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FAQ
from Reti di solidarietà contro emergenza e solitudine - Istruzioni per affrontare la seconda ondata
Come si garantisce la sicurezza in tutte le attivita’? Garantire la sicurezza dei volontari rappresenta una parte fondamentale dell’attività. Questo vuol dire sia far sì che all’interno degli spazi vengano rispettate le norme di contrasto al Covid, come il distanziamento personale, l’uso dei dispositivi di protezione individuale, la sanificazione e l’aerazione costante degli spazi. Una prima cosa da avere sono i dispositivi di protezione individuali nello spazio, sia per chi lo attraversa sia per poter darli ai volontari per svolgere il servizio. Oltre a questo è importante fornire ai volontari una formazione sulle norme di sicurezza, non solo su quelle generali ma anche rispetto al servizio che andiamo a fare, come per esempio il mantenimento delle distanze nella consegna di pacchi e spese, Per questo, oltre a una formazione da fare a tutte e tutti i volontari prima che inizino l’attività può essere utile al fine di garantire la sicurezza in ogni fase dell’attività che il primo servizio di consegna venga effettuato in compagnia di un volontario esperto in grado di fornire indicazioni più precise e una formazione completa.
Quali permessi servono e come ottenerli? Per effettuare questo tipo di attività non è necessario essere iscritti a nessun albo o essere registrati come onlus o associazione di volontariato. I permessi per l’attività dipendono molto da che tipo di restrizioni sono presenti sul territorio: dove non ci sono limitazioni agli spostamenti non c’è necessità di particolari permessi, mentre in altre zone diventa necessario ottenere autorizzazioni da parte delle amministrazioni locali. Le autorizzazioni riguardano soprattutto l’aspetto della mobilità e assicurano che la persona che in quel momento si trova fuori dalla propria abitazione sta svolgendo attività di volontariato per una rete riconosciuta dal comune e dall’amministrazione competente. In ogni caso nell’attivazione di un
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progetto come questo è importante il dialogo con le autorità, a partire dall’amministrazione comunale fino ad arrivare ad assessorati specifici come quello per le politiche sociali o per le pari opportunità che, in alcuni casi dove il Comune non voleva prendere in considerazione progetti di mutualismo di questo tipo, hanno permesso l’attivazione del progetto. I permessi per la raccolta del cibo nei supermercati dipendono molto dal tipo di attività con la quale si sta parlando: se per le piccole catene è sufficiente il dialogo diretto con i responsabili del supermercato per catene più grosse può essere necessario contattare gli uffici regionali e territoriali per organizzare la raccolta alimentare. Se è vero che questo è un passaggio in più può consentire di entrare in contatto con un numero maggiore di attività e garantire una maggiore quantità di cibo che si riesce a raccogliere. Questi contatti si possono trovare su internet o chiedendo ai supermercati. Come funziona per l’assicurazione? Non è sempre obbligatorio avere un’assicurazione per fare attività di questo tipo, tuttavia è una garanzia in più per i volontari. In alcuni casi, qualora i promotori dell’attività se sono altre organizzazioni o il comune dove si svolge l’attività lo richiedono, questa è obbligatoria e in queste circostanze esistono diverse realtà con cui confrontarsi per ottenere l’assicurazione: durante il lockdown questi sono stati soprattutto l’Arci, le amministrazioni comunali e organizzazioni di volontariato, sia laiche sia religiose. Il problema maggiore rispetto all’assicurazione è sicuramente legato al costo di questa, per cui qualora queste realtà non riuscissero a garantire l’assicurazione per i volontari si potrà comunque chiedere un contributo per le coperture assicurative, facendo questo in contemporanea ad altre attività di finanziamento come descritto sopra.
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Come reperire le risorse (economiche e materiali)? La modalità migliore per reperire risorse materiali (alimentari, devices etc) è sicuramente quella della raccolta, da fare con le modalità elencate sopra (con donazioni dei singoli e raccolta negli spazi, dagli esercizi commerciali, nei supermercati etc). Laddove questo non dovesse essere sufficiente, può avere senso attivare, insieme alle altre realtà con cui si fa rete, delle raccolte fondi finalizzate all’acquisto di alimenti, devices etc. Il modo più comodo per fare una raccolta di questo tipo è attivarla su facebook, l’unico sbatti è che ci sono un po’ di passaggi da fare per autenticare le pagine e abilitarle alla raccolta fondi. Se non si dovesse riuscire così, i siti più comodi per le donazioni sono Produzioni dal basso e Gofundme, l’opzione da prediligere è
“raccogli tutto”, che permette di riscattare le donazioni a prescindere dal raggiungimento dell’o-
biettivo. Una cosa fondamentale in raccolte fondi di questo tipo è dire precisamente come verranno usati i fondi, aggiornare costantemente etc, in modo da assicurarsi la fiducia dei donatori o dei potenziali tali. A questo strumento, si possono affiancare forme di raccolta fondi offline, come le cassette delle offerte in alcuni esercizi commerciali (magari quelli che aderiscono alla raccolta alimentare, ma non solo).
Come si organizza un centralino? In moltissimi comuni e regioni del nostro paese sono stati istituiti ad inizio pandemia numerosi centralini per ricevere le richieste di chi stava venendo colpito dall’emergenza coronavirus e smistarle tra le numerose realtà che operano nel territorio pratiche di assistenza e mutualismo. In alcuni casi questi centralini sono risultati prò escludenti in quanto magari richiedevano dei requisiti specifici per poter ottenere il pacco e per questo motivo ne sono stati creati diversi direttamente dalle organizzazioni che procedevano alla realizzazione del servizio. Nel caso si volesse costruire un centralino sarà importante formare le persone addette al servizio, non solo spiegando le informazioni delle quali c’è bisogno (indirizzo, recapiti, qual’è il tipo di servizio necessario, se ci sono delle esigenze particolari, etc) ma preparando anche i volontari alla possibilità di affrontare situazioni complesse e casi difficili. Dopo questo sarà importante impostare un sistema di raccolta dati che i volontari compileranno e dove verranno scritte le richieste. Sul numero da chiamare, si può utilizzare sia quello dello spazio o del centro che sta organizzando il servizio o si può ricorrere a canali VOIP con i quali aumentare il numero delle linee e garantire la possibilità di fare questo servizio anche collegandosi da casa con un PC. Una cosa che in molti casi si è rivelata utile è stata l’istituzione di un numero riservato ai volontari, nel caso avessero dei problemi di qualsiasi tipo mentre stanno realizzando il servizio (indirizzo di
consegna/numero sbagliato, etc). Un consiglio sulla pubblicizzazione dei numeri del centralino è quella di stare attenti al tipo di messaggio che si vuole far passare, specificando bene quali sono le finalità del servizio e cosa stiamo facendo; per esempio se si dice “chiamando a questo numero otterrete un pacco/ una spesa” è molto probabile che quel centralino verrà sommerso da chiamate anche da chi magari in quel momento ha meno bisogno di sostegno, rendendo molto complesso l’attività mutualistica nel complesso.
Cosa si puo’ chiedere alle amministrazioni comunali? Il dialogo con le amministrazioni comunali, quando è possibile, può portare non solo ad un ampliamento del servizio offerto ma anche ad una maggiore stabilità in termini di attività. Ad esempio, da soli o in rete con altri, si può creare un dialogo con la propria amministrazione per far sì che i nostri spazi possano diventare degli hub ufficiali per la raccolta di cibo e spesa. Un’altra possibilità è quella della richiesta di uno spazio comunale per lo svolgimento di attività di volontariato, rispetto la quale cui viene segnalato anche il periodo di utilizzo e servizi aggiuntivi. Per avere un ulteriore supporto da parte dell’amministrazione, le attività di volontariato possono essere coordinate non solo fra le associazioni stesse ma anche con il Comune; organizzando un piano di coordinamento con il proprio assessore alle politiche sociali, è possibile muoversi più facilmente all’interno della propria città, e avere un sostegno tecnico non indifferente. Inoltre, in collaborazione con alcuni Enti locali è possibile anche muoversi in provincia per svolgere alcuni servizi di volontariato, come la consegna della spesa al di fuori del comune dove operiamo.
Come si intercettano i volontari? Prima di tutto è necessario definire bene che tipo di attività si stanno organizzando. Fatto questo, si deve capire di che volontari abbiamo bisogno:
per attività di spesa solidale, distribuzione alimentare, distribuzione devices etc. possiamo fare delle call abbastanza aperte per le attività di doposcuola o babysitting serve gente con un minimo di esperienza; per quanto riguarda il doposcuola può essere utile anche mettersi in contatto con ADI e FLC per gli sportelli sos lavoro, diritto allo studio, sussidi etc ha senso fare delle call interne, coinvolgendo compagn* format* o che abbiano già svolto attività di questo tipo; per gli sportelli lavoro e sussidi ha senso sentire il sindacato, che può dare una mano sia mettendosi direttamente a disposizione che organizzando dei momenti di formazione La chiamata ai volontari si può diffondere: a partire dai canali social facendo diffondere la call anche alle altre realtà con cui collaboriamo con locandine in giro per la città, nei condomini e negli esercizi commerciali per le città non in zona rossa, facendo volantinaggio Chiaramente data la situazione il grosso del lavoro si dovrà svolgere online, laddove possibile targettizzando le sponsorizzazioni per raggiungere i giovani. Può essere utile realizzare e far girare un form di questo tipo > https://forms.gle/3J4ijhWyPuXcwE8Z9 (questo è un facsimile, non farlo girare!) in modo da avere fin da subito un elenco delle disponibilità. Può aver senso anche preparare dei materiali che rendano riconoscibili gli spazi che aderiscono all’iniziativa, con locandine specifiche (ad esempio per gli alimentari che donano il cibo o cose del genere).