali collegati tra loro e confluenti nel Lago Superiore.
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Roncoferraro
NUMERI UTILI
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R
oncoferraro (in dialetto Roncafrèr) è un comune di 7.283 abitanti e 2.871 famiglie della provincia di Mantova. Il territorio, che si estende su una superficie di 63,3 kmq, è prevalentemente agricolo e le numerose frazioni che presenta sparse sul territorio - Nosedole, Casale, Governolo, Barbasso, Garolda, Pontemerlano, Castelletto Borgo, Cadè, Villa Garibaldi, Barbassolo - sono il segno della sua storica vocazione rurale, che nel corso del XVIII sec. si specializza nella coltura risicola, tutt’ora produzione d’eccellenza locale. Dista 16 km dalla città di Mantova.
STORIA Il toponimo appare sui documenti del secolo XI sotto forma di RONCO EFRUM. L’etimologia deriva dal latino RUNCATIO (bonifica - dissodamento di un territorio) e dal termine “ferarius” (fiere) in riferimento alla presenza di bestie selvagge nelle selve d’epoca medievale. L’insediamento umano è stato riscontrato fin dal neolitico con le terramare di Casaletto di San Martino (Governolo), nella media e tarda età del bronzo con gli insediamenti di S. Antonio, Corte Grande, Castellazzo. Molto rilevante il periodo Etrusco 375 - 250 a.c. Il territorio fu invaso dai Veneti - età del ferro - dai Galli Cenomani ma l’invasione più spettacolare fu quella degli Unni in località S. Leone Magno, dove secondo la tradizione, avvenne lo storico incontro nell’anno 452 tra Attila e Papa Leone Magno. 76
Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio via Roma 11 .............. 0376 6629241 ............................ FAX 0376 6629207 Carabinieri di Roncoferraro Via Turati, 4 .................. 0376663112 Polizia Municipale ................................... 0376 6629250
LUOgHI dI INTERESSE Interessante e ricco è l’itinerario sulle strade del territorio che percorre in parte l’ormai nota “Strada del riso e dei suoi risotti” dove si trovano insediate antiche corti risicole e importanti riserie. In Roncoferraro si pu osservare Corte Grande con la casa padronale originaria del 1600 e la Chiesa intitolata a San Giovanni Battista, protettore delle acque, datata 1861, nel suo interno vi sono tele del 500 e del 600 ed un pregevole pulpito ligneo. A Governolo la torre detta di Galliano è ci che resta del castello fatto costruire da Matilde di Canossa, la parrocchiale dei SS. Erasmo ed Agostino (1756) con al suo interno la pregevole tela dell’Incontro tra Attila e S. Leone Magno del Borgani e il campanile tardogotico del 1414, la seicentesca Chiusa/sostegno di navigazione sul Mincio, che con il Museo del Fiume di recente istituzione, costituisce l’Ecomuseo Conca del Bertazzolo. In Barbasso la parrocchiale barocca dedicata a S. Pietro (1752) con al suo interno numerose tele settecentesche, ed il gruppo delle cosiddette settecentesche ville della Valle dei Signori: Villa Veneri presso Barbasso, Villa Cavriani, Corte Qudre e Villa Magnaguti a Garolda. In Pontemerlano altri due stupendi esempi di residenze patrizie 700esche: Villa Isabella (già Arrigoni) e Villa Reisenfeldt. A Villa Garibaldi la parrocchiale barocca, l’imponente Villa Pendasio (1605) e l’800esca Villa Nuvolari dove soggiorn Giuseppe Garibaldi in visita a Giuseppe Nuvolari, capitano dei Mille nella famosa spedizione.
“Epifania, Festa della Befana” 6 gennaio. A Roncoferraro, Barbasso e Governolo
“Festa del riso in corte” Dal 13 al 15 giugno, Roncoferraro
“Carnevale” 14 febbraio. A Governolo, Barbasso e Roncoferraro. A marzo a Villa Garibaldi e Castelletto Borgo
“Festa dello struzzo” Dal 19 al 23 giugno, Governolo
“Sagra di San Leone” Dall’8 al 10 maggio, Governolo “Festa Avis”- maggio, Roncoferraro
“Sagra di San Pietro” - giugno, Barbasso “Festa della Birra” - luglio, Castelletto Borgo “Festa della birra” - luglio, Villa Garibaldi “Sagra di Santa Eurosia” luglio, Casale “Festa cinofila” - luglio Roncoferraro
“Festa del Pesce” maggio, Roncoferraro
“Festa della pesina” - luglio, Roncoferraro
“Sagra di Maggio” maggio, Castelletto Borgo
“Festa del saltarel” Dal 31 luglio al 3 agosto, Barbassolo
“Festa Paesana” - maggio, Barbasso
“Festa d’estate” - agosto, Villa Garibaldi
“Sagra di Maggio” giugno, Castelletto Borgo
“Festa della birra” - agosto, Roncoferraro
Festa Paesana - giugno, Barbasso “Festa dello Sport Memorial Truzzi” 2 giugno, Roncoferraro
“Fiera di governolo” Dal 28 agosto al primo settembre, Governolo “Festa dei risotti” - settembre, Roncoferraro “Festa dello sport” - settembre, Castelletto Borgo
“Festa nella scuola primaria” 6 giugno, Barbasso
“Festa dello stracotto” - settembre, Barbassolo
“Festa Campagnola” 6 e 8 giugno Villa Garibaldi
“Festa dei sapori d’autunno” ottobre, Villa Garibaldi
Medio Mantovano
fiere ed eventi
“Festa dei vecchi sapori” Primo Maggio a Barbassolo
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Roverbella
NUMERI UTILI
www.comune.roverbella.mn.it roverbella.mn@legalmail.it
R
overbella è un Comune che conta poco meno di 8500 abitanti e si estende nella parte centrosettentrionale del territorio provinciale, vicino al Parco del Ticino, al confine con la provincia di Verona, tra i Comuni di Mozzecane, Nogarole Rocca, Trevenzuolo, Castelberforte, San Giorgio di Mantova, Porto Mantovano, Marmirolo e Valeggio sul Mincio. Data la sua posizione geografica, l’inflessione dell’accento è ormai già veneta. storiA I primi insediamenti nella zona risalgono addirittura a una ventina di secoli prima di Cristo e non mancano tracce dell’esistenza di palafitte. A questi primitivi insediamenti subentrarono stanziamenti di galli cenomani e in seguito di romani. Antiche sono anche le origini del toponimo, derivante dal fitonimo latino ROBUR, ‘rovere’, un tipo di pianta un tempo molto diffuso nella zona, come testimoniato anche dal geografo greco Strabone. Nel XV secolo si chiamò Villa Roverisbelli e successivamente Ruperbella. Nel corso del Medioevo, dopo le invasioni di unni, longobardi e franchi, il suo territorio fu al centro di continui scontri con la vicina Verona, che portarono, nel XIII secolo, alla costruzione di un castello nella località di Castiglione Mantovano, sede municipale fino al 1735. Il feudo, però, seguì ben presto le sorti di Mantova e, con i Gonzaga, si sviluppò notevolmente. Dopo essere stata, agli 78
Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Via Solferino, 1 ............ 0376 691811 ............................... Fax 0376 694515 Polizia Municipale ................................... 0376 6918220 Carabinieri di Roverbella Piazza Cavour, 1 .......... 0376 694003
inizi del XIX secolo, un campo di battaglia anche per francesi e austriaci, partecipò attivamente alle vicende risorgimentali, accogliendo nei suoi palazzi illustri personaggi: tra questi Carlo Alberto, che (poco prima della battaglia di Custoza) ricevette la visita di Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Umberto di Savoia. Luoghi di interesse Roverbella si affaccia sulle tranquille acque della Molinella che sorniona attraversa il suo territorio abbeverandolo, in gran parte, con la ragnatela dei fossi che ne derivano. E sulla Molinella, hanno a lungo girato le pale dei mulini e delle pile, due delle quali, a Castiglione e a Canedole, le stanno ancora a cavalcioni. Fatta scavare dai Gonzaga poco dopo il 1473 per motivi d’irrigazione e, soprattutto, di forza motrice, di sicuro è stata testimone del fiorire, nel XVIII° sec., di quegli edifici signorili, comunemente chiamati ville, di cui la strada principale del capoluogo è ancora fiancheggiata e per i quali Roverbella era chiamata “la piccola Ducale”. Si tratta di Villa Custoza, recintata da una monumentale cancellata e adombrata da piante secolari; di Villa Gobio, che s’affaccia in piazza Italia, ricca un tempo di stucchi, di scaloni e di affreschi. Nella villa pernottò Napoleone Bonaparte nel 1796, dopo la battaglia di Borghetto. Ed ancora, percorrendo via Custoza, la principale, si trovano Villa Benati, quella
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del famoso incontro tra Garibaldi e Carlo Alberto, un tempo con vasto salone colonnato a piano terra, Villa Chauvenet appartata ed elegante in mezzo al verde e Villa Tonazzi alla quale facevano da “BeerItaly” Luglio, Castiglione Mantovano di Roverbella “Roverbeach” Agosto. Roverbella, ex stazione Mantova Peschiera. FESTA dELLO SPORT 03, 04, 05 giugno Serate danzanti con stand gastronomici, a Malavicina. Festa della birra con musica dal vivo
fiere ed eventi
“BEERITALY” Venerdì 22 - AL-B. BAND Sabato 23 - TOYS (Tributo ai Queen) Domenica 24 - Esibizione gruppi locali
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“CARNEvALISSIMO ROvERBELLESE” 13 marzo Tradizionale parata di carri allegorici e maschere sulla via centrale del Capoluogo. “FESTA IN PIAZZA” settembre 2016 - Manifestazione incentrata sui festeggiamenti del Santo Patrono di Roverbella: San Gregorio Magno. “SAPORI IN PIAZZA” 20 novembre Manifestazione all’insegna della gastronomia locale, dell’artigianato e del folklore.
Mantova di Borghi e di Sagre
scena introduttiva alberi secolari. Di fronte al bel palazzo municipale del XVIII sec., si trova l’attuale chiesa di Roverbella, dallo stile post-barocco, iniziata nel 1758 e dotata di significative tele. Se si percorre verso Est la statale 249 “Gardesana Orientale”, prima della stazione ferroviaria, aperta agli spazi liberi dei campi, occhieggia, tra folta vegetazione, l’ottocentesca Villa Foresti, in corte Strale. Proseguendo verso Est, attraversato l’incrocio con la Cisa, la strada ci porta verso Canedole (così chiamato dalle canne palustri delle sue valli, poi bonificate dai benedettini) e, prima del paese, prospiciente la strada, s’incontra “La Palazzina”, villa classicheggiante ornata di statue. Poco più avanti, isolata dagli altri edifici, la chiesa di Cane-
dole vero gioiello di architettura romantica agreste che fonda le sue radici nel lontano 1300, mentre di mezzo secolo posteriore è la sua torre campanaria, merlata alla ghibellina. Sempre a Canedole molto interessante è la “Corte Grande”, sorta nella seconda metà dell’800 su preesistenze sicuramente molto più antiche che giustificano l’irregolare distribuzione di tutto l’organismo architettonico. In questa corte, per molte generazioni, hanno travato lavoro centinaia di braccianti agricoli, di tutto il roverbellese. Da Canedole, percorrendo la strada del cimitero, si arriva a Castiglione Mantovano. E qui la storia ti viene incontro dal suo Castello fatto costruire in epoca comunale nel 1229, sull’antico “castrum romano” che diede il nome al paese. Esso rappresentò per secoli baluardo di frontiera contro i Veneti ed ora, sotto tutela governativa, del grande castello rimangono le due torri principali, i fortini di vendetta ormai nascosti da fitta vegeta-
zione, le mura sbrecciate qua e là. A Castiglione, oltre il castello, troviamo il campaniletto in conto con le manofore del 1100, inglobato, a metà del XVIII sec. nell’attuale chiesa e non lontano, Ca’ Turchetti con un ciclo di affreschi tra cui la “Saletta degli Stemmi”. A Pellaloco, pochi km dopo Castiglione, circondata da fossato, l’antica Corte Grande sulla cui torre d’ingresso campeggia lo stemma dei marchesi Spolverini del Verme, gli antichi proprietari succeduti nel 1636, dopo la parentesi Locatelli, ad Alessandro Gonzaga, fratello del Duca Guglielmo. Un po’ fuori mano, a fianco della statale della Cisa, in Corte S. Lucia, nell’omonima località, il bel palazzo, opera di Giovan Battista Vergani, databile intorno alla metà del sec. scorso, ma con caratteristiche settecentesche, saluta con il suo superbo scalone d’ingresso a tenaglia, il visitatore che lascia il roverbellese per avviarsi verso la città.
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an Giorgio, con circa 9300 abitanti, si estende nell’Oltremincio mantovano, nella parte centroorientale del territorio provinciale, tra i comuni di Castelbelforte, Bigarello, Roncoferraro, Mantova, Porto Mantovano e Roverbella. E’ un altro degli altri Comuni cosiddetti “dispersi” del territorio mantovano. Varie sono le frazioni che sono comprese nel territorio, tra cui ricordiamo Villanova de Bellis, Villanova Maiardina, Tripoli, Mottella, Caselle, Ghisio-
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Mantova di Borghi e di Sagre
lo. Lungi dall’essere, però, un cosiddetto “Comune – dormitorio”, l’Amministrazione comunale ha sempre voluto fare in modo di creare spazi, tempi e luoghi dedicati ai cittadini e pensati per loro. storiA I primi insediamenti nella zona sono anteriori all’859 d.C., quando sembra che già esistesse una chiesa intitolata a San Giorgio, con attorno un gruppo di case. Questo piccolo borgo, col tempo si sviluppò tanto da essere dotato, sul finire del X secolo, di una seconda chiesa, fatta costruire da Tedaldo di Canossa e poi trasformata nell’abbazia di San Vito. Le sue vicende seguirono nel corso dei secoli quelle di Mantova, cui venne annessa agli inizi del XIX secolo, per esserne nuovamente separata nel 1816 ad opera degli austriaci. Nel corso del Medioevo il borgo, fornito di buone strutture difensive, accresciute sotto il governo dei Bonacolsi e dei Gonzaga, divenne un avamposto militare contro gli attacchi di Verona e di Ezzelino da Romano. Più volte invasa dalle truppe che assediavano Mantova, venne distrutta agli inizi del XIX secolo, durante l’invasione napoleonica. A partire dal 1925 ha visto ridursi progressivamente la sua estensione a favore della città, arrivando, nel 1943, ad una situazione paradossale: era passata in territorio mantovano la stessa sede municipale, allora Borgo Virgiliano; a ciò si rimediò trasferendo il municipio a Mottella.
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“Festa dla Psina” Fine agosto, Montella di San Giorgio di Mantova
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Luoghi di interesse Fossamana. Troviamo un suggestivo scorcio paesaggistico in Casa Spaggiari, costruzione coperta da piante rampicanti, che si affaccia sul canale Fossamana. Vicino, in posizione favorevole per lo sfruttamento delle acque, troviamo il mulino Poletti. Vi è, anche, un piccolo oratorio intitolato a San Giovanni Bono. Particolarità del luogo è Via Fuori, una costruzione in origine casino di caccia. Le corti più importanti sono Magretta e Due Santi: quest’ultima situata in una posizione particolare, che la pose sotto il tiro dei cannoni napoleonici prima e austriaci poi. Ghisiolo. La costruzione più significativa è la chiesetta della frazione, dalle linee architettoniche che rimandano alla chiesa della Madonna del Terremoto, a Mantova. Sappiamo che esisteva un edificio di culto più antico, ma nel 1880 venne demolito. Poco lontano troviamo Corte Costa Nuova e Corte Costa Vecchia, legate all’epoca dei braccianti, in questo territorio caratterizzato dalla presenza delle risaie. Sono oggi visibili gli approdi per le barche che trasportavano il riso agli impianti di lavorazione. Costa Nuova e subì danneggiamenti durante la
Seconda Guerra Mondiale a causa di un bombardamento. Mottella. Vi sono numerose testimonianze del passato rimaste in questo centro: la più importante sicuramente è il Municipio che occupa un palazzo datato fine XVII secolo, Palazzo Sordi. Troviamo anche la Chiesetta di S. Michele, anch’essa settecentesca. Villanova de Bellis. Si trova a destra della strada Padana Inferiore: si vede ancora qualche traccia del passato, come palazzo Benedini, la Madonnina, anch’essa di ascendenze monastiche e la conte Civita. Villanova Maiardina. In questa frazione troviamo la sede della parrocchia del SS. Nome di Maria in San Giorgio di Mantova e vicaria autonoma. Si tratta di una chiesa del 1727 a pianta quadrata e vi si conserva una pregevole tela di Felice Campi: Maria bambina tra San Giuseppe e Sant’Antonio della seconda metà del ‘700.
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Medio Mantovano
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Villimpenta
NUMERI UTILI
www.comune.villimpenta.mn.it comune.villimpenta@pec.regione.lombardia.it Municipio via Roma, 26 ............... 0376 667509 .............................. fax 0376 667509 Carabinieri stazione di Nogara, Via G. Ferrarini, 33 Nogara VR ....................................... 0442 88025 Polizia Locale Via Roma 26 ................ 0376 667508 Biblioteca Comunale “g.Rodari” ................ 0376 573004
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on più di 2200 abitanti, Villimpenta si trova ai confini tra Veneto e Lombardia. E’ circondata dai comuni di Castel D’ario, Sustinente, Roncoferraro, per la parte mantovana e Gazzo Veronese, Sorgà e Nogara per la parte veronese. Fa parte del coordinamento Sistema Po Matilde, dell’associazione Regge dei Gonzaga e del progetto Ecomuseo delle risaie, dei fiumi e del paesaggio rurale mantovano. storiA A differenza di molti altri centri del mantovano e del veronese, Villimpenta può ancora vantare le maggiori testimonianze della sua storia: il castello di origine medioevale, la nobiliare villa cinquecentesca, la splendida parrocchia seicentesca, il coevo santuario mariano, l’oratorio settecentesco, la chiesa della piccola frazione di Pradello del secolo XIX. Sono edifici che hanno determinato la configurazione urbanistica e architettonica del comune e nei quali si concentrano i diversi aspetti della storia di questo paese, religiosa, civile e militare. Il paesaggio e l’orografia del territorio, protetto dal placido fiume Tione, hanno contribuito a dettare confini di un paese che, seppure ai margini del territorio mantovano, è stato centro propulsore di vita religiosa e sociale. Villimpenta ha origini remote e numerosi ritrovamenti archeologici fanno risalire l’insediamento al Neolitico e nell’Età del Bronzo. La più antica citazione risale al 1047 e parla di un castellum in Villapicta
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Mantova di Borghi e di Sagre
di proprietà dell’abbazia di San Zeno di Verona, a loro donata dall’imperatore Enrico III. Villimpenta fu ceduta al controllo dei veronesi sino al 1243, quando i mantovani si riappropriarono della zona, imprigionando anche i fiancheggiatori di Ezzelino da Romano. Nel XIV secolo passò sotto gli Scaligeri, i Visconti e nel 1391 definitivamente sotto i Gonzaga con Francesco I Gonzaga, signore di Mantova, che acquistò da Gian Galeazzo Visconti la zona comprendente anche il borgo e l’antico castello. I Gonzaga governarono sino al 1708, anno della loro caduta. Il borgo fu saccheggiato nel 1618 e nel 1796 dalle truppe francesi e da quelle austriache nel 1796. Caratteristica di Villimpenta, la cui collocazione geografica di confine tra la Lombardia ed il Veneto nonché tra le Province di Mantova e Verona è la vicinanza geografica, circa 100mt, tra la Villa Gonzaghesca -Villa Zani- ed il Castello Scaligero, una appartenente alla Famiglia dei Gonzaga di Mantova e l’altro alla Famiglia degli Scaligeri di Verona. (Bibliografia: “VILLIMPENTA TERRA DI CONFINE” a cura di Renata Casarin. - 2003 ) Luoghi di interesse - L’ incantevole CASTELLO. Si inserisce nel sistema di difesa del confine veronese che si attesta lungo la linea del Tione. Agli Scaligeri, che ebbero la signoria sul territorio nel periodo 1259-1387, si deve la costruzione dell’attuale struttura che pare esistesse già nel 1047. Furono però i Gonzaga a comprendere il reale valore di questa fortificazione ed a renderlo
“Epifania” 6 gennaio. Accensione grande “Buriolò” con distribuzione gratuita ceci e vin brulè “Carnevale villimpentese” Febbraio. Sfilata di carri allegorici, distribuzione gratuita risotto e dolci di carnevale “FESTA dEL RISOTTO alla villimpentese de.C.O.” La festa popolare più grande della provincia di Mantova, si svolge tradizionalmente nei primi tre fine settimana di Giugno. Nasce ufficialmente nel 1946, nell’immediato dopoguerra, quando i villimpentesi, per salutare la primavera, si ritrovano insieme a cucinare il piatto principe della loro tradizione culinaria. Nel 2016 si terrà la 70a edizione. “ANTICA FIERA dI LUgLIO” dal 1874 - dal venerdì al martedì della 2° domenica di luglio: Luna Park, bancarelle, spettacoli in piazza, eventi in Castello, tombola del martedì e chiusura con spettacolo pirotecnico. “FESTA PATRONALE dI SAN MICHELE ARCANgELO” 29 SETTEMBRE “CASTAgNATA” la Domenica più vicina all’ 11 novembre: nella piazza del paese in orario di Mercato distribuzione gratuita di caldarroste, castagnaccio e vin brulè “vIgILIA dI NATALE” 24 dicembre: a Pradello e Villimpenta all’uscita della Santa Messa serale distribuzione gratuita di panettone, pandoro e cioccolata calda. - “EvENTI IN CASTELLO” da maggio a settembre: ricco calendario di eventi tematici socio-culturali
fiere ed eventi
punto strategico per la difesa dei loro domini. Con un impianto a forma di pentagono allungato irregolare, la fortezza è uno dei più imponenti esempi di castello recinto ancora esistenti. Appena entrati sulla destra si erge la torre maggiore, il cosiddetto mastio, di oltre 40 Metri. Il castello, acquistato dal Comune di Villimpenta nel 2003 è stato sottoposto ad una consistente opera di restauro terminata nel 2013. Sito internet: www.castelloscaligerovillimpenta.it - VILLA ZANI. La presenza di questa Villa cinquecentesca è documentata fin dal 1528 ma è nel 1587 che essa divieni di proprietà della famiglia Gonzaga. E’ entrata nella storiografia artistica come opera del Giulio Romano. L’edificio si presenta isolato e compatto inserito in un giardino delimitato da edifici di servizio e dal corso di un fossato derivato dal Tione. La villa è a pianta rettangolare con loggia di accesso e salone centrale ai cui lati si aprono due edifici separati e indipendenti. Nelle facciate di Villa Zani appaiono molti elementi in genere associati allo stile di Giulio Romano: il rivestimento di opera rustica, l’ordine dorico e l’attico che sovrasta l’ingresso sono, infatti, reminescienze di palazzo Te di Mantova. Nel 1975 la villa fu utilizzata per le riprese del film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini. - CHIESA PARROCCHIALE DI SAN MICHELE ARCANGELO (Santo patrono di Villimpenta). Costruita nel 1672 sui resti della vecchia chiesa demolita poco prima. Tutti gli altari interni inclusa la balaustra sono opere del veronese Giovan Battista Rangheri. Ammirabile il complesso architettonico-scultoreo dell’altare maggiore. - ORATORIO DELLA CONFRATERNITA DELLE 40 ORE risalente alla seconda metà del ‘700
- CHIESA DI PRADELLO . La primitiva chiesa divenuta pericolante nel 1853 venne demolita e sostituita con l’attuale costruzione . - CHIESA DELLA BEATA VERGINE MARIA DELLA NEVE detta della MADONNINA: a circa 1 km e mezzo dal centro di Villimpenta , sul confine con la provincia veronese, sorge un Santuario dedicato al Frassine che nella parlata comune è detto della Madonnina e che sembra risalire al secolo XVI. - La casa seicentesca FRANCIOLI, già Galilea, legata alle vicende risorgimentali dei due patrioti Giovanni Nuovolari e Carlo Francioli. Medio Mantovano
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Alto Mantovano 89
Acquanegra sul Chiese
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www.comune.acquanegra.mn.it acquanegrasulchiese.mn@legalmail.it Municipio piazza XXV Aprile 1 .... 0376 796749 ............................... fax 0376 790049 Carabinieri Comando Stazione Acquanegra Sul Chiese, Via Bellini, 318 ....................................... 0376 79102 Pronto intervento ..................................................... 112 Pronto soccorso di Asola ..................................... 0376 721215
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l paese di Acquanegra sul Chiese è posto nell’angolo nord-ovest della provincia di Mantova formato dai due fiumi Oglio e Chiese, alla distanza di circa duechilometri dalla loro confluenza. Il borgo da solo forma una popolazione di circa 2000 abitanti. Anche la parrocchia di Mosio fa parte del comune, che in tutto perciò conta più di 2900 abitanti. Il territorio comunale ha un’estensione di 28 km². I torrenti Cavata e Tartarello dividono Acquanegra verso est dai comuni di Redondesco e Marcaria; a sud confina con Calvatone, cremonese, estendendosi per una parte anche oltre l’Oglio; ad ovest è diviso da Canneto sull’Oglio mediante il Chiese, ed a nord in parte da Mariana Mantovana mediante il corso d’acqua Tornapassolo, ed in parte da Asola mediante una piccola strada
fiere ed eventi
“La maialatura” 31 gennaio. Manifestazione enogastronomica dedicata alla cultura della macellazione del maiale
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“tra sapori e desideri” Agosto. Manifestazione enogastronomica e culturale ospitata in una cascina del territorio “sagra di san Fortunato” Ottobre, con manifestazioni culturali, enogastronomiche e sportive Mantova di Borghi e di Sagre
storiA Fino al IX – X secolo Acquanegra era, con tutta probabilità, un piccolo villaggio posto più a nord dell’attuale abitato, in zona più asciutta e di scarsa rilevanza sociale, lontano dalla via Postumia, lungo la quale al contrario si trovavano centri di primaria importanza. La svolta decisiva avviene proprio in quel periodo con l’arrivo dei benedettini e la fondazione del Monastero di San Tommaso “apud Acquae Nigrae” ovvero vicino ad Acquanegra e soprattutto a breve distanza dalle principali vie di comunicazione dell’epoca rappresentate dai fiumi. Come nella loro indole e secondo la celeberrima regola “ora et labora” i monaci iniziarono una colossale opera di bonifica agraria realizzando una rete di canali intercomunicanti per il drenaggio del terreno e probabilmente le prime rudimentali ma efficaci opere di difesa idraulica. Luoghi di interesse Il principale monumento di Acquanegra è la Chiesa di San Tommaso Apostolo (ex chiesa dell’abbazia benedettina). La chiesa, che attualmente ha la funzione di parrocchiale, non esageratamente maestosa e adornata, è raccolta e devota, solida, a tre navate, con un’ampiezza per la popolazione più che sufficiente.
Casalmoro
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www.comune.casalmoro.mn.it casalmoro.mn@legalmail.it
asalmoro con poco più di 2.000 abitanti è una vera e propria pupilla del territorio mantovano. Il paesino, vicino alla provincia di Brescia, confina con gli altri Comuni del mantovano di Castel Goffredo, ed Asola. Il territorio è contrassegnato da numerosi corsi d’acqua naturali ed artificiali: a ovest scorre il Chiese che, alimentato dalle risorgive, si presenta particolarmente limpido; a est, in parallelo alla SS343 Brescia/Parma, scorre la fossa Magna, canale di epoca viscontea che fissava il confine tra i territori appartenenti ai signori di Milano e quelli della Repubblica di Venezia; un altro canale, la Seriosa de Molino, attraversa l’abitato prima della confluenza nel Chiese. storiA Come altre borgate limitrofe (Castelnuovo, Casaloldo, Casalromano) anche Casalmoro ha origini romane. Il Mangini le difinisce Mansio, cioè luogo per alloggiar la gente d’armi. Luoghi di interesse Le testimonianze più interessanti sotto il profilo storico-artistico sono la parrocchiale, intitolata a Santo Stefano, e il santuario della Madonna del Dosso (entrambi del XVIII secolo). Per l’architettura civile, invece, si conservano ancora il “Casotto dei Visconti” e una residenza del ‘600. Dal punto di vista economico ha subito un’evoluzione che ha portato
Polizia Municipale ......................................0376 736316
alla scomparsa dell’allevamento del baco da seta e della coltivazione del lino, che fino al secolo XIX costituivano un’importante fonte di reddito.
“Festa della Madonna del dosso” 21 novembre. La Madonna del Dosso è la festa più importante per i cittadini di Casalmoro e viene festeggiata, da almeno due secoli, ogni 21 novembre, secondo riti e regole non scritte che si tramandano ininterrottamente di generazione in generazione. Il tratto caratteristico della festa è la pratica dell’esplosione dei mortaretti: grossi tronchi conici in metallo pesante riempiti di polvere da sparo. I primi botti vengono esplosi il pomeriggio della vigilia (alle 16.30); ulteriori deflagrazioni precedono le celebrazioni della giornata ed evidenziano con forza i momenti salienti della liturgia, con una manifestazione al limite tra sacro e profano. La sagra di Casalmoro viene ancora definita la Pollastrella, denominazione antica caduta in progressivo disuso, che probabilmente trova spiegazione, oltre che nella leggenda legata alla festa del paese, nel menù tipico del tempo (minestra con i fegatini, pollo o cappone – i migliori, allevati e risparmiati per l’occasione più importante dell’anno - in genere ripieni e abbinati al cotechino con le verze, bussolano o torta sbrisolona). Alto Mantovano
fiere ed eventi
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Municipio Via Pietro Nenni 33 ..................................... 0376 736311 .............................. FAX 0376 737485
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Asola
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www.comune.asola.mn.it comuneasola@legalmail.it Municipio p.zza XX Settembre 1 ...0376 733011 Polizia Locale .............0376 733030 Carabinieri, Caserma P.zza Marconi ............... 0376 710179 ospedale Civile di Asola P.zza 80° Fanteria ............. 0376 7211 servizio sanitario urgenza ed emergenza ...........................118 Pronto soccorso.........0376 721215
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el contesto provinciale mantovano caratterizzato e conosciuto per lo storico dominio della Famiglia Gonzaga, Asola segue un percorso di autonomia e indipendenza che dal 1440 la porta a far parte della struttura federativa della Serenissima Repubblica di Venezia per rimanervi fino 1797 con l’arrivo delle truppe napoleoniche. E’ proprio durante la dominazione veneta che la città viene trasformata in fortezza data la sua posizione strategica di confine. Il suo passato come avamposto militare, la Cattedrale con la sua prelatura nullius (diocesi autonoma), il Palazzo Comunale con la loggia veneta dell’architetto Lantana, l’elegante fontana della fine del XVI sec. con Ercole che schiaccia l’Idra, le numerose dimore in stile Liberty, il Gran Caffè Liberty con i suoi cento anni di storia, elegante luogo di ritrovo e convivialità nella centrale Piazza XX Settembre, Palazzo Monte dei Pegni sede del Museo Civico G. Bellini e del Museo parrocchiale G. B. Tosio sono i simboli di una comunità che si è sviluppata nel corso degli anni, fino ad essere un centro di servizi per l’intero territorio distrettuale e interprovinciale. Asola infatti è equidistante dalle tre città capoluogo: Mantova, Cremona e Brescia. Tra i servizi logistici, spicca la presenza della stazione ferroviaria sulla linea interregionale Brescia –Parma, il presidio socio sanitario, il polo ospedaliero e i servizi scolastici, dalle scuole per l’infanzia alle superiori. Le attività ricreative e culturali hanno sempre ricoperto
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Mantova di Borghi e di Sagre
un ruolo determinante per la crescita della comunità asolana, tant’è che ancor oggi sono al centro di un programma di promozione e sviluppo che vede l’Amministrazione Comunale impegnata a coordinare una serie di progettualità, in sinergia con le forze economiche, imprenditoriali e del volontariato, quali: la ristrutturazione del Teatro Sociale, la ripresa dell’attività spettacolistica, la riqualificazione di alcuni spazi del Palazzo Monte Pegni con la definitiva destinazione dell’Archivio Storico Comunale e per concludere la valorizzazione della Città sul fronte turistico, con attenzioni rilevanti agli aspetti culturali, enogastronomici e sportivi. storiA Asola sorge in un’area frequentata sin dai tempi preistorici, come testimoniano i reperti conservati nel locale museo. Sporadici risultano invece i rinvenimenti dell’età del ferro, periodo caratterizzato dallo stanziamento nel territorio di popolazioni celtiche. Successivamente la zona è interessata dall’occupazione romana, intorno al II e I secolo a. C., attestata soprattutto da monumenti e corredi funerari. Negli anni finali del Medioevo, intorno al XII e XIII secolo, con la propria rocca fortificata rientra nella giurisdizione comitale di Brescia controllata dai Visconti, nel 1348 passa al dominio dei Malatesta e poi ancora dei Veneziani e di seguito dei Gonzaga. Nel 1440 decide di assoggettarsi liberamente alla
Luoghi di interesse II Museo civico “Goffredo Bellini” nasce nei primi anni Venti del secolo scorso ad opera di Goffredo Bellini, collezionista, ricercatore, appassionato di storia locale, che tra la fine dell’800 e i primi decenni del secolo raduna reperti archeologici e cimeli di guerra, opere grafiche e pittoriche e libri antichi, documenti e autografi e oggetti d’arte sacra, creando nel tempo una vera e propria collezione, divisa in numerose sezioni che spaziano dall’archeologia all’arte, dalla storia militare alle scienze naturalistiche. Il Museo parrocchiale “Giovanni Battista Tosio” è intitolato all’abate commendatario dal 1665 al 1705. Il percorso, in un’unica sala, vede l’esposizione di arredi, statue lignee, quadri, oggettistica di oreficeria sacra e paramenti liturgici. L’Archivio Storico Comunale, consistente e di pregio, è quanto oggi resta della memoria di Asola: una raccolta di pergamene (1401-1719) e una serie di registri appartenenti al periodo veneto (registri delle provvisioni, dei privilegi; gli statuti comunali; gli atti della cancelleria del provveditore; i resoconti delle spese, dei crediti; gli estimi). Il Teatro sociale è sorto negli ultimi anni del XIX secolo sui resti dell’antica chiesa di S. Erasmo distrutta intorno al 1564. L’edificio, inaugurato nel 1891, presenta una facciata tardo- neoclassica e elementi statuari raffiguranti maschere della commedia dell’arte sulla cornice di gronda. La Cattedrale di S. Andrea è la chiesa principale, dedicata all’Assunta e a Sant’Andrea. Ricostruita a partire dal 1472 sulla base di una più piccola chiesa gotica eretta nel 1300, l’architetto Guglielmo Cremonese la terminò nel 1514. Del più antico edificio sopravvivono il campanile e l’abside. Notevoli sono la monofora laterale e l’oculo asimmetrico che la sovrasta. La facciata è in parte nascosta dalle vie circostanti.
Le forme architettoniche rappresentano un tipico esempio del tardogotico lombardo. Tra i principali Palazzi di Asola per interesse artistico si segnalano il Palazzo Municipale, il Palazzo Monte Pegni, Palazzo Terzi e Palazzo Beffa Negrini.
“Falo’ di s. Antonio” 17 gennaio, frazioni di Asola “Festa del Patrono s. giovanni Crisostomo” 27 gennaio “Carnevale dei bambini” Febbraio/marzo, piazza XX Settembre “Mostra nel Verde” 1 maggio, viale Brescia zona scuole elementari “notte Bianca” Metà luglio, vie del centro storico di Asola “Festa della birra: waiting for the summer” Ultimo week end di giugno primo week end di luglio, parco scuole elementari di Asola “sagra di santa Margherita” Metà luglio, frazione Castelnuovo di Asola “Festa di san rocco” metà agosto, piazza mangeri “Festa di san Luigi” Primo week end di settembre, pizza XX Settembre “Antica fiera dei morti” 1/2 novembre, via del centro storico, piazza XX Settembre, piazza Mangeri “Presepe Vivente” Metà dicembre “Mercatino dell’antiquariato” Terza domenica di ogni mese, piazza XX Settembre “Mercato Contadino” Ogni mercoledì dalle 8.00 alle 13.00
Alto Mantovano
fiere ed eventi
Serenissima divenendo una fortezza di confine estremamente importante per il controllo della terraferma da parte della Repubblica marinara. Asola resterà sotto il controllo di Venezia fino all’arrivo delle truppe napoleoniche nel 1797. L’arrivo dei Francesi segna quindi il ritorno al territorio mantovano a cui rimarrà legata anche nel 1814 con l’annessione al dominio austriaco. Attiva anche durante le vicende risorgimentali, lotta per l’indipendenza nazionale con l’impegno di patrioti come Don Ottaviano Daina e Francesco Fario. Nel 1859 viene liberata e annessa al Regno di Piemonte.
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Canneto sull’Oglio
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www.comune.canneto.mn.it cannetosulloglio.mn@legalmail.it
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on poco meno di 5.000 abitanti, Canneto sull’Oglio si trova quasi al confine con la provincia di Cremona. Come rivela il nome stesso, il paesino è situato sulla riva sinistra del fiume Oglio. La sua peculiarità, soprattutto da un punto di vista com“il rito della stella – seguendo la Cometa” 5 e 6 gennaio. Antica tradizione dei Magi in corteo in costume che sfilano per le vie del paese accompagnati da un gruppo di pastori che suonano brani natalizi popolari “Festa di sant’Antonio Abate” 17 gennaio. Santa Messa solenne e benedizione degli attrezzi agricoli “Festa patronale santi Fabiano e sebastiano” 20 gennaio. Santa messa solenne con benedizione del pane e processione. Tradizionale concerto del Complesso Bandistico Cannetese presso il Teatro Comunale “Mauro Pagano”.
fiere ed eventi
Mercatino di primavera “hobbistica & Co” Seconda domenica di aprile. Piazza Matteotti – via Garibaldi. Dalle ore 10 del mattino e per tutta la giornata, rassegna di espositori che coltivano la passione dell’hobbistica nei più svariati campi
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“Compleanno della biblioteca” Terzo fine settimana di maggio: appuntamenti per adulti (venerdì sera) e bambini (sabato pomeriggio) presso la biblioteca “Enzo Favalli” “Festa del Luartis” Terza domenica di maggio Festa del germoglio del luppolo selvatico, base di
Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Piazza Matteotti 1 ......................................0376 717000 ...............................Fax 0376 724010 Polizia Municipale ......................................0376 717012 Carabinieri Comando di Canneto sull’Oglio, Viale Europa, 34 ........................................0376 70137
merciale, è la produzione vivaistica che negli ultimi anni ha subito una forte inflessione a causa della penetrazione di fiori e piante dalla Turchia. Canneto sull’Oglio è, per questo motivo, in grave crisi economica, ma si intravedono alcuni segnali di ripresa. squisite ricette. Occasione di riscoperta delle origini e delle tradizioni del luogo. Biciclettata “Borsa scambio del giocattolo d’epoca e di modernariato” Ultima domenica di settembre. Nella suggestiva cornice di P.zza Gramsci (zona Museo Civico). Storica kermesse che propone ogni anno una variopinta esposizione di giocattoli, sempre diversi, curiosi e ricercati “Fiera d’ottobre” - Primo fine settimana di ottobre. Luna park, bancarelle, mostre stagione teatrale del teatro Comunale “Mauro Pagano” - Da novembre a marzo “Fiaccolata e falò” 24 dicembre. Il rito della fiaccolata si svolge prima della Messa di mezzanotte con numerosi gruppi di persone che, partendo da punti prestabiliti, convergono in Piazza Gramsci dove arde un grande falò nel quale tutti i partecipanti, in segno di unità del paese, gettano la propria fiaccola. Qui si eseguono tradizionali musiche natalizie. La notte prosegue al suono dell’amata ed attesa “Pastorella cannetese”: gruppi di musicisti del Complesso Bandistico Cannetese continuano la plurisecolare tradizione di annunciare la venuta del Messia con caratteristico brano natalizio cannetese lungo le vie del paese sino all’alba.
Alto Mantovano
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Casalromano
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casalromano.mn@legalmail.it www.comune.casalromano.mn.it Municipio piazza Cesare Battisti, 9 ..................................... 0376 714311 .................................FAX 0376 76460 Farmacia via IV Novembre.............0376 76238 Carabinieri Asola, Piazzale dei Mille, 1 .....0376 710179 ospedale “Carlo Poma” Via Cremona.................0376 712196
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fiere ed eventi
asalromano (Casarimà in dialetto alto mantovano è un comune di circa 1.500 abitanti. È il paese più occidentale della provincia, distante circa quarantadue chilometri ad ovest dal capoluogo. La posizione di frontiera che ha segnato la storia di Casalromano, per secoli conteso fra i maggiori potentati vicini, si traduce anche negli usi e costumi attuali dei suoi abitanti, che si sentono legati per cultura a Mantova, alla cui provincia hanno chiesto di essere annessi dopo l’unità d’Italia, ma che nelle tradizioni religiose oltre che nel dialetto rivelano la notevole influenza di Brescia. Tuttavia il principale punto di riferimento cittadino, specie per i giovani che accedevano alle scuole superiori, fino a non molto tempo fa è stato Cremona. Oggi però gli studenti fanno capo prevalentemente agli istituti di Asola e di Remedello in provincia di Brescia, grazie anche ai facili collegamenti automobilistici. Casalromano è uno dei primi comuni dove, sin dalla fine dell’Ottocento, gli scavi archeologici,
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“sagra del Paese” Quarta domenica di settembre
Mantova di Borghi e di Sagre
promossi da un’eminente figura locale, il cavalier Giacomo Locatelli, rivelarono quanto il territorio mantovano sia ricco di testimonianze di antiche civiltà. storiA Il Comune di Casalromano, posto nell’estrema propaggine occidentale dell’area mantovana definita dall’altopiano tra Mincio ed Oglio, nel cuore della pianura Padana, ha conosciuto fin dai tempi più antichi la presenza di insediamenti umani testimoniati dal ritrovamento di reperti risalenti al periodo neolitico superiore. Luoghi di interesse I monumenti più rappresentativi dal punto di vista artistico sono la parrocchiale di San Giovanni Evangelista, costruita nella seconda metà del ‘700, la chiesa di Sant’Apollonio e il novecentesco palazzo del municipio.
Cavriana
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www.comune.cavriana.mn.it comune@comune.cavriana.mn.it Municipio Via Porta antica, 23.. 0376 811416/10 Polizia Locale Via Porta Antica, 23 ...... 0376 811423 Carabinieri Volta Mantovana ............ 0376 83002 Museo Archeologico Piazza castello, 8........... 0376 806330 Museo “Vecchio Mulino e Antichi Mestieri” Via Pozzone, 12 .............. 0376 82259
l paese è situato su uno dei colli meridionali dell’anfiteatro morenico del Garda. La privilegiata posizione e la sua intrinseca difendibilità hanno fatto di Cavriana uno dei più antichi insediamenti dell’uomo italico. Le più antiche testimonianze emerse nel corso degli scavi effettuati dal locale Gruppo Archeologico hanno portato alla luce reperti del neolitico. La frequentazione del luogo è continua nel corso dei secoli, con la presenza di popolazioni galliche ed il successivo passaggio alla dominazione romana. Scarse le vicende nel corso del periodo medioevale. I primi documenti ufficiali che si riferiscono al paese compaiono in un inventario dei beni del Monastero di santa Giulia di Brescia del 905 o 906; nei diplomi di Berengario e Adalberto, datati da Verona 13 gennaio 958; nel diploma imperiale del 1045 dell’Imperatore Enrico III che ne assegna il possesso al vescovo di Mantova. La costruzione di una prima struttura difensiva risale all’epoca della dominazione dei Canossa. Intorno al 1263, nel corso delle lotte tra le diverse famiglie mantovane, i Riva, banditi da Mantova, si ritirano a Cavriana, per poi esservi cacciati dai Bonacolsi, che ne conservano la proprietà fino al 1328, quando a loro volta vengono cacciati e sterminati dalla famiglia Gonzaga. Nel 1367 Cavriana entra a far parte definitivamente dei possedimenti dei Gonzaga di Mantova. Il castello viene fortificato e rafforzato nel corso dei contrasti con i Visconti. Dopo la fine delle guerre tra Gonzaga
e Visconti il paese assume la sua definitiva struttura, giunta pressoché simile sino ai giorni nostri. Nel 1383, per sfuggire alla peste, si rifugia qui Francesco 1° Gonzaga, che qui morirà nel 1407. Venezia e il Ducato di Milano.
“Antica Fiera di san Biagio” - Gennaio - febbraio. Festa patronale con rassegna dei dolci della tradizione, prodotti della campagna, degustazione di prodotti tipici e di vini delle colline moreniche del Garda “Palio della Capra d’oro” Luglio. Sfilata delle contrade in costumi rinascimentali, esibizioni folcloristiche e corsa delle capre “La notte Bianca” - Luglio. Spettacoli, intrattenimenti, artisti di strada dalla sera del sabato alle prime luci dell’alba della domenica “La grande Bügada” - Agosto. Rievocazione dell’antico bucato al lavatoio della Fontana del Torcolo “raduno dei Militari in Congedo” Settembre. Raduno organizzato dall’Associazione Militari in Congedo
Alto Mantovano
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Casaloldo
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comune.casaloldo@actaliscertymail.it www.comune.casaloldo.mn.it Municipio via Roma 8......................0376 732111 ................................FAX 0376 748839 Biblioteca ......................0376 74639 Polizia Municipale: ...0376 732182 Carabinieri gazoldo d/ippoliti via Albertoni, 13 ........... 0376 657143 .................................FAX 0376657983 Carabinieri Piubega via Roma, 9 ....................0376 655135 .................................FAX 0376 655705
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asaloldo (Casalòlt in dialetto alto mantovano - è un comune di poco più di 2.600 abitanti nella provincia di Mantova. Si tratta di un comune posto non lontano dal confine con la provincia di Brescia, del cui territorio ha fatto parte fino alla metà del XIX secolo e della cui influenza ancora risente a livello culturale e linguistico. Un tempo il limite tra Brescia e Mantova passava proprio tra il territorio di Casaloldo e quello di Piubega, lasciando il primo nel Bresciano, mentre la seconda era inclusa nel Mantovano. Dominato per buona parte del Medioevo da una famiglia di signori feudali, i conti Casalodi, ha fatto successivamente parte di un distretto minore avente come capoluogo la vicina Asola, soggetto per 350 anni alla Repubblica di Venezia. La pianura dell’Alto Mantovano è, come si intuisce facilmente, a forte vocazione agricola ma anche zootecnica, e tuttavia Casaloldo oggi è anche un centro industriale, con due zone industriali e artigianali: appartiene in particolare al distretto della calza di Castel Goffredo, in cui si producono calze da donna. Il comune oggi è inoltre fortemente multietnico. storiA Nonostante nel territorio di Casaloldo siano emerse tracce di vita preistorica neolitica, è l’epoca romana quella che ha lasciato i reperti archeologici più interessanti: una pregevole applique bronzea
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Mantova di Borghi e di Sagre
a soggetto mitriaco databile attorno al I sec. d.C. e un balsamario in argento e oro a maschere teatrali sempre di età imperiale rappresentano oggi il vanto del Museo Archeologico di Mantova. Dal IX al XIII sec. d.C. Casaloldo unisce le sue fortune a quelle di una importante famiglia: i Conti Longhi da Casalalto o Casalodi, da cui probabilmente deriva il nome. Sappiamo infatti che Casaloldo, in origine, si chiamava Casalto, Casale Alto (Casalis Altis), Casalzucco o anche Casalatto. Il nome del casato si incontra però ufficialmente solo nel 964 allorché Ermengarda, moglie di Corrado da Verona lascia un legato per una cappella da erigersi in “Locus Dicituri Casalis Altis”. Luoghi di interesse Ai resti della torre medievale, che riporta su una lapide i versi danteschi, vanno aggiunte la parrocchiale di Santa Maria Assunta (risalente al ‘700) e la chiesa dei Disciplini bianchi (in seguito ristrutturata ed adattata ad oratorio), già esistente nel XVI secolo, quando era tenuta da un centinaio di laici, abbigliati con un saio bianco. L’architettura civile è rappresentata dal monumento del capoluogo comunale e dalla corte di S. Gerolamo, una villa settecentesca di stampo veneto, ristrutturata in tempi successivi.
“Festa conclusiva del CRES” Il CRES inizia a giugno, alla fine della scuola, e si protrae per tutto il mese di luglio offrendo un ricco programma di gite, attività ludiche, motorie e laboratoriali. Si conclude con una grande cena dove i bambini e i ragazzi si esibiscono in varie performance
“Festa patronale” 10 maggio. Festa dedicata ai Santi Gordiano ed Epimaco, momento importante di incontro e di nuove esperienze di gioco, sport e spettacolo specialmente per i più piccoli
“Sagra del Molinello” Primo lunedì di agosto, presso l’omonima frazione. La ricorrenza vanta una lunghissima tradizione e viene festeggiata da oltre 150 anni
“Festa dell’Avis” Prima settimana di luglio. Buona musica e ottima cucina tradizionale
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“Festa del Buriel” 17 gennaio. Per la Chiesa cattolica il 17 gennaio è tradizionalmente legato alla festa di S. Antonio Abate, patrono dei contadini e degli allevatori e protettore degli animali domestici. Gli agricoltori del territorio organizzano un grande falò (“buriel” nel dialetto locale), con degustazione di prodotti tipici
“Sagra dedicata a San Luigi Gonzaga” Ultima domenica di ottobre. La Sagra dedicata a San Luigi Gonzaga nasce come mercato agricolo a cui si è progressivamente aggiunta la connotazione religiosa
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astel Goffredo è un comune italiano di 12 400 abitanti. Situato nella pianura padana e nell’Alto Mantovano al confine con la provincia di Brescia, è l’ottavo comune più popoloso della provincia. Feudo autonomo gonzaghesco dal 1444 al 1602, nel 1444 Alessandro Gonzaga diede origine al Marchesato di Castel Goffredo. Nel 1511 il marchese Aloisio Gonzaga diede inizio al ramo cadetto dei “Gonzaga di Castel Goffredo”, linea che si estinse nel 1593[16] ed elesse la fortezza di Castel Goffredo a capitale del suo piccolo Stato, comprendente anche Castiglione e Solferino. È noto come la “città della calza”per la presenza di numerose industrie di calzetteria maschile e soprattutto femminile. È sede del distretto industriale tessile numero 6, composto da 15 comuni mantovani, bresciani e cremonesi. storiA Il territorio di Castel Goffredo è stato abitato fin dalla preistoria e vasti sono gli insediamenti dell’età del bronzo (1800-1200 a.C.). Importanti ceramiche, ora conservate presso il Museo Civico di Padova, indicano una presenza etrusca, mentre numerosi sono gli insediamenti di epoca romana e la stessa impronta urbanistica di Castel Goffredo è ascrivibile a questo periodo storico. Un bassorilievo longobardo del VII-VIII secolo, custodito presso l’Oratorio di San Michele, è il più antico segno della presenza cristiana in questa comunità.
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In età carolingia Castel Goffredo appartiene alla contea di Brescia. Terra di confine tra il bresciano, alla cui diocesi apparteneva, e il mantovano, si dona spontaneamente al Comune di Mantova, e quindi ai Gonzaga, nel 1337. Dopo alterne vicende (dominazione viscontea, gonzaghesca, di nuovo viscontea, veneziana ed infine definitivamente gonzaghesca) nel 1515 Castel Goffredo diviene la capitale di un piccolo stato, comprendente anche Castiglione delle Siviere e Solferino, governato dal marchese Aloysio Gonzaga cui succedette il primogenito Alfonso. Questi, per ragioni legate alla successione del feudo, fu fatto assassinare, nel 1592, nella corte di Gambaredolo dal nipote Rodolfo, fratello di San Luigi, a sua volta vittima di una congiura popolare che portò alla sua uccisione sulla soglia della Prepositurale di Sant’Erasmo il 3 gennaio 1593. A seguito di questi avvenimenti, Castel Goffredo fu aggregata al Ducato di Mantova, con il quale passò sotto la dominazione austriaca nel 1707. Dal 1861 fece parte del Regno D’Italia, nato per merito delle guerre d’indipendenza combattute anche dal goffredese Giovanni Acerbi, Intendente generale della Spedizione dei Mille. Luoghi d’interesse Testimonianza di questi trascorsi storici è ancor oggi la scenografica Piazza Mazzini. In questo equilibrato rettangolo, sono rappresentati architettonicamente i “poteri” che ebbero tanta parte sul go-
di Castel Goffredo” ed, infine, a sud i Portici, cui si verno della città: a nord Palazzo Gonzaga-Acerbi, affacciano da sempre le botteghe dei commercianresidenza e corte del Signore, ad est la PreposituPANIFICIO ti, rappresentanti il potere economico. rale di S. Erasmo, sede del Prevosto, ad ovest il Palazzo Municipale, casa della “ MagnificaMARINO Comunità TANFOGLIO
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astiglione delle Stiviere è un comune italiano di 23.232 abitanti della provincia di Mantova, in Lombardia. È situato nella pianura padana, sui colli morenici del Lago di Garda, nell’Alto Mantovano al confine con la provincia di Brescia. Centro industriale in amena posizione, ha avuto un grande sviluppo economico e demografico a partire dagli anni cinquanta. Dopo il capoluogo, è il comune con più abitanti nella Provincia di Mantova Castiglione delle Stiviere è nota per essere la patria di san Luigi Gonzaga (patrono mondiale della Gioventù) e della Croce Rossa. Qui infatti maturò nello svizzero Henry Dunant – che vide e descrisse il valoroso coraggio delle donne castiglionesi, le quali per prime dopo la sanguinosa Battaglia di Solferino e San Martino del 1859 prestarono soccorso ai numerosi feriti – l’idea da cui sarebbe nata la Croce Rossa. Oggi Castiglione delle Stiviere è anche sede di un Ospedale psichiatrico giudiziario. storiA Castiglione delle Stiviere ha origini forse etrusche, conobbe nel tempo invasioni di Barbari e il dominio dei Longobardi durato oltre due secoli (568 -774 d.C.). A causa della sua posizione geografica fu zona molto contesa nel periodo delle Signorie, fra Gonzaga, Visconti e Scaligeri, fino a quando nel 1478 ini-
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ziò con il marchese Ferrante Gonzaga la sua storia autonoma di feudo. È di questo periodo la nascita di Luigi Gonzaga (1568) lo stesso che sarà proclamato santo nel 1726, e oggi venerato nel mondo come “il santo della gioventù”. A causa della politica filo francese dei suoi signori, il principato fu occupato dalle truppe imperiali nel 1691 e di fatto sottoposto all’autorità dell’imperatore d’Austria a seguito di sequestro nel 1708. Nel 1773 il duca Luigi III Gonzaga, pretendente dello stato, rinunciò ad ogni diritto sovrano a favore definitivamente dell’Austria anche sul ducato di Solferino e la signoria di Medole: Castiglione acquisì dunque in seguito il titolo di “principato” nei domini asburgici e dell’Impero Austriaco di Maria Teresa e Giuseppe II. Dalla Restaurazione (1815), Il dominio austriaco durò fino a quando nelle vicinanze si combatté, durante la Seconda guerra di indipendenza italiana, la famosa battaglia di Solferino (1859) che segnò una tappa fondamentale nella storia del Risorgimento, e ispirò il giovane Henry Dunant alla creazione di una delle associazioni umanitarie più importanti: la Croce Rossa Internazionale, idea che si concretizzò nel 1864 a Ginevra. Alla fine della Seconda guerra di indipendenza italiana, Castiglione entrò a far parte della provincia di Brescia, diventando capoluogo del Circondario di Castiglione delle Stiviere. Nel 1866, con la Terza
Luoghi di interesse Il patrimonio artistico si compone di alcuni interessanti edifici di architettura sacra e civile: il santuario di San Luigi, di epoca barocca, la cui costruzione fu voluta da Francesco Gonzaga, come ricordo del fratello; la chiesa del Rosario (ove ora sono sepolti i caduti di guerra); il settecentesco duomo; palazzo
Gonzaga, edificato nel XVII secolo; due pregevoli palazzi rinascimentali, il collegio delle Vergini, divenuto Museo Aloisiano, e quello dei Gesuiti. Una testimonianza dell’edilizia ottocentesca è data dal Teatro Sociale, inaugurato nel 1843, invero non ben conservato.
fiere ed eventi
guerra di indipendenza italiana, fu annesso al Regno d’Italia quello che restava del Regno Lombardo-Veneto, compresa la provincia di Mantova nel territorio ridotto nel 1859. Nel 1868 il circondario di Castiglione delle Stiviere fu smembrato, assegnando la maggior parte del territorio alla provincia di Mantova, che tornava così nei suoi confini storici. Nel 2001 Castiglione delle Stiviere ottenne il titolo di città.
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Ceresara
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eresara è un comune italiano di 2.670 abitanti[3] della provincia di Mantova in Lombardia. Il comune è situato nel Medio-Alto Mantovano e precisamente sull’altopiano tra Mincio e Oglio. Il nome “Ceresara” potrebbe derivare dal latino cerasus, ciliegio, ossia luogo dei ciliegeti.Altra ipotesi fa discendere il toponimo dall’esistenza di un importante tempio dedicato alla dea Cerere (Cereris ara). Ceresara vanta origini remote, come testimoniano importanti reperti archeologici dell’età del bronzo e del ferro riferibili a popolazioni celtiche stanziate lungo il corso dei fiume Osone. Nel I secolo a.C. il territorio subì una radicale trasformazione grazie alla colonizzazione romana, organizzata in un sistema di fattorie, poi ripreso in età longobarda. L’esistenza di Ceresara in epoca romana è testimoniata dal ritrovamento di alcune vestigia di antichi monumenti, tra cui una lapide votiva a Mercurio. Durante il Medioevo Ceresara appartenne alla famiglia Canossa e vide sorgere i due principali monumenti del paese: la chiesa e latorre civica. Nel 1328 passò ai Gonzaga di Mantova. Alla morte del marchese Gianfrancesco Gonzaga, Ceresara fu assegnata, insieme ad altre terre del mantovano, ad un suo figlio cadetto di nome Gianlucido (o Giovanni Lucido), che qui morì nel 1448 lasciando i suoi beni al fratello Ludovico III. storiA Ceresara vanta origini remote, come testimoniano importanti reperti archeologici dell’età del bronzo e del ferro riferibili a popolazioni celtiche stanzia-
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te lungo il corso dei fiume Osone. Nel I secolo a.C. il territorio subì una radicale trasformazione grazie alla colonizzazione romana, organizzata in un sistema di fattorie, poi ripreso in età longobarda. Durante il Medioevo Ceresara appartenne alla famiglia Canossa e vide sorgere i due principali monumenti del paese: la chiesa e la torre civica. Nel 1328 passò ai Gonzaga di Mantova. Alla morte del marchese Gianfrancesco Gonzaga, Ceresara fu assegnata, insieme ad altre terre del mantovano, ad un suo figlio cadetto di nome Gianlucido (o Giovanni Lucido), che qui morì nel 1448 lasciando i suoi beni al fratello Ludovico III. Luoghi di interesse Dell’antico castello resta soltanto la torre. Quest’ultima è uno dei tanti monumenti interessanti che abbelliscono il comprensorio ceresarese, dove si trovano anche la parrocchiale (intitolata alla Santissima Trinità e ristrutturata nel XVIII secolo), il santuario della Possenta, la quattrocentesca parrocchiale di San Martino (situata nell’omonima località) e due interessanti edifici civili, i palazzi Pastore e Pelati-Bonoldi. Si deve ai Gonzaga l’inizio dello sfruttamento dei corsi d’acqua che bagnano il territorio comunale: fin dal ‘400 essi furono canalizzati al fine di utilizzarne le acque per l’irrigazione.Chiesa parrocchiale della SS. Trinità XIII secolo. L’edificio originario risale al XII-XIII secolo. Successivamente è stato ampliato nel 1724. La facciata è la parte che meglio evidenzia l’impronta romanica della chiesa, mentre l’interno è tardobarocco. Santuario della Madonna della Possenta. La chiesa di
“Fiera della Possenta” - Intorno al 25 marzo. La Fiera della Possenta, che rinnova la celebrazione dell’Annunciazione della B. Vergine Maria (25 marzo), festa solenne che si teneva all’omonimo santuario ceresarese, è il primo appuntamento primaverile di agricoltura, gastronomia, cultura, spettacoli e divertimento non solo per la comunità di Ceresara, ma anche per la provincia di Mantova e per i paesi limitrofi delle altre province. L’area sulla quale si estende con le sue infrastrutwture è di circa 20.000 metri quadrati di cui ben la metà coperti; al suo interno trovano spazio le manifestazioni, i convegni, gli spettacoli, gli stand per l’esposizione di merci e il ristorante “Festa de la Saresa” - Primo o secondo fine settimana di giugno. La Festa de la Saresa, che in poco più di un lustro ha saputo imporsi come una della feste di maggior successo dell’Alto Mantovano, si tiene di solito il primo o il secondo week end di giugno, quando le ciliegie sono mature e pronte per essere commercializzate.
cento. Collocato in un ambiente naturale di grande suggestione, circondato da prati e ciliegeti, l’edificio sacro, conserva al suo interno una statua in cotto della Madonna attribuibile al XV secolo. Obiettivo della manifestazione, organizzata dalla Compagnia delle Torri e dal Comune, è quello di recuperare un aspetto peculiare di Ceresara, terra e città delle ciliegie, attraverso la promozione e il consumo di un prodotto agricolo eccellenza di questo territorio “Fiera di Villa Cappella” - Ottobre “Fiera di San Martino Gusnago” - 11 novembre. La manifestazione, legata alla celebrazione di San Martino cui era dedicata la pieve longobarda dell’abitato di Gusnago, ha origini antichissime, come testimoniano alcuni documenti del XV e XVI secolo. La ricorrenza annuale fa dunque riferimento all’11 novembre e intorno a questa data vengono organizzate mostre, gare di torte, raduni dei sammartinesi emigrati, spettacoli, pesche di beneficenza, rievocazioni del “fare sammartino” e iniziative varie; tradizionale è la cena del sagrino (lunedì), momento di aggregazione e di socialità, nella quale si consuma il primo cotechino dell’autunno
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S. M. Possenta – questo è il titolo originale poi sostituito da quello dell’Annunciazione della beata Vergine Maria – fu costruita per opera e volontà della popolazione ceresarese nella seconda metà del Quattro-
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Gazoldo degli Ippoliti
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www.comune.gazoldo.mn.it comune.gazoldoippoliti@pec.regione.lombardia.it Municipio Via Marconi, 126 ......... 0376 657141 ............................... Fax 0376 657488 Polizia Locale, Via Marconi, 126.......... 0376 657141 Carabinieri Via Albertoni P., 13....... 0376 657143 Asilo nido Via dell’Artigianato....... 0376 658080 scuola secondaria Via Dell’Artigianato....... 0376 657134 istituto istruzione superiore Via dell’Artigianato....... 0376 657168
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azoldo degli Ippoliti è un comune italiano di 2.997 abitanti della provincia di Mantova inLombardia. L’originaria denominazione di Gazzoldo si trasformò nell’attuale nel 1879. Gazoldo si trova nella pianura padana tra i fiumi Oglio e Mincio; dista 20 km da Mantova, suo capoluogo di provincia. I Comuni limitrofi sono: Castellucchio a sud-est, Ceresara a nord, Marcaria a sud, Piubega a ovest, Redondesco a sud-ovest e Rodigo a nord est. Il comune ha un’altitudine media di 34 m s.l.m. e una superficie di 12,9 km² comprendente la frazione di San Fermo (conosciuta per la particolare suddivisione sotto 3 comuni diversi). Le vie d’accesso per Gazoldo sono solamente 2: l’accesso da Piubega a ovest tramite la strada Provinciale 1, e da nord e sud tramite la famosa tratta Romana, via Postumia. Nota di rilievo anche al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo con sede in una delle signorili residenze del XVI secolo dei feudatari del luogo, Villa Ippoliti (al civico 126 di via Marconi) fondato nel 1980. storiA La vicinanza di Gazoldo ad una importante strada romana, la Via Postumia, fa supporre l’esistenza, se non proprio di un centro abitato – vicus, almeno di una statio – luogo di sosta e di cambio per i viaggiatori in epoca romana, anche se si resta nel campo delle congetture per la quasi mancanza di
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prove concrete. Si sa per certo che Gazoldo e il suo territorio rientrarono nella centuriazione di Mantova del I secolo a.C. Il lamento di Virgilio Mantua vae miserae nimium vicina Cremonae ricorda infatti la sorte toccata a Mantova, che vide parte delle sue terre migliori ripartite tra i veterani di Augusto a causa della vicinanza di Cremona, i cui territori, confiscati per il contegno tenuto durante la guerra di Modena, non erano sufficienti a compensare le aspettative dei numerosi assegnatari. Anche le testimonianze archeologiche sono scarse, perché, presso Gazoldo, sono state ritrovate monete romane e soltanto resti e tracce di abitato, concretatisi in una muratura romana. Luoghi di interesse I monumenti più interessanti del centro storico sono i tre palazzi degli Ippoliti e la parrocchiale di Sant’Ippolito, costruita nel ‘400 ma ristrutturata nel XVIII secolo. Il Palazzo degli Ippoliti, detto Palazzo Castello, risale al XVI secolo e fu fatto costruire dai conti Ippoliti nel periodo di massimo splendore del loro feudo imperiale che, nato intorno al 1350, si estinse soltanto a seguito della campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, nel 1796. sidenza e l’altra oggi di proprietà comunale. Il corpo edilizio di destra risultava invece occupato da residenza privata. Il palazzo, nella
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sezione dedicata al Chiarismo lombardo (con opere di Cristoforo De Amicis, Angelo Del Bon, Oreste Marini, Maddalena (Nene) Nodari, Giuseppe Facciotto) e una sezione dedicata ad Archimede Bresciani, nativo di Gazoldo degli Ippoliti.
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porzione di proprietà comunale, è sede del Museo delle Cere. Nel museo è possibile osservare circa ottanta statue di cera a grandezza naturale, presentati in scenografie particolari e con altrettanti effetti sonori e di luce. In tutto sono otto sale. Anche il “Museo d’arte moderna e contemporanea dell’Alto Mantovano (MAM)”, riconosciuto dalla regione Lombardia come museo regionale, è ospitato nella prestigiosa residenza che fu dei conti Ippoliti di Gazoldo degli Ippoliti. Nel MAM sono presenti oltre trecento opere tra dipinti e sculture, grafica, a partire dalla seconda parte dell’Ottocento. La collezione dei dipinti è composta da importanti pittori mantovani e italiani, con una
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oito è un comune italiano di 10.463 abitantidella provincia di Mantova in Lombardia. Fa parte dei comuni dell’Alto Mantovano. Per estensione si trova al terzo posto tra i comuni della provincia di Mantova. La località è sempre stata un importante snodo viario, vista la sua posizione strategica sulla sponda destra del Mincio, lungo tre direttrici principali: la “strada napoleonica interprovinciale MantovaBrescia” (poi strada statale 236 Goitese), il percorso che collega Mantova (6 km a sud) e il lago di Garda (26 km a nord) e il tracciato dell’antica via Postumia fra Cremona (65 km a sud-ovest) eVerona (40 km a nord-est). storiA La città venne fondata dai Romani all’inizio del II secolo a.C. come insediamento difensivo per l’attraversamento del Mincio lungo la via Postumia, che collegava Cremona a Verona. Sul finire del V secolo, dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, divenne una fortezza dei Goti, dai quali appunto deriverebbe il nome Goito, per essere successivamente conquistata prima dai Longobardi e poi dai Franchi. La sua cruciale ubicazione geografica lungo il Mincio e la via Postumia ne determinò l’importanza anche in epoca medievale, prima sotto il dominio imperiale (rappresentato dalla potente famiglia Canossa) e poi come libero comune. Nel XV se-
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colo Goito fu contesa da Visconti e Gonzaga finché, dopo la battaglia del 14 giugno 1453, entrò a far parte stabile dei possedimenti del marchese di Mantova Ludovico III Gonzaga, che diede notevole impulso al rilancio dell’economia locale e vi eresse una propria residenza (cui lavorò anche il Mantegna nel 1463-64) dove morì di peste nel 1478. Nella seconda metà del Cinquecento la città conobbe nuova prosperità con i duchi Guglielmo e Vincenzo I Gonzaga. Seguirono il declino della dinastia e la decadenza dei possedimenti gonzagheschi, che nel 1708 furono annessi al ducato di Milano in mani austriache, non prima di aver subito gli ingenti danni del terremoto del 5 luglio 1693. Alla fine del Settecento la città fu conquistata dai francesi e più tardi riconquistata dagli austriaci, ma le più celebri battaglie qui combattute furono quelle della prima guerra di indipendenza: la prima si svolse l’8 aprile 1848 e segnò il battesimo del fuoco per il corpo dei bersaglieri del generale Alessandro La Marmora (gravemente ferito nel corso della battaglia) che conquistarono il ponte sul Mincio sloggiandone gli austriaci; la seconda ebbe luogo sulle sponde del Mincio il 30 maggio 1848 quando l’esercito di Carlo
Alberto di Savoia sconfisse gli austriaci in marcia verso Mantova e l’altra sponda del fiume. Dieci anni più tardi, la vittoriosa conclusione della seconda guerra di indipendenza portò all’annessione di Goito e di tutta la Lombardia al regno sabaudo e poi a quello d’Italia (1861). Estraneo agli avvenimenti della Grande Guerra, pur pagando il suo alto tributo di soldati morti in battaglia o per le ferite riportate, Goito seguì il destino di molti comuni del Nord Italia durante il secondo conflitto mondiale: la liberazione avvenne, con l’ingresso delle truppe alleate lungo la via principale del paese, la mattina del 26 aprile 1945. Luoghi di interesse I più importanti monumenti del centro storico sono la parrocchiale di San Pietro Apostolo, costruita nel ‘700, e alcuni pregevoli edifici civili, come villa la Giraffa, risalente al XVII secolo, e villa Moschini, di gusto neoclassico.
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Guidizzolo
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www.comune.guidizzolo.mn.it guidizzolo.mn@legalmail.it Municipio Piazzale Guglielmo Marconi, 1 ..................................... 0376 819201 .............................. Fax 0376 819114 Carabinieri ...............................112 via Roma, 6................. 0376/819006 emergenza Pronto intervento.......... 335 422413 Farmacie di turno ....................................... 800 228521 Centro sportivo ........ 335 422407
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uidizzolo è posto ai piedi delle colline moreniche del Garda; lo si incontra infatti al limitare della pianura mantovana quando al primo orizzonte compaiono i primi declivi oltre i quali si giunge al lago di Garda. Dopo aver ospitato in epoca preistorica insediamenti palafitticoli di cui si sono avuti ritrovamenti, Guidizzolo ha seguito le vicende storiche del mantovano incorporato nell’impero Romano. Diverse sono sul territorio le testimonianze di quel periodo. Notevole importanza gli derivò dal suo essere paese di confine tra le Signorie di Mantova e Brescia che se lo contesero, con alterna fortuna. Qui venne stipulato il 24 agosto 1216 un importante trattato di pace proprio tra i rappresentanti dei comuni di Mantova e Brescia. Quasi certa l’esistenza di fortificazioni militari come d’altra parte indicato in una cartografia militare del XVI secolo della Repubblica di Venezia. Significativo un documento del 1414 con il quale si concedeva “…alla comunità e agli uomini di Guidizzolo” ampie autonomie amministrative, importante testimonianza dell’aspirazione a reggere autonomamente le proprie sorti. La sua storia è poi quella di tutto il mantovano, fino alle battaglie risorgimentali. Vive sono le testimonianze di quella del 24 giugno 1859 conclusasi sulle colline di Solferino e San Martino ma sviluppatasi durissima nelle campagne tra Guidizzolo e Rebecco. Da allora si giunge ai moti per l’unità d’Italia prima ed alle guerre mondiali poi, cui pure versò il tri-
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Mantova di Borghi e di Sagre
buto di vita dei propri cittadini per il raggiungimento della pace e della libertà. Bellezze naturali storiche e artistiche turisticamente rilevanti. Il centro storico, dalla struttura a castrum, ospita un palazzo signorile (Rizzini) con parco e, su numerose facciate delle vie, promossi dall’Amministrazione Comunale e dalla Fondazione “NonSoloArte Franco Bombana”, campeggiano murales d’autore a tema che fanno di Guidizzolo un paese dipinto. Chiesa Parrocchiale (sec. XVIII) Antica pieve medioevale, unita all’Abbazia di Leno nella Diocesi di Brescia, da sempre l’edificio principale di culto e il centro religioso della comunità. Dedicata ai SS. Pietro e Paolo, apostoli. Officiata dai monaci benedettini olivetani dal 1508, passò sotto la giurisdizione del vescovo di Mantova nel 1787. Di stile architettonico composito l’antica parrocchiale conserva al suo interno numerose opere pittoriche tra cui spiccano una preziosa pala del pittore Giuseppe Bazzani – “S. Antonio da Padova e l’Angelo” (1750 /1760) – e tracce di affreschi del XV secolo. Nell’abside è conservato un prezioso crocefisso ligneo risalente alla seconda metà del ‘400 Oratorio di San Lorenzo (sec. XII) Notizie certe relative all’Oratorio di S. Lorenzo, costruito intorno al XIII secolo, risalgono alla fine del 1400; il sito su cui sorge l’edificio ha tuttavia una storia molto antica, ci sono giunti infatti reperti archeologici risalenti all’età del Bronzo.
gli ultimi anni del 1400 e il primo decennio del 1500. Protagonisti delle decorazioni sono la Madonna col Bambino, Cristo e vari santi tipici del culto popolare.
il vizio della lettura Aprile-giugno - Biblioteca comunale Camminata della salute 1° Maggio – 43° edizione Primavera in Musica - maggio Festa d’estate 19.20.21.22 giugno - Rebecco-Guidizzolo Birbesi in Festa 24-25- 26-27 luglio - Birbesi - Guidizzolo Festa della Birra 28-29-30 agosto Aspettando l’Autunno Dal 14 settembre al 17 ottobre rizzini in festa 18-19-20 settembre
Alto Mantovano
fiere ed eventi
Dagli anni Novanta del ‘400 per circa un secolo, la chiesetta fu officiata dai Padri Eremiti di S. Maria di Gonzaga, poi dai monaci Olivetani che già avevano in cura la Chiesa parrocchiale. A seguito della soppressione degli ordini religiosi, i conti Rizzini nel 1801 poterono acquistare il fondo San Lorenzo e l’annesso Oratorio e vollero porvi la cripta funeraria di famiglia. Nel 1995 il comune di Guidizzolo acquistò l’oratorio dagli ultimi eredi Rizzini. Nel 2004 si è concluso il restauro. L’edificio è di matrice romanica con influenze gotiche, la struttura architettonica, che presenta una forma a capanna, è infatti semplice e lineare. All’esterno gli unici elementi decorativi sono il campaniletto pensile e il fregio che orna il sottogronda. L’interno è ad aula unica con tetto a capriate; la zona presbiteriale, di forma rettangolare, è divisa dalla navata con un arco ogivale. Il coro ospita l’altare maggiore, decorato da un paliotto seicentesco; questo raffigura il santo protettore della chiesa che è effigiato anche nella statua lignea posta nella nicchia sopra l’altare. Il ciclo di affreschi che decora le pareti è stato eseguito, da autore ignoto, in un periodo compreso tra
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Mariana Mantovana
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www.comune.mariana.mn.it segreteria@comune.mariana.mn.it Municipio Piazza Castello 3 ......... 0376 735005 ............................... Fax 0376 735313 Carabinieri................................ 112 Acquanegra s/C......... 0376 79102 ospedale Carlo Poma Asola ............................... 0376 7211 Associazione sportiva ..................................... 0376 735005
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ariana Mantovana è un piccolissimo comune dell’Alto Mantovano. Conta infatti solo 720 abitanti. Si può affermare per questo che è una piccola perla nel nostro territorio. storiA La leggenda vuole che Mariana Mantovana abbia preso il nome da Caio Mario, in onore della sua vittoria sui Cimbri ottenuta tra Verona e Mantova. Il territorio di Mariana Mantovana è probabilmente fra quelli distribuiti ai legionari nel corso della centuriazione della pianura mantovana operata a favore dei veterani romani nel I secolo prima dell’era comune.
fiere ed eventi
“Festa del Pesce” Agosto. La Pro-Loco, in collaborazione con l’amministrazione comunale, AVIS e Pol. Mariana, organizza la tradizionale festa del pesce a Mariana Mantovana. La sagra si svolge in due fine settimana di agosto “sagra di santa sabina” Fine agosto, inizio settembre. Dopo la Festa del pesce la festa di fine estate che ogni anno richiama numerose persone durante le tre giornate di manifestazione. Specialità pesce di mare e cucina tradizionale, musica, animazione e spazio giochi per bambini
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Mantova di Borghi e di Sagre
Bisogna attendere l’anno 1111 per trovare la prima citazione di Mariana Mantovana: in quest’anno il Conte Alberto di Mariana Mantovana è testimone dell’investitura dell’abate Pietro del Monastero della Gironda. Per alcuni secoli le vicende del Borgo seguirono quelle di Brescia al cui territorio il contado apparteneva e della cui diocesi faceva parte la parrocchia. Dopo la scomparsa dei Conti di Mariana Mantovana il comune di Brescia concesse Mariana Mantovana in feudo alla famiglia Sali di Brescia. Nel 1427 Asola, il principale centro del territorio, passò sotto il dominio di Mantova, ma un’insurrezione popolare cacciò le milizie gonzaghesche e la comunità decise di darsi spontaneamente alla Repubblica veneta. I tentativi di Venezia di assoggettare anche i borghi limitrofi portarono a una lunga controversia con Mantova per la delimitazione dei confini. Luoghi di interesse Dal punto di vista monumentale sono degni di nota il palazzo Bonatti e, nell’architettura sacra, la settecentesca chiesa dedicata alla Beata Vergine Assunta e l’oratorio dell’Annunciata, risalente al 1100. Ben poco resta (soltanto una torre e parte delle mura con la porta d’ingresso) del castello e della cinta muraria, la cui edificazione fu voluta dai Gonzaga, nel Quattrocento.
Piubega
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www.comune.piubega.mn.it protocollo@pec.comune.piubega.mn.it
iubega conta oltre 1700 abitanti e si estende nella parte centro-occidentale del territorio provinciale, tra i fiumi Mincio e Chiese. È compresa tra i comuni di Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti, Redondesco, Mariana Mantovana, Asola e Casaloldo. storiA Durante tutto il Basso Medioevo e l’Età Moderna, Piubega non ha potuto sottrarsi al destino comune a tutte le terre di confine, fatto di continue lotte, invasioni, occupazioni, scorrerie e passaggi da una giurisdizione all’altra. Porta ancora oggi in sè le tracce le tracce della secolare contesa tra Mantova e Brescia, da identificarsi nelle opere di fortificazione - di cui è rimasta oggi solo la Torre Civica - e il dialetto molto vicino a quello bresciano, accompagnato da una cadenza più mantovana. Come si evince da una Cronichetta del poeta asolano Antonio Beffa Negrini (XVI sec.) il Castello della Pubblica (da cui, per storpiatura, Piubega) fu fondato dal cavaliere romano Publizio. Queste origini remote di Piubega sono documentate da due iscrizioni romane rinvenute in questi luoghi e depositate presso il Museo di Mantova. Luoghi di interesse Il patrimonio storico-architettonico è particolarmente ricco e articolato: un massiccio torrione medievale, che domina l’abitato, riporta agli anni di Matilde di Canossa, anche se non manca chi lo fa
Carabinieri via Roma ..................... 0376 655135 Farmacia Strada Gazoldo, 1 ....... 0376/655624
risalire addirittura ad un Publicio romano. Le più interessanti testimonianze del passato si riferiscono al barocco: la chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore, della prima metà del XVIII secolo, edificata su progetto di Giovanni Maria Borsotto; il cinquecentesco oratorio di San Giovanni Battista, fatto costruire da Francesco Gonzaga, e, in località San Cassiano, l’oratorio della Madonna del Rosario. Un esempio di architettura civile e residenziale è il palazzo del protonotario apostolico, edificato nel XVI secolo e adibito a residenza dei parroci, un tempo investiti della dignità di vicari foranei. Sono scomparse molte delle corti che un tempo costituivano il luogo più importante delle grandi proprietà terriere; ne restano, tuttavia, alcune: la Paradiso (cui sono annessi l’oratorio settecentesco e grandi edifici rustici), la Castelletti, la Dossi.
“Festa di san Fermo” Dall’8 al 12 agosto, nella frazione di San Fermo “Festa della solidarietà” Terza domenica di ottobre “Presepe Vivente” Dalla Vigilia di Natale al 6 gennaio Alto Mantovano
fiere ed eventi
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Municipio via 4 Novembre, 2 ....... 0376 655131 ............................... Fax 0376 655042
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Medole
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www.comune.medole.mn.it medole.mn@legalmail.it
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edole è un comune di 4.043 abitanti della provincia di Mantova, al confine con la provincia di Brescia in Lombardia. È situato nell’Alto Mantovano e fa parte della Comunità del Garda (associazioni di Enti del bacino del lago di Garda). Tra i principali monumenti del paese sono annoverati il Castello risalente al X secolo, la Chiesa Parrocchiale con la pala del Tiziano, l’ex Convento dell’Annunciata e la Pieve di Santa Maria, piccola chiesa ad una sola navata con abside e campanile, originari dell’XI secolo. A Medole è presente la più grande sala delle assemblee dei Testimoni di Geova in Italia, dedicata nel 2007. storiA Il paese deve il proprio nome probabilmente al grande ghiaieto di ciottoli, geologicamente detto “medolo”, situato a nord dell’abitato e sfruttato sin da epoca antica. I reperti e le iscrizioni rinvenute suggeriscono l’esistenza di un abitato organizzato in istituzioni, di cultura e lingua latina, già a partire dal I secolo. Il primo nucleo del paese prese vita nell’attuale zona nord-est dell’abitato, ove sorge l’attuale Pieve romanica, costruita intorno al X secolo, forse sulle fondamenta di un tempio romano. Il borgo, in epoca medievale, riappare come “vicus” in un documento nel 814, e poi come “Castrum” nel 1020, periodo questo, in cui si assiste ad uno sviluppo di tipo comunale attorno all’antico castello. Nel periodo delle Signorie si succedono Ezzelino da
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio via Garibaldi 12.............. 0376 868001 ................................ Fax 0376 868002 Pronto soccorso....................... 118 Pronto intervento.....................113 Carabinieri..................................112 Com. staz. Castel goffredo V.le Monte Grappa, 29....0376 770315
Romano, i Visconti, gli Scaligeri, ancora i Visconti e forse Venezia, fino al 1404, quando entra nel dominio dei Gonzaga di Mantova, dove vi rimarrà fino al 1602, anno in cui è ceduta al ramo cadetto di Castiglione delle Stiviere. Intorno alla seconda metà del XV secolo il comune, per ragioni non note, fu soggetto a una forte immigrazione che, in poco tempo, determinò un significativo aumento della popolazione medolese. Le già scarse provviste alimentari e le diffidenze verso i forestieri causarono una netta separazione tra le due popolazioni che, nel 1481 sanzionata da sentenza della magistratura. Gli abitanti di Medole furono divisi tra “uomini di comune” e “uomini di macina”. Questi ultimi costituivano la parte più povera e venivano trattati come forestieri, fino a quando la loro discendenza non avesse raggiunti i 150 anni dall’insediamento a Medole del capostipite. Durante la fase aloisiana Medole è insignita del titolo di marchesato, e lo manterrà fino al 1701, quando questi territori tornano ai Gonzaga di Mantova per rimanervi solo sei anni, prima di essere assoggettati all’Impero asburgico. Da sottolineare è il ruolo che queste zone hanno avuto prima, durante la campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, e poi in pieno Risorgimento, nel giugno del 1859, durante la seconda guerra di indipendenza, combattuta per gran parte nella piana posta a nord di Medole, nei pressi del monte Medolano. Nella zona a nord del paese si combatté la battaglia di Medole, lo scontro che diede inizio alla battaglia del 24 giugno 1859,
Luoghi di interesse Tra i monumenti, oltre al Torrione (residuo del castello dell’undicesimo secolo) e alla torre gonzaghesca del XV secolo, è possibile ammirare l’antica chiesa di Santa Maria della Pieve (edificata nell’undicesimo
“Falò della Befana” - 6 gennaio “Festa del ringraziamento” - 17 gennaio “southgarda Bike” - Aprile, gara ciclistica “Manifestazione della liberazione” 25 aprile “Festa della repubblica” 2 giugno. Celebrazione con consegna della Costituzione ai diciottenni “sagra d’estate della Mietitura” Terza domenica di giugno “Festa dell’unità” Secondo fine settimana di luglio “Festa dell’amicizia” Quarto fine settimana di luglio “sagra rionale loc. san rocco” - agosto “sagra rionale loc. Colla” Primo lunedì dopo Ferragosto “sagra rionale loc. sacchetta” Secondo lunedì dopo ferragosto
secolo ma internamente ristrutturata in stile barocco), la settecentesca chiesa parrocchiale dedicata all’Assunta (dove si conserva una pala del Tiziano, “Il Risorto che appare alla Madre”, rubata nell’aprile del 1968 e fortunatamente ritrovata dopo pochi giorni) e i palazzi Ceni, Minelli, Conti e Panizza, risalenti per lo più al XVIII secolo. Ricorrenti, poi, sono i portali (risalenti al periodo tra il Seicento e il Settecento), in marmo, sovrastati in buona parte da balconi.
“sagra rionale loc. Pieve” settembre “sagra rionale loc. Villa” Seconda domenica di Settembre “sagra rionale loc. Passeggio/Madonnina” Terzo lunedì dopo Ferragosto “sagra rionale loc. gelmina” gennaio “sagra d’Autunno” Prima domenica di ottobre “Festa dei nonni” Secondo fine settimana di ottobre “Commemorazione dei caduti” Primo fine settimana di novembre “tombola di santa Lucia” 12 dicembre alla sera “Concerto di natale” Il sabato prima della Vigilia di Natale, concerto a Medole nella Chiesa Parrocchiale
fiere ed eventi
meglio conosciuta come “battaglia di Solferino e San Martino”, con la quale si conclusero le attività belliche della seconda guerra di indipendenza.
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Alto Mantovano
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Monzambano
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comune.monzambano@pec.regione.lombardia.it monzambano.mn@legalmail.it Municipio Piazza Vittorio Emanuele 15 ..................................... 0376 800502 .............................. Fax 0376 809348 guardia Medica .........0376 83293 Carabinieri ................0376 800034 Pronto soccorso ........0376 83293 Polizia stradale ........0376 330611
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onzambano è un comune italiano di 4.860 abitanti. Il suo territorio è prevalentemente collinare, infatti è un paese delle colline moreniche a sud del Lago di Garda e nella zona dell’Alto Mantovano.
storiA Monzambano è abitata fin dall’età del bronzo come testimoniano i ritrovamenti di un villaggio palafitticolo in località Fondo Tacoli di Castellaro Lagusello, nella frazione di Castellaro Lagusello. Nel 2011 tale area è stata inserita fra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO (all’interno del sito sovranazionale denominato Antichi insediamenti sulle Alpi). Monzambano faceva parte almeno dal 1199, con Ponti, Peschiera e Valeggio, del sistema difensivo Veronese ad est, costituito da castrum posti in posizioni tattiche per preservare i confini Scaligeri. Quando Verona nel 1495 finì sotto l’influenza veneziana, anche Monzambano ne seguì le sorti, come si può vedere dal leone alato di San Marco nella torre del castello, di origini Scaligere. Monzambano rimase sotto la Serenissima fino al 1797, anno della calata di Napoleone Bonaparte in Italia, quando il castello divenne un caposaldo della resistenza Veneta ai Francesi. Napoleone dopo la vittoria poté da qui partire alla conquista della stessa Verona e Venezia. Con il trattato di Campoformio, Monzambano entrò a far parte della Repubblica Cisalpina, dapprima nel Dipartimento del Benaco (maggio 1798), in
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Mantova di Borghi e di Sagre
seguito in quello del Mincio (settembre 1798). Da quel momento, la sua storia si legò a quella mantovana. Nel corso della prima guerra di indipendenza, il 9 aprile 1848 Monzambano fu teatro di uno scontro tra una divisione piemontese (generale Breglia) e forze austriache che, dopo aver abbandonato la zona, si attestarono al di là del Mincio distruggendo il ponte. I genieri riuscirono tuttavia a riattivarlo e le truppe piemontesi passarono il fiume costringendo gli Austriaci alla ritirata. Nel corso della terza guerra di indipendenza, nella stessa giornata della sconfitta di Custoza, 24 giugno 1866, il ponte di Monzambano fu vittoriosamente difeso da cavalleria e fanteria italiana che, comandate da Pianell, respinsero gli attacchi austriaci tesi a tagliare una delle vie di ritirata. Presenti nelle due battaglie anche i Carabinieri ai quali il 25 marzo 2006 è stato intitolato lo storico ponte.
“Antica Fiera di santa Margherita” 22 febbraio, Castellaro “Borgo in Fiore” aprile - maggio, Castellaro “sagra del Polastrel” luglio, Olfino sagra di san. Bartolomeo agosto, Monzambano
fiere ed eventi
Luoghi di interesse Monzambano, estrema terra virgiliana, adagiata sulle colline moreniche che incoronano il lago di Garda e lambita dal fiume Mincio, ha del lago il clima e la vegetazione. Il paesaggio è suggestivo: sui colli tra i vigneti, spiccano cipressi e ulivi. Apprezzato per i suoi itinerari turistici, offre un’ospitalità spontanea e calorosa nelle sue trattorie, agriturismi e i ristoranti nei quali si possono gustare vini e piatti tipici della zona. Da visitare il Castello medievale che risale verosimilmente al periodo della calata degli Ungari. Si tratta di un castello-difesa come ci dicono il suo perimetro e le sue torri, una delle quali trasformata in torre-orologio e dalla quale si gode uno stupendo panorama sulla vallata del Mincio, visitabile nei pomeriggi delle domeniche da aprile ad agosto. All’interno della cinta muraria vi è la settecentesca chiesa di San Biagio, ricavata da una precedente pieve di origine romanica dedicata a Santa Maria. Vi viene venerato il santo nel giorno 3 febbraio con la benedizione della gola a cui segue un momento di festa, nel quale gli abitanti della borgata offrono agli ospiti “vino e fugasì”. Dal castello si scende sul pianoro, sul quale si eleva la chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo. Iniziata nel 1743 fu benedetta nel 1777 come ci dice il cartiglio nell’alto dell’abside. L’interno è arricchito da splendidi altari in marmo: monumentali quelli della Madonna del Rosario e di San Domenico con tele dell’Ugolini. Di questi sono pure le 15 tele della Via Crucis. L’elemento più prezioso è l’altare maggiore ricco di intarsi e disegni simboli-
“Castellaro Buskers Festival” agosto, Castellaro “Festa dell’uva” settembre, Monzambano “Bandiere Arancioni” ottobre, Castellaro
ci. Sulla via Umberto I si affaccia la chiesa romanica della Beata Vergine Annunciata volgarmente detta della Disciplina. Al suo interno, oltre l’altare maggiore, troviamo l’altare del Crocifisso, innalzato per invocare la protezione contro la peste degli animali. Di fronte la piazza del Palazzo Comunale, attraversato corso Umberto I, si imbocca vicolo Balilla che porta nella caratteristica “Piazzetta delle Arti e Mestieri” recentemente ristrutturata e dalle quale si gode uno stupendo panorama sulla vallata del fiume Mincio.
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Redondesco
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www.comunediredondesco.it redondesco@postemailcertificata.it
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edondesco è un comune italiano di 1.310 abitanti della provincia di Mantova. Il paese è situato alla sinistra dell’Oglio inferiore, ad ovest di Mantova, da cui dista circa 25 chilometri. Il suo territorio è costituito da una pianura di 19,13 chilometri quadrati, confinante ad est con i comuni di Piubega e Gazoldo degli Ippoliti, a sud col comune diMarcaria, ad ovest con quello di Acquanegra sul Chiese e a nord con quello di Mariana Mantovana. Le sue terre sono particolarmente fertili, perché bagnate ed irrigate in parte dal canale Tartaro Fabrezza, ed in parte dal vaso Fuga – i due Tartari dell’Ovest mantovano. storiA Le origini di Redondesco sono remote e incerte come la leggenda romantica che fa risalire il nome alla famosa tavola rotonda di re Artù. In verità le interpretazioni etimologiche che ne attestano l’esistenza prima del Mille non sono concordi: alcuni autori sostengono, in forza del prefisso “Re” derivato da “rivus” (fiume), che il nome significhi paese bagnato all’intorno da fiumi; altri, invece, sostengono, più verosimilmente, sulla base di un diploma imperiale del 982 che identifica il paese con il nome di Redoldescho, e di un successivo documento del 1055 che cita Redaldisco, che il toponimo indichi un luogo di proprietà (la terminazione in esco significa infatti appartenenza) di un signore di nome Redaldo o Redoldo, che rinvierebbe ad alcuni personag-
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio piazza Castello, 8......... 0376 954141 ............................... fax 0376 954510 Polizia Locale ...........0376 954021 Carabinieri Acquanegra sul Chiese ................... 0376 79102
gi illustri dell’Alto medioevo. La forma Rotundiscus dal significato Desco rotondo, sebbene etimologicamente improbabile, è comunque quella che ha avuto più fortuna, tant’è che lo stemma della comunità rappresenta un tavolo (o sgabello) rotondo su sfondo verde-azzurro. Redondesco è stato nei secoli un centro storico di notevole importanza grazie alla vicinanza con la via Postumia, importante arteria stradale costruita dai Romani. La Postumia fu però anche la via obbligata attraverso la quale passarono i barbari che calarono sull’Italia durante e dopo la fine della dominazione romana. L’area territoriale di Redondesco fu in seguito sottoposta all’influenza dei monasteri longobardi e franchi (VIII - IX secolo). Dalla fine del X secolo fino a metà del XIII Redondesco fu possesso e sede di stirpi comitali (conti eponimi e conti di Lomello). Dopo la loro cacciata ad opera del comune di Brescia, il paese dovette subire le conseguenze delle lotte tra le città guelfe e ghibelline passando sotto il dominio dell’uno o dell’altro vincitore. Per quasi due secoli Brescia, Mantova e Asola si contesero Redondesco. Nel 1404 Redondesco prese la risoluzione di offrirsi ai Gonzaga: una deputazione della comunità si presentò a Francesco Gonzaga, Vicario imperiale in Mantova, per offrirgli il governo della comunità e il comando della Fortezza di Redondesco. La spontanea dedizione di Redondesco mosse i Gonzaga ad elargire favori speciali, privilegi ed esenzioni alla
Luoghi di interesse Da piazza Risorgimento, nel cuore dell’abitato, si possono ammirare le mura del Castello, con il turrito ingresso e i torrioncini d’angolo. Da questo luogo è possibile accedere attraverso l’arco passante della torre portaia e quello della torre maestra (mastio) nella suggestiva piazza Castello sulla quale si affaccia il municipio, il teatro comunale, l’ufficio postale ed alcune abitazioni private.
Il Romitorio di S. Pietro è un’antica chiesa, documentata con certezza nel XII secolo, che sorge in riva al Tartaro, in un suggestivo paesaggio campestre, e rivela nella tessitura muraria la stratificazione di più fasi costruttive. A navata unica, con capriate a vista, è caratterizzata dalla presenza di affreschi quattrocenteschi che decorano le pareti interne; anche il coretto è tutto affrescato. Di estremo interessi i graffiti e le iscrizioni parietali, databili dal XV al XVIII secolo, scritte in volgare, in francese e in tedesco.
“Festa en Castel” luglio / agosto
“tombola dell’epifania” - 6 gennaio “s. Antonio, benedizione degli animali” 17 gennaio
“Festa di san Fermo” agosto
“gnoccolata” - in occasione del Carnevale “Fiera Campi Bonelli” aprile, organizzata da AVIS Redondesco e AVIS Mariana
“11°auto e moto raduno d’epoca” settembre. - Organizzato dall’associaz. La Pesa “sagra di san Maurizio” settembre, con commedia dialettale in teatro
“Festa dei Lavoratori” 1 maggio. Messa e benedizione mezzi agricoli in Piazza Risorgimento
“Cena rinascimentale in teatro” - ottobre
“Castelrun” giugno. Corsa podistica
“redondesco rinascimentale” ottobre - Tutto il giorno e pranzo a tema
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fiere ed eventi
comunità di Redondesco che sotto la loro signoria, specialmente nei secoli XV e XVI raggiunse grande prosperità economica, civile e sociale.
Ponti sul Mincio
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www.comune.pontisulmincio.mn.it anagrafe@pec.comune.pontisulmincio.mn.it Municipio ....................................... 0376 88121 ................................. fax 0376 88296 Carabinieri di Monzambano ..................................... 0376 800034 Biblioteca ................. 0376 808057 Parrocchia ...................0376 88008 scuola dell’infanzia .. 0376 88153 scuola primaria ......... 0376 88154
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ell’immediato entroterra a sud del Lago di Garda e seguendo il corso del fiume Mincio, si incontra Ponti sul Mincio, il primo comune della Provincia di Mantova, il cui territorio forma il grande Parco Regionale del Mincio e sfocia nel fiume Po. Ponti pertanto rappresenta la porta di ingresso al Parco del Mincio, un parco naturale che mostra caratteristiche vegetazionali e floristiche di grande bellezza e spesso di estremo interesse scientifico. Conta oltre 2.200 abitanti e confina con Peschiera del Garda (VR), Valeggio sul Mincio (VR), Monzambano e Pozzolengo (BS), risultando il comune più settentrionale della provincia di Mantova. La storia di Ponti sul Mincio è sempre stata forte-
Patrono di Ponti sul Mincio 17 gennaio - sant’Antonio abate
mente influenzata dalla presenza del fiume, che a buon diritto è entrato a far parte del toponimo. In passato assunse, per la sua posizione strategica, l’aspetto di una cittadella fortificata, come testimoniato dai ruderi del castello medievale e delle mura di cinta. Le sue vicende nel corso dei secoli non sono state diverse da quelle dei comuni vicini e in particolare di Peschiera del Garda: al pari di quest’ultima, dopo aver fatto parte dei possedimenti degli Scaligeri, venne annessa alla repubblica di Venezia. Proprio perché inserita nell’orbita veneziana, fu fuori dall’influenza dei Gonzaga.
Castelli in musica - 10 luglio
Biciclettata di pasquetta - 28 marzo
sagra san gaetano - 05-08 agosto
Commemoraz. sul monte casale - 01 maggio
Birra in forte 26-27-28 agosto “degustazione presso forte Ardietti”
fiere ed eventi
Carnevale in piazza - 31 gennaio
Concerto lirico “Maria Zamboni” 23 luglio
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Festa dello sport - 02 giugno 45° anniversario avis - 19 giugno Web radio “ponti live 3” 25 giugno - concerto piazza
Biciclettata di fine estate - 11 settembre Festa del libro - 17 settembre
Festa medioevale - 25-26 giugno
san martino in piazza - 11 novembre
Birra in forte 2-3 luglio “degustazione presso forte Ardietti”
sagra di san nicolo’ - 06 dicembre
Mantova di Borghi e di Sagre
Mercatini di natale - 18 dicembre
Solferino
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www.comune.solferino.mn.it protocollo.comune.solferino@pec.regione.lombardia.it Municipio ..................................... 0376 854001 .............................. fax 0376 855547 Polizia locale ............0376 854001 Pronto soccorso Osp. Castiglione d/s ........ 0376 6351 Carabinieri ................0376 861900 soccorso pubblico di emergenza ..........................113 Vigili del fuoco ........................115 emergenza sanitaria .............118
olferino è un comune italiano di 2.579 abitanti della provincia di Mantova in Lombardia. È situato nella pianura padana, sui colli morenici del Lago di Garda, nell’Alto Mantovano al confine con la provincia di Brescia. È particolarmente conosciuto per la battaglia (24 giugno 1859) che ne prese il nome,
“Anniversario unità d’italia” 17 marzo, commemorazioni in paese, apertura straordinaria Museo e Rocca di Solferino “Festa di Primavera” e “Mercatino del Piccolo Antiquariato” - aprile. Mercatini in contrada Pozzo Catena e in concomitanza in Piazza Castello “ “Festa Madonna delle rose” - 31 maggio “Corsa delle Bighe” - 14 giugno. Nelle vie del centro sfida tra le contrade del paese. In piazza Castello il “Mercatino del Piccolo Antiquariato” “Commemorazione del 157° della Battaglia” giugno, eventi in paese, Concerto in Piazza Castello “Fiaccolata della Croce rossa” - giugno “undicesima grande Festa del Capunsel a solferino” - luglio “Festa della Birra” - luglio
combattuta fra l’esercito austriaco e quello francosardo come atto finale e conclusivo della seconda guerra d’indipendenza. La battaglia si concluse a Solferino con la presa della Rocca, più conosciuta come la “Spia d’Italia” per la sua posizione dominante.
“in Collina con gusto” settembre “un ritorno alle tradizioni. La settimana del nedrot” Da domenica 4 ottobre. I ristoranti aderenti propongono piatti tipici della tradizione locale a base d’anatra “Festa d’Autunno” - ottobre. Mercatini in contrada Pozzo Catena e “Mercatino del Piccolo antiquariato” “un ritorno alle tradizioni. La settimana del Baccalà” novembre Antica tradizione dei nostri nonni riproposta in varie versioni nei ristoranti aderenti. “un ritorno alle tradizioni. - La settimana della Zucca” - dicembre. Mille modi di gustare la zucca, dai primi ai dolci; nei ristoranti aderenti “Bancarelle di natale” - 6 dicembre “Festa Madonna A Bas” - 8 dicembre
“Cena sotto le stelle – Al Banchetto dei gonzaga” - luglio, rievocazione in costume
“incontro con santa Lucia” - 12 dicembre
“Camminada en so la roca. Corsa podistica” agosto
“natale a solferino” - Dal 15 al 31 eventi e manifestazioni a tema natalizio
Alto Mantovano
fiere ed eventi
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Volta Mantovana
NUMERI UTILI
www.voltamantovana.gov.it voltamantovana.mn@legalmail.it Municipio Via Beata Paola Montaldi, 15 ..................................... 0376 839411 .............................. Fax 0376 839419 Carabinieri ...............................112 via Custoza, 37.............. 0376 83002 Polizia locale ...... 0376 839441/42 ASL CUP ................... 0376 839200
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olta Mantovana è un comune italiano di 7.413 abitanti della provincia di Mantova inLombardia, nell’Alto Mantovano. Dista dal lago di Garda circa 20 chilometri, in quanto Volta Mantovana dista solo 17 chilometri da Peschiera del Garda, comune situato sul Lago di Garda. Il centro storico di Volta Mantovana è molto antico ed ampio, per questo si presta per romantiche passeggiate.
Alberto e teatro di combattimenti quando l’esercito sardo-piemontese si ritirò da Custoza. Durante la seconda guerra d’indipendenza costituì un importante polo strategico nella battaglia di Solferino e San Martino. Nell’epoca fascista fu oggetto di una spedizione punitiva da parte delle camicie nere, che costrinsero alle dimissioni i membri del partito popolare al potere nell’amministrazione comunale.
STORIA La presenza dell’uomo in epoca preistorica è stata comprovata da ritrovamenti di insediamenti palafitticoli, risalenti ad un periodo compreso tra il 1800 e il 100 a.C. Dopo aver visto avvicendarsi, sul suo territorio, etruschi, galli e romani, ha costituito zona di transito per i visigoti, gli unni, i longobardi e i franchi. Nell’XI secolo appartenne a Matilde di Canossa. Nella seconda metà del XIV secolo divenne possedimento di Guido Gonzaga, secondo capitano di Mantova, e rimase sotto il dominio della potente famiglia mantovana fino al XVIII secolo. Subì spesso saccheggi, distruzioni e invasioni: infatti, al tempo della guerra del Monferrato, agli inizi del XVII secolo, fu sottoposta alle violenze perpetrate dagli imperiali e dai lanzichenecchi; a tutto ciò si aggiunse, nel 1630, l’epidemia di peste che coinvolse l’intera zona. All’inizio del XIX secolo fu attraversata dall’esercito franco-italico di Eugenio di Beauharnais, inseguito dalle truppe austriache. Nel 1848, durante la prima guerra d’indipendenza, fu quartier generale di Carlo
LUOGHI DI INTERESSE Volta Mantovana ha origini antichissime, ed è stata scenario di molte vicende storiche; oltre al caratteristico centro storico, sono molti luoghi di interesse architettonico: la Chiesa Parrocchiale di Volta Mantovana dedicata a S. Pietro con all’interno interessanti opere di artisti locali; Palazzo Cavriani Guerrieri Gonzaga, eretto nel XV secolo, appartenne per lungo tempo alla nobile famiglia da cui prese il nome, oggi sede Municipale; Villa Venier; I resti del castello di antica fondazione, che ancora oggi domina il centro abitato; la chiesetta Parrocchiale di Cereta (frazione di Volta Mantovana); i Giardini all’Italiana di Palazzo Gonzaga; la Chiesetta della Madonnina. Palazzo Gonzaga, i Giardini e le due torri annesse al palazzo sono visitabili ogni sabato e domenica. Il Castello di Volta Mantovana è un’antica roccaforte risalente all’XI secolo situata nel centro di Volta Mantovana, in provincia di Mantova, che conserva inalterato l’originario impianto urbanistico, oltre ad alcuni edifici e opere difensive, tra cui
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Alto Mantovano
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le due torri. Edificato intorno all’XI secolo forse per volere di Matilde di Canossa, comprendeva una cinta muraria esterna e una collocata internamente, a difesa del mastio. Il possesso passò nel 1185 al comune di Mantova, ai Bonacolsi e ai Gonzaga dal 1368 al 1450, inizio del dominio veneziano. Il ritorno dei Gonzaga è sancito dalla nomina a mar“Carnevale del Capunsel” Per le vie del paese, in notturna, sfilata di carri e maschere, distribuzione di capunsei “Mostra nazionale dei vini passiti e da meditazione” maggio, Palazzo Gonzaga. “Convivium Voluptatis” Giugno, Palazzo Gonzaga. Banchetto e festa rinascimentale
fiere ed eventi
“sagra di santa Maria Maddalena e notte Bianca” - luglio “Calici di stelle” agosto, Palazzo Gonzaga. Piatti tipici con i vini dell’alto mantovano e i telescopi degli astrofili di San Benedetto per ammirare le stelle “sagra della Beata Paola” - settembre “A Volta per star bene” Novembre, palazzo Gonzaga
chese di Ludovico III Gonzaga che, assieme alla moglie Barbara di Brandeburgo, ristruttura in parte il castello ed edifica a poca distanza da esso Palazzo Gonzaga-Guerrieri, che diventerà la loro residenza estiva. ll palazzo venne costruito dunque verso il 1450 da Ludovico III Gonzaga, II marchese di Mantova e dalla consorte Barbara di Brandeburgo come villa di campagna, fra le colline Moreniche e nel clima salubre del vicino lago di Garda, a ridosso di una torre e di un tratto delle mura di difesa del borgo. Passò di proprietà al figlio Rodolfo Gonzaga e quindi ai suoi figli Gianfrancesco ed Aloisio, che lo donarono nel 1515 a Ludovico Guerrieri, commissario dei Gonzaga a Volta. Nei primi anni del XIX secolo il palazzo fu di proprietà del marchese Tullo Guerrieri (1773-1845), che qui morì e con lui ebbe termine il ramo della famiglia. Nel 1860 circa, venne ceduto al marchese Achille Gonzaga, del ramo cadetto dei Gonzaga di Vescovato e quindi alla figlia Costanza, moglie di Tullio Cavriani. Nel 1930 passò a Carlo Cavriani, che lo cedette infine, a metà degli anni ottanta al Comune di Volta Mantovana, che ne fece la sede municipale. Oltre ai beni artistici, Volta è circondata da stupendi paesaggi e percorsi da fare in bici, a piedi o a cavallo lungo il fiume Mincio e sui docili pendii delle colline. I punti ristoro e le cantine sempre aperte con prodotti tipici e vini da degustare sono una piacevole interruzione durante le gite fuori porta.
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ozzolo è un piccolo Comune di circa 5.000 abitanti della provincia di Mantova. Il nome di Bozzolo, per tradizione locale, deriverebbe dai bozzoli che qui venivano coltivati. Dal 1315 al 1700 fu possedimento del ramo cadetto dei Gonzaga di Sabbioneta e Bozzolo. Alla fine del Cinquecento, per volere del duca Vespasiano Gonzaga, Bozzolo venne cinta da mura. Nel 1594 ottenne il titolo di città. storiA Bozzolo, sotto il nome latino di Vaudiolo, Vauxiolo “piccolo guado”, compare già negli atti notarili del IX e X secolo; nel 949 è definito castrum, cioè luogo fortificato, accanto cui sorgono trenta case. L’abitato è posto su un terrazzo fluviale (30 metri sul livello del mare) che sovrasta l’Oglio. Come tutte le terre che stanno alla destra dell’Oglio, nel Medioevo, Bozzolo, è sotto il controllo politico del comune di Cremona e appartiene tuttora alla diocesi cremonese, Nel periodo che va dal XII al XIV secolo è infeudato ad alcune grandi famiglie cremonesi: i Dovara, i Persico, i Cavalcabò. Bozzolo ha una sorte comune con altri paesi dell’Oltre Oglio: nel 1408 passa sotto i Gonzaga, Signori di Mantova e, nel 1478 entra a far parte di un “condominio signorile”, che controlla Gazzuolo, San Martino, Rivarolo, Commessaggio, Sabbioneta, Pomponesco, Isola Dovarese e Ostiano, autonomo rispetto ai Gonzaga di Mantova, dipendente solo dall’impero, assegnato per testamento da Lo-
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Mantova di Borghi e di Sagre
dovico Marchese di Mantova al figlio Giovan Francesco e ai suoi eredi. Ai primi del cinquecento, grazie alla protezione dei Gonzaga, si insedia una consistente comunità ebraica dedita al commercio e al prestito del denaro instaurandosi una favorevole convivenza ebraico-cristiana (tuttora, a Bozzolo, esiste il cimitero ebraico). Ricordiamo i più importanti Signori di Bozzolo. Vespasiano (1531-1591) risiede a Sabbioneta, di cui è anche Duca, tuttavia provvede a sostituire il vecchio castello medioevale di Bozzolo con una possente fortificazione dotata di baluardi a prova di cannone, demolita poi nel 1812. Giulio Cesare nel 1594 ottiene, dall’Imperatore Rodolfo II d’Austria, per sé il titolo di Principe e per Bozzolo quello di città, che eleva a ruolo di capitale degli altri sei paesi del feudo. Crea una zecca, istituisce il mercato del venerdì che attira mercanti dai paesi vicini (il mercato continua nei nostri giorni sempre di venerdì). Con lui la popolazione del piccolo centro raddoppia, nasce una nuova Parrocchia. Gli succede Scipione che diventa Principe del Sacro Romano Impero e di Bozzolo. Istituisce l’ospedale e favorisce la presenza di numerosi ordini religiosi. Muore nel 1670 e gli succedono Ferdinando e Giovan Francesco che muore nel 1703 senza discendenti. Il principato in seguito è assegnato ai Gonzaga di Mantova fino al 1708, ai Gonzaga di Guastalla fino al 1746; all’Impero fino al 1771, quando la sua
secondo dopoguerra l’interno viene distrutto e trasformato in sala per proiezioni cinematografiche. Rimane il neoclassico prospetto esterno. La Porta di San Martino o Porta Mantova. Neoclassica, è stata eretta nel 1842 in sostituzione di una porta gonzaghesca del XVII secolo. La Fondazione Don Primo Mazzolari. Raccoglie documenti, opere e la biblioteca di Don Primo Mazzolari – Sede di consultazione. La Palazzina. Casa seicentesca ora Saviola, già di proprietà di donna Maria Gonzaga, figlia naturale dell’ultimo principe Gianfrancesco. Palazzo Casalini. Del XVIII secolo, sede del Consiglio Provinciale di Mantova durante la I Guerra d’indipendenza nel 1848. Le Mura. La ristrutturazione urbanistica di Bozzolo risale a Vespasiano Gonzaga, che incomincia a occuparsene dopo aver completato la costruzione di Sabbioneta, a partire dal 1577. Nel 1584 chiude la Cittadella con portoni e nel 1587 rinnova completamente la possente cinta fortificata del castello, dandole la forma di un trapezio difeso da sei baluardi muniti di fossati. I muraglioni sono sostituiti da terrapieni per consentire di resistere all’artiglieria. Nella prima metà del XVII secolo, Giulio Cesare e Scipione Gonzaga cingono l’intero abitato di mura, munite di bastioni e lunette e interrotte da due porte, Porta Cremona e Porta Mantova. Le mura sono costruite alla moderna, provviste di un retrostante terrapieno, con mattoni provenienti dalle fornaci della zona e materiali ricavati dalla demolizione delle fortificazioni dei borghi del principato. Si tratta di mura solo apparentemente solide. Furono, infatti, costruite usando, come legante, la terra e ciò a reso instabili soprattutto i tratti di cortina innalzati sui terreni umidi nella parte nord est. Ciò le ha rese da sempre fragili e soggette a forte degrado dovuto all’azione degli agenti atmosferici e della vegetazione spontanea.
“Festa della Badia” Primo fine settimana di maggio “Fiera di san Pietro” Ultima domenica di giugno “notte Bianca” - Luglio “Fiera settembrina” Ultima domenica di settembre “Artisti per la vita” Metà dicembre Oglio Po
fiere ed eventi
autonomia viene cancellata con l’annessione alla Lombardia austriaca. Per il biennio 1786-1788, sotto Giuseppe II, Bozzolo è anche capoluogo di provincia. La storia successiva coincide con quella della Lombardia: nel 1848 è per pochi mesi sede del Commissario straordinario per i servizi amministrativi e finanziari riguardanti le terre mantovane liberate. Nel 1859 entra a far parte del Regno d’Italia. Luoghi di interesse Chiesa parrocchiale San Pietro Apostolo. Eretta intorno al 1576, in origine era la chiesa annessa al convento degli Agostiniani, presenti in Bozzolo dal 1518; il suo bel campanile è del 1606. Chiesa della SS. Trinità. Promossa sul finire del XVI secolo dalla Confraternita della Misericordia, che prende per l’occasione il nome di Confraternita della SS. Trinità (1576), sorge nel quartiere d’espansione voluto da Vespasiano Gonzaga, viene costruita fra il 1617 (primitiva chiesa di dimensioni rivelatisi troppo anguste) e il 1644 circa (attuale edificio) in stile tardo cinquecentesco. Eretta a seconda parrocchia del paese nel 1617, dedicata nel 1737, diverrà chiesa sussidiaria nel 1932. Chiesa di San Francesco. Eretta fra il 1604 e il 1606 da Giulio Cesare Gonzaga, primo principe di Bozzolo, con l’intento di farne la cappella palatina e il proprio mausoleo, un tempo unita al palazzo di corte, è opera di Zilio de’ Zilii, architetto di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Il Cimitero Ebraico. Aperto nel 1798 e recentemente restaurato, ospita anche lapide più antiche, scritte in ebraico. Il Palazzo Municipale. Del XV secolo; la torre costruita fra il 1597 e il 1608, viene troncata nel 1959 perché pericolante. Il Palazzo detto “Del Tribunale”. E’ costruito tra il 1584 e il 1592 da Vespasiano Gonzaga con l’intento di farne un ospedale per i poveri; il bell’edificio non verrà mai usato a questo scopo. Dopo il 1630 diventa proprietà di don Camillo Gonzaga, è caserma sotto gli austriaci (caserma nera), infine sede del tribunale col Regno d’Italia. Il palazzo del monte Pietà. Sorge tra la fine del XVI secolo e i primi decenni del XVII secolo; ora è sede della Biblioteca e dell’Archivio Storico comunali. Il Teatro. Del mantovano Vergani, inaugurato il 25 maggio 1843, aveva la forma classica a ferro di cavallo, con strutture in muratura, doppio ordine di palchi e sovrastante loggione, palchi in legno e cavea finemente decorata con soffitto a volto. Nel
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Commessaggio
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www.comune.commessaggio.mn.it comune.commessaggio@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Italia 1 .................. 0376 98121 .................................. Fax 0376 98475 Polizia Locale Piazza Italia n. 1 .. 0376 98 121 (int. 1) ospedale oglio Po Via Staffolo n. 51, Casalmaggiore .................................. 0375 28 14 92/4 Carabinieri di gazzuolo Via Guglielmo Marconi, 5 ..........................................0376 97185
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ommessaggio è un comune di 1.135 abitanti, ituato nella “bassa” mantovana, al confine con la provincia di Cremona. il suo territorio è caratterizzato dalla presenza di numerosi canali d’irrigazione, come il Navarolo, che attraversa l’abitato, segna il confine comunale con Sabbioneta e dal quale si dirama il canale Bogina, che delimita a sua volta il confine comunale con Viadana. Le odierne canalizzazioni sono il retaggio della bonifica di un’antica palude, la Regona, alimentata
fiere ed eventi
“Palio delle Contrade” Quarta domenica di luglio. Ogni contrada del paese, a seconda delle sue attività caratteristiche antiche e recenti, si addobba di oggetti, di animazioni e si associa ad un suo battello che parteciperà, dopo una giornata di giochi, manifestazioni e degustazioni, alla conclusiva gara sul Navarolo “sagra d’autunno” Quarta domenica di ottobre. Esposizioni, mostre fotografiche e pittoriche, mercatino e degustazioni
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“Mercatini di natale” Nel mese di dicembre, nella piazza del paese e nelle vie attigue. Bancarelle di oggettistica, creazioni artistiche, alberi, presepi, quadri, piatti
Mantova di Borghi e di Sagre
dalle acque di piena del Po e dei suoi affluenti e abitata almeno dall’Età del bronzo, come testimonia un rilevante insediamento palafitticolo riportato alla luce nella vicina località di Ca’ de Cessi, che è però frazione del comune di Sabbioneta. Il periodo intercorso tra l’età del bronzo e quella del ferro (tra il 2500 ed il 200 a.C.) già la vede abitata, come risulta dai resti di palafitte, in gran parte rinvenuti nella zona del canale Navarolo. Secondo alcuni, deve l’origine del toponimo al latino COMMISSUM, ‘cosa affidata’. Con gli etruschi gli insediamenti divennero veramente considerevoli; dopo l’occupazione dei galli (verso la fine del III secolo a.C.), la zona conobbe l’influenza romana. Ai romani fecero seguito numerose popolazioni barbariche, fra le quali bisogna ricordare (per l’influenza che esercitarono) soprattutto longobardi e franchi. Proprio al periodo longobardo risalgono le prime notizie documentali che la riguardano: il re Desiderio, infatti, la donò all’abbazia bresciana di Leno. Dopo la parentesi longobarda, subentrarono al potere varie famiglie nobili del luogo. In seguito queste terre furono contese dai Visconti di Milano e dai Gonzaga di Mantova; dopo alterne vicende, questi ultimi riuscirono a prevalere sul casato milanese e da quel momento il borgo rimase definitivamente nella sfera d’influenza dei Gonzaga.
Dosolo
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www.comune.dosolo.mn.it segreteria.comune.dosolo@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Garibaldi, 3 ........ 0375 89573 ............................... Fax 0375 899027 Carabinieri di Viadana ..................................... 0375 820400 Farmacia tarana ....................................... 0375 89123 Biblioteca dosolo ........................................0375 89872 ufficio Postale dosolo ........................................0375 89120
osolo è un comune di 3.500 abitanti. Il nome di Dosolo deriva probabilmente dal latino doxolum, piccolo dosso. Durante il medioevo Dosolo assunse una particolare importanza grazie al suo ponte e al castello, la cui costruzione originaria, secondo lo storico Ireneo Affò, era opera dei Longobardi, sorgeva nell’attuale prato depresso a fianco della chiesa; alla sua efficienza rispondeva un ufficiale, chiamato «capitano» dai Gonzaga, al comando di un certo numero di uomini. Il forte fu demolito nel 1714 e i materiali ricavati furono impiegati nella costruzione di nuove fortificazioni a Mantova. Per quanto riguarda il ponte si ricorda soprattutto l’episodio che vide Filippo V, pretendente al trono di Spagna, sorpassarlo nel 1702, dopo essere entrato trionfante a Guastalla e diretto a Viadana. Il nome di Dusno appare per la prima volta nell’atto con il quale l’imperatore Enrico IV attorno al Mille, conferma il possesso di chiese parrocchiali a favore del vescovo di Cremona. Il viadanese A. Parazzi considera invece come “primo documento autentico”, che ne attesta l’esistenza una pergamena del 1147 nella quale, ancora a proposito di chiese, si cita più chiaramente Dossolo. L’importanza di Dosolo nei secoli è costantemente legata al suo ponteporto e al suo castello. Non sappiamo come fosse organizzato il castello, ma sicuramente un ufficiale (castellano o capitano lo chiameranno i Gonzaga), al comando di un certo numero di uomini, rispondeva della sua efficienza.
La costruzione originaria del castello è opera dei Longobardi. Dagli inizi del 1200 fino al 1315 Dosolo fu un possedimento dei cremonesi, i quali, dopo averlo occupato e fortificato vi mandarono anche una colonia cittadina, per rimediare allo spopolamento provocato dalle alluvioni e conseguenti epidemie.Nel 1315 un’incursione mantovana capeggiata da Rinaldo Bonacolsi espugna il forte e si impadronisce anche di Viadana. Fino al 1478 Dosolo rimane aggregato allo stato mantovano. Dosolo rimase senza dubbio nei domini di Gianfrancesco e del cardinale Francesco Gonzaga fino al 1404, quando, morto il cardinale, venne investito di tutte le terre Gianfrancesco. Nel 1531, riferisce ancora il Parazzi, una forte corrosione del Po ingoiò gran parte della Villa di Sacca con la chiesa, onde i parrocchiani si rifugiarono entro gli argini della vicina Villa della Strada, cioè Villastrada, che fu sempre unita al comune di Dosolo. Nel 1746 scomparirà nello stesso modo anche Panguaneta, così che delle tre ville vicino a Dosolo rimarrà solo Correggioverde, comune autonomo fino al 1816.
“Festa patronale” 19 giugno “Fiera di ognissanti” Fine ottobre – inizio novembre Oglio Po
fiere ed eventi
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Gazzuolo
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www.comune.gazzuolo.mn.it comune.gazzuolo@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Garibaldi, 1 ......... 0376 9249 Polizia Municipale ..................................... 0376 924931 Carabinieri gazzuolo Via Guglielmo Marconi, 5 ....................................... 0376 97185 Biblioteca Comunale ..................................... 0376 924030
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azzuolo è un comune di poco più di 2.300 abitanti della provincia di Mantova. Il nome Gazzuolo deriva probabilmente dal longobardo gahangi. Nel 1393 i gazzolesi firmano un atto di dedizione ai Gonzaga. Gazzuolo, dopo la morte diGianfrancesco Gonzaga, passò in eredità al figlio Carlo a cui succedette il fratello Ludovico III Gonzaga. Fu con Gianfrancesco Gonzaga che Gazzuolo assunse un ruolo importante nella storia. Venne edificata la rocca, circondata da fossato, che divenne la sua residenza e nella quale, assieme alla consorte Antonia del Balzo, vennero ospitati illustri personaggi:Matteo Bandello, Ludovico Ariosto e Baldassarre Castiglione. Nasceva qui il ramo dei “Gonzaga di Sabbioneta”. storiA La sua etimologia (Vadiolum o Vadolium “piccolo guado o guado d’Oglio”) ne sottolinea la felice posizione. Belforte si trovava al tempo dei Romani sulla “Via Cava”, la strada vicinale cremonese che da Mantova si collegava a Bedriacum (l’attuale Calvatone) e quindi alla Postumia. Belforte fu un luogo fortificato sin dal primo medioevo e per alcuni secoli borgo franco, ma le pestilenze del secolo XIV ridussero a tal punto la popolazione, da accettare l’unione con Gazzuolo. Nel 1415 i Gonzaga ne demolirono il castello, che sorgeva sull’altura della Motta, perché ospitava ne-
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Mantova di Borghi e di Sagre
“Artisti sotto l’albero” Sabato e domenica delle Palme, a Belforte. Mostra-mercato di pittori, scultori, hobbisti, artigiani, fotografi, ricamatrici “Festa dla rana e dal stracot d’asan” Seconda metà di luglio, a Belforte. Il Circolo la Torre di Belforte organizza nella frazione la tradizionale festa che richiama migliaia di buongustai anche da fuori provincia per assaggiare le rane fritte alla belfortese e lo stracotto d’asino
vantò un distinto collegio notarile, che ebbe vita dal 1415 al 1767. Ritornò alla ribalta storica nel periodo risorgimentale, quando divenne luogo di riunione dei fuoriusciti mantovani, che formarono poi la valorosa colonna dei “bersaglieri mantovani” di Carlo Alberto. Cessata la dominazione austriaca, nell’anno 1866 incominciò a funzionare l’Amministrazione civica di cui fu primo sindaco il perito Luigi Mainoldi (1866/1873). Negli anni sessanta Gazzuolo ha conosciuto una forte emigrazione, ma negli ultimi tempi ha trovato un equilibrio demografico, grazie a un notevolissimo incremento del commercio, soprattutto a Belforte, di rottami metallici, di carta da macero e di antiquariato, tanto che nessun altro centro della provincia mantovana può competere per concentrazione di tali attività. Luoghi di interesse L’emblema artistico di questo comune è rappresentato dalla serie di portici cinquecenteschi che corrono lungo la via centrale, ma altrettanto interessanti risultano anche il palazzo della Marchesa, la parrocchiale di Santa Maria della Carità, costruita nel ‘700, e le chiese di San Pietro e San Rocco (la prima ricostruita per intero nel ‘500, la seconda edificata nel ‘600).
“Festa dell’Avis gazzuolo” Seconda metà di luglio, Gazzuolo “Fiera di santa Carità” Primo fine settimana di agosto, a Gazzuolo. Fiera paesana con cena sotto le stesse nella via principale, bancarelle, spettacoli per bambini e intrattenimenti musicali “Festa della birra e del gnocco fritto” seconda metà di agosto, a Belforte “il portico delle cose antiche” Ogni 2° domenica del mese, sotto i portici di Gazzuolo
Oglio Po
fiere ed eventi
mici Guelfi. Il territorio del comune fu sede di popolazioni palafitticole e verso il 2000 A. C. di Etruschi e Romani. Successivamente passò ai Longobardi, il cui re Desiderio lo cedette nel 759 alla potente abbazia benedettina di Leno (Bs). Il capoluogo nel 1185 conobbe le ire di Federico Barbarossa e nel 1300 i saccheggi di Guelfi e Ghibellini. Passò ai Gonzaga nel XV secolo con la divisione degli stati stessi, avvenuta dopo la morte del Marchese Ludovico, che nel 1478 assegnò Gazzuolo a Gianfrancesco (ritratto insieme alla sua insigne famiglia nella Camera Picta del Mantegna), figlio prediletto pure dalla madre Barbara del Brandeburgo. Questi lo fortificò ed abbellì con numerose costruzioni, tra cui il castello. Nacque così la Signoria di Gazzuolo, che nel 1565 ottenne il titolo di Marchesato. La piccola corte ospitava letterati ed artisti tra i più rinomati del tempo, quali Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Matteo Bandello, Baldassarre Castiglione, Giovanni Muzzarelli, Pier Jacopo Alari Bonacolsi, detto l’Antico, ed altri. Nel 1552 il Marchesato di Gazzuolo veniva incorporato nel Ducato di Mantova, di cui ne seguì le sorti con successiva decadenza e rovina. Nel 1702, durante la dominazione austriaca, il castello veniva minato e distrutto definitivamente qualche anno dopo. Per tre secoli, Gazzuolo fu sede di pretura e
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Marcaria
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www.comune.marcaria.mn.it marcaria.mn@legalmail.it Municipio Via F. Crispi, Marcaria......0376 953010 ................................. Fax 0376 951011 Polizia Municipale ......0376 953015 Carabinieri Marcaria Via Campopietra............. 0376 950352 Biblioteca Comunale: 0376 950080 Ambulatorio Com. di Cesole .........................................0376 969026 Ambulatorio Com. di Casatico ........................................ 0376 950505
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arcarìa è un comune di 6.697 abitanti della provincia di Mantova. Il suo territorio, adagiato nel bassopiano a sinistra del corso del fiume Oglio, che lo lambisce ad occidente e a meridione, è solcato per ampi tratti da corsi d’acqua minori d’origine naturale, legati all’idrografia postwurmiana qui instauratasi dopo l’ultima fase glaciale. La sua estensione trova giustificazione storica nell’avvenuta aggregazione tra i secoli XIV e XV di due entità territoriali in precedenza distinte, le curtes medioevali di Marcaria e di Campitello. storiA La grande estensione del territorio comunale trova giustificazione storica nell’avvenuta aggregazione tra i secoli XIV e XV di due entità territoriali in precedenza distinte, le curtes medioevali di Marcaria e di Campitello. Esigenze di carattere amministrativo e strategico militare, in età signorile indussero i dominanti di Mantova ad aggregare Campitello al Vicariato di Marcaria. Il castello di Marcaria per secoli vigilò il confine col Cremonese ed il Bresciano; Campitello dopo l’età comunale divenne un fortilizio di retroguardia a seguito delle novelle acquisizioni territoriali in destra Oglio, che ampliarono via via fino al Po i confini dello stato mantovano. I romani qui vi aggiunsero strade e razionalizzarono la suddivisione dei terreni coltivati con la centuriazione ancora oggi riscontrabile. Dopo la caduta
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Mantova di Borghi e di Sagre
dell’Impero romano d’Occidente, solo in epoca longobarda le campagne ormai incolte andarono lentamente ripopolandosi e rinnovandosi sotto la spinta delle bonifiche e dei disboscamenti. Alla fine del X secolo in Italia vanno affermandosi le grandi famiglie feudali: Luoghi di interesse Il patrimonio artistico è costituito dalla corte Castiglioni (di origini quattrocentesche, rimaneggiata nel ‘500 e nel ‘700) e da numerose parrocchiali: di San Giovanni (del ‘700, nel capoluogo comunale); di S. Celestino I (del ‘700, in località Campitello); di S. Mariano (il cui nucleo originario risale all’epoca matildica, in località Canicossa); di S. Benedetto (del ‘400, in località Cesole); di S. Michele (ristrutturata verso la metà del XIX secolo, si trova in località San Michele in Bosco). L’edilizia residenziale ha due esempi: Villa Pasetti e Villa Picciona.
“Maialata Avis Campitello” marzo
“Festa Avis gabbiana” luglio - agosto
“Festa Avis Casatico” maggio
“Festa Avis Cesole” agosto
“Pizza in piazza organizzata dall’Avis di gabbiana” 1 e 2 giugno
“Festa Avis Canicossa” agosto
“Festa globalmente Campitello” giugno - Organizzata dai commercianti di Campitello “Festa gruppo giovani di san Michele in Bosco” luglio “Forever 70” luglio, Gabbiana “Festa Avis Campitello” uglio “Festa gruppo Amatori Calcio 2006 di Marcaria” luglio “Festa Avis ospitaletto” luglio
“rock a Corte a Casatico” agosto, presso Corte Castiglioni. Organizzata dal Comitato Associazioni Marcariesi “Festa giovani Avis Campitello” settembre “Prodotti tipici a Corte” settembre, presso Corte Castiglioni. Organizzata dal Comune di Marcaria “Castagnata organizzata dall’Avis di san Michele in Bosco” novembre “Maialata Avis Casatico” novembre
fiere ed eventi
“Festa giovani” giugno Organizzata dall’Avis di Casatico
“Festa 8 dicembre” 8 dicembre, organizzata dall’ Associazione Commercianti di Campitello “Festa di natale” dicembre, organizzata dal Comitato Associazioni Marcariesi
Una famiglia per i momenti difficili
Via F. Crispi, 127 int. 3 - 46010 Marcaria (MN) - Tel. 0376 950038 (24 ore su 24) Oglio Po
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Pomponesco
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comune.pomponesco@pec.regione.lombardia.it www.comune.pomponesco.mn.it
P
Municipio P.zza XXIII Aprile, 11 ......0375 86021 ................................. fax 0375 86325 Polizia Locale .... 0375 86021 int.4 .............................. Fax 0375 868013 Carabinieri gualtieri (re) Piazza IV Novembre ... 0522 828124
storiA Non si hanno notizie riguardanti la storia antica di questo borgo, il cui toponimo deriva probabilmente dal gentilizio latino POMPONIUS, con l’aggiunta del suffisso -ISCUS. Nel corso del Medioevo, al pari di altri comuni situati sulle sponde del Po, dopo aver fatto parte dei possedimenti del monastero di Leno, passò sotto l’influenza della famiglia d’Este, della curia cremonese, dei Dovara e dei Visconti. Comunque, fu solo grazie ai Gonzaga che acquistò grande rilievo.
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” intorno al 15 di ogni mese per tutto l’anno sotto i portici e in piazza a Pomponesco “sfilata di carri allegorici” febbraio, per le strade del paese “Via Crucis” aprile, rievocazione in costume nella piazza gonzaghesca “gran Fondo di Ciclismo MtB i tre Comuni” - aprile “Festa dello sport” - giugno “Casa di riposo in festa” luglio, presso la Casa di riposo Mazzucchini “santa Felicita e i sette fratelli martiri” luglio. Centenaria festa patronale “Festa del ringraziamento” Dal 6 all’8 novembre a Pomponesco
Luoghi di interesse L’impronta dei Gonzaga, dei cui palazzi nulla è rimasto, è visibile unicamente nei portici della piazza, su cui si affaccia la chiesa arcipretale dei Sette Fratelli Martiri, che esisteva già nel XIV secolo ma che venne ristrutturata intorno alla metà del XIX secolo dal bergamasco Giovanni Battista Vergani. Altri esempi di architettura del passato sono il Palazzo Rosina, la chiesa della Casa del riposo (del Settecento) e (in località Banzuolo) la chiesa di S. Giovanni Battista. Dei tre quartieri il più importante fu subito quello meridionale, quello posto in direzione del fiume con il porto fluviale e le isole (è quello immediatamente leggibile ancora oggi arrivando dall’argine), che si dispose intorno al grande asse costituito dalle due piazze e che si apriva verso il fiume Po (all’epoca gli argini erano più bassi).
fiere ed eventi
omponesco è un piccolissimo comune di 1.715 abitanti della provincia di Mantova, situato nel basso mantovano. La località fa parte de I borghi più belli d’Italia ed è quindi uno dei fiori all’occhiello del nostro territorio. Situato sulla riva sinistra del fiume Po, Pomponesco è stato da sempre legato al fiume e alla sua economia con la presenza di un porto, di mulini natanti, di numerosi barcaioli e “uomini di fiume”.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Rivarolo Mantovano
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www.comune.rivarolo.mn.it comune.rivarolo.mn@legalmail.it Municipio Via Luigi Gonzaga 39......0376 99101 .................................Fax 0376 99101 Polizia Locale dell’unione di comuni lombarda Foedus Via XXV Aprile, 20 Casteldidone (CR)........ 0375 312524 Carabinieri di solarolo rainerio Cr Via Gussola.................... 0375 91119
ivarolo Mantovano è un comune italiano di 2.608 abitanti della provincia di Mantova. L’originaria denominazione di Rivarolo Fuori fu trasformata nell’attuale nel 1907. La storia di Rivarolo Mantovano è fortemente caratterizzata della dominazione dei Gonzaga, di cui restano importanti e numerose tracce su tutto il territorio comunale. La ricerca storica informa che il primo nucleo urbano di Rivarolo si trovava distante circa un chilometro dalla posizione attuale, in direzione sudovest. Il paese era raccolto intorno alla Pieve di Santa Maria in Ripa d’Adda, un corso d’acqua ora scomparso ed evocato proprio dal toponimo Rivarolo, da porre sicuramente in connessione con il termine latino ripa, cioè riva, e con lo stemma del paese, illustrazione della leggenda locale in cui un grosso pesce salva dalla battaglia un guerriero riconducendolo a riva sul proprio dorso. A testimonianza dell’antico insediamento esistono ancora i resti del molino terracqueo, posto sulla riva del canale Delmona, e una lapide tombale, di epoca longobarda, custodita nell’attuale chiesa parrocchiale e proveniente dall’antica pieve. Il comune, fin dall’alto medioevo, prese il nome di Rivarolo Fuori, toponimo che avrebbe mantenuto fino al 1907, quando prese la denominazione attuale. Nel 1432 l’imperatore Sigismondo di Lussemburgo sancì ufficialmente sul territorio rivarolese la signoria dei Gonzaga, che sarebbe proseguita per
più di tre secoli, lasciando un prezioso bagaglio di storia, monumenti e tradizioni. Rivarolo Mantovano deve la sua attuale configurazione a Vespasiano Gonzaga (1531-1591) che ne decise e disegnò la caratteristica planimetria urbana. La caratteristica più importante del tessuto urbano del centro storico di Rivarolo è senza dubbio l’impianto ortogonale dei suoi tracciati stradali, che formano isolati regolari. La cinta muraria perimetrale, interrotta da tre porte, racchiude l’intero abitato in una forma rettangolare.
“Lizzagone rivarolese” Giugno. La Manifestazione, inaugurata nel 2004, propone nella stupenda cornice offerta dalla piazza rivarolese, una suggestiva rievocazione rinascimentale dell’anno 1531, periodo dominato da Luigi Rodomonte e Isabella Colonna, potenti regnanti del tempo “Palio dei Borghi” Agosto. Il Palio dei Borghi è sicuramente la manifestazione maggiormente caratteristica e coinvolgente, assieme al “Lizzagone Rivarolese”, che prende vita all’interno del paese durante l’ultima settimana di Agosto. Oglio Po
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Sabbioneta
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www.comune.sabbioneta.mn.it comune.sabbioneta@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Ducale, 2 ...........0375.223011 ............................... Fax 0375.220000 Polizia Locale ......................................0375 221008 Carabinieri di sabbioneta Via Giulia Gonzaga, 32 ...0375 52045 iat sabbioneta .........................0375 52039 / 221044
Situata ad un’altitudine di m.18 s.l.l, conta 4330 abitanti di cui 430 nel centro storico. Il Santo Patrono è San Sebastiano e si festeggia il 20 gennaio. Dista da Milano Linate 110 km, da Bologna 105 km, dall’aeroporto di Villafranca Verona 55 km, da Mantova 33 km e da Parma 26km. Il nome Deriva da “sabbia”, cioè dai depositi alluvionali dei fiumi Po e Oglio. Vespasiano Gonzaga Colonna sulla sabbia sciutta, frutto della bonifica benedettina dell’Xi secolo, fece crescere la sua città nuova. LA storiA Nel I sec. a.C, al primitivo insediamento romano, seguono l’oppidum bizantino, il castrum carolingio e la curtis medievale dipendente dal vescovo di Parma. Nel 1273, il luogo, conteso dai cremonesi, entra nella giurisdizione mantovana dei Bonacolsi. Nel 1428, Sabbioneta diventa dominio dei Gonzaga, marchesi di Mantova. Nel 1436, due fratelli ebrei di Pisa ottengono da Gianfrancesco Gonzaga il permesso di aprire un banco di prestito; la presenza ebraica sarà poi favorita nella seconda metà del XVI sec. da Vespasiano Gonzaga Colonna. Nel 1478, Sabbioneta è assegnata ai Gonzaga del ramo di Gazzuolo e nel i544 è esrditata dal principe Vespasiano Gonzaga Colonna. Tra il 1556-1591, grazie a Vespasiano Gonzaga il borgo medioevale si trasforma in un raffinato esperimento architettonico basato sull’idea umanistica di “città ideale”, vagheggiata nel Rinascimento; nel 1577 l’imperatore Rodolfo II
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Mantova di Borghi e di Sagre
d’Asburgo riconosce il titolo di duca a Vespasiano, che con la sua morte consegna Sabbioneta alla decadenza. Nel 1707, Mantova, alle cui sorti Sabbioneta è legata, passa sotto la dominazione asburgica. Nel 2008, Mantova e Sabbioneta ottengono dall’Unesco il riconoscimento di Patrimonio dell’Umanità. Sabbioneta è il sogno di un principe. Una città “ideale”, a misura d’uomo, creata dal nulla nella seconda metà del Cinquecento da Vespasiano Gonzaga, là dove non c’era altro che malaria e palude da bonificare. Questo microscopio mondo sembre slegato dall’ambiente rurale che lo circonda. È un lembo di terra bagnato dal Po e dall’Oglio, che un principe-mecenate ha immerso nella dimensione onirica del Rinascimento. Sabbioneta è il capolavoro di una sola volontà, che ha realizzato il suo spazio teatrale su misura, la sua piccola Roma per placare la sua nostalgia della città eterna. Vespasiano aveva già progettato, come vicerè di Navarra, la cittadella di Pamplona in Spagna, e quando decide di costruirsi la sua città-Stato nella terra natale, lo fa con una pianificazione urbana che tiene conto della visione moderna e funzionale del Rinascimento. Una struttura urbana a forma di stella a sei punte che non ha subito grandi alterazioni, e che continua a brillare del suo glorioso passato. Sabbioneta è un vero gioiello nell’Italia del Nord e la consigliamo vivamente per una visita turistica in qualsiasi periodo dell’anno, anche perché è comodamente raggiungibile da Mantova, Parma, Cremona, Reggio Emilia e
Luoghi di interesse * La Piazza Ducale con il Palazzo Ducale (anche detto Palazzo Grande), che fu la residenza del duca e luogo deputato all’amministrazione. Si tratta di un edificio a due piani con portico rialzato e porticato al pianterreno; la facciata è scandita da eleganti finestre con cornice marmoree e mensoloni. All’in-
Mercatino dell’Antiquariato - Ogni prima domenica del mese eccetto gennaio e agosto: il mercatino del piccolo antiquariato, degli oggetti d’epoca e dell’artigianato artistico nelle vie e piazza principali Artisti in piazza – rassegna d’arte contemporanea - Terza domenica di maggio Alla riscoperta del cinquecentesco argine circondariale di sabbioneta fine maggio: camminata non competitiva lungo gli argini gonzagheschi Fiera della Beata Vergine del Carmine Terza domenica di luglio giornata europea della Cultura ebraica Prima domenica di settembre Apertura gratuita della sinagoga e del cimitero ebraico Fiera di s. gallo Terza domenica di ottobre terno si trovano varie sale e ambienti affrescati e decorati, con bei soffitti lignei. Nella Galleria degli Antenati spiccano ventuno ritratti dei Gonzaga in stucco e quattro statue in legno di altrettanti mem-
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dal lago di Garda. Non a caso nel 2008 è stata annoverata insieme a Mantova dall’UNESCO tra i siti patrimonio dell’umanità. Si tratta infatti di un esempio perfettamente conservato di Città ideale del Rinascimento. Il principale artefice di tutta questa meraviglia fu, verso la metà del XVI secolo, Vespasiano Gonzaga, che decise di trasformare la città di cui era signore in una Città ideale, che rispondesse agli ideali umanistici del suo tempo. Perciò, nel giro di trent’anni, fece interamente riedificare il borgo con un impianto a reticolo di assi viari ortogonali che si sviluppano intorno alla piazza centrale. Lo dotò di un’accademia, un museo, una biblioteca, un teatro, una zecca, una tipografia e una possente cinta muraria difensiva con imponenti porte monumentali. Anche se le vicissitudini storiche dei secoli successivi privarono Sabbioneta di alcuni edifici secondari, il piccolo centro del mantovano è ancora oggi definito a buon diritto ‘la piccola Atene’.
bri della famiglia a cavallo. * Il Teatro all’Antica: fu costruito da Vincenzo Scamozzi e inaugurato in occasione del carnevale nel 1590. E’ caratterizzato da un colonnato corinzio sormontato da statue classicheggianti. Fu il primo edificio teatrale dell’epoca moderna costruito esplicitamente con la funzione di teatro stabile. * La Galleria degli Antichi (anche detta Corridor Grande): collocata sopra un porticato lungo 96 metri, ospitava le raccolte dei marmi e dei trofei di caccia di Vespasiano Gonzaga. Al suo interno, degli abili artifici prospettici prolungano l’estensione dell’edificio oltre i confini fisici del reale. * Il Palazzo Giardino: Il “Casino”, detto comunemente Palazzo Giardino, è una modesta costruzione dall’aspetto rustico, posta tra la galleria e il “Corridor piccolo”. Fu edificato prima del 1580 e terminato nel maggio del 1588, per essere la residenza privata e il luogo dell’otium del duca. L’esterno, coronato da un prezioso cornicione in quercia scolpito nel 1583, fu dipinto nel maggio del 1588 a motivi geometrici come i palazzi dell’antica strada Giulia, l’attuale via Vespasiano Gonzaga. L’interno fu decorato dall’equipe di artisti coordinati da Bernardino Campi tra il 1582 e il 1587. La Chiesa dell’Incoronata (1586-88) ospita il mausoleo di Vespasiano con la statua in bronzo del duca
realizzata da Leone Leoni. Pochi passi, e ci troviamo in piazza Ducale dove troviamo la chiesa dell’Assunta, Iniziata nel 1578, riqualificata nel 1767 con decorazioni di gusto rocaille e impreziosita dalla cappella settecentesca opera di Antonio Galli Bibiena. In piazza s. Rocco visitiamo la secentesca chiesa di San Rocco e, al secondo piano di un gruppo di case dell’antico agglomerato ebraico, la Sinagoga (1824), nella cui volta a vela si conservano gli stucchi realizzati dallo svizzero Pietro Bolla (1840). Questi sono i tre punti focali della città rinascimentali, ma ve ne sono altri di notevole interesse, come la Sinagoga (del XIX secolo), e varie chiese. Segnaliamo che l’Ufficio IAT di Sabbioneta organizza visite guidate ai principali monumenti, con partenza i Museo di Arte sacra e del Toson d’Oro- Ospitato nella canonica a lato della chiesa dell’Assunta, custodisce nelle sue sale preziose tele, arredi, tessuti e il celebre Toson d’Oro, il gioiello onorifico del 1585 appartenuto al duca Vespasiano e rinvenuto nella sua tomba nel 1988. Una visita a Sabbioneta potrà anche essere una buona scusa per assaporare la cucina e i sapori della zona, che si distingue per prodotti come i tortelli di zucca, la mostarda, la torta sbrisolona, salami, formaggio grana padano, i biscotti filòs, il lambrusco di Sabbioneta e altre delizie tipiche del mantovano.
APERTO TUTTE LE DOMENICHE
Via Dondi, 8 - SABBIONETA (MN) - Tel e fax 0375.52016 - mobilificiomantovani@libero.it 142
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S. Martino dall’Argine
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www.comune.sanmartinodallargine.mn.it comune.sanmartinodallargine@pec.regione.lombardia.it Municipio Via Garibaldi 6 .............. 0376 922011 ..................................fax 0376 920996 Polizia locale ........................................0376 922020 Carabinieri di Viadana ........................................0375 820400 Carabinieri di Bozzolo ..........................................0376 91124
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l comune di San Martino dall’Argine è situato nella parte occidentale della provincia di Mantova. Il suo territorio, fortemente caratterizzato dal paesaggio agricolo, confina a nord con il comune di Marcaria, da cui è separato dal fiume Oglio, a est con quello di Gazzuolo, a sud con quello di Spineda – in provincia di Cremona -, a ovest con quello di Bozzolo. L’altitudine varia dai 20 ai 30 metri sul livello del mare, mentre la superficie territoriale è di circa 17 km², e la popolazione ammonta oggi a circa 1800 abitanti. Il territorio è pianeggiante, tuttavia altimetricamente suddiviso in due parti ben distinte, separate dall’antico argine naturale del fiume Oglio: una parte a nord, bassa, costituente il piano di divagazione del fiume e una parte a sud, più elevata di 3-5 metri, costituente il livello fondamentale della pianura, sul margine della quale sorge il centro abitato di San Martino. È quindi la presenza dell’Oglio che ha motivato l’origine dell’insediamento e ne ha condizionato la storia e lo sviluppo urbano. Il comune è abitato da circa 1.800 abitanti. storiA San Martino dall’Argine sorge su un antico argine naturale del fiume Oglio. I due importanti siti archeologici di Valle dell’Oglio e Valle Bugni testimoniano che la zona è stata interessata da insediamenti palafitticoli fin dall’età del Bronzo (III-I millennio a.C.).
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Mantova di Borghi e di Sagre
La presenza romana riguarda le località Valle e Motte-Coppine, ma è poco documentata. Bisogna giungere all’anno 759 per sentire parlare di San Martino. E’ in questa data che, secondo l’ipotesi più accreditata, il re longobardo Desiderio donò il feudo corrispondente all’attuale territorio del comune all’abbazia benedettina di Leno, nel bresciano. I monaci benedettini che giunsero dopo la donazione di Desiderio denominarono queste terre “Sancto Martino in Arzeno” e avviarono la bonifica di vaste aree paludose. Il monastero di Leno aveva potere sia spirituale sia temporale sulle terre possedute. L’esistenza stessa del monastero si concluse nel 1479, quando esso, con un provvedimento del papa Sisto IV, venne concesso in commenda. In quell’anno la chiesa di San Martino, staccata dopo secoli dall’abbazia di Leno, passò sotto le direttive ecclesiastiche del vescovo di Cremona. Durante il Medioevo il paese era una contea rurale, come altri abitati situati al margine dei terrazzi fluviali costruiti dall’Oglio. I conti rurali erano signori feudali che erigevano piccoli castelli, torri, rocche e cinte murarie e controllavano l’area di confine dell’oltre Oglio. Secondo Ferrante Aporti, San Martino dai primi anni del secolo XIII (1207) godeva di una certa autonomia che si consolidò definitivamente attorno al 1297. Nel 1306 il paese conobbe la furia devastatrice degli eserciti alleati dei Mantovani e dei Veronesi che lo depredarono. Nel 1404 il territorio fu occu-
Luoghi di interesse A testimonianza degli splendori gonzagheschi non vi sono soltanto i portici, risalenti agli inizi del XVII secolo, ma anche la parrocchiale di Santa Maria Annunciata (o chiesa del Castello o chiesa di San Martino), fatta costruire dal cardinale Scipione alla fine del ‘500, la chiesa dei Frati, intitolata ai Santi Fabiano e Sebastiano, palazzo Cavriani e le case Pelizzoni, Gerelli, Chizzoni e Boldi.
“Fiera della Madonnina” Settembre
fiere ed eventi
pato dai Gonzaga che vi insediarono una guarnigione, per cui i Cavalcabò, che imponevano la loro autorità su Bozzolo, cominciarono a temere la potente signoria che si affacciava in quell’area. Così Carlo Cavalcabò firmò un trattato di alleanza con Francesco Gonzaga il 3 gennaio 1406, data storica che sancisce l’occupazione definitiva di San Martino da parte dei signori di Mantova, i quali ebbero la formale investitura dagli abati di Leno. In seguito all’espansione del dominio gonzaghesco il paese, terra già bresciana e poi cremonese, divenne mantovano solo nei primissimi anni del Quattrocento. Nel 1478 Bozzolo, Commessaggio, Gazzuolo, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, San Martino dall’Argine, a cui si aggiunsero in seguito Isola Dovarese e Ostiano, entrarono a far parte di un “condominio signorile marchionale” assegnato per testamento da Ludovico II marchese di Mantova ai figli cardinal Francesco e Giovan Francesco. e dei borghi rurali nel 1834.
“Budinata” Prima domenica di settembre “Fiera di san Martino e sant’omobono” Novembre “san Martino Antiquaria” - Novembre
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Viadana
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www.comune.viadana.mn.it urp@pec.comune.viadana.mn.it
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iadana è un comune italiano di 20.083 abitanti della provincia di Mantova. Il centro abitato è posto sulla riva sinistra del fiume Po. Il toponimo sembra derivare da Vitaliana, dalla proprietà fondiaria di un membro della famiglia romana Vitellius. Il territorio municipale si trova all’estremità sudoccidentale della provincia di Mantova e confina con altre tre province: Cremona (comune di Casalmaggiore), Parma (comune di Mezzani) e Reggio Emilia (comuni di Boretto e Brescello). Il territorio è completamente pianeggiante ed è bagnato dal fiume Po lungo tutto il suo confine meridionale e dal fiume Oglio per buona parte del suo confine settentrionale. Il territorio di Viadana fa parte dell’area geografica denominata Bassa padana. storiA La presenza dell’uomo nelle isole formate dal Po e suoi affluenti, Adda e Oglio, è stata confermata recentemente dai numerosi rinvenimenti di reperti attribuiti al Neolitico, databili intorno al IV millennio a.C. e ora custoditi nel museo dedicato al suo fondatore, Monsignor Antonio Parazzi. È a questo viadanese che si deve la scoperta di vari siti archeologici, sia dell’Età del Bronzo, che del periodo Romano. Il territorio di Viadana, parte integrante dell’agro cremonese, conserva ancora molte testimonianze dell’antica centuriazione ro-
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Municipio P.zza Matteotti, 2............. 0375 7861 Polizia Locale via Grossi, 28................. 0375830830 Carabinieri di Viadana ..........112 via Circonv. Fosse........ 0375 820400 Croce Verde via Grazzi Soncini (zona Gerbolina) ......................................0375 830011
mana. Situato nella diocesi di Cremona e nel comitato di Brescia, raggiunse l’unità amministrativa nel secolo XIV. I Cavalcabò, consignori del luogo, la cui giurisdizione era stata conferita dall’imperatore Federico I il 30 luglio 1158, a metà del Trecento emanarono degli statuti che rimasero in vigore fin agli inizi dell’Ottocento. Nel 1415 a seguito della conquista di Gian Francesco Gonzaga, Viadana si legò definitivamente a Mantova tranne che per un breve periodo nel secolo XIX. L’8 aprile 1530, Carlo V nell’insignire il Marchese Federico II del titolo di Duca, concesse che il primogenito maschio si fregiasse di quello di marchese di Viadana, elevando il territorio in Marchesato autonomo, distinto dal ducato di Mantova. La dominazione gonzaghesca terminò il 23 luglio 1708, quando l’Impero asburgico, dichiarata decaduta la gloriosa famiglia mantovana, riprese possesso dei suoi feudi. Viadana fino al 1580 era stata retta da un Podestà, designato da Mantova, poi da un Governatore; questi erano coadiuvati nelle loro funzioni da un Luogotenente, di solito un viadanese laureato in legge e da un consiglio nominato, composto da 40 membri. Il marchesato fu soppresso definitivamente nel 1771 e aggregato alla Lombardia Austriaca. E a questa il Comune appartenne, dopo le parentesi francesi, fino alla pace di Villafranca del 1859
in cui fu assegnato alla Provincia di Cremona. Il 1° luglio 1868 ritornò ad essere mantovano. Il 28 giugno 1797, a seguito della Rivoluzione del 1789 e dell’occupazione francese dell’Italia, viene proclamata la Repubblica Cisalpina; Viadana entra a far parte del XX distretto dell’alto Po. Nell’aprile 1849, Viadana fu invasa da orde di giovani toscani pronti ad andare a Mantova per la battaglia antiaustriaca; l’accoglienza della popolazione per i giovani patrioti è straordinaria. I moti risorgimentali del 1848 vengono sconfitti; il Regno d’Italia sarà fondato solo 13 anni dopo, nel 1861. Tra la primavera e l’estate del 1921 vi è un clima di estrema violenza anche a Viadana. Il 21 aprile gruppi fascisti assediano le sedi dei partiti di sinistra e della cooperativa nel palazzo Verdi. E’ l’alba del regime. Il 22 aprile 1945 inizia l’insurrezione nel viadanese. I distaccamenti partigiani si impossessano immediatamente dei traghetti, dei barconi, e dei rimorchiatori per ostacolare la ritirata tedesca. Viadana è diventata ‘Città’ il 16 Gennaio 1995 con decreto del Presidente della Repubblica.
Luoghi di interesse Il patrimonio artistico è costituito prevalentemente dall’architettura sacra: la parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta e a San Cristoforo; la chiesa di San Rocco, in stile barocco; la chiesa di Santa Maria Annunziata, del XVII secolo; la chiesa intitolata ai Santi Martino e Nicola, della metà del XVIII secolo; la chiesa di San Pietro, risalente al XVII secolo; la parrocchiale in località Cogozzo, dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, in stile barocco; la parrocchiale settecentesca di Cavallara. Luogo di grande interesse è il MuVi, acronimo di “Musei Viadana”. È il centro culturale polifunzionale di Viadana sorto all’interno del restaurato complesso dei primi del ‘900, che ha ospitato per molti anni le scuole elementari. Si trova in via Manzoni 2. Al suo interno comprende: la Biblioteca comunale “Luigi Parazzi, il Museo civico “Antonio Parazzi”, il Museo della città “Adolfo Ghinzelli”, la Galleria civica d’arte contemporanea e la Fototeca “Dino Carnevali”. E’ anche sede della Fondazione Ponchiroli.
le capacità attrattive più importanti in senso “fieristico”
“Premio Viadana” Marzo/maggio. Premio letterario nato nel 1996 con presentazioni ed incontri con gli autori
“notte Bianca” Primo sabato del mese di luglio. Dal 2009 anche Le piazze del centro storico sono avvolte in un’esplosione di luci, con spettacoli no-stop di musica, danza e intrattenimento
“Viadana, la sua gente, il suo vino” Mese di maggio (2° o 3° Domenica del mese). Rassegna enogastronomica con degustazione e vendita di prodotti tipici “sagra del Melone Viadanese” Mese di giugno ( 3° o 4° Domenica del mese). Rassegna gastronomica e promozionale del Melone Tipico Viadanese con degustazione e vendita prodotti tipici. Tradizionale raduno moto d’epoca “Motomelonata” “Fiera dei ss. Pietro e Paolo” giugno (durata dal Venerdì al Martedì). Mostra di prodotti tipici locali, le bellezze e
“Zafferanone” Mese di settembre ( 2° o 3° Domenica del mese). Festa dall’atmosfera medievale con cavalli e cavalieri, dame di corte, falconieri del re, sbandieratori e cortei di rievocazione storica “Festival Lodoviciano” Autunno. Festival di musica antica e barocca, nato nel 1995 per far riscoprire un importante personaggio della storia della musica, Frà Lodovico da Viadana, uno dei maggiori compositori del periodo Oglio Po
fiere ed eventi
“teatro Vittoria, stagione” Gennaio/maggio
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Borgofranco sul Po
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www.comune.borgofrancosulpo.mn.it comune.borgofrancosulpo@pec.regione.lombardia.it Municipio Via Roncada 41.............. 0386 41101 ..................................fax 0386 41889 ufficio informazioni Comune ........................................0386 41101 Amb. di Pronto soccorso, Presso Casa di Riposo “Residenza alla Pace”....................... 0386 41454 Carabinieri di Bergantino (ro) Vicolo dei Romei, 107 ........................................0425 87033
Borgofranco sul Po è un comune italiano di 845 abitanti della provincia di Mantova. L’originaria denominazione di Borgofranco si trasformò nell’attuale nel 1867. Come per altri comuni omonimi, il nome deriva probabilmente dalla sua condizione di territorio “franco” cioè libero da dazi,[5]essendo sul confine tra le province di Mantova e Rovigo. sToriA Le origini di Borgofranco sul Po risalgono a tempi lontani: vi sono stati infatti rinvenuti reperti di origine romana. L’esistenza di Borgofranco e della sua frazione Bonizzo è testimoniata da un atto di investitura dell’abate di Felonica del 1220 e in documenti del 1388. Il consolidamento dell’insediamento
fiere ed eventi
“Festa di sant’Antonio” 17 gennaio, organizzata da circolo ricreativo bonizzese
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ricorrenza della partenza dell’80° reggimento Fanteria per la campagna di russia” - 6 giugno “Fiera nazionale del Tartufo di Borgofranco sul Po” settembre - Tuberfood - sarà presente con un proprio spazio in piazza sordello a Mantova per il Festivaletteratura Mantova di Borghi e di Sagre
va fatto risalire, comunque, al XII e al XIII secolo. In questo periodo si affida ai borghi franchi, cioè liberi da tasse, il compito di controllare strade, dominare il passaggio di un fiume, dare un centro a luoghi in corso di Bonifica. LuoGHi di inTeresse Dal 2007 a Borgofranco sul Po sorge il Tru.Mu, ovvero “Truffle Museum - Museo del Tartufo”. il Tru.Mu è nato come culmine di tutte le attività di coordinamento della Provincia di Mantova intorno al tartufo e orientate a favorire uno sviluppo razionale della tartuficoltura mantovana, nonché alla promozione gastronomica e culturale di questo suo prezioso cittadino.
“Tappa della gran premio nuvolari presso il centro storico di Borgofranco sul Po” settembre “Fiera nazionale del tartufo di Borgofranco sul Po” - ottobre “Convegno lombardo sul tartufo” ottobre “Festa del maiale” Prima metà di dicembre, circolo ricreativo borgofranchese
Felonica
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www.comune.felonica.mn.it felonica.mn@legalmail.it
elonica è un comune italiano di 1 402 abitanti della provincia. È il comune più orientale della provincia, e della regione, posto in un lembo di territorio stretto tra il Veneto e l’Emilia-Romagna. Vi ha sede una comunità valdese risalente ai primi anni del Novecento, nata in seguito all’attività di evangelizzazione di pastori e colportori verso i braccianti che operavano nella zona del Po. Sede anche di un museo civico inserito nel Sistema Museale Mantovano e riconosciuto dalla Regione Lombardia, il Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po. Il nome di Felonica deriva forse dafolaga, uccello acquatico. sToriA Felonica è un paese collocato nel punto più estremo della Lombardia, che confina con il ferrarese, il modenese e, oltre il Po, con il rodigino. Ha una storia millenaria, già in documenti del 1053 è denominata Fenonica, in altri del 1220 Fullonica. Nelle biblioteche e nei musei Vaticani si trova come Fologinca. Il significato e la derivazione sono difficili da decifrare. Fino ad oggi si pensa che il nome derivi dalla “Folaga”, uccello acquatico “di casa” lungo le rive del Po, ripreso anche nello stemma del comune. Un’altra teoria fa derivare il nome all’Ars Fullonica, che già dai tempi di Roma indicava la lavorazione della lana. La nascita e lo sviluppo di Felonica è legata alla presenza dei frati Benedettini, che stabilitisi a Felonica, fondarono l’Abbazia dedicata a S. Maria Assunta.
Polizia Locale ...............................0386 66180 int. 7 ................................fax 0386 916017 Carabinieri di Felonica Via Martiri della Libertà, 18 ........................................0386 66100
LuoGHi di inTeresse Il Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po è un centro della memoria degli eventi bellici che si susseguirono nei territori lungo il grande fiume nel corso del secondo conflitto mondiale. Il museo raccoglie filmati, foto, documenti e cimeli originali appartenenti al periodo che va dalle prime incursioni aeree del 1944 sino al passaggio del fronte nell’Aprile 1945. Il Museo delle Erbe Vive è stato inaugurato nel maggio del 2014, l’idea di ricreare questo “Giardino dei semplici” come un museo all’aria aperta nasce anche dalla volontà di arricchire l’offerta turistica del territorio dell’Oltrepò.
“Fiera del Tirot” - Metà agosto. Presso il centro storico di Felonica, la tradizionale fiera del “Tirot”, specialità gastronomica locale, una tipicità di quella parte di territorio mantovano disteso a ridosso del Po. L’origine del nome di questo prodotto deriva da una fase della sua lavorazione manuale: quella in cui l’impasto viene steso o meglio “tirato” dentro la teglia, prima della cottura “Felonica Buskers Festival” Inizio settembre, Via Garibaldi, Felonica “Profumo di Tartufo” Fine settembre, a Palazzo Cavriani
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fiere ed eventi
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Municipio Piazza Municipio............ 0386 66180 ...............................Fax 0386 916017
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Carbonara di Po
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www.comune.carbonaradipo.mn.it comune.carbonaradipo@pec.regione.lombardia.it
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Municipio Via Provinciale Ferrarese ....................................... 0386 41549 .................................Fax 0386 41694 Polizia Municipale ...............................0386 41549 int. 5 Carabinieri di Magnacavallo Via Roma........................ 0386 55185
arbonara di Po è un comune italiano di 1 344 abitanti della provincia di Mantova. L’originaria denominazione di Carbonara si trasformò nell’attuale nel 1867. Carbonarola è la frazione di maggiori dimensioni. Il nome di Carbonara (e di Carbonarola) deriva forse dal latino carbonaria, acqua scura. Il primo documento dove è attesto il nome di “Carbonera”, nella zona dell’attuale abitato, risale al 1082. Probabilmente esso si riferiva all’industria carbonifera qui situata. Altra ipotesi è che il toponimo derivi dal nome della fossa “carbona” che anticamente la attraversava.
passaggio sul Po. Agli inizi del XIV secolo rientrò sotto la giurisdizione di Mantova, prima con i Bonacolsi e subito dopo con i Gonzaga. La costruzione della parrocchiale seguì il distacco da Borgofranco. Gli eventi più clamorosi sono legati alle vicende del fiume Po, che in più di un’occasione è straripato provocando grossi danni all’abitato e ai terreni circostanti. Le più disastrose inondazioni sono avvenute negli anni ‘40 e ‘70 del secolo XIX: in entrambe le occasioni, agli ingenti danni a persone e cose si aggiunse il diffondersi di epidemie di vaiolo e di tifo tra gli abitanti accampati lungo le sponde del fiume.
sToriA È divenuta comune autonomo verso la fine del ‘700, quando si è separata da Borgofranco (di cui costituiva località). La seconda parte del toponimo è stata aggiunta con un Regio Decreto del 1867 mentre la prima parte deriva secondo alcuni da “carbone”, con l’aggiunta del suffisso -aria, e si riferisce molto probabilmente alla presenza di un’industria di carbone; stando ad un’altra ipotesi, invece, essa sarebbe da ricollegare al termine “Carbona”, anticamente indicante un canale di scolo. Di proprietà di Matilde di Canossa, fu da questa ceduta al vescovo di Mantova verso la fine dell’XI secolo. In seguito, la stessa città di Mantova ne ebbe il possesso, che agli inizi del XIII secolo passò alla città di Ferrara, a garanzia di un contratto di tipo commerciale, riguardante il
LuoGHi di inTeresse Le testimonianze di maggiore interesse storico-artistico sono la parrocchiale dell’Assunta (di costruzione cinquecentesca), la villa Bisighini (dei primi del Novecento, divenuta sede comunale, in uno stile che compendia il neo-liberty e il coloniale), con l’attiguo mausoleo, e la Villa Gavazzoni (anch’essa edificata nei primi decenni del Novecento); in località Carbonarola, poi, sorgono la parrocchiale dell’Immacolata Concezione (della prima metà del XVII secolo) e la Corte della Valle, una residenza campestre del ‘400. Negli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo ha conosciuto un’ondata migratoria, che ne ha sconvolto l’assetto demografico; l’inversione di tendenza si è avuta in seguito, con lo sviluppo del secondario. La Villa Bisighini porta il nome di un noto personag-
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Mantova di Borghi e di Sagre
rabile apporto del suo mecenatismo, che ha trovato l’espressione più compiuta nel lavoro dello scultore Giuseppe Menozzi e del pittore Anselmo Baldissara presso la villa di Carbonara di Po, oggetto di una recente campagna di restauro.
“Tartufesta” Ottobre e novembre. Il Tartufo, intenso sapore della tradizione e prelibato ingrediente della cucina più raffinata, viene celebrato a Carbonara di Po (MN). I piatti del menu sono preparati esclusivamente con tartufo bianco, accompagnati da vini pregiati presenti sulla carta. La sagra si svolge in un ambiente confortevole ed elegante “Halloween Carbonara di Po” 31 ottobre. Presso il Palatartufo festa di Halloween con magie, stregonerie e tanto divertimento per bambini e adulti “Corsa del Trifulin” Novembre. Manifestazione podistica, ludico motoria a carattere internazionale a passo libero “Grande Castagnata” Novembre
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fiere ed eventi
gio, il cavalier Francesco Bisighini, appunto, che fu impresario edile nella Buenos Aires della belle époque. Emigrato da Carbonara nella capitale argentina divenne uno dei più importanti costruttori che diedero volto all’affascinante città tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Ritornato nella sua Carbonara di Po, vi costruì la bella villa ora sede del Municipio. Negli anni, varie iniziative hanno consentito di focalizzare la figura del personaggio, la sua vicenda umana e professionale. Testimoniano questa attività le fotografie, eseguite all’epoca, delle sue costruzioni. Dimore private per clienti facoltosi, palazzi per attività mercantili e sociali. Il tutto scrupolosamente elencato in un prezioso documento, il quale ci consente di conoscere l’ubicazione dei fabbricati, i nomi dei committenti, i loro recapiti e le rispettive attività. Nello stesso archivio fotografico, troviamo una ricca raccolta di immagini, che illustrano l’architettura, la vita, il lusso e le miserie della capitale argentina di quegli anni. Egli volle in questo modo portare con sé, in Italia, il ricordo di una parte importante della sua esistenza e di una città, alla crescita della quale aveva contribuito. La sua vicenda s’inserisce nell’ampio contesto della cultura materiale e intellettuale italiana, che ha innegabilmente segnato la capitale sudamericana nel secolo scorso. Da evidenziare, infine, il non trascu-
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Gonzaga
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www.comune.gonzaga.mn.it gonzaga.mn@legalmail.it Municipio piazza Castello 1..........0376 526311 ...............................Fax 0376 528280 Polizia Municipale ..0376 526331 Carabinieri di Gonzaga Via Ferrante, 26.............0376526700 ................................Fax 0376526700 ufficio Postale Viale Virgilio................ 0376 528358
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onzaga è il comune italiano di 9.107 abitanti della provincia di Mantova, che ha dato il nome ad una delle famiglie italiane più illustri e potenti, i Gonzaga. Il comune è situato sul confine con l’Emilia-Romagna, dista da Mantova circa 29 km e da Reggio Emilia circa 34 km. Gonzaga è stata duramente colpita dai terremoti dell’Emilia del 2012, che hanno provocato gravi danni alle abitazioni rurali e ai monumenti, soprattutto religiosi: di questi, la più danneggiata è stata la parrocchiale di San Tommaso apostolo nella frazione di Bondeno, che ha subìto il collassamento sulla piazza antistante dell’intero frontone semicircolare, e di parti di cornicioni lungo il perimetro della navata, e all’interno, il crollo di parte della volta che ha distrutto l’altare maggiore ligneo ottocentesco nonché alcuni banchi. Danni seri sono stati arrecati anche alla Parrocchiale di San Sisto II a Palidano, che ha riportato il distacco della facciata e lesioni rilevanti al campanile. Sempre nella frazione Palidano, gravi danni anche alla villa Strozzi, sede dell’istituto agrario. Nel capoluogo, danneggiate le varie torri, come quella dell’orologio, e anche le due chiese(parrocchiale e chiesina di piazza), anche se in misura minore rispetto a quelle di Bondeno e Palidano. sToriA Centro agricolo noto per aver dato i natali a quella famiglia Corradi che, una volta conquistato il potere a Mantova, cambiò il proprio nome in quello
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del paese d’origine. Il territorio gonzaghese è stato occupato dagli Etruschi fra il VI e il V sec. a.C. e dai Galli Boi a partire dal IV sec. a.C. Nel III sec. a.C. i Galli vengono sconfitti dai Romani nella battaglia di Casteggio. Prima del 1000 la Corte di Gonzaga, delimitata dal fiume Gonzaga comprende un fortilizio e una piccola cappella. E’ noto però che i proprietari della Corte di Gonzaga sono i Canossa, famiglia di origine Longobarda a cui è attribuita la costruzione del monastero benedettino che viene gestito dall’abate di Polirone. Di fondazione Canossiana è anche la parrocchiale di Gonzaga intitolata a S. Benedetto, dai pregevoli dipinti. Alla morte di Enrico V Gonzaga, secondo la volontà di Matilde, Gonzaga passa ai Benedettini di Polirone. Successivamente l’imperatore Ottone IV entrato in possesso del territorio gonzaghese lo dona ai Casaloldo che rimangono i proprietari finché nel XIII sec. subentrano i Corradi che cambiano il cognome in Gonzaga e si sostituiscono ai Bonacolsi nella signoria di Mantova. LuoGHi di inTeresse Al centro del paese è la bella piazza porticata in fondo alla quale si ergono le due torri quattrocentesche, unici resti dell’antico castello: la maggiore, con sopraelevazione cinquecentesca, è una delle più belle di tutto il territorio mantovano. Il patrimonio artistico si compone della parrocchiale dedicata a San Benedetto (una delle prime fatte costruire da Matilde di Canossa, verso l’XI secolo, ma restaurata
“Bovimac + Fo.r.agri.expo” - gennaio FM “il Paese dei Balocchi” - gennaio/febbraio FM “Carpitaly - Mostra Mercato del Carpfishing e della Pesca al siluro” febbraio FM “esposizione internazionale Canina enci” febbraio/marzo. FM “Mostra Mercato del C’era una Volta” marzo. FM “Carnevale” - febbraio “Gatti belli dal mondo” - marzo FM “Fiera dell’elettronica e del radioamatore +fotografia” - Marzo FM “Mondo Bonsai + Mondo Hobby” - aprile FM “Corsa pod. Millepiedi per Gonzaga” - aprile “Mercato dell’immaginazione” - maggio “sagra del Crocefisso” - maggio
(che si trova in località Palidano e risale al XVIII secolo). In località Palidano è anche la parrocchiale di S. Sisto, dall’aspetto barocco (del XVIII secolo) ma di antichissime origini.
“Mostra Mercato del C’era una Volta” maggio FM “Festa della bruschetta” - giugno “Fiera Millenaria” - settembre “Fiera dell’elettronica e del radioamatore” settembre. FM “Mostra Mercato del C’era una Volta + Barmania” - ottobre. FM “Mostra scambio” - ottobre FM “Festa della polenta” - ottobre “Festa di Hallowen” - ottobre FM “Concorso dei Cori” - novembre FM “il Mondo di Pippi” - novembre FM “Christmas Village” - novembre FM “Accensione luminarie” - dicembre / gennaio “Festa di santa Lucia” - 13 dicembre. Teatro comunale Gonzaga
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fiere ed eventi
agli inizi del XX secolo) e di alcuni prestigiosi edifici civili, come la settecentesca villa Speroni (della fine del XVIII secolo), la villa Strozzi, edificata nel ‘500, la villa Canaro e la villa Maraini Guerrieri Gonzaga
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Magnacavallo
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www.comune.magnacavallo.mn.it comune.magnacavallo@pec.regione.lombardia.it
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agnacavallo è un comune italiano di 1.686 abitanti della provincia di Mantova. Il nome di Magnacavallo deriva da magna cava in vallo, grande cava nella valle. In una mappa catastale del XVIII° secolo conservata presso l’archivio di Stato di Mantova si legge che la zona era chiamata “Magnacavallo, o sia Comunità de’ boschi”. Questo territorio umido e fertile, in parte paludoso e anche boschivo era ricco di
Carabinieri di Magnacavallo Via Roma ....................... 0386 55185
selvaggina e già conteso in epoca romana prima e ancor più in epoca medievale quando fu sotto il dominio di Matilde di Canossa. Infatti la Contessa ebbe una grande importanza storica in quanto si trovò a governare un territorio-cuscinetto molto esteso tra quello del Sacro Romano Impero da una parte e quello di sovranità Pontificia dall’altra e di conseguenza è stato sempre conteso tra i due sovrani: l’Imperatore e il Papa.
“Fiera di giugno” - giugno
“Cena Ass. ‘noi per Loro’ Amichevol…mente2” - gennaio
“Cena sotto le stelle” luglio
“Festa della Liberazione” - 25 aprile.
fiere ed eventi
Polizia Municipale ..................................... 333 9073190
“epifania in Piazza” - gennaio
“Carnevale in Piazza” - febbraio
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Municipio Piazza Marconi 5 .......... 0386 55151 ................................ Fax 0386 55522
“Festa dell’emigrato” - settembre. Sagra annuale, ricorrenza in occasione della posa del monumento all’emigrato. “Festa dei nonni” - ottobre
“Biciclettata di primavera” aprile. Partenza da Ostiglia
“Festa d’Autunno” - ottobre
“Festa degli Aquiloni” - maggio
“Magnatartufo” - novembre
“Festa degli anziani” - maggio
“Commemorazione santa Cabrini” 20 dicembre
“Festa della repubblica” - 2 giugno “raduno auto moto” - giugno
Mantova di Borghi e di Sagre
“Cioccolata calda sotto l’albero” 24 dicembre
Pieve di Coriano
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www.comune.pievedicoriano.mn.it comune.pievedicoriano@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Gramsci 5 .......... 0386 39131 ................................. Fax 0386 39391 uffici comunali servizio alla persona ............... 0386 39131 Polizia Locale Piazza Gramsci 5 ...........0386 39131 ................................. Fax 0386 39391 Carabinieri di Poggio rusco Via Pastrengo, 4 ............ 0386 51010
ieve di Coriano è un comune italiano di 1.025 abitanti della provincia di Mantova in Lombardia. L’originaria denominazione di Pieve fu trasformata nell’attuale nel 1867. Il comune sorge sulla destra del Po e il suo nome deriva da Coriolano, un generale romano. sToriA Il toponimo è un composto di “pieve” e del nome locale Coriano: quest’ultimo è una formazione prediale dal personale latino CORELIUS, con l’aggiunta del suffisso -ANUS, con funzione aggettivale. Mancano notizie storiche precise sui primi insediamenti nella zona, la cui storia, come si può facilmente dedurre dal toponimo, è strettamente intrecciata con quella della pieve locale, fatta costruire dalla contessa Matilde di Canossa, sul finire dell’undicesimo secolo, per celebrare la vittoria sull’imperatore Enrico IV. LuoGHi di inTeresse La Millenaria Pieve Romanica rappresenta, grazie ai sapienti restauri fatti in questi ultimi tempi, quanto di più interessante ci possa essere tramandato dai lontani tempi Medioevali del passaggio Matildico nel nostro territorio. La data certa dell’erezione della Pieve non la possiamo affermare; tradizione vuole che sia stata costruita attorno al 1082 per volere della Gran Contessa Matilde di Canossa.Il Plesso Ospedaliero, orgoglio di Pieve e del Destra Secchia, inaugurato ed entrato in servizio a metà del 1997,
è un mirabile esempio dell’ingegneria sanitaria moderna ed una struttura medica tra le più avanzate che ha contribuito sostanzialmente al miglioramento della sanità nel Destra Secchia. Essendo il polo sanitario una delle fabbriche più grandi della nostra zona, si è iniziato un intenso processo di crescita economica, che, con l’intelligenza sistematica del territorio, ha contribuito allo sviluppo occupazionale e all’avanzamento socio-culturale che ci candidano sin da ora fra le aree più dinamiche della zona. “Gara dei quartieri” - Giugno. Giochi sportivi “Chiusura della Piazza” - Luglio. Tutto il mese con spettacoli e animazione per grandi e bambini “Trofeo Beppe iori” 15 agosto. Gara ciclistica “Processione di san rocco” 16 agosto “sportiva Pieve” - Prima domenica di settembre, comune di Pieve di Coriano “Pranzo in Piazza” - Seconda domenica di settembre, organizzato dalla Pro loco “Granfondo strada del Tartufo” - ottobre “Festa di Halloween” - 31 ottobre “Festa del Tartufo Amici di Matilde” Secondo fine settimana di novembre “Cioccolata per tutti” 24 dicembre, dopo la cerimonia natalizia
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Moglia
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www.comune.moglia.mn.it comune.moglia@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Matteotti n. 2.... 0376 511411 ............................... Fax 0376 557230 Polizia Locale Via Giotto, 5................. 0376 511420 Carabinieri di Moglia Viale Virgilio, 7 ............. 0376 598002 Biblioteca ................. 0376 511450
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oglia - La Mòja in dialetto - è un comune italiano di 5.623 abitanti della provincia di Mantova. Il Comune di Moglia appartiene a quella fascia territoriale a ridosso del Po che, per affinità di tradizioni, di costumi, di economia e di cultura viene comunemente chiamato Oltrepò mantovano. Il territorio comunale è formato, oltre che dal capoluogo, dalle frazioni di Bondanello, Coazze e Trivellano, per un totale di 31,55 chilometri quadrati. Confina a nord con i comuni di Pegognaga e San Benedetto Po, ad est con quello di Quistello, a sud con i comuni modenesi di Concordia sulla Secchia e Novi di Modena e con quelli reggiani di Rolo e Reggiolo, ed infine ad ovest con Gonzaga. sToriA Moglia capoluogo compare per la prima volta in due documenti del 20 febbraio 1337: sono concessioni di pezze di terra date in feudo onorifico da Luigi Gonzaga, primo capitano di Mantova, a certi Paolo Scopa Nigra e Pietrobono delle Navi. Il suo nome è la versione moderna della forma medioevale Molea, che secondo Giovanni Tassoni deriva dal tardo latino molleus, ossia melmoso, per cui stava ad indicare una zona dove ristagnava l’acqua. Le carte dei Gonzaga ritornano a menzionare Moglia negli anni 1364, 1370 e 1392, allorquando gli abati di San Benedetto, investendo i Signori di Mantova delle terre della Regona o Regula Padi, citano tra le altre località il villaggio di Moglia con il suo territorio.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Le origini di Bondanello sono più antiche: era già esistente nel 1193, quando l’imperatore Enrico IV, nel confermare le donazioni canossiane al monastero di San Benedetto cita i rincos de Bondignolo con preciso riferimento ad un insediamento umano. La più antica rappresentazione cartografica del territorio mogliese è contenuta in un’incisione settecentesca del Visi, ricavata da una mappa alla fine del Quattrocento. Il documento illustra la zona compresa fra il destra Po e il sinistra Secchia. Moglia e Bondanello vi compaiono come nuclei insediativi costituiti da case in tono minore. Questi documenti sono fondamentali per la conoscenza della storia del territorio, perché ne delineano la passata immagine idrica, viaria ed abitativa. Hanno però il limite di una elaborazione grafica sommaria e selettiva delle emergenze architettoniche. La raffigurazione neutra e precisa del reale è opera del Catasto Teresiano. Nel 1866, al termine della terza guerra d’indipendenza, Moglia divenne parte del Regno d’Italia. Da sempre sotto l’amministrazione di Gonzaga, con il decreto reale del 5 novembre 1876, con decorrenza 1º febbraio 1877, Moglia e Bondanello vennero elevate a comune. Entrambi i centri abitati sono privi di una parte storica. Gli unici edifici importanti sono le due chiese parrocchiali ed il Teatro Italia a Bondanello. Le più importanti testimonianze del passato si trovano nella campagna: sono la Galvagnina Vecchia (che ricade però nel territorio del comune di Pegognaga) e la Gaidella, ridotte, però, per azione del tempo e per
LuoGHi di inTeresse Museo lineare delle bonifiche. Percorso all’aperto di circa 10 km costeggiante canali di bonifica intorno al fiume Secchia. Il percorso è percorribile a piedi, in bicicletta ed a cavallo da persone giovani e meno giovani. Di notevole interesse l’impianto idrovoro Mondine. I percorsi ciclopedonali rientrano nel circuito della rete europea “Eurovelo”. Chiesa di San Giovanni Battista. In origine dedicata a San Prospero (XV secolo), ricostruita nel 1598 e restaurata nel 1750. L’edificio è a tre navate e al suo interno si trovano due tele di G. Cadioli del XVIII secolo circa (San Vincenzo Ferrer ed i Santi Giuseppe Antonio e Rocco). Monumento marmoreo ai “Martiri di Guerra”, inaugurato il 22 aprile 1951 realizzato da Pompeo Coppini (suo paese Natale). È posto nel giardino antistante l’edificio scolastico delle scuole elementari.
“Piacere Moglia” Si tiene generalmente il primo fine settimana di giugno. La manifestazione ha come obiettivo primario la promozione del distretto produttivo legato al ferro e al legno, del paesaggio agricolo e delle risorse culturali e territoriali “Festival teatrale dei dialetti della Bassa” Da marzo ad aprile “Fiera di Moglia” Quarta domenica di luglio “Festa dla pulenta” Settembre. Festa gastronomica a base di polenta, mostra di oggetti di una volta e stand nel centro storico di Moglia “sagra di Bondanello (denominata anche sagra di san Luigi)” Seconda domenica di ottobre “dal gugiol a ghéarmàs sul i ‘os” Terza domenica di ottobre. Festa del maiale con stand gastronomici, musica e mercatino
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
incuria degli uomini, in uno stato di conservazione molto precario. Moglia è stato il Comune mantovano maggiormente colpito dal terremoto del 20 e del 29 maggio 2012. Molti edifici privati sono stati danneggiati, la scuola elementare e media sono state dichiarate inagibili. Gli edifici che hanno subito i danni maggiori sono però stati il municipio e la chiesa.
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Motteggiana
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www.comune.motteggiana.mn.it servizi.amministrativi@pec.comune.motteggiana.mn.it
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otteggiana è un comune italiano di meno di 3.000 abitanti della provincia di Mantova. È stata inserita nel progetto di sviluppo e sostegno sostenuto dalla Regione e denominato Obiettivo 2, attualmente l’area comunale è interessata da un forte sviluppo delle attività industriali ed edilizie. La conformazione del territorio è comunque sempre stata ideale nel favorire l’allargamento delle attività. Tutto il territorio comunale ha come confine naturale due fiumi: il fiume Po e il fiume Zara. sToriA Il territorio motteggianese si presenta come una striscia di terra stretta ed allungata che fa da sponda meridionale, per oltre 15 km, a quello che è senza alcun dubbio il tratto più bello del Po mantovano. L’altro limite più a sud è costituito dall’alveo dello Zara, paleocanale di uno dei rami dello stesso Po nella configurazione precedente quella attuale. Fu proprio questa diversa idrografia medievale, che vedeva il grande fiume a latitudini più basse, a far sì che Motteggiana venisse a far parte del territorio di Borgoforte, estremo lembo meridionale del comitatus mantovano. Furono proprio la vicinanza al fiume e questo valore strategico di posizione i fattori che determinarono lo sviluppo del territorio antico. Florido fu il periodo di dominio della dinastia feudale dei Canossa che vide grandi progressi nello sviluppo agricolo, nella bonifica e nella sistemazione agraria. I mili-
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Via Roma, 10................ 0376 527043 ...............................Fax 0376 510949 Polizia Locale ..................................... 0376 527180 ................................ Fax 0376510949 Carabinieri di suzzara Viale Libertà, 34 .......... 0376 531000
tes di Matilde fornirono quella aristocrazia feudale terriera che esercitò il dominio sul territorio in età comunale. Modificazioni politico-strategiche che videro l’espansione mantovana all’lnsula Suzarie e alle terre della Regona (Gonzaga, Pegognaga, Bondeno) alterarono profondamente gli equilibri del territorio. I centri posti sui rami padani in via di esaurimento quali Po Vecchio e Zara andarono inesorabilmente decadendo, mentre acquistarono vigore quelli sul Po Nuovo. Il collegamento fra Oltrepò e Mantova andò sempre più incentrandosi su Borgoforte come nodo di controllo del fiume, dei suoi traffici, del transito di superamento. Sulla sponda opposta cominciò così a prendere corpo quella Saviola Superiore ove il marchese Ludovico II Gonzaga decise di creare una importante proprietà agricola ed erigere attorno al 1472 una delle sue più note dimore del contado, giustamente citata come uno dei primi e più importanti esempi di residenza che segna il trapasso dall’ architettura di impronta castellana a quella della villa rurale. Con l’erezione della casa di Saviola, frutto della comunanza intellettuale e progettuale fra lo stesso Ludovico Gonzaga e l’architetto Luca Fancelli, l’agglomerato abitativo circostante si avvia a diventare il nucleo centrale del territorio sulla sponda sud del Po, scalzando il primato di Villa Saviola, sede di una curtis medievale che aveva fino ad allora egemonizzato l’economia locale.
annessa a un monastero di Gerolamini, poi scomparso, risale alla seconda metà del XVI secolo ma ha subito modifiche successive; il campanile, del Quattrocento, potrebbe essere resto di un castello) e nella cinquecentesca villa della Ghirardina, costruita sui resti di una preesistente fortezza. Degne di nota sono anche, a Torricella, la parrocchiale di San Benedetto, risalente alla metà del XVIII secolo e, a Villa Saviola, la settecentesca parrocchiale dedicata a San Michele (riedificata su quella precedente, del XVI secolo) nonché la Cappelletta di Sant’Anna e il piccolo santuario eretto in onore della Madonna di Lourdes, cui i saviolesi hanno chiesto protezione contro i danni causati dal Po.
LuoGHi di inTeresse L’impronta dei Gonzaga è ancora visibile nella chiesa parrocchiale intitolata a San Girolamo (un tempo
“Festa dei nonni” Ottobre, presso la piscina di Torricella
“Fiera di san Carlo” Luglio, presso il parco Andreani-Panicali, organizzato da L’Asd Polisportiva di Motteggiana e il Comune “Festa della Trebbiatura storica” Luglio, all’agriturismo Corte Fabbrica di Motteggiana
fiere ed eventi
A partire dalla seconda metà del XV secolo il contado mantovano è oggetto di una grande riorganizzazione fondiaria che vede l’avvento dell’epoca delle possessioni e delle corti da padrone. Come testimonianza di questo fondamentale periodo della civiltà contadina il territorio di Motteggiana appare esemplare, perché ha conservato pregevoli esempi di tutta la gamma tipo logica delle corti agricole della bassa pianura mantovana. La storia di Motteggiana vanta eventi di rilievo anche in età moderna ed in particolare in quell’esaltante momento della storia della nostra nazione che vede la liberazione dal dominio austriaco e la formazione dello stato unitario. Nel 1866 a Motteggiana si svolse un importante episodio bellico della terza guerra di Indipendenza, la conquista da parte delle truppe italiane dei forti che gli Austriaci avevano eretto a guardia del Po, alle due testate del traghetto che qui valicava il grande fiume, punta avanzata del complesso fortificato del Quadrilatero. Fra gli eventi della storia più recente non può essere dimenticato il contributo delle comunità di Motteggiana e Villa Saviola alle lotte sociali e contadine del periodo a cavallo fra Otto e Novecento.
LATTERIA SOCIALE “GONFO” Via Argine Po, 132 Villa Saviola di Motteggiana (MN) Tel. 0376.527095 - Fax 0376.510835 Azienda con Sistema Qualità Certificata UNIENISO9001/2000 Oltrepò Mantovano
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Ostiglia
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www.comune.ostiglia.mn.it ostiglia.mn@legalmail.it
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fiere ed eventi
stiglia è un comune italiano di 6.924 abitanti della provincia di Mantova. Il nome di Ostiglia deriva forse dal latinoostium, bocca o foce di un canale. Ricordata in epoca romana col nome di Hostilia, rappresentò certamente un punto importante per gli scambi commerciali diretti dall’Emilia verso Verona e i territori germanici: si trovava infatti sulla via Claudia Augusta Padana, citata dagli itinerari romani. Nel I secolo a.C. vi nacque Cornelio Nepote. Nel V secolo d.C. fu sede di una specie di corrieri denominati Dromonarii il cui compito era di trasportare derrate a Verona, allora un’importante città del regno degli Ostrogoti, giunti fino ad Ostiglia in seguito alla dissoluzione dell’Impero Romano. Dopo la riconquista bizantina dell’Italia arrivarono i Longobardi, tra la fine del VI e l’inizio del VII secolo e dopo il 774 i Franchi con Carlo Magno.
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“Carnevale ostigliese” Febbraio/marzo “Fiera di primavera” Fine aprile/inizio maggio “notti bianche” Da giugno a settembre “sagra di san Lorenzo” Agosto Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Via Gnocchi Viani 16.....0386 300211 ............................... Fax 0386 800215 Polizia Locale ..................................... 0386 300254 Carabinieri di ostiglia Via Cantarana ............... 0386 31643
LuoGHi di inTeresse Palazzo Bonazzi. Edificio settecentesco dalla facciata in mattone cotto con inserti in marmo bianco in corrispondenza dei capitelli delle lesene. È sede del Municipio. Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Edificio neoromanico costruito nel 1890. Chiesa di Santa Maria di Castello. Antica chiesa cinquecentesca, sconsacrata e riutilizzata in passato come officina meccanica. Ne rimangono solo ruderi. Adiacente si trova la Torre civica, ultimo vestigio del castello. Palazzo Foglia. Palazzo ottocentesco sede del Museo civico archeologico, della Biblioteca comunale e della Biblioteca musicale Giuseppe Greggiati. Dà sulla centrale piazza Cornelio, ove si trova il monumento a Cornelio Nepote.
“Premio ostiglia-Arnoldo Mondadori: un libro al cinema” Ottobre “stagione teatrale” Da novembre ad aprile “dicembre ad ostiglia” Dicembre
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Pegognaga
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www.comune.pegognaga.mn.it pegognaga.mn@legalmail.it Municipio Piazza Matteotti n. 1 ... 0376 554611 ............................. fax 0376 5546901 Polizia Municipale ....................................0376 5546216 Carabinieri di Pegognaga ..................................... 0376 558034 resid. sanitaria Assistenziale ..................................... 0376 501000
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egognaga è un comune italiano di 7.200 abitanti, che confina con l’Emilia-Romagna e ne riceve forte influsso. Pegognaga è situata nella parte centro-meridionale del territorio provinciale tra San Benedetto Po, Moglia, Gonzaga, Motteggiana e Suzzara. sToriA Il toponimo deriverebbe, secondo alcuni, dal latino “Pecunius”, nome di un patrizio romano che nel I secolo d.C. avrebbe qui fondato un piccolo villaggio agricolo; secondo un’altra interpretazione esso sarebbe invece da collegare al termine “pecunia”, che in latino significa denaro, ricchezza, riferita alle terre in grado di offrire raccolti redditizi. Nel periodo compreso tra il I e il IV secolo d.C. il centro, che a quell’epoca possedeva le caratteristiche tipiche di un villaggio contadino romano, assunse il nome di “Flexum”. Con l’inizio delle invasioni barbariche venne distrutto e abbandonato, scomparendo dalla storia per lungo tempo. Nell’820 si cominciano a registrare nuovi insediamenti e nell’877 compare la corte Pigugnaria, denominazione, che andrà gradualmente modificandosi nei secoli sino all’attuale Pegognaga. All’inizio dell’XI secolo esso passa sotto il dominio di Matilde di Canossa, che cerca di dare al piccolo paese una propria fisionomia attraverso nuove opere edilizie. Durante i due secoli successivi la località fu contesa dai Comuni di Reggio Emilia e Mantova, con un conflitto che si concluse con un
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Mantova di Borghi e di Sagre
accordo di amministrazione in politico condominio tra le due province, firmato proprio a Pegognaga nel 1257. Successivamente la comunità entrò a far parte dei possedimenti dei Gonzaga, sotto la cui reggenza visse uno dei periodi più floridi della sua storia. I principali insediamenti agricoli - una decina di corti sparse - tutt’ora esistenti sono databili a partire dal 1500, mentre solo nel 1907 terminò la millenaria opera di bonifica che trasformò il terreno paludoso in uno dei più fertili della pianura padana. Il Comune di Pegognaga venne istituito con Regio Decreto il 5 novembre 1876. LuoGHi di inTeresse Chiesa di San Lorenzo. Fu edificata dalla contessa Matilde di Canossa verso il 1082, pochi anni dopo l’ampliamento del Polirone. Lo schema architettonico rivela la sua natura romanica nella struttura degli absidi. Fu rimaneggiata nella prima metà del Novecento e arricchita da due navate laterali, e funge da Famedio per i caduti della Grande Guerra. Il terremoto del maggio 2012 ne ha danneggiato la facciata, che è stata messa in sicurezza in quanto rischiava di staccarsi dal corpo della chiesa. Area archeologica San Lorenzo. L’area di età romana (II secolo a.C. - IV secolo d.C.), occupa sette ettari di un più vasto parco (54 ettari complessivi). Vi sono stati rivenuti diversi reperti che sono conservati presso il locale Museo archeologico. Chiesa parrocchiale dell’Assunta. Edificata nel 1952-55 in luogo della seicentesca parroc-
CArneVALe dei rAGAZZi - 7 Febbraio FesTA di PriMAVerA - 17 Aprile noTTe BiAnCA - Sabato 23 Aprile MerCATini serALi “iL TeMPo riTroVATo” dal 10 Giugno al 12 Agosto in piazza Matteotti esTATe in PiAZZA nei mesi di giugno, luglio ed agosto, spettacoli di cinema, danza, musica e moda. AnTiCA sAGrA di sAn LorenZo dal 12 al 17 Agosto nelle vie e piazze del paese, mostre, manifestazioni sportive, concerti, spettacoli musicali, lunapark, bancarelle, cerimonie religiose, serate enogastronomiche e spettacolo pirotecnico.
L’altare maggiore fu invece venduto alla parrocchia di Rivalta sul Mincio. Dopo il sisma del 2012 la chiesa dell’Assunta verrà demolita per un tempio probabilmente più piccolo e con minor dispendio di riscaldamento, visto che sussisteva questo problema, e l’edificio religioso, non avendo ancora 70 anni, non è vincolato ancora come bene culturale. FesTA d’AuTunno dal 07 al 09 Ottobre nelle piazze e vie del paese, una grande vetrina di eventi, dove le attività produttive e commerciali, le associazione culturale, sportive e di volontariato, gestiscono stand espositivi ed enogastronomici con prodotti e articoli delle tradizioni della nostra terra. Manifestazioni sportive e folcloristiche, rievocazioni di antichi mestieri della tradizione contadina, concorso delle vetrine più belle, spettacoli di musica, moda, danza e teatro, bancarelle, lunapark e spettacolo pirotecnico. nATALe A PeGoGnAGA dal 04 Dicembre 2016 – al 06 Gennaio 2017, mercatini natalizi, Festa di Santa Lucia, concerti di natale e spettacoli teatrali, mostre di artistici presepi, festa della Befana.
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Oltrepò Mantovano
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fiere ed eventi
chiale di San Giorgio, si presenta di stile neoromanico e d’imponenti proporzioni (60 metri di lunghezza per 30 di larghezza al transetto). Della vecchia chiesa rimangono i confessionali lignei oltre alle 5 campane dell’antico campanile che dovevano essere alloggiato su una torre mai realizzata che era nel progetto del prof. Candiani, autore dell’attuale parrocchiale.
Poggio Rusco
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www.comune.poggiorusco.mn.it comune.poggiorusco@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza I Maggio 5........... 0386 51001 ............................... Fax 0386 733009 Polizia Locale e Protezione Civile Via Garibaldi n. 11 ....... 0386 733122 ................................fax 0386 733009 Carabinieri di Poggio rusco Via Pastrengo, 4 .............0386 51010
Poggio Rusco o “Al Pòs” nel dialetto della Bassa, è un comune di circa 6.649 abitanti della provincia di Mantova inLombardia.Il paese dista dal capoluogo provinciale 42 km, e si estende nella parte sudorientale dell’Oltrepò mantovano, circa 9 km a sud del fiume Po e a soli 2 km dalla provincia di Modena, in posizione equidistante rispetto ad importanti città della Pianura Padana quali Mantova, Verona, Ferrara, Bologna e Modena. Il centro abitato, così come la zona rurale circostante, è stato duramente colpito dagli eventi sismici del Maggio 2012. sToriA A partire dal XV secolo, la proprietà dei terreni della Corte del Poggio venne suddivisa in due rami cadetti dei Gonzaga: i Nobili, signori della Corte Piccola e i Marchesi di Vescovato, padroni della Corte Grande; Poggio Rusco rimase in mano loro ben oltre l’estinzione della famiglia Gonzaga, signori di Mantova. Nel 1707, seguendo il destino del Ducato di Mantova, Poggio Rusco entrò a far parte dei domini diretti della casa d’Asburgo. Alla fine del XVIII secolo il paese si trovò a condividere la sorte della Repubblica Cisalpina, con una violenta rivolta antifrancese nel 1799 e alla definitiva capitolazione sotto l’Impero Austriaco come parte integrante del Regno Lombardo-Veneto nel 1815. Solo nel 1866, dopo la partecipazione attiva alle guerre d’Indipendenza, avvenne l’annessione al Regno d’Italia sotto casa Savoia. Il Novecento, seguì a grandi linee le vicissitudini del territorio
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Mantova di Borghi e di Sagre
mantovano. La nascita del socialismo vide a Poggio Rusco due protagonisti: Giovanni Zibordi, poggese di adozione e Francesco Zanardi, poggese classe 1873, ricordato a Bologna come il Sindaco del Pane nella Grande Guerra. Il Fascismo s’impose in tutta l’Italia e proprio a Poggio Rusco, il 13 marzo 1921, l’assalto alla Camera del Lavoro ebbe un’eco nazionale: su tutti i giornali nazionali venne resa nota la notizia. Durante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale il paese assunse un ruolo strategico per la sua posizione, poiché gli Alleati avanzavano verso il fiume Po e la Germania lungo la direttrice BolognaVerona. È importante ricordare l’operazione militare denominata Operazione Herring, che ebbe luogo nei giorni 20-23 aprile 1945. In questa missione 226 paracadutisti del neo Corpo Italiano di Liberazione furono lanciati per proteggere strutture ed edifici e favorire l’avanzata alleata; morirono 14 militari e 2 civili. Lo scontro più importante si consumò presso Cà Bruciata di Dragoncello. Stanno a ricordare quella valorosa impresa un monumento ai caduti, una chiesa a loro dedicata a Dragoncello e un battaglione della Brigata Paracadutisti Folgore denominato 3º Battaglione Paracadutisti Poggio Rusco.Poggio Rusco, nel Maggio 2012, fu colpito da un violentissimo sciame sismico che provocò gravi danni in tutto il territorio comunale. Dopo la scossa del 20 maggio di magnitudo 5.9 della Scala Richter, il Comune risultò sostanzialmente indenne dal punto di vista privato in quanto le scosse susseguitesi per tutto il giorno
LuoGHi di inTeresse Palazzo Municipale. Costruito intorno alla metà del ‘400 su disegno di Luca Fancelli, con il suo tipico stile a merlatura cieca. I Terremoti dell’Emilia del 2012 hanno danneggiato gravemente il Municipio provocando crolli interni e il distacco delle due facciate. Torre Falconiera o Colombara. Simile a tante altre sparse nella Pianura Padana, si presume fungesse da posto di avvistamento o da rifugio in situazioni di pericolo. Non è riscontrata la data di costruzione anche se è presumibile che risalga al ’600. La torre, simbolo del paese che appare anche nello stemma del comune, faceva parte della “Corte Grande” del Poggio. Restaurata alcuni anni fa, consta di tre spaziosi vani disposti su tre piani.
“Carnasciale Podiense” - Le due domeniche a cavallo del Carnevale. Organizzata dall’associazione “Ducal Academia dal Pidrus”. Prende ispirazione dal “Bestiario Podiense” una raccolta di animali mitici e leggendari “Fiera di Giugno” - Inizia il terzo sabato del mese di giugno e termina il martedì successivo “Fiera di santa Maria Alba” - Inizia il terzo sabato di settembre e termina il martedì successivo “Poggio al Tartufo” - Dicembre. Fine settimana dedicato al tema del Tartufo, dove in vari locali della zona (gastronomie, bar, ristoranti, pizzerie), aderenti all’iniziativa, si propongono assaggi o piatti a base di tartufo “Mercato delle antichità della Corte del Poggio” La seconda domenica di ogni mese si svolge il Mercato delle Antichità della Corte del Poggio. Nel centro storico si snodano i venditori e collezionisti di antichità e numismatica. La protezione dei lunghi porticati del centro storico rendono il mercatino idoneo sia in inverno che in estate
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
causarono solo danneggiamenti a livello degli edifici pubblici del centro storico rendendoli inagibili. Il 29 maggio 2012, dopo quasi dieci giorni di incessanti scosse di assestamento, il Comune venne colpito da un nuovo sisma di magnitudo 5.8 della Scala Richter che aggravò la situazione nel Centro Storico causando importanti crolli nella Chiesa Parrocchiale, nel Palazzo Municipale e nella Torre Falconiera, ma anche danneggiamenti negli edifici privati
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Revere
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www.comunerevere.it comune.revere@pec.regione.lombardia.it Municipio Via dei Poeti 3 ............... 0386 46001 ............................... Fax 0386 467274 Polizia Locale Piazza Castello 12.......... 0386 46170 Carabinieri di revere Piazza Salvo d’Acquisto 1 ......................................0386 846085 Pro Loco revere ......335 6702863 Cinema teatro ducale ......................................0386 846457
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evere è un comune di 2.463 abitanti della provincia di Mantova. Il nome di Revere deriva dal latinoRiperium, isolotto sul Po. Fortificata da modenesi e reggiani a difesa delle rive del Po dagli attacchi dei mantovani, fu espugnata da questi nel 1125. Dal 1332 passò a far parte dei territori dei Gonzaga. Durante la seconda guerra mondiale il suo territorio subì trentadue bombardamenti aerei da parte degli angloamericani. sToriA Un tempo Revere era un’isola formata dal Po che allora scorreva libero tra distese di paludi cosparse “Giornata delle ferrovie dimenticate” - Marzo
fiere ed eventi
“Festa della Liberazione” 25 aprile, grigliata in area mulino “4 passi sugli argini del Po” - maggio, manifestazione podistica non competitiva “AperiPo” - Gugno. (area Mulino) “Fiera di santa Mostiola” - luglio. Con grandioso spettacolo Pirotecnico sul Po “Festa del Patrono sant’Alberto” - 7 agosto
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“Tartufo a Palazzo” - settembre
Mantova di Borghi e di Sagre
di dossi. Su uno di questi crebbe Refere, Riperium, Riparia, Insula Reveris, come il luogo viene citato nei rari documenti pervenutici dai secoli in cui i padroni furono probabilmente gli Etruschi, sicuramente i Galli sottomessi in seguito dai Romani. Revere era attraversata dalla Via Claudia Augusta. La data ufficiale di nascita del paese è il 1125, anno in cui Modenesi e Reggiani decisero di costruire qui un fortilizio, innanzitutto per motivi economici, come sempre accade. LuoGHi di inTeresse Palazzo Gonzaghesco (1450). Opera di Luca Fancelli fatto costruire dal marchese Ludovico Gonzaga ed edificato nel castrum preesistente. Palazzo a planimetria rettangolare, torri angolari quadrate, cortile interno. Il portale di ingresso a lesene scanalate con capitelli corinzi reggono l’architrave, sul quale poggia un plastico timpano. Il portale ha toni raffinati ed eleganti, quasi donatelliani, nelle raffigurazioni delle imprese gonzaghesche - la tortorina posata sul mostro, il monte Olimpo, i cani - scolpite su cartigli.
Schivenoglia
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www.comune.schivenoglia.mn.it comune.schivenoglia@pec.regione.lombardia.it Municipio Via G. Matteotti, 22........ 0386 58141 ................................. Fax 0386 58124 Polizia Locale ....................................... 0386 58141 Carabinieri di san Giacomo delle segnate .......... 0376 616102 Pronto intervento 112 Polizia di stato, distaccamento di Ostiglia....................... 0376 32222 Pronto intervento .................. 113
chivenoglia è un comune italiano di 1.234 abitanti della provincia di Mantova. Il nome è un composto del verbo schivare e del sostantivo noia, in riferimento al fatto che il luogo fu per lungo tempo meta di villeggiatura signorile. Il comune è situato nella punta sud/est della Lombardia. Fa parte dei comuni del “Destra Secchia”. Si trova a 39 km dal capoluogo e a circa 5 km dal confine con la provincia di Modena. A pochi chilometri scorre il fiume Po, che attraversa tutta la provincia di Mantova da ovest a est. Schivenoglia è tra i 12 e i 16 metri sul livello del mare, la sua estensione è di 13,17 chilometri quadrati ed è attraversata da una linea ferroviaria, la Suzzara - Ferrara, che divide il centro del paese da Brazzuolo, località di Schivenoglia. sToriA È stata prima frazione di Revere ed è diventata comune il 1º maggio 1816. Dalle ricerche del Gruppo Archeologico Ostigliese risulta però che il territorio di Schivenoglia è abitato fin dal I secolo d.C. Infatti in più punti del territorio schivenogliese sono stati individuati siti archeologici. I primi documenti storici di una certa importanza risalgono al 1205-1215 e trattano la donazione di Schivenoglia ai monaci di San Benedetto in Polirone da parte della contessa Matilde di Canossa. Alle origini era una terra paludosa e malsana, flagellata per molti secoli dalla peste.
LuoGHi di inTeresse In centro troviamo la settecentesca “Corte dell’Acqua” con il parco che si affaccia sulla piazza con i portici. La parrocchiale di San Francesco, ricostruita nel Novecento con forme neoclassiche, custodisce all’interno, oltre un altare ligneo, una tela del pittore mantovano Lanfranco e il dipinto Trapasso di San Francesco del Raineri. Da visitare nei dintorni vi è la Chiesa della Madonna di Brazzuolo, eretta nel 1688 per volontà del capitano Ferrante Pedocca dei Conti Pedocca-Manfredi. L’edificio è di gusto barocco e, all’interno, conserva sotto la mensa dell’altare un pregevole paliotto in scagliola policroma risalente al 1600. Nel 1946, la chiesa è stata dedicata alla Beata Maria Vergine detta anche Madonna del Rosario.
“Carnevale” - febbraio “ricordando la Liberazione” - Aprile “Giornata della musica” - giugno “Fiera d’Agosto di san Luigi” Venerdì 29 agosto “Festa dei nonni” ottobre: con cena per i partecipanti. “Fera ad la Pgnata” - Ottobre “Chess Festival”novembre: Quarta edizione, aperta anche agli adulti Oltrepò Mantovano
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Quingentole
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www.comune.quingentole.mn.it comune.quingentole@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Italia, 24 ............. 0386 42141 ................................. Fax 0386 42558 ufficio segreteria ......0386 42141 Polizia Locale, Quistello Piazza Matteotti........... 0376 627238 ............................... Fax 0376 619884 Carabinieri di sustinente Via G. Marconi, 496 ....... 0386 43112
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uingentole è un comune di 1.200 abitanti della provincia di Mantova.Il territorio comunale è esteso sulla riva destra del fiume Po, poco a valle della confluenza col fiume Secchia. sToriA Il nome di Quingentole potrebbe derivare da quingenti, ossia cinquecento e che indica la superficie del luogo (cinquecento iugeri) o il tracciato stradale romano. Indagini archeologiche nelle vicinanze del paese hanno confermato la presenza di insediamenti già dal periodo romano, prevalentemente distribuiti lungo la strada provinciale SP 43. La località, che ha il versante settentrionale affacciato sul Po, era posta all’interno della cosiddetta “isola di Revere” in origine un luogo caratterizzato da numerosi corsi d’acqua e zone acquitrinose. Pri-
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Mantova di Borghi e di Sagre
ma dell’attuale abitato, di origine tardo medievale, i principali nuclei insediativi sorsero a levante del sito, presso la località di Parerolo, in cui, documenti medievali attestano la presenza di una importante fortificazione e di una chiesa oramai scomparsa dedicata a San Chiliano, e presso la corte di San Lorenzo in cui è stata scoperta una delle più antiche chiese della campagna mantovana, datata al VII sec. d.C. Tra il 1300 e il 1480 i frati del monastero di San Benedetto bonificarono la valle e in questo periodo il Vescovo di Mantova, Giacomo de ‘Benfatti, passò i territori a Luigi Gonzaga. Nel 1708, sotto il dominio austriaco e con l’aiuto dei frati benedettini, furono realizzate importanti opere di rafforzamento degli argini e di consolidamento delle bonifiche. Nel 1797 il paese passò sotto il governo di Napoleone Bonaparte per poi tornare nel 1815 in mano agli austriaci. Come molte altre zone del comprensorio mantovano-reggiano, ha subito un riassetto fondiario e idrico che ha favorito un’agricoltura più redditizia. Nel XVIII secolo il vescovo di Mantova Antonio dei marchesi di Bagno fece costruire la parrocchiale intitolata a San Lorenzo: tratto caratteristico dell’edificio sono i due leoni in marmo rosso veronese posti ai lati del portale d’ingresso della chiesa; il vescovo li aveva portati via dal duomo di Mantova e diversi studiosi sostengono che siano opera dei fratelli Jacobello e Pietro Paolo dalle Masegna. All’interno dell’edificio è conservato un grande dipinto settecentesco, che
LuoGHi di inTeresse Nel centro, caratterizzato da un’ampia piazza rettangolare circondata da edifici storici, è da visitare la Villa Vescovile, ora Palazzo Municipale, edificio realizzato nella prima metà del XV° sec., che, già ampliato alla fine del ‘400, fu arricchito internamen-
“Carnevale” Marzo “Tradizionale fiera di luglio” Seconda domenica di luglio “Tradizionale sagra di ottobre” Prima domenica di ottobre “Tartufart” Dal 6 all’8 dicembre
fiere ed eventi
raffigura Sant’Anselmo nell’atto di benedire le armi di Matilde di Canossa. La parrocchiale si affaccia, insieme al municipio, su piazza Italia, circondata dagli imponenti portici gonzagheschi dalle massicce colonne.
te nel ‘500 da decori di Giulio Romano ed esternamente da un magnifico giardino. Importante è anche la chiesa barocca di San Lorenzo (1751-54), che, costruita per volere del vescovo Antonio di Bagno, presenta nella facciata due leoni in marmo rosso veronese che un tempo erano posti sulla facciata tardogotica del Duomo di Mantova. All’interno sono custodite tele di Francesco Maria Ranieri detto Lo Schivenoglia e di Giovanni Cadioli. Da non perdere l’Oratorio di San Lorenzo, dedicato alla Beata Vergine di Loreto e costruito utilizzando parte del materiale della demolizione nel 1751 della Piazza Garibaldi, 114 parrocchiale di epoca matildica, di cui è possibile Castel dʼArio (MN) vedere la traccia dell’antico perimetro all’interno Tel. 0376.660833 dell’area civica. Il comune è inoltre dotato di un attracco fluviale tuinfo@otticabazzani.it ristico, posto sulla storica “Piarda”, un antico manuwww.otticabazzani.it fatto in pietra affacciato sul Po, adiacente al centro abitato. aperto la domenica mattina - chiuso il lunedì
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Quistello
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www.comune.quistello.mn.it comune.quistello@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza G. Matteotti, 1 .. 0376 627201 ufficio Postale.......... 0376 625006 Polizia Municipale ...0376 627238 Carabinieri di Quistello Via S. Allende, 3............0376 619823 Vigili del Fuoco di suzzara ......................................0376 522222 Pronto soccorso Pieve di Coriano ......0386 717207
Q
uistello è un comune italiano di 5.893 abitanti della provincia di Mantova. Il paese sorge sulle rive del fiume Secchia. Quistello ha subìto notevoli danni dai terremoti dell’Emilia del 2012, sia nel sisma del 20 maggio che in quello del 29 maggio 2012. Per quanto riguarda il patrimonio pubblico sono stati resi inagibili la maggioranza degli edifici pubblici come la chiesa parrocchiale e le altre chiese di frazione, il municipio, il centro culturale, il palazzetto dello Sport, la casa del Balilla, il Museo nella frazione di Nuvolato nonché le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria. sToriA Quistello, adagiato sulla riva destra del fiume Secchia, deriverebbe il proprio nome dal Custellum, un emissario del Po Vecchio che scorreva a fianco dell’abitato e lo delimitava sul lato settentrionale (probabilmente il torrente Crostolo). Il toponimo “Custello” compare nel celebre atto di donazione, risalente al 1007, con cui Tedaldo di Canossa dona il territorio, il castello e la chiesa a San Benedetto, segnando la fondazione del celebre monastero polironiano. Attorno al 1336 (probabilmente con lavori protrattisi dal 1288 al 1360) la Secchia è portato a sfociare in Po presso Mirasole di San Benedetto Po da Cavezzo, e quindi a passare sul fianco ovest di Quistello. Esiste una certa disputa circa il motivo di tale deviazione: forse per completare la bonifica dell’area di San Benedetto Po o per ren-
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Mantova di Borghi e di Sagre
dere possibile il drenaggio delle acque nei pressi di Mirandola evitando inoltre che quest’ultima città fosse frequentemente allagata dalle piene del fiume. La zona di Quistello restò di proprietà della famiglia Gonzaga fino al 30 giugno 1708 (Dieta di Ratisbona) per poi passare agli austriaci e seguire le sorti storiche degli altri comuni mantovani. Il 15 settembre 1734 in località Gaidella avviene un sanguinoso scontro tra i gallo-sardi e gli austriaci, la battaglia di Quistello, evento da inserirsi tra le guerre per la successione del trono di Polonia. Gli austriaci hanno la meglio in questa battaglia, ma nel successivo scontro del 19 settembre 1734 a Guastalla (battaglia di Guastalla, chiamata anche battaglia di Luzzara) restano sconfitti e ripiegano in Tirolo. Le vicende belliche della guerra di successione polacca si concluderanno nel Trattato di Vienna del 18 novembre 1738. Nel 1876 l’ospedale Bastasini di Quistello è eretto ente morale. Di indubbio valore la Pinacoteca Civica che custodisce opere dalla fine dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento di artisti mantovani di grande fama. Quistello ha subìto notevoli danni dai terremoti dell’Emilia del 2012, sia nel sisma del 20 maggio che in quello del 29 maggio 2012. Per quanto riguarda il patrimonio pubblico sono stati resi inagibili la maggioranza degli edifici pubblici come la chiesa parrocchiale e le altre chiese di frazione, il municipio, il centro culturale, il palazzetto dello Sport, la casa del Balilla, il Museo
LuoGHi di inTeresse Nel capoluogo è da visitare la chiesa intitolata a San Bartolomeo che fu ricostruita con le pietre del demolito castello nel 1732 su disegno del ticinese Giovan Maria Borsotto: all’interno, di notevole pregio una Via Crucis dell’artista mantovano Lanfranco e una tavola con figure in rilievo della Madonna delle Grazie. Nella frazione di Nuvolato troviamo la chiesa romanico - matildica di San Fiorentino Martire dell’XI secolo, che conserva all’interno resti pittorici di affreschi del XV secolo e XVI secolo; nella loca-
“Festa di Carnevale” Marzo, Con sfilata di carri allegorici “Quistello Produce “Pan, vin, furmai e...” Mostra Mercato agro-alimentare. L’iniziativa intende recuperare valori e significati di attività ormai in via di estinzione e valorizzare produzioni tipiche locali “il ritorno di Matilde di Canossa a nuvolato” Giugno. Rievocazione storica in costume
lità, definita d’autore, vi è la sede del Museo diffuso “Giuseppe Gorni”, architetto e artista del Novecento di fama internazionale che qui e nei Comuni limitrofi realizzò numerose opere scultoree, architettoniche e grafiche. A San Rocco, sempre nel territorio di Quistello, c’è il “monumento alla prima lega contadina” di Giuseppe Gorni, movimento nato qui, sulla scia della rivoluzione chiamata delle Boje. Il Comune di Quistello offre inoltre un interessante percorso ambientale e naturalistico nel Parco delle golene della foce, che dal fiume Secchia arriva sino al Po, e un eccellente patrimonio enogastronomico di prodotti tipici certificati come il Lambrusco DOC, la Pera IGP e il Parmigiano Reggiano.
“sagra di san Bartolomeo La vaca ad Main” 24 agosto, Quistello “Festa del fungo” Settembre. Festa con manifestazioni di diverso tipo, stand gastronomico con piatti tradizionali a base di funghi: organizzato dal C.A.I. “sagra di san Fiorentino” Ultima domenica di settembre, Frazione di Nuvolato “Festa della Zucca” Ottobre
“Festa del Volontariato” Maggio. Festa organizzata dalle locali associazioni di volontariato
“Festa della Castagnata” Novembre
“sagra di san rocco” 15 agosto. Frazione di San Rocco
“Festa di santa Lucia” Dicembre. Tradizionale festa per bambini, con sfilata di S. Lucia, distribuzione caramelle e dolcetti, ecc.
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
nella frazione di Nuvolato nonché le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria.
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San Benedetto Po
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www.comune.san-benedetto-po.mn.it protocollo.sanbenedetto@legalmailpa.it
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an Benedetto Po è un comune di 7.708 che si estende sulla sponda destra del fiume Po, tra i comuni di Sustinente, Quistello, Moglia, Pegognaga, Borgoforte, Bagnolo San Vito e Motteggiana. sToriA Le origini di San Benedetto Po risalgono ad un passato molto lontano. Probabilmente esisteva, già in epoca romana, un insediamento sull’isola di Polirone, situata tra il fiume Po e il Lirone (così come in altre zone delle sponde del Po). Quando nel 1007 Tedaldo di Canossa, nonno della contessa Matilde, fondò il Monastero di Polirone, in queste terre non rimanevano che pochissimi abitanti, riuniti attorno ad una piccola chiesa dedicata a Santa Maria, San Benedetto, San Michele arcangelo e San Pietro. Con la fondazione del monastero, Tedaldo puntava a controllare (non solo spiritualmente) l’intero territorio e a garantire la navigazione sul fiume. I monaci che si stabilirono in quest’isola, infatti, furono impiegati per secoli nel consolidamento del tratto mantovano del corso del Po al fine di arginare i danni delle allora frequenti esondazioni. In quel periodo il fiume non era regolato dagli argini ma scorreva abbastanza liberamente per tutta la pianura, distruggendo con i suoi straripamenti il lavoro nei campi. Determinante fu il contributo di Matilde di Canossa che nel 1077 donò l’abbazia a Gregorio VII, il quale unì il complesso al monastero di Cluny in Borgogna (facendo sì che fosse l’abate
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio via E. Ferri, 79 ........................0376 6230 Polizia Locale ..............................................0376/623039 Pront0 soccorso .................................................................118 Carabinieri san Benedetto Po ......0376 615106
del cenobio francese a nominare quello di Polirone) aumentandone l’attività di miniatura, edificando chiese e chiostri e ospitando personaggi illustri come Sant’Anselmo da Baggio e Bonizone di Sutri. Grazie a Guido Gonzaga (abate commendatario del monastero, poi titolare della prepositura) il Monastero entra nel 1420 nell’appena costituita Congregazione di Santa Giustina di Padova. Non si tratta solo di un cambiamento religioso, ma di una vera e propria “renovatio” nell’edilizia, nell’economia, nella cultura. All’inizio del XVI sec. Polirone diventa quindi un centro intellettuale attivo, ospitando importanti studi teologici e filosofici. Nel Cinquecento l’abbazia raggiunge quindi un eccezionale splendore, tanto che tra i numerosi ospiti si contano personalità illustri quali Martin Lutero, Paolo III, Giorgio Vasari, Palladio e Torquato Tasso. È il 1609 quando una rovinosa inondazione del Po provoca danni incalcolabili, seguiti, vent’anni dopo, dai danni perpetuati dagli eserciti stranieri. Nel corso della conquista del ducato di Mantova, infatti, le truppe imperiali rimasero nell’abbazia per circa due anni, per poi lasciare il posto ai francesi che ne proseguirono l’impoverimento. Una seppur modesta ripresa economica cominciò a intravedersi nel XVIII secolo (quando il complesso era sotto il controllo di austriaci e francesi), grazie all’opera di due importanti personaggi: da una parte, Maria Teresa cercò di accontentare le esigenze dei coloni, ponendo così fine ad una secolare lotta fra i monaci e i contadini,
LuoGHi di inTeresse San Benedetto Po si sviluppa attorno al maestoso Monastero Polironiano, straordinario insieme di edi-
Mercatino dell’antiquariato “Amarcord” La prima domenica di ogni mese, a cura dell’Associazione “Il Sogno di Vasco”, con il Patrcocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po “san Benedetto in Fiore” Florovivaismo, a cura dell’Associazione “Il Sogno di Vasco”, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po, la prima domenica di Maggio “sagra dell’Asparago” maggio, a cura dell’associazione Pro Loco Teofilo Folengo, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po
fici situato tra il centro del paese e il Grande Fiume Po. Oltre mille anni di storia sono sedimentati nelle strutture del Monastero di San Benedetto Po in Polirone, fondato nel 1007 da Tedaldo di Canossa, nonno della famosa contessa Matilde. Nel Cenobio, ottimamente conservato, è possibile visitare i luoghi caratteristici di un monastero benedettino: Chiostri, Cantine cinquecentesche, Refettorio monastico, Sala del Capitolo, Biblioteca monastica e Basilica. Del suo patrimonio storico-monumentale fanno parte, oltre alle chiese, ai chiostri e agli edifici che compongono il complesso abbaziale, la chiesa di Santa Maria in Valverde (di origini romaniche), il palazzo dei Gonzaga di Vescovato a Portiolo nonché le parrocchiali e le corti rurali delle varie località.
“rievocazione storica polironiana” Luglio (novecentenario della morte di Matilde di Canossa 24/07/1115) a cura del Comune di San Benedetto Po “sagra dal nedar” ottobre. A cura dell’associazione Pro Loco Teofilo Folengo, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po “Mercatini di natale” Prime tre domeniche di dicembre. A cura dell’Associazione “Il Sogno di Vasco”, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
che nel 1519 aveva provocato addirittura l’uccisione di Frà Bonaventura; dall’altra, l’ultimo abate Mauro Mauri, cercò di far fronte al rischio della soppressione promuovendo tra il 1790 e il 1797 alcuni importanti interventi. Nonostante l’impegno profuso, nel marzo del 1797, con l’arrivo delle truppe napoleoniche, giunse la tanto temuta soppressione e la vendita del patrimonio artistico del complesso, che finì dunque per disperdersi, ad eccezione di quello contenuto nella chiesa abbaziale, che diventa di proprietà parrocchiale, e dei preziosi manoscritti confluiti nella biblioteca di Mantova.
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San Giacomo d/Segnate
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www.comune.san-giacomo-delle-segnate.mn.it comune.sangiacomodellesegnate@legalmail.it Municipio via Roncada 68........... 0376 616101 ............................... Fax 0376 616756 numero verde comunale .......................................800 684 451 Polizia Locale ......................................0376 616101 Carabinieri Via Roncada SP40........ 0376 616102 Biblioteca ......................................0376 629507
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an Giacomo delle Segnate è un comune italiano di 1.764 abitanti della provincia di Mantova in Lombardia. Fu istituito nel 1922 in seguito a scorporo di una porzione del territorio comunale di Quistello.
suffragi la tesi secondo la quale la corte ‘’della Signada’’ e la contrada annessa, siano entrate a far parte dei possedimenti benedettini giurisdizionati dalla corte e dal castello di Quistello intorno alla metà del XIII secolo.
sToriA E’ da presumersi che almeno una porzione dell’attuale territorio del Comune, fosse parte dei legati coi quali Tebaldo di Canossa fondò, corrente l’anno 1007 dopo Cristo, l’abbazia benedettina dell’isola del Polirone. Tuttavia, stando alle ricerche più recenti, si ritiene degna di attenzione e non priva di
LuoGHi d’inTeresse Villa Arrigona. Nel comune di San Giacomo delle Segnate, a circa un chilometro dall’abitato, sulla strada per Poggio Rusco, realizzata tra il 1613 e il 1622. Nel contesto delle ville del contado mantovano l’Arrigona riveste rilevante importanza artistica e storica.
sangiacomino d’oro 5 gennaio festa dedicata ai nuovi nati, neodiciottenni, neolaureati,
fiere ed eventi
Festa di san’Antonio 17 gennaio con pranzo in teatro
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Antica fiera di san Giacomo delle segnate Dal 12 al 16 agosto con giostre e ..cena sotto le stelle Festa della birra - 16 settembre
Commemorazione della festa della Liberazione - 25 aprile
sbiciclada e pranzo in piazza 18 settembre
ritrovo vespe Maggio: giornata vintage anni 50/60, street food
Festa dei nonni - 2 ottobre
Festa della repubblica - 2 giugno Festa delle associazioni Primo sabato di giugno
Mantova di Borghi e di Sagre
Celebrazione del 4 novembre e festa del ringraziamento - Novembre 3° edizione del favoloso mercatino e villaggio di natale 18 dicembre
San Giovanni d/Dosso
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www.comune.sangiovannideldosso.mn.it comune.sangiovannideldosso@pec.regione.lombardia.it Municipio Via Roma 31................. 0386 757131 ................................Fax 0386757613 Polizia Locale - 0386 757314 int. 3 cell. 320 6194207 - Fax 0386 757613 Carabinieri san Giacomo delle segnate Via Roncada, 126 ......... 0376616102 ................................Fax 0376616102 Pro Loco dossese ......................................340 6242674
an Giovanni del Dosso è un comune italiano di 1.313 abitanti della provincia di Mantova.La località si trova ai confini con la regione dell’EmiliaRomagna e il suo nome attesta la venerazione per il santo patrono del paese. La specifica identifica una caratteristica del luogo: la presenza di un dosso, un piccolo rialzo. sToriA Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire al periodo della dominazione romana. Il toponimo Dosso, chiamato anche Dosso della Scaffa o Podium della Scaffa, è stato ritrovato in un documento del 1332 per descrivere la località oggetto di una contesa relativa ai confini tra i signori di Mirandola e Mantova. Anche in un documento del 1475 di Andrea da Schivenoglia il luogo viene chiamato Dosso della Scaffa verso la Gardignagolla - Gardignola. La zona, che viene considerata la matrice dell’attuale paese di San Giovanni del Dosso, originariamente era una grande palude. Ai margini di questa palude si sviluppò, nel Medioevo, il paese di San Giovanni e venne costruita una chiesa matildica sulle cui fondamenta, nel 1616, fu eretta l’attuale parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. LuoGHi di inTeresse Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Costruita su fondazioni matildiche, ha subito nel corso
del tempo diversi rifacimenti, prima in epoca barocca e successivamente nel 1800. La facciata presenta due corpi laterali più bassi ed è armoniosamente segnata da colonne. All’interno è presente un grande quadro di Giuseppe Bazzani intitolato Battesimo di Gesù e risalente al 1737. La chiesa è stata fortemente danneggiata dai terremoti emiliani del 2012, che hanno causato il crollo del frontone della facciata nonché di parti della volta interna.
“Pranzo di sant’Antonio” - Gennaio “Giornata della Memoria” 27 gennaio. Organizzato da Cgil – Spi “Carnevale”- Febbraio “Festa di Primavera” - Aprile “Festa della Lavanda” Giugno. Presso Azienda Agricola Stoffi “Caminada Avisina” - Luglio “Fiera d’Agosto” - Agosto “sbiciclettata settembrina” - Settembre “Cena dosso dossi – strada del Tartufo” Settembre “Festa dei nonni” - Ottobre “Festa del ringraziamento” - Novembre “Presepio Vivente” - Dicembre
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fiere ed eventi
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Serravalle a PO
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comune.serravalleapo@pec.regione.lombardia.it www.comune.serravalleapo.mn.it
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erravalle a Po è un comune italiano di 1.705 abitanti della provincia di Mantova. Il nome di Serravalle deriverebbe dalla posizione geografica “serratura della valle”. sToriA Le più antiche testimonianze della storia di Serravalle a Po sono localizzate presso la corte Cavallette, una delle corti rurali tipiche del nostro territorio, dove sono stati rinvenuti numerosi manufatti e reperti del periodo neolitico. Così come pure sono presenti resti di necropoli e fornaci di età romana. Territorio di confine, si hanno testimonianze del XIII^ secolo relative al castello di Serravalle a due torri, edificato per contrastare i Veronesi stanziati nella vicina fortificata Ostiglia. Per circa quattro secoli dominio dei Gonzaga che contribuirono alla bonifica del territorio in particolare con Ludovico Gonzaga. Il castello tuttavia già nel 1500 non esisteva più. Gli ultimi resti della fortificazione furono inghiottiti dal Po nella notte del 24 gennaio 1720. Attualmente il Comune si pone l’obiettivo di rilevare la proprietà della chiesa di Santa Maria Bambina, parte del complesso del XVII° secolo di Corte Torriana e custode della storia recente del nostro territorio, per destinarla a specifico recupero. Segnaliamo, infine, che le iniziative più recenti sono tese alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio golenale del fiume Po attraverso la creazione
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Piazza Marconi, 5........ 0386 840111 .............................. Fax 0386 840055 Polizia Locale ......................................0386 840111 Carabinieri di ostiglia Via Cantarana................ 0386 31643
del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) che definisce criteri di tutela dell’ambiente e del paesaggio, individua percorsi pedonali e ciclabili (già inseriti nei percorsi provinciali ed europei EUROVELO), nonché le modalità di fruizione ricreativa, didattica e culturale. LuoGHi di inTeresse La chiesa di S. Cecilia risulta costruita ex novo a ridosso della golena del fiume Po in forme barocche, tra il 1640-65, da don Francesco Agnelli Soardi nipote dell’allora vescovo do Ferrara, Vincenzo Agnelli Soardi. L’interno dell’edificio è a tre navate; quella centrale presenta il soffitto a botte mentre quelle laterali hanno il soffitto a crociera. Sopra l’altare maggiore, recentemente rifatto, vi è posto un quadro di scuola veronese del ‘600, raffigurante S. Cecilia e, contornato da una cornice in legno intagliata e dipinta. L’altare laterale di destra è consacrato alla Madonna del Rosario ed è in stile barocco con incastonati quindici medaglioni raffiguranti i misteri dolorosi, i misteri gaudiosi e i misteri gloriosi, che si contemplano nella recita del rosario. L’altare laterale di sinistra , dopo vari rifacimenti e numerose vicissitudini, attualmente è dedicato al Sacro Cuore. In sacrestia si conserva un mobile in noce, con al centro uno stemma nobiliare dove, intagliato, si vede un leone rampante e un fascio di
eclettica. Interessante la Chiesa, dei 1650, di forme sobrie tra il classico e il barocco, la cui facciata è stata ripetuta, nell’800, anche sulla testata della casa padronale. Corte Ceresara: Libiola, in fregio all’argine maestro dei Po, già proprietà dei conti Cantoni di Mantova, settecentesca villa padronale a tre piani, con annesse strutture rustiche. Corte Cavallette: in Cardinala, corte ottocentesca in parte distrutta, un tempo una fra le più importanti dei comune per la coltivazione di grano e riso.
“sagra di serravalle a Po” Aprile/maggio “sagra di Libiola” Maggio
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
spighe. Dello stesso periodo c’è un piatto sbalzato usato per la raccolta delle elemosine. La Sovrintendenza ai beni artistici di Mantova, data questi oggetti tra il 1650 ed il 1699. Assieme all’acqua santiera a fusto in marmo rosso scolpita nel ‘800, si trova, lungo le pareti perimetrali della chiesa, una Via Crucis da poco restaurata; è in legno scolpito a basso rilievo e dipinta con smalti. Il campanile fino agli anni trenta terminava a cuspide ma venne giudicato poco idoneo alla maestosità della chiesa e venne in parte demolito. Lo alzò ed ora si presenta con parte terminale a torre. Questo edificio sacro si trova nel Comune di Serravalle a Po, nella frazione Libiola in Piazza Trento Trieste. Oratorio della Madonna di Lourdes. Questa graziosa chiesolina costruita nel 1930, si trova sulla strada che da Cardinala porta a Villimpenta. Non presenta niente di antico e di particolarmente prezioso se non la fede semplice della gente di campagna che la manifesta attraverso la costruzione di capitelli, edicole e oratori. La parrocchiale dedicata ai S.S. Filippo e Giacomo apostoli, costruita intorno al 1695; l’allora parroco don Giacinto Cagnoli, abbandonata la cadente chiesa che sorgeva presso le Torri, aveva innalzato la presente parrocchiale. Recentemente ripulita internamente, si presenta come un corpo unico, senza navate laterali, dignitosa e decorosa nella sua semplicità. Corte Storline: dagli inizi del ‘900 della famiglia Canossa; caratterizzata dal palazzo padronale del 1752, da un insieme di stalle, aie e da una grande struttura adibita a magazzino all’interno della quale è possibile osservare l’antico essiccatoio per il riso e i locali per il primo trattamento dei grano padano prodotto nell’attiguo caseificio. Dopo il decadimento degli ultimi anni, l’attuale proprietario, si propone un graduale recupero delle strutture. Corte Serravalle: di forme settecentesche a pianta rettangolare si trova in fregio alla ss.482 all’inizio del paese come la dirimpettaia ottocentesca Corte Sperona. Corte Grola: già proprietà dei baroni Valdbrun, è un edificio, in fregio alla SS. 482, di pianta rettangolare probabilmente settecentesca. Corte Torriana: in fregio alla SS. 482, è caratterizzata da un complesso di edifici padronali e rustici che si estendono temporalmente dal 1650 sino al tardo ‘800. Planimetricamente, il complesso è formato da due grandi edifici residenziali a tre piani della prima metà dell’800, da due grandi cortili definiti su tre lati da residenze rurali e una grandiosa stalla e infine una palazzina residenziale in forma
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Sermide
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www.comune.sermide.mn.it segreteria@pec.comune.sermide.mn.it Municipio P.zza Plebiscito, 1....... 0386 9670000 ............................... Fax 0386 960261 Polizia Locale Protezione Civile .....0386 967001 Carabinieri di sermide Viale Rinascita, 8 ........... 0386 61021 ufficio informagiovani ..................................... 0386 967028 Biblioteca Comunale ......................................0386 967025
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ermide è un comune italiano di 6.428 abitanti della provincia di Mantova. La teoria più accreditata sull’origine di Sermide fa risalire la fondazione del borgo alla calata dei Sarmati, un popolo di stirpe iranica proveniente dell’Europa orientale che fra il IV e il VI secolo d.C. discese nella penisola italica, mettendosi al servizio degli imperatori romani con compiti di salvaguardia e di difesa dei tratti più vulnerabili delle Alpi e del fiume Po, minacciati dai barbari. La mancanza di fonti impedisce di tracciare un quadro più definito dei secoli altomedievali: un documento del re longobardo Astolfo, risalente al749, indica la concessione all’abbazia di Nonantola dei diritti di pesca in loco Sarmata ed Bondeno. Due secoli dopo, saranno i vescovi di Mantova che, investiti di diversi territori padani da parte dei sovrani del Sacro Romano Impero, otterranno il controllo dell’area sermidese. sToriA Sermide, di origine romana, fu la sede di una cittadina costruita dal Comune di Mantova verso il Mille e fortificata in seguito nel 1370 da Ludovico Gonzaga. Disordini ed incendi furono una costante nella vita della cittadina già a partire dal IV secolo, quando le aquile di Roma furono scacciate dai Sarmati portati in Italia da Alboino. Duecento anni dopo, passati i franchi ed i bizantini, Sarmatia (antico nome di Sermide) passò sotto il dominio del monastero benedettino di Nonantola (MO) e poi
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Mantova di Borghi e di Sagre
nelle mani del Vescovo di Mantova, rimanendo fin al 1707 territorio dei Gonzaga. Guerre, pestilenze e saccheggi si susseguirono durante la guerra di successione spagnola (1707), poi nella guerra di successione polacca (1735) ed infine nel 1796, quando la cavalleria dell’esercito napoleonico occupò la cittadina. Alla fine della guerra 1940-45 massicce incursioni aeree distrussero l’85% delle abitazioni, così i sermidesi dovettero ricominciare daccapo a costruirsi la città, nella quale si salvarono alcuni palazzi storici come quelli del conte Magnagutti e dei Castellani di Sermeti. Sermide conserva ancora nel suo centro storico le tracce di un passato glorioso ed il gonfalone municipale è decorato di medaglia d’oro fin dal 1899 per un sanguinoso episodio del 24 luglio 1848, avvenuto durante la prima guerra d’Indipendenza Nazionale di cui si ritrovano tracce in un’ode di Giosuè Carducci. LuoGHi di inTeresse Duramente provata dalle guerre di successione spagnola e polacca e dall’invasione napoleonica, fu rasa al suolo nel 1848 durante un’azione di rappresaglia degli austriaci e quasi completamente distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti aerei annientarono o danneggiarono le sue strutture architettoniche, tra cui la parrocchiale, la torre, il municipio, i palazzi e gli stabilimenti. Dal punto di vista architettonico de-
e le parrocchiali di Moglia, Santa Croce e Malcantone. A Moglia è visibile un museo vivo della civiltà industriale: una centrale termoelettrica, accanto alla quale sorge uno stabilimento idrovoro.
“Carnevale a sermide” Febbraio
“Festa del Melone” Giugno, a Santa Croce di Sermide
“Le stanze della Poesia” marzo
“Lunedìestate” luglio, agosto: espositori, musica e cena all’aperto
“71° Anniversario della Liberazione d’italia” 25 aprile “Giardinfiaba” maggio: un pomeriggio di fiabe e giardini per il paese
“rock’n rollo” agosto: esibizione live di band Musicali del Territorio “Fiera di ottobre” ottobre
“Centenario della 1ª Guerra Mondiale” maggio
“sermide City for Life” Novembre: giornata contro la pena di morte
“Fiera dei s.s. Pietro e Paolo” giugno
“natale a sermide” dicembre
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
gni di nota sono i palazzi del conte Magnaguti, dei Castellani e degli Schiavi, il monumento ai caduti, la torre di piazza Plebiscito, la parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo, la cinquecentesca chiesa dei Cappuccini, addossata all’argine del fiume Po,
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Sustinente
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www.comune.sustinente.mn.it comune.sustinente@pec.regione.lombardia.it Municipio Via XX Settembre 108... 0386 43161 Polizia Locale ...........0386 840111 Carabinieri Via G. Marconi ............... 0386 43112 Parrocchia ...................0386 43156 Farmacia ......................0386 43124 ufficio postale ...........0386 43142
S
ustinente è un comune italiano di 2.168 abitanti della provincia di Mantova. L’etimo del paese, il nome Sustinente, è tutt’oggi dibattuto. Secondo illustri storici locali, tutti concordi nel farlo derivare alla parola Septigenti, tre sarebbero le possibili cause che dettero questo nome a questo territorio. Secondo una prima interpretazione dei fatti, il nome deriverebbe da qualche pietra miliare romana esistente in passato. Secondo altri, dai 700 iugeri di terra donati dalla contessa Matilde di Canossa al monastero dei Benedettini del Polirone (appunto la zona di Sustinente), infine, ultima ipotesi, da un canale artificiale che congiungeva il fiume Mincio al fiume Po. sToriA Sembra che il nome possa essere stato ispirato da una chiusa, a sostegno artificiale delle acque del Dugale, che congiungeva il Mincio al Po. Altri studiosi propendono per l’ipotesi che vuole far derivare Sustinente da una pietra militare romana (ad Septigenti) qui esistente. Nei primi documenti il paese viene chiamato Septingente. Il comune di Sustinente è situato vicino al Po, tra Ostiglia e Mantova da cui dista 20 chilometri. Nonostante sia un piccolo paese, è quello con la più alta concentrazione di associazioni della provincia. Il borgo venne fondato intorno al Mille dai monaci di San Benedetto Po, che avevano ricevuto da Bonifacio di Canossa mille iugeri di terra boscosa, incolta
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Mantova di Borghi e di Sagre
e da dissodare. Come in altre aree del mantovano, i monaci si impegnarono nella bonifica del terreno, rendendolo coltivabile e favorendo ulteriori stanziamenti umani. Inoltre, costruirono un piccolo monastero con all’interno una cappella, situata dove attualmente si trova la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. Il territorio fu governato in seguito dai Gonzaga a partire dal secondo capitano di Mantova, Guido. Caduto poi il loro dominio, dopo alcuni decenni di governo autonomo, passò sotto l’autorità dello Stato austriaco. Legata a Sustinente è la piccola borgata di Sacchetta. Il suo nome pare derivi da una locale insaccatura del corso del Po. In origine era un’isola abitata da pescatori che vi costruirono un piccolo santuario, distrutto da un rigurgito dell’Adige nelle acque del Po. Più tardi sorse un paese chiamato “Sacca Septigenti”, ossia Sacca di Sustinente. La storia del borgo è legata ai Cavriani, nobile casata venuta a Mantova dalla Germania nel Mille o nel 1100. Nel 1288 i Cavriani costruirono sull’isola un fastoso castello con tredici torri, ornato di immensi giardini ricchi di ricercate piante esotiche. LuoGHi di inTeresse Chiesa della Beata Vergine dell’Annunciata: sorta attorno al 1601, grazie all’intervento del vescovo di Mantova Francesco Gonzaga e del duca di Mantova inizialmente la chiesa fu dedicata alla Beata Vergine Annunciata, a navata unica con tre altari.
“Carnevale” febbraio “disnar in Piasa” maggio: manifestazione gastronomica a scopo benefico
nella prima metà dell’Ottocento. All’interno i dipinto San Michele e una Santa Lucia e Filomena di Giulio Cesare Arrivabene. Parco regionale del Mincio: un’area naturale protetta situata nella provincia di Mantova e che interessa la valle del fiume Mincio, dal Lago di Garda alla confluenza col fiume Po. Villa dei marchesi Guerrieri Gonzaga: imponente villa del Seicento.
“rievocazione storicaMedievale” giugno. Menestrelli, giullari, arcieri, sbandieratori, artigiani con banchetti tipici e taverna dove si potranno gustare specialità culinarie rigorosamente filologiche “Pizza sotto le stelle” luglio organizzata dalla Pro loco
“Girogustando” maggio: camminata non competitiva tra corti e loghini con degustazioni tipiche organizzata dalle associazioni locali
“Festa provinciale iom: Per non dimenticare” luglio: organizzata presso area fiera Ca vecchia
“Fiera di Ca Vecchia” giugno: organizzata da AsdCircolo ricreativo Ca Vecchia
“sagra di san rocco” agosto: organizzata dalla Pro loco e società sportiva Sustinentese
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
Ricostruita in seguito alle frequenti piene del fiume Po, la chiesa raccoglie al suo interno opere dipinte di pregio, firmate da artisti come Giovanni Cadioli e Giuseppe Bazzani. Di particolare interesse artistico è il Tempietto Sacro Cavriani, adiacente la chiesa, luogo di culto finemente lavorato ad affresco. Chiesa di S. Michele Arcangelo: costruita attorno al 1100 al posto di una piccola cappella, venne in seguito a sua volta sostituita dall’attuale edificio
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Suzzara
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www.comune.suzzara.mn.it protocollo@comune.suzzara.mn.legalmail.it Municipio P.zza Castello 1 Uff. Via Montecchi 7/b....... 0376 5131 ................................ Fax 0376 522138 Polizia Locale P.zza Castello, 1 ............ 0376 531001 ospedale di suzzara Via General Cantore 14/B.. 0376 5171 Carabinieri di suzzara Viale Libertà, 34............. 0376 531000 Museo Gall. del Premio suzzara Via Bosco 2/a................. 0376 513400
S
uzzara è un comune italiano di 21 129 abitanti della provincia di Mantova. Situata nella Pianura padana, sulla riva destra del Po, fa parte dell’Oltrepò mantovano e si trova al confine con la Provincia di Mantova di cui è il terzo comune più popoloso. Il toponimo deriva dal latino sub Zara ovvero sotto lo Zara, nome che identifica una diramazione dell’Oglio che sfociava nel Po e passante per questa cittadina. Storicamente contesa tra Mantova e Reggio Emilia, tra il 1010 e il 1313, fu molto attiva nel periodo del Risorgimento italiano e si sviluppò come patria del socialismo sin dai suoi primordi. Questo contribuì alla nascita dell’industria di costruzione di macchine agricole, tra cui si distinse la ditta Fratelli Casali oggi Iveco, fondata nel 1891 che rese la città il primo polo industriale del mantovano.È nota come la Città del Premio per il rinomato Premio Suzzara, che si svolge ogni due anni alla Galleria. sToriA Il più antico documento relativo all’esistenza di Suzzara, sebbene di dubbia autenticità, risale all’anno 872, quando venne ceduta dall’Imperatore Ludovico II il Giovane dalla contea di Brescia alla chiesa di Reggio. È certo invece che Suzzara fu la prima terra che nella contesa tra Mantova e Reggio Emilia passò al territorio mantovano, come emerge nell’elenco degli Statuti Bonacolsiani datati tra il 1303 e il 1313, a differenza di Pegognaga, Gonzaga e Bondeno.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Il passaggio a Mantova avvenne ufficialmente nel 1175 quando Federico Barbarossa diede con decreto imperiale al vescovo di Mantova Garsedonio l’isola di Suzzara. Il Comune di Mantova già nel 1168 cominciò a mettere gli occhi sul territorio suzzarese, ma la diatriba si concluse a favore delle autorità ecclesiastiche. Alla morte di Matilde di Canossa, dopo alterne vicende, rimase nelle mani dei Bonacolsi fino al XIV secolo e ai fino ai Gonzaga fino ai primi anni del XVIII secolo. Il XVIII secolo fu caratterizzato dal dominio degli austriaci (dal 1708 al 1797). LuoGHi di inTeresse Un luogo di grande interesse è Museo Galleria del Premio. Le radici partono da lontano quando nel 1948 Dino Villani, uno dei padri della pubblicità in Italia, con il sostegno appassionato del sindaco d’allora, Tebe Mignoni, e dello scrittore, poeta e cineasta Cesare Zavattini, inventò il Premio Suzzara. Negli anni, sono passati per Suzzara artisti come Armando Pizzinato, Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina, Renato Birolli, Aligi Sassu, per citarne alcuni, e a Suzzara, i vincitori , hanno lasciato le loro opere. Così nel 2002 viene aperto il Museo Galleria del Premio Suzzara che offre al pubblico un patrimonio di oltre ottocento opere acquisite nel corso di questa lunga storia.
“Cose d’altri tempi” È il tradizionale mercatino dell’antiquariato che si svolge di regola l’ultima domenica del mese, luglio escluso, nel centro di Suzzara dal 1983 “nebbia gialla” - Ultimo week-end di gennaio
“Città solidale Mostra dell’Hobbistica” - Giugno “sconfinart” Luglio. Ai Giardini G. Bianchi di Suzzara “sagra di santa eurosia” Fine luglio a Brusatasso
“Giornata della Memoria” - 27 gennaio “Carnevale a suzzara” - febbraio
“Marcia podistica di riva” Luglio a Riva di Suzzara
“Festival delle Lingue” Terzo week-end di febbraio
“sagra del Crocifisso” Terza domenica di settembre
“un libro per la testa” Terza settimana di marzo
“Premio inediti nebbia gialla” Terza domenica di settembre
“Corteo della Legalità” - marzo
“Premio suzzara” - Settembre, biennale
“Tra piante, orti e giardini” - Aprile
“Camminata tra lo Zara e il Po” Settembre
fiere ed eventi
“Celebrazioni per il centenario della Grande Guerra e per il 70esimo della seconda Guerra Mondiale” aprile inaugurazioni mostre e parata
“Festival dello sport” Ultimi due week-end di settembre “Camminata della Legalità” Ottobre
“Per Corti e Cascine” maggio, in collaborazione con Consorzio Agrituristico Mantovano
“notte nera – Halloween” Ottobre
“il Po, le Corti, la Festa” - maggio
“Festival dello sport” Primi due week-end di ottobre
“Festa dei risotti” Maggio. San Prospero di Suzzara
“Polentinfesta” Primo weekend di novembre
“Camminata Città di suzzara” Maggio, attraverso parchi e giardini
“Concerto di natale” Dicembre
“La notte Bianca” - giugno
Dott. Lorenzo Pedroni riceve a Suzzara (MN) tel. 349 2484620 lorenzo.pedroni@libero.it
Lorenzo Pedroni
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Oltrepò Mantovano
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Villa Poma
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www.comune.villapoma.mn.it comune.villapoma@pec.regione.lombardia.it Municipio Piazza Mazzali 1.......... 0386 864206 ............................... Fax 0386 565137 Polizia Locale ... 0386 864206 - int 6 Carabinieri di Poggio rusco ...........................................0386 51010 Biblioteca Comunale .0386 565172 Parrocchia ....................0386 565112 Farmacia Trida di Bardini d.ssa Cristina: .............0386 864254 ufficio Postale ............0386 864031
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illa Poma, situato tra il Destra Po e il Destra Secchia, conta attualmente circa 2100 abitanti. Trova le sue origini nella corte di “Mullo” la cui fondazione, dalla testimonianza di alcuni reperti archeologici, risalirebbe attorno all’anno mille. L’area all’epoca si caratterizzava per un’immensa palude inondata dal Po. sToriA Villa Poma divenne comune autonomo nel 1816. Prese l’attuale nome nel 1869 dopo la liberazione di Mantova dalla dominazione austriaca, per onorare la memoria di Carlo Poma, Martire di Belfiore. Egli, insieme alla sua famiglia, trascorreva ogni estate nella propria residenza situata in località Recinto. La villa è stata donata dalla famiglia Poma al Comune ed ora è sede della scuola dell’infanzia. Quello che a prima vista può sembrare un monotono paesaggio di pianura, mostra i suoi molteplici aspetti in un ecosistema che si è formato durante il susseguirsi degli anni. Il paesaggio è caratterizzato da quel che rimane delle antiche “corti”: strutture che comprendevano casa padronale, piccionaia, abitazione dei coloni, ed in alcuni casi anche una cappella di corte. La vegetazione e la fauna sono ricche ed il terreno pianeggiante fertile e sfruttato da coltivazioni agricole. Nei due parchi di cui il paese è dotato si possono ammirare parecchi esemplari di piante autoctone. LuoGHi d’inTeresse Oratorio S. Andrea di Ghisione - Nella località di Ghi-
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Mantova di Borghi e di Sagre
sione, primo nucleo abitato del comune ai tempi chiamato “Mulo Vecchio”, sorge il tesoro artistico del paese rappresentato dal suggestivo Oratorio romanico dedicato a S. Andrea: un vero e proprio gioiello architettonico, nonché un fondamentale tassello del passato e della storia di Villa Poma. La prima edificazione risale tra la fine del XI sec. e l’inizio del XII sec., ma gli effetti devastanti del terremoto del 1117 sulle strutture della chiesa resero necessaria la ricostruzione di gran parte delle murature nel XVI secolo. La planimetria della chiesa originaria, nella sua configurazione e nelle dimensioni, corrisponde essenzialmente all’edificio attuale: un’aula rettangolare con tre absidi. Originari, quindi romanici, anche i muri laterali e una piccola parte della facciata, mentre il campanile venne costruito verso la fine del XV secolo. L’oratorio è realizzato interamente in cotto, sul luogo occupato in precedenza da una villa romana. Gli appassionati di storia locale, interessatisi sulle origini della antica chiesetta del Ghisione dedicata all’Apostolo S. Andrea, ipotizzarono che l’Oratorio fosse stato eretto per volontà della famosa e munifica Contessa MATILDE DI CANOSSA e che facesse parte di quella rete di chiese e pievi costruite a testimonianza della sua profonda fede religiosa. Accurati studi recenti, condotti dal Prof. Leo Citelli, dimostrano questa verità incontestabile. E’ stato infatti rinvenuto un atto notarile, datato 15 marzo 1117 (conservato tra i documenti dell’ex monastero di S. Benedetto in Polirone) dove è scritto
GiornATA deL donATore di sAnGue 29 maggio - AVIS di villa poma sBiCiCLeTTATA 2 giugno - organizzata dall’Associ. Aido di villa Poma CAMinAdA PAr AL PAes 4 giugno - aperta a tutti e non competitiva a passo libero. Partenza dalla Sala Civica. A cura del gruppo podistico di villa poma roCK@ViLLA ultimo fine settimana di giugno - festa della birra organizzata dal Gruppo Giovani di Villa Poma in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche Giovanili. Concerti dal vivo, balli, degustazione birra, stand gastronomico, mercatini. FesTA d’LA PiAseTA ultimi due week-end di luglio. Organizzata
dedicata a S. Andrea Apostolo. Dopo un periodo in cui la chiesa cadde in disuso, la ristrutturazione negli anni ’90 la restituì alla comunità nel suo splendore.
dall’Associazione Pro Loco di Villa Poma presso il parco Recinto di via Marconi. Stand gastronomico e serate danzanti Fiera di san Michele ultima settimana di settembre tradizionale Sagra Mostra/Vetrina del libro in concomitanza con la fiera di San Michele esposizione e compravendita di titoli di ogni genere presso la Biblioteca Comunale.
fiere ed eventi
che il Monastero acquistava da un certo Alberto Di Coenzo e da sua moglie Matilda alcune proprietà (prima ereditate da Bernardo, padre di Alberto) situate nella “Corte di Mulo”, tra le quali una chiesa
sCAGLie di TArTuFo ultimo week end del mese. Cena/pranzo a base di tartufo presso la Sala Civica. MerCATino di nATALe 4 dicembre
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Guida ai Comuni della Provincia di Mantova
Ê Ê Ê Ê Ê Ê Ê Mantova diÊ
BorghiÊ eÊ diÊ Sagre
INFORMAZIONI EVENTI STORIA E TRADIZIONI
2016
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La Provincia di Mantova Natura, Arte e cultura, Enogastronomia, Percorsi ciclabili Le De.Co. Come arrivare uffici informazioni Turistiche
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Mantova Mantova Capitale della cultura 2016
53 54 56 58 62 64 66 68 70 72 74 76 78 82 86
Medio Mantovano Bagnolo San Vito Bigarello Borgo Virgilio Castel d’Ario Castelbelforte Castellucchio Curtatone Marmirolo Porto Mantovano Rodigo Roncoferraro Roverbella San Giorgio di Mantova Villimpenta
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Alto Mantovano Acquanegra sul Chiese Casalmoro Asola Canneto sull’Oglio Casalromano Cavriana Casaloldo Castel Goffredo Castiglione delle Stiviere Ceresara Gazoldo degli Ippoliti Goito Guidizzolo Mariana Mantovana Piubega Medole
INDICE
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REPORTER w w w . r e p o r t e r m a n t o v a . i t
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Mantova di Borghi e di Sagre
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Monzambano Redondesco Ponti sul Mincio Solferino Volta Mantovana
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oglio Po Bozzolo Commessaggio Dosolo Gazzuolo Marcaria Pomponesco Rivarolo Mantovano Sabbioneta San Martino dall’Argine Viadana
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oltrepò Borgofranco sul Po Felonica Carbonara di Po Gonzaga Magnacavallo Pieve di Coriano Moglia Motteggiana Ostiglia Pegognaga Poggio Rusco Revere Schivenoglia Quingentole Quistello San Benedetto Po San Giacomo delle Segnate San Giovanni del Dosso Serravalle a Po Sermide Sustinente Suzzara Villa Poma
Banca Popolare di Mantova è da sempre un punto di riferimento per una comunità di persone con un forte legame al territorio. Siamo presenti a: Mantova: Piazza Martiri di Belfiore, Viale Risorgimento, Cittadella e Boma Provincia di Mantova: Castiglione delle Stiviere - Suzzara - Viadana - Asola - Pegognaga Cerese di Borgo Virgilio - Poggio Rusco - Levata di Curtatone - Goito - Guidizzolo Volta Mantovana - Bagnolo San Vito - Porto Mantovano