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Capitolo Il: L'organizzazione e gli organi della propaganda e dell'assistenza

Capitolo Il

L'organizzazione e gli organi della propaganda e d eli' assistenza

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Per meglio intendere come si era <-O venuta ad organizzare la propaganda bellica alla vigilia della seconda guerra mondiale, è necessario ripercorrere rapidrunente i provvedimenti che, in precedenza, ne erano stati al I' origine. Il primo documento che fissò i lineamenti organizzativi della propaganda di guerra fu Ja legge 8 giugno 1925, n. 969, relativa ali' organizzazione della Nazione per la guerra. Facendo riferimento alle esperienze tratte dalla grande guerra, la legge dettava le norme per mettere lo Stato in condizione di gestire e superare la crisi economica, sociale, politica, etica, che un conflitto provoca sempre sulle masse, ali 'atto della mobilitazione.

Fu previsto dalla legge che, fra gli altri, venisse costituito un Organo di Propaganda e Assistenza Civile, che provvedesse alle attività propagandistiche ali' interno del Paese e ali 'estero, all'assistenza delle famiglie dei combattenti e degli immigrati rientrati in Patria, al soccorso degli invalidi di guerra, alla concessione delle pensioni di guerra. L'organo centrale, per svolgere le proprie funzioni, si sarebbe avvalso di Comitati regionali e Sottocomitati, preposti alle varie attività propagandistiche e assistenziali.

Di fatto, passarono altri due anni prima che la Commissione Suprema per la Difesa dello Stato si occupasse di propaganda, tracciandone le linee d'azione e ripartendo i compiti tra il Ministero degli Esteri (propaganda all'estero) e quello degli Interni (propaganda e assistenza civile nel Paese).

Fu, comunque, la guerra italo-etiopica a costituire il banco di prova degli organi di propaganda, articolati in nuclei di propaganda aJJ. 'interno e ali' estero e posti sotto la Direzione Generale della Propaganda, alle dipendenze del Ministero per la Stampa c la Propaganda. Il nucleo operante all 'estero fu molto attivo dall935 al 1936; quello che avrebbe dovuto operare all'interno del Paese restò invece inutiJizzato, poiché non fu ritenuto necessario attivarlo. Di fatto, c fino all940, l'organizzazione propagandistica interna restò inoperosa nel Paese.

Nel febbraio del 1940, si incominciò a parlare di nuovo della propaganda di guerra, e questa volta in termini di "propaganda miLitare". Fu il Sottosegretario di Stato Ubaldo Soddu a presentare, durante la XVII sessione della Commissione Suprema per la Difesa dello Stato, una succinta

relazione in merito. Partendo dalla constatazione che durante la guerra d 'Etiopia e la guerra civile ·pagno la erano sorti problemi in materia cd erano state rilevate alcune serie lacune organizzative, Soddu insisteva sulla necessità che anche l 'autorità militare fosse pienamente coinvolta nelle attività propagandistiche.

Durante i due conflitti, infatti, la propaganda si era rivelata un potente mezzo di lotta, paragonabile ad una vera arma per offendere e per difendersi. da utilizzare sulle truppe nemiche ed amiche; essa era stata, inoltre, uno strumento davvero efficace ed insostituibile per formare una opinione pubblica, interna ed internazionale, sulla guerra, orientata a favore delle proprie motivazioni e delle proprie giustificazioni del conflitto e a sfavore di quelle dell'avversario. Si affermava, in tal modo, il concetto moderno di guena psicologica.

Pertanto, Soddu riteneva più che mai necessario che l'autorità militare non solo conoscesse a fondo quanto venisse fatto a livello organizzativo dall'autorità politica, ma che elaborasse anche in proprio e mettesse a punto, di concerto con gli altri Dicasteri preposti alla propaganda, quell'insieme di attività che avrebbe dovuto rendere necessariamente operative per proprio conto all'atto della mobilitazione e della guerra. specialmente negli scacchieri dove il conflitto si sarebbe sviluppato, lontani dalla Patria e sottoposti alla giurisdizione del l 'autorità militare.

Continuando, Soddu individuava cd indicava anche i compiti specifici della propaganda militare. In pace, essa avrebbe dovuto esaltare i valori morali e materiali (si c!) dci soldati, rafforzare lo spirito patriottico delle truppe e accrescerne lo spirito combattivo, provvedere alle forme di assistenza morali e materiali per i combattenti e per le loro famiglie.

In guerra, le attività propagandistiche avrebbero dovuto: tener alto il morale dei soldati e curarne l 'efficienza per avere l 'assicurazione di un forte spirito combattivo dei reparti; vigilare sullo spirito delle popolazioni a contatto con le truppe; combattere la propaganda nemica con adeguata azione di '-' contropropaganda; agire per ottenere la disgregazione psicologica delle forze avversarie e delle loro popolazioni, al fine di indurle ad ammutinamenti c rivolte contro i propri Governi.

Dopo aver specificato compiti ed obiettivi della propaganda militare, Soddu ne suggeriva l 'articolazione. Al momento, egli auspicava l'istituzione di un ente direttivo presso il Ministero della Guena, ed organi esecutivi presso i Comandi di Grande Unità e gli Enti tenitoriali periferici. In guerra, Soddu prevedeva un servizio di propaganda così configurato: - Enti diretti1·i istituiti presso il

Comando Supremo, rappresentati da un Ufficio Stampa e Propaganda e da una particolare branca del Servizio

Informazioni Militare (SIM).

L'Ufficio Stampa c Propaganda avrebbe dovuto occuparsi dcll 'assistenza morale c materiale

delle truppe, in collaborazione con gli altri organi similari delle altre forze armate e del Dicastero della Cultura

Popolare. La branca del Servizio

Informazioni Militare, istituita per l'esigenza, avrebbe dovuto sviluppare particolari indagini sullo spirito delle truppe operanti e delle popolazioni a contatto con esse, per la sorveglianza e per l'individuazione di quei provvedimenti idonei a mantenere inalterati spirito ed efficienza delle truppe. - Organi esecutivi presso le Grandi

Unità, individuati in Sezioni e

Sottosezioni di Propaganda, per svolgere le funzioni di assistenza e propaganda. Le stesse funzioni sarebbero state svolta da ufficiali addetti alla propaganda presso le unità a livello reggimento.

L'organizzazione, di fatto, ricalcava a grandi linee quella realizzata durante la prima guerra mondiale. La proposta di Soddu fu respinta dalla Commissione, poiché ovviamente essa sottraeva alla sfera politica parte delle attribuzioni e delle competenze; non fu accettata, inoltre, neanche la proposta di costituire una Sezione Propaganda Forze Armate presso il Ministero della Cultura Popolare, che avesse le funzioni di nucleo di mobilitazione di un analogo organismo da ampliare e rendere operativo allo scoppio di un conflitto che sembrava sempre più approssimarsi.

In seno alla Commissione si veniva a determinare, in tal modo, una assurda e contraddittoria situazione: si discuteva da anni sulla necessità di sviluppare una efficiente organizzazione propagandistica per la guerra e, proprio mentre si avvicinava il prevedibile conflitto, venivano respinte le proposte che cercavano di rendere concreto quanto era stato teorizzato.

L'Italia andava incontro alla (ruerra

b ' anche in questo campo, ali 'insegna dell'improvvisazione e con un 'organizzazione approssimativa; anche se poi, allo scoppio del conflitto, il progetto avanzato da Soddu fu, di massima, messo in atto. La mancata, minuta articolazione e programmazione per tempo ebbe come conseguenza la successiva gran confusione di compiti e competenze, che persistette per tutta la durata della guerra.

Infatti, la direzione della propaganda, che doveva nelle intenzioni essere accentrata nelle mani del Ministero della Cultura Popolare, finì con l 'essere frazionata fra questo e i vari Dicasteri coinvolti, gli Inten1i, gli Esteri, la Guerra, ai quali si sovrappose il Partito con le sue numerose organizzazioni. Anche se poi, un po' per la lontananza dei fronti eli guerra e soprattutto per le esigenze immediate che si presentavano, vi fu una ripartizione eli fatto e le attività propagandistiche, strettamente legate alla condotta della guerra psicologica sul campo, furono sviluppate principalmente dali 'autorità militare attraverso i suoi organi.

Nel Paese e all'estero, invece, in un primo tempo l'attività restò nelle mani dei nuclei di propaganda. Ricordiamo che nel 1935, dopo vari passaggi, era stato potenziato l 'Ufficio Centrale,

denominato NU.P.I.E. (Nucleo per la Propaganda all'Interno e ali 'Estero) e posto alle dipendenze della Direzione Generale ciel la Propaganda del Ministero dell'Interno. Il NU.P.I.E. era articolato su due Sezioni, Interni ed Estero; la prima operava in Italia e si avvaleva delle Prefetture per l'organizzazione esecutiva, la seconda faceva riferimento agli Uffici Consolari per l'esecuzione delle attività propagandistiche ali 'estero.

Allo scoppio della guerra il NU.P.I.E., attenendosi alle diretti ve ricevute, strinse i contatti con il Partito Nazionale Fascista.

La maggiore attività propagandistica svolta ali 'estero ebbe come obiettivo la lotta al comunismo; a tal fine furono affidate collane librarie alle case editrici Bocca di M ilano e Le Monnier di Firenze. Bocca pubblicò la collana "La Russia Contemporanea" con i seguenti titoli: Metam01j'osi del bolsce,•ismo, Mosca contro l'uomo, Il crollo dell'utopia comunista; Le Monnier editò la collana "Biblioteca popolare di cultura politica" con i titoli: Fascismo e bolscevismo nell'Europa e nel mondo, La nuova costituzione sovietica.

Sempre per la propaganda all'estero, fu preparato uno schedario riservato, con un elenco di enti e personalità straniere che avrebbero potuto fomire su commissione un utile contributo alla causa italiana. Ai nuclei operanti all'estero furono inviati una gran quantità di libti c di opuscoli, e confezionati numerosi articoli da far pubblicare sulle riviste e sui quotidiani locali.

Con la collaborazione d eli' Istituto per le Relazioni Culturali con l'Estero, infine, fu fondata la rivista "l/libro italiano nel mondo", che dietro la facciata della rassegna di segnalazioni librarie doveva servire a diffondere le correnti di pensiero e il movimento culturale nazionale, ovvero l 'ideologia fascista.

Con il progredire del conflitto, le attività propagandistiche all'estero scemarono, anche perché aumentavano, di pari passo con le dichiarazioni di guerra, il numero dei Paesi nemici, dove ovviamente non era possibile mantenere in piedi organizzazioni propagandistiche; nelle Nazioni amiche e neutrali, quasi sempre furono gli addetti militari delle ambasciate italiane a doversi far carico della propaganda di guena, anche laddove esistevano le federazioni dei fasci.

Per quanto riguarda la propaganda ali 'interno del Paese, la sua organizzazione finì nelle mani dell'Istituto Nazionale di Cultura Fascista. Subito dopo l 'entrata in guerra, infatti, il Ministero della Cultura Popolare ed il Partito avevano deciso di smobilitare i nuclei periferici costituiti presso le Prefetture, per affidare tutte le attività alle sezioni locali dell'Istituto, che avevano un'organizzazione capillare e quindi più efficace di quella dei nuclei clel1e Prefetture, limitati perché legati al numero delle provincie. Funzioni, competenze e attrezzature passarono quindi di mano, mentre la Sezione Interni fu ristrutturata in Ufficio di direttive politiche e di approntamento di materiale tecnico.

L'attività dell'ufficio fu notevole, e spaziò in tutti i settori della propaganda. Soltanto nel primo anno di guerra, esso pubblicò 1.025.000 manifesti, 1.053.000 volantini, 6.583.000 opuscoli e pubblicazioni varie, 250.000 cartoline; la distribuzione di tale materiale propagandistico avvenne principalmente attraverso le sezioni dell'Istituto di Cultura, ed in misura limitata attraverso gli ospedali, i luoghi di cura e di transito dei militari, i posti ristori allestiti nelle stazioni ferroviarie, gli stessi reparti militari.

L'ufficio predispose e distribuì anche schemi di conferenze e di conversazioni che venivano tenute un pò dappertutto, inviò fotografie e immagini varie perché fossero allestite piccole mostre nelle vetrine dei maggiori negozi nelle grandi città, organizzò spettacoli cinematografici realizzati non solo nelle sale, ma anche nelle piazze dei centri minori, con J'utiliz?azione di cinema mobili.

Particolare attenzione fu rivolta alle truppe combattenti, per le quali fu edito un apposito giornale, "Fronte", tirato in l 00.000 copie e spedito settimanalmente ai reparti. Esso però, come abbiamo già accennato, non ebbe molto successo tra i soldati: troppo impegnato nella rappresentazione degli avvenimenti bellici secondo gh stilemi propagandistici roboanti e retorici del regime, mal si addiceva alla quotidianità del soldato, fatta di continui sacrifici e sofferenze.

L'Ufficio tenne contatti anche con il Servizio Informazioni Militare (SIM), con l'intento di conoscere i bisogni "spirituali" delle truppe combattenti, per meglio adeguare alle loro reali necessità il materiale propagandistico da allestire.

I contatti con il servizio informazioni non erano stati casuali. li Ministero della Guerra, il 28 giugno 1940, aveva costituito proprio presso l'organo informativo l'Ufficio Propaganda Truppe Operanti, al quale aveva affidato la specifica attività. Compiti generali dell 'UHicio furono quello di presiedere alla realizzazione della propaganda di ecu-attere militare presso le unità dell'esercito operante, e quello di organizzare e svolgere la propaganda ai danni delle truppe avversarie.

L'ufficio venne articolato su 3 sez1om: - ]"Sezione, addetta ai contatti con gli organi della stampa, alla compilazione e alla diramazione di opuscoli, pubblicazioni, cartoline; e all'utilizzazione della radio, del cinema e del teatro a favore delle truppe. Tutte queste attività dovevano essere sviluppate previo accordi e tramite contatti diretti con il Ministero della Cultura Popolare; - 2" Sezione, addetta a presiedere l'attività degli organi periferici, allo scopo di valutare lo spirito delle truppe e di adottare i provvedimenti per mantenerne elevato il morale; - 3a Sezione, addetta all'azione di propaganda sulle truppe avversarie per debilitarne lo spirito, e alrazione di propaganda e contropropaganda ali 'estero di concerto sempre con il

Ministero della Cultura Popolare.

Con una circolare del 27 luglio il SIM precisò compiti e organizzazione dcll 'Ufficio, specificando anche le direttive per il suo funzionamento. Recitava la circolare che compiti dell'Ufficio erano: - presiedere all'attuazione della propaganda di carattere militare presso le unità operanti dell 'esercito, esaltando i sentimenti patriottici c nazionali, sostenendo l'efficienza morale e lo spirito combattivo delle truppe, dando vita ad iniziative assistenziali verso i militari e le loro famiolie·

b ' - organizzare c svolgere la propaganda ai danni delle truppe avversarie, allo scopo di deprimerne il morale, e combattere la propaganda del nemico.

Quanto all'organizzazione, il SIM era l'Organo Direttivo Centrale; erano, invece, organi esecutivi: - l'Ufficio Propaganda T. O. presso il SIM· ' le Sezioni Propaganda presso gli

Uffici Informazioni di Armata; - le Sottosezioni Propaganda presso gli Uffici Informazioni di Corpo d'Armata; - i Nuclei Propaganda presso le Sezioni

Informazioni o Uffici Operazioni

Informazioni Servizi delle Divisioni; - gli Ufficiali P (Propaganda) presso i reggimenti.

I Comandi periferici, per sviluppare l'azione di propaganda, avrebbero utilizzati i fondi ed i mezzi già disponibili (fondi spese riservate, proventi degli spacci, premi, licenze) e quelli messi a loro disposizione dall'organo centrale, qual i gli opuscoli, le pubblicazioni, i giornali, le riviste, cartoline e fotografie, fogli di "soggetto patriottico-militare". Con la collaborazione delle Sezioni di Propaganda, il STM si riprometteva inoltre di organizzare rappresentazioni teatrali e cinematografiche, e speciali trasmissioni radiofoniche.

Gli ufficiali addetti ali 'attività propagandistica dovevano essere scelti fra quelli che offrivano garanzie di capacità organizzative, di serietà, di fervore patriottico; avvalendosi della collaborazione di fiduciari a stretto contatto con la truppa, avrebbero raccolto gli elementi utili a individuare stati d'animo, bisogni, sentimenti, "tendenze" dei militari del reggimento. Con la loro azione gli ufficiali P avrebbero, quindi, non soltanto fatto giungere le iniziative benefiche degli organi di propaganda, ma anche promosso, grazie alla .loro azione capillare e alla conoscenza minuta dei bisogni degli uomini, tutti quei provvedimenti meglio intonati alle necessità contingenti e spirituali dei reparti.

Le Sezioni e i Nuclei avrebbero sviluppato la loro azione a livello di Grande Unità, con i mezzi e le disponibilità proprie e richiedendo l'intervento dell'organo centrale per promuovere iniziative o sollecitare provvedimenti che non sarebbe stato loro possibile attuare in proprio.

La circolare chiudeva invitando alla massima collaborazione i vari organi addetti alla propaganda, e mettendo in evidenza come l'attività avesse una

grande importanza per lo spirito e l'efficienza delle truppe, per cui gran rilievo doveva essere dato ad essa, soprattutto nel l '"iniziativa fervida e nella tempestività degli interventi", che dovevano sempre essere rispondenti alle reali necessità delle truppe.

Forse perché troppo pretenziosa negli intenti, forse perché invadeva pesantemente un campo che era prerogativa dell'autorità politica, dopo sol i quattro giorni il SIM abrogava la circolare, avvertendo che essa sarebbe stata sostituita. Infatti il 9 agosto il generale Carboni ne fin11ava un'altra che riduceva organi e organici, limitando alle Armate ed ai Corpi d'Armate l 'attività propagandistica.

Il 20 ago ·to l'ufficio cambiò denominazione in quella di Ufficio Capitano Verri. ed il successivo lO settembre il Gabinetto Guerra variò ancora l 'articolazione del servizio, sta bi l endo che presso ogni Armata fosse costituita una Sezione P, mentre ai Corpi d'Armata i compiti di propaganda dovevano essere assegnati ad un utficiale della categoria in congedo, particolarmente esperto nella materia e fra quelli che erano già in servizio presso i reparti dipendenti.

Il 20 settembre il servizio propagandistico passò alle dirette dipendenze del Gabinetto della Guerra come U.ffi.cio Propaganda. La materia era infatti diventata troppo importante per essere la. ciata soltanto nelle mani del servizio informativo, che comunque continuò a contribuire alle attività propagandi tichc, soprattutto nel settore relativo alla tutela del segreto. Fino al 1943, infatti, ebbe in organico un Gruppo propaganda pro segreto militare. che elaborò comunicazioni propagandistiche attraverso la stampa, la radio, il cinema; preparò, produsse e distribuì materiale quali opuscoli, manifesti c volantini; tenne continui contatti con organi cd enti preposti al serVIZIO.

Attraverso la censura, inoltre, i l SIM continuò ad essere il vero detentore eli tutte le notizie utili a sviluppare adeguate attività di assistenza e di propaganda.

La nuova organizzazione del servizio di propaganda m i l i t are fu così articolata: - organo direttivo centrale: • Ufficio Propaganda: - organi esecutivi periferici • Ufficio Propaganda delle Forze

Armate dell' Ajì·ica Settentrionale (che però sarà reso operativo soltanto nel marzo del 1941); • .S'ezioni Propaganda deLLe Armate; • Sottosezioni di Propaganda di

Corpo d'Armata e, successivamente, delle Territoriali nelle località dove non erano dislocati i

Corpi d'Armata; • Nurlei Propaganda delle Divisioni e dei Settori; • Ufficiali di Propaganda di

Reg&imenti, Depositi ed unità equivalenti.

L'ufficio centrale aveva i seguenti compiti: - organizzare, dirigere e far attuare l'a i tcnza morale e materiale delle

truppe; per assistenza morale si intendevano quei provvedimenti idonei a rinvigorire Io spirito attraverso "svaghi e letture", e per assistenza materiale provvedimenti diretti a migliorare le condizioni di vita dei combattenti cd il loro benessere fisico; - organizzare e distribuire i materiali (opuscoli, libri, pacchi, cartoline, oggetti ecc.) idonei ad elevare il morale e ad assistere materialmente i soldati, prcvio contatti e accordi con gli altri Enti dello Stato preposti alla propaganda; -proporre iniziative per mantenere alto lo spirito combattivo delle unità, di concerto con gli organi periferici; - sviluppare le attività propagandistiche di carattere esclusivamente militari presso le unità d eli' esercito, operanti e territoriali; - produrre, raccogliere e assegnare i mezzi occorrenti alla propaganda; - organizzare e mettere in atto la propaganda a danno delle truppe avversarie, soprattutto ai fronti; - tenere i contatti con la stampa per l 'attività pubblicistica di stretto interesse de li 'Esercito, diffondendo comunicati, segnalando argomenti cd avvenimenti per la redazione di articoli, fornendo materiale documentale e illustrato.

Gli organi esecutivi periferici, oltre a ricevere le direttive, a mettere in atto le disposizioni, a distribuire i materiali ricevuti, avevano il compito di: -informare l'organo centrale sul

morale e lo spirito combattivo delle unità dipendenti; - mettere in atto particolari forme di assistenza e propaganda strettamente legate ai bisogni delle truppe dipendenti, con i mezzi a propria disposizione; - individuare e segnalare quelle forme di assistenza e propaganda ritenute più aderenti ed efficaci per i propri reparti e legate alle singole realtà locali; - fornire informazioni utili all'attività di contropropaganda c alla propaganda sul nemico e nei territori occupati; - redigere relazioni mensili in materia.

Come attività correlata ali 'assistenza, nell'aprile del 1941 fu disposta l 'istituzione degli Uffici di Consulenza presso i Corpi, con l'intento di fornire ai militari consigli su questioni di carattere privato; gli uffici dovevano essere tenuti dagli uiliciali P, coadiuvati da ufficiali di amministrazione e dai cappellani militari.

Al fine di razionalizzarc l'esecuzione delle attività propagandistiche, quelle relative ali 'assistenza "morale" furono articolate in quattro settori: stampa, radio, teatro. cinema. Un documento del SIM ci consente di fare un bilancio di queste attività, svolte nel periodo 1940-1941.

Nel settore stampa furono indette centinaia di riunioni con i gi01nalisti, per illustrare gli avvenimenti militari, e furono distribuiti decine di migliaia di comunicati, biografie di capi militari e di decorati, fotografie della guerra. Furono editi i materiali a

stampa più disparati: notiziari, supplementi, radioconvcrsazioni a stampa di personalità politiche e militari, opuscoli, cartoline di propaganda e in franchigia, giochi cartacei. Molti di questi materiali furono inviati, come abbiamo già accennato, alle truppe.

Nel settore radio furono organizzate trasmissioni giornaliere per le Forze Armate; un programma esclusivo di tali trasmissioni fu quello delle notizie inviate da casa ai combattenti (nel primo anno di trasmissione 138.000 testi) e dai combattenti a casa (68.000 testi nel primo anno), intitolato "Notizie dal Fronte" . In altri programmi vi fu la partecipazione diretta dci militari, come nelle trasmissioni 'Radio del combattente" e "L'Ora del soldato" . Furono poi messe in onda ulteriori trasmissioni, per la celebrazione delle feste delle Armi e dei Corpi, per fornire notizie utili ai cittadini richiamati alle armi, per dare informazioni sui campi d'arma. Ai reparti furono distribuiti 2.293 apparecchi radio c vari impianti di fono-diffusione.

Nel settore teatro furono organizzati spettacoli teatrali e di arte varia. A dilettare le truppe provvedevano circa dieci compagnie teatrali costituite dall'Opera Nazionale Dopolavoro che, seguendo un itinerario prestabilito, tenevano gli spettacol.i presso le Grandi Unità. Ovviamente, sugli spettacoli e sulle compagnie venive esercitata opera di controllo e vigilanza. Ricordiamo che tra le compagnie vi erano quelle di grandi attori della commedia italiana, come quella dei fratelli De Filippo, di Durante, di Baseggio. Per curiosità, segnaliamo che esse venivano denominate, con altisonanza non sempre meritata e adeguata, "Carri di Tespi", a ricordo d eli' omonimo personaggio che la tradizione vuole inventore della tragedia greca, e che la leggenda tramanda girovago su di un caiTo per l'Attica, con una specie di compagnia di attori, per rappresentare i suoi lavori.

Nel settore cinema furono approvigionati, in massima parte dall'Opera Nazionale Dopolavoro, 66 autocincma, che giravano fra i reparti ed effettuavano proiezioni di film a soggetto c documentari, e 14 proiettori p011atili. Prima in via sperimentale e poi definitivamente, furono costituiti anche nuclei cinematografici, per la ripresa di filmati didattici e documentari, in collaborazione con la cineteca dello Stato Maggiore R. Esercito e con l'Istituto LUCE. TI cinema coinvolse in qualche caso interi repar1i, facendoli pcutecipare a riprese cinematografiche di film a soggetto o di filmati di propaganda.

L'Ufficio Propaganda, per svolgere la sua attività, si avvaleva di collegamenti con enti e comandi militari, anche delle altre Forze Armate (oltre al Servizio Informazioni e ad uffici dello Stato Maggiore R.Esercito, interagiva con Carabinieri, Finanza, Milizia, Marina, Aeronautica, Polizia Africa Italiana); e, inoltre, collaborava con l 'analogo servizio della Wehermacht per quelle attività da svolgere di comune accordo

con l'alleato tedesco. Era inoltre collegato con tutti gli altri Dicasteri, ed enti politici e non, che operavano nel settore (Partito, Cultura Popolare, Esteri, Comunicazioni, Corporazioni, Grazia e Giustizia, Intemi, Croce Rossa, Governatorato di Roma), e dialogava con tutti gli uffici che trattavano assistenza e provvidenze per i richiamati, per le loro famiglie, per i congiunti dci combattenti.

Al fine di evitare conflitti di competenza tra la miriade di enti che operavano nel campo dell'assistenza e della propaganda e nel tentativo di rendere meno confusionaria e più efficace l'azione di propaganda sulle truppe, nel gennaio del 1941 vi fu prima uno scambio di corrispondenza tra Guzzoni, sottosegretario alla Guerra, c Serena, segretario del Partito Nazionale Fascista, e poi una riunione; durante la quale una commissione, costituita da rappresentanti elci Comandi ed Enti che operavano nei diversi settori, concordò un progetto di massima per l 'assistenza morale e materiale ai soldati. Della commissione fecero parte il ministro Mezzasoma per il Partito ed il capitano Poli per l 'Ufficio Propaganda del Dicastero della Guerra.

Nella riunione, in sintesi, fu stabilito che il Partito avrebbe provveduto principalmente: - alla raccolta di pubblicazioni, di indumenti e vestiario vario, di viveri di conforto, di oggettistica utile ai militari (carta da scrivere, penne, lamette da barba, rasoi, ecc.) e, in parte, alla loro distribuzione; - all'organizzazione di conferenze, di trasmissioni radio, di proiezioni di filmati, e alJ 'allestimento di pettacoli di arte varia; - all'istituzione di posti ristoro nelle stazioni ferroviarie principali e nelle basi militari; - ali 'assistenza ai feriti negli ospedali.

Una disposizione del marzo successivo precisò che l 'assistenza ai militari feriti era affidata esclusivamente ai Fasci Femminili e alla Croce Rossa, poiché in alcune località erano sorte commissioni non autorizzate per tali scopi. Sul Notiziario XIV di aprile, inoltre, furono specificate tutte le attività attribuite al Dopolavoro delle Forze Armate: Giornata del Soldato, Befana del Soldato, Posti Ristoro, dotmitorì, spettacoli teatrali e cinematografici gratuiti, distribuzioni biglietti cine-teatro, concerti orchestrali e corali, trattenimenti ricreativi, manifestazioni popolaresche e sportive, ospitalità nelle sedi del Dopolavoro, assistenza alla scrittura per gli analfabeti, distribuzione di carta da lettere e francobolli, omaggio di cartoline di propaganda, distribuzione del periodico ''Gente nostra in armi", servizio eli igiene bagni e barbiere, confezione dì indumenti, servizio rammendo lavaggio e stiratura, distribuzione di biblioteche circolanti e di apparecchi radio, corsi d 'istruzione, assistenza per il disbrigo di pratiche vane.

L'Ufficio Propaganda avrebbe invece provveduto a segnalare le esigenze dei reparti e le modalità degli interventi,

affinché questi fossero oculati e mirati e non fossero distribuiti a caso. Quando, nel luglio del 1941, l 'Ufficio passò dalle dipendenze del Gabinetto della Guerra a quelJe dello Stato Maggiore R. Esercito, esso si occupò anche della distribuzione dei materiali raccolti dal Partito.

Abbiamo già accennato alla notevole attività svolta nel campo clell 'assistenza morale; altrettanto fu fatto in quello dell'assistenza materiale. Nel 1941 furono distribuiti complessivamente 234.000 pacchi dono alle truppe operanti, contenenti 1.111.209 capi di lana e 586.81 O capi di cotone. Furono elargite, per essere devolute in premi e assistenza per gli indigenti. somme pari ad un totale eli 68.000.000 di lire. Furono istituiti posti ristoro fissi e mobili lungo tutte le direttrici ferroviarie per i fronti. Furono distribuiti milioni eli oggetti utili e eli viveri di conforto, di cui conosciamo il flusso torrenziale grazie ad un resoconto compilato dali' Ufficio Propaganda, sulla scorta di 195 relazioni mensili inviate dagli organi periferici militari di assistenza e propaganda.

Le truppe avevano ricevuto materiali di uso collettivo, quali apparecchi radio, cineportatili, strumenti musicali (fisarmoniche soprattutto, ma anche chitarre, armoniche da bocca ecc.), e oggetti personali (penne, lapis, carta da lettera, lamette da barba, rasoi, pennelli, acqua di colonia, pipe, saponette, spazzolini, dentifrici, specchietti, pettini, stringhe per scarpe, bocchini, portasigari, temperini, fiammiferi, agendine e altro). Avevano avuto in abbondanza anche viveri di conforto, quali liquori, latte in polvere, caramelle, limoni, marmellata, cioccolata, sigarette, tabacco.

Nei pacchi venivano inoltre inseriti libri, opuscoli, stampe, fotografie, cartoline, "immagini" del Duce, per l 'assistenza morale e per la propaganda ideologica della guerra.

A conti fatti, però, l 'enorme quantità di materiali inviati beneficiò soltanto il 15-20% di militari mobilitati, e questo spiega il perché delle lamentele che spesso si levarono tra i militari sulla distribuzione dei pacchi dono. Gli interventi assistenziali non furono, inoltre, della stessa portata sui vari fronti, né le somme stanziate per i soldati indigenti furono equamente ripartite. In Albania, ad esempio, a causa delle particolari condizioni politiche e delle difficili condizioni di vita delle truppe, in un solo anno furono concessi stanziamenti per complessivi 24 milioni, al fine di realizzare un piano articolato e quanto più completo possibile di assistenza. Una cifra pari quasi a quella stanziata per tutti gli altri fronti, che risultò essere di circa 26 milioni.

Altre particolari attenzioni furono rivolte ai militari del Corpo di Spedizione in Russia, per i quali furono approntati i cosiddetti treni APE (Assistenza Propaganda Esercito); il primo treno partì. da Verona il 10 novembre 1941. Dci treni APE beneficiarono in seguito anche i militari operanti su altri fronti.

Nonostante gli sforzi profusi, l'attività

non si rivelò, peraltro, come accennato, del tutto efficace, tanto che le relazioni inviate dagli ufficiali preposti al servizio negli organi periferici sono pieni di segnalazioni relative a carenze riscontrate: '' ... sifa presente che occorre intensUicare la distribu:ione di 1}iveri conforto per le truppe ... si fa presente che sarebbe gradita l'istituzione di pacchi premio ... è opportuno distribuire un altro paio di scarpe e un'altra divisa ... si segnala /'opportunità di par(ficare la distribuzione di generi di conforto alle truppe italiane e tedesche ... " .

È da annotare, ancora, che le disfunzioni del servizio non furono soltanto pratiche, ma anche organizzati ve, poiché i comandanti furono spesso presi da necessità più contingenti, legate alla guetTa e all'operatività dei reparti, o perché erano poco sensibili alle necessità assistenziali che ritenevano non essenziali per il morale e lo spirito delle truppe. Continue furono le sollecitazioni dell'organo centrale affinché il servizio funzionasse meglio, come attestano le ripetute circolari emanate in merito. Guzzoni sollecitò più volte i comandanti di Armata e di Corpo d·Armata, perché ancora alla fine del 1941 non tutte le grandi unità avevano costituito le previste sezioni e sottosezioni P.

Ancora, egli distribuì agli stessi comandanti una dura "reprimenda", perché le relazioni mensili inviate ali 'Ufficio Propaganda risultarono superficiali, eccessivamente sintetiche, poco obiettive, in qualche caso troppo ottimistiche e pertanto poco utili per consentire interventi appropriati ed efficaci.

Eppure fin dal settembre I 940 erano state emanate disposizioni esecutive sul servizio, in cui fra l'altro venivano specificati in particolare quali dovevano essere gli argomenti da trattare nelle relazioni mensili: "-spirito delle truppe- sentimenti che sembrano prevalere nei confronti dei nostri alleati- necessità maggiormente sentite - casi speciali riguardanti singoli militari o reparti; - rapporti.f1'a Le truppe e la p opola:ione (censura posta militare inviata o ricevuta dai militari) supposta od accertata presen:a di

GRenti propalatori di notizie pessimiste; - sul morale delle truppe e delle popola:ioni di intercettazioni radio o volantini da aerei nemici; - idee e sentimenti della popolazione civile nei paesi occupati; - informazioni utili all' a:ione di contropropaganda nei paesi medesimi o confinanti; -forme di propaganda (teatro, cinema, radio, ecc.) e di assistenza morale e materiale che hanno ottenuto o si ritiene possano ottenere i migliori risultati sia riguardo ai mezzi che all'oggetto; - opera svolta per rendere edotta la truppa sulla necessità e sugli obiettivi del conflitto; - segnalazione e proposte varie.".

Le relazioni, inoltre, dovevano essere

corredate da alcuni dati statistici importanti per la verifica oggettiva dello spirito delle truppe e dell'efficacia delle attività assistenziali e propagandistiche, quali ad esempio il numero delle denuncie avanzate ai tribunali militari e quello delle punizioni disciplinari di particolare gravità inflitte.

Sorice, dopo Guzzoni, ancora dovette insistere perché all'attività assistenziale e propagandistica fossero destinati ufficiali capaci che non venissero distratti dal loro incarico, come spesso accadeva, considerata la notevole importanza della materia; né che fossero "stornati" i fondi assegnati esclusivamente per quegli scopi. Quanto agli ufficiali addetti al servizio, per essi doveva essere compilata una particolare scheda che, oltre a contenere i dati di rilievo del servizio militare prestato, del valore dimostrato in guerre e campagne, del livello culturale posseduto e delle lingue conosciute, segnalare le attitudini particolari manifestate nel campo della propaganda e dell'assistenza, ed eventuali pubblicazioni prodotte in materia.

La compilazione delle schede consentì al Gabinetto Guerra di accertare, nell'aprile del 1941 , come non tutti gli ufficiali P avessero adeguati requisiti culturali e eli preparazione per svolgere il servizio, né avessero precedenti come combattenti; ne conseguiva che essi non posseclev<:mo il necessario e autorevole prestigio per operare efficacemente tra le truppe.

In aderenza alle direttive della circolare, nel mese di giugno furono segnalati i nominativi eli 24 allievi del Centro di Preparazione Politica, richiamati alle armi come ufficiali, da utilizzare quah ufficiali P o come oratori in conversazioni e celebrazioni presso i reparti di assegnazione. A sconere l'elenco, è possibile notare come fossero elementi estremamente validi per svolgere il servizio, sia per preparazione culturale (erano tutti laureati), sia per esperienza nel campo della comunicazione (molti erano (riornalisti) sia per ali indiscussi

b ' b precedenti militari (non pochi erano stati decorati al valore).

Per tutta la durata della guerra, vi fu un continuo scontro fra l'organo centrale, che ribadiva l'importanza dell'assistenza e della propaganda fra le truppe, e i comandi operanti, che ritorcevano carenze e insufficienze sulle scarse risorse assegnate, inadeguate per portare a te1mine interventi più opportuni ed efficaci. Non è da credere, però, che andasse tutto male o che gli ufficiali addetti al servizio fossero tutti incapaci. Molti, pur tra mille difficoltà, fecero il meglio per assolvere il loro compito; e poiché la maggior parte di essi operava in prima linea, lo fecero anche con dedizione e valore, tanto da meritare, per il solo 1941 (l'anno di cui disponiamo dei dati statistici) ben 76 proposte di decorazioni al valore, di cui 16 furono concesse sul campo.

Per quanto riguarda l'attività di propaganda pura, soprattutto ideologica, gli organi militari che si occuparono di assistenza e propaganda ebbero a scrivere che essa poteva diventare

efficace sul morale del soldato a condizione che si ovviasse " .. prima di tutto, ai fondamentali bisogni di ordine materiale"; e, a dimostrazione di quanto affem1ato, seguivano ben 14 pagine, divise per mese, di tutte le lamentele e di tutte le disfunzioni riscontrate, relative ai "bisogni fondamenta! i", cui bisognava porre rimedio. Riconosciuto il ruolo primario d eli' assistenza materiale, pari importanza era attribuita all'assistenza morale, affidata non solo agli ufficiali P e A, ma a tutti i quadri. Su li 'assistenza morale, intesa anche e soprattutto come presenza continua dei quadri presso le truppe, non mancarono circolari, eli cui una del l943 meglio ci sembra riassumere con quali modalità e a dovesse essere attuata e quali obiettivi doveva raggiungere: ''Nell'attuale fase della &uerra è necessario ,·enga dato maggiore incentivo alle varie form e di assistenza morale e ideologica, in modo da render/e phì intense e continue, più aderenti insomma alle esigenze del momento. Il paragone dello stillicidio che, battendo incessantemente sul medesimo punto, vi Lascia un solco profondo, può dare meglio d'ogni altro /'idea del lavoro paziente e assiduo che si del'e svolgere in questo campo ... Le com·ersa:ioni con le truppe dovranno perciò raggiungere la massima frequen:a possibile e riuscire brevi e incisive anziché sovraccariche di argomenti ... (per evitare) una diffitsa e istintil'a pre\·en:ione contro le conferenze .. . (anche perché) /'animo del soldato è spesso preso da altri pensieri. da preoccupazioni personali. da interessi di \'aria natura, da ricordi familiari e affellivi ecc ... La migliore propaganda è sempre quella che riesce ad agire sul singolo e sa innestare la diretril·a, ilmotil·o generale SOJJra uno spunto il fJÌÙ possibile individuale della vita del soldato ... L' ufji'ciale, e in particolare l' ujficiale A. deve mostrare, in qualunque caso si presenti, un reale interessamento per rutto ciò che concerne più da l'icino la vita del comhallente e la sua situazione familiare: e tale interessamento non ha da !imitarlo alle sole parole, ma a.fji'ancarlo con tangibili prm'e .. per questa via si entra nella sua si acquista la sua f iducia ... Ma per giungere a quesri risultati occorre una dedizione senza risparmio. un' opera reramente instancabile .. .!/ compito pitì difficile e delicato, ma anche il più efficace, sta nel sapere appassionare la personale sensibilità del soldato, cogliendo con prontez:a gli addentellati .fi·a la situazione generale del Paese e quella particolare sua e dei congiunti ... Si ricordi, che questa illuminata opera da svolgere l'erso il soldato e per il soldato, presuppone, imprescindibilmente, la forza dell'esempio : sen:a il quale ogni artil·ità di assistenza o di persuasione rischierebbe di rimanere in.fi·uttuosa'' .

Direttive difficili da mettere in atto, specialmente quando le situazioni contingenti non offriranno esempi e piegazioni convincenti.

Il 1942 si aprì di nuovo all'insegna di un pesante intervento relativo

all'assistenza morale per le truppe. Il generale Ugo Cavallero, Capo dì Stato Maggiore Generale, dovette intervenire poiché presso alcune unità era invalsa l'abitudine di delegare ai cappellani militari gran parte dei compiti attinenti all'assistenza morale del soldato. Pur riconoscendo la lodevole missione spirituale di cui i cappellani erano investiti, Cavallero precisava come la funzione dell'educazione morale dei combattenti dovesse essere affidata esclusivamente ai comandanti e agli ufficiali delegati a quel fine: " .. .La funzione dei cappellani militari risponde alle necessità religiose proprie del nostro popolo e, come tale, de\'e considerarsi d'importanza essenziale ed insostituibile,· essa però non esaurisce i compiti relativi alla preparazione morale delle truppe, che ha per scopo principale quello di assicurare la coesione e la sald(!zza spirituale dei reparti, quale fattore della loro efficienza bellica.

Questa preparazione investe direttamente l'azione di tutta la gerarchia militare: l'educazione del soldato e la sua preparazione alla guerra sono elementi di comando e perciò ogni capo militare deve con gelosa cura riservare a sé tale compito, esercitarlo direttamente e per il tramite degli t4ficiali in sottordine; a nessuno è consentito di abdicare a quella fìmzione senza venir meno ad uno dei suoi più importanti doveri.

Tutto ciò che costituisce l'illustrazione delle ragioni e degli scopi della nostra guerra, che tende ad alimentare nell'animo del soldato l'appassionato attaccamento per il proprio paese e le sue istituzioni, ad esaltarne lo spirito aggressivo, l'amore per la lotta e /'odio contro il nemico, deve costituire attribuzione specifica dei comandanti di ogni grado, esprimersi attraverso la loro opera personale ed essere integrata dai servizi di propaganda dei reparti ... ".

La preoccupazione di Cavallero era evidente: senza l'opportuna azione morale, eli comando e dì propaganda dei quadri, si correva il rischio che nelle truppe venissero alimentati pericolosi sentimenti di fratellanza e di pacifismo ad opera dei cappellani militari. Sentimenti qmmto mai nobili in tempo di pace, ma oltremodo pericolosi per lo spirito combattivo di un esercito in guerra.

Il 15 aprile 1942, per la prima volta dall'istituzione del servizio di propaganda, venne ufficialmente riconosciuta la necessità che l'azione di propaganda fra le truppe fosse coordinata e avesse un indirizzo unitario, per cui fu sta bi li t o che Capi Uffici e Capi Sezioni dei Comandi superiori e delle Armate convocassero periodicamente i capi delle sottosezioni e dei nuclei di Corpo d'Armata e di Divisione, per essere informati delle attività svolte dagli organi dipendenti e per impartire direttive. Fu disposto, inoltre, che iJ Capo Ufficio Propaganda del R. Esercito convocasse anche egli periodicamente presso lo Stato Maggiore i responsabili della propaganda nelle Grandi Unità.

Il 18 aprile, il colonnello Cesare Reisoli, Capo Ufficio Propaganda, convocò per il 27 successivo i capi sezione e sottosezione P per il " l o Rapporto Centrale degli Ufficiali P". Ali ' ordine di convocazione era allegato l'ordine del giorno degli argomenti da trattare, che elenchiamo perché esso riassume le materie di discussione: - sguardo generale e compiti degli organi P; - finanziamento ed erogazione fondi; - scelta, nomina e compiti degli ufficiali P; - relazioni mensili sul servizio P (schema: spirito delle truppe, necessità maggiotmente sentite, rapporti fra le truppe e la popolazione, idee e sentimenti delle popolazioni, segnalazioni particolari e proposte varie); - collegamenti con gli organi P dipendenti; - rapporti con gli organi informativi cd altri uffici dei Comandi; -rapporti con gli uffici combattenti, con le organizzazioni dipendenti dal

Partito Nazionale Fascista ed enti civili vari; - assistenza materiale (distribuzione di generi di conforto, di premi, di giochi ecc.); - ritrovi per ufficiali c soldati; - attività sportive; - assistenza morale (direttive, uffici di consulenza, statistiche, disciplina; attività e mezzi quali radio, cinema, complessi artistici, strumenti musicali, stampa da campo; revisioni delle pubblicazioni; biblioteche per

ufficiali e soldati; distribuzione di materiali di propaganda; tempestività nella consegna degli elenchi per la radiodiffusione delle notizie da casa); - propaganda orale; - documentazione artistica del R.

Esercito nel conflitto; -diffusione nei reparti degli inni e canti della P -lettere atria in armi· ' dei combattenti alle famiglie c delle famiglie ai combattenti; - propaganda igienica, profilassi; -vane.

Non siamo riusciti purtroppo a trovare la relazione della riunione, per cui non è possibile al momento conoscere i risultati dell'incontro e le decisioni che segUirono.

A parte i tentativi di disciplinare e razionalizzare il servizio, il 1942 fu anche l 'anno in cui la propaganda militare subì ulteriori interventi e tentativi di "fascistizzazione". Il 20 maggio, il generale Ambrosio, Capo di Stato Maggiore del R. Esercito, dispose con una circolare che la condizione essenziale, tra i requisiti che dovevano possedere gli ufficiali preposti all 'assistenza e alla propaganda, doveva essere l'iscrizione al Partito Nazionale Fascista; tutti coloro già impiegati e non in possesso di tale requisito dovevano essere immediatamente sostituiti. Alla circolare fu allegato un nuovo modello della scheda da compilare per gli ufficiali P, che in aggiunta alle caratteristiche già previste nella precedente per la segnalazione di ufficiali idonei al

servizio, conteneva le voci relative ali ' iscrizione al Partito (sede del fascio, anzianità, cariche ricoperte).

Le disposizioni di Ambrosio furono ulteriormente politicizzate da una circolare del Partito, che specificava, in aggiunta, quali fossero le qualità fasciste da valutare per gli ufficiali ritenuti idonei all'attività di propaganda: anzianità fascista, essere stato squadrista, aver partecipato alla marcia su Roma, essere insignito della sciarpa littoria.

Soltanto nell'agosto del '43, dopo la caduta del fascismo, le disposizioni sulle "qualità" fasciste degli ufficiali P furono revocate.

L'ingerenza del Partito nelle attività assistenziali, inoltre, attività che di fatto presiedeva fin dali 'entrata in guerra, diventò parossistica n eli' ottobre del 1942, quando fu disposta e regolamentata nei minuti particolari una "Assistenza di emergen:a" per i militari ammalati e feriti, per i combattenti in partenza per le zone di operazioni, per i reduci dai fronti di guerra.

L'assistenza ai feriti e agli ammalati provenienti dalle zone d'operazione veniva svolta con l'offerta detta "dono del Duce", ed aveva un valore medio di circa 40 lire; veniva concessa soltanto in alcune sedi di Federazioni (Ancona, Bari, Bologna, Bolzano, Brindisi, Fiume, Gorizia, Lecce, Messina, Napoli, Taranto, Verona).

L'assistenza a quanti partivano per le zone di operazioni era fatta con l'offerta denominata "dono del Partito", equivalente alla somma di 20 lire; veniva prestata da tutte le federazioni nel cui territorio avveniva la partenza dei reparti, ma doveva essere autorizzata dal Direttorio del Partito.

L'assistenza alle truppe che rientravano dalle zone d'operazione avveniva nelle sedi di destinazione finali. era prestata dalle locali Federazioni, consisteva in generi di conforto dal valore di l O lire, e veniva concessa alle unità organiche e non ai singoli militaJi.

Esisteva, ancora, un 'assistenza per i militari in transito sui treni attuata tramite posti di conforto, diversa da quella realizzata a terra presso i posti ristoro, svolta direttamente sulle vetture dei treni in transito con viveri di conforto.

A leggere i documenti, sembrerebbe che soldati, avieri a marinai a ogni piè sospinto fossero assistiti e rifocillati in mille modi. Diversa la situazione che si ricava dalla lettura dci documenti e della memorialistica di guerra, specialmente su alcuni fronti e in determinati momenti.

Resta la constatazione che riesce difficile districarsi fra i mille rivoli delle forme assistenziali e propagandistiche svolte dall'autorità politica e da quella militare nei tre anni di guerra. Anticipiamo che nel maggio del J 943, l'Ufficio Assistenza del Direttorio del Partito fu soppresso, proprio per snellire la sovrapposizione delle competenze che si era venuta a determinare, specialmente nel campo dell'assistenza ai militari.

L'organizzazione della propaganda

nell 'Esercito subì alcuni ritocchi alla fine del 1942, subendo anche un cambio nella denominazione. L'Ufficio Propaganda dello Stato Maggiore R. Esercito fu denominato U.fjzcio Srampa e Assisten:::a, continuando ad esercitare le proprie funzioni di organo centrale e direttivo. L'organizzazione periferica veniva rimaneggiata e riordinata nel modo seguente: - un Reparto Assisten:a presso l' ARMIR, in territorio russo; - un Ufji"cio Assisten:a presso il

Comando Gruppo eli Annate Sud, presso ogni Comando Superiore delle

Forze Armate, e presso il

Governatorato del Montenegro; - una Sezione Assistenza presso ogni

Comando di Armata e presso la

Delegazione del Comando Supremo in Africa Settentrionale (DELEASE); - una Sottose:ione Assistenza presso il

Comando Truppe del Montcnegro, presso eia c un Corpo d'Armata e presso i Comandi di Difesa

TetTi t01i al e; - un Nucleo Assisten:a presso tutti i

Comandi di Divisione; - un Ufficiale A (Assistenza) presso i

Comandi di Reggimento ed unità equivalenti.

Apparentemente, nel l 'articolazione del servizio al termine "propaganda" era stato sostituito quello di "assistenza", e gli organi erano stati soltanto adeguati all'organizzazione di comando, operativa e territoriale del momento. Ma, in realtà, le nuove denominazioni non erano state dettate da esigenze fo1m ali e ordinative. Esse rispondevano, eli fatto, molto di più alle esigenze del servizio e a quanto era avvenuto, dietro le quinte c neanche troppo, con la progressiva politicizzazione del servizio e dei suoi addetti di cui abbiamo fatto cenno.

Nelle mani dell· autorità militare restava, comunque, l'assistenza e la propaganda svolte direttamente sui fronti operativi e nei territori occupati, sulle proprie truppe, sulle popolazioni locali e sul nemico, per ovvi motivi di opportunità e di tempestività.

Fatto davvero curioso, tenendo conto di come la censura sulla stampa fosse sotto le strette grinfie del regime almeno in apparenza, poiché le numerose e continue veline eli censura inviate alla stampa fanno pensare ad una inefficacia dci sistemi di controllo-, l 'autorità militare ebbe il diretto controllo sulla carta stampata per la parte relativa alla sicurezza ed emanò proprie disposizioni su ogni tipo di pubblicazione, celebrativa e/o propagandistica, prodotta da Comandi c reparti (cartoline, calendari, opuscoli, articoli sulla guerra, giornali redatti ai fronti per i soldati, manifesti c volantini di propaganda e di contropropaganda, fotografie, disegni ccc.).

La conclusione ovvia e logica che si può ricavare è che, nonostante i ripetuti tentativi del regime di disciplinare le attività relative aJla comunicazione, al fine di accentrarle e di controllarle, l 'autorità militare nel proprio ambito continuò a mantenere una ampia autonomia e a gestirle nel modo ritenuto più opportuno.

Nel 1943, a partire dali o gennaio, l'assistenza fu estesa anche ai depositi reggimentali delle varie Armi e specialità. Il provvedimento si rese necessario perché, a causa del disastroso sviluppo degli avvenimenti bellici su quasi tutti i fronti, delle drammatiche condizioni economiche e alimentari del Paese, della guerra che ormai gli anglo-americani portavano quasi quotidianamente sullo stesso territorio nazionale con i bombardamenti aerei, giungevano ai depositi reclute e richiamati in condizioni psicologiche sempre più disastrose ed estremamente fragili, con poca voglia di dare il proprio contributo ad una guerra avvertita, o meglio considerata persa e per niente sentita.

Particolari attenzioni furono rivolte anche ai campi contumaciali, dove affluivano i reduci, che furono abbondantemente dotati di ogni attrezzatura per lo .svago, quali cinesonori portatili, apparecchi radio, fisarmoniche .. ' materiali . . vari o-iochi 'b ' per mantenere quanto più possibile elevato il tenore morale di quei combattenti, nell'ipotesi di un loro rennp1ego.

Nel mese eli maggio si provvide ad organizzare ancora una volta nei '-' maggiori centri estivi i "Villaggi del soldato", particolarmente graditi alle truppe, ma che avevano dato luogo ad alcuni inconvenienti nei prezzi e nelle prestazioni offerte, per cui gli ufficiali A competenti per territorio furono invitati ad una severa opera eli controllo e di vigilanza, d'intesa ed in stretta collaborazione con i segretari dei Dopolavoro provinciali, che curavano l 'allestimento dei villaggi.

Per l'assistenza in danari, complessivamente fu stanziata nel primo semestre del 1943 la somma di L. 14.640.000. Somma che doveva servire soprattutto acl elargire premi ai militari meritevoli e sussidi alle famiglie, e solo eccezionalmente per acquisti eli materiali ad integrazione di quelli che già inviava l 'Ufficio Assistenza dello Stato Maggiore R. Esercito (libri, riviste, radio, fisarmoniche, attrezzi sportivi ecc.).

L'organizzazione della propaganda e cieli' assistenza restarono sostanzialmente immutate fino ali '8 settembre, fatta eccezione per alcune variazioni organiche nella composizione degli organi del servizio di stampa e di assistenza, operate nel mese eli giugno, che incrementarono il numero del personale addetto alle Sezioni, Sottosezioni e Nuclei.

Le varie attività continuarono a risentire comunque delle stesse ripetiti ve carenze degli anni precedenti, carenze cui si cercò eli porre rimedio nel 1943 a colpi di circolari definite esplicative, chiarificatrici, o innovative. Già nel mese di gennaio, acl esempio, Ambrosio chiarì che il cambio eli denominazione subito a novembre dall'intera organizzazione, da propaganda ad assistenza, non avevano mutato compiti e funzioni degli organi, né di quello centrale né di quelli periferici, di cui venivano ribadite le attribuzioni:

- assistenza morale, culturale, materiale, legale e di consulenza presso le truppe; -esaltazione del valore individuale c collettivo delle truppe e contributo alla documentazione della guerra con scritti, memorie, fotografie, disegni, documenti, pitture, cinematografie; - concorso, secondo le direttive superiori, alla propaganda ed alla contropropaganda verso le popolazioni civili nelle zone di o cc u pazwne; - propaganda sulle truppe nemiche, neutra l izzazione di quella avversaria sulle nostre truppe.

Ripetutamente fu affrontato il problema della mancanza di tdiiciali particolarmente idonei al servizio molti venivano ormai presi da quelli in congedo-, per cui ad aprile ancora l'Ufficio Stampa e Assistenza ordinava ai vari Comandi eli non sostituire arbitrariamente gli ufficiali A, ma di effettuare i movimenti soltanto per effettive necessità e dopo che ne fosse stata richiesta la preventiva autorizzazione. Come fu stigmatizzata la scarsa attenzione elci Comandi verso il servizio e verso le relazioni mensili, tanto che il l o luglio fu diramato un nuovo schema per la compilazione delle relazioni, articolato in ben 9 sezioni, che vale la pena di riportare sinteticamente, perché fanno comprendere come gli organi centrali di propaganda avessero imparato parecchio in materia, anche se tardi vamente, e come si tentasse di approfondire tutti gli aspetti che in qualche modo potessero avere relazioni e influenze positive o negative sull'assistenza c sulla propaganda.

Nella prima sezione, "spirito delle truppe", doveva essere espresso un giudizio sintetico sul morale delle truppe, indicate le cause motivo di depressioni con segnalazioni specifiche, elencali i provvedimenti "tonificatori" adottati, avanzate proposte in merito.

Nella seconda sezione, "rapporti con gli alleati", dopo un sommario giudizio della situazione, dovevano essere specificati i sentimenti delle nostre truppe verso l'alleato tedesco, e viceversa, i rapporti fra tedeschi e popolazione civile, con proposte per eliminare contrasti o migliorare i rapporti.

Nella terza sezione, "rapporti con La popola:ione italiana", doveva essere fatto il punto sulla situazione ed essere descritti i sentimenti delle truppe verso la popolazione e viceversa, con proposte per migliorare, ove necessario, i reciproci rappot1i.

Nella quarta sezione, "rapporti con la popolazione dei paesi occupati", dovevano essere sviluppati gli stessi argomenti della terza sezione, relativi però alle varie situazioni nei teiTitori occupati.

Nella quinta sezione, "propaganda nemica, e sovversiva", dovevano essere segnalate tutte le attività del nemico e degli avversari interni, e i mezzi utilizzati per metterle in atto (volantini, messaggi radio, notizie allarmistiche ecc.). La presenza di annotazioni specifiche su avversari

interni denota l'attenzione e la preoccupazione dell'autorità militare verso lo sviluppo della propaganda sovverstva.

Nella sesta sezione, "forme di assistenza realizzate", dovevano essere elencate e quantificate le attività assistenziali c i risultati raggiunti: distribuzione del materiale di assistenza (tipo, quantità c valore del materiale distribuito); gli spettacoli teatrali, di arte varia e cinematografici realizzati ed il numero dei partecipanti; le manifestazioni sportive svolte ed il numero dei partecipanti; le consulenze fornite, con il numero di pratiche fatte e quello degli assistiti; i lavori di artigianato eseguiti, il numero dei militari impiegati e le mostre relizzate; il numero e gli importi dei premi in danaro distribuiti; gli orti di guerra coltivati, con l 'indicazione del numero, dell'estensione di superficie, dei tipi di cultura e della quantità e qualità dei raccolti; le scuole per analfabeti, con relativi dati dei partecipanti.

Nella settima sezione, "forme di propaganda realizzate", dovevano essere specificati i materiali propagandistici, di ogni tipo, distribuiti e la loro quantità, le manifestazioni di propaganda orale (conversazioni ecc.) fatte.

Nell'ottava sezione, "contropropaganda" , doveva essere comunicata l 'attività svolta in materia, i mezzi utlizzati, ed inviate informazioni ali 'autorità centrale sull'utilità e l 'efficacia del materiale prodotto, per gli ammaestramenti che l'Ufficio Propaganda ne poteva ricavare.

Nella sezione nona, "necessità maggiormente sentite", dovevano essere sintetizzate tutte quelle notizie che avevano riflessi sul morale delle truppe, quali, ad esempio, l'andamento del servizio postale, i riconoscimenti morali c materiali, le opinioni sul trattamento economico, le condizioni igienicosanitarie, il gradimento del rancio e altro.

La relazione, insomma, doveva costituire un vero zibaldone di informazioni per l'analisi ed il bilancio di quanto realizzato, le deficienze riscontrate, i provvedimenti da prendere per migliorare l'intera attività. Di estremo interesse le innovazioni richieste dallo schema di relazione, relative ai rapporti con i tedeschi e con la stessa popolazione italiana, che la dicono lunga sul deterioramento in atto di tali rapporti.

L'ultimo provvedimento emanato per le attività di propaganda, già anticipato, fu l 'abrogazione del fondamentale requisito di iscrizione al partito fascista degli ufficiali A. L'8 settembre travolse, come tutto, anche il servizio di assistenza e propaganda.

Il "Notiziario di Propaganda" .

Il Notiziario fu un periodico tecnico stampato appositamente per gli organi addetti al servizio di assistenza e propaganda. Fu pubblicato, a partire dal settembre 1940, dal Ministero della Guerra-Gabinetto, sotto forma di circolare. Dal numero VIII, edito il 31

dicembre 1940, prese la veste di un fascicoletto e fu redatto dali' Ufficio Propaganda del Gabinetto. Venne inizialmente diramato ai Comandi di Grande Unità e delle Difese Territoriali; dal numero VIII la diramazione fu estesa fino ai Comandi di minori unità, all'Ufficio Collegamento Stampa della R. Marina e all'Ufficio Assistenza all'Aviere in guerra della R. Aeronautica. In principio il notiziario fu soltanto zeppo di notizie utili, di interesse comune delle Forze Armate, da portare a conoscenza della truppa (concorsi, posta militare, tasse ed esoneri, facilitazioni di varia natura, modalità per presentare vari tipi di istanze ecc.); dal numero V fu ripartito in tre sezioni: Notizie utili, Risposte ai quesiti, Allef?ati. Questi ultimi costituivano la parte dedicata alla propaganda.

Il 29 aprile 194 1 iniziò anche la pubblicazione del Notiziario R iservato, aperiodico, stampato come supplemento al notiziario stesso e diramato fino a livello Comando di Reggimento. Recitava l'avvertenza che ne era vietata l 'ulteriore divulgazione, ma i comandanti di Corpo potevano trame elementi per disposizioni e comunicazioni, qualora gli argomenti trattati lo consentissero. Purtroppo è stato possibile reperire soltanto il primo numero del notiziario riservato, e quindi non siamo in grado di dare una panoramica delle materie trattate, anche se è possibile desumere, dali' articolazione del numero disponibile, che esso serviva a diffondere normative varie, "cicchetti" sulla disciplina e sul segreto militare, oppure a plaudire a particolari iniziative intraprese da alcuni Comandi e ritenute valide per l'assistenza e la propaganda. Leggiamo, per esempio: "Alcuni comandanti di Corpo nel territorio o sui ji·onti hanno indirizzato alle famiglie di reclute o di richiamati una lettera in ciclostile o una cartolina stampata di saluto alle famiglie stesse. Queste forme che legano vieppiù /' Esercito al popolo meritano sef?nalazione e incoraggiamento" .

Un invito, quindi, alla diffusione delle attività propagandistiche ritenute valide e, più in generale, al modo di far propaganda, su cui viene fatto esplicito riferimento nello stesso numero: "L'efficacia di ogni forma di propaganda è strettamente connessa alla tempestività. Ora, in specie le pubblicazioni a stampa e le cartoline intese a questo scopo, dato il tempo occorrente a farle pervenire ai reparti, possono, per il sopravvenire di eventi nuovi e di nuove situazioni, diventare f acilmente intempestive. È perciò necessario che tutti i Comandi provvedano ad un esame preventivo di tutto il materiale che ad essi pro viene, qualunque ne sia /a fonte e, ove non ne ritengano opportuna, per il momento la distribuzione, di riferirne per via gerarchica, spec i;ficando il motivo ... "

Evidentemente, qualche prodotto a stampa era risultato inopportuno, perché non distribuito al momento giusto c reso inefficace dali' incalzare degli eventi.

Veri e propri supplementi di propaganda al notiziario, furono alcuni opuscoli, editi a partire dali' aprile del '41, con l'apertura del fronte iugoslavo; essi furono intitolati "La ]uf?oslavia alla resa dei conti", e "La Jugoslavia ha reso i conti". Nel primo venivano presentate e rivendicate le giuste cause di una guerra contro una "popolazione di pastori e briganti", un conflitto comunque "trasversale" perché anche esso finalizzato alla sconfitta dell'Inghilterra attraverso la distruzione del "prezzolato liberto balcanico", alleato di Albione; il secondo apriva con l' osanna della vittoria contro l 'ingiustizia originata dalla "pace di Versaglia", che aveva tradito le aspettative italiane; e ricordava la profezia del v ate D'Annunzio, il quale nel maggio 1920, a proposito della Jugoslavia, avrebbe detto: " ... Degli indizi mi fanno prevedere certa l'agonia e la morte di questq nostro avversario. Il quale, in ogni modo, perfatto storico ed etnico, deve perire, anche se riesca temporaneamente ad interrompere e a rompere il cerchio che lo serra".

Altro opuscolo, come supplemento, fu pubblicato nel giugno 1941; intitolato "Un anno di guerra", riportava il discorso del Duce per l'occasione anniversaria del conflitto, una radio celebrazione del Capo di Stato Maggiore Generale, Ugo Cavallero, ed un messaggio ali 'Esercito del Sottosegretario di Stato, generale Antonio Scuero; inutile sottolineare la ridondanza verbale e lo spreco di frasi sulle «vittoriose cet1ezze", sui "fatali epiloghi", sui "granitici blocchi di volontà" profuse nei testi.

L'ultimo supplemento esaminato è del luglio successivo (la raccolta che siamo riusciti a rintracciare dei notiziari si ferma a questa data), ed ha il titolo di "l rossi smascherati". Nella presentazione è detto che l'opuscolo è dedicato alla "crociata contro il bolscevismo, ora dichiaratmnente alleato delle demoplutocrazie" , ovvero al consueto travestimento ideologico a sostegno dell'improvvida ostinazione di entrare in guerra contro la Russia.

L'8 agosto 1942 comparve il numero l del "Bollettino Mensile" edito dali 'Ufficio Propaganda dello Stato Maggiore R. Esercito. In apertura, il bollettino annunciava che sostituiva, raccogliendone gli argomenti, il notiziario, i supplementi, il notiziario riservato con i relativi supplementi, le radioconversazioni alle forze armate, le lettere di guerra. Era indirizzato ai Comandi e agli organi P come strumento di lavoro indispensabile per svolgere Je attività di informazione, di assistenza morale e culturale, di consulenza che il servizio P si prefiggeva tra i suoi scopi.

Il bollettino era articolato in 6 sezioni: l- Disposizioni militari di interesse generale, con risposte ai quesiti relativi alle norme emanate dali' autorità militare e di interesse comune; 11- Disposizioni per i richiamati e le loro famiglie, e risposte ai relativi quesiti, collazionate a cura dell'Ufficio Combattenti del Direttorio Nazionale del Partito;

III- Se n'i zio P, comprendente istruzioni e notizie sul servizio e schemi di conversazione con le truppe;

IV- Radioconversazioni, dirette alle forze armate e incentrate soprattutto sulle celebrazioni delle feste d 'arma e di corpo;

V- Lellere di guerra, dedicata alle lettere dei combattenti e delle loro famiglie, particolarmente significative per le annotazioni di amor patrio, di spirito di corpo c di sacrificio, ecc.;

VI - Noti:iario e rassegna della stampa, raccolta di stralci di articoli di stampa dedicati alla guerra, acl avvenimenti di particolare rilievo, a messaggi ed a notizie nazionali ed internazionali.

Era consentito che gli argomenti del bollettino diventassero oggetto di disposizioni e comunicazioni e che fossero fom1ulati suggerimenti per migliorarlo. Si avvertiva, infine, che ad esso sarebbe stato annesso in appendice un notiziario per i militari rurali, redatto dal Comitato Nazionale della Stampa e Propaganda Rurale del Ministero Agricoltura e Foreste.

Non è possibile dare contezza di tutto quanto venne pubblicato su notiziari e bollettini. Di alcuni argomenti stralciamo soltanto cenni ed annotazioni relative alla propaganda, ed in particolare di quella riferita alle motivazioni della guerra c agli schemi di conversazioni con le truppe.

La propaganda più esasperata e assordante fu condotta contro I' Inghilterra, definita la sola responsabile della guerra e novella Cartagine da distruggere in ogni modo. False sempre le dichiarazioni eli Churchill, anche quando tentavano di ostentare l 'amicizia dimostrata dagli inglesi durante il Risorgimento, perché in quel periodo storico la perfida Albione aveva cercato soltanto, attraverso l'espansione del Piemonte, un contrappeso alla potenza francese nel Mediterraneo e, quindi, aveva perseguito i suoi interessi.

Il combattente italiano doveva nutrire odio per il nemico inglese e non dimenticare le ingiustizie ed i torti subiti, pur essendo generoso c sentimentale di natura. E avrebbe dovuto tener presente che, in caso di sconfitta, l 'Inghilterra aveva già pronti i suoi piani per punire l'orgoglio italiano: distruzione, servitù e miseria.

Le ragioni della guerra erano da ricercarsi proprio nel cieco egoismo, nella brutale avidità, ne !l 'irragionevolezza delle nazioni plutocratiche, tra cui primeggiava l 'Inghiltena.

Meno astiosi gli attacchi agli altri avversari, perché dietro al francese, allo slavo, al greco, ali 'americano si nascondeva sempre il feroce cd astuto inglese, il principale nemico, capace eli manipolare i governanti degli altri Stati e i loro popoli.

Furono perfino dettati "i dieci comandamenti" per il combattente contro la propaganda nemica: l. Ricordati che la propaganda del nemico ha lo scopo di diminuire la tua fede nella vittoria .finale delle

nostre armi e di paralizzare il tuo entusiasmo. 2. 11 nemico cerca di G\'\'elenare il tuo animo per mezzo della radio, con volantini e opuscoli di propaganda, con altri espedienti. D(fenditi da tali veleni, e se trovi del materiale di propaganda nemica, consegnalo ai tuoi superiori, affinché essi conoscano i metodi di propaganda dell'avversario. 3 . IL nemico si serve della radio per alterare La verità e per diffondere noti:ie false ed allarmanti. Chi l'ascolta rende un sen·i:io al nemico e incorre in gravissime pene. 4. Se qualcuno ti dice ':forse vi sarà qualcosa di vero" sign(fica che costui è già infettato dalla propaganda nemica. di lui, ma cerca di com·incerlo del suo errore. 5. Non scrivere mai alla famiglia o ai tuoi amici noti_zie di carattere militare. La tua lettera può cadere in mano a persone l'endute al nemico e saresti causa di gravissimi inconvenienti. Sappi anche che la tua lettera è censurata e tu saresti punito se1•eramente. 6. Se rice1•erai lettere che contengano ingiuste lamentele. comunicale al tuo superiore. Egli saprà consigliarti. 7. Non mormorare mai! Chi mormora è già al se1Tizio de/nemico.

Ricordati che il nemico interno è altrettanto pericoloso di quello esterno. 8. Ricordati che devi avere sempre piena fiducia nei tuoi superiori.

Ril•olgiti sempre al tuo superiore,· egli saprà assisterti e farà tutto il possibile per aiutarti. 9. Tieni sempre presente che chi segue, legp,e o ascolta la propaganda nemica, e poi la propaga, è un traditore della Patria. l O. Non dimenticare che la parola d'ordine è "Vincere" e che noi ''Vinceremo". Ma è essenziale che ognuno "sappia" compiere il proprio dovere .fino in fondo.

Argomenti analoghi furono trattati negli schemi di conversazione con la truppa. A parte quelJi che ribadivano i concetti già ricordati, espressi sia nei comandamenti sia nelle ragioni della guerra, uno schema ci appare di particolare interesse. perché esula dai soliti motivi conduttori della propaganda. Fu pubblicato nell'aprile 1941 per fornire argomenti giustificativi ai quadri, circa la riduzione della razione di pane operata nel rancio della truppa. Rifacendosi all'insegnamento materno che aveva predicato nell'infanzia di non sprecare il prezioso alimento, lo schema suggeriva di utilizzar.lo come paragone a favore della grande madre, l'Italia, che chiedeva ai suoi figli soldati di non sprecare neanche una briciola di pane. L'esempio continuava colpevolizzando subdolamente i militari, poiché affermava che il taglio della razione non sarebbe stato in fondo un gran sacrificio, considerato che giornalmente venivano perpretati veri delitti, in quanto mezze pagnotte o

addirittura pagnotte intere venivano ritrovate, buttate come rifiuti, negli angoli riposti delle caserme e delle trincee. Si suggeriva, ancora, di spiegare che la piccola privazione sarebbe andata a favore di madri, fratelli, figli, ammalati, feriti e operai che producevano le armi per combattere, a compenso dello scarso raccolto dell'anno; d'altronde, proseguiva con ritmo incalzante il suggeritore, il soldato poteva godere di viveri di conforto e di caffè, che gli altri non avevano.

Lo schema terminava con l'opportunità di far conoscere alla truppa, ai fini di un confronto, le riduzioni pill dure di zucchero e di carne che il nemico era stato costretto ad apportare nella razione viveri dei propri soldati; c di assicurare, infine, che la riduzione del pane sarebbe stata sostituita da un abbondante condimento.

Le argomentazioni non dovettero sortire gli effetti sperati, se la censura continuò a rilevare nelle lettere dei combattenti continue lamentele per la carenza di pane, essenziale e insostituibile nell'alimentazione degli italiani.

Un ultimo cenno meritano le lettere, dei combattenti o dirette a loro, riportate dai notiziari. La pubblicazione di tali lettere aveva l'intento di fare da collante tra fronte interno e fronti di guerra; ma esse finirono con l 'essere soltanto esempi fuori luogo, ridondanti di trionfalismi e di eroismi, a tratti sacrali e sacrificali, e finirono per essere in verità poco credibili. Più efficacia ebbero le corrispondenze (vere o false?) intercorse tra alunni e soldati, non per lo stile, sempre retorico (un militare scrive "siamo tuttifratelli in armi, noi con il moschetto voi con la penna e lo studio") o per le espressioni dal sapore deamicisiano (un alunno delle elementari scrive ad un ufficiale ricoverato in ospedale "vorrei avvicinarmi piano piano al tuo /ettuccio per scoprire la tua ferita e baciarla"; risposta dell'ufficiale: " ... mi fai piangere, la mia ferita è un po' brutta, ho la gamba sinistra amputata ... ") . Ma perché forse erano le uniche in grado, da un lato, di penetrare nell'animo del soldato italiano, attento e sensibile per intima cultura c convinzione alle voci dei fanciulli; c dall'altro, eli avvicinare la parte più giovane del fronte interno - almeno quella- ai combattenti.

In linea generale, infine, l 'esame cicli 'unico bollettino mensile rinvenuto, i 1. numero l (abbiamo trovato traccia anche di un numero 5), fa comprendere che le materie e i temi in esso trattati non si discostarono da quelli dei notiziari.

Sul numero disponibile, ben fatta appare una nota sulla propaganda, riportata nell'apposita sezione, dove si invita a discostarsi eccessi

...... pessimistici e ottimistici nella descrizione degli eventi, dai metodi grossolani, dalle deformazioni palesi e dalla capziosa polemica. E viene sollecitata, ancora una volta, una profonda assistenza umana, con una costante, sentita e cordiale attenzione

per i dipendenti, ai quali devono inoltre essere richieste sacrifici e rinunce solo se veramente indispensabili e necessari, perché siano accettati con convinzione. Nelle conversazioni con le truppe viene inoltre raccomandato agli ufficiali P di sollecitare incontri apparentemente casuali, senza far intendere palesemente le proprie intenzioni all' interlocutore, e di astenersi da ogni presunzione oratoria.

Una analisi più approfondita di notiziari e bollettini, qualora si riuscisse a rinvenire l'intera collezione, sarebbe di estremo interesse, perché consentirebbe un'indagine completa su come si intendesse attuare la propaganda militare sul campo; e, inoltre, quali fossero gli indirizzi e i suggerimenti per renderla concreta e operante. Infine, e certamente, di interesse ancora maggiore sarebbe apprendere come bollettini e notiziari furono utilizzati dagli organi di propaganda.

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