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VALENTINO CODA
di essere definitivi.Le impressioni sono veridiche, ma poterono essere fuorviate e guaste dalla bile: inoltre l'autore non ha veduto che una piccola por zione della verità; egli era nella fornace, ed è noto non esser questa la situazione più favorevole per descrivere l'incendio. Sarebbe quindi ridicola presunzione da parte sua trinciar sentenze circa le responsabilità di Caporetto. Parlino coloro che a Caporetto erano, e videro dar fuoco alla miccia che per poco non mandò in aria il laborioso e cruento edificio della nazione italiana. lo non c'ero, e non so dire se sia stato un episodio di viltà, una sventura, un esempio di ciò che può in guerra l'audacia degli uni combinata con l'impre videnza e con l'inettitudine degli altri. Nè so (per quanto lo sdegno e l'angoscia del momento mi facessero urlare la tesi affermativa) se dopo Ca poretto la funesta ritirata si potesse evitare : è questo un problema strategico sul quale mi af fretto a dichiarare la mia incompetensa. Deciderà la storia: vi è, pare, una commissione d'inchiesta incaricata di forbirle le lenti. Prego perciò di pren dere con beneficio d'inventario le invettive che, in prosa e in versi, sono scagliate nel mio libro al Generale che comandò l'Esercito italiano sino al novembre dell'anno scorso, e al quale si deve, qualunque sia il giudizio che la posterità ben in formata gli riserba, il rispetto che circonda le grandi cadute. Non ho tolto dalle mie pagine nessuna invettiva e nessuna imprecazione, perchè avrei con esse sacrificato il palpito, violento ma leale, che è la sola ragione d'un libro come il mio: avrei dovuto piuttosto distruggere il libro, e vi ho pensato. Ma io sono profondamente convinto che i libri come questo siano utilissimi non solo alla storia, ma alla vita di un popolo. Utili sono gli inse gnamenti del dolore, utile è la verità senza veli; ed è giusto che gli italiani presenti e futuri saf piano ciò che di spasimi, di amaresze e di rossori è costato il trionfo di cui a buon diritto si glo riano e si glorieranno, sappiano di che lacrime e di che sangue gronda il serto che noi abbian.o cinto finalmente alla Patria . Se tutti coloro che stettero, veggenti e coscienti, nelle file dell'Eser cito fuggiasco, facessero come me, scrivessero con rude e disinteressata franchezza tutto quello cho hanno veduto e sentito, ne risulterebbero gli ele menti di un processo completo, la cui morale non gioverebbe soltanto a rischiarar l'innocenza degli innocenti e a fulminare il castigo sui colpevoli.
Crederò inoltre di aver fatto opera non bassa
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