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VALENTINO CODA

dovevamo andare coi tedeschi. Conegliani stenta a tener dietro al passo elastico del generale, vec chio africano adusato ai garretti ferrei degli asca ri. Questo generale, Manti, venuto da poco tempo a comandarci, si è guadagnato tutte le simpatie benchè si mostri riservato e guardingo nell'accor dare la propria confidenza. Quando egli è arri vato, io ero tutto pieno dell'angosciosa nostalgia del mio vecchio generale, Papa, di cui ero l'uff ciale d'ordinanza, e mi pareva che nel mio cuore non ci fosse posto per un altro sentimento: ma, inconsapevolmente e quasi a mio dispetto, ogni giorno che passa mi avvicina al nuovo venuto e suscita in me un vivissimo desiderio che egli mi conosca, mi distingua, mi stimi. Darei non so che cosa per compiere un atto di valore sotto i suoi occhi, e nella disgrazia che ci travolge le mie sim patie raddoppiano, indovinando che, fra quanti siamo qui, quest'uomo che non parla, che non pro testa, che non si confida ad alcuno e il cui volto impassibile non tradisce il minimo cangiamento d'umore, è quello che soffre di più e a cui più s'avvicina la tristezza del mio spirito.

Perciò, appena egli chiede un uomo di buona volontà che vada ad avvertire le sezioni della sanità e della sussistenza, rimaste di là dal fiume,

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