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Operazione Bernhardt, di Giovanni Punzo pag

Operazione Bernhard

di Giovanni Punzo

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Ricostruito in pubblicazioni classificate1, divulgato da rotocalchi popolari e perfino da un film di successo2, per lungo tempo il tentativo tedesco di screditare il governo britannico mettendo in circolazione una gran quantità di sterline false è rimasto relegato nella Wunderkammer delle stravaganze naziste. Eppure la cosiddetta Operazione Bernhard fu decisa ad alto livello, riponendovi grandi ambizioni strategiche, e gestita da personalità di alto livello delle SS che avevano già condotto brillanti operazioni segrete3. Pur non essendo mai entrata nella fase

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1 Werner Kopacka, Enthülltes Geheimnis Toplitzsee. Steirische Verlagsgesellschaft, Graz, 2001); Bundeskriminalamt Wiesbaden (Hrsg.), Bekämpfung des Falschgeld-unwesens, Wiesbaden, 1954, pp. 74 e 186-187 («Nur für Dienstgebrauch», ‘per uso esclusivo d’ufficio’: a p. 186 la definizione «Falschmünzerei als Kriegswaffe»,). 2 Alcune pubblicazioni analizzano le caratteristiche delle banconote, soprattutto essendo tuttora oggetto di interesse collezionistico: Donn Pearlmann, «Operation Bernhard Notes in Collection», Paper Money, July/August 2008, vol. xlvii, n. 4, Whole n. 256; altre la storia dell’arte della stampa: Florian Osuch, „Blüten“ aus dem kz: Die Falschgeldaktion „Operation Bernhard“ im Konzentrationslager Sachsenhausen, vSa Verlag, Hamburg , 2009, mentre un’altra parte riguarda le memorie dei protagonisti di fronte al dilemma tra collaborazione e sabotaggio (Adolf Burger, Des Teufels Werkstatt. Die Geldfälscherwerkstatt im kz Sachsenhausen, Hentrich & Hentrich, Teetz 2004 e Id., Des Teufels Werkstatt,

Elisabeth Sandmann Verlag, München 2007; Wolf H. Wagner, Der Hölle entronnen. Stationen eines Lebens. Eine Biografie des Malers und Graphikers Leo Haas, Henschel Verlag, Berlin, 1987). La trasposizione cinematografica della vicenda (tratta dalle memorie di Burger) Die Fälscher, diretto da Stephan Ruzowiztky, coproduzione austro-tedesca, ha ottenuto l’Oscar nel 2008 come miglior film straniero. In lingua italiana infine si segnala

Adolf Burger, L’officina del diavolo, prefazione di Stefano Poddi, Nutrimenti, 2009 (trad. delle memorie). In lingua inglese: Anthony Pirie, Operation Bernhard, William Morrow &

Company, New York, 1962; Byran Burke, Nazi Counterfeiting of British Currency during

World War II: Operation Andrew and Operation Bernhard, The Book Shop, 1987; Lawrence Malkin, Krueger’s Men: The Secret Nazi Counterfeit Plot and the Prisoners of Block 19, Little Brown and Company, 2006. 3 In particolare Walter Schellenberg (1910-1952), ritenuto invece il modello colto e intelligente delle SS, e che fu a capo dell’operazione dal 1942: G. C. Browder: Walter Schellenberg – Eine Geheimdienstphantasie, in Ronald Smelser u. Enrico Syring (Hrsg), Die SS:

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esecutiva, l’operazione aveva scopi sia guerra economica che di guerra psicologica: oltre alle banconote, furono infatti falsificati francobolli e documenti di identità, poi usati da numerosi gerarchi per sottrarsi all’arresto e rifarsi una vita all’estero. Ma è interessante sottolineare che il know-how alla base del progetto fu in definitiva assicurato dal lavoro coatto imposto ai perseguitati: alla base di questo particolare atto di guerra economica ci fu dunque l’economia di guerra4 .

1.l’operazione Andreas.

Ovviamente vi sono molti esempi storici di falsificazione di moneta nemica scopi bellici. A Wallenstein, ad esempio, la storiografia romantica tedesca aveva attribuito una misteriosa zecca clandestina5 e durante le guerre della rivoluzione e dell’Impero fu diffusissima la falsificazione di ‘assegnati’, banconote e licenze di esportazione. A metà degli anni Venti del Novecento, il regime di Horty in Ungheria era stato coinvolto in una falsificazione di alto livello: un ministro aveva tentato di pagare i danni di guerra con banconote francesi da mille franchi stampate nella zecca ungherese6. L’affaire magiaro ebbe risonanza in Germania tanto da attribuirvi l’origine del progetto, presentato ad una riunione presso la reichsbank il 18 settembre 1939 dall’ex commissario della polizia di Berlino Arthur

Elite unter dem Totenkopf, Paderborn, 2000; Schellenberg, Hitlers letzter Geheimdienstchef. Erinnerungen, Verlag S. Bublies, Beltheim, 2015. 4 Bernard R. Kroener, Rolf-Dieter Müller u. Hans Umbreit (Hrsg.), Das Deutsche Reich und der zweite Weltkrieg, vol. 5, t. ii, Organisation und Mobilisierung des deutschen Machtbereichs. Kriegsverwaltung, Wirtschaft und personelle Resourcen l942-1944/45, Militärgeschichtlichen Forschungsamt-dvA, 1999; Mark Spörer, Zwangsarbeit unter dem Hakenkreuz: ausländische Zivilarbeiter, Kriegsgefangene und Häftlinge im Deutschen Reich und im besetzten Europa 1939-1945, dvA, 2001. 5 Wolfgang Menzel, Geschichte der Deutschen bis auf die neuesten tage, Vol. 2, Stuttgart und Tübingen, Verlag der Cotta’sche Buchandlung, 18434; Dr. Ferdinand Friedensburg,

Münzekunde und Geldgeschichte der einzelstaaten des Mittelalters und des Neuren Zeit.

In Handbuch des Mittelarterlichen und Neuen Geschichte, hrsg. von G. von Below und F.

Meinecke, Druck und Verlag von Oldenbourg, München, 1926. 6 J.W. Kellenborn, Verfahren zur Herstellung falschen Metall- und Papiergeldes. Historische

Übersicht über die Maßnahmen zur Bekämpfung der Falschmünzerei (ikpk - Genfer Konvention - Office Delegue à La Haye). Entwicklung der internationalen Geldfälschung.

Identifizierung von Fälschungen, pp. 182-188. In: Bundeskriminal-amt, Bekaempfung des

Falschgeldunwesens. (cit.)

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Nebe (1894-1945), conoscitore degli ambienti finanziari7, che prevedeva inizialmente il lancio di sterline false sulle Isole britanniche allo scopo di provocare il caos nel sistema dei pagamenti. L’operazione andreas fu quindi attuata alle dipendenze dirette di Reinhard Heydrich (1904-1942), capo del reichssicherheithauptamt (rshA) e dello Sturmbannführer Alfred Helmut Naujocks (1911-1966)8. Nel marzo 1941 Naujocks inviò a Basilea per una verifica presso una banca svizzera le prime banconote inglesi contraffatte non ancora su larga scala; la prova fu superata brillantemente, ma i giornali inglesi riportarono che la polizia svizzera ricercava una non precisata ‘banda di falsari’. In estate l’operazione fu però sospesa, non per le vaghe notizie, somiglianti più a rumours di guerra che a veri sospetti, quanto per contrasti in merito alle priorità strategiche: da giugno si era in guerra con l’Unione Sovietica, non si parlava più di uno sbarco in Inghilterra (in previsione del quale proprio Schellenberg aveva redatto un ‘manuale’ per i futuri occupanti9) e inoltre la reichsbank aveva manifestato perplessità per timore di ripercussioni imprevedibili. Il risultato di questa prima fase furono tuttavia 500.000 banconote false, in parte accantonate e in parte impiegate per altre operazioni.

7 Veterano dei Freikorps, nominato nel 1939 Reichskriminaldirektor, fin dal 1931 Nebe forniva informazioni ad una struttura segreta della polizia di Berlino dedita anche alla propaganda antisemita e antimassonica in ambienti finanziari; riprese però il doppio gioco dopo l’inizio della guerra fornendo questa volta informazioni ai critici del nazismo. Impiccato nel 1945 assieme ai cospiratori del 20 luglio, resta comunque figura ambigua [Hans Bernd

Gisevius, Wo ist Nebe? Erinnerungen an Hitlers Reichskriminaldirektor, Droemer Knaur,

Zürich, 1966; Niels Weise, «Reichskriminaldirektor Arthur Nebe - Dissident und Opportunist». in Matthias Stickler (Hrsg.), Portraits zur Geschichte des deutschen Widerstands, Historische Studien der Universität Würzburg, Band 6., Verlag Marie Leidorf, Rahden (Westfalen), 2005; Walter Kiess, Der Doppelspieler. Reichskriminaldirektor Arthur Nebe zwischen Kriegsverbrechen und Opposition, Gatzanis Verlag, Stuttgart, 2011]. 8 Naujoks, al contrario di Schellenberg, era invece il classico nazista brutale: da picchiatore di strada fece carriera nel Sicherheitsdienst fino ad organizzare sotto la supervisione di

Schellenberg nel settembre 1939 «l’incidente di Gleiwitz» per addossare alla Polonia la responsabilità della guerra (Florian Altenhöner, Der Mann, der den 2. Weltkrieg begann,

Prospero Verlag, Münster/Berlin 2010). 9 Invasion 1940. St. Ermin’s Press, London. 2001

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2. l’operazione Bernhard.

Affidata allo Sturmbannführer Bernhard Krüger (1904-1989)10, esperto da civile nella produzione di carta, l’operazione Bernhard iniziò ufficialmente nella primavera 1942; sede prescelta fu il campo di concentramento di Sachsenhausen (non distante da Berlino) dove furono destinati trenta prigionieri selezionati tra tipografi, incisori e fototipisti (Papierfachleute), ma anche esperti ex dipendenti di banca. Nell’estate divennero un centinaio (tra i quali Isaak Plapler) e in dicembre giunsero le prime macchine da stampa. L’SS-Sturmbannführer Friedrich “Fritz” Schwend (1906-1980)11 ,

10 Charlotte Krüger, Mein Großvater, der Fälscher. Eine Spurensuche in der ns-Zeit, dva, München, 2015 (biografia scritta dalla nipote). La prima fornitura di carta filigranata proveniva dalla cartiera dove aveva lavorato in precedenza Krüger. 11 Schwend ottenne il grado ‘ad honorem’ da Himmler: fu l’unico in una posizione di responsabilità non appartenente alle SS dagli anni Trenta. Conosciuto col nome di copertura di Dr. Fritz Wending, Schwend operò ufficialmente come addetto al Sonderstab Generalkommando III. Germanisches Panzerkorps, un duplicato di quello autentico, reclutato tra i tedeschi etnici. A metà del 1944 la sede fu trasferita a Merano nel castello di Labers, isolato e vicino al confine svizzero attraverso la val Venosta (Shraga Elam, Hitlers Fälscher - Wie jüdische, amerikanische und Schweizer Agenten der ss beim Falschgeldwaschen halfen, Überreuter Verlag, Wien, 2000; Gerald Steinacher, Nazis auf der Flucht. Wie

Kriegsverbrecher über Italien nach Übersee entkamen, Studienverlag, Innsbruck, 2008).

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a capo di tutta l’operazione (mentre Krüger rimase responsabile della produzione), fu allora incaricato di riciclare le banconote contraffatte in valute reali, metalli, pietre preziose o materie prime, o di impiegarle per altre operazioni segrete (la spia turca Cicero, al secolo Elyesa Bazna, fu pagata con queste e anche gli informatori consultati per la liberazione di Mussolini nel settembre 1943) .

Nel gennaio 1944 giunsero a Sachsenhausen Hans Walter e Peter Edel12 . Pur all’oscuro delle effettive dimensioni dell’operazione in corso, in settembre la Banca d’Inghilterra sospese la stampa di tagli superiori alle 5 sterline. Intanto arrivavano a Sachsenhausen il tipografo slovacco Adolf Burger e l’ucraino Solomon “Solli” Smolianov (1899-1976)13, unico falsario ‘professionista’, già noto alle polizie europee. Smolianov non fu però impiegato nella contraffazione delle sterline (delle quali furono stampate 9 milioni di pezzi per oltre 130 milioni di sterline), ma nel progetto di falsificazione della banconota americana da 100 dollari. Nel gennaio 1945 erano già pronti i primi pezzi in febbraio se ne producevano un centinaio al giorno (per un valore finale di circa 6 milioni di dollari). A causa dei bombardamenti in marzo il laboratorio fu trasferito in Austria a Redl-Zipf, sottocampo di Mauthausen-Gulen. Ai primi di maggio il campo di Ebensee fu liberato dagli americani e si persero le tracce di numerosi protagonisti. Dal 23 aprile scomparve anche Bernhard Krüger: consegnatosi agli inglesi, e liberato nel 1948 dopo due anni di detenzione, riprese a lavorare presso la stessa cartiera che aveva prodotto la prima carta filigranata impiegata.

Nel 1955 uno dei protagonisti14 raccontò la vicenda, rivelando che i cliché e pacchi di banconote erano stati affondati nel lago di Toplitz, dove, a seguito di vari articoli del periodico Der Stern, furono recuperati il 27 luglio 1959.

12 Peter Edel, Wenn es ans Leben geht, Verlag der Nation, Berlin, 1979. 13 Svaroy Yaron and Lawrence Malkin, Hitler’s Jewish Forgers, Orion Publishing Group

Limited, London, 2006. 14 Wilhelm Höttl, lo SS-Obersturmbannführer che aveva suggerito il nome di Schwendl a

Himmler nel 1942, il quale pubblicò un libro con lo pseudonimo di ‘Walter Hagen’ (Unternehmen Bernhard. Ein historischer Tatsachenbericht über die größte Geldfälscheraktion aller Zeiten, Welsermühl Verlag, Wels, 1955).

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Sette falsari il giorno della liberazione del campo: da sinistra a destra, in prima fila Solomon Smolianov, Ernst Gottlieb, sconosciuto e Max Groen; in seconda fila Adolf Burger, sconosciuto e Andres Basboom.

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