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50 VALENTINO CODA

- la consegna di star qui e allacciare i fili. Se lei mi ordina di rientrare ... Eseguisci la tua consegna.

Ore 19. Le ultime luci del tramonto dile guano fra un mare di nubi. Ho riferito al gene rale, non ho da far nulla: la febbre d'azione che m'aveva sostenuto e distratto per un momento, è caduta.

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Pare che la brigata Re se ne sia andata: così almeno si assicura dai suoi ufficiali e militi iso lati che non avendo più trovato nè il Comando della brigata nè i Comandi di reggimento, ven gono da noi per ordini e schiarimenti. Non pos siamo crederlo ! La brigata Re, meritatamente celebre per il valore spiegato in ripetute azioni di guerra, è quella su cui facevamo il maggior assegnamento; anche la Forlì è solida, ma è mal comandata. Spediamo due, tre portaordini, di cui nessuno ritorna. Il generale vieta che si mandi nes sun altro, e taglia corto ai commenti dichiarando che si tratta di una fandonia, la Re è indubbia mente al suo posto. Capisco che egli è sicuro del contrario, e indovino la ragione della sua pru dente, necessaria menzogna. Se le trincee della Re sono sguarnite, non vi è rimedio ; la linea della

Dalla Bainsizza Al Piave 51

Forlì è già troppo sottile perchè si possa pensare ad indebolirla con un prelevamento di truppe; la divisione non ha riserve, essendo essa l'estrema retroguardia dell'Armata. Disponiamo alcune ve dette nella direzione della supposta falla, e at tendiamo gli eventi.

Ma altre falle debbono essersi aperte nella scon nessa armatura. Un'altra ondata di fuggitivi, un altro battaglione della Forlì che, come quello di oggi, e ha ricevuto l'ordine » di retrocedere: gli uf ficiali giurano che il battaglione di sinistra se n'è andato, e che non hanno più collegamento. Se n'è andato! Ma dove, se di qui non è passato nessuno?

Si corre a vedere, ed è vero! Un battaglione della Forlì è svanito senza lasciar traccia di sè, e (non potendo contare la Re di cui non abbiamo notizie) le nostre forze sono ridotte a meno di due reggimenti, schierati in catena, senza appog gio sui fianchi, senza rincalzi, esposti ad essere aggirati da una mano di cavalleria. Il Comando stesso brancica nel buio, e perchè la metafora sia meglio appropriata, la notte scende oscurissima a peggiorare la nostra situazione.

Alle 20.30 ispezione sul fronte della Forlì.

Tutto in ordine, il nemico non dà segni di vita. Due o trecento sbandati dellaRe vengono racimo lati, rifocillati, forniti di cartucce, e tenuti sotto mano per ogni evento. Il generale ha chiamato un tenente colonnello di artiglieria che, con gli ultimi cannoni che ci restano, è incaricato di co prire la nostra ritirata, se il nemico come è è molto verosimile tenterà di piombarci sopra appena si accorgerà che gli abbiam voltato le terga. Sento il generale dirgli: « Noi abbiamo no vanta probabilità su cento di finire a Nauthausen, e le dieci in favore dipendono tutte da lei ). Il tenente colonnello promette uno sbarramento ef ficace a patto che si dia del pane agli artiglieri e del foraggio ai cavalli, poichè uomini e cavalli non toccano cibo da due giorni. Il pane c'è, e un cascinale dei dintorni somministra fieno a discre zione. Accompagno io gli artiglieri a prenderlo, e acqueto il proprietario rilasciandogli un buono che il Governo pagherà, al nostro ritorno. Senza batter ciglio il bravo contadino riceve il pezzo di carta che ho stracciato dal mio taccuino, e mi ringrazia.

Pranzo anch'io, per merito dell'attendente che divide con me la sua pagnotta e del cioccolatte preso in una bottega abbandonata, che i soldati svaligiano. Tanto, è roba che finirebbe nelle un ghie degli austriaci.

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