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DALLA BAINSIZZA AL PIAVE 25

che una sola arteria sopperisca a questa migra zione di un popolo! Difatti, la fila interminabile dei carri che da due parti si attestano all'unico ponte, èferma. Trasalisco al pensiero che un colpo ben aggiustato potrebbe demolire il ponte. Più di trecento autocarri, senza contare i veicoli mi nori, aspettano da ore, da intere giornate che il mostruoso ascesso si vuoti ; in alto la strada che si snoda sui fianchi del Cucco appare, nelle ul time luci del tramonto, nereggiante di un corteo infinito, che si muove con la lentezza dei cortei funebri. In faccia a noi, sull'altra sponda del l'Isonzo le due vie che da settentrione e da mez zogiorno convergono verso la grande strada del Planina, sono ugualmente congestionate. Pare che tutto l'esercito, contraendosi come un verme sotto la percossa, tenda a concentrarsi in quest'imbuto, su cui le montagne accerchianti gettano un'ombra funesta , l'ombra delle Forche Caudine... Lasciamo il camion arenato, e trafugandoci tra carro e carro riusciamo a pervenire di là dal ponte.

-Saliamo a piedi, infarinati dal polverone, sino a Verolje fra uno stormeggiare ininterrotto di trup pe che scendono, chissà per dove e perchè! Dalla terrazza di Verolje lo sguardo spazia a contem plare tutta una teoria di incendi che punteggiano l'orizzonte, bracieri piccoli di baracche, bracieri più vasti di magazzini, bracieri lontani ed im mensi che insanguinano il cielo, come di intere città in fiamme. a

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Ore 21. A Verolje il sergente del nostro Quartier Generale, che ha le chiavi della dispensa, ha la faccia tosta di non volerci dare da pranzo.

Digiuno da ieri e disposto al furore, lo afferro per il collo e gli strappo le chiavi: il pranzo è allestito e divorato in mezz'ora . Me ne andrei vo lentieri a letto, ma sono di servizio per la prima metà della notte, e all'una e mezza, quando il te nente Ragazzi viene a rilevarmi, il mio attendente non è arrivato, e non posso che stendermi sul pavimento col solo cappotto per difendermi dal freddo della notte autunnale. In ques incomoda posizione mi sorprende il generale, ed ha la bontà di offrirmi un sacco a pelo che a lui non occorre, essendogli stato preparato un letto. Il sacco a pelo (in italiano si dovrebbe chia marlo sacco di pelo, ma l'ombra di Basilio Puoti mi perdoni se indulgo all'uso comune) è un vero e proprio sacco foderato di pelliccia, nel quale ci si ficca belli e vestiti per dormire, e che permette e di sfidare i climi più rigidi. Fatta che sia l'abi

Dalla Bainsizza Al Piave 27

tudine, ci si dorme come a casa propria. Ma era destino che quella notte io non potessi gustare il dono del mio benevolo superiore, come questi non avrebbe profittato del suo letto. Le mie membra avevano appena assaporato la delizia del calduc cio e del riposo, quando Ragazzi venne a dar la sveglia a tutti. « Si torna subito all'Isonzo ». ( All'Isonzo ? » balzo in piedi con un fre mito di gioia. Pur troppo la notizia non ha nulla di lieto: andiamo a sorvegliare ed aiutare il pas saggio delle Brigate, che alla prima alba saranno con le teste di colonna al ponte di Plava.

IL PASSAGGIO DELL'ISONZO

27 Ottobre, ore 3. Nella notte gelida, nu volosa, irradiata dal sinistro bagliore degli in cendi, camminiamo in silenzio, malinconici e as sonnati, stupiti di non incontrare più nessuno sullo stradone dove, testimonio e avanzo del caotico pa rapiglia della giornata, rimane qualche autocarro ribaltato, e qualche cannone che allunga il muso enorme nelle tenebre. Gli artiglieri dormono ac canto al pezzo, imbacuccati nei cappotti.

Il capitano M. maledice al destino e dice che

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