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Capitolo V: Attività connessa: la censura postale
Capitolo V
Attività connessa. La censura postale
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L'istituto della censura, da condannare in tempo di pace perché viola alcuni diritti fondamentali dei cittadini, diventa in tempo di guerra uno strumento indispensabile e legittimo per la tutela dello Stato e per la sicurezza militare. La censura, applicata ad ogni tipo e forma di comunicazione, tende ad evitare la fuga e la manipolazione delle notizie, che potrebbero danneggiare la nazione belligerante e le sue forze militari.
Essa non viene perciò limitata ai mezzi di comunicazione, ma è estesa anche alla corrispondenza, soprattutto a quelle inviata o proveniente dai fronti di guerra, per evitare la fuga di notizie di interesse militare, p'er scoprire casi di spionaggio, per "tastare" spirito e morale delle truppe. Ed è quest'ultimo aspetto che ci interessa da vicino ai fini della propaganda.
L'analisi delle lettere, infatti, permette di cogliere il grado di consenso alla guena e le sue variazioni, il livello di efficienza dei reparti e la combattività delle truppe, la risposta a situazioni critiche e al sac1ifico, le carenze esistenti, i bisogni espressi, le lamentele ecc.: tutti elementi che consentono ai vertici militari di intervenire per mettere in atto provvedimenti non solo idonei a rendere operativamente efficienti un esercito, ma anche di realizzare quelle attività assistenziali e propagandistiche che dovrebbero avere influenza sul morale e sullo spirito delle truppe, e quindi sulla loro "resa" in combattimento.
Organi, organizzazione,finalità.
Ancor prima dello scoppio della guerra, nel 1939 con due successivi decreti, n.2247 e n.2248, fu fonnalizzato il servizio di censura e controllo delle comunicazioni in genere. Ma già precedentemente, nel 1935, il servizio informazioni militare aveva emanato due istruzioni, "Norme per il funzionamento degli ujjlci censura posta militare" e "Norme per il funzionamento degli ujjlci censura posta ester{/', in cui erano stati codificati organi, compiti e obiettivi della censura epistolare.
La prima istruzione sanciva la costituzione di un Ufficio Censura Posta J\1/ilitare (U.C.P.M.) presso gli uffici concentramento posta militare, alle dirette dipendenze del servizio informazioni, incaricato di censurare le corrispondenze provenienti dali' esercito operante e dal Paese. Esso era articolato su una segreteria e due reparti, uno per la censura della posta proveniente
dall'esercito e l'altro per quella ad esso diretta. Ogni reparto era composto da quattro sezioni, denominate smistamento, corrispondenza ordinaria, assicurate e raccomandate, pacchi. In particolare, i compiti dell 'U.C.P.M. erano quelli di : - suttopone acl esame la corrispondenza in transito presso gli uffici concentramenti; - obliterare parole o hasi ritenute pericolose per la tutela del segreto e dannose per il morale dell'esercito e del Paese; - togliere di corso le lettere particolarmente dannose o sospette eli contenere comunicazioni clandestine; - segnalare e trasmettere le corrispondenze ritenute suscettibili di incriminazioni per i reati contenuti; -segnalare al servizio informazioni gli scritti sospetti, o evidenti, eli casi di spionaggio o di con1plotto; - segnalare notizie utili ali' attività informati v a; -redigere un rapporto quindicinale sui riflessi della situazione ricavata dalle lettere, relativo ai fenomeni di esaltazione o di depressione dello spirito, le tendenze favorevoli o contrarie alla guerra e pacifiste, gli atti di propaganda sovversiva o antimilitarista, la situazione morale e quella economica.
Erano sottoposte a censura tutte le corrispondenze, ad eccezione di quelle dei Reali e delle loro Case, dei Capi di Stato e di Governo (anche di quelli amici), dei ministri e dei sottosegretari, delle rappresentanze diplomatiche e consolari, e eli molte altre autorità, che ricoprivano alte cariche politiche, militari, civiJi e amministrative.
Le norme davano indicazioni su come trattare le lettere e quali erano gli elementi che potevano far nascere sospetti, sia per lo stile, sia per la modalità di scrittura, sia per il tipo di carta utilizzata· e come individuare l'uso ' di inchiostri simpatici o scoprire il sotterfugio, abbastanza diffuso fra i soldati, eli scrivere sotto i francobolli. Dopo l'esame, la corrispondenza veniva divisa in quattro tipologie: ammessa in corso, ammessa in corso dopo censura parziale, da sequestrare, da incriminare.
Ai primi due tipi due tipi eli lettere veniva apposto il timbro "verificato per censura" e si· procedeva all'inoltro; al terzo tipo veniva stampigliato il timbro "tolta di corso" e le lettere, raccolte in sacchi, erano inviate ali 'ufficio centrale oggetti inesitati; al quarto tipo, era riservato il timbro "incriminabile" e la corrispondenza veniva inoltrata nel più breve tempo possibile al servizio informazioni, per le ulteriori verifiche e incombenze. Pacchi e stampe subivano trattamento analogo. Sul lavoro svolto, oltre alla relazione quindicinale, l 'ufficio censura redigeva uno specchio giornaliero numerico, che spediva al servizio informazioni per i rilevamenti statistici.
Contemporaneamente agli U.C.P.M., furono costituiti gli Uffici Censura Posta Estera (U.C.P.E.), presso gli uffici concentramento della posta in arrivo e in partenza per l 'estero di Milano (corrispondenze da e per i paesi
dell'Europa centrale e settentrionale), di Genova (corrispondenze da e per i paesi del Mediterraneo occidentale e delle Americhe), di Bologna (corrispondenze da e per tutti gli altri paesi europei) e di Napoli (corrispondenze da c per tutti i paesi del Meditenaneo orientale e oltre il canale di Suez).
Gli U.C.P.E. erano articolati su una segreteria, una sezione smistamento, tre o quattro sezioni di censura, un gabinetto chimico, e dipendevano dal servizio informazioni. Le sezioni trattavano i vari generi di corrispondenza separatamente: corrispondenza ordinaria, economica. raccomandate e assicurate, pacchi. I compiti degli U.C.P.E. erano simili a quelli degli altri uffici censura. Le norme indicavano modalità e procedure analoghe per l'individuazione della posta sospetta, suggerendo gli elementi da prendere in considerazione per l'esame. e avvertendo che massima doveva essere l 'attenzione per la posta estera, più idonea ad essere utilizzata da informatori, spie, servizi nemici. Ovviamente, maggiori astuzie erano ipotizzabili da parte di chi operava nel campo dello spionaggio; ne derivava, quindi, anche la necessità di disporre di un gabinetto chimico presso ogni ufficio, perché certamente le spie ed i servizi informativi esteri disponevano di inchiostri simpatici speciali e di mezzi più sofisticati di quelli utilizzati dai normali cittadini per le scritture nascoste.
La posta esaminata subiva analogo trattamento deJJa po ta circolante in Italia; particolare rilievo veniva dato all'esame delle notizie di carattere finanziario, commerciale, industriale ecc., per la tutela degli interessi economici della Nazione; tali notizie erano sviscerate a parte, presso la specifica sezione degli uffici. Nella ripartizione della corrispondenza (ammessa al corso, ammessa al corso dopo censura parziale, da togliere dal corso, incriminabile), era inoltre previsto che quella non censurabile, ma utile agli interessi dello Stato, fosse ricopiata in stralcio o integralmente. Tra quella tolta dal corso, vi doveva essere compresa comunque anche la corrispondenza diretta o proveniente da uno Stato nemico, perché vietata.
Il complesso di norme previste dalle istruzioni, non sancite mai ufficialmente, fu messo in atto in occasione della campagna d 'Etiopia c della guena in Spagna. Allo scoppio della seconda guena mondiale, compiti e finalità della censura restarono piì:t o meno immutate, mentre variarono organizzazione c dipendenze; peraltro, anche nel settore della censura nacquero conflitti di competenza, che portarono a variazioni nel servizio. Ma è bene illustrare la situazione dall'inizio del conflitto, eseguirne le evoluzioni, per comprenderne meglio il funzionamento.
Il 13 giugno 1940, a guetTa iniziata, venivano impartite disposizioni ai Prefetti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, perché avviassero senza meno il servizio di censura. TI personale doveva essere tratto dalle prefetture, ed essere integrato da militari e da civili
delle altre amministrazioni; per opportunità, gli uffici dovevano essere collocati presso le sedi delle direzioni provinciali delle poste. l prefetti dovevano mandare una succinta relazione mensile sull'andamento della censura alla Presidenza; le notizie ricavate dalla revisione e le eventuali proposte di provvedimenti dovevano essere indicate direttamente ai Ministeri interessati. La corrispondenza già vistata dall'autorità militare non doveva essere sottoposta a ulteriore revisione.
Il 22 giugno furono costituiti gli uffici provinciali di censura militare previsti dali' indice di mobilitazione, ed il l o agosto il Gabinetto Guerra dispose che essi venissero posti alle dipendenze dei Prefetti, come era disposto nella stessa circolare di costituzione, con i quali doveva essere concordato l 'impiego. Tutta l'organizzazione i potizzata con le istruzioni del 1935 subiva, pertanto, profonde modifiche, almeno in teoria; e si accendevano, intanto, i fuochi dei conflitti di competenza. Ai primi di luglio la Presidenza del Consiglio avanzava proteste al Duce sull'atteggiamento dei militari nei confronti dell'attività censoria, costringendo il Gabinetto della Guena a redigere un promemoria per Mussolini, dove veniva specificato, in risposta alle proteste avanzate, che: - non vi erano state interferenze nell'istituzione degli organi di censura, perché quelli costituiti e mobilitati dall'autorità militare non funzionavano in parallelo agli altri, ma erano passati alle dirette
dipendenze dei Prefetti, come previsto; - non conispondeva al vero che tutta la posta militare venisse concentrata a
Bologna. Esistevano 6 uffici di concentramento di posta militare, e presso ciascuno funzionava un ufficio censura, che prelevava soltanto il 45% della posta di passaggio, rimessa prontamente in circolazione. I ritardi lamentati erano pertanto da addebitare ad altre cause, quali i trasporti, gli indirizzi incompleti o errati, gli spostamenti delle truppe ecc.; inconvenienti che si erano verificati fin dal 1935, anno in cui era stata avviata l'organizzazione; -la censura militare aveva scopi e finalità diverse di quella effettuata dali 'autorità politica, e si riprometteva la tutela del segreto militare, l'individuazione di casi di spionaggio, la lotta alla propaganda disfattista. Le due organizzazioni, quella politica e quella militare, quindi non si sovrapponevano, ma persegUivano fini diversi.
Il promemoria concludeva con la richiesta di non sottopone ad ulteriore censura presso gli uffici provinciali la posta transitata dagli uffici concentramento, di continuare a far controllare la posta estera dagli uffici di censura militari, e di adottare eventuali altri provvedimenti, per migliorare il servizio, d'intesa con gli Interni.
Il 2 agosto, intanto, il Comando Supremo si lamentava di non aver ricevuto nessuna notizia ufficiale sull'organizzazione ed i risultati della
censura politica, definendo la mancanza una grave lacuna per l'attività del servizio informazioni. Il lO agosto il Capo della Polizia rispondeva rammentando che presso ciascuna commissione provinciale erano aggregati ufficiali delle Forze Armate, ai quali era stata data facoltà di ricevere dai rispettivi Ministeri direttamente istruzioni e di riferire ad essi, o ai propri Comandi, tutte le notizie emergenti dalle corrispondenze e di interesse delle autorità militari. Il Comando Supremo poteva pertanto attingere tutte le notizie militari ricavate dalla censura.
Il Capo della Polizia ricordava, inoltre, che la censura era totale per la COtTispondenza dell'esercito mobilitato e per quella estera, mentre veniva eseguita a campione per quella civile interna della popolazione; informava ancora che raccoglieva, per espletare le proprie funzioni, notizie dello spirito pubblico, attraversç-> relazioni settimanali della censura inviate dai Prefetti. Al fine di collaborare con l'autorità militare, avrebbe stralciato dalle relazioni, inviandole al Comando Supremo, tutte quelle notizie che potevano fon1ire utili indicazioni sull'argomento.
Di fatto, quindi, esistevano due organizzazioni di censura; ad esse si affiancavano quella costituita presso l'Ufficio Statistica del Ministero dell'Interno, che operava la revisione segreta delle corrispondenze e quella, frammentaria, esistente presso le Unità operanti. Come se non bastasse, anche il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e quello del Corpo di Polizia dell'Africa Italiana operavano nel campo della censura; il primo inviava relazioni al Ministero della Guerra con segnalazioni sullo spirito pubblico e sul morale delle truppe, desunte anche dall'esame della corrispondenza. Il secondo compilava relazioni di censura epistolare delle unità dislocate in Tripolitania e Cirenaica, e della popolazione civile ivi residente.
Insomma, esistevano flussi censori di provenienza molteplice, che se ali' epoca non giovarono al servizio nel suo complesso e fecero sorgere conflitti, oggi rendono disponi bile allo studioso più fonti di studio che si integrano e completano a vicenda, consentendo in molti casi un 'analisi comparata delle notizie contenute nei documenti.
Fino al 1941 l'articolazione del servizio di censura- quella ufficialerestò immutata, e l'attività censoria, essendo principalmente retta dall'autorità politica, fu orientata a privilegiare gli aspetti e i contenuti politici e sociali delle corrispondenze; a partire da quell'anno, lentamente e progressivamente l 'autorità militare incominciò a sostituirsi a quella politica. Nel mese di febbraio, il servizio informazioni, che già provvedeva all'esame della posta aerea da e per l 'estero, ottenne di avere un proprio ufficiale nelle commissioni provinciali di Roma, Bologna, Genova, Milano, Torino, Bolzano, Venezia, Trieste, Fiume, per l'esame della posta in uscita verso l'estero. Acl aprile, il
personale militare, operante nelle commissioni provinciali di censura delle prefetture, fu riunito in Sezioni Militari di Censura di Guerra per la censura della posta militare. Il mese successivo, il 15 maggio, tutte le corrispondenze dirette ali' estero passétrono sotto il totale controllo del servizio informazioni. Di fatto, con tali provvedimenti il SIM controllava la maggior parte delle corrispondenze ed aveva il vaglio completo della posta militare.
Un controllo ed un potere che divenne ancora più inciSIVO nei mesi successivi. A luglio, infatti, funzionarono a pieno regime anche gli uffici censura posta estera di Roma, Bologna, Milano e Spalato. In quello di Roma contluì anche l 'Ufficio Censura Prigionieri di '-' Guena, costituito nel marzo precedente. Annotiamo per inciso che la posta dei prigionieri precedentemente transitava dalle commissioni provinciali; e che in seguito, confluì nell 'U.C.P.E di Roma, cioè nelle mani del SIM, sotto completo controllo militare, dove diventò "Sezione per la censura della corrispondenza da e per i prigionieri di guerra nostri e nemici".
A settembre del 1941, lo Stato Maggiore R. Esercito, nel confermare ai Comandi operanti nei vari teatri di operazioni che, né presso le Grandi Unità né presso i Comandi dei Reparti, si doveva effettuare la censura della corrispondenza dei militari dipendenti, ordinava nella stessa circolare, sibillinamente ed in contraddizione con la nonna: " ... Perché ai comandanti delle unità di ogni grado non ven[!,ano però a mancare elementi importantissimi per la valutazione dello spirito delle truppe e per la d{f'esa del segreto militare, il Ministero della Guerra, confoglio 136955110.2.9 del 14 agosto 1940 ha autorizzato far eseguire la revisione occulta della corrispondenza senza che per questa siano costituiti appositi organi, e senza che siano apposti timbri, etichette o che appariscono tracce che possano rilevare l'apertura delle lettere ... " .
Nel 1942 le maglie della censura militare divennero ancora più strette, poiché fu deciso di costituire, presso le Grandi Unità, speciali commissioni di censura delle posta militare per il controllo totale delle corrispondenze che i militari si spedivano fra loro e che viaggiavano da fronte a fronte. Era stato notato, infatti, che tali corrispondenze non transitavano dalle commissioni provinciali e quindi non erano sottoposte a controlli.
Le numerose e minute disposizioni emanate in due anni costrinsero a sancire, nel 1942, nuove "Nonne per il funzionamento delle commissioni censura posta militare", affinché fosse riordinata tutta la materia.
Le nonne disponevano che presso ogni Quartier Generale di Comando di Grande Unità e presso ogni Comando o Ente servito da un proprio Ufficio di Posta Militare fosse istituita una Commissione Censura Posta A1ilitare, contraddistinta dal solo numero di posta militare del comando o ente. Le commissioni, come gli uffici, dovevano
esercitare la censura su tutta la posta in partenza e in arrivo, ad eccezione di quella diretta ali 'estero, a cui provvedevano gli uffici di censura della posta estera, di quella già revisionata da altri organi e di quella esente da censura, di cui veniva fornito l 'elenco. La corrispondenza sottoposta a censura avrebbe subito il trattamento previsto dalla precedente normativa; con l 'eccezione che dovevano essere segnalati ai Comandi gli autori delle lettere tolte di corso, per le sanzioni disciplinari da adottare nei loro confronti o per il deferimento ai tribunali militari. Qualora la corrispondenza avesse contenuto indizi di spionaggio o di complotti, doveva essere inviata al servizio informazioni.
Una minuta casistica indicava quali corrispondenze dovevano essere tolte dal corso e sequestrate: le lettere scritte su carta quadrettata o stenografate; quelle contenenti fotografie panoramiche o di lòcalità d'interesse militare, pellicole e lastre fotografiche, ritagli di giornale, sigarette e generi di monopolio, carta e buste da lettere in bianco, carta da musica scritta o meno, francobolli da collezione, carte geografiche e topografiche. Inoltre, dovevano essere sequestrate le cartoline in franchigia con il bacino del Mediterraneo, le pubblicazioni pornografiche, gli schizzi e i disegni della zona di guerra o comunque di cose militari; le lettere con qualsiasi notizia sulla produzione bellica, sulle strutture o stabilimenti militari, sulla dislocazione delle unità, sulle opere difensive, sui traffici marittimi, ecc .. Da sequestrare, ancora, qualsiasi scritto riferito alla propaganda sovversiva e/o pacifista, come circolari, lettere a catena, preghiere, ecc.; o contenenti accenni ad atti di sabotaggio; o con parole in cifra o in linguaggio convenzionale. E, infine, scritti banali senza apparenti significati, e lettere o buste con contrassegni vari o contenenti fogli di carta carbone.
Il personale preposto alia censura doveva, insomma, stare all'erta eliminando sia le corrispondenze chiaramente sospette, sia quelle che davano adito a minimi dubbi, sia quelle che potevano arrecare anche il pitt lieve danno allo strumento militare. Ogni giorno, la commissione doveva redigere per il proprio comando uno specchio della corrispondenza verificata; ogni quindici giorni, invece, inviare una relazione sulla situazione risultante dall'esame delle corrispondenze, ripartita in tre sezioni: - notizie militari, relative a indiscrezioni su fatti d 'anni, ali 'intluenza delle operazioni sullo spirito militare, ai casi di autolesionismo, alle istigazioni alla renitenza, ai sentimenti patriottici, alla disciplina militare, alle varie; - notizie politiche, relative a fenomeni di allarmismo, alla propaganda sovversiva, al pacifismo, alle manifestazioni pubbliche, alla svalutazione delle operazioni militari, allo spirito di sacrificio, alla fiducia n eli' andamento favorevole della guerra, agli apprezzamenti su alleati e
nemici, alla situazione politica generale ed ai riflessi su li' Italia, agli apprezzamenti dei nostri connazionali ali 'estero e al trattamento loro riservato dalle autorità locali; - notizie economiche, relative alla situazione finanziaria, industriale, commerciale dei vari paesi alleati e nemici, alle risorse disponibili ecc.
Con l 'evoluzione cieli 'organizzazione periferica, anche presso il SIM vi furono riordinamenti successivi; nel 1941 aveva operato all 'intemo del servizio un gruppo (4° gruppo della Se:ione Bonsignore), al quale erano state affidate le pratiche relative alla censura. Il I o dicembre di quell'anno il gruppo era stato trasfonnato in "Sezione Censura e Statistica" c successivamente, nell'agosto del 1942, "Sezhme di Coordinamento Censura di Guerra". Il S.l.M. fu promotore di numerosi provvedimenti legislativi attinenti alla cen ura; con decreto del 28 agosto 1942 fu data forza di legge a tutte le disposizioni fino ad allora emanate per la censura e, con un altro del 5 settembre relativo al controllo dei mezzi di comunicazione, furono esplicitate le facoltà degli organi della censura, le pene per i trasporti illeciti delle corrispondenze e per le infrazioni commesse dai censori.
Se da un lato le norme resero le maglie della censura sempre più fitte, allo stesso tempo esse si preoccuparono affinché l'organizzazione non diventasse- si direbbe oggi - un organo deviato, definendone i limiti. Talvolta le disposizioni si rivelarono contraddittorie; ad esempio, era vietato spedire stampe di seconda mano (giornali, riviste ecc.) ad evitare che esse appesantissero il servizio postale e che fossero utilizzate come strumenti di messaggi nascosti o sottintesi. Però, nel! ' autunno del 1942, l 'Ufficio Servizi dello S.M.R.E. si fece promotore affinché fossero inviati in Russia giornali usati in notevole quantità, perché i soldati potessero utilizzarli "per difendersi dal freddo e per usi igienici".
Tra le numerose disposizioni emanate nel 1943, di particolare interesse ne appare una dell'Ufficio Stampa e As istenza, la quale sanciva che i Comandi, nelle relazioni mensili sul servizio A, dovevano allegare un prospetto delle sanzioni inflitte ai militari per le infrazioni di maggiore gravità segnalate dagli organi della censura: per la prima volta, si insisteva sugli aspetti esclusivamente repressivi delle finalità della censura.
Dopo l'armistizio, continuarono a funzionare al Sud, per poche settimane c con gli organici ridotti, soltanto alcuni uffici censura; il 20 ottobre 1943 furono tutti sciolti, e successivamente furono ripristinate le commissioni provinciali ma sotto il diretto controllo dei nuovi alleati.
Le lettere e il consenso.
Le lettere setacciate dalla censura sono indiscutibilmente fonti primarie per conoscere il pensiero delle truppe e della popolazione civile sulla guerra,
come gll italiani vivevano quella ineluttabile esperienza, da quali timori e speranze erano presi, come reagivano di fronte agli eventi e quale evoluzione subiva il consenso, da quali sentimenti e passioni erano presi i combattenti nel ricevere notizie da familiari, amici, commilitoni, e viceversa.
E ancora quali erano i bisogni materiali di militari e borghesi, le carenze che incidevano sull'efficienza fisica e lo spirito combattivo delle truppe, quale il gradiente dell'opera di assistenza svolta e l 'efficacia della propaganda sviluppata. Solo a fermarsi a queste constatazioni, è facile intendere come una utilizzazione intelligente della censura poteva dare il via ai più idonei ed efficaci provvedimenti nel campo dell'assistenza e della propaganda.
Lo studio delle lettere c delle relazioni è quindi importantissimo per la propaganda; studio che però bisogna affrontare tenendo presenti alcune considerazioni, perché presupposti indispensabili.
Le parti da protagonisti nella censura delle con-ispondenze furono recitate da due figure, principali cd ovvie: l'ufficiale censore, addetto al vaglio degli scritti, ed il militare, l'originatore delle lettere, che esprimeva, con le frasi e le parole, le proprie opinioni. Non si riesce a leggere ctiticamente una relazione della censura o una lettera di un soldato se non si tengono presenti queste due figure, protagoniste alla pari.
L'ufficiale censore giocava un ruolo importantissimo nell'opera di revisione delle corrispondenze; sulle modalità relative all'esame delle lettere e sul l 'applicazione delle norme incidevano, infatti, fortemente, fino a diventare preminenti e prevalenti, gli "umani fattori" di ogni singolo censore come individuo: la ronnazione culturale, la preparazione professionale, l 'intransigenza o la permissività del carattere, l'ideologia e le tendenze politiche, la sensibilità a cogliere le sfumature delle parole, le convinzioni personali sulla guerra, gli stati emozionali del momento, le capacità interpetrative dell'intero testo. Non è difficile comprendere come la sommatoria di tali fattori, variabilissima e imprevedibile, potevano condurre gli addetti ai lavori a interpetrazioni diverse di una stessa lettera, di una stessa frase, o di uno stesso tem1ine utilizzato. Ne è la prova il fatto che alcuni identici mugugni espressi nelle corrispondenze, o alcune notizie di interesse militare, a seconda del revisore che lavorava le lettere, venivano cancellati oppure passavano indisturbati tra le maglie della censura.
Inoltre, fu convinzione diffusa di alcuni ufficiali, preposti a loro volta al controllo del lavoro dei censori, che questi, talvolta, esprimessero convinzioni personali attraverso lo tesso atto censorio; quando, ad esempio, nel 1941 incominciarono a comparire, nelle lettere provenienti da diversi fronti, frasi offensive non censurate, indirizzate contro quanti erano ritenuti gli artefici della guerra e i responsabili delle sconfitte, in una relazione redatta dal Comando Generale
dei Carabinieri fu scritto: "Taluni persino ritengono che gli addelli alla censura lascino passare tali frasi perché condividono le idee degli scril ·e n ti".
In altre occasioni i censori furono redarguiti c talvolta puniti, perché suLle lettere apponevano commenti poco opportuni o addirittura frasi offensive verso i militari che crivevano. È facile, quindi, comprendere quanto annotavamo sulla difficoltà eli una lettura critica delle relazioni compilate sulla cen. ura delle corrispondenze.
L'altra figura comprimaria nello studio delle lettere è quella clcgl i. stessi estensori, militari c non.
Soldati c cittadini ben sapevano dell'esistenza della censura, ancor prima che fosse ufficializzata e anche eli quella che successivamente veniva operata in segreto. Non era raro trovare nelle lettere espressioni del tipo: " ... me ne frego di chi àfacoltà di leggere e cancellare, perché dico nu/1' altro che la l'eri tà .. . ".
I tentativi di elusione, che i militari mettevano in atto per sottraTTe al controllo della censura le loro corrispondenze, non erano pertanto legati strettamente al timore che le loro opinioni potessero essere fonti di guai. I militari cercavano piuttosto di difendere dagli sguardi indiscreti di uno sconosciuto l 'intimità contenuta nei messaggi che trasmettevano: in altre parole, essi cercavano di custodire gelosamente gli affetti e i sentimenti personali. Per la loro tutela, i soldati ricorrevano a ogni espediente; affidavano le lettere a commilitoni che si recavano in licenza o ripartivano per il fronte o venivano trasferiti, tentavano di spedire le proprie corrispondenze tramite la posta ordinaria, utilizzavano rudimentali mezzi di scrittura nascosta (succo di limone), scrivevano focose parole d'amore sul retro dei francobolli, ccc. Non lesinavano, invece, aperte critiche c mugugni di ogni tipo nelle lettere che sapevano sottoposte a censura, viste quindi da ufficiali, quando non portate addirittura all'attenzione delle superiori autorità militari.
Non è, in definitiva, compito agevole valutare le corrispondenze per i due ordini di motivi esposti, anche se un tentativo va fatto, almeno per cercare di capire come i militari rispondevano alle attività di assistenza c propaganda e quale incidenza queste avevano sul loro morale e spirito combattivo. Un tentativo limitato a quelle che riteniamo siano le tre principali fasi della guerra c per campioni, poiché non è possibile esaminare, nell'economia del presente saggio, tutto l 'arco temporale del conflitto e l'enorme quantità di materiale documentale disponibile, consistente in decine eli migliaia di carte fra relazioni della censura e lettere.
Le tre prinici p al i fasi si possono così ripartire: - prima fase, 1940, corrispondente all'entrata in guerra, ancora carica di entusiasmi e speranze; - seconda fase, fine 1941 e intero 1942, identificabile nella fine del consenso delle masse alla guerra, rivelatasi,
contro ogni rosea previsione iniziale, di lunga durata e prevedibilmente destinata a terminare con una sconfitta; - terza fase, 1943, di aperta avversione al regime e al conflitto, avviatosi ormai, inequivocabilmente, a terminare in una ineluttabile e pesante sconfitta.
Nella prima fa c i militari dimo travano, nelle lettere, di aver recepito i temi della propaganda sulla necessità della guerra con elevato morale, alto senso del dovere. spirito di sacrificio. Molte le espressioni che denotavano nei soldati patriottismo, disponibilità ali ' estremo sacrificio e voglia di combattere ( ... mi sento orgoglioso e ji·emente di andare ad aiutare i miei compagni ... per la mia amata Patria so.ffi·o l'olentieri ... quì la morte è coronata dal sorriso riconoscente della Patria ... i gloriosi caduti in olocausto per la grandezza della Patria marciano dinnan:i a noi per aprirci la 1•ia della 1·ittoria e del trionfo ... preferirei andare in linea, l'odore della poll'ere esalta, è tutta una vita clil'ersa ... ); gli animi, preparati dagli slogan, erano pronti a ricevere: ... gli ordini che porteranno noi tuili a nuo\'e mete, a nuove vittorie, a nuol'e e phì smaglianti conquiste ...
Quelle conquiste che secondo la parola d'ordine della propaganda affidavano al soldato grandi compiti: ... noi maneggiamo le armi per la costru:ione di un mondo nu0\'0 ...
Anche un cappellano m i l i tare esprimeva il suo entusiasmo: ... col cuore di gioia e di orgoglio ho l'isto il beltric·olore s1·entolare tra le hianclze casupole ...
La campagna d'odio scatenata contro gli inglesi aveva sortito, egualmente, i suoi effetti: .. . i porci inglesi pagheranno care queste nostre l'ittime; ... resisterò fino in .fòndo perché degli inglesi non ne rimanga pilì uno sulla terra; ... se riusciremo a prender/o quel disgra:iato lo bruceremo totalmente ... , (il riferimento era a Churchill).
Quanto ali' assistenza, soprattutto i militari in Africa sembravano soddisfatti delle attività messe in atto; manifestavano la loro soddisfazione per la disponibilità eli radio che consentiva loro di ascoltare il programma "Noti:ie da casa", particolarmente gradito; mostravano interesse per .le rappresentazioni cinematografiche e teatrali, per le gare sportive a premi alle quali si dedicavano con passione, per i pacchi clono che avrebbero però preferito più consistenti e in numero maggiore.
Le uniche note "scordate., delle .lettere, a parte gli abituali e ciclici mugugni per i ritardi postali e per il rancio, erano relative a preoccupazioni economiche per i cari lontani, riscontrabili anche nelle lettere degli ufficiali ... un tenente si scusa con la moglie per al'er dol'lttO diminuire le rimesse di danaro a causa delle riclu:ioni delle indennità; e alla mancanza degli affetti familiari: ... ogni giorno la malinconia aumenta ..
Non vi era, comunque, nelle lettere alcun segnale eli antimilitarismo o eli
disfattismo o di avversione al soltanto a fine anno, e con l'apertura del fronte greco-albanese, quando caddero le illusioni di una guerra di breve durata, gli entusiasmi scemarono. Lo stesso censore non poté fare a meno di annotare a novembre, pur cercando di minimizzare il fenomeno riportando ampi stJ·alci di lettere in cui rilevava un alto morale fra le truppe, che ... qualcuno incomincia a ''aiutare la situazione con minore faciloneria e a rendersi conto che la guerra è guerra ... : e che in stridente contrasto con le lettere auliche incalzavano .. fi·equenti in numerosissime lettere accenti di amarez:a, di insofferen:a, di stanchezza morale, che però egli giudicava ... non corrispondenti al morale collettivo, bensì emanazioni di particolari stati d'animo individuali ...
Accenti che, in verità, raggiungevano talvolta toni coloriti e feroci: ... ne ho pieni i coglioni fino in .fondo, non ne posso pùì. Ci manca tutto, non c'è da filmare , non c'è da bere, da mangiare non te ne parlo; ... bisogna venire quaggiù per vedere tante cose sudicie e tante porcherie ...
In definitiva, le sfavorevoli vicende belliche di fine anno in Africa e in Grecia avviarono quel lento, inarrestabile declino che a fine 1941 diverrà irreversibile. Gli avvenimenti bellici sui fronti, infatti, ebbero sui militari e le loro lettere sempre grande influenza, anche perché la propaganda non seppe supplire con opportuni interventi su li' animo dei soldati. Poteva così avvenire che in Africa settentrionale il morale seguisse l'andamento pendolare fatto d i avanzate e ritirate, ovvero di alti e bas i, delle operazioni militari; che in Grecia e nei Balcani le vittorie della primavera del 1941 risollevassero gli che l'apertura del fronte orientale alimentasse nuove speranze, spente dal gelido inverno russo e riaccese temporaneamente dal tepore della successiva primavera.
Ma il declino, il punto di non ritorno che si riscontra nelle lettere parte proprio dal volgere del 1941. Si incominciò a scrivere con insistenza di "guerra maledetta" e di "terribile '-'
i segni di di gregazione e di fratture non più sanabili comparvero con frequenza sempre maggiore. ·· ... Mi domando che cosa av1•errà nel 1941 ... ", scriveva profeticamente una donna al suo congiunto militare nel gennaio. La risposta sarebbe venuta quasi subito, e nel campo dell'assistenza dove pur venivano impiegati notevoli fondi: " ... ci !)piace che non ti sia arrivato il pacco dono ... "; '' ... in Albania non si trova nemmeno da fumare ... "; " ... (manda) qualche scatola di jlammiferi con qualche candela perché qui ne abbiamo davvero bisogno ... ... sono moltissimi i militari che vengono con le mani e i piedi congelati ... ".
L'unica assistenza, e propaganda, che sembrava funzionare, era quella religiosa e pacifista; la censura infatti annotò con sempre maggiore frequenza il dilagare di "catene eli S. Antonio", la diffusione di immagini sacre, di scritte
con preghiere, di cartoline votive. Altra propaganda, che non fosse quella contro la guerra, non sembrava pii:1 circolare tra le truppe, che ne lamentavano al contrario l'assenza. L'unico dato positivo che ancora veniva rilevato dalle conispondenzc era la pari inefficacia della propaganda avversaria e la mancanza di presa che aveva sull'animo del soldato la propaganda sovversiva, condotta dalle risorgenti organizzazioni clandestine antifasciste e comuniste.
Le disfunzioni del recapito della corrispondenza e del servizio postale ebbero gravi ripercussioni sul morale dei soldati, anche per la manomissione sempre più frequente dci pacchi inviati dalle famiglie; criveva un ufficiale del CSTR dalla Russia: " ... Ma lo sanno che la posta per noi è più del pane! Che le notizie dei nostri cari sono quelle che alimentano e tengono su il nostro morale e ci fanno sempre meno gral'e la distanza e il tempo? Ma per Toro queste cose non devono avere importanza, tanto il soldato italiano è un mulo che brontola un po' ma non protesta mai. E di questo approjì"ttano ... ". E un soldato che si lamentava di non aver ricevuto la preannunciata canottiera: " ... non ho titolo sufficiente da dare a quella canaglia che si è permesso di togliere una maglia ad un soldato ... " .
Alle lamentele per il servizio postale si assommavano quelle per il rancio c per la mancanza di viveri di conforto; annotazioni in stridente contrasto con le circolari emanate sul miglioramento del rancio, e con le cifre messe a disposizione per l'attività dì assistenza.
Nonostante, inoltre, le sollecitazioni rivolte ai quadri e gli indirizzi loro impartiti per una insistente azione di assistenza e propaganda alle truppe, le relazioni della censura ebbero ad annotare che, se da un lato persisteva la fiducia in alcuni capi militari che erano al comando di Grandi Unità impiegate sui vari fronti, molte erano le voci critiche che si levavano verso l 'ufficialità in genere, soprattutta quella più giovane.
Incominciò a diffondersi anche un senso di sfiducia della truppa verso le am1i e i mezzi in dotazione per cui, dalle "dotte" ed isolate critiche nate dai primi confronti con gli armamenti cd equipaggiamenti tedeschi, si passò a frequenti segnalazioni di inefficienza.
La carenza di informazioni e di collegamenti fece inoltre nascere, in alcuni casi, la convinzione che la guerra stesse om1ai per finire, soprattutto al fronte russo, cre<:mdo pericolose speranze ed illusioni.
E, per contro, divenne sempre più aperta l'indignazione dei combattenti per "l'assenteismo alla guerra" di alcune categorie della popolazione, per il sistema degli esoneri, per i mille sotterfugi che molti mettevano in atto al fine di evitare l 'arruolamento o l'invio ai fronti di guerra.
Come si può rilevare, carenze e deficienze dc ctitte nelle lettere e messe in evidenza in alcune relazioni della censura, trovavano corrispondenza in quei documenti della propaganda c dell'assistenza che, onestamente, annotavano le disfunzioni esistenti.
Se la censura delle lettere evidenzia già nel '41 le carenze delle attività propagandistiche e l'incapacità di intervenire a modificare la svolta che a partire da quell'anno ebbe origine, le relazioni compilate dal censore nel 1943 testimomiano ormai la definitività della sconfitta, in ogni campo. Riportiamo, in merito, ampi stralci di tali relazioni, redatte dal S.I. M. " .. .l bombardamenti, le nori:ie relative ai patimenri delle famiglie, il corso delle opera:ioni in A .S .. lo sriluppo dell' ojfensi1'a russa. la non sec/ata attil'ità ribelle in Balcania, le Foci allarmistiche che vengono dall'Albania e dalla Grecia. concorrono tutte insieme ad abbassare il morale delle truppe, anche perché esse cadono su un jòndo di malcontento sempre esistente e dovuto al rancio, al pane, alla insofferenza, alle sperequa:ioni nei richiami. alle licen:e ritardate o denegate, agli avvicendamenti non concessi, alla mancan:a di scarpe, a tufte le altre noti:ie allarmistiche e deprimenti che circolano nel Paese ed alle quali purtroppo tanti prestano fede ... Lagnanze delle truppe dislocate in Francia pe/ \'itto e la mancan:a di tabacchi: pretesi abusi da parte delle mense t4ficiali - mercato nero ... Palese atteggiamento ostile all'Italia da parte della popola: ione .fi·ancese: depositi clandestini di armi e munizioni ... Tentativi eli sbarchi lungo la costa calabra, atti terroristici in provincia di Trieste; gravi atti eli sabotaggio compiuti nel porto eli Palermo contro tWl'i alla f onda.
Pre1·isioni pessimistiche sulla situa:ione politica militare nei Balcani. Aspira:ioni della Croazia sul territorio dalmata. Attività ribelle in Grecia dove peraltro sarebbe migliorata la situa:ione alimentare. Guerriglia nei territori della ex-Iugoslavia ed azioni di ribelli allogeni sloveni ... Critica la situa:ione militare della Croa:ia: i ribelli sarebbero padroni della Bosnia, situazione peggiorata nelle :one già occupate dalle truppe italiane e presidiate dalle truppe croate ... Odio per gli italiani in Belgio. Soddi:,ja:ioni dei nostri connazionali in Danimarca per la partenza del nostro Ministro. dato che egli non si sarebbe mai occupato dei nostri conna:ionali ... " (dalla relazione del 28 gennaio 1943). " ... Dallo scacchiere russo .. . si hanno noti:ie tristi: destri: ione della ritirata. noti:ia della perdita di interi reparti, indiscre:ioni sullo stato di miseria materiale e morale dei superstiti, voci sul probabile rimpatrio dell'Armata, ri/ie,·i su/modo con cui ''engono rimpatriati iferiti,fatti viaggiare in carri bestiami con poca paglia e poco coperti. sporchi e con ''estiti rolli ... Morale depresso dall' A.S. e dalla Tunisia: si ritorna e si insiste sul valore del soldato italiano, ma si criticano gli t4fì'ciali, si critica/' organiz:a:ione, si critica il comportamento dell'autorità a/nwmento in cui Tripoli venil•a occupata dal nemico ... Notizie non attenuate di lofle. di guerriglia, di attentati imboscate e sabotaggi dai territori già soggetti alla lugoslavia ... Situa:ione peggiorata in
Albania e Grecia ... Crescenri ejpressioni a 4ondo SO \'\'ersivo e ... rancore \'erso la Germania ... pretesa conrenien:a di un predominio angloamericano ... l ncidenti tra cil·i/i e militari a Bressanone. Dimostrazione di donne a Mirandola contro tentatil'i di elementi locali intesi a costringere i gim·ani non ancora alle armi ad arruolarsi nella M. VS.N ... Timori di imminente intervento della Turchia a fianco degli anglo-americani ... Apprensioni per/' anticipata chiamata della classe del 1924 ... " (dalla relazione del 26 febbraio 1943).
Le notizie mettono ben in luce lo stato d'animo dci militari e danno, allo stesso tempo, una fotografia panoramica della situazione ai fronti e nel Paese. Non sarebbero necessari ulteriori commenti. ma vale la pena di riportare quanto scritto in un appunto presentato al Duce nel marzo successivo, per la sua realistica drammaticità: " .. La situa:ione' è dolorosamente grare. La capacità di resisten:a è assai debole og}?i e lo sarà ancora di phì domani. Se gli anf;lo-americani eserciteranno su di noi il/oro maggior 4or:o, non potremo resistere ... ".
E quando, con l 'occupazione della Sicilia, il morale della truppa (e della popolazione) fu completamente frustato, i l Comando Carabinieri della 5" Armata ebbe a scrivere a proposito dei tentativi di fare ancora propaganda e di quanto si riscontrava nelle lettere: " ... gli ufficiali e la truppa ... sono gravamente preoccupati de/fatto di sentirsi nella materiale impossibilità di opporsi con successo ad un erentuale serio tentatiro di sbarco sulle coste della penisola. Stati d'animo quanto mai pericolosi che non varranno a modificare discorsi propagandistici, esorta: ioni alfa resisten:a ad oltran:a, richiami all'amor di Patria. Tali discorsi, esorta:ioni e richiami producono a l'O/te eff'etti opposti a quelli a cui tendono. giacché/' tdficia/e ed il soldato li giudicano.fhttto di sfiducia nella loro rolontà di battersi. di compiere il proprio do\'ere .. "