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I rapporti sociali nello stato carolingio

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A U S Z U G

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RASSEGNA DI STORIA ISTRIANA

Per l’ulteriore sviluppo degli awenimenti fu importante il 952, quando il re Ottone I, nelTámbito delTorganizzazione della difesa contro gli Ungari, divise PIstria e il Friuli (il Margraviato di Verona) dal Regno d’Italia e lo incluse nel Ducato di Baviera. In tal modo si rafforzô in Istria l’influsso germánico. Esso aumentó ulteriormente quando Pimperatore Ottone II nel 976 formó il Ducato di Carinzia autonomo, che non comprendeva la Baviera, ma di cui facevano parte PIstria e il Margraviato di Verona.

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Nel ducato PIstria aveva un ruolo provinciale autonomo, visto che i duchi venivano spesso chiamati duchi di Carinzia e d’ístria, come ad esempio Adalberone nel 1000 ( “dux Carentani et Hystriae“), o il suo successore Corrado (“ducatum in Carentano et in Histria“), mentre nella provincia regnavano i conti o i marchesi. L’Istria fu definitivamente costituita in marchesato quando Pimperatore germánico Enrico III, volendo indebolire Pinfluenza dei duchi di Carinzia, la concesse in feudo a Ulderico di Weimar (1040-1070). In quelPoccasione venne aggiunto all’Istria anche il territorio a est dell’Arsia fino a Fiume, e con ció si fissó nel senso geográfico e amministrativo Podiemo confine orientale della regione. Perô essa allora giá da oltre un secolo non comprendeva piú Trieste e il suo retroterra nel raggio di tre leghe franche (21 chilometri), che era un’enclave separata dalPamministrazione provinciale e affidata alPautoritá dei vescovi di Trieste.

Nella carica del signore feudale dellTstria a Ulderico di Weimar seguirono Marcovaldo di Eppenstein (morto nel 1076), il patriarca di Aquileia Sigardo (1077), Enrico di Eppenstein (1078), Popone e Ulderico Weimar-Orlamuende (1090-1102), gli Spanheim (1112-1173), gli Andechs-Merania (1173-1208). Di regola tutti erano al contempo marchesi di Camiola e d’Istria.

I rapporti sociali nello stato carolingio

II potere franco mutó radicalmente i rapporti sociali in Istria. Spezzó Pordinamento romano-bizantino e introdusse il feudalesimo ma ci voile un certo tempo all’uopo. Aile città venne tolta la giurisdizione sul retroterra in conformità alla politica franca che considerava tutte le terre demaniali patrimonio délia Corona. Contemporáneamente i cittadini erano esposti all’arbitrio dei loro vescovi. I Franchi divisero la provincia in centene a capo delle quaü c’era un amministratore franco che risiedeva a Cittanova. Quando il duca franco Giovanni (Iohannes) iniziô a impadronirsi dei possedimenti, a imporre ai cittadini svariati dazi e a stanziare nei territori cittadini gli Slavi, i cittadini istriani si rivolsero aile autorité centrali. Le vertenze furono dibattute durante il plácito di Risano nei pressi di Capodistria attomo all’804, davanti ai missi dominici, rappresentanti di Carlo Magno.

Nell’accordo tra il potere feudale franco e quello municipale, aile città fu riconosciuta Pautonomia, ma le terre del contado non vennero restituite. Quanto agli Slavi, il düca Giovanni si impegnô che avrebbero lasciato le terre se avessero fatto dei danni o arrecato mollestie. Tuttavia, il plácito di Risano segnô un successo delle città istriane solo per breve tempo, perché i rapporti sociali feudali andavano sviluppandosi e rafforzandosi. Soprattutto cresceva il potere délia Chiesa, dei vescovi (specialmente a Trieste, Parenzo e Pola) e degli abati, ai quali i signori franchi in àttesa di sostegno accordavano possedimenti e privilegi vari.

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