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Lo scisma istriano

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A U S Z U G

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RASSEGNA DI STORIA ISTRIANA

mancata azione della chiesa di Aquileia, incaricata dell’evangelizzazione in questi territori, la quale invece dalla seconda meta del VI alia fine del VII secolo era impegnata in piü gravi cure con il cosiddetto “scisma dei Tre capitoü“ o semplicemente “scisma istriano“, dal nome della regione in cui si era mantenuto piü a lungo.

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Lo scisma istriano

Alia meta e nella seconda meta del VI secolo, soprattutto a causa del cesaropapismo di Giustiniano e dei tentativi unitaristi nella Chiesa, si verifico la defezione della chiesa di Aquileia (e inizialmente anche di quella di Milano e della maggioranza delle chiese d’occidente) da Roma e da Costantínopoli. Si trattava cioé di un movimento che non era fondato su differenze dogmatiche ossia sulT“eresia“, bensi che manifestava il desiderio di salvaguardia dell’autonomia interna.

Alia diffusione e al protrarsi dello scisma in Istria contribuivano svariati fattori politici interni ed esterni. I fattori internazionali si manifestavano principalmente nei continui contrasti e prove di forza tra lo stato bizantino e quello longobardo nell’alto Adriático, dopo che al primo erano rimasti soltanto il territorio dellTstria e la stretta fascia costiera tra Aquileia e la cittá in grande espansione nella laguna veneta. I territori bizantini dell’alto Adriático i cronisti dell’época dal punto di vista amministrativo li definivano semplicemente come Istria. Intanto a questi territori si awicinavano minacciosamente i Franchi, pericolosi per entrambi gli stati.

Gli eventi poütici interni si riflettevano principalmente nella continua concorrenza e scontri tra il patriarcato di Aquileia e quello di Grado per il potere metropolitano sull’Istria, finché al concibo di Mantova dell’827 essa non fu assegnata al patriarcato di Aquileia. La fondazione e al contempo la divisione del patriarcato di Grado da quello di Aquileia awenne nel 568, quando fuggendo di fronte ai Longobardi il primo capo degli scismatici, il vescovo di Aquileia Paolino, ripard a Grado, portandosi dietro i tesori della chiesa. I patriarchi di Grado per un po’ di tempo si sentivano legittimi eredi dei patriarchi di Aquileia, dato che i secondi risiedevano a Cormons e poi a Cividale e Udine, vale a dire sempre in territorio longobardo. Questi li usavano per provocare dissensi nello stato bizantino e in Istria, affidata al patriarcato di Grado.

Non indifferente era la pressione del papa, il quale negli ultimi decenni del VI secolo riusci assieme a Bisanzio a fare breccia nelle file fino allora serrate dei vescovi scismatici. Pero giá nel 590 al sinodo dei dieci vescovi a Maraño, in territorio bizantino, i vescovi scismatici riaccolsero nelle loro file ü patriarca di Aquüeia Severo, che assieme ai tre vescovi istriani di Trieste, Parenzo e Cissa, a causa delle pressioni e delle violenze delle autoritá bizantine di Ravenna aveva revocato la sua adesione alio scisma, e ora nuovamente vi aveva aderito.

In ultimo non va scordato che ü pericolo avaricoslavo, che costrinse le comunitá cristiane delle odierne zone slovene all’esodo nelle piü sicure province sotto il dominio bizantino, rappresentava anch’esso un fattore di rilievo. Quasi sicuramente la crisi politico-religiosa nelle cittá deUTstria settentrionale (la maggioranza dei vescovi di Pola non aderiva alio scisma) era legata alFarrivo dei fuggiaschi (cattohci?) dall’entroterra continentale. Quest’animata e per niente piacevole prova di forza, che si fiaccd appena dopo il decüno dello stato longobardo alia fine del VII secolo, é testimoniata dalla vicenda del vescovo cattolico Giovanni, venuto dalla Pannonia e nel

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