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VALENTINO CODA

gate alcune mi sono familiari, la Roma, per esem pio, con la quale m inerpicai per i fianchi sco gliosi del Na-grad, in settembre, e nella quale mi strinsi di amicizia con parecchi ufficiali che davvero non avevano faccia di paurosi. Ma tutti, tutti e dappertutto io li ho visto battersi questi poveri soldati che egli ha trattato come carne da macello e bestie da soma, che ha fatto dissan guare senza scrupolo in assalti senza criterio e fucilare senza pietà in esecuzioni senza processo, richiamando in vita persino l'iniquo e pazzo si stema della decimazione; può darsi che una schiera abbia gettato le armi, che alcuni scellerati siano passati al nemico, ma un episodio singolare, un atto di viltà o di fellonia, un combattimento sfortunato non dovevano aver potenza di deter minare la catastrofe. Una linea che, rotta in un punto, non si riallaccia più, non è un baluardo, ma un trabocchetto .

No, non si potrà falsare il giudizio della storia!

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E la storia dirà che, abbacinato da una formu letta di scuola, dal miraggio diuna brillante manovra buona per i tempi di pace e per le finte battaglie con pubblico di dame e gentiluomini, un pedagogo arido, gonfiato dagli incensi, ha perduto l'Italia e l'onore.

1.° novembre. - Efesta oggi nelle case dei È felici, è il giorno dei Santi. A Milano, nell'ele gante ippodromo di San Siro, si rinnovano le glo rie di Bisanzio; la folla si disputa l'ingresso dei teatri e accorre ai cinematografi per deliziarsi nelle smorfie di Max Linder e nei contorcimenti di Lyda Borelli. Un bel sole d'autunno, il primo dopo una settimana di tempaccio, irride, direbbe un poeta, ai nostri mali. Irride, ma scalda; e per gente che non può mutarsi i panni inzuppati e appiccicati alla pelle, è una grazia non indif ferente.

Stamani, quando mi sono svegliato in un letto, con una sensazione insolita di benessere nelle membra riposate, non mi sapevo risolvere a ri cominciare la serie delle giornate grigie, sner vanti; e son rimasto un pezzo a crogiolarmi sotto le coltri, guardando con ripugnanza la mia di visa a brandelli, la biancheria sudicia, gli scar poni incrostati di fango. Ah! i piacevoli risvegli di un tempo, i risvegli del « giovin signore » cantato dal Parini, i risvegli di quel milione di imboscati che infiora l'Italia e continuerà ad in fiorarla nonostante il disastro !

Tutto sommato, l'imboscamento dev'essere una questione di igiene. Mon hygiène s'oppose di ceva il caustico e cupo filosofo delle Origines à ce que je vois changer encore une fois, avant de mourir, la forme du gouvernement. Lo stesso argomento possono accampare quei bravi signori che son rimasti a casa : è l'igiene che li disgusta della guerra. Fra uno qualunque di essi, azzi mato, dignitoso, sano, e uno qualunque di noi, fetido e stracciato, nervoso e bilioso, famelico e febbricitante, qual è il vero saggio, qual è il campione meno inquietante della razza? Poveri sciocchi, voi che avete strepitato e colluttato nelle piazze, voi che avete fatto la rivoluzione per avere il diritto di morire, voi che il biglietto d'ingresso al politeama della guerra l'avete comprato col

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