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I n copertina: Nicola Campo
Ottimizzazione redazionale di Gianfranco Cotronei
Nic ola Campo
BATTA GLIE NEL DESERTO
diario di un ufficiale di Fanteria in Africa Settentrionale a cura di Luciano Catella
"Benedici, Signo re, nel canto del deserto e dell'onda, gli Italiani riuniti sopra la. quota lontana.
Essi conobbero, prim a del su premo mortale spasimo, tormento insonne di attesa, sete, sozzura, fatica.
Seppero vicende disperate di battaglia e, talora, indifesi al facile insulto straniero, squallore di libertà perduta.
Perché condotti non da vanità o bramosia di ventura, ma da obbedienza alla Patria, benedici Signore.
Con tutti i Caduti d'Africa e del mondo, fratelli Soldati d'ogni bandiera, purificati nell'ultima fiammata"
Q uota 33 di El Alamein Paolo Caccia Dominioni, 1953
Dedico questo vo l ume alla memoria di mio padre, tenente generale AArs Antonio Vito Catella, che fu Volontario della Libertà e di mia madre, Marìa, figlia d i un valoroso soldato, il maggio re d i Cavalleria Tullio Mo n acel li , plurìdeco ra t o, inte rna to nel l ager di Sandbostel (Germania) negli anni 1943-45 per non aver voluto t radire il suo giurame n to alla Patria .
Dedico inoltre quest'opera alla mia diletta moglie Maria, che ha portato la poesia nella mia vi ta .
Lu ciano Catella
La guerra dei vinti, spesso ignorata, fa comunque parte di quella storia che ha condizionato ciò che oggi siamo nel bene e nel male.
La Memoria prescinde o dovrebbe, dalle ragioni politiche che evidenzia. no o oscurano secondo le esigenze meramente utilitaristiche del momento contingente.
Sono passati settant'anni e più, da un pe r iodo storico travagliato , co n traverso e spesso osservato solo al fine di condanna o esaltazione dei protagonisti e delle idee che li sostenevano
Ce rtamente è necessario un lungo intervallo di decantazione dai fatti e dagli interpreti dì quegli eventi, per poter esaminare con onestà .i ntellettuale quanto avvenuto .
Come sostiene l'autore il suo non vuole esse.re un'apologia delle ragio ni e delle vicende della Guerra d'Africa, ma semplicemente un ricon oscimento e un ricordo, spesso doloroso, <J.ì tutte quelle figure di soldato che pur consapevoli della pochezza dì mezzi di cui erano p rovvisti e della incons.istenza delle motivaz i oni che li avevano catap ultati nell'inferno di un conflitto, prima, ed in quello della prigionia dopo, hanno comunque cercato dì essere degni dell ' uniforme indossata e che nonostante tutto, .rappresentava la Patria insieme alla Bandiera, difesa ed onorata anche quando la preponderanza delle forze avversarie, lo sconforto della condizione di vint i , l'incertezza del futuro dopoguerra , potevano incrinarne la forza morale
La storia del nostro Paese , soprattutto que.lla della prima metà del se colo 20°, ha gettato ombre lunghe sul nostro presente Quando finalmente sa.ranno rischiarate, potremo veramente dare un significato alla parola "condivisione" coniugata a quella di Memoria
Vice Pr
esidente Cav Marco LodiNazionale ANCFARGL Aeronautica
Pres idente ANCFARGL Roma Capitale MOVM "Sal v o D'Acquisto-Gastone Giacomini "
Sono passati ormai alcun i anni dalla fine della 2a Guerra Mondiale e nuovi avveniment i di vasta portata si sono succeduti, assorbendo l'opinione pubblica con le preoccupazioni di varia natura ad essi connesse : potrà sembrare, quindi, strano a qualcuno, riesumare proprio adesso i ricord i di una guerra infausta per le nostre armi. Pe r il rispetto e l'onore che in tutt i i Paesi ed in tutte le epoche si sono sempre tributati a coloro che - in nome della Patria e non in omaggio ai suoi governapti od alle loro dottrine politiche - hanno fatto olocausto della vita, anche questo co n flitto non deve essere oggetto di vergogna, anzi, dovrebbe costituire motivo di orgogli o che il Soldato Italiano, in un confronto esclusivamente basato sulla dovizia d i mezzi, abbia affr ontato, tene n dogli testa per tre anni e tre mesi , un nemico potente per risorse, al quale solo poteva opporre il co r aggio, la dedizione al dovere, la forza della disperazione e, non ultima, l'intelligenza!
La guerra è combattuta dai soldati indipendentemente dalle ragioni politiche che la determinano . Basterà perciò ricordare che, in caso di guerra, il cittadino ha i l dovere di rispondere all'appello della Pat ria e di combattere il nemico, dimenticando di avere altra opin i one o volontà, che non sia quella di mettere tutto se stesso al servizio del Paese!
In base a tali principi, ho partecipato alle operazioni belliche, prima sul fronte francese, poi su quello dell'Africa Settentrionale : gli episod i bellici da me vissuti . specie sul fronte africano, non sono stati dimenticati, perché non sono disonorevoli , ma fanno solo fede del nostro spirito di sacrificio e della nostra dedizione . Essi sono indelebilmente impressi nella mia memor i a, pur a distanza di anni e riaffiora.no di continuo alla mia mente, a volte nei più minuti particolari, facendomi rivivere sensazioni ed emozioni di allora, filtrate però attraverso il setaccio del tempo: tale puri ficazione le rende più belle, perché ne elimina i lati negativi, la stanchezza, la t ensione nervosa, i l disagio, la responsabilità verso i propri uomini, l 'amarezza per la propria impotenza, la pena pe r i compag ni caduti i n battaglia e, tal volta, la convinzione di andare a raggiungerli!
Queste mie note non hanno, tuttavia, la pretesa di essere una narrazione precisa e completa. perché sono basate unicamente sulla mia memoria, e riflettono fatti ed episodi cui ho partecipato diretta-
mente; nemmeno possono assumere la veste di un diario dettagliato. ma ncandomi una documentazione da sviluppare per ciascun giorno de l periodo che intendo rievocare: sarà pertanto solo una modesta descrizione, spesso schematica, a volte più dettagliata, a seconda della maggiore o minore impressione che i fatti hanno lasciato nella mia mente, o della loro importan za.
rI periodo di tempo cui si riferiscono gli avveniment i narrati è quello c he va dal 18 agosto 1941, data d'imbarco della mia Compagnia per l'Africa Settentrionale, all'l l luglio 1942, giorno della mia cattura da parte di truppe australiane, insieme ai miei uomini ed al 11 ° Batta glione del 66° Fanteria Motorizzata .
Perché scr ivo queste memorie? Per impedire che il tempo pos sa atten uare i ricordi, per rivivere quei momenti, per rendere modestame nte omaggio, attraverso la mia prosa disadorna, ai tanti compagni caduti pe r la Patria
Roma, 29 aprile 1948
La genesi di questo volume risale ad oltre sessant'anni fa, quando un giovane ufficiale di Fanteria prendeva frettolosi appunti, su fogliettini rimediati qua e là, nella sua buca nel deserto marma.rico, durante le poche pause delle operazioni belliche in corso in Africa
Settentrionale : quell'ufficia le e ra mio zio, Nicola Campo, allora capitano del 66° Fanteria Motorizzata, inquadrato nella l O l " Divisione Motor izzata "Trieste" .
La "Trieste'' fu una delle unità più apprezzate dal Maresciallo Rommel, la famosa "Volpe del Deserto", comandante del Deutsches
Afrika Korps e si distinse nel corso di numerose feroci battaglie: a El Duda, ad Ain el Gazala, a Bir Hakeim, ad Alam Halfa, ad El Alamein , a Takrouna, nomi che resteranno impressi nella sua storia , in lettere d'oro e di fuoco!
Ho inteso, nel riordinare queste note prese in un tempo così lontano, presentandole in maniera organica, onorare il ricordo di un valoroso soldato ed assolvere un dovere verso i nostri bravi soldati che hanno co raggiosamente combattuto, non certo per un regime politico, ma p er l'onore d el nostro Paese e dell'Esercito, sempre devoti alla Pat ria .
Alla fine del volume ho inser ito alcune appendici che il lettore, spero, troverà interessanti .
Queste semplici pagine, ricche di v ita, e prive di re to rica, vogliono esse re un modesto tributo a tutti i Combattenti d'Afr ica ed un ric ordo della loro sfortunata epopea .
Ne ttuno, 15 marzo 2015
Luglio 1941: a Francavilla Fontana, dove la Divisione si addestra in atte sa di nuova destinazione , ci perviene l'ordine di raggiungere Napoli, per imbarca rci alla volta dell'Africa. Dopo circa un mese, nece ssario per il cambi o dell'equipaggiamento, con la mia Compagnia (la 6 '\ del Il 0 Battaglione, del 66° Re ggimento di Fanteria Motorizzata ), m 'imbarco sulla Motonave Oceania che, insieme al Nettunia, a l Marco Polo, all'Esperia e ad otto cacciatorpediniere, costituisce il cosiddetto "c onvoglio celere " .
18/8/ 1941: salpiamo da Napoli verso l'Africa: sull'Oceania è imbarc ato il mio battaglione, insieme a vari reparti italo - tedeschi.
20/8/ 1941: alle 10,20, in vista del porto di Tripoli, l'Esperia viene sil urata; colpita da tre siluri, a prua, a l centro, a poppa, con mio orro re ed angosci a, si inabissa in otto minuti . Ho visto esplodere il siluro di poppa Uno dei miei collegh i si salva fortunosamente, ag grappa t o ad un rottame, col gatto della nave in collato al suo cuoio ca pelluto! ... Sbarchiamo a Tripoli e ci accamp i amo a Gargaresc.
2 3/8/1941: partenza per la Balbia. Ci fermiamo in una caserma a nov e chilometri da Homs , vici no al colle di E l Mergheb ed al Forte Italia La truppa si accantona nei capannon i , g li automezzi si occulta no nelle vicinanze, in mezzo agli ulivi. Alzo la mia tenda in un ango lo di uno dei due cortili.
24 - 26/8/194 1: sono assalito sporadicamente da violenti crampi all o stomaco , di cu i non riesco a comprende re l'origine e dei qual i avev o già avuto qualche manifestazione a Napol i.
2 7 - 2 9/8/1941 : mi decido a privarmi completamente dei capell i. Fa cciamo nel pomeriggio una g ita. ad Homs e prendiamo un bagno d i mare. Il gio rno dopo un appa recchio nemico lancia due bombe s ulla nostra caserma e viene dato l'ordine di ab bandonare gli allogg iamenti ed attendarci tra gli ulivi a nord della Balbia.
3 0 / 8 - 14/9/1941 : og ni mattina faccìamo esercitazioni nei d in t orni e tiri di comba t timento . Sono to rm entato dai soliti violenti crampi. Un gio rno marciamo fino a. Leptis Magna, di cui poi visitiamo le rovine romane .
1 5 - 26/9/194 1 : si pa r te Viaggiamo pe r alcun i giorni da M isurata a Slonta . Ab bi amo d iffic ol tà a causa del te rreno infido c he fa i nsabbiare qualche automezzo . Strada facendo, visito Sirte e Bengasi .
' 27/9/1941: costituisco un caposaldo al quadrivio di Gerdes , con la mia Compagnia Catturiamo due inglesi, evasi da un campo di prig ionia che, per sfortuna loro, incappano nelle mie se n tinelle .
23 / 1 O/ 1941: riprendiamo la marcia. passando da El Mechili. ove t rovo u n elmetto britannico. Si insabbiano frequentemente le macc hine; con la moto ed un autocarro, mi perdo nel deserto, ma riesco po i a ricongiungermi con la colonna. A sera ci fermiamo nei pressi d i Gadd El Ahmar (Segnali) .
2 6 / 1 O/ 1941 : andiamo a riconoscere il terreno ed occupiamo le n uove posizion i . Il tenente Bonesi, della nostra Artiglieria Divisionale, si scontra con una camionetta nemica e due australiani, che cattura
l O/ 1 1 / 1941 : ricognizione offensiva a Bir El Gobi. Incont r iam o l ' " Ariete".
1 9/11/1941 : allarme e partenza del Il° Battaglione per Bir El Gobi: la mia compagnia è all'avanguard i a Noto quattro carri inglesi sulla dest:ra; ci trinceriamo in difesa e pernottiamo sul posto .
20/11/ 1941 : il mio bat t aglione riceve l'ordine di se rrare sull' "Ariete". Ci spostiamo un po' av anti e ci sistemiamo nuovamente a difesa ; parte una pattuglia autocarrata, ma r i ent r a inse g uita da c arri nemici. Nel pomeriggio part i amo e, in serata, a rriviamo a Bir El Gob i. Pernottiamo a ll 'a ddiaccio nelle linee dei Bersaglieri dell' "Ariete"
21/ 11/1941: ripartiamo verso Bir Hacheim in mattinata. Sosta a capos aldo nel pomeriggio; in lontananza oss ervo un bombardamento ae reo: veng ono abbatt uti cinque apparecchi.
2 2/11/1941: ripa rtiamo all'alba verso nord ed incontriamo il Capita no Pellizzari. medaglia d ' oro e addetto al Comando di Divisione (è mutilato di una ga mba), che ci po r ta su una zona da lui conosciu t a e, di lì, di nuovo a Bir El Gobi, nel pomeriggio. Il te rreno è dissemin ato d i carri distrutti in b attaglia ,
24/ 11/1941: sub iamo un bombardamento aereo nel pom er iggio e vien e ferito un soldato dell'autoreparto Viene abbattuto un ae reo t edesco. Ripart ia mo vers o El Aclem .
25/11/1941: al mattino arnv1amo nella zona di El Adem e ci riunia mo al reggimento. La sera ci giunge l'o r dine di predisporsi a muove re l'indomani mattina per una azione della prevedibile durata di tre giorni. Il Comandante di Battaglione, tenente colonnello Odorici. costituisce un deposito materiali, ove viene raccolto in nottata quanto non dev'essere portato in azione, compreso il bagaglio personale degli ufficiali, per alleggerire gli automezzi e renderli più idonei al trasporto degli uomini ed al combattimento. L ' insufficienza dei camions, rispetto al personale ed ai materiali in dotazione ai repa rti, costituisce una g rave preoccupaz i one per i comandanti di co mpagnia, che devono continuamente risolvere il problema di caricare tutto sui pochi automezz i cercando allo stesso tempo di conse rvare l'unità dei reparti minori e la possibilità di muoversi velocemente per fronteggiare ogni situazione .
A queste difficoltà sì aggi un ge poi l'ingombrante, quanto irraz ionale dotazione di reparto, costituita in base ad antiq uati tomi di mobilitaz ione che appesantisce i l reparto, senza concreta utilità! Mancano i nfatti materiali necessari, o quell i che ab biamo a disposizione sono i nadeguati alle esigenze operative . mentre ci do bb iam o trascinare dietro r oba inutile, o inutilizzabile , per questa particolare continge nza!
Pe r fortuna acquisiamo molto materiale di preda bellica che, apparte nendo ad una nazione più ricca e pr e parata, me g lio risponde alle necessità del combattimento. L'ingegnosità italiana provvede poi a
rimetterlo in efficienza, se danneggiato, od a modificarlo conven ientemente, per adattar lo alle nostre esigenze ....
26 / l 1 / 1941: la Divisione sostiene dei combattimenti nella marcia verso El Duda durante tutto l'arco della giornata, con alterna fortuna . All'imbrunire l'azione si spegne ed i reparti si organizzano le posiz ioni di partenza pe r l'attacco dell ' ind oman i: incontriamo notev oli difficoltà per scavare le buche nel terreno pietroso . L ' operazione sì svolge alla luce degli automezzi incendiati nei combattimenti della giornata .
27 / l 1 / 1941 : alle pr i me luci dell'alba ci accorgiamo che un autocarro Ursus del 65° Fanteria, a rmato con un 65/ 17 nel cassone, è abba ndonato ad una settantina dì metri dalla mia buca comando; il tenente Monachesi, comandante di un plotone, mi fa osservare che il mezzo è un sicuro punto di riferiment o per l'artiglieria nemica e mi propone di allontanarlo verso la retrovia del reparto, in posizione defilata Mentre tenta di allontanare l'automezzo, insieme al suo attendente, soldato Adorne tt o, quest'ultimo viene colpito alla gola da una fucilata . Il nemico spara sui porta-feriti subito accorsi, colpendo ne uno , il soldato Ravaiolì, che cade ai miei piedi e, nonostante i m iei ten t ativi di soccorso, muore dissanguato qualche minuto dopo . Inta n to, il combattimento si è acceso, accanitissimo - durerà tredici ore, fino alle 19, 30, circa - e fischiano proiettili di ogni tipo; il porta-ordin i C arnevali, che si t rova in una buca dietro di me, perde i piedi per l'es plosione di una bomba di mortaio: lo sento lamentarsi t utto il giorno, senza che possa far qualcosa per portargli aiuto! Ve niamo anche attaccati da carri nemici fo rtunatamente respinti da panzer tedeschi che s i trovano su l posto e su biamo spo r adici attacch i aere i che ci provocano altri due morti e diciannove feriti. A notte ci perviene l'ordine di ripi egare .
28/11/1941: nel mattino raggiungiamo il reggimento schierato e ci sistemiamo a difesa . Nel pomeriggio vediamo i tede schi attaccare di fronte a noi, sulla destra, il costone di El Dud a, senza raggiungere g li obiettivi prefissati. Approfitto della sosta per spidocchiarmi e lavare la divisa spo r ca di sabb i a, sudore e del sangue rappreso del povero Ravaioli .
3 0/1 1 /1941: siamo i n movimento e, verso mezzogiorno, ci inseriamo nelle posizioni della Pavia e assistiamo ad azioni d i fuoco degli 88 te deschi. Gli inglesi ci bombardano di bombe e ... manifestini propagand istici che ci esorta n o a mollare!
1/12/1941: osservo delle colonne inglesi in movimento: anche il regg imento sì sposta . Il campo di battaglia è disseminato di mezzi, armi e ca duti. Viene colpito il colonnello Mazzeo. Comandant e de l I0 Battag.l.i one , che muore poco dopo; il s o ttotenent e Giancarlo Be rna rd i, colp ito da una granata, viene letteralmente disint e grato! A se r a ci orga nizziamo a caposaldo e va do i n rico g nizione verso un automezzo ingl ese a bb andonato. Ne l buio non mi accorgo di essere a breve distanza d a un " Bren Carrier" co n tre morti a bordo, ma ... ne a vver t o l'ole zzo! Constaterò il fatto il matti no dopo .
2/12/194 1: in movimento n e lla mattinata , sotto la piogg ia. Sulla nost r a sinistra ve di am o l'aeroporto di Gambut Visitiamo un os pe daletto neozeland ese, che cura imparzialmente italiani e britannici : a nche i ca du ti inglesi son o molti. Ci sistem iamo a difesa . Vedo cade re in fia mme u n nostro aereo .
3/12/19 41: la caccia ci mitraglia di buon m at tino . U n ae reo nemi c o , vo lando a bass is sima quota, ci sorp rende all e spalle ed una delle sue raffiche spazza il te rreno a poc hi metri dalla mia buca. A sera c'è un nu ovo cambiamento di posizione e siamo vittime d i un 'i ncursione aerea con sga nci di bengala. È bombardata l 'Ar iete
4/12/1941 : ci organizziamo sul posto ed a sera siamo i n marcia s u Sidi Re zeg h. Nella notte s ubiamo un mitragliamento ae reo, all a luce dei bengala.
5/12/194 1: faccio una ricognizione per sistemare la compagni a s ul costo n e di Sidi Rezegh, bersagliat o d a l fuoco nemico dì artiglieria Durante tale ri c ognizione inciampo in un tedesco mort o. Il Marescia llo Cipriani, del Co mando Reg g imentale , vi ene fe ri to in un'incurs ione ae re a . A sera ripieghiamo: du r ant e l a ritirata il mitragliere Giuseppe Montan a ri salta su di una mina anti-uomo, il cui scoppi.o gli a sporta la faccia : lo sfo rtunato non muore subito, ma agonizza per qualch e minuto, dopo che il medico gli ha praticato un 'i niezione d i m or fi na per lenirgli le soffe renz e. Nel co rso d e ll a marcia notturna risultano dispersi t re ufficiali del Comando di Re ggi mento , Plaia, Di Ruzz o e R omano.
6/12/1941 : a ll'alba ri pre nd iam o il mo vimento e, a lle 7. i l 66 11 R egg imento Motori z zato Trieste giu nge nella zona di El Adem. dopo una pe ricolo sa e fati cosa marcia notturna dall e posizioni di Sidi Reze g h, e s i ricong i unge con la Pavia. La situazione è tanto critica che la ritirat a della Divisione si è svolta in co ndizioni assai d i fficoltose, sfug-
gendo alla cattura od alla completa di struzione , per la tenacia e la dedizione dei gregari, e per la decisione ed abilità dei comandanti.
La fortuna ci è propizia, permettendoci di sottrarci all'accerchiamento nemico , con poche perdite: riusciti, dunque, a rientrare nel.I.e nostre linee, attendiamo nuovi ordini, mentre l'aviazione nemica effettua poderosi sganci sulle posizio ni un po' congestionate dal nostro arrivo.
Nella mattinata, verso le otto, il mio battaglione riceve l'ordine di incolonnars i per compagnie sulla pista di Bir El Gobi, per portare aiuto a.i reparti del .Reggimento "Giovani Fascisti", circondati ed ormai esausti per la strenua resistenza dei giorni scorsi .
Mi porto con la mia compagnia - la sesta - nel luogo fissato per l ' incolon namento, sennonché, dopo una lunga attesa, ricevo l'ordine del Com andante della Trieste, gen erale Azzi, di in iziare il movimento alle sue dirette dipendenze, dato che il Comandante di Battaglìone, la Compagnia Comando e la Quinta non sono ancora giunti. Mi seg uono nella marcia lungo l'insidiosa pista desertica, la VJI3 Compag nia del tenente Scaramucci, oltre ad una batteria di 75 / 18 del 21" Artigl ieria, comandata dal tene n te Pileri. Avanziamo, dunque, dato ìl carattere di estrema urgenza del nostro intervento . Verso le t r edici si sviluppa di sorpresa un attacco al nostro fianco sinistro, da part e di mezzi corazzati e di batterie volanti inglesi da 88/27 , che c i investon o con il loro f uoco, mentre siamo in movimento . Benché privo del Comando di Battaglione, fermo la compagn i a e do disposizioni per fronteggiare l'attacco; nel contempo allontano g li automezzi per s ottrarli al tiro nemico, sempre più preciso.
Anche la vn a si schiera, fronte a sinistra; intanto mi perviene un porta-ordini, con un biglietto del Comandante di Divisione, che mi ordi na di assumere il comando delle compagnie e della batteria, in sostituzione del Comandante di Battaglione, assente.
Rispondiamo vivacemente al fuoco del nemico, che viene così frustrato nel suo tentativo di impedirci la marcia: ci sono delle perdite, è ve ro, ma la sorpresa è ormai fallita e la critica situazione. superata
Dispongo, quindi, per riprender e l'avanzata a piedi, con i pezzi antica rro , trainat i a mano, e le mitragliatrici a spalla, pronti a frontegg iare ogni eve nienza. essendo ormai in territorio controllato dalle fo rze inglesi, decise ad impedire ad ogni costo il compimento della nost ra missione! Infa tti, verso le sedici, un nuovo e più violento att acco br.itannico stronca la nostra marcia (ci ha, intanto, raggiunti l'alt ra metà del battaglione), obbligandoci a d assumere in fretta uno sch ieramento difens i vo a caposaldo sotto il g randin are degli 88. La sit uazione diventa difficile per noi che rischiamo di rimanere inchio-
dati nel deserto, lontani dalle nostre linee e destinati alla distruzione come i "Giovani Fascisti" che dovevamo soccorrere a Bir E l Gobi, mèta o r mai irraggiungibile: ci organizziamo a difesa sul posto, alla meglio, nonostante il micidiale e continuo fuoco dell'artiglieria nemica
26/ 11 / 194 1. Zona dì El Adem. In piedi std tnio autocarrc seguo gli sganc i degli aerei britannic.i~ cl1c ci ,bornbarda no per ostacolare la nos tra avanzata verso El Duda.
Passiamo così ore infernali ed interminabili e, ad un certo momento, la zona in cui mi trovo, attigua ad una nostra batteria da 75, viene i ndividuata ed inquadrata dalla contro-batte ria britannica che comincia a centrare con il suo tiro le nostre postazioni appena abbozzate Sono costretto a spostarmi allo scoperto, -con alcuni dei miei uomini, tra gli scoppi delle granate ed a celarmi in alcuni cespugli spinosi, a breve distanza, per evitare un inutile macello . Solo col sopraggiungere dell'oscurità, verso le 19 ,30, le artiglierie nemiche, dopo un ultimo, violento concentramento di fuo co , si decidono a tacere .
Ispeziono subito la mia linea per rendermi conto dei danni subiti e delle necessità dei miei soldati, do le prime disposizioni per farvi fronte e vado a prendere gli ordini al Comando di Battaglione. Per la notte perfezioniamo lo schieramento a caposaldo per poter opporre la miglior resistenza in caso di attacco nemico: con la mia compagnia devo postarm i in un altro settore e in queste condizioni le ore di oscurità trascor rono pe r effettuare lo spostamento, apprestare le nuove postazioni, organizzare il mio fronte e collegarmi con le altre unità .
Finisce in questo modo la giornata del 6 dicembre 1941, le cui 24 ore sono state talmente dense di avvenimenti da non presentare sosta alcuna nel continuo evolversi della situazione: sfuggiti all'alba all'accerchiamento di Sidi Breghisc, ci ritroviamo a sera nuovamente in pericolo di rimaner tagliat i fuori sulla pista di Bir El Gobi, mentre cercavamo di po r tare soccorso ai "Giovan i Fascisti"!
Per quanto mi riguarda, ebbi, dopo due giorni, e precisamente la sera dell'otto, la soddisfazione di ricevere pubblico elogio per il mio comportamento dal Comandante di Reggimento, Colonnello Fabozzi : questi era venuto a salutarmi in quanto trasfer ito ad altro incarico nella Bologna, lasciava il reparto ed in presenza di alcuni miei subalterni, si congratulò con me, aggiungendo che avrebbe poi pensato a darmi prova tangibile del suo compiacimento, spiegandomi che la medaglia d'oro Capitano Germano Pellizzari, addetto al Comando Divisione, che mi era stato vicino durante l'attacco, l'aveva informato sulla mia condotta durante la giornata del 6.
8-9 / 12 / 1941: nella notte rìen triarno nelle nostre linee a El Adem, so tto un bombardamento aereo e ci sistemiamo a difesa . Il colonnello Fabozzi, nostro comandante, ìn fase di trasferimento, viene a salutarci. A mezzanotte ripieghiamo di un paio di chi l ometri a Bir Lefà. Uno dei piantoni. lasciati al deposito reggimentale di El Adem, viene ad avvertirmi che esso si trova ormai in zona nemica, dato i l
nostro ripiegamento! Cerco di recuperare il possibile, affidandone l'incarico al sottotenente Mirko Valentini, della mia compagnia, che parte con un Taurus O. M. ed alcuni sottufficiali. Lo seguo ansiosa mente col binocolo: presto inverte la ma r cia, inseguito dagli scoppi delle g ranate nemiche, che finiscono col centrarlo a pochi metri dalle nostre post.azioni: autoca.rro distrutto, fortunatamente senza perdite umane!
Ne l pomeriggio assistiamo ad una battaglia di carri armati. con l'intervento di 7 Ml 3. A mezzanotte vengo chiamato a rapporto e mi comunicano l'ordine di ritirarmi 30 chilometri a NO, in direzione di El Adem . Sono fortunatamente in possesso di una bussola goniometrica, recuperata dal relitto di un caccia britannico, che mi consente di pervenire esattamente al punto prestabilito.
l O/ 12 / 1941: all'alba mi fermo acco r ge ndomi che dietro di me è giunta anche la VII" Compagnia del Tenente Scaramucci . anche lui i n possesso di analogo strumento! Ci sistemiamo a difesa su quota 190; g iun ge il Generale Azzi, che o rdina di schierarci con le forze dispo nibili, incaricandom i di assumere il comando del battaglione come ufficiale più anziano. Ne l pomeriggio gli inglesi ci attaccan o , appogg iati da carri : attacco respinto dal fu oco dei nostri pezzi antica rro.
1 1/12/1941: siamo in sosta: vado a mangiare dal capitano Postiglione, Comandante di una delle nostre compagnie . Nella mattinata, a rrivano alla spicciolata i vari reparti reggimentali dispersi , ed il colonnello Follini, nostro nuovo comandante, che m'incarica di condurre la colonna durante il prestabilito ripiegamento notturno, essendo stato informato delle mie ... prodezze della notte precedente . Nel pomeriggio gl i inglesi ci bombardano avendo localizzato la mia posizione che si trova vicina ad una stazione radio goniometrata . A sera ripieghiamo e conduco la colonna, che però si disperde nella notte.
1 2/12/1941 : verso l'alba, Postiglione, che si è sperduto con un camio n ed alcuni soldati, s'incontra con un automezzo inglese, che riesce a catturare . Alle 7 circa , il nemico ci attacca : siamo in crisi! Cade il sergente Tarzi, della mia compagnia.
Nel pomeriggio siamo a S id ì Bregh isc e il colonnello Follini va in ric ogn i zione, per riconoscere il terreno. Riposiamo all'addiaccio .
13 / 12 / 1 941: cambiamo di posizione; il 1° Battaglione va a cadere nell e linee di una divisione indiana che lo cattura al completo insiem e alla sezione da 20 mm del tenente Bertotti. Ci sistemiamo a dife sa ed il nem ico ci spara addosso : una pallottola mi sfiora la vis iera della bustina mentre parlo col tenente Domenico Raguso, della mia compagnia. Recuperiamo, in tanto, armi e materiali abbandonati da l 1° battaglione, approfittando di un momento di sosta nel combattimento, e, durante lo scarico del materiale recuperato, parte un colp o di mortaio - evidenteme nte l'arma era carica - fortunatamente s enza pr o vocarci danni!
15/12/1941 : gli Stukas cì bombardano per errore e lamentiamo alcune perdite. Conquistiamo quota 204. C'è battaglia anche alle nostre spalle.
Due carri britannici, avendo smarrito l'orientamento. entrano nelle nostre postazioni prendendole dal rovescio ed attraverso un passagg io non difeso aggirano il costone, portandosi sul nostro fronte ove, p erò, incappano nella v i vace reazione degli anticarro che ne blocca uno, mentre l'altro, più fortunato, la fa franca. Catturiamo l'equipaggio del carro colpito.
16 - 17/12/19 4 1 : nella notte. il Battaglione Reverberi, del 65°, s 'ins erisce nelle nostre posizioni. Vivace scambio di fuoco col nemico . Al mattino arriva il capitano Pennazzi. che assume il comando di battaglione mentre io torno alla v1 .1 Compagnia . Nel pomeriggio c ' im -
p artiscono disposizioni pe r lasciare l a posizione e così, a notte, rip rendiamo la ritirata nel deserto, verso El Mechili. Viaggiamo tutta l a notte e, ìl mattino dopo, ci sistemiamo a difesa in un a conca
:2tV :li194 1. Ndk nostre posizioni dopo El Du<la: i Siol<lati si s pidocchiano.
18 - 20/12/1941 : alle 13 circa sia mo di nuovo in marcia verso E l Abiar. mentre g li Stukas bombarda no pe r errore la divisione Ariete. Sost i a mo nella notte e cer chiamo d i ripos arci un po' . Viaggiamo pe r t utta la giornata del 19 e sostiamo verso le 21. Riprendiam o la marc ia al mattino dopo . Ad un passaggio obbligato, ci sono discussion i c on i nostri alleati tedeschi che vorrebbero la nostra benzina (già s ca rs a ), dat o ch e ne hanno poca della loro e ch e preten derebber o, quindi, di sottoporci ad una specie dì pedaggio!
lntan to gli inglesi c i attaccano sulla nostra sinistra . ma sono res pinti. A notte ci fermiamo ad El Abiar .
2 1 - 2 2/12 / 1941: nella mattinata ci sistemiamo a difesa su di un c oston e e nel pomeriggio riprendiamo la ma rc ia Passiamo per l'abit ato e ci dirigiam o verso nord, in una zo n a impa n tanata da lla piogg ia Ci sistemiamo provviso r iamente lungo la fe rr ovia men tre ''O ntinua a piove re.
11 giorn o dopo torniamo in paese e vi sostiamo per qualche ora, poi
marciamo ad est, incontro al nemico. Continua a piovere: c'è tanto fango. A sera ci fermiamo su un costone e,. mentre c i accingiamo a s chierarci, ci perviene l'ordine di ripiegare nuovamente su El Abiar. La marcia nel fango è disastrosa : s'impantanano quasi tutte le macch i ne ed abbiamo grandi difficoltà per recuperarle. Nella notte arriviamo finalmente ad El Abiar, su terreno solido, e sostiamo nell'attesa di riprendere la marcia.
2 3 - 2 4 / 12 / 194 1: triboliamo parecchio per trasportare a braccia t utte le macchine sopra il costone di fronte, con terreno sdrucciolevole e pantanoso . Gli arabi ci sparacchiano addosso: il giorno prima, i n paese, hanno ucciso un sottotenente de l 65 ° per razziare Nel pomeriggio riprendiamo il ripiegamento e giungiamo in località Regina, per scendere poi dal Gebel verso Benina.
11 giorno dopo, scesi in pianura, lasciamo l'aeroporto di Benina e dep ositi vari e ci immettiamo sulla Balbia, ove c'è un ingorgo di colonne in ritirata: i soldati saccheggiano i depositi in fiamme. Passiamo da Bengasi e qui incontro il sottotenente Alfonzetti (conos ciuto al 4° Carristi, a Roma, ne l 1936), che fa parte dei Carabinieri Divisionali, il quale mi regala u n bidone di cognac da 20 litri, che altrimenti sarebbe stato bruciato, pe r no n l asciarlo nelle man i de l n emico avanzante!
Proseguiamo fra una sosta e l'altra, fuor i strada, nella zona di Agedabia, e ci accampiamo per la notte .
2 5 - 30/12/1941: nella mattinata marciamo ad ovest e sostiamo nella zona di Agedabia; nel pomeriggio siamo di nuovo in movimento; alla sera ci fermiamo in attesa di ordini. Il colonnello Follini e l'aiut ante in prima, capitano Borsi, sfuggono fortunosamente alla catt ura. N ei giorni seguenti avanziamo di nuovo, catturando diversi a utomezzi inglesi. Il terreno, purtroppo, è sabbioso e siamo costretti a traina.re a braccia automezzi e cannoni. Nel pomeriggio de ! 28 int ercettiamo un branco di cammelli ed uno di loro viene ucciso per s famare la truppa. Nella giornata del 30 riprendiamo la marc i a, incontrando carri nemici distrutti dai tedes c hi.
31/12/1941 : il mìo attendente Bonetti, al mattino, uccide una lepre col badile, e il sergente maggio r e Ugo lini la cucina : ne assaggio un p o ' .
S ulla sinistra ci sorvegliano carri nemici mentre p r ecipita un aereo i n lontananza . Nel pomeriggio vado in ricognizione nel vallone dietro d i noi : g li inglesi bersagliano i l mio autocarro con nutrite scarìche d i a rti g lieria All'imbrunire ripartiamo e alle 23,30 circa, siamo ad
Agedabia. A mezzanotte il Capodanno viene festeggiato con una nutrita spara t oria!
1/1/1942 : nella mattinata marciamo di nuovo cont r o il nemico, ad est di Agedabia, e l'artiglieria britannica ci inquadra: una granata mi espl ode vic i no mentre tento di portare avanti un pezzo anticarro e il capopezzo v i ene ferito ad una coscia . Raggiungiamo alcune dune e ci trinceriamo per la notte.
2 - 7 / l / 1942: .respingiamo gli inglesi che tentano di passare . IL g iorno dopo vado in ricog n izione per migliorare le nostre posizioni e, a sera, ripieghiamo su Agedabia. Nella notte compiamo una dura marcia sulla sabbia per raggiungere all'alba le posizioni tenute dalla Pavia (o dalla Trento?) sulle alture del setto r e costiero. L'altra divisione si ritira e noi ne prendiamo il posto Il giorno dopo, ment r e stia mo trincerandoci, siamo bersagliati da sca r iche di artiglieria in mezzo alle postazioni e muore l ' attendente del t enente Russo. Nel pomeriggio del 5, scoppia una granata, forse di mortaio, in mezzo al mio comando: sono feriti il caporal maggiore Fietta ed altri soldati e riusciamo a sgomberarli a ll 'i mbruni r e La situazione sì fa critica : la notte osserviamo g lì incendi che i tedeschi in ritirata hanno appiccat o ad Agedabia prima di abbandonar.la N ella sera del 6 effettuia mo il ripiegamento a lla spicciolata verso la piana ove si riunisce il reggime nto. [l moviment o è peri coloso e faticoso per il terreno diffici le.
Il 7 sostiamo a nord della Balbia dopo esserci ritira t i per tutta la notte , tormentati dal ghibl i . Ci trinceriamo sul posto e organizziamo centri d i fuoco per vigilare la strada.
9 - 10/1/1942 : miglio ri amo le postazion i. A sera, riprendiamo larit irata: sono stanchissimo e vorrei fa rmi una bella dormita! Lasciamo la Balbia ·e pieghiamo sulla pista di Ma.rada, che è stretta, sopraelevat a. incompleta nei lavo ri e, per buona parte, in zona sabbiosa. Il m io autocar ro si rovescia: bisogna scaricarlo, riportarlo sulla pista e caricarlo nuovame n te .
Il matti no dopo riusciamo a r i prendere il cammino e ragg iungiamo la nostra colon n a in sosta Rice vuti i nuovi ordini, ripren diamo il percorso: i pezzi anticarro, trainati a mano, si insabbiano e la marcia è estenuante. A notte sost i amo all'addiaccio.
1 1 - 13/1/1942 : siamo d i nuovo in movimento e vado i n ricognizio ne: ci sistemiamo sui costoni dominanti l 'Uadi Faregh, fronte sud. Nel pom eri gg io , un caccia inglese si abbass a fin quasi a sfiorare il
mio autocarro, mentre io, con Raguso e Monachesi, pensavamo ad un atterraggio di fortuna di un nostro aereo! La sera prendiamo un sontuoso brodo .... di scatoletta!
Al mattino dopo, perfeziono le postazioni del vasto fronte assegnato a lla mia compagnia: nel pomeriggio viene a visitarci il generale, accompag na to dalla M . O. Pellizzari.
Nel mattino del 13 eseguo una lun ga ricognizione per assumere un nuovo schieramento pi ù avanzato verso sud, sull'o rlo de l costo ne che domina la pia na dell'Uadi Faregh. Lo spostamento del mio reparto risul ta difficile e faticoso .
1 4 - 17/1/1942: ci organizziamo nelle nuove posizioni. Alle 13 vado a ll ' autocarro di com p agnia, pe r mangiare qualcosa e sbrigare un po' di sca rtoffie : firmo . fra l'altro, la proposta del Comando di Reggimento per la mia nomina a Cavaliere della Corona d'Italia. Viene, i ntanto, a visitarc i il Co m anda nte del Corpo d'Armata di manovra (C . A. M . ). general e Zingales, che ci ri volge espressioni lusinghiere . ll giorno dopo modifichiamo nuovamente la linea che viene portata tutta sulle pendici del costone digradan te verso l'Uadi Faregh. Nella not te vengo chiamato a l comando di battaglione: peripezie per trova rlo e per rientrare al mio posto.
Al mattino de l 16 miglioriamo le nostre postazioni e. a sera, ripren-
diamo la marcia verso est, afflitti dalle solite diffic o ltà. C'è solo qualche automezzo per il trasporto delle armi pesanti. La notte, addiacci o fra Bonetti ed un cuciniere, sotto un telo da tenda: soffriamo un g ran freddo . Al mattino riprendiamo il cammino e sostiamo verso mezzogiorno. A sera, il comandante di reggime n to mi proibisce di fa r sc aldare la scatoletta di carne!
18 - 22/1/1942 : mentre si organizza la linea v ado in cerca di ac qua pe r il rancio dei miei soldati: la ricerca è faticosa e poco fruttifera. A sera, il sergente maggiore Ugolini viene strapazzato al Comando d i Battaglione per il ritiro dell'ac q ua! ...
Il mattino dopo vado a reclama r e a l comando d i reggimento, con risult a t i negati v i . Mi comunicano che debbo lasciare il comando della m ia compagnia per variazioni di organico del reggimento . Nel pomeriggio fe r vo n o i pr e parativi pe rc hé riprende la n ost r a marcia verso est per la con t r offensiva. Do le consegne a l tenente Ragusa e mi prepa ro a r aggiungere la nostra base ad En Nofilia , in attesa di nuovo i mpiego . Arrivano anche i complementi e nuov i car r i pe r l'Ariete. Il gio rno dopo mi riunisco al g ruppo che va alla base, t ra cui i capitani Pe nnazzi e Pracanica, ed i l sottotenente Politelli (il p rimo e l ' ultimo mori r ann o nei combattiment i d i Got E l Ua l eb) e c i portiamo sulla Ba l bia , passando pe r Agedabia, dove c'è il car r eggio in procinto di ragg i unger e il reggime n to, già lanciat o nell a controffen s iva, che ributte r à rapidamente il nemic o a l d i là d i Mec hili e Tmimi.
Il 21 passiamo per l'Arco de i Fileni e arriviamo alla base divisionale ne lla zona di En N ofilia, comandata dal tenente colonnello dei Bersaglieri Franzese Il post o è tra n quillo, a nord della Balbia, vicino al ma re : mi organizzo una tenda, ma la sera dormo ancora a terra, ess endo pieno di pidocchi!
Il giorno dopo , finalmente, faccio un bagn o e mi posso mettere add osso degli indumenti puliti , rimediati alla meglio, avendo pe r duto quasi tutto il mio bagaglio, mentre gli ind u menti sporchi stanno bollen do.
1 - 5/2/1942 : parto con l'attendente e un sottufficiale su un autocar ro SPA, per portare mortai al re gg imento e posta al Comando di Divi sione. Facciam o tappa ad El Agheila dove t rovo una base reggimentale ed il tenente Naddeo, della mia vecchia compagnia La mattina dopo siamo di nuovo in viaggio sulla Balbia : c'è pericolo di mitragli.amenti aerei. Pernottiamo f uori di Agedabia ed assistiamo a d un bombardamento aereo notturno. II gio r no dopo raggiungo il. coman do di divisione a Solluch e passo all ' ufficio postale e all'autoreparto Ne l pomeriggio proseguo per Sceleidima, incontrando note -
vol i diffico ltà a co n ti nu a re il viaggio col sop r aggiungere del buio. Come Dio vuol e. nella notte proseguo e r ivedo la m ia v e cchia vra Compag ni a . Mi arrampico, su indicazioni err ate, con l 'autocarro, su di una str a da impervia, e d es co dalle nostre linee se n za saperlo : è notte fonda ed io continuo da solo verso nord est ... ed il nemic o ! Mi acco r g o d e ll' e rrore e. co n molta difficoltà, torno indiet ro , giacc h é non riesco a riconoscere la strada al buio. Raggiungo cos ì di nuovo l a V I.i Compag n ia e riprendo la strad a per il comando di reggimen to : lo sorp a ss o, per l'incapacità delle sentinelle a darmi ind icazioni esatte. Ritorno ancora indi e t ro senza fa.re brutti incontri e, fi n almente, r agg iungo i l reggimento d o po la mezzan ott e . La mattina dop o, eseguita la commissione pr es s o i l comando reggi -
I} 12/ 1941. Rommel in v1~:ta alle nos tre li ,:ee ·
mentale , riparto verso Solluch, dove prendo ordi ni da l comando divisi onale. Riprend o la strada pe r la bas e , con tempo pessimo e p ioggia: freddo . acqua e vento mi tormentano, poiché la cabi na dello SPA non è affa tto chius a! Sono feb bricit a nte. ma continuo il viaggio. A se ra ci fermiamo alla cantoni er a prima di Agedabia perché ho brividi e fe bbre violenta. Sto delirando : non ho m e dici, né medicin e per cu rarmi, ma s olo la m ia resistenza fisica, sempre fedele !
Al matti no dopo il febbrone è quas i passato da so lo e r iprendiamo il v iag gio benché l e mie forze si ano duramente provate . Ar rivi amo ad
A~he il a e pe rnot tiamo da Naddeo .
Nicola Campo13 - 19/2/1942: partenza da El Agheila ed arrivo ad Agedabia: pernottiamo fuori città nella solita cantoniera. Il giorn o dopo partiamo da Agedabia ed arriviamo a Ghernines. Mentre sistemiamo il terreno p er monta re la tenda per la notte ci accorgiamo che nei numerosi mucchietti di sassi della zona p re sce l ta albergano numerose famiglie di vispissim i scorpioni che cerchiamo d i eliminare per un certo ragg io intorno al luogo prescelto e, durante tale operazione, scopriamo un notevole esemplare di vipera cornuta, lungo più di un metro, che riusciamo a catturare. Dopo due giorni partiamo da Ghemines e ci fermiam o brevemente a Bengasi, pernottando nelle case coloniche a bbandonate a nord di Barce: la zona è infestata da arabi razziatori e d assassin i.
Ricevo dopo un mese un pacco di posta da casa che ritenevo perduto e, a sera, ar riva il sottotenente di amministrazione Deodato, che mi porta altre due lettere e notiz ie sulla mia prossima assegnazione.
21 /2 - 8/ 3 / 1942 : resto a Mechili a disposizione del comando di regg imento, in attesa di essere destinato al comando di divisione, ma 1'8 giunge ordine che resti al r eggimento .
9 - 16/3/1942: vengo nominato ufficiale addetto alle informazioni del comando reggiment ale: organizzo perc iò la squadra informator i e d un posto di avvistame n to ae reo , conduco .ì miei uomini ìn ricog nizione lungo la linea e mi metto in collegamento col collega del comando divisionale.
Accompagno i l nuovo comanda nte del reggimento , tenente colonnello P ietro Chiapusso, ìn tutte le sue visite alle compagnie. Una notte v iene prelevato dal nemico un posto di guardia della ra Compagnia, c ost i tuita da un capoposto e tre uomini.
All'alba del 16 partecipo ad una ricognizione offensiva di un for t e re parto esplorant e , appoggia to da carri M 13 ed artigl ier i a, verso Bir El Hamarin, zona infestata da nuclei celeri nemici. A sera ritorniamo s tanchi e avendo concluso poco o niente. Il comandante del reggim ento mi comunica di volermi destinare al comando della Compag nia Mortai da 81 reggimentale .
1 7 / 3 - 5/4/1942: il 20 marz o assumo il comando della Compagnia Mortai. Vers o l'imbrunire del 30 la mia compagnia parte, insieme al l " Battaglione, rinforzato da artiglieria e mezzi e spl oranti e si porta n ella not t e sulla pista per Tmim i, a 4 chilome t ri da Ras El E leba, z ona pericolosa per la presenza di numerose mine Attendiamo l'alba p er schierarci.
All ' alba, prima d i riuscire ad organizzarci , g li inglesi ci abbuffano di
canno nate e la caccia nemica sorvola mitragliando le nostre buche. Alla fine riusciamo a trincerarci a caposaldo, col compito di tamponare il grosso vuoto tra le truppe che si trovano ad est di Mechili ed i tedeschi che occupano Ras El Eleba . Il nostro caposaldo dista da quello tedesco almeno 4 km, ment r e alt r ettanti ne distiamo dagli a ltri reparti sulla nostra destra .
Rommel, col suo seguito, rischia di essere ce n trato dal nostro fuoco pe r un mancato riconoscimento, che pe r ò è dipeso da lui: infatti. il suo automezzo proveniva da est (ossia dalle linee britanniche) che egl i, con la consueta audacia, era andato a riconosce r e. Nel pomerigg io si congratula con il nostro tiro! ...
Due gior ni dopo arriva un rinforzo di due pezzi anticarro da 47 mm dei granatieri al mio settore . Siamo torme nta ti da tiri in g lesi di distu rbo. I ted eschi. infatti, vengono con grossi calibr i. spa r ano, poi se ne va nno e la ri sposta ingles e arriva a noi! ...
ll 5 è Pasqua, gio rnata magnifica e insolitamente tranquilla .
6 - 14/4/1942: in mattinata ci mettiamo in moto verso est sud est, m entre il nemi c o si riti r a e. a sera. ci s istemiamo su alcune ondulazi oni del terr eno.
Nel pomeri g gio d el gi orno dopo vado co n gl i altri com andanti di re-
parto a riconoscere il terreno a Segnali Nord (Gadd El Hamar) e rivedo le nostre vecchie posizioni del '41. Alla mia compagnia viene assegnata la zona. dove sì trovava il comando del II 0 Battaglione, diet ro un rialzo, quasi al centro del grande anfiteatro, zona arida e polverosa
L'8 di aprile riprendiamo l'avanzata ed occupiamo le posizioni riconosciute ieri.
Il giorno dopo ci organizziamo: il luogo è pericoloso, perché sempre esposto alle puntate più o meno forti del nemico, ed infatti, nel pomeriggio dell'l 1, avvistiamo una colonna corazzata molto forte che avanza da est verso di noi.
Nella mattinata del 12 vediamo gli Stukas che vanno ad attaccare la colonna avvistata e la costringono a tornare indietro . Assistiamo a due lli tra caccia inglesi e tedeschi : un Curtiss, inseguito e mitragliato da un Messerschmitt è costretto ad atterrare davanti alle nostre linee ed il pilota viene catturato incolume
Nel tardo pomeriggio del 14 compare all'orizzonte un notevole numero di carri ed autoblindo, avanzanti in linea, che, dopo qualche col po della nostra artiglieria, si ritirano .
16 / 4 - 7/5/ 1 942 : scrivo una lettera a Clara nel pomeriggio, interrompendola due volte perché chiamato . Il giorno dopo arriva la Pavia pe r darci il cambio.
Partiamo dopo mezzogiorno del 19 ed arriviamo all'imbrunire nella zo na d i El Cherima Pernottiamo sul posto, dietro alle linee tedes che . Il 21 ci spostiamo più ad est e prendiamo pos i zione vicino ad una batteria da 149/38 . A sera arriva l'ordine di cambiare posizione e il giorno dopo ci portiamo a ridosso delle compagnie avanzate , sul fianc o destro della via .
Organizzo la mia posizione e preparo le tavole di tiro: facciam o una prova a fuoco di sbarra men to che riesce perfettamente, nonostante i l timore di spostamenti incontrollabili del tiro, che dev'essere rigidamente esatto per non colpire i nostri .
A llarmi notturni: incursione d i commandos nella linea di congiunzi one fra 65° e 66° e sparatoria tutta l a notte con cattura di prigionieri. Il 27 s corso ho ricevuta una piccola foto di mia moglie Clara . Il 4 ci visita il comandante de l reggimento e facciamo una nuova ricognizione per una diversa sistemazione della mia compagnia, veramente senza pace! Il giorno dopo effettuo il nuovo cambiamento che mi obbliga a distaccare due dei mie i tre plotoni alle ali estreme del cap osaldo che, con la vn a Compagnia abbiamo costituito nel varco di 3 km fra la destra della Trieste e la sinistra della Ariete (8 a Bersaglieri) .
1/ T2 / 194 1. Dahar En Nb~ idat L ungo la nostra
avanzat a: un carro ing1ese Cruiser fuo ri con1battin1ento ....,
Il 6 scrivo al tenente Carlo Tomazzoli. pe r ringraziarlo delle fotografie c he mi ha invia t.o
~e lla notte del 7 si è verificato un alla r me al centro della linea, dal te nente Sonetto.
8 - 15/5/1942: la vna Compagnia viene ritirata ed io resto solo con ì tre plotoni disseminati su di un fronte dì oltre due chilometri! 11 giorno dopo mi vengono assegnati tre fucili mitragliatori.
AI mattino dopo una compagnia della Brescia viene a darm i il cambio. Nel tardo pomeriggio rientriamo al comando di reggimento, afflitti dalle solite difficoltà di orientamento per il buio.
Nella mattinata del 12 ci incolonniamo nell'attesa di muovere e ricevo posta, particolarmente gradita per il contenuto Partiamo e ragg iungiamo le retrov i e cli Segnali Nord e vi passiamo la notte .
l/ l:U :.941. Il jt)t\.ot~n~ole .Miu-:1\ri. ic;omkUì<la.ntt dd plolom: tullÌ(.:filtO ed tilçU11i. miei, soldati vidm> ~d un ,carro ingksc distmtto.
N ella mattinata del 1 3 andiamo a riconoscere le posizioni assegnate: la zona è pericolosa. A sera riconduco la mia compagnia, dando il cambio ai reparti della Pavia e, nella notte, ci sistemiamo alla meg lio .
Al mattino dopo ci organizziamo. [l posto è sempre più pericoloso per i continui tiri delle artiglierie inglesi che sparano dalle alture di E l Mteilin.
Intanto che bombardavano scri v o a Clara per rispondere alle lettere ri cevute il 1 2.
1 5 - 26 / 5/ 1 942: la nostra posizione si trova in una conca che avevo gi à occupata nel ' 41 quando comandavo la VP Compagnia: è ora un l uo g o assai pericoloso sia per la possibili tà di assalti notturni dei
commandos, sia pe r ché di giorno siamo sempre esposti ai tiri inglesi che ci torme ntano , costringendoci a tenere sempre gi ù la testa ed a muoverci per i servizi solo di sera ! Vado col sottotenente B er n ard i a riconoscere la linea ed a prendere co n tatt o con un osservatorio di artiglie ria e col comando di battaglion e da cu i dipendo, sfidando le ire dei cannoni nemici che ogni tanto fanno delle vittime Una notte si p r ese nt a un seri o alla rme su tutto il fronte, che ci tiene in attesa fino alle prime luci del mattino con un fuoco indiavolato! Finalmente. un magnifico pomeriggio, un nostro g ruppo da 149 / 38 riduce al si lenzio l 'artiglieria nemica!
Il 24, i l comandante della divisione viene a visitare la mia compagnia a mezzogiorno e spavaldamente si affaccia sul bordo della conca, attira ndoci i n tal modo pericolose scariche dei cannoni britannici. cosa ch e si poteva evitare! Prima di andar via mi mette agli arresti pe rché i mie i s oldati, per il caldo in s opportabile di quel deserto di polvere . stavano se nza .. . cami cia!!
Già da qualche gio rno sappiamo che deve cominciare la nostra gra nde offensiva per la quale tutto è predisposto : pronti a muovere at te ndiamo solo lo scoccare dell'ora ze ro, che aspettiamo da un momento all'altro con impazienza!
Il 26 di maggio viene da to il segnale co nvenu t o e nel primo pomeriggio si parte: comincia l'avanzata!
26 - 28/5/1942 : partiamo da Segnali Nord e sostiamo nella notte: la RAF ci illumina. All'alba riprendiamo la marcia ed entriamo nel ragg io d'azione delle artiglierie nemiche : il mio subalterno in prima, ten ente Serpico, viene ferito Ci fermiamo Nel pomeriggio siamo inv estiti da un violento fuoco di artiglieria : vengono colpiti la mia macchina .. . ed il mio pastrano ... irrimediabilmente!
A l mattino riprend ia mo l'avanzata ma, poco dopo, ci fermiamo di nuovo: c'è un vivace scambio dì fuoco fra le opposte artiglierie. Nella notte ci spostiamo in avanti prendendo posizione in attacco ed all'alba siamo sistemati alla meno peggio.
29/5 /1942 : nelle prime ore del mattino qualche improvviso colpo di artig lieria ci piove addosso: il nemico ha però abbandonato il caposaldo, che è cintato da reticolati e mine; riprendiamo perciò l ' avanzata con una certa cautela, a causa de l terreno minato, aggirando s ulla destra .la posizione abbandonata. Ad un certo punto vedo, sui co stoni alla nostra destra, autoblindo e carri i nglesi i n ricognizione, mentre una batteria volante prende posizione e c i i nnaffia di colpi ... Dopo poco, però, i nostri pezzi rispondono brillantemente e costringono gli artiglieri nemici ad andarsene, con un fuoco violento e be n centrato!
Inta n t o proseguiamo la nostra avanzata attraversando i campi minat i , su cui saltano uno SPA del Genio , un M 13 ed un'autoblindo , rip or ta ndo danni alle ruote ed ai cingoli; dopo una breve sosta meridia na completiamo il giro del caposaldo abbandonato e ci troviamo a lla s era di fronte alla posizione i nglese di Got .El Ualeb che, già dal mat tino, il 65 ° Fanteria sta at taccando . Nella notte tentiamo di aprirci un varco ma non ci riusciamo e dobbiamo fermarci davanti alle linee b ritanniche per attaccarle all'alba.
30 - 31/5/ 19 42 : dop o una preparazione di artig lieria, e dei miei mortai da 81, attacchiam o a lle 6 del mattino m a, dopo una lot ta acc anita , ìl II 0 Battaglione deve ripiegare con forti perdite: sono molti g li ufficiali ferit i (Ragus o , Geraci, Natali, Goggi) , mentre muore il buo n Catanzaro! Il comando di reggimento, con la mia compagnia mortai ed il 1 <> Battaglione, .restano al lo ro posto! Resistiamo e st ronchiamo un contrattacco nemico appoggiato da Bren Carrier. Un battag lione del 65 < ' viene a dar ci una mano, mentre si rior ganiz za il Il 0 Battaglione; durante il resto de l giorn o s ' incroc ia no t ir i di artiglieria e scam bi di fuoco delle opposte fa nterie.
Il gi orno dopo siamo sottoposti a d un violento fuoco d i disturbo me ntre ci prepa ri amo al nuovo atta cco.
l / 6 / 1942: all'alba gli Stukas fanno una visita agli inglesi! Subito dopo una violenta az ione di tutte le artiglie r ie e dei mortai da 81 precedo no il nuovo attacco travolgente ed il ll 0 Battaglione si prende la rivincita avanzando rapidamente ed irresistibilmente: il I0 Battaglio ne è un po ' ostacolato sulla sua sinistra. ove elementi nemici non vogliono cedere le armi, nonostante che la loro linea sia stata travolta dai nostri, che cominciano a fare molti prigionieri! Ormai la posizione è tutta nelle nostre man i e, ment r e s i procede al rastrellamento, ìl colon nello Chiapusso, che comanda il nostro reg giment o. nel tentativo di eliminare la superstite resistenza sulla nostra sinistra, cade al suo posto di comando, stroncato da una r affica di mitrag liatrice. Anche altri ufficiali (B e rardinelli e De Vito) vengono feriti leggermente, mentre Polite.lli e Pennazzi sono gravissimi: il primo morirà dopo poche ore. il secondo all'os pedale militare di Napoli. Molti dei nostri soldati sono caduti. o feriti e la Divisione Trieste viene citata sul bollettino di guer r a per il suo brillante comportamento e per la co nquist a di Got El Ualeb. Sostiamo ancora nella zon a fino alle 3 di notte, quindi. partiamo per attaccare Bir Hac heim.
2 - 8/6/194 2: nella mattinata g iu ngiamo ad est di Bir Hach eim, c he v iene così quasi completamente isolata ed alle 18, serriamo sotto da
sud est, mentre le artiglierie nemiche ci sparano addosso. Nella notte sost iamo e ci prepariamo all'attacco .
U giorno dopo entrano nuovamente in scena gli Stukas che ripetono i loro paurosi sganci per ben 5 volte verso l'alba, men tre, alternativam ente, formazioni di caccia bombardieri ingles i ci bombardano in picchiata Le artiglierie duellano accanitamente. A sera ci spostiamo, portandoci ad est e ci sistemiamo per la notte . Nei successivi 3 gio rni si verificano frequenti scambi di fuoco fra le opposte artiglierie (dob biamo stare continuamente all'erta pe r le improvvise salve che ci investono frequentemente!) ed azioni aeree. Nella notte del 7 ci spostiamo più avanti, un po' verso no rd est : all'alba abbiamo serrato sotto le posizio ni nemiche ma siamo anco ra all o scoperto.
Alle prime luci del1'8 lavoriamo febbrilmente per interrarci: durante il giorno siamo bersagliati dal solito fuoco di artiglieria . Poc o dopo mezzogiorno ricevo l'ordine di andare più avanti per ricono scere gli obiettivi per i miei mortai : emozionante marcia carponi per la calorosa accoglienza dei cecchini nemici! A sera ci spostiamo ancora più ava nti ed a sinistra : vedo il tenente Russo, ferito. La notte lavoriamo per sistemarci e, alle 24, vado a rapporto.
9/6/1942 : fuoco di a r tiglie r ia ed azion i aeree: sulla mia compagnia, arr ivano fra l'altro, de ll e raffiche di colpi da 40 mm che fer iscono un goniomet rista ; a sera ci spostiamo nuovamente in avanti e a sinistra : s i amo ormai a b reve d is ta nz a dai reticolati . Nella notte dista cco, dietro ordine del comando del reggimento, ìl plotone del sottoten ente Bernardi ad una compagnia avanzata, per appoggiarla più direttamente : il reparto dista solo 200 metri dalle pos izi on i nemiche Durante la notte sistemiamo le nostre postaz i oni lavorando si no a g iorno a causa del pessimo terreno. Nel corso della giornata sono stati feriti Valentini, Bianchedi, Monti e Giacomini.
10/6/1942 : fuoco di artiglie r ie ed azioni aeree. Con i miei mortai c entro diversi obiettivi durante tutta la gi ornata. In un bomba r damento degli Stukas viene ucciso il mio fante Orlandi e ferito l'attendente di Bernardi, a causa della brevissima distanza delle nostre pos i zioni dalle linee nem i che,· bomba r date dall'alto. A mezzanotte, d ue senegalesi disertori si presentano al comando del II 0 Battaglione da cui dipendo attualmente, mentre mi trovo a rapporto .
11/6/1942 : Bir Hacheim si arrende e procediamo ad occupare la posizione, rastrellando i prigionieri. Nella notte però, parte del presid io, costituito in maggioranza da francesi, è riuscito ad evacuare il fortino e a sfuggire alla cattura.
&· 12:'194 l Su lla pi:5ta di Bù d Gobi: si:guo lo :sviluppo ck:ll'ttL11Jrn: ne1ruça c1.>l
<.!a pitano f>cllìnari (a d.:.-srra );: i l ec·rcrak~ ,,\77.i ca si ni smt)
Tre dei m1e1 soldati incappano in mine a strappo, di cui il posto è pieno: uno rimane ucciso. gli altri due gravemente feriti. Anche il tenente Colonnello Zanetti. il nuovo com. di reggimento, salta su di una mina con la sua vettura. rimanendo miraco lo samente illeso con L'autista, mentre la macchina è distrutta! Il destino lo attendeva tuttavia , il 17 luglio ad El Alamei.n, do ve fu morta lmen te ferito . Spirò qualche gio rno dopo (N. d. C.).
Notevole è il materiale di ogni genere, i viveri e l 'acqua trovati nelle postazioni nemiche Poco dopo i reparti si riordinano e tor niamo nella zona di partenza ove sostiamo qualche ora. Nel pome r iggio ripartiamo in d ir ezione est - nord est; ogni tanto appaiono aerei nemici che si scontrano coi nostri caccia . Ci spingiamo sempre avanti alla ricerca de l contatto col nemico e, a sera, ci fermiamo sperando di riposare ma, a notte, giunge l'ordine di riprender movimento. Riprend i amo la marcia, superando le non lievi difficoltà degli spostamenti notturni; a metà notte ci fermiamo e incominciamo a sistemarci.
12/6/1942 : La notte è trascorsa insonne e, appena fa gio rno , continuiamo l'avanzata: ormai siamo a contatto col nemico. A mezzog iorno ci fermiamo ed iniziamo come al solito a sistemarci; dopo un'ora però, ci troviamo nuovamente in marcia. Presto le prime salve dell'artiglieria avversaria ci arrivano addosso: siamo di nuovo a con-
t atto con g li in g lesi! Scendiamo d ag li automezzi e ci schieriamo per il c ombattimento: intervengono le nostre artiglierie, appoggiate da mezzi corazzati e presto iniziamo ad avanzare . Formazioni della RAF incroci a no sul nostro cielo, azzuffandosi con la nostra caccia; un pilota inglese, colpito, si lancia col paracadute e prende terra a 4 metri da me che, assieme a Bernardi, sono in ricognizione per scegliere le nuove postazioni per la compagnia : corro per catturarlo ma mi acc orgo che è orribilme n te ferito ad una coscia e, quindi, innocuo. È g iovanissimo ed indossa una tuta nera che mi colpisce : mi dice di essere inglese; sopraggiunge in tanto la nostra ambulanza, con il medico, che se lo prende in consegna. La resistenza nemica rallenta mentre noi procediamo rapidamente. A notte ci fermiamo ed assumiamo , fra le solite difficoltà , uno schieramento che ci consente di fronteggiare qualsiasi situazione: stav olta la mia compagnia è in appoggio al Il 0 Battaglione.
13/6/1942: a giorno fatto riprendiamo I ' offensiva, attraversando un t erreno cosparso di mezzi corazzati distrutti di diverso genere e tipo, q uasi tutti nemici; verso le 15 dobbiamo fermarci perché siamo di fr onte alle posizioni fortificate di Bir Bellefà : la reazio ne di fuoco avv ersaria è violenta e diventa sempre più efficace Alle 16 mi spingo a vanti accompagnato solo dal mio attendente Bonetti, per prendere a ccordi col maggiore Promontorio, individuare gli obiettivi da battere e scegliere le postazioni per i miei mortai . Ho appena raggiunto il mio superiore che si scatena un inferno di fuoco d'ogni arma sul batt aglione che si trova allo scoperto! Le nostre perdite sono notevoli e p er t re ore e mezzo , fino cioè al calar delle tenebre, sfioro la morte, rimanendo invece completamente .incolume : divido il pericolo col m aggìore che resta ferito lievemente al c apo e con un sottotenente d ei Guastatori che, appena giunto e preso il mio posto , appiattito a te rra sul terreno dietro a d un piccolo rialzo di terra e di pietre, viene c olpi t o a d un t allone da una sch e ggia che g lielo asporta ... anche s ulla mia bust i na arriva una scheggia di rimbalzo, for t unatamente s enza conseguenze! La nostra posizione è talmente pericolosa che i due f eri t i devono a t tendere l'oscurità e la fine del fuoco per farsi med icare; m i sovvie ne che è il 1 3 di giu g no, ossia il giorno di S . An t on io, e rilevo c he i momenti peggiori li p asso nelle f estività o nelle r icorrenze: strana coincidenza, molte volte ripetutasi!! ...
Pre si g li a ccordi c ol maggiore torno indietro per sch i erare la mia c omp a gnia, andando .incontro alle s olite peripezie per ritrovarla e po scia per r i ntracciare nell ' oscuri t à quella c he dovrebbe la nostra p osizione. C ompia m o un lavoro brutale per scavare le postazioni e a ttendiamo vanamen t e, per me t à della notte, gli automezzi coi rìfor-
nimenti; quando ormai ogni speranza era svanita riesco a rintracciarli, per intuizione, dal rumore dei motori che si distingue nel silenzio nott ur no e, ripreso contatto con l 'autocar reggio, che si era quasi smarrito, ci rifocilliamo alla meglio e ci riforniamo di tutto il necessario per l'indomani. In piena notte vediamo le fiammate ed udiamo il frastuono d'una viole nta lotta nella posizione inglese sulla nostra estrema destra; sul nostro fronte, però, non accade nulla: passano cosi le ore di oscurità nei duri lavori di sistemaz i one campale.
6/ 12/194 1. I •ista di B ir cl Go bi LID nostro illlticarro Hotc.hiss. Vicino, il s.tcn. 1'1-mauolL aul\'1re di que s1e fotogrn1ie (co l Tornmy Gun ).
14/6/194 2: appena fa giorno ci rendiamo conto che gli inglesi, attacc ati nella notte sul loro fianco sinistro dai nostri mezzi corazzati. han no ripiegato abbandonando la posizione che ci fronteggia e ci ha ca usato tante noie; riceviamo l'ordine d.i caricare gli automezzi in atte sa di riprendere la nost r a marcia. Verso mezzogiorno si verifica un a llarme, perché i reparti blindati britannici effettuano una puntata esplo rativa; i soldati girano, intanto, nelle posizioni nemiche ricche di ogni cosa, specie viveri ed acqua. generi sempre molto ricercati ! Nel pomeriggio siamo ancora in attesa di muovere ed intanto la RAF incrocia su di noi, contrastata dalla contraerea : qualche aereo è co lpi to ed un paio precipitano in fiamme. All'imbrunire ci incolonniamo e d iniziamo una snervante marcia notturna . con tutte le difficoltà e le complicazioni dovute all'oscu rità, al sonno, che fa p erdere a qua lc uno il collegamento col res to della colonna (e per causa sua a tutti g li altri che lo seguono), ai campi minati che bisogna attraversare
t utti nello stesso punto, alle avarie delle macchine, che provocano i mprevisti di ogni genere : tutto cìò non è nuovo per me, né certo sarà l ' ultima volta, tuttavia è sempre preoccupante!
A metà della notte, dopo un difficile e tortuoso cammino in mezzo a zone minate e pessimo terreno per gli automezzi, reso ancor più arduo dal buio, mi accorgo che diverse delle m i e macchine non mi hanno seguito, perché la nostra colonna si è frammentata e cì siamo persi di vista: mi mancano due plotoni completi con i loro ufficiali e t emo per loro, dato il te r reno minato entro cui si sono presumibilmente smarriti; proseguo comunque dietro la colonna di cui faccio parte, cercando di non perdermi a mia volta. All'alba ci fermiamo in una zona fo r micolante di truppe e mezzi nostri, schierati.
15/6/1942 : vado al Comando di Reggimento per prendere o r din i ed apprendo ch e l'altra metà della mia compagnia è già arrivata con una colonna a cui s'era aggregata quando si era persa nella notte . Raggiungo la posizione assegnatami dove trovo le pecorelle smarrite, a cui faccio una bella strigliatina per quant o mi renda conto c he non e ra tutta colpa loro!
Verso le 11, quando eravamo quasi sistemati, giunge nuovamente ordine di a n da r e a van ti ed attestarci in prossimità di u n vasto c ampo minato steso dagli inglesi, che ora difenderà noi, però, mentre ci aggiriamo sul posto, il nemico ci scarica addosso alcune salve da 88, senza danni, pe r fortuna ! Ci attestiamo a caposaldo con il II 0 Battaglione ed i l comando di reggimento, dopo aver cambiato posto ben 3 volte nella calura pomeridiana e, a sera , infine , assumiamo uno schieramento che spero sia definitivo. Per parte della notte lav oriamo poi alle postazioni per le armi e per gli uomini.
1 6/6/1942: all'alba, mentre giro per orienta r mi nella zona assegnat aci, incontro una grossa lepre . .. che regolarmente mi lascio sfug<:rire!
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Completiamo l'organizzazione dei servizi e la sistemazione, ma nel p omeriggio carich i amo tutto di nuovo e ci incolonniamo per una l unga marcia che iniziamo all'imbrun i re; procediamo fino a metà notte e giungiamo sulla strada dell'Asse : dobbiamo schierarci a cav allo di questa , ma incontriamo molte difficoltà per l'oscurità e la presenza delle mine . Con la mia compagnia ricevo ordine di sistemarmi a sud della rotabile, in un caposaldo ing l ese co n quistato dai t edeschi nella mattinata; vado con due ufficiali ed un porta - ordini a ri conoscere la posizione e , in ta le circostanza, avviene un incidente a bbastanza grave: un gruppo di feriti tedeschi, con un loro posto di m edicazione, erano rimasti per la notte nella postazione britannica
abbando na ta, cosa che no i .ignorava.mo .
Accade così che, mentre ci avventuriamo fra i reticolati ed i relitti della recente battaglia, con la debita prudenza (ci potrebbero essere de lle m ine) , vediamo d'u n tratto delle omb re che si muovono vicino a d una montagnola: intimiamo l ' alt di ve rse volte senza ottenere ris posta e gridiamo la parola d'ordine di riconoscimento con i tede -
schi, ma invano Spariamo qualche colpo di moschetto in aria e ci avviciniamo: uno dei due ufficiali in ricognizione con me lancia allor a una bomba a mano che finalmente riesce a smuovere l'apatia e la flemma dei nostri alleati, i quali cominciano a gridare "kamarad" e si fanno riconoscere; intanto, tre o quattro di loro sono rimasti feriti ed uno tanto gravemente che, forse, non si salverà! Chiarita la situazione dal punto di vista bellico, dobbiamo penare non poco per far capire al sottotenente tedesco, comandante del drappello, che lancia tuoni e fulmini, come la colpa sìa tutta loro, essendosi infis chiati di rispondere a tutt e le nostre intimazioni che erano state reg olarissime! A mezzo di uno degli ufficiali che mi hanno ac compagnato e che parla correntemente il tedesco, finiamo poi per metterci d'accordo; al nostro ritorno riferisco l'accaduto al Comando d i Reggimento, il quale non trova nulla da ridire sul nostro operato .
1 7 / 6/1942: appena sorge il sole procediamo ad una più razionale sis temazione ed organizzazione delle postaz i oni . Devo inoltre raccontare gli avvenimenti della notte al vice comandante della Divisi one che è venuto sul posto per sapere come si sono svolti i fatti ed a nch'egli riconosce che la responsabilità era tutta dei tedeschi. Ispeziono, quindi, la zona in cui mi trovo e quella circostante, rileva ndo la solidità delle postazioni nemìche e l'abbondanza di armi, materiali, viveri, equipaggiamenti vari e persino di depositi interra t i d'acqua! Si trova di tutto nelle posizioni abbandonate, e molti cadave ri , in maggioranza indiani, attestano la recente lotta ivi svoltasi. Un' autoblinda, contenente un morto , viene allontanata dalle nos t re p osizioni ed incendiata dai t edeschi: ormai , col caldo, si comincia a sen tire il fetore della decomposizione
Durante il giorno le artiglierie britanniche ci scaricano add os s o all'improvv i so delle salve che ca dono in mezzo a noi con grande precisi one, conoscendo il nemico molto bene la nostra posizione : dobbiamo quindi stare sempre attenti a lla partenza di questi colpi pe r non farci sorprendere allo scoperto!
Nel pomeriggio c i perviene l 'o rdine di prepararci a riprendere il movi mento ed una macchina alla volta ricarichiamo tutto, riunendoci in uno spiazzo ad ovest della strada dell'Asse , vicino al Comando di Regg imento, m a il movimento e l'ammassame nto degli a utomezzi, pur essendo la zona relativamente defilata, sono scoperti dal nemico e, a ll'improvviso, il posto viene inquadrato dai t iri avversari. Ci allargh i amo immediatamente per offrire il minor bersaglio possibile, me ntre le nostre macchine, a gran v e locità, iniziano ad incolonnarsi ne lla direzione stabilita, portandosi fuori tiro. Avviatomi verso uno de i miei automezzi che ta r dava a partire, per sollecitarlo, s ono so r -
preso in piedi dallo scoppio di un proiett il e -a 4, 5 metri di distanza - di cui troppo tardi avevo udito il sibilo di arrivo : la mia attenzione e r a infatti rivolta aJla macchina che cercavo di salvare! Per istinto mi getto a ter ra , ma le schegge mi avevano già raggiunto e sor passato senza nemmeno toccarmi, mentre ero ritto in piedi! Anche questa è andata bene, com e le tantissime altre volte passate
Intanto, col tramonto del sole, inizia la nostra marcia, piuttosto pe-
rìcolosa perché dobbi am o sfilare fra le difese di El Duda, (località a me tristemente nota) e la cintura fortificata di Tobruk. per portarci audacemente ed inasp e ttatame nte ad est della città; l'oscurità ci protegg erà nell'ardua impresa, ma si accompagnerà nello stesso t empo alle sol ite difficoltà, aumentate dal rischio, in caso di smarrimento. di capitare in mezzo alle difese nemiche senza accorgercene o poterlo evita re. Per buona parte della notte, Le cose procedono più o meno bene , ma proprio quando si avvicina l'alba avviene il gua io e tre macchine d'arti g lieria, che mi precedevano , dopo una sosta non s'acc orgono che la colonna è ripartita, essendo il personale alla g uida stanco ed in sonnolito: perdono cos ì il collegamento col g rosso, e lo fa nno perdere anche a me, che seguivo con la mia compagnia ed altri reparti accodati! Quando mi porto verso la testa della colonna . messo in allarm e dal prolungarsi della sosta, mi rendo conto de lla situazione davvero preoccupante e cerco febbrilmente di riallaccia rmi con i reparti che ci p recedono; per fortuna ci riesco , non se nza aver vagato da og ni parte nell ' affann o sa ricerca del grosso, risultata vana per più di mezz ' ora
Nicola Campo18/6/1942 : siamo ad est d i Tobruk e. mentre albeggia , lavoriamo alacremente ad interrarci per non farci scoprire. Qualche autoblindo ing.lese, incuriosita dal movimento nota to ne.lla zona, viene avanti p er vedere di che si tratta : presto si accorge della nostra identità e ritorna precipitosamente indietro per dare l'allarme, inseguita dai colpi della nostra artiglieria che oramai non ha più motivo di conservar e l'incognito Subito dopo, vediamo le ben note batterie vo lanti ve nirci incontro e, presa posizione, iniziare i loro tir i che durano tutta Ia gi o rnata . Ne l pomeriggio, insieme ad altri comandanti di reparto, vado a riconosce re nuove posizioni in una località più ad est, dove troviamo postaz ioni e depositi dì munizioni perduti dalle nostre truppe l'anno preced ente Rientrato alla compagn ia, ne predispongo il movimento, c he effettuo prima dell ' imbrunire con le dovute precauzioni, per evit are di attirarmi addosso qualche scarica degli 88 che non smettono d i molestarci!
19/ 6/1942 : in mattinata ci prepariamo ad un nuovo spostamento pe r partecipare all'attacco su Tobruk e, dopo le 12, iniziamo la marcia, po r tandoci a sud della città. All 'imbrunire siamo ìn un vallone ove ci riordiniamo fronte a nord, dietro a d uno scalino roccioso, me ntre proiettili di grosso calibro scopp i ano nella zona con fragore pauroso; a notte sal i amo lo scoscendime n t o de l terreno dietro cui e ravamo riparati e serriamo a piedi, in formazione dì battaglia, verso le difese inglesi di Tobruk. A 150 metri dai primi reticolati ci fermia mo e, sta b ilito lo schieramento, iniziamo il durissimo lavoro pe r s cavare le postazioni. Tutto dev ' essere fatto p ri ma del! 'alba e nel m odo migliore per s ottrarci all'offesa del ben organizzato avversario a l quale ci siamo avvicinati co l favore dell'oscurità : purtroppo il te rren o è pe ssi m o, essend o costituito da p i et rame e fa lde rocciose, per cui dobbiamo rinunciare all'id ea di cost ruirci una base di partenza più sicura e, a ccon tenta ndo ci di scavi più superficiali, affi darci alla s orte! . ..
20/ 6/1942: alle prime luci dell'alba ci interriamo come meglio è possibi le per non farci scorge re, me n tr e arrivano gli Stukas ch e danno il via all'attacco! Subi t o dopo segue il tiro concen t rato di tutte le nostre artiglierie sulla pos izione che ci fronteggia ed i mie i 9 mortai da 8 1 v omitano su i reticolati le g ranate a gra nde capacità. se nza i nterruzi one, fino a quando mi p erviene l 'o rdine d i sosp endere il fuoco perché l e compagnie scattan o all'attacco. Anch'io serro sotto pe r meg lio app oggi are i fucilie ri che avanzano sul terreno scoperto e bat -
9/12'194 I Sir 13ellefà: un carro nem .co cnlp1fn dalla mia Ct)mp.agma e.fo rante il duro oomoo tùmcuto dcl]a gion~la.
t uta dalla reazione avversaria. Gli uomini si spa rpaglian o cercando ripa ro dietro ai magri appigli che offre il terreno, mentre il fuoco nemico diventa sempre più intenso e micidiale: ci sparano ad do ss o a nche i grossi calibri! Sette nostri carri M 13 tentano di sfondare su l nostro fronte, ma si trovano davanti ad un insormontabile fosso antica rro che li blocca, mentre, improvvisamen te, si smasche r ano i pezzi a ntic arr o britannici che fanno fuoco a bruciapelo, mettendone 3 fuori combattimento! Gli altri quattro, allora, vista l 'impossibilità di passa r e, so no costretti a ripiegare camminando lentamente in retr omarcia e facendo fuoco con le armi in torretta: impiegano perciò un'eternità di tempo per rientrare alla loro base di partenza, mentre il loro passaggio in mezzo a noi ci atti ra le scariche dei pezzi nemici . So no riparato dietro alla parte sopraelevata del ter r eno d i un piccolo ricovero semi sotterraneo dove si è installato un sottote nente medico ch e, insieme con un infermiere, presta i primi soccorsi a numerosi feriti i quali, a volte in condizioni impressionanti, si t rascinano da sol i o accompagnati, fuori dalla lotta; vedo il tenente Monachesi ferito ad un braccio; la pos izi one in cui mi trovo è assai pericolosa giacché sono praticamente a llo scoperto, essendo a malapena defilat o alla vista ma non al ti ro: infatti. per due volte ho corso un serio ris chio! La pri ma. una grossa scheggia del peso di circa 3 chili, di g hisa infuocata mi è piombata sulla coscia destra per sola forza di g ravi tà , avendo ormai esa urita la sua energia viva ed av verto il colpo
come una sassata, quindi mi scotto le dita per butta r via questo scheggione dì cui già avverto il calore sulla carne . La seconda volta una scheggia spezza il manico di un badile appogg i ato alla mia gamba destra e di rimbalzo va a ferire sulla tempia destra il goniometrista sdraiato al mio fianco! Fortunatamente la feri ta, che in un primo tempo appariva mortale, non lo uccide, e lo faccio accompagnare indietro ad un posto di medicazione .
Con l'oscurità, finalmente cessa l'infernale sinfonia e, verso le 22, veng o chiamato ad un vicino pronto soccorso dove trovo il tenente carrista Roberti. comandante della Compagnia M 13 decimata al mattino, ferito gravemente, il quale, conoscendomi e sapendo della mia presenza sul posto, aveva vo lu to vedermi. Pur temendo che possa perdere una gamba, gli faccio coraggio.
Pi ù tardi ricevo l'ordine di assumere un nuovo schieramento, vado a riconoscere il terreno e vi co n duco la compagnia; passiamo la notte a scavarci le postazioni. Domani prevediamo un'altra brutta giornata, essendo il terreno scoperto e battuto dal fuoco nemico la cui mic idiale efficienza abbiamo sperimentato tutto il giorno .
21/6/1942 : il cerchio delle divisioni che serrano Tobruk da t re lati ha avuto finalmente ragione dell'accanita difesa e già ieri ci sono state infiltrazioni dei nostri reparti nel settore est della cintura fortificata . Ne lle prime ore de l mattino ha luogo inaspettatamente la resa : infatti, a ll 'alba, mentre ognuno era pronto e vigile, in armi, in attesa di riprendere l'azione, giu nge la lieta novella che ci fa usci re dalle postazioni per commentare con giubilo l'avvenimento, incuranti degli ultimi spari che echeggiano vicini o lontani quali aneliti finali delle residue resistenze.
Poi, ci raggiungono gli automezzi e procediamo al carico delle armi, delle munizioni e degli uomini; più tardi c i incolonniamo e riprend iamo ìl movimento per riagganciare il nemico in ritira ta, fermandoci nel pomeriggio nella zona di Sidi Rezegh . Dopo aver partecipato alla ricogniz ione del posto col comando di reggimento faccio schierare la compagnia e ci organizziamo per la notte
22/6/1942 : al mattin o vado a prendere ord ini dal colonnello e schiero nuovamente la compagnia dopo aver esplorato ancora la zo na. P redispongo il movimento ordinatomi ma, mentre lo sto effett uando, mi giunge il contrordine; vers o le 12 finalmente riesco ad ave re la pos i zione definitiva (ma per quanto ?!) . Scaviamo così le postaz ioni ed organizzo i vari servizi sperando in una sosta, sia pur breve. ma nel pomeriggio son o chia mato nuovamente a rapporto e ncevo gli ordini per la marcia. Ricarichiamo tutto e ci incolonniamo,
riprendendo all'imbrunire il tragitto verso est, che dura tutta la notte.
23 - 24/6/1942: dopo le consuete tribo l azi oni notturne , al mattino, ci troviamo nella zona di Sidi Omar: il terreno si presenta con qualch e ondulazione. Effettuiamo un paio di sbalzi, parte a piedi, parte sugli automezzi, neutralizzando piccole sacche di resistenza nemica
t}:'J2'l941_ l:3 ir 8cllcffi.: lo stesso carro dcJla fi,imra 19.
e sfuggendo alla reazione britannica che tenta di ostacolarci. A sera g iun giamo al confine egiziano di Sidi Omar, allarghiamo la formazio ne degli automezz i e ci organizziamo per pernottare.
Al matti no dopo, ci rimettiamo in moto e, varcato il confine entriamo in Egitto : incomincia in questo modo la nostra attraversata del Deserto Egiziano, alla ricerca del contatto col nemico che si ritira , mentre le centinaia di km che c i separano dalla nostra meta diminuiscono: marciamo verso Alessandria!
Peripezi e, difficoltà e pericoli costellano ìl nostro cammino, ma s u di tutto domina l'offesa aerea nemica che no tte e giorno ci perseg uita, inco ntrastata. per l 'a ssenza della nostra caccia in crisi a ca usa della lontananza dalle sue basi. Nel tardo pomeriggio .raggiungi amo la ferrovia inglese che, dalla Cirenaica, porta a Marsa Matruh e l'attraversiamo, passand o sulla sinistra del binario e proseguiamo c osteggiando lo. Appena buio facc iamo sosta ma. mentre la colonna
è ferma, siamo scoperti dalla RAF che ci i ll um i na con i bengala e ci bombarda - macchine colpite e feriti -. Riprendiamo il cammino a sbalzi, intervallati da soste .
25/6/1942 : all'alba ci fermiamo schierandoci a caposald o in una zona a nord della ferrovia . Nel pomeriggio una formazione di bombardieri ci centra in pieno: ci sono feriti e mort i , fra cui il tenente De Vito, già ferito a Got El Ualeb, ed ancora con la testa fasciata, mentre un'ambulanza ed alcuni automezzi vengono messi fuori uso . All'imbrunire, ci incolonniamo di nuovo e riprendiamo la nostra marcia verso est . Alle 20 la RAF ci i ndividua ed inizia uno spavent oso bombardamento che dura otto ore, senza darci respiro: gli aerei, infatti, fanno la spola fra noi e le loro basi, dove rifanno il carico d i bombe che sganciano senza economia su tutta la colonna divisio nale, a cominciare dalla testa verso la coda, con implacabile regolarità e precisione! Uguale trattamento ricevono le altre divisioni la cui sorte ci è rivelata dai bagliori, dalle esplosion i e dagli incendi che vediamo in lontananza, ma la nostra situazione è ben grave: il deserto, infatti, non offre alcun riparo per sfuggire a questa pioggia di fuoco o per occultarsi e tutta la colonna è ormai immobilizzata e d isorganizzata, autocarri carichi di munizioni saltano in aria, irradiando intorno altre schegge e proiettili che scoppiano! Le macchine colpite bruciano qua e là o vengono messe fuor i uso e non res t a che te ntare di salvare gli uomini, facendoli allontanare per quanto possi bile dagli automezzi, bersaglio preferito degli aeroplani. L'entità degli spostamenti è tanto limitata però, da non rapp r esentare certo una rassicurante gar anzia! Neppure si può contare sull'oscurità quale fattore favorevole a no i , giacché grappoli di bengala che conti nuamente vengono sganciati dagli ae r e i nemici, illuminano a g iorno il terreno: possiamo così seguire tutte le fasi di questo carosell o che si svolge sulle nostre teste e subirlo, impotenti a reagire! Vedia mo così le scure sagome degli apparecchi abbassarsi; dopo a ver scelto con cura e con comodo il bersaglio, udiamo il rantolo dei motori che scendono i n picchiata ed il sibil o lacerante delle bombe, segui to dal fragoroso scoppio: ben presto mi è ben chiara la tecnica dell'a zione, cosa che , insieme ad una buona dose di fortuna, m i consen te per qualche tempo di s fuggire alle esplosioni, girando intorno a l mio autov e icolo, utilizzato come paraschegge, insieme all'attendente, al f u ù ere, all'autista e ad un a lt ro soldato che erano voluti r estare con me. A seconda della direzione dell'aereo che ci prende di mira, ed alla provenienza dei sibili in arrivo, ci spostiamo da un lato o dall'a ltro e le schegge frullano intorno a noi ma, miracolosamente, n on ci toccano! Ad un certo momento però, mi accorgo che le bombe
9.' 12/ 1~41. lhr Bdl~fu: tenni naio il c,>mhattim.mto, os~ rv t1 il campo c1 buHa glùt.
c ominciano a scoppiare così vic in e a l nostr o aut oc arro da fa r pe ns are che sia gi u nta la nost r a ora, deci do pe rc iò, immedia t amente, di a bbando n are il posto, divenuto o r mai perico losissimo e , insieme ai qu a tt r o u om ini , m i a ll o n ta n o i n frett a. app en a i n temp o: infa t ti la macchina viene inquadrata dalle esplosioni! Il mio intuit o ci ha salvat i: cessata l'azione aere a r ito r n o , vers o l'a l b a , a l veic olo e co ns tato c he numerose schegge l'ha n no colpito nel motore, nelle ruote e n ella c arrozzeria; molto materiale che si trovava all'interno è rimasto danneggiat o o è st at o distrutt o. La macchina è p e r ciò, fuori uso, né c'è possibilità alcuna di ripararla e non mi resta che tentare di cambiare le gomme e rimorch i arla, fi n o a quando non avrò la p o ssibilità di t rasbordarne il carico sugli altr i automezzi, cosa difficile, essendo g ià tutti sovraccarichi.
2 6 - 27/6/1942 : ispeziono la mia colonna e constato che non solo la mia macchi n a è stata colpita ma altre cinque sono da n neggiate. in particolare a ll e gomme e non tutte hanno la ruota di ricambio per le sostituzioni : devo perciò provvedere febb r ilmente a rimettere la mia compagnia, pe r metà appie d ata, i n co n dizio ni di rip r e nd e r e il movimento. L'azione del nemico ha indubbiamente ottenuto lo scopo cl i intralciare, se non di rall e ntare, la nostra marcia, distruggendo o dannegg i ando i nostri mezz i.
Ve r so le 7 la colonna si rimette in moto mentre io non sono ancora riuscito a riparare i danni sub i t i.
Finalmente anche la mia compagnia può partire, appena in tempo pe r non perdere il collegamento con le ultime macchine che, in lont ananza, mi indicano la direzione: mi lancio all' inseguimento e mi t ranquillizz o solo quando ho raggiunto il reparto che mi precede L'aviazione nemica, ogni tant o, torna a molestarci e vedo una Cicog na abbattuta da un caccia britannico: pensiamo subito a Rommel, us o a se rvir si sovente di questo mezzo per spostarsi sul campo di b attaglia ma apprendiamo poi che si trova altrove! Attraversiamo la fer ro via che sinora abbiamo costeggiato sulla destra e ce ne allontania mo, lascìandola sulla sinistra e inoltrandoci sempre più all'inte rno del Deserto Egiziano: il terreno si presenta ora con qualche o ndulazione e dei coston i. N el pomeriggio, mentre una formazione inglese ci attacca per l'ennesima volta, sopraggiungo no 4 caccia Messerschmitt: finalmente la nost r a aviazione torna a proteggerci! Ve rso le 16 ci fermiamo e, sistematici a difesa, pas siamo la notte. Riprendiamo la marcia il mattino dopo e sostiamo per 2 volte prende ndo posizione ma ordini successivi ci fanno ricaricare e ripartire .
Il terreno si presenta vario: dalla pos izione di partenza siamo scesi a valle ed abbiamo occupato un 'a ltura, successivamente ci siamo fe rmati in mezzo ad altri rìlievi di piccola altezza e dopo la seconda so sta , riprendiamo il movimento che dura tutta la notte. L 'aviazione ne mica non ci dà t re gua, nonostante il buio fitto : i mitragliamenti rompono, con il loro cupo gracida re, il silenzio notturno, unitamente all e grida laceranti dei feriti, la stanchezza ed il sonno ci opprimono e d il pericolo ci sovrasta sempre! I proiettili traccianti, sgranandos i c ome un rosario dalle mi t raglìere, solcano l'aria con i loro vìvidì colo ri: spettacolo affascinante queste traiettorie luminose che si speng ono sulla terra, se non fossero appo rtatrici di morte!
2 8/6/1942: all'alba ci fe rmiamo in una piana limitata in lontananza da una linea di costoncini, c i schieriamo provvisoriamente ed in iziam o lo scavo delle postazioni Approfitto della sosta pe r scaricare il materiale dalla mi a macchina che mì sono rimorchiata dietro fin qu i: portarsela ancora app resso sar ebbe in utile, giacché non ci sarà mai la possibilità di effett uare le riparazioni di c ui abbisogna, che si p ossono effettuare solo in una grande officina ·che non abbiamo c er t o al seg u ito!
Pe rtanto è preferibile abbandonarla per non sottopo rre ad uno sforzo pericoloso le altre macchine già abbastanza logore, che devono trainarla a t urno. Riesco a fatica a distr i buire il carico sugli automezzi rimast imi, che sono assolutamente insufficienti alle necessità della mia compagnia e mi s eparo con rincrescimento dal m io OM TAURUS a cui le vicende , i peric oli vissuti ed i tanti km percorsi insieme , mi
hanno legato per molto tempo: partito rombante dalla Marmarica e giunto di successo in successo nel Deserto Egiziano, ora giace fermo pe r sempre, spogliato di tutte le parti utilizzabili che serviranno a ridare, quando necessario, una vita pulsante agli altri automezzi cui la sorte ha riservato altre battaglie. Ridotto ad un relitto esso resterà su l posto pe r testimonia r e con la sua prese n za e l e sue ferite, la pa rte avuta e po r tata a termine in questa immane corsa in terra d'Egitto, per raggiungere il nemico battuto ed in ritirata! ... Verso le 12 ci pe r viene l'ordine di ripr e ndere il movimento e, lungo la strada percorsa, su di un terreno variamente ondulato, si trovano
12/1:211941 . ~idi Bn::ghis c: pczz.c da 75 :11m dd :! Imo An i~l icria Ca mpale in azione.
le tracce del passaggio· degli inglesi, in particolare fucili in ottimo stato con cartucce e buffetterie. Via gg iamo fino a ta rdo pomeriggio quando giungiamo in prossimità di un'altura dove si odono esplosioni continue e, giunti sulla sommità, vediamo un grande pianoro . tra le cui pieghe un grosso deposito di munizioni è stato fatto saltare dagli inglesi in ritirata: il terren o è cosparso di proiettili di vario calibro già esplosi e bruciati, mentre qualche deflagrazione s i fa sentire anco ra , co nsig l iando la massima prudenza a circolare nella pericolosa zona!
Ci ar r estiamo schierandoci a difesa per pernottare con le dovute mi<; Ure di sicurezza ma, durante la notte, siamo messi in al larm e da un intenso traffico d'automezzi nella zona, in particolare alle spalle
della mia compagnia Avvertiamo il rombo dei motori ed un fragore inspiegabile associato a qualche sparatoria: qualcosa sta succedendo, e perciò restiamo all'e rta, pronti ad ogni evento! Finalmente apprendiam o che una colonna nemica in ritirata è capitata a sua insapu ta in mezzo al nostro carreggio ma, per fortuna, i nostri non si sono fatti sorprendere ed hanno .reagito vigorosamente, catturando molti prigionieri ed impossessandosi d'un abbondante bottino di macchine, armi e materiali vari!
Inta nto, mentre attendiamo vigili gli eventi, si fa giorno. Neppu re questa notte abbiamo potuto dormire e riposarci delle nostre ininterrotte fatiche! .. .
29/6/1942: all'alba facciamo i preparativi per la partenza e ., verso le 8, riprendiamo la marcia . Durante una delle soste un mio subalterno, il tenente Goffredi, mi raggiunge comunicandomi d'aver recuperat o due camionette nemiche abbandonate ed averle messe alla meglio in grado di procede.re Verso sera però, sono costretto a lascia rne una, troppo scassata per poter continuare il cammino: non mi conviene rimorchiarla per le stesse ragioni che mi avevano consigliat o di non farlo per il mio autoveico l o . La nostra situazione, in questa fase della battaglia, lanciati come siamo all'inseguimento del nemico in ritirata, poggia tutta sulla nostra capacità di movimento ed è quindi precipua preoccupazione dei comandanti di reparto l'efficienza e la quantità degli automezzi disponibili : ecco perché ogni macchina perduta, ed ogni avaria che ne pregiudica il rendimento, costituiscono una vera calamità.
All'imbrunire ci fermiamo davanti ad un vasto campo minato che ci sbarra il cammino : bisognerà aprirsi un varco per passare, cosa a c ui provvederanno i Guastatori appena possibile. Usciamo dalla pista finora seguìta e cì irradiamo sparpagliandoci entro una specie di largo canalone e disponendoci a passare la notte
30/6/ - 1/7/ 1942 : al mattino. mentre ci prepariamo a partire, un i mprovviso attacco di mezzi corazzati inglesi, accompag nati dalle solit e moleste batterie volanti, ci costringe a schierarci precipitosamente sotto il grandinare delle granate e dei colpi anticarro che s pazzano il terreno coi loro sibili paurosi. La nostra linea, dapprima improvvisata alla meglio, viene man mano perfezionata con i conseguenti ripetuti cambiamenti di posizione; l'attacco nemico, subito rintuzzato e contenuto dalla nostra reazione, si spegne e gli inglesi rip ie gano . Nelle prime ore pomeridiane, ape rto un passaggio nel campo minato, ci rimettiamo in movimento e, lungo la strada, il solito Goffredi procura alla compagnia una Chevrolet fornita di verri-
l S i l l l 1941. Sidi. B:-eyh.is:;: drn: ca~1j inglesi prigionieri. uopo chç erdllo, ri usciti ad entrare nelle nostre linee ,·on LI loro cruro.
celio, abbandonata dai bri ta nnici: stavolta si t ratta di u na magnifica macchina nuova , completa di tutto, pe rfino i l carico è p rez ioso : si t ra tta infatti di la tte di benzina ancora imb a llate! M anca solo il vola n te che è stato evide n tement e asportato e l o sostituiamo co n un cacciavit e che, infilato nell a fessura de lla chiavetta di fissaggio all'es tremità de l t ubo de llo sterz o, serve, s i a pure in maniera u n po ' ">c omoda, a di ri g ere il veicolo: è una ve ra fortuna che ci è capitata!! C ontinuiamo ad a vanz are fino a sera, quindi ci portiamo a sinist ra de ll a pista che s t iamo pe r correndo e ci attendiam o per la not te, sperando di non dove r subi re qualc he altra sorpresa del nemico, il quale sembra sia. per il momento, in vantaggi o su di noi in questa co rs a verso Alessandria! Pe rno ttiam o senza in cident i. salvo l'ormai ab it uale att ivi tà dell' aviaz ione av versari a che, per fortuna, stavo lta è indirizzata altro ve!
Al mattino dopo, in attesa degli ordini , faccio un giro dell a zona per riconosc erl a bene e fa rmi un ' idea esatt a circa l 'u bic azi one dei miei cnmions e degli uomini. che la sera ho fatto spa rp agl i are intorno a me co me normale misu ra di sicu re zza; nel frattempo, vie ne recuperato da i rottami che si t rov ano in giro un vola n t e di Chevrolet. co n il quale m e tt iam o in pe rfetto a ssetto l a ve ttur a. Ripr end i amo la marcia vers o le 1 O, ma il te rren o la ritarda pe r ché sp esso le ruote affo ndano nella po l vere sc onvolta delle piste pe r corse dalla nostra
col.onna, provocando l'insabbia m ento di nu me rosi auto me zzi. Cominciam o cosi ad appre zzare pienamente l 'utilità della nos tra Che -
vrolet, il cui verricello fa miracoli nel disimpegnare le macchine immobilizzate, riportandole su terreno meno infido: la sua indefessa attività si svolge non solo a favore della mia compagnia, ma anche dì altri repartì in crisi lungo il cammino, che non dispongono di un così valido sostegno!
Verso la fine della giornata facciamo una sosta più lunga e arriva l'ordine di fare il pieno ai serbatoi delle mac chine , controllare i moto ri e riordinare i reparti in previsione di una lunga tappa notturna c he dovrebbe condurci alle porte di Alessandria! Questa voce, dimostratasi poi puramente fantastica, sì sparge in un baleno, co n l ' efficacia d i un potente energetico e la stanchezza, che da settimane ci pesa addosso , scompare improvvisamente insieme al sonno, nostro crude le aguzzino, elettrizzando g li anim i e facendo apparire malcelati sorrisi d ì soddisfazione sui volti induriti dalle fatiche, dai disagi e dai pericoli corsi per trentasei giorni consecutivi di combattimento!
Qualcuno ha persino la velleità di scuotere dall ' uniforme, ridotta o rmai in condiz ioni pietose, la polvere e di dare un'aggiustata alla bustina dimenticandosi, forse, che la prima cosa di cui necessitiamo sia una radicale pulizia p erson ale, pulizia che , in verità, per forza d i eventi , difetta paurosamente! ... Abbiamo scordato, infatti, da q uanto tempo non ci laviamo il viso e non ci radiamo la barba che, i rs uta, fa bella mostra di sé conferendoci un ' aria poco raccomandab ile da evasi dalla Caienn a! No n parliamo poi delle estremità inferiori che. da settimane, ignorano il refrigerio dì essere liberate dalle calzatur e polveros e ed arse dal sole d i gior no ed indurite dal freddo e dall'umidità della notte!
L'entusiasmo però, ci ha reso ottimisti di botto, prospettando ai nostri occhi il miraggio dì una meta così agog nata, tanto da farci se mb rare possibile l'esser prossimi a raggiungerla, dopo innumerevoli stent i ed ostacoli superati, dei quali solo ora si può dire che ci rendiamo conto. È appunto questa constatazione che rinsalda le nost re speranze e ce le fa apparire realizzabili: siamo di fronte alle posizioni inglesi di El Alamein, costituite, per quanto ci è dato sapere, da tre g rossi capisaìdi, sull'allineamento approssimat o da nord a su d El A lamein - E l Qattara, ultima difesa dì Alessandria da cui noi, che ci t roviamo a sud dello schieramento, potremmo distare circa 150 km. Se riusciremo ad aprirci un va rco , superando quest ' ultima resis tenza britannica, avremo poi via libera per una mar c ia celere e t rionfale : dopo la serie di vittorie che ci ha portati fi n qui, riteniamo ,J ossibile anche questo sfonda mento delle linee nemiche, ta nto più c he l'VIII a Armata Britannica, ripetu tamente ba tt uta. scossa nel mora le e decimata ne gli effettivi, non potrà opporre gran res istenz a su questo front e.
Quando ci rimettiamo in moto siamo, perciò. molto ottimisti ma. poco dopo, cominciano i guai: siamo infatti entrati nel raggio di azi one dei grossi calib ri avversari che, nel ta rdo pomeriggi o , arresta no la n os tra marcia col loro cup o brontolio e compare anche la RAF che ci attacca col solito accanimento! La nost r a euforia, così, si sp e gne e ci rendiamo conto c he lo sfondam ento delle linee nem iche non sa r à tanto facile ...
La reazione aerea e terrestre inglese continua fino a notte mentre
noi, in attesa degli ord ini, ci riaffidiamo alla nostr a buona stella pe rché ci salvi per l 'e nnesima volt a dagli aviato ri e dagli artiglieri di Sua Maestà Brita nn ica, dei qua li ci è ben n ota la profusione di bom be e granate co n cu i impostano le loro azi oni belliche. prive del m inimo senso di .. . econo mia!
Col calar de l buio cessa ogni at tività e ci vengo no date le disposizioni pe r la ma rcia notturna, il cui scopo è quello di passa re tra il caposa ldo sud e quello centrale della linea nemi ca : riuscendo nell'intento noi motorizzati punteremo su Alessandria, tag liando la ritirata all'avv ers a rio che dovrebb e esser e l iquidato dalle a l t re divis io ni. le qua li dalla nostra sinistra a nord, verso il ma re , investono lo schieramento inglese. La nostra imp resa è difficile e me ne rendo subito co nto . per l'esp e rienza ormai acquisita . Infatti, a lle ben note difficoltà delle marce notturne si aggiunge il grave r ischio di esse r e bloc-
c ati, se il nemico si accorge del nostro passaggio o lo impedisce con la sua resistenza, così, appena giorno, essendo allo scoperto, saremmo accerchiati e distrutti; analoga pros pettiva poi si presenta pe r chi, durante la notte , perdesse il collegame nto con la colonna e, vagando ne l bu io alla ricerca dei compagni, andasse a finire in mezzo agli inglesi! .. . Ripeto, quindi, alla mia co m p agnia, le consuete raccomandazioni de l caso e ci mettiamo in moto, tenendo gli occhi b en fissi ciascuno sulla macchina che lo precede, per non perderla di vista
La marcia è lenta ed intercalata da frequent i soste perché la testa della colonna deve scegliere con cura l'itinerari o ; p oco dopo le 20 a bbiamo percorso un breve tratto di strada e siamo fermi quando giunge la RAF: speriamo di non essere stati visti ma subito si accend o no i p r im i bengala, squarciand o l'oscu rit à c ol lo ro viv id o bagliore e scop r e n doci in pie no . Ci siamo! Sappiamo di rappresentare un'ambita preda per i bombardieri che già pregust era nn o la sadica gioia di fa r e un ' altra orgia di fuoco, come quella cu i sì erano abbandonati la sera del 25 giugno alla stessa ora, fata li tà ! Il mio pensie ro ritorna a quella recente esperie nz a e ne paventa il bis ma, purtroppo, nulla ci può sottrarre ormai al bombardamento le cui prime esplosioni s quarciano il silenzio notturno , mentre g rappo li di bengala discendono senza interruzione ad illuminare a gio rno la scena, sulla quale ci sentiamo nudi ed indifesi ! I nostri mezzi, che ne l buio camminav ano ad d ossati g li unì agli alt ri pe r non perdere il collegame n to, costitu is cono ora una catena in in ter ro tta di ottimi bersagli per gli aerei nemici ch e approfittan o con gioia di questa situazi one: cent r ata e colpita la testa della colonna, le bombe si abbatton o dappertutto, con sc r osci e sibili paur o si, incendiando le macchine e facendo salt are le munizioni. La nostra avanzata ormai è st r oncata poiché il carosello aereo ha l'aria di non vole r finire più ed infatt i l'attacco, che d 'ora in ora diventa più ossessionante, ci martella per oltre otto ore m etten do a dura pr ova la nostra resistenza morale ed il sistema ne rv o so, quando non càpi t a di peggio. Data la situazion e , gli uomini s ono stati fatti allontanare sub i to da g li automezz i affinché cercasse ro nello sparpagliamento e nella propria fortuna, scampo al diluvio d i f uoco che imperversa su questo s quallido ed inospitale deserto, i nonda to d i luce, squarciato dai lampi vivid i delle esplosioni, flagell ato dalle schegge che lo spazzano in ogni s e nso: quale scena apoc alittica!
La seguo dapprima con naturale apprensione, poi, con fatalistica r a ssegnazione, tanto che ad un certo mom e nto m i sento prendere d a una sonnolenza ir resistibile ! Mi trovo schiacciato in un i ncavo de l t erreno, per for t una s abbioso e quindi scavab i le. p r eparato i n
fretta dal fedele Sonetti che m i sta al fianco, riparo assol ut ame nte ridicolo ed inadeguato a proteggerci da quella pioggia micidiale coi suoi 20 cm di profondità! ... Passa così tutta la notte e la sorte ci è ancora beni g na, salvandoci.
2/7/1942: con l'arrivo del giorn o la RAF si ritira ed io mi metto in g iro per ri ordina re il mio reparto e raccogliere di persona le novità sulle perdite subite; ci sono so lo dei fe ri ti per fortuna, mentre i più
gravi, come a l solito, son o i danni subiti dagli automezzi: la p reziosa Chevrolet è pu rtroppo perduta perché ha il motore fuori uso oltre alle gomme ed altrettanto devo constatare per un ·autocarretta. così sono due le macchine da abbandonare s u di una decina rimastemi. inoltre , altre quattro devono ave re le g omme sos t ituit e, mentre un OM TAURUS non potrà proseguire subito . necessitando di riparazioni che si spera poter effettuare con l'aiuto dell'auto offici n a. La situazione dei mezzi di trasporto diviene sempre più critica, costringendoci a ri correre ad ogni espe dient e pe r continuare la marcia, rinforzi non ne arrivano e rifornimenti di autoveicoli, tanto necessari, neppure, dobbiamo così arrangiarci con quel che ci è rimasto, rabbercia ndo alla meglio quanto ab biamo conservato, più per la nostra b
strenua volontà di non cedere, che per naturale concessione degli eventi.
Do le disposizioni per riordina.re la mia compagnia e ri metterla sul piede dì partenza : tra i fe ri t i da sgom ber are pe rdo, con grande rincre scimento, .il sergente maggiore Testa, uno dei vecch i della Compag nia Mortai; mi reco in séguito al Coman do di Reggimento pe r riferire la situazione dopo il bombardamento e rilevo, d ur ante il rapporto , che anche gli altri reparti hanno avuto perdite simili all e mie. Sono circa le 7 del mattin o e mi accingo a ritornare alla compagnia qua ndo, inas pettatamente , vedo giungere sulla zona una robusta formazione di diciott o bombardieri nemici! Ci allo n taniamo t utti dal posto che è gremito di autoveicoli, sicuro obiettivo degli ae r oplani e, essendo piuttosto lont a no dalla zona in cui ho passato la notte, mi slanci o di corsa per te n ta re di raggiungerla ma, nello sca ttare, avve r t o un lancinante d o lore alla coscia sinis tra : mi sono p r odotto uno strapp o muscolare e proprio nel momento m i glìorel Intanto, vedo cadere dai ventri pa nciu ti degli ae r ei le bombe e continuo la mia pseudo corsa, trascinandomi d ie tro la gamba sinistra che mi serve p oco , come previs to, gli o rd ig n i esplodono lì intorno, mentre grosse schegge si b ilanti frullano per l'aria se nza tocca rmi! Cosa mai mi protegge r à tanto os tinatamente?! Quando raggiungo il mio comando mi gett o a te r ra, e s au s t o e do l o rante, ma ormai la bufera è p assata ...
All e 12 riprendiamo la marcia a sbalzi, mentre la RAF ci perseguita coi suoi attacchi senza posa, cui , a volte , riusciamo a sfuggire sposta ndoci rapidament e da i punti che stanno per essere colpiti, tuttavia . non sempre va così bene ed un caporalmagg iore, un altro dei v ecch i d ell a mia compagnia, ci rimette una gamba .
11 te rreno è ora mo l t o rotto e colli noso e, dopo ave r risalito un costo ne, sempre bersagliati dall'av iazione, sia mo in vestit i da tiri di artig lieria. Scendiamo dagli automezzi e ci schieriam o alla meg lio per no n offrire tropp o be r sagli o ag li artiglieri inglesi che spa r ano senza ec onomia! Poi, ricevuti gli ordini, avanzo a. sbalz i sotto il ti ro per pr endere posiz ione lungo una conduttura d'acqua. la cui vist a nel des erto ha de l miraggio ! Epp ure è lì e possia mo toccarla, per vincere l'incredulità, a dimostrarc i anco ra una volta quale organizzazione a bbiano i b rit a nnic i e quale vantaggio ri spetto a noi, pure nei luo g hi più inospitali! I tubi attraversa no la zona, semi interra ti (forse non ha nno fatto in tempo a completare la copertu r a) e c o llega no evidenteme nte i capisaldi per rifornirli de l prezioso l i quido che in questa terra brulla n on si trova
Sono costretto a servirmi dello scavo in cui passa la conduttura, ce rca ndo di adattarvi le postazioni per i morta i . giacché il terreno roccioso non consente alcun lavoro : restiamo in tale stato, quasi allo
scopert o , giac c hé picconi e badil i non possono vincere la roccia, mentre la spa r atoria infuria da ogni parte! Al calar delle teneb r e sono chiamato a rapporto e ricevo ordine di tenermi pronto a riprendere mo v imento Devo quindi a nd are a ce r ca.re gl i auto me zz i e p ortarli in li nea p e r caricarli : I 'imp r esa p re senta notevoli difficoltà e richiede u n considerevole senso di orientamento per non perdersi nella notte . Parte di q u esta passa così nell'attesa delle nostre macchine . r esa spasmodica non solo dal timore di perderle, ma anche dall'eventualità che improvvisamente possa giungere l 'o rdine di parte nza! Finalmente i mezzi arrivano e posso prepa r are la mia compagnia per l a partenza che, all'a l ba, non è ancora a v ven uta. costringendoc i a trascor r ere un'ennesima notte insonne.
3/7/1942 : prima di lasciare il posto. i miei soldati spezza n o le co nduttu re e si r ifo r nisco no abbonda n tem ent e d'acqua, di cui fac ci o pure r iempire qualche fusto di scorta; iniziamo quindi il movimento, accolti dalle solite salve di a r tigli er ia che ci inquadrano s e mpre me -
19/ 11/ 194 L El t-.( ocù.ili. umi µis ftl ui;:l a~~: to~H!l:::;,ii baurna. u ù1anté la 1il.i.n1.la
g lio! Ad un certo momento, una provvide n ziale valletta ci offre un rifugio a l tiro i n c e ssant e : sce n d ia mo da lle macc hi ne ed assumia mo uno sc h ie r ame n to dife n s i vo, scavando le posta z ioni fra i relitti di g rossi carri armati tipo Generai Grant. Ce ne sono due quasi intatti ma bruciati. che ci most r ano il loro pode r oso a r mamento tra cui un pezzo d'a r tig li e r ia da 75 m m almeno, la loro eno r me mole. e corazze
spesse certamente più di 5 cm; altri, centrati in pieno da grossi proiettili, o forse dagli Stukas, mostrano sul terreno le loro membra di fe rr o spa r s e come se fosse ro sta ti scomposti n e i loro elementi costitutivi, il più grosso dei quali è la torretta . Intorno aleggia un fo r te puzzo di carne bruciata, ultima traccia d i qualche memb ro di quegli eq uipaggi sfo r tunati! ... La battaglia intanto cont in ua e, nel pomeriggio, ci prepariam o a muovere; mentre si stabiliscono le modalità particola ri, dovendo percorrere una vasta zona pianeggiante , intensame nte battuta dall'artiglieria nemica, due carri inglesi piombano improvvisa mente all' usci ta posterio r e della piccola valle, dove si trovano la maggior parte degli automezzi in attesa di muovere! I sibili degli anticarro spazzano sinistramente il terreno e l'artiglieria da campagna, già in posizio ne di traino, mette precipitosame n te in batte ria qualche pezzo, uno dei quali, per la fretta di far fuoco , esplode, pare per mancata liberazione della vo l ata dalla cuffia di protezione; anch e i nostri antica rro vengono scaricati in fretta ap rendo ì1 fuoco ed un pezzo viene colp i to da un proiettile nemico nella bocca, che si ap re come un carciofo ! Bizzarri scherzi del caso! ...
Sventato il tentativo dei co r azzati inglesi che ri piegano, lasciamo la zona, una macchina alla vo lt a, distanziandoci fino al massimo possibile per non pe rdere il collegamento a vista e, giunto il mio turn o , facci o correre i mezzi a tu tta ve loci tà, passando incolume in mezz o alle cannonate! Superata la zona battuta dall'avversario la colonna si riordina, proseguendo pe r raggiungere una nuova posizione . All'imbruni r e com in ciamo a schierarci e, con la m i a compagnia, occupo un tratto della linea da solo: abbiamo come vicini i tedeschi della 15a e 21 a Panzer .
Prim a che sia riuscito a sistemarmi si manifesta sul mio fronte un attacco di g rossi carri armati nemici che avanzano in linea spiegata, mitragliando a tiro serrato. Con che cosa li fe rmerò, s e non ho in dotazione pezzi ant ic arro ed armi automatiche?! Se almeno fossero pro n te le postazioni dei mortai potrei fare uno sbarramento di fuoco a scopo intimidatorio, che potrebbe anche riuscire col favore dell'o s curità ! . . . Fortunatamente interve ngono artiglierie nostre e te desch e che tolgono agli inglesi ogni velleità di insistere ! Nel momento più critico sono pure raggiunto da un tenente tedesco che, esprimendosi in un d i screto italiano, mi offre il suo appoggio costituito da una batteria volante da 20 mm ; cessata la minaccia egli si ferma a chiacchierare con me ed i miei ufficiali, pregandom i di farlo chiamare subito in caso di nuovi attacchi, dato che la sua compagnia è in posizione immediatamente dietro di me, in una piega del terre no. La notte trascorre senza nuovi incid enti
4/7/1942: impieghiamo la giornata a miglio r are le postazion i, organizzare i ri for nimenti e completare la sist em azione della linea Le a rtiglierie nemiche spa r ano continuamente, spostando il tìro ora su di un settore, ora sull'altro, mentre le nostre ris pondono fiaccamente
19,' 12/ l 941. El Mecl11L1: n~nd1amo la ntuata n~l deserto ver:;o ijl Abtàt
poiché le munizioni scarseggiano! La RAF. che compa re frequenteme nt e sul cielo di battaglia, non c i lascia in pace: a ca.usa di questa perma nen te attività aero - te rrestre ci aspettiamo da un momento a ll'altro qualche grossa azione nemica, ma i britannici si contentano d i piccole puntate locali per saggiare la linea, che vengono regolarmente sventat e dalla nost r a vigile reazione! Dobbiamo perciò stare sempre atten tì pe r evitare qua lunque so rpr esa . Per no ttiamo sul posto .
5/7/19 42: so lit a attività dell'artig lieria nemica e della RAF, che ci t engono sempre in allarme. anche pe r no n farci pescare dai loro co lpi fuori delle nostre postaz ioni!
In mat tinata vado a rapporto a l coma ndo di reggimento ove ricevo l'ordine di cambiare posizione: o r ganizzo pe r ciò lo spostamento con le necessarie prec au zioni e, ne l pomeri gg i o, t ra u na cannonata e l'alt ra, conduco la compagnia ne l nuovo setto re , c he è molto a destra de lla posizione lasciata. Trovo sul posto la 3a Compagnia del tenente Scaramucc i che costituisce l'ala destra estrema del reggimento,
schierata sopra un costone di modesta altezza; alle sue spalle, sulla piana, ai piedi del suddetto costone, assegno i settori di competenza ai miei plotoni che, scaricati gli automezzi, iniziano gli scavi per postare i mortai, sistemare le munizioni e predisporre le proprie buche. Seguo i lavori che, pe r fortuna, stavo.lta non incontrano eccessivo ostacolo nel terreno e modifico, ove necessario, le disposizioni prima impartite. La notte trascorre bene.
6/7/1942: continuano i lavori di sistemazione della nostra posizione di cui completiamo l'organizzazione; scarichiamo le munizioni nelle singole polveriere di plotone, già scavate nella sabbia .
La RAF, che incrocia sempre su di noi, sgancia i suoi carichi nel nos tro settore e ci costringe ad una continua vigilanza per evitarli, quando ci giungono troppo vicini. Anche l'artiglieria avversaria non ci lascia in pace coi suoi noiosi messagg i , che arrivano quando uno meno se lo aspetta! In tali condizioni diventa un problema ed un rischio allontanarsi dal proprio posto, sia pure pe r necessità personali che, d'altra parte, bisogna soddisfare fuori della zona in cui è schier ato il reparto! È così che una di queste granate subdole mi sorprende mentre m'ero appartato un momento e riesco a sfuggirle per miracolo, tuffandomi con pronto intuito in una vecchia postazio ne abbandonata che _ si trova vicino, appena avverto il sinistro sibilo in arrivo!
Ormai siamo comp l etamente sistemati quando, dopo mezzogiorno, un reparto tedesco, riccamente dotato di buoni pezzi anticarro e mitragliatrici, s 'inserisce nel mio setto re stabilendosi a pochi metri diet ro la mia compagnia. In un primo tempo, francamente tale i ntrusione non mi è troppo gradita: la coabitazione coi tedeschi, infatti, non è cosa facile per chi mal sopporta la loro aria di superio ri tà e d i loro modi autoritari, ma poi, fidandomi del mio tatto per evitare dannosi attriti e non essendo stati fissati fra me e loro chiari rapporti di interdipendenza, lì accolgo con cordialità , pensando al sos tanzioso appoggio che le armi tedesche potrebbero fornirmi in caso d i necessità! Anzi, insieme ai miei ufficiali mi intrattengo in una divertente conversazione con uno dei loro sottoufficiali che si è avv icinato a me e che ci racconta, servendosi di molta mim i ca espress iva, e dì linguaggio . . . ibrido, le s ue avventure belliche de gli ultimi g iorni. Egli ci accenna allegramente al molto bottino fatto ai danni d egli inglesi promettendoci di regalarci qualche pacchetto di sigare tte britanniche come assaggio e, in effetti. ce le manda in se.rata : passiamo così un ' oretta d i buon umore, interrompendo la grigia ed u niforme vita quotidiana!
N ella notte sento molto traffico e movimento dalla parte dei tedeschi:
mi informo ed apprendo c he se ne vanno , spediti in un altro settore.
7/7/1942 : ritocchiamo le nostre postazioni nella speranza di ferma rci ancora un po ' . Per tutto il gi orno cannonate ed aerei nemici s'alternano nell'assorbire la nostra attenzione, appoggiati dai carri a rmati c h e effettuano attacchi su tutta la linea per saggia rn e La so -
lidità, se nza però r egistrare alcun successo. Rilevo, intanto, che alcuni nostri reparti si spostano verso altri setto ri, lasciando de i vuoti nei pressi del mio e, precisamente, sulla dest ra . Ignorandone il motivo, la cosa comincia a preoccuparmi, ma vengo chiam ato al comando di reggimento dove mi dan n o ordini per un nuovo ca mbiamento di posizione da effe ttuarsi per0 domani, do po ave r passato le consegne ad a ltro reparto che deve sostituirci.
[l rapporto è particolarmente "movimen tato " per l 'azio ne dell'artiglieria nemica che, proprio ora, ha preso a battere questa zona! Ritornat a la mia co mpagni a , do le disposizioni per organizzare il movimento di domani.
La no tt e, ad onta dei miei fondati ti mori, passa senza incidenti.
8/7/1942 : reparti della Brescia vengono a darci il ca mbio in mattina ta e, ultimate le consegne. lasciamo le posizioni v e rso l e 14; g uido la compagnia second o g li ordini ricevuti raggiungendo la nuova linea, che si trova sempre nella zona . all'estremo sud dello sch iera-
mento. Ci troviamo adesso in un caposaldo perduto dal nemico e s ono testimoni della lotta ivi svoltasi diversi carri armati inglesi di vario tipo, fra cui alcuni veramente mostruosi, che giacciono immobili sul terreno tormentato dagli scontri. La zona è anche minata e, c on la mia macchina, mi fermo ad un metro dopo una mina, a cavallo della quale le ruote sono passate senza che me ne accorgessi! Se ne avvede l'autista che me la indica, semi scoperta, quando rit orno dall'aver cercato il comando di reggimento, ricerca fatta fortunatamente a piedi!
In attesa degli ordini si fa sera e provvedo allora a far allargare le d istanze fra gli automezzi per quanto è possibile, dato il numero di v eicoli e reparti che si trovano nella zona ed a diluire relativamente g li uomini per evitarne l ' ammassamento, pericolosiss im o, a causa d elle tr is temente note incursioni aeree nemiche! La RAF, infatti, non manca all'appuntamento, tenendoci sotto pressione per tutta la notte, illuminandoci coi suoi maledetti bengala e scaricando qua e là i suoi micidiali carichi di bombe! .. . Le ore no t turne passano così, s enza dormire mai!
9/7/1942: buona parte della giornata se ne va fra ordini e contrord ini relativi allo schieramento che non si riesce a concretizzare : ne conseguono diverse r i cognizioni del terreno fatte inut ilmen te , col s olo risultato di stancarmi e di contrariarmi, perché quando credo di aver definito ogn i cosa bisogna ricomìnciare tutto daccapo ... Nel pomeriggio, durante una di queste ricognizioni, che effettuo insieme a l sottotenente Pistacci, che comanda interinalmente la 5 a compag nia f ucilieri del II 0 Battaglione, mi vengo a trovare in una zona inquadrata dal tiro a vversario che cerca di controbattere delle a rtiglierie tedesche ivi schierate ed una salva , i cui colpi in partenza n on avevo avvertiti nel frastuono g enerale, ci sorprende in piedi mentre studiamo i l terreno! Restiamo miracolosamente incolumi ... Il pomeri g gio è inoltrato quando, finalmente, mi è assegnata in man iera p are defin it iva . l ' area in cui devo schierare la mia compagnia .
Durante la presa di con t a t to col II 0 Battaglione, a l quale sono asseg nato di rinforzo, conosco d i versi nuovi ufficiali, che hanno sos t it uito i Caduti ed i f e riti nel corso delle op e r a zioni e rivedo pure i l t enente Berardinelli che rientra per assumere i l comando della 5 a C ompagnia, reduce dalla degenza in un ospedale da campo, per una ferita al polso sinistro che ha riportata n e l combattimento del 1 ° g iug no a Got E l Ualeb.
Men t re l ' oscuri t à ormai s i avvicina incominciamo a scavare le n os t re p ostazio n i ma il l a voro risulta durissimo e poco redditizio p oiché ìl te rreno rocc i oso non con s en t e al piccone di affondare c o me sarebbe
necessario. Le ultime cannonate britanniche eche g giano intanto per c hiudere felìcemente la giornata!
A sera sono stanchissimo per tutte le ricognizioni fatte e per il sole preso durante i continui moviment i : solo molto più tardi posso acc ingermi a riposare un po' in una specie di loculo di pietra, costruito c on lastre di sasso, dato che non è possibi l e scavare il terreno per fa re la solita buca.
A notte fonda, verso 1'1,30, si scatena un violento attacco inglese su t utto il fronte e l ' azione dura, appoggiata da intenso fuoco d'ogni calibro sino alle 6 del mattino! Nel fragore della battaglia si riconosce l a presenza dei carri a r mati, i cui colp i di artiglie r ia risuo n an o in maniera particolare .
:,O/l :!/1941. Zot1a di AEred.abia: il co man dam e di reg,.cur.enro, colonnel lo foUi m
( ·ol bt.::ccio alzato) is peziona la mia Lin~a. Capitano Campo: s.ec-0 ndo da sì mstm.
Solo in pros s imità della costa, di fronte ad El Alamein, la nostra linea viene sfondata dal nemico che riesce a sove r chiare la Sabratha, mentre su tutto il resto dell o schieramento, da El Alamein ad El Qatt ara , nei cui paraggi siamo noi, l'attacco avversario fallisce.
1 O/7 / 1942: al mattino, nel nostro settore si svolge un caros e llo a ereo continuato fra la RAF e la nostra aviazione, che tenta di difenderci dalle compatte formazioni di bombardieri nemici S ono chiamato a rapporto e ricevo l'ordine di tenermi pronto a parti re: la mia compagnia farà, infatti, parte di una colonna italo-tede-
s ca che deve tamponare la falla aperta dag li inglesi nel settore della Sabratha, a nord. Provvedo ai preparativi e mi incolonno al posto assegnatomi; con l'attività aerea in corso l'operazione è assai ris chiosa, dato che nella zona si incrodano diversi reparti creando in t al maniera una congestione di mezzi : l'ammassame n to che ne deriva può attirare l'attenzione degli aerei nemici i quali continuano a s orvolarci nonostante la contraerea e l ' intervento dei nostri aerop lani!
Finalmente iniziamo ìl movimento, che ci darà, almeno, il vantaggio di distanziarci un po', consentendo ci una relativa lìbertà e maggior possibilità di sfuggire al bombardame n to in quota .
Ci troviamo all'estremo sud del nostro fronte che risaliamo tutto , alle spalle dei reparti in linea, per portarci nel settore pericolante. RAF e scariche di artiglie ri a c i accompagnano con attaccamento davvero commovente per tutto il cammino, inseparabil e compagnia d ì cui faremmo volent i eri a meno! . . .
Nel pomeriggio giung i amo sul posto scendendo da un piccolo cos tone in una vasta piana, limitata a nord da un'altura (quota 23 di Teli El Eisa) dove siamo accolti dalle solite cannonate, in maggioranza di grosso calibro : due d i q u este fanno "forcella" s u lla mia macchina momentaneamente ferma! Fortunatamente i dann i sono pochi e consistono in varie sforacchiature ed un serbatoio d'acqua perduto, mentre gli uomin i , che e r ano scesi a terra, sono tutti illesi . Ris aliamo a precipizio e riparto a tutta velocità, per allontanarci da un posto così pericoloso.
Mentre cerco una sistemazione p r ovv i so r ia pe r la mia compagnia, defilata al tiro, per andare poi a ricevere ordin i a l comand o di reggimento, incontro il generale comanda n te la divisione, che mi spedisce da solo ad o c cupare la quota 23, fronte a nord, e mi assi c u r a che s arò presto r aggiunto dal reggimento . Gli faccio rilevare che gli a l t r i repa r ti s'intravedono sulla mia destra e che era appunto mia intenz ione di recarmi ivi a cercare il comando, tanto più che con i miei soli mortai nulla potrei fare se dovesse manifestars i un ' azione nemica contro la quota di cui ignoro tutto, ma l'ordine m i viene confermato ... Prendo, allora, la mia compag n ia e mi avvio, il cuore pieno di ne r i presentimenti: il terreno, da vicino, s i presenta molto rotto e anfrattuoso alzandosi dal piano del deserto come uno s chermo , che m'impedisce di vedere cosa ci sia e cosa accada al di là. Con il mio reparto striminzito mi sistemo alla meg l io in attesa di ordini più precisi ma, soprattutto più logici! Mando quindi un paio d i uomini più avanti, c ome osservatori, dato che la configurazione d el terreno impedisce qualsiasi visibilità: questa forzosa cecità mi i rrita maggio r mente poiché mi mette in balia di eventi che non ho la
possibilità di controllare: mi trovo infatti solo. con mortai da 81, la c ui azione efficace è eminentemente a lunga gittata , in un terreno infid o che non mi permette di usarli, mentre, in caso di sorpresa, non di spongo di un'arma automatica con cui difendermi! ...
Scorrerie di mezzi corazzati nemici nei paraggi e scariche di artigl ieria ci tengono in allarme: passiamo così due ore critiche senza avere la percezion e esatta di quanto succ ede intorno a noi e da quale parte poss a venire il nemico; in tale frangente mi si affac cia a.Ila mente p er la p rima volta il pensiero di essere catturato
Alle 18 , finalmente, un ufficiale de l comando d i reggimento viene a po rtarmi, dopo avermi cercato a lun g o, gli o rdini: devo rec a rmi ad a ppoggiare il lI 0 Battaglione che attaccherà le linee in g lesi al di là della ferrovia; esso si trova, insieme al Comando di Reggimento, in tutt'alt ro luogo e con fronte diversa da qu e lla ordina t ami dal comando di divisione! Ciò confer ma la realtà pratica del mio intuito ...
Pa rto con le m a cchine distanziate, essendo la zona battuta dal fuoco av versario , e, nei pressi del comando di re gg imento , sc endo dalla mia macchina, in quanto il tiro diventa più intenso: passando. p rendo g li ordini circa la posizione da occupa re, quindi pa r to avanti di corsa con l 'attendente ed il porta-ordini. Arrivo sul posto tra l e n on poche cannonate che conti nuano a picchiare sulla zona e faccio seg no ai miei uomini che, con le armi a spalla ed in g ruppi, mi ragg iungono sg usciando i n mezzo ai colpi: ad un ce r to momento una
granata scoppia proprio vicino ad una squad ra intera che sopraggiunge di corsa! La polvere dell'esplosione la copre tutta e. con una stretta al cuore, la rite ngo completamente distrutta Diradatasi, però, la nube, vedo gli uomini saltare ìn piedi e correre verso d i me .. . Per fortuna sono tutti salvi!
Raccolto il reparto al riparo di un'ondulazione del terreno comincio con precauzione a sistemarlo; l'artiglieria inglese, intanto, continua la sua musica ed anche la RAF gira sul campo di battaglia ... Appena buio, approfittando della cessazione del fuoco faccio un giro minuzioso della mia posizione per migliorare lo schieramento e conoscere meglio il terreno circostante. Ad un tratt o un violento concentramento di artiglieria inquadra inaspettatamente la zona: non faccio in tempo a tornare al mio posto e, non avendo di meglio per ripa rarmi, mi stendo nella buca occupata da uno dei miei ufficiali, il sottotenente Goffredi. Vengo a trovarm i perciò col corpo quasi a livello del terreno ma con la testa completamente fuori, essendo la buca troppo corta (per me che sono un g ranatiere!) .. . e, per di più, occupata dal suo legittimo proprietario! Sento vicinissimo il sibilo de i proiettili e delle schegge, vedo gli scoppi e le fiammate che, nel buio, acquistano un aspett o fantasmagorico e sono preso dalla sgradevole impressione che la testa mi si stacchi da un momento all'altro, ma scampo a tale pericolo e, finita la scarica, che è durata e.i.rea dieci minuti (come mi sono sembrati lunghi!), torno al mio posto e vi trovo l 'ord ine di recarmi a rapporto dal colonnello Zanetti; muoversi di notte è sempre un guaio e perciò ci vado malvolentie ri. Come prevedevo m i comunica un nuovo cambiamento di posizione per l'attacco di domani e, con viv o disappunto, per le nuove complicazioni previs te, torno a fatica al mio reparto dove, intanto, sono arrivati, superando le co nsuete difficoltà delle marce notturne, due autocarri con i rifornimenti Data la situazione non è possibile far venire altri automezzi con gli equipaggiamenti del personale, sicché rimaniamo s enza coperte e teli da tenda, per coprirci dall'umidità micidiale e dal freddo della notte che già s i prospetta. sgradevole
Le contrarietà non sono però ancora finite: parto in ricogn iz ione col sottotenente Bernardi per trovare nell'oscurità le nuove posizioni da o ccupare e, a furia di girare, ci smarriamo, così, senza acc o rgercene, usciamo dalle nostre linee, dirigendoci verso gli avamposti britannici, molto più vicini di quanto potessimo i mmaginare. Per fortuna l'a ltolà di una nostra sentinella avanzata ci ferma in tempo evitandoci la cattura, se non peggio!
F inalmente riesco a scovare il II 0 Battaglione e, dopo aver preso cont atto col comandante, stabil is co. i n base agli ordini, le nuove posizioni da occupare .
Si presenta ora il problema di ritrova r e la compagnia: dopo tanto vag are l'orientamento non è certo preciso e ci di r igiam o q u indi ad int uito ma riusciam o ugualmente a ri e nt r ar e a l nostro reparto, che vi ene condotto sulla nuova lin e a dopo diverse peripe zi e.
Una ricognizione eseguita è poco redditizia, a causa del buio che non p e r mette alcun ap p rezzame n to de l terreno e delle sue possibilità. Intanto, la compagnia si schie r a e si co m i n cian o i lavori di sterro pe r organizzare la linea, in quanro domani ci sarà battaglia . Tratte ngo presso di me un autocarro di munizioni che intendo rimandare i ndietro sca r ico all'a l ba, pe r evitare che ne ll 'oscurità si smarrisca e va da a cadere in mano agli i ng l es i .
Sonetti mi scava la buca nel posto che, a tentoni, mi è sembrato i l più opportuno per dirigere il fuoco dei mortai e vengo a t rova r mi così quasi al culmine d'una ondulazione de l terr e no davanti alla compagnia schierata in un avvallamento pianeggiante ; m i sono vicin i solo l'atte ndente e il porta - ordini
Verso le 3 mi getto nella tri ncea e , c on la bo r raccia come cuscino, te nto di r iposa r e un po'. ma il freddo e la fortissima umidità mi torm entano : unica co pertura sulla mia lacera uniforme di tela (h o un gi nocchio nudo, essendosi sfondato il pantalone) è il cappotto malco ncio c h e i l 27 maggio scorso una granata mi ha ridotto a brandelli! ln tali condizioni materiali di disagio, la mente occupata da numeros i pensieri continge n t i, non riesco a chiudere occhio Sarà forse u n presentimento?
11/7 / l 942: ai primissimi chiarori dell'alba, rattrappito dal freddo e d irrequieto per le preoccupazioni che m'assillano, mi alzo e faccio un giro sulla mia linea, per vedere se tutto è a posto e posso rispedire l'autocarro vuoto. In particolare vorrei orientarmi bene sul terr eno su cui dovremo agire, sulla nostra ubicazione e, possibilmente, su quella del nemico: infa tti ciò mi è completamente ig noto , dato che m i sono dovuto spostare e sistemare in piena notte nell'oscurità più as soluta.
Sono le 4,30, il cielo è grigio, poiché il sole non si è ancora alzato sull'orizzonte e si osserva soltanto un lieve chiarore, offuscato dalla nebbia . Effettuato un rapido giro attraverso la mia compagnia per im primermi in mente un chiaro quadro delle mie postazioni, mi affretto al luogo dove sono state scaricate le munizioni e chiamo l'aut ista ordinandogli di rientrare immediatamente al carreggio reggime ntale, prima che la luce diurna renda la cosa molto pericolosa ma, improvvisamente, quando ancora il motore non è avviato , a vverto una lunga serie di colpì in partenza e quindi i caratteristici e d ormai temut i sibili dei proiettili in arrivo. Avendo capito che si tr atta di un vero e proprio concentramento di fuoco, raggiungo in fretta il mio posto dì comando: faccio appena in tempo, allorché una te mpesta di fuoco si scatena sulla nostra zona! Artiglierie di diverso calibro innaffiano letteralmente il terreno circostante ed i proiettili passano sulle nostre buche fischiando, con una cadenza tale da tog liere il respiro, mentre le esplosioni si susseguono una dopo l'altra, ir raggiando schegge dappertutto. È un vero inferno. un diluvio di ferro e di fuoco come ancora nella nostra ormai lunga esperienza di g uerra non abbiamo visto l'eguale! Per mezz'o ra circa i bagliori ed il r umore lacerante delle espl osioni si succedono sulla nostra posizi one, dopodiché, la valanga di colpì diminuisce un po' il ritmo e si s posta sulle nostre retrovie. Nello stesso tempo però, l'alba, con le prime luci, comincia ad illuminare meglio il terreno e vedo avanzare da ogni parte fanter ie nemiche (mi accorgerò poi che si tratta di australiani), le quali sembrano sorgere dal deserto a distanza di nemmeno cento metri, e che avanzano in piedi, il Tommy Gun sotto il bra ccio, e le altre armi pronte!
Lentamente ed i nesorabilmente, stringono il loro cerchio i cui estremi si perdono fra le pieghe de lla zona che ora cominc ia a manifes tarsi inaspettatamente varia : tutta la mia linea è investita, così c ome quella della 5 " Compagnia che mi è vicina di sinistra e il rincalzo del Il 0 Battaglione, schierato con le altre due compagnie avanzate : evidentemente la prima linea, insieme al comando di battaglione, dev'essere stata travolta dal nemico che si è mosso v erso di noi sotto l'arco delle traiettorie delle sue artiglierie!
In un baleno mi rendo conto che la situazione è gravissima, unica nostra speranza è che l'artiglieria da campagna ed i nostri carri inte rvengano sollecitamente per arrestare questa ondata dalla quale , pre sto , saremo sommersi data la brevissima distanza che ci separa dal nemico, speranza vana perché nulla accade! . . . Guardo come in sogno i caratteristici elmet t i a padella farsi avanti con irritante spavald eria, mentre altri ne ve do girare sulla m ia des tr a per pr en dermi
28/ 3/ 1942. ElMechilì: il relitto dì un Ctutiss P 40 della .
RAF~ abbattuto . A si nistra il ''trovarobe\ ·sottotcncntc
Mar.lio Bemardi della co1upagnia.n1ortai da 81 . reggin1 entaJe , a destra il capitano Nicola Can1po ~ coniandante la cotnpagnia.
Nicola Ca mpoalle spalle: purtroppo da quella parte c'è solo il vuoto, non risultandomi ancora schierato altro reparto. In tal modo l'avversario può manovrare comodamente, tanto più che il mio reparto non dispone di armi automatiche per difendere efficacemente ìl fianco scoperto Anche il terreno, che non avevo avuto il tempo né la possibilità di osse rvare, ci si rivela sfavorevole . Ci troviamo quindi in condizioni di netta inferiorità rispetto agli inglesi che lo conoscono benissimo e lo stanno sfruttando egregiamente, con un 'azione così ben cond otta che non posso fare a meno di ammirarla! Le posizioni da cui è partito l'attacco (come ho potuto po i rilevare) erano più vicine di quanto immaginassi ed in tal modo le fanterie australiane sono potute piombare facilmente sulla nostra prima linea, frastornata dalla t remenda preparazione d ' artiglieria, superandola e, quindi , arrivare rapidamente sulla mia compagnia e su quella di rincalzo, aiutate dalla conformazione del terreno; del resto, con lo schieramento inf elice assunto nel buio, non avremmo in alcun modo potuto prestare ap poggio alle compagnie in prima linea , qualora il nemico ce ne avess e concesso il tempo!
Dal mio posto , che pure avevo scelto in posizione i l più poss i bile avanzata, nella luce nascente de l giorno m 'a ccorgo di avere un c ampo d'osservazione di appena una settantina di met r i. essendo a ridoss o di un largo costoncino, mentre i mortai, più indietro ed allo s coperto sulla piana, sono completamente dominati dalle fanterie nemiche che s ' affacciano sul costone: in questa situazione le mie armi sono de l tutto inutilizzabili!
Mentre questi pensieri si succedono con rapidità nella mia mente decido di tentare il tutto per tutto e, per quanto lo ritenga inutile (anzi, per icoloso anche per noi), data la vicinanza .il mortaio da 81 non può essere usato al di sotto di certi limiti di sicurezza, ordino di far fuoco ad alzo massimo ma, partiti i primi colpi, cominciano a c adere sulle nostre postazioni delle bombe, probabilmente lanciate da mortai d'assalto. In tanto guardo avanti cercando di individuare il punto in cui vanno a cadere le mie granate, così, per puro caso, m'accorgo di un tiratore che, in ginocchio mi sta prendendo di mira! Mi g etto di colpo nella trincea mentre arriva una pallottola che si c onficca nel suo argine posteriore, mi gir o nello stretto scavo e mi ri alzo in piedi uscendo da ll 'altra estremità della buca che è parallela a lla fronte, al fine di evitare un secondo colpo. Mi guard o intorno e vedo un ufficiale nemico che fa segno ai suoi uomini sulla mia dest ra, in procinto di aggirarci e m'avvedo pure che il tiratore di prima mi sta mirando di nuovo con cu ra, quasi fossi un fantoccio da tirasseg no! Mi tuffo fulmineamente nello scavo mentre una seconda pallottola s i conficca nel suo b.ordo : la mira era ben precisa e solo per
un pelo ho scansato le due fucilate! D'altra pa rte i l tiratore avve rsario non ha davve r o di che gloriarsi se si considera che sta sparando con tutta comodità, a men o di 70 metri e con un ottimo fucile Lee-Enfield ! Evidentemente il cecchino ha deciso di farmi fuori, forse av endo compreso dalla mia posizione e dal mio comporta men to che ricopro funzioni di comando, attendo p erciò qualche istante pe r ché l'avversario perda la mira, quindi mi rialzo . . . ma mi trovo sotto la minaccia di un'arma spianata e, con la baionetta inastata a mezzo metro dal mio petto! !
Un aus t raliano, giuntomi addosso da destra e alle spalle, mi interpel1a ; delle sue parole comprendo e ne ricordo solo tre: " officer", pronunciata con tono cli giubil o , mentre mi porta via il binocolo che p ende dal collo, sul pas trano lace r o e sforacchiato, forse da quest'oggett o avrà dedotto il mio grado (che non può davvero apparire e vidente nello s tato in cui è ridotta la mia uniforme!); l e alt re due parole sono "c ome on " il cui suono nasale ha un tono autoritario e ch e vogliono significare ''vieni fuori" . A ta le intim az i one mi guardo rapidamente intorno ma p erdo ogni speranza : non c'è p i ù nulla da fa re! I fucilieri nemici, che ci hanno circondato senza che potessimo impedirlo, hanno invaso tutta la nostra. linea e snidano uno per uno i miei soldati dalle loro postazi oni! . . . Dinanzi alla dura realtà del momento comprendo che ormai è finita e, con rabbia impotente, decido di arrendermi .
Devo quindi avvia rmi verso un g ruppo di altri prigionieri indicatomi a cenni ed incolonna rmi insieme ad essi, sotto la minaccia dei Tommy Guns . Sono circa le 5 , 20 a.m . e t utto mi sembra un sogno, un terribile sogno svoltosi in un tempo brevissimo : sono attonito ed inc redulo per questa catastrofe cui ma i avrei potuto pensare. Avevo infatti considerato sem pre la morte o le fer i te, mai la cattura ... i nv ece proprio quest'ultima eventualità segna la mia sorte, quale combattente in terra d'Egitto! Scrut o i volti dei miei compagni d'avve n tura e li vedo tristi ed avviliti; man mano che andiamo a vanti, altri soldati ed ufficiali si aggiungono a noi: rilevo che, oltre a lla mia compagnia, c'è il H 0 Ba ttag lione catturato quasi al completo, c ome avevo immaginato Così comincia la marcia verso le pos izioni in glesi . .. non più da inseguitore ed attacca n te, come nei giorni s corsi, ma da prigioniero .
Ne l frattempo, la luce del giorno p ieno illumina la scena de l campo di battaglia, rivelandomi finalmente in modo chiaro le caratteristiche de lla zona Attraversando le linee nemiche osservo lo sch ie ramento di forze e di mezzi, davvero rilevanti, notando il perfetto equipaggiam ento e l'aspetto ordinato delle trup pe che sono cer tam en t e fresche e non logore come i nostri reparti, dopo tante settimane di lotte e di
marce: si tratta infatti della 1x a Divisione Australiana la quale. giunta da poco in linea, ci ha battuti e catturati con l'aiuto di molte circostanze a lei favorevoli.
Sennonché i guai non sono ancora finiti! . . . Le azioni di fuoco, che inutilmente avevamo atteso quando la situazione s'era fatta critica, giu ngono ora sotto forma di repressione. mentre ci co nducono vi a p rigionieri ... Salve d'artiglieria cominciano a caderci intorno mentre ci investono perfino raffiche di mitragliatrice. provenienti da rep arti tedesc hi schierati alla nostra sinistra, facendo delle vittime. Intanto raggiungiamo la ferrovia che in questo punto corre in uno stretto ed incassa to corridoio e, osservandone le caratteristiche, sono portato a credere che di li si a partito l'attacco nemico, completamente o r g anizzato al coperto. Scendiamo la scarpata por tandoci così fuori tiro, almen o delle nostre mitragliatrici che ci sparano addosso e, mentre sc endo . mi si apre i l lacero past r ano, lasciando intravedere il cinturone e la bussola goniometrica, fissata sul davanti: un australiano (o rmai li ho identificati da ll a scri tta che portano sulle co n trospalline) s e ne impossessa subito. Sul fondo incontro il tenente Placidi. a to rso nudo, che viene fasciato dal suo comandante di compagnia, Cap. G i o r gio B ianchi, aiutato da una soccorrevo l e sentinella : app renderò in seguito che egli era stato ferito gravemente da una pallot tola sparatagli a bruciapelo al mo m ento della catt ur a, che g li aveva leso un polmone, ma riuscirà a supe r are la cris i e a guarire a bbastanza bene. Risaliti da ll 'altra parte, proseguiamo il ca mmino so tt o la minaccia d ei Tommy Guns: c'è uno scalmanato c he grida c ontinuamente qualcosa (vorrà forse farci marciare compatti?), accompagnando il suo dire con scariche de l suo mitra sul terreno, se nza nemmeno g uardare dove manda le pallottole e d a rischio di ficcarcele nei piedi! Man mano che procediamo incontriamo sempre più truppe, car r i , automezzi e cannoni. 11 tiro delle nostre artiglierie c ontinua a battere la zo na, tene ndoci sotto la sua cup a minaccia: ad esso scoppiano a nche proiettili di grosso calibro, probabi l mente te deschi, ma i nostri g uardiani non sempre ci consentono d i cercare ripa ro quando avvertiamo l'arrivo fisc hiante di questi bolidi!
Lungo il cammino, intant o , mi libero di tutti i documenti e d ordini c he ave vo indosso, lacerandoli in minuti pezzi ed in tal modo distrugg o ogni cosa, anche la più insignificante: uguale sorte subisc ono foto e lettere personali dalle quali mi separo co n g ran pena, ma il timore che me le possano sequestrare mi fa preferire dì d is tru gg erle! Conservo so l amente l'ultima lettera , ricevuta da mia mog lie tre giorni prima, ed una sua pic cola foto ch e trattengo con la s peranza di riuscire a conservarle
Stiamo attraversando le postazioni perdute dalla Sabratha, ora in
mano inglese: esse sono rimaste intatte, con le armi pronte a far fuoco ed i caricatori inseriti; mitragliere da 20 mm, mitragliatrici, cannoni anticarro da 47, puntano ancora le loro bocche silenti verso est, contro il nemico che le ha abbandonate lì nel loro atteggiamento inutilmente minaccioso: nulla è stato toccato e sembra quasi che i nostri debbano usc i re da un momento all'altro dalle tende interrate o dalle buche, per riprendere i loro posti di combattimento! ... Ad un tratto la contraerea inglese inizia il suo rabbioso concerto: scrutiam o il cielo e vediamo una formazione di Stukas picchiare nella nostra direzione. Anche questa ci voleva!! Seguiamo con una certa apprensione le mosse degli aerei tedeschi che sganciano il loro c arico micidiale nei nostri paraggi: l'idea di essere uccisi dai nostri, ed in questa situazione, è veramente poco allegra! Tra il frastuono delle esplosioni ed i sibili caratteristici delle bombe in a rr ivo, improvvisamente, ci accorgiamo che uno Stuka punta sul nostro gruppo, costituito da 13 ufficiali catturati nell'azione dell'alba, momentaneamente distaccato dalla truppa! Ne osserviamo lo sgancio e sentiamo il sibilo caratteristico della bomba che si avvicina rapidamente e paurosamente: è un attimo, ci guardiamo attorno e notiamo sulla nostra sinistra (per fortuna!) una profonda buca, occupata da una tenda a cinque teli, col tetto al livello del terreno, quindi, con un unico gesto, tutti e tredici ci gettiamo sulla tenda che si sfascia sotto il nostro peso! Siamo accatastati l'uno sull'altro, fino a colmare La buca ...
Sono uno degli ultimi e mi trovo, pertanto, sopra gli altri, a livello de l suolo, non sono ben riparato ma va bene lo stesso! La bomba, ìntanto, scoppia ad una trentina d i metri da noi, incendiando una camionetta ed irrorando il terreno cìrcostante di micidiali schegge per un largo raggio! L'abbiamo scampata bella in quanto senza questa buca provvidenziale non ci saremmo certo salvat i! Cessato il pericolo usciamo fuori dall'improvvisato rifugio, mentre quelli che si trovano sul fondo incominciano a lamentarsi perché si sentono soffocati e schiacciati dagli alt ri. Dopo la fine dell'incursione, riprendiamo il nostro penoso cammìno, scorgendo numerose batterie ben mimetizzate le quali fanno fuoco verso la nostra linea e penso, con tristezza, che que i colpi cadranno sui miei commilitoni ... In alcuni punti, tra le dune, s'intravede il mare, vicinissimo . Durante una sosta un giovaniss imo australiano, che fa la guardia al gruppo degli ufficiali, requisisce a quasi la metà di noi l'orologio da pols o (il mio l'avevo occultato) e quindi impone, con nostro vivo dis a ppunto, che gli ammogliati gli consegnino la fede d'oro che porta no al dito! Riusciamo a fargli capire il valore sentimentale che essa ha per noi e, per fortuna, non insiste più
Il cn1 n po 24 d.f Dehra [)un, in I 11d ia._ d:we fi1 pri ginnie l'<'t ruulor,; Ul WLJ1sew:u ~k:l t<me 11t i: Bruno 13,;rtvlli.
Proseguendo la marcia, incrociamo una batteria australiana, i cui co mponenti accorrono sulla pista per vede rci (curiosità che, purtropp o, dovremo spesso sopportare): uno di essi intravede le mie controspalline da capitano (ormai il sole alto mi ha fatto togliere il pastrano) e me ne strappa a forza una, la destra, dicendomi allegramente "captain, souvenir"! ...
Dopo questa lunga e movimentata marcia e ntriamo infine nel caposaldo nord di El Alamein : me ne acco rgo rilevando fo rtificazioni, insta llazioni e sistemazioni varie, camp i minati, reticolati, postazioni in casematte di cemento ed un fosso anticarro allagato dalle acque de l vicinissimo mare. Devo constatar e con stupore come sia lun ga la st rada perco r sa dalla mia posizione fin lì: un vasto e difficile camp o di battaglia che i nostri dovranno superare, prima di giungere al cuore delle fortificazioni britanniche, di cui solo ora vedo la complessa e potente orga n izzazione .
Solo qualche colpo di grosso calibro e le frequenti apparizioni della Luftwaffe ci fanno stare all'erta.
Il comandante della scorta, un anziano sergent e australiano. ci distribuisc e le sue sigarette, gesto semplice ma grad ito , nella truce atmosfera della battaglia a ch i , come noi, è moralmente depresso!
Ci fanno sostare in un posto abbastanza tranquillo, dove inizia la perquisizione dei semplici soldati, mentr e noi ufficiali siamo tenuti un po' in disparte : quelli che sono stati depredati dell'orologio ne re-
clamano la restituzione ad un tenente australiano lì presente. Questi si fa indicare il colpevole che, ca pi ta l'antifona, tenta di nascondersi fra i camerati, e lo strapazza a dovere, facendosi consegnare tutto il bottino che restituisce ai legittimi proprietari; un solo orologio va pe rduto perché i l rapinatore di lett ante l'aveva regalato, stra da fac endo. ad un amico ...
Dopo una lunga attesa, alcune camionet te ci car icano, portandoci i n un'altra zona più all'interno.
Fatto cu ri oso: ad ogni appa r izione dei nostri aere i l'autista, suscitando in me meraviglia ed apprensione giustificata, ferma la macc hina ed imbraccia il fucile fino a cessato pericolo! ...
Ci fanno scendere in mezzo alle dune scavate a trinceroni, ent ro cui c i ripa r iamo, su invito della scorta, per sfu g gire ad altri due attacchi degli Stukas sempre pericolosi ed impressionanti.
È quasi mezzogiorno. il so le è caldissimo e comincio ad avvertire un fa stidio sempre crescente agli occhi che mi bruciano infiammati: ogni tant o devo chiuderli e ripararli con le mani in quanto la luce s ola re mi riesce insopportabile ... Sono certamente Le conseguenze d ell 'umidità assorbita durante tutte queste notti passate nel deserto (e sono tante!), quest'ultima poi, prima della cattura mi ha dato il c olpo di grazia!
La fame, intanto, comincia a fa rsi sentire e ci vien e dato un piatto c on rottami di gallettine ed una latta d'acqua più o meno pulita : il t utto da dividere in tredici giacché quest'ultimo spostamento ha sepa rato noi ufficiali dalla tr up pa inv iata altrove. Un australiano . int anto , passa vicino a noi canticchiando, con nostra me r aviglia, "o c ampagnola bella", la nota canzone che fu ror eggi a anche in Italia !
V erso le 13 giunge una camionetta che ci trasporta alla stazione ferr oviaria di El Alamein, dove veniamo rinchiusi in un recinto di filo s pinato addossato all'edifi cio de llo sca l o ferroviario, vigilato da ind iani armati di mitragliatori, mentre in altri recinti attigui si trovano alcune centina ia di soldati. Un capita no ed un sottuffi cial e ci perq uisiscono, privandomi di una piccola buss ol a di mia proprietà e d ell ' accendisigari, altra roba s equestrabile non ne ho ! Per caso s ono pure senza denaro e l'unica mezza lira esistente nelle mie tas che mi viene pure ritirata
O gni tanto vediamo passare carri armati nemici ch e vanno in linea mentre, lontano, si ode il cupo brontolio dei cannoni e ciò ci ricorda c he ci t roviamo ancora nella zona di combattimento. Anche l'apparizione di aerei su.I nostro cielo suscita gius tifi cata apprensione: se s i trattasse dei nostri saremmo spacciati da t o che la s t azione ferrov iaria alla quale siamo c ontigui costituisce un ottimo obiettivo da bombardare. C i au g uriamo, quindi, che ci spostino presto da questo
posto, ma ci restiamo ancora per qualche ora tirando un sospiro di sollievo (ironia del destino!) ogni qua l volta che riconosciamo come britannici gli apparecchi che ci sorvolano . Ci distribuiscono un pacchetto di ga llette a persona e ci danno un paio di latte di acqua poco pulita ; la sete ce la fa bere lo stesso ... Alle 17 arriva una colonna di camionette che ci ca rica tutti. Si vuota cosi il piccolo concentrament o, fatto evidentemente allo scopo di prima raccolta e smistamento dei prigionieri; partono con noi i nostri soldati, qui r it rovati, ed alc uni militari di altri reparti, catturati nelle ultime ore.
Raggiunta la litoranea puntiamo verso Alessandria: eccoci dunque verso la meta che sognavamo, ma purtroppo da prigionieri! ...
Lungo la strada incrociamo senza sosta truppe, automezzi, a rtiglierie, carri armati : è un afflusso continuo! Sotto i nostri occhi sfilano parcheggi, accampamenti , postazioni, depositi, tutte ri serve preziose per alimentare la battaglia in corso. Ancora qualche nostro colpo isolat o , a lunga gittata, piove sulla zona e gli risponde, con maggiore i nt e nsità il fuoco delle diverse artiglierie britanniche: vedo persino sparar e i cannoni delle postazioni costiere. Sol dati di ogni paese e di ogn i colore corrono sulla strada, dai loro ac campamenti, per vede r e la triste sfilata dei prigionieri e qualcuno ci fa pure gli sbe rl effi con nostra viva irritazione! . .. Contro una collina, s ulla destra de ll a strada, osservo un parcheggio di carri armati di vario tipo, sono tanti, troppi più dei nostri La nostra colonna volta appunto da questa parte e posso così contarli: so no 59. Proseguiamo la marcia seguendo una strada che si addentra nell'interno; sono circa le 19 quando g iun giamo a Burg el Arab. li gruppo di automezzi oltrepassa il paese e s'inolt ra nell'interno , verso una zona desertica , fe rmandosi ad una tappa d i smistamento per prigionieri, c ostituita da alcuni recinti di filo spinato.
Nello scendere dalla camionetta sono interpellato da qualcuno che mi pa rla in ottimo italiano: mi volto e mi avvedo che si tratta di un capitano inglese, certo dell'Intelligence Service, che si sc usa per il viagg io da noi sopportato in autoca rro e per l'inospitalità del luogo. ln zona di battaglia, ci dice, non può essere offerto di meglio, ma as~;i cura che poi beneficeremo di un trattamento migliore: sentiremo spesso fare dai britannici delle promesse che non avranno un segu ito pratico, o l'avranno in misura ridotta e, comunque, molto dopo del semplicistico "Tomorrow " con cui essi incoraggiano sem pre le nostre speranze e i nostri desideri.
L'ufficiale nemico s'intratti ene affabilmente a discorrere con noi, spiegandoci d'aver vissuto molti anni a Firenze dove possiede una vi lla. quindi, co n fa re ipoc r ita, domanda il nostro parere sulla batt aglia in co rso . Alla nostra risposta, piena di fiducia nella vittoria
delle nostre armi, ci chiede in tono fortemente ironico se crediamo davvero che i nostri entreranno ad Alessa ndria! Pu r troppo ora sappiamo ch e la sua sicurezza si basa su da t i di fatto mentre le nostre affermazioni sono sostenute più dall'amor proprio e dall'orgoglio ch e da lla consapevolezza dì poter riuscire, ed anche questo è ben noto al nostro interlocutore, il quale fa perciò dello spirito a buon mercato! . . . A questo punto riteniamo opportuno interrompere l'inutile discussione e chiediamo qualche coperta e del cibo prima di entrare neg li squallidi recinti che offrono solo la sabbia per giaciglio, ma il cap itano inglese, con rammarico che sembra vero, si scusa di non poterci accontentare poiché il nostro arrivo era imprevisto ed il posto, essendo di transito, non ha possibilità. di soddisfare le nostre necessità. Tomorrow, sarà un'altra cosa! ...
È ormai notte e noi ufficiali siamo introdotti in uno dei recinti che sono in effetti degli stretti corridoi , limitati dal reticolato e scavati per tutta la .lunghezza nel fondo sabbioso. Ci stendiamo di traverso, uno vicino all'altro, in questa specie di fossa, cercandoci un posto ìn mezzo agli altri ufficiali appartenenti ad alt re divisioni, che ci ha nno preceduto nelle u l time 24 ore Questo è tutto quanto ci offre la prima notte di prigionia in mano nemica, per di più il freddo si fa sentire penosamente ed allora ci stringiamo gli unì agli altri per cercare un po ' di tepo re. Qualcuno, più fortunato, poss i ede una preziosa coperta che divide con qualche amico. Stretto fra due colleghi, col pastrano sbrindellato indosso come unica copertura, la bustina calcata sulle orecchie , insufficiente a separarmi la t esta dalla sabbia c he mi fa da cuscino, mi sforzo invano di prender sonno, pe r riposare il corpo e lo spirito dall'inte nso e violento travaglio di questa te rribile giornata Mille pensieri mi si affollano, invece, nella mente se nza da rmi pace e l'incognita del futuro m'incute un vero t imore. Quando potrà fini re tutto ciò? Interrogativo senza risposta ad esso, come, purtroppo, per chis sà quanto tempo ancora! Si chiude così la giornata dell'l l luglio 1942, iniziata male e finita · peggi o!
Molti lunghi mesi sono trascorsi e la prigionia continua deprimente, avvilent e , corrosiva delle fo rze fisiche e spirituali, estenuante nella sua monotonia. Ogni sano slancio s'intorpidisce e svanisce nell'abulia: per rendersene conto, però, è necessario aver vissuto nei campi di prigionia, alt r imenti qualunque descrizione, sia pur dettagliata, non può rendere la sensazione reale di ciò che significhi questa parola ! Solo chi l'ha provata può conoscerne il peso, specialmente dal la to morale ...
Unica luce in tanta oscurità è la speranza che tutto ciò finisca con l'agognato rimpatrio. Intanto i mesi passano e le delusioni soffocano ogni ottimismo, rendendo spasmodica l'attesa del ritorno in famiglia, diventata ormai la sola aspirazione e consolazione nell'immane disastro che ha travolto, con il nostro Paese, tutte le nostre speranze e gli ideali!
Ba ir agahr (Bhopal, India), Campo 1 O, Wìng 1 28 aprile 1944
Il diario del capitano Campo si chiude così; non sarà inutile, tuttavia, tratt eggiare sommariamente, per il paziente lettore che ci ha seg uiti, gli avvenimenti successiv i.
All'in izio della battaglia di El Alamein, il 23 ottobre 1942, la Trieste era in riser v a; il giorno 30 fu chiamata in linea, schierandosi nel settor e nord : affro n ta ndo forze b ritanni che super i ori, per numero e mezzi, in sanguinosi combattimenti, i suo i valorosi reparti s i fusero uno ad uno, dopo disperata, impari lotta .
Scompa rvero così a T el1 e l Aqqaq ir , il 2 novembre , il 65° fanteria, schiacciat o dal numero; finì con una carica risorgimentale l 'XI battaglion e carri medi, uno contro cento; venne decimato il 21 ° artiglieria, i cui pezz i avevano tuonato fin o all'ultimo sotto un diluvio di fuoc o.
Il 4 novembre iniziò la ritirata delle fo r ze italo-tedesche : della Trieste riuscirono a disimpegnarsi ed a ripie ga r e il Comando Divisione, il 66" fanteria, ridotto a due scarni battaglioni, i l LII battagl ione genio e pochi elementi superstiti d'artigli eri a .
Ai sop r av vi ssuti venne devoluto il g ra vos o compito di costit uir e la ret ro g uardia . a protezione della ritirata , compito che seppero asso lvere col cons u eto valor e , impegnando forze superiori a Maaten Giofer, il 14 d icembre ed a Seda da, il 16 ge nnaio 19 43
A fine ge nnaio dello stesso ann o avev a termi ne il ripiegamento, co n 1·occupazion e della linea del Mareth , in Tun i sia
In questo estremo l embo d'Africa la Divis ione scrisse le ultime g loriose pagine della sua storia, combattendo quattro gr andi e sanguinose battaglie ad E l Guettar ( 16 - 30 ma rzo 1943) , Uadi Akarit (56 aprile), Enfidaville ( 19 - 30 aprile), seconda battaglia di Enfidaville (9 - 13 maggio) n sacrifici o della fanteria divisionale venne premiato con la concessione della Medaglia d'Oro alla Bandiera del 66° fanteria.
Nel corso della prima battaglia di Enfidaville il I/66°, al comando del capitano Mario Politi. tenne alto l'onore del soldato italiano, difendendo fino allo stremo l'importante caposald o di Takrouna contro forze enormemente superiori, consentendo così alle nostre unità di ritira rsi in buon ordine e di schierarsi su migliori posizioni.
Do po la caduta di Takrouna il nemico aumentò sempre più la pressio ne contro il nostro fronte, che resisteva con l'energia della dispe-
razione; contemporaneamente alt r e formazioni avversarie, provenienti dal Marocco e dall'Algeria. sferravano potenti attacchi contro il fianco destro delle forze dell'Asse, per prendere alle spalle le unità delJa Prima Armata Italiana del Maresciallo Messe.
La resistenza si prot r asse fino al 13 maggio 1943, giorno in cui i nost ri bravi soldat i, a corto di viveri e senza munizioni, dovettero cedere le armi.
Veniva così ammainata per semp re la Bandiera Italiana in terra d'Afr i ca .
ORGAN ICO DELLA DIVISIONE TRIESTE, DEL Il /6 6 E DELLA VI COMPAGNI A.
Comandanti :
Genera le di divisione Alessandro Piazzon i ( 1 O/9 / 194010 /12/1941)
Gene r ale d i brigata Arnal do Azzi ( 11 /12/1 94 1 - 29/7/1942)
Generale di divisione Francesco La Ferla (30/7/19 4 213/ 5/1943)
La divisione di fanteria motorizzata Trieste, per somm i capi, e r a così costituita:
65° Reggimento Fanteria Motorizzata (su t r e battaglioni)
66° Reggime n t o Fanteria Moto r izzata (su tre battaglioni)
9° Reggimento Bersaglieri (s u tre battaglioni), s ostitui to ne l maggio del 1942 dall'VIII battaglione Bersaglieri corazzato , e dall ' XI battagl ione carri Ml3.
21 ° Reggimento Artiglieria da Campag na (tre grupp i, di tre batte rie ogn u no)
LII Battaglione Genio
Una batteria di mitragliere da 20m m
Due compagnie mortai da 81 mm (ciascuna costituita da nove mortai)
Repa rti va r i della suss i ste nz a e della sa ni tà .
L'organico del II battaglione del 66 ° fan te ria, all'agosto 1941, era così costituito:
v a Compagnia (comandante capitano Pigozzì)
vra Compagnia (comandant e capitano Campo)
Vff1 Compagnia (comandante capitan o Pennazzi - Ricci, sostit uito poi dal tenente Scaramucci)
La VP Compagnia era costitu i ta da :
Tre plotoni fucilieri
Un plotone mitraglieri
Un plotone a n ticarro, dotato di cannon i Hot c hiss da 25mm, p reda bellica
In questo volume si parla spesso di battaglioni, reggimenti, divisioni; il lettore potrebbe credere che queste formazioni militari, italiane o britanniche che fossero, sostanzialmente si equivalessero: la realtà dei fatti era invece ben diversa.!
Bisogna innanzitut to precisare che il nemico disponeva di munizionamento pressoché illimitato, mentre dalla nostra parte ve n'era una certa penuria; per avere un 'idea esatta della sostanziale diversità fra le nostre forze e quelle avversarie, occorre però dare uno sguardo agli specchi seguenti:
Nico la Campo
Nota : i cora z zat i italiani. in o r dine di battaglia, r aggiungevano un peso di circa 14 to n nel l ate, m e nt r e mo lt i di q u e lli brit a nni c i a r r ivava n o a c i rca 30 to nnellate.
LE PERDITE ITALIANE AD EL ALAMEIN (dati desunti dal volume El Alamein di Paolo Caccia Dominioni)
Approssimativamente le percentuali dei cad u ti ad El Alamein sono le seguenti :
Fanterie divisionali : ;-33 ,9 %
Artiglieria : 22,3%
Bersaglieri: 10,7%
Paracadutisti : 8,6%
Fanteria e cavalleria carrista: 8,2%
Genio : 7,2%
Corpi diversi : 4,5 %i
Regia aeronautìca : 2,6%
Regia marina (a te rr a) : 2,0%
Tali percentuali vann o considerate solo in valore assoluto . Infatti. applica ndo le cifre delle perdite agli organici dei repart i salgono ai primi posti i paracadutisti, carristi e bersaglieri. Scomponendo poi le percentuali delle due armi che hanno dato il maggior contributo ì n via ass o luta, si ottengono questi valori :
F anter ie:
Divis i one Trento: 19%
Divisione Trieste: 16 %
Divis i one Brescia: 15 %
Altre div i sioni : 5 1 °/4,
Ar t iglie ri e
Divisionali : 53%
Celeri : 23 %
D'armata . corpo d'armata e autonome: 24 %)
carrì medi M13 della Trieste, du r ante il ciclo operativo maggio - nov embre 1942, il 92,3 % cadde in battaglia, mentre il 61,5 % risultò ferito, quindi, molti ufficiali subirono delle ferite ed in successivi combattim en ti decedette ro , dato che il totale ci dà un 153,8 % ! Dei sottoufficialì il 17 . 6 % morì, il 46 , 1 % ripor t ò f erite; la truppa ebbe un 27,5% dì morti ed un 1,9 % di feriti. Sottufficiali dispersi: 28% , t ruppa : 39, 1% .
De i combattenti in Libia, Egitto e Tunisia , morirono 22 569 soldati dell'Esercito Italian o ; a questi vanno aggiunti circa 27 .000 uomini della Regia Marina, della Marina Mercantile . nonché della Regia Aeronautica .
Schen1a di carro arn1 ato ~vfl 3/ 40 delr'XTrno batlag tion e della Trieste
APPENDICE IV
PROPOSTA DI COMMUTAZIONE DELLA MEDAGLIA D'ARGENTO AL V. M. ALLA MEMORIA DEL COLONNELLO PIETRO CHIAPUSSO, COMANDANTE IL 66° REGGIMENTO FANTERIA MOTORIZZATA DELLA DIVISIONE TRIESTE, IN MEDAGLIA D'ORO AL V. M.
lnpertr.wahl.H,dr:Ltto in jÌi culi.i1 C-O l Ql'.ln al.'lo i:adi.oa<n l. iQlìlh Tti vo cb..e
'lAl>iira: ¾}O'!l<l,.ui~"f.Q,per. 113.. a:.ieW'i:l~z..u d i:5..- ::iuoi !'!Uti '?'-2' ~M'an,u•e la.
!l:YÀ.9W1Ì~& ~iOll & da iS:::tl :,r; -o):w, ,~do UD.Il t ~n. a, r,1f!i<ia J. O !u.lmin.a..,.l!>r
ed:.rg.ppan,01~- eoo l::. v'i t:&- l:!!. ,i:i oil:!, d'l!:ila v 'i t t <>l"i ~ ornai oo:ozei{Ui tu.- •
J l3.lls. r elad m,e s ui .:.s.tto a 1 '1.7"lll1 , 30!)Ns esvOtt'!;t! ;eme-:rg o."lo J;IU':l.ti'taBìe·
1q 1/r&riv quw rlticila op:1ol' t \lii.O porre ill T'i h e\'o 'fl' aii>è r
I} L •a1i:1'11Jano ria l Gol.. ObtAr,usaò,i1 ~ua:1e n on utitò,oon al~1~10 ciì~t:1.(1=
r>:i~,o ,6 ri~ clt1 ~~ 1-a.. v.ìt..a.,i,er imped irlil: u.J.. 1'*ri~ ri pèr~11'11< !li .::uni, a~:tt.
l ) Il 9 1ì ò c-o:r~-glo è ,<r,&o;:ì.e:J1t'~ iit '* _ t~a.&. c-e 1"i1u1 ",l_ ~e<ri!'i~ iiJ SUJ:-remb d e lla ,
vi h. , ~lit;; .a.-On :L<J te (}9 àef'.Let~nn d~1 S u.o propc,si t1>. pur : ill.VffltiO· $\"ut o
Der o~n. d ue vol~8 u.."1 c.hi:u-o &\'Ve-rbmeo:t:o mul _p~~1c~a oui ai'& 8a~c,.
r.11.foi;ti. l i:: pr i:nr.1 du ~ ra.-rtiebe, :::w.dQ.'tè l9ì Yui>ta eri:xn o ,m- non.t to ll~:;.,é H sui=
1.-ct i u:t41l\:ll:htìl. de l. n.C'l!lic I) VIU'-JJ:O 1a. S.1.1a pe ra 0llJQ,, 1:NPP O ardi. t;:tan~1Hi"1 8f1d!m.=
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"IL SUPERBO COMPORTAMENTO DELL'ARIETE E DELLA TRIESTE
NEL GIUDIZ I O DEL CORRISPONDENTE TEDESCO DI GUERRA, SOTTOTENENTE LUTZ KOCH (Le forze armate, n . 1811 del 23/6/1942, pag . 2)
Berlino, 23 giugno 1942
"U corrispondente di guerra, sottotenente Lutz Koch, giunto a Berlino in volo da Tobruk, ha fatto una lunga illustrazione ai rapprese ntanti della stampa estera sulle fasi delle operazioni che banno condotto alla caduta della munitissima fortezza libica.
Nel suo racconto di impressioni vissute, il giornalista germanico ha specia lmente tenuto a sottol i neare le difficilissime condizioni ambientali in cui si svolgono le operazioni attualmente in co r so in Africa Settentrionale. A tale p r oposito egli ha fatto osservare le magnifich e doti di resistenza e di sobrietà dei combattenti Italiani e l'alto spirito di cameratismo che in ogni momento si è sempre dimostrato fra i soldati dell'Asse . Egli vide, ad esempio , un soldato italìa no privarsi, in una gio r nata dì torrido calore, della sua unica borraccia d'acqua per offrirla ad un camerata tedesco che, meno allenato a quei calori. soffr iva le torture della sete .
fl gio rnalista ha poi esaltato il superbo comportamento delle divisioni Trieste ed Ariete che, da sole, hanno sostenuto, in molti punti della complessa battaglia della Marmarica. situazioni difficili, supera ndole brillantemente
Passando in seguito a parlare delle fasi che , ful mineamente hanno portat o a lla cadu t a di Tobruk, egli ha riferito alcune dichiarazioni de l g enerale Rommel nelle quali, fra l 'a ltro , il condottiero ·africano d ice di adottare semp r e la tattica di dare a ll 'avversario un colpo allo stomaco , poi un colpo al ventre ed un altro al didietro finché, giunto a colpire una parte in modo particolarmente duro, vi continua fino a farlo crollare".
L'EROICO SACRIFICIO DEI COLONNE LLI CH IAPUSSO E ZANETTI
ALLA TESTA DEL 66 ° FANTE RIA (Le forze armate, n. 1832 de l 4/9/ 1 942, pag . 2 )
È nota. per le citazioni dei bollettini di guer ra , la gloriosa odissea della divisione "T rieste " i cui reggiment i , fra i quali il 66° F a n teria, han no dato alto contributo di valore anche nel 'ulti m a, t r av ol g ente ava nzata che condusse le nostre truppe alla linea di El Alamein . Dura nte tale avanzata già i n territo ri o egi zi ano, il 66 ° Fanteria ebbe il do lo r e di perdere, a breve distanza d i tempo, due comandanti : il 1 ° g iugno, ne ll 'attacco al p re sidio inglese di Ualeb, il co lonnello Pietro Chiapusso ed i l 17 luglio, sul fronte di El Alamein. il colonnello Umbe rto Zanetti, succeduto a l prim o nel comando del regg im e nt o, e nt rambi alla testa delle loro truppe, anche se il secondo si è mate rialmente spe nto in un ospedaletto da campo, pochi gio rn i dopo il c ombattimento, per le ferite riportate. ( ).