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04.2005
mensile gratuito della Svizzera italiana per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte
RE.ART - Lomography
RE.VISION - Intervista a Dario Argento
RE.PLAY - Garbage
GAMES - CONCORSO Nintendo DS
TREND.SETTERS - Ultraviolet generation
www.resetmagazine.ch
TOUR OF TASTE. ALLA SCOPERTA DEI SAPORI. Un viaggio attorno al mondo, da una specialità culinaria a un’altra. www.winston.ch *
*Riservato ai fumatori e alle fumatrici di oltre 18 anni domiciliati in Svizzera
Light in Taste
editoriale Di solito evitiamo di addentrarci in temi prettamente politici o religiosi, ma a due giorni dalla chiusura di questo numero di re.set è successo, Papa Giovanni Paolo II ci ha lasciati. Ci è sembrato giusto rendergli un ultimo saluto. L’emozione che ha sopraffatto il mondo non ha lasciato indifferente nessuno. Questo perché ci si è resi conto che un grande uomo ha abbandonato questa terra lasciando dietro sé un vuoto, e tanta saggezza da renderlo una voragine. In questi giorni di cordoglio mondiale, prima e dopo la morte Karol Woityla, si sono dette tante cose, forse troppe. Si è parlato di lui nel bene e nel male. La sua vita, le sue avventure giovanili, le sue passioni (il teatro, lo sport, la montagna), la sua fede, le sue sfide, i sui scritti e discorsi, le sue regole, i suoi pensieri, i suoi gesti, le sue rabbie, le sue scudisciate morali... tutto il possibile è stato scandagliato ed analizzato minuziosamente. Questo ha lasciato esterrefatti i detrattori più severi del Pontefice, pure quelli più smaliziati e cinici. Un senso comune che ha unito, oserei dire globalizzato, il mondo intero, raccolto su questo uomo che in ventisette anni ha costruito e combattuto per la pace nel mondo. Un ultimo omaggio inoltre, su questa figura che ha saputo attirare a sé i giovani, quelli che più di altri
hanno accompagnato il Santo Padre durante il suo ultimo viaggio, con partecipazione e serenità, con canzoni ed applausi, facendogli sentire la presenza, propositiva e vitale di cui non ha mai nascosto di trarne beneficio, un’energia che lo rinfrancava e gli dava fiducia nel futuro. Questa l’immagine che più ci ha colpito, questo scambio d’amore che travalica ogni credo e morale, avvolgendo questa morte in qualcosa di epico e psicomagico che non dimenticheremo. G. B.
In questo numero di re.set abbiamo alcune novità, una fra tutte lo spazio sottostante che diamo a disposizione degli illustratori e comunicatori visivi che vogliono farsi pubblicità. Uno spazio gratuito, dove potete mettere un’immagine a vostra fantasia e dove indicare i vostri riferimenti a chi fosse interessato al vostro lavoro. Per sottoporre le vostre illustrazioni scrivete a marco@resetmagazine.ch.
elena jermini / torricella / elenajermini@hotmail.com
TREND.SETTERS
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REPORT - Gioielli per feticci REPORT - Expo 2005 MODA - Ultraviolet generation REPORT - Orgasmatron + SCANNER FREE.STYLE
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REPORT - Freestyle Motocross - Il circo delle moto volanti REPORT - l giro del mondo del GlobalFlyer HI.TECH
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CYBERCORNER - Robotica - Una lenta evoluzione WEBCORNER + CYBERFLASH PRODUCT GAMES - Nintendo DS CONCORSO Nintendo DS + GAMEFLASH RE.PLAY
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DISCHI - Recensioni DISCHI - Garbage - La bella e le bestie DISCHI - Beck + The Arcade Fire SWISS SOUND + MONDO PUNK INFORMER LIVE - HowieB + Bak XIII LIVE - Same Old Shit Night LIVE - Deconstruction Tour + Nextpunk Festival LIVE - Jazznojazz + Tokyo/ Rio in una notte LIVE - Live Italia + Live Svizzera LOCALCORNER - Skywave + Rete Tre LOCALCORNER - Nest - Il Coscritto RE.VISION
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CINEMA - Dario Argento CINEMA - Hotel Rwanda + The Ring 2 CINEMA - Supersize me + Sideways NEXTSCREEN + Profondo blu CINEMA - Nascosto nel buio + DVDMANIA RASSEGNE RE.AD
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LIBRI LIBRI - Prenditi il tempo, e tienitelo stretto LIBRI - Jim Morrison - Vita, morte e leggenda LIBRI - Piccoli spazzacamini + Premio Letterario Bookcorsaro REPORT - La terra di mezzo tra il popolo elvetico RE.ART
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TEATRO - La primavera a teatro AGENDA MOSTRE PHOTO - Lomography REPORT - Biennale dell’Immagine in Movimento + Banksy! GALLERY - Picasso - La seduzione del classico REPORT - Divertimanno Confronti + CONCORSO
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ABBONAMENTO
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ŠkodaFabia RS
MUSCOLI A QUINTALI. MA NON UN GRAMMO DI GRASSO.
La Fabia RS. Una delle utilitarie più agili in assoluto. Con una coppia di 310 Nm già a partire da 1900 g/min., dirompenti 130 CV di potenza diesel e un consumo di appena 5,4 l/100km. Ma basta coi numeri, lasciate parlare i fatti: Provate la Fabia RS dal vostro concessiowww.skoda.ch nario Škoda, testate su strada il suo cambio a 6 marce e il suo esclusivo interno sportivo!
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AG: Beinwil am See Garage Hug Buttwil Garage Scheuber Kleindöttingen Centrum Garage Schinznach Bad AMAG Service Spreitenbach Garage Zürichtor AI: Appenzell Scheidweg-Garage BE: Bern-Bümpliz AMAG Brügg-Biel AMAG Langenthal Garage Gautschi Thun City-Garage BL: Sissach Garage Wirz BS: Basel ASAG FR: Matran AMAG GE: Petit-Lancy AMAG GL: Netstal Auto Sauter GR: Chur Obere Au Garage Davos-Platz AMAG St. Moritz Auto Mathis Zizers Garage Stock LU: Emmen AMAG Luzern Tribschen-Garage NE: La Chaux-de-Fonds Garage de l’Avenir Peseux Garage de la Cour SG: Flawil Hans Neff Haag Garage Roth St. Gallen Garage Schläpfer SH: Schaffhausen Munot Garage SO: Dulliken Autowad Solothurn AMAG SZ: Seewen Garage Gianella TG: Münchwilen Neuhof-Garage Salmsach Auto Gasser Weinfelden AMAG TI: Biasca AMAG Lugano Garage Cassarate VD: Renens AMAG Villeneuve AMAG Yverdon-les-Bains Garage des Lovats VS: Sion Garage Corbassières ZG: Cham Garage Staub ZH: Adliswil Au-Garage Gross Embrach Auto Center Sahli & Frei Richterswil Seegarage Richterswil Uster AMAG Winterthur Töss AMAG
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TREND.SETTERS
REPORT
Gioielli per feticci Il cellulare è ormai divenuto compagno di vita, presente in ogni attimo, principe delle nostre comunicazioni, un mezzo offerto dalle case di produzione in molteplici versioni, sempre più tecnologiche sempre più accentratrici di qualsiasi nostra attività... Questo il nuovo totem del terzo millennio, quello senza il quale tutti ci sentiamo persi, fuori dal gruppo, anacronistici.
Perché il cellulare è il nostro feticcio: quando è scarico ci sentiamo scarichi anche noi, quando è squillante non ci sentiamo più soli, quando è colmo di messaggi sms, è come sentirsi parte del mondo. Con il cellulare oggi possiamo, oltre a telefonare e mandare sms, navigare su internet, giocare ai videogiochi, ascoltare musica, scattare fotografie e filmare la nostra vita quotidiana. E sappiamo che in un prossimo futuro sarà il catalizzatore di tutte le nostre attività, divenendo, con le nuove utilità già in fase di sperimentazione, il centro della nostra vita quotidiana e lavorativa, nonché del nostro tempo libero e del nostro rapportarci con l’esterno. 7201_7688_re.set
09.03.2005
14:52 Uhr
Senza rendercene conto questo oggetto, che più diventa articolato e funzionale, più diventa piccolo, sta è un prolungamento di noi stessi, come se fosse una protesi senza la quale non potremmo svolgere alcune funzioni. Tante sono quindi le giustificazioni per adorare il telefonino, e per dimostrare quest’affetto non c’è niente di più sacrale che offrirgli un gioiello. Questo il nuovo trend, ovvero adornare il proprio cellulare con un gioiellino, in pratica una catenina da infilare nella fessura che si trova sul retro. In vendita nelle bigiotterie e nei negozi di telecomunicazioni queste catenine con appesi ciondolini a forma di cuore, di animaletti, di chiavi e lucchetti, di lune e stelle, arricchiti da strass e pietrine preziose, sono il must di ogni telecomunicatore à la page. Onorare una divinità con dei preziosi è una pratica vecchia quanto il mondo, e spinti da un atavico spirito di idolatria per ciò che ci fa stare meglio e che ci dà speranza, oggi è questo oggetto ad essere magnificato. Come se fosse un totem africano, come se fosse una statua di una divinità indiana, come se fosse l’effige della Madonna dei miracoli. E se si va avanti così, presto gli offriremo anche un anello di fidanzamento, se non addirittura di matrimonio... Meditate gente, meditate. di apache
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Rauchen gefährdet die Gesundheit. Nuit gravement
REPORT
Expo 2005 L’Esposizione Universale di Aichi, in Giappone, è stata inaugurata alla presenza dell’Imperatore Akihito. Più di centoventi paesi hanno partecipato alla cerimonia. La Svizzera ha investito quindici milioni di franchi per marcare la sua presenza alla manifestazione, una vetrina sul mondo che il pubblico potrà visitare fino al 25 settembre.
Più di quindici milioni di persone sono attese nell’area di 173 ettari sulla quale sorgono i padiglioni dell’Expo. Il sito si trova nella prefettura di Aichi, a poca distanza dalla città di Nagoya. L’attrazione principale dell’esposizione giapponese è un enorme teschio di mammuth recentemente scoperto pressoché intatto tra i ghiacci in Siberia.
à la santé. Fumare mette in pericolo la salute.
TREND.SETTERS
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La Svizzera si aspetta che più di un milione e mezzo di persone varchi la porta del suo padiglione, costruito in forma di montagna, progettato così con l’intenzione di giocare con gli stereotipi sul nostro paese per sottolineare - con elvetica autoironia - che il nostro paese offre ben altro oltre alla natura ed al turismo. Una parte del padiglione elvetico è dedicato alla ricerca svolta dai politecnici federali di Zurigo e Losanna, e c’è spazio anche per personalità importanti, come Claude Nicollier, l’unico astronauta svizzero. Il nostro centro espositivo è definito come uno di quelli più interessanti, terzo solo dopo quelli degli Stati Uniti e della Corea. Notevole il dispiego di forze dell’ordine che sarà impiegato per tutti i sei mesi di durata della prima esposizione universale del XXI secolo. Misure di sicurezza addizionali sono state prese per i principali punti di attrazione, incluso il padiglione degli Stati uniti, uno dei più grandi dell’esposizione. Il presidente della Confederazione, Samuel Schmid, guiderà la delegazione svizzera che visiterà il Giappone. E’ previsto che Schmid partecipi alle celebrazioni dello Swiss Day previsto per il 15 aprile e che approfitterà dell’occasione per incontrare i rappresentanti del governo nipponico. Pochi avranno la possibilità di visitare quest’esposizione internazionale, ma a disposizione di noi comuni mortali ci sono a disposizione i siti web www.expo2005.or.jp, per una visita virtuale su tutta l’esposizione, e www.dynamic-switzerland.jp per una visita online nel nostro padiglione.
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TREND.SETTERS
MODA
testo e immagini di Veronica Tanzi
La cibernetica e le nuove tecnologie come robot e cyberg hanno iniziato a legarsi all’immaginario collettivo creando due diverse fasce di opinione. Una delle due è convinta che queste macchine possano aiutare l’uomo e convivere parallelamente nel quotidiano; l’altra - allarmistica - vede queste invenzioni come creature in grado di minacciare l’umanità. Ed ecco che, in un era chiamata “futuro”, esistono dei ragazzi cyberg, pronti, sembra, ad unire questi due modi di giudicare l’argomento. Sta succedendo in una grande ed eccentrica città come Londra, dove alcuni ragazzi ultraviolet, che a vederli sembrano quasi irreali, riescono a trovare uno spazio per esprimersi e manifestare le proprie visioni. Ai piedi portano delle scarpe o stivaloni con suole a zeppa di gomma pesante alte più di 15 centimetri, che sembrano tenerli attaccati alla terra, e i loro vestiti sono fosforescenti, pronti ad illuminare il buio. I capelli sono spariti, vengono sostituiti da estensioni di plastica di ogni genere e forma, dalle tinte forti, sgargianti sotto le luci ultraviolette. Sono le opere di parrucchieri specializzati che dopo ore di lavoro creano delle sculture viventi sorprendenti. I volti sono spesso decorati da trucchi marcati e colorati, o forati da pircing luminescenti al buio. Alcuni di loro sembrano atterrati per caso da un momento all’altro dopo aver sfidato il vento, o usciti per caso da chissà quale magica porta. Nei negozi, unici nel loro genere, si possono vedere ed acquistare gadgets mai visti prima: t-shirt con schermi luminosi compresi di chip e programmi, giacche gommose con forme spaziali ed aerodinamiche, e negli scaffali ci sono in vendita bizzarre strutture di ferro computerizzate da applicare sulla mano, in una sorta di protesi luminosa che s’accende ad ogni movimento delle dita.
Ultraviolet generation
Londra: finita l’era dei punk, ora la fashion subculture s’ispira all’hi-tech dove la sperimentazione è d’obbligo.
Abbinamenti stravaganti ed audaci che miscelano i manga giapponesi con la fantascienza anni ’60, ispirandosi ai videogiochi più avanguardistici e alle pellicole in stile Matrix. Una visione cybernetica, che si lega alla scena della musica techno e dell’elettronica underground. Questo è lo stile della cyber generation che si sta espandendo in Gran Bretagna e in tutta Europa, un trend che diventa sempre più pubblico. Basta che vi guardiate attorno. Ultra violet on line:
In Svizzera l’indirizzo per eccellenza del movimento ultraviolet è il Dock7 (www.dock7.ch), uno spazio a Basilea città dove sono in vendita i prodotti dei trend più innovativi e dove si organizzano vari happening in tema. Per le acconciature il must è Pepis (www.pepis. net) uno dei parrucchieri londinesi più in voga specializzato in elaborate acconciature fluo. Il non plus ultra del cyber, per l’abbigliamento ed i gadgets hi-tech, si trova da Cyberdog (www.cyberdog.co.uk), di base a Londra ma che si avvale di diversi concessionari in Europa. Infine da vedere anche la moda cyberfluo di Clubwearhouse di Amsterdam (www.clubwearhouse.nl), estrema e molto fashion.
cosmic berna
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Sex on the Beach: 2.5 cl Smirnoff Vodka, 2 cl peach schnapps (Archers), cranberry juice, gr
apefruit juice.
Drink responsibly
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TREND.SETTERS
REPORT
Orgasmatron Un dispositivo in grado di stimolare i centri nervosi e di conseguenza provocare un orgasmo... non stiamo parlando di vibratori, bensì di un apparecchio simile all’orgasmatron di Sleeper (1973), il film di Woody Allen, o come quello fantasticato da Milo Manara, il noto fumettista italiano, nella serie intitolata Il Gioco, dove un certo dottor Fez si diverte a tormentare eroticamente la bella Claudia con un telecomando a distanza.
E’ notizia recente: Stuart Meloy, un medico anestesista americano, ha brevettato una macchina dell’orgasmo. Il dispositivo nasce come sorprendente effetto collaterale nell’utilizzo di uno stimolatore della spina dorsale contro i dolori di una paziente sofferente. Applicati gli elettrodi in uno specifico punto della colonna vertebrale e accesa la piccola scarica elettrica, alla donna non solo sono passati i dolori, ma ha addirittura provato un orgasmo come mai accaduto nella sua vita. Meloy non s’è lasciato sfuggire l’occasione ed ha elaborato un dispositivo simile ad un pacemaker, impiantato sotto la pelle di una natica e connesso a degli elettrodi inseriti nella spina dorsale. Nell’orgasmo naturale la stimolazione genitale si propaga tramite le terminazioni nervose per arrivare al cervello che
no La bambina delfi
areranno a nuotare ed altre Ci sono persone che mai imp i no tra le onde come soltanto che, fin da piccole, si muovo una ar, ank Tod a nik Sai caso di pesci sanno fare. Questo è il anni che, partita dal golfo que cin ena app di a ian bimba ind za ek, è arrivata con la sola for di Bombay, a Dharamtar Cre que cin nta Tre eway of India. delle sue braccia fino alla Gat e proprio delfino dalle o ver un a, col pic la chilometri che 11 ore e 40 minuti. Un vero in so cor per ha , ane um sembianze record! rd
Operazione reco
un’operazione chirurgica in Si è conclusa con un successo ultaneamente un piede ed enAustralia per riattaccare sim nte o australiano dopo un incide trambe le mani ad un ragazz o son che ni ma le del e del piede di pallacanestro, con le dita ate put am te sta o son i, ann 10 , tornate vive e rosa. A Terry Wo è crollato un muro di mattoni ndo qua tro des de pie il e ni le ma avebasket dopo che il ragazzino che reggeva un tabellone da a tita par una e ant dur ta iaccia va effettuato una violenta sch le dello stato occidentale capita casa di un amico a Perth, la dell’Australia.
traduce il segnale in piacere. La funzione dell’Orgasmatron (così denominato da Meloy in onore del film di Allen) si pone a metà strada di questo tragitto, consentendo alla donna di raggiungere con più facilità i piaceri del sesso, anche orgasmi multipli, con o senza partner. Meloy prevede che le donne possano usare il dispositivo temporaneamente per riprendere la loro risposta sessuale in caso di frigidità, e secondo lo stesso concetto potrebbe aiutare gli uomini con problemi analoghi. Non è fantascienza. La macchinetta, che forse presto sarà in produzione presso la Medtronics di Minneapolis, potrebbe essere in vendita già quest’anno. Un impianto completo del dispositivo potrebbe costare circa 13mila sterline. E’ già in fase di sperimentazione la versione maschile, ma non sognate ad occhi aperti: pare che questo pacemaker dell’amore avrà delle limitazioni d’uso (un totale prestabilito d’orgasmi alla settimana). Ragazzi, è proprio il caso di dire che le vie della scienza sono multiple!
e che uomini
nn Tsunami: più do
le lo Tsunami, che ha devastato Il numero di donne morte nel ere ess be reb 26 dicembre, pot coste dell’Oceano Indiano il il llo degli uomini. Lo riferisce que a re quattro volte superio la Nel . am Oxf ia tar ani um istenza gruppo internazionale di ass vopro h, dove la catastrofe ha provincia indonesiana di Ace persi, i maschi sopravvisdis e rti cato oltre 220.000 fra mo donne, secondo dati diffusi le ga lun n suti superano di gra Sri Lanka. Il caso più grave ad oggi. Simili i dati in India e i Kuala Cangkoy, dove per ogn Aceh è quello del villaggio di ne. la vita quattro don maschio morto hanno perso at Punto
n Fi Alta velocità co
tiquattrenne residente a Velocità eccessiva per un ven dall’autovelox della polizia Milano che è stato sorpreso st di Vicenza Est e Vicenza Ove stradale italiana tra i caselli di so pre sor ha che llo Que kmh! mentre sfrecciava a ben 232 nto giu rag di velocità era stato più i poliziotti è che il record giovane è stato inseguito, Il to. da una semplice Fiat Pun tuglia che ha provveduto ad raggiunto e fermato dalla pat ente allo Schumacher dell’au un immediato ritiro della pat tostrada.
CONTROCORRENTE CHESTERFIELD DA ARROTOLARE
Rauchen gefährdet die Gesundheit. Nuit gravement à la santé. Fumare mette in pericolo la salute.
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FREE.STYLE
REPORT
s s o r c o t i o t n M a l e o l sty elle moto v Free d o c r i c l I
a o 7 magg i Ghiaccio Reseg Pista di Lugano le Motocross Freesty
vento rande e ava un g it p s ta rio ta n r erta po icino no che il T di una c i g enne n n v n o ti a e tt o e Eran ltimo m endrisio u l’ M l , e o c n ti o lis o di Moto , quand motocic Svizzer e anni fa to a tr n a io i p tt el Cam sale infa a gara d zata un organiz del motocross. i appassionati
ntro per gl otocross, ccasioni di inco non perdere il Freestyle M lla Dema o le re ra no so in più per zzato da Purtroppo è una ragione usicale organi istica cross e questae del format motoristico-mrminata la stagione hockey sica e questo il nom ta di ghiaccio di Lugano. Te tacolo inedito a base di mu ncoMusic nella pis quindi le porte ad uno spet tocross è un’arte sportiva atremi la Resega apre ue ruote. Il freestyle nel mo aggior parte degli sport es acrobazie su d te giovane, nata come la m ra relativamen ntratteninegli USA. e momento d’i ai una dim co a st o p ro niva p i è orm utto ta disciplina ve motocross, ogg All’inizio ques ubblico durante le gare di edia e dal pubblico soprattplina m mento per il pendente molto seguita dai a i pionieri di questa discibatici sciplina indip dei grandi eventi Indoor. Tr ato per i suoi numeri acro Gerin occasione Mike Jones, soprannomin fficiale europeo svoltosi in tto il c’è l’americanoo. Dopo il primo meeting uazione è ora presente in tu e le “Mad”, il pazz , questo tipo di manifest n le sue acrobazie azzardatei moper lo co mania nel 2001 po di spettaco scino del circo, la passione ti to es u Q . te fa vo. rire il continen o urbano e nuo e riesce ad off freesue coreografi esso tempo un evento moltandi esperti del motocross eso. st sp gr tori ed è allo questa giornata con i più e vi lascerà col fiato so Non mancate Un evento straordinario, ch style indoor. sic.ch www.demamu
REPORT
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Il giro del mondo del GlobalFlyer
A cento anni dalla morte di Jules Verne, il noto romanziere de Il giro del mondo in 80 giorni, il sogno della trasvolata del mondo nel minor tempo possibile non è ancora tramontato. Anzi. Anche se oggi non si parla più di giorni, bensì di ore. Un sogno che dalla fantasia di Verne, è passata attraverso le imprese di Lindbergh per arrivare ai giorni nostri e all’intraprendenza di Steve Fossett.
altitudine. L’intrepido è riuscito a schiacciare qualche breve pisolino mentre era innestato il pilota automatico e il centro di controllo del volo vigilava pronto a dargli la sveglia in caso di pericolo. Queste nuove tecnologie d’alto livello hanno permesso al pilota di espletare le sue funzioni vitali senza grossi problemi, a parte qualche giustificabilissima emicrania. Già recordman del giro del mondo in pallone e in barca a vela, Fossett è abituato ad exploit di questo genere: in questo caso il sostentamento era costituito da barrette liofilizzate e da milkshakes ad alto valore proteico. Il volo è stato trasmesso in diretta sul sito della Virgin (www.virginatlanticglobalflyer.com), ed ha registrato una media di circa una settantina di milioni di visite in ogni ventiquattr’ore. L’imprenditore britannico fondatore dell’azienda aeronautica, sir Richard Branson, l’anno scorso ha costruito e messo in orbita la prima navetta spaziale privata, lo SpaceShipOne. Il giro del mondo di Fossett è la dimostrazione che il motto di Branson, volere è potere, funziona ancora alla grande. Come Branson stesso ama ripetere, è grazie ad imprese come questa che l’umanità ha potuto imboccare la strada del progresso. Chissà che ha in mente per il futuro!
Athleticum MTB -Team
Steve Fossett è diventato il primo uomo al mondo ad aver compiuto, ad inizio marzo scorso, la trasvolata del globo terrestre in solitaria senza scali né rifornimenti, battendo anche il record di 80 ore che si era prefisso all’inizio,
atterrando dopo solo 67. La Federazione internazionale dell’aeronautica, che ha sede a Parigi, ha richiesto che fossero attraversati tutti i meridiani del pianeta percorrendo non meno di 36.788 chilometri ovvero l’intero Tropico del Cancro. Un’impresa che entrerà nella storia dell’umanità ed è riuscita con successo al primo colpo, ma che aveva rischiato di fallire mentre Fossett sorvolava il Giappone: difatti gli strumenti avevano registrato un livello pericolosamente basso di kerosene, e si era temuto il peggio, ma l’attempato miliardario - sì, perché Fosset è un arzillo pensionato miliardario - non si è perso d’animo ed ha proseguito nell’avventura nonostante la sua vita fosse in pericolo. Il mezzo con cui ha affrontato la straordinaria avventura è il Global Flyer (vd. foto), un apparecchio ultraleggero in fibra di carbonio e grafite progettato e costruito appositamente per lui dalla Virgin di Sir Richard Branson, il magnate impegnato in settori che vanno dalla musica alle navette spaziali. L’apparecchio non è stato mai guidato da altri piloti, dunque onore a questo incredibile sessantenne che ha dimostrato intraprendenza, temeriarità e fiducia nel veicolo. Fossett ha saputo superare delle dure prove per poter restare sempre in volo senza fermarsi, più o meno tra i 10 e i 14mila metri di
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HI.TECH
CYBERCORNER
di Alessio Cassis
Robotica Una lenta evoluzione
Sin dagli albori di elettronica e informatica i robot hanno fatto parte dell’immaginario collettivo. Dai robot di Asimov, ai siloni di Battlestar Glactica la robotica è evoluta, sia nella fantasia che nel mondo reale. Ahimé, l’evoluzione di quest’ultimo non è stata tanto stupefacente come molti si aspettavano. Gli androidi dalle sembianze umane non sono nemmeno all’orizzonte, basti pensare che un robot che si muove sue due gambe è storia recente.
robot alto 60cm capace di camminare su due gambe e che Sony vorrebbe affiancare ad Aibo come giocattolo hi-tech. Anche Honda ha presentato il suo robot bipede; denominato Asimo, il robot di un metro e trenta per 54 chili è in grado di camminare e correre e detiene il record di velocità a pari merito con Qrio. Se si pensa che entrambi le società sono giunte solo ora a far camminare un robot, ci si rende conto che la scienza robotica sta muovendo solo i primi passi. Nulla di cui vergognarsi s’intende, creare un automa non è cosa da poco e richiede profonde conoscenze in innumerevoli campi, quali informatica, fisica e meccanica.
Le macchine sviluppate finora sono concepite per svolgere un singolo compito, in un luogo preciso e a determinate condizioni; siamo quindi ben lontani da un D3BO o un semplice robocop. Tuttavia, seppur lentamente, qualcosa si muove. I primi robot hanno trovato applicazioni pratiche nel mondo reale e si sono rivelati utilissimi nell’esplorazione spaziale. Le associazioni, private e pubbliche, che finanziano competizioni dedicate alla robotica si sono moltiplicate e, com’è spesso il caso per le tecnologie di punta, gli organi militari hanno investito molto in questo campo. Basti pensare ai dodici milioni di dollari che l’esercito USA ha investito per lo sviluppo di automi in grado di soccorrere i soldati in zone di guerra. Un piccolo investimento se paragonato ai quasi quindici miliardi di dollari previsti per il Future Combat System, progetto che, tra le altre cose, prevede lo sviluppo di armamenti aerei e terrestri privi di esseri umani a bordo. Il progetto più riuscito e rappresentativo è sicuramente la missione NASA per l’esplorazione di Marte, dove non senza problemi, i robot Spirit e Opportunity hanno portato a termine una missione senza precedenti. I due robot stanno esaminando il suolo marziano da oltre un anno, fornendo dati impensabili da ottenere fino a qualche anno fa. Ma si tratta di progetti enormi e che necessitano di risorse finanziarie che pochi, anzi, pochissimi possono permettersi. La missione NASA sopraccitata è costata più di ottocento milioni di dollari. Motivi questi che tengono l’utilizzo di robot lontano dalle nostre case, se non per qualche rara eccezione. L’esempio più famoso di robot ad uso domestico è rappresentato dal cagnolino Aibo creato da Sony, ma essenzialmente si tratta di un giocattolo un po’ più evoluto degli altri. Sempre Sony a realizzato Qrio, un
Sono molti i campi d’applicazione della robotica e sempre di più industrie e ambienti scientifici sono interessati nel promuoverne la ricerca. Motivo che ha spinto la creazione di numerose competizioni dove i robot e i loro creatori si sfidano nei compiti più disparati. Fino ad ora, la competizione più ambiziosa si è tenuta negli Stati Uniti, dove il DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) ha messo in palio un milione di dollari per il vincitore di una corsa di 240 km attraverso il deserto. La corsa prevedeva l’utilizzo di auto completamente autonome, su un percorso di cui i partecipanti venivano a conoscenza solo due ore prima della partenza. Gli obiettivi della competizione erano volutamente elevati, e quindi i risultati non dovrebbero sorprendere. Nessuno dei quindici partecipanti è giunto al traguardo e il miglior risultato è stata la percorrenza di soli dodici chilometri. Altra competizione prestigiosa è rappresentata da Robocup (www.robocup.org), gara in cui i robot si sfidano nelle categorie Soccer e Rescue. Vantando partecipanti da ogni parte del mondo, Robocup si svolge annualmente in una città diversa; quest’anno è il turno di Osaka ad ospitarne i campionati.Ma vi sono persone che utilizzano la robotica in maniera più insolita, come il gruppo tedesco Robotlab (robotlab.de) di Karlsruhe. Il gruppo acquista vecchi robot di catene di montaggio, in particolare i bracci meccanici, riprogrammandoli in seguito per farli dipingere ballare e, sempre a detta di Robotlab, persino mixare musica a un party.Esiste persino una convention per l’utilizzo artistico dei robot. ArtBots: The Robot talent show (www.artbots.org) premia ogni anno le applicazioni più estrose della robotica. Giunta alla sua quarta edizione, ArtBots da allo spettatore l’illusione che anche il freddo metallo abbia un’anima.
WEBCORNER
HI.TECH
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www.medicine-show.net
Medicine-show.net è un portale italiano fondato da professionisti della cultura che offre ai navigatori della rete un’esauriente piattaforma culturale ed informativa. Il tema principale è la musica in tutte le sue declinazioni (recensioni, approfondimenti, primi piani su band e artisti), ma anche letteratura ed informazione generale trovano il loro spazio, grazie a segnalazioni e critiche. Ma non è tutto. Medicine Show è anche un mensile cartaceo di musica che trovate sul sito in versione pdf, da stampare e poi leggere in tutta comodità. Sobrio ed essenziale, senza alcuna esagerata velleità grafica, Medicine Show non è un trend-magazine qualsiasi, ma un serio e colto supporto da leggere con molta attenzione. www.thesofaproject.com
Il divano che ci accoglie, coccola, scalda, sul quale il vostro cane s’accuccia, dove fate l’amore, mangiate, leggete, dormite... il divano è sempre lì ad aspettarvi, basta che abbiate il tempo da concedergli(vi). E’ arrivato il momento di rendergli onore, scattandogli una bella fotografia che lo riveli in tutto il suo disordine, o ordine, a dipendenza del vostro stato d’umore. Fatta la foto andate su www.thesofaproject. com, un sito che dà spazio a tutti i divani (sofà) del mondo. Qui potete trovare poltrone e sofà di tutti i tipi, che rivelano la personalità e la vita dei loro proprietari. Originale Sofaproject, una comunità che che annovera centinaia di appassionati. Fate un regalo al vostro divano, fatelo sentire protagonista! http://imageshack.us
Avete un blog e non avete la possibilità di caricare immagini? Oppure vi piacerebbe postare dei messaggi su quelli degli altri, sui forum e sui messageboards con un’immagine allegata? Ecco il sito che fa per voi, http://imageshack.us, perfetto ed estremamente funzionale, ideale per caricare le vostre fotografie e per avere un album sempre a disposizione. Imageshack® non è un fotoblog, ma semplicemente un archivio che vi dà la possibilità di linkare le fotografie su altri siti grazie alle apposite estensioni con i tag html. Gratuito senza limitazioni di capienza d’archivio.
CYBERFLASH Disponibile il primo service pack per Windows 2003 server Microsoft ha recentemente messo a disposizione il Service Pack 1 per Windows Server 2003. Dopo diciotto mesi di sviluppo e test, la prima release di aggiornamenti presenta molte affinità con il Service Pack 2 di Windows XP. Tra le novità più importanti vi è il Security Configuration Wizard, tool che aiuterà gli amministratori a definire il ruolo del server, bloccando porte e servizi non necessari. Come per Windows XP, anche Windows firewall sarà pure integrato nel sistema operativo, inoltre è stata migliorata l’esecuzioni di processi, rendendo più severo il meccanismo di sicurezza. Il Service Pack 1 per Windows 2003, costituito da un file di 330 MB, è disponibile per le versioni in lingua ingelese e tedesca. Nei prossimi mesi verranno rilasciate le versioni per le altre localizzazioni. Pez come player mp3 Grande trasformazione in vista per i mitici Pez, i dispensatori che hanno letteralmente addolcito generazioni di bambini. La società Lincoln West si è accordata con Pez Candy per lo sviluppo e la vendita di un player mp3 basato sul design del più celebre dei prodotti Pez. Se il gadget verrà approvato dalla direzione di Pez Candy, Lincoln West potrebbe cominciarne la vendita già quest’estate. Il player denominato Pez MP3 sarà dotato di 512 MB di memoria, monterà un piccolo schermo lcd e verrà messo in vendita negli Stati Uniti per 129$. Tra i modelli a disposizione vi saranno pure i personaggi di guerre stellari, fatto questo che attirerà certamente geek e fan di tutto il globo. L’unica pecca di Pez MP3 è rappresentata dall’impossibilità dell’utente di poter rifornire il player dei prelibati dolciumi, mancanza questa di cui sono molti a essersi già lamentati. Informatici ritardatari Secondo una recente ricerca svolta in Canada e nord America, il 95% delle società informatiche consegnano in ritardo o in uno stato insoddisfacente i progetti loro assegnati. I risultati della ricerca sono stati interpretati in maniera molto severa, anche se in realtà solo il 5% delle
di Alessio Cassis
aziende ha risposto di essere sempre puntuali nel terminare un lavoro. Ciò non significa quindi che il restante 95% sia perennemente in ritardo. Tuttavia, la stessa industria informatica ammette che i problemi esistono e sono molteplici. A partire dall’informatica stessa che è imperfetta per sua natura, venditori zelanti che esagerano le effettive capacità dei loro prodotti e staff di sviluppo sottodimensionati sono alcune delle cause dello scontento degli acquirenti. Annullato il virus contest per Mac Lo scopo del DVForge Virus Prize 2005 era di cancellare il mito secondo cui il sistema operativo MacOS fosse più sicuro e invulnerabile ai virus. Per ambire al premio di 25’000 dollari, i partecipanti avrebbero dovuto contaminare due moderni Mac collegati in rete tra loro. In seguito alle molte critiche giunte alla società organizzatrice e al rischio di esporsi a battaglie legali, il CEO di DVForge ha recentemente disdetto la competizione. La ragione che ha spinto DVForge a promuovere questo particolare contest, è che le campagne pubblicitarie di Apple ingannerebbero l’utente affermando che MacOS è libero da virus. La stessa produttrice di antivirus Symantec ha affermato che i computer sono a rischio virus; anche se sorge il dubbio sull’imparzialità della società. Utenti frustrati dai pc Una ricerca USA ha cercato di capire come reagiscono gli utenti di fronte alle numerose e imprevedibili disfunzioni di cui soffrono i loro pc. Secondo la ricerca, circa il 33% degli intervistati in Gran Bretagna reagisce urlando verso la macchina, in qualche arrivando a usarle della vera e propria violenza fisica. In un precedente studio del 2001 invece, ben il 67% degli Italiani si diceva pronto ad infierire sul proprio pc. Ritornando a quest’ultima ricerca, quando per errore vengono persi dei dati, il 75% del campione tenta subito il recupero, spesso ricorrendo al riavvio del computer con il risultato di perdere definitivamente le informazioni desiderate. Mentre solo un magro 15% ha considerato di rivolgersi ad un tecnico IT.
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PRODUCT
iriver H10 L’agguerrito concorrente di iPod Ha da poco lanciato una campagna mediatica davvero massiccia dove un ragazzo e una ragazza addentano maliziosi e sorridinti una mela... Questo lettore Mp3 portatile ha delle caratteristiche molto simili all’iPod. La memoria disponibile incorporata è di 5 Gbite, il che vuol dire raccogliere circa 2’500 brani musicali in 96 grammi di apparecchio. I formati supportati sono Mp3, WMA, ASF e JPG, ma l’iriver è anche una radio FM, un registratore vocale capace di registrare fino a 10 ore di bla bla e un album fotografico con display capace di visualizzare 260’000 colori. L’autonomia della batteria permette 12 ore continuate di riproduzione. Molto pratica è la funzione touch pad, che conferisce a questo gadget l’attitudine di un palmare. L’iriver H10 si propone nei colori blu, grigio, rosso e argento, è fornito di auricolari Sennheiser e il suo prezzo si aggira attorno ai 390 franchi.
www.iriver.com
Vestax QFO The new generation E’ stato presentato l’anno scorso come prototipo e da poco è stato prodotto in limited edition. A vederlo sembra un UFO, invece è il nuovo strumento per Dj della Vestax che integra giradischi e mixer proponendosi come top professionale globale assoluto. E’ munito di due input esterni per ciascun canale, equalizzatori, un nuovo sistema a molla che stabilizza la puntina per gli scratch più selvaggi e un pitch che arriva addirittua a modificare la velocità del suo motore a trazione diretta del 50%. La Vestax è da anni leader incontrastata per giradischi e mixer da scratch, soprattutto indirizzati ai Dj di musica hip hop. E’ questo il momento giusto se volete se decidete di comprarne uno perché non è dato di sapere se questo gioiello verrà in futuro messo ancora in produzione. Immaginate bene, non è a buon mercato, sulla rete con un po’ di fortuna potrete farlo vostro a circa 2’400 franchi. www.vestax.com
Samsung SCH-V600 Orizzontale è meglio La Samsung ha appena presentato la versione migliorata dell’SCH-V500, il primo telefonino con lo schermo girevole uscito l’anno scorso che grazie alla sua versatilità ha riscosso un grande successo. Rispetto al suo predecessore il V600 è più piccolo e più veloce con delle performance che incrementano sensibilmente i suoi cinque giochi elettronici. La risoluzione delle fotografie arriva alla notevole risoluzione di 1.3 megapixel ed il telefono è dotato di una memoria esterna Transflash che vi permette di scaricare al volo le fotografie per poterne fare altre. Per avere il nuovo V600 dovrete pazientare però qualche mese, almeno che vogliate fare una capatina in Corea. www.samsung.com
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GAMES
Nintendo DS
Mettiamo un nastro azzurro alla porta. La cicogna è arrivata con il nuovo cucciolo Nintendo DS!
Sono anni che Nintendo ci stupisce ogni volta con la qualità dei suoi prodotti e delle sue politiche di mercato, sempre controcorrente, ma non sempre remunerative a livello economico. Ci si aspettava un buon prodotto, che potesse sormontare l’incredibile successo del Game boy Advance e i ragazzoni nipponici in questo si sono riconfermati abili conoscitori di un mercato che fino ad oggi non aveva avuto una vera e propria concorrenza. di Michael Bartolotti
La console si presenta in maniera accattivante, con il doppio schermo che riecheggia i vecchi videogiochi portatili a doppio schermo tipo Donkey Kong e company. La grande novità della Nintendo DS (letteralmente Dual Screen) consiste nello schermo inferiore completamente touch screen, che garantisce, con l’ausilio di una pennina, una nuova dimensione alla giocabilità. Come tutti i prodotti Nintendo risulta estremamente facile ed intuitivo prendere dimestichezza con i comandi e il touch screen viene implementato in maniera armoniosa con i giochi provati per la recensione. Nonostante l’implementazione di questo strumento e di alcune funzioni divertenti come la touch screen chat, il prodotto rimane in se, come sempre, una macchina da giochi che non consente funzioni multimediali simili ad un palmare come l’organizer o altro. Un vero peccato, se pensiamo che il principale concorrente della DS, la PSP dovrebbe consentire diverse funzioni multimediali interessanti, attraendo un target più vasto del semplice giocatore di videogiochi. Nonostante questo il salto qualitativo tra Gameboy Advance e DS c’è e si vede. Graficamente risulta equivalente e per certi versi superiore al Nintendo 64 e anche il sonoro è di eccellente qualità con un effetto di simulazione surround lodevole. Ma come tutti sappiamo la console la fanno i giochi e quindi diamo una veloce occhiata ai prodotti visionati. Primo tra tutti il nuovo Mario DS 64 che risulta la trasposizione migliorata della versione per Nintendo 64. Tralasciando il fatto che ad oggi il gioco sia ancora campione imbattuto del genere Platform, questo prodotto sicuramente non mostra le potenzialità della macchina e non sfrutta quasi per nulla, se non nei piccoli sottogiochi inclusi, lo strumento touch screen. In questa versione oltre a Mario potrete usare anche Luigi Wario e Yoshi. Il gioco che invece si fonda principalmente sul touch screen è Wario Touched, di cui abbiamo testato una versione demo. Estremamente divertente e veloce dà un buon esempio di idee creative per dare nuovi sbocchi alla giocabilità. Potrete usare la pennetta in dotazione come se fosse una sciabola per tagliare la frutta, oppure come una pinzetta per estirpare peli superflui, o come gomma per cancellare o altro ancora. Infine un breve assaggio delle potenzialità ce lo ha dato il nuovo Metroid per il DS. Qui la pennetta avrà un ruolo fondamentale perché consentirà di venire utilizzata come un mouse per il computer e dare completa padronanza di Samus in ogni occasione. Inoltre la grafica del test risulta particolarmente convincente e fluida. Insomma un prodotto da tenere d’occhio nei prossimi mesi. Un buon inizio per la nuova grande portatile Nintendo, che però dovrà restare estremamente vigile per l’uscita della sua prima grande concorrente, la Playstation portatile. Fuori le spade, l’ora del duello è vicina!
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GAMES
! ! ! S D o d n e t n i N Concorso
>>> Ragazzi, se vi abbiamo messo l’acquolina in bocca con l’articolo precedente spremetevi bene le meningi perché questo mese mettiamo in palio una Nintendo DS in versione limitata con un gioco completo e le due versioni dimostrative illustrate nella recensione. Per vincere il nuovo venuto di casa Nintendo dovrete rispondere a questa domanda: Nintendo ha un papà adottivo, che è stato il creatore di molti tra i giochi più belli usciti negli ultimi anni. Chi è questo personaggio carismatico? Spedite via mail la vostra risposta con l’intestazione “Nintendo” e il vostro indirizzo postale a redazione@resetmagazine.ch. Il risultato dell’estrazione verrà annunciato il mese prossimo.
GAMEFLASH Gran Turismo 4
Mechassault 2 - Lone Wolf
per PS2
per Xbox
4½/5 di: Marco Mascaro
3/5 di: Marco Mascaro
Eccolo finalmente l’attesissimo Gran Turismo che stavamo aspettando. E’ stata colmata la lacuna dovuta alla pessima mossa commerciale di far uscire GT4-Prologue per aumentare l’attesa del prodotto finale, con l’effetto involontario di far nascere un senso di delusione tra i fan per una versione ancora in fase embrionale venduta come prodotto finito. Invece questo GT4 è una vera e propria sorpresa. Innanzitutto la prima cosa che balza agli occhi è la grafica strepitosa che spreme la PS2 come non mai, battendo anche i concorrenti della illustre rivale Xbox. Ma i prodigi tecnici non si fermano ai meri fasti visivi. Tecnicamente siamo ad un livello di eccellenza, dove ogni autovettura (e questa volta sono 700 i veicoli!) risulta estremamente realistica sia a livello di prestazioni che di risposta ai comandi. L’intelligenza artificiale fa il suo buon lavoro e le musiche e il sonoro possiedono un’accuratezza che ne sancisce una volta per tutte l’elevata qualità . Unico vero neo per questa chicca imperdibile per i fan (e non) della serie, è l’impossibilità di ammaccare gli autoveicoli, fattore che ne abbassa il quoziente simulativo. Poco male. Aspetteremo GT5 per la nuova playstation per ovviare a questa pecca. Nel frattempo godetevi GT4. Ne vale la spesa.
A dispetto dei film che di solito nei seguiti spesso risultano essere poco più di un pappa riscaldata, nei videogiochi invece i sequel sono un passo avanti rispetto al predecessore. Devo ammettere che Mechassault 2 - Lone Wolf mette in dubbio questo concetto. Questo gioco di robottoni ha dalla sua una storia intrigante, un fondale completamente distruggibile, un motore grafico tecnicamente ineccepibile ed un supporto on-line di tutto rispetto. Nonostante questo non sono convinto. Da una parte ci sono nuove idee, una grafica migliorata e un sonoro più che decoroso; d’altro canto le missioni spesso sono troppo simili e la sensazione è di fare sempre la stessa cosa. Inoltre la possibilità di muoversi a piedi con l’ausilio di un Jetpak poteva venir implementata meglio e i Mech risultano essere spesso troppo forti rispetto agli avversari. Risultato: molto fumo e poco “assalto”
MGB www.migros.ch
BLOX. FORGET THE REST.
Garbage
La bella e le bestie
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RE.PLAY
DISCHI
Queens Of The Stone Age Lullabies To Paralyze Interscope
Doves Some Cities Emi
Marlene Kuntz Bianco sporco Virgin
Billy Idol Devil’s Playground Sanctuary
La cronaca di una morte annunciata. Ebbene sì amici amanti dello stoner e del rock del deserto, quello che si temeva è successo, dopo tre album uno più bello dell’altro (se non ne avete nemmeno uno vergognatevi) finisce qui la gloriosa storia dei Queens Of The Stone Age, per gli amici QOTSA. Dopo l’ultimo capolavoro Songs For The Deaf (2002) la coppia Josh Homme - Nick Olivieri si è sciolta, il pugnace bassista dopo l’ennesima litigata ha lasciato il progetto e anche l’ex Nirvana Dave Grohl non si è più fatto vedere. E ciò si sente. Del gruppo culto dal quale i QOTSA sono nati, ovvero i mitici Kyuss, rimane quindi solo il cantante chitarrista Josh Homme accompagnato dal paziente Mark Lanegan, mentre i nuovi reclutati sono l’ex A Perfect Circle Troy Van Leeuwen e Joey Castillo, il bassista nei live è invece l’ex Monster Magnet Dan Druff. Più o meno la cronaca è questa, Homme raccoglie gli scarti e mette insieme un disco che dei QOTSA ha solo il ricordo, ripropone addirittura un brano già pubblicato nell’ultimo Desert Sessions, progetto creativo collaterale. Insomma questo è un disco assolutamente non necessario, scialbo di idee e scialbo di suond (in questo senso la versione “pirata” su Internet è fedele), e scagazzato male. Ci sono solo due ragioni plausibili perché sia uscito, o Homme si è fritto definitivamente il cervello, o aveva disperatamente bisogno di $. In ogni caso non posso prendermela troppo a male, i QOTSA ci hanno dato già così tanto da potermi accontentare, no? E poi, si sa, ogni buona favola musicale finisce male.
Tre è il numero perfetto, ma sull’opera terza dei Doves concediamoci l’ombra del dubbio. Jimi Goodwin dovrebbe spiegarci cosa sia mai “il mood urbano che pervade le prime tracce”. Bè, ci proviamo noi. Some Cities lasciamola perdere tanto l’hanno scritta gli Oasis sotto l’effetto del bromuro. Black And White Town è la colonna sonora glamour (!?) di un vasca notturna per il centro di Manchester. Decidete voi se il fine è lieto o triste. Almost Forgot Myself proietta una città che si riprende dopo un temporale. Snowden canta l’alzarsi all’alba per prendere pane e latte, ma non all’ipermercato. The Storm l’accorgersi di essere imbottigliati nel traffico. Tocca a Walk In Fire, la svolta. Sicuramente quella dell’album, di certo non quella musicale. Provate a riascoltarvi There Goes The Fear di The Last Broadcast. Niente di nuovo sul fronte auricolare. Tuttavia nulla ci vieta di apprezzare. Peccato che siamo in cima all’album e l’elicottero che potrebbe portarci più su non arriva. Allora guardiamo sull’altro versante: alcune persone stanno salendo. Ma sono i Coldplay con in spalla Someday Soon e One Of These Days. Ormai lontanissimi dalla città, si scende verso la campagna dove aleggiano le Shadows Of Salford che conciliano il meritato riposo. Ma improvvisamente un incubo: è Chris Martin, ancora. I Doves esprimono i loro desideri con l’ultima traccia Ambition. L’hanno incisa in un monastero chiuso in Scozia, chiuso per mancanza di vocazioni. E poi dicono che è meglio non tirarsele, le magagne. No dai, alla fine è un disco a cui si può essere devoti.
Uscito da poco il sesto lavoro dei Marlene Kuntz, dal titolo Bianco Sporco. “Questo disco è bianco perché è assenza di colori e sua somma, nascita, rinascita, morte, purezza, innocenza, silenzio, rivelazione, illuminazioni...” Parole di Godano a presentazione del nuovo album, un lavoro che tutti i fan della band italiana aspettavano da tempo. La band forse più acida d’Italia, non tanto per suoni ed attitudine, bensì per le sghembe sensazioni che ha saputo provocare all’ascoltatore: rabbia, solitudine, disperazione, isolazionismo. Ora di fronte a questo nuovo lavoro tra gli addetti al settore e i fan c’è stata una levata di scudi. Imputazione principale? L’essersi afflosciati per dirla in parole povere. Di certo è che i Marlene Kuntz cazzuti degli inizi sono scomparsi, lasciando spazio ad un nuovo corso. Che poi questo non piaccia alla maggioranza dei fan, quelli che gioiscono ancora al suono di Trasudamerica e si esaltano al grido “voglio una figa blu” non è un mio problema, e nemmeno di Godano, Tesio e Bergia, orfani di Dan Solo, ma accompagnati dal bassista tuttofare Gianni Maroccolo. E lo dicono a chiare lettere con l’iniziale Mondo Cattivo, una canzone “arrabbiata” ma non “rabbiosa”: “... quanto più pudore tanti più stronzi che non apprezzeranno mai.”. Il pudore. Ecco il nodo attorno a cui si dipana il senso di questo album. Il pudore quasi femminile di non apparire più come dei devastati urlanti, e di essere per forza immersi nell’isolazionismo sonoro. Un album più femmineo, un passo armonioso nell’altra metà del mondo. Per arrivare alla maturità ci vuole anche questo. Ci sono state troppe seghe fino ad ora, adesso ci vuole anche qualche sgrillettamento. Mi spiego? Disco di gente che sta diventando adulta. Era ora.
La storia del rock’n’roll ha conosciuto ben pochi deragliamenti di carriera così tristi come quello avvenuto a Billy Idol. Il platinato glam-punk Idol ha conosciuto un folgorante successo musicale negli anni ’80, ma anche una discesa negli inferi, accompagnato dalla dipendenza per l’eroina e il crack, ed una vita alquanto dissipata. Tutto quello che ci vuole per perdere l’ispirazione, la credibilità, la famiglia, la dignità. Nell’apice di questo momento spaventoso Idol ha pubblicato, nel ’93, Cyberpunk, il più brutto album della sua storia. Un anno dopo, lo scontro con una fatale pipa di crack troppo carica gli fece comprendere che fosse il caso di tirarsi assieme, prima che i suoi due figli cominciassero a capire che razza di padre degenerato fosse. Un deciso stop alla musica, alle droghe e alla vita notturna, depressione, poi il rifugiarsi in seno alla famiglia, ed eccolo qui, dodici anni dopo, a 49 primavere suonate in una forma fisica sorprendente, con un nuovo album dal titolo Devil’s Playground. Idol ha dato una bella rispolverata alle armi che hanno decretato il suo successo in passato: voce rauca e calda, e brani glam/rock intercambiabili, di cui una buona parte sfacciatamente d’intrattenimento, come il primo estratto Scream che ci fa ritornare ai mitici tempi di Rebel Yell (’83). Da sentire il country di Lady Do Or Die, il folk-rock di Cherie e l’electro di Summer Ring. Un lavoro credibile che ci fa presagire in una graffiante zampata nel futuro.
stoner
2½/5
tanica
3½/5
iggi
3½/5
amos
3/5
RE.PLAY
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Antony and the Johnsons I Am a Bird Now Secretly Canadian
Alex Smoke Incommunicado Soma
New Order Waiting for the siren call London records
Pat Metheny Group The Way Up Nonesuch
Quelli che hanno avuto la fortuna di vedere Lou Reed in concerto per la promozione dell’album Raven, sicuramente ricorderanno questo ragazzo androgino cantare la leggendaria Perfect Day. Anthony è un essere che coltiva la sua ambiguità per mostrare agli altri che non esiste il bianco o il nero, ma che tutto è nella sfumatura, il grigio. Come denso di ombre e sfumature è il suo nuovo disco, I’m a bird now, realizzato con la band di sempre, The Johnsons. Un uccello del paradiso che compone delle canzoni toccanti, vibranti, interpretate con viscerale ma sensibilissima fisicità. Il duo con Boy George in You Are My Sister fa venire la pelle d’oca per quanto splende di musicalità ed armonia, ma pure le collaborazioni con gli altri ospiti, Rufus Wainwright, Devendra Banhart, Lou Reed, sono notevoli. Lou Reed e la sua dolente chitarra fanno parte di un brano, Fistful Of Love, che definerei emblematico per spiegare l’ambivalenza di questo personaggio dalla voce di seta. E’ una struggente ballata in mezzo a tante altre che sorprende per la delicatezza se si considera che il termine “fist” vuol dire pugno e “love” vuol dire amore, combinazione da interpretare, secondo il testo, in termini strettamente erotici. Quindi testi come uno schiaffo in faccia, ma calzato da un guanto di velluto che allo stesso tempo blandisce accarezzando la guancia. Qui non c’è niente di kitsch o gratuito: c’è pathos, di quello vero, quello di cui non si parla mai, quello nascosto nel grigio.
Disco del mese e probabilmente anche dell’anno per ciò che riguarda la scena technotronica. E’ il primo LP di Alex Menzies alias Alex Smoke, artista di Glasgow conosciuto per il sua miscellanea di minimal techno ed electro. Dopo la gavetta classica fatta di dj set e produzione di singoli sbarca finalmente sul grande mercato discografico con il disco della maturità e della consacrazione, un disco per ballare ma sopratutto da ascoltare che si spinge oltre i confini tra minimale, techno ed electro, con inserimenti glitch, dub, ambient, dark e techno latina. Alex Smoke ha prodotto personalmente tutti gli aspetti di questo lavoro dalla composizione alla grafica di copertina e ci propone la sua brillante sintesi e visione musicale con la quale ha indiscutibilmente sviluppato un sound proprio, inedito e nel quale si possono sentire, per fare una citazione, le influenze di techno artisti quali Ricardo Villalobos e Matthew Dear. Il cantato lo troviamo solo in due brani, Don’t See The Point e Ditto, tutto il resto è una prova strumentale di virtuosismo e originalità nell’uso dei sintetizzatori e nella manipolazione dei suoni. Non c’è un solo brano che non meriti di essere ascoltato, Alex Smoke sa essere delicato e emozionale, trascinatore in ipnotici trip da dancefloor, acido, epico, apocalittico, geniale e sperimentale. Di questo nuovo talento della scena elettronica sentiremo ancora molto parlare nei prossimi mesi, il tempo neccessario che il passaparola appena iniziato su internet si diffonda per bene... This is a masterpiece!
Sulla copertina, oltre al titolo dell’album Waiting for the siren call, un NO perentorio, acronimo della nome della band. Come accoglienza non è delle migliori, mi scapperebbe da dire. Ma non mi lascio intimidire. Questo album l’ho dovuto ascoltare due-tre volte, con i New Order è prassi consueta. C’è una cosa magica nei loro album. E’ che certe cose appaiono tremendamente pop, al limite del blob radiofonico che ogni giorno inonda le nostre orecchie. Questo il primo impatto, immancabilmente ogni volta, ma sempre smentito dalla magia degli ascolti seguenti, e qui sta il trucco, si viene stregati da melodie nascoste, come un canto di sirene. E in questo senso il titolo dell’album è azzecato, basta aspettare con pazienza e le sirene arrivano ammalianti. L’unico rimprovero che si può fare a questo nuovo album di New Order è di assomigliare troppo ad un album dei New Order. Krafty il primo singolo estratto ne è l’esempio perfetto con il basso dal suono caratteristico, ritmico ed inscatolato, e le le famose chitarre, melodiche, ariose, dinamiche, infine marchio di fabbrica anche la voce atona e bianca di Bernard Sumner. Queste sono le longitudini che ci rammentano che i New Order sono sempre geniali nel miscelare con intelligenza ed eleganza la leggerezza del pop con la ritmica trascinante della dance e la serietà del rock. Dal punto di vista del sound è un uragano efficace, inimitabile e godibile, attuale e moderno, ma soprattutto esente da qualsivoglia nostalgia. Chi è troppo vecchio per capire lasci il posto ad orecchie giovani.
The Way Up è un disco inadatto un ascolto distratto, veloce, non riflessivo. In altre parole, non è un disco che ha un impatto emotivo immediato. Infatti, prestando maggiore attenzione, ci si rende conto che può essere considerato un lavoro ambizioso, non facile, che punta in alto, presentando diversi e inusuali elementi di complessità, innanzittutto nella struttura stessa del disco, costituito da quasi settanta minuti suddivisi in sole quattro parti. A parte il primo brano che dura poco più di cinque minuti, un ouverture, gli altri sono davvero lunghissimi, variegati e molto articolati, con frequenti cambi di ritmo, intrecci melodici, improvvisazioni, assolo e continui richiami tematici. Il disco si ribella, quindi, ad una concezione musicale usa e getta. Anzi si può dire che ogni volta è capace di regalare impressioni sempre più ricche, rappresentando nel contempo una sorta di sintesi della ricerca musicale di Metheny, sempre in bilico tra jazz, fusion e venature “world”. Accanto al già citato Lyle Mays ed al bassista Steve Rodby, troviamo lo svizzero Gregoire Maret, il trombettista vietnamita Cuong Vu ed il batterista di origini messicane Antonio Sanchez. Un piccolo melting’ pot, insomma, che si riflette anche nelle atmosfere musicali. The Way Up, dunque, da una parte sintetizza la concezione musicale sviluppata dal Pat Metheny Group, dall’altra apre ad un cambiamento che rende molto curiosi sulle prospettive future di questi musicisti.
owen
4/5
taunus
5/5
apache
3½/5
ruckert
4/5
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RE.PLAY
DISCHI
Prefuse 73 Surrounded by Silence Warp
The Unicorns
Che cosa vi aspetta avventurandondovi in Surrounded by Silence? Certo alcuni ospiti presenti come Ghostface, Masta Killa, GZA, Aesop Rock, Beans e Camu suggerirebbero che si tratti di un disco hip hop, d’altro canto però siamo di fronte ad una produzione della Warp che tendenzialmente sforna elettronica astratta. Poi ci ricordiamo che l’ultimo progetto di Scott Herren alias Prefuse 73 si chiamava Savath & Savalas e scorgiamo i nomi di altri ospiti come Kazu dei Blonde Redhead e Broadcast. Che cosa ha messo insieme dunque questo produttore di Atlanta? Uno stupendo album di musica glitch, un genere che non manchiamo mai di proporvi in queste pagine di recensioni. Anche la Warp quindi si decide a dire la sua ospitando nel suo catalogo un’album di questo nuovo genere musicale seguendo le orme della Big Dada records. Le tracce con gli illustri ospiti di Wu-Tang e Def Jux si potrebbero definire glitchhop, altre come Expressing Views Is Obviously Illegal e Gratis tendono al glitch-jazz, mentre brani come It’s Crowded e And I’m Gone piacerebbero ai fan di Boards Of Canada. Un contributo importante lo apportano le twin sisters Claudia e Alejandra Deheza del gruppo post-rock sperimentale newyorkese On! Air! Library! con le loro sussurrate voci sognanti magistralmente manipolate da Scott Herren. Prefuse 73 non è un gruppo, ma bensi il project di un produttore che dopo Savath & Savalas è riuscito ancora una volta a stupire e che ancora ci conferma che le produzioni più innovative, originali e open mind degli ultimi anni arrivano da produttori della scena hip hop.
Who Will Cut Our Hair When We’re Gone è un disco bellissimo (già uscito un anno fa ma ripescato dalla Rouh Trade), sebbene questa parola contraddica concettualmente tutto quello che quest’opera rappresenta. E’ come se ci trovassimo a casa Addams, a questi ragazzi non interessa l’oggettivamente bello, piuttosto il brutto e l’arcano. Gli eroi e le creature che popolano quest’opera sono degli anti-eroi. Ci troviamo quindi di fronte al buffo, al grottesco e al tragico(mico), parole chiave del disco, dei testi e della veste grafica. L’intero disco, accostabile per omogeneità e coesione stilistica a Blueberry Boat dei Fiery Furnaces, sembra quasi essere una monografia sulla finale dipartita. Il tema della morte infatti è il motivo trainante di molti brani: I Don’T Wanna Die, I Was Born (A Unicorn) e Ready To Die. Per quanto riguarda le preferenze musicali del gruppo, scordiamoci la classica struttura strofa-ritornello-strofa. A farla da padroni sono riff distorti e coinvolgenti, coretti stile Beach Boys e flauti rubati alle nostre ore di musica alle elementari. Per quello che riguarda l’aspetto derivativo del disco i nomi sono pochi ma precisi e importanti. I Pavement e Flaming Lips sono ravvisabili in più di una traccia, inoltre l’elettronica dei Grandaddy (in una versione molto più acida), insieme a certi loro tenui vocalizzi appaiono un motivo ben assimilato dai Nostri. Disco di ottima fattura, di un’acuta e pungente psichedelica elettronica, dove la densità noise viene accantonata a favore di una leggerezza vicina all’incompiutezza.
taunus
Who will cut our hair when we’re gone
Rough Trade
5/5
francesco piersimoni
4/5
Boom Bip Blue eyed in the red room Lex
Ammoncontact New Birth Ninja Tune
Boom Bip arriva dalla scena di Cincinnati, Ohio per approdare all’inglese Lex, la sotto etichetta dell’avanguardistica Warp. Bryan Hollon è un talento naturale e le sue doti di polystrumentista l’anno sicuramente aiutato a distinguersi nell’esigentissima scena elettronica. Dopo Diplo un altro americano riesce quindi ad entrare nel gotha della scena inglese che conta. La sua musica è un elettronica ambientale, ricca di campionamenti acustici, ricercata, extraterrestre, che conciglia e ci riverbera nell’intimo. Luxus.
Ammoncontact è un duo proveniente dalla scena underground di Los Angeles. La loro musica si basa su riferimenti soul jazz anni ‘60, campionamenti funk, electro su una ritmica solo accennatamente hip hop. Carlos Niño e Fabian Ammon trasportano con loro sound minimale, atmosferico e prevalentemente strumentale in una dimensione veramente sotterranea, multietnica in continuo bilico tra passato e presente. Un disco consigliato a chi ha sete di deep alternative beats anti commercial.
taunus
4½/5
the professor
4/5
The Perceptionists Black Dialogue Definitive Jux
Saul Williams Saul Williams Fader / Wichita
Akrobatik, Mr Lif e Dj Fackts One sono The Perceptionists. Hip hop veramente onesto e fat che segue la tradizione di KRS-One, Rakim, Puplic Enemy e Cypress Hill. Loro vogliono far ballare e ragionare la gente. “If you want to fight, then join the Army or become a bank robber. If you want to make music, then make music. Fuck a battle / we got nothing to prove”. Il sano hip hop vicino alla gente comune e impegnato è per fortuna vivo e vegeto, ha voglia di divertire e disobbedire con fierezza alla stupida morale dei benpensanti.
Saul Williams è uno degli spoken word artist più potenti in circolazione, un autentico poeta urbano, nonché musicista e attore (con K. Spacey in K-Pax). Newyorkese, figlio di un predicatore e un’insegnante, diplomato in filosofia si è esibito al fianco di KRS-One, De La Soul, DJ Krust e di poeti Allen Ginsberg e Sonia Sanchez. Il suo debut album Amethyst Rockstar lo aveva prodotto Rick Rubin. Musicalmente un disco trasversale: dub, alternative rock, hip hop, spiritual, contemporanea, recital, ... semplicemente un genio!
mr. loop
4½/5
taunus
5/5
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RE.PLAY
DISCHI
GARBAGE
La bella e le bestie
Avevamo lasciato i Garbage tre anni fa con un gusto un po’ amaro in bocca. Il loro ultimo figlio musicale, Beautifulgarbage, non aveva soddisfatto appieno le aspettative di fans e addetti al settore, facendo temere il peggio. Fra poco sarà il momento per il pubblico di giudicare il nuovo Bleed Like Me che sarà disponibile nei negozi dall’11 aprile.
Il rischio che Beautifulgarbage restasse l’ultimo capitolo della band era piuttosto alto: malattie e crisi interne hanno minato pericolosamente la stabilità della band, che ricordiamo è formata dal batterista Butch Vig, il noto produttore di Nevermind dei Nirvana, di Gish degli Smashing Pumpkins e di Dirty degli Sonic Youth, affiancato dagli amici d’infanzia Duke Erikson e Steve Marker, rispettivamente alla chitarra e al basso, e da, last but not least, dalla procace vocalist Shirley Manson, che oltre ad esserne la splendida voce è anche l’immagine della band. Le premesse quindi non erano di quelle più positive. Inoltre, tanto per rincarare la dose, durante la registrazione di Bleed Like Me c’è stato un momento in cui la band s’è sciolta per dissidi interni, mettendo in allarme casa discografica, fan e stampa internazionale. Allarme rientrato. Dopo alcuni chiarimenti la band ha ripreso in mano il timone e propone questa sua nuova fatica con orgoglio. E i quattro ne
hanno ben donde. La data di pubblicazione ha un valore simbolico, essendo ad esattamente dieci anni dopo il debutto dei Garbage. Anche i Foo Fighter stanno per festeggiare il loro decennale, e guarda caso, Dave Grohl suona con la sua consueta furiosa verve la batteria nel pezzo Be My Bad Boyfriend. Parliamo dell’album. La produzione è sopraffina e privilegia le chitarre, qui sferraglianti, dal suono modernissimo e estremamente saturo, marchio doc dei Garbage. Questo è già un buon passo avanti rispetto all’ultimo album, dove le chitarre erano alquanto sottotono. L’elettronica è questa volta meno invasiva ma sempre caratterizzante. L’iniziale Be My Bad Boyfriend mette subito le cose in chiaro segnalando a tutti il ritorno della band alle faccende serie. I Garbage vanno su suoni e composizioni dirette, alternando brani dal formato breve a quelli più epici. Spiccano dal mazzo Right Between The Eyes e Run Baby Run, nonché
Metal Heart, una chicca che fonde il groove di un avvolgente elettronica con delle chitarre superbamente acide. Poi ci sono i brani Why Do You Love Me oppure Why Don’t You Come Over che seguono dettami rock’n’roll rivisitandoli con gusto e dinamica. Piccola caduta di tono con It’s All Over But The Crying, una ballata che intende essere agrodolce, ma che risulta piuttosto appiccicosa. Shirley Manson per conto suo genera una voce ispirata, con una vibrazione carnale impressionante. Sentire per credere la finale Happy Home, dove si produce in un crescendo degenerato e noise. Grinta e carattere per una cantante superba, punta di diamante dei Garbage. Anche se i primi due album della band rimangono i migliori, qui c’è di che gioire, a conferma del ritorno di una band che credevamo persa, ma che, nonostante i dissapori interni, ha saputo tenere accesa la sua fiamma senza scadere nell’autoparodia.
RE.PLAY
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Beck
Un colpo al futuro, e uno al passato
Autore e compositore geniale, Beck si è reinventato ad ogni album pubblicato sperimentando tutti gli stili possibili e collaborando con rinomati artisti dagli orizzonti variati. In seguito all’intimista Sea Change di tre anni fa, Beck esce con la sua sesta opera, Guero.
Beck Guero Geffen
Guero in spagnolo significa “ragazzo bianco”. Questo il titolo della nuova opera in studio dell’efebico loser losangelino. Prodotto da egli stesso e dai Dust Brothers (alias John King et Michael Simpson) e con la complicità di ospiti tali Jack White (al basso in un brano), il batterista Joey Waronker (R.E.M.), la cantante Petra Haden (figlia di Charlie Haden), Smokey Hormel (chitarrista di Tom Waits), il re dello scratch King Gizmo ed EZ Mike ai piatti, Beck ha sfornato un album completamente differente dal suo ultimo Sea Change. Forse sarebbe più appropriato dire: Sea Change, lavoro intimista e delicato, è stato l’album “fuori dai binari”, il più personale nella discografia di Beck. Ora con Guero Beck ritrova le sue coordinate anti-rock che l’hanno contraddistinto durante la sua luminosa carriera.
Tra l’ultimo disco e questo nuovo, nella vita di Beck Hanson si sono avvicendati alcuni cambiamenti importanti. Innanzitutto si è sposato ed è divenuto padre; inoltre ha abbracciato la chiesa di Scientology. Ma nonostante queste determinanti svolte di vita lanciate verso un nuovo futuro, Guero rappresenta indiscutibilmente uno sguardo al passato e alle fantasie di Odelay, l’album che consacrò Beck al successo e che, guarda caso, fu prodotto dai Dust Brothers. Rieccoli riuniti, dunque, determinati a snocciolare un catalogo musicale di generi diversi: techno-pop ironico in E-Pro, funk messicaneggiante nella title-track (in cui Beck tenta un timido rap), bossa nova alla Caetano Veloso in Missing, funk-rock in Go It Alone, rock alla Police in Earthquake Weather... come prevedibile di tutto un po’, anche se, e mi perdonino i fans, il gioco sta diventando di maniera. La varietà di questo disco dapprima impressiona per le soluzioni sonore, ma nei successivi ascolti si constata la mancanza di quel mordente, di quella grinta al contrario che ha caratterizzato i precedenti lavori del Nostro. Dispiace dirlo, anche se ricercato, raffinato, colorato, questo Guero è una mezza delusione... Annaspante e poco incisivo.
The Arcade Fire Funerale multistrumentale
Finalmente in distribuzione svizzera l’esordio degli Arcade Fire, una sorprendente band canadese.
Riposano in pace. Qui sono le 10.00 di mattina e a Montreal è notte fonda, quindi dormiranno di certo. Non ho intenzione di pensare ad un necrologio perché mi basta quello che gli Arcade Fire hanno scritto come booklet per il loro album. E sorrido. Funeral è un paradosso. Dovrebbe esprimere mancanza, perdita, scoramento. Invece suona talmente euforico e lifeaffirming che è impossibile non farsi succhiare le orecchie dalla voce “aliena” del front-man Win Butler e da quella della moglie Régine Chassagne che pare abbia cavato la trachea a Björk sostituendola alla sua. Nell’ultima canzone - In The Backseat - sembra proprio Björk; per questo ho scoperto che Win ha una moglie, che sua moglie suona con lui, che si chiama Régine e il resto. Insomma, non ci resta che piangere... sarebbe un commento sbagliato per un album che si è sottoposto ad una flebo di Talking Heads, leggera però e poco cerebrale, e ad un’iniezione esplosiva di Pixies.
Funeral riesce a fondere divinamente movimenti orchestrali con impulsi offbeat; incipit melanconici e sperimentali che fanno l’occhiolino ai Wilco per poi lanciare colpi di coda post-punk che impennano direttamente sui letti dei Pretty Girls Make Graves. C’è una canzone che potrebbe essere l’epigrafe di questo parto multistrumentale: Crown Of Love. Comincia con una languida melodia sottolineata dal battito cadenzato di un pianoforte in cui la voce di Win racconta pene d’amore, per poi virare di colpo su ritmi dance che afferrano la canzone per la gola e la tirano su di peso. Questo non è un esordio, ma un disco molto vicino alla parola “fine”. Come l’esordio dei Fiery Furnaces del resto. David Bowie e David Byrne si sono innamorati di loro. Con degli spasimanti simili a fare da garanti sarebbe un delitto mancare gli Arcade Fire in concerto mercoledì 25 maggio al Transilvania Live di Milano. Per la prevenita consultare il sito www.ticketone.com
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RE.PLAY
DISCHI
Bentrovati nello spazio dedicato alla musica made in Switzerland. E’ un dato di fatto, in questi ultimi anni gli artisti svizzeri riescono a confrontarsi con il mercato estero con continuità, e noi di re.set, come d’abitudine, scegliamo dal (ricco) mazzo di nuovi cd arrivati in redazione quelli che più riteniamo significativi.
di Taunus
WATER LILLY Sputnika Mental Groove Records Tra gli artisti di maggior successo della scena electro svizzera, apprezzatissima in patria come all’estero, Water Lilly è conosciuta sia come Dj sia come produttrice di molti EP e remixes suonati da Dj di tutto il mondo. Nel 2002 aveva sfondato con il singolo Rodéo Mécanique co-prodotto con Plastique de Rêve per la Gigolo records e la sua musica è presente su varie mix compilation come quelle di Tiga (DJ Kicks) e Larry Tee’s Electroclash. Anche se produce dal 1999 questo è il suo primo LP, nel quale oltre al già citato Plastique de Rêve, ritroviamo anche St. Plomb, un altro artista di riferimento della scena techno svizzera. La musica di Water Lilly è un mix di suoni analogici atmosferici, e ritmiche da dancefloor sui quali appaiono i suo spoken words. Quello che riesce a fare con grande classe è miscelare melanconia dark anni ‘80 con una techno essenziale, e le produzioni sono di altissimo livello. Un disco eccezionale, un’autentica goduria da dancefloor. www.waterlilly.ch
VIVIAN Don’t Look Down TBA Ve li ricordate i Vivian? Poco più che ventenni nel 2001 pubblicarono l’album V seguito nel 2003 da Alive diventando molto presto il gruppo rock (alla Green Day) svizzero di riferimento sostenuto dalla Warner. Sulle ali del successo hanno girato tre settimane per la California in un fortunato tour e in pochi anni hanno costruito in un curriculum di tutto rispetto. L’anno scorso però arriva un incidente di percorso quando in febbraio la Warner Svizzera è stata venduta e ristutturata, cosicchè tutti gli artisti svizzeri sotto di essa sono rimasti senza etichetta discografica, e questo tre mesi prima dell’uscita prevista di questo terzo disco. Dopo varie proposte i Vivian hanno così deciso di raggiungere la TBA. Questo Don’t Look Down è un ulteriore conferma del talento di questa band che sa essere giovane ed insolente, libera, sfrontata e brillante. A mio parere l’unica band svizzera capace di confrontarsi con i cliché del rock melodico attuale. Bravi e credibili. www.vivianmusic.com
di Andy Codiga
Senses Fail ssionali Convincenti e pa Il new school, genere nato dal nd tre i ti di un po’ tut la fusione (o dalle ceneri?) tal ha subito così tanme al re dco har l’ musicali dal tempi che è davvero te contaminazioni negli ultimi ppi che nascono e gru o son difficile starci dietro. Ci timana creando un climuoiono nel giro di una set fuso ma stimolante ed ma musicale alquanto con po. Tutti molto bravi entusiasmante allo stesso tem vivo, ma pochi purdal nti lge tecnicamente e coinvo il proprio posto al sole. troppo in grado di trovarsi Non è il caso dei Sense Fail. Let It Enfold You è uscito verso settembre dell’anno scorso sulla Vagrant, già casa di Alkaline Trio, Get up Kids, No Motiv e Saves the Day solo per citarne alcuni. I Senses Fail sono cinque giovani del New Jersey che si sono formati nell aprile del 2002 facendo il loro debutto su Drive-Thru l’anno seguente. Il disco: i testi rispetto al primo disco sono più introspettivi, le parti musicali più curate facendo così salire il gruppo di un gradino musicalmente parlando. Il genere è tra il punk rock e l’hardcore quello urlato-screamo con un tocco, se posso aggiungere,
di autentica poeticità. La voce del cantante Buddy si fonde in assoluta sintonia con i cori degli altri due chitarristi e la melodia. Buried A Lie, Let It Enfold You e Rum Is For Drinking, Not For Burning sono in assoluto i pezzi più convincenti. L’idea che si ha dopo aver ascoltato il disco è che la melodia sembri quasi dare una risposta alle parole passionali del cantante. Se vi piacciono I My Chemical Romance, i The Used i Matchbook Romance o i Taking Back Sunday, questo disco fa per voi. Se questi gruppi non vi dicono proprio nulla o se i Senses Fail ve li siete persi durante il loro breve soggiorno a Wil l’anno scorso, avete solo due cose da fare: 1) Ascoltare i gruppi citati, 2) comperare questo disco... e speriamo che questa bella band arrivi anche dai noi portando un alone di freschezza. Consigliato! Senses Fail Let It Enfold You Vagrant
Dopo un periodo già ricchissimo di uscite, vi ricordo (e consiglio) le più stuzzicanti: Live In A Dive dei Lagwagon per la Fat Wreck, ed il nuovo bellissimo Disconnection Notice dei Goldfinger per la Maverick, che vi raccomando caldamente. Inoltre freschissimo di stampa il grande comeback dei Millencolin con il super disco Kingwood (Burning Heart) che li riporta alle origini o quasi... ma non è tutto, arriveranno presto altre novità, questa volta in casa Turbonegro, ovvero Reel Big Fish, Alkaline Trio e No Use For A Name.
INFORMER /// Festa per i fanatici dei Rolling Stones: sono finalmente disponibili nei negozi due raccolte della leggendaria rockband, da tempo divenute introvabili su CD, Made In The Shade e Sucking In The 70’s. Made In The Shade fu la prima raccolta che incluse i singoli più famosi estratti dai primi quattro album usciti su etichetta Rolling Stones Records (nell’ordine: Sticky Fingers, Exile On Main St. Goats Head Soup e It’s Only Rock ‘n Roll). Tra i brani memorabili, l’album comprende Angie, la storica Brown Sugar. Sucking In The 70’s è una raccolta di rarità, originariamente pubblicato nel 1986 su etichetta Columbia, ma le successive discontinue riedizioni resero il disco di non facile reperibilità. Il brano Everything Is Turning To Gold, pubblicato in origine come retro del singolo Shattered, è presente solo ed esclusivamente in questa raccolta. Gli album sono in edizione digipack a prezzo speciale.
/// Il nuovo album dei Coldplay, intitolato X&Y, sarà pubblicato dalla Capitol Records/Emi il 6 giugno. Il disco sarà preceduto dal singolo Speed Of Sound, in uscita il 23 maggio. Registrato nel corso dello scorso anno in Gran Bretagna, è stato prodotto da Danton Supple (Morrissey, Elbow), Ken Nelson (Badly Drawn Boy, Kings of Convenience) e dal gruppo stesso. X&Y è di certo il cd più atteso del 2005. Dice Jonny Buckland, chitarrista: “Volevamo provare cose nuove, sviluppare il nostro suono, ma il centro focale restano le canzoni, e la voce di Chris Martin.”. Dopo la pubblicazione di X&Y i Coldplay inizieranno il loro più esteso tour mondiale, che avrà inizio con date in Europa, e si sa che saranno in concerto, l’11 luglio all’Arena di Verona e il 13 luglio in Piazza Grande a Locarno (prevendita: www.indipendente.com - www. ticketcorner.com).
/// L’impatto degli
Smiths sulla cultura e sulla
società è stato il tema di un convegno accademico internazionale che si si è tenuto ad inizio aprile a Manchester, città in cui la band si formò, capitanata da Morrissey, presso la Manchester Metropolitan University. Durante la conferenza si è analizzato l’influenza degli Smiths sulla società, sulla musica e sulla politica britanniche, dando particolare luce sui testi di Morrissey nell’ambito di sessualità, razza, appartenenza di classe e nazionale. Il dottor Justin O’Connor, esperto della scena culturale e musicale di Manchester, ha affermato che la band “... aveva un look unico, suonava come nessun’altra e la sua musica aveva una profondità emotiva che commuoveva la gente come nessuno ha fatto dopo di loro.”. Era ora che gli Smiths ricevessero la giusta attenzione dal mondo accademico.
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/// L’ex leader di Zwan e Smashing Pumpkins Billy Corgan ha rivelato il titolo del suo debutto solista: l’album si chiama The Future Embrace e arriverà nei negozi alla fine di giugno. “Fortemente influenzato dalle chitarre, carico , ma non aggressivo” così Corgan ha descritto il suo lavoro. “i video, la musica e il tour saranno qualcosa di nuovo e differente. Nessuno potrà accusarmi di essere troppo legato al mio passato.”. Il disco è stato registrato a Chicago, coprodotto da Corgan e contiene 11 canzoni. Il primo singolo sarà Walking Shade. Tra le chicche del Cd la cover dei Bee Gees di To Love Somebody con la partecipazione straordinaria di Robert Smith dei The Cure. “Robert è un buon amico, e così si è realizzato un sogno.” Corgan ha appena terminato di filmare il videoclip di Walking Shade a Los Angeles. A luglio partirà il suo tour mondiale.
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LIVE
HowieB / Imprevedibile entusiasmo
Ci sono alcune persone che segnano indiscutibilmente le sonorità dei propri tempi. Howie B rientra sicuramente in questa categoria, e lo fa alla sua maniera, lavorando sottotraccia, senza avere l’urgenza di esporsi in prima persona per progetti che lo lancino nello starsystem. E’ quindi un’occasione molto speciale la serata che ospiterà il Dj britannico presso il Living Room di Lugano il 16 aprile. Nonostante questo naturale “pudore artistico”, si può tranquillamente dire che HowieB sia uno dei dj più popolari del pianeta, soprattutto dopo che è stato il dj ufficiale di alcune delle più fortunate e mastodontiche tournée degli U2. Scozzese di Glasgow, fin dagli inizi della sua carriera sviluppa collaborazioni con un’infinita serie di artisti, dj’s e produttori, e alcune esperienze solistiche come Music for Babies (‘96), Turn the dark off (‘97),
Snatch (‘99) e il recente Folk (2001). I già citati U2, poi Bjork, Everything But The Girl, Fiona Apple, Annie Lennox, Ry Cooder sono solo alcuni degli artisti con cui ha lavorato, oltre alla partecipazione nella produzione del tema del film di Mission Impossible e nella colonna sonora del film di Wim Wenders End of Violence. Questi sono senz’altri i momenti più appariscenti nella carriera del dj scozzese, ma la lista di collaborazioni è virtualmente infinita, grazie alla sua vorace curiosità unita ad uno splendido calore umano ricco di semplicità ed entusiasmo. Hip hop, funk, bassa fedeltà, effetti e vortici sonori: con HowieB non c’è nulla di scontato, tutto è avventura, ma un’avventura che ha senso di esistere solo nel momento in cui viene fatta per il godimento di chi ascolta. Consigliatissimo quindi essere presenti a questo evento unico nel suo genere nella
nostra regione, possibile grazie agli sforzi dello staff del Living Room, locale che sempre più sta dimostrando tutti i numeri per essere il punto “bollente” della nightlife ticinese ed insubrica. A supporto della serata le sonorità acide e potenti offerte da Dj Ultracore, uno dei massimi dj locali perfettamente in grado, con le sue selezioni electro, breakbeat e tekhouse, di onorare la presenza del grande dj scozzese. 16 APRILE
LIVING ROOM - LUGANO Dj set con HowieB (UK – electrobeatz)
Supporting Dj set con Ultracore
(CH - electro, breakbeat, tekhouse) Biglietti d’ingresso: 25 franchi incl. consumazione / Hi Fi card 20 franchi incl. consumazione Informazioni e prenotazioni: www.livingrooclub.ch
Bak XIII Tenebroso electrodark Dopo gli sconvolgenti concerti di 2nd Gen e Mlada Fronta è in arrivo il terzo ed ultimo appuntamento della stagione organizzato da re.set magazine e Zodiac Project dedicato alle atmosfere elettroniche post-industriali.
In scena il 7 maggio sul palco del Living Room il gruppo Bak XIII, l’unico elvetico a proporre dell’electrodark gotico, composto da DDDMIX (voce), Garf (chitarra) e dal Baron von Smock (macchine e immagini), uno dei padri fondatori dell’Usine di Ginevra nonché condottiero dell’etichetta indipendente Urgence Disk Records. I Bak XIII hanno appena pubblicato il mini album Post Lucem Tenebrae, che introduce il nuovo album
di prossima uscita, la band è ora impegnata in una serie di date promozionali. Dati i molti impegni in campo musicale dei loro componenti sono rare le occasioni di vedere Bak XIII dal vivo e questo è sicuramente un motivo in più per non mancare l’appuntamento. Ad aprire e a chiudere la serata saranno i dj set di Chriszodiac e Baron Von Smock che spazieranno tra drum’n’bass, new wave, electrodark ed electroclash. entrata 10 franchi - www.darksite.ch/urgences - www.bak13.ch - www.zodiac-project.com
7 maggio
LIVING ROOM - LUGANO
Live con Bak XIII (Ch, goth electrodark) + Dj set con Chriszodiac e Baron Von Smock
RE.PLAY
Sicuramente molti di voi hanno avuto la possibiltà di vedere l’interessante film Downtown 81 del luganese Edo Bertoglio (la cui replica sarà proiettata al cinema Iride il 14 aprile) trasmesso a fine marzo dalla TSI in occasione della mostra di Jean Michel Basquiat in corso presso il Museo d’Arte Moderna di Lugano.
Chi ha visto il film-documentario ha potuto assaporare la vitalità di Basquiat, e della scena artistica degli inizi anni ‘80 nella downtown di New York, momento magico in cui la metropoli fu l’epicentro della pop-art e della no-wave, influenzando in maniera indelebile l’arte contemporanea e la musica giovane. E’ in quest’ottica che si svolgerà la serata presso il Living Room dal titolo Same Old Shit (è il significato che si cela dietro al soprannome d’artista di Basquiat, l’acronimo SAMO), un evento che re.set magazine organizza sabato 23 aprile con lo staff del locale luganese e con il patrocinio del Museo D’Arte Moderna. Una serata all’insegna degli anni ‘80, quindi, ma quelli originali, non quelli revivalistici che fanno capo al movimento electroclash.
In apertura di serata la proiezione del film “Basquiat” (1996) di
Schnabel, lungometraggio che ripercorre la vita dell’artista con Jeffrey Wright nel ruolo di Basquiat, inoltre con David Bowie (Andy Warhrol), Willem Dafoe (Greg), Christopher Walken (l’intervistatore), Benicio Del Toro (Benny Dalmau), Dennis Hopper (Bruno Bischofberger), Courtney Love (Big Pink), e altri. Un film valido e fedele che celebra un’artista stravagante e sensibile, perfetto testimone della realtà che lo ha circondato durante la sua breve carriera. A seguire la pellicola una notte di musica no-wave e art-rock
per rivivere quella scena musicale newyorkese che accompagnava a braccetto la pop art negli anni ottanta. Sarà un piacere per molti riascoltare Velvet Underground, Talkin Heads, Blondie, Television, Chrome, Plastics, band coetanee e amiche dell’artista (lui stesso era musicista), ma anche grandi del jazz come Charlie Parker e Miles Davis, eroi “black” ammiratissimi da Basquiat.
In scena dunque la coppia Drama/TCO di Firenze (ovvero Marco Monfardini e Mirco Magnani), un progetto dell’etichetta Suiteside d’alta classe e raffinatezza che proporrà una selezione audiovisiva dedicata alla figura di Basquiat, con le musiche ed i videoclip più rappresentatativi delle band di corrente no-wave, abbinati alle immagini di repertorio di Basquiat e della scena artistica newyorkese del periodo. Occasione privilegiata questa - da assaporare prima o in seguito ad una visita all’esauriente mostra di stanza al Musero D’Arte Moderna - per conoscere da vicino una personalità incisiva che ha segnato e tuttora che rappresenta l’arte degli anni ‘80.
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> Apertura ore 21.00 (solo per la visione del film) Inizio film ore 22.00 Ingresso chiuso fino alle ore 23.30 >> segue dalle 23.30: DRAMA + TCO - vj / dj set entrata 10 franchi Pe informazioni : www.resetmagazine.ch www.livingroomclub.ch
In palio 10 biglietti d’entrata: scrivete un e-mail a: redazione@resetmagazine.ch
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RE.PLAY
LIVE
DECONSTRUCTION
TOUR 2005
Per la settima volta l’incredibile carrozzone composto dalle più influenti punkrock/hc band al mondo e dalle star della scena skate/bmx invaderà l’Europa in primavera. La tappa elvetica è in mano a Lech Redda e Remise Wil, rispettivamente label e locale live che diffondono e promuovono il verbo punk/hc in Svizzera, e si svolgerà il 7 maggio dalle 14.00, presso l’Eishalle Deutweg di Winterthur.
Incredibile il parterre di band che si avvicenderanno durante questo evento punk, hardcore e ska, il più imponente della Svizzera: Mad Caddies, Boysetsfire, Strung Out, From Autumn To Ashes, Banda Bassotti, Mad Sins, Only Crime, Capdown, Pepper, Strike Anywhere... sono nomi che hanno bisogno di presentazioni? Pensiamo proprio di no! L’oliata organizzazione che sostiene il festival garantisce una kermesse con i fiocchi, precisa ed inesorabile nella sua qualità e dinamica. Soffrirete come caldarroste in questa bollente occasione, ma sappiamo benissimo che è una sofferenza che state tutti aspettando! Ma non sarà solo il calore arroventato emanato dalle spettacolari band sul palco a farvi gioire, ci saranno anche le evoluzioni scatenate e mozzafiato sulle rampe con i profi dello skateboard, come Ali Cairns, Pete King, Dave Allen e Jocke Olsson, e della bmx, cioè Zach Shaw, Sebastian Keep, Matt Fairburn e Simon Tabron. Mangiare a bere a volontà a disposizione, tanta bella gente che arriva da lontano, e tanta energia. Che dire d’altro? Ah, si! I biglietti omaggio! Ghiotta occasione per alcuni di voi: Lech Redda e Remise Wil mettono a disposizione un biglietto d’entrata ai primi cinque lettori di re.set che invieranno un mail con l’intestazione “Deconstruction” e con il proprio indirizzo postale a redazione@resetmagazine.ch. 7 maggio Eishalle Deutweg - Winterthur Deconstruction Tour 2005
(dalle 14.00 - prevendita 45 franchi presso www.ticketcorner.ch - info: www.deconstructiontour.ch)
Nextpunk Festival 2005 La Nextpunk Records è un’etichetta discografica indipendente gestita da giovani della scena musicale ticinese capitanati da Rodolfo Pulino, ideatore e fondatore, e dedita alla musica punk/ rock, ska e affini.
Il 14 maggio presso la Reseghina di Lugano giunge alla sua seconda edizione il Nextpunk Festival. Ben dieci gruppi in concerto all’insegna del punk/rock a partire dalle 16.00. Apriranno i lombardi Water Tower, dall’ironico ska-country punk. Seguiranno i Derozer, la migliore punk band italiana al Meeting delle Etichette Indipendenti di quest’anno. Poi i Rapists di Lugano, ispirati dal primissimo punk inglese, ed i festosissimi Vad Vuc dalla carica irish folk punk. Dello stesso genere gli scatenati inglesi Neck, rivelazione in ambito internazionale. Si passerà alle sonorità punk’n’roll con i ticinesi Those Furious Flames, e a quelle dei leggendari Klasse Kriminale, storica band italiana. Gran finale della serata con i tedeschi Maroon e il loro grintoso metal core, con i punk/oi! Cockney Rejects, da non perdere per gli amanti del genere, e per concludere con i Toy Dolls, grande punk/rock band internazionale con ben quattordici album alle spalle che hanno segnato diverse generazioni. Una serata che si preannuncia torrida e indimenticabile, e sulla quale verrà prodotto un Dvd che uscirà nei mesi successivi al festival. Sarà una vera orgia punk/rock! 14 maggio/////////////////////////// ////////////////////////////////Reseghina - Lugano Nextpunk Festival 2005/////////////////////////// //////////////////////////////////////ore 16.00 apertura 16.30 Water Tower//////////////////////////////// 17.10 Derozer//////////////////////////////// 17.50 Maroon//////////////////////////////// 18.30 Rapists//////////////////////////////// 19.10 Klasse Kriminale//////////////////////////////// 20.00 Vad Vuc//////////////////////////////// 20.50 Neck//////////////////////////////// 21.40 Those Furious Flames//////////////////////////////// 22.30 Cockney Rejects//////////////////////////////// 23.30 Toy Dolls/////////////////////////chiusura alle 02.00. /////////////////// prevendita 25 franchi / cassa 30 franchi /////// per informazioni punti prevendita: www.nextpunk.ch
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Jazznojazz A Zurigo dal 27 al 30 aprile
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Già dal suo nome si può intuire la formula di questo jazzfestival internazionale zurighese, ovvero affiancare artisti del jazz “puro” a proposte invece alternative, contaminate e che infrangono le regole. In questo festival, locato alla Gessneralle e all’Ewz-unterwerk, potrete sentire sia del buon jazz classico, come quello di Enrico Rava(1.), sia moderno con l’astro nascente Joshua Redman(2.) e la sua Elastic Band, oppure virtuosi sperimentatori come il grande percussionista svizzero Pierre Favre e il tablista Talvin Singh(3.), mentre per il nu-jazz il nome di spicco è il collettivo norvegese Jaga Jazzist(4.) della mitica etichetta Ninja Tune.
27 aprile Gessnerallee: Rebekka Bakken, Erika Stucky Mrs. Bubble & Bones, Torun Eriksen Ewz-Unterwerk: Enrico Rava Quintet, The Zippy Code
In questo festival dal 1998 ad oggi sono passati i più grandi nomi del jazz internazionale e dintorni, mentre i progetti innovativi proposti sono sempre stati scelti con criterio e sensibilità encomiabili. Jazznonjazz è quindi una kermesse molto intrigante e unica in Svizzera che offre l’oppurtunità a praticamente tutte le declinazioni del verbo jazz di entrare tra di loro in contatto. Imperdibile occasione di reciproca scoperta per i cultori del classico, del moderno e dell’avanguardia.
29 aprile Gessnerallee: Talvin Singh «Tabtek», Jaga Jazzist, Till Brönner Ewz-Unterwerk: Pierre Favre Solo, Braff Oester Rohrer
28 aprile Gessnerallee: Gonzalo Rubalcaba Cuban Quartet, Kurt Rosenwinke Group, Esbjörn Svensson Trio Ewz-Unterwerk: Barbara Dennerlein Trio, Ignatz Netzer - Thomas Scheytt Duo
30 aprile Gessnerallee: Michael Brecker, Harald Haerter, Erik Truffaz Group, Josh RosemanUnit, Joshua Redman Elastic Band Ewz-Unterwerk: Wolfgang Muthspiel Trio, Helgi Jonsson
informazioni, locations e prenotazioni: www.jazznojazz.ch
Tokyo - Rio in una notte
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Barclay City Red Rhythm inuagura il 16 aprile a Berna un viaggio virtuale nel mondo del clubbing con cinque serate che promettono di essere un must per i cultori delle nottate disco-house di tendenza. Le città toccate da questo tour sono Berna, Ginevra, Losanna, Lucerna e Zurigo. Il concetto di queste serate è questo, passare in una notte da Tokyo a Rio. La serata inizia in stile Tokyo con una moltitudine di dettagli autentici e sorprendenti che evocheranno la metropoli del Sol Levante nei suoi aspetti più accattivanti: il fashionism con lo sfoggio di eccentrici abiti anticonformisti, dei manga esplosivi e la raffinata cultura sushi. Più tardi nella notte il club si trasforma quindi, portando i clubbers in un altro universo, quello festoso di Rio de Janeiro sui ritmi dei migliori House Djs internazionali... e a tarda notte, ovvero sul levare del sole, spostarsi sulle spiagge di Copacabana. I dettagli di questi special party sono tenuti segreti, l’intenzione è quella di stupire, e l’esperienza potrebbe essere davvero rivelarsi irripetibile. Il punto di attrazione restano comunque i signori dj: Dj Pippi(1.), un icona mondiale del clubbing attivo da oltre venticinque anni ad Ibiza dove è praticamente re, come produzione il suo progetto più pazzesco è stata la collaborazione con il pianista austriaco Friedrich Gulda nella rivisitazione in chiave house di Bach e Mozart. David Guetta(2.), anche lui vicino alla scena
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ibizenca, produttore, direttore di club, dj e remixer ai piani più alti dell’olimpo del jet set nonché protagonista nella nascita della acid house. Kid Crème(3.) alias Scaravilli alias Sharpside, da dieci anni un affermato produttore di house e patron della Deluxe Recordings. Junior Jack, altro pezzo da novanta della dance music, produttore e titolare della Noisetraxx. Come remixer ha lavorato per Moby, Bob Sinclair, ATFC, mentre come dj è stato resident del Ministry of Sound. Stéphan Pompougnac(4.) lo conoscete tutti, famosissimo (e ricchissimo) per le sue compilation Hotel Costes e primo ministro della New French Sophistication e della musica lounge made in Paris, insomma una star internazionale di riferimento. Le date in programma: 16 aprile al Liquid di Berna con Pompougnac/ 29 aprile al Platinum di Ginevra con David Guetta/ 13 maggio al Palais de Bealieu di Losanna con Junior Jack e Kid Crème/ 21 maggio al Casineum di Lucerna con Dj Pippi/ 17 giugno al Kaufleuten di Zurigo con Erick Morillo. re.set mette in palio 2x2 biglietti per una serata a scelta. Per partecipare all’estrazione inviate una mail a redazione@resetmagazine. ch con la dicitura “Tokyo-Rio” e il vostro indirizzo postale rispondendo esattamente a questa domanda: Chi tra questi dj ha remixato What it feels like for a girl di Madonna?
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RE.PLAY
LIVE
m4music
Festival della musica pop svizzera Dal 21 al 23 aprile si terrà a Zurigo l’ottava edizione di m4music - Clubfestival, Conference & Demotape Clinic, l’importante punto d’incontro nel panorama nazionale della musica pop, dotato di uno spessore che lo rende un festival unico nel suo genere.
21 aprile
Ricca la serata d’apertura (sedici esibizioni dal vivo!), con un palco dedicato al “glamour rock‘n’roll” (Houston Swing Engine da Losanna, The Sirens, The BellRays e The Nashville Pussy dagli Stati Uniti), un palco dedicato ai cantautori (per esempio Pendleton da Losanna) ed uno spettacolo reggae, in occasione del quale Open Season e Phenomden & Scrucialist presenteranno i loro ultimi album. 22 aprile
Una serata contraddistinta da una consistente partecipazione tedesca, che prenderà il via sulle note di ambiziosi gruppi quali i Klee e Die Raketen. Il fiore all’occhiello della manifestazione è un’esibizione di 2raum DJ Team: la cantante Inga Humpe con il partner Tommi Eckart, responsabile della musica, accompagnati da un batterista. 23 aprile
L’evento è suddiviso in tre parti: la popolare Demotape Clinic, alla quale si sono iscritti centinaia di newcomer, la Conference, dove i forum di discussione dedicati alla tematica Local Vs. Global lasciano spazio a riflessioni sui mutamenti nel mondo della musica pop e le loro ripercussioni, ed il Clubfestival, che propone per tre sere su tre palcoscenici diversi (Tonimolkerei, Rohstofflager Stratos e Mainstage) e oltre cinquanta “act”, quasi quaranta dei quali provengono dalla Svizzera. Le piattaforme Clubfestival, Conference e Demotape Clinic consentono a m4music di creare un punto di incontro per scambi, networking, informazione e feedback: il luogo ideale per curare i contatti all’interno del business musicale e fare la conoscenza di nuovi artisti. L’obiettivo del festival consiste nell’incentivare la musica pop e club svizzera ponendo un accento particolare sui newcomer più promettenti. A ciò si aggiunge l’intento di presentare le discussioni di riflessione sulla musica pop ad un più vasto pubblico (mediale).
Seelenluft, l’artista svizzero devoto alla musica elettronica, ha programmato una serata con ospiti speciali, tra i quali figurano il futuristico duo elettronico Mu (UK/Giappone), il dirompente asso dell’elettrorock T.Raumschmiere (D) e, da Ginevra, la regina della mental groove Water Lilly (vedere recensione del suo nuovo disco in questo numero) nonché l’elettroband Sinner DC. La selezione Swisstronics comprende invece una serie di act di musica elettronica di artisti provenienti da tutta la Svizzera. Particolarmente degni di interesse sono Love Motel, Agnès, DJ Chaton (di Ginevra), e Zodiac Project (Ticino) che si proporrà in versione duo con Chriszodiac e dj Albruic.
Mu /
The Nashville Pussy /
T.Raumschmiere /
Un’evento importante, utile per verificare la scena svizzera messa a confronto con rinomati artisti internazionali. m4music è un’iniziativa ideata e realizzata dal Percento culturale Migros con la collaborazione del ToniAreal, di partner media e sponsor. La newsletter di m4music fornisce regolarmente informazioni sugli ultimi sviluppi. (per informazioni dettagliate su programma, locations e orari: www.m4music.ch) Seelenluft /
RE.PLAY
>>> su www.resetmagazine.ch potete trovare tutta la programmazione musicale sempre aggiornata di questo mese in Ticino. Check it out!
(Live Italia) ** Un vero party il concerto dei Mando Diao che saranno il 13 aprile a Bologna (Estragon) e il 15 a Milano (Rainbow) ** Davvero da paura la TDK Dance Marathon a Milano con i Tarwater (il 14 al Museo della Scienza e Tecnologia), Four Tet e Jamie Lidell (il 15 al Museo della Scienza), T.Raumschmiere (il 15 allo Spazio Piranesi), Steve Bug (il 15 ai Magazzini Generali), Prefuse 73 e Fast4ward (il 16 al Museo della Scienza) e infine gran finale con LCD Soundsystem e Ferenc (il 16 ai Magazzini Generali) ** Carismatico ed intenso il live con gli Einsturzende Neubauten, il 19 aprile a Torino (Teatro della Concordia) ** I Low e il loro anti-folk v’aspettano il 20 aprile a Milano (Rainbow) ** I Porcupine Tree e gli Anathema lasceranno certamente il segno del loro passaggio il 24 aprile a Milano (Transilvania Live) ** Parte questo mese il tour dei Marlene Kuntz che presenteranno dal vivo il loro nuovo album il 28 aprile a Torino (Hiroshima Mon Amour), il 29 a Bologna (Estragon) e il 5 maggio a Milano (Alcatraz) ** Gli Autechre con i loro
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suoni sequenziali saranno il 30 aprile a Bologna (Link)** Grande classe e poesia con Anthony And The Johnsons il 2 maggio a Milano (Teatro Ciak)** Terrorismo sonoro con i Pan Sonic il 7 maggio a Verona (Interzona)** A presentazione del nuovo album il live acustico di Lou Barlow, l’8 maggio a Rimini (Velvet) e il 10 a Bologna (Covo) ** XiuXiu, band di culto e con un gran personalità in tour l’8 maggio a Rimini (Velvet), il 10 a Bologna (Covo) e il 12 a Torino (Teatro Juvarra).** Per evitare di rimanere a bocca asciutta correte subito a prenotare online i biglietti in prevendita per i concerti di Isis con i Jesu e Tim Hecker il 19 maggio a Torino (Antidox) e il 20 a Bologna (Estragon), poi dei System Of A Down il 30 maggio a Milano (Forum Assago), dei Meshuggah il 29 maggio a Milano (Transilvania Live), e, dulcis in fundo, del festival Gods Of Metal, il 12 giugno a Bologna (Arena Parco Nord) con Motley Crue, Megadeth, Anthrax, Accept, Yngwie Malmsteen, Black Label Society, Hammerfall e Exilia (www. godsofmetal.it).
Pan Sonic
Einsturzende Neubauten LCD Soundsystem
(Live Svizzera) Di sicuro interesse per gli appassionati degli Archive il concerto unplugged previsto il 18 aprile a Winterthur (Salzhaus)** Non molla mai il pugnace Danzig, in scena il 18 aprile a Zurigo (Abart Music Club) ** Prima di andare in Italia i Low saranno a Friborgo (Fri-Son) il 19 aprile ** Idem dicasi per i coinvolgenti pysch-prog Porcupine Tree, il 22 aprile a Prattlen (Konzertfabrik Z 7) ** La sensibile cantautrice Cat Power incanterà il pubblico il 26 aprile a Basilea (Sommercasino)** Grande ritorno in Elvezia per gli Autechre, il 27 aprile a Ginevra(Usine) ** Tutto da ballare il concerto degli Incognito, il 3 maggio a Zurigo
System Of A Down
(Volkshaus) ** Da non perdere il brillante cantautore emergente Rufus Wainwright, il 3 maggio a Zurigo (Kaufleuten) ** Consigliatissima la ricerca immediata dei biglietti per la seratona con i dinosauri del rock anni ’70 Ten Years After, Jefferson Starship e Iron Butterfly, il 12 maggio a Pratteln (Konzertfabrik Z 7) ** Anche il raffinato ed emozionante concerto di Marianne Faithfull è da prenotare subito, per il 17 maggio a Zurigo (X-Tra) **Da segnare sull’agenda il particolare live hip hop metalurban di Dälek, di cui è meglio già procurarsi i ticket per il 18 maggio a Friborgo (Fri-son).
Cat Power
Dälek
Marianne Faithfull
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RE.PLAY
LOCALCORNER
Skywave
A Canobbio dall’anno scorso c’è un nuovo studio di registrazione che presto diventerà anche radio-on-line. Tra multimedia solutions e recording studio, una piattaforma che offre nuove opportunità a chi, soprattutto nella scena musicale ticinese, vorrebbe emergere. Scopriamo come. Innanzi tutto Skywave è uno studio di registrazione munito di tutti i moderni standard professionali, con una grande sala per le prese microfoniche live e relativa regia digitale con sistema Pro-Tools, più uno studio separato dedicato al midi ed al montaggio audio-video. La politica di Skywave è di offrire la sua struttura a produzioni sia esterne, noleggiando i suoi studios con o senza tecnico del suono a dei prezzi concorrenziali al mercato italiano, ma anche, e forse è il lato più interessante, Skywave è attiva nella produzione e nella co-produzione discografica. Tra le ultime produzioni i Cd di Matamachete (Altri Suoni) e Zodiac Project (Urgence Disk Records). A disposizione la ventennale esperienza dello staff tecnico, studi professionali, produttori, tecnici del suono, grafici, webdesigner, contatti per la stampa dei dischi e anche un sostegno per la promozione e la ricerca di case distributrici. Skywave è registrata alla Suisa e può fungere quindi anche da editore musicale.
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Per quanto riguarda i videoclip musicali, Skywave può aiutare concretamente a sviluppare, produrre o co-produrre vari generi di video oltre naturalmente a promuoverli nei network specializzati. Gli studios di Canobbio sono quindi alla ricerca di possibili clienti, ma soprattutto di nuovi talenti musicali, di produttori, di etichette discografiche, di altre case di produzione per intraprendere sinergie produttive e creative. Una possibilità in più per chi ha come obiettivo quello di provarci seriamente con la musica, un partner ideale per chi abita in Ticino e nella Regione Insubrica senza dover intraprendere costosi spostamenti. Iniziative come questa non possono che favorire la crescita e le possibilità della scena locale ticinese e per questo vanno incoraggiate, e in questi frangenti noi di re.set magazi-
ne siamo sempre in prima linea! Chi volesse consultare le schede tecniche degli studios od inviare segnali di fumo prenda nota: www.skywave.ch Skywave radio-on-line
Skywave ha deciso che molto presto diventerà anche radio-on-line usando i propri server e i propri studi per la creazione di programmi radiofonici. L’idea é quella di offrire programmi alternativi alle radio classiche, dare voce a quei generi musicali che nell’etere trovano poco spazio e soprattutto diffondere molta musica made in Switzerland. Questa nuova radio vuole offrire inoltre uno spazio di sfogo a dj radiofonici che non riescono passare la musica che vorrebbero sulle radio convenzionate, ed è pronta ad accogliere tutti coloro che proporranno idee e progetti per programmi di cultura musicale.
Rete Tre
Nuove specialità sul menu Partite ad aprile due nuove programmazioni ra-
diofoniche che riusciranno ad intrattenervi con spirito, abilità e cultura, nel consueto stile simpaticamente imprevedibile di RTSI/Rete Tre.
E’ rock’n roll. Cinquant’anni anni di storia del rock con Ricky Gianco e Alberto Tonti
Neverland Sette fermate mai richieste nell’America della musica
Rete Tre e l’invenzione della chitarra elettrica presentano una saga rock lunga cinquanta puntate! Ogni domenica, dalle 11.00 alle 12.00, due vecchi sacerdoti rock quali Ricky Gianco - bel nome della musica italiana anni ’60 - e Alberto Tonti - critico musicale - vi racconteranno la storia di un genere che non morirà mai. Il rock è (ancora) vivo, e per celebrare degnamente le sue molte battaglie, i due conduttori faranno appello a tutta la loro vasta esperienza. Cinquanta anni di personaggi, di concerti epici, di dischi imperdibili; ma anche cinquanta anni rivisti e corretti da chi c’era davvero. E Ricky Gianco e Alberto Tonti c’erano, fin dall’inizio. Aprite bene le orecchie, che i loro aneddoti raccolti sul campo risuoneranno cristallini come un assolo di Keith Richards. It’s only rock’n roll, and we like it!
Ad aprile e a maggio tutti i venerdì dalle 23.00 alle 24.00 non perdetevi questo nuovo programma a cura di Sandy Altermatt e Federico Buffa. Sette percorsi musicali selezionati con cura dalla sapiente ed appassionata Sandy, orientati attorno a singole città (New York e Los Angeles per due puntate ognuna, poi Detroit, Chicago, Memphis, New Orleans, Seattle), abbinati a gustosi riferimenti ai personaggi e alle scene della città in visita. Alla componente musicale, ne viene alternata una culturale grazie a gustosi aneddoti e curiosità che sono bagagli dei lunghi viaggi negli Stati Uniti dell’effervescente Federico. Musica, cinema, sport, storia del costume... un percorso accattivante e coinvolgente che vi farà viaggiare on the road attraverso dialoghi notturni, di vaga complicità.
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Il Coscritto
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intervista di Stoner
Nel numero di febbraio abbiamo presentato la nuova etichetta Gun Funk, questa volta focalizziamo l’attenzione sul suo prodotto number one, Il Coscritto, eccovi di seguito l’intervista che abbiamo realizzato con il suo autore Achille Zibi, in arte Nest.
Chi è “il coscritto”? Non è facile rispondere... Il coscritto per me è un mito. Il racconto di un giovane soldato. È come una commedia, che narra le vicende di un giovane principe alla riconquista del suo regno. C’è guerra e amore. Ci sono i suoi affetti, gli alleati e le forze nemiche. C’è la speranza e il dolore. È come un melodramma rap, la colonna sonora e il diario di un giovane misero uomo, alle prese col vivere e le sue prime avventure in questo mondo. È un bambino speciale. Un favoloso ritratto. Un’opera d’arte hip hop. C’è nobiltà e onestà. La voglia di sfondare. È il primo album di un MC non esordiente. Un lungo percorso e un traguardo importante. Un gran bel business. Dalla strada, verso l’universo...e il riflesso di una stella nascente. In questo disco ci sono le influenze dell’hip hop Italiano, quello francese e dell’ r’n’b newyorkese. Sì! Si tratta di musica rap in lingua italiana. Le diverse influenze sono figlie delle molte esperienze artistiche vissute dal nostro protagonista. Come autore ho preso ispirazione e spunto da diverse realtà e dalla mia vita. Come MC mi sono sempre confrontato con la scena italiana. Gruppi come i Sangue Misto, OTR, Articolo 31, Next Diffusion. Mi hanno influenzato e inspirato molto all’inizio. Mi ricordo Venerdì Reppa su Radio Dee Jay, l’Hip hop Villane ’95 a Torino, la vera Grande Notte Rap allo Studio Foce di Lugano. Tutti gli artisti con cui ho collaborato hanno lasciato una traccia nella mia memoria e nel mio stile. In particolare mi riferisco ad artisti come The Next One (Next Level crew, Torino) con cui nel ’97 iniziai a lavorare a Il Coscritto. Inoki e la PMC di Bologna con i quali ho collaborato e condiviso diversi progetti, hanno indubbiamente arricchito il mio stile. Lo stesso potrei dire di tutti gli MC che ho apprezzato della scena francese come IAM, Oxmo Puccino, Funky Family e molti altri che hanno saporito il mio gusto musicale. La scena Hip Hop di New York è sempre stata nel mio cuore. Lo stile di New York nel LifeStyle, nel rap, nelle produzioni è sempre stato il mio top. Ho amato e amo anche lo stile di L.A., Tu Pac, Dr. Dre, Snoop, Ice Cube, Ice T, Bun Thugs&Armony, ma a N.Y. ci sono Nas, Biggie, Jay-z, Fat Joe, Gang Starr, Pete Rock & C.L Smooth e troppi altri che mi mandano a casa... Poi sì, mi piace l’r&b, ho sempre amato il funk, la black music. Sono cresciuto ascoltando Michael Jackson e adoro Marvin Gay, anche artisti come loro hanno influenzato il mio modo di fare musica.
Amore, famiglia, amicizia, sesso, problematiche sociali, aspirazioni, crescita, conflitti, divertimento, sfogo... dentro questo disco ci sono molti argomenti diversi dove a volte esprimi maturità, saggezza e a volte invece predomina l’istinto animale e il fun fine a se stesso. Credo che nessuno sia sempre felice, o sempre triste... Ne Il Coscritto vi sono ambienti e umori diversi fra loro perché così è la vita. Ho cercato di trasmettere positività perché il coscritto crede nel bene. Volevo che questo disco diventasse una buona compagnia per chi lo ascolta. Riuscire ad intrattenere e divertire qualcuno è cosa difficilissima e molto nobile a mio modo di vedere. Ma per ridere spesso bisogna aver anche pianto. Il giorno non sarebbe tale senza la notte. Così ne Il Coscritto ho affrontato diversi argomenti e cercato di fotografare la vita del protagonista da diverse angolature. Come senti i problemi della comunità black e dell’integrazione? Di certo non sono neutrale. La nostra società ha ancora molti problemi da risolvere legati all’integrazione e molte cose da imparare dalle diverse minorità. Posso affermare che c’è ancora molto razzismo in Ticino perché io stesso ne sono spesso vittima. Molta gente vede solo il colore della mia pelle ed automaticamente mi dà una connotazione negativa. Naturalmente non è una novità né un atteggiamento generalizzabile. Personalmente mi sento come se avessi un re dentro di me, sono molto orgoglioso. In oltre ho avuto la fortuna di crescere e studiare nella Svizzera italiana, e quindi non ho particolari problemi di integrazione. Vedo però altri fratelli come ad esempio quelli in asilo politico che di certo hanno vita molto più dura di me e noto chiaramente che non viene fatto molto per favorire la loro integrazione. Purtroppo il razzismo è un problema mondiale legato all’ignoranza e la paura. Forse aiuterebbe un po’ più di dialogo. Parlando di sound, in questo disco c’è la figura del produttore o è più un lavoro collettivo? Per quel che riguarda le produzioni musicali si tratta più di un lavoro di gruppo. Principalmente il disco è stato prodotto da DJ C.I. che ha prodotto da solo cinque basi, Jay-K e Michel che ne hanno prodotte rispettivamente due. Le altre otto sono state prodotte in gruppo, vale a dire DJ C.I. ed io, Jay-K ed io, o noi tre assieme. Questa formula è nata spontaneamente. Non volevo avere un solo produttore perché stavo cercando di creare un album vario anche nello stile delle produzioni. Allo stesso tempo volevo creare un’unità e un gusto riconducibile a Gun Funk e quindi, gun funk baby! per informazioni: www.gunfunk.com
Nest / Il Coscritto / Gun Funk
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RE.VISION
CINEMA
DARIO ARGENTO maestro dello spaghetti-horror intervista a cura di Ado Bader
“Amo la Svizzera, paese affascinante e nel contempo misterioso”
Antonioni, Fellini, De Sica, Leone e Bertolucci; sono solo alcuni dei registi italiani che hanno fatto scuola all’estero. Dario Argento rientra di diritto in questa categoria, benché il genere in cui si diletta venga ancor’oggi sottovalutato da una gran parte della critica. Figlio del produttore Salvatore Argento, Dario scrive e gira il suo primo film a soli 24 anni. Oggi, le sue opere - e naturalmente le inquietanti colonne sonore - sono considerate dei cult dagli amanti del genere. Dario Argento mostra in ogni suo film una predilezione per la resa di effetti ottici e movimenti di camera particolari, piuttosto che un’efficace costruzione della sceneggiatura. Il regista, inoltre, non ha mai nascosto il suo fascino per il voyeurismo tipico di Alfred Hitchcok. All’età di 62 anni, Argento, ha in cantiere una serie di interessanti progetti, tra cui una fiction per la RAI. Abbiamo incontrato il regista italiano e gli abbiamo rivolto alcune domande.
minuti - in un’edizione breve di un’ora e trentacinque minuti. Ci fu una furibonda reazione da parte del pubblico, che spinse i distributori a riproporre in cartellone l’edizione integrale.
Dario, da dove viene il tuo fascino per il cinema di paura?
Attualmente sto lavorando alla stesura della sceneggiatura di quella che chiamo la trilogia delle “Tre madri“. Sono tornato a lavorare per la televisione, inoltre. Con la RAI ho sviluppato Ti piace Hitchcock? una serie di otto film (di cui ho girato i primi due episodi), omaggio al maestro della suspence britannico girata interamente a Torino. Se tutto andrà come previsto la fiction verrà diffusa durante la primavera 2005.
Non so esattamente dove ha origine questa particolare predisposizione. Credo che una parte del mio “essere” recepisca tutto ciò che ha di sinistro. Molte delle tue opere (parlo soprattutto dei film di inizio anni ’70) sono state tagliate in versioni più “soft” per le sale. Com’è il tuo rapporto con la censura?
La censura ha martoriato molti dei miei film, tuttavia ciò non è accaduto soltanto in Italia, ma soprattutto nel resto del mondo. Ricordo ad esempio che Opera, distribuito dalla defunta Orion Pictures, giunse nelle sale USA in una versione alleggerita di tutti i particolari più macabri e fu un flop. Oggi, grazie a una nuova edizione in DVD, il pubblico ha l’occasione di vedere l’opera completa. Ricordo, poi, un altro fatto analogo. Le sale francesi proposero Profondo Rosso - in origine lungo due ore e dieci
Spesso hai scelto la Svizzera come sfondo alle tue storie. Una pura casualità, o sei attratto dal nostro paese?
Mi piace molto la tradizione, la storia e quella calma particolare insita nel vostro territorio. E’ strano, ma ritengo che la Svizzera abbia qualcosa di affascinante e, nel contempo, di misterioso. Per fare un paragone, negli Stati Uniti d’America come in Svizzera, la gente sembra felice e coccolata dal benessere. Tutti sanno che questo tipo di sfondo celava i killer di Columbine, che tutti ritenevano i soliti, bravi ragazzi. Ecco, mi affascina quest’atmosfera dove sotto la superficie si può nascondere qualcosa di più sottile e inquietante. In Svizzera, naturalmente, mi piace tornarci. Come in Ticino e a Lugano, con tutte quelle belle montagne e i laghi. Tra l’altro, se osservate bene l’epilogo di Opera, noterete che l’ho girato interamente nel vostro Cantone! Ci puoi dire quali sono i tuoi futuri progetti?
Per concludere, c’è un film che hai recentemente visto e che vorresti consigliare?
Non ho particolari consigli da dare al pubblico. Ho notato però che la tendenza del cinema horror attuale è mutata; il genere è diventato sicuramente più “adulto” e più duro. Io non ho mai preso sul serio le mie storie, che erano film più ironici, concepiti per ragazzi. (si ringrazia Roland Meier per il supporto tecnico. )
RE.VISION
Hotel Rwanda
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L’indifferenza colpevole
Hotel Rwanda è la storia vera di Paul Rusesabagina, direttore di un resort a quattro stelle in Rwanda, che ha aiutato centinaia di rifugiati tutsi a nascondersi dalle milizie hutu che negli anni ‘90 scatenarono il terrore nello stato africano. Era il 1994 e la radio huti Mille Collines incitò gli animi: “Uccidete tutti gli scarafaggi tutsi!”. In cento giorni il Rwanda fu messo a fuoco e fiamme diventando teatro di massacri di massa dei tutsi, a cui poi si contrapposero quelli degli hutu. Paul Rusesabagina, hutu con moglie tutsi che oggi vive in Belgio, fu immerso suo malgrado in questo drammatico frangente mentre era il responsabile dei clienti di un resort di lusso, luogo in cui ha accolto la sua famiglia e più di mille tutsi (per l’esattezza 1268 individui ), proteggendoli dall’eccidio e resistendo per mesi fino all’arrivo degli aiuti, e difendendosi con lucidità nonostante gli esigui aiuti (qualche soldato)
lasciati dall’Onu dopo la partenza dei turisti occidentali e della stampa. “Per l’Occidente, per le Nazioni Unite voi siete spazzatura; non resteremo, non fermeremo questa carneficina”: è l’estrema e lucida battuta di Nick Nolte nei panni del colonnello canadese Olivier, comandante dei caschi blu dell’Onu che si rivolge ad un accorato Rusesabagina. Questa la chiave di un film che scoperchia la verità senza troppi peli sulla lingua sull’indifferenza totale del mondo occidentale che ha avuto quale conseguenza una strage d’immani proporzioni, calcolata tra mezzo milione e ottocentomila vittime in tutto il Rwanda. Un’indifferenza di cui tutti ci dovremmo vergognare e che il regista Terry George riesce a farci provare in maniera magistrale, evitando la violenza gratuita e il voyerismo sanguinolento. Una scelta questa che ha portato a critiche poco pertinenti sul film, anche perché a ben pensarci è un arte davvero difficile mostrare l’orrore senza sbattere sullo schermo i risvolti più truculenti. Anche la figura del protagonista Rusesabagina è vista in maniera onesta e tagliente, con i suoi (innumerevoli) pregi ed i suoi difetti, ma soprattutto tramite la sua dimensione anti-eroica, che si perpetua ancora oggi, in un attivismo “dietro alle quinte”: difatti egli, ormai definito come il Schindler africano, si adopera oggi in attività umanitarie contro i massacri che ancora insanguinano l’Africa, dal Darfur al Congo. Concludendo il messaggio del regista è: “Ogni volta che simili tragedie vengono rese pubbliche i politici di mezzo mondo chiedono tardivamente scusa e si impegnano a non farle ripetere mai più. E puntualmente il macello ricomincia altrove”. Parole tremendamente veritiere, e terribilmente tragiche. Visione consigliata.
Non guardate quella videocassetta: Samara è tornata! Il fantasma della bimba maledetta torna in The Ring 2, remake diretto Hideo Nakata di Ado Bader
Girano strane voci sulla lavorazione del sequel di The Ring. Secondo alcuni rapporti della Dreamworks SKG il set è stato teatro di strani incidenti. Durante il settimo giorno di riprese l’ufficio della produzione si è allagato a causa del cedimento di una tubatura. Semplice coincidenza - l’acqua è il tema principale del film - o inquietante presagio? Per sciogliere il nervosismo della troupe il regista Hideo Nakata ha richiesto una cerimonia di purificazione in perfetto stile giapponese. Tuttavia gli incidenti non si sono placati: pare infatti che un costumista sia stato caricato da un cervo durante le riprese in location, episodio altrettanto inquietante visto che nel film i protagonisti subiscono proprio un attacco del genere.
Singolari sono le tecniche promozionali adottate dallo studio per l’uscita americana. Copie della famosa videocassetta maledetta sono state poste in luoghi pubblici appositamente scelti (parchi, piazze, centri commerciali). Per vostra curiosità: alla fine della sequenza delle immagini, sullo schermo, appaiono le coordinate del sito web. Tutto ciò lascia intuire la grande attesa ma anche la frenesia che ruota attorno al film. Basti pensare che prima di Hideo Nakata (talentuoso regista giapponese già autore dei capitoli originali di The Ring e di quel capolavoro che è Dark Water) erano stati ingaggiati Noam Murro, specializzato in video clip musicali, e Richard Kelly, autore del cult Donnie Darko. The Ring 2 si svolge sei mesi dopo i fatti accaduti nel primo film. Rachel (Naomi Watts) e suo figlio Aidan si sono trasferiti in un villaggio dell’Oregon per ricominciare una nuova vita e dimenticare i drammatici avvenimenti che hanno vissuto. Il terrore però è in agguato. Uno strano delitto scoperto per caso da Rachel sembra ricondurre alla malefica bambina che ha dato origine alla maledizione. Consapevole dell’incombente minaccia, Rachel tenterà di spezzare la “catena” del male per impedire che Samara giunga nel mondo dei vivi. Se avete il coraggio di affrontare la maledizione l’appuntamento è al cinema dall’8 aprile.
In occasione dell’uscita di The Ring 2, la UIP offre una t-shirt del film ai primi dieci lettori che invieranno un email (completo di nome, cognome e indirizzo) con l’intestazione “TheRing” e la risposta corretta alla domanda sottostante. Inviare a redazione@resetmagazine.ch Come si chiama la cittadina dell’Oregon in cui si trasferiscono i protagonisti di The Ring 2? A) Aberdeen B) Albany C) Astoria
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CINEMA
di Apache
Supersize me Il fast food è nudo
Il cinema Cinestar di Lugano offre un entrata gratuita per la visione di questo film durante i giorni venerdì 22 e domenica 24 aprile ai primi dieci lettori che invieranno un mail intestato “Supersize” e con indicati i propri dati personali a redazione@resetmagazine.ch
Con un certo ritardo arriva nelle nostre sale Supersize me, il filmdocumentario che ha vinto il Sundance Film Festival e l’Mtv Film Festival dell’anno scorso. L’ideatore della pellicola è il documentarista Morgan Spurlock, che dimostra come ci si riduce dopo un mese mangiando tre pasti presso Mc Donald, prestandosi egli stesso da cavia e facendosi seguire scrupolosamente dalla telecamera e da tre medici (un cardiologo, un nutrizionista ed un gastroenterologo). Il 33enne newyorkese Spurlock era il ritratto della salute, poi ha affrontato stoicamente una dieta esclusivamente a base di hamburger, sciroppi, formaggi, bibite gassate, fritture varie per poi, ogni settimana, far controllare dai medici il progredire della sua situazione fisiologica. I dati emersi sono impressionanti. Alla fine della “cura” a base di mega hamburger e patatine fritte, il verdetto dei medici ha accertato che il colesterolo è aumentato in maniera esponenziale, e che il fegato è ridotto praticamente come un patè. Poi emicranie, una caduta della libido e della potenza sessuale, forti dolori toracici e soprattutto quasi dodici chili di peso in più... ecco i devastanti effetti collaterali della dieta. In un solo mese.
Questo documentario mostra in dettaglio ciò che si cela dietro le strategie di marketing delle multinazionali del fast food. Dopo l’uscita negli Usa di Supersize me sono scomparse le porzioni “supersize” dalle catene Mc Donalds, comunque nel 2004 i profitti di questa multinazionale sono saliti del 25%, in quanto gli sforzi da parte delle catene di fast food ora si stanno intensificando nei paesi in via di sviluppo, giacché in quei paesi ci sono meno regole in materia e soprattutto la gente è meno sensibilizzata. E’ fresco nelle librerie il volume Non mangiate questo libro (ed. Fandango) in cui Spurlock denuncia la poca sensibilità alimentare dei programmi nutrizionali delle mense scolastiche americane, nonché il declino dell’educazione fisica a scuola, la piaga della dipendenza da cibo e i metodi sempre più estremi con cui le persone tentano di perdere peso e riacquistare la linea e la salute. Dopo la visione del film e la lettura di questo libro, l’olezzo di un succulento hamburger susciterà in voi emozioni decisamente contrastanti, tra desiderio e schifo. A voi la scelta a quale stimolo soccombere.
Sideways
Il vino come metafora di vita
Per festeggiare la sua ultima settimana da scapolo Jack, ex attore di soap, parte in viaggio per i vigneti californiani con il suo vecchio amico Miles, scrittore fallito, ancora sofferente per il suo divorzio. La coppia d’amici è in viaggio tra i vigneti della Santa Ynez Valley, ma durante il giro a base di degustazioni di vino e conversazioni brillanti, le differenze tra i due protagonisti si manifestano immediatamente: l’esuberanza di Jack (interpretato da Thomas Haden Church, una rivelazione) si contrappone all’eccessiva prudenza di Miles (un eccellente Paul Giamatti). Però, essendo amci fin dall’infanzia, si sopportano amabilmente a vicenda fino a quando sulla loro strada incontrano due donne che gli faranno mettere in discussione alcune loro consolidate certezze, sulla vita, l’amore e l’amicizia.
Sideways - In viaggio con Jack ha vinto innumerevoli premi, fra cui due Golden Globe, sei Indipendent Spirit Awards ed era candidato a cinque Oscar. Di certo è un buon film di cui consigliamo la visione, una commedia alla Billy Cristal, equilibrata, surreale ma contemporaneamente realistica, dove il capace regista Alexander Payne (Election e About Schmidt) dirige con fine eleganza dei personaggi buffi, ma non per questo ridicoli, perché profondamente umani. Umani nei loro lunghi dialoghi filosofeggianti durante le de-
gustazioni di vino (pinot per l’esperto Miles, merlot per il spumeggiante Jack), umani di fronte alla joie de vivre di due ragazze esperte in vinologia e sentimenti (Virginia Madsen e Sandra Oh), umani nei loro (ultimi) sogni di rassegnati uomini di mezza età. Un film da sorseggiare con piacere, dal vago retrogusto agrodolce. In visione presso il Cinema Lux di Massagno a partire dall’8 aprile
NEXTSCREEN
RE.VISION
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Profondo blu
Nel mare nulla è quello che sembra Dopo Il popolo migratore e Microcosmos, la storia naturale degli oceani raccontata attraverso le immagini inedite dei suoi abitanti e della loro vita sottomarina.
Profondo Blu è uno straordinario documentario che ha un solo, grande protagonista: l’oceano. Dice Alastair Fothergill (co-regista con Andy Byatt) “Vi portiamo in un mondo che non avete mai visto prima, verso quella che credo sia veramente l’ultima frontiera del nostro pianeta.” L’ultima frontiera. Rendiamocene conto: l’acqua, e i vasti oceani in particolare, rendono la Terra unica. Ma nonostante ciò noi umani degli oceani abbiamo una conoscenza ancora troppo superficiale. Dunque è giunto il momento di aprire gli occhi di fronte alle meraviglie degli abissi grazie a questo documentario realizzato da un team di professionisti della BBC, specialisti nel genere, che narra la storia di quell’ammasso sconfinato di acqua che rende il nostro pianeta simile a uno zaffiro, quando lo si osserva dallo spazio.
E’ Clive Owen uno dei candidati più accreditati a mandare in pensione Pierce Brosnam ed interpretare il mitico James Bond. Il nome forse non è tra quelli che i rotocalchi e i riflettori tengono sempre sotto tiro, ma il suo volto è ben noto per King Arthur e per essersi anche conquistato un Golden Globe, sfiorando anche l’Oscar, per il suo ruolo in Closer accanto a Julia Roberts. Quarant’anni, di origini inglesi, ben sei milioni di donne britanniche lo adorano, ammirandolo all’inizio degli Anni ’90 nel telefilm Chancer di cui lui era il protagonista. Poi parti minori in Bourne Identity e Gosford Park ed ora un film dopo l’altro: sugli schermi americani Sin City, con lui nei panni di un ex fotografo che uccide involontariamente un poliziotto, e poi Derailed, un thriller che lo vede impegnato accanto a Jennifer Aniston.
Il regista George Lucas ha avvertito gli appassionati della saga Guerre Stellari che il prossimo ed ultimo episodio sarà il più romantico e commovente della serie. La pellicola, intitolata Guerre Stellari: Episodio III - La vendetta del Sith, uscirà in visione mondiale il 19 maggio. Lucas, intervenendo a Las Vegas al convegno annuale dei gestori dei cinema, ha presentato per la prima volta i primi sei minuti del film che mostrano un furioso duello dei Jedi Anakyn Skywalker, ovvero Hayden Christensen, e Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) contro un nugolo di avversari. “Il film è un ‘Titanic’ ambientato nello spazio dal punto di vista emotivo - ha affermato Lucas - E’ una storia che fa piangere e gli spettatori saranno sorpresi dal tono diverso del film”. Preparate i fazzoletti, e che la forza sia con voi.
Questo film girato in trentaquattro paesi diversi cerca di illustrarne la storia e l’ecosistema di quel 70% che ricopre il nostro pianeta, con immagini incredibili, suggestive, coinvolgenti, testimoni di qualcosa di vivo e sempre in trasformazione. Impossibile non rimanere affascinati la vita degli oceani raccontata con queste incantevoli immagini: durante la proiezione di Profondo Blu vi sembrerà di essere presenti in prima persona. Essere immersi in mezzo alla vita che brulica, che pulsa, che vortica incessante tra le acque, come se voi foste dei pesci. Dei pesci stupiti e meravigliati.
Si è conclusa il 20 marzo, con la pubblicazione di un manifesto di addio, l’esperienza cinematografica di Dogma ‘95, il movimento cinematografico fondato dai quattro cineasti danesi Lars Von Trier, Thomas Vinterberg, Soren KraghJacobsen e Kristian Levring. I film Dogma sono stati realizzati secondo criteri stabiliti nel manifesto sottoscritto dal gruppo di registi, ovvero semplificando i metodi e gli strumenti delle riprese, e raccontando le storie in modo essenziale. I film del movimento hanno portato la Danimarca in primo piano nel panorama cinematografico internazionale con pellicole come Idioti di Von Trier, Festen di Thomas Vintenberg e Italiano per principianti di Lone Scherfig. D’ora in poi il certificato Dogma, insieme al Manifesto e all’impegno di purezza, si troverà in rete a disposizione di chiunque vorrà fare un film Dogma. (www.dogme95.dk)
La cantante americana Alicia Keys sarà protagonista per la
Sony Pictures dell’adattamento cinematografico del romanzo di Kathryn Talalay Compositions in Black and White, curato dallo sceneggiatore José Rivera (I diari della motocicletta). La Keys interpreterà Philippa Schuyler, che da bambina prodigio diviene la prima musicista di colore di caratura nazionale. La Schuyler iniziò a comporre musica a cinque anni, ma i pregiudizi razziali e sessisti dell’America negli anni ‘30 furono per lei un gravoso fardello da sopportare. Una storia vera tramite la quale la stupenda e talentuosa Alicia potrà trovare vari appigli autobiografici. Tra i produttori del film anche Halle Berry, la quale però non dovrebbe avere un ruolo nel film.
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RE.VISION
CINEMA
Nascosto nel buio di Fabio Colombo
E’ innegabile che negli ultimi anni l’industria cinematografica abbia attinto a piene mani dalla psicologia del profondo. Basta citare Il sesto senso o Fight Club, tra i più conosciuti, per avere un’idea di come le teorie relative all’inconscio possano fornire le fondamenta a costruzioni narrative avvincienti ed elaborate.
In contrapposizione all’esplorazione dello spazio, che espande sempre più le nostre frontiere, vi sono ambiti di indagine a moto inverso, che guardano alla nostra intimità, ai segreti della nostra mente, così brava a mettere in crisi i classici metodi di ricerca scientifici, che hanno per oggetto la materia bruta, su cui si basa parte dello sviluppo della societá occidentale. Se da un lato quindi questo recente “trend” è giustificato, oggi iniziamo ad assaporare, grazie a films come Nascosto nel buio, quell’amara sensazione di già visto. Sì, perchè il film in questione sembra un copia-incolla di formule visivo-narrative precedentemente viste in ambito thriller (Shining, Secret windows, Psycho, Ju-on). Questa critica ovviamente non costituisce un buon motivo per non andare a vedere il film. Dipende da che tipo di spettatori siete: se vi piace andare al cinema di tanto in tanto, Nascosto nel buio può farsi apprezzare in quanto, oltre ad essere girato bene, sa mantenere alta la tensione e non manca di colpi di scena “originali”; per i cinefili accaniti invece i richiami continui ad altre pellicole finiscono con il renderlo una proposta innocua. Diretto da John Polson, con un cast valorizzato dal sempre convincente Robert De Niro e da Dakota Fanning, bambina prodigio nonchè astro nascente di Hollywood, il film inizia con un suicidio che scardina i fragili equilibri di una famiglia della New York bene. La principale vittima di questa tragedia è la piccola Emily (Dakota), che si ritrova privata dell’affetto della madre suicida e finisce con l’isolarsi dal mondo. Padre e figlia si trasferiscono in campagna (la classica casa nel bosco) per ritrovare la serenità perduta. Non sarà così: Emily sembra peggiorare costantemente ed inizia a dialogare con un amico immaginario, Charly, dai tratti inquietanti e sinistramente pericolosi....
DVDMANIA WMV HD
L’alta definizione è già tra noi.
Da qualche tempo è già possibile godere dell’alta definizione grazie al nuovo formato Microsoft Windows Media Video High Definition (H.264). Si tratta di un nuovo avanzato formato di compressione che permette di codificare nello spazio occupato da un DVD Video (8,5 Gb) filmati di eccellente qualità e con risoluzioni elevate: 1.280x720 pixel anzichè i classici 720x576 pixel del Dvd Video. I film già in commercio sono una decina, ben presto destinati a diventare qualche centinaia (disponibili in commercio Open Range, Hero, Timeline, Spun, Due fratelli, Shall We Dance, imminente Profondo Rosso). Per riprodurre tali Dvd attualmente è necessario un Pc o un sistema avanzato Windows Media Center, ma tra
breve saranno disponibili una nuova generazione di lettori Dvd compatibili con tale formato. Quando si parla di video ad alta definizione sono due i formati da prendere in considerazione: il 1.280x720@50p che consiste in 720 linee di scansione progressiva in una risoluzione orizzontale di 1.280 pixel, e il formato Full HDTV con 1.920x1080 pixel che conta 1.080 linee in formato interlacciato, risoluzione ben 5 volte superiore alla nostra attuale 720x576 dei DVD Video. Ma quanti sono gli schermi in grado di reggere tali definizioni? Non sono molti, tuttavia display digitali come i plasma di ultima generazione, gli LCD o anche i videoproiettori che lavorano in modalità progressiva, hanno già possibilità di agganciare tali frequenze (alcuni modelli Sharp o Samsung hanno già una risoluzione del pennello pari a 1920x1080 pixel riuscendo a supportare l’HDTV full), mentre la stragrande maggioranza sono compatibili fermandosi ai segnali 1280x720@50p.
RASSEGNE Un po’ di Cinema Svizzero Ritorna anche quest’anno la rassegna che, fino al 29 aprile, in Ticino si dedica al cinema svizzero proponendo i film più significativi della scorsa stagione.
François Truffaut L’uomo che amava il cinema, i libri, le donne...
“Tre film al giorno, tre libri alla settimana, dei dischi di grande musica basteranno a fare la mia felicità fino alla mia morte, che un giorno dovrà pure arrivare e che egoisticamente temo.” Al pari del cinema Truffaut amava i libri, il testo scritto, al punto che non esiste un suo solo film che non faccia riferimento e non renda omaggio alla letteratura e all’atto dello scrivere. E proprio scrivendo di cinema, dei film degli altri, egli comincia, come molti suoi amici della Nouvelle Vague, la sua carriera: un’attività, quella della critica, che continuerà a svolgere per quasi tutta la vita, anche quando è ormai un regista affermato. Tutti i Cineclub del Cantone offrono al pubblico durante aprile e maggio una kermesse cinematografica che dà la possibilità di approfondire questo immenso creativo che amò l’arte come se fosse una delle intense e bellissime donne protagoniste per eccellenza delle sue memorabili pellicole. La sua morte arrivò, con largo anticipo, nel 1984, stroncando a soli 52 anni la vita di quest’uomo infaticabile, generoso, appassionato, e lasciando un vuoto incolmabile nella scena del cinema mondiale. A rotazione nelle sedi di tutti i cineclub del Cantone (Cinema Forum 1-2 di Bellinzona, Cinema Morettina e Sala dei congressi di Muralto, Cinema Iride di Lugano, Cinema Teatro di Chiasso, Cinema-teatro Blenio di Acquarossa) saranno proiettati i seguenti film: Les mistons (1957), Les 400 coups (1959), Tirez sur le pianiste (1960), Jules et Jim (1961), Antoine et Colette (1962), Baisers volés (1968), La peau douce (1964, ) Fahrenheit 451 (1966), La mariée était en noir (1967), La sirène du Mississippi (1969), L’enfant sauvage (1969), Domicile conjugal (1970), Les deux anglaises et le continent (1971), Une belle fille comme moi (1972), La nuit américaine (1973), L’histoire d’Adèle H. (1975), L’argent de poche (1976), L’homme qui aimait les femmes (1977), La chambre verte (1978), L’amour en fuite (1979), Le dernier métro (1980), La femme d’à côté (1981, Vivement dimanche! (1982). Per informazioni su date, orari e locations consultare il sito www.cicibi.ch, oppure gli organi d’informazione quotidiana.
Alcuni cineclub della regione (Luganocinema93, Circolo del Cinema Bellinzona, Circolo del Cinema Locarno, Cineclub del Mendrisiotto) propongono agli spettatori la consueta scelta di pellicole che sono spiccate recentemente nella fiorente cinematografia svizzera. Pellicole che hanno fatto discutere, che hanno toccato nel cuore il pubblico, che hanno saputo dare un valore aggiunto alla cultura della nostra nazione. Alcuni titoli saranno proiettati in presenza dei registi, come Lionel Baier (Garçon stupide), Thomas Thümena (Ma famille africaine), Danilo Catti (Senza di me) e Jacqueline Veuve (La nébuleuse du coeur). Un occasione unica a disposizione degli appassionati ed i giovani cineasti della nostra regione per tastare il polso alla cinematografia elvetica, con in più l’opportunità di confrontarsi con i fautori della stessa, approfondendo così le sinergie e la cultura del fare film nel nostro paese. I cinema che ospiteranno la rassegna sono Cinema Forum 1+2 di Bellinzona, Cinema Iride di Lugano, Cinema Morettina Locarno, Cinema Excelsior Chiasso. Saranno organizzate delle proiezioni anche presso alcuni istituti scolastici, ossia la Scuola Cantonale di Commercio di Bellinzona e il Liceo 1 di Lugano. Saranno proiettati i seguenti film: Hoy Maya di Claudia Lorenz, Garçon stupide di Lionel Baier, La nébuleuse du coeur di Jacqueline Veuve, Einspruch IV di Rolando Colla, Ma famille africaine di Thomas, Senza di me di Danilo Catti e Au large de Bad Ragaz di Christophe Marzal. Per informazioni su date, orari e locations consultare il sito www.cicibi, oppure gli organi d’informazione quotidiana.
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Cinemino Come sopravvivere in provincia
Si volge alla conclusione la rassegna Come sopravvivere in provincia coordinata sapientemente dal collettivo Cinemino presso il Living Room di Lugano durante tutta la stagione invernale.
Interessante scelta per concludere questa rassegna di cinema pensata in termini sociologici e con riferimenti storici, il tutto visto attraverso la lente della provincia. Sul cartellone alcune pellicole di sicuro impatto e già foriere di dibattiti e discussioni. Mike Leigh, Jim Jarmush e Ken Loach sono i noti registi in programma con le rispettive pellicole All or nothing, Coffee and Cigarettes e Sweet Sixteen. Da non perdere, quindi, anche per l’ambientazione accogliente e sciolta che il Livingroom offre al pubblico. Dalle 21.30, entrata gratuita. Versioni originale con sottotitoli in italiano info: www.livingroomclub.ch - www. thermos.org / per ricevere la newsletter di Cinemino scrivere a cinemino@thermos.org 20 aprile
All or nothing (UK, 2002) di Mike Leigh
con Timothy Spall, Kathryn Hunter, Lesley Manville, Alison Garland, James Corden
27 aprile
Coffee and Cigarettes (USA, 2003) di Jim Jarmusch - con Roberto Benigni, Cinqué Lee, Steve Buscemi, Iggy Pop,Tom Waits, Cate Blanchett, Meg White, Jack White, Steve Coogan, Alfred Molina, RZA, Bill Murray
18 maggio
(UK, 2002) di Ken Loach con Martin Comptons, William Ruane, Annmarie Fulton, Michelle Abercromby Sweet Sixteen
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RE.AD
LIBRI
T. CORRAGHESAN BOYLE Doctor Sex Einaudi
Imminente sugli schermi cinematografici l’uscita del film sulla vita del professor Alfred Kinsey (interpretato da un magistrale Liam Neeson), il famoso ricercatore che negli anni ‘40-’50 messe a soqquadro i benpensanti della società americana. Lo studio del professore s’incentrò sull’attività sessuale degli americani mettendo il dito in mezzo alle abitudini e alle perversioni che a quei tempi erano considerati tabù. Nell’attesa della visione del film vi suggerisco la lettura di Doctor Sex un romanzo di T. Corraghesan Boyle, il grande scrittore americano. L’io narrante del romanzo è il personaggio di John Milk, collaboratore, discepolo, figlio, amante della filosofia progressista del professor Kinsey. Dopo la laurea, John diventa collaboratore della ricerca sul sesso, ed impara sulla sua pelle la radicale idea di libertà del professore e di sua moglie Clara. In questo ambito la dolce Iris McAuliffe diventerà l’amore della sua vita, un rapporto iniziato per ragioni di studio (al corso possono partecipare solo coppie “fidanzate”), un legame che diventa importante per entrambi, anche se il professore è uno staca-
novista della scienza, quasi non dorme per dedicarsi al progetto di una vita, e John, con Corcoran e Rutledge, gli altri collaboratori, sono costretti a fare altrettanto, con immani sacrifici. Tutti personaggi e le situazioni descritti da Boyle sono frutto della sua fervida immaginazione, tranne le figure storiche di Kinsey e di sua moglie, in questo caso tratteggiate con l’aiuto dei biografi ufficiali della coppia. Un romanzo che si fa leggere con avidità, interessantissimo e pungente. E non pensate che leggerlo sia da considerare un atto anacronistico, credendo voi stessi di sapere già tutto sul sesso. Una lettura simile, indulgente e ironica (forse un po’ troppo nei confronti della figura di Kinsey, e questo può essere un’arma a doppio taglio, di cui i “moralisti” potrebbero approfittare), potrebbe ridimensionare la vera natura sessuale di noi umani, che è complessa e multiforme, senza complicazioni e spontanea, com’è naturale che sia. E niente di meglio che il taglio fantasioso e lapidario dell’autore T.C. Boyle per affrontare questo spinoso argomento.
JOHN VIGNOLA Su la testa! 1994-2004, dieci anni di rock italiano Arcana
Su la testa! racconta i percorsi artistici e sonori di una generazione di musicisti e di etichette che hanno portato il rock italiano a confrontarsi con le realtà internazionali senza timore di apparire inadeguato. Il volume analizza l’ascesa della musica italiana dell’ultimo decennio dai circuiti alternativi agli stadi, dai locali underground alle classifiche. Il testo segue i generi, i fattori e gli eventi, attraverso testimonianze degli artisti, degli addetti ai lavori e di eventuali fans d’eccezione. A partire dagli anni ‘80, con il passaggio dall’uso dell’inglese all’italiano, si forma la scena rock italica, con le sue band guida e le sue etichette indipendenti. Il libro contiene analisi scritte da critici
musicali (John Vignola, Alessandro Besselva Averame, Carlo Bordone, Luca Castelli e Damir Ivic) o illustri appassionati, poi una discografia dettagliata e mappe musico-geografiche che spaziano da Cuneo a Catania, disegnate con le parole dei protagonisti, le canzoni, gli eventi e i dischi migliori del decennio. E’ anche un viaggio attraverso l’autoproduzione, l’autogestione e la creazione di circuiti di distribuzione indipendenti e innovativi. Interssante ed esauriente questo saggio evidenzia una scena musicale in continua mutazione, che in un momento di assoluta crisi discografica, negli anni ’90, è stata l’emblema di un piccolo miracolo italiano.
RE.AD
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PRENDITI IL TEMPO, E TIENITELO STRETTO
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*** La vita moderna, è ormai risaputo da tutti anche se facciamo finta di non saperlo, ci logora e ci fa vivere freneticamente, facendoci boccheggiare alla ricerca di una felicità che ci sfugge per la mancanza di tempo necessaria ad apprezzarla. E’ giunto il momento di fermarsi e di trovare un momento per riflettere su quello che è, semplicemente, la qualità della nostra vita. E’ in questo senso che vi propongo due letture che potrebbero essere lo stimolo giusto per cominciare a rivivere in armonia con i nostri cicli vitali, che sono indubbiamente più lenti ed indulgenti della vita vorticosa che facciamo. ***
“La religione dell’industria ha trasformato gli esseri umani in robot del lavoro”. Questo il primo punto del manifesto dell’autore Hodgkinson, giornalista e anche direttore di The Idler, una rivista semestrale da anni oggetto di culto in Inghilterra, in cui scrittori e umoristi esaltano i piaceri dell’ozio e della pigrizia. Avete già capito il tenore che Hodgkinson tratta in questo suo breviario dedicato completamente a quello che è considerato il padre di tutti i vizi: l’ozio. In un mondo dominato dall’etica del lavoro, dall’efficienza, da martellanti messaggi che ci incitano a fare, produrre, organizzare, guadagnare, consumare, il “dolce far niente” è diventato un atto rivoluzionario, visto con sospetto dalla società. Il diritto di riappropriarsi del tempo, e di sperperarlo senza far niente diventa una rivendicazione di individualità e di distinzione. Hodgkinson ci offre una guida alla nobile arte dell’ozio, ironica, colta, raffinata, divertente. I riferimenti in cui si dipana il volume sono innumerevoli: da Oscar Wilde a Bertrand Russel, da Nietzsche a Byron, da Keats a La Rochefoucauld, tutti esimi pensatori che seppero fare dell’ozio un’attività proficua e stimolante. Pensateci bene: nella nostra vita frenetica, dove ogni ora è scandita da doveri e obblighi, dove la sveglia del mattino è solo la prima delle mille che ci fanno scattare durante il giorno, dove anche il sonno viene sacrificato sull’altare della produttività, il pensiero come fa ad avere il suo spazio? Una passeggiata senza meta, un divano accogliente, una conversazione senza orari da rispettare, i sogni ad occhi aperti, oppure meditare su una panchina al parco... queste e altre sono le uniche possibilità durante le quali il nostro pensiero può espandersi, ed esplorare nuovi territori dove trovare nuove idee o soluzioni. Il manifesto di Hodgkinson è chiaro: chi vive piano muore vecchio. Verità sacrosanta. Lettura consigliata da sdraiati.
ERIC BRENDE Meglio senza Ponte Alle Grazie
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{ TOM HODGKINSON L’ozio come stile di vita Rizzoli
Immaginate di vivere senza elettricità, senza tecnologia, senza televisore, senza strumenti industriali, senza telefono, senza radio, senza automobili, senza Internet e gli sms. Provate ad immaginare la vostra vita quanto ne verrebbe rivoluzionata, e quanto vi sentireste a vostro agio... o piuttosto meglio dire a disagio? Chiedetevelo prima che sia troppo tardi. Le comodità del mondo moderno sono diventate le nostre stampelle, ma le stampelle sono utili a chi non sa o può camminare, e non a chi sarebbe perfettamente in grado di gestire il proprio passo. In poche parole siamo tutti, noi del mondo occidentale, “stampellati” dalla tecnologia, che sostituisce molti gesti e soprattutto sostituisce il nostro pensiero. Eric Brende l’autore del libro nonché ex-ricercatore del MIT ha soddisfatto la propria curiosità in questo senso con un soggiorno presso una comunità Amish, notoriamente conosciuta per la totale indipendenza dalla tecnologia. Brende e sua moglie hanno cercato di adattarsi ad una vita senza alcun ausilio tecnico, imparando il valore della condivisione nel rapporto con gli altri e partecipando alle tradizioni religiose e secolari di una comunità fondata sull’autosussistenza economica. Un’esperienza che ha influito profondamente nell’animo del ricercatore, che, pur non restando in seno alla comunità Amish, ha abbandonato la sua professione presso gli istituti di tecnologia e oggi vive producendo artiganalmente sapone, gestisce un bed & breakfast e guida un risciò in un piccolo villaggio del Midwest. Con questo volume colmo di aneddoti e riflessioni Brende suggerisce di seguire una cadenza tranquilla nelle attività quotidiane, in un ritmo che riempe d’intensità ogni singolo attimo. La verità è semplicemente matematica. Ciò che ci accade sta nell’attimo. Accelerando la vita con la tecnologia, si riduce la capienza del singolo attimo, mentre rallentando la si espande. Lettura consigliata al lume di candela.
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RE.AD
LIBRI
Estasi e tormento di Stefano Kirk
Stephen Davis ha già pubblicato delle biografie sui grandi dinosauri del rock, come Rolling Stones, Aereosmith e Led Zeppelin. Possiede quindi un’esperienza - focalizzata su un vasto assemblaggio d’informazioni di prima mano - che gli consente di scrutare nell’animo dei personaggi da lui raccontati. E’ il caso di quest’opera di 478 pagine in grado di gettare una luce rivelatrice sulle vicende che hanno caratterizzato la vita di Jim Morrison, il cantante dei leggendari Doors, protagonista di un’esistenza dissoluta e dissolta, sempre sull’orlo di quel baratro che sarà la sua tomba finale. Jim Morrison, un nome che incute venerazione, passione, nostalgia.
Stephen Davis Jim Morrison - Vita, morte e leggenda Mondadori
Tanti sono gli spunti per leggere questa biografia del cantante-poeta rock e dei suoi innumerevoli eccessi. Qui è sviscerato a fondo il rapporto di Jim con le persone ad esso vicine, innanzitutto quello tormentato con l’eterna “fidanzata cosmica” Pamela Carlson, poi quello con i componenti dei Doors. Questi ultimi sono stati messi a dura prova dalle sue sregolatezze e dai suoi eccessi, in un eterno e sfiancante gioco al tira e molla. Jim Morrison era un bambino, un sognatore, un giocherellone, e come i bambini che si eccitano troppo giocando, non conosceva la differenza tra il rispetto e la perfidia, il dolore e la gioia, la perseveranza e l’intemperanza. Leggendo questo libro vi renderete conto di quanto spesso fosse stronzo. Morrison rappresentava tra gli anni ‘60-’70 il poeta maledetto e tormentato, quello più indomabile. Un lato del carattere che scandagliava ogni momento della sua vita.Ribelle ad ogni convenzione, Jim cancellò dalla sua vita la famiglia (il padre era un severo ufficiale dell’esercito, inoltre pare che Jim da ragazzo subì degli abusi sessuali da un parente), ed in seguito si oppose a qualsiasi dogma od imposizione. Il Re Lucertola ed i Doors erano ammirati da tantissimi addetti al settori, ma furono ben pochi ad averci a che fare direttamente, come Frank Zappa che ne parlò sempre ottimamente, ma schivò ogni eventuale collaborazione. Da citare lo stretto e assoluto rapporto con gli stupefacenti di ogni genere prima, e con l’alcool dopo, dipendenze fatali che lo stroncarono anche a causa di un cuore debilitato fin dall’infanzia. Poi ci fu il disagio provocato da un corpo tendenzialmente grasso: Jim Morrison dimagrì di colpo in seguito ad un periodo di pesanti sperimentazioni con l’acido lisergico, e per mantenere la snellezza in seguito scoprì la bulimia. C’era anche la bellezza del suo viso, fiorito dopo la perdita di peso, che fece impazzire tutti. Un viso da angelo vizioso, sfacciatamente avvenente, che diede del filo da torcere ad una pletora di donne e di uomini: Andy Warhol, per citarne uno, gli fece il filo a lungo, ma invano, per averlo quale protagonista di un suo film. Rivelatori poi i gusti sessuali di Morrison: vorace ed ingordo, e scusate con la crudezza con cui lo dico, Jim si è scopato tutto il mondo: sconosciuti o famosi, e senza distinzioni di sesso. Non ebbe mai figli da egli riconosciuti come tali, e riparò i suoi guai finanziando innumerevoli aborti. Da non dimenticare la passione di Jim per la letteratura e il cinema: fu la valvola di sfogo per il suo grande talento, giacché spesso si sentiva inadeguato nel ruolo di rockstar, agognando a quello di scrittore e poeta. Infine i conflitti che Jim ebbe con la giustizia americana. In quel periodo durante il quale il mondo giovanile montava contro l’establishement volendone sovvertire il ruolo dominatore, Jim fu visto dall’amministrazione Nixon come un sobillatore da tenere sotto controllo, fatto accertato che non mancò di suscitare molte illazioni e leggende sulla sua morte, una morte che il libro rivela in realtà come fatalmente squallida. Volume utile non solo ad approndire la vita di Jim Morrison, ma pure per conoscere vizi e (poche) virtù dei personaggi secondari che costellavano la scena rock-psicadelica degli anni ‘60-’70, uno su tutti il conte Jean de Breteuil, lo spacciatore di eroina cinese che fu il fulcro delle dipendenze di Brian Jones, Janis Joplin (pare che fu lui a passarle la dose che la uccise), Jimi Hendrix, Keith Richards, Marianne Faithfull e così via fino a Pamela Carlson, la compagna di Morrison. L’autore riesce con questa sostanziosa biografia a spogliare Jim dalle sgargianti ed incantatrici vesti della leggenda, mostrandolo nudo nella sua completezza, nel bene e nel male, nella gioia e nella sofferenza, offrendo inoltre al lettore un’ampia visione, disincantata e lucida, sul contesto sociale e storico in cui si svolse la sua vita. Un libro che vi toglierà gli occhiali rosa. Il re Lucertola è morto. Viva il Re Lucertola.
RE.AD
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Piccoli spazzacamini di Apache
Canton Ticino 1838. Un uomo che compra bambini nelle valli e li porta a Milano. Bambini che sono costretti a lavorare come spazzacamini. Una storia vera raccontata attraverso illustrazioni in bianco e nero di H. Binder.
I Fratelli Neri racconta la storia vera (ambientata negli anni ‘30-’40 dell’Ottocento) dei ragazzi delle vallate del Canton Ticino venduti dalle famiglie e portati a Milano a fare gli spazzacamini. Trattati come schiavi, in pochi sopravvivessero a questo duro e pericoloso lavoro. Un centinaio di anni dopo, l’autrice argoviese Lisa Tetzner ha raccontato nel suo libro, dal titolo Die Schwarzen Brüder (1941 - scritto assieme a suo marito Kurt Held, autore del mitico Die rote Zora), il destino e la fuga avventurosa di Giorgio, un quattordicenne della Valle Verzasca che come gli altri piccoli spazzacamini trasferiti a Milano subisce angherie, soprusi e sfruttamento, e che, grazie alla solidarietà dei ragazzi dell’associazione clandestina dei Fratelli Neri, nonché all’aiuto di un medico, riuscirà a tornare in Svizzera e a costruirsi una nuova esistenza. Ora è uscito questo romanzo in versione fumetto, ad opera di Hannes Binder (1947), pittore e illustratore elvetico maestro nella tecnica dello scraper, noto inoltre per i suoi fumetti polizieschi tratti dai romanzi di Friedrich Glauser. Per illustrare le vicende di Giorgio, Binder ha attinto al materiale iconografico dell’epoca, stampe e illustrazioni. Un tratto essenziale, quello di Binder, asciutto, cupo, atmosferico, esente da fronzoli superflui, che si fa tramite di forti emozioni sorreggendo la storia, anzi in alcune parti sostituendone persino le parole, con immagini vivide ed intense. L’ambientazione ispirata dalle stampe ottocentesche immergono in una lettura pressoché cinematica, coinvolgente e profonda. Un “romanzo per immagini”, dunque, in cui le illustrazioni non accompagnano semplicemente
il racconto, ma svolgono un ruolo fondamentale arricchendo la lettura di ulteriori sfumature e significati, affidati a una suggestione antica, ma che ci riguarda direttamente. Questa è la storia dei nostri tris e bis nonni, storie di emigrazione forzata, di sfruttamento minorile, di povertà e di totale analfabetismo. Una storia che oggi si ripete inesorabile in altri parti del mondo, e che è giusto ricordare con questo volume - pensato innanzittutto per i ragazzi, ma che consiglio vivamente anche agli adulti - in quanto è fondamentale ricordarsi che solo guardando al passato si può migliorare il futuro, quello che sarà in mano ai bambini di tutto il pianeta. Hannes Binder/ Lisa Tetzner I Fratelli Neri
Zoolibri
Premio Letterario Bookcorsaro Concorso per racconti inediti
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Ricordiamo ai lettori che BookCrossing è una comunità virtuale internazionale che tramite il sito www.bookcrossing.com scambia opinioni e giudizi sui libri “liberati” per le strade, a disposizione dei passanti. Attività questa all’insegna dello scambio e della condivisione, che sta prendendo sempre più piede, anche alle nostre latitudini. Difatti i bookcorsari ticinesi (reperibili a questo indirizzo web: www.bookcrossing.com/members/switzerland/ticino) sono sempre più lanciati in iniziative e attività incentrate sulla passione per i libri, passione che condividono congli omologhi della regione insubrica grazie ad incontri e riunioni pure oltre frontiera. E’ nato pure un point-center, presso la Bottega del Caffé, in via Cattedrale a Lugano, luogo dove i bookcorsari mettono a disposizione agli altri associati un angolo dove abbandonare i libri e trovarne altri a disposizione. Ecco l’associazione giusta per approfondire il vostro amore per la letteratura, un gruppo di amici appassionati che vi accoglierà a braccia aperte. Tra le altre attività dei bookcorsari ticinesi c’è un’interessante concorso di scrittura, giunto alla sua seconda edizione. Nello spirito del bookcrossing la partecipazione al concorso è del tutto gratuita, e sarà ricompen-
sata con un succoso premio in libri. Il tema scelto per la seconda edizione del concorso è Altri altrove - Luoghi reali e immaginari. I partecipanti sono invitati a scrivere un racconto che abbia come protagonista, e non solo come sfondo, un luogo (reale o immaginario). Gli elaborati, firmati con il proprio nickname di appartenenza al forum (quindi bisogna essere iscritti al sito Bookcrossing.com), devono essere inviati al seguente indirizzo di posta elettronica: paolor72@tin.it. L’oggetto della mail deve contenere la stringa “<nickname>: premio letterario bookcorsaro II”. Saranno valutati elaborati originali non più lunghi di 1’200 parole, e saranno presi in esame solo gli elaborati consegnati entro il 20 aprile. Gli elaborati, privati del nickname e numerati, verranno inoltrati in forma anonima da un garante non partecipante al concorso alla giuria dei Dieci Lettori (commissione formata dai bookcorsari più attivi). Ai primi tre classificati verrà assegnato un monte premi costituito dai libri generosamente donati dall’associazione, così distribuito: cinque libri al primo classificato, tre libri al secondo classificato e due libri al terzo classificato. I racconti che non rispetteranno i criteri esposti nel bando, non verranno presi in cosiderazione. Per ulteriori informazioni: cuteboy@cattivielementi.zzn.com
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RE.AD
REPORT
L
a Società Tolkieniana Svizzera Smial del Ticino, è un associazione culturale senza scopo di lucro, che raccoglie gli appassionati della vita e delle opere del Professor J.R.R. Tolkien. La società è stata costituita secondo i principi della Tolkien Society Inglese in occasione della festa di compleanno di Bilbo e Frodo, il 22 settembre 2002. La Società è si prefissa di fare da punto di riferimento per la realizzazione di attività ed incontri tolkieniani nella regione del Canton Ticino. Vi proponiamo un’intervita a Simone Gallotti e Federico Iseppi, rispettivamente il presidente ed il segretario della Società Smial.
La terra di mezzo tra il popolo elvetico intervista di Michael Bartolotti
Innanzitutto una vostra presentazione... Io (Simone) e Federico abbiamo fondato da quasi tre anni, accomunati da una passione comune per Tolkien, la società tolkeniana Svizzera. La società si occupa di riunire gli appassionati delle opere letterarie del professor Tolkien in Ticino, nel nord Italia e perché no, anche alcuni tolkeniani d’oltralpe. A proposito degli amici d’oltralpe avete già avuto occasione di incontrarvi con i gruppi tolkeniani romandi e della Svizzera interna? Non ancora, visto che il nostro gruppo si doveva ancora consolidare e i nostri amici francofoni e non hanno vissuto diversi cambi di comitato, ma qualcosa finalmente si sta muovendo e forse quest’anno sarà la volta buona che ci incontreremo. Il vostro gruppo ha diversi scopi ed obiettivi, ce ne potreste citare qualcuno? Diciamo che ci sono tre tipi di iniziative: quelle legate ad attività culturale (discussione di saggi, documenti e forum di dibattito on-line) quella parte che possiamo chiamare produttiva: produzione artistica tramite illustrazioni poesia, piccoli saggi e ricerca per pubblicazioni , ed infine gli incontri dal vivo: l’elemento che toglie da semplice community on-line e ci rende gruppo affiatato. A proposito della vostra attività, mi torna alla mente un episodio avvenuto qualche tempo fa a Bellinzona quando venni a sapere per puro caso della presenza alla libreria Taborelli di John Howe, grande illustratore svizzero, divenuto celebre per aver collabo-
rato attivamente nella realizzazione del film di Peter Jackosn sul Signore degli anelli. La cosa che mi lasciò perplesso fu la mancanza di pubblicità in tal senso. Hai perfettamente ragione a citare quell’ episodio poiché della notizia ne venimmo a sapere solamente quattro giorni prima, rimanendo noi stessi un po’ spiazzati. Il fatto è che la libreria aveva cercato di organizzare l’evento in maniera “artigianale”. In quel caso ci limitammo a dare completo supporto per l’organizzazione e per l’afflusso di persone. Di solito organizziamo dei pranzi-incontro con i membri del gruppo per riunirci e per pianificare la nostra attività nel corso dell’anno. Le discussioni variano dalla semplice chiacchierata sul film di Peter Jackson a magari discorsi un po’ più complessi su saggistica e narrativa fantasy in generale. Quanti sono i membri attivi che compongo la vostra associazione? Al momento non possiamo dare cifre esatte poiché stiamo riorganizzando la struttura del sito, ma comunque siamo intorno alla sessantina di aderenti. Siete già un bel gruppetto quindi... Beh, pensa che insieme al gruppo italiano eravamo giunti a quasi un centocinquanta membri congiunti tra la nostra e la loro associazione. Caspita, ma toglimi una curiosità, l’argomento base è sempre e solo Tolkien o spaziate su altri campi della narrativa? A livello online siamo abbastanza rigorosi, vale a dire che sul sito ci si dedica esclusivamente alle opere del Profes-
sore, escluso ovviamente il forum che come in sede di incontri invece, consente di spaziare su svariati interessi che vanno dal fantasy generico, alla fantascienza come a determinati tipi di culture come i miti e le leggende norvegesi, i classici cavallereschi del passato e altro. Pensa che nel forum è addirittura nata l’idea di creare una raccolta sui miti e le leggende popolari svizzere, idea che ci è parsa quantomeno curiosa ed originale. Un altro aspetto è l’artigianato che trae spunto dai testi tolkeniani. Uno di questi aspetti è la creazione di abiti ambientati nella terra di mezzo, il canto e altre attività creative. Una volta abbiamo assistito ad uno spettacolo teatrale realizzato per bambini basato sul libro Lo Hobbit estremamente accurato e divertente.Vedo che di iniziative non ne mancano. I vostri progetti futuri? Abbiamo molte idee in cantiere, diversi incontri nei prossimi mesi e un importante avvenimento che attende tutti i Tolkeniani d’Europa. Un grande raduno delle Tolkien Society a Birmingham, per festeggiare il 50° anniversario della pubblicazione dell’opera più famosa, Il Signore degli Anelli. Grazie a Simone e Federico per la gentile disponibilità e un saluto a tutti i Tolkeniani! Per chi volesse avere ulteriori informazioni sulle attività proposte dalla Società Tolkeniana Svizzera vi consiglio di visitare il sito: www.eldalie.ch
TEATRO
RE.ART
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LA PRIMAVERA A TEATRO La stagione teatrale in Ticino sta volgendo al termine ed è il momento giusto, quindi, per aproffitare e godere degli spettacoli in cartellone questo mese nelle varie sale teatrali. Vi segnaliamo una scelta di spettacoli d’interesse e di sicuro impatto. Buona visione!
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15 - 16 -17 aprile Nuovostudiofoce - Lugano
27 aprile Teatro Cinema - Chiasso
Il mio regno per un pappagallo! Clown del Teatro D’Artificio (Milano) con Roberto Abbiati drammaturgia di Francesco Niccolini e Roberto Abbiati Molto, ma molto liberamente ispirato al Riccardo III di William Shakespeare. (dalle 20.30 - www.lugano.ch/giovani - tel. infoline 588667203)
Focus nuova drammaturgia La festa di Spiro Scimone regia Gianfelice Imparato con Francesco Sframeli, Spiro Scimone e Nicola Rignanese Un padre, una madre, un figlio. Una giornata come tante, scandita dal gioco crudele delle reciproche sofferenze. (dalle 20.30 - www.chiasso.ch - tel. 091/ 695 09 14)
-----------------------------------------------------22 - 23 - 24 aprile Nuovostudiofoce - Lugano Teatro Ticino Odissea Markus Zohner Theater Compagnie (Lugano) con Patrizia Barbuiani e Markus Zohner Le avventure dell’eroico Ulisse in uno spettacolo folgorante in versione italiana (dalle 20.30 - www.lugano.ch/giovani - tel. infoline 588667203) -----------------------------------------------------22 - 23 - 24 aprile Teatro Sociale – Bellinzona Homo ridens C’è un virus nel sistema! di Richard Strand con Enzo Iacchetti, Roberta Nanni e compagnia Tanto atteso e temuto a fine Millennio, il Baco è finalmente arrivato e ha il volto simpaticissimo e comico di Enzo Iacchetti. (dalle ore 20.45 - www.teatrosociale.ch - tel. 091/ 825 48 18) -----------------------------------------------------24 - 25 aprile Palazzo dei congressi Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde con Nichel Altieri e Irene Fargo Tato Russo propone il suo nuovo musical liberamente tratto dal romanzo di Oscar Wilde. (dalle 20.30 - www.lugano.ch/cultura - tel. infoline 588667280) ------------------------------------------------------
-----------------------------------------------------26 - 27 - 28 aprile Teatro Locarno La gatta sul tetto che scotta Compagnia Indie Occidentali di Tennessee Williams con Mariangela D’Abbraccio, Luigi Diberti, Isa Barzizza, Paolo Giovannucci regia di Francesco Tavassi Un grande classico in una versione molto accattivante (dalle 20.30 - www.teatrodilocarno.ch - tel. 091/ 756 10 93) -----------------------------------------------------28 aprile Teatro Cinema - Chiasso Focus nuova drammaturgia Il cortile di Spiro Scimone regia Valerio Binasco con Francesco Sframeli, Nicola Rignanese e Spiro Scimone In un luogo pieno di rifiuti, di immondizia, si trovano Peppe, Tano e Uno. Tre uomini che non hanno più la cognizione del tempo, ma hanno ancora tanta voglia di vivere. (dalle 20.30 - www.chiasso.ch - tel. 091/ 695 09 14) -----------------------------------------------------28 - 29 - 30 aprile Teatro Sociale - Bellinzona Homo ridens In un momento! di Pippo Franco con Pippo Franco, Pino Michienzi, Virginia Barrett, i Pandemonium e compagnia Un mago della comicità come Pippo Franco mette in scena una commedia comicissima in cui succede di tutto in un momento! (dalle ore 20.45 - www.teatrosociale.ch - tel. 091/ 825 48 18) ------------------------------------------------------
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RE.ART
/// fino al 17 aprile Pinacoteca comunale Casa Rusca - Locarno Giovanni Bianconi - Antologica /// fino al 17 aprile Zimmerfrei - Lugano fotografie di Shirana Shahbazi e Andro Wekua /// fino al 17 aprile Museo Civico delle Belle Arti Lugano Arte in Ticino 1803-2003 Il superamento delle avanguardie 1953-2003 /// fino al 18 aprile La Fabbrica - Losone Visione laica fotografie di Giancarlo Pagliara /// dal 18 aprile fino metà giugno Zimmerfrei - Lugano Mostra personale di David Renggli /// dal 23 aprile fino a fine giugno La Fabbrica - Losone personale di Djomi /// dal 23 aprile fino 5 giugno Studio d’Arte Contemporanea Dabbeni (2° piano) - Lugano To imagine action fotografie di Luca Frei /// fino al 24 aprile Museo cantonale d’Arte (ala Est) Lugano 1+1=0 Animazione e dittici fotografici di Martino Coppes /// fino al 25 aprile Società Promotrice delle Belle Arti - Torino Gli impressionisti e la neve con opere di Claude Monet, Courbet, Pissarro, Sisley, Caillebotte, Guillaumin, Manet, Gauguin, Bernard, van Gogh e altri + Much, Giacometti, Segantini + opere dalla Scandinavia, Russia, Est Europa, Paesi Bassi, Gran Bretagna, Germania, Svizzera e Italia. /// fino al 30 aprile Studio d’Arte Contemporanea Dabbeni - Lugano Scattered City fotografie di Gabriele Basilisco
AGENDA /// fino al 30 aprile Fondazione Galleria Gottardo Lugano Jean-Pascal Imsand fotografie /// fino al 30 aprile CACTicino - Bellinzona Coabitazioni Coatte/Compulsory Cohabitations installazioni di Mounir Fatmi, Fabrizio Giannini, Damir Niksic, Salis & Vitangeli E Akram Zaatari /// dal 30 aprile al 6 giugno Museo d’Arte - Mendrisio Renato Birolli Retrospettiva di dipinti dell’artista /// Fino al 1° maggio Museo Cantonale d’Arte - Lugano La chambre de Balthus /// fino al 2 maggio Tate Modern Gallery - Londra Actions, Vitrines, Environments Opere di Joseph Beuys /// fino al 7 maggio Galleria Palladio - Lugano personale di Marcel Dupertuis /// fino al 8 maggio Casa Cavalier Pellanda - Biasca Alessandro Verdi disegni e dipinti /// fino al 8 maggio Christine Bader Art Consultant Lugano Kengiro Azuma sculture e disegni /// fino al 8 maggio Villa Recalcati - Varese Cinque secoli di carta Stampre e carte di Gennaro, Scarabelli, Shafik Spagnulo e Vicentini /// fino al 22 maggio Fondation Beyeler - Riehen/Basilea Blumen mythos - Van Gogh bis Jeff Koons con opere a tema “floreale” di Rosseau, Manet, van Gogh, Cézanne, Nolde, Ernst, Hockney, Koons, Penn, Mapplethorpe Beatriz Milhazes e molti altri
/// fino a al 29 maggio Pinacoteca Cantonale Giovanni Zuest - Rancate Carpoforo Tencalla (1623-1685) dipinti del ‘600 fra Milano e l’Europa /// fino al 29 maggio Museo Comunale d’Arte - Ascona Fuoco ad Arte! Artisti e fornaci La felice stagione della ceramica a Roma e nel Lazio tra simbolismo, teosofia e altro (18801930) /// fino al 29 maggio Museo Nazionale svizzero Zurigo La dolce lingua L’italiano nella storia, nell’arte, nella musica /// fino alle 30 maggio Musée National Picasso - Parigi Bacon et Picasso - The Brutality of fact dipinti di Bacon e Picasso a confronto /// fino a fine maggio Fondation Beyeler - Riehen/Basilea Mark Rothko Rooms spazi e stanze ideate dall’artista /// fino al 5 giugno Civica Galleria d’Arte Moderna Gallarate Da Balla a Morandi capolavori della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma fino al 15 giugno Il Museo In Erba - Bellinzona Piccola storia dell’Arte e del Cantone Ticino mostra interattiva fino al 26 giugno Palazzina di Caccia di Stupinigi Torino Il male - Esercizi di pittura crudele con opere di Giovanni Bellini, Beato Angelico, Tiziano, Lorenzo Lotto, Caravaggio, Rubens, Francisco Goya, Fussli, Pellizza da Volpedo, Otto Dix, de Chirico, Viani, Sironi, Munch, Balthus.
/// fino al 1° maggio Museo Villa dei Cedri Bellinzona Le figure, le cose
personale di Emilio Tadini Le figure, le cose è il titolo del percorso della mostra presso la Villa Cedri di Bellinzona che si organizza attraverso una scelta di capitoli significativi dell’opera di Emilio Tadini , “scrittore che dipinge, pittore che scrive” nelle parole di Umberto Eco. Emilio Tadini (Milano, 1927 2002) è stato uno dei più versatili protagonisti della cultura italiana, scrittore, saggista, critico e narratore oltre che pittore. Il suo primo romanzo, L’armi, l’amore è stato pubblicato nel 1963. Ha svolto regolare attività di commentatore del costume e di critico d’arte al Corriere della Sera.E’ stato presidente dell’Accademia di Brera dal 1997 al 2000. Le creature che popolano i mondi dipinti da Emilio Tadini, sono segnati dall’impronta di Klee e l’influenza della pop art inglese, attraverso il cubismo e l’espressionismo. In mostra sono esposte 120 opere eseguite lungo l’intero arco cronologico in un percorso che si articola nelle stanze del museo e che si pone in vari capitoli: uno che riporta i quadri vicini al linguaggio grafico della pop art con le serie della Vita di Voltaire e dell’Uomo dell’organizzazione; un altro che espone la serie Color & Co. al cui interno troviamo un omaggio a Malevich; infine i capitoli dedicati alla parola nella figura, e alla fiaba nella pittura che ha tanto affascinato Tadini nell’ultimo periodo e di cui sono esposte 40 piccole tele inedite, provenienti dalla collezione degli eredi. L’esposizione accorda uno spazio privilegiato al disegno nel ciclo Au ciel vague così vicino al senso della scrittura, illustrato da una scelta di libri di Tadini e di suoi quaderni inediti. In proiezione continua il video-documentario, “Il sogno delle figure”, di Adriano Kestenholz. www.villacedri.ch
MOSTRE
Dionysiac
fino al 9 maggio 2005 Musée National d’Art Moderne/Centre Pompidou Parigi
Apollineo o dionisiaco? Al Centre Georges Pompidou di Parigi, quattordici artisti non hanno dubbi e propongono una mostra che deve il suo titolo alla celebre coppia di opposti, Dionisio (divinità dell’esplosione e dell’entusiasmo) e Apollo (a rappresentanza della forza armonica), celebrata da Friedrich Nietzsche nella Nascita della tragedia. Il dionisiaco non esiste senza l’appollineo, opposti attratti reciprocamente da una forza magnetica, ed è proprio a metà strada tra questi due stati d’animo che si consuma la tragedia umana. La mostra Dionysiac - aperta fino al 9 maggio - non vuole costituire un tema preciso, quanto una riflessione ed uno stato mentale che gli artisti sentono di condividere, in bilico tra disordine e armonia, ironia e riflessione, tra eccesso e rigore. Una sensibilità in comune ed articolata, che è stata raccolta da artisti di ogni parte del globo che presentano interessanti opere per le loro dimensioni e per l’aspetto provocatorio.
RE.ART
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Da citare tra gli artisti lo svizzero Thomas Hirschhorn, salito alla ribalta per la discussa e “scandalosa” presenza presso il Centro Culturale Svizzero, esposizione che durante l’inverno dell’anno scorso ha terremotato gli alti vertici del nostro governo. La notorietà dei quattrodici artisti viene per la maggior parte dal lavoro delle gallerie private, che hanno esposto nelle grandi fiere d’arte contemporanea e finanziato la realizzazione di queste opere. Una mostra sfacciata, irriverente, e allo stesso tempo positiva e stimolante. www.cnac-gp.fr Con opere di John Bock, Fabrice Hyber, Chistoph Büchel, Richard Jackson, Maurizio Cattelan, Martin Kersels, Malachi Farrell, Paul Mc Carthy, Gelatin, Jonathan Meese, Kendell Geers, Jason Rhoades, Thomas Hirschhorn e Keith Tyson.
Forma e movimento Moving parts - Forms of the Kinetic fino al 26 giugno Museo Jean Tinguely - Basilea
“Il fatto è che la tecnologia modena è anonima, globale e discreta. Discreta perché è riuscita a nascondere, come negli ordinatori, la ruggine e il movimento circolare. Le mie sculture, per contro, ripossano esattamente sul principio della ruggine e del movimento circolare. Ma è proprio perché la tecnologia è diventata silenziosa e si nasconde dietro il design con le sue superfici lisce e le sue forme aereodinamiche che ci fa dimenticare che siamo da essa dominati...”. Quello che disse Jean Tingely, maestro del movimento cinetico del ventesimo secolo, ha quasi del profetico. Da tempo ormai l’anonimato delle macchine, lo sviluppo incessante dei processi tecnologici, e il nostro essere distratti di fronte al quotidiano tecnologico, fanno parte dell’era digitale. L’esposizione Moving parts - Forme della cinetica presso il museo Jean Tinguely di Basilea fino al 26 giugno si propone di fare il punto sull’arte meccanica,
Incidere ad arte
Giorgio Upiglio stampatore a Milano 1958-2005 L’atelier, gli artisti, le edizioni Dal 21 aprile al 19 giugno
L’Archivio del Moderno di Mendrisio e il Museo Cantonale d’Arte di Lugano inaugurano la mostra Incidere ad arte. Giorgio Upiglio stampatore a Milano 1958-2005. L’atelier, gli artisti, le edizioni, mercoledì 20 aprile presso l’Accademia di architettura, Palazzo Canavée, Mendrisio. La mostra è promossa dall’Archivio del Moderno di Mendrisio e dal Museo Cantonale d’Arte di Lugano, in collaborazione con l’Associazione Biblioteca Salita dei Frati di Lugano. L’esposizione è aperta al pubblico dal 21 aprile al 19 giugno 2005, divisa in tre sedi espositive: a Lugano presso il Museo Cantonale d’Arte e la Biblioteca dei Frati, a Mendrisio presso l’Accademia di architettura, Palazzo Canavée. L’esposizione è articolata sull’intero archivio personale di Giorgio Upiglio e intende ricostruirne l’attività di stampatore d’arte a Milano, dai primi
che si presenta qui tenendo da conto degli importanti sviluppi tecnologici dell’era moderna. L’esposizione si divide in due parti: quella di opere di artisti come Yaacov Agam, Pol Bury, Gerhard von Graevenitz, Hans Haacke, Rebecca Horn, Stephan von Huene, Piotr Kowalski, Bruce Nauman, Jesus Rafaël Soto, Jean Tinguely, Guenther Uecker e Krysztof Wodiczko, che documenta l’evoluzione della cinetica fino ai giorni nostri, mentre la seconda parte, quella dedicata a artisti come Thomas Baumann, Julien Berthier, Malachi Farrell, Joachim Fleischer, Jeppe Hein, Wendy Jacob, Fernando Palma Rodriguez, Sabrina Raaf, Werner Reiterer, Jason Rhoades, Martin Walde e Christiaan Zwanikken analizza opere il rapporto della cinetica con le tecnologie d’oggi senza tralasciare al pubblico alcuna curiosità sui meccanismi che coordinano la nostra vita. www.tinguely.ch
esperimenti nella Milano di fine anni Cinquanta ad oggi. Un esposizione che testimonia con passione il lavoro di una vita di un grande editore ed incisore. L’itinerario espositivo si articola su tre differenti sedi che ospitano, rispettivamente, una prima sezione in cui si ricostruisce il lavoro d’atelier, una seconda in cui si ripercorre la storia della stamperia attraverso le opere dei grandi e noti artisti che hanno collaborato con Giorgio Upiglio, e una terza e ultima dedicata alla sua attività come editore e stampatore di libri d’artista. www.uessearte.com - Palazzo Canavée/Accademia d’Architettura - Mendrisio - Museo Cantonale d’Arte - Lugano - Biblioteca Salita dei Frati - Lugano
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RE.ART
PHOTO
l parte de o in og ni guitissim o e s m a o fi L i ra g lità della foto e d’attua Non el campo omento, ntaneo”. esto arg in voga n o u d p q n o “s e n o tr a tt n tt u a ca e s è tr o a e ll fi e v ch d g ra a na era iti La lomo , ma di u ll’inseg n log ed i s do. minuti a revoli i b artistica n i e o a z m ch m n o u il e i n o d d n tt ta globo. In di una te lla dura epti in tu o e d d ’a ca ti d fi n ia e ra od, ev di miglia ica fotog Flash M ntinaia plice tecn ccoglie ce i una sem ra d i a a m tt r a o e si tr di vita ch filosofia propria
Lomography Anarchia nella fotografia
Nel ‘92, a Praga, i due studenti austriaci Matthias Fiegl e Wolfgang Stranzinger trovano per terra, durante una visita in un mercatino, una piccola macchina fotografica nera. E’ una LOMO. La sigla è un acronimo che identifica il luogo di origine dell’apparecchio: Leningradkoje Optiko Mechanitscheskoje Objedinenie (Sindacato degli Ottici e dei Meccanici di Leningrado). Un apparecchio di provenienza sovietica, quindi. Gli entusiasti Mathias e Wolfgang ne cercano altre, scattano foto a raffica e le portano a stampare nel minilab nel formato più piccolo ed economico, 7x10 (che diventerà presto il formato standard dei lomografi). Le foto scattate con gli attuali modelli Lomo risultano sproporzionate, esagerate e sfacciate. La luce impressa è sempre autonoma ed imprevedibile, ma con grossa personalità. Infatti la resa migliore si ha quando si fotografa negli interni o con le luci notturne della città. Tutto ciò è reso possibile dalle particolarità delle lenti e dei rivestimenti ottici. I colori sono sempre saturi, brillanti, contrastati dall’effetto a fisheye oppure a vignetta, i contorni a volte sono nitidissimi, a volte indefiniti... queste le peculiarità che hanno fatto di questo marchio un culto tra gli appassionati - alimentato e promosso dai lungimiranti ed imprenditoriali Matthias e Wolfgang che
hanno fondato la Lomographic Society Intenational (www.lomography.com) - anche se sono motivo di disprezzo da buona parte dei professionisti della fotografia. Il fatto è che la lomografia si basa sopratutto sull’istante, sulla spontaneità del momento, senza alcuna regola e direttiva tecnica, con un semplice clic scattato come se l’apparecchio fosse un revolver. La macchina usata come un prolungamento del braccio, pronta a scattare ogni qualvolta se ne senta l’impulso, mai preoccuparsi del risultato finale! La Lomografia potremmo definirla dunque un’attitudine fotografica, attorno alla quale si è sviluppato un movimento artistico mondiale che ruota sotto l’egida della Lomographic Society Intenational e delle moltepolici ambasciate lomografiche in tutto il globo. Gli appassionati e i cultori di questa piccola e semplice macchina fotografica a mirino galileano hanno una loro “lomosofia” sintetizzata nelle dieci regole auree ufficiali: 1. Porta la tua Lomo ovunque tu vada. 2. Usala sempre giorno e notte. 3. La lomografia non è un’interferenza nella tua vita, ma parte di essa. 4. Avvicinati il più possibile agli oggetti del tuo desiderio lomografico. 5. Non pensare. 6. Sii veloce. 7. Non devi sapere in anticipo cosa verrà catturato dalla tua pellicola. 8. Non
devi saperlo neanche dopo. 9. Scatta senza guardare. 10. Fregatene delle regole. Chi aderisce alla filosofia dello scatto casuale e dell’instant-fotografia sa che la vita non si concretizza in pose perfette. La lomografia è la celebrazione della vitalità, del movimento, della positività, della spontaneità, dell’imperfezione. Abbasso la staticità, evviva la Lomografia! www.lomography.com www.lomo.ch www.lomobern.ch www.lomography.it La Lomographic Society Intenational offre ai lettori di re.set magazine quattro simpaticissimi apparecchi lomografici di sua produzione (action sampler / fisheye / colorsplash / frogeye).
Per partecipare basta rispondere alla domanda: Dov’è la sede europea della Lomographic Society Intenational? Rispondere inviando un e-mail con l’intestazione “Lomography” ed il proprio indirizzo postale a: redazione@resetmagazine.ch.
REPORT
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Biennale dell’Immagine in Movimento Ginevra 2005 Aperto il bando per gli artisti e i cineasti emergenti
La Biennale dell’Immagine in Movimento che si svolgerà a Ginevra novembre prossimo è un evento unico e allo stesso tempo multiplo, grazie ai numerosi appuntamenti e alle differenti rassegne in programma.
Storicamente la Biennale dell’Immagine in Movimento di Ginevra, che giunge quest’anno alla sua 11esima edizione, ha sempre privilegiato i video ed i film a carattere artistico e sperimentale. L’obiettivo di questa competizione internazionale è di confrontare le opere personali di artisti emergenti che si distinguono con decisione dalle produzioni audiovisive convenzionali, commerciali e televisive. Vi interessa? Un’occasione diversa questa
per candidarsi a delle selezioni internazionali che potrebbero diventare un’ottima opportunità d’esposizione per gli artisti ticinesi. La Biennale si svolgerà dal 11 al 19 novembre prossimi. Una competizione di video e film darà l’opportunità a tutti gli artisti ed ai realizzatori di qualsiasi paese l’occasione di presentare e confrontare i propri lavori. Le opere video e film presentati devono essere frutto di una scrittura originale accoppiata ad una ricerca visuale e artistica singolare e personale, sia per ciò che concerne il trattamento della forma sia per i soggetti abbordati. Non c’è alcuna limitazione di genere, né di lingua o di durata. Le opere partecipanti devono essere state realizzate tra il 2004 e il 2005.
I candidati desiderosi di partecipare sono invitati ad inviare le loro opere (in Vhs o Dvd) entro il 16 maggio. Trovate il regolamento ed il formulario di iscrizione completo presso il sito www.centreimage.ch/bim
Terribile, adorabile Banksy! Banksy, noto artista di strada ed illustratore inglese grazie ai suoi graffianti stencil, è riuscito a violare addirittura alcuni rinomati musei newyorkesi come il Moma, il Metropolitan Museum, e il Natural History.
Banksy è entrato nelle sale dei prestigiosi musei come uno spettatore normale, ma poi ha, con la più totale tranquillità, appeso le sue opere in mezzo ai quadri dei più famosi artisti mondiali. Il tutto è avvenuto senza che nessuno fra gli addetti alla sicurezza si fosse accorto di nulla. Stesso discorso per i visitatori che hanno ammirato per giorni le opere nella più assoluta inconsapevolezza, non rendendosi conto di essere di fronte ad una provocazione bella e buona. L’autore, la cui vera identità è segretissima, è conosciuto per i suoi stencils filosofici ed i murales contro la guerra, le barriere sociali o i pregiudizi, nonché perché illustratore di alcune copertine di Cd di successo (tra cui ricordiamo la copertina di Think Tank dei Blur). In seguito alle sue missioni
all’interno dei musei ha rivendicato l’iniziativa via e-mail al New York Time, facendo letteralmente cadere dalle nuvole i curatori e le agenzie di sicurezza dei musei implicati. I suoi blitz e le opere con cui le ha portati a termine sono documentati sul suo sito internet www.banksy.co.uk Le opere esposte “illegalmente” hanno tutte un carattere ironico, ma sono allo stesso tempo di ottima fattura, raffinate e gradevoli. L’illustrazione che ha appeso il 13 marzo al Metopolitan, You have beautiful eyes, è una sorta di omaggio a Renè Magritte. E’ il ritratto di un donna in costume settecentesco, con il viso coperto da una maschera a gas e gli occhi splendenti. Mentre l’opera esposta al Moma il 17 marzo, è un omaggio a Andy Warhol, ossia un barattolo contenente una zuppa di pomodoro. Nella sua azione anarchica, l’artista non ha osato colpire un altro dei templi dell’arte moderna di New York: il Guggenheim, perché a suo dire “...avrei dovuto apparire tra due Picasso. Non sono abbastanza bravo per reggere il confronto”. Sfacciato e propositivo. Un grande.
>>> Vi piacciono gli stencil e le opere graffittare in genere? Mandateci i vostri lavori o una fotografia di essi, per essere presi in considerazione nell’ambito di uno speciale sulla visual-art di strada della nostra regione, che pubblicheremmo in uno dei prossimi numeri di re.set . Per informazione ed invii: e-mail redazione@resetmagazine.ch / “Stencils” c/o re.set magazine - Cp. 4632 - 6904 Lugano
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GALLERY
La mostra Picasso - La seduzione del classico organizzata dal Comune di Como presenta centoventi opere tra dipinti, disegni, arazzi, incisioni e ceramiche del grande artista spagnolo. In esposizione fino a domenica 17 luglio. Dopo l’evento del 2004 dedicato a Joan Miró che ha riscosso l’interesse di oltre 76.000 visitatori, il Comune di Como presenta una nuova grande iniziativa presso la Villa Olmo. Quest’importante esposizione dedicata a Picasso presenta centoventi opere tra dipinti, disegni, arazzi, incisioni, linogravure, sculture e ceramiche, che tracciano, all’interno della immensa esperienza dell’artista spagnolo, una linea di attenzione alla figura e, per essa, alla cultura classica. L’importanza del progetto è testimoniata dal fatto che, dopo la tappa in Italia, l’esposizione si trasferirà, in agosto, a Valencia e, in settembre, a Malaga, città natale di Picasso. La prima sezione “L’incontro con la figura: gli anni di formazione 1895-1903”, unicamente strutturata da dipinti e disegni, è dedicata ai “luoghi” del Mediterraneo, intesi come luoghi-immagine della pittura che l’artista porta con sé, e si apre con le opere giovanili eseguite a Malaga e a Barcellona. Il secondo segmento espositivo, “Figure della mitologia”, pone l’attenzione al rapporto con l’iconografia della mitologia, in particolare con i miti del Mediterraneo. Nella parte centrale si colloca la sezione “Figure dell’inconscio: il toro, il Minotauro” dedicata alla “tauromachia”. In questo ambito viene presentato il grande sipario (13 x 8 metri) La deposizione del Minotauro in costume da Arlecchino, eccezionalmente prestato dal Museo d’Arte Moderna e Contemporanea “Les Abattoirs” di Toulouse, la cui visione è consentita al pubblico solo sei mesi all’anno. Questo capolavoro venne realizzato dal maestro spagnolo nel 1936 per l’opera teatrale Quatorze juillet di Romain Rolland, rappresentata al Théatre du Peuple il 14 luglio di quello stesso anno. Nuove figure, nuove forme del Mediterraneo analizza il periodo degli anni Quaranta che la critica definì di “ritorno al Mediterraneo” di Picasso. Durante tutto il periodo di apertura della mostra, nello SpazioPicasso attiguo a Villa Olmo verrà rappresentato uno spettacolo teatrale creato appositamente per l’evento, come ulteriore approfondimento alla visita. L’ultima notte di Antigone è una produzione di Teatro in Mostra di Como in collaborazione con Teatro del Battito di Milano. Gli attori sono Laura Negretti e Alessandro Baito. Il testo e la regia di Marco Filatori, analizzano il rapporto
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Picasso La seduzione del classico
che ha legato il maestro spagnolo a Jean Cocteau, soprattutto nel periodo del loro viaggio in Italia a seguito della compagnia del coreografo russo Djaghilev, e nel quale i due artisti sentirono forte il richiamo al classico. Una mostra da visitare assolutamente: è un’occasione esclusiva per conoscere un’artista pilastro dell’arte moderna, che seppe fare del classicismo e della tradizione un’innovativa forma d’arte, indimenticabile ed ineguagliabile. Per informazioni e prenotazioni è possibile telefonare ai numeri 0039/031/25 24 02 e 0039/031/25 20 54. Informazioni anche sul sito www.picassocomo.it
Fino al 17 luglio Villa Olmo - Como Picasso - La seduzione del classico
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REPORT
Divertimanno Confronti Spazio all’arte
A partire dall’estate scorsa il Comune di Manno ha ridefinito il calendario e i contenuti delle manifestazioni aperte al pubblico presso la sala Aragonite, uno spazio multiforme a disposizione gratuitamente per le varie attività artistiche della regione.
Ogni anno sono previsti due momenti fissi e uno variabile: Divertimanno Confronti vuole essere una rassegna prevalentemente culturale che si svolge presso la Sala Aragonite nel corso della primavera. Divertimanno Insieme è un appuntamento a carattere popolare che ha luogo a inizio settembre, negli spazi aperti del Comune. Divertimanno Inoltre ospiterà eventi particolari; luogo, data e contenuti variano infatti di volta in volta. E’ il momento di Divertimanno Confronti, una manifestazione che è cominciata l’8 aprile e che volgerà al termine il 24 aprile. Una rassegna articolata che vede in scena l’arte visuale, la danza e la musica. Per la sezione visiva è possibile ammirare le opere di Felicita Bianchi Duyne, Diego Feurer, Foyer La Gente, Myriam Franchini-Bordoni, Iqbal Husain, Laboratorio Incontro, Teresa RothenbŸler-Aebischer, Carlo Salis e Elena Spoerl-Vögtli, artisti e collettivi della regione che espongono la loro creatività attraversando varie forme: dai progetti plastici all’acquerello, dall’antica arte giapponese della costruzione di aquiloni alle murrine in vetro soffiato, da elementi geometrici mobili al disegno ed ai dipinti. Spazio alla danza propone il 16 aprile il Giovane Balletto Ticinese che attraverso gesti e armonie coreografiche ideati dal maestro Mi Jung accompagnerà lo spettatore in immagini viventi di incredibile leggerezza, immerse in un’atmosfera quasi magica e fiabesca.
A chiusura della rassegna, il 23 aprile, in programma il concerto dei Q3, band ticinese in grado di unire elementi jazz con ritmiche e sonorità drum’n’bass, dando ampio spazio all’improvvisazione singola e collettiva. Divertimanno Confronti è un incontro a tutto tondo che testimonia, con il suo prezioso supporto logistico e promozionale, l’ottimo stato di salute della creatività della nostra regione. Da non mancare. info: tel. 091/ 611 10 00 - www.manno.ch Programma
fino al 23 aprile - esposizione delle opere di Felicita Bianchi Duyne,
Diego Feurer, Foyer La Gente, Myriam Franchini-Bordoni, Iqbal Husain, Laboratorio Incontro, Teresa RothenbŸler-Aebischer, Carlo Salis e Elena Spoerl-Vögtli.
16 aprile - spettacolo di danza con il Giovane Balletto Ticinese 23 aprile - concerto con Q3 (Ticino - jazz, D’n’b )
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