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VALENTINO CODA

Ma, scesa la notte, il Generale impartisce or dini che non lasciano più dubbio. Io vado a con certare il piano di ritirata con la Divisione che ci fiancheggia a sinistra. Resta inteso che le nostre due Brigate retrocederanno per ultime, a scaglioni di compagnia: partirà in testa l'artiglieria, quella almeno che si può trasportare. Le bombarde sa ranno fatte saltare all'ultimo minuto. Vedo il capitano Forni, che le comanda, nascondersi la faccia tra le mani, l'alta persona scossa dai sin ghiozzi.

Alle 22 il movimento è iniziato su tutta la linea. Nella nostra spelonca fervono i tristi preparativi. I telefonisti rompono i fili e portano via gli ap parecchi, gli scritturali bruciano cumuli di carta; il tenente Lisa si sfoga fanciullescamente rom pendo a colpi di martello due lettini da campo « perchè gli austriaci non ci dormano ». Un altro scarabocchia sopra un pezzo di cartone, all'indi rizzo del Maresciallo Boroevic: « Heri tibi, hodie mihi, cras tibi ). Magre consolazioni.

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La luna rischiara il dirupato sentiero, interrotto dalle esplosioni: qua e là sull'altipiano brillano roghi di baracche incendiate e scoppi di munizioni che saltano in aria. Gli austriaci, sospettando o intuendo qualche novità, fanno grande spreco di

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