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La diffusione del cristianesimo in Istria
EVO ANTICO
Anche il commercio contribuí alia romanizzazione rapida della popolazione, poiché con lo sviluppo dei tráffici commerciali arrivavano nella provincia abitanti dalle varíe parti deirimmenso impero. Per lo svolgimento di questa attivitá c’era bisogno di una buona rete viaria e in Istria i tráffici commerciali tracciarono due arterie principali, che naturalmente soddisfavano anche le necessitá militari.
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La prima, la cosiddetta via Gemina, da Aquileia e Trieste attraverso il Carso portava a Matteria, Obrov, Lipa e Clana, da dove vicino a Fiume scendeva verso Tersatto e proseguiva lungo la costa dalmata. La seconda, la cosiddetta via Flavia, da Trieste, attraversando ü Risano, il Dragogna (Argaon) e a Porto Porton il maggior fiume istriano, il Quieto (Ningum), portava al Canal del Leme, a Duecastelli, Valle, Dignano e Pola. Qui la strada girava verso Altura raggiungendo l’Arsia e, attraversato il fiume, continuava come strada lócale attraverso Albona e Fianona fino a Castua, dove si congiungeva trasversalmente alia giá citata via Gemina.
In genere le strade trasversali collegavano le cittá istriane con la via Flavia, completando in tal modo la rete viaria.
Altri due collegamenti stradali, pariendo dal centro commerciale e militare di Aquileia, attraversavano quello che sia allora che nel medioevo era il territorio istriano, in particolare quello che attraverso Vipacco e Aidussina portava verso Lubiana, owero verso Prem. Ma verso la fine dell’epoca romana Aqiuleia diventó un centro di tutt’altro tipo - centro di diffusione del cristianesimo.
La diffusione del cristianesimo in Istria
È fuori dubbio che dopo Roma il centro piü importante per la diffusione del cristianesimo nell’Europa occidentale era Aquileia. In linea di massima è possibile 17
RASSEGNA Dl STORIA ISTRIANA
datare la comparsa delle comunità cristiane nelle città istriane a cavallo o nella seconda metà del III secolo. Le fonti attestano le persecuzioni dei cristiani ad Aquileia e in Istria già ai tempi delTimperatore Diocleziano, quando morirono da martiri corne minimo 14 cristiani. Conosciamo almeno due santi morti da martiri nei periodo anteriore: San Servolo da San Servolo e San Sergio da Cernical. La venerazione dei due santi si diffuse molto anche nelle aree limítrofe: il primo fu molto venerato nei Veneto, mentre Trieste ancor oggi porta l’alabarda di San Sergio nei suo stemma cittadino.
Nei punto di contatto tra l’Italia e lTUirico e nei punto di convergenza delle vie commerciali marittime e continentali che ivi portavano dalle varie parti dell’impero, l’aspetto spirituale del cristianesimo in Istria era multiforme. Gli original! tratti etnici, culturali e spirituali greco-orientali delle comunità cristiane in qüell’epoca acquistavano sempre di più valenze occidentali, latine.
Basilica italo-bizantina a Muggia
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EVO ANTICO
San Pietro in Selve (P. Petronio, 241)
II cristianesimo in Istria era limitato alie cittá, interessando fors’anche gli abitati dei dintomi, mentre la popolazione delle campagne era praticamente tutta pagana. Con la conversione al cristianesimo dell’elemento latino autóctono e specialmente degli appartenenti ai ceti superiori, l’aspetto sociale del cristianesimo mutava e si diffondeva. Non si trattava piü di una religione socialmente ed étnicamente esclusiva come agli inizi, quando era limitata ai grecofoni provenienti dall’oriente e agli Ebrei cristianizzati.
Non appena il cristianesimo ottenne la liberta di culto (Editto di Milano, 313), si trovó di fronte al grande pericolo di una scissione interna a causa delTimpulso veemente dell’eresia ariana. Anche se Venezia ed Istria erano il centro del cattolicesimo, ai tempi del vescovo Fortunaciano . (355-368), a causa delle sue incertezze politiche, ad Aquileia per un breve periodo prese il soprawento l’arianesimo. Quando sulla limitrofa Pannonia occidentale si abbatté un’ondata di arianesimo proveniente dalla Pannonia oriéntale e dalla Mesia, in quest’area si combatté la battaglia per la “vera“ fede e fu proprio il sinodo di Aquileia del 381 che rappresentó la sconfitta definitiva delFarianesimo nelTIllirico.