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VALENTINO CODA

rimettersi in movimento, e, strano a dirsi, non si ode una voce: tutta questa gente sembra ammu tolita. Si direbbe una processione di spettri, se l'ansito dei motori non desse il senso immediato e procelloso della realtà. Avvicinandoci, distin guiamo altresì lo scalpiccio di decine di migliaia di piodi.

Sotto l'arco diruto di un ponte'dove un giorno passava la ferrovia, tre o quattro territoriali si scaldano a un focherello di sterpi.

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Per andare al ponte di Zagora? chiede Nasi, che ha la specialità di sapere tutte le strade sulla carta e di sbagliarle tutte sul terreno. Il ponte è saltato risponde con aria in differente uno dei soldati l'artiglieria tedesca lo ha fatto saltare... e anche quello di Plava.

Se è vero, è semplicemente disastroso. Il ponte di Zagora non è che è una passerella per pedoni, ma quello di Plava, l'unica comunicazione per corribile dalle salmerie, dalle ambulanze, dalle trattrici, dai pezzi!... Proseguiamo col cuore stret to. La passerella c'è sempre: quel soldato si fa ceva eco, stupidamente, di una delle innumere voli invenzioni di malaugurio che in ogni crisi spuntano come i funghi, e trovano mille banditori. i

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