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DALLA BAINSIZZA AL PIAVE 67

anzichè da Codroipo, perchè la via di Codroipo è intercettata dai tedeschi. Il Corpo d'Armata prescrive che la velocità di marcia sia aumentata sino all'estremo limite, siano lasciati indietro quelli che non possono camminare, siano abban donati tutti gli impedimenti: è un si salvi chi può, sottinteso ma non equivoco. Ora, le nostre due Brigate ebbero ordine ieri a sera di iniziare la marcia alle 3, e la Re è partita per la strada pericolosa. La Forlì, per fortuna, non è nemmeno giunta tutta a Mortegliano, e i suoi disgraziati fanti, in luogo della tappa sospirata, troveranno qui l'ordine inesorabile di forzare il passo, di camminare fino alla morte... o finchè non ab biano messo il fiume fra sè e il nemico. Noi sappiamo che cosa sia una marciaforzata, e pen siamo con raccapriccio quanti uomini rotoleranno nei fossi o si sdraieranno, rassegnati al proprio destino, sulla banchina della strada maledetta, preda del primo stormo di ulani che arriverà a sciabola sguainata.

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Un ufficiale vola, in autocarro, sulle tracce della Re, col mandato di sorpassarne la testa e gui darla per vie traverse sulla nuova direzione; ma noi siamo appena giunti a Castions che l'auto carro ritorna, annunziando che non ha potuto uscire da Mortegliano a causa dell'intasamento della strada, e che il tenente Piccinni, requisita lì per lì una bicicletta, sta facendo forza di gam be per portare il nostro messaggio alla Re. È assai dubbio che egli arrivi in tempo, e l'idea che un miserabile contrattempo getti la nostra brava brigata brava e cara a dispetto dell'e quivoco di Subida in bocca al lupo, ci tor menta. Il generale, consultata la carta topogra fica, mi dà incarico di prendere una scorciatoia che interseca, al paese di Talmassons, la diret trice di marcia della Re, e di rintracciarla al più presto. Monto in autocarro col mio attendente che custodisce gli avanzi del mio bagaglio, e un brigadiere dei carabinieri che fa parte degli a in fissi » del veicolo, perchè non se n'è mai staccato da quando è cominciata la nostra odissea: si vede che i piedi dolci gli fanno aborrire la guerra di manovra .

Passiamo per Sant'Andrat (cari paeselli friu lani dal nome esotico e dagli abitanti così sem plici e cortesi, cari paeselli che il barbaro insu dicerà troppo lungamente!) : la confusione è al colmo, sebbene Sant'Andrat sia fuori delle grandi strade. Il fiume della ritirata ha dilagato, e dopo pochi chilometri, costretto a lasciare l'autocarro paralizzato dalle condizioni della via, ingiungo ai miei uomini di aspettarmi lì senza muoversi per alcuna ragione, e mi metto a fendere la calca, cercando di ritrovare l'agilità dei miei garretti di vent'anni. Incontro un ponte minato, che un generale del Genio in persona si accinge a far saltare, e lo scongiuro di attendere perchè le trup pe di cui vado in cerca dovrebbero per l'appunto varcare il fiumiciattolo su cui il ponte è gettato.

Il generale allega gli ordini, io non ho tempo di discutere, proseguo e giungo a Talmassons.

Ciò che ho visto durante questi pochi chilo metri è tal quadro di desolazione e di rovina che sfida ogni descrizione. Figuratevi non una strada ma il greto di un torrente che avesse invece di ciottoli tutti gli oggetti più svariati che l'uomo foggia per i suoi usi; nè solo la strada, ma i fossi e i campi che la strada costeggia, rigurgi tano di zaini, casse di munizioni, giubbe e cap potti, arsenali di farmacia, mazzi di carte, va ligie, scatolette di carne, pezzi di mitragliatrice, teli da tenda, libri, fucili, stoviglie, sedie, ar madi, stufe, registri, e poi cartucce, cartucce a bizzeffe. Tutto ciò emerge dalle pozzanghere, for ma col fango e con la ghiaia una specie di sel ciato irregolare in cui s'inciampa ad ogni passo ;

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