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II Comune autonomo di'Trieste
RASSEGNA DI STORIA ISTRIANA
Mentre nell’Istria occidentale si sviluppavano i comuni cittadini e i rapporti di colonato si accentuavano, nella Contea di Pisino i nobili e il clero non avevano sufficiente potere politico per costituire unitá amministrative autonome. Nell’Istria austríaca si conserva- vano in buona misura i rapporti feudal! La popolazione urbana praticamente non esisteva, per cui le cittá (ad esempio Pisino e Pedena) - la cui struttura amministrativa si differenziava parecchio da quella delle cittá costiere ed era piü simile a quella delle cittá della Slovenia continentale - non avevano un’autonomia amministrativa.
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Giá alia metá del XV secolo la Contea di Pisino faceva parte della Camiola, pero fino al regno dell’imperatore Leopoldo II (1790-1792) godeva l’autonomia amministrativa e giudiziaria. Tutto il potere era nelle mani del signore feudale, ossia del capitano, il quale, in qualitá di rappresentante dell’autoritá feudale, risiedeva a Pisino. II feudatario era affiancato dal giudice, sotto la cui giurisdizione rientraváno anche i territori nei dintorni di Arsia, sebbene costituissero feudi a sé stanti all’interno della contea (possedimenti di Lupogliano, Cosliaco, Pas, Bellei, Cepich e Chersano). Nel 1578 venne introdotto il nuovo urbario con tributi aumentati e la sua introduzione provoco una rivolta generale, finita male per i contadini.
Per secoli qui si era conservata la liturgia paleoslava e si era scritto in caratteri glagolitici, cosí come nel territorio quarnerino e in varié parti dell’Istria veneta. Nella maggior parte appartenevano alia cultura glagolitica anche i sacerdoti che nella seconda metá del XVI secolo accolsero le aspirazioni di riforma della Chiesa e iniziarono a diffondere il protestantesimo in Slovenia e in Croazia.
Un capitanato specifico esisteva per il territorio di Piemonte, finché la cittá non finí sotto il dominio veneziano (1509). Anche nel feudo sul Quamero il capitano era rappresentante del signore feudale. La sua sede era a Cástua. Insieme al consigüo dei giudici, giudicava i reati piü gravi e rappresentava l’istanza d’appello nelle cause giudiziarie.
II feudo di Castua fu nel 1474 assoggettato al signore di Fiume, ma nel 1583 riacquistó l’autonomia. Allora tutto il capitanato diventó parte della Camiola, anche se Castua ne faceva parte giá da prima. La situazione nel capitanato si deterioró quando ne entró in possesso il collegio gesuitico fiumano (1630), che volle imporre di forza la sua autoritá. Con il decreto imperiale del 1635 venne aboüto il vecchio statuto di Castua. Si verificarono dei disordini (1638), ma in base al decreto di cui sopra fu adottato un nuovo statuto (1640), secondo cui il rettore del collegio di Fiume diventó il signore del capitanato, con il diritto di nominare non solo ü capitano ma anche entrambi i giudici di Castua. Tuttavia nel 1661 gli abitanti di Castua riuscirono ad ottenere dal govemo delTAustria Interna un decreto che, pur confermando in linea generale lo stato precedente, dava al Comune il diritto di eleggere un giudice, mentre l’altro continuava ad essere nominato dal rettore del collegio. D Comune autonomo di Trieste
In seguito a ripetuti assedi veneziani, nel 1382 Trieste si consegnó definitivamente alia Casa d’Austria, per acquistare, nei successívi secoli del dominio asburgico, lentamente ma con tenacia sempre maggior importanza. A differenza delle cittá dell’Istria veneta, Trieste aveva due tipi di magnati, i patrizi e i nobili, mentre il terzo stato, come in altre cittá, era costituitó dal popolo semplice (plebs).
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MEDIOEVO
I patrizi erano l’antica nobiltá triestina, composta da 13 famiglie alie quali non si potevano aggiungere i membri di altre famiglie. I nobili erano la nuova nobiltá, e ambedue componevano il Maggior Consiglio di 180 membri. Tra questi venivano eletti i 40 rappresentanti nel Minor Consiglio (nell’Istria veneta le localitá minori non avevano il Minor Consiglio, ma soltanto il Consiglio cittadino, mentre nelle cittá piü grandi il numero dei membri del Minor Consiglio era piü ridotto). Quest’ultimo aveva funzioni esecutive, mentre il Maggior Consiglio era il corpo legislativo.
I triestini eleggevano il podestá nel Maggior Consiglio e gli affidavano ramministrazione della giustizia civile e penale. Come in altre cittá costiere, anche a Trieste al governo prendevano parte vari ufficiali: i giudici, i sindaci, i estimatori e
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iustizieri, i proweditori alie strade, i capi delle contrade, i procuratori, i comandanti degli sbirri, poi i funzionari di varíe istituzioni pubbliche (Fontico, Monte di pietá), il medico, il chirurgo (barbiere), il maestro ecc.
II popolo partecipava al governo con il cancelliere del Palazzo comunale e con i sei capirione cittadini. Nel 1350, sulla base di alcune leggi anteriori, venne steso lo statuto cittadino.
Sotto gli Asburgo i triestini dapprima non godevano di privilegi particolari, anche se il mare offriva ottime possibilitá per il commercio. Perció Trieste inizió da sola a condurre una politica aggressiva nel commercio con l’entroterra, costringendo, spesso con maniere forti, i mercanti a convogliare le merci nella cittá, con il risultato che scoppiaroño numerosi contrasti, conflitti e guerre con le cittá deUTstria veneta. La situazione si inaspri nel 1427, quando Trieste riscattó per 2000 ducati dal conte di Gorizia Castelnuovo sul Carso, da dove poteva senza difficoltá presidiare le strade che portavano alie cittá costiere. Per questo motivo nel 1463 scoppió la guerra tra Trieste e Capodistria, ossia Venezia, nella quale, in assenza del duca tedesco Federico V (poi diventato imperatore Federico III), a beneficio di Trieste giá in ginocchio intervenne lo stesso papa Pió II, giá vescovo di Trieste Enea Silvio Piccolomini.
Gli Asburgo non cambiarono la costituzione cittadina, solo che al massimo ufficio cittadino in luogo del podestá nominarono un capitano al quale, oltre alie funzioni amministrative e giudiziarie podestarili, vennero affidate anche le competenze militari. Trieste godeva un’autonomia maggiore delle cittá deUTstria veneta, dato che il Maggior Consiglio cittadino nominava due giudici e ü rettore, nonché altri funzionari pubbhci cittadini che neUe cittá venete venivano nominati dal podestá veneziano. Gü ufficiali cittadini triestini si occupavano oltre che deU’amministrazione generale anche della gestione económica. La giustizia civüe e penale era affidata al vicario, ossia al giudice penale. Questa magistratura di primo e in parte di secondo grado (tribunale d’appeüo cittadino) ed anche tutti i dicasteri amministrativi erano alie dipendenze del potere céntrale dell’Austria Interna.
Appena con l’istituzione d’un regio Tribunale di cambio e mercantile (1722), a cui poco dopo seguí 1 Tntendenza commerciale per il Litorale Austríaco (1731, rinnovata nel 1748), nonché con le ampie riforme dello statuto cittadino, l’autonomia inizió a ridursi. La prima ondata deUe nforme teresiane neanche lontanamente comportó per Trieste quei profondi cambiamenti che invece comportó per altre province austriache. Pero anche Trieste veniva gradualmente inclusa nel sistema amministrativo provinciale, per cui daU’amministrazione cittadina si sviluppó la magistratura cittadina del tipo usuale anche in altre cittá austriache.