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La fine del potere dei patriarchi in Istria e la loro eredita amministrativa
MEDIOEVO
Capodistria ne subi le conseguenze, che erano di grande portata; Venezia tolse alia cittä l’autonomia sospendendo fino al 1394 lo statuto comunale, e appena nel 1403, con la ricostituzione del Maggior Consiglio, alia cittä vennero restituiti i diritti comunali. Nel 1423 la cittä ebbe un nuovo statuto, completamente conformato alle necessitä veneziane, che non conteneva disposizioni in materia di giustizia penale. Per questi reati venivano applicate direttamente le disposizioni della giustizia penale veneziana.
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Nel sud della penisola i Sergi riuscivano ancora a navigare tra le sfere d’interesse di Venezia, dei conti di Gorizia e dei patriarchi di Aquileia, che alia famiglia avevano concesso in feudo anche il castello cittadino, Castrum Poke, da dove il patrionimico familiare Castropola. Pola fu trasformata in signoria della famiglia, pero quando piü tardi i Castropola si lasciarono invischiare nei contrasti con Venezia (1318-19) e nella guerra con i conti di Gorizia (1331), i loro awersari si ribellarono e consegnarono la cittä alia Serenissima, che a Pola nominó il suo rettore con il titolo di conte. Al contempo Venezia conquistó anche Rovigno e Valle e in tal modo ebbe in suo potere tutta la parte sudoccidentale della penisola. Di lä in poi la conquista veneziana si sarebbe indirizzata verso l’intemo della penisola.
Pirano (G. Caprin: L’Istna nobilissima)
Nel 1358 il capitanato provinciale fu diviso in due presidi militari, il primo con sede a San Lorenzo, per il territorio a sud del Quieto, e il secondo con sede a Grisignana, per il territorio tra il Quieto e il Dragogna, mentre il podestà e capitano di Capodistria conservava le precedenti competenze. Quando nel 1394 Venezia conquistó Raspo sopra Pinguente, entrambi i capitanati furono uniti in questa localitá. Sebbene durante la guerra austro-veneziana ü castello di Raspo fosse distratto e la sede del capitanato trasferita a Pinguente, l’ufficiale conservó il titolo di capitano di Raspo. La fine del potere dei patriarchi in Istria e la loro ereditá amministrativa
L’ultima conquista territoriale veneziana in Istria fu quella in seguito alia guerra con il re ungherese Sigismundo di Lussemburgo. Giá con il suo predecessore Venezia condusse una strenua lotta per i possedimenti in Dalmazia e in Istria, alia quale prese parte anche Genova come alleata del re ungherese. I genovesi, che dal 1259 erano in
RASSEGNA DI STORIA ISTRIANA
guerra con Venezia per Pegemonia nel commercio marittimo, nel 1380 per due volte attaccarono e devastarono Capodistria. Tra l’altro, portarono via le reliquie capodistriane, il che era il peggiore castigo che potesse abbattersi su una cittá medievale (le restituirono nel 1423), e per giunta nell’incendio dell’archivio venne distrutta la documentazione dell’ufficio vicedominario, importantissima per la storia di tutta Plstria.
Siccome in quell’occasione dalla parte nemica si era schierato anche ñ patriarca di Aquileia, nel 1420 Venezia gli levo tutti i possedimenti in Istria, vale a dire Muggia, Albona, Fianona, Portóle, Pinguente, Rozzo, Colmo, e per ultimo sotto i colpi bellici cadde il castello di Pietrapelosa presso Pinguente, che per lungo tempo era stato la residenza istriana dei patriarchi di Aquileia.
In seguito il Senato veneziano nominava i podestá sia nelle cittá con sedi vescovili (Capodistria, Cittanova, Parenzo e Pola) sia nelle seguenti cittá e terre: Valle, Biiie, Pinguente, Grisignana, Isola, Albona-Fianona, quah unitá amministrative speciiiche si
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