reset 4-2004

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04 rivista mensile gratuita per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte

www.resetmagazine.ch

trend.setters Gioie e dolori delle groupies

hi.tech Ninja Gaiden

trend.setters Blogworld

free.style8째 Rally 8째 Rally Internazionale del Ticino

05.2004

sinners



editoriale Ci sono personaggi che nella morale comune sono considerati come drogati, bastardi, irresponsabili, perversi, immorali... insomma dei peccatori. Quando i personaggi in questione però sono star, eroi dello sport, grandi poeti, rivoluzionari o semplicemente delle persone eccezionali, il metro di valutazione cambia. Al di la del bene e del male sono chiamati i "Grandi". A loro viene perdonato tutto, o quasi. Quando una persona dimostra sul campo il suo valore spariscono i preconcetti, arrivano le attestazioni di stima e vengono sorvolati anche i difetti. Queste persone hanno ignorato le critiche della pubblica opinione; credendo in sé stessi hanno percorso la propria strada resistendo ai pettegolezzi ed alle malelingue che li volevano corrotti. Oggi questo succede di meno che in passato, oggi a prevalere è l'indifferenza, non bisogna più meritarsi l'eccentricità o le scelte da peccatori, a meno di essere degli importanti personaggi pubblici e/o politici sotto gli occhi di milioni di persone. Con questo liberalismo , o meglio, con questa indifferenza , non si deve più lottare come prima: essere strani e stravaganti, e allo stesso tempo accettati è più facile e banale. In qualche modo l'asta del limite viene posta sempre più in alto e per essere considerati dei peccatori "rispettati" (ovviamente non in senso biblico) bisogna darsi da fare, a volte superando ogni limite. Quindi più peccati, più meriti da conquistare per passare la grande prova... o fallire miseramente. Meditate, peccatori, meditate.

R.C.


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trend.setters Report - DREAMS - 50 anni di pubblicità televisiva Report - Compagno di viaggio & RAL 3018 Report - I’m with the band - Gioie e dolori delle groupies Report - Blogworld

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free.style Report - 8° Rally Internazionale del Ticino Report - Pattini in pista & Il lato pulito dello sport

014 016

hi.tech Cybercorner- Google, privacy e la posta della discordia Cyberflash Webcorner & Websoft Games - Ninja Gaiden & Gameflash

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022 re.view

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re.play Dischi - Recensioni Dischi - The Icarus Line & Nostaglia canaglia Report - Pixies’ comeback Report - Patti Smith Report - Urgence Disk Records Localcorner - Fangtooth Live

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re.vision Cinema - Troy & L’Alba del giorno dopo Cinema - Kill Bill vol.2 & Nextscreen Kult - Al Pacino - L’ultimo eroe tragico Cinema - Chi non ha peccato scagli la prima bobina

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re.ad Libri - Recensioni 046 Report - Vinicio Capossela - Non si muore tutte le mattine 048 Comics - Le ombre trattengono il respiro 049 re.art Teatro - Agenda Teatro - Le Pantere Mostre - Agenda Mostre - L’oro dei Faraoni Gallery - Inquietante Bacon Concorso di fotografia

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Abo Impressum

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copertina by marco cassino


phone 032 343 96 00


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Prima di tutto voglio complimentarmi per la vostra rivista, che abbina molto bene grafica, foto... e soprattutto parla di cose care a noi giovani in modo molto piacevole e competente. Volevo solo fare un appunto riguardo la recensione del film "La Passione di Cristo" di Mel Gibson (sull’ultimo numero di re.set, N.d.R.). Mi sarebbe piaciuto vedere anche una recensione pro. Visto che il giudizio su un film è sempre soggettivo, è giustissimo avere la recensione che avete pubblicato di Eric Bouzigon, ma mi sarebbe piaciuto vederne una fatta da qualcuno che ha amato il film. Perché è ovvio che è un film che spacca in due, ed è giusto avere due recensioni, secondo me (magari vi sarà nel prossimo numero, ma non potendo saperlo vi scrivo adesso). Per concludere a me il film è piaciuto moltissimo, Gibson ha rischiato, ha fatto qualcosa di personale e finalmente fuori dalle righe, fuori dalla nostra mistificazione, dalla nostra spiritualizzazione della vita di Cristo. Cristo è morto ucciso da tutti noi, per questo la mano che lo crocifigge è quella di Mel. Cristo è stato flagellato come un animale, mi avrebbe disgustato una rappresentazione di questo avvenimento stilizzata, senza sangue, come si può rappresentare una crocifissione di un uomo (soprattutto di un uomo che predicava amore) se non in modo brutale, come lo è in realtà? Inoltre mi sembra un po’ ingeneroso dire che la recitazione degli attori è a livelli liceali, Caviezel è fenomenale, possiede un'intensità, si percepisce il dolore che prova, i suoi dubbi... chi interpreta Maria esprime grande umanità, tutti

recitano benissimo a parte la Bellucci che fa quello che può. Ringraziandovi sin d'ora se leggerete la mia mail, saluto cordialmente tutta la redazione! Alessandro, Lugano E’ vero Alessandro, un film come La passione di Cristo meritava una doppia recensione che lo analizzasse sotto due punti di vista opposti tra loro. Recensioni di questo tipo le abbiamo già fatte nella rubrica di musica, d’ora in poi ne terremo conto anche per quella dedicata al cinema. Grazie dell’osservazione, benvenuta e costruttiva.

Gentile redazione, siamo un gruppo metalcore di Locarno (dobbiamo ancora decidere il nome, però). Visto che siete così introdotti sulla scena locale, vorremmo chiedervi a chi dobbiamo rivolgerci per suonare e presentare il nostro gruppo. Abbiamo una voglia pazzesca di suonare, insomma vogliamo darci da fare, ma come ben sapete qui a Locarno le possibilità sono minime. Potete aiutarci? Ciao e grazie Michele Tobek Abbassa lo sguardo, Michele, un aiuto lo trovi in fondo a questa pagina… Con il Ticino Music Guide ’04 che abbiamo pubblicato a dicembre avrai a disposizione tutti i contatti del cantone e non solo. Per ordinarlo vieni a trovarci presso il nostro sito www.resetmgazine.ch. Però la cosa

da fare, prima di contattare qualsiasi indirizzo indicato sulla guida, è di trovarvi un bel nome!

Cari resettiani, vengo spesso sul vostro sito per i concorsi che offrite e dei quali approfitto spudoratamente! Sono una vostra affezionata abbonata e vi ringrazio fin d’ora per i cd che mettete in palio. Ho conosciuto così delle fantastiche band svizzere che altrimenti non avrei saputo che esistono. Visto che sono una frequentatrice del vostro sito, vorrei farvi delle proposte per migliorarlo. A me piacerebbe che ci fosse anche un forum su cui discutere con gli altri lettori di vari temi, e, ma forse questa è solo una mia flippata da web-dipendente, anche una bella chat. Che ne pensate? Sarà possibile in un futuro prossimo magari anche vicino? Ciao Cristina Bernasconi Stai anticipando uno dei nostri progetti che attueremo per l’autunno prossimo. Già da tempo stiamo accerazzando l’idea di coinvolgere ulteriormente i nostri lettori, lanciando dei temi su re.set da sviluppare poi su un forum nel nostro sito. Siamo sicuri che avrebbe successo, tutti abbiamo qualcosa da dire! Per quanto riguarda la chat, il discorso è più complesso, in quanto è un impegno non da poco. Ci penseremo su. Grazie per il tuo sostegno.

redazione@resetmagazine.ch



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trend.setters di tanica

DREAMS I sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva Stanza Azzabi

Consigli per gli acquisti, non solo a parole Se cinquant'anni anni vi sembrano pochi, aggiungete i quarantasette dalla pubblicazione dei Miti d’oggi o i quarantasei da quella dei Persuasori occulti. Roland Barthes o Vance Packard, il ritornello in fondo è sempre lo stesso: il sistema dei segni e il potere della pubblicità… Questo potrebbe essere l’incipit per il più classico degli articoli che tratta della pubblicità manipolatrice, ingannatrice, radical chic, narcisa e in fondo inutile. Ed il titolo potrebbe essere: se il lavoro nobilita l’uomo, la pubblicità lo debilita. E invece: Dreams. I sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva è in scena a Milano al Palazzo della Triennale per proporci una faccia gustosa, autorevole, ironica e persino culturale dello spot tv.

Infatti, come la pubblicità ogni giorno ontologicamente selettiva - il più gustoso, il più morbido, il più bianco, il più potente - anche la mostra, a partire dal titolo, discrimina tutte quelle persone per cui la pubblicità è come Freddie Kruger, un incubo. Ma che mondo sarebbe senza nutella, ehm, il mondo è bello perché è vario… insomma la mostra dovrà pur aver un’ipotesi di percorso, o no? Proviamo un po’ a vedere. I curatori Silvana Annicchiarico e Gianni Canova hanno lasciato perdere per una volta la persuasione occulta e subliminale e si sono chiesti che cosa ci ha fatto e cosa ci sta facendo la pubblicità. Insomma non si sono interrogati sugli effetti che essa produce su di noi, ma sulla sua utilità, sul suo consumo, su come la s'intromette nel proprio quotidiano. A guidarli in questo trip sembra ci sia stata la convinzione che la pubblicità non si rivolge mai a destinatari impotenti o peggio ancora manipolati, ma a soggetti coscienti e responsabili che interagiscono, ciascuno a suo modo, con i mondi e i ritmi e i linguaggi che la pubblicità propone loro. L’esposizione allestita da Karim Azzabi s'articola lungo un percorso più che altro metaforico, che prevede l’attraversamento di nove stanze connesse tra loro da piazze e passages. Il percorso della mostra chiama a gran voce un’interazione che si rivela piacevole e divertente. In quest’occasione pertanto la pubblicità perde un po’ di quel velo di vanità e di presunta superiorità menefreghista che gli si appioppa ormai da troppi anni, cioè da quando i pubblicitari erano considerati gli yuppie dell’immagine e i rampanti della lingua, e poi artistoidi a cui tutto è permesso… tanto loro sono i creativi. Forse è per questo che in Italia vige ancora oggi un suburbano pregiudizio anticommerciale. Che inizia a scrostarsi perché qualcosa di buono si vede, ma che impiegherà molto tempo a rallentare lo zapping frenetico delle persone al giungere dei consigli per gli acquisti.

Ma perché Dreams? La pubblicità è stata davvero per cinquant'anni il catalizzatore dei sogni degli italiani? Ha contribuito a ridefinire i comportamenti, i consumi e l’immaginario in relazione a figure quali ad esempio l’alimentazione, l’igiene, la comunicazione, la memoria, il desiderio e - più in generale - la costruzione dell’identità? La mostra tenta una risposta attraverso la strada della rivisitazione della storia della pubblicità televisiva utilizzando i linguaggi, le forme e i canali attraverso cui essa stessa si è autorappresentata; e attraverso la strategia della remediation, provando a sottrarla alla sua funzione ancillare nei confronti delle merci che l’hanno fatta e la fanno vivere. Il bilancio, al termine di questo viaggio pubblicitario è che dire “più la mandi giù, più ti tira su” non suona più come una bugia. Italo Lupi

fino al 30 maggio Dreams. I sogni degli italiani in 50 anni di pubblicità televisiva Triennale di Milano


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report Il tempo libero con un perfetto Compagno di viaggio L’Ufficio dei giovani, della maternità e dell’infanzia (Infogiovani) da alcuni anni propone all’attenzione del pubblico adulto e giovane alcune sue annuali pubblicazioni utili al tempo libero e alle attività ad esso connesse. Di recente è stato pubblicato Compagno di viaggio, un utile opuscolo destinato al pubblico tra i 15 ed i 30 anni, ormai giunto alla sua nona edizione. Questo completo opuscolo offre al pubblico uno strumento efficace per diventare tutti protagonisti nella scelta delle vacanze, e più in generale dell’impiego più consono del tempo libero durante l'estate. In effetti, ogni edizione di Compagno di viaggio è rivista, aggiornata e perfezionata in modo da proporre un ventaglio sempre maggiore d’informazioni pratiche, indicando inoltre una serie di guide e di siti internet da consultare per ogni evenienza.

Sull’opuscolo in questione si trovano le indicazioni, i dati e i contatti di molteplici attività: dall’agriturismo all’archeologia, dai campeggi ai centri giovanili, dall’ecologia alle manifestazioni culturali e sportive, e così via. Sono inoltre indicati gli indirizzi ed i contatti d’associazioni, centri di consulenza, info-points, scuole di musica, ostelli giovanili, ecc. Essere informati aiuta ad affrontare le situazioni di svago, meglio se con strumenti operativi che coadiuvano nelle scelte e accompagnano lungo la strada del divertimento intelligente. Compagno di viaggio è un fidato e competente partner, utile nel programmare una vacanza felice o un’attività per il tempo libero in tutta sicurezza e tranquillità. uite re copie grat Per richiede a: re a: na re fo le na lefo ioni te ll’opuscolo te Per informaz giovani de fo no In ga ni, Lu va io e Ufficio dei G Pro Juventut 01 091-814 71 51 091-971 33 fogiovani www.ti.ch/in

RAL 3018 Dal primo maggio si è aperto a Lamone RAL 3018, un nuovo locale In linea con le ultime tendenze internazionali: una “scatola per avvenimenti” multidimensionale per arricchire il panorama culturale, musicale e d'intrattenimento a sud delle Alpi svizzere. Il successo di RAL 3018 non sarà dato solamente dall’originalità dell’idea stilistica del locale che è davvero in linea con i più rinomati locali internazionali, ma anche dagli straordinari appuntamenti che riuscirà ad offrire ai suoi ospiti. Nell’agenda si prevedono difatti Dj's provenienti dalle capitali della musica da discoteca per riuscire a soddisfare pienamente anche i palati più difficili. Anche per quanto riguarda la musica live RAL 3018 proporrà una scelta musicale diversificata nei vari generi. Si spazierà infatti dalla musica latina, alla musica pop. Tra gli obiettivi che lo spazio si prefigge ci sarà anche quello di creare un appuntamento culturale dove arti visive, performance, video art, arti applicate e designer, possano esprimersi liberamente con lo scopo di divenire un veicolo di collegamento e di incontro. Gli artisti che si esibiranno potranno produrre anche prodotti d'arte applicata o di design, privilegiando tutte le nuove sperimentazioni, in un workshop di produzioni artistiche, musicali e di video performance.

Il locale presso via Industria di Lamone ha uno spazio multiuso per quattrocento persone, una sala privée per cento persone, due postazioni Dj, tre open-bar e un servizio di cucina fredda fino alle 05.00 di mattina. Questo spazio dotato di diverse infrastrutture è affittabile per ulteriori eventi quali party privati, manifestazioni, presentazioni, teatri, fiere, meeting, ecc. Per questa serie d'avvenimenti RAL 3018 offre un pacchetto innovativo e completo di marketing che comprende la promozione, la pubblicità, la grafica, servizi come catering, hostess e pubbliche relazioni per l’evento organizzato. Il locale esteso su mille metri quadrati è munito delle più moderne attrezzature, quali un impianto audio e luci professionali, e dispone di duecento posteggi. Il locale ha già pronta la programmazione per i prossimi mesi. In maggio sono previsti i dj set di Tony Carrasco del mitico Studio54 di New York (per l'8 maggio), il 14 è la volta di Pino, il 15 e il 22 ci sarà la serata We Can Dance con Salvatore Caputo, il 19 da Berna ospite She Dj Missy Bob, il 21 presente Rob Mello, mentre dj Mandarin ci sarà il 28 e dj Hot Hands il 30. Per il calendario musicale aggiornato e per ulteriori informazioni si consiglia di consultare il sito ufficiale: www.ral3018.ch


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trend.setters

repor t

di blindFreak

I’m with the band Gioie e dolori delle groupies più famose

Figure strane si muovevano nell’ombra di famosi locali di New York, Los Angeles, San Francisco e Londra negli anni ’60 e i ’70. Artisti, poeti, drogati, modaioli, teppisti, hippy e musicisti popolavano i club dove nascevano nuove rivoluzioni, nuove mode, nuovi stili e soprattutto nuova musica. Beatles, Led Zeppelin, Rolling Stones, Velvet Underground, Ramones, Who, Cream, Pink Floyd, Doors, Beach Boys e artisti come Janis Joplin, Jimmy Hendrix, David Bowie, Iggy Pop e Frank Zappa divennero le nuove icone degli adolescenti. Erano gli anni dei cambiamenti, della rivincita dei giovani sui genitori. Stufi del grigio della guerra, spaventati all’idea di vivere una vita prestabilita e costretta a tappe obbligatorie come un lavoro sicuro, una famiglia e una bella casa con giardino, annoiati da idee puritane e continui tabù predicati da stato, chiesa e genitori. Queste erano le caratteristiche dei giovani di quel periodo, che trovarono nella musica rock l’antitesi esatta a tutto ciò che rappresentava la realtà dei loro padri. Tutti sentivano il bisogno di entrare a far parte di quel mondo colorato, veloce, affascinante, trasgressivo e soprattutto libero che contraddistingueva il rock, e ovviamente anche le ragazze non furono da meno. Le gonne si accorciano, occhi e labbra si dipingono, gli abiti diventano sgargianti e la mente si apre e vaga alla ricerca di nuove esperienze ed emozioni. Così si parte verso le grandi città, nella speranza di entrare a far parte dello show, della favola dolce e dannata colma di speranze e crudi risvegli che costituiva la vita delle rock star, fatta di grandi successi, soldi, fama, droga e tanta impensabile solitudine. Queste giovani donne completamente dedite ad una o più rock band, disposte a fare qualsiasi cosa (nel vero senso del termine) per instaurare un rapporto o legame con l’oggetto dei loro desideri non intraprendevano questa “carriera” unicamente per collezionare conquiste (questo tipo di groupie vengono anzi disprezzate e sminuite con il termine di “starfucker”) ma sceglievano questo stile di vita per l’immensa passione che avevano per la musica, per assaporarla in ogni momento e in ogni azione. Per farne parte in tutto e per tutto e per brillare, anche solo per un attimo e a caro prezzo, della luce irradiata dal loro idolo, padre, compagno, amante e carnefice: la rock star. Sono tanti i nomi delle donne che hanno sacrificato parte della loro gioventù (subendo talvolta umiliazioni, sconfitte, violenze psicologiche, fisiche e sessuali) per viverla a ritmo di rock e blues: Bebe Buell e Pamela Des Barres sono forse le groupie più famose della storia del rock. Due bellissime donne, ora cinquantenni, che hanno avu-

to storie d’amore e avventure con artisti del calibro di Mick Jagger, Jimmy Page, Elvis Costello, Rod Stewart, Steven Tyler (con il quale Bebe Buell ha avuto una figlia, la bella attrice Liv Tyler), Jim Morrison, Iggy Pop e Keith Moon. Con il loro grandissimo carisma, Bebe e Pamela sono riuscite ad entrare a far parte della storia del rock, sono divenute muse ispiratrici di canzoni, hanno stretto amicizie con artisti e musicisti, hanno vissuto esperienze di ogni genere e hanno il cuore provato da innumerevoli rotture, ma nonostante questo sono sopravvissute, sorte che non è toccata a molte, e ora sono apprezzate scrittrici (soprattutto nel caso della Des Barres, che oltre ad alcune autobiografie ha redatto lodevoli volumi sulla storia del rock) e poetiche cantautrici. Con un passato alle spalle più travagliato è l’aristocratica Marianne Faithfull, eterna compagna di gioie e dolori di Mr. Jagger, che la trascinò con se in una spirale fatta di tossicodipendenza, litigi, crisi depressive, tradimenti e abusi d'ogni genere, che portarono la giovane a tentare di togliersi la vita. Ma forse fu proprio questo scampato gesto estremo che le fece tagliare i ponti col passato: ora Marianne è un’affascinante donna di mezz’età, grande interprete di canzoni d’autore, fortificata dalle mille battaglie che ha dovuto combattere. Altri nomi da non scordare sono Nico, dei Velvet Underground, scomparsa tragicamente dopo aver vissuto un’esistenza all’insegna di ogni trasgressione; Anita Pellenberg, compagna e musa prima di Brian Jones e poi di Keith Richards, accusata più volte di praticare magia nera; Jenny Fabian, Pennie Lane, Lori Maddox, Cynthia delle Plaster Caster (due ragazze che oltre ad avere numerose esperienze sessuali con famose rock star amavano fare i calchi degli attributi dei loro amanti, che collezionavano poi gelosamente e che Frank Zappa considerava pura arte), Christine Boris e tante tante altre donne che “hanno vissuto il rock e le sue atroci contraddizioni sulla propria pelle, che hanno sudato, pianto, riso, odiato ed amato in ogni istante della loro vita, ad un passo da precipizio”, come scrive nel suo libro Groupie, ragazze a perdere (L’Epos, 2003) Barbara Tomasino. La Tomasino ha consegnato alle stampe un reportage ricchissimo d'informazioni, che parla a 360° del mondo giovanile e della cultura musicale degli anni ’70, di tutti i lati nascosti dello star system puntando soprattutto i riflettori su queste esili figure sempre pronte a sostenere il loro idolo, alcune ormai scomparse in bus polverosi e camere d’albergo disfatte, altre rinate come notevoli artiste, che tra ricordi, cicatrici e qualche ruga nascondono la vera storia del rock, che forse non racconteranno mai a nessuno.

Bebe Buell / Pamela Des Barres / Marianne Faithfull / Nico / Anita Pallenberg



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trend.setter

report

di luca mazzi

Blogworld Ma che cos’è un blog?

Caro lettore, te lo dico subito, così ti tolgo tutti i dubbi: il blog è un mondo fantastico. L’ho scoperto di recente, qualche mese fa, e ne sono rimasto immediatamente affascinato. Che cos’è questo blog? Mi chiedi... E io ti rispondo che è uno spazio in Internet che ti crei a tuo gusto e piacimento, una specie di sito gratuito tutto tuo. Infatti, una caratteristica che salta subito all’occhio del blog è la sua malleabilità. Può prendere la forma che tu vuoi dargli. Puoi farlo diventare un diario online dove trascrivi le tue esperienze, i tuoi sentimenti, giorno dopo giorno. Puoi farlo diventare un giornale d'attualità dove esprimere la tua opinione e ascoltare quella degli altri sul fatto del giorno. Puoi farlo diventare un album fotografico o una raccolta di racconti. Puoi farlo diventare una fanzine cinematografica, musicale o letteraria a dipendenza dei tuoi gusti. Oppure puoi mischiare tutte queste possibilità e farne un frullato d'immagini, pensieri e notizie ed è quello che più o meno faccio io. Il blog non ha limiti, quelli, al massimo, è la tua creatività a darteli. Se hai un minimo di conoscenze html puoi abbellirlo come vuoi con immagini, musichette in sottofondo e disegnando graficamente il tuo template, cioè la tua pagina, oppure, se sei un ignorante come me e di html non ne sai proprio nulla, puoi prenderne uno standard e iniziare da quello, in meno di cinque minuti, come per magia, diventi un blogger a tutti gli effetti.

Ha anche un'altra peculiarità il blog. Tu puoi scriverci quando ti va, puoi aggiornarlo ogni dieci minuti oppure ogni dieci giorni, lui se ne sta lì, immobile e paziente, che ti aspetta, al massimo qualcuno ti fa un commento e ti dice di farti vivo, di non abbandonare. Poi, soprattutto e grazie ai commenti che ognuno è libero di lasciare sui blog altrui, puoi conoscere altre persone. Il blog è una forma di comunicazione innovativa e unica, anche abbastanza diversa dall’immediatezza della chat. Qui di solito, prima di scrivere qualcosa ci pensi un paio di secondi, magari lo elabori, magari no, ma sai che quello che scrivi rimane, fisso sullo schermo per un po’ e non viene spostato nella riga sotto da una nuova frase come nella chat. Ed è facile scegliere chi t'interessa e con chi invece non vuoi avere a che fare, è facile crearsi un giro d'amici che vai a visitare quotidianamente. E succede, a me è capitato di recente, che quando incontri un altro blogger per la prima volta sembra che lo conosci da una vita. E non è neanche divertente bluffare, certo lo puoi fare, puoi crearti un personaggio, è già successo, ma alla fine il gioco diventa ripetitivo e pesante, abbandoni il tuo personaggio e torni te stesso. E' un mondo libero il blog, ma volendo essere precisi ha anche una sua gerarchia interna. Ci sono delle personalità, dei punti di riferimento, che tutti più o meno seguono, le cosiddette blogstar e come ogni punto di riferimento che si rispetti sono un po’ snob e autoreferenziali, ma tu giovane ed inesperto blogger ora ne sei cosciente e soprattutto sei libero di frequentarle o no. Spero che ora sia un po’ più chiaro che cos’è un blog. Ma se non lo fosse completamente allora vai a guardarne un paio, così tanto per curiosità e se la cosa t’interessa allora forza, che stai aspettando? Come detto è facilissimo, ci metti meno di cinque minuti. Il difficile, come sempre, è essere originali. Ma questo è un altro discorso e, in definitiva, non ha molto a che fare col blog.

Ecco alcune piattaforme dove puoi crearti un blog: www.splinder.it, www.iobloggo.com, www.blogspot.com, www.virgilio.it Ecco invece alcuni indirizzi di blogstar: www.thepetunias.net, www.lapizia.net, www.zittialcinema.splinder.it, www.robba.blogspot.com, www.personalitàconfusa.splinder.it, www.herzog.splinder.it


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free.style

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programma

Burri

Sulmoni

Galfetti

10.43 Postazione 4 - San Salvatore (4.100 km)

18:20 Postazione 1 - Verbano (7.570 km) (Assistenza a Rivera 19.15-19.25)

22.30 Arrivo a Locarno Piazza Grande

20.50 Postazione 3 - Pian Scairolo (11.560 km) (Riordino a Rivera 20.50-21.30)

23.00 Premiazione in Piazza Grande - Locarno

20.00 Arrivo in Piazza Grande - Locarno

19.21 Postazione 10 - Verbano (7.570 km)

17.03 Postazione 9 - Valcolla (20.760 km ) (17.03-18.13 Assistenza e riordino a Lugano)

16.00 Postazione 8 - Magliasina ( 5.670 km )

15.12 Postazione 7 - San Salvatore (4.100 km)

12.34 Postazione 6 - Valcolla (20.760 km) (13.14-14.34 Assistenza e riordino a Lugano)

11.31 Postazione 5 - Magliasina (5.670 km)

08.31 - Partenza da Locarno (9.45-10.05 Assistenza a Lugano)

18.01 Partenza da Locarno Piazza Grande

19.55 Postazione 2 - Valcolla ( 20.760 km)

Sabato 22 maggio

Venerdì 21 maggio - Prove speciali

repor t


2003 1. Ogliari Giacomo - Zoller Joe 2. Zanchi Mauro / Carrara Fabrizio 3. Burri Olivier - Hofmann Christophe

Palmarès I vincitori delle scorse edizioni:

Informazioni su: www.rallyticino.ch Rallyinfo durante la manifestazione: 091.752 38 38

2002 1. Burri Olivier - Hofmann Christophe 2. Kessel Loris - Bernasconi Enzo 3. Re Felice / Adamoli Paolo

Un week-end sportivo da non perdere questo che, oltre a presentare stimati piloti e cars d'alto calibro, ha uno scopo benefico meritevole di tutta l'attenzione del pubblico. Un rally importante dallo spirito giusto, impregnato di spettacolo ma anche di un'ideale sportivitĂ solidale.

2001 1. Kessel Loris - Bernasconi Enzo 2. Ogliari Giacomo - Zoller Joe 3. Hotz Gregory / Calame Etienne

2000 Cyril Henry - Aurore Brand 1999 Cyril Henry - Aurore Brand 1998 Cyril Henry - Aurore Brand 1997 Cyril Henry - Aurore Brand


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report

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29 maggio

Pattini in pista Aereoporto di Lugano - Agno Sabato 29 maggio Rete Tre è all’aeroporto di Lugano-Agno per una delle manifestazioni più entusiasmanti della primavera ticinese. Una festa di piazza, divertente, coinvolgente, in cui tutto rotola e niente va a rotoli. Pattini e monopattini, biciclette, velocipedi e tricicli, skateboard e prototipi avventurosi: ogni mezzo è lecito, purché “a propulsione umana”, per divertirsi durante il consueto appuntamento primaverile Pattini in pista previsto presso l'aereoporto di Agno. La pista dell’aeroporto si coprirà di folla, di macchie di colore, di suoni. E naturalmente Rete Tre ci sarà. In diretta dalle 20 a mezzanotte con l’allegra brigata di SM3, la trasmissione in costante “contatto telefoniNico” con il pubblico. Musica e dediche, giochi con gadgets in palio, ospiti su rotelle. Con un preciso desiderio: incontrare gli ascoltatoripattinatori e fare amicizia con loro. Se sarai a Pattini in pista, passa a salutare quelli di Rete Tre. Se non ci sei, comunica con la trasmissione SM3 mandando un messaggino al 963. Inizia il tuo messaggio con la keyword “Rete3” e poi…dai libero sfogo alla fantasia.

Il lato pulito dello sport CIVIL RIGHTS DEATH PENALTY DETENTIUM OF ASYLUM SEEKERS ECONOMIC AND SOCIAL RIGHTS FREEDOM OF CONSCIENCE AND RELIGION FREEDOM OF EXPRESSION HUMAN RIGHTS DEFENDERS INDEGENOUS PEOPLE’S RIGHTS LABOR RIGHTS LESBIAN AND GAY RIGHTS MIGRANT LABOR POLICE BRUTALITY POLITICAL PRISONERS ARBITRARY DETENTION

Nel 1988 viene fondato il Reebok Human Rights Foundation e il Reebok Human Rights Award. Questo Award ha lo scopo di richiamare l'attenzione internazionale per onorare e sostenere economicamente alcuni difensori dei basilari diritti umani. In questo programma fino ad oggi sono stati selezionate settantasei persone di trentacinque diversi paesi. Il 5 maggio si è svolta a New York la cerimonia di premiazione dove le persone premiate erano Yinka Jegede-Ekpe (25 anni) una nigeriana alla quale è stato diagnosticato il virus HIV all'età di 19 anni, divenuta una delle più visibili attiviste del suo paese per i diritti delle donne affette dal virus, poi Vanita Gupta (29 anni), un newyorkese che ha una straordinaria campagna contro il razzismo nel sistema giudiziario ottenendo la liberazione di 35 afroamericani accusati ingiustamente in Texas, segue Joënia Battista de Carvalho (30 anni) la prima donna wapixana a diventare avvocato in Brasile, che combatte contro l'occupazione per lo sfruttamento industriale e la caccia indiscriminata, infine Nader Naedry (28 anni) un attivista afgano per i diritti umani che dopo aver resistito alla prigionia ed ai maltrattamenti sotto tre diversi regimi è ora membro direttivo del Afghan Independent Human Rights Commission. Lo sport è l'attività che forse più d'ogni altra ha assunto il compito sociale di abbattere le frontiere, il razzismo, la differenza tra le classi sociali. Tutti possono diventare campioni o semplicemente trovare amici e spirito di aggregazione,

inoltre molti programmi sociali ed educativi, sopratutto per i più giovani, hanno come punto centrale lo sport. Il noto marchio sportivo Reebok è stato una delle poche aziende a promuovere l'adozione a livello internazionale di un vero e proprio codice di condotta riguardante il trattamento dei lavoratori, anche in quelle fabbriche non direttamente gestite o controllate da Reebok. Tale codice noto come The Reebok Human Rights Production Standards, vieta il ricorso al lavoro minorile o al lavoro forzato. In esso si legge che nessuna persona impegnata nella produzione di articoli Reebok possa essere vittima di discriminazioni o costretto a una mole eccessiva di straordinari, senza percepire adeguato compenso. Significativi sono inoltre i richiami ad un giusto trattamento economico, alla libertà d'associazione e alla necessità di garantire un ambiente di lavoro salubre e sicuro. Il codice di condotta della Reebok fa riferimento a norme riconosciute a livello internazionale e, in particolare, a quelle stabilite dall'Organizzazione Internazionale del Lavoro. Reebok è profondamente impegnata nella lotta per la difesa dei diritti umani e non manca di assumersi le proprie responsabilità d'azienda multinazionale che opera con successo nel mercato. La sfida costante consiste nel trovare un giusto compromesso fra esigenze diverse, quali l'offerta di prodotti di alta qualità, prezzi competitivi, un ritorno equo degli investimenti e un ambiente di lavoro etico e responsabile. Una scommessa non facile.


RENAULT


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hi.tech di alessio cassis

Google, privacy e la posta della discordia Annunciato il primo d’aprile, si pensò subito ad un pesce in piena regola. Ma i comunicati stampa di Google a proposito di un’entrata nel mondo dei servizi mail si susseguirono nei giorni seguenti, alimentando le polemiche e convincendo anche i più scettici all'autenticità dell’affare. Quel giorno, il colosso dei motori di ricerca, affermava di voler lanciare l’offerta d'account mail da un gigabyte, affiancati da uno speciale sistema pubblicitario personalizzato secondo il contenuto dei messaggi dei propri utenti. Se si pensa che, di norma, gli e-mail gratuiti offrono trai 5 e i 20 mega di spazio, la differenza tra gmail e i suoi concorrenti risulta abissale e sospetta. Tuttavia, non è l’enorme spazio d'archiviazione ad aver generato l’ondata di polemiche, bensì il sistema con cui Google analizzerebbe la corrispondenza, violando la privacy dei suoi utenti. Sorge un dubbio però, è Google il solo a raccogliere dati? Oltre alla qualità dei suoi servizi, Google deve il suo successo alla fama che con gli anni si è saputo creare, ricevendo il sostegno di numerosissimi fan. Google il buono, Google il bianco, da sempre la fedeltà dei suoi utenti è dovuta in parte all’immagine positiva di società rispettosa delle persone. Insomma, la multinazionale dal volto umano. Per questa ragione le critiche piovute addosso rappresentano una prima assoluta e sono in molti a dire

oggi, cosa mai avvenuta, “Google ha sbagliato”. Vediamone i motivi. Google si occupa essenzialmente di pubblicità. Gli introiti del suo motore di ricerca derivano infatti dai cosiddetti Collegamenti sponsorizzati, cioè i link che appaiono sulle sue pagine a seconda dei termini di ricerca inseriti dagli utilizzatori.Per il suo servizio di posta Gmail, Google non intende far uso di sistemi d'advertising tradizionale come banner e pop-up, quelle fastidiose finestrelle pubblicitarie che spuntano all’improvviso. Google intende invece adottare un sistema del tutto simile a quello già usato nel suo sito web: link sponsorizzati che appariranno all’interno della casella dell’utente a seconda dei suoi interessi. Proprio qui sta il nocciolo della vicenda. Google starebbe mettendo a punto un sistema automatizzato che procedendo alla scansione dei messaggi di posta, individuerebbe gli interessi dell’utente per poi offrire pubblicità personalizzate. Non è tutto. Sembra che i coockies di Google verranno incrociati con quelli di Gmail per creare profili ancora più dettagliati e che, qualora l’utente decida di cancellare il suo account, i suoi messaggi potrebbero di fatto non essere eliminati, restando a disposizione per scopi futuri. Tutto questo ha fatto letteralmente infuriare le organizzazioni per la protezione della privacy, specialisti del settore e gli stessi fan di Google.

Cyberflash Fastlink colpisce il mondo Warez

Il WSIS di Ginevra sotto accusa

Con la più imponente operazione di polizia della storia del Web, l’FBI ha coordinato una serie d’incursioni a livello internazionale con l’obbiettivo di smantellare i più importanti gruppi Warez della Rete. L’operazione anti-pirateria denominata Fastlink ha portato all’arresto di cento persone in ventisette Stati USA e in altre dieci nazioni, soprattutto europee. Si parla inoltre di 200 computer sequestrati in centoventi perquisizioni, un bottino di 65’000 software pirata requisiti e l’FBI stima che l’operazione abbia stroncato un giro d’affari di cinquanta milioni di dollari. Le leggi USA prevedono pene che, oltre al risarcimento dei danni, arrivano fino a cinque anni di carcere. Nel rapporto stilato dall’FBI si lancia un monito anche al mondo del file-sharing che finora, salvo qualche eccezione, è rimasto al riparo delle aule dei tribunali.

Non è andata proprio giù ai partecipanti del WSIS di Ginevra, il Summit mondiale della Società dell’Informazione, l’esser stati equipaggiati di chip RFID a loro insaputa. I chip RFID, Radio Frequency Identification Device, sono al centro di una vasta polemica tra i produttori e le associazioni per la difesa della privacy. La tecnologia RFID permette di immagazzinare una gran quantità d’informazioni e permette la lettura remota. Molte società vorrebbero impiantare questi dispositivi all’interno dei loro prodotti per questioni amministrative e di gestione, ma sono in molti a temere l’uso improprio della tecnologia RFID a danno dei consumatori e della loro privacy. Ed è proprio ciò che temono i delegati internazionali al WSIS di Ginevra, che hanno scoperto essere sorvegliati tramite l’impianto dei chip RFID all’interno dei lasciapassare del summit.

La telenovela di Netsky e Beagle

I processori di Intel diventano più verdi

Sta assumendo i contorni di una vera e propria telenovela a puntate la vicenda dei virus Netsky e Beagle. Salvo che in questo caso gli spettatori non si divertono, ma al contrario, ne fanno le spese. In realtà si tratta piuttosto di una sfida di “virilità”, o di abilità se preferite, tra gli autori dei due virus. Autori che all’interno dei codici malevoli lasciano dei messaggi rivolti all’una o all’altra fazione. “Beagle you’re a looser”, oppure, “Netsky, f*ck off, wanna start a war?” sono alcuni dei testi ritrovabili all’interno dei worm, i cosiddetti vermi. Nel frattempo, complice la distribuzione del codice sorgente su Internet, Netsky è giunto alla ventiseiesima versione. La versione numero 25 si presenta con messaggi in più lingue, tra cui l’italiano. La lingua è scelta in base al dominio del destinatario, stratagemma che ha contribuito ad aumentare notevolmente le vittime del vermicello.

La società leader nel mercato dei processori, Intel, ha annunciato di recente che taglierà del 95 per cento la quantità di piombo contenuta nei suoi prodotti al silicio. La notizia non ha mancato di suscitare plauso e ottimismo da parte di coloro che si preoccupano per le sorti dell’ambiente. La diminuzione dei quantitativi di piombo sarà possibile grazie a nuove procedure di produzione e all’utilizzo di nuovi materiali. Si tratta senza dubbio di un passo importante, data la mole di rifiuti tecnologici che dovranno essere smaltiti negli anni a venire. Non si deve dimenticare che sono centinaia i composti tossici utilizzati nella produzione di pc e che purtroppo, la pratica di esportare rifiuti pericolosi nei paesi poveri è ancora molto diffusa. Anche in paesi come gli USA, tra i pochi stati a non aver sottoscritto la Convenzione di Basilea che impedisce tali traffici.

Lo spam al popolo!

Tempo di bilanci per Apple

Gli sviluppatori di programmi anti-spam, unitamente ai filtri delle parolechiave, utilizzano liste con gli indirizzi degli spammer, aggiornate quotidianamente grazie alle segnalazioni degli utenti. Una volta certa l’origine dello spam, l’indirizzo del mittente è aggiunto alla lista, e lo spammer è costretto a trovare un’altra fonte di diffusione. Il fenomeno spam ha raggiunto tale portata che, ormai è lampante, sono parecchi i soldi che confluiscono in questo business. Sendmails Corporation ha risolto il problema delle liste sparpagliando la distribuzione dello spam tra migliaia di persone. Questa società offre cinque dollari per installare il loro software, e un dollaro per ogni ora d’attività del PC. Ottimo affare per Sendmails che si ritrova con un bacino d’indirizzi praticamente infinito, pessimo invece per l’ingenuo utente, che probabilmente vedrà il proprio contratto adsl stracciato dal provider di fiducia. www.virtualmda.com

Jobs e soci hanno presentato il mese scorso i risultati finanziari del secondo trimestre agli investitori. Se si pensa in che cattive acque navigasse Apple solo qualche anno fa, sembra non si tratti nemmeno della stessa società. L’utile netto è più che triplicato rispetto allo stesso periodo, attestandosi a 46 milioni, 749’000 Mac venduti (+5%) e 807’000 iPod con un aumento del 900%. Apple si accontenta per il momento di andare in pari col suo servizio di musica on-line, iTunes, che gli procura però grande pubblicità per il suo iPod. Sebbene la situazione finanziaria della mela sia ottima, qualche preoccupazione viene dalla vendita di Macintosh, che registra un aumento di soli 5% contro un più 13% della vendita di pc.


cybercorner

Sebbene un portavoce dell’azienda abbia assicurato che la lettura dei messaggi verrà effettuata esclusivamente grazie all’utilizzo di un robot, e che quindi nessun essere umano avrà accesso diretto al contenuto delle missive, si accusa Google di essere troppo invadente, paragonandolo, ne più ne meno, ad un Grande Fratello. Si è scatenata così, una sorta di guerra preventiva, per dirla con un espressione in voga negli ultimi tempi. Condanne sono giunte da ogni ambiente, spingendo persino la famosa associazione Privacy International, che si occupa appunto della tutela della privacy, a sottoscrivere denuncie in quindici paesi europei, in Australia e in Canada. Secondo Privacy International, il sistema d'advertising di Gmail violerebbe le leggi che tutelano i diritti dei cittadini in questi stati e molti altri. In realtà il problema è molto più ampio e non coinvolge il solo Google, ma tutti i grandi che provider che offrono servizi del genere. Vi siete mai chiesti perché quando vi iscrivete ad una e-mail gratuita vi si chiede una gran quantità di dati personali, come l’occupazione, l’età o il sesso? Vi siete mai fermati a leggere le informative sulla privacy? Per darvi un piccolo esempio di quello che ormai è consuetudine, riporto qui di seguito una parte dell’informativa sulla privacy del servizio MSN di Microsoft, il servizio che permette di accedere a mail, chat e ad altre prestazioni firmate Microsoft. L’informativa inizia così “MSN si è assunta come impegno prioritario quello di proteggere la privacy dei propri utenti”.

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Poche righe più sotto invece “Le informazioni raccolte da MSN possono essere combinate con altre informazioni ottenute da altri servizi Microsoft e da altre società…. MSN tiene traccia delle pagine visitate dai propri utenti… MSN raccoglie, inoltre, alcune informazioni riguardanti l'hardware ed il software del tuo computer…” e via di seguito. La bufera che ha scatenato Google, ma che riguarda in realtà tutti i big dei servizi “gratuiti”, è il fruttuoso business del data mining, la raccolta e la profilazione dei dati degli utenti. Quando si accettano le policy di gestione dei dati di questi colossi, in realtà si vendono i propri dati in cambio di un tozzo di pane e qualche perlina colorata. Le società vendono e scambiano i nostri dati senza chiedere nulla, perché noi stessi gliene abbiamo dato i diritti e perché purtroppo le leggi non tutelano il consumatore. Queste informative sulla privacy dicono in realtà ben poco del reale utilizzo che si fa dei nostri dati. Basti pensare che esistono società che si occupano esclusivamente della compravendita dei profili delle persone.

In fin dei conti Google ha avuto il merito di parlar chiaro, specificando subito che intende semplicemente comportarsi come fanno tutti gli altri, osservando, registrando e catalogando un pezzetto della nostra vita. Quello della raccolta dei dati non è solo un problema di Internet. Quando si utilizza una carta di credito, si partecipa ad un concorso o si raccolgono i punti della carta Cumulus l’incognita esiste sempre…

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webcorner

hi.tech di alessio cassis

www.neti.gatech.edu

www.gigablast.com

www.wincustomize.com

www.gameweb.kvalitne.cz

Neti@home è un progetto che mira allo studio di Internet, i suoi punti di forza e le sue debolezze. Nato tra le mura del Georgia Institute of Technology, neti@home è previsto per “sniffare”, cioè raccogliere, i pacchetti di dati emessi e ricevuti da un punto all’altro del pianeta. I ricercatori dell’istituto pensano così di raccogliere dati utili a studiare il comportamento globale della Rete, per capirne meglio i meccanismi e, se tutto andrà bene, scoprirne le strozzature ed in seguito eliminarne le cause. Trattandosi di un progetto di ricerca distribuito, dal sito è possibile scaricare i tre programmi per la rilevazione dei dati, come pure trovare informazioni più dettagliate su quest’ambiziosa idea. Quindi, se siete interessati a dare il vostro contributo per il miglioramento di Internet, fate una capatina su neti.gatech.edu. I ricercatori promettono che il programma è sicuro e richiede poche risorse di sistema.

Matt Wells sta attirando l’attenzione nel mondo dei motori di ricerca. Unico fondatore, proprietario e sviluppatore di gigablast.com, il giovane Wells porta a grandi passi il suo sito tra i giganti della ricerca su Internet. Il suo progetto, nato alla metà del 2000, conta oggi otto server, un indice con più di 270 mila pagine e mezzo milione di ricerche al giorno. Sebbene sia ancora poca cosa, se si pensa ai 100 mila server e ai cinque miliardi di pagine del più famoso Google, l’inizio promette comunque bene, considerando che è opera di una persona sola. La differenza di gigablast.com rispetto agli altri motori di ricerca risiede nella minor importanza data ai link, per cui anche i siti più giovani possono arrivare in cima agli indici in poco tempo. Inoltre, gigablast.com è completamente sgombro da banner pubblicitari, poiché le entrate derivano unicamente dalla vendita di servizi di ricerca ad altri siti.

Tra i software presentati su questo numero di re.set c’è anche ObjectDock, la barra delle applicazioni simile a quella presente sui sistemi MacOS X, accennando alla possibilità di personalizzare il programma a piacimento. Tra le pagine di wincustomize.com sono disponibili le speciali icone da assegnare a programmi e file, numerosi temi per modificare lo sfondo e i Docklets con varie funzioni. I Docklets sono piccoli programmi realizzati appositamente per ObjectDock, con lo scopo di aggiungere funzioni speciali. Orologi, calendari, monitor della CPU, condizioni atmosferiche… troverete decine di Docklet per personalizzare ObjectDock ed aumentarne l’utilità. Su wincustomize.com non si trovano solo tool per ObjectDock, ma vi sono anche immagini e plug-in per modificare l’aspetto di decine di applicazioni, come Winamp e Windows Media Player, oppure puntatori per Windows e temi per il desktop.

Per coloro che, come me, hanno vissuto l’era dei pc “ibm compatibili”, quando la capienza dei dischi rigidi si contava in poche decine di mega, visitando questo sito verranno in mente molti ricordi e un pizzico di malinconia. Quando i video si dividevano in cga a 4 colori o, per i più fortunati, in vga a 256, i giochi stavano su dischetto da tre pollici e mezzo e la terza dimensione era cosa sconosciuta. Su questo sito dal nome impronunciabile troverete proprio questi giochi che hanno fatto la felicità di molte infanzie. Decine e decine di vecchi titoli, come Xenon2, Prince of Persia, Wolfenstain e molti altri ancora, tutti da scaricare a piacimento. La navigazione risulta un po’ tortuosa a causa della lingua, tuttavia ciò non è un problema eccessivo. Nota: immagino che si tratti di “abandonware”, cioè di programmi i cui diritti sono stati ceduti, in caso contrario, mi scuso anticipatamente.

websoft Il vostro pc al gusto di mela Stardock - ObjectDock 1.0

Rinasce il popolare programma di Instant Messaging AOL - ICQ 4.0 Lite www.stardock.com

I sostenitori della Apple da sempre, e spesso non a torto, si vantano del design e della facilità d’uso dell’interfaccia grafica dei sistemi MacOS. In particolare con l’arrivo della versione X di MacOS, sono state introdotti alcuni tool veramente utili e innovativi. Tra questi spicca il Dock, la splendida barra da cui si possono lanciare applicazioni, aprire cartelle e che permette praticamente da sola la gestione dell’intero sistema operativo. L’idea di questo dock è talmente buona, che lo staff di Stardock deve aver pensato che fosse un peccato privare gli utenti Microsoft di tale primizia. Ecco quindi prendere forma la prima versione di ObjectDock per sistemi Windows. In sostanza si tratta di una barra delle applicazioni, unita ad un menu d'avvio, che reagisce al passaggio del mouse con una sorta di effetto lente molto suggestivo. ObjectDock è configurabile a piacimento, proprio come quello di casa Apple, e su Internet troverete moltissime Icone, temi e i simpatici docklets, piccole applicazioni per aggiungere funzioni supplementari al dock. Questa prima versione si trova ancora in fase beta, per cui ancora non è perfetta, tuttavia vale sicuramente la pena di provarla personalmente.

www.icq.com ICQ (pronunciato “I seek you”, letteralmente “ti cerco”) è il client di Instant Messaging (IM) che ha fatto la storia di Internet, rendendo popolare questo nuovo modo di comunicare. Con la versione 4.0 gli sviluppatori di ICQ, hanno ridisegnato completamente il software, aggiungendo nuove funzioni e modificando in buona parte l’interfaccia grafica. L’uscita di questa nuova Lite Edition sancisce di fatto l’abbandono della versione Pro, divenuta con gli anni troppo intricata e pesante, di conseguenza la 4.0 diviene la versione ufficiale di ICQ. Questo restyling è anche dovuto all’avanzare della concorrenza. I client open-source, quali Trillian. Miranda e Gaim, sono molto apprezzati, e i software delle rivali, Yahoo! e Microsoft, sfornano novità in continuazione. L’innovazione principale di ICQ 4.0 risiede in Xtraz, una piattaforma modulare aperta a tutti, che permetterà di sviluppare plug-in in html e flash. La particolarità di questo sistema sta nella gestione dei plug-in, che una volta scelti dall’utente, non necessiteranno l’installazione locale, ma rimarranno sul server attivandosi ogni qual volta lo si desideri. Non c’è che dire, la prima impressione di ICQ 4.0 Lite è sicuramente buona, resta soltanto da vedere se l’introduzione di Xtraz rappresenti veramente un valore aggiunto; ma per questo ci vorrà ancora un po’ di tempo.


MGB www.migros.ch


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hi.tech di michael bartolotti

Dagli albori del Giappone feudale fino al futuristico impero di Tairon, continuano le avventure cominciate con il ninja Hayabusa nel glorioso 1992 sul NES (il primo nintendo)

Come per i film, la musica e tutte le formule di successo, se un prodotto risulta vincente sul mercato, nasce quasi spontaneamente un filone che trasforma una buona idea ed un risultato originale, in una semplice ricetta commerciale da propinare ad un pubblico assuefatto ad intervalli più o meno regolari. Questo è il caso di molti giochi di successo, tra i quali spicca Tomb Raider ed i suoi sei seguiti, Resident Evil e l’infinita panoplia di sequel. A volte però il tempo ed una serie fortuita di circostanze, trasformano una semplice replica, in un fenomeno che stupisce e a volte sorprende positivamente. Questo è proprio il caso di Ninja Gaiden, gioco d’azione sorto dalle ceneri dei suoi predecessori sulle consoles nintendo a 8 bit, passando da una concezione bidimensionale e a scorrimento, ad una realtà tridimensionale che spodesta dal trono qualsiasi aspirante di miglior videogioco d’azione degli ultimi anni. C’è da dire che il travaglio per la creazione di questo mostro di tecnologia e di giocabilità, ha visto trascorrere molte lune dal suo concepimento alla sua messa in commercio, ormai imminente. Non per niente l’idea di trasporre le avventure dell’eroe Hayabusa dalle due dimensioni alla terza, era nata inizialmente sulla ormai dimenticata console Dreamcast della Sega, passata poi alla Playstation 2, ed infine approdata alla scatolona nera della Microsoft: l’Xbox. Graficamente i ragazzi del Team Ninja hanno dimostrato appieno le potenzialità della console, spremendola per benino e regalandoci uno dei più incredibili risultati di tecnologia e grafica visti fin’ora su uno schermo televisivo.

Per chi non lo sapesse il Team Ninja è il creatore del picchiaduro Dead or Alive 3 proprio su Xbox, (tra l’altro uno dei combattenti del gioco è nientepopodimeno che Hayabusa stesso!) che ai tempi fece scalpore proprio per le sue qualità grafiche fuori parametro. Ma come ho sempre detto e ribadisco, non basta una bella confezione per rendere un prodotto appetibile, ci vuole sostanza e qui ragazzi miei, di sostanza ce n’è da vendere. Ninja Gaiden si assesta sui 60 frps fissi, che in parole povere vuol dire che il gioco è stramaledettamente veloce per la grafica dettagliata che possiede, i movimenti di Hayabusa inoltre sono fluidi e la


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games quantità di mosse a disposizione riesce a far impallidire molti picchiaduro recenti. Il nostro eroe può correre con disinvoltura sulle pareti saltando da un palazzo all’altro e sferrare micidiali attacchi con la sua spada e gli shuriken (le stellette ninja), come ogni Ninja che si rispetti. Nel gioco inoltre sarà possibile trovare sparsi tra gli innumerevoli livelli altre armi che accresceranno il potere distruttivo di Hayabusa. Da citare sicuramente il nunchaku (arma con due bastoni attaccati ad una corda), gli shuriken esplosivi e alcune magie che il nostro eroe potrà scagliare per liberarsi dei tenaci ed innumerevoli avversari. Sì, perché altra peculiarità del prodotto in questione è che la difficoltà si assesta su livelli moooolto alti (il sottoscritto si è spremuto non poco per portarlo a termine), cosa che potrebbe far desistere qualche giocatore alle prime armi. Il mio consiglio è quello di tener duro i primi livelli ed acquistare confidenza con il protagonista, poiché le soddisfazioni che vi potrete togliere, vi assicuro, saranno innumerevoli. Il gioco anche se principalmente verte sui combattimenti possiede anche una parte di avventura e platform, che vi spingerà a sottoporvi a ricerche meticolose per i vasti livelli ed intricate manovre acrobatiche per poter accedere ad aree segrete ed acquisire nuove armi e nuovi poteri. La storia che fa da sottofondo alle vicende di Hayabusa vede il nostro ninja, membro di un clan giapponese nato per proteggere e mantenere la spada del drago nero, essere l’unico testimone sopravvissuto della distruzione di tutti i membri del clan e del furto della leggendaria spada per opera del demone Doku dell’impero Tairon. Scopo ultimo del gioco sarà fronteggiare l’imperatore in persona e recuperare la sacra reliquia, sim-

bolo stesso del clan del protagonista. Ok, non il massimo di originalità, ma comunque le magiche atmosfere orientali sapranno catturarvi ed immergervi in questo capolavoro prodotto da casa Tecmo. Prima di concludere, per chi si fosse perso i primi Ninja Gaiden, sappia che potrà giocarseli sulla Xbox, sempre che riesca a risolvere alcuni non semplici enigmi del gioco. Ultimo consiglio per diventare ninja diplomati: prendete una calza nera, indossatela e fateci due buchi a livello degli occhi. Poi guardatevi allo specchio, compatitevi per il gesto scellerato e correte ad acquistare Ninja Gaiden al più presto!. Sayonara….

Gamesflash

Rise To Honour per PS2

Final Fantasy Crystal Chronicles

Sprinter Cell.2: Pandora tomorrow

Nintendo per GameCube

per Xbox

di Lorenzo Favilli

di Lorenzo Favilli

di Michael Bartolotti

Kit Yun (interpretato dall’attore cinese Jet Li, digitalizzato per l’occasione) è un poliziotto sotto copertura che fa da guardia del corpo a un boss della malavita di Hong Kong e che, in seguito, si reca a San Fransisco per rintracciarne la figlia. Tutto questo in mezzo ad una serie di loschi figuri che faranno di tutto per fermarlo con pugni, calci, armi bianche e da fuoco. Il giovane poliziotto utilizzerà tutte le sue conoscenze in ambito di arti marziali per sopravvivere e portare a termine le sue missioni. Il gioco comprende una serie di situazioni da risolvere senza stare troppo a pensare utilizzando l’analogico direzionale del pad per colpire i nemici con delle combo degne dei film di arti marziali di Bruce Lee e Jackie Chan (e di Jet Li, naturalmente). Il sistema di gioco è piuttosto immediato, anche se alla lunga un po’ monotono, e la grafica e il sonoro, seppur non eccellenti, contribuiscono a rendere coinvolgente l’azione. Quanto alla longevità, la ripetitività delle azioni e i salvataggi automatici piuttosto frequenti rischieranno di far raggiungere la fine del gioco molto in fretta, facendolo finire quanto prima nel dimenticatoio. Peccato, visto che con i presupposti che aveva, sarebbe potuto essere un gioco molto migliore, che, invece, è consigliato solo agli appassionati di film sulle arti marziali.

La saga di Final Fantasy torna dalla Nintendo con questo episodio che si discosta abbastanza dalla serie principale. In un mondo che ricorda molto il fiabesco Final Fantasy 9, un giovane, il cui sesso, aspetto e razza sarà determinato dal giocatore, deve mettersi in viaggio per recuperare la Mirra, una sostanza che serve a purificare i cristalli del proprio villaggio che tengono lontano il miasma elementale, un gas mortale per l’uomo, che circonda tutto il mondo. Il gioco vanta sia una modalità single che multi-player e la possibilità (obbligo nel secondo caso) di collegare il Game Boy Advanced alla console. Caratterizzato da una grafica eccellente e dettagliata, da un buon sonoro (ma aihmè senza voci) e da una giocabilità immediata, questo nuovo Final Fantasy è un prodotto adatto a un’età più bassa rispetto a quella degli altri giochi della Square e, data la sua natura di action-rpg, una storia non proprio profonda e una lunghezza inferiore a quella dei classici Final Fantasy, rischia di deludere gli appassionati della saga. Molto interessante, invece, la parte multiplayer, dove il lavoro di squadra sarà importantissimo per superare i vari ostacoli e, forse, riuscirà a supplire la mancanza di una bella storia, sacrificata per l’azione.

Dopo un’interminabile attesa, finalmente è tornato Sam Fisher ad allietare le nostre serate con operazioni segrete tra treni in corsa e foreste tropicali, attraverso missioni stealth dove mai come in questo caso il buio può divenire un alleato prezioso. In questo nuovo episodio Sam avrà a disposizione un nuovo ventaglio di mosse che gli permetteranno di avere un notevole vantaggio rispetto ai nemici che si incontreranno durante il corso del gioco, tra cui sparare appesi a penzoloni come dei pipistrelli. Altra interessante novità è l’introduzione di una modalità multiplayer accessibile tramite il servizio Xbox-live, che vi consentirà di affrontare sessioni di 4 giocatori (2 contro 2) dove ci si alternerà tra guardie e spie dove ogni gruppo avrà un obiettivo distinto. Graficamente il gioco è estremamente appagante anche se no privo di qualche rallentamento e sicuramente ho trovato la musica più varia rispetto al precedente, ma non ancora ai livello del concorrente Metal Gear della Konami. Unica pecca è ogni tanto un po’ di frustrazione per certi momenti di gioco forse troppo difficili. Ovviamente se vi è piaciuto il primo Sprinter, non lasciatevi sfuggire questo splendido seguito.



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re.play Pixies’ comeback

re.vision Kill Bill vol.2

re.ad Non si muore tutte le mattine

re.art Inquietante Bacon

Sempre e solo Patti Smith


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dischi

re.play

Prince

Pino Daniele

Minus

Balduin

Musicology Columbia Records

Passi d'autore BMG

Halldor Laxness Victory

Balduin Crippled

by owen

by owen

by stoner

by mr. loop

Ritorno alle major per Prince che ha appena firmato un contratto con la Columbia Records (Sony Music) contratto celebrato con la pubblicazione di Musicology, il suo nuovo atteso album. The Artist alias Prince inverte così di nuovo la rotta interrompendo il periodo di estrema indipendenza, iniziato nel 1999 quando aveva dichiarato la propria intenzione di utilizzare esclusivamente la rete per vendere musica. Segnali di capitolazione c'erano comunque già stati nel 2001 quando il dotato musicista e cantante aveva affidato alla Red Distribution (sempre della Sony) la diffusione di The Rainbow Children. Nel frattempo - troncando la collaborazione con servizi online come Napster, Rhapsody e Apple iTunes - il cantante ha aperto il suo Musicology Download Store. Il negozio online di Prince venderà musica di cui il cantante possiede in esclusiva i diritti: le sue offerte di apertura includono sette album di musica registrata in studio e dal vivo. Un album costerà 9 dollari e 99 centesimi, mentre le singole canzoni potranno essere scaricate per 99 centesimi. Esclusi invece alcuni dei suoi più celebri album, come Purple Rain e Sign of the Times (i cui diritti sono tuttora in mano della Warner). Musicology è prodotto, arrangiato e suonato interamente da Prince. Con questo lavoro l'artista di Minneapolis ci dimostra come si possano sposare felicemente riff di hard rock con il groove nato per i club più danzerecci, il tutto filtrato in un unico composto davvero esplosivo acceso dal suo stile inconfondibile.

E' uscito Passi d'Autore, il nuovo album di Pino Daniele inciso con il Peter Erskine Trio, il noto gruppo jazz. Un progetto nato da una ricerca durata anni: Daniele ha elaborato sul canto rinascimentale per la parte corale e ha riacquistato lo stile del suo vecchio repertorio, con grande spazio alla chitarra e alle voci. Passi d'autore è un album tutto cantato in italiano ed attualmente è promosso attraverso canali alternativi, partendo da Internet e tramite concerti in luoghi originali ed inusuali allo standard italiano. La tracklist di Passi d'autore comprende quindici composizioni tra cui scelgo per simpatia, originalità ed evocativa passione l'iniziale Arriverà L'Aurora, il piacevole singolo in rotazione nelle radio Pigro, ed inoltre le bellissime canzoni Bella Da Vivere, Nuages Sulle Note e Dammi Una Seconda Vita. Un ottimo lavoro che saprà accontentare anche gli amanti del jazz, grazie alla partecipazione del trio di Erskine, che ben si adattata all'elegante carisma dell'artista napoletano. Il risultato è una magica alchimia tra solarità e profondità. Caldi ed appassionati sono i brani Isola Grande, dedicata a Cuba e Tango Della Buena Suerte, pezzo pervaso dal ricordo nostalgico del campione argentino Diego Armando Maradona, attualmente in cattiva salute: "Spero che gli porti fortuna", dice Daniele, "E' stato un grande re di Napoli, ci ha dato la speranza di una rivalsa, anche sociale". Un album d'ascoltare ed assaporare in momenti in cui si vuole fare una vacanza dalla quotidianità.

Cominciamo con la definizione di grungy metal-punk, aggiungiamo delle punte di psichedelia, delle punte soniche, una voce alternative rock e tanta rabbia nichilista. Questa sorpresona arrivata dall'Islanda ed è l'album alternative metal più innovativo degli ultimi anni. C'è qualcosa di veramente eccessivo nel vissuto di questi mostri di bravura e creatività espressa in una musica carica d'emozioni debordanti. Un disco che sarà difficilmente avvicinabile per qualità espressiva, tipica dello sfogo emozionale della gioventù moderna, dai grungers, agli alternatives, ai punkmetallers. Con dodici tracce tutte belle ed efficaci, Halldor Laxness era uscito l'estate scorsa, oggi è in ristampa con l'aggiunta di quattro videoclip. Tutte le riviste specializzate hanno apprezzato questo disco che a parer mio è un già capolavoro. Halldor Laxness è il nome del premio Nobel del 1955 morto a Reykjavic qualche anno fa, che con il suo libro Gente indipendente ha offerto il miglior approccio alla comprensione di quest'isolato popolo, diventando il testimone letterario dell'Islanda. Da questa scelta deduco che i Minus siano i testimoni musicali della gioventù islandese, forse la più frustrata d'Europa. Se il loro primo album Jesus Christ Bobby era uno sfogo metal hardcore immediato pieno d'esuberanza, e che quindi non brillava per originalità, Helldor Laxness è invece un distillato pregiato con sfumature rock melodiche più accessibili. Attenzione, è stata aperta una nuova porta.

E' il secondo album per il bernese Claudio Gianfreda alias Balduin. Questo folletto è sicuramente tra i migliori talenti elvetici della nuova scena electro, non a caso viene pubblicato per la seconda volta dalla berlinese Crippled Records. La composizione di Balduin si può identificare in quel genere oggi chiamato "glitch" che ha come suo massimo esponente l'inglese Four Tet. Già il nome scelto per il suo primo album, Creative Coockery, ci aiuta ad entrare in argomento. Le "ricette" di Balduin sono a base di lounge, downtempo, ritmiche hip hop, jazz, electro minimale, voci in vocoder, intrecci di loop, registrazioni di rhodes, violoncello, vibrafono. In un brano usa anche i corni delle Alpi a testimonianza delle origini, altro marchio di fabbrica elvetico è la realizzazione grafica dell'album prodotta dal celebre Buro Destruct. La forza di Balduin è quella di creare composizioni con un'intima impostazione artistica, egli ricrea in musica il proprio mood, puro, semplice, magico, sulle nuvole, miscelando con sensibilità e maestria elementi electro e strumentali moderni e retrò. A tratti s'intuisce anche un tocco nipponico rappresentato nel booklet dalla fedele compagna giapponese. La ghost track è un brano electro da dance floor à la page con gli attuali standard berlinesi, un assaggio a dimostrare che sa anche far ballare e infatti i suoi live act sono molto apprezzati. Un artista completo, una promessa che con questo secondo lavoro sta già riscuotendo importanti conferme in Svizzera ed all'estero.


027

Tortoise

Patrick Wolf

Los Lobos

Motel Connection

It's all around you Thrill Jockey Records

Lycanthropy Tomlab

Ride Hollywood Records

A/R andata + ritorno Mescal

by fogarth

by iggi

by owen

by gabi

Nuova importante uscita per l'etichetta Thrill Jockey, cioè il nuovo album dei Tortoise It's all around you. La band di Chicago con oltre dieci anni di produzione post-rock alle spalle sorprende ulteriormente per quanto di geniale ci sia in quelle teste. In questo loro ultimo progetto vengono assimilati tanti generi, tanti racconti, tante vite, una fusione di stili che è difficile da definire proprio per vastità e diversità. Il brano che apre l’album, la title-track, introduce all'ascolto di quest'opera con una chitarra latineggiante, e la cinematica Crest sembra servire allo scopo di presentare un gusto rinnovato per melodie ariose e docili, quasi pop. The Lithium Shifts vede per la prima volta i Tortoise utilizzare la voce di Kelly Hogan per dei vocalizzi su base minimal-dub. Stretch (You Are All Right) rende onore a sonorità in stile "nordico", alla Royskopp per intenderci, mentre avanza cupa Unknown in stile esistenzialista, da film d'essai (Badalamenti docet). La successiva magnifica traccia Dot/Eyes si apre in fulmini elettronici ed incalzanti che segnano il picco più alto del disco. Pacatezza con On The Chin, latinità con Five Too Many, poderoso kraut-rock con Salt The Skies, il brano finale. Un album caleidoscopico, avvolgente, esattamente come indicato dal titolo, che fa viaggiare, che descrive diversi ambienti, che crea spesso nuovi stimoli: i Tortoise ci raccontano tutto quello che è attorno a noi, naturalmente visto con le loro lenti geniali. Album "alternativo" del mese.

Un aspetto dimesso da squatter irlandese con in mano un cerchio da hullahop, una piazza buia vicino ad un mercato. Così si presenta Patrick Wolf, una scoperta che ho avuto il piacere d'ascoltare grazie ad un consiglio raccolto per caso tra gli amici della mia webcommunity preferita. Ah, le magie infinite del web. Patrick Wolf, irlandese trapiantato a Londra a malapena ventenne, è un ambizioso musicista dalle prospettive davvero promettenti. Un giovane sciamano delle note, che sa fondere tradizione ed avanguardia senza scomporsi, mantenendo una coerenza di fondo che tra le tracce del suo Lycantrophy spesso non manca di stupire, anzi d'ammaliare oltremodo. Lodi sperticate, per il giovane Patrick, e non mi vergogno ad ammetterlo. Questo concept album sulla licantropia va considerato come una metafora di un rituale passaggio dalla pubertà all'età adulta. Un passaggio che spero sfocerà in un'interessante carriera. I brani si muovono tra folk ed elettronica scarna ed essenziale, tra composizioni in stile vittoriano e strazianti strutture new wave, il tutto suonato da Wolf su viola, ukulele, fisarmonica e drum machine. Interessanti i brani Bloodbeat, The Childcatcher e Lycanthropy, veri esempi del suo originale crossover. La sua voce marcatamente british, vivace ed enfatica accompagna tra storie e leggende, come se Wolf fosse un cantastorie. Difatti per la parte vocale sentirete echi alla Robert Smith, Marc Almond e Dave Gahan. Un disco sfacciato e stralunato nel quale sentirete ululare i lupi.

E' stato il successo di La Bamba (1987) a far conoscere i Los Lobos al mondo: David Hidalgo, Cesar Rosas, Louie Perez, Conrad Lozano e Steve Berlin (che ha cominciato la sua carriera con i Blasters) provengono dal barrio di Los Angeles, il quartiere ispanoamericano della città. I loro primi dischi How will the wolf survive (1984) e By the light of the moon (1987) sorpresero mezzo mondo con la loro miscela di rock'n'roll e borderline music, ma soprattutto per un songwriting con i controfiocchi. Dopo il successo dell'interpretazione di La Bamba inciso per il film omonimo, i Los Lobos tornano per una parentesi tradizionale con La pistola y el corazon (1988) e poi virano verso un sound energico ed elettrico nel momento più alto della loro carriera: i due ottimi album The Neighboorhood (1990) e Colossal head (1996), e il loro massimo capolavoro Kiko (1992). E' comprensibile dunque la mia mezza delusione di fronte a The Ride, la nuova uscita per il combo losangelino. Naturalmente qui ritroviamo tutta la professionalità ereditata dalla ventennale esperienza della band, ma un lieve senso di stanchezza, di abbassamento delle armi, mi fan venire semplicemente la voglia di rispolverare i dischi del loro passato glorioso. Tuttavia i Los Lobos sono sempre piacevoli, grazie anche alle varie voci di tutto rispetto di ospiti come Little Willie G., Dave Alvin, Bobby Womack, Ruben Blades, Richard Thompson, nel bel brano Wreck Of The Carlos Rey, ed Elvis Costello, nella stupenda Matter Of Time.

Già autori della colonna sonora di Santa Maradona, film d'esordio del regista torinese Ponti, i Motel Connection tornano a musicare la nuova pellicola di Ponti, A/R andata + ritorno (con Vanessa Incontrada, Libero De Rienzo, Kabir Bedi e Remo Girone). A/R è una colonna sonora composta interamente di canzoni, e con una maggiore attenzione per l'aspetto acustico dei brani, come nella splendida versione per chitarra e voce di The Power of Love dei Frankie Goes to Hollywood. Così spiega il ritorno alla forma canzone Samuel (già Subsonica) che con Motel Connection ha il suo side-project:"Mi sono innamorato di una splendida Gretsch bianca e quando ho fatto irruzione nel gruppo con la mia nuova chitarra non ho trovato opposizione da parte di Pisti e Pierfunk che, anzi, mi hanno incoraggiato. Da questo e da frequentazioni come il festival Tora! Tora! in cui il contatto con altri musicisti aveva un effetto stimolante, è nato un percorso che ci ha portato a contenere dentro al gruppo tutta una serie di momenti musicali che ci passano attraverso, compresi quelli acustici". Molte strumentazioni vintage, quindi, e un grasso suono analogico accompagnano lungo i solchi di questa colonna sonora che si fa ascoltare senza sia necessario vedere il film. Non solo questo il pregio: oltre a A/R c'è un altro cd che presenta la vivace scena alternativa di Torino con brani di band come Perturbazione, Gatto Ciliegia, Architorti, Cletus e U-Matic. Un interessante spaccato d'Italia e di una città sempre in movimento.


028

re.play

Lucky Jim

Vernon Reid

The Zutons

The Divine Comedy

Our troubles end tonight Skint Records

Know Unknow Favored Nations

Who Killed The Zutons Deltasonic

Absent Friend Parlophone

by owen

by iggi

by iggi

by foghart

Sarà perché l'intesa è più forte, sarà che uomo/donna si complementano in tutti i dettagli, ma bisogna dire che spesso e volentieri le coppie in musica hanno risultati alquanto gradevoli. E' il caso dei Lucky Jim, alias Gordon Graham e Ben Townsend, un duo che esce con il debutto Our troubles end tonight. Pop per sognare, in uno stile che spazia da Leonard Cohen a Van Morrison, passando per certe uscite elettriche di Neil Young. Un incantevole lavoro che inciderà in profondità chi avrà la voglia e il tempo d'ascoltarlo.

Verace, impetuoso, infuocato, Know Unknow è il disco solista del leggendario leader dei Living Colours Vernon Reid che qui mostra un altro suo lato musicale, sciolto dai compromessi e legami che da tempo attanagliato la sua band. Niente di nuovo all'orizzonte ma ad ogni modo emblematico sulle capacità di un chitarrista crossover che ha influenzato in maniera determinante la scena rock anni '90. Semplicità assoluta, anche nella confezione che è esente di booklet. Niente di male: poche parole, molta sostanza.

Basta con le garage-funk-rock band che ultimamente stanno intasando il mercato, direte voi. E invece no, vi consiglio di dare un attento ascolto a questo Cd di debutto degli Zutons. Composti da quattro ragazzi ed una ragazza di Liverpool, gli Zutons propongono un progetto davvero originale fatto di rock e funk come ricetta principe, che dai Sly & The Family Sone passa per i Devo ed arriva ai Talking Heads. Grinta, umorismo, freschezza, ma anche spirito battagliero e tanto groove. Da ascoltare e ballare.

Mùm

Delta V

Patty Pravo

Summer Make good Fat Cat Records

Le cose cambiano BMG

Nic-Unic Epic

Neil Hannon, è un personaggio molto influente nella musica pop britannica degli anni '90, ma che misteriosamente non è mai citato dagli addetti ai lavori, nonostante la sua discografia sempre più importante, e uno stile puramente dandy tanto caro agli ascoltatori britannici che riconduce ai grandi nomi della gloriosa tradizione inglese, come per esempio Morrissey. Eclettico e raffinato con un'incredibile e duttile voce Hannon è un artista spesso, erroneamente, sottovalutato. Capitano della storica band Divine Comedy, scioltasi all'indomani del loro settimo album Regeneration (2001), Hannon ha deciso di tenere il moniker per rappresentare le sue ultime composizioni soliste. In Absent Friends riaffiorano le origini del pop orchestrale intinte nel musical anni Sessanta, un genere alla ribalta definito "chamber pop". Absent Friends è un viaggio a ritroso nel tempo che prende subito le mosse dall'incalzante title track, a cui segue la furtiva ed elegante escursione francese in Stick And Stones. Intensa la drammaticità di Leaving Today, mentre Our Mutual Friend ha un arrangiamento orchestrale che non si ascoltava da tempo in un popalbum, mentre nello strumentale Laika's Theme si assaporano melodie degne di un Morricone o di un John Barry. Splendide pure The Happy Goth, My Imaginary Friend e Come Home Billy Bird. Melodia, classe, consistenza, poesia, coralità: Absent Friends è l'album di un artista maturo, consapevole del suo talento. Un capolavoro fuori dal tempo. Disco pop del mese.

by stoner

by gabi

by apache

Straniante, sghembo, di enigmatico ascolto il nuovo dei Mùm, il quartetto che arriva da quella fucina di talenti che è l'Islanda. Il disco, licenziato in Europa dalla etichetta londinese Fat Cat, è un gioiellino elettro-pop. Intimo, minimale e nostalgico, dove non mancano delicate geometrie melodiche e cantati eterei e delicati, inseguendo storie fantastiche. Sperimentazioni originali, voci sussurrate, atmosfere rarefatte a volte leggere a volte dense … Uno speciale album che conserverete gelosamente.

Con notevole ritardo questa piccola recensione su uno degli album più belli usciti quest’anno in Italia. Il motivo è che i Delta V saranno in concerto al Garage Music di Castione il 15 maggio. L'occasione giusta quindi per avvicinarsi a questa band ed ad un disco oscuro, drammatico, sofisticato e atmosfericamente cinematico. Passando dal trip hop italiano al pop, e dall'elettronica ad un sound più indipendente, i Delta V oggi hanno deciso di fare di testa loro. Non perdeteveli, sarà un gran concerto.

Amo questa donna, il suo carattere caparbio, indipendente, unico. Preceduto dai singoli Che Uomo Sei e la bellissima Tender Chiara, Patty Pravo presenta il suo ultimo lavoro Nic Unic. Un cd con dieci brani, che dimostrano ancora una volta la forza e la capacità della grande cantante italiana, una che non molla mai, con intelligenza e superiorità. Inciso tra Londra e Roma con un validissimo gruppo di giovani musicisti e autori romani, con quest'album Patti Pravo si riconferma come la più divina.


029

dischi Joe Satriani

4Lyn

Drowning Pool

Amen

Love is space Epic

Take it as a compliment Edel

Desensitized Wind up

Death before musick Columbia

by steve

by stoner

by stoner

by stoner

Is There Love In space? è l'undicesimo album per il leggendario chitarrista newyorkese che annovera un enorme successo e fedeli fan in tutto il mondo. Satriani ci regala ancora una volta la sua gran tecnica ed indiscutibile passione per l'hard rock old-school. Prodotto dallo stesso Satriani e registrato con il suo insostituibile collaboratore Joe Cuniberti e mixato da Mike Fraser, l'album vede la collaborazione di altri due grandi: Matt Bissonette al basso e Jeff Campitelli alla batteria. Per gli appassionati.

Questo quartetto nu metal d'Amburgo è una band emergente che negli ultimi anni sta conquistando l'Europa a suon di poderosi concerti. A livello discografico Take it as a compliment è il terzo album, che presenta composizioni nu-metal integrate a momenti più rock e melodici, campionamenti, loop e massiccia effettistica. Questo disco rappresenta molto bene lo stile e l'approccio mitteleuropeo al nu-metal, una via che stanno seguendo molti gruppi. In lizza per il posto di primi della classe. www.4lyn.de

Dopo la morte del cantante Dave "Stage" Williams i Drowning Pool pubblicano il secondo disco con il nuovo shouter Jason "Gong" Jones. I Drowning Pool hanno avuto un folgorante successo in America grazie all'Ozzfest ed a Wrestlingmania. Vengono da Dallas e forse non a caso si può dire che questa band che ha seguito le orme dei Pantera, se avete nostalgia di questi ultimi provateli. Commercialmente è il classico prodotto per ragazzini con gli ormoni in subbuglio che gongolano per le trasgressioni porn&antichrist

Il secondo album per questa band di Los Angeles nata dal front man Casy Chaos, dal chitarrista Paul Fig e da una costola degli Snot dopo la morte del loro frontman Lynn Strait. Nu Metal e punk qui trovano una fusione oserei dire perfetta. I brani sono brevi, circa tre minuti, carichi di potenza dinamica, ma sopratutto mai noiosi e ripetitivi. I Dead Kennedys fossero nati nel duemila probabilmente suonerebbero così.. ho detto tutto. D’altronde anche la copertina è un riferimento che non lascia dubbi.

The Never Evers

AAVV

Simon Joyner

Ron Sexmith

Cosmical Sheep records

Rock Against Bush Vol.1 Fat Wreck

Lost With the Lights Jagjaguwar

Retriever V2

by taunus

by stoner

by owen

by gabi

Dopo due Ep i Never Evers arrivano al primo album con dodici coinvolgenti brani 60’s garage-frat-shakers. Questi quattro ragazzi sono riusciti ad affermarsi diventando una band di riferimento nella scena svizzera del garage rock’n’roll con molti concerti esplosivi e finalmente con un album che attesta in pieno il talento e lo stile inconfondibile. Retrò, ma moderno nei gusti, questo disco s'inserisce egregiamente nel fortunato filone del garage revival che di questi tempi va alla grande. www.never-evers.com

Compilation che contiene 26 brani di cui la metà inediti, più un Dvd, è un progetto attivo contro il presidente USA Bush promosso da www.punkvoter.com. I proventi verranno utilizzati in campagne di sensibilizzazione politica negli USA. Alcuni dei nomi che hanno aderito: Sum41, Anit-Flag, Offspring, Ministry, Jello Biafra & D.O.A., Pennywise, Nofx, Social Distortion, The Ataris, None More Black, Agains Me!, RX Bandits e Descendents. Bush is not just another bad president. He is “The Bad President”!

Lost With the Lights On è già il nono album di Simon Joyner, un nome noto solo tra gli ascoltatori più solleciti dell'american music. Joyner è uno di quei musicisti appartati e riservati, che vanno di rado in tour e per i quali l'esposizione mediatica conta assai meno di un microfono e una sei corde con cui esprimere le proprie riflessioni. Prezioso gioiello roots-bluesy pubblicato dalla attentissima Jagjaguwar, consigliato a chi sa apprezzare le cose più genuine ed intime. Da scoprire e promuovere tra gli amici.

Il cantautore canadese ha composto dodici canzoni nelle quali si possono ritrovare atmosfere lennoniane e dei cantautori americani degli anni Settanta. Sexsmith, giovane musicista per la realizzazione di Retriever, la sua sesta fatica, si è avvalso della collaborazione d'alcuni amici come Ed Harcourt (piano) e due componenti dei Travis, Neil (batteria) e Dougie (basso). Un buon album, forse un po' adagiato tra gli stilemi di cui Sexsmith ha dato miglior prova in passato, comunque sempre godibilissimo e d'interiore ascolto.


030

dischi

re.play di iggi

> The Icarus Line La furia in corpo

V2

Penance Soiree

The Icarus Line

Se il debutto degli Audioslave vi ha già stufato dopo qualche ascolto, se secondo voi gli A Perfect Circle hanno perso mordente, se ancora rimpiangete straziati gli At The Drive In e i Jane’s Addiction, se per voi il grunge, il garage, il metal vi deludono perché diventati (purtroppo) solo una questione di copertina…. Forse ascoltare il nuovo disco degli Icarus Line potrà consolarvi. Black Flag, Birthday Party, The Stooges, Jesus Lizard, Shellac, Black Heart Procession, Spiritualized e Ink & Dagger. Queste le influenze proclamate dei losangelini Icarus Line, band in parte hardcore, in parte metal e in parte alternative rock, ossia niente di nuovo sotto il cielo, ma mi sento in dovere di segnalarvi questa band per l'attitudine musicale, volta a destrutturizzare tutti gli anni '90 in un gusto davvero evoluto e schietto. Joe Cardamone (voce), Alvin DeGuzman (chitarra), Aaron North (chitarra), Lance Arnao (basso) e Jeff Watson (batteria) sono i nuovi alfieri di un sound che è una miscela scomoda e snervante, calcata con "infedeltà" sulle influenze elencate prima. Parole testuali del vocalist Cardamone: "La musica che facciamo è fatta per farci odiare.". Una cosa è sicura, questo quintetto non sta facendo niente per rendersi

simpatico allo show business, ma la V2 ha voluto lo stesso tentare il colpo pubblicando Penance Soiree, il secondo album dopo il discreto successo in patria del debutto Mono (2001). In Penance Soiree troviamo una foga spontanea ed un grande movimento musicale (che alcuni puristi forse potranno trovare eccessivo, quasi barocco), che a sostegno del cantante Caradamone (che urla e sbraita come pochi al mondo), alterna momenti di furia pura a quelli di un'intensità melodica quasi sorprendente e lancinante. Una voce interessante quella di Cardamone, che riesce a legare le varie influenze dichiarate dalla band donandogli la giusta plausibilità ed efferatezza. Tredici pezzi in totale che formano un album scomodo, estremo ma dannatamente affascinante e coinvolgente. Quello che distingue questa band dalle alle altre in voga di questi tempi è la giusta dose (cioè tanta) di Grinta, quella con la G maiuscola. Un merito non da poco, se si considerano le difficili ascendenze della band. Gli Icarus Line sono abrasivi, taglienti, professionali e davvero bastardi dentro. Questo quintetto vi conquisterà irrimediabilmente, a dispetto di tutti loro i tentativi per farsi odiare. Consigliato.

>> Nostaglia canaglia Che gli anni a cavallo tra i ‘70 e gli ‘80 siano oggi motivo di culto è ormai risaputo. Negli ultimi tre-quattro anni abbiamo visto il rispolvero di band dimenticate e l'avvento di nuove completamente dedite alla "neo new-wave". Un momento di grazia per questo revival, quindi, al quale non sono scampati due artisti italiani davvero differenti tra loro ma accumunati dalla passione per la musica targata Eighties: Boosta dei Subsonica e il cantautore Enrico Ruggeri. Boosta Iconoclash Columbia Il modernariato fa moda. Questa la chiave di lettura del nuovo lavoro di Boosta, noto Dj militante tra le fila dei Subsonica, che, durante la pausa sabbatica della band torinese, offre nei suoi 37 minuti di programmazione vari brani mitici del periodo d'oro della canzone pop italiana. Drum'n'bass e glitchies, nonché electro vibes a profusione su brani come I Like Chopin (successo internazionale di Gazebo), Rock'n'roll Robot (del "sempreverde" Camerini), A Berlino Va Bene (di Garbo, uno di maggiori esponenti del periodo in Italia). Fin qui tutto bene, le rivisitazioni sono simpatiche anche se un po' superficiali. I guai cominciano con il resto del lavoro, che, a mio modesto parere, scadono in rivisitazioni che fan rimpiangere gli originali. Difficile rovinare per esempio la demenziale L'Estate Sta Finendo dei Righeira, oppure rendere ispida la già pallida Dolcevita di Ryan Paris, oppure ancora rendere ridicolo il pezzo-scandalo Vincenzo e Milano di Alberto Fortis (ricordate il ritornello? Vicenzo io t'ammazzerò, sei troppo stupido per vivere…). Boosta invece c'è riuscito, ha reso gran parte delle sue cover in un'accozzaglia di ricordi rinfrescati da una mano di vernice troppo lucida e sgargiante alquanto coprente, togliendone così il valore intrinseco. Peccato, un lavoro che poteva essere più pregnante.

Enrico Ruggeri Punk prima di te Sony Music Dedicato al figlio adolescente amante del punk californiano odierno, questo nuovo lavoro di Ruggeri risulta molto piacevole e dall'ascolto interessante. Punk prima di te è un disco diviso in due parti: sette canzoni del repertorio dei Decibel (la punk-band in cui Ruggeri ha militato alla fine degli anni '70, prima di diventare solista), e sette rivisitazioni di classici del periodo punk e dintorni, tra cui God Save The Queen dei Sex Pistols, The Guns Of Brixton dei Clash, Sweet Jane di Lou Reed e All The Young Dudes di Bowie. Mi sono avvicinata a quest'album con scetticismo, per poi ricredermi subito. Un ottimo lavoro, pregno di amorevole nostalgia ma anche di un fedele rispetto per un periodo difficile che Ruggeri stesso descrive con precisione: La contestazione era finita da un pezzo, sfociando nel posto sicuro o nella lotta armata. Il rapporto tra le generazioni precedenti non era conflittuale, solo che li consideravamo sconfitti e passivi. Non ci interessavano più. C'eravamo solo noi, soli con il nostro futuro incerto. Se non ci ascoltavano, li obbligavamo a scandalizzarsi al nostro passaggio. Dateci un ascolto, potreste esserne sorpresi.



032

re.play di apache

comeback. I Pixies sono stati una delle band più influenti della scena new wave degli anni Ottanta. Dal loro bizzarro intruglio di garage, emocore e power-pop si sono manifestamente ispirati i Nirvana (come confessato dallo stesso Cobain) e svariate altre formazioni indie-rock del decennio, su tutti cito i Radiohead. E' l'evento dell'anno questa reunion. Sta facendo fibrillare tutti i cuori pixiani della terra che sono innumerevoli, anche alle nostre latitudini. Nati nel 1986 a Porto Rico dall'incontro tra il cantante Black Francis (alias Charles Thompson) e il chitarrista Joey Santiago, i Pixies si formarono definitivamente a Boston, dove al duo primigenio si unirono la talentuosa bassista Kim Deal e l'amico batterista, David Lovering. Il distintivo noise-pop pixiano (definizione coniata dalla band come "due terzi di rumore, un terzo di melodia pop") è appena accennato nell'Ep d'esordio Come On Pilgrim, pubblicato per la 4AD, ma è con Surfer Rosa, prodotto nel '88 dal deus ex-machina Steve Albini, che la carica musicale della band sfolgora nel suo originale temperamento. Il disco è un autentico shrapnel musicale: sfonderà nelle college-radio americane, raggiungerà il primo posto delle classifiche indipendenti britanniche e sarà celebrato dagl addetti ai lavori come uno degli ultimi capolavori dell'era post-punk. Da qui una carriera sfolgrante, intensa e seminale che influirà in maniera risolutiva la musica rock a venire. Riff distorti di chitarre folli e turbati ritmi sincopati, ritornelli ironici, contagiosi e melodici, e fra tutto urla isteriche e deliranti. Niente di più affascinante e fulgente. Cinque in totale gli album realizzati dalla band di Boston: oltre ai già citati ci sono l'immenso Doolittle (1989), il flemmatico Bossanova (1990) e l'ultimo (e deludente) Trompe Le Monde (1991). La fine della band fu corparsa da dissidi tra i componenti, personalità forti e poco inclini al compromesso, quella di Frank Black su tutti. Il resto della storia si sa già: una carriera solista "onorevole" per Frank Black, un paio di dischi sotto il nome Breeders per Kim Deal, collaborazioni con altre formazioni della 4AD per gli altri. Sarà stato il rimpianto sempre dimostrato dai fans a convincere Frank Black di sotterrare l'ascia di guerra? Di certo saranno stati gli applausi spontaneamente fragorosi e nostalgici che scaturivano dal pubblico quando eseguiva i pezzi più famosi dei Pixies durante i concerti di promozione dei suoi dischi solisti. Un rimpianto al quale è difficile sfuggire, inesorabile anche per il buon vecchio Frank Black. Riunione attesissima, dunque, dopo undici anni d'assenza dalla scena musicale: in previsione un tour internazionale (in Svizzera il 27 giugno all'Arena di Ginevra), e un dvd dal titolo Pixies. Intanto è uscito Wave of Mutilation, la raccolta su Cd dei loro successi che contiene ventitré canzoni ed è pubblicata dalla storica etichetta 4AD.

Nel disco, che è una versione ampliata del precedente e ormai irreperibile best of Death To The Pixies (1997), sono presenti sei canzoni tratte da Doolittle, un paio di B-sides, la versione live di Into The White e la cover di Winterlong di Neil Young. Diviso in quattro parti, invece, il dvd in uscita: nella prima il celebre live dell’88 al Town and Country Club di Londra, nella seconda i video promozionali di Monkey Gone to Heaven, Here Comes Your Man, Velouria, Dig For Fire/Allison, Head On, Alec Eiffel e Debaser; nella terza le riprese on the road del tour europeo del 1989 e nella quarta un documentario in cui a parlar bene dei Pixies sono musicisti del calibro di David Bowie, Thom Yorke, PJ Harvey e Bono. Il dubbio però rimane. E' un ritorno dettato da meri calcoli economici? Oppure è davvero una riunione d'intenti e progetti da sviluppare in un futuro prossimo? I quesiti sono: quel feeling così straziante ed intenso tra i componenti della band esiste ancora? E noi fan, questo ritorno lo rivivremo puro e stravagante come una volta? Lo sapremo solo dopo aver assistito ad uno degli esclusivi concerti previsti nei prossimi mesi.

Pixies Wave of Mutilation (best of) 4AD


033

report

di iggi

Sempre e solo Patti Smith

Abbiamo visto nel numero scorso di re.set l'arte visuale di Patti Smith in mostra a Ferrara fino a metà maggio, questo mese invece la poetessa cantautrice di New York ci offre con umiltà il suo nuovo album, Trampin', il nono della sua carriera ed il primo per la Columbia. Un ritorno alle radici, questo, nel quale poesia e sofferta schiettezza tornano alla grande con nuove canzoni di lucida denuncia.

Una copertina dove un piede provato da un lungo cammino mostra tutta la sua fragilità denudata. Questa l'immagine che ci consegna la cantautrice poetessa di New York, con un lavoro discografico splendido, il nono della sua carriera e il primo per la Colunbia/Sony. Stesse t-shirt sdrucite, il viso emaciato ed etereo, ma solida e presente come una quercia, Patti ci canta il suo grido di dolore e l'aspra critica contro la guerra. Una sorella ritrovata della quale ci mancava la voce, in questi momenti offuscati dal sangue e dai conflitti irragionevoli. Spirituale e generosa, la scrittura musicale dell'esile ma grande donna non cambia mai, sempre in prima linea, sempre al fronte, gettandoci così in faccia intense ballate che a sprazzi s'aprono nel tipico incedere ossessivo e senza requie. Un album largamente politico, ma lontano dal essere didatticamente un proclama. Quindi, non pensatelo come un libro della Fallaci in

versione rock, ma semplicemente come una voce di resistenza a difesa dell'umanità ma non delle ideologie. Un'esortazione alla fede in sé stessi e alla celebrazione della vita. Un disco organico che poco concede alle divagazioni di produzione, a parte il rumore in sottofondo di bambini che giocano nella strada e alle chitarre impazzite di Radio Baghdad, il brano dedicato alla culla della civiltà, quello più "forte", più notificante, scomodo, libero ed urgente quasi come uno spoken poem. Disco permeato da chitarre scabre ma allo stesso tempo cariche, un basso avvolgente, una batteria sussurrata ma incalzante. Registrato con la band formata nel 1996, di cui fanno parte il chitarrista Lenny Kaye, il batterista Jay Dee Daugherty (entrambi membri che suonarono in Horses, il suo album del 1975), Tony Shanahan al basso e tastiere e Oliver Ray sempre alla chitarra, Trampin’ include inoltre il debutto della

figlia Jesse, che accompagna la madre con rara delicatezza al pianoforte nella title track, un sussurrato spiritual tradizionale che conclude come una ninna nanna il disco. Undici brani in tutto tra cui s'evidenziano per magnifica e sensibile carica emotiva Gandhi, Peacewable Kingdom e Cash... ma è difficile fare una scelta, anzi impossibile. Ognuno di voi in questo disco saprà trovare la luce in musica, quella che taglia e fende la corrazza d'indifferenza che ormai tutti indossiamo inconsapevolmente.

Un album che ci ricorda con semplicità ed umiltà un'essenziale verità dimenticata, quella che Patti già c'insegnò tanti anni fa, ricordate? "People have the power!". Parole da non dimenticare mai. Patti Smith Trampin’ Columbia


034

report

re.play di taunus

Urgence Disk Records Nei sotterranei di Ginevra presso

Nell'ambito indipendente non è facile sopravvivere, ma il Barone con la sua perseveranza è riuscito, grazie alla formula della collaborazione, ad instaurare una rete di distribuzione e promozione in molti paesi europei, Stati Uniti e Giappone. Sono in molti oggi ad essere legati in modo o nell'altro dando il proprio contributo a quest'etichetta ginevrina e il catalogo si riempie sempre più di gruppi esteri, tra cui citiamo i belgi La Muerte, Flintology e Gran Chaos, i francesi S-Tantale e D-Side, i tedeschi Orkus e Zillo Masene...

il celebre centro culturale Usine, operano diverse associazioni tra cui il KAB. Fondata quattordici anni fa, quest'associazione organizza concerti e manifestazioni culturali. All'epoca uno dei fondatori del KAB ha aperto anche un negozio di dischi, l'Urgence Disk, destinato da diventare dopo dieci anni una delle più prolifiche etichette indipendenti svizzere: la Urgence Disk Records. Il personaggio in questione è Damien Schmocker alias Baron Von Schmock.

Il Barone lo ritroviamo in molti gruppi e produzioni ginevrine. Gli ambiti musicali in cui si muove con l'etichetta Urgence Disk sono l'industrial, il gothic, l'electro, l'ambient e il dirty blues. L'etichetta funziona come una cooperativa: l'artista gestisce i propri diritti d'autore e partecipa al cinquanta per cento alle spese di fabbricazione, l'etichetta si occupa della promozione e della distribuzione con l'aiuto degli artisti stessi. In Svizzera è alleata con i distributori Karbon (Zurigo) e Irascible (Losanna) mentre all'estero è presente in più di venti cataloghi. L'Urgence Disk toccherà fra poco la quota di venticinque produzioni in quasi cinque anni d'attività.

Bak XIII In Cauda Venenum Urgence Disk Bak XIII è una delle tante creature del Barone Von Schmock tra le quali citiamo Fade e Artmode. Qui è in compagnia di DDDMIX, un piccolo folletto amante del nero e del feticismo, mattatore delle serate electrodark dell'Usine. Il progetto inizia nel 2001 quando i due decidono di creare un progetto inneggiante agli anni '80. Dopo due anni di lavorazione ecco venire alla luce Cauda Venenum, subito ben accolto dalla critica romanda e francese. Questo disco è un condensato degli anni '80 più bui, le melodie volutamente apocalittiche, inquietanti e acide sono accompagnate dal vivo da immagini scioccanti. A parlare qui è la coscienza del lato oscuro contemporaneo. L'obiettivo è riuscito in pieno, se vi piace l'elettrodark degli anni ottanta qui avrete pane per i vostri denti, davvero un ottimo disco con i suoni e tempi giusti. I Bak XIII attualmente fanno da spalla ai risorti Front 242 in Svizzera e sono stati recentemente finalisti ad un concorso musicale promosso dalla Radio della Svizzera Romanda. Il loro live è arrivato anche in Ticino alla Fabbrica di Losone ed al Garage Music. www.bak13.ch

I gruppi svizzeri del catalogo sono invece i 7 Tone prodotti da Franz dei Young Gods, poi gli Artmode, i Fade, gli Opak, i Zodiak Project, gli Hell's Kitchen, Bak XIII, i Music For the Space, i Mélodie... tutti nomi di qualità del panorama elvetico.

Per chi fosse interessato ai sotterranei ginevrini e all'etichetta Urgence Disk ecco i link: www.darksite.ch/urgence www.usine.ch www.lekab.ch

Opak Prolog Urgence Disk Opak nasce a Vevey nel 1999, dall'incontro fra Julien Grandjean e Arnaud Sponar. Il duo produce musica con l'ausilio di computer e strumenti acustici creando un contrasto fra suoni puliti e distorti, melodie e rumori, batterie jazz e beats techno, strings orchestrali e chitarre lo-fi. Questo mélange tra elettronica ed acustica porta ad incontri sonici apparentemente inconciliabili ed il risultato é molto simile ad una colonna sonora ipnotica e visionaria, perfetta per un Bunuel o un Jean Vigo dei tempi moderni. Inoltre la collaborazione con l'artista multimediale d'origini greche Thanassis Fouradoulas da un tocco d'eccezione sia alla grafica dei loro lavori sia alle loro performance dal vivo. L'album Prolog, uscito nel mese di maggio del 2003, segna il debutto ufficiale di Opak. Caratterizzato da brani molto lunghi, fino a 16 minuti e rigorosamente strumentali, che ricordano i canadesi God Speed You Black Emperor, Prolog è un lavoro completo con arrangiamenti maniacalmente curati, ambienti profondi ed effettistica di gran classe. Nulla da invidiare a prodotti esteri dello stesso filone musicale. www.opakmusic.com



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re.play di iggi

immagini by sestito

Fangtooth Dalla preistoria al futuro

Momento particolare questo per la scena musicale ticinese, dove stanno maturando nelle cantine dei nuovi "liquori" davvero infuocati e dal forte retrogusto. Difatti si stanno costituendo varie band formate da noti veterani della scena locale rock alternativa. Un argomento che affronteremo con più dettagli nel prossimo numero di re.set. Intanto abbiamo l'onore di presentarvi i Fangtooth, una nuovissima realtà musicale che, grazie all'esperienza decennale dei suoi componenti, ha già molto da dire. Scopriamo quello che ribolle ora nel loro presente, e quello che ci riservano per il futuro. Stefano Bancalà, Andrea Cosentino, Giuseppe di Benedetto, Nello e Pierfranco Sofia sono i motori propulsori di Fangtooth. Conosciuti e stimati nel giro grazie alla militanza in storiche band come Seaside, Kickstand, Sophistry, Real Deal, Ae.lion e Alto Voltaggio questi "specialisti" del suono si sono ritrovati riscoprendo la scintilla e la passione per un nuovo progetto musicale. Incontriamo i fratelli Sofia e Andrea Cosentino, per una chiacchierata sui loro propositi.

rienza interessante, ma alla lunga ha stancato per l'approccio freddo e terribilmente indiretto. Ci siamo ritrovati a suonare gli strumenti anche perché avevamo nostalgia del fischio alle orecchie, del feedback per il volume al massimo. Quindi dopo un periodo di prova avete inciso il vostro demo… Past, present, future è stato inciso nel settembre scorso, presso il Black Dog Studio a Rivera, uno studio di registrazione appena aperto da noi, cioè Nello e Andrea (info: tel. 078.7906937 079.2934588). Ci sono tre pezzi, ma abbiamo altre composizioni in serbo da far sentire al pubblico. Avete già una reputazione di tutto rispetto sulla quale contare per la vostra promozione. Quali sarebbero le vostre intenzioni future? Suonare il più possibile, siamo ansiosi di metterci alla prova, e possibilmente andare oltre Gottardo a farci sentire e a confrontarci con altre realtà. Che dischi ascoltate in privato? Di quali band consigliereste l'ascolto ai lettori di re.set? Tra le band nuove passiamo dai Salem ai Queen Adrena, bravissimi! Ci piacciono anche gli Eva, i Rival School, i Thursday… c'è una rinascita dell'emo, che vuol dire un desiderio di esprimersi onestamente, con feeling. E' quello che abbiamo intenzione di fare anche noi…

Avete un nome particolare. Che significa Fangtooth? E' un impressionante pesce preistorico scoperto recentemente nei profondi abissi oceanici. Ha una testa abnorme, un corpo piccolo ed una bocca larga con zanne lunghe ed appuntite. In un passato remoto questo pesce aspirava le sue prede aprendo le fauci, che poi richiudeva imprigionandole con le zanne come se fossero state sbarre impedendone la fuoriuscita. Questa nel periodo preistorico, ma essenzialmente oggi il fangtooth, che è ancora vivente, si nutre di plancton. Il vostro genere musicale è intriso di rock alternativo in bilico tra l'emo ed il rock-metal. E' un genere che vi ha seguito anche in passato? Sì, noi veniamo da un background di questo tipo ma non solo, anche stoner, grunge e new-school. Negli ultimi anni alcuni di noi hanno fatto delle sperimentazioni con l'elettronica, tralasciando un po' da parte il bagaglio rock, ed è stata un'espe-

Fangtooth è un progetto stimolante che saprà coinvolgere gli amanti di sonorità emozionalmente coinvolgenti e dal massiccio urto sonoro. Qui stiamo parlando d'esperti del settore, gente che ci sa fare. Davvero indicativi i tre potenti brani presenti nel demo-Cd Past, present, future. Melodia, rabbia, sensualità, dinamicismo: quattro aggettivi per descrivere Float, Free Drive e Lookinglass, composizioni che sono una netta dichiarazione d'intenti a promessa di un futuro promettente, e indubbiamente incentrato su grandi confronti musicali dal vivo. Teneteli d'occhio.


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localcorner

Reverend Beat Man

The Ghost Town Bats

The Pussywarmers

Erano in seicento il 1° maggio al Garage di Castione per seguire quello che era annunciato come un grande evento e le aspettative non sono state per niente deluse. Musica dal vivo non-stop dalle 22.30 alle 4.00 con The Pussywarmers, The Ghost Town Bats, e per la prima volta in Ticino i croati The Mad Men ed i bernesi The Monsters.

The Mad Men

Tra un concerto e l’altro e per arrivare all’alba la preziosa presenza di dj Pepper Hot della Crazyeventik che ha proposto delle superchicche in vinile della leggendaria storia del rock’n’roll. Ed è stato rock’n’roll in tutte le salse cominciando dallo scanzonato ed ironico rockabilly dei Pussywarmers di Lugano che ha saputo scaldare a dovere l’ambiente per la grande performance dei ticinesi Ghost Town Bats, che esaltati dallo straordinario pubblico presente hanno fulminato tutti con un vasto repertorio "storico" da Billy Cochran ai Clash. I Mad Men hanno offerto il classico stile rockabilly che ha fatto la gioia dei puristi del genere con un impeccabile e trascinante concerto. Verso le tre del mattino è arrivato il turno del Reverendo Beat Man con i suoi The Monsters con un concerto travolgente che ha risvegliato ed indemoniato il pubblico con l’energia bruta del loro voodoo rock’n’roll garage trash. Il carisma di

Palco ai giovani 2004

Beatman con i suoi eccessi ed il suo magnetismo da Reverendo del rock’n’roll più estremo è un’icona sacra capace di liberare le anime selvaggie fedeli alla chiesa del rock’n’roll …Halleluja! Una serata indimenticabile, con un pubblico che ha risposto al richiamo riempiendo oltremodo la sala del Garage Music. Enorme la soddisfazione per gli organizzatori della serata, cioè Bipiem Agency, Apocalypse Knights Motorcycle Club Lugano, re.set magazine, Bad Cat Tatoo Studio, e l'agenzia svizzera Crazyeventik. Un evento, il Wild Night of Primitive Rock’n’roll che, visto l'eccezionale successo, si rinnoverà ogni primavera come il principale evento rock’n’roll ticinese dell’anno. We came clean, and then we really went home fucked up!

I.TIM.Tour 2004 di Nightatopera

I nomi delle band ticinesi ammesse all’11a edizione. Sabato 10 aprile si sono concluse, presso la sala concerti Metrò di Lugano, le selezioni per Palco ai Giovani 2004, la nota kermesse musicale dedicata alle band giovani della regione prevista quest'anno il 10-11-12 giugno in piazza Manzoni a Lugano. Da quest’anno ogni serata di selezione è stata dedicata ad un genere musicale specifico (rock alternativo, rock melodico, punk & co., hip hop & elettro, metal) e per ogni appuntamento è stata creata una giuria ad hoc che ha valutato in modo ancora più professionale e precisa per giudicare le band in concorso. Il riscontro da parte del pubblico è stato più che positivo e l’iniziativa delle serate a tema è stata molto apprezzata. Questa scelta ha dimostrato inoltre la varietà di stili musicali che i giovani musicisti del cantone sanno proporre. Tutte le formazioni hanno presentato brani scritti e composti da loro stessi. Il concorso non accetta infatti l’esecuzione di brani cover, allo scopo di stimolare la creatività e la fantasia dei partecipanti. Come ormai ogni anno si sono proposti sia artisti già presenti sulla scena da diverso tempo sia nuovi talenti, che dimostrano il continuo interesse che la musica suscita nei giovani, rendendola uno dei mezzi di comunicazione più utilizzato dai ragazzi. Ecco dunque i nomi delle 14 band che parteciperanno alla undicesima Palco ai Giovani 2004: The Gone Overseas (emo rock), The Pussywarmers (rockabilly), My Stupid Dream (emo punk rock), PunkSeck (punk), InFinity (nu rock), Demise (death metal), Mush (brit rock), Stone River (rock melodico), Trestato (musica italiana), Soul Line (metal melodico), Wonder Lily (rock valvolare), Nest & Jay K (hip hop), CLM (crossover) e Filarmonica di Pepe Nero (rock). Sul prossimo numero di re.set sarà pubblicato il programma dettagliato di questa manifestazione, la più attesa dell'anno dal pubblico giovane ticinese. Per informazioni: www.palcoaigiovani.ch

Un nuovo appuntamento impedibile e ricco di opportunità in Italia per i gruppi emergenti ticinesi è sicuramente I.TIM.Tour 2004. Il noto fornitore di servizi di telefonia mobile italiano organizza per i gruppi emergenti la possibilità di partire in tour. Sì, trattasi di un vero tour estivo. Inviando il materiale presso la sede di Rock Tv (Via Colico 36, 20158 Milano) si partecipa alla selezione operata dallo staff di Rock Tv, che darà l’opportunità a ben 108 band di suonare live per l’I.TIM Tour 2004. Le stesse band verranno inserite nella programmazione di On The Road, trasmissione di Rock TV con un’intervista e un brano live. Tra le 108 band che supereranno la prima selezione ne verranno selezionate ulteriori 27 per l’evento di chiusura del Tour. Ai finalisti inoltre sarà data l’occasione di partecipare a due trasmissioni di Rock TV, Database e Salaprove. Ma c’è di più.Le band selezionate suoneranno anche agli eventi invernali Rock Tv Night e Rock Tv Tour. Inoltre udite, udite! La band ritenuta più meritevole avrà un contratto discografico con About-Rock Records e riceverà una fornitura di strumenti musicali. Per partecipare compilate la scheda d'iscrizione dove è necessario indicare i due pezzi con i quali si vuole presentare il proprio gruppo, il responsabile del gruppo o persona di contatto ed inviare il tutto con la demo contenente i pezzi. Date anche una sbirciatina al sito www.rockweb.it e scrivete un e-mail a Rock TV potrebbe nascere qualcosa d'interessante per il vostro gruppo. Al seguente indirizzo trovate la scheda d'iscrizione per partecipare e le informazioni sul concorso: www.rockweb.it/content/itimtour.php


038

live

re.play

12 e 13 giugno

Flippaut Rock Festival Made In Bo - Bologna Dopo il grande successo della prima edizione, torna per il secondo anno consecutivo Flippaut Rock Festival. La kermesse, fissata nelle giornate di sabato 12 e domenica 13 giugno al Made in Bo di Bologna (Arena Parco Nord), avrà come headliner della prima serata i Korn di Jonathan Davis, in per presentare il sesto lavoro da studio Take A Look in the Mirror, mentre la seconda giornata sarà conclusa dai Muse, reduci dallo strepitoso successo dell'ultimo lavoro Absolution. Ad affiancare i maestri Korn nella prima giornata, sabato 12 giugno, spazio all'hard-rock anglo spagnolo de Ill Nino, e al gradito ritorno dei Soufly di Max Cavalera, da poco usciti sul mercato con un nuovo album, Prophecy. Atmosfere gotiche invece per gli Him, dalla Svezia. Seguiranno due personaggi d'eccezione che si celano dietro il nome Brides Of Destruction: il gruppo infatti è composto da Nikki Sixx, storico bassista dei Motley Crüe, e Tracii Guns chitarrista degli LA Guns, due band di culto degli '80, ora in questa nuova avventura glam. Nella stessa scia glam rock arrivano anche i Backyard Babies, mentre tornano in formazione originale gli storici Life Of Agony di Keith Caputo. A concludere il cast della prima giornata anche la violenza sonora degli italiani Mistonocivo ed Extrema. Una sterzata verso atmosfere più indie-alternative nella seconda giornata del Flippaut, domenica 13 giugno. Torna il grande Morrissey, indiscusso e stimato leader degli Smiths, in tournée con il nuovo album You Are The Quarry. Giovani discepoli di Morrissey potrebbero essere i The Veils capitanati dal diciannovenne Finn Andrews, così come i Tre Allegri Ragazzi Morti di Davide Toffolo con il loro Incredibile Spectaculo de la Vida e de la Muerte. Irrompe il garage rock con i Jet, band rivelazione dell'anno, e The Young Heart Attack, dirompente ensemble texano di scuola MC5. Una presenza dalle terre nordiche anche nella seconda giornata con i The Rasmus e il loro rock finlandese dal fascino immediato. Da Liverpool arrivano The Zutons, una band dal sound energico e ottimi intrecci rock e funk. Indie rock estremizzato a sonorità lo-fi per gli inglesi Kaito, mentre Broocklin è la città che ha dato i natali ai Tv On The Radio e al loro particolarissimo post punk elettronico. Reduci dal tour con i Duran Duran, arrivano infine a Bologna gli ultra chiacchierati Scissor Sisters, gruppo glam-dance già idolatrati nella natia Inghilterra, alla ribalta con il brano Comfortably Numb, cover dei Pink Floyd. Un evento che si preannuncia di qualità e senza compromessi, e che farà gola a tutti gli amanti del rock internazionale. Affrettatevi ad acquistarne i biglietti d'entrata! Informazioni: www.flippautrockfestival.com Barley Arts & Indipendente Eventi e Produzioni in collaborazione con AA Productions mettono in palio un biglietto ai primi cinque lettori che invieranno un mail, con l'intestazione "Flippaut" ed indicando il proprio indirizzo, a: redazione@resetmagazine.ch

Rasmus

29 maggio

Deconstruction! Tour 2004 Eishalle Schlufweg - Kloten (Flughafen Zürich) Live con Pennywise, Anti Flag, Beatsteacks, The Slackers, Pulley, Nguru, Strike Anywhere, The Movement, MXPX e 1208 + Skate & BMX-Show

Pennywise

Beatsteaks

Anti Flag

Per la sesta volta l'incredibile e fantasmagorico carrozzone del Deconstruction! Tour composto dalle più influenti punkrock e hardcore band al mondo, e dalle star della scena skate e BMX, invaderà Kloten all'inizio di quest'estate. Il Deconstruction! Tour è una manifestazione sempre più consolidata nel nostro paese ed attira una miriade di giovani spettatori. Previsto per quest'anno alla Eishalle Schlufweg a Kloten per il 29 maggio, torna in una versione più ricca e rinnovata grazie all'impegno dei sostenitori svizzera, quali le agenzie Destiny e Leech*Redda, e il noto locale live Remise Wil. Il concetto di quest'evento è quello di coniugare la musica punkrock e hardcore, che è tradizionalmente unita e vicina a sport quali lo skate board e il BMX. La scelta degli artisti del Deconstruction!, negli ultimi cinque anni, si è sempre basata sullo sforzo di comporre un completo cast costituito da band tutte di gran valore, e non da una sola star circondata da musicisti di contorno come spesso accade in questo tipo di manifestazioni. Non c’è bisogno di spendere ulteriori parole sulla qualità delle band che parteciperanno a quest'evento. I Pennywise, gli Anti-Flag e i 1208 sono tra le band punk/ hardcore più famose al mondo, gli Slackers e i Beatsteacks lo sono per lo ska, inoltre ci saranno i concerti dei Pulley e dei Nguru, degli Strike Anywhere e dei The Movement. Special guest gli MXPX. Un gran cast, dal devastante e coinvolgente effetto! Lo stesso si può affermare per gli atleti che si esibiranno e parteciperanno, cioè i migliori atleti europei ed americani di skate e BMX. Per informazioni: www.deconstructiontour.ch

Korn

Muse

Gli organizzatori di questa manifestazione mettono a disposizione due biglietti omaggio ai primi cinque lettori che invieranno un e-mail, con l'intestazione "Deconstruction" e indicando il proprio indirizzo personale, a: redazione@resetmagazine.ch



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live

re.play

Paléo Festival / Nyon / dal 20 al 25 luglio

Approntato il programmone per il Paléo Festival di quest'anno. I nomi in cartellone sono davvero quanto di meglio la scena musicale internazionale può offrire. Dal 20 al 25 luglio il palco più importante della Svizzera situato a Nyon offrirà al pubblico svizzero tantissimi motivi di soddisfazione.

David Bowie, Peter Gabriel, IAM, Eros Ramazzotti saranno le grandi star del 29mo Paléo Festival di Nyon (VD), in programma dal 20 al 25 luglio. Il "Village du monde", che l'anno scorso aveva ospitato il Sudafrica, renderà omaggio all'America latina. In sei giorni, il più grande open-air della Svizzera offrirà circa 120 concerti e spettacoli. Come di consueto, l'accento è posto sul pop-rock e sulla canzone francese, comunque tutti i generi musicali sono ben rappresentati passando dalla world music, allo ska, all'hip hop, al rock-metal. Inaugurato l'anno scorso, il "Village du monde" è stato non solo mantenuto, ma ingrandito. Ogni sera, il villaggio accoglierà artisti di uno o più paesi latinoamericani, dai Caraibi all'Argentina. Fra questi: i cubani Eliades Ochoa e Raul Paz, nonché la messicana Lhasa. Per la canzone francese, sfileranno artisti di ogni generazione: dai più anziani come Adamo, Georges Moustaki e Baschung, a rappresentanti delle tendenze attuali, fra i quali Cali, Miossec e le Têtes Raides. Il folto gruppo di artisti elvetici annovera Stephan Eicher, Jérémie Kisling, nonché il losannese François Vé. A Season Drive e Water Lily rappresenteranno il pop-rock nazionale, mentre i dj Crowdpleaser, Dave The Hustler, St Plomb rappresenteranno la scena elettronica; i Moonraisers il reggae. Il patron del Paléo, Daniel Rosselat, è particolarmente soddisfatto della venuta di Peter Gabriel, un sogno rincorso da Rosselat da anni. Il concerto di David Bowie a Nyon sarà l'unico in Svizzera dell'estate 2004. Eros Ramazzotti, dal canto suo, si produrrà per la prima volta al festival vodese. Per accogliere i circa 200'000 visitatori attesi, il perimetro del festival è stato ulteriormente ingrandito di due ettari. Incredibile il successo della prevendita di questa rinomata manifestazione. Difatti in meno di una settimana tutti biglietti in vendita, ben 160'000, presso le biglietterie e tramite internet sono andati esauriti. Niente paura per i fan rimasti a piedi, gli organizzatori hanno a disposizione una quota di biglietti per ogni serata prevista, acquistabili alla cassa la sera stessa. L'importante è essere tra i primi della fila! Per informazioni: www.paleo.ch

IAM

David Bowie

Eros Ramazzotti

Peter Gabriel

Musica attendendo l'estate In attesa della stagione estiva ticinese che, come di consueto, si prospetta ricchissima d'eventi musicali d'ampio respiro, alcuni locali live della regione hanno in programma alcuni eventi di sicuro interesse per gli amanti della musica giovane. Dapprima consigliamo due interessanti serate attrattive per chi segue la scena musicale italiana: presso il Garage Music venerdì 14 maggio sarà la volta di Caparezza, il noto ed originale personaggio nel panorama della musica italiana odierna. Un cantautore surreale, provocatorio, tra Woody Allen e Frank Zappa venuto alla ribalta con il brano Fuori Dal Tunnel che fa parte dell'album il cui titolo è un programma, Verità supposte. Spettacolo e divertimento garantiti! Il giorno dopo è la volta dei Delta V in tour promozionale per l'uscita del loro nuovo lavoro, Le cose cambiano, un album dove spazi saturi di suoni, sovrapposizioni digitali ed un'inconfondibile passione per le melodie cinematiche ha consacrato la band come la più interessante dell'anno in Italia. Per entrambi i concerti le prevendite sono su www.garagemusic.ch. Presso il bar Temus il 15 maggio si propone un nuovo spettacolo con i Divina. La band presenta un coinvolgente dance musical ad alto tasso adrenalinico con medley dedicati alle migliori hits della dance ’70-’80. Fantastiche interpretazioni in rigoroso stile vintage degli indimenticabili artisti quali Madonna, Village People

e Bee Gees. Luci, colori e live music per un’esaltante serata tutta da ballare. Non da meno la serata del 22 maggio presso il Metrò di Lugano, dove sono attese la band Cripple Bastards (grindcore da Asti), Woptime (hardcore, Torino), Eleganza Criminale (hardcore, Lugano) e Falling Silence (melodic metal from Lugano).Un'ottima opportunità per ritrovarsi all'insegna della musica giovane e godersi un'ultima serata al Metrò prima della stagione degli open-air. Al Living Room di Lugano il 13 maggio l'University Party 2.0 chiuderà la stagione universitaria con i dj set dj Pox (TI/CH) e dj Albruic (VD/CH). In onore alla scena musicale ticinese il noto locale luganese offrirà il suo palco anche a due band d'eccezione: il 28 maggio la scena è in mano agli Eva Kant di Bellinzona, band indiealternative di tutto rispetto, e la serata seguente è il turno dei luganesi Fangtooth, una nuova band formata da musicisti noti nella regione. Serata, quest'ultima, organizzata in collaborazione con re.set magazine, che offrirà inoltre un rock & psychorevolution dj set animato dalla crew Bonnie&Clyde di Lugano. Due serate per tastare con mano realtà musicali della regione davvero promettenti.


cinema

041

re.vision di ado bader

Assedio all’invincibile fortezza di Troia

Tempo di kolossal storici per le major hollywoodiane. Grazie alla strada spianata dal successo de Il Gladiatore, la leggendaria battaglia di Troia narrata nell'Illiade di Omero diventa un film. Corre l’anno 1193 A.C.; l’amore segreto tra Elena (Diane Kruger) e Paride (Orlando Bloom) accende la miccia che farà scoppiare la sanguinosa guerra di Troia. A vendicare l'affronto subito dal re Menelao, marito della bella Elena, è suo fratello (Re degli imbattibili Micenei) Agamennone. Spinto dalla brama di potere, il Re non esiterà a scatenare una guerra di proporzioni epiche pur di espandere il suo impero e spazzare via un'intera civiltà. Mai prima d’ora, però, un solo esercito è riuscito nell’impresa di penetrare tra le mura della città di Troia, dove è stata condotta Elena. Il successo dell’impresa è affidato ad un solo uomo: l’impavido guerriero greco Achille (Brad Pitt).

L’azione si sposta così in prima linea e dopo un interminabile assedio, l’invincibile fortezza cadrà nelle mani del nemico, grazie all’ingegnoso stratagemma del cavallo di legno. Composto da un cast d'eccezione, Troy è stato girato dal regista Wolfgang Petersen (La Tempesta Perfetta) tra l'isola di Malta, la Gran Bretagna, il Marocco e il Messico. Se anche voi volete addentrarvi in quest’antichissima storia di passione, lacrime e sangue, l’appuntamento è per il prossimo 21 maggio al cinema. In occasione dell’uscita del film nelle nostre sale la Warner Bros mette in palio 10 biglietti omaggio validi per due persone ai primi lettori che scriveranno un email con l’intestazione "Troy" (e indicando il proprio indirizzo) a redazione@resetmagazine.ch

Una nuova era glaciale colpirà la terra

Se c’è un regista che più d'ogni altro ha a che fare con il genere catastrofico questo è senza dubbio Roland Emmerich. Che siano cattivissimi alieni (Independence Day) o lucertoloni giganti (Godzilla), nei film di questo cineasta tedesco emigrato a Hollywood, le grandi metropoli della terra vengono demolite senza pietà. Come ogni autore che si rispetti, Emmerich ha voluto curare personalmente gli aspetti più importanti (produzione, regia e sceneggiatura) della sua ultima fatica cinematografica. Ma L’alba del giorno dopo è più di un semplice film catastrofico. A rendere più inquietante e reale questa pellicola sono infatti i recenti scombussolamenti climatici che hanno colpito le diverse regioni del globo. Ne L’alba del giorno dopo il Professor Jack Hall (Dennis Quaid), climatologo, conduce delle ricerche per trovare una soluzione che salvi il mondo dagli effetti disastrosi dovuti al buco dell'ozono. A quanto pare lo studioso ipotizza l’avvento di una nuova glaciazione, purtroppo confermata da

un’imminente tempesta che sta per scatenarsi sul pianeta. Mentre cerca di avvertire la Casa Bianca dell'imminente disastro ambientale, Hall deve riuscire anche a raggiungere la città di New York, colpita da terribili inondazioni, dove si trova suo figlio Sam. A rendere più convincente e realistico L’alba del giorno dopo vi sono le impressionanti sequenze dei cataclismi, ricreate in maniera convincente al computer. Insomma, questo film – che interesserà sicuramente i membri del WWF e di Greenpeace – può servirci d’insegnamento. Se volete rendervi conto anche voi che con la natura è meglio non scherzare, l’appuntamento è al cinema il prossimo 28 maggio. In occasione dell’uscita di L’Alba del giorno dopo nelle sale la Twentieth Century Fox mette in palio dei gadget del film ai primi lettori che scriveranno un e-mail con l’intestazione "Alba" (e indicando il proprio indirizzo) a redazione@resetmagazine.ch


042

re.vision

cinema

di eric bouzigon

nextscreen Ecco le nominations degli MTV Movie Awards che si terranno il 10 giugno di quest'anno. La maledizione della prima luna ha ottenuto ben sei nominations, tre delle quali per il ruolo di Johnny Depp; seguono Il primo bacio, la commedia con Adam Sandler e Drew Barrymore e X-Men 2 con quattro nominations. Tre nominations per il capolavoro di Quentin Tarantino Kill Bill: Volume 1, poi Charlie's Angels - Più che mai e Un ciclone in casa; due per Alla ricerca di Nemo, Una settimana da Dio, Lost in Translation, Matrix Reloaded, Il signore degli anelli - Il ritorno del re, School of Rock, Non aprite quella porta, Bad Boys 2 e You Got Served.

Kill Bill vol.2 Dopo qualche mese d’attesa, eccoci finalmente servito il secondo volume di quel Kill Bill visto ed apprezzato a novembre. Da dove inizia il film? Se qualcuno si fosse dimenticato la storia, niente paura. La scena iniziale si apre con un riassunto recitato da una Uma Thurman al volante mentre viaggia a tutta birra verso le sue prossime vittime. Come propone lei, è però è meglio cominciare dall’inizio.

Dove nasce il desiderio di vendetta? Nella chiesetta! La nostra Uma, già con l’abito nuziale chiacchiera con il futuro marito e con Bill (David Carradine), almeno fino a quando gli scagnozzi di quest’ultimo non decidono di entrare in scena col seguito che conosciamo. Fine del prologo, capitolo numero sette. Uma Thurman è sulle traccie di Budd (Michael Madsen) unico uomo, Bill escluso, ad aver preso parte al massacro. Domande: morirá anche lui come ORen Ishii (Lucy Liu) e Vernita Green (Vivica A. Fox)? Certo! E la glaciale dark lady dall’occhio bendato che risponde al nome di Elle Driver (Daryl Hannah)? Non la si vede morire, ma difficilmente le si può augurare una sorte diversa. Una volta liquidate queste pendenze, rimane un solo ostacolo per portare a termine la sua vendetta. Kill Bill! Ed eccoli lì, faccia a faccia per un duello mortale che ha quasi il sapore di una riconciliazione. Pirotecnico e di poche parole la prima parte, più riflessiva e verbosa la seconda. A metà strada tra lo spaghetti-western ed il film di arti marziali made in Hong-Kong, il regista questa volta ridà spazio a quei dialoghi allegorici che lo hanno reso famoso senza dimenticare il tema del peso del proprio destino. In questo secondo episodio Uma Thurman diventa più umana. Si scopre che si chiama Beatrix Kiddo, la si vede innamorata del suo Bill come la si vede soffrire mentre il maestro cinese dalla barbetta bianca Pai Mei le insegna a diventare quel super essere che nel primo film spacca teste e braccia a tutti. Narrativamente il film rimane coerente alla prima parte, anche se il finale annunciato potrà sorprendere più di una persona per la sua quasi tranquillità. Il film, cinematograficamente perfetto, mostra ancora una volta l’abilità del regista di miscelare diversi generi dando loro un ritmo incredibile lavorando tantissimo su dialoghi e musica. A questa perfezione molto artificiale c’é però una domanda che, sull’arco dei due film, sorge più che mai spontanea. Perchè spezzare in due parti questo lavoro?

M.Night Shyamalan, già autore del Sesto Senso, Unbreakable e Signs è ora alle prese con il destino maledetto degli Watchmen, gli anomali supereroi creati dalla mente perversa del maestro Alan Moore. Il film sarà prodotto dai Revolution Studios, che stanno ottenendo un buon successo nelle sale con un altro film tratto da un'avventura a due dimensioni, Hellboy. Anche lo sceneggiatore, David Hayter, è un esperto del settore: si è già occupato degli screenplay di X-Men e di Hulk. Sullo schermo gli eroi di The Watchman saranno interpretati da Ed Harris, Mel Gibson, Ralph Fiennes, John Cusack, Edward Norton, Michael Douglas e Catherine Zeta Jones.

Kelly Jones (cantante degli Stereophonics) ha composto il copione per un film ed ha chiesto ad Ewan McGregor d’esserne l’attore principale. Il futuro film s’intitola The memoirs of Charlie Tucker ed è basato sulle gesta del boia britannico Syd Dernley. Nel 1989 il boia (che negli anni Quaranta e Cinquanta giustiziò 25 criminali) aveva scritto la sua autobiografia, The Hangman’s tale, e Kelly ha comprato i diritti di sfruttamento del libro. Il cantante del gruppo gallese, che aveva studiato cinematografia prima di buttarsi nell’avventura musicale, ha consegnato il copione al suo amico Ewan prima di un concerto che la band ha tenuto qualche settimana fa a Londra. Lenny Kravitz attore? Pare di sì! Il rocker americano farà il suo debutto in una parte di Barbecues And Bar Mitzvahs, una commedia intellettuale alla Woody Allen, le cui riprese dovrebbero cominciare entro la fine del 2004. Il suo legame con il cinema comunque ha origini radicate: sua madre, Roxie Roker, interpretava il ruolo di Helen Willis nella sit-com The Jeffersons, mentre suo padre, Sy Kravitz, era uno dei producer più importanti dell'emittente USA NBC. Vi ricordate di Porky's di Bob Clark (1982), il papà di tutte le commedie sporcellose d'ambientazione scolastica? La critica storse il naso, il pubblico lo elesse film di culto. Ora è il momento del remake prodotto da Howard Stern, il noto Dj radiofonico americano tutto parolacce e provocazioni. La Rete sta facendo il tifo perché nel remake di Porky's compaia l'unica attrice che c'era nell'originale e che poi è diventata famosa: niente meno che Kim Cattrall (la bollente Samantha di Sex And The City). Tempi lunghi d'attesa per i fan di Star Wars: l'uscita di Episodio 3 è ancora lontana (maggio 2005), ma nell'attesa c'è spazio per un megaDvd della prima, intramontabile, trilogia. Con in più un sacco di chicche sulla conclusione della saga-prequel. Tra le promesse del Dvd c'è anche quella di far scoprire l'evoluzione di Anakin Skywalker/Darth Vader. Oltre a Guerre Stellari, L'Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno Dello Jedi, il Dvd includerà infatti alcuni contenuti speciali sull'attesissimo Episodio 3. Il Dvd sarà disponibile a partire dal 21 settembre 2004.


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kult

di pablo

Al Pacino

L’ultimo eroe tragico “Ammazzare il tempo è forse l’essenza della commedia, mentre essenza della tragedia è ammazzare l’eternità”. Se Sofocle fosse uno sceneggiatore contemporaneo, anziché un sommo tragediografo greco, sicuramente indicherebbe come interpreti ideali delle sue opere attori della caratura di Robert De Niro, Jack Nicholson o Marlon Brando. Forse esiste solamente un uomo in grado di coniugare la metodicità del primo, la follia del secondo e la grandezza del terzo, il suo nome è Al Pacino. L’attore italo-americano è un eroe tragico nel vero senso del termine, egli porta in scena i dubbi e i mali della vita, e ne fornisce una sorta di metaforica espiazione, senza alcun intento moralistico ma solo ben conscio dell’indomabile destino a cui va incontro. La leggenda vuole che il mitico Alfredo Pacino nasca il 25 aprile 1940 a Harlem e passi una difficile giovinezza nel Bronx. Il padre abbandona prestissimo la famiglia, così Al viene cresciuto dai nonni materni. A 17 anni decide di abbandonare la scuola per dedicarsi alla recitazione; dall’Herbert Berghof Studio nel 1966 viene finalmente accettato all’Actor Studio, dove metterà le solide fondamenta di una delle carriere d’attore più splendide che il cinema possa raccontare. Al Pacino appartiene ad una razza in via d’estinzione, quella degli attori “cacciavite”, attorno ai quali può ruotare un’intera pellicola. La figura di attore maledetto Al la

deve alle splendide interpretazioni di uomini angosciati in continua lotta prima con se stessi e poi con il mondo. Violento e sadico in Scarface, amaro in Carlito’s Way, risoluto e senza scrupoli nel Padrino, sarcastico e sedicente in L’Avvocato del Diavolo. Al Pacino rappresenta il modello dell’antieroe hollywoodiano, un uomo straziato e logorato, specchio della confusione e del disordine morale: qualsiasi parte interpreti, il suo destino è quello di portare sullo schermo una sconfitta esistenziale, dove sia i buoni sia i cattivi vanno incontro alla loro tragica sorte. I suoi personaggi sono caratterizzati da un alone di mistero, enigmatici, solitari dallo sguardo disperato di chi ha già visto tutto nella vita e peccatori indipendentemente dal loro ruolo; sono uomini distrutti dal dubbio, dalle domande a cui una vita non basta per rispondere. "Michael Corleone" e "Tony Montana" resteranno per sempre i due ritratti di gangster più straordinari che la storia del cinema possa ricordare, pari forse solamente a “Vito Corleone” di Marlon Brando, e allo stesso modo "John Milton" è stato il più sedicente e ammaliante anticristo del grande schermo, e "Toni D’Amato" il più carismatico e furbo allenatore di football nelle maledette domeniche di Oliver Stone. Al Pacino è un impagabile maestro nel rivelare il dramma, la paura e l’angoscia della nostra esistenza, ci mostra questi patimenti come inevitabili sfaccettature della nostra vita quotidiana. La vera forza dei suoi personaggi sta nella maniera in cui affrontano la propria sorte, solitari e disperati combattono fino allo stremo delle forze, fino a quando la rabbia che illumina il loro sguardo non si è completamente spenta. Tony Montana: " Io tutto quello che ho a questo mondo sono due cose: le Palle e la Parola, e le ho sempre mantenute tutte e due "

NON È SOLTANTO DANZA. È LA SUA VITA.

I suoi sogni. La sua volontà.

AL CINEMA! SOUNDTRACK FEATURING NEW MUSIC & HITS FROM MISSY ELLIOTT FABOLOUS BLAQUE AMERIE JADAKISS SEAN PAUL

A UNIVERSAL RELEASE

© 2003 UNIVERSAL STUDIOS


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cinema

re.vision di squalo

✻❀❁ ❆❇❆ ❀✹ ❈✽✻✻✹G❇✄ ❋✻✹✿❄❁ ❄✹ ❈❊❁❅✹ ✺❇✺❁❆✹ Ebbene sì, ci siamo arrivati… finalmente si parla di peccati e relativi peccatori.Qual’è il posto al mondo, dopo Sodoma e Gomorra, che più ci fa pensare al peccato?

Come sempre però scordatevi di beccarvi il classico articoletto-spazzatura, in puro stile Novella 2000 dove vi svelo i retroscena matrimoniali, le vicendevoli cornificazioni, le inclinazioni sessuali, ed i criceti sfinterici di attori, attrici, registi, fonici e portatori-di-cestini-sul-set… Se per caso bramate questo genere di spettegolezzi buttate via re.set e recatevi nella più vicina edicola dove potrete soddisfare i vostri pruriginosi bollori da “scoop”. Questo sarà il classico articoletto-spazzatura, in puro stile Squalo dove vi svelerò il peccato originale più infame ed infamante della Hollywood-Babylonia. Perché per me non sono le scappatelle sessualmente compromettenti ad essere dei peccati veri e propri. Dopo “l’incidente” accaduto a Roscoe “Fatty” Harburckle, il pacioccoso mattatore di tante comiche che sventrò una ragazza - tale Virginia Rappe - nel tentativo di far sesso con lei in quel lontano lunedì 5 settembre del 1921, poco riesce a scuotere i miei nervi. Dopo un episodio simile nulla mi può più sconvolgere a livello splattersessuale. E dire che d'infamanti storie non ne sono di certo mancate nel patinato mondo della celluloide. Non mi reputo particolarmente bacchettone o moralista e, secondo me, i Sette Vizi Capitali della collina più famosa di Los Angeles si possono riassumere in un unico peccato cumulatore: l’Ingordigia. Lo so, lo so… adesso cercherete di elencarvi mentalmente tutte le altre sei violazioni delle etiche divine leggi; ci proverete probabilmente senza riuscirci: è inevitabile, ne manca sempre una, come per i Sette Nani. L’unico sistema per riuscire a trovarli tutti è scriverli su di un foglio; oltretutto (lo ammetto) ho

pure barato - l'Ingordigia, benché in molti lo credano, non fa parte dei Sette Peccati Capitali: n'avete uno in più da cercare ma non toglie il fatto che è solo ed unicamente l'Ingordigia a smuovere davvero Hollywood. In una sua recente intervista Tim Burton (il geniale autore di Big Fish) diceva che un tempo, negli studi cinematografici, si partiva da una sceneggiatura buona o cattiva che fosse, mentre adesso si parte con il determinare la data d’uscita dei gadgets collegati al merchandising del film. Sembrerebbe un dettaglio, quasi una sottigliezza, ma è un sintomo di una spaventosa, bramosa cupidigia della Mecca del Cinema. A prescindere dalla trama e dalla bravura vera o presunta di attori, regista e maestranze la cosa più importante è prestabilire la data esatta in cui i consumatori saranno più predisposti (o moralmente obbligati) ad acquistare il ciarpame collegato alla pellicola. Solo per l’uscita di Star Wars - Episodio I: La Minaccia Fantasma (1999) ero riuscito a ritrovare praticamente una tale variegata quantità di ciarpame marchiato, benedetto e santificato dalla casa di Lucas. Mancavano (?) unicamente i preservativi a forma di spada laser e gli assorbenti igenici con l’effige di Darth Maul! E da quando ho visto i chiodi ufficiali di The Passion of The Christ venduti a $ 17.95 non c’è più nulla che mi scandalizzi! Sfido chiunque a trovarne qualcosa di più cinicamente blasfemo.

plausi insulti & pernacchie: squalo@rtsi.ch

Hollywood, naturalmente.

Va bene, va bene… non sono poi così bastardo come solitamente appaio (sono gli altri che mi disegnano così) e quindi vi scrivo io quali sono i Sette Peccati Capitali: Superbia, Invidia, Pigrizia, Gola, Lussuria, Avarizia ed Ira. Per i Sette Nani invece dovete arrangiarvi!


UN FILM DI STEPHEN SOMMERS

UNIVERSAL PICTURES PRESENTA COSTUMI "VAN HELSING" RICHARD ROXBURGH DAVID WENHAM WILL KEMP KEVIN J. O'CONNOR MUSICHE MONTAGGIO SCENOGRAFIE DI GABRIELLA PESCUCCI DI BOB DUCSAY KELLY MATSUMOTO DI ALLAN CAMERON SHULER HENSLEY DIALAN SILVESTRI DIRETTORE DELLA PRODUTTORE PRODOTTO SCRITTO E FOTOGRAFIA ALLEN DAVIAU ASC ESECUTIVO SAM MERCER DA STEPHEN SOMMERS BOB DUCSAY DIRETTO DA STEPHEN SOMMERS EFFETTI SPECIALI ANIMATI E VISIVI A UNIVERSAL PICTURE A CURA DI INDUSTRIAL LIGHT & MAGIC SOUNDTRACK ON DECCA/UMG SOUNDTRACKS

© 2004 UNIVERSAL STUDIOS

dal 7 maggio al cinema


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re.ad di stefano kirk

Mario Cavatore Il seminatore Einaudi

Autori vari La qualità dell'aria Minimum Fax

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Il "seminatore" è Lubo Reinhardt, uno zingaro in terra elvetica che perde tragicamente la famiglia: i figli portati via dalla polizia e la moglie uccisa nel tentativo d'imperdirlo. Tutto ciò accade nella Svizzera del 1939, mentre è in azione l'associazione pseudo-umanitaria "Bambini della strada" adibita a sradicare il nomadismo con metodi poco ortodossi e dalla velata valenza xenofoba. Lubo, straziato dal dolore, decide di vendicarsi, e la rivalsa sarà sottile ed allo stesso tempo decisiva. Cambia identità e diventa Bruno Zhair, cioè un amante infallibile ed affascinante con lo scopo di sedurre ed inseminare, ingravidandole, il maggior numero di donne svizzere, mettendo in atto così un viscerale atto di protesta contro quella corrente di pensiero sociale basata sull'eugenetica. Lubo segue il suo proposito infallibile, implacabile nel suo urlo di vendetta: se la Svizzera gli ha tolto due figli di sangue zingaro "impuro", ne avrà in cambio duecento con il sangue misto. Questa vicenda, basata su fatti storici e sulla fantasia dell'autore Mario Cavatore, prenderà una piega inaspettata e fatale quando il protagonista si scontrerà con una famiglia d'immigrati a Lugano… Quelli del movimento eugenista sostenevano che la qualità dei geni della popolazione andava protetta, e chidevano interventi politici per incrementare il numero d'individui con i geni "buoni" eliminando dalla circolazine quelli con i geni "difettati". Una teoria della qualle conosciamo molto bene il risultato. In Svizzera attorno agli anni '30 queste ideologie hanno attecchito in maniera subdola ed infida, nascondendosi dietro finte organizzazioni umanitarie che avevano scopi tutt'altro che positivi. La sede dello Hilfswerk für die Kinder der Landstrasse era a Zurigo, e la sua azione si è svolta soprattutto nella Svizzera Orientale. Circa l'80 per cento dei bambini rieducati da quest'opera "pia" proveniva dai cantoni di lingua tedesca, ma anche il Ticino era molto ben rappresentato, con l'11,5 per cento.

All’inizio del XX secolo l’Italia si candida a diventare il vero oggetto enigmatico della Comunità Europea. Di che Paese si tratta? Lo si può immaginare come un punto di riferimento per la democrazia e l’unione del Vecchio Continente, o invece è uno sconclusionato laboratorio in cui tutte le contraddizioni e i paradossi del nostro tempo ribollono nocivamente? E' una telecrazia o un Paese lentamente avviato verso le riforme reazionarie? E' il primo vero esperimento di democrazia mediatica? E' la farsa di un regime? Resta pur sempre una delle culle dell’umanesimo o è corrotta dal cancro della xenofobia? Gli italiani, da sud a nord, da Palermo a Milano, dal Colosseo di Roma alle riproduzioni dello stesso ospitate nei McDonald’s, come sono cambiati e quali sono le storie che oggi li rappresentano integralmente? E gli scrittori italiani che fanno, come reagiscono? Minimum Fax non ci pensa due volte e presenta con La qualità dell'aria con venti scrittori italiani che raccontano il proprio tempo sulla propria pelle attraverso una manciata di racconti impietosi e caustici. Venti autori under 40 che si presentano armati di talento, coraggio, ma soprattutto della forza della letteratura. Da firme già note (Tommaso Pincio, Antonio Pascale, Mauro Covacich, Elena Stancanelli, Emanuele Trevi) a recentissime rivelazioni nazionali (Valeria Parrella), a veri e propri esordi, questi scrittori cresciuti nell’era dei videogiochi e delle televisioni commerciali mettono da parte qualunque tentazione di letteratura-entertainment per raccontare, spietatamente e dolorosamente, i loro anni. Per ritrovare, oltre la farsa e la commedia, un emozione di attaccamento viscerale e di repulsione, di odio e amore nei confronti del proprio quotidiano e dei propri fratelli.Un'Italia giovane che riflette.

Un breve e lucido romanzo consigliato a tutti, per la potente forza evocativa, per sincera empatia con le vicende del protagonista, per sapere di una Svizzera fuori dal tempo rivelante una bruciante verità a noi misconosciuta. L'autore di quest'incisivo libro è Mario Cavatore, un esordiente di Cuneo dalla fresca età di 56 anni, scrittore per caso che ha avuto la fortuna di trovare un lungimirante editore come la Einaudi. Cavatore è stato operaio, elettrotecnico, tecnico del suono, animatore radiofonico, artigiano. Un'adolescenza inquieta e sbandata l'ha portato a conoscere dall'interno il mondo dei nomadi. Questo suo primo romanzo è dedicato a loro, con riconoscenza ed affetto.


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libri Edward Bunker Animal Factory Einaudi -----------------------------------------------------------Edward Bunker: dapprima un’infanzia abbandonata tra collegi e riformatori, poi un’adolescenza on the road, farcita di risse, furti e smercio di droga. Infine, una piccola cella dove scontare una lunga serie di condanne. Bunker ha passato gran parte della sua esistenza in galera, passando da San Quintino a Folsom Prison. Diciotto anni in totale. Tanto tempo durante il quale appassionarsi alla lettura dei grandi autori e diventare scrittore. "La mia vita l’ho vissuta veramente, in modo pieno, ricco. Ci sono delle cose che ho fatto di cui mi vergogno, ma quando mi guardo allo specchio, posso essere fiero di come sono. Quel mio carattere che mi ha spinto alla ribellione, è lo stesso che mi ha permesso di sopravvivere e di impormi".

Come una bestia feroce, Cane mangia cane, Educazione di una canaglia sono i i più famosi romanzi di Bunker, dei "pugni nello stomaco" tutti incentrati sulla vita in prigione e nella malavita. Animal factory, che è appena uscito in italiano, è un romanzo di denuncia lucida e agghiacciante nei confronti del sistema carcerario statunitense. "Fa ridere l’idea che dietro le sbarre i carcerati dovrebbero riabilitarsi. La galera restituisce persone peggiori di quelle che ha rinchiuso. E poi cosa fanno? Riempiono le celle di poveracci che scontano pene per storie di droga da quattro soldi. Li trasformano in pazzi criminali, e poi li rimettono fuori tra la gente normale. E’ come se allevassero delinquenti in serra". Autore illuminante.

Christian Gailly Una notte al club I Canguri/Feltrinelli

dal jazz che ormai era diventato una acuta dipendenza che lo confondeva, lo perdeva, lo logorava in una surreale dimensione sospesa tra le note del suo pianoforte. Una vita irrazionale, impenetrabile, estatica. Donne, alcool, musica. No, quella vita l'avrebbe portato sull'orlo dell'abisso. E così Simon ha smesso, con il sostegno della moglie. Fino a quella notte. Fino a quell'invito in quel club. Dove c'è un pianoforte. E una cantante davvero affascinante, Debbie. E il jazz, quella droga implacabile, lì ad aspettarlo, inesorabile, seducente, senza scampo. Infuocato e folgorante questo romanzo di Christian Gailly, autore parigino che ha esercitato diversi mestieri - tra cui il musicista - fino al 1987, quando ha debuttato con la scrittura. Da allora ha pubblicato undici romanzi. Una notte al club, uscito in Francia nel 2002, ha vinto il premio letterario Livre Inter e ha riscosso un notevole successo. Gailly con questo scritto colpisce per la capacità di tradurre in splendide fotografie l'anima dannata ed ineluttabilmente smarrita di un uomo stordito da un'unica, dolcissima, fatale passione, quella per la musica. Romanzo breve ma innegabilmente intenso.

-----------------------------------------------------------Una vita normale, vissuta pacatamente e sottotono con un lavoro come tecnico di riscaldamenti. Solo così Simon Nardis, marito e padre modello, è riuscito a dimenticare il passato, una vita precedente intrisa di decadenza e musica. Una sera è chiamato d'urgenza per un complicato intervento in una ditta fuori Parigi, e risolto il guasto, un riconoscente responsabile di reparto lo invita per un drink in un club in attesa dell'arrivo del treno per il rientro. Per Simon decidere se accettare o no (a casa lo aspetta la moglie, e il capo-reparto non gli è così simpatico) è motivo d'angoscia. Ma, nonostante la resistenza dettata dal buon senso, il passato gli piomba addosso come uno schiaffo sul viso a palmo aperto. Simon era un famoso pianista di jazz, acclamato dal pubblico internazionale e dai colleghi più prestigiosi. Ad un certo punto però, ha deciso di lasciar perdere tutto, ritirarsi e vivere con la moglie una vita tranquilla, lontano

William Gibson L'accademia dei sogni Mondadori -----------------------------------------------------------Tre anni dopo All Tomorrow's Parties (in Italia American Acropolis) esce un nuovo libro di William Gibson, L'accademia dei sogni. L'acclamato autore di Neuromante colpisce ancora e questa volta in profondità. La protagonista del suo nuovo romanzo è Cayce Pollard, una giovane donna che si guadagna da vivere grazie ad una sensibile empatia nei confronti dei loghi e del marketing. Figlia di un esperto di sicurezza scomparso inspiegabilmente nel nulla a New York l'11 Settembre 2001, Cayce si ritrova a Londra per collaborare con l'agenzia pubblicitaria più importante e hype del mondo e per una serie di circostanze fortuite viene trascinata in una sorta d'investigazione globale. Tra la città britannica, New York e Mosca Cayce va alla ricerca di uno sconosciuto hacker che ha immesso sul Web un frammento di un oscuro film ipnotico ed af-

fascinante. La donna finirà alle prese con un eccentrico vendicatore e con una serie di personaggi stravaganti ed irreali, e inoltre con il fantasma paterno. A far da sfondo alla vicenda i mondi paralleli del marketing, della globalizzazione e del terrore, tra i quali la protagonista si dovrà districare in meandri segreti e misteriosi alla ricerca di un possibile punto di convergenza. Negli ultimi decenni Gibson è considerato uno dei creatori del cyberpunk. Con il crollo delle Twin Towers, l'universo da incubo di cui parlavano i suoi libri è diventato realtà e con l'accademia dei sogni Gibson si consacra come l'unico scrittore in grado di parlarci dell'epoca attuale usando uno stile e categorie mentali al passo con le modalità del vivere odierno. Algido ed emotivamente trascinante, questo libro fa del leggendario creatore del cyberpunk uno dei più grandi autori contemporanei: "Se davvero si vuole conoscere un'epoca bisogna studiarne gli incubi più lucidi. Molte cose si chiariranno alla luce delle nostre paure più cupe."


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libri

re.ad di stefano kirk

Vinicio Capossela Non si muore tutte le mattine Un autore dalle parole eclettiche, fulminanti, musicali. Un cantautore coerente con se stesso, un personaggio dalla caratura artistica densa, un intenditore delle vie impervie dei sentimenti e delle emozioni, un poeta di gioie e strazi… Vinicio Capossela, è un bardo istrionico, acuto, sarcastico, intimo. Semplicemente unico.

Esce per la Feltrinelli Non si muore tutte le mattine di Vinicio Capossela. Non aspettatevi un romanzo nell'accezione più classica del termine, ma di ritrovarvi, invece, centrifugati in un vortice caleidoscopico di parole, pensieri, emozioni, immagini e tormenti dove l'autore manifesta la sua immensa capacità d'estorcere poesia anche, e soprattutto, dalle situazioni più banali o squallide. Un cantore "da bar", Capossela, dal tasso alcolico sempre in bilico tra delirio e poesia, un epigone bukoswskiano peninsulare, un pensatore a volte ingenuo ed adolescenziale, più spesso tagliente come una sciabola. Tra gli innumerevoli personaggi che animano questo romanzo c’è Ben, annebbiato dai tanti giorni insonni e dall’alcool, che gira per la città, tra pensieri visionari e belle di notte. Oppure ci sono Nuttles e Nodles, compagni di sbronze, con la storia della loro amicizia che percorre il libro come un fantasma. O ancora Jack Kerouac, oppure Napoleone, o una masnada d'alpini turbolenti ed alticci, nonché Glenn Gould, la musica farneticante di Charlie Parker, la salsa cubana nella balera di Maldonado, la balena Franca, l'Animale del Chiavicone … Impossibile descrivere i tanti riferimenti e contenuti di questo libro, tanto sono sfuggenti ma incisivi, surreali ma concreti. Un libro in cui perdere la nozione del tempo, dove ritrovare la magia di un luna-park abbandonato che si ravviva grazie al suono nostalgico di un antico organetto stonato.

Vinicio Capossela Non si muore tutte le mattine Feltrinelli

"… Quando non si è nella luce ci si contenta di sentire delle ombre. Ombe nel cammino come alberi attorno a un viale. Soltanto i marciti, gli incattiviti non fanno ombra attorno a sé. L'ombra è la ricchezza che non si vede, ma rende luccicante il cammino là dove si deve andare da soli. Per quei viaggiatori soli, quelli che arrivano più lontano, ci vogliono le ombre. Per non perdersi del tutto. Che così passano tra gli uomini, donandogli a loro volta il bagliore, la perla che essi hanno intravisto.".

Vinicio Capossela è nato ad Hannover nel 1965. Nel 1990 pubblica il suo album d'esordio, All'una e trentacinque circa, premiato dal Club Tenco quale migliore opera prima. Ad esso segue, nel '91, Modì. L'anno successivo collabora con Paolo Rossi nello spettacolo teatrale Pop e Rebelot. Nel '94 pubblica Camera a sud, album seguito da una lunga serie di concerti. Nel '95 Capossela scrive le musiche dello spettacolo teatrale Il circo per la compagnia Les Italiens di Paolo Rossi. Nel '96 esce Il ballo di San vito, l'album della consacrazione realizzato in collaborazione con gli ex-Lounge Lizards Evan Lurie e Marc Ribot. Nel '98 segue l'album Liveinvolvo, testimonianza di una tournée con la Kocani Orchestar. L'album Canzoni a manovella viene pubblicato a fine 2000, e il successo è clamoroso: oltre 70.000 copie vendute e numerosissimi riconoscimenti. Ad inizio 2003 esce L'Indispensabile, prima raccolta di Vinicio Capossela. L'antologia contiene 17 canzoni nella loro versione originale, oltre alla cover di Si E’ Spento II Sole di Adriano Celentano, in una veste inedita. Il volume Non si muore tutte le mattine è il suo primo romanzo.


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comics

di kovacs

Le ombre trattengono il respiro L’inquietante bianco e nero di David B. evoca un amaro autobiografismo mai fine a se stesso.

Il Grande Male è la scomparsa inaspettata dalla realtà, è la caduta in un improvviso e incomprensibile turbine, è il passaggio brutale dalla luce al buio più assoluto, dove anche le ombre trattengono il respiro. Il Grande Male è l’attacco epilettico, tema principale e chiave di lettura di questa straordinaria graphic novel di David B. maggiore esponente del fumetto esoterico francese. L’opera, che ha consacrato David B. come uno dei più importanti disegnatori e sceneggiatori contemporanei, è stata pubblicata in Francia tra il 1996 ed il 2003 ed è oggi presentata in Italia dalla Coconino Press. Tuttavia, ha alle sue spalle una gestazione più lunga. In un’intervista l’autore ha, infatti, dichiarato che da almeno venti anni aveva in mente di realizzarla. Anche per tale ragione non è per niente semplice sintetizzare un lavoro così profondo e spiegarne il significato ed il coinvolgimento emotivo che è in grado di suscitare. La vicenda descritta nel volume ha inizio verso la metà degli anni sessanta ad Orléans, in Francia. Qui Pierre Francois (David B.) vive con la famiglia, di cui fanno parte il padre, la madre, il fratello maggiore Jean-Cristophe e la sorella minore Florence. Pierre Francois, la voce narrante della storia, racconta, dalla sua prospettiva di bambino di cinque anni, come l’epilessia del fratello riesca improvvisamente a sconvolgere la

vita della sua famiglia, che deve, prima, affrontare girotondi di medici, a volte cialtroni, inumani, cinici, e poi trasferirsi in una comunità per tentare l’improbabile strada di una cura attraverso la medicina macrobiotica. Nel raccontare questa storia, strappata direttamente dalle pagine di un diario e capace di ricordare la complessa semplicità dell’infanzia, l’autore punta anche il dito sull’epilessia come male sociale. Nel Medioevo era attribuita all’intervento di forze sovrannaturali di natura diabolica e maligna. L’epilettico era un posseduto, un incolpevole peccatore ai margini della società. Nel 1964 ad Orléans il Medioevo è finito da un pezzo, ma da quel che, talvolta, compare nelle meravigliose pagine di questa graphic novel, non per chi soffriva di epilessia. David B. disegna con maestria sguardi carichi d'accuse e disapprovazione dinanzi alle convulsioni di Jean-Cristophe. Dipinge l’ignoranza della gente comune e la e la cattiveria dei bambini, spesso inconsapevoli megafoni delle meschinità dette dai propri genitori. La sofferenza, il disagio, l’incomprensione,

l’amarezza e il dolore caratterizzano così disegni a cavallo tra realtà e irrealtà. Il tutto in un bianco e nero deciso, ricco di particolari e immagini che sembrano voler fuoriuscire dalle pagine: mostri immaginari con corna, zanne, occhi asimmetrici e cerchi concentrici a disegnarne i corpi; boschi misteriosi animati da fantasmi e poi scene di guerre e battaglie. Già, perché sullo sfondo della dolorosa vicenda familiare, l’autore racconta anche un secolo di storia francese. Un secolo di sangue attraversato dalla guerra in Indocina, dai due conflitti mondiali e da quello in Algeria, fino agli scontri del Maggio Francese nel ‘68. La parola capolavoro viene spesso usata a sproposito di questi tempi, ma non è certo questo il caso. Perché siamo sicuramente dinanzi ad un'opera meravigliosa, intimista, sofferta, desiderata, meditata, capace di segnare l’animo e farci riflettere. Perderne la lettura sarebbe veramente un delitto. David B. Il Grande Male Coconino Press.


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re.art

........................................................................................ In previsione tra maggio e giugno una rassegna di danza Arabesque con le allieve della scuola Area Danza di Bellinzona. Mi Jung Pedrazzoli-Manfrini, danzatrice-coreografa nata a Seoul e cresciuta in Ticino, è la promotrice di Area Danza, una scuola di ballo con sede in via Molo a Bellinzona. Mi Jung ha frequentato l'ambiente newyorkese lavorando con coreografi come Keith Lee, Kevin Jeff, H.T. Chen, Alvin Ailey e Carl Bailey, completando la propria formazione con il conseguimento del Certificato Alvin Ailey American Dance Center. Successivamente ha tenuto spettacoli con diversi gruppi di formazione internazionale in America, Cina ed Europa. Ricca di quest'esperienza, al rientro nel Canton Ticino ha aperto la scuola Area Danza con la quale ha proseguito la sua attività nell'ambito della formazione di giovani danzatori. Tra maggio e giugno sono previsti quattro appuntamenti sotto il titolo Arabesque, durante i quali saranno presentate le giovani allieve del Giovane Balletto Ticinese che ha sede presso Area Danza. Uno spettacolo all'insegna della danza dedicata ad una passione che accomuna dedizione, disciplina ed espressività in un unico meraviglioso gesto in onore della gioia di vivere. Programma 7 maggio / Nuovo Studio Foce Lugano 26 maggio / Teatro Sociale Bellinzona 29 maggio / Teatro Rio Poschiavo 12 giugno / Cinema Teatro Chiasso per informazioni e prevendita: tel. 079.7943094 www.areadanza.ch

........................................... fino al 6 giugno Teatro Grassi - Milano Il Grigio di Giorgio Gaber e Sandro Luporini regia Serena Sinigaglia con Fausto Russo Alesi, e Carlo Cialdo Capelli (pianoforte) con Corrado Dado Sezzi (percussioni) Il Piccolo Teatro ricorda Giorgio Gaber, il cui esordio teatrale è stato voluto e promosso proprio dal Piccolo di Grassi e Strehler negli anni settanta, riproponendo Il Grigio, uno degli spettacoli più applauditi di Gaber. L’iniziativa vuole essere un contributo alla divulgazione del grande patrimonio artistico del cantante-attore, con una delle opere drammaturgiche più significative del teatro italiano contemporaneo. La scelta di Fausto Russo Alesi, un giovane attore, vincitore del Premio della Critica Teatrale e del Premio Ubu 2002, risponde alla volontà di “confrontarsi con una sensibilità nuova” - dichiara Luca Ronconi – “facendo rivivere un testo, ormai parte della storia del nostro teatro”. Spettacolo nato nel 1988 dal sodalizio artistico con Sandro Luporini, Il Grigio restituisce il talento drammaturgico di Giorgio Gaber. Disgustato dalla volgarità che lo circonda, un quarantacinquenne si rifugia nella campagna svizzera. Anche lì non trova pace. Un invisibile topo angustia le sue giornate, i suoi pensieri, la sua coscienza. All’inizio si dimostra discreto, raspa solo ogni tanto, esclusivamente per far sapere che c’è. Col tempo diventa sempre più disinibito e scatena la collera del padrone di casa con gesti spudorati, come farsi la doccia nel suo lavandino. Inizia una lotta comica, metodica quanto inutile, che vede il protagonista impegnato nella costruzione di mille trucchi e marchingegni. Nessuno è però efficace, fino al momento in cui l’uomo non diverrà cosciente della meschinità di una vita senza saper amare, “il grigio” continuerà a minacciare la sua precaria sicurezza. Spettacolo assolutamente da non perdere. Per informazioni e prenotazioni, tel. 0039/ 02/ 72333222 .......................................................................................

The Blue Man Group a Berlino The Blue Man Group, uno spettacolo acclamato dai critici che ha raccolto molti premi, crea una esperienza teatrale che non si può classificare. Tre personaggi blu e calvi danno agli spettatori un assalto sensoriale d'humor e intelligenza che è visualmente fantasmagorico. Presente anche una dinamica band dal vivo che porta lo spettacolo al suo climax tramite ritmi tribali ossessionanti. The Blue Man group è un'organizzazione creativa dedicata alla creazione di uno spettacolo multimediale bizzarro e molto eccitante. I loro spettacoli acclamati da pubblico e critica sono considerati oggi quanto di più originale in circolazione. Le performance prevedono la presenza di tre enigmatici figuri dalle maschere blu che combinano in un'unica extra-sensoriale esperienza il teatro, la musica percussiva, l'arte e la scienza. Statunitense, il Blue Man Group ha avuto un successo immenso nei teatri di New York, Boston, Chicago e Las Vegas, ed attualmente è sbarcato in una tournée in Europa. Stravagante anche la promozione ai loro spettacoli. I tre Uomini Blu durante i giorni precedenti allo show s'aggirano per le strade della città ospite offrendo ai passanti incuriositi delle piccole performance surreali, l'ideale per attrarre il pubblico a vivere l'esperienza indimenticabile dei loro eventi. A Berlino è già una mania! Gli Uomini Blu sono anche conosciuti per lo stile musicale inconfondibile. Hanno inventato un originale insieme di strumenti a percussione costruiti in PVC, e hanno dedicato a questo materiale diversi brani musicali. Da ascoltare il loro album di debutto del '99, Audio, nominato per un Grammy del Best Pop Instrumental Album. Un muro di suono fantasticamente interpretato durante lo spettacolo, dove luci, creazioni ingegnose, balletti e quadri teatrali surreali trasportano il pubblico in un mondo futuristico che trova i propri pionieri nei Kraftwerk per arrivare fino ai giorni nostri. Uno spettacolo "fisico", coinvolgente, indimenticabile. A chi capiterà di andare a Berlino nei prossimi tempi, la ghiotta occasione di vedere The Blue Man Group è prevista presso il Theater Postdamer Platz, luogo dove attualmente gli Uomini Blu stanno provando il loro nuovo spettacolo. Per informazioni: www.blueman.com


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teatro Le Pantere

Le Pantere è una compagnia teatrale ticinese nata nel settembre del 2001 e composta da molti giovani attori e attrici dilettanti, tutti già con almeno un’esperienza di recitazione alle spalle. I componenti del gruppo si sono prefissati come obiettivo quello di portare al pubblico della Svizzera italiana il teatro in lingua, nel modo più originale possibile.

All'attivo questa compagnia vanta due opere messe in scena: il giallo-rosa in chiave comica Indovina chi muore?, messo in scena nell’aprile del 2002, e il giallo filosofico Il consigliere rappresentato in varie serate a cavallo tra il 2003 e 2004. In quest'ultima pièce hanno recitato Michele Seitz, Ottavio Panzeri, Lena Pelli, Flavio Sala, Daniela De Faveri, Valeria Belloni, Fabiano Calcò, Carlo Pontinelli, Enea Fonti, Tatjana Pavlovic. La regia è stata curata da Karole Costa. Proprio a Karole abbiamo chiesto qualche dettaglio in più sulla compagnia. La compagnia Le Pantere esiste da circa tre anni. Com'è nato questo collettivo? Per quattro anni ho fatto parte del gruppo teatro del Liceo Lugano 1 come attrice. Quando poi ho iniziato l'università, il teatro mi mancava molto. Fortunatamente ho avuto l'idea buona per scrivere una pièce teatrale (Indovina chi muore?). L'idea di mettere in scena questo pezzo e quindi di formare un gruppo amatoriale è nata con due miei amici, che però poi purtroppo - per mancanza di tempo - non hanno potuto farne parte concretamente. Allora ho cercato altri ragazzi e ragazze che fossero interessati a recitare, e così abbiamo cominciato. Dove provate? Avete avuto appoggi di qualsiasi tipo da parte di privati od istituzioni? Le prove le abbiamo sempre fatte all'Università della Svizzera italiana, dove possiamo usufruire del teatrino. Finora abbiamo avuto un paio di sponsor privati e, nel dicembre scorso ci ha sostenuti il Dicastero Giovani della città di Lugano. Karole, tu sei la regista della compagnia. Raccontaci com'è nata questa tua passione. In realtà io mi sento più attrice e autrice che regista. Già alle elementari mi piaceva recitare, e, come ho detto prima, ho iniziato sul serio con la recitazione quando ero al liceo. Mi sono poi inventata regista quando ho iniziato a

scrivere delle pièces mie. Dirigere è al tempo stesso molto stressante, ma anche molto stimolante e gratificante. Comunque le soddisfazioni maggiori mi derivano dal fatto di lavorare con un gruppo d'attori fantastici sotto il profilo umano. Quali sono i tuoi attori preferiti? Ce ne sono tanti. In assoluto, il mio attore preferito è Al Pacino, per l'intenistà e la passionalità che mette nel suo lavoro e perché mi piacciono i personaggi che interpreta (personaggi spesso alle prese con dei conflitti interiori). Ma poi seguo con molto interesse anche Kevin Spacey, Cate Blanchett (una vera artista del trasformismo!), Julianne Moore, Johnny Depp… Senza dimenticare alcuni attori britannici meno noti, ma bravissimi, come Tim Roth, Ian McKellen, Alan Rickman, Alfred Molina, e molti altri. Fra l'altro, tutti quelli che ho citato, sono attori che hanno iniziato dal teatro e poi sono passati al cinema (e, in alcuni casi, ancora oggi alternano il set al palcoscenico). Al momento, però, l'attore che seguo con più passione è... italiano e non tutti lo conoscono. Si tratta di Vittorio Matteucci, noto soprattutto per aver interpretato Frollo nel musical Notre Dame de Paris. Mi ha fatto molto piacere scoprire che Matteucci ha iniziato la sua carriera artistica con il teatro amatoriale (tra il liceo e l'università) e che gli piace definirsi attore di teatro. Oggi è un artista completo (attore, cantante, musicista, interprete di musical e l'elenco non è esaustivo...) che suscita emozioni intense anche con un semplice gesto. Sarebbe bello se la gente s'interessasse di più agli artisti come Matteucci, ma spesso si tende dimenticare che la fama non (sempre) è proporzionale alla bravura. Qual è la tua pièce famosa preferita? Non ho una mia pièce preferita. Se mi capita per le mani una pièce teatrale, la leggo, non importa il genere o se l'autore è Shakespeare, Pirandello o il mio vicino di casa. Con i romanzi o i film faccio una selezione, con le opere teatrali no. Purtroppo non ho il tempo di leggere tutto quello che vorrei, e nemmeno di recarmi spesso a teatro, ma sono

estremamente curiosa riguardo a questa forma d'arte. Posso citare alcune opere nelle quali ho recitato o che ho contribuito a mettere in scena, che mi sono piaciute particolarmente: Isabella, tre caravelle e un cacciaballe di Dario Fo; Il ventaglio di Carlo Goldoni; Confusioni di Alan Ayckbourn e Il ventaglio di Lady Windermere di Oscar Wilde. Oltre che a regista dello spettacolo, la trama dello spettacolo da te scritto Il consigliere è basata su una sceneggiatura definita come un "giallo filosofico. Spiegaci questa definizione… E' difficile spiegarlo senza svelare troppi elementi della trama. Diciamo che ad un certo punto qualcuno commette un omicidio - da cui la definizione di giallo - e il filo conduttore di tutto lo spettacolo è un personaggio irreale (che rappresenta qualcosa di ben preciso che potranno scoprire gli spettatori) che conclude il tutto con un monologo che è anche una riflessione sul bene e il male. Ecco perché "filosofico". Che ne pensi della scena teatrale in Ticino? C'è spazio per una compagnia di giovani attori dilettanti come la vostra? Lo spazio c'è, a patto d'essere tenaci e di lasciarsi guidare dalla passione per il teatro, perché di soldi non se ne guadagnano. Il problema è attirare il pubblico, specialmente se si mette in scena un lavoro inedito. Purtroppo i quotidiani non s'interessano molto alle compagnie amatoriali, perciò è difficile farsi conoscere. Quali sono i vostri futuri progetti come compagnia teatrale? Abbiamo un progetto nuovo, per il quale le prove dovrebbero partire all'inizio di settembre. Preferisco non svelare di cosa si tratti, ma posso affermare che non sarà una pièce inedita, bensì un adattamento di un romanzo dell'Ottocento. Un'avventura, quella di Karole ed i suoi amici che merita d'essere seguita e sostenuta. Alle Pantere fa sempre piacere accogliere persone nuove, se sono motivate ed entusiaste. Chi volesse sapere di più sulla compagnia può richiedere informazioni all'e-mail costak@lu.unisi.ch.


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fino al 15 maggio Museo Hermann Hesse Omaggio a Hermann Hesse Opere di 150 artisti da tutto il mondo

................................................................. dal 15 maggio al 29 agosto Museo Cantonale d'arte Lugano Dalla pagina allo spazio Opere di venti artisti svizzeri selezionati per i "Cahier d'artistes" di Pro Helvetia: Valentin Carron, Fabric.ch, Thomas Galler, Hervé Graumann, J&W Management Consulting, San Keller, Barbara Mühlefluh, Shahryar Nashat, Natalie Novarina, Didier Rittener, Hans Stalder, Eric Schumacher, Christine Streuli, Robert Suermondt, Alexia Walther, Markus Wetzel, Fabienne Berger, Foofwa d'Imobilité, Anna Huber e Gilles Jobin.

Gabriele Basilico

................................................................. fino al 18 maggio Museo Civico di Belle Arti (Villa Ciani) - Lugano Arte in Ticino: il confronto con la modernità 1914-1953 Opere dei massimi interpreti ed esponenti dell'arte ticinese d'inizio Novecento.

Hiroshi Sugimoto

................................................................. Fino al 24 maggio La Fabbrica - Losone Equatore di vita Opere di Daniel Maillet

Giacomo Costa

................................................................. dal 28 maggio al 4 luglio Fino al 29 maggio Museo Cantonale d'arte Lugano Ala est Video-installazioni di Luisa Figini ................................................................. fino al 30 maggio Pinacoteca Cantonale Giovanni Zuest - Rancate Filippo Franzoni e la fotografia ................................................................. fino al 30 maggio Pinacoteca Casa Rusca - Locarno Retrospettiva di Pietro Dorazio - Roma 1927 ................................................................. fino al 13 giugno Museo d'Arte Moderna - Lugano Sculture per le vie cittadine di Arnaldo Pomodoro ................................................................. fino al 15 giugno Il Museo in Erba - Bellinzona In viaggio con Gauguin Esposizione-gioco sull'arte di Paul Gauguin

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Roberta Lietti Arte Contemporanea - Como Concrete - L’arte interpreta l’architettura Nell’anno in cui Como celebra il centenario della nascita di Giuseppe Terragni, uno dei suoi più illustri cittadini e figura rappresentativa dell’architettura razionalista mondiale, la galleria d'arte contemporanea Lietti rende omaggio alla sua opera con un’esposizione in cui cinque artisti contemporanei - diversi per ricerca, provenienza ed età - rileggono ed interpretano architetture illustri o di pura fantasia. Gabriele Basilico (Milano,1944), tra i più noti fotografi documentaristi europei, sceglie come campo d’azione privilegiato il paesaggio industriale e le aree urbane che riprende con un rigoroso bianco e nero. In mostra presenta una selezione d’immagini di Milano e Berlino. Pure Giacomo Costa (Firenze, 1970) utilizza il mezzo fotografico, ma con un approccio essenzialmente tecnologico, legato ad un’attenta rielaborazione dell’immagine. I disegni di Stefan Hoenerloh (Karlsruhe, 1960) nascono da una ricerca fantastica, da una progettazione esclusivamente mentale che non trova riscontro nella realtà. Sono edifici d’epoca, maestosi, imponenti, consunti dal tempo, disabitati e misteriosi: volumi fantastici che delimitano e ridisegnano uno spazio teatrale non privo di riferimenti kafkiani. Andrea Sala, giovane artista comasco (1976), presenta una serie di disegni e progetti su carta ricollegabili alla sua ricerca nell’ambito dell’architettura e del design. Sala riprogetta un’architettura o un oggetto già fatto e lo riorganizza con funzione diversa da quella con cui è stato pensato in origine. L’esposizione si completa con tre fotografie della serie Architecture di Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) universalmente riconosciuto tra i massimi fotografi contemporanei. Il monumento ai caduti di Giuseppe Terragni, La Villa Savoye di Le Corbusier e l’Asahi Super Dry Hall di Tokyo di Philippe Starck sono da lui reinterpretati attraverso l’uso di un'antica macchina fotografica in legno con obbiettivo fisso che dilata volutamente l’esposizione temporale e crea uno sfocamento delle inquadrature dove le strutture divengono affascinanti evocazioni. Una mostra interessantissima dove linee e forme urbane vivono di vita propria attraverso la sensibilità raffinata di questi artisti d'eccezione.

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mostre Pietro Chiesa

Ritorno dal lavoro - Sobborghi milanesi (1905)

1876 - 1959 Affetti e ideali negli anni difficili Fino al 27 giugno - Museo d‘arte - Mendrisio

Le quattro stagioni (Primavera, 1919-21)

Pietro Chiesa, originario di Sagno, è con Luigi Rossi, Feragutti-Visconti, Berta e Franzoni uno dei maggiori pittori ticinesi attivi tra la fine dell’800 e la prima metà del ‘900. Sarà poi, tra il 1920 e il 1950, figura di spicco dell’arte in Ticino e punto di riferimento per l’arte svizzera. Può essere considerato fino al 1950 l’artista emblema del Cantone, assumendo la funzione di portavoce dell’arte ticinese già avuta tempo addietro da Vincenzo Vela. Le qualità dell’artista, nelle sue prove più alte, e la rilevanza del personaggio di cultura fanno di lui una personalità chiave, importante della storia ticinese della prima metà del secolo.

Tiene tra il 1910 e il 1940 importanti mostre a Milano (Galleria Pesaro), in Ticino e nella Svizzera interna (Kunstmuseum di Lucerna, Kunsthaus di Zurigo, Kunstmuseum di San Gallo e di Winterthur, più volte alla Galleria Moos di Ginevra e Neupert di Zurigo). La sua parabola artistica si chiude nei tardi anni Cinquanta. Nel 1982, a oltre vent’anni dalla sua scomparsa la figura di Pietro Chiesa sembrava ormai sfumata e la sua imponente opera lasciata ai margini. Poca attenzione e considerazione per la figura dell’uomo di cultura, poca chiarezza e conoscenza nel valutare il suo percorso artistico. Allora come ora una situazione anomala, perché nella storia ticinese del ‘900 la sua figura appare di una rilevanza fuori dal comune e la sua opera, vasta e diramata, resta pur sempre fondamentale per la conoscenza della cultura artistica locale. È ovvio che sia impossibile per il Ticino“dimenticare” la figura di Pietro Chiesa, l’artista e l’uomo di cultura. Nel panorama artistico ticinese e svizzero della prima metà del XX secolo, Pietro Chiesa merita oggi di veder riconsiderato, dopo decenni di “assenza”, il suo ruolo tutt’altro che marginale. Un’attività artistica infaticabile e d'indiscussa coerenza si associa, nella sua figura, a un intenso impegno politico-culturale, segnato da lungimiranza e lucidità d’idee e d’intenti e non separabile dalla questione identitaria di un Ticino scisso fra appartenenza politica e appartenenza culturale. Come e forse più di Filippo Franzoni, Luigi Rossi o Edoardo Berta, Chiesa rappresenta in un momento difficile l’unico valido anello di congiunzione fra Svizzera meridionale, Svizzera d’oltralpe e Italia, fra cultura di ascendenza lombarda e cultura nordalpina.

Il Chiesa pittore, benché estraneo a ogni avanguardia, rivela straordinaria attenzione a quel clima artistico e culturale europeo proprio del suo tempo che, sviluppandosi a partire da istanze ottocentesche, si volge a un’interpretazione della realtà che esula sia da ricerche di rottura, sia da un mero naturalismo, per caricarsi insieme di verità e trascendenza. Grazie alla collaborazione degli eredi, il Museo d’arte di Mendrisio ha ricevuto in deposito un importante fondo d'opere dell’artista e il suo ricchissimo archivio, comprensivo di ben ottocento lettere (carteggi con prestigiosi corrispondenti italiani e svizzeri). Il Museo d’arte di Mendrisio ha quindi organizzato un’ampia e scelta rassegna, con opere provenienti dai Musei di Roma, Venezia, Milano, Ginevra, Aarau, Zurigo e Lucerna, accompagnata da un catalogo che, oltre ad una serie di saggi incentrati sugli aspetti artistici lombardo, ticinese, svizzero e sullo stretto legame col fratello Francesco, scrittore e “ministro” della cultura nel Ticino del ‘900, è completato da esaustivi apparati critici e arricchito di una cospicua scelta di lettere.

Info su: www.mendrisio.ch

Calco II, Pompei, 1999

RES - Lo stato delle cose fotografie di Antonio Biasiucci

La Galleria Gottardo di Lugano seguita la sua decennale ricerca sulla fotografia: dai classici Frank, Lartigue, Penn, ai fotografi più contemporanei. La mostra di Antonio Biasiucci intitolata RES - Lo stato delle cose, è inserita nel filone della fotografia italiana contemporanea. Antonio Biasiucci nasce a Dragoni (Caserta) nel 1961, s'interessa alla fotografia antropologica e sviluppa la sua ricerca sulla vita rurale del suo territorio. Un inizio che presto lo porta a studiare e ad approfondire i luoghi suburbani. Egli segue da anni un progetto sull’evoluzione della cultura del Sud che lentamente si è trasformato in un viaggio dentro gli elementi primari dell’esistenza e della memoria personale. Lavora rigorosamente in bianco e nero: "Sono nato con il bianco e nero e con esso mi sono costruito il mio immaginario…". Nel 1987 conosce Antonio Neiwiller, attore e regista di teatro: con lui nasce un rapporto di collaborazione che durerà fino all’anno della sua scomparsa (1993). Nel 1992 vince ad Arles il premio "European Kodak Panorama". Molte sue opere fanno parte della collezione permanente di musei e istituzioni tra cui: Bibliothèque Nationale di Parigi, Departamento de documentaciòn de la cultura audiovisual di Puebla, in Messico, Centre de la

Phothographie di Ginevra, Château d'Eau di Tolosa, Maison Européenne de la Photographie di Parigi, Fondazione Banca del Gottardo di Lugano, Musée de l'Elysée di Losanna, Galleria Civica di Modena, Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per l'Arte Contemporanea di Guarene (Cn) e Galerie Freihausgasse di Villach, Austria. Un osservatore profondo, rigoroso che nella natura e nello stato delle cose trova proiezioni oltre all'apparenza. Biasucci lavora alla fotografia rendendo fisiche le immagini, rivelandole tra morbide curve che accentuate da ombre e luci si aprono nella loro intrinseca identità. Solitario ed erratico, Biasiucci si è addentrato con RES ancora più in fondo alla sua foresta, in quel paesaggio di cose viventi che come la foresta di simboli di Baudelaire da sempre lo osservano con sguardi familiari.

Fango n. VII, Pozzuoli, 1995 Volto n. IV, Napoli, 2000

fino al 29 maggio - Galleria Gottardo - Lugano


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L’oro dei Faraoni Fino al 3 ottobre Antikenmuseum - Basilea Tutankhamun - L'oro dell'aldilà

Oltre alla mostra dedicata a Francis Bacon, di cui trovate notizia nelle pagine seguenti, c'è un'altra straordinaria occasione per visitare la città di Basilea. Per la prima volta dopo vent'anni sono presentati in Europa, presso il Museo delle Antichità e Collezione Ludwig, i più importanti tesori funerari provenienti dalla Valle dei Re in Egitto.


mostre Fino al 3 ottobre la città di Basilea ospiterà uno dei massimi tesori del patrimonio culturale mondiale, presso l'Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig, dove ha luogo la mostra Tutankhamun - L'oro dell'aldilà. Dopo le presentazioni a Parigi nel 1967, a Londra nel 1972 e in Germania nel '80/'81, i beni della tomba del leggendario faraone torneranno in Europa. Saranno accompagnati da tesori provenienti da altre sepolture della celebre Valle dei Re. La mostra di Basilea comprenderà in tutto centoventi oggetti originali. Al raggiungimento di questa favolosa esposizione ha contribuito in maniera risolutiva l'eccellente collaborazione tra autorità svizzere ed egiziane. Una mostra davvero completa, nonostante manchi la famosa maschera funeraria d'oro, reliquia nazionale che non viene più concessa all'estero. La mostra non presenta solo gli oggetti più importanti provenienti dalla tomba di Tutankhamn, ma anche suppellettili d'altre sepolture regali della XVIII dinastia (XV-XIV secolo avanti Cristo).Da menzionare sono i preziosi di gran raffinatezza provenienti dalla tomba di Yuya e Tuya, i suoceri del faraone Amenofi III, scoperta circa vent'anni prima di quella di Tutankhamun. I tesori funerari dell'epoca della XVIII dinastia hanno tra i 3500 e 3300 anni. Molti sono d'oro o dorati.

Nell'antico Egitto l'oro era considerato il colore del sole immortale ed era per questo un simbolo per la rinascita nell'aldilà. I tesori che accompagnavano i defunti nella sepoltura assicuravano che questi avessero vita eterna nell'oltretomba. La mostra di Basilea comprenderà inoltre una ricostituzione fedele della camera funeraria di Tutankhamun.

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Un'opportunità esclusiva per conoscere ed approfondire il segreto di una cultura antichissima ma senza tempo, che conserva a tutt'oggi ancora il suo mistero d'incommensurabile bellezza e profondo fascino.


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Inquietante Bacon

A Basilea un'importante mostra dove la opere di Francis Bacon sono messe a confronto con opere di Tiziano, Vélasquez, Rembrandt , Goya, Van Gogh, Picasso, Giacometti, Buñuel ed Eisenstein.

La fondazione Beyeler di Basilea è il primo museo della Svizzera che organizza una grand'esposizione di Fancis Bacon. Non si tratta di una retrospettiva nel senso classico del termine ma di un originale tentativo d'integrare l'opera di Bacon in relazione con quella di altri pittori, dai maestri della tradizione fino a quelli del XXesimo secolo. Bacon, nato a Dublino nel 1909 e morto a Londra nel 1992, è tra i più grandi pittori figurativi del '900. Fino alla fine dei suoi giorni, egli ha fatto del dramma dell'esistenza umana il tema centrale della sua arte, e del corpo umano la superficie di proiezione ideale, seguendo le tracce di Picasso, anch'egli ossessionato dalla tradizione pittorica.

Quest'esposizione raggruppa una quarantina di tele di Francis Bacon ed un numero equivalente d'opere d'altri artisti, tra i quali Tiziano, Vélasquez, Rembrandt, Ingres, Degas, Picasso et Alberto Giacometti, come la proiezione di film d’Eisenstein e di Buñuel. Si potranno pure vedere in esposizione per la prima volta un certo numero di fotografie e schizzi di Bacon, che egli conservava nel suo studio per trarne ispirazione. Tutto questo materiale permette di comprendere meglio l'approccio di Bacon nei confronti della tradizione. Spesso quest'artista ha riprodotto opere tradizionali intenzionalmente alterandole e modificandole a propria ispirazione. Quest'attentato alla tradizione costituì sovente il miglior punto di partenza per la trasformazione ultima delle tavole di Bacon, che offrono alla vista corpi presi da atroci e sfiguranti convulsioni, figure che appaiono senza speranza, senza via di uscita.


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gallery

< Oedipus and the Sphinx after Ingres, 1983, Oil on canvas © 2004 The Estate of Francis Bacon / ProLitteris, Zurich <

Study after Velázquez`s Portrait of Pope Innocent X 1953, Oil on canvas © 2004 The Estate of Francis Bacon / ProLitteris, Zurich

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L'esposizione segue un tracciato secondo questi capitoli: la tradizione del ritratto pontificale ed i ritratti del Papa di Bacon; il tema del grido; il tema della gabbia; Bacon e il surrealismo; Bacon e Van Gogh; i trittici; la rappresentazione del corpo in relazione con l'opera di Ingrès et Vélasquez; il ritratto e l'autoritratto; il tema dello specchio.

Study for Portrait of Van Gogh V 1957 Oil and sand on canvas © 2004 The Estate of Francis Bacon / ProLitteris, Zurich

Tra le opere esposte si potranno ammirare alcuni tra i suoi più celebri trittici, dove l'artista seppe dare una nuova dimensione a questa forma artistica antica e piena di nobiltà. Oltre a diverse versioni del papa urlante, si possono ammirare anche variazioni in stile Bacon di un autoritratto di Van Gogh andato distrutto. Molto interessante questo confronto dove il contemporaneo e la tradizione si fondono in un unico scopo: sondare la profondità oscura dell'animo umano. Francis Bacon era un grande artista, inquietante ed inesorabile, acuto e tagliente, che più d'ogni altro è stato capace di rivelare la sofferenza e la solitudine nascoste nell'animo umano. Imprendiscindibile.

fino al 20 giugno Francis Bacon e la tradizione nell'arte Fondazione Beyeler - Riehen / Basel Info su: www.beyeler.com

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< Francis Bacon in 7 Reece Mews - Early 1970s © 2004 The Estate of Francis Bacon / Collection Dublin City Gallery, The Hugh Lane, Dublin © Photo: Peter Stark

<< Posthumous Portrait of George Dyer, Self-Portrait, Portrait of Lucian Freud 1973, Oil on canvas, triptych © 2004 The Estate of Francis Bacon / ProLitteris, Zurich


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