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Numero • VENERDÌ 27 12 febbraio 2015 • prossima 6 MARZO 201526 febbraio SETTIMANALE Numero0703 •SETTIMANALE VENERDÌ febbraio 2016 •uscita prossima uscita venerdì 2016 ARZO 2015 D'INFORMAZIONE EDvenerdì EVENTI

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Questa settimana diamo voce ai cittadini, alle Istituzioni, alle associazioni e ai commercianti di San Benedetto Po

QUESTA SETTIMANA DIAMO VOCE AI CITTADINI, ALLE ISTITUZIONI, ALLE ASSOCIAZIONI E AI COMMERCIANTI DI

Mantova - PAGINA

San Benedetto Po

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San Benedetto Po

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ruosi

DOPO DUE MANDATI PARLA IL SINDACO DI SAN BENEDETTO PO

“IN QUESTI ANNI, HO TRASFORMATO IL MIO COMUNE IN CITTA’ IDEALE” Marco Giavazzi

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iavazzi, il suo mandato è giunto quasi al termine. E’ tempo di bilanci. “Effettivamente è così. Posso esprimere, però, un’enorme soddisfazione, perchè in questi due mandati ho modificato radicalmente la struttura della nostra comunità e di tutto il territorio circostante. Ho trasformato San Benedetto Po in una città ideale, adesso, infatti, è accessibile proprio a tutti e ho cercato di risolvere quelli che sono i problemi di una collettività. Ho pensato

alla messa in sicurezza dell’intera cittadina e delle campagne circostanti e ho dato impulso all’organizzazione strutturale di tutta San Benedetto Po. Ho pensato alla riqualificazione delle zone del centro, con un percorso a raggiera verso le numerose frazioni che caratterizzano il territorio. Come amministrazione abbiamo risistemato il centro storico, cercando di risistemare tutte le nostre comunità, dalla più grande alla più piccola. Posso dirmi, dunque, soddisfatto”. Operativamente, che cosa è stato fatto? “Come le dicevo, si è cercato di

BeB

il sestante

pan cavazz

trasformare San Benedetto Po in una città ideale. Il patrimonio storico, in buona sostanza, è stato rifatto due volte. E questo perchè i lavori di ristrutturazione erano già quasi terminati pochi mesi prima del terremoto del 2012, che ha sconvolto tutti, come sappiamo. Siamo stati, però, il primo comune colpito dal terremoto a rimettersi in piedi. Oltre a questo, la mia amministrazione ha pensato anche ad una riqualificazione della parte ecologica del comune. Tutti gli stabili comunali, le scuole, la biblioteca e così via hanno subito un efficientamento energetico. Manca soltanto la scuola materna Giuseppe Garibaldi che verrà approntata al termine dell’anno scolastico. Abbiamo desiderato e voluto una San Benedetto ecologica, determinando così una fortissima riduzione dell’impatto ambientale di tutti gli stabili comunali, abbattendo così i costi dell’85% e l’impianto geotermico è stato sviluppato con una rete di telecomunicazioni destinato a tutte le sedi comunali e a coloro che vogliono ‘attaccarcisi’. Questo efficientamento energetico ha determinato, tra le altre cose, un abbattimento delle emissioni di anidride carbonica non indifferente. Secondo noi, questa è una parte fondamentale del pensare al bene della comuntà, che viene resa accessibile a tutti”. Dal punto di vista della tutela dei beni culturali cosa è stato fatto? “Come le dicevo il centro storico è stato risistemato due volte. Nel corso del tempo abbiamo implementato le attività didattiche e questo perchè pensiamo che il patrimonio storico-culturale sia e debba essere parte integrante della vita. Abbiamo voluto – e vogliamo – coinvolgere le fa-

miglie e i più giovani, perchè si sentano a casa nel loro patrimonio storico. Abbiamo così messo a punto dei laboratori del divertimento perchè il gioco diventi occasione di formazione e perchè le persone si riapproprino del territorio. Grazie ad un bando abbiamo potenziato le possibilità della sala polivalente, portando un’esteriorizzazione dell’offerta per le attività della comunità, altrimenti impossibile per un comune”. Quali sono stati gli altri punti di forza della sua amministrazione? “Abbiamo installato più telecamere per la sicurezza dei citta-

tine e carta. Il nostro però è un territorio di fortissima vocazione agricola con ben cento chilometri di strade. Abbiamo così pensato di aumentare i compostori a livello locale. L’umido viene così smaltito tramite i compostori o disperso sul terreno, permettendo ai concittadini di eliminare i rifiuti umidi di casa, portandoli nei cassonetti a chiachia vetta, evitando di doverli tenere in casa. Abbiamo così abbattuto le tariffe”. Se dovesse riassumere in pochi punti il suo mandato, cosa direbbe? “Direi: risparmio energetico, tutela ambientale, riduzione della

dini e si è pensato anche ad un tavolo della sicurezza tra le forze dell’ordine”. Che cosa mi dice della gestione dei rifiuti? “Abbiamo pensato che fosse meglio riutilizzare, anziché creare rifiuti. E’ stata approntata una raccolta in funzione del territorio. Il ‘porta a porta’ viene ritirato ogni quindici giorni per alcuni materiali come vetro, lat-

CO2, messa in sicurezza dei territori e cultura/istruzione concepita come parte fondamentale della vita di una comunità”. San Benedetto Po si contraddistingue per la sua bellezza. “Sì, indubbiamente, e a proposito di questo, il nostro comune è stato inserito tra i Borghi più belli d’Italia, a mio avviso a buon diritto. Questo, però, non è stato l’unico riconoscimento che ab-

salumificio

biamo ricevuto. Tra i premi, voglio ricordare Ikon per la qualità dei musei; il premio a livello nazionale per il teleriscaldamento: siamo un piccolo comune che realizza un impianto che porta un risparmio alla comunità intera, mentre prima ne aveva uno che non portava nessuna utilità e consumava e basta”. Quali sono state le note dolenti del suo mandato? “Tutto questo è stato fatto nell’emergenza più totale, perchè questi sono stati i dieci anni peggiori di tutto il dopoguerra. Crisi economica, situazione geopolitica instabile, insicurezza politico-amministrativa, continue riforme e modifiche. In tutto questo, gli enti locali sono stati messi in enorme difficoltà. Invece di premiare i comuni virtuosi, ci siamo trovati marchiati”. Quali sono per lei i motivi di orgoglio? “I dipendenti del comune, ai quali voglio dire grazie. Hanno lavorato come se non fosse successo nulla, dopo il terremoto. Gli uffici erano nei container e l’ufficio del sindaco nell’automobile, ma sono riusciti a erogare servizi come se niente fosse. Questa è l’Italia bella, che funziona. Ma di questo non si parla mai. Si parla sempre di un Paese marcio”. Che cosa ha significato per lei fare il sindaco? “Significa mettersi in gioco con una finalità che non è fare carriera, ma è fare il bene del paese che ami ed in cui sei nato. San Benedetto Po è me e io sono San Benedetto Po. Quando respiro, respiro San Benedetto Po. Sono orgoglioso di essere riuscito a portare a termine tutti gli obiettivi che mi ero prefissato. Se non ci fosse stato il terremoto, chissà cosa saremmo riusciti a fare oltre a questo”. (alb)

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ECCO TUTTI I SEgRETI DELLA BELLEzzA DI SAN BENEDETTO PO

FEDERICA GUIDETTI “La nostra mission e’ far sentire a casa le persone che visitano il museo civico polironiano”

carp GMC

Federica Guidetti è la conservatrice del Museo Civico Polironiano di San Benedetto Po, un vero e proprio gioiello nel cuore dell’Oltrepo. In questa intervista ci racconterà l’evoluzione del museo dagli anni Settanta ad oggi, e anche qualche curiosità”. Guidetti, qual è la storia del Museo Civico Polironiano? “Il turismo a San Benedetto Po nasce circa quarant’anni fa, negli anni Settanta, con il Museo Civico Polironiano. La collezione era ed è relativa ai reperti ritrovati con i vari restauri che il museo ha subito. L’offerta culturale per anni è stata relativa al refettorio del monastero e a poco di più. Negli anni Ottanta, la sede museale ha necessitato di restauri e di un adeguamento degli impianti e in questa occasione sono emersi altri reperti. Tra il 2000 e il 2004, invece, il museo è rimasto chiuso e si è iniziato il recupero delle cantine. In questo preciso momento è avvenuta una chiave di svolta, perchè le modalità di fruizione sono cambiate radicalmente. Da questo momento in poi all’interno del Museo Civico Polironiano sono state ospitate grandi mostre che hanno attratto moltissimi visitatori. Il complesso monastico è stato così sempre valorizzato, perchè è rimasto continuamente aperto”. Quale è stato un altro momento importante per il Museo Civico Polironiano? “Sicuramente l’anno 2007, perchè il percorso di visita ha finalmente compreso le cantine, la chiesa, il refettorio, e il chiostro e si sono formati anche dei punti di riferimento per i turisti. Nel 2009, poi, è stato riaperto il Museo – anche se non è mai rimasto chiuso in toto, per permettere una fruizione seppur frammentaria ai turisti – e prima del terremoto del 2012 ogni parte era fruibile”. I percorsi tematici a chi erano rivolti principalmente?

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Il monastero Benedettino

“I servizi culturali erano – e sono - pensati principalmente per le scuole, non solo mantovane – anzi – ma anche delle altre regioni limitrofe. Negli anni l’offerta per le scuole è stata migliorata ed ora ci sono persino percorsi tematici con laboratori tenuti da esperti per i bambini e i ragazzi delle scuole che vengono a visitare il Museo Civico Polironiano”. Quali altre novità sono state introdotte negli ultimi anni? “L’anno scorso è stato l’anno della ripresa, dopo il terremoto, con un sensibile aumento dei visitatori. Pochi mesi prima del sisma del 2012 era stato aperto un info point ‘Iat’ della provincia, esattamente come quello del centro di Mantova. In precedenza, l’info point era all’interno del museo, ed era poco fruibile dai turisti, perchè era poco visibile. Ultimamente, invece, anche grazie alla sinergia tra l’amministrazione e la Strada dei Vini e dei Sapori mantovani, è stato aperto un info point in una zona strategica, ben visibile, ossia nella piazza centrale del paese. Questo info point è un punto di riferimento non solo per chi visita San Benedetto Po, ma anche per tutta la zona dell’Oltrepo. Al suo interno è presente anche un

punto ‘ristoro’ dove è possibile degustare ed acquistare prodotti tipici del territorio. Credo che questo sia stato un salto di qualità ed è stato possibile grazie alla collaborazione fra pubblico e privato. La gestione è stata facilitata, perchè le aperture speciali con i soli dipendenti pubblici non sarebbero state possibili o comunque sarebbero state difficili. Attualmente stiamo raccogliendo i frutti degli sforzi dell’amministrazione, che nella cultura ha investito molto. Dopo il terremoto il museo è stato chiuso meno di un anno e credo che anche questo sia un enorme traguardo, dati i danni ingenti subiti a causa del sisma”. San Benedetto Po è la perla della Bassa padana. Ogni volta che si guarda la splendida piazza centrale si resta incantati. Ma i turisti se lo aspettano? “Devo dire che tutti rimangono stupiti e per tutti è una sorpresa. Molte persone capitano qui senza sapere cosa c’è: io li chiamo ‘turisti per caso’ e così è, ma nessuno rimane deluso. San Benedetto Po è stato elettro anche tra i Borghi più belli d’Italia ed entrare in questo circuito è stato molto importante. Quello che, come amministrazione, vogliamo di più è rendere i luoghi

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di San Benedetto Po accessibili a tutti i turisti, e fruibili soprattutto alla cittadinanza”. Quali sono le iniziative che avete pensato per i cittadini di San Benedetto Po? “Ogni domenica organizziamo delle attività gratuite per le famiglie, in collaborazione con la biblioteca. Alcune volte ci sono degli eventi organizzati in collaborazione con Slow Food, per dare spazio anche all’arte culinaria di San Benedetto Po. Un’altra importante sinergia è quella con Giorgio Gabrielli, il famosissimo burattinaio dell’Oltrepo. Gli abbiamo concesso in uso alcuni ambienti che lui usa per la preparazione dei suoi spettacoli ed in cambio Gabrielli tiene delle attività didattiche per i bambini. Teniamo molto al fatto che i più piccoli vengano al museo e si sentano a casa. La soddisfazione più grande è quando sono i bambini a portare al museo i genitori e a condurli per le sale. Un altro grande progetto è quello pensato per i diversamente abili, che hanno a disposizione un operatore che organizza visite guidate ad hoc. Facciamo tutto questo perchè vogliamo che le persone che visitano il museo, si sentano a casa”.

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