The Campus. Project for Mirafiori Sud, Turin

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The Campus


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2016-2017 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratore: Quirino Spinelli


RICCARDO L A MALFA ANTONIO LECCI FRANCESCO ROSA-BRUSIN



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INDICE Premessa. Mirafiori Sud: Storia breve in sei date 1. Spazi LO SPAZIO PERCEPITO

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MORFOLOGIA DELLO SPAZIO APERTO

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MORFOLOGIA DELLO SPAZIO COSTRUITO

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2. Alcuni edifici di Mirafiori Sud IL COMPLESSO MANOLINO

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IL COMPARTO IDUSTRIALE

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L’UNIVERSITÀ

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3. The Campus 4. Appendice

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Premessa: Mirafiori Sud. storia breve in sei date


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L’area da noi studiata è tra quelle che negli anni ‘60 crebbero dal nulla per far fronte all’acuto aumento demografico causamto dall’immigrazione. Ci troviamo dunque a Mirafiori Sud in particolare nell’area circoscritta da Via Plava, Via Negarville, Strada del Drosso e Via A. Faccioli. Questo quartiere può essere facilmente suddiviso in ulteriori due micro-aree ovvero: la parte superiore che si affaccia su via Plava dove troviamo dieci edifci residenziali di nove e dieci piani, dunque una densità molto elevata; mentre la parte inferiore ha un carattere prettamente industriale troviamo infatti un imponente polo produttivo che però si trova in condizioni estremamente decadenti e con aree ormai abbandonate, vi è comunque spazio sui margini per degli edifici residenziali multipiano sul lato di Via Negarville e per un polo sportivo/accademico per quanto concerne l’affaccio su Via Faccioli. Quest’aerea, come molte di quelle nate nelle sue stesse circostanze, ha subito un processo di “isolamento” dalla città al punto quasi che quando si cammina tra le vie di questo quartiere si ha la sensazione di essere in una città nella città. La popolazione residente ha un’età media piuttosto avanzata, plausibilmente costoro furono tra i primi a venire ad abitare in questa zona per motivi lavorativi in quanto il complesso si trova nelle immediate vicinanze dei complessi produttivi Fiat. Solo di recente, a causa di un nuovo fenomeno di immigrazione di massa proveniente maggiormente dal medio-oriente si è verificato un abbassamento dell’età media.

Passando ad analizzare ciò che riguarda i servizi al cittadino non possiamo fare a meno di dire che il nostro quartiere vive in stretta simbiosi con quello accanto, caratterizzato da una ancor più alta densità abitativa e quasi sprovvisto di servizi. E’ curioso come nonostante la prevista grande quantita di persone che avrebbero abitato questi quartieri gli spazi dedicati ai servizi siano così scarsi. Con il trascorrere del tempo è possibile che diverse attività siano cessate ed ora i servizi presenti non sono suffcienti a soddisfare una tale numero di persone. All’interno di questi quartieri si verificano anche situazioni particolari in particolare dei fenomeni di occupazione di edifici inutilizzati quali vengono sfruttati a fini residenziali.


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STABILIMENTO FIAT

TORINO CASA

Potenziamento residenza

1960

1970

1939

STABILIMENTO FIAT

POTENZIAMENTO RESIDENZA

Con l’inarrestabile sviluppo tecnologico dell’epoca e con l’incentivazione alla produzione di massa di automobili gli edifici una volta all’avanguardia della Fiat divennero inadatti. Fu così che si scelse di realizzare a Mirafiori il nuovo stabilimento Fiat sviluppato su un unico piano, seguendo l’esempio americano della Ford, il quale venne inaugurato da Mussolini nel 1939.

In un lasso di tempo brevissimo furono realizzati 800 alloggi, i quali ebbero una gestazione troppo breve perchè potessero tener conto delle preesistenza urbane, del territorio circostante o delle loro possibili influenze negative. in meno di un decennio (1963-1971) l’intervento di società quali Iacp, Poste e Gescal favorì la costruzione di altri 17000 alloggi ammassati soprattuto nei pressi di Strada del Drosso, Via Artom, Via Vigliani e Via Farinelli.

TORINO CASA Gli stabilimenti Fiat conobbero intorno agli anni ‘60 un grande sviluppo che portò allo stravolgimento delle aree circostanti. Le nuove opportunità lavorative attrassero nuova forza lavoro dal centro e sud Italia raddoppiando così la popolazione torinese e nella fattispecie quella di Mirafiori che passò da 3 mila a 40 mila abitanti. Questo incremento smisurato costrinse il Comune di Torino ad intrapredere nel 1963 numerose politiche di riqualificazione urbana.


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potenziamento servizi

P.R.U.

?

1990

2017

1980

POTENZIAMENTO SERVIZI

2017

Un’ulteriore scelta discutibile dell’amministrazione fu quella di introdurre in queste aree già a rischio ex residenti delle baraccopoli esistenti in Borgo San Paolo e Via Verdi. Questi individui erano per lo più immigrati con seri problemi economici. Il decadimento fu inevitabile e ben presto zone come quelle di Via Artom, Strada del Drosso e Via Negarville vennero identificate come luoghi non sicuri con problematiche sociali, alta densità abitativa che rendeva questi quartieri dei dormitori isolati dalle zone circostanti con un conseguente isolamento dalla città. Tra il 1975 e il 1983 la Giunta comunale Novelli cominciò a rivolgere attenzione a queste realtà facendo realizzare spazi per l’aggregazione, lo sport, scuole, servizi sociali e sanitari ed un potenziamento dei trasporti pubblici.

L’amministrazione non ha rinunciato alla riqualificazione di queste aree , come occasione delle olimpiadi invernali del 2006 dove furono fatti degli interventi di riqualificazione o la futura estensione della linea metropolitana sino a Via Plava. La situazione odierna presenta comunque molte criticità partendo dalla densità elevata di abitanti concentrati in edifici che non sono ormai adeguati agli standard abitativi, alla mancanza quasi totale di servizi al cittadino e di spazi di aggregazione, sino alla presenza di molti ex edifici atti alla produzione oramai dismessi che contribuiscono a creare un ambiente non comfortevole per la vita di tutti i giorni.

P.R.U. Negli anni ‘90 un P.R.U. (Piano di recupero urbano) finanziò il nuovo ponte stradale di Via Artom sul torrente Sangone (che collega la vicina città di Nichelino) ed il potenziamento ulteriore alle linee di trasporto pubblico.





Gli spazi


“è importante immedesimarsi in una persona che starà lì, in un posto tra mille posti,guardando una vista, quella lì tra mille viste, in un certo tempo, tra tutti i tempi passati e futuri.” - Elio Luzi -


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LO SPAZIO PERCEPITO In seguito al primo sopralluogo dell’area si è ritenuto utile tracciare delle mappe mentali della zona per prefigurarne la struttura urbana. All’arrivo si è subito colpiti dalla forte presenza di edifici residenziali a “stecca”, aventi 10 piani ciascuno, disposti consecutivamente tra loro i quali formano una sorta di “muro” perimetrale che crea un ingresso per il quartiere retrostante. Inoltrandosi all’interno della zona si incontra subito il parco Jona che collega le tre scuole presenti nel quartiere. Proseguendo il tragitto si arriva in via Quarello, che demarca l’ingresso nella zona industriale, dove gli edifici a 10 piani lasciano il posto a blocchi monolitici di grandi dimensioni (ma di ben più moderata altezza) e aventi copertura curva. Da via Quarello è inoltre possibile inoltrarsi nella zona commerciale (a sinistra), dove ci si trova di fronte ad un quartiere longitudinale progettato dall’architetto Manolino, il quale ha progettato edifici che, nonostante la classica altezza ritrovata nell’area, propone un distacco formale rispetto agli altri palazzi grazie ad un contrasto cromatico ottenuto dipingendo le facciate di un intenso colore blu tramite l’utilizzo di piastrelle applicate come rivestimento. L’area nella sua totalità può essere suddivisa in varie microzone aventi specifiche funzioni: la zona residenziale a nord, la zona industriale a sud e la zona commerciale a sud-est. La zona residenziale, definita da grandi blocchi di palazzi di 10 piani, contiene al suo interno sia aree pertinenziali attorno agli edifici, sia dei parcheggi, sia un ambito scolastico, definito da tre scuole e il parco Jona, situato al centro dell’area. La zona industriale ha una forma definita prev-

alentemente dai blocchi di edifici che la compongono, mentre le strade, che risultano intricate tra loro e sconnesse rispetto alle strade principali di accesso, hanno il solo scopo di servire le fabbriche presenti e di fornire delle aree di parcheggio degli autoveicoli. La zona commerciale infine, è quella avente la più definita: essa si sviluppa lungo l’asse stradale ed è composta da una serie di edifici a stecca consecutivi, ove al piano terra sono situati i negozi. L’unica eccezione che rompe la linearità dell’area è un edifico mono piano utilizzato abusivamente come residenza, che è posto in diagonale rispetto alla distribuzione generale dell’edificato.


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mappe percettive successive ai primi sopralluoghi


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DENSITA’ SOCIALE Questa zona è caratterizzata da una densità sociale mediamente poco elavata, dopo aver effettuato sopralluoghi in diversi giorni e orari della settimana possiamo identificare in particolar modo i flussi di persone che si alternano nelle diverse fasce orarie della gironata. Nelle ore mattutine l’affluenza di persone nella zona è di mediamente elevata, durante queste ore possiamo incontrare anziani che escono per effettuare piccole commissioni e nei pressi del plesso scolatico numerose famiglie intente ad accompagnare i figli a scuola. Nel primo pomeriggio la densità sociale raggiunge il minimo in quanto i residenti sono in casa per pranzare, riposarsi ed evitare le ore più calde. La situazione varia di molto nel tardo pomeriggio dove le strade sono più affollate, iniziano a ritornare a casa i primi lavoratori ed i bambini escono dalle scuole, quest’ultimi in particolare trovano svago nella piccola area attrezzata di piazza jona posta al centro del plesso scolastico che si affaccia su via Plava. Da questa analisi emerge che gli spazi vissuti dai residenti si collocano sui margini dell’isolato e quasi mai coinvolgono la parte inferiore.

Piazza Jona

Percorsi

Negozi Via Negarville

Zona Commerciale


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h 8.00 / 12.00

h 14.00 / 16.00

h 16.00 / 18.00

DensitĂ alta

DensitĂ media

DensitĂ bassa


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DENSITA’ FISICA Questo quartiere vede disseminato sulla sua superficie una serie di alti edifici ad uso prevalentemente residenziale, questi palazzi possono potenzialmente ospitare un alto numero di abitanti che verrebbero concentrati nella zona nord del quartiere. Basandoci sui sopralluoghi e sui pareri raccolti durante le interviste pare però che le persone che attualmente risiedono in questi edifici siano di molto inferiori a quelle possibili. Essendo una area nata originariamente per i dipendeti degli stabilimenti Fiat è credibile che l’età alta dei residenti sia dovuta all’invecchiamento di chi per primo colonizzò quest’area e che al giorno d’oggi si trova solo o con il coniuge mentre i figli hanno preferito spostarsi altrove. La volontà del lavoro che segue è quella di analizzare a fondo questo sistema e capirne il funzionamento, al fine di produrre un progetto che proponga uno scenario differente con un equilibrato numero di residenti e frutitori dell’area.

Via Quarello

Edifici via Negarville

Edificio Occupato

Stecca via Plava


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9 piani

10 piani

8 piani

6 piani

5 piani

1 piano


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MARGINI, NODI E GRADIENTI L’area appare nettamente distaccata dal resto della città; a nord via Plava la separa dalla zona delle grandi industrie, anch’esse fonti di emarginazione dovuta alla loro comprensibile impenetrabilità, ad est con via Faccioli delimitata da uno spazio poco definito e da un muro che delimita l’area dando l’impressione, “entrando” nel quartiere, di accedere ad una parte esterna alla città ed a sud con Strada del Drosso da cui si assiste ad un rapido cambio di immagine tra zona industriale e zona “agricola”. L’unico collegamento con zone limitrofe è presente ad ovest, dove via Negarville, che divide due zone strutturalmente simili data la forte presenza di alti edifici a stecca, può essere considerata come un margine di sutura. L’area residenziale posta a nord è geograficamente separata da dalla parte inferiore da un asse viario, Via Quarello, tuttavia la scarsa frequenza di transito veicolare su questo asse non permette di identificarlo come margine di barriera bensì di sutura . A queste aree si somma la seconda zona residenziale situata ad Ovest, dopo il margine sutura di via Negarville. All’interno del lotto si possono inoltre evidenziare dei nodi di concentrazione nelle zone del Parco Jona, nella chiesa, e nella zona commerciale, mentre dei nodi di congiunzione sono identificabili agli angoli ad Est, ove sono presenti delle rotatorie. I nodi di concentrazione mostrano dei luoghi di importanza strategica per una parte, o per la totalità della popolazione residente: la chiesa, oltre la sua caratterizzazione in quanto luogo sacro, è anche situata in un punto di incrocio tra le due strade che tagliano in quattro parti l’area di studio (via Negarville e via Quarello), e ne definiscono i collegamenti; il parco Jona rappresenta un nodo focale di raccoglimento e di svago per i bambini delle scuole, così come un punto di raccolta e di attesa per i loro genitori; La zona commerciale è un grande punto di raccolta per i residenti dei quartieri limitrofi poiché è anche l’unico luogo dove sono presenti dei negozi al dettaglio e dei supermercati. Si è inoltre notata la presenza di due gradienti che, partendo dai due nodi di congiunzione, vanno ad intensificarsi man mano che si procede verso Ovest, fino a culminare in via Negarville la quale è a nostro parere la porzione più dinamica del quartiere.

Via Plava

Via Quarello

Via Negarville

Strada del Drosso


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Nodi di congiunzione

0

100

200

Nodi di concentrazione Margini barriera Margini sutura Gradiente

margini di barriera, sutura, nodi e gradienti


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LANDMARK E FOCALIZZAZIONE All’interno dell’area studiata sono identificabili dei landmark a breve raggio i quali corrispondono anche agli spazi da noi ritenuti focalizzanti all’interno dell’area e che dunque la caratterizzano di più, questi spazi sono circoscrivibili nell’area della chiesa, nel parco Jona, nella zona industriale, nei graffiti di via Quarello e nel campo da calcio della Juventus femminile. La chiesa data la sua architettura e la sua funzione fornisce un chiaro punto di riferimento sia agli abitanti che ai visitatori. La sua posizione all’incrocio tra via Negarville e via Quarello pone un accento ancora maggiore alla struttura, la quale risulta posta al centro dell’area rappresentata nella planimetria. Il parco Jona rappresenta il fulcro della zona scolastica e anche l’unico giardino pubblico del lotto di intervento. La sua importanza aumenta se lo si considera anche come luogo di svago e di raccolta degli studenti e delle loro famiglie, nonché come “area d’ingresso” del quartiere residenziale, una volta superata la barriera degli edifici (se percorsa a piedi). La zona commerciale rappresenta un forte landmark non solo in quanto zona in cui si concentrano le alcune delle poche attività commerciali dell’area, ma anche per la particolare architettura della zona, dove risaltano l’edifico obliquo attualmente occupato, e gli edifici residenziali blu, le cui facciate si pongono in netto contrasto con il resto dell’edificato (sia residenziale che, ovviamente, industriale) dell’area, definendo con ancora maggior contrasto e demarcazione il luogo. Il campo da calcio della Juventus femminile rappresenta un luogo che distingue la zona per i passanti sia di via Faccioli, la quale è anche luogo di passaggio dei mezzi pubblici, che di Strada del Drosso, luogo d’accesso per l’impianto industriale. I landmark ad ampio raggio sono invece identificati nei monti, (visibili come sfondo permanente) ad Ovest, nell’ampia zona industriale a nord che divide ulteriormente l’area dal resto della città, dai campi coltivati a sud e dalla forte barriera creata da un lungo muro nella zona Est.

Campi juventus femminile

Piazza jona

Negozi via Negarville

Murales via Quarello


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0

100

200

focalizzazione e landmark a corto raggio


Nord Est

Ovest

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Sud

landmark ad ampio raggio


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Nord - Stabilimenti FIAT

Ovest - Montagne

Sud - Campi

Est - Barriera


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LEGGIBILITA’ E COMPLESSITÀ Il lotto d’intervento è caratterizzato da una grande discontinuità percettiva delle strade: mentre le vie principali (identificate precedentemente come margini barriera o come margini sutura) presentano un’alta leggibilità data la loro distribuzione a griglia ortogonale sull’area, le zone interne (sia della zona industriale che della zona residenziale) perdono questa linearità a favore di una maggiore caoticità e disuniformità dei collegamenti (a volte interrotti da ringhiere o da muri). In particolare nella zona residenziale i percorsi sono dettati dalla presenza di box per i parcheggi, che creano una sorta di labirinto intricato tra i palazzi, avendo inoltre anche la presenza di aree pertinenziali, è attraversabile perlopiù a piedi, mentre per le macchine sono presenti dei percorsi prestabiliti aventi pochi punti di accesso dalla strada. Nella zona industriale, invece, sono presenti ampie strade di breve durata, che collegano nel modo più ottimale le varie industrie, fornendo al tempo stesso dei parcheggi per i lavoratori. Essendo state create unicamente per il parcheggio ed un rapido attraversamento, esse hanno spesso solo un unico ingresso da Strada del Drosso, mentre presentano delle interruzioni, sotto forma di muri o di inferriate, verso via Quarello. La zona ad ovest del lotto di intervento invece presenta una maggiore semplicità nella disposizione dei percorsi che, seguendo le direttrici principali, continuano ed intensificano la disposizione “a griglia”. L’unica eccezione è data dalla zona centrale, dove la forma più articolata degli edifici rompe questa linearità degli assi. Dal punto di vista della complessità invece si può dire che l’intera zona presenta una grande semplicità nelle forme e nelle distribuzioni, eccezion fatta per pochi luoghi con forme un po’ più articolate, ma comunque riconducibili facilmente a forme semplici.

Zona industriale

Edifici area nord

Percorsi interni area nord

Scuole area adiacente


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Leggibilità alta / Complessità bassa

0

100

200

Leggibilità bassa / Complessità bassa

leggibilità e complessità


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SPAZI CONCAVI E CONVESSI Attraversando i vari spazi aperti, è sorta la necessità di una catalogazione di questi in base a come sono stati percepiti nel contesto. Sono quindi stati suddivisi in spazi concavi e spazi convessi. Tra gli spazi concavi rientrano piazza Jona, la zona commerciale e lo spazio limitrofo alla chiesa: questi luoghi si mostrano come centripeti rispetto al contesto fornendo servizi e/o spazi di aggregazione funzionanti. Le persone che vi passano vicino sono attratte all’interno di questi spazi percepiti come accoglienti grazie alla loro forma, alla presenza vegetativa e alla loro posizione strategica. Tra gli spazi convessi rientra invece (e ne è il più forte simbolo) la zona industriale: la presenza di grandi fabbricati, alcuni dei quali dismessi e in stato di degrado, la forma delle strade adattata ad essi e senza vie di fuga danno vita ad una sensazione di repulsione dal luogo, rinforzata dalla carenza di popolazione nel luogo. Questa distribuzione di spazi concavi e convessi fa sì che il lotto venga percepito come disomogeneo e frazionato, portando un forte favoritismo per la parte commerciale e quella residenziale, mentre tende ad emarginare la zona industriale.

Zona Industriale

Area edifici occupati

Piazza jona

Negozi complesso Manolino


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Spazi Concavi

0

100

200

Spazi Convessi

spazi concavi e convessi


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APPROPRIAZIONE All’interno del lotto sono emersi in fase di studio e sopralluogo degli spazi in cui parte della popolazione ha volontariamente “occupato” particolari luoghi durante il corso del tempo. Nel nostro caso la totalità di questi luoghi è stata soggetta ad una appropriazione conflittuale, tramite la quale gli occupanti negano al resto della popolazione quel senso di appartenenza (morale ed in alcuni casi anche fisico) della zona che altrimenti ne sarebbe potuto scaturire. Queste zone sono identificabili negli uffici del lotto commerciale e negli orti abusivi nel lato sud di Strada del Drosso. Il primo è un caso di occupazione conflittuale, nel quale una parte degli abitanti ha deciso di utilizzare l’edificio a scopo residenziale, negando sia l’utilizzo che l’accesso all’edificio al resto della popolazione (sia essa appartenente che non alla zona). Nel caso degli orti abusivi si tratta di un’appropriazione conflittuale fisica: la zona è stata occupata ed utilizzata da un sottoinsieme della fascia anziana della popolazione. In questo particolare caso inoltre si può assistere ad una sommatoria di occupazioni effettuate da singoli o da gruppi molto ristretti: infatti l’area si presenta come un mosaico delineato da delimitazioni arrangiate di tante piccole aree separate non comunicanti tra loro e che si estendono sino a raggiungere le rive del fiume Sangone.

Orti abusivi

Ex palazzina uffici


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Appropriazione conflittuale

0

50

100

150

250

aree di appropriazione conflittuale


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INTERVISTE Uno strumento efficace per avere un confronto diretto tra le conclusioni tratte durante le fasi di analisi sono le interviste, esse ci permetto infatti di ottenere informazioni dirette da chi vive i luoghi analizzati fornendo dunque un’opinione quanto più oggettiva. Agli intervistati è stato sottoposto un campione di domande (riportato a lato) e nel caso il candidato fosse interessato e coinvolto dall’argomento l’intervista è divenuta una chiacchierata durante la quale sono state poste altre domande mirate ad approfondire ulteriori aspetti del quartiere.

1. Perché si trova qui? 2. Come si sente quando si trova in questa zona? 3. Se si potesse che servizi vorrebbe che venissero aggiunti in quest’area? 4. Qual è secondo lei il simbolo del quartiere? 5. Si è mai addentrato/a all’interno della zona industriale? Come la percepisce all’interno del contesto? 6. E’ mai andato/a visitare la zona universitaria? Se si, cosa ne pensa? 7. Cosa pensa dell’elevato numero di alti palazzi nell’area? 8. Le piacerebbe se ci fossero più giovani in quest’area? 9. Ti piacerebbe se ci fosse una maggior affluenza di persone dell’area? 10. Trovi soddisfacente la quantità di aree verdi presenti nella zona? 11. Trovi adeguate il numero di attività commerciali presenti nel quartiere? 12. Il quartiere è cambiato in bene o in peggio?


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Perchè si trova qui ?

Si è mai addentrato nella zona industriale ?

Si è mai addentrato nella zona universitaria ?

Qual è secondo lei il simbolo del quartiere?

? Le piacerebbe se ci fossero più giovani in quest’area?

Al termine della campagna di interviste ci siamo trovati con molte conferme rispetto ad ipotesi avanzate precedentemente ma anche reazioni che non ci eravamo aspettati. L’opinione generale sul quartiere è buona e dai pareri dei campioni intervistati risulta un miglioramento della qualità del quartiere, in questo caso è di particolare importanza la testimonianza dei soggetti più anziani i quali ricordano la situazione più complicata che si poteva trovare qualche decina di anni fa. Come ci eravamo aspettati un’alta percentuale degli intervistati lamenta la mancanza di servizi, siano essi commerciali o di prima necessità. Emerge dalle interviste che il quartiere è particolarmente focalizzato su elementi quali la FIAT, la chiesa e gli ampi spazi verdi questi tre elementi sono effettivamente i più caratterizzanti dell’area nonostante cio solo i più attenti sono riusciti ad indentificare un simbolo mentre diversi non ne sono stati in grado, questo ci porta alla conferma invece di un’ulteriore ipotesi, un’ipotesi che sta alla base della nostra idea progettuale ovvero la trascuratezza nei confronti della zona industriale ed universitaria le quali occupando la parte inferiore dell’area impediscono alla popolazione di vivere una parte del quartiere. Dalle interviste è emerso infatti che le aree in questione fossero conosciute ma la quasi totalità delle persone non si è mai addentrata all’interno di esse. Infine, a riconferma dell’applicabilità della nostra idea progettuale vi è un parere unitariamente favorevole all’aumento di giovani e di popolazione per le strade e nel quartiere.



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MORFOLOGIA DELLO SPAZIO APERTO L’intera area di studio, come detto finora, si presenta come una sommatoria di vari ambiti a sé stanti e potenzialmente quasi autosufficienti. Questa frammentazione dell’area è percepibile sia grazie all’impiego di margini e barriere, anche da uno sviluppo differenziale dello spazio urbano. Ad Ovest colpisce molto l’ampio utilizzo di vegetazione negli spazi pubblici amalgamata, tuttavia, ad altre tipologie di suolo: come la terra battuta per le piazzette in mezzo al verde e l’asfalto per le strade d’accesso ai parcheggi (situati al piano terra degli edifici residenziali) e di via Roveda (prolungamento di via Quarello). Questo mix di trattamenti del suolo pubblico consente di ottenere una grande quantità di suolo permeabile ove necessario pur mantenendo una grande interconnessione tra edifici e perimento del lotto. L’area a nord-ovest è connotata da un’apparente durezza degli spazi (eccezion fatta per il parco Jona), smentita una volta che si esplora l’area all’interno della “muraglia” residenziale in cui sono presenti molti spazi vegetati pertinenziali. Questi spazi di suolo permeabile, anche se non visibili a colpo d’occhio durante un primo sopralluogo (eccezion fatta per parco Jona), costituiscono assieme una buona parte della superficie totale dell’area. A sud-Est invece la situazione cambia drasticamente: le uniche zone totalmente permeabili sono limitate in piccole aree vegetate all’interno della zona universitaria e della Cassa Edile di Mutualità, situata a sinistra della prima. Il resto dell’area è quasi totalmente asfaltato. Fanno eccezione solo degli spazi attualmente utilizzati come parcheggi a servizio delle industrie. Un’altra area che va a servire sia la zona residenziale

che quella industriale si trova ad est del nostro lotto, oltre via Faccioli: si tratta di un ampio giardino attrezzato che genera uno spazio vuoto (assieme al campo di calcio della Juventus femminile) in netta contrapposizione con la rigidezza dell’area sopracitata (in particolar modo con l’area industriale). All’interno delle varie zone si diramano una serie di percorsi sia carrabili che pedonali: mentre la zona industriale è caratterizzata da una serie di percorsi paralleli tra loro, e due percorsi più piccoli ortogonali ai primi (tutti carrabili), la zona commerciale contiene una serie di percorsi pedonali a servizio dei vari edifici residenziali e commerciali presenti. L’unica eccezione consiste in uno spazio carrabile per l’accesso al parcheggio sotterraneo. La zona più interessante è tuttavia quella residenziale, poiché è cosparsa da una serie di percorsi carrabili e pedonali, che si intrecciano tra loro seguendo un motivo prevalentemente a griglia ortogonale. Mentre i percorsi carrabili servono i parcheggi posti all’interno della zona, quelli pedonali sono a servizio delle aree pertinenziali e servono da collegamento interno tra via Negarville e via Plava.


Percorsi carrabili Percorsi pedonali

0

100

200

tipologia percorsi interni


Prato Terra battuta Asfalto/cemento

0

100

200

tipologie dei materiali del suolo




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macroaree del costruito

MORFOLOGIA DELLO SPAZIO COSTRUITO Come già denotato, l’intero lotto può essere suddiviso in più micro-aree: industriale, commerciale, residenziale ed universitaria. Queste zone, anche se collegate fisicamente tra loro, vengono percepite come distaccate ed autonome. In particolar modo il complesso industriale, essendo privo di accessibilità dalla parte superiore, viene totalmente emarginato dal resto dell’area. Un discorso diverso può essere fatto per l’area residenziale e quella commerciale: Queste due parti, anche se separate tra loro da via Quarello, si mostrano in buona comunicazione tra loro, sia dal punto di vista della popolazione, che dal punto di vista distributivo. Difatti, possedendo tutti i negozi al dettaglio del quartiere al suo interno, l’area commerciale costituisce un nodo di collegamento con le zone residenziali non solo del nostro lotto d’intervento, ma anche del quartiere oltre via Negarville. La zona universitaria, invece, si può configurare sia come una zona a sé stante, che come una zona collegata con l’area residenziale in quanto provvista di una palestra interrata sotto le aule ed i laboratori. A sud l’edificio risulta inaccessibile poiché non facente più parte del comparto universitario. La suddivisione in micro-aree è stata effettuata non solo per i motivi spaziali sopracitati, ma anche per la diversa tipologia costruttiva utilizzata nei vari ambiti. Il comparto industriale è composto per la maggior parte da edifici prefabbricati spesso attaccati l’uno all’altro in modo tale da formare grossi blocchi la cui disposizione va a definire lo spazio aperto Il comparto residenziale è composto dalle scuole e da edifici residenziali aventi ognuno 10 piani. Questi possono a loro volta essere differenziati in

due gruppi: i 4 perimetrali aventi una forma rettangolare allungata e i 5 a sud-ovest che possiedono forme più complesse. Il comparto universitario possiede solo uno edificio monopiano per l’università. L’area Commerciale è invece la più interessante dal punto di vista dell’edificato: come nel caso della zona residenziale sono presenti alti edifici a 6 piani, ma in questo caso la loro disposizione ad U attira l’attenzione all’unico edificio monopiano presente nell’area. Questo edificio è ruotato di 45° circa rispetto al resto degli edifici dell’area ed è circondato da parcheggi sotterranei.


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Area industriale Area residenziale Area universitaria/sportiva Area residenziale/commerciale

0

100

200


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D A

E

B C

A B

D C

E

Residenza Garage Edificio occupato

Industria

Sport e universitĂ Commercio Educazione


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Sezione A-A

Sezione B-B

Sezione C-C

Sezione D-D

Sezione E-E







Alcuni edifici di Mirafiori Sud



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IL COMPLESSO MANOLINO L’intera area è stata progettata dall’architetto Elio Luzi e costruita dalla impresa edile Manolino. Luzi è stato un architetto famoso per l’utilizzo di complesse articolazioni di volumi e per l’utilizzo non convenzionale ed ironico dei materiali. Queste particolarità si denotano nei quattro edifici residenziali, dove le facciate, ottenute partendo da un volume a forma di parallelepipedo, scavato con dei balconi, ottenendo così una griglia di cemento bianco che sono stati adornati con piastrelle in klinker blu. Gli edifici hanno quattro scale che portano ad undici alloggi per piano (mono, bilocali, trilocali e una coppia di alloggi più grandi su ogni testata). Due di questi palazzi (quelli che affacciano su via Negarville) sono dotati di negozi al primo piano, che definiscono la parte terminale a sud della zona commerciale del lotto. I palazzi sono stati disposti in modo tale da definire una forma ad U attorno ad un edificio mono-piano, disposto in diagonale rispetto alla disposizione generale dell’area, destinato ad uffici. L’edificio sopracitato presenta una fascia di pilastri perimetrale che separa il volume dai parcheggi interrati disposti lungo tutto il suo perimetro, inoltre è tagliato in due parti (una più grande a sud ed una di forma triangolare e dimensioni nettamente inferiori rispetto alla prima a nord). L’area affaccia ad Ovest su via Negarville e a sud con Strada del Drosso, mentre a nord confina con altri edifici aventi piano terra commerciale, e ad Est con l’area industriale. I collegamenti con l’esterno son presenti solamente a sud e ad ovest, mentre gli altri lati sono chiusi da barriere quali muri e ringhiere. Attualmente gli edifici residenziali si trovano in un discreto stato di conservazione, così come l’edificio

mono-piano, anche se quest’ultimo è oggetto di occupazione abusiva con utilizzo residenziale. Secondo alcune testimonianze il progetto iniziale di Luzi era molto più forte di quello che oggi ci si presenta, alcuni anziani testimoni ci hanno raccontato che le geometrie disegnate dall’architetto prevedevano una forte relazione tra il tessuto costruito da lui progettato. Ciò prendeva forma sotto forma di passerelle le quali avrebbero dovuto mettere in comunicazione i cinque edifici di cui si componeva il progetto. Luzi aveva previsto inoltre degli spazi allagati dove ora invece troviamo dei garage interrati. La differenza dall’architattura che ci è stata descritta e quella che vediamo oggi è dovuta ad un’interferenza dell’amministrazione pubblica che non approvando determinate scelte progettuali mandò in frantumi il sogno di Luzi lasciandoci oggi un progetto che trasmette un forte senso di incompiuto.


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0

50

100


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assonometria stato di fatto del complesso manolino







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IL COMPARTO PRODUTTIVO Il comparto produttivo è definito da una serie di edifici industriali di tipo prevalentemente prefabbricato. La maggior parte di essi ha una pianta rettangolare molto allungata ed un sistema di copertura a botte in lamiera. Le facciate sono perlopiù molto simili tra loro e presentano poche variazioni architettoniche: quasi tutte sono tripartite in verticale, con ingresso centrale; al di sopra del portone è presente una parte vetrata su tutte e tre le fasce, che culmina nella copertura. Alcune fabbriche presentano dei tagli vetrati nella copertura per consentire un maggiore accesso alla luce naturale. La maggior parte degli edifici ha un’altezza omologata (ca. 6 metri), mentre solo 4 edifici possiedono un’altezza superiore ad essa. Nella zona nord-ovest sono locati due dei fabbricati (in stato di abbandono) che non possiedono una copertura curva, uno dei quali ha un’altezza superiore alla media. La loro area pertinenziale è delimitata da un muro e da un secondo blocco di edifici di dimensioni nettamente meno significanti, situati nell’angolo opposto (sud-est). Questi edifici sono accostati l’uno all’altro in blocchi di numero variabile. I blocchi di forme e dimensioni variabili vanno a definire gli spazi aperti, sia nelle strade che nei parcheggi (posti o in fondo alla zona (lato nord), o nelle strade stesse. Alcune di queste fabbriche sono al momento in vendita o in stato di abbandono. L’intera area si trova in una situazione di grave carenza di manutenzione sia del suolo pubblico che della zona privata (edifici). Nei parcheggi sono presenti autoveicoli distrutti o con gravi mancanze, in totale stato di abbandono. Ci troviamo dunque di fronte ad uno spazio che un tempo era altamente focalizzato e attivo ma che

oggi si sta piano paino spegnendo e che quindi occupa inutilmente una grande porzione del quartiere impedendone l’utilizzo da parte dei residenti.


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0

50

100


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assonometria stato di fatto del comparto industriale


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TIPOLOGIE DI CAPANNONI


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l’università La situazione universitaria nei dintorni è abbastanza accesa: sono presenti (entro un raggio di 5 km) due residenze universitarie Edisu, la cittadella politecnica della facoltà di design ed il servizio AlloggiAMI. A questa serie di servizi offerti allo studente si aggiunge il Centro dell’innovazione della facoltà degli studi di Torino, che si posizione all’interno della nostra area accanto al campo di calcio della Juventus femminile. L’edificio, avente la forma di un parallelepipedo schiacciato, è suddiviso in due zone: quella a nord è occupato dall’università degli studi e dal Cus al piano interrato, mentre una piccola porzione a sud è attualmente inutilizzata e separata dalla zona nord.

Questa scissione del lotto causa la predita dell’entrata da Strada del Drosso per l’università. La conformazione attuale quindi vede il lotto fornito da un’unica entrata dal lato strada, posta a nord, su via Quarello (l’ingresso è sia carrabile che pedonale). Una volta entrati ci si trova un parcheggio all’aperto a sinistra ed uno sotterraneo accessibile tramite rampa, mentre proseguendo dritto si passa accanto all’edificio. Da lì è possibile accedere sia al CUS (tramite una rampa di scale), che all’università. L’edificio contiene al suo interno aule e laboratori, attualmente utilizzate dalla facoltà magistrale di scienza dei materiali e scienze motorie.

Residenza universiaria edisu Piemonte Residenza Paoli Politecnico di Torino - Cittadella Politecnica del Design e della Mobilità Sostenibile

3,8 km

4,2

km

3,5

km

2,7 km

m

2,7 k

1,3 k

m

AlloggiAMI

Centro dell’innovazione _ Facoltà degli studi di Torino Cus

Residenza universitario edisu Piemonte Residenza Cercenasco


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0

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ASSONOMETRIA STATO DI FATTO UNIVERSITÀ






“E cercare con un atto d’amore forte e unilaterale di fare in modo che quel posto sia “un posto”, che quella vista sia “una vista”, che quel tempo sia “il tempo” dove queste persone possono vivere salvando individualità, dignità, unicità.” - Elio Luzi -


The Campus



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Alla luce delle analisi da noi svolte e dalle evidenti problematiche rilevate la nostra idea progettuale ha preso forma identificandosi in uno scenario alternativo in cui mirafiori sud rappresenta un forte polo universitario. l’idea prende forza analizzando la situazione legata al mondo universitario già presente nelle vicinanze della nostra area di intervento, qui troviamo infatti diverse realtà quali la sede di mirafiori del politecnico, l’iniziativa AlloggiaMI e diverse residenze universitarie . queste piccole realtà vengono attratte da questo nuovo polo che offre ogni genere di servizio utile agli studenti i quali si trovano lontani dall grande comunità universitaria del centro città. Questo è attuabile in maniera graduale tramite la conquista ed il riutilizzo dei capannoni in disuso e non della zona industriale, creando così dei nuovi punti di sviluppo, con l’idea di trasformare l’intera zona in un arco di tempo. Gli edifici andranno incontro ad una ristrutturazione e rifunzionalizzazione, che sarà accompagnata da un ripensamento degli spazi aperti limitrofi. La prima operazione da attuarsi è un incremento della permeabilità, che si verificherà tramite la demolizione delle barriere presenti al fine di creare due assi principali, ortogonali tra loro, da cui si svilupperà l’intera operazione, con questa operazione ha inzio la ricucitura dell’area di intervento con il resto del quartiere dal quale prima era isolata. Contemporaneamente si andranno a ristrutturare le facciate delle industrie che si affacciano sui nuovi assi. Le facciate industriali saranno ripensate interamente puntando ad una loro omologazione, la quale avra come filosofia generale quella della leggerezza sfruttando al massimo l’elemento vetro e un grande numero di aperture. Il complesso di fabbriche abbandonate a nord andrà incontro ad una completa ristrutturazione e rifunzionalizzazione, in cui si andranno ad omologare le linee di gronda dei due fabbricati, creare delle nuove facciate e sostituire il par-

cheggio e l’area costruita abbandonata presenti per far spazio ad un grande spazio aperto, caratterizzato da un uso di materiali “morbidi”, all’incrocio dei nuovi assi. Per la Telecom è prevista la demolizione, in quanto edificio povero di caratteristiche peculiari o di pregio, per far spazio ad un nuovo edificio plurifunzionale, con un intervento anche sugli spazi aperti che anche qui saranno caratterizzati da una “morbidezza” del materiale coincidente con quella che troviamo negli altri interventi. L’intervento più imponente ha luogo nell’area commerciale del complesso Manolino, dove si provvederà ad uno svuotamento dei piani terra dei palazzi residenziali per offrire una maggior permeabilità all’area, che vede al centro l’edificio monopiano che verrà ristrutturato e rifunzionalizzato. Gli edfici residenziali saranno, come detto pocanzi, modificati solo al piano terreno mentre l’edificio monopiano diagonale vedra su di se un’intervento più marcato all’insegna della trasparenza. l’intento progettuale di quest’area è quello di ridare vita al progetto mai realizzato dell’architetto originale, Elio Luzi. Per ottenere ciò si provvederà all’inserimento di uno specchio d’acqua intorno al rinnovato edificio diagonale e dei collegamenti tra i palazzi limitrofi e la sua copertura tramite l’utilizzo di passerelle soprelevate. La piazza sarà lasciata il più possibile aperta, in modo tale dacreare degli spazi che possano invogliare il più possibile la permanenza.



nuovi assi di connessione con il quartiere



la piastra



edifici coinvolti nella trasformazione




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si richiede un intervento sull’edificato esistente finalizzato alla creazione di spazi per gli studenti universitari che contribuisca ad un aumento della permeabilità sull’area e migliori l’interazione tra edifici. si richiede la creazione di uno spazio di aggregazione adatto a un prevedibile grosso flusso di persone, che rispetti la preesistenza dei garage interrati e che utilizzi materiali per la pavimentazione che contribuiscano ad un’immagine “morbida” dello spazio. L’intervento dovrà inoltre favorire la permeabilità e l’utilizzo dello spazio aperto.

Si permette di intervenire sull’edificato esistente in maniera massiccia con un progetto finalizzato all’aumento della volumetria in previsione di un uso a scopo didattico/culturale. Si richiede un’intervento sul suolo che migliori la permeabilità, e che preveda superfici pavimentate che contribuiscano all’immagine “morbida” dell’area in maniera coearente con gli altri spazi progettuali.


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Si richiede di intervenire sull’edificato con un progetto che dia un volto unico agli edifici dismessi in previsione di un’espansione del complesso universitario. è concessa la demolizione per la creazione di spazi per servizi tecnici Si richiede un’omogeneità dei materiali con gli interventi confinanti e la creazione di percorsi adatti sia a mezzi a motore che pedonali, è possibile introdurre spazi tecnici.

Si richiede un progetto che renda l’edifico un elemento rappresentativo del campus Si richiede la creazione di uno spazio di rappresentaza dell’università utilizzandosuperfici pavimentate che contribuiscano all’immagine “morbida” dell’area in maniera coerente con gli altri spazi progettuali LINEE GUIDA PER LA PROGETTAZIONE


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Calcestruzzo drenante chiaro assonometria intervento porzione nord

Specchio d’acqua



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Calcestruzzo drenante chiaro assonometria intervento area industriale



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Calcestruzzo drenante chiaro Superficie prato Superficie legno Specchio d’acqua

assonometria intervento porzione sud




“Ho visto con i miei occhi l’Architetto inginocchiarsi e piangere per lo scempio in cui era stato trasformato il suo progetto� -Testimonianza di un anziano residente-


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Calcestruzzo drenante chiaro

Specchio d’acqua

assonometria intervento complesso manolino


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Edifici in progetto Spazi tecnici ( bike sharing, car sharing) Percorsi sopraelevati

0

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planimetria di progetto


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esploso del nuovo complesso manolino


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sezione ed esploso dell’edificio centrale del complesso


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Gli spazi necessari ad un campus universitario sono molti e diversificati tra loro in base al tipo di facoltà che vi risiede. La nostra proposta progettuale è possibile in quanto gli spazi a nostra disposizione hanno una dimensione elevata che si presta al tipo di funzioni che si renderebbero necessarie. La natura del costruito inoltre renderebbe gli interventi progettuali molto liberi in quanto nella gran parte dei casi si va ad intervenire su dei grandi volumi vuoti all’interno. A coronamento quindi dell’illustrazione della nostra interpretazione architettonica degli edifici riportiamo quelle che sono le funzioni che potrebbero essere ospitate dagli edifici da noi progettati. Come detto in principio le funzioni sono differenti a seconda dei corsi che vi si svolgono perciò abbiamo ipotizzato funzioni che è possibile trovare in ogni complesso universitario che vanno dunque dagli ovvi spazi per lo svolgimento delle lezioni, spazi amministrativi, laboratoriali, spazi dedicati alla vita extra orario scolastico o alla formazione individuale fino agli spazi di rappresentanza dell’intero Campus.


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RESIDENZA

BIBLIOTECA

UFFICI

AULE STUDIO

AULA MAGNA

AULE

SPAZI RICREATIVI PER STUDENTI

funzioni ipotizzate all’interno del campus


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nuova permeabilità dell’area


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schema interazione edificato


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schema interazione del prgoetto


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Residenza universitaria edisu Piemonte Residenza Paoli

Politecnico di Torino - Cittadella Politecnica del Design e della MobilitĂ Sostenibile

AlloggiAMI Residenza universitario edisu Piemonte Residenza Cercenasco

the Campus

schema interazione a livello urbano







Appendice


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10-11 12-13 14

8-9 3

1

6-7 4 5

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localizzazione delle interviste


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INTERVISTE Domande: 1. Perché si trova qui? 2. Come si sente quando si trova in questa zona? 3. Se si potesse che servizi vorrebbe che venissero aggiunti in quest’area? 4. Qual è secondo lei il simbolo del quartiere? 5. Si è mai addentrato/a all’interno della zona industriale? Come la percepisce all’interno del contesto? 6. E’ mai andato/a visitare la zona universitaria? Se si, cosa ne pensa? 7. Cosa pensa dell’elevato numero di alti palazzi nell’area? 8. Le piacerebbe se ci fossero più giovani in quest’area? Domande extra: 9. Ti piacerebbe se ci fosse una maggior affluenza di persone dell’area? 10. Trovi soddisfacente la quantità di aree verdi presenti nella zona? 11. Trovi adeguate il numero di attività commerciali presenti nel quartiere? 12. Il quartiere è cambiato in bene o in peggio?

1. Residente, maschio, 83 anni . ex operaio fiat, vive qui .mi trovo bene . il quartiere è cambiato, ci hanno portato via i servizi ./ . vorrei di nuovo l’anagrafe o dei negozi di prima necessità . sì ho percorso strada del Drosso, ma non sono entrato nell’area industriale . so che esiste ma non ci sono mai andato . i palazzi alti non mi disturbano, magari mi tolgono un po’ di sole ma non è un problema . sarei contento di vedere più giovani, non mi disturberebbero 2. Studente, maschio, 22 anni . Non sono di qui, ci vengo esclusivamente per l’università . sono tranquillo

. gli spazi universitari sono giusti, qualche servizio ce ma se ce ne fossero di più sarebbe più bello, mi mancano dei servizi extrauniversitari. . non riesco ad identificare dei simboli frequentando poco l’area . Non sono mai entrato nella zona industriale . trascorro la maggior parte del tempo all’università, e la trovo adeguata alla mia attività anche se spesso ci sono problemi con la struttura . non saprei dire se manchino giovani o meno . arrivando da una città più piccola mi spiazzano un po’ 3. Lavoratore, maschio, 65 anni . Beh può dire che ho vissuto qui, sto qua da quando avevo 6 anni, ed ora ci lavoro . Io non abito in questa zona, ora vivo a Nichelino, qua ci lavoro. Questa zona ormai è una zona spenta: non c’è vita, non c’è niente . Per quanto riguarda i mezzi pubblici questa zona è abbastanza ben servita, però ci sono poche cose per i giovani . Non lo so . Si. Penso che sia tutto uno scatafascio. Un tempo qua c’era solo la FIAT, adesso la FIAT non esiste piú . No . A me va bene, perché comunque sono case per gente che ne ha bisogno . Si, tantissimo . Qui ce n’è tanta, ma la maggior parte delle persone sono extracomunitari . Si, ce n’è abbastanza . No, mancano tante cose. Qui c’è sono un tabaccaio e una panetteria . Il quartiere è cambiato in meglio 4. Lavoratore e residente, donna, 30 anni . Perché lavoro . Io già abitavo qua, è una zona tranquilla . Qualcosa per i ragazzi la sera e bar moderni. Per il resto in questa zona c’è tutto . A me la zona piace tanto per il verde, forse il migliore della periferia di Torino . No


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. Si, ma la frequento solo per portare le pizze . Per quanto riguarda me è una cosa buona. Sono nati tutti per la FIAT . Si . beh, si perché questa zona non è di passaggio . Si . No, per la popolazione che abita qua ci vorrebbe qualcosa in più . Io abito qua da 5 anni, ma da quanto mi dicono la zona è cambiata in meglio 5. Lavoratore e residente, donna, 70 anni . Abitavo in questa zona e per motivi di lavoro sono rimasta qua . Questa zona è come tutte le altre zone, noi conosciamo le nostre pecche come gli abitanti delle altre zone conoscono le loro . Un mercato . È solo l’aiuto per gli extracomunitari . Ci passo, sono zone isolate per lavori. Ora c’è la fame, molte fabbriche sono abbandonate . Si, ci abito là. Ormai anche quella zona è una zona pericolosa la sera, come tutte le zone di periferia . I palazzi è una vita che sono qua, dove vuoi portarli? I palazzi rimangono qua, mentre noi andiamo al cimitero . A me non dispiacciono gli anziani, dato che gli anziani sono la nostra cultura. Però un po’ di giovani, un po’ di anziani, un po’ di lavoro in più non dispiacerebbe a nessuno . Ma certo che si . Ma si, ce n’è per i cani, ma non per i giovani. Queste zone verdi qua sono padronali, non mi sono mai permessa di utilizzarla . Forse si, per la zona in cui siamo ce ne sono fin troppi . In peggio, molto. Specialmente dove ci sono i punti di ritrovo per le persone che ospitiamo, che ci sono alcuni che sono corretti come noi italiani, ma altri che invece portano solo sporcizia 6. Lavoratore e residente, maschio, 27 anni . Lavoro . Mah, ti dico… qua si sta molto bene. Noi ci siamo nati e cresciuti praticamente qua quindi… È un po’ strano, però si sta bene . Una banca, dato che non esiste per ora e molti clienti non possono pagare perché non si può prelevare qua. E dei servizi pubblici

. La FIAT . No . Si, è carina come struttura. Mio fratello ci faceva i laboratori . Sono molto anni sessanta. Molti sono stati costruiti apposta per l’elevato numero di persone che doveva abitarci. Ora ci sono tanti, tanti anziani . Certo . Assolutamente si . Si, di aree verdi ce ne sono tante . No . In meglio 7. Lavoratore e residente, maschio, 80 anni . Io mi trovo in questa zona perché ho aperto un’attività qui 40 anni fa . Questa zona ci ha dato da mangiare, e ci dà da mangiare anche adesso, quindi mi trovo bene, non posso parlarne male . Qua i servizi mancano, e addirittura ne vogliono togliere alcuni, come la caserma dei carabinieri. Come servizi aggiuntivi vorrei più servizi dei carabinieri . Il verde di questo quartiere è il migliore non dico di tutta Torino, ma di quasi tutta Torino . No . No . Eh, ormai non ci puoi fare più niente. Questi palazzi ce li dobbiamo tenere. Che poi più che palazzi sono casermoni . Guarda, io è una vita che sono qua. Ricordo ancora quando c’erano ancora i giovani in questa zona. Questo ormai è il quartiere degli anziani, quindi eccome! Un ricambio ci vorrebbe . Ben venga . Si . Purtroppo ormai in questo quartiere più di così non ci può stare nulla, dato che molto negozi sono addirittura chiusi . Il quartiere è cambiato in meglio. Questa zona nel ’75 (quando sono arrivato) era una zona un po’ a rischio dato che c’era gente poco raccomandabile, mentre ora è chiaro che non c’è più quella gente, quindi il quartiere si è un po’ tranquillizzato.


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8. Residente, maschio, 89 anni

10. Residente, donna, 43 anni

. Ci abito dal ‘66 . Qui ce n’e di tutti i colori. Ce n’è cattivi, ce n’è di buoni… il mondo è paese. Noi li dobbiamo sopportare, darci da mangiare, e poi ci prendono a pesci in faccia . C’è tanto da migliorare, ma i governanti se ne fregano. Ormai vorrei solo che mi aumentassero la pensione per poter vivere discretamente . Come simbolo noi abbiamo la chiesa, il circolo parrocchiale, un circolo per anziani . Io personalmente non ci sono mai andato, non riesco più a camminare . No . Sono messi male . Eccome! Giovani onesti però . Certo . Di aree verdi qua ce ne sono, ma vedi come le tengono? . Molte attività commerciali qua sono chiuse . In peggio

. Aspetto mia figlia . Bene, bene . Più mezzi, più giochi per i bambini disabili . La FIAT . Si, ci passo, ma non mi sono mai addentrata. Sembra una zona disabitata, con meno servizi . No . Vorrei palazzi più bassi . Si, ci vorrebbero. Specialmente se fossero studenti: potrebbero portare più sicurezza . Si . Si, anche se vorrei fossero più attrezzate . Si, vanno bene . In meglio. Ora è più tranquilla

9. Residente, maschio, 50 anni . Ci abito . Come in tutte le zone della periferia… ci si adatta . Qua c’è tanto da migliorare . La chiesa, il circolo per anziani, il circolo parrocchiale . No, ma so che ci sono molte fabbriche chiuse . No . Sono messi male . Certo, la gioventù fa bene . Si . Ci sono, ma le tengono male . Molte attività commerciali qua sono chiuse, perché alla fine se apri un negozio nuovo qua ci vai a rimettere . In peggio

11. Madre di studente, donna, 36 anni . Aspetto mia figlia . Bene, bene . Più mezzi . La FIAT . No . No . Vorrei edifici più bassi . Si . Si . Il verde va bene . Si, vanno bene . In meglio, ora mi sembra ripulita 12. Residente, uomo, 70 anni . Aspetti mio nipote . Bene, bene . Più mezzi . La FIAT . Si, diciamo che quarant’anni fa era più animata . No


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. Mi dà l’impressione di progresso . Dipende da cosa arriva . Si . Va bene . Si, considerando le attività vicine vanno bene così . Io sono qua dal ’69, e direi che è cambiato in peggio, anche se ora c’è meno criminalità 13. Madre di studente, donna, 37 anni . Devo prendere i bambini . Mi sento bene, a mio agio . Gradirei un miglioramento dei servizi, magari vorrei che i giardinetti fossero più seguiti. Come quantità di servizi invece la zona è messa bene . Non lo so . No . Si, ci passo correndo. Adesso come zona va bene, in passato dopo un certo orario dovevi tornare a casa . È tristissimo . Si . Non particolarmente . Si . Si, ce ne sono fin troppi . In meglio 14. Madre di studente, donna, 44 anni . Devo prendere mio figlio . è rilassante . I servizi sono buoni, anche se potrebbero essere migliorati . Non lo so . No . No . Ormai ci sono abituata . Si . No . Si . Si, siamo circondati (specialmente dalle pompe funebri) . Abito qua da poco, non so

15. Lavoratore e residente, uomo, 47 anni . Ci lavoro . Bene, è una zona tranquilla . I servizi sono abbastanza buoni qua, anche se un loro miglioramento non mi dispiacerebbe . Direi il verde: ce n’è molto qua, anche se non è tenuto molto bene . Si, ci lavoro. È una zona vuota: alcune industrie hanno chiuso e le strade sono molto rovinate. . No . La gente ci abita la . Perché no, ci vorrebbe un po’ più di vita in giro . Dipende dal tipo di gente che arriva .– . I negozi ci sono, non sono molti, ma per il numero di persone che ci abita qua vanno bene . In peggio… ormai non c’è più lavoro, e quello che c’è te lo devi tenere stretto



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