reset 9-2004

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09 mensile gratuito della Svizzera italiana per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte

www.resetmagazine.ch

trend.setters Illusioni a stelle e strisce

hi.tech Halo 2

trend.setters Mai stono al volante

free.style8° Rally L’ultima follia di Mike

11.2004

unmade



editoriale Dopo aver mostrato la foto di copertina a Gabi, la capo redattrice di re.set, il commento immediato è stato: vedrai quanta gente si riconoscerà in questa foto! E' così? Una stanza sfatta, disordinata, "unmade", reduce da una serata portata avanti ad oltranza... non aggiungo altro, se non che lasciarsi andare ogni tanto è indice di buona salute. Questa copertina rappresenta anche una spontanea e creativa reazione a tutto il dilagante perbenismo-puritanesimo che, sinceramente, sa tanto di puzza di bruciato. Perché quando altri non stanno bene io non ho il diritto di "sbracare"? Dove è finito il valore del buonsenso e del libero arbitrio? Ci piace proprio essere diretti da regole ad ogni piede sospinto, oppure frenati da tasse per ogni libertà che ci prendiamo contro la morale comune? Ad onor del vero, ultimamente ci sono delle iniziative preventive intelligenti e che apprezziamo come per esempio la campagna Mai stono al volante che abbiamo sottoscritto (pag.10) oppure l'iniziativa Nessun abuso sessuale nello sport (pag.11). Il pomo è questo. Mi sopraggiunge una leggera incazzatura quando i nostri politici (ed i media subito dietro) ci dipingono uno scenario apocalittico (come Bush? vedi a pag.6) di degrado, violenza e perdizione nel nostro Cantone con "...l'ennesimo grave caso di violenza giovanile....bla bla bla". Oppure quando ci presentano statistiche strumentalizzate e tendenziose sulle condizioni della salute pubblica. E' chiaro che lo scopo è quello di giustificare misure repressive per avere maggior controllo sulle persone, o per giustificare tasse sui piaceri e sulla salute. Certamente tutto ciò è utile per sviare l'attenzione dalle cause del vero malessere patologico che ci circonda. Ma questo atteggiamento non mi fa paura. Paura che ci sia qualcuno che metta paura alla gente? No, le persone di spirito continueranno ad andare per la loro strada e ad essere costruttive. Il mio auspicio è che infine tutto ciò si riveli unicamente come la fase di un modus vivendi: ad un certo momento le persone, anche quelle lobotomizzate, si sveglieranno e allora qualcuno penserà bene di smetterla con le ipocrisie. Forse sono un inguaribile ottimista, forse il nostro Cantone è veramente diventato un bronx metropolitano e non me ne sono accorto. Strano. Ma sì, forse è per questo che la sera le strade delle nostre città sono vuote. C'è il Bau Bau con la corona della libertà calcata sulla testa.

R.C.


index 09

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trend.setters

report

di gabriella bernasconi

Illusioni a stelle e strisce Il mondo con il fiato sospeso durante le elezioni americane

George W. Bush è stato rieletto per un nuovo mandato di quattro anni alla presidenza degli Stati Uniti. Il 2 novembre 286 grandi elettori e 58.319.499 preferenze popolari hanno determinato questo risultato.

Bush ha chiuso con un bottino di 31 Stati, mentre il candidato concorrente, il senatore democratico John Kerry, ha primeggiato in 19 Stati e nel distretto di Columbia, dove sorge Washington, la capitale. Con lo spoglio del 99% delle schede in tutta l'Unione, i risultati complessivi hanno dato a Bush 58.319.499 preferenze e a Kerry 54.896.547. La partecipazione al voto è stata tra i 115 e i 120 milioni, vicina al 60% degli aventi diritto. In percentuale, Bush ha ottenuto il 51% dei voti, Kerry il 48%. Bush ha vinto con 3,5 milioni di voti in più di Kerry, e 7 milioni in più del 2000. Questa la sentenza definitiva. Sì, perché proprio di terribile sentenza si tratta, per tutte quelle persone negli Stati Uniti che speravano ardentemente in una sconfitta di Bush: i nomi più famosi della cultura, dello starsystem e del mondo discografico a stelle e strisce. Ma non solo: pensatori, intellettuali, personaggi famosi, anche d’Europa e del resto del mondo, hanno avuto il loro dire. Chi con toni molto polemici (soprattutto nel mondo della musica) diretti all’attuale presidente, chi invece concentrandosi a sostegno dello sfidante Kerry. Libri, dischi, film e documentari (da citare Michael Moore ed il suo grande impegno), videoclip (tra gli ultimi il molto discusso video Mosh di Eminem), manifestazioni no-global ed eventi culturali (seguitissimo il tour “Vote for Change” organizzato da Bruce Springsteen), e centinaia di “convincitori” sguinzagliati dai democratici in ogni Stato… tutto ciò non ha potuto impedire che Bush rimanesse insediato alla Casa Bianca. Perché se quasi mezza America è convinta che il presidente texano non sia quello giusto da mettere al ti-

mone della barca, c’è nè un’altra metà più consistente che è assolutamente sicura che Bush sia l’uomo giusto al posto giusto. Quali sono le armi segrete che hanno permesso a Bush di mantenere la poltrona di presidente? Nessun mistero, è tutto alla luce del sole: la paura come minaccia e causa di malessere, e la religione quale panacea. Bush è un ex-alcolista che ha trovato nella religione la redenzione. La sua “missione” al cospetto di Dio gli è stata servita su di un piatto d’argento con gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001: oggi Bush cavalca la paura paventando l’Apocalisse con la Bibbia in mano, e presentandosi come unico garante della Sicurezza Nazionale, nonché dei Principi del Cristianesimo e della Morale Umana. Un condottiero verso la battaglia finale dell’Armageddon tra il Bene e il Male. Tutta musica per le orecchie degli inumerevoli aderenti dei movimenti religiosi e patriottici americani. Orecchie di persone che han ben percepito il messaggio. E che si sono mobilitate alle urne in massa. Ci siamo illusi? Noi, cioè quelli che auspicavano nell’elezione di Kerry, abbiamo sopravvalutato un’ipotetica influenza di Michael Moore e degli altri attivisti, e fatalmente sottovalutato il potere dei movimenti religiosi e del puritanesimo? Eravamo davvero convinti che Cultura ed obbiettività avrebbero cambiato il corso della storia? Un dubbio che dovremmo porci, aprendo finalmente gli occhi: l’America è un paese dalla mente “giovane” e “moderna”, ma con un cuore terribilmente conservatore. E da che mondo è mondo, è il cuore che comanda.



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trend.setters di matteo “aggianty” gianini

L’interesse dei giovani verso quello che succede nella propria ed altrui società è veramente così acceso ed attento? Capire il proprio tempo per seguirne le evoluzioni, nel bene e nel male, è un imperativo, oggi che tutto - nella politica, nella società, nella cultura e nella scienza - si trasforma sempre più velocemente. La politica ed i giovani: quali le aspettative delle nuove generazioni, ma anche quali quelle della politica nei confronti dei giovani. Questo l’argomento che vorremmo affrontare su questa pagina che abbiamo affidato a Matteo Gianini, un nostro “osservatore” che ogni mese affronterà alcuni temi più dibattuti alle tavole rotonde nazionali, come i giovani e la politica, i giovani e la violenza, i giovani e l’integrazione, i giovani e le dipendenze… Lasciamo la parola a Matteo Gianini. (la redazione)

Durante gli anni ’80 e soprattutto gli anni ’90, abbiamo assistito sui media al dibattito sulle ragioni e profondità del presunto disinteresse dei giovani alla politica. Dibattito dopo dibattito, inchiesta giornalistica dopo inchiesta giornalistica, si è edificato il costrutto che i giovani di fine millennio erano disinteressati alla politica (a differenza ad esempio dei giovani degli anni ’60 e ’70), certificando che si erano ritirati al privato, in una dimensione egoistica e a volte edonistica, tutti presi dal loro apparire, dal loro look, fra una moda in declino e una in ascesa, fra un piumino monclair con relative timberland e il chiodo con gli anfibi. Fra l’ascolto di musica rap (dalla east cost alla west coast o casereccia) e lo sballo dei rave party, nella testa dei giovani non c’era il pensiero per il partito. Il partito - che fino all’inizio degli anni ’90 era il luogo dell’aggregazione di massa, spazio di mediazione degli interessi delle componenti del proprio blocco sociale, ambiente in cui collettivamente si tentava di progettare un futuro migliore per tutti diviene sempre più una struttura autoreferenziale incapace di interagire col territorio e tanto meno con i giovani. Il partito, che una volta faceva pendant con le organizzazioni di categoria (come i sindacati o le associazioni padronali), che a loro volta facevano pendant con la grande fabbrica, sviluppando dal dopo guerra un proprio codice, una propria metrica, un proprio linguaggio, fa fatica a rinnovarsi radicalmente, ad interconnettersi e a coniugarsi con i nuovi linguaggi che si sviluppano nel territorio, linguaggi e codici figli delle profonde ristrutturazioni avvenute nell’economia e nella società. La lenta ma inesorabile scomparsa della grande fabbrica, con l’avvento del post-fordismo, dove i processi produttivi si estendono su tutto il territorio, in modo frammentato, molecolare ed orizzontale cambiano anche il quadro di riferimento in cui il partito deve sapersi muovere. Nascono nuove figure sociali, nuovi blocchi sociali, nuove istanze che nella politica classica non trovano risposte e dialogo.

Ed ecco la nascita di nuove formazioni politiche che hanno alcuni denominatori comuni: un forte “leaderismo” (che bene si coniuga con il padrone self-made man della piccola industria), una completa adesione al modello economico neoliberista, unita ad una forte resistenza alle trasformazioni sociali, che ripropone una società “vecchia maniera” incentrata sulla famiglia classica, contraria in modo assoluto all’apertura a nuovi modelli (come le unioni civili rivendicate dagli omosessuali, ma non solo) e che fonda la propria identità nell’identità territoriale, la quale ha acquisito nuovo appeal dopo 50 anni. Dopo un primo interesse da parte delle giovani generazioni per queste formazioni, percepite come novità e trasgressione in rapporto alla politica classica, oggi queste organizzazioni trovano molti più seguaci tra le fila di altre generazioni. I giovani hanno preferito convogliare il loro interesse in piccole associazioni molto ben definite, operanti in campo ben delimitato dove sia più possibile esprimere la propria soggettività e dove il pragmatismo diviene un elemento centrale del linguaggio politico. Ecco, quindi, che le associazioni operanti nell’ambito del volontariato, che promuovono i diritti delle popolazioni del terzo mondo, le organizzazioni animaliste ed ambientaliste, quelle che rivendicano un centro socioculturale, che organizzano attività con persone portatrici di handicap, che da semplici appendici della vita politica acquisiscono la loro centralità nel panorama politico come espressioni di interessi che non trovano adeguato riscontro nelle forze politiche classiche. Questa nuova dimensione politica, anche se non priva di contraddizioni (vedi ad esempio la parzialità di intervento di queste associazioni) rompe radicalmente con la dimensione precedente dove il partito aveva una centralità assoluta, essendo il fulcro della vita politica. Questa dimensione è in continua evoluzione e già oggi è approdata a nuovi livelli di rappresentanza dell’impegno politico. (continua)


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report La creatività passa di mano in mano Il 1000 Journals Project è un esperimento collaborativo con lo scopo di far circolare dei “diari creativi” per il mondo attuando un’interazione artistica globale, al fine di far riemergere la creatività insita in ognuno di noi.

Il concetto è semplice: se si chiede in un asilo nido chi è l’ “artista” tra i bambini presenti, si vedrebbero tutte le manine alzate. A chiederlo ad una classe delle elementari o ad una classe di scuola media, la percentuale di mani alzate diminuirebbe sensibilmente, fino a diventare pressoché esigua nelle scuole superiori. Che cosa ci succede mentre cresciamo? E’ proprio vero che con l’età si perde la propria congenita creatività? Certamente con il passare degli anni si sviluppa uno spiccato senso auto-critico e si tende pure a riservare la propria creatività solo nel nostro intimo. Per esempio ci sono i diari, dove annotare pensieri, ma anche disegni, collage, fotografie. Chi di voi tra quelli che tiene un diario l’ha fatto leggere ad un parente, ad un amico, ad un estraneo? Probabilmente nessuno. E’ questo che vogliono i promotori di 1'000 Journals, abbattere la segretezza per permettere alla creatività di ognuno di essere condivisa e di essere un eventuale stimolo per gli altri. E’ un progetto interessante che ricopre il mondo intero. Stanno circolando una miriade di Journals americani, europei, asiatici… Basta un quaderno corposo, e tutta la fantasia di cui siete forniti, e poi iscriversi sul sito di 1000 Journals per annunciare la nascita del vostro Journal. Dopo aver riempito una o due pagine con i vostri disegni, schizzi o collage, passatelo ad un amico, che a sua volta ci metterà il suo contributo “creativo”. Una volta effettuato egli lo passerà ad un altro amico, e così via… Si possono anche scanerrizzare le pagine completate per inserirle sul sito (tramite un codice che indicherete nel “diario”), nello spazio apposito dedicato al vostro Journal. Molto importante la copertina, che viene considerata come il punto focale del Journal, quello che simboleggia lo spirito del contenuto. In Svizzera stanno già girando tre Journals, tutti nella Svizzera tedesca. Anche il Ticino è un cantone creativo, no? Allora datevi da fare, ne varrà la pena.

atelier zuppinger nyon

BACARDI and the Bat Device are registered trademarks of Bacardi & Company Limited.

Informazioni ed istruzioni complete su: www.1000journals.com

Best enjoyed in moderation


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report

trend.setters

Durante la stagione estiva, in occasione degli open airs svizzeri, è partita un’iniziativa speciale sulla verità riferita agli spinelli e la guida. 400'000 confezioni di cartine per sigarette Smoking Blue King Size a cui sono allegati dei filtri di carta gratuiti riportano all’interno un originale messaggio per sensibilizzare l’utente sulla problematica riguardante gli effetti della cannabis sulla circolazione stradale. Uno su quattro, tra i giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni, e uno su 10, tra quelli di età compresa tra i 25 e i 44 anni, consuma occasionalmente canapa in Svizzera. Se poi si mettono al volante, queste persone rappresentano un grave pericolo automobilistico, difatti alcune di loro sono ancora convinte che farsi una “canna” e poi mettersi al volante non rappresenti alcun problema, ma questo può essere un fatale errore di valutazione, sia per esse stesse, sia per gli estranei malcapitati sulla loro strada. L’idea di questa campagna di sensibilizzazione promossa dal Consiglio svizzero della sicurezza stradale è questa: all’interno di una confezione speciale di Smoking Blue King Size sono riportate sui dei filtri di car-

ta allegati le “leggende” circolanti riguardo gli spinelli e la guida, a cui vengono contrapposte delle informazioni oggettive. Come sottolinea Hans-Ulrich Büschi, Presidente del Consiglio svizzero della sicurezza stradale “Qui non si tratta della questione di base ‘Fumare spinelli, si o no’ o della loro legalizzazione. Viene esclusivamente messa a fuoco la problematica del consumo di cannabis in relazione alla circolazione stradale.”. Qundi nessuna demonizzazione, ma solo un’analisi imparziale su un problema che si fa più sentire sempre più, a prescindere dalla illegalità della sostanza in questione. Per fare un esempio: una voce che circola è che l’alcool alla guida sia di gran lunga peggiore della canapa e che si verifichino molti più incidenti imputabili all’alcool piuttosto che alla canapa. Nella confezione di cartine troviamo una risposta a questa diceria, una risposta che afferma che è vero, ma anche che la quantità di incidenti con guidatori che si son fatti uno spinello sono aumentati negli ultimi anni in maniera massiccia e che particolarmente critica è la situazione in cui il guidatore è ubriaco e allo stesso tempo sotto effetto della canapa. Secondo le ultime valutazioni è aumentato il numero dei guidatori risultati positivi al test THC. Quindi ben venga quest’iniziativa, perché la vita, anche se allegramente “speziata” dall’uso di canapa, è e rimane un bene prezioso e da proteggere. Ricordiamo inoltre ai consumatori che dal 1° gennaio 2005 per la cannabis alla guida vigerà il valore limite 0.

Nuove voci che circolano, nuove risposte e molto spazio per le vostre opinioni su www.la-verita.ch

Hai preso la pillola oggi?

Il silicone fa male

Non correre dietro alle galline

Il flipper bloccato

In Inghilterra ci sono troppe mamme minorenni, è la più alta percentuale in tutta Europa. Quindi l'Unità sanitaria locale che fa capo al South Birmingham Primary Care Trust ha deciso di divulgare l'uso della pillola tra le quindicenni. E lo fa inviando alle ragazzine un sms sul telefonino: ''Hai preso la pillola oggi?''. Le voci discordanti non si sono fatte attendere. C'è chi ritiene che l'iniziativa rischi di minare il rapporto tra genitori e figlie e c'è chi teme che le ragazze trascureranno le misure di prevenzione per le malattie che si trasmettono per via sessuale. Però, secondo il dipartimento di Birmingham che dà assistenza alle teenager incinte, le giovani donne dimenticano di prendere la pillola otto volte all'anno: una dimenticanza che e' anche uno dei motivi principali della gravidanza tra le minorenni. Il Regno Unito ha anche alte percentuali di aborti: uno su cinque coinvolge una ragazza. con un totale di 3.500 gravidanze interrotte ogni anno da giovani sotto i 16 anni.

Sono finiti in ospedale dopo aver cercato di ingrossarsi il pene con siringate di paraffina e altre sostanze non ancora identificate. Ma il “fai da te” è stato un vero fallimento e in molti casi sono state necessarie costosissime terapie d’urto contro le inaspettate controindicazioni. Stando a un rapporto stilato dai medici di un ospedale di una provincia rurale nel nord del Giappone, da gennaio scorso circa cinquanta uomini sono stati costretti a sottoporsi a un lungo ciclo di terapia per curare un'infiammazione del pene. In molti casi la sostanza che ha provocato l'eritema non è stata ancora identificata. Ingenuamente, infatti, molti uomini si sarebbero rivolti a degli pseudo-medici o stregoni per avere la sostanza "miracolosa", un liquido di colore blu preparato per l'equivalente di 10 euro a dose.

Recentemente in Romania, un uomo si è reciso il pene per sbaglio, e il cane glielo ha mangiato. E’ peggio di un incubo l’avventura di un anziano rumeno che ha confuso il suo pene per il collo di una gallina, lo ha tagliato e il suo cane lo ha mangiato. Lo scrive l'agenzia di stampa di stato Rompres, spiegando che il 67enne Constantin Mocanu è corso nel suo cortile in mutande per uccidere una gallina rumorosa che lo aveva tenuto sveglio per tutta la notte. "L'ho confuso con il collo della gallina", ha detto Mocanu, che è stato ricoverato in ospedale a Galati. "L'ho tagliato... il cane è corso e lo ha mangiato". I medici hanno detto che l'uomo, che è stato trasportato in ambulanza per la forte emorragia, ora è fuori pericolo. E’ proprio il caso di dire che è meglio non correre dietro alle galline, non si sa mai… soprattutto se c’è nei paraggi un cane!

In Giappone hanno bloccato la distribuzione di un nuovo flipper chiamato “Adolf Hitler”. Il fabbricante Fuji Shoji voleva dedicare la sua nuova serie di flipper a 35 figure storiche, e Hitler, nel disegno del fabbricante giapponese, entrava di diritto in questa classifica. Oltre al dittatore del Terzo Reich, Shoji aveva addirittura in mente dei prototipi dedicati a Mosé, ad Abramo e ad alcuni samurai storici giapponesi. L’ufficio patenti giapponese ha rigettato la proposta di tutti i 35 nominativi considerandoli una possibile causa di disordine pubblico. Il fabbricante, per contro, afferma che l’operazione commerciale voleva avere uno spirito parodistico, senza nessuna enfatizzazione o mitizzazione delle gesta dei personaggi proposti.


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Un cannibale in F.1 Sguardo di ghiaccio che scuta la pista, polso fermo e sangue freddo. Michael Schumacher è una macchina perfetta nella macchina perfetta, è l’icona di un meccanismo ben oliato che in pista fa scintille, un connubio uomo-motore che si è rivelato tremendamente invincibile. Michael Schumacher è l’imperatore di tutto ciò che riguarda il mondo della velocità, un campione assoluto il cui unico avversario è sé stesso. Una carriera invincibile, la sua, iniziata con i calzoni corti sui kart del circuito di famiglia, e proseguita in maniera inarrestabile fino al gran circo della Formula 1, dove Schumi s’è imposto subito come promessa fulgida. Come solo i più grandi, Michael ha conquistato in poco tempo il primo Gran Prix al volante della Benetton ed in seguito il primo mondiale, che ha bissato immediatamente. Il suo approdo alla Ferrari ha determinato la rinascita del cavallino rampante, che, cavalcato da questo inarrestabile fantino tedesco, ha galoppato di successo in successo, fino ad aprire un ciclo vincente nel mondiale F.1 di cui non si scorge ancora la conclusione. Finché c’è Schumi, finché c’è il raffinato ed affiatato gioco di squadra che lo circonda, finché i dirigenti di Maranello lo terranno su un piatto d’argento, finché questo uomo ineffabile, discreto, educato, ma perfettamente consapevole di sé e delle sue pregevoli capacità avrà voglia di far rombare i motori della sempre più perfetta Ferrari, per gli altri non c’è speranza. Amato o odiato senza vie di mezzo dagli appassionati di motori e non, il tedesco Schumacher ce lo ritroveremo sulle piste anche nel prossimo GP di Formula1.

No agli abusi sessuali nello sport! Swiss Olympic e UFSPO mandano un chiaro segnale

Anche lo sport, divenuto un settore sempre più importante nella nostra società, non è scevro da abusi sessuali. Swiss Olympic e l’Ufficio federale dello sport di Macolin (UFSPO) affrontano questa sorta di tabù affermando con decisione No agli abusi sessuali nello sport! con un’azione a lungo termine nell’ambito della campagna per il Fairplay, che mette a disposizione dei giovani tutta una serie di offerte informative. A loro disposizione anche una serie di offerte di consulenza dove trovare varie possibilità per chiedere aiuto e consigli. E cosa possono fare i genitori quando i figli raccontano loro di aver subito un abuso sessuale? Come devono affrontare il tema i responsabili delle federazioni e delle società sportive? E per gli allenatori, è ancora possibile svolgere la propria attività senza rischiare di essere accusati in qualche modo al riguardo? La campagna offre un aiuto concreto anche a genitori, responsabili di società sportive ed allenatori mostrando come affrontare il tema, come evitare ogni genere di abuso sessuale nello sport e dove cercare aiuto per le vittime di tale violenza. Sul sito www.fairplay.ch si trovano un foglio illustrativo, indicazioni su come comportarsi ed una lista di indirizzi che offre uno sguardo d’insieme sui centri di consulenza ed assistenza in tutta la Svizzera. Un iniziativa meritevole che vuole porre un’accento oltre il mondo dello sport in modo che il tema venga affrontato a livello di coscienza sociale e non sottaciuto come fenomeno settoriale limitato.

Vale la pena quindi, conoscerne epopea, segreti e gesta da “cannibale” in F.1 con una pubblicazione appena uscita per la collana “I Cattivi” della Bevivino Edizioni. Questa collana presenta varie figure leggendarie amate/odiate che hanno lasciato un’impronta profonda al loro passaggio, come per esempio Marlon Brando, Jim Morrison, Diego Maradona. Schumi entra di diritto in questa cerchia, presentato qui da Pino Casamassima, giornalista, nonché autore di libri dedicati ai motori ed alla Ferrari, tra cui cito Enzo Ferrari-Biografia di un mito, Storia della F.1 e La Fiat e gli Agnelli. Troverete uno sguardo trasversale che soddisferà tutte le vostre curiosità sul campione, un pilota destinato a “scrivere ancora pagine e pagine di storia rossa, storia ferrarista. Che, per inciso, coincide con quella della F.1”. Pino Casamassima Michael Schumacher - Un cannibale in F.1 Bevivino Edizioni


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report

L’ultima follia di Mike

Mike Horn, ha concluso la sua più grande impresa, ovvero percorrere il giro dell’Artico senza mezzi meccanici, ma solo con la forza delle gambe e delle braccia. Un tragitto di 20.000 chilometri percorso in ottocento giorni di quasi completa solitudine.

Mike Horn è l’alfiere dell'ultima frontiera dei cosiddetti sport estremi: ha percorso senza mezzi meccanici, ma solo con l’ausilio di slitte trainate da sé e di sci, l’intero circolo polare artico, il Polo Nord. Un’impresa che è gli costata fatica e alcuni problemi non indifferenti, ma superati con determinazione e costanza. Il tutto in 26 mesi, cioè poco più di due anni. Horn è partito il 4 agosto 2002 da Capo Nord in barca verso la Groenlandia, ha fatto un "giro" per l’isola danese, poi ha proseguito di nuovo via mare per arrivare in Canada-Alaska (dove ha fatto tappa), poi per mare attraverso lo Stretto di Bering, ed infine via terra, attraverso le immense lande che vanno dalla Siberia a Capo Nord, fino all'arrivo a Skarvag, da dove era partito. La sua attrezzatura ridotta al minimo era formata da cibo, vestiti, lampade, sci, racchette, scarponi, ed un aquilone da surf (kite). Duecento chili di materiale! Nel suo peregrinare per lande desolate, i suoi unici compagni di viaggio sono stati orsi polari e lupi, e nei minuscoli insediamenti di abitanti indigeni ha conosciuto gli inuit in Alaska, i manciuri nell’est della Russia, ed i siberiani.

Ma è stata soprattutto la solitudine a fargli da compagna per eccellenza, per chilometri e chilometri di lande ghiacciate ed ostili. Horn ha potuto tastare di persona i sintomi del degrado del pianeta Terra: ”Il tempo è davvero imprevedibile, l’inquinamento sta distruggendo l’ecosistema. In Siberia il termometro aveva raggiunto 30 gradi centigradi. In Alaska il caldo ha spinto i grizzly a salire verso nord, dove ci sono gli orsi polari. In Canada mi sono dovuto fermare perché il ghiaccio si era sciolto per l’alta temperatura”. Una testimonianza importante, che suggella ciò che di più catastrofico stanno professando i più noti climatologi. Ora Mike Horn, tornato in seno alla sua famiglia, ha deciso di darsi una calmata, annunciando ufficialmente che le sue prossime imprese saranno più "leggere". Uno che è arrivato al massimo consentito dalla natura non può pretendere di più, ma sinceramente noi non gli crediamo. Un uomo simile, sempre alla ricerca dei propri limiti, un uomo pressoché "soprannaturale", pressoché invincibile, ha sempre in serbo una qualche follia...


I vegan corrono In Svezia alcuni fondisti e mezzofondisti vegetariani hanno costituito un club d’atletica per sfatare il mito che chi non mangia carne non può fare sport. Lo svedese Elias Broms da sempre è un appassionato di fondo e mezzofondo. Inoltre è vegan, che poi sarebbe la contrazione del termine "vegetalian". I vegetaliani seguono una dieta totalmente vegetale, bandendo anche i derivati come latte, formaggi, uova, miele dalla loro alimentazione. Broms è il fondatore di Vegarunners, un club di atletica dedicato a soli vegan. I componenti di questo club partecipano alle competizioni svedesi con distanze che vanno dagli 8 ai 30 km. Secondo Broms lo scopo di Veganrunners è di ”sfatare il preconcetto secondo cui la dieta vegan sia dannosa per la salute. In realtà questo tabù l’ha sfatato prima di tutto Carl Lewis, anche lui era vegan. O una vegetariana come Martina Navratilova. Ma ribadirlo non è male. In realtà una dieta del genere è estremamente salutare, visto che elimina i grassi saturi contenuti negli alimenti animali, come del resto dimostrato da numerose ricerche mediche…”. Quindi gli intenti sono chiari: la volontà di informare su sport e vegetalismo, ma anche di divertirsi e di fare attività atletica. Per chi fosse interessato a questa disciplina alimentare combinata con lo sport consigliamo la consultazione sui siti www.veganrunners.org (qui per chi mastica lo svedese), www.scienzavegetariana.it/sport, www.veganitalia.com.


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product

free.style

Rome Anthem 158cm Lo stile Due ingenieri burton decidono di mettersi in proprio e di creare una nuova marca che raggruppa la tecnologia Burton ad un art-design moderno grazie ad uno stile grafico d'avaguardia distinguendosi dagli standard commerciali. Da questa accoppiata vincente nasce la Rome Snowboards, marca che si presenta sul mercato con una gamma di 10 tavole e diversi accessori veramente superstilosi. I test delle riviste specializzate hanno definito la Anthem una delle 3 migliori tavole di quest'anno. Prezzo di listino fr. 849.www.romesnowboards.com

Raiden Phantom Ride the lightening Nitro Snowboards quest'anno esce con una collezione veramente eccezzionale, a fare la differenza sono le due nuove sottomarche: per l'abbigliamento nasce la L1 i cui prodotti portano tutti il nome di titoli di vecchie canzoni dei Metallica. Per gli attacchi nasce quindi Raiden Bindings, quello in foto è uno dei migliori di quest' anno, data la sua semplicità, la sua polivalenza e la sua tecnicità. Spoiler in carbonio, talloniera in alluminio alleggerita, laccio in pelle e sticker per personalizzare l'attacco a proprio piacimento. Prezzo : 349 franchi. www.nitrousa.com

Da Kine Heli Pro Nuova edizione L'ormai famosissimo Da Kine Heli Pro cambia completamente look, è stato ripulito completamente rispetto alle versioni precedenti che erano piene di lacci e laccetti che sbattevano a destra e a sinistra. Le sue dimensioni garantiscono comodità sia nella scalata che nella discesa. Il nuovo Heli viene proposto in due misure, 20 e 16 litri per rispettivamente 119 e 109 franchi. In dotazione porta snow verticale e orizzontale, porta sci diagonale, porta pala/picozza e tasca isolata per idratazione. Disponibile in 8 colori. www.dakine.com

Promo Copy Dvd Action! Da poco uscito per dalla Defective Films un Dvd cha ha l'ambizione di presentare nuovi tricks, nuovi jumps, nuovi rails e nuove facce. In definitiva uno dei più potenti progetti dell'anno, sponsorizzato da Forum, Vans, Sapient, Jeenius, Quiksilver, Smith, Burton, Rossignol, Agency e Step Child. I protagonisti sono: Joni Malmi, Simon Chamberlain, Eddie Wall, Chris Coulter, Mikey Rencz, Ikka Backstrom, Travis Kennedy, Andreas Wiig, Kurt Wastel, Lauri Heiskari, Chad Otterstrom, Alex Auchu, Eero Niemela, J.P. Tomich. www.defectivefilms.com


webcorner

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hi.tech di alessio cassis

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www.fatbmx.com

www.skateboarding.com

Chiudete gli occhi e pensate a Tyson, ora immagine Tyson che va in skate. Ci siete? Non si tratta però di “quel” Tyson, ma di un cane bulldog che in skate se la cava meglio del sottoscritto. Quando vidi per la prima volta i filmati di skateboardingbulldog.com, pensai subito che si trattasse di un fotomontaggio, ed invece… I filmati del piccolo Tyson sono veramente eccezionali; prende la rincorsa con una zampina sola appoggiata alla tavola, si lascia scivolare e curva in ogni direzione come se fosse la cosa più naturale del mondo. Questo cane prodigio dello skateboard vive in California e grazie al sito web messo in Rete dal suo padrone, sta diventando molto popolare negli States e non solo.

descent-world.co.uk è il sito per chi della mountain bike ha fatto un vero e proprio stile di vita. I principali attori, i mezzi e le competizioni più importanti del globo trovano spazio tra le pagine di questo sito. Tra i siti più completi del mondo MB, le pagine di descent-world propongono numerose interviste, reportage dei principali eventi, spazi per la compra-vendita di mountain-bike e alcuni video da scaricare. Grande spazio è dedicato anche alla musica, con recensioni e date dei concerti. Particolarmente curata è la sezione riservata a gadget e materiali, in cui particolareggiati articoli accompagnati da numerose immagini svelano pregi e difetti dei differenti prodotti.

Dato per morto durante il periodo estivo, fatbmx.com è ritornato più presente che mai. Sito completamente dedicato alla Bycle Motocross, di cui bmx è appunto l’abbreviazione, fatbmx.com è considerato uno dei portali più importanti del settore. Nata in California alla fine degli anni sessanta, la bmx si allontanò progressivamente dal classico mondo delle due ruote, per poi divenire celebre nel freestyle e nelle esibizioni sulle rampe. fatbmx.com raccoglie informazioni sui maggiori eventi del mondo bmx, rappresentando una preziosa fonte di notizie sia per gli appassionati, sia per i neofiti. Novità, interviste, filmati e molto altro ancora sono presentati in un sito imperdibile per ogni amante di questa disciplina.

In attesa che lo skateboard diventi disciplina olimpica, skateboarding.com è il sito giusto per farsi una cultura sull’argomento. Nato come la bmx, nello stato della California, lo skate fu conseguenza diretta della popolarità del surf alla fine degli anni sessanta. Passato attraverso numerose trasformazioni, sia tecniche che sociali, l’arte dello skateboarding si è tramutata da fenomeno di nicchia a vero e proprio sport internazionale. Filmati, interviste e manifestazioni made in USA sono solo alcune delle preziose informazioni ottenibili sulle pagine di skateboarding.com. Particolarmente interessante la mappa, suddivisa in stati, dei principali skatepark statunitensi.

product Business mobility

Wireless audio streamer

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Nokia 9500 Communicator www.nokia.com

Roku SoundBridge M1000 www.rokulabs.com

Dopo un lungo periodo di sviluppo, è finalmente arrivato il successore del celebre Nokia 9210 Communicator. Nato per la clientela business e per tutti coloro che necessitano la potenza di un computer nel più compatto spazio possibile, il Nokia 9500 è migliorato notevolmente rispetto al suo predecessore. La dotazione di 80 MB di memoria è più che sufficiente per la maggior parte degli utenti, mentre è sempre disponibile uno slot per un espansione. Communicator è fornito con schermo lcd 640 per 200 pixel, player mp3, dispositivo fotografico e rispetto al suo predecessore, dispone pure di accesso Bluetooth e wireless 802.11b. Dal lato software invece, il modello 9500 gira su Symbian 7.0s, è dotato di una suite MS Office, del browser web Opera e di un client e-mail pop3 e imap. Il supporto al protocollo imap farà piacere ai molti utenti costretti, col 9210, ad installare un secondo programma per la gestione della posta che lo integrasse.

Il wireless audio streamer è l’apparecchio ideale per tutti coloro che desiderano accedere alla collezione di file audio immagazzinata nel proprio pc. Il Roku SoundBridge M1000 permette infatti di collegarsi via wireless 802.11 oppure tramite cavo ethernet a 10 Mb/s. La connessione all’impianto stereo è possibile sia per mezzo delle classiche prese cinch in analogico, oppure, tramite una presa ottica o cinch per l‘uscita digitale. Questo modello supporta la riproduzione dei formati wma, aiff, mp3, wav e aac; mentre altri standard, come Ogg-Vorbis, sono supportati con l’aggiunta di software di terze parti. Il software SlimServer, che permette l’integrazione con Winamp, Windows Media player e iTunes, è disponibile sia per mac che per pc. Roku SoundBridge M1000 è dotato di uno schermo lcd 280 per 16 pixel monocromatico ed il suo curato design aggiunge valore a questo pregevole prodotto.


016

hi.tech

Questa particolare competizione è stata ideata nel 1996 dall’imprenditore Peter Diamandis, la cui ispirazione è venuta pensando al premio che nel 1927 spinse Charles Lindbergh ad attraversare l’Oceano Atlantico. I dieci milioni di dollari messi in palio dovrebbero essere consegnati al team di SpaceShipOne questo mese durante una cerimonia ufficiale e lo stesso Peter Diamandis ha annunciato nuove sfide e nuovi premi per i gruppi coinvolti nella conquista dello spazio. Già a partire dall’estate prossima prevede d’istituire una sorta di campionato per velivoli sperimentali in New Mexico. Per raggiungere lo spazio, SpaceShipOne è trasportata dapprima a bordo di un aeroplano debitamente modificato, chiamato White Knight. Arrivati a circa 14 mila metri di altezza, SpaceShipOne viene sganciato per poi raggiungere autonomamente i 100 chilometri di altezza. Al momento del rientro, la navetta atterra su una normale pista proprio come uno Shuttle. Durante quest’ultimo volo, Brian Binnie ha portato SpaceShipOne ben oltre i 100 chilometri stabiliti, arrivando fino a quota 111 chilometri, fissando un nuovo record di altitudine per l’aviazione civile. Entrambi i voli sono stati caratterizzati da una lieve perdita di padronanza del velivolo, che ha causato alcuni avvitamenti durante l’ascesa verso lo spazio. Per la conquista del premio, Burt Rutan ha scelto lunedì 4 ottobre in omaggio al primo volo spaziale della storia, effettuato dall’Unione Sovietica nel 1957 con il leggendario Sputnik I. I gruppi ufficialmente in corsa per il premio erano una decina in tutto, ma il canadese DaVinci sembrava essere l’unico team in grado di competere con clan di Rutan. Tuttavia alcuni problemi tecnici e la difficoltà nel reperire fondi a sufficienza ne hanno compromesso la partecipazione. Il gruppo DaVinci contava di trasportare il razzo con un pallone aerostatico, per poi farlo decollare una volta raggiunta l’altitudine adeguata. A questo proposito va segnalato l’importante contributo del numero due di Microsoft, Paul

Allen, che unito al genio di Rutan, ha permesso la conquista di un traguardo tanto ambizioso. La fama di visionario e sostenitore di progetti al limite di Allen è cosa nota, basti pensare che qualche anno fa contribuì a salvare il SETI con un cospicuo contributo finanziario. Lo scopo di SpaceShipOne non è mai stato segreto. L’intenzione era di creare un mezzo che permettesse all’aviazione di fare la sua entrata nel turismo spaziale. Infatti, subito dopo la conquista del premio è stato annunciato un accordo con il magnate Richard Branson per la fornitura di cinque veicoli da cinque posti l’uno, grazie ai quali Brenson pensa di offrire voli turistici a partire dal 2007. La nuova società, denominata Virgin Galactic, offrirà i biglietti alla modica cifra di 208 mila dollari l’uno! In realtà i primi turisti dello spazio ci sono già. Alcuni passeggeri paganti hanno volato a bordo del russo Soyuz, il primo dei quali ha sborsato venti milioni di dollari. Il futuro del turismo spaziale è tuttora molto incerto e nonostante una società americana abbia stimato che questo settore potrebbe raggiungere una cifra d’affari di un miliardo di dollari entro il 2021, non sono in molti coloro pronti ad investirvi In un momento in cui la NASA, dopo l’incidente dello Shuttle, sembra essere in crisi e per di più con un presidente che poco la sostiene, i nuovi stimoli provenienti dal settore privato porteranno benefici. La squadra di Rutan ha dimostrato che anche senza investimenti colossali, 25 milioni nel settore spaziale non sono poi molti, si possono raggiungere grandi obiettivi. Molti dei gruppi in corsa per l’Ansari X Prize non si fermeranno alla prima sconfitta e aggiusteranno il tiro per il prossimo traguardo: la possibilità di effettuare voli orbitanti attorno alla Terra. di alessio cassis www.xprize.com www.scaled.com


cybercorner cyberflash Si spegne Radio Svizzera Internazionale Sabato 30 ottobre sarà l’ultima volta nell’etere per Radio Svizzera Internazionale (SRI), mettendo la parole fine ad una tradizione durata quasi settant’anni. Nata nel 1935, SRI trasmetteva su onde corte in nove lingue diverse, raggiungendo la sua massima importanza durante il secondo conflitto mondiale. Considerata e rispettata mondialmente, SRI ha tenuto saggiamente conto dei cambiamenti tecnologici e culturali, decidendo così d’interrompere la trasmissione via onde corte e via satellite, concentrando le sue forze sul portale di swissinfo.org. Presentato al pubblico nel 1999, il sito di swissinfo.org, con oltre otto milioni di visite giornaliere, si è rivelato un successo, dando piena ragione alla politica aziendale di Radio Svizzera Internazionale.

Apple e la mela Le origini del logo Apple rimangono tuttora poco chiare. Formato da una mela morsicata ed i caratteristici colori dell’arcobaleno, il simbolo della casa di Cupertino sembra sia stato ispirato dalla copertina di un album dei Beatles. Altre fonti sostengono invece che il marchio Apple sia in realtà un omaggio ad Alan Turing. Tra i padri dell’informatica moderna, Turing decifrò per primo il codice Enigma che l’esercito tedesco usava per comunicare con i sottomarini durante la seconda guerra mondiale. I suoi successi come scienziato non bastarono tuttavia a evitargli problemi a causa della sua omosessualità; motivo per cui fu arrestato nel 1952. Due anni più tardi, Turing pone fine alla sua vita mangiando una mela intinta nel cianuro.

017

FireFox si avvicina alla final release Tempo di final release per il giovane browser web della Mozilla Foundation. Grazie al numero sempre crescente di utenti e sostenitori, MF ha appena concluso una campagna di raccolta di fondi che in dieci giorni ha raccolto la bellezza di 250 mila dollari. La somma sarà utilizzata per il rilascio della versione finale di FireFox 1.0. Complici i numerosi problemi avuti da Internet Explorer e la decisione della stessa Microsoft di sviluppare una nuova versione di IE solo con l’uscita di Longhorn, sono in molti coloro che optano per un browser alternativo, Firefox e Opera in testa. Fotofonino a raggi X È scoppiato un piccolo pandemonio in Giappone. Sembra che un gadget per un telefono Vodaphone, prodotto dalla società Yamada Denshi, oltre a permettere di scattare delle fotografie in condizioni di scarsa luminosità, renda possibile vedere attraverso alcuni tipi di tessuti, ad esempio quelli dei costumi da bagno. Il filtro realizzato per il modello V602-SH, in vendita esclusivamente nella terra del Sol Levante, sfrutta il calore emanato dalle persone. Per il momento, dal governo giapponese, non giungono notizie di un possibile divieto di vendita. Mentre grazie alla pubblicità gratuita offerta dai media, si prospettano grandi vendite per la Yamada Denshi Supercomputer: Giappone sempre al vertice La giapponese NEC mantiene il primato di supercomputer più veloce del mondo. Poco tempo fa, IBM aveva annunciato lo sviluppo di un sistema capace di girare a 36 teraflops, ovvero 36 mila miliardi operazioni al secondo. Denominato Blue Gene L, il nuovo sistemone di IBM contava di spodestare il primato in mano a NEC ormai da due anni. Sembra invece che la palma di supercomputer “più super” rimarrà ancora in mano al colosso giapponese. Sfruttando la stessa architettura dell’attuale numero uno, l’Earth Simulator, NEC ha raggiunto i 58.5 teraflops, facendosi beffe del nuovo primato raggiunto dalla IBM.


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hi.tech di michel bartolotti

Alle origini dei wargames & miniature

Da sempre i "potenti" del mondo hanno "giocato" con delle simulazioni più o meno realistiche di battaglie o campagne di guerra (pensiamo anche solo agli scacchi ed a tutte le sue varianti) e la storia ci ha tramandato non soltanto dei "tabelloni" su cui venivano combattute queste battaglie, ma anche migliaia di "soldatini" con le quali i grandi Re spesso costruivano le loro armate e programmavano le battaglie con cui avrebbero sconfitto quelle nemiche… salvo riprova poi sul campo di battaglia vero. Il primo "gioco di guerra" codificato da vere e proprie regole vide la luce in Prussia alla fine del 1800, inventato da alcuni ufficiali dello Stato Maggiore per abituare lo staff a programmare le azioni di guerra. Ebbe un tale successo che in pochi anni venne adottato da tutti gli stati europei e si diffuse in tutto il mondo. Come sempre accade dal "gioco per addetti ai lavori" si passò in breve anche alle simulazioni per "civili" e nacquero così i primi regolamenti per soldatini (che, da ora in poi, chiameremo "miniature") i quali ebbero una diffusione davvero capillare, specialmente nei Paesi anglosassoni, grazie anche al fatto che i pezzi necessari erano diventati merce alla portata di tutte le borse.

Le regole sono uguali per tutti i giochi: Innanzitutto occorre comprare ed eventualmente dipingere un numero di miniature sufficiente a "coprire" la battaglia che si vuole simulare ; poi serve un "campo" sufficientemente grande per schierare e muovere le proprie truppe; infine bisogna dotarsi di accessori vari (case, alberi, mezzi militari, ecc.). Le epoche preferite sono tra i tradizionalisti il periodo napoleonico e quello antico, anche se oggi sono molto utilizzati anche regolamenti adattati a battaglie fantasy fra orchi ed umani o a quelle fantascientifiche fra truppe aliene e difensori dell'Impero Terrestre : in tutti questi casi infatti sono sufficienti uno spazio limitato ed un ragionevole numero di miniature. Inevitabile non menzionare Warhammer e Warhammer 40’000 tra i migliori rappresentanti dei nuovi generi di wargames. In genere giocati da almeno due persone, questi titoli si possono giocare in piccole schermaglie di una manciata di modelli per parte, fino ad enormi battaglie nelle quali sono impiegate armate da centinaia di miniature l' una contro l' altra. Le regole sono molteplici, tutte descritte minuziosamente nei manuali in vendita. Oltre alle miniature occorre avere dei dadi, un metro per misurare le distanze tra le diverse truppe schierate e un area di gioco dove appostare i propri uomini. Che aggiungere se non che adesso spetta a voi, o valorosi condottieri, prendere in mano il destino dei vostri eserciti e diventare per una qualche sana ora spensierata i futuri Carlo Magno, Napoleone o Annibale del ventunesimo secolo.

Altre informazioni su: www.warhammer.net www.wargamezone.net www.players-society.com


019

games

Halo 2 E’ passato oltre un anno dall’ uscita di uno dei giochi più venduti e popolari della console Microsoft: Halo. Dopo una spasmodica attesa noi di re.set abbiamo avuto la fortuna di poter provare in anticipo la versione definitiva di Halo 2 e potervi dare questa recensione anticipata, che speriamo allevii la vostra impazienza.

gamesflash Obscure Publisher: Microids Sviluppatore: Hydravision Piattaforme: Xbox,PS2,PC

Lorenzo Favilli Strane cose accadono in un piccolo liceo degli Stati Uniti. Nella Leafmore High School, da qualche tempo, spariscono gli studenti nel nulla. Il preside rassicura gli allievi dicendo loro di non preoccuparsi, ma un gruppetto di quattro ragazzi decide di restare nell’edificio dopo l’orario delle lezioni, per cercare un loro compagno, scomparso la sera prima. Inizia così Obscure, un survival horror, prodotto dalla MC2Microids, una casa di produzione francese, e basato sui teen horror movie, che negli ultimi anni hanno invaso il grande schermo. Il giocatore potrà controllare, a scelta, uno dei quattro protagonisti e dovrà condurlo all’esplorazione del complesso di edifici che compone la Leafmore High School. In qualsiasi momento potrà decidere di prendere il controllo di un altro personaggio, dato che ognuno dei quattro ragazzi ha una specialità diversa che potrà tornare utile a seconda delle situazioni. Un secondo studente potrà seguire quello principale e sarà controllato dall’intelligenza artificiale o da un secondo giocatore. La scuola, naturalmente, brulica di strane creature, che sembrano portare con loro aloni di oscurità e i personaggi dovranno usare tutte le loro forze per affrontarli, utilizzando le armi bianche e da fuoco che troveranno in giro. Il gioco è caratterizzato da una buona grafica completamente in tempo reale e da una colonna sonora che ricorda le musiche di Danny Elfman (Batman, Edward Mani di Forbice, Sleepy Hollow). I dialoghi sono stati tradotti e il gioco è completamente in italiano. Il doppiaggio, come sempre, non è dei migliori, anche se ho sentito molto di peggio. Se non avete problemi di lingue, vi consiglio di procurarvi la versione francese o inglese. In conclusione, un buon gioco, consigliato a tutti gli amanti dei survival horror e dei teen horror movie, disponibile su PC, PS2 e XBOX. In futuro è anche prevista la possibilità di giocarlo online.

La trama di Halo 2 comincia con il ritorno sulla terra di Masterchief, già protagonista del primo episodio del fortunato gioco, dopo le peripezie trascorse a fronteggiare i Covenant, una razza aliena nemica giurata degli esseri umani, su Halo, il gigantesco pianeta artificiale a forma di anello che aveva fatto da sfondo al primo episodio. La situazione non è delle migliori: infatti i Covenant sono riusciti a trovare le coordinate spaziali del nostro pianeta e si apprestano a sferrare l’attacco definitivo contro l’umanità. Spetterà come sempre a Masterchief l’arduo compito di sovrastare l’imminente invasione. Rispetto al precedente capitolo molte sono le novità introdotte per quel che concerne sia la trama che gli aspetti inerenti la giocabilità del capolavoro della Bungie. Non svelerò ulteriormente le vicende che dovrete affrontare in questo splendido seguito, sappiate solo che le sorprese e i colpi di scena non mancheranno mai alla vostra tavola. Quello che sicuramente colpisce è la cura con la quale è stato curato ogni aspetto del gioco, a partire dalla grafica che spreme in maniera considerevole le capacità tecniche del Xbox e grazie ad una programmazione accurata ne conferisce, oltre che ad un aspetto assolutamente “cool” a tutti i livelli, anche un motore fisico efficace e capace di reggere combattimenti spettacolari, con astronavi, carri armati e una valanga di nemici su schermo senza venir penalizzato da fastidiosi rallentamenti. Le textures sono tra le migliori viste su una console, i veicoli presenti nel gioco sono tutti visibilmente danneggiabili e possiedono alcune novità e migliorie rispetto alle versioni del primo capitolo. Per esempio adesso le moto aliene chiamate “Ghosts” possiedono un turbo che le consentono di fuggire quando la situazione comincia a divenire rovente. Oltre all’introduzione di nuovi veicoli, nuove armi sono entrate a fare da arsenale al nostro eroe, tra cui spicca sicuramente l’introduzione della lama utilizzata nel primo capitolo dai nemici. Oltre ad essere estremamente divertente conferisce un aspetto strategico, consentendo di poter eliminare i propri avversari con manovre elusive e un colpo ben assestato. L’intelligenza avversaria e quella dei propri compagni si assesta sui livelli del primo episodio e quindi siamo a livelli di eccellenza pura. Mai vedrete dei compagni muoversi come ebeti, anzi, spesso la loro sopravvivenza sarà la chiave del successo o del fallimento di un’intera missione. Per quel che concerne il compartimento audio, le musiche sono estremamente immersive e il sonoro è eccellente sotto ogni punto di vista. Capita che uno schiamazzo di un qualche nemico risulti l’ancora di salvezza in situazioni disperate in cui assassini invisibili non riescono ad essere individuati a vista. Oltre all’opportunità di poter affrontare la modalità campagna in cooperativa con un vostro amico, anche se non on-line come molti speravano, è stato introdotta la modalità multipayer attraverso il servizio Xbox-Live. Ovviamente avendo ricevuto il prodotto prima che uscisse sugli scaffali non ho avuto l’opportunità di testare le sue potenzialità on-line. Nonostante questo, mi sento tranquillamente di dire di trovarmi di fronte al nuovo capolavoro Bungie che vi emozionerà e appassionerà, sia nella modalità in single-player, sia per coloro che potranno giocarlo on-line: le sfide multiplayer aumenteranno considerevolmente la sua già notevole longevità.


Codename: Panzers - Phase One Produttore: CDV Piattaforma: PC-CD Rom

di Marco Mascaro Ritornano i ragazzi di CDV con il loro nuovo strategico in tempo reale ambientato nei campi di battaglia della seconda guerra mondiale. Come al solito lo svolgimento delle missioni si concentra sui combattimenti tattici, dato che la gestione e la costruzione di unità e risorse non sono prese in considerazione. I punti di forza di questo gioco sono il gran numero di missioni, la varietà degli obiettivi, l’aspetto tecnico molto curato, la trama molto interessante ed in generale mai scontata ed il notevole spessore tattico. Il gioco è in generale consigliato a tutti gli amanti del genere, ma soprattutto a chi vuole qualcosa di diverso dal solito “raccogli risorse - ammassa unità”; davvero un buon lavoro da parte degli sviluppatori della software house teutonica.

Pokèmon Rossofuoco/Verdefoglia Produttore: Nintendo Sviluppatore: Gamefreaks Piattaforma: Gameboy Advance

di Marco Mascaro Suscitano ancora interesse i mostri tascabili, parto della mente quanto mai perversa di Shigeru Myamoto, padre tra gli altri di Super Mario e Zelda, almeno tra i più giovani. Lo dimostrano l’uscita e le vendite (in Giappone e negli States) di questo nuovo titolo per Gameboy Advance: Pokèmon Rossofuoco e Verdefoglia. Tra le mani non abbiamo altro che una riedizione degli originali Pokèmon Rosso e Blu (usciti ormai cinque anni fa nel vecchio continente e addirittura dieci anni fa nella terra del Sol Levante), con aggiunte le migliorie alla grafica ed al gameplay introdotte dalle più recenti versioni, nonché una manciata di nuovi Pokèmon. La meccanica di gioco è ancora solida ed interessante, e le novità introdotte dagli sviluppatori rendono il titolo appetibile anche a chi ha già giocato le versioni originali. In definitiva Pokèmon Rossofuoco / Verdefoglia è un buon titolo, consigliato agli amanti delle creature tascabili, o più in generale agli appassionati di giochi di ruolo, che avrebbe potuto fregiarsi di una valutazione più alta, se avesse introdotto novità più sostanziose.

Donkey Konga Publisher: Nintendo Sviluppatore: Namco Piattaforma: Nintendo Gamecube

di Michael Bartolotti Di “rhythm game” ne sono usciti a bizzeffe in questi anni e questo Donkey Konga non si discosta molto dai suoi scafati cugini (coi tappetini per ballare, maracas da agitare o pseudo-chitarre da suonare). In questo caso chi acquista il prodotto riceverà un bongo col quale dovrà scatenarsi nei trenta brani disponibili e con livelli di difficoltà crescente. Su uno schermo a scorrimento orizzontale passano i seguenti comandi sotto forma di icone: batti il bongo sinistro, batti quello destro, battili insieme, rullo di tamburo e addirittura il battito di mani, attraverso uno speciale sensore di riconoscimento sonoro. Ogni volta che uno di questi simboli si sovrapporrà all’apposito mirino dovrà essere eseguito il comando richiesto. Il gioco risulta estremamente divertente, infatti esiste l’opzione per sfidare altri “virtuosi” del bongo con un massimo di quattro giocatori. Se il controller risulta semplice e ben realizzato, quello che delude è la scelta delle canzoni che oltre ad un’accozzaglia di classici brani pop, prevede rivisitazioni di alcune colonne sonore degli altri giochi nintendo, quali Zelda e Mario Bros. Scelta simpatica ma inadatta a mio avviso. La grafica non la menzionerei nemmeno, schermate fisse con un precalcolato Donkey Kong che imita i movimenti dei musicisti. Tirando le somme direi un prodotto adatto a tutta la famiglia e a gente di tutte le età. Più che di videogioco puro in questo caso direi di “gioco di società elettronico”.


021

re.play I primi quindici anni della Warp

re.vision Alien Vs. Predator

re.vision Se mi lasci ti cancello

re.art Mostre

A Perfect Circle Emozione e disillusione


022

re.play

Duran Duran

Eminem

Elisa

Tiromancino

Astronaut Epic

Encore Universal

Pearl Days Sugar

Illusioni Parallele EMI

by iggi

by taunus

by cheu

by owen

Gli anni’80 sono il ricettacolo dal quale oggigiorno trarne ispirazione è considerato “in”. Saccheggiate la new wave e l’elettronica, ora è il momento del synth-pop. E’ giunto quindi il trend, quello che sancisce il fondo del sacco degli anni ‘80, ossia il neo-paninaresimo, fatto di jeans a vita alta (vedere le nuove sfilate!) e di rispolverati giubbotti Monclair. Ed a celebrare questo trend “ùalbois” c’è l’acclamata pseudo-reunion dei leggendari Duran Duran, sfociata in un nuovo album, Astronaut, ora presente sugli scaffali dei negozi di dischi. I Duran Duran sono tornati alla formazione originale, quella di Arena. Il ritorno in squadra di Roger e Andy Taylor è l'ultimo episodio di una carriera che in realtà non si è mai interrotta, anche se, a partire dagli anni Novanta, i fasti del decennio precedente si sono più che altro affievoliti. “Volevamo tornare a fare musica insieme, scrivere nuove canzoni e dare sfogo alla nostra relazione creativa, che è sempre stata molto forte…”, spiega Simon Le Bon, uno dei cantanti più desiderati dalle ragazzine durante gli Ottanta. In Astronaut ci potrete trovare l'intero universo Duran Duran: delle canzoni synth-pop un po’ banali salvate da ritornelli catchy (come in Chains), ma allo stesso tempo l'intatta capacità di aver ancora qualcosa da insegnare con brani al passo coi tempi (l’accattivante Nice), ed infine l’impertinenza tipica della band in melodie strappa-mutande che riusciranno a sciogliere ancora qualche cuore adolescente (come la ballad Still Breathing). Quindi la valutazione è sul mediocre andante, ma chi si aspettava di più? Un ritorno gradito, ma non necessario.

L'uscita prevista del nuovo Eminem era il 15 novembre ma è stata anticipata al 12, Encore è già reperibile in rete dal 5 novembre (se no come facevo io a scrivere la recensione?) e quindi la motivazione dell'anticipo è stata quella di limitare i danni economici dovuti al download illegale. Probabilmente si tratta dell'ormai classica mossa promozionale... che però dato la sufficenza di questo lavoro rischia di ottenere eattamente l'effetto contrario! Ebbene sì, i tempi di The Eminem Show sono lontani e purtroppo l'aggettivo per questo disco è: noioso. Ci sono ovviamente dei brani che funzionicchiano come Like Toy Soldiers (il miglior brano del disco) Mockingbird, il singolo Just Lose It o l'indianeggiante Ass Like That, ma nel complesso le basi sono banali e scontate e l'ispirazione piuttosto sterile. Ho la netta sensazione che la vena d'oro si sia esaurita e il clan Eminem/Dr Dre, dopo una decina di grosse produzioni in tre anni (D12, Obie Trice, 50 ct) non abbia più niente da dire. Assente la ricerca in fase di produzione, Eminem non ha più quella fame che l'ha fatto emergere e sgobbare; la romantica favola del rapper bianco è consumata. Che "rabbia" può avere uno che ha raggiunto i propri obiettivi e che ha avuto la sua rivincita? Oggi c'è in giro roba molto più interessante nella scena, altro punto non secondario è che l'hip hop vive di contaminazioni e il clan non ha saputo rinnovarsi. Forse dopo questa figuraccia, dopo le tonnellate di letame che gli dedicherà la stampa specializzata avrà di nuovo le motivazioni per stimolarsi e rincorrere l'ennesima rivincita... this time you really lose!

Ricordiamo che l’ultima uscita discografica di Elisa era Lotus e che conteneva più che altro nuove versioni dei suoi brani più famosi, qualche inedito e un paio di cover, tutto piuttosto acustico e minimalista. Con questo nuovo disco invece è subito rock, lo si sente con il singolo d’apertura Together carico di chitarre graffianti. Per l’intero album Elisa ha deciso di avvalersi di un produttore d’eccezione: Glen Ballard (già noto per aver prodotto Jagged Little Pill di Alanis Morissette, oltre che aver lavorato con No Doubt, Dave Matthews Band, Anastacia e molti altri “mostri sacri” della musica). Infatti, in gran parte di questo disco si sente la mano di Ballard, a tratti forse un po’ troppo “morissettiana” se mi passate il termine, in ogni caso non toglie spessore né ad Elisa, né all’album. A parer mio il singolo non è il brano più riuscito del disco, convincono molto di più brani come Bitter Words o I Know; lo stesso discorso vale per le ballate, preferisco sicuramente City Lights o la toccante The Waves alla title track. Ovviamente Glen Ballard si è circondato dei musicisti con cui solitamente lavora quindi ha affidato la batteria al personalissimo Matt Chamberlain (che riesce sempre trovare soluzioni brillanti per ogni brano), le chitarre a Michael Landau e Tim Pierce (anche Ballard suona delle parti di chitarra e di tastiera), insomma fior di musicisti. Non è da dimenticare che la parte vitale di questo lavoro, è basato sulle valide doti della brava cantante di Monfalcone. Ricordiamoci inoltre che di artisti del genere in Italia ce ne sono pochi… Nell’insieme l’album mi è piaciuto e credo che riuscirete ad apprezzarlo, anche se non siete dei fans di Elisa.

Illusioni Parallele esce a due anni di distanza da In Continuo Movimento e a quattro da La Descrizione Di Un Attimo (il mio preferito), album che ha fatto conoscere i Tiromancino alla massa. Questo nuovo disco non si scosta molto dal precedente: i testi sono sempre molto semplici e poetici e la musica rispecchia la volontà di mantenere viva la tradizione (in questo caso quella italiana) e allo stesso tempo di volerla rinnovare con l’elettronica (cosa che all’estero succede già da un bel po’). In diversi brani, Federico Zampaglione ha voluto scrivere i testi assieme a suo padre, professore di storia e filosofia e preside di un liceo. Mentre in Esplode canta e suona la chitarra Manuel Agnelli (è il brano più rock del disco), in Verso Nord debutta soffice la voce di Nicole Pellicani. Il singolo Amore Impossibile (già programmatissimo dalle radio) è carino, frizzante ed è accompagnato da un bel video diretto da Lamberto Bava dove si vede il buon Federico soffiare Eva Kant (ruolo interpretato da Claudia Gerini) a Diabolik. Ben riuscita è anche questa versione di Felicità originariamente di Lucio Dalla, molto emozionante, notevole. Il resto del disco non mi fa impazzire principalmente per due motivi: Zampaglione scrive dei bei testi, ma non è sicuramente un gran cantante, (inoltre credo che cerchi di essere un po’ come Battisti, che pero’ è chiaramente inarrivabile, sotto molti aspetti) e poi manca il tiro ai brani, troppo “molli”. Voglio comunque spezzare una lancia a favore dei Tiromancino, che rimangono un prodotto italiano diverso e sincero, rivolto verso direzioni artistiche piuttosto che quelle commerciali (non come i soliti nomi della canzone italiana).


023

dischi Leonard Cohen

Cake

Leonard Cohen

Elliott Smith

How to dismantle an atomic bomb

Pressure Chief Columbia

Dear Heather Sony BMG

From a basement on the hill Domino

Universal by owen

by naca

by corrado faccioni

by gabi

Esce il 19 novembre il nuovo album album degli U2, How to dismantle an atomic bomb. l'11esimo di una ventennale carriera. Questa volta si tratta di un lavoro più personale e meno politico. Molti dei brani di How to Dismantle sono ispirate dalla recente scomparsa del padre di Bono, Bob: ''Mio padre è morto un paio di anni fa e la sua scomparsa mi ha lasciato un disperato desiderio di scoprire chi sono.''. Il singolo Vertigo, già trasmesso a tappeto dalle radio, è la prima di undici canzoni che ripropongono l'energia del rock dei primi tempi della band. Vertigo è un ottimo battistrada: fantastica la voce di Bono che duetta con l'inconfondibile chitarra di The Edge. Siamo di fronte ad un'armonia ritrovata, che si percepisce all'ascolto di tutti i brani, i quali, contrariamente a tutte le pseudo-precauzioni sbandierate dalla band, sono già disponibili in rete. Quindi possiamo già anticiparvi che How to dismantle è un buon prodotto pop-rock: Miracle Drug, Sometimes You Can't Make it On Your Own, Original of the Species, City of Blinding Lights, tra le più belle canzoni, e discrete A Man and A Woman, Love and Peace or Else, Crumbs from Your Table, All Because of You, One Step Closer, Yahweh... sono canzoni che fanno il loro dovere, accorpando in sé gli stilemi di composizione e tecnica tipici della band. Niente d'esaltante, niente di cui gridare al miracolo, ma sempre un lavoro piacevole e d'intrattenimento. Insieme al cd, uscirà un cofanetto contenente anche un dvd e un libretto di 48 pagine con i testi delle canzoni scritte a mano dai componenti della band, più immagini, disegni e fotografie degli U2. Una chicca per i fan.

Simpatici cialtroni i Cake. Simpatici e furbi. Peccato che tutto Pressure Chief si limiti ad un simpatico sberleffo. Peccato veramente. Dopo quattro pezzi quasi al limite del discreto le risorse creative della band s’inceppano vistosamente e il disco cade nella buia voragine della noia. Il cantato quasi parlato, le melodie ruffiane che sembrano essere state affittate dalle canzonette della bella Napoli e gli arrangiamenti scarni lasciano oramai un retrogusto tristemente sgradevole. Niente di nuovo. Questo Pressure Chief, quinto lavoro della band californiana, più che un disco ripieno di pezzi nuovi e freschi sembra essere una raccolta di B-sides, di materiale vecchio che non aveva trovato spazio sui primi quattro dischi della band. Deluso, cerco quindi guardarmi indietro; rivisito nella mia memoria i primi album della band di Sacramento; Fashion Nugget, l’album che gli aveva messi sulla cartina dell’indie; poi, in stile Lacuna inc., cerco ancora nel mio hard disk celebrale quel Comfort Eagle che mi aveva fatto sorridere e divertire. Ma sono sicuro di voler cancellare i Cake dalla mia memoria come se fossero una delle mie storie amorose più sgradevoli? Con un leggero senso di colpa per una decisione forse troppo affrettata riprendo in mano questo Pressure Chief, trovo il tasto play, e pieno di speranze do il via ad un nuovo “spin”. Attento ascolto nuovamente tutto il lavoro, cerco di carpirne i minimi dettagli, le sintonie di gruppo, gli stati d’animo che si volevano trasmettere. Chiudo gli occhi, mi sdraio, immagino i paesaggi della California del Nord; immagino di guidare un auto sportiva decappottabile con il braccio appoggiato fieramente sulla portiera e i capelli che danzano assieme al vento, ci siamo mi dico. Riapro ancora gli occhi, i Cake continuano a suonare, fuori piove, è quasi buio. Peccato.

A settant'anni compiuti il 21 settembre, buddhista convinto, Leonard Cohen guarda dalla sua Torre d'Avorio Zen e si spiega. Dear Heather è il suo migliore sforzo da anni. La voce sempre più rauca (da far invidia a Tom Waits) su un'altalena di arrangiamenti musicali, con questo undicesimo lavoro in studio, Leonard Cohen ci traghetta nel suo mondo fortemente riflessivo. Questa volta però mancano le melodie geniali. La scelta musicale (prodotta magistralmente da Leanne Ungar), che Cohen ci propone insieme alle sue fide Sharon Robinson ed Anjani Thomas, è talmente soffice, rarefatta e banale da rasentare il surreale. Ma come sempre, lui si salva con le sue Parole che affiorano da questa bambagia, come lame da rasoio. Le dediche ai suoi mentori fanno presagire la volontà di tornare al passato di Poeta e di scrivere la propria elegia. Sembra che questo grande vecchio Dandy abbia finalmente trovato quella quiete di chi, come lui, ha sempre mantenuto grazia e dignità. Da ascoltare: Go No More A-roving, Morning Glory e Nightingale...

Recentemente Elliott Smith è tornato al centro dell'attenzione di fans e riviste per due motivi: primo, perché si è da poco celebrato l'anniversario della sua scomparsa, sulla quale forse non verrà mai fatta completa chiarezza (suicidio? omicidio? Le ipotesi sulla sua morte ancora si sprecano); secondo, perché è uscito From a basement on the hill, album che contiene le ultime canzoni a cui Smith stava lavorando prima della sua improvvisa dipartita. Ammetto (con il capo coperto di cenere) di non conoscere quest’artista, di non essermi mai avvicinata ai suoi dischi oggetto di culto. Ma forse è meglio così , forse il mio ascolto obbiettivo saprà dare uno sguardo trasversale ad un album già acclamato come capolavoro dai critici internazionali. Ma fin dal primo brano, Alameda, la mia attenzione viene catturata e fatta prigioniera in un flusso di melodie, di arpeggi e di liriche ispirate, che si rivelano alle mie orecchie in una maniera così armoniosa che quasi ne sono commossa. Dopo un primo ascolto confuso dalle sensazioni, premo di nuovo il tasto play: belle le ballate low-fi come Coast To Coast o Pretty (Ugly Before) e quelle minimali come Twilight e Memory Lane (in cui sento un accento beatlesiano)… splendide le canzoni più “corpose”, A Fond Farewell e la mia “preferita” King's Crossing. Intensa e spaccacuore Distorted Reality Is Now A Necessity… Non lo conoscevo, ed ora voglio sapere tutto di lui. Non c’è più ed ora, con un rimpianto tardivo, ne sento già l’irremediabile mancanza. M’auguro solo che i parenti e l’etichetta discografica di Smith evitino in futuro operazioni commerciali alla Jeff Buckley… sarebbe una violenza gratuita. Disco del mese.

“Dear Heather Please walk by me again With a drink in your hand And your legs all white From the winter.” (Leonard Cohen - Dear Heather)


024

re.play

Elvis Costello & The Imposters

Hexstatic

Cataract

Twilight Singers

Delivery Man Universal

Master-View Ninja Tune

With Triumph Comes Loss Metalblade

She loves you One Little Indian

by owen

by taunus

by stoner

by naca

Elvis Costello non ha fatto che inseguire la sua curiosità per la composizione musicale durante tutta la sua carriera che dura ormai da ben 25 anni. Fra i suoi album ricordiamo Imperial Bedroom, King of America e Blood and Chocolate. Inoltre Costello ha collaborato con successo con personaggi del calibro di Burt Bacharach, The Brodsky Quartet, Paul McCartney, il mezzosoprano svedese Anne Sofie Von Otter, il chitarrista Bill Frisell, il compositore Roy Nathanson, la Charles Mingus Orchestra e il produttoreautore T Bone Burnett. Un tipino dal carattere non facile, definito come il secchione della musica americana. Pignolo in maniera maniacale, qui però pare che si sia lasciato andare (in compagnia dei The Imposters) con tredici canzoni venate di radici, affondate nei suoni del South degli States, con vaghe implicazioni country e rock'n'roll, in compagnia delle voci superbe di Lucinda Williams, Emmylou Harris ed Alison Krauss. Un buon lavoro, eccellente la produzione; parlando di Costello è proprio il caso di definirlo "egregio". Una curiosità sul disco. Negli Stati Uniti è sempre più facile trovare sulle copertine di Cd e DVD la sigla dell’FBI che avverte i consumatori dei rischi inerenti alla pirateria musicale e alla violazione dei diritti d’autore. Il sigillo dell’FBI è un’iniziativa accettata da diversi artisti: non da Elvis Costello, che non ha resistito alla tentazione di inserire una postilla sull’edizione americana del nuovo album. “L’artista in oggetto non approva l’avvertimento che segue. Si augura che l’FBI non possegga il vostro numero di telefono, così come non possiede il suo”. Bravo Elvis, così si fa!

Eccoci al consueto, sempre interessante, appuntamento con la Ninja Tune, etichetta inglese d'avanguardia electro e nu-jazz. Hexstatic sono Stuard Warren Hill e Robin Brunson, che dal 1995 si possono annoverare tra i maggiori innovatori di quello che oggi è ormai la regola nel live act: la performance audio visuale. In questo caso trattasi di elettronica alternativa e Vjaying. Il loro primo album audiovisuale, Rewind, risale al 2000, dopo quattro anni quindi, ecco il secondo. Master-View prende nome da quel mitico giocattolino degli anni '70 che potete vedere in copertina, all'interno della sua costudia Deluxe troviamo il Cd, il Dvd e gli occhialini per la visione 3D. L'avete capito, alcuni dei video sono in versione tridimensionale. Non c'è che dire, questo duo ci mette quattro anni a fare un disco, ma che risultato! In un attimo entrerete in un universo psichedelico, ludico, gioviale, accattivante ed accessibile. Dentro ci si trova di tutto, brazilian sound, electro, hip hip, breakbeat, funk, retrobeat e centinaia di campionamenti, il tutto miscelato con una sensibilità raffinata ed una leggerezza rara. Il nome dato al primo brano dell'album, Extra Life, è un chiaro riferimento alla storia dei videogames, quasi a ribadire l'aspetto ludico degli Hexstatic. Unico featuring del disco è la presenza del rapper Juice Aleem in Distorted Minds. Anche la parte visuale riseva belle sorprese, vintage videogames porno, cartoon ninja, psichedelia futurista anni '60… alcuni dei quali da gustarsi in 3D. Guardandoli si intuisce chiaramente come ci sia un interazione tra musica e immagini, dando alle composizioni quel qualcosa in più che vi auguro di gustare.

E' il terzo album per questa metalband svizzera, registrato in Danimarca, è il primo per la Metal Blade Records, il che rappresenta un grande salto di qualità e di visibilità decisamente meritato. Niente di nuovo sotto il sole, sia ben chiaro, le citazioni a Slayer e Hatebreed sono lampanti, ma al di là di questo With Triumph Comes Loss ha molti meriti. Gli undici titoli in stile death/thrash metal si susseguono senza il minimo calo di tono, l'attitudine distruttiva è giusta, la tecnica anche se impeccabile non è messa in primo piano e il rischio del mero esercizio di bravura è sventato. La ricerca sonora è veramente degna di nota, efficace, devastante e si rivolge al passato, ai bei tempi del puro e cupo thrash metal, dato questo che a un vecchio thrasher come me può fare solo piacere. I testi di Federico Carminitana sono indirizzati alla battaglia, alla denuncia sociale e alla ricerca della libertà personale, in questo li accomuno ai primi Sepultura, al buon thrash metal d'assalto sociale in genere che suona tremendamente attuale: "No gods – no masters. When our mind is free from religious imagination and beliefs this world is going to be a better place. Freedom died when humanity started reading the holy book and started creating symbols to justify their insecurity about things they can’t explain. We have to overcome this urge and accept we cannot know everything. They should fear the revenge and not hope for forgiveness". Davvero ottimo disco, capace di accumunare il gusto di quarantenni e ventenni. Thrash is not dead! Infine nel box è incluso un Dvd con video sia di live che studiosessions, oltre ad una photogallery.

La voce di Gred Dulli graffia come il whisky; pazzesca la sua capacità d’interpretazione. Nell’arco di 11 pezzi di rara intensità, l’ex frontman degli Afghan Wighs, riesce a toccare territori lontanissimi dalle sue origini: dall’r&b, al jazz, il blues e il soul, passando da Björk. L’ampiezza del progetto farebbe rabbrividire la maggioranza degli artisti in circolazione ma Dulli, con She loves you, bussa alla porta di Hope Sandoval, John Coltrane, David Holmes e Marvin Gaye con una tranquillità imbarazzante. Gran disco.

American Music Club

Love songs for patriots Cooking Vinyl by owen Ad un decennio di distanza e con una guerra in corso, gli American Music Club capitanati da Mark Eitzel hanno deciso di tornare con un disco sublime dal titolo Love Songs For Patriots. Un songwriter di classe, Mark Eitzel, capace di dosare alla perfezione emozioni con irruenze folk-rock e ballate acustiche. Gli AMC hanno confezionato un disco d’altissimo livello che, se ancora una volta non servirà a rendere i giusti meriti a questo quartetto californiano, farà almeno la felicità di chi li conosce. Un album da ascoltare ed una band da scoprire. L’America passa anche di qua, dove c’è la poesia.


025

dischi Kings of Leon

The Residents

Q And Not U

Swayzak

Aha Shake Heartbreak BMG

Commercial Album, 25th anniversary

Power Dischord

Loops from the bergerie !K7 records

Mute

by stoner

by stoner

by iggi

by chriszodiac

Ecco il secondo album di questo gruppo del profondo South America. Lanciati l'anno scorso come next big thing dalla stampa specializzata i Kings of Leon tengono la botta. Avevo qualche dubbio sull'originalità della band tipo "il solito plagio revivalesco", ma hanno saputo migliorarsi e sviluppare uno stile proprio e unico anche nel sound, rigorosamente vintage. Trascinati dal puro spirito rock'n'roll on the road, ci portano in un interessante viaggio dove si respira intenso vissuto, incontrando emozioni da scavezzacollo, nostalgica tenerezza e cuoio consunto.

Chi sono i Residents? Nessuno lo sa! Nel senso che non si sa di chi siano le facce dietro a quei quattro occhi con il pupillone spalancato vestiti in frack. Famosi musicisti in incognito che alla fine degli anni settanta illuminarono molta musica a venire, The Residents è un vero mito di musica freaked out, avanguardistica e genialoide, tra Sid Barret e Frank Zappa, che si ama o si odia, impossibile restare indifferenti. Nel booklet trovate 31 pagine con immagini tratte dal Commercial Album DVD, doveroso data l'inseparabile e delirante iconografia dei residenti.

Synth ipnotici, ritmiche pop-art, chitarre maliziose, melodie vocali tra falsetto e rabbia abrasiva: questi gli ingredienti del sound degli Q And Not U, un sound che fa sgambettare all’insegna del manifesto dell'hardcore più danzereccio griffato Washington, più precisamente di casa Dischord. Il terzo album di questa band è di un eclettismo sorprendente, che coniuga genuina semplicità ad una potente predisposizione a scrivere canzoni accattivanti e di notevole fattura. Q And Not U: fino ad ora era una coccolata band da culto. Che lo resti ancora per un po’, per favore!

“Ascoltalo, quando è uscito ha fatto scalpore!” mi dice un amico dandomi questo disco. Così con Loops from the bergerie fra le mani mi dirigo verso la mia magione al fine di prestargli la dovuta attenzione. Ebbene? Delusione totale! Loops from the bergerie è un lavoro che d’interessante ha solo i loops in esso contenuti; per il resto terra bruciata, liriche banali, drum machine e suonini retrogadi senza verve. Swayzak si rivelano come la parte più scontata dei nuovi figli degli anni Ottanta: nè carne nè pesce. Da parte mia dopo l’ ascolto decido di ritirarmi per qualche tempo in un eremo a meditare...

Lusine

Lars Hornveth

Cristina Donà

Serial Hodgepodge Ghostly International

Pooka Small Town Supersound/Sony

Cristina Donà Ryco

by chriszodiac

by taunus

by owen

Ci sono artisti che catturano l’attenzione al primo ascolto, si insinuano neuronalmente nel substrato profondo, toccando corde che attendono solo di vibrare; Lusine aka Jeff McLlwain è uno di questi. Rimango favorevolmente impressionato dalla sua viscerale visione melodica dell’elettronica astratta, dalla sua capacità di sintetizzare e rendere semplice ciò che al primo acchito sembra indecifrabile, il lavoro ritmico in questo senso è da applausi. Già produttore per etichette quali K7, Hymen e Delikatessen mi segno il nome Lusine a caratteri cubitali e a te, caro lettore, consiglio di fare lo stesso.

Il primo album da solista di Lars Hornveth, membro degli scandinavi Jaga Jazzist (Ninja Tune), famosi per il loro fusion jazz futurista intrecciato di musica elettronica, è una delle più belle sorprese del mese. Hornveth, a soli ventitré anni, è già capace di presentarci un piccolo capolavoro, battezzato con l'uscita del singolo The Jocker dove troviamo Four Tet e Mental Overdrive nelle vesti di padrini-remixer. Le coodinate: Mingus-Evans vs. Four Tet e Cornelius. Armonia, equilibrio e genio. Imperdibile per gli amanti di Blue Note, ECM, Warp e Ninja Tune.

A coronamento di una carriera in salita, Cristina Donà tenta il colpaccio in ambito internazionale. E’ appena uscita la versione in inglese del suo album Dove sei tu (2003) per l’etichetta Ryko. Paladina di una gentile malinconia e di una vibrante scrittura musicale, la Donà si rivela, sotto le spoglie della lingua inglese, un’artista polivalente, che non ha nulla da invidiare alle sue colleghe internazionali. Nell’album un cameo di Robert Wyatt che accompagna la Donà con la tromba e un fragile coro di sottofondo nell’unico brano in italiano, Goccia. Disco prezioso.

penoso

sufficiente

discreto

buono

ottimo

capolavoro


026

re.play

dischi

di iggi

A Perfect Circle Emozione e disillusione

Il gruppo statunitense A Perfect Circle torna con un un nuovo album, eMOTIVe, che rappresenta dichiaratamente un gesto contro la guerra in Iraq e il presidente degli Stati Uniti d'America, George W. Bush. Durante quest'anno sono molte le band che si sono dedicate alla questione irachena e alle polemiche nei confronti del Governo americano. Gli A Perfect Circle l'hanno voluto fare a modo loro, “chiudendo il cerchio”. Pubblicando eMOTIVe negli Stati Uniti esattamente il giorno delle elezioni presidenziali, gli A Perfect Circle hanno voluto sottolineare che, vada come vada, i problemi restano. Per farlo hanno scelto di produrre una raccolta di cover e due inediti, “...about peace, love, war and greed” come ha specificato il vocalist Maynard James Keenan in una recente intervista. Già dalla copertina si capisce il tema portante dell'album: una scultura a forma di simbolo “peace&love” che sta cadendo a pezzi sullo sfondo di una metropoli che brucia. All'interno del booklet una strada i cui cartelli pubblicitari riprendono la grafica di quelli della seconda guerra mondiale, con slogan "rassicuranti" rivolti alle famiglie. Don’t be concerned, stick to your daily routine… Il Cd è uscito in due versioni: quella semplice e quella accompagnata dal Dvd aMOTIVe contenente video, trailer e alcuni remix. L'album miscela due brani inediti con una selezione di versioni cover di canzoni di protesta, coprendo una grande varietà di ge-

neri, punk/hardcore, metal, techno, blues, folk e r'n'b, ovvero un ampio spettro di musica "americana". Il singolo (e corrispondente video shock) è una versione tenebrosa e disillusa dell'immortale Imagine di John Lennon; tra gli altri brani in scaletta sono da citare la rarefatta What's Going On di Marvin Gaye, l'electro People Are People dei Depeche Mode, Freedom Of Choice dei Devo (da notare la strana coincidenza: i Devo sono dell'Ohio, Stato nell'occhio del ciclone durante le elezioni), la furiosa Gimmie Gimmie Gimmie dei Black Flag ed un'inaspettata versione accappella di Fiddle And The Drum di Joni Mitchell. Una scelta particolare, differenziata ma ben oculata. Versioni stravolte, ma riviste con devozione e rivalutate con gusto provocatorio. Gli inediti poi hanno titoli inequivocabili: Counting Bodies Like Sheep To The Rhythm Of the War Drums, e Passive. Nel primo brano c'è lo zampino “brutale” di Trent Reznor... e si sente: l’incedere apocalittico e lo sferraggliare metallico ci fan capire che questo non è solo un album di riprese “particolari”, e che gli APC ci sono, più convinti che mai nelle loro doti musicali. Non è mia abitudine recensire album di cover, ma questo vale assolutamente un’eccezione. eMOTIVe è una denuncia universale non soltanto della guerra ma pure del mondo dominato dalle logiche del potere che plagiano i comportamenti ed i mass media. Ci vedono come un branco di pecore, gli A Perfect Circle, e ce lo cantano anche, scegliendo ed interpretando nella loro inconfondibile maniera parole altrui che sarebbe meglio rivalutare alla luce dei tempi correnti. Magistrali.

A Perfect Circle / eMOTIVe / Emi



028

dischi

re.play

Necro Horror Hip-Hop Benvenuti nell'hip hop estremo. La crew della Psycho+Logical è già un "cult" da qualche anno e rappresenta forse più di ogni altra il dark side e l'hard core della scena (white) di NY. Alla testa di questa crew ci sono i due fratelli Necro e Ill Bill con i confratelli Goretex, Sabac e Mr.Hide. Le produzioni più interessanti per il sottoscritto sono sempre quelle di Necro. In The Pre-fix For Death oltre alla crew di base sono stati reclutati noti personaggi della scena punk-core e horror-metal, ossia membri di Slipknot (Syd Wilson), Hatebreed (Jamey Jasta e Sean Martin), Obituary (Trevor Peres e John Tardy), Voivod (Away), Nuclear Assault (Dan Lilker) e Skarhead (Daniel Diablo). La copertina vi ricorda quelle dei Death e dei Megadeth? Non vi sbagliate, è lo stesso illustratore: Repka. Ma il gore non finisce qui, all'interno del booklet trovate anche la dea indu Kali, Charles Manson e Aleister Crowley. Siete in buona compagnia!

Necro The Pre-fix For Death Psycho+Logical

Come si può facilmente immaginare Necro focalizza l'attenzione, giocandoci, sul terrore e la violenza, quella che ci circonda inesorabilmente. Quindi tossicodipendenza,

commercio di corpi, omicidio, cannibalismo, vittime innocenti ed altre amene brutture contemporanee. Passando al lato musicale Necro si distingue per le sue tipiche basi dove spesso sono usati piano e organo per ottenere atmosfere funeste e apocalittiche, fiati latino's, riferimenti a vecchi film horror, ma anche temi più classici dell'hip hip come il loungin' e il soul. Visto gli ospiti presenti non mancano i vocalizzi e le strumentazioni metal, a volte accennate, a volte protagoniste. Al microfono a dominare è senz'altro Ill Bill e non lo nascondo, è il mio MC preferito. Il brano simbolo di quest'album è senz'altro Push It To The Limit, un vero e proprio inno del sodalizio hip hop - horror metal che si affianca ai classici Walk This Way (Run Dmc/Aerosmith) e Bring Tha Noise (Anthrax/Public Enemy). Cosa dirvi, se siete abbastanza flessibili non lasciatevelo sfuggire, è un grande album, orecchiabilissimo, un mix di (buon) rap, bastardaggine, sensibilità e metallo grezzo. Attenzione non è violenza verbale fine a se stessa, altrimenti ve lo direi: questa è una chicca della cultura hip hop morta, risorta e armata fino ai denti. Se vi piacerà sarete obbligati a recuperare anche i precedenti la-

da los angels fatAndy

Recensioni live

Disco del mese

Guttermouth / 19 settembre / Point 705 - Hermosa Beach

Denver Harbor Scenic Universal

Lo so è passato un po’di tempo da questa data, ma il concerto di questi cinque bei ragazzi mi è davvero rimasto nel cuore. Primo show all ages in questo locale, il Point 705, dopo un lungo periodo di divieto a causa delle ripetute risse durante la sera. Quando Guttermouth hanno cominciato il loro set, la combinazione delle gang giovanili ne ha risentito parecchio: una ressa alquanto aggressiva e ridicola è nata in mezzo al pubblico coinvolgendo un po’ tutti, ma lo show è continuato praticamente senza stonatura, colorito, dalla boccaccia poco pulita del caro Mark Adkins che non ha risparmiato nessuno e ne ha avute per tutti. A mio avviso è una delle ultime persone attive nel settore con una vera libertà di pensiero ed espressione unica e sincera. Iniziando con la nuova Surf's Up Asshole, i cari Guttermouth hanno passato in rassegna gran parte del loro repertorio tra cui 1-2-3 Slam, She’s Got the Look, Whiskey, Chicken Box, Bruce Lee vs. The Kiss Army, ma tastando anche molto il nuovo disco Eat your face. Alla fine i bei concerti sono davvero quelli nei piccoli locali dove c’è il vero coinvolgimento sia da parte del pubblico che da parte del gruppo, che in questa serata ha davvero esagerato nel bene e nel male. Per farvi un’idea andate a leggere su www.xxx-guttermouth-xxx.com i diari del tour e soprattutto ciò che riguarda l’ultimo Warped Tour, rimasto celebre per l’uscita di scena del gruppo a metà della leggendaria carovana del punk: a detta del cantante per patti venuti a meno e per aver esclamato ad alta voce che oggi il punk è una questione di moda.

Grande ritorno questo, per chi non lo dovesse ricordare il cantante Will Salazar militava un paio di anni fa in un promettente gruppo chiamato Fenix Tx, poi scioltosi prima di poter esprimere a fondo le proprie potenzialità. Le sonorità molto varie passano da una fase che ricorda i Cure di metà anni ottanta, a quel suono punk reggaeggiante dei Police (Outta My Head) ai Nirvana e ad un pezzo che accontenterà pure i fan dei Queens Of The Stone Age, (Move On), condita con quel calore tipicamente californiano. Di grande impatto anche grazie a Lian, 15enne, uno dei batteristi piu giovani e affermati del momento che sostituì in modo ineccepibile il bravo Ghint dei Nofx in un paio di pezzi al Warped Tour di due anni fa. Compratelo a scatola chiusa, non ne rimarrete delusi.


informer •• Durante un'intervista rilasciata a NME, il leader dei Franz Ferdinand Alex Kapranos ha confermato il ritorno in studio di registrazione a fine gennaio per registrare il nuovo album. “Abbiamo gia il titolo” ha esordito il cantante “Ma non possiamo dirlo. Stiamo realizzando la copertina che ricorda quella del primo album. Quando guardi quei tre colori assieme ti viene subito in mente il nostro primo disco; così abbiamo deciso di utilizzare la stessa tecnica per il secondo album, altri tre colori per associarli alle nuove canzoni. Come la moda: identifichi una nuova stagione con un nuovo colore. Così faremo noi. Nuovi colori e nuova struttura per nuove canzoni”. Nel prossimo album dei Franz Ferdinand saranno presenti brani già eseguiti durante i recenti concerti inglesi, questi i titoli: This Boy, Your Diary, Can't Stop Feeling e I Am The Villain. •• Il dj/producer newyorkese Moby ha comunicato tramite il suo sito di aver intenzione di pubblicare un album doppio, uscita fissata provvisoriamente per marzo 2005. Il primo cd sarà il canonico prodotto Moby e conterrà le nuove composizioni e la cover di Temptation dei New Order; il secondo supporto sarà interamente dedicato alla musica d’atmosfera: “Sto finendo i miei dischi. Spero (fiducioso sulla cortesia e sull'altruismo della mia casa discografica) di pubblicare due cd il prossimo marzo. Cd1 sarà una raccolta di canzoni, alcune convenzionali, altre no, ma comunque canzoni. Il cd2 sarà un disco da ambiente. Mi piace l'idea di una musica melodica e di atmosfera, che si può vivere in primo piano ma anche in sottofondo.”. •• Stanno per tornare i Mercury Rev: la band americana ha quasi concluso le registrazioni del prossimo album di studio, che si intitolerà The Secret Migration e che dovrebbe vedere la luce nel gennaio del 2005. Il disco, il seguito di All Is Dream del 2001, sarà anticipato dal singolo Secret For A Song, disponibile in download sul sito ufficiale della band www.mercuryrev.net. Il gruppo di Buffalo capitanato dall'eccentrico David Baker, si appresta nel frattempo a sbarcare in Europa per il tour di supporto a Nick Cave & The Bad Seeds, che toccherà anche l'Italia per due imperdibili concerti in cartellone il 29 novembre all'Alcatraz di Milano e il 30 novembre alla Saschall di Firenze.

029

re.play

•• La notizia della morte di John Peel ha sconvolto la Gran Bretagna. E' morto l’ultima settimana d’ottobre durante la sua vacanza in Perù per un attacco di cuore (da qualche anno soffriva di diabete), era in compagna della moglie Sheila. Nato in Heswall, nei dintorni di Liverpool, Peel iniziò a lavorare in radio in una stazione di Dallas, negli Stati Uniti. Venne in seguito assunto dalla BBC nel 1967 per il varo di Radio 1, da allora non ha più lasciato il colosso radio/televisivo. Le Peel Session divennero celebri a causa di una legge imposta dall'associazione Musicians Union che fissava un certo numero passaggi di musica pre-registrata nelle radio, quindi la BBC iniziò ha far esibire dal vivo gli artisti nello studio “Maida Vale”, successivamente questi concerti venivano trasmessi durante il programma di Peel. “Il fatto è che ti viene accreditato un sacco di merito solo perché fai ascoltare questi gruppi in radio” dichiarò John in un'intervista rilasciata nel 2002 “Ma devo solo ascoltare i gruppi e i musicisti da tutto il mondo e mandarli in onda”. Troppo modesto: il DJ fu il primo a dare risalto al punk, al reggae e all'hip-hop, molto tempo prima della loro consacrazione. Un personaggio che seminascosto nella penombra del suo studio radiofonico seppe tracciare importanti coordinate della musica giovane. Ci mancherà. •• La Geffen non ha ancora diramato la scaletta ufficiale dei 3 cd + 1 Dvd del box With the Lights Out dedicato ai Nirvana, nei negozi dal 22 novembre. “Saranno inclusi 81 brani” hanno scritto in un comunicato Geffen e UMe Records “68 dei quali non sono mai stati pubblicati prima. Saranno presenti le composizioni che hanno fatto la storia dei Nirvana sin dall'inizio: demo, brani mai pubblicati e registrazioni dal vivo. Nel Dvd saranno presenti filmati mai pubblicati, le prove, registrazioni effettuate in studio e concerti dal vivo”. Dalla rete arrivano notizie su un probabile antipasto che potrebbe esser recapitato alle radio ed ai giornalisti. Questo promo battipista conterrebbe cinque brani: White Lace And Strange, un esibizione radiofonica mai pubblicata (1987); Blandest, demo mai pubblicato (1988); Lithium, una versione acustica eseguita da Cobain e mai pubblicata (1990); Heart-Shaped Box, un demo mai pubblicato (1993); You Know You're Right, versione acustica eseguita da Cobain e mai pubblicata (1994). Secondo un fansite dei Nirvana, le versioni di White Lace and Strange, Blandest e Lithium sono versioni che già si trovano sul mercato dei bootleg, mentre HeartShaped Box potrebbe far parte delle session realizzate per il demo Rio nel 1993. Oltre ai cinque brani sopra citati, nel box potrebbero essere della partita alcuni brani realizzati per le Peel Session, un primo mix di Teen Spirit realizzato dal produttore di Nevermind Butch Vig e qualcosa estratto dalle 109 audio-cassette in possesso di Courtney Love.


030

live

re.play

Fermata al Metrò per gli Skastori e Nunc Bibendum Est

Verdena Esplosioni e scintille

Sabato 27 novembre serata scatenata per tutti gli amanti dello skapunk del Ticino. La sala concerti Metrò di Lugano ospiterà per l’occasione due tra le band che stanno riscontrando un buon successo nel panorama ska italiano: ospiti della serata Skastori, gruppo di spalla Nunc Bibendum Est. Per gli Skastori questo concerto sarà l’occasione di presentare al pubblico ticinese il loro terzo lavoro So trad to rude contenente Pompa La Radio, brano ancorato ai vertici delle classifiche ska italiane. A completare la serata ci saranno i giovani Nunc Bibendum Est, per la prima volta a Lugano, che promettono un spettacolo scintillante. Strumenti a fiato affiancati da percussioni, chitarre, basso e batteria riusciranno a creare un sound grintoso e saltellante adatto a tutti i giovani che amano ballare, divertirsi e fare festa. L’uomo che faceva esplodere i lampioni è il titolo del loro album di esordio, nonché del brano che ha lanciato il disco ed un videoclip trasmesso su diverse stazioni televisive tra cui Rock-Tv e MatchMusic. Una seratona che non deluderà le aspettative. Durante la serata sarà attivo il servizio di trasporto notturno Nottambus, con fermata di fronte al Metrò alle ore 00:45 e 01:45. (info: tel. 091-8008230/giovani@lugano.ch) 27 novembre / Metrò - Lugano (dalle 21.30)

Altro grande appuntamento con il rock made in Italy il 27 novembre al Garage Music di Castione. Di scena i Verdena, giovane ma già esperta band (ha esordito su disco nel 1999) che rappresenta un esempio unico nel nuovo rock italiano. Fondata dai fratelli Alberto e Luca Ferrari, nello spazio di pochi anni ha saputo costruirsi uno stile personale, irruente, torrenziale che non ha nulla da invidiare alla musica di molti celebrati artisti internazionali. Melodie ruvide e tonalità elettriche, qualche azzeccato riferimento al passato, sono le caratteristiche del gruppo che con tantissime esibizioni dal vivo e la stima di grandi come Mauro Pagani e Manuel Agnelli (guide spirituali più che fratelli maggiori) sono cresciuti in maniera tale da porsi come uno dei punti di riferimento della scena contemporanea. Durante quest’occasione la band presenterà i brani inediti presenti sul nuovo ep Elefante di fresca uscita. Una seratona tutta da vivere, immersi nel mondo psichedelico di Alberto, Luca, Roberta e Fidel, e da non perdere per chi ama le sonorità abrasive, taglienti, ma impregnate di coinvolgente melodia. 27 novembre / Garage Music - Castione

Live in Italia Il mese scorso vi abbiamo dato delle indicazioni per la stagione musicale in Svizzera. In questo numero invece indichiamo quelle interessanti che avranno luogo nel nord della vicina penisola. Per cominciare gli Ozric Tentacles, vera e propria leggenda nel panorama underground britannico, che tornano l’11 novembre all’Estragon di Bologna e il 13 al Babylonia di Ponderano (Biella). Poi è la volta dei The Decemberist, un gruppo pop-rock spassoso ma mai sopra le righe, che suonerà il 19 novembre al Covo di Bologna e il 20 novembre al Flog di Firenze. I magistrali Mouse on Mars saranno in tour in Italia in compagnia di Jason Forrest e Dj Elephant Man, ed esattamente il 18 novembre all’Hiroshima di Torino e il 20 al

Blinkatron di Bologna (www.ticketone.it). I canadesi Broken Social Scene sono la sorpresa del momento rappresentante una "boccata d'ossigeno" grazie al secondo album, You Forgot In It People. Un concerto consigliato il 26 novembre al Rainbow di Milano e il 27 al Velvet di Rimini (www.rainbowclub.it). Con i party crashers Radio 4 siamo tra The Rapture ed i Franz Ferdinad ma con un tiro "cattivello" in più. Da non mancare la data unica in Italia ai Magazzini Generali di Milano, il 1° dicembre. I newyorchesi Interpol, probabilmente una delle band più aprezzate in circolazione, hanno annunciato le date della prima parte del tour mondiale per la presentazione del loro secondo album dal titolo Antics. Saranno in Italia a dicembre per due date, il 2 dicembre

al Velvet di Rimini e il 3 dicembre al Rainbow di Milano. (www.ticketone.it). Il tour dei Twilight Singers previsto per dicembre in Italia vi permetterà d'addentravi nel "Dulli's Inferno". La data più vicina è quella dell’11 dicembre al Velvet di Rimini. Da apprezzare al Supermarket di Torino il 7 dicembre le capacità dal vivo degli Ikara Colt (www.supermarket.to.it). Torna in Europa una delle band più importanti del rock internazionale, i R.E.M. In Italia sono due le date previste: il 15 al Forum di Assago e il 16 a Bolzano.(www.ticketone.it)



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re.play di gabi

Gabriele Donati Sensibilità jazz Gabriele Donati è originario di Lugano, dove è nato nel 1974. A 21 anni si è trasferito a New York per proseguire negli studi di basso con Mike Richmond, prima di accedere alla New School University dove ha conseguito il diloma nel 1999 in Performing Arts & Music Composition. Durante la sua permanenza a N.Y. dal ’95 al 2001, Donati ha avuto l’opportunità di studiare con Reggie Workman, Bob Cranshaw, Richie Beirach, Chico Hamilton, Ray Brown e Eddie Gomez. Ha inoltre suonato dal vivo in locali cittadini come il Smalls, la Knitting Factory, il Cipriani Rockfeller Center, il Birdland… Dall’anno scorso Donati si è ristabilito in Svizzera, ed in questo periodo ha suonato in compagnia di Frank Morgan, Danilo Moccia e Franco Ambrosetti. Quando ha deciso di incidere il suo disco All in the sky, Donati aveva già in chiaro quali musicisti avrebbero dovuto contribuire alle registrazioni. Uno di questi è Gregoire Maret, armonicista svizzero con una grande sensibilità musicale che ha già prestato i suoi servigi musicali a nomi come Max Roach, Steve Coleman e David Sanborn, poi c’è suo fratello Nicolas, vibrafonista e percussionista, che ha in passato avuto l’occasione di suonare con Jimmy Scott e Chico Freeman. Presente Dominic Egli, valente batterista svizzero ventiquattrenne ed infine al piano Richard Beirach, una leggenda in ambito jazz, che ha suonato con Stan Getz, John Abercombie, Chet Baker, Lee Konitz, John Scofield, Dave Holland e Jack De Johnette.

Gabriele Donati All in that sky (disponibile nei negozi del Cantone)

Con un parterre simile l’album composto da Donati non poteve che essere un’ottimo disco, colmo d’atmosfere “azzurre” illuminate dalle melodie dell’armonica di Maret in alcuni tratti, mentre in altri è il piano di Beirach a farla da padrone. Un atmosfera rilassata, dinamica e professionale, registrata con maestria al Castle Life Studio di Friborgo, uno studio che ha perfettamente interpretato le intenzioni ispirative dell’autore. A parte il brano Nardis (una ripresa di Bill Evans e Miles Davis), le tracce presenti su All in that sky sono tutte composizioni di Donati. Un talento innato il suo, sciolto ed efficace, valorizzato qui dal suo basso avvolgente, e dagli eccellenti interpreti che non risparmiano passione e grande tecnica.Vale la pena conoscere questo volto nuovo del jazz nazionale, un musicista/compositore dal respiro internazionale.

Stone River Una tappa presso il Fiume Roccioso Le origini dei Stone River sono da cercare nel 1999, quando Rocco Curci (voce), Alessandro Marcionni (chitarra) e Luca Righini (batteria) si sono incontrati per suonare assieme dopo varie esperienze in altre band della regione. Alla fine del 2002 altri due membri, Raffaele Alberti (chitarra) e Christian Cuttica (basso), hanno raggiunto il nucleo completando così la line-up della band. Dopo una lunga serie di sessioni nel locale prove, gli Stone River hanno iniziato con la “gavetta” dei concerti, calcando i palchi del Cantone, e riuscendo in poco tempo a conquistare il favore del pubblico, che si è dimostrato riconoscente premiandoli quale miglior gruppo all’edizione di quest’anno di Palco ai Giovani a Lugano. Questo per la sezione “biografia”, ma passiamo subito alla loro recente uscita discografica: Rise. Un album ben confezionato (con il contributo delle sapienti mani di Nino Mauro), concepito e realizzato con grande passione e devozione per il rock di stampo americano, banalmente detto “grunge”. Un po’ limitativa quest’etichetta, anche se in questo album alcune sonorità riportano a grandi band come i Pearl Jam: in particolare l’impostazione della voce dà quest’impressione. Ma questo non deve essere un demerito, anzi. Onore a Rocco Curci: ha una voce così potente e calibrata che non teme alcun confronto. Non sono da meno gli altri membri della band, perfetti araldi di un rock vigoroso e potente, caldo e diretto. Ottime doti che lasciano presagire una carriera crescente.In Rise si trovano undici tracce godibilissime, che passano da ritmi calcati a sonorità lievi ed ispirate. Un calembour musicale che onora una dedizione assoluta alla musica, ed il risultato si sente con molto piacere. Rise è disponibile nei negozi di dischi del Cantone, ma è possibile sentirne sei estratti di altrettanti brani sul sito interattivo www.stoneriver.ch. Fermatevi alle sponde del Fiume Roccioso, è un luogo molto ospitale e luminoso, un luogo dove perdersi.

E’ uscito Rise, la prima fatica degli Stone River. Un album di cui consigliamo l’ascolto.


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localcorner Orgy 7

L’associazione TrocK festeggia i suoi dieci anni d’attività al servizio della scena musicale svizzera. Maja e Zero In On sul palco a rappresentare il Ticino.

TrocK è un progetto associativo in favore dello sviluppo della scena musicale svizzera. E’ un ponte tra gli artisti ed i club, ma soprattutto è una piattaforma di scambio per tutti gli attori del settore, sia amatori, sia professionali. La scoperta, la formazione e gli scambi di competenze sono le parole d’ordine di TrocK. Piattaforma per eccellenza offre tutte le informazioni e consulenze necessarie ad una band per muoversi nei gangli della giungla della scena musicale svizzera.

Zero In On

Maja

27 novembre Orgy 7 Fri-Son - Friborgo (dalle 15.00) I gruppi in programma:

Ogni anno, TrocK organizza Orgy, un meeting musicale dedicato alla scena svizzera che fa il punto della situazione, e che quest’anno diventa anche l’occasione per festeggiare il primo decennale di attività. Al Fri-son di Friborgo sabato 27 novembre quindici band/artisti dei quattro angoli del paese proporranno i loro repertori rock, electro, metal o hip-hop/reggae. Dal Ticino è la volta dei pugnaci Maja di Lugano, che si presenteranno in corpore sul palco del leggendario Frison con il loro nuovo repertorio, e degli Zero In On di Locarno, che già legati all’etichetta friborghese Watermelon, avranno così la possibilità di consolidare i loro contatti Oltre Gottardo. Un augurio a queste due band, siamo sicuri che rappresenteranno con onore la scena ticinese. Un’appuntamento annuale aperto a tutti, per festeggiare uno dei meeting più caldi della nostra scena musicale. Il villaggio di Orgy 7, aperto fin dalle 15.00, è completo di numerosi stands di etichette ed associazioni. Anche re.set sarà presente. E’ l’occasione giusta, dunque, un meeting a disposizione di tutti gli addetti del settore, che invita artisti e nuovi partecipanti o soci, ad avvicinarsi ai “veterani” della scena svizzera, permettendo allo stesso tempo a quest’ultimi di scoprire le novità e gli emergenti.

Moonraisers (Neuchatel - reggae) Tim Patience Watch (Vaud rock) Kera (Vaud - electro) Famara (Basilea - reggae) Maja (Ticino - metal) Zero In On (Ticino - rock) Gardrecht Garden (Vaud - electro) North Gong (Vaud - electro) Inna Crisis (Vaud - reggae) Undergod (Basilea - metal) BPM (Giura - drums vs machines) DJ Dustbowl & Filewile (Berna - electro) Soulsociedad DJ’s (Neuchatel - funk-hip hop) Jah Bass Soundsystem (Friboug - reggae)

Per informazioni: www.trock.ch

Prenota la tua copia www.ticinomusicguide.ch TicinoMusicGuide 05 sarà in vendita dal 15 dicembre 2004 nelle librerie e nei negozi di musica

con il sostegno di: MIGROS percento culturale

contatto: Mediatik sagl - Ticino Music Guide 05 - CP 4632 - 6904 Lugano - tel: 091 970 24 45 - info@ticinomusicguide.ch

categorie Etichette discografiche Negozi di dischi Noleggio / Servizio tecnico Strumenti musicali Studi di registrazione Media / Internet Agenzie di booking Sale concerti / Bar / Club / Teatri Eventi / Concorsi Scuole di musica Associazioni culturali / Istituzioni Band / Artisti / DJ


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report

re.play di taunus

I primi quindici anni della Warp Warp, un nome una garanzia: l'etichetta di musica elettronica ed affini più all’avanguardia festeggia quindici anni d'attività sempre sulla cresta dell'onda.

La storia della Warp inizia nel autunno del 1989 con Track with No Name dei Forgetmasters, un album dichiaramente ispirato all’acid house di Detroit. Il primo vero successo dell’etichetta, arriva qualche mese dopo, con LFO degli LFO, che raggiunge il dodicesimo posto nelle hit parades inglesi e vende circa 130mila copie. Da questo momento in poi per la lungimirante etichetta fondata da Rob Mitchell e Steve Beckett di Sheffield è stata una scalata al successo inarrestabile. La Warp Records oggi ha sicuramente il ruolo dell'etichetta indipendente e d'avanguardia per eccellenza. Il suo lavoro di selezione musicale ha permesso ad un vasto pubblico d'assaporare la qualità e la competenza di numerosi artisti entrati nell'Olimpo dell'elettronica e della sperimentazione più spinta. Basti pensare alla trilogia di punta dell'etichetta: Aphex Twin, Autechre e Squarepusher, tre calibri massimi ognuno nel suo genere, oggi stelle internazionali stimatissime. Quindici anni di musica, quindi quindici anni di video. La Warp si autofesteggia così, con un minimale cofanetto munito di due compilation, una musicale in Cd e una videomusicale in Dvd. Nel primo disco, compilato e mixato da Buddy Peace & Zilla, è sintetizzata in quindici tracce l'escursione musicale e la storia di questa etichetta di punta nell'avanguardia elettronica in "one-hour super-evolved warpmix".

Sicuramente la parte più avvincente è però il secondo disco. A parte i leggendari clips di Chris Cunningham e Ganz_Graf degli Autechre, tutti gli altri video sono pubblicati per la prima volta su Dvd. Gli altri registi presenti sono Alex Rutterford, David Slade, Lynn Fox, Pleix, Ed Holdsworth e Laurent Briet, i quali proprio a partire dai loro lavori per la Warp sono diventati oggi tra i più richiesti videomakers sul mercato. Precisiamo, questi trentadue video non sono unicamente dei "video clip", molti di essi sono da considerare veri e propri video-art, alcuni dei cortometraggi, altri delle perle di avant-art e grafica applicata all'immagine. Dei piccoli capolavori, insomma. In questa raccolta è molto interessante osservare l'evoluzione delle tecnologie e degli stili di questi ultimi quindici anni. Ci sono degli ultra classici come I Love Acid di Luke Vibert, Window Licker di Aphex Twin e LFO di LFO e degli ultra moderni come la romantica animazione tradizionale in Nannou di Aphex Twin e il già citato evolutissimo Ganz_Graf degli Autechre. Non ci sono dubbi, questa è una raccolta epocale di riferimento nell'arte elettronica che segna, probabilmente, anche la fine di un ciclo per la mitica Warp. Va ricordato che con la prematura scomaparsa di Rob Mitchell nel 2001 l'etichetta ha perso uno dei suoi pilastri fondatori. Una dedica speciale di questa retrospettiva va sicuramente a lui. WarpVision - The Videos 1989-2004 / Warp Records

www.warprecords.com Vi consigliamo un viaggetto nel sito della Warp Records. Cybernauti amanti della musica: infilate le vostre cuffie e cominciate ad ascoltare. Innovativa fino in fondo l’etichetta britannica offre agli avventori del suo sito la possibilità d’ascoltare online i sample di tutte le tracce presenti nel loro catalogo. Funzione utilssima per chi fosse interessato al download, difatti si possono scaricare singoli brani o dischi completi ad un modico prezzo. Tra le novità vi consigliamo di dare un orecchio al nuovo album dei Gravenhurst (Black holes in the sand), una delle band che sta dando una nuova direzione all’etichetta (anche se per i puristi sarebbe una deriva), che ora si rivolge anche al low-fi e all’alt-country. Date un ascolto anche ai sample del nuovo Shock City Maverick di Beans, un Dj newyorkese innovativo e spregiudicato, ma che mantiene ben salde le sue radici roots. Due scoperte che vi consigliamo.



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re.vision di eric bouzigon

Before Sunset

Il poco più che ventenne americano Jesse (Ethan Hawke) incontra casualmente la parigina Céline (Julie Delpy) in un treno. Lui deve prendere l’aereo a Vienna, lei lo segue. E trascorrono la notte insieme. Questa la storia che il texano Richard Linklater filmò nel 1995 dandogli il titolo di Before Sunrise (Prima dell’alba). All’epoca ci si aspettava una commediola terribile fatta per il pubblico made in USA (tipo French kiss), mentre lo sconosciuto regista, rifilò a critici e spettatori europei, una sonora lezione di grande cinema, costruito unicamente sui dialoghi (leggeri e divertenti) e a un linguaggio cinematografico di scuola “Rohmeriana” nel quale gli splendidi attori sono costantemente presenti nelle inquadrature, quasi vi fossero rinchiusi. Il regista americano dopo questo film non ha mai smesso di sor-

prendere continuando a fare film pertinenti e pieni di umorismo, e dopo School of rock, film sgangerato e decisamente divertente, ha deciso di ritornare indietro e di dare un seguito a Before Sunrise rimettendo in scena gli stessi personnaggi ma con dieci anni in più sulle spalle. Titolo del film: Before Sunset. Gli anni passano, siamo nel 2004, e lui è diventato uno scrittore di discreto sucesso venuto a Parigi presentare il suo nuovo romanzo in una piccola libreria. Il libro parla di un ventenne americano che incontra casualmente una francese in un treno e della loro notte d’amore. Sono passate le 17 e la conferenza stampa è finita. Alle 19 un taxi lo verrà a prendere per portarlo all’aeroporto e tornare quindi negli States. Chi incontra dopo la presentazione? Naturalmente l’interprete principale del suo romanzo, la “sua” Céline, venuta apposta per parlargli. Decidono di andare a bere un caffé e di fare una passeggiata; hanno meno di due ore di tempo e dieci anni da raccontarsi. Tutto è spunto di discussione, e se all’inizio i personnaggi sembrano divagare un poco (lei non è daccordo su certe libere interpretazioni che Jesse ha fatto della loro storia), piano piano cominciano a parlare dei loro sentimenti, dei loro dubbi, delle loro speranze professionali e affettive, del loro incontro precedente e dei loro amori attuali e forse futuri. Profondamente sincero, il film riesce, grazie ai bellissimi dialoghi scritti dal regista e dai due attori, a commuovere e divertire allo stesso tempo lo spettatore, riuscendo a farlo innamorare dei due splendidi attori la cui complicità sembra superare il testo. Come nel primo “episodio”, il regista si concentra sugli attori costruendo le scene su dei lunghi piani sequenza narrativamente costruiti con gran rigore, notevole senso stilistico e una gran padronanza del tempo e del ritmo. Come dice il titolo, siamo al tramonto, il tempo è passato, ora Jesse deve partire verso l’aeroporto, il film sta per finire ma la storia del loro incontro forse no.

The last Reeve E’ scomparso recentemente Christopher Reeve, l’attore che impersonò Superman per il grande schermo. Esempio di coraggio e di grande volontà, Reeve non si lasciò mai abbattere dalla tetraplegia causata da una brutta caduta da cavallo. Fino all’ultimo lavorò alla regia e produzione di un film d’animazione dal titolo Yankee Irving, opera purtroppo ora incompiuta.

Al momento della morte - scrive l'Hollywood Reporter - l'attore era impegnato nella realizzazione di Yankee Irving, cartoon da lui stesso diretto e incentrato sulla storia di un padre che fa di tutto per aiutare il figlio a coronare il suo sogno: diventare un campione di baseball. Nonostante la paralisi che lo affliggeva da nove anni, Reeve supervisionava personalmente la lavorazione del progetto dal suo ufficio di Pound Ridge, a New York. Attraverso un sistema di videoconferenze si teneva costantemente in contatto con i produttori della IDT Entertainment, spediva loro file con i disegni, anche animati, dei protagonisti, annotazioni di ogni genere e, con una certa regolarità, organizzava gli incontri con i vari membri dello staff. Resta ora da individuare il regista che sostituirà Reeve, il cast di doppiatori e trovare una distribuzione. L'uscita è comunque fissata per il 2006. “Superman” è volato via a combattere altre battaglie, ci resta questa sua ultima opera, e noi gli renderemo onore, vero?


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cinema

di ado bader

Alien Vs. Predator Duello mortale tra razze aliene “Nello spazio nessuno può sentirti gridare”. “Presto inizierà la caccia”. Queste due “taglines” (frasi promozionali stampate sui poster, che racchiudono l’essenza di un intero film) hanno accompagnato l’uscita di alcuni dei più famosi film di fantascienza degli anni ottanta. Il primo motivo accompagnava Alien, distribuito al cinema nel lontano 1979, mentre il secondo era stampigliato sui manifesti di Predator (1987), accanto all’effige di Arnold Schwarzenegger. Naturalmente le due pellicole furono dei successi planetari e aprirono le porte a diversi sequel. Le due serie, nonostante siano diverse tra loro, sono però legate inscindibilmente da un anello importante: la 20th Century Fox. È infatti questa major hollywoodiana che ha prodotto e distribuito i film (e relativi seguiti) nel mondo. Il fatto che i due extraterrestri abbiano lo stesso “datore di lavoro” ha facilitato, così, la gestazione di un progetto ambizioso, che tanto piace al pubblico a stelle e strisce: gli scontri titanici tra personaggi famosi. Ecco quindi che nasce, confortato dall’omonima serie di fumetti e videogiochi, (nonché dal recente successo di Freddy Vs. Jason) Alien Vs. Predator. Diretto dallo specialista Paul W. S. Anderson (Resident Evil e Mortal Kombat) il film ci trasporta tra i freddi ghiacci dell’Antartide dove una squadra di archeologi, capeggia-

- Alien -

ta dal fusto italico Raoul Bova, si avventura alla scoperta di un’antichissima piramide. La ricerca scientifica non ha però previsto un piccolo particolare: la misteriosa costruzione infatti è un luogo adibito all’allenamento di giovani predator, che utilizzano un’altra razza aliena per scaldarsi i muscoli e testare le loro armi. Inutile dire che Bova e compagni finiranno nel bel mezzo del campo di battaglia, per la felicità delle due specie aliene e a conferma della “tagline” del film (“Whoever wins… we lose” , cioè “Chiunque vinca… noi perdiamo”.). In occasione dell’uscita di Alien Vs. Predator il 19 novembre nelle sale del Cantone la 20th Century Fox regala dei porta-Cd o dei portachiavi con il logo del film, ai primi venti lettori che scriveranno un e-mail con l’intestazione “Alien Vs. Predator” a redazione@resetmagazine.ch

VS

- Predator -

Entità aliena altamente evoluta. Il suo sistema riproduttivo è complesso. L’organismo, nella fase embrionale, richiede un corpo ospitante (solitamente umano) dove poter crescere, per passare allo stadio adulto. Queste creature sono ben organizzate e coordinate tra loro da una regina aliena.

Entità aliena intelligente e dalle sembianze umane. La specie è stratificata da un sistema sociale a caste ed è in grado di creare e produrre oggetti, armi, marchingegni e persino astronavi. Utilizza un complesso sistema di mimetismo che gli permette una quasi totale invulnerabilità in battaglia. Poco ancora si conosce sul suo sistema riproduttivo.

Punti di forza Dotato di un istinto predatorio fuori dal comune. Non conosce pietà e in battaglia può trasformarsi in un kamikaze. Il corpo robusto, il cranio lungo e appuntito e la lunga coda ad aculeo ne fanno un essere molto agile in combattimento. Non dispone di armi ma il suo sangue, altamente corrosivo, può essere impiegato in scopi letali.

Punti di forza La sua fisionomia robusta e muscolosa e le armi (efficacissime) e corazze in dotazione, ricordano quelle degli antichi gladiatori romani. È molto agile negli spostamenti (salti e corsa) durante i combattimenti. I suoi sensi sono piuttosto acuti (soprattutto udito e vista). Dotato di un equipaggiamento tecnologicamente all’avanguardia che gli consente un totale mimetismo nell’ambiente circostante.

Punti deboli In uno scontro a fuoco può essere annientato con facilità. Lo si può respingere con il fuoco o uccidere catapultandolo nello spazio.

Punti deboli Senza armature e armi, il suo corpo è facilmente vulnerabile. Il suo sistema mimetico può essere facilmente messo fuori uso. Con un po’ di fango spalmato sul corpo si può eludere la sua vista straordinaria agli infrarossi.

INTELLIGENZA

INTELLIGENZA

AGILITÀ

AGILITÀ

SPIETATEZZA

SPIETATEZZA


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re.vision

Tagli, ritagli e frattaglie

Plausi insulti & pernacchie: squalo@rtsi.ch

di squalo

Anche per questo mese il tema di re.set è particolarmente creativo ed aperto alle più varie e disparate interpretazioni. Con “unmade”, cioè “disfatto” la prima cosa che mi avanza per la mia labile mente è il devastante ricordo dell’uscita di sala dopo infinite visioni cinematografiche. Durante gli svariati festival, quando le proiezioni incalzano ed impazzano mi ritrovo decisamente fatto disfatto e strafatto con gli occhi in cinemascoope. Per la cronaca il mio massimo di resistenza era stato nove film, nove tutti di fila al MIFED di Milano parecchi anni fa e comunque, vi assicuro, erano tutti filmetti per lo più di action dall’opinabile valore artistico-tecnico. Sicuramente sarebbe letteralmente impossibile sopravvivere ad una maratona formata, ad esempio da Andrei Tarkovsky, Stanley Kubrick, Akira Kurosawa, Krzysztof Kieslowski, Franco Piavoli, Theo Angelopoulos, Rainer Werner Fassbinder, Ingmar Bergman e Franco Zeffirelli. Se alcuni di quest’elitaria lista sono tra i più raffinati e celebrali registi al mondo sarebbe letteralmente impossibile, assurdo e stupido cercare di vederli di fila l’uno dopo l’altro. Le loro opere, così introspettive, piene di sfaccettature e di sofisticati rimandi artistici da riempire un cervello ben oltre il limite di una normale saturazione intellettiva (a dir la verità sarebbe quasi un suicidio anche doversi sorbire un solo film del maestro fiorentino ma per altri motivi!). Forse però con “unmade” sarebbe più interessante discutere di una delle parti decisamente più importanti e sicuramente meno conosciute della realizzazione di una pellicola. Il montaggio è decisamente la parte più delicata di una pellicola (il primo che ridacchia come uno scolaretto facendo la battutaccia del “film porno” lo mando dietro la lavagna in ginocchio sui ceci)! Da questa delicata arte, un tempo molto più fisica, fatta di pellicola, forbici, colla e taglierina, oggi sempre più accomunata ad un più asettico computer, dipende gran parte del trionfo o del tonfo di un film. Tutti (o quasi) sappiamo chi è Martin Scorsese ma quanti conoscono il nome di Thelma Schoonmaker? Eppure il suo nome è indissolubilmente legato a quello del grande regista italoamericano. Provate a pensare a Goodfellas - Quei Bravi Ragazzi (1990): dalla sceneggiatura di Nicholas Pileggi chiunque sarebbe riuscito a realizzare un buon film sulla mafia. Nelle mani della coppia Scorsese-Schoonmaker è davvero diventato un autentico capolavoro. La pellicola è praticamente divisa in tre parti molto ben distinte: la prima, quella dell’infanzia-adolescenza di Henry Hill (un Ray Liotta mai più rivisto a simili apici!), la seconda, quella della vita criminale quotidiana e la terza, l’ultimo giorno di libertà del protagonista. Subito dopo i titoli di testa la pellicola si ferma più e più volte nei momenti e nei modi meno prevedibili con la voce narrante che continua a raccontare sottolineando, in maniera del tutto anomala, episodi di vita vissuta. Nella seconda parte, dal montaggio molto più classico e “lineare” malgrado i numerosi flashback la storia si srotola in modo decisamente più adulto mentre per l’epilogo della vita di Hill lo spettatore viene investito da un totale ed allucinante turbine di frenesia, quasi fosse “fatto” con la stessa quantità di coca usata dal protagonista. Esempio opposto: provate a pensare come e quanto siano stupidamente insensate le scene di " combattimento " (le virgolette sono d’obbligo!) della maggior parte dei film action degli ultimi tempi : un frullato di fotogrammi assolutamente senza nessun rapporto coerente con la logica. Del montaggio, in questi casi, si abusa deleteriamente per sopperire ad una totale e completa mancanza di creatività da parte dei coreografi di combattimento. Il montaggio segue delle regole ben precise : dà il giusto ritmo (o quello sbagliato), riesce a far salire l’adrenalina (od il torpore) nello spettatore, permette di far riflettere (oppure annoiare) : è esattamente quel che è la metrica per la poesia ed il ritmo per la musica. …e se qualcuno si ricorda di Christopher Nolan, nessuno (io compreso!) riuscirà mai ad abbinare Memento (2000) a Dody Dorn. Per capire cosa intendo, se vi capita di mettere le mani sulla Extra Edition (quella a due dischi) della pellicola date un’occhiata (negli inserti speciali) a OtnemeM… e capirete l’importanza del montaggio di un film.


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cinema Se mi lasci ti cancello Permettetemi anzitutto due consigli: a) non lasciatevi trarre in inganno dal titolo del film, decisamente fuorviante. b) se la curiosità non è un vostro tratto di personalità dominante, abbandonate ora la lettura di questa recensione. Questo è uno di quei film che ritengo possano essere apprezzati maggiormente se approcciati senza alcuna conoscenza a priori della trama, proprio per il piacere legato allo svelarsi della struttura narrativa di fondo che accompagna imprevedibilmente lo spettatore nel corso del film. Un premio a chi riesce ad estrapolare il criterio, la logica malata con cui il titolo originale Eternal Sunshine of the Spotless Mind (tratto dai versi di Alexander Pope) è stato tradotto in un pacchiano Se mi lasci ti cancello che rimanda più a commedie da botteghino all’acqua di rosa o in stile comico-romantico. Il film in questione non rientra invece in nessuna delle suddette categorie. Anche se il paragone sicuramente farà storcere il naso a più di un cinefilo, Matrix e Vanilla Sky potrebbero essere presi a riferimento per lo psicologismo di fondo e la manipolazione sapiente delle coordinate spazio/temporali. Se mi lasci ti cancello gioca però meno con la fantascienza e gli effetti speciali (che comunque non mancano e risultano efficaci), e si concentra maggiormente sugli aspetti emotivi, e sentimentali, di Joel Barish (Jim Carrey, la smorfia più famosa di Hollywood) e Clementine Kruczynski (Kate Winslet, la ricordate in Titanic?), i due protagonisti.

di fabio colombo

Tutto inizia con una storia d’amore che… finisce. Clementine desidera una nuova vita ma il ricordo di Joel è troppo ingombrante. E’ necessario rimuovere i ricordi, ripulire la propria mente, evitare la sofferenza. Decide quindi di rivolgersi alla “Lacuna Inc.” del dott. Howard Mierzwiak che, attraverso una terapia d’avanguardia, è in grado di garantire ai pazienti che lo richiedono la cancellazione totale di ogni ricordo legato ad un determinato fatto o ad una particolare persona. Joel, già toccato dalla fine di questa importante storia d’amore, è quindi privato anche della condivisione della memoria: ora lui, per Clementine, non è altro che un perfetto sconosciuto e questo non fa che accrescere il suo dolore. Decide quindi, a sua volta, di sottoporsi al trattamento della “Lacuna Inc.” nel tentativo di cancellare dalla sua mente ogni traccia del suo passato con l’ex compagna. Ma la memoria, anche se legata ad un nucleo di sofferenza, è la traccia della nostra storia e della nostra identità, aiuta a definire ciò che siamo oggi: separarsene è come uccidere parte di sé. Joel ne prende coscienza e lotterà per mantenere vivo il ricordo. Un film importante, che non si limita alle riflessioni riguardanti la memoria. Un film che parla dell’amore e delle emozioni indissolubili che vi sono associate, che dell’amore mette in luce anche la fragilità intrinseca, le rovine e gli splendori che il suo passaggio tumultuoso, impossibile da controllare, lascia al nostro cuore e alla nostra mente. Eccellente quindi questa nuova prova del talentuoso regista francese Michel Gondry (autore tra l’altro di videoclip, e si vede, per Bjork, Massive Attack, Radiohead White Stripes, Chemical Brothers) e dello sceneggiatore d’eccezione Charlie Kaufman (Essere John Malcovich). Nota di merito anche per gli attori, davvero efficaci nei loro ruoli. Se pensate che il genere possa interessarvi, non perdetevi questa pellicola.

nextscreen

Team America è un film di pupazzi animati al centro di un ciclone negli Stati Uniti. Gli autori sono Trey Parler e Matt Stone, gli stessi di South Park, il cartoon più schierato politicamente della televisione americana. Il “Team America” è una squadra di poliziotti va in giro per il mondo ad eliminare i nemici del Paese. La satira di Team America è spietata e punta il dito contro tutti: naturalmente contro il governo americano capeggiato da Bush e la sua politica estera, ma anche contro icone liberal americane, produttori e attori, sbeffeggiati senza mezzi termini. Ma a far maggiormente discutere è la comparsa nel film, sotto forma di marionette che si oppongono alla polizia internazionale, di attori notoriamente contestatori come Sean Penn, Matt Demon, Tim Robbins, Susan Sarandon, Alec Baldwin e Liv Tyler. Per esempio il regista Michael Moore figura come un kamikaze... Inevitabile quindi lo scontro con la critica e gli attori presi in causa, ma questo non è l’unico aspetto che ha risvegliato polemiche. L’Autority, che in America decide di vietare i film ai minori, ha fatto tagliare una scena di sesso piuttosto audace per un cartoon.

Sono iniziate le riprese di Memoirs of a geisha, film diretto da Rob Marshall (Chicago) e prodotto da Steven Spielberg. Il regista ha battuto il primo ciak a Los Angeles, ma la lavorazione si sposterà nei prossimi mesi in Giappone. Ispirato all'omonimo romanzo di Arthur Golden, Memoirs of a geisha racconta la storia della giovane Sayuri che, dopo un'infanzia trascorsa in un remoto villaggio della Cina, viene mandata a Kyoto per imparare ad essere una geisha perfetta: i riti, le danze, la musica, le cerimonie che precedono la preparazione del tè e l'abbigliamento. La sua fama cresce con lei e diventa la favorita di molti tra i più facoltosi personaggi della città, fino a quando incontra The Chairman, un potente uomo d'affari, e s'innamora. Nel ruolo della protagonista ci sarà la bella Zhang Ziyi, già vista in La tigre e il dragone di Ang Lee, Hero di Zhang Yimou e 2046 di Wong Kar-wai, affiancata da Ken Watanabe, l'attore candidato all'Oscar quest'anno per L'ultimo samurai, Gong Li e Michelle Yeoh.

Già si sa che Madonna interpreterà il ruolo di Texas Guinan nel film Hello Suckers! ma evidentemente la signora Ritchie non ne ha abbastanza di recitare, e dopo aver chiuso a settembre il suo ReInvention Tour si è buttata in altri due progetti cinematografici. Il primo è con suo marito, il regista Guy Ritchie: Madonna stavolta dovrebbe prendere parte al nuovo film di Ritchie che si intitola Revolver e che racconta la storia di un uomo che viene espulso da un casinò perchè vince sempre. Il secondo progetto di Madonna invece riguarda Arthur, il nuovo film di animazione ad alto budget del regista Luc Besson, basato su una serie di fiabe scritte dallo stesso regista. La storia è quella di un bambino di dieci anni, Arthur, che per salvare la casa di suo nonno, va in cerca di un prezioso tesoro nascosto nella terra dei Minimoy, una comunità lillipuziana che vive in armonia con la natura. Madonna dovrebbe prestare la voce al personaggio della Principessa Selenia che accompagna il piccolo Arthur fino ad una misteriosa città proibita.

Brandon Routh, un emergente attore televisivo americano, sarà Superman nel film Superman Returns che sarà diretto da Bryan Singer. Insieme alla conferma del protagonista, arrivano anche voci sulla sceneggiatura: il Chicago Sun-Times ha intervistato lo sceneggiatore David Harris e gli ha chiesto chiarimenti. La sua elusiva risposta è stata: "Il film comincerà quando Superman è un 20enne. Ha perduto i suoi poteri nel secondo episodio della serie e proprio in questo momento li recupera. Nel frattempo, però, molte cose sono successe approfittando della sua assenza. Quello che stiamo scrivendo è una trama che parta dai primi 2 film interpretati da Christopher Reeve per raccontare una storia ricca di colpi di scena ed effetti speciali." L'inizio delle riprese di Superman Returns è fissato a febbraio 2005, con ipotesi di pubblicazione negli USA a metà 2006. Aspettiamo conferme sugli altri attori protagonisti, come ad esempio la conferma della notizia che vorrebbe Johnny Depp nel ruolo di Lex Luthor o di Jor-El.


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re.vision

Dopo due anni dedicati all’organizzazione di rassegne cinematografiche quali Francois Truffaut-L’enfant sauvage, Difficili convivenze-Il cinema del conflitto, Jim Jarmush-Personaggi in cerca d’autore e la Triologia degli appartamenti di Roman Polanski, Cinemino torna con molte novità ed iniziative. La prima è una rivista omonima che si propone d’essere un complemento alle diverse programmazioni in allestimento sia presso il Living Room di Lugano sia presso il Canvetto Luganese. All’interno di questa rivista bimensile si trovano testi, schede di film, segnalazioni, programmi dei cineclub ed altro ancora. Tutto questo per offrire una visione allargata del cinema, della sua storia, dei suoi generi, dei suoi sviluppi e permettere all’associazione di precisare le scelte e le strade intraprese dalla stessa in questi anni. La rivista Cinemino vuole essere uno spazio aperto, a cui i lettori ed appassionati di cinema sono invitati a mandare commenti, segnalazioni, critiche e scritti. E’ reperibile presso il Living Room e la Libreria Segnalibro di Lugano. (e-mail: cinemino@thermos.org) Intanto prosegue la programmazione delle rassegne previste per questa stagione: Le città visibili, programmata presso il Canvetto Luganese (in via Simen) e 4Tati + Being Peter Sellers-Il volto dietro le maschere presso il LivingRoom (in via Trevano, Lugano). L’entrata alle rassegne è gratuita. Per informazioni: www.thermos.org/cinemino

16 novembre Canvetto Luganese

17novembre

24 novembre

4Tati

Being Peter Sellers, il volto dietro le maschere:

Le città visibili

Les vacances de M. Hulot

Lolita

Bab el-Oued City

(Francia, 1949) regia: Jacques Tati versione originale con sottotitoli in italiano dalle ore 21.00

(USA-UK, 1962) regia: Stanley Kubrick versione originale con sottotitoli in italiano dalle 21.00

(Algeria-Francia, 1994) regia, soggetto e sceneggiatura di Merzak Allouache con Nadia Kaci, Mohamed Ourdache e Hassan Abdou versione originale con sottotitoli in francese e inglese dalle ore 20.45

**dvd E' arrivata la stagione dell'home cinema, quindi vi segnaliamo le uscite più nuove sul fronte Dvd… ce n'è per tutti i gusti. Poltrona mia, arrivooo!

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La Warner Bros ha finalmente reso disponibile l'edizione Dvd del recentissimo film colossal Troy di Wolfgang Petersen con Brad Pitt e Orlando Bloom. L'edizione in versione digitale è su due dischi con un formato video 2.35:1 anamorfico ed audio in italiano ed inglese in Dolby Digital 5.1. I contenuti extra presenti sul secondo Dvd sono: commento audio del regista Wolfgang Petersen e dello sceneggiatore Peter Benioff per tutta la durata del film, “Nel mezzo della battaglia”, Troy e gli effetti speciali, le divinità greche e i loro misteri (in 3D), il trailer cinematografico originale e il commento del cast. ** Finalmente a breve sarà disponibile la versione estesa de Il Signore degli Anelli. Il ritorno del Re (Extended Edition 4 Dvd). Distribuzione Medusa, con foto, commenti tecnici, dietro le quinte (making of), documentario e molto altro... ** Sotto Natale, per la gioia di grandi e piccini, ecco in uscita il Dvd di Harry Potter e il prigioniero di Azkaban. Tra i contenuti speciali segnaliamo: making-of, speciale sulle creature magiche del film, creare una scena del film, tour interattivo di Mielandia, giochi interattivi, preview del videogioco di Electronic Arts, inserti per Dvd-Rom, tre trailer cinematografici e schede del

cast tecnico-artistico. ** Per chi l'avesse perso al cinema, in uscita in Dvd per la Universal Pictures il film fantascientifico The Chronicles of Riddick, con contenuti interattivi, speciale dietro le quinte e anteprime. ** Vincitore di quattro Oscar, esce per la Cecchi Gori il film shock magistralmente interpretato da Charlize Theron, Monster. ** La pubblicazione in Dvd di Spider-man 2 è prevista per il 3 dicembre per Columbia TriStar. Le edizioni disponibili saranno due: la prima è un doppio disco contenente vari extra tra i quali commenti audio, dietro le quinte, video musicali, sequenze multiangolari, una galleria di foto e documentari var, ed la seconda, la Gift Set Edition per collezionisti, è sempre su due dischi, ma che conterrà in più una cartolina, un fumetto e due booklet esclusivi. ** The day after tomorrow-L'alba del giorno dopo, l'apocalittico film con Dennis Quaid che denuncia il disastro del eco-clima mondiale, è a disposizione per la Twentieth Century Fox Entertaiment in due versioni, una semplice, e una extra-luxe con tre ore d'approfondimenti, commenti e "making of". ** La Universal Pictures Video esce questo mese con Jesus Christ Superstar, il leggendario film-musical del 1973, a regia di Norman Jewison. Commenti tecnici, foto ed interviste completano quest’imperdibile pubblicazione. ** Per gli appassionati di film cult, ecco a disposizione in versione digitale il giallo-horror Profondo Rosso di Dario Argento, il mitico film del 1975 che fece scuola nel suo genere.


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rassegne Castellinaria 2004 Il Festival Internazionale del Cinema Giovane si spalanca a Bellinzona presso l’Espocentro per la sua 17esima edizione dal 13 al 20 novembre.

Il cinema offre sempre meno attenzione alle tematiche giovanili e, in particolare, dell’infanzia; Castellinaria invece non ha mai rinunciato alla ricerca della qualità in un ambito in cui l’omologazione del linguaggio mediatico globale è sempre più dominante. L’attenzione e la partecipazione offerte dai giovani e il riscontro ottenuto, in particolare, dalle giurie dei 16-20enni provenienti dalla Svizzera e dall’Insubria hanno confortato nelle scelte gli

re.vision

Concretamente cinema

organizzatori. La struttura di quest’edizione non si discosterà per il vero di molto da quella ormai consolidata, anche se punterà, oltre ai consueti concorsi e l’importante Retrospettiva Sudafricana, sugli atelier rivolti alle scuole e su un decentramento sempre più mirato alle realtà scolastiche e alla progressiva espansione sul territorio nazionale. Interessante e intensa la programmazione che si propone rivolta a molte realtà del mondo giovanile. Da menzionare la prima mondiale (Espocentro, 17 novembre) di Sans moi un film diretto da Danilo Catti, già autore di una ventina di documentari per la televisione svizzera. Il film tratta le vicende di un gruppo di giovani che hanno tentato il suicidio e del loro tentativo di dare un nuovo senso alla loro vita. Questa edizione di Castellinaria presenterà inoltre, in prima svizzera (Espocentro, 20 novembre), il film di Wim Wenders Land of plenty. Il film è la rappresentazione degli atteggiamenti più o meno stravolti che l’11 settembre ha fatto scaturire nei cittadini americani e ne sono l’emblema due personaggi all’opposto l’uno dall’altra: Paul, un veterano del Vietnam che si erige in addetto alla sicurezza nazionale, e Lana impe-

gnata nell’assistenza dei diseredati della periferia di Los Angeles. Dal film emerge un paese ironicamente definito “terra dell’abbondanza” e che invece è sopraffatto dalla miseria. La rassegna potrà pure contare fra i suoi ospiti David Hickson, cineasta sudafricano, regista del film Beat the drum, previsto per la visione il 13 novembre all’Espocentro e che vede quale protagonista il giovane Junior Singo. Questo film ha vinto numerosi premi tra cui recentemente il premio per il miglior lungometraggio all’UrbanWorld Film Festival di New York, il Golden Zenith quale miglior film africano al Montreal World Film Festival. Beat the drum mostra, attraverso gli occhi di un bambino Zulu (Junior Singo), il devastante problema dell’AIDS in Sudafrica. Castellinaria si presenta quindi ancora una volta come una manifestazione attenta alle trasformazioni del mondo e del mondo giovanile in particolare. Da seguire con attenzione. Per informazioni sul programma completo: www.castellinaria.ch

Cose da un altro mondo Percorsi nella fantascienza hollywoodiana anni Cinquanta Genere in apparenza minore, la fantascienza da sempre ha saputo essere specchio e critica delle nostre trasformazioni e metamorfosi in misura molto maggiore di quanto comunemente si creda, ben al di là dall’implicito progetto di evasione dalla realtà che una lettura superficiale potrebbe suggerire. Con le sue astronavi, i suoi robot, androidi e cyborg, con i suoi paesaggi futuribili proiettati in uno spazio-tempo dagli incerti confini, con le sue ansie e desideri nei confronti dell’”alienità”, e non da ultimo con la vena apocalittica che la contraddistingue, la fantascienza più che indicare un valore premonitore e di anticipazione dell’orizzonte futuro, ha dimostrato una capacità analitica nei confronti del nostro modo di rivolgerci al mondo nel

I film in programma:

The Thing from another World (Usa, 1951, v. it.) regia di Christian Nyby e Howard Hawks con Margaret Sheridan, Kennet Tobey Robert

The day the Earth stood still (Usa, 1951, v.o. st. it.) regia di Robert Wisecon con Michael Rennie, Patricia Neal, Hugh Marlowe, Sam Jaffe

presente. In questo senso, nell’ambito della produzione del cinema hollywoodiano classico, gli anni Cinquanta hanno rappresentato il momento più fruttuoso per il genere fantascientifico. Jack Arnold, uno dei registi che hanno segnato quell'epoca, fin da ragazzo fu avido lettore di fantascienza letteraria e quindi, consapevole dell'evoluzione cui erano arrivati i vari Asimov, Bradbury, Philip K. Dick, contribuì a dare alla fantascienza cinematografica l'anima umana e dubbiosa che l'avrebbe trasformata dalla fine degli anni Cinquanta e poi nei Sessanta e Settanta in un genere per eccellenza "problematico". Luganocinema93, in collaborazione con LAB 80, propone dal 20 novembre in varie sale del Cantone cinque film di fantascienza tra i più rappresentativi degli anni Cinquanta e vi invita ad imbarcarvi per un viaggio... ai confini della realtà!

Creature from the Black Lagoon (Usa, 1954, v.o. st it.) regia di Jack Arnold con Richard Carlson, Julie Adams, Richard Denning Invasion of the Body Snatcher (Usa, 1956, v. it.) regia di Don Siegel con Kevin McCarthy, Jack Finney, Larry Gates, King Donovan, Carolyn Jones Forbidden Planet (Usa, 1956, v.o. st. it) regia Fred M. Wilcox con Walter Pidgeon, Anne Francis, Leslie Nielsen


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libri

re.ad di stefano kirk

Andrea Di Carlo Giro di vento Bompiani ---------------------------------

Due uomini e due donne, professionisti di successo e amici da sempre, partono da Milano insieme ad Alessio, un rampante agente immobiliare, per visitare alcune case di campagna in Umbria che intendono acquistare e ristrutturare. Enrico è un architetto, la consorte Luisa lavora in una casa editrice; Arturo è un antiquario che ha un'ex moglie e due figli; Margherita è una conduttrice televisiva di successo. Amici dagli anni del liceo, i quattro avevano sempre sognato di avere uno spazio comune in campagna, dove coltivare i propri interessi e prendere una pausa dal caos cittadino. Quasi arrivati a destinazione, si perdono lungo strade sterrate tra colline boscose, ed improvvisamente la macchina su cui viaggiano cade in un fosso, danneggiandosi irreparabilmente. I telefoni cellulari non hanno copertura, sta calando la notte e comincia a piovere. Alla ricerca di un riparo i cinque scorgono le luci di una casa abitata, dove vengono accolti. Gli abitanti della casa fanno parte di una comunità autosufficiente, che ha tagliato ogni legame con il mondo. Con sconcerto il gruppo di dispersi si rende conto di essere in uno dei rustici che erano venuti ad acquistare, ca-

pendo così che la "tribù" vi si è installata abusivamente. L'impossibilità di prendere contatto con il mondo esterno, e una serie di infortuni, nonché la dichiarata ostilità di alcuni vicini nei confronti della comunità abusiva, costringe i dispersi alla stretta convivenza con questa comune dal vago stampo sessantottino ed ecologista. Tutte le loro sicurezze, le certezze, le convinzioni, i preconcetti, vengono così a sgretolarsi sotto lo sguardo dei componenti della comunità: il rapporto tra i quattro amici s'incrina irrimediabilmente, ognuno vede nell'altro riflessi i propri difetti, le proprie angosce amplificate finendo per mettere in discussione ogni scelta personale, in un crescendo di tensione a cui nessuno riesce più a sottrarsi. Come in un reality show di cui i protagonisti sono inconsapevoli attori, questo romanzo scorrevole e ritmato - nel più perfetto stile di Andrea De Carlo (Treno di panna, Macno, Di noi tre, I veri nomi) - mette in scena tra ironia e dramma le debolezze umane e la superficialità del successo, attraverso l'analisi delle contraddizioni che viviamo giorno per giorno. Consigliato.

Elio Favole centimetropolitane Bompiani ------------------------------------------------------------------

Marion Zimmer Bradley L'erede Longanesi ------------------------------------------------------------------

Elio e le Storie Tese già ci hanno abituato a canzoni con riferimenti animali: "Il vitello dai piedi di balsa", "Né carne né pesce", "Agnello medley" e "Cani e padroni di cani". Elio, per conto suo, dal 1998 ha interpretato Pierino e il lupo di Prokofev e il Carnevale degli animali di Saint Saëns, per poi allestire col maestro Enrique Mazzola uno spettacolo di lieder intitolato Il carnevale delle bestie. Quindi non sorprenda questo volumetto di favole con animali come protagonisti. Elio difatti è, oltre a musicista ed autore di canzoni, un attivo autore di libri di favole. Con Fiabe centimetropolitane, l'autore propone piccole storie fantastiche, dove gli animali assumono un ruolo riconducibile a gesti e convinzioni umane. Dice l'autore nella prefazione: "Queste fiabe sono state scritte con l'intento di iniziare il fanciullo alle difficoltà della vita moderna, che sono diverse dalle difficoltà esistenti dai tempi di Fedro o di Esopo...". E, quindi, ecco la storia del cardellino alcoolizzato la cui moglie cardellina gli fa le corna con altri cardellini, oppure la storia del rospo che manteneva un esercito ("Là dove il fuoco incontra l'acqua spegnendosi, là dove l'acqua viene sprizzata sul fuoco e fa frrrzz, insomma là dove gli elementi si fondono facendo swoosh viveva un rospo..."), o del coniglio che aveva un problema di conflitto d'interessi, o ancora del lombrico che s'innamora dell'elefantessa... Fiabe centrimetropolitane non è certamente un libro complicato e neppure impegnativo. Tuttavia la sua lettura è piacevole, anche se può essere un po’ faticosa per chi non è già abituato al surrealismo dei testi delle canzoni del gruppo di cui Elio è il leader. Una lettura che fa sorridere e in alcuni tratti fa anche tutti riflettere, piccoli e grandi. E' proprio vero, le favole non sono più quelle di una volta!

Marion Zimmer Bradley (deceduta nel 1999) fin dal suo esordio, nel 1952, si è imposta come autrice di primo piano del fantasy, soprattutto con il ciclo di Avalon e la saga del Giglio. Nella sua vastissima produzione (oltre sessanta romanzi e innumerevoli racconti), Marion Zimmer Bradley ha esplorato ampiamente il territorio della fantascienza, in particolar modo nella saga di Darkover, ma anche del romanzo gotico e di quello horror, con le avventure nel paranormale di cui anche L’erede, un romanzo ora tradotto e pubblicato per la prima volta in italiano da Longanesi. La vicenda de L'Erede tratta di Leslie Barnes, una psicologa da poco trasferitasi a San Francisco, che ha finalmente trovato la casa dei suoi sogni. Lì, insieme a sua sorella Emily, spera di poter iniziare una nuova vita, lasciandosi alle spalle alcuni episodi di chiaroveggenza che, se le hanno permesso di contribuire all’arresto di un pericoloso assassino, l’hanno anche turbata profondamente. Il destino, tuttavia, sembra avere altri piani: Leslie viene infatti risucchiata in un vortice di fenomeni paranormali ancor più terrificanti, che la mettono a dura prova. Non proseguo nella descrizione per non anticipare la trama al lettore, anche perché questo romanzo si regge su una struttura meno potente del solito, difatti in molte altre occasioni lo stile della Bradley si è dimostrato più concentrato ed incisivo. Una storia che avrebbe potuto assumere connotati più approfonditi ed accattivanti, quindi. L'impatto comunque è buono, vista la caratura dell'autrice, per gli appassionati è sempre una testimonianza della sciolta capacità della Bradley di passare da registri fantascientifici e fantasy a quelli paranormali.


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comics

di kovacs

Qui custodiet ipsos custodes? Who watches the watchmen? Chi controlla i controllori?

Il mondo dei fumetti supereroistici ha vissuto alti e bassi nella sua ormai lunga storia, periodi di evoluzione e di crisi, cadute e rinascite. Il momento, però, più alto del genere si è sviluppato certamente verso la metà degli anni '80, perché videro irrompere sulla scena alcuni maestri, che avrebbero introdotto cambiamenti rivoluzionari e irreversibili. Frank Miller certamente è tra questi, ma accanto a lui non può non nominarsi Alan Moore, che con Watchmen pose un netto confine tra passato e futuro del mondo dei comics. Sceneggiato, appunto, da Alan Moore e disegnato da Dave Gibbons, Watchmen ha avuto un'influenza tuttora percepibile nel genere. L'opera presenta caratteristiche che possono accostarla tranquillamente a un grande romanzo della letteratura del Novecento, sia per lo stile narrativo, che per i contenuti. Intensa, nel dipingere un mondo permeato da una logica pessimismo e improntata all’imminenza del cataclisma. Dolorosa, nello sviscerare i meandri più profondi dell'animo umano. Drammatica, nel fornire una lettura dei conflitti che agitano i rapporti tra gli esseri umani. Profonda, nell’argomentare i temi di scelta, casualità, destino, sacrificio. Ambientata in un mondo parallelo, ritrae un momento di massima tensione della guerra fredda tra USA e URSS, ormai vicinissimi ai confini del terzo e ultimo conflitto mondiale. Sullo sfondo della vicenda politica, si agitano alcuni vigilantes mascherati: una storia nella storia. Dopo essere stati messi fuorilegge da una legge degli States, iniziano ad essere coinvolti uno ad uno in omicidi e tranelli, che generano il sospetto di un complotto ai loro danni. La vicenda, quindi si evolve seguendo il dipanarsi dei misteri dietro l’intrigo. Nel mentre abbiamo modo di conoscere passo dopo passo i protagonisti e le loro vite. Ognuno ha la sua storia, le sue esperienze, i suoi problemi, i suoi ricordi e rimpianti. La tecnica narrativa fa spesso ricorso al flashback, non rendendo mai la lettura confusa. Anzi, la sceneggiatura di Moore, benché complessa e molto articolata, si sviluppa con estrema natu-

ralezza, riuscendo a disorientare il lettore solo sul piano dei contenuti, perché crea illusioni e mistero intorno al tema guida del complotto, che viene svelato lentamente fino alla sorpresa di un finale imprevedibile e amaro. Ma l'elemento più innovatore di Watchmen consiste nell’aver ridisegnato le caratteristiche del super-eroe, evidenziandone le difficoltà, l'umanità, la capacità di sbagliare. In altre parole Alan Moore distrugge e ricostruisce le caratteristiche dell'introspezione psicologica dei personaggi, che, fino a quel momento, animavano il mondo dei comics. Tutti i cliché, le consuetudini stilistiche e narrative vengono stravolte. Tanto per fare un esempio, in Watchmen il confine tra bene e male non risulta definito nettamente, anzi emerge un’intersezione tra i due concetti nelle incertezze dei protagonisti, nella follia di un mondo sull'orlo del precipizio. Fra tutti i personaggi dell'opera certamente Rorschach è quello che affascina maggiormente, per il suo essere estraneo ad ogni compromesso, per aver vissuto un'infanzia terrificante, per come si trasforma da uomo in maschera, non riuscendo più a distinguere dove comincia l'uno e finisce l'altra, rasentando la follia e la paranoia. La sua visione del bene e del male è netta, perché opera una divisione come tra il bianco e il nero, presenti nella sua maschera in forma di macchie, come quelle, appunto, del test Rorschach. Ma la sua visione risulterà perdente, quasi come ad evidenziare ancora una volta che bene e male sono concetti relativi, i quali dipendono dall'evolversi delle situazioni e dei tempi. Dr. Manhattan è l'altro personaggio di spicco della vicenda, perché è in effetti l'unico dotato di poteri sovrumani, che lo rendono pari ad un dio, capace di vedere i fili del destino che regola l'universo. Ma la sua centralità deriva anche dall'essere protagonista di uno dei momenti più alti di Watchmen, ovvero una riflessione sul valore della vita umana, sulla sua unicità. L'ultimo personaggio della vicenda che occorre ricordare è Ozymandias, il re dei re, l'uomo più intelligente del mondo, lucido e tormentato, rappresenta un'icona del detto "le vie dell'inferno sono lastricate di buone intenzioni". In ogni caso tutti i protagonisti della vicenda hanno la loro importanza nel suo sviluppo. Ognuno di essi è come l’elemento di un puzzle, alcuni sono più piccoli, altri più grandi, tutti sono indispensabili per la costruzione del disegno. Sotto l’aspetto grafico, Watchmen è ugualmente un’opera di estrema complessità. La definizione di ogni minimo particolare nelle tavole è quasi maniacale, la ricercatezza, l’uso e la definizione del colore un elemento fondamentale nel fascino dell’opera.

Watchmen, in sintesi, è un'opera immortale che strega sempre ad ogni lettura, un'opera d'arte complessa, profonda come poche, recentemente ristampata dalla Play Press, dopo essere stata introvabile per anni. Volete un buon consiglio? Prendetelo.


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re.ar t di tanica

................................................................. fino al 14 novembre Museo Vela - Ligornetto Winckelmann e l’Egitto La riscoperta dell’arte egizia nel 18° secolo ................................................................. fino al 14 novembre Museo Villa dei Cedri - Bellinzona Omaggio a Giovanni Genucchi sculture ................................................................. fino al 14 novembre Museo Villa dei Cedri - Bellinzona Massimo Cavalli - Carte 1960 - 2003 disegni, acquarelli, pastelli e tecniche miste ................................................................. fino al 14 novembre OfficinaArte - Magliaso Magic House dipinti di Bruno Bordoli ................................................................. fino al 23 novembre La Fabbrica - Losone Radura opere di Béatrice Stähli ................................................................. fino al 25 novembre Galleria al Parco - Muralto Massimo Piras, Annette Bronz e Silvia Kedzlor fotografie, dipinti e sculture ................................................................. dal 26 novembre fino al 18 gennaio La Fabbrica - Losone Thule - altrove dipinti di Andrea Chiesi. ................................................................. fino al 28 novembre Castelgrande - Bellinzona Collettiva X-Boy Architetures ................................................................. fino al 28 novembre Pinacoteca Cantonale G. Züst - Rancate I David: due pittori tra Sei e Settecento dipinti di Lodovico A. David e Antonio David a confronto con le opere di Francesco Cairo, Ercole Procaccini il Giovane, Paolo Pagani e altri. ................................................................. fino al 12 dicembre Pinacoteca casa Rusca - Locarno Pierre Casè antologica ................................................................. fino al 23 dicembre Galleria Gottardo - Lugano Oltre Bering Oggetti delle Colonie Russe del Nord Pacifico ................................................................. fino a gennaio 2005 Spazio all'Arte Pharmaton - Bioggio Lorenzo Cambin opere mobili e disegni su tela ................................................................. fino al 9 gennaio Castelgrande - Bellinzona Artisti ticinesi al lavoro nei loro ateliers fotografie Fredy Bachmann e Patrizia Falconi ................................................................. fino al 15 febbraio Museo Hermann Hesse - Montagnola Il magico Vescovo opere di Hugo Ball .................................................................

Fino al 16 gennaio Museo Cantonale d'Arte - Lugano Il linguaggio dell’infanzia nell’arte 1909-2004 La mostra Les enfants terribles. Il linguaggio dell’infanzia nell’arte 1909-2004 percorre un arco di tempo che va dalle Avanguardie del Novecento ad oggi con circa 120 opere tra disegni, dipinti, sculture, video e installazioni di 30 artisti internazionali. Il progetto si inserisce in un ciclo espositivo ideato e curato dal Museo Cantonale d’Arte, volto ad approfondire tematiche fondamentali per lo sviluppo dell’arte moderna. Les enfants terribles focalizza un tema che ha profondamente interessato le Avanguardie Storiche: il disegno infantile quale manifestazione di una creatività libera da condizionamenti e sovrastrutture culturali alla quale guardare per liberarsi dalla tradizione. La mostra è a cura di Marco Franciolli, direttore del Museo Cantonale d’Arte, da Helmut Friedel, direttore della Städtische Galerie im Lenbachhaus, Monaco, e da Giovanni Iovane, docente di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea all’Accademia di Brera, Milano. I primi artisti ad interessarsi intensamente al disegno infantile sono stati Wassily Kandinsky con Gabriele Münter e il Gruppo del Cavaliere Azzurro. Essi hanno riunito una collezione di disegni di bambini, ora custoditi presso il Lenbachhaus di Monaco, pubblicati in parte nell’Almanacco del “Cavaliere Azzurro” a fianco di opere di Henri Rousseau e di Pablo Picasso. Anche Paul Klee ha raccolto numerosi disegni ascrivibili a questo tema, compresi quelli del figlio Felix. Altri artisti hanno osservato con grande attenzione il disegno infantile. Fra essi si possono citare Joan Miró, Jean Dubuffet, Alexej Jawlensky, Fortunato Depero, Bruno Munari. Le opere di questi artisti compongono la sezione storica della mostra. Ordinata filologicamente, la sezione presenta i disegni di bambini appartenuti agli artisti affiancati alle opere degli artisti stessi. Nell’arte degli ultimi decenni, la presenza di elementi appartenenti al mondo infantile è ormai ricorrente, la mostra quindi propone un’ampia selezione di opere, realizzate da artisti ormai riconosciuti in ambito internazionale, dagli anni Sessanta ad oggi, volta a sottolineare la presenza dell'elemento puerile nell'arte contemporanea. In questa seconda sezione sono presenti opere di Donald Baechler, Christian Boltanski, Joseph Beuys, Gary Hill, Carsten Höller; Mike Kelley, Jeff Koons, Zoe Leonard, Urs Lüthi, Eva Marisaldi, Fausto Melotti, Annette Messager, François Morellet, Liliana Moro, Yoshitomo Nara, Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Pia Stadtbäumer, Jean Tinguely, Rosemarie Trockel, Andy Warhol. Per informazioni: www.museo-cantonale-arte.ch


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mostre fino al 21 novembre IV° Biennale dell’immagine Chiasso Il mondo in camera

Il mondo in camera è titolo di questa edizione della Biennale dell’immagine 2004 che sta avendo luogo fino al 21 novembre in molte sedi di Chiasso, seguendo un viaggio attraverso i molteplici volti della globalizzazione, tramite lo sguardo di una quindicina di fotografi di risonanza nazionale e internazionale e di una nutrita schiera di videoartisti, che hanno percorso il pianeta per cogliere in immagini la rapida quanto inesorabile metamorfosi delle varie realtà sociali nel mondo. In esposizione seicento immagini effettuate da ottanta autori, e ripartite in dieci mostre disseminate in un percorso tra Chiasso e alcuni comuni limitrofi, con sette esposizioni monografiche e tre a tema. Il progetto vuole proporre una lettura che abbia un taglio narrativo, sociale, poetico e persino storico, sulla genesi della mondializzazione, coniugandola con quella delle identità territoriali che in ogni angolo del pianeta vengono inevitabilmente messe in causa, producendo irrimediabili quanto inimmaginabili frammentazioni.

Fabbrica Ex-Calida - Chiasso Storie della globalizzazione a cura di Daniel Schwartz fotografie di Andreas Seibert, Thomas Kern, Cristina Nuñez, Stephan Vanfleteren, Shehzad Noorani, Ziyo Gafic, Tim Hetherington, Bertien Van Manen, Philip Jones Griffiths, Akinbode Akinbiyi + Il lungo addio Una storia fotografica sull’emigrazione italiana in Svizzera dal dopoguerra a oggi, a cura di Dieter Bachmann e con quaranta fotografi tra cui Werner Bischof, Rob Gnant, Uliano Lucas, Giancolombo, Gianni Berengo Gardin + Tutto sotto controllo - Indizi d’umanità a cura dell’Ufficio previdenza del Comune di Chiasso - “Chiasso culture in movimento” Marco Galli, Massimo Daviddi, Simonetta Candolfi, Paolo Cavalli Momenti espositivi, proiezioni video e animazioni. Marco Beltrametti - Tracce d’esilio Sandro Grandinetti - Il sistema degli affetti Archivio della Polizia Cantonale documenti e fotografie Cristina Galbiati e Mohammed Soudani Indizi di umanità + Otto vintage prints di Lewis Hine Una serie di immagini originali realizzate nel 1909

Galleria Mosaico - Chiasso Etica e genetica fotografie di Luigi Gariglio Museo Vela - Ligornetto Ostenda e Bamako Fotografie e testo Reto Albertalli

20 novembre IFDUIF Video Festival Associazione Culturale Borgovico 33 - Como Speciale Ito Takashi + Stabile Ex-Calida - Chiasso Speciale Francia, Italia, Olanda + Speciale CHAutori Svizzeri a cura di Silvano Repetto

Galleria ConsArc - Chiasso Indiarasoterra Fotografie di Stefania Beretta Spazio Arcadia - Chiasso Slop&Houses Fotografie d’architteture di Georg Aerni

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Fino al 30 dicembre Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona omaggio a Joseph Beuys

E’ dedicata a uno dei protagonisti dell’arte contemporanea d’avanguardia la mostra presso il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona. Omaggio a Joseph Beuys, a cura di Lucrezia De Domizio Durini e Rolando Bellini, è visitabile fino al 30 dicembre 2004. Una sezione della mostra presenta 43 scatti di Buby Durini che documentano l’operato del maestro. L’occhio magico di Buby Durini, attraverso l’obiettivo delle sue macchine fotografiche, ha documentato in modo impareggiabile e unico la vita e l’opera del grande maestro tedesco, realizzando, nell’immagine fotografica, la concretizzazione del concetto allargato di arte, teso a dimostrare che la “difesa della natura è la difesa dell’uomo”. La trilogia Difesa della Natura (1984), Olivestone (1984), e Diary of Seychelles (1980-2004), accompagnata da gigantografie dell’artista, vuole simboleggiare da un lato il pensiero-azione beuysiano, dall’altro lato anche la trilogia dei luoghi espositivi: il Museo Comunale d’Arte Moderna di Ascona, Casa Serodine e Piazzetta del Municipio, oltre alla Fondazione Monte Verità. Una sezione della mostra è allestita presso Casa Serodine e presenta video d’artista in omaggio a Joseph Beuys realizzati da: Marco Agostinelli, Mario Bottinelli Montandon, John Cage, Lucio Cabutti, Stefano Cagol, Merce Cunningham, Marco Cardini, Giuliana Cuneaz, Intercity Team, Carla Della Beffa, Davide Grassi

e Igor Stromajer, Ingeborg Lüscher, Daniele Pario Perra, Nordine Sajot, Una Szeemann, Pierparide Tedeschi e Marco Ligabue, VidmakGruppe, Barbara Vistarini, tra cui ruolo particolare spetta a Goodmorning/Mr. Orwell – Bounjour/Monsieur Orwell di Nam June Paik. Un documento video a se stante è rappresentato da Campo Nomade Primaverile 2004 opera del gruppo Niska che documenta in forma creativa un punto di arrivo/partenza ideale il processo di espansione del pensiero beuysiano, inoltre verrà presentata la videodocumentazione della cartella grafica ADESSO realizzata il 13 maggio 2004 al Campo Nomade Primaverile con opere di: Mario Bottinelli Montandon, Emanuel Dimas de Melo Pimenta, Franco Lafranca, Pippo Gianoni, Niska, Reto Rigassi, Aldo Roda, Renzo Tieri. Davvero interessante quest’esposizione dedicata alla figura di un maestro che solitamente dialogava con il suo pubblico, cercando così l’incontro interpersonale con l’intenzione di suscitare in ognuno una propria personale percezione del valore dell’arte, ciò per ricongiungersi al pensiero di Goethe che dice che “un volta assicurata l’esistenza, l’uomo è creativo”. Per informazioni: tel.: 091.7805100 www.cultura-ascona.ch



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