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Le mostreggiature 1946-2020

Con la ricostituzione dell'Esercito Italiano di transizione, in assenza di precise normative in merito, vennero confermate le mostreggiature in dotazione al momento dell'armistizio. Tra queste rimasero dunque in vigore le fiamme ad una punta, denominate in gergo "pipe" tradizionali dell'Arma di Artiglieria, cioè nere bordate di giallo scuro. La prima normativa del dopoguerra relativa alle mostreggiature fu emanata con una circolare datata 1 ° giugno 1947; con tale documento venivano date disposizioni di carattere generale, basate più che altro sul principio della conservazione delle tipologie adottate durante il periodo bellico. In particolare, riguardo all'Artiglieria, fu prescritto l'uso del distintivo tradizionale, non sovrapposto ad alcuna mostrina, qualunque fosse la posizione dei militari e dovunque prestassero servizio: dunque le fiamme ad una punta nere con filettatura giallo scuro. Facevano eccezione le mostreggiature del Reggimento Artiglieria della Divisione Folgore, già utilizzate dal Gruppo di Combattimento Folgore dell'Esercito Italiano di Liberazione sin dalla fine del 1944, sia nella versione in panno che in quella in lamierino

Artigliere di un Reggimento Artiglieria della Divisione "Folgore" (probabilmente del 41 " Rgt. art. da campagna c/c, come sembra di intravedere dal fregio che potrebbe essere quello dell'art. da campagna), fine anni Quaranta (col/. Rizzatti). Il militare indossa sui baveri della giubba le mostrine in lamierino metallico stampato illustrate in alto.

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Ritratti di artiglieri con diverse tipologie di mostrine: in alto a sinistra, in celluloide a strati sovrapposti; a destra, in vipla; in basso a sinistra, in panno; a destra, in plastica dura (col/. Rizza/ti e Mesturini).

metallico stampato, con le pipe d'artiglieria sovrapposte al simbolo della Folgore, ala e gladio dorati in campo azzurro. Per quanto riguarda i materiali impiegati nella confezione delle fiamme, il modello più usato fu quello del periodo bellico, in velluto nero con bordo in panno color giallo scuro, del quale probabilmente erano rimaste scorte nei magazzini di Commissariato. Successivamente furono introdotti altri modelli, senz'altro meno soggetti all'usura, anche se ufficialmente mai regolamentati: si trattava di fiamme in lamierino metallico con superficie smaltata e forellini alle estremità per cucirle ai baveri delle giubbe, oppure in celluloide con fermaglio a spilla fissato sul retro. Alla fine del 1951 , con Dispaccio della Direzione di Commissariato in data 12/12/1951, fu introdotta ufficialmente una tipologia di mostreggiature per graduati e militari di truppa, destinata a durare per oltre un ventennio, sino all'adozione di quelle metalliche; si trattava di un modello realizzato in materiale plastico (resina polivinilica denominata "vipla") che si presentava flessibile, con superficie opaca e finemente zigrinata, variamen-

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Varie tipologie di mostrine de/l'artiglieria (tra parentesi l'epoca indicativa di utilizzo): 1. in lamierino di metallo pesante, stampato e verniciato, con forellini per il fissaggio (1946-1949); 2. in celluloide, con forellini per il fissaggio (1947- 1950); 3. in celluloide, a strati sovrapposti, con spilla di sicurezza sul retro (1948-1955 circa); 4. in panno (1946-1971); 5. in vipla (1951 - 1971); 6. in lamierino leggero, stampato e verniciato, con spilla sul retro {1952-1971); 7. in gomma dura, verniciata e con spilla sul retro (1952-1960 circa); 8. in metallo smaltato con spilla sul retro (1952-1971).

te colorata e con bordi in rilievo, con un foro centrale per inserire i gambi della stelletta metallica. Sul retro, di colore kaki lucido, erano applicate delle linguette metalliche a punta per fissare le mostreggiature al bavero del giubbino. Esse furono realizzate in tre misure, normale per bavero del giubbino invernale, grande per il cappotto (ma solo per Fanteria e sue specialità e fino al 1970) e piccole per camicia dell'uniforme estiva (le mostreggiature sulla camicia al posto delle sole stellette furono appunto adottate dall'estate 1952). Per la camicia dell'uniforme estiva furono adottati inoltre altri modelli di dimensioni più piccole, in metallo smaltato, in lamierino verniciato oppure con superficie vetrificata. Tutti questi modelli convissero fino al 1971, nonostante che le Superiori Autorità più volte richiamassero i Comandi al rispetto delle disposizioni concernenti l'uso delle sole mostreggiature in vipla per graduati e truppa e di quelle in velluto e panno per ufficiali e sottufficiali. Questa situazione fu però definitivamente sanata nel 1972 quando finalmente lo Stato Maggiore Esercito decise, con circolare n. 81 del 30/09/1972, l'adozione di un modello metallico unificato per ufficiali, sottufficiali, graduati e militari di truppa. Queste nuove mostreggiature, tuttora in uso, sono realizzate in lamina di ottone stampata, nichelata e verniciata con smalto brillante, sono munite di stelletta metallica in rilievo ed

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Mostrine composte di: 1. artiglieria corazzata; 2 . artiglieria Divisione "Folgore'; nelle seguenti tipologie: 1•. in vipla, modello regolamentare, in uso dal 1952 al 1971; 1 b. in lamierino di metallo stampato e verniciato; 1 c. in celluloide a strati, entrambi per camicia estiva ed in uso dal 1952 al 1971; 2. in metallo smaltato, modello più raffinato, per camicia estiva (in uso dal 1952 al 1971). In alto: artigliere corazzato della Divisione Corazzata Ariete, con mostrine composte in panno, giugno 1955 (colf. Rizzatti).

Il Col. Ernesto Chiarizia, 5° Comandante del 33° Reggimento Artiglieria da Campagna della Divisione "Folgore," 1954-1955 (Colf. Coccia). Sui baveri della giubba il Colonnello indossa le mostrine di panno e ricamo in canutiglia simili a quelle illustrate a sinistra.

hanno il bordo esterno e l'eventuale spazio tra un colore e l'altro costituiti da un sottilissimo tratto di metallo nichelato. Hanno una dimensione standard di mm. 50 di lunghezza, 25 di larghezza e 2 di spessore; sul retro sono corredate di due chiodini saldati con relativi morsetti a molla di fermo per fissarle con facilità e sicurezza al bavero della giacca o al colletto della camicia. Esse hanno una linea molto moderna e gradevole e sono di ottima fattura (il principale produttore è la ditta Bomisa di Milano).

Uno strano paio di mostrine composte del 7° Rgt. Artiglieria da campagna della Divisione "Cremona", primi anni Cinquanta (colf. Rizzatti). La stranezza deriva dal fatto che le disposizioni ufficiali non prevedevano mostrine composte ad eccezione di quelle della Div. "Folgore". Eppure queste mostrine, realizzate per camicia estiva, sono piuttosto pregiate, in quanto prodotte dalla nota ditta S.Johnson di Milano.

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Mostrine metalliche unificate mod. 72 dei reparti d'Artiglieria (tra parentesi il periodo d'impiego): 1. Artiglieria fuori corpo (1972ancora in uso; 2. Artiglieria Corazzata - dal 2000 Semovente (1972- ancora in uso); 3. Artiglieria per Divisione "Folgore" (1972-1986); 4. Artiglieria per Brigata Granatieri (1975-ancora in uso); 5. Artiglieria per Brigata "Sassari" (2004-ancora in uso); 6. Artiglieria Contraerei (1999-ancora in uso). In basso: tenente del Rgt. Artiglieria a Cavallo, con le regolamentari mostrine metalliche smaltate, Milano, 2007.

A questo punto occorre fare un passo indietro per precisare che, alle tradizionali fiamme dell'Artiglieria si affiancarono, nel dopoguerra, anche altre fiamme "composte", riguardanti:

• artiglieria per Divisione di fanteria Folgore, adottate dal 1948 fino al 1986, anno di soppressione della Grande Unità: fiamme ad una punta di colore nero filettate di giallo scuro sovrapposte ad un rettangolo di colore azzurro, fregiato da un gladio di colore argento con guardia rossa ed un'ala di colore oro; • artiglieria corazzata, adottate con F.O. n. 157 del 15/11/1952: fiamme ad una punta di colore nero filettate di giallo scuro sovrapposte ad un rettangolo di colore azzurro (dal 2000 la specialità fu ridenominata artiglieria terrestre per unità semoventi);

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• artiglieria per truppe da montagna e truppe paracadutiste (che però non sono trattate nel presente studio); • artiglieria per Brigata Granatieri di Sardegna, adottate nel 1977: fiamme ad una punta di colore nero filettate di giallo scuro sovrapposte all'alamaro dei granatieri; • artiglieria per Brigata Sassari, adottate nel 2004: fiamme ad una punta di colore nero filettate di giallo scuro sovrapposte alla mostrina bianco-rossa dei reggimenti della Brigata; • artiglieria contraerei, adottate nel settembre 1999 a seguito del riordinamento dell'Arma, con la sua suddivisione in artiglieria terrestre

In alto a sinistra: mostrine metalliche mod. 72 per ufficiali di Artiglieria in servizio di Stato Maggiore, usate dal 1972 al 1982: 1. ufficiali di artiglieria fuori corpo; 2. ufficiali di artiglieria della Divisione "Folgore" . Successivamente vennero adottati i soli alamari dorati su fondo azzurro per tutti gli ufficiali, indipendentemente dall'Arma o Servizio di provenienza, come evidenziato dall'immagine in alto a destra che ritrae un Colonnello dell'Artiglieria da Campagna in servizio di Stato Maggiore, primi anni Novanta (SME). In basso a sinistra: il Col. Giuseppe Maggi, Comandante del 13° Grp. Artiglieria Campale "Magliana" negli anni 1988-1990, indossa le regolamentari mostrine composte dell'artiglieria per Brigata "Granatieri di Sardegna''. nella quale era inquadrato il reparto (SME). A destra: un graduato di un reparto dell'Artiglieria Contraerei, con le mostrine adottate dalla specialità nel 1999 (SME).

e artiglieria contraerei: fiamme ad una punta di colore nero filettate di giallo scuro sovrapposte ad un rettangolo di colore azzurro, fregiato da due cannoni incrociati di colore giallo sormontati da un missile di colore bianco. Inoltre, gli ufficiali in servizio di Stato Maggiore provenienti dall'Arma di Artiglieria portavano sulle mostrine, al posto della stelletta, un piccolo alamaro dorato sottopannato di azzurro. Nel 1982 questa mostreggiatura "composta" fu sostituita dal solo alamaro dorato, filettato d'azzurro, per gli ufficiali di tutte le Armi e Servizi in servizio di Stato Maggiore. Infine segnaliamo le mostreggiature del 7° Reggimento Difesa NBC "Cremona" (dal 10/12/2018 7° Rqt. Difesa CBRN "Cremona"), unità derivata dal 7° Reggimento Artiglieria da campagna Cremona, convertita a fine 1998 alla Difesa Nucleare, Biologica e Chimica. Tali mostreggiature sono rettangolari, e raffigurano un contenitore nichelato su fondo nero con filettatura di colore giallo scuro. Alle due estremità del contenitore sono raffigurati, superiormente una fiamma rossa a cinque lingue e, inferiormente, quattro saette nichelate; sulla parte inferiore della mostrina è posta la stelletta. T aie mostreggiatura deriva da quella istituita nel 1950 per il plotone nebbiogeni, poi confermata, con circ. n. 27 del 28/11/1957, per la compagnia sperimentale ABC (difesa Atomica, Biologica e Chimica), e successivamente, dal 1/3/1967, per il Battaglione Difesa NBC (Nucleare, Biologica e Chimica) diventato, dal 1/2/1976, 1 ° Battaglione NBC Etruria; la mostreggiatura era originariamente ricamata a macchina in filo di raion su panno nero e realizzata anche in metallo smaltato e/o vetrificato di piccola dimensione per camicia dell'uniforme estiva (non si ha invece notizia della versione in vipla). Dal 1972 fu infine realizzata nel modello metallico unificato ancora oggi in uso, prima con bordino argentato e, dal 1/1/1999, con bordino giallo scuro, colore distintivo dell'Arma di Artiglieria.

Di fianco: le mostrine delle Unità NBC (tra parentesi il periodo d'uso): 1. ricamate a macchina su panno nero per PI. nebbiogeni, Cp. sperimentale ABC e Btg. sperimentale NBC (1950-1972); in metallo smaltato e vetrificato per camicia estiva per i reparti di cui al punto 1. (19521972); in metallo smaltato unificato mod. 72 con bordo argentato per Btg. Difesa NBC e 1° Btg. NBC "Etruria" {1972-1999); in metallo smaltato unificato mod. 72 con bordo giallo per 7° Rgt. Difesa CBRN "Cremona" (1999-ancora in uso). In alto: il Col. Fabio Aversa, Comandante del 7° Rgt. NBC "Cremona", Civitavecchia, 2013 (SME). Sui baveri della giacca porta le regolamentari mostrine metalliche unificate.

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