Reporter mensile01 13

1-2013 settembre

www.reportermantova.it

copia omaggio

Mantova

» DaviD Grossman «

ritorno al festival » Cultura «

Amore e Psiche in mostra a Palazzo Te

» Millenaria « La Campagna torna giovane

» Gusto « Il Trionfo del Tartufo

Mantova

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Editoriale

S

ettembre per Mantova e la sua provincia non è un mese come tutti gli altri. C’è un presagio di futuro, un ottimismo operoso, che non appartiene alla normalità. É l’effetto meraviglioso dei due straordinari eventi che ormai rappresentano un punto fermo nel nostro calendario: il Festivaletteratura, nel cuore della città storica, e la Fiera Millenaria di Gonzaga, a rappresentare l’anima della campagna.

Chiaro che per chi come noi ha deciso di avventurarsi nella nuova iniziativa editoriale di un mensile di approfondimento, non poteva esistere un momento più con-

» FESTIVALETTERATURA «

» GUSTO «

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» SOMMARIO «

sono all’esordio. All’entusiasmo per il settembre magico mantovano in noi si aggiunge quello per un nuovo inizio.

La sfida sarà però quella di conservarlo per preservare la freschezza del racconto di una realtà che ha più che mai bisogno di una narrazione sincera ma non disperata.

Quando settembre sarà passato e cominceranno a comparire le prime nebbie, c’è il rischio che tutta l’energia raccolta in queste settimane sia dissipata. La nostra ambizione è di dare un piccolo contributo perché ciò non accada.

Festival a Sorpresa Vi spiego il Festival Piccola guida per sopravvivere (con gusto) in città Vieni al Festival scopri Mantova

» MOSAICOSCIENZE « 11.

Alla ricerca del Ben-Essere

13.

Amore e Psiche, la fabella rivive a Palazzo Te E se il Cupido Dormiente fosse di Michelangelo?

16.

Ritorno alla campagna Mantova Golosa: punto d’incontro della cucina mantovana La scrivania? Meglio i campi

22.

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R RI

AY W Ë I- VIT

Il Tartufo Mantovano La Strada del Tartufo Mantovano Pedalare tra le Oasi Il Cercatore di Tartufi Il Professionista Il Tartufo in cucina Vino e Tartufo Autunno Scozzese

» ANIMAL LIFE « 40.

Cavalier King Charles Spaniel

» MOTORI «

» FIERA MILLENARIA « 19.

21.

39.

41.

Autostyle, quando il design è arte

» HOME & DESIGN « 43.

45.

Direttore Responsabile Depietri Bernardo Direttore Editoriale Murari Andrea Direttore Commerciale Nilla Balboni

» MODA E BELLEZZA «

» CULTURA «

Numero 1 - Settembre Supplemento a: Reporter Reggio Emilia n° 34 del 06/09/2013

Macef: la moda in casa Abitare Cool, istruzioni per l’uso

Fotocomposizione Reporter Mantova srl Grafica e Impaginazione Massimo Galetti - Beatrice Fagan Hanno Collaborato Virginia Novellini, Anastasia Malacarne Giovanni Bernardi, Nicola Antonietti, Francesco Negrini Stampa Tiber Spa Concessionario pubblicità Reporter Mantova srl Via Acerbi, 48 - Mantova Tel. 0376 36.76.22 Registrazione Iscritto al n°686 del registro nazionale della stampa - Aut. del tribunale di RE n° 686 del 08/03/1988 La riproduzione anche parziale di quanto è contenuto in questo numero non è consenstita senza previo consenso dell’editore.

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Numero Verde

Mantova

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dal 24 Aprile al 04 Maggio 2014 In viaggio con accompagnatore Mantova Travel Group

Un suggestivo itinerario alla scoperta del fascino dell’ Havana coloniale, un salto indietro nel tempo a Trinidad, passando per le bianche spiagge di Cayo Santa Maria e l’incantevole valle di Viñales, patrimonio dell’umanità

Come non l’hai Mai Vista VIAGGIO in corrispondenza di DUE PONTI FESTIVI Itinerario “SU MISURA” inedito sul mercato italiano ACCOMPAGNATORE dall’Italia esperto della destinazione Viaggio con POCHI partecipanti caratterizzato da momenti di turismo ATTIVO Pernottamento allo STORICO Hotel Nacional de La Habana Cena in “PALADAR” dal fascino esclusivo Escursione in AUTO d’EPOCA e aperitivo al famoso “Floridita” Scarica programma e dettagli su mantovatravelgroup.it

Festivaletteratura

L’autore di Gomorra completa un programma ricchissimo di eventi e molto “latino”.

Grossman il big più atteso con la sua retrospettiva

di à

ROBERTO SAVIANO

Festival con sorpresa

Di Andrea Murari

Mantova

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Festivaletteratura Nel ricchissimo programma di eventi il rischio è di smarrirsi.

Per questo abbiamo chiesto al “capo” delle magliette blu, Alessandro Della Casa, di guidarci nel programma dell’edizione numero 17

Vi spiego il Festival

Di Andrea Murari

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Sopra aleSSandro della CaSa. In alto da SInIStra, davId GroSman, maSSImo CaCCIarI, SantIaGo Gamboa, vandana ShIva, leonardo padura FuenteS e un’ImmaGIne deI volontarI Con le “maGlIette blu”

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Mantova

a segreteria del Festival a pochi giorni dal suo inizio è un luogo meravigliosamente frenetico. Il telefono squilla in continuazione, ragazzi in maglietta blu – quella che distingue i volontari – attraversano affaccendati gli uffici, mentre all’esterno, sotto la Loggia del Grano, dove sono collocate le biglietterie, si formano file interminabili.

Alessandro Della Casa è uno dei nodi nevralgici di quella perfetta rete che fa sì che la frenesia non si trasformi mai in disordine. Se il Festival è ormai una macchina perfettamente rodata, il merito non può che essere anche di chi coordina gli oltre seicento volontari che ogni anno prestano servizio tra una piazza e l’altra. Gli abbiamo chiesto di condurci tra pagine del ricchissimo programma del Festival, nel quale il rischio di perdersi è sempre reale. Lui, con la consueta tranquillità, ci ha risposto con una tale precisione da farci sospettare che non fosse la prima volta.

Alessandro, quali sono i primi eventi che vi aspettate facciano tutto esaurito?

“Grossman ha avuto, come ci si poteva attendere, moltissime richieste. A lui quest’anno sarà dedicata una retrospettiva. Ma sarà molto interessante anche l’incontro che avrà all’interno di Blurandevù con i giovani volontari che lo intervisteranno. I ragazzi sanno scardinare logiche e consuetudini, per gli autori si sono spesso rivelate esperienze forti”.

L’attenzione per Grossman non sorprende, chi sta invece dando risultati inattesi?

“Direi l’incontro di Lella costa con un quartetto di voci femminili sul tema dell’ironia: ‘Ragazze che sorridono’. In biglietteria è partito

forte anche l’evento di Massimo Cacciari con Giulio Busi: ‘Paura della fine o fine della paura’, sulla paura come motore della fede”.

Immagino che la notizia della presenza di Roberto Saviano abbia generato molta attesa. Come è nata l’idea di Saviano al Festival?

“E’ un’idea a cui lavoravamo da tempo, con la riservatezza che lo caratterizza e l’ok definitivo è arrivato solo la sera prima dell’apertura della biglietteria. Il tema dell’incontro sarà la forza della letteratura”.

Quest’anno il festival vedrà un ampio filone sudamericano e in particolare cubano. Perché la sinergia con Cuba?

“L’idea si è sviluppata in due tempi. Durante l’autunno dello scorso anno abbiamo pensato ad uno scambio con la Feria del libro di Cuba. Abbiamo quindi scelto un gruppo di autori cubani che sono quelli che si trovano nel programma di quest’anno. Cinque scrittori che rappresentano il panorama variegato della cultura cubana: ci sono sia quelli vicini al governo che quelli che in patria hanno avuto più di un problema, come Padura Fuentes.

Per quanto riguarda più in genere il Sudamerica, abbiamo cercato di valorizzare una seri di autori pubblicati da piccoli editori nel tentativo di valorizzarli: penso ad Andrés Neuman, Ronaldo Wrobel, Santiago Gamboa.

Aggiungo che quest’anno abbiamo costruito un percorso che si chiama Latinoamericana, fatto da postazioni in cui è possibile consultare nel nostro archivio tutti gli interventi dei sudamericani al Festival”.

Sarà un Festival più attento che mai alla sostenibilità ambientale.

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urari

“E’ vero. Per cominciare c’è un ciclo di incontri su come sarà il mondo nel 2050, data ritenuta da molti una sorta di spartiacque. Il tema dei 4 eventi sarà come ci avviciniamo a quella data limite, dal punto di vista dell’energia, del clima, dell’urbanistica e dell’alimentazione. Ci sarà poi battaglia sul tema degli Ogm: pericolosi o sostenibili? Due studiosi parleranno a favore e due contro.

Ci sarà infine la grande economista ambientalista Vandana Shiva. Gli eventi dedicati all’ambiente sono quelli contrassegnati sul programma della fogliolina verde”.

I volontari sono un pezzo fondamentale del Festival. Anche quest’anno le disponibilità sono state numerose come gli scorsi anni?

“Molto più. Questo è stato l’anno del boom.

Io che seguo i volontari dal primo anno posso dire che abbiamo raggiunto il record di quasi 1200 richieste. Da un lato fa piacere notare tanto attaccamento, ma dispiace dover dare una risposta negativa a più di 500 ragazzi”.

Mantova

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• progettazione grafica

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• editoria

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Mangiare e bere

PICCOLA GUIDA PER SOPRAVVIVERE (CON GUSTO) IN CITTÀ CHI BEN COMINCIA...

ORA DI PRANZO

Open Spice

Strada Circonvallazione Sud, 78/A Se state entrando in città e siete attesi da una dura giornata di Festival, prima di entrare nella baraonda prendetevi il vostro tempo per un’abbondante colazione all’Open. Aperto dalle 5 del mattino, offre un ricchissimo buffet sia dolce che salato, che va dal classico cornetto alle delizie di pasticceria, passando per l’immancabile toast.

Il bar si trasforma poi in piacevole sala da pranzo per pause veloci e sfiziose dove gustare insalate, piatti unici, panini, tramezzini…sorseggiando un bicchiere di buon vino o gustosi succhi di frutti biologici.

Sul finire della giornata l’atmosfera cambia all’ora dell’aperitivo che vede protagonisti cocktails tradizionali, birre artigianali accuratamente scelte e un ricco buffet di accompagnamento.

Dopo aver piacevolmente cenato alle Officine del Gusto potete concludere la serata sorseggiando cocktails preparati dai barman specializzati con il sottofondo della musica live che selezioniamo per voi secondo diversi generi e gusti.

La porta accanto

Vicolo Bonacolsi, 4 Elegante bistrot nel cuore del centro storico. Cucina eccellente in un ambiente giovane ma raffinato.

La cucina

Via Oberdan, 17 Ogni giorno un menù diverso per questo locale solare che propone i classici della cucina tradizionale mantovana, in un ambiente moderno e rilassato.

L’APERITIVO

Libenter

Piazza Concordia, 18 Racchiusa tra la rotonda di San Lorenzo e il Palazzo della Ragione, la Moderna Osteria propone apertivi ricercati in un contesto creativo e dal design curatissimo.

Baby Bar da Gino Corso Vittorio Emanuele II, 83

Celebre per “il Rosso”, aperitivo diventato un must dalla misteriosa composizione, il Baby Bar si trova a pochi passi dal centro storico, ed è ancora gestito dal mitico Gino leggendario barman mantovano.

A LUME DI CANDELA

I cento Rampini Piazza delle Erbe, 11

L’ortodossia mantovana in cucina, amatissimo sia per la qualitò del cibo che per la posizione incantevole. Si consiglia di prenotare con largo anticipo.

Il ricco buffet dell’Open Spice all’ora dell’aperitivo

Caffé Borsa Antoniazzi

Corso della Libertà, 6 Nel cuore della città, in uno spazio ampio e moderno, il risultato di quarant’anni di eccellenza nel campo della pasticceria artigianale.

SPALANCARE LO STOMACO

Bar Caravatti

Portici Broletto, 16 Locale storico, conosciuto per l’omonimo aperitivo dall’ingrediente misterioso. Da accompagnare con tartine con burro e acciuga, sfogliando i quotidiani.

Hosteria Leon d’Oro

Via Leon d’Oro, 6 Locale di grande intimità con limitati posti sedere e un piccolo spazio all’aperto. Cucina mantovana di eccellente qualità con proposte vegetariane e vegane.

FINO A NOTTE FONDA

Papa’s Café

Lungolago Mincio Frequentatissimo chiosco estivo collocato sulle sponde del Lago di Mezzo, proprio sotto il castello di San Giorgio. Aperto dalle 10 alle 2.

Chiringuito Via Parma, 22

Per raggiungerlo dalla città serve la macchina, ma per chi vuole raggiungere il cuore della movida mantovana e ballare fino a mattina è il luogo ideale.

La Ducale Café

Via P.F. Calvi, 25 Rivisitazione in chiave moderna della tradizione mantovana. Aperitivi eleganti con un buffet tanto ricco da sostituire il pranzo.

Mantova

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Itinerari A piedi o in bicicletta, cinque itinerari dedicati a chi vuole scoprire o riscoprire la città

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a filosofia è sempre la stessa: muoversi con i tempi giusti, quelli del cammino, al massimo della bicicletta, per avere il tempo di guardare, capire, ascoltare. e’ il segreto del turismo attivo, corpo e mente che viaggiano in sintonia. Si può dunque viaggiare anche nella propria città, quella vista un milione di volte e forse mai davvero osservata.

Gli Scarponauti, che hanno fatto del turismo attivo la propria vocazione, anche quest’anno in occasione del Festivaletteratura propongono una serie di itinerari a piedi o in bicicletta, destinati a chi voglia scoprire o ri-scoprire la città e i suoi dintorni.

Vieni al FestiVal, scopri ManTova Trekking urbano

• percorso 1 - la città antica È la città-cartolina abbracciata dai laghi, ma è anche la città nascosta dei vicoli e dei dislivelli, tutta sassi e gobbe, dove dietro le ombre si nascondono storie meno note, spesso curiose e inattese venerdì 6 e sabato 7 settembre ore 21.00, domenica 8 settembre ore 7.00 partenza da piazza L.B. Alberti lunghezza km 2 tempo di percorrenza h 1.30; consigliate scarpe comode con suola scolpita.

• percorso 2 - la città nuova L’antico suburbio diventa a partire dal ‘400 la “Città del Principe”. Oltre il Rio una città ad impianto regolare che si estende fino alla villadelizia di Palazzo Te giovedì 5 settembre ore 21.00, venerdì 6 settembre ore 18.00, sabato 7 settembre ore 7.00 partenza dalla Loggia del Grano della Camera di Commercio (biglietteria Festivaletteratura) lunghezza km 4 tempo di percorrenza h 1.30, consigliate scarpe comode.

CiCloTour

Dall’alto, vicolo San longino nel cuore Del centro Palazzo te (PeScherie) l’interno Del forte Di Pietole

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Mantova

• percorso 1 - tutta mia la città Ciclotour classico che unisce il centro storico ai laghi proseguendo poi per l’oasi del parco periurbano sino ad attraversare le antiche mura della città fortificata a Cittadella giovedì 5 e venerdì 6 settembre ore 7.30, domenica 8 settembre ore 16.00 partenza dalla Scuola “Maurizio Sacchi” (ingresso di via Frattini) tempo di percorrenza h 2.00.

percorso 2 - tutta sua la città Itinerario che parte dal centro storico e si dirige ad ovest della città, sino ai giardini di Belfiore e ai confini della riserva del Parco del Mincio giovedì 5, venerdì 6 e sabato 7 settembre ore 17.45 partenza dalla Scuola “Maurizio Sacchi” (ingresso di via Frattini) tempo di percorrenza h 2.00.

CiCloTour+Trekking

STORICO/nATuRALISTICO - ALLA COnquISTA deLLA veCChIA FORTezzA FRAnCO/ASBuRGICA dI PIeTOLe un nuovo percorso con tratti selvaggi e altamente suggestivi: dal centro storico della città si passa per il Bosco virgiliano e la zona umida della Riserva della vallazza, per arrivare all’antico forte franco-asburgico di Pietole (Andes). Terminata la visita si rientra a Mantova dal porticciolo di Andes, attraversando in motonave il lago inferiore.

Sabato 7 e domenica 8 settembre ritrovo ore 7.15 partenza ore 7,30 presso Scuola “Maurizio Sacchi” (ingresso di via Frattini), rientro previsto ore 12.00 circa presso imbarcadero Motonavi Andes negrini sui laghi di Mantova - lunghezza km 7 di sola andata parte su pista ciclabile asfaltata e parte su sterrato arginale tempo di percorrenza comprese le visite al Forte e navigazione di ritorno h. 5.00.

Costo d’iscrizione per ogni singolo percorso: 7 euro (comprensivi di ristoro a fine percorso e di noleggio bici per i ciclotour).

Iscrizioni e prenotazioni: presso il Punto Informativo di piazza Sordello, oppure telefonando al 346.7385955 (dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00) o scrivendo a info@scarponauti.it

Ricerca, economia, ambiente, emozioni per star bene

AllA ricercA del “ben-essere” con Mosaicoscienze 2013 Dal 14 al 22 settembre le colline moreniche ospitano la quattordicesima edizione del festival scientifico Un festival itinerante tra le sUggestioni del territorio MosaicoScienze propone undici conferenze, a ingresso gratuito, che toccheranno tutti i Comuni aderenti all’Associazione Colline Moreniche del Garda: Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Goito, Guidizzolo, Marmirolo, Medole, Monzambano, Ponti sul Mincio, Solferino, Volta Mantovana e Pozzolengo, in provincia di Brescia. Alcuni appuntamenti saranno seguiti dal “buffet con lo scienziato”, un’occasione golosa per prolungare la chiacchierata con i relatori gustando i prodotti enogastronomici locali. Da segnalare il galà, con la presenza della cantautrice Andrea Mirò, che seguirà l’inaugurazione di domenica 14 a Villa Mirra (ore 18.30), in concomitanza con l’assegnazione da parte del Comune di Cavriana del premio Isabella d’Este.

Per informazioni: www.mosaicoscienze.com www.collinemoreniche.it

In alto da sInIstra antonella BogonI, dIpak raj pant, duccIo demetrIo, luca lomBroso, maurIzIo pallante, carlo alBerto redI e danIela spera

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ual è il contributo della scienza al raggiungimento del “ben-essere”, inteso non più ormai come l’assenza di patologia, ma come quello stato complessivo di buona salute psico-fisica che consente all’uomo di vivere in armonia con l’ambiente e la società? E’ questo l’interrogativo al centro della quattordicesima edizione di MosaicoScienze, intitolata “Futuro e sviluppo. La scienza per il ben-essere”, in programma dal 14 al 22 settembre: otto giorni densi di appuntamenti e conferenze in suggestive location dell’Alto Mantovano.

Organizzato dall’Associazione Colline Moreniche del Garda con il sostegno della Provincia di Mantova, MosaicoScienze anche quest’anno schiera relatori di prestigio. A partire dalla ricercatrice mantovana Antonella Bogoni, fondatrice e responsabile del Centro di eccellenza per le reti fotoniche e le tecnologie di Pisa, divenuto punto di riferimento mondiale in materia: l’evento di apertura di domenica 14 (Villa Mirra, Cavriana, ore 19) sarà dedicato proprio a una sua importante scoperta, il primo radar fotonico per la sicurezza negli aeroporti.

Di un altro dispositivo destinato a migliorare la vita di molti parlerà mercoledì 18 (Sala Consiliare di Monzambano, ore 20.45) Franco Molteni, specialista in medicina fisica e riabilitazione ed esperto di Rewalk, un esoscheletro motorizzato in via di sperimentazione che permette ai paraplegici di tornare a camminare; sabato 21 (Biblioteca di Marmirolo, ore 21.15) Carlo Alberto Redi, docente e ricercatore nelle biotecnologie nonché abile divulgatore, spiegherà invece come le scienze della vita rivoluzionano il mondo.

Oltre alla ricerca scientifica, il focus di MosaicoScienze 2013 sarà concentrato anche sull’economia e l’attualità: impossibile, interrogandosi su come raggiungere il benessere, non fare i conti con la scia negativa di una crisi che non accenna a demordere. Le risposte potrebbero arrivare dallo sviluppo sostenibile, di cui sono esperti Dipak Raj Pant, antropol-

ogo ed economista dell’Università CattaneoLIUC (domenica 15, ore 17.30, Scuderie di Palazzo Gonzaga, Volta Mantovana) e Maurizio Pallante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice (sabato 21, ore 17.30, Sala Verde di Goito).

Al delicato intreccio tra industria, lavoro e salvaguardia della salute sarà invece dedicato l’evento conclusivo di domenica 22 settembre (ore 17.30, Palazzo Menghini, Castiglione delle Stiviere): si parlerà del caso Ilva di Taranto con Cristina Zagaria, giornalista di Repubblica, e Daniela Spera, ricercatrice e consulente tecnico nelle indagini sull’inquinamento prodotto dall’acciaieria.

Spazio anche alle emozioni: Duccio Demetrio, accademico, filosofo e scrittore di fama internazionale, autore del pamphlet “Senza figli. Una condizione umana” (Cortina Editore), martedì 17 (Chervò Golf, Pozzolengo, ore 20.45) interverrà sulla situazione dei molti uomini e donne che, per scelta o necessità, non hanno avuto prole. Una condizione che non è nemmeno contemplata dal linguaggio con un termine specifico, quasi fosse un tabù. Di affettività ed emozioni ai tempi di internet parlerà invece venerdì 20 settembre (Teatro Comunale di Medole, ore 21.15) Guido Di Fraia, docente dello IULM di Milano.

Da segnalare anche l’appuntamento con il meteorologo, scrittore e volto televisivo Luca Lombroso, che giovedì 19 (Teatro Comunale di Guidizzolo, ore 20.45) presenterà il suo libro “Apocalypse Now? Clima, ambiente, cataclismi.

Possiamo salvare il mondo. Ora”; la conferenza “A me la mela. Dialoghi sulla bellezza, la chirurgia e la medicina estetica” con Nicolò Scuderi, tra i migliori chirurghi estetici italiani (lunedì 16, ore 20.45, Forte Ardietti, Ponti sul Mincio) e la pagina di storia a cura di Marco Baratto, commissario dell’Istituto per la storia del Risorgimento italiano, su “Desiderio di libertà.

Italia e Romania tra Risorgimento e attualità” (venerdì 20, ore 17.30, Agriturismo Le Sorgive, Solferino).

Mantova

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Mantova

Cultura Nella mostra curata da Elena Fontanella si ripercorre il cammino di Psiche attraverso una serie di opere, antiche, moderne e contemporanee, che testimoniano la fortuna del mito di Apuleio nella storia dell’arte. La villa giuliesca, contenitore privilegiato, diviene parte integrante del percorso espositivo, culminante nella sala dove Federico II Gonzaga scelse di celebrare l’amore umano e divino proprio attraverso la narrazione della favola di Amore e Psiche.

Di Anastasia Malacarne

AMORE e PSICHE La fabella rivive a Palazzo Te

ALFREDO PIRRI, PASSI, INSTALLAZIONE, MANTOVA, PALAZZO TE, 2013 Mantova

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il sentiero dell’anima

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’ come essere accompagnati da Giulio Romano in persona, quando, varcata la soglia di Palazzo Te, si inizia la visita della mostra “Amore e Psiche. La favola dell’anima”, le cui sezioni corrispondono alle tappe della storia d’amore raccontata nel II secolo a. C. da Apuleio nell’”Asino d’oro”, ma di origini ancora più lontane. E’ il grande artista, infatti, ad illustrarci, attraverso le superbe immagini realizzate con l’aiuto dei suoi valenti allievi e colleghi, tutti gli episodi che portano prima all’incontro, poi alla separazione, e infine al ricongiungimento tra la mortale Psiche e il dio Amore.

La sala del palazzo che fu teatro degli amori di Federico II Gonzaga, un ambiente di rappresentanza dove si svolsero memorabili feste e banchetti, accoglie, sul soffitto e alle pareti, i

momenti della narrazione che corrispondono ai grandi temi scanditi dalle opere scelte dalla curatrice Elena Fontanella ed esposte negli appartamenti gonzagheschi del Te. L’interpretazione data dalla mostra, così come da Giulio Romano, al mito dell’amore tra la fanciulla mortale e il dio dell’amore, segue le teorie neoplatoniche, tanto in voga durante il Rinascimento, secondo le quali la storia dei due amanti rappresenta l’elevazione dell’anima verso il divino attraverso difficoltà e traversie.

E’ un cammino che si manifesta attraverso la bellezza, causa del sovvertimento dell’armonia eppure allo stesso tempo simbolo stesso dell’armonia nella favola di Apuleio, ma anche filo conduttore del percorso espositivo tra opere d’arte straordinarie.

Afrodite mArmo età imperiAle, musei CApitolini, pAlAzzo nuovo, romA

La storia Psiche è una principessa di tale bellezza da essere comparata dagli umani a Venere, che naturalmente non gradisce il paragone. La dea ordina al figlio Amore di punire Psiche per la sua superbia facendola innamorare di un mostro, ma inavvertitamente il dio si punge con una delle sue frecce e si invaghisce della fanciulla.

Di nascosto, Amore si sostituisce all’essere mostruoso che Psiche avrebbe dovuto sposare, per stare con la sua amata, ma la incontra solo di notte, per mantenere segreto l’inganno ordito ai danni della madre.

Sobillata dalle sorelle invidiose e presa dalla curiosità di conoscere il volto del marito, una notte Psiche accende una lampada per illuminarne il sonno, e con sua sorpresa scorge nel letto un bellissimo dio anziché il mostro che si aspettava. Proprio in quel momento, però, una goccia di olio bollente della lucerna cade sulla pelle di Amore, che si sveglia e, ormai scoperto, fugge via. Nella

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Mantova

pietro tenerAni, psiChe svenutA, gesso ,1822, museo di romA

concitazione anche Psiche si punge con una freccia e si innamora perdutamente.

La fanciulla disperata si reca da Venere, che la sottopone crudelmente ad una serie di ardue prove. Psiche, aiutata da daimones benevoli, con fatica riesce nell’impresa impossibile, ma un sonno mortale la coglie dopo aver aperto il vaso contenente l’eterna giovinezza di Persefone, raccolto negli inferi. È proprio Amore che la risveglia con le sue frecce, e Giove le fa dono dell’immortalità per rendere eterna l’unione dei due amanti.

Le opere presenti, pur appartenendo ad epoche lontanissime tra di loro, riescono a dialogare alla perfezione e si sposano fe-

licemente all’universo di simboli e rimandi all’antichità che pervadono gli appartamenti di Palazzo Te. I reperti archeologici della Magna Grecia e dell’età imperiale romana, i dipinti di Tintoretto o di Palma il Vecchio, così come le opere di Auguste Rodin o Salvador Dalì, fino al grande interprete del mito, Antonio Canova, che con il suo gesso rappresenta il finale ricongiungimento dei due amanti, tutti sono accomunati dal tema dell’anima, ed ogni sezione costituisce un ulteriore passo del percorso di ricerca semantica e archetipica, oltre che di ascesa metafisica, verso il trionfo estetico che si compie nella Sala di Amore e Psiche.

MoStre d’autunno POLLOCK E GLI IRASCIBILI La scuola di New York 24 settembre 2013 – 16 febbraio 2014 Palazzo Reale, Milano IL VOLTO DEL ‘900 DA MATISSE A BACON. CAPOLAVORI DAL CENTRE POMPIDOU 25 settembre 2013 – 19 gennaio 2014 Palazzo Reale, Milano 55ma BIENNALE D’ARTE fino al 24 novembre 2013 Ca’ Giustinian, Venezia LE AVANGUARDIE PARIGINE FIN DE SIÈCLE, Signac, Bonnard, Redon e i loro contemporanei.

28 settembre 2013 – 6 gennaio 2014 Collezione Peggy Guggenheim, Venezia

Pinax votivo con Hermes e afrodite, da Locri ePizefiri terracotta Prima metà deL v secoLo a.c., museo arcHeoLogico nazionaLe, reggio caLabria

Suggestioni contemporanee

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l carattere spettacolare di Palazzo Te è oggetto delle installazioni di due artisti contemporanei, che lavorando sulla base dell’esperienza di Giulio Romano, tesa a fare dell’ambiente un motivo di stupore per lo spettatore, lo rendono ulteriormente denso di suggestioni visive e acustiche. Alfredo Pirri sostituisce, al pavimento della Sala di Amore e Psiche, un’ampia superficie a specchio che riflette il soffitto, trasmettendo una sensazione di vertigine e di smarrimento. Siamo noi stessi, con i nostri passi, ad infrangere la bellezza, sulla quale camminiamo senza quasi rendercene conto. Mentre avanziamo al suono dello specchio rotto dal nostro peso, in barba ad ogni vuota superstizione, guardiamo in basso ciò che sta in alto e viceversa.

Anche nella Wunderkammer di Palazzo Te, la Sala dei Giganti, una installazione di Fabrizio Plessi si inserisce nell’invenzione giuliesca che aveva fatto di questo ambiente una sorta di sala cinematografica ante litteram - con

monitor montati su tavoli rovesciati che mostrano acqua scura nella quale si sentono tuffarsi i massi rotolanti dal monte sacro, dopo che Giove ferma il tentativo dei giganti di conquistare l’Olimpo scagliando contro di loro le sue folgori. Altri macigni simili a quelli visibili sulle pareti affrescate, sono posati sul pavimento, e il suono dei fulmini rompe il silenzio, amplificato dall’acustica della sala, studiata appositamente da Giulio Romano a questo scopo. Ed anche l’armonia tra passato e presente è compiuta.

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AMORE E PSICHE. La favola dell’Anima Mantova, Palazzo Te e Palazzo S. Sebastiano Sabato 13 Luglio 2013 - Domenica 10 Novembre 2013 Mantova

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Cultura

Tra i pezzi in mostra anche la splendida scultura del Museo Civico di San Sebastiano che la studiosa Gianna Pinotti ritiene opera del Buonarroti

Sopra il Cupido dormiente Con Serpi (1496). a fianCo Gianna pinotti

E sE il Cupido dormiente fossE di miChelangelo?

Di Virginia Novellini

iconografici tra la scultura custodita a Mantova Michelangelo”, come lo Schiavo del Louvre o e le altre opere del Buonarroti. “Il primo indizio la Pietà di Firenze. che mi colpì – spiega la Pinotti – furono le serpi La tesi di Gianna Pinotti ha incassato appogavvinghiate alla vita di Eros, così simili alla vi- gi importanti: da Federico Rausa, docente pera che cinge la testa della regina Cleopatra dell’Università Federico II di Napoli e tra i nel disegno di Casa Buonarroti: in particolare massimi esperti della storia del collezionismo l’identico avviluppo della coda che si lega al italiano, a Barbara Musetti, ricercatrice presso l’Institut National Histoire de l’Art di Parigi, olcontesto amoroso tipico di Michelangelo”.

“Ci sono poi altri elementi che riconducono il tre a numerosi altri studiosi di Michelangelo, Cupido di Mantova alla mano di Michelangelo italiani e francesi in particolare. “E soprattutto – prosegue la storica dell’arte – come il rap- – rivendica la Pinotti – la mia ipotesi non è mai porto tra il corpo e la base grezza che si ritrova stata smentita”.

Eppure di questa impornelle Tombe Medicee, o la tante attribuzione, che trattazione anatomica del potrebbe regalare al Museo nudo identica a quella del Civico di San Sebastiano Bacco ebbro del Museo NasostEgno dEllA una formidabile attrattiva in zionale del Bargello, a cui rimanda anche lo stesso mipAtErnità dEl AEstro chiave culturale e turistica, in questi anni si è parlato rabile intarsio dei riccioli”. nuMErosE provE storichE ben poco. Un’iniziativa per Il confronto più suggestivo il dibattito attorno però è quello con il Cristo iconogrAfichE E poEtichE ravvivare all’opera arriverà presto dal Morto della Pietà di San Pietro: la somiglianza nel il oMinE orA puntA Ad un Comune di Mantova: “in collaborazione con il Museo taglio delle sopracciglia convEgno con lE Civico, la Soprintendenza e e nelle palpebre chiuse è Casa Buonarroti di Firenze forte. “In entrambi i casi si MAggiori pErsonAlità – annuncia l’assessore alla tratta di un sonno che è inin MAtEriA cultura Marco Tonelli - stiasieme di abbandono e di mo lavorando ad un conestasi amorosa – aggiunge la Pinotti –, di vita e di morte, e che non si può vegno sul Cupido dormiente cui inviteremo, slegare dai contenuti poetici: mentre Cupido accanto a Gianna Pinotti, i massimi studiosi al sta profetando in preda al suo stesso potere mondo delle opere giovanili di Michelangelo. d’amore, il Cristo esprime l’amore assoluto di Puntiamo ad organizzarlo per l’autunno, prichi muore per l’umanità”. A colpire è anche ma del termine della mostra di Amore e Psiche, “lo stesso abbandono, l’identica disarticolazi- e sarà l’occasione per trattare questo tema con one del corpo che si ritrova in altre opere di ufficialità”.

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N

ella mostra di “Amore e Psiche” il laconico cartellino lo attribuisce ad anonimo autore, ma dietro allo splendido Cupido dormiente con serpi trasferito per l’occasione dal Museo di San Sebastiano a Palazzo Te ci sarebbe la mano di Michelangelo Buonarroti.

Ne è convinta la studiosa e pittrice Gianna Pinotti, originaria di Pietole e iconologa con all’attivo numerose pubblicazioni. La più recente, prossima alla stampa, si concentra sulla poetica del Maestro, immortalata nelle sue Rime, le cui tracce sembrano già fissate in quest’opera giovanile eppure potente.

La nuova indagine della studiosa si aggiunge alle consistenti conferme da lei raccolte negli anni sia attraverso l’analisi delle fonti storiche documentali, sia tramite rilevanti raffronti

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Mantova

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Una storia misteriosa e affascinante Realizzato dal ventunenne Buonarroti nel 1496 su commissione di Lorenzo di Pierfrancesco de’ Medici, il Cupido dormiente di Michelangelo ha una storia rocambolesca. Ispirata all’arte classica, la scultura venne antichizzata e sotterrata per essere rivenduta come reperto archeologico sul fiorente mercato romano. Un inganno in cui cadde il cardinale Raffaele Riario, che acquistò l’opera per duecento ducati: pur infuriato, l’ecclesiastico restò ammirato dall’abilità di Michelangelo, al punto da introdurlo nell’ambiente cardinalizio che fruttò al giovane scultore importanti committenti. Finito al Ducato di Urbino, il Cupido dormiente venne poi donato nel 1502 da Cesare Borgia a Isabella d’Este, che lo custodì gelosamente nella Grotta di Palazzo Ducale, accanto ad un altro pregiato Eros dormiente firmato da Prassitele. Finora si è sempre creduto che il Cupido fosse uno dei beni della reggia venduti dai Gonzaga al re d’Inghilterra nel 1630 e andato distrutto nell’incendio di Whitehall Palace del 1698; ma nel suo saggio “Michelangelo ritrovato” (Edit. La Cronaca, 2005), Gianna Pinotti sostiene con un’approfondita indagine storica che in realtà la scultura sia sfuggita alla “svendita” delle collezioni. A riprova cita un documento importante: la lettera con cui il mercante inglese Daniel Nys che curò l’acquisto dai Gonzaga si lamenta perché tra i beni mancava proprio l’ambito Cupido di Michelangelo.

Nello stesso Inventario delle opere messe in ven-

La stessa anatomia deL Bacco eBBro (1497)

dita, secondo la Pinotti, figurano quattro amorini, nessuno dei quali però, sia per la descrizione che per la stima risibile, può indicare la scultura del Buonarroti. Per la studiosa d’altronde il Cupido da tempo non si trovava più in Palazzo Ducale, bensì a Sabbioneta, dove era stato trasferito dal figlio di Isabella, Ferrante, o dai suoi eredi Cesare e Vespasiano. La scultura tornò a Mantova solo nel 1774 alla galleria dell’Accademia Nazionale Virgiliana per essere poi collocata, in tempi recenti, nel nuovo Museo della città di San Sebastiano.

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Alla Millenaria nove giorni di dimostrazioni, preparazione di piatti, assaggi e ricette delle specialità provinciali e di paese

n intero padiglione dedicato alle eccellenze agroalimentari del territorio: si chiama “Mantova Golosa” la principale novità dell’edizione 2013 di Fiera Millenaria.

Sviluppata su 1500 metri, “Mantova Golosa” è una vetrina del gusto a cielo aperto, che ospiterà al suo interno, per la prima volta uno accanto all’altro, i produttori e i prodotti d’origine del paniere mantovano: il legame con il tema di Expo 2015 “Nutrire il pianeta” è voluto e visibile, così come la volontà di rappresentare in modo unitario e sinergico il “modello Mantova” in vista dell’esposizione internazionale.

Per l’intera durata dell’evento fieristico saranno ospiti di Mantova Golosa le associazioni di categoria, i consorzi, le cooperative, i caseifici e le cantine da cui generano le prestigiose filiere dell’agroalimentare virgiliano. Le istituzioni saranno presenti al completo: da Regione Lombardia, che presidierà il padiglione con uno stand dedicato, alla Provincia di Mantova, insieme a Camera di Commercio, Consorzi, Gal e Strade.

“La Mantova agroalimentare - commenta Giovanni Sala, presidente di Fiera Millenaria – presso gli spazi della Fiera Millenaria sarà riunita per la prima volta nella sua interezza”. La mission che prende corpo nell’edizione 2013 è quella di orientare la fiera verso una specializzazione sempre più legata ai prodotti e alle produzioni del territorio, con la possibilità, inedita per il pubblico, di veder rappresentati in un unico ambiente i comparti dell’indotto e della trasformazione.

Mantova Golosa ha le caratteristiche di un’accademia del gusto mantovano, che ospita eventi enogastronomici e personalità impegnate nella formazione e informazione sui segreti della cucina del territorio. Queste le iniziative previste nell’ambito di Mantova Golosa. Sabato 31 agosto dalle 18 alle 23 il

gastronomo Elio Marini presenta i piatti tipici di alcuni comuni mantovani: tortello di zucca, tortello di ciliegie (Ceresara), tortello di mele (Redondesco), tortello amaro (Castel Goffredo), “turtèl sguasaròt” (Sermide). Domenica 1 settembre dalle 18.30 alle 20.30 “Miss Tagliatella” (sfida a suon di sfogline, sfogliate e tagliatelle) e dalle 21 la presentazione di alcuni piatti mantovani del passato: la “Carabazada”, i “Torteleti” e le “Frattaglie alla Stefani”. Lunedì 2 settembre appuntamento con tradizione e innovazione: l’industria di alimentari “Menù” di Cavezzo (Mo) prepara con nuovi modi di cucinare e nuovi abbinamenti i piatti della tradizione mantovana. A seguire serata dimostrativa aperta agli addetti della ristorazione ma anche alle massaie: l’azienda GAB, fornitrice di attrezzature per la ristorazione, presenta i suoi prodotti più innovativi e ne dimostra il funzionamento. Il martedì Cucina Evolution - Gusto e benessere anti ageing, dimagrire e stare in forma con fritti e tiramisù.

A seguire il ristorante “Il Grappolo” presenta i bigoli al lambrusco. Mercoledì 4 settembre ancora prodotti tipici preparati con tecniche innovative e poi presentazione delle attrezzature dell’azienda GAB. Il giovedì dalle 18.30 corso per baby assaggiatori e quindi presentazione delle tagliatelle all’anatra del ristorante “Argento Vivo”. Il venerdì cucina senza glutine e a seguire alcune specialità preparate dal fornaio Marino Tanfoglio. Sabato lo chef Lucillo Soncini, con gli allievi della scuola cuochi di Mantova, presenta “Il piacere della cucina Mantovana”. In seguito dimostrazioni in ambito di pane, pasta e pizze del Molino Pasini di Marcaria. La domenica, giorno di chiusura, ancora preparazioni del fornaio Tanfoglio; in seguito, dalle 18.30 alle 20.30, l’uva dalla pigiatura al vino. Infine, in chiusura di Mantova Golosa, un brindisi con lambrusco e salumi mantovani.

Mantova

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Agricoltura e Giovani

Un’attività in cui riversare creatività e voglia di innovare. Una scelta di vita da costruire giorno per giorno sulla concretezza, alla faccia dell’instabilità in cui la crisi getta i giovani.

Ecco perché oggi anche chi ha un diploma o una laurea al lavoro d’ufficio preferisce l’agricoltura. E il comparto primario, assetato di nuove energie e idee per guardare al futuro, premia con il successo chi coltiva la propria passione.

Ecco le storie dei giovani imprenditori agricoli mantovani Francesca nadalini, 34 anni. ad una brillante carriera in comunicazione e multimedia in una multinazionale ha preferito l’attività di famiglia. dalla tracciabilità all’export, il suo know how professionale è stato fondamentale nella delicata sfida per l’internazionalizzazione dell’azienda, che da sermide ora guarda a tutta l’europa.

La scrivania?

MegLio i caMpi Francesca:

con la comunicazione strategica i meloni spiccano il volo

La laurea in comunicazione, il master in multimedia, le esperienze di studio all’estero e

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Mantova

cinque anni al lavoro in una internet company con sede a Firenze ma dal respiro internazionale: la carriera di Francesca Nadalini, 34 anni, era quella di una manager dal successo assicurato.

Poi nella vita accadono gli imprevisti: come quello di un padre, titolare di un’importante azienda di produzione di meloni di Sermide,

Di Virginia Novellini che nel 2004 si trova alle prese con le nuove norme sulla tracciabilità. Un vero e proprio rompicapo per chi ancora compilava le bolle a mano. “Decisi così di cominciare a dare il mio contributo all’azienda di famiglia – racconta Francesca – facendomi carico di quella emergenza e conservando al tempo stesso il

MIGLIA.

L’AZIENDA,

mio lavoro”. Il piglio manageriale però prende il sopravvento, e quella che è un’incombenza diventa l’occasione per ridisegnare l’azienda, dandole quelle “infrastrutture” che sino ad allora mancavano. “L’impresa agricola oggi deve essere un’azienda come tutte le altre – sottolinea Francesca –. Non basta più concentrarsi sulla raccolta: occorre strutturare i mercati, seguire i clienti, offrire servizi, diversificare la produzione”.

Una sfida diventata sempre più impegnativa e che alla fine ha spinto la giovane manager a concentrarsi definitivamente sull’azienda

di famiglia. Per lei si è trattato di scegliere tra due mondi: “l’economia reale e quella immateriale, la campagna e la città. Alla fine però – rivela Francesca - ha prevalso il mio profondo legame con la terra, i miei ricordi di bambina circondata dai meloni. Questo lavoro richiede sforzi e sacrifici tali che possono essere intrapresi solo da chi è spinto da passione e amore autentici”.

Da allora, la giovane imprenditrice, insignita negli anni di diversi premi, ha rivoluzionato l’azienda su più fronti: dalla qualità (la Nadalini vanta un sistema innovativo per l’analisi del

grado zuccherino dei meloni) all’export. Proprio grazie ad una sapiente comunicazione, oggi i meloni Nadalini sono conosciuti in tutta Europa: dall’Inghilterra – dove hanno spopolato alle Olimpiadi del 2012 – alla Svizzera, dalla Francia alla Germania. E poi ci sono le grandi catene della Gdo e i mercati ortofrutticoli.

“Oggi avere un prodotto eccellente, come è il nostro melone, non basta più – spiega Francesca – bisogna saperlo comunicare: dal sito al blog, da facebook alle ricette, sfruttando tutti gli strumenti che avvicinano il mondo dei produttori a quello dei consumatori”.

GIULIA CARAMASCHI, 24 ANNI, AL LAVORO NEI CAMPI

Giulia:

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Inventarsi un business con una tecnica tanto antica quanto dimenticata: è l’idea che è venuta a Giulia Caramaschi, che con tre suoi giovani amici – Alessandro Gandolfi (29 anni), Maurizio Vincenzi (26 anni) e Davide Gemelli (25 anni) – un paio di anni fa ha realizzato a Pegognaga un allevamento di lombrichi rossi della California.

Tutti “figli d’arte” provenienti da famiglie con aziende agricole in paese, i quattro ragazzi hanno deciso di puntare sulla lombricoltura per la produzione di humus che viene poi venduto ai giardinieri, ma anche ai produttori ortofrutticoli del Mantovano e del Reggiano. E tutto a partire dal letame prodotto dalle rispettive aziende, che ha smesso così di essere un problema per diventare una risorsa redditizia. Sì, perché il pregiato humus ecologico prodotto da Agrilombricoltura Terra Viva (questo il nome scelto dai quattro giovani per la loro azienda) sta avendo un ottimo riscontro sul mercato, in particolare per le produzioni biologiche. “E inoltre – spiegano i quattro ragazzi – in questo modo risolviamo il problema dell’eccesso di nitrati e liquame prodotto dai nostri allevamenti: la lombricoltura ci permette di alleggerire l’impatto sull’ambiente, preservando così un territorio importante quale è il comprensorio del Parmigiano Reggiano”. » segue a pag 25

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Agricoltura, l’unico settore che assume i giovani

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l comparto agricolo è l’unico nel quale Sempre Coldiretti, attraverso un’indagine cresce l’occupazione giovanile: a dirlo è la realizzata con Swg, ha scoperto che c’è Coldiretti, sulla base del rapporto Excelsior l’agricoltura in cima ai desideri di molti ragazdi Unioncamere che analizza i dati Istat rela- zi che lavorano, scontenti, in altri settori. Sectivi al primo trimestre 2013. L’aumento nelle ondo lo studio, il 38% dei giovani italiani oggi assunzioni di under 35 è stato del 9%: un vero preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto e proprio record dati i tempi, e questo non- che lavorare in una multinazionale (28%) o ostante gli effetti negativi sulle coltivazioni fare l’impiegato in banca (26%). provocati dal maltempo e i segnali depres- Inoltre le imprese agricole oggi sono sempre sivi sui consumi che hanno interessato anche più rosa (il 22% delle aziende lombarde sono condotte da donne) e soprattutto giovani: l’agroalimentare.

“L’agricoltura - sottolinea Coldiretti - è l’unico in Lombardia tra il 2008 e il 2012 sono state settore che dimostra segni di vitalità econom- 1.041 le attività avviate da under 30, di cui 141 ica con una variazione tendenziale positiva a Mantova. del Pil (+0,1%) ed un aumento degli occupati A guidarle sono ragazzi con elevata formazidipendenti complessivi (+0,7%), in netta con- one (l’86% dei ragazzi e il 94% delle ragazze hanno un diploma o una laurea) che scelgotrotendenza rispetto agli altri comparti”.

E i giovani se ne sono accorti: le iscrizioni agli no la multifunzionalità: dall’agriturismo alle istituti professionali agricoli hanno registrato fattorie didattiche, passando per la produzisalumi, macreati un vero e proprio boom (+29%), così come gli one di vino, birra, olio, formaggi, Allestimenti istituti tecnici di agraria, agroalimentare ed anche pane, gelati e addirittura cosmetici. agroindustria (+13%). di SELICA TRIPPINI Pensati per voi…

ESPERIENZA: consolidata nel settore del risparmio ASSISTENZA: al cliente nella scelta del miglior contratto di fornitura energia elettrica e/o gas e/o energie rinnovabili Giulia CaramasChi, 24 anni, con gli amici grilombricoltura terra ViVa si GESTIONE: di aperture contatori, volture, subentri die aquant’altro renda necessario nella gestione delle attività. » da pag 23 Supporto durante tutto il periodo di applicazione, con una “manutenzione attiva” del contratto stesso Come ha letto in tanti libri universitari, Giulia (una laurea in Tecnologia delle produzioni TRE MANI animali e sicurezza degli alimenti e pronta Permette ai propri clienti di ottenere chiarimenti direttamente presso le loro sedi in tempi molto rapidi. Inoltre i nostri clienti possonoa tornare sui banchi per la specialistica) sa ricevere informazioni tecniche ed amministrative, dettagliate che diversificare la produzione è oggi l’unico e puntuali anche contattando direttamente il nostro ufficio. modo per creare reddito in azienda. Farsi veQuesto supporto tra la società fornitrice e l’utente finale, nire un’idea vincente però non è semplice; diventa risparmio di tempo prezioso per il cliente, forse il segreto che la accomuna ai suoi amici che sa di essere in tre mani sicure e precise. e soci è quello di essere cresciuta tra stalle V. Bertani, 5 - 46100 Buscoldo di Curtatone - MN - Tel. 0376 48603 e mucche, tenendo bene gli occhi aperti Cell. 338 7706938 - Fax 0376 411189 - info@tremani.it sulle esigenze della struttura e degli animali.

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“Ho sempre adorato seguire l’allevamento di bovini da latte della mia famiglia – racconta Giulia – ogni mattina alle 5.30 aiuto nella mungitura, e poi ci sono i vitelli da allattare, la stalla da seguire, i lavori in campagna, la manutenzione degli attrezzi”. Ritmi pesantissimi per chiunque, figuriamoci per una ragazza.

Ma per Giulia questa è la più autentica realizzazione: “stare in mezzo agli animali è bellissimo e ogni giorno passato in allevamento è diverso dall’altro. Al confronto, ogni altro lavoro mi sembrerebbe monotono”.

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AGRITURISMO E MERCATI CONTADINI: un’opportunità di reddito e una scelta di vita

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l Consorzio agrituristico mantovano è una rete unitaria di 270 aziende agricole con sede nelle province di Mantova, Brescia e Verona, orientate alla multifunzionalità e alla vendita diretta di prodotti di fattoria.

Il consorzio è impegnato nella promozione dell’offerta di turismo rurale della nostra provincia e dei prodotti di fattoria mantovani, con particolare riguardo per l’innovazione, la diversificazione e la qualificazione dell’offerta, nell’intento di allargare i mercati di riferimento e di aiutare un numero crescente di aziende agricole a riposizionarsi sul mercato, in una fase dell’economia sempre più difficile.

Agriturismo e vendita diretta costituiscono infatti un’opportunità importante di reddito e una scelta di vita per tanti giovani e tante donne, e rappresentano il futuro per molte piccole e medie imprese agricole.

Anche quest’anno il Consorzio agrituristico mantovano animerà la Fiera Millenaria a Gonzaga con i prodotti di fattoria del mercato contadino, il ristoro agrituristico Saperi e Sapori di fattoria, i corsi di cucina delle Fattorie del gusto e l’agribirreria. Per tutte le informazioni consultare www.agriturismomantova.it.

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Mantova

Fabrizia:

Dal Discount all’orto Di una volta

A volte basta cambiare prospettiva, e un ostacolo diventa un’opportunità: è quello che ha fatto Fabrizia Mazzali, dopo che il supermercato per il quale aveva lavorato per otto anni le aveva proposto un trasferimento troppo lontano da casa. Dinamiche comuni nella grande distribuzione, tanto più per chi come lei, vice responsabile del punto vendita, si afferma in azienda. A trent’anni però si può ancora rischiare e rinunciare allo stipendio fisso e allo stress della vita da pendolare per concretizzare un sogno: nel caso di Fabrizia cinque biolche di terreno nelle campagne di Pegognaga, dove oggi hanno dimora un vigneto, un frutteto e un grande orto. Un’impresa che vede questa giovane lavorare da sola e rigorosamente secondo i dettami di una volta. “Dai miei campi sono banditi diserbanti e altri prodotti chimici

– rivendica orgogliosa Fabrizia –. Qui si usano solo letame, verderame e gli altri vecchi rimedi dei nostri nonni: è l’unico modo per riscoprire i sapori della frutta e della verdura di un tempo”.

Oltre ai campi, l’azienda agricola fondata da questa giovane può contare anche su uno splendido roseto, avviato dalla mamma, con oltre 400 varietà pregiate: una chicca che attira moltissimi appassionati. Non a caso, Fabrizia ha chiamato la sua azienda “Figlia delle rose” e proprio per valorizzare questo piccolo gioiello entro fine anno aprirà anche un agriturismo.

Certo, non è una vita semplice: “oltre a coltivare ci sono da fare i mercati, uno diverso ogni giorno – spiega Fabrizia – e per ora buona parte dei guadagni sono da reinvestire nell’attività. Ma rifarei tutto di nuovo perché adesso mi sento finalmente libera”.

In alto: FabrIzIa MazzalI, 34 annI a sInIstra: Derek boscaInI, 28 annI

Derek:

il business Delle lumache

A 17 anni, Derek Boscaini comincia a lavorare come fornaio nell’attività di famiglia. Un imprevisto però scombina quella che sembrava una strada in discesa: l’allergia alla farina lo costringe a limitarsi a fare il commesso in negozio. Ruolo troppo imbrigliato per un giovane energico, e così Derek comincia a ragionare col padre sul da farsi: a disposizione c’è un bell’appezzamento di terreno appena fuori Mariana Mantovana. E c’è anche un’idea che da tempo frulla in testa ad entrambi: realizzare un allevamento di lumache. In Italia non ce ne sono molti: “il nostro poi – spiega il neo-elici» segue a pag 29

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» da pag 27 coltore – è uno dei pochi che applica il modello francese, che si differenzia da quello italiano sia per l’alimentazione con farine e cereali e sia perché la riproduzione avviene in serra e non a pieno campo”.

Con un investimento iniziale di circa 150mila euro, Derek è riuscito a installare una ventina di serre che contano tra le 700mila e le 800mila lumache; presto però arriveranno altre strutture e il numero degli esemplari potrebbe salire a due milioni.

Ad oggi le lumache vengono vendute vive, ma

già in autunno entrerà in funzione il laboratorio che consentirà di macellarle e cucinarle. A Mariana dunque si realizzerà l’intero processo, dall’allevamento fino alla lumaca in vasetto, al naturale oppure ricettata in vari gusti (con pomodoro, erbette, funghi). Un prodotto che finirà dritto sulle tavole di ristoranti e consumatori, con una redditività maggiore rispetto a quella garantita dal semplice allevamento.

Certo si tratta di un lavoro insolito: “all’inizio si è scatenata una gran curiosità in paese – ammette Derek – perché per tutti questa è un’attività sconosciuta. Serve molta manualità,

il lavoro è faticoso perché ti costringe a stare spesso in ginocchio per la raccolta, la pulizia, il controllo delle lumache”.

Gesti antichi e pazienti solo in apparente contraddizione con la dinamicità del suo giovane artefice: “dopo anni passati in negozio la cosa che amo di più è il contatto quotidiano con la natura – confessa Derek – unito alla prospettiva di poter far crescere la mia attività.

Con nuovi investimenti in futuro potrebbero esserci altre opportunità, come l’estrazione della bava di lumaca, molto richiesta in campo cosmetico”.

parte i sacrifici di un lavoro che non conosce sabati e domeniche, la scommessa di Damiano e Valentina è stata quella di innovare un’attività tradizionale, puntando su tecnologia e ambiente: tre anni fa l’investimento per l’impianto fotovoltaico sul tetto delle serre, e adesso la riconversione della centrale termica da gasolio a biomasse, in cui confluirà cippato proveniente

dal riciclo. “Una scelta, quella delle energie rinnovabili, che tutela l’ambiente e che ci aiuterà anche a ridurre i costi - sottolinea Damiano -.

Per formazione e sensibilità forse noi giovani questi temi li sentiamo più vicini, ma nel tempo siamo riusciti a convincere anche mamma e papà, e ora guardiamo insieme alle prossime sfide”.

VALENTINA E DAMIANO CAPPA, 31 E 35 ANNI

Damiano Valentina: E “COSÌ RINNOVIAMO L’ATTIVITÀ DI FAMIGLIA”

Lui è perito industriale, lei si è diplomata in agraria; per entrambi le alternative professionali non mancavano ma quella di dedicarsi all’attività messa in piedi dai genitori per Damiano e Valentina Cappa è stata “una scelta naturale”. Ora da anni i due fratelli gestiscono a Monzambano la “Kappa Floricoltura”: 5mila metri quadrati dedicati alla produzione di fiori, di cui 2mila in moderne serre di ferro-vetro, e un grande punto vendita. I clienti sono privati, ma anche grossisti, garden, rivenditori. Damiano segue la coltivazione, che negli anni si è notevolmente ampliata, mentre Valentina si occupa dell’aspetto commerciale, oltre a quello creativo. “Ed entrambi – spiegano – quando passiamo più di due ore in mezzo alle scartoffie, che pure sono necessarie, non vediamo l’ora di tornare in mezzo ai nostri fiori”.

Strada agevolata, si può pensare, quella di proseguire l’attività creata dai genitori. In realtà, a

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Gusto

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a provincia mantovana è terra di tartufi: il nobile tubero è presente in due varietà, bianco e nero, e nonostante sia ancora poco noto al pubblico di massa è senz’altro in grado di competere con i blasonati “cugini” di Alba e di Acqualagna.

La riva destra del fiume Po, da Quistello a Felonica, è diventata la “valle del tartufo bianco”: grazie ai terreni alluvionali e sabbiosi, habitat ideale per la crescita del prezioso fungo ipogeo (vale a dire sotterraneo), qui crescono varie qualità di tartufi, abilmente scovati dai “trifulin”, assistiti dai loro fidi cani da trifola.

Il più pregiato è il Tuber Magnatum Pico, il tartufo bianco dallo straordinario profumo, in grado di esaltare moltissimi piatti della tradizione.

A seconda della stagione è possibile trovare anche le qualità nero liscio, bianchetto o marzuolo, il nero scorzone e il tartufo uncinato.

Capitali del tartufo sono Bonizzo (dove ha

sede il Museo Nazionale del tartufo), Carbonara di Po e Borgofranco sul Po: quest’ultimo è stato inserito nel selezionatissimo gruppo delle Città del tartufo, che conta appena 13 comuni e 8 comunità montane. Un riconoscimento esclusivo che attesta la qualità del tartufo mantovano. Da segnalare anche il tartufo nero dell’Alto mantovano, in particolare nel territorio di Solferino e Volta Mantovana, dove si raccolgono il tartufo nero pregiato e lo scorzone.

Celebrato anche dal cuoco di corte dei Gonzaga, Bartolomeo Stefani, il tartufo è il re di numerose ricette. Oltre all’ottimo risotto servito nei ristoranti della zona, il sapore ma soprattutto il profumo del tartufo – che appunto “si mangia col naso” – trionfa anche in tortelli, scaloppine, frittate, uova al tegamino, nonché abbinato ai formaggi, donando un inconfondibile aroma anche se dosato in minime quantità.

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Nel prossimo Numero A Ottobre ci avventureremo nell’universo della vendemmia: uva, vino e Sugolo saranno al centro delle nostre ricerche.

Ma Ottobre è anche il mese della zucca: inevitabile che si finisca per parlare anche di tortelli, che tuttavia in provincia di Mantova non sono solo quelli di zucca... infine ci occuperemo della pera, prodotto IGP, di cui arriva il momento della raccolta.

www.fondobozzole.it I LAMBRUSCHI

I TREBBIANI

Giano Et. Bianca: Lambrusco Oltre Po Mant. DOC Incantabiss: Lambrusco Oltre Po Mant. DOC Giano Et. Nera: Lambrusco Mant. DOC Cocai: Spumante di lambrusco rosè Le Mani: Mantova rosso (vino fermo) IGP

Felis: Trebbiano Fermo IGP Foxi: Trebbiano Frizzante IGP

altri prodotti…

Succhi e confetture: di pera Farro e Orzo (Bio): per zuppe

Il Lambrusco è il nostro vino, il vino di questa terra. È il vino che accompagna le nostre cene, i nostri sapori e i profumi delle nostre cucine. Per noi il Lambrusco è l'orgoglio di essere il bel bere del buon mangiare Mantovano.

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L’associazione Un tesoro sotto i piedi e una vocazione da ripensare.

La scommessa – finora vinta – delle valle del tartufo bianco

La STRada deL TaRTUfo ManTovano É

possibile che quella lingua di terra che affianca il Po sulla riva destra, e che si dipana da Felonica a Quistello, celebre per l’abbondanza di pregiato tartufo bianco, diventi un luogo di attrattiva turistica?

Qualcuno ha pensato che non ci fosse progetto più adeguato per valorizzare quelle terre che un’offerta turistica integrata che sapesse promuovere insieme le bellezze naturali, storiche, culturali e gastronomiche dell’Oltrepò Mantovano, in sinergia con le attività del territorio.

Così è nata nel 2003 l’Associazione Strada del Tartufo Mantovano, che vede riuniti numerosi

enti locali, associazioni, ristoranti e attività commerciali, tutti accomunati dalla passione per il tartufo e dall’amore per questo territorio.

Il prezioso tubero è il protagonista indiscusso di tante iniziative: dalle fiere paesane dove è possibile gustare il tartufo in mille versioni, al Tru.Mu, il Museo del Tartufo che ha sede a Bonizzo di Borgofranco sul Po. A guidare l’operato dell’Associazione Strada del Tartufo Mantovano è l’ottica di una sinergia tra gastronomia, cultura, storia e natura: un patrimonio unico che ha permesso al Comune di Borgofranco sul Po di entrare a far parte del ristretto gruppo delle Città del Tartufo italiane. Tra i progetti

più recenti dell’Associazione c’è quello legato alle “Oasi mantovane del tartufo”, che punta allo sviluppo turistico di questo territorio in particolare attraverso il potenziamento e la valorizzazione dell’attività cicloturistica. Quattro i percorsi a disposizione degli amanti della due ruote: la ciclovia della Strada del Tartufo Mantovano, la ciclovia del Parco Golene Foce Secchia, la ciclovia delle Bonifiche di Moglia di Sermide e la ciclovia delle acque. Lungo questi itinerari che portano alla scoperta di alcuni tra gli angoli più suggestivi del territorio si trovano numerosi punti sosta dove si può anche usufruire del servizio di noleggio bici.

Il TRU.MU

Abbreviazione di Truffle Museum, Tru.Mu è nome che già testimonia dell’ambizione del museo di far arrivare notizie di sé ben oltre il territorio mantovano. Non a caso il museo è il centro nevralgico del progetto di promozione turistica di questo lembo di terra generoso di Tartufo bianco e il punto di arrivo del lavoro di coordinamento della Provincia di Mantova.

Il Museo è un percorso divulgativo di scoperta e approfondimento, in una duplice linea di lettura, per bambini e adulti. Una lunga parete spiega con approccio scientifico ma leggero tutto quello che c’è da sapere sul tartufo in termini biologici, sulle piante simbionti e sul terreno e il territorio. Poi le curiosità: le tecniche di conservazione, l’addestramento del cane, il tartufo in cucina. All’aperto un parco didattico per i bambini in cui mettere alla prova le nozioni appena apprese.

Tru.Mu Museo del Tartufo di Borgofranco sul Po Via A. Barbi, 36/B (Località Bonizzo) prenotazioni@trumu.org” prenotazioni@trumu.org

Il Tartufo in festa

Felonica – Festa del Tartufo 20-21-22 settembre

Venerdì e Sabato – a cena – e Domenica – pranzo e cena – si potrà assaporare il tubero delle sponde del Po presso il circolo Arci. Info: 329 6917732 – 339 439135

Tartufo a Palazzo Revere - 26-27-28-29 settembre Nella splendida cornice del Palazzo Ducale di Revere, giovedì venerdi e sabato solo a cena, la domenica pranzo e cena. Info: 346 9597210

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Mantova

Turismo sostenibile

PEDALARE TRA LE OASI É un amante della natura, si interessa della cultura e dell’enogastronomia dei luoghi che attraversa, sa che viaggiare richiede tempo e che chi va di fretta non sarà mai un buon osservatore. É l’identikit del turista attivo, quello che cerca di far spostare in simbiosi corpo e mente. Una delle formule più amate è quella del cicloturismo, che alla Strada del Tartufo calza a pennello.

Si dice che Andrea Bassoli, Sindaco di Pieve di Coriano e presidente della Strada, sia uno che gli argini in bicicletta li ha solcati in lungo e in largo, fatto sta che la riva destra del Po e le aree tartufigene oltre ad essere uno straordinario scenario naturale per pedalare, oggi sono anche fra le zone meglio attrezzate d’Italia. A maggio di quest’anno, infatti, la Strada ha presentato una flotta di biciclette a disposizione di chi voglia scoprire l’Oltrepò

sulle due ruote. La formula prevede accanto ai punti noleggio bici – la sede della Canottieri Pieve di Coriano, il Circolo Ricreativo Bonizzese nei pressi del Tru.Mu. e un altro punto attrezzato messo a disposizione dal Comune di Felonica – il coinvolgimento di numerosi agriturismi e ristoranti presenti sul territorio, in una collaborazione tra enti pubblici che va ad estendersi ai soggetti privati. Cinque le ciclovie proposte, di diversa lunghezza e difficoltà, che coprono l’intera valle del tartufo, da Quistello a Felonica.

La più lunga, la ciclovia “Strada del Tartufo Mantovano”, ospiterà il 13 di Ottobre, con partenza da Pieve di Coriano, la Prima Granfondo cicloturistica Strada del Tartufo Mantovano, un tracciato di 94 km, valido per il Campionato Italiano Cicloturistico per Società UISP 2013.

Prova la App della strada Porta la tecnologia nel cuore della natura, scarica su smartphone e tablet l’App della Strada del Tartufo Mantovano. Troverai tutte le indicazioni sulle aree di sosta lungo l’argine del fiume Po in cui riposarsi, sedersi, giocare e dove poter richiedere le biciclette grazie al servizio di bike sharing.

Sarai inoltre sempre aggiornato con le ultime news e le indicazioni per raggiungere i migliori ristoranti in cui assaggiare il miglior tartufo bianco.

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La passione

Marco Menghini, quarantenne trifulin di Santa Croce di Sermide, ci racconta di come sia cambiata la sua vita dopo aver scoperto un tartufo bianco nel proprio giardino

Il ricercatore dI tartufI

P

assano le giornate nei boschi o vicini agli argini, in compagnia dei loro inseparabili cani, armati di vanghetto e di tanta pazienza, in attesa della pista giusta. Ma non chiamatelo lavoro. Per Marco Menghini, fare il trifulin – il ricercatore di tartufi in dialetto mantovano – è una passione. Quando infatti il business ha il sopravvento sull’amore per la natura, iniziano le distorsioni, svanisce il rispetto per la terra ed essa diventa più avara.

Non a caso Marco ripete quasi allo sfinimento che le regole sono fatte dagli esperti e vanno rispettate. Si comprende che la sua generazione – Marco ha 40 anni – e quella dei ricercatori più anziani, abituati ad epoche di abbondanza, rischiano di entrare in rotta di collisione. Le vecchie abitudini sono dure

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Mantova

a morire anche quando rischiano di compromettere la produzione futura.

Quella di Marco però è soprattutto la storia di come chiunque ami la natura possa diventare un ricercatore di tartufi, basta una scintilla per far scattare la passione. Nel suo caso ha a che fare con un matrimonio e il giardino di casa, le premesse che non ti aspetti.

Marco, come è nata la passione per il tartufo e la sua ricerca? “É nata per un caso fortuito. Dopo essermi sposato stavo sistemando il giardino di casa, che è ricco di pioppi e querce. Mentre fresavo il terreno mi capitava di sentire un forte profumo, che mi pareva assomigliasse molto a quello del tartufo. Ho quindi pensato di chiamare un signore del paese che da anni andava

Di Andrea Murari

a tartufi e con lui la scoperta: nel mio giardino c’è il tartufo bianco”.

Da quella prima stupefacente scoperta, come ti sei avvicinato all’attività di ricerca?

“Anzitutto il cane: un regalo del cercatore che avevo invitato nel mio giardino. Poi ho fatto l’esame. Ci tengo a precisare che le regole vanno rispettate e l’esame in Provincia per il tesserino è obbligatorio. Una volta ottenuta l’autorizzazione, ho cominciato ad uscire con la cagnolina insieme al signore che era ormai diventato il mio mentore e mi sono iscritto all’associazione Trifulin Mantuan”.

Quali sono le regole fondamentali per un ricercatore?

“Ripeto che per prima cosa serve l’autorizzazione e il tesserino che rilascia la Provincia. Poi è

Marco Meneghini con Maya durante una fase di addestraMento

i parchi comunali. Diciamo “Per il mio secondo cane, che le piante che portano Maya, sono partito da una tartufo sono il Pioppo, il cucciolata di Labrador ane Tiglio, la Quercia e il Salice – dell’allevamento Aquamarin e trIfulIn quando anche se io non ne ho mai Wave. Il titolare mi ha messo trovato. Il Tiglio è, a mio ava disposizione la cucciolata per scegliere il più idoneo IndIvIduano la posIzIone viso, quello che ha il tartufo il profumo migliore”. alla ricerca, che normalCondIvIdono la stessa con Come è il rapporto con i mente è il più attivo e curicercatori, quelli rioso. Per la scelta sono anadrenalIna e sCavano vecchi che solcano gli argini da dato all’allevamento con un una vita? tartufo a 50-55 giorni, e ho InCessantemente “Il rapporto con i vecchi è scelto il cane che si è moscomunque buono, si cerca all InseguImento trato più interessato ed indi andare d’accordo, ancuriosito da me e dal tartufo. dI quel profumo che se le mentalità sono Il cane da lavoro deve essere molto diverse. Ci sono alinfatti sempre piuttosto viInebrIante cuni anziani che dicono vace. Poi è iniziato in modo che loro sono sempre graduale l’addestramento. andati fuori stagione – la Prima si comincia a far giostagione per la nostra procare il cane col tartufo.

Qualcuno utilizza l’olio tartu-fato per profu- vincia va dal 15 settembre al 20 gennaio – e mare altri oggetti, ma non è un buona cosa che hanno sempre mangiato i tortelli di zucca perché risulta spesso fuorviante per il cane, col tartufo a Ferragosto. Dicono: ‘Si è sempre per via della diversa composizione chimica andati fuori stagione è non è mai successo dell’aroma dell’olio. Poi, si comincia a nascon- niente’. Invece io penso che si debbano rispetdere il tartufo e quando il cane lo trova lo si tare le regole, che sono fatte da esperti. In sepremia. Il passaggio successivo è sotterrarlo condo luogo non è giusto, come invece spesso a profondità sempre maggiori. Da ultimo si accade, lasciare buchi aperti. Ci sono anziani comincia a nasconderlo fuori dalla proprie-tà. che facendo fatica a coprire i buchi comproÉ importante non toccare mai il tartufo con le mettono la produzione”. mani, o il rischio è che il cane riconosca l’odore Chiunque può diventare un trifulin?

“Serve grande passione per la natura e per della persona e non quello del tartufo”. i cani. Si cammina, si prende freddo, a volte Quanto è redditizio come passatempo?

“Un hobby dovrebbe sempre rimanere tale. anche l’acqua, ma la ricerca rappresenta una Quando invece l’aspetto economico diventa carica di adrenalina straordinaria. Il profumo quello centrale non ci si accontenta mai e del tartufo, quando viene trovato, è inebriante cominciano le cattiverie: i bocconi avvelenati, non solo per il cane, ma anche per il cercatore”. le persone che portano i cani fuori stagione.

Certo i soldi girano: un etto di tartufo bianco da metà settembre in poi parte dai 60 euro per arrivare ai 150.

Poi però c’è l’emozione della ricerca: io cerco tutti i tipi di tartufo, oltre al bianco – che è quello di maggior valore – il nero pregiato, il bianchetto, lo scorzone, l’uncinatum, il moscatum, il brumale. Nella nostra zona che è vocata per il tartufo bianco è presente anche il macrosporum, o nero liscio, nelle stesse posizioni del bianco: è profumatissimo forse anche più del bianco, ma è poco considerato perché se ne trova pochissimo. Io lo uso per profumare il Grana”.

Come si riconosce una tartufaia?

“Da noi le zone vocate sono soprattutto le aree golenali. Si racconta che una volta i vecchi facessero il giro dei due ponti – Ostiglia e Ficarolo – tornando con il pieno di tartufi. Allora non c’era la coltivazione dei pioppi che c’è adesso, che danneggia molto il terreno, così come i funghicidi.

Ma possono essere sorprendenti tartufaie anche i giardini privati, come è successo a me, o

C

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indispensabile avere un cane addestrato alla ricerca. In Italia la ricerca del tartufo è ammessa solo con i cani, mentre in Francia anche col maiale, che ne è ghiottissimo, al pari del cinghiale. Il problema è che il maiale quando scava è molto più distruttivo del cane.

Poi ci vuole il vanghetto che aiuta a scavare, ma è importantissimo una volta trovato il tartufo, cercare di rispettare le radici perché il tartufo vive in simbiosi con la pianta e se si danneggiano le radici si compromette la produzione per anni. É obbligatorio, per la stessa ragione, ricoprire sempre la buca dopo che si è scavato”.

Quanto può durare una tua ricerca?

“Qui purtroppo le zone sono molto frequentate e serve quindi tempo. Per quanto mi riguarda dipende molto dagli orari di lavoro, ma quando è stagione, appena finito di lavorare si va a tartufi”.

Come ci si veste per la ricerca?

“Materiale abbastanza tecnico, scarponi da montagna per non bagnarsi i piedi, pantaloni lunghi e una camicia a maniche lunghe, perché nei boschi è importante la protezione della pelle, un po’ come quando si va a funghi.

Poi, più sei mimetico meglio è”.

Mimetico?

“Se si vuole tenere segrete le posizioni è meglio non essere troppo visibili”.

Come avviene l’addestramento del cane?

Mantova

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Gusto

IL PROFESSIONISTA Appassionato da sempre di tartufo, Tiziano Casari ne ha fatto una professione, diventando il principale commerciante della zona

A

veva una maglieria, oltre trenta dipendenti. Invece ha scelto di seguire la sua passione, il tartufo. A Borgofranco è quasi matematico che tutto quello che viene “cavato” passi per le sue mani, prima di finire in rinomati ristoranti o nei prodotti a base di tartufo che produce per il suo marchio, i Tartufi del Borgo. I trifulin si fidano di lui e hanno ormai consolidato un rapporto che si ripete sia nelle stagioni abbondanti che in quelle di magra. Così, la passione si è trasformata in professione, come nelle storie di vita più belle.

Come sia avvenuto l’abbiamo intuito dall’accoglienza: tirot appena sfornato – è la schiacciata alla cipolla tipica della zona – salame fatto in casa e un’infinità di tartufo in ogni abbinamento e forma. Tiziano Casari è vulcanico, un’ospite straordinario, capace di parlare per ore della sua passione per il tartufo. Mentre racconta affiora però anche tutta la sua innata propensione alle relazioni, ciò che fa grande un imprenditore. Eppure tutto è cominciato quasi per gioco.

Casari, come le è venuto in mente di lasciare la sua azienda per puntare tutto sul tartufo?

“Ho iniziato per gioco, quando organizzavo con la Pro Loco le fiere del tartufo. In quel contesto ho conosciuto dei commercianti e mi sono incuriosito.

All’epoca avevo un’azienda di maglieria, ma ho chiesto ad un commerciante se me ne dava

I PRODOTTI Crema di puro tartufo bianco vaso Burro con tartufo bianco Crema di funghi porcini e tartufi bianchi Salsa di funghi e tartufi Salsa tartufata PatŽ di fegatini e tartufo Crema di lardo con tartufo Fonduta di formaggi e tartufo Parmigiano fuso e tartufo Miele millefiori con tartufo Polenta con tartufo Riso con tartufo Tagliatelle al tartufo Tagliolini al tartufo

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Mantova

da vendere, e ho cominciato a girare i ristoranti. Ho presto intuito che c’erano enormi possibilità, perché chi vendeva applicava rincari enormi e mi è bastato poco per crearmi un mio mercato”.

Poi sono arrivate le produzioni a base di tartufo.

“Dall’anno successivo ho cominciato a dedicarmi al tartufo a tempo pieno e a realizzare prodotti a base di tartufo con il mio marchio “I tartufi del Borgo”, trai quali il burro con tartufo – che va precisato si differenzia di molto dal burro al tartufo: è un burro nostro fatto in caseifici a cui aggiungo tartufo – il formaggio al tartufo, i fagioli Canellini al tartufo, i pomodorini secchi al tartufo, il riso Carnaroli dell’azienda Corte Facchina Piccola, la Crema di Lardo con Tartufi”.

Qual’è il suo prossimo obiettivo?

“Voglio allestire un laboratorio di mia proprietà. Se io mi stanco di girare e vado a proporre i miei prodotti ad un grossista, un domani mi può scavalcare andando dal produttore che confeziona i prodotti per me. Nel laboratorio terrei solo i prodotti tipici mantovani come il formaggio, che faccio con la latteria di Roverbella, o il lardo con il tartufo.

O, per fare un altro esempio, qui di fronte c’è un agricoltore che ha le api. Ho aggiunto al suo miele millefiori il tartufo: va provato su un Parmigiano 30 mesi”. (am)

Il Tartufo in tavola

La ricetta

FLAN DI GRANA AL TARTUFO DOSE PER 4 PERSONE INGREDIENTI: Burro 40 g Tartufo bianco 50 g Sale q.b.

Parmigiano Reggiano grattugiato 250 g Farina 00 80 g Latte fresco 250 ml Uova 3 Olio di oliva q.b.

Per realizzare il flan al formaggio iniziate dalla preparazione della besciamella: fate sciogliere il burro in una pentola a fuoco dolce quindi unite la farina e, utilizzando una frusta a spirale, mescolate fino a farla incorporare perfettamente, senza fare grumi. Aggiungete il latte e, continuando a mescolare, fate addensare il tutto, infine aggiustate di sale e pepe.

A parte, grattugiate il Parmigiano e unitelo alla besciamella ancora calda (tenete da

parte 5/6 cucchiaiate che serviranno da base nell’impiattamento). Dividete ora gli albumi dai tuorli e aggiungete questi ultimi al composto mescolando bene per amalgamare tutti gli ingredienti.

Trasferite il composto in una terrina e lasciatelo raffreddare. Nel frattempo montate a neve gli albumi e incorporateli delicatamente al composto, muovendo una spatola dal basso verso l’alto. Se necessario, aggiustate di sale.

Unite la metà del tartufo grattugiato e mescolate di nuovo delicatamente.

Spennellate ora gli stampini di silicone con dell’olio di oliva e riempiteli per 2/3 con l’impasto che avete precedentemente preparato, quindi infornateli in forno preriscaldato a 180° per 15 minuti. Una volta cotti i flan, spegnete il forno e lasciateli riposare per 2-3 minuti. Trascorso questo tempo estraete i flan al formaggio e serviteli subito, su una cucchiaiata di besciamella al grana e mettendo in superficie il tartufo a scaglie.

Il ristorante

Antica Locanda Corte della Marchesa Siamo nell’ultimo lembo della Provincia di Mantova, sulle rive del Po, al centro della Valle del Tartufo Mantovano. Terra pregna di storia e di tradizioni.

Il ristorante ne è testimonianza fin dall’ubicazione: la Corte che fu della Marchesa Andreasi e in cui trascorse i primi anni di vita la Beata Osanna. Muri in faccia a vista, pavimenti in cotto, alti soffitti a volta, grandi camini, affreschi: le sale sono di rara bellezza, impossibile non subirne il fascino.

Anche la famiglia Rampani affonda le radici del proprio mestiere nel tempo. Marco Rampani, che insieme alla sua famiglia e allo Chef Stefano Morandini conduce il ristorante, ha ereditato la passione per la gastronomia da nonno Elia, proprietario della storica locanda “I due Mori”, la cui attività, iniziata dalla trisnonna Rosina, risale alla fine dell’Ottocento. Come dicono i vecchi del paese, i Rampani hanno sempre fatto da mangiare. La cucina propone i piatti della tradizione mantovana, valorizzandone i prodotti tipici. Ma a Carbonara, il protagonista non può che essere il Tartufo.

Tra gli antipasti segnaliamo la cipolla bionda cotta al forno con ripieno di formaggio. Oppure il delicato flan di grana, preparato con il Parmigiano Reggiano, di cui Marco ci ha gen-

tilmente omaggiato della ricetta. Tra i primi si va sul sicuro con il classico risotto mantecato al tartufo, ma è irresistibile la variante dall’originale ricetta di nonno Elia con salsiccia e tartufo. Tra i secondi filetto di manzo con gratin al tartufo, o le classiche uova al tegamino con tartufo e i formaggi misti, a cui si accompagnano le mostarde di produzione propria. Tra i dolci consigliamo la sbrisolona, nella versione classica con zabaione o nella variante di mele con gelato. La cantina conta un centinaio di etichette che rappresentano tutte le regioni italiane e, per rimanere nel territorio, vi è una buona selezione di Lambrusco che ben si sposa con i piatti proposti.

Ma una cena al tartufo quanto mi costa?

Chi vuole gustare il profumatissimo tartufo bianco è in genere consapevole che si tratta di un prodotto che costa e un prezzo troppo basso dovrebbe insospettire, esattamente come avviene per un grande vino o per il pesce fresco. Ciò non significa tuttavia che una cena a base di tartufo debba per forza raggiungere prezzi folli. Abbiamo chiesto a Marco Rampani di Corte della Marchesa di proporci un menù a base di Tartufo sotto i 50 euro. Ecco le proposte.

MENÙ ROSSO Antipasto – Cipolla della Marchesa (cipolla bionda ripiena di formaggio e tartufo) Primo – Risotto al tartufo Dolce – Selezioni di dolci della casa o Sbrisolona alle mele Euro 35 o Euro 30 senza dolce MENÙ GIALLO Primo – Risotto al tartufo Secondo – Uova al tegamino al tartuto Dolce – Selezione di dolci della casa o Sbrisolona alle mele Euro 40 o Euro 35 senza dolce MENÙ BLU Primo – Risotto al tartufo Secondo – Tagliata di manzo con funghi e tartufo Dolce – Selezione di dolci della casa o Sbrisolona alle mele Euro 45 o Euro 40 senza dolce

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Quattro sedie, una bottiglia

Chilometro Zero L’opzione chilometro zero nel difficile abbinamento tartufo vino è possibile nella realtà mantovana? Carbonara Po e Borgofranco Po sono le capitali virgiliane del nobile fungo ipogeo. Siamo a pochi chilometri dall’enclave di terra che si frappone tra il Panaro e il Secchia, affluenti del Grande Fiume, terreno ideale per Lambruschi di alta qualità.

Sorbara con la DOC del Lambrusco di Sorbara crea vini acidi, chiari, spumeggianti dal color rosa tenue. Paltrinieri, Bellei e Cavicchioli per citare alcune cantine pluripremiate.

Rimanendo in terre dei Gonzaga senza disturbare gli Estensi direi Poggio Rusco. Piccolo villaggio che ha visto nascere recentemente alcune realtà giovani ma ancorate alle tradizione del vino.

Un pò visionari, un pò folli, di certo gente che potrà avere anche la testa tra le nuvole ma i piedi sono ben ancorati a terra.

Vi segnalo Fondo Bozzole che esprime il meglio con il Lambrusco Incantabis leggermente abboccato e con il più secco Giano.

Vini che possono accompagnare costolette alla valdostana e scaglie di tartufo.

Per i vini bianchi l’azienda propone il Foxi un trebbiano frizzante dall’acidità piacevole e dalla carbonica non invadente, con fettucine al tartufo non rimarrete delusi.

Si tratta di una piccola realtà di qualche ettaro condotta con i criteri del biologico.

Diserbo meccanico e controllo parassiti nel modo più naturale possibile. La particolarità, veramente rara nelle viticoltura mantovana, è l’allevamento a Guyot della vite , basse rese e qualità del prodotto finale garantita. Assaggiate per credere.

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VINO E TARTUFO Alimento o Condimento?

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nternet è spesso fonte di risposte a quesiti improbabili, è inesauribile, e le risposte possono essere anche molto divergenti senza essere per forza errate se confrontate. Abbinare il tartufo ad un vino non sfugge a questa regola: provate a digitare e vedrete. Le ragioni dal mio punto di vista sono essenzialmente due. La prima: il tartufo non lo considero un alimento ma un condimento, quindi a seconda di come lo mangio cambio la tipologia di vino.

La seconda è dovuta alle caratteristiche intrinseche del tartufo. un diamante organico che la terra produce in modo ancora per certi versi misterioso. Il gas e il sentore di idrocarburi lo rendono unico nel panorama gastronomico.

Meglio se esemplifichiamo il tutto con esempi di ricette più comuni: fetuccine al tartufo - Ribolla gialla friulana; pappardelle al tartufo e crema di mascarpone - spumante metodo classico se Champagne blanc de blanc se Franciacorta direi saten; filetto con porcini e tartufo - Barbera d’alba o un Bordeaux di almeno 10 anni; sfoglie di caciocavallo e tartufo - Sauvignon alto adige o della loira; risotto al tartufo Riesling Alto Adige, Mosella Alsazia o Austria zona di Wachau; uova al tartufo - Rosso di Montalcino o Verdicchio di Matelica.

Siete perplessi? Avete ragione. Con il tartufo è meglio seguire la regola “del cosa evitare”.

Mai rossi tannici: no al Cabernet, no a tutti i rossi da lungo invecchiamento bevuti giovani (Ducasse ci beve il Bordeaux ma per i francesi i Bordeaux sotto i dieci anni non esistono).

Mai avventurarsi nella regola del contrasto, se sbagliate il disastro è certo, quindi scappate da chi vi propone dei muffati, dei Sauternes, dei Tokaji e dei Recioti Mai gli spumanti dry o demisec, quindi evitate i prosecchi: i profumi floreali con gli idrocarburi creeranno una follia olfattiva.

Se vi capita di essere invitati a cena, sapete che ci sarà il tartufo ma non sapete come lo mangerete, a mio avviso avete una sola chance, la regola del profumo chiama profumo: idrocarburo chiama idrocarburo. Riesling delle regione dell’Alsazia, Mosella, Alto Adige o Austria zona di Wachau.

Un saluto dissetante dall’Oste Pigro*

Moda e Bellezza

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l grande ritorno del tartan domina le passerelle dell’autunno/inverno. Con gonnelline college, maxi cappotti ma anche

mini-dress dal sapore un po’ punk, il “check” si declina in mille varianti e possibilità, con classe e un tocco di ironia.

Da sinistra sopra: aquilano rimonDi Celine massimo rebeCChi praDa Yves saint laurent Da sinistra sottoi: versaCe louis vuitton isseY miYake alberta Ferretti GuCCi mosChino

Autunno scozzese

Must HAVe

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Le borse icona della prossima stagione

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uadretti di Vichy, pied-de-poule, tweed, ma anche borchie e catene: ecco le it bag ell’autunno/inverno.

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Animal Life

A cura di Dott. Marcello Devincenzi, Medico Veterinario

cavaLier King charLes spanieL un concentrato di dolcezza

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La scheda La taglia varia tra i 25 e i 35 cm, il peso va dai 5 ai 9 Kg. Il pelo è lungo e setoso, leggermente ondulato con frange abbondanti.

Quattro le varietà di mantello: nero focato (black&tan), rubino monocromatico rosso intenso (ruby), Blenheim (macchie castane su fondo bianco perla), tricolore nero e bianco con focature (Principe Carlo).

iconosciuta ufficialmente nel XX secolo, questa razza vanta in realtà una storia antica: i primi ceppi di Cavalier King Charles Spaniel vennero fissati nel XV secolo alla corte britannica da incroci tra il King Charles Spaniel, il Pechinese e il Carlino. Questi piccoli Spaniel erano amatissimi dai reali: per non separarsi mai dai suoi amici a quattro zampe Carlo II promulgò addirittura un editto per consentire a tutti gli esemplari di questa razza l’accesso in Parlamento.

A dispetto della loro apparenza delicata, questi Spaniel sono robusti e attivi: un retaggio del loro passato di cani da caccia per la piccola selvaggina. Nonostante l’origine venatoria, il loro carattere li rende dei perfetti animali da compagnia e questo pregio, unitamente al loro aspetto e alla varietà delle col-

orazioni, è alla base del grande successo che stanno avendo in molti Paesi, Italia compresa.

I Cavalier King Charles Spaniel sono animali sensibili, docili e gentili; per la loro indole dolce e ubbidiente sono spesso utilizzati nella pet therapy. Amanti della compagnia e pazienti con i bambini e gli altri animali domestici, mal sopportano la solitudine; abbaiano di rado e si adattano bene alla vita d’appartamento anche se necessitano di buone passeggiate.

Come la maggior parte dei cani di piccola taglia soffrono le basse temperature e hanno bisogno di scrupolose attenzioni per quanto riguarda la cura di orecchie e occhi. Essendo cani a pelo lungo si consiglia di abituarli ad essere spazzolati e pettinati onde evitare la formazione di nodi o di più gravi patologie cutanee.

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AUTOSTYLE 2013 QUANDO IL DESIGN È ARTE

Motori A Porto Mantovano il 3 e il 4 ottobre la manifestazione di design automobilistico organizzata da Berman SPA

Di Nicola Antonietti

L

’inizio del mese di ottobre, i primi giorni dell’autunno, coincidono con una delle manifestazione di più ampio respiro internazionale della nostra provincia. Stiamo parlando di “Autostyle”, la kermesse dedicata al design automobilistico che quest’anno raggiunge il rispettabile traguardo delle dieci edizioni.

Traguardo notevole per l’iniziativa promossa da Berman SPA che è stata in grado, negli anni, di dare vita ad un appuntamento di sempre più seguito, e in grado di richiamare nella nostra provincia i più importanti designer del settore delle “quattro ruote” nonché le cosiddette “nuove leve” di questa affascinante professione, linfa vitale in un settore che, ha sempre perseguito l’eccellenza e la grande originalità.

Austostyle, organizzata da Berman S.p.A., dalla rivista Auto&Design e dal Politecnico di Milano (Polo di Mantova) con il patrocinio della Camera di Commercio di Mantova, della Provincia di Mantova e del Comune di San Bene-

detto Po, si svolgerà nelle giornate di giovedì 3 e venerdì 4 ottobre nella location di Villa di Bagno a Porto Mantovano, comprendendo anche il “Concorso (ormai diventato elemento “tradizionale” e inscindibile della manifestazione) Internazionale Versioni Speciali dedicato ai giovani designer.

La cerimonia di apertura si svolgerà alle ore 17 di giovedì 3 ottobre, seguita da una visita alle auto esposte e alla collezione di orchidee di Villa di Bagno, seguita, a partire dalle ore 18, da una serie di workshop: aprirà la serie degli approfondimenti Marco Tencone della Fiat con “Dalla Quattroporte alla Ghibli”, per poi passare il testimone a Robin Page della Volvo con le novità del 2013 della casa automobilistica.

La prima serie di workshop si chiuderà alle 20, per lasciare lo spazio alla cena di benvenuto e, alle 21, all’evento “Special Versions”, ovvero una “live performance” di design sotto le stelle. Si riparte (e per una manifestazione che riunisce le più belle auto del mondo è forse il termine più

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adatto) di buon mattino venerdì 4 ottobre, con il primo workshop di giornata alle 9.15, curato da Alfredo e Maria Paola Stola di Studiotorino e Italo Moriggi di Skorpion Engineering relativo a “Coupétorino su Mercedes Benz SL”, seguito da Alessandro Maccolini di Alfa Romeo su “Alfa Romeo 4C: strada a senso unico” e infine Flavio Manzoni di Ferrari per un ultimo workshop dedicato al “Cavallino Rampante”.

La manifestazione si concluderà a mezzogiorno con la cerimonia di proclamazione dei vincitori del concorso da parte della Commissione di valutazione composta da Alessandro Maccolini (Alfa Romeo), Klemens Rossnagel (Audi), Fulvio Cinti (Auto&Design), Flavio Manzoni (Ferrari), Claudio Messale (Ford) Roberto Giolito (Fiat), Anna Costamagna (Peugeot-Citroën) Massimo Grandi (Università degli Studi di Firenze), Robin Page (Volvo). L’organizzazione accetta prenotazioni all’evento, fino all’esaurimento dei posti disponibili, inoltrando la richiesta al seguente indirizzo e-mail: autostyle@berman.it

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» da pag 45 di design nati per sorprendere. E poi i fiori, i profumi dell’orto, gli elementi naturali che dal giardino entrano direttamente in cucina e in salotto con richiami continui.

Tra i padiglioni di Macef si potrà vedere come Madre Natura sia ancora la principale fonte di ispirazione dell’umana creatività, dalla biancheria per la casa alle lenzuola per arrivare alle decorazioni sulle stoviglie.

E ancora: oggetti dalle linee moderne che sfruttano materiali antichi; viceversa, complementi di arredo all’apparenza tradizionali (dalle lampade agli appendiabiti), che in realtà sono prodigi dell’”ultimate design” con materiali “hi-tech” in grado di garantire resistenza, funzionalità e non da ultimo, costi ragionevoli; accostamenti sorprendenti, come ad esempio nelle lampade in cui convivono lino, cotone, ferro, studiate per sorprendere grazie al gioco di contrasti e per deliziare il tatto con texture inedite “caldo/freddo”.

Tra i materiali prediletti il cotone gioca ancora la sua parte, insieme al lino, “reinterpretato” in chiave invernale, accostato alla lana. Dalle tende ai cuscini, dalle lenzuola alle tovaglie predominano pizzi, volant, fiocchi, mentre la pietra trova spazio tra i nuovi materiali di tendenza per quanto riguarda i complementi di arredo, dal tavolo al comodino.

La cucina che va di moda: funzionaLità e tanto, tanto vetro Ormai lo sappiamo bene: il “regno” della casa è tra fornelli e dintorni. Si riscopre il piacere delle del fatto in casa, del cucinare insieme agli amici e alle persone care. E l’uomo vuole giocare la sua parte, come confermato da alcune aziende che prenderanno parte alla prossima edizione di Macef. I clienti più esigenti nello scegliere un utensile, più attenti al dettaglio, sono proprio gli uomini: per loro cucinare è una vera arte e richiede gli attrezzi giusti, funzionali, specifici per un determinato uso, come ad es-

empio il pelapatate oppure lo sbucciamela. Ma, soprattutto, di qualità, a costo di pagare qualcosa in più. Un trend che tocca ogni oggetto legato alla tavola, con particolare attenzione al mondo enologico e agli attrezzi per la cottura. rispetto deLL’ambiente e anche deL portafogLio: quando La sostenibiLità diventa trend La crisi non ha risparmiato nessuno. Uno degli effetti? La ri-scoperta della casa come nido, per se stessi e per gli amici. Come emerso da recenti indagini, pranzi, cene e persino il “trendissimo” happy hour dai ristoranti si spostano nel salotto di casa o in cucina. Con una conseguenza: il pubblico vuole preservare la qualità e la piacevolezza di un rito, con i prodotti e gli attrezzi giusti, senza spendere cifre esagerate. Accanto alle novità più recenti per le cene casalinghe (prime su tutti gli attrezzi per il cake design), aziende e retailer puntano a soluzioni “amiche” del risparmio. Tra gli esempi?

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