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VALENTINO CODA

si fanno via via più sinistre: abbiamo perso il Monte Nero, gli austriaci sono a Cividale... Dio, fate che siano menzogne!

Il Generale è tornato , e ci dà ordine di scen dere a Plava; leBrigate seguiranno a notte fatta. Le Brigate seguiranno: dunque la famosa linea, l'antemurale dell'Isonzo è abbandonata. Forse il Comando in capo ha risoluto di mettere fra noi e il nemico il fiume, come un ostacolo di cui ab biamo crudelmente sperimentato il valore. Sull'al tra riva dell'Isonzo si ergono a picco altre mon tagne dove non può che aver buon gioco una difesa ad oltranza.

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Saliamo sull'autocarro con un senso di umilia zione, pensando alle povere truppe che rimangono allo sbaraglio; ma, lo debbo confessare a mia vergogna, io provo anche un senso di sollievo nel l'allontanarmi da quei luoghi ormai saerificati, nel volger le spalle al pericolo. Guardo in faccia ai miei compagni, e mi par di sorprendere uno stato d'animo uguale al mio. Ahimè! noi siamo già dei vinti, e il virus della sconfitta opera il suo infal libile corso.

Eccoci al fiume. La strada che lo costeggia è un inferno, le rovine di Plava pullulano di uo mini, macchine, animali da soma. È impossibile

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