Guida ai Comuni della Provincia di Mantova
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Mantova
BorghiÊ eÊ diÊ Sagre INFORMAZIONI EVENTI STORIA E TRADIZIONI
2015 REPORTER w w w . r e p o r t e r m a n t o v a . i t
EDIZIONE 2015
REPORTER w w w . r e p o r t e r m a n t o v a . i t
IDEATO E CURATO DA
PAOLO SALVATERRA DIRETTORE RESPONSABILE
GABRIELE CANTARELLI DIRETTORE EDITORIALE
ANDREA MURARI COORDINAMENTO EDITORIALE
PAOLO SALVATERRA NILLA BALBONI
“Mantova di Borghi e di Sagre” è l’inedita guida al territorio mantovano, con la sua storia, il suo straordinario patrimonio artistico e naturalistico, le sue tradizioni e i principali eventi dell’anno. Dedicato al visitatore che cerchi un primo approccio alle nostre terre, ma anche al mantovano che desideri approfondirne la conoscenza, è un pratico biglietto da visita in vista di Expo 2015.
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
MASSIMO GALETTI BEATRICE FAGAN
Tutti coloro che volessero collaborare, segnalare aggiornamenti o acquistare spazi pubblicitari per la prossima edizione 2016 del presente volume, possono contattare Reporter: Tel. 0376 367622 - Fax 0376.310107 - e-mai: reportersegreteria@gmail.com Supplemento a “Reporter Mantova” n. 6 del 20 febbraio 2015 REPORTER Srl - Via Acerbi, 10/12 - 46100 Mantova - Italy Fotocomposizione: in proprio. Stampa Litocolor - Guastalla (RE) E’ vietata la ripoduzione parziale o totale in qualunque forma del testo e delle immagini, senza l’autorizzazione dell’editore.
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LaÊ provincia diÊ Mantova
Ponti S/M
Castiglione D/S
Solferino Monzambano Medole Cavriana
Castel Goffredo
Volta M.na
Guidizzolo
Casalmoro
Roverbella
Ceresara Casaloldo
Casalromano Canneto S/O
Asola
Goito
Piubega Gazoldo d/Ipp.
Mariana M.na Redondesco
Acquanegra S/C
Marmirolo Rodigo
P.to Mantovano
Castel d’Ario
S. Giorgio Bigarello Vilimpenta MANTOVA Roncoferraro Ostiglia Curtatone Sustinente Serravalle Po Borgo Virgilio Bagno S. Vito Borgofranco s/Po Pieve di Coriano
Castellucchio
Marcaria Bozzolo S. Martino d/Argine Rivarolo Mantovano Gazzuolo Commessaggio Sabbioneta Viadana
Castelbelforte
Dosolo
Pomponesco
Quingentole Carbonara di Po Revere Schivenoglia Magnacavallo Suzzara Villa Poma Pegognaga Quistello Sermide Felonica S. Giov. del Dosso Poggio Rusco S. Giacomo Gonzaga d/Segnate Moglia
Motteggiana
S. Benedetto Po
MANTOVA
Medio Mantovano Alto Mantovano
Oglio Po Oltrepò Mantovano
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La provincia di Mantova
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Mantova di Borghi e di Sagre
LaÊ provincia diÊ Mantova L
a provincia di Mantova, costituita da 70 comuni, è suddivisa in Alto Mantovano, Medio Mantovano, Oglio Po e Oltrepò Mantovano. Confina in senso orario con le province di Verona, Rovigo, Ferrara, Modena, Reggio Emilia, Parma e Cremona e Brescia. L’Alto Mantovano, che si estende dalla pianura alle colline dell’anfiteatro morenico del Garda, offre un paesaggio vario e di grande bellezza. La fascia collinare con i suoi dolci declivi, i suoi vigneti e i percorsi a piedi, in bicicletta e a cavallo, propone un paesaggio dolce e di grande impatto. Tutta questa zona presenta anche significativi esempi di architettura, specie medioevale (castelli, mura e borghi fortificati), e religiosa. Il Medio Mantovano, dove si trova anche il Capoluogo, è un’area pianeggiante, attraversata dal Mincio e chiusa a sud dal Po. Dal punto di vista paesaggistico sono interessanti soprattutto le zone umide, quali le valli
Il fiume Po al tramonto durante la piena dello scorso novembre 2014 La provincia di Mantova
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del Mincio fra Rivalta e le Grazie, i laghi di Mantova, la Vallazza e la Garzaia di Valdaro, aree protette di grande rilevanza che rientrano nel Parco del Mincio, l’ente proposto alla salvaguardia oltre che delle sponde del fiume, anche delle zone circostanti, dal Garda al Po. Il territorio dell’Oglio Po si caratterizza per la ricchezza delle acque e delle zone umide divenute zone protette dal Parco Oglio Sud, che pure è a cavallo fra le provincie di Mantova e Cremona. Troviamo così la Garzaia di Pomponesco e le torbiere di Marcaria, interessanti sia dal punto di vista naturalistico che paesaggistico. L’agricoltura e l’agroalimentare sono elementi importanti dell’economia della zona. L’Oltrepò mantovano è la zona della provincia in destra Po fino all’Emilia. Il territorio, estremamente fertile e ricco di produzioni agricole, lega la sua storia e la sua economia al grande fiume, che spesso ha fatto sentire la sua forza con ricorrenti inondazioni. L’arginatura dell’alveo fluviale ha reso più sicure queste terre. L’agricoltura ricca e specializzata produce meloni, zucche, pere, angurie, cipolle. Notevole anche l’allevamento suinicolo e bovino.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Gli straordinari prodotti del territorio
NaturaÊ
I profili dolcissimi di colline piene di storia, pianure dipinte con un verde intenso, un’idrografia ricca di fiumi e canali: la natura mantovana abbonda di bellezze. La scoperta naturalistica del territorio comprende, necessariamente, una visita nell’isola Boschina, frutto del deposito sabbioso sul corso inferiore del Po. La vegetazione, grazie ad un’opera di rimboschimento iniziata negli anni Ottanta, è ora in splendida forma, e vanta boschi di querce e pioppi bianchi e neri, un popolo di arbusti fitto di sambuchi, gelsi e biancospini, e poi il fascino di rampicanti come edere e caprifogli. Passeggiando in questo mondo di fiori e foglie incontreremo ricci, volpi e lepri, e saremo colpiti senza dubbio dal verso squillante del picchio verde e dal tamburellare sui tronchi del picchio rosso. Dulcis in fundo, una segnalazione particolare per il “Parco naturale del Mincio”, vero concentrato di natura, cultura e arte. Il suo patrimonio storico – costituito da castelli e fortificazioni medievali, dai territori di caccia e palazzi dei duchi mantovani, dai capolavori di idraulica realizzati dal Pitentino o da Governolo, e poi dalle testimonianze etrusche del Forcello e da quelle preistoriche di Castellaro Lagusello – lo rende un vero e proprio museo a cielo aperto.
I caratteristici Fiori di Loto
ArteÊ eÊ culturaÊ
Il territorio mantovano è disseminato delle indelebili tracce lasciate dal suo passato denso di storia, popolato da personaggi emblematici. Monumenti ed edifici ci raccontano la ricca biografia della città e ci narrano le vicende dei suoi protagonisti, come ad esempio i Martiri di Belfiore: a ricordarli ci pensa un monumento, che sorge sul lago Superiore, con la frase: “Qui cadendo rovesciarono il carnefice”. Il Ponte della Gloria di Goito, invece, omaggia la memoria dei bersaglieri. La provincia di Mantova
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Mantova di Borghi e di Sagre
Le diverse chiese romaniche, ancora, sono un lascito della succitata Matilde: grande donna ed attrice politica centrale, convinta sostenitrice del Papa e degna avversaria di Enrico IV, subito dopo morta venne custodita nel monastero cluniacense di San Benedetto – e non potrebbe essere altrimenti, in considerazione della sua passione per le zone rurali del mantovano: Santa Maria di Felonica e, appunto, San Benedetto Polirone. Visitando queste terre, inoltre, ci imbatteremo anche nelle sinagoghe e nei cimiteri ebraici: documenti che testimoniano la nutrita presenza di ebrei a partire dal XIII secolo. Una presenza consistente: Mantova accolse, infatti, anche gli ebrei espulsi da altri Paesi e vide crescere, fino all’avvento dei napoleonici, le dimensioni del ghetto. Infine, non si può parlare della storia della città lombarda senza parlare di loro: dei grandi Gonzaga. La loro fu una parabola incredibile, che li vide iniziare come affittuari terrieri ed arrivare a prendere pieno possesso del mantovano, intessendo una raffinata rete di alleanze strategiche con l’Imperatore e col Papa, con Venezia e con Ferrara. Sotto i Gonzaga Mantova divenne splendida, meta di artisti come Donatello, Rubens, Pisanello, Mantegna, Leon Battista Alberti.
Il Palazzo Te è l’opera più celebre dell’architetto italiano Giulio Romano
Enogastronomia
Mantova, terra gustosa. Prodotti locali e specialità gastronomiche come i tortelli di zucca, il risotto “alla pilota” o “menà”, gli “agnolini”, il luccio in salsa: questi i pilastri di una cucina dalle antiche tradizioni, raffinata nelle sue realizzazioni ma allo stesso tempo popolare, capace di sfruttare tutto ciò che madre Natura offre: dalle erbe da campo alla cipolla alle pere. Qui dal maiale, allevato
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Mantova di Borghi e di Sagre
sin dai tempi degli Etruschi si ottengono salami, salamelle, pesto per il risotto e cotechini veramente speciali. Protagonisti, a seguire, sono la zucca - base per la preparazione dei famosi tortelli - e due importanti formaggi: Grana Padano, prodotto sulla riva sinistra del Po, e Parmigiano Reggiano, nell’Oltrepò Mantovano. Mantova vanta, inoltre, una produzione vinicola di alta qualità lungo i trecento chilometri della “Strada dei vini e sapori mantovani”: merlot, pinot, cabernet sauvignon, lambrusco… Mentre l’associazione “Strada del riso e dei risotti mantovani” si impegna con feste e sagre nella promozione del versatile riso “vialone nano”, la “Strada del tartufo mantovano” ha come cuore gastronomico e culturale il tartufo bianco.
Percorsi ciclabili
Nel territorio mantovano è presente una fitta rete di itinerari ciclabili. Chilometri di percorsi interamente pianeggianti e lontani dal traffico, su strade campestri, viabilità secondaria e piste ciclabili. La rete offre ampie possibilità di escursioni in bicicletta, dagli itinerari ad anello di pochi chilometri a grandi tour di più giorni.
Il territorio mantovano vanta una fitta rete di ciclabili
Il paesaggio collinare mantovano si presta in maniera eccellente ai desideri dei cicloamatori: escursioni tra le campagne, piccoli tour culturali in sella alla bici, tragitti combinati magari col treno alla ricerca di borghi lontani, sono alcune delle opportunità che gli amanti delle pedalate fuori porta possono trovare in questo territorio. Da sottolineare che Mantova e tutto il suo territorio provinciale, compreso l’Oltrepò Mantovano, rientrano all’interno della rete europea degli assi ciclabili Eurovelo. Due dei 12 assi principali attraversano questo territorio: EV7 – Europa Centrale, che va da Capo Nord fino a Malta, e EV8 – Mediterraneo, che da Cadiz giunge fino ad Atene. Ben quattro delle nove ciclovie Eurovelo che attraversano la provincia di Mantova si trovano nell’Oltrepò Mantovano: i percorsi sono prevalentemente su argini, strade secondarie o comunque a bassa intensità di traffico. La provincia di Mantova
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Mantova di Borghi e di Sagre
ComeÊ arrivare
Mantova, sud della Lombardia, si incunea fra Emilia e Veneto: provincia di confine, dunque. Non sempre i collegamenti sono stati facili, ma ora con la realizzazione dell’Autostrada A22, Brennero Modena, e con il potenziamento dell’aeroporto Catullo di Villafranca di Verona, arrivare a Mantova non è più un problema. E così, comodamente, si possono raggiungere questa città e questo territorio che sicuramente non deluderanno il visitatore. IN AEREO N.B.: il calcolo delle distanze si riferiscono al capoluogo. • Aeroporto “Catullo” di Verona Villafranca (Km. 20) - www.aeroportoverona.it • Aeroporto “Gabriele D’Annunzio” di Montichiari (Km. 60) - http://www.aeroportobrescia.it/ • Aeroporto “Giuseppe Verdi” di Parma (Km. 60) - www.aeroportoparma.it • Aeroporto “Guglielmo Marconi” di Bologna (Km. 100) - www.bologna-airport.it
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Mantova di Borghi e di Sagre
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antova con i suoi oltre 48.600 abitanti è il capoluogo dell’omonima provincia lombarda, rispetto alla quale è situata nella zona centrale, compresa tra i comuni di Porto Mantovano, San Giorgio di Mantova, Roncoferraro, Bagnolo San Vito, Borgo Virgilio e Curtatone. Chi arriva a Mantova resta colpito dal suo fascino immutato nel tempo, dall’atmosfera unica e accogliente che si respira. Una città che toglie il fiato quando la si ammira dalle sponde dei laghi. Da qui appare come sospesa sull’acqua, protagonista di un paesaggio quasi surreale, fatto di storia, di arte, di natura. Mantova non è fatta per essere visitata velocemente. Le piazze, i vicoli, i ciottoli invitano il visitatore ad ammirare lentamente ogni monumento e ogni palazzo
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Mantova di Borghi e di Sagre
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storico di questa città dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO insieme alla vicina Sabbioneta. A Mantova, storia, arte, cultura si intrecciano inesorabilmente in ogni dove. E tutt’intorno un ambiente di inestimabile valore naturalistico. Mantova, città natale del sommo poeta Virgilio, vanta oltre duemila anni di storia. Di origine etrusca, Mantova ebbe un primo importante sviluppo in epoca comunale, ma furono i Gonzaga, a partire dal XIV secolo, a dare un forte impulso culturale e artistico alla città, delineandone l’attuale struttura urbanistica e architettonica. Durante i quattro secoli di regno, i signori di Mantova ospitarono a corte i più illustri artisti del tempo quali Leon Battista Alberti, Pisanello, Andrea Mantegna, Giulio Romano, Rubens e altri, le cui opere contraddistinguono ancora oggi la città in tutto il suo splendore. Ne sono testimonianza alcuni dei più emblematici esempi architettonici e artistici del Rinascimento tra cui il complesso museale di Palazzo Ducale, con il Castello di San Giorgio, all’interno del quale si trova la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna; la villa suburbana di Palazzo Te, capolavoro assoluto di Giulio
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Romano, con ambienti straordinari come la Sala dei Giganti e la Sala di Amore e Psiche e, tra le chiese, la Basilica di Sant’Andrea, progettata da Leon Battista Alberti e la Basilica Palatina di Santa Barbara. La città ha visto un grande sviluppo culturale anche nei secoli successivi, in particolare durante il Settecento: ne sono testimonianza il Teatro Scientifico del Bibiena, la Biblioteca Comunale Teresiana e Palazzo d’Arco. Mantova è una città dove la storia e l’arte antica dialogano costantemente con la modernità dei linguaggi creativi e delle proposte culturali, che consentono al visitatore di essere protagonista di un’esperienza culturale unica. STORIA I primi abitanti di Mantova furono gli Etruschi, ai quali seguirono i Celti. I romani provvidero alla loro cacciata iniziando opere di fortificazione. Durante questo periodo ebbe i natali il poeta Virgilio (70 a.C.-19 a.C.). Alla fine dell’impero romano, nel 475 circa, la città
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Mantova di Borghi e di Sagre
venne conquistata da Odoacre e poi da Teodorico, re dei Goti. Nell’anno 1000 iniziò su Mantova il dominio dei Canossa: Tedaldo di Canossa prima e la contessa Matilde ampliarono le loro proprietà e provvidero alla edificazione di chiese e conventi. Dopo la morte di Matilde nel 1115, seguirono frequenti scontri con le popolazioni confinanti veronesi, cremonesi e reggiani. Ezzelino da Romano nel 1246 conquistò la città col suo esercito ma dopo due mesi di battaglie venne sconfitto e cominciò per Mantova un’epoca di benessere. In questo periodo venne eretto il Palazzo del podestà e il Ponte dei Mulini e la città venne dotata di possenti mura. Nel 1276 iniziò l’ascesa di una delle famiglie più potenti del tempo, i Bonacolsi, che costruirono importanti palazzi merlati. Il 16 agosto 1328 venne ferito a morte l’ultimo dei Bonacolsi, Rinaldo detto “Passerino” ad opera di Luigi Gonzaga, spalleggiato dalla famiglia Della Scala di Verona, che ambiva ad impossessarsi della città. Iniziava così la plurisecolare dominazione della famiglia Gonzaga, che regnò su Mantova fino al 1707. Fu il periodo più importante di Mantova che divenne una delle città più in vista e uno dei massimi centri d’arte in Europa. Pisanello, Leon Battista Alberti, Andrea Mantegna, Giulio Romano e Luca Fancelli lasciarono un’impronta indelebile nell’architettura della città. Mantova subì una guerra di successione e un saccheggio a opera dei lanzichenecchi, che nel 1630 diffusero la peste. Iniziò il lento declino di Mantova, ac-
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Mantova di Borghi e di Sagre
UN VIAGGIO TRA LA NATURA Immersa nella Riserva Naturale Valli del Mincio, la città incanta per i tre laghi che la circondano e offre percorsi a piedi, in bicicletta, in barca o in motonave alla scoperta degli ambienti naturalistici, della flora e della fauna tipica di queste zone lacustri. Sul Lago Superiore, nel periodo estivo, è possibile assistere alla straordinaria fioritura dei fior di loto che creano ineguagliabili contrasti di luci e colori. Attorno alla città si snoda una pista ciclabile che consente piacevoli escursioni all’interno del parco periurbano, da cui partire verso le località di Grazie, Peschiera del Garda e Sabbioneta. ENOGASTRONOMIA D’ECCELLENZA La cucina risente profondamente della contaminazione tra la tradizione della corte dei Gonzaga e quella popolare, tanto da essere definita “cucina di principi e di popolo”. Raffinata nelle sue realizzazioni, ma allo stesso tempo capace di sfruttare tutto ciò che la terra e l’acqua offrono, la cucina mantovana propone molti piatti tipici come i tortelli di zucca, il risotto alla pilota, il cappone alla Stefani, il luccio in salsa, lo stracotto d’asino e, tra i dolci, la torta Sbrisolona e l’Elvezia. Tutti piatti che vanno rigorosamente accompagnati dai vini bianchi e rossi del territorio, come i vini dei colli morenici e il lambrusco. L’enogastronomia mantovana vale sicuramente un viaggio a Mantova per la sua straordinaria eccellenza.
EVENTI TUTTO L’ANNO Da quasi vent’anni si tiene a Mantova il Festivaletteratura, uno degli appuntamenti culturali più attesi dagli amanti della lettura. Molti altri sono gli eventi che si svolgono in città durante tutto l’anno: dal Mantova Jazz Festival, a Segni d’Infanzia, festival del teatro dedicato ai bambini, da Mantova & Friends, festival delle città gemellate, all’importante stagione musicale dell’Orchestra da Camera di Mantova, a Mantova Creativa, Mantova Danza e MantovaFilmFest. E ancora mostre d’arte, rievocazioni storiche, conferenze, spettacoli, eventi di strada, manifestazioni sportive, trekking urbano, sono soltanto alcuni dei motivi per visitare la città in ogni periodo dell’anno. “Mantovadanza” 29 aprile – 3 marzo. Concorsi, spettacoli, prime nazionali, stage e borse di studio “Mantovarchitettura” Aprile/maggio. Incontri e iniziative per conoscere e approfondire le nuove tendenze dell’architettura contemporanea, dedicata agli studenti, agli architetti e al grande pubblico. “Minciomarcia” - 6 giugno. 42° Edizione. Marcia non competitiva per le vie di Mantova “Raduno Nazionale Fiat 500 storiche” 7 giugno “1000 km virgiliana” 25 – 28 giugno. Manifestazione motoristica organizzata dal Vespa Club Mantova “Mantova Medioevale” 29 – 30 agosto. Rievocazione storica “Festivaletteratura, 19^ edizione” 9 – 13 settembre. Incontri letterari, spettacoli teatrali, appuntamenti musicali e culturali “Mantova Bike Festival” 25 – 27 settembre. Evento sportivo per diffondere la cultura della bicicletta “Maratonina ciclabili” 27 settembre. Mezza Maratona omologata Fidal, organizzata da Quisport “Gran Premio Nuvolari” Settembre. Gara di regolarità per auto storiche “Fiera del Riso Vialone Nano” Ottobre “Segni d’Infanzia” Novembre. Festival internazionale d’arte e teatro per l’infanzia
fiere ed eventi
compagnato dal tramonto della signoria dei Gonzaga che, nel 1707, lasciò la città in mano agli austriaci. Seguì la dominazione francese e nuovamente austriaca nel 1815, quando Mantova divenne caposaldo del Quadrilatero, assieme a Peschiera, Verona e Legnago. Nel 1852 avvenne l’eccidio dei Martiri di Belfiore, che anticipò l’unità nazionale. Nel 1866 Mantova entrò a far parte dello Stato Italiano.
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Mantova di Borghi e di Sagre
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“Sì ALLE SAGRE, PURCHE’ VERA ESPRESSIONE DI STORIA E TRADIZIONE DEL TERRITORIO”
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uello delle sagre, delle fiere e più in generale delle feste paesane è diventato un fenomeno impossibile da ignorare per gli operatori della ristorazione. Negli ultimi anni, accanto agli appuntamenti storicamente consolidati e con una forte tradizione legata al territorio, abbiamo assistito ad una crescita esponenziale di eventi in tutti gli angoli della provincia e in ogni periodo dell’anno: non solo in estate o nei mesi dal clima più mite che naturalmente invogliano all’aggregazione all’aria aperta, ma anche in pieno inverno, al riparo di grandi tendoni sotto i quali si producono caos, code e un gran vociare. Tutt’altra musica, a nostro avviso, rispetto a tavoli apparecchiati nel cuore di un paese, tra ristoranti, bar e negozi aperti tut-
Il numero di sagre negli ultimi anni è cresciuto esponenzialmente Mantova
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to l’anno e che con le feste popolari si sposano felicemente da sempre. Avrete già capito, leggendo queste poche righe, che siamo di parte. Sì, e lo diciamo con fierezza: siamo dalla parte della tradizione, della storicità, di quelle sagre che sanno fondersi col territorio, promuovendone le ricchezze enogastronomiche e valorizzando i luoghi che le ospitano. Feste che diventano l’occasione per celebrare le peculiarità della nostra splendida provincia e per far rivivere anche i centri più piccoli o meno noti. Di esempi felici ne abbiamo moltissimi: basti pensare all’Antichissima Fiera delle Grazie, che ogni anno porta migliaia di visitatori nel piccolo borgo mariano in riva al lago. E lo fa coinvolgendo l’intero paese, inclusi ristoratori e commercianti, in un riuscito connubio fra gusto, storia, cultura e tradizione. Ma ci sono anche la Fiera di San Biagio a Cavriana, la Fiera del Tirot di Felonica, la Fiera della Possenta di Ceresara: tutti casi in cui la festa ripropone una tradizione antica ed è occasione di vera socialità, oltre che di celebrazione non solo di un prodotto tipico locale ma anche del patrimonio storico e culturale di un paese. E l’elenco è senz’altro lungo, come avrete modo di scoprire attraverso questa ricca pubblicazione.
Purtroppo però nel giro degli ultimi anni si è verificato un proliferare di altri eventi, sagre e fiere che nulla hanno in comune con questi appuntamenti consolidati: parliamo purtroppo di manifestazioni cresciute in maniera disordinata, che si rincorrono in maniera confusa e che nulla hanno a che vedere con la tradizione agroalimentare e gastronomica dei nostri territori. Sagre che, nella nostra provincia dove la cucina è storia e cultura, risulta-
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Mantova di Borghi e di Sagre
Sì alle feste che celebrano le potenzialità del territorio
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no presenze non armoniose, diremmo quasi “aliene”. Di sicuro non qualificanti, specialmente per un territorio che quest’anno sta mettendo in campo energie e progetti per presentarsi al meglio alla platea internazionale di Expo 2015.
Ad accorgersene, proprio in questi giorni in cui si va in stampa, è anche Regione Lombardia: la Commissione Attività produttive del Consiglio Regionale ha infatti impegnato la Giunta a prevedere norme più stringenti in materia, accogliendo le osservazioni che Confcommercio e Fipe Lombardia hanno a più riprese evidenziato negli scorsi mesi, e anni addirittura. Vari gli aspetti che verranno regolamentati: dai limiti alla durata delle sagre agli intervalli tra eventi che si susseguono, nell’ottica di una calendarizzazione equilibrata per ogni Comune. E senza trascurare aspetti fondamentali a tutela del consumatore, come il rispetto delle norme di sicurezza e igienico-sanitarie, e quello dei requisiti morali. Un malcostume purtroppo diffuso, infatti, è quello di associare le manifestazioni a finalità di natura solidaristica che in molti casi, però, sono tutte da dimostrare. E a discapito, naturalmente, non solo dei ristoratori che subiscono la concorrenza delle sagre improvvisate solo per fare cassa, ma anche delle onlus che realmente organizzano feste ed appuntamenti per la raccolta di fondi e per finanziare le proprie attività sociali e di volontariato a favore della collettività. Non a caso, poi, il testo all’attenzione della Regione contiene anche un passaggio in cui si evidenzia la necessità di riconoscere uno status diverso alle sagre storiche, ipotizzando la costituzione di un registro comunale, nella prospettiva della tutela e della promozione dei prodotti tipici del
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Mantova di Borghi e di Sagre
La Giunta Regionale sta studiando norme più stringenti
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territorio. Queste misure saranno più che mai preziose soprattutto per la nostra provincia, che più di ogni altra in Lombardia è interessata da tale fenomeno: delle 1.245 sagre e fiere censite nel 2014 da Unioncamere in tutta la regione, ben 140 si svolgono nel Mantovano. Anche se le manifestazioni in cui si somministrano alimenti e bevande sappiamo essere molte di più. Per noi è fondamentale, oltre ad un’adeguata calendarizzazione, anche l’applicazione di controlli per verificare il rispetto delle normative di sicurezza e sanitarie e la possibilità per i Comuni di porre limiti e divieti in caso di problemi per l’ordine pubblico legati alla somministrazione di alcolici, oppure di scarsa sostenibilità per l’ambiente, i residenti o la viabilità. Tutte misure a tutela dei consumatori e della collettività. Ma auspichiamo anche una maggior attenzione sul piano della legalità, per combattere fenomeni di evasione fiscale, abusivismo, impiego irregolare di manodopera. Siamo convinti che solo riportando tutte le sagre e le fiere in una cornice fatta di regole e di un’accorta programmazione, si potrà trasformare queste manifestazioni in uno strumento positivo a favore della valorizzazione e della crescita del territorio. Noi ristoratori e titolari di pubblici esercizi siamo pronti a dare il nostro contributo, possibilmente venendo coinvolti direttamente nella progettazione e nella gestione di questi appuntamenti. In Spagna accade regolarmente: ci piacerebbe immaginare un percorso simile anche per la nostra bella provincia, ricca di gusto e di tradizioni.
Giampietro Ferri presidente Fipe Confcommercio Mantova
Giampietro Ferri Presidente di FIPE – Confcommercio Mantova
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Municipio Via Roma 29.................0376 253100 ...............................Fax 0376 415387 Polizia Municipale ..................................... 0376 251533 Servizio trasporti protetti ......................................0376 253100 Carabinieri Comando Stazione Bagnolo S. Vito, Via Roma, 57............... 0376 414006
Bagnolo conta più di 5800 abitanti ed è situata nei pressi del Parco naturale del fiume Mincio, nella zona centrale della provincia. Confina con i comuni di Roncoferraro, Sustinente, San Benedetto Po, Borgoforte, Virgilio e Mantova. STORIA Il nome di Bagnolo deriva dal latino “Balneum” (acquitrino) data l’origine paludosa dei terreni di sua pertinenza. Le origini del paese sono molto antiche e risalgono all’occupazione da parte di popolazioni di stirpe etrusca verso il 500 a.C. e dei Galli Cenomani attorno al 153 a.C. Testimonianze importanti dell’insediamento etrusco sono i ritrovamenti archeologici in località Forcello di San Biagio, attualmente conservati presso l’antiquarium comunale, esclusivamente per lo studio e la catalogazione da parte degli studiosi. Per il periodo medioevale il documento storico più significativo ancora visibile è conservato presso l’archivio storico diocesano di Mantova. Anticamente l’abitato era localizzato su un dosso a circa 18 m sul livello del mare, circondato in gran parte dall’acqua del Mincio. La popolazione in quel periodo si dedicava prevalentemente all’agricoltura, all’artigianato, alla caccia, alla pesca e all’allevamento di ovini e suini. Nell’XI secolo il territorio fu conquistato dal casato dei Canossa, e in quel periodo i monaci benedettini iniziarono la bonifica delle paludi. Nel secolo successivo la zona passò alla Curia vescovile ed in seguito ai Bonacolsi e ai Gonza-
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Mantova di Borghi e di Sagre
ga, seguendo così le vicende della corte di Mantova. Dal XVIII secolo il dominio austriaco si alternò per ben tre volte a quello napoleonico. Finalmente nel 1866 il comune rientrò nei territori sottoposti al processo di unificazione d’Italia. Data da ricordare resta il 10 ottobre 1868 per la spaventosa inondazione del Po e dei suoi affluenti, che costrinse molti bagnolesi a trasferirsi nel vicino comune di Roncoferraro. Il 23 aprile 1945 la 10° divisione da montagna americana effettuò il 1° attraversamento del Po a Correggio Micheli in territorio bagnolese. Al 1946 risale il 1° consiglio comunale dell’Italia repubblicana. LUOGHI DI INTERESSE I monumenti che costituiscono memoria del passato sono in gran parte rappresentati dall’architettura sacra. Fra le chiese parrocchiali si trova quella dedicata a San Vito, in stile romanico, rimaneggiata nel ‘700; vi si aggiunge la parrocchiale di San Biagio, edificata per la prima volta nel XIV ma nel XVIII secolo ricostruita completamente in un luogo diverso; al Quattrocento risale la chiesa di San Nicolò Po, voluta dai benedettini di Mantova. Tra gli edifici dell’architettura civile emergono Villa Riva Berni, Villa Zaita e Villa Marani (sita in località Campione). In un’antica corte agricola poco lontana dal sito archeologico trova spazio il Museo della Civiltà contadina, una ricca raccolta etnografica che, attraverso un progetto didattico strutturato per le diverse età dei giovani visitatori, completa il quadro di conoscenza
delle testimonianze storiche dell’uomo che ha abitato il territorio dall’antichità. Il Parco Archeologico del Forcello di Bagnolo San Vito, pochi km a sud est di Mantova, sorge intorno ai resti di un importante abitato etrusco di VI-IV sec a. C.. Gli scavi archeologici condotti nel sito dal 1981 ad oggi, con la direzione scientifica del prof. de Marinis dell’Università degli Studi di Milano, hanno portato alla luce, anno dopo anno, una piccola porzione di questo abitato, ma con una lunga sequenza stratigrafica, articolata in otto fasi insediative principali. Il progetto del Parco Archeologico, nasce dall’esigenza di salvaguardare almeno una porzione dell’abitato dagli insistenti e distruttivi lavori agricoli e al fine di valorizzazare e divulgare i risultati scientifici conseguiti con gli scavi. Le scoperte effettuate nell’abitato etrusco del Forcello, la cui ricchezza ed importanza sono già da lungo tempo note in ambito scientifico, hanno finalmente un efficace strumento per essere messe al servizio della divulgazione e della didattica. Il primo lotto di lavori, conclusosi nel settembre 2004, ha interessato la costruzione di strutture di accesso all’area, una sala multimediale, una sala laboratorio per i ricercatori e alcune postazioni coperte per i futuri centri di animazione e atelier di archeologia sperimentale. Il secondo lotto di lavori, che si conclude con l’inaugurazione del 29-30 settembre 2006, ha previsto l’allestimento degli atelier con pannelli didattici, l’attivazione della sala multimediale con apparecchiature idonee e la ricostruzione di un forno per la cottura della ceramica e di un telaio, esemplificativi
delle attività artigianali attestate al Forcello. La visita al parco Archeologico del Forcello prevede una parte introduttiva nella quale i visitatori potranno avvicinarsi, con l’ausilio di pannelli didattici, alla storia dell’Etruria padana e dell’abitato del Forcello in particolare. All’interno degli atelier si potrà quindi osservare una ricostruzione del telaio e all’esterno del forno per la cottura dei vasi, entrambi realizzati sulla base delle testimonianze archeologiche e anch’essi corredati da pannelli didattici.
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ncastonata tra i fiumi Mincio e Tartaro, con poco più di 2100 abitanti, Bigarello sorge nella parte centroorientale della provincia, a confine con quella veneta di Verona, tra Sorgà (VR), Castel d’Ario, Roncoferraro, San Giorgio di Mantova e Castelbelforte. LA STORIA Sembra che Bigarello abbia preso il nome da “Biga” mezzo di trasporto trainato da cavalli in uso nell’antica Roma. Infatti, scavi effettuati nel territorio di Bigarello in questi ultimi anni, in particolare nella zona “Castellazzo”, hanno messo a nude abitazioni lacustri, utensili domestici in pietra e amuleti di bronzo dell’epoca Romana, ma veniamo ad un passato meno remoto. Quel che è certo è che sin dall’alto Medioevo esisteva sul posto una pieve e che già nel 200 era in atto una discreta espansione economica e demografica, tanto che sorse un nuovo nucleo abitato accanto alla struttura più antica. La sua posizione in territorio di confine la rese oggetto delle mire di varie signorie, fra le quali quella dei Canossa e l’altra degli Scaligeri di Verona. In seguito divenne possedimento del casato mantovano dei Gonzaga e, nei primi del ‘700, l’intero territorio fu assorbito nell’Impero austriaco, come sottoposto al ducato di Milano. La dipendenza dall’Impero austriaco durò fin verso la fine del XVIII secolo, quando la zona venne invasa dall’esercito francese, in oc-
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Mantova di Borghi e di Sagre
casione del primo intervento di Napoleone in Italia. Terminata la conquista francese, tornò a far parte dei possedimenti austriaci del Lombardo-Veneto. Della storia contemporanea si ricorda, infine, il rovinoso bombardamento del 1945 che causò, fra l’altro, la distruzione dell’archivio municipale. LUOGHI DI INTERESSE A Stradella, la frazione più vicina alla Città, sorge la Chiesa della Natività della Beata Vergine che risale al 1400. Le pareti interne hanno spazi affrescati d’attribuzione pure quattrocentesca, in particolare una Madonna d’artista ignoto, ma certo di buonissima mano. Ci sono pure tre tele, due del settecento di Felice Campi, e una bella Natività policroma della Madonna. Vi è inoltre una “Pietà” in terracotta, attribuibile al 400, questa è la scultura che è portata in processione ogni anno durante la tradizionale e antica sagra. Proseguendo sulla strada per Roncoferraro, girando a sinistra prima dell’abitato di Cadè, in via del Galeotto troviamo l’omonima “Pila dal Galliot” edificio risalente alla metà del 1600 autorizzato, in quel tempo, ad usare l’acqua per far funzionare i macchinari dall’Imperatrice Maria Teresa d’Austria e che ad acqua ha funzionato fino agli anni 60 ed è una fra le ultime rimaste nella zona del vialone nano. Avanzando sulla stessa strada si arriva a Bazza, la frazione più “nascosta”, dove troviamo l’imponente costruzione
detta “Il Palazzo”, un tempo bella casa padronale, con soffitti, cassettoni ed affreschi cinquecenteschi. A Bazza vi è inoltre la chiesetta dedicata a S. Antonio
Abate eretta nel 1705. A Bigarello esiste la chiesa dei S.S. Giovanni e Paolo costruita nel 1741, il campanile invece è stato eretto nel 1929.
“Festa dell’Epifania” 6 gennaio, nell’area parcheggio di via Castelbelforte. Buriel, vin brulè e cotechino. Organizzata dal Comune di Bigarello, Proloco la Ghianda, polisportiva e Gruppo parrocchiale
“Sagra dla Stradela e di Arlecchino” 4-5-6-7 luglio, frazione di Stradella
“Biciclettata” 17 maggio. Or organizzata dall’amministrazione Comunale tra le strade più panoramiche del comune, con visita a corti, canali e aziende e risottata finale alla polisportiva “Tornei sportivi” Dal 25 maggio a fine giugno. Tornei di bocce, calcio e volley nei campi di Stradella e Gazzo con premiazione finale alla festa dello sport di Gazzo “Carrozze&Cavalli” Il 24 maggio. Nel parco di Carpaneta un importante evento equestre denominato, con partecipazione di carrozze trainate da cavalli, di cavalieri e di arcieri in concomitanza con una mostra di cani organizzata dal locale ambito territoriale della caccia
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“Sagra a Bigarello” 25 luglio “Sagra di Sant’Anna” 26 luglio, a Gazzo. Organizzata dalla Polisportiva Bigarellese “Stelle cadenti nella notte di San Lorenzo in foresta” 9 agosto. In stretto collegamento con la struttura locale di Ersaf ed i collaboratori di altre associazioni che operano su territorio “Sagra della madonna di Carpaneta” 5 e 6 settembre. Organizzata dal Gruppo parrocchiale
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“Festa di Sant’Antonio Abate” 17 gennaio, Località Bazza. Festa con benedizione degli animali. Con supporto di Proloco e Comune di Bigarello
“Festa dello Sport” 18, 19 e 20 luglio a Gazzo
“Vendemmia delle uve del campo sperimentale della Carpaneta” Prima domenica di ottobre. Nell’ambito delle attività previste annualmente con l’Ecomuseo del nostro territorio, un evento dedicato a bambini e famiglie. Dell’evento i visitatori potranno assaggiare coppette di sugolo e biscotti
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omune di 14439 abitanti, è stato istituito il 4 febbraio 2014 in seguito alla fusione dei comuni di Borgoforte e Virgilio. Gli abitanti dei due enti, chiamati a esprimersi con referendum popolare consultivo il 1º dicembre 2013, hanno approvato a maggioranza la fusione proposta dai due Consigli comunali. STORIA Con referendum popolare consultivo tenutosi in data 1º dicembre 2013 è stata accolta la proposta di fusione tra il Comune di Borgoforte e il Comune di Virgilio. Con la stessa consultazione referendaria i cittadini dei due comuni hanno scelto la nuova denominazione: Borgo Virgilio. Dato l’esito favorevole del referendum, con la legge di Regione Lombardia n. 9 del 30 gennaio 2014 è stato istituito, a far data dal 4 febbraio 2014, il Comune di Borgo Virgilio. Per quanto riguarda Virgilio Il toponimo originale era Quattroville; fu cambiato nell’attuale con un Regio Decreto del 1833, per omaggiare il grande poeta Publio Virgilio Marone che, secondo la storia, sarebbe nato ad Andes, attuale Pietole. La disputa virgiliana che, nel corso dei secoli, ha coinvolto la zona, ha fatto sì che grandi personaggi, come Napoleone Bonaparte, ne rimanessero affascinati; tant’è che, alla fine del XVIII secolo, l’imperatore francese esentò gli abitanti di Pietole dal pagamento delle tasse e si impegnò a risarcire tutti i danni procurati dalle operazioni militari. I francesi, però, nonostante il prestigio di Pietole, durante l’assedio
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Mantova di Borghi e di Sagre
della fortezza di Mantova, abbatterono nel paese e nel borgo di San Giovanni tutto ciò che ostacolasse il tiro delle artiglierie. Sul monte Virgilio abbandonaro-
no il forte che, dopo esser stato sfruttato anche dagli austriaci, è oggi deposito dell’Esercito Italiano. Questa costruzione, durante la prima guerra mondiale, esplose causando danni alle strutture e numerose vittime. Quando, nel 1884, fu inaugurato il monumento al grande poeta latino, Giosuè Carducci, con un indimenticabile discorso, ne cantò le lodi. Borgoforte. Il toponimo ne ricorda il ruolo di ‘borgo fortificato’ che ebbe sin dalle origini, risalenti ai primi anni del ‘200. In quel periodo, infatti, per volere dei mantovani (con funzione difensiva contro le incursioni di ferraresi, modenesi e reggiani), venne edificata lungo il fiume Po una fortezza, attorno alla quale si sarebbe sviluppato l’abitato. La sua storia è indissolubilmente legata a quella della vicina Mantova. Assediata senza successo dai Visconti nella prima metà del XIV secolo, dopo circa venti anni la rocca fu al centro delle lotte tra gli stessi e gli Estensi, che si scontrarono in una battaglia navale (svoltasi nel Po): alla vittoria dei Visconti seguì il loro predominio sul luogo. Gli inizi del XVIII secolo (durante la guerra di successione spagnola) la videro conquistata (per conto degli austriaci) ad opera di Eugenio di Savoia. Pochi anni dopo il fortilizio fu distrutto per essere in seguito ricostruito e fortificato dagli austriaci. Nel corso della
terza guerra di indipendenza, fu infine conquistata dal generale Cialdini. LUOGHI DI INTERESSE Virgilio. Il patrimonio storico-artistico annovera, tra le testimonianze di maggior rilievo: il palazzo dei Gonzaga, detto “La Virgiliana” e risalente al XIV secolo; la corte Valestra, in località Cappelletta, con parti del XVI secolo; la corte Vetriata, del XIX secolo. Dell’architettura sacra, degne di nota sono: la chiesa parrocchiale del XIX secolo, dedicata a San Celestino papa; la parrocchiale situata in località Cerese, dedicata alla Beata Vergine, in stile neoclassico, con il campanile risalente all’epoca di Matilde di Canossa (XI secolo); la parrocchiale ubicata in località Cappelletta, della seconda metà del XX secolo, dedicata al Sacratissimo Cuore di Gesù e a Sant’Anna. Borgoforte. I monumenti più interessanti sotto il profilo artistico sono le parrocchiali, che si trovano nel capoluogo e nelle altre località del comune: quella intitolata a San Giovanni Battista, del ‘700; quella della località di Romanore, anch’essa settecentesca, e la chiesa dell’Annunciazione, a Boccadiganda, della fine del XVI secolo. Particolarmente degno di interesse è il Forte di Pietole, che fu costruito nel 1808, dal generale france-
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così senza uso, abbandonato in mezzo al bosco. Solo nel maggio 2011, un gruppo di volontari si è impegnato a ripulire parzialmente la fortezza. Il forte godeva di una massiccia struttura fortificata, difesa su tre dei quattro lati da grandi terrapieni e da quattro bastioni. Attaccati a questi si trovavano le casermette per la difesa del vicino fossato, che si distendeva lungo le mura perimetrali. Lungo il suo perimetro, scorre una strada coperta, che si mette in comunicazione con l’interno della fortezza in due punti. Particolari sono le gallerie di contromina che scorro al di sotto della fortificazione, che potevano essere minate e fatte saltare in aria in caso di necessità, distruggendo le forze nemiche sotto le quali queste passavano.
“Manifestazione nella ricorrenza Della Liberazione” - 25 aprile
“Musica e ballo Zumba in piazza a Cerese” - Luglio
“Musica in Piazza con i ragazzi del CAG” Giugno
“Festa della Birra a Cerese” Luglio
“Musica al parco Yoghi con i ragazzi del CAG” - Giugno
“Festa della Solidarietà a Cerese” Luglio
“Festa delle 3 Avis a Cappelletta” - Giugno
“Commedia di prosa a Borgoforte al Forte” - Luglio
“Festa della Birra a Borgoforte” - Giugno “Festa Avis a Pietole” - Luglio “Commedia dialettale a Borgoforte al Forte” - Luglio
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Mantova di Borghi e di Sagre
“Commedia dialettale a in piazza Cerese” - Agosto “Notte dei DJ in piazza Cerese” Agosto
fiere ed eventi
se François de Chasseloup-Laubat, inviato di Napoleone, che lo edificò contemporaneamente a quelli di Belfiore e di San Giorgio a difesa della vicina città di Mantova. Data la sua vicinanza al fiume Mincio, dal forte era possibile regolare le sue acque in modo da allagare la zona a sud della città, isolandola. Il forte fu edificato dai francesi ma poi passò agli austriaci dopo il 1894, che lo completarono e lo potenziarono per adattarlo a polveriera. Allo scoppio della prima guerra mondiale, il forte fu utilizzato come deposito anche per armi. Il 28 aprile 1917 vi si scatenò un incendio, che distrusse gran parte della polveriera. Nel seguito, il forte fu smesso e i militari lo lasciarono definitivamente nel 1983. Da allora il forte è rimasto
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CASTEL D’ARIO
NUMERI UTILI
www.comune.casteldario.mn.it comune.casteldario@pec.regione.lombardia.it
Municipio Corso Garibaldi 54 ...... 0376 660101 ............................... Fax 0376 661036 Carabinieri Comando Stazione Castel D’Ario, Via Trieste, 16 ............. 0376 660105 Polizia Locale Corso Garibaldi 54 ....... 0376660101
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astel d’Ario conta poco meno di 5000 abitanti e sorge nella zona centro-orientale della provincia, a confine con quella veneta di Verona, ed è situata nella zona dell’Oltremincio. È circondata dai comuni di Sorgà (VR), Villimpenta, Roncoferraro e Bigarello. STORIA Castel d’Ario è un paese dalla storia antica ma dal nome recente. L’attuale toponimo risale al 1867 (prima si chiamava Castellaro), quando un Regio Decreto emanato dal Ministro dell’Interno ordinava di modificare i nomi di paese più diffusi, tra cui quello di Castellaro, onde evitare disguidi nella corrispondenza postale della nuova Italia unita. Venne dunque scelto, su suggerimento del poeta Carducci amico dell’allora assessore Luigi Boldrini, l’attuale nome di Castel d’Ario. Per sette secoli (1082-1796) il paese fu feudo del vescovo di Trento anche se dal 1275 al 1708 venne continuamente sub-infeudato ai signori di Mantova, prima i Bonacolsi e poi i Gonzaga. Governato direttamente da Trento dopo la morte dell’ultimo Gonzaga (1708) e fino all’avvento di Napoleone, il paese entra a far parte della provincia mantovana proprio sotto la dominazione francese e, come Mantova, è poi retto dagli Austriaci fino al 1866, quando è annesso al Regno d’Italia. Un risultato ottenuto grazie alle tre guerre di Indipendenza, durante le quali ben 48 giovani castellaresi si arruolano come volontari, alcuni
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Mantova di Borghi e di Sagre
tra le file dei garibaldini. I loro nomi sono incisi sulla lapide davanti al municipio, sotto il profilo in bronzo dell’Eroe dei Due Mondi. Il profilo è quanto resta di un monumento, eretto sulla piazza nel 1883 e smantellato mezzo secolo dopo perché di ostacolo e pericoloso per il nuovo tracciato della strada statale che attraversa il paese. Di Garibaldi è rimasto il nome alla piazza, prima detta dell’Olmo, e poi dedicata a lui. Ma è pure sopravvissuto un certo spirito garibaldino, in quanto i volontari reduci hanno promosso le prime associazioni di mutuo soccorso che hanno caratterizzato la vita sociale del paese per circa un secolo e l’ultima delle quali, la Società Operaia di Previdenza, dura tuttora quale erede di un patrimonio culturale e anche materiale di tutto rispetto (è suo l’unico teatro locale denominato “Casa del Popolo”). Il casteldariese più conosciuto, la cui fama va oltre i successi sportivi tanto da farlo diventare un mito, è Tazio Nuvolari, nato a Castel d’Ario il 16 novembre 1892. Impossibile riassumere in poche righe la vita e le imprese sportive del grande campione. Su di lui sono stati scritti numerosi libri e centinaia di articoli di giornali e riviste. LUOGHI DI INTERESSE Il patrimonio-simbolo del paese è il castello medievale, ricco di storia millenaria come attestano il rinvenimento delle ossa di sette prigionieri (tre membri
“Bigolada” Primo giorno di Quaresima. Distribuzione gratuita di spaghetti conditi con acciughe e tonno (bigoi con le sardèle) cotti in enormi paioli sulla pubblica Piazza “Festa del Risotto” Maggio. Evento dedicato al piatto tradizionale del paese a cui nel 2010 è stata riconosciuta la De.Co. “Fiera d’Agosto, o festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria” Penultima domenica di agosto. Festa patronale che già all’inizio del 1500 veniva definita una tradizione “Festa dell’Osso” Inizio dicembre. Degustazione di tutte le parti del maiale, così come avveniva un tempo quando la macellazione del suino era privata e coinvolgeva intere famiglie contadine
fiere ed eventi
della famiglia di Pico della Mirandola e quattro della famiglia Bonacolsi) morti di fame ad inizio Trecento nel mastio interno, o gli affreschi con gli stemmi scaligeri della seconda metà del Trecento al piano nobile del palazzo pretorio, l’unico edificio recentemente restaurato e utilizzato come luogo di rappresentanza e di spettacoli, oltre che sede della Biblioteca comunale e Sala Consigliare. L’imponente ed articolata struttura del castello conserva intatti anche il perimetro delle mura e la mole della torre interna, che da metà Ottocento, data del rinvenimento, è detta Torre della Fame. Ricchi di storia sono altri beni architettonici, come la chiesa parrocchiale, eretta a metà Settecento su progetto dell’architetto veronese Girolamo Dal Pozzo; il municipio di poco posteriore, le grandi corti rurali a cominciare da quella di Susano (con annesso convento e chiesetta, ora restaurati e convertiti ad altri usi) di proprietà dei Gonzaga e dei loro discendenti fino all’unità d’Italia.
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CASTELBELFORTE
NUMERI UTILI
www.comune.castelbelforte.gov.it info@comunecastelbelforte.it
Municipio Via Roma 33 ............... 0376 259211 ...............................Fax 0375.258123 Polizia Locale ..................................... 0376 259224 Carabinieri di Isola della Scala Piazzale Kennedy, 6 (VR) .................................... 045 730 0126
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astelbelforte conta 2.894 abitanti ed è situata nella zona centro-orientale della provincia, a confine con quella veneta di Verona, sorge a poca distanza da Mantova ed è circondata dai comuni di Trevenzuolo (VR), Erbé (VR), Sorgà (VR), Bigarello, San Giorgio di Mantova e Roverbella. STORIA Uscendo da porta San Giorgio, fatti pochi chilometri sulla provinciale che taglia Ghisiolo, si entra in Castelbelforte. Fin verso il 1100 gli annali parlano di poche case sperdute, abitate da pescatori e da gente dedita alla pastorizia e al duro lavoro dei campi. Nel XII secolo esisteva già, uno e l’altro di là del torrente Essere che separa il paese, in due torrioni contesi in lunghe battaglie da veronesi e mantovani. Questi ultimi, avuta la meglio, nel XIV secolo edificarono un castello attorno al quale si sviluppò poi la solida geometria dell’abitato che fu chiamato Castelbonafisso. Il paese seguì le vicende del ducato mantovano per diversi secoli servendo come posto avanzato di difesa contro gli Scaligeri. I torrioni furono fortificati e ampliati. Gli abitanti ebbero anche dei privilegi per i lodevoli servizi prestati in pace e in guerra per concessione dei governi della signoria di Mantova e della Repubblica di Venezia, fino al 1406. Degno di nota un documento del 1520 nel quale si fa memoria di come gli abitanti del luogo chiedessero un intervento diretto da parte del marchese di
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Mantova di Borghi e di Sagre
Mantova al fine di far fronte ai dissesti causati dai frequenti saccheggi bellici; nella supplica si parla di incursioni colpevoli di avere ridotto in condizioni talmente misere la popolazione da non poter nemmeno più sopperire alle spese delle cariche locali. Intanto Castelbonafisso aveva cambiato nome assumendo quello di “Due Castelli”, nome con il quale (in dialetto “Castei”) il paese Castelbelforte medioevale è conosciuto ancor oggi non solo in tutto il mantovano ma anche in tutto il territorio veronese. Dopo il 1680 cominciò a chiamarsi Castelbelforte, ma solo nel 1850 questo nome diventò ufficiale. Proprio di quest’ultimo periodo sono le più belle pagine della storia locale. Il fatto però più colorito è quello che riporta allo scontro armato, nell’aprile del 1848 al Crosil, posto alla periferia del paese. Gli austriaci, numerosi sul posto di confine fra la Lombardia ed il Veneto e sempre sul chi va là per focolai che preparavano la prima guerra di indipendenza, non usavano certe mezze misure contro la popolazione. Per un sopruso mal tollerato un giovane avvisò la colonna Mambrini, attestata vicino al Po e formata da volontari del nuovo corpo dei Bersaglieri. La colonna partì per la spedizione punitiva. Facevano parte dei volontari anche Bixio e Mameli e nella marcia di avvicinamento verso Castelbelforte dove i “piumati” sconfissero poi gli oppressori, per la prima volta venne cantata la canzone gloriosa del giovane poetasoldato passata poi alla storia come “Inno di Mam-
LUOGHI DI INTERESSE Nel 1856 l’accresciuta popolazione e l’unificazione delle tre parrocchie in un’unica, quella di San Biagio, resero indispensabile la costruzione di una nuova Chiesa. Così un secolo fa venne edificata l’attuale Parrocchiale con una spesa di 470.000 fiorini austriaci. Oggi questa Parrocchia ha in cura più di 2700 anime, tante quanti sono gli abitanti di Castelbelforte, poiché il capoluogo è privo di frazioni.
fiere ed eventi
eli”. Quando nel 1859 la Lombardia ritornò all’Italia, Castelbelforte segnò il confine non di una provincia o di una regione, ma addirittura del Regno d’Italia. E chi doveva recarsi da un borgo all’altro doveva mettersi all’occhiello una speciale coccarda lasciapassare essendo una parte del paese italiana e l’altra austriaca. L’aquila bicipite sull’aia di corte Mandritto ricorda ancora l’assurdità di questi confini. Quelli che avrebbero dovuto essere i monumenti più cari per i Castelbelfortesi non ci sono più. Il Castello gradatamente fu demolito per ricavare materiale edilizio e la Torre alta e massiccia fu abbattuta nel 1800 per scommessa, a colpi di cannone, da un presuntuoso signorotto del luogo. Un tempo il territorio era diviso in tre parrocchie. La prima, forse la più antica era quella di San Giorgio, soppressa nel 1700. La seconda era quella di San Paolo, di cui si conserva ancora il piccolo campanile, e la terza era dedicata a San Biagio.
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CASTELLUCCHIO
NUMERI UTILI
www.comunecastellucchio.it comune.castellucchio@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza Pasotti, 14 ..... 0376 4343200 .............................. Fax 0376 355137 Carabinieri di Castellucchio Via Roma .................... 0376 438062 Polizia Municipale Piazza Pasotti, 14 ..... 0376 4343227 Pro Loco di Castellucchio Piazza Pasotti, 46 ....... 0376 438722 Biblioteca Comunale Piazza Pasotti, 26 ..... 0376 4343223
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l comune di Castellucchio conta più di 5000 abitanti ed è situato nella zona centrale della provincia, a pochi chilometri da Mantova. Confina con Rodigo, Curtatone, Marcaria e Gazoldo degli Ippoliti. STORIA Le origini del nome «Castellucchio» risalgono alla presenza di un piccolo castello. Si possono quindi ritenere fantasie quelle che vorrebbero far risalire il nome ad un romano «CastrumLuculli» scomodando addirittura il famoso «Lucio Licinio Lucullo», celebre per i pranzi «luculliani», appunto. L’antico castello, di cui non rimane ora che un torrione con merlatura, era ricordato in un diploma imperiale del 1045; appartenne ai vescovi di Mantova e poi ai marchesi di Canossa. Divenuto possesso dei Gonzaga dal 1328, seguì le varie vicende del nobile Casato. E’ dato per certo che a Castellucchio esistesse una rocca ricostruita nel 1379 per volontà di Ludovico I Gonzaga; essa, successivamente, subì riparazioni e aggiustamenti nel periodo compreso tra il 1444 e il 1478, sotto il dominio di Ludovico II Gonzaga. Nel 1702, il paese, durante la guerra di successione spagnola, fu saccheggiato dalle truppe tedesche e da quelle francesi. Nel 1796 avvennero vari fatti d’arme: gli Austriaci fuggirono davanti alle truppe di Napoleone Bonapar-
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Mantova di Borghi e di Sagre
te e in Piazza Castello, nella notte del 13 maggio, il Generale Beaulieu sostò con il suo Stato Maggiore pernottando nella casa del Comune. Dopo la battaglia di Magenta (4 giugno 1859), gli Austriaci continuarono ad arrivare a Castellucchio fino al 17 giugno, per poi andarsene il 18, a seguito della sconfitta. I primi soldati francesi arrivarono il 30 giugno 1859 e vennero accolti con grande entusiasmo. Con il trattato di Villafranca, anche Castellucchio entrò a far parte del Nuovo Regno d’Italia. LUOGHI DI INTERESSE Posta sul punto più alto del paese, l’attuale piazza Arturo Pasotti, la Torre Civica costituisce ancora oggi la porta d’accesso al borgo Castello. All’interno della Torre trova collocazione il Museo di Armi Antiche «Fosco Baboni». La storia più antica della Chiesa Parrocchiale di San Giorgio Martire è alquanto oscura. La costruzione della nuova chiesa, dalla seconda metà del XVIII secolo intitolata a San Giorgio, venne terminata, per varie vicende, solo nel 1795. Fra le ville e le dimore storiche, un certo interesse rivestono Palazzo Venturini, costruito presumibilmente alla fine del ‘700, Villa Emma, al cui complesso edilizio si trovano riferimenti in un documento del 1688, Villa Maria, Villa Brancolini, Villa Elvira a Ospitaletto, Villa Norsa a Gabbiana.
“Rassegna Teatrale Dialettale” Gennaio e febbraio, organizzata dal Circolo A.N.S.P.I. della Parrocchia di Castellucchio “Sangiorgino d’Oro” Aprile, concorso canoro per bambini, in onore del Santo Patrono di Castellucchio Memorial “Guido Leoni” Maggio, manifestazione in ricordo di G. Leoni “Settimana Castellucchiese” Fra la fine di Giugno e l’inizio di Luglio. Nel Capoluogo e nelle Frazioni si svolgerà la tradizionale manifestazione, con alcune iniziative e alcuni spettacoli (concerti, iniziative eno-gastronomiche, spettacoli) “Appuntamento con la musica lirica” Alla fine del mese di Giugno, appuntamento con la musica lirica all’aperto, in piazza A. Pasotti, la piazza del Municipio
“Festa della Comunità” Fine settimana alla fine di agosto. In Piazza Vittoria e dintorni “Memorial Silvio Bassi” All’inizio del mese di Dicembre, al Teatro S.O.M.S. “Concerto natalizio della Banda F. Corradi” Verso la fine del mese di Dicembre “Festa sotto l’albero” Prima di Natale, tradizionale Festa Sotto l’Albero “Concerto degli Auguri” Alla fine del mese di dicembre. Tradizionale concerto con brani di musica classica e lirica, con vari cantanti e l’Orchestra del Teatro “G. Verdi” di Buscoldo, diretti dal Maestro Daniele Anselmi
fiere ed eventi
“Stagione Teatrale 2014-15” Gennaio, febbraio, marzo, presso il Teatro S.O.M.S., in piazza A. Pasotti, n. 48, con spettacoli teatrali a cura de’ “Il Nodo Teatro” di Desenzano
“Celebrazioni del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre” In concomitanza con le date del 25 aprile, 2 giugno e 4 novembre, si terranno alcuni eventi volti a celebrare tali importanti ricorrenze
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Municipio piazza Corte Spagnola 3 ..................................... 0376 358112 ............................... Fax 0376 358169 Polizia Municipale ..................................... 0376 358116 Carabinieri di Curtatone Via Binder Luigi, 22 ..... 0376 290363 Info Turistiche ..................................... 0376 358113
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urtatone è un comune sparso italiano di 14.627 abitanti. La sede comunale è nella frazione di Montanara. È situato nella zona centrale della provincia ed è compreso tra Mantova, Virgilio, Borgoforte, Marcaria, Castellucchio, Rodigo e Porto Mantovano. STORIA Testimonianza del dominio romano sul territorio di
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Mantova di Borghi e di Sagre
Curtatone sono le due strade rettilinee e parallele che tagliano il territorio comunale. In epoca medievale fu edificato un castello denominato “Curtatono” che fu incluso, a tutela di Mantova, nel sistema difensivo denominato “Serraglio”. L’importanza strategica del territorio determinò una proprietà diretta dei signori di Mantova, prima dei Bonacolsi e successivamente dei Gonzaga. Curtatone deve la propria celebrità all’evento che interessò il suo territorio durante la Prima guerra d’indipendenza italiana nel 1848: la Battaglia di Curtatone e Montanara, uno scontro militare che vide, il 29 maggio 1848, 6.000 volontari, in maggioranza studenti universitari toscani a cui si aggregarono un cospicuo numero di napoletani, impegnati contro il ben più organizzato e numeroso esercito austriaco (32.000 soldati) comandato da Radetzky. Da allora le frazioni del comune, Curtatone e Montanara, entrarono a far parte definitivamente della storia del Risorgimento italiano. Dopo il trattato di Zurigo del 1859 il territorio comunale fu diviso, con le tre frazioni di San Lorenzo, Ronchi e Balconcello, annesse al Regno d’Italia all’interno della provincia di Cremona. Il comune di Curtatone veniva successivamente riunificato, dopo la III guerra d’indipendenza, con la ricostituzione nel 1868 della provincia di Mantova. Negli stessi luoghi della battaglia risorgimentale nei pressi della frazione di Curtatone, per la precisione
LUOGHI DI INTERESSE Il santuario della Beata Vergine delle Grazie è il monumento di maggiore interesse. Si tratta di una chiesa di stile gotico lombardo, dedicata alla Beata Vergine Maria, e sorge nella piccola frazione di Grazie del comune di Curtatone a 9 km da Mantova. Edificata su un ampio piazzale, la basilica sovrasta e s’affaccia sulle acque palustri del Mincio creando un’atmosfera suggestiva per le numerose delegazioni di turisti e fedeli devoti alla Madonna. Le origini della chiesa sono da connotare addirittura al 1200. Nella località allora chiamata Prato Lamberto su di un piccolo promontorio emergente da un dedalo di flora e canne lacustri, sorgeva un altarino con l’immagine della Madonna col Bambino a cui i pescatori del lago e i contadini erano particolarmente devoti. Verso la fine del XIV secolo, per grazia ricevuta, Francesco Gonzaga fece erigere un tempio alla Madonna che aveva fatto cessare l’epidemia di peste che aveva colpito i mantovani. Dalla costruzione della basilica i pellegrinaggi verso questo luogo, che assumeva via via popolarità, si intensificarono e assieme alla povera gente dei paesi attorno, nobili, e persino l’imperatore Carlo V e il papa Pio II, visitarono l’immagine sacra. Al patrimonio artistico appartengono anche testimonianze dell’architettura civile: le settecentesche ville Eremo Cavalcabò e Cantoni.
“Festa ad Sant’Antoni Chisuler” Gennaio, San Silvestro “Maggio nel borgo in fiore” Maggio. Grazie di Curtatone “Festa del Volontariato e dello Sport” Giugno. Boschetto “Fiesta” - Giugno. Boschetto “Levata a tutta birra” Giugno. Levata “Buscoldo in festa” Agosto. Campo da calcio di Buscoldo “Antica Fiera delle Grazie” Metà agosto, Grazie. Il borgo ospita la manifestazione organizzata dal Comune di Curtatone in collaborazione con Pro Loco e Centro Italiano Madonnari “Fiera de I Stradei” Fine agosto, inizio settembre. Boschetto “Festa della birra” Settembre. Parco dell’amicizia, Buscoldo
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in “Valletta Aldriga”, il 19 settembre 1943 dieci militari italiani furono trucidati dai tedeschi.
“Sagra di Ponteventuno” Settembre, Ponte Ventuno “September Fest” - Settembre. Boschetto “Antichissima Sagra della Madonna della Torre” Ottobre, Buscoldo
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MARMIROLO
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Municipio Piazza Roma, 2 ........... 0376.298511 ............................... Fax 0376.294045 Polizia Locale Piazza Roma, 2 ........... 0376 298514 Carabinieri di Marmirolo Via Meucci .................. 0376 466128 Farmacia Bassano Marmirolo ..................................... 0376/466116
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armirolo conta più di 7600 abitanti ed è situata nella parte centrosettentrionale della provincia, nelle vicinanze della Riserva Orientata del Bosco della Fontana e del Parco del Mincio, a confine con la veneta provincia di Verona, tra i comuni di Valeggio sul Mincio (VR), Roverbella, Porto Mantovano, Goito e Volta Mantovana. STORIA Marmirolo è menzionata per la prima volta in un
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Mantova di Borghi e di Sagre
documento datato 970. Antico possedimento dei Canossa, nel 1055 passò a Mantova a seguito di un diploma imperiale. La storia di Marmirolo è legata a quella della dinastia Gonzaga, nobili terrieri famosi grazie alla città di Mantova, che tennero dal 1328 al 1707. I Gonzaga possedevano a Marmirolo molte terre e palazzi, ancora prima di diventare i signori della città virgiliana. All’epoca il paese era composto da tre borghi: di Castello (con piazza in “platea burgicastri”), delle Lame (in “Burgo lamurum”), dei Ronchi
(in “Burgo roncorum”). In quest’ultimo nell’estate del 1328 venne progettata la congiura contro i Bonacolsi, che portò i Gonzaga a prendere il possesso di Mantova. Nel 1435 fu costruito un nuovo palazzo voluto da Gianfrancesco Gonzaga presso il “Re de’ fossi”. Questo fu ampliato nel 1480 con l’intervento di Luca Fancelli e decorato da artisti come Andrea Mantegna e Leombruno. II cosiddetto “famoso palazzo” fu ultimato da Giulio Romano fra il 1531 e il 1539, ma nell’arco di breve tempo la struttura cadde in disgrazia, tanto che fra il 1756 e il 1798 fu completamente raso al suolo. Degna di grande considerazione è la palazzina di Bosco della Fontana, opera degli architetti cremonesi Francesco e Giuseppe Dattaro, realizzata per il duca Vincenzo I Gonzaga verso la fine del Cinquecento. A Marmirolo non resta molto altro, se si esclude la torre, situata nella piazza centrale del paese: costruita sui resti di una precedente costruzione crollata nel luglio del 1700, ha ospitato fino alla seconda guerra mondiale le campane appartenute alla prima torre, poi andate fuse a sostegno dell’attività bellica. La chiesa parrocchiale dei Santi Filippo e Giacomo è invece datata 1748. I lavori iniziarono nel 1728, su progetto dell’architetto Paolo Soratini. L’edificio di culto, che ospita pregevoli tele del pittore veronese Frà Semplice (l’Elevazione della Croce ed il Trasporto di Cristo), venne edificato sulla base di una chiesa già esistente, risalente al 1279. Marmirolo è gemellato con Massa Lombarda. L’amicizia tra i due paesi ha origine lontane. Nel 1251 un gruppo di famiglie marmirolesi lasciarono il loro paese d’origine, in fuga
dalle angherie di Ezzelino III da Romano. La preponderanza numerica determinò così in un decennio il cambio dell’antico toponimo Massa Sancti Pauli in Massa Lombardorum, poi dei Lombardi.
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LUOGHI DI INTERESSE Tra i monumenti spiccano le parrocchiali del capoluogo e di Pozzolo, dedicate la prima ai Santi Filippo e Giacomo e la seconda alla natività della Madonna; a Marengo è possibile ammirare alcuni palazzi del XVIII secolo, un oratorio del ‘600 e la chiesa di San Valentino. Degna di nota è anche la Villa Fochessati a Marenghello. L’edificio più antico è la torre civica, quattrocentesca, che costituisce l’unico resto di un castello che si affaccia sulla piazza principale.
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PORTO MANTOVANO
NUMERI UTILI
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Municipio Strada Statale Cisa 112 ......................................0376 389011 Carabinieri Via Manzoni Alessandro, 153 ......................................0376 399168 Polizia Municipale Strada Statale Cisa, S. Antonio ..................................... 0376 397862 ASL - Pres. di P.to Mantovano Piazza della Pace, 5 ......................................0376 334842
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orto Mantovano conta oltre 16000 abitanti e sorge nella parte centrale del territorio provinciale, a ridosso del versante settentrionale dei laghi Superiore e di Mezzo. È compresa tra i comuni di Roverbella, San Giorgio di Mantova, Mantova, Curtatone, Rodigo, Goito e Marmirolo. STORIA Il nome risale al “Borgo” (oggi denominato Cittadella) situato sulla riva sinistra del Mincio in corrispondenza della seconda cerchia delle mura antiche. Il governo della Mantova Comunale lo considerò parte integrante della città, congiungendolo ad essa per mezzo di un mastodontico argine rivestito di mura ed edificato a mulini (Ponte dei Mulini). Il Manufatto, che venne distrutto dai bombardamenti della guerra 1940-1945, era frutto dell’ingegno di Alberto Pitentino e faceva parte di quell’insieme di opere idrauliche che circondavano Mantova. Dal punto di vista della popolazione le prime testimonianze di popolamento del territorio di Porto Mantovano risalgono al neolitico. Alcuni siti archeologici presenti nel comune testimoniano la tendenza all’insediamento lungo i percorsi fluviali che avevano finito per favorire l’attecchimento del sistema agricolo. Con l’avvento dei Gonzaga il borgo di Porto divenne sempre più efficiente e capace di servire la città anche come difesa in quanto fu dotato di muraglie e bastioni. Caduta la dinastia dei Gonzaga, Maria Teresa d’Au-
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Mantova di Borghi e di Sagre
stria provvide a rimettere in sesto sia la fortezza di Porto, sia il sistema di irrigazione a canali generati dalla Fossa di Pozzolo; ordinò la stesura di un primo catasto che fotografasse con precisione anche la situazione agricola, idrografica ed edilizia; concesse la frammentazione dei beni gonzagheschi in fondi minori e lasciò cadere nel nulla il progetto curato da Paolo Pozzo di trasformare la Favorita in ospedale. In seguito l’armata di Napoleone usò il territorio e la
LUOGHI DI INTERESSE Al margine sud-orientale di Porto si erge la Favorita: costruita da Nicolò Sebregondi fra il 1615 e il 1624, sarebbe diventata la residenza di Ferdinando Gonzaga; oggi rimane solo un terzo dell’intero complesso. Dalla Favorita, lungo strade che seguono la periferia comunale, passando attraverso quartieri di nuovo
insediamento, si arriva alla Spinosa, una delle corti mantovane meglio conservate, con il palazzo padronale, la cappella e gli edifici di servizio. L’architettura sacra è composta essenzialmente dalle parrocchiali di Sant’Antonio da Padova e della Natività.
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Favorita facendone la roccaforte del suo assedio alla città, finito con la capitolazione firmata nelle sale del palazzo Schiarino Manara (oggi Previdi). Alla fine dell’ottocento ritornò la dominazione austriaca che nel 1851 collegò Vienna tramite la ferrovia a S. Antonio. Il Comune di Porto Mantovano venne in seguito unito al Regno d’Italia nel 1866 e sempre meglio collegato al circostante territorio nazionale. I primi anni del XX secolo, poi, furono vissuti dagli abitanti di Porto, così come dalla maggior parte degli italiani e non, come anni di tensioni e ristrettezze. Negli anni ‘40 la linea corrispondente all’attuale strada statale Cisa era allora il corridoio che consentiva agli aerei da guerra di andare a bombardare Verona e il Brennero. Il 17 aprile 1946 si tennero le prime elezioni amministrative che elessero sindaco Attilio Cavallari. Gli anni successivi furono quelli della forte urbanizzazione col passaggio da un’economia agricola ad una di tipo industriale, con il conseguente esodo rurale. Si costruirono i primi condomini, si potenziò il sistema viario e si favorì l’insediamento di nuove industrie.
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Medio Mantovano
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RODIGO
NUMERI UTILI
www.comune.rodigo.mn.it comune.rodigo@pec.regione.lombardia.it
Municipio P.zza Ippolito Nievo, 3 ... 0376 84207 .............................. FAX 0376 650683 Polizia locale intercomunale ..................................... 0376 358116 Carabinieri di Gazoldo d/Ippoliti Via P. Albertoni, 13 ........ 0376 657143 Biblioteca comunale .........................................0376 684922 Emergenza medica ........................................... 800533167 Farmacia di Rodigo ......................................... 0376 650107 Farmacia di Rivalta ......................................... 0376 653143 Studi medici associati di Rivalta ......................................... 0376 681236 Ufficio turistico, Museo, Ostello di Rivalta ........ 0376 653924
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l comune di Rodigo è situato a circa 15 km da Mantova, in direzione nord-ovest, è costituito dal capoluogo, Rodigo, e dalle frazioni di Rivalta sul Mincio e Fossato. Conta 5400 abitanti e si trova sul versante destro della valle del fiume Mincio, nei pressi del Parco che tutela le attrattive di questo tipico ambiente fluviale, tra i comuni di Goito, Porto Mantovano, Curtatone, Castellucchio, Gazoldo degli Ippoliti e Ceresara. STORIA L’origine di Rodigo si situa nel secolo XI, tra il 1050 e il 1100. Il nome Rodigo deve probabilmente le sue origini al nome del fondatore ‘Roto’, ovvero ‘del popolo dei Roti’. In latino questa formula veniva scritta ‘Ro-
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Mantova di Borghi e di Sagre
dingum’, cioè ‘Roti vicus’, che per elisione e scambio di lettere si sarebbe mutato in Rodi igo, cioè ‘Luogo di Roto’. Nel paese di Rodigo si trovano diversi palazzi e ville di un certo pregio. La maggior parte di esse risale al secolo scorso o all’inizio del ‘900; la più antica, Villa Balestra, è datata fra fine Cinquecento e primo Seicento. La torre dell’orologio, di epoca sicuramente precedente, è tutto quel che resta di un castello che ne possedeva quattro, ai quattro angoli delle mura di cinta. Del ‘700 è la bella chiesa di S. Maria delle Rose. La palazzina centrale dell’Istituto Geriatrico Intercomunale è del secolo scorso, così come l’edificio municipale; sono del primo Novecento le eleganti scuole elementari e altre prestigiose ville. Sparse su tutto il territorio sorgono Ville e Corti agricole di notevoli dimensioni. Di alcune corti si ha testimonianza già nel tardo Medioevo, ma è probabile che siano ancora più antiche: corte Samafeia, corte Retenago, corte Fornace, corte Camerlenga, corte Sette Frati. Il territorio comunale di Rodigo costituiva, quasi sicuramente, un antico avamposto romano sulla via
LUOGHI DI INTERESSE Il patrimonio storico-monumentale conta il cinquecentesco palazzo Barozzi, “La Motta” una residenza patrizia di campagna, villa Varini, il palazzo comunale e la parrocchiale intitolata a Santa Maria della Rosa. A Rivalta degne di nota sono la parrocchiale dedicata ai Santi Virgilio e Donato e la Corte Sette Frati. Il territorio è completamente pianeggiante ed è attraversato, oltre che dal fiume Mincio, da tre importanti corsi d’acqua che consentono una facile irrigazione dei campi: l’Osone, il Solfero e il Goldone. Il centro abitato di Rodigo è attraversato dalla Seriola Marchionale, che nasce nei pressi di Castiglione Delle Stiviere. Dopo aver attraversato tutto il territorio comunale questi corsi d’acqua si gettano nel Mincio, che proprio in prossimità di Rivalta inizia a impaludarsi, for-
mando un ambiente di rara bellezza. Il Comune di Rodigo fa parte del consorzio del Parco del Mincio e comprende una delle zone più pregiate ed interessanti del Parco, la riserva naturale delle Valli del Mincio, una zona umida delle più grandi in Lombardia in cui la natura è tutelata e costituisce un ambiente ideale per la sosta e la nidificazione di molte specie di uccelli. Si estende per una superficie pari a 1.000 ettari, da Rivalta sul Mincio fino alle porte di Mantova (località Belfiore), ed è attraversata dal fiume Mincio e da una miriade di canali collegati tra loro e confluenti nel Lago Superiore. “Fiera di Rodigo” 20 maggio “Il Mincio in canoa” In giugno e settembre. A Pozzolo, Rivalta, Mantova “Fiera del Melone a Rodigo” Un fine settimana di giugno a rotazione
fiere ed eventi
Postumia, da cui è sfiorato. L’intero territorio divenne dominio dei Gonzaga nel 1432 e dal 1479 fu elevato al rango di Contea indipendente dal Marchesato di Mantova. Nel 1630 Rodigo venne assalito dai Lanzichenecchi che, colpirono pesantemente l’abitato, distruggendo anche il castello. Nel 1708, come conseguenza della caduta del duca Ferdinando Gonzaga, il comune entrò a far parte dell’impero austriaco. In seguito a rovinose battaglie passò, quindi, ai francesi (1796) per poi tornare all’Austria nel 1814. Nel 1859 Rodigo passò all’Italia, annesso alla provincia di Cremona, pur restando a far parte della diocesi di Mantova. Soltanto nel 1866 si riunì definitivamente a Mantova italiana.
“Festa del pesce” Primi due fine settimana di luglio, a Rivalta sul Mincio “Sagra di Rivalta” Quarta domenica di settembre “Presepe sull’acqua” Durante le festività natalizie, a Rivalta sul Mincio
Medio Mantovano
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RONCOFERRARO
NUMERI UTILI
www.comune.roncoferraro.mn.it info@comune.roncoferraro.mn.it
Municipio via Roma 11 .............. 0376 6629241 ............................ FAX 0376 6629207 Carabinieri di Roncoferraro Via Turati, 4 .................. 0376663112 Polizia Municipale ................................... 0376 6629250
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l comune di Roncoferraro conta oltre 7000 abitanti ed è situato nella parte centro-orientale del territorio provinciale, sul versante sinistro della valle del fiume Mincio, che poco dopo sfocia nel fiume Po, tra i comuni di Bigarello, Castel d’Ario, Villimpenta, Sustinente, Bagnolo San Vito, Mantova e San Giorgio di Mantova. STORIA L’insediamento umano è stato riscontrato fin dal neolitico con le terramare di Casaletto di San Martino (Governolo), nella media e tarda età del bronzo con gli insediamenti di S. Antonio, Corte Grande, Castellazzo. Il territorio fu invaso dai veneti - età del ferro - dai Galli Cenomani ma l’invasione più spettacolare fu quella degli Unni in località S. Leone Magno, dove secondo la tradizione, avvenne lo storico incontro nell’anno 452 tra Attila e Papa Leone Magno. Nel 924 gli Ungari saccheggiarono il convento e l’abbazia di S. Cassiano, che unitamente al convento di Corte S. Giovanni e l’abbazia di S. Benedetto in Polirone furono di certo propulsivi di opere di bonifica di questi territori. A sua volta attorno all’anno 1000 Matilde di Canossa fece costruire in Governolo una roccaforte con sei torri a guardia della foce del Mincio. Essendo Governolo in una posizione strategica nel 1198 l’architetto Pitentino progettò la chiusa del fiume Mincio per regolare la navigazione ed il controllo delle acque sull’unica porta di accesso per via fluviale con la città di Mantova. Nel castello soggiornò la Contessa Matilde, l’imperatore Enrico IV e più tardi Papa Pio II e la Marchesa Barbara di Brandeburgo; anche Roncoferraro a quell’epoca era dotato di un castello. Il territo-
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Mantova di Borghi e di Sagre
rio fu oggetto di contesa tra i Gonzaga ed i Visconti, in questa terra venne ferito a morte il condottiero Giovanni Dalle Bande Nere (1526); altri scontri Avvennero tra i Francesi ed i Tedeschi (1702). Alla caduta della signoria dei Gonzaga subentrarono gli Austriaci, che demolirono i castelli per ricavarne materiale per le fortificazioni di Mantova (1717). Con le guerre risorgimentali Governolo fu teatro di importanti eventi storici tra cui le vittoriose battaglie del 24 aprile e del 18 luglio 1848; in ricordo di questi avvenimenti ed in ricordo del Generale Lamarmora, l’Esercito Italiano denominò “Battaglione Governolo” un reparto di bersaglieri. LUOGHI DI INTERESSE In Roncoferraro si può osservare Corte Grande una casa padronale del 1600 e la Chiesa intitolata a San Giovanni Battista, protettore delle acque, datata 1828. In Governolo la torre Galliano fatta costruire da Matilde di Canossa, la Chiusa sul Mincio e la parrocchiale dei SS. Erasmo ed Agostino (1805) con al suo interno una pregevole tela del Borgani (incontro tra Attila e S. Leone Magno); il campanile è del 1414. In Barbasso la parrocchiale barocca dedicata a S. Pietro (1750) con al suo interno numerose tele di epoche diverse; barocca è anche Villa Veneri così come la Corte “Le Quadre” alla Garolda, ville padronali unitamente a Villa Cavriani. In Pontemerlano due esempi di residenze patrizie: Villa Isabella e Villa Reisenfeldt di elegante stile rococò. In Villa Garibaldi Villa Nuvolari (1800) ove soggiornò Giuseppe Garibaldi in visita a Giuseppe Nuvolari, capitano dei Mille nella famosa spedizione.
“Epifania, Festa della Befana” 6 gennaio. A Roncoferraro, Barbasso e Governolo
“Sagra di San Pietro” Dal 26 al 29 giugno, Barbasso
“Carnevale” 14 febbraio. A Governolo, Barbasso e Roncoferraro. A marzo a Villa Garibaldi e Castelletto Borgo
“Festa della Birra” Dal 3 al 5 luglio, Castelletto Borgo
“Sagra di San Leone” Dall’8 al 10 maggio, Governolo “Festa Avis”- 16 o 17 maggio, Roncoferraro “Festa del Pesce” - 21 e 24 maggio, Roncoferraro “Sagra di Maggio” 29 e 31 maggio, Castelletto Borgo “Festa Paesana” - 30 e 31 maggio, Barbasso “Sagra di Maggio” 1 e 2 giugno, Castelletto Borgo
“Festa della birra” Dal 10 al 12 luglio, Villa Garibaldi “Sagra di Santa Eurosia” Dal 17 al 19 luglio, Casale “Festa cinofila” 19 luglio Roncoferraro “Festa della pesina” Dal 25 al 28 luglio, Roncoferraro “Festa del saltarel” Dal 31 luglio al 3 agosto, Barbassolo “Festa d’estate” Dall’8 al 10 agosto, Villa Garibaldi
Festa Paesana - 1 e 2 giugno, Barbasso
“Festa della birra” Dal 13 al 16 agosto, Roncoferraro
“Festa dello Sport Memorial Truzzi” 2 giugno, Roncoferraro
“Fiera di Governolo” Dal 28 agosto al primo settembre, Governolo
“Festa nella scuola primaria” 6 giugno, Barbasso
“Festa dei risotti” Dal 4 al 6 settembre, Roncoferraro
“Festa Campagnola” 6 e 8 giugno Villa Garibaldi
“Festa dello sport” Dall’11 al 13 settembre, Castelletto Borgo
“Festa del riso in corte” Dal 13 al 15 giugno, Roncoferraro
“Festa dello stracotto” Dall’11 al 13 settembre, Barbassolo
“Festa dello struzzo” Dal 19 al 23 giugno, Governolo
“Festa dei sapori d’autunno” Dal 2 al 4 ottobre, Villa Garibaldi
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“Festa dei vecchi sapori” Primo Maggio a Barbassolo
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Medio Mantovano
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ROVERBELLA
NUMERI UTILI
www.comune.roverbella.mn.it roverbella.mn@legalmail.it
Municipio Via Solferino, 1 ............ 0376 691811 ............................... Fax 0376 694515 Polizia Municipale ................................... 0376 6918220 Carabinieri di Roverbella Piazza Cavour, 1 .......... 0376 694003
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overbella conta poco meno di 8500 abitanti e si estende nella parte centro-settentrionale del territorio provinciale, vicino al Parco del Ticino, al confine con la provincia di Verona (Veneto), tra i comuni di Mozzecane (VR), Nogarole Rocca (VR), Trevenzuolo (VR), Castelberforte, San Giorgio di Mantova, Porto Mantovano, Marmirolo e Valéggio sul Mincio (VR). STORIA I primi insediamenti nella zona risalgono addirittura a una ventina di secoli prima di Cristo e non mancano tracce dell’esistenza di palafitte. A questi primitivi insediamenti subentrarono stanziamenti di galli cenomani e in seguito di romani. Antiche sono anche le origini del toponimo, derivante dal fitonimo latino ROBUR, ‘rovere’, un tipo di pianta un tempo molto diffuso nella zona, come testimoniato anche dal geografo greco Strabone. Nel XV secolo si chiamò Villa Roverisbelli e successivamente Ruperbella. Nel corso del Medioevo, dopo le invasioni di unni, longobardi e franchi, il suo territorio fu al centro di continui scontri con la vicina Verona, che portarono, nel XIII secolo, alla costruzione di un castello nella località di Castiglione Mantovano, sede municipale fino al 1735. Il feudo, però, seguì ben presto le sorti di Mantova e, con i Gonzaga, si sviluppò notevolmente. Dopo essere stata, agli inizi del XIX secolo, un campo di battaglia anche per francesi e austriaci, partecipò attivamente alle vicende risorgimentali, accogliendo
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Mantova di Borghi e di Sagre
nei suoi palazzi illustri personaggi: tra questi Carlo Alberto, che (poco prima della battaglia di Custoza) ricevette la visita di Giuseppe Garibaldi, Vittorio Emanuele II e Umberto di Savoia. LUOGHI DI INTERESSE Roverbella si affaccia sulle tranquille acque della Molinella che sorniona attraversa il suo territorio abbeverandolo, in gran parte, con la ragnatela dei fossi che ne derivano. E sulla Molinella, hanno a lungo girato le pale dei mulini e delle pile, due delle quali, a Castiglione e a Canedole, le stanno ancora a cavalcioni. Fatta scavare dai Gonzaga poco dopo il 1473 per motivi d’irrigazione e, soprattutto, di forza motrice, di sicuro è stata testimone del fiorire, nel XVIII° sec.,
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Mantova di Borghi e di Sagre
“BeerItaly” Luglio, Castiglione Mantovano di Roverbella “Roverbeach” Agosto. Roverbella, ex stazione Mantova Peschiera.
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di quegli edifici signorili, comunemente chiamati ville, di cui la strada principale del capoluogo è ancora fiancheggiata e per i quali Roverbella era chiamata “la piccola Ducale”. Si tratta di Villa Custoza, recintata da una monumentale cancellata e adombrata da piante secolari; di Villa Gobio, che s’affaccia in piazza Italia, ricca un tempo di stucchi, di scaloni e di affreschi. Nella villa pernottò Napoleone Bonaparte nel 1796, dopo la battaglia di Borghetto. Ed ancora, percorrendo via Custoza, la principale, si trovano Villa Benati, quella del famoso incontro tra Garibaldi e Carlo Alberto, un tempo con vasto salone colonnato a piano terra, Villa Chauvenet appartata ed elegante in mezzo al verde e Villa Tonazzi alla quale facevano da scena introduttiva alberi secolari. Di fronte al bel palazzo municipale del XVIII sec., si trova l’attuale chiesa di Roverbella, dallo stile postbarocco, iniziata nel 1758 e dotata di significative tele. Se si percorre verso Est la statale 249 “Gardesana Orientale”, prima della stazione ferroviaria, aperta agli spazi liberi dei campi, occhieggia, tra folta vegetazione, l’ottocentesca Villa Foresti, in corte Strale. Proseguendo verso Est, attraversato l’incrocio con la
Cisa, la strada ci porta verso Canedole (così chiamato dalle canne palustri delle sue valli, poi bonificate dai benedettini) e, prima del paese, prospiciente la strada, s’incontra “La Palazzina”, villa classicheggiante ornata di statue. Poco più avanti, isolata dagli altri edifici, la chiesa di Canedole vero gioiello di architettura romantica agreste che fonda le sue radici nel lontano 1300, mentre di mezzo secolo posteriore è la sua torre campanaria, merlata alla ghibellina. Sempre a Canedole molto interessante è la “Corte Grande”, sorta nella seconda metà dell’800 su preesistenze sicuramente molto più antiche che giustificano l’irregolare distribuzione di tutto l’organismo architettonico. In questa corte, per molte generazioni, hanno travato lavoro centinaia di braccianti agricoli, di tutto il roverbellese. Da Canedole, percorrendo la strada del cimitero, si arriva a Castiglione Mantovano. E qui la storia ti viene incontro dal suo Castello fatto costruire in epoca comunale nel 1229, sull’antico “castrum romano” che diede il nome al paese. Esso rappresentò per secoli baluardo di frontiera contro i Veneti ed ora, sotto tutela governativa, del grande castello rimangono le due torri principali, i fortini di vendetta ormai nascosti da fitta vegetazione, le mura sbrecciate qua e là. A Castiglione, oltre il castello, troviamo il campaniletto in conto con le manofore del 1100, inglobato, a metà del XVIII sec. nell’attuale chiesa e non lontano, Ca’ Turchetti con un ciclo di affreschi tra cui la “Saletta degli Stemmi”. A Pellaloco, pochi km dopo Castiglione, circondata da fossato, l’antica Corte Grande sulla cui torre d’ingresso campeggia lo stemma dei marchesi Spolverini del Verme, gli antichi proprietari succeduti nel 1636, dopo la parentesi Locatelli, ad Alessandro Gonzaga, fratello del Duca Guglielmo. Un po’ fuori mano, a fianco della statale della Cisa, in Corte S. Lucia, nell’omonima località, il bel palazzo, opera di Giovan Battista Vergani, databile intorno alla metà del sec. scorso, ma con caratteristiche settecentesche, saluta con il suo superbo scalone d’ingresso a tenaglia, il visitatore che lascia il roverbellese per avviarsi verso la città.
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an Giorgio, con circa 9300 abitanti, si estende nell’Oltremincio mantovano, nella parte centroorientale del territorio provinciale, tra i comuni di Castelbelforte, Bigarello, Roncoferraro, Mantova, Porto Mantovano e Roverbella. STORIA I primi insediamenti nella zona sono anteriori all’859 d.C., quando sembra che già esistesse una chiesa intitolata a San Giorgio, con attorno un gruppo di case. Questo piccolo borgo, col tempo si sviluppò tanto da essere dotato, sul finire del X secolo, di una seconda chiesa, fatta costruire da Tedaldo di Canossa e poi trasformata nell’abbazia di San Vito. Le sue vicende
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Mantova di Borghi e di Sagre
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seguirono nel corso dei secoli quelle di Mantova, cui venne annessa agli inizi del XIX secolo, per esserne nuovamente separata nel 1816 ad opera degli austriaci. Nel corso del Medioevo il borgo, fornito di buone strutture difensive, accresciute sotto il governo dei Bonacolsi e dei Gonzaga, divenne un avamposto militare contro gli attacchi di Verona e di Ezzelino da Romano. Più volte invasa dalle truppe che assediavano Mantova, venne distrutta agli inizi del XIX secolo, durante l’invasione napoleonica. A partire dal 1925 ha visto ridursi progressivamente la sua estensione a fa-
LUOGHI DI INTERESSE Fossamana. Troviamo un suggestivo scorcio paesaggistico in Casa Spaggiari, costruzione coperta da piante rampicanti, che si affaccia sul canale Fossamana. Vicino, in posizione favorevole per lo sfruttamento delle acque, troviamo il mulino Poletti. Vi è, anche, un piccolo oratorio intitolato a San Giovanni Bono. Particolarità del luogo è Via Fuori, una costruzione in origine casino di caccia. Le corti più importanti sono Magretta e Due Santi: quest’ultima situata in una posizione particolare, che la pose sotto il tiro dei cannoni napoleonici prima e austriaci poi. Ghisiolo. La costruzione più significativa è la chiesetta della frazione, dalle linee architettoniche che rimandano alla chiesa della Madonna del Terremoto, a Mantova. Sappiamo che esisteva un edificio di culto più antico, ma nel 1880 venne demolito. Poco lontano troviamo Corte Costa Nuova e Corte Costa Vecchia, legate all’epoca dei braccianti, in questo territorio caratterizzato dalla presenza delle risaie. Sono oggi visibili gli approdi per le barche che trasportavano il riso agli impianti di lavorazione. Costa Nuova e subì danneggiamenti durante la Seconda Guerra Mondiale a causa di un bombardamento. Mottella. Vi sono numerose testimonianze del passato rimaste in questo centro: la più importante sicura-
mente è il Municipio che occupa un palazzo datato fine XVII secolo, Palazzo Sordi. Troviamo anche la Chiesetta di S. Michele, anch’essa settecentesca. Villanova de Bellis. Si trova a destra della strada Padana Inferiore: si vede ancora qualche traccia del passato, come palazzo Benedini, la Madonnina, anch’essa di ascendenze monastiche e la conte Civita. Villanova Maiardina. In questa frazione troviamo la sede della parrocchia del SS. Nome di Maria in San Giorgio di Mantova e vicaria autonoma. Si tratta di una chiesa del 1727 a pianta quadrata e vi si conserva una pregevole tela di Felice Campi: Maria bambina tra San Giuseppe e Sant’Antonio della seconda metà del ‘700.
“Festa dli Fujadi” Fine giugno, Villanova De Bellis “Festa dal Turtel” Fine agosto. La nuova unione sportiva organizza la Festa dal Turtel a Villanova de Bellis “Festa dla Psina” Fine agosto, Montella di San Giorgio di Mantova “Festa d’Autunno” Metà novembre. Centro Pertini - via Palmiro Togliatti, Mottella di San Giorgio di Mantova “Festa dla Polenta e…” Novembre. Mottella di San Giorgio di Mantova
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fiere ed eventi
vore della città, arrivando, nel 1943, ad una situazione paradossale: era passata in territorio mantovano la stessa sede municipale, allora Borgo Virgiliano; a ciò si rimediò trasferendo il municipio a Mottella.
VILLIMPENTA
NUMERI UTILI
www.comune.villimpenta.mn.it comune.villimpenta@pec.regione.lombardia.it
Municipio via Roma, 26 ............... 0376 667509 .............................. fax 0376 667509 Carabinieri stazione di Nogara, Via G. Ferrarini, 33 Nogara VR ....................................... 0442 88025 Polizia Locale Via Roma 26 ................ 0376 667508 Biblioteca Comunale “G.Rodari” ................ 0376 573004
V
illimpenta è situata immediatamente a ridosso del confine con il Veronese: infatti il comune di Sorgà (VR) giunge non più di 500 metri dal centro del paese e poco più lontano si trova il comune di Gazzo Veronese. Villimpenta confina anche con i comuni mantovani di Sustinente, Roncoferraro e Castel d’Ario. STORIA Dell’antichità di Villimpenta fa testimonianza il nome stesso con cui risulta indicato nei più remoti documenti storici e nell’antica cartografia: Villa Picta. Si tratta evidentemente di un nome latino, attestazione
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Mantova di Borghi e di Sagre
di un antico borgo romano, comprendente probabilmente una abitazione patrizia decorata di affreschi. Ma una vita attiva ben più remota si desume da numerosi ritrovamenti archeologici del Neolitico e dell’Età del Bronzo, soprattutto nella parte Sud/Est del comune, in adiacenza con analoghi ritrovamenti in territorio di Gazzo Veronese. Il paese ha seguito le vicende di tutta la zona: un periodo etrusco – un periodo romano, dalla repubblicana provincia Cisalpina all’Impero – un periodo caratterizzato dalle dominazioni barbariche ostrogota e longobarda – la successiva comprensione nel primo Regno d’Italia (Sacro Romano Impero carolingio). Con l’Alto Medioevo il paese entra nella giurisdizione civico-religiosa dell’Abbazia di san Zeno di Verona, sia nell’ambito dei feudi della contessa Matilde di Canossa, sia legato alle signorie veronesi, soprattutto degli Scaligeri. Ne è evidente testimonianza l’emblematico castello. Il passaggio politico del paese ai Gonzaga di Mantova avviene nel 1391, con una specie di compravendita. Da allora in poi Villimpenta rimane legata alle sorti storiche del mantovano: nel ducato Gonzaga fino al 1708 – sotto la sovranità austriaca fino al 1797 – nel periodo “napoleonico” successivamente nella Repubblica Cisalpina, poi Repubblica Italiana, poi Regno d’Italia, dal 1797 al 1814 – ritorno all’Austria del Regno Lombardo Veneto fino al 1866, quando con la Terza Guerra d’indipendenza, entra a far parte del Regno d’Italia, che il Referendum del 2 Giugno 1946 trasforma nell’attuale
“Epifania” 6 gennaio. Accensione grande “Buriolò” con distribuzione gratuita ceci e vin brulè “Carnevale Villimpentese” Febbraio/Marzo. Sfilata di carri allegorici, distribuzione gratuita risotto e dolci di carnevale “Festa del Risotto” Prime tre settimane di giugno. Si tratta dell’evento principe che caratterizza Villimpenta. Essa fu promossa ed organizzata inizialmente negli anni ‘50. Nel 2015 si terrà la 69ª edizione “Fiera di luglio” Dal sabato al martedì della 2ª domenica di luglio. Luna Park, bancarelle, tombola del martedì e chiusura con grandiso spettacolo pirotecnico, nel 2014 è stata celebrata la 140ª edizione “Festa di San Michele” 29 settembre. Festa patronale “Castagnata” La domenica più vicina all’11 novembre, con distribuzione gratuita nella piazza del paese di caldarroste e vin brulè
Medio Mantovano
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fiere ed eventi
Repubblica Italiana. LUOGHI DI INTERESSE Il Castello, che pare esistesse già nel 1047 faceva parte di un sistema difensivo che andava dal Mincio al Po. Francesco Gonzaga lo acquistò dai Visconti nel 1391. L’attuale castello risale alla ristrutturazione scaligera del XIV secolo. Usato nelle discordie di confine, cambiò più volte giurisdizione tra Verona e Mantova. Molte ed importanti modifiche risalgono sicuramente al possesso mantovano che durò con continuità dal 1408 al XVIII secolo. Il castello è stato acquistato dal Comune di Villimpenta nell’anno 2003 e successivamente è stato sottoposto ad una consistente opera di restauro terminata nel 2013. La Chiesa Parrocchiale è dedicata a due patroni San Michele Arcangelo e Sant’Andrea Apostolo. Essa è derivata da due successive ricostruzioni: ad un primitivo oratorio si sovrappose, verso il 1476, la prima parrocchiale, col patrocinio dei Gonzaga – una seconda e definitiva ricostruzione avviene rapidamente a partire dal 1675, compreso il bel campanile. Ammirabile, all’interno, il complesso architettonicoscultoreo dell’altare maggiore e degne di nota le tele alle pareti e sugli altari laterali. La casa seicentesca Francioli, già Galilea, angelici e Nuvolari, legata alle vicende risorgimentali dei due patrioti Giovanni Nuvolari e Carlo Francioli. Annesso all’abitazione è un museo privato di cimeli dei due patrioti e di attrezzi agricoli d’altri tempi. E’ proprio a lato della parrocchiale.
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Alto Mantovano Alto Mantovano
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ACQUANEGRA SUL CHIESE
NUMERI UTILI
www.comune.acquanegra.mn.it acquanegrasulchiese.mn@legalmail.it
Municipio piazza XXV Aprile 1 .... 0376 796749 ............................... fax 0376 790049 Carabinieri Comando Stazione Acquanegra Sul Chiese, Via Bellini, 318 ....................................... 0376 79102 Pronto intervento ..................................................... 112 Pronto soccorso di Asola ..................................... 0376 721215
A
cquanegra sul Chiese conta poco meno di 3000 abitanti ed è situata nell’angolo nordest della provincia di Mantova, formato dai due fiumi Oglio e Chiese, alla distanza di circa due chilometri dalla loro confluenza. Mariana Mantovana, Redondesco, Marcaria, Bozzolo, Calvatone (CR), Canneto sull’Oglio e Asola sono i comuni limitrofi. STORIA Fino al IX – X secolo Acquanegra era, con tutta probabilità, un piccolo villaggio posto più a nord dell’attuale abitato, in zona più asciutta e di scarsa rilevanza sociale, lontano dalla via Postumia, lungo la quale al contrario si trovavano centri di primaria importanza. La svolta decisiva avviene proprio in quel periodo con l’arrivo dei benedettini e la fondazione del Monastero di San Tommaso “apud Acquae Nigrae” ovvero vicino ad Acquanegra e soprattutto a breve distanza dalle principali vie di comunicazione dell’epoca rappresentate dai fiumi. Come nella loro indole e secondo la celeberrima regola “ora et labora” i monaci iniziarono una colossale opera di bonifica agraria realizzando una rete di canali intercomunicanti per il drenaggio del terreno e probabilmente le prime rudimentali ma efficaci opere di difesa idraulica. Vennero così in possesso del primo nucleo di fertili terreni corrispondenti all’antica palude e grazie an-
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Mantova di Borghi e di Sagre
che a ingenti donazioni, i benedettini di Acquanegra diventarono una potenza economica, arrivando a gestire un territorio molto esteso, comprendente oltre che il Comune di Acquanegra anche porzioni di Canneto, Calvatone e Redondesco, dove sono ancora oggi presenti diverse Pievi romaniche. A metà del 1400 l’Abbazia di San Tommaso venne trasformata in una golosa Commenda cardinalizia ad appannaggio prima degli ecclesiastici delle famiglie patrizie romane e successivamente di quelli dei Gonzaga di Mantova. Finita l’epoca dell’Abbazia, con il subentro della Comunità, inizia una nuova fase di gestione del territorio e conseguentemente delle acque. La Comunità acquanegrese acquistò dalla Comunità di Asola alcuni terreni, nella zona della risorgiva nel 1428 e si diede inizio allo scavo del canale detto “Seriola” e alla costruzione dello sbarramento e dell’opera di presa nel fiume detto “la Chiusa”. Successivamente gli asolani pretesero il pagamento di un ingente canone annuale per lo sfruttamento della preziosa risorsa idrica nel loro territorio. Ovvio il rifiuto degli acquanegresi, che si trasformò in scontro aperto quando gli asolani scoprirono l’esistenza del Decreto di concessione, del 22.06.1533, da parte del Doge di Venezia, Andrea Gritti, ottenuto dagli acquanegresi direttamente presso la sede della Serenissima, che sarà, poi, con-
LUOGHI DI INTERESSE Il principale monumento di Acquanegra è la Chiesa di San Tommaso Apostolo (ex chiesa dell’abbazia benedettina). La chiesa, che attualmente ha la funzione di parrocchiale, non esageratamente maestosa e adornata, è raccolta e devota, solida, a tre navate, con un’ampiezza per la popolazione più che sufficiente. La torre campanaria che s’innalza aderente a questa chiesa verso nord è invece un bel monumento tardo-medievale o rinascimentale. L’edificio sacro è quanto attualmente rimane dell’abbazia benedettina di San Tommaso Apostolo, di origine medievale, che
probabilmente dipendeva direttamente dall’Abbazia di Leno. Un luogo di grande interesse naturalistico è la riserva naturale orientata Le Bine, un’area naturale protetta sita tra le province di Cremona e Mantova e inserita nel Parco dell’Oglio Sud. Attualmente nell’area gravitano tre soggetti: la proprietà, il WWF con politiche di conservazione, studio e attività didattica, ed un’azienda agricola che promuove un’attività agrituristica ed un’agricoltura biocompatibile. Tutto ciò ne fa dell’oasi la più sviluppata tra le riserve della Provincia di Cremona e Mantova per quanto riguarda la fruizione sostenibile.
“La maialatura” 31 gennaio. Manifestazione enogastronomica e culturale dedicata alla cultura della macellazione del maiale
fiere ed eventi
fermato anche dal Doge Luigi Mocenigo, con Decreto del 17 dicembre 1572. Iniziò una contesa fra le due vicine Comunità, feroce e profonda, che coinvolgeva due Stati: da un lato la Repubblica di Venezia per Asola e dall’altro il Ducato di Mantova per Acquanegra. Oggetto del contendere non era più la realizzazione dell’opera, perché già concessa da entrambi gli Stati per quanto di loro competenza, ma la quantificazione del tributo dovuto agli asolani da parte degli acquanegresi per lo sfruttamento del fiume Chiese nel loro territorio. La contesa in più episodi sfociò anche nella guerriglia fra le due popolazioni e in episodi di vandalismo sulle opere di presa o sullo sbarramento, tanto da giustificare la presenza di un guardiano sul posto, dipendente dal Comune di Acquanegra fino ai giorni nostri.
“Tra sapori e desideri” 10 agosto. Manifestazione enogastronomica e culturale ospitata in una cascina del territorio “Sagra di San Fortunato” Dal 15 al 20 ottobre, con manifestazioni culturali, enogastronomiche e sportive
Alto Mantovano
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ASOLA
NUMERI UTILI
www.comune.asola.mn.it comuneasola@legalmail.it
Municipio p.zza XX Settembre 1 ...0376 733011 Polizia Locale .............0376 733030 Carabinieri, Caserma P.zza Marconi ............... 0376 710179 Ospedale Civile di Asola P.zza 80° Fanteria ............. 0376 7211 Servizio sanitario urgenza ed emergenza ...........................118 Pronto soccorso.........0376 721215
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dagiata sulla sponda sinistra del Chiese, nella parte centro-occidentale della provincia, a confine con quella di Brescia, Asola conta oltre 10000 abitanti ed è circondata da Casaloldo, Piubega, Mariana Mantovana, Acquanegra sul Chiese, Canneto sull’Oglio, Fiesse (BS), Remedello (BS), Casalmoro, Castel Goffredo e Casalromano.
no a cui rimarrà legata anche nel 1814 con l’annessione al dominio austriaco. Attiva anche durante le vicende risorgimentali, lotta per l’indipendenza nazionale con l’impegno di patrioti come Don Ottaviano Daina e Francesco Fario. Nel 1859 viene liberata e annessa al Regno di Piemonte.
STORIA Asola sorge in un’area frequentata sin dai tempi preistorici, come testimoniano i reperti conservati nel locale museo. Sporadici risultano invece i rinvenimenti dell’età del ferro, periodo caratterizzato dallo stanziamento nel territorio di popolazioni celtiche. Successivamente la zona è interessata dall’occupazione romana, intorno al II e I secolo a. C., attestata soprattutto da monumenti e corredi funerari. Negli anni finali del Medioevo, intorno al XII e XIII secolo, con la propria rocca fortificata rientra nella giurisdizione comitale di Brescia controllata dai Visconti, nel 1348 passa al dominio dei Malatesta e poi ancora dei Veneziani e di seguito dei Gonzaga. Nel 1440 decide di assoggettarsi liberamente alla Serenissima divenendo una fortezza di confine estremamente importante per il controllo della terraferma da parte della Repubblica marinara. Asola resterà sotto il controllo di Venezia fino all’arrivo delle truppe napoleoniche nel 1797. L’arrivo dei Francesi segna quindi il ritorno al territorio mantova-
LUOGHI DI INTERESSE II Museo civico “Goffredo Bellini” nasce nei primi anni Venti del secolo scorso ad opera di Goffredo Bellini, collezionista, ricercatore, appassionato di storia locale, che tra la fine dell’800 e i primi decenni del secolo raduna reperti archeologici e cimeli di guerra, opere grafiche e pittoriche e libri antichi, documenti e autografi e oggetti d’arte sacra, creando nel tempo una vera e propria collezione, divisa in numerose sezioni che spaziano dall’archeologia all’arte, dalla storia militare alle scienze naturalistiche. Il Museo parrocchiale “Giovanni Battista Tosio” è intitolato all’abate commendatario dal 1665 al 1705. Il percorso, in un’unica sala, vede l’esposizione di arredi, statue lignee, quadri, oggettistica di oreficeria sacra e paramenti liturgici. L’Archivio Storico Comunale, consistente e di pregio, è quanto oggi resta della memoria di Asola: una raccolta di pergamene (1401-1719) e una serie di registri appartenenti al periodo veneto (registri delle provvisioni, dei privilegi; gli statuti comunali; gli atti della
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Mantova di Borghi e di Sagre
cancelleria del provveditore; i resoconti delle spese, dei crediti; gli estimi). Il Teatro sociale è sorto negli ultimi anni del XIX secolo sui resti dell’antica chiesa di S. Erasmo distrutta intorno al 1564. L’edificio, inaugurato nel 1891, presenta una facciata tardo- neoclassica e elementi statuari raffiguranti maschere della commedia dell’arte sulla cornice di gronda. La Cattedrale di S. Andrea è la chiesa principale, dedicata all’Assunta e a Sant’Andrea. Ricostruita a partire dal 1472 sulla base di una più piccola chiesa
gotica eretta nel 1300, l’architetto Guglielmo Cremonese la terminò nel 1514. Del più antico edificio sopravvivono il campanile e l’abside. Notevoli sono la monofora laterale e l’oculo asimmetrico che la sovrasta. La facciata è in parte nascosta dalle vie circostanti. Le forme architettoniche rappresentano un tipico esempio del tardogotico lombardo. Tra i principali Palazzi di Asola per interesse artistico si segnalano il Palazzo Municipale, il Palazzo Monte Pegni, Palazzo Terzi e Palazzo Beffa Negrini.
“Falo’ di S. Antonio” 17 gennaio, frazioni di Asola
“Festa di San Rocco” metà agosto, piazza mangeri
“Festa del Patrono S. Giovanni Crisostomo” 27 gennaio
“Festa di san Luigi” Primo week end di settembre, pizza XX Settembre
“Mostra nel Verde” 1 maggio, viale Brescia – zona scuole elementari “Notte Bianca” Metà luglio, vie del centro storico di Asola “Festa della birra: waiting for the summer” Ultimo week end di giugno – primo week end di luglio, parco scuole elementari di Asola “Sagra di santa Margherita” Metà luglio, frazione Castelnuovo di Asola
“Antica fiera dei morti” 1/2 novembre, via del centro storico, piazza XX Settembre, piazza Mangeri
fiere ed eventi
“Carnevale dei bambini” Febbraio/marzo, piazza XX Settembre
“Presepe Vivente” Metà dicembre “Mercatino dell’antiquariato” Terza domenica di ogni mese, piazza XX Settembre “Mercato Contadino” Ogni mercoledì dalle 8.00 alle 13.00
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CANNETO SULL’OGLIO
NUMERI UTILI
www.comune.canneto.mn.it cannetosulloglio.mn@legalmail.it
Municipio Piazza Matteotti 1 ......................................0376 717000 ...............................Fax 0376 724010 Polizia Municipale ......................................0376 717012 Carabinieri Comando di Canneto sull’Oglio, Viale Europa, 34 ........................................0376 70137
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on i suoi 4.558 abitanti, Canneto è situata nella zona centro-occidentale della provincia, a confine con quella di Cremona. Si trova sulla sponda sinistra dell’Oglio, alla confluenza del Chiese, ed è circondata dai comuni di Asola, Acquanegra sul Chiese, Calvatone (CR), Piadena (CR), Drizzona (CR), Isola Dovarese (CR) e Casalromano. STORIA Posto sulla riva sinistra dell’Oglio, Canneto sull’Oglio deriva il proprio nome dalla ricca vegetazione di canne palustri che un tempo ricoprivano il territorio verso il fiume. Conserva edifici religiosi e civili di notevole interesse storico-artistico, a testimonianza dell’importanza e della ricchezza che Canneto ha avuto nei secoli, terra di confine tra i domini dei Gonzaga e della
Serenissima. L’economia del paese è stata caratterizzata da 2 principali settori produttivi: il vivaio e l’industria del giocattolo. La tradizione vivaistica ha radici profonde nella storia economica e sociale del paese: fin dal XVIII secolo Canneto era conosciuto per la produzione di gelsi da trapianto. A partire dalla metà dell’800 le colture si sono diversificate ed i gelsi sono stati sostituiti da altre specie e varietà di piante. Oggi, i produttori locali esportano le loro piante in tutta Europa e sul territorio operano svariate aziende, d’ogni dimensione. Parallelamente allo sviluppo del vivaismo, nasce a Canneto, intorno al 1880, la prima industria italiana di bambole, la Furga, fondata da Luigi Furga Gornini. Accanto alla grande industria “madre” nacquero numerose altre fabbriche di bambole e giocattoli, facendo di Canneto, dall’immediato dopoguerra ai primi anni ’70, uno dei distretti industriali più importanti del settore a livello europeo. Ma la crisi della bambola tradizionale e gli elevati costi di produzione hanno prima decimato il numero degli addetti e poi portato alla definitiva chiusura di tutti i centri produttivi. LUOGHI DI INTERESSE Tra i monumenti più importanti vanno segnalati: la parrocchiale dedicata a Sant’Antonio Abate (di costruzione trecentesca); la chiesa di San Michele (risalente al X secolo); la chiesa della Pieva (in stile barocco); l’ottocentesco teatro sociale.
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Mantova di Borghi e di Sagre
“Borsa Scambio del giocattolo d’epoca e di modernariato” Ultima domenica di settembre. Nella suggestiva cornice di P.zza Gramsci (zona Museo Civico). Storica kermesse che propone ogni anno una variopinta esposizione di giocattoli, sempre diversi, curiosi e ricercati
“Il Rito della Stella – Seguendo la Cometa” 5 e 6 gennaio. Antica tradizione dei Magi in corteo in costume che sfilano per le vie del paese accompagnati da un gruppo di pastori che suonano brani natalizi popolari “Festa di Sant’Antonio Abate” 17 gennaio. Santa Messa solenne e benedizione degli attrezzi agricoli
“Fiera d’ottobre” Primo fine settimana di ottobre. Luna park, bancarelle, mostre
“Festa patronale Santi Fabiano e Sebastiano” 20 gennaio. Santa messa solenne con benedizione del pane e processione. Tradizionale concerto del Complesso Bandistico Cannetese presso il Teatro Comunale “Mauro Pagano” ore 20.45
Stagione Teatrale del Teatro Comunale “Mauro Pagano” Da novembre a marzo
“Compleanno della biblioteca” Terzo fine settimana di maggio: appuntamenti per adulti (venerdì sera) e bambini (sabato pomeriggio) presso la biblioteca “Enzo Favalli”
fiere ed eventi
Mercatino di primavera “Hobbistica & Co” Seconda domenica di aprile. Piazza Matteotti – via Garibaldi. Dalle ore 10 del mattino e per tutta la giornata, rassegna di espositori che coltivano la passione dell’hobbistica nei più svariati campi
“Fiaccolata e falò” 24/25 dicembre. Il rito della fiaccolata si svolge prima della Messa di mezzanotte con numerosi gruppi di persone che, partendo da punti prestabiliti, convergono in P.zza Gramsci dove arde un grande falò nel quale tutti i partecipanti, in segno di unità del paese, gettano la propria fiaccola. Qui si eseguono tradizionali musiche natalizie Segue la tradizionale notte di Natale al suono dell’amata ed attesa “Pastorella cannetese”: nella notte di Natale gruppi di musicisti del Complesso Bandistico Cannetese continuano la plurisecolare tradizione di annunciare la venuta del Messia con il brano natalizio tipico cannetese lungo le vie del paese sino all’alba
“Festa del Luartis” Terza domenica di maggio Festa del germoglio del luppolo selvatico, base di squisite ricette. Occasione di riscoperta delle origini e delle tradizioni del luogo. Biciclettata
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Alto Mantovano
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CASALMORO
NUMERI UTILI
www.comune.casalmoro.mn.it casalmoro.mn@legalmail.it
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asalmoro è un comune di circa 2.200 abitanti del distretto asolano confinate con la provincia di Brescia e con i comuni di Castel Goffredo, Asola, Remedello (BS) e Acquafredda (BS) Il territorio è contrassegnato da numerosi corsi d’acqua naturali ed artificiali: a ovest scorre il Chiese che, alimentato dalle risorgive, si presenta particolarmente limpido; a est, in parallelo alla SS343 Brescia/Parma, scorre la fossa Magna, canale di epoca viscontea che fissava il confine tra i territori appartenenti ai si-
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio Via Pietro Nenni 33 ..................................... 0376 736311 .............................. FAX 0376 737485 Polizia Municipale ......................................0376 736316
gnori di Milano e quelli della Repubblica di Venezia; un altro canale, la Seriosa de Molino, attraversa l’abitato prima della confluenza nel Chiese. STORIA Come altre borgate limitrofe (Castelnuovo, Casaloldo, Casalromano) anche Casalmoro ha origini romane. Il Mangini le difinisce Mansio, cioè luogo per alloggiar la gente d’armi. Raggiungendo con lo scorrere del tempo l’era cristiana, si delinea con sempre maggior precisione accanto all’elemento civile la condizione ecclesiastica di Casalmoro soggetto ora al vescovato di Mantova, ora a quello di Brescia e successivamente parte integrante della Commenda Asolana. In epoca medievale, con l’alternarsi del dominio della signoria milanese, mantovana e veneziana, il comune di Casalmoro (l’attuale denominazione risale al 1192) fu direttamente coinvolto nelle aspre lotte tra guelfi e ghibellini, schierandosi a favore di quest’ultimi. Per ritorsione, nel XIV secolo fu saccheggiato e dato alle fiamme dalla parte guelfa di Asola. Nel 1438 un trattato di pace tra i visconti di Milano e i Gonzaga, alleati alla Serenissima assegnò definitivamente il territorio ai marchesi di Mantova. Risalgono a questo tormentato periodo di guerre e carestie, la Rocca Militare originariamente delimitata da un fossato denominata “Casotto”, la costruzione del Castello anch’esso circondato da un fossato di cui resta ampia memoria nella denominazione della via principale del paese,
LUOGHI DI INTERESSE Le testimonianze più interessanti sotto il profilo storico-artistico sono la parrocchiale, intitolata a Santo Stefano, e il santuario della Madonna del Dosso (entrambi del XVIII secolo). Per l’architettura civile, invece, si conservano ancora il “Casotto dei Visconti” e una residenza del ‘600. Dal punto di vista economico ha subito un’evoluzione che ha portato alla scomparsa dell’allevamento del baco da seta e della coltivazione del lino, che fino al secolo XIX costituivano un’importante fonte di reddito.
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“Festa della Madonna del Dosso” 21 novembre. La Madonna del Dosso è la festa più importante per i cittadini di Casalmoro e viene festeggiata, da almeno due secoli, ogni 21 novembre, secondo riti e regole non scritte che si tramandano ininterrottamente di generazione in generazione. Il tratto caratteristico della festa è la pratica dell’esplosione dei mortaretti: grossi tronchi conici in metallo pesante riempiti di polvere da sparo. I primi botti vengono esplosi il pomeriggio della vigilia (alle 16.30); ulteriori deflagrazioni precedono le celebrazioni della giornata ed evidenziano con forza i momenti salienti della liturgia, con una manifestazione al limite tra sacro e profano. La sagra di Casalmoro viene ancora definita la Pollastrella, denominazione antica caduta in progressivo disuso, che probabilmente trova spiegazione, oltre che nella leggenda legata alla festa del paese, nel menù tipico del tempo (minestra con i fegatini, pollo o cappone – i migliori, allevati e risparmiati per l’occasione più importante dell’anno - in genere ripieni e abbinati al cotechino con le verze, bussolano o torta sbrisolona).
fiere ed eventi
ma soprattutto la realizzazione nella seconda metà del XIV secolo ad opera di Barnabò Visconti della Fossa Magna, che traendo le sue acque a nord-est di Carpendolo, scorre attraverso l’abitato di Acquafredda e Casalmoro per raggiungere Asola. Le condizioni materiali e lo stato spirituale della comunità di Casalmoro in quei tempi emergono nitide dalle Historie del Mangini, contrassegnate dall’insopportabile pressione fiscale, dalle distruzioni e dalle rapine provocate dagli eventi bellici, dallo scorrere delle soldatesche (particolarmente rovinoso, da questo punto di vista, fu il passaggio a Casalmoro delle truppe mercenarie francesi inviate dai Gonzaga nel 1509) e nell’infuriare delle pestilenze (tristemente famosa la peste che tra il finire del XIV e i primi anni del secolo successivo falcidiò la popolazione). Nei secoli successivi, Casalmoro segue le sorti poco propizie del piccolo ducato gonzaghesco, in lotta per la sopravvivenza fino all’avvento di Napoleone.
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Municipio via Roma 8......................0376 732111 ................................FAX 0376 748839 Biblioteca ......................0376 74639 Polizia Municipale: ...0376 732182 Carabinieri Gazoldo D/Ippoliti via Albertoni, 13 ........... 0376 657143 .................................FAX 0376657983 Carabinieri Piubega via Roma, 9 ....................0376 655135 .................................FAX 0376 655705
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asaloldo con i suoi oltre 2500 abitanti sorge nella parte centro-occidentale della provincia mantovana, nella pianura delimitata dai fiumi Chiese e Oglio. Confina con i comuni di Ceresara, Piubega, Asola e Castel Goffredo. STORIA Nonostante nel territorio di Casaloldo siano emerse tracce di vita preistorica neolitica, è l’epoca romana quella che ha lasciato i reperti archeologici più interessanti: una pregevole applique bronzea a soggetto mitriaco databile attorno al I sec. d.C. e un balsamario in argento e oro a maschere teatrali sempre di età imperiale rappresentano oggi il vanto del Museo Archeologico di Mantova. Dal IX al XIII sec. d.C. Casaloldo unisce le sue fortune a quelle di una importante famiglia: i Conti Longhi da Casalalto o Casalodi, da cui probabilmente deriva il nome. Sappiamo infatti che Casaloldo, in origine, si chiamava Casalto, Casale Alto (Casalis Altis), Casalzucco o anche Casalatto. Il nome del casato si incontra però ufficialmente solo nel 964 allorché Ermengarda, moglie di Corrado da Verona lascia un legato per una cappella da erigersi in “Locus Dicituri Casalis Altis”. Non è semplice stabilire l’origine della famiglia Longhi, ma è assodato che fu la famiglia più potente tra quelle dei conti rurali stanziati nel territorio tra Cremona, Mantova, Brescia e Verona. Ne è prova il fatto che il castello dei Casalodi, che le cronache ricordano
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Mantova di Borghi e di Sagre
di disegno stupendo e di ottima costruzione, nell’anno 1214 era tanto poderoso per mezzi e per soldati da aspirare persino alla conquista di Brescia. Nel 1269 viveva a Mantova Pinamonte da Bonacolsi, uomo scaltro, che puntando al governo della città, prima utilizzò i Casalodi per farsi eleggere rettore, poi si liberò di loro, facendo insorgere il popolo con false accuse e facendosi nominare capitano e reggitore assoluto di Mantova. Confiscò quindi tutti i beni dei Casalodi a vantaggio della propria famiglia. Nel secolo XIV Casaloldo passò a far parte della “Quadra” di Asola, prima con i Gonzaga e poi con la Serenissima Repubblica di Venezia. Sorgendo in posizione strategica, il borgo dovette trascorrere un lungo periodo di inquietudini finendo di volta in volta sotto Brescia, sotto Mantova ed infine ancora sotto il distretto veneto. Il 1509 fu un anno memorabile per Casaloldo. I Gonzaga, marchesi di Mantova, avevano sempre desiderato il possesso di Casaloldo e, nel maggio 1509, decisero di sferrare un poderoso attacco al borgo. Il Provveditore Veneto di Asola però, avvertito in tempo, inviò sul posto 600 cavalieri tra i più esperti. La battaglia durò ore e si svolse a Sant’Emiliano, dove oggi è allocato il cimitero. Così, mentre gli asolani affrontavano le truppe dei Gonzaga, i contadini di Casaloldo con picchi, tridenti e falcetti li strinsero alle spalle, costringendoli alla ritirata. Mantova lasciò sul terreno morti, feriti, prigionieri, 4 pezzi d’artiglieria di bronzo, archibugi e munizioni. La battaglia è ricordata nel grande quadro
“Festa del Buriel” 17 gennaio. Per la Chiesa cattolica il 17 gennaio è tradizionalmente legato alla festa di S. Antonio Abate, patrono dei contadini e degli allevatori e protettore degli animali domestici. Gli agricoltori del territorio organizzano un grande falò (“buriel” nel dialetto locale), con degustazione di prodotti tipici “Festa patronale” 10 maggio. Festa dedicata ai Santi Gordiano ed Epimaco, momento importante di incontro e di nuove esperienze di gioco, sport e spettacolo specialmente per i più piccoli “Festa dell’Avis” Prima settimana di luglio. Buona musica e ottima cucina tradizionale
LUOGHI DI INTERESSE Ai resti della torre medievale, che riporta su una lapide i versi danteschi, vanno aggiunte la parrocchiale di Santa Maria Assunta (risalente al ‘700) e la chiesa dei Disciplini bianchi (in seguito ristrutturata ed adattata ad oratorio), già esistente nel XVI secolo, quando era tenuta da un centinaio di laici, abbigliati con un saio bianco. L’architettura civile è rappresentata dal monumento del capoluogo comunale e dalla corte di S. Gerolamo, una villa settecentesca di stampo veneto, ristrutturata in tempi successivi.
“Festa conclusiva del CRES” Il CRES inizia a giugno, alla fine della scuola, e si protrae per tutto il mese di luglio offrendo un ricco programma di gite, attività ludiche, motorie e laboratoriali. Si conclude con una grande cena dove i bambini e i ragazzi si esibiscono in varie performance “Sagra del Molinello” Primo lunedì di agosto, presso l’omonima frazione. La ricorrenza vanta una lunghissima tradizione e viene festeggiata da oltre 150 anni “Sagra dedicata a San Luigi Gonzaga” Ultima domenica di ottobre. La Sagra dedicata a San Luigi Gonzaga nasce come mercato agricolo a cui si è progressivamente aggiunta la connotazione religiosa
Alto Mantovano
fiere ed eventi
custodito nella chiesa parrocchiale, copia settecentesca dell’originale oggi in Palazzo Ducale a Venezia. Nel 1629 venne dato l’ordine di dare la “caccia ai luridi Alemanni” che portavano con infiltrazioni isolate la peste tra la popolazione. Ai Lanzichenecchi è dovuta infatti l’epidemia che decimò gli abitanti di Casaloldo che vennero sepolti in enormi fosse comuni nei campi intorno al paese. In loro suffragio si eresse una cappella proprio in quella zona, oggi conosciuta come Cappella dei Morti del Crocione, facendo riferimento alla grande croce in pietra posta all’interno.
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CASALROMANO
NUMERI UTILI
casalromano.mn@legalmail.it www.comune.casalromano.mn.it
Municipio piazza Cesare Battisti, 9 ..................................... 0376 714311 .................................FAX 0376 76460 Farmacia via IV Novembre.............0376 76238 Carabinieri Asola, Piazzale dei Mille, 1 .....0376 710179 Ospedale “Carlo Poma” Via Cremona.................0376 712196
on poco più di 1500 abitanti Casalromano è il paese più occidentale della provincia di Mantova, distante circa quarantadue chilometri ad ovest dal capoluogo. Situata presso la confluenza dei fiumi Chiese ed Oglio a confine con quelle di Brescia e Cremona, circondate da Asola, Canneto sull’Oglio, Isola Dovarese (CR), Volongo (CR) e Fiesse (BS). STORIA Il Comune di Casalromano, posto nell’estrema propaggine occidentale dell’area mantovana definita dall’altopiano tra Mincio ed Oglio, nel cuore della pianura Padana, ha conosciuto fin dai tempi più antichi la presenza di insediamenti umani testimoniati dal ritrovamento di reperti risalenti al periodo neolitico superiore. Dal turbine delle vicende altomedievali che vedono il contrapporsi del Comune di Brescia ai conti rurali, Casalromano emerge per la prima volta in un documento del 1009. Da sempre gravitante nell’orbita bresciana, a partire dall’anno 1335, al tempo di Luigi Gonzaga, 1° capitano perpetuo di Mantova, Casalromano, gradualmente e non senza contrasto tra le dominazioni confinanti, passa, con Fontanella e le altre terre della quadra di Canneto, al Mantovano, mediante patti di spontanea dedizione con la signoria gonzaghesca. Con la fine dei Gonzaga nel 1708, Casalromano e Fontanella vennero conservati dai nuovi dominanti,
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Mantova di Borghi e di Sagre
nell’ambito della Lombardia austriaca, fra i paesi del Ducato di Mantova. Il 25 settembre del 1804 nasce a Fontanella don Bartolomeo Grazioli che segna una pagina importante nella storia di questo piccolo abitato (ne cambia addirittura il toponimo che da Fontanella Mantovana diventerà Fontanella Grazioli) e nella storia risorgimentale della provincia mantovana. Di origini modeste e parroco esemplare, dedito al bene comune e alla difesa dei più deboli, verrà arrestato nel 1852 insieme a molti altri preti “liberali”, accusati di cospirazione contro lo Stato austriaco e tradotto nelle carceri del castello di S. Giorgio. Imponente fu la mobilitazione dei mantovani per salvargli la vita: domande di grazia a Verona, suppliche a Vienna non impedirono, comunque, il 3 marzo 1853 il triste viaggio verso l’esecuzione insieme con Tito Speri e Carlo Montanari. LUOGHI DI INTERESSE I monumenti più rappresentativi dal punto di vista artistico sono la parrocchiale di San Giovanni Evangelista, costruita nella seconda metà del ‘700, la chiesa di Sant’Apollonio e il novecentesco palazzo del municipio.
“Sagra del Paese” Quarta domenica di settembre
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CASTEL GOFFREDO
NUMERI UTILI
www.comune.castelgoffredo.mn.it comunedicastelgoffredo.mn@legalmail.it
Municipio Piazza G. Mazzini 1 ..........0376 7771 ............................... Fax 0376 777227 Polizia Municipale ...0376 770437 Pronto Soccorso .....................118 Pronto Intervento ..................113 Carabinieri: ...............................112 Carabinieri caserma, Viale Montegrappa ......0376 770315
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astel Goffredo sorge nella zona nord-occidentale della provincia, al confine con quella di Brescia, tra i comuni di Castiglione delle Stiviere, Medole, Ceresara, Casaloldo, Asola, Casalmoro, Acquafredda (BS) e Carpenedolo (BS). Con oltre 12 400 abitanti è il settimo comune più popoloso della provincia. È noto anche come la “città della calza” per la presenza di numerose industrie di calzetteria maschile e soprattutto femminile. STORIA Il territorio di Castel Goffredo è stato abitato fin dalla preistoria e vasti sono gli insediamenti dell’età del bronzo (1800-1200 a.C.). Importanti ceramiche, ora conservate presso il Museo Civico di Padova, indicano una presenza etrusca, mentre numerosi sono gli insediamenti di epoca romana e la stessa impronta urbanistica di Castel Goffredo è ascrivibile a questo periodo storico. Un bassorilievo longobardo del VIIVIII secolo, custodito presso l’Oratorio di San Michele, è il più antico segno della presenza cristiana in questa comunità. In età carolingia Castel Goffredo appartiene alla contea di Brescia. Terra di confine tra il bresciano, alla cui diocesi apparteneva, e il mantovano, si dona spontaneamente al Comune di Mantova, e quindi ai Gonzaga, nel 1337. Dopo alterne vicende (dominazione viscontea, gonzaghesca, di nuovo viscontea, veneziana ed infine definitivamente gonzaghesca) nel
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Mantova di Borghi e di Sagre
1515 Castel Goffredo diviene la capitale di un piccolo stato, comprendente anche Castiglione delle Siviere e Solferino, governato dal marchese Aloysio Gonzaga cui succedette il primogenito Alfonso. Questi, per ragioni legate alla successione del feudo, fu fatto assassinare, nel 1592, nella corte di Gambaredolo dal nipote Rodolfo, fratello di San Luigi, a sua volta vittima di una congiura popolare che portò alla sua uccisione sulla soglia della Prepositurale di Sant’Erasmo il 3 gennaio 1593. A seguito di questi avvenimenti, Castel Goffredo fu aggregata al Ducato di Mantova, con il quale passò sotto la dominazione austriaca nel 1707. Dal 1861 fece parte del Regno D’Italia, nato per merito delle guerre d’indipendenza combattute anche dal goffredese Giovanni Acerbi, Intendente generale della Spedizione dei Mille. LUOGHI D’INTERESSE Testimonianza di questi trascorsi storici è ancor oggi la scenografica Piazza Mazzini. In questo equilibrato rettangolo, sono rappresentati architettonicamente i “poteri” che ebbero tanta parte sul governo della città: a nord Palazzo Gonzaga-Acerbi, residenza e corte del Signore, ad est la Prepositurale di S. Erasmo, sede del Prevosto, ad ovest il Palazzo Municipale, casa della “ Magnifica Comunità di Castel Goffredo” ed, infine, a sud i Portici, cui si affacciano da sempre le botteghe dei commercianti, rappresentanti il potere economico.
“Epifania” 6 gennaio. Alpini, trippa in piazza ed elezione della più bella vetrina di Natale allestita dai commercianti in Piazza Mazzini
“Festa del Tortello Amaro” Giugno. Caratteristica festa del Tortello Amaro, con la sua grande degustazione al parco la Fontanella
“Re Gnocco” 13, 14 e 15 febbraio. Dal 1875, il Carnevale storico di Castel Goffredo, con l’elezione del Re Gnocco, in tutto il centro storico
“Esibizione danza con i pattini” Luglio. Esibizione di danza con i pattini con musica dal vivo in piazza Mazzini, con la banda cittadina e il gruppo pattinaggio “Bubble football” Terzo fine settimana di agosto. Gioco a squadre, organizzato dai commercianti
“Sei di Castel Se” Giugno. Il gruppo “Sei di Castel se” organizza 3 giorni di storie, ricordi, gioie e nostalgie di Castel Goffredo, con giochi, musiche, mostre e spettacoli allo sferisterio ed al parco la Fontanella “Notte Fucsia” Giugno. I commercianti di ogni categoria organizzano sfilate di moda, esibizioni di danza, con punti ristoro ed ospiti d’eccezione. In tutto centro storico
“GAP, Giovani Artisti in Piazza” Terzo fine settimana di settembre. In tutto il centro “Fiera di San Giuseppe” Terza domenica di ottobre. Fiera all’insegna del riciclo “Libri sotto i portici” Tutte le prime domeniche del mese, organizzato dall’associazione San Luca. Escluso Agosto e Gennaio
fiere ed eventi
“Fiera di San Luca” Domenica 3 marzo. La festa patronale, all’insegna della natura, verde, fiori e piante in tutto il centro
di Ferrari Francesco
la vera pasta… della tradizione di Castel Goffredo Strada Bertuzzi, 20/A Contrada Zecchini Castel Goffredo (MN) Tel. 0376 1816211
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CASTIGLIONE D/STIVIERE
NUMERI UTILI
www.comune.castiglione.mn.it protocollo@pec.comune.castiglione.mn.it
Municipio Via C. Battisti, 4.............. 800.295785 .................... fax 0376 670466 Ospedale S. Pellegrino ..........................................0376 6351 Farmacie Comunali P.zza S. Luigi 9.............. 0376 638848 Via Carpenedolo 2 ...... 0376 944258 Comando Polizia Locale Via C. Battisti 29/G....... 0376679228 Fax 0376 636403 Carabinieri Pronto int. ..........112 Via Torquato Tasso, 1 ...0376 861911
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astiglione delle Stiviere è immersa nel verde scenario delle Colline Moreniche, a pochi minuti dal Lago di Garda. La città in cui sono nati San Luigi Gonzaga e l’idea della Croce Rossa è il cuore pulsante dell’Alto Mantovano, un territorio di grande fascino dove natura e storia, passato e modernità, si intrecciano in una vitale armonia. Con oltre 22000 abitanti, è il secondo comune più popoloso della provincia, e confina con Lonato (BS), Solferino, Medole, Castel Goffredo, Carpenedolo (BS) e Montichiari (BS).
STORIA Castiglione delle Stiviere ha origini forse etrusche, conobbe nel tempo invasioni di Barbari e il dominio dei Longobardi durato oltre due secoli (568 -774 d.C.). A causa della sua posizione geografica fu zona molto contesa nel periodo delle Signorie, fra Gonzaga, Visconti e Scaligeri, fino a quando nel 1478 iniziò con il marchese Ferrante Gonzaga la sua storia autonoma di feudo. È di questo periodo la nascita di Luigi Gonzaga (1568) lo stesso che sarà proclamato santo nel 1726, e oggi venerato nel mondo come “il santo della gioventù”. A causa della politica filo francese dei suoi signori, il principato fu occupato dalle truppe imperiali nel 1691 e di fatto sottoposto all’autorità dell’imperatore d’Austria a seguito di sequestro nel 1708. Nel 1773 il duca Luigi III Gonzaga, pretendente dello stato, rinunciò ad ogni diritto sovrano a favore defi-
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Mantova di Borghi e di Sagre
nitivamente dell’Austria anche sul ducato di Solferino e la signoria di Medole: Castiglione acquisì dunque in seguito il titolo di “principato” nei domini asburgici e dell’Impero Austriaco di Maria Teresa e Giuseppe II. Dalla Restaurazione (1815), Il dominio austriaco durò fino a quando nelle vicinanze si combatté, durante la Seconda guerra di indipendenza italiana, la famosa battaglia di Solferino (1859) che segnò una tappa fondamentale nella storia del Risorgimento, e ispirò il giovane Henry Dunant alla creazione di una delle associazioni umanitarie più importanti: la Croce Rossa Internazionale, idea che si concretizzò nel 1864 a Ginevra. Alla fine della Seconda guerra di indipendenza italiana, Castiglione entrò a far parte della provincia di Brescia, diventando capoluogo del Circondario di Castiglione delle Stiviere. Nel 1866, con la Terza guerra di indipendenza italiana, fu annesso al Regno d’Italia quello che restava del Regno Lombardo-Veneto, compresa la provincia di Mantova nel territorio ridotto nel 1859. Nel 1868 il circondario di Castiglione delle Stiviere fu smembrato, assegnando la maggior parte del territorio alla provincia di Mantova, che tornava così nei suoi confini storici. Nel 2001 Castiglione delle Stiviere ottenne il titolo di città. LUOGHI DI INTERESSE Il patrimonio artistico si compone di alcuni interessanti edifici di architettura sacra e civile: il santuario di San Luigi, di epoca barocca, la cui costruzione fu voluta da
Francesco Gonzaga, come ricordo del fratello; la chiesa del Rosario (ove ora sono sepolti i caduti di guerra); il settecentesco duomo; palazzo Gonzaga, edificato nel XVII secolo; due pregevoli palazzi rinascimentali, “Gran Carnevale Castiglionese” 12 febbraio
il collegio delle Vergini, divenuto Museo Aloisiano, e quello dei Gesuiti. Una testimonianza dell’edilizia ottocentesca è data dal Teatro Sociale, inaugurato nel 1843, invero non ben conservato. manifestazione il giglio, emblema di purezza che viene associato alla figura di San Luigi Gonzaga
“Passione di cristo vivente sulle colline di Grole” Il sabato di Pasqua, presso il Campo sportivo parrocchiale di Grole. Circa 130 figuranti insceneranno la Passione di Cristo con moltissime novità. “Giornata Mondiale della Terra” 18 e 19 aprile, presso Parco Desenzani, tutto il giorno con ingresso gratuito “Castiglione in Fiore” Aprile/maggio. Il centro storico trasformato in un grande giardino fiorito: un incredibile connubio tra la natura stessa e l’identità della cittadina. Simbolo della
“Ricostruzione della battaglia di Solferino e San Martino” Giugno, Loc. Grole. Allestimento del campo delle truppe nemiche, cena risorgimentale e rievocazione della battaglia “Festa del Gru-Gro” Fine agosto – inizio settembre, Loc. Grole. Una delle più grandi feste enogastronomiche di promozione dei piatti tipici come il Malfatto al burro fuso e salvia, con intrattenimenti di ogni genere
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Alto Mantovano
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CAVRIANA
NUMERI UTILI
www.comune.cavriana.mn.it comune@comune.cavriana.mn.it
Municipio Via Porta antica, 23.. 0376 811416/10 Polizia Locale Via Porta Antica, 23 ...... 0376 811423 Carabinieri Volta Mantovana ............ 0376 83002 Museo Archeologico Piazza castello, 8........... 0376 806330 Museo “Vecchio Mulino e Antichi Mestieri” Via Pozzone, 12 .............. 0376 82259
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avriana è un comune dell’Alto Mantovano, che conta 3.964 abitanti. Si trova nella parte centrosettentrionale della provincia, a confine con quella di Brescia, e confina con Pozzolengo (BS), Monzambano, Volta Mantovana, Goito, Guidizzolo e Solferino. STORIA La privilegiata posizione e la sua intrinseca difendibilità hanno fatto di Cavriana uno dei più antichi insediamenti dell’uomo italico. Le più antiche testimonianze emerse nel corso degli scavi effettuati dal locale Gruppo Archeologico hanno portato alla luce reperti del neolitico. La frequentazione del luogo è continua nel corso dei secoli, con la presenza di popolazioni galliche ed il successivo passaggio alla dominazione romana. Scarse le vicende nel corso del periodo medioevale. I primi documenti ufficiali che si riferiscono al paese compaiono in un inventario dei beni del Monastero di santa Giulia di Brescia del 905 o 906; nei diplomi di Berengario e Adalberto, datati da Verona 13 gennaio 958; nel diploma imperiale del 1045 dell’Imperatore Enrico III che ne assegna il possesso al vescovo di Mantova. La costruzione di una prima struttura difensiva risale all’epoca della dominazione dei Canossa. Intorno al 1263, nel corso delle lotte tra le diverse famiglie mantovane, i Riva, banditi da Mantova, si ritirano a Cavriana, per poi esservi cacciati dai Bonacolsi, che ne conservano la proprietà fino al 1328, quando a
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Mantova di Borghi e di Sagre
loro volta vengono cacciati e sterminati dalla famiglia Gonzaga. Nel 1367 Cavriana entra a far parte definitivamente dei possedimenti dei Gonzaga di Mantova. Il castello viene fortificato e rafforzato nel corso dei contrasti con i Visconti. Dopo la fine delle guerre tra Gonzaga e Visconti il paese assume la sua definitiva struttura, giunta pressoché simile sino ai giorni nostri. Tra il 1448 e il 1478, con Lodovico II, il castello si trasforma in una fastosa residenza. A Cavriana soggiornano artisti ed architetti di grande fama, come Luca Fancelli (che aveva già lavorato a Palazzo Pitti
di Firenze), Giovanni da Padova e lo stesso Andrea Mantegna, i cui allievi sono impegnati nell’opera di abbellimento delle abitazioni, con dipinti murali ormai in gran parte scomparsi. Nel castello soggiornarono anche Isabella d’Este e Margherita di Savoia. Nel 1707 cade la signoria gonzaghesca e l’Austria abbandona completamente il castello, che non è più ritenuto da salvaguardare: ne viene autorizzata la demolizione e l’asporto di tutto il materiale riutilizzabile per la costruzione di nuove abitazioni e per riempire le parti sotterranee del grande complesso. La dominazione austriaca, salvo la breve parentesi di governo francese (1797-1814) durerà sino al 1859. Sulle fondamenta della rocca sorge Villa Mirra, pregevole edificio, noto anche per aver ospitato, durante la II guerra d’indipendenza, il 23 giugno 1859 Francesco Giuseppe, imperatore d’Austria, e, la notte successiva, Napoleone III, imperatore di Francia, al termine della sanguinosa battaglia di Solferino e San Martino.
collocabile nel tardo Barocco Lombardo. Il Museo Archeologico dell’Alto Mantovano, che oggi ha sede nella Villa Mirra a Cavriana, propone al pubblico un percorso di visita articolato in più sezioni: una Pre/protostorica, una Romana e una Medioevo/Rinascimentale, una dedicata al periodo risorgimentale e, di recentissima apertura, una sezione naturalistica con esposizione di minerali, fossili e conchiglie.
LUOGHI DI INTERESSE La rocca fortezza di Cavriana era un tempo la più ampia fortificazione dello Stato mantovano: a testimonianza dell’antico maniero sono rimasti i ruderi della cinta muraria, una delle porte di accesso e una torre di avvistamento e di difesa trasformata in campanaria nel XVII° secolo. Meritano una visita anche diversi edifici religiosi, a cominciare dalla chiesa di Santa Maria della Pieve, edificata nel XII° secolo. La settecentesca Chiesa parrocchiale di Santa Maria Nova è invece stilisticamente
“La Notte Bianca” 18 luglio. Spettacoli, intrattenimenti, artisti di strada dalla sera del sabato alle prime luci dell’alba della domenica
“Antica Fiera di San Biagio” Dal 31 gennaio al 4 febbraio. Festa patronale con rassegna dei dolci della tradizione, prodotti della campagna, degustazione di prodotti tipici e di vini delle colline moreniche del Garda
fiere ed eventi
“Palio della Capra d’Oro” 4 luglio. Sfilata delle contrade in costumi rinascimentali, esibizioni folcloristiche e corsa delle capre
“La Grande Bügada” 23 agosto. Rievocazione dell’antico bucato al lavatoio della Fontana del Torcolo “Raduno dei Militari in Congedo” 6 settembre. Raduno organizzato dall’Associazione Militari in Congedo
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CERESARA
NUMERI UTILI
www.comune.ceresara.mn.it ceresara.mn@legalmail.it
Municipio Piazza Castello 25 ...... 0376 814011 ............................... Fax 0376 814030 Polizia Municipale ......................................0376 814002 Carabinieri di Piubega Via Roma, Piubega ......0376 655135
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eresara è situata nella parte centro-settentrionale della provincia di Mantova e si estende fino ai primi rilievi morenici del lago di Garda, nella pianura incastonata fra i fiumi Chiese e Mincio. Conta oltre 2600 abitanti e confina con i comuni di Guidizzolo, Goito, Rodigo, Gazoldo degli Ippoliti, Piubega, Casaloldo, Castel Goffredo e Medole. STORIA Ceresara vanta origini remote, come testimoniano importanti reperti archeologici dell’età del bronzo e del ferro riferibili a popolazioni celtiche stanziate lungo il corso dei fiume Osone. Nel I secolo a.C. il territorio subì una radicale trasformazione grazie alla colonizzazione romana, organizzata in un sistema di fattorie, poi ripreso in età longobarda. Durante il Medioevo Ceresara appartenne alla famiglia Canossa e vide sorgere i due principali monumenti del paese: la chiesa e la torre civica. Nel 1328 passò ai Gonzaga di Mantova. Alla morte del marchese Gianfrancesco Gonzaga, Ceresara fu assegnata, insieme ad altre terre del mantovano, ad un suo figlio cadetto di nome Gianlucido (o Giovanni Lucido), che qui morì nel 1448 lasciando i suoi beni al fratello Ludovico III. LUOGHI DI INTERESSE Dell’antico castello resta soltanto la torre. Quest’ul-
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Mantova di Borghi e di Sagre
tima è uno dei tanti monumenti interessanti che abbelliscono il comprensorio ceresarese, dove si trovano anche la parrocchiale (intitolata alla Santissima Trinità e ristrutturata nel XVIII secolo), il santuario della Possenta, la quattrocentesca parrocchiale di San Martino (situata nell’omonima località) e due interessanti edifici civili, i palazzi Pastore e Pelati-Bonoldi. Si deve ai Gonzaga l’inizio dello sfruttamento dei corsi d’acqua che bagnano il territorio comunale: fin dal ‘400 essi furono canalizzati al fine di utilizzarne le acque per l’irrigazione. Chiesa parrocchiale della SS. Trinità - XIII secolo. L’edificio originario risale al XII-XIII secolo. Successivamente è stato ampliato nel 1724. La facciata è la parte che meglio evidenzia l’impronta romanica della chiesa, mentre l’interno è tardobarocco. Santuario della Madonna della Possenta. La chiesa di Santa Maria Possenta – questo è il titolo originale poi sostituito da quello dell’Annunciazione della beata Vergine Maria – fu costruita per opera e volontà della popolazione ceresarese nella seconda metà del Quattrocento. Collocato in un ambiente naturale di grande suggestione, circondato da prati e ciliegeti, l’edificio sacro, di modeste dimensioni, conserva al suo interno una statua in cotto della Madonna attribuibile al XV secolo.
“Festa de la Saresa” Primo o secondo fine settimana di giugno. La Festa de la Saresa, che in poco più di un lustro ha saputo imporsi come una della feste di maggior successo dell’Alto Mantovano, si tiene di solito il primo o il secondo week end di giugno, quando le ciliegie sono mature e pronte per essere
commercializzate. Obiettivo della manifestazione, organizzata dalla Compagnia delle Torri e dal Comune, è quello di recuperare un aspetto peculiare di Ceresara, terra e città delle ciliegie, attraverso la promozione e il consumo di un prodotto agricolo che è un eccellenza di questo territorio “Fiera di Villa Cappella” Ottobre “Fiera di San Martino Gusnago” 11 novembre. La manifestazione, legata alla celebrazione di San Martino cui era dedicata la pieve longobarda dell’abitato di Gusnago, ha origini antichissime, come testimoniano alcuni documenti del XV e XVI secolo. La ricorrenza annuale fa dunque riferimento all’11 novembre e intorno a questa data vengono organizzate mostre, gare di torte, raduni dei sammartinesi emigrati, spettacoli, pesche di beneficenza, rievocazioni del “fare sammartino” e iniziative varie; tradizionale è la cena del sagrino (lunedì), momento di aggregazione e di socialità, nella quale si consuma il primo cotechino dell’autunno
Alto Mantovano
fiere ed eventi
“Fiera della Possenta” Intorno al 25 marzo. La Fiera della Possenta, che rinnova la celebrazione dell’Annunciazione della B. Vergine Maria (25 marzo), festa solenne che si teneva all’omonimo santuario ceresarese, è il primo appuntamento primaverile di agricoltura, gastronomia, cultura, spettacoli e divertimento non solo per la comunità di Ceresara, ma anche per la provincia di Mantova e per i paesi limitrofi delle altre province. Nata come tradizionale fiera agricola, ha assunto negli anni una connotazione e una fama che la pongono sicuramente tra le maggiori attrazioni del calendario fieristico mantovano. L’area sulla quale si estende con le sue infrastrutture è di circa 20.000 metri quadrati di cui ben la metà coperti; al suo interno trovano spazio le manifestazioni, i convegni, gli spettacoli, gli stand per l’esposizione di merci e il ristorante
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GAZOLDO DEGLI IPPOLITI
NUMERI UTILI
www.comune.gazoldo.mn.it comune.gazoldoippoliti@pec.regione.lombardia.it
Municipio Via Marconi, 126 ......... 0376 657141 ............................... Fax 0376 657488 Polizia Locale, Via Marconi, 126.......... 0376 657141 Carabinieri Via Albertoni P., 13....... 0376 657143 Asilo nido Via dell’Artigianato....... 0376 658080 Scuola secondaria Via Dell’Artigianato....... 0376 657134 Istituto istruzione superiore Via dell’Artigianato....... 0376 657168
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azoldo degli Ippoliti si trova nella pianura padana tra i fiumi Oglio e Mincio, e dista 20 km da Mantova, suo capoluogo di provincia. I Comuni limitrofi sono: Castellucchio a sud-est, Ceresara a nord, Marcaria a sud, Piubega a ovest, Redondesco a sud-ovest e Rodigo a nord est. I suoi abitanti sfiorano le 3000 unità. STORIA La vicinanza di Gazoldo ad una importante strada romana, la Via Postumia, fa supporre l’esistenza, se non proprio di un centro abitato – vicus, almeno di una statio – luogo di sosta e di cambio per i viaggiatori in epoca romana, anche se si resta nel campo delle congetture per la quasi mancanza di prove concrete. Si sa per certo che Gazoldo e il suo territorio rientrarono nella centuriazione di Mantova del I secolo a.C. Il lamento di Virgilio Mantua vae miserae nimium vicina Cremonae ricorda infatti la sorte toccata a Mantova, che vide parte delle sue terre migliori ripartite tra i veterani di Augusto a causa della vicinanza di Cremona, i cui territori, confiscati per il contegno tenuto durante la guerra di Modena, non erano sufficienti a compensare le aspettative dei numerosi assegnatari. Anche le testimonianze archeologiche sono scarse, perché, presso Gazoldo, sono state ritrovate monete romane e soltanto resti e tracce di abitato, concretatisi in una muratura romana. Le prime notizie storiche relative a Gazoldo risalgono dunque agli inizi del XIII secolo, in un atto di verifica dei possedimenti feuda-
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Mantova di Borghi e di Sagre
li del comune di Brescia nelle limitrofe curiae comitali di Mariana Mantovana e Redondesco. L’appartenenza di Gazoldo al distretto mantovano sembra confermata dagli Statuti Bonacolsiani. Una terra mantovana dunque, ma inserita nella sfera giuridica dei conti Ugonidi. Gazoldo era, tuttavia, un ente territoriale definito, anche nell’ambito dei possedimenti del conte Rogerio di Mosio, una corte comprensiva, oltre che dell’autonomia economica, anche dell’autonomia amministrativa. Il trasferimento del possesso di Gazoldo dalla famiglia dei conti di Mosio a quella dei Bonacolsi e da questa agli Ippoliti avviene per via femminile, a seguito del matrimonio nel 1305 di Felicina dei Bonacolsi con Albertino Ippoliti. Il 20 dicem-
LUOGHI DI INTERESSE I monumenti più interessanti del centro storico sono i tre palazzi degli Ippoliti e la parrocchiale di Sant’Ippolito, costruita nel ‘400 ma ristrutturata nel XVIII secolo. Il Palazzo degli Ippoliti, detto Palazzo Castello, risale al XVI secolo e fu fatto costruire dai conti Ippoliti nel periodo di massimo splendore del loro feudo imperiale che, nato intorno al 1350, si estinse soltanto a seguito della campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, nel 1796. La fortuna del palazzo seguì la fortuna della famiglia Ippoliti. In particolare i saloni del Piano nobile sono impreziositi dagli stucchi e dalle decorazioni floreali della grande scuola artigiana ed artistica mantovana del ‘700. Al centro della Piazza Castello si trova il Monumento ai Caduti inaugurato nel 1924 da Vittorio Emanuele III Re d’Italia. Dalla demolizione del corpo centrale del Palazzo si sono venuti così a creare due corpi di fabbrica distinti e così suddivisi: il corpo edilizio di sinistra (guardando la facciata principale) risultava suddiviso in due unità immobiliari, una di proprietà privata destinata a residenza e l’altra oggi di proprietà comunale. Il corpo edilizio di destra risultava invece occupato da residenza privata. Il palazzo, nella porzione di proprietà comunale, è sede del Museo delle Cere. Nel museo è possibile osservare circa
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ottanta statue di cera a grandezza naturale, presentati in scenografie particolari e con altrettanti effetti sonori e di luce. In tutto sono otto sale. Anche il “Museo d’arte moderna e contemporanea dell’Alto Mantovano (MAM)”, riconosciuto dalla regione Lombardia come museo regionale, è ospitato nella prestigiosa residenza che fu dei conti Ippoliti di Gazoldo degli Ippoliti. Nel MAM sono presenti oltre trecento opere tra dipinti e sculture, grafica, a partire dalla seconda parte dell’Ottocento. La collezione dei dipinti è composta da importanti pittori mantovani e italiani, con una sezione dedicata al Chiarismo lombardo (con opere di Cristoforo De Amicis, Angelo Del Bon, Oreste Marini, Maddalena (Nene) Nodari, Giuseppe Facciotto) e una sezione dedicata ad Archimede Bresciani, nativo di Gazoldo degli Ippoliti.
“Fiera della Postumia” Luglio, presso il centro sportivo. Due settimane di festa che cadono all’inizio del mese di luglio e vedono l’alternarsi di numerosi eventi pensati per ottenere il più ampio gradimento possibile delle diverse fasce d’età
fiere ed eventi
bre 1354 l’imperatore Carlo IV di Boemia concedeva ad Albertino Ippoliti l’investitura feudale della villa e delle sue pertinenze, riconoscendogli il titolo comitale. La diretta dipendenza dall’Impero poneva Gazoldo al sicuro da possibili mire dei Gonzaga.
“Biennale d’Arte Giovani” Ottobre – dicembre, presso il MAM, Villa Ippoliti. La Biennale Giovani, nata nel 1998 è giunta alla sua ottava edizione. Manifestazione di grande rigore, di ottima progettualità e di esemplare valorizzazione di arte ed esperienze estetiche
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Alto Mantovano
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GOITO
NUMERI UTILI
www.comune.goito.mn.it comune.goito@pec.regione.lombardia.it
Municipio ..................................... 0376 683311 ............................... Fax 0376 689014 Polizia Municipale ..................................... 0376 683331 Carabinieri ....................................... 0376 60092
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oito è un comune di 10.444 abitanti, situato nella zona dell’Alto Mantovano. Sorge sulla riva destra del fiume Mincio e confina con i comuni di Volta Mantovana, Marmirolo, Porto Mantovano, Rodigo, Ceresara, Guidizzolo e Cavriana. STORIA La città venne fondata dai Romani all’inizio del II secolo a.C. come insediamento difensivo per l’attraversamento del Mincio lungo la via Postumia, che collegava Cremona a Verona. Sul finire del V secolo, dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, divenne una fortezza dei Goti, dai quali appunto deriverebbe il nome Goito, per essere successivamente conquistata prima dai Longobardi e poi dai Franchi. La sua cruciale ubicazione geografica lungo il Mincio
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Mantova di Borghi e di Sagre
e la via Postumia ne determinò l’importanza anche in epoca medievale, prima sotto il dominio imperiale (rappresentato dalla potente famiglia Canossa) e poi come libero comune. Nel XV secolo Goito fu contesa da Visconti e Gonzaga finché, dopo la battaglia del 14 giugno 1453, entrò a far parte stabile dei possedimenti del marchese di Mantova Ludovico III Gonzaga, che diede notevole impulso al rilancio dell’economia locale e vi eresse una propria residenza (cui lavorò anche il Mantegna nel 1463-64) dove morì di peste nel 1478. Nella seconda metà del Cinquecento la città conobbe nuova prosperità con i duchi Guglielmo e Vincenzo I Gonzaga. Seguirono il declino della dinastia e la decadenza dei possedimenti gonzagheschi, che nel 1708 furono annessi al ducato di Milano in mani austriache, non prima di aver subito gli ingenti danni del terremoto del 5 luglio 1693. Alla fine del Settecento la città fu conquistata dai francesi e più tardi riconquistata dagli austriaci, ma le più celebri battaglie qui combattute furono quelle della prima guerra di indipendenza: la prima si svolse l’8 aprile 1848 e segnò il battesimo del fuoco per il corpo dei bersaglieri del generale Alessandro La Marmora (gravemente ferito nel corso della battaglia) che conquistarono il ponte sul Mincio sloggiandone gli austriaci; la seconda ebbe luogo sulle sponde del Mincio il 30 maggio 1848 quando l’esercito di Carlo Alberto di Savoia sconfisse gli austriaci in marcia verso Mantova e l’altra sponda del fiume. Dieci anni più tardi, la vittoriosa conclusione della se-
pale del paese, la mattina del 26 aprile 1945. LUOGHI DI INTERESSE I più importanti monumenti del centro storico sono la parrocchiale di San Pietro Apostolo, costruita nel ‘700, e alcuni pregevoli edifici civili, come villa la Giraffa, risalente al XVII secolo, e villa Moschini, di gusto neoclassico.
“Sagra di San Pietro” 29 giugno. Festa patronale con concerto della Banda Cittadina
“Festa della Mamma” 10 maggio. In Sala Verde a cura della Banda Cittadina
“Pizza in Piazza” 6 e 7 luglio. La pizza all’aperto nelle vie del centro storico
“Festa del Risot Menà” 28 giugno. A cura dell’Avis di Goito
“Fiera del Grana Padano dei Prati Stabili” 23 -25 ottobre in centro storico
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“Festa dei Bersaglieri E 167° e anniversario della Battaglia del Ponte di Goito” 12 aprile
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conda guerra di indipendenza portò all’annessione di Goito e di tutta la Lombardia al regno sabaudo e poi a quello d’Italia (1861). Estraneo agli avvenimenti della Grande Guerra, pur pagando il suo alto tributo di soldati morti in battaglia o per le ferite riportate, Goito seguì il destino di molti comuni del Nord Italia durante il secondo conflitto mondiale: la liberazione avvenne, con l’ingresso delle truppe alleate lungo la via princi-
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Alto Mantovano
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GUIDIZZOLO
NUMERI UTILI
www.comune.guidizzolo.mn.it guidizzolo.mn@legalmail.it
Municipio Piazzale Guglielmo Marconi, 1 ..................................... 0376 819201 .............................. Fax 0376 819114 Carabinieri ...............................112 via Roma, 6................. 0376/819006 Emergenza Pronto intervento.......... 335 422413 Farmacie di turno ....................................... 800 228521 Centro Sportivo ........ 335 422407
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uidizzolo è posta ai piedi delle colline moreniche del Garda. La si incontra infatti al limitare della pianura mantovana quando al primo orizzonte compaiono i primi declivi oltre i quali si giunge al lago di Garda. Dista 30 km da Mantova, 40 da Brescia, è compresa tra i comuni di Cavriana, Goito, Ceresara, Medole e Solferino e conta 6200 abitanti. STORIA Dopo aver ospitato in epoca preistorica insediamenti palafitticoli di cui si sono avuti ritrovamenti, Guidizzolo ha seguito le vicende storiche del mantovano incorporato nell’impero Romano. Diverse sono sul territorio le testimonianze di quel periodo. Notevole importanza gli derivò dal suo essere paese di confine tra le Signorie di Mantova e Brescia che se lo contesero, con alterna fortuna. Qui venne stipulato il 24 agosto 1216 un importante trattato di pace proprio tra i rappresentanti dei comuni di Mantova e Brescia. Quasi certa l’esistenza di fortificazioni militari come d’altra parte indicato in una cartografia militare del XVI secolo della Repubblica di Venezia. Significativo un documento del 1414 con il quale si concedeva “… alla comunità e agli uomini di Guidizzolo” ampie autonomie amministrative, importante testimonianza dell’aspirazione a reggere autonomamente le proprie sorti. La sua storia è poi quella di tutto il mantovano, fino
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Mantova di Borghi e di Sagre
alle battaglie risorgimentali. Vive sono le testimonianze di quella del 24 giugno 1859 conclusasi sulle colline di Solferino e San Martino ma sviluppatasi durissima nelle campagne tra Guidizzolo e Rebecco. Da allora si giunge ai moti per l’unità d’Italia prima ed alle guerre mondiali poi, cui pure versò il tributo di vita dei propri cittadini per il raggiungimento della pace e della libertà. LUOGHI D’INTERESSE Il centro storico, dalla struttura a castrum, ospita un palazzo signorile (Rizzini) con parco e, su numerose facciate delle vie, promossi dall’Amministrazione Comunale e dalla Fondazione “NonSoloArte Franco Bombana”, campeggiano murales d’autore a tema che fanno di Guidizzolo un paese dipinto. Altri importanti monumenti sono: la Torre merlata del XX secolo; il Palazzo Municipale, del XIX secolo; il Palazzo Pezzati, dei secoli XV-XVI; la Chiesa Parrocchiale SS. Pietro e Paolo, del XVIII secolo; il Monumento ai Caduti, 1969, opera dello scultore Marino Quartieri; l’Oratorio di San Lorenzo, del XIII secolo. E’ attivo in Guidizzolo un Ente Filarmonico che assevera fra i suoi gruppi una delle Bande più antiche, se non la più antica, d’Italia. Fondato nel 1839 l’ente ha diverse scuole di musica con circa 250 allievi provenienti, oltre che da Guidizzolo, anche da diversi comuni limitrofi. Alcuni professori musicisti hanno
Comunale, l’Oratorio di S. Lorenzo, il parco Barriera e la nuova struttura del MASEC sono diventati luogo di incontro e rappresentazioni per tutti gli ensemble dell’Ente.
“Primavera in Musica” Primo giovedì di maggio - Oratorio di San Lorenzo
“Festa del Ringraziamento” Seconda domenica di settembre
“Camminata della salute” Primo Maggio
“Aspettando l’Autunno” Da metà settembre a metà ottobre
“Festa d’Estate di Rebecco” 24 giugno “Festa dell’Avis” Prima domenica del mese di luglio
“Festa Patronale (Sagra Beata Vergine del Rosario)” Prima domenica di ottobre
“Fiera in Musica” Terza domenica del mese di luglio
“Stagione di prosa” Da novembre a marzo
“Birbesi in festa” Quarta domenica del mese di luglio
“Guidizzolo In-canta” Primo sabato di dicembre
fiere ed eventi
inoltre dato vita anche all’Orchestra Sinfonica dei Colli Morenici. Nei confronti di questa importantissima espressione della cultura musicale il Comune di Guidizzolo è particolarmente attento ed il Teatro
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MARIANA MANTOVANA
NUMERI UTILI
www.comune.mariana.mn.it segreteria@comune.mariana.mn.it
Municipio Piazza Castello 3 ......... 0376 735005 ............................... Fax 0376 735313 Carabinieri................................ 112 Acquanegra S/C......... 0376 79102 Ospedale Carlo Poma Asola ............................... 0376 7211 Associazione Sportiva ..................................... 0376 735005
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ariana Mantovana è un piccolo comune che si estende nella parte centro-occidentale della provincia (nella pianura alla destra del fiume Chiese), a breve distanza dal punto di confluenza del fiume Chiese nel fiume Oglio, e conta 720 abitanti. Confina con Piùbega, Redondesco, Acquanegra sul Chiese e Asola. STORIA La leggenda vuole che Mariana Mantovana abbia preso il nome da Caio Mario, in onore della sua vittoria sui Cimbri ottenuta tra Verona e Mantova. Il territorio di Mariana Mantovana è probabilmente fra quelli distribuiti ai legionari nel corso della centuria-
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Mantova di Borghi e di Sagre
zione della pianura mantovana operata a favore dei veterani romani nel I secolo prima dell’era comune. Bisogna attendere l’anno 1111 per trovare la prima citazione di Mariana Mantovana: in quest’anno il Conte Alberto di Mariana Mantovana è testimone dell’investitura dell’abate Pietro del Monastero della Gironda. Per alcuni secoli le vicende del Borgo seguirono quelle di Brescia al cui territorio il contado apparteneva e della cui diocesi faceva parte la parrocchia. Dopo la scomparsa dei Conti di Mariana Mantovana il comune di Brescia concesse Mariana Mantovana in feudo alla famiglia Sali di Brescia. Nel 1427 Asola, il principale centro del territorio, passò sotto il dominio di Mantova, ma un’insurrezione popolare cacciò le milizie gonzaghesche e la comunità decise di darsi spontaneamente alla Repubblica veneta. I tentativi di Venezia di assoggettare anche i borghi limitrofi portarono a una lunga controversia con Mantova per la delimitazione dei confini. Dopo una serie conflitti le parti affidarono il compito di arbitro a Francesco Sforza, che divise il territorio marianese in due settori: la Rocca di Mariana Mantovana, con parte della contrada, restò con i Gonzaga, il resto andò alla Repubblica di San Marco. E’ da allora che si aggiunse a Mariana Mantovana l’aggettivo Mantovana, per distinguerla dalla porzione presa dai veneziani. Se sotto l’aspetto militare Mariana Mantovana non assunse mai un ruolo rilevante, ben più
LUOGHI DI INTERESSE Dal punto di vista monumentale sono degni di nota
il palazzo Bonatti e, nell’architettura sacra, la settecentesca chiesa dedicata alla Beata Vergine Assunta e l’oratorio dell’Annunciata, risalente al 1100. Ben poco resta (soltanto una torre e parte delle mura con la porta d’ingresso) del castello e della cinta muraria, la cui edificazione fu voluta dai Gonzaga, nel Quattrocento.
“Festa del Pesce” Agosto. La Pro-Loco, in collaborazione con l’amministrazione comunale, AVIS e Pol. Mariana, organizza la tradizionale festa del pesce a Mariana Mantovana. La sagra si svolge in due fine settimana di agosto
fiere ed eventi
consistente doveva essere l’attività commerciale come si deduce dalle lettere e petizioni inviate dai marianesi ai Signori di Mantova, per avere la riconferma di esenzioni e privilegi ottenuti in passato. Alla Fine del Quattrocento venne aperto da alcuni ebrei un banco per il prestito e il cambio di valute. Durante il Cinquecento il borgo si arricchì di numerose abitazioni di prestigio, e la comunità raggiunse un discreto benessere, grazie anche alla presenza di numerose famiglie di nobili, per cui dal 1505 si poteva permettere di mantenere un maestro per l’educazione dei fanciulli sull’esempio della casa gioiosa di Vittorino Da Feltre a Mantova. La guerra del 1630, e le conseguenti occupazione e peste causarono danni notevoli e duraturi provocando la decadenza delle attività economiche, visto che negli archivi non si trovano più richieste per la riconferma dei privilegi. Dopo l’occupazione austriaca due avvenimenti caratterizzano la vita del paese nel 1700: il passaggio della parrocchia sotto la diocesi di Mantova ed la ridefinizione dei confini del trattato di Vario, che diede al territorio del comune l’assetto attuale.
“Sagra di Santa Sabina” Fine agosto, inizio settembre. Dopo la Festa del pesce la festa di fine estate che ogni anno richiama numerose persone durante le tre giornate di manifestazione. Specialità pesce di mare e cucina tradizionale, musica, animazione e spazio giochi per bambini
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Alto Mantovano
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MEDOLE
NUMERI UTILI
www.comune.medole.mn.it medole.mn@legalmail.it
Municipio via Garibaldi 12.............. 0376 868001 ................................ Fax 0376 868002 Pronto Soccorso....................... 118 Pronto Intervento.....................113 Carabinieri..................................112 Com. Staz. Castel Goffredo V.le Monte Grappa, 29....0376 770315
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ituato tra i comuni di Solferino, Cavriana, Guidizzolo, Ceresara, Castel Goffredo e Castiglione delle Stiviere, il comune di Medole, con i suoi 4000, abitanti fa parte della Comunità del Garda. STORIA Il paese deve il proprio nome probabilmente al grande ghiaieto di ciottoli, geologicamente detto “medolo”, situato a nord dell’abitato e sfruttato sin da epoca antica. I reperti e le iscrizioni rinvenute suggeriscono l’esistenza di un abitato organizzato in istituzioni, di cultura e lingua latina, già a partire dal I secolo. Il primo nucleo del paese prese vita nell’attuale zona nordest dell’abitato, ove sorge l’attuale Pieve romanica, costruita intorno al X secolo, forse sulle fondamenta di un tempio romano. Il borgo, in epoca medievale, riappare come “vicus” in un documento nel 814, e poi come “Castrum” nel 1020, periodo questo, in cui si assiste ad uno sviluppo di tipo comunale attorno all’antico castello. Nel periodo delle Signorie si succedono Ezzelino da Romano, i Visconti, gli Scaligeri, ancora i Visconti e forse Venezia, fino al 1404, quando entra nel dominio dei Gonzaga di Mantova, dove vi rimarrà fino al 1602, anno in cui è ceduta al ramo cadetto di Castiglione delle Stiviere. Intorno alla seconda metà del XV secolo il comune, per ragioni non note, fu soggetto a una forte immigrazione che, in poco tempo, determinò un significativo aumento della popolazione medolese. Le già scarse provviste alimentari e le diffidenze verso i
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Mantova di Borghi e di Sagre
forestieri causarono una netta separazione tra le due popolazioni che, nel 1481 sanzionata da sentenza della magistratura. Gli abitanti di Medole furono divisi tra “uomini di comune” e “uomini di macina”. Questi ultimi costituivano la parte più povera e venivano trattati come forestieri, fino a quando la loro discendenza non avesse raggiunti i 150 anni dall’insediamento a Medole del capostipite. Durante la fase aloisiana Medole è insignita del titolo di marchesato, e lo manterrà fino al 1701, quando questi territori tornano ai Gonzaga di Mantova per rimanervi solo sei anni, prima di essere assoggettati all’Impero asburgico. Da sottolineare è il ruolo che queste zone hanno avuto prima, durante la campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte, e poi in pieno Risorgimento, nel giugno del 1859, durante la seconda guerra di indipendenza, combattuta per gran parte nella piana posta a nord di Medole, nei pressi del monte Medolano. Nella zona a nord del paese si combatté la battaglia di Medole, lo scontro che diede inizio alla battaglia del 24 giugno 1859, meglio conosciuta come “battaglia di Solferino e San Martino”, con la quale si conclusero le attività belliche della seconda guerra di indipendenza. LUOGHI DI INTERESSE Tra i monumenti, oltre al Torrione (residuo del castello dell’undicesimo secolo) e alla torre gonzaghesca del XV secolo, è possibile ammirare l’antica chiesa di Santa Maria della Pieve (edificata nell’undicesimo secolo ma internamente ristrutturata in stile barocco), la set-
“Falò della Befana” - 6 gennaio “Festa del Ringraziamento” - 17 gennaio “SouthGarda Bike” - Aprile, gara ciclistica “Manifestazione della liberazione” 25 aprile “Estemporanea di pittura per ragazzi” Primo maggio. Manifestazione con estemporanea di pittura per ragazzi e pranzo in compagnia al Parco Comunale “Festa della Repubblica” 2 giugno. Celebrazione con consegna della Costituzione ai diciottenni “Sagra d’Estate della Mietitura” Terza domenica di giugno “Festa dell’Unità” Secondo fine settimana di luglio “Festa dell’amicizia” Quarto fine settimana di luglio “Sagra rionale loc. San Rocco” 16 agosto “Sagra rionale loc. Colla” Primo lunedì dopo Ferragosto
Ceni, Minelli, Conti e Panizza, risalenti per lo più al XVIII secolo. Ricorrenti, poi, sono i portali (risalenti al periodo tra il Seicento e il Settecento), in marmo, sovrastati in buona parte da balconi. “Sagra rionale loc. Sacchetta” Secondo lunedì dopo ferragosto “Sagra rionale loc. Pieve” 8 e 9 settembre “Sagra rionale loc. Villa” Seconda domenica di Settembre “Sagra rionale loc. Passeggio/Madonnina” Terzo lunedì dopo Ferragosto “Sagra rionale loc. Gelmina” 15 gennaio “Sagra d’Autunno” Prima domenica di ottobre “Festa dei nonni” Secondo fine settimana di ottobre “Commemorazione dei caduti” Primo fine settimana di novembre “Tombola di Santa Lucia” 12 dicembre alla sera “Concerto di Natale” Il sabato prima della Vigilia di Natale, concerto a Medole nella Chiesa Parrocchiale
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tecentesca chiesa parrocchiale dedicata all’Assunta (dove si conserva una pala del Tiziano, “Il Risorto che appare alla Madre”, rubata nell’aprile del 1968 e fortunatamente ritrovata dopo pochi giorni) e i palazzi
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MONZAMBANO
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onzambano è un comune delle colline moreniche di 4800 abitanti, situato a sud del lago di Garda. Si trova tra i comuni di Solferino, Cavriana, Guidizzolo, Ceresara, Castel Goffredo e Castiglione delle Stiviere. STORIA Monzambano è abitata fin dall’età del bronzo come testimoniano i ritrovamenti di un villaggio palafitticolo in località Fondo Tacoli di Castellaro Lagusello, nella frazione di Castellaro Lagusello. Nel 2011 tale area è stata inserita fra i Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO (all’interno del sito sovranazionale denominato Antichi insediamenti sulle Alpi). Monzambano faceva parte almeno dal 1199, con Ponti, Peschiera e Valeggio, del sistema difensivo Veronese ad est, costituito da castrum posti in posizioni
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Mantova di Borghi e di Sagre
tattiche per preservare i confini Scaligeri. Quando Verona nel 1495 finì sotto l’influenza veneziana, anche Monzambano ne seguì le sorti, come si può vedere dal leone alato di San Marco nella torre del castello, di origini Scaligere. Monzambano rimase sotto la Serenissima fino al 1797, anno della calata di Napoleone Bonaparte in Italia, quando il castello divenne un caposaldo della resistenza Veneta ai Francesi. Napoleone dopo la vittoria poté da qui partire alla conquista della stessa Verona e Venezia. Con il trattato di Campoformio, Monzambano entrò a far parte della Repubblica Cisalpina, dapprima nel Dipartimento del Benaco (maggio 1798), in seguito in quello del Mincio (settembre 1798). Da quel momento, la sua storia si legò a quella mantovana. Nel corso della prima guerra di indipendenza, il 9 aprile 1848 Monzambano fu teatro di uno scontro tra una divisione piemontese (generale Breglia) e forze austriache che, dopo aver abbandonato la zona, si attestarono al di là del Mincio distruggendo il ponte. I genieri riuscirono tuttavia a riattivarlo e le truppe piemontesi passarono il fiume costringendo gli Austriaci alla ritirata. Nel corso della terza guerra di indipendenza, nella stessa giornata della sconfitta di Custoza, 24 giugno 1866, il ponte di Monzambano fu vittoriosamente difeso da cavalleria e fanteria italiana che, comandate da Pianell, respinsero gli attacchi austriaci tesi a tagliare una delle vie di ritirata. Presenti nelle due battaglie anche i Carabinieri ai quali il 25 marzo 2006 è stato intitolato lo storico ponte.
mento più prezioso è l’altare maggiore ricco di intarsi e disegni simbolici. Sulla via Umberto I si affaccia la chiesa romanica della Beata Vergine Annunciata volgarmente detta della Disciplina. Al suo interno, oltre l’altare maggiore, troviamo l’altare del Crocifisso, innalzato per invocare la protezione contro la peste degli animali. Di fronte la piazza del Palazzo Comunale, attraversato corso Umberto I, si imbocca vicolo Balilla che porta nella caratteristica “Piazzetta delle Arti e Mestieri” recentemente ristrutturata e dalle quale si gode uno stupendo panorama sulla vallata del fiume Mincio.
“Antica Fiera di Santa Margherita” 22 febbraio, Castellaro “Borgo in Fiore” 25, 26 aprile e 1, 2, 3 maggio, Castellaro “Sagra del Polastrel” 17, 18, 19 e 20 luglio, Olfino Sagra di San. Bartolomeo 21, 22, 23, e 24 agosto, Monzambano
fiere ed eventi
LUOGHI DI INTERESSE Monzambano, estrema terra virgiliana, adagiata sulle colline moreniche che incoronano il lago di Garda e lambita dal fiume Mincio, ha del lago il clima e la vegetazione. Il paesaggio è suggestivo: sui colli tra i vigneti, spiccano cipressi e ulivi. Apprezzato per i suoi itinerari turistici, offre un’ospitalità spontanea e calorosa nelle sue trattorie, agriturismi e i ristoranti nei quali si possono gustare vini e piatti tipici della zona. Da visitare il Castello medievale che risale verosimilmente al periodo della calata degli Ungari. Si tratta di un castello-difesa come ci dicono il suo perimetro e le sue torri, una delle quali trasformata in torre-orologio e dalla quale si gode uno stupendo panorama sulla vallata del Mincio, visitabile nei pomeriggi delle domeniche da aprile ad agosto. All’interno della cinta muraria vi è la settecentesca chiesa di San Biagio, ricavata da una precedente pieve di origine romanica dedicata a Santa Maria. Vi viene venerato il santo nel giorno 3 febbraio con la benedizione della gola a cui segue un momento di festa, nel quale gli abitanti della borgata offrono agli ospiti “vino e fugasì”. Dal castello si scende sul pianoro, sul quale si eleva la chiesa parrocchiale dedicata a San Michele Arcangelo. Iniziata nel 1743 fu benedetta nel 1777 come ci dice il cartiglio nell’alto dell’abside. L’interno è arricchito da splendidi altari in marmo: monumentali quelli della Madonna del Rosario e di San Domenico con tele dell’Ugolini. Di questi sono pure le 15 tele della Via Crucis. L’ele-
“Castellaro Buskers Festival” 28, 29 e 30 agosto, Castellaro “Festa Dell’Uva” 18, 19, 20 e 21 settembre, Monzambano “Bandiere Arancioni” 11 ottobre, Castellaro
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PIUBEGA
NUMERI UTILI
www.comune.piubega.mn.it protocollo@pec.comune.piubega.mn.it
Municipio via 4 Novembre, 2 ....... 0376 655131 ............................... Fax 0376 655042 Carabinieri via Roma ..................... 0376 655135 Farmacia Strada Gazoldo, 1 ....... 0376/655624
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iubega conta oltre 1700 abitanti e si estende nella parte centro-occidentale del territorio provinciale, tra i fiumi Mincio e Chiese. È compresa tra i comuni di Ceresara, Gazoldo degli Ippoliti, Redondesco, Mariana Mantovana, Asola e Casaloldo.
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STORIA Durante tutto il Basso Medioevo e l’Età Moderna, Piubega non ha potuto sottrarsi al destino comune a tutte le terre di confine, fatto di continue lotte, invasioni, occupazioni, scorrerie e passaggi da una giurisdizione all’altra. Porta ancora oggi in sè le tracce le tracce della secolare contesa tra Mantova e Brescia, da identificarsi nelle opere di fortificazione - di cui è rimasta oggi solo la Torre Civica - e il dialetto molto vicino a quello bresciano, accompagnato da una cadenza più mantovana. Come si evince da una Cronichetta del poeta asolano Antonio Beffa Negrini (XVI sec.) il Castello della Pubblica (da cui, per storpiatura, Piubega) fu fondato dal cavaliere romano Publizio. Queste origini remote di Piubega sono documentate da due iscrizioni romane rinvenute in questi luoghi e depositate presso il Museo di Mantova. Per avere notizie più sicure del Borgo, occorre arrivare al tempo dei Canossa e quindi al figlio del Conte Bosone di Asola che nel 1087, per ordine di Enrico IV, assoggettò il paese (misit arciones in terris Publicae). Dal 1115 al 1276 la “Pubblica” formò, assieme a S. Martino Gusnago e Ceresara, il confine con i territori bresciani. Fu in questo periodo che la borgata, esposta alle inevitabili dispute delle terre di confine, venne munita di fortificazioni con torri, ponti levatoi, rivellini e palancate. Da queste ultime prende nome il nucleo della Palancata, alla periferia del paese. Queste fortificazioni, tuttavia, non impedirono a Ezzelino da Romano e ai bresciani di invadere queste
che domina l’abitato, riporta agli anni di Matilde di Canossa, anche se non manca chi lo fa risalire addirittura ad un Publicio romano. Le più interessanti testimonianze del passato si riferiscono al barocco: la chiesa parrocchiale di San Giacomo Maggiore, della prima metà del XVIII secolo, edificata su progetto di Giovanni Maria Borsotto; il cinquecentesco oratorio di San Giovanni Battista, fatto costruire da Francesco Gonzaga, e, in località San Cassiano, l’oratorio della Madonna del Rosario. Un esempio di architettura civile e residenziale è il palazzo del protonotario apostolico, edificato nel XVI secolo e adibito a residenza dei parroci, un tempo investiti della dignità di vicari foranei. Sono scomparse molte delle corti che un tempo costituivano il luogo più importante delle grandi proprietà terriere; ne restano, tuttavia, alcune: la Paradiso (cui sono annessi l’oratorio settecentesco e grandi edifici rustici), la Castelletti, la Dossi.
“Festa di San Fermo” Dall’8 al 12 agosto, nella frazione di San Fermo “Piede Nero” Terzo sabato di ottobre. Evento podistico “Festa della Solidarietà” Terza domenica di ottobre “Presepe Vivente” Dalla Vigilia di Natale al 6 gennaio
fiere ed eventi
terre. Dopo alterne vicende con Asola e con i Visconti, nel 1408 la troviamo in parte soggetta ai Gonzaga e in parte soggetta a Pandolfo Malatesta, Signore di Brescia. Un anno dopo, Gian Francesco Gonzaga, assente da Mantova, lasciava il governo delle sue terre al Conte Carlo Albertini da Prato al quale il Gonzaga concesse poi in feudo, per i servigi svolti, Piubega e Castello. Altrettanto fece nel 1411, per la sua parte, Pandolfo Malatesta, realizzando in tal modo la riunificazione di terre per molti anni divise. Dopo alterne vicende, mentre Asola entrerà a far parte per oltre tre secoli della Serenissima, Piubega seguirà un diverso destino: distrutta infatti dagli assalti del Piccinino, Piubega passerà sotto i Gonzaga ottenendo per questa sottomissione ampi privilegi ed esenzioni che mantenne inalterati per vari secoli. Nel 1534 la comunità si rese indipendente da Brescia anche dal punto di vista della giurisdizione ecclesiastica passando definitivamente sotto la diocesi di Mantova. In tutti questi anni la terra era retta da Vicari e tra questi le cronache riportano l’asolano Antonio Beffa Negrini, già citato in queste pagine. Nel corso del 1629 subì altre scorribande dovute alle dispute della Guerra dei Trent’Anni. Senza ulteriori scosse il borgo arrivò così alle sfuriate napoleoniche al glorioso Risorgimento cui diedero un notevole contributo due suoi cittadini come Cavalli e Speranzini. LUOGHI DI INTERESSE Il patrimonio storico-architettonico è particolarmente ricco e articolato: un massiccio torrione medievale,
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PONTI SUL MINCIO
NUMERI UTILI
www.comune.pontisulmincio.mn.it anagrafe@pec.comune.pontisulmincio.mn.it
Municipio ....................................... 0376 88121 ................................. fax 0376 88296 Carabinieri di Monzambano ..................................... 0376 800034 Biblioteca ................. 0376 808057 Parrocchia ...................0376 88008 Scuola dell’infanzia .. 0376 88153 Scuola primaria ......... 0376 88154
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ell’immediato entroterra a sud del Lago di Garda e seguendo il corso del fiume Mincio, si incontra Ponti sul Mincio, il primo comune della Provincia di Mantova, il cui territorio forma il grande Parco Regionale del Mincio e sfocia nel fiume Po. Ponti pertanto rappresenta la porta di ingresso al Parco del Mincio, un parco naturale che mostra caratteristiche vegetazionali e floristiche di grande bellezza e spesso di estremo interesse scientifico. Conta oltre 2.200 abitanti e confina con Peschiera del Garda (VR), Valeggio sul Mincio (VR), Monzambano e Pozzolengo (BS), risultando il comune più settentrionale della provincia di Mantova.
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STORIA La storia di Ponti sul Mincio è sempre stata fortemente influenzata dalla presenza del fiume, che a buon diritto è entrato a far parte del toponimo. In passato assunse, per la sua posizione strategica, l’aspetto di una cittadella fortificata, come testimoniato dai ruderi del castello medievale e delle mura di cinta. Le sue vicende nel corso dei secoli non sono state diverse da quelle dei comuni vicini e in particolare di Peschiera del Garda: al pari di quest’ultima, dopo aver fatto parte dei possedimenti degli Scaligeri, venne annessa alla repubblica di Venezia. Proprio perché inserita nell’orbita veneziana, fu fuori dall’influenza dei Gonzaga. Col declino della Serenissima conobbe la dominazione austriaca, nel corso della quale passò sotto la giurisdizione di Mantova. La storia successiva ne vede il coinvolgimento nei moti risorgimentali, l’annessione al regno d’Italia e la partecipazione agli eventi dei due conflitti mondiali. In questo territorio si svolsero gli ultimi combattimenti della seconda guerra mondiale, quando ormai i tedeschi si erano già arresi, come testimoniato da un cippo marmoreo sul monte Casale. Il 30 aprile del 1945 infatti sul monte Casale venne combattuto uno degli ultimi combattimenti della seconda guerra mondiale in Italia. Fu lo scontro che due formazioni di partigiani, la Brigata Italia (Vr) e la Brigata Avesani, affiancate dagli Arditi del IX reggimento, combatterono contro un
LUOGHI DI INTERESSE L’elemento che maggiormente caratterizza il territorio, che si estende per circa 11,4 km quadrati, sono le Colline Moreniche, rilievi modesti, attraversati sui versanti a Nord da boschi e sui versanti a Sud da prati aridi. Un territorio quindi da percorrere a piedi, in bicicletta, a cavallo alla scoperta della natura ma anche di importanti tesori architettonici. Infatti il territorio di Ponti sul Mincio è attraversato dalla pista ciclabile Mantova – Peschiera percorsa ogni anno da circa 190.000 utenti. Dell’antico castello del XII secolo sono ancora visibili torri e cinta merlata; poco lontano dal maniero sorge la parrocchiale, intitolata in passato a San Leonzio e a San Giacomo da Ponte, oggi a Sant’Antonio Abate. La chiesa conserva un pregevole dipinto della fine del Settecento raffigurante la “Madonna col Bambino”, dei fratelli Martino e Giovanni Meves. L’architettura religiosa comprende anche il piccolo oratorio di San Nicolò, più antico della parrocchiale e ubicato fuori dell’abitato, lungo la strada che conduce al Mincio. La vicinanza al lago di Garda, inoltre, ha determinato la costruzione di splendide dimore, come villa Mazzetta e villa Garofalo. Nel prossimo futuro il paese potrebbe avere una
nuova attrazione: una torre “belvedere” di 150 metri. Infatti nell’area del Parco del Mincio si trova la Centrale Termoelettrica del Mincio, all’interno della quale è possibile vedere una struttura dismessa ormai da tempo: si tratta della ciminiera più datata, alta circa 150 metri. L’idea, ora al vaglio degli enti competenti, è quella di realizzare il progetto di conversione di questo camino trasformandolo in una vera e propria “terrazza belvedere”. Un torre, dunque, con all’interno un apposito elevatore, il quale trasporterà visitatori, turisti e scolaresche in cima alla struttura. Una volta raggiunta la vetta, sarà possibile ammirare il panorama mozzafiato delle terre del Mincio, delle Colline Moreniche e, in caso di cielo limpido, delle montagne e del Lago di Garda..
“Premio Maria Zamboni”, Periodo estivo. Serata dedicata alla celebre soprano nativa proprio di Ponti sul Mincio
fiere ed eventi
reparto della FLAK tedesca. Nella battaglia morirono 5 Arditi, 3 partigiani ed un soldato americano, Robert Carlson. Nel 2008, in occasione dell’anniversario della battaglia il parco giochi comunale fu dedicato alla sua memoria.
“Sagra di San Gaetano” Inizi di agosto. Piatti della tradizione, intrattenimento musicale, arte, sport e luna park “Sagra di San Nicolò” Inizi di dicembre. Protagonisti la tradizione enogastronomica e i sapori della cucina povera contadina
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REDONDESCO
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www.comunediredondesco.it redondesco@postemailcertificata.it
R
edondesco, comune di circa 1400 abitanti, è situato sulla sponda sinistra dell’Oglio inferiore, a ovest di Mantova, capoluogo di provincia da cui dista 25 Km circa. Il suo territorio, interamente pianeggiante, si estende su una superficie di 1913 ettari, e comprende ad est parte della frazione di S. Fermo, appartenente anche ai comuni di Piubega e Gazoldo. A sud confina con il comune di Marcaria, a ovest con quello di Acquanegra sul Chiese e a nord con quello di Mariana. STORIA Le origini di Redondesco sono remote e incerte come la leggenda romantica che fa risalire il nome alla famosa tavola rotonda di re Artù. In verità le interpretazioni etimologiche che ne attestano l’esistenza prima del Mille non sono concordi: alcuni autori sostengono, in forza del prefisso “Re” derivato da “rivus” (fiume), che il nome significhi paese bagnato all’intorno da fiumi; altri, invece, sostengono, più verosimilmente, sulla base di un diploma imperiale del 982 che identifica il paese con il nome di Redoldescho, e di un successivo documento del 1055 che cita Redaldisco, che il toponimo indichi un luogo di proprietà (la terminazione in esco significa infatti appartenenza) di un signore di nome Redaldo o Redoldo, che rinvierebbe ad alcuni personaggi illustri dell’Alto medioevo. La forma Rotundiscus dal significato Desco rotondo, sebbene etimologicamente improbabile, è comunque quella che ha avuto più fortuna, tant’è che lo stemma della
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio piazza Castello, 8......... 0376 954141 ............................... fax 0376 954510 Polizia Locale ...........0376 954021 Carabinieri Acquanegra Sul Chiese ................... 0376 79102
comunità rappresenta un tavolo (o sgabello) rotondo su sfondo verde-azzurro. Redondesco è stato nei secoli un centro storico di notevole importanza grazie alla vicinanza con la via Postumia, importante arteria stradale costruita dai Romani. La Postumia fu però anche la via obbligata attraverso la quale passarono i barbari che calarono sull’Italia durante e dopo la fine della dominazione romana. L’area territoriale di Redondesco fu in seguito sottoposta all’influenza dei monasteri longobardi e franchi (VIII - IX secolo). Dalla fine del X secolo fino a metà del XIII Redondesco fu possesso e sede di stirpi comitali (conti eponimi e conti di Lomello). Dopo la loro cacciata ad opera del comune di Brescia, il paese dovette subire le conseguenze delle lotte tra le città guelfe e ghibelline passando sotto il dominio dell’uno o dell’altro vincitore. Per quasi due secoli Brescia, Mantova e Asola si contesero Redondesco. Nel 1404 Redondesco prese la risoluzione di offrirsi ai Gonzaga: una deputazione della comunità si presentò a Francesco Gonzaga, Vicario imperiale in Mantova, per offrirgli il governo della comunità e il comando della Fortezza di Redondesco. La spontanea dedizione di Redondesco mosse i Gonzaga ad elargire favori speciali, privilegi ed esenzioni alla comunità di Redondesco che sotto la loro signoria, specialmente nei secoli XV e XVI raggiunse grande prosperità economica, civile e sociale. Nel 1629-1630 Redondesco subì le invasioni dei Lanziche-
LUOGHI DI INTERESSE Da piazza Risorgimento, nel cuore dell’abitato, si possono ammirare le mura del Castello, con il turrito ingresso e i torrioncini d’angolo. Da questo luogo è possibile accedere attraverso l’arco passante della torre portaia e quello della torre maestra (mastio) nella suggestiva piazza Castello sulla quale si affaccia il municipio, il teatro comunale, l’ufficio postale ed alcune abitazioni private. L’attuale castello di Redondesco è una fortificazione composita, eretta su un area in cui ergeva un precedente fortilizio, in cui si sono stratificate, a partire da un nucleo originario tardo medievale, diverse strutture difensive, realizzate prevalentemente durante il dominio sforzesco (XIV secolo) - parte inferiore della torre d’ingresso - e quello gonzaghesco ( XV- XVI secolo) con il rivellino (costruito nel 1468 su di segno di mastro Viviano) e il circuito delle mura. Gli interventi di restauro più recenti, eseguiti negli anni Sessanta del Novecento, hanno riguardato il parapetto merlato e i torrioncini angolari. L’Amministrazione Comunale nel giugno 2014 ha reso visitabile la parte antistante la torre “il Rivellino gonzaghesco” grazie al restauro conservativo e la messa in sicurezza del maestoso mastio; uno spettacolo unico di architettura e di storia. La Chiesa parrocchiale di S. Maurizio è impostata sui una planimetria a tre navate, sostenute da dodici colonne romaniche. Terminava in origine dove attualmente è la porta della sagrestia. Nel XV secolo vennero costruiti la volta a botte della navata centrale, decorata a cassettoni con grande figura del Salvatore, e le volte a vela delle navate laterali. Il campanile Ë del 1499, mentre sono del 1720 l’altare e la balaustra
“Tombola dell’Epifania” 6 gennaio (Ass. Volontari) “S. Antonio, benedizione degli animali” 17 gennaio “Gnoccolata” 22 marzo, in occasione del Carnevale “Fiera Campi Bonelli” 19 aprile, organizzata da AVIS Redondesco e AVIS Mariana “Festa dei Lavoratori” 1 maggio. Messa e benedizione mezzi agricoli in Piazza Risorgimento “Castelrun” Domenica 14 giugno. Corsa podistica “Festa en Castel” 24-25-26-31 luglio/ 1-2 agosto “Festa di San Fermo” 7-8-9-10 agosto “11°auto e moto raduno d’epoca” 13 settembre. Organizzato dall’associazione La Pesa
fiere ed eventi
necchi che si accamparono nel territorio e lo devastarono con ogni sorta di angherie; durante l’occupazione comparve anche la peste: dopo queste calamità, dei 3500 abitanti rimasero solo 219 superstiti. Finita la signoria dei Gonzaga nel 1707, il territorio mantovano passò sotto la dominazione austriaca. Tra il 1733 e il 1735 Redondesco patì i danni delle occupazioni alemanne, francesi, spagnole e savoiarde. Come tutti i comuni del Mantovano dovette sottostare alle varie dominazioni succedutesi nel secolo XIX. Dopo la caduta di Napoleone, nel Congresso di Vienna, il Lombardo-Veneto venne assegnato all’Austria e Redondesco ritornò sotto la dominazione austriaca. Il 17 marzo 1861, quando fu proclamato il Regno d’Italia, anche Redondesco entrò a far parte del Regno d’Italia, inizialmente aggregato alla provincia di Brescia e dal 1 luglio 1868 a quella di Mantova.
“Sagra di San Maurizio” 26 settembre, con commedia dialettale in teatro “Cena Rinascimentale in teatro” 10 ottobre “Redondesco Rinascimentale” 11 ottobre. Tutto il giorno e pranzo a tema
in marmi policromi. La facciata con pronao è stata ricostruita alla fine del XIX secolo. Tra i beni che conserva si segnalano le tele di Giuseppe Peroni, Tommaso Fontana e un quadro del Salvatore attribuito da alcuni a Francesco Bonsignori da altri a Gianfrancesco Caroto. Il Romitorio di S. Pietro è un’antica chiesa, documentata con certezza nel XII secolo, che sorge in riva al Tartaro, in un suggestivo paesaggio campestre, e rivela nella tessitura muraria la stratificazione di più fasi costruttive. A navata unica, con capriate a vista, è caratterizzata dalla presenza di affreschi quattrocenteschi che decorano le pareti interne; anche il coretto è tutto affrescato. Di estremo interessi i graffiti e le iscrizioni parietali, databili dal XV al XVIII secolo, scritte in volgare, in francese e in tedesco. Alto Mantovano
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SOLFERINO
NUMERI UTILI
www.comune.solferino.mn.it protocollo.comune.solferino@pec.regione.lombardia.it
Municipio ..................................... 0376 854001 .............................. fax 0376 855547 Polizia locale ............0376 854001 Pronto soccorso Osp. Castiglione d/s ........ 0376 6351 Carabinieri ................0376 861900 Soccorso pubblico di emergenza ..........................113 Vigili del fuoco ........................115 Emergenza sanitaria .............118
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e dalle rive del lago di Garda ci si sposta verso Sud, ci appare di fronte uno spettacolo di rara bellezza, costituito da una formazione, più o meno continua, di basse colline, dell’altezza media di 100/150 metri, intervallate da avvallamenti, dove trovano posto piccoli specchi d’acqua. In questo verde scenario di dolci colline, coltivate a vite, qua e là interrotto dalle macchie azzurre delle torbiere, si trova Solferino con i suoi 2628 abitanti. Il paese sorge al confine con la provincia di Brescia, tra i comuni di Cavriana, Guidizzolo, Medole, Castiglione delle Stiviere e Lonato (BS). STORIA I primi insediamenti umani nella zona di Solferino si fanno risalire al III millennio A.C. testimoniati dal tipo di reperti portati alla luce, in località Barche di Solferino, ove fu ritrovata una palafitta ed interessante materiale in pietra, legno ed osso. Dopo queste testimonianze, si può solo supporre un’eventuale occupazione etrusca, seguita nel V secolo a.C. dall’invasione di popolazioni celtiche (Galli Cenomani) e provata dal rinvenimento, nei comuni limitrofi, di necropoli e tombe. A loro volta, ai Galli, seguirono i Romani, che lasciarono a testimonianza alcuni resti di una strada in località Pozzo Catena. Dopo di che, come buona parte della penisola, Solferino subì i saccheggi delle popolazioni barbariche. Passato il periodo medievale e dei Comuni, carente di testimonianze, fu la volta del dominio dei Gonzaga,
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Mantova di Borghi e di Sagre
che sotto la guida di Orazio (1545-1587), riedificarono il Castello e successivamente, con Cristierno (15801630) restaurarono la Rocca. Caduti i Gonzaga, Solferino fu direttamente interessata dalla battaglia di Castiglione (1796) che vide contrapporsi gli stessi due eserciti, francese ed austriaco, che sessantatré anni più tardi diedero luogo alla battaglia di Solferino e San Martino, episodio decisivo della II guerra d’Indipendenza. La battaglia ebbe luogo il 24 giugno 1859 e vide fronteggiarsi gli eserciti francese, comandato dall’imperatore Napoleone III, ed austriaco, al cui comando c’era l’imperatore Francesco Giuseppe, nonché a San Martino, a dar man forte agli alleati francesi, l’esercito piemontese guidato dal re Vittorio Emanuele II. Dopo le sconfitte subite a Montebello, Palestro, Magenta e Melegnano, tra la fine di maggio e l’inizio di giugno 1859, l’esercito austriaco si era ritirato dalla Lombardia, aveva oltrepassato il fiume Mincio, per riorganizzare le forze all’interno del Quadrilatero. Il 23 giugno però le armate austriache decisero un improvviso dietro front per contrattaccare lungo il fiume Chiese, mentre Napoleone III ordinò l’avanzata delle sue truppe verso est alla ricerca del nemico. Gli eserciti vennero così a scontrarsi in luoghi del tutto imprevisti, tra le colline dove sorge Solferino e nella pianura immediatamente a sud del paese. Nel frattempo, sui colli di San Martino, le truppe piemontesi si trovarono a combattere con l’ala destra dell’esercito austriaco. Entrambi gli eserciti non si aspettavano di trovarsi di
“Anniversario Unità d’Italia” 17 marzo, commemorazioni in paese, apertura straordinaria Museo e Rocca di Solferino “Festa di Primavera” e “Mercatino del Piccolo Antiquariato” 12 aprile. Mercatini in contrada Pozzo Catena e in concomitanza in Piazza Castello “ “Festa Madonna delle Rose” - 31 maggio “Corsa delle Bighe” - 14 giugno. Nelle vie del centro sfida tra le contrade del paese. In contemporanea in piazza Castello il “Mercatino del Piccolo Antiquariato” “Angela da Foligno Una donna e la sua storia” 20 giugno, monologo teatrale Chiesa dell’Ossario “Commemorazione del 156° anno della Battaglia” 24 giugno, eventi e rievocazioni in paese, Concerto in Piazza Castello “Fiaccolata della Croce Rossa” - 27 giugno “Undicesima Grande Festa Del Capunsel a Solferino” - 3, 4 e 5 luglio “Festa della Birra” - Dal 10 al 13 luglio “Cena sotto le Stelle – Al Banchetto dei Gonzaga” 27 luglio, rievocazione storica in costume fronte il nemico, per questo motivo quella di Solferino e San Martino fu definita una “battaglia di incontro”. Il fronte della battaglia si sviluppò per 18-20 km e gli scontri durarono dall’alba al pomeriggio inoltrato quando un violento temporale si abbatté sui combattenti accelerando la conclusione della battaglia e decretando la vittoria dei Francesi. La battaglia di Solferino e San Martino fu la più sanguinosa combattuta per l’indipendenza e l’unità d’Italia; dei 300/350.000 uomini in campo, rimasero a terra, tra morti e feriti, più di 40.000 soldati. Il 25 giugno, sul campo di battaglia, arrivò un commerciante ginevrino, Henry Dunant. Stava cercando Napoleone III per proporgli un progetto agricolo da realizzare in Algeria, allora colonia francese. Restò sconvolto dalla carneficina che vide, ma anche sorpreso dal pro-
“Camminada en so la Roca. Corsa podistica” 9 agosto “In Collina con Gusto” 12 – 13 settembre “Un ritorno alle tradizioni. La settimana del Nedrot” Da domenica 4 ottobre. I ristoranti aderenti propongono piatti tipici della tradizione locale a base d’anatra “Festa d’Autunno” 11 ottobre. Mercatini in contrada Pozzo Catena e in concomitanza in Piazza Castello “Mercatino del Piccolo antiquariato” “Un ritorno alle tradizioni. La settimana del Baccalà” Da domenica 1 novembre Antica tradizione dei nostri nonni: il baccalà alla festa dei morti, riproposto in varie versioni presso i ristoranti aderenti. “Un ritorno alle tradizioni. La settimana della Zucca” Da domenica 6 dicembre. Mille modi di gustare la zucca, dai primi ai dolci; nei ristoranti aderenti “Bancarelle di Natale” - 6 dicembre “Festa Madonna A Bas” - 8 dicembre “Incontro con Santa Lucia” - 12 dicembre “Natale a Solferino” - Dal 15 al 31 eventi e manifestazioni a tema natalizio
fiere ed eventi
“Un ritorno alle tradizioni. La settimana del Massalì” Da domenica 4 gennaio. Nei ristoranti aderenti menu caratteristici con carni di maiale
digarsi delle donne dei luoghi nell’assistenza ai feriti senza distinzione di razza e nazionalità. Dimenticò i suoi progetti e decise di dedicare la sua esistenza alla creazione di un’organizzazione al di sopra delle parti che prestasse aiuto ai feriti di tutti gli eserciti durante le guerre. Nacque così la Croce Rossa. LUOGHI DI INTERESSE Il patrimonio storico-artistico annovera, tra le diverse testimonianze del passato, un torrione risalente agli inizi dell’XI secolo, detto “spia d’Italia”. Risalgono al XVII secolo la chiesa parrocchiale intitolata a San Nicola di Bari, la chiesa dell’Immacolata, detta anche di San Carlo, e la chiesa in stile barocco, dedicata a San Pietro, che custodisce le ossa di 7.000 soldati morti nella famosa battaglia.
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VOLTA MANTOVANA
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Palazzo Gonzaga Via Beata Paola Montaldi, 15 ......................................0376 839411 ............................... Fax 0376 839439 Ufficio Segreteria ...............................0376 839431 - 32 Polizia Locale ......................................0376 839441 Carabinieri via Salvo D’Acquisto...... 0376 83002
Volta Mantovana sorge nei pressi del Parco del Mincio a soli 20 Km dal lago di Garda. Confina con la provincia veneta di Verona, conta 7.273 abitanti, ed è compresa tra i comuni di Monzambano, Valeggio sul Mincio (VR), Goito e Cavriana. STORIA La presenza dell’uomo in epoca preistorica è stata comprovata da ritrovamenti di insediamenti palafitticoli, risalenti ad un periodo compreso tra il 1800 e il 100 a.C. Dopo aver visto avvicendarsi, sul suo territorio, etruschi, galli e romani, ha costituito zona di transito per i visigoti, gli unni, i longobardi e i franchi. Nell’XI secolo appartenne a Matilde di Canossa. Nella seconda metà del XIV secolo divenne possedimento di Guido Gonzaga, secondo capitano di Mantova, e rimase sotto il dominio della potente famiglia mantovana fino al XVIII secolo. Subì spesso saccheggi, distruzioni e invasioni: infatti, al tempo della guerra del Monferrato, agli inizi del XVII secolo, fu sottoposta alle violenze perpetrate dagli imperiali e dai lanzichenecchi; a tutto ciò si aggiunse, nel 1630, l’epidemia di peste che coinvolse l’intera zona. All’inizio del XIX secolo fu attraversata dall’esercito franco-italico di Eugenio di Beauharnais, inseguito dalle truppe austriache. Nel 1848, durante la prima guerra d’indipendenza, fu quartier generale di Carlo Alberto e teatro di combattimenti quando l’esercito sardo-piemontese
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Mantova di Borghi e di Sagre
si ritirò da Custoza. Durante la seconda guerra d’indipendenza costituì un importante polo strategico nella battaglia di Solferino e San Martino. Nell’epoca fascista fu oggetto di una spedizione punitiva da parte delle camicie nere, che costrinsero alle dimissioni i membri del partito popolare al potere nell’amministrazione comunale. LUOGHI DI INTERESSE Volta Mantovana ha origini antichissime, ed è stata scenario di molte vicende storiche; oltre al caratteristico centro storico, sono molti luoghi di interesse architettonico: la Chiesa Parrocchiale di Volta Mantovana dedicata a S. Pietro con all’interno interessanti opere di artisti locali; Palazzo Cavriani Guerrieri Gonzaga, eretto nel XV secolo, appartenne per lungo tempo alla nobile famiglia da cui prese il nome, oggi sede Municipale; Villa Venier; I resti del castello di antica fondazione, che ancora oggi domina il centro abitato; la chiesetta Parrocchiale di Cereta (frazione di Volta Mantovana); i Giardini all’Italiana di Palazzo Gonzaga; la Chiesetta della Madonnina. Palazzo Gonzaga, i Giardini e le due torri annesse al palazzo sono visitabili ogni sabato e domenica. Il Castello di Volta Mantovana è un’antica roccaforte risalente all’XI secolo situata nel centro di Volta Mantovana, in provincia di Mantova, che conserva inalterato l’originario impianto urbanistico, oltre ad alcuni edifici e opere difensive, tra cui le due torri.
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fiere ed eventi
Edificato intorno all’XI secolo forse per volere di Matilde di Canossa, comprendeva una cinta muraria esterna e una collocata internamente, a difesa del mastio. Il possesso passò nel 1185 al comune di Mantova, ai Bonacolsi e ai Gonzaga dal 1368 al 1450, inizio del dominio veneziano. Il ritorno dei Gonzaga è sancito dalla nomina a marchese di Ludovico III Gonzaga che, assieme alla moglie Barbara di Brandeburgo, ristruttura in parte il castello ed edifica a poca distanza da esso Palazzo Gonzaga-Guerrieri, che diventerà la loro residenza estiva. ll palazzo venne costruito dunque verso il 1450 da Ludovico III Gonzaga, II marchese di Mantova e dalla consorte Barbara di Brandeburgo come villa di campagna, fra le colline Moreniche e nel clima salubre del vicino lago di Garda, a ridosso di una torre e di un tratto delle mura di difesa del borgo. Passò di proprietà al figlio Rodolfo Gonzaga e quindi ai suoi figli Gianfrancesco ed Aloisio, che lo donarono nel 1515 a Ludovico Guerrieri, commissario dei Gonzaga a Volta. Nei primi anni del XIX secolo il palazzo fu di proprietà del marchese Tullo Guerrieri (1773-1845), che qui morì e con lui ebbe termine il ramo della famiglia. Nel 1860 circa, venne ceduto al marchese Achille Gonzaga, del ramo cadetto dei Gonzaga di Vescovato e quindi alla figlia Costanza, moglie di Tullio Cavriani. Nel 1930 passò a Carlo Cavriani, che lo cedette infine, a metà degli anni ottanta al Comune di Volta Mantovana, che ne fece la sede municipale. Oltre ai beni artistici, Volta è circondata da stupendi
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Mantova di Borghi e di Sagre
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BOZZOLO
NUMERI UTILI
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Municipio Piazza Europa, 1.......... 0376 910811 ................................. Fax 0376 91105 Polizia Locale ..............0376 91362 Carabinieri Via XXV Aprile, 6 ........... 0376 91124 Presidio Ospedaliero Multifunzionale ............03769091 Centro Medico San Restituto ..................................... 0376 920997 Farmacia Com. ......... 0376920645
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ozzolo conta più di 4000 abitanti ed è situato nella zona centro-occidentale della provincia, a confine con quella di Cremona. Sorge tra i comuni di Acquanegra sul Chiese, Marcaria, San Martino dell’Argine, Spineda (CR), Rivarolo Mantovano, Tornata (CR) e Calvatone (CR).
STORIA Bozzolo, sotto il nome latino di Vaudiolo, Vauxiolo “piccolo guado”, compare già negli atti notarili del IX e X secolo; nel 949 è definito castrum, cioè luogo fortificato, accanto cui sorgono trenta case. L’abitato è posto su un terrazzo fluviale (30 metri sul livello del mare) che sovrasta l’Oglio. Come tutte le terre che stanno alla destra dell’Oglio, nel Medioevo, Bozzolo, è sotto il controllo politico del comune di Cremona e appartiene tuttora alla diocesi cremonese, Nel periodo che va dal XII al XIV secolo è infeudato ad alcune grandi famiglie cremonesi: i Dovara, i Persico, i Cavalcabò. Bozzolo ha una sorte comune con altri paesi dell’Oltre Oglio: nel 1408 passa sotto i Gonzaga, Signori di Mantova e, nel 1478 entra a far parte di un “condominio signorile”, che controlla Gazzuolo, San Martino, Rivarolo, Commessaggio, Sabbioneta, Pomponesco, Isola Dovarese e Ostiano, autonomo rispetto ai Gonzaga di Mantova, dipendente solo dall’impero, assegnato per testamento da Lodovico Marchese di Mantova al figlio Giovan Francesco e ai suoi eredi.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Ai primi del cinquecento, grazie alla protezione dei Gonzaga, si insedia una consistente comunità ebraica dedita al commercio e al prestito del denaro instaurandosi una favorevole convivenza ebraicocristiana (tuttora, a Bozzolo, esiste il cimitero ebraico). Ricordiamo i più importanti Signori di Bozzolo. Vespasiano (1531-1591) risiede a Sabbioneta, di cui è anche Duca, tuttavia provvede a sostituire il vecchio castello medioevale di Bozzolo con una possente fortificazione dotata di baluardi a prova di cannone, demolita poi nel 1812. Giulio Cesare nel 1594 ottiene, dall’Imperatore Rodolfo II d’Austria, per sé il titolo di Principe e per Bozzolo quello di città, che eleva a ruolo di capitale degli altri sei paesi del feudo. Crea una zecca, istituisce il mercato del venerdì che attira mercanti dai paesi vicini (il mercato continua nei nostri giorni sempre di venerdì). Con lui la popolazione del piccolo centro raddoppia, nasce una nuova Parrocchia. Gli succede Scipione che diventa Principe del Sacro Romano Impero e di Bozzolo. Istituisce l’ospedale e favorisce la presenza di numerosi ordini religiosi. Muore nel 1670 e gli succedono Ferdinando e Giovan Francesco che muore nel 1703 senza discendenti. Il principato in seguito è assegnato ai Gonzaga di Mantova fino al 1708, ai Gonzaga di Guastalla fino al 1746; all’Impero fino al 1771, quando la sua autonomia viene cancellata con l’annessione alla Lombardia austriaca. Per il biennio 1786-1788, sotto Giusep-
La Porta di San Martino o Porta Mantova. Neoclassica, è stata eretta nel 1842 in sostituzione di una porta gonzaghesca del XVII secolo. La Fondazione Don Primo Mazzolari. Raccoglie documenti, opere e la biblioteca di Don Primo Mazzolari – Sede di consultazione. La Palazzina. Casa seicentesca ora Saviola, già di proprietà di donna Maria Gonzaga, figlia naturale dell’ultimo principe Gianfrancesco. Palazzo Casalini. Del XVIII secolo, sede del Consiglio Provinciale di Mantova durante la I Guerra d’indipendenza nel 1848. Le Mura. La ristrutturazione urbanistica di Bozzolo risale a Vespasiano Gonzaga, che incomincia a occuparsene dopo aver completato la costruzione di Sabbioneta, a partire dal 1577. Nel 1584 chiude la Cittadella con portoni e nel 1587 rinnova completamente la possente cinta fortificata del castello, dandole la forma di un trapezio difeso da sei baluardi muniti di fossati. I muraglioni sono sostituiti da terrapieni per consentire di resistere all’artiglieria. Nella prima metà del XVII secolo, Giulio Cesare e Scipione Gonzaga cingono l’intero abitato di mura, munite di bastioni e lunette e interrotte da due porte, Porta Cremona e Porta Mantova. Le mura sono costruite alla moderna, provviste di un retrostante terrapieno, con mattoni provenienti dalle fornaci della zona e materiali ricavati dalla demolizione delle fortificazioni dei borghi del principato. Si tratta di mura solo apparentemente solide. Furono, infatti, costruite usando, come legante, la terra e ciò a reso instabili soprattutto i tratti di cortina innalzati sui terreni umidi nella parte nord est. Ciò le ha rese da sempre fragili e soggette a forte degrado dovuto all’azione degli agenti atmosferici e della vegetazione spontanea.
“Festa della Badia” Primo fine settimana di maggio “Fiera di San Pietro” Ultima domenica di giugno
fiere ed eventi
pe II, Bozzolo è anche capoluogo di provincia. La storia successiva coincide con quella della Lombardia: nel 1848 è per pochi mesi sede del Commissario straordinario per i servizi amministrativi e finanziari riguardanti le terre mantovane liberate. Nel 1859 entra a far parte del Regno d’Italia. LUOGHI DI INTERESSE Chiesa parrocchiale San Pietro Apostolo. Eretta intorno al 1576, in origine era la chiesa annessa al convento degli Agostiniani, presenti in Bozzolo dal 1518; il suo bel campanile è del 1606. Chiesa della SS. Trinità. Promossa sul finire del XVI secolo dalla Confraternita della Misericordia, che prende per l’occasione il nome di Confraternita della SS. Trinità (1576), sorge nel quartiere d’espansione voluto da Vespasiano Gonzaga, viene costruita fra il 1617 (primitiva chiesa di dimensioni rivelatisi troppo anguste) e il 1644 circa (attuale edificio) in stile tardo cinquecentesco. Eretta a seconda parrocchia del paese nel 1617, dedicata nel 1737, diverrà chiesa sussidiaria nel 1932. Chiesa di San Francesco. Eretta fra il 1604 e il 1606 da Giulio Cesare Gonzaga, primo principe di Bozzolo, con l’intento di farne la cappella palatina e il proprio mausoleo, un tempo unita al palazzo di corte, è opera di Zilio de’ Zilii, architetto di Sant’Ambrogio di Valpolicella. Il Cimitero Ebraico. Aperto nel 1798 e recentemente restaurato, ospita anche lapide più antiche, scritte in ebraico. Il Palazzo Municipale. Del XV secolo; la torre costruita fra il 1597 e il 1608, viene troncata nel 1959 perché pericolante. Il Palazzo detto “Del Tribunale”. E’ costruito tra il 1584 e il 1592 da Vespasiano Gonzaga con l’intento di farne un ospedale per i poveri; il bell’edificio non verrà mai usato a questo scopo. Dopo il 1630 diventa proprietà di don Camillo Gonzaga, è caserma sotto gli austriaci (caserma nera), infine sede del tribunale col Regno d’Italia. Il palazzo del monte Pietà. Sorge tra la fine del XVI secolo e i primi decenni del XVII secolo; ora è sede della Biblioteca e dell’Archivio Storico comunali. Il Teatro. Del mantovano Vergani, inaugurato il 25 maggio 1843, aveva la forma classica a ferro di cavallo, con strutture in muratura, doppio ordine di palchi e sovrastante loggione, palchi in legno e cavea finemente decorata con soffitto a volto. Nel secondo dopoguerra l’interno viene distrutto e trasformato in sala per proiezioni cinematografiche. Rimane il neoclassico prospetto esterno.
“Notte Bianca” Luglio “Fiera Settembrina” Ultima domenica di settembre “Artisti per la vita” Metà dicembre
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COMMESSAGGIO
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Municipio Piazza Italia 1 .................. 0376 98121 .................................. Fax 0376 98475 Polizia Locale Piazza Italia n. 1 .. 0376 98 121 (int. 1) Ospedale Oglio Po Via Staffolo n. 51, Casalmaggiore .................................. 0375 28 14 92/4 Carabinieri di Gazzuolo Via Guglielmo Marconi, 5 ..........................................0376 97185
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ommessaggio si trova a circa 20 km da Mantova e 8 da Sabbioneta, due città inserite nel Patrimonio dell’UNESCO. È situata nella parte sud-occidentale della provincia, a confine con quella cremonese, ed è compresa tra i comuni di Gazzuolo, Viadana, Sabbioneta e Spineda (CR). LA STORIA Il periodo intercorso tra l’età del bronzo e quella del ferro (tra il 2500 ed il 200 a.C.) già la vede abitata, come risulta dai resti di palafitte, in gran parte rinvenuti nella zona del canale Navarolo. Secondo alcuni, deve l’origine del toponimo al latino COMMISSUM, ‘cosa affidata’. Con gli etruschi gli insediamenti divennero veramente considerevoli; dopo l’occupazione dei galli (verso la fine del III secolo a.C.), la zona conobbe l’influenza romana. Ai romani fecero seguito numerose popolazioni barbariche, fra le quali bisogna ricordare (per l’influenza che esercitarono) soprattutto longobardi e franchi. Proprio al periodo longobardo risalgono le prime notizie documentali che la riguardano: il re Desiderio, infatti, la donò all’abbazia bresciana di Leno. Dopo la parentesi longobarda, subentrarono al potere varie famiglie nobili del luogo. In seguito queste terre furono contese dai Visconti di Milano e dai Gonzaga di Mantova; dopo alterne vicende, questi ultimi riuscirono a prevalere sul casato milanese e da quel momento il borgo rimase definitivamente nella sfera d’influenza dei Gonzaga. Fu Vespasiano, un esponente di questo illustre casato, ad ottenere il titolo di duca del borgo
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Mantova di Borghi e di Sagre
e fu lui a volere la costruzione di una possente torre difensiva nonché il riassetto amministrativo e urbanistico del feudo. Al termine del governo dei Gonzaga, si verificò una terribile epidemia di peste e in seguito il territorio entrò prima tra i possedimenti austriaci e poi, liberato dall’occupazione straniera, fu definitivamente inserito nella provincia di Mantova.
primo orologio restaurato dal maestro orologiaio Alberto Gorla. In una piccola cella sopra l’orologio, si trova la campana unico esemplare delle campane fatte costruire, lo indica una scritta che ha incisa sopra, da Vespasiano Gonzaga, sopravvissuto alla fusione per scopi bellici. In una posizione un po’ più elevata, nella parte opposta al Torrazzo, sorge la Chiesa Parrocchiale, S. Albino, inaugurata nel 1804, che custodisce un organo Lingiardi del 1840, una preziosa tela del Crespi e un antico crocefisso. Guardano la Chiesa, grossi palazzi di famiglie di capitani e altro, vissute tra il settecento e l’ottocento.
“Palio delle Contrade” Ogni quarta domenica di luglio. Ogni contrada del paese, a seconda delle sue attività caratteristiche antiche e recenti, si addobba di oggetti, di animazioni e si associa ad un suo battello che parteciperà, dopo una giornata di giochi, manifestazioni e degustazioni, alla conclusiva gara sul Navarolo “Sagra d’autunno” Ogni quarta domenica di ottobre. Esposizioni, mostre fotografiche e pittoriche, mercatino e degustazioni “Mercatini di Natale” Nel mese di dicembre, nella piazza del paese e nelle vie attigue. Bancarelle di oggettistica, creazioni artistiche, alberi, presepi, quadri, piatti
fiere ed eventi
LUOGHI DI INTERESSE La bellezza del Torrazzo che si specchia nel canale Navarolo, sovrasta il piccolo borgo di Commessaggio. Il Torrazzo Gonzaghesco risalente al 1583, alto 28 m fatto costruire da Vespasiano Gonzaga, duca di Sabbioneta, venne utilizzato come torre daziaria e come alloggio per il comandante del corpo di guardia e per i suoi soldati; all’interno vi è una scala a chiocciola di marmo bianco con 123 gradini monolitici. L’associazione “Le Regge Dei Gonzaga” lo scorso anno ha realizzato alcuni lavori di restauro e lo ha fornito di attrezzature digitali di diverso utilizzo. Di fronte troviamo il ponte in chiatte, risalente al 1976, anno in cui fu demolito il ponte vespasianeo (1583) perché ritenuto pericolante. Sono rimasti i piloni originali, mentre le barche su cui poggia il ponte sono state fornite dalla Provincia. Di là del ponte, in territorio sabbionetano, si può vedere l’Oratorio della Beata Vergine Lauretana, detto “il chiesolino”, costruito col patrocinio del duca di Guastalla, Antonio Ferdinando Gonzaga, nel 1721, a cui i Commessaggesi sono molto legati. Contiene un bellissimo altare in stile barocco con vari tipi di marmo di diverso colore, opera di Carlo Giudici del 1722 e quattro grosse tele. Sopra l’altare un’ancona che accoglie la statua della Madonna Nera, portata nelle processioni per scongiurare il pericolo delle inondazioni a cui il territorio, specialmente in quei tempi, era molto soggetto. Sopra il Comune, nella piazza, vi è una piccola torre che custodisce un antico orologio, una vera e propria “macchina del tempo”, oggetto di ricerche,
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Municipio Piazza Garibaldi, 3 ........ 0375 89573 ............................... Fax 0375 899027 Carabinieri di Viadana ..................................... 0375 820400 Farmacia Tarana ....................................... 0375 89123 Biblioteca Dosolo ........................................0375 89872 Ufficio Postale Dosolo ........................................0375 89120
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mmersa nella zona sud-occidentale della provincia (a confine con quella di Reggio nell’Emilia, in Emilia Romagna) è compreso fra i comuni di Suzzara, Viadana, Luzzara (RE), Guastalla (RE), Gualtieri (RE) e Pomponesco. Conta oltre 3300 abitanti. STORIA Il nome di Dusno appare per la prima volta nell’atto con il quale l’imperatore Enrico IV attorno al Mille, conferma il possesso di chiese parrocchiali a favore del vescovo di Cremona. Il viadanese A. Parazzi considera invece come “primo documento autentico”, che ne attesta l’esistenza una pergamena del 1147 nella quale, ancora a proposito di chiese, si cita più chiaramente Dossolo. L’importanza di Dosolo nei secoli è costantemente legata al suo ponte-porto e al suo castello. Non sappiamo come fosse organizzato il castello, ma sicuramente un ufficiale (castellano o capitano lo chiameranno i Gonzaga), al comando di
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Mantova di Borghi e di Sagre
un certo numero di uomini, rispondeva della sua efficienza. La costruzione originaria del castello è opera dei Longobardi. Dagli inizi del 1200 fino al 1315 Dosolo fu un possedimento dei cremonesi, i quali, dopo averlo occupato e fortificato vi mandarono anche una colonia cittadina, per rimediare allo spopolamento provocato dalle alluvioni e conseguenti epidemie. Nel 1315 un’incursione mantovana capeggiata da Rinaldo Bonacolsi espugna il forte e si impadronisce anche di Viadana. Fino al 1478 Dosolo rimane aggregato allo stato mantovano. Dosolo rimase senza dubbio nei domini di Gianfrancesco e del cardinale Francesco Gonzaga fino al 1404, quando, morto il cardinale, venne investito di tutte le terre Gianfrancesco. Nel 1531, riferisce ancora il Parazzi, una forte corrosione del Po ingoiò gran parte della Villa di Sacca con la chiesa, onde i parrocchiani si rifugiarono entro gli argini della vicina Villa della Strada, cioè Villastrada, che fu sempre unita al comune di Dosolo. Nel 1746 scomparirà nello stesso modo anche Panguaneta, così che delle tre ville vicino a Dosolo rimarrà solo Correggioverde, comune autonomo fino al 1816. Nel 1631, finita la guerra per il Monferrato, Carlo di Nevers duca di Mantova è costretto a cedere Dosolo, Luzzara e Reggiolo a Cesare Gonzaga duca di Guastalla. Nel 1708 inizia la dominazione austriaca. Nel 1714 il castello di Dosolo viene demolito ed il materiale impiegato nella costruzione di nuove difese a Mantova.
LUOGHI DI INTERESSE Esclusivamente all’architettura sacra appartengono gli edifici più interessanti dal punto di vista artistico e storico: la parrocchiale dei Santi Gervasio e Protasio (nel capoluogo comunale) e quelle di Sant’Agata e Santa Maria Assunta (rispettivamente a Villastrada e a Correggioverde), tutte del ‘700. Come detto, durante il medioevo Dosolo assunse una particolare importanza grazie al suo ponte e al castello. Il viadanese Antonio Parazzi così descrive le due costruzioni:
“ ... [il castello] metteva un ponte in cotto, la cui prima arcata portava una torre con campana e orologio al servizio della Comunità; dalla torre si discendeva al ponte in legno, attraversante il fiume”. Il castello, la cui costruzione originaria, secondo lo storico Ireneo Affò, era opera dei Longobardi, sorgeva nell’attuale prato depresso a fianco della chiesa; alla sua efficienza rispondeva un ufficiale, chiamato “capitano” dai Gonzaga, al comando di un certo numero di uomini. Il forte fu demolito nel 1714 e i materiali ricavati furono impiegati nella costruzione di nuove fortificazioni a Mantova. Per quanto riguarda il ponte si ricorda soprattutto l’episodio che vide Filippo V, pretendente al trono di Spagna, sorpassarlo nel 1702, dopo essere entrato trionfante a Guastalla e diretto a Viadana.
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Nel 1797 le truppe napoleoniche entrano nel viadanese e anche Dosolo è costretto a pagare diverse migliaia di lire agli occupanti. Nel gennaio del 1805 la Repubblica cisalpina si trasforma in Repubblica italiana. Nella nuova organizzazione dipartimentale Dosolo viene riconosciuto Comune di 2^ classe. Nel 1815, concluso il congresso di Vienna dopo lo sfacelo dell’impero napoleonico, all’Austria viene assegnato il Lombardo – Veneto. Dosolo con il resto del viadanese è aggregato al governatorato di Venezia. Con la vittoria dei franco-piemontesi nella seconda guerra d’indipendenza il distretto di Viadana con Dosolo passa al Regno di Sardegna e viene aggregato alla provincia di Cremona. Solo con la 3^ guerra d’indipendenza e dopo lunghe discussioni in parlamento, Dosolo con il restante distretto di Viadana ritorna sotto la giurisdizione della provincia di Mantova.
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azzuolo sorge sulla sponda destra del fiume Oglio. È Situato nella zona sud-occidentale della provincia (a confine con quella di Cremona), ed è compresa tra i comuni di Marcaria, Viadana, Commessaggio, Spineda (CR) e San Martino dell’Argine. Da Mantova dista 20 Km. La diocesi da tempo immemorabile è Cremona. Gli abitanti sono circa 2.500, dei quali circa la metà risiede nella frazione di Belforte. Altre frazioni molto meno popolose sono Pomara (il cui nome deriva dal fatto che i Gonzaga avevano in quel luogo un meleto, nel quale vi si produceva una varietà di mele di lunga conservazione, adatta ad essere consumata durante le campagne militari), Nocegrossa, e parte di Bocca Chiavica. STORIA La sua etimologia (Vadiolum o Vadolium “piccolo guado o guado d’Oglio”) ne sottolinea la felice posizione. Belforte si trovava al tempo dei Romani sulla “Via Cava”, la strada vicinale cremonese che da Mantova si collegava a Bedriacum (l’attuale Calvatone) e quindi alla Postumia. Belforte fu un luogo fortificato sin dal primo medioevo e per alcuni secoli borgo franco, ma le pestilenze del secolo XIV ridussero a tal punto la popolazione, da accettare l’unione con Gazzuolo. Nel 1415 i Gonzaga ne demolirono il castello, che sorgeva sull’altura della Motta, perché ospitava nemici Guelfi. Il territorio del comune fu sede di popolazioni palafitticole e verso il 2000 A. C. di Etruschi e Romani. Successivamente passò ai Longobardi, il cui re Desiderio
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Mantova di Borghi e di Sagre
lo cedette nel 759 alla potente abbazia benedettina di Leno (Bs). Il capoluogo nel 1185 conobbe le ire di Federico Barbarossa e nel 1300 i saccheggi di Guelfi e Ghibellini. Passò ai Gonzaga nel XV secolo con la divisione degli stati stessi, avvenuta dopo la morte del Marchese Ludovico, che nel 1478 assegnò Gazzuolo a Gianfrancesco (ritratto insieme alla sua insigne famiglia nella Camera Picta del Mantegna), figlio prediletto pure dalla madre Barbara del Brandeburgo. Questi lo fortificò ed abbellì con numerose costruzioni, tra cui il castello. Nacque così la Signoria di Gazzuolo, che nel
1565 ottenne il titolo di Marchesato. La piccola corte ospitava letterati ed artisti tra i più rinomati del tempo, quali Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Matteo Bandello, Baldassarre Castiglione, Giovanni Muzzarelli, Pier Jacopo Alari Bonacolsi, detto l’Antico, ed altri. Nel 1552 il Marchesato di Gazzuolo veniva incorporato nel Ducato di Mantova, di cui ne seguì le sorti con successiva decadenza e rovina. Nel 1702, durante la dominazione austriaca, il castello veniva minato e distrutto definitivamente qualche anno dopo. Per tre secoli, Gazzuolo fu sede di pretura e vantò un distinto collegio notarile, che ebbe vita dal 1415 al 1767. Ritornò alla ribalta storica nel periodo risorgimentale, quando divenne luogo di riunione dei fuoriusciti mantovani, che formarono poi la valorosa colonna dei “bersaglieri mantovani” di Carlo Alberto. Cessata la dominazione austriaca, nell’anno 1866 incominciò a funzionare l’Amministrazione civica di cui fu primo sindaco il perito Luigi Mainoldi (1866/1873). Negli anni sessanta Gazzuolo ha conosciuto una forte emigrazione, ma negli ultimi tempi ha trovato un equilibrio demografico, grazie a un notevolissimo incremento del commercio, soprattutto a Belforte, di rottami metallici, di carta da macero e di antiquariato, tanto che nessun altro centro della provincia mantovana può competere per concentrazione di tali attività.
tano anche il palazzo della Marchesa, la parrocchiale di Santa Maria della Carità, costruita nel ‘700, e le chiese di San Pietro e San Rocco (la prima ricostruita per intero nel ‘500, la seconda edificata nel ‘600).
LUOGHI DI INTERESSE L’emblema artistico di questo comune è rappresentato dalla serie di portici cinquecenteschi che corrono lungo la via centrale, ma altrettanto interessanti risul-
“Il portico delle cose antiche” Ogni 2° domenica del mese, sotto i portici di Gazzuolo
“Artisti sotto l’albero” Sabato e domenica delle Palme, a Belforte. Mostra-mercato di pittori, scultori, hobbisti, artigiani, fotografi, ricamatrici “Festa dla rana e dal stracot d’asan” Seconda metà di luglio, a Belforte. Il Circolo la Torre di Belforte organizza nella frazione la tradizionale festa che richiama migliaia di buongustai anche da fuori provincia per assaggiare le rane fritte alla belfortese e lo stracotto d’asino
“Fiera di Santa Carità” Primo fine settimana di agosto, a Gazzuolo. Fiera paesana con cena sotto le stesse nella via principale, bancarelle, spettacoli per bambini e intrattenimenti musicali “Festa della birra e del gnocco fritto” seconda metà di agosto, a Belforte
fiere ed eventi
“Festa dell’Avis Gazzuolo” Seconda metà di luglio, Gazzuolo
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Oglio Po
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MARCARIA
NUMERI UTILI
www.comune.marcaria.mn.it marcaria.mn@legalmail.it
Municipio Via F. Crispi, Marcaria......0376 953010 ................................. Fax 0376 951011 Polizia Municipale ......0376 953015 Carabinieri Marcaria Via Campopietra............. 0376 950352 Biblioteca Comunale: 0376 950080 Ambulatorio Com. di Cesole .........................................0376 969026 Ambulatorio Com. di Casatico ........................................ 0376 950505
I
l comune di Marcaria conta oltre 6600 abitanti distribuiti nelle sue frazioni, tra le quali la più popolosa è Campitello. È situata nella zona centrale della provincia e confina con Gazoldo degli Ippoliti, Castellucchio, Curtatone, Borgoforte, Viadana, Gazzuolo, San Martino dall’Argine, Bozzolo, Acquanegra sul Chiese e Redondesco. STORIA La grande estensione del territorio comunale trova giustificazione storica nell’avvenuta aggregazione tra i secoli XIV e XV di due entità territoriali in precedenza distinte, le curtes medioevali di Marcaria e di Campitello. Esigenze di carattere amministrativo e strategico militare, in età signorile indussero i dominanti di Mantova ad aggregare Campitello al Vicariato di Marcaria. Il castello di Marcaria per secoli vigilò il confine col Cremonese ed il Bresciano; Campitello dopo l’età comunale divenne un fortilizio di retroguardia a seguito delle novelle acquisizioni territoriali in destra Oglio, che ampliarono via via fino al Po i confini dello stato mantovano. I romani qui vi aggiunsero strade e razionalizzarono la suddivisione dei terreni coltivati con la centuriazione ancora oggi riscontrabile. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, solo in epoca longobarda le campagne ormai incolte andarono lentamente ripopolandosi e rinnovandosi sotto la spinta
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Mantova di Borghi e di Sagre
delle bonifiche e dei disboscamenti. Alla fine del X secolo in Italia vanno affermandosi le grandi famiglie feudali: Marcaria intorno al mille risulta in mano agli Obertenghi, da cui discenderanno ragguardevoli dinastie fra i quali basti citare gli Estensi e i Pallavicini, mentre Campitello entrerà nell’orbita dei Canossa, che già con Tedaldo erano divenuti anche titolari sul mantovano del potere comitale. Mutate le condizioni politiche, Adalberto Obertengo nel 1033 dona il castello di Marcaria e il suo territorio al neo-edificato monastero di Castiglione di Parma (oggi Castione de’ Marchesi), che ne deterrà nominalmente la proprietà fino al XVIII secolo, concedendone nel frattempo l’investitura ai dominanti del momento. Campitello, dopo le acquisizioni in loco dalla Chiesa mantovana di Bonifacio di Canossa, alla morte di Matilde (1115), per volontà della gran contessa diventa possesso del vescovo di Mantova, che sarà posto di fronte all’ostilità degli antichi vassalli canossani, i cosiddetti domini di Campitello. Lo scemare della dinastia canossana coincide con la disgregazione del mondo feudale, e nel mantovano vanno affermandosi nuove realtà quali il comune cittadino e ai margini estremi del territorio, le grandi famiglie e le consorterie nobiliari legate al passato. Intorno al XII secolo in Marcaria compaiono dei conti locali legati ai conti di Sabbioneta e agli Ugonidi di stirpe bresciana: i conti di Marcaria, che compete-
Dominanti prima, l’età delle riforme col Catasto Teresiano poi, seguite dal periodo Napoleonico ridimensioneranno i possessi di tutti, clero compreso, specie nella zona sud, ridistribuendo la proprietà terriera, che per il 50% passerà all’emergente classe borghese. In loco si distingueranno funzionari e addetti alle varie magistrature, ma compariranno anche nomi nuovi (Norsa, Forti, Fano, etc.) legati spesso all’acquisizione di capitali, che in taluni casi già aveva contraddistinto le famiglie d’origine ebraica. LUOGHI DI INTERESSE Il patrimonio artistico è costituito dalla corte Castiglioni (di origini quattrocentesche, rimaneggiata nel ‘500 e nel ‘700) e da numerose parrocchiali: di San Giovanni (del ‘700, nel capoluogo comunale); di S. Celestino I (del ‘700, in località Campitello); di S. Mariano (il cui nucleo originario risale all’epoca matildica, in località Canicossa); di S. Benedetto (del ‘400, in località Cesole); di S. Michele (ristrutturata verso la metà del XIX secolo, si trova in località San Michele in Bosco). L’edilizia residenziale ha due esempi: Villa Pasetti e Villa Picciona.
“Maialata Avis Campitello” 7 e 8 marzo
“Festa Avis Gabbiana” Dal 31 luglio al 3 agosto
“Festa Avis Casatico” 30 e 31 maggio
“Festa Avis Cesole” Dal 6 al 10 agosto
“Pizza in piazza organizzata dall’Avis di Gabbiana” 1 e 2 giugno
“Festa Avis Canicossa” Dal 15 al 18 agosto
“Festa Giovani” 19, 20 e 21 giugno. Organizzata dall’Avis di Casatico “Festa Globalmente Campitello” 2 giugno. Organizzata dai commercianti di Campitello “Festa Gruppo Giovani di San Michele in Bosco” 3, 4 e 5 luglio “Forever 70” 2 luglio, Gabbiana “Festa Avis Campitello” Dal 10 al 13 luglio “Festa Gruppo Amatori Calcio 2006 di Marcaria” Dal 16 al 19 luglio “Festa Avis Ospitaletto” Dal 17 al 20 e dal 24 al 26 luglio
“Rock a Corte a Casatico” 29 e 30 agosto, presso Corte Castiglioni. Organizzata dal Comitato Associazioni Marcariesi “Festa Giovani Avis Campitello” Dal 4 al 6 settembre “Prodotti tipici a Corte” 19 e 20 settembre, presso Corte Castiglioni. Organizzata dal Comune di Marcaria “Castagnata organizzata dall’Avis di san Michele in Bosco” 8 novembre “Maialata Avis Casatico” 21 novembre “Festa 8 dicembre” 8 dicembre, organizzata dall’ Associazione Commercianti di Campitello “Festa di Natale” 20 dicembre, organizzata dal Comitato Associazioni Marcariesi
Oglio Po
fiere ed eventi
ranno con le nascenti realtà comunali di Mantova, Brescia, Cremona nel tentativo di acquisire il potere cittadino, senza tuttavia contrastarne l’affermazione. Negli anni successivi i da Marcaria ancora si distingueranno col conte Federico, che dapprima alleato di Pinamonte Bonacolsi nella presa del potere cittadino (1272), sarà poi proprio da quello bandito con tutta la famiglia. L’acquisizione del potere da parte dei Bonacolsi, coinciso col rafforzamento dei confini occidentali e l’espansione definitiva verso sud del circuito mantovano, fu proprio la circostanza che creò le premesse che determinarono successivamente l’annessione di Campitello all’odierno capoluogo di cui già s’è accennato. L’antica corte di Campitello, fatta salva la zona di San Michele, in cui fino in tempi relativamente recenti permarrà cospicua la proprietà della Mensa vescovile, sarà pressoché colonizzato dalla nuova nobiltà mantovana, spesso nata e cresciuta alla Corte dei Gonzaga, che per rinuncia stessa dei Signori beneficerà delle antiche concessioni vescovili (Valenti e Strozzi a Campitello; Conegrani e poi Luzzara a Canicossa, Torchio e Bianchi a Cesole). La caduta dei
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POMPONESCO
NUMERI UTILI
comune.pomponesco@pec.regione.lombardia.it www.comune.pomponesco.mn.it
Municipio P.zza XXIII Aprile, 11 ......0375 86021 ................................. fax 0375 86325 Polizia Locale .... 0375 86021 int.4 .............................. Fax 0375 868013 Carabinieri Gualtieri (RE) Piazza IV Novembre ... 0522 828124
P
omponesco conta oltre 1700 abitanti e sorge in prossimità della Riserva Garzaia, sulla sponda sinistra del fiume Po, al confine con la provincia di Reggio nell’Emilia (Emilia-Romagna), tra i comuni di Dosolo, Gualtieri (RE), Boretto (RE) e Viadana. STORIA Non si hanno notizie riguardanti la storia antica di questo borgo, il cui toponimo deriva probabilmente dal gentilizio latino POMPONIUS, con l’aggiunta del suffisso -ISCUS. Nel corso del Medioevo, al pari di altri comuni situati sulle sponde del Po, dopo aver fatto parte dei possedimenti del monastero di Leno, passò sotto l’influenza della famiglia d’Este, della curia cremonese, dei Dovara e dei Visconti. Comunque, fu solo grazie ai Gonzaga che acquistò grande rilievo: in particolare, artefice del suo sviluppo fu Giulio Cesare Gonzaga, che la scelse come capitale di una contea e ne ristrutturò l’intero impianto urbanistico, dotandola di un castello, di un ospedale, di un teatro e perfino, sul finire del XVI secolo, della zecca. La sua storia si intrecciò a tal punto con quella della nobile casata mantovana che, spentosi l’astro dei Gonzaga, terminò anche il suo periodo di splendore. Occupata dagli austriaci, dopo la breve parentesi dell’invasione napoleonica partecipò alle vicende risorgimentali, entrando successivamente a far parte del regno d’Italia. In tempi più recenti fu coinvolta attivamente negli eventi dei due conflitti mondiali.
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Mantova di Borghi e di Sagre
LUOGHI DI INTERESSE L’impronta dei Gonzaga, dei cui palazzi nulla è rimasto, è visibile unicamente nei portici della piazza, su cui si affaccia la chiesa arcipretale dei Sette Fratelli Martiri, che esisteva già nel XIV secolo ma che venne ristrutturata intorno alla metà del XIX secolo dal bergamasco Giovanni Battista Vergani. Altri esempi di architettura del passato sono il Palazzo Rosina, la chiesa della Casa del riposo (del Settecento) e (in località Banzuolo) la chiesa di S. Giovanni Battista. Dei tre quartieri il più importante fu subito quello meridionale, quello posto in direzione del fiume con il porto fluviale e le isole (è quello immediatamente leggibile ancora oggi arrivando dall’argine), che si dispose intorno al grande asse costituito dalle due piazze e che si apriva verso il fiume Po (all’epoca gli argini erano più bassi). La prima piazza, più vasta e completamente vuota (ora piazza XXIII Aprile, in parte occupata dal monumento ai caduti e da una fontana) è interamente circondata da edifici porticati abitati un tempo dai dignitari di corte; questa si restringe nella piazzetta focalizzando la prospettiva verso il fiume e oggi verso la scalinata di accesso all’argine. Ad oriente ed occidente il borgo si espande lungo due direttrici perpendicolari che partono dal centro dei due lati perimetrali dell’area del castello. Negli angoli troviamo, ancora oggi, imponenti corti chiuse che attestano la prevalente attività agricola del territorio.
quindi soddisfa la richiesta culturale di un ampio bacino di utenza. La riserva regionale naturale lombarda detta “Garzaia di Pomponesco” è stata istituita nel 1998, ha una superficie di 23 ettari ed è costituita da terreni alluvionali del fiume Po, sui quali si è sviluppata una fitta vegetazione di salice bianco (Salix alba), ove si è insediata una colonia di alcune centinaia di coppie, esattamente 780 nidi, di nitticore (Nycticorax nycticorax) e di garzette (Egretta garzetta). Fra le altre specie si segnala: cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus), pettegola (Tringa totanus) e pantana (Tringa nebularia). È questa inoltre una zona di nidificazione di gufi; poco più avanti c’è il “porto di Pomponesco” con numerosi tipici casotti sul fiume. L’argine continua qui a ridosso del fiume con un’ampia visuale che va da Boretto, sulla sponda destra, al ponte di Guastalla; in tempi di bassa portata molte sono le spiagge di sabbia fine, un tempo usate per le colonie estive dai bambini rivieraschi.
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 18 gennaio, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 21 giugno, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Sfilata di carri allegorici” 15 e 17 febbraio, per le strade del paese
“Casa di riposo in festa” 5 luglio, presso la Casa di riposo Mazzucchini
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 15 febbraio, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Santa Felicita e i sette fratelli martiri” Dall’11 al 14 luglio. Centenaria festa patronale
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 15 marzo, sotto i portici e in piazza a Pomponesco “Via Crucis” 3 aprile, rievocazione in costume nella piazza gonzaghesca
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 19 luglio, sotto i portici e in piazza a Pomponesco “Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 16 agosto, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Gran Fondo di Ciclismo MTB I Tre Comuni” - 12 aprile
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 20 settembre, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 19 aprile, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 18 ottobre, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 17 maggio, sotto i portici e in piazza a Pomponesco
“Festa del ringraziamento” Dal 6 all’8 novembre
“Festa dello Sport” Dal 5 al 7 e dal 12 al 14 giugno
“Mercatino del libero scambio di cose antiche e del passato” 15 novembre, sotto i portici e in piazza a Pomponesco Oglio Po
fiere ed eventi
Le costruzioni della piazza e della piazzetta sono quasi tutte del periodo 1590-1630 e i palazzi principali conservano ancora grandi stanze con soffitti in legno; la Chiesa Arcipretale di S. Felicita e dei S.S. Sette Fratelli Martiri e il Palazzo Comunale si fronteggiano con le loro torri campanarie (la facciata della chiesa fu rifatta nel 1921, ma dall’argine è possibile vedere la struttura originale), mentre dell’antico castello non rimane che una parte delle scuderie a chiudere la piazza verso nord. Un notevole interesse lo riveste il Teatro Comunale, inaugurato nel 1900 come Teatro sociale, il quale si identifica nella tipologia degli storici teatri di paese dei primi del Novecento. Situato nel centro storico, in via Roma, si inserisce armonicamente nella struttura gonzaghesca del paese rivierasco. Nel 2002 è terminata l’opera completa di ristrutturazione dell’edificio e degli arredi; il teatro vanta un’ottima acustica per i concerti di musica classica e si pone in un’area territoriale dove tali strutture mancano,
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RIVAROLO MANTOVANO
NUMERI UTILI
www.comune.rivarolo.mn.it comune.rivarolo.mn@legalmail.it
Municipio Via Luigi Gonzaga 39......0376 99101 .................................Fax 0376 99101 Polizia Locale dell’Unione di comuni lombarda Foedus Via XXV Aprile, 20 Casteldidone (CR)........ 0375 312524 Carabinieri di Solarolo Rainerio CR Via Gussola.................... 0375 91119
R
ivarolo Mantovano conta oltre 2700 abitanti e si estende nella parte sud-occidentale della provincia, al confine con quella di Cremona, tra i comuni di Bozzolo, San Martino dall’Argine, Spineda (CR), Rivarolo del Re ed Uniti (CR), Casteldidone (CR), Piadena (CR) e Tornata (CR). STORIA La storia di Rivarolo Mantovano è fortemente caratterizzata della dominazione dei Gonzaga, di cui restano importanti e numerose tracce su tutto il territorio comunale. La ricerca storica informa che il primo nucleo urbano di Rivarolo si trovava distante circa un chilometro dalla posizione attuale, in direzione sud-ovest. Il paese era raccolto intorno alla Pieve di Santa Maria in Ripa d’Adda, un corso d’acqua ora scomparso ed evocato proprio dal toponimo Rivarolo, da porre sicuramente in connessione con il termine latino ripa, cioè riva, e con lo stemma del paese, illustrazione della leggenda locale in cui un grosso pesce salva dalla battaglia un guerriero riconducendolo a riva sul proprio dorso. A testimonianza dell’antico insediamento esistono ancora i resti del molino terracqueo, posto sulla riva del canale Delmona, e una lapide tombale, di epoca longobarda, custodita nell’attuale chiesa parrocchiale e proveniente dall’antica pieve. Il comune, fin dall’alto medioevo, prese il nome di Rivarolo Fuori, toponimo che avrebbe man-
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Mantova di Borghi e di Sagre
tenuto fino al 1907, quando prese la denominazione attuale. Nel 1432 l’imperatore Sigismondo di Lussemburgo sancì ufficialmente sul territorio rivarolese la signoria dei Gonzaga, che sarebbe proseguita per più di tre secoli, lasciando un prezioso bagaglio di storia, monumenti e tradizioni. Rivarolo Mantovano deve la sua attuale configurazione a Vespasiano Gonzaga (1531-1591) che ne decise e disegnò la caratteristica planimetria urbana. La caratteristica più importante del tessuto urbano del centro storico di Rivarolo è senza dubbio l’impianto ortogonale dei suoi tracciati stradali, che formano isolati regolari. La cinta muraria perimetrale, interrotta da tre porte, racchiude l’intero abitato in una forma rettangolare. Ad una rigorosa impostazione unitaria del tessuto urbano corrisponde un’edilizia sostanzialmente compatta lungo tutti i fronti stradali, in cui è particolarmente raro trovare degli edifici che spicchino sugli altri, ad eccezione della piazza principale, denominata un tempo Piazza Grande (ora Piazza Finzi) su cui prospettano gli edifici più importanti, dal Palazzo Pretorio (ora sede comunale) al palazzo dei conti Penci, a tutti i fabbricati posti lungo i due lati più lunghi, che, oltre ad essere architettonicamente significativi, sono caratterizzati da un ampio porticato, dove trovano posto le principali attività commerciali. Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo dell’occupazio-
LUOGHI DI INTERESSE L’impianto urbanistico rimanda alla vicina Sabbioneta, la “piccola Atene” di Vespasiano Gonzaga, che non solo caricò i rivarolesi per andare avanti con i lavori della sua capitale, ma fece addirittura abbattere il castello di Rivarolo riutilizzandone i materiali. Successivamente il principe ebbe un ripensamento e ridisegnò la nuova Rivarolo con una pianta regolare e vie diritte che confluivano nella piazza. A Vespasiano si devono le tre porte affiancate da massicci torrioni che immettono nel borgo, dominato dalla parrocchiale di Santa Maria Annunziata, di origine quattrocentesca, vicino alla quale si erge il palazzo comunale con la torre dell’orologio.
“Lizzagone Rivarolese” Giugno. La Manifestazione, inaugurata nel 2004, propone nella stupenda cornice offerta dalla piazza rivarolese, una suggestiva rievocazione rinascimentale dell’anno 1531, periodo dominato da Luigi Rodomonte e Isabella Colonna, potenti regnanti del tempo “Palio dei Borghi” Agosto. Il Palio dei Borghi è sicuramente la manifestazione maggiormente caratteristica e coinvolgente, assieme al “Lizzagone Rivarolese”, che prende vita all’interno del paese durante l’ultima settimana di Agosto. La festa ha origini fortemente radicate nella storia a tal punto che se ne ignora la precisa data di istituzione. La definizione dei borghi ha origini storiche, e corrispondono alle quattro antiche borgate che si formarono man mano che venivano costruiti i nuclei omogenei di contrade tra il 1400 e il 1900 all’interno della cinta muraria: Borgo Vecchio, Borgo Nuovo, Borgo San Rocco, Borgo Fontana
fiere ed eventi
ne tedesca e della Repubblica Sociale Italiana, dopo che l’unico nucleo ebraico del paese (i Foa) era stato arrestato e deportato, Margherita Beduschi Zanchi si adoperò in ogni modo per proteggere la famiglia di amici ebrei bresciani dei Benyacar, con l’aiuto di don Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo. Per questo impegno di solidarietà, l’8 febbraio 2000, l’Istituto Yad Vashem di Gerusalemme ha conferito a Margherita Beduschi Zanchi l’alta onorificenza dei giusti tra le nazioni.
di Ferrari Francesco
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SABBIONETA
NUMERI UTILI
www.comune.sabbioneta.mn.it comune.sabbioneta@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza Ducale, 2 ...........0375.223011 ............................... Fax 0375.220000 Polizia Locale ......................................0375 221008 Carabinieri di Sabbioneta Via Giulia Gonzaga, 32 ...0375 52045 Iat Sabbioneta .........................0375 52039 / 221044
S
abbioneta conta oltre 4300 abitanti ed è situata nella parte sud-occidentale della provincia, al confine con quella di Cremona, tra i comuni di Commessaggio, Viadana, Casalmaggiore (CR), Rivarolo del Re ed Uniti (CR) e Spineda (CR). Dal 2008 insieme a Mantova è stata inserita dall’UNESCO nell’elenco dei patrimoni dell’umanità. STORIA La città fu fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna tra il 1554/1556 e il 1591, anno della sua morte, nel luogo in cui sorgevano una rocca e un antico insediamento. Posta su un terreno alluvionale tra i fiumi Po e Oglio, nonché lungo il tracciato dell’antica via Vitelliana, occupava una posizione strategica nel cuore della Pianura padana. Per Vespasiano Gonzaga Sabbioneta doveva essere soprattutto una fortezza e la potenza del suo circuito murario la rendevano sicuramente, a quei tempi, uno dei più muniti baluardi della Lombardia di dominio spagnolo. Sabbioneta fu soprattutto la capitale di un piccolo stato posto tra i grandi stati regionali: il Ducato di Milano ad ovest, retto in quell’epoca dal governatorato spagnolo, il Ducato di Mantova ad est oltre il fiume Oglio, governato dalla linea primigenia dei Gonzaga, cugini di Vespasiano, e il Ducato di Parma e Piacenza a sud del Po, di dominio della casata Farnese, solidale e amica dello stesso Gonzaga. Il territorio del piccolo stato di Sabbioneta era principalmente concentrato alla propaggine orientale della diocesi di Cremona e costituiva un obbligato
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Mantova di Borghi e di Sagre
crocevia sia per i traffici commerciali nel medio corso del Po, sia per le comunicazioni tra la bassa bresciana e l’Emilia. Il periodo più prospero nella storia della città fu negli anni della sua riedificazione, sotto il dominio del principino Vespasiano Gonzaga Colonna, di cui divenne la residenza. LUOGHI DI INTERESSE Il 7 luglio 2008 Sabbioneta è stata inserita assieme a Mantova nell’elenco dei patrimoni dell’umanità da parte dell’UNESCO per la sua eccezionalità di città di fondazione costruita in poco più di trent’anni per volontà del principe Vespasiano I Gonzaga. Secondo l’UNESCO Sabbioneta rappresenta un perfetto esempio di applicazione delle teorie rinascimentali su come vada progettata una città ideale. La Piazza Ducale con il Palazzo Ducale (anche detto Palazzo Grande), che fu la residenza del duca e luogo deputato all’amministrazione. Si tratta di un edificio a due piani con portico rialzato e porticato al pianterreno; la facciata è scandita da eleganti finestre con cornice marmoree e mensoloni. All’interno si trovano varie sale e ambienti affrescati e decorati, con bei soffitti lignei. Nella Galleria degli Antenati spiccano ventuno ritratti dei Gonzaga in stucco e quattro statue in legno di altrettanti membri della famiglia a cavallo. Il Teatro all’Antica: fu costruito da Vincenzo Scamozzi e inaugurato in occasione del carnevale nel 1590. E’ caratterizzato da un colonnato corinzio sormontato da statue classicheggianti. Fu il primo edificio teatrale
“Giornata della Memoria” Martedì 27 gennaio. Ingresso gratuito alla Sinagoga e al Cimitero Ebraico “La città degli Artisti” Domenica 17 maggio. P.zza d’Armi, Galleria degli Antichi, P.zza Ducale, Via V. Gonzaga e Via Scamozzi “Miti e delizie delle terre di Vespasiano Gonzaga” Sabato 30 maggio, dalle ore 19.00. P. Ducale e P. Giardino. L’agricoltura, i prodotti tipici e le tradizioni gastronomiche dalle origini ai giorni nostri. Itinerario guidato in notturna, nei palazzi di Sabbioneta, culminante con un banchetto che riprende le ricette tradizionali gonzaghesche rivisitate “Cinema Tortelli e Lambrusco” Venerdì 26 giugno. Via della Stamperia, in collaborazione con il Ristorante “Al Duca”- proiezione di cortometraggi e degustazione tortelli
tevole interesse, come la Sinagoga (del XIX secolo), il Palazzo Giardino, il Mausoleo di Vespasiano Gonzaga e varie chiese. Arginelli Circondariali di Sabbioneta, area di rilevanza ambientale. Secondo le prime notizie storiche, l’opera idraulica degli arginelli viene iniziata nel XII secolo per poi essere completata con la dominazione gonzaghesca; gli ultimi interventi di rettifica delle sommità arginali risalgono alla prima metà dell’Ottocento.
“Miti e delizie delle terre di Vespasiano Gonzaga” Sabato 27 giugno. Dalle ore 19.00, P.Ducale e P.Giardino “Fiera della B.V. Carmine” Dal 17 al 19 luglio. P.zza Ducale “Miti e delizie delle terre di Vespasiano Gonzaga” Sabato 25 luglio, Sabato 29 agosto, Sabato 26 settem., dalle ore 19.00. P. Ducale e P. Giardino “Le tradizioni a Corte” Domenica 27 settembre, con realizzazione di gara gastronomica e piatti locali. P.zza Ducale, P.zza d’Armi, Galleria degli Antichi “Fiera di S. Gallo” - Domenica 18 ottobre “Miti e delizie delle terre di Vespasiano Gonzaga” Sabato 31 ottobre, dalle ore 19.00, P. Ducale e P. Giardino
fiere ed eventi
dell’epoca moderna costruito esplicitamente con la funzione di teatro stabile. La Galleria degli Antichi (anche detta Corridor Grande): collocata sopra un porticato lungo 96 metri, ospitava le raccolte dei marmi e dei trofei di caccia di Vespasiano Gonzaga. Al suo interno, degli abili artifici prospettici prolungano l’estensione dell’edificio oltre i confini fisici del reale. Questi sono i tre punti focali della città rinascimentale, ma ve ne sono altri di no-
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S. MARTINO DALL’ARGINE
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Municipio Via Garibaldi 6 .............. 0376 922011 ..................................fax 0376 920996 Polizia locale ........................................0376 922020 Carabinieri di Viadana ........................................0375 820400 Carabinieri di Bozzolo ..........................................0376 91124
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on oltre 1800 abitanti, San Martino dall’Argine si estende nella parte centro-occidentale della provincia, al confine con quella di Cremona, tra i comuni di Marcaria, Gazzuolo, Spineda (CR), Rivarolo Mantovano e Bozzolo. STORIA San Martino dall’Argine sorge su un antico argine naturale del fiume Oglio. I due importanti siti archeologici di Valle dell’Oglio e Valle Bugni testimoniano che la zona è stata interessata da insediamenti palafitticoli fin dall’età del Bronzo (III-I millennio a.C.). La presenza romana riguarda le località Valle e Motte-Coppine, ma è poco documentata. Bisogna giungere all’anno 759 per sentire parlare di San Martino. E’ in questa data che, secondo l’ipotesi più accreditata, il re longobardo Desiderio donò il feudo corrispondente all’attuale territorio del comune all’abbazia benedettina di Leno, nel bresciano. I monaci benedettini che giunsero dopo la donazione di Desiderio denominarono queste terre “Sancto Martino in Arzeno” e avviarono la bonifica di vaste aree paludose. Il monastero di Leno aveva potere sia spirituale sia temporale sulle terre possedute. L’esistenza stessa del monastero si concluse nel 1479, quando esso, con un provvedimento del papa Sisto IV, venne concesso in commenda. In quell’anno la chiesa di San Martino, staccata dopo secoli dall’abbazia di Leno, passò sotto le direttive ecclesiastiche
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Mantova di Borghi e di Sagre
del vescovo di Cremona. Durante il Medioevo il paese era una contea rurale, come altri abitati situati al margine dei terrazzi fluviali costruiti dall’Oglio. I conti rurali erano signori feudali che erigevano piccoli castelli, torri, rocche e cinte murarie e controllavano l’area di confine dell’oltre Oglio. Secondo Ferrante Aporti, San Martino dai primi anni del secolo XIII (1207) godeva di una certa autonomia che si consolidò definitivamente attorno al 1297. Nel 1306 il paese conobbe la furia devastatrice degli eserciti alleati dei Mantovani e dei Veronesi che lo depredarono. Nel 1404 il territorio fu occupato dai Gonzaga che vi insediarono una guarnigione, per cui i Cavalcabò, che imponevano la loro autorità su Bozzolo, cominciarono a temere la potente signoria che si affacciava in quell’area. Così Carlo Cavalcabò firmò un trattato di alleanza con Francesco Gonzaga il 3 gennaio 1406, data storica che sancisce l’occupazione definitiva di San Martino da parte dei signori di Mantova, i quali ebbero la formale investitura dagli abati di Leno. In seguito all’espansione del dominio gonzaghesco il paese, terra già bresciana e poi cremonese, divenne mantovano solo nei primissimi anni del Quattrocento. Nel 1478 Bozzolo, Commessaggio, Gazzuolo, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, San Martino dall’Argine, a cui si aggiunsero in seguito Isola Dovarese e Ostiano, entrarono a far parte di un “condominio signorile marchionale” assegnato per testamento da Ludovico II marchese di Mantova ai figli cardinal
Nella prima metà dell’Ottocento la fama di San Martino è legata a Ferrante Aporti, figura eminente nel panorama della cultura mantovana risorgimentale. Sacerdote, pedagogista, filantropo, Aporti fondò qui la prima scuola infantile dei borghi rurali nel 1834. LUOGHI DI INTERESSE A testimonianza degli splendori gonzagheschi non vi sono soltanto i portici, risalenti agli inizi del XVII secolo, ma anche la parrocchiale di Santa Maria Annunciata (o chiesa del Castello o chiesa di San Martino), fatta costruire dal cardinale Scipione alla fine del ‘500, la chiesa dei Frati, intitolata ai Santi Fabiano e Sebastiano, palazzo Cavriani e le case Pelizzoni, Gerelli, Chizzoni e Boldi.
“Fiera della Madonnina” Settembre
fiere ed eventi
Francesco e Giovan Francesco. Autonomo rispetto ai Gonzaga di Mantova e dipendente solo dall’impero, passò agli eredi di Giovan Francesco: le terre che costituivano il “condominio”, in ogni generazione, col consenso imperiale, vennero ridistribuite ai membri della famiglia, che vi risiedevano, le governavano e nel giro di qualche decennio le abbellirono. Il “condominio marchionale” diventò principato nel 1594 con Giulio Cesare Gonzaga, che scelse Bozzolo come capitale. Questa caratteristica “condominiale” contribuisce a creare un’aria urbanistica familiare a tutti i paesi dell’oltre Oglio. Nel secondo Cinquecento e nei primi anni del Seicento San Martino ebbe un ruolo di piccola capitale dal pregevole tessuto urbanistico e fu residenza dei Gonzaga. Tra le figure di maggior rilievo ricordiamo il cardinale Scipione, che fece erigere la chiesa parrocchiale o chiesa Castello, ultimata solo molto tempo dopo la sua morte. Nel Seicento Isabella Gonzaga di Novellara e il figlio Scipione emanarono gli Statuti, importanti provvedimenti legislativi atti a garantire ai sudditi una vita tranquilla e sicura. Ma il Seicento è anche un periodo travagliato durante il quale San Martino subisce saccheggi (1625) e devastazioni e vive il dramma della peste (1630) di manzoniana memoria. Nel 1630 vengono bruciate le carte pubbliche da parte dei francesi o dei tedeschi, per cui molta documentazione è andata perduta. Nel Settecento si assiste alla progressiva crisi della signoria gonzaghesca: nel 1703 muore senza eredi Gianfrancesco, figlio di Scipione, pertanto anche San Martino, che fa parte del principato di Bozzolo, passa al duca di Mantova Ferdinando Carlo. Egli però, dichiarato fellone, viene detronizzato, così nel 1708 il principato e il ducato vengono assegnati ai Gonzaga di Guastalla fino al 1746. Dal 1748 il principato di Bozzolo e il ducato di Mantova passano sotto il dominio austriaco, come feudi dell’impero. Nella seconda metà del Settecento una riforma importante per il paese è il catasto teresiano, che vuole realizzare un sistema fiscale più equo e che farà tramontare i privilegi dei nobili e del clero.
“Budinata” Prima domenica di settembre “Fiera di San Martino e Sant’Omobono” Novembre “San Martino Antiquaria” Novembre
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VIADANA
NUMERI UTILI
www.comune.viadana.mn.it urp@pec.comune.viadana.mn.it
Municipio P.zza Matteotti, 2............. 0375 7861 Polizia Locale via Grossi, 28................. 0375830830 Carabinieri di Viadana ..........112 via Circonv. Fosse........ 0375 820400 Croce Verde via Grazzi Soncini (zona Gerbolina) ......................................0375 830011
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on oltre 19000 abitanti, Viadana è il quarto comune più popoloso della provincia e il primo dell’area dell’Oglio Po. Sorge nei pressi del fiume Po e confina con la provincia di Cremona, Reggio nell’Emilia e Parma; è compresa tra i comuni di Marcaria, Borgoforte, Motteggiana, Suzzara, Dosolo, Pomponesco, Boretto (RE), Brescello (RE), Mezzani (PR), Casalmaggiore (CR), Sabbioneta, Commessaggio e Gazzuolo. STORIA La presenza dell’uomo nelle isole formate dal Po e suoi affluenti, Adda e Oglio, è stata confermata recentemente dai numerosi rinvenimenti di reperti attribuiti al Neolitico, databili intorno al IV millennio a.C. e ora custoditi nel museo dedicato al suo fondatore, Monsignor Antonio Parazzi. È a questo viadanese che si deve la scoperta di vari siti archeologici, sia dell’Età del Bronzo, che del periodo Romano. Il territorio di Viadana, parte integrante dell’agro cremonese, conserva ancora molte testimonianze dell’antica centuriazione romana. Situato nella diocesi di Cremona e nel comitato di Brescia, raggiunse l’unità amministrativa nel secolo XIV. I Cavalcabò, consignori del luogo, la cui giurisdizione era stata conferita dall’imperatore Federico I il 30 luglio 1158, a metà del Trecento emanarono degli statuti che rimasero in vigore fin agli inizi dell’Ottocento. Nel 1415 a seguito della conquista di Gian Francesco Gonzaga, Viadana si legò definitivamente a Mantova tranne che per un breve periodo nel secolo XIX. L’8 aprile 1530, Carlo V nell’insignire il Marchese Fede-
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Mantova di Borghi e di Sagre
rico II del titolo di Duca, concesse che il primogenito maschio si fregiasse di quello di marchese di Viadana, elevando il territorio in Marchesato autonomo, distinto dal ducato di Mantova. La dominazione gonzaghesca terminò il 23 luglio 1708, quando l’Impero asburgico, dichiarata decaduta la gloriosa famiglia mantovana, riprese possesso dei suoi feudi. Viadana fino al 1580 era stata retta da un Podestà, designato da Mantova, poi da un Governatore; questi erano coadiuvati nelle loro funzioni da un Luogotenente, di solito un viadanese laureato in legge e da un consiglio nominato, composto da 40 membri. Il marchesato fu soppresso definitivamente nel 1771 e aggregato alla Lombardia Austriaca. E a questa il Comune appartenne, dopo le parentesi francesi, fino alla pace di Villafranca del 1859 in cui fu assegnato alla Provincia di Cremona. Il 1° luglio 1868 ritornò ad essere mantovano. Il 28 giugno 1797, a seguito della Rivoluzione del 1789 e dell’occupazione francese dell’Italia, viene proclamata la Repubblica Cisalpina; Viadana entra a far parte del XX distretto dell’alto Po. Nell’aprile 1849, Viadana fu invasa da orde di giovani toscani pronti ad andare a Mantova per la battaglia antiaustriaca; l’accoglienza della popolazione per i giovani patrioti è straordinaria. I moti risorgimentali del 1848 vengono sconfitti; il Regno d’Italia sarà fondato solo 13 anni dopo, nel 1861. Tra la primavera e l’estate del 1921 vi è un clima di estrema violenza anche a Viadana. Il 21 aprile gruppi fascisti assediano le sedi dei partiti di sinistra e della cooperativa nel palazzo Verdi. E’ l’alba del regime. Il 22 aprile 1945 inizia
LUOGHI DI INTERESSE Il patrimonio artistico è costituito prevalentemente dall’architettura sacra: la parrocchiale, dedicata a Santa Maria Assunta e a San Cristoforo; la chiesa di San Rocco, in stile barocco; la chiesa di Santa Maria Annunziata, del XVII secolo; la chiesa intitolata ai Santi Martino e Nicola, della metà del XVIII secolo; la chiesa
di San Pietro, risalente al XVII secolo; la parrocchiale in località Cogozzo, dedicata ai Santi Filippo e Giacomo, in stile barocco; la parrocchiale settecentesca di Cavallara. Luogo di grande interesse è il MuVi, acronimo di “Musei Viadana”. È il centro culturale polifunzionale di Viadana sorto all’interno del restaurato complesso dei primi del ‘900, che ha ospitato per molti anni le scuole elementari. Si trova in via Manzoni 2. Al suo interno comprende: la Biblioteca comunale “Luigi Parazzi, il Museo civico “Antonio Parazzi”, il Museo della città “Adolfo Ghinzelli”, la Galleria civica d’arte contemporanea e la Fototeca “Dino Carnevali”. E’ anche sede della Fondazione Ponchiroli.
“Teatro Vittoria, Stagione” Gennaio/maggio
Mostra di prodotti tipici locali, le bellezze e le capacità attrattive più importanti in senso “fieristico”
“Premio Viadana” Marzo/maggio. Premio letterario nato nel 1996 con presentazioni ed incontri con gli autori
“Notte Bianca” Primo sabato del mese di luglio. Dal 2009 anche Le piazze del centro storico sono avvolte in un’esplosione di luci, con spettacoli no-stop di musica, danza e intrattenimento
“Viadana, la sua gente, il suo vino” Mese di maggio (2° o 3° Domenica del mese). Rassegna enogastronomica con degustazione e vendita di prodotti tipici “Sagra del Melone Viadanese” Mese di giugno ( 3° o 4° Domenica del mese). Rassegna gastronomica e promozionale del Melone Tipico Viadanese con degustazione e vendita prodotti tipici. Tradizionale raduno moto d’epoca “Motomelonata” “Fiera dei SS. Pietro e Paolo” 29 giugno (durata dal Venerdì al Martedì).
“Zafferanone” Mese di settembre ( 2° o 3° Domenica del mese). Festa dall’atmosfera medievale con cavalli e cavalieri, dame di corte, falconieri del re, sbandieratori e cortei di rievocazione storica “Festival Lodoviciano” Autunno. Festival di musica antica e barocca, nato nel 1995 per far riscoprire un importante personaggio della storia della musica, Frà Lodovico da Viadana, uno dei maggiori compositori del periodo
fiere ed eventi
l’insurrezione nel viadanese. I distaccamenti partigiani si impossessano immediatamente dei traghetti, dei barconi, e dei rimorchiatori per ostacolare la ritirata tedesca. Viadana è diventata ‘Città’ il 16 Gennaio 1995 con decreto del Presidente della Repubblica.
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BORGOFRANCO SUL PO
NUMERI UTILI
www.comune.borgofrancosulpo.mn.it comune.borgofrancosulpo@pec.regione.lombardia.it
Municipio Via Roncada 41.............. 0386 41101 ..................................fax 0386 41889 Ufficio Informazioni Comune ........................................0386 41101 Amb. di Pronto Soccorso, Presso Casa di Riposo “Residenza alla Pace”....................... 0386 41454 Carabinieri di Bergantino (RO) Vicolo dei Romei, 107 ........................................0425 87033
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l paese di Borgofranco sul Po, a ridosso dell’argine maestro del Po, è un piccolo centro della Bassa mantovana che conta 845 abitanti, nel cuore della Valle del Tartufo Mantovano. La sua notorietà è legata al suo tartufo bianco (Tuber magnatum pico), protagonista da vent’anni della Fiera del Tartufo di Borgofranco sul Po, che dal 2013 è abbinata al progetto Tuberfood – Sinergie dal Tartufo. Sorge nella parte sud-orientale della provincia, a confine con quella di Rovigo (Veneto), nei pressi della Riserva naturale Isola Boscone, nell’Oltrepò mantovano, tra i comuni di Melara (RO), Bergantino (RO), Carbonara di Po, Magnacavallo, Revere e Ostiglia.
STORIA Le origini di Borgofranco sul Po risalgono a tempi lontani: vi sono stati infatti rinvenuti reperti di origine romana. L’esistenza di Borgofranco e della sua frazione Bonizzo è testimoniata da un atto di investitura dell’abate di Felonica del 1220 e in documenti del 1388. Il consolidamento dell’insediamento va fatto risalire, comunque, al XII e al XIII secolo. In questo periodo si affida ai borghi franchi, cioè liberi da tasse, il compito di controllare strade, dominare il passaggio di un fiume, dare un centro a luoghi in corso di Bonifica. Così, nel 1100, Borgofranco viene scelto per l’insediamento di una rocca fortilizia all’interno di un borgo franco. Trovandosi al confine
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Mantova di Borghi e di Sagre
fra le giurisdizioni rette dai mantovani e dai ferraresi, il borgo rientra nelle lotte fra Mantova e Verona e Ferrara. Nel 1207, il castello di Borgofranco è già distrutto. Un documento cita, inoltre, il momento in cui Borgofranco presta fedeltà a Federico Gonzaga, nel 1479. La parrocchia di Bonizzo, già a partire dal ‘500, comprendeva territori di qua e al di là del Po (Borgofranco, Bonizzo, una parte di Carbonara e di Magnacavallo, Zello, Ronchi, ora in Comune di Revere, e Correggioli, ora frazione di Ostiglia). Quindi l’insediamento di Borgofranco sul Po, giuridicamente sorto a fini politici, apparteneva alla parrocchia di Bonizzo. Il 19 Aprile 1616, il prete di Bonizzo viene nominato arciprete. Sempre nel 1616, viene comunque concesso di costruire un piccolo oratorio a Borgofranco, dipendente dalla chiesa di Bonizzo. I borgofranchesi contribuiscono alle spese per il mantenimento della piccola chiesa e in seguito chiedono la separazione da Bonizzo, che avviene il 23 Dicembre 1648. Si sviluppano poi varie controversie per l’attribuzione di denaro, nelle quali interviene persino il Papa, con una bolla del 20 Novembre 1659. Il paese ottiene così anche l’autonomia religiosa. Da sempre legato al fiume Po, Borgofranco ne ha subito le inondazioni. Fra le più conosciute quelle del 1538, del 1705, del 1839 e del 1879, la più disastrosa.
“Festa di Sant’Antonio” 17 gennaio, organizzata da circolo ricreativo bonizzese Ricorrenza della partenza dell’80° Reggimento Fanteria per la campagna di Russia” - 6 giugno “Fiera nazionale del Tartufo di Borgofranco sul Po” Dal 9 al 13 settembre. Tuberfood - sarà presente con un proprio spazio in piazza sordello a Mantova per il Festivaletteratura
partigiani che persero la vita (per mano tedesca) nel secondo conflitto mondiale. Dal 2007 a Borgofranco sul Po sorge il Tru.Mu, ovvero “Truffle Museum - Museo del Tartufo”. il Tru.Mu è nato come culmine di tutte le attività di coordinamento della Provincia di Mantova intorno al tartufo e orientate a favorire uno sviluppo razionale della tartuficoltura mantovana, nonché alla promozione gastronomica e culturale di questo suo prezioso cittadino.
“Tappa della gran premio Nuvolari presso il centro storico di Borgofranco sul Po” Domenica 20 settembre “Fiera nazionale del tartufo di Borgofranco sul Po” 2, 3, 4, 9, 10, 11, 16, 17, 18 e 19 ottobre “Convegno lombardo sul tartufo” 10 ottobre “Festa del maiale” Prima metà di dicembre, circolo ricreativo borgofranchese
fiere ed eventi
LUOGHI DI INTERESSE Quest’area è stata sottoposta a continui straripamenti del Po, che in molte occasioni, fino agli ultimi anni del XIX secolo, hanno distrutto interi villaggi e provocato numerose vittime. Anche per questo motivo, la chiesa parrocchiale del capoluogo comunale, dedicata a San Giacomo, ha subito diverse ricostruzioni. Degno di nota, come strumento di conservazione della memoria storica, è il monumento ai caduti, situato nei pressi del municipio e dedicato ai tre
AZIENDA AGRICOLA MERIGHI: Via Milazzo, 19 - S.Croce di Sermide (MN) - Italy tel. e fax 0386 915309 • cell. 335 6773081 Oltrepò Mantovano
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CARBONARA DI PO
NUMERI UTILI
www.comune.carbonaradipo.mn.it comune.carbonaradipo@pec.regione.lombardia.it
Municipio Via Provinciale Ferrarese ....................................... 0386 41549 .................................Fax 0386 41694 Polizia Municipale ...............................0386 41549 int. 5 Carabinieri di Magnacavallo Via Roma........................ 0386 55185
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arbonara conta oltre 1300 abitanti e sorge nella zona sud-orientale della provincia, a confine con quella veneta di Rovigo; ubicata a ridosso della sponda destra del Po, nei pressi della stretta di Ostiglia, è compresa tra i comuni di Bergantino (RO), Castelnovo Bariano (RO), Sermide, Magnacavallo e Borgofranco sul Po.
STORIA È divenuta comune autonomo verso la fine del ‘700, quando si è separata da Borgofranco (di cui costituiva località). La seconda parte del toponimo è stata aggiunta con un Regio Decreto del 1867 mentre la prima parte deriva secondo alcuni da “carbone”, con l’aggiunta del suffisso -aria, e si riferisce molto probabilmente alla presenza di un’industria di carbone; stando ad un’altra ipotesi, invece, essa sarebbe da ricollegare al termine “Carbona”, anticamente indicante un canale di scolo. Di proprietà di Matilde di Canossa, fu da questa ceduta al vescovo di Mantova verso la fine dell’XI secolo. In seguito, la stessa città di Mantova ne ebbe il possesso, che agli inizi del XIII secolo passò alla città di Ferrara, a garanzia di un contratto di tipo commerciale, riguardante il passaggio sul Po. Agli inizi del XIV secolo rientrò sotto la giurisdizione di Mantova, prima con i Bonacolsi e subito dopo con i Gonzaga. La costruzione della parrocchiale seguì il distacco da Borgofranco. Gli eventi
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Mantova di Borghi e di Sagre
più clamorosi sono legati alle vicende del fiume Po, che in più di un’occasione è straripato provocando grossi danni all’abitato e ai terreni circostanti. Le più disastrose inondazioni sono avvenute negli anni ‘40 e ‘70 del secolo XIX: in entrambe le occasioni, agli ingenti danni a persone e cose si aggiunse il diffondersi di epidemie di vaiolo e di tifo tra gli abitanti accampati lungo le sponde del fiume. LUOGHI DI INTERESSE Le testimonianze di maggiore interesse storico-artistico sono la parrocchiale dell’Assunta (di costruzione cinquecentesca), la villa Bisighini (dei primi del Novecento, divenuta sede comunale, in uno stile che compendia il neo-liberty e il coloniale), con l’attiguo mausoleo, e la Villa Gavazzoni (anch’essa edificata nei primi decenni del Novecento); in località Carbonarola, poi, sorgono la parrocchiale dell’Immacolata Concezione (della prima metà del XVII secolo) e la Corte della Valle, una residenza campestre del ‘400. Negli anni ‘50 e ‘60 del XX secolo ha conosciuto un’ondata migratoria, che ne ha sconvolto l’assetto demografico; l’inversione di tendenza si è avuta in seguito, con lo sviluppo del secondario. La Villa Bisighini porta il nome di un noto personaggio, il cavalier Francesco Bisighini, appunto, che fu impresario edile nella Buenos Aires della belle époque. Emigrato da Carbonara nella capitale argentina
compiuta nel lavoro dello scultore Giuseppe Menozzi e del pittore Anselmo Baldissara presso la villa di Carbonara di Po, oggetto di una recente campagna di restauro.
“Tartufesta” Ottobre e novembre. Il Tartufo, intenso sapore della tradizione e prelibato ingrediente della cucina più raffinata, viene celebrato a Carbonara di Po (MN). I piatti del menu sono preparati esclusivamente con tartufo bianco, accompagnati da vini pregiati presenti sulla carta. La sagra si svolge in un ambiente confortevole ed elegante
fiere ed eventi
“Halloween Carbonara di Po” 31 ottobre. Presso il Palatartufo festa di Halloween con magie, stregonerie e tanto divertimento per bambini e adulti “Corsa del Trifulin” Novembre. Manifestazione podistica, ludico motoria a carattere internazionale a passo libero “Grande Castagnata” Novembre
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divenne uno dei più importanti costruttori che diedero volto all’affascinante città tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Ritornato nella sua Carbonara di Po, vi costruì la bella villa ora sede del Municipio. Negli anni, varie iniziative hanno consentito di focalizzare la figura del personaggio, la sua vicenda umana e professionale. Testimoniano questa attività le fotografie, eseguite all’epoca, delle sue costruzioni. Dimore private per clienti facoltosi, palazzi per attività mercantili e sociali. Il tutto scrupolosamente elencato in un prezioso documento, il quale ci consente di conoscere l’ubicazione dei fabbricati, i nomi dei committenti, i loro recapiti e le rispettive attività. Nello stesso archivio fotografico, troviamo una ricca raccolta di immagini, che illustrano l’architettura, la vita, il lusso e le miserie della capitale argentina di quegli anni. Egli volle in questo modo portare con sé, in Italia, il ricordo di una parte importante della sua esistenza e di una città, alla crescita della quale aveva contribuito. La sua vicenda s’inserisce nell’ampio contesto della cultura materiale e intellettuale italiana, che ha innegabilmente segnato la capitale sudamericana nel secolo scorso. Da evidenziare, infine, il non trascurabile apporto del suo mecenatismo, che ha trovato l’espressione più
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FELONICA
NUMERI UTILI
www.comune.felonica.mn.it felonica.mn@legalmail.it
Municipio Piazza Municipio............ 0386 66180 ...............................Fax 0386 916017 Polizia Locale ...............................0386 66180 int. 7 ................................fax 0386 916017 Carabinieri di Felonica Via Martiri della Libertà, 18 ........................................0386 66100
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strema propaggine sud-orientale della provincia e della regione, confina con le province di Rovigo (Veneto) e di Ferrara (Emilia-Romagna), Sermide è compresa tra i comuni di Calto (RO), Salara (RO), Ficarolo (RO), Bondeno (FE), Sermide e Castelmassa (RO) e conta poco meno di 1500 abitanti. STORIA Felonica è un paese collocato nel punto più estremo della Lombardia, che confina con il ferrarese, il modenese e, oltre il Po, con il rodigino. Ha una storia millenaria, già in documenti del 1053 è denominata Fenonica, in altri del 1220 Fullonica. Nelle biblioteche e nei musei Vaticani si trova come Fologinca. Il significato e la derivazione sono difficili da decifrare. Fino ad oggi si pensa che il nome derivi dalla “Folaga”, uccello acquatico “di casa” lungo le rive del Po, ripreso anche nello stemma del comune. Un’altra teoria fa derivare il nome all’Ars Fullonica, che già dai tempi di Roma indicava la lavorazione della lana. La nascita e lo sviluppo di Felonica è legata alla presenza dei frati Benedettini, che stabilitisi a Felonica, fondarono l’Abbazia dedicata a S. Maria Assunta, infatti le prime testimonianze si trovano in un documento notarile del 944. Anche se per consuetudine, la fondazione dell’Abbazia viene attribuita alla contessa Matilde di Canossa, che visse dopo il Mille, e che ne permise un conseguente potenziamento ed arricchimento. A Felonica
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Mantova di Borghi e di Sagre
è presente anche un’importante comunità Evangelica Valdese. Il credo Valdese fu portato all’inizio del secolo e nel 1905 sorse l’edificio della chiesa, in località Arginino. Di notevole interesse sono anche il Palazzo Cavriani, acquistato nel 1886 dall’amministrazione comunale, La Camera del Lavoro, la cui costruzione risale alla fine degli anni 40, diverse Corti, in particolare La Palazza e La Cascina, alcuni Capitelli ed Edicole Sacre. LUOGHI DI INTERESSE La Camera del Lavoro, di recente costruzione, risale alla fine degli anni ‘40. La sua creazione è nata da un’iniziativa del Sindacato dei Terrazieri e dei partiti della sinistra di Felonica, Socialisti e Comunisti. La struttura viene progettata fra il 1946 e 47, perché è in quello stesso periodo, che vengono prospettate le modifiche alla strada proveniente dall’argine e che conduceva al paese. Il progetto viene ideato dal geometra Carlo Orsatti. L’intera architettura viene edificata dalla stessa cooperativa terrazieri e muratori del paese, i quali hanno inoltre raccolto tutti i fondi necessari alla costruzione, mediante lavoro di volontariato. Alla fine degli anni ’50 tutto il lavoro era già stato pagato. La Cascina è un esempio di corte caratterizzata da requisiti di assoluta eccezionalità, sia per il dato architettonico sia per quello funzionale, denominata anche “Cà Bonoris” dal casato dei suoi primi proprietari. E’ un complesso edilizio di ben sei edifici, con caratteri-
e custodisce l’antico sapere insito nelle erbe officinali: l’idea di ricreare questo “Giardino dei semplici” come un museo all’aria aperta nasce anche dalla volontà di arricchire l’offerta turistica del territorio dell’Oltrepò mantovano con uno spazio nel quale il pubblico possa riscoprire tradizioni che arrivano da lontano e conoscenze popolari tramandate oralmente sull’uso degli aromi in cucina e delle erbe per curarsi.
“Fiera del Tirot” Metà agosto. Presso il centro storico di Felonica si tiene la tradizionale fiera del “Tirot”, specialità gastronomica locale, una tipicità di quella parte di territorio mantovano disteso a ridosso del Po. L’origine del nome di questo prodotto deriva da una fase della sua lavorazione manuale: quella in cui l’impasto viene steso o meglio “tirato” dentro la teglia, prima della cottura “Felonica Buskers Festival” Inizio settembre, Via Garibaldi, Felonica “Profumo di Tartufo” Fine settembre, a Palazzo Cavriani
fiere ed eventi
stiche architettoniche e tecnologiche del tutto uguali, legati tra essi dalla medesima funzione, la produzione agricola. La Palazza è un altro esempio di corte ed è caratterizzata dalla casa al centro, sulla sinistra le cantine, ed il cortiletto interno detto “curzela “, la stalla per i bovini ed il fienile. La Chiesa di Santa Maria Assunta, di costruzione romanico-gotica, si erge ai piedi dell’argine, e si presenta con la facciata non verso il paese, ma gli volge le spalle. Dopo molti restauri, ha un’unica navata, ma in origine forse era a tre. La facciata è in stile romanico e scandita da a contrafforti in prossimità del portale d’ingresso. Il Museo della Seconda Guerra Mondiale del fiume Po è un centro della memoria degli eventi bellici che si susseguirono nei territori lungo il grande fiume nel corso del secondo conflitto mondiale. Il museo raccoglie filmati, foto, documenti e cimeli originali appartenenti al periodo che va dalle prime incursioni aeree del 1944 sino al passaggio del fronte nell’Aprile 1945. Il Museo delle Erbe Vive è stato inaugurato nel maggio del 2014. Il progetto museale è stato curato dal Consorzio agrituristico mantovano all’interno delle iniziative realizzate nell’ambito del Distretto Culturale Dominus promosso da Fondazione Cariplo e patrocinato dal Comune di Felonica. Dal 2005 Corte Nigella coltiva
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GONZAGA
NUMERI UTILI
www.comune.gonzaga.mn.it gonzaga.mn@legalmail.it
Municipio piazza Castello 1..........0376 526311 ...............................Fax 0376 528280 Polizia Municipale ..0376 526331 Carabinieri di Gonzaga Via Ferrante, 26.............0376526700 ................................Fax 0376526700 Ufficio Postale Viale Virgilio................ 0376 528358
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l comune di Gonzaga è situato sul confine con l’Emilia-Romagna, a circa metà strada tra Mantova (32 km) e Reggio Emilia (34 km). Conta oltre 9000 abitanti ed è compreso tra i comuni di Pegognaga, Moglia, Reggiolo (RE), Luzzara (RE) e Suzzara. STORIA Centro agricolo noto per aver dato i natali a quella famiglia Corradi che, una volta conquistato il potere a Mantova, cambiò il proprio nome in quello del paese d’origine. Il territorio gonzaghese è stato occupato dagli Etruschi fra il VI e il V sec. a.C. e dai Galli Boi a partire dal IV sec. a.C. Nel III sec. a.C. i Galli vengono sconfitti dai Romani nella battaglia di Casteggio. Prima del 1000 la Corte di Gonzaga, delimitata dal fiume Gonzaga comprende un fortilizio e una piccola cappella. E’ noto però che i proprietari della Corte di Gonzaga sono i Canossa, famiglia di origine Longobarda a cui è attribuita la costruzione del monastero benedettino che viene gestito dall’abate di Polirone. Di fondazione Canossiana è anche la parrocchiale di Gonzaga intitolata a S. Benedetto, dai pregevoli dipinti. Alla morte di Enrico V Gonzaga, secondo la volontà di Matilde, Gonzaga passa ai Benedettini di Polirone. Successivamente l’imperatore Ottone IV entrato in possesso del territorio gonzaghese lo dona ai Casaloldo che rimangono i proprietari finché nel XIII sec. subentrano i Corradi che cambiano il cognome in Gonzaga e si sostituiscono ai Bonacolsi nella signo-
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Mantova di Borghi e di Sagre
ria di Mantova. Nel XV sec. la Corte di Gonzaga viene usata dai Gonzaga come residenza estiva. Il ‘400 e il ‘500 sono caratterizzati da un clima di pace che consente l’inizio delle opere di bonifica del territorio paludoso. Nel 1707 il Duca di Mantova viene deposto dalla sovranità per essere venuto meno al patto di neutralità stipulato con l’Imperatore d’Austria e aver appoggiato i francesi. Il ducato passa sotto il diretto controllo della casa d’Austria. Nel 1717 viene demolito il castello di Gonzaga ormai militarmente inutile e le pietre vengono utilizzate per costruire la fortezza di Mantova. Durante il Risorgimento il Conte Giuseppe Arrivabene in villa Agnella intrattiene rapporti con i carbonari emiliani e con Ciro Menotti. Una figura importante del periodo è Lisiade Pedroni, patriota gonzaghese al fianco di Garibaldi. Nel 1866, con la III guerra di indipendenza, Gonzaga entra a far parte del Regno d’Italia. LUOGHI DI INTERESSE Al centro del paese è la bella piazza porticata in fondo alla quale si ergono le due torri quattrocentesche, unici resti dell’antico castello: la maggiore, con sopraelevazione cinquecentesca, è una delle più belle di tutto il territorio mantovano. Il patrimonio artistico si compone della parrocchiale dedicata a San Benedetto (una delle prime fatte costruire da Matilde di Canossa, verso l’XI secolo, ma restaurata agli inizi del XX secolo) e di alcuni prestigiosi edifici civili, come la
“Bovimac + Fo.r.agri.expo” - Dal 23 al 25 gennaio. FM “Il Paese dei Balocchi” 31 gennaio/1 febbraio. Fiera Millenaria
Palidano e risale al XVIII secolo). In località Palidano è anche la parrocchiale di S. Sisto, dall’aspetto barocco (del XVIII secolo) ma di antichissime origini.
“Mostra Mercato del C’era una Volta” 24 maggio. Fiera Millenaria “Festa della bruschetta” - 14 giugno
“Carpitaly - Mostra Mercato del Carpfishing e della Pesca al Siluro” - 21/22 febbraio. FM
“Fiera Millenaria” Dal 5 al 13 settembre. Fiera Millenaria
“Esposizione Internazionale Canina Enci” 28febbraio/1 marzo. Fiera Millenaria
“Fiera dell’Elettronica e del Radioamatore” 26/27 settembre. Fiera Millenaria
“Mostra Mercato del C’era una Volta” 7/8 marzo. Fiera Millenaria
“Mostra Mercato del C’era una Volta + Barmania” - 3/4 ottobre. Fiera Millenaria
“Carnevale” - 8 o 15 marzo
“Mostra Scambio” - 10/11ottobre. Fiera Millenaria
“Gatti belli dal mondo” - 21/22 marzo. FM
“Festa della polenta” - 11/12 ottobre
“Fiera dell’elettronica e del radioamatore +fotografia” - 28/29 Marzo. Fiera Millenaria
“Festa di Hallowen” - 25 ottobre. Padiglioni FM
“Mondo Bonsai + Mondo Hobby” 11/12 aprile. Fiera Millenaria “Corsa pod. Millepiedi per Gonzaga” - 12 aprile “Mercato dell’immaginazione” - 17 maggio “Sagra del Crocefisso” - 23/26 maggio
“Concorso dei Cori” - 15 novembre. PadiglioniFM “Il Mondo di Pippi” - 30 novembre. Fiera Millenaria “Christmas Village” - 13/15 novembre. FM “Accensione luminarie” - 8 dicembre/6 gennaio “Festa di Santa Lucia” - 13 dicembre. Teatro comunale Gonzaga
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
settecentesca villa Speroni (della fine del XVIII secolo), la villa Strozzi, edificata nel ‘500, la villa Canaro e la villa Maraini Guerrieri Gonzaga (che si trova in località
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MAGNACAVALLO
NUMERI UTILI
www.comune.magnacavallo.mn.it comune.magnacavallo@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza Marconi 5 .......... 0386 55151 ................................ Fax 0386 55522 Polizia Municipale ..................................... 333 9073190 Carabinieri di Magnacavallo Via Roma ....................... 0386 55185
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agnacavallo è un comune di poco meno di 1700 abitanti che si trova nella zona sud-orientale della provincia, tra i comuni di Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Sermide, Poggio Rusco, Villa Poma e Revere. STORIA In una mappa catastale del XVIII° secolo conservata presso l’archivio di Stato di Mantova si legge che la zona era chiamata “Magnacavallo, o sia Comunità de’ boschi”. Questo territorio umido e fertile, in parte paludoso e anche boschivo era ricco di selvaggina e già conteso in epoca romana prima e ancor più in epoca medievale quando fu sotto il dominio di Matilde di Canossa. Infatti la Contessa ebbe una grande importanza storica in quanto si trovò a governare un territorio-cuscinetto molto esteso tra quello del Sacro Romano Impero da una parte e quello di sovranità Pontificia dall’altra e di conseguenza è stato sempre conteso tra i due sovrani: l’Imperatore e il Papa. L’abile Contessa si trovò personalmente coinvolta nei vari conflitti. Fu lei che aiutò l’Imperatore Enrico IV (che dovette andare a piedi scalzi alla fortezza dei Canossa) per ottenere il perdono del Papa che lo aveva scomunicato. Matilde di Canossa quando morì lasciò tutto alla Chiesa e questo fu la causa di altre gravi e aspre lotte tra il Papato e l’Impero. Nel 1117 vi fu il terremoto in Lombardia e in seguito vi furono una serie
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Mantova di Borghi e di Sagre
di alluvioni. Dopo questo funesto periodo questo territorio venne recuperato, le paludi bonificate e le foreste ridotte. Da questo periodo il territorio segue le vicissitudini della città di Mantova, da Repubblica a Signoria e fino alla reggenza della famiglia Gonzaga i quali per secoli ebbero alcuni possedimenti anche in questo territorio. Fin da epoche remote, la vicinanza del Po è stata all’origine di frequenti e disastrose inondazioni, che si sono ripetute fino alla definitiva sistemazione idraulica della zona; la devastazione più recente risale alla fine del XIX secolo ed è ricordata come una delle più rovinose: il livello dell’acqua raggiunse i tre metri d’altezza. LUOGHI DI INTERESSE Tra le testimonianze architettoniche vanno segnalate le diverse corti agricole, che molto spesso ricordano nel nome quello delle famiglie mantovane; in località Dosso dell’Inferno, ove si stabilirono i Gesuiti, si trova la corte cui è annesso il cinquecentesco oratorio di Santa Caterina. Nel capoluogo comunale, invece, sorge la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo (un tempo oratorio intitolato a S. Ludovico, re di Francia), che conserva elementi decorativi del ‘700. All’interno del Municipio è presente il Museo dell’emigrato. Uno spazio di modeste dimensioni con l’intento di raccogliere atti, documenti e oggettistica varia relativa alla emigrazione.
“Cena Ass. ‘Noi per Loro’ Amichevol…mente2” 31 gennaio “Carnevale in Piazza” Marzo “Festa della Liberazione” 25 aprile. Commemorazione in Piazza “Biciclettata di primavera” 25 aprile. Partenza da Ostiglia “Festa degli Aquiloni” 3 maggio “Festa degli anziani” Maggio
“Festa dell’emigrato” 13 settembre. Sagra annuale, ogni anno viene festeggiata questa ricorrenza in occasione della posa del monumento all’emigrato, in questa occasione vi possono essere convegni, manifestazioni e momenti ludici con quanti hanno dovuto emigrare. Questo Comune avendo subito una forte emigrazione verso città del nord e sia verso il Brasile o altri Paesi del sud America ha fatto erigere un monumento all’emigrato e, seppure di modeste dimensioni ha un valore significativo, infatti non è raro che dei figli di italiani residenti all’estero che si trovino in Italia per una vacanza facciano tappa a Magnacavallo “Festa dei Nonni” 4 ottobre
“Festa della Repubblica” 2 giugno. Commemorazione alla mattina e concerto serale
“Festa d’Autunno” 18 ottobre
“Raduno auto moto” 7 giugno
“Magnatartufo” 21 e 22 novembre
“Fiera di giugno” Dal 13 al 15 giugno
“Commemorazione Santa Cabrini” 20 dicembre
“Cena sotto le stelle” 25 luglio
“Cioccolata calda sotto l’albero” 24 dicembre
fiere ed eventi
“Epifania in Piazza” 4 gennaio
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MOGLIA
NUMERI UTILI
www.comune.moglia.mn.it comune.moglia@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza Matteotti n. 2.... 0376 511411 ............................... Fax 0376 557230 Polizia Locale Via Giotto, 5................. 0376 511420 Carabinieri di Moglia Viale Virgilio, 7 ............. 0376 598002 Biblioteca ................. 0376 511450
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oglia conta quasi 6000 abitanti e sorge nella parte meridionale della provincia, nelle vicinanze del Po, sulla sponda sinistra del fiume Secchia, a confine con le provincie di Modena e Reggio nell’Emilia (Emilia-Romagna), tra i comuni di San Benedetto Po, Quistello, Concordia sulla Secchia (MO), Novi di Modena (MO), Rolo (RE), Reggiolo (RE), Gonzaga e Pegognaga. STORIA Moglia capoluogo compare per la prima volta in due documenti del 20 febbraio 1337: sono concessioni di pezze di terra date in feudo onorifico da Luigi Gonzaga, primo capitano di Mantova, a certi Paolo Scopa Nigra e Pietrobono delle Navi.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Il suo nome è la versione moderna della forma medioevale Molea, che secondo Giovanni Tassoni deriva dal tardo latino molleus, ossia melmoso, per cui stava ad indicare una zona dove ristagnava l’acqua. Le carte dei Gonzaga ritornano a menzionare Moglia negli anni 1364, 1370 e 1392, allorquando gli abati di San Benedetto, investendo i Signori di Mantova delle terre della Regona o Regula Padi, citano tra le altre località il villaggio di Moglia con il suo territorio. Le origini di Bondanello sono più antiche: era già esistente nel 1193, quando l’imperatore Enrico IV, nel confermare le donazioni canossiane al monastero di San Benedetto cita i rincos de Bondignolo con preciso riferimento ad un insediamento umano. La più antica rappresentazione cartografica del territorio mogliese è contenuta in un’incisione settecentesca del Visi, ricavata da una mappa alla fine del Quattrocento. Il documento illustra la zona compresa fra il destra Po e il sinistra Secchia. Moglia e Bondanello vi compaiono come nuclei insediativi costituiti da case in tono minore. Questi documenti sono fondamentali per la conoscenza della storia del territorio, perché ne delineano la passata immagine idrica, viaria ed abitativa. Hanno però il limite di una elaborazione grafica sommaria e selettiva delle emergenze architettoniche. La raffigurazione neutra e precisa del reale è opera del Catasto Teresiano. Nel 1866, al termine della terza guerra d’indipenden-
za, Moglia divenne parte del Regno d’Italia. Da sempre sotto l’amministrazione di Gonzaga, con il decreto reale del 5 novembre 1876, con decorrenza 1º febbraio 1877, Moglia e Bondanello vennero elevate a comune. Entrambi i centri abitati sono privi di una parte storica. Gli unici edifici importanti sono le due chiese parrocchiali ed il Teatro Italia a Bondanello. Le più importanti testimonianze del passato si trovano nella campagna: sono la Galvagnina Vecchia (che ricade però nel territorio del comune di Pegognaga) e la Gaidella, ridotte, però, per azione del tempo e per incuria degli uomini, in uno stato di conservazione molto precario. Moglia è stato il Comune mantovano maggiormente colpito dal terremoto del 20 e del 29 maggio 2012. Molti edifici privati sono stati danneggiati, la scuola elementare e media sono state dichiarate inagibili. Gli edifici che hanno subito i danni maggiori sono però stati il municipio e la chiesa.
staurata nel 1750. L’edificio è a tre navate e al suo interno si trovano due tele di G. Cadioli del XVIII secolo circa (San Vincenzo Ferrer ed i Santi Giuseppe Antonio e Rocco). Monumento marmoreo ai “Martiri di Guerra”, inaugurato il 22 aprile 1951 realizzato da Pompeo Coppini (suo paese Natale). È posto nel giardino antistante l’edificio scolastico delle scuole elementari.
LUOGHI DI INTERESSE Museo lineare delle bonifiche. Percorso all’aperto di circa 10 km costeggiante canali di bonifica intorno al fiume Secchia. Il percorso è percorribile a piedi, in bicicletta ed a cavallo da persone giovani e meno giovani. Di notevole interesse l’impianto idrovoro Mondine. I percorsi ciclopedonali rientrano nel circuito della rete europea “Eurovelo”. Chiesa di San Giovanni Battista. In origine dedicata a San Prospero (XV secolo), ricostruita nel 1598 e re-
“Festa dla pulenta” Settembre. Festa gastronomica a base di polenta, mostra di oggetti di una volta e stand nel centro storico di Moglia
“Piacere Moglia” Si tiene generalmente il primo fine settimana di giugno. La manifestazione ha come obiettivo primario la promozione del distretto produttivo legato al ferro e al legno, del paesaggio agricolo e delle risorse culturali e territoriali “Festival teatrale dei dialetti della Bassa” Da marzo ad aprile
“Sagra di Bondanello (denominata anche Sagra di San Luigi)” Seconda domenica di ottobre “Dal gugiol a ghéarmàs sul i ‘os” Terza domenica di ottobre. Festa del maiale con stand gastronomici, musica e mercatino
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
“Fiera di Moglia” Quarta domenica di luglio
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MOTTEGGIANA
NUMERI UTILI
www.comune.motteggiana.mn.it servizi.amministrativi@pec.comune.motteggiana.mn.it
Municipio Via Roma, 10................ 0376 527043 ...............................Fax 0376 510949 Polizia Locale ..................................... 0376 527180 ................................ Fax 0376510949 Carabinieri di Suzzara Viale Libertà, 34 .......... 0376 531000
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otteggiana conta poco più di 2500 abitanti e Si estende nella parte centro-meridionale del territorio provinciale, sulla sponda destra del fiume Po, tra i comuni di Borgoforte, San Benedetto Po, Pegognaga, Suzzara e Viadana. STORIA Il territorio motteggianese si presenta come una striscia di terra stretta ed allungata che fa da sponda meridionale, per oltre 15 km, a quello che è senza alcun dubbio il tratto più bello del Po mantovano. L’altro limite più a sud è costituito dall’alveo dello Zara, paleocanale di uno dei rami dello stesso Po nella configurazione precedente quella attuale. Fu proprio questa diversa idrografia medievale, che vedeva il grande fiume a latitudini più basse, a far sì che Motteggiana venisse a far parte del territorio di Borgoforte, estremo lembo meridionale del comitatus mantovano. Furono proprio la vicinanza al fiume e questo valore strategico di posizione i fattori che determinarono lo sviluppo del territorio antico. Florido fu il periodo di dominio della dinastia feudale dei Canossa che vide grandi progressi nello sviluppo agricolo, nella bonifica e nella sistemazione agraria. I milites di Matilde fornirono quella aristocrazia feudale terriera che esercitò il dominio sul territorio in età comunale. Modificazioni politico-strategiche che videro l’espansione mantovana all’lnsula Suzarie e alle terre della Regona (Gonzaga, Pegognaga, Bondeno) alterarono profondamente gli equilibri del territorio. I centri posti sui rami padani
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Mantova di Borghi e di Sagre
in via di esaurimento quali Po Vecchio e Zara andarono inesorabilmente decadendo, mentre acquistarono vigore quelli sul Po Nuovo. Il collegamento fra Oltrepò e Mantova andò sempre più incentrandosi su Borgoforte come nodo di controllo del fiume, dei suoi traffici, del transito di superamento. Sulla sponda opposta cominciò così a prendere corpo quella Saviola Superiore ove il marchese Ludovico II Gonzaga decise di creare una importante proprietà agricola ed erigere attorno al 1472 una delle sue più note dimore del contado, giustamente citata come uno dei primi e più importanti esempi di residenza che segna il trapasso dall’ architettura di impronta castellana a quella della villa rurale. Con l’erezione della casa di Saviola, frutto della comunanza intellettuale e progettuale fra lo stesso Ludovico Gonzaga e l’architetto Luca Fancelli, l’agglomerato abitativo circostante si avvia a diventare il nucleo centrale del territorio sulla sponda sud del Po, scalzando il primato di Villa Saviola, sede di una curtis medievale che aveva fino ad allora egemonizzato l’economia locale. A partire dalla seconda metà del XV secolo il contado mantovano è oggetto di una grande riorganizzazione fondiaria che vede l’avvento dell’epoca delle possessioni e delle corti da padrone. Come testimonianza di questo fondamentale periodo della civiltà contadina il territorio di Motteggiana appare esemplare, perché ha conservato pregevoli esempi di tutta la gamma tipo logica delle corti agricole della bassa pianura mantovana. La storia di Motteggiana vanta eventi di rilievo anche
LUOGHI DI INTERESSE L’impronta dei Gonzaga è ancora visibile nella chiesa parrocchiale intitolata a San Girolamo (un tempo annessa a un monastero di Gerolamini, poi scomparso, risale alla seconda metà del XVI secolo ma ha subito modifiche successive; il campanile, del Quattrocento, potrebbe essere resto di un castello) e nella cinquecentesca villa della Ghirardina, costruita sui resti di una preesistente fortezza. Degne di nota sono anche, a Torricella, la parrocchiale di San Benedetto, risalente alla metà del XVIII secolo e, a Villa Saviola, la settecentesca parrocchiale dedicata a San Michele (riedificata su quella precedente, del XVI secolo) nonché la Cappelletta di Sant’Anna e il piccolo santuario eretto in onore della Madonna di Lourdes, cui i saviolesi hanno chiesto protezione contro i danni causati dal Po.
La Corte Ghirardina (o Corte Saviola o Casa di Saviola) è una storica corte lombarda, tra i più significativi esempi di architettura del primo Rinascimento mantovano. L’edificio, originale sintesi di palazzo-cortevilla-castello, fu costruito sulle rive del Po dall’architetto Luca Fancelli dal 1470 al 1477 per il marchese di Mantova Ludovico Gonzaga che intendeva vigilare sui commerci del Po e sulla sua vasta proprietà agricola. La corte nel 1582 subì una profonda ristrutturazione per opera di Bernardino Facciotto, quando l’edificio passò in proprietà al duca Guglielmo Gonzaga. La costruzione è formata da un corpo centrale e da due ali unite da un lungo prospetto. Durante la seconda guerra mondiale, a causa di bombardamenti una parte della corte è stata abbattuta e non è stata più ricostruita. Documenti parlano della presenza di un tunnel che collegava la corte alla vicina chiesa parrocchiale di S. Girolamo.
“Fiera di San Carlo” Luglio, presso il parco Andreani-Panicali, organizzato da L’Asd Polisportiva di Motteggiana e il Comune “Festa della Trebbiatura Storica” Luglio, all’agriturismo Corte Fabbrica di Motteggiana “Festa dei nonni” Ottobre, presso la piscina di Torricella
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
in età moderna ed in particolare in quell’esaltante momento della storia della nostra nazione che vede la liberazione dal dominio austriaco e la formazione dello stato unitario. Nel 1866 a Motteggiana si svolse un importante episodio bellico della terza guerra di Indipendenza, la conquista da parte delle truppe italiane dei forti che gli Austriaci avevano eretto a guardia del Po, alle due testate del traghetto che qui valicava il grande fiume, punta avanzata del complesso fortificato del Quadrilatero. Fra gli eventi della storia più recente non può essere dimenticato il contributo delle comunità di Motteggiana e Villa Saviola alle lotte sociali e contadine del periodo a cavallo fra Otto e Novecento.
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OSTIGLIA
NUMERI UTILI
www.comune.ostiglia.mn.it ostiglia.mn@legalmail.it
Municipio Via Gnocchi Viani 16.....0386 300211 ............................... Fax 0386 800215 Polizia Locale ..................................... 0386 300254 Carabinieri di Ostiglia Via Cantarana ............... 0386 31643
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stiglia conta oltre 7000 abitanti e si estende nella parte centro-orientale del territorio provinciale, lungo la riva sinistra del fiume Po, al confine con le province venete di Verona e Rovigo, tra i comuni di Casaleone (VR), Cerea (VR), Melara (RO), Borgofranco sul Po, Revere, Serravalle a Po e Gazzo Veronese (VR).
STORIA Le prime testimonianze umane nel territorio Ostigliese datano al Mesolitico (7.000 a.C. circa). Nella successiva fase Neolitica, la presenza umana diviene stanziale e riscontrabile in diversi siti nella parte Nord del territorio (Pontemolino). Ostiglia entra nella Storia nel 69 d.C., grazie alla guerra tra Vespasiano e Vitellio. Di ciò ne scrive Tacito, che la definisce anche Vicus Veronensium (Ostiglia dipendeva dalla Città di Verona), mentre Plinio menziona il nostro paese per una particolare forma di apicoltura. Città natale di Cornelio Nepote, in Età Romana, oltre ad essere importante porto sul Po, era il punto di partenza della nota Via Claudia Augusta, che ricollegava i territori dell’Impero tra la Pianura Padana e il Danubio. Queste due infrastrutture le consentiranno di essere ancora vitale nel VI sec. d.C., sotto il Regno di Teodorico, quando il suo Segretario, Cassiodoro, la menziona per la presenza di un collegio di Corrieri Fluviali (Dromonari) e la considera autentico granaio per le truppe.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Nell’Alto Medioevo le guerre, le epidemie e le rotte fluviali riducono Ostiglia ad una selva. Dal 752 diviene proprietà dell’Abbazia di Nonantola, che avvia un’opera di disboscamento e messa a coltura, stipulando contratti con contadini ed allevatori. Al 1151 data la prima notizia del Castello, edificato da Ermanno, Marchese di Verona, per fronteggiare le pretese di Mantova e Ferrara. Nel 1260 gli Scaligeri divengono Signori di Verona, sempre attenti al Castello di Ostiglia. Nel 1378 subentrano i Visconti, che vendono Ostiglia ai Gonzaga nel 1391, salvo poi riappropriarsene scatenando una guerra che li vedrà sconfitti e Ostiglia ufficialmente tornare ai Gonzaga nel 1405. Nel XVI sec., dopo un periodo burrascoso con Venezia, trova un po’ di pace ed i Gonzaga incoraggiano la risicoltura, attività fiorente che porterà alla produzione di una tipologia di riso detto appunto “Ostiglia”. Sempre sotto il dominio gonzaghesco, Ostiglia si espande all’infuori delle mura del castello divenendo borgata, notevole per i commerci di prodotti agricoli. Nel 1569 si ricorda la nomina di podestà di Bernardo Tasso, padre di Torquato. Tra il 1630 ed il 1814 si alternano Lanzichenecchi, Gonzaga di Nevers, Francesi, Austriaci in due fasi, coi quali si restaurano le strade comunali, si ricostruisce l’ospedale e si edifica il Municipio. Nel 1866, con l’annessione al Regno d’Italia, inizia per Ostiglia un nuovo periodo di prosperità per le attività
LUOGHI DI INTERESSE Palazzo Bonazzi. Edificio settecentesco dalla facciata in mattone cotto con inserti in marmo bianco in corrispondenza dei capitelli delle lesene. È sede del Municipio. Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. Edificio neoromanico costruito nel 1890. Chiesa di Santa Maria di Castello. Antica chiesa cinquecentesca, sconsacrata e riutilizzata in passato come officina meccanica. Ne rimangono solo ruderi. Adiacente si trova la Torre civica, ultimo vestigio del castello. Palazzo Foglia. Palazzo ottocentesco sede del Museo civico archeologico, della Biblioteca comunale e della Biblioteca musicale Giuseppe Greggiati. Dà sulla centrale piazza Cornelio, ove si trova il monumento a Cornelio Nepote. Teatro Nuovo “Mario Monicelli”. Costruito nel 1839 in stile neoclassico, è utilizzato sia come cinema che come teatro. Nell’aprile 2011 il teatro fu intitolato al regista Mario Monicelli, figlio dell’ostigliese Tomaso.
Santuario della Beata Vergine della Comuna, in frazione Comuna Santuario. Luogo di culto molto frequentato dai fedeli della zona e attualmente officiato da una comunità di Frati Minori. Fu fondato nel XV secolo e trasformato in forme rinascimentali nel XVI: nei rimaneggiamenti si è voluta vedere la mano di Giulio Romano. Della costruzione primitiva rimane solo una lunetta archiacuta raffigurante san Giorgio e il drago. All’interno è conservata una statua lignea della Madonna col Bambino, entrambi incoronati.
“Carnevale Ostigliese” Febbraio/marzo “Fiera di primavera” Fine aprile/inizio maggio “Notti bianche” Da giugno a settembre “Sagra di san Lorenzo” Agosto “Premio Ostiglia-Arnoldo Mondadori: un libro al cinema” Ottobre “Stagione teatrale” Da novembre ad aprile “Dicembre ad Ostiglia” Dicembre
fiere ed eventi
commerciali, spronate anche dalla realizzazione della linea ferroviaria Bologna-Verona. La presenza poi di Istituti scolastici ed uffici centrali ne fanno il centro più importante del Basso Mantovano. Il primo Novecento vede la nascita, proprio ad Ostiglia, della dinastia editoriale dei Mondadori, che qui avviano la loro prima tipografia e che da qui intrecciano il proprio destino con la famiglia Monicelli.
ReporterMN
Meloni
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OrtofruttaÊ diÊ stagione
Fragole Oltrepò Mantovano
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PEGOGNAGA
NUMERI UTILI
www.comune.pegognaga.mn.it pegognaga.mn@legalmail.it
Municipio Piazza Matteotti n. 1 ... 0376 554611 ............................. fax 0376 5546901 Polizia Municipale ....................................0376 5546216 Carabinieri di Pegognaga ..................................... 0376 558034 Resid. Sanitaria Assistenziale ..................................... 0376 501000
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egognaga conta più di 7000 abitanti e si estende nella pianura dell’Oltrepò mantovano, a poca distanza dal confine con la provincia di Reggio nell’Emilia (Emilia-Romagna), nella parte centromeridionale del territorio provinciale, tra i comuni di San Benedetto Po, Moglia, Gonzaga, Suzzara e Motteggiana. STORIA Il toponimo deriverebbe, secondo alcuni, dal latino “Pecunius”, nome di un patrizio romano che nel I secolo d.C. avrebbe qui fondato un piccolo villaggio agricolo; secondo un’altra interpretazione esso sarebbe invece da collegare al termine “pecunia”, che in latino significa denaro, ricchezza, riferita alle terre in grado di offrire raccolti redditizi. Nel periodo compreso tra il I e il IV secolo d.C. il centro, che a quell’epoca possedeva le caratteristiche tipiche di un villaggio contadino romano, assunse il nome di “Flexum”. Con l’inizio delle invasioni barbariche venne distrutto e abbandonato, scomparendo dalla storia per lungo tempo. Nell’820 si cominciano a registrare nuovi insediamenti e nell’877 compare la corte Pigugnaria, denominazione, che andrà gradualmente modificandosi nei secoli sino all’attuale Pegognaga. All’inizio dell’XI secolo esso passa sotto il dominio di Matilde di Canossa, che cerca di dare al piccolo paese una propria fisionomia attraverso nuove opere edilizie. Durante i due secoli successivi la località fu contesa dai Comuni di Reggio Emilia e Mantova, con un conflitto che si concluse con un accordo di amministrazione in politico condominio
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Mantova di Borghi e di Sagre
tra le due province, firmato proprio a Pegognaga nel 1257. Successivamente la comunità entrò a far parte dei possedimenti dei Gonzaga, sotto la cui reggenza visse uno dei periodi più floridi della sua storia. I principali insediamenti agricoli - una decina di corti sparse - tutt’ora esistenti sono databili a partire dal 1500, mentre solo nel 1907 terminò la millenaria opera di bonifica che trasformò il terreno paludoso in uno dei più fertili della pianura padana. Il Comune di Pegognaga venne istituito con Regio Decreto il 5 novembre 1876. LUOGHI DI INTERESSE Chiesa di San Lorenzo. Fu edificata dalla contessa Matilde di Canossa verso il 1082, pochi anni dopo l’ampliamento del Polirone. Lo schema architettonico rivela la sua natura romanica nella struttura degli absidi. Fu rimaneggiata nella prima metà del Novecento e arricchita da due navate laterali, e funge da Famedio per i caduti della Grande Guerra. Il terremoto del maggio 2012 ne ha danneggiato la facciata, che è stata messa in sicurezza in quanto rischiava di staccarsi dal corpo della chiesa. Area archeologica San Lorenzo. L’area di età romana (II secolo a.C. - IV secolo d.C.), occupa sette ettari di un più vasto parco (54 ettari complessivi). Vi sono stati rivenuti diversi reperti che sono conservati presso il locale Museo archeologico. Chiesa parrocchiale dell’Assunta. Edificata nel 195255 in luogo della seicentesca parrocchiale di San Giorgio, si presenta di stile neoromanico e d’imponenti
“Giornata della memoria”: 27 gennaio. Prevede incontri, spettacoli teatrali e momenti letterari atti al ricordo della Shoah “Carnevale dei ragazzi” - Febbraio
venduto alla parrocchia di Rivalta sul Mincio. Dopo il sisma del 2012 la chiesa dell’Assunta verrà demolita per un tempio probabilmente più piccolo e con minor dispendio di riscaldamento, visto che sussisteva questo problema, e l’edificio religioso, non avendo ancora 70 anni, non è vincolato ancora come bene culturale. “Sagra di Polesine” - Luglio “Mercatino il Tempo Ritrovato” Nelle serate dei venerdì dei mesi di giugno e luglio
“Festa di primavera” - Aprile “Pegorock” Ultimo week end di maggio fino alla prima settimana di giugno. Festival di musica rock con ospiti internazionali “Festa dello sport” - Giugno “Festa delle auto due cavalli” Ultima settimana di giugno “Festa dell’Unità” - Luglio “Antica sagra di San Lorenzo” Agosto “Sagra di Galvagnina” - Agosto
“Cinema Estivo” Mercoledì di luglio “Sconfinart” Luglio e agosto. Festival musical-culturale con ospiti di fama internazionale che pone la diversità come risorsa “Festival degli scrittori della bassa” Ultima settimana di agosto. Attiguo a Festivaletteratura, prevede la premiazione di brani scritti su una data tematica da autori del territorio “Stagione teatrale con rassegna di prosa e per teatro-famiglie” Da ottobre a marzo
fiere ed eventi
proporzioni (60 metri di lunghezza per 30 di larghezza al transetto). Della vecchia chiesa rimangono i confessionali lignei oltre alle 5 campane dell’antico campanile che dovevano essere alloggiato su una torre mai realizzata che era nel progetto del prof. Candiani, autore dell’attuale parrocchiale. L’altare maggiore fu invece
Pegognaga Service BRC REVISIONI • OFFICINA ELETTRAUTO • PNEUS •
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Oltrepò Mantovano
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PIEVE DI CORIANO
NUMERI UTILI
www.comune.pievedicoriano.mn.it comune.pievedicoriano@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza Gramsci 5 .......... 0386 39131 ................................. Fax 0386 39391 Uffici comunali servizio alla persona ............... 0386 39131 Polizia Locale Piazza Gramsci 5 ...........0386 39131 ................................. Fax 0386 39391 Carabinieri di Poggio Rusco Via Pastrengo, 4 ............ 0386 51010
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ieve di Coriano conta poco più di 1000 abitanti e si estende nella parte sudorientale del territorio provinciale, tra i comuni di Serravalle a Po, Revere, Villa Poma, Schivenoglia e Quingentole. STORIA Il toponimo è un composto di “pieve” e del nome locale Coriano: quest’ultimo è una formazione prediale dal personale latino CORELIUS, con l’aggiunta del suffisso -ANUS, con funzione aggettivale. Mancano notizie storiche precise sui primi insediamenti nella zona, la cui storia, come si può facilmente dedurre dal toponimo, è strettamente intrecciata con quella della pieve locale, fatta costruire dalla contessa Matilde di Canossa, sul finire dell’undicesimo secolo, per celebrare la vittoria sull’imperatore Enrico IV. La vita del borgo si sviluppò attorno a questa chiesa, intitolata all’Assunzione della Beata Vergine Maria. Al pari dei comuni vicini, seguì le sorti di Mantova, sia nella florida epoca dei Gonzaga, sia negli eventi successivi, legati alla dominazione austriaca, all’occupazione napoleonica e alle vicende risorgimentali.
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Mantova di Borghi e di Sagre
LUOGHI DI INTERESSE La Millenaria Pieve Romanica rappresenta, grazie ai sapienti restauri fatti in questi ultimi tempi, quanto di più interessante ci possa essere tramandato dai lontani tempi Medioevali del passaggio Matildico nel nostro territorio. La data certa dell’erezione della Pieve non la possiamo affermare; tradizione vuole che sia stata costruita attorno al 1082 per volere della Gran Contessa Matilde di Canossa. Il Plesso Ospedaliero, orgoglio di Pieve e del Destra Secchia, inaugurato ed entrato in servizio a metà del 1997, è un mirabile esempio dell’ingegneria sanitaria moderna ed una struttura medica tra le più avanzate che ha contribuito sostanzialmente al miglioramento della sanità nel Destra Secchia. Essendo il polo sanitario una delle fabbriche più grandi della nostra zona, si è iniziato un intenso processo di crescita economica, che, con l’intelligenza sistematica del territorio, ha contribuito allo sviluppo occupazionale e all’avanzamento socio-culturale che ci candidano sin da ora fra le aree più dinamiche della zona.
“Gara dei quartieri” Giugno. Giochi sportivi “Chiusura della Piazza” Luglio. Chiusura della piazza per tutto il mese con spettacoli e animazione per grandi e bambini “Trofeo Beppe Iori” 15 agosto. Gara ciclistica “Processione di San Rocco” 16 agosto “Sportiva Pieve” Prima domenica di settembre, comune di Pieve di Coriano “Pranzo in Piazza” Seconda domenica di settembre, organizzato dalla Pro loco
“Festa di Halloween” 31 ottobre, per le vie del paese “Festa del Tartufo Amici di Matilde” Secondo fine settimana di novembre “Cioccolata per tutti” 24 dicembre, dopo la cerimonia natalizia
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
“Granfondo Strada del Tartufo” Seconda domenica di ottobre
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POGGIO RUSCO
NUMERI UTILI
www.comune.poggiorusco.mn.it comune.poggiorusco@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza I Maggio 5........... 0386 51001 ............................... Fax 0386 733009 Polizia Locale e Protezione Civile Via Garibaldi n. 11 ....... 0386 733122 ................................fax 0386 733009 Carabinieri di Poggio Rusco Via Pastrengo, 4 .............0386 51010
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oggio Rusco ha più di 6600 abitanti e sorge nella parte sud-orientale del territorio provinciale, al confine con la provincia di Modena (Emilia-Romagna), tra Magnacavallo, Sermide, Mirandola (MO), San Giovanni del Dosso e Villa Poma. STORIA A partire dal XV secolo, la proprietà dei terreni della Corte del Poggio venne suddivisa in due rami cadetti dei Gonzaga: i Nobili, signori della Corte Piccola e i Marchesi di Vescovato, padroni della Corte Grande; Poggio Rusco rimase in mano loro ben oltre l’estinzione della famiglia Gonzaga, signori di Mantova. Nel 1707, seguendo il destino del Ducato di Mantova, Poggio Rusco entrò a far parte dei domini diretti della casa d’Asburgo. Alla fine del XVIII secolo il paese si trovò a condividere la sorte della Repubblica Cisalpina, con una violenta rivolta antifrancese nel 1799 e alla definitiva capitolazione sotto l’Impero Austriaco come parte integrante del Regno Lombardo-Veneto nel 1815. Solo nel 1866, dopo la partecipazione attiva alle guerre d’Indipendenza, avvenne l’annessione al Regno d’Italia sotto casa Savoia. Il Novecento, seguì a grandi linee le vicissitudini del territorio mantovano. La nascita del socialismo vide a Poggio Rusco due protagonisti: Giovanni Zibordi, poggese di adozione e Francesco Zanardi, poggese classe 1873, ricordato a Bologna come il Sindaco del Pane nella Grande Guerra. Il Fascismo s’impose
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Mantova di Borghi e di Sagre
in tutta l’Italia e proprio a Poggio Rusco, il 13 marzo 1921, l’assalto alla Camera del Lavoro ebbe un’eco nazionale: su tutti i giornali nazionali venne resa nota la notizia. Durante gli ultimi mesi della seconda guerra mondiale il paese assunse un ruolo strategico per la sua posizione, poiché gli Alleati avanzavano verso il fiume Po e la Germania lungo la direttrice BolognaVerona. È importante ricordare l’operazione militare denominata Operazione Herring, che ebbe luogo nei giorni 20-23 aprile 1945. In questa missione 226 paracadutisti del neo Corpo Italiano di Liberazione furono lanciati per proteggere strutture ed edifici e favorire l’avanzata alleata; morirono 14 militari e 2 civili. Lo scontro più importante si consumò presso Cà Bruciata di Dragoncello. Stanno a ricordare quella valorosa impresa un monumento ai caduti, una chiesa a loro dedicata a Dragoncello e un battaglione della Brigata Paracadutisti Folgore denominato 3º Battaglione Paracadutisti Poggio Rusco. Poggio Rusco, nel Maggio 2012, fu colpito da un violentissimo sciame sismico che provocò gravi danni in tutto il territorio comunale. Dopo la scossa del 20 maggio di magnitudo 5.9 della Scala Richter, il Comune risultò sostanzialmente indenne dal punto di vista privato in quanto le scosse susseguitesi per tutto il giorno causarono solo danneggiamenti a livello degli edifici pubblici del centro storico rendendoli inagibili. Il 29 maggio 2012, dopo quasi dieci giorni di incessanti scosse di assestamento, il Comune venne colpito da
LUOGHI DI INTERESSE Palazzo Municipale. Costruito intorno alla metà del ‘400 su disegno di Luca Fancelli, con il suo tipico stile a merlatura cieca. I Terremoti dell’Emilia del 2012 hanno danneggiato gravemente il Municipio provocando crolli interni e il distacco delle due facciate. Torre Falconiera o Colombara. Simile a tante altre sparse nella Pianura Padana, si presume fungesse da posto di avvistamento o da rifugio in situazioni di pericolo. Non è riscontrata la data di costruzione anche se è presumibile che risalga al ’600. La torre, simbolo del paese che appare anche nello stemma del comune, faceva parte della “Corte Grande” del Poggio. Restaurata alcuni anni fa, consta di tre spaziosi vani disposti su tre piani. A seguito delle forti scosse di terremoto di Maggio 2012, la torre ha subito gravi danni strutturali pur non registrando crolli significativi. Chiesa Parrocchiale del Santissimo Nome di Maria. Costruita dal 1748 al 1770, è molto più ampia della preesistente struttura romanica orientata in direzione est-ovest che era circondata dal cimitero. È dedicata al SS. Nome di Maria, come ricorda una lapide posta al di sopra del portale. Costruita in uno stile barocco leggero su progetto dell’architetto Nicolini, presenta
una facciata con due ordini di lesene (dorico quello inferiore, ionico quello superiore) separati da una trabeazione e sormontati da un timpano.
“Carnasciale Podiense” Le due domeniche a cavallo del Carnevale. Organizzata dall’associazione “Ducal Academia dal Pidrus”. Prende ispirazione dal “Bestiario Podiense” una raccolta di animali mitici e leggendari “Fiera di Giugno” Inizia il terzo sabato del mese di giugno e termina il martedì successivo “Fiera di Santa Maria Alba” Inizia il terzo sabato di settembre e termina il martedì successivo “Poggio al Tartufo” Dicembre. Fine settimana dedicato al tema del Tartufo, dove in vari locali della zona (gastronomie, bar, ristoranti, pizzerie), aderenti all’iniziativa, si propongono assaggi o piatti a base di tartufo “Mercato delle antichità della Corte del Poggio” La seconda domenica di ogni mese si svolge il Mercato delle Antichità della Corte del Poggio. Nel centro storico si snodano i venditori e collezionisti di antichità e numismatica. La protezione dei lunghi porticati del centro storico rendono il mercatino idoneo sia in inverno che in estate
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
un nuovo sisma di magnitudo 5.8 della Scala Richter che aggravò la situazione nel Centro Storico causando importanti crolli nella Chiesa Parrocchiale, nel Palazzo Municipale e nella Torre Falconiera, ma anche danneggiamenti negli edifici privati
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QUINGENTOLE
NUMERI UTILI
www.comune.quingentole.mn.it comune.quingentole@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza Italia, 24 ............. 0386 42141 ................................. Fax 0386 42558 Ufficio Segreteria ......0386 42141 Polizia Locale, Quistello Piazza Matteotti........... 0376 627238 ............................... Fax 0376 619884 Carabinieri di Sustinente Via G. Marconi, 496 ....... 0386 43112
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uingentole conta 1200 abitanti e si estende nella parte sud-orientale del territorio provinciale, sulla sponda destra del Po, tra i comuni di Serravalle a Po, Pieve di Coriano, Schivenoglia, Quistello e Sustinente. STORIA Il nome di Quingentole potrebbe derivare da quingenti, ossia cinquecento e che indica la superficie del luogo (cinquecento iugeri) o il tracciato stradale romano. Indagini archeologiche nelle vicinanze del paese
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Mantova di Borghi e di Sagre
hanno confermato la presenza di insediamenti già dal periodo romano, prevalentemente distribuiti lungo la strada provinciale SP 43. La località, che ha il versante settentrionale affacciato sul Po, era posta all’interno della cosiddetta “isola di Revere” in origine un luogo caratterizzato da numerosi corsi d’acqua e zone acquitrinose. Prima dell’attuale abitato, di origine tardo medievale, i principali nuclei insediativi sorsero a levante del sito, presso la località di Parerolo, in cui, documenti medievali attestano la presenza di una importante fortificazione e di una chiesa oramai scomparsa dedicata a San Chiliano, e presso la corte di San Lorenzo in cui è stata scoperta una delle più antiche chiese della campagna mantovana, datata al VII sec. d.C. Tra il 1300 e il 1480 i frati del monastero di San Benedetto bonificarono la valle e in questo periodo il Vescovo di Mantova, Giacomo de ‘Benfatti, passò i territori a Luigi Gonzaga. Nel 1708, sotto il dominio austriaco e con l’aiuto dei frati benedettini, furono realizzate importanti opere di rafforzamento degli argini e di consolidamento delle bonifiche. Nel 1797 il paese passò sotto il governo di Napoleone Bonaparte per poi tornare nel 1815 in mano agli austriaci. Come molte altre zone del comprensorio mantovano-reggiano, ha subito un riassetto fondiario e idrico che ha favorito un’agricoltura più redditizia. Nel XVIII secolo il vescovo di Mantova Antonio dei marchesi di Bagno fece costruire la parrocchiale intitolata a San
Lorenzo: tratto caratteristico dell’edificio sono i due leoni in marmo rosso veronese posti ai lati del portale d’ingresso della chiesa; il vescovo li aveva portati via dal duomo di Mantova e diversi studiosi sostengono che siano opera dei fratelli Jacobello e Pietro Paolo dalle Masegna. All’interno dell’edificio è conservato un grande dipinto settecentesco, che raffigura Sant’Anselmo nell’atto di benedire le armi di Matilde di Canossa. La parrocchiale si affaccia, insieme al municipio, su piazza Italia, circondata dagli imponenti portici gonzagheschi dalle massicce colonne.
la parrocchiale di epoca matildica, di cui è possibile vedere la traccia dell’antico perimetro all’interno dell’area civica. Il comune è inoltre dotato di un attracco fluviale turistico, posto sulla storica “Piarda”, un antico manufatto in pietra affacciato sul Po, adiacente al centro abitato. “Carnevale” Marzo “Tradizionale fiera di luglio” Seconda domenica di luglio “Tradizionale sagra di ottobre” Prima domenica di ottobre “Tartufart” Dal 6 all’8 dicembre
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
LUOGHI DI INTERESSE Nel centro, caratterizzato da un’ampia piazza rettangolare circondata da edifici storici, è da visitare la Villa Vescovile, ora Palazzo Municipale, edificio realizzato nella prima metà del XV° sec., che, già ampliato alla fine del ‘400, fu arricchito internamente nel ‘500 da decori di Giulio Romano ed esternamente da un magnifico giardino. Importante è anche la chiesa barocca di San Lorenzo (1751-54), che, costruita per volere del vescovo Antonio di Bagno, presenta nella facciata due leoni in marmo rosso veronese che un tempo erano posti sulla facciata tardogotica del Duomo di Mantova. All’interno sono custodite tele di Francesco Maria Ranieri detto Lo Schivenoglia e di Giovanni Cadioli. Da non perdere l’Oratorio di San Lorenzo, dedicato alla Beata Vergine di Loreto e costruito utilizzando parte del materiale della demolizione nel 1751 del-
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QUISTELLO
NUMERI UTILI
www.comune.quistello.mn.it comune.quistello@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza G. Matteotti, 1 .. 0376 627201 Ufficio Postale.......... 0376 625006 Polizia Municipale ...0376 627238 Carabinieri di Quistello Via S. Allende, 3............0376 619823 Vigili del Fuoco di Suzzara ......................................0376 522222 Pronto Soccorso Pieve di Coriano ......0386 717207
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uistello conta poco meno di 6000 abitanti e sorge sulla sponda destra del fiume Secchia, nella parte meridionale del territorio provinciale, al confine con la provincia di Modena (Emilia-Romagna), tra i comuni di Quingentole, Schivenoglia, San Giovanni del Dosso, San Giacomo delle Segnate, Concordia sulla Secchia (MO), Moglia, San Benedetto Po e Sustinente. STORIA Quistello, adagiato sulla riva destra del fiume Secchia, deriverebbe il proprio nome dal Custellum, un emissario del Po Vecchio che scorreva a fianco dell’abitato e lo delimitava sul lato settentrionale (probabilmente il torrente Crostolo). Il toponimo “Custello” compare nel celebre atto di donazione, risalente al 1007, con cui Tedaldo di Canossa dona il territorio, il castello e la chiesa a San Benedetto, segnando la fondazione del celebre monastero polironiano. Attorno al 1336 (probabilmente con lavori protrattisi dal 1288 al 1360) la Secchia è portato a sfociare in Po presso Mirasole di San Benedetto Po da Cavezzo, e quindi a passare sul fianco ovest di Quistello. Esiste una certa disputa circa il motivo di tale deviazione: forse per completare la bonifica dell’area di San Benedetto Po o per rendere possibile il drenaggio delle acque nei pressi di Mirandola evitando inoltre che quest’ultima città fosse frequentemente allagata dalle piene del fiume. La zona di Quistello restò di proprietà della famiglia Gonzaga fino al 30 giugno 1708 (Dieta di Ratisbona) per poi passare
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Mantova di Borghi e di Sagre
agli austriaci e seguire le sorti storiche degli altri comuni mantovani. Il 15 settembre 1734 in località Gaidella avviene un sanguinoso scontro tra i gallo-sardi e gli austriaci, la battaglia di Quistello, evento da inserirsi tra le guerre per la successione del trono di Polonia. Gli austriaci hanno la meglio in questa battaglia, ma nel successivo scontro del 19 settembre 1734 a Guastalla (battaglia di Guastalla, chiamata anche battaglia di Luzzara) restano sconfitti e ripiegano in Tirolo. Le vicende belliche della guerra di successione polacca si concluderanno nel Trattato di Vienna del 18 novembre 1738. Nel 1876 l’ospedale Bastasini di Quistello è eretto ente morale. Di indubbio valore la Pinacoteca Civica che custodisce opere dalla fine dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento di artisti mantovani di grande fama. Quistello ha subìto notevoli danni dai terremoti dell’Emilia del 2012, sia nel sisma del 20 maggio che in quello del 29 maggio 2012. Per quanto riguarda il patrimonio pubblico sono stati resi inagibili la maggioranza degli edifici pubblici come la chiesa parrocchiale e le altre chiese di frazione, il municipio, il centro culturale, il palazzetto dello Sport, la casa del Balilla, il Museo nella frazione di Nuvolato nonché le scuole dell’infanzia, primaria e secondaria. LUOGHI DI INTERESSE Nel capoluogo è da visitare la chiesa intitolata a San Bartolomeo che fu ricostruita con le pietre del demolito castello nel 1732 su disegno del ticinese Giovan
“Festa di Carnevale” Marzo, Con sfilata di carri allegorici “Quistello Produce “Pan, vin, furmai e...” Mostra Mercato agro-alimentare. L’iniziativa intende recuperare valori e significati di attività ormai in via di estinzione e valorizzare produzioni tipiche locali “Il ritorno di Matilde di Canossa a Nuvolato” Giugno. Rievocazione storica in costume “Festa del Volontariato” Maggio. Festa organizzata dalle locali associazioni di volontariato “Sagra di San Rocco” 15 agosto. Frazione di San Rocco
re scultoree, architettoniche e grafiche. A San Rocco, sempre nel territorio di Quistello, c’è il “monumento alla prima lega contadina” di Giuseppe Gorni, movimento nato qui, sulla scia della rivoluzione chiamata delle Boje. Il Comune di Quistello offre inoltre un interessante percorso ambientale e naturalistico nel Parco delle golene della foce, che dal fiume Secchia arriva sino al Po, e un eccellente patrimonio enogastronomico di prodotti tipici certificati come il Lambrusco DOC, la Pera IGP e il Parmigiano Reggiano.
“Sagra di San Bartolomeo La vaca ad Main” 24 agosto, Quistello “Festa del fungo” Settembre. Festa con manifestazioni di diverso tipo, stand gastronomico con piatti tradizionali a base di funghi: organizzato dal C.A.I. “Sagra di San Fiorentino” Ultima domenica di settembre, Frazione di Nuvolato “Festa della Zucca” Ottobre “Festa della Castagnata” Novembre “Festa di Santa Lucia” Dicembre. Tradizionale festa per bambini, con sfilata di S. Lucia, distribuzione caramelle e dolcetti, ecc.
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
Maria Borsotto: all’interno, di notevole pregio una Via Crucis dell’artista mantovano Lanfranco e una tavola con figure in rilievo della Madonna delle Grazie. Nella frazione di Nuvolato troviamo la chiesa romanico - matildica di San Fiorentino Martire dell’XI secolo, che conserva all’interno resti pittorici di affreschi del XV secolo e XVI secolo; nella località, definita d’autore, vi è la sede del Museo diffuso “Giuseppe Gorni”, architetto e artista del Novecento di fama internazionale che qui e nei Comuni limitrofi realizzò numerose ope-
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REVERE
NUMERI UTILI
www.comunerevere.it comune.revere@pec.regione.lombardia.it
Municipio Via dei Poeti 3 ............... 0386 46001 ............................... Fax 0386 467274 Polizia Locale Piazza Castello 12.......... 0386 46170 Carabinieri di Revere Piazza Salvo d’Acquisto 1 ......................................0386 846085 Pro Loco Revere ......335 6702863 Cinema teatro Ducale ......................................0386 846457
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l comune di Revere conta oltre 2600 abitanti e si estende sulla sponda destra del fiume Po, nella parte sud-orientale del territorio provinciale, tra i comuni di Ostiglia, Borgofranco sul Po, Magnacavallo, Villa Poma, Pieve di Coriano e Serravalle a Po.
STORIA Un tempo Revere era un’isola formata dal Po che allora scorreva libero tra distese di paludi cosparse di dossi. Su uno di questi crebbe Refere, Riperium, Riparia, Insula Reveris, come il luogo viene citato nei rari documenti pervenutici dai secoli in cui i padroni furono probabilmente gli Etruschi, sicuramente i Galli sottomessi in seguito dai Romani. Revere era attraversata dalla Via Claudia Augusta. La data ufficiale di nascita del paese è il 1125, anno in cui Modenesi e Reggiani decisero di costruire qui un fortilizio, innanzitutto per motivi economici, come sempre accade. I dazi per il transito sul fiume Po rappresentavano infatti un’ambita fonte di reddito. Per riscuoterli senza problemi era indispensabile tenere alla larga i Mantovani. Questi, però, con l’aiuto dei Bresciani, presero d’assalto la roccaforte e se ne impadronirono, mettendosi subito dopo d’impegno per completare la fortezza. Dopo un periodo oscuro e confuso, nel 1332, dai vescovi di Mantova fu concesso a Luigi Gonzaga il godimento dell’isola di Revere. Da allora, e sino al
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Mantova di Borghi e di Sagre
LUOGHI DI INTERESSE Palazzo Gonzaghesco (1450). Opera di Luca Fancelli fatto costruire dal marchese Ludovico Gonzaga ed edificato nel castrum preesistente. Palazzo a planimetria rettangolare, torri angolari quadrate, cortile interno. Il portale di ingresso a lesene scanalate con capitelli corinzi reggono l’architrave, sul quale poggia un plastico timpano. Il portale ha toni raffinati ed eleganti, quasi donatelliani, nelle raffigurazioni delle imprese gonzaghesche - la tortorina posata sul mostro, il monte Olimpo, i cani - scolpite su cartigli. Le funzioni di questa residenza erano di ospitalità nei confronti dei famigliari, ospitalità per personaggi di riguardo; di dimora temporanea per la corte mantovana, a quel tempo itinerante per motivo di controllo sull’economia dei paesi limitrofi, essendo Revere in una posizione strategica sia dal punto di vista economico che difensivo. In tempo di pestilenza era dimora in campagna per scampare ai contagi. Museo del Po. Il museo del Po, di proprietà comunale, è stato istituito nel 1983 e ha come tema centrale il fiume, il suo territorio e le sue genti. Il Museo del Po ospita undici sale ricche di testimonianze della storia del fiume, della fauna che lo popola e della storia delle sue genti. Torre (1163). Eretta dai modenesi e reggiani, altezza 36 metri, sormontata nella seconda metà del XVIII sec., da una cella campanaria con un concerto di campane (1846). Utilizzata a carcere fino al 1930. Colonne dei Portici. Provenienti dalla Chiesa di Santa Mostiola (1080), edificata per l’impulso di Matilde di Canossa. La chiesa fu la prima Parrocchiale fino al 1578 e in seguito sconsacrata. Le colonne furono portate nella via principale (corso Italia) per sorreggere i portici. Chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria (1750). Eretta dai Carmelitani. L`interno è a navata unica con aperture ad arco. Su ogni lato della navata quattro lesene ne incorniciano tre cappelle, di cui, le
centrali più alte e imponenti delle contigue. I quattro spigoli dell’aula sono arrotondati e immettono sui lati corti della concavità della facciata interna e nel complesso presbiterio-abside ritmato anch’esso da lesene singole e appaiate. L’interno della chiesa è ravvivato da pregevoli pale d’altare: l’Annunciazione (1752) di Giuseppe Bazzani, l’Estasi di Santa Teresa di Giacomo Cavedoni di Sassuolo, lo Sposalizio della Beata Vergine Maria e l’Angelo Custode con bambino di Giuseppe Milani da Cesena. Il più bel tardo barocco del territorio. L’Oratorio di San Biagio in Zello (1400). La chiesetta di San Biagio, di origine romanica, si trova nella piccola frazione reverese di Zello; ospita alle pareti affreschi di epoca medievale, per la maggior parte risalenti alla fine del Quattrocento, recentemente restaurati ma un tempo gravemente danneggiati da colpi di martello inferti per far meglio aderire strati di calce applicati al fine di disinfettare l’ambiente. Monumento ai caduti di tutte le guerre (1967). Opera dell’artista piacentino Vittore Callegari. È un monumento a fontana e rappresenta tutti i caduti colpiti dalle due guerre mondiali. Mulino Natante. Ricostruzione di uno dei vecchi mulini operati sul Po e in attività dal XI sino al XX sec., i quali macinavano mais e frumento. Il mulino è perfettamente funzionante.
“Giornata delle ferrovie dimenticate” Marzo “Festa della Liberazione” 25 aprile, grigliata in area mulino “4 passi sugli argini del Po” 31 maggio, manifestazione podistica non competitiva “AperiPo” Gugno. Aperitivo sulle rive del Po (area Mulino) “Fiera di Santa Mostiola” Dal 25 al 28 luglio. Con grandioso spettacolo Pirotecnico sul Po, martedì 28 “Festa del Patrono Sant’Alberto” 7 agosto “Tartufo a Palazzo” Dal 24 al 27 settembre
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
1707, il borgo fu dominato dai Signori di Mantova, dei cui fasti e raffinatezze beneficiò di riflesso, ma di cui condivise anche le sventure. Spogliati i Gonzaga dei loro domini, Revere fu occupata da Francesi e Austriaci a fasi alterne sino al 1814. Fu un susseguirsi di saccheggi e distruzioni perpetrate dalle incursioni di truppe straniere e di soldati di ventura, fra cui i famigerati lanzichenecchi. Sconfitto Napoleone, Vienna divenne la capitale del Lombardo-Veneto, di cui Revere faceva parte, e tale rimase sino al passaggio al Regno d’Italia, nel 1866.
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SAN BENEDETTO PO
NUMERI UTILI
www.comune.san-benedetto-po.mn.it protocollo.sanbenedetto@legalmailpa.it
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an Benedetto Po è un comune di 7.708 che si estende sulla sponda destra del fiume Po, tra i comuni di Sustinente, Quistello, Moglia, Pegognaga, Borgoforte, Bagnolo San Vito e Motteggiana. STORIA Le origini di San Benedetto Po risalgono ad un passato molto lontano. Probabilmente esisteva, già in epoca romana, un insediamento sull’isola di Polirone, situata tra il fiume Po e il Lirone (così come in altre zone delle sponde del Po). Quando nel 1007 Tedaldo di Canossa, nonno della contessa Matilde, fondò il Monastero di Polirone, in queste terre non rimanevano che pochissimi abitanti, riuniti attorno ad una piccola chiesa dedicata a Santa Maria, San Benedetto, San Michele arcangelo e San Pietro. Con la fondazione del monastero, Tedaldo puntava a controllare (non solo spiritualmente) l’intero territorio e a garantire la navigazione sul fiume. I monaci che si stabilirono in quest’isola, infatti, furono impiegati per secoli nel consolidamento del tratto mantovano del corso del Po al fine di arginare i danni delle allora frequenti esondazioni. In quel periodo il fiume non era regolato dagli argini ma scorreva abbastanza liberamente per tutta la pianura, distruggendo con i suoi straripamenti il lavoro nei campi. Determinante fu il contributo di Matilde di Canossa che nel 1077 donò l’abbazia a Gregorio VII, il quale unì il complesso al monastero di Cluny in Borgogna (facendo sì che fosse l’abate del cenobio francese a nominare quello di Polirone) aumentando-
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Mantova di Borghi e di Sagre
Municipio via E. Ferri, 79 ........................0376 6230 Polizia Locale ..............................................0376/623039 Pront0 Soccorso .................................................................118 Carabinieri San Benedetto Po ......0376 615106
ne l’attività di miniatura, edificando chiese e chiostri e ospitando personaggi illustri come Sant’Anselmo da Baggio e Bonizone di Sutri. Grazie a Guido Gonzaga (abate commendatario del monastero, poi titolare della prepositura) il Monastero entra nel 1420 nell’appena costituita Congregazione di Santa Giustina di Padova. Non si tratta solo di un cambiamento religioso, ma di una vera e propria “renovatio” nell’edilizia, nell’economia, nella cultura. All’inizio del XVI sec. Polirone diventa quindi un centro intellettuale attivo, ospitando importanti studi teologici e filosofici. Nel Cinquecento l’abbazia raggiunge quindi un eccezionale splendore, tanto che tra i numerosi ospiti si contano personalità illustri quali Martin Lutero, Paolo III, Giorgio Vasari, Palladio e Torquato Tasso. È il 1609 quando una rovinosa inondazione del Po provoca danni incalcolabili, seguiti, vent’anni dopo, dai danni perpetuati dagli eserciti stranieri. Nel corso della conquista del ducato di Mantova, infatti, le truppe imperiali rimasero nell’abbazia per circa due anni, per poi lasciare il posto ai francesi che ne proseguirono l’impoverimento. Una seppur modesta ripresa economica cominciò a intravedersi nel XVIII secolo (quando il complesso era sotto il controllo di austriaci e francesi), grazie all’opera di due importanti personaggi: da una parte, Maria Teresa cercò di accontentare le esigenze dei coloni, ponendo così fine ad una secolare lotta fra i monaci e i contadini, che nel 1519 aveva provocato addirittura l’uccisione di Frà Bonaventura; dall’altra, l’ultimo abate Mauro Mauri, cercò di far fronte al rischio della soppressione
LUOGHI DI INTERESSE San Benedetto Po si sviluppa attorno al maestoso Monastero Polironiano, straordinario insieme di edifici situato tra il centro del paese e il Grande Fiume Po.
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Mercatino dell’antiquariato “Amarcord” La prima domenica di ogni mese, a cura dell’Associazione “Il Sogno di Vasco”, con il Patrcocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po
Oltre mille anni di storia sono sedimentati nelle strutture del Monastero di San Benedetto Po in Polirone, fondato nel 1007 da Tedaldo di Canossa, nonno della famosa contessa Matilde. Nel Cenobio, ottimamente conservato, è possibile visitare i luoghi caratteristici di un monastero benedettino: Chiostri, Cantine cinquecentesche, Refettorio monastico, Sala del Capitolo, Biblioteca monastica e Basilica. Del suo patrimonio storico-monumentale fanno parte, oltre alle chiese, ai chiostri e agli edifici che compongono il complesso abbaziale, la chiesa di Santa Maria in Valverde (di origini romaniche), il palazzo dei Gonzaga di Vescovato a Portiolo nonché le parrocchiali e le corti rurali delle varie località.
“Rievocazione storica polironiana” 24, 25, 26 Luglio 2015 (novecentenario della morte di Matilde di Canossa 24/07/1115) a cura del Comune di San Benedetto Po “Sagra dal Nedar”
“San Benedetto in Fiore” Florovivaismo, a cura dell’Associazione “Il Sogno di Vasco”, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po, la prima domenica di Maggio
2/3/4 ottobre 2015. A cura dell’associazione Pro Loco Teofilo Folengo, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po
“Sagra dell’Asparago” 7/10 maggio 2015, a cura dell’associazione Pro Loco Teofilo Folengo, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po
“Mercatini di Natale” Prime tre domeniche di dicembre 2015. A cura dell’Associazione “Il Sogno di Vasco”, con il Patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po
fiere ed eventi
promuovendo tra il 1790 e il 1797 alcuni importanti interventi. Nonostante l’impegno profuso, nel marzo del 1797, con l’arrivo delle truppe napoleoniche, giunse la tanto temuta soppressione e la vendita del patrimonio artistico del complesso, che finì dunque per disperdersi, ad eccezione di quello contenuto nella chiesa abbaziale, che diventa di proprietà parrocchiale, e dei preziosi manoscritti confluiti nella biblioteca di Mantova.
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S. GIACOMO D/SEGNATE
NUMERI UTILI
www.comune.san-giacomo-delle-segnate.mn.it comune.sangiacomodellesegnate@legalmail.it
Municipio via Roncada 68........... 0376 616101 ............................... Fax 0376 616756 Numero verde comunale .......................................800 684 451 Polizia Locale ......................................0376 616101 Carabinieri Via Roncada SP40........ 0376 616102 Biblioteca ......................................0376 629507
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an Giacomo delle Segnate conta più di 1700 abitanti e si estende nei pressi del fiume Po, nella parte meridionale del territorio provinciale, al confine con la provincia di Modena (Emilia-Romagna), tra i comuni di San Giovanni del Dosso, Concordia sulla Secchia (MO) e Quistello. STORIA E’ da presumersi che almeno una porzione dell’attuale territorio del Comune, fosse parte dei legati coi quali Tebaldo di Canossa fondò, corrente l’anno 1007 dopo Cristo, l’abbazia benedettina dell’isola del Polirone. Tuttavia, stando alle ricerche più recenti, si ritiene degna di attenzione e non priva di suffragi la tesi secondo la quale la corte ‘’della Signada’’ e la contrada annessa, siano entrate a far parte dei possedimenti benedettini giurisdizionati dalla corte e dal castello di Quistello intorno alla metà del XIII secolo. In precedenza il territorio ricadeva nell’orbita del comitatus reggiano, nonché - secondo un non facilmente districabile nodo di poteri giustapposti - del grande feudo canossano del Bondeno di Roncore. Nel corso dei primi decenni del 1200 tuttavia, l’influenza dei benedettini e, per essi, dei poteri comitali mantovani (comunali prima, di piccola signoria locale poi), portarono ad una dilatazione espansiva dei confini delle terre del monastero e giunsero senz’altro ad inglobare stabilmente tanto la corte delle Segna-
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Mantova di Borghi e di Sagre
te, quanto il borgo sorto in prossimità della torre del Brazzolo (‘’braccio’’ del fiume Bondeno che divideva letteralmente in due parti l’abitato della Signata Inferior) e del Salice della guarda: non a caso due presidi fortemente simbolici, due attestati di confine, due segni inequivocabili dell’avvenuto passaggio della corte e del borgo nella sfera del potere mantovano. Dagli anni della costruzione della torre sul Brazzolo (idronimo sul quale in seguito prevarrà quello di Fossegone), fino alle campagne napoleoniche, queste terre furono benedettine - mantovane (gonzaghesche fino al 1707) con qualche parentesi (limitatamente alla corte) mirandolese (Lucrezia Pico). Col Risorgimento e l’Unità, San Giacomo diventa frazione del Comune di Quistello, per poi riscattarsi e diventare a sua volta Comune autonomo nel 1924. Il nuovo Comune comprendeva una popolazione di circa 3000 abitanti così distribuiti: 907 nel capoluogo e 2255 in campagna. Oggi, al centro del paese vi è la Chiesa dedicata a San Giacomo, elemento giurisdizionale più antico che ne determinò e ne segnò i confini. San Giacomo fu patria di nobili casate a tutt’oggi estinte: la vecchia famiglia dei conti Bonatti, i marchesi Aldegatti (che donarono i terreni ove sorse la Chiesa) e la famiglia Arrigoni (di cui rimane una stupenda Villa). Attività economica prevalente era, ed è ancora, quella agricola con connessi piccoli laboratori artigianali.
LUOGHI DI INTERESSE Centro Culturale Ca’ di Pom. Di origini settecentesche e di nobiliare tradizione agricola, in stato di totale degrado e destinata alla demolizione, ubicata a San Giacomo delle Segnate, luogo natale dell’artista Vanni Viviani che, deciso ad abbandonare Milano, ne fa la casa dei suoi sogni. Un lungo ed accurato restauro restituisce l’antico decoro alla sobria elegante costruzione in cotto, con il porticato, le barchesse, i fienili e le stalle. Villa Arrigona. È situata a circa un chilometro dall’abitato, sulla strada per Poggio Rusco. Nel contesto delle ville del contado mantovano l’Arrigona riveste importanza artistica e storica. Le rilevanti dimensioni del complesso architettonico, che comprende la seicentesca villa con i corpi di fabbrica, l’oratorio tardo barocco, il parco, il terreno tutt’ora coltivato, rendo-
no ancora oggi l’idea della ricchezza e del fasto della nobile famiglia committente, gli Arrigoni. Il progetto della costruzione della villa, realizzata tra il 1613 e il 1622, è da ascrivere all’architetto Antonio Maria Viani, già prefetto delle fabbriche ducali gonzaghesche. Chiesa parrocchiale. Del 1770 a una navata, copertura a volta a botte con archi irrigidenti. Sono presenti pale e dipinti di Lanfranco (1950), organo centenario e armadio in legno intarsiato di Anonimo. Centro storico. Portici su un lato di Via Roncada risalenti al 1500 circa, fabbricati con caratteristiche tipicamente padane ed impianto a Y (1450 circa) delle strade più vecchie (Roncada e Ferrari). Ex-cave di Malcantone e Camino Fornace Hoffmann. Archeologia industriale inizi 1900, che possono essere riconvertite in Oasi naturalistica: sono già presenti laghetti di pesca. La proprietà è privata.
fiere ed eventi
Come si diceva sopra - e stando agli studi di Rezzaghi (1928) e di Calzolari - Parmigiani (1997 e 2003) - il nome deriva assai probabilmente dalla funzione di forte segnatura di confine assunta, nei secoli, dalla corte (Signata Superior) e dalla contrada della torre (Signata Inferior). Il toponimo San Giacomo, compare più di due secoli dopo la nascita dei due nuclei sopra menzionati e cioè quando, poco dopo il 1450, viene eretta la prima parrocchiale dedicata appunto a San Giacomo Apostolo (crediamo per contiguità, continuità e, forse, rivalità, col vicino San Giovanni del Dosso).
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Oltrepò Mantovano
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SAN GIOVANNI D/DOSSO
NUMERI UTILI
www.comune.sangiovannideldosso.mn.it comune.sangiovannideldosso@pec.regione.lombardia.it
Municipio Via Roma 31................. 0386 757131 ................................Fax 0386757613 Polizia Locale - 0386 757314 int. 3 cell. 320 6194207 - Fax 0386 757613 Carabinieri San Giacomo Delle Segnate Via Roncada, 126 ......... 0376616102 ................................Fax 0376616102 Pro Loco Dossese ......................................340 6242674
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an Giovanni del Dosso conta oltre 1300 abitanti e si estende nella parte meridionale del territorio provinciale, al confine con la provincia di Modena (Emilia-Romagna), tra i comuni di Schivenoglia, Villa Poma, Poggio Rusco, Mirandola (MO), Concordia sulla Secchia (MO), San Giacomo delle Segnate e Quistello. STORIA Le origini del borgo sono molto antiche e alcuni studiosi le fanno risalire al periodo della dominazione romana. Il toponimo Dosso, chiamato anche Dosso della Scaffa o Podium della Scaffa, è stato ritrovato in un documento del 1332 per descrivere la località oggetto di una contesa relativa ai confini tra i signori di Mirandola e Mantova. Anche in un documento del 1475 di Andrea da Schivenoglia il luogo viene chiamato Dosso della Scaffa verso la Gardignagolla - Gardignola. La zona, che viene considerata la matrice dell’attuale paese di San Giovanni del Dosso, originariamente era una grande palude. Ai margini di questa palude si sviluppò, nel Medioevo, il paese di San Giovanni e venne costruita una chiesa matildica sulle cui fondamenta, nel 1616, fu eretta l’attuale parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista. Nell’alto Medioevo notevole importanza ebbe la frazione di Brazzuolo. Posta sul fiume Bondeno, essa rappresentava un punto di controllo della navigazione fluviale, con l’assoggettamento a balzelli. Più recentemente è da ricordare un curioso episodio, avvenuto nel 1878, quando i fedeli di San Giovanni, rifiutando il parroco
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Mantova di Borghi e di Sagre
nominato dal vescovo, elessero con un plebiscito un loro parroco. Lo scisma fu ricomposto soltanto dopo due anni. Nel 1933, San Giovanni, sino ad allora considerata frazione del comune di Quistello, venne dichiarata comune autonomo. San Giovanni del Dosso è un comune di antichissime origini. Tutto ha inizio da un pozzo di epoca romana scoperto nell’agosto del 1996 nella cava d’argilla Begnarde. All’interno è stata rinvenuta una grande quantità di materiali: vasellame, oggetti in metallo, ossi lavorati, resti lignei di rara importanza, che oggi sono visibili nell’allestimento di archeologia del territorio mantovano presso il Museo Archeologico Nazionale di Mantova. Quattro anni dopo questa scoperta, nell’estate 2000, sono venuti in luce altri elementi all’interno della cava di argilla. Sulla sommità di due rossetti si notavano infatti delle strutture murarie, sigillate da un livello di terreno morboso nero, segno di un periodo di
alle strutture agricole e alcune lesioni agli edifici più vecchi. LUOGHI DI INTERESSE Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista. Costruita su fondazioni matildiche, ha subito nel corso del tempo diversi rifacimenti, prima in epoca barocca e successivamente nel 1800. La facciata presenta due corpi laterali più bassi ed è armoniosamente segnata da colonne. All’interno è presente un grande quadro di Giuseppe Bazzani intitolato Battesimo di Gesù e risalente al 1737. La chiesa è stata fortemente danneggiata dai terremoti emiliani del 2012, che hanno causato il crollo del frontone della facciata nonché di parti della volta interna.
“Pranzo di Sant’Antonio” Gennaio
“Fiera d’Agosto” Agosto
“Giornata della Memoria” 27 gennaio. Organizzato da Cgil – Spi
“Sbiciclettata Settembrina” Settembre
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“Festa della Lavanda” Giugno. Presso Azienda Agricola Stoffi
“Festa del Ringraziamento” Novembre
“Caminada Avisina” Luglio
“Presepio Vivente” Dicembre
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
stagnazione dell’acqua al di sopra delle rovine degli edifici. Anche queste testimonianze di vita quotidiana suggeriscono che il luogo fosse abitato almeno dal I secolo a.C. fino al II secolo d.C. e sicuramente in quell’epoca fu abbandonato a causa di una piena del Po. I ritrovamenti delle Begnarde, sia quello del 1996 che quello del 2000, hanno aperto una grande finestra sul passato di quest’area di pianura padana in età romana. Possiamo immaginare San Giovanni del Dosso come un’area ricca e fertile, costellata da edifici dove aveva luogo sia la vita abitativa che quella produttiva, legata ad agricoltura e artigianato. San Giovanni del Dosso è stato colpito dai terremoti dell’Emilia del 2012 che hanno provocato gravi danni
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SCHIVENOGLIA
NUMERI UTILI
www.comune.schivenoglia.mn.it comune.schivenoglia@pec.regione.lombardia.it
Municipio Via G. Matteotti, 22........ 0386 58141 ................................. Fax 0386 58124 Polizia Locale ....................................... 0386 58141 Carabinieri di San Giacomo delle Segnate .......... 0376 616102 Pronto intervento 112 Polizia di Stato, distaccamento di Ostiglia....................... 0376 32222 Pronto intervento .................. 113
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chivenoglia conta poco meno di 1300 abitanti e si estende nella parte sud-orientale del territorio provinciale, nella pianura alla destra del fiume Secchia, tra i comuni di Pieve di Coriano, Villa Poma, San Giovanni del Dosso, Quistello e Quingentole. STORIA È stata prima frazione di Revere ed è diventata comune il 1º maggio 1816. Dalle ricerche del Gruppo Archeologico Ostigliese risulta però che il territorio di Schivenoglia è abitato fin dal I secolo d.C. Infatti in più punti del territorio schivenogliese sono stati individuati siti archeologici. I primi documenti storici di una certa importanza risalgono al 1205-1215 e trattano la donazione di Schivenoglia ai monaci di San Benedetto in Polirone da parte della contessa Matilde di Canossa. Alle origini era una terra paludosa e malsana, flagellata per molti secoli dalla peste. Nel 1232 vi fu una terribile inondazione provocata dallo straripamento del Po, che non fu purtroppo l’unica, ricordiamo quella devastante del 1705. Nel 1497 venne edificato un oratorio, al quale vennero assegnate 12 biolche di terra. Schivenoglia continuò però a dipendere, per quanto riguarda la vita spirituale, dal parroco di San Giovanni del Dosso che, a Schivenoglia, inviò un cappellano sussidiario. Nel 1575, in risposta ad una petizione degli abitanti stanchi di dipendere da San Giovanni, il
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Mantova di Borghi e di Sagre
vescovo di Mantova nominò il primo parroco del paese, Venturino Bianchi, “col comune consenso degli uomini di Schivenoglia e quello del parroco di San Giovanni”. Il paese è stato sotto il dominio dei Gonzaga per ben tre secoli e mezzo, per la precisione sino al 1707. Nel 1708 Schivenoglia passò sotto il dominio austriaco e vi rimase sino al 1866 (tranne la parentesi del
LUOGHI DI INTERESSE In centro troviamo la settecentesca “Corte dell’Acqua” con il parco che si affaccia sulla piazza con i portici. La parrocchiale di San Francesco, ricostruita nel Novecento con forme neoclassiche, custodisce all’interno, oltre un altare ligneo, una tela del pittore mantovano Lanfranco e il dipinto Trapasso di San Francesco del Raineri. Da visitare nei dintorni vi è la Chiesa della Madonna
di Brazzuolo, eretta nel 1688 per volontà del capitano Ferrante Pedocca dei Conti Pedocca-Manfredi. L’edificio è di gusto barocco e, all’interno, conserva sotto la mensa dell’altare un pregevole paliotto in scagliola policroma risalente al 1600. Nel 1946, dopo un attento restauro, la chiesa è stata dedicata alla Beata Maria Vergine detta anche Madonna del Rosario.
“Festeggiamo la Befana” Martedì 6 Gennaio al pomeriggio: con Davide Bregola insieme alla Proloco locale “Carnevale” Domenica 15 febbraio “Ricordando la Liberazione” Sabato 11 Aprile “Estemporanea di pittura” Domenica 26 aprile “Giornata della musica” Domenica 21 giugno “Fiera d’Agosto di San Luigi” Venerdì 29 agosto “Festa dei Nonni” Venerdì 2 ottobre: con cena per i partecipanti. “Fera ad la Pgnata” Ottobre “Chess Festival” Domenica 29 novembre: Terza edizione, aperta anche agli adulti
fiere ed eventi
dominio francese dal 1801 al 1814). Nel 1871 il comune di Schivenoglia fu incorporato nel regno d’Italia. Schivenoglia non vanta nomi illustri. Tuttavia nel corso dei secoli ha dato i natali a due personaggi particolarmente affermati nel campo delle lettere e nel campo della pittura. Il primo è Andrea da Schivenoglia nato nel 1411 (dove non si sa) e morto nel 1484 a Mantova, che ha scritto una “Cronaca” particolarmente interessante sugli avvenimenti che si sono succeduti fra le nostre contrade dal1445 al 1481. A Schivenoglia nasce nel 1676 il pittore Francesco Maria Raineri detto “Lo Schivenoglia” (muore a Mantova nel 1758) il cui quadro più noto è un “San Sebastiano” nella Basilica di Sant’Andrea a Mantova. Vi sono altre sue opere sparse in vari luoghi, come una pala nell’Oratorio della Disciplina a Bozzolo, rappresentante un miracolo di San Francesco di Paola o il “Crocifisso” conservato nella chiesa parrocchiale di Montanara.
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SERMIDE
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Municipio P.zza Plebiscito, 1....... 0386 9670000 ............................... Fax 0386 960261 Polizia Locale Protezione Civile .....0386 967001 Carabinieri di Sermide Viale Rinascita, 8 ........... 0386 61021 Ufficio Informagiovani ..................................... 0386 967028 Biblioteca Comunale ......................................0386 967025
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ermide conta poco meno di 6500 abitanti e si estende nella parte sud-orientale del territorio provinciale, sulla sponda destra del fiume Po, al confine con le provincie di Rovigo (Veneto), Ferrara (EmiliaRomagna) e Modena (Emilia-Romagna), tra i comuni di Castelnovo Bariano (RO), Castelmassa (RO), Calto (RO), Felonica, Bondeno (FE), Mirandola (MO), Poggio Rusco, Magnacavallo e Carbonara di Po. STORIA Sermide, di origine romana, fu la sede di una cittadina costruita dal Comune di Mantova verso il Mille e fortificata in seguito nel 1370 da Ludovico Gonzaga. Disordini ed incendi furono una costante nella vita della cittadina già a partire dal IV secolo, quando le aquile di Roma furono scacciate dai Sarmati portati in Italia da Alboino. Duecento anni dopo, passati i franchi ed i bizantini, Sarmatia (antico nome di Sermide)
passò sotto il dominio del monastero benedettino di Nonantola (MO) e poi nelle mani del Vescovo di Mantova, rimanendo fin al 1707 territorio dei Gonzaga. Guerre, pestilenze e saccheggi si susseguirono durante la guerra di successione spagnola (1707), poi nella guerra di successione polacca (1735) ed infine nel 1796, quando la cavalleria dell’esercito napoleonico occupò la cittadina. Alla fine della guerra 194045 massicce incursioni aeree distrussero l’85% delle abitazioni, così i sermidesi dovettero ricominciare daccapo a costruirsi la città, nella quale si salvarono alcuni palazzi storici come quelli del conte Magnagutti e dei Castellani di Sermeti. Sermide conserva ancora nel suo centro storico le tracce di un passato glorioso ed il gonfalone municipale è decorato di medaglia d’oro fin dal 1899 per un sanguinoso episodio del 24 luglio 1848, avvenuto durante la prima guerra d’Indipendenza Nazionale di cui si ritrovano tracce in un’ode di Giosuè Carducci. LUOGHI DI INTERESSE Duramente provata dalle guerre di successione spagnola e polacca e dall’invasione napoleonica, fu rasa al suolo nel 1848 durante un’azione di rappresaglia degli austriaci e quasi completamente distrutta nel corso della seconda guerra mondiale, quando i bombardamenti aerei annientarono o danneggiarono le sue strutture architettoniche, tra cui la parrocchiale, la torre, il municipio, i palazzi e gli stabilimenti.
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dossata all’argine del fiume Po, e le parrocchiali di Moglia, Santa Croce e Malcantone. A Moglia è visibile un museo vivo della civiltà industriale: una centrale termoelettrica, accanto alla quale sorge uno stabilimento idrovoro.
“Carnevale a Sermide” Febbraio
“Festa del Melone” Giugno, a Santa Croce di Sermide
“Le Stanze della Poesia” 21 marzo
“Lunedìestate” 6, 13, 20 e 27 luglio, 3 e 10 agosto: espositori, musica e cena all’aperto
“70° Anniversario della Liberazione d’Italia” 24 aprile “La lunga strada verso la Legalità” 16, 17 maggio
“Rock’n Rollo” 29 agosto: esibizione live di band Musicali del Territorio
“Giardinfiaba” 24 maggio: un pomeriggio di fiabe e giardini per il paese “Centenario della 1ª Guerra Mondiale” 29, 30 e 31 maggio “Fiera dei S.S. Pietro e Paolo” Dal 22 al 29 giugno
fiere ed eventi
Dal punto di vista architettonico degni di nota sono i palazzi del conte Magnaguti, dei Castellani e degli Schiavi, il monumento ai caduti, la torre di piazza Plebiscito, la parrocchiale dedicata ai Santi Pietro e Paolo, la cinquecentesca chiesa dei Cappuccini, ad-
“Fiera di ottobre” Dal 2 al 4 ottobre “Sermide City for Life” 28 o 29 Novembre: giornata contro la pena di morte “Natale a Sermide” 8, 13, 20 dicembre (date indicative)
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SERRAVALLE A PO
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erravalle a Po conta poco più di 1700 abitanti, sorge nei pressi del fiume Po e confina con la provincia veneta di Verona; è compresa tra i comuni di Ostiglia, Revere, Pieve di Coriano, Quingentole, Sustinente e Gazzo Veronese (VR). STORIA Le più antiche testimonianze della storia di Serravalle a Po sono localizzate presso la corte Cavallette, una delle corti rurali tipiche del nostro territorio, dove sono stati rinvenuti numerosi manufatti e reperti del periodo neolitico. Così come pure sono presenti resti di necropoli e fornaci di età romana. Territorio di confine, si hanno testimonianze del XIII^ secolo relative al castello di Serravalle a due torri, edificato per contrastare i Veronesi stanziati nella vicina fortificata Ostiglia. Per circa quattro secoli dominio dei Gonzaga che contribuirono alla bonifica del territorio in particolare con Ludovico Gonzaga. Il castello tuttavia già nel 1500 non esisteva più. Gli ultimi resti della fortificazione furono inghiottiti dal Po nella notte del 24 gennaio 1720. Attualmente il Comune si pone l’obiettivo di rilevare la proprietà della chiesa di Santa Maria Bambina, parte del complesso del XVII° secolo di Corte Torriana e custode della storia recente del nostro territorio, per destinarla a specifico recupero. Segnaliamo, infine, che le iniziative più recenti sono
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Mantova di Borghi e di Sagre
tese alla salvaguardia e alla valorizzazione del territorio golenale del fiume Po attraverso la creazione del Parco Locale di Interesse Sovracomunale (PLIS) che definisce criteri di tutela dell’ambiente e del paesaggio, individua percorsi pedonali e ciclabili (già inseriti nei percorsi provinciali ed europei EUROVELO), nonché le modalità di fruizione ricreativa, didattica e culturale. LUOGHI DI INTERESSE La chiesa di S. Cecilia risulta costruita ex novo a ridosso della golena del fiume Po in forme barocche, tra il 1640-65, da don Francesco Agnelli Soardi nipote dell’allora vescovo do Ferrara, Vincenzo Agnelli Soardi. L’interno dell’edificio è a tre navate; quella centrale presenta il soffitto a botte mentre quelle laterali hanno il soffitto a crociera. Sopra l’altare maggiore, recentemente rifatto, vi è posto un quadro di scuola veronese del ‘600, raffigurante S. Cecilia e, contornato da una cornice in legno intagliata e dipinta. L’altare laterale di destra è consacrato alla Madonna del Rosario ed è in stile barocco con incastonati quindici medaglioni raffiguranti i misteri dolorosi, i misteri gaudiosi e i misteri gloriosi, che si contemplano nella recita del rosario. L’altare laterale di sinistra , dopo vari rifacimenti e numerose vicissitudini, attualmente è dedicato al Sacro
due grandi edifici residenziali a tre piani della prima metà dell’800, da due grandi cortili definiti su tre lati da residenze rurali e una grandiosa stalla e infine una palazzina residenziale in forma eclettica. Interessante la Chiesa, dei 1650, di forme sobrie tra il classico e il barocco, la cui facciata è stata ripetuta, nell’800, anche sulla testata della casa padronale. Corte Ceresara: Libiola, in fregio all’argine maestro dei Po, già proprietà dei conti Cantoni di Mantova, settecentesca villa padronale a tre piani, con annesse strutture rustiche. Corte Cavallette: in Cardinala, corte ottocentesca in parte distrutta, un tempo una fra le più importanti dei comune per la coltivazione di grano e riso.
“Sagra di Serravalle a Po” Aprile/maggio “Sagra di Libiola” Maggio “Festa del Pd” Agosto. Parco Grole, Torriana di Serravalle
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
Cuore. In sacrestia si conserva un mobile in noce, con al centro uno stemma nobiliare dove, intagliato, si vede un leone rampante e un fascio di spighe. Dello stesso periodo c’è un piatto sbalzato usato per la raccolta delle elemosine. La Sovrintendenza ai beni artistici di Mantova, data questi oggetti tra il 1650 ed il 1699. Assieme all’acqua santiera a fusto in marmo rosso scolpita nel ‘800, si trova, lungo le pareti perimetrali della chiesa, una Via Crucis da poco restaurata; è in legno scolpito a basso rilievo e dipinta con smalti. Il campanile fino agli anni trenta terminava a cuspide ma venne giudicato poco idoneo alla maestosità della chiesa e venne in parte demolito. Lo alzò ed ora si presenta con parte terminale a torre. Questo edificio sacro si trova nel Comune di Serravalle a Po, nella frazione Libiola in Piazza Trento Trieste. Oratorio della Madonna di Lourdes. Questa graziosa chiesolina costruita nel 1930, si trova sulla strada che da Cardinala porta a Villimpenta. Non presenta niente di antico e di particolarmente prezioso se non la fede semplice della gente di campagna che la manifesta attraverso la costruzione di capitelli, edicole e oratori. La parrocchiale dedicata ai S.S. Filippo e Giacomo apostoli, costruita intorno al 1695; l’allora parroco don Giacinto Cagnoli, abbandonata la cadente chiesa che sorgeva presso le Torri, aveva innalzato la presente parrocchiale. Recentemente ripulita internamente, si presenta come un corpo unico, senza navate laterali, dignitosa e decorosa nella sua semplicità. Corte Storline: dagli inizi del ‘900 della famiglia Canossa; caratterizzata dal palazzo padronale del 1752, da un insieme di stalle, aie e da una grande struttura adibita a magazzino all’interno della quale è possibile osservare l’antico essiccatoio per il riso e i locali per il primo trattamento dei grano padano prodotto nell’attiguo caseificio. Dopo il decadimento degli ultimi anni, l’attuale proprietario, si propone un graduale recupero delle strutture. Corte Serravalle: di forme settecentesche a pianta rettangolare si trova in fregio alla ss.482 all’inizio del paese come la dirimpettaia ottocentesca Corte Sperona. Corte Grola: già proprietà dei baroni Valdbrun, è un edificio, in fregio alla SS. 482, di pianta rettangolare probabilmente settecentesca. Corte Torriana: in fregio alla SS. 482, è caratterizzata da un complesso di edifici padronali e rustici che si estendono temporalmente dal 1650 sino al tardo ‘800. Planimetricamente, il complesso è formato da
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SUSTINENTE
NUMERI UTILI
www.comune.sustinente.mn.it comune.sustinente@pec.regione.lombardia.it
Municipio Via XX Settembre 108... 0386 43161 Polizia Locale ...........0386 840111 Carabinieri Via G. Marconi ............... 0386 43112 Parrocchia ...................0386 43156 Farmacia ......................0386 43124 Ufficio postale ...........0386 43142
S
ustinente conta più di 2200 abitanti, sorge nei pressi del fiume Po e in prossimità del Parco del Mincio, al confine con la provincia veneta di Verona; è compreso tra i comuni di Villimpenta, Serravalle a Po, Quingentole, Quistello, San Benedetto Po, Bagnolo San Vito, Roncoferraro e Gazzo Veronese (VR). STORIA Sembra che il nome possa essere stato ispirato da una chiusa, a sostegno artificiale delle acque del Dugale, che congiungeva il Mincio al Po. Altri studiosi propendono per l’ipotesi che vuole far derivare Sustinente da una pietra militare romana (ad Septigenti) qui esistente. Nei primi documenti il paese viene chiamato Septingente. Il comune di Sustinente è situato vicino al Po, tra Ostiglia e Mantova da cui dista 20 chilometri. Nonostante sia un piccolo paese, è quello con la più alta concentrazione di associazioni della provincia. Il borgo venne fondato intorno al Mille dai monaci di San Benedetto Po, che avevano ricevuto da Bonifacio di Canossa mille iugeri di terra boscosa, incolta e da dissodare. Come in altre aree del mantovano, i monaci si impegnarono nella bonifica del terreno, rendendolo coltivabile e favorendo ulteriori stanziamenti umani. Inoltre, costruirono un piccolo monastero con all’interno una cappella, situata dove attualmente si trova la chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo. Il territorio fu governato in seguito dai Gonzaga a
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Mantova di Borghi e di Sagre
partire dal secondo capitano di Mantova, Guido. Caduto poi il loro dominio, dopo alcuni decenni di governo autonomo, passò sotto l’autorità dello Stato austriaco. Legata a Sustinente è la piccola borgata di Sacchetta. Il suo nome pare derivi da una locale insaccatura del corso del Po. In origine era un’isola abitata da pescatori che vi costruirono un piccolo santuario, distrutto da un rigurgito dell’Adige nelle acque del Po. Più tardi sorse un paese chiamato “Sacca Septigenti”, ossia Sacca di Sustinente. La storia del borgo è legata ai Cavriani, nobile casata venuta a Mantova dalla Germania nel Mille o nel 1100. Nel 1288 i Cavriani costruirono sull’isola un fastoso castello con tredici torri, ornato di immensi giardini ricchi di ricercate piante esotiche.
la valle del fiume Mincio, dal Lago di Garda alla confluenza col fiume Po. Villa dei marchesi Guerrieri Gonzaga: imponente villa del Seicento.
“Carnevale” - 15 febbraio “Disnar in Piasa” 17 maggio: manifestazione gastronomica a scopo benefico “Girogustando” 24 maggio: camminata non competitiva tra corti e loghini con degustazioni tipiche organizzata dalle associazioni locali “Fiera di Ca Vecchia” 5, 6 e7 giugno: organizzata da AsdCircolo ricreativo Ca Vecchia “Rievocazione StoricaMedievale” 13 e 14 giugno. Menestrelli, giullari, arcieri, sbandieratori, artigiani con banchetti tipici e taverna dove si potranno gustare specialità culinarie rigorosamente filologiche “Pizza sotto le stelle” 18 luglio organizzata dalla Pro loco “Festa provinciale Iom: Per non dimenticare” - 25 e 26 luglio: organizzata presso area fiera Ca vecchia “Sagra di San Rocco” 14, 15, 16, 17 e 18 agosto: organizzata dalla Pro loco e società sportiva Sustinentese
Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
LUOGHI DI INTERESSE Chiesa della Beata Vergine dell’Annunciata: sorta attorno al 1601, grazie all’intervento del vescovo di Mantova Francesco Gonzaga e del duca di Mantova inizialmente la chiesa fu dedicata alla Beata Vergine Annunciata, a navata unica con tre altari. Ricostruita in seguito alle frequenti piene del fiume Po, la chiesa raccoglie al suo interno opere dipinte di pregio, firmate da artisti come Giovanni Cadioli e Giuseppe Bazzani. Di particolare interesse artistico è il Tempietto Sacro Cavriani, adiacente la chiesa, luogo di culto finemente lavorato ad affresco. Chiesa di S. Michele Arcangelo: costruita attorno al 1100 al posto di una piccola cappella, venne in seguito a sua volta sostituita dall’attuale edificio nella prima metà dell’Ottocento. All’interno i dipinto San Michele e una Santa Lucia e Filomena di Giulio Cesare Arrivabene. Parco regionale del Mincio: un’area naturale protetta situata nella provincia di Mantova e che interessa
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SUZZARA
NUMERI UTILI
www.comune.suzzara.mn.it protocollo@comune.suzzara.mn.legalmail.it
Municipio P.zza Castello 1 Uff. Via Montecchi 7/b....... 0376 5131 ................................ Fax 0376 522138 Polizia Locale P.zza Castello, 1 ............ 0376 531001 Ospedale di Suzzara Via General Cantore 14/B.. 0376 5171 Carabinieri di Suzzara Viale Libertà, 34............. 0376 531000 Museo Gall. del Premio Suzzara Via Bosco 2/a................. 0376 513400
C
on oltre 21000 abitanti Suzzara è il comune più popoloso dell’Oltrepò Mantovano e il terzo della provincia. Sorge nei pressi del fiume Po, a confine con la provincia di Reggio nell’Emilia (Emilia-Romagna), tra i comuni di Motteggiana, Pegognaga, Gonzaga, Luzzara (RE), Dosolo e Viadana. STORIA Il più antico documento relativo all’esistenza di Suzzara, sebbene di dubbia autenticità, risale all’anno 872, quando venne ceduta dall’Imperatore Ludovico II il Giovane dalla contea di Brescia alla chiesa di Reggio. È certo invece che Suzzara fu la prima terra che nella contesa tra Mantova e Reggio Emilia passò al territorio mantovano, come emerge nell’elenco degli Statuti Bonacolsiani datati tra il 1303 e il 1313, a differenza di Pegognaga, Gonzaga e Bondeno. Il passaggio a Mantova avvenne ufficialmente nel 1175 quando Federico Barbarossa diede con decreto imperiale al vescovo di Mantova Garsedonio l’isola di Suzzara. Il Comune di Mantova già nel 1168 cominciò a mettere gli occhi sul territorio suzzarese, ma la diatriba si concluse a favore delle autorità ecclesiastiche. Alla morte di Matilde di Canossa, dopo alterne vicende, rimase nelle mani dei Bonacolsi fino al XIV secolo e ai fino ai Gonzaga fino ai primi anni del XVIII secolo. Il XVIII secolo fu caratterizzato dal dominio degli austriaci (dal 1708 al 1797). Nell’epoca del governo dello stato di Mantova decentrato a Milano, Suzzara fu
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decretata Pretura di limitata giurisdizione da parte di Maria Teresa, figlia di Carlo VI. Il XVIII secolo fu invece caratterizzato da una breve dominazione francese, a seguito della presa di Milano da parte di Napoleone Bonaparte nel 1796. Il 9 giugno i francesi entrarono a Suzzara per porvi il campo militare. Soccorsi dagli austriaci nell’estate, i suzzaresi costrinsero i francesi alla ritirata. Questa sistemazione durò fino al 1814 quando tornarono nuovamente gli austriaci. Questo periodo fu caratterizzato da una condizione di estrema periferia per Suzzara, che ne condizionò la vita politica, sociale ed economica fino al 1866. Il periodo del Risorgimento vide una grande partecipazione della gioventù suzzarese, come testimonia la targa di marmo posta sulle mura della Torre Civica che riporta i nomi di giovani combattenti. In particolare durante la Prima guerra di indipendenza italiana si formò un Comitato di Pubblica Sicurezza, che fungeva da vero e proprio centro di direzione politica locale. In questo contesto Suzzara venne quindi gestita dallo schieramento patriottico locale. Tuttavia i patrioti suzzaresi non erano soltanto liberal-moderati. Molti giovani infatti andarono a ricoprire le file dei volontari nei corpi franchi mantovani durante la Prima guerra di indipendenza italiana e per questo verranno arrestati dalla polizia austriaca in quanto “Compromessi politici”. In totale i suzzaresi che hanno combattuto la guerra furono 32. Il fenomeno avvenne anche durante la Seconda guerra di indipendenza italiana,
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Arte Pasta
Care amiche e amici, sono Emanuele Guerra, il gestore di “ArtePasta”. Svolgo questa attività con mia madre Teresa e offriamo molte specialità. Diciamo che siamo a disposizione per accontentare tutti i gusti dei clienti, pronti a tutte le varianti richieste. Le nostre paste sono composte con uova fresche, farina di grano selezionata, Parmigiano-Reggiano 30 mesi di un caseificio locale, e carni italiane di prima qualità. I tipi di pasta vanno dai ravioli e tortelli ripieni di pesti vari, ai cappelletti, bigoli, tagliatelle, lasagne, crespelle, maccheroni, passatelli, pappardelle, tagliolini, pasta aromatizzata. Il nostro traguardo è quello di riuscire a soddisfare le aspettative dei clienti e dei loro commensali. Ho adottato il nome di “ArtePasta” perché credo che il saper creare un cibo genuino manualmente sia una vera e propria arte, l’arte di una volta che però non passerà mai di moda e che nessun macchinario potrà sostituire o riprodurre. Il tocco della mano casalinga anche in una semplice chiusura di un tortello è vera e propria unicità.
Via Campogrande, 9/A (di fianco alla Chiesa) - Brusatasso - Suzzara (Mn) Tel. 348 070 6334 • laboratorio@artepasta.it • www.artepasta.it Oltrepò Mantovano
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“Cose d’altri tempi” È il tradizionale mercatino dell’antiquariato che si svolge di regola l’ultima domenica del mese, luglio escluso, nel centro di Suzzara dal 1983 “nebbia gialla” Ultimo week-end di gennaio “giornata della Memoria” 27 gennaio “Carnevale a suzzara” Domenica 22 febbraio “Festival delle Lingue” Terzo week-end di febbraio “un libro per la testa” Terza settimana di marzo “Corteo della Legalità” 28 marzo “tra piante, orti e giardini” Aprile “Celebrazioni per il centenario della grande guerra e per il 70esimo della seconda guerra Mondiale” Dal 18 aprile inaugurazioni mostre e parata “Per Corti e Cascine” 17 maggio, in collaborazione con Consorzio Agrituristico Mantovano
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Nizzoli di Sailetto. Furono questi anche gli anni di una forte Crescita economica, che toccò il suo apice tra il 1880 e il 1914, grazie ad alcuni fattori importanti, quali lo sviluppo del Capitalismo nelle campagne, la realizzazione della Ferrovia, le abilità di un pioniere quale fu Francesco Casali, ma anche la scuola, la cultura, l’etica del lavoro e l’importante opera di riordino urbano attuata da Francesco Piazzalunga. Le Società operaie e le agitazioni che si erano susseguite verso la fine dell’Ottocento, fecero di Suzzara terreno fertile per la nascita del socialismo, che si sviluppò in tutta Italia a partire da Genova nel 1892. Il partito nascente poté contare su uomini pieni di fede e capacità: Achille Menotti Luppi, Vittorio Fiorenza-
“La notte Bianca” Primo giugno “Città solidale Mostra dell’hobbistica” Giugno “sconfinart” Luglio. Ai Giardini G. Bianchi di Suzzara “sagra di santa eurosia” Fine luglio a Brusatasso “Marcia podistica di riva” Luglio a Riva di Suzzara “sagra del Crocifisso” Terza domenica di settembre “Premio inediti nebbia gialla” Terza domenica di settembre “Premio suzzara” Settembre, biennale “Camminata tra lo Zara e il Po” Settembre “Festival dello sport” Ultimi due week-end di settembre “Camminata della Legalità” Ottobre “notte nera – halloween” Ottobre
“il Po, le Corti, la Festa” 31 maggio
“Festival dello sport” Primi due week-end di ottobre
“Festa dei risotti” Maggio. San Prospero di Suzzara
“Polentinfesta” Primo weekend di novembre
“Camminata Città di suzzara” Maggio, attraverso parchi e giardini
“Concerto di natale” Dicembre
Mantova di Borghi e di Sagre
fiere ed eventi
quando alcuni giovani abbandonarono il LombardoVeneto per combattere come volontari con i piemontesi. Anche durante la Spedizione dei Mille i suzzaresi si distinsero e tra questi le cronache ricordano Emilio Buttironi e Telesforo Cattoni. A seguito dell’Unità d’Italia si formarono numerose Società di Mutuo Soccorso. A Suzzara nacque nel 1868 la Società di mutuo soccorso degli operai di Suzzara, che col tempo passò dall’avere carattere puramente assistenziale ad assumere carattere sindacalista, un po’ come avvenne in tutta Italia. Il contado suzzarese, specialmente Sailetto e Tabellano, prese parte attiva al moto La Boje (1884-1885) tant’è che uno dei maggiori protagonisti del moto fu Clemente
Luoghi di interesse Il patrimonio storico-artistico è costituito essenzialmente dall’architettura sacra: la parrocchiale, dedicata all’Immacolata Concezione, ascrivibile alla fine del XIX secolo; la parrocchiale di Sailetto, del XVIII secolo, dedicata a San Leone; la chiesa di San Michele, a Brusatasso, della metà del XVIII secolo; la chiesa di San Prospero, risalente alla seconda metà del XV secolo. Da segnalare sono poi la villa del Seminario, del XVI secolo, e la torre che faceva parte del castello locale, demolito alla fine del XVIII secolo. Un luogo di grande interesse è Museo Galleria del Premio. Le radici partono da lontano quando nel 1948
Dino Villani, uno dei padri della pubblicità in Italia, con il sostegno appassionato del sindaco d’allora, Tebe Mignoni, e dello scrittore, poeta e cineasta Cesare Zavattini, inventò il Premio Suzzara. Negli anni, sono passati per Suzzara artisti come Armando Pizzinato, Renato Guttuso, Giuseppe Zigaina, Renato Birolli, Aligi Sassu, per citarne alcuni, e a Suzzara, i vincitori , hanno lasciato le loro opere. Così nel 2002 viene aperto il Museo Galleria del Premio Suzzara che offre al pubblico un patrimonio di oltre ottocento opere acquisite nel corso di questa lunga storia. Dal punto di vista naturalistico merita una visita il Parco San Colombano. Area naturale protetta, luogo di pace, di silenzio, dove si può conoscere l’ambiente golenale padano e la sua storia. L’accesso è libero e consentito in tutti i periodi dell’anno e si può andare da soli, in compagnia o in tour guidato per meglio conoscere flora e fauna che si incontrano o che si spiano dal capanno di osservazione.
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EVENTI E FIERE DI SETTORE
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no, Pietro Aleotti, Francesco Marangoni per citarne alcuni. Nel 1894, sotto la guida di Luppi il Partito Socialista era ben organizzato tanto che l’anno dopo fu costituito un circolo culturale socialista con relativa biblioteca e nel 1895 i socialisti entrarono come minoranza in Consiglio Comunale. Nel 1899 Achille Luppi Menotti dopo l’avanzata del Socialismo in Italia divenne il primo Sindaco socialista della città. Le condizioni della città nel dopoguerra furono piuttosto simili a quelle italiane, salvo per l’orientamento politico che a Suzzara restò spiccatamente socialista. Dal punto di vista economico, gli anni Trenta segnarono una forte ripresa economica e industriale di Suzzara tanto che all’epoca la città (divenuta tale nel 1923 con Decreto Reale) era chiamata “la piccola Manchester, principale centro manifatturiero e cuore dell’industria mantovana.
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REPORTER MANTOVA - Via Acerbi 10/12 Mantova - Tel. 0376.367622 - reportersegreteria@gmail.com
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VILLA POMA
NUMERI UTILI
www.comune.villapoma.mn.it comune.villapoma@pec.regione.lombardia.it
Municipio Piazza Mazzali 1.......... 0386 864206 ............................... Fax 0386 565137 Polizia Locale ... 0386 864206 - int 6 Carabinieri di Poggio Rusco ...........................................0386 51010 Biblioteca Comunale .0386 565172 Parrocchia ....................0386 565112 Farmacia Trida di Bardini d.ssa Cristina: .............0386 864254 Ufficio Postale ............0386 864031
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illa Poma conta attualmente circa 2100 abitanti e sorge nella zona sud-orientale della provincia, compresa tra i fiumi Secchia e Po, tra i comuni di Revere, Pieve di Coriano, Magnacavallo, Poggio Rusco, San Giovanni del Dosso e Schivenoglia.
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Mantova di Borghi e di Sagre
STORIA Comune dal 1866, durante l’XI secolo fece parte dei possedimenti di Matilde di Canossa, che concesse ai monaci di San Benedetto di Polirone i diritti su questo come su altri territori del basso Mantovano (Revere e Poggio Rusco). Fu oggetto di contesa tra Mantova, Modena e Reggio nell’Emilia finché, agli inizi del XIV secolo, se ne appropriarono i Gonzaga, che poco prima avevano cacciato da Mantova i Bonacolsi. Con i Gonzaga si conclusero, attraverso la costruzione di una rete di canali, i lavori del Fossalta, che erano già iniziati al tempo dei benedettini per liberare le terre dalle paludi. Come tutti i borghi della zona, nei secoli successivi fu condizionata dagli avvenimenti legati alla città di Mantova, fino al trattato di Zurigo del 1859, che stabiliva la divisione della provincia: la località sarebbe stata, fino al 1866, sotto la dominazione austriaca. Il toponimo originario era Mulo proveniente da Molo, poi Mullo, a sua volta derivante dal latino medievale “mollus” (bagnato); la denominazione fu cambiata nell’attuale toponimo perché gli abitanti del posto decisero di omaggiare il loro concittadino Carlo Poma, seguace di Mazzini, arrestato dagli austriaci con l’accusa di cospirazione e impiccato nel 1852 nella Valletta di Belfiore a Mantova. La nuova denominazione fu concessa con Regio Decreto nel 1869, tre anni dopo la partenza degli austriaci, che ebbero il merito di riconoscere l’autonomia del comune staccandolo da Revere. Nel 1920 beneficiò
LUOGHI DI INTERESSE Quello che a prima vista può sembrare un monotono paesaggio di pianura, mostra i suoi molteplici aspetti in un ecosistema che si è formato durante il susseguirsi degli anni. Il paesaggio è caratterizzato da quel che rimane delle antiche “corti”: strutture che comprendevano casa padronale, piccionaia, abitazione dei coloni, ed in alcuni casi anche una cappella di corte. La vegetazione e la fauna sono ricche ed il terreno pianeggiante fertile e sfruttato da coltivazioni agricole. Nei due parchi di cui il paese è dotato si possono ammirare parecchi esemplari di piante autoctone. In centro paese troviamo la parrocchiale di S. Miche-
“Falò d’la Vecia” 6 gennaio, ore 18.00. Presso oratorio S. Andrea a Ghisione “Giornata della memoria” 27 gennaio. Commemorazione attraverso eventi e laboratori per i bambini della scuola primaria “Open day biblioteca comunale” 1 marzo, apertura straordinaria della Biblioteca comunale “Festa della donna” 8 marzo, sala civica. Organizzata dall’associazione Pro Loco “Festa di primavera” Marzo, sala civica. Organizzata dall’associazione Pro Loco di villa poma. Serata di musica, canti ed intrattenimento “Giornata del donatore di sangue” Maggio, festa dell’associazione Avis di Villa poma “Sbiciclettata” Giugno, organizzata dall’associazione Aido di Villa Poma “Caminada par al paes” Giugno, aperta a tutti e non competitiva a passo libero. Partenza dalla sala civica. A cura del gruppo podistico di Villa Poma “Rock@villa” Ultimo fine settimana di giugno, festa della birra. Organizzata dal gruppo giovani di Villa Poma in collaborazione con l’assessorato alle politiche giovanili. Concerti dal vivo, balli, degustazione di Birra, stand gastronomico, mercatini
le Arcangelo, di origine medievale, ricostruita agli inizi del Novecento. Custodisce due tele del pittore mantovano Lanfranco, una raffigurante S. Michele Arcangelo e l’altra il Cristo Pantocrator. Nelle due navate si trovano 14 quadri della Via Crucis, opera di diversi artisti di scuola veneta del ‘700. Da poco è stata riaperta in seguito alla ristrutturazione dopo i danni del terremoto del 2012. In località Ghisione sorge l’antico Oratorio matildico dedicato a S.Andrea. Risalente alla fine del XI sec. è un vero e proprio gioiello architettonico nonché fondamentale tassello del passato e della storia dei villapomesi. Realizzato interamente in cotto, conserva intatta la struttura romanica con tre absidi, in linea con lo stile matildico della zona dell’oltrepo. Il campanile venne invece aggiunto alla fine del XV secolo. Il restauro degli anni ’90 lo ha restituito al suo originario splendore.
“Festa d’la Piaseta” Ultimi due week-end del mese. Organizzata dall’associazione Pro Loco di Villa Poma presso il parco recinto di via Marconi. Stand gastronomico e serate danzanti “Fiera di San Michele” Ultima settimana di settembre, tradizionale sagra “Mostra/vetrina del libro” In concomitanza con la fiera di San Michele. Esposizione e compravendita di titoli di ogni genere presso la biblioteca Comunale “Festa di halloween” 31 ottobre, sala civica. Intrattenimento e letture a tema per bambini “Scaglie di tartufo” Ultimo week end di novembre. Cena a base di tartufo Presso la sala civica. “Aspettando Santa Lucia” Primo week-end di dicembre, sala civica. Santa Lucia aiutata dai suoi amici babbi raccoglierà le letterine dei bambini. A cura dell’associazione Pro Loco di Villa Poma “La magica notte di Santa Lucia” 12 dicembre, dalle ore 18. Santa lucia passerà di casa in casa per consegnare i doni “Concerto di Natale” Chiesa parrocchiale, con la corale San Michele di Villa Poma. Offerto dall’associazione Aido di Villa Poma “San Silvestro” 31 dicembre, sala civica. Veglione di fine anno Oltrepò Mantovano
fiere ed eventi
dell’opera di risanamento delle terre paludose che era stata ideata e progettata attraverso la costituzione del Consorzio di bonifica di Revere.
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Mantova di Borghi e di Sagre
Oltrepò Mantovano
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Guida ai Comuni della Provincia di Mantova
diÊ
Mantova
BorghiÊ eÊ diÊ Sagre
INDICE
INFORMAZIONI EVENTI STORIA E TRADIZIONI
7
2015
15 17
La Provincia di Mantova Natura, Arte e cultura, Enogastronomia, percorsi ciclabili Come arrivare Uffici Informazioni Turistiche
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Mantova
37 38 40 42 46 48 50 52 54 56 58 60 62 66 68
Medio Mantovano Bagnolo San Vito Bigarello Borgo Virgilio Castel d’Ario Castelbelforte Castellucchio Curtatone Marmirolo Porto Mantovano Rodigo Roncoferraro Roverbella San Giorgio di Mantova Villimpenta
71 72 74 76 78 80 82 84 86 88 90 92 94 96 98 100 102
Alto Mantovano Acquanegra sul Chiese Asola Canneto sull’Oglio Casalmoro Casaloldo Casalromano Castel Goffredo Castiglione delle Stiviere Cavriana Ceresara Gazoldo degli Ippoliti Goito Guidizzolo Mariana Mantovana Medole Monzambano
104 106 108 110 112
Piubega Ponti sul Mincio Redondesco Solferino Volta Mantovana
117 118 120 122 124 126 128 130 132 134 136
Oglio Po Bozzolo Commessaggio Dosolo Gazzuolo Marcaria Pomponesco Rivarolo Mantovano Sabbioneta San Martino dall’Argine Viadana
139 140 142 144 146 148 150 152 154 156 158 160 162 164 166 168 170 172 174 176 178 180 182 186
Oltrepò Borgofranco sul Po Carbonara di Po Felonica Gonzaga Magnacavallo Moglia Motteggiana Ostiglia Pegognaga Pieve di Coriano Poggio Rusco Quingentole Quistello Revere San Benedetto Po San Giacomo delle Segnate San Giovanni del Dosso Schivenoglia Sermide Serravalle a Po Sustinente Suzzara Villa Poma
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