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Mantova

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Mantova

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ANDREA MURARI PAG. 4-5

Flavio Cortellazzi e Marina Visentini 3 Habemus Giunta! 6 Agenti di Commercio per le aziende italiane 7 Selvole, la protesta continua 9 "Cara Ostiglia, quanti rifiuti abbandonati..." 10 "La moria di pesci? Problema di tutti gli anni" 11 La riforma del lavoro - Ammortizzatori sociali 12-13 Le montagne di Levata 14

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Mantova

RICETTA ANTI-CRISI SUL PALCOSCENICO “Il sistema economico è aperto all’arte e alla cultura ma a volte è il contrario che non funziona; alcuni artisti fanno infatti fatica ad approcciarsi all’imprenditoria. Questo sistema dovrebbe essere rivisto dalla radice”

L'INTERVISTA

Flavio CORTELLAZZI e Marina VISENTINI:

“Il nostro teatro, tra cultura e impresa” ARIANNA BELLINI ---------------------------------------DI

Da anni la Cooperativa Teatro Magro è un punto di riferimento nel panorama culturale mantovano attraverso la realizzazione di corsi per adulti e ragazzi, spettacoli teatrali e Performance for Business. La logica imprenditoriale e il recente progetto Europeo Dictat fanno della co-

MARINA VISENTINI

Visentini, da quanti anni è presidente di Teatro Magro? “Sono presidente da circa 5 anni e sono orgogliosa di ricoprire questo ruolo”. Il suo ruolo è generalmente etichettato come prettamente maschile: per lei è un peso o un onore? “Non ho preconcetti: sono stata educata a non differenziare. Considero le caratteristiche e le predisposizioni sia degli uomini e delle donne. Entrambi hanno limiti e risorse che quando si lavora in un gruppo si compensano molto. Ci sono momenti in cui faccio i conti con alcuni luoghi comuni e clichè legati al ruolo della donna, ma si tratta di casi sporadici, che fanno sorridere”. Teatro Magro è la prova tangibile di come l’arte e la cultura possano diventare imprese a tutti gli effetti: ci racconti le soddisfazioni e le difficoltà attraversate dalla cooperativa che rappresenta in questi anni? “Da qualche anno Teatro Magro ha intrapreso un percorso molto importante, che ha fatto diventare il gruppo da compagnia teatrale in forma associativa a cooperativa sociale. Attraverso un

operativa un esempio da seguire per tutti coloro che vogliono fare della cultura una vera e propria impresa capace di uscire dai confini locali. Abbiamo incontrato Marina Visentini e Flavio Cortellazzi, rispettivamente presidente e direttore artistico, di questa realtà “made in Mantova” per fare

con loro il punto sulla situazione del teatro in Italia negli anni più difficili della recessione economica.

progetto di Fondazione Cariplo abbiamo dato corpo all’idea di poter far diventare Teatro Magro una vera e propria impresa, con tutte le caratteristiche annesse ad un’azienda. Le soddisfazioni sono tante: la cultura è da sempre minacciata da tagli e spesso messa alla prova. Ecco perché la gratificazione che provo tutti i giorni è quella di rimanere in piedi, affrontare le sfide, insistere e notare nel corso del tempo di essere sempre più conosciuti e riconosciuti non solo a livello locale ma anche extraterritoriale. La difficoltà più grande che incontro è relativa alla mentalità italiana, che vede l’artista come una figura amatoriale e non professionale, considerando il suo lavoro come atipico. Quando ci confrontiamo con altri soggetti facciamo fatica a far capire che il nostro lavoro ha un valore economico proporzionale alle risorse che spendiamo”. Nel territorio mantovano sono presenti altri gruppi teatrali: che rapporto avete? “Con le altre realtà teatrali mantovane abbiamo generalmente rapporti molto positivi, ma distinguerei la differenza tra gruppi amatoriali e gruppi di professionisti. Con alcuni condividiamo dei progetti; in particolare con quattro altre realtà di cui due di taglio teatrale abbiamo costituito a Luglio 2011 il Consorzio Pantacon. E’ stato un passo importante, che dimostra la volontà e la progettualità di sinergia e condivisione. In certi momenti non mancano gli atteggiamenti competitivi: la competitività è insita nella cultura dell’impresa, ma la logica finale è sempre quella di collaborare”.

Lo scenario nazionale è tutt’altro che positivo: se potesse dare un consiglio o fare qualche richiesta alle istituzioni, cosa chiederebbe? “Chiederei senza dubbio di intervenire sulla formazione. Credo che la logica della cultura debba cambiare non solo in termini di investimento economico-istituzionale, ma anche in termini di business modificando alcuni approcci come quelli di Dams, Accademie e Scuole superiori ad indirizzo artistico che ogni anno ripropongono gli stessi percorsi formativi senza rinnovarli ed adattarli. Essi dovrebbero iniziare a dare strumenti necessari per formare professionisti capaci di fare impresa sociale, culturale e artistica. Fino a quando si diplomeranno attori, registi

FLAVIO CORTELLAZZI

Cortellazzi, ci racconti brevemente com’è nato Teatro Magro e quali finalità vuole portare avanti? “Teatro Magro è nato nel 1988 come associazione culturale. I soci si trovavano solo una volta alla settimana: erano tutti

Marina Visentini e Flavio Cortellazzi ed organizzatori non verranno sviluppate nuove idee e nuove strade, con il rischio di rimanere incastrati in sistemi vecchi e sorpassati, che non si adattano allo scenario contemporaneo”.

molto giovani e alcuni dovevano terminare gli studi. Nel 1999 l’associazione è diventata una cooperativa, che ora conta sette soci con un contratto da dipendenti. Il nome scelto deriva

da un discorso di essenzialità: Teatro Magro rifugge infatti dalla ridondanza e dall’eccesso sia negli allestimenti sia nella recitazione, per arrivare ‘al sodo’”. Da qualche mese Teatro Magro è impegnato nel progetto europeo Dictat: di cosa si tratta precisamente? “Teatro Magro ha ideato il progetto Dictat, focalizzato sul tema delle dittature che hanno interessato l’Europa, presentandolo all’Unione Europea grazie al bando Cultura 2007-2013 e ottenendone l’ammissione e il finanziamento. Successivamente abbiamo scelto altri partners, cioè tre paesi europei quali Spagna, Romania e Polonia, per rendere il progetto equilibrato attraverso due dittature di destra e due di sinistra. Volutamente non abbiamo incluso la Germania poiché avrebbe implementato troppo il progetto, anche se non potremo fare a meno di parlarne perché la Polonia ha subito l’occupazione tedesca”. Come è nata l’idea di partecipare? “L’esigenza di partecipare ad un progetto di questo tipo deriva dal fatto che avevamo bisogno di interfacciarci con l’Europa, oltre che con la nostra storia italiana. Non si tratta di un

progetto solo storico, ma vuole parlare dell’odierno e del futuro: abbiamo vissuto e stiamo vivendo dittature ‘sibilline’, sicuramente meno chiare del passato. Ecco perché vogliamo portare all’attenzione del pubblico una storia che non è ancora finita: la stessa democrazia è una forma di dittatura”. Quali aspettative avete? “L’aspettativa più grande è che lo spettacolo che verrà allestito sia all’altezza della progettazione. Speriamo ci sia anche un riconoscimento europeo e che lo spettacolo possa circuitare anche al di fuori dei quattro paesi selezionati. Lo spettacolo andrà in scena a settembre 2013 e la prima data sarà in Italia”. Ci sono progetti per il futuro o sogni nel cassetto non ancora realizzati? “Per chi lavora nella cultura i sogni sono progetti. Ci vorrebbe un cassettone perché i nostri sono davvero tantissimi, non da ultimo quello di assumere altro personale. Pensiamo infatti che la nostra forza e la nostra più grande risorsa sia nelle persone. Non siamo un gruppo chiuso, anche se sembra; abbiamo bisogno di un continuo sviluppo sia nel campo artistico-spettacolare sia in quello aziendale”.

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PRIMO PIANO Artisti, club e

agenzie costretti a cambiare rotta

Mantova

LA FINE DI UN’EPOCA Cachet insostenibili, enormi costi di produzione, tanta burocrazia: il sistema della musica live è a rischio dopo il crollo delle vendite dei dischi.

Prima il disco, poi i concerti: anche la musica

è in recessione

DI ANDREA MURARI ---------------------------In principio fu la crisi del disco. Tecnologia, internet, pirateria, ma non solo. Un nuovo approccio alla produzione musicale travolse le certezze delle grandi etichette e le abitudini degli artisti, costretti a puntare decisi sul live per recuperare le perdite. Persino i Metallica confessarono di essere costretti agli straordinari, perché di rendita non era più possibile campare. Come in ogni epocale cambiamento si cercò di comprenderne anche gli aspetti positivi. La crisi delle vendite di dischi avrebbe dovuto in qualche modo propiziare la diffusione della musica dal vivo, il contatto diretto con il pubblico. Fu così solo in parte, ed oggi certamente anche l’indotto economico della musica dal vivo appare come una bolla in procinto di scoppiare, in un contesto di crisi economica generalizzata. La ricetta musica dal vivo contro crisi del disco non basta più, il mercato è saturo. Live Nations, una delle agenzie organizzatrici di concerti più grandi del mondo ha denunciato un calo della vendita di biglietti del 10,4 %. Tutto il sistema della produzione degli eventi, dagli artisti ai club, passando per le agenzie, è costretto a rimettersi in discussione a provare ancora una volta a solcare vie nuove. Artisti come Subsonica, Caparezza, Afterhours, solo per citare alcuni esempi, hanno scelto di attuare una politica di riduzione dei prezzi dei biglietti, per renderli più accessibili, soprattutto al pubblico giovane. L’impressione è però che anche nel mondo della musica si sia allargata la forbice tra pochi grandi artisti che possono permettersi di tenere altissimi i costi dei biglietti e delle produzioni senza perdere pubblico, e la massa di tutti gli

altri costretti a tagli e straordinari per far quadrare i conti. Un esito grave di tale situazione rischia di essere l’accentramento della musica in pochi grandi centri, dove il bacino di pubblico è più ampio ed è inferiore il rischio di esibirsi di fronte a poche decine di spettatori. In luoghi come Mantova, proporre la musica dal vivo diventa quasi un’impresa, con margini di rischio altissimi. Non stupisce che siano sempre meno quelli che se la sentono, e chi cerca di resistere lo fa vivendo alla giornata, con enormi difficoltà di programmazione, dovendo concedere sempre meno spazio alle offerte di qualità e alle sperimentazioni. I cachet degli artisti, le location, la sicurezza, il personale, e la pesantissima tassazione –vedi Siae– rappre-

sentano costi sproporzionati rispetto alla rendita dei biglietti staccati. La crisi del mercato musicale non colpisce solo gli artisti. La torta va restringendosi per tutti gli operatori del settore: tecnici, manager, agenzie di comunicazione, gestori dei locali, addetti alla sicurezza. Il tema che si pone è anzitutto di posti di lavoro a rischio. Poi, è inevitabile domandarsi se l’offerta culturale in genere, e in essa la musica dal vivo, possa essere trattata solo come un prodotto di consumo e non in qualche modo come un diritto da tutelare. Se in fondo scoprissimo che con la musica non si mangia, parafrasando un celebre motto, potremmo farne a meno?

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Mantova

L’AssociAzione Mattia Palazzi, Presidente di Arci Mantova: “la musica è il filo rosso della nostra storia” “Senza musica non si può stare”. Difficile pensare a frase più decisa di quella scelta dal presidente di Arci Mantova, Mattia Palazzi, per descrivere il modo in cui l’associazione sta affrontando la difficoltà crescente nel proporre musica dal vivo. Palazzi, che valore ha la musica nella vostra associazione? “La musica è il filo rosso che lega la storia di Arci, dai canti partigiani ai concerti nei circoli giovanili, passando per il liscio. É ciò che lega diverse persone e diverse generazioni. Abbiamo tutti bisogno della musica, ad ogni età”. Proporre musica dal vivo è un costo o una risorsa? “Dal punto di vista economico è un costo, dal punto di vista associativo è una risorsa. La difficoltà è legare i due aspetti”. il calo dei contributi pubblici ha influito sull’offerta di eventi dal vivo? “Ha Influito totalmente sulle proposte non

iL MusicistA Elia Billoni, in arte Dino Fumaretto: “Siamo troppi, non c’è pubblico per tutti” elia Billoni è un cantautore di talento cristallino, ma le sue creazioni non sono adatte per tutti i palati musicali. Per chi come lui si definisce la nicchia della nicchia della musica indipendente, i bagni di folla non sono mai stati all’ordine del giorno, ma da qualche tempo a questa parte il pubblico è ulteriormente calato, fino quasi allo stallo. elia, da quanto tempo ti esibisci sui palchi dei club e locali italiani? “Dal 2006, sono ormai più di 5 anni”. ci confermi un calo delle presenze ai concerti e dei locali disposti ad organizzarli? “Io sono sempre stato un musicista di nicchia, appartenente alla scena indipendente e quindi non conosco la realtà delle major. Nel mio mondo di per sé non si fanno grandi numeri, ma quando ho iniziato c’era fermento, l’interesse era decisamente maggiore, e qualcuno è riuscito ad affermarsi, diventando abbastanza popolare”. Pensi si possa parlare di crisi?

iL ProMoter

commerciali, creando una desertificazione, soprattutto in città come Mantova, che non sono metropoli, e vedono bassa presenza universitaria. Per quanto riguarda invece gli eventi che hanno solo una finalità commerciale, in cui il metro non può che essere il mercato, non ho mai trovato legittimo che si impiegassero soldi pubblici”. Da cosa dipende la sostenibilità del sistema? “C’è un problema sui cachet degli artisti, che sono troppo alti rispetto alle capacità di accoglienza di molti organizzatori, ed è

“La crisi è diventata evidente soprattutto da quest’anno. Adesso infatti io sono fermo, ho pochissimi concerti, mentre l’anno scorso suonavo un po’ dappertutto. Ma ripeto io sono la nicchia della nicchia, anche se mi dicono che anche chi è più famoso è costretto a ridurre i cachet”. ecco, appunto, gli artisti chiedono troppo ai promoter? “Io paradossalmente ho fatto una scelta che doveva farmi conoscere di più, sono passato da musicista singolo alla band. In realtà in questo momento è una scelta azzardata perché si costa di più, anche

un problema che riguarda soprattutto gli artisti più conosciuti. Poi c’è un problema nazionale: l’Italia al contrario di altri Paesi, non sostiene la musica dal vivo attraverso le politiche culturali”. Qual è il valore non commerciale della musica? “La musica è strumento per aggregare cittadini, sia giovani che anziani, per mettere insieme le persone. Le città sono più sole senza musica. In più può aiutare a rigenerare e qualificare spazi urbani. Un ragionamento su cui Mantova è ferma”.

se ancora molto poco. É evidente che se le cifre sono troppo basse una band non copre neanche le spese. I promoter si lamentano, ma spesso spendere poco per i gruppi è comunque troppo se poi non si fa una buona promozione, o la qualità è scarsa e i concerti sono semideserti”. Perché la situazione è precipitata? “Di fatto secondo me siamo in troppi, troppi gruppi, troppa offerta, il mercato è saturo, prima c’era interesse perché sembrava una novità. Adesso anche per ragioni economiche le persone vanno sul sicuro. Forse abbiamo

stufato. É anche giusto che non ci sia spazio per tutti. Anch’io non vedo il motivo di continuare se non c’è una risposta adeguata, farò un ultimo disco e poi vediamo, che poi anche il disco non ha più senso se non per portarlo dal vivo”. La dimensione di Mantova aggrava la situazione? “Mantova non ha mai suscitato grande interesse, altre hanno fatto meglio, come Brescia che ha avuto un bel momento. Ma tutti risentono della crisi, anche Milano è messa male, continuano a chiudere i locali”. Foto di Roberto Fontana

Antonio Occhiato, PalaBam: “Se non si cambia completamente non c’è futuro”. Attraverso il Palabam hanno portato la grande musica internazionale a Mantova. Da sei mesi però, dalle parti della Favorita non si vedono più file ai botteghini e tutto tace. La crisi, inesorabile, ha colpito anche l’industria musicale, e Mantova è ripiombata nel silenzioso torpore di sempre. occhiato, ci conferma il momento di difficoltà per la musica dal vivo? “Effettivamente la difficoltà c’è, noi al Palabam stiamo facendo un periodo di stop della musica dal vivo. Gli artisti sono sempre più cari, il costo del biglietto è inevitabilmente troppo alto per le tasche delle persone in questo momento di crisi”. Quanto costava mediamente un biglietto per i concerti al Palabam? “Variava a seconda degli artisti, dai 25 ai 70 euro”. Di chi è la colpa se i prezzi sono così lontani dalla realtà? “Tante volte la colpa è attribuita a noi, ma non siamo noi a stabilire i prezzi, che dipendono unicamente dal costo dell’artista. Immaginate che si presenti un artista che chiede 100-150 mila euro. Noi non possiamo che fare i conti con la capienza della struttura e tarare il costo del biglietto. Ultimamente, poi, sono direttamente le agenzie che ci propongono il prezzo finale dei biglietti”. non c’è il rischio che sia più facile, in proporzione, vendere un grande concerto a 70 euro che uno meno appetibile a 20? “Questo è vero solo per pochi artisti, che si contano sulle dita di una mano. La fascia medio bassa in effetti non vende proprio più. Ad esempio abbiamo appena annullato Pino Daniele che

avevamo già in programma e che aveva venduto poco. Oggi vanno Ligabue, Jovanotti, Vasco e pochi altri. Gli altri arrancano. Madonna questa estate non ha riempito lo stadio di Roma, Springsteen quello di Udine. Gente che un tempo bruciava i biglietti appena li annunciavi”. La crisi dell’industria musicale ha conseguenze sul lavoro? “Credo che si siano persi parecchi posti di lavoro. L’industria musicale muoveva una mole di persone enorme. Un concerto come quello di Vasco, che è venuto 15 giorni qui a fare le prove, spostava 150 persone, giorno e notte. Ultimamente però anche le grandi produzioni stanno riducendo il personale perché costano troppo”. Quali sono le prospettive per il futuro? “Le agenzie ormai sono multinazionali, e il mercato lo fanno loro. Promettono soldi agli artisti pur di non perderli, ma quei soldi che promettono poi tornano contro a noi promoter locali. La soluzione non può che essere un compromesso, che faccia abbassare i costi, perché la gente non è più disposta a spendere. Se non si cambia completamente non c’è futuro”. Qual è la situazione specifica di Mantova? “Come sempre Mantova è la bella addormentata, sono 6 mesi che non facciamo un evento e nessuno dice niente. É un peccato, qui da noi si sono fatte cose importanti, sono venuti artisti internazionali che neanche sapevano che la nostra città esistesse. Ma i mantovani dimenticano facilmente e le amministrazioni anche”. Perché le amministrazioni dovrebbero aiutarvi? “Perché con i nostri eventi abbiamo creato un indotto per la città. Quando sono stati qui Vasco o Renato Zero hanno riempito con il loro personale gli alberghi e i ristoranti. Con i concerti hanno portato persone da fuori città, che si sono fermate a Mantova: abbiamo stimolato il turismo”.


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Mantova Mantova

POLITICI MESSI A (DIETA) La nuova Giunta comunale di Mantova si presenta più “snella” rispetto alla precedente. Sono ben 3 infatti gli assessori in meno. Due le new entry: Mariella Maffini all’ambiente e la reggiana Daniela Bondavalli alla cultura

Mantova  Dopo mesi di polemiche

arriva finalmente il “rimpasto” in via Roma. E non mancano le sorprese…

D

opo aver firmato i decreti di nomina, martedì 16 ottobre il sindaco di Mantova Nicola Sodano ha ufficialmente presentato, presso il proprio ufficio di via Roma, gli assessori con le relative deleghe della nuova giunta. Di fatto entrano, come novità, gli assessori Bondavalli e Maffini (Lista Benedini). Rimangono Cavarocchi, Irpo, Rose (Pdl), Tonghini e il vicesindaco Tommasini (Lega). Ma la novità più evidente, in tempi di spending rewiev è il calo del numero degli assessori in Giunta che da dieci diventano sette. “Continueremo con entusiasmo la nostra esperienza

MANTOVA Habemus Giunta!

di governo – si è affrettato a dichiare il sindaco Sodano Andremo avanti sulle nostre priorità, come la gestione postterremoto, il patto di stabilità, la difesa del Capoluogo e della provincia di Mantova, Pgt e altro ancora”. Il primo cittadino ha inoltre gettato acqua sul fuoco delle polemiche dei giorni scorsi ringraziando i precedenti assessori “per la professionalità ed il lavoro svolto”. Una frase che ricorda molto quella di certi presidenti di società sportive quando danno il benservito all’allenatore. Ecco la nuova Giunta del Comune di Mantova. Il Sindaco Sodano tiene per sé

le deleghe agli Affari generali, al Personale, ai Gemellaggi, ai Progetti sociali, alla Sicurezza e alla Governance della città. Si rafforza il ruolo di Tommasini, vicesindaco, con le competenze in materia di Bilancio, Tributi e Attività produttive. Tonghini resta allo Sport e Grandi Eventi, Irpo avrà il Welfare e le Politiche per la Casa, mentre a Cavarocchi spettano Edilizia e Pianificazione territoriale. Conferma per Espedito Rose alla Polizia locale con in più la delega sulla formazione. Due donne tra le novità: Mariella Maffini all’ambiente e la reggiana Daniela Bondavalli alla cultura.

IES, WE CAN

a presentazione della nuova Giunta comunale di Mantova

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Pioggia di milioni per lo sport mantovano

La raffineria NoN CI StA e ricorre al Tar contro la Provincia

Il ricorso al Tar. La Ies gioca la carta più amata dagli italiani alle prese con la giustizia amministrativa e, in attesa di ricevere l’ordinanza della Provincia di Mantova che di fatto riconosce la raffineria colpevole di inquinamento al polo chimico, ricorre al Tar contro una decisione che, alla Ies, ritengono sbagliata in merito alla propria presunta responsabilità per aree e fenomeni di contaminazione che non sono di sua competenza e pertinenza. La Ies ritiene che la fase istruttoria dell’ordinanza sia stata tecnicamente insufficiente per condurre a conclusioni

L

condivisibili e fondate, avendo omesso di tenere in considerazione tutti gli scenari compatibili con le evidenze riscontrate. Tali evidenze di sicuro attestano come insieme al surnatante siano presenti sostanze che non possono derivare solo da attività della raffineria, e d’altro canto rimandano ad attività e processi non sufficientemente analizzati per escluderne la responsabilità, piena o parziale, tanto nella genesi quanto nei supposti movimenti degli inquinanti nel sottosuolo. La partita è soltanto al fischio d’inizio.

Venti milioni di euro per lo sviluppo dell’impiantistica sportiva del territorio mantovano nel triennio 2012 – 2014. E’ stato sottoscritto nei giorni scorsi il nuovo protocollo d’intesa fra Provincia di Mantova, Istituto per il Credito Sportivo e Coni. Il protocollo, della durata di tre anni, rappresenta l’opportunità per i Comuni e le associazioni sportive del territorio di accedere, nel limite del Fondo speciale di ventimila euro, a finanziamenti e mutui agevolati con tassi di interesse particolarmente favorevoli, ribassati da un apposito contributo in conto interessi a carico dell’Istituto. “La Provincia e il Coni di Mantova, insieme all’Istituto per il credito sportivo hanno ritenuto – si legge in una nota di Palazza da Bagno - di dare un segnale importante alle esigenze del territorio favorendo l’incremento dell’impiantistica sportiva e il potenziamento del sistema sportivo provinciale. In un momento di grave crisi economica, si è voluta salvaguardare l’opportunità, per i comuni e le associazioni del territorio di significativi risparmi di spesa. Le finalità dell’intesa sono anche quelle di incentivare, svilup-

pare e diffondere, mediante la miglioria dell’impiantistica sportiva, l’attività fisica e la pratica sportiva fra i cittadini a salvaguardia e tutela della loro salute”. Alla Provincia, in attuazione del protocollo, competerà il coordinamento dei soggetti interessati e, congiuntamente al Comitato Provinciale del CONI, l’espressione dei pareri di ammissibilità dei soggetti mutuatari e dei rispettivi progetti all’utilizzo del Fondo Speciale Al Coni competerà di fornire la consulenza tecnica ai fini della programmazione degli interventi, nonché di esprimere il parere favorevole alla proget-

tazione degli impianti. L’Istituto del Credito Sportivo, attraverso proprio personale, specificatamente adibito, offrirà consulenza qualificata agli operatori del settore. Informazioni dettagliate possono essere trovate presso il siti web dei soggetti firmatari. “Anche con lo sport si può dare un contributo importante alla ripresa dei territori colpiti dal sisma ma non solo: lo sport è socialità, legalità, inclusione e merito. Quale migliore messaggio da dare al nostro Paese in questo momento?” ha commentato l’assessore provinciale con delega allo sport Francesca Zaltieri.

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Mantova

COMMERCIO MANTOVA: parla

il dott. Luigi Migliore, direttore generale di Network Training S.r.l.

Agenti di commercio:

carburante per le aziende italiane

La situazione economica odierna impone alle aziende di consolidare la propria presenza sul mercato e di aprire nuovi mercati. Il modo, infatti, per venire incontro alla perdita di fatturato per le aziende italiane sembra essere quello di trovare nuovi clienti e nuovi mercati, sia in Italia che all’estero. In questo panorama una figura professionale molto richiesta oggi dalle aziende è quella dell’Agente di Commercio. Queste figure, infatti, sono in grado di aprire/gestire dei mercati e quindi di fare guadagnare fatturato alle aziende. Non è però facile trovare gli agenti di commercio ed è ancora più difficile trovare gli agenti giusti, bravi ed in grado di portare velocemente fatturati in azienda.

Per che tipo di aziende vi muovete e in che territorio? Siamo in grado di selezionare agenti in tutte le regioni d’ Italia, e lo facciamo dalle aziende più piccole, alle quali troviamo il singolo agente a quelle più grandi, alle quali creiamo reti di vendita anche a livello nazionale. E per le aziende che volessero muoversi sui mercati esteri? Diamo la possibilità alle aziende italiane di affacciarsi a questi nuovi mercati. Attraverso una fitta rete di partnership, infatti, possiamo garantire la ricerca di agenti, soprattutto nei paesi con le migliori prospettive commerciali.

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Mantova

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L’oro “sicuro”

Negli ultimi anni i ‘compro e vendo oro’ sono spuntati come i funghi” ammette Mario Mazzali di Oscar dell’oro, “ma la nostra attività ha caratteristiche diverse che la rendono del tutto trasparente e regolamentata, vi spiego il perché. Anzitutto noi non vendiamo l’oro, ci limitiamo ad acquistare quello usato per mandarlo in fonderia. Per questo non abbiamo vetrine e siamo sottoposti alla vigilanza della Banca d’Italia e dell’autorità di Pubblica Sicurezza. Oggi, purtroppo, non possiamo pagare in contanti cifre superiori ai mille euro, per

la nuova normativa sulla tracciabilità, e dobbiamo ricorrere ad assegni o bonifici. Dobbiamo inoltre dotarci di bilance di massima precisione, con display elettronico visibile anche ai nostri clienti – o per meglio dire fornitori di materia prima – per garantire la massima trasparenza. Pesato l’oro, lo quotiamo a seconda del fixing del giorno, senza far pagare al cliente l’attività di titolazione e fusione. Una volta comprato l’oro, inoltre, dobbiamo attendere dieci giorni prima di mandarlo in fonderia, per lasciare il tempo

di verificarne eventualmente la provenienza alle autorità di vigilanza. Se non lo facciamo veniamo immediatamente accusati di ricettazione e riciclaggio. Non solo, ma seguiamo anche un’ulteriore procedimento di garanzia della legalità dell’operazione, sottoscrivendo un vero e proprio contratto di compravendita che riporta anche i dati del fornitore. In sostanza siamo una sorta di sportello bancario che riceve oro e paga in denaro contante. Non dobbiamo dimenticare che fino ai tempi di Nixon vigeva la convertibilità oro-dollaro.


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Mantova

ALTO MANTOVANO Castel Goffredo, nuove

iniziative per fermare l’impianto a biomasse: richiesti all’Arpa monitoraggi preventivi

SELVOLE, LA

PROTESTA NON SI FERMA MARMIROLO

PRESTO RIPRENDERANNO I LAVORI PER LA TANGENZIALE

di Dario Ferrarini –--------------------------“La nostra protesta continua” è questa in sintesi, la posizione del Comitato No Centrale di Caste Goffredo dopo il doppio pronunciamento negativo del TAR di Brescia sui ricorsi presentati dal Comune e dallo stesso comitato per fermare il sempre più contestato progetto per la realizzazione di una centrale a bio masse legnose in località Selvole. Un progetto già autorizzato dalla Provincia di Mantova a Febbraio 2011. “Il Tar ha definito la località di Selvole non un centro abitato ma un gruppo di case sparse – commenta una portavoce del Comitato – “dichiarando al con-

tempo che il mancato pronunciamento ell’ASL equivale a un parere favorevole. Al ricorso del comune, invece, ha risposto che l'amministrazione pur essendo sempre stata informata dei fatti, non si sia mai opposta durante le conferenze dei servizi”. E sul fronte delle ultime iniziative intraprese spiega: “nel mese di agosto abbiamo richiesto ad Arpa che vengano realizzati monitoraggi dell’aria e dell’inquinamento acustico nelle adiacenze della futura centrale , in modo da avere dei valori di riferimento nal caso in cui la centrale fosse costruita. Ad oggi abbiamo ricevuto la risposta scritta di Arpa , che nel frattempo aveva voluto

incontrare alcuni membri del comitato. Ricorreremo al consiglio di stato entro i termini di legge, per ora aspettiamo un pronunciamento positivo del comune per quanto riguarda i monitoraggi”. E proprio nei giorni scorsi è arrivata la risposta dell’Arpa: “in riferimento alla vostra richiesta di misure analitiche di aria e rumore per la determinazione dei valori ambientali di fondo – si legge nella risposta protocollata inviata al comitato dall’Agenzia Regionale – la nostra agenzia è disponibile ad effettuare una campagna di rilevazione nei mesi invernali, da novembre a febbraio, in cui verranno misurate le concentrazioni di

polveri PM10 e di rumore presso le abitazioni in località Selvole e confinanti con l’area del futuro impianto della società Vignoni Energy. Di norma Arpa svolge tali attività di monitoraggio a livello gratuito qualora le richieste giungano da enti pubblici”. Contro l’impianto si era pronunciata anche l’Amministrazione Comunale, che in una nota aveva parlato di “evidenti criticità della procedura utilizzata che la sentenza del TAR non ha adeguatamente approfondito” e aveva confermato “l’intenzione di proporre appello al Consiglio di Stato per riformare la sentenza ed ottenere, in definitiva l’annullamento dell’autorizzazione”.

“Abbiamo aspettato trascorresse il periodo estivo, e una decina di giorni fa abbiamo avuto contatti con l'amministrazione provinciale – così il primo cittadino di Marmirolo, Paolo Rasori rassicura i cittadini sui tempi di realizzazione dell’opera iniziata a Febbraio 2010: un’ arteria viaria che sottrarrà al tracciato dell'ex statale goitese il passaggio ogni anno di circa 19.000 veicoli. “Presto dovrebbero aumentare i margini di spesa del patto di stabilità che ora bloccano i lavori della tangenziale – spiega il Sindaco come avrete notato da agosto i lavori sono sospesi. Durante un incontro con l'assessore provinciale Freddi abbiamo infatti saputo che la Provincia non riesce ad anticipare ulteriori fondi alla ditta costruttrice per il vincolo imposto dal patto di stabilità. Di fatto non ha capacità di spesa. Abbiamo

cercato di capire se ci fosse la possibilità di una soluzione a breve: entro settembre la Regione dovrebbe produrre un provvedimento generale, e dunque per Provincie e Comuni, grazie al quale garantire capacità di spesa assumendosene direttamente l'onere. I tempi sono brevi, e se dovesse confermarsi questa possibilità i lavori potrebbero riprendere e ripartire a pieno ritmo già entro la fine dell'anno. Qualora poi non si riuscisse a trovare soluzioni a breve informerò il consiglio comunale, perchè possano essere intraprese eventuali iniziative coinvolgendo anche il comitato spontaneo di cittadini sorto ben prima che iniziassero i lavori. Qualcuno ci dovrà allora dire se la tangenziale di Marmirolo è davvero prioritaria, o se ci sono altre esigenze più stringenti”.

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Mantova

LTREPO MANTOVANO “Anche indagini su mandato dell'autorità giudiziaria”

TRE AGENTI UOMINI E UNA DONNA NEGLI UFFICI Intervista al responsabile della Polizia Locale Alberto Bernardi: “Gli agenti dedicano molto tempo al controllo ambientale, ma è una battaglia contro i mulini a vento”

“Cara Ostiglia, quanti rifiuti

“Il Ponte” di Sermide si rimette

in sesto grazie al Parmigiano Reggiano di Villa Poma

abbandonati...”

V

igilanza stradale, contravvenzioni, ma anche controllo del territorio e qualche indagine commissionata dall'autorità giudiziaria. I compiti della Polizia Locale di Ostiglia – come quella di tutti gli altri Comuni – sono innumerevoli e a volte il numero di agenti in servizio è troppo esiguo per la mole di lavoro da svolgere. Una delle mansioni che richiedono maggiore impegno sul territorio ostigliese? La “caccia” ai rifiuti abbandonati e a chi se ne libera in modo non corretto. Abbiamo scambiato due parole con Alberto Bernardi, responsabile amministrativo della Polizia Locale di Ostiglia. Signor Bernardi, su che territorio ha competenze la Polizia Locale di Ostiglia? «Esclusivamente sul territorio ostigliese: capoluogo, la frazione di Correggioli e le varie località che si trovano fuori dal centro abitato. Fino ad alcuni anni però fa era in vigore una convenzione con Revere, Serravalle a Po e Sustinente». Di cosa si occupa maggiormente la “locale” di Ostiglia? «Per la maggior parte gli agenti, che sono tre, si occupano di vigilanza stradale. Che comprende pattugliamento delle strade, controlli con autovelox ma soprattutto regolamentazione del traffico in prossimità delle scuo-

le. Ostiglia è il maggiore polo scolastico del Destra Secchia, gli agenti sono solamente tre e il mattino devono essere in servizio alle 7.30. Ne consegue che, siccome prestano servizio 36 ore la settimana, il pomeriggio non sono praticamente mai in ufficio o in strada. Invece d'estate, con le scuole chiuse, fanno servizio anche due pomeriggi e una sera alla settimana. Ma oltre a questi servizi, la Polizia Locale di Ostiglia dedica anche molto tempo al controllo ambientale, cioè alla ricerca di rifiuti abbandonati in modo improprio e a chi se ne libera in modo “allegro”. Purtroppo a Ostiglia è una pratica costante , e per gli agenti è quasi una battaglia contro i mulini a vento. In più gli agenti intervengono anche su una decina di incidenti stradali ogni anno». Ci sono donne in organico? «No, tutti e tre gli agenti ostigliesi sono uomini. Però negli uffici lavora una donna». Anche gli agenti della Polizia Locale, sono agenti di pubblica

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sicurezza e pubblici ufficiali, quindi potrebbero svolgere anche compiti più “impegnativi”... «Esatto. E infatti, a volte, ricevono anche mandato dalla magistratura di svolgere alcune indagini. In più possono essere armati e quando pattugliano il territorio sono provvisti di manette. Per fortuna però non capita mai che debbano ricorrere alle armi o arrestare qualcuno, anche perché la Polizia Locale di Ostiglia non è dotata di mezzi idonei al trasporto di una persona arrestata né tanto meno di camere di sicurezza per trattenere eventuali arrestati. Di solito questi compiti vengono svolti da Carabinieri e Polizia, molto più forniti da questo punto di vista». Spesso la polizia locale viene accusata di permettere ai Comuni di fare cassa con multe e autovelox. E' così? «Direi di no. Per quanto riguarda Ostiglia, gli agenti escono con autovelox due volte alla settimana ed elevano un numero davvero esiguo di multe. Ma si

tenga anche conto che Ostiglia è attraversata da due strade statali lungo le quali sorgono numerose abitazioni, quindi i controlli sono praticamente obbligati. Le altre contravvenzioni vengono elevate ad esempio in caso di soste vietate e simili: il centro storico ostigliese è molto ampio e va controllato. Ma anche in questo caso il numero di multe non è così elevato da poter essere utilizzato per fare cassa». Qualche caso particolare seguito nel 2012? «Casi particolari direi di no. Mi viene in mente il caso che si è verificato alcune settimane fa: due incidenti nello stesso momento e c'era un solo agente in servizio, il cui compito è stato decisamente arduo. Anche fare vigilanza stradale durante la Mille Miglia, l'ultima volta nel 2011, non è mai semplice. E ovviamente è molto impegnativo il controllo dei rifiuti, spesso abbandonati in golena di Po, lungo l'ex ferrovia Ostiglia-Legnago-Treviso e nei pressi del Canal Bianco».

La Cooperativa “Il Ponte”, con sede a Sermide, si rimette in sesto dopo il terremoto. E lo fa grazie alla vendita di parte delle forme di Parmigiano Reggiano del caseificio “Andreasi” di Villa Poma. Il retroscena vede un primo contatto tra il mantovano Enzo Lucchini, ex vicepresidente del consiglio della Regione Lombardia e attuale direttore di Arpa e dell'Asl di Lecco, e un benefattore anonimo che alla Coop “Il Ponte” ha donato la cospicua cifra di 50mila euro. Tali fondi sono stati utilizzati dalla Coop sermidese per acquistare a prezzo di vendita parte delle forme di Parmigiano Reggiano del caseificio “Andreasi” di Villa Poma, danneggiate dal sisma dello scorso maggio. Dopo l'acquisto, la Coop ha rivenduto il prelibato formaggio ad un prezzo solidale, ricavandone 15mila euro. Tale guadagno, ora, sarà destinato a mettere in sicurezza e ripristinare la sede sermidese de “Il Ponte”. Insomma si tratta di un circolo virtuoso e solidale che, partito da un privato che ha deciso di aiutare il territorio mantovano colpito dal sisma, ha portato benefici sia al caseificio villapomese, le cui forme di Parmigiano Reggiano sono state danneggiate, sia alla Coop “Il Ponte”, che pure ha subito danni. La sede della Coop sermidese, che possiede anche una struttura a Poggio Rusco e una a Palidano di Gonzaga, dallo scorso maggio non è mai stata chiusa o dichiarata inagibile, tuttavia ha subito danneggiamenti e ora deve essere ripristinata e riportata allo stato pre-sisma. Ovvia la soddisfazione, dopo l'iniziativa benefica che ha preso il nome di “Fai bene due volte”, di Lucchini, della presidente de “Il Ponte”, Simonetta Bellintani, e del presidente del caseificio “Andreasi”, Carlo Michelini. Al caseificio, tra l'altro, il Parmigiano Reggiano “terremotato” rimane in vendita per tutto ottobre. (gb)


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Mantova

LTREPO MANTOVANO Le campagne

viadanesi vivono grazie al Navarolo

A

cqua, acqua e ancora acqua. E spese elevatissime dopo aver superato una delle estati più torride che ci si ricordi. Il Consorzio di Bonifica Navarolo, che opera nel Viadanese e nel Casalasco, tira le somme della stagione delle irrigazioni e delle coltivazioni. E, come tutti gli anni, si trova alle prese con il problema della moria di pesci dopo lo svuotamento dei canali irrigui. Abbiamo scambiato qualche battuta con Bruno Vezzoni, presidente del Consorzio Bonifica Navarolo. Presidente, ci indichi in quali aree è attivo il Consorzio e dove si trovano i vostri impianti. «Il Consorzio di Bonifica Navarolo opera nella zona di Viadana e di Casalmaggiore. I nostri impianti di irrigazione si trovano in parte sul Po e in parte sull'Oglio, e sono situati a Isola Pescaroli, frazione di San Daniele Po, in provincia di Cremona ma al confine col Parmense, a Casalmaggiore, sul confine col Mantovano, e a Santa Maria, località di Calvatone, sempre in provincia di Cremona e al confine con il Mantovano. Gli impianti di svuotamento dei canali invece sono a San Matteo delle Chia-

INTERVISTA A BRUNO VEZZONI, PRESIDENTE DEL CONSORZIO “In estate abbiamo consumato oltre 7 milioni di Kilowatt per l'energia elettrica con una spesa di oltre un milione e 100mila euro, ben oltre le previsioni”

“La moria di pesci? Problema

di tutti gli anni” viche, frazione di Viadana, e a Roncole, località di Gazzuolo». Veniamo all'attualità: i residenti a San Matteo lamentano la moria di pesci che si verifica quando i canali irrigui vengono svuotati... «Purtroppo è un problema che si verifica tutti gli anni. Bisogna sapere che il nostro Consorzio si trova nell'area più depressa del Viadanese e Casalasco, a 8-10 metri sotto la massima piena alla confluenza di Oglio e Po. Nei nostri canali l'acqua non arriva da laghi o sorgive, ma dobbiamo spingerla noi direttamente da Oglio e Po. E, quando finisce la stagione delle coltivazioni, smettiamo di spingere acqua – il servizio è pagato anche dagli agricoltori – così l'acqua viene riassorbita dalla falda e i canali si svuotano con tutte le conseguenze del caso. Comunque come da prassi comunichiamo in anticipo il momento in cui svuotiamo i canali. Quest'anno ne abbiamo dato comunicazione ancora lo scorso 31 agosto». Una soluzione al problema? «Dopo il periodo estivo si potrebbe continuare a spingere acqua ma a regime molto ridotto, anche se non è gratis. Durante l'estate appena passata abbiamo

consumato circa 7 milioni di Kilowatt in corrente elettrica e prevediamo di spendere oltre un milione e 100mila euro, 300mila in più degli 800mila che avevamo messo a bilancio. Comunque, nonostante il problema della

moria di pesci, grazie al nostro lavoro le nostre campagne sono sopravvissute nonostante una delle estati più torride che ci si ricordi. E, comunque, i canali devono essere mantenuti puliti e in ordine: questo perché i canali

di colo delle acque durante il periodo delle piogge, sono gli stessi che vengono utilizzati per le irrigazioni». Qualche dato sull'impianto di San Matteo? «Si tenga conto che può spinge-

re fino a 70mila litri al minuto. E' un impianto decisamente molto imponente sul quale, tra l'altro, di recente abbiamo investito molti soldi per eseguire dei lavori di manutenzione straordinaria». (gb)

I love English... A Suzzara l'inglese è alla portata di tutti “I love English, and you?”. Tradotto: “Mi piace l'inglese, e a te?”. A Suzzara la lingua inglese è per tutti: l'Università del Tempo Libero infatti sta organizzando un corso d'inglese che prenderà il via a breve. Si tratta di un corso per adulti che desiderano avvicinarsi alla lingua inglese o rispolverare le conoscenze scolastiche che magari con il passare del tempo si sono un po' arrugginite. Il corso darà ai partecipanti la possibilità di prendere confidenza con la lingua e la civiltà inglesi, nonché potenziare le proprie capacità comunicative in vari ambiti della vita quotidiana (shopping, lavoro, tempo libero, viaggi, sport e via dicendo). Le lezioni si tengono il giovedì (non è ancora stata decisa la data d'inizio) da una qualificata insegnante con anni di esperienza alle spalle. Le lezioni si svolgono nella sala civica di Suzzara. Per info contattare l'Università del Tempo Libero ai numeri: 0376-532120 oppure 347-2929628. (gb)

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Mantova

AMMORTIZZATORI SOCIALI Terza tappa dell’approfondimento sulla riforma Fornero. Dopo i “licenziamenti”, è la volta degli ammortizzatori sociali

Lavoro  Viaggio in 4 puntate

negli snodi fondamentali della legge n°92/12

in collaborazione con cgil mantova abbiamo scelto di dedicare quattro speciali alla Riforma del lavoro, per contribuire a fare chiarezza su un provvedimento complesso e molto dibattuto. abbiamo scelto di distinguere la parte puramente

illustrativa della legge dai commenti, che emergeranno dalle parole degli intervistati. la terza puntata è dedicata agli ammortizzatori sociali. Il commento è affidato a Italo Freddi, segretario nidil/cgil.

La riforma del lavoro

Ammortizzatori sociali (artt. 2-3)

RioRdino ammoRtizzatoRi sociali esistenti Illustreremo in questa parte le modifiche introdotte nel sistema degli ammortizzatori sociali; per comodità di esposizione tratteremo prima gli interventi modificativi del regime preesistente, per trattare successivamente le norme comportanti l'istituzione di nuovi strumenti. Pertanto tratteremo prima l'Assicurazione Sociale per l'Impiego (ASpI) che sostituisce istituti preesistenti relativi al sostegno della disoccupazione, poi passeremo a segnalare i cambiamenti in tema di Una tantum per i collaboratori a progetto e di Cig(s), e infine illustreremo e commenteremo le norme sui ”Fondi bilaterali di solidarietà”. Tutte le norme commentate entrano in vigore nel 2013 o successivamente se espressamente indicato in legge. aspi (art. 2 commi 1- 50) L'ASpI è un'indennità di disoccupazione, che si vuole universale, e pertanto sostituisce, con una transizione tra il 2013 e il 2016, le indennità di disoccupazione, ordinaria e con requisiti ridotti, l'indennità di mobilità e le indennità speciali in edilizia. Non viene modificato, invece, il sistema vigente in agricoltura, riformato con l'art.1 commi 62 e sg della legge 247/07. L'ASpI è finanziata con una contribuzione pari all'1,31% sul monte salari a carico di tutti i datori di lavoro, cui si aggiunge un contributo dell'1,4% sulle prestazioni non derivanti da lavoro a tempo indeterminato, con l'esclusione degli assunti a termine per sostituzione, e dei lavoratori impiegati a termine in attività stagionali, anche quelle definite contrattualmente (purché gli accordi relativi siano stati sottoscritti entro il 2011). Questa contribuzione aggiuntiva può essere recuperata dall'impresa se trasforma il rapporto a termine in tempo indeterminato, fino ad un massimo di sei mensilità. I commi 26-27 disciplinano in modo assai diverso le diversità contributive attualmente vigenti: infatti mentre per i soci di cooperativa è prevista una gradualità che li porta con incrementi annuali al versamento dell'1,31 entro il

2017, i trattamenti di favore (0,40% e 0,18% rispettivamente) oggi in vigore per artigiani e pubblici esercizi a CUAF ridotta vengono resi strutturali. Al finanziamento dell'ASpI è anche destinato un contributo pari al 50% del trattamento iniziale dell'ASpI moltiplicato per l'anzianità aziendale del lavoratore, fino ad un massimo di tre anni, che l'impresa deve versare in caso di risoluzione del rapporto di lavoro, anche se riferita a rapporti di apprendistato. A tale obbligo sono sottratti i licenziamenti per fine cantiere in edilizia, nonché quelli negli appalti ove vigano clausole sociali che vincolano il datore di lavoro vincitore della gara ad assumere i lavoratori presenti nell'appalto.(commi 25, 28-35). Destinatari del trattamento sono i lavoratori subordinati che hanno perso l'impiego, compresi gli apprendisti, gli artisti dipendenti, i soci di cooperativa con rapporto di dipendenza, i lavoratori a tempo determinato della Pubblica Amministrazione (comma 2). I requisiti per accedere sono gli stessi attualmente vigenti per l'indennità di disoccupazione con requisiti ordinari, ossia un'anzianità assicurativa biennale ed un versamento di 52 settimane nel biennio precedente l'evento (comma 4). In mancanza dell'anzianità assicurativa biennale, ma in presenza di almeno 13 settimane per cui sia stata versata contribuzione è possibile accedere alla cosiddetta “MiniASpI”, su

cui torneremo in seguito. La durata del sussidio, nel 2016, sarà pari a 12 mesi per chi ha meno di 55 anni, 18 per chi li supera, a condizione che lo stato di disoccupazione sia mantenuto; nel caso di nuova occupazione, fino a sei mesi, il godimento dell'ASpI viene sospeso per poi riprendere per il periodo residuo a conclusione della nuova occupazione. Il lavoro prestato in regime di sospensione dell'ASpI è utile ai fini di una nuova domanda. Nel caso di occupazione autonoma, si deve avvertire l'Inps entro un mese dall'avvio dell'attività, comunicando anche il reddito annuo presumibile. In caso di reddito inferiore alla soglia di esenzione fiscale (attualmente €4800 per le collaborazioni, €8000 per il lavoro autonomo), l'Inps ridurrà l'ASpI dell'80% degli importi reddituali che si prevede discenderanno dall'attività autonoma. L'importo dell'ASpI è ottenuto calcolando il 75% della retribuzione fino a €1180, cui aggiungere il 25% della retribuzione eventualmente eccedente tale cifra. In ogni caso per il 2012 opera il massimale di €1119,32, che sarà rivalutato annualmente secondo l'andamento dell'indice Istat del costo della vita per famiglie di operai e impiegati (il cosiddetto indice FOI). Sugli importi dell'ASpI è soppresso il contributo attualmente vigente sull'indennità di disoccupazione (5,84%), ed è ugualmente soppresso il massimale

inferiore oggi operante sui trattamenti di disoccupazione (€ 931,28). L'importo dell'ASpI subisce un décalage del 15% se lo stato di disoccupazione si protrae oltre il 6° mese, un ulteriore calo del 15% dopo il 12°. Sull'importo dell'ASpI sono accreditati i contributi figurativi per un importo pari alla media delle settimane accreditate nel biennio antecedente, e valgono ai fini delle prestazioni previdenziali, ad eccezioni per quelle per il godimento delle quali è prescritto esclusivamente l'effettivo versamento della contribuzione (ad es. per chi è in regime retributivo l'anticipo della pensione con 35 anni di contribuzione, per chi è in regime contributivo l'anticipo della pensione con 20 anni di contributi effettivi, 63 anni di età e un importo di pensione pari a 2,8 volte l'assegno sociale). Come si è già accennato, in caso del solo versamento previdenziale di 13 settimane, è possibile accedere ad un'indennità che sostituisce la previgente indennità con requisiti ridotti (MiniASpI, commi 20-24). Essa è calcolata allo stesso modo dell'ASpI, e viene erogata direttamente a domanda, anziché l'anno successivo come l'indennità con requisiti ridotti. La sua durata, e conseguentemente la contribuzione figurativa spettante, è pari alla metà delle settimane su cui sia stata versata contribuzione (nel caso citato sopra, a 13 settimane di versamenti cor-

risponderà una MiniASpI erogata per 6,5 settimane). Anche qui, come per l'ASpI, è condizione essere e permanere nello stato di disoccupazione. Sospensioni dell'erogazione per nuova occupazione sono possibili fino a cinque giorni. Le domande, sia per l'ASpI che la MiniASpI, vanno inviate telematicamente all'Inps, entro 60 giorni dal verificarsi dell'evento; l'indennità decorrerà dall'ottavo giorno dalla cessazione del rapporto, oppure dal quinto successivo alla presentazione della domanda se quest'ultima sarà presentata dopo l'ottavo giorno. Una tantUm co.co.pRo. (aRt. 2 commi 51-58) L'Una tantum fu introdotta nel 2009 con l'art.19, comma 2 della legge 2/09 dal precedente Governo, e per svariate ragioni non dette risultati apprezzabili. Innanzitutto per le condizioni molto restrittive per accedere al meccanismo, oltreché per la scarsissima informazione che se ne dette: infatti solo poco più di 11mila collaboratori ne poterono beneficiare, a fronte di oltre 35 mila domande pervenute nel biennio, che già erano poca cosa rispetto alle decine di migliaia di collaboratori i cui rapporti erano stati risolti, specie nelle fasi iniziali della crisi. Adesso il testo non si discosta in misura significativa dall'impianto precedente, pur potendo rimettere in circolo i significativi

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stanziamenti residuati. L'istituto è rivolto a collaboratori a progetto in monocommittenza che: −abbiano un reddito fiscalmente imponibile dell'anno precedente inferiore a 20.000€ (da rivalutare); –abbiano un contributo mensile nell'anno di richiesta; –abbiano almeno due mesi di disoccupazione nell'anno precedente quello della richiesta; –abbiano almeno 4 mensilità (3 fino al 2015) di contribuzione nell'anno precedente quello della richiesta. A quanti soddisfino TUTTE queste condizioni sarà erogato per gli anni 2013-2015 un importo Una tantum pari al 7% del minimale annuo (per il 2012 pari a €14930) da moltiplicare per la cifra inferiore tra le mensilità accreditate l'anno precedente e quelle non coperte da contribuzione. Modifiche al regiMe di cassa integrazione straordinaria (art. 3) Si rendono strutturali disposizioni che finora erano soggette a conferme annuali nelle leggi di bilancio, a volte fin dal 1993. Pertanto il ricorso alla Cigs è d'ora in poi possibile, in aggiunta a quanto previsto dalla legge 223/91, per: −imprese commerciali con dipendenti compresi tra 50 e 199; −imprese di vigilanza, con più di 15 dipendenti; − o p e r a t o r i turistici con più di 50 dipendenti; −imprese del trasporto aereo; −imprese del sistema aeroportuale. Conseguentemente i versamenti previdenziali relativi sono resi strutturali. Viene ugualmente resa strutturale, a partire dal 2013, l'Indennità di mancato avviamento per i portuali. Dal 2016 scompare, invece, la possibilità per le imprese in amministrazione controllata, concordato preventivo, fallimento, di ricorrere alla Cigs ai sensi dell'art. 3 della citata legge 223/91, e da subito sono introdotti criteri maggiormente restrittivi per la concessione, fondati sulla effettiva possibilità di prosecuzione, anche parziale, dell'attività dell'impresa. ammortizzatori in deroga Coerentemente con l'avvio dilazionato dell'ASpI, prosegue lo stanziamento per gli ammortizzatori in deroga per il periodo 2013-2016 con le seguenti cifre: 1 miliardo di € per il biennio 2013-14, 700 milioni di € nel 2015, 400 milioni di € nel 2016. fondi bilaterali di solidarietà (art.

3, commi 4-49) cosa sono e a cosa servono Al fine di assicurare entro il 2013 un trattamento in caso di sospensione dal lavoro in costanza di rapporto di lavoro, si prevede la costituzione entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge ( quindi entro febbraio 2013) di un sistema di Fondi bilaterali di solidarietà, anche intersettoriali, per effetto di accordi tra le organizzazioni comparativamente più rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori, che ne definiranno il finanziamento, interamente a loro carico e da ripartirsi secondo il criterio dei due terzi a carico del datore e un terzo a carico del lavoratore. La finalità di tali Fondi è di garantire, per le stesse causali previste per la Cig, ordinaria e straordinaria, un sostegno al reddito ai lavoratori pari almeno ad un ottavo del monte ore lavorativo teoricamente lavorabile nel biennio mobile ( per capirci: 40 ore settimanali*48 settimane teoricamente lavorabili nell'anno = 1920 ore annue teoricamente lavorabili/8 = 240 ore, ossia 6 settimane, da notare che il periodo minimo per la Cigo è di 13 settimane). Le intese istitutive del Fondo vengono recepite e rese quindi obbligatorie per tutte le imprese con più di 15 dipendenti dell'ambito economico oggetto delle intese stesse con uno o più decreti ministeriali, da emanarsi entro i tre mesi successivi. In tale modo i Fondi vengono istituiti presso l'Inps, non possiedono personalità giuridica ma si configurano quali gestioni dell'Inps. I Fondi potranno anche aggiungere, alla prestazione “obbligatoria” descritta sopra, le seguenti finalità e le conseguenti prestazioni: −integrare le prestazioni dell'ASpI; −coprire i redditi in caso di intese atte ad agevolare fino a cinque anni l'uscita dei lavoratori con conseguimento dei requisiti pensionistici; −finanziare programmi per la riconversione delle competenze dei lavoratori. In riferimento, in particolare, a quest'ultima finalità le parti istitutive del Fondo possono prevedere, qualora siano le stesse ad aver istituito i Fondi intersettoriali di formazione continua (art. 118 legge 388/00), che questi confluiscano nei Fondi di cui alla presente Sezione. In tal caso, dato che per effetto dell'efficacia obbligatoria di queste disposizioni tutte le imprese sono tenute all'adesione al Fondo di solidarietà, confluirà qui anche la quota di contributo dello 0,30%

versato direttamente all'Inps da parte di imprese che non avessero aderito ad alcun Fondo interprofessionale. Non solo: a decorrere dal 2017, in contemporanea con la definitiva sparizione dell'istituto della mobilità, il contributo che la finanziava (pari a 0,30%) potrà essere mantenuto in vita quale contributo delle imprese al finanziamento del Fondo di solidarietà relativo alle imprese già beneficiarie dell'istituto della mobilità. Modello alternativo: il Parlamento ha inserito, rispetto alle previsioni del Governo, la possibilità per le parti, specie nel settore di artigiano, di dare vita ad un modello alternativo, adeguando alle finalità descritte sopra gli strumenti bilaterali vigenti alla data di entrata in vigore della legge. Condizioni da assicurare, aggiornando eventualmente le intese vigenti sono: –un finanziamento non inferiore allo 0,20% del monte salari; –le prestazioni da assicurare condizionate dalla capienza del fondo; –la variazione dell'aliquota di finanziamento in funzione delle prestazioni da assicurare e dell'andamento del o dei settori; –criteri e requisiti di gestione dei fondi. In particolare (comma 17) si prevede che in caso di sospensioni per gli anni 2013-15 il diritto all'ASpI è condizionato alla preventiva erogazione “integrativa” del 20% dell'ASpI stessa da parte dell'ente bilaterale, e che la durata dell'erogazione non possa superare le 90 giornate nel biennio. fondo residuale Qualora entro il 31 marzo 2013 non siano stati coperti tutti i settori o le tipologie d'impresa, sempre con più di 15 dipendenti, il Ministero provvede ad istituire con decreto un Fondo residuale, che dovrà assicurare le prestazioni minime già indicate sopra. Struttura della governance dei Fondi Come già accennato, i Fondi sono da concepire come gestioni dell'Inps, e saranno amministrati da un Comitato di gestione composto da 12 membri, 10 di nomina paritetica dei soggetti istitutivi (con incompatibilità rispetto alla contemporanea copertura di incarichi nelle rispettive organizzazioni, e senza diritto ad emolumenti), 2 nominati rispettivamente dai Ministeri del Lavoro e dell'Economia. I bilanci dei Fondi devono obbligatoriamente essere in pareggio in una prospettiva a otto anni, e dovranno tenere in considera-

Il commeNto

Italo Freddi, Nidil/ Cgil: “la tutela del lavoro non trova cittadinanza” come giudica la parte di riforma che riguarda gli ammortizzatori sociali? “Non v’è dubbio che la lettura su questo importante capitolo non può risultare scollegato da tutto il resto della Legge. Ed è proprio per questo motivo che il capitolo in oggetto, rappresentando un pezzo determinante del mondo del lavoro che si collega alla perdita di occupazione e alla necessità di garantire sostegno al reddito in attesa di nuovo lavoro, poteva essere fatto meglio per garantire migliori tutele. La richiesta sindacale era legata alla necessità di garantire uno strumento che rendesse universale l’applicazione a tutto il mondo del lavoro dipendente e parasubordinato. Nella legge questa impostazione non è stata recepita escludendo pertanto parte degli addetti del mondo del lavoro. L’altra considerazione importante è legata alla drastica riduzione dei tempi di copertura dei periodi di disoccupazione che , in momenti di crisi strutturale e di lunga durata come quella attuale, consentiva, per un verso l’accompagnamento alla pensione e per l’altro offriva dal punto di vista temporale un periodo utile per la ricerca di nuova occupazione. Per quanto riguarda i lavoratori parasubordinati, co.co.pro. permane una norma farraginosa che non modifica sostanzialmente l’impostazione precedente e rimane destinata ad escludere la maggioranza dei lavoratori che utilizzeranno questa modalità di “partecipazione” al lavoro. Questa riforma non “include”. condivide la critica secondo la quale le misure siano eccessivamente sbilanciate rispetto agli obiettivi di finanza pubblica e poco rispetto alla zione anche le spese di gestione. Misure non coperte, o a rischio secondo il giudizio del direttore generale dell'Inps saranno bloccate, e il Presidente dell'Inps dovrà pronunciarsi entro sei mesi. struttura della governance dei fondi Come già accennato, i Fondi sono da concepire come gestioni dell'Inps, e saranno amministrati da un Comitato di gestione composto da 12 membri, 10 di nomina paritetica dei soggetti istitutivi (con incompatibilità rispetto alla contemporanea copertura di incarichi nelle rispettive organizzazioni, e senza diritto ad emolumenti), 2 nominati rispettivamente dai Ministeri del Lavoro e dell'Economia. I bilanci dei Fondi

tutela del lavoratore? “Credo sinceramente che tutta l’impostazione di questo governo sia improntata esclusivamente verso obiettivi di contenimento della spesa e pertanto di finanza pubblica e non della crescita economica, sociale, dei servizi e della occupazione. La tutela dei lavoratori attraverso l’insieme di questa legge non trova cittadinanza”. cosa pensa dei fondi bilaterali di solidarietà? “Anche su questo versante la logica perversa risulta quella di scaricare i costi di sostegno al reddito direttamente sui lavoratori e sulle imprese. Risulta una soluzione di tipo mutualistico che aggrava la situazione economica di ogni singolo addetto. Nelle imprese sino a 15 dipendenti, ( Imprese artigiane) i fondi bilaterali sono presenti per determinare una sorta di aiuti a chi il lavoro lo perde temporaneamente. Ma di certo non si può pensare che questi fondi bilaterali di solidarietà possano sostituirsi integralmente a coperture che devono essere garantite dallo Stato. Questa non può essere spacciata per universalità di un sistema e rischia di creare ulteriori differenze in momenti drammatici della vita delle persone perché interviene quando il lavoro si perde. La domanda che sorge spontanea è legata al fatto di continuare a non capire dove i Governanti di questo Paese hanno sbagliato sinora e soprattutto che utilizzo viene fatto delle tasse e dei contributi che a vario titolo i cittadini italiani onesti versano quotidianamente, visto il continuo taglio ai servizi. Il paradosso che rischia di diventare realtà è che i lavoratori, dipendenti e/o parasubordinati si pagheranno il lavoro quando lo trovano e quando lo perdono”.

devono obbligatoriamente essere in pareggio in una prospettiva a otto anni, e dovranno tenere in considerazione anche le spese di gestione. Misure non coperte, o a rischio secondo il giudizio del direttore generale dell'Inps saranno bloccate, e il Presidente dell'Inps dovrà pronunciarsi entro sei mesi. appendice: accordi aziendali di agevolazione all'esodo (art. 4, commi 1-7) Collocata in una posizione “illogica” rispetto all'argomento trattato, e con scarso coordinamento con le finalità possibili dei Fondi di solidarietà, si prevede la possibilità di stipulare intese aziendali per agevolare l'esodo anticipato di dipendenti cui manchino fino

a quattro anni al raggiungimento dei requisiti pensionistici. In tal caso l'impresa s'impegnerà a corrispondere all'Inps l'importo della pensione cui avrebbero diritto in base alle regole vigenti. Contestualmente l'impresa dovrà versare all'Inps la contribuzione previdenziale relativa, nonché sottoscrivere una fideiussione bancaria a garanzia dei versamenti. L'Inps accerta l'esistenza dei requisiti in capo ai singoli lavoratori e valida l'accordo. A quel punto l'impresa versa mensilmente gli importi dovuti all'Inps, in caso di mancato versamento l'Inps notifica la violazione all'impresa e, perdurando la situazione, si rivale sulla fideiussione, ma comunque sospende l'erogazione della prestazione ai lavoratori.

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Sport  Dal 2010 a Levata c’è il My Wall,

palestra di arrampicata libera. Una disciplina adatta a chiunque e praticabile in tutta sicurezza

LE MONTAGNE DI LEVATA  di Enrico Corniani ----------------------------E se a qualcuno venisse in mente di costruire una palestra di arrampicata sportiva, nel “piattume” della provincia di Mantova, dove andrebbe a costruirla se non a Levata, paese conosciuto per il detto popolare (spesso un invito) “andare sulle montagne di Levata”? E proprio nella frazione di Curtatone è sorto “My Wall”, centro di arrampicata sportiva ormai punto di riferimento di questa disciplina non solo di Mantova, tant’è vero che non sono pochi gli appassionati delle province vicine che utilizzano le sue pareti. L’idea di portare le montagne in pianura è venuta ad alcuni appassionati della zona, che si erano conosciuti arrampicandosi in giro per il nord Italia, e che hanno aperto il centro nel gennaio del 2010. Un’idea che ha preso piede, tanto che oggi il centro marcia a pieno regime. “È uno sport adatto a tutti, dai cinque anni in su” dicono i ragazzi che gestiscono il centro. Si possono prendere lezioni individuali o di gruppo, o anche arrampicarsi senza corde né istruttore in quella che viene chiamata sala boulder: in pratica, 4 pareti alte cinque metri e una stalattite al centro piene di appigli (colori differenti in base alla difficoltà del percorso) da usare per salire fino in cima. Sul pavimento, un enorme materassone spesso 70 centimetri, per evitare ogni infortunio

in caso di caduta. Poi c’è la sala corda, tra le più alte d’Italia (altezza max 15 metri). Strapiombi, pendenze e un sacco di itinerari sempre diversi. Il tutto, sempre e comunque, in massima sicurezza. “L’arrampicata sportiva – dicono i ragazzi del My Wall - a differenza dell’alpinismo, dove vi è sempre un margine di rischio oggettivo, è un’attività che, se praticata nelle condizioni e modalità previste, è assolutamente sicura e adatta a ogni età e condizione fisica”. In forma o meno, c’è da dire che le prime volte vi accorgerete di quanto non siamo abituati a usare mani, polsi e avambracci (vi faranno malissimo). Ma lo sforzo dell’arrampicata coinvolge tutto il corpo; spalle, schiena, gambe, oltre a un sacco di muscoli che ignoravate di avere. Per questo è uno sport ottimo a tutte le età, in particolare per i giovanissimi. Parallelamente a quell’incoscienza che li porta ad arrampicarsi senza paura, sviluppano spirito di gruppo, autostima e piacere per la sfida, oltre al senso di responsabilità legato al prendersi carico della sicurezza dei compagni con cui si è legati, anche fisicamente, durante le salite. Insomma, uno sport tutto da scoprire. Sul sito www.my-wall.it trovate tutto quello che serve sapere. D'altronde, vi hanno portato le montagne in pianura. Provare a scalarle, è il minimo.

CON CORDA E SENZA CORDA Al My Wall ci sono due sale dove poter arrampicarsi. La prima è la sala corda, tra le più alte d'Italia con le pareti che arrivano a un'altezza di 15 m e uno sviluppo delle vie oltre i 20 m, con 29 catene e vie di tutte le difficoltà percorribili in completa sicurezza. Le vie sono tracciate per colore, con difficoltà che vanno dal 4c all'8b secondo la scala

francese. Sugli itinerari più facili e verticali le corde sono già montate in catena, in modo da poter arrampicare in moulinette (con la corda dall'alto). La seconda sala è la sala boulder, dove le pareti sono alte 5 metri, con tetti, strapiombi, placche e ribaltamenti in cui potrete mettere alla prova tutta la vostra forza e il vostro equilibrio. Le vostre evoluzioni saranno protette da un materassone di 70 cm di spessore che vi consentirà di provare i passaggi più estremi senza temere le conseguenze di cadute. Al centro della stanza una stalattite gigante per le partenze con i piedi nel vuoto.


Numero 38 • VENERDÌ 19 OTTOBRE 2012

Mantova

ANDAR PER CIRCOLI In arrivo gli Stato Sociale e i Kalevala Gli irriverenti bolognesi "Stato Sociale" all'Arci Tom il 26

Tra gli ospiti più attesi dell'ultima Arcifesta, il 26 ottobre l’Arci Tom ospita “Lo Stato Sociale”, uno dei progetti più freschi, intelligenti e irriverenti in circolazione. Vengono da Bologna, macinano tutto ed il suo contrario risputandolo con groove elettronici, rime e melodie che ti si incollano al cervello. Dal vivo sono una forza della natura con oltre 100 date all'attivo ed un seguito in rapida crescita in tutta Italia (inizio ore 222, ingresso 8 euro con tessera). Sempre venerdì 26, ma all’Arci Dallò di Castiglione arrivano invece i Kalevala. Di origine parmense, i Kalevala saccheggiano impunemente da tradizioni musicali diverse, dalla Celtic Music al Metal, dal Rock anni ‘70

Il 27 ottobre parte la stagione del Centro culturale con il musical “Frankestein”

Su il sipario a San Giorgio Sabato 27 ottobre prende il via all’auditorium del Centro Culturale di San Giorgio la nuova stagione teatrale 2012-2013, curata nell’organizzazione da più partners artistici (Fondazione Aida, il Palcaccio, Via.Vai coop sociale, Ars creazione e spettacolo) che collaborano con l’Amministrazione Comunale di San Giorgio. La data di apertura di rassegna è fissata per il 27 ottobre alle 20.45, serata in cui la compagnia “Off Broadway” porterà in scena il musical “Frankestein” per la regia di Francesco Antimiani, spettacolo in 2 atti liberamente ispirato

all’esilarante pellicola di Mel Brooks “Frankenstein Junior”. Il giovane medico e professore Frederick Frankenstein eredita dal nonno il castello di famiglia in Transilvania. Modifica la pronuncia del cognome in Frankenstin, per distinguersi dal nonno di cui rigetta le teorie mediche, ritenendole assurde. Incontra in Transilvania l’aiutante gobbo Igor, la provocante assistente Inga e la misteriosa Frau Blucher; quest’ultima con sotterfugi fa trovare a Frankenstin gli appunti del nonno. Egli, ricredendosi sulle proprie idee, cerca di dar vita ad una creatura, alla

quale, per un errore, viene impiantato un cervello abnorme. Si susseguono varie peripezie che si concludono però in un lieto fine di questa assurda storia che ha fatto ridere tante generazioni. “Off Broadway Company” nasce nel 2010 ed è formata da Francesco Antimiani (direttore artistico, vocal coach e regista), Andrea Manganotto (recitazione, dizione) e dal cast attoriale composto da una quindicina di giovani. Ingresso intero: 10 euro, ridotto 8 euro (fino a 12 anni e oltre i 65). Informazioni: 0376-273114/273135.

agli Chansonnier francesi. Il risultato è un sound nervoso, grezzo e al contempo evocativo, un rock potente e immaginifico, ricco di suggestioni letterarie e cinematografiche. Attivi dal’98, hanno calcato sempre più spesso i palchi di locali rock, feste della birra, festival celtici, castelli, teatri e pub dividendo la scena con Clive Bunker (Jethro Tull) Skyclad, Arz Nevez, Folkstone, Clan Wallace, Cruachan, Korpiklaani e tanti altri. Nel corso del tempo hanno arricchito i loro spettacoli con cover imprevedibili e ospiti di varia provenienza, proponendo anche una versione acustica a base di birra e folk songs bretoni e irlandesi (inizio ore 22, ingresso 2 euro con tessera).

ISCRIZIONI: Auto partecipanti + pranzo € 25 Ospiti € 20

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Ostiglia

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Mantova

Invito a TEATRO con l’ANFFAS per una buona causa Venerdì 26 ottobre al Monicelli di Ostiglia una serata per sostenere il progetto “Un Nuovo Percorso di Vita”

Segnatevi questa data sul calendario: venerdì 26 ottobre. Quella sera, alle ore 21, sul palco del Teatro Monicelli di Ostiglia saliranno gli attori del gruppo teatrale “Capitani Coraggiosi” di Cerese per mettere in scena la commedia “Non ti conosco più”, opera teatrale di Aldo De Benedetti per la regia di Fiorenza Tellini Marocchi e le musiche di Matteo Malavasi. Ma essere presenti a teatro quella sera non sarà soltanto l’occasione di trascorrere una bella serata in uno dei teatri più belli della provincia. Sarà anche il modo concreto per sostenere una buona causa, il Progetto “Un Nuovo Percorso di Vita” finanziato dal Bando

della Fondazione Cariplo e che vede come associazione capofila l’ANFFAS. “Al progetto – ci dice la presidente provinciale di ANFFAS Graziella Goi – partecipano insieme a noi anche l’associazione Arcobaleno, la cooperativa Il Ponte, la Consulta di Ostiglia e il Comune ostigliese. Lo scopo del Progetto è quello di sensibilizzare la collettività locale sulle problematiche del diventare adulti e della residenzialità dopo la famiglia con particolare attenzione alle persone disabili. La partecipazione delle istituzioni e il sostegno del volontariato del territorio del Destra Secchia – continua Goi - hanno reso possibile la programmazione di

attività ricreative, di esperienze di autonomia abitativa, e di eventi pubblici con l’intento di contribuire al miglioramento della qualità di vita di quei cittadini che hanno maggiori fragilità. Per sostenere il progetto, dedichiamo questa serata alla raccolta fondi per la realizzazione di occasioni di vita condivisibili da tutta la collettività sociale, comprese le fasce più deboli”. Il calendario delle iniziative programmate prevede eventi pubblici e occasioni conviviali organizzate all’interno della Comunità “Il Parco” di Ostiglia, aperte alla comunità locale. Il progetto si svolge nell’ottica di valorizzare l’intervento del volontariato

per favorire l’integrazione degli interventi fra le diverse associazioni, l’implementazione delle iniziative, la divulgazione delle stesse sul territorio locale che diventa parte attiva nei percorsi d’inclusione delle persone con disabilità, e non ultimo, il sostegno alla partecipazione di persone che vivono la disabilità al di fuori del contesto collettivo. Sono giorni di grande fermento questi per il mondo del volontariato mantovano. E’ ormai imminente, infatti, l’inaugurazione della nuova casa comunità di ANFFAS che darà ospitalità a una decina di disabili ad Ostiglia. L’inaugurazione è prevista per il mese di novembre.

VERSO IL 50ESIMO ANNO DI ATTIVITA’ L’ANFFAS è la più antica associazione italiana che si prende cura delle persone disabili. Fondata a Roma nel 1958 da un gruppo di genitori e ragazzi con disabilità, con lo scopo di difendere i diritti dei disabili intellettivi e relazionali e delle loro famiglie, che da sempre vivevano emarginati dalla società, l'ANFFAS nasce a Mantova nel 1964. Nel 2005 diventa “Associazione Nazionale Famiglie Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale” con riconoscimento di qualifica di Onlus (Organizzazione Non Lucrativa di Utilità Sociale). Al momento i soci sono più di 110 e con l’apertura della nuova casa di Ostiglia saranno 7 i servizi gestiti, tra Centri Diurni Disabili e Comunità Socio Sanitarie. Per informazioni: 0376-360515 o anffas@ anffasmantova.it.

ASSOCIAZIONE NAZIONALE FAMIGLIE DI PERSONE CON DISABILITÀ INTELLETTIVA E/O RELAZIONALE

organizza: presso il Teatro

Nuovo Mario Monicelli

di Ostiglia (Mn)

venerd“ 26 ottobre 2012 ore 21,00 la compagnia teatrale CAPITANI CORAGGIOSI presenta

Non ti conosco più

libero adattamento dellÕ opera teatrale di Aldo De Benedetti

Regia di Fiorenza Tellini Marocchi musiche a cura di Matteo Malavasi

ingresso Û 10,00 incasso totalmente devoluto a sostegno del progetto:

Ò Un nuovo percorso di vitaÓ

promosso da ANFFAS Onlus Mantova in collaborazione con: Coop. Il Ponte - Consulta Ostiglia - Ass. Arcobaleno Comune di Ostiglia

Stock abbigliamento calzature ed accessori kids/junior/donna

SEMPRE NUOVI ARRIVI...

MESE DEL JEANS MET E CYCLE DA € 29.90 OGGETTISTICA DISNEY DA € 24.90

Domenica 21 ottobre aperto dalle 9 alle 12! Via delle provincie 644/L Castelnovo Bariano (RO) Tel. 0425/840389 - 347/4857955


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Carponara Po

Mantova

Dal 27 ottobre all’11 novembre a Carbonara Po

TARTUFESTA, un menù tutto da gustare

Anche quest’anno il tartufo, intenso sapore della tradizione e prelibato ingrediente della cucina più raffinata, viene celebrato a Carbonara di Po con la “Tartufesta”, giunta alla sua XV edizione. Per tre fine settimana, a partire dal 27 ottobre, i piatti tipici a base di tartufo torneranno a deliziare moltissimi buongustai sulle tavole imbandite sotto il Palatartufo riscaldato di piazza I Maggio a Carbonara. Merito della manifestazione organizzata come ogni anno dalla Pro Loco Carbonarese in collaborazione con il Comune di Carbonara di Po e il sostegno di Provincia di Mantova, Associazione Strada del Tartufo Mantovano e Associazione turistica Sagre e dintorni. Oltre a una vasta scelta di piatti tipici, ci saranno anche esposizioni di prodotti enogastronomici, creazioni artistiche ed artigianato locale. La festa si svilupperà attorno a due nuclei principali: il ristorante e l'area espositiva. Nel primo sarà possibile gustare il meglio della cucina mantovana, dal risotto col tartufo ai tortelli. Nell'altro settore, posto nei vicini locali della scuola

Per informazioni:

media, si troveranno vari stand allestiti da aziende e privati della zona. Non mancheranno eventi collaterali come la “Magica Notte di Halloween” in programma al Pala Tartufo il 31 ottobre alle 21, la “Grande Castagnata” con cioccolata,

Fiasp con doppio percorso di 6 e 12 chilometri. Ormai giunta alla 15esima edizione la fama della festa ha superato i confini provinciali e attira avventori dalle province e dalle regioni limitrofe. Ogni anno le presenze sono in costante aumento, e molti ci

punch caldo e lo spettacolo teatrale e la “Corsa del Trifulin”, manifestazione podistica non competitiva a passo libero valida per il Concorso nazionale

rinnovano la fiducia di anno in anno, segno che la qualità dei piatti proposti non delude le aspettative. Le pietanze sono preparate con pregiato tartufo

bianco che i cuochi amalgamano sapientemente con il riso o i tortelli di zucca, con la scaloppina o con l’uovo: il risultato finale è l’intensa esaltazione dell’aroma del tartufo tanto amato dagli estimatori della buona cucina. Da alcuni anni è iniziata poi una collaborazione con i ristoranti locali i quali, a rotazione, propongono le loro specialità che potranno essere poi gustate oltre il periodo della manifestazione. Anche gli approvvigionamenti, per quanto è possibile, vengono fatti avvalendosi dei commercianti locali per sottolineare ancora di più la territorialità dell’evento. La TartuFesta si svolge nel PalaTartufo, tensostruttura riscaldata che propone una sala, elegantemente allestita, affiancata ad uno spazio espositivo nel quale si possono acquistare tartufo fresco, prodotti al tartufo e artigianato. Un centinaio di volontari rende possibile la realizzazione dell’evento e garantisce un servizio di qualità accompagnato da cordialità e cortesia. Si consiglia la prenotazione. Info e prenotazioni: 333 2377400 - 348 4520695.


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Mantova

Una “Catena umana” per l’Abbazia del Polirone Domenica 21 ottobre a San Benedetto mille persone mano nella mano

Un momento di festa, di gioiosità, di amicizia, aperto a tutti coloro che intendono partecipare, questo vuol essere la “Catena umana di Polirone”, organizzata a San Benedetto Po dal Comitato promotore del Club Unesco per domenica 21 ottobre con ritrovo alle ore 14.30 e inizio alle ore 15.30. Mille persone, tenendosi pacifi-

camente per mano, formeranno una catena umana lunga circa un chilometro, costituendo un abbraccio ideale che cittadini, studenti, artisti, amministratori pubblici, uomini e donne di cultura dedicheranno ad un complesso monumentale simbolico di Fede, Arte, Storia e Pace. L'evento, che si propone di dare risalto all'importanza storico-

artistica e culturale dell'abbazia del Polirone in vista di un futuro inserimento fra i siti Unesco, ha avuto la sua presentazione ufficiale nei giorni scorsi a Mantova, nella sede della Madonna della Vittoria. Ad illustrare il programma è intervenuto Alfredo Zanini, presidente del Comitato, che ha sottolineato il riscontro positivo di associazioni sambenedettine e

di istituzioni socio-culturali del territorio, che hanno assicurato l'adesione dei propri soci. Anche il Comune di San Benedetto Po ha dato collaborazione all'iniziativa, che gli organizzatori sperano possa trovare larghe adesioni tra i cittadini e tutti coloro che si sentono solidali e coinvolti nella valorizzazione e tutela di un patrimonio che va oltre i confini della provincia, per trovare risonanze a livello nazionale e internazionale. In questa direzione si sta già muovendo il Comitato, che a settembre ha incontrato il sindaco di Cluny, per un progetto che colleghi in rete un sito cluniacense significativo per ogni nazione europea e, per il carattere sovranazionale, possa essere valutato positivamente dalla Commissione Unesco. Tutti ormai concordano sulla necessità di far uscire il Polirone

dal “limbo” auspicando una maggiore collaborazione con Mantova e Sabbioneta per poter realizzare una promozione più efficace e continuativa. Il ritrovo per dar vita alla Catena è previsto alle 14.30 di domenica davanti alla Basilica, dove verrà consegnato ad ogni partecipante il pettorale con le date comprese tra quella del 1007, che sarà assegnata al parroco don Albino Menegozzo e quella del 2012 che sarà data al sindaco Marco Giavazzi. Il percorso, lungo circa 900 metri, sarà chiuso quando, al passaggio di Matilde a cavallo, tutte le persone si daranno la mano, con il suono delle campane a festa, il lancio di palloncini augurali e un grande e corale applauso. La manifestazione è organizzata con la collaborazione di Acra, Agesci San Benedetto 1, Amici della Basilica, Amici del Museo,

Amici di Palazzo te e dei Musei mantovani, Amici di Vasco Devincenzi, AIDO San Benedetto Po, Arci I Maggio, Arci Garibaldino, Asd San Benedetto Calcio, Astrofili mantovani, Associazione musicale polironiana, Auser, Avis San Benedetto Po, Avis Portiolo, Cia, Circolo filatelico numismatico polironiano, Coldiretti, Comitato di Mirasole, Comitato manifestazioni Sansirese, Confartigianato, Conservatorio di Mantova, Gruppo Manifestazioni Portiolese, Italia Nostra, I Tigli, Le Ceramiche, Lions Mantova Terre Matildiche, Lions Padania, MAC Arte Contemporanea, Oratorio, Pollywood, Proloco Teofilo Folengo, Sacha Caprianorum, San Benedetto Festival, Scuola di Musica Milano, SOMS, Sporting Club Portiolo, Unione del Commercio. Per informazioni: 0376/623036 o iat@oltrepomantova.it.

CHIESA DI SAN SIRO

Un PRANZO per la ristrutturazione di Morandi Fabio

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Domenica 21 ottobre, oltre alla catena umana, c’è anche un altro appuntamento importante per la comunità di San Benedetto Po. Alle ore 12, infatti, nella Sala civica in località San Siro, è in programma un pranzo benefico per la raccolta fondi da destinare alla ristrutturazione della Chiesa di San Siro colpita dal recente sisma. In menù: chisulin e affettato, tortelli di zucca, grana con mostarda e tanto altro. La parrocchia di San Siro è collocata alla foce del Secchia in confluenza con il Po. E' collegata a San Benedetto Po da una strada comunale e confina con Mirasole, Brede, Bardelle, San Benedetto Po e l'argine del Secchia. La chiesa parrocchiale è anteriore al 1400, dedicata a San Siro, vescovo. Si pensa fosse una chiesa utilizzata dai monaci Benedettini, ma non si conoscono dati certi. Le prime vere notizie si hanno nel 1700. La chiesa parrocchiale attuale sembra sia stata ricostruita a causa della distruzione della precedente, per un'alluvione del Secchia. Il campanile è del 1400, in stile romanico gotico. Per info e prenotazioni: 0376/612247 o 0376/612001.

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