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09/2006
mensile gratuito della Svizzera italiana per le nuove tendenze: musica sport moda hi-tech eventi cinema letteratura arte www.resetmagazine.ch
«Voglio farlo tutte le notti – tutta la notte.» Nonno Bondi
«Continua a sognare ...» Nonna Bondi
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editoriale Come annunciato nel numero di giugno, questa estate re.set si è preso una pausa. Freschi e rigenerati eccoci pronti ad affrontare con voi questa nuova stagione. Parte di questo numero presenta argomenti dall’estate appena trascorsa e uno dei temi irrinunciabili sono gli open-air. Per farlo vi abbiamo proposto due visioni contrastanti con le esperienze dei nostri collaboratori Muriel Del Don e Fat Andy. Anche se ci sono ancora dei bei festival, e come potrete leggere, ci sono esperienze sia positive che negative, comunque l’impressione generale che abbiamo qui in redazione è quella di uno scadimento di entusiasmo e quindi di qualità. I telegiornali certo non ci aiutano, le cattive notizie sono all’ordine del giorno come le tristi ricorrenze dei molti conflitti. Impossibile restare indifferenti davanti a
tanta involuzione. Anche nel nostro piccolo quest’estate abbiamo assistito ad avvenimenti degradanti, dal caso Masoni a quello legato all’ HCL. Alcuni pilastri dell’etica sono caduti, per fortuna ne abbiamo altri, ma è inutile negarlo, il clima è teso ed è naturale che ci siano delle ripercussioni, anche nel tempo libero. Stiamo pagando le tante bugie che si sono diffuse nel passato e le illusioni prima o poi cozzano inevitabilmente con la realtà. Il problema è che l’opinione pubblica è sempre più assuefatta ed indifferente di fronte ai cosiddetti scandali, ed i responsabili hanno sempre più la faccia come il culo, permettetemi la licenza poetica... è la definizione più calzante che mi viene dopo aver visto certi personaggi che si arrampicano sullo specchio dello schermo tele! visivo.
Fatte queste dovute considerazioni, passiamo oltre, a quello che c’è in alternativa, alle iniziative in controtendenza, alla controcultura della quale è bene riappropriarsi, ma non con l’attitudine modaiola e annoiata tanto in voga. E’ il nostro invito! re.set nasce per offrire uno spazio alle energie nuove, fresche, quantomeno a chi ha buone intenzioni, ma anche per ricordare che dietro la cultura c’è una lunga storia. La tendenza di oggi del “tutto e subito” è uno dei motivi del degrado che stiamo vivendo, uno dei principali motivi dell’inquinamento culturale. Non cascate nella trappola!
La redazione
spillerdesign.ch
Spazio a disposizione di illustratori e comunicatori visivi. Per informazioni: marco@resetmagazine.ch
SUM RES P M I
TREND.SETTERS
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REPORT - Tiki - 60 anni portati alla grande LONDONFOCUS + REPORT -Komball REPORT - Diamo i numeri + Lo trovate da ... RE.SET FOR THE PLANET - Freegan HI.TECH
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CYBERCORNER - You Tube WEBCORNER RE.PLAY
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DISCHI - Recensioni DISCHI - Motörhead DISCHI - The Roots + SWISS SOUND MONDO PUNK + INFORMER LOCALCORNER - Roots Of Death LIVE - Concerti Jazz Rete Due LIVE - Metal Day + Arena Live + Palco ai Giovani LIVE - Visti dal vivo - Rock baby, rock! + Live in Svizzera LIVE - Visti dal vivo - No money, no fun + Live in Italia RE.VISION
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CINEMA - Cinerama NEXTSCREEN + TV-SERIES REPORT - Grand Prix Sony + Il gatto danza
editoreik sagl Mediat CP 463204 Lugano h CH - 69 etmagazine.c s www.re eting o e, mark direzioncità per il ticin li b b h e pu Cassis azine.c Renato g@resetmag5 in market /+91/970 24 4 6 tel +41 /+91/970 24 4 buying fax +41 e e art n io z a d abile re respons a Bernasconi zine.ch a ll ie Gabr ne@resetmag 1 9 io z 4 a 3 d 7 e r +91/96 tel +41/ grafica layout e Sagl ik Mediat zione distribu Sagl, Lugano ik Mediat vizzera per la S rigo à it c li pubb ox Print, Zu Mediab Proietto h Sandro o@mediabox.c t 0 t 2 proie +1/205 50 liato tel +41/ agazine è affiol re.set mbox Jugend Po a Media ti arretra menti ee a n o b b a agazin re.set m 2 3 CP 46 04 Lugano 5 CH - 69 +91/970 24 4 h / e 1 4 in + z l a .c te setmag h info@re etmagazine.c s www.re i edizion o EDIATIK roduzione son ume M 6 0 0 s s © 2 iritti di rip ’a s n e no Tutti i di. La redazion teriale non t a a m v r r e e ne. p is r redazio abilità responso pervenuto in richiest a di copertin Marx o n Lucia
RE.ART
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MOSTRE RE.AD
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REPORT - Carta canta in libreria + babel
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ABBONAMENTO
stampa
salvioni
IL NUOVO DODGE CALIBER. TUTT’ALTRO CHE TENERO. DA CHF 21 950.–* O CHF 236.–/MESE**. Non meravigliatevi di quello che vedete. È il nuovo Dodge Caliber che mette sottosopra il mondo delle compatte. Con motori a benzina da 1,8 e 2,0 litri o turbodiesel da 2,0 litri con filtro antiparticolato (FAP) e fino a 156 CV, sistemi di sicurezza come ESP, ABS e BAS, scomparto refrigerato Chill ZoneTM e impianto audio MusicGateTM che con i suoi 458 watt trasforma ogni nota in vibrante sound. Per saperne di più e vincere un iPod annunciatevi subito per un test drive. www.dodge-swiss.ch **Il partner leasing di Dodge è DaimlerChrysler Financial Services Schweiz AG. Promozione valida fino al 31.12.2006, fino a MY 06 compreso e fino a esaurimento stock. Tasso d’interesse 3,9%, tasso effettivo annuo 3,97%, 1 a rata pari al 20%, durata 48 mesi, 10 000 km/anno. Casco totale obbligatoria. DaimlerChrysler Financial Services Schweiz AG non concede finanziamenti che possano causare il sovraindebitamento del cliente. Modello illustrato: Dodge Caliber 2,0 l CRD SXT, 140 CV, da CHF 30 950.–*, consumo misto 6,1 l/100 km, cat. di efficienza energetica A, emissioni CO 2 161 g/km. *Prezzi raccomandati non vincolanti e comprensivi di IVA.
Dodge – un marchio di DaimlerChrysler
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TREND.SETTERS
REPORT
60 anni portati alla grande
are la lingua da a non si è mai fatto pizzic Chi nella propria infanzi cubetto effero sessant’anni che questo un quadretto di Tiki? Son non lo amche lti lingue di bimbi (e di adu vescente sottomette le frizzante è i Tik il o sol non dura prova: metterebbero mai) ad una ertente far line la lingua, e quanto è div e pizzicoso, ma colora pur dell’infanzia! o, marrone... Ah, le delizie guacce color blu, aranci i. Tik il i quando c’è di mezzo Torniamo tutti bambin
Il Tiki l’anno prossimo compie sessant’anni, ma mantiene sempre il suo spirito sbarazzino ed vivace. A dire il vero la storia di questo prodotto popolare è più lunga, difatti inizia nella repubblica Ceca nel 1907. Il suo inventore, H. B. Allan, ha inizialmente prodotto il Tiki sotto forma di polverina pressata in pastiglie (ma disponibile anche sciolta), da aggiungere a dell’acqua fredda e realizzare così una bevanda frizzante e rinfrescante. Poi ad inizio del 1947, Allen ha dovuto chiudere la sua azienda dolciaria, e si è rifugiato in Svizzera, in fuga dall’occupazione russa del dopoguerra. Qui ha impiantato subito una nuova azienda, e il suo prodotto di punta Tiki fu adottato dalle famiglie svizzere che se ne affezionarono immediatamente. Negli anni Cinquanta il Tiki fu particolarmente apprezzato come prodotto da sciogliere nell’acqua durante le escursioni e le passeggiate scolastiche, un premio da tirar fuori dallo zainetto dopo la fatica della camminata. Questa tradizione, che è rimasta invariata per decenni, di sicuro se la ricorderanno i quarantenni/cinquantenni d’oggi, e chissà se leggendo queste righe non proveranno un guizzo di nostalgia...
Con il tempo i fan del Tiki hanno scoperto che lasciar fondere la polverina direttamente in bocca è delizioso e divertente, grazie alle mille bollicine scoppiettanti che solleticano la lingua. Ciò ha favorito l’avvento del Tiki Tongue, il cubetto che oltre a pizzicare colora la lingua a dipendenza del gusto, arancio, fragola, cola... Il successo fu rapido e capillare. Non ci fu bisogno di promuovere il marchio con la pubblicità, fu sufficiente il tam tam nei cortili di scuola. Un prodotto arrivato indenne fino ai giorni nostri: Tiki oggi è l’unico articolo dolciario per l’infanzia esclusivamente fabbricato, distribuito e venduto in Svizzera. Teniamocelo stretto! E’ rimasto nell’immaginario collettivo anche per l’indovinato look della confezione, dove è rappresentato il viso di un bambino ridente con le guance rosse e l’espressione birichina, in puro stile anni ‘60. Oggi il Tiki, che ritroviamo nelle attuali forme denominate Tiki Cube o Tiki Mini Shoots, ha un nuovo aspetto, che rappresenta tuttora il viso di un bimbo ma, seguendo i trend attuali, con un simpatico look tratto dall’iconografia “manga”, cresta in testa e sorriso sfacciato. Cento di questi anni! (www.tiki.ch)
Tra i denti, da mezzo secolo
Il Tiki ha fatto la storia dell’industria dolciaria per l’infanzia, ma altrettanto è stato per alcuni prodotti stranieri che, fin dalla loro apparizione in pubblico, hanno influenzato il gusto dei bambini elvetici. Il Bazooka per esempio, il chewing-gum americano più famoso al mondo per le bolle enormi che permette di fare (da qui il nome “bubblegum”), e per il suo gusto sintetico ma succoso. Fin dagli anni Cinquanta ha fatto sfracelli d’intere generazioni di mascelle. Un prodotto vintage: ancora oggi, in alcuni bar di periferia, troviamo i vecchi dispenser colmi di palline colorate... Come resistere? Naturalmente il Bazooka lo troviamo ancora in commercio nelle edicole e nei supermercati. Un prodotto evergreen, che deve in parte la sua popolarità al personaggio-testimonial Joe Bazooka, protagonista di strip fumettistiche impresse all’interno delle confezioni. Un altro articolo tuttora in voga nelle bocche di grandi e piccini è il Chupa Chups, di produzione spagnola da un’idea di Enric Bernat, un imprenditore davvero lungimirante. Questo leccalecca sferico nato nel 1957 a Barcellona, in breve tempo ha superato il successo di molti prodotti affini, sfondando per merito di un marketing rampante ed originale, sostenuto da campagne promozionali degne dei più grandi brands americani. (www.chupachupsgroup.com)
>>> Sammy gets laid LE MIGLIORI DOMANDE DEL MESE
cronache by sam
Al quinto posto la domanda del sondaggio di Metro (due milioni di copie): “Qual’è la migliore cosa gratis?”. Ho risposto: “La libertà” (ma avrei risposto: il lusso della libertà). Risultato: “Non classificabile”. Hanno votato i regali di lusso. Al quarto posto la domanda del gruppo finanziario AXA: “Quanto spendi?”. Ho risposto: “Sto smettendo, ma grazie per il pensiero”. Risultato: pessimo (per loro). Lo studio dell’AXA ha stabilito che l’anno in cui si spende di più inizia con il trentesimo d’età, e cioè per me tra quindici giorni. Al terzo posto le domande alle celebrità. “Dove vorresti essere seppellito e cosa scriveresti sulla tua tomba?”. E quello per fare il poetico: “Tornerei nel posto dove sono nato e scriverei: sotto i fiori ora si nasconde un uomo”. Anche io voglio tornare a Napoli e farmi seppellire, sulla tomba ci scriverò: “E adesso fottetevi pure i fiori.”. Al secondo posto una domanda stronza: “Ma esiste il destino?”, e di solito quelle stronze me le faccio da solo. Risposta: “Dipende qual’è la tua strada.” The SwissMiniGun (replica della Colt Python) spara proiettili che possono trafiggermi il culo anche se sto per i fatti miei a 125 metri dal destino. Non è considerata arma ed è grande come un quarto della mia mano, così posso proteggermi dal destino fino a 125 metri e 20 centimetri. Al primo posto: “Hey my friend” mi sento dire quattro volte, e siccome dove vivo alle due di notte c’è sempre un buon motivo per farmi un amico, alla quarta mi giro, anche perchè mi aspettavo la domanda vincente. “C’hai una sterlina?”... “No amico, mi spiace, sono uscito senza una risposta.”.
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REPORT
TREND.SETTERS
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Komball Komball, l’ultima moda dedicata al pallone è nata un anno fa in Svizzera, e sta raccogliendo adepti in ogni angolo d’Europa. Il Komball è passione, è talento, è piacere, è divertimento, è musica, è freestyle. Curiosi? Andate a vedere su Komball.com dove è descritta questa attività vecchia quanto il football, ma finora non considerata come disciplina a sé stante. Palleggi, acrobazie, passaggi spettacolari, finte, dribbling, ovvero l’arte del pallone nell’accezione più “street”... quello che era il monopolio dei più grandi giocatori di calcio, in primis quelli brasiliani, ora è diventato uno sport spettacolare: ci sono anche delle partite in cui il vero protagonista è “il gesto” e non il gol. A disposizione sul sito un formulario per ordinare l’esauriente Dvd Komball pubblicato il giugno scorso dalla Sony Music Video, che comprende i più svariati tricks con il pallone effettuati dai novelli “komballers” o dai campioni del football. Check it out, that’s the ultimate freestyle!
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TREND.SETTERS
REPORT
Diamo i numeri Il titolo è scherzoso, ma l’argomento è serio: guerre, fame, malattie: la portata di questi ed altri flagelli si può stimare tramite le cifre ufficiali. Non siamo grandi fan delle statistiche, comunque, a differenza di tanti bla bla, forniscono una visione immediata sugli avvenimenti che stanno facendo patire molte popolazioni del mondo. Prendiamoci un attimo di tempo per aggiornare il nostro contatore personale e da dedicare ad una riflessione sui seguenti numeri.
Tratto da: www.amnesty.com, www.eumc.eu.int, www.iraqbodycount.net, www.wfp.org
Conflitti:
Ad inizio di quest’anno si sono contati 22 conflitti tuttora in corso, che globalmente hanno provocato 5,5 milioni di vittime, civili e militari. Oltre 40mila le vittime civili irachene stimate in tre anni di guerra in Iraq. Armi:
Attualmente sono in circolazione quasi 700 milioni di armi e altri 8 milioni vengono prodotte ogni anno. Queste armi provocano un morto ogni minuto. Vi risparmiamo il calcolo: 1440 vittime per arma di fuoco al giorno, più di mezzo milione all’anno. Fame:
Il 16% della popolazione mondiale è sottoalimentata, il che corrisponde a 798 milioni di persone. I paesi in allarme rosso sono il Niger, Haiti, Darfur-Sudan, Afghanistan, Corea, Colombia, Congo, Mali, Sud Africa, e Bolivia. Nel mondo ogni 3,5 minuti muore un essere umano per denutrizione. Aids:
I casi d’infezione l’anno scorso sono aumentati di 5 milioni. 40,3 milioni le persone attualmente contagiate, di cui 38 milioni adulti e 2,3 milioni i bambini.
Discriminazione femminile:
200 milioni di donne adulte negli ultimi 20 anni a questa parte sono scomparse dalla faccia della Terra, a causa di fame, omicidio, e violenza domestica o sociale. In Asia, in India e in Africa sempre nello stesso periodo sono state uccise (tramite infanticidio o aborto) 60 milioni di bambine. Pena di morte:
In Cina l’anno scorso Amnesty International ha stimato almeno 1.770 esecuzioni e almeno 3.900 condanne a morte. Nel resto del mondo nel 2005 sono state eseguite 378 esecuzioni, di cui 94 in Iran, 86 in Arabia Saudita, 60 negli Usa, 34 in Yemen, 31 in Pakistan, e poi in Vietnam, Giordania, Mongolia, Kuwait, Libia... in totale sono 73 gli Stati in cui vige la pena di morte. Minori rifugiati o richiedenti d’asilo:
Globalmente ci sono oltre 10 milioni di minori rifugiati. L’Europa ospita 100mila minori non accompagnati da adulti, e in generale la metà dei richiedenti asilo nel mondo occidentale è costituita da minori.
via ariosto 6 / lugano / +41 91 921 26 70 Regalo perfetto per seguaci di religioni e filosofie orientali dotati di senso dell’umorismo od un ottimo modo per stupire e divertire gli amici, ecco il Buddino. E’ uno stampo monodose per budino a forma di Buddha seduto, realizzato in plastica e in quattro colori (lampone, arancio, pistacchio e marrone); è da riempire con la crema, lasciar solidificare e infine capovolgere su un piatto... ed eccovi un dolce tutto “spirituale”! Si trova in commercio in un set di quattro stampini. Questo gadget originale e simpatico, perfetto anche per essere messo in vista sugli scaffali della cucina, è prodotto dalla Nobody & Co, azienda di Milano costituita da Alisée Matta e Giovanni Gennari, una coppia che recentemente ha deciso di avventurarsi nel colorato, materico e tridimensionale mondo del design. (www.nobodyandco.it)
Ecco quello che la vostra bicicletta si merita ora che la stagione delle scampagnate all’aperto volge al termine. Il Cycloc è una soluzione semplice per l’immagazzinaggio della vostra due ruote. Questo gancio in gomma si appende grazie a tre viti al muro, e poi c’è solo da infilare in tutta comodità la canna della bici nella sua “bocca”. Detto fatto: grazie a Cycloc la vostra bici potrà andare in letargo senza pesare sulle proprie ruote, restando così in sospensione, pronta per essere riutilizzata alla prima occasione. Resistente e semplice nell’aspetto, Cycloc si trova in varie colorazioni. Un supporto piccolo ma utilissimo per aver più ordine in garage, e per coccolare la vostra bici preferita. (www.cycloc.com)
Freegan
TREND.SETTERS
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Ovvero l’arte del non spendere losofia. L’industria alimentare non vede di buon occhio questo movimento: anche se ancora agli inizi, è in grado di preoccupare quei commercianti che guadagnano oltremodo grazie al consumismo sfrenato, come i supermercati di San Francisco fanno intuire. Dal movimento puro e duro sono scaturite delle unità individuali, che della filosofia freegan fanno una comoda giustificazione per non lavorare e vivere ai bordi della produttività sociale. Ma sono pochi casi a confronto della moltitudine che pur lavorando quotidianamente in disparati settori, s’organizza e porta avanti un discorso coerente. In risposta alle polemiche che inevitabilmente sono scaturite attorno a questo fenomeno, il movimento freegan si esprime pubblicamente tramite il sito web tradotto in quattro lingue (freegan.info) con annessa community on line che conta più di due milioni di persone, ed un blog ospitato su www.community.livejournal.com
E’ notte e siamo in una metropoli americana. Nei vicoli retrostanti ai ristoranti ed i supermercati un popolo d’ombre rovista nelle spazzature e nei container. Non sono barboni o homeless, ma sono persone del ceto medio che rovistano nei rifiuti alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti. Lo stesso succede in altre città americane ed inglesi... La trama di un romanzo apocalittico sulla fine del mondo, o di un b-movie su zombies molto particolari? No, semplicemente un movimento che da qualche anno a questa parte si sta diffondendo a macchia d’olio: il freeganesimo .
E’ notizia recente: i supermercati di San Francisco hanno deciso di rinchiudere la propria immondizia in container sigillati da serrature e lucchetti, e, addirittura, d’assumere dei guardiani che gli sorveglino l’area dei rifiuti. Un gesto forte per contrastare le scorribande di “freegan” che s’impossessano di cibo e quant’altro, rovistando tra i sacchi della spazzatura e le palette delle eccedenze scadute. Ma chi sono i “freegan”? Sono professionisti, impiegati, casalinghe e giovani americani che in segno di protesta hanno deciso di non acquistare più il proprio cibo nei supermercati, approvvigionandosi invece nell’immenso magma degli scarti ancora commestibili, che solo negli Stati Uniti s’aggira sui 17 milioni di tonnellate all’anno. Alimenti prossimi alla scadenza, frutta, verdure e legumi ammaccati ma ancora freschi, pane, dolci, conserve sottovuoto... tanto cibo ancora commestibile che si può trovare nei bidoni della spazzatura dei negozi d’alimentari, dei mercatini, dei ristoranti e delle economie domestiche. Il termine freegan è una fusione tra free (libero o gratuito) e vegan (vegetariano), anche se, in effetti, non
tutti i seguaci del movimento sono vegetariani. Dipende dai gusti. “Un’alternativa al sistema di spreco” spiega il manifesto dei freegan “per una strategia di vita alternativa fondata su una partecipazione quanto più possibile limitata all’economia convenzionale e sul consumo minimo di risorse.”. Ovvero: i freegan hanno deciso di rifornirsi con gli scarti ancora validi che il sistema consumistico produce, boicottando così la civiltà del consumo sfrenato, basato sulla logica del profitto e dello spreco senza limiti. I freegan sono orgogliosi d’essere tali e non si vergognano di rovistare nella spazzatura, infatti ciò che una decina d’anni fa era d’appannaggio esclusivo dei clochards e dei senzatetto, ora è divenuto una way of life che s’estende pure al riciclaggio e al baratto di beni necessari, come l’abbigliamento e l’arredamento. I freegani si muovono in gruppo o singolarmente, organizzano mense per i senzatetto oppure eleganti “freegan dinner parties” con gli alimenti scartati dalla società, organizzano capillari campagne di raccolta “rifiuti” oppure mercatini di scambio gratuito, e non mancano mai l’occasione di promuovere la propria fi-
Che sia questa la risposta al problema del consumismo più accentuato? Nella nostra Svizzera, la patria del riciclaggio, il freeganesimo avrebbe ragione d’esistere? Per rispondere a questi quesiti basterebbe solo andare a rovistare nei container dei supermercati elvetici... et ute Mark Last Min
sità di raria dell’Univer La facoltà di Ag rando con alcune asBologna, collabolontariato italiane, ha sociazioni di voto di “last minute” (già esteso il concet gi ed agli acquisti di applicato ai viagcibo - distribuendo grabeni di lusso) al n abbienti i prodotti che tuitamente ai no irano dagli scaffali peri supermercati rit alla data di scadenza ché troppo vicini lvati dal macero (Last oppure ai libri sa rifiuti riciclabili (Last Minute Book), aialla verdura abbandoMinute Waste), ast Minute Harvest), e nata nei campi (Lapproduzione (Last Miai farmaci in sovr Un’idea lodevole vicina nute Pharmacy). ma pensata esclusivaal freeganesimo, sognoso e non in grado mente per chi è biproprio sostentamento. di occuparsi del unibo.it) (www.magazine.
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HI.TECH
CYBERCORNER
e b u You T ombre d e i c u L tale che
un por e.com è g iunto YouTub o ha rag z z e m e no vidiain un an avvero in - cad à it r la o ito una pop io g ratu uo serviz è utis l I o . e e il id b nare v io is v ni di e io e ricar ento mil c a c ir c a almente lizzato d no. Attu r io g a l a i r ca trent visitato i sono cir e corric e b u T su You ifra ch i video (c line), milioni d 0% dei video on i 6 l uotidian sponde a imenti q r e s a il in i m v 0 con nuo ulle 20-3 g irano s ! a r che si ag au ifre da p unità. C
Nato nel febbraio del 2005 e fondato da tre intraprendenti dipendenti del portale americano di pagamenti online PayPal (Chad Hurley, Steve Chen e Jawed Karim), YouTube s’avvale della tecnologia streaming Macromedia Flash, sulla falsariga dell’esperienza di Google Video. Quindi è un servizio di hosting gratuito che permette di caricare e condividere i propri video sul web con un limite di 100MB (non sempre di qualità eccelsa): dai videoclip musicali a film o trasmissioni televisive, dalle scenette di vita reale a riprese professionali artistiche, da performance sportive ai cartoni animati... insomma di tutto un po’. Il traffico in questo sito è massiccio, considerando che in poco tempo è riuscito a far impallidire le statistiche di siti come MySpace, Yahoo!Video, MSN Video e Google Video, e ciò nonostante l’impossibilità di scaricare sull’hard-disk i filmati a disposizione. Inutile dire che i video musicali sono il motore promozionale per eccellenza di questo portale. Non è un caso che i suoi gestori stiano concordando degli accordi pubblicitari con le major discografiche al fine di avere sul sito ogni videoclip immaginabile, passato o presente, seguendo così la filosofia di mercato anticipata da MySpace.com, ossia partendo dal presupposto che ormai i giovani fruitori di musica non seguono più le riviste cartacee o le trasmissioni televisive musicali, preferendo informarsi direttamente su Internet. Già fin d’ora è possibile vedere su YouTube una serie di video nuovi di zecca forniti dalle etichette o dagli artisti stessi, e la tendenza sta avanzando a passi di gigante. Poi, in parallelo alla sezione musicale, ci sono i video “homemade” a farla da padrone. In quest’era in cui tutti anelano a ritagliarsi una fetta di visibilità sullo
rnasconi
di Gabriella Be
schermo, YouTube offre un servizio senza pari, facilissimo da utilizzare e rapidamente condivisibile, anche se i risultati spesso non sono di qualità eccelsa. Unico neo di questo servizio è la “cessione dei diritti” del proprio materiale uploadato; in sintesi, quando si carica un video autoprodotto, YouTube ne diventa automaticamente il proprietario con il diritto di un eventuale utilizzo commerciale. L’altra faccia della medaglia di questa clausola è che diventando proprietario del materiale caricato sul sito, YouTube ne diventa anche il diretto responsabile, ed è proprio questo il suo tallone d’Achille. Difatti c’è in ballo una causa in ambito del copyright intentata da un certo Robert Tur, giornalista, che ha scoperto un suo reportage caricato da sconosciuti su YouTube senza la sua previa approvazione. Appoggiandosi alla sentenza di colpevolezza emessa nei confronti del sito Grokster.com (portato in causa e così affondato dal colosso MGM), i legali del giornalista hanno l’intenzione di chiedere a YouTube un risarcimento di 150mila dollari per ogni visita al video-reportage in questione. Una sanzione che se approvata dalla corte potrebbe essere fatale per l’esistenza del sito. YouTube ha respinto ogni addebito, però il video è stato immediatamente rimosso ed il gruppo si è detto disponibile a collaborare con l’accusa. Il caso ha destato l’attenzione d’altri possibili querelanti (per esempio la NBC ha inviato una diffida al portale a causa di un videoclip di sua proprietà). Una questione scottante per i gestori del sito, che stanno elaborando tutte le strategie possibili per evitare che gli utenti carichino sul loro server filmati coperti da copyright. Per quanto riguarda la pornografia, settore che normalmente ricopre un’enorme fetta del
traffico su Internet, YouTube cerca di proteggere nei limiti del possibile il pubblico minorenne: per impedire la condivisione di materiale porno o violento, impiega una ventina d’addetti informatici che quotidianamente setacciano il materiale caricato dagli utenti. Un compito non facile visto che alcuni utenti spregiudicati le provano tutte per sfuggire alle maglie del “banning”, come per esempio caricare video che nei primi minuti trasmettono immagini insignificanti e fuorvianti, per, in seguito, passare ad altre decisamente più hard. Un altro importante fattore che ha decretato il successo del sito è la possibilità di proporre i video preferiti direttamente sui propri blog, grazie all’inserimento di un codice Html. Difatti basta fare un giretto nella blogosfera per rendersi conto che lo “share” di video da YouTube è una mania che dilaga esponenzialmente. Inoltre, una novità recente è la possibilità di downloadare sul proprio iPod i video caricati su YouTube. Una collaborazione con la Apple che YouTube sta elaborando ulteriormente. E’ possibile ipotizzare, in uno scenario non troppo lontano, una fusione di YouTube nell’azienda di Cupertino? Tutto è possibile nel mondo virtuale. Quindi, tra luci ed ombre, YouTube è il sito considerato più cool dagli internauti, ma ha ancora un lungo cammino davanti a sé: innanzitutto la questione del copyright, insidiosissima, e poi il lato dei costi che i gestori del sito stanno tentando d’ovviare a colpi di banners pubblicitari, una tattica a doppio taglio perché non benvista dagli utenti più intransigenti che si vedono considerati come merce di scambio da offrire agli sponsor.
WEBCORNER
HI.TECH
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www.roadsideamerica.com
www.wackyuses.com
www.meebo.com
Un viaggio in un paese straniero deve esser ben programmato onde evitare di cadere nei soliti cliché turistici. Come potrebbe essere il caso di un giro per gli Stati Uniti dove di cliché ce n’è a bizzeffe, e gli itinerari turistici sono sempre gli stessi. D’aiuto quindi a chi si sta accingendo a partire all’avventura negli USA, il sito Roadsideamerica.com, che indica tappe ed itinerari dettagliati sui luoghi più assurdi ed originali degli USA, dai musei più grotteschi ai ristoranti più tipici, dai luoghi di culto alle zone ancora incontaminate. Una sezione utilissima con tutte le info su pensioni ed hotel economici, mappe ragionate, e una pagina in cui i viaggiatori postano le loro impressioni sui luoghi visitati, completano l’offerta di Roadsideamerica offrendo così una visione globale di un’America nascosta e stravagante, quasi fosse un immenso luna-park.
Lo sapevate che con l’Alka Seltzer o la Coca Cola si può pulire la toilette? E che il burro cacao Chapstick è utile a bloccare il sangue quando ci si taglia rasandosi? Oppure che le bustine di té nero Lipton sono magiche per deodorare le scarpe? Wackyuses.com è un piccolo sito gestito da un certo Joey Green, un americano che si autodefinisce “scienziato pazzo” - vedere la sezione “Mad Scientist” con le sue invenzioni più eccentriche - e che pubblica con successo delle guide in cui dispensa “trucchi della nonna” per l’economia domestica e la vita quotidiana, ma aggiornati ai tempi moderni. Sulla falsariga anche il frequentatissimo sito tedesco Fragmutti.de, gestito da due giovani studenti: ha un anno di vita, ma grazie ad alcuni passaggi televisivi, ora è uno dei siti più frequentati dalle casalinghe tedesche, austriache e svizzere... Lo sapevate che i crauti in scatola sono fantastici per rigenerare i tappeti?
Meebo.com è un tool su web che permette di chattare con i propri amici tramite i protocolli AIM, ICQ, MSN, Yahoo, Jabber e GTalk senza la necessità di installare un client sul proprio computer. Detto in linguaggio “geek” è un “IM unifier”. Molto utile quando non si ha dietro il proprio client IM, o quando il firewall del posto di lavoro blocca l’accesso internet alle applicazioni d’Instant Messaging. Le password sono criptate con chiavi RSA a 1024-bit quindi si può star tranquilli per quanto riguarda la privacy. Il servizio chiamato MeeboMe.com, permette di inserire sui siti (o blog) un widget realizzato in flash per consentire ai visitatori di chattare con gli autori dei siti stessi. Il widget è diviso in tre sezioni principali: nella parte alta è visualizzato lo stato (on od offline) dell’autore, nella parte centrale sono riportati i messaggi scambiati dai due interlocutori, e in quella inferiore c’è l’area dedicata all’inserimento dei messaggi da parte dei visitatori. La procedura d’attivazione del servizio ed inserimento del widget sul sito è semplicissima e gratuita.
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Motörhead Farsi fottere dal rock’n’roll
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RE.PLAY
DISCHI
Bob Dylan Modern Times Columbia records
Audioslave Revelations Epic
The Veils Nux Vomica Rough Trade
Supersystem A Million Microphones Touch & Go
Cinque anni dopo l’uscita di Love & Theft, Bob Dylan ritorna con un album d’inediti intitolato Modern Times, il 44esimo della sua carriera. Come hobby conduce una trasmissione radiofonica - inutile dire che è seguitissima - su una catena satellitare (www.xmradio. com), ed ora s’appresta a partire per la tournée mondiale dedicata a questo nuovo album. Veniamo al disco, che è stato prodotto da Dylan stesso sotto lo pseudonimo “Jack Frost”: fin dal suo titolo, evidente omaggio al celebre film di Charlie Chaplin, gioca sulle contrapposizioni, come l’immagine di copertina in bianco e nero, sfocata e dal gusto cinematico, rappresentante un taxi fuori dal tempo. Un disco che racconta lo sguardo di vecchio saggio, disgustato dal mondo ma pacificato con sé stesso. I misteri dell’amore, la solitudine, Dio (di quale Dio parla in Ain’t Talkin?), la “strangitude”: temi cari a Dylan, questa volta proposti con una vena musicale più “leggera” (prendete con le pinze questa definizione), e cantati con una voce più disciplinata, meno biascicata e nasale del consueto. Modern Times porta dieci brani, con una lieve preponderanza di canzoni “d’amore” (a quale misteriosa donna si rivolge con la ballata Spirit On The Water?) su brani più polemici o rock, ed è proprio questo il fattore che gli esegeti più duri e puri gli rimproverano, definendo quest’opera fiacca e debole. Non siamo d’accordo: i brani durano più di cinque, sei, sette minuti, vuol dire che Dylan si è preso il tempo (e la chitarra anti-fiacchezza) per raccontarci lunghe storie e portarci nel suo illuminato universo retro-moderno. Proprio come sarebbe piaciuto a Chaplin.
Terza prova per i transfughi dei RATM Tom Morello & co e Chris Cornell alla voce. Un anno solo di distanza dall’ultima uscita, Out Of Exile, e fin da qui si potrebbe esclamare: ma questi non potevano essere meno precipitosi, o è che secondo loro “fretta” fa rima con “qualità”? A casa mia no. Quindi, è con considerevole sospetto che m’accingo ad ascoltare quest’album. Titletrack: simpatico inizio con ritornello che aggancia. One And The Same: funky d’antan, un po’ pulitino però, manca di profondità. Sound Of A Gun: un climax promettente ma non poderoso. Until We Fall: mielosa, fin troppo, via via, per fortuna c’è il tasto skip. Original Fire: il singolo, simil-old school con mini-assolo di Morello. Appena sufficiente. Broken City: un guizzo di power, l’unico mi sa. Somedays: non male ma ripetitiva, si poteva sviluppare meglio. Shape Of Things To Come: monotona, il titolo è ripetuto at nauseam! Bocciata. Jewel of The Summertime: Morello qui si dà da fare, ma i testi banali di Cornell abbassano la media. Wide Awake: idem come sopra con patate. Nothing Left To Say But Goodbye: aiuto, sono talmente scoraggiata che questa m’entra ed esce dalle orecchie alla velocità della luce. Moth: finalmente! Cornell tira fuori la voce e gli altri sono più tonici. Ma siamo al termine! In conclusione: avevo già storto il naso al loro debutto, ma se continuano così il naso mi resterà bloccato. Nessun colpo di coda, nessun fremito nel midollo, nessun attacco nervoso, e l’attitudine seppellita sotto una produzione anonima. Cornell non si riconosce più, e Morello... non può fare tutto lui! Che qualcuno li faccia smettere. Un punto per la nostalgia dei vecchi tempi, mezzo a sostegno di Morello.
La Nux Vomica è una pianta nativa del sud-est asiatico. E’ la maggior fornitrice di stricnina, e a dosi minimali è un popolare rimedio omeopatico. Inoltre aiuta ad incrementare l’appetito, acutizzare l’odorato, il tatto, l’udito e la vista, e rallentare il battito del cuore. Può anche provocare convulsioni, oppure fungere da antidoto al cloroformio. Dipende tutto dal dosaggio, as usual. Nux Vomica è il titolo scelto da Finn Andrews per ciò che vuole esprimere: musica balsamica e purificante, ma affamata e pericolosa. Dipende dal dosaggio, appunto. Andrews, anglo-neozelandese, è figlio di Barry Andrews degli XTC. Buon sangue non mente, giacché questo disco, il secondo del Nostro circondato da una nuova band e registrato a Los Angeles, sprizza talento da ogni poro. Echo & The Bunnymen, Nick Cave, Jeff Buckley e gli Smiths, i numi tutelari dei dieci brani, o meglio, delle ballate liriche e travolgenti di questo Cd. Un bel tipino Andrews, un passionale un poco esaltato, ma è giovane, gli perdono questa vena che sfocia nel romanticismo drammatico, e nel pop d’autore qui acerbo ed esagitato - la band come i Bad Seeds dei primi tempi - ma indiscutibilmente percettivo ed ispirato. Un disco incompiuto, in alcuni passaggi abbozzato, ma non è la perfezione che cerchiamo. Noi siamo alla ricerca dell’onestà, e qui ce n’è da vendere. Pare che in Inghilterra ed in America il personaggio sia passato inosservato, mentre è apprezzato in Italia e Olanda. Questione di sensibilità? E noi lo siamo, sensibili? Dimenticate l’album precedente e cominciate da qui a conoscere The Veils e Finn Andrews. Vi affezionerete, nell’attesa speranzosa che presto producano un capolavoro.
Il quartetto Supersystem, che si divide tra New York e Washington, sforna un nuovo disco offrendo un programma ricco e stuzzicante: una buona dose d’hip-hop, e poi una gamma di sounds elettronici, punk-rock, funky ed etnici, a discrezione dell’ascoltatore e del suo orecchio. Roba per gente golosa, insomma, e di bocca facile. Partiti col botto come El Guapo nel 2002 con il loro esordio pubblicato sulla leggendaria etichetta indipendente Dischord (sempre sia lodata!) e accasati oggi presso la Touch & Go, i Supersystem hanno mantenuto intatto il gusto per un punk rock danzereccio, coinvolgente e disimpegnato, arricchito da bassi pompati e chitarre campionate (l’iniziale Not The Concept), ritmiche tribali e contaminate di dance black anni ’70 (Joy e Prophets, a mio parere le tracce più “particolari”), cori armonici e arpeggi melodici (lo slow Eagles Feeing Eyres), tirato e synthetico electropop anni ’80 (White Light/White Light, onore ai Velvet Underground nel titolo seppur non azzeccato nel sound)... in definitiva un condensato di musica groove che si fa contagiosa in certi passaggi, con un pizzico di pseudosperimentazione che non guasta mai, rallegrando i fan di LCD Soundsystem, !!!, e ESG. I Supersystem, Cafarella, Moyer, Cohen e Blair, alla luce di questo A Million Microphones (esagerati!) continuano imperterriti a calcare la via già solcata dal funk-punk anni ’80 (Gang Of Four un nome su tutti) e lo fanno degnamente, non c’è che dire, facendo anche capire che si divertono e non poco ad intraprendere differenti derive, zuzzurellando qua e là. E noi ci divertiremmo con loro... se non fossimo tipi esigenti. Modernariato di media classe. Fanno bene a battere il ferro, finché è caldo.
iggi
3½/5
iggi
1½/5
lorenzo riva
3½/5
mr. loop
2½/5
RE.PLAY
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Four Tet Remixes Domino
The Morning After Girls Shadows Evolve Best Before records
Steve Hackett The Wild Orchids Camino
Michael Franti and Spearhead Yell Fire Anti
Impegnato com’è nel progetto Kieran Hebden and Steve Reid, di cui abbiamo parlato nel numero scorso di re.set, quest’anno Four Tet ha deciso di dedicarsi alle compilation. In giugno l’abbiamo trovato nelle vesti di dj sulla prestigiosa serie cult DjKicks (www.dj-kicks.com), mentre in settembre è in uscita la raccolta di Remixes di cui state leggendo. Il tocco di questo genio inglese dell’Idm (intelligent dance music) è inconfondibile e si rinnova in questa raccolta. E’ l’occasione per Hebden di offrire un tributo ai nomi più vicini al suo mondo musicale, troviamo infatti Lars Hornveth (dei Jaga Jazzist), Radiohead, Madvillain (aka MFdoom), His Name Is Alive, Sia, Aphex Twin, Bonobo, Rothko, Beth Orton, Bloc Party e Pole. Le loro tracce geneticamente modificate nel rinomato Four Tet Lab sono tutte riuscite e nonostante le biodiversità originarie, dopo il trattamento, assumo un’omogeneità d’ascolto quasi totale. Sì, questo è un disco che scorre fluido e si lascia ascoltare meravigliosamente. Ma c’è anche un secondo cd dove troviamo una raccolta di brani di Four Tet remixati da lui stesso, o da gente come Jay Dee, Manitoba, Battles, Perce P, Boom Bip, Icarus e altri ancora. Ma il piatto forte è rappresentato certamente dal primo disco, tracce come Skttrbrain dei Radiohead, Money Folder di Madvillain, al quale vengono offerti addirittura due remix, oppure gli 11:47 dedicati a Beth Orton, valgono da soli l’acquisto del disco.
Prendete del Primal Scream, pulitelo dai campionamenti e adagiatelo nella teglia. Mettevi sopra un po’ di Ride, dello Spiritualized tagliato a fettine sottili e dello Spacemen 3. Aggiungete un pizzico di Slowdive, già che ci siete qualcosa degli Oasis agli esordi e informate. Contemporaneamente prendete tutto il Franz Ferdinand che avete, assieme al Maximo Park ed al Fall Out Boy e buttatelo, non vi servirà più. D’un tratto molti dei CD che possedete vi sembrano davvero superflui e vi chiederete come mai siano nel vostro scaffale. Eppure questi quattro ragazzi e una ragazza del paese a testa in giù non inventano proprio nulla. I Morning After Girls si sono formati infatti in Australia nel 2003 e hanno cominciato a suonare nell’area di Melbourne. Ora si sono spostati a Sydney dove hanno inciso l’album uscito in Europa da meno di un mese. Poi un’apparizione al SXSW 2006 ed eccoli sulla ribalta. Quello che mi ha attirato di loro è stato quel suono psichedelico a metà strada tra i Primal Scream ed i Ride, dei quali appare Marc Gardner in una traccia dell’album (Shadow Evolve) che è stata aggiunta per la pubblicazione europea. Dopo un’introduzione subito ci si ritrova in una contraddizione in termini, proiettati, si, ma nel passato: Ride, Primals, Spacemen 3. Ma quanta energia! Il suono è molto grezzo, quasi demo, a tratti ricorda Definitely Maybe degli Oasis. Ascoltate Run For Our Lives, terzo brano e ve ne convincerete. Si ascoltano ripetutamente, senza quasi accorgersene. Forse per quel essere lisergici o stralunati. A volte le cose controcorrente affascinano più per il loro essere fuori dagli schemi che per i reali contenuti. Nulla si crea e nulla si distrugge, ma tutto si trasforma, insomma.
Sono un fan di Steve Hackett da quasi 30 anni, anche quando lasciò i panni come componente dei Genesis, la monumentale band che ancora oggi è il mio gruppo preferito e Steve, ai miei occhi, ancora uno dei più completi chitarristi di tutti i tempi. Il suo nuovo lavoro, The Wild Orchids mi aveva inizialmente lasciato piuttosto perplesso. La mia prima reazione era stata negativa perchè non riuscivo a riconoscere il tipico “stile di Hackett” dei suoi album rock precedenti. Quello che abbiamo oggi non è selvaggio (wild) ma mondiale (world). Un album senza età composto da canzoni che ti fanno viaggiare in tutti gli angoli del pianeta, dall’Inghilterra fino all’ India passando attraverso il Brasile. Gli stili musicali partono dai tempi attuali e ti fanno ritornare indietro al diciottesimo secolo. Ogni canzone ha tonalità diverse ed emozioni diverse, un’avventura dove Hackett ci conduce in un mondo senza confini dove le culture e gli stili musicali si uniscono fra loro. Sotto questo aspetto, il suo progetto risulta essere ben bilanciato perchè se al primo ascolto i riferimenti sembrano confondersi, dopo una serie di ascolti più approfonditi la musica si scopre e ci rivela la sua vera bellezza. The Wild Orchids non vi lascerà indifferente perchè ha il pregio di coprire cosi tanti variegati stili musicali ed allo stesso tempo di regalarci uno Steve Hackett alla chitarra con un sound cosi intenso e perfetto dal punto di vista tecnico. Solo questo aspetto vale l’acquisto di queste “Orchidee”!
Torna Michael Franti, un grande musicista e una voce che si alza in difesa dei diritti dell’uomo. Il suo nuovo album è ispirato dalla sua testimonianza dei conflitti di Israele, Palestina ed Irak. Questo cd esce in contemporanea con il documentario I Know I’m Not Alone, dove ritroviamo Franti nelle zone calde di Bagdad e della striscia di Gaza. Il suo attivismo ed il suo impegno sono autentici, e questa autenticità dà alla sua musica una forza elevatrice. Registrato a Kingston e San Francisco, Yell Fire sarebbe piaciuto molto a Bob Marley... respect!
taunus
4/5
bruno de rivo
3½/5
roger salem
4/5
ganjahman
4½/5
International Pony Mit Dir Wir Sind Vier Columbia Dj Koze, Cosmic Dj, Erobique: i tre amici produttori tedeschi partoriscono questo nuovissimo e spassoso progetto che emana l’estro e tutta la loro attitudine freak. Un divertissement che ingloba tutti i generi più hype del momento. Soul, hip hop, funk, house, post punk, elettronica, french touch. Si presentano in modo decisamente stravagante e il primo accostamento non può essere che con gli indimenticabili Village People. I tedeschi dominano la scena dell’elettronica pop, si scatenano e ci invitano (... mit Dir wir sind vier!) a seguirli. Buon discofreak. stoner
4/5
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RE.PLAY
DISCHI
Motörhead Farsi fottere dal rock’n’roll Motörhead Kiss of Death Steamhammer/Phonag
Dal dizionario Garzanti “Mito: immagine idealizzata di un fatto o di un personaggio che esprime le aspirazioni di una collettività”. Siamo davanti a questo signori e signore? Possiamo ragionevolmente considerare i Motörhead in questa versione? Non saprei, ma le cifre riguardanti questa band lasciano poco all’immaginazione. Trent’anni di carriera, sessantuno compleanni dell’uomo che incarna lo spirito e la mente di questa formazione ormai oltre la leggenda, ormai diventata “folklore rock”. di NBR
Non voglio ridurre questo spazio ad una “facile” sfilza di complimenti od insulti per questo nuovo Kiss of Death. Voglio parlare di quello che sono i Motörhead, cioè la band rock’n’roll/metal attualmente più popolare del pianeta. Chi è stato quest’anno al festival di Wacken non può non aver notato l’affluenza di pubblico durante l’ora e mezzo di “voce di vetro” Ian Kilmister e comapari. E come si fa? Come si può diventare i Motörhead? Beh, seguendo un credo composto da tre regole: 1. Passa quattro quinti della tua vita “on the road” masticando palchi dietro palchi. 2. Bevi tutto ciò che trovi e drogati di tutto quello che ti passa sotto le mani, sotto il naso, sotto la lingua. 3. Scrivi dei pezzi di fottuto rock’n’roll e scrivili bene, col cuore, con l’attitudine di chi nella vita poteva solo far quello: farsi fottere dal rock’n’roll. È in virtù di tutto questo che Kiss of Death suona bene, suona genuino, suona come deve suonare un disco di chi se n’è sempre sbattuto di tutto. Questo album contiene delle chicche come il pezzo d’apertura, Sucker, potente nella sua forma ruvida, e
qualche piccola cazzata (God Was Never By Your Side, dite a Lemmy che non è Eddie Vedder e che quindi le ballad proprio non le azzecca). Ma la cosa più importante di tutte è che questo è il disco di una band, forse l’unica al mondo, che non subisce condizionamenti d’alcun tipo. Puro. Rock duro e puro, per bastardi che amano la strada, e fatto da bastardi che amano la strada, pensato e suonato con uno spirito borderline che solo i Motörhead hanno. Quindi ben venga questo valido prodotto, ben venga anche il fatto che è la riprova che non serve seguire la moda per avere il plauso della folla. Ben vengano soprattutto i Motörhead e ben venga la leggenda di Lemmy, con la sua voce ultra zozza, bruciata dal Jack Daniel’s, che da trent’anni a questa parte ci sputa addosso uno stile di vita non facile da seguire. Oggi come oggi questo Kiss of Death rappresenta, ancora una volta, un insieme di pezzi che, profondamente, conservano quello spirito di rivolta che tre quarti delle nuove rock band dovrebbero possedere, mentre, abbastanza in maniera meschina, imitano “perché vende di più”. Fa abbastanza
riflettere il fatto che l’essere figli di puttana dentro sia una cosa che riesce quasi esclusivamente a band ormai navigate e non alle nuove leve. Si vede che il mondo sta cambiando... ma questo Lemmy non lo sa, continua imperterrito nel suo stile, nel suo credo; una band che va avanti, disco dopo disco, a rafforzare la propria immagine, il proprio mito. Intendiamoci, questo disco sicuramente non contiene capolavori come Ace Of Spades o Bomber (gli anni passano per tutti) ma è un lavoro che si difende bene. Come detto, rock puro e duro; insomma quello che i Motörhead sanno fare e che noi vogliamo da loro. Lunga vita al mito. ----------------------------------Un cd Kiss of Death in omaggio
ai primi cinque lettori che risponderanno esattamente alla domanda: come si chiama (nome e cognome) il leader dei Motörhead? Scrivete la vo-
stra risposta a redazione@resetmagazine. ch, indicando l’oggetto Motörhead e il vostro indirizzo postale. -----------------------------------
RE.PLAY
The Roots Kickin thinkin things
Usciti sotto la Def Jam di Jay-Z con il nuovo Lp, The Roots ci offrono indiscutibilmente una nuova grande prova. La loro formula del concept album come sempre colpisce nel profondo, e senza possibilità d’appello punta l’indice nel cuore dell’attuale stato delle cose. di Taunus
Partiamo da una delle tematiche più riprese e sentite in questo periodo dalla musica black americana. La tragedia di New Orleans è una ferita che molto difficilmente si rimarginerà, ma la rassegna delle gravissime responsabilità politiche sviscerate nell’album Game Theory è lunga e va oltre la provocazione. False Media ci parla di undici milioni di bambini ai quali viene prescritto lo psicofarmaco Ritalin, e di una società perbenista (Matrix) che ripugna i criminali che essa stessa genera, con la mancanza di lavoro, la discriminazione e le nuovi micidiali tipologie di schiavitù.
Quindi meglio essere un gangster professionista, meglio passare a Game Theory, e la titletrack è un vero inno. Ma subito c’è una precisa presa di coscienza in I Don’t Feel Right dove emerge tutta l’umanità, il disagio di un’anima travagliata da un realismo che la real-tv non riesce certo ad esprimere. Un realismo espresso In the Music, una traccia stupenda, gran momento di questo disco. Take It There riprende la denuncia sociale e non mancano le frecciate come “... oil for food, but they still hungry”. Baby parla di un hip hop “... just so ridiculous” lontano da quello che fu, e dunque
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arriva Here I Come, altro picco del disco dove i nostri esprimono tutto il loro impeto. I toni si raddolciscono, Long Time è un viaggio nel passato, nel ghetto della loro Philly (Philadelphia) assecondato da un sound evocativo che ci riporta ai primi anni ‘80. Una delizia seguita dalle amare considerazioni di Living In A New World. Clock With No Hands è il momento soul del disco, nel mondo interiore delle “inner jihad”, un momento che si prolunga nel trip hop della lenta Atonement, dove troviamo anche un sample tratto da You And Whose Army dei Radiohead. Chiude la scaletta Can’t Stop This, con l’omaggio al compianto J.Dilla: un brano di 8 minuti e mezzo, complesso e fuori dagli schemi, epico, cinematico, trascendente, che ci riporta nel caos, nell’ineluttabilità di un Can’t Stop This. Gran disco... ricordiamoci che di conceptalbum di questo livello se ne vedono pochi in giro. Aprite gli occhi. The Roots Game Theory Def Jam
di Taunus
“Vediamo questo mese cosa ci dice re.set sulla scena musicale svizzera”. E re.set vi dice che non è uscito un granché negli ultimi tempi, nessuna sorpresa e un po’ di delusione per le aspettative createsi negli ultimi anni. Tiriamo le somme: i dischi e le compilation degli “eroi” del danceflor tipo Dj Antoine, Tatana, Dj Bobo la fanno sempre (sob) da padroni. Le produzioni di gruppi heavy-metal, hard-rock, gothic-death-progressive-metal proliferano alla grande, il “Mettal” è oggi da considerarsi una vera e propria tradizione musicale elvetica. Restando in tema gli unici ad uscire dagli schemi sono i losannesi (vedi la Gentlemen records) che ergendo un altare votivo a numi tutelari quali Mike Patton e Neurosis riescono a dare un minimo di biodiversità alla scena, sentire il recente album degli Ärtonwall (nella foto), Naive Needs (www.artonwall.ch).
Lascia ben sperare il gran fermento della giovane scena lucernese, per farvi un’idea vi consiglio di procurarvi il cd Hell Yeah - Luzern Rock City Sampler 2006 (www.littlejig. com). Nell’elettronica le velleità della Mental Groove records si sono fermate ad episodiche collaborazioni con i maestri tedeschi ed il discorso sembra essersi afflosciato. Nell’hip hop ci sono giovani promettenti come Nega e Chakal. Tonnellate di produzioni, ed il genere ha conquistato un ruolo di primo piano tra le nuove generazioni, ma il confronto anche solo con i francesi ed i tedeschi è ancora impraticabile. Spostandoci sul pop e colui che quest’anno più di tutti ha riscosso attenzione: William White, l’ex-voce dei Liz Libido, che si è dimostrato anche un performer di gran livello, è oggi l’artista svizzero più credibile e le lodi ricevute sono ampiamente meritate (www.williamwhite.ch). Nella Svizzera occidentale delusione totale per colui sul quale tutti puntavano: Polar è da poco uscito con Le Brasier, che è quanto di più banale e strappa mutande che abbia mai sentito nella chanson française. Il ragazzo può ambire al massimo a giocarsela in “serie C” nel mercato francese, e
oggi Jean-Louis Murat può guardarlo non con il binocolo, ma con il telescopio. Parlando di musica “alternativa” il livello raggiunto dai Young Gods resta ancora insuperato, e sono passati quasi vent’anni! Ci si potrebbe accontentare di sentire una novità del livello dei Favez o dei Chewy... in effetti nell’ultimo anno un gruppo è riuscito a distinguersi, gli Shora (www.shora.com). Per chiudere questa breve dissertazione non proprio entusiasta, non mi resta che dire: new heros wanted!
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RE.PLAY
More blades better shave Il nuovo Guttermouth, Shave the planet (Volcom) che ritorna alle sonorità del fortunato Musical Monkey (Nitro, 1997). Il disco contiene grazie alla “lazzaronaggine” di Mark Adkins solo dieci tracce. Sembra di vederlo, mentre compone i pezzi, sdraiato su un divano, sorseggiando birra, annoiato e terribilmente stanco. Il disco diffonde molto bene questo stato d’animo all’ascoltatore. Queste persone sono sempre state odiate e poco amate, forse per le loro vedute politiche o forse perché non prendono mai davvero nulla sul serio, chi lo sa? Shave the planet si fa comunque apprezzare per la totale inutilità dei testi, sempre troppo avanti come My Chemical Imbalance, ovvio riferimento ai My Chemical Romance, e 23 Things That Rhyme With Darby Crash. Purtroppo, penso che la gente sia un po’ dimenticata di loro visto che sono ormai anni che non si fanno più vedere dalle nostre parti.
dopo Eccoci dunque tornati, ppo corta, tro po op rtr pu un’estate appunal nostro caro e consueto mi turno me tamento con ciò che di Fat Andy k! roc nk pu ba nella vita: il chi, zio sugli scaffali dei dis Questo mese si fanno spa io. cch d’o ere ten da tre uscite assolutamente
Cambiando quasi completamente genere il disco dei Sugarcult, Lights Out (Wea) è davvero fresco, estivo e non mancherà dunque di riscaldare le nostre ormai prossime giornate fredde ticinesi. Non ancora conosciuti dalle nostre parti, questi ragazzi hanno una schiera di fan molto grande negli States ed in Inghilterra. Bella la voce di Tim che accompagna le melodie del grande Marko, gia membro dei Bad Astronaut (Joey Cape, ecc.) Questo nuovo capitolo li ha fatti maturare, ma con discrezione, non abbandonando quelle sonorità che li ha resi celebri con i due due dischi precedenti. Molto orecchiabili la maggior parte dei pezzi, come il singolo Do It Alone, e Los Angeles!
Terzo ed ultimo disco del mese è sicurmente Coming Home (Geffen) dei New Found Glory. Il destino di questa band sembrava ormai scritto, il genere con cui si guadagnavano da vivere non è più quel fenomeno di massa che era, complice la moda ha decretato la morte di questo pop punk, cioè quando uscì il famigerato “american pie” e cloni vari. Sono riusciti nonostante tutto a sopravvivere, non discostandosi troppo dal loro sound, cercando però di maturare nella stesura dei pezzi. Il disco è bello e a dispetto della voce di Jordan che sembra quella di un neonato, i pezzi si distinguono l’uno dall’altro per originalità. La forza di questa band sta proprio nell’essere sempre rimasti loro stessi cercando di non seguire troppo i trend. I tempi sono cambiati dal primo disco ma andare a vederli dal vivo o ascoltare qualsiasi cosa nuova da loro proposta è e sarà sempre qualche cosa che mi alletta.
Il mese prossimo parlerò ampiamente del Taste Of Chaos, il mega festivalone che si terrà a Winterthur il 26 ottobre, presentandovi le band: Saosin, Taking Ba rio)... Vi ricordo inoltre, se siete amanti dei film horror come me, di non perdervi l’imminente uscita in doppio Dvd di A Nightmare On Elm Street...
INFORMER
/// After teaming up... Siamo lieti d’informarvi che Richard Woolgar (Alpinestars, Shadow Valley) e Christian Schwarz (Zodiac Project) annunciano al pubblico il loro nuovo comune progetto: Trace Elements. Il primo album ufficiale del duo è in fase di lavorazione a Manchester (UK) e vedrà la luce nella prima parte del 2007. Il lavoro si avvarrà della collaborazione di diversi vocalists che verranno annunciati nei prossimi mesi (e si vocifera che saranno dei grossi nomi!), così come sarà resa nota l’etichetta che pubblicherà il lavoro. Noi di re.set senz’altro vi terremo informati in merito. Intanto, per maggiori informazioni vedere su: www.we-are-tracelements. co.uk
La casa di Syd Barrett - il fondatore dei Pink Floyd spirato a luglio per le complicazioni di un diabete - è stata messa in vendita, insieme al mobilio, i libri, una chitarra, una bicicletta e dei disegni e dipinti che portano la firma del musicista. La villetta nella campagna di Cambridge è stata l’abitazione di “Crazy Diamond” per venticinque anni, dopo che nel 1981 il tormentato musicista si era trasferito lì per vivere con la madre. Quest’estate ha visto la scomparsa anche di un’altra leggenda dei Sixities, Arthur Lee dei Love, da molti accostato a Barrett per il suo comportamento stravagante e la fragilità psicologica. E’ morto a Memphis ad inizio agosto, per leucemia. Lee si definiva “il primo hippie nero” ed aveva formato i Love a Los Angeles nel 1965.
La cantante Suzanne Vega si è esibita online in agosto fa grazie ad un avatar digitale. L’esperimento è stato promosso da InfiniteMind, una web radio che l’ha fatta esibire su di un palco realizzato all’interno di SecondLife, un mondo virtuale in 3D modellato su quello reale. La Vega ha suonato nello studio reale della radio, e nel mentre era imitata dal suo avatar virtuale. Il concerto è stato visto da cento fortunati fan iscritti in SecondLife che hanno seguito l’evento davanti ai loro pc, ma anche virtualmente, con i loro avatar. Pur non essendo perfezionato, il sito SecondLife conta più di mezzo milione d’utenti e sta facendo gola agli sponsor: la Warner sta valutando d’entrare nell’affare, ed alcuni marchi di abbigliamento ci hanno già aperto i loro negozi virtuali. www.secondlife.com
LOCALCORNER
RE.PLAY
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h t a e D f O s t o o R
oint p n o i t a Satur
Incredibile come, grazie agli “arieti” Maja, le band nostrane abbiano preso coscienza del fatto che suonare bene e con idee valide, e non scopiazzate “alla bruttoddio”, è qualcosa che si può fare anche in un Cantone musicalmente poco attivo come il Ticino. Ecco cosi apparire, da un lustro a questa parte, band di notevole spessore tecnico, capaci di sfornare pezzi davvero coinvolgenti e di tirar fuori le palle quando serve (i Morbus Gravis a Wacken vorranno pur dire qualcosa, no?). di Mr. Axis Oltre ai succitati Maja e Morbus Gravis, in questa categoria troviamo un complesso che a molti di noi non è passato inosservato: i Roots Of Death. Ecco un tipico esempio di partenza col botto per una band ticinese che dopo quattro lunghi anni passati in sala prove, sforna un primo mini cd - Saturation Point - comprendente quattro pezzi. E che pezzi! Roots of Death sono un macchina da guerra le cui armi sono la precisione e l’impatto. Fautori di un metalcore molto ben strutturato ma che comunque non perde mai il proprio lato selvatico. Roots Of Death a mio avviso hanno pochissimi punti deboli. Un ottimo songwriting di stampo metalcore (che va spesso ad abbracciare la causa thrash metal) crea un tappeto esplosivo che permette al berciame davvero violento e crudo di Kevin Calì di esprimersi al meglio. Potremmo dividere questo Saturation Point in due zone: la prima è costituita da Terror e Walls Of Silence (il pezzo migliore del promo), due brani d’impatto immediato che tolgono il fiato all’ascoltatore. La seconda zona invece vede in Manipulated Senses e Time Human Crime una band che, pur non tralasciando la propria attitudine alla violenza sonora, riesce a toccare situazioni più cerebrali e
sentimentali (plauso in particolare per la parte centrale di Manipulated Senses). Questa band ci sa fare e mi mette in difficoltà il dover trovare un lato negativo in questo promo. Forse le uniche cose che si potrebbero aggiungere sono delle fugaci apparizioni di voce clean e un po’ meno martellamento in doppia cassa, ma sono solo punti di vista. Ciò che importa è che lo scopo della macchina da guerra chiamata Roots Of Death è abbattere l’ascoltatore. E questo gli riesce molto bene. Insomma un ottimo esordio per una band di cui si sente parlare e che può vantare concerti con Dew Scented, Madball, Carnal Forge e tanti altri. I Roots of Death sono: Kevin Calì (voce), Paolo di Stefano, Boris Lurati (chitarre) Domenico Tanese (basso), Paolo Tarussio (batteria). Roots Of Death, non dimenticatelo. (contacts: www.rootsofdeath.com - www.myspace.com/rootsofdeath)
Roots Of Death live
23 settembre 12 ottobre 2 novembre 18 novembre
Metalfest Uri Arena Live Zelig Silver Club
Erstfeld Mendrisio Losanna Payerne
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RE.PLAY
LIVE
Concerti Jazz Rete Due
Annunciata la prima parte della serie di concerti jazz organizzati dalla Rete Due/ RSI e prodotta da Paolo Keller con il sostegno di Migros Percento Culturale.
Harry Sokal
La Rete Due come di consueto proporrà presso gli studi della RSI a Besso (con un’eccezione) un ventaglio d’offerte musicali d’alta qualità jazzistica. La rassegna si aprirà a fine settembre e si concluderà in primavera. Fino a fine dicembre, il programma prevede sette eventi di tutto appeal. S’inizia il 30 settembre alle 20.30 presso lo Studio Due della RSI di Besso con il concerto di Depart e Voices Of Time: serata divisa in due e condotta in entrambe le parti dall’austriaco sassofonista Harry Sokal, uno fra i più grandi jazzisti europei, insignito nel 2005 del Hans Koller Preis, il maggior riconoscimento per musicisti d’area mitteleuropea. Sokal ha fatto parte del quintetto di Art Farmer per più di una decade e vanta collaborazioni con Carla Bley, Friedrich Gulda, Art Blakey e Johnny Griffin. Aprirà la serata il progetto Depart, un power trio formato da Sokal e da due svizzeri, Heiri Känzig al contrabbasso e Jojo Mayer alla batteria. Depart aveva già elettrizzato la scena jazz tra la fine degli anni ’80 e l’inizio del
’90, ed ora si ripropone al pubblico con un jazz postmoderno pregno di groove e ritmiche che s’avvicinano alla drum’n’bass. Gusto innovativo quindi, che prelude al concerto di Voices Of Time, sempre un progetto di Sokal, che coinvolge un altro jazzista di livello internazionale della scena austriaca, l’altosassofonista e flautista Wolfgang Puschnig, e la sezione ritmica formata da Gerald Veasley e Alex Deutsch. Sokal e Pushnig, pur avendo suonato assieme nella Vienna Art Orchestra, seguono due scuole di pensiero musicale differenti. E’ con interesse quindi che il pubblico seguirà quest’incontro fondato sul confronto e la ricerca di un suono comune e condivisibile. Il 14 ottobre è in previsione un concerto inserito nell’ambito della manifestazione nazionale Oggimusica. Alle 16.30, in Piazza Cioccaro a Lugano si avrà la possibiltà di assistere all’esibizione del Kaspar Ewald’s Exorbitantes Kabinett, una big-band elvetica di quindici
Kaspar Ewald’s Exorbitantes Kabinett
elementi diretta dal giovane arrangiatore e compositore basilese Kaspar Ewald. Nu-jazz, funk, classica, tra Stravinsky, James Brown e Gil Evans, lo spettro musicale espresso con grinta da questa straordinaria band è ampio ed appassionato. Una vera sorpresa: di questa big-band sono consigliatissimi i Cd Raüber e Reptil, pubblicati dall’etichetta Altri Suoni (www.altrisuoni.com). La serie di concerti proseguirà fino a dicembre e prevede le esibizioni di Roy Nathanson’s, del Ganelin “Priority” Trio, di Rava e Bollani, di Schnack e Waisvisz, e del Co Streiff Sextet. Ve ne parleremo in dettaglio nei prossimi numeri, teneteci d’occhio, dunque. Per ulteriori informazioni: tel. 091-8039 23 - www.rtsi.ch/jazz. Prevendite: La Bottega del Pianoforte Lugano, By Pinguis Bellinzona, Libreria Leggere Chiasso, Music City Soldini Locarno.
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Stay Death - Metal Day 29 - 30 settembre Peter Pan - Bellinzona
Il weekend musicale del 29 e 30 settembre che il locale bellinzonese Peter Pan ospita ha una sola parola d’ordine: metal. La Good Shot organizza un festivalino dal titolo Stay Death - Metal Day che consiste in cinque band ripartite in due serate. Venerdì 29 aprono la rassegna gli Heavy Demons, giovane ed agguerrita metal band ticinese, seguiti dalla Iron Maiden tribute band italiana Clairvoyants (nella foto). Sabato 30 ci saranno gli Infliction, gruppo italiano power metal che già da
tempo dimostra di saperci fare, poi gli Amphitrium, una black death metal svizzera reduce dalla stagione festivaliera (per esempio hanno suonato con i Trivium all’Heineken Jammin’ Festival di Imola) ed infine finalone con la tribute band Primal Concrete Sledge, che i patiti dei Pantera hanno capito subito cosa suonano visto che il nome è il titolo di un brano della nota band thrash-speed texana... I concerti inizieranno alle 21.00. Siate puntuali!
Ticino sounds all’Arena Live All’Arena Live il mese d’ottobre è dedicato alla musica giovane ticinese nelle sue molteplici forme. Il palco del grande ritrovo di Mendrisio ospiterà tutti i giovedì sera due band della scena locale, spaziando dal rock al death metal, dal punk in varie forme (emo-punk, punk’n’roll, punkrock) al grunge e al metalcore. Una rassegna scelta con cura che traccia una sorta di “storia” della musica in Ticino, partendo da alcuni “veterani” per arrivare a valenti band dell’ultima generazione: difatti alcune band che si esibiranno sono tra le più note del circuito ticinese attivo già da circa una decade, come i My Stupid Dream, gli Scramble e i Morbus Gravis
(nella foto), mentre della scena più attua-
le abbiamo i Koan, i Marchio Registrato, i Roots Of Death (di cui potete leggere una recensione a pagina 21), gli Stone River, e i Those Furious Flames. Assolutamente da non perdere: come and support those passionate sounds! (www.arenalive.com)
Programma: 5 ottobre Koan (rock) + Marchio Registrato (ska) / 12 ottobre Morbus Gravis (death metal) + Roots of Death (metalcore) / 19 ottobre Scramble (punk rock) + Stone River (grunge) / 26 ottobre My Stupid Dream (emopunk) + Those Furious Flames (punk’n’roll)
Palco ai Giovani - Winter Session
Aperte le iscrizioni
Durante i tre giorni della manifestazione estiva (prevista per il 7, 8 e 9 giugno prossimi) potranno alternarsi sul palco del più grande concorso dedicato ai giovani musicisti del Cantone, un massimo di 14 gruppi. È quindi necessario organizzare delle selezioni per decidere chi e quando dovrà suonare. Sono ammessi solisti o gruppi d’età compresa tra i 15 e i 30 anni, di ogni genere musicale, residenti in Ticino e che presentino brani propri. Tutti gli iscritti dovranno esibirsi alle selezioni Winter Session di Palco ai Giovani, in programma dal 7 al 9 dicembre presso il Centro Esposizioni di Lugano. La giuria sarà composta da esperti dei vari generi musicali, in modo da assicurare un giudizio il più oggettivo possibile. Tutti i concerti verranno ripresi con supporto video:
i filmati saranno esaminati dalla giuria che valuterà in un secondo tempo le varie esibizioni. Due giurati seguiranno la manifestazione in loco per poter valutare la “resa” dal vivo dei concerti. Quest’anno Palco ai Giovani collabora con l’iniziativa “Note Urbane”, che durante la Winter Session premierà il testo più interessante tra quelli proposti dai 34 gruppi partecipanti: il primo premio è di 500 franchi, il secondo di 300 franchi. L’iscrizione è valida solo se corredata del formulario d’iscrizione completo in tutti i suoi campi e firmato (lo si trova sul sito www.palcoaigiovani.ch), di un demo-Cd, di un testo scritto di una delle canzoni presentate, di una breve biografia scritta, e di due foto del gruppo al completo (in
formato digitale). Il termine d’iscrizione è fissato per lunedì 9 ottobre (farà fede la data del timbro postale). Allegare tutto il materiale richiesto e inviare a: Dicastero Giovani ed Eventi, Palco ai Giovani, Via Trevano 55, 6900 Lugano
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Rock baby, rock! Le giornate si allungano e le gonne si accorciano...ebbene sì, l’estate è proprio cominciata e con lei gli imperdibili appuntamenti musicali. Nessun bisogno di sdoganare visto che la nostra ridente patria offre di passare serate sotto le stelle all’insegna di concerti per lo meno accattivanti. Ed é con questa carica che ci apprestiamo (io e la mia fedele compagna di avventure) a fare un’overdose di tutte queste leccornie rockeggianti... gnam, gnam! La più grande sorpresa giunge dal Montreux Jazz Festival (11 luglio) dove un gruppo pressoché sconosciuto dalle nostre parti prende d’assedio una Miles Davis Hall totalmente ipnotizzata, parlo del gruppo scozzese Sons and Daughters. Un look da favola stile Betty Page sotto acidi, un’attitude a prova di bomba e soprattutto un sound da far cadere a terra. La cantante ruggisce per quasi un’ora le sue odi urbane e gli altri membri del gruppo l’accompagnano con melodie che ricordano un’improbabile incrocio tra i Cramps e Nick Cave... un grup-
po da scoprire d’urgenza!Ma la serata non fa che cominciare, poco dopo appare infatti il Re dell’eleganza provocante, l’intramontabile Morrissey che ci propone una panoplia dei suoi gioielli musicali, compresi alcuni brani mitici degli Smiths, e come dimenticarli! In forma smagliante e grazie ad uno charme immutato il suo concerto rimane uno dei più forti e sinceri visti durante l’estate. Ma non attardia-
moci oltre e proseguiamo verso Locarno al Moon & Stars (15 luglio) dove ci aspettano Ben Harper ed i suoi Innocent Criminals per un concerto che non dimenticheremo così in fretta. Dopo un inizio un po’ “distaccato”, Ben prende sicurezza e regala al pubblico un diluvio di emozioni a fior di pelle confermando la sua classe e la sua innata sensibilità. Non crederete forse che l’avventura termini qui, infatti il 22 luglio partenza per il Paléo di Nyon dove dei furiosi Placebo sono pronti a sconvolgere le anime innocenti. In effetti, malgrado un pubblico freddino, per non dire apatico i nostri beniamini del “troisième sexe” hanno mantenuto una grinta a prova di bomba. Brian Molko e la sua voce androgina hanno colmato per un’ora e mezzo la grande scène con canzoni dell’ultimo album Meds senza tralasciare le turbanti odi giovanili del primo album, come Nancy Boy, cantata quasi a cappella. Le notti sotto le stelle proseguo-
no ancora nella Svizzera romanda dove Rock Oz’Arènes di Avènches si appresta ad ospitare i leggendari Radiohead (16 agosto). Meglio tenersi forte perché
lo spettacolo si preannuncia memorabile! Scenografia ultra moderna e brani cantati con un’emozione senza tregua hanno tenuto tutti con il fiato sospeso, ipnotizzati dall’atmosfera magica. Nessuno parlava, o nessuno osava farlo, forse per paura di perdere anche solo un momento di questa serata fantastica. Non dobbiamo comunque dimenticare lo scoppiettante concerto dei Magic Numbers che ha aperto la serata, conviene tenerli d’occhio! Il sound della giornata successiva è all’insegna del funk e del suo sovrano incontrastato: Jamiroquai in un concerto che si è rivelato un ricostituente contro ogni forma di stanchezza.
Insomma, spero che tutto ciò vi abbia convinti a preparare il sacco a pelo per l’estate prossima così da godere delle fantastiche opportunità che i festivals elvetici propongono ogni anno... vedrete che vi sentirete come rinati! di Muriel Del Don
Live in Svizzera... 15 settembre Rohstofflager - Zurigo/Toni Areal Lost in Drum’n’Space Swiss Edition Toni Martinez (DSM LU) + Du Lait (BPM ZH) + She DJ Sueshi (First Ladies BS) + She DJ K-Base (Harddrums ZH) + Jack Stone (Subculture Movement SO) + Randy & Back Up (Harddrums ZH) + DJ Primo (Bassride ZH) 27 settembre Hallenstadion - Zurigo P!nk (USA) 6 ottobre Hallenstadion - Zurigo Placebo (UK) 28 settembre Usine/Kab - Ginevra Larsen + Baby Dee (Current93) + Martyn Bates + Mir (I/D/CH) 30 settembre Usine/Kab - Ginevra Legendary Pink Dots + Ex_Tension + Underwa (USA/CH) 21 settembre Z7 - Pratteln Porcupine Tree + Patos (USA) 19 settembre Volkshaus - Zurigo Marisa Monte (BR) 19 settembre Kaufleuten – Zurigo Amp Fiddler (USA) 7 ottobre Bikini Test La Chaux-de-Fonds William White + Somogo + Those Furious Flames (CH) 15 ottobre Z7 - Pratteln Deathstars (SWE) 16 ottobre Z7 - Pratteln Ken Hensley (from Uriah Heep) + Adam (UK) 25 ottobre Volkshaus - Zurigo Corinne Bailey Rae (UK) Prevendite: ticketcorner.ch & goodnews.ch
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No money, no fun Mi viene spontaneo dire che l’estate quest’anno è stata sì ricca di festival ma il più delle volte totalmente inutili con una scaletta di gruppi povera, e con pochi nomi (grossi) di richiamo. Che l’accavallarsi di festival abbia causato esclusivamente dei problemi? I risvolti positivi dell’anno scorso sono in netta contrapposizione a quelli negativi di quest’anno. Dove c’era gente, quest’anno non c’era, lasciando i grossi prati vuoti e desolati. Ho anche notato, tra le mille cose inutili che la vita mi sottopone quotidianamente, che diversi gruppi suonavano di lì ad una settimana in due festival a pochi chilometri di distanza. Calcolando i prezzi dei biglietti stracari, i gruppi smistati male e la rabbia da ingoiare, la voglia di festival passa di brutto! Non stupisce dunque leggere che un gran numero di festival hanno chiuso in
rosso. Il Gampel Festival, tenutosi dal 17 al 20 agosto era ok. Invaso da gente allegra anche se poca, ha saputo creare una bell’atmosfera, complice anche le splendide bancarelle. I gruppi non si sono distinti per originalità ma grandi Pennywise
come sempre; un po’ troppo sopra le righe, lo show “tritapalle” dei Muse, l’unico gruppo con le guardie del corpo a seguito, poi i Millencolin, stralunati e che continuano a proporre pezzi che nessuno vuole sentirsi cantare, infine i Coheed and Cambria, bravi, show intenso ma che si fa fatica ad apprezzare dopo appena una birra. Un altro festival di cui avrei fatto volentieri a meno se non per gli amici, è il Rock in Idro. L’edizione di quest’anno ha fatto acqua da tutte le
parti. I gruppi non presenti, lo stand delle sigarette che non c’era, lo skate park “birichino”, e la birra davvero cattiva, hanno trasformato una splendida giornata in un bidone da paura. Quello che oltretutto ho trovato davvero strano è che non ci fosse nemmeno il campeggio, e vedere la gente accamparsi sui parcheggi cercando di bucare l’asfalto, fa anche un po’ schifo. Il motivo dei tagli, secondo alcuni è da ricondurre alla poca gente accorsa. Da lodare comunque quasi tutti i gruppi che nonostante il sole poco tollerante, hanno saputo emozionare i presenti, come i
travolgenti Gogol Bordello che hanno avuto uno show da sballo, dove i baffettoni del geniale Eugene Hutz l’hanno fatto da padroni. Non è per nulla strano vedere invece i Rise Against trionfare su di un palco che sembrava aspettare solo loro. Sempre grandi anche i Bouncing Souls che hanno ripresentato i pezzi classici da Kate Is Great a Gone. Ho trovato emozionante che si fossero esibiti su di palco piccolo creando un’atmosfera molto intima. I veri headliners della serata, erano i quattro di Hermosa Beach, i Pennywise che hanno regalato al pubblico milanese uno spettacolo con i controcazzi, riproponendo i classici che li hanno resi famosi su tutti i palchi del globo.
Grandi! I festival avrebbero a mio avviso bisogno di una boccata d’aria fresca, con gruppi mai venuti a suonare alle nostre latitudini. La gente ha purtroppo smesso di ascoltare la musica con indulgenza molto tempo fa. Si dovrebbe motivare l’ascoltatore verso nuove sonorità, senza essere sempre conservatori, magari allora i festival si ripopoleranno...
... e in Italia 19 settembre Rolling Stone - Milano Porcupine Tree + Paatos (USA) 20 settembre Spazio 211 - Torino Liars + Deerhunter (USA) 22 settembre Rainbow - Milano Peaches (USA/D) 24 settembre Rolling Stone - Milano The Rapture (USA) 26 settembre Planet Pinarella - Cervia Hell On Earth Festival Heaven Shall Burn + God Forbid + 36 Crazyfists + Maroon + Cataract + A Perfect Murder + Johnny Truant + Purified In Blood (D) 27 settembre Alcatraz - Milano Guru (USA) 29 settembre Jail - Legnano Gallon Drunk (USA) 29 settembre 65mq Squat Gasoline - Milano Abe Duque (D) 29 settembre Transilvania Milano Billy Talent (CAN) 8 ottobre Centro Stabile Cultura – San Vito Leguzzano/Vicenza Pere Ubu (USA) 9 ottobre Estragon - Bologna Killing Joke (AU/UK) 12 ottobre Rainbow - Milano Papa Roach + Wicked Wisdom (USA) 14 ottobre Estragon - Bologna New York Dolls (USA) Prevendite: ticketone.com & indipendente.com
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CINEMA
Cinerama Anteprime sulla prossima stagione cinematografica.
Passata l’estate e quasi conclusosi il susseguirsi dei grandi festival, ecco alle porte la nuova stagione cinematografica nelle comode sale della regione. Da menzionare innanzitutto le pellicole che hanno aperto la stagione: Pirati dei Caraibi - La Maledizione del forziere fantasma di Gore Verbinski con Johnny Depp, Orlando Bloom e Keira Knightley, e Superman Returns di Bryan Singer e con Brandon Routh, Kate Bosworth, James Marsden, Frank Langella. Due successi ai box-office americani che ora stanno furoreggiando nelle nostre sale. Inutile parlarne tanto è il “battage” che ne è stato fatto; d’altronde sono entrambi dei sequel e quindi lasciamo a voi il gusto di scoprirne la trama. Intanto i titoli in programmazione questo autunno sono per tutti i gusti. Commedie leggere, come l’imminente Cambia la tua vita con un click di Frank Coraci e con Adam Sandler, Kate Beckinsale e Christopher Walken, dove si racconta di un architetto che si ritrova tra le mani un dispositivo che gli permette di “forwardare” o “rewindare” la sua vita, finché non perde la testa, oppure come Ti odio, ti lascio, ti... di Peyton Reed, con Vince Vaughn e Jennifer Aniston nei panni di Gary e Brooke, due in litigio che non riescono più a vivere assieme sotto lo stesso tetto anche se nessuno intende lasciar l’appartamento. L’amore trionferà? E chissà se ci porremo lo stesso quesito con You, Me & Dupree (Owen Wilson, Matt Dillon e Kate Hudson), commedia rosa della serie “tra moglie e marito non mettere il dito”... Come di prassi - tra i consueti tira e molla - a queste commedie che tanto piacciono oltreoceano, l’happy end non manca. Insomma: intrattenimento puro. D’intrattenimento pure la trasposizione su schermo di DOA: Dead Or Alive, il più famoso picchiaduro tridimensionale della storia dei videogame. Il film omonimo di produzione anglo-tedesca con alla regia il cinese Corey Yuen ripropone le bizzarre avventure delle cinque sexy-eroine del gioco, qui interpretate da Sarah Carter, Holly Valance, Jaime Pressly, Devon Aoki e Natassia Malthe. Niente di nuovo sotto il sole, dedicato principalmente agli amanti dei videogame (ed eventualmente di belle donne). Movimento ed azione l’avremo anche con il noto remake Miami Vice, a regia di Michael Mann e con Colin Farrell e Jamie Foxx, già visto (e discusso) all’apertura dell’ultimo Festival di Locarno, nonché con World Trade Center di Oliver Stone ed interpretato da Maria Bello, Nicolas Cage, Maggie Gyllenhaal, già presentato al Festival di Venezia. Due annunciatissimi blockbusters che non hanno mancato di raccogliere plausi, ma pure feroci stroncature: il primo per lo stravolgimento dell’inconfondibile stile anni ‘80 che pervadeva il mitico telefilm Miami Vice, l’altro per l‘evidente e scontato patriottismo che permea la sua ricostruzione di un salvataggio nell’inferno delle Torri Gemelle. Più impegnato dal punto di vi-
sta tematico il documentario atteso per inizio novembre, diretto da David Guggenheim e condotto da Al Gore nelle veci di “grillo parlante”: An Inconvenient Truth ((Una scomoda verità) presenta delle immagini davvero spettacolari che hanno l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle catastrofi che ci attendono se non s’interviene fin da subito sull’effetto serra. Documentario d’impatto, che non vi lascerà indifferenti. Impegnato pure, ma in questo caso dal lato scenografico e letterario, il film di Tom Tykwer, temerario regista tedesco che si è lanciato nell’ardua impresa di trasporre su schermo il famoso romanzo di Patrick Süskind, Il Profumo. Profumo - Storia di un assassino vede un bravissimo giovane Ben Whishaw nel difficile ruolo del protagonista Grenouille, mentre quello di maestro profumiere è affidato all’illustre Dustin Hoffman. Per gli amanti dell’animazione in programma due proposte simpatiche: l’eclatante film creato dalla Pixar Cars - Motori Ruggenti, e The Ant Bully, simpatico cartoon digitale in 3D dedicato al mondo delle formiche alle prese con un bambino ridotto alle loro stesse dimensioni. Infine, per gli appassionati dell’english-touch, ecco la nuova fatica del regista Stephen Frears, The Queen, che analizza il comportamento e le reazioni della regina Elisabetta II d’Inghilterra in occasione della morte di Lady D. L’argomento potrà sembrarvi futile, ed invece questo film potrebbe sorprendervi. Ma non aspettatevi grandi rivelazioni: in effetti quello che la Regina pensa, lo sa solo la Regina.
Per chi avesse l’opportunità di soggiornare nella Svizzera tedesca o francese potrebbe cogliere l’occasione di vedere tre interessanti pellicole nel prossimo futuro. Dapprima Paris, je t’aime t’aime, un film in programma nel circuito nazionale da fine settembre. Composto da venti episodi dedicati alla città dell’amore, Paris, je t’aime è un’appassionata carrellata di registi, i fratelli Cohen, Nobuhiro Suwa,Tom Tykwer, Gus Van Sant, Gérard Depardieu e molti altri, ed attori, tra cui Steve Buscemi, Juliette Binoche, Willem Dafoe e Orlando Bloom. Poi, ad ottobre, potrebbe essere la volta della commedia visionaria ed agrodolce The Science of Sleep Sleep, con la regia del noto video-director Michael Gondry ed interpretato da Jean-Michel Bernard, Charlotte Gainsbourg e Miou-Miou. Infine sempre in ottobre in visione il docu-film di Richard Linklater Fast Food Nation (con Patricia Arquette, Ethan Hawke e Kris Kristofferson) che analizza i rischi della salute legati all’industria del fast food e le sue conseguenze ambientali e sociali. Tratto dall’appassionante libro inchiesta omonimo, è ricco di aneddoti e testimonianze sconvolgenti. Queste sono tre opere di qualità, senz’altro da non mancare... restiamo dunque nella speranza che passino anche dalla Svizzera Italiana.
RE.VISION
NEXTSCREEN Charlize Theron,
L’attesa per tutti i fan sarà ancora lunga: The Simpsons Movie esce il 26 e 27 luglio del 2007 in tutto il mondo. Per caldeggiare l’evento i produttori del film hanno già presentato alcune clip di alcuni passaggi in fase di lavorazione durante lo scorso meeting Comic Con di San Diego. Dalle notizie pervenute i fan possono stare tranquilli: nonostante le clip siano ancora “grezze”, pare di capire che i risultati saranno all’altezza del mito dei Simpson. Diretto da David Silverman, The Simpsons Movie è scritto dai migliori autori della serie televisiva, gente come Matt Groening, James L. Brooks, Al Jean, Ian Maxtone-Graham, raggiungendo la quota totale di undici sceneggiatori. A questo punto vi chiederete dove trovare le clip in questione... Ma su YouTube.com naturalmente!
Susan Sarandon e Chris Evans saranno i protagonisti di Battle In Seattle, scritto e diretto da Stuart Townsend (il Dorian Gray ne La Leggenda degli Uomini Straordinari, ora regista debuttante). Il film racconterà i disordini di Seattle del 1999, quando migliaia di manifestanti no global diedero filo da torcere alla riunione del WTO in corso. Ci saranno una dozzina di personaggi le cui vicende si incroceranno durante il film; Charlize Theron sarà Lou, una ragazza incinta che osserva la manifestazione dall’esterno, e che finirà per perdere il bambino nei disordini. Susan Sarandon, invece, interpreterà una giornalista con simpatie per i dimostranti. Le riprese inizieranno ad ottobre a Vancouver e Seattle, e dovrebbero durare cinque settimane.
Il Gladiatore, film del 2000 diretto da Ridley Scott che valse un Oscar al protagonista Russel Crowe, è stato premiato da un tale successo di pubblico, che ora il regista sta pensando di farne un sequel. Piccolo problema: nella prima pellicola, il generale/ gladiatore Maximus, personaggio principale, alla fine della storia muore. Il regista non si lascia tuttavia scoraggiare da un simile dettaglio e garantisce che, dopo aver già abbandonato il progetto nel 2003, questa volta sarà quella buona. Intervistato dalla stampa americana sulla questione, Scott si sarebbe espresso in questi termini: “Russel Crowe è stata una presenza incredibilmente potente e dovremo riportarlo in vita, in qualche modo.”. Eh si, le magie del cinema...
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Ci sarà anche Vincent Cassell, grande attore francese conosciuto anche perché marito di Monica Bellucci, nella nuova pellicola di David Cronenberg intitolata Eastern Promise. Basato su una sceneggiatura di Steve Knight, il film sarà ambientato a Londra e ripercorrerà l’avventura di un’infermiera (interpretata da Naomi Watts) impegnata nelle indagini riguardo la misteriosa morte di una prostituta di origini russe: la sua ricerca la condurrà tra i poco raccomandabili personaggi orbitanti intorno alla mafia dell’Est. Cassel - affascinante “cattivo” vestirà il ruolo dell’ambiguo Petrid, figlio dei gestori di un bordello russo. La pellicola arriverà sui nostri schermi nel 2008.
TV-SERIES Un occhio, anzi due, ai telefilm più seguiti. Per chi è appassionato di telefilm ad episodi nei prossimi mesi avrà di che leccarsi i baffi. La scelta è variatissima: dalle novità in prima visione come Lost, Prison Break e Criminal Minds, alle serie ormai consolidate come Law & Order e C.S.I.. Pressoché ogni sera della settimana c’è un telefilm, qui v’indichiamo quelli che saranno in programmazione sui canali televisivi italiani, che per quanto riguarda questo settore sono quelli più aggiornati. Naturalmente chi vuole essere più che up-to-date non ha che da guardare la programmazione dei canali a pagamento, come per esempio Fox Tv, dove verranno trasmesse le stagioni nuove dei telefilm più acclamati dal pubblico (www.foxtv. it). Noi qui ci limitiamo a darvi i dettagli di programmazione dei normali canali via cavo. Medium: prima e seconda stagione tutti i mercoledì su RaiTre (21.00) Prison Break: prima stagione ogni mercoledì su Italia 1 (22.50) Missing: prima stagione tutti i mercoledì su Canale 5 (23.10) Criminal Minds: prima stagione tutti i giovedì su RaiDue (22.50) NYPD: (New York Police Department): decima stagione tutti i martedì su Rete 4 (24.00)
C.S.I.- Miami: quarta stagione tutti i mercoledì su Italia 1 (21.05) The L Word: seconda stagione ogni domenica su La7 (ore 23.40) Dr. House - Medical Division: seconda stagione tutte le domeniche su Italia 1 (20.45) The O.C.: terza stagione tutti i martedì su Italia 1 (21.05) NCIS: seconda stagione ogni domenica su Rai Due (21.00) Law & Order - Unità speciale: settima stagione tutti i sabato su Rete 4 (21.00) 24: quarta stagione dal 25 ottobre tutti i martedì su Rete 4 (21.00) Bones: prima stagione da novembre tutti i sabato su Rete 4 ore (21.05) The Closer: seconda stagione da novembre su Italia 1 (date da definire) Smallville: quinta stagione dal 29 novembre tutti i mercoledì su Italia 1 (21.05) Desperate Housewives: seconda stagione da dicembre tutti i lunedì su RaiDue (21.00) ER - Medici in prima linea: dodicesima stagione da dicembre su RaiDue Grey’s Anatomy: seconda stagione da dicembre su Italia 1 Invasion: non ci sarà una seconda stagione, in quanto il telefilm è stato sospeso a causa dello scarso successo di pubblico negli Stati Uniti.
Re.set guarda The Shield
Il telefilm preferito dalla redazione di re.set magazine è The Shield, la serie tv nata nel 2002 che narra le vicende di un distretto di polizia di Los Angeles dove gli agenti devono destreggiarsi tra le regole del loro lavoro e la loro incolumità personale... Cupo, realistico, violento, urbano, The Shield non fa sconti a nessuno. Il protagonista, il rude detective Vic Mackey (Michael Chiklis), è un antieroe come quelli che piacciono a noi, in bilico tra il bene ed il male: un personaggio umano e sensibile, nonostante la dura scorza di detective duro e puro, che non si dimentica facilmente. Degna di nota anche la partecipazione di Glenn Close, nel ruolo di capo del distretto. Consigliata quindi la quinta stagione di questa serie tv, dal 29 settembre tutti i venerdì su Italia 1, alle 23.00.
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RE.VISION
REPORT
Grand Prix Sony Il Grand Prix Sony è il più longevo concorso video amatoriale per autori non professionisti del Ticino, del Nord Italia e anche della Svizzera intera. E’ un’iniziativa nata a Mendrisio sei anni fa, per merito della Video Associazione del Mendrisiotto. La prima edizione ebbe una ventina di partecipanti ed un’unica categoria di concorso; ora il concoro è divenuto un videofestival internazionale biennale, con oltre cento partecipanti, sei categorie di filmati, ed un monte premi superiore a diecimila franchi (i primipremi sono tutti oggetti d’equipaggiamento video di alta qualità, offerti da Sony Svizzera rispettivamente da Media Markt Ticino). Nel corso della sua crescita il festival ha raccolto un notevole coinvolgimento del settore educativo-giovanile cantonale, nonché si è avvalso della partecipazione di tutte le associazioni video del Cantone
e del sostegno di UNICA (Unione Internazionale del Cinema), l’organizzazione video dell’UNESCO.Il prossimo Videofestival Internazionale Grand Prix Sony avrà luogo l’11 e 12 novembre al Cinema Teatro di Chiasso e prevede altresì conferenze, incontri tra addetti al settore, esposizioni, un mercatino dell’usato e svariate proiezioni. Dunque un Festival dedicato ai videoamatori dilettanti e non-professionisti e alla loro passione per le immagini, con un occhio di riguardo ai giovani di tutte le età come pure agli allievi d’ogni ordine scolastico. Per questi ultimi il concorso è diviso in tre categorie - scuole elementari, scuole medie, scuole superiori - ed i lavori da presentare - concesso qualsiasi genere - dovranno essere della durata massima di 10 minuti ed essere svolti collettivamente in classi della Svizzera Italiana. Le altre categorie sono de-
dicate ai videoamatori singoli o in gruppo: fiction (cortometraggi della durata di 10 minuti), non-fiction (documentari, reportages, videomusicali, ecc., della durata di 10 minuti) e “one minute” (video di qualsiasi genere della durata massima di 60 secondi). La giuria presieduta dal noto regista Villi Hermann giudicherà i lavori presentati tenendo in considerazione il lato amatoriale dei partecipanti. Il termine ultimo d’inoltro delle opere è il 2 ottobre (un video per categoria e nei formati video più correnti). Indirizzo per l’invio, formulari d’iscrizione e regolamenti del concorso e tutte le altre informazioni utili sono a disposizione sul sito www.grandprixsony.com. Informazioni possono essere richieste anche per e-mail (info@grandprixsony.com) oppure telefonicamente (079-6034483)
Il gatto danza Il Teatro del Gatto di Ascona invita il pubblico alla quinta edizione del Festival internazionale Il gatto danza che nelle passate stagioni ha avuto riscontri molto positivi da parte del pubblico e della critica, cogliendo un interesse sempre maggiore da parte delle compagnie svizzere ed internazionali.
fino al 7 novembre Il gatto danza V° Festival Internazionale di Danza Teatro del Gatto - Ascona ------------------------Programma
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Compagnia Carole Meier (Berna) danza contemporanea ------------------------22 settembre Speed. Neither/Nor
Fedele all’idea originaria di rappresentare la varietà degli stili di danza, prendendo in considerazione anche i grandi nomi e nuovi talenti della danza Svizzera, la presente edizione ha il baricentro sulle compagnie elvetiche di grande reputazione internazionale. Questo programma conta la presenza di diverse produzioni in cui il video o la video-art hanno un ruolo importante, così come la presenza sul palco di artisti plastici, attori recitanti, musicisti improvvisatori e addirittura burattini. La danza contemporanea dimostra una grande attenzione e sensibilità verso le altre arti attraverso le quali si arricchisce e trasforma. In quest’ottica sono stati programmati alcuni appuntamenti speciali tra i quali un film di danza, danza integrativa con disabili, progetti interdisciplinari e una dimostrazione-spettacolo.
con Joachim Schlömer e Graham Smith (D/CH) danza contemporanea e multimedia ------------------------29 settembre Hanzt
BewegGrund (Berna) danza integrativa con disabili + One in a Million
Compagnie Nicole Seiler (Losanna) film -------------------------
30 settembre - 1 ottobre BewegGrund - ballare senza limiti
con Susanne Schneider laboratorio di danza Integrativa (seminario) ------------------------30 settembre L’atleta del cuore
Teatro dell’Albero dimostrazione spettacolo ------------------------6 ottobre The Night Before
Cathy Sharp Dance Ensemble (Basilea) danza neoclassica contemporanea ------------------------13 - 14 ottobre Chi semina vento...
Compagnia Obviam Est (Ascona) teatro coreografico ------------------------7 novembre Solutions
Company Mafalda (Zurigo) teatro danza ------------------------Informazioni e prenotazioni: tel 091-7922121 www.teatrogatto.ch
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MOSTRE dal 7 ottobre al 7 gennaio 2007 Museo Cantonale d’Arte - Lugano L’immagine del vuoto Una linea di ricerca nell’arte in Italia 1958-2006
RE.ART
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L’esposizione L’immagine del vuoto - Una linea di ricerca nell’arte in Italia 1958-2006 in programma presso il Museo Cantonale d’Arte di Lugano dal 7 ottobre al 7 gennaio 2007 intende indagare i molteplici aspetti della rivoluzione linguistica attuatasi nell’arte in Italia a partire dalla fine degli anni Cinquanta.
L’immagine del vuoto opere di Mario Airó, Francesco Barocco, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Gianni Caravaggio, Enrico Castellani, Gianni Colombo, Martino Coppes, Dadamaino, Gino De Dominicis, Daniela De Lorenzo, Chiara Dynys, Luciano Fabro, Lucio Fontana, Francesco Gennari, Yves Klein, Francesco Lo Savio, Piero Manzoni, Eva Marisaldi, Amedeo Martegani, Sabrina Mezzaqui, Giulio Paolini, Diego Perrone, Michelangelo Pistoletto, Ettore Spalletti, Luca Trevisani, Francesco Vella e Italo Zuffi.
www.museo-cantonale-arte.ch fino al 19 novembre Fotomuseum - Winterthur Skin of the Nation retrospettiva fotografica di Shomei Tomatsu
L’obiettivo dell’esposizione è quello di far emergere, attraverso la ricerca degli artisti in mostra, una specificità tutta italiana, quella linea sotterranea che è serpeggiata nel panorama europeo del secondo Novecento. La mostra intende individuare quella linea di ricerca che contrappone alla componente “espressiva” più praticata e diffusa ad una matrice “evocativa” di segno metafisico. In esposizione ci sono circa cento opere, concesse in prestito da musei, archivi, fondazioni e privati, e in alcuni casi provenienti dalle collezioni degli artisti stessi. Particolare attenzione è rivolta, infatti, alle opere a loro appartenute all’epoca, al fine di tentare di ricostruire le reciproche relazioni, attestazioni di stima, ed affinità intellettuali. Il Fotomuseum di Winterthur presenta fino al 19 novembre un’ampia retrospettiva dedicata a Shomei Tomatsu, considerato una delle figure più influenti della fotografia nipponica postbellica. L’esposizione, intitolata Skin of the Nation, comprende circa 260 immagini che illustrano le varie fasi del suo lavoro.
Il Giappone di Shomei Tomatsu
Shomei Tomatsu, nato nel 1930 e attivo come fotoreporter dagli inizi degli anni ‘50, ha prodotto innumerevoli immagini che testimoniano lo sviluppo del Giappone, dalla fine della
seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri. I temi analizzati in maniera particolareggiata dal fotografo sono le conseguenze della bomba atomica a Nagasaki (una delle sue
immagini più note fa parte della serie 11:02 Nagasaki e raffigura un orologio fermo all’ora esatta quando la bomba atomica scoppiò, il 9 agosto 1945) e l’americanizzazione della società giapponese. Tomatsu fin dagli inizi della sua carriera ha portato avanti un linguaggio innovativo, frammentario e simbolico, ma allo stesso tempo realista ed identificabile. Uno stile che senza dubbio ha influenzato in i fotografi nipponici della generazione seguente. L’esposizione è la prima grande retrospettiva presentata al di fuori del Giappone ed è stata allestita dal Museum of modern art di San Francisco in collaborazione con la Japan Society di New York. www.fotomuseum.ch
Biennale dell’Immagine La quinta edizione della Biennale dell’Immagine si svolgerà dal 23 settembre all’11 novembre a Chiasso e nei Comuni di Balerna, Ligornetto e Mendrisio, oltre che a Como, città di frontiera, in collaborazione e con il coinvolgimento d’enti pubblici e privati, musei e gallerie. La Biennale vuole offrire, oltre ad alcune esposizioni di carattere storico, una lettura diversificata e più aperta del termine “invasioni”, termine che si presta a molteplici interpretazioni. Ad esempio considerando l’invasione territoriale, l’invasione tecnologica e consumistica, l’invasione mediatica, l’invasione del cemento e dell’asfalto, le in-
vasioni immaginarie... La nuova edizione della Biennale non potrà esaurire tutte le molteplici valenze significanti connesse al termine, ma potrà sicuramente, attraverso il contributo di molti prestigiosi fotografi e artisti dell’immagine, indurre a delle riflessioni in merito ai processi di omologazione del pianeta e alle trasformazioni antropologiche in corso nella nostra epoca.La Biennale dell’Immagine, attraverso alcune tavole rotonde, inviterà quindi a delle riflessioni, stimolerà dei dibattiti, con il coinvolgimento di fotografi, sociologi, antropologi e filosofi. www.biennaleimmagine.ch
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RE.AD
REPORT
Carta canta in libreria
Per gli adoratori del tenente Montalbano due le novità: il volume Vi racconto Montalbano (Datanews), che è una rassegna di interviste ad Andrea Camilleri e di suoi scritti, già in vendita in libreria, e poi l’undicesimo romanzo del commissario siciliano, che a sorpresa s’intitola Le ali della farfalla (Sellerio), e che troverete in libreria a fine ottobre, mentre è rinviata all’anno prossimo l’uscita già annunciata a primavera scorsa de Il campo del vasaio. Intanto Valerio Evangelisti pubblicherà la seconda puntata della serie storica iniziata con il romanzo Il collare di fuoco. Il nuovo romanzo è intitolato Il collare spezzato e con gran fascino
analizza lo sviluppo del Messico e delle sue popolazioni in Stato moderno; uscirà ad ottobre per Mondadori. Molto atteso il ritorno di Niccolò Ammaniti con un nuovo romanzo dal titolo Come Dio Comanda (Mondadori). Lo scrittore romano, dopo un’assenza d’alcuni anni dalla scena letteraria, ritorna con un romanzo degno d’essere paragonato al suo gran successo Io non ho paura. Consigliato! Com’è consigliato caldamente il nuovo romanzo di Massimo Carlotto, autore apprezzato da pubblico e critica. Con La terra della mia anima, lo scrittore padovano rende omaggio ad un amico, Beniamino Rossini, un criminale suo compagno di cella negli anni del carcere. Un’altra novità dalle molte aspettative è Mare delle verità di Andrea De Carlo, romanzo ai limiti del thriller che pubblicherà per la Bompiani e in cui lo scapestrato protagonista si ritrova tra le mani un segreto pericoloso ereditato dal padre.
Sullo scaffale delle uscite internazionali tradotte in italiano tenetevi forte, i nomi sono di quelli che non vi faranno addormentare la notte: dal lato “spyfiction/fantasy/gialli” ecco Clive Cussler con Morte Bianca (Longanesi), Terry Brooks con il sequel I figli di Armaggeddon (Mondadori-Omnibus) e il grande Michael Connelly con Il Poeta è tornato (uscita in ottobre per la Piemme); invece dal lato “letteratura cult” troviamo la nuova opera di Irvine Welsh, Segreti erotici dei grandi chef (Guanda), e Stranger than fiction (Mondadori-Strade Blu), traduzione di un travolgente romanzo del 2003 di Chuck Palahniuk.
Niccolò Ammaniti
Massimo Carlotto
Michael Connelly
Molte le novità letterarie: focalizziamoci dapprima con un breve excursus su quello che alcuni autori italiani hanno da proporre quest’autunno. di Stefano Kirk
Riparlerò in dettaglio di tutti questi libri nei prossimi numeri di re.set. Intanto, concedetevi un piacere ineguagliabile... andate in libreria a far scorta!
Babel Festival di letteratura e traduzione Dal 22 al 24 settembre Bellinzona ospita il primo festival di letteratura e traduzione.
Babel è un’iniziativa ispirata all’amore per la letteratura e al contempo offre al pubblico l’occasione di interrogarsi sulle molteplicità del mondo contemporaneo che lo toccano da vicino, come il rapporto con gli “altri” all’esterno e all’interno della propria realtà, e la comunicazione tra diverse lingue e diverse culture. Nei tre giorni del Babel Festival, Bellinzona accoglierà narratori e poeti che racconteranno il loro percorso professionale e il rapporto con la lingua, ciò dialogando con interlocutori privilegiati, i loro traduttori. La maggior parte degli scrittori invitati non scrive nella propria lingua madre e si confronta anche in sede creativa con il “salto linguistico”, dunque con le sue molte “voci possibili”. Ogni anno il festival si dedicherà ad una lingua ospite: quest’anno sarà l’ungherese con la presenza di scrittori emigrati che hanno scelto di adottare la lingua del paese d’arrivo o per i quali è essenziale
il rapporto con una cultura straniera. In questo ambito si avrà il piacere d’incontrare gli scrittori ungheresi Zsuzsanna Gahse, Christina Virago e Tomáso Kemény, nonché Beatrice Töttössy che presenterà l’opera dell’autore Ferenc Szijj, e Giorgio Pressburger regista e scrittore ungherese di lingua italiana. Tra gli altri ospiti invitati ci saranno Abdourahman A.Waberi scrittore africano di lingua francese e Daniel De Roulet autore svizzero di lingua francese. Lo spazio culturale La Rada durante il festival proporrà due eventi - il Coro dei disturbi e un’opera con proiezione di Giancarlo Norese - entrambi visibili nel foyer di Castelgrande. Inoltre nelle settimane che precedono il festival, il Circolo del cinema di Bellinzona proporrà la rassegna Cinebabel (fino al 24 settembre, www.cicibi. ch). Infine Babel organizza pure un concorso di traduzione letteraria, in collaborazione con ReteDue e i Buoni svizzeri del libro. Degni nota anche i concerti che faranno da corollario alla manifestazione, come la performance di Steve Piccolo e Gak Sato, e l’omaggio musicale di György Kurtág a Kafka con la soprano Anna-Maria Pammer accompagnata dal violinista András Keller. Ulteriori informazioni e programma dettagliato su www.babelfestival.com.
10 NUMERI A Frs. 27.( estero a euro 25 ) ABBONATI riceverai un CD in omaggio, scegli il tuo preferito, compila e invia il tagliando a: re.set magazine, cp 4632, 6904 Lugano oppure via fax al 091 970 24 46
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ABBONATI ! The Roots Game Theory
Bob Dylan Modern Times
Four Tet Remixes
International Pony Mit Dir Wir Sind Vier
scegli il tuo cd, selezionalo (ev. anche una seconda scelta), ti sarà inviato con il numero 06/2006 di re.set, fino ad esaurimento scorte nome
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