GIORNALE DI MEDICINA MILITARE 1946

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ANNO 9311 - FASC. JO

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA' MILITARE

1ST1TUTO D'IGIENE IJELLA R. L1NIVERS1TA' IJl ROM.\ Dm:aon: . Prof. V JTTOitto Pu~ m :-a :, [[NISTCRO IJELL!\ C:UERR :\ - DlREZTONE GENE RALE DI S.\ N IT .\' MlLITARE Dircllorc..: generale: Tcn. gl:n. mcdrcu ddll. :\1 Htrno r,r.r. \\ \ t U :. (r )

LA SIEROREAZIONE AGGLUTINANTE CON LA SALMO NELLA PARATYPHI N 2 NEl MILITARI SOTTOPOSTI A VACCINAZIONE PROFILATTICA.........._ ANTI T. A, B, Te. cCJiun ndlll mcJ . S t•LzZ .\HHJtt prof. .:\~1o=--w C.tp. mcd . L\JJit \l\ CA proL Grov \Ni\I •. Tcn. mctl . BHlNt clr. A l\' (j l (J J.o

In occasiun<.: J i nun1cr osc sicrorrazion1 d.i W.idal eseguite con siero di ~ang uc prdcvato a mditari degenti ne ll'Ospedale n1ilitare ,d'i Roo1a duran te r anno 1942, s.i. otten nero de~ t'esulta lÌ positivi non r.i ferì bili alla sin tornato- . logia cd alla diagnosi clinica. Tali rcsultati crearono il 'dubbio che non si trattasse effettiva mente di affezioni tifoparatifoidee ma che la positività di gran parte delle sicrodiagnosi fo'lse da mette-rsi in relazione alla vaccino-profilassi antìtifoparatifoidca cui erano stati precedenten1ente sottoposti i militari stessi. Pertanto, per incarico ricevuto dalla Direzione generale di Sanità militare, abbiamo tseguito ricerche sierologiche al fine di stabilire se le sieroreazioni positive a basso titolo fossero realmente determinate da infezione 1ifoparatifoidea jn atto o piuttosto dovute ad agglutinine presenti in relazione alle precedenti vaccinazioni profilattiche. Allo scopo quindi di portare un contributo sperin1entale a questo impor-tante proble1na, che già ave\'a appassionato batter1ologi ed igienisti n1ilitari durante la guerra I9IS-I9I8, e che riveste particolare importanza di ord:ine clinico e profilattico, ci sian1o prefissi di studiare il comportamento del pcr tere agglutinante con siero di sangue di individui vaccinati rispetto ai bb tificj e paratifici, sja con Ja cotnunc sieroreazione di Widal sia con l'analisi qu~] itativa delle agglutinine tifose, nonchè rispetto alla Saln1onella paraty( l) 11 prcst.:nl~ lavoro per quanto cnncernc le n ccrc ht: .;u1 Jlu,·c:mbrc lt).p-scttcmbrc I9·13 ·

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phi N2, al fine di porre una diagnosi di laboratorio sicura anche negli individui vaccinati. · Per ragioni non dipendenti dalla nostra volontà edl essendo intervenuti durante i] corso delle nostre ricerche avvenimenti che non ci permisero di disporre, co~e ci eravamo prefissi, di determinate masse di soldati ricoverati negli o..~pedali 1nilitarj, non ci fu possibile estendere le ricerche ad infermi di altre f,ormr tnorbose c nem1neno seguire nel tempo il potere agglutinante anti1ifo-paratifoideo dei soggetti vaccinati e sottoposti a stimoli vari, specifici ed aspecifici. Come è onnai noto, le ricerche sulla stTuttura antigene della S. Typhi eù i numerosi stud'i sull'argomento hanno fatto riconoscere dal1a n1aggioranza degli AA. che l 'ana1isi gualitativa delle agglutinine lha un valore su ... periore al1a siero agglutinazione dii G·riibcr-Wid::tl così come co1nuncrncntc essa si esegue in tutti i laboratori n ei soggetti vaccinati. A tale proposito è da ricordare cotne già durante cd iinn1cdìatntnentc dopo la prin1a guerTa mondiale alcuni AA. studiarono 1~ pcrsistcnza delle apglutinine nei vaccinati. ù I<Jen1perer e Rosenthal (I). Garrow (2) ed altri trovarono che il tasso ùelle agglutinine raggiungeva l'aCJne tra il 15° ed il 30° giorno dopo l'ultima iniezione di vaccino ed iniziava una rapjda caduta dopo il terzo n1csc. Wollstein (3), Howel (4) e Danila (5) trovarono che, dopo 3-4 n1esi dalla vaccjnazione. ]e aggl-utinine scendevano a titoli bassi ed in alcuni casi nor-

rna li (I : To). Indubbian1entc molti AA. sono concordi nel negare alla reazione G. '"~· un valore diagnostico quando venga eseguita in soggetti vaccinati; non ultitno BaerthJein (6) che, nel 1q31. affermava che se la vaccinazione non fosse stata eseguita in data 1nolto re1nota ed il titolo di agglurtinazione del siero non fosse stato n1olto alto si sarebbe dovuto a priori esclud1ere qualsiasi valore diagnoc;tico a11a G. W. Nel IQ24 vi f-u un tentativo chiarificatore del Felix (7) che credette di differenziar-c ia diagnosi sicrologica nei soggetti vaccinati, trovando esclusivamente agglutinine a grossi fiocdhi, specifiche per l'antigene flagellare CH) nei soggetti già soUoposti a vaccinazione profila ttica; ma tali ricerche, che per parecchi anni ritnasero incontrol1ate-' furono smentite nel 1930 dal Gardner U~) il quale dimostrò che, per effetto della vaccinazione antitifica, la sierodiagnosi ne1 malati 1nette in evidenza tanto le agglutinine flagellari c1uanto quelle sotnatichc, sebbene queste uiltime in minore quantità.

Nel 1940 HabS· (9), jn base ai resultati ottenuti esaminando 904 sieri eli soldati vaccinati da tre tn.csj, affermò che in tali soggetti l'analisi qualitativa delle agglutjnine non pcrn1etteva di potet diagnosticare sierologica1nente jn essi tlna jnfczionc tifosa in quanto le agglutinine O sono presenti a titoli


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bassi e quasi uguali sia nei vaccinati sia negli an1malati nelle pnme due settimane d'i malattia.

Il Petrini ( 10) non condivide l'affermazione di Habs essendo res.uhato dalle sue ricerche che nelle prirne due settimane di malattia si sono avut1 titoli di agglutinazione O variabib da I: 100 a I: 32000 e che solo in 5 sieri . dei 44 esaminati il titolo di diluizione fu di I: 100. Tali resultati furono in seguito confermati da Buonon1ini (Il) il quale, nel 1941" accertò che anc~e le agglutin1ne H possono avere un valore diagnostico nei vaccinati qualora contempor~ne~mente vi si~ col siero in esame una agglutin~zione O Slllperiore a] titolo di 1: roo. Ultimamente Petrin.i, Gori c Migliorini hanno eseguito altre ampie ricerche allo scopo di poter d~.ffercnziare le agglutinine.. prodotte . dal procedi· rncnto imrnunitario artifici~lc da quelle dovute all'infezione tifo~dlc. Petrini (r2), p~trtrndo dagli studi di Fischcr (I1), di Sutterlin (r4) e di Weigtn: tr111 ( r'5 ), h:t cscgu ito nun1crose ricerclhe sulla di~gnosi precoce della infe~innc· tjfoidc, n1edian te la sjcrodiagnosi con la Sal monella paratyphi N2, su sic·ri di ,•;;p1gnc appartenenti a 111abti o sospetti·. tali e su individui vaccinati per via p:trcntcralc. ])cito A. h:t potuto così stabilire che:

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Si j)Uf> c:sci udcrc la in fez ione tifoidc quand'o il siero di sangue, cin1cnt:1tn con la S. paratyphi N2, cl~t una sieroagglutinazione negativn mche se la con1unc reazjone di Gruber-Wid'al rcsulti positiva; nella infezione tifoidC, jnvccc, la s!erodiagnosi con la S. paratyphi N2 è positiva precocemente ed a titoli elevati di diluizione. ' 2. - In soggetti vaccina ti con enterovaccino, d'op o un periodo variabile dai 30 ai 65 giorni, pw avendosi una certa percentll~lc di resultati positivi . j' con la S. typhi e la S. paratyphi B, con l'antigene della S. paratyphi N2 si sono invece ottenuti resultat1 costantetncntc negativi. 3· - L~ S. paratyphi Nz, studiata comparativan1ente con le agglutinine O ed H della S. typhi nei sieri di sangue dei malati ldli febbre tifoide, è meno sensibile dell'antigene O ed H ed i titoli delle d~luizioni in cui si ottiene un resultato positivo sono generaln1ente più bassi che non quelli ottenuti con gli antigeni O ed H. 1. -

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In base alle s.u:ddette ricerche, il Petr1nì propone che la diagnosi sierologica della infezione tifo~de sia fatta, oltre che con l'analisi qualitatìva delle agglutinine O ed H (antigeni vivi ed uccisi) della S. typhj, andhe con l'ant1gene della S. paratyphi Nz, per individuare eventru~li resultati erronei della siero-reazione di Griiber-Widal. Cori (I6) ha es~uninato 1l potere agglutinante dei sieri di sangue di vaccinati per via i podermjca ed ha constatato che tale potere è scarso o nullo sull'antigene O della S. paratyphi N2, basso sull'antigene O dcll:1

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4 S. typhi, basso su11a S. paratyphi B, assente sulla S. para~yphi A, elevato sull'antigene H cd' OH della S. typhi. Nell'accertan1ento della febbre tifoide in individui vaccinati questo A. preferisce l 'antigene O della S. paratyphi N2 che presenta precocemente un'alta agglu tinahilità da parte deì mal a ti di j nfezionc tifoidc. Migliori (17) lba utilizzato questa nuova tecnica nell'infezione tifoide dell'infanzia cd ha confer1nato Ja precocità c ~'alta agglutinabilità della S. paratyphi N2 da parte dei sieri di Inalati di febbre tifoide, mentre la: sicrorcazionc ·resultava negativa nei Inalati di altre forme morbose.

La S. paratyphi N2 fu isolata nel 1920-22 da Iwanschcnzoff (r8) c Rapoport d~11le feci, d'alle uòne e dal sangue di Inalati di febbre ricorrente clhe presentavano ~1n d'ccorso atrpico. Questa Salrnonella che appartiene al gruppo del B. enteritidis di Gartncr, f·u succcssiva1nentc idcntllìcata con la S. Mnsco\rv e fu stabilito che conteneva lo stesso aggh11tinogcno son1a tico (C)) della S. typhi, 1nentre non vi è nJcuna identità per quanlo riguanb l'antigene ciliare (I-I) tra la S. typhi e la S. paratyphi N1. Fischer (r3) si è servito della S. pnrntyp!hi N2 oltre che per poter diagnosticarf precoceJnente l'infezione tifoide anche quale tnczzo Ji cventunlc differcnziazjone degli anticorpi prodotti dalla vaccinazione c di <Juclli prodotti da una infezione in ~1tto. I resul ta tl di questi studi sono stati confennati, con1e abbian1o innanzi accennato, d1 Petrini, Gori e Nfigliori. Per le nostre ricerche abbiamo scelto 200 reclute della ga cornpagnia di Sanità, di cui So studenti universitari, in buone condizioni di salute. Nesiittno era stato in precedenz:1 vaccinato contro le infezioni tifo-paratifoidee, sia per vja parenterale dhe per \'Ìa orale; ad eccezione di quattro di essi che, in epoca anteriore alla chia1nata alle arn1i, er3no stati vaccinati per via orale con re bi]ivaccino n. L 'anatnnesi remota, condotta sistematicamente su tutti gli ind~viduti presi in esame, mise in evidenza che cinque di essi avevano sofferto in precedenza di jnfezione paratifoidea da S. paratyphi B e due di febbre tifoide. A tutti i soggetti fu pr3ticata la sierod~agnosi agglutinante prima della vaccin~tzione con le modalità p]Ù avanti esposte ed! il resultato fu negativo ]n IQ9 individui anche ai min-in1i titoli di dilu~zione d'el siero ed anche in quelli preccdenten1ente vaccinati per via orale cd in quelli che in passato avevano soff~rto di infezioni tifo-paratifoidee. Un solo indiyiduo, mai vaccinato in precedenza e che non era stato n1ai n1alato di febbr'e tifoide) presentò UTIJ sierodiagnosi positiva a 6tolo di I :20 per la S. typhi e per la

S. paratyphi A . 'futtc le reclute prescelte furono da noi personalmente sottoposte alla vacc~nazjonc profilattica per la quale fu usato il vaccino formolato T.A.B.Te.


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del.l'~stituto Sierote~apico Nazionale (Serie 40 c 44, rispettivan1cntc preparati 11 s-5-I942 ed !l 9-7-I942) contenente, per ogni cc., soo mllioni <.li bacilli tifìci ed anamilioni d.i bacilli parati.fici A e B sospesi in cc. I di ana-

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tossina antitetanica.

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Le iniezioni, jn numero eli tre a distanza di' IS giorni l'una dall'altra (la pritna di cc. I; la seconda c la terza ùi cc. 2), furono praticate nel connetti vo sottocutaneo della regione pcltoralc.

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A distanze variabili, dai 30 ai 35 giorni dall'ultima iniezione vaccinante, fu saggiato il potere agglutinante del siero di sancrue s·u~crli anticreni . o o b batterici. Non fu possibile effettuare taie indagine su tutti i 200 soldati vaccinati neppure dopo un periodo di tcn1po 1naggiorc, essendo stati n1olti di essi trasferiti a~d altra scd'e od invialt in licenza o cong~dati perchè studenti '. universitari . I rilievi furono perciò effettuati soltanto su SI militari e cioè :n 1 c: i rea i l 25 1.':', d i quelli sottop().) ti nIla vaccinazione. l J cnn1 porlan1cnto del potere 3gglu ti nante dei sieri di sangue è stato sl udi~t lo CCJn i seguenti an ti geni: S. typhi (antigene OB, antigene O ed mlligenc IJ,); S. ;paralyphj N2 (~tntigrnc C)H cd antjgcnc O); S. paratyp)u A. (:tnll gct JC• ()1 -1) ; S. paratyphi B (antigene OI-I). Gli stipi ti dd le.: S. ~yphi, para typlhi A e B .facevano parte della collezione dell'lstituto d'Igiene; gucJlo Jclla S. para~yphi l~2 ci fu cortesemente 1,, fornito da] proE. Pctrini, n1cntre quelli della S. typhi O 901 e~d H 90-r ci fnrono_cortcsementc forniti dal prof. Buononùn.i. Gli antigeni OH, O c H della S. typhi c quelli OH della S. paratyphi N2, de1la S. paratyphj A e B furono allestiti seminando i rispettivi stipiti su piastre di Roux c raccogliendo poi la patina, dopo 24 ore di sviluppo, con la soluzione tampone formolata a pH 7,2 e d'ella seguente cotTIposizione: fosfato sadico (Nn2 HPO .~ + :?. H.!O) gr. 10,I - fosfato monopotassico (K H !! PO.,) gr. 1,4 - cloruro di sodio (NnCI) gr. 3,4 - formalina del con1mercio cc. 2 - - acqua distillata fino a cc. IOOO. L'antigene O della S. paratyphi N2 fu preparato secondo la tecnica suggerita da Gori, con alcune modi.ficazioni: lo stipite, coltivato in tubi di agar., dopo 24 ore di sviluppo, veniva raccolto con cc~ ro ùì soluzione clorurosodica e seminato su piastre di Rou.x. Trascorse altre 24 ore, tempo sufficiente per lo svillllppo, si prevelava la patina mediante cc. 20 .di soluzione clorurosodica aggiungenJovi alcool l a 95° in ragione di quattro volte il volume, versando quindi il tutto in un l. , matraccio ohe veniva lasciato per 48 ore a temperatura ambiente e agitato ! di tanto in tanto. Dopo aver decantato il liquùdo soprastnntc, si centrifug~tva il residuo cd il centrifugato, lavato almeno due volte con soluzione tntnponc, veniva l quindi sospeso nella stessa soluzione tampone. l

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6 L3 sospensione batterica dei singoli sllplh veniva titola ta con l 'OpaClmetro « Welcome >) in modo che un centimetro cubico contenesse circa soo 1nilioni di germi. Gli stipiti ,d/elle Saln1onel1e typhi, para\-yphi A e B erano saltuariaInente sottoposti a controllo per accertare le loro caratteristiche morfologiche, colturàli c agglutinanti. Lo stipite della S. paratyphi N2 veniva controllato n1orfologicamente. Per tutti gli stipiti veniva controllato se si trovavano in fase « S » o << R ». Le suddette sospensioni batteriche erano infine controllate nei riguardi deJJa sterilità; dopo 3-4 giorni i genni restmtavano uccisi. I sieri di sangue degli individui vaccinati furono saggiati partendo da diluizioni di I : 20 fino a r : 2560; i sieri provenienti dlagli stessi indiYidui pritna della vaccinazione furono saggiati fino alle diluizioni di r : 320. Le diluizioni dei sieri vennero aH es ti te con il metodo del raddoppio, adoperando il reon1etro .dii Vemes. In ogni provetta, eccettuata la pritna, venne versato in pnecedcnza cc. 0,5 di soluzione clorurosod1ca stcrj)e al o,g'}{,. Nella prima e nella seconda provetta venne quindi tnesso cc. 0,5 della diluizione del siero di sangue I : l o. QUJindi, partendo dalla seconda provetta, si ottennero col reometro ]e diluizioni da r : 20 a 1 : 1.280. Infine si provvjde :1 versare in ogni provetta cc. 0,5 della sospensione batterica in esame in n1odo da ottenere il raddoppio .dlel titolo clhe perciò era di I : 20 nella prin1a; I :40 nella seconda e così di seguito fino al 1'atta va nella qua le la diluizione era di I : 2560. I.e sierodiagnosi così allestite furono messe in termostato a 37o C. per 22 - 24 ore, dopo di che si procedette alla lettura ad occhio nudo o, ne1 casi <hJbbi, con l'3gglutinoscopio. Ritenemmo opportuno attenerci alla tecnica suddetta e non a quella di mantenere le provette per due ore in termostato o a bagnomarja a 37" c quindi alla temperatura ambiente per 20-22 ore, essendo la pritna tecnica correntemente in uso ne1la 1naggior parte dei J:1boratori. Si ebbe cnrJ. di istituire per ogni gruppo di s·ierore:1zioni i controlli negativi degli antigeni, per accertare che essi non fossero divenuti autoaggiutinabil i. Neila tabella n. I si riportano i r·esultati ottenuti con i SI sieri di sangue presi in esame, 1nentre nella tabella n. 2 si riassunlono i resultati stess] con le relative percentuali. Dall'esame dei dia ti riportati nelle tabell e c nel grafico si può rilevare che dopo circa un mese .da11a vaccinazjone con vaccino T.A.B.Te., la Inaggior p;1rte delle agglutinazioni positive si è avuta con diluizioni del siero di :~ang-ue a titoli bassi: non oltre r: I6o. Infatti le curve sono tutte fortenlentc spostate a sinistra, cioè verso le diluizioni più hasse. Esaminando più


7 1~arti~.ok1rmentc il comportamento delle agglutinazioni con i varii antigeni s1 puo constatare: a) pe~ la S: typhi OH :i sono otten\JJt~ ~9 resultati positivi su SI 0 (96,07 %), de1 quah solan1ente 1n due soggettt e stato raggiunto il titolo I :640 (4,08%); in sei I :320 ( I2,24 %) ; in sedìici I : r6o (32,65 %); in dodici I :Bo (24,48%); in undici I :40 (22,44 ~lo ); in due I :20 (4,08 ~~) cd infine due resu ltati negativi (3,92 ~;); b) per' ciò che riguarda le agglutinine verso la S. paratyphi A, si sono uttenuti 46 resultati positivi su 51 (90,19 %) e precisamente in sei soggetti agglutinazioni positive al titolo I: r6o (r3, 04{~'~,); in quindici I :8o

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(3",6o l)6 ); in dod~ci I :40 (26,o8(}{.); in tt•edici I :20 (28,26~~~ ); cinque agglutinazioni sono resultate negative (9,8o %). A differenza di quanto è stato osservato da altri A.A., le agglutinine per la S. paratyphi A, nel siero di sangue dt vaccinati, sono presenti quasi nella stessa percentuale dl. quelle antitifiche; c) le agglutjnine pe11 la S. paratyphi B si sono con1portate in mod~ analogo: 44 resuJtati positivi ~u SI (86,27?.-6 ). Ai tito~ I: 320 ed . I: ~~o s1 sono ottenute agglutinazioni positi~e rispettiv~~ente m lUl ~alo .md!~l~luo (2,27o/c1 ); in nove I :Bo (20,45?1,); 1n quattord1c1 r :40 (3r,8r }f>); rn d1c1nnnovc 1 :20 (43,r8 %); in sette resultnto negativo (r3,72 %);

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da. 3r -35 giorni . • Antigene _

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Agglulin:tz. pos lti \'e

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S. typhi OH s . typhi o S. typlù H

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d) per l':1ntigene O della S. typhi O 90I si sono ottenuti i seguenti resu!tat1 : ventuno resultati positivi (4I,17 o.~ ) e di questi, in quattro si è raggiunto il titolo I :8o (r9,04'%); in otto I :40 (38,o9%); in nove I :20 (42 Ss ;'u); in trenta resuJtato negativo (58,82%); e) con l'antigene H dlella Saln1onella trpru H goi si sono avuti , 48 resultati positivi (94,II ~~ ) dei quali .due al titolo I :640 (4,I6%); sei I :320 (I2,)o''") ~ nove I :I6u (18,75'\,); dodici I :8o (25%); nove I :4o (I8,75 %) c dieci I ::!o (2o~8)",.~). I rcsultati negativi sono stati tre (5,88n":)) e tali resultati concordano guasi con guelli ottenuti con l'antigene OH della S. typhi e confermano quelli riscontrati da Buonomini e da altri AA. che lhanno studiato tale comport31nento jn indivjdui vaccinati . Altr.e ricerche sono state eseguite adoperando antigeni O ed! H vivi per saggiare il loro con1portamento rispetto ai sieri di sangue di vaccinati e di malati di infezione tifnidc e di ciò sarà riferito in segujto~ f) gli antigeni O ed H della S. paratyphi N2 si sono comportati in modo identico tra loro: un solo resultato positivo sui SI cas~i presi in esame (1,96'\',) alla diluizione I :8o. Differisce soltanto la intensità della reazione che si è nutate1 tnaggiore con l'antigene O, alle diluizioni I :20 e I :40. A seguito di questi resultati abbiamo voluto controllare l'agglutinabi} ità della S. paratyphi N2 da parte dei sieri di sangue provenienti da malati di febbre tifoide in vari stadi della malattia ma tutti con emocultura o con sieroreazione di Griibcr-Widal posi ti ve. La S. parat;yphi N 2 è stata scn1pre ~1ggl:utin;-tta nettatnentc da questi sieri a diluizioni variabili d'a un mjnin1o di I :40 ad un mass1rno d1i I: 640 ed i resultati saranno esposti con


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n1aggiorc atnpiczza c. con la dovuta clocumentaz1one · · un prossuno 1a1n varo redatto da uno di noi. Altre :i cerche s~no. state .eseguite in relazione al cotnportamento della S: ~Qr~t~ph~ N2 con 1l s1ero. dt s~ngue di indivJdui vaccinati da più mesi e dJ md1v1du1 recentemente nvacc1nah td anche queste ricerche formeranno

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oggetto di una nota a parte. Da llUafj to abbiamo innanzi esposto ci è. dato trarre le seguenti conclusioni: I. - in ind!vjdui vaccinati da circa un mese, con vaccino T.A.B.Te. per via parénterale, il potere agglutinante del siero di sangue verso le Sal·monelle typhi (OH) e paratyplhi A e B è presente jn una percentuale ele\'ata, se pure a titoJi bassi; 2. - negli stessi soggetti! l'analisi qualitativa dèlle agglutinine O ed H della S. typhi ha dimostrato che i sieri di sangue presi in esame sono capaci di dare agglutinazioni positive nel 94,1 r o.:, ,per l'antigene H 901 e · O 901; ne1 4J ,17°/<~1 per l'antigene 3· ,,- la S.:llmone11a paratyphi N2 è agg~~tinata soltanto dal siero di ~~angue di pochissimi vaccinati e precisamente nella percentuale del1'r.a6~:, . Ciò ccn l'antjgcnc OI-I co1ne purre con l'antigene O, per cui può essere usato il prir.oo antigene di più facile preparazione. Conchl1dendo, in considerazione del fatto che nel siero di sangue di indivi.dbi-vaccinati per via parenterale si possono ritrovare agglutinine capaci \di dare sieroreazioni positive, quando vengono adoperati antigeni vivi ed lJccisi O ed H della S,.- typhi, se ne deduce che la sieroreazione di GriiberWidal in t:1li soggetti non potrà dare un resultato sicuro dal punto di vista d1agnostico. In tali c3si è opportuno, e deve ritenersi misura prudenziale, integrare la suddetta reazione anche con la S. paratyphi N2 che. mentre si è dimostrata nettatnente sensib1le nel periodo precoce della malattia, non viene invece praticamente agglutinata dal siero di sangue degli individui vaccinati.

RrAssuNTo. - Gli A.~.A.... hanno studiato il con1portan1ento del potere ng~lutinantc <.lel :;iero di sangue jn 51 n1ilitad vaccinati da 31-36 giorni con idro\'accino T.:\.R.Te. per via J.iarenter::tle (l'S:ttninnndone 200 prin1a dd'Ja vaccinazione). Tale potere agglutinante si è trovato presente in una percentuale notc\·ole eli indi,,iJuj, sebbene a titoli non elevati, ver~o gli antigeni OH e H della S typhi e verc;o l'antigene OH de]a S. paratyphi B; in un discreto numero di jndiddui verso l'antigene Ol-I del'ln S. pnrnryphi A sempre a titoli minitni; scarso ed a titoli bassi \'er.cto ' l'antigene O della S ryphi; n1entre, per la S. paratyphi N2 (antigeni Oi-I ed O) il potere agglutinante è re$ultato qu3si nul'o. . . . . . Pertanto la sicroclia o-nosi nei confronti della S. paratypht N2 costitUisce Il m iglior n1czzo di ffercn7jal; tra le agglutinazioni da n1alattie c le agglutinazioni da '\':.te-

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BIBLlC)GRAFlA (r) Ku:.MPERER F. t: Ros.ENTHAL : Zschr. f. K.l. }.[., Ro, 1, 1918 (2) GARRoW: R. P. oF Roy, Arn1y 1\·!cd. Corps.~ .2q, ..p:!, l-t) J7 · (3) \\'oLLESTElN ÌVf.: Jour. E,., per. J\.feJ., 16, 315, H)I::?.. (4) 1-lowELLS K, : Journ. Inf. Dis., 19, 63, 1916. (s) DANIL,\ S. c STnoE A. : C. R. Soc. Biol., 79, 108, 1916. (6) BAEH1"Hl.ElN I<.. : Flnudbuch der p:lthogt-nen n[ikrorgnnistnen. Bel. III, II7S, I93I· (7) FELIX A.: Journ . }n1n1., 9, 150, 1924. (8) GARDN~R A. D.: Laocct, :nS. ·f!f, 1 ~)30. (9) HABS H,: Dtsch. ~-fcù. 'Vo{:hschr., 6D, 871, 1940~ Zschr. f. Hyg., 122, 503, 1940. (ro) P1:.TRJNI ~{.: Boli. l st. Sicr. ~[il., :w, 549, 19-P~ Bo11. 1st. Sier. 11il, 21, 122, 1942; Boli. Ist. Sier. 1\Iil., 22, 1831 1943. (11) Buo:soMrNI G . : Ri,r, Ital. d"Jgi~ne, I, 414, 194r. (12) PETRINI lvL: .-\_rchivio I. B. I., 13, ror , 1941; Boli. Ist. Sier. ìVUI. 20, 469, 1941; (13) FtscHER ~L N.: cit::tlo da Gori D. (14) SurrEnUN T.: Zblotr. f. Bakt. Abt. I Odg., 90,. 419, 1923. ( 15) WEIG~L.\NN F.: Zblatt. f. Bakt. .A.bt L Ori g., 97, 299, 1926. (r6) Gom: D. : Giorn. ~ Ied. l\lf_., 90, 818, 1942. (17) ~hGLIORl : La Clin. Pcd.. IO, 463, rg-42. (r8) Iw:\NsCHENzoFF G.: Arch. f. Schjff.c; u. Trop-en - Hyg. Pat. u . Ter. cxotischer J(r~mkhci ten. 30, I, 1926.

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OSPEDALE MILITJ\ H.E D J RISER \'A N . 6 • PALEHM.O DirctttJJc : tcn . crJicmn d lrJ m t!cllc(l cJ nu.

R m.lti.\LDo GA:'I.'OIH

SULLA TERAPIA DELLE ENTEROCOLITI

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CON ACIDO NICOTINICO C'J Prof. Vrnonro SCM FWr j r., capitano ml.ÙJCrJ1 cupo n:pnrto

L'acido nicotinico, identificato da Eh·c...hjem con il fattore aotipellagroso

oltre che nella pellagra, nella guale esplica effetti specifici (Spics, Cooper ~ Blankenhorn, Smith e Ruf.fin, Frontali, Sotgiu ...), agendb con un meccanismo a tipo vitaminico per la parte che esso prende nella costi tuzione della cozin1asi (EuJer), è capace di determinare la guarigione anche d1 talune sindromi n1orbose a carattere dispeptico od infiammatorio che si svolgono a carico dell'apparato digerente, senza che per esse si p ossa sempre trovare un ap parente rapporto con una carenza vitatninica. ·. Manson Bahr e Ransford riferiscono la guarigione con acido nicotinjco di U[)à diarrea ·c on stornatite datante da 5 anni; Hernando ha avuto effetti sorprendenti in casi di diarrea alternata a stipsi; Sotgiu. Ferrann.ini e ~{ala­ guzzi Valeri~ Acanfora ... hanno ottenuto la regolarizzazione dell'alYo in soggetti soffcrenti di colite cronica anche a carattere muco emorragi co ~ Spies, . .~..lpert, Galiounghi ed Hanna) Katzenelleribogen hanno guarito alcune glossiti e stomatiti croniche; Bìng e Broager, Siedeck e Reuss, Fuchs e vVisselin, Justin Besançon, Caroli ed Jnbona, riferiscono favorevoli risultati con l'acido nicotinico in alcuni casi di sprue e di steatorrea idiopatica. Condorelli nel 1939 ha individuato una sindrome dispeptico-enterocolitica specificamente curabile con acido nicotinico, che interpreta come una n1anifestazione monosjntomatica, a tipo secondario, di carenza di principio PP. Ferrara e Pipia, Longa e Borghese collegano patogeneticamente a questa sindrome le diarree non specifiche dei tubercolotici. Nella presente nota riferisco due casi dj enterocoliti guarite con acido nicotinico, osservati in questo ospedale, e faccio delle considerazioni critiche ed una esposizione riassuntiva sulle conoscenze che si sono venute raccogliendo ]n- questi ultin1issimi anni sull'argomento. CASO I . Fante Tarabella, di anni 25, da Nfadna di 1-fns~a. Nulla di importante nel gentilizio e nella anamnesi personale remota all'infuori dei con1UJ1i esantemi dell'infanzia e di qualche febbre di bre,re durata. (•) Lavoro pervenu to in Rcclaziont! neW:tgosto HH3· 1) ritardo dclln p ubblicnzionc: t! do\'uto :ùh t~mpÒrn nea interruzione dell.1 !'tampn del Giornnle.

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Anamnesi peJSonale P' oss,ima. - L'iniz:o della attuale malattia risale a circa due ~nni fa, a1lorchè cominciarono a presentarsi gonfiore c senso di peso epjgastrico dopo i pasti td eruttazionj acide; t[:lora al mattino sapore di uova fradice e lingua imparinata, aib sera fast.idìoso n1eteoris1no addon1inale; l'alvo si n1antenne sempre manoquotidiano, ma le feci e:ssunse-ro aspetto po1taceo. Dopo du~ 1nesi di permanenza in Sicilia a questi disturbi si è aggiunta una diarrea con 4-5 scariche al giorno, con feci poltacee, puzzolenti c decaJimento dello stato gent'rale stabHitos,j in circa r mese. .Da cinguc giorni In sindrome si è aggravata, le scarjche alvine sono salite :1 15-20 nelle 24 ore, sono c01nparsi dolori addominali, si t accentuata la astenia c le con,Hzioni gcneraU ~ono rapidarncntc clccaùutC'. Esame oggt:ttivo (30 marzo). - Longilinco. Condizioni generali di nutrjzione c sangwficazione decadute. Apparato digerente: lingua con patina bbncastra umida; addon1e trattabile alla palpazione s.upcrficialc, diffusamente Jolcnlc nlla palpazionc profonda.. NulJa a carico degli altri sistemi cd apparati•. Ricerche di labo1ntorio. - Es::unc uelJc feci, pratic:-~to su campioni di tn: lil.::trichc appena emesse: macros:oplcamente feci Liquide in alcune scn riche, pohat.:c:c in alt n·, rJi colorito giallo bruno, senza muco nè béHlJ..çUc, con alcuni residui vegetali, con odor c· dj putrefnzione~ al Inkroscopio p~recchie Jìbrocr·llulc n1uscolnri incmnplct anwntt • di gcrite, alcune gocce di grasso neutro, pnrecchi cristnlli di acidi gr:u;:ìi, alcuni granuli dj amido, parccclù rcstdu: vegetali n cellule ac:collatc, alcuifl<" form( · vrg(·l~tl iv t: <H Entam_c_eba coli e di Chilon1astix J\tfcsniH. Decorso : Interpretata la sindrome co1ne unu J'inrrca su hast• dhqlt'jll k~t, si ini 1it', una terapia con pepsina gr. 0,50 sciolta in Jue dita Ji nct.lll:\ nella quak· t•rano \t,tl e nggiuntc: 20 gocce dj acido cloridrico oflicinalc, nti pasti; due ore dopo que:,ti una cJrtina di pancreatina, citrato Ji socl io c carbone vegetale, nna gr. n,c;o~ tH.: lln g iorn ~\t : \ erano soinministrate 4 con1prcssc di oppio ctg. 2 c sottonitrnto di hi snu\lo ctg. ~:;. 'Ta le terapia, conJottn cbll' 1 ~1\ 1o aprile nol1! provocò nlcu n n1i gli ora n1cnto; le scarjdv~ continuarono nel numcre Ji 12-17 nella 24 ore, con gli stessi caratteri. 11 In aprile venne praticato un sonllilgg1o gastrico con i seguenti risultati: a vuoto succo cc. 1:2 ac. tot. o,035, 1-lCl. lib. assente; dopo pasto <.li Ehrn1ann: dopo .)0 cc. 32, ne. tot. 0,189, I-lCl. \ib. o,091~ Jopo 6o' cc. 36, ac. tot. 0,464, HCl. lib. o,26o; dopo 90' cc. 3:2, ac. lot. 1,0)6. I-ICI. lib. 0,744; dopo 1:20' cc. ~6, ac. tot. O,-foB, HCL 1ib. o,2uo. Il giorno 11 :-.i so'lpt.:~~ ro gli astringenti e si prnticarono in\'Ccc nnche nei giorni succcssivj, Juc iniezioni quotidiane di nicotinato Ji ~oJ Jo da 30 1ngr. Il 12 aprile si conr::trono 14 scariche, il 13 aprile cinque ~cari c he, il 14 aprile quattro scadchc, dal 15 aprjle in poi due scariche rvlle 24 ore. Con il rcgresso della sindr01ne diarroica, ricomp~u·ve l'appetito e tnigliorù lo stato generale. L'csarnc coprologico praticato il 27 aprile mise in evidenza fibr~cellule n1uscolari ic avanzata. digestione. rare gocce di grasso neutro, residui vegetali, cisti e forme ve:getativc di Entan1oeb~1 coli. Tn viato in lkcnz~1 il p. hn continuato a Jomicilio b terapia Jigestiva e preso due compresse al g iorno d; :~mide nicotinica da 100 n1gr.: hn praticato anche una ventina Li jniczioni Ji tstratto epatico. Il 15 maggio, il 3 giugno e il 15 giugno il p. ci hn inform:Jl<J eh~ le condizioni generali sono migliorate, che le funzioni digestive si 5vo lgono rcgolarn1ente :;ebbene abbia dal 5 giugnc, "ospeso ogni terapin. 1

CASO Il. Fante C:unemolb, dj anni 28, dn Trapani. ~u ll a di importante nel gentilizio. A 11t1 m 71C:.)i personale remota. - U rt:lrilc blenorragica a 15 anni; polrnonite lo bare a tH anni; :.1 ll..t stessa età malaria a tipo tcrza nnrio recidivata più volte nei tre anni sue· c.c..,•. l \'t.


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_.r.lnamn~s,i ferson_ale prossima. - L'~ttu::tlc m~bttiu iniziò in giugno t9-P con dolon addomtnah e diarrea, COll 5-6 !)COnche al giOrno, con feci talora 11'\UCo-cmorragichc. Dopo un rep-erto di ~tnebe nelle feci, venne praticata una cura em.etinica l: sto\:arsoli:a _co~ scarso vantag?io. ~cpo tr~. mesi la si~to~nto_logia andò regreclendo· ed il p. s1 nrruse. Il p. ha negli anru successl\'1 avuto altn ep1Sodr11come qudlo uescntto, che éomparivano di solito ai cnn1bi,m1enti di stagione ol dopo errori dietetici. Nei perioùi intervallar~ ~'alvo era normale. o stitico. Nell'aprile 1942 Yennc pratic~ta una nuo,·a

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c~ra eme~~ca an~ora sen~a ~lsultato: Dopo 7 n1esi Ji benessere, da sci gj 0 rni sononcomparsl 1 dolon acldonunalt c b dtarn.:a con G-7 scariche nlvinc nelle 24 ore, talora con muco e sangue. Esame aggcttillo (23 nprile). - NonnLllipo. Discrete condizioni generali cli nutnz.Jonc e sanguificazione. App:tr:.to Jjgercnte: lingua con patina bianca; 3rrossarnento Jiffuso Jcl faringe con sc:uso essudato: acldon1e c.li forma Jlormale, dolente alla palpnzie>nc superficiale alla fossa ilco.-ccc~dc; :tlla palp.1zione profonda è dolente tutto

ti cololl che è s r~~tico. Nr~uui tli lahoratul io. L' e~n me coproiogko, su ~nnì pi.oni di 5 scariche appena t-11 H'·'~11 , di n 10t1 ru mncroscopicatncntc ~lspettn poltacco. colore gi:tllo bruno, piccoli .fiocdd di Jllll< o c OJHtnhti alla mnss~l fccnlc, qualcuno stri.uo di sangue, .tlcunl residui \ ' 'l ~t t.di; .d nd, · ro:~copic, fìbroccllulc~ mu ~·co lnri i t1cun1pktnmenLc digerite, numeros1 cri:.t.d li di ~1ddi gra •.~.i, r.tn· cma?ic e r.1ri corpu~,coli di p_u~ a Hctttrofili c a n1onociti convogli:u o rtd (jc,rdwtti di mucu; flora b:Hlc:rk.t poli mor'fa con prevalenza del b ioùofila ~ nw!t ~· Bl;t !J !or i t~ti hwniui ~. /k( fJI .o. Si u&izi.l il ..! 1 :1pnk la tt·r.lpi.t Lon ~:omministrazionc di (l compresse :ti giorrH> di uppio ctgr. 2 c r.nuonitr:110 di l>i ~ mulo ctgt·. 15, i111pacchi caldi sull'ncldon~e · . No n vj ftOllo i J11t!zzi p(:r una mnlic:1 ZiorH' topica <.h-l Lolon. Ln sintomJtologia ( 1 irna •.t a prcs',ochl! i n·unuratn. Pl!r~i ~ll n do b ~indr01nc, a\'cndo prnticnto ancora altri c~:uni-di feci se rnprc ncgativj per Entamocba 1-li'llolitir., il 6 n1aggio ~i è praticatoun sondnggio gastrico che Ila <bto j $<:gucnti risultnli: ;t vuoto: ~ ucco cc. r2, ac. tot. r';, 746, l-ICI. o,298; dopo pasto di Ehrmann: uopo 30' cc. ~o ne. lo t. o,8o1, H Cl. ltb. 0.514; dopo 6o' cc. 42, ac. tot. 0,51, I-ICi. lib. 0,298; dopo 90' cc. 36 ne. tot. o,s:n,

HCI. lib. 0,234; dopo 120' cc. 24 ac. tot. o,Cl2o, HCI. lib. o,3G4. Il 7 maggio sospesa la terapia astringcnlc ~ i ini.t.ia un tralt::llncnto con nicotinato sodico, tre inie7ionj al giorno dn 30 mgr .. TJ ro maggio le scariche sono ridotte n tre, il r2 maggio um sob scarica senza rnuco nè .t;~nguc. Fino al r7 m:1ggio, continuando la stessa ctira. l'alvo si ~ m'Liltenuto normale, sono 'lComp:trsi i dolori .tc.lc..lominnli, si l: avuto un miglioramento delle condizioni soggettive e generali. L'esame coprologicl)· su feci formate, praticato il 17 maggio, ha m esso in evidcnz:~ rare fibroceUu lc museo · lari in avanzJta digestione, rari cristJlli di acidi grassi, non muco, non cJnaz1e, non pus. Inviato in licenza il p. ha per altri 15 giorni preso Jue' compresst: al giorno ui éUnide nicodnica da 100 n1gr. 11 24 giugno il p. comunicava di essere notevolmente migljorato nello stato generale, di presentnrl" l'alvo monoquotidinno, con feci formate, e eli non a\'ere più avuto dolori acldominnlt.

Si è dunque tratt:.1to di due soggetti con manifestazioni diarroiche l 'uno, colitiche l'altro, che, poco sensibili ad altre cure, sono invece gu~1rite rapidamente mccliante un trattamento con acido nicotinico. Nel primo la indagine anamnestica dirnostrava la esjstcnzn di turbe della digestione gastrica a tipo ipocloridrico, datJnti da circa due anni, accentuatesi e complicatesi da circa un mese con dlolori addominali e djnrrcn con -t-5

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scariche quotidiane, aumentate a 15-20 negli ultin1i giorni. Avendo l'esame clinico messo in evidenza solo una dolenzia dell'addorne e l'esame coprologico una grave insufficienza della digestione gastrica e pancreatica, posta la diagnosi di djarrea su base dispeptica, si iniziò un trattamento d~gestivo che non dette alcun vantaggio. Confern1a ta mediante sondaggio la insufficienza della ~ecrezione gastrica, e pra6cato un trattamento con acido nicotinico, la sindrorne diarroica è rapida1nente regredita. Questo caso ripete )n pieno le caratteristiche della sindrome dispeptica enterocolitica specificamente curabile con acido nicotinico individuata da Cond orelli. Il secondo caso si presentava cotne una colite pri1nitiva a ricadute. Si trattava di un siciliano che da circa tre anni presentava periodicamente: ogni s-6 rnesi, delle rnanifestazioni colitiche a carattere ulccr~tivo c nei periodi intervallari stipsi. Curato due volte con ctnctina senza successo, i nostri esan1i coprologici non nlt'l~."ro jn evidenza protozoi intestinali, bensì i segni di una insufficiente digestione pancreatica c gastrica, confcrn1atn questa poi all'es;Jme chin1ico del succo gastrico. Mentre un trattuncnto astringente non modificava in 111aniera sostanziale la sindron1e col i ti ca una cura con nicotinato dj sodi o per ]niezioni interruppe rapidan1cnte le rn~ni festazioni Jnorbosc. Evidente1nente in questo caso la sindron1e colitica, solo apparcnten1cntc primitiva, si rivelava in rapporto ad una carenza vitan1inica, probabiln1entè provocata dalla insufficienza delle secrezioni digestive. Questi sono i due casi che rappresentano il nostro contributo clinico attuale. P'a ssiamo ora allo studio farn1acologico de11 'acido nicotinico, alla interpretazione patogcnetica delle sindromi enterocolitiche da esso guarite, all'esame nosografico di queste possibilmente con indirizzo unitarista, alle indicazioni specifiche ed alle modalità terapeuttjche quali risultano dalla comples. . s1va esper1enza. )

Come è stato succintarnente esposto al princ1p1o di questa nota l'acido nicotinico è stato usato con successo anche in parecchi casi di manifestazioni cnterocolitiche croniche jn soggetti a dieta non maidica ed ancora in rari casi eli s1nòron1j spruesirnili. Quasi tutti gli AA. hanno riferito succintamente le proprie osservazioni come casistica, senza quel corred!o di dati clinici e di rjcerche di laboratorio che permettano una più estesa valutazione delle condizioni funzionali dell'apparato digerente. Condorelli, riportando lo studio dei prim1 tre casi da lui guariti, ne lha stabilito l'entità nosografica e. ~ato una interpretazione pdtogcnetica riferendo le manifestazioni enterocohnchc ad uno stato carenziale di principio PP. La sindrome diispeptico-enterocol 1ti ca, specificamente curabile con acido nicotinico, individuata da Condorelli, presenta le seguenti caratteristiche eli,


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nio~e·'- quali risult.ano dai casi descritti da questo A., da altri di sua precedente

esp . . ~1cnz~ trattah favorcv cln1ente con estratti epatici che, come è stato in segtuto dunostrato, sono r jcchi di acido nicotinico, di altri studiati nella nos1ra C~inica, di uno di quelli osservati jn questo Ospedale. S1 tratta di soggctt1 che hanno una storia in genere luncra di sofferenze 0

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della di.gestione gastrica, con le caratteristiche della dispcpsla ipochjlica, con s~ns~ eh p~so epigastrico dopo i pasti, con digestioni prolungate, con cruttaZlOlll putnde, rjgurgiti ~nnari od acidi, pirosi gastrica, che sono transitoriamente:' c;-thnnte con 1a ingcstionc di alcalini. Dopo un periodo più 0 meno Jungo di tali sofferenze, f:1nno comparsa le turbe diarroiche : 3-6 scariche al giorno di frci poltacee, puzzolenti, con Jlcuni grossolani residui alùnentari, senza ffilJCO. In prosieguo di ten1po a t~di turbe si aggiungono i sintomi eli una vera c propria colite, con dolenzia addominale diffusa specie alla palpazinnc, con defecazioni dolorose, con muco c talora sangue nelle feci. Con1e J ~ t pn~ccd cntc sindrotne diarroica, questa colitica presenta esacerbazioni nella stagione c:dda c per errori djetetici. ()u:tnd o i pp. vengono ~d fa osservazione con ·.questa lunga storia di soff crcnzc.. prC!iCntano, accanto ad un decadimento di vario grado dello stato 1 gcn cr~1 fc1 ·una 'lolcn7.ia d1ffusa alla p::dpazjone deU 'addon1e., più spiccata lungo j ) decorso del ,_:olon che si palpa spastico. G]j esami d i J:-~bo ratori o dirnostrano una ipocloridria marcata, una notevole riduzione del potere peptico, spesso diminuzione della attività triptica c ami!asica; nelle feci, a reazjonc i l p1 ù spesso acida, si mettono in evidenza, ~ ccanto ai segni della insufficienza della digestione gastrica e pancreatica 1 gucJJi di uno stato irrj tativo del colon, dimostrato dalla presenza di muco, e talora anche di ulccrazioni, rivelate dall a presenza di sangue e pus. Frcl1llcntemente si riscontra un rarassi tismo protozoario ti a Entamoeba coli, da Lamblja intestinalis, da Ch.ilomastix Mesnili, da Trichomonas intestinalis. Interpretan!do la sindrome come una enterocolite su base dispep tica si constata che il trattamento con acido cloridrico, pepsina edl enzimi pnncreatici, non influenza in maniera sostanziale la diarrea che quindi, sia per se stessa che per le manifestazioni colitiche, si dimostra indipendente dalla deficienza digestiva. Mentre un trattamento anodino diretto a curare la colite dà n1odici vantacrcri l'uso dell'acido nicotinico in tre-quattro giorni tronca 00' la sindrome diarroica, oppure la riduce prima in maniera n1ol to sensibile, dotninandola totalmente dopo qualche altro giorno. . . Gli esami pratlcati a distanza di tempo dlimostrano nn m1gboramento delle funzioni digestive e la regressjone dei sintomi colitici, clinicamente c coprologicamente valutati. .. . Tali casi, che ripetono gli ~spetti clinici delle enterocohtt su ?asc .dlsp~ptica, da queste si .dirterenziano per .il n1ancato e~~lto .del~n .terJpta d1gest1va e per 11 pronto nsultato del tr~ttan1 ento con ~c11do n1cotiniCO. ::! -

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18 FissJti i caratteri nosografici c pJssando allo sh1d~o patogcnctico, Condorclli si è posto il quesito se nei casi guariti con 3cido nicotinico questo potesse ngire per una azione eccitante la secrezione gastrica o sedativa della pcristalsi o se invece l'effetto terapeutico si esplicasse con lm n1eccJnismo a tipo vitaminico come nella pellagra. Infatti se per i casi, riferiti da Spics, Bcan e Stonc, eli 1nanifcstazioni dispeptiche con tur be dell ,accrescin1ento, 111:1 senza segni d.i peli agra, in ban1bini residenti in zone ::td cndenlia majdica, gu::triti rapidamente con acido nicotinico,. è faciln1cnte riconoscibile una dipendenza delle turbe di bLrcstive da una C3renza di principio PP, si rest::t ]n dubbio se ne] casi sporad.ici di dispepsie e coliti in soggetti a dieta non maidica, guar]ti con acido nicotinico, questo possa agire con altro n1eccanistno, dato che possiede, oltre la vitaminica (che si esplica per In parte che l'acido nicotinico prende nella cnn1 .. p~izione della cozimasi, nella quale una rnolccol~ di ~n1idc nicotin i c~ R ~t .. rebbe cotnbjnata 3 mez.zo di due n1olrcole di ribos1o c di due radicali di rtcido fosforico ad una n1olecola di acido adeniljco: Euler) ~tnche ~tllre proprietà f~rmacologiche. Sono oggi infatti conosciute delle azioni dell 'acido nicotinico che noi àe.finiamo come (( Hnmed.i3te )', per stimolazione elettiva del sisletna ncrvo:;c Yegetati,-o, indipendenti dalle Y.Ìtaminiche, che si n1anifcst.tno snhito dopo la introduzicne de1 farmaco, per la durata di :20-80 n1inuti .1 seconda della dose~ della \'Ìa di jntroduz]one, delle condizioni eli sensibilità individtu:·tli, sia nei SatìÌ che negli ammalati, con mod.ificazioni funzionali delle quali le più gres.-:r;lanamente ~pprezzabili interessano la vascolarizznzione cut~nea (arrossamento del Yolto e della parte alta del torace) mentre sono accusate turbe sens1tivc (senso di ..:-alore. cardiop:1lmo, dolori addon1inalj, ronzii nuricolarj) e cenestesicbe ( vertigjne). L n studio clinico e sptrin1t~Ptnlc dcllt modificJ.zioni indotte d~ll'ncido. nicoti~ :-_~co a ori.:r) Jc:i'appar Jlo carJio .1!.-COh-trc ha dimost rato che per b J ntroJ uz to 1H~ d t una do'r~ terapeutica del farmaco di 3o-6o mgr., dopo 3-5-10 minuti., J. seconda della ". 1:1 c~ i introduzione e della scnsibilid dei singoli soggcni, si \'erifica un arrossamento Jiff,.J co dd "alto, delln parte alta del torace, t::llnrJ. anche delle hrac.c1a . c del1c ga~be, dcJ·:u~r, arl una ·:a5odibr:J'l!or.c, lht (,1 as1ocia ~t M:n:.:o di GUorc. fal1 moJd1L ..lZlO~i, ~.piccal.; con acido nicorinico e nicotinato sodico, sono inco~wnti e meno evidenti con an1jdt nicodn1ca. La '::l.S~"Jclilnr:Jzionc int(rt:ll~a non ~o lo i capillarj, n1a più particobrmente l'an~a prcc:apillare con a umento de1b \ docit:·, Ji «;corrimcnto ùellc emazie aU'r;$31TI': c.1 plllarcJ~t()picn (Franca\' i gli n), f,i ~cccJm pJgnn a n1odica j pote nsion c arteriur,a~ a ~it:H: racl.icardia (Cond e 1' urcltetti, La vardi'), Uel Ci udkt:, Heunct cou Bea:• e Spie.-:, S!~.,r.n, Sotgiu . . . non ri scontrate da Bar ~~ ; c Li,:sch), a fugace ipcrtr:n'-lione ·o~ cnn:;a fCr;ni i l Turd t tU i), n rid uzior:c del t c.: n 1p<' di c1reo lo (Francavigli.l). E' st:lta tJJJ I',iat;Jta :wd1': una clil.tl az wnc ddl'~.rt<:ria L"l'l & tr~·it· 1 d UJt aunJt:nto di irror.lliont : dcll:1 rr;tin:~ (~a·rt, 'fitn, nr'g~Jt'l cb Spics, 13cnnct c Dt.:~tn'), un a11mentn eli ~tfflu sso di r,nnp;uc Jsl·gli ~1r1i (vJll jl lTlctr~drJ plt:ti'-mcgranco Ahram·,ou, Kat:tcntc.:in e Se11ior). Sperimc:rttal rrluH ~ ur:lPoq.;~mi•, mo i nt •-rcJ i; ~>i alo oc;~c:rv:t t o un :~unH! 11lCJ del regi n1t: ci rc(Jiatorio n d le


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Jncningi c nel cervello (Francaviglia, Colombi), nell'ambito addominale si ~ constata.tn una accentuazione della Jrrora ~do nc sia rt carjco dell'intestino (Scaffi'di con Passanisi SC<Iletta1 .Nfolino) che dd l utero (Scafi-idi e 1\tfoljoo), uel1a ,~c~cica nell'uomo (Francavi~ glia), del rene (Positano c Ruggeri), mentre un aurr1ento di circobzione è stato messo in evidenza nel cuore (ScaUìdi r: D'Agostino) c nel polmone isolati (ScaifiJi c Consoli). L'indice oscillometrico è i nu11Utato o subisce solo lievi diminuzioni (Francaviglia). Alb accelerazione della velocità di circolaZ~ionc f.;enerale e nei singoli oroani~ djpendente dnJle modificnzioni va!.omotoril!, corrisponJe un aumento del con~wno di ussigeno (Corsi); all'numento del rcgjme drcolatorio addominale 1e nwtlificJzioni della

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diuresi con precocit;l d eH 'acme nella curva du carjco eli :tcqua ( Ruggicri). Condorelli ha utilizzato con succcc;so in patologia umana tnh efietti dell'acido nicotlnlco, sfiuttnuùo b azione vason1otoria nelle cefalee angiospastichc (confennata in osservnuoni inedite mie e di Tita ed in altre di Traina e Casà) e nelle en1bolie di nrtctic periferiche non tern1inali nelle q unii \iene dumi nata la sintomatologia soggettiva t rcgolnrjzznt:d la respjraz ione thsur;ilc nel territodo .. del '::Jso embnlizzato.

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Per <IUanto riguardh l'azione dell'ncido n.icotinico sull'apparato digerente d:tgli A/t. arncric:tn1 (Spies, Sjcdentriecker) che per primi hanno studi:1to 1 aciJo nicutjnicn, era stata messa in evidcnzJ nelruoino una azione ecc!tantt Ja pcrista]~i td iJ tono gastrico c spiccatan1entc·· la secrezione clor1dica . . JJallc estese n cerche compiute d:d1a nostra scuola sulla azione fariD3cologica itnn1cdintn th <]UCSt;t sostanza è risultato: In riferin1ento alla srcrczione gastrica: che nei soggetti normali c negli j po~loridrici le cl osi tcrapcutichc di nirotinnto sodi co non espLicar..o effetti apprezzabj}i sulla CUP.'a di st:crczione con1parativan1ente ai valori della curTa clctcrmjnata a vuotu, sja usando il pasto di Ehrm:mn (Franc:Iviglia e Diliberto) sia con sernplièe stimolo meccanico da sondino (Scaffidi e Scaletta). Nei soggetti ipochJlici solo dopo un trattatnento prolungato può ~n~ersi una discreta attivazione àella secrezione gastrica (Fr.1ncavìglia e Di liberto)~ Lb e ' però non può essere considerata senz 'nltro come effetto d1 una azione diretta dell'acido nicotinicr.J, m~ piuHosto con1e un effetto m ediato. Questi risultati sono djscordanti da quelli di altri AA. (Spies, Bcnn e Stone Del Giudice, Malaguzzi-Valeri e P:1temò_, Sotgiu e Romano, L-ami ...) che hanno comparato la cun'a di secrezione da acido nicotinico a quella da stimolo .ìst~1mi ~ nico!l ma non alle curve norn1ali senza stimolo f~rn1acologico~ rile\\lte in più . . . gtornl 1n uno stesso soggetto. E? in1port:1ntc rilevare che ricerche sull'uomo (Scafficli e Sc:1lcttJ) h anno dimostrato che la contctnpornnea injezione di amide o di nicotinato sodico c di jstnn1.in~, pro\'oc~ degli effetti ptÙ cospicui sull:1 secrezione clocidric1 di t]llanto non fnccìn In sola istan1ina · viene ritenuto L·he tale effetto dipend:-t da nnn azione potcnzintrice dello stimolo secrcth·o da ist1mina operat~l d~l­ l'atn id c c da. l s~ilc sodi co delracido nicotinico per l'azione di questi snll:1 circol:tzionc gn'itricn che ''iene accrntll<ltn (nnchc osservazìoni gastroscopiche ncJ .. J'uon1o: Scaffidi). l

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l n tiferùnent.o alla secrezione pancreatica: non è stata rilevata alctma

influenza (Francaviglia e Diliberto). In rJferiJnento alla 1notilitcì gastrica cd intestinale: con il metodo radjologico nell'uotno (Scaf.fìdi e Talamo, De Gennaro e Grassi Bertazzi) in concordanza con Spies e Siedentriccker e con Crandall, La~han, Chesley con jl rnetodo della visualizzazione diretta attraverso finestra addomjnale nel ccr niglio (Sc3fhdi e Sca1etta) è ~tato d'imostr·ato che il nicotinato sadico alla dose di 1-2 n1gr. pro ch1Jo provoca una accentuazione bene evidente del tono e sopratuttc della pcristalsi sia gastrica che intestinale, per' la durata di 30-80 rninuti. De Gennaro e Grassi Rertazzi hanno anche 1nesso in evidenza che il n1cotinato sadico, che accentua tono c pcristalsi come il Priscol, provoca un rneno rapido svuotainento dello sto1nace di questo, per una diversa :lZione sullo s.fintere c sui riflessi pilorici. Le tnod1.fìcazioni dc]l~ n1otjlità gastrointestinale sono dovute ad' una ccc1tazionc centrale del vago, non n1anifestandosi dopo recisionc dei vaghj al collo (Scaffìdi c Sc·l lctta), n1Cttlrc si è riconosciuta una modesta co1npo11rnte periferica, cvidcnzi:tbilc in vivo c d1ruostrabilc su jntestino jsolato solo per dosi clcvatissitnc che non ~ono 1 ca]jzzabili nell'organis1no (Sc·affìdi, Scaletta confermati da Perrero c contra.. detti Ja Cardin). In tiferiuu:nto alle 1nodi(ica'::ion1 lJasonJotorie adJo1ninali c particolarnlcnte dello stomaco cd intestino è stato da Scafficl1 c 'Passanisi osservata sp<:rin1entahnentc una dihltazione dci cnpillari rivcl3ta cktl diffuso arrossan1cnto degli organi (sto1naco, intestino, on1ento) dalla dilatazione delle ~ute­ riole e delle venule rnesenterichc. Tale azione vasotnotoria nel1 'atnbito addo1ninale si cspljca con un n1eccanistno prevalenten1cntc centrale, e più spcci.fìcJtamcnte p er ecci tazionc dei centri bulbari, con1c risulta da es periIn enti in anin1ali :1 circolazjonc splancnica isolata dai centri nervosi. Osservazioni gastroscopiche (Scaffidi: inedite) dimostrano che anche nell'uomo ~i ha -una accentuazione della jrror~zione sanguigna dello stomaco. Da rilevare che gli AA. atnericani (Bennet, Bean e Spies) non avrebbero apprezzato modificazioni vasotnotoric :1 carico della mucosa orale e rettale. In rifeti'lnento ai vart derivati chintici dell'acido nicotùzico, mentre i fcnon1cni a carico dell'apparato cardiovascolare sono intensi con l'acido nicotinico ed il nicotinato so<..Hco e invece modesti o n1ancanti con la amide, a carico dell'apparato digerente gli effetti farmacologici sulla secrezione gastrica, sul1a n1otilità gastrica c inte.stinale, sulla vascolarizzazione addominale presentano solo piccole differenze. _. Va rilevato che sia spcrin1entalmente (Scaflìdi e Scaletta) negli animali, che ncll'uon1o (Cnrsi) è stato constatato che, con il prolungan1ento del trattanlcnto, gli effetti dell'azione farmacologicJ in1mediata si fanno meno spiccat1, proprietà questa che è con1une 3 p3recchie delle sostanze ad azione autonotnotropri elettiva.


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l. In ri_feri1n.ento alle Jnodìfìcazioni fttnro:ionali clinicanzente apprezzabili va solo rilevato eh<" mentre l'acido nicot1nico ed .il nicotinato sadico provocano con una notevole frequenza dolori epigastrici a tipo spastico, doloretti addominali, borborjgn1i, talora impellenza di defecazione, tali manifestazioni sono eccezionali con la amide, riscontrandos~ per·Ò var.iazioni spiccate da soggetto a soggetto, parallelan1ente a quanto avviene a carico della vascolarizzazione su perficia 1e. In riferinu:nto ai nzeccanùn1o dell'r1.~ione fartnacologica ùnnzediata essendo stato osservato da Scaffidi e Molino che tutta una serie di sostanze contenenti -il nucleo pirid'inico con radicali sernplici a catena aperta (areco1inn, uroseJcctan B, cornn1ina, lobelin~~ amide nicotinica, derrnina o Vita1111 n:t B6) !hanno un n azione fann3cologica in1mech ata eccitante la peristalsi Jntcstinu1c.. c.: cl tlccrcsccnte la òrcolazione addotninalc (uguali risultati di Po:~ jtalln c Huggicri :1 enrico dclb circolazione ren~dc), si è attribuita l'azione f:,rnlatnlogica in11ncdiat:l dell'acido nicolinico al nucleo piridinico che ha p:t rl r rJC'JI :J cn'i t i tuz ione di esso. Poi cb c tutte queste sostanze non provocano le 1nndificaz tcmi vasorn otodc snpcrficiJli con~e l'acid!o nicotinico ed il nicotitt:t ln sodico, n1 entrc invece sono cvidcntissin1e le ·:mocLlcazioni a carico deH'appar;t!o digerente, :;i deve riconoscere che si è di fronte ad un'azione farn1acologica d Ì!-l'iCicia ta, che non poteva .risul t:1re - per non essere stata ricerc:tt'a - nello caudio con tcrnporanco degli A1\. a1ncrirani (Bcnnet, Bcan e Spic's ), che ritengono che 1' azione v:-tson1otoria supcrlìciale sin esplicata solo daJle sostanL.e a nucleo piridinico con un anello carbossilico in posizione beta. Ancor:t in riferimento a] n1eccanjsrno d'eli ,azione imLnediata dell'acido n.icotinico, va ricordatt9 che i d:1ti dello stud1o clinico c sperimentale compiuto dalla nostra scuo1a non confennano l'ipotesi di Bennet, Bean e Spies che Je reJz1oni funzionali alla introduzione nell 'organjsn1o J.i acido nicotinicc' siano in dipendenza del1a liberazione di istamina da questo provocata. Contro tale ipotesi stanno le constatazioni che i fenon1eni cardiovascolari da acido nicotinico e da istamina non sono identici : il prin1o .infatti non produce la paralisi d'ei capillari carne la seconda (.Francavigli3); non costringe le coronarie 1na le dilata (Scaffid.i e D'Agostino); non ostacola il circolo poln1onare ma lo favorisce (Scaffidi e Consoli); abbrevia anzichè allungare jl te1n p o d i circolo (Franca vig ha); produce n1odi.ficazion.i oscilJ agra fiche diverse dall'.istamina (Frdncavìglia); Inoltre lasci~ immodi1ìcnta la pressione eodorachidea che e a un1entatn dn1la istan1ina (FrJncaviglia). Per quanto riguarda l'apparato digerente racido nico6nico non eccjta la secrezione gastrica con1e fa la istan1.ina ' mentre la eccit:tzione della motilit~t ~gastrica ed intestinale si verifica con n1eccanis1ni diversi, pre\'alcntctnentc centrale con l':1cido nicotinico, prevalenternente periferico con la istamjna. r'\nche la ipotesi eli Businco che la amide nicotinic~ esplichi la sun azione ne1l'org:-tnisn1o in djpendenz~t della proprjetà antiistan1inica che è din1ostrn-

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bìle in vitro su museo la tura intestinale isolata (confermata da Scaffidi e Scaletta), non ha in suo favore i dati della osservazione clinica e delle ricerche sperimentai i in organismi integri. Se tale azione antiistaminica si svolgesse nell'organisn1o_, la amjdc, introdotta insien1e alla istarnina, dovrebbe inibire i fenomeni da questa ult.Una determinati; cosa che invece non avviene verificandosi ugual~nente la ipersecrezione gastrica da stimolo istaminico chè anzi viene acccn11.1ata, n1entre nei riguardi della rr1otilità, che è eccitata dalla amidt costantemente nel coniglio incostanten1ente nell'uomo, si riscontrano effetti di sonlffiazione c non di inibizione. L'azione farmacologica in1n1ecliata d eli 'acido nicotintco va quindi con tnnggiore probabilità riferita al nucleo piridinico, i radicali a catena aperta potendo ·attribuire alle varie sostanze altre proprietà fannacologichc caratteristiche (~nalettica per la coramjna, eccitante il centro respiratorio per la lo.. belina ...) e si esplica per una stin1olazione elettiva del sistcrna nervoso vegct:ltivo, del quale è eccitata con particolari n1odalità prevalentcn1cnlc la sczion<' . p3rasin1patica, proprietà comune al nt:cleo piridinico secondo l-Ingouncnk e Florence, mentre lievi componenti pcrjfcriche risult:1no sia dallo studio in organi isolati che nelle rjcerche jn vivo fatte da Francaviulia sulla circola.. h zione periferica dcll'uotuo. C oncltHil'an1et'Jie l'azione farn1Z~cologica clcll 'acido nicotinico sull' apparato digerente si esplica con :1cccnt1.1azione della n1otilità gastrica cd intestinale e della jrrorazione addorninalc con scarse o nulle Inod'ificaz1oni della -secrezione gastric:1 c pancreatica. ~

scisse dalla proprietà l'ita.111/IJSCa tali p;roprietà fannacolo~iche z1nn1rdiate dell'acido nicotinico, risulta alla analisi crit1ca che un processo n1orhoso su ba~e dispeptica, per deficienza de1la secrezione gastrica, non può e.c;sere influenzato dirett~ tmente da questa sostanza mentre nelle diarree su h:tsc dispepbca od in6amn1:1toria gli effetti terapeutici eventualtnente ~vutisi non possono essere riferiti ~d una azione sedativa sull'intestino. I./effetto tcr3peutìco nelle coliti non può infine essere riferito nemmeno ~1l1e tllodificazioni indotte 'ìulla vascolarizzaz1one adclon1inale ed. intestinale, oppu re ad un~t presunta azione trofica sulla 1nucosa intestinale, essendo risultato in rjcerchc di Scaffidi che nè l'amide nè il nicotinato sadico influenzano in alcuna maniera le enterocoliti sperimentali provocate in ratti con il metc1do d'i Walllx1ch. I risultati delto studio fannacol ogico portJno dungue a riconoscere che l'acido nicotinico deve agire ancora per le Hrc proprietà vita?ninic/u? nelle JindronJi dispeptiche ec~ ~~nterocoliticlze specifican7ente da esso guarite, c/ze pertanto dct;ono l'ssere interpretate co111e nta.!lifestazioni. carenziali di principio PP. L\Tetlconente


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La ndtura carenziale di tali sindro1ni 1ncon1plete, monosintomatiche rispetto al quadro con1pJeto rappresentato dalla pellagra, sebbene già da tempo sospettata, è stata possibile solo dopo la scoperta e ruso dell'acido nicotinico. Si sono così potute identificare con certezza forme fruste di avit~uninosi PP.. monosintomatiche, nelle quali la n1alattia è ccstituita da uno solo decrli b aggrupparnenti di sinton1i che costituiscono il tripode della pellagra: cutanei, intestinali, nervosi. Larg~unente noto nei suoi rapporti genetici con la pellagra maidica c sospettato e poi :iconosciuto quale alterazione dello stes~o senso in soggetti a dieta non n1aidica, è J'eriten1a pe11agroid'e, che si è dimostrato sensibilissimo all'ncido nicotinico (Scaf11di). Sulle dispepsie diarro1che in soggetti senza pellagra, n1a viventi in zone ad cru.lcrnia 111:1idicn, guarì te con :.tctdo nicotinico, hanno recentemente rifento Spics, Bcan c Stonc. 'f'u rh c ncrvnsc, rappresentate da vertigine, depressione psichi ca, << impn .l·1ione di testa VUCila », che possono precedere la comparsa d'ella pellagra () cc,•ìltt.uire tutta la sinton1atologia n1orbosn, sono state guarite con acido niC(ll i r11ro ( b gll stessi AA., 1n soggetti senza pellagra m8 ad alimentazione

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Ù' <.Iuirub induhbjo che /(1. atJitconinosi PP può rit1estire un quadro clinico incoJn pl('/o frn.rto, '11UJ/1oSÙ71on!atico, con 111anifestazioni esclusiuanzente a carico tY(.·!l'apparato di r!J'I"t' JJI(', e che c~istc una <~ pcllagra sine pellagra ».

A determinare: ncJ Ll u..1Jro Jclla carenza vi tntninica la comparsa J1i tma sjnton1atologia o di un ,altra o anche la pellagra debbono verosimilmente avere parte delle condizioni nGn note, strettamente indi vi duali, come può, ad esempio, de:sumersi d:llla constatazione che negli alcoolisti la sintomatologia ner:.. vosa e psichica precede le turbe .intestinali e cutanee cJ è d~ queste più accentuata. \,l ogliamo qui anche ricordare che pos~ono esistere degli stati di carenza di fattore antipellagroso, delle ipovitan1inosi latenti all'infuori di qualsiasi sintomatologi ~L Ciò è stato dimostrato da Baserga e Fomaroli in soggetti senza rnanifestazioni riferibili anche largamente a deficienza vitan1jnica, viventi 1n zone non ad endemia di pellagra, c risulta indirettamente anche dalla osseryazione clinica di Babes ùclla comparsa di pe1lagra nei prigionieri romeni c di 5corbuto nei prigionieri russi sottoposti ad uno stesso regime incon1 pleto, la stessa causa alimentare rendendo clinicamente evidenti le ipovit0n1inosi che per le diverse condizioni pregresse di alùnentazioni sì erano stabilite c 8Ì 1nantenev::tno alJo stato inapparente in ognuno dei due gruppi di UOJTIIDÌ. Stabilita la natura carenzi~le- di .:tlcune sindromi entcrocoHtiche da interpretare pertanto cotne ~vitaminosi n1onosinton1atiche, può essere intercsS~1nte J'Ind3gine delle n1odalìtà secondo le quali si genera lo stato carenziale.

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Co1nc in ogni ~dtr;~ jpo od :t\'Ìtan1inosi, lo st..1to carcnz\alc di principio PP può stabilirsi o per insufficiente apporto di :11 in1cnti a contenuto vitruninico specifico (forn1c primarie) o per un'insufi]cicntc..: utilizz.1zionc od assorbirncnto intestin~le (forn1e secondarie). La drlicicnL . l primitiva si realizza non solo per le diete m~ididhe (o meglio per h: ditte di mais decorticata, pcrchè è noto crhc l\iso del mais integrale, .1nchr se prcn1incntc od esclusivo ne1Ja alimentazione, non provoca la pellagra'l con1e da noi nei contadini abruzzesi che usanc la f3rina integrale di 1113Ìs, e con1e risulta dhlle osservazioni di 1\J"ichtigale, che la dieta con far1na di n1a1s iDtegralc guarisce la pellagra provocata con f3rina di m~s stacc1ata) tna anche per alimentazioni non maidiche ma incomplete od uniLlterali, che deternùnano la insorgenza di casi sporadici di pellagra come e nei soggetti in stato di denutrizione (già Stran1bio sen), ne!le popolnzioni rovere (pellagra ron1ena: Alexa e Nitzulescu, Stepp), ir.. soggetti a dieta co.1tta nelle comunità (in carcerati: Cluver) o per m3lat6a (ulcerosi a dieta idrocarbonata: Stepp, Ha,,rkeley, Dn1mmond; epilc tt!ci a dieta chetogena: Guthrie, (;reey) o per Yolontà propria (Underhill, Sotgiu). La dencienza secondaria si realizza per la esistenza di stati n1orbosi a carico delraprarato digerente che 1mpediscono la utilizzazione degli alimenti ricchi r1i principio antipellagroso o per incompleta disintegrazione enzim3tica dci Clbi r per cancro dello stonl~CO (Urbach, Strauss, 1Vfonauni, Bender ... ), ulcera gastrica \ T annahuser, IUing, Strauss ...), siiilidc gastrica (Turner, O I . . earj), in gastroenterostornjzzati (1v1ora~r jtz e Mancke, Bender, Eustermann ... )J oppure p~r llfi iDSlJfficiente assorbimento di essi [per enterocoliti_ croniche (Zitnn1ennann e Gilder, Roncoroni, Gcorgi), tubercolosi intestinale (Turner, Urbach). enterccoliti di natura bacillare od arnebic::t (Turner, Baserga, C-attini, v~dcri, Positano ...), per 1iarree croniche sintomatiche in based'owiani (Zin1n1ennann , Cohen e Gilder, Georgi ...), per disturbi croruci della sfera digerente in bambini con distrofia da farin::tcei (Frontali), per stenosi rettale (Turner, Joice e Searbroock)] cosj come avviene per altre carenze secondarie di vjtan1jne più note. Con il n2eccanis;no di una atJita1ninosi secondaria si stabilisce la carenza tlz fattore antipellagro.ro nella sindroJnr., dispeptica enterocolitica di Condorei/i. Il passaggio nell ' intestino del bolo che non ha subìto una sufficiente digestione gastnc~, provoca una jrritazione mccca!:lica e ch.itni~a della mucosa, con gener:J.zione di riflessi motori che s1 esplicano con lo spasmo o con l'jperperjstnlt1smo; dal dismicrobismo intestinale, dipendente dalla turba digestiva gastrica e pancre3 tic a, che condiziona abnonn 1 putrefazioni o fermentazioni, originano sia nuovi stimoli motori che alterazioni infiammatorie della Inucosa, per v.irulentizzazione d1 genni. Da ciò la diarrea e la colite. L'insuff1cientc att..1cco enzimatico degli ~lin1cnti contenenti la vita1nina PP, la brevità della prrn1ancnza del bolo nelle varie sezioni dell'intestino per l'iperperistaJ-


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tJstno, infìne la tsj ~;tc:nza eh alt(:razic.Jni della 1uuco'ia dipendenti dal processo infian1nutlorio aspcci11co che nducono l'assorb1mcnto 1ntcstinale, provocano Jo sta1o carenziale. Per la prcgrcssa minorazic,ne funzi onale del I' apparato digerente, che costituisce una condizione prcdJsponcntc, t:.dc stato carenziale di fattore PP si esplicherebbe precocemente con i sol i SJntorr1i inlestinali, che pertanto vengono ad accentuare Ja pregrcssa sinclrotnc diarroica, jn precedenza o con assoluta mancanza delle manifestazioni cutanee c nervose. Si spiega quindi perchè, quando si sia rcgola rizzata la digestione con la somm.inistrazione degli enzimi digestivi c deH 'acido cloridrjco, che porta alla elitninazione di quanto nel processo entercco1itico è in dipendenza di essa, solo l'acido nicotinico può detern1inare la guarigio:1e della diarrea e delle manifestazioni enterocolitiche resiàue, che rapprèsentano m onosintomaticamente lo stato carenziale. Nei casi di coliti guarite con acido nicGtinico comunicate dai vari A.A.. non vengono riferiti i risultati della indagine anamnestica e dello stud io funzionale, corredato dei dati di laboratorjo, che permettano con s1curezza un riferimento ad evenhiali presunte condizioni di insuf.hcienza gastrica e pancreatic~, e pertanto tali forme vengono ritenute come primitive. Nel nostro caso, nel quale ]a colite si presentav.a apparentemente prin1it1v~ sono state messe in evidenza turbe spiccate della secrezione gastrica e pancreatìca, senza che fosse poss!bile di stabilire la. esistenza di prcgresse turbe funzionali d'ella rugestione gastrica rivelantesi con una sintcrnatologia soggettiva. Ma la esperienzà clinica insegna che stati eli insufficienza deEa digestione gastropancrea tic a, d i mostra ti dagli esami chimici, enzimatici e coprologici, possono esis tere in soggetti c linic:tmente sani, che nm presentano turbe funzionali o manifestazioni soggettive, Hl dipendenza di tale deviazione morbosa. In questi soggetti, nei quali la insufficienza digestiva silente ducl presumibiln1ente già da parecchio tempo, possono st1bilirsi pertanto deUe avitaminosi secondarie c la prin1a rnanifcstaz.ione clinica di c3renza Ji Ltttore ~ ntipc llagroso, stabiljtasi con un Ineccanismo a tipo secondar.lo, essere riYelata da una sinton1atologia infian1matoria a carico del colon. Che così debba essere è desunto dalle conoscenze deri"rate dallo studio farn1acologjco che l'~cido nicotinico non ha una azione Jntinfian1matoria aspecifìc:1, concordante :mche con la osservazione che ques to farmaco non influenza in maniera decisiva le coliti veramente pri1n.iti \·e, e dalla constatazionc che, quando sia stata ricercata, è dirnostr:.1bile nei casi di colite guariti con acido nicotinico, ]a esistenza di una :.1lterazìone deficitaria della secrez]onc gastrica e pancreatica. Couclusivan1cnte quindi sj deve ritenere che, anche nei casi di c·olite apparentt'tnente pritnitiva guariti con acid1o nicotinico, del/e trattarsi di Jnanife-

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.'ita.:::ioni di carenza di fattore PP, a tipo secondario, clinica1nente JnonosintotJ1atich.e. Da1l'esan1e della letteratura sulla pellagra second1aria, sopra riportata, r)sulta che uno stato di ipovitaminosi o di avitaminosi PP si può stabilire per alterazioni. varie dello sto1naco e dell'intestino. Pertanto è possibile che uno sbto carenziale, anche ad estrinsecazione csclusiva1ncnte n1onosinto1natica, possa avere parte nella entità delle manifest1zioni diarroiche in atto nelle singole sindrotni. Ma in tali casi i risultati del trattamento con aci.do nicotinico sono soltanto parziali, venendo così eli111inato quanto in dipendenza d'ella deficienza del fattore vit.uninico. Una considerazione simile può essere fatta nei riguardi delle diarree non Kochiane dei tubercolotici. Esistendo in questi una paresi tossica delle funz]oni digestive, può stabilirsi una avitatninosi d1 principio PP a tipo sccon... ciario; questa sarà terapeuticarnente d o n1inata dall'addio nicotinico, carne nei casi di Ferrara e P i pia, di Long o t: Borghese; 1na quando le n1anifcstazioni diarroiche sono 1n dipendenza della jntossicazionc tubcrcol :trc, l'acido nicotìnjco non esplica alcun effetto tcr~pcutico o può solo portare un,t Juodcsta a ttenu11zione del1a sindrome, se vi è un concon1itantc c d1ipendcntc ~lato carenziale. Anche i migliora1nenti ottenuti nella spruc e nelle stcatorn.'c idiop~ttic.hc (sjndromi ad eziologia cotnplessa ed ancora sconosci nta) possono essere .riferiti alla elin1inazione di quella parte delle turbc intestinali sostenute dalla ·C1 rcnza vit~mjnica, dipendente dall'alterato assorbin1ento intestinale. A prescindere dalla pcllagra, le turbc dell'apparato digerente che vengono guarite dal l 'acido nicolinico sono le .sindromi enterocoliti che su base djspeptica nelle quali si siano ottenuti solo limitati vantaggi con la terapia ·d igestiva, ed alcune cohti : 1 spccifiche nelle quali esistano alterazioni a tipo .defic.itJrio della secrezione gastro-pancreatica, anche clinicamente silenti e dimosu~ate solo dagli esan1i di laboratorio. Nelle direttive terapeutiche è indispensabile anzitutto che vengano comp ensate in questi casi le tur-be della digestione gastrica e pancreatica, con la sonuninistrazione di acid o cloridrico e di enzimi digestivi ai pasti, che venga regolarizzat3 gradualn1cnte la dieta, che deve essere qualit::1tivamente e quantitativanlente completa. Una terapia con estratti epatici per' iniezione e colagoghi può concorrere f~n'orevolmente, se esistono stati di insufiìcienza dì questa ghiandola. In pre-senza di m3nifestazioni colitiche una n1edicazione topica del colon con cliM stcrini ùi ::nnido o tannino o llnsen1e, con qualche goccia di laud::1no, può essere utile nei pritn] giorni. Il trattan1ento specifico con acido nicotinico si fa inizialn1ente pratiCHncl o pc:r cinque-dieci giorni due iniezioni quotidiane di nicotinato sadico da 30 tngr. o di atnide d a 100 m gr. E' opportuno che la sornrninistrazione


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di tali farmaci venga f~lta circa 15' pritna dci pasti, in 1naniera da utilizzare anche l'azione fnrmacologica imn1ediata, che proYoca una accentuazione del tono e della peristalsi gastrica, più o n1eno notevolmente ridotta in questi sog- '" getti, e d.i agire sulla deficiente secrezione gastrica che viene eccitata quando l: siano in atto adeguati stimoli digestivi. l Successivamente, rcgol arizzate le funzioni digestive, le iniezioni pos- 'l. sono essere sostituite con le con1presse di amide nicotinica da Ioo mgr.s da ,J somministrare ai due pasti principali per circa un mese. 1viantenendosi l'ali- l l mentaziorie completa con largo uso di carni, ricche eli acido n.icotinico ed ec- 1 citanti i poteri digestivi, può sospendcrsi la somminìstrazione di vitamina, 1 che può periodicnmentc, se necessario, essere ripresa . .. Nelle diarree dei dispepticj, nelle enterocoliti prin1itive, l'açido n1co- l' t in ico potr?t essere son1n1inistr~to per breve tetnpo, non attendendosi però l': thc i lin1itnli vnnt:1ggi che jl suo ·uso può dare, non essendo le sindromi di 'l n;du ra r~trc·nhj:-tlc specifica. l

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f{tA'•'•' "l'lCJ . \"t·ngono descritti :luc ca'ì i, uno di grn\'e didrren in clispeptico ero· l i h r;, J1U< o ~~e o•;Jl>Hc nJI:1 tcrapin digcstivj, l':.t ltro di coli l-c.! a ricadute, apparenten1ente l r rimi tÌ \',1, 111&1 ('OJl tll·crazioni dcficitnric ddl:.t sccre:;:ione gastro-pancreaticn, guariti r ,tp id ~un <:nlc: con ncidfJ nic.:otinko. \fu un;1 m~·.c gn.J •,in tt ·tiro r riric:1 •.i P.l~!.atlo in ts~Jm<', jn rapnorto nlle rJnclromi

digeslivf·, le.: proprit ta

far m ~u:ol ogk he

ddl'aciùo uicotinico. si dhcutc la esistenza l;l carenz~ di fattore anti pellngro·,o, di 11ÌC.:nmcntc n1onosinton1atiche, b. loro genesi a tipo ~bit ualmentc ~.c.:condarJO nei soggetti a Jlt.:tn non mnjdica, concludendo che le sindromi diarroiche dei ùbpcptici e le coliti apparentemente prin1itive che guariscono con acido nicotinjco, rappresentano Llellc manifestazioni carenziali eli principio PP., clinicamente monosintomatiche, a gcne$Ì scconuJria. Si danno infine le indicazioni t crnpcudchc clc.: ll'ndclo nicotin1co nelle sindromE digestive e gli indirizzi di cura.

BIBLTOGRAFTA I dati bibliografici nelle note cli J)i ~l.1cco in u Vit3mino1ot,Tin H, 1942, Vol. l, e di Scaffitli e Scaletta in « 1viinerYa ~~fcùicn 194 L, Vol. II. )>

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OSP.CDALh lvllLIT.-\RE DI RISERVA " ~rtrlUU ,,

UN METODO SEMPLICE RAPIDO E PRECISO PER LA LOCALIZZAZIONE DEI CORPI ESTRANEI (r) ..

Dott. Mtcnru. 11o~OI'OLI. cJpit:mo mc.:thco, r~tlinlogo

Ho avuto occ;.tsione, durante la guerra etiopica e quella ath1ale, di fare molte centinaia di localizzazioni di corpi estranei nei feriti, e ho finito col formarmi la conyinzione, che è poi quella di tutti coloro che hanno n1olta esperienza in proposito, che la localizzazione dei corpi estranei non deve essere considerata da un punto di v.ista esclusivamente anaton1o-topogralìco, nè da un punto d:1 vista esclusivanllnle geon1etrico. Se, infatti, pondcr.ian1o un po' la questione circa le judjcaL.ioni dhe il radiologo deve fornire al chi· rurgo quando si tratla di dover estrarre un corpo estraneo, noliatno che queste indicazioni, perchè possano ; .a ppresentare veran1entc una gu.ida uti le, completa ed esatta, devono essere non soltanto di ordine anatotno-topografico ma anche geometrico. In altri tennini, al ch.inugo non basta solan1.ente sapere, ai 1ìni dell intervento, se per' es. in un ferito aù una cosci:1, un proietti le è si tu:-tto nella n1a:ssa n1~1scolar·c o nell'osso, se è situato in questa o in quest'altra regione della coscja, se è vicino a questo o a quest'altro punto di repere anatomico, c via discorrendo, m a ha bisogno 3nche di conoscere un punto di repere cutaneo che indiclhi la via pitt conveniente, cioè, la via possibiln1ente più breve e meno lesiva da aprire attraverso i tessuti, la profondità da raggiungere, e sopratutto ]a direzione da seguire, partendo da quel punto, per poter r~tggiungere con sicurczz:-~ la sede anatomica nel punto preciso in cui è sitllato il corpo estraneo. Orbene, queste ultime dettagliate e preziose indicazioni le può dare fino all'esattezza del rnjll1tnetro soltanto il metodlo geotnetrico. Esso peTciò, sempre inteso ai fini dell'estrazione di un cor•po estraneo, è d~:-t considerarsi ~1nportante quanto 11 metodo anatomo~topografico, e deve con1plctare scrnpre quest'ultimo se si vuol fare operà veramente utile per il chirurgo e per jl paziente. A parte la considerazione che, tnolte volte, per ~rriva re a1la localjzzazione anaton1o-topografica è necessario passare attra ~ verso il metodo geotnetrico. Quel r~diologo che trascura di fornire tutti questi rninuti particolari di or·d ine anato1nicc., topo grafico e geometrico circa la ]ocal izzazione di un L.\\·uriJ puvl' nuto in n.:d:n icmc nd giug11o 1943. Il tt mpltr.ln l.l ..n ~ pt.: n • 111nc ddb o,mmpa tl el Giortl.llc. ( 1,)

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corpo estraneo, corre il rischio di far praticare un intervento inutile 0 di f~r trasformare in un intervento complesso, jndaginoso, lungo e mo!to leSJVO, un intervento dhe poteva essere invece semplicissit.no e rapido e tutto ciò., con danno del paziente. ' Vi sono in ogni modo dci casi in cui una tale rigorosa associazione dei due 1netodi può considerarsi superflua, per es. casi di corpi estranei ritenuti nello stomaco, nella vescica, ecc. nei quali è sufficiente la sola localizzazione anatomica, n1a non per <-]Uesto perde eli valore il concetto espresso innanzi sulla necessità di associare i due metodi nella gr3nde n1aggioranza dei casi. Partendo dunque .da questo concetto fonda1nentale della necessità di associare il rnetodo geometrico a quello anatomo-topogra.fìco per una migliore esattezza e co1n pletezza di dati d3 fornire al chirurgo, .. c dal concetto della ncccssjtà di avere, specialmente in guerra, un metodb non soltanto preciso, rn ~ anche scn1plicc,, rapido e pratico per la localizzazione geometrica dei corpi ~<; tranci, ho ccrGl to dì escogitarne uno che riunisse in sè tutti questi rC<.J ui si t i. Un n1ctnclo cioè, particolarn1ente adatto per quelle formazioni sanitarie qvanzntc e JnobjJj (Autoambulanze Radiologiche e Nuclei Chirurgjci) dove occorre f~tr molto, bene c presto, c dov·e non è se1npre possibile l'attuazione d1 conJplesse c deljcate attrezzature, specialn1entc se r.iescono ingom-

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11i accingo pertJnto a comunicare questo metodo dopo il vaglio di una lunga c rigorosa esperimentazione, e solo dbpo aver notato i costanti ed ott.1mi risultati che eflso Q1a dato in centinaia di interventi che sono stati praticati ntll'Ospedale militare c<Murri» sui feriti provenienti dai Yarì fronti.

Il metodo è fondato sul seguente pr.incipio : « Un punto opaco situato su uno qualsiasi degli infiniti raggi che provengono da una sorgente luminosa dà luogo ad un'ombra che si sovrappone all'ombra di turtti i punti opachi situati sullo stesso raggio, e ciò, ind1pendentemente dalla posizione che ha rispetto a quel raggio il piano su cui l'ombra viene proiettata, e indipendentemente dal1a posizione che ha rispetto al punto opaco la sorgente lwninos3, purchè il prolungamento del raggio che passa per il punto opaco incontri il piano>). Questo stesso principio vale per tutte le rette opache perpendicolari ad uno stesso raggio; il fenomeno dell'ombra un]ca si ripete purchè esse siano situate su uno stesso piano e tutte dalla stessa parte rispetto a quel r3ggio. L'apparecchio localizzatore da me ideato, avvalendosi dlei raggi X, o utilizz3ndo questo principio semplicjssilno sul fenotneno della sovrapposizionc delle ombre, fenon1eno che è identìc.o tanto per i raggi X q11nnto per qucJli ltuninosi) permette dj de terminare in modo semplice e rapido sulln superficie del corpo tunano, due punti di repere situati su due rette

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ortogonali immaginarie che s'intersecano in corrispondenza del corpo estr~1neo in esso ritenuto, e perrnette nello stesso tetnpo di n1isurare la distanza del corpo estraneo tanto dall'uno quanto dall'altro di questi due punti di repere. Vedremo in seguito l'utilità di questi dati ai fin.i dell'intervento . .. DIMOSTRAZIONE GEOMETRICA DEL 1lETODO.

Supponiamo che l'ovoide K (Tav. I) sia la sezione trasversa di una parte qualunque del corpo u1nano, per es. la sezione trasversa di una coscia e che il punte opaco A sia un corpo estraneo radiopaco in essa ritenuto. TJ\V. l

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Supponian1c inoltre che il piano P sia il piano di un trocoscopio su cui è situata la coscia, che il piano P} sic1 quello di uno scher1no fluorescente, e che il cerchietto X sia un tubo coolidge posto sotto il piano P.


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.Per .la ricerca del pr~n1? punto di repere ci ser\ ia1no di un raggj 0 pcrpendJcolare a quello dell onzzonte. Consideriamo perciò clhe il raggio r proveniente dal tubo X sia un raggio perpendicolar~e al piano deJl'orizzonte c che il punto opaco .li., corpo estraneo da localizzare, sia situato su ·r. Avremo sul piano P' dello schermo, fluorescente un'ombra O, data da A, in un punto ove il prolungamento di 1' incontra P'. Se ora considerituno un punto opaco quals1asi, per, es. B posto su1l raggio r, in base al fenomeno dell'on1bra unica a cui danno luogo tutti i punti opachi situati su uno stesso raggio, avremo sul piano P' la stessa ombra O datJ dalla sovrapposizione dell'ombra di .11 e di B. E così, se invece di un punto opaco B consideriaqio un'asta opaca, per <:s. v perpendicolare al raggio r nel punto B situato sulla periferia dell'ovaidc J(, avremo sul piano P' un'on1br:1 -:~.' di a la cui estren1ità coinciderà con J'(lllliH n () del punto opnco .rl, <-lu:dunquc sia la posizione del piano P' rispetto ad r, purchc jf prolungm1cnto di r incontri P'. L'estren1ità dell'asta a ci 1nd1dhcr~L cos1 H prin1o punto di repere B sulla pc.riferja di K, cioè, un punto. di rcperc~ situato s11 una relta jn1n1aginar1ja che passa per ..:J., corpo estraneo che voglian1o lrJca J1zz~re, c dhe è: perpendicolare al piano dell'orizzonte . .Per la ricerca del secondo punto d~ repere ci serviamo invece di un qua-

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lunq\'c raggjo obliguo proveniente da X. Spostiamo perciò sotto il piano P jl tubo )(, in una qu:tlsiasi posizione r)spetto 81 purn.to opaco A, per es. da X jn X'. Per A passerà un raggio obliquo r' e avremo sul piano P"' l'ombra O' di

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A in un punto ove il prolungamento di r' incontrerà P'. Se considerian1o una seconda asta opaca parallela ad " per es. [~ che incontri il raggio 1·· in un punto qualuntlue d'cl suo decorso, noteremo un. fenon1eno identico a quello che :1bbian1o osservato per ~. Avrcn1o cioè stù piano P' un'ombra ~' di 13 In cui estremità coinciderà con l'ombra O' del punto opaco [1. E cod, gualnngue altra asta opaca parallela a ~ che incontri il raggio r' 1 purchè situata dalla stessa parte e sullo stesso piano di (3, darà luogo sul piano P' ad tm 1 ombra che si sovrapporrà all'ombra ~' dii ~. In altn termini, l'ombra ~' di ~ r3presenterà ron1bra stessa di una qualsiasi ustn opaca che incontri 1·' purchè sia situata dalla stessa parte e sullo stesso piano di B. I1nn1aginiamo infine una terza asta opaca, per es. ·( perpendicolare ad 1' c nello stesso tempo parallela tanto ad a quanto a ~ e dalla stessa parte di queste due aste. Se tenendo fisso il tubo X' muov:iamo y lungo lo stesso piano perpendicolare a quello d eli' orizzonte su cui è posta cz noteremo che in un certo tnon1ento l'ombra di ì' si sovrapporrà completamente all'ombra ~, di B.

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Ciò avverrà solo quando '!' risuJtcrà csattan1ente all'incrocio del raggio r con r' dove è si t Lutto il punto opaco A. La spieg~zione ùel fenomeno del1a sovrappos1Z1one dell'ombra di 'l' a quella di ~ è in questo CJSO quanto mai ovvia perchè, in tale posizione, e solarnente in t3le posizjone, "'t pur essendo situata sul piano di ~~ risulterà situata anche sul pi~1no di ·'l., c con1c tale, per il pi~incipio enunciato innanzi, si c.IVrà sul piano P' un' ornbra unica r~, tanto di .( quanto di B. Ma :1bbiatno d'etto che l'on1bra ~, possiamo considerarla come l'ombra stessa di lilla qualsì;.tsÌ retta opaca situata sullo stesso piano e dalla stessa parte dj ~·, e quindi come l'ombra stessa d1 ·l' aUorchè "'( risulterà pcrpendjcolare al raggjo r jn .r1, d3to che in questa posizione viene a trovarsi sullo stesso piano t d:11l~t stessa parte d L B. L'o1nh1a della retta rJpaca B' possian1o in altri tennini urtilizzarla con1c un'on1bra jndicatrice eli ~~ in questa sua particolare pos1z1one per 1~ ricerca del secondo punto d'i rcperc. lof3t6, dato che nella realtà nc)rt possian1o far penetrare l'nsta opa(tt ~ nell'ovoidc J(~ cioè nella cosc1a, in n1odo da tncttcrla con la sua cstren1it:l i~1 corrispondenza del punto opaco A, qu~tndo la sua o1nbra al eli fuori dcll 'ovoide verrà a sovrapporsi alJ'ombra di B potreu1o considerare il suo prol'LJnga.. 1nento cotne posto esattamente in con·ispondcnz~t eli . -1. e perpendicol~1rc ad r. E così, il punto C, punto d'incontro dell'estren1ità di ~1• con la perifcr]a dell'ovoide J( possian1o considerarlo con1e un punto di reperc sit11ato su una retta in1maginaria perpendicolare ad r in A) e prccisan1ente con1e il secondo ptlnto di repere che cercavan1o. La conoscenza dej punti di rcpcre B e C ci dà poi la possibilità 1dli stabiljre faciln1cnte la distanza del punto opaco .1, tanto da B quanto da C jnqtlantochè·, cssenJo quest1 due punti d~ repere situati su due rette ortogonali che si intersecano in ./l, possiarr1o c.ostn1 ire il rettangolo B D C A. . La mjsura del lato BD ci darà la distanza dti A da C, e la tnisura Jel lato DC ò darà la distanza di .:1. da B, dato dhe in un rettangolo i lati opposti sonr..! eguali.

DESCRIZ IONE DELL ' :~PPJ\ RE CC H1 0 LOCALIZZATORE .

L'apparecchio costruito dalla S. A . Rangoni e Puricelli di Bologna non fa che n1aterializzare, per quanto è necessario, lo schema geometrico. (Tav. II). Esso è fonnato essenzialmente da un sjsten13 di due aste metalliche, Jnjlliinetrate, parallele fra Joro, e scorrevoli lungo una colonna verticale. L'asta superiore corrispondente all'asta a dello schctna geon1ctrico ha una estremità pi cgat~\ ad angolo retto; quc1la inferiore, corrispondente all'asta r dello stesso schctl1a, lha una estremità piegata a baionetta. La colonna n1ctallica che so..


33 stiene le due aste può essere disposta, per mezzo di una piccola livella rotonda fissata in cima all'apparecchio, in senso perfettamente perpendicolare al piano dell'or1zzontc. Le due aste, situate a loro volta perpendicolarmente alla colonna di sostegno, pur rimanendo costanten1entc parallele fra loro, possono comp1ere lungo di questa diegh spostaJncnti tanto in senso verticale quanto ]n senso orizzontale, ma setnpre su un solo piano perpendicolare a quello del-

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I cursori delle due aste hanno sulla t1ccia esterna due pomelli, di cu.i jJ più grande serve per gli spostamentì verticali c il più piccolo pèr gli spostamenti orizzontali, e, sulla faccia interna, una v1tc a pressione per il

bloccaggio. L'apparecchio è dotato di uno schermo fluorescente 24 x 30, scorrevole lungo le colonne che lo sostengono, e ribaltabile. Esso ha la metà sjnistra quadrettata con quadratini di un centimetro di lato. Le linee longitudinali della qundrett::ttura sono parallele alle aste sottostanti e nun1erate da o a 5· Ognuna di esse fn le veci dell'asta \1 dello sche~ ma geoJnetdco, n1eno quella mediana che corrisponde al segno zero e che serve per la ricerca del raggio norn1ale. Le linee trasversali della quadretta tura sono nun1crnte da I a 24 e tale centiinctratura coincide con quella delle aste. 3 -·- GtrJrnalc di medici1111 n11litare

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34 Tutto il con1plesso è montato su unn base di sostegno provvista di tre piedini a vite che servono per regolare il livellan1ento dell'apparecchio. A tale base è applicato un piccolo n1orsetto che la fissa solidamente sul piano del trocoscopio onde evitare l'inconveniente che eventuali urti, facili a verificafsi nell'oscutfità, spostino l'apparecchio e falsino di conseguenza i dati della localizzazione. Quando Ja vite inferiore del morsetto non è tnolto stretta, 1'apparecdhio localizzatorc può invece scorrere agevolmente lungo il bordo del trocoscopio.

N or11te pe1· l'uso del c< localiz.zatore n. - La localizzazione geometrica bisogna farla sul trocoscopio, ciò è vantaggioso per il p. perchè può assuunerc una posizione co1nodla, ed è vantaggioso per il radiologo perchè così vengono ridotti al 1ninùno quei movin1enti, da parte del p., che potrebbero alterare i dati della localizzazione. Prjrna di far adagiare il p . .)ul piano del trocoscop1o è opportuno n1ct· tere in posizione verticale lo schermo fluorescente dell'app~rccch1o locallzzatore e tirare indietro al massimo, sul segno zero, le due aste in n1odo da evitare ogni impedin).ento. Stab1lita con diligente ed accu.r ata r•i cerca la presenza del corpo estraneo (rjcerc.:a che si fa agevolmente con lo sdbern1o fluorescente dello stesso loca]izzatore, rj portato in posizione orizzontale c convcn ienten1entc abbassato sulla parte da esan1inare) identifìcJta la sede anaton1ica del corpo estraneo e i suoi rapporti topografici, avvalendosi caso per caso di quegli accorgin1enti, di quegli espedienti e di quegli artifici diretti o indiretti dhe servono per una tale identificazione, si passa alla localizzazione geometrica. Questa va fatta nel tnodo seguente: l. - Livellanzento dt'll't.~ppareccl1io . Si fissa l'apparecchio localizzatore, che per le altre ricerche si er1a tenuto scorrevole lungo il bordo del trocoscopio, Jateralm~nte alla regione in cui si è notato il corpo estraneo, e lo si livella muovendo opportunamente le viti del]a base di sostegno in modo da portare la piccola bolla d'aria della 11vel1a rotonda entr1o il cerchietto segnato suJ vetro. II. - Ricerca del raggs·o J1onnale . E' consigliabile farla al di fuori delj 'ombra della parte in esame, spostando opportunamente quest'ultima, in tnorio da avere la n1igliore nitidezza possjb11e dell'ombra dell'asta superiore e della guadrett:1tura dello schenna. La ricerca consiste nel portare, sotto scopia, n1uovendo opportunan1ente 11 h1bc, l'ombra della punta dell'asta superiore, che deve apparire non più angolata ma rettillnea, ->ulla rig~ del raggio nonnale, allo stesso numero dii cent1metri scf.,rnnto d'alla sua ccntimetratnra. Per es. se :-tbbiamo spostato 1n avanti l'asta superiore fino al segno IO della sua ccntltnetratura, l'on1bra della sua punta dovrà coincidere sulla rig3 ~


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del raggio normale col punto d'incrocio di questa con la riga trasversale cordspondente al segno 10 dello sdhermo. .,

III. - Deter1ninazione del punto di Y(.?pere vertlcale. Individualizzato il ragg1o normale, si .fissa il tubo, c si sposta opportunamente la parte in esame fino a che l'on1bra del corpo estraneo non venga a sovrapporsi a quella

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della punta dell'asta superiore.

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Resta così determinato il punto di repcre verticale, e cioè, tl punto B dello schema geometrico. L'estremità dell'asta, abbassata sulla cute del p., ct indica in'fatti un punto di repere s1 tuato su una retta inunaginarja che p~ssa per il corpo estraneo c che è perpendicolare al piano dell'orizzonte.

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!Tl . - DeterJninazione d1el punto di re pere ori:~zontale. Mantenendo j1nmobilC' il p., si sposta il tubo jn una direzione qualsias-i, in modo da proiettnrc l'ornbra del corpo estraneo su. una qualunque delle righe longitudinali citi lo schcrn1o, così c01ne appariva proiettata sulla riga del raggio normale. Jn nltri t<.:rn1ini se la riga del raggio normale passava per un punto tnediale cl'dJ'o1nbra Jcl corpo estraneo, anche 1':-~ltra riga.. dovrà passare per lo stesso punto mcdiale, c <.JUCsto perdhè la localizzazione che noi facciamo si riferi!iCC a·un punto del corpo estraneo c non al corpo estraneo in massa. Fatto c1Ù, s1 fissa il tubo, e si sposta opportunamente in avanti l'asta infcrior~ per rendcrla vjsibilc, c in senso vertic:de, .fino a c~1e l'ombra della sua punta non venga a coincidere esattamente con la stessa r.iga longi tudinale sulla guaJc abbiamo proiettato quel dato punto dell' otnbra del corpo estraneo. Il punto dove tale asta incontra la cute del p. rappresenta il punto di repere orizzontale, e, cioè, il p~tnto C dello schema geometrico. Esso è sih1ato su una retta immaginaria perpend1colare alla retta su cui si trova il punto di repere verticale e s·~interseca con questa in corr1sponJenza del corpo estraneo. Nel caso di un corpo estraneo volun1inoso è bene attenersi alla regol::t dl far passare tanto la riga del raggio normale, quanto l'altra, lungo la Hnea mediale dell'on1bra del corpo estraneo, or1de ev.itarc errori di apprezzamento dovuti alle deformazioni e a1le differenze d'i grandezza che l, ombra subisce con gli spostamenti del tubo. Come pure, nel caso di un corpo estraneo soggetto a rnoyin1enti, per es. nel caso di un corpo estraneo .intrapolmonnre> bisogna avere l'a~.rvcrtenza di proiettare la sua ombra, prima sulla .. riga del raggio norn1ale c poi sull'altra, quando è .immobile, per es. dur':lnte una pausa respiratoria, per e\'itarc errori dovuti allo spostan1ento da esso subìto con i movimenti rcspiratorii. Gli stessi errori possono essere ca usati dallo spostamento del p.

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TI. · Prova. di controllo per r esattr:z:za de/ln. loca.'Jione. Dopo aver determinato i due punti di rcperc, se la localizzazione è stata ben eseguit:t, 111uovendo il tubo in ogni senso notere1no che quel punto dell'ombra del corpo estraneo che abbiamo preso come punto di riferimento, subirà sposta-

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36 n1enti della stessa ampjezz3 e diretti nello stesso senso rispetto a quelli <.Iella

punta deJl '~sta inferiore. E' questa una prova che non v~ tr.1sctu\ tta perchè ci indlica con sicurezza che quel dato punto del corpo estraneo c 1~ punta dell'asta inferiore si trovano sullo stesso piano orizzontale e chf pertanto la localizzazione è esatta. Dopo cssercj assicurati di ciò, facendo rin1anere mcora in1n1obile il p., si fa luce, e "si scgn:Jno con n13 ti ta dermografica i due punti di repere indicati dalla estren1ità delle aste port~te J contatto della cute, contrrassegnando con un TI il punto di repere Yerticale per non confondlerlo poi col punto di repere orizzon t:1le. Per renderli indelebili, i due punti dì repere si demarcano in seguito con la punta sottile, inunndita, di nn lapis di nitrato d'argento. FJ. - DeterJnù1~.1-;;ione della distan::::a del corpo estraneo dai punti d'i repere. Detern1inando i due punti di repere l'apparecchio determina nello stesso ternpo la distanza di ognuno di essi dal corpo estraneo. Per conoscere la distanza del corpo estraneo dal punto di repere verticale nnn bisogna fare altro che leggere .sulla millimetratura della colonna verticale l':1ltezza raggiunta dall'Jsta superiore e quella raggiunta dall'asta inferiore. La differenza tra i due numeri indicherà, in millimetri, la distanza del ,.:orpo estraneo dal punto di repere verticale. Per conoscere la d!st~nza del corpo estraneo dal punto di repere orizzontale bisogna leggere sulla millimetratura drell 'asta superiore il numero dei rnilllinetri corrispondenti al limite del suo cursor:e; lo stesso va fatto per l'asta inferjore. La differenza tra questi due numeri indicherà, in millimetri, la distanz3. del cGrpo estraneo dal punto d.i repere orizzontale. Queste distanze dei Jue punti d1 rcpere dal corpo estraneo vanno espresse sul referto rad1ologico con le seguenti abbrevjazioni: R. V. mm .. R. O. lTilTI • . • REQUISITI DELL' AP .?ARECCHIO LOCALIZZATORE.

Sebbene lunga e noiosa possa sembrare la descrizione delle manovre che bisogna co t n piere per la localizzazione geometrica, la loro esecuzione in pratica è invece molto semplice e rapida. Per ognuna di esse non occorrono dhe pochi secondi, sicchè, anche chi non è bene ~ddestrato può riuscire con questo apparecchio a localizzare un corpo estraneo in n1eno d~ un tninuto. Alla semplicità e alla rapjdità delle manovre esso unisce il vantaggio di una grande Jnancggevolezza, dato il suo piccolo volume e jl suo peso, su per gitl eguali a quelli di un microscopio. Può essere adoperato con qualsiasi tipo di apparecchio radiologico, anche con un :lpparecclhio portatile, pcrchè non ha bisogno di speciali adattamenti


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n di app;trati accc:)riOfl per tS!,Ct c apphcato, c perchè., a differenza di altri 1ncizi di localizzazione, non rich1edc nè posizioni, nè distanze, nè tnovilnenti obbligati, si'1 da parte dello schermo fluorescente, sia da parte del 1ubo, nè ha b1sogno di spcciah dispc;sitivi per la individuazionc del raggio non11ale. Offre 11 vantaggio di jndic3rc non un solo punto di repct e cutaneo, che al fine pratico dcll'jntervcnto non avrebbe alcun~t utilità, n1a due punti Ji repere. per mezzo dci quali il chirurgo pub rendcr~i facilmente conto della direzione da seguire per raggiungere il corpo cstntnco, .indicaztone, questa, 1nolto più irnportante àella sola nozione di profondità, ai fini de! l intervento. Con1unque, l'apparecchio non trascura di indicare l:t profondità, e non da un solo punto ma da due punti di repere, ciò che dà anche la facolta dj scegliere ]a vj3 più breve per aggredire il corpo estr2n~r.; . Evita gli effetti nocivi deJle radiazioni; effetti noci\ i che ncn sempre è possibile risparmiare al radiologo e al chirurgo con quti metodi di locl~ 11zzazionc cl1e richiedono il controllo radioscopico inte7mittente durante l'intervento. Fatto, questo. da tenersi .in seria considerazione, perchè, una cosa è dover fare, carne- accc1de ]n tempo di pace, uno di guesti i.Lì.ten-en ti ogni tanto, c cosa bc.n diversa è jl doverne fare magari Yaric diecine in un solo giorno, come può accadere in guerra. L 'apparecchio pern1ette jnoltre di compiere l'intervento in camera operatoria, in condizioni perfette di luce, di asepsi. e con l'ausilio d i tutti gli altri vahtaggi che solo ]a catnera operatoria può dare, e tuttociò senza il bisogno di speciali attrezzr:ture radiologidhe 1n ess..1.. non sempre attuabiti in guerra, e che comunque possono impacci:Jrc un po' il chirurgo'\ specie quando è di fronte ad interventi particolarmente gravi, comp~essi e delicati . E' jnfìne un mezzo di localizzazione economico perchè non richiede consumo di n1ateriale radiografico L, ORIEN'fATORE. La determinazione di due punti di rcpere cutane1, sia pure con rinchcazionc esatta dell:t distanza c della posizione di ognuno di essi rispetto =tl corpo estraneo, se è condizione necessaria non è sempre condizione sufficiente p<,r una sicura estr~zionc di esso, qualora il chirrngo debba poi scrvjrsi in n1oclo qrosso1ano dei due punti di repere per orientarsi. Infatti, sebbene potrà farlo facilmente in 1noltissimi casi ' non sempre il chir'Ur<To potrà ricostn1ire menta lmente con esattezza quelle due rette ortogonali che seryono a i:ldicargli la direzione d~ seguire entro i tessuti per raggiungere il corpo estranee, spccialn1ente se uno dei due punti di repere sia già stato reso inservibile dall e lnodilìcazion] apportate in corr]spondenza c)j ec;so con l'incisione dclJa cute, col diYaricamento dei tessuti:- ecc. \:)

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Il problema della localizzazione geotnetrica è perciò un problema cJ1c non finisce sul trocascopio n1a sul letto operatorio, e con ottimi risultati, solt anto se al chirurgo venga data la possibilità di potersi bene orientare. L'orientatore raffigurato nella Tav. III è uno strumento che in pratica si è dimostratò molto utile per risolvere questa secenda parte importantissima della localizzazione geometrica. Descriz ione dell'orientatorè. - L'orientatorc è rappresentato da un archetto 1netaJlico di 150° con un raggio di 15 cm. c da tre specjlli millimetrati tnobjl i sull'arco, tanto in senso raggiato guanto in senso circolare. TAV. IIr

L'orjentatore è sterilizzabile come qualsiasi strumento chirurgico. Nornze per l'uso del/'orientatore . - Si fissa lo specillo intern1edio in 1nodo d:1 forn1are un angolo retto con uno degli altri due, e si allontana la sua punta dal centro deJl 'af'co di una distanza eguale a quella che il corpo cstr:-~n eo ha dal punto di repere verticale, secondo i dati fomiti dal radiologo. La punta d'eli 'altro specillo che col primo forma l'angolo retto, la si allontana invece di una distanza eguale a quella che il corpo estraneo ha dal punto di repere or1zzontalc. La punta del terzo specillo la si all ontana al rnassimo. R.egolato jn qu1esto modo l'orientatoPe, si mettono a contatto le punte dci due pritni spccilli (quelli ad angolo retto) con i rispettivi punti di repere, si ahhassa il terzo spcc11lo fino a che la stta punta non venga a toccare la


39 cute del p., e lo si fissa in questa pos1Z10ne. Esso determina cosl un terzo punto d1 repere che si segna con un lapis dennografico. . E' ovvio jntenòerc dhc i tre specilli così disposti vengono a rappresentare i raggi materializzati d~ un arco che ha per centro il corpo estraneo e che lo specillo intern1.edio, di cui gcneraltnente il chirurgo si servirà per: l'orient·azione, risul~e~à costnntementc orientato verso il corpo estraneo, q'Ualunque sia ]a sua pos1Z1one su li 'arco c qualunque sia la sua 1nclinazionc rispetto alla rerticale passante per il corpo estraneo. Scaturisce da ciò~ che guando le punte ùci due spcci!li laterali sono a contatto con i rispettivi punti di reperc, lo spccillo intermedio indicherà la djrczione da seguire per raggiungere 11 corpo estraneo, qualunque sia il punto in coflrispondenza del quale venga praticata l'incisione purchè cornl'rcso tra i due punti di reperc latcr~li, c qualunque sia, la posizione clhe si Lt :tssun1erc alla p~rte in cui il corpo estraneo è ritenuto. La posizione più t•rul!;jgli:tiJìle, in ogni n1ouo, è quella che il p. aveva sul trocoscopio al mollJ(·nt<J df'l':t dctcnninazionc dci due pun ti dJ rcpere perchè evita gli evcnlu:tli errori t..:tlt:ìati rf~llo spostan1cnto che, specie in certe parti del corpo, posMJJlO StJbjrc ri~pct1o ai due punti di repcre cutancj i tessuti sottostanti, e con C"c;:.i, il corpo t"'; tranco, col Jnut~re della posizione. Con 1 )nri cnt~ttorc è cosa tnolto f~tcile rimettere sul letto operatorio la p.trtt in cui c rjtcnuto H corpo cstr:1nco nella .stessa posizione che aveva sul troco~opio al tnon1lnto dcll:t c.lctcrrn inazione d'ei due punti di re pere. Per r:lr ciò, quando le punte dcl!o strutncnto, regolato come abbiamo detto innanzi, sono n contatto con j rispetti vi punti d i rcperc, basta far n1ot:1re la parte J]no a che lo specillo mrrispondentc al punto cli rcpere verticale venga ad assumere la posizione verti~alc rispetto al piano dc11 'orizzonte. Posizione che ognuno ~·iesce bene a regolare anche senza l'aiuto di una livella. Q·ualora si ritenga opportuno intervcrurc jn corrispondenza del punto di repere orizzontale, bisogna, nel regolare ]o strt1111ento, allontanare dal centro dell'arco la punta dello specillo intern1cdio di una distanza egunle n quella clhe il co:po estraneo hn dal punto di repcre orizzontale e la punta dello specillo che col primo forma l'ango~o retto, di una djstanza eguale a quella che il punto ,dJi repere verticale h,l dal corpo estraneo, incli far coincidere la punt::t dello specillo intennedio col pun1o di repcrc orizzontale e quella del· I,altro col punto di repere verticale. l:' Per 11 resto il proced in':lento è lo stesso di quello descritto. E' jnnegabile che se il corpo umano fosse un corpo solido rigido, la 1 direzione d~ta dallo specìllo intennedio di questo strumento sarebbe di una l esattezza matematica. Comunque, in pratica esso si è dimostr::tto un'ottima guida per il chirurgo aàl onta delle difficoltà che per una t~lle esattezza offre 1 , i1 corpo un1~no, difficoltà aumentate da qttellc che sorgono con l'intervento c che n1i sc1nbr::t inutllc entunerare pctchè fac1ltnente con1prensibill.

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Da quanto è stato detto innanzi si intuisce chiaramente l 'utilità di questo semplicissimo strun1ento inquantochè offre al chirurgo le possibilità seguenti: I. - D1 ritnettere sul letto operatorio il p. nella stessa posizione che aveva sul trocoscopio al momento della detern1inaz1one dei due punti di repere. II. - Di dcterrninare sulla cute del p. un terzo punto di repere da uti.. lizzare qu?tndo non sia più possibile utilizzare uno degli a1tri due perchè mobilizzato o reso iniconoscibile dall'incisione praticata in corrispondenza di esso o nelle sue itnmediatc \'icinanzc. III. - Di indicare prima e durante l'intervento la direzione da seguire per raggiungere il corpo estraneo non soltanto dal punto di reperc verticale, n1a anche dal punto di repere orizzontale, e da qualunque altro punto situato. fra i due repere laterali per un arco d!i 150°. E cioè, il vantaggio di poter interYcnire da qllel punto che si ritiene piu opportuno per ragioni an.aton1 iclhe, d1 rrofondità, ecc. I\7• ·• Di indicare, con J8 dj rczione da segui re, ;111chc la profund i tò l'il g.. giunta entro i tessu:t] jn qualsi asj tllomento dcl1'intcrvenlo. Per gli ottimj r] suJtati che costantetnentc L]UCSto n1ctodo ha d:llo l·inn nd ora, nutro .fiducia che potrà facilitare n1olto, c partjcol :tnncntc ~11 colleghi delle ambul..1nze rad1ologiche c dci nuclei chirurgjci, j) gravoso c spesso dj[Jìcile con1pito dellt1 localizzazione c della estrazione dci corpi c~lrnnd, con beneficio dei nostri g 1ori osi feritj.

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L'A. espone un !- U O n1ctodo per In localizzazione d c i corpi estr.mej foncb to ~ul fc nmneno della sovr.1pposizionE delle o n1hrc a cui d~nno luogo tutti j punti opachi ~ ituati su uno stesso r:~ggio, e n e fa 1::~ din1o~trn z i on c geon1etrica. D escrive l'ap parecchio v Locc.tlizz~Horc n che, utilizza nJo questo fe nomeno, per· rn ettc di detennin~rc in n1oÙ0 c;cmplice e. rapido sulla superficie del corpo umano du e punti di re pe rc situati su due re: te ortogonnli che si interseca no in corrispondenza del corpo estraneo, e pe rm ett~ nello ste"so te n1po di J ctem1inare ln distanza tanto d ell'unù quanto dell'altro di questi due punti eli repe re. D escriYe le norme per l'uso di questo np parecchio, i requisit1 e i \'nu taggi che esso offre. D escdvc infine uno strumento s.ussicliario detto 1< Odentatore >) il quale, utilizzando i d:tti forni ti dal et Lo ca liz zatorc n, !-èrvc di ottin1a guida al chirurgo, inquantochè indica b direz ione da seguirt.: per r a ggiunger e: il corpo estraneo partendo dal punto di repere che il chin1rgo ritiene più con,·enienfc, e, con b djrcz.io ne, la profondità ragg iuntn, in qualsiasi momento clell'intcrvento.

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MIOPIA TRANSITORIA DA SULFAMIDICI

Sono st~t1 descritti nun1crosi casi di n1 ioiJia transitoria dovuta adJ in oo e. stionc di sulfamjldici; 1na poichè l'jnterprtrazj onc p3togenetica. è stata oggetto di d1scussjone e non <;j è f3tta <tncorJ con1plcta luce abbi::uno ritenuto oppor . t1Jno illustrarne un caso c~pitato al la nostra osscrr::tz.tone ...

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B. ìvfnrcdlc) di anni ::2 n1rtri11.Jio. N t~ll.t

d1 P~'rticolurc ncll'nn.lmne&il rnmiglinre.

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L'c"<ìnme obbiettivo genc:rol c è negtt tiYo. L:-t R vV. è ncgnth·n. Pure negati vo J'csan1e Jdle udnc. E f JJ11C oftalnuco: nulla a carko cl cgli ~~ nn essi e delle c o nglunLh~c . 11fez7i diottrici 1raspnrentj. Pupille rotondr:, isocoriche c ret1ger1ti ~Li vrtri stimoli. Nulla al fo11clo.

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C ampo vjsivo normale. Alla schiascopia si os~erva mio pia di 4 diottrie jn O D c mÌ'O pia ili 3 tliottrie in OS. l

OD. V n -=-= -·-- (scarso) e V ==- uno con -

4 sferica.

= Bl (scarso) c V = uno con -

4 sferica.

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Legge da vicino il primo carattere della ta\'ola dit Jager sen.7a correzione. Si isti!Ja atropina in 00. e sj ripete 1a schiascopia nppen~ ottenuta ·~ a dibtazioue. 1] reperto schiascopico è identico al precedente. A dista nza <.]j 4 ore vkne ripetuto J'csame ed 'il paziente risulta emmetrope ti..n 00. c'o n Vn = uno (scarso). Si rratra quindi di una rniopia eli lieve grado i nsorr~ rapi dament<: i n segu ito ad in gestione di sulfnn1idici. fenz a turbc pupil bri c della durata. uppro~S:ÌJnntiva di 12 ore, scmnparsn dopo istiHnz ione eli atropina. Tale miopb costituh·n l'unico fenom en() d'intolleranza al n1eclicamento.

Cercherc1no adesso d1 raccogliere la casJstlGl finora nota soffe.rp1andoci speci~ln1ente su l'interpetrazione patogenetica data dai vari autori. Stine per prin1o e successivamente Lagrange e Lnud~1t illustrarono c~si di tn1npia da sulfan1idici. :Nfattsou ne segnalò tre casi nei quali l'istillaz1one d1 on1ntrop1na non produsse Inod.ificazjoni della refrazi one.

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Ritenne perciò dì dover esc1udere uno spnsn1o del tnuscolo ciliare cd ~tttribu; il disturbo ad alterazion~ dcll:t lente. Sìn1ìhncnte Galcj pensò ~J edema dcll:-t lente. Tit3 in un suo _caso in cui, oltre ~Ha n1iopia~ osservò fatti di angiospasn1o retinico con restringimentc concentrico del c:tmpo visivo, prospettò l'ipotesi che sj trattasse di sp3smo del musrolo ciliare. !vfissiroli ne osservò e descrisse 3 casi dci quali uno particolarmente interessante. Si trattava di una donna la quale era divenuta n1iope nello spazio di poche ore in seguito ad ingestione di 3 gr. di sulfamidici. L'A. istillò orna~ trorJina in OD. e~. non ottenendo m edificazioni della refrazione ' il bcri orno suecessivo sempre nello stesso occhio istillò atropina. Riesan1jnando la paziente r8 ore dopo trovò che la miopia era sco1nparsa nell'occhio ntropin1zzato e persisteva nell'altro non trattato. IJ 1vfissiroli ritenne che il disturbo sì dovesse attribuire ad uno spas1no del muscolo ciliare. Dello stesso parere 30no Estermann, Alagna, Dilthej, Aliquò Mazzci, Dejaan e Rou..x e Topolanskj i quali tutti riscontrarono dlirninuzione della rniopia dopo cicloplegia. Altr! A:.~ .~ Friedmann, Bailej, Blankstein, Gagesteiger non avendo dopo jstìll:-tzione di omatropina rilevato modificazioni della refrazione nei loro casi pens:-trr)ntJ trattarsi di alterazioni della lente. :tvfarconcmi la riferì invece ad un 1neccanismo duplice che agisse sia sul n1uscolo ciliare che su1 cristallino. S:lb:l rjtenne che oltre al]o spasmo del muscolo ciliare fosse in giuoco unJ Yari~zione dell'indice d1 refrazione dei mezzi oculari e specialmente dell ~acqueo.

Steffen non a\·endo ottenuto con l'atropina variazioni della refrazjone sostenne tr attarsi di alterazioni della ]ente dovute ad accumulo del sulfamidjco, st1.ffragando la sua tesi: r (j - sull:! base delle ricerche di Be1lows e Chin sulla distribuzione di suJhnnidici nell'occhio:" ::!" - sulle alterazioni della lente che producono la nuopia transitoria nel d) abete; . 3u - sul perdur.1rc Jella miopia dopo istillazione di omatropi!.1a o, )n un caso, di atropina. Questi arcrornenti furono brillantemente confutati dal Miss]roL nella sua nota 3ul1a ;aralisi di accotnodazione da su1falnidici, e in seguito dal 'fopolanski il quale nei suoi 2 casi di miopi:t da sulfamidici, scon1p3!si 1n 5 ore dopo istillazione tli atropina, escluse ripotesi del rigonfiamento del cristalUno attribuendo la causa del disturbo ad jrritazionc del n1uscolo ciliare. 1vfolte delle ipot<-'SÌ prospettate dal vari AA. possono essere faciln1cnte tsclusc nel nostro caso.


43 Ad csctnpio, datn la scar~a quantità del sulfatnjdc inaerito è ben difficile . . l Il''Jnrd.tec (11 rcfrazione dei mezzi o ' oculari (umor IH'nsarc a d un ..1 vanazionc (c acqueo secondo Saba, cristallino secondo Stcffen) dovuta ad accumulo del 1nedicamcnto, o ad una Vltrjazionc della pressione asmatica determinatasi in seguito a distribuzione incgual(. dc] n1cdicamento nei vari tessuti oculari

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(Blankc;tein). E' note inoltre che la durata mcdja della mirJpja varia tra i cinque e i dieci giorni, e che ])atropina ne abbrevia sempre il decorso. Come potrebbero quindi i suddetti AA. spiegare l'azjone del mirlriatico su] preteso accumulo

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o su 1le variazioni della pressione asmatica? Vero è che molti l\l\. non osservarono variazioni della refrazione con l ' omatropina: e Steffen riferì che in un suo caso l'ishllazione di atropina non provocò la scornparsa rapida della m1opia ma, tuttavia, ii?- 24 ore la riduzione da 2,50 d. a 1,50 d. e in quarta giornata l:1 remissione totale. Ciò sembrò all'f\. sufficiente ad escludere lo spasmo del musco!o ciliare. Giova qui ricordare che è universalmente noto che rornatropina speciZ~lmente nelle deboli concentrazioni norm~lmente usate a scopo diagnostico (da 0,50 al 2 '~G) possiede un'azione ciel oplegica insufficiente a vincere uno spasn1!j di una certa entità. Del pari è noto (Fuchs, Ivforax, f\Iartin) che anche usando l'atropina molto spesso occorrono \'arie istillazioTJi pcr essere sicuri di avere escluso ogni intervento dell'accomodazione. In totale, ad csclusione\del nostro, in sette casi fu istillat.1 atropina e in tutti si ebbe tmJ. ren1issjone brusca o graduale della miopia. :Fu pure osservato che l'assenza costante in questi C3.SÌ di turbe pupilJari non si accordava cpn la teoria dello spasmo; è però ben noto che sostanze tossiche possono agire su una r1stretta sezione nervosa. Basti pensare alla tossina difterica che paralizza isolatamente le fibre del muscolo ciliare lasciando jnàenne lo s.fintcre pupillare, e alla speciale elettività che avrelr bero i sulf~1m.id5.ci per le fibre 1nnervantl il n1nsco!o ciliare come parrebbe d ilnoslrato da1l n paralisi d'eH, accomodazione osservata dal :rvfissiroli. N el ca~ o in esame il nesso tra istiJlazione di atropina e scomparsa del \.listurbo visivo è tanto evjdente da autorizzarci senz'altro ad ammettere che la mi0pi2 sia dovuta a <3pasmo del muscolo cHiare, avendo la cidoplegia n portato 1a refrazione alla norn1a. La quantj tà del sulfa1nid.ico .ingerito (gr. 2,75 in tre giorni) è molto lontana dalle dosi tossiche il che ci permette di attribwre .1d idiosincrasia la n1anìfcstazjonc oculare osservata.

Possian1o quindi chiudere questa breve nota concludendo che il caso e)atn\nato ci offre l'occasione di confern1are che con ogni probabilità la miopia transitoria dn sulfan1idici è da interpetrarsi come dovuta n spasmo del 111usrolo cibare per idiosincrasia al medicamento.

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'4 -r. R1:\ ·~t' · . ·1 u. -- L 'A. ri feri.;cr.. · ~ u dj un C.l !:I O di miopb transitoria cb !.Ulf:Inlidic: .u,zupars l L.0J1ll'k t.un c:zllC dopo cK:op!t J-_i.!. Ccm 4UCSt41 O.::.SCrvazionc rlrlC il!.. Ji ror::t:-e ~ : !1 .t l ~'HJ conrrjhut{J Ltlla tcci eh<: C0 '1 ~i1 d (' rr_ :aie r]i::,turho della refrazionc d o'.'Uto ~ r-~."1..1 ;;rl!o

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!)u!l'intpi('go L' .rni 1isulttl!t t!t:lla terapia ,fulf(/ml(l ita tn trl cu n c t~ffu i'''·' f.J f.'!· imi. -- La ~' ltiin nna Jncdi r.t, :1l-}, l'ag. I::1.'JfJ, rcp1o• •\ 1 l (}r:i; I\L"-Zl.EI: \liuf,;a tran ritrJJiu t d f/ng irH JJlfJm o nflfllto d11 ,ul/ttnu d,, 1-• Rifonnu .l\1euirH, sR, p~t g . l ()f }2 , l ~4 2 . BE•:r;. l~LPJ , \ V:u m : 11, p.tg. I<-Jr6. JfJ )9 (c iuttn d:-t ;)c:rJ' t ). IJILUJ\"• S c; C lll l\l. : Th e dtl lriblftloll of Jttlfami!anud,. 111 thr '-jr. Tt ,, J c t~U'H, nt' dr· •. \ J. 'tf.J t f/'t;

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( .Lir. di Ca t.. lll ta 7• p.tg. ~7 11 , t tt"'l) . { ' "'(if ,~. c. : K lin. 1\ [rjfl~H ~hl. 1 : :\ngt nhcP . \ 'o!. t uX. l ! t4~, t ..t ~ c . marl o - ~lprile, png. ~.)l).


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IL *' V ACUUM SINUS , NEL VOLO A TUFFO

E NEL VOLO DI ALT A QUOTA l l Jt\. l' \ ntn }T \ l\lt , ,·ap1l.' l1n l•h d t l:•l ,\. ,~-t .... n~~. ,. l'Ì ilth. ., t )l{.l .• l ' tll''-'''t.ì d1 P.llll\,\ C.- 1: i~U t, • ~.h Otm w , · l.!t. l'~ll!,tlt 1,\ tkll 'd'•!'u\.\1~., llllht.Hc 1.h llulngn,,

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l ~ pr .grcs'lt ~ !d l ~~ \ cr 'rl.llltit·~t , 1.nlÌl"l'l~'llll tl) tc in rappnrto nl volo a c ,d \ r fn di ,,(;" c .dtl:,•tJ tn.t qu~. \L t, et d.tnn o la possihihtù Jj riscontl\HC~ f 11 F ! ~l it tt fa ' ''I l .ttll l l'd nnh' tltt't'f'ntt prnp1 iP :1 rptc.~li tipi d] volo. , ~ frur t rhJ .~ intcnd,-, appunto df( 111 c 'd l nlcuni ~i.lsl di (( ' 'actnun r t, • r;~r ..,,·r.!H rt i l rlllltr f"( ltì i pilnt l Vi'l Ìldfi du r,tntc l',ttluale gucrrrt) rhe t r,,(, ~ ~ r hru·.. fl1( nt} diu ~ ullt · !.1 d i:it"c·:•~t :t tullo. • nu rr1dr tht ,1hrit .t\lllrH'i ~~i ~ ~ i. llll) llH upali di {ptc~; lo ..trgutncntL). ;,• r~t •fJ r.;(} 1, i! pH · . :tJ ac .f,·ll':!l·i.a "lllltnant ~t ll<.'i ~<'Ili p.tr,lna!lali subisrc it tt· t ,.,,~1~Zi!J..1i dtU'~rit d~·ll r· vw rr·~rnl'. tlc1tH c· qnu~tli dell'aria atrn Dsfcrica . . :1,1 ,! J:ro t'Hl t CJ ,, . ~ r qp ·n nH nt.tr't''Jlf) :1nl ~. tdav<'re Lhc ,\cl ogni attu ~.t:!'pirt.~tnn~" ~ , \ ~·icr c tHl:J l H. Hnt•ntq d t a ri . ~ t.l:t i :wni nel naso e da questo

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Fra rd:r (...'!. ;, vece, ~ ic.~ttcZJ i~l t :,tc.:s· j , ~,1)' rinH ttli !i li urt tnodello del naso e credt ttt: di a$C:Pl~t··e che f.:1itw l t/1 n•·lLt rc!•;pint:tic,ne [orzata attraverso il nasv a\ \~'.:n i,·~, un rno··irntn to dd l' ~ t ria droi :l t: ni. C.d ~ nud a c CitefH ( · ), che in tut ca:. , d\ fr.!ltura t<ipn'it.l di un seno frontale l scguirn!lo nu:neru!H c~ d :11.:cu r. tti <:~q H'ri rncn t i, pervennet•o nllc condusionl che l'nri~1 cuntenuta ne• ~~cni prend p u te alt1va alla rc<lpi razione n~· sale nonnalc e in grad0 n1 inore .ntc. hc ralla rc-4lpirazionc tr~tnquilla a boera :1pcrta; cb e la stessa an a d ei l)cni prende par1c rnaggiorc alla resp.ir :u~ione fL"'f?ata :1 brxct chiusa:- mentre nou vit ne iufh1enzaLt affatto d:·tl la fon:t1.1onc dn lJ n drgl utizione. Succc.. sivan1entc 11 C:tlan1ida (4) ·{ ptrirncntc'l sui cani che avviene un ri('~U11bio d.,nn a delle cL1vit~1 acc(!<)c:; orie del naso, ricarnbto che (.~ 1n stretto rap-porto con le Yarjazioni di pressione deH'.tria delle vie aeree, nelle condizioni pi tl di,·erse. C\

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Branzini (r), che eseguì i suoi esperimenti pure sui cani, venne alla conclusione che la pressione dell'aria contenuta nei seni dipende da quella esistente nelle fosse nasali, nonchè dall'ampiezza dell'astio; poichè se l'ostia è piccolo può avvenire un breve ritardo o un lieve an ti ci po della pressione dell'arja dei seni rispetto a quella delle vie respiratorie. CarcQ (2); su un individuo che presentava un'apertura traumatica dei se-ni frontalj, studiò, con particolart accorgin1enti di tecnica, la partecipazione che detto seno prende alle diverse modificazioni della meccanica respiratoria. L'analisi sperimentale, sia grafica che traumatica, nelle esperienze eseguite dal Carcò hJ dimo<5trato che il seno frontale risente delle variazioni, anche le pitl !1evi, dell'albero respiratorio durante gli atti fisiologici pitl caratteristici della respirazione, quali il parlare, il tossire, l'espettorare, il bere, lo sputare ecc. E ' evidente pertanto che durante il volo, se il canale n;tso--frontalc (:, nor.. n1ale, l'aria contenuta nei seni subisce la stessa variazione dcll'ari:t aln1osCcrica. GLu·kov (3), per chìarire la causa dci dolori nei seni front:di a pressione ~tmosferica ridotta, ha con1piuto i111portanti ricerche spedn1entali su un gruppo di animali in campana c su un altro gruppo portato in aereo a diverse velocità fino a 1 3 .000 n1ctri di altezza. In t}lllCSti ultin1i anì1nali che erano stati uccisi à diverse altezze e in diversi tnodi, furono riscontrati intcrcss:tnti alterazjoru n1icroscopidhe c tnacroscopiche a carico dei seni paranasali, caratterizzate particolarmente dalla forte dilatazione degli spazi linfatici dell'a Inu~osa e della sottomucosa, nonchè da vcrsan1enti di sangue nella mucosa e nelle pareti de! seni fronlali. Roger (4) in un sagg1o sulla « fisiologia dell'aviatore n fa rilevare che nei cambjan1entj bruscht di pressione durante il volo ad alta quota, n1entre nei seni rlella faccia che hanno una normale comunicazione con le fosse nasali corrispondenti si .stabilisce un equilibrio della pressione, in quelli in cui tale comunicazione è insuffi ciente s1 avverte una sensazione dolorosa. Ciò si verifica sopratu.tto n carico delle regioni frontali ed è dovuto al fatto che in seguito ai forti e rapidi sbalzi della pressione atmosferica del volo ad alta guotn, si manifestano. talvolta anche ne~ seni paranasali normali, alterazioni a carattere vascolare, che dalla semplice congestione della mucosa possono pass:1re alla cn1orragia vera c propria. Pertanto può anche accadere (con1e avvi eu e secondo il Pitman nella aeroti te per insufficiente ventiJazione de1le tube) che in qualcuno dei seni, in cui durante l'ascesa si è n1odificata la pressione in seguito alla ditninuita pressi one esterna, si mantenga, anche dopo la rapidissima d iscesa, la pres(l) Brto!l7.1r-. 1 nt:l " V:d:,ava n , H):!7, nma l ; 191R, 11or.1 II ~ T935 · no ln IJJ. (2) P CA uc.ò in , L' ot o rin olnrin ~ . ,. , n. 2, 1935.

(3) ( 11 Jll' O V A . n. in I l Luftfnrhtm ctliz in H, 6, p~g. 2)6, 19•12. (Ll) T1. R0cnl ìu u Prct.r.c Mc.:dicnlc n, n. 5·1-ss, 1940.


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sionc dell'alta quota: ciò sopratutto può accadere per una brusca stenosi 0 addirittura per occlusione del canale o del foro comunicante manifestatcsi durante la discesa. E~ evidente che a carico di questi seni, che in un tetnoo mini1no sono sottoposti a pressione negativa, debbono prodursi importanti J. alterazioni. Diversan1ente dagli altri seni, i frontali hanno l'orificio di comlmicaz1one scavato nel pavin1ento, antcrionncnte e vicino al setto intersinusale c ' sono piuttosto lontani dalle cavità nasali, con le quali con1unicano per mezzo dello stretto c talora tortuoso canale naso-frontale. L'integrità e sopratutto la pervjetà del canale naso-frontale assicurano al seno la sua funzione normale. Le cause più frcguenti che talvolta alterano la pcrvJctà del canale naso-frontale possono essere rappresentate dalrjspessi111Cnlo della n1ucosa che lo riveste, dall'ipcrtrofia dclln testa del turbinato J11t'dio c dciJ':•picc dcll'1nfundi:bolo, da1la dcvi~zjone pronunciata dc11a parte nlta del sell o naRnlc, ~pccie a livclJo deltncato n1edio, ecc. Queste cause posM>ltn ri:,contrarsi tutte o pure jsohlt:uncntc. Si deve aggiungere che in detcr11Jin~ttc condjzjon i - :HJ esempio in seguito ad 1.111a rinitc acuta~ talvolta anche scJnpliccrnr:ntc: v~tr::otnotorja - il C3nalt n;1so-frontale può ostruirsi piuttoc;to hru.scanH·ntc specie se prcrsistevano condizioni anaton1iche sul tipo Ji qu('llr.. cut ~tbbiazno accennato, capaci di favorjrc tali ostruzioni. L':nja del seno nonnalnH.:ntc si mantiene alla stessa pressione J.cll'estcrno. N<:i casi però in cui è compromessa stabihnentc la pervictà òel canale na~o-fronta]c, si va incon tro al'a progressiv3 r~trcfazione dell,aria che arriva fino ai vuoto con1pJeto. L'an1piezza del seno in queste fonnc ha una graodissin1a in1portanza, perchè p1Ìl ampio è il seno e maggiori sono i disturbi provocati dalla rarefazione dell'aria. In siffatte circostanze la mucosa del seno si congestiona proYocando cefalea frontale più o meno intensa e disturbi visi vi. La rarefazione dell'aria contenuta nel seno per lo più avviene grndata· mente e perciò i disturbi non compaiono n1ai alrin1provviso. Ritengo pertanto di particolare interesse riferire sopra tre cnsi di <c vncuun1 sinus )) osservati nel 1941 presso il centro chirurgico della IOrL arn1ata tra i l personale aeronautico del fronte cirenaica (T). Tn questi casi la comparsa de1la sintomatologia violenta ed i1nprovvisa si deve attribuire aJla pressione negativa creatasi nella cavità del seno durante la fulminea discesa, per ostruzione del canale naso-frontale. CASO I. Aviere se. A. r\vlo, cl. 1916 - effettivo all'aeroporto IZ.:2. Ricoverato nel reparto O.R.L. dell'ospedale da campo 583 il 12 novcmorc rg.p . Pare rhc il paziente in precedenzn non avesse n1ai sofferto malnttie di particolnn:

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( 1) Le illustrazioni radiografiche nndarono disc ulte nel bombanbmc.IHO ncrco di Fid<."ll,:.1 del m:1r I.L' IY·H prl!s~o la Ttpogmfin 1\f:lltioli. l 'l

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i1nportanz.a. Non ebbe Jnai ln respirazione nasalt~ compk:tau1cntc libern. Durnntt.: il sanno la 1·espjrazione è prevalentetnente orale. Vo soggetto a frequenti roffrcddori. Rifed~ce che H giorno 9 noYctnbre, tro\'andosi in servizio con1e radio telegrn.fistu ~u appnrecchio Ja ricognizione, dur~ntc un Gtpidissitno atterraggio sul c:unpo da alta quota, fu colpito da dolori lancinanti olb parte sirustra della fronte con obbaglian1ento della vist:~. e senso di doloroso stordirnento: i disturbi aun1entarono fino alla fine della discesa. A distanza di hrcYr tt:n1po din1inuirono i disturbi visivi e lo stordimento, ma b. cefalea soprnorbitoria, dopo una licn:: remissione, continuò stazionaria a carattere gra ,·:1ti \o. Persistette pure lieve Jolcnzia alla accon1odazione visiva . .All' esan1e obiettivo riscontrai~ Soggetto tendente al longitipo~ in buone condizioni ùi nutrizione e sanguifìcazione. Nulla eli particobre all'esan1~ esterno dd nnso e delle regioni dei seni paranasali. La pressione sulla regione del seno frontale sinistro risvegliava spiccata dolenzia sopratutto all'augolo supcrinterno dell'orbita, in corrispondenza del punto di inserzione della puleggia del granùe obbllquo. A.lla rinoscopin Jntcriore le ca\'ità nasali apparivano piuttosto ristrette con setto nasale deYi~lto in alto n sinistra. 11 turbinato inferiore di destra ~i prt:~l~nt~va ingrossato; quello tnedio di sinistra apparÌ\'a schiacdato tr~ il ~etto devht~ e la parete esterna. della cavità nasale sinistra. La mucosa del turbinato medio appariYa. congesta e ispessita. Presenza di scarsa secrezione sicro-n1ucosa llei meatj di sinistra. L'esame diafanoscopjco e radiografico dei seni frontali fece rLevarc soltanto che le ca\·jtà de i se ui erano 1nolto ampie. Il seno ~inìMro appariYa più ampio e modicamente opacato nella parte più bassa. L 'esame dell 'occhio non 1nise in evidenza particolari alterazioni. Il paz1ente> dopo uu brev:: peno do di riposo assoluto e di terapja. decongestiva con appucaz.ioni caldo-umide e fumigazioni, fu sottoposto in anestesia locale all'asportazione della testa del rurbìnato medio di s1n1stra. A distanza di una settimana il paziente incominciò a migliorare e venti giorni cloprJ Eu din..1esso guarito. C ASO Il. -

S. tenente pilota P . .Armidn, classe 1914 -

effettivo all'aeroporto l(. I.

\ Tisitato ambubtoriamente all'ospedale da can1po 103 il 26 1uaggio 1941. 11 paziente riferisce che Ja parecchi anni era affetto da. rinite vasomotoria. In seguito al suo trasferimento jn Libia, cioè da circa. un anno, gli attacchi erano pressochè scomparsi: comparivano soltanto raratnente ma con una certa vjolenza durante il volo di alta. quota. Il giorno 24 maggio 1941, mentre volnv~ ad altissima quota sul Mediterraneo in scrviziu eli croci~ra per ricognizione, avv1stò sotto di st: a bassa quota un apparecchio 3vversario, per cui tentò la discesa a tuffo per investirlo con il fuoco delle armi di bordo. l\Ton era ancoro giunto al tiro efficace che un dolore insopportabile lo colse alla regione sopraorbitale destra associato a diminuzione della vista e senso di stordimento; fu perciò obbligato ad interron1pere la velocissima discesa e a rientrare tosto alla base a Yelocità r.idotta. I c.Esturbi aumentarono poi atterrando sul c:~rnpo e soltanto Jopo alcune ore conundarono a diminuire. Il giorno ~uccessivo con1p:.rve secrezJone sieroernatica ape cavità nJsal i. A.ll 'es.3n1c obiettivo venne rilevato: Soggetto tendente al brachitipo in buone condizioni di nutnz1one e sanguificazione. Alltcsame esterno del naso e dell~ regioni dei seni nulla di particolare. Alla rinoscopia anteriore il setto nasale si presentava deviato a destra con cresta bilaterale bassa. I turbinati Inedia e inferiore di destra erano ingrossati, specialmente


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i11 co rripoll<.lf•nzn dc:lla ttlta uve la muc:o•,it app;1ri\':1 nrro!l!i~l::t t di ::tspetto tumida, tanto .:he i m enti )Ì prcsentnVéJ no (j U~~j ueJ t LlttO l hiu~i. L'::'!Wnle racholngico dci ~c ni puraJJasaH fece rilevar~ : <c Il sello tra j due seni froot.1l~ Hppan.: discontinuo in corrispondenza del ~uo punto più lxt~so. La muco sa sctt~ SI pre';t:Jl_ta •col.lma e protunde ver~o l'interno della c.t\'ità dcJ ~eno destro. Gh altn seut 3ppaiOno eh tr.r~ptlrenza normale.: H. 11 paziente venne tnesso a riposo a~,so lu to c per circa una settimana gli vennero praticate .jnstillaz ioni nasali eli !-Oiuzioni olt!ose hal'-amiche c fun1igazioni ad azione

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decongl!stwnante. Gli venne succes!dvamente praltcata, in ~~ncstcsia ioca~e, la dt cortic:tzione tlc.:i turbinati n1edio cd infedore di destra. Ne seguì un rapido JnigHGramc nto con c;comparsa dei dolori alla regione del seno frontale de~tro. 1\ cli!:.tanz.1 di quindici giorni dallllntervento, fu jn\·iato in patria per un periodo di licenza di con\ afesccnza.

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Cf\SO IIT. -Sergente magg. TorquatoN., cl. 1917 - · effettivo all'at' roporto Ji Derna. Visitato an1buléiloriamente presso l'ospedale da campo 103 il 2 0 giugno 1941. Il J'nziente dfcnsce che dall'infanzia, in ~egu iro ad un traun1a al n~so, accusU\'a modica djfficolt~ re~p iratoria 11asale ed andaya soggetto ~ frequenti ratfreddori. Da circa tre nnn i prestava !Jervjzio nella R ..A.cronautica ~enza a\ er mai sofferto rnal:.nt i t' i m portanti. Gli accadeva t:.UorJ, atterr::wdo rapidamente da alta quota . eli ::n·, errire ronzio aUe

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orecchie, ~~enso di vertigine e dolori sopr~wrbitali. DeLti clisrurbi però scomparivano cort;1pletan1ente dopo qu:1Iche ora. Il giorno 25 n1aggio 1941, dopo alcune ore di volo J quota Ji circa 6ooo metn, :ntcrrando sul campo con discesa rapidissima fu colpito ùa un violento dolore gravativo alla regione dd seno frontJl~ e all'occhio destro con abbagliamento della YÌ::,ta. I dbturbi aumentarono con la eli scesa e si protrassero per parecchlt: ore, per poi continuare meno forti, ~ carattere stazionario, nei giorni successi,;. II ripo~o Js~o!uto e gli antinevralgici lo alleviarono dai disturbi in brè\·:. tempo tanto da poter riprendet c. il sen·izio anche sugli apparecchi. Senonchè a di~tanza di venticinqut giorni atterrando da alta quota n"lanifestò in1provdsamente in stessa sintomatologia, segllita a breve distanza da lieve epistassi. All'esame '.lbietti,·o riscontrai: So~getto longitipo in discrete condizioni cli nutrizione e sanguificJ.z.ione. Nulla di particolare all'esan1c esterno Jd nn so. Alla rinoscopia ~:ntedore il setto nasa~e prescnta\'a una deviazione bitH2raJc con cresta volUJninosa in basso a cJestra. I turbinati inferiori apparivano i pcrtrof::ici; b test.J del turbinato medio di destra presenta\·:.t la degenerazione FoliFoide eù appnv ..t in p3rre 'lchiacciJta clJlla Jevtaz ione altn del ~etto. 1-foc.lica stenosi respi~toda nJsalè bilaterale. L'app1ic3zjonc nelle cavità nasali di soluz ione ili no\·ocaina e adrc.:ruilina mise j n ev idenza una $j nccch1~ tra Jo pnrte ~lltil de! setto c la tcsw ùel turbinato Inedia. All'!:$anu: orofaringoscopico jJ p.t!nto osseo app,triva rialzato a form.t ogivJ.le; il \'elo p. dati no si· cli'>tanztava alquJnto dalla parete posteriore del faringe. Le tonsille patatine cr:Jno piccole e eli a~pctto conn et tivale; la 1nucosa faringea assottigli:Jta e .1sciuttn con rete vascolarc superficiale evidente e nun1erosi dementi linfatid iperplnst.ici. All'csp lor=:~zjone del dnofdrjnge sj pnlpa\tano residui Ji vegetazioni J.deooicli. L 'esame radiogr~dìco nd~e in cddenza un n1oJico opncan1ento elci feno sfcn0i dale e di quello mascdlnrc di d estra. Quest'ultimo, ::tnchl' n.l l 'e~nme diJ t.:noscnpko, ri\uhò meno trnsparcntc c.li quello eU sin istra. Nulla Ji I.. :Hricobrc ;1 carico degl~ .1ltrj !:!Cnl. fl paziente fu sottoposto alla decorticazionc dei turbinati tn(.djo c inferiore di destra, in ctncstcsin locale. Dopo circa una settimana $COtnparn: la cefalea frontnle c migliortl la respirazio ne nasale. i\ Jisranzn di un mese venne ilimesso gu~'rÌlo.

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50 Dalla rlescrizione d ei tre casi cs::tn1inati risulta c\'idcntc che trattasi di una forma particolare di t( Yacuum Slnus )~ insorta violcntctucntc. Infatti, durante la discesa rapidissi1na da alta quota, il canale nasofrontalc, già di per se stesso stretto, può, per cause ' 'arie! talvolta precsistenti (alterazioni della n1ucosa a liYello della testa del cornetto c del rueato n1edio), oppure per cause insorgenti bruscamente (edema ex Yacuo della Inucosa, accessi di rinite vasomotori a ecc.), oppure un po' per le une nn po, per le altre, ostruirsi repentinanlente, per· cui, durante la discesa, rarìa contenuta nel seno frontale mantiene la pressione d1 alta quota. E' n oto che 1 r apporti tra la pressione atmosferica e l'altitudine sono rappresentati dai seguenti dati : _-\ltitudine n1. o pressi one atmosferica I

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Ricordo inoltre che la temperatura si abbassa di circa 2 ° ogni 300 metri di altitudine, fino a raggiungere 55o sotto zero a 12.000 metri. La bassa temperatura p.u ò entrare in causa determinando, in soggetti predisposti: delle brusche alterazioni, sopratutto circolatorie, della mucosa nasale con L:onsecutiva ostruzione del canale naso-frontale. Ne viene di conseguenza che la pressione negativa, creatasi repentinaJnente nella c~yità, sopratutto se questa è molto ampia, determina una sintornatologia Yiolenta in corrispondenza delle regioni dei seni frontali. E' intcre...C\Sante rilevare che jn nessuno dei tre casi descr]tti le cavità nasal i erano norn1ali, poichè esistevano in ciascuno di essi delle alterazioni (deviazione alta del setto, ipertrofia dei turbinati, suscettibilità degli accessi di rinite ,-asomotoria ecc.). E' indubbio che queste alterazioni preesistenti associate o jsolate hanno potuto., in seguito al forte raffredd amento dell'alta quota, causare bruscamente l'ostruzione del canale naso-frontale, in parte già stenosato dalle predette alter azioni. In ognj caso viene dimostrata una notevole atnpiezza della cavità del seno ; è logico presupporre che l'ampiezza del seno favorisca l'insorgenza dj guest1 disturbi e ne aggravi la sintomatologia. La n1ucosa p uò r eagire con una rapida congestione e con una trasudazione siercr ematica, che in un primo tempo si raccoglie nel seno e successivamente, quando il canale si fa pervio, passa nella cavità nasale corrispondente. La congestione della mucosa può persistere per qualche tempo e prolungare i disturbi, specie 1 ~ cefalea. Quando ]a pressione negativa è. n1olto accentuata e sussistono particol ari ccmdiz1oni anatomiche, può avvenire lo scollamento della mucosa dalle pareti osse-e. E ciò perchè la mucosa dei seni paranasali non è in genere molto aderente all'osso sottostante, come ha dimostrato con ricerche sperimentali


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.Fornari nella Clinica () . R.L. di Cataill.t. (~u<;sta facile distaccabilità della n1ucosa dcj seni (:, d'altro canto, la C(Jndizionc che favorisce il prola4so della 1nucosa stcs!>a nelle fosse nctsali corrispondenti, prolasso che come è noto è

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stato 1nesso in evidenza dal Citelli. ' ' E' stato riscontrato nel seconrlo caso, mediante l'esame radiologico, lo scolhuncnto della rnucosn, indubbiamente favorito d:dl'intcrruzione del setto · intersinusalc nella parte più bassa: questa interruzione deve ritenersi prcesistente. In questo caso è avvenuto che la pressione positiva del seno normale ha provocato ~o scolhunento della mucosa dell'altro seno avente pressione negativa. Come venne dimostrato dal comportamento dei tre casi descritti, la terapia più razjonale consiste nell'eliminare le cause che pessano provocare l'ostruzione del canale naso-frontale. Pertanto e necessario intervenire secondo i caratteri delle alterazioni per eliminare la deviazione alta del setto o la ipertrofia dei ·turbinati; talora sarà opportuno dilatare il canale naso-frontale per

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via nasale. Quando si procede ad intervento è necessario limitare l'asportazione alla parte indjspensabile senza perdere di vista la stntttura anatomica e funzionale delle cavità nasali. . E' ovvio che quanto più l'Aeronautica aumenta le proprie poss.ibilita nei voli d1 altissima quota o nel volo a tuffo. tanto più duramente vengono messe a prova le resistenze fisiche del personale. Pertanto nella visita medicolegale del personale aeronautico è opportuno considerare non solo le altera.. zioni che possono cornpromettere l'efficacia respiratoria nasale, ma anche le forme patologiche della pàrte superiore delle cavità nasali .. che negli sbalzi repentini di pressione possono provocare gravi disturbi a carico dei seni.

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RtAssu~-ro -

L'A. iilustra clin.icamcnte, con la descrizione di rre casi interessanti, unJ particolare forma di cc vacuanJ. sinus >> che può Ìl.lsorger~ bruscnmente nel personale aeronautico quando l'apparecchio atterra rapidamente da alta quota. Egli h·! ri scontrato che essa è favorita 2a lesioni freesistenti de]e cavità nasali che possono provocare la stenos1 con1plera ed in1provvisa del canale naso-frontale. In uno dej casi descdtti \'tene mes~o in rilievo rncliologicrunente lo scoBan1enro della mucosa provocato dal vuoto fonnatosi nella cavità frontale. L'A. fa rilevare l'importanza della normalità delle ca\ ità nasali e par.InJsali nel pep,on:tlc Ul:ronautico.

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.MALATTIE DA PRIVAZIONI, SEVIZIE E MALTRATTAMENTI Prof. Dott. Alfredo Bucciante, tenente genernle meòico Presidente del Collegio ·m cdico-]egulc

IJ 'tl'attamento di peLslone a LiLolo di <.laiJni d'i gnot'l'n, ;, st.aLo este'so ai casi eli TI!Ot'te e eli irlvaliditiL pel' ·JJJ.nta,t/:i,, rlnri . 'Crt'l~t~i da JJTivazio·n i, sevizie e 'lnalt?·aJlanl.t:·nti .~·ul>),ti c/.u-rn/1~(' fi1~te'rnanz en,to '11~ paese nenzlco eo11 l~,egi o l) oc t'O tu Lt,ggo ~7

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1naggio 1926, n . 928. Fissian1o i11nanzi )Lut.to quesLo eoncoLLo tondntnPnt,ale : l'al' t-.. 17 della cleLta ·legge (l) rifleLt,e "i unsi tli 1nori.<.~ e di invn1idit.à pel' 1naJattie deriva,ntt.i da pr·ìvnzio11Ì Ct'C.. pot: nor1ua.le proces·so evolllLivo e derivat.ivo e crnindi 11011 è pil.t a parial'e di eallsa direttal viole11ta ed i.n1n1edia la richiesta pel t.rattarnenltO di pensione a titolo tli <lan.11i eli g·u erra i11 base a.l eon1binato disposto d ell'aJ·t.. 69 del R.. 11. 12-7-1923 ed art. 4 tlel T. U. 27 n1arzo 1919 (ved. pag. 59 e oO 11ote). E cl1e questo grtlppo di casi di tnortc ·o i11Validi l.it sia ·s·vi11eolato dalla conclizio11e della callsa -v iolenta 11011 occo1Te di111ost ra.re co11 argo111e11ti gil1ridici, bas'iando considerare la specie delle forn1e n1orbose alle c1ua]j possono da1· luogo le privazioni, i n1alLrattan1enti e le seviz je i11 a111pio se11so jn tese. l/azione patoge11a si esplica per effetto della earenza eli elelnenti indiRpe11sabilì alla funzionaliJh. dei -vari orga11i ocl alla vi taJ i t~t cl e]l' orga.nisn1o l1TI1t:1JllO ()'V"\'81'0 H11cl1e abbassandone l'iilrl i ce d i resiste11za org·anica e crt~an cl o 11110 s~t ato deficiJ.aTio ge.._, nel'a le. (.IJ .Ari.. 17: 1 l:H.\llOiil'ii del ;)1.• .C't:J rrtmn rlc>ll'nrl. (H'I r1. n . L. 12 l11gliu Hl2;·1, 11 . 1:\.IJI , -.; cllHJ ·I.!H lP fo; i ui l'u;,;i .di rnu1'1e l'di irnalidilh p(! J' 111:1l;llli e dr' J'ivnnli dn P' 'i\'n'l.in11i , S t:\ iz.ie c· fll:dlr:dlilll\1'111 i srrbili durn11l e l'tul <! t'll LH11t'Jlln in pnP S'll llPIIlit•n.


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Il processo n1orboso si is l i t uisce l en (an1en te co l concorso del fatto l'e objet ti v o - eansa - (priYazioni, n1al t'rattan'lenti ' ecc.). coi fR ttori inlii\rlclllall- roncausa -- (condizio11i fisir.he pl'eesistenti nel soggetto). Esen1pio tipico è la tubereolosi in cui, con1e abl.>ian1o gjfi !11 llstra to i11 al tra p n b h li cazione ai f1n1. cl ella vnl11 tazione me<lico-1 egale (l) a causn della d ep ressi o ne del lt· generali eapat'ità eli resistenza cl el sogget1to, per fai tol'i intrinseci etl estrlnseri debilitanti <li SYarin1ta natura ad effetti a.nergizzanti, si ronll'P J'eq ui iibTio inllUllno-hiolo~.·{ico con cnnsegt1ente ria.crensione d i ttnl i C'h i fncolni obsoleti. . ('i s i;~tno gii1 indrnf tf'lluti sul cunC'elt.o che lo stato ante' io rr~ , i n n 11o o cl i n Jn f·o1l7Jfl. pos~n C'ns t i lui re <'OllC a n sa del fa ti1(11'<' ul,ic~tlivo di ~:.rnert·a. c·un1e di sel'vizio o di laYoru, ed esso l l'o\ :t In s tul )JH~JHt rsp1 icn%ione C'd applirr~zione nel rampo dellP j!orrJJ< ' llJut·IHJhn clcriva.nti <la Hlnf.i <1elì.cillaL·i o eli carenza le-

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!.!nli a prirazio11i. , H, i<~onliaJJHJ quanfo ntagisll·nhneniA SC'I'ÌVe il ('az.za.'liÌ[/G (2) parlando deJlc lllfllrtllie lle1'inanli: <(si viene a prospettare un l'nppo1·lo pi1~1 y·a:--~lo di quello strel tftn1e11i.e etiologico, poichè. per

ayersi clPriraziour~. non t_, necessal'io che jl faLto 111orboso sia f'ausato ... basta C'be esso sia toudi:zionato >> . E. lljeglio ancora , è da l'i<'nl.'< larr qltanto il UazzaHiga (8) S<'l'ive cirC'a le consf[!zteu)Zf-, ossia gli effef·f'i <lit·etti ed in1nlecliati : :\.bbian1o Yedllto con1e non Sfnllpt·e la Jesione sia effeJt.t o àiretto ed il1lnte<liato dell'eYenlto lesi\To. lAt patologia ci insegna ' (f

che ·v i sono non pochi processi 1n orl.Jos i i quali sj ordiscono nel 1e111po a tt.raYel·so nna suecessione di fenon1e11i originati cl a una · pert.11rùazione iniziale e YiH via connessi l'uno all'altro\ co11 l'ap- . 1 po1do ('ansale, s1 elle l'l1lti1no IJUÙ eonsideral'-ìi. ;ndul)lrifln1r.nte 1 l effetto del pl'inlo, 1na non cel'1èunente effetto Ìllllned iato e di- ·. retto. ~i l1a qujncfi 11n cla11no che. pu :· essendo l'ealnlente cau- l sato dall'eYento lesiYo, 11011 clipencle direhlarnent.e ed in1n1eclia- l tan1ente <.la es·so st1·ictu sens?J, H. l

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1"rattt:l si eli concetti sni quali 11on solo Je:1. clotttiJHl è llnivoca, ma cl1e sono avvalorruti dalla gi11Tisprt1clenza della n1ag5strattlra ordi11aria e gitlriscliziolla]e con tllla serie di gitldi.. cati inere11ti a sit11azioni clel tt1lto analoghe ai ca'si conte111plati in ten1a. di 111alattie clerivanJt.i da pri,razioni, eli che trattasL In aderenza a tali coilcetii 11 Collegio ~1edico-Legale, G'3anlinando il caso de] CÌ\7 ile Bortolini Luigi, cl1e a·veva subìto sevizie gr a vi al IJlln to da perdere la ragione, l1a espresso il p arere (27 n1arzo 1931) che le privazio11i, le seviz.ie ne111icl1e, se llOil cliTettamente cleterminando la forma men.tale ~ ne han11o co11cansato l'iilsorgenza ed aggravato il decorso, renclerulo in1nlodificabile uno stato 1ne11t.ale originaria111e11te cleficien le che però, senza quegli even1ti dnJ.la gtlelTa dipe11clenti, sareùbe Rta(·o suscettibile cl1 educazione e di n1iglioria o rin1asto HLaziollHd'in. Il Procuratore Genera] e 11011 riconosceva nella specie quel nesso cl1 catlsalità direttaJ i111mecliata e 'Tiole11i'a fra gli eve.u/Li IJellici e la i11fer1uità mentale a etli la legge Sllbord]na ilrisnr('il11e11to del tla11110 anche 11ella ipotesi pre·vist.a clall'art.. 17 clel R . D. L . 27 111arzo 1926, 11 . 92a, così co1ne il clecl'eto tlel ~{ini­ s lero delle Fi11anze (14 marzo 1H28) a\reva res'p iruta la istallZc"L di pensione nelle:L considerazio11e c.he f.ra la infer111ità e gli a\7 venin1ent.i bellici 11on poteva istitl1irsi jl l'apporto diretto, Ìlllnlecliato e -violento di Clli all'art. 4 del T. l T. 27 111arzo 1919. n t1n1ero ti26. Con1e si rileva, il À1inistero (lelle Fi11anze non parla affa1t.to delrart 17 del R . D. l.~ . 1926 che è l't1nica nol'lna in clisct1ssio11e ecl appare, perciò, piit consegt1ente della Proct1ra G-erale della Corte dei Cont.i cl1e fa riferirne11to a] (letto art. 17 per ide11tifìcarlo con l'a i.'L. 4 del T. U. 1919. JJopo quanto abbiamo espo'sto, no11 occorrono argon1e11ti per di1nostrare Ja info11drutezza mecljco-Jegale e gitlriclica clell'affel'I1ìazjoi1e della Proct1ra Ge11ernle. Basterebbe a contraddirla la cl1iara dizione dell'art. 17, cl1e, no11 solo IlOJl esige il l'apporto tli i1nmediatezza nel se11so r]gido cl1e potrebbe essere rinhiesto per i fatti eli guerra di Cl1Ì al con1binato disposto degli a.1·t. 69 del IL D . 12 lt1glio 1923 e 4 clel T. 1J . D. L. 27 111arzo '


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1919, n1a tanto me110 11ella fattispecie il nesso eli eatlsalità Yiolent·a fra gli eve11ti bellici e la infel'mjt~l n1entale tlel BortoB11ì. Non cl1e la ipotesi prevista da]l'art. 17 escltlcla la possibi·Jità di atti a contentlio ed esplicazione violenta, come potrebbero essere le 111anovre di maltratta1nen Li e eli sevizie appljcate alla vi t.ti1na (eli che ha offerto doviziosa e sv aria1tissin1a esen1plificazione la perfillia nen1ica), ma perchè la legge non ricl1iede affatto la .esiste11za dell'elemento callsale che cal'attel'izza la violeu.za dell'azione e la imn1edia tezza dell'effetto dannoso. Caratteristica pa.togenetica delle priva,zioni e dei n1altratta.n1enbi e perfi110 delle sevizje è invece che l~elemento a,g ente Hia c~ost~ituito da fc1tti ripet11Li e diluiti nel,tempo e cioè preci:~aHl.ell Le il cont1:ario di qt1el cl1e caraJtterizza l'atto violento. siJHHl i:tno cl i << efLtlsale concentrata n (BOJ.ìl'i).

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rrn t"o eiò ha visto cl1iaro la Sezio11e giudicante~ riporta11do i l easo ne11'anl}Jj Lo della speciale norma dell'art.. 17 e q tlesto i n l crjJretando in f'fJnfol'lnit~à della clizioJle e <.l ello spirito cl ella ](:!gge con 11ett·a e pl'eeisa clis"tiilzione dall'art. 69 . .Pur tuttavia il trico1·so è staJo r espinto in qua~nto (( non solo è mancato l'in.ternan1ento vero e prop·r io, ma ·non si sono veTificate nemmeno quelle ciTcostanze di fatto, dal. Clli concorso~ secondo la larghissiin.a gillrispl'lldenza della Corte, si è ammesso che sorga110 gli s te·ssi effelt.ti giu1riclici previsti per ] a ipotesi dell'internan1eJ1to in paese neu1ico. nè clall'ela.borato parere del Collegio 1\IIecllco-Legale potevano trarsi elementi tali di giudizio cl1e consentano di ra·vvisare nel caso in esan1e i presup}Josti dj fatto a Clli le cita,te disposizjoni SllbordinHno il di1·itto al risa.rcimerlto clef danno di gl18'1Ta » . ~·fa noi non sapren1n1o dar torto al Collegio ~·feclico-Legale cl1B l1a rnvvisato 11ei fatLi gli estrerni idonei e sufficienti al cleterlllinismo del qt1a.dro n1orboso mentale presenltato cl al Bortolini. Trarr,tasi, infatti, dj u11 ban1blno di sette anni, sottoposto a n1altrattan1ent.i, a spa·venti e fame da parLe della solclataglia nenlica <llll'ante l'i11vasione e, con1e riconosee la ·stessa Sezione nelJn Slla decisione, a p1·ivazioni indubuiarnenlte sofferte dal pazìent~o che. jnvero, el'èt rin1a.sto privo <lell'nssistenzn dei geuitoti in-

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s1en1e a clue sorelline, dat.o ehe il pnlll'E\ in segltito fatto pl'igiollìero, troYaYasi sotto le ar111i e In 111a<lre e.ra deceduta 11ei prillli te111pi del l 'invasione. E' i11sort.a llTla forn1a 1nentale per Ctli il ragazzo è stato internato ]n u11 n1anicon1io. ~on l)al'e cl1e la llecisio11e possa a1111overar·s i f.ra i casi cl1~ caratteriz:~,aiiO la bene,·oln giurisprtlde11za della Corte. Per cl1iarjre il significato 111eclico-legale dn attribtlire alla loc11zione della legge l< priYazioni, 111a~trattanle11ti e sevizie » riporto l'altro s9g11ente caso i11 etTi ·vi ftl co11trasto di va1tltazion,e tTa jl Proc11ratore Generale (co11t.rario) e la Sezio11e gitld iran re (faYoreYole) se11za. sentire il parere del Collegio 1\1edico- I.~egaJe. Il ~iiHis t ero delle Fi11anze con decreto 5 111arzo 1928 Ile ba a Ya. pensio11e per danni eli guerra a ci11que orfa11elle Da l~os, 11ella consjderazio11e cl1e 11on poteva applicarsi a favore de] richiedenti rart. -l: del T. lT. 27 n1a.rzo 1919. Dell'al't. 17 R . D . I~. 27 1naggio 192<1 in base al qt1ale la d orna n da era sta la presP11tata. non si fa nepptlre eenno. Il Pro eu ratore G enel'a.le. pren1esso con1e nella disposizione tli legge eli CllÌ _ all'alt. 17 SOJ)l'a ricordato poteva rientrare i l raso in esan1e, osservava come « per quanto da tln artto notorio e da notizie raccolte dalle i~..-utori tà del ltlogo parrebbe che il Da Ros tl1.1rar1te l'occtllJazione del paese sia a11clato illCOiltro a C'Ontlnui Inaltrattal11el1·ti da pa,rte di militari ne111ici, tuttavia ciù 11on era suffieienteillent.e l)rovat.o e 11011 si coi1o·sce·va per q11ale rnalaltia. i] Da. Ros era deceduto>> . Ricl1iedeYa. perta11to il rigeltlo clel ricorso. La ~ezjone ginclical1!te, considerato cl1e da, ntlnleL·osi atti llotnri. risu]tava cl1e il padre dei rlcorre11ti ftl sottoposto a se\'Ìzie e n1inacce da pa1·te della so]dataglia tedesca e cl1e le ·v iolenze p a ti te c u1n1 i11arono i 11 u11a feroce fus tigazio11e inflittagli nel cortile cle]la sua casa eli abitazione, pel' opera di tre soldati t.eclesehi cl1e lo la'Hciarono a terra sve11t1to ed ii1sangtlii1ato: che ]e autorith locali (R. Preft-' tLttra e RR. CC.) concorde1ne11tn ;tffEn'n1avnno elle 1a n10l'te del Da Ros, avveilllt".a il 31 ·-~re nn aio 1918. si t1ov<:·va a l.Lribt1ire l111ÌCè:tilì.ent.e ai Inaltratta-


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111911 (j ~ulJìlj e specie alle percosse l'ieevute negli tll lilni giorni del genn:do lUlR; el1e H J)a Itos l110J'Ì due gio-rni dopo la fltstigazione, p1·ont1n ~ian(lo l11 difforrnit~t delle conclusioni del Pro- . -, et1rat.ore Ge11erale, accoglieva il ricoTso ecc. ..,... La. clecisione è. 11aturaln1en te, con io1'Ine al nostro modo di veclere. E' p~rò da ri.Jevare che essa è irnperniata sull'art. ± T. ! l! l T. e cioè la n1orte viene riferita << ad u11 fatto a causa violeuttl diret1ta ed i1nn1ediata delle lesioni riportate jn seguito alle sevizie stlbìte )). La Sezione, in altri tern1j11i, ha trovato pitL ageYole isolare dal complesso dei ITJaltrattamenti subìtl dall'individllO, i] fatto concreto a content1to ·y iolen,to (h1sJt.igazione). per applicare la disposizione di eui a11'a~·t. ± del T. l~ . 1919 e cioè aLtribuire la morte acltln fatto di .....guerra cleri,~ante da eYenti bel l ici ed H causa viole11ta, diretta ed imn1ediaJta. Ri tenian1o cl1e abbia prescelta qnesta soluzione pii1 sbrigat.iva anel1e per supera;re l'a] tra questione relativa all',inte7·IU!'IIl.ento in paese ne1nico. Infnt ti il Procuratore Generale n:veYa osser\ato ehe, nella sper~o. 1nancava la co11clizione pregiurliziale clell'in.teTnanzfnto in quanto il Da Ros non fu trasportato in 1l1ogo cliYerso dal suo ai1ituale domicilio ma. ivi rin1ase e moTì. Analoga ecceziGne abbia1110 ' Tisto esse;re s\tata solleYata nel prececlerute caso (Bortolini) per essere rin divicltlo <'rimasto. con le clne ROl'elline, cll11'a11te rinv·asione nel lt10go di abituale dl.JllOl'a della SlU1 famiglia, ove din1oravano anche alCllDl suoi parenti i Cluali, nei limiti assa.i TistrelLi delle loro possibilità. in qualel1e n1odo aiutavano i suddetti fanciulli restati in ba.Jla di. loTo stessi l>. Ri1 enian1o, pertanto. opportuno soffel'niarci ancora sul casu per precisare il s ~gnificato gilll'iclico e n1eclico-lega1e della dizion8 della legge « i11ternan1ento in paese stranie-ro 11. l.n eor-d.ante giurisprudenza tlella (~ orte dei Co11t.i riconosee ehe ri.col're l'ipotesi di cui al l'rtllllnentato art. 17. anehe «nel caso in t'lli l'internan1enlo sia aYvenltto in te1Titorio occupatto dal n8n1ieo e non già apparte11uto al ne111ieo e che l'interna11lento eli nn cittadino sl verifieJ1i sen1prechè coneorrano le segnenl i c:onclizioni: l) coa1ttivo FL11ontannn1Anto cla1 luogo eli a.bi-

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t11ale <.li111ora; 2) asseg11azione di detel'nlinato lt1ogo per dilllol'a obbligatori a; 3) che tali iml)Osizj oni rigllardino clirettan1 ente l'individuo e 1ì07~ g·icì costituiscar~o oTclir~e ger~e?'ale di sgornbro pe1' l'i1ìte1·a popolazione zJe?. le 1~ecessità belliclLe (Decisione Slll ricorso Bortoli11i lt1glio 1932). • Una maggiore l)recisazione trovia111o nella esatlriente e lllcida decisio11e Bll !ricorso Ceecotti (clic. 1930 - Rel. Gualcli). No11 sembra dtlbbjo che la loet1z~o11e « 1)aese » debba essere i11tesa nel senso eli « territorio » e cbe pel' ter1·itor··io ?~ernica del) ba intendersi non solta11to le regioni cl1e eli dlritt o face·v a110 parte, l)l'inla della gt161Ta, dello stato 11emico., n1n, ai flni della precl etta legge, ancl1e le regi o n i i11 poHse·Rso, si n p t t l'O .P t'P .. eario, del11emico per frt1tlo di {~Ollqllist a P ne'l'le q Lln l i i l Hnl\lH'o ::,Lesso ese1·cita·v a di faLLo il sno i111perio ». Passa11clo ad esaminare el1e .cosa. debba inl'.t\ndPrs i pnl' -in ·· te1·narne·nto, eSl)l'essione el1e Llura11te ]a guel'ra acq u islll 11 n nn o\·O pa1~t.ieolare significato, la Sezio11e gittdienn te rit it'llO cl1o <c inter11aio n s]a il citLaclillO 1·in1osso coat.ti·v alneu te por (1ualsi:u·d o1oti\tO o l)olitico o n1iliLare eli carattere 1)reea.nzio11ale o tli ingi u.s.tifìca t.a persecuzio11e cl a llll luogo e seg11atn.IlH?ll t,e cl nl .l n ogo di Stla orclina.:ria residenza e t,rad.otto od inviato i11 altro lllO.go cor1 l'obbligo di. soggiornal'vi ». Nulla d a ossel'\1C1l'e per llllan to si rifel'iRce al paese o territ o l'io oceu.paLo ~ poicl1è l'elel11811 to essenziale è cl1e ilr1e111ico esel'ciLi la potest'.ilJ assoluta s11l 'si11golo cit.tacljno clel paese invaso ecl. OCCllpaJto. ResLTittiva i11vece ci se1nbra la i11t.erpret.azione data alla espressi011e tt Ìlllel'llall18llt.o n. L'essere riillOHSO dal lt1ogo d i orclinarja. residenza e tradotto i n a ltro l11ogo 11011 ei ·se111bra l'elell18I1t'o esse11ziale e llecessarjo per earaLtel'izza;re lo s t.a.to d i in l er11an1ento e la figtll'a eli inteTna.1 n. No11 è il lt1ogo elle co11lct. Già. 11ello stesso sig11ificato ftlologi(·o , se origi11aTiatnente l'ii1l.e1·nan1enito allt1cle acl ltno spos ta.l llento da u11 luogo ad 1111 c:dtt·o (\ proprj:1.n1e11le, al tra:.JeriJnenLo in nn luogo i11Lerno clel f->aese (dai confi11i alle cosLe), il ter1nine lla assu11to un signifieat,o pii.1 ::tn1pio cl1e co111pl'e11tle ogni llH•tesi eli restrizione cle1la .libel't~t. persoilale a11C'lle se nou •


59 earat.terizzata dal n1l1tamento della loralità rli residenza 0 di dimora (così, per esempio, nell'espressione internare i11 un maniconlio). Dal punto eli vista giuridico, il vocabolo si rifel'isce a quella n1isl1ra. cl1e l' ordÌilainent o intern a.z.i anale consente a ciascuno Stato eli eserc~tare nei confl'Ol1ti dei Slldditi dello Stato con il qllale sia in guerra. 111isura che, in quanto è inl·esa a tutelare la sicuTezza dello Stato che la aclobta, può estrinsecarsj in ogni forr;na di lin1itazione della libertà, personale cl1e si possa in1.porre a.ll'indi·viduo. Pe1·ciò, l'espressione è stata, intesa clal 1egislrutore nel sigr1jficato eli og11j prov-veclin1ei1to politico o mil i f·.n;rp del nenJico cl1e ineida s11lla libel't.h personale del eittad i no o (~ho nl>bin r.aratrtere indi-ri.cluaJe. EHH01J~in1e ò che l'individuo sin rin1osso dFtl prop.l'io anlldnnfn di vi f.a oonrl~ado nella Jil>erth J)Sl'Sonale, coslretlo a tettcH'O di r lt.n eoaLf.a e contd·ollnJH co11 lin1itnzioni e resi ,.;!i)i(JIJ i n(•lla vi~ta \regelnLiva e \li relazione. E pertanto,

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q11ando t~i v<~ dfl(·lli la eoncliziune dello stato eli sogge";,onf~ fh-d c.:n in t.el'l'i l (Jj'j(j dorninatn dnl 118lllieo, rblclivicluo può \ considerarsi inleruato auel1e nel pneRe eli abit11nle residenza e, perfino, oseren1rno dire, ne] la sua ·stessa a bi t.azione, se e i11 quanLo vi si J'ealizzillO le conclizioJli di isolan1e11to e eli soggezione sopra i11dicate. Ma a11ch.e se no11 si voglia. ll a l'e nlln espre·ssione eli internato un tale sig·nificato estensivo, uon 's en1bra necessal'io l'allonJtanamento più o n1eno co a tio dal ll1ogo di ol'clinarin residenza perchè r< le privazioni, le sevjzie ed i n1altrat.f'.an1enti)) clalFindivicluo effettiva1nente ·s11bìti abbiano efficaeia ginl'idica ai fini del Tisarcìmento pensionistir.o disposto clallJart. 17. Riconoscere cl1e l'individuo ha sublto privazioni.~ sevizie e II1al t l'alt t amen ti e ehe per effe t t o eli essi ha a Vll t o Ja n1en te sco nYolta al pu11to da dover essere internato in llll 111anicomio, coTile nel caso del Bortolini; ovvero ha dOVllto socco111bere in con. segllenza e per effetto in1n1ediato eli essi e poi negargli i bene-

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fici di legge per lo specioso motivo che le privazioni, le se,rizie i lllaltraltlnnlenti sono sLati inflitti in qllesto anziel1è in quel luogo - pal'inlenti in clon1inio clel ne111ico - , ci sen1bra 'lOlPr

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la 1egge ispira t a a largo se n so rl i l l nut n it.h, i n 111 odo cl a apparire irrj si one allH, s ,·en t n rn (l). 1Jn alt.ro criterio ado l tato d n lla C~orte e cl1e desninianJo daiJa. su ricorda t a decisio11e ri te11ian1o debbn essere chiarito e l)recisatro << No~1 IJottebbe ronfondf\rsi il pro\rvediinento eli i11terna111ento di l1110 o più Ìl1c1iYicllli eo11 qt1ello dello sgon1bro da lll1a deter1Ui11ata località. (~npsfllltilllo elen1ento no11 sarebbe Sllfficiente n porre in esse~re la figura clell'inlter11ato, esse11clo eviclenteiilente i11dispensabile l'altro essenziale elemento dell'oblJligo eli soggiornare Ìil altra locaJità cleterminata con espresso ordine delle ~-\.utorità l> . Se.ml>rerebbe. in co11seguen.za, pacifico el1e, qt1ando coesi~t· nno j clnP elen1enti e cioè quello dello sgo1nbe1,o della popolazione da 11na deter1ninata località e l' altrò dell'obbligo di soggiornarYi coatti\-amente. si realizzino gli estremi ·voltlti dalla legge })eT caTatterizzare la .figt1ra clell'in\ternato. 1\Ia non pare cl1e tln tale criterio sia nella IlO:-t'nla della Corte dei c;onti. ~ esstma l)la.tlsibile ragione di legge e d'eqtlità sapren11no rro\-are a sostegno della pretesa clel Proe:uratore Generale eli ese:lutlere i cit1Ladini trasferiti in l-uogo diverso dal loro a bi tua le domicilio per ragioni di sìct1rezza nell'in teres·se degli stessi ci tta.di11i e qtlando le pri·vazioni) se v] zie ecc. sia110 speciali e 11011 coiUllni a tutta la popolazio11e. SembrereblJe cl1e, se tu i t a la popolazio11e sia sta La se1)iziata, per ese111p]o~ attl'aYerso le modalità bestiali dello sgon1bro eli una località. con1e alJlJÙ:llllO lJLll'troppo dovuto co11sLat,are nelle più svariate foTnle eli efferatezza, il cittadino non abbia pii.1 1Lto1o al beneficio di ]egge. Ovv·ero ancl1e se le pri·v azioni di pa11e, di ~Tassi. di zucc11eri . e degli altri elen1enti iilclispensabiJi alla 'tita sian(J ]Ilflitte, come è avve11uto, acl intere rollet~­ t·iv it à! il c~ttadiuo che an1n1al1 eli tulJe1:colosi, eli scorbt1to ecc. non abL1ia cìiritto al riconosei111ento di legge in quanto le pTi·y:::tzioJ1i 11on ·S iano stale speciali ed 'ind'i'r ·i d?.lali.

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(l ) !juc.:slo 11o;;lru 111 u tl u dt '. edet·c lt·u'" .:tt ttfet'llla ILella legge L2 oiLbl'e L9Jl, Il: 1 58~, P.t'l" Clll le clt ~pusizio lli di cui alla h-~· gc LH agoslo 19-t.O, 1196, snuo esles.c: rt t ·e ns1 dt tnnrle e '-'i Ìtl\'nlidit:l det·iYnnlr da p 1·inJzioni, ~ov izie <J IUOll.l'allnmenlt <=r1 m llllfJITe s uiJil~ ulJ ,I'~ l cT · o, itt occo ~:; ionc di g n,er 1·n.

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I.Ja vnri l it <~ elle i C't-l si cl~ noi preF;1 In esan1.e riflettono la }HLS~at.a guerra e l.a ·scarsa (~Hpedenza ri portava a sottilizzare 1111 po' Lroppo su sltttazlord f'l1e la f.risUssima e va'sh=t esperie11za ait·tlale ha. chjaTito ineqtLivocabllmente. jfa 1tornia.n1o al cri te l'io sopra riportH to della Sezione gittcl]can t·e el1e Lrovjamo precisato in altre deC'i sjoni co1ne in quella relatJva al caso Bortolini. In essa si ritiene C'he ricotTa ripotesi eli cuj al ra1pmen tato art. 17 solo quanclo u tali imposizioni l'igtlarclino direttamente l'incliviclno e non gih coslitttiscano orcline generale di sgon1hro per l'intera popolazione per le necessii à belliche ». . .~ noi sen1bra che UJl tale criterio porti ad applicazioni arhj trarie ed inique per le ragioni sopra accennate e per altre (li int.nifiva evicle11za. In concJ usione noi ritelJiamo cl1e nella dizione letterale il legislatore si è soffern1ato alle ipotesi che si erano presentate p ii.1 freq tlen temente nel passa t o. n1a risalenc1 o dalla le t t era dell a norn1a all'intenzione del legislatore. è age"Vole scorgere che essa è \più ampia di quella che le espressioni adottate lascerebbero credere. Si deve, perciò, ~nt1cleare dalle pTeYisioni, non tassativr:' delle disposizioni la ?'atio cl1e le anima e si vedrà alloTa che il concetto ispira1tore è la cor1siderazione di tt1tti i casi in Clri. per causa di guerra, il civile ·viene trasfet·ito coatti,~amente cla una localiUt all'altra.. tolto dal t:llO a111hiente. dai stloi agi e dalle Rlle possibil~tà ùi lavoro, con in1po8izione eli risiedere in una <leterJllinata loca,Utà. DeYono, cioè, 20llC01Tere per rapplicazione analogica della 110 l'lllH l e segtlenti condizioni: l.'' - O l'dine di 'sgo111hl'o da parte dell'occupante ; 2 con tetnporaneo orcli11e di t,rasferinlento i11 una loC'ali f h cletern1inat.a. Esulnno, perciò, ùalla prevfsio11e legislati\a i casi eli sfolJaJnelJto Yo]onta.ri, s]a pure clet.e,rminati dalla in1possibi1ità eli con l-i nn a l'e a rin1aneTe nella p·r opria resicle11za a cut18a delle con 1·111genze belli ch e. "-

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LA lYIEDI<JIN. .\. IN CAJJ.UIINO

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A cura. del dott. D. E. Cavpellaro •

La produzione della pc.:nici!Jjna c la 5copcrta di metodi rapidi e convenienti d1 prcpar!lzione del a n1uff:l n1eclici naie preoccupano non soltanto gli Stati Uniti rna anch e l'Inghilterra. Gli Jnglesi hanno temntc, durante lo scorso anno, di produrre peujcillin,l mediante l'uso Ji estratti acquosi di pisello (pisun1 sativum) che sarebbero adatti a prov\'edere un buon terreno cl i cultura di pcnicil.ium nota t um. Si vanno in proposito intensificando gli espedn1cnti alfine Ji determinare quali costilucnli Jcl pi .. ::,e-llo debb~no considerélrsi carne: <.letc.:rn1inatori del pt oclotto. Sebbene anch e nItri c~s tr:tlti vegeta E abbiano conseguito un una· o go effetto, tuttavir1 il pisello è !llitt() ~· ctlto com t! n1atcriale Ja poter suggeJ ire e consigliare metodi dn gcncr:di zz::tre. Il !>olo uso di cstr::ttto Jl pise11o rl()n ric~c< : a conseguire ri ~ ulwti con~; i t.t u nti (! 11i i.· reso quindi necessario nggiungere, nelh prc parai'Ìone del (arrnaco, ~tk\ltll ' : tltn ~ ~~O'ìll\ 11 /( ', E' !JtaiiJ ri ~ contrato che Jn presr:nza eli NaC! porta r. migliori risultati. Altt·i ~;ali (N:tN<) 1, Kl-i:2P04) sono stati u ~nti ~cl ~ stato altresì riconosciuto che P:tggiuntu di l:ntw•ìo tH"~ 1nezzo rJggjunge buoni effetti se non proprio eccellent i (Cnok, ·rulloch, Hrow11, Hrodh: : a Tlu: produr::iun of peniCI;IIin u.ri11g /1 'nction.r ob.'aillt'rl from UCtflH'orts c'.\' O't/Cf \ o/ /H'a \>, <f The Biochen1ical Journal >• , Vol. 3!"h n. .:J, L<HS, pag. 31 ~ ). 1° -

Ancora !lÌ di ~c ut t sul tnodo di a ;ione dci sulfatnidici cht·, in penurw Ji ~tltnJ, continuano a guadagnar terreno, :.ebbeJJt: si.t orm ~ti indiscutibi' e che esistano larghe jJiosincraslc l! sulfan1iuo-n.:sistcnze. Gli Ingl l!si Fildc:s c Vvuods nd 1940 credettero di ~ t~bHire che i sulfan1idici pote"~cro prevenire l'iuv~s: one batterica a caus!l dclln. inibL zio ne eli uno o più coz inù, nd essi dovutn . St~ndo al n teoria di Fildcs e vVood sarebbe un certo r n ~ i m n ad eso;ere r r.sponsabile di una rcnzionc anabolica il eu i substrato consi!l terebbe nell 'acido p -aminob .)ll7oÌcù. 'I ak teoria non ha potuto reggere nel corso del tcn1po in c!u:1nto ~ stato pro\':llo che i sulfamidici trovano antagonisn1o in sostanze diverse ùal.'acido p-aminobenzuico (1neti o 1~in ~t, ~uninoacicli, uretane, proteine, peptone, prodolli bJttcrici ed altri scono:,duti elcmc.:uti dei tessuti c Jegli essudati). Un altro in g le·~eJ Richard J. I-lenry, si è ùricntato, nel fallimento della teoria Fi:des-Woods, nel senso che i sulfan1jd_ici rieSGlno ~J inibire H processo ossidativo e riduttivo di enzimi (R. J. 1-Ienry: rt The mode of action of sulphonamides >> . - Pubblicazione del.f_a Josiah 1\ l.1cy Foud,ttion, ~~ Revicw St:rie-; ,,, HJ44' Yol. n, n. I; vedere « British 1viedkal Journ ~ l J' • 2G genu;1Ìo l94(i~ p:-~g. 1_ p.). T enclen7,: ttell'u!.r> di 111 .1 1; ~ iccc J o~ i uniche si d scontrano sin per i sulfnmidki, sja ptT In pt.:nicil inn, sin p·.: r l'arsenico, il che ha r::ttto ricorunr~ l'originario concetto di EhrH ch della tcntpia sterilisans magna. C~olden e 1\1eyer, nella terapi::t sulfmnidica di inftztoni batteriche, si sono f:-tui nss.crtori elci ~1 somn1inistrazione di una sola forte dose di 9 gr. per bocca (t<J. In t. Col. Surg. >1 , 8, 225 ) 1945). Per quanto riguarda la penicilli n~ si ì.: attuntn una cura della sifilide di 5 soli giorni con una son1111inistrazione t (Jt::Jh.: di 9.noo.ooo di. unità (E. Nf. Lourric cd 1ILri), Juentrc per la gonorrea si sono ottenuti successi spcttncohtri con la r.Oinmini ~ trazwne Ji roo.ooo unitn in 5 o 3 iniezioni all.t di•;l:.ln:i.J di 2 ore cd anche, per qu:Hll o con n1inorc soduisfazionc, in unn soln ini t:z ÌCJl iC ( ,c L::JJ·Jcet n, 26 gennaio 1943, png. 1 35). Per la gonorrea è ri!1ultato che non c '. i:.te Lhf(crenz::t tra un dosaggio totale eli 1 0 0 .000 unità e dl rso.ooo unità (S. M. L::thd: 1 ' Pt·n,rcit!in in Gonorrh eu 11. Lanctt )) , 12 genn:1 io 1 o4G1 p::tg. 53). Quanto all'arsenico, 2" -

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è rirornat:1 in fayore negli u~tinù ~nni hl ter&tpia ar~cnicah.: ~ulla ba!:!e tli ~clte giorni di cura, il che se non cosntutscc una therJpia magna, \i st aYvicina :lbbondantemente. l'

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3. ~ Un certo allarme è stato g~ltato .circ.a l'u~o. Jc~ la penicillin,1 per JnH::zione in !!c,Suito alla co~seguente c01nparsa. ~l t • epallte t n paztentt trattati con la penicillina. E' stato tuttav.ia nten~to . che. b pcrudllina non era a c~retta responsabile della epatite, che sarebbe da attnbuuc, t n vece, ad un certo agt n te Jctc.:rogcno, un vjrus ooè che si trasmette r~cclin~t~ :Ula cJjfettosa tccni~n delle iniezioni. Si raccomanda quindi che lt! iniezioni dt pentctlbnn Yengano csegu1tc con Ja più scrupolosa cura, prendendosi al riguardo tutte ·c precauzioni atte ~tc.I e\' Ìtarc la trasmhsiont. dell'agente icterogeno. E' noto in ogni n)odo la possibilità di lr<1Sn1etlC're agenti icterogcni mediante iniezioni in genere (Lr:onnrJ !-Iowells c J. D. Obv Kecr: 11 H epatitis afte, penicillin injectimu >>. 7 (l Lnnccl >~, 12 ge11naio rg46, pag. 51). \ ogHan1o segnalare che ~si Ji epatite sono •.t mi dt:nundali dopo tra!{fusioni d t s.tnguc per l'\ et H i bdlki (Grm.sman ed ~{tii: c< Post.'ltlf/ll,ion lJt'f'tllttis in bltttlt.• c,utwlt/f:.r )1, - H Jour n. of the Am. ~[cd. A::,s. ~~, H dicembre llJ·l1, p. tg. 'J~tl ). Necru\Ì c:p:tlichc :\onn statl' .tltrc . . ì riferì le in seguito alla somn1inistra-

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1iww di t OlllJ lcl'.ti .,u il'nmìùid. f f1 dHrl ,. St .trit acinttol i, oltre du; .. u complicazioni n ·n:t' i, Sl sono intrattenuti su ( ,,,, rll Jtr t lo''' ep.ttka diftw,a ~o u,.;~gucntc a trattamento di sulfadiazina (cc .Arch. of l' tt lt rJiol'Y '• ( Jdc.t·;o. agoqo HJ 15, .fO, 81 LJO). Ogni medicinale ha j suoi inconYcnienti, , nlfl' :.r .r d, • ! :u11 •;fu gJ ~~· acl i nconvenil!nti c pericoli la curn dell'artrite [nediante la !I'I •IJ'in d1 dt.ouitt., l J1 · lw flll<) d:1r·c origine .1 comrY 'icazio nl retl'lli, denunciate da T. t.;, l ),wnw ,l: i e. I ~ d t n (" l'h'\ fiL' ralofication tll:d l'c'JJtl/ failm •e produccd by mns.five ,/,}1,, t'itamin [) t/1 J'fl/'J' uf tlrtiJJt!n , , - - •< Ann.d•. of jntt•rnal. medicine u, Lancaster, 28 lttgliu H 1:,. 2. ~ ' J 2H).

4'- - Nd H<:rHJ~JHJ ry-14 Sth,ll:l., Bugie c \Vak•,m.ln potl!n.Jno isolare una nuova soM. trlnt unti l·wtterica Ja un filtrato eli cult urn di Artinomycc'i griseus. (Schatz., Bugie e \\'.tksrn1n: (t Streptomycin, subJtance ex!Jibiting antibiotic t/(.. /Ù'ÙY against gram~ po·'itivf and gram~negatir/e bat.!teria H. - cc Proc. Soc. Exper. fljol. ancl ~'[ed. >1, 55, 66-69, I~H-0· 11 nuo\·o agente antibatterico rns•wn1iglia \ ' d a1la stn:plotricin~ , Lmlatn nel I9·P cl.1 'vVaksmnn (\Vaksmnn c.: \Voodruff: rt S'trerthotricin, 1/t:li' J·rlc:ctiN: bacterio.(tatic nnd bactericida! agent, particularly acth•e aguitut gram·negatil'e bactcrù1 n. - <c Proc. Soc. E'X per. Bio·:. nn d ) ·feò . H , 49, :207-21 o, rq42). L.1 !-Jlrt. pt01n i cina si presentava pt;rÒ con1

un maggiore potere r.ntih~tterico c con minore to!:lsicit~. G~l studi in vivo, già estesi per gli anin1ali, incominciano appena appen·l nd app:trire per qunnto concerne la patologia umana. Conosciamo al riguardo !o stuclio eli Reimnnu, Elit·s· e Prke: <l St,·cptomycin for typl1oid pharmacologic study )) 1 in ,, Journ. of the A.m. ~[ed . Ass. )\ , Vol. :2.8, 175-rSo, 19 maggio 1945· Le conclusivni ~ono .c H.:gucnti : n) In strcptornicina, mtcttata per vja endovenosa od intramusLolare jn dosi da t.ooo.ooo a 4.ooo.ooo di unità al giorno, appnre nel sangue e nelle urine, in pnzienti con tifo, in misura sufficiente, in ,·in di principio, nel uccidere il bndllo grnm-negatiYo di Ebcnh (Eberthella tHosa); h) se sommini strntn per ,.jn ora ·e, solwnto tracce appaiono nel sangue e nelle urine, la più gran parte ,dene elhn.inatn senza n1oòifìcazione con le feci in quantità tale che nun è pensabile che il bnc.illo sin ~tato soppres~o; c) In terapia ornle non deve essere esclusa, :1lfint' di steri!:izzare le feci. La strepton1icina sta formando oggetto di studio per quanto conc~rne il suo a~sor~ bimentu, l'escrezione e la tossidtà ncll,uOino (Anclerson c Jcwell: 1c The absorptinn, t>xr.rction nnd to:ricit\' oj Jtreptomycin in man ». - n Thc new Englnnd Journal oE 1\ft:dicinc >,, 25 ottobre 19..15, pag. 485).

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RASSEGNA DELL.l:~ S'I'.t\r.JI»..t\. l'IEJ)I(~.il.

- - --·-//-- ---Dermatologia. "

U. - CoARI L.: Su due: CtUi di nrticaria da fatica. ll Clinic.:t Nuo · va )) , "o l. 1 (), n. 4-5, R o n1 a~ 15 luglio 10 agosto 1945.

SERAFlNr

Gli A..l\. sono stati indotti d pubblicun~ due cad· di urticarin da fatica o da sfor· zo, venuti alla loro osser\'azione, per la r~rità e per la patogenesi non del tutto chiarita di tale fanna n1orbosa 3 per cu.i essa rappresenta oggiJì uno dei più nuoYi ~: interessanti capito!i della c.lermaiolo gia, si~t nel

campo delle urticarie in genere, cht> di quelle d:t agenti fi~ici in particolare . La rarit~ è comprovata dallo s~Eo nuntero di casi consimiH riportati dalla letteratura: 15 eli urticaria prodotta dalla fa tica, 4 tb sforzo fisico - in cui si \'erifi. c~rcno anche crisi eli asma e eli emicrnniJ, c gravi feno111eni di shock - e 23 casj, ljci quali l 'urticaria. yenne pro\ ocata non solo Ja sforzo IÌ~ico, ma anche da al~n ngenti fisic.ì. Descritti i due casi personali, gli AA. Fassa no alle considerazionj c.ledutth e 5U1b genesi del fenomeno proùottosi naturalmente e riprodotto in Yia S J~eritnentale, provocandolo con e~ercizi fisici e fatko si ((< balzo in piedi H del Riccioni ). Assodato che tratt ~nras i cl i casi di ti pjca urticaria da fa.tica, poichè in!:orgeva esdusi.\·anlente dopo intensa fatica fisica (r' e 2.2" , 2 \ e r _ ; '' ) e ~co mpariva coo riposo asso~uto in 3-35 m.\ gli A/\.. hanno potut0 e:.c\uJere t rattarsi Ji urtic.aria sudoralc o di urticari:.t c,tlorica nel se n~o di Dukc (u. da sforzo i~sico , dn calore: c da emozione), t: hanno .ritenuto in\·ece i f~no­ meni in prob~bile r::1pporto sii.l con fattj umornU (_}:cr l'aumento JcWi stanen1ia ùn· Y. 4'· .i". . a \'1 1 7')'/o c un -' y 6••',•il a y 20 ".' ., :-,cconuo d n1etodo ùi Code), ~ i n con fntl :; r~ .'i s~o,ubr i (pLr una pnrticobre ipcrrcattl vlta c ut ~HH.:.l .il\' ÌHn tni nn). Pc r tnnLn, l'equi v Ldcnte i ~tami nico nel ... an gue ~~rcb-

be l 'espressione di una reazione allergicJ in. sog~<:tti ipcrsensibili ai prodotti deli.t

f.tuca. ~l tr~ttercbbe, quiindj, di un parti colare tipo eli allergia dovuto all'esistenza di aUcr~c~i endogeni, fino ad oggi non amnl~S~J, 11: . con(r?nto di quelli esogeni che st e sohu considerare cotne causa scatenante dello shock annfi.lattico in un or gan.i.srno sensibilizzato. Gli AA. concludono, dopo aver illustrato i dati clinici e sper.i.t11entali riportati a sostegno della. natura. allergica di ta le forn1a morbosa, che tale «ipotesi allergica è quella che, allo stato delle nostre conoscenze, de,·e essere messa jn prin1o piano nella patogenesi d eU 'urtkaria dr~ fatica>>. Tnt FILETTI.

Igiene. .NL~zzETTI

GiusE.PPl:. e NfENTI GrnoLA.Mo:

Concetti e procedim.enti tecnici per il controllo delle proprietà battericride dei disinfettanti de~~tinati alla depurazione delle acqu.e da bere, con speciale riferin7ento ai prodotti a base di cJoro. H

Lo Sperimentale )), fascic. VII-,lJII.

Gli AA. si soffcrmano dappri1na ~ull'inlportanza che ha, nello studio dei disinfettanti, il controllo batteriologico tle~ a lo ro efficacia, indagine tlelicata in quanto occorre tener conto tli numerosi fattori e deltagH di tecnica variando ~ quali \'adano anche i risult·:a ti uell'esperienza. ConsiJerano ooi i prodotti chi m.ici ciP . . ti na ti al !:t depw·azione udlc acque. da bere, con particolare riguardo ai preparati a base di clo· ro, e descrivono i concetti ed i procedim enti tecnid seguiti·, per la valutazione Jc11e loro proprietà bnttericiue, nell'Istitu~ to dj Igiene do ]a R. Università di Firen~e~ esponendo ùettagliatarncntc le intlagu~u condotte, .j n proposito, su due !lede di cio ranti, !iquiùi e solidi.


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J n qucsr.o Jnt eH.!M' . * • • ...., • • 1• ,~ • • m p w ment<; alcum pro· 1 tr~1tlat1 e uJ~cu 5.-, 1 • • · . .r . ·crt onde ruggJungerc rJ&ul~ b lc1n1 ut tccn 1· ' . 1· • •, ,. ttt' possibih nelle prove c l conl tl t1 P' u CSd • • ~.. l , .. t rollo battr·riologJco del comJ,o .. tt n_d JéJ~.._1. 1 E' presa sopratutto 1n const craul c oro. d . d . l'L · J c,pncità doi cttJ pro ott1 a • l1:1e .. 7.I011C O '"' ~ • . ~ j} )oro cont.::nuto 1n cl. atuvo, 1nd..1.rnre • do . Tine che va sempre ben vag11ata quan sl ~levano c,onfrontarc doranti in (;Some frn di loro o con· la prescritta soluzione~tcsto

di ipoc_orito contenente gr. o. oo1 di cl. per rooo. , ·v iene din1ostrato o confermato come ta.le capacità dipenda: - dal grado di clissocia~on~ d~l .di. sjnfettante in esan1e. I clorantJ sta hqwcli che solidi disciolti in acqua distillata non

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si com portano tutti egualment: perchè bcrano quantità varie di dk atnvo. Le differenze sono molto più sensibili nelle soluzioni concentrate; dal pH ambientale che quanto n1aggiormeBte viene spostato d~i valori. alcalini a queL~ acicli tanto p1u favonsce la liberazione eli cl. attivo; - dal grado eli solubilità del disinfe:tante in esame. Alcun1 doranti si sol ubl lizzano entro pochi minuti .. ed altri i:n ~n tempo molto più protratto, anche maggiOre eli un'ora . Occorre quindi che i conlposti destinati alla depurazione di acque fiiano facilmente solubili, in grado cioè di liberare una certa quota eli cl. attivo, sufficiente alla depurazione, nei 1Jrniti di ten1po prescritti come minimi indispensabili a questo scopo. La titolazione ch3mica del cl. ::~ttivo deve tenere conto non tanto del loro contenuto in cl. attivo tota·:e, quanto di q ucllo di pronta idrolisi o in1mediato. La ttcnica seguita nel controllo batte· riologico di due serie- ili doranti si è: fondata - dopo avere determinato il d . attivo utile (o di pronta idrolisi) ed il cl. c.utivo rotaJe dei con1posti in esan1e - sul~ le seguenti tre prove principali: r•' - valutazione deU'nttività batterici-

da del prodotto in esan1e, in via del tutto bpr.rimentnJc, su sospensioni mkrobkhe (b. coli) j n acqua distillnt~j .1°

5 -

~ \'~llutnzione dell'attlvità battedcida.

(iv; m,l le

di medidn~ militar.:_

del prodonn in t!sn rne su sospensioni microbichc (b. coli) jn acque naturali private cleJ foro contenuto microbico n1ediante filtra7Jone per Stitz; :/' - valutazion~ dell'attività bartedcida. dd prodotto in esame auJle acque natur:~ 'i. P er queste prove. sono state usate fu:'~ q ue nott:volmcnte incru.in~te prelevate da p(Jzzi a sr....avo situati in terreni ortivj, h! cui colimetria em di 900 b. coli per )itro. NIASSA.

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lnforlunistéca: .. L.: Tumori in cot~reguenza d~ in/01'tttni. - r( Riforma medit:n ,.3 settem~ bre I945r Napoli.

ToRRACA

L ..a. tratta la questione da l punt•J di vista infortunistico sulla Ò!ise di casi per, sonali, enunciando a riguardo le seguenti proposizioni già accennate - dal L uba rsch e dal Thiem ed in Fra.ncia dal Segond: 1) Reale esistenza della lesione \lOlenta e denuncia dd tmumatismo prima dell'avvenuta diagnosi del tumore. La ricostruzione a posteriori j n tali ca.sl può rappresentare un adattamento dci fatti .realmente accaduti alle nuove circo~ stanze. 2) L'azione violenta, per potere essere considerata J..a causa dell'insorgenza di un blastoma, de\·e essere stata di una certa entità, cioè capace di determinare, nei tessuti del territorio colpito, alterazioni profonde e dure\·oli. Ciò, anche volendo tener per: fermo che l'azione violenta noo sia che il bttore realizzante, il momento scatev:toteJ che agisce sopra un organismo predisposto~ per condizioni !ocali o gene.rall, all'insorgenza dei tumori. 3) Il tun1ore de\·e s\·iluppJrsi i.lel punto preciso che fu sede dell~ ]esione \'iolenta, non solo-, ma deve interessare qualcuno dei tessuti certamente interessati dal trauma (1{ock ed EEis). Questo postulato, che con~idcra il bla~ stOJnn post-traumat.ico la conseguenz..1. di un processo patologico loc3le, è contrade nlle idee di WiJmaon, Simon e Ribbcrt l

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che, an1mettendo una con11nozione del midollo os~eo o in gen~n= un'az.iont:' indiretta del trauu1a, non ritengono ncces.. sarin la coincidenza topografica dci due fatti 1norhosL 4) Il tempo che dovrebbe decorrere tra il n1omento del traun1a e la co1n parsa del nlmore non può essere fissato entro i lin1iti enunciati dal Thien1 (un m1n11no di tre settimane ed un n1assin1o di due

clnni). Esso va vagliato caso per caso prendendo in considerazione la grandezza de: tumore e la struttura anaton1o-istologica di esso e raffrontando tali dati con la velocità di accrescimento e la durata dello sviluppo de~· a vadetà di neoplasma in esame. I tumori post-traunlatici si dividono i11 precoci e . tarùi YÌ. l)elicata ed incerta è la questione delia formazione dei tumori precoci. La possibilit~ di ricollegare un neoplasn1a ad un trauma, che eli poco lo abbia preceduto, dipende n1.olto dal volume raggiunto dal tumore al momento dell'esser' \'azione, messo a confronto con il tempo trascorso e con la struttura istologica ed anche con il supposto meccanismo per cui la lesione violenta avrebbe determinato la insorgenza del blastoma. Un ternpo minimo potrebbe essere ammesso adottando la · concezione patogenetica del Scbcstyen, che con~i&:·ra. la stessa azione violenta un fattore diretto dell'accrescimento pato~ogico·, in guanto essa indurrebbe, immediatamente, nelle cellule quelle profonde modificazioni nsio-istolo·giche che sono alla base deO'accrescimento ncopbstico. Il che sernbra al Torraca pjuttosto inverosimile considerando che le profondissitne differenze anche biochitniche tra le cellule norma1i e quelle neoplastiche non possono comparire di punto in bianco negli ele1ncnti cellulari in seguito ad un'unica azione violenta. Pertanto, a]' A . sctnbra piuttosto scarso anche il tempo minimo di tre o quattro scttin1ane, a n1eno che non si tratti eH tumori a sviluppo n1olto rapido e che conscrvjno tale rapidità di accrescit11ento an-

che dopo la loro com p~lrS~l. 1\l con t 1 a 1 io, il tctnpo n1assin1o per lo sviluppo dej tutnori tardivi, che si rkollcgano a Pazionc violenta attraverso i rcliqu;t i eli essa: cicntnci (carcinon1i, sarcon1i), orifizi fi~tol 0 _ ~i (carcinotni), c aHi di frattura, focolai contus.iivi (s~rcon1i), ~i ·è stingolarmente allungato rispetto a quello inJicato clr'l 'fhiern. Sono stati, in fatti, descritti casi di sarcomi insorti su antiche lesioni riportate dieci ed a11che venti anni prima della cotnparsa del tun1ore. s) E' necessario poter dimostrare se al n1om.ento del traun1a esista in corrispondenza del punto colpito un tun1ore a decorso asintomatico. ln tal caso, essendo H rraun1a rive:atore non causale, potrebbe soltanto es~ere prospettata ln questione della concausa. I seguenti criteri, arnmessi per il riconosci mento d eli 'aggravamento di decorso del blaston1a per effetto del" a )esinne violenta, sono piuttosto incerti: a) accelerazione dell'accrcscin1cnto del tumore, din1ostrabile con l'aun1ento di volunle di esso o co: nun1ero delle carjocin~s_i riscontra.bili nei preparati microscoplci; b) infiltrazjone dej tessuti circostanti da parte degli elementi neo plastici; . c) diffusione più larga delle metastasi; d) insorgenza eli rnetastasi non ab itu~di;

e) presenza nella

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nlo.re dei reliquatf dell'avvenuta lesione traumatica, sotto forma eli emorragie o di necros1; f) exitus veriLì.catosi molto tempo prin1a di quello che avviene nella Jnedia dei tutnori del genere. 6) Fr..l le a~lteraziooi detcrminatc dalla lesione violenta ed i sintomi del ncoplasn1a deve sussistere il cosiddetto ponte sintqtnatico, tenendo però presente che le manifec;tazioni di esso vart[tl1tJ enormelnente da un caso all'altro. L'A., dopo aver an1n1csso che le pr~· porzioni dei tutnori verosi1ni•!n1ente nttr~­ buibili a traumi osciJlano tra il o,g ed Jl 5 per cento (per il Thiem In proporziont:


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sarebbe c.Iel due: per cento pcr 1 L4lr.cu10nu c Jcl cinque per cento per 1 snrcom1), con: elude con j) I<.o(odny che, nel valutare J rapporti causaJi tra ~ traun1a cd _un Lumore, sono necessarie c< una prudenza cd una critica particolarmente acute >J.

D'Al!ILIO.

Malariologia, PouzzoTTo S.: Correlazione fra fase settice mica e fase focale nella malaria umana. - « Rivista di lvialario·logia », Ro · nla, nn. s-8, maggio-agosto 1945· ìvfolto interessante questo studio sui rapporti che intercedono, nel_l~ mala~a u~ mnn~, tra j parasshi malanc1 localizzatt ntgli organi interni c quelli circolanti nel sauguc, ossja tra i mcJ."ozoiti_ dell? fase focale c quel]j della fase settu:enuca secondo Maurizio Ascoli. L'A. si rifà in proposito agli studi das~ici e moderni dei mabriologi più noti, h alia ni e stranieri, sui problemi da essi ri!Jolti c su quelli rimasti ancora insoluti; c vari infatti sono i punti ancora oscuri, tra cui quello delle recidive, onde se ne cerca una interpretazione pr~isa o quanto meno attendibile. Prendendo le mosse dalla dottrina di Ascoli, l'A., studiando e discutendo la fase negativa del sangue nel periodo eli iocubazjone (d'qll'Anfeziolne n1alarica indotta da puntura di anofeli, amn1ette che la maturazione degli sporozoiti avv.ienè negli organi interni ove essi infestano le cn1azic in endopausa nei serbatoi (i cosiddetti foci nJalmùci), dai quaJi 1 globuli rosst parassitar.iJ vengono immessi j1n drcoJo dando origine alla fase setticen1ica. Invece b. mahuia .indotta con inocubziooe cliruta di sa11gt1e• infetto scinde le due fnsi focale c sctticemica, sopprin1enùo la pri.. ma c oEfrenJo il quadro della seconda allo stadio di purezza. A cagione del tn.UO\'O /w bi tat, i nlerozoili pur conscrvnndo le note- cnratterir.tichc n1orfulogkhe - subiscono modifica7ioni delJe loro attività biologiche nel senso cht: ~rdono la capacità di r.iadattarsi

alla vita locale ::tllorchè ritornano ai serlxltoi focali, Jncntre mantengono .inaltc . rala la proprietà eli potersi moltiplicare nd torrente: circolatorio A ciò devesi ~ggiungere altra differenza biologica: qut:lla della. mancanza di gamctociti neJia rnaJaria indotta con sangue iofc:ttot p<.T cui molti AA . affermano che • i • gamctociti sono prodotti neO'lj 01• l'> gnn1 .llltt.'Tnt. Secondo il nostro A. sono proprio i mcrozohi dei foci' che- proclucono i gamctociù; il che Jimo5tra come la. fase focale è la fase fon.d..1mentale della malaria umana, essen-za e causa delle cronicizzazioni e possibilità recidive. La n1a larizzazionc con sangue infetto non dà luogo infatti nt: a cronicizz-azione nè a recidive, guarisce f:.tcilmente con cure chemioterapiche e wche spontanean!ente, onde e' stata - come e' noto preconizzata cb \Vagner von Jauregg gu3 le metodo elettivo di malariotcrapia JeUa' p3r~ìsi progressiva.

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TRIFILETTI.

A.. : Recidit/e - reinfe z~;or-i malariche e cura DI'monale. - ((Rivista ili

r lhLLETA.Rl

1falariologia ». Roma, nn. 5-8! maggioagosto 1945. Scopo della nota clinica Je] ~lillet:ui è una. esatta n1essa a. punto dell'argomento, con la qual~ Yengono precLate - in base a rilie".·i statistici propri c di ~ùtri AA. - le ragioni che f<clnno della chcn1ioterapia un'arm:t efficace soltanto neUa hlse locale di essa. L'A. riferisce pertanto i riillltati conseguiti dai \'ari sperinu!ntarori sulla prevenzione di recidive e n:lnlezioni con la cura lAscoli> comunicando poi le risullunzc cliniche ottenute .in un gruppo ili 96 soggetti (da lui curati con il metodo anzidetto e con la terapia dlnicn, o con preparati sintetici tipo a.tebrin, italchinn, ccc.) e ries::uninati a distanza di ..;.-s ar.ti·Ì dalla cura. .Analizzando il n1ecca.n.isruo c.l'nzionc ddle ynrie cure nelle diverse fasi dell'infezione mabrica, l'A. perviene alle seguenri conclusioni :

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La cura ormona1e. (surreno-n1idolfare) si rÌ\r ol~ contro ]a fase focale della rrialat: tia, agendo cioè sui foci morbosi che sl stabiliscono nei serbatoi sanguigni (sistetna dei seni venosi, polpa rossa della rrJlza), OVe' iJ parassiti si annidano, restand? pressochè inaccessibili a± farmaci e s_eg~­ ttmdo quindi a infestare a:ltre etnazle ID endapausa.. L'espressione clinica degli effetti tera· peutici del metodo Ascol1 è rnppresen~ tata da: riduzione stabile del tumore di milza (do po una serie eli splenocorrtrazi oni), cessaziblne della dolorabilità spleni~, spiccato 1niglionunento della crasi sangulgna, rapicL~ ripresa dell~ stato ~enerale con scomparsa delle factes 11zalanca, auInento del tono tnuscolare e della capacità lavorativa. Quest1 risultati - riducendo la cura adrenalinica ai miniln1 tennini il nu1nero delle recidive e delle reinfezioni - hanno non so1lo grande valore cliniéo ..ina an.~ che una speciale itnportanza dal punto dt vista epidenl·iologico-profila~tico in qu~n­ to per essi se ne avvmtaggta cnorn1etnen.· te il lato econonuco-socialc del problen1a .TrtiFILETTI.

Medicina. .·'nenlj"J C ANALI G • : .'l r "'' enlolitica acuta di Lederer. 1.< Haen1ato!'ogica », Volun1e JC.XVI, fase. III.

L' _t\.., partendo dall'osservazione ~ca ed anaton1.o-istologica di un caso eli aneJn.ia acuta febbrile emolitica di Lederer, porta un contributo alla ~isten1azio?e nosografica di essa, che v1cne considerata eli ni ca m e n te ed ana totnicamente con1e una 1nalattia a sè nel quadro deJe emopatie emolitiche contro · la tendenza già espressa da nlcuni autori (Greppi ed altri) a con.siderJre questa sìndron1e con1e una variet~ ncuta dell'anemia perniciosa. · Canali csprhne il parere che ILa « noxa infetti\!a i) ignota, probabilmente non speci11ca, provochi. la crisi emolitica con un rnccc:.: nisrno a\lt:rgi.co ngendo su terreni

n1orbosi cliversi costituzionaltnente predisposti. Dalle prllue osservazioni di Lederer nel 1925 si possono contare di ta~e forma morbosa circa una cinquantina di cas~ ivi comprese . le cosidette forme atipiche da considerarsi piuttosto come variet~ febbrili ad andan1ento subacuto dall'a:nemia perniciosa di Biermer. Ciò nonostante, l'A. ritiene che l'anemia di Lederer si presenti nelJa pratica tnedica molto più eli frequente di quanto non risulti documentata neL~a letteratùra, venendo molti casi djagnosti· cati come « forme infettive gravi o di CJrigine tossica >), Difatti, il quadrc> clinico è don1iuoto d:1i segn~ eU una tossi -infezion•: ~pt!s:o~o :u.l t.:Hnr dio acuto, quasi clranltn:Hko. 'Nd1n <::or nlcc di un n febbre piuttosto ultn, co·tH i nua, remittcntc-, o uett:uncntc intc.;rn1ittc11 te, a tipo n1alarico·, c d i uno slut() gt;ncrnlt' grave con scnsorio obnuhuato, si inserì· scono altr1 segni generici (cefalea, urtrnl .. gic ditf:usc~ ipcn:nùa delle· fnud c delle tons~ille, n1otlica rcaziont· delle linfoghhlndo1c cervicali, lieve grndo ili rneningiD-nlo, dolori addo1ninali diffusi con diarrcr1 nell'infanzia, n1odica sp'enOinegalia ed epatomegalia) ed una sinton1atologia gastrica, di valore diagnostico per la sua costanza, caratterizzata. da forti dolori all'epigastrio accon1pagnati da vomito ripetuto acquoso, biliare. . . La sintomatologia anermca, a volte cluara ed .Unponente, perchè acuta. e grave, a~.tre volt.e passa in secondo ptan~ ,nel!~ valutazione clinica, sia per la gravita de1 fenomeni tossi-infettivi, sia per la sèarsità degli equivalenti . clinici della_ cris! emo·litica acuta, decorrendo alcun1 cast s~.nza ittero, con assenza ili urobilina e \Con neve e fugace subittero delle scler.e e con t'ransitorin. etnoglobinurin, spesso presente solo nei primi giorni o con succulenz~ dell~ cute che maschera lo s-tato nnem.tco de~ te~enti. L'assenza delle mani'festa~i~n1 di d.iartesi etnorragica perm.ette .~a dlstl~­ z.ione clinica dalla rnielosi npbsncn, dnl~ anemia. aplnstka e dalla. n1ielosi edtretn.Jca acuta di Dì GugGelmo. Però, solo l'esanle etnatologico cOinplc·


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to molte volte trascurato nella pratica prof~sionale per incomplct:t n1.etod.ica eli studio, permette spesso l'orlentan1ento C:...l mco. L'esan1e del sangue rivela un ~anemia. a cnrattere ipercromico con din1inuzione nott\'ole del globuli rossi che possono r:tggiungerc cifre bnssi~sime (52o.ooo in un

lYAMJ\'fo Lttior: 'Sulle forme lari/ate del-

riculociti (fino al 33 ~b nel caso di Corelli) cd eritrob.astosi ortocromntica c policro-

la periccu·dhe :.tdesiva e sulle algitJ pc:li;crtrditic/u:. - H La llifonna ì\IeJica )) n. 4---1"47, Napoli, nov. 1945).

matologici differenziali con l~ miclosi eri\remiche : forma acutissima. o morbo di Rautmann, forma acuta o malattia di Di

Gugl;elmo e forma cronica o tnabttia di Cooley, con .e n1.ielosi aplastiche, con le e tnopatie cosidette perniclOsifotmi, con la carcinosi ostco·midollare metastica, l'autore traccia il decorso e fissa i cardini te-

ra peutici della malattia. Nella quasi totalità dei casi, in uno spazio di tempo piuttosto breve (è eccezio· naJc_ il decorso subacuto in r ..tpporto anche a, n:tnorc capacit~\ rigen.cratìva del midollo) 1 ~:!'ltto della tnalnttia è gucUo <.Iella guarlg~on~, detenninata da una o più trnsfusio-nt eh sangue o dall'epato-terapia per via. par~nternle ed a dosi piuttosto alte. A condu~none, il CanaJe da.Jo studio dell'anelllÌU di Lcdertr invita a trnrre i sc,!Uenti

utili insc:gnan1 enti :

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1) pensare all'esls.tenzn di tnle forma znorbosa tutte le \'alte che c1 si trovi ùi

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D'ATTILlO

~aso di Lazarus), spiccato aumento dci re-

matofila. Di grande valore dbgnostico d.iffercn· l'i:dt.: ç In .leucocitosì ncutrofib con lu forHlllla di A rn cth de\'btn ru sinistra, che pcr'''t l h' lu r:<ìc.:lu~ione c.Ie.lc varh.:t;l acute c ·~ n lL trilli" df•ll 'arwm in pt:rn ici osa di HJCriw t (l(·w;oiJI.'llia o li e v(! ll!ucoc itosli,. Jnn lt! IIIJll't ' rld upo linfnrko e co n formula eli .. rlll'lfr dc·v i~Ha tt Jc,•;trn) c dcl~a nuclosi r ritu•Jn k·:• ~~~~ ~tt .r n nwbttia Ji Di Guglicl ruo (lcu c'> J ;r~ nia C(J il linfo dl·o~ i, c.:ritrobla~ tll O:tl bJ l JfJI,tj. E' t.b nut~rn.;, pun\ Lht! 1~ kucodtosi ndln n,,1l:tlt Ia eli LcJer~r ~ prr.:~c:nt<: soltrullo w..i primi g"iorn.i di tnaJattin e che, spcciul~ ItH .ntt · nell'infanzia, si O!)fìervJ, a volt<.:, un a vera reazione eritro-lcucemoidc. Do p o a vcr riassunto .i dati clinici ed e-

;

fronte a quadri Ji tossi-infezione di oscura etiologiu; .2) trattare c1ualunque ma2.attia . di natura tossi .. intettiva con br:rli estratti epatici; .

Scopo di yuesta in1portante pubblicazione uell'.illu.stre clinico di Napoli è quello di rkhinm:trc l'attenzione dei medici pratici sulle- possibiÌità di errore nel eliagnostico Ji ·presunte forme funzionali (ne\·rosi. carclinchc o nerrosi genernli) eli t ui spesso rengonH dichiarati aftetti soggetti portntori di lesioni organiche Jn~ tcJliL Jd cuore, e propriamente di lesioni peric~JnliLich<: a tipo adesivo. DJ fronte n. casi cJj disturbi cardb.ci qua. l! le- paJ pitazioni, le: .1ritmie, le dhpnec da sfot :'o, in nssenza <.ii vizi vnlvo!ari si pen · I),J ml un'affezione tniocdrdicn. !vb qunlor .1 le indagini plrticolari sia obbktti \"C ehc clettrocardiogrnfichc o s1erologiche (lue) ricsGlllo negative per una diagnosi di affezione n1ioc~u~dka ~ia pdmid,·a che di orj ginc; corona rica, allora l'mtcnzione Jel lne-

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djco e le nuo,·e indagini da esperire devono es~ere ri roht nel senso di accertare l't:!sù,tt.:nza o meno di lesioni <.la pericardi re adesi va c ùetcrn1iname J'c:ntltà; ciò jn .rapporto a tutte le diverse modalità anntomopatologichc che sono mottvo cldlc Inolteplki e più v:1ric sindrom.i cliniche del genere, da quelle con fenotneni appnrlsccnti e cnrnttttistici di facile diagnostico a quel. k che decorrono j n forme ~·1lenziose o lnr·

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Yatc.

L'A. esanlioa. i vari !legni noti e n1t.nonotj, ùlscurcndonc il significato e il 'alo n:, e i vari disturbi subbiettiv.i che Je\·on.o ès~ sere bene vaJutali dal medico, cht: proptio da essi può c deve essere n1e~so sulPaYYiso per una giusta. djagnosl. De seri n: in proposito le princip~tli forme nlgiche drl torace, prese personalmente in esnme t..lurante le sue osserv.ll.ionj, e cit~l i n n1od<} gjnteticò m.1 com pJeto 5 ca~ì, Jis~..:utendollt'

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JO i disturbi e le deduzioni diagnostiche e concludendo su due or di rui di fatti cliniri : 1) Esisten za di fanne di pericnrdite ~t~ desiva, con J.dcrenze litnitate, c che ad un esan1e clinico superficial'c passano ina\'vertite, caratterj zz:He da asse nza o inunobilità de~l'itto nel can1bio di d ecubito, da turgore insp.ir ..1torio delle giugulari, e soprattutto, alla Xscopil~ da n1ancata dissoc iazione insp.iratoria delb punta Jcl cuore del diafran1ma. 2) Asse nza nella ste~sa sindron1e eli disturbi funzionali o presenza. di essi, costituiti du ùispnea da sforzo~ facili palpitazioni di cuore, ~gie precordiali di Yario ~lspetto e intensità (dalla sindron1e anginosa sfumata e incompleta al tipo del· l 'angor pr:ctoris con algie parossistiche ma se:nza i n1on1enti etiologici noti, C3ratterist ici dell a Yera angina). I n ru ttì questi casi il me eH co prati co pens1- e ricerchi le forme di pe ricardite adesiva. Tru r 1LETTJ.

NicoLo· RAFFAE.LE.: Localizzazione prùnaria i ntestin,?/e del granulo11UI maligno. - Pathologica '' • n. 62B, Genova, gen . . uaJo-gtugno 1945. L~ A ., Jegli Ospedali Riu11iti <li. Napoli, si sofferm a anzitutto n pa~sare 1n rassegn ~1 le ossen•azioni di lo caliz~ azioni ~iù o meno :.lt~ piche del mor?o .d1 Ho~g~o.:?, non ~o lo per quanto si nfensce all atlpla della clinica (sintomatologia e' decorso) ma nnrh f: della istologia delle alter?~ioni an~­ to1niche, dei vari orgnni co1pltl. Infatn, mentre prima: si ritene\'a il linfo~ranul~mn unn tn~lattiu sistematica delle hnfogluanJolt.: co n sin ton1i clinici (ndcnopade, feb bre, sple nomegalia , suJori, prurit~ .. ecc.) c co n aspetti istologici ben defirut1,. or ~ mai invece è benei acquisito che tutti gh organi, eccettuati forse il p;ricardio. c 1e ortico1az.ion.i, possono esstrc:.: sede d1 grar;u\o m:1 n1.aligno: n:l.So, faringe, tonsille, trach ea, poltnoru, ple ure, reni, ureteri e \· c~ci c<l, tiroide, tnan1melle, cute, midollo spinale, fegato, milza . Rispetto al tubo ga stro-en te rico si possono distinguere:

unn. forrn~ gl1striLat una int ~s tinnle c lllla g~tstro i n t t:stinn lc. L ' A. p:1ssa, quindi, :1 dcst:rivcrc jl ca~o C~lpÌt;lln alla su:t osser\'Llz ionc eU una loralizznz ione pritnaria intestinale. Si trut~ t~tva ài nn giovane di 25 anni, sofferente Ja un.t qu:trnntina di briorni per una. sinLÌroxne dì occlusione intestinale incotnplc· ta, con febbre tnodernta, che in1provvisa n1cntc si aggrava n1cttendosi in occlusjonc co1n pleta, per cui egli• viene ricoverato di urgenza in ospedale c ~.ottoposto ad intervento chirurgico. All'atto ope rativo si nota un lungo tratto del tenue (40 cm.) infiltrato da una n1aSsa ncoplastiforme che lo stenotizza, onde la ~ndron1e occlusiva. L'esame isto· logico mostra che l'infiltrato è costitui~to dagli elen1enti tipici del granuloma Inal.tgno. L'ulteriore decor~o (peggioramento progressiv o c grave dello stato generale, persistenza della febbre, con1parsa di sudori profusi ed exitus dopo IO mesi) confermò la diagnosi. Forma pura, dunque, di granuloma n1.aligno e a sviluppo (clinico, almeno) ~ ubacuto, locaHzzato al tenue e senza altri segni a] di fuori deJla febbre. Dal punto c.li vista diagnosdco l'~. nota che la diagnosi clinica del g. m. e spesso impossibile, confondenuosi es~~ con ~.na affezione tubercolare o neoplastJca dellmtestino . E ~~avente anche la diagnosi i stolog ica è difficile, cb~a l~ ~equenza di forme atipiche anche Isto .og.tcamente. l. L'A. conclude concordando con g11 altri AA. circa 1a eziopatogenesi dd [S·. m:, considerandolo malattia dd sistcn1a t 'itwcJtario di genesi in1 predsatn, n1a. certanlcntt: infctti v3. Tnt FILETTI.

Microhiologia. Di un metodo per la color,1z ìone dei parassiti 1nalarici nelle gocce spesse . - . « Igiene e S:.tnità Pub· blica », n. 4-5..() del 1945·

RAFI·AELE ANGELICO:

L'A riferisce i risultati ottenuti pro~nndo un. nuovo rnetodo ~ltrarapt·d0 d'1 cd.o· ·


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71 t.tzione d<'i l'·'ra~&iti m:dat!~.i w:lt<.: gor:ce

c,pc:!lse, proposto Ù~ J.. W· c.f•wl d. . . • Jl rc;tlc vantaggto dJ qw~ ~to rnr todr>, !,!,-. condo l'A., t. la facilità e rapidità di csr~~

cuzionc che permette dj colorare con bri ~ h 1nti risultati qualungue goccia spcsça nel giro cl i pochissimi secondi. La tecnica c.Ia seguire è la segue nte : 4.,;

La colc,r.t7ioue ~i

drangolare. PreparaZ~ione

delle soluzioni coloranti : Soluzione A

Bleu eli

metilene

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Fosfato disouico monoidrogenato (Na H P04) anidro . ··1 5,5 Fosfato n1onopotassico diidrogenato (K H2 P04) anidro >J 6,25 Acqua distillata . cc. 500 Soluzione B Eosina , , t,rr r,o Fosfato clisoclico monoidrogenato (Na I-l P04) anidro . 11 5,0 Fosfato Inonopota~!>ico diidrogenalo (K fl2 P04) anidro) . » 6,25 .\c qua disti li ata cc. soo I fosfati si devono aggiungere prima dei colori. La soluz ione di Azur I, granulare, ,·a far tJ frantutnanclolo in n1ortnio e raccogl tt:ntlolo con piccola quantità d i soluziqnc ~tcquo'ia. Le: soluzioni, così preparate, :1 p h f1 ~S<J ti i 6.G. vanno tenute da parte r 24- ore t:, Jopo accurata filrraZlOtlC, ~ono pronte p er l 'u~o. I-la nn o il vantaggio di conseryar~i anche per varie settimane ~enza ~ubirc a_terazjoni. o!OJ'tl ~ione. . u~are quattro vaschette coperte, strette cd alte (ne lle quali i 'etrini \t-:rranno introdotti \'erticaln1Cllte) e di"PI)Slt in fila nel seguente ordine: Solu zione .-1. _ Acqua lavaggio; Solu ztonc B. ~ Acqua l:.t\'aggio.

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I'' - Jntrudurre il ,\'CtrlilO per l n nella soluzione J\. 2'' · L~l'. nre in acqlCl ùi fonte agitando JrJk ernew e p~r poch'i s:condi fine hè il C(.JIJJrt: c~·;~j di fluire da l prcparélto.

3•) - I ntrodu rr,~ il $ (')}

Prepantzione delle gocce spe.rsc: usare vetrini perfettamente a~ciutti e puliti c.lefibrinando a lungo le gocce dcpostcvj, non troppo spesse, e che vanno estese a super~ ficie iarga, preferjbilmeote di forma qua-

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4'l - W\ art in. acqua di fonte agitando dokcmc nte p-::r 2-3 ~con di. 5" ~ Pr>rrc il prepararo verticalmente a ':colare ed 3$ciugarsi, SF.:nza rimuoYerlo

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prima che sia perfettumen~e asciutto. n tempo di colora.:-ione potd . essere aum entaro fino a e più per d ascun:.t soluzione a seconda deHa co ncentr!lzione e della qualit3 dei colori usati,, nonchè dello sp eS!)ore t:: deU'et2 J ella goxia. Nel caso che non si2 pDs~ibHe troYare in t:Olnmercio l,Azur r si potrà rian·ario dal bleu di rnecilene m edici nale mediante l'ebollizjone col metodo pro?os:o ci1 A. V. 1-Iitch, o per a zione ddX:ozo=:o sui blu eli m etilene medicjnale previamente alc3lini z 7ato (metodo P un toni).

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11.\ccoLrNI RoBERTo e Suzzt \,....u.u E~:EA: S[{.i moderni rrzetodi di isolamento dd bct. E typlri e dei batteri S!.!Z.mo.P?e//a dalLe f èci. (( Ri ''Ìst3 Italiana d'lg1ene >), Jnno 1945, nn. 1 - 2 .

Gli AA. riferiscono l'~siw di circa 950 esami eli feci praticati negli anni IS-B-44-45 su malati, conv3lescenci e porratori dì tifo e paratifo nel territorio deta Repubb!Jo d i San ~fari no, specie durante b t:pitle1nb idricn che colpì l:t popolazione deJb Re· pubblica nell'estate del 1943· Nd\ corso di questi esam1, dì cui I-J-3 risultarono po~iti,·i pcr 1l b3ct. E typhi e 7 per il bact. S paratyph.i R, vennero paragonati i seguenti m etodi di isolamento: semina diretta .su nQ:lf .... \Vjlson-13bir e su ag.tr citrato~clecossicoiato di sodio, arricchi~ mento in brodo \Yihon-Bl.Jir e sottorol-

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turc- di ì~obmento in agar lattosato al Rosso fenolo, arricchirnento in brodo ]\.fuel~ ler K.nuffmnnn e sottocolturc di isobmen'. ..


72 . ro nei terreni solidi: Endo, Drigalski ~Con~ radi, agar In ttosnto al }{osso fenolo, ng:1r al citrato -desossicolnto di ~odio; ~gnr V·l i\ .. ·son-Blair. ·n terreno al citrato-desossicolato, introdotto nella pratica Jnìcrobiologica Ja 3utori amer.icani, è stato largan1ente usato nci laboratori delle Forze .Annate fuleatc! durante la can1pagna d'Italia! con dsultati ritenuti dai n1edici inglesi e atnericani 'lllOlto faYorevoli. Le ricerche eseguite hanno dimv~trato che : 1° - per !!isolamento del bact. E typlù ii n1etodo eli scelto. è cosdtuito dall'esecuzione contemporanea dì semina dir~tta su agar \~:ilso n e Bla.ir e eli sen1ina in brodo di arricchi1nento l\iu eller-Kauffn1ann, sellr uita dn. coltura di isolamento ]n agar <=' Vlilson- Blair; :?.0 - per l'isolamento del bact. S paratyphi B ii metodo di scelta è cost1tuit0 dalla semina cliretta su agar al citrato-desos~icolato di sodio, accompagnato da contemporaneo in~e:menzamento in brodo 1 1ueller-Kauffrnann, seguito da sottocolture di i sohunento io aga.r al citrato-desos!:ljcolato di sodio. <..J

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Neurologia.. LEccHI~r L.: Aleningite sie1'uJa (o idrocefalo an1.to ?) con fatti senso-tnotori u.n;!aterali .e confusione mentale. - « Ras?egna di Studi Psichiatrici )>, volume

XX-t'CIII, . nn. ·4-6, pagg. 195-204, I944· U n giovane soldato, senza tare nel gen~ tili zio, dopo due anni di servizio bellico in Libia , fu colto improvvisam ente da violenta cefalea, von1ito, diarrea, ipertern1in ; i'epjsodio, dopo circa un mese di Eu re (rachitentesi, bismuto) dileguò cornplctarrtentc ed il soggetto prestò ancora servizio di guerra per sci mesi. A tale epoca sopraggiunse una enterocolite rune· bica con dccadin1ento generale e tebbri co'~a, donde un nuovo · ricovero i n ospe · d~)e cd il ritnpatrio. Dopo circa quattro

n1e~i

di n'~lattb ; all'ottava giornnln tli un

tntcnso trattnnlc..~nto ctnctinico (perfctt:l~ n1cnte toLt:rato) sopraggiunse ccfnle.t. febbre alta e, poco dopo 1 dgid_it;'\ nuclllc ed altri segni n1cni ngei; al ten1po stesso si andò deline:1ndo un quadro confusjooale. La puntura lon1bare dette esito a liquido .:cfalo-rathidjano n1olto jperteso ed j1n bre~ \'e il quadro neuropsicopatico si accentuò, rh·elando uno stato an1enz.iale, una enuanestesia sin. ed un aun1ento della re~ Elettività pure · a sinistra. Dopo una seconda rachicentesi si pro d u~se un sorprenr dente miglioran1ento neuropsichico e generole, accentuatosi dopo una terza puntura lombare, la qua~e rivelò che la pressione liquorale erasi nonnalizzata. Gradatamente seguì la guarigione con1pleta del soggetto. A proposito della oscura eziopatogenes1 di questo bel casa clinico, l'A. - che ha potuto seguire le varie fasi del cotnplesso e interessante quadro morboso dall'epoca del rimpatrio dell'infern1o, ossia per circa un annc - pensa che la prima affezione 1neningea sofferta in Libia, qualunque essa sia stata, altrechè <c sensibilzzare 'l'encefalo verso nuovi agenti morbigeni » che a\·rebbero potuto e\·entualmente colpirlo in seguito, abbia lasciato degli « esiti cicatriziali o sclerotici a li vel· o del foran1e di Luschka di destra n . La suddetta sensibilizzazio ne favorì il successivo episod io tncningo·-encefalko, verosJm iltne nte di origine tossica a punto di parte nza intestinale, rnentre quegli esiti cicatrizia·i alterarono (( j] nonnnle dcilus!o del liquor dal Yentricolo destro con risultato ùi una ic.lrope ventricolare d estra 1110 to più spiccata e con conseguenze periferiche, quin· c]j, n1olto p.iù ev jdenti a s ini ~tra l>. CARLO Rrzzo. CARUSELLI

M ., ScUDElU F. : Sulle encefJii!t

da infezione tifoidea e paratifoidea. (\ Polidinico >> , sez. prat .1 nn. 43~44 del 22- 2 9 ottobre 195· Il capitolo del. e encefaliti post-i nfettin. e post-vacciniche non è certnn1ente nuù\'O. I -la vori e la casistica relativi ~no abba


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73 ·~t:lll1Jt1 uumc·r·o:;i anciJc .c;c una 'ornp·,.t;J

luc.:e su ll 'ctlogcncfij di tali complic:.HIZ<; uun i.: !-tlnla ancora fa ttn. I 5 cn~i c.li cui dft; .. ri~cono gli · AA., c che: sj !iOfl(J w·rifj,;nd durante una recente epidemia di tifo ad.clorn i naie a Messi nn, portalJO un coni rJ · buto aJla conoscenza dtlJe enccfa.iti n1olto rare invcro - che complicano l'jn_ fczionc tifoidea. Più facili e frc<.1uenti, nel tifo, sono le sjocJron1j merungee (il me .. ningo-tifo ne è una tipica espressione) ma è probabile che· molti fenomeni enccfaJJtki passino inosservati nel quadro di stato stuporoso in cui cadono '1100 pochi .am.. tnnlati. Tre dei 5 casi avevano ricevuto un trattamento vaccin.ico durante la malattia c Je manifestazioni encefalitiche comp~trvcro subito dopo di esso. Tale fatto1 naturaln1ente, riporta in causa la clibattuta qui~tione della esistenza eventuale di un « virus vaccinico >J variatnente inteso. Nei casi presentati era fuori discussione una djfettosn preparazjone o catti\'J con stn•azione del vaccino in quanto i vacdni usnti nei 3 casi erano di diversa composizione e provenivano da tre Case di \erse. Gli AA. affacciano l'ipotesi che « la Yaccinaziooe col suo brusco choc, in individui precedentemente tarati e anergici, anzichè portare un grado di rhaggiore im munità abbia portato l'organismo ,·erso un vero c p(oprio stato di iperrecetti vità, fa.,.~!"enclo così la ·:oca.lizzazione encefaliric.l dt un gerrne dotato di per se stesso di un organotropismo specifico ». Nei tre casj il decorso dell'encef~1litc .ls· !' un~c.: un'eccezion~Jc gravità tanto che u11o !iolo cfi cc;si passò a guarigione dopt"J un.1 lunghissjn1a degenza fra svariate e gnn·i compllcanzc.In un altro la \·Vidal fu po· biti ~·.L per il solo para tifo B (dilubdone l J 4oo) c le n1anifc.s,tozioni encefa litiche il ppan ero subito dopo la 1o. .iniezione di \ .1ccino: dect:s'lo al -f-0 giorno. Nella ler~ terntura i casi tli encefalite in corso di pa· t;.Hifo Eono più che rari eccezionali, c l'os·it n·Jzione di Caroselli c Scuderi anche "otto questo aspetto acquista importanza !'pt:cinl c. A. C.

A.~ 01 mone estrigr:n,, winario t! èen:broptUÌ.t; ~ Cont1•ibuto clinico .rperr 1J7t:nti1/e .. l( Rasg&:gna Studi P$i~hia­ trid \,r,,l_ XXYJU, 7o 94, 1944·

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E' on-;1ai hen r;ula l'incn.:ziooe degìi Grmoni gona<h~rnpi da p.ure della preipolì~i <: l'i m f;O::-lil.JD:a~ quindi, del lobo anteriore iprJrÌ.'"..ano ~uUo svilupro ~.; l'attività de-lle gCJnacli, pt.T cui n. ragicJ!K questo lobo t; stato ,!(:fini'"o r H rnQ .. Ort. Je!ta funzione se~suale, _ ~-feno noti - perchè iniziatisi p3 ù di recen~e - <;ono g!i ;,tu di di quell'inçreziofjc ndìe f:r.o~fato2acie: 3tudi intcres.sanù ar~ he ic .. vi.:;r-.:t dei problemi di localizznzion~": e di Jioam:c.a cerehri!e, ma ruttavia incompleti, t'd i cui :isultau non appaiono omogenei for~e p..:r :!"J diversità delle tecniche usate, fon·l.:, ahr:;;i, rer le lacune ancora esistenti r:e! campo d~lh: correlazioni ormorriche. L'i\..., premessa una partr.:obreggiata trattazione dj tisiofJ.ltolo~.... c;ub;i ~~creti pre.i pofisari, di recn1ca sui cli\er,i moJi coD cui se ne può sagg!are 1u prescnl:..J e l'atci\'id e dei risulra:i o~tenuri tbi rict:rcntori che Phanno precedato.. illustra Jl n1etodo di Alleo-Doisy da LUi :1dottat.:o. Poscia riportJ. i risultati ai qua! i è pw. enuto saggiando il grado di dimL.!azic,:u; urinaria dell"orrnonc estrogeno ~n ~oggetti appartenenti ai dut: sessi e por.atori Jel:e seguenti affezioni: meningiomi, a.rJcnoicliri~ neoplasmi cerebrali, cerebelb.ri c-J ipofisari, epilcs-;i.t, pnmlisi p.seuJu-bulbare, p-tresi plessurale, parkinsonismo, idro(:cfJlo 1pert~ns1vo.

In base alle sue accurate ind3gini ·l'_-\. giunge, Era Pa ltro, alle seguenti conclustoru : a) la soffcrenz~ (.h:.:ll'irofi~i anteriore, prorocata d:t neopl:u;ie Ji. erutti n., dcu:rn1in::t ln diminuz ione deH'incrcto gonadotropo; allo stt::S$o risu!tato pos.sono portnre i processi ipcrte~ixi c:ndocr..1nici rapidi e

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ll13SSlCCl ;

b) l'irrita? ionc d..:U'ipofisi arnedo re~ pro\'ocatn. d.t cronio ipt:rtcn.'tion~ endocraokn, pu?J due un aumento ddl'incrcz ionc cstroge nn; c) l'nclenom~t ipofisario b:.1sohJo pro-

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74 duce un e norme aun1ento ndl'elinunazio ne di orn1one estrogeno; à) un caso di parkinsonisn1o rh dò assenza di tale orn1one'; evidenten1ente csiste\'a. un'alterazione di tipo infianm1ato~ rio o regressÌ\'0 che inlìnnava l'attività preipofìsario.;

e) nelle epilessie organiche! (anche posttrawnatichc-) purchè non accon1pagnatc da ipertensione liquorrue, i reperti sono nor-

mili. CARLO

RIZZO.

C.: Sulle psicosi fanzigliari . cc Rassegna .Stud'i Psichiatrici H, \ To l. XX..:~III, rs5-1i3, 19-H·

FILIPPINI

Il problen1a ùell'eredit:Irjctà deliè n1abttic n1entali è importantissllmo sotto n1olti riguarùi: n1.orale e genetico, biologico . clinico, sociologico e Ineclico-legale. Ed esso è ancor lungi dall'essere riso!to, sj('chè le \edute degli studiosi sono in proposito sens!bilmente contra~ranù fra loro. Così, di fronte :llle vedute di coloro che. col 1\..rafft-Ebing, sostengono la proYerùenza ereditaria di tutte le malattie mentali, stanno, p . es., gli scetticisn1i del Bumke, di Tauz1 e Lugaro e di altri molti per i quali la trasmissione ereditar-ia delle p sicopatie sar ebbe un e\'ento addirittura eccezionale. L'A., in questo suo br c\ c stucJjo condotto fr:1 le fam iglie Jei ùegenti nell'Ospedale Psichiatrico di ,C astiglione delle Stiviere, raccoglie 6o casi (corrispondenti al I2~n circa dei ricoverati) di sicura ere· ditadctà delle psicopatie, o più esattJn1ente riporta !lommariamente la ~;torin psicopatologi c~1 di bo fan1iglie nellt: quali, fra i consangujnei (dipendenti diretti o collaterali), si sono \'Cri.ficati Jue o più casi di psicosi. Egli poi così conclude: 1 o - la legge del Pieraccini (concernente l'anticipa..:ion e ucllol scoppio della forma morbosa n<.:i. n1embri Jelle generazioni succtsSÌ\'e) è confennata; 1. • non e~tstc una vera e propna eredità :,Ì tni1 are del!la. fanna morbos~, sebbcn<.: 1a psicosi tno.lniacOJ-dcpress1va e l)

lu ùen1cnza l'nxocc abhinno 1nolte prob~tbilit:t di trnsrnissione ~imitare; 3° t- nella c.lc..:rnqozn. prc..:coce è più fadlc riscontrate ·l'eredità nei rarni colbtcrali (zio e nipote); nella psicosi malliaco-dcprcssi"a è, in,·ece, più riscontrabile l'eredita diretta; 4° - la n1n.lnttia colpisce i figli d'nnlrbo i sessi, senza distinzione del sesEo del genitore an1n1alato. Dn ultin1o l'A. invoca, a buon diritto, l 'interessan1ento di tutti gli psichiatrisuU'impornante tema da lui trattato, e ne sollecita l'apporto eli contributi elinico-statisticJ. CAnto Rtzzo.

Oculistlca. PFEIFFER

R. L.: L'enoftahno traumatico

- « Archi ves of Ophthalmolo5ry >l, 30: 718, dkembre 1943. Dallo studio della propria casistica, l'A. ha tratto la conclusione che un esame rad!oiogico accurato dei soggetti con eoo,ftalmo trau-· •atico me-tte costantemente jn evidenza come esso si accompagni a frattura dell'orbita (e che .in queste ultime l'enoftalmo medesimo si verifica nel 44cr~ dei ca~i circa). La sede di frattura è sia ~ui margini, $ia sul le pareti; spesso in en · tran1bi. Delle pareti, quella interessata con apprezzabile frequenzn è il pavimento per b sottigliezza della sua lan1ina ossea: tnlc è il dissesto, tah•olta, che si può nvere anche una quasi totale scomparsa del bulbo affondatosi nell'antru1n. Per quanto riguarda l'enoftalmo vero e proprio, a causa del n1ar~to ede~1a delle palpebre, sovente - 'specle _se dt rnoue$tO grado - esso puo sfugg1re; e solo _le accurate rnisurazioni servono a metterlo tn evidenza. Lo spostamento dell'occhio variava - nei casi osservati - d.1 I a 9 mm., cd era per lo più pos.tcro infe:iorc o p<r stc:ro nasale. In I r cns1 (su 53) tl pnz. non aveva alcuna nozione d ello spost~u11cnto. In altrettanti si avevano insien1e e di pio· pia e limitazione della n1otilhà del bulbo. Qualche volta parestesie clell'infrnorbitale.


75 La vis-ione- centrale! f•r:t ~cnmp;.1rMt in 4 t:n~i. Una volla ~i rilt:vò un foro O'~Jia regione muculare; in U.uc:: p::~zienti ~i ebbt: rottura della coroide. Edemi e commotjo retinac.:, r!~c.:nt~mcnti uveaH ed emorragie sottocon~j unti vali erano rt~perti comuni. Ln tc~n piét corN;iste ne~ ccr~are di. ottenere una.

riduzione della dtplopw) ed In qualche ca~0 in interventi -

difficili e non sempre di risultato soùclisfa.centc per 1a restnurnzione del ·pavimento (Jrbitale. TARDUCCI.

LoNG A. E. :1 Amtutrosi a seguito di etnor-

Jctgia nasa/e. - « Ame1·ican Jou1'na/ of ()p!Jtltnlmolog)' )), 26:1179, novembre J943· ln ba!!e a quanto scn1bra pote!fsi concludere chd1a fetteratura, l'A. rkorda anzitutto alcuni dati c1i indole generale su . tali amauro!:ìi nei riguardi della loro cau~a. pa.togenesi, 1na.n.ifestazioni cliniche, prognoS1 e cura . .-\mnurosi io seguito ad emorragie egli dice - sono state segnalate nelle circostanze più varie: in ernorragie uterinc e gastrointes6nali, in emottisi, ematemes-i ecc . Non si hanno notizie di' perdita delln vjsra in seguito a ferite d1 guerra. Ad ogni n1odo, più ancora. che la quantità di sangue perduto in una sola. volta (almeno entro certi limiti), è jj pro lungarsi dello stillicidio emorragico che ha. .Unportanza. N d 15".~ dei casi b perdita. del1a \'Ìsta. l; uniJm:crale. 'lario è H mon1ento di insorgenza del disturbo vìsi vo: nel 20°~, dei casi durante: c ancor più - irntnetlia tmntnte dopo l'emorragia; nel 40~,·. dei casi ft a i l 3° (' i l 1611 giorno Devt pen:iò entrare nel dctermitùsmo dd ienom~no non :-.oltanto una deliclcnte nu trizione della reti nn, tna. anche un fer10· lllCDO anafilattico O tossico. Il l) unuro clinico ~ quello tlella n1idriasi, con fondo apparent~n1entc normale o Yari[unentc ~ltt:rato (va)i t.:sjli, t:dcn1n o pallore della pupjlla, c: morragie, O· L!uaJro con1e d,1 re· tinite ntfritica).

Circa la prognosi, nel 33'.~, dc:i cas1 rc!,idun u11a cecità permanente cor1 i segni

di tJna tipica ..ltrofia ottica: ntl resto· dei cm;j :)i ha una rnaggiore o minorr.; re~tau.­ r~t?:tioue (nel r.o·::. de.i malaù .:mche com pkt~t) della vista. I~ trartnment,J è generale (diretto ·a pre,·er1ire ultc:riorj sottrazioni ùi sangue clal circolo c ad ottf.:nt:n.! mediante trasfusioni il ripristi no dd normalr· volume della mas'ia san:.,ruigna) e: !ocJh; ( miotici t: parnccntcsi per abba.)".lr<.: la ten ~tone ocubre, .&pede quando kt et-Ci ~L s:t.gu ì i mmcùiat:tmCJltc l'episodio eu1orr~gko). L'A. rjfedsce di una ~manrosi inEorta nell'occhio dc-.5~tro di una doana, in seguiro ad una gra\..e "emorragia dell'a. sfe~ nopalntina di quel Iato. L 't:moglobin:l era caduta al 6o 0 ,: t'l i gtcbul.i ro~~i t'Tano ridotti a 2.6oo.ooo. AJ terzo giorno .insorse un sordo dolore sooraorbitario con. febbre u ' 38°,7. n dolore, però! fu di assu hre\'e clu r::tta. ~Ia al 6u giorP...o si ehbe cecità. Hiperute medicazioni locali con eserina c clionina. resero possibile dn pl"incipio soltanto la conta delle dita a 4-5 metri. ·rre me~l dopo il V. era u.guale :1:! I j ::. e a tale va lore:: si !:tobilizzò.

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AnLEn. F. H. e ScAnLET H . Corohzite maculttre cs.ntdatiLra gL;o"'anilt:.. - · ·~ Ar· chivcs of Ophthnlmo~ogv "• 31 : r+·h H:·bbraio rtj.:t+ Gli . .l\.A~ citano tr~ c..1si. rutti unilatcr:l)i, in giovani sJ:n.i, rispe tth·arnente di 35,

27 e 30 noni, con penlir:t progressiv~ ddb vista. fino a 6j1oo, e con un gr~duale ri· pristino ùi essa dopo alcuni mesi a. 6 / IO in d uc pazienti c a s/ t o n d terzo di essi. Le lesioni m:tcubri erano costituire cln una chiazza ovabre, ben d eU n1hata e irregolarnlente pigntentnta. \.i erano anche delle cmor.r.1:gie. Non eden1:~ della retina, nè comunque fatti. infinn1n1Jtori nel resto del fondo. Gli AA. ricordano le cli!lgnosi Jifferenziali d~t por~i in tali casi : la coroidi te n1actùare acuta; ~1 in quest'ultima i segni infiJmmatori sono ben n1arcati 7 e apprez .. ?:abili gli essudati nel vitreo e ncll'acqueo, nonchè i derositi in parte pigmentati nlla

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'"":6 l Ùlccia posteriore della cornea. Il ripr1sL1no ùell'acutczza visiva, ino1tre, è raro in questi casi. Quanto alla coroidite maculare tbc. è anch'essa una forma a tipo essudativo, e la diagnosi - non è facile. Per una degenerazione endofanùliare della n1acula v1 saranno i dati anan1nestki. pj ù difficile la diagnosi differenziale col 1nelanorna tnaligno. D'ordinario in questo, all 'injzio, non si vedono en1orrngie; e segni di rcazjone in altre parti dell'occhio non sono rari. Anche una localizzazione prettamente n1acuJare non è comune. TARDUCC!.

Radiologia. NuvoLI U.: .4./latonlia, radiologia t cliTJ'ica delle 1naljornzazioni di sviluppo del · la colonna r.rerteb1·ale,. - Stuclio Editor. Istituti Universitari, . Ron1a, 1945, pugg.

287, figg. 227, L. 750. L,A. espone i risultati di ricerche sistenJatiche iniziate negli anni 1922-23 e proseguite, insieme a : fratello, negli anni ~ uccessivi,

ruperando infioriti ostacoli di

ogni genere. Tutte le nozioni esposte sono [ondate sui rilievi anatonùci, istologici e rat.l1ogr3fici fatti ~u soggetti di tutte :e L:tà della vita in tra uteri nn ed cxtrauterina, ed interpretate con quel senso di realtà privo di pregiudizi e con quella originalil~L

t.li concezioni che contraddistinguono

)'A..

La n1:1teria dj studio è divisa in

IO

ca-

pi~oli.

N ci prin1i tre capitoli è trattato l'accrc.:$cimento c.lella colonna vcrtebrale nella vita intr~tutcrina ecl extraurerina e il n1ecc3nisn1o di produzione delle ernie t.lel nucleo polposo, cosiddette ernie di Schmorl. ln questi cap.itoli l'_A. combatte errate concezior~i, cotne la teoria dello smembr;, rne nto della colonna vertebra le (trattasi in\'<.: cc dc\1a normale metaplasia di essa), <: b tt.: ori ~ , traun1atjca delle ernie del nu t lco pc/ poso. Tl fattore traun1at.ico, jnvocal o da S~...hn1orl, è il n1eno itnportante ed ba V3lore di una concausa, quando esi-

ston~ gli a!tri fauori che sono n1olteplici..

lvfa 1nnanz1 tutto va considerato che il rachidc umano, per la sua nuova funzione, legata alla stazione eretta, presenta uno speciale stato di debolezza per alcune diffetenze sostanziali nello sviluppo, jn con. franto con quello degli altri man11niferi, Nei tre capitoli che seguono l'A . tratta delle malfonnazioni vertcbrali, distinguendo quelle del corpo vertebrale, quelle dell'arco neurale c le turbe eH accrescimento di tutta la colonna vertebrale; delle variazioni dc la configurazione generale cldla

colonna e delle alterazioni anaton1ichc che accon1 pagnano t aH tna · forn1a7ion i. 11 concetto fondatnentale esposto (· che le nlter~zjoni scheletriche si nccnmp.tg-twno l)ll:l st costantcn1entc nd ullJ e tnnlfnrm:wioni del sacco 111t·ni~t1Jgeo e nd nlt<:r:t1Ìo11i di'Il;. ui~tribuzione radirobrc, rhc sono la cnusa V{~ra delle sindron1i dinh~he. Si è potuto osservare che in genere le n1nlforn1aziuui clo.la n1eningc non corrispondono sob a l tratto della tn~1ltorn1a zionc osse", m:, si e~ stendono a segn1enti \'icini e nuch~ a st:g· tnenti Jontan1. Esse inoltre possono csst:rc presenti anche in .Jssenza di n1ulfonné1· zioni scheletriche. Nei due capitoli che seguono l'A. tratta b. sintomatologb. legattl alle n1alfonnozìoni vertebrali e distingue: sindron1i dolorifi~h~, sd.ndron1i sjynpatiche, s:i!odrcnni visccrali e trofiche, legate J n1alfonna~.io­ ni lon1bosacrali e del tratto cervico-dorsale. Ne~ penultimo capitolo v1er1e trattata la patogenes] delle sjndr(lllJi .:linichf" legate alle tnalformazioni n1eningospinali. Esiste ,jndubbian1ente un gran nurncro eli fattori che trovano il s~bstrar(' ne!b ma1furtnazione, la quale crea lP condizjoni adatte per la .fissazione di nu:uero~:.i. agenti pa. togeru _ 1 L'ultimo capitolo tratta la terapia de !le sindromi legate alle malformazioni d:&critte terapia ùa attuarsi coru n1ezzi .0... ' ·'' ici (calore, cliatermja, riposo nelle s~atiche, n1arconiterapia, roentgenteraptn), e che può portare qun!:che sollievo, . specJc nelle fanne dolorose, 111a non tnot gua .. rirc definitivon1cnte.

.


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77 L 'esposizione tiell~ materia è accompa~runa da nun1erosc figure (riproduzione racliogrammi, schemi originali) che illus.tra.no egregiamente i concerti esposti dall'A. e ne faciitano la comprensione. Nonostante le notevoli difficoltà del momento, l'edizione è ben curata nel suo co1n 1•lesso.

J1

p. S t\LSANO. DiagnoJ·ticfr radio/o gtct7 dell'apparato uropoietico. - S. A. Ed. :1 Universitas >1, Roma, 1944. In 8l', pagmc XIV-6o8, L . Boo.

TuRANo

LuiGI;-

ln que,.t'opern, fruLlo ddPespcrienza radinlog-icn di quindici anni e del lungo npl';;l',•, ion•ltn !ìludio (-ffettu:tlo :. fianco dd :, uo gr.mdc rnnc:c,t ro Arisddc Busi, il Tu1',1110 dinws1 rn maturi.t?t e profondità di ptrl'ilt: r o, pc·rfctw e completa conoscenza cl d 111c 1O<Jo r::tdio1ogir.o c Jelle vari<· tec- . r:iid 1c In cui :;cdt:r con.s.ente i più brillanti d~ultati. L'opcrn, che aggiorna le cognizioni su lla radidlogL.t urinnri-a, costitu iscc m meda di consultJzione per tncclici c ptr chirurghi i quaU soltanto co· nusccndo le più moderne acquisizioni della tecnica radio logica e Pappnrto dei raggi t( Rùntgen )J alla cliagnos'tica det'app:tr:tto uropoietjco pos~ono utilmente col· bborare con i radiologi. per giungere alla diagnosi, alta mèta dd lavorìo sen1ciologtco.

L'opera, costituita da unclici capitoli, ~ di\·jsa in due parti La prima parte, che potremo dire generale, si compone eli tre capitoli nei quali è trattata la tecnica, la anatomia e fisiologia racliologica e la semdotica generale. La seconda parte costintita dalla pat<>logiJ si compone di otto capitoli con numerosi csemp1 che ne rendono piacevole tJ avvincente b letturn: i casi riportad hanno tutti ricevuto H controllo di laboratorio operatorio o autopsico. Ampio posto è dato a nun1erose e nitidissime figu-

re (in 58

pngine sono contenute ben 628

alcune delle quali affiancate do sclu:rni che ne facilitano l'interpretazione.

fìgurc)

Nel càpitolo r

0

-

tecnica e metodka

d'e~Jmc - l'A. &l soffern1a sullu ricerca ra~J~g.rafica diretta e sulJe più recenti acqm:iJ.zionj in fatto di radiolot,ria urinaria q_uah la plesiomonostratigrafia (denominaZione ùat~ ~~ Turani stesso. ed oggi accettata dm ptu, alla radiografia a contatto), la stcreoscopja, la chimografia 1 la aor-

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tografia c. b deferento\·esciculografia; di qu<'ste uJume c;ono date nozioni dettagliate e vengono riportate radiografie di meravigliosa nitidezza. Fin da questo primo capitolo si può vedert con. quanta cura l'A. mette in rjJic,·o j} contributo veramente note\·ole ponato aUQ radiologia uri-

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narb dalle vndc scuole italiane, come ad es. quello dd Rossi alla urografia .intra-

muscolare. 11 capitolo ~ccondo -

anatomja e .fisiononnalc dell'npparato

radiologica udnario - reca fra l'altro un inte.r~ssan­ "issimc) par~1grnfo deJicato ad alcune fonti logja

l;.

"p 1·1 l.

di errori iconogralìci, con suggestivi radlograrnmi. Numerose figure schema tichc agevolano b lettura del terzo capitolo dedicato ulla semdoùca generale radiologica deUe altera7toni anatomiche e funzionali ùell'appn.rato urinnrio, b cuj attentJ lettura facilita quella della seconda parte. La quale si jnlzb con la trattazione delle cUaplasie argon1ento che va sempre

più t.lrricchend'osi di

nuo\·~

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intettSSanti~

osservazioni. Le idronefrosi e il rene mobile :,ono trattati es:.urientemcnrc jn due rispettivi capitoli (5° t: 6°) ed esaminati nlln lucC' delle più n1oderne conoscenze. Nel 7° capitolo - tr:.Unlatologia - Yiene tra l'altro affermata decisamente la innocu ità, anche in casi di recenti e gravi traumntismi, dell'es~une urografico che consente di scoprjre Jesioni precoci e di precisnrnc i ca.rntteri. La c~tlcolosi urinndn costituisce il più lungo capitolo dj tutta l'opera. Qui ln djagnostica differenziale iconografica ~ briiJanten1ente discussa dall'A. che mette in cvjdenza la sua grande esperienza e il suo elevato senso critico. Le possibilità della racliolog.i.n nel]e infezioni non tubercolari e ne1le affezioni parassitarie sono larg~unente documentate nel nono capitolo.

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LJ tubercolosi e i tun1ori sono studiati la diagnosi ùiffcren:~j ulc co n la lipoidosi di 0 nspettivan1ente nei capitoli ro e 1 r" nei Chrisltnn - Sd,i..ill~r, con il granulon1n toquali si n1ette ancora una volta in riHe\'o sirmf1lo di Lichtcnstdn. c Jaffc, con una la cotnpiutezza delle osse.rvélzioni c la ricforn1a nti piea ·di. 111 1c1otna, col cloron1~, con chezza dell'iconografia. UI~ fonna rnctastatica cranic·.l da tumore Chiude il volume una estesa bibliograprin1hiYo in .tltra sede, che tnancava in n1o._ Jìa uella quàle sono indicate quasi treccn . tlo certo. Per l'aspetto, radiografico s.i ~ to pubblicazioni, eli cui 179 dovute ad au- escluso trattarsi di tumore prin1itivo deL tori italiani che rapprcsent~mo il grande l'osso (sarcon1a istogenetico del tavolalo contdbuto dato alla radiologia urologicn · cranico). dalla scienza italiana. Seguono gli indici; La ;biopsia ha ditnostrato tratt.'ars..i. dL guida indicativa delle figure e indice dei !ìarcon1a polimorfoccllulare infi'.rtrante facapitoli con . la enunciazione dei vari pasci n1uscoùari, cioè sarcoma delle! parti ragrafi, i titoli dei quali stampati nei n1ar- n1olli propagato all'osso, che, ne: suo rapido accrescitnento e nella sua espansione gini delle varie pagine facilitano notevolinfiltrativa, ha dato facilmente metastasi n1cnte b consultazione del ' 'olume. L'opera del Turano. veramente comple- locali e regionali, per penctrazjone eli ce.ta sotto ogni riguardo) rappresenta guan- lu1e neoplastiche sia nel circolo diploico, to di meglio si può leggere sulla rac1iolo- dopo aver raggiunto l'osso per contiguità, sia nei vasi che Inettono in comunicazione gia de]'a pparato urinario. La S. A.. editrice « Universitas J> me- il circol'1o diploico con la rete vascolare rita ogni dogio per ayer curato, in un dei tegumenti del capo. L'emicrania sim01nento in cui la stampa professionale nistro è così assurto al rango di prin1o sciennfìca è ridottissima, con scrupolosa filtro. L'evoluzione del tumore descritto, codiligenUl redtzione adoperando ottima carta patinata che ha consendto massima me eli tutti i tumori connettivali maligni dei tegumenti e della teca cranica, è stanitidezza delle fieure c del testo . ... ta rapiclrunente mortale: nonostante la Tnurm. intensa roentgenterapia, sia la lesione pdmitiva che le manifestazioni craniche e GniLLr A.: Raro quadro 1·adiologico di sa1·quelle metastatiche a distanza, andarono comatosi del cranio. <c Nuntius Raestendendosi ed aggravandosi sempre più e, con e!)se, le condizioni generali del padiologicus l•, \'o~. XI, fase. l'V, pag. 284ziente, il quale venne a morte cinque me292. si dopo il pdmo esame. . . Le n1arufestazioni ana.tomo ~radiografi­ All'autopsia furono trovate n1etastas1 1n che della propagazione alla teca cranica tutti gli organi (encefalo, pleura, polmoùci tumori regun1entari presentano carat- ne, gangli mediastinici, fegato, cute detere osteolitico puro, e danno quadri integ1i arti e del tronco}. L.a ~ura n1.adr~ era ressanti per la ·_oro rarità e per il mccca- scollata dal'.e JocalizzazJonJ tumorah dd . .' nisn1o eli propagazione. tavolato jnrerno, senza essere 1nvasa: cJù H caso dj sarcoma prirrUtivo della re- confern1a la funzione di barriera che essa gione tcn1poralc sinistra, jllustrato nel la- ha alla propagazione dei processi neoplovoro, n ella sua rapida diffusione al: crastJcJ. nio, aveva provoc::1lo una lacuna di eroIl lavoro ~ corredato da'] a riproduzion7 sione a tutto spessore della parete cranica di nun1erosi ,e interessanti radiogramn11 c lacune n1ultiple osteolitiche nella metà illustrativi. omologa dd cranio, interpretate come P. SALSANO. mt.:ta~t~~~ regionali. Viene btto cenno al-


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ARS LONGA - VITA BREV1S (sugli aforismi di lppocrate). 1-Jo sc~pc_rto t.c.:mpo fa ~ella vccc.hja Jibr;=da di ~ar;a ..wi Yolumeuo poco più grande di un bre~Htr~o, .ncope~to (.lt p~Jle. ~ulla p~Ima png1~a ta b:.lla mo'>tra cll se.: 1a figur~1 di Esculaplo 1ndtcan.re 11 c~1mmlno al mcùtct; socto dt co;~a, a grandi caratteri, !&Ì legge :

omni morbo rem eclrum . A chi apparteneva quel ]jbro ? Non saprei; forse a un rnio a\ o che :,u quel nlanuale aveva sudato Ja sua preparazjone scientHìca. Era ro:icchiato dni ropi, aveva ur1 colo retto indefinibile e porta\'J sull 'ango!o eli sini'itra, in ah'), uno scarabocchio: b firn1a o magari soltanto b sigla del suo pr.imo possessore. Era scritt(J i"l. turino e conteneva un po' di tutto: biologia, chimica, brmaco!ogia cd anche rr,arcmatica. I.nizjava con alcmne pagjne dedicate agli stude nti con queste paro!c = .. '( De Hippocnuis quadra~inta praece ptis per expetientLanz inaag,uis >1 e fini,.: a con alcunt: note di deontologia scritte da Pnracelso: cc Lahyrinthu.s nzedicorum Ciò che più tni sorprese furono due cose: che tutti i medici del Fa~sato s! trangugiassero la loro scienza io· ùatino e che .oeJo sres~o !.ibro \:l fossero idee t.HamcrraiJnente opposte c chiaramente contrastanti. n~Ientre Tpfocrate insegna di tenere in ~o mn1o grado la vis medicatrix naturaeJ Pnracelro si giustifica di fronre ai meilici ippocratici di non nn1n1ettcre niente di quanro era ~taro Jffem1:1to dall2 Scienza di Coo. 1ppocrate e la sua Scuola avevano pronunzi:.lto un giuramento che IF~e~··a ii medico perennemente alla sua :Jrte elevando questa alb dignità del sacerdozio, P.aracdso ebbe il suo misticisn1o nel negare come gli ippocr:Hici lo ebbero nel et·eder~. Il noto detto: cc I nter arma silen t 11]USue H ( ~datta.n1enro del !a f:en ~o:~ se11:enz~ c.iccronia,n a - c( Pro :Niilone n, .cl·Io) hu. oggi, più che mai, un sen~o soira.n(o rebtho perch2! la moderna condotta della guerra si fonda in larga nlisur:.i su lla ~ci"!n~ e la )l

pone al suo servizio. Per questo, e solo per ques.to, dedico a voi, medici Ìil armi, que~tJ nua Iaborios:1 raccolta dli. aforismi ippocratici ~Efinchè, come lo sono per m c: shno anche per ,:01. guiua, conforto, n.n1maestramento nell~ n1issione ardua che ci siamo imro:;ti. In - Il medico ·è da ritenersi un dotto c, per le su e conoscen ze, un sLipù:nte. :2•> - Egli conosce ~eologia, fisica, anatomia, botanica, fisiologb, fannaco!ogia t: pJtologia. 3° - Pt.:r questo suo sapere non vada egli superbo, percbè purtroppo i i morbo sèg uc le leggi del1a Naturn. 4° - Abbia fcuc nella Religione c ndb piet~L, ritenenclo~i egli uo m inistro ddb natura e eli Dio. Su - Sappia che tutto cJjscende Jalla rag io ne e non dalla fortuna. e si ricordi che quc<;ta è funzione dell'orte, non dell'artefice. (ju - Considcd i doni delb naturn in ~o mmo grado. 7'' - Sb mondo nella co ndotta sua, frugale ne:le sue n1enc;c, pJ.rco ndla soJdisfnz.ione clei pjoccri. .. 8° - Sia umano, sin de mocratico con tutti, ma non ridicolo. 9° - Sia prodigo di buoni consigli e non avaro, non sia burbe ro rna neppur scurn!e. I o0 - Abbia sul volto 1':-~utorevole solennità e la dolcezza. T1° - Eviti in ogni rnouo e con ogni mezzo le a~ioni scorrette cJ. il turpiloqttio. 12° - Non usi profumi chinssosi, non si cosparg:1 di unguenti. r3° - Non vndn alla rkerca dj onori e sia n1odesto :1el rilevar le proprie doti. 14° - Facilmente contr=.~gga an1kizie, e, contratte, le sappia mantenere.

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rso - Sia di parola breve eù arguta, possibiln1ente sentenziosn. 16° - Se cade an'"lmalato> ricorra prontan1cnte ai colleghi verso i quali non ueve clinlo&trarsi avaro . ·

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Guardi con gran cura la sua s.alute per non sentirsi dpetere: medico, cura

te stesso .

r8o - Tenga m grande consideraZiione le concli?ic·ni climatiche per sè e per gli altri,. cÒnsiderando il Cielo, la Terra, l'Aria e l'Acqua. 19° - Segua sempre·, in ogni contingenza, i fenomeni della natura. 20° - Tenga il dovuto conto delle consuetudini e delle forze del malato. 21° - Guarcli con somn1a cura il proprio necessario corredo eli istrumenti chirurgici, sia che ne faccia uso pubbUco che privato. 22° - Ma·ndi a memoria ]e prescrizioni terapcutiche e, se non ha memona feHce, faccia uso del prontuario. 23° - Nelle operazioni. chirurgiche sia sicuro, sp.edito., giocondo. e sereno. :24° - Non abbandoni mai 1 per nes,s un motivo, il suo infermo. 25° - Curi e sostenga di lui p~ima .tl morale, poi il fisico. 26° - Curi gratuitamente i poveri, ai quali porti la sua arte con nHetto.. 27° - Non venga a patti circa i1 con1penso, l)Ìuttosto c..lispcnsi d:1 qunlsias~ t 'OITÌ· sposta gli amici. 28° - Non tenda ad esagerare circa l'en.tità della n1alnttb, specie lJUando essa ~ , Jeggera.. 29° - Non preveda l'esito del tnalt! per tenere scn1prc a giusto· controllo j,} n1alato, però noo lo nasconda· a tetnpo debito, perchè la malattia dd corpo non possa nuocCit! a quella dell'anima. 30° - Non riveli il proprio errore, p:Ìlllttosto si curi di non far cadere j colleghi nello stesso sbaglio. 31° - Tenga conto delle innovazioni · ùei giovani e sia ossequiente agli am~ac­ stran1enti dei vecchi. 32° - i\scolti in genere l'opinione dei colleghi, senza invidia nè susStiego, e del pari esponga ·l oro la sua opinione con chilarezza e modestia. 33° - Esponga con autorità e chjarezza i rimedi eroici, pretenda le cure necessarie, pro..ibjsc.a le cure noci\'e e corregga quelle errate. 34° - Sj prepnri e preveda L ventualt richieste del maJato, dci suoi parenti e del n1e· dico che di Jui è · a.rnico. 35° - Del numeroso stuolo di astanti e parenti, ammetta alla visita del malato solo i bene accetti, allontani i tnale accetti. 36° - Spieghi con facili esempi al tnalato .hl male .c~e. lo affligg~. 37° - Non sia nè ottimista nè pessimista, ma valuu il pro ed 1l contro in giusta n-usura. . .. ..,so - Ricusi energt'catnente il cons-iglio ec.l il precetto degli emptr1Cl. "'39° - Non accetti la opinione altrui se non ùopo una d'tsanuna · scrupoIosa ed attenta. · ttlt11na · · sedare 1'l c.lolorc ed asst' stere il tnalato fino all,fl morte. 40o - S appta, ,·atro) LJ. !Scienza, in tutti i suoi n1oltcplici rami, resta soggiogata dalla gue~r.a e dwviene especliente di que.sta nella sua 01per.n di djs.truzione e di morte; la n1ecliCJn~ soltan~o ha 11 pdvilegio d~ sfuggire a .questo destino e eli ag1tare la fiaccola d,e lb VlfO. tra e vampc dei cannoni e su1l'orlo, delle ton1be. . . ·Il li· Lr\ guerra può colpire 1l medico nel suo corpo, n1a non ave rlo~ con1 pl.Icc ne ' a t • 1 stru7.ionc pcrchèJ rncn!tre per il guerriero non ci .s ono che netnic'.i da uccJdcrc, per 1 mccllco non v,i sono che infern1i e feriti da curare.


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It nostro lavoro è oscuro c.; controllato solo dalla coscienza e da Dio. Se è vero

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che una piccola bandiera neutrale col cristiano segno della tunanità. sventola sullenostre tende, è vero del pari cht· nessuno di noi si è mai fatto illusion:i. Sotto le nostre te~de la lotta co~tro la morte. nv,·ieRe in un dranunatico corpo a corpo: noi il combatumento lo sentlamo nttra.verso le membra squarciate dei feriti, ~ttra,~erso il sibilo delle granate, nella n1irulccin ostinata, imprecisa cd ossessiOnante7

ili essere improv\risamente colp]t'i. L'istinto che inebria il combattente a. noi n1anca; anche se lo sentiamo occorre sacrificarlo, soffocar! o nel nostro cuore. Non sj può trcn1are: la mente deve essere lucida n ogni tempo e freddamente colcolatrice, l'occhio limpide e sagace, la mano terma. In ogni ton1po ·e 1n ogni circostanza noi shm1o i seguaci del buon samaritano che sospende la su~1 rotta per ai1:1tare j} sofferente che incontra nel suo can1mino. }GNAZlO NfEL~,.._-DP.l

renente medico paracadutista... Jh bi ione <<Piceno n

Osservazioni e studi sulla denutrizione grave. Uu:t. clc:Jic pagioe più fosche di questa nostra epoca con\ ulsa e senza pnce, in lliÌ u1ilion1 di vite um ~lne souo state sconvolte e djsrrutte, è rappresentata dai campi di cow_r; ntramcnto. Ln nostra n1ente dcsce a stento a concepire che, dopo secoli diJ c. ìvilt,'•, ~ i 11iano potuti perpetrare, e con tanta sistematico metodicità, atti di così ra.ffi11.\l:l crudf•lt:'t, ddla oiù brutale barbarie. Preferiamo non cjtare l terribili particolari c Ile rl..::;tentnno ad eterna w.:rgogua dd popolo tc.:de~co e ùe l'intera. razza umana.: ba.,tt.:r~ acccnnitre ai quattro n1ilioni di n1orti nel solo campo di Oswiecim 1 alle catnere .1 gas, ai forni crematori, ai quintn1i di capelli e di denti wnaui usati per gli scop1 pjù. vad, ai paralumi fatti con pelle um:.1na, agli interi vagoni di scarpe infantili e cll' aJtri inpumenti ricuperati ec.l adoperati con la massitna indifferenza in Germania, per

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conto del punto di degradazione a cui possono scendere uomini animati da insano fanatismo à"lorchè hanno sp-~zzato i vincoli della religione e della rnorale. Quasi a redimere l'utnanità da tanta bruttura~ ecco l'abnegazione, lo sforzo genero5o dei medici di ogni nazionalità che si sono prodjgati per alleviare sofferenze atroci, per sal\'are vite che ormai sembravano destinate all'ann.ientamento totale. Sappiamo che una sorte ancora peggiore di que~·a delle tante vittin1e soppresse brutalmente ·era dserbata: agli infeHci lasciati lllorlre lentamente di fnn1e nei campi di concentramento con un regime dalle Roo alle 400 calorie al giorno. Spesso !a tubercolosi o la diss-çnteria nffrettavano la fine dei disgraziati. Quesc'ultJn1a malattia, in speda1 modo 8 era diffu.Rissitna. La dottoressa Jan et Vaugham, direttrice di una delle squadre di soccorso e di studio inviJ.ta a Belsen dal « ConsigUo eli Studi Nfeclici )> ha redatto un<"t relnz.ione su1 trnttntnento della denutrizione grave (c( British Nfcclical Journal >', moggio 1945). La squadra da essa guidata arrLvò stù posto tlue settin1anc dopo la libera7..ione del campo e si 111ise immediatamente all'opera, coadiuvata coraggiosamente dal personale della Sanità n1ilitare. Le difficoltà erano enormi c: furono compjuti veri mirnco'.i nell'organizzare i locali e i servizi. Avevano una sola ambulanza da crunpo' a disposiz ione e, se lo stato del laboratorio si poteva djre discreto, l'ospedale era semp~~icen1ente primitivo, nè si pot::era certo utilizznre b cosiddetta infermeria da campo ove i malati ~nno stati trorati in condizion.il igieniche inçoncepibi'li. L'acqua mancav~ a ·volte per g1orni interi e c01ne luce artificiare nella prima settimana non si ebbe che qudln dcHe cundele. I pazienti, scelti tra gli an1tnnlati più gravi in ragione di 700 a tooo· nl giorno; t~·nn? inviati alla cc Jnvanderi:l umana >, ove gli infermìeri tedeschi cr~1no obblignti a np11.irli dal ~~udiciume e dallo stercb accumul~tis i per tnesi su eli essi. Qui ln dottoressa ti -

Giu1'!la/e di metlic:ìna milltare.

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v· augham e i suoi assist~nti sceglie\'ano i tasi di maggiore denutrizione, quast tutti

affetti da diarrea e da edemi. Su cinque pazienti cur~lti con somnun1strazione endo_ V<.:Oo~a in dosi n~r~nédi di cc amige~ n (~aseina. digerita a mezzo di enzimi) quattro m1gliorarono senstb1ln1ente mentre 1l qu1nto r1n1a~e stazionario; tre casi trattati con altri idrolizzati prot.einici non n1Jgliorarono, anzi u_no di essi, un didottenne con edemi assai estesi, peggi?rò J:ot:volmente: g i ft~rono sotnn1inistrati due litri di siero a doppia concentrazio_ne e 1l 1nJghoran1ento fu rap1do c notevole. Altd malati furono allora curati con injezioni di siero, con ottin1i risultati: eden1i ridotti., concUzioni generali rnig1iorate, 1naggiore possibilità di movitner,ti. Così che la dottoressa Vaughan1 e i suoi: assistenti, pur non escludendo l'utiHtà dell'uso di idrolizzati proteinici in alcuni ca!:i 1nono gravi, hanno conchiuso che nella cura per ''ia endovenosa della denutrizione deve preferhsi la somministrazione di siero di sangue. La spiegazione teorica si basa sul n1aggior nutner.o di proteine contenuto nel siero rispetto agli rdrolizzati. L'introduzione di questi ultitni, per via ora· c, non ha dato buone prove a causa del loro sapore disgustoso e dci von1iti c delle diarree profuse che procuravano. Fu pure dovuto abbandonare il tentativo di somtninistrarc· la soluzione a mezzo di una sonda nasaf e per le precarie condi7.ioni dl'i n1nlnt i dw, inoltre, cons,ideravano .il trattan1ento con1e una tortura. Invece 1n tnÌ'it't~b n hnse di latte scren1ato con aggiunta d1 vitn111ine e glucosio dette ottimi risultati; il latte (u però somministrato a do!;i piccole c- frequenti, e aromuti~zznto con tè o ca[f(· per evi. tare che la prolungata inges.tione non generasse ripugnanza. A parte gli studi compiuti daJla Vaugham ne! cnn1po di Hel~t~n, nltd ne sonu stati condotti . in Norvegia, Olanda e Belgio ove, fra le d·~ssi popolari, si sono presentati nu m eros! casi! eli denutdz.io~nc estren1a. Il c< Consiglio di studi n1edici >> ha ùeciso eli jtnpiegnre su brg~ scala studenti di n1editina. ·inglesi e belgi espressan1ente addestrati n prestare la loro opera in questo campo. Essi_ useranno in un secondo .tet?po, d tre. al n1etod~ ~ell'i~iczi~ne cn~o;~nosa d~ amigen o ~aero, quello dello <, sgocc.loho· >> per . \'~a or~ e eh 1drohzzat~ protetruc1 ~a eu~ digestione non è stat3 completata: 1n entramb1 1 cast saranno sommtntstrate forti dos1 di glucosio e Yitamine. . . Si spera che; il metodo dello sgocciolio diretto nello ston:ac~ possa dare buont n stÙtati perchè esente dagli inconvenienti gravi delle preparaz1~n1 ~ndovenose che. possono contenere sottoprodotti dannosi e sono facili a contam1narst o decornpors1 rapidanlcnte.

Il dottor Ancel l(evs .nell'Un.ivcrS':i'dl di Minnesota (U.S.)~ ha sottoposto 31 individuj a una dieta. quasi d3 can1po di concentran1ento, d~ circa 18oo calorie al gtorno. Essi hanno perduto il 25 per cento del loro pes? e dal. 30 al 40 per cento ~eli~ loro forza: riducendosi jn uno stato di completa ap::tna. Il ntorno al ~es.o li1o~mal e ~ sta~~ ott~· nuto con l'uso dei v~ri preparati suddetti e con la sommtntstrazJone giorna tera 4ooo c:1lori e.

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· · e' augurab'l 1 e. cl1 e si Dnlla sotntna di tutti questi studi, esperimenti ed osservaz1on1 · d't cura per 1· casr·. d'1 d en~ tr 1. '7.jone dovutj a dJfettoso poss::t ottenere un efficace sistema u :-~ ssorhhn(:nto di alimenti da parte dd]'apparato gastro-entenco. e. b. c.

La listerellosL lv!nrtin M . K.apbn Hl c1 The Nev..· England Journnl of Mcdkine n, giugno 1945' ri fcrisr t: c11 questa malattia in Eettivn poco not::t. ., J)ovutn a1ln Listerelb Monocvtogenes iso· at::t da Murray, Webb e Swann nd hJ-1 dagli :.n1itna\i, si deve J Nyfc\dt (1929) la dirnostrazione della sua azione patogena ne 1·


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l,uumo. Finor~ ~ono .13 i cas1 Jn cu1 a ltctcr.:.'lla n~nne isolata e identificata con stcurezza nell'uomo c, si può c.lirt:, ton drffusione presuochè mondi..1le. Pare che la ,.ia di infezione naturale sb quella nas.1Jc. lrttercss~J nlc il futto che b li.rterc:.la è sLata isolata dd sangue e dal liquido c. s. di pa7.itnti affcui da mononudeosi intcttiv3.. · Dal htto sintmnmologico soni) &tnt i bcnr studiati i casi della forma 1ncningea: in gcuen: forma setticen1ica con spiccato ìntcrcs:,a.nlento m~ning<rt:ncefa ico. In wli casi Ju mortali t~• si aggira su! G8 nh e ~,Jl 'nutopsin :,ono stati cou1uncn1cntc riscontrnti un n leptomeningic.t.: td cpenditn1te · ~uppurati\ra, oli te media purulcnta., necrosi focale e degenerazione grassa dc] ft:g:.~to, aumento •li volume e con~~tionc det a milzJ, focolai ..di necrosi nciJ<: ghiandole surrenali, atdectJsil poltnonarc e focolai bronchiolittci e pneunJonki. Come terapja buoni risu .tati hanno dnto i sulf~HnicEci e, meglio ancora, le somn1inistrazioni combinate cJj sulfamiùopiriclina e hlero Ji coniglìo sp~c ifico antilìstcrel/a. La penicillina non avrebbe alcuna. efficacia.

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Lot.ta contro il reumatismo. l )odi'Amcric:~, o ve gli stuJi ~ul rcum~ttis mo hanno .t s~ unto una particolare in1port:IJll:r ro n la pubb kaJ'ionc di uumercsiss imi e notevoli ~tuJi e con b creazione di n Jl[ 1 i di.lgllo'll ici ~ pccializza ti, viene ora segnal:tta J'iHituzione dj una clinica con lo M opo apptutto di 'ltucl inn· c curare tale n1alnrda. Ro~hestcr ne ~ar;Ì b sede.

Sutura per prima negli interventi per mastoiditi acute. Nd 1c 'fhe Ncw E.nglancl Journal of lvfedicine n, luglio I9+h sono riportati i bnlhlnti s ucce~!lj. ottcnud con la :ìutura per prima de le ferire do mnstoidecton1ia ùopo ::t\'erle ricrnpilt! ~un polvcrl' di c;ulfamidici. L 'ospeùalizzuzionc fu ridotta ir. medja cln 52 o :!.J 1-!iorni, non ::i ebbero con1plicazioni di una certa gr:tvità, la guarigione spontant::a si ebbe sempre in un ~empo più breve che non con le tecniche sol ite. Rimozione delle suture in genere al guinto giorno. ..

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Nuovo metodo per l'accertamento precoce ne!Ie urine della biUrob!na.

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Aggiungendo n 1 o cc. di urina 2 gocce di bleu di metilcne dl LoefflerJ io presenza di bilirubina si determina un:t rolornzionc verde brjlJantl!. C. P. 1\.Iycrs che descn\'e tale prova (te Jonrnal of Industriai I-lygiene nnd Toxicùlogy l>, febbrnio 1945) afferma che la renzione de.le urine e Jn tt~ tnperntunl non influenzano i risultati.

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Nuovo mezzo di contrasto neiie colidstografie. l

In America viene usato l'acido beta (4 idrossi~3,5 tliiodo~fenil:nlbl [enll-propionlco) che sarebbe molto rn egH0 tollerato degli nltri mezzi finora usati non ~l':endosi dalla :.;ua so m m inistrazione reazioni o incon,·enienti di alcun genere.

Manifestazioni isteriformi collettive da intossicazione acuta da ossido di carbonio.

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In una fabbrica di cn i ~ conùuttori elettrici ·e cui maestranze ernno composte snnggioranz~1 di donne (gjusta rjferisce Vjgliani C. Ennco in «La n1cdicina del lavoro >,, n. 51, setten1bre I<~45) si ebbe nel 1943 una jn1provvisa esplosione di sveni1nenti seguiti cb t!pisodi conyu}sivi i~tcriformi, in altri cAsi solo svenimenti oppure cefalea, miÙcsserc g~ ~t~ c, oppressione e affanno di rcspjro, senso di ebbrezza o di freddo, nausea, vertigtnJ, pnre!'ltcsie. Ta.i fenon1eni n1orbosi colpirono la quasi totaLità tldle operaie (r6o ~u r78) e nt fu accertnta la causa nelle esalazioni di ossido dj carbonio provenienti

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da una caldaia a ~ombustione. n vap~re e djffondent.isi nei' laboratori attraverso pie.. cole brecce lungo il percorso del cammo della calda.ta stessak Fu constatato che i giorni in cui si verif:carono gll jncidenti il tetnpo era coperto e l'atmosfera bassa, tatti questi che influivano sul tiraggio dell.a caldaia ristagnaf)do la combustione e favon!ndo la dispersione dell'ossido di' c.nrbonlo. I fenorneni - intossicazioni acute lievi coi':ettive con associazione di accessi con_ vulsivi in operaie 'psicone\1rotiche, estesi poi a molte con1pagne a guisa di crisi istedche epiden1iche - cessarono non appen.1. ::.a direzione dello stabiliinento smise di far funzionare la caldaia e · attrezzò una centrale termica nell'edificio nel quale non si erano ' 'erificati casi d1 avvelenamento.

Pneumoconiosi nei lavoratori di grafite. Studi praticati sui lavoratori delle rniniere di grafite h anno condotto all'acccrtan1cntc> di una nuova pneun1oconiosi che, fcarsissiJna di rilievi clinici, si rivcCa attraverso un:t imponente sinton1atoJogia radiologica (infiltrazioni poln1onari con ombre n reticolo e a nodulo, opadtj_ c' altre alternzio~n~). Da <( Medkina )), Bollettino 1ncdico dt:ll'U.~.I.c..;., nun1ero 5·

Un nuovo insetticida. Il dr. R. 9 '.ade ha presentato alLL Socic:ty or Chenlical InJustry di Lundra Ul1 lUclOVO preparato (isomero garnn1a del be nzene esaclorato: U6 I-16 Cl6) che h:1 chi::unnlo gmn111esamo e chè sarebbe dotnto di efficacia n1aggiore di tutti gli altri insetticidi noti.

Trattamento delle ustioni. L~~ugomento è di grande attualità : nella statnpa estera come in quella na7ioll~le si susseguono gJ studi, le osservazioni e i suggerin1enti terapeudc.i. Abbiamo già uccennato nt:Ue recensioni e in quest~ rubrica a qualche lavoro più interessante. Segna1ian1o ora un editoriale sul <c Clinica! :Nledicine >> , 5:2, 8,

253, 1945, di F. G. Gurd e

l~' . cP Ack.nìnn, due profondi studiosi della U1ateria, :e cui deduzioni sono n hul'to di un accurato studio di una larga casistica di guerra.

Penicillina e paralisi progressiva. Dopo gli studi Jcll'azione della penicillina nel a $·i filide in genere, era logico che tentativi venissero fntti per saggiare la risposta del sistema nervoso centrale aTuso via endor~chidea del farn1aco ._,(b. barriera emato-encefalica ·n on. avrebbe .P~r;nesso ar:

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ri\'o d \ esso attraverso le vie endon1uscolari o· endovenosa). Dt 5 parahnc1 sottopostl ::t tale trattmnento da C. A. Ncyrnann, G. I-Iei'.brunn, G. P. Youmans (T .A.IvLA:. mero 6 del g-6-1945) ~olo un caso ebbe un iodiscutibile van~aggio ne~ can1po pslchtco con un ritorno alb quasi nonnalità. In 2 pazienti invece st ebbe esito letale 10 gg. dopo Ptitirna iniez ione (dosj! superjori a 30.000 U .O.), un terzo 1norì due s~tttm:an~ dopo il tr;.tu-arnento, un quarto rirnase stazionario. Conclusione degli che 1Dteztont endorachidee cii dosi al di là delle 3o.ooo lT.O. sono pericolose per la Vlta paz. e cb~ tq~ua' mente pericolos~ può esc;ere la somtninistrazionc di tale dose conttnuata oltre 1 5 p;inrn\.

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Altro sostituto sintetico del plasma di sa.ngue. Sart;hbc.: i\ peri5t.on, costituito da sostanze sinùU alla gelatina e all~n gon101 U acacw, trcwato lhg\i . e che scn1bra non dia reaztont · · ne~ COl11p · 1·tcazto · nt· an, \ • . -1\U.<:all' ·Hl G ermanta c H.: t1opo abbondanti SOIUnìinistrazioni.


Possono le mosche diffondete la poliomielite ? Sembra che i cibi. esp?std:i. al'. c Jnosche. nel·~ le abitazioni di polionuelitici, durante le epidenue, possano cancarst t vtrus. capa~l < l. trasmettere l'infezione: l'uso dell'efficacissimo . insetticida DDT troverebbe m talt ca~t la sua opportunissim:I applicazione.

Recrudescenza di epidemie di difterite:. Durante gli ultio1i tre ~~ni In difterite ncJ'Europa Centr.tlc: e cld Nord avrebbe raggiunto ~a. frequenzn adchnttur~ <..~ezi~nnlc; in Germanin, O\'e dai 49 .000 ca!li del 1927 si è passati at 238.400 n~l .1?13, J cp1.demta a~'rebbc as~~nto un carattere di particolare virulenza. con ~cnJsa sens1b~tt~ alla. SlC:~tera.p~a. (n1ortahtà_ dc) 3,5 0 .,~ nel 1938, dd 6~··~ nel 1943). Dopo la Germanta L pnes.t ptu colp1tt sono stntJ Ja Non·egia e l'Olanda: da un rnpporto de~l'U.N.R.R.A. che h,a ~u~~~nto ~: ser.\'izio segnalazione delle epidc rnic nHu.lnto, pnn1n ddb guerra, nU Uffìcto I nternazwnalc di Sanità Pubblica a Parigi.

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Contro I' epiJiessia. Ndla cunt dc:gU :tcce~si di t< piccolo ma e ll è stato espedtncntnto con suco;S!io in lugldltc:rra una nuo\'n drog~t sintetico, H tridic>ne, che ~arehbc... anche un buon analgesico.

Antimalarici. Un rimcdw preventivo è dato c.Julb p.duclrina, recentemente scoperta dai BritanJlid c più ntrj va, ~cmhra, JdrL'(ll,: hrina.

Il Quartazol. E' un nuovo andbjotico di efficacia nnche ~upenorc a t..}Ut:lJa uei sulfamjdici secondo le affennazioni di 'ltuclio~ i rUs"ii. Si ignora ~c sin un parente della penicillina o un sulfamidico.

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Casi di vaiuolo in Italia. l

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Ne sono stati seg~talati a Padova, in Sardegna, ncllt; province Ji Bene\·ento e Avellino t-, più recentemente e con tnaggior diffusione, a Hnri.

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Graduatoria « l945 » sull'importanza dei vari farmaci. I nuovi rimedi sorti e aHcrn1utisi in questi ultimi unni hanno scombu~solato qudla gracluatorin che ne 1910 era stata redatta sui ''uri mec.lic:unenti in rapporco alJ.t loro importc1nza (etere, morfin.1, digitale, :.1 ntitos~i na difterica, vaccino anrivniolP~ù, ferro, c.hinino, ~odio, alcool, mercurio). Le quotazioni odierne raggiungono il ma~simo per la penicillina, i sulfamidici c l~ altTc soManze antibiotiche cui fanno seguito il sangue intero, il p nsmn e gli altri derivati del ~angue; il ':'hinjno c J'atebrina; l'etere e gH atd :tnestctici.• la morfina, la rocaina e i barbiturici· a di rritalc· gli arsenobenzoli,· le so~tnnze immuni ~;:zantj, i vne' o ' ci~i e le antitossine specifiche; J'jnsulina c gli estratti epatici; gli a.ltri ~nnoni; le .'ritJ1ll~ne. Non sappiatno se tutti i medici sa1.1nno J'accorclo su t:llt grnduntona che 11 ScJLnce

DtErest >• riporta nel fnsctcolo di lug.io 1945·

Ancora detenuti benemeriti della salute pubblica. ApprcndiL~mo che gli ospiti dei penitenzi.1ri degli S. U. d'Amcdca clur~lnte In guerra hlltmo messo a disposjzjonc del Servizio di Snnicn militnre d tre 5.ooo litri di sangu~. \

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86 Centenari illustri. Nel 1945 sono stati ricurclati i centenari del.a nascita di C . tvfc ·Burncy, chirurgo ~n1ericano il cui nome è legato nlla scoperta di un sinton1o in1portnntissin1o dell'appendicite, alla linea di 1\1c Burnt:y c al taglio on1onin1ol nella lnpnrnton1ia~ di P. ~~lerkel, anatOJnistn. te<Xsco autore di .n1oltc opere, che Jettc il suo non1e alle cdlulc tattili e ,._ ' corpuscoli nonchè allo sperone di lv{erkel; di \V. R. Go\vers, neurochirurgo londincse di cui resta opera magistrale j\ << Ì\[anunlc delle n1alatti e del sisterna nen,oso n e che contribuì agli studi dell 'anatomia del s. n. e eli quello spinale in particolare individuando, fra tra, il fascio che porta il SU(' non1e; di C . L . Laveran, Oledico n1ilitare francese In cui scoperta del p1rassita delL1 n1abria (188o) dopo le inevitabili diffidenze e lotte delle Autorità accaden1iche, fu confermata nel 1882 da RicharJ e aprì più tardj jn Italia il cnn1po agli studi di Golgi, :Niarchi:tbva e Gelli principnln1ente.

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Hans Sachs. L'insigne imn1unologo· ~ sierologo. allievo di Erlich, è n1orto a Dublino o\'e si era d fugiato per sfuggire alle persecuzioni r:l7.7.ial i in Gern1ania.

Primo Congresso dell'A. M. C. I. Si è: !:Volto a. Roma dal 3 al 7 gennaio c. a.. il prin1o congresso naz ionale dell'Asso cia.zione dei 1Iedici Cattolici Italiani. Sotto la presidenza del prot. L . G·!dch sono state presentate le se~ uenti relazioni: Preparazione universitaria c aggiornan1ento scientifico del medico (prof. C. Cassano dell'Gnh e rsit~ di Pisa); il mec.Hco c la legge (pror. \,.. ~1 . Paln1ilri dell'Un1versità di Napoli); la tnissione del n1edico (dr. Raver:t di Torino).

Concorso della «Fondazione E . Marchiafava )) . E' stato bandito ~b ll a R. Uni\'er~ità Ji Roma il concorso della (l Fondazione E. !vlarchiaf:n a 11 p~r il n1ig ior lavoro Ji anaton1ia patologica o patologia sperimentale pubblicato negli ultimi cinque anni, con un premio di L. rs.ooo. Scadenza il 29-6-rg4G.

Cospicuo lascito del dro Ambrosi all' ~Opera Nazionale per l'Assistenza agli Orfani dei Sanitari d' Italia )) . r\pprendiamo che il dr. \t. Ambrosi, Ispettore Superiore lVlcdico pres~o b Direzior.t· Generale di Sanità, ckceduto' lo scorso anno in Carso h, suo paese nat1 ~~o, ha lega.t o, tutto il suo pntdn1onio, di alcuni milioni, all't~ OpL'ra Nazio'nale per l'assistenza agli orhuu dei sanitari itaJjani ,), con sede in Perugia. . . , .. , TI nobili ssimo atto del dott. Ambrosi riesce quanto n1ai provv1denzwle ::tll atttv1::1 deIl 'Or-ern suudetta che deve o ra pro\' vedere anche ;gli orfani clei ~1edici n:ord- in guerra uopo l'assorb.itnento del Comitato dl Ron1:1 che ne hn curato l'nsslstenzal SLOO allo SCOfS) ~Hll10 .

La Medicina missionaria. T·ende ad assumere un a propria indi vidunlità la u !v1uljci.na ~1t5Stonnri.a >~, qu~l co~­

plessOJ .cioè di insegnan1enti dottrinali e pratici che se n •ono dt g~tc.la :1l ~t.ss~o~an~ nel c 111 varie p:uti dt..~t globo ave in genere egli ~i trova. lontano Ja. ognt fanna th sc,ccor!:io edico• per ~è e per i propri assistiti. (f1 L'Ufficio Stan1pa ~·[edjca lt::tli~na ha ora banJito un. ~oncor.so. (cor: L. 2o.o~o ' premi) ~ul tf:tnn Il pas~ato, i l presente, il futuro della tnedictna mtsstonann n . Tale c.<'> n. ' 1 d · 1 · · l , d1'v-~c;"mb re 1946 • • Per ultenon cor~ o nn1arr:1 apèrlo, per a corwegna et avon, stno a .)I chi ari n1cnti ri vo~gcr~1 all 'U f{ìcio Statn pa Nfedica Italiana (via Val !azze 39, tv~Jln no) oppure al Jr. R. BrcJ:t, Stgretario As~ociazionc !Y{cd ici Cattolici, via Sforza 25, ìvi.Jbno. (l


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ACCADEMIE E SOCI ETA MEDICtiE (*) - CONfERENZE, COMUNICAZIONI E DIMOSTRAZIONI SCIENTIFICtiE PRESSO GLI OSPEDALI MILITARI - - . - -·-- ........ __.. .

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SOCIETA' MEDIGO-CHIRURGICA DI BARI

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Seduta del 5 dicembre ~ 945 : presiede ii prof. Luigi Ferrannini CAPUTI

F.: Il tnecca!Jj;S11Jo di a:ione dello chinina sulla febbre.

Partendo da precedenti osservazioni cliniche in base alle quali la chinina è capace di prc\'enire ht jnsorgenza clel.ln febbre solo se som ministrata Qelb fase eli apiressia, $Ì è proposto di trovare Ja ragione del fatto. Ha constatato che nd febbricitante non si Iw mnggior distruzione di chinina; con ricc:rche sui cani ha visto che la barriera ematoJiq unr:Jlc per la chinina si innalza durante la febbre; questa è certamente una de.l:e ragioni per cui b chinina agisce solo se son1ministrata in f:.1se di apiressia. Con consi <l craz ioni di ordine clinico ritiene che, raggiungendo durante la :.~pircssia i centri termon.:goh-ttorj, ·,t cbinjna vi e!erdta un'azione tonka piuttosto che u.n':tzione .narcotica: propone di chiamare antipirogena questa proprietà ddla chinina di opporsi a1 proce.::~ > (~_ ~,l.> ri gc.: no . u' pro f. FlrrJnnini chiadsce che il dr. Caputi si è riferito all'azione 3Dtipirogen..I generica delln chio'jnn e non a guéla :-~n6m alarica specifica, eJ aggiunge che risultati identici si ottengono da11~ chinin.1 contro l'iperpiressia provocata dalla iniezione cndo''tnosa dj vncdno, jperpires~ia che è attenuata senza menomazionc dell'azione curativa.

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LoMuTo G.: Epiteliomi c precancerosi multipri della fronte i·n soggetto gior;ane. ' Descrive un caso eli c< epiteliomi ,, e " precancerosi multipli )•, facendone risaltare alcuni caratteri speciali: a) et~ giovanile del pazjente (24 anni) in rapporto spedalmente a·la presenza delle precancerosi; h') localizznz1one esclusiva nlla fronte e are palpebre eli destra con perfetta integrità dei tt.gun1enti del Yiso, del collo, del dorso der"·le mani, in dipendenza \'erosimile di una eccezionale predisposiz.ione ge ner:tle e locale d~lla cute; c) tnancanza dei d.:ni conìunen1ente invocati in casi de: genere quali f..1.ttori etiologici, e cioè n1ancanza eli: una prolungata esposizione agli agenti atmosferici. Dopo aver discusso il caso conclude cl ~Fs tfìcanclolo conl":! unn u forma di cherat<hi presenile )) . Il ~proE. Fcrrnnnini si compiace- per la confern1a cher dalla. comunicazion~ deJ dr. Lomuto viene alla dottrina della preùisposizione generale e locale per i tumori e ricorda qua1chc cnso di prcclisposiziont p.enera'e c locale fa miliare.

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V. S.: Il parto per le r/i~ naturali in do•Jne cc·:wrirz:aate. Comporttimento della cicatrice cesarea.

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Riferisce 3-1 osse rvaz~oni di parto per le vte naturali, 1n donne precedentemente ~ul roposte a taglio cesareo per inclicazioni \'an e. (*) ·It1pMtl·r!.lnll multo ' 'olcntieri le " comunicazlùni " delle: :\çc,ld~.:tmc c ùdlc Soctt.rà M~o,hct~­ terranno al corrente dci loro b\'ori.

( ' ltlrll l'glcht· che: et


88 Oltre a prendere in considerazione 1n resistenza dc·b cicatrice ccs:1rea prcgrc~sn in occasione del travaglio di parto, si soffenna ~ulle possibilith dd pnrto, per le vie naturah, spontaneo o con l'aiuto de· l'arte, jn :n, fra le 34 osscr\'nzioni, di viziature pelvichc di primo grado. FRoLA

G.: Corurihuto alla conoscenza dd n1orbo di Gaucher 11e/ lattante.

Esposizione di 2 casi di n1orbo di Gaucher nel lattante, vcrificntisi in 2 bnrnbini frate l! i e cliagnosticati in Yita n1eclia nte splenopunturn. C'no di essi, operato di splcnectonÙ:.l1 è ~tud.iato anche istologicaJnente. ..A.mbe'du'! sono morti. L'interesse dei due casi classificabili con1e appartenenti alla varietà acuta del n1orbo di Gaucher consiste nell'assenza della caratteristica sindron1e nervosa che secondo alcuni AA. sarebbe patognon1onica di tale affezione~ \TITERBO

F.: Note radiologicbe sulla « rnicroca1"dia dell'adulto».

Con1unemente si parJn di H cuore piccoln » come sinonimo di « cuore a goccia )) o di « cor pendulum >>. Nette differenze clinico-radiologiche esistono fra questi che sono in realtà tre differenti tipi di cuor~ . Infatti mentre ~. cc cuore a goccia » caratterizza per il ~istema circ.olatorio l'abito di Stiller ed il << cor pendulum >> l'abito ptosico, il cuore congenitdmente piccolo (a cui s01~-o spetterebbe la designazione di c< n1icrocardia >') non trova spiegazione in alcuna considerazione inerente il tipo costituzionale. A questi tre tipi di cuore corrispondono differenti dati radiologici.

Seduta del 9 gennaio 1946 : presiede il prof. Luigi Ferrannini TRAI~i\ RAo

G.: Ulteriori osservazioni clinJche sul carctnoma del collo uterino conzpltcantt! la gravidanza.

Riferisce c comment.J 9 casi eli carcinoma del collo uterino in graYidanza osservati dal 1939 a: 1942, da aggiungere ai 17 casi noti nel 1939 (te La Ginecologia », 1939,

A. V., p. r4r). PEScE

V. S. : La terapia della placeruap1·evùz co-n particolare riguardo alla metro~urisi.

Prende lo spunto da 270 casi dì placentapre,,ia orservati nella O inica di . B:ri da~ 1935 al 1945, trattati nell:t quasi totalità per via vagina le e~ dopo a~er esposto · 1 nsulratt raggiunti cd essersi soffermato sull'!ndice di morbilità, suU a n1ortalttà fetale e materna, mette in evidenza i vantaggi dcavati dall'uso del pallone di Chanìpetier nell'83,r6•~;, dei casi. FnoLA

G.: Con.,iderazioni sui!'attuale epidemia di vaittolo.

Descrivè i caratteri dell'attuale epidemia barese di vaiuolo illustrando in n1odo particolare la diagnostica differenziale fra le forme. ati pie~ e ed attenuate ~ ln vari· ceiJa. Enuncia poi una serie di ricerche in corso di allesumento delle quah fornisce

i primi risultati . Il prof: J..'errannini rileva come in I caso di vaiuolo ~poradico in a~ulto capitato in C1inic;a Medica nei mesi scorsi, egualmente era ncgattvn la pro\'u ili Paul, ITL.'1U · · dc 11e eruztom · cavano il segno· di Restigni e la febbre.' suppurativ.t e vi era poJJ•· f onntsmo' sen1brava un alastrin1.


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OSPEDALE MILITARE DI CATANZARO

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Direttore: •tcn. colono. med. dr. Ro(~r,lfo Carpino_

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Cap. mcd. compi. IoFFRlDA V.: Un caso di tosstd(rmia diffusa a tipo eritrodermico.

Conferenza tc:nuta il 15 dicembre 1945. L'oratore, 'l'accolta !,anamnesi da cui rilevasi soltanto piorrea alveolare insorta ~11cuni mesi prhna e curata con toccature loca i di tintura d! iodio, descrh·e la dermatite caratterizzata da:

r) insorgenza brusca; .l) apiressia; 3) eriteJna diffuso a tutto l'ambito cutaneo puntiforrne e tnaculiformc che tende rapidamente alla confluenza sino ad occupare intere regioni; 4) prurito e codore;

s) desquamazione progressivamente furfuracea, laminacea e foliact:a ; 6) notevoli fatti infiam~atori a carico di tutta la mucosa del Gi·:o ora.e. Discute la diagnosi differenziale e può escludere le malattie aGlte infetti,·e esanten1atiche per l'apiressia, il successivo evolversi del reperto cutaneo, la mancata compartecipazione dello stato generale. s~ma le eritrodermie esfoliative primith-e ad andamento sub-acuto e cronico, quali la malattia eli \Vilson e la Piùriasi Rubrn di I-Iebrd, per il decorso, pcrchè n1anca l'infiltrazione e l'ispessimento dell::t cute, per l'esito de'! processo morboso. Si ferma in modo particolare sulla eritrodermia acuta benigna o d~rmatite esfoHativa acuta. benigna di Brocq, che per md ti aspetti potrebbe essere rappre!cntata Jal caso in discussione, ma che ritiene doveroso escludere perchè questa formJ clinica. si accompagna a febbre più o meno intensa, a dolori reumatoidi, a malessere più o menn accentuato. Giunge così agli eritemi tossjci o tossidcrmit.: che, rileva, insorgono per un fattore nwrbigeno interno o esterno di natura tossica o microbica, e per un fattore predisponente rappresentato dall'organismo. Fern1ata l'attenzione dei colleghi sul fatto c:he qualsiasi tossiderrni:1, e particolarmente t]uelle da arsenobenzoli e da mercurio, possono assumere un tipo clin1co entrodcrm!co (eritrodcrmie secondarie), concluJe che il ca~o in esame de\'e resta:e fra Je tossidermic perchè lC» congestione cutanea determir.atnsi pur essendo estesa non '\i è generalizzata H tutto il corpo, non ha provocato ~·ispessimento delb cute, non si è: m;mtcnuta persistente. · ln quanto al n1e~cnnismo patogenico deUn malattjn discute se il caso può essere spiegato con la sensihilizzazione da focolai, teoria infian1mntoria Jei foci, con partenza dal' a cavità orale sede della pjo.rrea, rilevando che manca .in fEl\"ore del processo infettivo l'importante sintomo della febbre e conclude -per w1a etiologia tossica da det~rn'\jnarsi con le necessarie laboriose prove diJgnostiche di Jermo e cure-reazione.

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CENTRO ORTOPEDICO E MUTILATI« V. PUTTI» DI BOLOGNA Direttore: te n. col. rned.

R. :tvL Scaglietti pro f. Oscar.

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Ten. co l. tncd. :tvfollANDI (~.: L'arteriectomia nell'endoarterite obliterante giovanile.

Conutnicazione del giugno 1943. L'O. pre~enta un caso d1 arterite obliterante g10van ile insorta nel 194 r in un so· dato di anni 22, che per la gravità della sinton1atologia subbiettjva c per ulccrazioni tTofiche n1ultipl~ del piede destro era 5tato sottopostù, in ~:tra ospedale, aù ~unp utazionc della coscia ds. al Ill 0 interiore. Trasferito al Centro Ortopedico c Iv[utibti <c \T. Putti n nel (cbbrnio HJtp, a cin.:a otto n1 esi dall'intervento demoli.Lore j] P. prcrcntava gravj sinto n1j art'~r~ t id anche a l'arto inferiore di sini stra. Era 1nfatli possibile osservare una ulct.:raz ionc di t i pc, trofico a ll'alluce, COL1lp)kata da proce~'.~O infettivo ascenU<.:IltC, a~sociata ad llll l"Ol'lt!() sinton1ntologico di orJ inl.! sin1patico~ci rcobtori o. Subbic:uivarncnte: dolori \'iok·nti gc· ncralizzati a tutta b gnn1ba ed in specie a piede. L'arteriogr.dìa prntk;na tnist.· in evjdenza occlusione dell'arteria fetnoralt. :d lll 0 interiore della coscia. In h~\~C alle nsM:r\'azioni obiJjetive e ai dati arteriografici c· asci' lografic i e di tcrn1on1<:trL1 cutanea csi~teva netta indicazione ad an1putazionc della co~cia sin istra al lll 11 t11L' dio. ln consL derazione del fatto c.hc il P. era già st:.llo an1putato di coscia a ds., p~r tentare di cvÌt~tre un nuo\'o grave ~ltto detnolitort.:, o aln1eno per procraMinar\o, si è intcn·e nuto con re.st"Zione di un lungo tratto dcil'artcria occ u~a~ ~econdo le inclic~lzioni poste Ja Lcriche sino dal l~:P 6. Prin1a di procedere alla con d usione del caso clinico presenta1tO l'0. passa breven1ente jn rassf·gna e discute le teonc e 1nesse da Leriche, Forstcr, Altcnburg, Dragan~;en, IZrcinJ ' er, ecc., per spiegare il fenon1eno che consegue alla re sezione dì artt.rie occluse• e cioè rnigHoran1ento del circolo periferi co e sco1nparsa del dolore cau · ~a·gi co, contluclendo che in ba se alla d i spari t~ delle opinioni en1esse dai su citati AA., !'intiLn0 mecc3n Ì:,n1o del fenon1cno deve essl're ritenuto non ancora ben chiru:.o nella su :.l co t n pless it?l. l n ~CtTuito riferisce chf! attu:Jl n1et1te, a un anno dali 'intervento, j} P. in oggetto h ~t tra no'' no1 evole bè neficio Lbl a resezione arteriosa praticata gli, essendo migliorato il circolo penferico, pressqchè scon1 parse le turbe di ordine sin1patico, co~ scomp~s~ dc! dolore caus~lgico, e guarigion e ddla ulcerazione trofica all'~lluce. L'Intervento e dunque v:1l ~o ad evitare l':1n1putazione dell'arto, le cui condizioru .poss?no at_tualn1ent~ definirsi soddisfacenti. Infatti j) P. fornito di protesi per l'arto 1nfenore d1 ds. puo Gtnltninare anche ~' lungo senza particolari disturbi. . . L'(). conclude nHen11nndo che in base al caso clinico presentato, e a casi const~ 1ni li riferiti dalla letter::n ura, nelle art.eri ti obl iternnti giova n ili l 'intervento di nrten ecton'lia, proposto Ja Let·ichc, rappresenta un reale g iovamento e progresso nella curti

eli que~ta n1abttia. . .. 1l caso è stato clocun1entato con proiezione di numerose dtapostttvc.


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PRO ORFANI DEl MED!CI MORTI IN GUERRA

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ome abbi? m o annunziato ne/ fascicolo selfembre - ottobre scorso annol

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il « Comitato nazionale assistenza orfani dei medici morti in guerra , ha cessato la propria attività trasferendo i fondi residuafi dalla gestione sino a/ 1945 all' «Opera nazionale di assistenza degli orfani dei sanitari » in Pe. rug1a. Secondo le norme stafutarie l' assistenza del Comitato avrebbe dovuto esaurirsi nell'anno 1942 : ma le guerre di Etiopia e di Spagna e quella mondiulc l'es /è conclusa hanno crealo tanfi allri orfani che hanno diritto al no- l : !;lro llppoggio n1aferiale e morale. L'Opera naz ionale di Perugia, siamo certi, l avrà per essi, dopo /'assorbimento del Comitato, una particolare comprensione, rna la Sanità militare - soffo i cui auspici nacque nel 7924 il Comila/o slesso e che con rincrescimento ne ha devo/ufo i compili all'Ente perugino al precipuo scopo di unifìcare /' azione di assistenza e .dj convogliare verso un' unica organizzazione le offerte dei generosi - non può e non sa disinteressarsi delle sorti dei fìgli di fanti s{orlunafi fra/e/li e chiama ancora una volla a raccolta, tramite il « Giornale di Medicina Militare l) , la sua famiglia per una nuova prova di fraterna solidarietà. Il <r Giornale di Medicina Militare )) , mentre è fiero di aprire con questo numero una sottoscrizione « Pro orfani dei medici morti in guerra )>1 rivolge il più vivo appello a tutti i medici d' l/alia perchè tutti, sia pure nella misura più modesta, diano il segno tangibile della loro adesione a questa iniziativa che vuole essere /'espressione concreta della noslra riconoscenza verso i Colleghi sacrifìcalisi per il bene della Patria. Al Prof. Prassi/e/e Piccinini, che ha sollecitato que~la sottoscrizione inviando per primo il suo generoso contributo e rivolgendoci non solo calde e simpaliche parole di fiducia e di augurio per il suo immancabile successo, ma collaborando attivamente per la raccolta delle offerte, diciamo un grazie / di cuore, sempre ammirati di tanto allo inesauribile spirito filantropico. /:J Le somme raccolte saranno destinale ad incrementare i fondi dE://' "Opera ' nazionale di assistenza degli orfani dei sanitari,, in Perugia. Le offerte vanno indirizzate al ~ Giornale di Medicina Militare ' - Ministero della guerra - Roma - cc. postale n. 118551. l

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PRIMO ELENCO DI OFFERT'E Giornale di Medicina MilitJrc (Redazione e Anm1inistrazionc)

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Generale medico Fadda dr. Siro - Direttore generale di Sanità • tn1Etare e Direttore del Giornale di Medicina Militare

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·ren. colonnello medico Campana prof. Antonio - Redattore capo del Giornale di Medicina 1vfìli t.1rc .

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Dr. prof. Prassi tele Piccinini

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Dr. prof. Celestino Gozzi

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t~ Italia Medica » - :Nfi] ano

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Dr. Aldo Cemezzi

Dr. Vittorio Forrnentano

Dr. Bassano Erba

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Dr. Pier Gildo Bianchi

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Laboratorio Farmaceutico dr. G. Borromeo

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Dr. prof. Michele Landolfi

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Dr. pr-of. Giuseppe di Mattei, cap. med. C.R.I.

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Acta Medica Italica >> - Milano .

Rivic;ta di Terapia Moderna c di Medicina Pratica >> - Milano .

" Rjforma Medica H - Napo)i

. Totale

La <' Tipografia Regionale n, che stamp_a 1l Gi~male, ha voluto offrire il suo contributo stanzpando gratuit,7·nzente d 1nate1"1.ale di propaganda pe1• la sottoscrizione.


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IN MEMORIA GEN. MEDICO PROF. FILIPPO CACCIA

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Il 6 febbraio aella Sua car~ terra d'Abruzzi, ch'Egli in -..ita tanto amò, chiudeva la Sua nobile ed operosa esistenza il generale medico prof. Filippo Cacda. Le Sue doti mjJirari, professionali c scientifiche Lo pO\ero presto jn un piano eli preminenza per· cui fu chiamato a far parte di numerose società ed accademie. Cultore io pace di ogni ramo della chirurg-ia, il generale Caccia fin dall'inizio della Sua c:~rriera, ebbe una sicura, chiara e predsa ,.jsionc dell'importanza che la traumatologta ha decisamente nella chirurgia miLitare e ad essa - che fu il ctJ.lto di tutta la vita dedicò con ammirabile entusiasmo la Sua maggiore attività. Uomo fiero e scrupoloso, chirurgo esperto ed arclito, dalla mano oculata e co!'lciente, con larghezza e praticità di vedute seppe annonicamente congiungere r audacb aJ una esatta perce7Jone e valutazione della realtà e riéissunse felicemente in S~ le virtù più elette di nonra Gente: versatilità d'ing~gno, nobiltà di animo, leald, generosità, squisito senso umanistico. E tali virtù Egli conc;acrò al hene dell~ Patrin, che servì costantemente sino agli ultimi anni di SuJ. vita. :Nfi è caro infatti subito ricordare, con profonda commozione, che Egli - già antesignano dei tt:mpi, per cui spesso Sl :-.mareggiava degli eventi politici - dopo 1'8 settembre 194.), durante la fc:roce dom.in..1.zione nazi~fascista, nella Sua casa eH Scoppito (--\quila), con gr:ne rischio personale, prestò la Sua opera eli chirurgo a favore dci prigionieri allenti e\·asi, obbedendo in ciò anche al sentin1ento della nostra rnissiont> urnanit:~ria, che non può nt deve buòare alla n..1zionalità eli chi soffre. Sorvolando sulle numerase pubblicazjoni che trattano diYersi campi delie discipline chirurgiche, ritengo opportuno far rilevare che molti ed interessanti furono i contributi dati in più lavori e•tru più congressi da~ generale Cacci.1, specie allo studio dclle fratture e.;poste d'arma da fuoco, H cui t r:~ttomento - per le particolari concliz.ioni ambientali in cui si verificano, per l'enorme frequtlnza, per la loro grn.vità, ecc. - è! dr ec\:ezionalc importanza pel n1edico militare e costituisce indubb1amente la parte più penos:.1 delb triste, dJffjci}e ed altrettanto faticosa traun1atologia eli guerra. Fervente propugnatore dell'intervento precoce ~ nelle- prime ore àoè, quando Iu ferita può considerarsi contaminata, n1a non :lllCOra infetta - portò il prezioso frutto della Sua esperienza di pitt guerre nei Congressi del 1917 e del 1920 delb. Socier~ itJliana di ch.irurgia. E Sua cost:tnte preoccupazione fu pertonto il problema dd rapido trasporto dei feriti in Unità sanitarie, forn;itel cll mezzil ~datti e clirettc dx chirurghi esperti. Sul Lraltamento delle ferite totaco-polmonari Egli autorc,·olmenrc e dcttagliotamente riferì al Congresso internazjonale di medicina n1ilitJre (RC'ma, 1923), giuùicnndo gnn e errore l'astensione sistetnatica. Nei riguardi del tr:tano, raccDinandò - in base alla Sua esperienza nella guerra di Libia - che occorre associare preventi van1ente la profilassi chirurgic..'l delb ferita e quella antitetanica, ponendo in chiara evidenza per tale temibilc e grave cornplicazione deJle ferite di guerra la gr~ntle importanza del fattore tellurico. Come il nostro grande Assalini, che seguì in guerra le Arm~nc napoleoniche, cooo;iderò cc ùncora sacra» la conservazione del sangue dei feriti, con~iglinndo ì metodi più idonei per frenare le emmragtr delle feritt: d'arn1a da fuoco eJ ammonendo che le

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94 legature sul can1po di battaglia del tronco vns:tlc - che pur fecero brilhlntt:n1cnte un ten1po Larrcy ed altri chirurghi 1nn;tnri - dc\'ono invece essere eseguite solo in an1 bien.ti e con n1czzi adatti. Circa gli esiti dei traunzatiS1J1t cranio-t:ncefalic:i c loro tratta mc: nto rilerì nel Congresso internazionale di \ l arsaYia ( 1927), facendo rilevare con1e le lesioni cranio-encetaliche di guèrra hanno una evoluzione a tendenza pre\'alenten1ente dparatrice e restauratrice, che si verifica con sinergia funzionale, collaborazione e supplenza JisiologiG1. Fervente propugnatore anche in ten1pi di pace della ~chirurgia bellica e del!:1 necessità pertanto• ·del suo· insegnan1cnto, ne ferc appassionar.o1 argon1ento1 in. una prelezionc al Suo .Corso di trautnatolcgia di guerra (1935) in seno oll'AccaJen1ia. n1eclica di Ron1a c io Congressi, convinto con1e il grande Larrey che: <l esporre i mali causati dal ferro e dal fuoco ed indicare i n1ezzi a quelli opposti nell'arte del guarire è cornpito che, se non è brillante, ha il merito di essere conEobntc: per l'an.1ico dell'un1anità, tacendogli sperare che l'espede nza del pa~sat o clin1inui.rà se non la son1n1a per lo n1cno ln gravnà dei mali della guerra )). In una. dotta conferenza te nuta o.gli Utlìciali tnedici del Presidio di Ron1a - qu:J1che anno innanzi dell'ultimo conflitto - pur rico rdando l'insegnan1ento del passato ~tl· ­ fermò che t< quasiasi previsione per la guerra si è di1nostrata fallace )l , n1a che tutt·avia, se nÒn preveduto, il sen·izio sanitario poteva essere presentito in una visione generale H di un cataclistua d.li masse un1ane bruciate, fuln1inate, asfis~iate )) . A m e è sembrato opportuno e doveroso ricordare sia pure: incon1pleta n1e ntc c troppo fugacen1ente })opera del generale n1edico Cm.cia, poichè Egli col Suo1 prestigio personale e per la Sua probità scientifica h a tanto contribuito a rendere se n1prc più apprezzata e rispettata la chirurgia militare e perchè da Lui molti eli noi abbia m o i n1 parato i fondan1enti d ell'Arte chirurgica. Ron1a , 21 febbraio 1946.

c . GIACOBBE.

GEN. uiED!CO PROF. ANGELO DI NOLA Il 2 gennaio 1946 spegnevasi in Roma, all'età di ~ 69, H tenente generale n,edico prof. Angelo Di Nola, una delle figure più notoriatnente rappresentative del corpo sanitario n1ilitare. Ai m olteplici titoli miolitari e scientifici della Sua brillante carriera, il. Dj N?la sepp.: aggiungere le beoernerenze di un'attività organizzativa n on con1une 1n Italia eJ :d11estero. Decorato al valor n1ilirnre, libero docente unj,•ersitarjo in patologia e clinic~ oculistica, autore di numerose pubblicazioni scie ntifiche, partecipò attivamente a non. pochi congressi e fu membro dei- più alti consessi sanhari , assolvendo bdllantcm~nt~ :mportanti ~.simi jncarichi e dedicandosi .in princ.ipal moJ!J alla formazione uclb Santt:.1 acro· nautica, della quale fu poi Capo fra il 1924 ed il 1927. . Nel recente pedodo· di oppressione teutonicaJ Egli fu fatto segno :.1 sp1etata persrcuz ionc, alla quale sfuggì unicamente a. traverso ine-narrabili soHeren7.e, c sen'l.n ~uh · bio è di lì corni nciata quella via crucis delb inesorabile malattia che ne ha soprntl'nlto la nobile esistenza. ALBERTO lv!ARULLI.


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TEN. COL. MEDICO GIACOMO MAZZARONI

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Ancora un vuoto nelle fila, già falcidi:Jtc da un crudo destino, del !lostro Corso A.lJiev~ 1922-1923. Uno fra i migliori di noj, Qucg1i che alle spiccate doti di iHteJli· g,..nza e di cultura accoppiava un'adarnantina dirittura morale e uno squt~ito senso <.h co1lct,rialità, $i è spento improvvhamcnw in Roma il r2 novernbr,! Jdlo scorso anno. Quantj Lo conobbero, c quclh che gli furono \Ìcini nel quotidi1no l:t'."Oro in modo partkolare, ric?rderanno Gi3como MrtZzarorJ~ come un cumpagno buone- c gentile, premuroso e comprensivo con tut ti, profondamente onr..:sto e generoso. Partecipò a.lla prima guerra mondiale. Nominato te nente medico ln s:. p. e., dopo un biennio eli colonia passò al lvfinistero dell.t gu{.Tra - 1)irezio!1e generale di Sanità militare - OtVe rrmase ininterrottamente .fino al 1943, quando, " a do manda, fu tnlsferito nei ruoli della riserva. Le SUL• qualità non comuni si rivelarono attra\ erso i numerosi, importanti e delicati incarichi• assolti presso Jn Direzione suddetta e si afferm arorlo pienn r:~en t e nel pt.doclo in cui fu a, capo ddb Se--àone rr•obilitazione : non si es~gera. affermando che Jl ~ucccsso dell'organizzazione dei servizi sanit~i nella guerra testè conclusa, ùi queiJi inerenti alJo sgombero dei feriti ed ammalati jn particobre, si dc,·e in gran parte n Lui. Egli non conobbe soste nel difficile e gravoso hl\ oro pur mantenendo inalterat.l gucJJa1 serena obbiettività che insien1e alla modestia e alb lealtà p1ù apen..1 furono car~lt­ tt::risdche .ineguagliabjli del Suo modo di vita. Tanta. attività non lo distolse. rutta\ ia, dalla passjone dello studio, ed Egli non, Lralm:ciò m~ù di coltivare e 3ccre~cere il proprio patrjmoruo culturale sì che la Sua conversazione riusciva se tnpre interessa.ntl: e istruttiva. Spirito indipendente, amante della libertà sopra ogni altra cosa, pr~enti, a b rovina verso cui! d trascinavano i metodi ùel regin1e fascista e, eli fronte al crollo di tan~ l ideali, nel cumulo eli macerie materiau e morali causate dalla guerra il Sue animo era rin1asto come schiantato. La n1orte lo ha ghermito a soli 48 anni l La Sanità militare, ricordandone commossa b lÌ.gura, Lo additi quale! ~s empjo di laboriosità inteJligentc e onesta, di profondo atw cc~unento al ùoverc.

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C .-\..\(PA:-:.\.

LUTTO IN CASA CHATRIAN 1Yfcntre andiamo in n1acchina ci pcn·iene la ùolorosa notizia delb Jnortc an·enura jJ 3 tnnrzo, corr. in Roma, dopo brc\'j ssima malattia e nel pieno Yigore cieWct~ e cldl::! energie intellettuali, dell, Avv. Alfonso Chatrian, fratello del Sottosegretario alla Guerra gener~le Lu.ig1 Cha.triafll. Scon1pare con Lui un'alta pensosa figura ùi giurist.t, di combattente, di· emi n ente uomo politico e di citta di no. Alla famiglia ~ al gcn. Chatrian in particolare, ccsì ùurJmcnrc coJpiri dall'inattes::t sventura, vaùano i sentimenti di sol.idari et~ e di comn1osso cordoglto dd Co:-oo sarumno m1l itnrc.

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SOiv1N1t\RI DI RIVISTE 1v11LIT1\Rl

A:sNALI

nr MEDICINA NAVALE E CoLoNIALE - Anno L - 1945 - Vol. I.

Nel cinquantenario degli «Annali )) . Jvl. Peruzzi: << L'l bianca croce di Malta. L. Turano: << La disintegrazione artificiale clel nucleo atomJco e la sua importanza Ht campo n1ed.ico-biologico. F. Schupfer: «L'influenza di sti,:noU collaterali luminosi di varia lungczza d'onda eli varia intensità lununosa su! potere risolutivo oculare Jnisurato con diversi gra< di illunùnan1ento della mir~ ». U. Bornbelli : «Poliposi deformante dell'ctinoidc e sua cura». G. L. Salvati: «Considerazioni sull'itnportanza dell'indagine radiologica neJ tLinlOl della base cranica >). L. Campanelli e A. Nlari Paolini: H Su acuni interventi di chirurgia gastrica n. B. De Biasio e iD. Casula: « Le enterocoliti di ssc nteri fonni est i ve )) . A. Alibrandi: (< Effetti della tim'"iHil\3. sul campo visivo» . N . Reviglio: c< La fotografia con radiazioni infrarosse >• . A. -Rallo : « La guerra, la scienza, la virta >>. G. Pezzi: c< L'elettro~encefalografìa )), G. Mirra: cc Raccolta ùi nonne e disposizioni c.onccTnenti il 5Crvtz lo 111cdico-lcgnlc w:ll R . M::u-h1a )> . :NL ìv1assani: c< Lo stato attuale de1l'illu1ninazione artilìcia·le a bordo delle navi)). NL ·G uzzi: « L'ecze ma ». G. Rondanini : t< !vierringiti della n1età sin.istra della volta durante tnalnrioterapia pt: paralisi progressiva·.,, \T. Loririo: c< Legatura della carotide prinutiva con striscia eli aponeurosi per ferita aJ teriosa del collo >). E. Rouggeri: << \ Tolvolo del tenue da traun1a chiuso dell'addon1e per accidente di guerr n1arittin1a n. G Pezzi: <' Pao-lo Della Cdb, 1viedico in capo della Real 1vfarina Sarda >> . Fonnularìo - Relazioni e Cong ressi - Rassegna della stampa medica - Bibliografia Notiz.iario. RivlsTA 1VfiLITARE. - A.nn.o II, n. 1 , gennaJo 1946. Concorso1 ~ pretni per il 1946. G. A.n$eln1i: << 1vL Lungo : Gloria d'Italia l» . ,L. S::tcco: cc La bon1ba a totnica )) . G . La Rosn: te Del se n no e delle pren1esse della logistka n1odt,rna >>. G. Jvlastrobuono: << 11 gruppo di cotnbattimento "Cren1ona, nella gu erra di liber:J . ztone n . L. Donati: c( Ba tterie italiane nella guerra partigiana contro i T edeschi in Albania )) , U. Sci ascia: tt La n1ina nella guerra n1oclerna )) . A. Alì: (( Il plotone fucilieri nell'attacco >J. S. Finente: cc Attra\rerso la sacca (1vien1ode c.li Ull alpino nella can1pagna di Russia) )> . Lt ttcrc al Direttore - ~t1iscellanea· - Recens ioni - Bibliografia. Direttore responsabile: Dott. Siro Fadda, tnaggior generale n1~dico Redattore: Dott. pro f. Antonio Campana, ten. colonnello n1ccltco Tipografia Regionale . Ron1a - Via C. Cattaneo, 20-n


CONDIZION·I DI ADHCJNAMF~ ro . , -~ 'ilb?r.lll~u~ento .è annuo c dà d!ritt? a n. 6 f41).dc:iJh, ts~o tl, Ct)rtc dal

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1 nurn~n il:rctrntJ dcll annu 10 ~or.r,o, (lg?i hl!ll~i.:~h.> u!lultcr~ ,;. un muumo J! 8o pt-lgm~. L JbbfJI!lllllenlo :a pJga anttc~p.1to. Nun Jt!dt.:tto un mwf>! {'rin1:.1. dcHJ. !ò'a<knza :.'m· t~mlc: ncunfcnnato. ' Alle lihrcne nuZ:ionn.li c:d C'Stcrc t cemcebSf.l lo scont•\ del wc·. '• Pr.J i ~MI i ufiìcmlL del Co1 pt> S;Jnitano dd le \':ti k For:rc ,Arf!l..tr~. m sr.-rviùo ~J 111 tungcJu, il prc~·zo t! eli' .tbbon . HnciHo è rÌÙ(Ilto a r... 2•JO. ' ' Un f&tsch:olo . co~u1 L. 70, ,..,c 111 ti! tt nto L. 9u (Fstero L. wn, !;C nrr.:tr:Ho L. 130), Per l .3 La!it'l\:uh che s~r.lllii(J pubblu:.tti nel St.mç .. lrl! tn cmsu l "t!i1b~n.uuento c dt LiJ't: ..!1111 (rldoCir.> ,, L. ICJ(.) per gli UfficJ.dt del Curpn s~li;Hilllll Mtlitart'), Oh ol1iwnittl pull .tJlOtJ nd\1cùc:rc -· unn oltre Ù!Jc mc:;i t1,1lla pubblic.!~'ltJrtc ·- i o.lwtc·n <Nrntu.t!mcutc 15martiti per dt')guitlo po\r.tl.:. Tm\WtMJ tale tcrrmm.: non .'i i d:~ra UH :,o a ll,j rJchu: )(:t. ~j • 1-l:r~ll•tluJ amr.r11rmi a p.tgamc:nr~ Jt c.m.~.tr(•re puhltlicit.H!u compatiùili cnn !n u;uura ~ ~ol çhxoJ o del gimnolc (d1redcre r11udieiuui c tM1fl'e al~ '.tramjmstrJ,zione).

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NORME PER l COLLAHOHATOIU Lil <r,!l<tfmr IZJ•IIJe ;. !lbtru 1 ma l. t ùire.~liJllc :ii ri.~r.• va il ,gmclizin mdi:~ sccltn dd l.ivCJri ~;c:nz~t t: ,,·re t<·nut.J .1 n:nckrt: crmw dciii.! t:Vl:uru.dt non .Kccet..t7.h'nt. te opw!(JI'ii Htonu!ut~tt! d.1gli ~•mon 11011 impcgu.tno le rcsponsJhilit:l ùd pcnodicu. 'I'lWt i l:n-()n 11ni;Jt1 J.~~·r t1 puLI.Jlic.:~i.llt•Ill.' t h..vuu~.> l":'. ~~rc..: HH:diti c: dtvono ptr\lrnirc ;dlu rccl.tt.l''rlr. r.d tt·r.to dchuitiHI, ~r>rrc:rto, tirm tu dJII'.lUtmc; ch~vunn inohre e:;sr:z-c d llll· 1ogr.tfnu () !.r·ritu ~,n c..lr.tttt-rc:: L1ètlmemt: ic:;r~tb[lt:. Ad ogni luvrJrn è etmc!.::, s 1 un ITl.:!S!tJrno di 16 puginc da stn·mpa; Jk'r la pubbh.cJ.::tunc det !J\ori eh~ supt:riuo le 16 p~y.ine gli autori ~:nnm tenu ti al pag~mcntn della spe'ia !'CI' le p;•gine tn ptù ••1 prcao di co!\t\.1. Per og-rli lavoro (e..,du:e reccnuunì, fll)tJ't Jc c :-OJnmurt) :.unu utftortì g-r.Hullnrnenre .w estrartt et m copeniua, frontc . .ptZto, imp.tginatura e numtraz•onr ,r;pccJJie. l.'cr st•lf•lP l n nti~ ç1pat;~ tle,r.li ~trntu e per un mngguJr numero ù1 L"··Sl 1.1 spr!;a n.:latlvl vu:ne ;te.!dl!bit:lll.l :tgli ~utori a prezzo dt co.sto. Le spe-se ! '~r clt~:hfs e t;.wole fuorj tcc,ro c,onu J L·,u·tcu dtgli nuh1ri. Le bibliografie Jnnc~se o.i l:n·ori c.,ngin:.~.!!, pcrchl: !ti.mo pubblic.ue. dew:mo ~sea e brevi e redatte con ettamente. Ciascun la~·oro dc:ve essere sc:rruitu dJ un hrcve nassuilto (rtun pu.'i di 15 nghe). Ì manoscritti non vcmgOJW r~tituiti, <lHChc se non pubblic-ati.

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ANNO '3° - FASC. zn

MARZO-APRILE 1946

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MEDICINA MILITARE Cum sa.nfta.fe 'birius in •rmis

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PUBBLICATO .A CURA t

DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA MILITARE

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! AMMINISTRAZIONE t MINISTERO DELLA GUHRRA - ROMA l


D O L I S I N A Jtuuutwlilit.o . Az~edko. i metti - 4 fenalpiperld1na · •l • carbonato dt etile clur.

Spaoml dei muscoli lisci - Coliche intestinali, bUiari e renali - Dolori poat-oporalori fìate e di5coldl

K03TROMBINA vita mina K

Per la cura e la profilaooi delle emorraqle da ipolrombinemia (ipovitaminoai K). Prima di oqni intervento neqli epatopazlentl F1ale per endoveno fiale per intromuscofl

NARCOJSASINA 1Ju ta.Mdtedia 8a4aie dlidross•codemonc clor. gr. 0,02, scopolomlna ommo-oss1do gr 0,0003 in 1 cc. d• aequo b1d. ster.

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Uno fiolo 1ntromuscolt o sollocute, un'oro o un'oro e mezza pr1ma dell'lnrervenlo.

NARCOVENE ]JeJz, €' anutedia, gene;tde, e~~ da soluz. ol 1G% del sole sodi co delriso-propilbromoeiiii-N-melil malonti.Ht'O

flole do S e do lO cc.

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MILANO


ANNO 930 • FASC. 20

MARZO-APRILE !946 J 'l

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANIT A' MILITARE

SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO E LAVORO ffiSit:;l)--:~~-; ~~-=ti~ "\'..,7. .:. ' t_,j r.~ u ~ ~ ~ ~-... Dr. GJt'SEl'Pc Do~A"fl, ten. generale mcùico nel!.\ riserv.1 •· 1 uL( ',• ·--· r t· '.,; ~ • ·~,.f,..,., . 'l

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GETT[ DEDITI AD IMPORTANTI PRESTAZIONI FISICHE.

Per stabilire quanto finora possa dirsi acquisito circa le modificazioni ncurorcgctativc che si verificano in conseguenza di prestazioni fisiche abituali o singole, dobbiamo partire da indagini, relativamente non numerose, che sulla <-rucstionc sono state eseguite nel v8l5tissimo campo d'ossen'azione che offre Ja medicina sportiva. Con1c ricordano Meldolesi e Milani, l'Herxheimer a1a visto che nei soggetti allenati la braclic~nd1a può scomparire, sotto l'azione dell'atropina, dopo un breve period'o iniziale di esagerazione. L'Hcrlitzka (citato da Viziano) nega che gli atleti in allenamento si~no bradicardici per vagotania e dice precisatnente: « in questi individui è proprio il cuore, per una sua autonoma virtù, che pulsa con scarsa frequenza, c non perchè il suo ritmo venga diminuito dal vago>>. Contro l'origine vàgale della bradicardia sportiva e .d~ quella costituzionale sono stati citati dei reperti, apparente.Inente contraddittori, ottenuti colla prova dell'atropina. Ma, come abbiamo già accennato altrove, il Eufano, a proposito di resistenza a detto farmaco in casi di bradicardia sinusale costituzionale, osserva che questo risu1tato esclude soltanto una ipereccitabilità del vago, poichè è caratteristica della vera vagotonia (atteggiamento permanente di iperfunzione vagale) la scarsa sensibilità alle dosi forti di atropina. Certo è che negli allenati, oltre ad una bradicardia dhe consente, per un dato esercizio, una accelerazione cardiaGl minore di quella che lo stesso esercizio determinava prima dell' allenrunento, si constata una tendenza alla din1inuzione della pressione arteriosa e, spesso, una bradipnea. Meldolesi e 1viHani nelle loro ricerche sulle reazioni del cuore al lavoro ' ad esso imposto dalla esclusione del circolo femorale (prova di CardarclliKatzenstein) hanno osservato che nei soggetti aJlenati, giunti al n1assirno del rendimento Esico, più spiccata era la bradicardia, netta l'~itmia respiratoria; n1odificate, inoltre, erano le r~sposte della' frequenza car.daaca e d~l volun1.e cardiaco che ali stessi AA. avevano ottenuto, per detta prova, ne1 norn1ah. I n indi;idui Pervenuti ad un allenan1ento perfetto, Meldolesi e Mi lani tro-

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vavano, precisatnente, che, alla ctl1i usura del laccio, tnolto l• hhrcvi ..t t. t a ppariva la reazione acceleratrice prin1arÌtl della frequenza cardiaca, n1cno cvidenti le accelerazioni seconc.lnric. Conte1nporaneatuentc a 'la chiusura del laccio, lo slargamento iniziale Jell'on1brn cardiaca ern scarso o nuJlo e, ad ogni n1oclo, riguardava essenzialmente la diastole; la susseguente restrizione dei c!'i ainetr( cardiaci si n1ostrava, invece, più lenta che di norn1a, ta!ora tardiva, n1a sen1pre capace di riportare detti diametri ai limiti di p:utenza. Dlurantc questo periodo di chiusura del laccio si aveva una maggiore energia di contrazione del n1argine ventricolare sinistro con aw11ento del rapporto diastole.sistole. Ancor:.1 più ~ccentuata era la restrizione temporanea dell'ombra cardiaca qtwndo si tcglieva l'impedimento a1 circolo femorale. Il complesso dei fenomeni ossen'ati da Meldolesi e Milani in sportivi bene :11lenati f:1 Fensare ad un aumento del tono parasimpatico, non disgiunto da un3 funzione nonna le ed efficace dell ,ortosimpatico. Secondo Scbenk (citato do \ l1z1ano), quell'aumento transitorio dei diametr] cardiaci che può ' 'erificarsi in atleti, durante tm periodo d1 maggiore attività sportiva ((, cuore stagionale))), deriverebbe, in un primo tempo e guando ancora non si è stabilita una lpertrofia miocardica, da un ipertono del vago. Il Sa rna~1 concorda col V an Bogaert nel ritenere che l'aumento del volume cardiaco negli atleti deri\'i - a parte il maggior sviluppo del miocar:dio - da uno stato vagotonico, che questi AA. chiamano l'equilibrio neurovegetativo proprio a1 soggetti bene allenati. Insomma~ nella genesi del così detto cuore stagionale degli sportivi rientrerebbe una dilatazione tonogena attiva} nel senso di Pende (r), e quindli atta ad aumentare l'energia s]stolica, in conformità della legge di MaestriniStarling. Con questa legge con trnsta, invece, quella transitoria diminuzione del volun1c cardiaco, che ripetutamente è stata osservata, in individui sani, per effetto di una importante prestazjone fisica (2), d]minuzione volumetrica la ( l ) Pende ritiene elle il t0nn elci curJr•.: costituJsc:t la pmpnct:t Ji . , im-chimica del mu.,coln c.trcEaco Ùt rctrarsi c d: dio;tc.ndrr'.t .lttÌ\'.1 m~nLc, SLcondo i bi "o~ni Ji ..,i o lrJ~tCt, ...enz.t l'intervento dt un•t ~ cii!:tcns)()ne ;n<:c~:mic:~. 31l ' m\uon c.tnè: d i u n-1 aumc nw t..1 prc~sic n c endnc:~rd t:Jc:t. '!'\d 1<11 5 MJ<."'f tri n i, .,ottoponenùo un cuore i !IO l.t t n d i b:1tr;tCL ::t tr:rz.tnn t mnùcr;:Hc c gr:ul:H.tmen te cresccnli , tr-:t\'Ò che l 't.ner~w c:ontr.tttilc aum Lnt.l \'::t, Jc:ntro limiti fì ciiJi ng tct, 111 rapporto con la m::tg-ginrc lunghezza dd le ... uc tìbrt. Ndln :;tesso ::m nn Swrling (cii:.: ig nmJ\':1 le ricerche. del M.tcstrint) r,!>~en~~ che . .1Um<: nt:1 nJo b pressione intr~lc.trcln .:::~, a trt~tk o \';,· ntricol.1rt:, di cunrt ic;ol:Ht di ruwclo C• di c:mc . si 0tt<:neva un aume nto uel volume dtl ç.ur1rL cd m din:ttJ relaL.ionc.: con t}UC!.tG aum cnrn, si :~ccrc'icc'·l l'cn crg1a comr::ttule. 11 "isiologo inglco,e. lJ;t ~.indo~i su qw:ste os~erva~ion i, cnunc i~wa l<1 legge per la quale b conrrattiiità ~ funztonc clelia lunghezza udlc libre miocanlicht.:. . (2) A f:'ropo<;ito di qucr.tt · cnmponamcntu, in :1pp.~r•n7.a p=trados!-talc, dd cunrc:, \',t ricorJ.Iln çhc m :1lcunc ~&c.:nchc del Gah~~ un cuore ir,()bl•) eli bJir;tc~, con buona <.nergi..t di fl 'ICJ' \f:l, dt fronte 3'1 un ~• . :L:t ~tcn zn allo '>C:l rico vcntricol::trc ~upcriorc :~Ila norma, potcv:t prc..,<.IH.trc un aumento dclln r~mrr.nu.itt.l c. pott\' ~1 c?mpitrc un m.1gginr luv1ro sLnZ:1 che si v~.:rific::t~'IC :1kun ;Jllungnrm: nro cldl~ f.l~re m~rJc a~d1du:. Spcnmcnt·tlm cntc: , dunc.JU t , non ~c mprL 1 j..,uita che l' au men to di conlrJUtlitJ dd rntocardto "'·' funn onc ddl'::tumcllln tli lunghczz:1 ùcllc ~ uc lìhrc.

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l)lli.dc ha ricevuto sptcgazj(Jni vari t a srcCJncla dc~ li autori (ve<h V 1z1ano: .1-ltti del 1', Congr. naz. di 1rt~dic:u1a dello .rpor t, 1932; Cassinis: Controllo 1 n~dico de/In sport ) 1934) c, pitJ rtccntcn1cntc (1938), è stata attribuita dal Rigoni ad un ipertono miocardico, inS(Jrgcntc nella fase di ipertono ortasimpatjco, propria ·della attivita fisica, c capace di p revenire uno sfiJncamento d'el cuore. Dalle ricerche dt Ude risulta che negli spr;rtivi allenati possono esservarsi reazioni all'ortostatismo attenuale, per quanto riguarda la frequenza cardiaca, il volume minuto e la gettata pu~satoria. Il Rosnowski ha confermato l'~sistenza di un ifertono vagalc negli al- · lena ti, basandosi sul reperto di un riflesso ocu le-ca rdiaco esagerato e su ri · lievi elettrocardiografici. Mi è sembrato importante vedere a quali risultati conduca la esplorazione del s.n.v. in atleti allenati, quando la ricerca sia compiuta con un insieme di prove sisten1aticamente raggruppate e ch e particolarmente s1 prestino a saggiare, come richiede il tema prefissomi, l'atteggiamentc del s.n.v. nell'ambito dell'apparato cardio-vascolare. Ecco 1 risultati ottenuti, in otto atleti, col metodo Rizzo. r. - Pugile B. R.; normotipo; anni 24; reduce da una gara vinta 3 giorni prima (Tav. XII) (*). lvfedia delh:t frequenza cardiaca, a riposo ed in clinostahsmo, 67 .7~ reazione ortastatica di tipo bradicardico soprattutto pel fatto che scar~issima è Ja differenziale fra valori' medi della fr equenza cardiaca in orto- ed in clinostatismo. Nè manca nel tracciato un eYidente accenno a quelle due guglie che si asserYano nella gra fica della prova clino-ortostatica di detto tipo (dandole un aspetto ad M) e che sono prodotte da una maggiore frequenz:-t delle putlsazioni, rilevabi 1e, sia nel passaggio alla stazione eretta, sia nel ritorno al decubito supino, rispetto alla media della frequenza dei polsi. tanto in eTino- guanto in ortostatismo. Il l)at:,rn1ni è modicamente p ositivo.. ] Cl:.1ude nettamente invertito; .il riflesso pilomotore non è provocabi le nè eco Ja pressjone sul cncullare, n~ col raffreddamento. Insomma, un reperto che indica una prevalenza del tono p=trnsin1patico. Contro questa interpretazione SI potr•ehbc, ~ttavia, osservare che il D:~gnin i è solo m o.d ican1cntt positivo. lvfa, co1ne abbiamo vjsto a suo tempo. un ìpertono parasirnpatico può costituire motivo perchè il riflesso ocu1o-cardiaco sia Jjeve o de] tutto assente (Tinel, Bufano). E perciò, questo nostro reperto solo in apparenza contrastn con quelli ·d!i Rosnowski, il quale, in sportivi allenati, ha avuto, n riposoJ una rispost~ al Dagnini marratan1ente positiva.

-------( *) Per t•.,igl'nzc di .-.p.1zio le lavule vengo nn riponJte :,alo negli t.'SCrJctì.

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L'e.c.a. mostra una bradicardia sinusale e, come più volte è stato osservato in ~tletì in allenan1cnto (Rosno\vski), è di tipo sinistro. 2 • _ C. U., pugile dilettante in piena attività sportiva; normotipo; anni 17 (Tav. XIII). Egli presenta una bra~cardia mar~ata: media dei polsi jfi clinost::ttismo, 38,25. Durante la reazione ortostatlca, la frequenza cardiaca, pur essendo inizialtnente ascesa da 40 a 56, torna in modo netto ai valori di partenza nella fase intermedia fra i due movimenti (grafica ad M clel tipo bradicardico). Il . Dagnini ed il C1aude rimangono muti. Il riflesso pilomotore è labilissin1o. Dern1ogr:1fismo bianco, pronto, abbastanza· evidente e persjstente ~ dermografismo rosso, pronto, evidentissimo e leggermente urticato, ma piuttusto labile. Anche in questo caso si [la un reperto di prevalenza del tono parasimp3tico con una discordanza nel contegno lTillto del riflesso oculo-ca:rcliaco, d1iscordanza che, rutta via, per le ragioni esposte a proposito del caso r., può ri .. tenersi sol t:-tnto ~pparen te. Va notJto, infine, che in q-u~sto soggetto la br~dicardia è davvero csageratJ. Il polso si stabilizza, in ortostatisn1o, intorno a 42 cd, jn clinostatismo, scende :.1d l1na m.edia di 38::25. Ora, il liinìtc, o!tre il qual<.: ht bradi-carldia sportiva non è più con1patibile con un buon rcnditncnto fisico cd: entra a' far parte del quadro del sopra-~llcnamcnto, Yicn posto tra 55 c 45 (Melòolesi c Milani) o poco più in basso (Viziano, Cassinis). Nel caso in esatnc, acl un esagerato predon1inio par~sin1p~tico corrisponde nell'e.c.g., un'aritn1ia sinusa1e col feno1ncno dello <<scappamento ventricolare)> nelle fasi di maggiore ra1lentan1ento. Per st]moli vagali, non esclusi quelli suscitati in via rifless3, si può osservare che nel~e lunghe pause il cuore sfugge al comando del nodb del seno c si manifcst~ l' autotnat]sn1c di centri sottostanti. Il RosnovvskL provocando in atleti il riflesso oculo-cardiaco, non solo ha avuto - come si è detto - risposte positive marc1te, ma andhe, talora, la con1parsa di un blocco parziale, con periodi di Wenckebach, o di un ritmo nodale. 3· - B. S., pugite jn piena attività sportiva, normotipo; anni :22 (tav. XIV). Bradjcardia che raggiunge, in clinostatismo, una media eli 43,5. Anche qui Dagnjni e Claude n1u6. Per quanto riguQrda la reazione ortostatica, va notato che nel passaggio alla posizione eretta la frequenza cardiaca segna uno scarto non Inarcato (da 48 a 6o), n1a poi non discende decisamente verso i valori iniziali (mancanza, nel grafico, della M caratteristica del tipo bradicarchico), anzi seguita ad aumentare. Tale ascesa, tuttavia, si compie a gradini pcl ripetuto intervento di frenate vagali. In due a1trre prove eseguite su<:cessjvarnente ed abbreviando i tempi (tav. XIV bis) l'intervento del freno vagale in ortostatisn1o è più deciso, ~:icchè si delin~a l'aspetto ad M dei 1Jradicard1ci).


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Riflesso pilo1notorc pronto, n1a labile. Dcnnografis1no bi~nco =- 1 s'' di 1atenza, evidente; drura 2'. De~n1ografismo rosso == 10'' di latenza, dapprima tenue, poi marcato, ma lab1le. Nel con1plesso, c per quanto rigu:1rda soprattutto l'innervazione cardiaca, una prevalenza .del parasin1patico, non senza qualche reazione discor· costanted ante' come quella di una reazione ortostatica che non raf1obiunae t7l b ' mente e cornpJetamcnte, il tipo br·adicnrdico. All'e.c.g. si rileva, insicn1e ad una bradicardi:-t sinusalc ed a piccole oscillazioni dt QRSa colle fasi del respiro, un lieve aun1cnto de1l'intervallo P-R

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(o,2o"). 4· - N. L., calciatore in piena attività sportiva (due giorni prima aveva ~ostcnuto unn partjta .dii campionato nazionale); longitipQ; anni 21 e mezzo (tav. XV). Brad1cnrdia, in cljnostatismo, di 49 in 1nedla ~ reazione ortostatica rort diflercnzia·1c piuttosto alta (circa 16), ma con presenza delle guglie; Dngniru rnudico, C~landt leggermente jnvrrtito: riflesso pilon1otore jmprovo< ahi le· t ol! :t coJn pressione cuculJnrc; d ern1ogr nfismo bianco indistinto; der. . nlngraii~Hllo rn·iso pronti'J ed cvjden te. Prcv:dc.nzn parasi1nputicn. 5· - (;. A., ginocatorc d,i calcio) attualmente poco J.llenato; mesotipo ath tico; anni 24 c mezzo (tav. XVI). In clinostatisn1o, media dci polsi 71. Alla prova ortostatica: differenziale media (circn 11), guglie n1arcate; Dagnin.i mod ico; CÌaude nettamente invertito. Pilomoz1one pochissimo evidente; dcrn1ografisino bianco, evjdente e persi~tentc; dcm1ografisn1o rosso, evidente, leggermente urticato. , Nulla di anormale all'e.c.g. Modica prevalenza parasimpatica. 6. - C. A., campione .di calcio in perfetto allenamento (tre giorni prin1a a'Veva preso parte ad una gara di campionato nazionale) .; normotipo (tav. XVII). Media dei polsi, in clinostatismo, 50; reazione ortostaticn con differenziale piuttosto marcata ( r6), ma con formazione netta de11e guglie; Dagnmi modico; Claude leggermente jnvertito; pilon1ozione e der'mografismi: reazioni pronte ed evidenti. Malgrado qualche nota discordbnte, ]n prevalenza parasimpatica è netta. 7· - A. M., di rtn.ni 29, can1pjane di calcio che, per un infortunio, è a riposo da un mese t mezzo circa1 presenta (t..1v. XVIII); bradicardia non delle più marcate (media in clino =- ss), reazione ortostatica con differenziale alquanto a1ta (circa 14), Dagnini n1oclican1cnte positivo, Cla.ude positivo. Nulla da ri]evare all'c.c.g. Nfnlgrn.dlo, dunque, la pcrsistcnzn di un certo groado di bradicardia (Eenotncno che tarda a scomparire negli atleti a riposo), ]e risposte all'eccitazione de1l'ortosimpatico riescono pronte e sufficientemente nette.

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S. - N. A., anni 25; corridore ciclista su strnda. Ha ripreso da qualche mese la sua attività sportiva dopo una lunga interruzione per richiamo alle ar111i, ed ora è in fase d1 parziale 3llcnarnen to (ta v. XIX). Frequenza cardiaca: 64 (media) in clinostatismo; Pmx 105, Mn 55· Reazione orto-clinostatica ,di tipo bradicardico; Dagnini lieve; Clau:de tendente all'inversione; riflesso pilomotore poohissirno evidente. Dermografismo bianco: latenza 20'', discreto, persistente. poco più di 2'; dermografismo rosso, pronto, evrd~te, n1a piuttosto labile. Il reperto, nel suo insictne, rivela una prevalenza parnsimpatica.

Concludendo: In un atleta che da più di un tnese era a riposo per infortunio, pcr5isteva, in armonia cqn quanto è noto in Inedicina spprtiva, 1a bra.cNcardia (n1edja in clinostatismo 55). M~ncavano, ruttavia, segni di ipertonn pnrasinlpatico alJa reazione ortostatica, al Dagnini ed al Claudc~ In altri sette atleti esam.in;1ti, invece, in periodo di attività sportiva, le risposte alle v:-tric prove con1prese nel rnetodo Rizzo espritncvano un ipcr .. tono parasimpatico più o 1neno marcato. In uno di questi casi, ad .una hra" dicardia, in clinostatismo, di 43,5, in n1c.dlia, corrispondeva, nll'c.c.g., un licvt aumento dell'intervallo P-R (o,2o"); in un altro soggetto, con una bradicardia verauncnte eccessiva, in clinostatismo, di 38,25 in media, si rilevava, a11'e.c.g., il fc11ctncno dello H scappamento ventricolare n nelle fasi di maggior rallenta n1en to. ~- - ATTEGGIAMENTO 1-'UNZIONALE DEL S.N.V, PER EFFETTO DI UNA PRESTAZIONE DT LAVORO.

Il 1'cdr.schi ha ricercato quale situaz1one neurovegetativa venga a crearsi per una prestazione fisica protratta fino alla stanchezza accentuata, stud~ando pressione arteriosa, polso, l.llfjnc, salivazione, sudorazione, fenomeni subbiettivi, in normali e basedovv'iani, che compievano la prova di lavoro sotto l'influenza, o no, di sostanze farn1acodinamidhe (adrenalina, pituitrina, pilo-carpina, atropina). L'A. conclude che (( ... mentre in linea generale il sovrapporsi della fatiça all'azione delle sostanze adoperate per la prova farinacodinamica provoca reazioni che non dicono chiaramente se ed in quule modb il sistema nervoso vegetativo sia stato modificato, in qualche caso, tuttavia, i reperti avuti fanno pensare che l'affaticamento possa talora indurre maggiore sensjbilità nel sistema nervoso vegetativo e rendere evidenti talune reazioni fannacodinamiche )). Ajello (cit. d:t Di Macco) trova che la fatica aumenta il tono dell'orto~ sjnlpatico . . Cacc.urj ha constatato che, su 16 sportivi, 3 soltanto erano bradicardici a nposo (particolarmente uno). Per effetto d'un esercizio consistente in 20


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fressioni su!l.le ginocchia in 12 secondi, 6 mostravano un atm1cnto .della freCJuenza cardjaca, 2 nessuna variazione, 8 un rallentaxnento : ma, per una corsa veloce di 300 m., tutti presentavano una tachicardia, che in qualche caso era

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rilevante.

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Un rallentan1ento del polso per un esercizio lieve (ro flessioni sulle ginocchia) è stato pure osservato da \Verner Sdhulz in canottieri allenati. Il Caccurj, in seguito alle indagini poco fn riportate ed ai rilievi elettrocordiografici che le indagini ~tesse avevano fornito, ammette, conformenlente all'opinione già espressa dal ·Cardarelli e dal Pende, tt. •••che nell'affaticamento dei ginnasti non sia .solo l'una o l'altra delle du.c sezioni del sistenla nervoso vegetativo che è ~titnolata o inibita, ma sono entrambe che Jl C J'ÌSCntono rc.ffctto ~ia per azione umora}c che meccanica, venendosi a Sta.. (,fi i iT llll COlllplcsso di fenomeni di natura simpatico-vagoestesica n. S('nza dubbio, J'aun1cnto del tono ortosimp:-.tico durante il lavoro non P'"'' 'lltt·lt<kr:li co1nc un .r;cJnpl1cc fenomeno di antagonjsmo fra le due sel~toni c pd lJUalc, a sorniglinnza di quanto accade pei due piatti di una bil:rnu:~, acl 11n 'a~1CC 1W del tono di una sezione debba inevitabilmente corrispond( ·n uJJa din1inuzione del n1edcsjmo nell'altra sezione. Ove non esista un~ !,Ìtuazione nl orbos~t dcll'cqu11ibdo nctÌrovegctativo, l'aumento del tono Oltosi nlpatico jH.:r und prc.•itazionc fisica deve concepirsi. co1nc un fenon1eno fisioJogtco clt collaborazione dcPc due ~czioni, le quali sono co~rdinate da centri supct iorj di controllo ed agjscono jn senso diverso, tendendo ad un unico scopo Eurnzionalc. Il R~nowski rifc:risc!= che le jncftagini del Czubalski (1935-36) provano nettamente dhe lo sforzo è un fattore sirnpaticotonico, mentre il periodo susseguente crea la Yagotonia. Debbo !imitarmi a questa semplice citazione, essendomi mancata Ja possibilità di conoscere dirctt::unentc il lavoro del Czubalski. Il Rosnowski, in atleti che avevano cornpiuto una corsa di sci di IB-Bo km. od una marcia di 104 km. jn 3 giorni, osservò che- il riflesso oculo-cardiaco (unica prova di esplorazione neurovegetativa adottata daH'A.) era attenuato subito d'opo la gara; ma poi subentrava una fase parasimpatica, la ,quale, per quanto poteva desun1ersi dall,accentuazione postuma del Dagnini c dai rilievi elettrocardiogr::tfìci, raggiungeva un ma'lsÌJno di evidenza 24 ore c persino 48 ore dopo lo sforzo. Rizzo, in esperienze tuttora in corso .su soggcttj normali non allenati e ~ottoposti acl affaticamento per 90 secondi di flessioni sulle ginorchi,1, ha potuto fin qui (30 soggetti) constatare, in1n1ed]atnrnente dbpo l'affaticanlenta·: 1\.1 - che in

un quarto dei casi il lavoro agisce in scruio ortosimpati· cotonico (autnento del nun1ero dei battiti cardiaci; aumento, alla reazione orto-cLinostatica, della differenziale con dduzione o scornparsn Jcllc guglie;

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duninuzione o - raran1ente - inversione del Dagnini.) con - talvolta aun1en.to del Claude); 2° - che negli altri tre quarti dei casi studiati non insorgono modi.ficazioni apprezzabiJi, oppure si hanno, talvolta, reazioni di tipo anfotonico, od anclhc - più spesso - reazioni cc a mosaico»: cioè isolate risposte di tipo più syiccatamente vagale o di tipo più spiccatamente simpatico nell'una o nell'altra prova, senza che le restanti prove appaiano sensibilmente influenzate dal lavoro; 3fJ - in soggetti con Inodica bradicardia costiturzionale, ali' esplorazione del s.n.v. dopo esercizio, l'A. ha potuto talvolta rilevare: a) entro i prin1i 3 minuti la frequenza cardiaca tornava verso i valori di riposo e li raggiungeva dopo esser .discesa, per breve tcn1po, al di .. sotto di essi; li) diminuiva la differenziale fra 1ncdia .,dci valori in clinostnt isn1., c n1edia dei valori in ortostatistno; c) si accentuavano nel gr ..dìco quelle due g·utglic che con fct·iscnnp ~db reazione ortostatica l'aspetto ad M caratteris~ico del tipo br:H.lican\lico. Tale cotnportamcnto non è costante nei bradicardici cost1ltt7.ionali, poichè in questi Rizzo lba ottenuto anche reperti .dj esplorazione ncurovcgctaliva, dopo prova di lavoro, non diss1m]l1 da quelli (vedi sopra) rilevati nella generalità dei normali. ' Si trattava rcahnent~ di bradicarùie costituzionali (scn1plicc ipcrtono vagale temperan1cntalc) o non piuttosto di veri squilibri neilllrovcgetativi, sia pure di modico grado? L'assenza di sinto1ni morbosi, anche solo subiettivi, nei soggetti stu-diati, induce 3 scartare la seconda ipotesi; tuttavia non si può escludere clhe in seguito - aun1entando 11 nutnero delle ricerche sui così detti controlli sani - non sia possibile n1et1cre in evidenza col rnetodo esplorativo Rizzo un'aliquota di individui solo apparenten1ente normali, n1a in realtà con latenti claud icaz)oni del\' appara t o neurovegeta ti vo, esalta bili colla prova del lavoro e d.i~gnosticabi]i con tale metodo d'indagine o con altri metodi del genere.

Come tllo già ricordato. il Rosnowski, in atleti con ipertono parasitnpatico e sottoposti ad un cunento sp0rtivo grave e prolungato (marciatori eli lunga 1diistanza, sciatori di fond0), ha visto che il riflesso oculo-cardiaco, attenmato subito dopo la gara, si accentuava in seguito e specie a 24-48 ore di distanza, n1cntrc anche ]'e.c.g. presentava segni riferibili ad un aumento del tono parasimpatico. Questa fase di iperparas·impaticotonia tardiva fa pensare ad un atteggiamento reattivo ~ll'iperl'ono ortosìmpatico creatosi in una prestazione fis1ca di grande in1portanza e protrattosi, presutnibjlmente, per \t n tcm po non breve dopo di essa.


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Ho voluto vedere quale atteggian1ento neurovcgctativo si determini, invece, in atleti più o n1eno pcrfettan1ente allenati, subito dopo un esercizio relativamente modesto: 90 secondi di flessioni ~ulle ginocchia. (li risultato, a riposo, della esplorazione neurovegetativa di questi sportivi è stato già illustrato al paragrafo I). I. - G. A ., giuocatore di calcio attuahnente poco allenato e con modica prevalenza parasin1patica. Subito dopo la prova di lavoro (tav. XVI), la frequenz~1 del polso discende pront1mentc al d~sotto del valore iniziale, ma poi il profilp del tracciato tende qua c là a Jnantc..ner:si un po, al di sopra di quello di riposo, pur non potendosi dire, nell'insieme, che vi sia un ritardo nel ripristino Jella frequenza cardiaca .dt riposo, nè nna sostanziale dilTercnz~ fra tracciato di riposo c quello dopo esercizio. ,· Nulin ·da rilcvnrc, alPc.c.g., pr1tna c dopo ptovn di lavoro . ., . . N. A., corridore cicljsta su strJda in f~1sc di parziale allenamento (l .IV . XIX). Mrd'ica prcvnlcnz.l rara~ilnpatica . Subjto dopo l'esercizio la frc (jlll nY.rt c. tnliac:l di,;ccndc rupid:1n1cntc da r2o ~j valori di riposo (1nedia in clirHJ',(atic;rnn: 04); in scguitfl il prolì1o lkl tracciato non dìHerisce sostnnzinlrnt n l c: d t <.p wIlo Hrd ('-esercizio. l~.c.g . d i l i pr s-illjc;tro a riposo c dopo pro vn J i la voro. 3· . . C:. A., can1pjcmc <.li calcio in perfetto ,tllen.tmtnttl. Prev~ùenza part~!lj tn pntica. Subito dopo 1' esercizio ( t~• v. X'' Il), discesa rapida Jelln frequenza curdiacn ~d valori inizi alj; le risposte alle vane prove si traducono in un · profilo grafico non sostanzialmente diverso da quello di riposo. 4· - N. L., calcjatorc in. piena attività sportiv·a: prevalenza pJrasimpntica. Anche jn questo caso,' subito dopo lavoro (tav. XV), discesa rapida della frequenza cardiaca verso i valori iniziali che, tuttavia, non vengono conlpletamen te raggiunti. Le risposte alle varie prove haiiDo •lln comporta1nento pressochè uguale a quello di riposo; 111a il profilo grafico si mantiene nd un livello più alto di quello ante-csercÌz1o, per uno scarto che va mano mano diminuendo, per scomparire alla fine della csplorn7.ionc. Riassumendo, in questi at1cti più o n1eno perfettamente allenati, s~tbito dopo l'esercizio si ha una discesa rap.ida dcJla frequenza cardiaca verso i va~lori di riposo ed in un caso, per breve tempo, anche al disotto di essi. Mentre si svolge l'esplorazione ncurovegctativa (durata complessiva - con1e è noto - r 5 minuti), la grafica, in cui essa si traduce, può rjmanerc ancora un po' al disoprn d i quella di riposo per un lieve scnrto, nelle .singole prove, dei valori della frequenza cardiaca fondan1entale, scarto rifcrihilc al gr:u:lo di sensibilità individuale dei nervi acceleranti cardiaci di fronte a stimoli del lavoro non nncora cessati. Mn in ogni caso il tracciato dopo esercizio non differisce sostanzialmente, nella forma., d'a quello di riposo. Il soggetto R. S. è un facchino cinquantenne, che da ten1po e;ercita, c senza disturbi, il suo faticoso n1cstierc.

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Io6 Diatn. carù. trasv. 15; long. 16, pe11 .una statura di r,67, un peso di 69, un perin1etro toraci co di 90: dato il n1esticre e lo sviluppo dei muscoli scheletrici, non può d]rsi molto vistosa l'eccedenza dei diametri cardiaci. Non n1odificazioni .d'egne di rilievo a carico del fascio vascolare del cuore. Pressione arteriosa a riposo, N1x. 140, lv1n. 85 (tav. XX). Bra:d5cardia sinusale di 53 (rncl!lia) jn clinostatismo. La reazjone ortostatica partecipa del tipo bradjcardico in quanto da una scarsa differenzjale, 1na non descrive nel traccjato le due guglje caratteristiche .dii dette tipo. Il Dagnini può dirsi muto; la risposta alla manovra ùi ThornasJC)aude è lieve e tardiva. Riflesso pilamotore assente alla compressione del cucullare. Dermografistno bianco: laevidente. tenza IO~', modesto. Dermografismo rosso: latenza Nell'insien1e può dirsi che, alle prove ~idottate, si rilevano segni di 1110dica prevalenza p:~rasin1patica limitatan1cntc ad alcune dsposte. Subito dlopn l'esercjzio, la freguenza dei battiti discende abbast~nza prontanH·ntc ai va ]ori di 1iposo; n1a, in seguito, tende a n1~~ntencrsi alc1uanlo pitl :tlt.a; la r<'.t... zione ortostatica non tnuta' so~ tunzialtncnte i] suo ,cornportan\enlt) (dirle·· renziaJe modesta, sen1plicc ~tcccnno ~:dla fonnazionc tli una guglia Ìll rotTi· spondcnza del passaggio alla posj7.ionc eretta); il Dagnini r\tnatH' tnttto. M,, il tracciato di l]LH'stc prove decorre, ]n gcncrrc, un po' :tl di ~opr.t di L}ttclln di riposo per un lieve nu1ncnto cl ci v~lor1 di p~·rtcnza ~ i l C';laudc d i viene ll<'ltanlente pos1tivù. Nulla d1 anortnalc ncll'e.c.g. a riposo e dopo esercizio. In gucsto caso, n1algrado clhc negative siano rius-cite le indagini cliniche e di labor:ttorio, trattandosi di un cinquantenne, dbbbian1o prendere in consiJcrazione la possibilità di un valore funzionale dell'apparato circolatorjo non più con1plct~m cntc :tdcguato a1lc esigenze del lavoro. Ad ogni n1oJo va rilevato che in LJUCsto soggetto da te1npo ded~to ad un mestiere faticoso, coD bradic;-trdia sinu):tl c non delle più ~ccentlllate e con note - alla c1plorazione neurovcgctativa - non molto marcate di prevalenza parasitnp~tica, si l1a, dopo escrciziol non soltanto una· frequenza cardiaca fondamentale che per più di IO minuti si tnantiene alquanto al disopra .d!i quella di riposo, 1nn anche un riflesso del Claude che da muto si fw positivo e depone, perciò, per un certrJ prolungatncnto, nel ristoro, d!ella fase ortosimpatica del periodo di attività fisica .

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I dati, · non numerosi, che fornisce la letteratura e le indagini finora con1pju.tc .da Rizzo c da me circa l'atteggJ~_uncnto del s.n.v. per effetto di un:t sin gela pre'itazione fisica, consentono, pel mo1nento, gueste conclusioni. . 1n soggetti nonna li rion Jilcnati, il f1siologico aumento del tono ~rrt:o· Sln1pdtico, proprio nel periodo di attività tìsica, tende a scon1parire in 1nodo r~tpi.do nei primi tre minuti che seguono alla prestazione, pu:rchè questa non !;l Sla prc.iratta oltre la fatica n1orlica. Entro detto periodo di tempo, c ta·


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cr~ n1olto precoccn1cntc,

si osserva un ritorno piuttosto rapido delb frequenza card!aca verso i valori di riposo e talor~t anche una sua tcn1porane 3 discesa al d1sotto d1 ess1. In genere, dopo 1' esercizio, le risposte alle nrove d ·esplorazione neuro-\·egetativa adottate (orto-clinostatica, Dabrn.ini, Cl~1ude, riflesso p.ilomotore, dermografismo bianco e rosso) risultano esscnzialn1ente uguali a que1le ottenute prilna della prestazione fisica, non senza, talora, qualche n1odificnzionc a carico ,di una singola risposta. Meno frcl1Uenten1entc si rile\-.1no, dopo lma fatica non grnvc, altre n1oJalità di con1portan1cnto individuale (rc:-tzioni di tipo anfotonico od ortositnpntico); in qualche caso si hanno· risposte in senso pnrnsin1patìco che possono far sospettare un cc:rto grado dì latente squiljbrio neurovcgctativo (vedi appresso). !nd tgini condotte su. individui allenati e sottoposti ad una fatica lieve, h·u1n n falto ri1cvctre, subito dopo l'e.scrciz.io, unn pront:l disces~t della fre'JIH tl 'l .t c.·,t nh.lett \·crso i \'alori di riposo od anche, per breve penodo eli temJH ,r , .d dh<1lt" di (',,si; dopo .dri che il trncciatn che traduce le risposte alle :.JltJ~ r.~lt· prr,\, e nqn dJffcriscc: cssc:nzi,lln1t.ìlle, nella fonna, drt quello di prc' dt 11 7,a, pii1 (J nH·n·J prnnunciut:t, del tono parttsjtnpatico, caratteris6co per 'ILH' .ti •1 rJtHf(~ .<ri.'t rikvato a riposo. , H l l.t i :dJenati c ,-, l.:t r . ~dl ;li'ifJCJf' d i llfl tr;no par.lsirnp.tlico, già ncccntuJto a riposo, è :,1:11.1 n 'c:vHtH d•d Ro·~n'J '-vski, cnl 1 if)cs!ìo oculo·c~:tr·diaro e coll'e.c.g., in atleti <h<' ·t !:t 24-4H nn avtv;tr,f> <, upt:r'a to uno sforzo grave c prolungato. Queste ricerche .rnc riterclJbcro di esser controllate con .una esplorazione ncurovcgetativa b J c;al~ su di un con1plcsso sistetnntico di prnvc, sul tipo di quello da

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(continua)

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GLI EOSINOFILI DELL'ESCREATO IN CORSO DI PNEUMOTORACE TERAPEUTICO Dott. Gtuuo DoLFJNI, lib. doc. :tll'Università di Padova Capitan'J medico ài complemento

La presenza di cellule eosinofile nell'escreato dei tubercolotici è stata segnalata oltre cinquant'anni fa, e ha formato oggetto di studio da parte di diversi ricercatori. I r.isultati di queste ricerche, d~ vecchia data, sono contrastanti, in quanto secondo alcuni (Mandybir, Schmidt, Hcjn, Stadcltnann, H.izzoli, Besançon e De Jongh, Nicola, Pannetta ed altri) gli cosinof1li sono assenti, o presenti in iscarsa quantità, mentre secondo altri (W ciss, Fu rh~, <:ar . riére c Bourneville) essi sono presrnti jn quantità elevata (fino all'Bo'/(, d'egli elementi). La ragione di questi risultati contrad1ttorì va riccrcatn, secondo Besançon e Dc Jongh, e Pannetta nel fatto che i con1uni n1ctod1 c~1atolog1ci non sono idonei per 1l riconoscjmento dègli cosinofili nell'escreato, c danno luogo a risultati erronei: la dimostrazione sicura delle ccllllle a granul~zion1 cosinofile nell'escreato richiede la colorazione con etnatossilina-cosina. Sicchè si deve ritenere defin1tivaJnente assodnto, con1c scrive Scwarz nella sua munogrufia sull'eosinofilia locale c generale (1914), che solo nell'::tsn1n bronchiale l'escreato contiene eosino.fi1i jn quantità elevata, mentre nelle altre affezioni, compresa la tubercolosi pohnonare, l'escreato contiene eosinofili in quantità ~carsa o nulla. Sulla citologia dell'escreato in corso d'i pnx terapeutico, nella letteratura ho trovato soltanto un lavoro di Luzzatti (1930) basato su, 15 casi, in parte a pnx già jstih1ito, ]n parte di nuova istituzione. In base alle sue osservazi_oni, questo A. conclude che nei casi a decorso sfavor'evole· l'escr~ato .si_ mantlen~ costitu~to da linfociti, polinudeati e scarsi mononucleati; ne1 cas1 1nfluenza~1 favorevolmente l'escreato presenta prev:Jlenza di linfociti e, accanto. a q:1est1, polinucleati neutrofili, qualche medio tnononucleato e mononucleatJ. pr~mor­ diali ( ?). In due cas.l a decorso favorevole, in occasione_ d~Jla com~a,rsa d1 versamento p1eurico, nelrescr'eato comparvero eosinofi.h m quant1ta enorm~. I-Io ritenuto non privo .d i interesse riprendere espressatncnte lo st~d1~ dcgl i eosinofili dell'espettorato, in rapporto a recenti ricerche, dalle gua h r'lsulta che l'istituzione del pnx è accompagnata quasi regolarmente da r~a­ zione eosinofila intensa della pleura (Ponticaccia, Dolfini), una vera pleunte e.os1nofi~a in n1injatuwa asintomatica. Oltre all'eosinofilia pleurica da ' ' a d'ff pnx) è stata segnalata una eosinofilia en1atica da prue, che pero, l ·e... renza di quella, è incostante e 1n ogni caCio di entità e durata n1olto limitate (Chini., Avezz\.1 e Bogg\an Ponticaccia e Recrgiani Lucchini Pennetti, Valli, '

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Cappellata c Chemasi). Mentre l'eosinofilia pleuric:.1 è indubbiamente dovuta

al pnx (Dolfll:i), per l'eos1nofilia ematica scn1bra possibile la provocazione per mezzo semplicemente della puntura della pleura, senza introduzione di aas 5 (Soglia, 'fagliabue e Bonizzi). · Questa eosinofilia pleurica, ed ematica, da pnx ha suscitato vari interes, s:1nti problemi riguardo alla sua origine (istog~na o midollare), al suo si.. '· gni.fìcato nei riguardi prognostici, ed ha suscitato anche ricerche sperimentali (Avezzù c Boggian, Ponticaccia, Chini, Antoniazzi) j cui rislÙtati sono stati piuttos~o contradditori, e non certo tali da chiarire i vari problemi controycrs1, riguardanti l'eosinofilia pneumotoracica; quel che preme qui ricordare è che fu segnalata anche una eosinofiha pol!nonare da pnx nel ratto c nella cavjn (Pescatori, Antoniazzi). Ncll'uon1o non risulta se l'istituzione ,Jel pux :.in acconlpngnata, o meno, da acctunuJo di cosu;ofili nel polmone col- , , ! ~ ,,·sa lo, !! per rispondere c.lirett3nlcntc al guesjto sarebbe necessario l'esame j'l~ i ~ l·uJ,gjcu dd pnl111nnc in pa1-icnti venuti a decesso poco dopo l'inizio del pn .~ IC'r.tptutico. ln attcs:t di qucst~ possibilità io ho pensato di risolvere indi1 rcll:t1JlCJJ 1c !l prr ~hJ en 1a , ricerca nd'o il con1_portan1cnto degli eosino.fili dcll 'e~;ercn t u t n c, cgui lo aJ l 'i~; tituzionc del pnx terapcutico, appunto perchè logicatn cntc un acc ulnlllr.J di Jettc ceJlu1c nella cornpaginc polmonare avrebbe dovutu ripercuotersi sull'c:1creato. Ad avvalorare questa ipotesi giovavano i ri-" t.dt~ti dcll<.: us5cr vazioru succitatc di Luzzatti, che constatò eosinofilia c~picua dcll 'escreato ncgll :un m a] ati trattati con pn.x, solo io due casi, in coinci. . denza con l'insorgenza di pleurite pneun1otoracica: l'essudato pleurico non fu ~ottoposto a esame citologico, e quindi non è possibile stabilire se coesisteva eosinofilia pleurica. .. La coesistenza di eosinofilia dello sputo, jn un caso di plew·ite eosinofila j spontanea (non da pnx) viene segnalata da Duvoir c collab. :! Appunto per stabilire se l'istituzione del pnx, oltre alla nota e~inofilin ,. p1eurica, determina panlllelamente una eosinofilia dell'escreato, ho eseguito ricerche comparative in sei casi di pnx terapeutico di nuova istituzione per tbc polmonare. Si trattava di militari, di età tra i 20 e i 30 anni, affetti da tbc essu- ; dativa o essudativo-ulcerosa, evolutiva febbrile, degenti nel reparto med:icina ' da me diretto all'ospedale mjlitare di Trento. In tutti, mediante punture espio- J; r:1tive fu possibile accertare, nella priu1a e seconda settimana eli trattamento, l·" la presenza nel seno pleurico di un minimo versamento molto corpuscola to, ad- l · dirittura di aspetto piojde, c.ontenente eosinofili in prcvalenz;t (JD-90°16 de- j \ gli elen1enti). Con ten1poranearnente eseguii l'esame deli'escreato, quoti,dìana- /:l mente nel1a pri1il1a settin1ana, ogni 3-4 giorni nelle successive, fino a 30-40 g1orni nei diversi casi. Particolare cur3 veniva seguita nel prelievo del mate- ! . rinlc, in 1nodo che questo risLÙtasse appena en1esso e scevro da mescolanza di saliva: ciò era facile pcrchè jn tutti i pnz1enti l'escr·eato era francamente puJ

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rulento, rrcn1oso, t tluinch faciln1cnt( J1~t1nguìbi1e lt11lc p.trtì nlucn s,tliv.tri. Quando esistevano nun1n1uli, ~\ questi vt~ni Y.l d.tt.l L1 prl'ftTcn;.a tH:l prelievo. Gli strisc1 veniYano fissati con .1lccol Ill~til~'-'l\ e \.'l)h 1\ttt l'nn etnatossilina <..:., . razzi-eosina~ poichè posso confcTnla rc chr l' l xnctoJo p,lnc,ttico di Pappcnheim, escg.uito suU 'espettorato, si pot~'- nt rrcnJrrc per cosinofìlì, ncutrofili jn preda ~.Hl alternzi0n1 re-grcss' \e (fCr i 1 p H .1cido del Inezzo ?). I risultati delle m ie osscrY.t.:lL'lH .S('HO st:1t1 uniYoci nel ditnostrare che il pnx n~ì!J. detertn inc~ un.r -.·f>si no,ri.i J tlc·li't'Jcreat.o: ìnf.ttti in tutti e sei i casi t.)amin3tÌ }' ts(re a tc~ cb e rrc " t:nt~n-3 prima del trnttan1cnto ~lSSenza con1pleta o quasi di eo."ino.fiJi ~ n1.. n tenne 1nal terato questo con1 portamento per le prime due scttimar..e. Nel succrssiYt) tr~.ttm1 cnto invece si n1'"uùfestò un:.1 diversità di comportamento, ch i.u-atncnte ìn rapporto coll'evoluzione del caso clinico. Infatti in due casi. in ~ui la ("Clb..ssctcr3pÌ3. nrn valse in alcun modo ad influenzare 1! l]U:.ld ro nlt fi"~L'. f~c:e3tO con~lP lJ Ò J mantenersi privo di eosinofili, riscontr:1Jld OSl ~clc qu~~k·!1e c2s~n.:tfilo isol8.to, in campi innumereYoli, come prima del trattarn ent-0. e ~i ;enerale nc:i wbercolotici eYo~utivi fcLbrili. Negli altri 4 casi in\ ecc. in cui :l trattamento .:olJassoterapico dimostrò un'influenza favorevole cc!! scomparsa della febbre:, ripresa delle condizioni generali, diminuz1 one Je~nes\:re3:o. si osservò costantem ente una eosinofilia dell'escreato, più o m t ne~ :r: :(!!:.:~ , m n 1n ogni m odo nettamente manifesta, attraverso la costanz ..l del reper~J r:e~!i esaffil seriali~ ~n tutti gli ammalati. Non è possibile d are p ercentuali, pe:rc.hè r escreazo non è o1nogeneo (come il sangue) e quindi 1l conteggio a\'rebbe soltanto un' apparenza illusoria di prec1sione, e per questo n e1 tnie~ pr0rocclb ho preferito registrare i risultati con croci (da r a 4) per ind1can·: l'intensità delr eosinofilia. D 'altra parte gucsta non ha mai raggiunto rultens:tà e1e\·at;l riscontrabile solo nell'escreato degli asmatici, c, per di più. \'a n.ot:1t~ la d:stribuzio!lC ineguale degli eosinolìli, che per lo più si presentay:1no raccolti a ni dj <..b 3-4 anche più. tal volta fino a 10-15; appunto questa inomogeneità della con1po5izionc citologica dcii 'escreato, c in particolare l'irregolare distribuzione degli eosinofili~ non pern1ettono l'esecuzione di fonnule attend!bili ~ tuttavia l'esame di piu vetr ini, su c.tnlpi innunlcn:voli, pern1cttc di ricc.;lG..JCerc la presenza dei nidi di cosinofìli; anche il fatto che quando gli eosinofili facevano la loro comparsa nell'escreato, vi erano reperibili anche neg11 esa m i successivi, esegui ti a uno o più giorni di djstanza, conferrna rattendibilità d e1 risul tatj conseguit~ . n fatto infìne che in nessun caso di tubercolosi p olmonarc evolutiva, prinl~-t dd trattamento e nelle prime due settimane di trattamento ho rjscontrato n1di di cosinofìli, n1a bensì assenza completa o tutt'al più soltanto qu~.d cl1c cosinofilo isolato, mi confermn nell~t convinzione che effetti\'atncnte, pur ::1ttraverso le difficoltà inerenti a questo genere di ricerche, i risultati da m e conseP1Jiti conservano pima 3t0 tendibilità.


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A runf<!rnta r.IH' clfctt iv~~·neratf; la !.f;inr~arsa d1 cooinofih ncll·cscreato in . \ qt~t~lll JtÙ degna \1l rJ ll(." VO, ( ' f. t trl (cfppr~ rto noTa gia crJ} trattamento pncumoforttCÌCO in 5 ~ (n ~ I. ljual ca:,o (,a rc... hbe ..'.t,:ta (JJ.,tar~te in_tut~i i casi, e cG-rttempor:.tnca :dl'eo~unofiha plcunca, c. hc s Ifi tttui·,cc gta ne1 pruni giorni di trat~{111cnto) 1na bensì, col Jnig1ioranHmtc; diniço, :;i·a il fatto che in un caso lll cui il 1njg!Joramento ccss(J dr:po circa 4rJ girJin1 di. trattamento, per dar luono a una nuova ripresa cvo)utlva fcbbrHc, gli Go-:inr;rìli, che avt\ano fatta la loro compar.sa, in di~c~cta guantità, sc~mp:tr?trrJ nury.,amente. In que$tO caso, pur conhnuande: 1ntnterrottamentc 1l pnx tcr~tpcuticr;, l'(;os ~.aofilia si dimostrò chiaramente legata alle fasi dc 1 1~ mabtti~. Negli altri 3 casi il decorso clinico fu rapidamente fa·,o: t::"vcle; si trattava di in.filtrati precoci, pervenuti, dopo vicende lab0riC6e LÌ21 fronti di guerra al nostro ospedale, in stadio C3Yltlrio, con escreato Koçhpo~itivo~ febbre in atto, condizioni generali notevolmente scadute. In tutti e tre i casi il decorso fu rapidamente favorevole, con scomparsa della feb!- re. ripresa dello stato generale, e pure rapida riduzione delrescreato ; è inte:essante notare che l'escreato, oltre alla riduzione quantitatiYa . andava incontro a modifìcazioni qu:1litative, e da cremoso, denso diventa\-a mucoso., vitreo. in p::rte incolore e in parte con granuli visibili a occhio nudo, di colorita grigi~ nerastr o. Questa modificazione dei caratteri macroscopici è do\ uta a~ .. ~ rT:iuz··:J:-le progressiva dei polinucleati neutrofib (corpuscoli del pus) c alla comp~-rsa e ali 'aumento progressivo di macrofagi, col protoplasma infarci~o di gr;!~uli grigio-nerastri; eta l'avvento degli eosinofi!i in genere precede qces ta tr:lsfonnazione dei caratteri "organolettici dell'escreato~ e si Yeri.fica qu:i:ld'J l'escreato è ancora purulento (cremoso gialloverdastro) e non ancor3 mucosevitreo; ma in questo stadio fanno la loro coffiT)_ . trsa i macrofaai. prima a2v sent1 completamentr: o quasi. Vale a dire che l'esame cito!ogico deL esc:re:.:to permette di riconoscere, già per 1'avvento degìi eos inofili e dei m~crofagi l'evoluzione favorevole del p roe esse essudativo po!monare. Sotto questo rigurardo, resan1C citologico dcu·escrcnto present:: un cert.J interesse come elemento dj l)rOPTIOSÌ nel decorso della tubercolcsi oo~mo:1Jre; b non credo però che esso possa troYare conveniente applicazione pratica ~~erchè chsponi;1n1o di altri elcn1cnti prognostic), sernejologici e di labor:ttorio. che permettono d.i arrivare a un giudizio stlifìcienternente preciso, col Y3ntrtggio di una minore indaginosità. Rcçta invece innegabiltnentc l'interesse dottnnJlc. de.i risu1tati da mc ottenuti, nei riguar-di del n1cccanismo d,nzione del pneumotoracc ter2peutico, e della discussa eQ.<iinofilia pleurica, dhe Jo ~ccompagna :Jl'inizio : è stahilito che per Jè il pnx non detern1ina alcuna ~nsinofili:;. dellJescJ·~~7to . perchè questa compare solo in una parte dei cnsi tratt..'ltt. e tJ rJn\1?1eltè', 1? r~pp~r!o co] miglior~mcnto del processo tub..ercoh~re ,rr'!m~nar~;. 1nv:ce. 1 co~m_ofi!la plcurica cotnp~tre 1rnmcdiatan1ente~ fin tLn prtrnt g1orn1 'n cu1 \'lene tsb.tutta

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il pnx, c.j jn quasi tutti i casi, indipendentetnente dal processo tubercolare dal decorso favorevole o meno di questo, mancando solo in casi rari (soggetti n1olto defedati). Per questo 1ni sembra che le due eosinofilie, della pleura e dell'escreato, debbano avere un significato essenzialmente diverso; quella della pleura è dovuta all'azione irritante del gas sulla sierosa, quella dell'escreatc è il risultato dell'evoluzione favorevole del processo essudativo, polmonare • quale si osserva in ·casi di tubercolosi polmonare, adi andamento favorevole: qualunque sia il trattamento, co1ne fu messo in evidenza già dalle vecchie osservazioni d] Botkin, Teichmuller cd' altri.

CONCLlJSIONI In seguito all'istituzione del pnx terapeutico si osserva Ulna tnodica eosinofilia dell'escreato, soltanto nei casi d1 tubercolosi polmonarc a evoluzione favorevole, nella fase di miglioratnento. Nei casi non influenzati favorevolmente dal1 a collassoterapia, l'espettorato si mantiene privo con1petatnentc o guasi di eosjnofili. Nel pnx· terapeutico non esiste alcun parallelisn1o di con1portan1ento tra eosinofilia dell'escreato e della plcura. BIBLIOGRAFIA Ar-.rroNrAz~r: in

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CLINICA CHIRUROlCA. DELLA R. U.t\f\'ERSlTA' DI ROMA

Dirctton.: f. f. : pro(. E. Ihr:.r.rEllt

SULLA ETIOPATOGENESI DELL'EMATOMA SOTTODURALE CON P.ARTICOLARE RIGUARDO ALL'INTERVALLO LIBERO Tcn. med. di cornpl. S .\LS1\ •o dr. DmtJ:'frco, sptei.J]t<;t:L chirurgo

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L'eLnaloma della dtua n1ndre pur essendo una malattia da tempo individuata cdi abbastanza frequente, non seznbra sia conosciuta bene dal medico pratico cd ancora frequenti sono i c:.si in cui la diagnosi è fatta solo al tavolo anatornico ~tnehc in Jstituti bene attrezzati. Nei trattati di medicina e chirurgia poi, non st~tnprc si dà, all'affezione, l'irnporanza che merita. Per alc·LJnj AA. cjc', sarebbe dovuto al fatto che di essa si sono occup:tti uniJaterallncnte c senza fa necessaria e feconda collJborazione alienisti, neurologi, intcrnisti, chirurgi, anatomo-patologi, otologl, ecc. sì che è quasi sempre Inancata una visione unitaria del quadro anatomo-patologico, clinico e medjco-lcgale. Poichè è ormai accertato che Ja terap1a chirurgica tempestiva dà, il più delle volte, ·dei successi, nel senso dhc salva il malato da sicl!.ra morte, ridonandogli la propria Eersonalità ed il ripristino di funzioni importanti; ho credluto interessante presentare 5 casi studiati ed operati nella Clinica chirurgica dell'Università di Roma col proprosito di apportare un contributo, sia pure modesto, al dibattuto argomento, specie nei riguardi del caiiddetto <~ intervallo libero » o <c tempo di latenza )) che, più o meno lungo, è quasi sempre presente nell'anamnesi dell'ammalato. Qualora il trauma passi inosservato, il che avviene con una certa frequenza, la sintomatologia può simulare quella di run tumore cerebrale, di una 1neningite, di una psicopatia, della paralisi progressiva, ecc. Pertanto, specie pel medico pratico, è. necessario richiamare l'attenzione sull'argomento. Gli e1natomi sottodurali sono conosciuti sin dal 1559, quando A. Paré attribtÙ la morte di Enrico II adi emorragia sottodura1e verificatasi a ~eguito di una ferita ricevuta in 'Un torneo. Nel corso degli anni successivi furono pubblicati e:Ùtri casi da Wepfer, 1657; Morgagni, 1747; Serrcs, r8r9; Thibert, r8B2. L'opinione che prevalse tra i prin1i Autori fu quella secovdo la· guale l'emorragia era primitiva ed era seguita dall'organizzazione del coagulo con fortnnzione del sacco sia nel1e forme successive a tratuna, clhe in guclle .d~t lesioai vascolari. In seguito; però, altri Autori cGme Herschl e Crru1vejllhier, sostennero che il fatto primitivo era un processo infiammatorio 2 -

Giomnle di medicina militare.

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cui segu-iva l'emorragia. Virchow nel r857 appoggiò, colla sua autorità, queste vedute e dette il non1e di << pach\meningite emorragica interna >> alla malattia. Fu seguito jn questa concezione dalla maggioranza ·degli Autori tedeschi, ·che Jnche oggi sono, in genere, poco inclini ad ammettere una etiologia traumatica. In un secondo tempo, però, lo stesso Virchow, studi3ndo Ìe forme trarurnatichc da parto nei neonati~ giunse ad ammettere che potesse <tnche avvenire priunitjvamente un'emorragia nello spessore della dura madre. Coi lavorti. di Sperling ( r872) e dJ Huguenin (1877) si tornò alla teoria emorragica. Essi affermarono che la enJorragia era primitiva e causata da trauma e da diatesi crnorragica. Ad essa segue la organizzazione del coagulo e la form:Jzjone della n1embrana vasco] arie. Weglesworth ( r8q2) e G. M. Robertson (1893) confermarono tali vcclùte mentre Rrion r1portava, nel 1896, cinquanta casi operati. Importanti contributi [urono poi dati da Van Vleuten nel 189H, dn Jorcs (19or), da Monro (1902) che ccrr<') 'lllj sta .. bilire la sede dell,emorragia, da I(iisem~aycr (1911) che sotlolinc() l'intportan'l.a del fattore traun1atico in rapporto colla n1cd icina lega\(' d i 1nus t r:tndo L"OilH" molti casi di psicosi c nevrosi po~t-traumat1chc sono da nH~ ltcrc in rappnrto con un ematoma sottodurnlc ~ d'~ I-Ienschcn (1912), --rrntter (H) ' ·1), Rosctn~ berg (r921), Jelsma (1930). E' si'::rto, però, dopo i lavori di Cushing c Putnan1 (I<)J.)) che lo ~tudio degli ematomi sottodurali ha avuto un gr~1nde in1pulso. Questi Autori hanno insistito sull'origine traumntica dell'affezione ed hanno riportato gli ottitni rjsultati ottenuti in 5 loro operati cd in 6 operati da altri. Il Gardncr nel 1932 ha cercato di precisare, a 1nezzo di ricerche sperimentali, il meccanismo dì formazione degli ernntomi sottodlw·ali, mentre de Morsier e Fischer, nella stessa epoca, jstituirono ~•na.loghi esperin1enti seguendo metodi un po' diversi e giungendo agli stessi risultati. Negli ultimi 20 anni numerosissimi lavori di casistica hanno arricchito la letteratura sull'argomento, collo scopo di il· lustrare la sintomatologi:-. c discurt:ere il problema patogenetico e terapeurtico. Ricordjamo tra i lavori itaJiani quelli di : Alessandti, Egidi, Serra, Vercelli, Ferrera, Mazzini, Visall.i, Ciancarelli, Comellinl, Oselladore, ecc. Tra gli stranieri : Tonnis, Hanke, Pette, Ask-Upmark, Liedberg, Okonek, Jaeger, Hann~h, Davi~ ùbff e Dyke, Holt e Pearson, Aring ed Evans, Baudot, Rousscau c Godot, Divry, H.iser, Ducuing e Gerard, Furtado, Thurel, ecc. ecc. Uno dei punti più controversi, la cui chiarificazione importa la giusta interpretazione e soluzione del probletna patogenetico della malattia in 1studio è la spiegazione ed/ il significato d3 dare ali 'intervallo libero. Sono sta,te av~nzate_ numerose ipotesi, alcune delle guali poggiano su dati sperimentai;: Prnna eh prender! e in esatnc ·dlesidero riportare alcuru cnsi osservati in questi ultitni anni nella Clinica chirurgica della R. Univers]tà di Roma ed operati, per l::t n1aggior p=-trte, dal prof. Visalli.


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CASO I (x). - S. Salvato.re, ~\nnì 40. Null~ ùi importante ndl'anamncst familiare, nell'anamnesi .fisiologic3, n è tn quella patologtca remota. Non risult,, ~ia stato bt:

vJtore. Il 14 luglio I939 suhÌ UO tfrlUJl1a cranico a CJUS:l UCÌ quale presentÒ perdita •lmmcdiata della coscienza della clurata ùi pl)l·hi minuti . Quindi si riprese c godette buona saJutc.

Dopo 2o giorni comparvero cef:1lcn, :·e rtigi~i, m?\"Ìmenti d1 flessione c.Jd capo, vomito 1mattutino, :lllnt·bbtamento ddb \'lStn, d1plopta, l1'1l<..ma prevalente agh arti dL si.t1Jstra, paracusia. E.wme obbietri:ro generale: Nttlla di importante. E.mnu: nern ologico : i nsuffidcnza dei 1nuscoli reni CM<:rni bilnter::thntnte; diminuz ione tlella forza éù ipotonia degli ~arti Ji' sinistr,t i quali presentano anche l ritlfssi profull li esageratì . Riflcsc.:i acldomìnnli indeboHti a ~in. Segno lui Stewnrt Holmcs: positivo a sin. Arlf l.nur,L d.1 ehhro. l•ondo uculnrc: n destra cdc-m:1 papillarc con Jiscretn tonuosità dt·j q 11,j \i t Ilo•,i; 11 1-t ini~.Lr.1 !lo lo modic:t tortuu~il~ dci vnsi vcnosi. l~f'd:l lr>llt' di \V:t "''i('rtna nn ftll l liquor c •nel sangue; ncgnthn. NatJI'n,I'III/J<j rld c Jtlllio: in proiel'..ionc anlt}ro pCJ!tlcrior<', a destra, lincu di discorHinuità c, .,~t· .t 111 r 'H r l '•III'Hit ·dt,l dl'll.1 }rq~ionc: l'rontnlt• nlta; t.tle linea h~t un dt:corso '>ri7zontaJe , ;,j 11ort.1 Vt i ' O hr linr·:1 mr:di:tnn per drca un nn. 1u JJI'CJI' tiorw I ; Hc~r;-dr, oiLrc · ._dio Iute~ • dl di ~cu tHiuuiL.) sudde-;crittn, s~ nf" ossen·a ,dtr,t dirf'lln vr rti u duwntc (·d in b~l :ì!iO \ crso il p~n~m(.:nto d ell,1 [O!>!-ta cranica anteriore. T/inf', rlll<' N ,, IHI in , r;rtrlilioni g r.:JVbsime IH..r cu i bi dovette in1mc:diatnn1Lmte prolt ' dt•JI ari illlf r'.r·nto df f cmqwr .,"ivfJ ed ettplorntivo, 't:t. ,·~l a\'cr putulo formulnrc pr1n1a

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Il 5 .tgo·.to H.HiJ (Prof. Vi!l411li) ~i pratic.t uua lr.tp:lna·t ione cranica in corri'ipon. den1.1 dc.:lla rc·g-it>nt• !t!tn pm .tiL cl~·~trn. lnLi sioru: ,1 ~o,te lb delh1 dnrn. mnùrc e reperto di c;pn7i subttracJtoit.lei npieni di nolt.:vole t!unntit!t Ji liquor. Ll· circorwoluz.ioni cerebrali app.tiono cdt:n~1to.SC; pung{ n do il COL no tl!ntpOr::tlt! a lllt' llO d i due Clll. ui Frotonclit:ì si tncontra la c:tvitn vcnt rh. olai~.! da .:ui \ ('ngono fuori pochtAgocce Ji liquor. Cbi ustlro Jclb fe-rita suturando solo .il mu~~olo Lemporale, b fa.;cia c h1 cutt·. Dopo l'intervento !'::tmm::tlato prc~c nt?) notr.:, olr..· :·nigliornmento dei sintomi ui i per~ tensjone endocranica. Il r8 agosto 1939 p~n.tnto si potette pruticarc .!n r-unll!trn Jei \'C::t\lricoli cù Iniezione Jj ar.in. che dettero il seguente risultato: a ~i nbt r.1 t~ o n .J l rovò j l corno tJccipitnlc, mentre a destra la cnvit:\ \"entricolnrc fu tro\mu con f~Lcililà c vj Bi potettero ioieltcclrc 30 eme. di aria dopo svuotamento Ji 40 cc. Ji liquor sottn forte pn:llsjone. Alln rndjo~ grafut tuttol il sistema yentricolnrc era spo~tato a destr.l c \'i era a m putnzione Je! con lo occipitnlc sin.

Si procedette quindi subito alr1ntr.rvento ,uperalorilJ' ( Vis11lli}: cr.:miotomja con lembo ostco-cutnneo occipjlo-pnrietnle sinistro. Jnd~ione ddln Jura t:: repP.rto nl dj sotto di essa di un emntoma cronico incnp3ubto occu pa.nti.~ le regioni pn.rieto·tem poro-ocdpitalL Svuot.mlento• ui esso cd asportazione di quella parte tlclla cap.ctuh che crn a (Ont.attd colle ,drconvo1luz.ioni cerebrali. Si lasciò in sito invece .quella parte di cnpc;ub udcrente alla faccia interna deJia dura. Su bi t o ·dopo il cene! lo, che presentava una norevole depressjone nl post<> dell'cmatomn, riprese H suo volume. Suturn dello dura, delln gnlcn e deJI:t cute. Fu cli~ messo guarito il 4 qet'tembre 1939. (l) Que!tlt'l c.IMl è ~t:Hn gi:t ng~ctto dt 'itur.lio d.t p1Jrrc di y;,,,llt

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In questo caso l'intervallo 1 iber~_, fu della ~lur .l.t,\ ~li .!O gion1i, durante i quali l 'infermo potettc 3ccudirc alle su.c L~rdt~.u·t~ tac~en~lc. Poi. la tnalatti3 si mnunziò acutan1cntc dando seg1u d1 lcstont corhcah che s1 aggravarono in p~c'hi giorni. tanto che si dcwctte ricorrere di urgenza ulla crani~ tornia•decompressi\'a, che (u c·cguitl .1 dc:.stra perchè da quel lato sembrava che esistcssr l::1 lesione. Scnl'rh:hè fu trovato soltanto ed'en1a cerebrale e meningitc sìerosa. Dopo t-lknnì gion1i, essendo n1iglìorato e sulla guida di una ventricclogrdfiJ.~ si procedette :tllo syuotunento di un vasto en1atoma sottcdurale jncist~to ~ sin\sh\1 . Il caso dimostra ancora una volta 1~ possibilità di ematoma sottodtL-:tlc ~on iintoa1atologìa omolaterale, il che si spiega .colla maggior soffcrenz3 dell'appesto emisfero alla compressione. N el caso esaminato poi vi era stata anche rinsorgenza dell'edema cerebrale che aveva concorso ad .:tgtir Yare i .sintomi e lo stato del paziente. C.\SO IL - C. Al o : a:tni so. A r:..:n1 "; . . !; f,:;miii.?"e • Padre morto per aneurisma aortico; madre morta in giovane età per p!eurire ~C?C }1 0chi mesi d:ù parto . .Anamnesi eli impregnazione luetica da parte n1:1tcrna in q~anto sei zii ~atemi morirono in seguito a paralisi, senza però c'rratteri den1e..~zìali. l;n fratello in tenera età ~ubì enucleazione di \U1 occhio per proce~so uitico !uetico. Due sorelle etbero occasionali reazionl eli Wassermann positive. Il p.1zi~i:: e h.!. eseguito parecchie ;;olte: la reazione eli Wassermann ecu esito Sempre neg-a:ivo. per cùi non ha praticato mai cure antiluetiche. Anamnesi personale: nato a rernÙ..'1~ da p-mo nornule ~bbe allnrtamento materno. Normale sviluppo fisico e p.,ichko. Spo~rns.: non ebbe iìgli. E• modico bevitore; non fuma. A 15 anni pleurite e po..IT-c~:e: a 35 gonorrea, recidiYata due o tre volte. Nega lue . . -!:::;mr.~s: proiJin:a: li 22 giugno 1940. andando in bicicletta, cadde scivolando st;aa rotwl1 Je! trc:::.!Jj t: !J:~;~è con una certa violenza la regione- temporale sin. contro le rotaie s:es..sc. Imn1ediatJ1nente si rialzò e rimontò in bicic1etta recandosi in una prossirr~ fan.n:1cia per :..-s~en·i medicato. L~ sera insorse cefalea intensa, a tipo gravatiYo, senz:1 par-Jcolare localir.zaziooe, che durò circa. due giorni. Non ebbe vomito. Nr.i ;;iorni seg-ùenti continul, ~d accusare !!picc~lta dolenzia alla regione temporale sin. U 7 luglio I~Ho, ne1l'alzar.1 i dal letto, notò che l arto jnfedorc destro era pnretico, sì che h demnbub.z!one ne ~"'ra Jnolto Jjfficulrar~ . Il giorno successivo cefalea più violenta e Yomito. Ricovc.--rnto in o~pedale il 9 luglio 1940 furono eseguite Jiverse ricerche che dettero i seguenti ri rul~:-i : liquor assolutamente normale. Radiografia del cranio: segni di note\ole S\a.s·mw·r.r'l d· ila sella turcica; non presenza ili lince di frattur:~. Reazione di \Vust;t.:nnann sul saobrue e sul liquor, anche dopo riattivazionc, negativa. Volle essere dimesso· dall"o~pecb..le il 7-8-1940, sen1pre ne!le stesse contlizioni. Il giorno dopo: p:uesi dell'arto inferiore destro, cefalea più inten sa 1 vomito; non :1lteraz.ioni psichicht!. Il 12 agosto 1940 entrò penn nto in clinicn con diagnosi di enuton1a sottoduralc per esservi operato di urgenza. 1

Esame obbietrir.ro gene-rale: nulla degnu eli particolare rilievo. E.f ame 11eurologico: diminuzione della IPOtilità attiva 1a carico dell'arto ~uperiore ed . inferiore di destra. Segno di Babimki a destra. Lieve' deficit del facciale destro a ttpo centrale. Nessun altro segno di ordine neurologico è rilevnbile. Es::une ocubre: papi l la da stasi bibterale. Opr.ra-:::ionè: (Visa.lli) anestesia loca le; craniotornja fronto-parieto-teJnporale sinl-


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stra. Si <:vncua un t:rn:ttr•rn:• ~.(iJ trJd ur.d( fi C'JI'r<:rttf: tUitJ la CQnvc%ir :J Jt:ll'r!mjsh.:ro siui~~tro . Jl r(l r~gw,tc' I!.J4CJ avvcnrrt; il dt 'C(;';'lO. All'rrutopsia: t:nJatm~w. t;~>tttJc~llt ,,f,; c~Hfu".Q :Ld f~ulo fron~~~,~ a qucll•) occipita!'! dc1J 'e m h: fc:o Ct'rchra )e t, lntstro. J:.rn:Jrraf.:.1'It f~U nt ~fr~nru ne il 'ern1sfern ':':rebr~~! · cl t'i~[(). Degcm·raztonc gra!>Sa del fegato. hrhnc.op!,Jmon:tc; dr:.t;{:ru~raZJ')fl/: m1ocardtca. lr

Andhe .in questo caso vi fu un interval1n Hberr; della durata di 15 giorni: esso però, come spesso accade, non fu C0mp1ctarnentc libero. Sia le notizie anamnestiche farn.iliari, che i l reperto autoptiCI) di crraorragie punti formi ndl'emjsfero cqntrolaterale e della deg<:ncrazionc grassa del fegato, stanno a dimostrare come il fattore ta;sico degenerativo deve aver avuto la sua importanza nella patogenesi dell'ematoma sottodurale. Ti Casi) dimostra 2ncora come un ritar.dv nell'intervenire concorra a peggiorare decisamente la progna;i. A. Luigi, di anni 46. Nulla degno di nota nell'ar~tmn~i famiijarc nè in quelb personale remota, ove figurano $Olo i comu.ni es:ult&:;mi de:rinf.mzia uJ una uretritt! blenorragica 'a 21 anni. Il 26 cliccmbrc tg.p, 1nenrn..! dormi·.a ilis~e:io su di un di"ano, cadde battendo sulla regione occipitale conrru Ì! pa·.im_::r{) e proda. cendosi una ;feri ta contusa che gli \·enn~ suturata. Subito Joro 1:.: ..-=:du"J _f-ì(":"t.Ìt::r·~ 1 i sensi e 'S i riebbe dopo circa mezz'ora. Dopo qu::~lche ora comp.un: eccb:m!)!,! pn!pcbrale sinistra, cefaleL1 e dolore all'or(.cchio destro. Kei giomi su.::e-~i·.~: b cefalea andò progressjvamente awnentanclo, mentre g li 3.1tri ùue c;intom.i .tcorr~p.L"'\ ·-rn. La ce-· falea aveva sede nella regione temporo-parie::tale c..inistru e pre\:entò periodi eli rnJggio:e intensità alternantisi con altri di minore intensit~ . ~lalgrado i clctri disru;:bj El pazi!..nt:: rirn:se il lavoro. Senonchè, a rs giorni ùal tr~lu.rna, si accorse ~h carrun.ir.are m:.Lç e di strisciare colla gamba destra, mentre, nello !lcrivere, ebbe acl c.ccusan: ar. certo impaccio. Pertanto gli è stato consigliato il rico\·ero nella. Clinica N~uro!o;ic:! o;!: e entrato il 23 marzo 1942. Non ha n1ai presentato febbre nè vomito, n~ n:ni~:n1 orl altri disturbi; l'alvo c la. mtnzione si sono n1antenuti sempre normali. Esame obbiettivo genrrale: condizioni generali cliscrete,cute t: muc~c:: 'isibHi t"~~!:i: irrorate. Apparato ostec•tcncl.inco .in ordine. Nulla ili patologico Jll'apporJro r"':~r!r.!­ torio, cardio-vascolare, djrjgcntd ed u rogenitale. A Il' esanu: neurologico si tnettono in ev.iclcnz.1 disturbi motori c dc; n i.t"":-i a clt~tr::t, consistenti in diminuzione della forza n1u~olare sia lll'a.n:o supc:·rio:e che infcrion:, 0\>e jsi ri~contrano a ne h e .segni ~JdioJococinesia. I rifles>i O!J(en-cend.inci dr.ulwno Jeboli bibter.tlmente sia ag li arti supeC:ori ('he inferiori. La !:ènsibi iJtl è.: dimmuita a destra . Qualche segno ui. deficit esiste tuttavia :tnche a s!rùs~r:l , ~\'!: Sl osH! f\'tl una i neo m p leta chi usura della palpebra superiore. All'esame dà .sensi _,·peci fie-i: 'ista, norm.tle ; udito: \Veber indiftr:rentt•; R!nnc po~ iti vu hilateraltnente. Olfatto: .l, \'Crtc b1rli odori con ma~~tnrc irucnsid 3 destra. ........ L't~anw ncun,lngico pr:tticato dopo ùue settimane ri\'dÒ u n cli~~ rc: .. o migfioramc:n~o di runi j sintomi dc:··cri tti, c fu praticnto 5 giorni dopo la punrurJ h.1n1l urc. E.rame radiologico dt:l t r~Jnio: linea di fratrum nella regio!lt: p.ìr.it.t.'llc ro~tcdon.: h~Lcc;a di ,,jnistr:.t, della lunghcz7a di circ:l 5 cm . che raggiunge roHeri o:-nWmc~ !.1 .)UtUra l.tmbdoidea. Si notano jnoltrc nella n .. gione cpilìsariJ c n·tro irohSJri~t tre c~ùcitil~lz.iom ut:J}n !,Tf~Uldt-z'l, l IU<:dia di un pisello ton margini bt~ n J:•lirnit~lti. Sc..lfSi"'~mj ~t:t,rni di .tUmentara pn·~!lionc cntlo ~cranica. In proiezione antero·ro!'-teriorc: lJ ~opradt5crittl hllt:~l di frJttura assume qu~ s i ht forma ferro Idi c.n allo. Si nota inoltre ".1nh·a dtmarca?ione udla piccola ala ùcllo sfenoide :.1 ~inistra. Em:efalograjiti: l 't~nmr· enccfalografico mettt: in ev.iJeoza : jn proiezione frontoO('CI~ italt-, uno ~postamc nto tli tutto il ~i~tcm ..t n ·ntrknbn: ..1 ~..Je,tra Jj circa cm. 4· Il

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corno frontale di sinistra è n1olto più piccolo dell'on1ologo di destra ed appare schiacciato .secondo una lin er~ che va dall'esterno verso l'interno e dal b:~sso verso l'alto, p:1rtendo dal focolaio di frattura. Anche il terzo vcntricolo appare dilatato e spostato a destra. Notevole raccolta ili nrid sopratentorinle. In proiezione o cci pito-Erontale si nota un enorme sviluppo del corno occipitalc destro, mentre quello di sinistra non appare U.n1ettdto, appare invece iniettato in detta proiezione il 4° ventricolo. In proiezione laterale si confermano i dati precedenti, e cioè un abnorme S\'iluppo del ventri~colo laterale destro, 1nentre quello di sinistra presenta un assottigliamento ed una deformazione della pnrte postedorc dd corpo ventricolarc conJ l'atnputazione del suo corno posteriore ed innnlzamcnto del corno tempora le!. Gl.i spazi subnracnuidei sono scarsan1entc detnpiti nella regione fronto-pnrit.!tale eli de~tra, assenti nella rchrione contro-laterale. Il I\T ventricolo appare ben i n iettato c k.li gra nclezza normale. Delle cisterne: bene iniettata quelb r( magna ponti~ >) e sopra-ch1asmatica. H i guardo alle cnldficJziooi già de~critte IlCII 'esa n1e radio logico diretto, la più piccola ~cm bra ri feribile ad ;una calcificazione dell'epifisi. n1cntrc le altre <luc più nmplc, sembrano powrsi ri fedrc aJ una. calci lìcazionc .Jcl glomo ca rotiJc:o. L'i ns·iemc del l't•s:-~ n1t: dc pone jl('r una massa tumt'fncentc di nott:\rolc antpit·/.za nella regione parictnlt: poslt:riort· di :;i·11i stra, comprimente secondo lince Ji frJ r ~· :t da) hnsso in alto c dn si ni ~t r:1 \'t:I'MI dt· tlll a c ptr un idrocefalo lnterno ·destro r'.: ~~uivo J,1 oc,l ru zionc p:wl.ial(• c.ld fo1 o dl lvtou ro (Sabatucci). Esami praticati: Liquor: limpido, .x:1ntocrom ico; Pandy: + + +, \V t khhrodt: 1 ·l . \Vasscnnann, 1vli.dlcr, Nkinickc: new1tivc. Sachs e \Vitchsky : 'twgal i\':1. r.s:une li l'l · nt: negattvo. Il giorno 8 :1prilc t942 il p. viene: trasfcrjto in Cli n.ÌLa ChirurgiL.t con In Jiagno\1 di ematoma subdural r~ s ini ~tro, per l'h1tervento del ctso. Intervento chirurgico (ProF. Panlucci): len1bo ostco-cutnneo parit.!to-tcn1poralc cù occip!ta le sinistro. La durJ madn: non pulsn cd alla palpazione YÌ si scorge una nctti.l Eluttu:Jzione_ lncisJ b tlura, si scopre- un en1atoma cronico ~ottodurn l c che si estende alle r~gionj : temporale, pnrietale, occipitale e frontale. Si ~sporta per \'asta estensione la Glp~ ub esterna dell't::n1atom.1, si rimuovono i coaguli e si aspir:1: 11 contenuto ljquido. Ri1nnnc uno spazio di clrc;1 clue Cln. Jj profondità tra clur:.1 c superficie corticale dell'cmidtro ccrcbrak sin istro. Emo~tusi accurata c ri emrimcnto della cnvit~l rcsiduata con. \')oluzjonc fisiologic ..1. Sutura della dura e dposizione del lemoo osseo, sutura della gn lca. e della. cute'. L' infermo, dopo l'intCr\'cnto, presentò netto n1iglioramcnto progre·ssivo e fu climc~~jo f,rtl::trito dopo alcuni giorni .

.1\.nche in questo case, è indubbia la etiologia tratUJrnatica d'ell'ematoma .sottodurale. L'intcrv~Lln libero ebbe la durata di 15 giorni, quanti ne trascorsero clal n1o1ncnto dc] traun1a a quello in cui comparvero netti sintomi di Jcficit tnuscobre riferibil1 a cotnpressione della zona di Rolando, ma esso non fu cornp1et~unente libcr'o poichè l'infermo, durante il periodo di silenzio dci sintomi clinjci, presentò cefalea che tuttavi3 non gh impedì di riprendere 11 suo ab.itua lc l~voro. I sintomi clinici erano prevalentemente a carico della Inctà de.;;tra del corpo cd infatti, ~1 1r~ntcrvrnto, l'ematotna, interessava la convcs!li t~\ del ren1isfcro sinistro. Anche al lJto sinistro però si notarono lievi distlLlrbj spicg~tbili perfettarncntc con il reperto encef3!ogrnfico di un notevole ~lpost:1n1cnto d'i tutto il sistc1na ventricolare verso destra ed una notevole di-


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latazione dei corni frontale, tempor~tle etl occ1pit~le, dovuta a-cl lùrocefalo interno destro reattivo per ostn1zione parziale del foro eh Monro. CASO IV. - C. Paolo, anni 39, cnlzobio. A detta del paziente e delb moglie non ebbe a ~offrire ne~suna tnalattia fino all'attu:Ile. Questa iniziò circa tre n1csi or sono con notevole ccfnlea1 localizzata. prima ~ùl'emkranio destro (in un primo tempo a M!tlt. postt?rÌorc, poi anteriore), in seguito diffusa all'emicr:Iflio sinistro. Tre giorui prima tlcl rico\'cro in ospeJnlc ha pre~cntato , clisturbi mentali )l non meglio tlcfiniLi, secondo l'{'sprt"Ssionc di uru Sanitario. All'esame obhie·tthlo gcnelu!e, nulln di pnrticobrt: riljcvo ecc~tto una fistoln anale. EJame net!rologico: cranio di conformazione PormaleJ bene mobile attivamente e passi v~11nentc, dolente alla percu~·siunc specie ~~ ckstr:t; dol enti anche, pn:valentemulle a dtst rJ, i pu11ti sopra- cd iufrnnrbitnri. Ocu!omozione integra. Nulla ~ 1 .c.tric() degli altri nervj cmnici. Arti ~.upc.:riori: motilit~l :tttivn, 11on .mostrn. deficit g,o•,t,oi.Hu; 'li ri IL \·n sol n li t: n~ com rromi!trionc.. dei movjmunti fini che col piscc più la JlJ ,Illn ,,inl•tlf':t che l.t dt':,tr~l. Forz.t muscolare: bt·n, •.:onscrvata. 1v[otilit~l ~pasriva: a sinistra. il ff JJIO l' J, Il/l lt{rernWIIW aument.tlo c.: Jìltl il tlt::-,sorio eh~ l'c·stcn:,orio. IArti ìnteriou: tnodl it :l ;t ltJ V.t c: l •ttt•~h· , , nnnnalc. J{if~t:ssi: car:o: pupillt~ ben~ rc:tt,renti alb luce cd .di' IH otJtodmriutw no Il L h~· aJia con\ t'rgeu7n; pre~r ntt" sia iJ riflt~s"o corneale che il fal'l ngc ·o. 1\ l'l 1 ,11 pt!riori : J'lll t!tJSÌ o~il eo t~~ nd uwi leggennl n l c· p1 li \'i ~·aci a s.iolstra s?ecie il ( ul ,il rr J,rnn~ttrJr, ; p~u riL nbn· atlcn7tanc· menta un at cc:nno bd:ueralt: a prensJone; 111:1 fiOI ~ < 11g('volr· ,,ra l1iHrc· qttunto in quc:•,tn pren~ inne \'l .da di so~renuto d'a un;a condJ1 JorH cJrg.tnic \ r tlu.tnlcJ da jmput.trc al p:11 ticolare P',ichisrno dd paziente. Tronco: l'i l·lrj ,, i .uldon dr tali iPL rn t n1:1 ric1, milgginri ~~ dP ~Hrn; medio puhico : com portamento capttuio•.o. Art il in fr d(Jri: rntulr.o t•d ..trhillco · ini'-lri riLt viv:td l:he ~ J eMrn. Non d fl,· ~·.i, p.ttologici. Se n i bili t a: nulln .1 cnn eu delle sc!n•,ihdl 1~l profonde e superficiali. Le v.1ric: prO\'t' CC"rebdJJri rf ( · u;no un p LI LO O!llacnlntc d.1l b memoria del p3zicnte, ncll'jnsit; me si possono ritt:oc re lUtlL 'orrttt.tmc-ntc l!!!t:guite. Romberg- positivo con caduta a destra. Spiccata. asinc:rgia ntl!:t clcambula'l ione, con u·nuenza a dcvi nre a destra. Talora sj o~s<.:rva retro-pulsion!:. .. Esame psichiatrico: il pazilnte giace i n letto uon a~sicurato, si !lllOStrn suffic.:ientemcnte docile, attento e pronto nel ri ~ron tlerl, non pre!lcnta deficit d eli 'orientan1ento nello spazio o n.d tempo, non lacune mnem c nkhe, 1•on idee pJtolo~ichl!, nc;n thisturbi psico-sensori.ali. Si rileva invece in esso uun carnttt:riHica moria che' ~i esprime con tendenza allo scherzo, al gioco, ma prcvaltntc:mentc una dispcttosità puerile nccomp:tgnata da. minuca piuttosto tesa od indifft•rcnte che gaia. Dopo In puntur:l lombare lo stato Je: p:t'ZtePt<.: pcggior.l: confw:ione ctl ngitnztone ~ ralt~rnano a. periodi Ji profondo soporc dai quali non l: sempre facile richjamnre Jl }XlZlente; polso raro. Dopo due giorni le condizioni d,..l paziente migliorJno :1Jqu3nto ~enza però tornare a quelle osservate all'atto del l['icovero. Vicn trasfedto in Clinica. Chirurgica con la cHngnosi tH: Prob.tbi!e tumore tld lobo frorltale destro. T' entricolog~trfta (24 J iccmbre I944): nel!n proitzione fronro -occipitnlc: si osserva che il corno frontale di sinistra è ~post:Ito \'Crso l'esterno; il coruo [ronwle destro non è vi~ibi le::. Tn corrispondenza della reg:o nc Eronto·p:uictalc cle~trn si nota presenza di una raccolta di gas (vedi fìgurn). Nella proiezione btero-latcrnle clt:strn si vede il \'Cntrìcolo Jmcr::~lc sinlstro iniettato di :tria in tutte le sue p:uti. Nella proi~zione latcro-latcrnle sinistra non si riesct' a mettere.: in eviclenzL1 il ven~ tricolo lntcrule Jestro. Conclusione diugnostica: Ematomu sottocluralc fronto -p:uietall~

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Subito dopo la vt:ntricologratì.a ~• procede oll'intl.!rvt:nto chirurgico (V'isallì): lt:mho

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osteo-cutnneo front o parictalc . ùcstro. L~ ùura . Jnadr~ non present.t pulsuzionJ cd hu colorito Yinoso; la si incide in avt~nti, in ;nlto <.~ postt·riorrncntc e si o~st.:rva hl presenza. di un cJ11atotna. Si asportano i coaguli e si csddd l::t parete ìntcrnn dell't:tnuton1a. n cen'ello è alquanto appiattito è dt:pr~.;~ so. Si lava la cav.it~ ddl'en1~l;t0111U COlli soluzione fisiologica calda e si osserva che i l cervclb tende n riprendere il suo posto.. Sutura parziale della dura) riposizìone dd lcn1bo ostco-cuwneo, sutura della galea e della cute. Esce guarito il 25 getulnio 1495. Durante Pinterrogatorio c.ld . paziente e dei p:trer.ti l'an~unncsi era dsultn.ta negativa per quanto si rifer.iya a n1abttic prewess!! oJ a traun1i sofferti·, e, soltanto dopo

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il reperto operatorio, s.i è sJputo che il paziente UTLlJ ~t ra cirt.·a 4 anni pritna che venisse alJn nostra osscn •aziooe, trov;J.ndosi in stato Jj ubbrinchezza, cad<.Je dalle sca le battendo la testa c riportando una lieve ferjra alla regiont: $Opraorbitaria destra. IJ giorno dopo, però, si potè alzare dal letto e riprendere il suo ,abituole la voro di calzolaio. Il paziente non accusò alcun distu rbo fino a sei n1c~i fa, epoca in cui si Inanjfestò una vjolenta cefalea :1ll'emicranio destro specialmente in ::c-d~ .!nterjore. Da sette giorni avevano

avuto inizio i disturbi psichici sopra cle~critti o E.mmr: istologico: UiYersi &ammcntini tkl la capsula dell'etnatoma escissa vengono sottoposti all'esame istologjco c.bl quaic è risultato j} :>e'bruente reperto: L'r.same nl.Ìcroscopico condotto sulla parete ùell'cmato·ma mettè in evidenza uno spesso re non uniforme della partte ~ t essa che rj sulra costituita da un tessuto connettivo di asr,etto djYcrso andanùo dall'esterno 'VlT~o l'interno della cavità. Gli elementi


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che.: lo con l pongono hnnnn gene ralmL~Hc · unJ ùi ,po.;,izionc: a strati abbastanza bene <liffercnzinbili. I più esterni HH>t,tr:Ulo t.C:'tr'.ità di ct•llule f! qunsi esclusiva presenza di elcnlt:oli fihrilJari flttélmcntc i.rllreccittti tra JorrJ . l)it1 int ~rname nte in\·ece il connettivo presenta note di sclerosi meno a\'nnzat:L ln qualche ~ ratto è dato ùi riscontrare W1a certa Jissocbzionc in fascetti cht: conferi~c un aspetto meno comp~.tto al tessuto, probabiln1cnte in _rappor.to a. conclizi~ni di edema. Ne~ tcssu.to descritto si distinguono nlcuni vasi sangu1gn1 dr cabbro varJo, senza ca.ratten partJcolari a carico della loro pnretc; jl loro decorso è più o meno tortuoso e rnr;~trano il loro maggior calibro in corrispondenza degH s~rati più esterni della parctl' dc~l 'emaroma. AHa faccia interna tH questa è lnumamentc aderente, in quantità varia. un matt-riale granulare, che per tingjbilità, disposizione ed assoluta mancan7..a. di quaJ.sia~i struttura deve essere interpretato cotne prodotto' di disfacimento ne'erotico.

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Questo caso è. particolarmente interess~1ntc e si presta a varie considerazioni : anzitutto la durata ~dell '.intervallo libero dhe è stata di circa quattro anni; ppi la mancanza assol1:1ta, prima de H'intervento operatorio, della notizia 3namnestica ,di un trauma o di altre malattie pregresse: del trauma si venne a conoscenza solo dopc l'operazione e dopo ripetuti interrogatori. La di~gnosi di ematoma sottodurale non fu fatta quindi prima delfoperazione alla quale l'infermo fu portato di urgenza a seguito dell'aggravarsi dei sintomi di una puntura lombare. I sintomi, in mancanza della notizia anamnestica del trauma, facevano pensare ad un tumore del lobo frontale. CASO V. n~uo

L. D ecimo, \aflni 6o, auti~ta. Entr.l in Clinica l'\euroloQ;ica il r"".) go...: n.... r.;:.

1945.

Nulla di importante nell'anamnesi familiare. Nato a termine da parto normale. Ha sofferto piorrea per cui porta una dentiera completa. E' stato operato ~c u n! anni fa di ernia inguinale. Il 12 luglio, dopo una passeggiata, ·.accu!iÒ una impro"-,_·isa do~enta cefalea, senza vomito. Dopo tre giorni con1parYe strabismo conYergente all'o~chia Jestro con dip!opia. La cefalea cedette jn poco tempo, n1a lo- strabismo persiste tte pt..~ qualche mese. Alla fine ùi ottobre esso, dopo graduale migliommento, .scomparve dd tutto. E' stato bene fino al 3 gennajo u. s., quando insorgeva ·di nuovo cebùe~ moderata nlla nuca, alPoccipite cd al lato sinistro t.lelb resta, più insistente di notte. T~lor:~ notò an~ he scosse ritmiche al braccio d estro e pr~sentò crisi eli ~vonùto. .-\ggr:.l\':lOÒosi la cetalea, è stato costretto ,a letto. lNei primi tempi, stando ::t1 rncconto della moglie, egli et divagava )> e successivamente comparve sapore, pur rispondendo alle domande con esattezza. Negli ultjmi giorni ha presentato perdita involontaria ùelk urine e .'l ti tichc~zzn. Esame obb1;ettivo genera/t:: 'soggetto in conclizioni genernli scadenti eJ i n stnro djl to rpore. Singhiozza c sbachglia spesso. Rispond~ a bassa Yoce cd a tono solo se in~isrentcn1cntc sdmolato; perde le urine. Sisten1a scheletrico e linfoghìandol..1re, indenni. N egnti vo l 'esame dell'apparato respiratorio e del cuore. Polso molle, egu~c, riuni co, con frt'quenza 52 al mjnuto . Pressione massimn: 130, Jninin1a: Bo. Adùoine trattJbi le ed i ndolentc.:. Esame neurologico: Facies sonoolenta, palpebre abbass:He, sguardo fisso. Oculomozione: il p. porta pigramente lo sguardo nj bti (non n e11a estren1a 1atcraJirù). Quinto e sett.irno pnio rnotorio in ordine: velo pendolo poco mobìJe. Degluti:.done c fonazjone: il p. sen1bra inghio·ttirt: bene; parla afono. Lingun n1ediana nel cnvo orale e fuori. Collo: nei n1ovimcnti Jd capo risulta rigitl..ir:1 nucale. A.rti su pc-

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non: ~tttcggìan1cnto in sen1ifle!lsiont; forn1~ c tro{ìsmo JlOrmaH. La tnotiLità attlvJ app:lre conservata; la passiva di1nostr:1 Jl.ltnt:nto dd tono bil::ncrnln1t.:ntc in Hcssionc, che cede con grande dlffìcoltà. La forz a n1uscolnn~ ~ sc ~rsu per il braccio c 1'avnn1braccio, buona jpCr le n1ani. Tronco: attcghriamento c trofìsn1o normali. Il p . 11oa riesce a passare dalla posizione supin:t a quella Jssisn. neanche coll'aiuto delle braccia. Art i inferiori: attegg1an1ento in estensione, d\ forrna c trofisn1o normalj; n1obilità attiva cons;-\'nta, la passiva tivcb un certo ipertono 111arcnto più a destra. La forza rnuscobrc è molto rìJotta : il r .non riesce a n1antenere entr:.unbe le gan1be sollevate dal pb no del letto; le può tenere invece solo per poch.i · istanti sollevate separatan1entc. La ùc. unbubzione e la stazione erctt~l riescono i.tnpossibili dato jo stato generale del p.. Riflessi i ridci. cornc3li e congiunùvali: presenti; osteo-tendinei superiori: presen~i; nddonunnli; assenti~ crernasterici: non si pro\'OC;lno; adduttori: presenti e y_ivnci · rotulei vÌYacissin1i ; achille] : presenti. Riflesso di Pièrre N! arie a destra. Sensibilità: p3re che esista u~ irereste!iin superficiale a sinistra, con1unque la sensibilità genera~e è tnolto attulita. Sen si specifid : risus j napprezzabile; campo visivo: idem. Uuito, olfatto, gusto : inapprezzabili. Esan1e psichico: il p. si presenta assonnato, tranquillo, itnmobilc nel letto, con gli occhi serrùchiusi. A volte ~badiglin. o singhiozza; risponde solo se .insistcnten1ente stimvlc1to e le risposte sono brevi, n1onosillab1che. L,atteggianlento Jd p. ~iixnostra asse..nza de l ~e nso di mah.ntia; non è possibile inqagare a fondo per le ~-~ ,-i condizioni dd p. L 'esume radiogra.f:~-.J del c1anio (_T9 gennaio I945), eseguito nella sola proiezione later~Ìe, dimostra: teca cranica normale, sella. turcica di normale ampiezza, con reazione o~teofitica della lamina quadriJatera. Clinoidi anteriori non visibili; non esistono segni radiologid di ipertensione endocranic::t. Esame del liquor: limpido, albutnina totale : gr. o.6o r :. ,. ReJzione per le globuline: Pandy: +, W eichbrodt: + ; Wa&sermnn: Ilt·gnt.i\·a. l\feinicke ed Holthaus-Prens (1939): negativa. F1no al l8 gennai0 rin1n.se afebbrile, poi la temperatura salì improvvisamente 3 40''. Il 2 0 gennaio,· ::.lk 16, morì in ipertermia. Aìl'wtttopsia : reperro di due grQssi ematomi della dura madre, bilaterali, di antica dat:J, nelle regioni temporo-parle tali.

lv1olto interessante e questo caso e si presta anche esso ad alcune considerazioni. In esso la etiologja appare completamente oscura in qu~Unto l'anamnesi e assolutamente 1nuta per un trauma prcgresso, per alcoolismo o per lue. Ld malattia ha 1nentito compJetamente una sindrome psichica, c, solo all 'autopsia, si è fatta diagnosi di ematoma biJaterale della dura. Una delle c~ratterjst~cht fondamenta)j dell 'ematoma traurnatico della dura n1adr ·e è quello di p resentare quas i costantemente un intervallo di tempo 1ibcro che pcò essere della durata di pochi gjorni o settimane o mesi ed n volte anche di anni. E sso 1nvero di rado è comp1etarncnte libero: disturbi più o men0 gravi consjstenti in dolori di testa più o meno continui e di varia intens~tà, malessere generale e svogli:.ttezza , ec~. esis tono quasi sempre, senza t~t;av1a essere t:.tli da impedire che l 'infenno riprenda la sua ordinaria attiVlta. Nella tabella che segue riporto gll interval!i liberi registi'ati in 54 casi da . mc r~ccolti ~ella letteratura degli ultimi anni, ai quali ho aggiunto que1 1i de1 4 de1 5 c1s1 da 1nc studiàti nei quali il trauma risru.lta:


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Per quanto si riferjsce ~11 trauma, specie nelle forme craniche, a volte esso non è menzionato nell'anamnesi perchè è stato di una entità trascurabile sì c:he l 'ammalato non se ne ricorda più~ e questo è importante dal punto di vista dcl1a medicina legale ed assicurativa~ a volte solo dopo l'intervento, che ha portato alla guarigione completa, insistendo ncll 1 interrogaton o, l'infenno ricorda alfine di aver riportato alouni mesi od anni prima un trauma ~d cranio, con1e nel 4o dei' nostri casi; altre volte sono i parenti che, solo dopo

suhìto dal loro concriunto. Jnsistenti don1ande, riescono a ricordare il trauma . o Ecco le percentuali sulla frequenza del trauma: secondo Jelsma esso s=trebbe presente nell '82 n,·, dci casi; secondo Mackenzie nel go 0 ;, ; secondo Rand nel Ioo rX,, secondo Martelli nel so ~{) (degli 8 casi d'a lui studiati), secondo Fur1ado ne1l'8o r!{,, secondo Olivecrona nel 73,5 °/., second'o Landing, Bo\\rdcr e Watson nel1'86,7o/c,, ecc. L 'adeguata soluzione dei quesiti riguardanti la interpretazione da darsi a11'1ntcrvallo libero è intimamente connessa col probletna etiopatogcnetico della tnalattja .in ist1Ud1o. Le ·discussioni e le teorie a tale riguardo sono nunlcrosc: gli Al\. che in questi ultin1i anni si sono occupati più diffusamente di questo argomento sono: De Mors.ier, Ducuing e Gerard, 1fartclli, Okonek, ecc. In un pr1tno tempo, sotto l'influsso di Vircho\~' si è fatta una netta distinzione tra g1i ctnatomi traumatici della dura e gli etn::ttomi che accon1pagnano una pachimeningite emorragica interna (Konig), in quanto in questi sarebbero prin1iti\·e le alterazioni infiammatorie delb dura cu.i seguirebbe l'emorragia. Successiva1nente, però, si è venuti ~d una concezione unitaria delle due fanne d.i cmatonu, po1dhè, d;1llo studio istologico accurato, sono stJte riscontrate lesioni infian1n1ntorie anche negli en1:1tomi subùur:1li trou-

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matici e si è concluso che non è possibile stabilire se precede la lesione infì.anJmatoria cui segue l'ernorragia, o vìceversa. Volendo dare un giudizio, dopo attento esame delle teorie ed al lume dei casi da noi studiati, sembra essere più vicini al vero a.ffer1nando che, nella grandle maggioranza degli ematorni sottodurali, il fattore traumatico ha il ruolo principale come causa detern1inante e che, in un secondo tempo, fatti infiammatori si associano nell'emorragia da esso prodotta. Importante ai fini della patogenes! per ~piegare molti particolari e molte qru.estioni ad essa connesse è stabilire la sede precisa. dell' e1norragia. Anche su ciò si è ben lungi da un accordo co1npleto: alcuni AA. jnfatti affermano che l'emorragia si verifica nello spessore della dura altr1 invece nello spazio sottodlurale. A base di queste contrastanti vedute sta, come opportunatncntc fa notare de Morsier, la divers-a concezione sulla struttura ll:clla dura n1adrc c dell'aracnoide. Secondo B1clhat l'aracnoide è costituita da due foglietti: quello esterno fuso colla dura madre c quello interno addnss._\to all~t pia madrt>. Essi deli1niterebbero lo spn~~i0 nracnoidieo. Qur~si incvitahiltnent(j, con que5to modo di vedere, si fa confusione tra spazi nracnoidei c spa~i su h· . ::.racno1.d'.e1. Secondo gli AA. anglosassoni invece la d i visione tra f:og1 i et t'o viscerale dell'aracnoide e foglietto parictalc non esiste) mrt esistono solo tre foglietti meningei ben distinti delimitanti tra loro due cavità: spazio sottoduralc c &pazio sottoaracnoideo. La dura a sua volta è costituita da due foglietti: uno esterno e periosteo ed uno interno o si eroso coperto da epitelio unicel1ulare. 1\1"ell 'adulto tali foglietti sono intitnamente fusi sl eh e ne è iin possibile la delimitazione. La va)colarizzazione della ·d ura è ricchissin1a come ha dimostrato Pfeiffcr jnir.tlJndone i valSi con un liquido colorante. Vi si possono distinguere quattro reticoli: due n t'l foglietto esterno o parietale e due nell'interno o sieroso. I reticoli sono riccamente anastomizzati tra loro e quello esterno è. connesso coi vasi dcll3 teca ossea, guello interno coi vasi del reticolo ~ottcraracnoideo. Ciascuno dei reticoli ha caratteristiche proprie. Una rete vascobre dj così inaudita ricchezza assolve i! compito importantissimo di ser.. virc da serbatoio per la regolazione della press1one sanguigna in?'acranica onde proteggere l'encefalo contro i bruschi cambia1nenti di presstone. , .. Hannalh riprendendo lo studio istologico della dura ha dnnostrato l esistenza di UilO strato fibroso tra reticolo capillare interno e rivestimento endotc\i~1c. Ha proposto perciò di considerare la membrana interna come un terzo foglietto, guindi, con 1netodi diver~i da quelli seguiti da Pfeiffer, ha ~)otuto confennare le vedute di questi ed ba riprodotto sperimenta1tn.cnte l'cn1orragia nello spessore della dura madre coll'iniettare nel suo foghetto ' . c-sterno, del sangue c1tratato. Ha così osservato come il sangue vcrsr,ttosi splngc inn~1nzi a sè il foglietto interno senza mai rotnperlo: è quindi questo


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foglietto che va a costituire prim1 tivarnente la membrana interna della c1stt ematica. De Morsier assieme a Jentzer ha avuto la opportunità dì osservare e di studiare un ematoma ·del Yolume di una testa di spillo scoperto, per caso, operando un malato affetto da emiplegia dovuta ad un ematoma della dura madre: ha avuto così il modo di controllare come rernorragia si era pro· dotta nello spessore della dura tra foglietto interno e foglietto medio, e propriamente a liveilo del reticolo cnpillare interno. Anche Volante, Oddone, Mattirolo, Melnikow c RasV\'endenkow hanno dimostrato, COI) loro ricerdhe, che la sede dell'ematoma è intradurale. Alla schiera dei summenzionati ricercatori si contrappone quella di coloro che riconoscono all'cinorragia un'altra sede: C-ushing e Putnam, Wiegant, Leary, 1vfunro, lvfurrit c Trotter, Okonek, ccc. riportano l'origine dell'emorragia all:t rc;ttiura delle vene pjali che vanno daJ reticolo vascolare sotto--aracnoideo :d la dtH a rnadrc decorrendo nello spazio sottoduralc, ove non sono protetti d :1 te ;,'.llJ In nrnhirntc (vene a ponte). ;r~tlt vw,i l1anno un cstrcn1o durale fisso ed uno piaJe relativamente mobi1c, :; Ì che poì!Jono facilmente rimanere laccr3ti d':1 un traun1a che produca nn unprov\J iso sia pur tninin1o spostatnento della massa encefalica in senso . an tcro·postt n ore. Wjttcnz'vvcig riporta l'orig1nc a lacerazione di vene piali n decorso anonla1o dbc sboccano nei seno laternlr od in altri vasi della dura madre; altre origini extra-durali sono state amn1CSC)C da f-lCPschcn che a.ffern1a che l'origine ùell'cmorragia varia caso per caso~ Forni clùatna in causa il seno laterale; Frey e Marburgo il ~cno trasvcrso; nltri AA. infine 1·iportano l'origine alle vene e plessi venosi diploici nel caso di conten1poranea frattura della scatola cranica; od a lacerazione delle granulazioni del Pacchioni. Per gli AA. che ammettono l'origine sottudurale, la parete esterna d'ell'ematoma, ricca di vasi, sarebbe di origine d'U'rnle, n1entre 1~ parete interna, avascolare, sarebbe di origine aracnoidea, si clhe .le ·d'ue mcningi vengono ad essere allontanate l'una dall'a1tra dal versamento ctnatico. Questo si organizzerebbe agendo da stimolo sulla dura e sull'aracnoide, sì dhe, dopo alcuni giorni, si giungerebbe alla formazione di una parete esterna spess:1 e ricca di vasi e di una parete jnterna sottile e priva di vasi. Per gli AA. che invece ammettono la teoria dell'origine intradlurale, la parete esterna sarebbe formata dal foglietto medio della dura, quella interna dal foglietto interno. ~A. nostro avviso non si può essere assolutisti e trarre le proprie conclusioni dal reperto di uno o di pochi casi. Prendendo in considerazione ciò che è stato C6Servato da un gran nuo1ero di ricercatori, si deve venire alla conclusione che la sede dell'ematoma è varia: in un certo nu-

mero di casi essa è inconfutabilmente nello spessore della dura, mentre in altri è al di sotto, pere hè vario è il punto in clllci. l'emorragia si produce. Nell'uno e nell'altro caso femorragia si arresta quando Ja pressione del-

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~~t.n1.ttf·! H~t ba r~tggiunto un livtllo tale d~ superare guella della circolazione :\ -~ ngu!gn.t della dur;,. 1\ questo punto l'infermo, se supera lo stadio acuto, ~: poco a poco si nprrnde, può tc.,rnarc al1e sue primitive occupazioni, lll.JlOIHa pn~J nmancrc rncsi cd anni silente c si passa nel ca;iddctto n inter\'~1 lln hbrrn )) c.~ <i periodo di sjlcnzio sintornatico o di scarsi 5intr;n1i. Coj1nc~~o al prcJblcn1a anatotTloJpatogencttco è qucl!o dr.1hl dcnr_,minazione d~• darsi .1lJ a cisti cmatjt.a che s1 è vcuuta a cns tituin:; g1i 1\1\. cbr. rLt ~· In rnettono l'orig1nc extra-du rale parlano di ( l c:rnatoma ', ottr.duntlc JJ , di"tn1guc. ndo: fonnc pt~~t-traumatich(· c fanne id i(,patu·hc, nell e: qwdi il tr:1urn.i non ~~· ditnostrahil e. Qudli, in vece~ c.ltc t.:onf1i d<·r.uvJ fTIIlH pritnit.P/r i un prnrcs:;o infian1n1atorin t; prnlifcrat1 VO clrlla dur:t JH' I '.n~J :.tr,ttt ill1<.rno, c con1c scconcLtda l'<~ ntnrr:tgi ~t , par1:tno di u pa< hinu·tdngi l · U\11rJ\ trJ . .

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enlìpcrnle,Jl"'i]i di l)onn.ln. Il liquuln cefalo rachidt,.\no ha t!na pressione osmotica ini~riorc ,t qudb d eU \·nwtotna. c: t ..tlc d ilfcrerr;~a, s re:ie nei erimi gio:ni, si ,iC\.. (ntu;t sen1pre pì,'t ~.1 ma.lno a m:1no che cn1o· ih.:' ill~ si Ìihrr,l d~11 g 1cbu1t ros.,i. rrr questa caùut:l di prc-;!\innc osmoti<.:..1 ~i stabi 1is ·e intmcdiat.tn1cnte una ccrrcntr di li~..Juido c.r. dagli "lX.L.T; sotto.. ,~r. tnr11dci verso rtntrrnL' dr ll..1 ci~ ti enl~\ tic a onde cercare d t raggiungere t'c~

t•uilihrio c.;n1f'ti co.. 1 "'na f rnv.t ~Iini'--~t di t 1\ t; i ha.t nd f.nto L!IH.' la prcssi'"\nc del ltqu1do ç.r. è: Jt'lrtnafc 't ltass,l, Ih1!1P.'\tante l.t c'-'rnprl's~ìune intt\h.·erchralc, ed il lit1u:tio c.r. lta un .. c }p r.l? t,"'I:t' st'nlprc cln,ll ~• n \:,H1tc--cromH" ..l senza <'mazic, r !C hi elcrnt·nti corpuf.cnLt t t t L'lì p~p,·, ..tn,) a ll ra\ t' t sn l.1 sud del t.t mrn1hrana :.'!allf r·uu. "'h t !~~ ,a :i H. e1 cn? .l dt'l! 'ctnPl-.1' )b111- t. l\ l l t i 1\A . .. ~untnctlono tutte c · tt h , • UHti: Ì. t pt·IL p r tr: t~,ud ,l.' inttc ttd \'~tsi t'Ìt(O\)t~u1lÌ, ~ia quclL1 ,., •t• :t "" di J., .r . . ·h uT . rn ! n,l , h , l t ' c· :ti nst nr'"',

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a H1tll )Ht.ìl r ... ~(}, b t~cl!dJi(JS l 'i li ri(.:( H ltt. l'•htlug1l ht·, IJ;l !ì('\{ '~'IHLI O infine che la memhr. :la !eH'c n a t'H na si ·c;rn por t •r . . hl H. l"Olll!' l'~, r~1L noidc r , ... rrbbc> c:lp~tcc di sr:crnere de li 1L"dn. t\ n' •i ~crnhr.1 c.;·J, c: l,r tcol'ia ostnotic.l di Dc 1f0rsier c F1scher 8i3 tplrlla pilr .,d . n •rHc, a]Jn r dtit t· <.h t: brie4:1 l, inten:allo libero in tutr~ 1 suoi p ,·r,!v~l:iri ed irr tutte le ,c; ue v.trir· t~'t. Da Ha t3bclla riportata risuJ t,t che: in "15 d'c: i r:.(, c:-~r; i ; vi con le lupia Li., }' interV4tll0 li ber) h3 a\·Uto l l!la d llf:t ~! Vari:ti1J} (' c tt flu( h Ì Lrinrrll a tre 01 CSi. Ques tu f,t tto è la migl,on~ C( ~nftnil 'l ,), Ha te()t hz p~ t togm wtic.t deli 'i n terva Ilo libero nn1n1ess:1 da Gardner, di! lJc l\(nrsirr r• d.t Fi ~t ltcr. Col n1 rtndo tli Dcn.is cd A.yer è stato dttern1i natt"' t1 unlt( nuto iu pn teine dd liL]ujdn inltd .. cistico, a più riprese~ durante J'iPtcrvLdl() lil•cro, cd .d 111ornentn del tn:-t n1 ~ fcstarsi dei primi sinton11, r si è p~J tu t o dirll(t·,tr ..tre cnn1f' lc1 conl.entr•l2tone dd ~l

liquido lnlracistico in sost.tnzc pn: teidu: .tunl Pn ta prngrrq~ivdnlcnte nei prìn1i giorni, c, nel n1aggtor nu1netd dei c.t'f i, fin n a] r6' 1 ginrnn. Surt.cc;siv;U11t'l1t , pt r il conti n u ) p.t'lS;lggio di li q u idn r.r., ;1ttr dvcrsn la n1etn hr ..t n. t sqnip nnc\ tbi k rJpprc.,tul ..lt1 dall~a r. lcnoidc.. (' d;-tlla p,tn:k inttrnn delb ci<;ti, L1 L}Ll. lnlit~ dì

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proteine nel suddetto liquido intracistico din1inuisce progressivarnente quasi fino al 90° giorno. Concordemente coi risultati delle ricerche dj laboratorio procedono i fatti clinici: infatti è proprio nei primi tre mesi del trauma che si osserva il maggior. numero di em,a tomi sottodurali, poichè è proprio durante tale periodo che si raggiungono i maggiori valori di compressione intracerebrale. La diversa ql1antità di sangue versatosi nei vari individui, la maggiore o 1ninore rapidità nella dissoluzione delle emazie e nella disintegr.azione dei coaguli sanguigni in particelle sempre più piccole fino agli amino-acidi, la diversa velocità di corrente osmotica in rapporto alla struttura della mem. brana semipermeabile, variabile da caso a caso, il diverso gr~dlo di sopportabilità della sostanza nervosa di fronte alla pressione dell'ematoma, ecc., sono i principali elementi che sufficientemente spiegano le differenze nella durata dell'jntervallo libero. E' chiaro quindi dhe in alcuni casi può raggiungersi l'equilibrio osmotico pdm3 c!he si manifestino i segni clinici della raccolta cistica, la quale perciò rimarrà latente per un tempo più o tncno lungo, fin quando cioè una nuova causa (es. trauma seguho da rinnovate emorragie, colpo di calore che produce congestio11e e rottura d~ piccoli vasi della parete della· cisti, aumento brusco della pressione sanguigna, ecc) non venga a rompere il detto equilibrio dando inizio a nuovo passaggio di liquido c.r. CoNcLusroNI: Dallo studio dei nostri casi e di quelli raccolti nella l~t­ tera11U!fa sembra lecito poter trarre le seguenti conclusioni: ! 0 - L'ematoma sottodurale ha come fattore principale il trauma che agisce prevalentemente in scnsrJ antera-posteriore, dleterminando piccoli spostamenti in toto della massa encefalica con rotture vasali nello spessore della dura o al di sotto di essa. 21J - Il trauma è di solito di lieve entità sì che spesso passa inosservato o non è rintracciabile anche con un'anamnesi accurata. 3° - I tra~1mi violenti molto più raramente producono l'ematoma sottodurale isolato, sia perdhè. più frequentemente segu1ti da lesioni. c.onhlsive della massa cerebrale con emorragie sotto-aracnoidee ed .ematorru lntracerebrali, portanti spesso rapidamente a morte, o, a volte, da em~to~i epidlllrali; sia perchè, a seguito di rum a grave contusione cerebrale, Sl svllu~pa rapidamente l'edema cerebrale su di una grande estensione, che rende lil1poss1b11e un'cmorragja venosa. . 4o - Nell'etiopatogenesi deH'ematorna sottodurale v~ sono .cas1 .m .c~, non sono d~tnostrabili alterazioni delle pareti vasali e ~ ne1 quah qu1ndt 1l trauma è da cons,i derarc Funi co agente; ve , ne sono altri in cui esso è ·da riguardare co1ne l'agente scatenante~ rlovendosi prendere in consi?erazio~c numerosi altri fattori accuratamente elencati nella monografia del Martelh:


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djates.i emorragiche (come: trombopenia, cn1ofilia, anerrua perniciosa), etilismo, nefritc con arteriosclerosi, 1os!jicosi endogene, nvitarninosi, ~ubercolosi, lue (specie la congenita), scorbutv, encefalite emorragica, n1alattie infettive, ecc. E' chi~ro come in sin1ili cJsi un trauma di lieve entità, che in individui sani non produce alcun danno, può determinare invece con facilità, rottura di vasi le cui paret1 sono alterale da uno dei detti processi. sr) - L'intervallo libero si spiega con la tolleranza della fi1HSSa cerebrale di fronte ad una con1prcssionc che si stabilisce lentamente c progressivamente e che è in rapporto a passaggio di liquido c.r. per osmosi dagli spazi subnracnoidei nella cavità cistica, 3ttravcrso l 'aracnoid'e c la membrana interna della cisti ~tessa, ~unzionanti da membrana scrnipermeabile. 6'' - Negli ematomi sottodur~di i segni neurologici possono essere fallaci ai fini di una precisazione di sede: la ventrico1ogr3fia, eseguita t3rdiva· n1en te, può r'cnderc grandi servizi dingnosticj (Visnlli). 7'' - In presenza di un individuo clhc hn subìto un trauma cranico l ciH: prcscnt~t d.isturbi psichici si deve sempre pensare all:1 possibilità di un e1natorna soltodurnlc cd in tal senso indirizzare le opportune indagini. Rn - Riconoscjuto l'ematoma sottodw·:-tle, occorre Ìinmediatamente .in tcn'cnirc, pcrchè ~nlo con l'operazione l'infermo può essere salvato c; rìacguistarc ~tl completo b motilità, la sen<iibilità e le fac oltà intellettuali.

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RrAsslTNTo. - L' A. dopo ~~lVCr riportato 5 c::LSi di cm aromi <ìOttoJurali, d i cui 4 curati io1 questi ultimi anni nella Clinica Chirurgica dell'Università Ji Roma eJ uno ossen'ato nella Clinjca Neurologica, si soffern1a ~ul problema patogeoetico dell',. i.ntcrYallo libero,, e sulle varie teorie che cercano di ~piegarlo. Nel trarre le conclusioni 5i associa ::1lb teoria di Gantner e di de tvforsier c Fischer, suffragata anche da ricerche sperimentali, e richiruna l'attenzione del medico pratico sulla import::1 nza di una pronta di,,~nosi seguita dall'immcdi·uo int~rvento chj n1rgico che è l'unicù mezzo per salvare l 'J n fermo, rida ndo gli la n1otilirà: la sensibibt?t e le facoltà inte llctua!i.

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V ..J\LUTi\ZIONE MEDICO~LEGALE DELLE CARDIOPATIE ORGANICHE MITRl\LICHE IN TEMPO DI GUERRA

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I \tll r ~ r~it , v.th ol.etJ h.ttulu un \.' 1 iudt } 111 ,.. ui rappre·;cntauo lU t Uttt .r t1 n r<. ..~. "i J .t d· rt l ti ,t. 1 cB t dr lir~p 1\Ìt " rg.tn i' ht · ~ t >lln s\, l t&tnto quelh tt •4t!1.l' f t1 J .t ;i tllt ,qtil( P Ul ' lf 'Htlt11 I l! 1n P IU' 11/ .ltlO l'.ltlÌvtlà. trlh <. ··d:t t~~.dtt . \, d u t ~tl.c·~ :,Lt i11 r linH.t.l < he i11 nH·diCH t, ~q'~·'''\ r:, lt, d.ai ti .E· ~~ , 1 t/l~t,~ j tlH'/ton :tlc , dt ll:t Jll<'C<.dll i ca del circolo, tu v.dili tl.z d .s dal 'rl .. c:. "tZt'~ t d~ i '> Uni .. tllic:vi. ~d ( :La fu d('.:~ o ~ re11t U,!flH 11 !' ' di rnr)ht r. trd 1np.t~ki urllc file del · '

r<-sc rdtr) iuglt~C durarçte t.1 gucrr.t I I)J r'} d ( Succc !iiVt't:nentr:. es !:r':az: ,..Ji ahat'.lfl')·p4! tr)l og t ~.: ll e ,. cliniche: scos!ìcTn le.: t ast ùi l} t H ·ta ditt.ttur•. a.ss·"Jlut~t dci ntic,:anti u. Tnf,ltti, r,~n.lt--mia r~~tcluNica uon ~! IJ,, ha rivc:J nto b etiolngt,l f(.Lunatic:l di n1o lti C:tS~ ti: affeztont nlitrafic ht COT1 !lt!at flllt< ìl UlULI (t notp cflc nd 50 un dci ClrJ iorC\!filatiL·i flLl!~ ViC rH~· fÌS(O!lt r,,~ () jJ f lt11l a tiSU10J, Jlla lba di-· lllOStrato, 1nol t re~ che il oroccso tn r;-r br·liu i· sui dobnt r.te cro11ico, .ui CVClht7ionc lenta t• '-·he può m~tntencr.,i a tttvn pt:r ann ·.. Rot~a: Jrdd, KQJgel e (]ros~ hanno riscontrato nodu!i r cren ti eh :\ ::chofl L<'i C J5"'. dci Girclio·n·ttr11.ttici tnortì nel scconllo dt'Ctn nio dctla tn: lattia, ud /"'H~~{. J'i c..1ucll1 &nort1 nd tcrzn decennio è nel 1 0 " . dci deceduti n t'~ c1 r~:u·to dfcc nnio. • • Parnllelan1en te (·d in C()1lsegtH.'n 7.tt dd Je sud del te n. -, e rv~I 7 Ìoni, il concetto del \·iz io card iaco tnitrahco compt·nsa to si è nH,dirtc:lto. ()nn:t i noh • si pen ~ a più ad !"<ì'in curnC' ttll un.l cu rif1~ i L\ ~~n ..- tomica ~ n1a •;i p.trLt di ,, Ln.l · 1attì~ n1itralicd n , la cui ~1tt ivJt~t ~ conv,d 1d.1ta in rnoltissin1i c,1si anche d.t d cere h e di laho~ atono (.n!mrut o d( ll.t veloci t~t di scd i nH:u l:12lt 1nt' dr i ~1k, . ~

hul i ros-;i).


Questo indirizzo clinico del Laubry c dclt1 scuola Jì .Frugoni di cotlsiderare il vizio cardiaco n1itralico con1c una valvulopalia reun1atica evolutiva nel l]Undro della ·c ardite remnatira si riflette, indubbjau1entc, oltre che nella terapia di tale affezione (adeguato riposo, trattatncnto salicilico e iod:ico per mesi e per anni), anche nella valutazione tnedico-legale eli essa . E, ovvio che J'er un cardìop,1tico n1itralico il giudizio medico-legale Han può essere più basato solo sul criterio funzionale della risposta del nliocardio allo sforzo e sul giud1zic dcll a!lenatnento di esso ai maggiori lavori, che gli possono essere in1posti. Innanzi tutto, la nozione di un processo reun1atico cronico evolutivo, localizz3to nel cuore, non ~olo nei suoi pizzi valvolari, ma anche nelle sue fibre e nel suo api Jrato neuro-muscolare autonomo, non ci consente di dare un valore sicuro~ definitiYo alla sufficienza miocardica immediata constatata :1U 'atto deU3 Yisita: nè può darci la sicurezza di un sufficiente lavoro cardiaco futuro, anche se il cuore sia educato con il graduale e progressivo alIenJmentc~ seccndo i rnetodi di Marianì in Italia, di Lewis in Inghilterra e di Oertei in Germania. Inoltre, dobbiamo pensare che una mala~tia così inquadrata nella etiologia, nella durata, nella evoluzione, nei pericoli immediati e futuri, comporta non solo particolari adatte condizioni di vita, ma andhe di ambiente e climatiche. E, vero che accanto alle forme croniche attive ed evolutive esistono forlne cicatriziali~ sicuramente spente, ma la cernita di esse dal punto di vista medico-legale non e possibile. N on potendo servirei a tal fine in maniera assoluta del criterio clinico~ non corrispcndendo sempre la norma]jtà della velocità di sedimentazione delle emazie alla lesione infiammatoria cicatrizjale, sicuramente spenta; non potendo aYYalerci in vita del criterio anatomo-patologico, rimarrebbe sempre il dubbio dell'errore di valutazione. Ciò si verifica specialmente nei casi di insufficienza mitralica organica, che sappiamo costituisce la prima tappa della rnitralite rcurnatica. la quale evolve verso la stenosi lentarnentc in un pc· riodo di tcn1po in genere non inferiore a due 3nni (Bland, White e Jones), ma può presentare una diffusione al restante rniocardio. indenne ed all'apparato va l volare a erti co, quando le particolari cond1zioni di vita e di ambiente o l 'jnsufficienza di cure ne rendano rapido e grave il decorso. E' il caso, pertanto, di immettere nell'organismo dell'esercito tali ~og­ getti non solo minorati, ma potenzialtnente in via di progressiva ultcnorc nùnorazionc, anche adibendoli a servizi strettamente sedentari? Vero è che l'org:1nisrno dell'esercito è costituito da organi diversi tutt~ utili tt necessari ~i qual i è ricll"liesto un lavoro 1nateriale ~d~i verso, per alcun~ gravoso, per altri del~cato . Ma anche ai soggetti, che occupano un posto dt ultimo ordine ncUc 11\e tnilit:-tri, per circostanze impreviste ed imprevedibiH,


1 33 l,

~ pccj,d1nen l{' Il<'lla gn erra n ,cJdcrn,t, può t~lstrc richiesto all'improvviso un

d ispcntho dj forze ~traordinarlr). N è pcc,··ono e-,scrc realizzate, sempre e in contin1u.ità, t}L1c11c condizioJ,i di arnhicnte c di clima che sono le più adatte per nn rcun1atlco cronico, sta l;ure latente. La letteratura medica dl ; ~ur:rra riporta ca~i di ~ogg~tti affetti da VlZl organici di cnorc, i guaii JJ tifl!YJ resistito per mesi c. mesi alla v.ita di trincea, di prjma linea. Obcrthc]n, dopo l'e.1ame di mfAti cardiopatici, gtunse alla conclusione che la maggior part!.! dei falsi card1aci si trovava in posizione sedentaria negli uffici mi1itari, mentre la mciggirlranza dei c~rdiopatici veri era in prima linea. A1tre osservazioni sono stat( puubJicatc da Ceceni, Gen· nari, Scbles1nger cd 31tri. Ma in tutti questi casi si tratta di soggetti che, per lo piu, Ìsnoravano di essere arntna~at1. Se tali militari, invece, fossero stati ccscient1 di essere portatori dj un vizio c:trdiaco, pochissimi di essi ,1vrebbero resistito ~ lungo ::1llc fatirlhe e ai disagi della guerra per il fatto chr la sola idea di uno ~forzo fisico superiore al norm3le basta ne] tnitr3lico a determinare un aumento d'el lavoro cardiaco e con esso la. possibiljtà delb cornparaa di disturbi ~ubbiettivj .

Inoltre, è da tener conto del fattore p!lichico che, in una cc'>~!tuzicne neurotica, psicopatica ed egoistica, spinge ull'inerzia rindi,-iduo. cosciente della propria n1alattìa per il .fine t!ltimo del1.:1 riforrnJ. Tale sindrome psichica della '( fuga nella malattia >' , secondo la definizione tedesca, è stata riscontrata presso tutti gli eserciti belliger:tnti e Llencminata daglt inglesi ~< defencc neurosis >~ . Essa, però, non è solo dei « funzionali )) , bensì anche di n1olti rnal:tti organjci, speci~lmente dei n1itralici, ~nche se costituzionalmente non neurotici, in quanto i disturbi snblJiettivi, di cui essi spesso si lamentano, fin)scono con il divent~re ne1l'an1biente bellico mt-derno, sia operativo che territoriale~ così ricco di stin1oli emozionali, la <l spina irritativa ') capace di stimolare direttamente un quadro nourotico gener~le e cardio-vascob.re. che si SO\'rapponc a quello della cardiopatia organica, creando un circolo vizia;o tra cervello e cuore, con conseguente iperestesia morbosa ed aumento reale dei di!,turbi organ]ci rardiovasal.i. Ciò fa riscontro a quanto è affermato da Pende: (' Il giudizio sulla efficienza ed insufficienza dell'apparato circolatorio non può essere fond:1to soltanto su11a valruttzionc della forza di riserva del muscolo cardiaco, perdhè questo può diventare insufficiente, se non è sostenuto da una sufficiente resistenza psit;:h i ca del soggetto )) . • E' rla considcr:1rc, jnoltre, che l~ jmportanza~ nei riguardi dell'apparato cardiovascolare, degli stimoli emozionali esteriori, provenienti dall'ambiente bellico, non è legata soltanto ::tl gr:~do ed alla qualità di essi, ma anch~ alla loro conbnuità. Il susseguirsi, l'incalz:-trsi di stin1olj =tbnormi molteplici sen-

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sjtiyo-stnsoriali:- somm~ntisi tra loro c con gli impulsi enterocettivi e psichici, finisce con il superare j lirniti delle reazioni organiche fisiologiche, deterlTiinando una fenomenologia neuro-ormonica patologica, che si ripercuote clan· nosamente c primieranlente su11 'apparato cardiovascolare. Orbene, il risuonatore, l'amplificatore delle emozioni, sia nelle sue manifestazioni esteriorj~ sia nelle sue ripercussioni organidhe viscerali e neurovegetatlvc, e la ghiandola tiroide. La i per funzione di essa dlà luogo a:d un sccrcto cthe agisce ~ul cuore principalrnente per via diretta (Ferrannini, Markowitz c Yater) c secondarjamente per via nervosa (Asher), determinando ·disturbi circolatori tanto precocj da precedere anche le mod1ficazioni del metabolismo basale (prcbasedow di Zondek e Bansi). L'azione sul ~uore non è soltanto inotropa, cronotropa positiva e disto· nic~ , 3 volte con dilatazione :1on cotnpcnsatorìa, principallncnlc cldln s<'I.Ìruw destra (Barkcr, Bohning c Wilson), 111a anche biodhitnica, rnanlfeslantt.~i nlll una spiccata riduzione specifica, elettiva del glicogeno nel n1 iocanlin (Ficsrh i, Lederer) e con un aumento in esso dell'acetone c dell'acido l:ttt1 co. Sui vasi, invece, l'Jzionc è e.c;senzialtncntc distonica con efic.:tto di una vasodilatazionc delle arteriole perifericlhe (Sp~lng c Korth) c di spasn1i vascolari distrettuali (arterie polrnonari). ' Sono state osservate anche lesioni anaton1ichc di tipo tossico n carattere 1niziahnente degenerativo c sccondariatncntc infiamn1atorio-rcattivo ed ìpo-trofia del miocardic (Poppi), co1ne di tutto il sisten1a n1uscolarc. Le esigenze funzionali del c.uore vengono ad essere, perciò, esageratamente aun1en tJte ed aggravate dall'accelerato ricambio, dall'alterato biochiInismo centrale (ipoglicen1ia tniocar'dica, aumento dell'acido lattico) e periferico per cattiva utillzzazione di ossigeno insufficientemente compensata da un~ 111aggiore d1ssociabilità della molecola diossiernoglohinica (Addarii). Il cuore è costretto acl iinpiegare una somma di energia notevole, anche 3 riposo, per J'aun1rnto della frequenza, della gettata sistolica e della durata delJa sistole con conseguente riduzione del periodo di riposo in diastol:, a volte per la elcvaziont della pressione Jnedia e per la ipertensione artenosa . . polmonarc nei casi di spasrr1o artcriolarc locale. Non sussiste, però, una correlazione diretta tra la gravità de1l'1pertiroidjsn1o c la sintcmatologia cardiaca; non di rado i] fattore tiroideo si tnanifesta con :;inton1i diretti rnjnjmi, pur determinandb una gr'avissitna compromissione del cuore. . . Se si consider..t che l'ipertiroidismo da solo può causare una tach1~~rd~a parossistica, un~ fibrillazione atriale, runo scompenso acuto, uno squ1 bbno fun zion;1le del circolo coronarico con segni elcttrocardiografìci di tipo corona~ r1co (C)3 mollo profonda, T r T:! negative -- Cozzutt1), è lecito pensare che n et c~~i in cui esso si sovrap pong~ ~·d un reumati'lmo cardiaco cicatriziale cd evo..


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lutivo~ il cuore diventi così \'Ulncrabile di fronte · allo sforzo ed ntlo stunolo

t:'lnozionale, da c::tusarc persino la morte improvvisa . . T a1i osservazioni cliniche spiegano i tenta tivi di te rapi a eh irurgica dello ~compenso cardiaco e dell'angir . t pcctoris grave con la tiroidectomia subtotale, che. r.iminuendo il Jnet:tbob~nlo basale, riduce le richie~te citcolatoric da PJrtc d eli 'organ1stno c quindi il bvoro del cuore. ... L 'j pert1roidisn1o è pu~s ibiJc nei carcHoreun1atici anche percbè in essi, spc!'so. già precsiste un interessan1cnto della ghi=tndola tiroide da parte del , irus del rcutnatismo ~lrticolnre acuto, che ha un tropismo elettivo per essa e per j] sistema nervoso vegrtativo. ì~cl Ja suddetta sindron1e neuro-ormonica, che sì soyrappone al vizio card i.t L'D 111 i tra bee. concorrono a] tri fn ttori per le connessjoni funzionali diencef:d o tpulì.~,:ll i<' Ctlll la tiroiJc; per le correlazioni fisiologiclhe c patologiche di tjiH! ,t.l t 'flll !t p:tr ~ ttiroidj, con .1 ~urrcni, con le gonadi, col tin1o, col tessuto i fl',ul .t,.,. d t l pane rea•; ~ per la unì t~t liu n zit'n ~tl c del sistemn endocrino c eli (prd 1() r1<· 11 rn. vegcta t Jvo ed cl c ttro1 i ti co. 1>i :~r~nH le ir n ptn t:tnza ap p::t rr j l 'li ncrgi!>LllO tra adrcn~tlina c tiroxina, la qu;tl c.: n nde ipert;jc:n" ihdc il sistcn1a circolatorio nll'azjonc dell'adrenalina; ILtJ'HlHtltl 'JlH !,Ln utilJ;,7.ttrJ tn d1agnostica dalla prova eli (;octsch, conside' ':t f cl l Lt ( ;nud'dllJ th d1 Jlll porlanz;t 'ili p e n ore ~"la dcLCflll inazione del n1etahnl is1nr, l,,ts:tlc. La ~indron1t ipcrtirrndea n<:i cardiorcun1::ttici tnilitari, n differenza delle innnc lievi che si riscon trano abiluahncnte nei combattenti con cuore anatonticamcnte sano~ in genere non è tran~.itoria, n1a prolungata e può trasforn1~rsi in runa vera disfunzione permanente della tj roidc. La accennata sovrastrutturn funzionale e ncuro-ormonica sovrapposta a1la <( rn~lattia n1itr::dica )) orgaruc:l, cletenntnando un quadro clinico in contrasto con il noto postulato che il cuore Jcc;ionato non è di solito iperestesico, spiega, per il pa~sato, la facilità dell,crrorc <.hagnostico in 1nolti miHtari portatori d1 una insufficienza mitralica organica, anche perdhè jl reperto ascoltatorio di essa era ~tato privato dc:] suo v'-tlore clinico, oltre che dai concetti di 11ackenzie sulla ditt;tura del miocardio, dalla seguente affcnnnzione di Lewis: H i] soffio sistolico non è sintomo 1utile di rigurgito 1ni trnl ico )) . Perciò, d i fronte ai casi frequenti di insufficienza acuta del cuore nei con1battcnti. i cardiologi, nell~t guerra 1915-I918, pensarono alle cau~c più disparate: tara costituzionale (cuore ipoplasico, a goccia), arteriosclerosi giovanile, sgujHbrio armonico, n1iocnrdite circoscrit1a e latente da pregresse nmigdtaliti, da infrzioni tifoidee, luetichc, ecc., trascur:.tndo spèsso, invece, la callsa più semplice, que11n. cioè del reumatismo cardiaco cvohttivo. Le statistiche inglesi, citate d::t Edoardo Mn.r3glinno, ci dicono che il :25';{, dci tnilitari ''isitn.ti come cardiopatici venne n1andato in prilnn linea e che d i essi, dopo tre tnesi di ~ervizio faticoso, 1'83 ~6 sopportava ancora la ·vita


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di tlincea é il r7'X~ dovette essere ritirato. Niaragl1ano, però,. non preci~a ~· car~tteri della cardiopatia di costoro. E' da pensare ~h c. tnol·tt· fosscr0 ::d:Cctt1 da semplice cardiopa~a fun,zionalc c 0~c, comu~quc, .l mtt~ahc\ .fos~ero mo~t~ rari .. Anche Galli ·affern1a che le stonc da h.n stud1ate d1 lllL1tar1 con VlZl card'iaci, che resistettero agli strapazzi bellici, riguardano soltanto vizi aortici. Le suddette statistiche, inoltre, tengono presente :un lato solo del problema. Esse non f::.nno il rn.fJronto tra !o stato della cardiopatia del n1ilitare prima dcll'arruolan~ento e quello ali ':.1tto dell~invio in co~ged?, non. seguo~ o tali soggetti nel loro Jestino ~u~teriore, non calcolano la nduztone d11 energie lavorative nei vari settori ci\·ili ai qu:.1li gli infern1i appartenevano, in conseguenza dell'aggravamento della rn3latt1a intervenuto dopo la prestazione del servizio militar-e. Più Yolte ho 3vuto occasione in tempo di guerra d!i osservare n1ilitari che rientravano dalla zona delle operazioni per vizi cardiaci 1nitroaortici, la cui attività ed evoluzione, dur::tnte il periodo del servizio militare, erano documentate , oltre che da sintomi generici di sofferenza, dalle temperature febbrili e d~lJ..:~ artralgie~ precedentemente non inserite .dai medici outranti nel quadro del processo cardio-reuma1tico, perclhè questo, evidentemente, era modesto, limitato 3lla valvola mitralica, senza compromissione palese del tniocardio e con aumento modjco dell'aia cardjaca, sì da rendere possibile l'errore djagnosi:ico con una cardiopatia funzionale. Questa evoluzione lenta della r ( malattia mitraljca )) non solo verso la stenosi, ma anche verso il quadro anatomo-clinico più vasto della cardite reunlatica con successiva compromissione diffusa del miocardio e delle valvole aortiche, anche se si verifica soltanto in una percentuale di casi, non pruò essere trascur~ta nella valutazione medico-legale di essa. Inoltre, jl concetto del reu1natismo cardiaco evolutivo, nonchè la possibile sovrapposizione secondaria di sintomi funzionali e di una sindrome ipertiroidea al quadro della cardiopatia organica debbono essere presi in consicleraziorre anche nella questione della concaus~, che si prospetta nei problemi med1co-legali per il riconosòmento della dipendenza dell'aggravatnentc da cause di servizio di guerra delle cardiopatie riscontrate preesistenti nel personale mob)litato per la guerra. E' chiaro che, da un punto di vista generale, sia nei casi di n1orte improvvisa che nei ca.~i di aggravamento della cardiopatia mitralica, comungue esso si manifesti, si concreta quasj sempre la ricorrenz~ del risch1o specifico di guerra) o, guanto meno, si rinvengono le condizioni del rischio generico aggra \'ato.

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. . Concludendo, i cardiopaticj mitralicj, così delineati d:al punto d i vista chn~c~, tnedic~1ega!e c pensionistico, anche se ben cotnpensati, debbono essere: l:.1sr1ah nella v1ta c1vile, nel loro ambjente, dove possono continuare a svol-


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gcrc le loto abituali attività, il cui rcndjn1cnto è utile alla Patria che nella ~erra n1odernn consJdern n1obil i tati !1 ia i n1ilitari che i ci. vili. ' Nell'esercito, invece, csc;i CQ';tttuircbbcro nn peso ed 1un ingombro, potrebbero :1verc una ulteriore. dj minuzionc della loro capacità. lavorativa, dopo un perjodo più o 1neno JL1ngo eh servizio, per rJpid1tà di decorso o per diffusione della malattia o per sovrapposjzionc ~d essa di sintOlni funzionali od ipt.rtiroidei ed entrerebbero, pertanto, quasi tutti, nella gran massa dei pensionati di guerra. RIAssUNTo. - L'A. fa la cntlca ddl'indirizLo ,li '\·a! utazione m edico-legale delle carcliopatie organiche n1itraliche seguito nella guerra 1915-1918, 5\ olgcndo sintesi i moderni concetti patogenetici e clinici sulla •< ma:an:~ nutr.1lica )' e le sinclronn funzjonalc ed ipertiroidea che s1 sovr:1ppongono, nell 'ambiente bE:llico, nl quadro della can.Hopatia organica. Dopo aver prospettato la. questione della concausa nei problemi medico-legali per il riconoscirnento della dipendenza Jd l'aggr~namento da causa di sen izio di guerra ddle cardiopatie Initr:Jiiche, riscolllratc prt:t:sjsrcnti ne: personale mo~ i iitato per la guerra, conclude che i cardiopatici organici mitralici, anche se be n con1pcn~at.i, debbono essere lasciati alle loro nbitu~ùi atthritù nella vita ch·de: nell'esercito, in\ ece. essi cc~~i­ ruircbbero un. peso, un ingombro e di\'entcrebbcro, quas1 tutti, pens~onati di ~"Uerra.

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CROCE ROSSù ITALIANA OSPEDALE Dl CL:RE SPECL\U?:Z.-\1 E Dl NO.\U? Du cttnrc: 1° c.tpllJno mcdtco don. 1:--.~o( 1,11 ~~ \I~C'l=" l G. IIUNET1'0 DI R:JIJ/Ul.OUJ ·l f: TRRJNA FIS/C, /

SULLE MALATTIE VERTEBRALI DI PRJMA

OSSERVAZIONE TRA I MILITARI RICOVERA TI P>

I-lo tfllÌ riuru to le fanne di sofferenza vertebrale prese in csatne dal Hc:p=u tr• ortopcdi<.:o pcrch~ giunte in osservazione prin1itiva dai corpi, e 'l'H llr .t<.lll'irttc durante il prriodu -.li degen za in rcp.trti di questo ospcJale p( t :d tu' nt.dattw rrnna:hc, snltt~tn1t H h! rnulari~l. 'J"11 tt f: c l" e·Jte fonuc, da l:t la .sin tDnln tologi.t prc.·v ,1 lcn tcn1ente subictti vJ, fur r:nn c Jg;~~·Uq dt .1crur.tlo t''i;unc radiografico chr in 06TflÌ caso ha corredato i rdic \i t.lrni i np<~ lltli: takhè solo pCJ('hissitnc volte abbian1o dovuto dubit.oc ddl. ~ ;ttl c odd ,iJrt:t df)j di.'lturhi accus~lli. L'unJ'''ttau;,t p<rl.uJI(J ckl1':trgnn1cnto, ~hc costituisce problen1a non ind!ffcrc:n t(: d:ll puntu di vista nu:di co-l(·galc e d . t quello pratico d'el rccu~ P''ro snci:dt·, Jlll ha ~Joll cctta l u a n v<'d<.·n· c prrscn ta re i n gruppo questi casi, nhbw;tanz,l nunltrrJSi, per tr;1rnc qu~dche ultilc consider.lzionc. Durante un annr;, furrJtlO rich irsti 411 (;a binetto Ji Raùiologia accertaIncnti radiologici per sponclilopatja (non specifica) di 40 individui: in 35 lu risposta fu positiva e corrcdè> una storia clinica di sofferenza vertebralc dj recente manifestazione. Sicchè questa nnta considcr~1 soll::tnto questi casi primitivj, non specifici, accertati, da noi .tecohi e seguiti in cu1ra per lungo tempo. Le spondilopatie che possono essen:: considerate nell'età Inedia tra individui i quali hanno già subito nun1erosi accertatnenti sanit~ri ed hanno jn gr~n parte già avuto .il vaglio di pern1~nenza in zone di impiego ove . l'integrit~ fisica è essenziale presupposto, possono essere di due specie: a) 1nanifestazione di fatti renttivi a stimoli traumatici ed infettivi; b) 1nan.ifestnzione tardi\'a di 'JZl di confonnazione o differcnzi,lzionc regionale. N el primo gruppCb rit•n tra nC' i fatti artritici (od artrosi ci) rispettivan1entc generati da stin1olo (' \.i . t infezione reum~tica o da cntrmnbi quest1 c-nr"' del ...cgu t:nlL.: l.nmo, 1 mct~1meri \'c:ncbr:di ..ono inc.lJc.ll: ç,m C t, -!., ) l' CC. jll..'l il ~l'~lll . Cl' l'\' h.. :llc:: n '· :!, 3 l(C . per il dor . . ulc: L '· .l, j, per il lomb.t•·c , ccc. . • ~Ì\.L:h~ wlc .lhhtc:vi.IIIOilt: nnn :mlit...\ in n~.: ...... un c.l!.ll ' IL. VH: nen·o:-.c, 111 tal mndn .. ollt.lnlt.:ntc: 111du.·r\lc, li) l1 t•r

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Jo degli instabih n1CLGU1lSil1\ "h t\"lllp ns\'. F~ '\np\"' lipi~n di 'llll':Ht ullitni frnon1rni~ da un.1 p;ulc la ctnis.h"1 ..tli:: ..l ·i ~ne ,·h t ~l rilc\'.1 pc·r. i sintnn1i ischja!gici cht• l r'"'~\cì( . t l"art··ih~ drir.trt·c,1Lì!lf'i\l' (t'ntl· )tllcr.d e ltl cr. t~ lL.1l ~ ~lltr.l '"tt ~pc·nd1h llsh:~i che ,:cno;: ~ U\" .l "l'h l'" d\.' ll' ultitll:l lotnba re, fino a t]tì<'l lnC'~nH.nt<. "' dec,."r".1 .:"i,ny··n1~.1t11..•l. , . . F' ("~vvin ('hc ta '11.ìn .. h. r h c. .lt~, n z~1 t11 osscryaztonc Sl ha per le nlalattit del prHl1(l grurrr". ln r . H t~.: "i.~r'-~ n l .1bbi. 0~0 OSSCrY3tO : ftnt"'!ncni ar:.ri~; '"-i n.. ;::; ~ \l7! dt ··._'nf:trn .. 1::C"'""~.. 1 lhrtrrcnziazic.:1e n. IL \l) c,·c tutt.:,-1.~ s! ~ :.:~~ :..~--~;'&tre ~~ (._'la1e incida nella statistica la tardiva riveìaziP~e rl f:tt ! "·:::.. -:~::i .. !Ì.YJ ut:tti dal r3dio~ramm3). L"1i\·crs.: :.:t:=-.i~ 1_J l1.. n:."1~ n:.1 ural:ncnte i vari segmenti rachidei, dhe ci ,1f! .1n· ·r :nte:-t:-.·=.. ~i ~til..1 seg lente proporzione :

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~·o·"" . ( l~~bc~s~c;a!e : 33 L:i r:--r:i"·"':~e incide021 delle spond!1opatie nella regione lombosacrale ,Jc\'e r·dL:ant_rr -~l~ mente le car.1tteristiche fisiche che fanno di tale porzic~1c s(he:etr:c:! Ì::; b:.~e delle p:ù arnpic complesse ed onerose escursion~ dd tro::..:c .. ~ri i:"s~t"me !l perno, dicjamo cosL del suo equilibrio statico. E' per.::(, r~:1t1.t:a!e che GHIEe trJumatiche cd infettive colà più frequente mente ~< l•"..:.· ~;:~zi_;;() ::~r:1~ hJ. regione più esrosta a sollecitazioni c richieste più c~-lnrk~~~c;

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che :_~;i eme 11:1 su n pat1mento così jntcnsamGntc riverberi c.u tutt .. :~ t!lEC~~;~:C:i e regu.ilibilO Corporc.o. l)i t8ie segmento dobbian10 rrefcribtlmtnte occ uparci, COI11C dc] p1Ù !Inp~.Jrtantc: l1td di se;.,ruito cham,·, lo specchio che ron1prt'ndc i ca•.;i da noi P S$Cf\":Jtl :

a pofi"~ rie . .trticCJl.tri : f9 .utros1 .' ùej corpi \-rrtebrali: .., l n1istc : ).-

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/lh~mt.rfism,

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· sacrahzza7. . L. 5:

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\ emisacmliz. L. -1 : 5 f schisi: 5 {l c.l: crnc n1:-m i cnn .Jrtrite sono ri pc tu ti). Colpisce subito chi r~ser\·1 la tabella la notevole sproporzione numenc.t ~r~i .C3.'ii di ~rtn tr: ~1}s1Jhsari . t e casi d1 artrite dei corpi yertebrali. Guidi 1l cntcno g~nenco Llclret~ (individui deU~ct3 n1edia di anni 30) per risai' trt• prtvrntn·::tnlentt questo guesito : se il tr.1wna abbia un prcponderante


Li ! \ '. d r,l'!' p. it,,~~r

Jtt cr. fc.bbc.r!e dr·, flfJ,tn v:~i d!JC ti!AI •rn'J, piu ccrtnmtntL" .. avcv, trHJ IH! tr.1UZII~ 1 pn.. ~)fl'CJ'":' rdl ~UldrTHH.,t . ..lf,~ritYitc :.:di'et.:-( ;r1 f,.. 1r:t,. c·'· -h.. TL! I 1 al LJ't pp. r~n.: tr';arrJur, ';() f.tntr) I J\l',fiJ n t,.., dctcrrnuaantc eh~ uh ic.ornr;rerno , ...:t·J _ ~~

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tiu:dc l'(I5S Jarnr) rr 't;fl•'):-;c ..f'~ i;~ dntrti:a (\ f·! .. -v t"rlrc !*l*J,_, . ,.-'t,~ • , L-. • F.' JogKc· allora. pcru;.,rc ,! f:!tfi rt~tJ matici ~ !~h\ero c:pies ..1 figt;r 2n;• ~lr._11 ,u11n,~si con dolcnzJe taJnra loc, dti.Z~ttc, "~d .,./~ 11~l!1d.rti,~rh~!ri.: u n ne.l~ gl'ncraJjt?1 dci (asi, pcrb. In C]ualchr· <f," gtFPr~ ~r.hhiamo scguit~. . l"t:r i .~:xho d: insorgenzn, strc!tarncntc Jegato ~cd 1nfeztr/·1e acut~ 0 i i;v:ut=zz;1ta. il i). f7r accolto per pcliartrj te grave, senza la n1ir i m:1 f~r·(.flì:eno• 1~ia :rach:di, ~~} e ]asciò l'ospedale dopo lunga degenza, cr,-n :o:s( tto rH gt. -:or D~r lom.Jt: 1rtrite Slllfttdc.. cd al

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conclamata.

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Giunge a questo punto opportuno C5Jffil 'j .:re se ·i s=- :- r, ba~i . -~t rnich~.. che possancJ giustificare tanta freguc.nz.~ e pred!~ezione del s'!gr-r1e-;tr. iornbPsacrale di fronte all !insorgenza dci fatti artritici. (Ju: jl r:.dr:.J=~ rnma ci d serva le maggiori sorprese e constati:1mo ceme le 2!ter~zi ·::i é. ':urio:a dea e apofisi articolari si accompagnino ad una anomnE:1 ~utmti~"2 d! cu:rforn1H.. zione che può provocare uno squiiibrio cinetico. Tr;:t~asi d: an'1m~ic di tropismo delle faccette articolari (lon1bari a tipo d :>rsaier L : :!d orier-..~ tnento sJggittale, orizzontalizzazione di un,articolazione 2pufis~. :-i:.: tr~ L ..:. e L 5., ecc.) tali da falsare la normale m eccan.ic.. dello scheletro ·rertehr.~ _ c~1c e pe.rtato a reagire a questi stin1oli insoliti (Yorrei chiam.J.rE att:-:t:) co:_ W."la irr:tazione (artrosi) favorente l'instaur"1rsi di un benchè: l:c _. Ìa~:orc infett> ..., (artrite). I nostri casi di ~rtrite apofisaria riconoscev3DO visibilment~ \1U~~o p:csupposto anaton1ico che non de\re essere sottovalutato ed ai cui st<!.:Ea Pn.._ti ci ha rnagistra ln1cnte avviati. Considerando infatti Lt colonna vt:rtcbr3lc ccn1e ur; .sistenL: ::: ~i tu~-­ ti gli elrmenti concorrono al gioc0 cinetico cun sinergi'-m0 :-ca c. d.i m..:qiern eh ~ la 111:lnchcvolczza di un scgtnento condìzi0na la defic:es.:.:~ akr:. ben s~ con1prendc con1c per l'affc7ione di un rnetamero o di ll.:"'l:l =..rtif0!3.zi.one ~qlt~1nto, al tre sia nn condotte a snpportJre c cr"~rrlpt:ns~re. S!les5:l 2 '•?~C ddia 1<Jrn n1 t dtsi n1a in tcgrit~. Abhi41n1u nsscrV3 tO: t\nntTl,d ia ~h tropi~n1o di tu t le le artrc. apofis. lornb~Ari : -{ ~ Annnl.d l.l di trnpÌ'·l11(l tra L 5 c I '-gno lonl ., .. ~nt:Z:tZ~0.'1i::): "": 1\nom nb c isol.ttc di \ 1 ertcbrc lon1r~ri: :!O. L:1 rr.-aziune artritica si (: m.!nifcstata 3l radioJ_ramnh1 con addensa~ rnento dei m:-trgini ;_1pof.c;ari. d.-.fLJrnla~:ioni, erosioni~ fi~o dl:-t fusione ed :z1l'an~ }d! ~i tJrticolare. Sui pr \:h i casi, banah, di artrit_e ~ici .C'~rpi \rertebnùi ritengo inutile intr;1ttenern1i: le trnpJJC1 note alt-eraLtont .:h t ù rnl.!., .:iTuttur:-!, rnpport~', le ooteolìtosi rnarginali cd a ponte, lo schial:ciarnento non iofregut!ate del1i:sco

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142

non ntcritano qui tncnzionc se non per ricordare che una fanna d.i ar~ritc non esclude l'altra e che spesso ci è dntt) osservare una con1pnrtec1pazionc apofisaria a li'artrite dci corp1. ~ono qtu.:stc le forn1c. che rendono s~vc,ris~in1o il giuòizio di recupcro e che tmpongono uno studto scrupoloso dell etlogenesi nel tempo.

I casi di sacralizzazionr osscrYatì ci rendono guardinglhi intorno alla faciloneria con cui si è portati ad escludere, senza la scorta di un buon radiogran1n1a, la genuinità di algie vaghe :1gli arti inferiori o soltanto alla regione glutea, che non rispecchiano Jffatto i caratteri classici dell'artrite vertebraJe e che nello stesso tempo non possono essere classifitate tra le sciatalgie cosiddette essenziali; debbo anzi dire che i primissin·li disturbi del sacralizz~to sono indefiniti~ accessionali, talj da poter essere presi ~n cor.siderazione solo in yjsta della progressività dei fenomeni. N otevolc. il fatto però che la sacralizzazione e ,l ' emisacralizzazione non sono sempre la causa detenninante di algie omolaterali con Lasègue tipico, sensibiljtà dei punti di Valleix, ecc. Il quadro si complica con altri fenomeni che il radiogramma rivela e che in questo caso possiamo - anche dal punto di vist2 meàico-legale - valutare come secondari. In un nostro caso, ad una emis3cralizzazione era conseguita artrite apofisaria netta del lato opposto, i.1·1Sieme ad artrite apofisaria di gran parte delle articolazioni del segn1ento lombare. In altro caso a .sacralizzazione parziale monolaterale S. era conseguita artrite dei corpi con osteo~tosi marginale della Vert. L 4 e schiacciamento dell,enùdisco D . tra L 4 e J...J 5· In altro caso ~ncora, a sacral.i%zazione unilaterale p3rziale della V vertebra lombare sinistra si ~ccomp3gnava sch iacciarnento controktterale emivertebra L 4 3 D. _r\.nche da guestc osscnrazioni si può far luce, quindi, sul problema etiogenerico delle étrtnti nei soggetti giovani: una disposizione an a tomi ca le sostiene, un vizio di conformazione le esaspera. Il vedere poi come e quanto un trauma, una fatica, un atnbiente reumatogeno influiscano sul gener~rsi e sull'evolvere di queste spondilopatie, è cosa non fa ci le (e nettamente rivolta al caso singolo) lo stabilire. E' certo che bisogna tcnemc conto: si pensi dunque a quanto più sopra si disse, essere subd olo l 'inizio dei disturbi, incerto senza sussidio del tubo Roentgen il con1pito d1agnos(ico. C1 si potrà avvvcdere, allora, che il maggior ruolo non è giocato dalla sacralizzazione ma dall':trtrite, favorita questa da quella. Si pensi ~ncora a quel segno di lombarizzazione della S r dhe è costituito dalb anomalia di tropismo (orientamc:nto sagittale anzichè frontale) delle faccette articolari 2pofisarie. Qui le cond~zioni. dì· .squ1ilibrio, irregolarità n1eccan1Gl, si ripetono: un 'artrite ne consegue o a carico delle articolazioni stesse o a carico delle articolazioni soprastanti. I nostri casi ne fanno fede.


1 casi eli r~tch1schisi occulte.& Otit;cn'ati furono cinque: H.uchischjsi occulta singola: 4 t:tsi; Rnchischisi con sacralizzazionc: I caso. cervicale: I caso Segmento

lombare : 2 casi

) . sacra! e I : 2 c~si

La fessura interessava l'arco posteriore e .si accotnpagnava, eccetto che

ncl1a schisi cervicale, a notevole deformazione dc-l meta.mero. Nessuno ~i questi ammalati venne n noi corredato da precedente giudizio diagnosbco: uno, con assoluta impossibi1ità alla deamhulazione, ci fu perfino invjato per isterismo, mentre rjsu1tò affetto da insufficienza vertebrale acuta (per schisi delLa V LombJrc) e fu recuperato con. tutore 1om. gesso '! bare 1n Si è portati, anzi, a sottovalut:1re le rachischisi occulte se non per i noti disturbi funzionali d'ordine spinale: incontinenza urinaria, spermatorrea,. ecc. Qualcuno nega il si~tomo dolore nella grande maggiorità dei casi. Noi abbiamo invece osservati dei casi acuti, a bn1sca insorgenza~ come nel caso citato. Sicchè sjamo portati ad ammettere la complicanza di un benchè Eeve grado di spondilolistesi, in qualche caso appena rileYabile al radiogramma laterale, in seguito a trauJTIJ che può essere stato n1inimo. Come sottovalutare poi H fenomeno dolore, se la colonna deve sottostare, per le fr~qucnti malformazioni d'ella vejrtebra schistica, ad asimmet;ie e de\PÌa . . zioni favorenti l'insorgenza dell'artrosi?

Da tutto quanto si è detto risulta la necessità di non privare ogni spondilopatico del sussidio prezioso 1d'ella radiografia. Questa richiede perizia, conoscenza, scn1polosità massima perchè possa offrire dati preziosi anche dal punto di vista patogenetico deli 'affezione: il rilievo eli un vizio di differenziazione, di tropismo articolare: di conformazione, può orientare sulla disposizione\ perfino sulla primitività della 31fezione in stu'Cf1o. In ispecie riguardo alle artriti apofisaric, frequenti nell'età del richiamato giovane, occorre oculato esame e valutazione degli eventuali d.lsmornsrni concomitanti. Occorre ancora porre 1nente alle sacralizzazioni ed! alle schisi, bene ponder~rne i fenon1eni, molto spesso caratterizzati d'a saliente atipia. Nel difficile rampe della diagnostica vertebrale sono d .:t attendersi infi.. ne, più che delle schematizzazioni, degli studi rivolti al soggetto singolo e che tengano il conto dovuto dei multiformi meccanismi fisiopatologici fa· vorcnti malattia. Rus~tTN·ro. -

L, A. si intrattjene sui casi <.H tnabttia Ycrtebrale non specifica osser-

vati durante un anno; rileva 2.a frequc:nza t dativa dell'artrite apofisaria e dei ,·izi di conform~zione e dHfcrcnziaz.ionc favorenti Io insorgere della gponullopatia. Fn oppor· t une considernzioni dal punto cl i vista medi~o-legJle.

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ltiEDI<~IN . ~ .

I.AEGA.LE

--------11-------JNFORTUNATI CIVILI DI GUERRA DA ORDIGNI ESPLOSIVI

(lliine_, gra'nate_, bon~bo a ?nano_, 1J1·oiettili inesplosi abba'lulonati) Prof. Dott. Alfredo Buccionte~ tenente generale medico Presidente del Collegio medico-legale

La recente gt1erra ha L1·asforn1wto, come si Ra, Ln Lt o j] t o t·ritorio 11azionale in u11 vasto enmpo di atLivith bellica o n1oll o ~nn<' sono state teatro eli gt161Ta di. posizione e di (·,1·inc·en, t' poi'<'H) sottopo&te a bon1hal'tlan1enti, a (·anno1legg:·iaJncrnL1 o nll'i1npiog·o di ordigni esplosivi eli ogni genere e Ì1lf,EHlA ith. La speciale efferat,e%za delrattivi Lh g<:·n·n1an i ca Ai t} l Hpli .. cata non solo ne] 111ina.ro pont:i, eenLl'nli oleLI~ rit~hB o id1·ieho, eclifici pt1bbliei, inLeri eaHeggi.nJi J1nnc11egginnli sL rn,(lo tli tt·ansito, per c.r eare iu1pedilnenti al nen1Ìt'O e clist.r11ziono <li ogni risorsa sul terre110 d a cuj Ri r i t:i rn vn110, 11onel1ò n, scopo terroristico, 1na, OCC.lll t anelo or d i.gni esp l osivi I~ elle can1 pagn e, nei prati, 11ei casolari, nelle car1t.ineJ negli armadi delle abitazioni abbandonate, ovunque, inson1111a. poltesse venire sorpresa la fiducia, la buonafede , Ja ignoranza, la ingent1ità della popolazione civile al ritorno nei l uogl1i e nelle case donde era stata .seiv aggi an1e11t.e sce;"LceiaLn. TJnn tale dissen1inazione di. ordigni insidiosi, ha causato fra i eivlli tma ingenLe quantità di morti e di invalidi per effe'tto t l e11 a esplosione avventl La n ei modi p iì1 vari. lAt. posizione eli queste vi.Ll.in1e innocenti della gl1erra ha rlato luogo acl una serie (li. qllesfiioni giuriclicl1e e medico-legali ehe nLteudono ancora J'atleguata. ed equa solt1zione cla parte <l egli organi antministrati vi e giurisdizionali. E. pertanto, rit.enian1o utile portare la nostra analisi Sllllct contras1 ~ata n1.at·el'ia al Jt1n1e delle vigenti clisposizio11i eli. legge Ruj da11nj eli guerra. e della gitlrisprudenza degli . organi gitl!isdizionali .


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Gli ordigni esplosivi inesplosi si possono, [!?)osso n 2.otlo distinguere in bo m be o pro i. e t.t,i li lanri.at] da, aero p l an i 0 dal artiglieria o a n1a11o e non esplosi, ovvero in orclig11i collocati insidiosamente da mano nemica (mine o co11gegni esplosivi diversi). In ogni caso siau1o eli fronlte acl un fatto lh~ t)?.t.erra i11 quanto tTattasi di eYento accaduto acl opel'a eli forze arn1rute e coordinato o occasionato dalle ope1·azioni della !tZL e1\t]'a (a11b. 69 R. ]ì . T~. 1023, n. 1491). ~e la. espJosione a~rviene acciclenlaln1onte e eioè se incoglie l'indi v idno inedoito, inavvert~ito, non diffidato con apposite cli~·l fJO~·dr,io1li, ~d 1·( nli/Jznno gli e's treJni fìssnti dalla legge: Po .; :1 d t\ li ,o J' d i g 11 o (fa t.l o (1i gH e 1Ta) ; eRp losi on e (c ausa Yi o- · lt•nl n) ~ llHJf'le o ·invalidi t h per le'sioni dovute a ca.llsa diretta, i nnuod in l n o v ioloJLh:.L. ·rnl<~ n il c•aHo di uu eoufadluo, ehe lavorando il proprio terr·nuo, e011 un c·oJpu di lJiclonfp. contro Ull proiet.t.i le eli artiglieria iulorrrulo, ne pr·ovuf·a l'oH pJosiono rilnanenclone l1Cci.so. Ovv(~ru il caHo di 1.1nn Ja1niglia eli sfollaLi (~l1e per rientrare nella propria abitazioile, spjnge la port.a d'ingresso e sottende · così il filo metallico ehe collega l'nscio a{l una Iniila che esplode causando la morte del padTe e dj dlle figli e ]a eecit~L deJla, madre. Ovvero il caso di una J:agazza che, rient,rata con la famiglia in casa propria. dopo lo 'sfollau1ento, alzando ll coperchio della tastiera del pianoforte, l'es(a Yit·Limn dell'esplosione della n1ina. iv] oCCllltata e collegatEL ad uu tast.o. Questi casi sono forniti. dalla mia personale esperienza e . molti altri potrei adclt1rne a riprova della nostra sventura e del] a n1alvag·i .._ t.à n emica. . ~1a molto spesso è la ·vittima stessa che provoca la esplosione, per 111otivi diversi c.he vanno dalla disattenzione, alla inconsideratezza, alla imp1·udenza, alla curiosità, alla omissione delle ordinarie norme eli calltela e di circospezione fino alla t,rasgressione dj rlisposizioni e cioè per tutta Ja gan1n1a eli fatti ascriYibili a colpa dell'infortunaJto. (!i ripo1'tian1o a. quanto già abbiamo e'sposto in tema di

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Giomah• di medicina militare.

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!46 colpa degli i11forLt1nati i11 genere per fatti di gt1erra nei qtlall rientra la speciale forn1a eli infortunio da ordigni esplosivi. Occorre, 1o ripetiamo, cl1e l'imprudenza sia i1~esc1.tsabile e g1·ave al ptlnto da conferire all'individuo la figura eli it1fortt1na1to per fatto proprio, anzichè di vitti111a di un a.cc.idente per fatto eli guerra. Certo cl1e. u11 inclivicltlO di comt1ne discernin1ebto ed esperienza che raccoglie un ordigno eli gt1erra ab band onruto e ci lavora intorno per uso personale, provocELnclone l'esplosione di ct1i resti ·v ittima, non potrebbe invocare la se111plice imprt1denza per essere ammesso al risarcin1ento pensio11istico di. gt1e1Ta (l). l\1.a se a con1piere atti del ge11ere sia llll ragazzo o chi, i11 una parola, non è in grado eli rendersi cont~o dell'at·, to ello colnpie, ehe ne ignori il pericolo per tnaJleanz::t eli av·verLÌll lenLo o di in11)eclin1ento dell' -~.1\..u t.orità, r] terrei cl1e 11on l'ieo.tTnno gli estremi della colpa grave per la escltlsione dal 1Jenef1r..io <li. ]egge (al't. 5 del R . D. L. 1941 ). La questione diviene n1olto pit.1 <:"Ll'clu.a e delicata CfUc"Lnclo la popolazione sia stata avverti1ta. del])ericolo esistente in 1111a data zona già soLtqposta a bombarda111enti, acl azione delle artiglierie ecc. per relitti eli proiettili, di bon1b.e, di spezzoni, e eli altri ordigni esplosivi che vi sono sparsi o interraiti. Qt1ando trattisj dj l111 can1po lh11itato e le disposizioni del vietaLo traffico ·sia110 ehiare e tassa.tive, tanto piì1 &e avvalorate dalla ptlbblica conoscenza, non vi può essere dubbio c.he chi acl esse contravviene sia escluso da.l beneficio clelrisarcitne11to in caso di infortt1njo . .Nia qt1ando si trat.ti di vaste plagl1e già battute da.l fuoco aereo e antiaereo e dalle artiglierie avversarie, con1e potrebbe pretendersi ehe il contadino p. es. non rie11tri (l ) H1pol'linmo, u l il.olo di esemplifìcaz ione, Jl seguenlc ·<·u~o: Alessio Ì\Ior . .di ann1 40 fe t·roviere rin\en ivn, n-e i press i di Fil'cnze, un proieLlile ines plosu che raccoglieva e po rlant nella sua abitazione. Qllal che sellirnnna dopo {10 nove mbre 1945) il Mor. prcndeYu l'ordigno e con ak.uni utens ili si accingeva a S\11LOl'ne i pe1.z1 . Uu ~uo f1 g liuo1o, di nnn1 8, appoggialo co i gomiti al lavolino, osser vava co n f)U ella curiosil;\ ehe è lipica dci rngazzi, il non oe ornuue lnvot·o. Ad uu l.rnllo, lu 1110gli e, c·.hB si lrovava in un van o aLLigu,o , udiva unn fragol· osa .u elonnzione. Ac,eo J'Sfl nello s lnnza ''edent .con J·acc.npri c.cio il mnl'i lo e il figlio u LcL'I'U in uu ln go <li s angu e e i m obili rid nlli in frnnlnmi. .


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nel proprio 'te1Teno per raccogliervi i frlttti o che non falci le 1nes·s i o colga le olive 1 lTn divieto imprecisato nel ten1 po e nello spazio, che riflette non id e n tifi c ati pericoli o che riguardano · possibili evenienze, anzichè concrete circostanzeJ non può t 1·attenere l'impulso i stin ti\ro del COI1Jtadino e dell' opeTafo a ree arsi nel posto ove è jl prodotto del suo lHYoro e il materiale di indispensabile necessità di ·slla pertinenza.. E se questo impulso porta a trascurare gli ordini emanati dalle . .~utorirt:à, .sforniti di valore e a co11tenl1to non convincente, nonchè di pratica jnattuabili Lh, non sapremmo negare alla vittima dell'infortllnio, elle 11elle clet,te cl.rcostanze si Yeri.fichi, il riconoscimento de'l <l ·i l'ii,Lo al rjsaJ:cjmento eli guerr~t, co1ne per legge. l'l'i rna eli fare ·divieti, o, peggio ancora, eli presumere il divie lo, ritonenclo che la popolaz'io11e, in tutta la sua varietà. eli c·.ouJ p011e1tL·i, d~bba aLle11ersi acl una legge che dovTebbe conoseere, n1a c·lle in realtà ignora, el1e debba sapere guardarsi da ::,è dal pel'jeolo Tnol1eplice e jnsjdioRo creato dalla guerra,, occorrerebbe cl1e l'Autorit-à ave·sse, per davanrLi. provveduto roi. larghissinri 111ezzi di cui sen1pre tljspone, n rast.rellare proiettili~ rottan1i, spezzoni, ordigni di gl181Ta eli ogni genete, a far bTillare mine~ a individuare i luoghi eli acce1~tato pericolo. Si sarebbe con1pil1ta opera benefica per l'u1uanità e per il pllhblico erario.

N ella desolata terra d'.t\.bruzzo - zona tra il Sangro e il Pescara - paesi interi so110 st.a.tj n1aciullatì da bombardamenti; ponti, edifiei, opel'e ptlbbliche sotton1inate e distrutte; vaste zone cosparse eli 1nine; relitti d'artiglieria d 'ogni genere inrterrn.t.i o occul t.a ti o cli sse1nina t.i ne l terreno ecc. L'abbandono da parte delle .A. utorità, almeno per quel che significa tui.ela, protezione, preYenzione da infortuni, è stato completo, sicchè la popolazione: ·scacciata prima per sfollanleilto in 1nassa, depredata di tutti i suoi averi e eli tlltt.e le risorse, qllanclo ha potut.o rientrare nelle località della antjca dimo1·a, ha clovut,o provvedere da sè a riat,tjvarvi la prin1iern. esistenza. Tra q nella oO'en Le sventurata si sono verificati ca·si tli 111orl e .

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e eli invaliclit.à per lesi.o11i da infortllnio eli gtlerra e precisan1ente da esplosione di ordigni inesplosi, forse più numel'osi di qnel]i cJ1e si so110 registrati dllrante la fa'se della guerra comba.1fi uta. Privare questi infort·tlnati del beneficio del risarcimento pensionistieo di g11e1Ta per lo specioso motivo della impr udenza, della n1ancata calltela, del non essersi at.tentlti alle disposizioni ge11erali, sig11ifica a11dare contro ]o spirito clelia legge oltre che della logica e della un1a11it~1. L'orie11tamento, infatti, della politica legislaf'~iva Ai l) affer ~ 1nato 11el senso di estendere le pTov·vide11ze l'ipnrntt~·iei annho a riguardo della popolazione ~c'i vile, eRposta non lllOUo do i n t i l i" t ari ai pericoli delle o per nzion i belli cl1e 11el] e n 1o·l Lo pl i v i r i'J.>O r·. cussioni della guerra totali1Laria., in baseni pe.ineip.i gouorali larghi, generosi, lllllHlli, che i.nfor111ano la logi sl a~ i o no pe1u:1io~ nistica di gtlelTa. Ed è sopratt1Lto 'jl senso eli. lll11a11it.h el1e tleve iJl11D1iJ1aro il gi'Lldizio, anzicl1è cercare con critt·.eri di restritt:iva Ì11LerpreLazio11e clell'in tento del legislat~ol'e, eli scaricnre di. ogni responsabilità la Pubblica, .L'\..llllllÌllisLrnzione, co}pevole di evide11te 'trascura11za delle coiUt1ni 11orn1e cautelative eli prudenza e di diligenza e eli riversare, pel' pTeS'Llnzioile legale, la responsabilità dell',i nforttlllio s1ùla vittima e, in caso di n1inore et8J di essa, stli fan1iliari (.R. D. l~ aprile 1896, n. 109, e ar·t. 1153 C. C.). La questione, a nostro avviso, deve essere vagliata e risolta i11 base all'art. 4 del T. lT. 1919, e articolo 69 del R. D. 12 ltlgli.o 1923, n. 1941, in q·uanto la n1orte e la invalidità per le~io11i riportate i11 consegt1enza di esplosione eli ordigni eli guerra rif]eLtono ]nforttlnaJti. civili per faLt.o eli gtlerra. ~o n vi pnò essere clt1bbio, come abbiamo sopra esposto, sul carattere eli fatto di [tUeT"l'a da attribuirsi all'ordig110 esplosivo cl1e l1a dato luogo alla ca·nsa viole1~ta (esplo'sione) e alla conseguenza diretta e in1n1ediaJta. deJle lesioni da cui derivano le :invalidità o la ll1o1·te dell'infortunato. Con1nncrue si cons1cleri, trattasi di tln fa,tto clovut,o ad opel'a di fol'ze armaLe ancl1e se se1nplicemei1te occasionato dalle 01J8 l'RZ l oni dÌ guerl'a. '-'


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La lliscllssione sorge quando entri in gin oro 1' ele1nen t 0 doIo o colpa grave da parte delri11fortunato e le quesLjonì varie nella molteplicità ·svariatis~ima. delle cireostanze che acc 0111 _ pagnano re\"ento, v·anno risolute alla st.regua dei criteri da noi esposti nel capitolo sulla r.olpa dell'infortunato e in base ai concetti sui qt1aU la giurisprudenza si è già affern1ata con una serie costante eli giudicati inerenti al j'atto rli (Jlle1 ra in generale, per CllÌ non ,,.i è che rla farne ulteriore applicazione nella fattif, pecie. della esplosione tleg li ortl igni di guerra. ~\. 11oi, dunqlle, pare rhe ]a questione si prospei.li c:l1iara nei SLlOl tern1ini essenziali q uHnclo si t.ratti di eYenti el1e rienlrillo noiJ':nnlrit.o della legisln.hÌOllO eli guerra e non possano sorgo i'C! cluJ>J)j d'inLct'lH'Plt·azione all•)he per il tlecieo confor1ne indiri~~~o d<·lla g iiiJ'i~prnclenza. 'l' trflu v i:t ci S0 1ll·l>ra opportuuo etluti1e rieordal'e lo slaio a.tLiutlo dcdJ":tnnlogn quc•stione relativa agli infortuni ciL,ili ordi- · na1·l pc\r Hc·oppi<J di proieU.i.li ineRplosj e. in ptu~t.iuolnr 1uotlo, degli oJ'digni rirrLa~li abJJnndonn.ti P inesplo::;i in ocf'asione di nserC'jfaziouj rnilitari adclestr<tf.ivc. Tn questi caHi ~ cenno è ovvi<J, 11011 posso110 or-;sere illYocate le provvidenze stabilite con ltt legge snlle pensioni privilegiate di glterra, quando n1anchi il presuppo~fo fond:unenJt.ale dello stat.o eli guerra cl1e solo può dar luogo alla figura giuriLlira dell'infortunato lJer fatto di guerra. E pertanto il rapporto tra la l)nbblien r\..n1rninistra.zioue e il cittadino infoiitlu nato è regolato dalle leggi con111ni e la con1pelenza gillrisclizionale spetta alla magistratura ordinaria. Trattasi eli casi numeriean1ente lin1ilat.i~ rispeLt.o all'ingen·te n un1ero cl egli in fortuna ti di guerra, di zone c..1 i pericolo ri.s ire tte e ben definite, mentre le po"ssibil-Lt.à cani elat.i ve da parte <.lei civili sono incon1pa.t.ibi ln1ente 1uaggiori. In conseguenza. i criteri valut.ativi della colpa degli individui rispel.to all'evento dannoso sono ovviainent.e pitl rigorosi. Pu r L11 t tn via dalle senlenze. della magis tra1t.l1ra ordinaria noi possiamo ta·~"LITO elen1enti eli giudizio e precet.ti giu1·idiei ehe, eon1e vech~e 1110 ~ va l go no n ribadire il nostro a·ssun t~o in t.en1a d i inforltlnio civile di guerra .

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111 co11creto: i11 caso tl.i IUODte o dì in,ralidiLtlt di tl.n civile per scoppio di 11n ordigno esplosi.Yo rirnasto abbandonaLo sul campo~ dopo un~eserci tazione ncldestrat.i.Ya di t,r11ppe, non atti-

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nente alla gtlerra (i11 qua11io 111anca lo stato tli guerra), l'Am1Dinistra.zione 1vlilì,tH.re è te1111tn n rispondere 1 Luttuosi casi del genere si so110 sen1pre lan1entati, di fronte ai quali l'_:.\.n1ll1inistrazione ~1ilitare ha eccepita non solo la SlUt 11011 responsabilità. nè in via diretta nè il1 via iilcliretta.~ per l'eYent 11ale fa t.to colposo eli llil militare, n1a ha riaffermata costanten1ente la improponibilità dell'a~ione giudiziaria in base al di\ieto di sindacato di tlna sua tipica attività discrezionale riYolta al] a difesa 1nili tar e della N azione. La discrezionalità affermata dall' .A.mministrazione Militare involgerebbe in concreto tu1t.te le manifestazioni inerenti alla .._ preparazione bellica ed in particolare alle esercitazioni dì addestramento militare con ordigni di guerra, Sllll'organizzazione o S\olgin1ento delle quali l' .A.u~torità ~1ilitare obbedisce e si adegua ad UI.t complesso di esigenze, di criteri e di possibilità con tingenti ·sulle quali non potrebbe essere esercitato il controllo giurisdizionale senza estendere il controllo stesso al modo, ai fini e alle capacità tecniche con cui P Amministrazione Militate attende al proprio arduo e delicato n1andato. La Suprema Corte eli Cassazione, attraverso tlna serie di de~isjonj che vanno fino all'anno 1928, ha dato ragione all'Amministrazioile ~fiJitare, negando la propo11ibilità dell'azione di risarcin1ento contro la stessa per danni alle persone e alle cose dirJenclenti da esereitazioni addestrative, i11 relazione appunto al cennarto criterio eli discrezionalità che appariva particolarn1ente applicab]le a proposito di attività bellica e di preparazione bellica (l). 11a llna tale ~oncezione assolt1ta della discrezionalità ha suhìto in seguito. una progressiva evoluzione e si è vent1ta man mnno restringendo ent.ro i lin1iti pii.1 ragio11evoli ed equi cl1e -

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I l ) Verl 1 Senl.cnze n. '2272, del 23 oLLobr.e 1924; n. 2~51, del n. '2lìl, ·Llel 2:? ge nnai o 1920; n. 2()20, d el 2,1 lu g lio 1920 ; 11. 1983, 192-L la • 21.1G, d c l l'l n ta g g i :, l ft2 ~

3 ollobrc 1923; u(ll 20 mu~~in


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eo11Se11Louo il sin.dacalo riparatore delPAtttorilà (.l-iuùizial'ia almeno di ~ron(.e ~lle l mr-;~ressioni p~ìt manifesle e tangihili '(l). l")ossu.tn1o r1te11er~, ~n. eone] us1one, per fern10 il seguente eoi1cett.o, elevalo a priDCl})lO generale in ba~e acl una decisione aclotta.t.a dalle Sezioni Unj te della Suprema Corte di Cassazione, e cioè che la « Pt1bhlica .J-\mminiHtrazione ... deve attenersi a quellé p1·escrizioni 11on scritte, ma rispondenti agli indicativi univoci della comt1ne esperienza, onde, con elen1enta1i canlele di diligenza e pr11clenza, possono evitarsi danni ingiustificati alle persone e alle cose. Tratta~;i infatti di precetti cl1e sono insiti nell'orclina1nento \giuridico 'sino a dominare il sistema, in ftll1Zione del principio generale del ne1nine1n laeclere per ctri si i111pongono all'osservanza dei soggetti al pari che le leggi e gli atlt:olimiti e, qtlindi anche a quel soggetto primario di dilii ti, el1e è lo Stato in f11nzjone giuridica, tenuto esso e prima eli ogni al tra al] 'osservanza dell'ordinamento che cl a esso emana e prende sanzione ''. «Naturalmente - contiillla la Suprema Corte - <lo\endosi co11ten1peral'e tale controllo (circa l'osservanza di precetti 11011 scritti e qllindi eli configurazione men certa) con le esige11ze di au1tonornia, che son pToprie delle atti\ità amministrati·ve - per cui vi è necessariamente una zona grigia. O\e gli indicativi con1tlni della esperienza cautelativa si conlprendono, per eosì dire, o restano in flmzione di altri preminenti, derivanti dalle condizioni di relat.ività (per disponibilità eli mezzi e eli uon1ini) i11 ctli l'attivi,tà pllbblica si svolge -detto controllo si ferma generaln1ente alle inosservanze essenziali. relat.i,-e alle prescrizioni fo11dct111e11ta1i elementari, senza il rispetto delle ·quali la vita 11111ana - bene prin1ario fra i diritti dell'uomo sarebbe espost.a acl insidie e pericoli. Nia trat.tasi. di tlna limil azione od orientan1en t o. (1erivant.i dalla ragione delle cose, più che da rigore di principi; onde il concetto 1·esta saldo nella sua ~ssenz?:alità e ·suscettivo, ron o c ula ta prudenza~ eli applicazioni 11lteri.ori >1 . (l) Cafo,s, :2U g- 01111 • 19-10, n. :{.(f,: Giut·. Il. Hl-tO, l, l. .J.03, S. l'. 15 marzo l9.J.O, tt.

tifiO.


I11 questo senso si è nfrern1n ta ln. giurisprudenza del ~u­ prp.m o Collegio, sia a rigt1arclo dei cos1 dett.i lrnboeel1etti produttivi di clanni alle persone nella circolazione Sl1 sl,ratle pllbbliche, sia a proposito di easi a11alogl1i « caratterizzati da elenlenti di pericolo occulto o da. insidia per paln1arj 111::111cl1evolezze O traSCUl'UDZe della l)llbhli.CH :\llllllÌllÌSÌ·l'aziOile, onde ril1dividl10 non pos·sn proYYetlere tla se stesso alla. Slla difesa» (l). E' da r icordare in Illoclo speciale la 'se11t.enza 11. 944, 22 n1a.rzo 193H, in Clli tro·va. esplì.cit.a applicazio11e il principio sopra esposto nei rignaTcli dell' ~~n11ninist.razione l\filitare relativamente alla fase snccessiYa dello svolgin1ento delle esercitazioni detta eli ·rastrella.nzento, al n1aggior pericolo e alla forn1a insidiosa delra.bbanclono eli proiei tili, riconoscendo cl1e possc't, in tali casi. esplicarsi il controllo giurisdizio11ale per la tl1tela risarcitoria. nonchè della. pubblica incolt1rnità.. Ritenuta. ar1tlnCJlle, dalla. n1agistratt1ra di merito, con1e Ilormati\a la proponibilità <lell azione risarcitoria nei confronti dell'AnlministTazione ~Vfjliiare, in riferimento alla ricerca e raccolta dei proiettili in esplosi , la q_llestione si riclt1ce alla interpretazione del contei1uto so'stanz]ale delle 11orme eli cui al R. D. 23 aprile 1 S9U~ n . 109 e alla loro applic~zione con esatto senso di limiti. ai fini di Uit aclegt1at.o riferimento clistribtlti'vo, nelle situazioni concrete, clelJe responsabilj t.à e dei rischi alla Pubblica ..:\.mministrazione e ai p1ivruti danneggiati od a chi per essi. . :-\ rnaggior chiarirnen t o e precisazione dei criteri sopra esposti. riportjamo i.l seguente caso di cui alla sentenza 11. 600 <lelJa Corte di Cassazione (II1i! sez. civ.) 23 nove1nbre 1943. Fatto: il lO ::tgosto 1935. nella cucina della casa eolor1ica abitata <lalla fan1iglla Fioravanti l11 Castel S. Niccolò, scoppiava nelle n1ani flella hin1ba novenne Fiorava.nt.i Rita t1n ordigno esplosivo che la medesima aYe\'a poco prirna i..rovato abbandonato in un prato e inconsapevoJn1ente raccolto mentl'e si reea·va con due fratellini al lavoro. L'esplosione cagiona.va la nìorte della hi111ha, eli lll1 fratello tl ) s~~ lll . 11. ti~}{) , 15 ITIOJ'Z(J 19-lU ; ~353, 15 lu g li o H).1Q; 2508, 2~ lluglio 19-!0, ecc.

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e de1Jn n1adt·c. no1H:l1?.1 gr·avi le·sioni dell'altro fratello di anni 4 rin1asLo pel'Jnaltenternenfe ~fl'egiato e con la funzione visiv<"-~ rjdotta. · La perizia balistica aceertava trat.tarsi di una bomba a 1r1ano e il rinvenimf:nto si collegF1va ad ·u na esereitazione cl:.te era stata co111piuta il 23 ll1gJio tla un repflrto eli truppa in una località prossima. L' An·1 n1inistrazione Militare, eonYenuta i11 giudizio, contestava di no11 dover rispondeTe dell'eventuale fatto colposo rli un Inilitare ·s enza violazione del cli·v ieto eli sindacare la sua atL.ivit.à discrezionale. ' Il Tribllnale, ritenuto cl1e il potere discrezionale, anche a proposito clell'A1nmi11istrazione )..f illtare in tempo <li pace, non possa cop1.·ire i fatti illeciti produttiYi di danno alla altrui integrità personale, riconoscillti nella specie palesemente trascurati dai n1ilitari durante e dopo l'eserc:iJtazione i comuni precetti eli elen1entare prll·d enza e diligeilza, clichiara\a il )Iinist.ero con·vennto. tentlLo a rjspondere dei danni. L'Amministrazione appellava insistendo nella eceepita impropol1ibilità e deducendo comt1nque la violazione del R. D. 13 aprile 1896, n. 109, e dell'a1~ticolo 1153, C. C.. in quanto la Tesponsabilitn dell'incidente avl'ebbe dovuto farsi risalire alla stessa ban1bina cl1e aveva raccolto ]a bomba, ,-iolando un preciso disposto dj legge e, pel' e·s sa, clnta la Slla n1inore età. al pacl1e che avrebbe dovuto sorvegliarla. La Corte d' J\ppello, ptlr l'i tenendo l'azione proponi bile, rigetta va la rlon1a11rl a so i t o il profilo t l el sisten1a difensiYo eon1e sopra subol'clina Lamen te declo:t.to dall' r\..n1ministrazione e cioè . RrgonH1lltanclo dagli articoli 2 del R. D. 23 aprile 1896. n . 109, 6 1153 del C. C. del 1895. Lasciando da p~'trt'e la questione tlellèl proponibilità dell'azione, da noi sopl'a e·snurieutenlente esposta così eo1ne è st ata definita dalla Sl1pren1a Cot·te di Cr:1ssazione. Titenianlo ruolto utile esan1inare la pal'te della sentenza che si riferis<:e alla interpretazione degli art.icoli 2 del R. D. 23 Hprile 1~96, 11. 109, e 1153 c. c. del 1895, onde tr~u:ne nol'nln.. con1e ablnau1o detto, l


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per s~ t-t1azioni analogl1e 11el ce:tn1po della inforLnnistica di guerra. A t nle proposito la Snpren1a Cori e l1a. ri.lenuLo, come leguesi nella citata sen,te11za: « Il R.. D. 2:3 aprilE' 1896. 11. 109. vietando la raccolta dei rot.tan1i e dei proiettili non e·splosi e preserivendo l'obbligo di denunciare la presenza. di ql1esti ultin1i, te11cle al dt1plice scopo tlj inrpedìre che altri indebitamente se 11e appropri e di evitare danni dipender1Li da. fort.t1ite esplosioni. ~1:a ciò r1on sigr1ifica riconoscirnento della irrtpossibilità tecnica di rastrellare tt1tti i proiettili ì11esplosi. et 11 Decreto lascia, invece, apert.a e ìmpregit1clicata 'l'indagine se. nei singoli casL la esplosio11e dannosa non sia imputabile a colpa clell '_-\_nllllin]straziorle per non a·vere adottato le precauzioni o gli. accorgimenti necessari ad impedire il da11no. I.a. Corte non disconosce cl1e, se l'incat1to ed abusivo raccog1inlento pro\ochi l'esplosione del1)roiettile raccolto, del danno conseguenziale non debba rispondere l'Amn1.inistrazione, dovendosi fe,-ento dannoso attribuire a colpa di .colt1i che, nonostante il divieto di l'imuovere l'ordigno esplosivo e la conoscen7a del l)ericolo, abbia dato causa al fatto. (( ~la questa Ìn\,.ersione di responsabilitt:à- continua la sentenza clelta Sllprema Corte - richiede e presuppone che chi ra.ccogl i e l'ordigno sia eon·sa pevole de l pericolo p eT sè e per gli altri eli t a le rimozione, sappia, cioè, di rim·uovere tln proiettile jnesploso. C~he se la raccolta a·v venga. ad opera di una hin1ba inronsapeYole. cl1e, jgnal'a, nel n1icidiale ordigno ravvisi, invece, un 1nnocllO giocattolo, allora tale inversione non opera in qllauto essa non seppe di raccogliere un ordigno esplosivo e non è a lei aclclebitabi]e l'infra.zio11e delle prescJ'izioni poste dal succitato decreto. ~

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a..llora, la. responsabilità, dell'evento dannoso cl1e ne derivi, non può farsi risalire che alla Pubblica Am111inistrazione per 11011 avere, clopo le esercitazioni di lancio di bombe, provveduto al rastrellamento di quelle inesplose, determir1anclo così una sit.ua.zioile di pericolo che a·v eva, invece, la possibilità e il dovere di elirninal'e, tanto pih cl1e ilrast.rellan1ento si imponeva

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pel' J.a pnrf·i"olare inBidia di q11egli ordigni esplosivi non facil111ente riconosei biU con1e oggef'f i appropriati agli tlsi militari)). · RispeLto, p~1i, all'altt·a questjone l'elativa alla responsabilità paterna, per mancata sorvegJianza, la &entenza afferma che 11ell'applicazione dell'art. 1153 C. C., ai fini del dovere di vigjlanza vanno tent1te in ma·ssirno coni o le possibili lh ·pratiche di esercitarla e le condizioni economiche e sociali della famiglia. alla qt1ale jl mi11ore appartiene. Perchè il fatto del figlio minore possa risalire al padre è necessario il difetto eli sorveglianza da parte del genitore o il non aver fatto qt1anto eFa in Stlo potere per prevenire o impedire il cla11no. A tal fine è da considerare se rordigno esplosiYo uol q n al e inconsapevoln1ente ·si tTastullaYa la bimba. fosse conJe talP riconoscibile da una persona di con1une discernimenf".o, dato che per la sua configurazione a\Teva la apparenza d{ un giocattolo. E' da tenere specialmente riguardo che la bimha apparteneva acl una n1odesta famiglia eli corutaclini e. pertanto alle possibilità pratiche di sorveglianza e di ricono5cibilità clelia nattll'a e pericolosità di quell'oggetto col quale la minore si trastllllava, ]n relazione alle condizioni economiche. sociali:Ctllttlrali ed ambientali dei genitori tenuti alla Yigilanza. Casi lllttllosi analoghi si sono verificati e si \anno giornalnlen te lan1en tando, per la larga disseminazione eli ordigni esplosivi causata dalla gt1e1Ta nei luoghi e nei n1odi pitl impensat.j. E poicl1è il n1aggior Dllmero delle vittime è dato da ban1bini e ragazzi inconsapevoli del pericolo, apparteneruti di. bassa condizione sociale, abbandonati a se a fan1iaJie t! st.essi per la pratica impossibilit-à di esercitare sulla loro condo t t.a e sulla loro naturale viva.citit e intraprendenza una efficaee 1rigilanza, le sagge e l1U1ane considerazioni alle quali è informata la sopra riferita sentenza clelia Corte di Cassazione cosLit.lliscono la sana e giusta clirebt.iva cui attenersi nel valutare la portata della colpa eli questa speciale eategorìa di infortuni per fatto di guerra.

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LA l'IEDI(JINA IN CA.lfll'fiiNO

------!!-------A cura del dott. D. E. Cappellaro.

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occup~tre, con 1ntcresse crescente, gli !>t.udiosi cl'ognL pae~e, specie nel campo della sifilotcrapia. Si. cerca di ~tabilire ~no. Jose 1dcale, che abbi:t il doppio1 pregio Jj .influire sul fìsico e sul morale dei paz1ent1. In .questo senso si sono indirizzati ~l~ studi di T . R. Lloyd-Jones, S. J. Alkn cd E. :\IL Donal.dson, ufficiali medici <.Iella m:Jrina britannica. Lloyd-}onc.:=. e Nlaitland !i-Ìn dal giugno 1944 iniziarono esperimenti sul b possibilit n Ji una tcr~·, pia Jdb sHìHcJc recente 111ecJ iante la nenicillina (Brit. )our. Vcn. Dis. 1945, 21, 65): ~i :-:cn lplif1cavano k: cure adntlatc d:1gli am.ericani adottando, la 'ìOmm inistrazìonc eli una sola dose eli per~icillinn piornalil'l':l. Jn u11 recente articolo LloyJ -Jo n es, Alle: n c Donaldson hn,JII10 ri .tssu n t o com pnrnt i \':t • mente, secondo i n1etodi' st:guiti, i risu ltrtti delle loro indagi11i 'i LI pazienti C lll ~\1 1 c·'\l i:IIH bulnroriamente (Out-parjent rrca t me n or t nrly syphi li ~ w i t h ·peni dii i n : a /l \11' \' t'Y o l' :115 cases t.reatcd by single Jaily injr.ctions; Hril'. !vkcl. Journ. 1,1 :-~prilc 1\)~1(), p.lg. c;h7). Dalla serie di 35 pazienti trattnti nel 1944 con in.iezioni intrnmnscolari, tr1ol'nl'it• di1 1r).ooo , 20.000, 4o.ooo unjt:'t per un con1ple~so di 1 ..:wo.ouo, l .tJOO.ooo, t ,()Oo.ouo. !2. ~JOO .O(l0 unità di penicillina con zero recidive in base. ,td un:t ~on·t.:glinnz,\ getlt:ralll1Cnte ~ upu·iorc ai sci mesi, si l: passati ad una sc1·ie Ji IOJ. pazknti trattati 1con una sob iniezio ne endovenos3 a.! giorno d~, 300.000 o r;oo.uno u nit:l per un com ples~ o vndnhi le dagli o l'lo ai trtclici brjorni con somnunistrnzione to ta~l c eli 2.400.000, 3.000.0ll01 3·500.000•1 : 13-YCJO.OOO, 4-ooo.ooo t: ).Ooo.ooo con un numcrn ùi recidive del ~,2"n c con. son·cglianrza superiore generalmente ai sei TI1CSli. Si ~ passati infine nd tiO~ seri e u~ l 09 p:1ZÌ<.~nti trattati con una sola injc7ione inLramuscolare al giorno di 30o.ooo unitù p~r 8, 10, 13, 15 giornl con an1montarc complessi\'O Ji 2.4oo.ooo, 3.ooo.ooo, +ooo.oou e ..h5oo .ooo Jj unità con recidive del 5,5 1:~~ ,, c di 4 pazient·i trattati per 8 giorni con una sob i1miezlonc intrnInuscobre :1l giorno di soo.ooo unità p<.:t con1plessivc 4.ooo.ooo di un.ità senz~.t recidive. Gli ::~utorj proFcngono (eù è la pitl recente proposta in tnateria cli1 terapia delb sifilide mediante b penicillina) due schemi di cura: t) dose giornalie'rn ~di 300. 000 unit~ di peniciJhn=l, somministrata per ,;.n. .intr ~Ul1U Sc obre per 10 giorni (sifiHde pritnaria inizia le: 3.ooo.ooo di unit:ì), per 12 giorni {sifiliùe primaria n1edb.: 3.6oo.ooo unità), per 13 gjor ni (sifilide primaria ultima: 3·900.ooo unità), per 15 giorni (sifilide secondaria: +soo.ooo unità)~ 2) dose giornaliern ·di soo.ooo uni tà,' somrninistrata per 8 giorni (sifilJdc pritnaria), per Io giorni (sifilide seconùarjn). Sono .i nteress~ntissi.mi i ri!.-l u lt ati, ottenuti con cure i nltensive. In 6 casi trattati con una dose un1c..1 di 1 .ooo.ooo di unità per 5 giorni (5.ooo.ooo di unità), in Io casi tratrati con dose unica giornaliera di 1.000.000 di unrtà per 4 giorni\ (4.000.000 di unità), in 2 cn ~i trattati, con dose unJGl t,riornal:er.L di I.OOO.O'JO {li unità per 3 giorni (3.ooo.ooo di ·unità) :-,j è. riscontrclto il so~~:, di recidive; in 9 ca~j trattati con dose unjca ~ino a .) .ooo.OWJ d1 unità per complessivi 5 o 7 n1ilioni, son1mjnistrati al eli Hì di 3 ore od jn tre .brl', si è ottenuta una. percentuale ùi recidive del 75';" in 4 casi e del Too9·S negli ~ ltri ca5t. lr; tre cas.i trattati con unn sola iniezione eli s .ooo.ooo di1 unità si' è riscontrat a ~e mpre b recidÌ\1a dopo la quarta setrimn n:1. Gli autori jn ogn~ modo ritengono porcr.~i. stabi.lirc. che u~ livello continuo di penjò}lj nJJ nella corrente ;sanguigna non è conchz:on:.: Jnchspensabdc tt'lla cura . 1vla.itland' ha riassunto gli esperimenti i11' Lancct, 2~. fcbhr::no 1946, r~g. 272. Lo ste~so La.ncet d:\ aJgU t.s pcrimcnti suindicati il necebsJrio nl,cvo (;n marzo, pag. 466: Pt~nicillin in carly Syphilis). La penicillina continua

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157 Tntanto che si studia sulla te m pia della si fili de con la pc nici llina, non 51 tralascia in An1erica eli perfezionare i metodi dj cura intensiva a base di arsenico e blstnuto. Si sono fatti usperin1enti su due gruppi distinti di pazienti: 1) Si t_. esperin1entato in 210 casi di sifilide pritnaria iniziale mediante la sommirustrazione d1 tre iniezioni set.timanali di oxofen,usina itlrocloriclrka per un tot:.ùe di 20 iniezioni (circ:.1 sette settimane). La dose singob l! variata da 0,25 a 0,07 gr., secondo il peso. La cura arsenicale ~ stata accompagn:.lta da 8 iniezioni .c}j salicibto di bbmuto ~omrninistr:lte bisettimanalmentc per quattro ~cttin1ane. Si sono r1scontrati clinicamente e sierologicnmentc negativi 56 ~dci 63 pazienti che completarono ln cura (89°:>); 5 pazienti ~i sono din1ostrad sicroreshtcnti e si sono a\'ute recidive cliniche in 2 casi. 2) Su di un totale di 352 pazienti sono state so m.tnini~trate tre inicL.ioni di o.xofernnrsina i<lrocloriclrica ctl un.t jnìczione d~ salicilato ili bismuto :1lln settimana per otto settimane (mctodo Eag!e). L.t nc.:gati\'it~ clinica c siero logica si è Ji mo ~trata i n una forte percentuale di pazienti r lu hanno complt:t.lto In cura: ndl'Hs " . dci ca 'li (L. \V. Shaffer :( Inten!-1ve a.rsenochrrnpy o( c .rrly Syphili •., Arch. oF Dc:rm. r.nd Sjph. Chicagt>', 5:1., 1..~7-:!20, :,ett. 1945). 2° -

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Hit hi:lllll:lll1 0 l' ~lltcn zionc ~ul r~ltl O che \'L Sù OO larghe correnti ùi studi sulla t' r.tpt:t dt•ll él :,ililidr: J•f·<:cit: cn n In pen icillina . .Il !lolo P . TI ùd 16 marzo I9·t6 di The Jour. of thr. Am. r.fccl. A~s. pubblica 6 nnicoli originali dedicati alla cura della sililirl(': , ) ~ ·"'",tt r ~!. Fr.tzit·r t!d Ech·ard I-1. Fricden: Actio·n of renicillin, · cspecially 011 tn ·potwnw p.tllidtlln. P~tg. 677: 2) Norn tan R. Iugruham. ctl ::tltri: PeTJicillin in rhe !oV nh ililiè lrJt:gn. lfJI \'/()lJlall, p:tg-. 683; ~;) J\.fary Stc:wart Goodwin t: Joseph Earlt: ~foore: l;J:t:Jl.ll :tl •,yplull ,,, I'·'J-4'· (,HH; ·O Norma n Ingraham ctl nltr~: SyphjHLic infant. pag. 694; '5) \rtur <;, Sc lwclt (:d altri: Tremment of e:-~ rl y syphHis, pag. 69G; G) A. O' Leary ed n!t n : l't;nirillin un nc. uro .yphili ~, p::tg. G9H.

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4" - Un :-~ltro antibiotico ~ ~ tato c-;peri rncnt .tto contro la si fili dc: la strcptom Jcln!l. S1.111do all'articolo c..li \V. E. f-Jcrrcl c: D. R. Nich ols, pubblicato nel n. 20 tlel 28 nov. 1945 su Proc. of Staff. Nlect. of lvlayo Clln~c, Rochester, 1\llinn.- pagg. 449-472, i risultati ottenuti jn 4 casi. si pre~cntano Jubbi. Al contr ..Irio :.i sarLbbc.:ro ottenuti buoni risultati dalla cura di gravi infezionj dd tratto uri natio, dovuti a '~rietà eli organ1smi patogcni. Un largo E.tudio sulla strcptomicinn è: stato pubblicato <.b Dorothy I-1. Heil* n1an ed altri nel n. :?.tal del no\ emhre 1945 ili Am . Jour. oE :tvfed. Sctt:nct..'i, Phibddphta, pJgg. 57I-700 '(vedere anche Jour. of A1n. Ivfed. Ass. 16 ftbb. 1946, pJg. 448). Si annuncia intanto che 212 tipi eli bntt<:ri si sono dimostrati suscettibili aUa strcptom i ~ cina (C. Vl. Buggs- e J. \Vinslow I-Iirshfeld: Jour. of A m. 1V1ed. A~s., 12 genn. 19-fO, pag. 64). Zintel ha troYato che il liYello di streptomicina nel sangue, in seguito ad una so.b iniezione enclo\'enosa, è mantenuto meglio che nel cabo Jclla pcn.idllina (An1. Jour. ot. !\!cd. Scienccs, Ph.ilaclelphia: ott. 1945, n. 210, pag. 42r). 1

5~

La tirotricina eli Dubos è stata pro\•ata nella ternpja delle jnfez.ioni cutanee. Buoni risultati si ,sono m·uti in un ca~o dj idrosadenite ~uppur:Hi\ a dell'ascella, in un ca. o di ulcern alia grunbn, in 2 cn~i eli dermatite ec7cmavosa delle mani c dei piedi. S1 sono avute guarigioni sino nl sou,, di casi di sinovire, cistite, empiema, ferite jnferte postop'---rative, impetigine. La tirotricina è altamente tossica cd jJ suo uso è Jinùtnto ad applicazioni locali (Harold E. Anùerson, Arch. of Dcrm. and .Syph., gcnn~ùo H)-!6, \ol. 53, n . 1, pag. 20). -

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R . SSEGNA DELLA STAl'tiPA ltiEDICA.

- - - - / / -- - Chirurgia. D 'ER1Uco e tvfAJoNE: La .son1 ministrazione ·intraossea del PentotlwL .;odico (Ricerche sperimentali). - << Giorn . !tal. di Chirurgia. '.!., luglio 1945, n. r. La narcosi endovenosa medinnte barbi~­ turici, che può essere esc::guita. con dose unica. ~narcosi eli breve durata) o con dosj ripetute (uarcosi di durata anche abbastanza lunga) presenta delle difficoltà tecniche, ,specie al secondo metodo, quali (:Jcil<..: spo . ~tnbilità dell'ago dal lume della vc:nn Jel gomito, facile trombosi dcllt Vt ue stesse. In considerazione di q ueslo e t<.:nendo presenti lè ricerche di Ehrhard1· t: K.ncip ( 19"43), g1i AA. hann01 spcrjmtm.t:lto nei corùgli una nuova via Ji introduzione di barbiturici e prtcisi..ltncnte la vi:.1 endosscn, utilizzanuo l:epifisi distale del fcn1ore c l'epifi~i prossimale Jdla tibin, servendosi del Pcntothal sod.ico. Contempora neamente hnnno l~titutto. esperimenti ~u un \ Ùtra serie dj conigli, utilizzanJo la via enJovcnosa. I risultat1 conseguiti sono· stati perf<.:ttantentc' equivalcntL I vantaggi della \'iJ. endossea pos$ono essere rhssw1ti: grande facili t~\ di i.ntro~ duzione Jcll'ago, stabilità della posizin ne de ll'ago inlì.sso, pos~ibilità di regolare arcuratarncnte la velocità c..li somn1jni str:lziune clel narcotico. Pcr tali vantaggi, per i quali la narcosi b~rbiturica enuossea può trovare largo Ìln-

plego neUa chirurgia spedn1entalc: e 1n quella ve~eri.n:Jria, gli AA. pensano · di poterla spenmentare quanto prima nella chirurgia dell'uomo . IADEVAIA.

L.: La malaria in chirurgia. ' l Gionl. Ité!l. di Chirurgia )) 1945 n I-., .. ' ' . -·

lMt>ERATJ

~t la voro dell'Imperati è in1port~u1te perchl: mette' a punro un problema Ji vjv 0 inlcres!;c si.a J::tl punto di vjsta scicntjfico che pr;Hif.:o: t frutto ùelle osserv3zioni co·n~.o

dotte dall'A. dal gennaio 1941 all'aprile 1944 durante la sua permanenza in Sardegna. Il problema è studiato sotto tre aspetti : 1 () - i rapporti fra infezione n1alarica e malnttie chirurgiche; 2° - jJ problen1a chirurgico c.Jella splenon1egalia malarica;

' . ne l n1n l:-~neo. . 3 - l a clururgta Dopo aver accennalo che la malari!l va intesa cotne una lesione :'islt!ntnticn t:( l oJ' ganica a carattere cronk<J t: ti~~o;ur: tl( •.' co11 episodi cmozonri, l'A. parla dt:lle .mnui . fcstazioni lnaladchc pct· malitllÌ<' lhit•nrgi. che c delle sJndronti c.hit·urgkhc~ du tntl:tria . E, noto che lcs·ioni trctllllHlticht:, k~ìioni infianunntoric (proccs~ i flemtnonosi dcile pnrti n1olli, .i.n.tczionj oMcoartkolari ecc.:.) po~so~o risveglinre .~~1tt ma1nria. ln questi cast b1sogn:t sapt:r llllfcrenz.iarc, per ln cnn uotla terapt:ulica, quanto ddb sintomntolo ~ gin Jebba essere nJdcbitato aJl 'infezione malnric3 e quanto alla lesione chirurgica, basando'\i su criteri clinici e di laboratorio. Ancora più interessante è l 'esistenza eli ~na. serie di sindromi chirurgiche (vere o lal se) ùa 1nnlarin. Nel c.aso dell'infezione malarica si possono sviluppare sindromi cliniche che int cress~Hlo l 'n.ppa ratQ digerente (falso· addo·me acuto da n1a.laria), il sistem::t vascolarc (lesioni va'scolari e trofiche degli arti arteriti e cancrene), il sis!ema. nervoso (nevralgie i ntcrcostal~1, sciatico, trigenlino ecc.), H sistem:1 genitale (orchiepiclidil11iti), la (l

crasi sanguigna (s.indronu en1orragiche). Giust:1111ente l'A. si soffenna nlaggiormente j parlare uelle s-indronli chirurgiche, che riguardano gli organi addon1lnali (appendice, colecisti, stomaco) per l'import::tnza. e l'urgenza della condotta terapeuticn. In questi casi la diagnosi differenziale, oltre che sui caratteri del dolore, delJa febbre,

del polso, si baserà soprnttutto sulla presenza o mono della Jitesa Inuscolarc, sintomo prjnci pc: elci veri nddotni acuti.


D'altra parte, l'A. tiene a far rjle\·are sul fegato (splc..momegalie cirrogcne palustri che non tutte le sindromi adtlominal i, nu- - Dumolarù ecc., sindromi palustri bnntianifestantisi nel corso dell'infezione lnala- ne - :tvfessjn1y2e sulla crasi sanguigna (smrica, de\·ono essere considerate come un dromi cmolitkhe epatosplenomcgaliche appannaggio della malaria stessa per le gra- Niann.t), conclude che in questi casi t: giuv~ con~eguenze che tale concetto potrebbe stificata l'indicazione chirurgica (ectomia o legatura dell'arteria splenica). nrrecare. Sul n1eccanismo patogenetico delle sin !ADEVAlJ\, dronù chirurgiche surrite::rite l'A. pensa chl' 1 emospiridio abbia Ja capncità di pro\'ocnrc CAVALLI: Cisti j-olita1uJ d et rene. - « Urofenomeni irdtath·i o degenerativi (liler\'Ì) logia )) 1 I9-B> \o l. X, n. 4· t rron1boemeolizzanti (v.tst), che cost1tuiranL e cisti Jd rene rappn.:sc;ntano uno dei 1w il fondamento di stati disfunzionalì e capitoli più Jiscussi Jclla patologia nmale. dolorosi. Sul problema chirurgico della splcnome- Pur ..n euJosi una ricca bibliogratin, nncora . l' t \ . c!' u. Iloplntonc, . • ra li,L ll),\ 1:t rtCH, onnat. non ~i ~ arri vati ad un accordo suJb loro L'ondivw.L da tutti, che In splenon1egalia classtbcnzione, b loro' inJividunlit:ì nnato~ Ju,tlarit H JlCHl i: iu alcun c~1so' inclica7ione mouatologka e sulla p~togencsi . L'A. ri.dl'une rw:ntrJt •.ia pt:r H gi'.\VC danno eh t.: ne corda .le nu mcrosissÌJllC classi.ficnzion1 basadt:r i va :dl'orgtuli!JillU, \'t:nc.:nùo n mancare il te ~u criteri diversi tanntomo-patologico, pot ett: Ìllllllllrlitario <: difcn5ivo jn!tilo nel- patogt!netico, anatomko_, ecc.) c l'an:ttomia l 'org.u 1r,, :1ia [Jt;r Ja grav Jt ~l e la frc<.ruc:nza patologka. L: t q uestiont: Jella patogenesi di tali afft."Z.Ì.oni ~ ancora molro intnc:Hn: dd le rcddi vt: m:gJi t;plcU(:cw,mizz.ati. L'inclica:tiow. dururgka •;i prlJfila tptnn- le teorit:, che trovano maggiore creJito du l:.1 :,plcnonwg.di.t m4tlarit:a diventa un.t sono: quella mcccnnico-iutìammatona, qudvera ~plenop.Hla nuto1wmu per panicolnri la u ~o plastica c quella congenita displaska. L.t dwgno"i th cisti ciel rellL è :tssai difcouJj:t.ioni intervenute. E q u e~tt pos!iono licile: sccuuJo Lat,ruièrc, l'errore J i diaC..!lSere ; gno!>i è la regola. La J.i[ficoltà dj Jiaguosi 1° - rottura della milza (sponlanea o traumatica). In questi casi l'indicaziont: dd, dipende dal l-atto che il quadro clinico non l'intervento è. precisa; ha nulla Ji caratteristico ed è solo quando 2° - disord1ni intrinseci e di vicinanza k cisti raggiungono Wl grancle voJume che da anomalia eli volume c posizione della si tu~~nHt:s l.lllo con sintomi apprezzabili. milza. Una milza malaricn, se ha il pc- l l ~intomo principale è il H t umore ,, , che duncolo un po' lungo, può diventare ptosicu va studiato con molt..1 accur:.uczzn. lJi sogna e mobile e ciò può provocare l'insorgenza jnnauzi tutto stabilirt: che la rumcfaz1onc di complicazion1 a carico dell'organo stes- è a carico dd reneJ il che non è ~e mp re so (torsione del peduocolo unica o multipla agevole: una volla stabilita la ~cd e, occorre differenz1arlJ. da altre affezioni rcnali con conseguenti gravi turbe circolatorie ernia o strozzamento eli milza migrante). (cisti paras~itnric, c.isti ematica, rene n1oOltre a questi disordini intrinseci, una bi1c·, rene: policistico, iclrontfrosJ, rumori milza ma1arica cl~ grandi proporzioni può renali.). Di notevole &us~iJlo è l 'inunginc ra ÙJO!ogica (radiografia sc::mplict: - pklogr.l provocare disturbi \Soprattutto ~eccnnici fia ascendente c di:.;ccndcntc). Con l,t picnegli . nrgarù endoaddominali (intestino uretere - vescica). Si comprende che in lografia nelle ci& ti $Ì po~~ono r tsco•lllrare tali evenienze Ja terapia chirurgica trov::t defonnità clc1 calici e Jd bacineno do\ ule la .sua indicazione (splenectomi:1 - sple. a c01npressione da parte dclln cisti 1 mai muùlnzioni c .tmputa.z.loni, (Ome è ndnoplessia); 3° - la noxa patogena sul fegato e sulla l'jnfiltrazione neoplnstica. Anche:: 1l pneumorene può nusruc: uulc, t n q unnto .d racrns1 sanguigna. L'A., dopo aver discusso Jell'importnnza djogrammn mostr:.1 un rc::m: con una tumodella splenomegalin n1alnrica quale noxa fazionè a contorno regolnrL!, di c.l c: n~ità

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160 omogenea a quella totale della massa dei rene. La pro<rno~i delle cisti del rene è riscr\'ata per le compbcazioni cui possono andare soggette (suppurazione, rottura, emor·· ragia, torsione del rene). La cura di t::d i affezioni è ch1 rurgica : sono stati proposti vari metodi~ ortnai ab1 o - puntura cvacuatrice bandonata; 2° - n1arsupiaHzzazionc da pochj 1ne~sa in pr.:~ti~ per il lungo decor~o postoperatorio e per la facile infezio·ne secondaria con formazione di fistola; 3° - enucleazione- sarebbe raperazio ne JJeale, mJ chfficilmente a t t un bile per gli intimi rapporti tra In parete ci5tica c il parenchiro;J. renale; . 4-(J - resezione della cisti con ~.:autcrlz­ zazionc al cloruro di zinco delb cavjtj re · sidua. o con drenaggio iodoforn1ico; 5° - nefrectornia totale, riservata at casj in cui la trasformazione cistica del rene è n1o1to avanzata c ndle con1plicazioni; 6° - nefrectomia parziale, rlservat=l alle ci sti a sede polare e che non sono di no tevoli Jin:1ensioni. L'A. d porta due casi di cisti solitarie dd rene operate con esito favorevole. JADEV :\l.\.

.S ·\ l '' t An L. e 1vlJGLtoRANZA F.: Con{! ibuto sperimentale allo studio della re.ii.)·ten~u dc:l rene superstite a rJef,.ectomiu) t·c·no il virus tubercolare. - « Urologia >•, 1943, vol. X, n . 4·

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Gli! AA., c.Jopo rapida ·.rassegna sulb {rec.(U LilZa, patogenesi c anatomia patologica clelia tbc. renalc, ricordano brevemente i concetti del vari clùrurghi sulb tcr:1pia in caso eli lesioni bilaterali. Alto scopo eli conLrollare la recettivhà \ ' t: n..o i l bacill o eli Koch Jj un rene in i pertrofia compensatorja, sia a compenso già st~bilit o, sia ~urante la sua evoluzione, gli 1\J\. h,llli10 i··tituito cspcnmenti su conigli, :;uddivisi in 4 gruppi .. ln tulti gli esperi~ menti si so no ~crviti Ji ceppi c]j, bacillo tbc. bovino, praticando ~ottocutc ndla re~ gione intcrscapolnrc una iniezione di cc. I ,5

dJ soluzione fisiologica in cui era stata stemperata una ansata di coltura su ·patata. Gli esperimenti sono divisi 1n 4 gruppi: nel I 0 gruppo }'jnoculazione veniva pratical:l 5 giorni uopo ]a nefrectomia, nel 2° gruppo dopo 15 giorni, nel 3° gruppo dopo 45 giorni: il 4° gruppo è servito come controllo. In tutti gli animali gli AA. hanno studiato la media cli sopravvivenza. dall'jnoculazionc, le lesioni sp~cd1che dei vari organi, le allerazjoni del rene superstite. Gli AA., jn base ai reperti dci vari gruppi,· pensano Ji poter concludere: 0 I animali infettati dn tbc. nd - gli prim.i giorni dopo la nefrcctomia so no nl(' no resistenti degli .1nimali in c:ompt:n•,o gi:t avanzato c dci, cont rolli; 2° .. non vi ~ono dati a naLOlllO cli uit'l per poter affermare che il t't'llt! ~· lljlt 'rMiu: sia più resi~t c ntc al vh1.1s tuhen:olart! dd n:ne norma le; 3° - jl virus tuhcrcolnrc mllat:ob l'ipt:t·.. trofia Ju com pen~o del rene su pcrsl i te. Da queste conclu sioni gli AA. deducono che l'indicazione della JH.:frecLOinia. in caso di tbc. ronale, c.Jeve essere uttcntmncntc vngliata, :tenendo ben presente J\:tvcntunlc stadio di ipertrolìa da compenso già rag~ giunto dal rene che sarà lasciato in sede e i possib.ili altri focolai specifici. lADEVAIA •

Y INDr·n·r D.: Alcune osservn:.::.ioni sulla subluua:::.ione e lussazione omo!aterale esterna del metatarJo . cc Archivjo di Ortopedia », r943, fase. IV-VI.

L'A., dopo aver descritto tre casi di lussazione e sublussazione esterna del mt:tn~ tarso capitati alla sua osservazione, si sof~ ft rma ~ulb clas~ifìcazione e sulle alteraL-ioni anatomopatologich e di tali lesioni. Nel FJede occorre distinguere un segmento interno (parte colonnare), costituho Jal tarso e dal primo raggio metatarsale, rappresentante l 'arco di forza e dei n1ovin1errti e un segtnento esterno (parte spatularc) esclusivamente metatarsico. All a parte colonnare spetta il compito del sostegno· t: ùella mnrda, alla parte spn~ tulare la funzione della sratica e dcll'cquJ~ llbrio. ln base a questi concetti le lussnzioni


161

sono clivi!te in totali e parziali: le tolali sono su ddivise in 3 gruppi a seconda del grado :li. perdita dei normali rapporti tra n1etatar:>o e tarso. Sui due segn1enù agiscono forze mus~o~ lari ad azione differente: sul segmento~ mterno forze adduttorie, su quello esterno forze abduttorie. Tali forze esplicano n1.aggiormence la loro azi_one quan~o, pe~ u.n~ causa. quahinsi, avv1ene ln clisconun~lta dell'architettura articolare turso-tnetatarstca. U 11 segno anaton1o-railiografico in1portante c costantCj jn q ueste lussazion~ è Paumento di am prez7~\ del primo spazio rnetntars::ùc, cioè uf41. dhu;tasi (Quèuu) tra pru1c colon11.1 1<: a parte: spatulnrc. . . . . . L'A. rifcd•;cc le conuJ7.J.Olll che fuyon:.conr> t.) Jn autcuwwo qut:!sta diustnsi fra le dtw p.trti t ' lt: Jnodalit~ Lrmunntiche eli tali

lt:!i i{J Il i. La di.lguo~.; della lussazionc è in g~crc !1cmplicc, Jncntrc qudla deJla ~ubluss:.tz t onc è pitt iudagino·.a: la prog-uo!tt, ndla Jlla!jgior pnrtc dci c::wi è ~avnrc vo l~;. . Il trattamento 1mmccltato con•,Jc,tc lfl nwnovrc riduttive, previn ant!:.tectl..t locale, o in tr~zionc continua con filo metalli co attraverso le falangi o le teste dci n1Clatarsali o nella riduzione cruenta; jl trattamento a clistanza richiede la riduzione cruenta. L'esito funzional e è per lo più favorevole, malgrado la persistenza eli altt:!razioni anatomiche della linea articolare. JADEVAIA.

SrAToLisANo: Sopra un caso di tubercolosi neoplastiforme del fegato. « Giornale Italiano di Chirurgia )), Anno I, n. 3, Napoli, sett. 1945.

BRUNo

:Nli piace recensire, sia pur brevemente, questo lavoro di perti)lenza piuttosto chirurgica , aln1eno per quanto riguarda b terapia, per richiamare l'attenzione dei me clici pratici su di una. forma epatica di natura specifica interessante per la sua raritn e soprattutto per lt: evidenti difficolt~t diagnostiche al letto dell'ammalato. Di n1assima, forn1e del genere si diagnostic.:nuo solamente a! tavolo chirurgico cd anzi, al solo e'ìame istiologico dci tessuti asportnd. 5 -

Giornale dt m~tlici11a militar~.

Però il medico pratico, tenendo ben presente l'l~ventualità che ~ carico del t:egato possono aversi processi neoplastiformi di natura cubercolare, potrà porre una diagnosi ili prob..tbilità e consigliare l'intervento operatori~.

L'A., dopo una dettagliata messa a punlo dell'~ rgomento e dopo aver riportato e

illustrato i casi citati in proposito dalla letteratura italiana e straniera sulle varie forn1e di tubercolosi epatica, descrive clinic3.11lentc e istiologic.ameote il caso perso~ nalmente occorsogli ed operato con esito in guarigione in 15"' giornata. Il caso in parob si riferisce ad un gio· vane Ji u. 3t, stuccatore, d1e tre n1esi pri~ ma del suo ricovero io ospedale aveva. avuto una sintomntologia dolorosa acuta all'addome durata. circa due: giorni e in seguito ~1 veva a vvcrtito facile stanchezza e progrcs~ Lvo Jeperiruento organico. Due me~ si dopo l'inizio uci fatti addominali il pazjcnte t.bbc ad accorgersi eli una tw11cfazione all'epigastrio, ddb grnndezza di un Inanclarioo, ili con.... istenza duro-ebstica1 poco Jolcntc alln pressione, a carico dell.t piccola ala del fegato. L'esame Tacliologico del torace, resame delle urine, quello s~erologic.:o e morfologjco del sangue furono ncg~nivr. L'A. discute il caso, Lt eu t diagnosi pre~ o pera tcria non era stata possibile porla con certezza, ma per sospetto, per l'an ..1.ITlnc~i muta c per l'asscnza eli Jewoni tbc. attive dlrnostrabili clinicamt:!nte e radiologicamente in altri organi. Reperto chirurgico muto per presenza eli JinfoghiJ!!ldole all'ilo del fegato, alla, pkcola curva gastrica c attorno alla testa del p:wcreas; colecisti norm.ale. Circa ht via d'entrata deWinfezione, l'A. esclude quella Hnfacicn e quella portale; propende quindi per la via ematica. Quale terapia J'A. consiglia scmprt: l'intervento, sia se jj tumore sia enucleabiJe, sia sd occorra la resezione tlel Fegato. Il caso descritto (· il 15° delb letteratura seguito da guarigione su 24 casi curati chirurgicamt:Jltc.

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CioCCA E.: L'applicazione locaie del << vazim J> nella. chirurgia settica·. - u Bollettiho oell'htituto Sierottr;Jpico lvlilanese ')1, gtnnaio-dicembre 1944.

L'A. h ..t applicato a scopo terapeutico il <\ vaz.in1 >• , prodotto contenente acido :uni~

novalcrianico, su oltre 300 u1si presentantl solu7iooi di continuo pdn1arinm.ente o se · condad.tmentc infette: ferite, piaghe, ulCLrC, ascessi, fle1nmoni, paterccci, cm pie mi. Il (( yaz.im ) .1, fornito ibll'l. s. rvr. sotto forn1a dil polvere fini ssima, venne applicato tale c tluale, rarmnente sciolto jn soluzione fisiologica all' 1 'X• o al 5~' ..,. Bisogna seguire una tecnica diversa sec.onuo j caratteri delia lesione' da curare: M.: la lesione ~ wolto umida applicaz.ionr: :ìt:mplke eli pol\'t:re e mcdjcazione a secco a giorn~ i.l lte rni ~ ~c la lc~Jonc è poco un1iua o secca impiego ili polvere c n1cdicazionc umida con applicazione diretta di g4tta perca da rinnov:Jrc ogni 24 ore. Ovc persistono fattl infiltrauvi va sempre applicata polvere con medicazione u1nid~ I risultati danno stcuro nfficbmc.ltto dd l'azione vantaggiosa di questo prep::~rato .m quanto con costanzJ M. e' osservata una pronta detersione del focohùo infetto con ~U~$..:: guente caduta Uella tetnpcrat ura, ed una tenucnza alla rapiua granulazione, tendenza manifestatasi in 1nJtU<:rJ ' più spiccata che con altri metodi ùi n1eclicazione coInunem~.;nte usati. Spccinltnente ndle p tJghc torpidc:, nelle ulcere croniche, sj è ottenuto un raptJ•) e netto migHoran1ento. L'applicazione prolungata anche ptr nlcsi di te \'azim >l non produce fenomen.i eli iutoller:1nza locale e generale. Solo in qualche caso si ebbe sensazione di prurito e Jj_ bruciore lieve jn sede. Si direbbe qui n di che l'acido am.inovalerianic.o produca i seguenti effetti: clcrersioru; rapiJa del focolaio di .infezione con eUm.inazione delle parti necro-

tiche;

cnert,rico stimo lo sugli elementi tissuluri i nc1ricali dei proces~i Ji ri pnrazione (cellule connctt i val i t·d epite:i:1li) <.; gua rigione r.1pida.

NfASSA.

Dermd tologia. U.: Eri tema a tipo nodoso da su/famidotiazolo. - «Annali Italiani eli lìermatologia e Sifilografia >> n. I, 1945·

BoNciNELLI

ì'.Jon passa giorno che la letteratura medjca non registri casi di intolleranza più o meno~ ~piccatn. a1 sulfan1idici. Questo Jcscritto dall'A., per la sua. rarità, è bene sia conosciuto dai In c dici pratici. Si tratta di un giovane di 24 a., gi~ curato in ahre circostanze con ~uJfunudic:, perfettn•11entc soppo rtati. Questa volta, i nvece, dopo soli tre giorni dnlla ~;ammini ­ straz ione di sttlfamidotiaz olo, il pa7.it'ntc~ h.t comi·nciato .acl avvertire dol01 i n~llllHill)idi agli arti inf<:riod, per cui so~pt:!rt' la t.:ttr.t· c i fatti cloloro:;i l:comporvcro gt.tclun ln wn te. 1vfa rkomparvero atl un.t nuo\';t 1 iprc;~.t

ucl brmaco, ~ccompagn.tndo~i :1 khbrc ("

ad eruzioni cutanee all.t facda !llltt!r·ion: delb gatnba. Tali e ru z ioni erano ~.:ostituil c da 4-5 cknlt!nti, cri tc m.ttosi, colo t· 1os<;o palliuo, sollevati sulb supcrlìcie c.ut.tnt:a circostante, a sede dt: n no-i p-odcrn1ica, di consistenza pastos~t c di grandez~t variabile da un pisello ad una piccola nocciuoln . Per la seconda volta sos1~cso il trttttanlcnto, la sintotnatologia generale e locale rcgrcdì e scotnpru\'e con1pletau1entc in 48 ore. 1b. ritent:1ta b cura, si ebbe nuova comp~rsn dci dolori reumntoidi e di elementi eritcmatost, n1entre nuova sco1nparsa di tutti i fenomeni si verificò con la sospensione del tratt::unento. Ripresa. infine la cura con altro· preparato sulfmuilico, sorto fonna piridinica, esso fu perfettamente tollerato senrza segni di intolleranza locale e generale. Da quanto sopra, l'A. deduce che tali fcno·meni ù'intolleranza debbano interpretarsi quale espressione di una reazione allergica per la stretta jnterdipendenza tra l'ingcstione dd sulfanudico e fatti reattivi ad ogni nuova. son1nunistrnzione del preparato 6ri3. in precedenza tollerato·, per il brevissimo periodo i,nterv.:1llare tra inizio Jella cura e reazione, e per la rapida risoluzione delle n1anj fest ..tzioni morbose cul:1ncc e generali con la sospensjonc dello. cura stessa. TniFILUT n .


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T.:

R.iceJc/ze sperimentali sull' etiologia· delle verruche piane: J1enili. « Giornale di 'N!cdicin~ », n. 8, I944· L'A. ha studiato ~perin1entahnente la

qutstione dell'etiologia delle ver_ruchc piane senili per ricercare se esse s1ano o no da iscriversi tra le Jcrmatosi da virus. Egli osserva in proposito che le verruche pjane giovanili, quelle yolgari e i conJ1lomi, pur c~sendo clinican1cntc cliffcrcnzia b~ li, tuttavia sono Ja attribuirsi ~­ liolot,ricamcntc all'azione di un unico VlJIIJ fil tra bile o tli l i ÌI'UJ' si nulari. Le verI uchc. piani senili, invece, sehben:: pre: 1,t·nt in o <.'. tra l te ri clinici c st rulturnl1 a~~~H •.imi li a qtwlli dd le verruche phutc gio\•auill, 1tlll.t vi:r da l!Ucstc differiscono p<..r l'ult u t:r l01 u ('liologia. f 11 b:t'•' ' .t t:l l.J LOll•·J'JCnt:i' .I,O fll. l'i\ Sl. C\ pr( •fi•.•,o ICJ ,,,opCJ di .,,~1hi li re ,..,e lc sudd(•ttc· dcnnatO',j !,i.uJo, t iu <.JUnl modo,

cd t' Lt ·ru inoc.ulabili. A wl fuw l1.r attuato un piano di ricc1dw ~.pcrimelllaH ct.ttndc.:nd(;lc a . ll~g•­ gt tl i clt vur,i (portatori ddl.J dc·rn.1atO'•l, l n · dcnni, !•t:borroici c: non ~ c borrotll) e us..t n.·

:tulo

tliffcn.ntj, quali i trnpianti tlJrctti eli un fran1ment'o di verruca dn cute malata a cute sana, o quali le iniezio ni cpiJcrmiche O\ vero gl'innesti, a mezzo scarificaz.ioni, di filtrato del tessuto della verruca stessa. Tali interventi ha pratkato sia su zone di cute che sono abjtuale sede della dermatosi verrucosa, sia jn zone di non elezione. Tuni gli esperimenti hanno l.Oinciso in un unico. risultato negativo; e pertanto l'A. rh iene che le ''erruche piane senili uon sian:> da includere etiologicamente nelb patologjn dei t1irus epidermotropi, n1a si m o da consiùerarsi co·me esp1 essione ili unn founa neLrica nlla quale egli jmpone il nome di nez1o epiteliale senile multiplo do

metodi

errt/IÌL'o.

TRIFILETTI.

Farmacologia. Cooct G·.: Prime esperienze fi1mche .Hl/· Fuso locale della penicillina. « Bollettino clcll'htituto Sieroternpico ìv[ilane se>), gennaio-dicembre

I944·

L'A. r~ponc i risultati di esperienze eseguite sull'attività terapcutica <.Iella pcnicilLna impiegando i primi campioni della ~ostanza che, dopo proficui ma .non semplici stud1, l'Istituto Sicroterapko 1[ilanese ha potuh.> preparare. Lo studio dell'nppltcazione lccak della p. è st~Lo ini,zinlmente conJotto su ascessi acuti (7 casi) che costituiscono la espressione clcmcntn rc delle malattie chirurgiche Ja infeztone, ed esteso poi ~u cstcomieliti. operate ~4 casi in due dei quali le ferite opcrJtorie Ùurnnte il decorso si erano natur,tlmcntc infettate con altri germi). La p. u-;ata localmente in focolai suppnmtivi ha dimostrato cli po~eJere una

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I'otc'volc attivitj contro gli agenti etiolo-

gici della suppu razjonc stess~1 portando all.t

gu~ngione

eli, ascessi acUiti pro\ oca ti prevalentemente Jallo stnfilococco. Anche j n casi di ostt:on1 ieli te operatJ, l 'azione Jella p. è Mata favorevole tnnto d:::t pn::coniz-

zarnt! un tipo di medicazione nel decorso jlO!lt·o pera torio. L'attivh~l ddLt p. non d sulta ugu ~ll ­ uwntc ~tltiva contro i vari tipi Ji germi che cJcrt•nnina.no un processo suppurath·o; c.letta atti vidt ~ però perfettamente paralleb a quella stuJjata in uitro con gli stessi ceppi di germi. Nei cnsi in cui la p. non ha a•,.ito si ~ constatata l'assenza eli ~ensib bi lità dd ceppo im oggetto ~ula p. a nche in1 vitro o, la prc.,enzn di ~fa vorc\·oli con-

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djz.ioni loc.tli, per es. estesi cenci nt:crolici. Per estrinsecar<." in pieno la ~uu ~tttivit:ì la p. va porl:lta proprio nc:l focol:Ùo cJi

infczion..; e c.lcve trovarsi presente per qualche tt:mpo cd J sufficiente concentrazione:: Le closi usare in suppurJ zioni non estese s1 sono aggirate su lle 2500-5000 U. in1piegnte ogni 1-2. giorni per 4-H volte:. L'azione anlibattcricn ~i è ri' ela[a constatando w1a climlnuzione progrc~si va del nun1cro dei gc:rmi nel focol:lio; .tJ ec;sa face\'a seguito una esnlta7~ont: . clc:ll'uttivit~ fagocitnna dei globuli bia.nclu. Al'Certau anche [enomeni degenera.ti\·j u carico dei gcrnu. Lt.l p. usata localmente non hn .mai pr~­ vocato nel pnzicntc rut4'ioni degne di nlieve.

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Medéclna..

Zione, ev1tare o lin1itare l'introduzione di

..

tOSSlCl.

G. tv[.: Sulla terapia dei VtZl mi~ rralici compensati. - << Riforma 1v1edica )), nn. 43-47, Napoli, ,1942-'45·

CATALDI

Questo lavoro dell'A. è certo più che una rivista sintetica, poichè egli tratta ampja.rnente l'argomento e lo. b.asa su di_u.na considerazione personale ongtnale. Egli, 1n~ fatti, parte dal concetto che jl reumatis.Ino, causa abituale se non unica dei vizi mltralici, determina, è vero, danni più gravi durJ,nte b fase acuta (invasione, ricadute, recidive), n1a lede il cuore anche allo stato cronico, anche se latente, per cui deve essere considerato· cotne malattia cronica, al pari della lue, e pertanto sorvegliato e curatn. L'A. divide il suo lavoro in due parti: nella prima - dopo le necessarie premesse - rratta de.iJ seguenti punti: psicote~ rapia, .altivita Jù.ica, profes,sione, condizioni an1bientili, sonno, dieta; nella seconda., dei vari presidi terapeutici (salicilato di sodio, tQnsillectomin, flCque minerali, iodo, zolfo ~ altri n1edicinnli, carcliocine~ tici, sulfan1idici). Cc-n Ja. ~celta opportuna dei vari mezzi - di cui non si può fissare a p1·iori. il valore, la frequenza, l'intensità e l'ordine di successione - H terapista, più che mirare a combattere ragente non ancora conosciuto dd reumatis·m01, deve sopratutto tt::-J.dere a moclificarc l'organi.s1no in modo che non reagisca nocivamente all'azione dei germi patogeni, deve cioè tentare di desensibilizzarlo. Quindi, poichè ogni alterazione dell'organisino jnfluenza, più che gli altri apparati, proprio quello cardiovascolare, si rende necessario. - nei rnitralici - eli combattere e vincere i fenorneni coll.ateral~ che aggravano sensibilmente, fino all'esito letale, le condizioni del carclio-paziente. Occorre pertanto : eliminare l'anemia secondaria e che di sol ito segue la poliartrite reumatica, ricondurre alla norma il Inetaboli smo basale elevato, correggere le maggiori o minori cJjs(unzioni armoniche esistenti , ridurre l'obesità, vtncere la costipn1

Così facendo, st dtarderà la fase di sconlpenso cardiaco e si eviteranno incidenti pericolosi e talora mortali. · Concludendo, per attuare quanto precede e per non ridurre la terapia dei vizi cardiaci ~l soli precetti igienico~dietetici generali, non bisogna. limitarsi a una diagnosj di vizio compensato o meno, ma estendere accuratru11ente l, osservazione semiologica a una esatta· valutazione dello stato del .miocardio, dei vasi, della crasi snnguigna, del ricambio, con esan1e fisico c funzionale completo, confortato da op · portunc e sede indagini elettrocardiografi ~ che e radiologiche, siP.rologichc t! chi mi co · dioiche.

1 1ll F l J.HTTI. 1

e LAlt'l'tGUll: L'Ìll.fl,t /ficien:::a surreruzle 11ella malaria. - << Rcvuc du

CIAVAIDINI

paludisme et de n1~décine nn. 12-14, I945·

tropicale H,

Interessante questo lavoro dej due AA. che, contrariatnente ad altri osservatori, ~s­ seriscono che manifestnzioni di surrenalite non s1 hanno soltanto nelle forme assai gravi di mnlaria n1a anche, e frequenten1ente, in pazienti affetti da accessi recidi vanti di terzana. Gli AA. si soffc:rmano a descrivere uno di questi casi• in cui il quadro clinico fa~ ceva pensare ad un vero e proprio morbo di Addison. Guariti gli accessi dj terzana con iniezioni intrrunuscolari di chinino, residuareno tale grado eli astenia e tali disturbi vari che il paziente fu costretto a ricoverare iu ospedale, do.v e ebbe Wl quarto· accesso pure scdato col chinino. Si notarono, poi,

astenia con1pleta, profusa sudorazione, vertigini, marcata ipotensione, frigidità ses~~ale, insonnia. e Ereq uenti delirii, dolori

lolnbari e addome dolente alla palpazione, anoressia, stitichezza alternata a diarrea, splenomegalia, pigmentazione cutanea. Con la terapia chirunica fu istituito anche un tratta111ento opoterapico (cortico-surrenale) per via intran1uscolare associato a wmministrazionc eli cloruro di so-


Il

j: 1d.io per bocca. L'infermo, che al decimo gjornq_ di cura aveva migliorato sensibiJtncnte, guarì del tutto al 40° delle complicanze !l urrenali. Si tratta, in casi del genere, di una insufficienza surrenale secondaria, difficile talora a diagnosticare ove manchi la mclanodermia, dovuta ad una disturbo della innervazione simpatica della cute. 11a i caratteri dell'astenia (facile e rapida esauribilità), la grave ipotensione dipendente dal surrene,, ~e manifesta7jonj dolorose, dovute a crisi sirr1patichc solari e Jonlboaortiche, sono sufficienti a indirizzare alJa giusta djagnosi, che il critedo ab adjuvanlibns (terapia surrcnalc) non tarderJ a confcrm :1 n;. Tr~IFILETTl. DAMIA NI

F.: Tnlttllnu:nto dei versamenti

pleurici paraptu~umotoracid con inie~:io­ ni endopleuric/Je di salici/ti/o di sodio. cc Cliuka nuova ,,, Roma. Vol. l, nn. .:J 5, 15 luglio-15 agosto 194).

-

Si tratta c.H una nota pre\~enuva ~ul uuovo trattamento isùruito Jal pro f. l)a· n1iani, in pazienti affetti da versamenti sierosi o purulenti pncumotoracici, nell'Ospedale Sanatoriale H B. Ramazzini , di Roma per ovviare ai gravi danni locali c generali che i versamenti stessi determinano nell'organismo dei malati di tubercolo-. si. Tali danni sono, come è noto, assai più gravi quando il versamento sia originariamente purulento tubercolare o quando lo sia divenuto dopo la fase sierosa; onde si distinguono danni locali e danni generali . Fra i danni locali: la fistola pleuro·esterna, a decorso sempre lungo, che per secondaria infezione da piogeni dà luogo all'empiema misto; la fistola bronco-pleurica con consecutivo pneumotoracC' spontaneo c relative conseguenze; le grosse cotenne pleuriche; i vasti scollamenti clci tes~ uti; le carie costali; ecc. Fra i danni generali: una progressìv3 tossiemia tubercolare con scadimento di forze, diminuzione di peso, anoressia, dispepsia, sudori not~llJ:Ìni, l.'lutnento della ttmperatura; eventuali localizzazioni pe

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ri~eric?e per via ematogc::na t: talora l'ami . lOJdosL general.izzata. Al!o ~capo di t."Vitare la riprotluzione del liquJdo sieroso o purulento c facilitar· n e .l' assorb.unento, è stata tentata l'introduzione ndla pleura di svariatissime sostanze prcvia toraceotesj con lavaggio. ~lalgra­ do, però~ qUt.stc iruez ioni cnclopleuriche ~ fine d1 ottenere la sclerosi delle lesioni ll:fiammatorie, ~ versa_menti pleurici, spe · Cle se ~uru1entt, conunuano a riprotlursi per mest e talora per alllli. Se~endo le mire dei precedenti r.icercaton c osservando come la sclerosi delle vene varicose c dci noduli emorroidali si ottiene facilmente con iniezioni endovenose eli soluzioni di salici lato di soclio, 1' A.. ha valuto tentare di ottenere con que~ ~ a sostanZ-3 la sclerosi della plcur::~. Descritta. la t(.-cnica (previo svuotamcn to ùcl liquido o toracenresi con b.Yng~o con Dakin o soluzione fisiologica, int~o.:. Juzionc nel ca\'o p!curico di cc. 20·30 di soluz. cl i saHcilato di sodio al 20 1.'0 ) e suggcntJ gH accorgimenti derÌ\ ati dall'esperienza acquisita (maggiore o minor quantità Jet liquido, e dd titolo delle soluzioni; aggiunta di novocaina; ripetizione del trattamento a maggiore o minore Jistanzi.1), l'A. passa alle conclusioni. Su 20 casi trattati, la maggior parte è guarita rapidamente talora anche con 1-2 iruczioni endoplcuriche; per gli altri casi, chi:.rific~zione del versamento e ritnrùo nella ~un. riprouuzionc-, che si fa però scmpre p1u' scarsa. Più estese applicazioni del n1etodo c opportune ricerche istologiche, biologiche c chimiche, già ikttitu.ite confermeranno o n1eno la maggiore utilità del nuoYo trar· tamento che ha già dato, Jcl resto, soddisfacenti risultati. TRIFJLETTl.

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Rovrmsi L. G.: Polmonite c: brom:opolmo· n;te malarica oppure: in ma/arici. - <c Archivio di Patologia e Clinica NfcJicn >),

24-6, 1943· L'A. tratta in questo .c.uo la\'oro ui due casi in .:ui. il criterio c7b adjrH'a!lllhus decide nutamencc del dbgnostico e quindi del pronostico.

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I n fatti i tlue casi descritti si riferiscono :1 fanne acute dell'apparato respiratorio 1n ~oggetti n1alaricl . . Il primo infermo presentava, al suo. ncovero i n ospedale, una broncopoh11orute, e all 'esame del sangue si riscontrò la presenza Jel parassita rhnbt i co c un:1 notc\'ole leucopenia con J11onocitosi, oltre ad unn accentuata anemja di tipo malarico. Il pro·cesso bronco-pohnonare npn si a\·vantaggiò affatto della terapia sulbmidica n1a solo d1 quella antimalarica fino jlb gujrigione con1pleta. Il secondo infermo prc~ctll:lVJ anche egli , al suo rjcovero ospedalicro, reperto cmntolog1co positivo per l'jnfezionL malnric:1, oltre alle note cliniche· di un processo polmonare acuto. Inoltre, dò che ~ car:1tteL rjstico, col regreùire della sintom~nologia nwlarica acuta anche le n1anifcstnzioni pneun1oniche si nttcnuarono c, allorchè: si \ crificò una reciùiva Jella ma}ari:J, ci furono fatti evidenti di riaccensior1e dd focolaio polmonarc che, poi, regredirono contemporaneamente ai sintomi malarici fino nlb guarigione co1npletn. L'A. conclude, quinui, che è nect:ssnrio cli~tingucrc, ni lini Jt:lla prognosi e ddla terapia, la polmonite o broncopolmonite di natura rnalarka dalle frequenti con1plicanZL! l~o.\monari in ~oggett i malarici per imp;anto di germi. in un .settore dell'apparato r<.:spiratorio in stato congestizio determinJto d:1ll'infczionc 1nabric:1. D.t questa dhtinzionc, 1nfatt!, sorge C\'iuente la considerazione pratica che la terapia antimabrica guarisce oltre l'infezione palu~tre anche il processo pulmonare, onde prognosi fausta; mentre nei casi di complicanze poln1onari b ternpia specifica contro b malaria blliscc al duplice scopo, per cui si ha prognosi, per lo più, infausta. T1u rii.r:.TTI.

discussioni dottrinarie più varie a giustifica o spiegazione eli fatti incontrovertibilì nella pratica clinica. L'A. si rifà alla fondan1entale teoria di Metschinjkoff sulla trasformazione della fJora intestinale sotto l,azione dei fermenti lttttic1, che si ritonc\'a consistere in un fenomtno di concorrenza vitale tra i germi ddb fermentazione acida e i gernu della putrebzione i ntestjnale. Proseguendo nella disan1ina delle nuove teorie dci vnri AA. sull'attività dei lattabatteri, per spiegare il meccanismo d'azjone Jelb bttobattedoterapia, l'A. tratta tH due moclernt: teorie che . . i cliscostano dalle ul. tre pcrchè prese i odono dal h: ~ ust:NlZC c ve n tualmentc elaborate eh, i lattohntteri (prt:sc'mt i in essi o nei loro tc'ITl'llÌ di· cultura), <: pro prbmenre la teurÌ:l ·di. Bagliani del cc fa1 torc linfat:co )\ e quella di C'entanni della " immunità di b:1r~icr:1 H. lllustr:~ poi altr~ intcrc~san ti tcorit:. qunli quelle 01 Punton1 dd '< fcrn1c-nto gtnllo 11 (corrispondente ad un apporto c.li vitan1ina B2) e quella eli S.1ngiorgi del c< principio litico ,, (corrispondtnte a un quià ..\ntibioti co). in base :.lla quale teoria l'az io,nc dei fermenti lattici non si litnitcrebbc ai vivt!nti della n1icroflora n1a si estenderebbe a quelli Jelb micro[auna per l'azione antibiotica di batteri verso n1iceti (bbstodsti) e di batted \ t.:rS() prc tOZOl. L'A. concluJc esprimendo il pensiero che, al lume di queste nuove moderne veJute, si dischiudono le più ampie prospetti ve t:cr la lolta contro i protozoi patogeni per ,l'uomo e gli animali mediante la n1obilirazjone del mondo• protofitico sulle orme della penicillina e di ahre muffe. TRIFILET1'1.

.ìvfrLELLA

tv[.:

eli ~vleclicina ,,, Bari, Vol. \ 1 T, n. I, gennaio 1946.

testinale.

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n

D1 ])El'.tETlUo D.: Sul meccanismo d'azione dei ferme,Jti lattid. - <<Igiene c Sanità Pubblica )) 1 vol. ru, nn. 7-8-9, Salerno, luglio-sett., lY~S·

Di notevole importanza prntk:.1 questn rivi•,ta si ntetica di un argomento sen1prc di ,ntual ità, perchl: ognora oggetto delle

L'anemia nell'amebiasi in-

-

« Rivista

Di notevole importanza questo la.voro del tlr. MHelb, aiuto della clinica mcdica cli Bari, in quanto che spesso si pnrla <.li a nemi n nelle sindromi intestinali c.li entamoeba histolytica senza peri.l.ltro rilc' are gli intimi rapporti tra le par:.ts~itosi


1'anemia, senza approfondire h: indngi.ni sulla patogenesi dell'anemia stessa. Pt:rtanto l'A. ha 5tudiato i reperti emntolo6rici presentati dagli nmebiasici senza ·con1 plicanze ahneno apprezzabHi e, a part'! quelU con complicanze epati~he, escludenJo tra queste ultin1e i casi di epndtc amcbica colliquntiYa. , Oltre l'es~.Hne emocromocitometrico ripetuto v'arie volte e l'esnmc delle feci) è stato praticato. in molti casi anche l'esame stcrnopuntono. L'A . discun: !Julle vnrie forme di anemia ri~contrate nei 1 :?.6 cnsi esaminati, acccnn:liHio ni v:1ri mcccanisml p:.ttogenetici in voc.:at i pc:r ~pieg:1re l'ancmin dell'amebiasi: d.dlr· (•tnorragie rip( lllte :-~Ile tossine a!lpe· dl1rlw dipcndc•nti cbl la cronica infìnmm!'l :~.iorw dc·ll'inlc!•,lino, da supposli veleni clllnto ~'!iic:i t!d C'molitki a C;.lrcnzc: Ji prin d pii a n ti jWrnkio·ii o a ca u ~c onnoniche c· viL:uninkltc; , I11 c•ltt!tti, l'import.mza maggiore: ndln p.ttogem:~i ciPII':111t'll1i:l dn :unebinsi l: cl.~ rllt ribuir!li - :wconclo l'A. - allo :-,tnt o ti 1 cronica infiammazione del colon, annto· micamcnte uimo~trabilc, che impedisce una buona nutrizione c una pcrfena elabo· razione e conservazione di principi ad :lzione t"moF-oietka; tutto ciò a prescindere, naturalmente, dplle perclitc di sangue, di materiali costruttivi per irr~gola rirà cleli':tlvo, dall'azione emotossica di tossine aspecifiche e forse (poichè non si può escluderne la possibilità) ùall'csistcnza di e;nolisine srci fiche. Non è possibile peraltro ammettere un tipo particolare di causa anernizzante, perchè m::1nca un quadro :1nemko periferico c midollare caratteristico dell'amebiasi in· t.:

t<:~tinale.

L'A . perviene quindi ::~lle se6ruenti conclusioni: L'anen1ia nell'amebiasi intestinale è pre. ~ente dal 29 al 31 ~.~ circa dei c~w; è più frequente c più intensa nei cnsi cronici che negli acuti; come tipo dj anemia pre· Yalc la forma ipocromka sulla ipercromica, 111:1 H rj po è \'ariabile nelle forme ncur? c croniche mentre l: più costante nelle tarme con epatopatia, csrt:ndo ivi l'anemia collegntn nlb complicanza c.:patkl.

~on t~;iste un quadro ,midollare car:t.Lt<' nsttco dell'amebiasi, essendo stato nowto so-lo una tendenza a.Ìb ipopbsh della sene ros~n.

Neurologia.

N!AR1'1Nr E. : La rcgolazion,· diencc:jalù:a dell'attitJitù ncriJosa. - 1< Archivio di Psicologia, Neurologia e Psichiatria », A. VI., fnsc. 3..,, luglio 1945.

Trnttasi di una lettura fatta in una delle riunjoni mensili cld Laboratodo eli psico:ogia tlell"Univer~ità C.tttolka del S. Cuore, in cui l'A. espone rinssuntìrnmentc i dsultati ottenuti nell'ultimo quadricnnio tl~1lla Scuola liriologicn milanese (alla quale l'A. stc~so appartiene) sull'importante e attuale .ugomcnto. Dopo tngègno~t t: sottili ricerche condotte principalmente sul gatto mediante "timoli elettrici Ji vada entit~ .1pplicati in differenti punti del nevrns~e, quei .filtiologi sono giunt i ~Ile seguenti conclusioni: l~el tronco encefalico, e soprattutto nelln parte ''entrale del ùicncefalo, esistono centri rcgolatori dell'attività ùel sistt:.ma nervoso centrale. I centri per il midollo e per b corteccia ccrebell~1re hanno una caratteristica struttura segmentaria acl azione chjaramente inibitrice. 11 cc.:rllro per 1:~ corteccia. ctrebrnlc probn.biln1cntr regoln, per mezzo di un'inibi zjonc scletti va, il succedersi nel tempo ddl'attività dei vari neuroni così da armonizzarne b partecipazione alla comples~a fun zione corticale. Lo stJto atti\'o dei centri in:bitori può vcnhe Jeterminnto da impulsi che provengono da quelle stesse formaz ioni sulle qunlt escrcllano b loro funzione jmbitrice. Essi costituirebbero, così, il centro di un ~ J stcma ùi autorc.:goLtzione, sccontlo un meccanismo rHles~o, per l'attivjtà del sJstemn nervoso centrale. Da queste ricerche l'imponnnzu del diencefalo udb n:goJazionc dd \'ari sistemi e npp~1rnti dell'organismo risulta .Jccrcsciuta, t' v;cnc confermato che In sua nzione su

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168 tutto il sistema nen•oso di re~azione si esercita non solo indirettatriehte (per mezzo1 degli ormoni, della cornposizione chimica c della temperatura del sangue, del circolo, ecc.), ma anche direttnmentt, con un n1eccanismo puramente nervoso.

h) si deve amn1cttere l'esistenza di un

mcccariisn1o centrale regolatore della coscienza, localizzato ma noru circoscritto a un singolo centro o strettamente connesso - per lo meno dal punto eli vista topografico - con la regolazione centrale (bultJ~u c e, 'erosimiimente, soprattutto diencefaCARLo Rtzzo. lica) delb vita vcgetativa; c) la regolazionc della veglia e del sonno va considerata come una funzione spePoRTA V.: La regolazione diencefalica deLl'attivitù psichica. -- « Archivio· di Psi- cializzata. nell'àn1bi t o della regolazione clelI·anività. corticale, rivolta a mantenere lo cologi~, Neurologia e Psichiatria )), A. Jn1portantc rittno eli alternanza fra l~ fasi Vl, tasc, 3°, luglio 1945· di riposo e di lavoro del cervello; ritmo E' ·un'altra lettura tenuta alle riunioni Ut sua volta jn stretta interdipcntlcnzu coi mensili dell'Università Cattolica del Sa- riunì proprii delle attivitù metaboliche c cro Cuore, che integra la precedente ]et- visccrali, anch'esse governate ct~ntralrnentt~ tura del Nlartini, prendendo a p punto le dai nuclei diencefalici~ mosse Jelln loca.lizzazione anatomo fisiolo d) una co~picua serie di dati offt•t•ti gica del centro ipotalanùco regolatore dddalla patologia portano a convalidnrt• 1:1 l'attività nervosa corticale. ipotesl cl1 ·una. rcgolazionc sottocortlcalt' 0 L'A. si prospetta diversi que~iti: I - se (n1esodienccfa!ica) tlcll'nttivit;\ dt:lln co!idcn la funzione ipmca (che preccJcnti studi za c della vita psichica in gcncr;\lc. Deve hanno orn1aj sicur;uncntc localizzato nel si, però, precisa re che~ \se ~ acce n a lo eh t~ le diencefalo) possa. iùentificnrsi con la sud - lesioni mcsodicnccfaHchc possono protlurdetta regolazione Jell 'attività cerebrale; 2° - rc - secondo la loro ~:cdc precisa -in cosa. consista la regolazione del rittno ferenti quadri tnentali, ciò 1110n vuol ùire veglia-sonno,; 3u - ::,c quentn regolazionc che i fenon1cni psichici normali c corrinon governi anche genericamente l'intera spondenti n quei sintomi si svolgano proattività cosciente; 4° - se esista o meno prio in quelle .deternùnate sedi. Anzi vuoi una. regolnzione centrale, diencefalica, dei dire che l'attività globale del cervello, e in processi mentali e, nell'affcrn1ativa, co~1e particolare della corteccia, quando sia privada essa intesa; 5° - quale sia la interre\·ata dei controlli moderatori e regolarori partenti da quei punti nodali del sisten1a lazione Lril questi dispositivi sottocortical i c l'attività della corteccia (alia quale, cm:te n.crYo~o, si svolge in modo da manifesrnrsi psicologicamente con quei djsturbi; è noto, spetta la n1assim~ importanza nel e) l'integrazione n1esodiencefalica del]o svolgersi dei processi psichici della col'attività 0orticale si esplicherebbe - oltre scienza, della veglia e del sonno). L'A., che da anni è padrone del molte- che nella regol:Jzjone jpnica _,.: in quella plice argomento, dopo un'analisi critica intuizione elementare e globale della prodrlle più recenti acquisizioni dei fisiologi, pria personalità, nella consapevolezza della propria e~isrenza; ne; tono tond::amentaaoatomopatologj e clinici, pone a raffronto i risuJtati ai quali essi sono pervenuti, li lc c.lcll'umo:·c connesso con la condizione integra con considerazioni personali e giun- precedente c che, a sua volta, costituisce ge alle seguenti , interessanti conclusioni: forse Ja base dell'emotività; nell'ordinarr) il sonno sen1bra riferibi1e a una pe- mento te m poralc delle esperienze, nello rjodica ùeprtssionc funzionale dell':Ittività inquadra'mento cronologico dei ricordi eli un centro clienccfnlico, la cui distruzione e della situazione nttunle (u tempo inprovoca un'iper!>onnia patologica e ltt cui teriore»). La regolazione operata dal meirritn7jonc: scatenn una csagernta attività sodiencefalo verrebbe, così, ad interess~re motoria e - nell'uomo - uno stato di il nucleo, profondo della vita affettivo-emoeccitamento psichico; tiva che l'A. denomina felicemente OJl!O~

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psiche (o coscienza dell'io); neJla corteccia 51 svolgerebbe l'attività della noopsiche (o sfera intellettiva), mentre la tinzopsic/u (sfera affettiva) occuperebbe un piano in~

,_ Nuntius Radiologicus l>, \·ol. XI fascicolo IV. '

Premesse alcune nozioni di anatomia sul cotnportamento. della . pleura in corrispontermedio, talamo-strio-corticale; f2 quanto, infine, ai meccanismi cl '1n\o- denza delle sctssure 1nterlobariJ l'A • riasterrelazione fra .le varie formazioni del swne t nHevi fatti osservando centinala nevrasse, sembra (anche in base alle ricer- di radiogrammi in proiezione latero-lateche elettrofisiologiche di Martini e colla- rale del torace ili soggetti dtenuti cliniboratori) che il diencefalo influenzi, in camente e ratliologicamente sani . . Lt: radi~grafie sono state eseguite alla certo qual tnodo in ' 'in riflessa, l'attività sia della corteccia sia del midollo spinale, distanza Ùt 15 cm., con pose di tnezzo sedisdplinandola; c subendo al tempo stesso condo per gli adulti e ala distanza eli l'i.nf1uenza rcgolatrice da parte dei centri un metro con pose di un ventesimo di St!condo per i bambini. Adottando tale tecsia 11opra sin sottodicncefalici. mca, la p!eurn è riconoscibile in circa il CAnto Rtzzo. 7? ~:, tlc:i casi presi in esame e con lnagOlorlnolaringoi.lfria. gwn: frcq~enz.t nel bnn1bino. Essa appare sul rad10grumtna come una sottile .iHll.rtH.oVA. ll .. tA. : Ascesso peritonsillan:. ;\,fr:~ nca opaca lunga qualche cm.; più fre/()(lo di G'llra (:onscruariua. - (< Thc 1v[j- t1ut:ntc:mcute si rende visibile la irnn1a ainc litnry Surgeon. ,,, vol. 95, pagg. 462, 1944. JcllJ p l cura che riveste la rrrunde sc~su. l b r:l mter obnre e, di essa, L 3 parte tnfeL'A. c.Jc. ~crivc il 'iUO metodo·, ùj cura conservativa cspcri mcnwto su 442 cnsi di ton ~ riorc; t.lh·olta la hnca si sdoppìava p.er sì11itc acuta c: 25 di ascesso pcdtonsill:trc: qualche trutto. Secondo l'esperienza delripo:1o a letto c irrigazjoni sr~line caldi.!' ogni l' A uton: la p !tura inter~obare di ~inistra apparirebbe più di frcquc n te intera della 2 ore, controllando la temperatura c la conJestra. t:l dcg!i clementi morfologici del sangue. Non Ji rado la plcura interlobare norTale esclusivo trattamento fu praticato nei c:tsi meno gravi, senza febbre alta e m.tle appart: un po' più spessa della j_ con reperti .ematolorgici non imponenti, uca capillare: ci(, è dovuto alla sua dimentre negli altri casi, notevoli per spk- sposizJione anatomica, la quale permette cata leucocitosi o leucopenia, con elevazioni che, in una forte percentuale dei casi, H febbrili più o meno marcate, al riposo e piano rci:,sura~ :C coincida, per un certo alle irrigazioni saline calde fu aggiunta la tratto, con la direzione dd fascio radiante·1 oppure trattasi di interlobi particolarmen~omn1inistrazione di gr. 1 di suffotiazolo te incurvati, che determinano pnrtkolari ognt 4 ore. I risultati conseguiti d~ll'A. col suo me- incidenze dei raggi, capaci di nccentunre Io spessore. la densid e il comrasto nppu~odo' s.orebbero quanto n1~i brillanti in quanto il trattamento terapeutico usato si rente delle strie. L'imm:~gine del"a pleura ebbe a din1ostrare sempre efficace, sia nei ìntcrlobare di sjnistra ha un decorso pjù 442 casi di tonsillite acuta che nei 25 di rettilineo e verticale di quella di destra. I caratteri che, pre.c;umibjlmentc, fanna ascesso peritonsillare, i quali si conclusero 5 volte con l'apertura spontanea e 20 \'Olte differenzi«re la pleurn inter.obare destra dalla sinistra n elJa proiezione Intero-latecon la rjsoluzione completa. rale del torace, sono: immagine nel Y coTRIFILETTI. ricato per b destrn; decorso più retti" ineo e verticale per b sinistra, la quale Radiologia. dovrebbe proiettarsi anche io un piano più posterion:. A illustrazione dci concetti LEN!dtJ)UZZI (i. : o.~terva::tiofll; sulla immagine della pleura intcrlobare nella esposti, ~ riportata nel testo una interessante c chinra iconografia. proiezione lan·ro-laterale del to1·ace. •

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Malattie rare o poco note : IL ~roRBo 01 REITER. - Dc-.critto nel 1916, è unn tnabttia rnrissrn1a da tnol6 nn. cora imputata al gonococco, ma, dal R~itcr, nttribuita a uno spirillo isolato dal sangu~ (spirocha.eta forans) non confennato <.bgli altri ricercatori: perciò, si può dire, ~~ etio1ogb ancora -ignota. Fondata su tre sintomi c.tpitali: uretritc, congiunuv1te, artrite, è stata profonda n1cnte c dettagliat<lmentc stuilinta recentemente da Bauer che ne ha jn preparazione uno studio 1nonogrnfico con1pleto. In !In solo ospeda le an1ericano, durante la guerrJ testè conclusa, sono stati curati · :25 casi, di cui 9 ufficiali, di età media sui 25 anni. La sintomatologia può essere incompleta: il sinton1o più costante e .importante è l'artrite. La trasmissione della. malattia per contatto sessuale non è stata confermata. Dal :lato terapeutico, inefficaci gli n11tireum:1tici, i sulfnnudici, In penicillina. La proteinoterapia aYrebbe dato qualche risultato (iniezioni di latte). (c< J.A.M.A. n, 1:29, ~ettembre 1945, e H Journal of Urology >), •novernbre 1944).

L-\ FEBBRE DI TsuTsl7GAMUsHI o TIFo MlNoRE o Tiro DA zEccA. - E' prodott·J clnll:.t Rickettsia or/entalis, c:Iratteristicn delle vallate del fiun1e delle isole 1-Ioushu , Forn1osa, dei PescJtori. nonchè di alcune località del sud-est c..!ell'Asia e jsole vicine del Pacifico sud-occidentale e della costiera del nord Queesland. Agente vettore una zecca, la Tronlbiculn Akamush.i. ospitata da un topo infettato con la Rickcttsia ori.e ntalis. Si·ntomi principnli: cefalea, apatia, malessere generale, febbre, anoressia, bradicardia, congestione delle congiuntive, linfadeniti e una tipica quasi patognomonica escara che succede a unleruzione limitata maculosa o n1aculo papulosa del tronco. A volte complicanze polmonari o encefalitiche nei casi più gravj. Positiva la Weill-Felix per il proteus OX K tra .il 12° e il L-\0 giorno .di malattia . La ricketts.ia è reperibile n1.:l sangue durante lo staclio acuto della malattia. Dato il tipo di \"ettore - zecca - che \'Ì\'e su melte specie di roditori, In diffusione delia malattia è possibile in zone lontanissime e nelle quali sembra\'a sconosciuta ('' J.AJvLA. » settembre 1945, riport3to .da « ?vledicina », n. 7).

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LA DERMATO.MiosiTE. - tvlalattia atl etiologia sconosciuta, letale nel so~Go ~~~ dci casi, tlcll'età adulta, con inizio in forma acuta e facili recidive. Il nome della sindrome dnssume le lesioni più caratteristiche che sono a carico della pelle ( erite1na, i peri.drosi, caduta dei peli e dei capelli, tele~IO gettasi e, pigmentazioni, segni sclerodermici e di calcificazione sottocutanea, a volte con edema) e dei muscoli (st:1nchezza, dolenzia e infine ipotrofì:J e atrofia 1nuscolare). Ma i quadri della malattia sono rnoltep:.ici e svariatissimi c facilmente confondi bili con altre situazioni morbose. V. l ager e ·Grosman L. A. (c< Archi ves of Internai. Ivledicine H, vol. LXXJ II, n. 4, aprile 1944) ne descrivono 9 casi, rilevando appunto la capricciosità dei .sintomi: in tutti, r:erò, fu costante la compromi!lsione dci PlU ~co li che seguì ]'inizio clt lla mabttia. In cinque casi si ebbe febbre a ripù continuo remittentc, in due casi nowrono interes ~ amento del tliaframma e i,n rrc d el miocarc.lio con turbe c.lel 6uno, hequentis ~:i\mi i fenomeni angiospastici perjferki (tipo Raynauu). Dal lato terapeutico sono ancora preferibili le cure fi.siche . il riposo c i bagni caldi es~tndosi dimostrati inefficaci i sa1icilici, le vitamjnt, gli ~tr!:e nicali e lo ioJuro dj potassio.

Nuovi ritrova ti. Dopo il DDT ceco l'ANTU (alfa ~ naftii - tioun. a) del gruppo del tiouracile, rattictda dlic:tcissimo . D;Jllc csperien?.c conJotte a lhltimora, risulta che col :,uo uso si ottiene


una dcratizzazlortc qu.Fi completn dd quartiere nel qu.llt.: vtcnc adoperato. L'A.1~TU non t! tosc;ico per l'uomo cd ha anchr. un 'azione emetica (C. P. Richtcr, , J.A.1LA. >>, t'' c.Jicembre 1945). E, ancora : l' N~fRl ·2rJ r, I'N!vfRI·407 e l'N.NlRI~4 4 8, tre altri insetticidi u 1 o volte più efficad dci_ ~irro_vati finorJ jn uso li , Solo poche gocce di uno d i essi. sparse sul corpo, sono suffìctcnll per ottenere i •nigliori risultati. La. loro efficacia, partico~are contro. zanz~rc, n:o~The ~ varj ~ipi di jn~etti, d~ra 10-11 ore. Le tn.: sostanze, tnltto degh studt degh addett1 alle.: nccrchc della manna americana7 risultano dall'aggiunta sotto pressione di J<.lrog~no n comro~ti organici dei gruppi naftolodHeno!o. Il RUTIN ~ H nuovo medicamento per hl curn cl<·ll ·ipt.rttnsionc ln cui scoperta è stnta annunciata dal Ministero americano dell'agricoltura. Un amebicida efficace è il l)JODOQUIN (compot;tCJ ossichinolico content:nte il 63':'.~, dj ioclio) nella do~t di 3 compresse di gr. 0,20 cia~cuna tre volte al giorno per venti giorni consecutivi. Non è tossico, è ben tollernto e rier;ce u tilissimo associato all'emetina (C. Iviorton, <1 Brit. ~{ed. Journ. ))' 15 maggio 1945). Conlro i dolori della colica renale e uretaiL risponde bene il DEPROPANEX (t'Str:n to di tessuro pnncreatico deinsulinizznto del commercio) alla dose d.t 2-4 cc. per \'in ~.: nc.Jomu ,!;co lan:. L'effetto sarebbe permanente e solo 'di rado si dc\ e ricorrere a una sc.:conda iniezione. (Th. K.irwin, O. Lo,·,.sley, ]. \Venning, <l Journal of Urology l}, febbraio 1944). La CLITOCTBINA, cstrattn dali~.: clirocyl'·c, funghi .Jdla f:t.m .g.ia agaricJcee, è un nuovo antibiodco iso l:uo da Hollantl cldl 'Un l\ c:rsitj di ~Iontpellier, ad azione rnicrobicida universale e p:trticolarmente attivo conrro i bb. tlel tifo e della tbc. Il governo francese a smorzare i facili entusiasmi tlel pubblico ha prudentemenk a\ vertito che.: si è ancora in fase di esperimento ... Per i diabetici, al posto della sacc:trina - merc<. da b/trck-marker - ecco b DULCINA (para.fenetolurea), prodotta dalla FurmitaliJ, che oltrt. al pottre dolcihcante avrebbe anche quello, non indifferente, di mantenere quasi in\·ariata la cun·a glictmica. Il nuovo prodotto è stato sperimentato nella Cii nica medica di Siena dai dott. Giovannoli e Ghezzi, che ne riferiscono su 1c il Policlinico l.l, sez. prat., P-. s-6 del 4-11 febbraio- 1946.

La Penicillina nell' angina di Vincent ••• Schwartz (Cl J.A.NLA. >1, n. ro del 7 luglio H145), usando too.ooo U.O. in dosi frazionate Ji 2o.ooo U. ogni tre ore, per via intrarnuscolare, ha ottenuto risultati b6llantissimi in 14 casi di angina di \ Tincent: nliglioramcnto in 4-6 ore, gua.rig:one in 48 ore. Nello stesso nmnero di (( J.A .~1LA. H Shallcnberger, Dennv e Pyle riferiscono <Ù. 9 amm::dati trattati con pennellazioni locali di penicilUna: sco~·npars~ dci germi poco dopo il J0 giorno cbll'iniz.io ùel trattamento, mentre i ~intomi si esauriscono rapicbmente.

nella scarlattina ••• IO.ooo unità intran1uscolari, ogni ) ore, per tHl3 ~ettimana, sarebbero più efficaci degli altri metodi di cura, con le migliori pos~ibilità inoltre Ji C\'itare le \'arie complicazioni a cari.co dell'orecchio, del cuore, ùdlc: articolazioni. I medici del Boston City Hospital, che han no spcriJnentato tale cura, rhengono di poter dimettere Jngli ospedali gli ammnlati t:ntro 8-10 giorni, abbrt:\'Ìando co~ì ùi n1olto anche il reriodo del contagio.

• . • e n eH e affezioni cutanee. 4r an1malati di forme curan te Lli\'erse sono stati trattati con penicillina, per ,·iu parentale C' 'localmel1lte, da Franks, \Villium e Romane (l( Arch. of Oermat. nnd Syph. n, luglio 1 9~5), che così riassumono le loro esperienze: effica(·e il trattamento locale nelb sicosi \'olgare, nell'impetigine contagiosa c: nelb congiuntiYitc blcr.orragicJ; buoni ri-


sult~ti -

per via intr~n1uscolarc o cnÒo\ cno"a - nella skos.i volgare,. ncll '.nc~e pustolos?, nell'angina di Lud\vjg e nelle dermatosi croniche con1pl~cntc cb tnfczJont ~ccondnnc da piogeru; nessun effetto ndb psodasi \'Ol~rc, Pcl J.1chen planus, nel ~avo, nel lupus eritematoso, nel pemfigo e ncllt: derm:tuti seborr~1.che e tungJse crontche.

Diabete cutaneo. E' il tennine proposto da E. Urbach per defirùre un insieme di affezioni. cutanee (dermatiti, foruncolosi! cczcn-U, prurìgini) rchlstenti alla comune brn1acotern.p1a e che si av\'antaggiano in\'ece di una dieta diabetica. In tali affezioni, n1entre la glicemia è norm~le t.: nelle urine non vi è traccia di {llucosio, il tasso dello zucchero cutaneo è notevoln1ente aun1entato. L'A ., ins;eme a Depish, Sicher e poi Lentz. ser\'endosi Jella eletttopwltura bioptica che consente di esaminare campioni di pelle addirittura microscopici, evitando così cicatrici o J~turpazioni estetiche, hanno studiato 132 pazienti: il miglioramento in seguito alla dieta cliabeùca fu itnn1ediato e comportò anche una normalizza.zione del tasso dello zucchero cutaneo che tornò ad elevarsi non appena i soggetti tornarono n un~ dieta normale. Tali fatti mentre e\'.idenziano una relazione fra dermatosi e disturbo del tnctnbolismo degli idrati di tCarbonio, non sono legati, d'altra parte, all'esistenza di un'affezione pancre-.1tica genuina, e denotano ]'esistenza di un n1etabolismo indipendente, intermedio! dei carboidrati della pelle (« J.AJvLA. J), ottobre 1945). ~

Psicosi da atebrioa. La possibilità di psicosi tossiche neìla malaria è nota, ineno frequenti que1le dall'uso di acridinici : H. S. Gaskill e T. Fitz-Hugh ii portano (« Hu11. U.S. Army 1vled. Dept. >,, n. 36, ~· 63, 1945) una casistica di 35 1nalar.ici trattati con n1epacrina nei quali constatarono manifestazioni psicosiche varie. Interessante j} fatto che 16 eli tali pazienti furono di nuo\·o .trattati con mepacrina e in 15 di essi non si ripresentarono i sin-

. . . tonu tOSSlCl.

Diabete da aUossana. E' la forma Ji diabete sperimentale, recentement'.: scoperta, e provocata con Jruez.ioni endovenose eli << alloxan )\ (ureide dell'acido mesossalico che setnbra, nell'organ ismo umano, partecipare alìa composizione:: della mo:ecola dell'acido urico). Il diabete così ottenuto è identico al di~bete umano c di natura sicuran1ente pancreatico. L 'al)os~·ana dopo s· dall'iniezione non è più repe ribile nel circolo sangu.igno (nel quale pare

non ~i tro\'i ma~ in1condizionr normali) ma, g;:t in questo periodo si è iniziata la necrosi delle cellule che elaborano l'insulina (C. C. Baley, O. T . Baley e R. S. Leech, <l Bullctin of Ncw England lvfedical Center )l, luglio 1945). Finora sperimentalmente era possibile riprodurre la sindrome diabetica solo 2er via chirurgica (pancreatectomb) o per via onnonica (con iniezioni di est r~tti ipofìsari c1nteriori). La recc·nte scoperta .apre il campo a nuo,·e indagini sul diabete, sulla sua terapia in particolare.

Trauma e ulcera gastrica.

Y. Gray in '<) .A.:NLA. ))' 1945, 45, 887, riferisce di \'ari cast tn cui traumi dell'addotne superiore provocarono ulcere gastro-duodenali o aggravarono ulcere preesisten~i : nel primo c:Jso a~s~j spesso seguì una guarigione completa. Per Liniger e ~ol~nc us, per l'~mmissione di un :rapportc, diretto trauma-ulcera gastro-duodenale st nch1cde: n) }.'assenza provata di una n1alattia dello ston1aco prima dd traun1a; b) t1 trauma dc\ e rivestire una certa gravità c jnteressare Ja reg~one epigastrica;


173 c) l'immediato jni'lio della ·;intomarologia che deve poter essere riferita ~enza dubbi a un 'u lcern gastdca.

Chirurgia dei nervi periferici. O. Scagllctti, direttore del Centro ortopt.;dico u. Putti dt Bolo~na insiste in un interessante la~oro sulle indicazioni tcrapcutirht: nei traumi dci ·ne~\·i. 'perifcri~i (<i L:1 settimana m~d1ca >~, Yol. ~"Xl, ~· 14~ 1945), sulla nects~ità dell'intervento precoce che dà scn1pre_ nsultatt. 1~olto ptu hnllantr e co~plcti dd trattamento ritardato (si e\itano i f~no~e.nl regre~s1v1 che hanno potuto cornv~lgcre il rno,ncone periferico 0 il territono di 1nnervaz1one ùcl tratto degenerato). !'iemmeno un eventuale c;uppurozione doyrebbe controindicare la riparazione d'urgenza della le)ione. J)

Anestesia e alcolizzazione dei gangli simpatici cervico dorsali nell'asma bron. chiale. Nelb cl~n.ica chirurgica dl Palermo F. Rabboni ha trattato 45 asmatici gra,·i, ribelli alle cure mediche, col blocco anestetico e l'alcoHzzaziooc bilaterale dd ganglio stellato ed anche, quando l'esito fu negati' o, dci gnngli cer\'Ìcali superiori e del secondo e lterzo dorsale. Guarigioni complete e smbili in 17 casi, miglioranlt:nto note\·ole in 19, nei 9 casi ad esito negativo non fu possibile completare il trattamento. Secondo l'A. - che consiglia il metodo tutte le \Olte che le cure mediche sono fallite e lo ritiene preferibile alla gangliectoriua cruenta, non scevra di incon\ enienti il blocco delJo stdbto e dei g::tngli simp::ttici cervico-dorsali \·icini determinerebbe modificazioni della circolazione bronchiale tali dn ostacolare il prodursi degli accesst :Ismatici. (c< La settimana medica », 7 settembre r944-26 ottobre 191-5, n. 36-4.3).

Vaccino dell'encefalite giapponese B. Preparato dal cervello di topo infettato col ,·irus ed esperimttntato con successo dai russi che dovettero combattere l'infezione lungo il confine ananciuriano. Le zanzare dei tipi Aedes e Culex trasmettono il virus altmten~e mortale dell'E.G.B., che si tiscontra jn particolare in estate e in autunno· con focobi endemici nel Giappone, Tailandia, a Formosa, nella regione di Wladivostock, lu11go il confine russo-manciurian~ e a nord di Shangai. (cc The bulletin of the U.S . ..-\rrny 1-fed. Depurr. 1l 1 III, 1945, 32·86). Anche gli Americani hanno usato un vaccino ugualn1ente prepar~uo da cervello di topi ottenendo buoni risultati.

Ostruzione: delle: vie orinarie provocata da sulfodiazina e da sulfomerazina. Nell'urina acida la sulfodiazina e la sulfon·,erazinn, precipitando, p05S0no provocare un'ostruzione intr~renale re ureterale. A pren!nire tale 1nconvenienre è necessario mantenere le urine alcaline, sorvegli3nÙo il ph urinario. con l'uso di irrig::tzioni pelviche ureterali di bicarbonato ili sodio al ro96 e con una brga sornministrazione dello stesso sale per via endovenosa, orale c rettale. In ca$0 Ji nnuria si Je\·e ricorrere nlla cistoscopia e al lavaggio ,dei bncrnetti con soluzione di bicarbonato di sodio al ro?o seguita dall'alcnlizzazione sistematica per le vie sopradette. (0. Jensen e C. Fox, .in c< Journal of U rology », ottobre 194~1 ).

Anemia e Vitamina B. Una nuova vitamina B, contenuta nell'acido foUico, darebbe risultati efficacissimi nell'anemia. La scoperta è dd ùr. Tom B. Spt>s, dell'Uni\'ersirà di Ciocinnati, che ha recentemente annunziato tale nuovo tratt:tnlento. I primi esperimenti, fntti su ricovcratj dell'Ospedale Hillman di Birn1ingh:1m, h:tnno ~ostrato ~he ~à ~l terzo-quarto t,Tiorno lli cura gli anunalati stanno n1eglio l! (ht: tn breve :1 otttene 11 ritorno nlla norma del tasso emoglobinico e del numero dei globuli ross1.

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Denervazione vagate nell1 ulcera gastro-duodenale. Dragsted e Sch:tfcr (1< Surgery 1,, m'"tggin 1 ~)45). in 1.) rnn~ati con. ulcera gn~tdca cd uno con ulcera L!Clstro~duodennle hanno proceduto r~lln rcst:ztone ùct tlue vaglu nel decorso lungo b p~rte inferiore dell'csobgo! kgandone quindi i n1ot:c~ni alla p~cura onde t;\'Ìtare la ìrigenera7Jone. T'utti i pazienti n1eno uno sono guantt tnentre 1n 3 dj essi, in seguito a disturbi di canalizznzione, si è! dovuto praticare una gasterotnterostotnia . G li AA. \hanno basato il loro trattan1cnto sul concetto che l'ipersecrezione di succo gastrico eli t:di n1alnti sb a $fondo preminenten1ente neurogeno: l'ulcera gastro-duodenale san:bhc, infine, una n1alattin psicoson1aticn.

Trattamento delle distorsioni con spruzzatura di cloruro d'etile. Pare che nelb. tcrnpia delle distorsioni rnedianrc la mobilizzazione attiva precoce risponda bene l'~nestesia locale superficiale nl coruro di etile: R. Bruigharn ( << Nfilit. Surg.)) , 96: 170. febbr. 1945) che la consiglia . assicura che essa è preferibi le, per sem~ plicità e sicurezza, all'anestesia no\·ocainica. Ad evitare un congelamento della parte, rarissimo d'altronde, è opportuna sp::d n13rla con lin.jmento canforato subito dopo la spruzzatura. Le guarigioni sono state dal 6o al 90 ~~. cl vantaggio~ inoJtre di evita.re la in1mobilizzazione con apparecchi gessati.

Intossicazione da pentacloronaftaline. In uno stabilimento per il ri\'estimento di caYi d 'acciaio, della n1anna da guerra all1ericana, ove la\·orav:lno 2.500 operai si \'erificaron0 450 casi di avvelenamento da pentacloron:lftnline. Si lamentarono· 7 decessi. Sinton1atologi:1: eruzioni cutanee papulose, turhe gastrointestinali a n1ano a mano più intense, lesioni epatiche gravi con alterazioni tlelb bilir ubinen1.· a, della proteinemta, della colesterolemia. All'autopsia, pre,•a lenti i ~egni della imponente epatosi. (Cotter, « J.A.11.A. )> , 1944, pag. 273).

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La laparascopia nella pratica medica. Interessante monografia tlel prof. 'B. Nolli della Clinica tneclica dj IV1ilano, 1n cu1 s1 riferisce sul metodo d'indagine propugnato sin dal 1901 da K.elli.ng, ripreso da Jacobaeus nel rg1o e successivamente studiato da Renon, l{orbsch, Umerricht, Kalk e, in Italia, da Fabri e P::1rn1eggiani, Panncggiani e Lucchesi, c, ora, dall'A. che descrive lo strumenta.do adatto e la tecnica (che permettono una visione quasi diretta) prospetta le indicazioni e controinc.licazioni, illustra i· vari quadri patologici t conclude affern1.ando che la laparascopia rappresenta un efficacissin1o n1czzo d'indagine:: soprattutto nelle malattie del peritoneo e del fegato.

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II vaccino antinfluenzale. '

Nel fascicolo 1 r) , luglio-agosto l945, accennanùo in un eclitoriale u1 vari progress1 della meclicina Jur:Jnte il perj odo bellico, segnalavamo In preparazione di vacctm contro alcune mal::1t tic jnfett.ive- a m ezzo della n1cmbrana ai i:HJtoi de delle uova dei polli. H Victory >~, vol. 5, n . x, rJferi: cc della prepar::tzione su larga scala tli ' 'nccini ottenuti con tale sistema contro i virus A e B finor::1 :1cccr tati, Jopo la scoperta del dr. Franci c di un altro tneclico americano, dell'influenza . L:.: quantit~ di vaccino ordin:lte jn America dovevano essere sufficienti a. jnoculare tutti gli uonùni alle armi. eli qu::IlsiJsi zona, al prjn1o Jnanifestarsi di un'epiclenua. Un uovo cHt una Jose eli 1 cc. di vaccino ~ntinfluenzale e finora sono stati trattati ben 15 n1llioni ili uova attraverso procedimenti sdentifi.::i rigorosi ed ultraselezionati che nitide, interessanti fotografie a colori illustrano efficacetnente. I soli laboratorii ùclla Parke Davis Co. lavorano su oltre 10o.ooo uo\'a la sertin1:.1nn.

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Cura deUa tularemia. E' fatta a. mc77.0. delle iniezioni tndo·.,·no c di tJttrato soJu:o di bismuto. Secondo Jackson che nporta tl nuovo n1etodo in l • ~\mcrican Journ:1l ot Nlcdical Science ,1 in 01 ma1at1 b febbre scomparve uopo 7 ini(;zioni, quo idl:tn!.!, in n1 ecJ 1a. Rari i sint'omi di intolleranza al bis1nuto.

Il Ciclotron~ e il cancro.

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<< cli~dn~egrat~rc

d'atomi n che ha prodotto H__pr!mo (' jlutoni() H per la bomba atomlca, potra venne usato, secondo quanto ha :tfttrmato 11 prof. E. o. Lawrcnce delJ'Università u~ tBerkclcy (CalifoPni1), premio Nobd pc:r la fisica . ne,.li :,tuùi ùcl cancro. (Già da tempo elementi radioatth·i \ engono uc;ati nella cur::: dt:i cancro con qualche successo). . . . Dalla stan1pa amencana apprendJa,m o che Il dr. Rngtr J. \Villinms ddl'Uni,·ersità del Texas ha annunciato al Congresso dell' Associazior!e chimica runt.ricana, che si è tenuto nel marzo ad Atlantic City, la scoperta del bacillo dd cancro. Sarà \:ero ? Intanlo l'ufficio statistica eli \Vashington ha cornunicatv che dai 1924 al 1945 sono morti in AmLrica per cancro 501.419 persone.

Epilessia e Roengenterapia. A. Znnetti, in una nota su <( 1vlinen'a med~ca ,, (n. 6, ro febbraio r9.16, p. IOI), riferisce dei nuovi risultati conseguiti i.n 130 epilettici trattati con roentgenterapia n mèdie e• ;a grandi dosi (metodo noto e già usato da noi da BeJ,ta e ).{ascheroci) sÒprattulto nelle forme post-traun1atiche e in quelle :tccompngnate eh iperten~inne- dd l.c.r. Tutti i casi sono statù in ·precedenza sottoposti all'es:lflle encefalogra.fico che cosntuisce un \'alido aiuto dal lato cliagnostico-terapeutico.

Anestesie peridura.Ii segmentarie alte nella chirurgia delia t. b. c. polmonare. E. 1t1icheli, della clinica chirurgica di Torino, rifeòsce su et 1linen·a medica · ~n. 4, 26 gennaio 1946) dei vantaggi che l'.1nestesia peridurak segrnentaria. alta (Dogliani) ha dimostrato in oltre 400 interventi 'eli chirurgia toracica in mabti ili tbc. fOlmon;:rre: rispetto agli altri nletodi di anestesia (locoregionale, sottoJracnoidea e generale). L:! n1anualità delicata del metodo~ è faciln1ente superata dopo unn bre' e esperienza .

I geloni (consigli per H prossimo inverno ... ).

1\.I. Raffaelli (t< Radiologia>>, I: 109, 1945) ha J\'Uto incoraggianti succe:,si da H' uso dei raggi infrarossi che determinano una iperemb attiv~t con conseguente nùglioramento del trofi~mo dei tessuti lesi e aumento della capacità reatti\'J \ erso gli stimoli esterni. Su 40 paz., servendosi della lampada « Esamicron » che emana radiazioni a lunga lunghezza c.l'onda (6ooo A.) infrarosse, invisibili, monocromatiche, dopo 15, 16 sedute quotidiane o a giorni alterni della durata di circa. 10-15', alla dlst::tnz._t foca l ~ di cm. 40, ha ottenuto la guarigione dei geloni in tutti i casi non complicati d:.t ven.' piaghe dovute al successivo i1npianto di infezioni secondarie.

Mario Donati. Si è. spc11to improv\'isamentc :1 1Iilano, in. sera tlel 2:2 gennmo scorso, il prof. Mario Donati. Vittima uelle ltggi razziali avera la~òato l'insegnamento ufficble nd 1938, pur continuando In ~ua attività di chirurgo nel campo prism_o: J?opo. 1'8 s_ettembre 1943, per sfuggire alle persecuzioni n:~zi-bsciste si e:a. do\'u~o n~gtare Jn 5\'Jzze:a: o ve gli venne affidato l'lncarico clell 'insegnamc..nto Ji cltniC3 chlrur_gic:l n.clle UlU\lerslt_a eli Losnn.na e Zurigo agli stuclerHi jrnlbni colà ~ifu~ad .. C.1duto il fa'icbmo ave,•n n pn:so il suo posto di clinico chirurgo all'Unven,ttù dt l\liLtno.


Quarantadnque anni eli ~ttività didattica e operativa, una prod~zior:e di oltr~ 200 lavori in patologia e clinica chirurgica (premi~enti quelli sulla c~Jrur!fa addom~ale) rappresentano il contributo dato. da que.sto gen1ale Nbrstro alla chirurgta che oggt Lo ricorda cd csa1ta nella stampa 1nternaz1onale.

Riunione neurologica. Nei giorni 7, ~ e 9 aprile, presso la Clinica del.!~ malattie nervose e ment~li _dell'Università di Genova, indetta dnl prof. L. de L1s.1:, ha avuto luogo una. r:uruone neurologica, che per nun1ero eli partecipanti, per qu~ntità ~ impo:t3JD~a, delle co!Dunicazioni presentate ha segnato un vero successo per gh organt.Zzaton e un affermaztonc di vjtalità della Società Italiana ~i Neurologi~. Dci lavori del Congresso diremoj nel prossimo numero.

Congresso dei donatori di sangue. . Si è tenuto n 'tvlilano, dal 24 tal 25 febbraio per iniziatjva dell' A.V .I.S., fondata <bi dr. Fermentano, un « Congresso n~zjonnlc per b emotrasfusionc n, prcsir'duto da i\, Ferrata. Su proposta deL prof. C. A. Ragazzi è stata ~pprovata una n1ozi01H! circa la <<necessità che sia definito il carattere di sen rizio socblc ùclla trnsfusion<; dt!l sang\w e demandato a 'un. Con1•itato provvisorio lo· stuclio cldla definizione giul'idka c puhhlic:t dal servizio ·stesso». IL pro f. Ferrata riassu tneva j,ru un o. <.l. g. i pwlli .t'S!'Cn?..inli trattati, fra i quali ricordiamo il voto « che risorga l'A. V.I.S. su basi na1.ionnli », <C chC' j Comitati• provinciali abbiano una funzione unicamcn(c du controllo H, t< che ogni asso'· l\

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d azione provinciale conservi la propria autonomia tecnico-nn1n1inistr:tth·a H .

Associazione italiana per gli studi dell'allergia. Sempre a :tvlilano, è stata costituita l'Associazio ne itali:lna per gli studi dell'allergia, con lo scopo di promuovere c coordinare gli stuùi tncl cmnpo della p~tologia, della clinica e della terapia dell'allergia. Il Cotnitato pron1otore ha designato a suo presidente il prof. C. Frugoni. Segretario H prof. Sangiorgi, ~via Rivoli 2, 'tvlilano. Igiene nei treni. 11 Sindaco dj New York,

~'Hliam

O. Dwyer, ha in progetto impianti di aria condizionata e di luci gemucidc nei treni di quella città. La lotta contro le malattie infettive si adegua sempre più :tl progresso della scienza.

Frequenza delle malattie epidemiche nel mondo, Dal << Bollettino di j,oformazioni epiden1iologiche >J, n. 15, pubblicazione bhnensile dali'U.N.R.R.A. per la raccolta e diffusione delle notizie sulla frequenza delle mabttie epidemiche nel mondo, rileviamo: A Roma la n1ort::Uìtà per tbc., polmonare è per lo meno raddoppiata: a Berlino, Jopo ]a epidemia di diftedte, si sono avute, in forme gravi., epiden1ie eli dissenteria bacillare' e di tifo addonunale. Nell'Olanda prevale la cli&erite, con il so% dei colpiti riferibile ad adulti; in Finlandia fino al 6 settembre 1945 sono stati denunziati 2472 casi d.j pat atifo; a l'vlaniln a umento allannantc dei casi di sifilide e di tbc., nonchè di blenorragia c eli malaria.

Nella stampa medica. Si è pubblicato il I 0 nu1nero di « Nfinerva chirurgica >J che completa, con la parte chirurgica, la brillante attività sdcntifica e didattica di (< Minerva medica». Dell'istesso gruppo << Edizipni l\1incn•a medica» cii Torino riprendono ]n pubblicazione << Jtnlitt mc:d,ca 11, << lv/alati, medici e medirinc: >>, <<Archivio pe1• le Scienze mediche», (<Il dcrmosifilografo »,

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ginecologia,>, a l nfortunisti.ca e traamatologia del lavoro», «La


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farmttc:ia nuova >>, << Giornale italiano di anestesia e analgesia)) c la ccntenJ.rija (( Gaz::etltT medica italiana », fondata il 1° giugno 1842 da Agostino Berta,ni, nlcdico ùi Garibaldi e tenace cospiratore contro gli Austriaci. La «Rassegna medica sarda '>, organo della ,~ Società fra culton' clell.. - , · 1· d" c sacnze mcl .l, e l·1 (( F.,l"lU eliche natura l me LCO >l , a cura delld (( Sociel ~. nledl' rn d l F . ,. • • • • • c -... e rlUJl H hanno yisto nspetttvatnente la luce :1 Cnglian c Udtne. • Il et Poliedro m edico H, iliretto da G. La Cn\;n, !(.~sce in Roma ogn1· n:1ese Il _ · ili ' ff · · · · pra gran1ma .d~1 nuovo perro co c « o nrc :u ~edtci chirurgi. e spccblisti unu visione il più posstbile completa, e pertanto necessanan1cntc sintclica, del movimento medicoscientifico internazionale >> .

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Segnaliamo : .. Dopo u Penicillina >> ecco altri 4 recc.:ntisstmi supplementi spcCJali dd (( Bollettino ml'd ico )) (?vlcdicina) puhblkato dall'U.S.I.S.: Affc:r:ioni ttrogenitali - \f\1afattie contagioJt.' . Sangllt~ (!1 curn, quest'ultimo, dd prof. lvL Volterra dd 1\Ir. tSi!nai 1-lospitnl, Nnv York, <.:on l'tu;sùncnzn del dr. G. Pnn1piglionc di Rornn) - Stomatologia.

Contributo dei medici n1ilitari alla guerra di liberazione. FnL le· V~ldt: puhblkiihioni ntlc ad jllusrrLlre l'atlivitn panjgianu dopo il settembre ''H 1· ~ eli liOl ('vo lt ~ inlcrcs~c.: per In Sanirà ~mìljtarc.: ln relazione lC Il servizio sanhari() milh.u·,: in pj,:lllon!e rlr.l p<.:noclo clandt·~tÌIIO c urlla guerra di liberazione )) (« Nfinen·n mt:dicn ,,, n. 1..2, :25 marzr) ry..J6), JH.:lla quale il maggior gt~ncrale 1nedico prof. Stefano Pc·rric r ti~t!l!,urrw l•attivui, t, volta clni ntc.:dici n11liLari del P•r~monte dopo ' lo sbandamento generale ddl'c:,en:itc, ·~u·.•Jcguho all'nrmbti::tio. Attività rhc si C~iplicù in primo tempo, ne.:! pcrio.do d:tnÙC'il i no, Jn u11 VttSlu c.: pcricolu!>o :,erYit..io d t assi'itenza a quanti operav.Hlo nella loLW contro il nati-f.l~·rhmo (c jn l.tlc: ocr:~stonL molti furono gli ospe. dali anche civjli che ~tffronL:Jrono con alto spirito p=ltriottico il d schio di ticovcrare patrioti fc.:riti n1entre numero"; c,tabilirn'·nti farmaceutici contribuivano al rifornimento di meclicinali c di materiale:- dl mcùic.1zlone) c.: a sabotare, attraverso dementi fidati negli ospedali militari e d vili, le disposizioni e i provvedimenti! ddl'e:,ercito repubblicano per il reclutamento di uomin1 c per l,istitu~ ione ùi nuove.: unlt3 sanitarie. Contempo raneamente si prepara\'ano i quaJri delle vade dire1io ni di oc;pcdaJj Ji Torino e provincia e si organizzaxa tutlo quel la\'oro jntcso ati evitare distruzioni e nsport:-~zioni negli stnbiJimentj sanitar! :tl momento rlcll'occttpnziont' partigbna o degli alleati: Javoro coronato da pit!no successo. Nd periodo insurrezionale l,atdvità dei p:urioti fu preminentemente dorgnnizzatiYa: si ricostituirono i v::1ri servizi sanitari e jl generaJe Pc.:rricr, direttore di Sanità militare in Piemonte del C. V. L., con i collaboratori che già IO! ave\'nno affiancato nel precedente pe-rioùo, svolse coraggiosan1ente tutto il non facile compito eli rimettere in efficienza i vari ospedali, quello di Torino primn ùeg1i altri, di provvedere ad una prima selezione del personalt! rimasto, di orgnniz~1re l'opera di assistenza agli ex internat1 che rientravano 'jn, Patria (a Torino sorse Uiù nuovo ospedale di trecento letti appunto per tali reduci). Tutto un lavoro yerJmcnte colossale, irto di eli fficoltù cPj ndole anche materiale \(Yettovagliamento, ve!)tbrio, pagn.mcnto s_tipenùi e_ indennità ecc.) che torna ad onore dd colleghi piemontesi e che ndb sucClllt~ •rcln ztone del generale Perrier è riportato senza atteggiamenti retorici, con la semphctt:l e In n1o... destia di: chi sa di aver compiuto un alto dovere.

Un centro di ricerche mediche. E' stato organizzato da r43 Compagnie.: Ji .tssirurazionc: ~ulb \'Ìtil, degli S. ,·U. d' Amerka e cl cl Cnnadà, per studiare le cause dd le principali mnl:tttic che mifl!lOO la vita umnna. Le prime indngini rigunrdcr.1 nno le malattie tleWappJrato cnrW0\'36-

Giomal~ di medicina militare.

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sco \are responsnbili jn America ùl drcn 1/ 3 delle ~11orti. 'hc si vcrifì.cn nr) :'nnun~!1l.Cntc. Sono stati slnnz.iati 19 n1jl1oni di cloHari con1e pntno fondo per gh studJ rclntlvt.

Medici militari allea ti decora ti. In I'i.cohoscitucnto delta inf,tt.icabile, briU..1~1te optra di1 neura-chir~rgo prestara ùurnnte la guerra, il colonnello .n1tdico britannico Jr. t~len Spurlin~, è stato d_ecorat~ della Legione! al 11erito. lviiglìnia di i t'ltcn·cnti sul c~rvello, ·sul n11doHo c su1 .Ften•t

periferici (in 2873 suture di nervi ottct\nc 11 98('{, di guarigioni cotnpl~te) ~ulmi~ati con qùello del Gehernle Patton fratturato della colonn..'l vertcbrnle, tesnn1orunno l atti\'ità davvero sorprendente e fonunnta di questo djstinto Collega.

Al colonnello n1edico R. :\. A.rnest e al ten. colonne!lo medico W. C .. .Willian1s, dell'EEen:ito Arner.icano, è stata conferita la medaglia della Commissione Statunitense del tifo per b campagnn contro il dern1otifo svolta nell'Italia n1eridionale (a Napoli sopr:1ttutto) dall'ottobre 1943 al febbraio 1944·

Per finire .•. : ecco la democrazia. In tanto dilagare di... prQfessionismo tlemocratico non sarà male ricordare e medirare sui seguente brano della: Rela.zione finale della Conferenza della Casa Bi, m ca. (\Vashington 1940) su {( I fanciulli io una democrazia » : c< in qualche luogo negli Stati: lJniti, in questi ultinu anni, è nato un ban1bino che nel 1980 sarà d~tto alraltissima carica della Presidenza di questo paese. Noi non possia1no sapere il nome eli questo bamb5no, nè doYe egli ~i trovi. La sua casn può trovarsi in qualsiasi parte degli Srari l..Tn.iti e i suoi genitori possono app-artene:-re a qualsiasi classe ~ociale. La !:JUa [anuglia può e.;;sere quelb d1 un n1inatore, o di un agdcoltore) o di un disoccupato o\·vero una famiglia ricca che possa offrirgli tutta la protezione e tutti gli agi che possono acquisrarsi· col danaro. Se noi potessimo gettare uno sguardo• al futuro tanto da cDnoscere il suo nome e il suo paese natale, quante cose non desidereremmo fare per lui, quanta cura non vorremmo avere per la sua salute, il suo ambiente, la sua edu-cazione~ i suoi compagni, i suoi viaggi, le sue ambizioni. Ciò che noi vorrenltno poter fare per questo bambino :~C:onosciuto futuro Eresidente degli Stati Uniti, noi dobbiao.1o esser pronti a fare per ·ogni batnb1no, per metterlo in grado eli v1vere una Yita piena e di essere utile a se ste5so, a1!a sua comunità, al suo paese l ».

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PROCLAtvfA DI S. A. R. IL LUOGOTEZ\E"TE GEXERALE DEL REGL'\0 ALLE 1.10RZE ARNIATE IN OCCASfO:\E DEL 1° ANNUALE DELLA LfBER \.Zl '):\E 'ti

Combattenti della guerra di libera::ione!

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A Voi, nell'annuale della liberazione, torna l'animo nconoc;cente e mcmort clt:i cittaùj uj. Allorchè tutto sembrava perduto, v·oi rnoc;traste cosa possano l'amore per la Patria e b fede nel suo avvenire. E con il \ostra eroismo 4n·cte arricchito t'epopea itaHcn di nuove gesta. Rapidamente riordinati, , i soldati di un::t guerra put:" ~empre eroi~rnente- comba:tuta tornarono primi all'attacco; i marinai conùnuarùno a tener aJta ~ul mare L1. h:!odiera mai ammainata; gli aviatori ripresero con l'.1ntico sprezzo della morte i combai ti menti nel cielo, a rutti affiancandosi con fraterna gara eli p~triottismo. di ckdizione e eli audacia, i partigiani, che ben ~apevano eli coinvolgere nella lorta anch.: le loro famiglie. Queste forze vive ed erokhe diedero alb ·dttona delle potenti armi alleJte un contribu~o ogni giorno più evidente e sicuro, ogni g10rno più lealmente- riconosciuto. Quando un poFolo in così aspro travaglio non cede eli fronte alla .immensità della sciagura e alla .avversità del destino, ma trova nelle fibre profonde delia stirpe i! coraggio per non disperare e la forza per lott~tre ancora, quel popolo può alzare fa fronte:: davanti a rutto il .tnondo e affc::rmarsi degno di un migliore a\·\enire. E questo l'Italia lo deve a Voi, soldati, marin.1i, avieri e partigiJni. La Patria vi ringrazia. Viva l'Italia.

Roma, li :25 aprile 1946. U~fHERTO D l S.-\\

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PRO ORFANI DEI MEDICI MORTI IN GUERRA

Il nostro appello ai Colleghi d'Italia /; z ,uJt~:to tnm. JÌTrJ.patica. risp,ondenza i11 Giornali e Riviste Jnediche e presso gli Ordi11i dei Medici, le Dire.zloni di Sanità e degli Ospedtt/i Afilita.ri, i Colleghi civili. E' troppo nobile- lo scopo della nostra. sottosctizione p'e·rchè in,S~istiaml'r> nell'illustraJ·lo e sol/ecitlz,·e le offerte. Dia11~o tutti- sia. pure poco - n1.a tutti il nostro contriburo: non attre1110 1nai conzpittto ope1·a più buona e generosa.

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ACCADEMIE E SOCIETÀ MEDICHE .. CONFERENZE, COMUNICAZIONI E DIMOSTRAZIONI SCIENTifiCHE PRESSO OLI OSPEDALI MILITARI

SOCIETA' MEDICO-CHIRURGICA DI BARI .

Seduta del 6 febbraio 1946: presiede il prof. Luigi Fcrrannini G.: Le malattie veneree a Bari pri.ma, durunte e eforo fa grurra. In base ai .dati desunti dall'ambulatorio della clinica, c.b!lc rico\ !."rate in sala celtica, daWambulatorio profilattko eli controllo, dai malati di pratica privata nel decennio 1936-r945, l'A. pur con tutte le riserve nece,sarie in questo genere di statistiche, })ErtTACCINI

riporta l'impressione che l'aumento delle ma!attie veneree durante 1a guerra, a Bari, non è tale quale lo si potrebbe immagin:ue in una città che è stata sede di .ingente passaggio e permanenza eli truppe dei diversi eserciti per tutto il tempo della guerra. L'anno dci iivelli n1assimi raggiunti è stato il 1943, c dopo si ~ imzjata. la discesa chi! tutt'ora continua. La malattia di cui si è osservato il massimo incremento in infezioni n:.ccnti è stata la sifilide, mentre i live:li del;.l blenorragia sono rimasti assai inferiori a quegli degli anni 1936-1938. L·u~ceréi tnoll~ ha subito da livelli bassisirni. un enorme ·aumento il 1943, risc~ndendo tuttavia rapidamente alle condizioni di prima nel 1945· lv1AsELLI - CAMPAGNA

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V.: /nf1uenzal della marconitcrap~t7 nt:!la fornw::ione dd ca/io os.)-co

di ft·atttwa. Dimostra la spiccatJ dzione- stimolatrice delle onde corte atermiche dcbo~i :>ulb formazione Jcl callo di frattura. L'originalità delle ricerche è rappres::ntata dal fatto che in tutte le esperienze è stare notato Utno stimo~o locale dellr" onde corte ::uermichc sullo stesso sistema reticolo~istiocitario il quale reagisce in maniera rile\ ante in rap, porto evindentemente a modificazioni biochimiche locali. Rucc1 E.: R,/ievi clinico-statistici su so casi di tetano. L'A. prentle in considernzjone so casi ili tt"tJno ricoverati jn clinica meilic.a dal 1939 al 1945 dimostrando con dati statistici la bassa tnortalitù ottenuta con b somm.inj~trazione <.li so.Jfato di magnesio e Verona! in associazione al siero. 1

Seduta del 6 marzo 1946: presiede il prof. Luigi Ferratulini Pl:.sCE

V. S.: Elenfasiasi della l'tJlr.,a..

Con1unica un caso di elefantiasi Jella vulvJ. osservato ndl.I dinic..t o'itt:trÌC.l di Bari, interessandosi :unpiamcntc ùel problema eziologico. Hiticne che la malattia debba essere consitlcrnta come una corucgucnza eli alterazioni Jd sistema linfJtko a livello ùelb regione genitale, in rapporto ai trnumi, btti infiJJnm~tori c."'Cc. e riconosce Ja eziologia delln sua osservazione in una Jen11atosi della regione so\-rapubica t: della rndicc delle cosce. CERRI

B.: Epite/,oma cutaneo di non comune os.;erva:::ione.

Presenta un giovane ùi 25 anni, da Canosa, con una tumt--fazione d.el. Yolum_e di unn piccola no~c in corrispondenza dello zigon1o ùestro. L'nf-J-1L"tto chn1co c _Il dc~orso fanno pensJre ad una neoplnsia connettivale: l'~~ame __i:t?logico però, pone Jn cndtnza l n struttur~1 netto mente epiteliale dell;1 ntoplaSla. D1 t ha le per orn c lo sra-

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bili re i l punto ·w partc.:nz.a dull'cpiteliQnla che si ~pera poter cono!:çerc con ricerche condotte su tutta In n1assa qunorale che potrtt venire asporta.ta ch.irtlfgic~ment~. . TRtPoDo C.: Lattoflavintr t: p1·odu.zione di antico1'pi. La somnùni.strazionc di lattoflavina Bayer (rngr. 0,2 per kg. di peso corporeo per via sottocutanea ogni terzo giorno) i n conigli vacdn"\ti con bacillo tific01 ed immunizzati· con globuli rossi di buL•, determina, se con1ten1poranea al trattamento immunizzante, un :1umcnto dc~ ri~pettlvi indici in1munitari del siero (potere agg1W:in;mte ed emolJtico) spiccato, precoce, fino al triplo, quadruplo, dei val od riscontrati negli animali di controllo. Questa azione intcn~an1cntc attiv\1 escrcilat~t dalla vitamina B2 suHa protl~zione di ngglut],n1nc ed emQli,sinc, va verosim,ilmente correlata alla proprietà da es.sa posseduti:\, di esaltan1epto ed ~ccelernrnefl.to dei processj ossitlo,_ riduttivi cellulari aoi quali d~ve ingranare lél for~·nazione di anticorpi. CATALANO

G.: lmpi(ltJto degli ureteri ne:/ 1·ef(o sigmal e ci.rttctomia totldt.:.

Sulla scorta dci risultati ott~nuti ir\1 qu~ttro cns.i~ opern\i di cisll'Clomia tol \lll<: pn~vio impianto degli ureteri nel retto -sign1n clisc.:ute le indica:doni t~ \le n\otl{dit~ dt'll'i~n~r!t· · vento; e conclude 'che la cistecton-.in totnlc· prcccdutn dall'imphtnto. "kg'n ~ll't~lt'l' Ì •wl retto sigma è un proceilin1ento operatorio che mcr1ta partiçolurc.: allt~nzionu p\:rchè t~ il solo n1ezzn a disposizione per rin)ecliare ~ così tristi infc•rn1ità. T('JH'ndo pt·tst:l\lt• il facile risultato ottenuto in tulli e qttattro Ì C[,SÌ operati! è \\tl~Ol"'Ì•7.'l.!HO ad nrfcrn\lli'C che il destjno di questi Inalati è oggi d~cisamcnte n1igliornto. Questo iliAct•vcnto si può dire or~ ;uscito dalla fa~e speritncntale dntj i risultati ottenuti nc\Pnpplìc:11ionc di· nica. Perfezionando ulteriormente ln tecnica c praticando l'inlcrvcnto in più tt:mpi verrà ad essere n1igliornta la prognos1 e le inuicarioni potran1no essere più estosc.

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CATALANo G.:

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Innesto osst:o nutop{rtstiço ut:l trattam ento delle pseudoartrosi.

Presenta tre casi di pseudoartrosi fibrosa di ossa lunghe trattati con innt.'Sto osseo auto1plastico~; in Uirll caso particobm1ente grave ha associato all'innesto in perforazione alla Bech; i risultati sono sen1pre soddisfacenti. Ha •preferito l'jnnesto osseo auto plastico; jn un caso particolnrn1ente grave ha ~ssociutç> all'innesto la perforazione . alla Bech; i r.isu ltati sono· sempre soddisfacenti. E-Ia preferito il'jnnesto osseo autopla·stico pcrchè questo possiede le r~datte propdctà vegetative costituite dalla forza vitale per svilupparsi in un terreno appropriato. Con1e tecnica tra i. varl metodi proposti (affroman1ento, incastro) ha pr~ferito l'incaviglìamenlto centra!e bipolare perchè assicura: r 0 ) riduzione e contenzione perfett~ dci monconi senza impiego di materiali estranei; 2°) possibili-tà eli UJ1 'app~icazione corretta che permette tra i. n1o.pconi e l Q innesto il rrugliore scatnbio eli m::tteriali nutritivi; 3°) possibi:ità dL evitare i clislive.\Li dei I11010C0Jlll C del trapianto con formazione di lacune che OStacolano il soJlecito attecchinle'n tp; ~.0 ) possibi.\ità eli nquarc stretti rapporti pennanenti tra Jnoncone e cavi gUa i~ motlo d~ rendere anche possibile l'ufo precoce ili sollcdtaz,i oni statkhe funzionali 'che sono cos1 important~ per l'evoluzione dell'innesto. Come caviglia ha fatto uso sempre di una unità ossea. completa (ossia di una stecca che comprorlldc osso, endostio, e midorllo) prelevata dalla tibia.

Seduta del 3 aprile l946: ptesi~de H prof. Ltdgi FçJ;~~aQnipi ìv1AsELLT ~ CAMPAGNA

V.: Sulla patogene.si e su/ trattamento delle çisti. ossee s.o)itarid.

Preenta una larga casistic~ personale di dstì o·s<;c;e solitarlc discut~ruclunc ampia. 111tntt:1 la patogcne~l c ilht st r~ndo 1 risultnti ottenuti sj::t col trattamento cruento ohe co 1 q·ùdlo jncruento.

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P.: Carattr:ristir·hc anatomo-rlinic:he dd tiHt:oma del .wcco facrimu!c TJ:..'L/e popolazioni Jibic:he. Constata la ùl~fusione c b. rravit;t . ~Ielle nf~c~i01.1i . t~nc?mato~c . nelle popol~zioni

BrLLECCl

libiche che 1nette 110. rapporto a1lt' cattl\e cond1zro•11 lgtcntco-sonali, nllt: condJz..ioni dimntiche, alle cure ~mp~richc oltr.c.: che alle car[ltteristicht: cli raz7a. Lo :,tudio istolobtico di 22 sacchi la~nmalt ~sportatt a tracomato•i lo porta a concluuert.. che b dacriocistite in tracom~lloSI non e sempre dt nnturu tracomato~a.

P.: Le (1//(ttiZÌoni cietlniciali della cornc:a ndlr popolazrom libiche. Ill'ustra gli nspt.•tù d inici ed ,.,natomo-pntologici ~li ~tkunc alternziunj dc.ttnzjali JeJLl cornea, q un~ i sernprc C!>iti Ji complic~tn zc di J·rGet -~i inhnmrnatori congiunti vali acuti c cronid, c: 'dd segmento_ nnttT;on: dell'orecchio o~scn ~lte nelle popol;zit,.ni liB.ELLECCl

biche. ] ntcrpn.:ta la p.trt \colar~ trcqucnza con cui rali le$ioni si complicnno con glaucPma c t~nJoftaln1itc ~ccnnc..lana come legmc non ad una ~pccial< · eziologia ma a fattori • ;tY~iali, < lin1~\lici, ;tlirnt:nt'ari, nn1bientali c Ji igit:nt: !-!oc1ale. ( .~l' l i Il

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cinit·/u c.VI'r~tte: .r.rsocùr=icmc: cTncUifv-chinin,l.

11.1 pr.tlit:tln in -)O tifosi contt·mpor.lllt".ll11l'll.tc .db ink,·onc cndo\'cnoc:a eli attntHo, la inH'Iiom· hatr.tmuo.colare di chininn (l gr.); ha vi ~to così talora abolita, semprt: d do l La, l.t Jt .ti' ic}flt' f<·bbrilc· d t l vace i no, pur conscn•andosi in pieno In. ~u~t azione l'Unlti\'a. J)j•. utr· quindi della imporlJnn t J('lla rcJ:zione febbrile nella Yaccinoterapia c· dt 1l tncc:canr•,rno di a1.ionc~ !lltlipirctogc.:na dclb. chinin:t.

F. : r:on.· idrrct.:;ÌOf/1 dtngnvsthlu? su dJ li/l UI.IO dJ t'Ch!IJO(OCCO 'l t:rlt:bralc. Riff·ri'lCl! ~u un cJr,o eU chti du ech inococco n cadeo tld corpo Jdla 1'\ vertebra Jomb:1r<: guarJt;a con calci ficni'Ìnllt: pa'-~1 v~• tkl t1 ci!Jti. Si ~offcrmn sulla diagnostica diffc.:n:n7Jnlc tra In ~pondrlitc: , tUJnon n Ct"llu!c giganti, c cÌhli ossee es~cn ziali e l'aHcVrr J· IUIO

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zionc 5n oggetto.

ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI FERRARA Seduta del 2l marzo: presiede il prof. G. C. Dogliotti Prima dj iniz.ian:. le comunicazioni mes~c nll'onlinc del giorno, il nuovo Presidente prof. G. C. Dogliotti ind::t Wl dc:fcrcntc s~duto dt pretkce~!!Oli ed in particolare al Presidente uscente pro f. G. Bo se h i; accenna nlle n10difìchc dello Stntuto rhe i nuo\'Ì onentamenti sociali rentlono nect"S!.::tde cd csprinH: la con\'inzione che ln giodo~a Accaciemia ferrarese, dopo la inevitabile ~usta hcllicn, riprenderà con fede c ferrore la sua attivhà scientifico-culturale.

Pro f. C. .tv!ANzH\I : Stt di un caso d.: oligo-dend1 o- glioma dd tmidollo spinrrlc. L'O. dopo a\er riassunto le attu.1li cono5ctnze ~u ll' oligo-dendro-gl ioma dc:,cnre una os:,ervazionc personale. In un color~o di 19 Jlll1t, &:hc Jn 5 anni prcsenla\ a n periodi snltu~1d tlifhcoltà H sollefVa.re il'arto inferiore di sini"rr.t e che- ~olo poco prima dell'ingresso m ospeùalc: aveva avuto colpito anche l'.trto di de"tra con conseguente difficoltà alla Jeambul•12ionc. fu riscontrato all'inter\'enro opt:rJtorio un 1umore grigio :roseo a livello ddb III . D~ del peso di c.irc,t 5 gr. che fu a~porl::tto. . Il p. \'enne a mortt:' tre n1c!IÌ dopo• l'intervento con vaste p nghc da dc ...-uhaco. L'esame istologico dd tumore Jimo~trò trattarsi cli u:1 oligodt.'ndrogliom.l (tipo oEgo· clendrocitoma di Penlicld). L'O. ne Jiscutt-.! la diagnosi istologicn diffcn:n:tinlc ~on gli altri tipi tli gHotna c ne fa notare aku.nt' particolarhà degne c.li rilievo.

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Pro f. G. CAMPAlLLA: Tumo1't: dd ìol,u te m potai c sini..,·tro 111 soggt:tto l rwrir.:o. Di/fico/ tà diag11ostiche. Conferma oper,7tOJ ia. Un p. di 48 anni, con .rcaz.ior:c di \Vass~nuann posttl\'a nèl snnguc c nel liquor, presenta cefalea, modica rigidid nuca\;, pirmnid~1lismo a D., afasia an1nestica di Pitres; i margini papillari er..1no appena. sfun1ati, la prt:ssione del liquor nonnalc. Successivamente l'afasia assunse il tipo \Vernickc, cotnp.uYe un'aprassia costruttiva, l'emipa:csi si accentuò, comp~lrY~ un 'emianopsia on1onin1a 'destra. Il -decorso coDJ la sUa progressione a macchia c.l'olio c non con renùssioni spontanee c tnutcvolezze, l'insuc~esso della terapia anriluctica, inùussero PO. a porre la diagnosi clinica di tumore del lobo temporale ~:inis tro c a porre la relativa indicazione o'peratoria. La diagnosi trovò piena confern1a atratto operatorio (prof. G. 111. Fasiani) col quale fu asportato un neoplnsma Jal peso dj gr. 90. Si è osservata. la scomparsa dell'afasia e dell'eIniplegiat nonchè di ogni disturbo soggettivo. La yentricolografia, praticata prima dell'intervento, ave\'3. fornito dati _concordanti con la diagnosi clinica. L,O. prende lo spunto da qut:sta ossen·azione per n1ettere in rilievo l'in1portnnza del n1etodo clinico di fronte ai progressi dei 1nezzi n1eccanici e per definire In. posizione del neurologo davanti ~ progressi della neurochirurgia.

S01tf:NIARI DI Rl\:'JSTE J\tiiLITARI

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RrvrsTA ~[ILlTARE - Anno IL n . 2, febbraio 1946:

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U. Utili: Ur1 punto di vista sttll'evo/u~ione della fantena; R. Guercio: Responsabilità germaniche nelle operazioni che condussero a,' 1-ipiegamento ·invetnale 1942-l43 nella can1pagna di Russia; S. Fisicaro: L'impiego cfei 1·eparti artieri in relazione alla evoluzic,ne subìta dai ·m ezzi bellici e dai procedimenti. tattici; V. Re: Futuri orienta·m enti del/l artigUeria; V. Pensabene: Le pattuglie ed il loro ~m piego; R. lde Flamn1ineis: fl problema dei qu.adl'i sottafficJali d; carriera; F. Fincato: Atoaverso la sacca (~'1emorie di un alpino nella cdmpagna di Russia). RtvrsT:\ 1vbLITARE - Anno II, n. 3, marzo 1946:

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Q. A.rmellini: L'Alro Comando delle forze annate; G . Arrigh.i: Crisi; D. For-

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nara: Ai nlargini della regolamen.tazione; P. Berardi: Il problema dei sottufficiali ndresercito ùalia11o; R. Gandolfi: Note organiche - tattiche ~ logistic!Je sulla gn~rr~1 partigiaTJa; G. Fea: Introduzione ai. nostri problemi organici e tattici relativi alla. coo~ perazione dell'aviazione nella lotta terrestre e navale; ,~ ... : La armala amenrtzna nella ro,~ta inve1·nal e su/li Appennino roseo-emiliano e nel!et /;Jnttaglùr fina! e (.noy .. 194+ ~ ·maggio 1945): G. Tarquini :Il potenz;a!e industriale nella guerra moderna.

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Direttore responsabile: Dott. Siro Fadda, tnaggior generale medico Redattore: Dott. pro f. Antonio Ca m pann, ten. colonnello m;dico Tipografia Rcgiunnle - Roma - Via C . Cattnneot :w-n


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SOMMARIO DON~-\.1"!: Shtcma nen·oso vegctativo e!~ \·oro fis~co (continua) .

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fJOLFINI: Gli eos.inofili dell'e:-;crcato in cor<:() di pn ;untQ!Or\iCC teterapcuùco •

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SALSANO: Sulla etiopatogcnesi ddPcn1atoma sottodura!e 1:on par ~ tico!are riguardo all'intervallo !ibero l)' ATTILIO: \ Talutazione n1cdico legale delle Cjrdiopade orÈ:1n:che

nutraliche in tempo di guern.t

CA.BITZA: Sulle analartie vertebrJii di pnn1n osservazione ua i n1ilitari ricoverati ,

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A1EDICINA LEGALE: BUCCIANTE: Infortunati eh· ih di .bTUerra da orrllgoi e:.p~osh:

LA ~\ fED!Ctf\l.l IN CAl\IAfJNO:

A curJ ùel dr. D. E. Cappcll::u-o . RA)SEGNd DELL.·l

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N oHzie militari

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Pro Orfna· Jci n1cdici rr~orti in guerra . A~.:cadcnlie L

Sodctà meukhe - Conferenze, comunicazioni e Jimo !>trazioni sciernifiche prè~so gli osredall militari .

Sommari Ji riviste militari .

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TIPOGRAFIA

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GIORNALE (

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.MED'ICINA MILITARE .

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CtJm saniitde ?Jirftts in. armis

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Corpo sahitflrio militare . ,

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DONATI: Sistema nt.:rvoso vegct:ni~o· e lavoro fisko (continua)

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CHELI: Sulla patogent si della frnttu ra vert icalc del In rotula •

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DE l\11ARTINI: Contributo ~J.la co noscenza delle lcsioui au1·i coln.ri provo.:ate

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·.lviAGRI: . Swto depre~si\· O dopo somministraziooc prolungitt',t di ;;ttebrin .

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A. cura del dott. D. E. Cappellaro

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RASSEGNA DELLA ST.rl1'lPA !11EDICA

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AccadClnie e Società n1ecliche ~ Conferenze, con1unjtazioni e di.. ln~strarioni. scientifiche presso gll ospedali r;pilitari . Somn1arì di riviste miHtari

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Stab.: SETTIMO TORINESE - MILANO

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SPECIALIZZA TI

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1 l 3° A N N U A L E DELLA FONDAZIONE DEL CORPO SANITARIO MILITARE .. 4 giugno 1833 - 4 giugoo 1946

« Ufficiali, sottufficiali, graduati di truppa e soldati della Sanità militare! « Da quella lontana primavera del !833 in cui la magnanima saggezza e

lo spirito chiaroveggente deJ Re Carlo Alberto portava n ei suoi giusti termini H problema sanitario militare e con ardita ed esatta visione ne gettava Ie robuste travature che ancora oggi rimang·nno i pilastri fondamentali e le chiavi di volta dei!' organismo sanitario militare~ da quel 4 giugno ad oggi: son o passati esattamente t 13 anni. << Oltre

un secolo di fulgide glorie, di ascensione ininterrotta, di perfeziona-

menti incessanti nel campo tecnico, nel campo spiritua le, sotto Ia spinta potente delle necessità, neiie grandi prove delia nostra storia, dalle p1ù liete alle più tristi, un ponte di 1uce purpurea che da un secolo all' altro si slancia ardito e raggiante attraverso le turbinose, straripanti acque delle guerre nazionali, la tormenta delle epidemie, le calamità meteoriche, fe dure campagne africane, fino all'ultima sciagurata guerra in cui il Corpo sanitario militare, pur nelle immense difficoltà dell' ora, ha mantenuto vivo sino alle stJe estreme possibilità lo stesso impeto di volontà beneficante, la stessa continuità di funzione, Io stesso slancio senza limiti di pietà, di fraternità, di amore. « Le bndali forze del male non hanno interrotto che apparentemente 1' a-

scensione della Patria verso gli alti destini riservati ai suo popolo di lavoratori, di intellettuali, di artisti e di eroi. «Il Corpo sanitario militat•e ha attraversato coi popolo la triste Via delia Croce lungo la quale riappaiono oggi grevi e viventi gli strumenti deiia passione con la soma dei suppHz i:tti. « Forte della sua disciplinata organizzazione, deHe sacre memorie del passato, di sue gloriose tradizioni, il Corpo sanitario ascolta oggi con fermo cuore


e con fede nelÌ' avvenire, la voce dei suoi Morti e dei suoi Eroi che è insieme monito ed auspicio, ed alza orgogliosamente al vento le sue insegne araldiche tre volte coronate d' azzurro a fianco delia bandiera della Patria. <.: Roma,

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li 4 giugno 1946 Il Direttore generale Capo del Servizio sanitario militare Magg. geo. m ed. SIRO FADDA»

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L'alta appassionata parola del nostro Capo ci gittnge in un momento particolarmente delicato per i destini della. Nazione : gracoi decisioni all'Estero nel nostri confronti, radic,ill mutamenti all' lnter•no tengono sospeso Il nostro cuore c ci fanno guardare all' acocvenire con trepida ansia. In tale afmosfer,1 /,1 cerlmonln celehraticua dell'annuale della fondagfone del Corpo sanitario ntillt•lre non po/e~•~ che assumere un carattere di particolare austera semplicità~ In tutti gli Ospedali militari è stata hrecoemenfe ricoissufa, affr41CVC.rso la parola dei rispetficvi Direttori, l' afticoità sempre umL~n{sslma spesso gloriosa della Sanità ntiUtarc e, come negli anni passati, sono stati preminti i n1ilifa.rl dipendenti distintist per laborlo.c;ita~ disciplina, spirélo umanlfarlo. Una Messa al campo è stata celebr'ata a ricordo dei gloriosi Caduti del Corpo. Ne/l~ Ospedale militare di Roma ha officiafo S. E. [" Ar·cicuesco'Vo Perrero di Cacvallerfeone,. Ordinario mi· litar'e dell' Esercito •

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ANNO 930 - FASC. 30

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANIT A' MILlT ARE

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SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO E LAVORO FISICO ,.~

Dotr. Gn;sn•H. Doi, ATt, {C'I1\!ntt..: gl.'ncr.llt: mcùicn ndl.l n!>~o:rv:t

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Scgn i di p n.:val enza p:tta"in1pa tic n su bi to J opo una prestazione fisica ho pCJl uto ril ev:trc (cd il reperto, confesso, n1,è: riuscito .inaspettJto) in individui con squilibri rtturovogctntivi vari c prevalenti neJI'amhito dcll'lnnen·az ione GtrJi,tca, jnJiv1dui che vcniv~tno sottoposti ad un c..,erclZJo (flessioni sul.l e ginocchia, '-'alte] lo sul prJsto, d!iscesa c salita di unLt se al~) protr:t tto non oltre la fatica lieve. r. - Ex militare G. E.; anni 27, nunnotlpo. Facics j pertiroidea, lieve aun1cnto di volume della tiroj dc. M. B. prcssnchè nei lin1iti normali ( t L{ ~~ ). AJl'csamc radiologico, non alterazioni di fonna o di grand'ezza dcll'ornbrLt Gtrdiaca. Pressione arteriosa prima ùcll'cscrcizio : 1{x IlO Nln 65. In clinostatismo o.Jcillazioni del polso fro 68 c 84 (n1cdia 76). La reazione all 'ortostatisrno è di tipo tachicardico perchè presenta llna differenziale 1narcata tra le medie della frequenza card'iaca in orto c clinostatis1no e pcrchè sono appen:t nccennnte nella grafica quelle due ({ guglie )} che nel tipo opposto, bradicardico, si [ormano per una tendenza dell'azione cardiaca a tornare, fra j due movirncnt.i, verso la frequenza iniziale; il Dagnini, dapprima n1uto, accenna tardj van1cnte alla inversione; il Claude è marcato; il riflesso pohnonare non è provoca bile coUa con1prcssione dei cucullari. Dermografismo bianco : 1atenza 2o'', evidente e persistente. Dermografistno rosso: latrnza ro ", evt d't: nte, persistente, urticnto. Subito dopo l'esercizio (9o" di flessioni sulle ginoccl1ia), ~i rileva che l..t pressione arteriosa è salita a 125 Nlx, 70 lvfn, ma torna prontan1cntc ai valori iniziali. Anche la frequ enza cardiac~1 djsccnde 1 apidan1entc da 128 ai valori di riposo~ anzi. un po' al disotto di cssj _ Il CJaude è sen1prc n1~1rcato. Il Dagnioi che, n riposo, dava, dopo una prim:-1 fase tnul:.t, un tardi\'o accenno nll'in\'crsionc, è. adesso positivo. Parimenti, nell' t grafica dopo esercizio, si osserva che Ll guglia della reazione ali 'ortos tntisn1o pur segnando

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un notevole aun1ento dei polsi, tarda a con1 par].J e .dti 30,. Importante è, infine, rilevare che il tracciato dopo lavoro ritnane generalmente inscritto in quello di riposo, perchè inferiore risulta, dopo la prestazione fisica, il valore n1edio della frequenza cardiaca fondan1entale e di l}Uella dhe vien raggiunta nelle reazioni all'ortostatismo cd alla n1nnovra del Claud!e. 2. - Ex 1nilitare L. A.; anni :29; norrnoti po. All'esame radiologico, non alterazioni di grandezza o di forn1a delrombra cat·diaca. Tachicardia sinusale lieve (85 a riposo cd in posizione orizzont:1le ). La pressione arteriosa oscilla senza apprezzabile motivo: Mx rso-120, Mn 8o-85. La reazione ortostatica è del tipo tachicard1co in quanto non fanna le d~ue gugUe ne.l tracciato, ma partecipa del tipo bradicardico per la scarsa ~dtifiercnziale ( + 5). Il Dagnjni è assente. Anche il Claude è n1uto; n1a qucst'ultin1o reperto non può essere preso in troppa considerazione, dr~to che la pressione sull'epigastrio, necessaria per suscitare il rit.-1esso, qui riesce dolorosa . Il riflesso pilornotorc t', jn1provoca· bile. DennograJÌsn1o bjanco : l.atenza 15 secondi, cviJente, d!uratrt circn roo secondi. Derrnografisrno rosso: latenza ro secondi, evidente, n1a labile (l)lla:ìi scomparso dopo 15 nlinuti). Un insieme, dunque, di reazioni a mosaico :1_1cr attcggi:uncnt1 l.unzion::di vari d'el s.n.v., nclran1bito dei territori cardiaco, .va~rde, pilon1otorc. Subjto dopo la prova di lavoro (triplice discesa c salita rapida di 'u na scala di 34 gradnù), !a. pressione arteriosa osciLla fra r6o-175 Nfx c 8o-1oo Mn; n1a presto torna ai valori, pulfe oscillanti, di riposo. La frequenza cardiaca d!i~.cencle rapida da 104 p. al disotto dei yalori che aveva prirna dell'esercizio. Il profilo grafico della reazione ortostatica marca l:1 sua rassomiglianza col tipo bradic.1rdico per una tendenza al ritorno verso i valori iniziali nel1a fase compresa fra i due n1ovin1enti. L'effetto postun1o del lavoro, in senso parasirnpatico, si palesa ancora più nett:1n1.ente nella bradicardia rclauva del secondo clinostatistno e nel fatto che il Dagnini, [Uuto prima dclrcsercizio~ diviene positivo dopo di esso. Lo stesso fenomeno ::tbbiatno constatato nel GlSO precedente. Nul!a da rilevare alre.c.g., a riposo;- urÌ insjgnifìcante slivellan1ento in h;~~ so di ST in D:! e Da si presenta dopo la prova dh lavoro. Corne è noto, uno slivel1:1mento in bJsso del tratto ST può verificarsi per effetto di uno sforzo. Si d'eve pensare in questi casi, dhe rapporto di sangue da parte delle coronarie sta riusc1to insufficiente ai bisogni della pre~ stazione . Recentemente il Viciu (1940), facendo seguito a ntunerose indagini compiute da altri autori sull,argonlento, ha ripreso in esame tutte quelle condizioni che si ritiene favoriscano o detertninino una anossiemia miocardica nei cin1enti sportivi: capacità vitale inadeguata la ipertrofia cardiaca che cnn1porta un gran consun1o dii ossigeno, una !abilità del sistema vcgctattvo che [avorisce, in occasione di uno sforzo grave e prolungato, un collasso


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periferico e guindi una diminuzione della portata coronarica, lesioni miocardiche da focolai tossi-infettivi. · . . Slivellan~enti .in bass~ del tratto ST di entità veramente pato~ogica non s1 r1levano, ne a r1poso ne dopo prova di lavoro, in ind~vidui sani (Pud~lu; ·

Holzmann e Wuhrmann); ma, nel nostro caso, tale slivellamento è d'entità molto esigua (1 mm. 8ppena) e tale da potersi vcrjficarc anche jn c;ocrgetti. no~1nali (Puddu; V, an Muyden, ~~t. da Puddu). NLi limito qui a pochi cenn1, 'dovendo tornare 1n segu1to sull1n1port..lnte argomento. 3· - Soggetto P. A. Questa osserv~z1one, cortesemente fornitami da Rizzo, è importante soprattutto perchè la esp!orazione del s.n.v. dopo lavoro è stata ripe: tuta in due giorni successivi ·e nel secondo giorno è st3ta eseguita subito dopo l'esercizio ed a circa Io n1inuti di d~stanza. Trattasi di un individuo giovane, brevilineo, tcndienzialmente bradicardico (fino a 58), .tna con una certa 1nstJbilità del ritn1o. La reazione ortoslatira (.~ piuttosto di tipo tachicnrdico con sensibili O.C)cillazioni fra i due n1ovi n1cn ti; suiJ] to dopo 1' esercizio, 1'intervento deJla fase parasirnpatica (conlpa rna dal tj p o ad M bracJ!icardico) è bene apprez;zabile nel primo giorno. Il ginrno dopo, detta fa~c pnrnsimpHtica è .rne no netta in1mediata1nente dopo lavoro, Jna diviene alquanto più marcata a IO n1.Ìnut! di dista!lza, per un=t ultcri(Jrc discesa della fn:qnenza cardiaca fond~·tn1enta1c al disotto dei valori eli partc.nza. All'esame elettrocardiografico, la T, a riposo, era di basso rolt:-tggio, '-113 si presentava innalzata imrned i a tarncnte dopo l'esercizio c cioè in quel periodo di tempo brcvjssimo nel nostro caso, in cui doveva perdurare ancora l'aun1ento ,d!el tono degli acceleranti subentrato col la\'oro. Un aumento di altezza dlella T in conseguenza di un esercizio fisico costitUtisce un fenomeno di nozione cos1 con1uue, da non dover essere illustrato. Per effetto, invece, di prestazioni fisiche n1olto in1portanti si può verificare (V1:zinno) una diminuzione dì quest'onda. 4· -Ex militare C . P., anni 26, longilinco astenico. All 'esarne radiologico, non alterazioni di forma o di grandezza dclrotnbra cardiaca, lievi esiti di pleurite basale bilaterale. Pressione ~rteriosa prima 'del l, esercizio, lvfx 120, Nin 70. Tadhicardia sinusale lieve (media in clinostatistno: 84 p.). Per t1na certa prevalenza deJl'ortosimpatico depongono un Cbude nettan1ente positivo, un Dagnini muto. Ma la reazione ortostatica dà una differenziale n1odesta ( + ro), mentre accenna piLl volte ad intcr\·cnti del freno pnrasimpatico, il quale tende a ·descrivere le due guglie estreme del tipo bradicardico; il riflesso pilotnotore non è suscitabile colla co1npressione dci cucullari. Il ~d!ermografi.smo bianco h'"1 una la t enza d i 20 m", è netto e si mantiene per 130 n1" circa, 11 de.rmogrnfìsn1o rossn ha una latenz:~ di 8 m', cd è durevole. In con1plesso, una certa prevalenza del tono ortos1mpatic~ c.on alcune reazioni n n1osaico . .t\lla prova di lavoro, jl soggette si n1ostrn affnbcato dopo

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teriosa massirna è passata da 120 a 140, n1a torna con prontezza al valore clhe aveva prjn1a dell'esercizio; la rnirun1a è rimasta a ;o; la frequenza cardiaca scende rapidnmente da 116 p. ~11 disotto ~ci va,lori di rip~o. La gra_fica della esplorazione neuroYcgc.tativa ha un profilo non so3tan~talm~nte d1_verso d:1 quello ottenuto prirna dell'esercizio. E' da rilevare soltanto che 1l tGlCClato delle reazioni orto·clino.3tatiche rimane inscritto, con discreta regolarità, jn quello di riposo, pcrchè più bassi seno i v:1lori raggiunti da1lc risposte al clinostntistno cd ::tll'ortostatismo. E.c.g. normal e prima c dopo 1avoro. 5· -Ex n1ilitare A. A., anni 27, longihnco. All'esame r::tdiologic0, non alterazioni di Eorn1a o J',;_ grantlczzn delron1bra rardi:1cn. Pressione arteriosa, prin1a dell'esercizjo, !v1x 135 - Mn ·Go. A riposo cd in posizione orizzontale, si riJcvano oscillazioni della frequenza carJiaca fra HR c 10 ..1 (nu~dia g6), osci11azioni su11c quali influiscono fattori cn1olivj ancltc lit'VÌ. L:t rra·· ;zionc ortosta6ca si accon1pagna acl un nbhassan1cntn dc1Lt prcs~ iunc nrtc· r1osa e 1nostrn una clifTcrrn zi~tl c (rs) che non è tra le pi\t rns pjcur dC') tipc) tachicar~d~co, Jna netta ha l'altra carattcristjc, di <.JLH'S tu ltp~> <' c io~\ )':t"i•,cn/,,t nel tracciato 1dli guglie, per Ul1~1 Lnancata cJjsccsa dtlla Cr<'<.lli<.'I) Z, \ cardial::t VCI'~n i v~tlori iniziali, nella fase intcn11cJia fra i due n1ovitncnti. Il l);tgnini (: dc .. cis:uncnte po:itivo c segna un ritotno dcl'a pressione arlcL insa all' ~ tltczza 1nizjalc. Il Cbu.de, tenuto conto delle facili oscillazioni dl'lla frcllllcnz.t ca nli:tcd proprie al soggclo, può dirsi n1uto o, tutt'al pitt, tendente all'ìnvcndunc. ll riflesso pilon1otorc ~ pronto. An1bcduc i dcrn1ogralìsn1i (bianco c rosso), netti c persistenti . InsolTID1a, un certo gr:1db di ipcrcccitabilità di atnbeduc le sezioni del s. n. v.. Ad un a pro va di la voro con sal tcllo sul posto, il soggetto resiste 73 ", poi in1pall i disc c, diviene dispnoico c si fcrn1a spontaneamente. A questo punto si contano rs6 battiti~ la pressi on~ artcrio~a è salita a I75 Mx -75 Mn~ l'aumento della frequt.n z:-~ del polso S\:tJ m pare entro 3 n1inuti. Dopo un'altra prova affattcante, eseguita a distanza di tempo (7o'' di flessioni sulle ginodhia), si ripete il fcnon1eno ~ià osservato a riposo: una discc~ a cioe, della pressione arteriosa .dlurante la reazione ortostatica. Trattasi, invero, di una dimjnuzionc postuma dell'otdine di grandezza ·d~ quelle osservate da Vaqu1ez c de Chaisctnartin (20-30 n1m. Mx) a ro-20 min:uti di distanza ·d~a un esercizio sportivo cd all'1nfuori della reazione ortostatica, in jndividui picnatnente validi. Va o-scrvnto, tuttavia, che nel nostro caso la disccs3 delb pressione arteriosa si veri lì ca in coinciJcnza del passa o-crio all'ortostatism? cd an~he quando la prova è con1piuta mentre il sogg~fo è a riposo. Tutto c1ò h1 pensare a'd un certo g1 ado .Jii vasolabilità (I). La renzionc all 'orto<i t::ttisJno, che a riposo aveva il tipo tachicardico, dopo .. lavoro (70" fles( t) .1::1 pn1vn clino-nrtll\l.ttic:t nmt ì. ·.Ltr.• d.t m ~· prcs.1 in cnn.)td c.:raztonc.: per Lllt g1 uliiL.1n ttrcn l.t '-~ 1 P· 11:. tL.t lunzH,n.d:.: del mtoc:mlln. E CÌt) contranamt'lll!! a qunntn f.tnno :dcun 1 .turun. Il MMllnct,


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s~oni sulle gin~cchia) accen-?a al tipo hradicardjco, poichè affiorano nel tracciato due gughe, per una lte:ve tendenza del po1so al ritorno, fra i due movir11enti, verso i valori inizi~li. A, p art~ -9ues.ta pic:ol~ cliff~renz~, può dirsi dhc il reperto non subisce, dbpo l eserctz1o, sosta.nz1ah modJ.ficazioni. Nulla da rilevare all'e.c.g. di rL poso e dopo lavoro. 'Insornnla, in questi soggetti con una esplorazione alla Rizzo jniziata subito dopo un esercizio protr~tto non oltre Ja fatica lieve, si rilevano segni · di prevalenza parnsimpntica e costituiti, in n1isura varia a seconda dci c~si, d n una discesa rapida c tcn1 porane:.t {lelb frequenza carùia~a al disotto dei valori ~d:i riposo, da Lma accentuazione o dalla cotnparsa del freno parasimpa1 ico fra i due 1110\'Ìlncn tì delta prov~1 orto-clinostatica, tal volta anche dalla po.,itivjtù di un Dagnini che a riposo restava n1uto.

CuJH:ludcndo, i n i ndiv idu i norn1:1li sottoposti acl una fatica Uevt, con UIJ il t •,plnr.l:tione alla Rizzo inizi.1la c;ubito dopo la prestazione fisica, le rea~ z ioni :dJ e vari<· provt· CJ nn o, eh regola, lune o quasi tutte essenzialmente uguali a qudlc ottenute pdn1~1 dclrcscr.cizio ovvero (per una d:iscret3 perrentualt: eh iiHftvtdut) si prcscnt:1vano n1odificatc in senso ortosimpatico; invc:u.:, jn :ir;ggtlll con squilibri vcgct~tivi prevalenti nell 'ambito dcll'jnnerv:lziorw card iaca si con ~ talnVé.t per lo ~tesso esercizio c collo stesso 1netodo d'in' ' paras1mpatico. daginc·, un dfctto pt•r !o pil'1

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Qual'è l'intimo m<.:ccanisn1o d'i queste differenti c talora paradoss:1li n1odal ità di com porta m cn to? Nelle indagini di Rizzo su soggetti norn1ali non allenati, lavori nluscolari d.i media entita non davano, Ji regola, oscillazioni brusche di contrae~ colpo del tono parasimpatico, allorchè si abbassava ] ,iper tono ortosimpatico proprio d'eli 'attività fisica. Negli esempi da n1c riportati, lo stesso compor~ ta;mento si aveva per un esercizio di modica entità in individui allenati, poichè in questi sempLicemente si ristabiliva, durante il ristoro) que11a prevalenza del tono parasimpatico che, in grado più o meno importante, è rilc; vabile negli allenati allo stato di ripcso e c!hc non detcrn1ina una condizione di squilibrio neuroYegetativo. Nelle indagini ,d:i Rosno\vski, già ripctutnn1cntc citate, atleti allenati, ma sottoposti ad uno sforzo grave c prolungato, prcsenta\'ano una esagerazione del tono parasirnpatico tardiva c con un massirno 24-48 ore dopo .il per Cl-i . , basa detto g tuÒÌZil>: O) :.ull'Jumenro dclb frc..qu~ll/.J cardt!lC,I C dc!IJ pt D!~ if.lnC Mtl.riOSJ In ortost:nismo (..mcndcndo, per In mt~urJ, che ~in. prt'iUmtbtlmenu.: ccs:i:tl~ l cffcHo dd muvm1r1:un); bJ o.;uii' ~\U ntCJHo l! sul tempo d1 ritorno ~tlb nurm:1 di qucsu valori , dopu provJ d t IJvoro, Ma l.t re.t~tonc clmo-orto';l:ttìca esprime, pr<.' cipuaml n te, !.1 t.itu.tztone ncurovc:gct:ltlvn; d' .tltra pnrtc, lt: mnthtìcmduni c.ldiJ frequenza cardwc.1 c ùdl,1 prc'\Stonc arccrio':l dopo J.wr.u o, non h., ~ r.mo, ch1 sole, per vnluwrc la cfficìcn1a dd miocnrdio (Vnquez c Donzdut), e'i~cnJo l~gatc .td un cornpl ~ssc. dt comiJz ioni, (l'n Jc quali parllw)urc un}'()J l:lD:la h,l la ~itU.iZIUilC endt'lCrtOO· OCUrU\Cgì.l:lll\,1 dd snggctlu.

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cin1ento. In casi del genere si può pensare che il ritorno, nel ristoro, all'abitu·ale prevalenza para si mpatìca si effettui in misura più marcata deli' ordinario, per un fenomeno di compenso dopo una ~saltazione del tono ortosimpatico che, data la gravità e la dlurata dello sforzo, deve essere stata particolarmente intensa ed a lungo protratta dopo il periodo di attività fisica. Nei casi di squilibrio neurovegetativo poco fa illustrati, erano jn causa prestazioni fisiche ben più lieyi di quelle sopportate dagli atleti di Rosnowski; ma esisteva una ipercccitabilità delle due sezioni ncurovegetative, dondle una stùnolazione esagerata dell'ortositnpatico durante un'attività fisica anche rno- · desta e, subito dopo di essa, fcno1ncni esagerati di contraccolpo, di anomalo ipcrcompenso da parte della sezione parasimpatica. A seconda della situazione neurovegetahvn, questo reperto può essere pitl o meno Inarcato ovvero assente. L'aurncnto del tono par::tsitnpatico ùopo lavoro variava d'cntita, per uno stesso cseròzio, da un gjorno all,altro, nel caso 3; era appena accennato nel c1so 5, nel guale, invece, n1olto c,'\agcrato era l'aumento della frequenza ca rdiaca per effetto del Javoro. Deficienze od intcn1pestività del freno paras1Lnpalico si nn novcrann frn le molteplici turbc di a·dattarnento al lavoro, che si vcril1cano negli ~qu1lihri neurovegetativi e che fra poco dovrcn1o passare in rassegna.

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lSTITUTO DI ANATOMIA E 1STOLOGL\. PATOLOGICA DELLA R. UNlVERSlTA' DI SCENA Dircttor~: prof. V. CFsAIU!l DEMat

SULLA P..~TOGENESI DELLA FRATTURA VERTICALE DELLA ROTULA (CONSIDERAZIONI CLINICHE E PROVE SPERIMENTALI)

U.njfornutndon1i al1 'opinione di altri precedenti AA. che si occuparono dc1 Jc fratture vcrtjc:d i della rotu1a, secondo i gua li ogni cnso del genere deve essere; studiato c reso noto, xnj appresto ad il1ustrarne uno c~pitato alla mia oq~eJ''v:wi on(; tncntrc assistevo, in servizio sanitario, un reparto di partigiani nella h:tllaglia rr:t tJ uppe nllcatc c tedesche nelln zona di 1vfassa lvlarittima ((..Jro~me to) nella terza dccnJc dd giugno 19~4. Corn:ùerb ,lo stLl!djo clin]co con alcuni d::1ti spcrjmcnta]i riG1'13ti da ripetute: prove nu mntcrjnJc anatomico che serviranno, secondo .il mio intento, a pc:rfezionarc 1c concezioni patogrnetidhc prese .in consider~zione e discusse per definire la frattura vertic~lc clclln ronda c ·d istinguerla da quella trasversale tanto più frequente aJ osservarsi cd orn1ai beo quali1ìcnta. CASO CLINICO (1 ). -

F. Enzo, di a. 27, <.:elibe.

Precedenti famigliari e fisiologici nP.gatid. Anamnesi patologira remota, con spcdttlc riguardo acl affezioni scheletriche locali e generali, negativa. Anamnesi patologica prossima. Il p. riferjs:cc che nella notte sul 23 giugno 1944, mentre, nel bosco•, durante un hombardaint•nto, cercava cnn urgcuza rjfugio, .ll1ciampò e cadde, battendo violentemente il ginocchio d. contro H suolo sas!.oso·: sub.ito accusò intenso dolore locale, ma potè continuare a cammjnar<.:, per circa mezz'an,, con estrema difficoltà. Visitai il p. al mattino seguente e riscontrai: E.O . : Indiyiduo di regolare costituzione scheletricu. Nulla. di .note\'o 1e :1gU apparati circo.Jatorio, re~piratorio, dJgerente e nervoso. Il ginocchio d. si presenta tumebtto rispetto a. quello controbtcrale (drconferenza del ginocchio d. aumentata eli 4 cn1. rispt:tto a quella del s.), c sono scomparse le fos~ sette; laterali della rotub,. 1vlodico aumento della. temperatur::l locale rùL termotatto. Sulla linea meùiana. del ginocchio, alqu ..tnto btcralizzata verso d., fi&rtlr~t una picco ln escoriazione superfici~e. Netto [hock rotulca. . La .rotula è spostubile in tutti i sensi, n1a tale manovr:~ pro\·ocn dolore che $1 nccentua alla press.:one dirett'n ~mWosso, con partiro1:tre intensità ndla metà estern:t. Il

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(t) Dopn l.t visitn. nmbulntorin nl pwan tli medicnziunc, ìl .r. 1:u dJ mc .riv1~m n.d l'nsp.cdnk c~vJie ùi Mas!!J Maritum:t (Direttore: proL L. Monconi) nvc eseguu gli :tcccrtamentt rJduJiogtct c tec L !c prime tre prove spt:rimcntnli.

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do:orc stesso si riacutizzn anche p remendo la rotula fra il pollice e l'indice per i due rnargini. Non amnento <.l ei diametro della rorula d. rispetto a quello clelia s.. ìvfo\'Ì :ne n ti attivj de~ ginocchjo molto difficili, particolarmente b flessione: j} p. non può so~lev are il calcagno tini piano del letto. ~lov.in1cnti pass1v1 più facili . No~1 scroscio endoarticolarc, non òeformazione cvidcute della rotula. Posta diagnosi generica di emartro da contmione dd ginocchio d. asp1r:u con una sir.inga circa 30 cc. eli sa.nguc dalin artko!az1oflc tkl ginocchio. Notai, nel sangue estratto, la presenza ùi alcune gocce di grasso. ln1mobillzzai poi l'articolazione in estensione, con un appa recchio~ eli fortuna. Visitai nuovnn1ente jl p. dopo 3 giorni cc! ebbi modo di accertare che il ginocchio er3 ancor:1 n1odiGunenlc tun1efntto, che j sintomi acuti erano attenuati, che la deambulazione era ancora impos!j hile- pcrchè risvegliava dolorr piuttosto vi vo . Re~iduava dolorabJlità alla pressione bimarginalc della rotula, e, all:t pressione diretta, dolorabilità piLt

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nct tamente localizzata lungo una linea longitudlnale intercorrente tra il terzo esterno eJ i due terzi int erni della rotuln stessa, sulla quale però non si poteva npprezzare a~cuu solco.

. Non si potè pr:Hicarc l'esnmc radiografico ùcl !,lÌnocchio per ragioni conti ngenti J 1 guerra. : fu appli cata una ginocchiera gessata. Il. p. ril?rnò a v~ sita uopo 25 giorni ~ g:i fu tolto l'appanJcc.hio gessato. L 'nrt!i.cotln.ztonc del gmocc~JO . er~ _ntorn~lta normale per volume ed indolente alle 1nanovre palpatorie. Alq~anto h1~Jtat1 l. mo\'lmenti attivi e pas~ivi. Si potè procedere allora all'esame radiogrn hco del gtnocch to a clic;tanza di circa un mt.!Se dal trauma. ~same !adiografico, Del~c due proiezioni nelle quali venne eseguita b radiograf-ia u~l g_tnncchto cl., quella dorso-vcntrnle mi~c in eviden~a una tenue rima d1 frattura longttudtnalt.: dell a rotul" l.'' lt.l l .t n e" ~l ma t·gtn · 1· prcssoc 11 e' nettJI, · sHuatn · a Il' ' um· onc d e1 3° "''

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c!:tern~ con, i 2/3 inte_rni ddi'osso ('': fìg:ura). ~o~ esistevo. spo::;turnento dei frammenti. Negnuvo. l esnm~ rnlhogrnfico cscgutto tn pro:czwne latcrnlc. Le pro\'e radio~ahchc con1pa:at1ve _prnncate nel!c _stesse proiezioni sul lato s. <.lettera reperto negativo.b Dtagnos1. Frattura \'tTtlco-snghtale della rotuln d. Una. successh·n radiografia eseguita a Jjstanza di due mesi dal trauma dim tr' eli f f .' . . os o l l.

come ~ 1nea anatonncn.

rattura non osse ptu rilevnbtlc es~enòosi ottenuta perfetta riparazione

CENNI sToRICI. -

Rin1ando, per più estesi dati biblioo-rafici, alle n1o_ nografìc di Galli, Fitte c Botto :N!icca-Teratno, c mi soffe~mo a ricordJrc clhe la prima osservazione di frattura verticale della ronda riguarda Guglielmo da Saliceto (.sec. XIII). A grande ·d~ stanza di tempo Jdhnstonius Senncrtus c Van der Wiel (sec. XVII) ritornarono sull'argomento e da allora la sede delle osservazioni casistiche prende consistenza e si accresce gradualllltntc. ~J'rov.ian1o così le descrizioni di Dcl'-unottc (1771)., A. Parè (r8so), Coopct· (rHHz) rig:unrdnnti cnsi singol.i, Ji Dupuytren (r832) che ne assotnmò 3 <:a•;i, Seguono in ordjne di lctnpo le ot'scrvazion.i di Stalpar, \ 7erneuil, Goss)cn, Bouclwrd, Poland (4 cnsi)., Rrctschneider, Constè, Tournier, \Vohlers (5 casi), J(ofrnr~nn, Frascr c, in periodo piLI recente, vanno ricordati MandcJll (1902), IIoffa (rcjo3), lv[cyer (r9o5, 7 Glsi), Kuchcnd'orf (3 casi)~ !v[aiocclhj ( 19oG), Faure, Lcjonne, Dcstot, Plagen1~nn, Franch, Neugebaucr, Golay, Sin1onctto, Dufnur e Mouchct, Morcau (7 cnsi), Fitte (1932,, 5 casi), I..apidus (r932, 12 casi fra cui il prjn1o c~crnplare di frattlJira vertica1e dbppia). In pcrjodo reccntissinlo sono da ricoPd'arc Fiorc!l tini (I 933, 3 casi), Galli 1933, 2 casi), Prochazka (1934), Chiatellino (r934, 3 casi), Pczcoller c Assah che rispetti\'amente riferiscono sul ·.secondo 'c terzo caso di frattura verticale doppia, Collard e Leemans (1935), Cin-an c Barge (1935, 3 casi), L-u.scia e Roques (1936), Sertoli e Caminjti (1938, 2 casi), Botto Micca-Tcratno ( 1938, 2 casi), Santa (1941, ro casi). Dichiaro che le lacune bjbliografiche nelle quali io sia eventttalmente incorso c l'itnperfetto aggiornamento sono consegu.e nza del forzato iso1amento in cui attualtnente si Javora.

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FREQUENzA. - I roo casi di frattura verticale delb rotula che approssimativatnente .fig:utrano nella letteratura consultata dimostrano la rarità di questo tipo di frattlltra di fronte alle altre varietà di osscrvazjone corrente riguardanti la rotttla. · Infatti le fratture rotulce in confronto alla totalità de1lc altre fratture, ' ' rappresenterebbero il 2,5\.'{~ (Moreau, F orgue) o il 3,98 ';{.~ (Durante). Un rapporto relativo fra le fratture roh1lee trasversali e ccunminut.ive da una parte e le verticali Jall'altra è dato da Botto Nficca-Teramo c Fiorentini secondo cui esse rappresenterebbero il 4'.\1 dtelln totalità delle fratt.ure rotulee: cifre ancora più basse risultano d~llc statistiche di MaJlen~r c Pnas ( r,6°{~) e ?ell.o Spednlc Maggiore di lvii la no (1,4 ',\) ). Ciò è convahdato nn oh e da1 dat1 b1-

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196 bliografici e dalla opinione dei vari AA. che si sono interessati dcll'argo1nento, quando si pensi che Alexander, su 56 casi ùi fratture i"\)tuiee, non ne osservò alcuna longitudinalc, che altrettanto rilevò Corner .su 504 casi, che Hamilton, su 127 casi, non parla d'i fratture longjtudinali (G::d~i). Galli stesso dichiara risultare <( bene evi dente conJe le fratture longjtud1nali siano rare )) ; Bob ler non accenn:-t acl c~st ~ F orguc si esprime nel senso che (( raramente si vede la rotula scz1onatJ da un tratto verticale l>, ed uguaL n1ente concludono n1olti altri AA., eccezion fatta solo per Circan c Barge i quali dicono c< essere misconosciuta la relativa fregn.t:.>nza ci 1alt tipo dt frattura )), per Lapjdus che in 2 anni riuscì a raccoglicrnc 12 casi c per Sant1 che ne riunì ro in 6 anni! Penso che tale d:ivarjo f1a le statistiche degli uni e degli altri AA. sja in parte riferibile all 'abjtudinc o 1ntno di sottoporre a sistc1natico esan1c radiogr~fico tutti .i traun1atizzat i del ginocchio, c spccialn1entc i casi di scn1 .. plice contusione (Neugebauer, S8nt~); gi~cchr, con1c esporrò in seguito, l:t sintornatologia di tale fr~ttur:1. può essere tanto ]jcvc, n1anc1ndo gli CV( n tua li segni patogno1nonici, da poterei far errare, al solo csan1c clinico, scnz:l l ':lll... silio radiografico, da Il' esa ttL1 diagnosi. Certo è che c< t~lle csjgllo nun1ero di osservazioni pubblicate non sla certo a 1ispecchiarc r.satt1111en te la frequen za dc ll:l fr ~t tlu r~l vert ica lc della rotuln, sia perclhè è assurdo pensare che tutti i cls.i osscrv~ti vengano resi noti, sia perchè è facile che altri cnsi non vengano csaltarr1cnte diagnosticati n (Sertoli).

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ANATOMIA NoRMALE E 1\I.ECCANisMo FUNZIONALE DELLA RoTULA. -

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grande degli ossi scs::unoiJi, contenuto nel tendine terminale del quadricipite femorale, che prende parte alla artico1azione del ginocchio, porta il nome di rotuJa o patclb: è situato al davJnt: della estrctnità inferiore del femore, ha forma rotondcggianlc, appiatlita, e presenta due facce (anteriore e postenore) cci un contorno (Ohiarugj). Sulla faccia anteriore, alquanto convessa, rutgosa, riposa una borsa sierosa (borsa prepatellare sottooutanea) che separa la rotu 1a ,dalla cute. La faccia posteriore che poggja, quando b gan1ba è in estensione, sulla faccia patellare del fctnorc, è di v is~, da una linea trasversale situata all'unione dei 3/4 superiori col 4n inferiore, in due porzioni: un:.t superiore (facies articuhris) rivestita da cartilatgine, liscia, in rapporto con i condili dlel femore; l'altra~ Inferiore, s~cabra, corrisponde ad un tessuto cellula-adiposo che la separa dalla sinoviale articolare. La facics articularis a sua volta è divisa da una ere' ' sta longitudinale smussa in due superficie leggermente concave: una laterale, p~ù cste5a, più concava (Tcstut) e pjù sottile (Can1initi) jn rapporto col cond1l o fen1oralc \ater.tlc, una tncdiale, poco concava od: anche piana, in rapporto col condjlo tneJjalc.


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N el coutorno della rotula si distinguono: superionncntc un . b d · 1 d · . a ase 1 f o~~a. tnango are( a d~ ptce pos tenore, su cui .si. inserisce il tendine d et quanctplte crura 1e ten me rotu 1eo), due n~arguu convessi che, m-ossi in alt ove si dipartono dalla base, si assottigliano in basso convergendob e costituendo,0 così l'apice della rotula che dà inserzione al tendine rotuleo. ,Fra le anom.alle con:ge~te va ricordata la te patella bipartita >> (Grubcr) che e una alteraz1one congen1ta dlel1a rot.uJa consistente nella separazione del quél!drante supero-esterno dell'osso (Bohler). Se i fra~mcnti sono 3. o più si parla di patella tripnrtita o pluripartita. La n1agg1or parte degh AA. pensa clhc tale anom3lia sja dovuta alla esistenza di più nuclei di ossificazionc (nonnaln1cnte ne esiste uno solo) che non si siano fusi: altri, invece, la ritiene secondaria a·d una ostcocondrite giovanile. lstologican~ente la rotula è formata da una n1assa centrale di tessuto spu~ gnoso n1olto denso, rivestito ùn uno strato ·d'i tessuto con1patto che è più sottile nclJa porzione laterale (Galli, Ca111initi) la <.Juale, anzi, sarebbe quasi <'~clu~ìivan1entc fonnata dn tessuto spugnoso (lvfeycr). La facòa articolare è

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rive.:;ti l a cl:t carti 1agi ne j:-tl in a (Chiarug1 ). (Jcncralrn( ntc cons-iderata come un osso scsan1oide s\·iluppato nello spessore del telldj ne del quadrki pi te, Ja rolula può essere però anche valutata, dopo 1<.: rictrch<.. di Bcrnays, c J(n.z.zand'er, con1c un osso breve ordinario, facente parte cl d lo .~chdtlro del la gan1ba, così come la tibia ed! il pcrone. Lo sviluppo dcl'a rotula 'jÌ con1pic per un unico centro di ossificazionc che comincia in media a 1l'Ltà di 3 anni c si com,pletn a1l'età di 15 (Testut). Funzionaluteute, i 1 apporti de1la rotula con la faccia articolare del fernorc variano in condizioni di flessione o di estensione della gamba sulla coscia. Qu3ndo l 'arto inferiore è in estensione cotnplcta, il muscolo quadricipite femorale (leggermente obliquo dall'alto in basso in senso latero-medialc), la rotul3 ed il legamento rotulco formano un angolo n1olto ottuso aperto all'esterno, giacchè la rotula è tenuta fissa dai legamenti alari. In t::lle pos]zione la sua facies articularis poggia sul cavo femorale soprntrocleare, l'apice travasi libero nella cavità articolare e l'asse della patella forma con que1lo d'el femore un angolo acuto di 3o aperto in alto (Lionti). Durante i vari gradi di flessione del ginocchio la rotub sutbisce uno spostamento dall'alto in basso per riparare e proteggere l'articolazione (Dc Marsi) ed uno spostamento in toto verso l, esterno. n movimento di traslazianc dall'alto in basso della rotub si verifica per scorrimento sulla troclea fen1orale fino nlla jncisura .intcrconcl.iloìden ovc <.ssn si arresta quando è n1assima Jn fles~ionc rdcll 'articola.z.io~c del g.ino~chio. A più perfetta delucicJazionc dii q.uant~ so~1ra .esposto nporto alcun1 datt numerici ricavati ~dlallo stu:dio radiulogJco d1 Ltoott, che· non ho potuto consultare ncll'ori<Tinale, riferiti da Botto Nfjcca-Tcramo. Seguendo:olc va~ie fasi di anrgolatura del gi~occblo in flessione, .q_uan~o l 'angolo fcmoro-tibinle sì n di 140'', la rotuln cornsporrùJc esatt~uncn te ..11 La ti o-

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rgS clea fexnoralc su cui poggia con una piccola parte del :-.uo terzo inferiore. Ad angolatura di r 15u la base di appoggio sulla troclea aurnenta di superficie. . . Ad an rro~atUira di I00° si ha il massin10 contatto fra la facc1a arbcolare della rgtula e la gola della puleggia fcxnornle che diminuriscc poi gradualmente 1dli nuovo, via via dhe l'angolatura si fa più acuta, perchè la rotula ?: stirata io basso e di conseguenza si cLinlinuiscc rc~tensione del contatto fra la faccia articolare della rotu 11a e la epifisi distale del fcn1ore. Precisamente, a 90° la rotula prende contatto con il femore soltanto con il suo 3') superiore; a 75u il contatto d~min:uiscc cd a 40'J (flessione n1assirna) il contatto si riduce a breve tratto della faccia rotulea posteriore lungo una linea equatorjalc. Con la flessione del ginocchio, ino~trc, la rotula subisce anche uno spr.~ stamento verso l'esterno. Infatti, durante: la flessione, essa r'esta a cnntattc, col condilo laterale del fcn1ore soltanto con la parte supcro-n1rdiale della sua faccia posteriore, n1entrc la sua p~ute laterale cd il .n1arginc esterno sporg< no al di f·uori di detto condilo. Secondo Tanton, tale condizione 1dli subh1ssazione dclb rotthla durante· la flessione è detenninata dal 111uscolo v:1sto-laternle che, pur· c~!-lcndo tncno volun1inoso del v:t.sto-tncdinle (Testut), agisce pur tuttavia piLt cncrgicatncnt<' (Gatlli, Sertoli), forse, secondo 1vft:ycr, in quanto è rinforzato dall'azione sincrgica del Inuscolo tcnsore della fascia lata. Quale che sia il Jneccanismo, certo è che, nella flessione del ginocchio, allorchè il muscolo quadlricipitc entra in jpcrestens1one, l'angolo ottuso aperto a1l'esterno (formJtO ual qua~dricipite, dalla patella C dal legan1ento J'OtUtlco tibiale) si raddrizza, divenendo piatto, n1entre la rotula di subJussa in fuon, rimanendo a contatto col condilo fctnorale esterno per n1ez.zo della sola sua parte modi al e e .ponendosi, così, a cavallo del condilo esterno (Ta nton) con· tro il qua! c viene fissata dalla distensione d'ella aletta lcgan1entosa interna. Tali rapporti anaton1ic1, vari:Ù1J] i t n condizioni funzionali, servono a spiegare il tnccGtnisn1o delle frattur c rotulce spcC1aln1ente di quelle indirette.

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ANAToMIA lJAToLoGICA. - Prendiamo in considerazione il solo tip0 di frattura verticale, tralasciando le fratture rotulee trasversali e comminuti' e. Più frequente nell 'uon1o che nella donna, più nelJa rotu~a destra che nella sinistra, retà preferita varia rd'ai :20 ai 40 anni: eccezionale nei bambini, per In tarùiva os~ifìcazione dell'osso. A sLconda che il p~ ano longitudinale di frathua decorra perpcndicolarnlcntr oppure paral!elatnente alle due facce della rotula, le fratture verticali si d] vidono in ·due varietà: vertico-sagitta1i e vertice-frontali. Ne!la rarissi1na varict3 vertico-front.de ((( fratture a Q"uscio d'ostrica » di \~ilbr) i ~ran1n1cnti rotuJ ei sono uno anteriore c l'altro po~tcriore od' il prin1o s1_ ~ pr;sta. Jn basso, sotto l'azione del legan1ento rotu leo, rispetto al secondo che VJ c n ~ sttrato 1n alto dall'azione del quac1r1c1pite crurale. I casi rjfcr'iti nella


199 letteratura sono rarissimi (Ginesty e Méric1, Hirtz, Kroner, Leit1off Stewnrt, Villar ecc.). ' Nella varietà vertico-sagittale la rima di frattura può risiedere - e ciò avviene con la maggiore frequenza - nella parte late~ale dell'osso, all'un1one del 3° esterno con i 2/3 interni (casi di Galli, Botto Micca-Teramo, Caminit5, Sertoli, Roques, Mand'elli, Golay ccc.) oppure, più raramente, h ella porzione medinle, all'unione del3o interno con i 2/3 esterni (casi di Lapidus, FiOrentini, Lejonne); rarissin1an1entc la rima ùi frattura è situata al centro dell'osso (1° cnso dì Santa). Si conoscono, come già ho accennato, 3 soli casi di frattura verticale doppia, in cui, cioè, le due ritnc d'i frattura erano situate l'una al 3o esterno, )'altra al 3° interno della patclb, parallele fra loro (Lapidus, Pezcoller). Nell~ osservazione di Assali una delle dLre rime di frattura non interessava l'osso jn tutta la sua lunghezza. Del tutto reccntcn1entc Santa !ha apportato, a t:di tn: <"Venicnzc, un nuovo contrjbuto con un rcptrto in cui, però) una delle dllr riJne di frnt·tura era obli<.tun rispetto all'n 1tra. Piu•tt·r >~, lo rara c la evenienza della fraltuta n1arginalc 1 d~ Dufour c Moucltct (2° cac;o di c;alli, 5" c 7'> di Snnta), in cui ln rin1a di frattura si trova in Lull:t prrr;sjmità dd 1;1:1rginc esterno della patc1Jn (Sertoli). ~J'al voJta !ìi lha jf di'ìtacco di un angolo dell'osso, per lo più del superoesterno (L" e 2,. ca~o di (.;ircan e Barge): in <.jUCste evenienze il franuncnto n1arginalc può !orrnarc, distaccato, cad'cndo nell'articolazione, un corpo libero cndcrarticolarl. Riguardo alla forma, la r11na di frattura è per lo più leggermente curvilinea, a conGlvità indifferentemente rivolta all'esterno (GaUi, C1rcan e Barge ecc.) o all'interno (Galli, Lapidos, F1tte ccc.); p1ù n1rntncnte è rettilinea (caso 2° di Botto N1icca-Teramo). I Jnargini dci framn1enti sono in genere minutamente dentellati, più di rado netti. Talvolta ~d'alla rima di frattura principa1c si Jipnrtc, n V o ad Y, un'altra soluzione di continuo lineare, che, scn1pre con direzione vertica.!e, si arresta a breve distanza, senza raggiungere i margini dell~ patella (caso eli Sertoli). Si è autorizzati, anche in questo caso, a consiJerare la evenienza come llln esempio di frattura verticale. Ben diversi sono, al contrario, i casi in cui la rin1a di frattura accessoria, pur con direzione verticale e distaccantesi .d'alla principale longitudinnle, si porta fino al mnrtgine del l a patella; o quelli in cui tale rirna necessaria, urio-inando dai margini ' non ra bb crcri utnbere la frattura verticale; o, infine, ouell i b 1 in cui la rima di frattura accessoria, a dlirczione più o meno tr:1svcrsaJc, suddivide n sua volta uno dei frammenti formati d'alla frattura Yerticale. Sebbene alcuni AA. includano anche tali ultime evenienze fra Je frattnr'e vertico-sa1gittali della rotula., concordo con Galli nel ritenere cl~e sarebbe più logico considerarle quali espressioni Ji fratture coinpostC?. Tah le osservazioni di Dc Diego Lopez c di Barbieri-RossL l

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Generalmente lo sposta1uento dei framtncnti è. 1ninin1o perchè quasi scnlpre è integra la capsula fibrosa perirotulca; .n1a, ~cc?ndo q:1nnto riferisce. Galli, c< il caso di V an der Wicl presentava d1astns1 d1 un d1to c quello d1 Dclan1otte diastasi di due pollici trasversali)). In genere, alla frattura vertica!e della rotula s1 accompagna ernartro in quantità variabile, in 1nedii a di 40-50 cc .•

PAToGENEsr. -- I vari Ar\. an1rncttono, a second1a dei casi, tre tipi di meccanismo patogenetico: diretto, indiretto, e n1isto. Nelle fratture d:1 tneccnnìsn1o diretto è la forza viva dell'agente traumatico (urto della rotuln centro un corpo contundente) che produce la frattura; nelle fratture da rueccan.isn1o Jndiretto la le5ione è prodotta dalla brusca contrazione muscolare che vince la resistenz3 d'ell'osso; nell3 patogenesi lTIÌsta intervengono ambedue i fattori. Le condizioni predisponenti indispensabili al deterrr1inismo della frattura sono di due tipi e già 2bbiamo accennato ad esse: da una parte la costituzione anatomica della ronda, dall'altra la sua posizione funzionale al momento ~d:el trauma. Tali condizioni spiegano la ragione deUa n1aggiore frequenza della rima di fr3ttura all'unione del 3o esterno col 3° medio. N elle fratture dirette tutti gli AA. concordano nel dare valore alla condizione di sublrnsazionc esterna delJa rotula, nella flessione del ginocchio, che determina la sporgenz3 d:ella sua metà laterale al di fuor~ del condilo femorale laterale~ aggiungendosi, quali concause favorenti il determinismo della frnttuTa in tale sede, la maggiore fragilità della metà esterna della rohùa, dovuta alla scarsità di tessuto osseo compatto in questa parte ·dell'osso (Meyer), e lJ maggiore estensione di essa nei confronti della metà interna (Cam.initi). Anche nelle frattme verticali ,ò a meccanismo indiretto le concause al detenrunisrno della frattura sono le stesse d'i quelle invocate per la patogenesi dirett1, con la sola diffcrenzZL che l'agente della frattura è costituito dlalla contrazione muscolare del m. vasto-laterale del qu3dricipite, rinforzato dall'azione del m. tensore della f~scia lata (per le fratture verticali al 3° esterno); nelle fratture verticali ·della faccetta mediate entra in causa il m. vastomediale. Anche nelle frathue da meccanismo indiretto si nota mruggiore frequenza dell3 lesione 31 3° esterno della rotula. E' noto (Testut) che il m. vasto-n1ediale è pitt voluminoso dlel vasto later~le c che le sue fibre c1rnose scendono più i;,_ basso: ne d~river,ebbe che esso dovrebbe c"Ssere ancora più potente, a diretto confronto, del vasto laterale. Ma, .dbo parte di quest'ulti.tno, tale deficienza è annullata e, anzi, superata, dall'azione sinergica del 1n. tensore della fascia lata. Aggiungendo, a tale fattore funzionJle, la condizione di meiopragia anaton1Ìca in cui si trova la faccettrr rotulea laterale (più ~1mpia, più sottile, e, quindi, più fragile) spo~Y gente, nella flessione, al di fuori del condilo esterno; è cotnprensibile co1ne,


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nell'atto della caci uta, sotto la brusca c violenta azione muscolare si p d . , ·t· ' f ro uca con f act 1ta iuna rattura a1 311 esterno della rotu!a. Varrebbe quindi, nelle fratture verticali indirette, il meccanisrno invocato nelle ft·attur!e trasversali di rotula .d~lla classica opinione di San.son, secondo il quale, allorchè un individuo cade sul terreno liscio, non è la rotula che rurta contro il suolo, ma la tubcrosità anteriore del1 a tibia, in modo che non il trauma, ma la sola azione muscolare sarebbe la determinante della frJttura. In questa come in altre condizioni (individui che, per evitare una caduta in avanti, facciano uno sforzo indietro per raddrizzarsi, oppure individui che. in procinto di cadere indietro, contr~ggano il quadricipi te, estensore delb gamba, per riportare il corpo in linea retta; Forgue) il ginocchio è in flessione, la rotula sporge lateralmente con la faccetta esterna, la aletta legamentosa mediale tiene fissa la faccetta interna, il quadricipite si contrae e la rotu1la si frattura, per iperflessione, nelJa zona di maggiore m eioprag1a anatomica, cioè al 3o esterno. La patogenesi indiretta da azione muscolare fu ammessa per primo da Hoffa ( 1903) che ossenrò una frattura verticale delJa rotula in l! n acrob:~ta che se la produsse facenJdb il salto mortale, senza urtare il ginocchio a terra. Sostengono ]a ipote~;i di Hoffa anche Lapidus in qualcuna delle sue osservazioni e Meyer il quale., su 7 casi, in 5 invoca un mecGlnismo indiretto. Alcuni AA., infine, propendono per un meccanismo misto di frattura: trauma diretto e contrazione muscolare. Non è escluso che, in cer6 casi, esistano anomalie deU'osso, congenite od acquisite, facilitanti la frattura (Sertoli, Caminiti). Risulta dalla bibliagrafiClJ)· comunque, che la maggior parte degli .A_A.. hanno interpretati i lor'o casi come dovuti ad una patogenesi diretta (Galli. Circan e Barge, Ser~oli, Botto Micca-Teramo, Caminiti, Mandelli, Sant:t ecc.). l'

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PRoVE sPERIMENTALI. ----~Nella disamina della valorizzazione delle yarie concause favorenti la frattura verticale al 3u esterno concordo con gli AA. a me precedenti, nell'ammettere le condlizioni della maggiore fragilità ed es tensione della faccetta rotullea laterale; penso però dhe debba essere preso in considerazione anche un altro fattore anatomico di valore indubbio: L'essere la faccetta late1·ale della rotula., oltre che pùì sottile e più esteJ·LT, anche pit't concava. della 1nediale (Testut). Nelle fratture dirette, la forza viva del corpo contundente trova, nePa faccetta esterna tutte le concause necessarie c sufficienti al dcterminisn1o della ' ossea (per la scarsità di tessuto compatto), l 'aJta superfìcze frattura: fragilitù di tWto (per la discreta estensione), assenza d i un piano retrostante di re.Jistenza (per la lateralizzazione, nella fless~o~e, delJa facc~t,ta esterna al di fuori del condilo esterno del femore), condzraone d, concavlia posterlore della

faccetta stes.ra.. 2 -

GJomnlc di nudicinn

mrlitar~.

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Penso che le due ultime condizioni giuochino un ruolo in1portante: intatti, non esistendb, posterior:ncnte alla f:1ccctta, cstcn~a, t~:n l~iano osseo che si opponga alla forza traun1at1zzantc agente_ tbll ,a\'antl all1~ch~tt·?, verrà. ailtmentata la curvatura della faccetta rotu1ca , hnche, superato 1l lin1ùte n1assuno di ehP~ticità ossea, si produrrà la frattura. Intesa in tal senso, q11:ìndi, la fr~tttura \ erti cale della rotula al 3° esterno è t!lla frattura da iprrflc~'·'Ìont·. Quanto vengo esponendo trova conferma nella rarità delle fratture yertic:1li al 3'' interno Jclla rotula, nelle quali, pur tenendo in giusta consi.d:Crazionc i fattori del n1aggiore spessore e della minor curvatura della faccctt:1 p.1tellarc 111ediJ!e, sì lh a ]a condizione ostacolante della resistenza opFosta dal condilo fen1orale retrost:1ntc alla forza traumatizzante che agjsce da ll 'ayanti :tlr.indietro rispetto allo spessore dell'osso in parola. Anche nel~e fratture indirette penso che abbia grande valore la condizione di concaYità della faccetta estern:1 e la assenza, dietro di essa, di un piano osseo di resisten za, per un 1neccan.isn1o identico a qUiello, sopra delucidato delle .fratture Òi1 ette: solo che, nelle fratture indirette, mi sernb:ra logico pensare con l\1eyer che la frattura non avvenga unicamente per iperElessione. ma anche per strappamento. A.l fine di controllare le ipotesi patogenetichc dhe sono venuto prospettJ ndc - di identificare, cioè, nella mancanza dì un piano osseo retrostantc di resistenza e nella conca v.i tà della faccetta rotulca laterale le condizioni di taYore per la produzione 1dtllc fratture verticali al 3° esterno ho fatto delle esperienze sul cada\'ere. Per ragioni di ovvia difficoltà (impossibilità di valutazione della forza di trazione dei m. vasti, diversa nei singoli individui e nelle varie età) mi sono limitato al tentativo dii produzione della frattura col meccanismo diretto, corrispondente, d 'altronde, alla patogenesi della frattura nel caso clinico occorso al1a mia os!:!erYJzione. Dissecata dalle parti mo!lì la rotula, che un assistente teneva fissa con due pinze di Farabcuf, ho impresso, con lo spigolo di un grosso n1azz.uolo, dei colpi violenti sulle porzioni laterale e media1e dell '05so, mettendo le due faccette della r otula a diretto contatto dei corrispondenti conàili (posizione di estensione dell'arto nel vivente), oppure in posizione di sublussazione jn fuori (faccetta esterna sporgente al di fuori del condilo esterno del femore; posizione di flessione dell'arto nel vivente). Ho eseguito tre ordlini di espcri1nenti, usufrucndo, per ciascuno, di un gruppo d1 I o cadaveri, scelti fr~ individui giovani (dai 20 ai 40 anni) ed immuni da affezioni scheletriche generali e locali dcllJ rotula. N cl primo esperimento ho notato esistere lieve differenza fra la frequenza dttlla frattura al 3° esterno cd al 3o interno (in IO cadaveri, 6 volte fr::tttui a verticale al 3o esterno e 4 volte al 3n interno). Nel secondo esperimento, invece, in tutti i ro cadaveri si è prodotta un:.1 caratteristica fratturJ lon gitudinale :-tl 3° esterno. Nel terzo esperimento, eseguito con1c controprova, ho sublussato la rotula n1cdialmente ed ho im-


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preòso i col pi sulla facc< 1ta tncdia)c; su t IO cadaveri, 7 volte ho rcpertato frattura vcrtjca] c al 3" i nterno. Dalle su rifcrjtc csp( ricnze, è lecito, quinc.b, concludere che:

e~jsto~o. differenze di resistenza, di in d'aie anatomica, a parità di condJZlODl d1 posJZione, fra la faccetta esterna c la interna ùella rotula (ra cspcrùnento); .. I

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aumenta la frequenza de1la frattura verticale aggiungendo, a tali diffcnenze anatomiche, condizioni funzionali topogra.fiche favorenti (mancanza 'di un piano osseo posteriore di resistenza che si opponga alla iperflessione della faccetta; 2° e 3° esperirnen to). 2° -

E' avvalorata pertanto, dai suddetti esperimenti, la rrua ipotesi che le

fratture verticali da meccanismo diretto riconoscano una patogenesi da .iperflessione della rotula. SINToMAToLoGIA. - I sintomi generici di frattura verticale della rotula sono simjli ad altr·e affezioni traumatiche del ginocchio e vengono accertati sotto forma 1dli dolore vivo locale, talora di breve durata, che concede al p. (v. Caminiti, Circan e Bar;ge e altri ed il caso di osservazione perscnale) l'uso temporaneo funzionale çlell 'arto leso. Più frequentemente la impotenza funzionale è immediata e completa. Nfa non è detto che questa impotenza non possa mancare ed allora il p. ricorrerà alle cure medidhe tardivamente~ spinto\·i dal persistente lieve dolore locale e da modesta impotenza funzionale, quale, ad esempio, la limitazione della flessione attiva e passiYa e della estensione (Galli). L'emartro non manca quasi mai! e specialmente ad esso Ya riferita la costante tumefazione che tutti gli AA. concordano avere osservata, associata quasi sempre allo slhock rotuleo. Aggiungasi, a perfezionamento diagnostico, la osserv:1zione fpequente dell:1 in1possibilità del sollevamento, nella posizione supilla, del calcagno dal piano del letto (Circan e Barge~ Santa). Sintomo di presunzione è il do!ore localizzato, alla pressione, lungo una linea longitudinale, medialmente o lateralmente a seconda che la frattura risieda al 3o interno o al 3o esterno della patella. I segni clinici patognon1onici che permettono, anche senza l'esame radiografico, 1dli diagnosticare una frattura verticale della rotula sono: 0 I - ùolof'e vivo alla pressione della patella per i due margini (segno di Fitte); 2° - aumento del diametro trasverso della pntelb rispetto a quclb controlaterale, da 5 mrn . ad I cm. circa (segno di Circan e Barge); 3° - apprezzamento, alla palpazione, di un solco lcngitu.dinale (segno di Galli) e conseguente netta distinzione dei due frammenti l'uno mcdia]e, laterale l'altro; 4° - 1nobil.i[à praeternaturalc di tali framn1enti ~

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So - un punto .fisso di td'olornbilità. alla pre~~ione sul mar.gin~ esterno (Santa), dovuto, secondo l'A., ad un mov1mento d1 altalena determmato sul frammento laterale con conseQUente confricazione dei due monconi. ' b \ . J Anche nella frattura verticale del!a rotula, cosr come 1n tutte e evenienze di traumi del ginocdh.io, l' csan1e radiografico rappresenta una necessità d]agnostica (ForgUJe) e pennette di de11nire la !dttagnosi clinica oltre a perfezionarla, nei casi incerti, nelle sue div erse varietà. Nella comune proiezione (anteroposteriore) con la quale si suole praticare l'esame radiografico del ginocchio non si evidenzia bene la frattura verticale perchè l'ombra patellare si proietta sull'estremo inferiore del femore (Tera1no); è ovvio altres,Ì che la proiezione laterale, mentre può servire a ben evidenziare una frattura vertico-&ontale, non perrnette di riconoscere una frattmra vertico-sagittalc. PertJnto, gli AA. consigliano varie proie~ioni: 0 ! - proiezione posteroanteriore con raggio norn1alc oppure col fascio dei raggi obliquato leggern1ente in senso n1cdio-lnternlc o latcro-n1odialc (Teramo), col ginocchio ruotL1to all'esterno di 15° (Gnl!i). Jn t ale proiezione si osservJno meglio i contorni, per la maggior vicinanza della patella alla pellicola (Teramo) e si libera alquanto ]a rotula dalla sovroppos·izionc dell' ombrJ condiloidea femorale; 0 :::! - proiezione di Mouchet. Rotub appogginta alla pcllìco1a c sublussJta in fuori con una bacchetta di legno; arto leggern1cntc ruotato all'esterno; 3° - proiezione di Lapi,dus. Possibile quando l'en1artro sia n1inirno. Il p. sta inginocchiato s;uJla pellicola, col ginocclhio flesso ad angolo Jcutn (Sertoli); 4o - proiezione tlngenziJle. Il p. giace supino col ginocchio leggerInente flesso. Con tale proiezione è facilitata la visibilità della frattura in guanto la flessione tòiel ginocchio aumenta la diJstasi dei fpammenti (Caminiti). Tale proiezione permette anche l'eyidenziamento di processi artritici lievi e di frJtturc parcellari margiTlali della rotula (Altschul).

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DIAGNosi. - Clinican1ente, quando la sintomatologia sia scarsJ, è possibile l'errore con le contusioni e le distorsioni del ginocchio, con le rotture del tendine quadricipitale o rotulco e, infine, con le fratture parcellJri dell'estremo inferiore del fe1nore o superiore diclla tibia. Il dolore, l'impotenza funzionale, l'ecchin1osi, l'emartro, lo shock rot1.1leo sono segni cornuni anche a queste affezioni. In presenzJ di uno o più segni descritti dagli AA. cotne patognomonic1, Ja diagnosi clinica non lascia Jlcun dlubb1o. A dirimere eventuali dubbi, sia in casi di trawni recenti che antichi, 1nterverrà l'csam.e racliogrJfico il quale) peraltro, in tali ultimi casi, richiederà una accuralJ diagnosi rd6.Herenzia1c con quella fran1mentazione di natura non traun1atjca della rotu·la che ya c;otto il non1e di « patella bipartita congenita ».


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I~fa.tti, in individtuti di recent~ traumatizznti, l'anamnesi e la sintomatologia chn1ca deporranno a favore,. dt fronte ad una s~luzione di continuo della pat~lla, per ~a natura traumat1ca .d1 ess~, nìen~e 1n ~· che. tdla lungo tempo abb1ano subtto un trauma del gmoccluo e nc1 quah 1~ smtomatologia clinica sia· scarsa o nulla, anche radiograficamente potrà essere disCUJSso il diagnostico fra• frattura rotulea pregressa e patella bipartita che, identificata r;d'iologicamente in seguito ad un trauma del g.inccchio, molto spesso viene interpretata come una frattura, mentre di per sè stessa non dà mai disturbi. Se ne d~scrivono le se{!uenti caratteristiche cliniche c radioloo-iche '-' o ,, indispensabili per: la diagnosi differenziale con la frattura verticale della rotula:

Frequente1nente è b'ilateraleJ rara1nente unilaterale (Fiorentini). Può accompagnarsi, nel ginocchio controlaterale, con patella pluripartita 0 con alrofìa patelbre (Businco) o con n1orbo di Osgood...Schlattcr (Fleisclher). 2" - La lin ea. d i d iscont in n itcÌ risiede pter l o p it't nel quadrante supero 1" -

dt li' os.ro. PH1 rari sono i casi in cui si riscontra nel quadrante supero-interno, o in cui c; 1drsposta tra~vcrsnln1cntc o obliquarllCnlt dall'alto in basso c in senso n1cdio~ latende (Saubc). Eccezionali i casi di bipartizione congenita intere~ santi l'osso nella sua parte 1nccUnna. Com,u!flguc, i due fran1menti hanno scrnprc arnpiczza di c; ug9alc. Sono rnrissitni i casi di frattura vertic::de nel 'luadrantc supcro~estcrno (Circnn c B~u·gc) . 3'' - La. fess ttra della. patella. bipartita t' CoiJtinll'a, regolare netta n on frasta.gliata simile ati una intcrlina articolare (Fiorentini, Didiè). Nelle fratture verticali recenti la rin1a, pure essendo abbastanza netta c diritta, non lo è quanto la linea della patella bipartita; nelle fratture verticali ant1che la rima è irregolare c frastagliata c vi si osservano « le tracce visibili ,del lavorìo osseo riparatore » (Teramo). La rima della frattura verticale è in genere p.iù sottile d'ella linea di discontinuità della patella bipartita. 4° - Nella patella. bipartita il franztnento distaccato non corrisponde) per fpnna e dùnensione, alla superficie c!Je dovrebbe occupare) esJendo più grancJit'J'JJo

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de o più piccolo. Nella frattura verticale i due fran1menti devono perfettamente corrispondere. 5° - In proiezione laterale la. patella b1paYtita fa l/edere piccole onzb ... i1. discontinuità che st sorlrappongono (GalH). La ìrattura vertico-sagillale d:ì, in tale proiezione, reperto negativo. 6° - Possono coesistere, con la. patella bipartita, al/re anon1alie de{ -ç1po osteo-condro-distrofico (Potenza). . .. . 7o - La linea di scissu.ra. della patella. bipartita non s11bucc4 n1odrficaziOI11 'l:l.Cl ten1po e rhnane sen1.pre di eguale aJnpie.rrzrr.. Le rin1c della .frath1ra verticale scompaiono dopo quakhe n1ese (Bohlcr).

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go - Qualora.) in tt11 individuo a.f}etto da patella bipartita.) si verifichi un traanzaiisnzo del gin occhio il ve rsanzento en. do-articolare non conconzitando 1

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fratt.ura} non. sarà 111a.i Ut1J puro e1na:rtro. Nelle fratture yerticali della rotula si ha emartro, contenente gocce di grasso (Bohler). PRoGNosr. - Nelle fratture verticali della rotula non sono descritte le complicanze che possono osservarsi ne:,gli altri tipi (trasversali, stellate e comminute) di frathlra patcllare: embolie poln1onari, anchilosi, artriti, 'deformità del callo fibroso ccc.; ciò perchè, in genere, la djastasi dei frammenti è n1.ini1na e la riparazione si compie con callo osseo da cui deriva perfetta restitutio ad integrum sia anatomica che funzionale. Non sono stati 111:1i osservati casi ~dii frattura vertic:1le esposta. Possono aversi complicanze di tipo flogistico in casi di concomitanti ferite dei tegumenti dhe favoriscano l'entrata in circolo a gcnni patogcni . .A.nche lasciate a sè, tali fratture guariscono in genere pcrfettatnenle ill un periodo 'dii tempo che varia dai 20 ai 40 giorni; in alcuni cnsi, però, rcsiduano postumi Eunzionali, specialmente sjnovitici, dolorosi (C~ o lLt n l c L et:. . mans! Botto 1Vficca-Teratnc) che persistono a lungo. E' stata, in qualche caso, osserv::tta ipotrofia del n1. t}uadricipitc fen1oralc. L 'incapacità :1l lavoro derivante ,da tale entità nosologica ha ittna clu.. rata massima (quando la frattlua venga a tetnpo riconosciuta c curata) di circa 3 n1esi (Circan e Barge). Quattro sono i con1piti che il chirurgo deve prefiggersi per la terapia rdlelle fr:1tture patellari trasversali e con1minutive: n1antencre i fr:1tnn1enti il più possibile ravvicinati, eliminat'e l'cn1artro, prevenire l'atrofia muscol:1re, ridare alla articolazione la sua n1obilità (Di Gaetano). Nelle frattuJe verticali il primo di questi compiti è ovviato dal fatto che, in genere, per la conservazione della capstùa fibrosa, non esiste diastasi dei frammenti. Pertanto, l'intervento cruento, (sUitura, cerchiaggio) è da proscrivere, a meno che, per particolari indicazioni quali la diastasi notevole, la rotazione di un frammento ecc. non si debba intervenire cruentemente per procedere alla coattaz,ione 1dlei due frammenti stessi. Nelle frattur~e verticali della rotu~a, dunque, è sufficiente, dopo avere svuotato l'en1artro, immobilizzare l'articolazione in estensione, con apparecchio gessato o inamidato, per un mese circa, tempo sufficiente alla formazione del callo osseo. Dopo di che, basterà proc~dcre alla fisioterapia per ottenere un perfetto f.u:nzionamento dlella articolazione e per ovviare alla atrofia del In. quadricipite fen1orale. Altro n1etodo, inlìne, che trova un d]screto seguito, è qu~llo della mabilizzazione precoce. TERAPIA. -

Il caso di mia osservazione avvalora rcr pinionc di molti AA. secondo i quali b frattura verticale della rotula è, dal CoNsiDERAZIONI CoNCLUsiVE, --


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?i

~unt_o_ di vis~a purame~tc c~c~, djffìcile diagnosi, qualora non intervenga l ausilto radtografico; mfath, cUn1camcnte, oltre ai sintomi comuni a molte affezioni del ~occlhio, difett_avano. elen1cnti per ~a~c diagnosi di tale tipo frattura, p~rche mancavano 1 segnt patognomon1CI e quelli di presunzione

di

erano scarst. ~on_ esistevano, a carico ~ella patel]a destra, aumento del diametro (segno _d1 Crrcan e Ba~ge?, n~n s1 app!~zzava un solco longitudinale (segno di Galh), non era obb1etbvabtle mobtlita prcternaturalc; si notava soltanto dolore alla pressione bimarginale (segno di Fitte) e dolore alla pressione diretta sul 3° esterno della superficie rotulea, sintomo che poteva essere anche espressione di una semplice contusione del l, osso. Ritengo, tdel resto, che tale ultimo segno, così come il se;gno di Fitte, non abbia un grande valore, qualora venga valutato isolatamente; infatti, in mohi traumatizzati del ginocchio sui quali ho controllato queste obbiettività, questi due segni riuscivano positivi anche se l 'c~amc radiografico desse reperto negativo per una supposta frattura verticale d<·1la patella. Conci udo pertanto c!hc i soli segni clinici eli assoluta certezza siano l'aullH!lliCJ cl c] 1 dthunctro trnsvcrso supcrjorc a 3 cm., l 'npprezzan1cnto di un solco lo n gj tue !j naie c la Inabilità practernaturalc. 1\iprcnclcndo la Jiscussionc sul caso in oggetto, applicando questa particolare scn1ciotica potei, dopo poche ore dal trau1na, fare soltanto una semp1icc, 1gcnc:rjca diagnosi di contusione del ginocchio. Al successivo esame praticato, 3 giorni dopo, in ospcdnlc, non ebbi, clinicamente, elementi semeiologici nuovi: però, unendo ai due predetti segni (~Llltfora, ed ancora più di prima, evidenti) anche il dato oLiett.ivo del rinvcnin1ento di gocciole di grasso nel sangue dell'emartro, ottenuto per artrocentesi, sospettai :una frattura d'ella rotula. Il mio caso conferma pertanto non solo l, asserto di molti AA. sulla impossibilità di fare, clinican1ente, una esatta diagnosi, ma anche sulla facilità di scambio di una frattura verticale con una semplice contusione del ginocchio (Galli, Sertoli). Ed anche nel mio caso l'errore clinjco è stato svelato solo per mezzo dell'esame radiografico (praticato non ::tppcna lo pern1jsero le condizioni anlbientali), così come avvenne in osservazioni di al wi AA. (Botto lvficca-T\.,ramo, Fiorentini) i quali praticarono tale esame solo <~ ,dbpo un certo periodo da tetnpo, per il persistere di non indifferenti disturbi articolari )) (Sertoli) dovuti ad incongruo trattamento terapeutico conseguente :dla on1issione di diagnosi. Nel mio caso, peraltro, a cirta un 1nese di d1stanza dal trntu11a, i disturbi dolorosi articolari non esistevano più perchè era stato praticato un apparecdhio gessato in1mobilizzante. Credo interessante sottolineare U!fl dato anamnestico : il p., dopo il traun1ntistno, attenuatosi alquanto il violento dolore in1mediato, potè continuare

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a camminare per circa mezz'ora ..Ciò trov:1 confcr~11a .in. casi dì a~tri (?U.·can e Barrre Santa, Can1initj); m altre osscrvazlotu, Invece, Sl vcnfico 1111-

mediatam~~e in1potenza funzionale assoluta (Galli ecc.). ~.,alc ten1poranca

capacità di deambulazione non si ha in genere nelle fratture trasversali e comrninutive della patella, in cui yi è lacer~zi0ne dell'apparato legamentoso, ed in cui, pertanto, risulta ineflìcace l'azione d'i estensione esercitata dal quadricipite. Quando, invece, co1ne aYYicnc nel n1aggior numero di frattu1re verticali, l'apparato ligamentoso è integro, la deambulazione è possibile, se pur dolorosa. Dal punto di YÌsta anaton1o-patologico, l'esame radiograE.co ha: permesso di rileYare che, così con1e aYYiene nel n1~ggior nrunero dei casi, la frattura, del tipo vertico-sagittale:- risiedeva all'unione del 3o esterno col 3o medio della patella. Forse la rima di fr;:tttura er~a più lateraliz..zata all'esterno di quello che comunemente si a5ser\'Ì ; ncn però in misura t3le da poter essere consid'erata come una frattura ru::1rginale (Dufour e ~~/fouchet). Nel caso di mia cssen'azione la rima di frattura era netta e rettilinea: evenienza, questa, discretainente rara, essendosi osservata, per lo più, come precedentemente ho riferito, una hnea leggermente curva, con concavità all'esterno o all'interno e cor:_ margini fr~-tagliati. Per eyièenziare nettamente la rima di frattura è stata sufficiente la comune proiezione radiografica dorso-ventrale, con la rotula appoggiata al telaio; negativo è stato l'es::1me in proiezione laterale come sempre avviene nelle fratture patellari del tipo vertico-sagittale. Risulta eyidente, dai su riferiti criteri di diagnostica differenziale radiologica, come nel mio caso si trattasse indubbiamente di ru!Ila frattura verticale e non di una patella bipartita: la monolateralità .d~lla lesione, la sede della discontinuità ossea, la perfetta corrispondenza dei frammenti, la negatiYità del reperto in proiezione latera~e, la scomparsa della linea di discontinuità patellare obiettivata al successi.vo esame radiografico, la presenza di un emartro sono altrettanti segni che :hanno permesso, in modo inequivocabile, d~ escludere una partizione patcllare congenita. Nè ritengo sufficiente, a dimostrare il contrario, l::1 regolarità della fes~ sura rotulea giacchè tale evenienza, se pur~C rara, è possibile nel!e fratture recenti. Spcci::tlmcnte per la infortunistica si in1ponr una precisa Yalutazione dei segni ld un a~solutc rigorismc diagno_,tico per non confondere, nei traurnatizzati del ginocchio, una eventuale patella bipartita con una frattura verticale: Bohler riferisce, a tale proposito, di ayer visto concedere alte indennità Jd alcuni individui in cui la persistente linea di discontinuità ossea in una rotula b•ip~utita fu interpretata come una pseudo-artrosi. Ho già a lungo d1.'icusso sul .n1eccanis1no delle fratture verticali dirette, indirette e miste, e, conv~lidando le ipotesi con esperimenti sul caJdavere, ho concluso che, nelle fr=ttture dirette la d 1sconnnuità ossea riconosce un mec-

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cnnisn1.o di ipcrfJcss.ionc rotulca. c ~ nc1lc jndirette, eli iperfless·1anc e sanppa.. . . . Jnento combJnnll. Tnlt mcccanJsmJ ~on o possibil;~ per la~. es1'stenza d'1 concause . . vane eh carattere anatotnic0 c funzionale. Nel 1ni? caso, come nel.la rnaggior:tn7a di quelli descntti, rjtengo che la frattura s1a. stata sccondana. a tra.um~ cJjrcttcJ giarchè il p. riferisce d 1 aver battuto v1olentemente 1l grnocch1o contro jl suolo che era molto sassoso e perchè si notava una escoriazione sulla cute della regione anteriore del ginocchio in u1na zona esattamente corrispondente alla sottcstantc frattura. Tali due ele1nenti, anamnestico e topografico, sono, secondo molti AA. (Galli, SertoJi), sufficienti per la ~d :ecisione del meccanismo diretto di frélttura. Dal punto di vista prognostico il mio caso conferma la possibilità, jn tale tipo di frattura patellare, di una perfetta restitutio ad integrum anatomica e funzionale e, nei riguardi della incapacità lavorativa dei p., la durata eli due mesi circa. Riguardo alla terapia mi unisco a quegli AA. che affermano la convenienza del trattamento immobilizzante di un mese circa. Penso infine che, dal punto .di yista della frequenza di tale tipo di frattura rotulea., la sua rarità sia in parte apparente (dovuta cioè aHa abitudine di sottoporre o meno a sistematico esame radiograEco tutti i traumatizzati del gjnocchio) ma in parte ancihe reale. Infatti, se è vero che i reperti di frattura verticale della rotula sono aumentati da quando si usano gli es:1n1i radiologici, il loro numero assoluto t relativo rimane sempre esiguo e Jo spostamento delle cifre statistiche r;man: basso rispetto ad altre affezioni che attraverso la indagine radicgrafica sono notevolmente aumentate di frequenza. A conclusione di quanto più sopra detto confermo pertanto, per una esatta diagnosi, la necessità d!ella indagine radiografica, perchè la sintomatolog]a clinica spesso è scarsa e, salvo rare eccezioni, sempre suscettibile di dubb~ ed errori semeiologici. Dopo lo studio di un. caso clinico eli fr.tttura 'ert!cale diretta ddl.J rotula, l'A. espone i dsultati eli alcune proYe sperimentali su n1meciale :1natomico inte!l:: a chiarire la patogenesi eli questa rarissima afJezionc di origine tr.1umntica, che gli risulta decisamente favorita. dalla condizione di iperflcssione del gino:ch!o e di cu.f\ 3turJ esagerata della rotula. Una critica al diagnostico differenziale completa b. rr.lttJzione Jor.rinJle uell'3rgomento. RIAssUNTo. -

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DIREZIO~E DI SANlTA' DELLA 4n .\RMATA REPARTO OTOIATRICO DELL'OSPEDALE DA CAMPO D'AIUvl:\T_ •·\ :!.H Dircltorc di !l.tnaw: gcncrulc ùolt. prof. Pu:.mo C\~IOilt.\=--u Direttore dd l'Ospedale: cap. mLd. Eno.\noo RoUEilT

CONTRIBUTO ALLA CONOSCENZA DELLE LESIONI AURICOLARI PROVOCATE (*) S. ten. medico, prof.

RL~no

D1:. .M mT1~1

La introduzione nell'orecchio di sostanze irrùanti o caustiche allo scopo di procurarsi una otopatia per ottenere la esenzione temporanea o permanente dal servizio nulitarc è stata scgnalat~ da parecchi nostri AA. nel corso della prcccdlcntc gu.erra 111ondiale (1915-'18). Bilancioni, Gradenigo, Pusateri, Torrjgiani, (~aliccti hanno fatto conoscere le sostanze all'uopo m1piegate, Ja sinlornatologia c il clccorso clinico c i criteri a·d'ottat] per le den1unce al Tribunale Jnilitarc. Per tjUanto nlÌ consta nessuno ha ancora cotnunicato delle casistiche su qutsto argotncnto nel corso della ,guerra attuale. Nel reparto <.li otorinolaringoiatria affidato alla mia direzione presso il 224° ospedale da campo al quale atlluiscono tutti gli ammalati della specialità provenienti dalle province francesi occupate, nel periodo d'al I 0 gennaio al Iù maggio 1943, su 50H otopazient1 ricoverati, si sono presentati, oltre a 12 autolesionisti confessi, altri 39 casi in cui le manifestazioni avevano caratteri tali da non lasciare incertezze s1uHa loro natur::t. Si tratta quindi di una percentuale (ro~[.) dhe corrisponde a quella denunciata da Torrigiani nel 1918. La sua elevatezza ed il suo aspetto qtwsi epidenùco per la ricorrenza dei casi in speciali circostanze cronologiche ed runbientali re111dono evidente la importanza che ne riveste la segnalazione e la conoscenza oltre che ai fini clinici anche a quelli medico~legali. Mi so.ffermerò partico!af'mente sulla disamina degli clen1enti che hanno maggior valore sotto questo ultimo punto di vista, illustrando all'luopo soltanto i più illustrativi tra i casi confessi.

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A. C. eli anni 23, da Cosenza. A. P. R. - Nessuna tnalattia degna di particolare rilitYo sia nei riguardi dtll'orecch.io che di altri organi. A. P. P. - E' alJe armi dal 3 gennaio 1941. Tro\'asi in zona d.it operazionr dal novembre 1942. Ri.ferisce di avvertire all'orecchio sinistro Jolori J3 oltre 15 gg. e secrezione purulenta da 8 gg. Per tali disturbi fu ricoverato Japprinu al 523'' O.C., dove fu curato con lavaggi e con instillazioni di glicerina fenicata, quind.· fu rra~fer. to al :244 U.C. CASO I. -

('•) Questo lavoro è pervenuto in Redazione nel giugno 1943 (N. J. It).

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Esame obbiettit'o. - Individuo di regolare costituzione iìsica. Negativo l'c~amc clinico dei principali organi interrù. Orecchio destro. Reperto normJlc. Orecchio sinistro. Sulla por7Jont della conc.l che attornia il (oro acustko l'cpidern1ide è biancastra, molle, un1i{b, sollc' ata. La dctnarcazionc dalla cute san~1 è netta, segnata d:1 una linea policiclica. Dal coudotto si J.Sporta un b~tuffL,]o lli gnr k~., intriso di secrezio ne purisimilc con odore che ricorda la colla d3 fnle~namc. Ripulito il condotto, la. cpidernùde appare qua e là con caratteri. si.tuili a qudh t.ks~ritti ~sull~ eone~,. ah:r~o\'e manca dc~: i strati superficiali e presenta allo scoperto qudh profond.t, nn11di, d1 color rosso, vJvo . La ·n1embrana tin1jXl11Ìql è JiffusJmcnte congcsta. Dim·io clinico. - 7 gennaio 1943: entra al :!44° O.C.; n1edicazione con garza steriJe. 9 gennaio 1943: cpidemuJc dd condotto secca solle\'antcsj in pliche. 1\L T . n1eno congesta. ro gennaio 19-l3: Je~qu4'l.tnazio:1e a. larghe lamelle della cute del condotto. Sulla m. t. si rende visibile il manico dd martello. Nota. - Il giorno dopo l'ingresso, il soldato confessa. dÌ! essersi ripetutamente introdotto nell'orecchio un batuffolo di cotone Jmbevuto di urina.

CASO Il. - \-. S. di anni 35, da Agdgento . A. P. R. - 1\"essun precede nte patologico agli orecchi. A. P. P. - Richid..IILlto alle arnu l'rr dicembre I9f2· Giunto .iJn zona di operazioni il ::!::!. febbraio 1943· 3.\"rebbe tosto a,•vertito dolori all'orecchio deEtro. Dopo 2 giorni sarebbe con1pars:t secrezione purulenta. Esame obbir:tti(lo. - Indi,~id uo di regolare costituzione fisica. Negativo l'esan1e clinico dei princip:ili organi interni. Orecchio sir:~tro. Reperto normale. Orecchio destro. Sulla porzione della conca che attornia il foro acustico e sul condotto n1en1branoso iniziale, a partire da u ~1 linea netta ed irregolare, la epidermite appare gonfia, umida ru color bianco sporco. Sul restante ccndotto si ha una magma bianco costituito d.1gli stra:i epiteliali superficiali che, mortificati e in via di eliminazione, ricoprono quelli profo.Lldi arrossati ed lllT'idi. La m. t. è opacata, congesta alla perileria e lungo il manico del marte1lo. Dim·w clinico. - 4 maggio 1943: er.tra al 244° O .C. Medkwonc con garza sterile. 6 marzo 1943: cute del condotto secca, rugos3. 8 marzo 1943: la epidermide della conca e quella del condotto si e~irn.inano a larghe lamelle. La m. t. è deconge~tionata . IO n13rzo 1943: cute del condotto secca, l c:gg~:mentc congesta nei confronti della cute normale. Nora. - Dopo alcW1i giorni di degenza, il soldato] co·nfcssa dj cssetrsi Jntrodotto ndForecchio un pt~etto di tela bagnate eli un Jiquìdo di cui non sa precisare la untura e fornitogli da un compagno. CASO III. -

T. S. di anni 3o, da GenoYa. A. P. R. - Negati \'a. A . P. P. - Richiamato alle arn1i il 12 marzo 1941. E ' in zona di operaztoniJ dal novembre 19.p. Accusa suppurazione ali'orecchio sinistro Insorta con ronz.1i e lievi dolori da 7 giorni. Esame: obbic:ttivo. - Individuo di buona costituzione fisica. Negativo l'esame clinico dei principali organi interni. Oreo:hio .. sinistro. Reperto nonnale. O~ccchio destro. Sulla rawce dell'antellce e sul tr3go croste siero.se. Sul IobuJo e davantt al .rrago_ desquamazione della. cute in lan1el1e furfuracee con riflessi perlacci. Dal co~dotto ~ toghe un bat.uffolo di colone impreg1nato di secrezione purisimHe con odore SUl gcncns. Sul tr=ttto th conca che circonJa il foro 3CUStico', su ui questo c su'l con-


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dotto mcmbrnnoso, tpidcrrnide hianc:ulltra, umidn ':ollcv~ntc~i in plirhc t . . · · 1 'cl • ' · ... · .t-1 !lt.:parazto'le Il cln1 a cpt.c c:nn1 <: t-sa.Jla e ncttamcnt<.~ wgnata da un~ linea festonata. Nel condott là 11 . o osseo . . 'cl s~no qua c · .a o scoperto g11 !,tratt ep1 c:rmH.:i profondi eli color rosso vivo. NL T d1ffusruncnte opacata. · Diar~o 'Clinico. - IO gen~1aio 1943: entra al 2441) O.C. Nlcdkazione con garza sterile. 12 genna1o 19~3:

desquamazione a stampo dd la epidermide d~lla conca e del foro acustico. 13 gennaio 1943: continua la desquama7irJnc sul condotto. Cute di riparazione rosea. M. T. pressochè normale. Nota. - Confessa di essersi jntrodotto ne-ll'orecchio il lattic,..: di una cuphorbiacea, imbevendolo in un batuffOllo di cotone.

Questi tre casi presentano evidenti analogie nelle loro manifestazioni c corrispondono alla otite esterna diffusa che è la forma più lieve delle autolesioni auricolari. Gli AA. fanno notare che questa malattia si manifesta spesso con apparenza epidemica: numerosi militari appartenenti allo stesso reggimento, spesso alla stessa compagnia, ne appaiono contemporaneamente affetti. Svariati sono gli agenti etiologici noti: acidi ed alcali diluiti} estratt! vegetali specie dn euphorbiacee, benz1na, trcmentinJ, nafta, petrolio, emul~ sioni di grassi e di saponi, cantaride polverata, feci, ecc. Le sostanze possono essere deposte o instillate. Ben di rado si riesée a rintracciare la sostanza in G!.USa con esami cmmiei. A prescindere inoltre dalle maggiori difficoltà che si frappongono alla sua identificazione analitica presso reparti mobilitati, ya anche ricordato che l 'autolesionista provvede spesso con layaggi o con detersioni a farne scomparire le tracce. Inoltre egli giunge generalmente all' otoiatra alcun tempo dopo l'inizio della malattia quando sono già state praticate una o più medicazioni ed allontanati gli eventuali residui della SOitanza incriminata. Nessun ausilio diagnostico è capace di apportarci l'esame batterioscopico : la flora m.i:crobica dhe si instaura sulle lesioni cutanee tdel condotto è quella dlelle otiti in genere: stafilococchi, streptococchi, a catena bre\·e o 1unga, pneumococchi. Nei casi da me esaminati non si è mai riscontrato un unico tipo di germi: sempre ne coesistevano due o più. Gli elementi diagnostici vanno quindi ricercati nelle manifestazioni locali. Le alterazioni matomopatologiche della otitc esterna diffusa provocata sono costituite da pprima da mortificazit,me epidermica e da essLrdazione si erosa d'el derma., quindi da elin1inazione della cute lesa. fugnce roosore dcgli strati Ji nuova forn1azione e infine ritorno allo stato normale. Le manifestazioni che si accompagnano a tali lesioni sono ccstiruite in un p!ÌlTlO sta·dio d,1 cambiamenti morfologici e tintoriali della cute che appare molJiccia, umida, biancastra. Certe sostanze~ con1e il lattice di alcune euphorbiacce, hanno potere vescicatorio c de3crn1.inano la comparsa di vcscicolc 1niliariformi sulla conca, sul condotto e hnmco sulla membrana ti mpanica; in questi casi si ha scn1.pre t:na stcnosi pi ti o ~1eno n1arG1ta del condotto uditivo. Contemporancamtnte s1 ha secrez1onc p1u o meno abbon-


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dante> siero3a 0 siero purulenta, quind~ l.t cpit.knnÌL~C si. Cl sc~c:l c s1 cl in1 in a in squan1e. çon1piutasi la dcsl1Uanlaztonc, gh strnh cptdcr~l;lct cl.1c ~la pro:fondì si sono resi superficiali rcstlnQ per lJU~lkhc tctnpo p1u ross1 eh <.Juclh primitivi~ quindi acquistano pign1entaz io n: .nonna le. . . Nei casi trattati con medicazione quotlLhana con garzn s.tcr1le 1l decorso è dii 8-12 giorni. Qualor:1 non si esegua alcun tr,1ttan1cnto la 111alattia guarisce sulln conca che per essere cspost,1 .1lla luce c all'ari~ si prosciuga c desquama spontaneamente, si, pro1un~a inYccc~ ·ul cond~tto e su~a n1. t. Tal:ol_ta, se lo stin1olo it-ritante e stato npctuto~ aa una stad1o evolutivo avanzato SI r1torna allo stadio iniziale c allt'ra il decorso resta naturaln1ente prolungato. Da quanto si è dette ·1ppare che la otite esterna diffusa da agenti LITttanti presenta non roche analogie s-intomatologiche con le otiti esterne diffuse genuine dL1l1e cui detcrminanh non può quindli prescindere la discriminazione diaguosti("a. L 'esame timpmico è in genere sufficiente ad: esclJudere la dipendenza d::1 una otitc rnedja puru!enta roichè, come ho potuto anch'io osservare, in questa Gitegori3. di 2utolesioni Ja membrana si presenta iperemica, mortifiGita più o meno profondamente negli strati epidermici e coperta da secrezione mentre manca ogni accenno di perforazione con deflusso di secrezione purulcnta dalla cassa del timpano al condotto. Sono tuttavia dia tenersi presenti i c:lSi in cui la perforazione eventualmente pr•ees1steva quale esito di una pregressa otite (Gradenigo). In simili evenienza la diagnosi dfi.fferenzi:Jle deve fondarsi c;oltanto sui caratteri delle lesioni del condotto. Se inYece è in causa per la stessa otite esterna un agente traumatico, esso è sempre manifesto quandb la lesione non è dolosa, rr:entre se si tratta di agenti termici occasionali le scottature interessano anche il padiglione. So\·ente i sospettati tentano di chiamare in causa le sostanze mediclmentose (glicerina fen1cata, iodoformio) applicate dJi sanitari dhe li avevano in precedenza esaminati. In tal caso però S'Ono le informazioni attinte alle relatiYc fonti che preciseranno fino a qual punto le asserzioni degli interessati abbiano valore. Tra le affezioni che si possono Cincora prestare a confusioni diagnost1che con rotite esterna diffusa provocata va posto anzitutto l'eczema umido, n1alattia peraltro piuttosto rara nell'adulto, generalmente bilaterale, interessante spesso anche il padiglione ed a, decorso protratto. Quando esso si corr:plica con impetigine le croste a cui dà luogo somigliano al miele, cd asportate lasciano allo scoperto una su perfide disepitelizzata secernentc siero sangue. L'crpes zoster presenta ycscicole o croste (a seconda d'e llo st1dio) a sede obbligatl, l~ difterite dell'orecchio esterno produce pseudon1embrane aderenti, secrezione ematica, adenite satellite; l'otomicosi nella forma pseudo ecze.n1atosa dà origine ad uno stampo di essudato biancastro con punti scuri, poco aderente, che ricopre cute infiltrata e congesta, talvolta abrasa, poco secernente. In queste due ultin1e affezioni il reperto batteriologico è comunque decisivo. '-'

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l diversi dati anurnnc!1tirt c cl1nici ptrJn<..tlono qu1ndi già di per sè d1 cscluJclcrc l e mal nttic del]' orccb io estern o le eu i rnanifcstazioni offrono delle analogie. c?n qu:llc dc!la otitc c.stcr~a pruvocata. Ma questa presenta a sua volta de1 s1ntom1 propn, carattcnsttct, tal i da rilcvarne la nattua. Anz.i tutto il limjtc. esterno della dcnnatjtc, segnalo sempre da una linc~ netta, a rdecorso frastagl1ato, co tro la quale la epirlcrrnidc diventa mortificata, abrasa o desquamante, a seconda dclJo stadio cvoiutivo. In secondo luogo, la desquamazione a larghe lamelle sulla zona interessata: frequentemente è un vero e proprio stamprJ dtgli strati epidermici superficiali della conca e del condotto che si elimina tutto in una voi ta. Scarso valore diagnostico hanno le ]amelle furfuraccc, pcrlacee che si riscontrano sul trago o s;uJ lobulo e che si possono ancihc avere con Je otiti esterne secondarie ad otite media, le impetigini, gli eczemi, come pure le lesioni del condotto e quelle della membrana tim panica perchè quando gli ammalati arrivano a noi in decorso avanzato, e già è ayvenuta la desquamazione della cute della conca, la diagnosi non può fondarsi su gueste sole lesioni pri,-e di carattere univoco. Un terzo carattere di notevole valore diagnostico è la rapid~ e\'o1uzicn~ a guarigione conseguibile con la semplice detersione e medicazic:J.e ccn garza sterile giornalmente rinnovata. Per evitare che il decorso possz. venire inE"Eenzato dal ripetersi di manovre dolose, Torrigiani consiglia di pnticare una fasciatura amidata contrassegnata. L'accorgimento è certamente utile. P er m!a esperienza però, quando ha sentore di essere in sospetto, il colpe' olc rinunc1a ad ogni ulteriore velleità lesionista. CASO IV. - A . P. di an.rù 30, da Reggio Calabria. A. P. R. - A sedici anni avrebbe sofferto eli otite bilaterale. A.. P. P. - E' alle arrn.i: dal giugno 1940. Nel I9.P contrasse m~aria Fer cui fu ricoverato all'ospedale militare di Acqui e in seguito a quello di Chia\'ari. Fruì di due mesi eli licenz:JJ di convalescenza. Travasi in Francia dal noYembre I Q..p. Accu'J. suppurazione all'orecchio destro ùa circa due mesi. Da 20 giorni la .suppurnzìone ~art..the aumentata accompagnandosi a dolori. Esame obbiettivo•. - Orecchio sinistro. Reperto normalt•. Orecchio destro. Sul condotto yastn ulceraz.ione che JJ.l faro acusdco [l es:e!ldc t1n nei pressi dell::L men1brann tin1panica. I bordi sono frnscaglia.ti e t~g.J:!ti ~ picco Yerso l'esterno, sfumati verso l'interno. L'ulcerazjooe occupa tutte le p:zn::ti dc! condotto, il fondo ~ coperto anteriormente cb uno straccio nccrotico ,·erdastro renJ.cc:mente ..1derenre, poc;tcriormc.:nte è costituito da granulaz..ioni mol1i, pallide.:, sanguinanti con le n1nno\re di introduzione ùell'otoscopio. In pnrecchi tratti è allo scoperto la ~ri!agine Jelb. p3rerc posteriore del conc.lotto. l\'Icmbrana rùnpJ.l1ica opac::tta, congesta all<1 perif\,.-ri.1 c lungo

il manico del martello. Diario clinico. - :?J febbraio 1943: entra al 24-!u O.C. D ctcrsiune .turicolare. ~Ic­ dica.zionc co11 gnrzn. sterile; 26 febbraio I9-B : t!Hm.inazione dei!c p:J"t! nt.crotiche con mcss::t .a.llo scoperto dd la cartilagine della parete onteriorc Jd condotto; 5 marzo 1943: grrtnulaz.ioni esuberanti. Cnusticnzione con nitr~1to d'argento nl rofl'·'; 30 marzo 1943: csnmt.: bntter\ollcopico (colorazione eli Gr~un). Numcro~i gcnnl ~an. le ~:rJtterisrich: m~r­ fologiche, tintoria li ccc. degli l>tnfilococchi e dt:gli :,trcptococcht; S aprile 1943: ocacnz-

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z.n.z.ione completa. Cute cicatriziale sottile, ·Ieggern1:nt~ arrossata. Il lu~e. del con~ dotto dsulta di 2 mm. minore dd controlaterale. Il restnnguuento ha forma di d1aframma.

Nota. - Confessa di essersi introdotto nell'orecchio un batuffo!lo' di cotone imbevuto di idrato eli potassio. CASO V. -

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U. M. eli anni 35, da Benevento.

A. P. R. - Nega precedenti otitici. A. P. P. - Richiamato alle arnu l'rr clicetnbre 1942, è in Francia dal 21 febbraio 1943. Accusa suppurazjone all'orecchio destro i1n1Sorta con doGare il r8 febbraio. 1943. Esame obbiettivo. - Orecchio sinistro. Reperto norn1ale. Dirunetro del condotto di 8 rrun. Orecchio destro. Nel solco tra trago cd antitrago ulcerazione della cute a bordi policiclici con fondo ricoperto da &ustoli cutanei e cartilaginei. E' visibille H bordo esterno eroso della cartilagine. 11 trago c l'antitrago risultano tumcfatti e ricopertj da squame ptiriasiche lucenti. Alla radice dell'elice ulcernzione rotondcggiantc del dinm<.:tro eli 2 llnj}limetri con bordi irregolari degrad~ntti vdrso i.l fondo1 co~t iu1.ito dal derma ricoperto da secrezione giallastra crostosa. Al foro acustico vnl'ltn u lcer:t~ionc dw. pn.rtendoci dalla conca. indietro, ùn.l tra go in ava11tj, col piscc tutte le pn rut i de'l C()ndot Lo per la lunghezza di un buon centimetro·. Contorni frastagliati e bt:u dclimitrll'k Fondo costituito posterionnente dal derma, anterionnente dalla c~utHnginc del co talutlo i 11 neerosi e in via cL1 elin1inazione. Internamente cute normale. Norn1alc Ja 111. t. Diario clinico. - 1 Inarzo 1943: entra al 2LJ4° O.C.; 3 marzo 1943: clinunnzicmc eli, una porzione di cartilagine necrotica in cordspollldenza dol foro acuBtÌCo·; 5 n1~1rzo 1943: eliminazione di altro fram1nento di cartilagine dal pavin1cnto del condotto; H n1arzo 1943: cicatrizzata la ulcerazione della radice dell'elice c quella intcrlrngico; 12 marzo 1943 : n1edicazione con garza sterile sdpata nel condotto per la tendenza alla stenosi; 8 aprile 1943: ckntrizznzione con1pleta del foro acustico. Le varie cicatrici dd padigì.ione sono aiTossate, rilevate, irregolari. Il lume del condotto ha forma eli fessura verticale, vi è possibile la introduziojne d.i! un otoscopio da 3 mn1. Per la n1anc;a;nza diJ un frammento cartilagineo la incisura intert.ragica è a destra più profonda che a sinistra. Nota. -

Confessn~ eli essersi procurate le lesioni con soda caustica.

CASO VI. - F. P . di aruni 23; da Pe:aro. A. P. R. - Nessun precedente patologico a carjco degli orecchi o di altri organi.. A. P. P. - E' alle anni dal febbraio 1940. E' in Francia dal novembre 1942. Riferisce ché 8 giorni. addietro, dopo aver lavorato una intera notte come panettiere, avvertì forti dolori all'orecchio destro. ·rali dolori sarebb~ro persistiti intensi per 2 gio.nni qwndi in seguito alla insorgenza eli secrezione si sarebbero \da via attOOitllLt1 fino a scompanre. Fu curato per 5 g~orni aHa infern1eria del Corpo ma non accennando la secrezione a diminuire fu trasferito al nostro ospedale. Esame obbiettivo. - Orecchio sintistro. Reperto normale. Orecdùo destro. Sul trago, suJl'antitrago e sul lobulo squame furfuracee lucenti frammj ste a l?iccole crosticine giallastre. Su·l condotto, jn corrispondenza delle pareti posteriore, anteriore ed inferiore, a partire dal foro acustico fino ad un centin1etro all'indentro, la cute è gia1lo chiara, leggern1ente sopraelevata, molle ed utnida. I confini con ~a cute sana sono verso la conca ~tnbilit] nettamente da una linea iperemica con decorso trregolar~. Sul c~ndoHo la cute è ricoperta da una magma biancastro sotto la gualc appJre UlllJda e utHusamente CO•l11gesta. La mcmbr~tna timpanica è infiltrata, \ntensamente


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.:ongesta, ampiamente perforata nei quatlrJnti mferiorL La pertorazione ha torma grossolanamente eli triangolo hoscele co_l; rango~o più acuto al margine antcriort' posto sopra il livello dell,umbus e la base al margine postero-inferiore. n bordo superiore è ondulato e rigonfio (fig. 1, A). Mucosa della cassa edematosa e congesta. Secrezione purulentn assai abbondante, non fedita.

Fig. 1. - Caso VI.

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A: ì\LT. Jll'ingrcs-,o in Ospccblc. B: ì\LT. all'uscita dall'Ospednle. La n:gionc: 111.1 c.toidea t. tumefnrta. Il padiglione è leggermente spostato \'erso H ha•;'io, i movimenti w.: sono dolorosi.

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25 fcbbr~aio 1943: entra al 244° O.C. Detersione aurico~arc, medicaz.ionc con garza sterile; 27 febbraio 1943: la cul.c nccroticn si demarca con un solco. La tumefazione ma<ltoiùea è regn:dita; 2 marzo 19'B: dalla cassa proviene secrezione purulenta abbondante. La mucosa è edcmatofin, granulcgginntc. Sul condotto la cute necrotica si sta sollevando; 3 marzo 1943: in f'cguito alla eliminazione delle parti ne-erotiche è allo scoperto il periconclrio. Es:tme bJtlcrioscopico dell'essudato auricolare (co!orazione eli Gr:.tm): Flora batterica mistJ, costituit:t da germl Gram po~itivi (stalilococchi, streptococchi. pneun1ococchi); 10 marzo 1943: ]a ulccrazionc del cootlotto si restringe concentricamente. Il fondo è granuleggiante. Ln. mucosa. labirintica c, t li color rosso acceso, granulosa; 18 marzo 1943: ulcerazione complctnmcnrc rim:trgin~lt:l. Cicatrice Hscia, jperemicn. Calibro del condotto ridotto di 2 nm1. nei confronti ùel controlaterale. Dalla perforazione ti m panica fa ernia una mass:1 poli pos.1 rossa n superficie

Diario clinJco.

111oriforn1e; 25 marzo 1943: asportazione della massa polipoba che proviene dal pavimento della cass:1. Il bordo supedore c.Iella perforazione è ormai souilc c regolare. crezione ancora abboncbnte; 5 aprile 1943: bordi superiori della perforazione info'ìSJtl. lviucosa del pavimento della cassa li scia, rossa, sporge~te Hl. f~rn:a di ~1ammellonc. Secrezione purulcnt:l scarsa; ::!.6 aprHe 1943: la twnefaZlonc. st e nassorbua. Il bordo superiore della perforazione c con esso il mnnico .ùel martello ha p:cso .a?cre~~:l ton la mucosa della parete labirintica (fig. r, B). Secrez10nc n~~entc. Funzwnnhta udJtlYJ come all,ingre~so in ospedale.

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Confessa di essersi introÙotlo nell'orecchio con w1o stecchino, il 19 feb br~uo 1943 una goccin eli acido murintico.

Notn. -

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Giorna/~

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m~tlicina militar~.

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CASO Vll. - D . !vi. Ji anni :28, d~ GcnoYn . A. P. R. - Polmonite ~ 19 aruù. Avrebbe soHcrto più \'oltc c.li ~\llacchi acuti di otite purulent~ ùestrn. A. P. P. -E' alle anni dal 16 giugno 1Q4o. Tro,·~si in Frnncia dal novembre 1940. Allega suppurnz.ione ~ll'orecchio destro ÌllhHU "uwa dolore un 1nesc ndilietro. Esame obbiettivo. - Orecchio sinistro. Rt:pr rto nonnalc. Orecchio destro. Secrezione purulcnta nbbond~mlc. Sul 3 esterno del pavimento e Jelb parete anteriore del condono ulccraz..ione cut.1nen romboidalc con borcli netti c fondo roperto da fini grnnubzioni ros~a:, f..1ciltncnte sanguinanti ~1 toccnn1ento . !vL T. ampian1ente perforata nei. qu.JdrJnti inf~riori. La pcrfornzio.nc ha forn1n gros~olannm:ntc di triangolo isoscelc con b.r~ 3} 1nnrg10e posteriore e np1cc a quello a.ntero... supenore

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Fig. 2. - Caso VII. .-\

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A: !\1.T. all'ingresso in Ospedale. B : l\LT. all'uscita dall'Ospedale.

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posto al di sopn: Jella trasYersale pas~:mte per l'un1bus. 11 bordo superiore della perforazione h:;. decorso serpiginoso, è leggermente infiltrato (fig. 2, A). La tn. t. residua è infiltrata e congesta come pure la mucosa della cassa. Diario dimco. - 24 marzo 1943: entra al 244° O.C. Detersione del condotto, me. clicazione con garza sterile: 6 apri: e 194 3 : l ' ulceraz,one si restringe concentricamente. Secrezione purulenra abbond~:lte; 18 apr.ile 1943: ulcerazione cicatrizzata. Cicatrice ipe· rernica, liscia, stenosantc. La stenosi ha forma eli diaframma, riduce il calibro del condotto di 4 mm. nei confron6 di quell,) del bro opposto; 25 aprile 1943: )e dimensioni della pcrfor::tzionc si sono leggermente ridotte. Essa h a asrunto forma rotondeggiante. Secrezione scarsa; 3 maggio 1943: la perforazione ha forma c.li. elisse, è situat:1 nel qundrante antero-interiore (lig. 2, B). Secrezione assente. Confe5sa di essersi introdotto nell'orecchio, j} giorno 11 n1arzo 1943, un batuffolo di cotone imbe\'Uto di acido muriatico e di averlo estratto 2-3 ore dopo, non potendo più oltre so pportare i forti bruciori ch e es~o gli causava. La secrezione ~arebbe insort:1 tre .~on1i dopo. Ì"lota. -

I casi IV e V sono caratterizzati da gangrene umide dell'orecchio esterno prodotte da alcali, i casi VI e VII da gangrene wnide dell'orecchio esterno e da o.titi medie purulente prodotte da acidi. Tralascio per or•a le lesiont dell'orecdhio medio che tratterò insieme ad altri casi successivi. Un acido odi un alcali (secondo Torrigiani andhe gli estratti vegetali) appl~cato sulla cute dell'orecdh io dcterminJ delle lesioni che, pur restando lin11tate alla superficie di contatto, sono variamente penetranti.


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l n tt n prjn1o tcn1 po si ha la tnorti ficazionc dci tcssu ti con forma · · 1 · f z1one

di masse 1sto ogJCamcntc 10 ·armi. T'tttt'attorno ai tessuti mortificati si cosftuiscc poi un processo infiammatoriu che conduce alla loro eliminazione e alta loro sostituzione da parte di tessuto clj granulazione mutantesi a sua volta in connettivo cicatriziale. Dal pu,n to d~ vista clinico nelle gangrene umide dell'orecchio esterno si possono cosa distinguere tre fasi: una fase di nccr~i, una· fase d'i ulcerazione e una fase di cicatrizzazione. I tessuti mortificati formano l'escara; se l'azione del caustico è stata lieve essa è costituita dalla sola cute, se più forte anche dal sottocutaneo e dal pericondrio. La cartilagine quando è co1npromessa si elimina generalmente in un secondo tempo. • La caduta dell'escara, dhc interviene 8-Io giorni dopo l'applicazione del caustico, rende manifesta l 'ulcerazione. I bordi di questa sono sempre netti, a decorso serpigjnoso, tagliati a picco sul fondo in un primo tempo, quindi sempre più sfumati man mano che ci si avvja nel processo di riparazione. Il fondo è costitunto dal dler n1a, dal pericondrio, dalla cartilagine, dali 'osso a seconda della estensione delle lesioni all'interno e in profondità. Su di esso si ritrova dell'essudato purulento: l'esame ba tterioscopico vi dimostra i ca. . . . , m uru gerffil p1ogeru. Il fondo dell'ulcera viene rJpidamente ricoperto da tessuto di granulazione molle, spesso esuberante. Progressiv:unente questo si trasforma in connettivo .fibroso, vi si stende sopr-a l'epitelio e si addiviene in tal modo alla formazione di una cicatrice. Dalla ca·dluta dell'escara alla formazione della cicatrice intercorre un periodo di tempo che va da un minimo di 15 giorni nelle lesioni superficiali, ad un ,massimo di oltre due mesi nelle lestoni più profonde. Oltre che dalla estensione .e dalla profondità delle lesioni e da particolari proprietà costituzionali della cute, la raprd~tà d~ guangione dipende anche dalla coesistenza di un processo di otite media attivamente secernente per l'inquinamento continuo che lo scolo pu.rulento proveniente dalla cassa nel timpano Yiene 3 deterrninare sul'a ulcerazione, nonchè dal trattan1ento praticato. La caustic3zione delle granuJazioni esuberanti con nitrato d'argento accelera la guarig)onc, lo zaffaggio di garz~. stipata con lo scopo di impedire la stenosi o la atresia del condotto, la ritarda. La cicatrice sulla conca può risultare liscia e sottile, sullo stesso piano della cute sana, o irregolare c sopraelevata. La cute che la ricopre è secca, senza peH, d i color rosso in ttt.n prin1o te1npo, lJLtindi del color della cute sana c più pallida. Il foro acustico ed il condbtto possono consen·arc il calibro iniziale nelle lesioni superficiali e ]imitate, ma in genere si produce una ~te­ nasi. Questa in relazione alla profondità e alla estensione delle lesioni può essere più o n1eno grave. tanto da r.idu~re di alct~ni m.m. il calibro ~el ~o~­ dotto o da rcndcrlo atr'esJco. Il restnng1mento puo presentare superficte hsc1~


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odi irregolare, può avere forn1a di un diaframma o un cilin?ro della lrungihezza di alcuni mm., può essere centrale o eccentr1co. _La r~s1stenza offerta alla introdurzione dell'otoscopio è sempre notevole, dopo d1 che Il lume del condotto, che ne rimane ingrandito, impiega qualche tempo a riprendere le dimensioni primitive. . . Le lesioni da caustico dell'orecchio esterno hanno una partlcolare rmportanza agli effetti me:dzico-legali perchè consentono di porre non solo la diagnosi della loro natura ma anche quella di eventuali concomitanti otiti medie semplici e complicate. Nella fase necrotica esse sono infatti tipiche perchè nessuna affezione dell' orecchio può determinare distr:uzioni tissurali par~:ugonabili a quelle dovuti! alle sostanze caustiche al cui riconoscimento contribuisce, cotnc è noto, il colorito dell'escara che nel caso dell'acido cloridrico è giallo chiaro, bjanco o bianco opaco rispettivamente in quello dell'idrato ·dJ soclio o dell'acido fenico. N ella fase UJlcerativa iniziale le lesioni sono del pari cnratlcristiche per la delimitazione dell'ulcera con bordi netti c frastagli~lli, prr il fond1o fltH' · mente granuloso con tratti scoperti eli cartilagine o di osso. Nella fase di riparazione avanzata della ulccrazione, qu;1ndo t]UCsla t: ridotta ad una piccola area granuleggiantc o cocsjsta una otitc n1cttl:ia, si potrebbe pensare che sia stata la secrezione proveniente dalla ca~sa titnp,tnica a provocare una zona di n1accrazionc circoscritta. Grndenigo an11ncttc ttucst.• possibilità per le granulazioni situate sul pavitncnto c la parete posteriore del foro acustico. Anche senza considerare la rarità di una sin1ile patogenc"i, non avendo la secrezione auxicolare un potere c:11ustico tna soltanto irritante, le granulazioni ~da caustico si differenziano tuttayia perchè sono circondate da cute cicatriziale e possono inoltre essere situate anche sulla parete anteriore del condotto. Soltanto quando si è già costituita la cicatrice la discriminazione diagnostica sarà più delicata non solo ne1 confronti di processi infianunatori ma anche di lesioni da agenti termici o traun1atici tanto genuini clhe provocati. In ta]e evenienza sarà però di aUJsilio la eventJua]e mancanza di dati anamnestici probatOI'Ì e la sede che per i caustici è di regola sulla porzione della conca litnitrofa al foro acus6co, sulla faccia interna del trago, sulla radice dell'elice, sulla incisura intertragica. Per guanto riguarda il condotto, rnentre le cicatrici superficiali restano identificabili finchè ne dura l'arrossatnento, quelle che sono aoccompagnatr da stenosi e da atresia si ,dJjstingueranno dalle corrispondenti alterazioni congenite sia per il loro carattere cicatriziale che per l'esistenza di altre anomalie di struttura, e da quelle conseguenti a pericondrite per la mancanza delle relative e speciali malformazioni del padiglione. Sarà poi l'impronta cicatriziale .d!ella stenosi, la circoscrizione ad un piccolo tratto del condotto, la 1nonolateralità, dhe Ìtnpediranno di confonderla con tm eczema cronico ste~ nosantc. Inoltre rncntrc in questo le lesioni si sono costituite lentamente c la

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attività secretiva è p~rd~rant~, nelle stenosi da caustlco la secrezione viene a c_essare quand? la _eptte~Izz~z,to~c ~cl condotto è completa. Essa può solo pcr:lstere se _la c1ca~nzzaz1one e hnu~ata al tratto esterno n1entre internamente e ancora 1n att~ 1l processo ulcerahvo o quando coesista una otitc 111ed:.ia purul~nta deternunata od a~gravat~ .da~la 1~~t1l~azione del caustico. Jn questi cas1 saranno pur sempre 1 carattcn ClcatriZulh della stenosi c la 51un sede a desi,g narne la natura provocata. • CASO YIII. - L. A. c..li .lnni 33, c..la Genova. A. F. - Patire, oper.uo pc:r otomast01dite acutn nd 1940. ~fadre Vl\'ente c sana. A. P. R. - Broncopoln1onite nella prima infanzia. A 8 anni fu opu:llo eli ton~il!o­ ntlenotomin. Da 8 a 9 anni, ~o ffcrsc di otite n1ct.lia purulcnta destra. Nel 1940 avn:rtì ot:tlgia sinistra e contcmporncamcnte prt!lcntò dalzi termici per alcuni giorni. Guarì :.ent;l che compJriS$<: su ppurazione . • 1. 11• P. · lHr.:hi; unato alle armi l'r1 genn. I9-J2· E' in Fr..tncia dal dicembre 1942. l{ifcJ' I';l'l t..ht 15 giornj addietro, mentre 'L tro,·:n '.l in liccn?,t, contrasse un forte ra.frrcddOJ c c 1 lw ru l l.OfM)I di. que\to avvertì 'ioit'nti dolori ~di'orecchio s~ni stro. Ai dolori fc u to •,Jo : cguJto :.upl·llr.t:lionc per tu i rknn~r ~lll'optr.l di Uil met.lico ch·He. Rientrato :d <:w po, P' r•i'1lt ndo l.t ~,uppurilziollt ·, fu invwto in 'isitu :1mbulatoda al no~tro Osped.tlc· dot.c \C flfll to·. to J icovcr.tto. Hw nu~ oh/Jir.:lliL•o. - l ud iv ici uo cl i regol ~tr:: co sU ruzionc lìsica senza lesi.oni clinicallH 'Illt •IJ 'f"'·;z:tlllli :d V.Jri org~lfli iJHerui. Orccrh 10 dc:'J Iro. ~J. T . ~11 rolira, con chjmwa calcnn:a ~u pcriorL c ampia perforazione inf< 1 wn:. St ' ' c ·:~icmt.: a·,• 1'1111:. On:rtltio ·~ini r.tro. Stxrcz IO Il C m w.:opuru kuta tliscn.t.uncnte abbondante. Condotto o•..M o dif[us:tm c.. ntc.: cong<.c,to, con t:p1t.lermidc .lhra!,.l, ricop<:rta t.l.t m:.tgmJ bianco. M. T.

Fig. 3· - Caso VI n. A

A: NLT. all'ingre:,~o in o~pt:d.dt:. B; ~f.T. all'uscita tbWO~pcùalc:. ampiamente perfor.lta nei qu~H.lrnnti inferiori. La perforazione (11g. 3, A) ha forma grossolanamente triangolare con ba!IC postt:riorc e nricc nnrerion.; po ~to sopra H !ivt11o dell'umbus Il residuo timpanico è infiltrato, intensamente arross:1to, con epidermide abrasn e ricoperta da n1agma bi'lncastro. Il bon.lo superion: del1a perforazione risulta arrotondato e decorre secondo una linea ondulata. 1fucosa della cassa congesta, edematosa. Diario clinico. - 19 marzo 1943 : entra al 244" O.C., medicazione; 26 marzo 1943: duninuita la infiltmzione timp::tnicn, il bordo superiore della pcrfor~ione si ~ innalzato cosicchè la perforazione r.isulta più ampi n; 8 aprile 1943 : la secre:t-t~n~ pers1ste ~b.bo_n .. dante. ll bordo superiore della perforazione si è notevolmente a~sotuglJato, quellt 10fP.-

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riore e posteriore si sono sollevati co~ì che le di mcn~ioni della rwrf~t azione si sono ridotte; 18 aprile 1943: l..t pcrfornzionc hn assunto (nrmn rotonc.lcggwnte con ~ode nel quadrante nntero·~inferiore (fig. 3, 0). Funzionalit~ udìth·a lcggcr~1ente uin1inuita. per i toni bassi; 28 aprile 1943: !lecrezionc assente; 30 .tpnlc 1943: n con:pnrc M.creztonc; 4 1naggio 1943: secrezione =-tS!lcnte~ ~ tnaggio 1q43: nuo\':.unentc secrcz1one; 12 1naggio 1943: secrez10ne assente. Alcuni giorm dopo l'ingresso confessa Ji essersi sottoposto nll'opern di un arnica che gli introdus~c in profondità ndl'orccch.io un batuffolo di cotone jn1bevuto di un liqwdo bianco di cui non sa prcci s~re ln n~tura, bscianclolo i:n ~ede per una ora e n1ezza circa. Le n1.ll10\ re ri usdro no assolutamente indolori. La suppurazione insorse dopo due giorni. l:\Tota. -

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CASO IX. - S. \-., di .1nni 3:!., da Bolz::mo. A. P. R. - ~cgati\:.1. A. P. R. - Richbmato :1lle armi tl 24 febbr . 1941. Nella pdm~n-era del 1942 avrebbe sofferto dì un proces~o acuto di ori te puru!c .ta ~nistra. E' i n Francia dal dicembre 1942. Nei prinù del marzo u. s., mentre si trovava in licenzu, s:uebbe stato colpito da torti dolori alì'on:cchio sin istro e da rialzi tennici. Dopo due giorn i, avendo uldmata la licenza, intrapre~e il \"i:Jggio eli ritorno al Corpo e duranre questo notò la comparsa di secrezione auricolare. Giunto a destinaziot1e il 9 marzo 1943, si sottopofe a Yisita medica e venne ricoverato Jl 17-f' O . C. In questo Ospedale rimase degente per 22 giorni. All'ingresso present:J\'.:t una erosione del fo ro acu!:tico esterno e abbondante suppurazione nel condotto ud.iti,·o. Risultando dolente la n1astoide ::db pressione dopo controllo rad:ografico si provvide al ricoYero nel nostro ospedale. EJ·ame oòiettit'O (8 apri!e 1943). - lndi\'iduo JnacrosFlancnrco. Facics sofferente. N uUa di p:no!ogico clinicamente rileYabile ai principali organi interni. Orecchio Jestro. Reperto normale. Orecchio sinistro. Secrezione purulenta ematica ~bbondante. Cute del condotto 111embranoso normale. Cute ·del condotto osseo rilevata,~ abrasa, sanguitna.nte al toccameoto. ~umero::e granulazioni pretimpaniche a larga base d'impianto, molli, rosse, sYilupp~lte s!a a carico del pa\'imento che della parete anterjorc e posteriore del condotto. 1YL T. pressochè del tutto distrutta. Sono a nudo jl manico del martello e la lunga branca dell'incudine. !vlucosa del:a cassa granuleggiante. Viva dolorabilità alla pressione su tutta la regione mastoidea. Diario cl:nico.- 3 aprile 1943: entra al 244° O.C. Sulfarnido piridina gr. 6 nelle 24 ore; 3 apriJe 19-U= intervento chirurgico; svuotamento pttromastoideo .radicale in anesteda locale. lvL1stoide eli tipo pneumatico. Cellule ripiene di pus, con rnuco~a fungosa. Osteite generalizzata. Scoperrura ampia del seno laterale affetto da periflebite e della dura n1cninge della fossa cranica media che presenta evidenti segni di pachimeningite. Asportazione del ponte o~!:eo che separa la mcninge dal seno. DemoUzione della parete posteriore del condotto e Jel muro della loggetta. Asportazione degli ossici n i. Raschi amento Jella cassa. Plastica amp· a con asportazione di un lembo dj cartilagine della conca. Drenaggio con garza senza sutura. 20 aprile 1943: decorso post-operativo nonnalc. Cavità operatori~ abbond::tnten1ente seccrnente, ben granuieggbnte. 11edicazione a secco dopo pol\'erizzazione di acido borico. I 0 m:1ggio 1943: inizia la epidermizzazione della cavità operatorja sul tetto delb cassa c nella reg:one intersin uso-facciale; 10 n1aggio 1943 : secrezione . .' 10. cavlt~ scarsa. Confcs:;a che 11 giorno 4 marzo un suo conoscente gli introdusse neWorecchio un batuffolo Ji cotone imbevuto di un liquido che ritiene fosse acido acetico. Il cotone fu b sciato in sito per 24 ore . La secrezione iniziò tre giorni dopo la sua estrazione.

Nota. -


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. rrr.a gli ll! li 111 i t]lla ttro ca <ii fì gurano lesioni dell'orecchio mtJ io associate a l~s1~m g~ngrcnr~sc dc.! ~ratto p~u tstcrno del. condotto •uditivo (casi VI e VH), lcs1oru ùcll orccch1o mcd t? ~c.socwt~ a. dcrrnatttc del tratto più interno del condotto osseo (caso VIII), c 1nfìnc lesJonl dcll'orccchto medio associ:lte a (rranula-

zioni dc~ tra~to immcdiatam~nt~. pr.ctimpani~o ù~l c.ondotto osseo (c~so IX). Net .CJSl VI, v.II, VII_I 1.1 .KjUJdo causttco, tnshllato o deposto, ha pro.. vocat? .ne1 9u~dranu super_1ort. d~] ~ m. t. lesioni diverse cla quelle dei qua~lr~tl 1nfen?n: Mentre ne1 p~1m1 ~1. ha_ una n1 ortdicazione degli strLltl epitehah superfìc1ab sotto forma d1 detn t1 b1ancastri stratificati su qucl!i profondi di color rosso cupo, infiltrati c scccrnenti, negli inferiori si ha produzione dti necrosi a tutto spessore con esito in perforazione. QUJesta ~dliversità è evidentemente da attribuirsi al contatto più prolungato del caustico con la parte più declive della m. t. Anche l;:t varia granci.ezza della perforazione è da ascriversi allo stesso meccanismo con il probabile concorso di fattori costituzionali e condizionali. Nei casi VI, VII, VIII la perforazione lha a~sunto la forma Ji un triangolo isoscele di varia ampiezza, cJisposto obliquamente con apice antera superiore situato sopra il livello dell'umbus, e base postero inferiore 2pparentemente marginale. In concordanza con le osservazioni di Torrigiani 1Jo ritrc-..·3tG in altri casi qui non riportati perforazioni a forma di semiluna o circum-marte!la ri. Nella generalità ·delle mie osservazioni il bordo superiore aveva sempre decorso irregolare, più o meno infiltrato e a foggia ondulante nelle perforazioni triangolari. Il tratto più interno del condotto, a differenza di quello esterno, è apparso quasi sempre esente da processi gangreuosi. L 'azione del caustico induce anche qui, analogamente a quanto avviene sui quadranti ti.rnpatici superiori , mortificazione epidermica, essudazione ed infiltrazione del d erma. Di rado si notano delle granulazioni sessili da ritenersi conseguenti a processi ulcer~­ tivi, situate tanto sul pavjmento che sulle pareti anteriore e pt1ittnore (caso IX). La rnucosa della cassa reagisce di solito con congestione ed edema. Talvolta si producono delle granJUlazioni dhe fanno ernia attraverso la perforazione (casi VI, IX). In alcuni casi fra i non confessi ho riscontr..1to anch'Io iì quadro descritto da Citelli, Torrigiani e Caliceti di una distruzione della mucosa del lJJhirinto e degli ossicini con denudazione ossea. Si tratta-ra di individui che accusavano una suppurazione auricolare protratta e clo\·c, analogamente al caso IX confesso, si era probabilmente avuta una renctrazione discreta di liquido nella cassa per prolungato contatto del caustico con b n'lembrana o anche per la precsistenza di una perforazione. La otite che consegue alla distruzione timpanica., a n1cno che non sorgano b complicazioni n1astoidce, e neanche gui costantemente, non suole detern1ina:c nè rialzi termici nè disturbi aenerali. La secrezione è molto abbondante m primo tetnpo c di tipo siero~ purulento. In seguito diminuisce P.rogressi\'amente e diventa muco purulentn o purulenta. Spesso lha odore feudo. I ger-

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nù che vi si ritrovano sono quelli delle otltJ. genull.ne c per lo più assoctatt con predorninanza del pneumococco, come nelle mie osservazioni. La evoluzione delle otiti da caustico non differisce sostanzialmente da quella delle otiti genuine. . La perforazione ben di rado rip~;a completan:ente ..In un primo tempo per la retrazione dei bordi sembra p1u grande, po1 per 1l .loro sollevamento si rin1picciolisce. Se1npre inferiore in origine, con la evoluzione verso la guarigione del processo suppurativo essa o resta inferiore o dliventa paracentrale o anteriore. Conser;a o assrune forma di semicerchio, dn elisse. I bordi permangono ispessiti ed irregolari, o si fanno esili e regolari. Talvolta avviene la aderenza della membrana alla cassa (caso VI). La durata della suppuìinzione è varia. In casi favorevoli si può assistere al suo completo esaurimento in meno di un mese, in altri essa rin1anc per qualche tempo assente e poi ricon1parc e ciò più volte con una durata conlplessiva in genere non superiore ai due mesi. In nessun caso ho assistito al passaggio alla cronicità. La funzionalità uditiva risuha pitt o 1neno din1inuita a scconldh della gravità delle lesioni. Nei miei cr1si si trattò sempre di sordtit~ del tipo della trasmissione. N eppure dopo il denudatnento della par·cte labiri n tic a lho po, tuta notare alterazioni funzionali in1portanti del labirinto. Queste lullavin possono avverarsi. Tanturri in alcuni casi osservò una forte din1inuzionc di percezione degli acuti. N on raramente avviene la diffusione del processo infianunatorio alla mastoide. Oltre il caso qui illustrato, ho operato altr~ 5 casi non confessi n1a in cui la diagnosi di autolesionismo dloveva ritenersi sicma per la presenza di lesioni gangrenose del condotto. Come nota T orrigiani, si tratta di gravi processi distruttivi. Tutti i gruppi cellulari n1astoidei sono interessati. La osteite si propaga spesso alle regioni d'ei tegmjna e del seno laterale e può sconfinare nelle ossa vicine. Facilmente si hanno complicazioni. Io [Jo seg.u:ito un caso di meningo encefalite purulenta (riscontro autoptico) il cui punto di partenza era stata la zona dei tegmina ed1 ho ino!tre osservato un caso di osteite diffusa del temporale e dell'occipitale e due casi di paralisi del facciale. Torrigiani ha descritto una piolahirintite operata con successo e un caso mortale d~ trotnboflebite del seno laterale. Queste forn1e richiedono ;un trattamento chirurgico ampio, tempestivo. E) necessario eseguire sistematicamente lo svuotamento petromastoideo radicale lasciando aperta la breccia operatoria onde meglio dominare l'eventuale ul tcriore sviluppo di focolai osteitici. Con1e si rileva anche dai miei casi la identificazione delle otiti medie provocate poggia anzitutto sul riscontro delle lesioni necrotiche del condotto me1nbr Jnoso. In mancanza di queste servono di or:i entainento i dati d eli' esame ti1npanico: la torma dlella perforazione, tr1ango1are a base posteriore e apice anteriore sopra 1'umbus, o renifonne o a sen1iluna, la ampiezza inconsueta


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in una otite acuta, la sede costantemente infcricrc il bordo sup ·

·, enore p1u o ~eno 1n :r~to e Irf'cgo!nre . c_d ond~lnto nel]e perforazioni triangolari, la reazwn~ flo_gishc~ ~ella pars _cp_tbmparuca con co_ngestione intensa e caduta degli stra h ep1dernuc1 s~perfic1ah,. la. analoga reaztonc flogistica del condotto osseo c?n presenza d[ granulaz1on1 a l::1rga base di impianto, la scarsa sintomatologia generale. Ha poi notc:~Ic . importanza andhe la denudazione più 0 meno marcata della parete labrr1nbca e degli ossicini. • La forma d~ll.a pe~forazione timRanica e la infiltrazione cpitimpanica permangono quast mvanate per 8-12 g1orni. poi gradatamente si modificano e acquastano caratteri. con1uni. Anche la clcrn1atite del condotto ha quasi la stessa durata mentre 1l denudlamento della parete lahirintica c deo-li ossicini persistono più a lungo (oltre :20 giorni). Andhe le granulazioni dcl cundotto osseo restano a lungo evidenti tanto più se non trattate. Ai fini della diagnosi differenziale va precisato che le an1pic d1struzion.i dd 1iJnp.tno, il denudamento dclln parete labirintica e degli ossicini, le granulazioni d<.:! condotto osseo prctin1p..1nico nun appartengono alla sinton1ntologia dciJc: cornuni oti tt puru1cntc acute c p ossono tro\·arc qualche analogia solt~tnlo nelle otiti nccrosanti gravi. lvfa queste, oltrr a dipendere etiologicnmente da Jn~tlatti c e~~antc nlatichc cd infettive (n1orbillo, scarlattina, tifo, influenza) si acconl pagnanfJ a gravi cfjsturbi generai i. A1npie perforazjoni tin1paniche a sede inferiore si possono riscontrare andhc nelle otiti croniche ràacutizzate ma in esse il l>ord'o superiore della pcrfor,tzionc, è ispessito c non ondulato ed inoltre J'cpitimpano è Ji color 111eno cupo c spesso protW1dente. Le granub~ioni del condotto osseo hanno poi una piccola base tl'in1pianto c sono limitate ad una delle pareti . Le otiti n1edic tubercolari sono a lenta evoluzione e conducono all'arresto funzionale del labirinto, ciò che mai avviene nella fase iniziale delle affezioni provocate dove si ha il denudamento del labirinto per la necrosi della sola mucosa. Per quanto riguarda la comunanza ùella regione di appartenenza det soggetti ritengo che ai fini dell'orientamento diagnostico essa non abbia grand!e valore. Da quanto ho riscontrato, tutte le regioni d'Italia vi sono rappresentate anche se vi è una certa prevalenza per quelle meridiona]j. Lo stesso dlicasi dei precedenti personali, civili e militari. ~1aggior significato hanno invece i dati anamnestici relativi alla insorgenza della infermità in atto, quando essi sono in evidente discordanza con la fenon1enologia abbiettiva, il clbe non è però di frequente constatazione perchè assai spesso l'autOlesionista è edotto s:u guanto è di suo interesse denunciare. La diagnosi delle lesioni auricolari provocate trova perciò il suo fondamento nei rilievi obbiettivi e principalmente nel riscontro delle lesioni del condotto uditivo esterno e, quando queste sono evjtate per opera della collaborazione di persona esperta, sulla scorta esclusiva d~l reRerto timJ:>anico. E' da notarsi però che le lesioni del condotto o gu~lle . ~cl b.mpano s1 rendono sem.p re n1eno caratteristiche via via che la rnalatt1a s1 tnoltra nel suo decorso.

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Quesfultima circostanza dimostra la opportunità di ricoverare sollecitaInente gli otopazienti e con1.unque tosto che si è resa manifesta la secrezione auricolare negli ospedali dotati del servizio della specialità. Secondo le ris,uhanze delle mie osservazioni, in circa il 90% dei casi le autolesioni dell'orecchio guariscono con r elativa facilità senza residuo pregiudizio alla i,dbncità al servizio militare. Le complicazioni appartengono alla restante percentuale dei casi e da esse può conseguire o il ritorno alla totale idoneità dopo iUln periodo più o 1neno lungo 1clli cura o Ja invalidità permanente o l'esito letale. Al medico militare incon1be l'obhligo di segnalare ~con una precisa relazione i casi in cui la diagnosi di natura non offre possibilità d~ dubbi. Soltanto con sanzioni esernplarì sarà infatti possibile sradjcare la malapianta dell'autolesionismo clhe altri1ncnti potrà asstunerc crescente c scrnprc più rigogliosa diffusione. Secondo il mio avyiso si potrà tutt'al più soprassedere ~lla denuncia solamente nei casi Jievi giunti rapidamente a guarigione c <.jll:lndo il 1nilittrc inlJnune da precedenti e sinccran1,e ntc pentito Jlarù afiì.datncnto di non n~n .. dersi colpevole di recidive. Anche in qLllesti casi però sarù bene c: n t tclarsi per l 'avvenire segnalando il 1nilitare al Reparto di appartenenza con1c st)Spclttl autolesionista. E ciò al fine du costituire un precedente inrorn1:tlÌYo da tntsn1ettersi nella evcnllJ'a lità di successivj ricoveri ospcdalicri.

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RIAssUNTo. - L'A. segnala di aver rjscontrnto il ro(}(, d:i autolesionisti tra so8 otopazienti ricoverar~ al Reparto etologico del 244° O. C. (gennaio n1nggio 1943). In circJJ il 9o'Yn si è avuto b guarigione senza postunù. nùnorat1vi. L'esito delle cotn· pljcazjoni è stato o b guarigione completa dopo un lungo periodo eli cure o la inabilità permanente o l'esito letale. ·· La diagnosi ili autolcsjonismo non presenta clifficolt~ nelle fasi iniziali, quando si tengano presenti, gli clementi' differe nz_iali a car.ico del condotto e, con1e egli ha particolnrmente rilevato, a enrico dell'orecchio medio. In questo c:un po, l'otoiatra J~·oh· e una delicata ed i m portante mansione della quale h::1 il dovere di sentire la responsabilità, perchè ~oltnnto con lca esemplari sanzioni~ che egli saprn provocare potd e-ssere posto un freno al di:l::tgare epiden1ico dell'autolesioni~tno.

BIBLIOGRAFIA Trattato delle malatt1e d'orecchio, 7U1so e gola. - Ed. U.T.E.T., 1942. C n ELLI: Comunicazione personale all'A. GrtADENIGo : Giornale eli ìv[edicinn :tvlilitarc, 1917. BtLANcroNI: Archivio italiano di etologia. ecc., 19r7. PusATElll : Archivio. itali:rno di otologia ecc., 1917. 'foitlllG IANl: Archivio italiano di otologia ecc., 1916. Ibid., 1917. CAucr:.Tt: Bollettino delle malattie dell'orecchio ecc., 1917. FEitRf:.Rr G. : Comunicazione pcrsonnJe all'A. CnELLt:

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SCUOL.\ DI APPLIC·\ZlONE Dl SANlTA' MlLlT.\RF Direttore: gt!n. mLd. dr. prof. ALJRrno G r n~lt '<n LABORATOIUO Dl IGIENE E DJ BATTERLOLUGL\ DsreTlorc: ten. col. mcd, dr. prof. Gi! lt.\!Wc' ME.-..: .... 0 :.;"

INFLUENZA DEI RECIPIENTI SULLA DURAT A DEL POTERE CAT ADii'~!CO DI UN'ACQUA FILTRAT A PER CANDELE ARGENTIZZATE c·>

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Dr. Dr~l llt:nto Gont, c.lp. mcd., Jn':ltgn:tnrc .1g__g1ulllo ~---*- ·--

ln que~ll i ullitni anni , lra i n1czzi usa ti per tt dcpur..tzionc delle acque, lha lrov:tlo Ltrga applicazione I'. tltivit:t o!Jgodinarnica de1 metaili. L:t :,rup<'rla dcii 'a t li vi t~t 111 irrobicida d <'i n1ct..d 1i, sebbene no t~ fino dall'.tllli dhittl, fu 1n c:s~a Hl evidenza dal N~t cgcli il quale trovò che pezzi d'arg('n tn, r ..IJn c: nd :dLri n1etalli tncssi in reLip.icnti contenenti acqua, conferivano a tlLIC'ì la il 1Jnlf re d 'i tnpcdirc lo sviluppo di un,algn, la Sp1rogyrL1, capace cljvc..rsarncrtl<: eli vcgel.trvL Qucs t.1 propricrà d..tllo stesso Ndegcli fu denon1inata (( oJigochnain1ca >1 cs~en d n collcg.tt~t alb forza sprigion.1ntesi dalle tracce minirnc di ~a li di 1netalli disc1ol ti. Spetta però al Kraus'~ 1'applicazione pratica dì qu esto concetto ai fini Jclb potabilizzazionc delle acque. Egli· infatti, allo scopo di aUincntare la superficie del m etall o, adoperò un argento spugnoso (catalitico) il quale, imInerso nell':tcqua, Jibera 1n notevole quantità gli ion1 argento, aventi una certa carica elettrica e che, \Cncndo a contatto cot battui, ne detern1inano la morte. Tale sistema fu detto << Katadin )) tcnninc che sintetizza le due espressioni di argento catalit]co e di azione oligodinan1.ica. Ino1tre il Krause perfezionò il proccdin1ento 1nizinlc sostituendo alb semplice azione di contatto, di per se lenta c poco intensa, l'effetto elettroEtico di una corrente a bassa tensione su elettrodi .dj argento in n1odo che il passaggio di ioni metallo avvenisse rapidan1entc ed intensamente (metodo elettrokatadin). Su questi principi sono stati costruiti svariati app.1recchi per In potabilizzazione delle acque. . . . L'acqua sottoposta all'azione oligodin:unica. d~i tnetnl_li. non ~~lo d1':'1cne potabile, ma acquista per un certo tctnpo propneta batt~ncJde. Cto ~ d~ ~o­ tevole importanza poichè se in un'acqua già trattata g1ungesscro ger1n1 1n(•) Lnvoro pcrn.nuto m 1 cdn 1onc ncll'~ 1 gc'itn '913· Il 1Ìtardo ddh1 pubhhc1 7.111n~ è du\ulu :11l:t tcmpornnc.t tntt rru zionc ddl1 stumpa del G1orn:~lc.

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qilliÌnanti, per esempio dalle pareti dei recipienti ad~biti al trasporto, ess1 verrebbero uccisi. Ricerche sull'attività battericida dell'acqua catndinizzata furono fatte da var1 AA. tra! i qu~Ji ricordiamo Ruge ( r ), Piazza (2), Casa grandi e SeppilE (3), Bertarelli in collaborazione con Caserio e Peragallo (4), Ferini (5), Sdhioppa (6), Ruocco (;). Proprio in questo laboratorio Piazza ha condotto delle ricerche sulle proprietà depuranti di una bottiglia t: Katadin », e, controllando l'attività battericida dell'acqua trattata con questa bottiglia, trovò che un'nc.qu:a attivata per rs' e poi inqu1nata con un b. coli per cc. si rende sterile, a tempera1turn ambiente (r8o c), nel tempo di un quarto d'ora; mentre un'acqua catndinizzata per sei ore e poi inquinata con Io.ooo b. coli per cc. si depura conlpletamente, a temperatura ambiente di I8°c. dopo due ore . .&uocco sempre in questo laboratorio, ha controllato 1e proprictj hat.. tericide dell'acqua attivata con elettrokntadin « Som soo M n venendo a queste conclusioni: r. - L 'acqua attivata con corrente eli 38 n1A. d:1l « Son1 500 M H c poi

.inquinata subito con Io.ooo b. coli per cc. ha un'azione battcricid~t che si manifesta già dopo una, due ore~ non è cornplcta a.lla sesta ot ~l, tn:l lo divjene dopo questo tempo e lo è con sicurezza alla ventiquallrcsitna ora.

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Detta acqua conserva, dopo uno o due giorni dalla attivazione, le sue proprietà sul b. coli: in tal caso l'azione battericida è leggermente attenuata e rallentata, ma comunque tale da manifestarsi corr1pleta entro le ven~ tiquattro ore. 2. -

3° - Costantemente più intensa si è dimostrata l'azione battericida dell'acqua attivata con un amperaggio superiore a quello normalmente usato.

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Nell'esercito, specie in determinate condizioni, nelle unità sanitarie e nei piccoli r'eparti isolati, la .filtrazione attraverso candela rappresenta uno dei sistemi più facilmente impiegabili. Purtroppo questo mezzo presenta alcuni inconvenienti uno dei quali, grossolano, è rappresentato da eventuali, anche minime, incrinature delle pareti delle candele, ed! un altro, più trmibi~e, è che l'arresto dei germi non è sicuro dopo un· certo tempo di funzionatnento delle candele. E' noto che dopo un tempo variabile, in dipendenza d~ varj fattori (tetnperatu.ra, sostanze or'ganiche ecc.) i germi non sono più sicuramente trattenuti nei porocanali, ma possono attraversarli e passare nel filtrato. Era quindi logico che si cercasse un metodo per eliminare o per lo meno ridurre: tale jnconveniente, cosa che fu risolta sfruttando le proprietà batteric1de dei n1etalli, associando quindi nelle candele ali' azione filtrante l'azione oligodinamica dei metalli.


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229

Da alcune. ditte costruttrici si rien1pì lo spazio vuoto della candela filtra~te ,con sabb1a nrgentizzata; da altre, 1ncdiante processi chimici, si incorporo l argento nella mass:t stessa del materiale filtrante del quale è costituita la pa.r~te. della candela, 1n modo che tutti i porocanali fossero rivestiti di un sale d·. argento. L'argento così stratificato è capace di esercitare un'azione oligoclinarnica S1UtÌ. germi. Se, durante la fil trazione, dci batteri avanzano nei porocanali e, a filtrazione ultimata, vi permangono, l'azione ·oligodin3 n1ica dell'argento ha facilmente ragione di essi. D'altrn parte l'azione oligodjnainica dell'argento si esercita anclhe sugli eventuali batteri pervenuti nel .filtrato. In tal modo la candela ha proprietà di :1utodepurarsi c dall'acqua filtrata è climin3to ogni pericolo. Sulla praticit~t ed utilità di tale dispositivo è stato riferito da v:1ri ricer~.1 tori l J>cr..1ga1lo (8), Fiori (q)'l. Noi stessi in questo laboratorio, procedendo per con lo dd l 'ntntninistrazione Jnilitarc nl coll:-lud'o di candele .filtnlnti di tJllt'c,to tipo, l'abbiamo trovato scn1pre rispondente allo scopo.

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Ncfl<.: prc~;cnti ricerche ho crcdutn opportuno non solo csarnin::tre se per j) scJnplice pat;.,:tggin ~1Ltrnvc rso candele filtranti argcntizzate l'acqua assunu·ssc proprjc:t:t b;ttlcricicla, ma anche studiare In durata di qucst3 proprietà c 1:1' influenza che potcv:lllrJ escrei t a re sulln n1cdcsirna i vari recipienti entro i quah l'acqua filtrata puo essere raccolta. La ricerca mi è sembrata di un certo interesse anche perchè, a quanto n1i risulta, ben poc'h i si sono occupati della proprietà battericida ::tssunta dall'acqua per i] semplice p::tssaggio attraverso candela argcntizzata~ proprietà :1nzi che qualche A. nega. Per le mie esperienze mi sono servito di alcuni ciUndri filtranti argentizzati tipo « Lete >> con prefiltro e. dispositivo eli sicurezz:1. Detti cilindri possono essere consderati costituiti da due parti principali: 1 ° - una candela interna a pareti argentizzate c con armatura metallica munita di dispositivo di sicurezza; 2° - un pre.filtro protettivo esterno con anello di congiunzione all'armatura della candela interna.

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r. - Candela argentizzata. Essa è costituita con le seguenti caratteristiche: a) è un cilindro alto cm. 22~8 con diametro esterno di rnm. 39, spessore della parete mn1. 9,5, di81netro interno mm. 20. Il colore delle Siuperfici (interna ed esterna) è grigi~ scuro, .n:rntrc ~ella sezione la p3retc appare di colore variabile nei vari strati dal gng1o al gtallo

ver.dhs tro.

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..,,0 -J Il materi::tlc di cui è costituito detto cilindro è di natur·a siliceo c rico-perto sia sulle superfici, sia sulle pareti dei porocnnali di salì di argento. Detta candela ba l'cstren1o infcri0rc chiuso e l'cstrcn1o superiore aperto r; cementato all'armatura; b) l'armatt1ra mct.1llica~ oltre al beccuccio d'i erogazione, alla guarnizione, a11a rondella cò al gallette', con1un1 a tutte le armature delle norn1ali candele, presenta alcune pJrticolarità e cioè: 0 I - alla parte inferiore del beccuccio è collegata una can1era metallica contenente una FJllina di gon1n1a che) nel caso di tm aumento di pressione dell'acqua filtr.lta" .in conseguenza di rottura della candela, viene spinta ne1la parte superiore contro un anello metallico in cui viene imprigionata, allo scopo di impedire l'ulteriore deflusso dell'acqua dal beccuccio di erogazione: ..,ù - sul contorno esterno ha una filettatura a passo di vite dhe serve a collegarla con il prefiltro. 2" -

Prefiltro. E~ un cilindro di caolino poroso alto cm.

24, c?n diametro estem.o di

mm. 49, spesso mm. 3, chiuso all'estr:emo inferiore mentre l'estremo superiore aperto rappresenta un ispessimento circolare di m.m. 5 alto mm. 4 circa, che fa rilievo alla super.ficie esterna del prefiltro. Tale ispessimento serve da arresto ad un anello metallico alto mm. 17, con diametro esterno di mm. s8, con la superficie esterna filettata a passo di yjte che serve :J collegare il prefiltro ali 'armatura. Un anello di gomma interposto tra la circonferenza superiore del prefiltro e Ja base dell'armatura 3ssicrna la perfetta tenuta della congjunzione. Nel fondo del prefiltro vi è una piccola quantità d( lana di vetro che serve a meglio stabilizzare la posizione corretta della candela nell'interno del prefiltro. A cjlindro filtrante completo la distanza• tra la superficie esterna della candela e quella interna ~del prefiltro è di circa mm. 1,5, ]a distanza tra i rispettivi estremi inferiori è di circa crr1. 1,5 e l'altezza totale, compreso il beccuccio di erogazione, è di cm. 30,3. L a candela ha poi come diametro massimo quello dell'anello met1llico di congiunzione tra prefiltro e filtro e precisamente cm. s,8. Dopo aver. fatto passare attraverso questi filtri •Un certo quantitativo di acqua (400 litri circa) della conduttura di Fjrenze, - ciò a1lo scopo di ricercare il potere oligodinamico conferito all'acqua 1db queste candele dopo un breve periodo di funzionamento, - ne raccoglievo una certa quantità (circa ::!Oo cc.) in recipienti di vetro, borracce di allum1ruo e recipienti di vetro entro i quali tenevo jmmerse delle tavolette di castagno e di quercia con

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supcdicic parj a <Juclla del rtclptcnlc occupato dall'acqua, con il che 'ho supplito ai vcn recipienti di legno di quercia c di castagno. Ho adoperato rcdpicnt1 di allutntnio c nelle vaschette Ji vetro ho inserito delle tavolette di quercia c 'b castagno poichè di alluminio sono costruite le borracce ath1almentc in dotazione ai militari del R.E. e di castagno c di quercia in genere sono c~trui te le botti che potrebbero servire per il deposito de11 'acqua .filtrata. · Raccolta quindi l'acqua come sopra, la inquinavo subito e a varia distanza di tempo con circa ro.ooo b. cob per cc., facendo in seguito dci pre]evamenti subito dopo avvenuto l'inquinamento, dopo 6 ore e dopo 24 ore: similmente procedevo con l'acqua non .filtrata e immessa in analoghi recipienti.

Duirante tutta la durata delle prove i recipienti sono stati tenuti a temperatura ambiente e riparati dalla luce. Nelle seguenti tabelle riporto i dati ottenuti dalle varie esperienze.

Tab. I - Recipienti di ll'etro Colonie svilupp11tesi dalla seminn di I cc. p re~e~J.!D c.bp.:>; Momento

Carica

della

iniziale

contnminnzione

di b. coli

S' Acg_ua. dl

controllo

:~h

6h

Acqua C!ll!ld.

Acqua di

controllo

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Acqua Cl t<! d.

Ac.~a

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9.4-00

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6 g10rnt ùopo la filrrnzaonc

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3 g10rnt dopo In

w giurali dopo In filtr.ll.IOilC

15 gJo1111 ùopo 1.1 ftltr.ll.Ìonc

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f,'lor nt dopo !.1 filtrnzJOnc

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30 g1orm dupo l.a filtr:-tzionc

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40 giorni dopo la filtrn z ionc

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N. B. _ Gli spnzi segnati con . . . . . corrispondono :tlb mancata esecu21one del lt! semJne.

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Tab. II - Recipienti t'ari --..___ -

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6h

24h

Acqun cntnd.

Acqun contr.

Acqun catnd.

Acqun contr.

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1.400

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Subi to dopo la fil- l I I .6oo rrazmne

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3 gic.rni d opo la fil-

l tr~zion e

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Com e si vede dai .dati surriportati, l'acqua mantenuta nei rec1p1enti di Yetro, d opo 6 ore ha un minimo numero di germi, e dopo 24 ore dall'immissione d ei g ermi, diventa sterile: in questo petiodo di tempo con le pro-

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prietà oEgodinamidhe assunte n el passaggio attraverso 1a candela @trante argentizza ta, è in grado di uccidere tutti i germi immessi . Questa proprietà come .ho potu to vedere con inquinam enti praticati a 3 e a 6 giorni di distanza dalla filtrazione, con semine alla sesta ed alla ventiquattresima ora, e con inqtlli1amenti praticati a Io, I), r8, 25, 30, 40 giorni di distanza dalla filtrazione, con semina alla venti~uattresima ora, praticamente si consenra a lungo. Nelle borracce di alluminio il potere o1igodinamico assunto dall'acqua filtrata, subito dopo la filtrazione, ha· la capacità di ridurre alquanto la carica batterica, ma s1 esaurisce presto tanto che, dopo 3 gg., le colonie trovate nell'acqua insemenzata dopo 24 ore dall'inquinamento, sono abbondanti. Per le vaschette di vetro con aggiunta di tavolette di legno di quercia la proprietà oligodinamica è praticamente inefficace dopo una filtrazione . In presenza invece delle tavolette di castagno le proprietà o1igodina~ miche sono presenti subito d'opo la filtrazione mentre si perdono a distanza di 3 giorni.


2

33

Queste rjccrche con i dati ottenuti dall'acqua fi.ltr at a e con_ . • . • coJJfrontntc . scr~ata. Jn rcclpH:nlt (1~ vttro fanno nc.ccssariamentc pensare all'influenza di d'cr1vatt .cf:allcgno c a 1ntcrfcrcnzc tr,t l'alluminio e l'argento. ~cl caso della presenza del legno di quercia o di castagno può essere il tanruno che cornbjnnndosi con 1'argento pu~) dare tannato eli argento inattivo. Per la borraccia .di alluminio può darsi che debba chiamarsi in causa la « tensione di solurzione elettrolitica dei metalli n; ordinando i metalli secondo la loro tens]onc di soluzione, si ottiene la cr serie di ttnsionc >> che praticamente ha una grande importanza percht un metallo più alto nella serie fa regredire la ion.i.zzazione di un altro metallo pa>to più in basso della serie. Ora l'alluminio, avendo .una tensione di soluzion~ di.;. r,276, mentre l'argento ha una tensione .di- 0,753, può togliere la carica agli ioni argento che vengono così inattiva ti. Dalle nostre ricerche possiamo conciudere: 0 I - L'acqua filtrata per candEle argentizzate assume proprietà oligo-dinamiche per le quali incostantemente nel tempo di 6 ore, costantemente nel tempo di 24 ore, si palesa capace di autodepurarsi da inquinamento artificiale con caridhe modeste di b. coli. 2° - Detta proprietà si conserva praticamente a lungo qu~ndo l'acqua viene raccolta e mantenuta in recipienti di vetro. 3° - La proprietà oligodinamica viene invece rapidamente ccmpromessa se l'acqua filtrata è raccolta in recipienti .d'i alluminio, di quercia o di castagno. Relativamente meno inibente tale azione è risultato il legno di castagno. Nella filtrazione attra,~erso• candele argentizzate l'acqua assume proprietà catadiniche le quali si conservano praticamente a lungo se l'acqua filtrata viene raccolta in recipienti eli yetro. Quando l'acqua filtrata viene invece taccolt:.1 in recipienti eli alluminio, di legno di quercia o di castagno, tale proprietà \'ien~ rapidamenre compromessa. RIAssuNTo.

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BIBLIOGRAFIA (1) RuoE: Arch. f. Shchiff. uncl Tropenhyg, n. 4, vol. 36, I932· (2) P rAzzA : Giornale di ~1edicina 1vfilitare, fase. IV, 1034. (3) CAsACflANDI c 'S EPPILU : Rivjsta di Biologia, fase. I, IQ3+

(4) BERTARELLI, CAsc.1no e Pc.llCAl .Lo : Annali d'Igie:1e, fase. X. r936. (s) P~nrNr: Annnli d'Igiene, fn~c. II, 1936. (G) Scr-noPPA; Annnli d'Igiene, fuse. II, 1936. (7) Ruocco : IQiornnlc eli ?vfcc.licinn lvfilitare, fase. .f0 , 19..JO. (8) PI:.RGAU~o: Annali d'Igiene, fuse. III, 1940, e fase. \"'II, I9·F· (9) FioRI : Annali d'Igiene, bse. VIU. 1940.

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Giomal~

di nudicinn mili111r~.

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7607 ST. HOSPITAL IT. - REP. NEUROPSICHlATlUCO

Capo reparto: c:tp. mcd. Fl·nnrmo MIClll~t.ANGl!LO

STATO DEPRESSIVO DOPO SOMMINISTRAZIONE PROLUNGAT A DI ATEBRIN <•) S. te n. meù. dr. GIANo .MAGnt, assistente

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Sono già registrati nella letteratura casi di psicosi consecutiva a prolungata sommin.istrazione di atebrin. Kang e Jarvis; Allen, Allen Jr. e FuJghum; Fabry, Moreau e Lataste descrissero forme di questo tipo con sintomi di eccitamento maniaco, ed è ormai ammesso che nell'intossicazione ate brinica possano aversi, sia pur raramente, transitori disturbi mentali (Russel, Horn e Karelitz). Tali osservazioni tuttavia offrono sempre un certo interesse, sia per la relati\·a rarità, sia per la concomitanza ,d'ei vari momenti eziologici, che possono essere invocati a spiegare l'insorgenza della psicosi, e particolarmente della malaria. Nel caso da noi raccolto lo stato depressivo, instauratosi insieme alla tossic~i atebrinica, ne seguì di pari passo lo sviluppo, giungendo poi a guarigione col dileguarsi di essa. L. Emilio, soldato, òi anni 25, da Rho (Milano), ammesso alla 7607 Sr. Hosp. il 2 febbr. 1945, proveniente ~dal 21st. Gen. Hosp. ~ La storia famili.are e personale remota non presentano segru di tare neuropsicopatiche. Il padre del p. è modicot bevitore, la madre è sana e non ha mai avuto• abortj: un fratello morì in età infantile di malattia imprecisabile e una sorella a 18 anni di tifo addorrUnale; un altra fratello. e 4 sorelle sono viventi e sani. Il p. nacque 21 'termine da parto fisiologico; ebbe infanzia normale; frequentò le elementari fino alla V classe con sufficiente profitto; terminata la scuola, fu mandato al lavoro e fece prima l'idraulico, poi Poperaio in una tintoria e finalmente il saldatore elettrico• fino. all'epoca dt:Ua chiamata alle armi Riveclibile per due anni alla visita di leva per debolezza di costituzione fu poi giudicato idoneo al 5en'izio incondi:z.ionato (1941) e fu n1andato a Udine, poi in Jugoslavia, e infine ~n Sicilia, dove fu fatto prigioniero, mentre trovavasi ricoverato al· l'osp. milit. di Palermo per ulcere ve'n'eree. Catturato, fu trasportato in Africa e a Casablanca il 10 marzo 1944 contrasse malaria, per cui venne ricoverato aria soth. St. Hosp., dove fu curato per 15 giorni con dosi adeguate eli atebrin. Dimesso, ebbe a breve distanza. di tempo 2 recidive (12 aprile 1944 'e 26 maggio 1944) cht: curò entrambe al campo, prendendo atebrin per 7 giorni ogni volta. Per una terza recidiva, il 19 giugno 1944 venne ricoverato ad una St. Hosp. di Ora no e venne curato per 15 giorni con atebrin; da allora prese gior· nalmente gr. o, 10 di atebrin per 3 n1esi consecutivi, ma nonostante questo ebbe ancora

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e·) Lavoro pervenuto 111 RedJzione il :!8 febbraio 1946.


altri daJz~ tcrn~ci isoJ::uj, in cordspondenza dei quali il p. aumentava arbitrariamente 1:t dose eli mcclicamcnto. Nell'ottobre 1944, in viaggio per la Francia, ebbe ancora accessi fcbbril. · f . d . dm h. cl"1 . . . 1 per CUl rre.se. ortl OS:I ate nn e 1 ~hlfl,~no. A Ma:siglia il !2 novembre 1944 ebbe altra dicemreCidiva cu.r ata al campo per 7. gtorn1 con atcbnn, C', trasferito a Digione, il 9 bre 1944 d~vette essere ospedahz.zato nuovamente, pr<'ndcndo in 1 5 giorni di degenza (a. ~9ua~to riferisce? gr. 7,6 di a.tebrin .e c!oè 8 com.prcsc;c da gr. o, 1 a. al giorno per 4 gtornl, e 4 aJ gtorno pet rutrt II gtornl. Il 22 (~tccmbrc 1944 venne dimesso ma dal momento delJa dimissione comjnciò ad avvertire gravi disturbi, per cui d;po 7 giorni: dorveva essere ricoverato al 23rd. Gen. Hosp. I disturbi co,nsi,stevano principalmente in perdita clell'appetiro, perenne senso di nausea e spesso vomito, malessere e dolori addominali cliffu.si, ma specialmentd presenti nei quadranti superiori, costipazione dell'alvo, sonno irregolare e senza. riposo. All'ingresso al 23rd. Gen . .1-Iosp. la cute dd p. cn: intensamente colora..r-a in giallo, mentre fte sclere e le fauci conservavano il loro colore Jlormale. H p. .si lamentava. molto dei suo1 disturbi e soprattutto della perdita dell'appetito e dei dolori addom.ina.li. L'esame .fisico nofll rivelava altro che il margine epatico pnlpabile, c !a milza ingrmdlta, eli consistenza quaS!L normale. Esami di !nboratorio: indice irterico ricerca del parnssita malarico negativa; emometria normale-; velocità di sedimentazione dei g. r. normale; valore ematocrito so; esame de1le urine negativo; Kahn e '\Vasserrnann negative; esame delle feci negativo; esame radiologico del torace negativo. Le condlcioni ps.ichiche dell'a., che continua\'a 3. prendere una dose giornaliera di gr. o,Io di atebrin, andarono man mano aggravandosi: il p. appari,-a sempre p1ù depreiSSo, non parlava con gH altri soldati italiani pure ricoverati, se interrogato rispondeva a fatica dicendo d1 sentirsi male e eli non ritenere che sarebbe YÌssuto tanto da poter rivedere la propria famiglia. Riteneva pure di essere affetto da lue, nonostantt- la sierologia negativa. La sindrome depressi,•a culminò il 18 gennaio 1.945 quando il p. scrisse nn biglietto in cu.i! diceva che non sarebbe mai migliorato e che perciò a sarebbe ucciso. Fu allora trasf~to al Rep. neuropsichiatrico del 21st. Gen. Hosp. dove rimase 12 giorni; migliorato, il 2 febbraio 1945 veniva trasferito eli qul al nostro ospedale. All'ingresso alla 76o7th. St. Hosp. l'a. aveva ancora b. cute intensamente colorati in giallo, lingua impwiata, nulla d\ obbiettivo a ,·aòco dell'app. circo:atorio e respiratorio, press. art. 120-70t addome trattabile, legge:rn1~nte dolente alla pressione in corrispondenza della fossa iliaca sin., milza palpabile a 1 dito dall'arco, dura e dolenre, fegato approssimativamente nei limiti. Esame neurologico del tutto negarivo. Dal lato ps.ichico si riscontrava uno stato depressivo marcato, percezione lenta e saltll.l.ria con attenzione dim.Lnuita, ideazione monotonn, immaginazione scarsa; associazioni logich~ e ordinate, ma notevole diminuzione dei poteri critici e volitivi con ideJ dom.inante di malattia e di rovina.; deficit n1nesico; mimica. improntata alla tristezza; motorietà spontanea. ridotta. Il p. aveva preoccupazjoni somatiche c si bmentaYa di malessere generale, astenia, nausea, anoressia, insonni:t. Esami di laboratorio : Kahn negativa, emo rnet.ria normale tranne una lieve linfomonodtosi, esame delle urine ncgath·o, Hijmans van den Bcrg diretta e indiretta negativa, reazione eli flocculazione :tlla cefa.lina~cole­ sterolo ncgaci.vn; curva glicemica da carico con so gr. ili glucosio: a digiuno 83, dopo }S. ora 95, dopo r ora 102, dopo 2 ore 90, dopo 3 ore 83, dopo 4 ore 9~ mgr. '".., . Dopo 1 mese dnLPingrcsso, l'n. poteva considerarsi completamente guanto.

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L'ammalato aveya presentato dunq~e i segni caratteristici della tossicosi atebrinica, cioè nausea, perdita dell'appetito, vomito, dolori ~<i()omina~ spe.. cie nei quadranti superiori, colorazione gialla della cute;_ e l'm~tnurars1 de~lo stato depressivo era coinciso esattamente con la comparsa di tale SlntomatologHl~

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Essendoci orientati verso la fonnn tossica con1c causa dello stato depressivo, inizian1mo subito .una energica cura disintossicante con abbondanti flebOclisi glucosate giornaliere. Lo stato generale c psichico del p. andarono rapidamente migliorando, insien1e con lo scon1parire dci segni di intossicazione, ivi compresa la colorazione gialla della cute. Col cli1ninuire del tasso atebrinico nel plasrna, ricomparvero gli accessi febbrili (Io febbraio 1945 e 12 febbraio 1945) con presenza del parassita malarice nello striscio di sangue (pl. vivax). Gli accessi furono don1.inati con solfato di chinino, c'he il p . continuò poi a prendere per un paio di sett~mane e dn allora la sindrotne psichica andò avviandosi rapidamente vetso la guarlgtone. Un caso simile, n1a meno fortunato in quanto la forma depressiva assunse in seguito individualità propria e indipendente dallo stato tossico deternùnante, capitò già alla nostra osservazione nel febbraio del 1944. M::t nonostante i dati positivi della le:tteratura ci sembra tuttavia difficile sostenere od escllll.dere nel nostro caso un rapporto di causalità diretta tra intossicazione da atebrin e stato depressivo, nè d'altra parte possiamo spiegarci ogni c~a con una semplice coincidenza causale. Nelle distimie, il cui carattere patologico è ~d:ato dalla mancanza di una motivazione reale, il tenore degli affetti è spesso determinato da !"agioni or.. galliche di ordine interno, s] che a determinare una variante ingiustificata dello stato affettivo, bastano cause organiche !ninime: così una lieve malattia so.. matica può produrre una depressione del tono dell \umore, andhe se questa non esce dai limiti della norma. Le psicosi esogene e i rapporti tra psicosi e altri stati morbosi sono da tempo oggetto di studio, e se è a~mm.iss1b~le che delle affezioni organiche possano svincolare una disposizione costituzionale latente, dobbiamo tener presente anche l'altra possibiUtà, che ci<?è le dlistimie siano una manifestazione sinto1natica di cause svariate; e che oltre a una distimia costituzionale ed ereditaria esistano delle distimie acquisite o per cause accidentali e per così dire violente, o per un lento acoUimularsi di intime modificazioni dell'orgahis1no almeno in parte dovute a cause esterne. Senza negare quind!i che le psicosi affettive siano nella maggioranza dei casi l'indice di una costituzione anormale, si deve ammettere l'esistenza di psicosi affettive andhe al di fuori della disposizione costituzionale. N el nastro caso due ordini di fattori dovevano essere presi in considerazione come momenti causali dello stato depressivo, d~to che una eventuale disposizione costituzionale non era s~.fficiente a spiegare la coincidenza dei disturbi mentali con quelli organici; e cioè un fattore tossico in relazione con l'infezione malarica stessa o con una lesione secondaria epatica, e un fattore tossico esogeno rappresentato dalt>atebrin, sia che questo avesse agito in viJ specifica, sia in via aspecifica. Sono stati segnalati disordini 1nentali di vario tipo come complicazione del1a malaria acuta; disordini acuti, effimeri nei parossismi febbrili; accessi


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onirici passeggeri; brevi stati d.i confusione stupnn comatos1· r· · · 1 C lSl ecmnes1c 1C. S1 conoscono Ltcccss1 c 1 pcrnlCJOSa 1n fonna eh dclino acuto on· · v· - d 11 . . , lnco l sono infine e c ps1copat1c nc~tc c su~acutc, sempre confusionali all'i~izio, che proseguono. la l~ro. prop~ta evoluzione nel corso <.li molte settimane 0 lnesi. Quest~ var1e ps1~os1 coes1stono frequentemente con alterazioni neurologichesornatiche: asterua n curo muscolare, tremori, disturbi verticrinosi c cerebd]ari, pol inevrite (psicosi di Korsakoff). N ella n1alnria cronfca- nlcu ni del1 ri on.irici transitori rappresentano gli equiyalenti psidhici di un accesso. ~atu .. ralmente tutte queste forme si giovano del trattamento chininico. Nel caso presente manca il carattere confus1onalc caratteristico delle psirosi n1alariche, nè d'altra parte potrebbe spiegarsi con simile meccanismo l'insorgenza d'ello stato depressivo in un periodo di trattamento profilattico e in assenza di sintomi clinici eli malattia; e l 'azione addirittura risolvente, a tipo d!i piretotcrapia, dei due accessi febbrili comparsi successivamente. Dobbiamo però notare che furono descritti casi in cui i disordini mentali erano pre~cnti in assenza degli abituali segni clinici di malattia. Trillot descrisse appunto una alterazione a tipo confusionJle onirico comparsa in periodo di incubazione dcl]a malattia, con temperatulfa pressochè normale. Tuttavia la jntensità masslina di questa alterazione si ebbe nel periodo di invasione. Data l'importanza delle ~disfunzioni epatiche anche latenti nel determi. n]stno di disturbi mentali, con1e è stato ossen·ato ad esempio nel corso della malarioterapia nella paralisi progressiva (De Giacomo e Plescia, 1f ugha), 1a eventualità di una lesione epatica secondaria sw. aHa malaria~ sia alla protrat1a somministrazione ·d'i atebrin, nonostante questa sostanza sia considerata praticamente innocua per il fegato, fu la nostra prima ipotesi; ma le numerose prove di laboratorio ci assicurarono, almeno per quanto praticamente valutabile, l'integrità funzionale dell'organo. REsta perciò come unico momento determinante l'azione diretta òell'atebrin come tossico esogeno, specifico o aspecifico, responsabile di una anormale re::tzione affettiva, al di fuori della esistenza o rneno di una disposizione costituzionale, clhe i dati anamnestici renderebbero ad escludere. L'atebrin è un derivato dell 'alchilammino-acri,d1ina, poco tossico per I organismo in do3i terapeutiche. I segni di tossicosi, soprattutto a carico de1l'apparato digerente, con1paiono piuttosto con l',uso del farmaco in Josi profiJattiche, o per n1eglio dire inibenti, protratte per molto tempo. La colorazione gialla della cute, che però da sob non è segno di intossicazione, compare infatti solo nel 2-3 °{) dei casi trattati clinicamente, ma nel 30r'il dei c:1si trattati in via profilattica. Troppo poco ancora conosciarno della b1ochim.ica del sistern:t nc:rvcsc, specie nei disordini psìchici, per valutare i rapporti tra costituzione (!hjm1ca di una determinata so3tanza c azione specifica e diretta sui proces!;.Ì n1ent:tli. Ma se le oscillazioni affettive rappresentano seinplicemcnte. un ecc~so J_ i r.eazione dato da mcccanisn1i norn1ali di fronte a cause rnorb1gene dt ognt ttpo •

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(anzi dà tutte le reazioni a stùnoli n1orbosi le djstin1ic sar<.·bbcro le pitt comuni)., nulla di strano che anche in un nonnalc, di fronte :u.l una azione tossica esogena, s.iano cornpnrsi .in fonn~t transitoria spiccati caratteri di di-

stinlia. Re-sta l'interesse clinico, se non scientifico, del caso descritto, che ci porta a considerare rtnche l'atebrin trn quelle sostanze che, usate in dbsi superio6 a quelle comunemente rirono.,ciute, possono provocare 1n 1ndividui normali una reazione psiehicn gra\T. anche se reversibile.

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L· A. t. 1 o ne un ClSO di intossicazione ~tebrinka con psicosi depressh·a, discutendone il prohabLe meccanismo patogenetico, riferibile a tre momenti eziologici: infezione 1nabricJ. epatisn1o latente, azione tosska dell'atebrin. RtAssUr-..'To. -

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OSPhDALE MILITARI~ TERJUTORJALE. DI CATANZARO

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ntt'ti. c.lr. RorJr)l.Fo CARPINO

CENTO CASI DI CONDILOMI ACUMINATI TRATTATI CON LA PODOFILLIN A ,,

Chi ha pratica di condilomi acuminati non può che essersi rallegrato all'annuncio d'oltre Oceano di una nuova radicale terapia medicamentosa. Nessun metodo di aura finora .in uso può considerarsi infatti perfetto e sicuro o comunque aJla portata di ogni medico. I caustici chimici (acido fenico, acido cromico, ac1do tricloroacetico ,acido nitrico, polvere di sabina, resorcina ecc.)., ,banno azione lenta e malsicura e

non sono scevri di inconvenienti e di accidenti. I metodi chirurgici (rascbJamento, escissione, schiacciamento) non incontrano sempre il gradimento dell'ammalato e si m05trano insufficienti, spe.. cie quando i condlilomi sono diffusi ed aggruppati. I metodi dli terapia fisica (termocauterizzazione, galvanocauterizzazione, diatermocoaguJazione) rappresentano certo un ottimo e completo mezzo di cura, ma richiedono un a·rmamentario non sempre a port:1ta cE tutti i m edici. Cup e colleghi (informano brevemente il Giornale di 11edidna ~lliitare ed .ià Progresso Mecllico) hanno ottenuto risultati totalitari in una serie di cento casi, usando la podofillina in sospensione oleosa al :25 '~\J o sottoforma di pasta all'acqua ad eguale concentrazione di principio attivo. Ho sperin1.enta1:o tale mezzo di cura dei condilomi acuminali su ricoverati del reparto e su militari dell'ambulatorio aiU1esso e ritengo utile e doveroso rendere noti i risultati 1d~ un trattamento così semplice~ efficace e rapido. Mi sono servito del'la sospensione dii podofillina in Yasellina liquida al 25f}:>. Tale percentuale lho tnantenuto costante per tutti i casi, apportando qualche varietà di trattamento solo per le forme complicate. Per deficienza del medicinale non ho potuto fare uso della preparazione in forma di pasta ali ,acqua nè saggiare altro dosaggio. CASI PERSONALI.

I cento casi da mc trattati, tutti a localizzazione genitale, sono così s·ud-

divisi; 1° - cinquanta casi di condilomì isolati rappresentati da uno o pochi

elementi; 2° -

trenta casi eli condilorni diffusi costituiti da più elementi ag-

o-ruppati ~ '· 3° - venti casi di cond1lorni diffusi con1p1icati.


I casi isolati del primo gruppo sono guariti dopo una o due applicazioni, tempo :24-48 ore senza· il n1iilÌn1o acci·d cntc. Le forme diffuse amn1assatc hanno richiesto da due a tre applicazioni, dando luogo a qualche modesto accidente locale a carattere infìa.mmatorio irritativo: lbruarigione in 48-72 ore senza rcliquati. I casi del terzo gruppo presentavano le seguenti con1.plicazioni: balani te (sette casi); balanoposti te (dicci casi); escoriazioni (tre casi). I tessuti infian1.n1ati o lesi:, vicini alle vegetazioni, hanno reagito piìt o n1eno intensamente dopo la prin1a applicazione con eden1a, essudazione, sensazione di prurito o di bn1ciore, o con forn1azione di fimosi, per cui è stato necessario sospendere il trattamento. Ho potuito eYitare il ripetersi d'i tali accidenti limitando la permanenza della sostanza in lo co per la durata di sei ore circa e curando di preservare dall'a~ione del n1edicamento le parti vicine lese mediante poche gocce di collodion elastico. Ln guarigione è stata così raggiunta in tre-quattro giorni in modo radicale e senza accid~nti nè reliquati. Avrei preferito però in questi cas1 ricorrere alla pasta all'acqua che per le ragioni sopraddette non ho potuto avere a mia disposizione. Le paste 1nfatti hanno azione essiccante perdhè porose, assorbono gli essudati, riescono così rinfrescanti specie con l'aggiunta dell'acqua e decongestionanti e, limitando l'az1one in profondità del medicamento, arreclllerebbero minore danno ai tessuti infiammati.

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MoDo DI IMPIEGO DELLA PoMATA.

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, Non f'Ssendo potuto venire a conoscenza del lavoro originale deglj scopritori di tali metodi di GU['a ed essendosi limitate le suddette riviste mediche a render noti i risultati con annuncio di sole tre righe, sono spiacente di dover riportare soltanto il metodo personale di impi·ego. Ho applicato la sospensione direttamente sino a coprire il tessuto condilomatoso senza nessuna pr·evia norma jgienica di preparazione locale, lasciando asciugare all'aria per qualche minuto. Come ho già detto, è raccomandabile sovrapporre alla sospensione qualche goccia di collodio elastico onde .fissarla ai tessuti di vegetazione allo scopo di proteggere i tessuti circostanti dall'azjone irritante della podo~llina c pe~ evitare la dispersione della sostanza trattandosi generalmente d~ ammalat1 ambulatori ch.e non possono abbandonare le normali occupazioni. . .. Quando si tratta di forme ldliffose e aggruppate e nei casi comphcah Invece che direttamente sulla sospensione ho preferito applicare il collodio tutto attorno alla massa condilomatosa e costituire così come un cerclhietto di difesa ai tessuti lesi. Le applicazioni della sospensione sono state eseguite alla distanza di ~en.. tiquattro ore l'una dall'altra e ritengo clhe questo sia il ritmo più appropnato onde evitare fenomeni d,i irritazione e d~ infiammazione locale.


MECCANisMo DI AZlONE E VANTAGGI.

La p~dofìllina è una sostanza .resinosa estratta dai rizorni del podofillo. Non ~ tm com~ost~ ben .definito t c~tantc e quindi può presentare differenze ne1 caratter1 fis1co-chlmici c nelle proprietà tcrapeutiche a seconda i diversi metod~ ·di preparazione. La ~od?fi~lina della nostra Farmacopea si presenta. come pplverc resinosa a.morfa g1ali1CC1a tendente al bruno o al verde di lieve odore., di sapore acre ed amaro. E' quasi solubile nell'acqua, solubile nell'alcool, parzialmente nell'etere. Le proprietà medicinali dti questo farmaco, scrive il Rippa, erano conosciute !dagli Ind~ani prima che fosse scoperta l'.America. ~el 1731 il botanico inglese Catesbty diede per primo una figura della pianta e nel 1920 questa venne iscritta nella Fartnacopea americana con il nome di Calomelano ve-

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getale. Nel 1864 la droga venne introdotta in Europa. A qu~nto mi ristùta la Farmacopec:t europea non ha mai impiegato la podofillina per uso esterno. Di questo medicinale s1 conoscono l'azione purgatiYa che è energica ed un effetto colagogo più modesto. Iniettata sottoeurte (Leone), produce violenta gastroenterite e può dare un avvelenamento letale. Nelle applicazioni esterne ritengo agisca per azione 1rntante escarotica simile pressochè a quella della polvere dl.i sabina, con it vant:lggio però di un impiego più comodo, con effetti più pronti, senza arrecare gli accidenti pro. pri della sabina. Poinchè nessun ammalato ha. accusato il pur minimo disturbo generale secondario, si può diclllarare che con le modalità sopradescritte tale sostanza è scevra di fenomeni tossici di assorbimento. Concludendo, ritengo che la ·podo.fiJlina rappresenti il farmaco di elezione nella cura 1dlei condilomi acuminati in quanto offre facilità eli uso, rap.idità di azione 11 innocuità, cotnodità di impiego. RIAs~UNTo. -

L'A. descrive brevemente i risultati ottenuti nella cura ili cento casi di condilon1l acwninati con l'impiego della podolillioa in sospensione al 25% :in Y:Jsellina liquida, confermando ~n pieno quelli avuti ùa Coup t: colleghi. Ritiene rappresenti questa droga il farmaco di elezione contro tale malattia percht: è di impiego nlla portata di tutti i medici, percht: agisce rapidamente! e perchè è scevra eli ncddenti tossici secondari.

BIBLIOGRAFIA Giornale di Medicina 1tiilitareJ 1945, Fase. 1°, Pag. 92. Il Progresso :tvfcclico, 1945, Vol. 1 ,. N. 16-17, Pag. 542· 1vfcùicamenta, 41\ Ed., VoL 2°, Png. 2451 StMoN: Farn1ncoterapb, Pag. 1678. ~1ARFORI E PIUTTI: Lessico di Farmacia, Vol. 2°, Pag. .P+

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DIVAGAZIONI

LE PALME DI BIKINI Le notizie sul « 3o esperin1ento atonùco >> sono ancora frammentarie e confuse, i giudizi dei tecnici sui suoi effetti altrettanto Vél'ri e dliscordi. Qualcuno, alla vigilia della prova, aveva addirittura affacciato il timore dì un cataclisma mondiale... Siamo ancora yivi, per fortuna, e mentre renrl~amo gra~ie a :messer l 'atomo di averci risparmiati, cogliamo dai giornali un episodio che, nel panorama di furia distruttrice causato dall'esplosione, brilla con una vivida luce di poesia: le palme di Bikini hanno resistito al tremendo sconvolgimento e sYettano le chiome ancora verdi nell'aria offuscata dall'esplasione. Fenomeno soprannaturale? Ammonimento eloquente agli uomini che nel nome della Scienza sfidano i misteri della Natura, e della loro forza smisurata e bruta tentano servirsi per imporre la pace fra i popoli? La palma che è l'emblema dlei trionfatori ma anche dei martiri, la pianta dhe costituisce la grande risorsa dell'indigeno cui tutto offre -- dal frutto dolce e succoso al latte freschissimo e ristoratorej al legno secco d~ secoli, alle foglie svelte e robuste per gli usi più svariati - ]a palma, che annoozia al nomade l'oasi tanto attesa, l'acqua avidamente anelata e gli offre un angolo di ombra e di riposo nell'accecante clima tropicale... la palma, creata da Dio per il conforto del più povero, forse ha piegato per un momento il suo ciuffo sotto l'ira .dlevastatrice della bomba, ma non si è abbattuta e ha rialzato la chioma più fresca e più verde verso il Cielo da cui non la morte ma i raggi del sole benefico attende. Circa 30o.ooo furono le vittime di Hiroshima e di Nagasaki. A Bikini, non vittime umane ma distruzione e squallore costati milioni e milioni di dollari quando popoli fra i più civili del mondo soffrono e muoiono dii fame e di miseria L.. E tutto questo nel tuo nome, o Pace inafferrabile, o grande dhim.era 1dei popoli in continuo fermento. Si ammazza ciecamente, brutalmente perchè il mondo viva e le genti tornino ad affratellarsi e ad amarsi. E se la bomba non basta, ecco per voi - credenti nell'utopia della pace imposta con la forza - la (( guerra biologica >>. I tedeschi, che s' identifica no con lo spirito devastatore della barbarie, non osarono, durante .l'ulti~o conflitto mondiale, usare l'arma chitnica e tanto meno quella battenologtcl: un~ tacita intesa fra le potenze belligeranti aveva posto il veto a tale forma d1 annientamento di uomini e di cose. Oggi, si riparla di tali armi e « The \fvashington Post >) del 31 maggio 1946, sotto il titolo « Il vaso di Pandor~ », riferisce sui tre tipi di ar•ma biologica studiati ed esperimentati dalla Manna e rlall'Fsercito americani con la collaborazione di scienziati fra i più eminenti: germi virulenti di malattie umane, germi yirulenti di malattie delle piante, veleni sufficientemente concentrati 1da 'Usare contro gli uomini su larL

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ghissitna scala, ceco le tre ri.sorsc che ta scienza prcfJara per usarle al momento opportuno contro quc1 popoli che non si adatteranno alle decisioni e ai voleri delle potenze detentrici di cosl mostruosi segreti l Con la bomba atomica esse potranno ben sostituire i sudati punti della inutile Carta Atlantica e segnare il nuovo Credo dell'Umanità- moderna! Pur nel1a sua assurda concezione la guerra, fra gli antichi, aveva un suo fascino e - certamente - molto riflctt~ra del sentimento cavalleresco • dei popoli. Oggj, la indiscriminazione più assoluta pone sull'istesso piano guerrieri e cittadini inermi, donne, vecchi, bambJn1 ... E ad armi nuove, nuoVé difese appresta la scienza, che l'uon1o sembra aver ~bilitato per rivolgerla contro se stesso in una specie di sadico c0!1ettivo furore! lvfa jn tanto squallore morale e sentimentale, proprio in questi giorni, dal T empio massimo della Cristianità un nuovo Faro d.i bontà senza confini, di dedizione appassionata e piena al conforto dell'umanità sofferente sotto tutti i meridiani, irradia sui poveri uomini affaccendati a creare la pace la su2 luce che nessuna bornba atomica potrà far vacill~tre, nessuna nuova arma affievolire... Per compiere la Sua missione Suor Francesca Saverio Cabrini, ora assurta nella gloria dei Santi, rinunciò a tutto - beni, affetti, comodità - e, sola, affrontò il mondo, dal suo paesino d1 S. Angiolo Lodigiano, per iniziare quell' opera di colossale assistenza sociale che rimarrà nei secoli a testimoniare quanto possano la Fede e la Bontà umane! Oh e l'esempio della cc Santa delle Americhe >> lasciamo pure che l'America, a corto !Ciii Santi, si assuma 1a cittadinanza di questa Nostra recentissima - suoni monito non vano agli uomini e illumini alfine la mente dii chi pensa di poter' dirigere e modificare il corso degli eventi delle -azioni a'\Setate di pace. Ma un'altra Domenica delle Palme è ancora di là da venire. 4

A. C.

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LA. ltiEDI(JINA IN (JAJDIINO

--------//-------A cura del dott. D. E. Cappellaro. La possibilità eli prolungare la \'ila e di renderla pjù sana ci verrebbe data da uru acido contenuto in un fermento, secondo quanto ha riferito il dott. Thon1asl S. Gardner in K..ingsport, Tenn., in un rapporto alla America1n Chen1ical Society. L'acido, conosciuto come acido nuc!eico da fermento (yeast nucle'c acid), l! stato già provato sugli anjmali ed hu accresciuto la media della durata della vita del nove per cento. Gardner si aspett:1 grandi possibilità con il rendere più forte c più attivo l'acido da fermento eJ ha assicurato che sono in corso ulteriori esperin1enti. cc Science Digest » (giugno 1946, pag. 48) fa rilevare che l'acido nucleico da fermento è l'unico acido nuleico che possa essere attuahnent~ prodotto in quantità rilevanti e aù un prezzo relativamente basso. 2. Il dott. Philip Cohen di New York raccotnn.nda l'imn1unizzn7..ionc della rnndrc contro la tosse convulsiva e la dihcrite negli ultimi tre Jnesi della gravidnnza, allo scopo eli ass.i.c urare l'immunità al bambino contro questi due maìi durante i primi mesi di vi!ta, che possono dirsi cruciali per la nuoya esistenza. In America p:wrchla: ::tnhlllto; secondo appunto un rapporto del Cohen in un convegno cUsposto dall'Accmlt:min Americana Pedjatrica, che nel corso della difterite l'im1nunità utnana avrebbe c~unhiatu in peggio nei con:fronti della passata generazione. La constatazione do\'rebbc dare serie preoccupazioni. Si sarebbe accertato che n1cnt re nel 19:20 l'8o c 9ol}(, delle donnr~ risultavano immuni dalla difterite, negli ultimi anni la percentuale s:trebbc aduirhtura cu duta al 50~1~ . c< Science Djgest )> (giugno 1946) fa appunto notare che, dato che gh anticorpi e le antitossine passano dalla madre al fetn attraverso la placcnta, devesi· anlmettere che il neon.:tto dovrebbe restare imn1une dalla difterite per i primi sci n1csi eli vita. Pertanto, poichè il bambino è notorinn1entc un produttore povero d~ anticorpi, l'attiva in1munizzazione dtlla n1adre contro la difterite negli ultimi tre n1es~ di gravit.. danza sarebbe necessaria ad assicurare al neonato l'il111nuni,tà con la n1assilna regolarità. Per quanto riguarda la tosse convulsiva, che in America segna un alto indice di n1ortalità, e di fronte alJa quale n1aiattia soltanto il 30~~ delle donne ed il 15% dei ban1bi ni, più o 1neno, possono consjdera:rsi im1nuni, Cohen ha dimostrato che l'inoculazione in donne non i.tnn1uni di dosi adeguate di vaccino conferisce al neonato l'immunità contro la tosse. L'immunità per la difterite e per la tosse sarebbe di natura passiva e quindi non persisterebbe al di là di pochi mesi. 3. - Ancor.a ci si dibatte per scoprire il segreto dell'azione dei suJfamidici e per accertare la formula chlmica della penicillina. La più gran pa.rte dei 3.500 deri'Vati sulfamidici. che sono stati preparati negli utimi dieci annj, sembra agire .in base ad un comune meccanismo. Tale tneccanismo è stato spiegato dal dott. E . H. Nortey delI'American Cyananud Cotnpany, ~n un suo· rapporto alla Società Clinica Americana, neJ senso che i sulfamidi,ci interferiscono con l'utilizzazione di una essenziale vitamina batterica, e cioè con l'acido para-aininobenzoico, senza del quale i batteri n1orbigen~ non potrebbero accrescersi. Quando si è riusciti ad arrestarre la rapida. motltiplicazdone dei batteri in\'asori , djce Nortey le norma-li difese del corpo sono sufficienti a combattere la. malattia. Parrebbe tuttavia che assieme con tale meccamsmo agiscano anche altri tattort, dci q uaH purtroppo non à è ancora nulla. accertato. Ja ne Stafford dj. (( Science Service >> ha potuto recenten1ente annunlLiare che sono stati com pi uti passi importanti in ordine alla sintesi della penjcillina. Ci si S3rebber~ ITICssi 3~ differenti! gruppi di scienziati, 17 in Inghilterra e 21 negli Stati Un1 ti. rIù ~g~ modo sino aUa prin1avera scorsa non si sarebbe ancora. giunti a produrre la perucil1. -

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lina sintetica. La sost:.tnza è questa: non ancora è stnr·t •. ~..,tl • • ~ ,· · 'l)' L f · • ~~" amcntc l.~rensala la mole-ola deli a perua Jn.t. a ·ormuln C~, HJ 1 O t SN" R si trova aoccra in uno stadio ~ · · '-L conoscenza qualitativa e quantitntiva dcn"ii ~lementi contcnut:1 ,.,11. . 'lt' t:~lrnnco.. a · · . ~ n •.• 1 peniCt tna c essenztale per 1a pro d uz1onc sJntetlca della muffa chimica in bboratorio .

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~l Calcife,•ol .(Vitan~a D~), questo medicamento studiato in Inghilterra negli

ult1m1 ann.1, ed ottenuto con l Jrraclin:rc lo ::,terol \'Cgct:tle l'crgostcrol . h. '. . ·' · d Il r· . ' . , e c c <.: apparcntcment.e p1u. toss1co . e a \i 1tar~11n3. ~)~, .forma_ta ed usata dagli animali, \i.cne sonuninistrato 1n vnrte tnalatue, spe~so Jn :1lusstmc dos1, ed è stJto anche sperimentato nel trattéln1cnto del _Lupus Vol~u~e ~n dal 119~3 sulh~ ~R~~ <.li 15o.ooo. unità internazionali al giorno sotto formL1 eli compresse, oascuna dt so unua. Stuclt reccntt hanno confermato il successo già ott~n~t~ ne~ .1943 in quanto ~ u 38 ca~i Ji Lupus Yolgarc trattati con Calcifcrol per bocca Sl e nusau ad o~tcnere gc~eralrnente un forte graJo di migltoramento e spesso Jn scon1pn rsa della malattJa. (Dowhng e Prosser Thoma:-. : lreatment oj Llfpus v uLgaru tuitiJ Calci ferol. - (( Tht: Brit. Jour. of Der m. an d Syph. H, m:.uzo-~tprilc 19..J6, r~lrr. ~5; gli stes~i in « Thc LJncet H, :!2 giugno I!)o.J6, pag. 919). Cl

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La penicillina ha fatto jl suo ingresso in dermatologia sin dal marzo 1943 allorchl! Florc.:y n ferì (c< Lancct H, r943, p::tg. 38) di ~wcr ottenuto bUcce~si mecliante l'appli<.nl'ir>rH: loc:rle di unguenti o :-.oluziùni Jt p<.:nicillina in 37 casi eli blefarirc:. Nd novellll>rt• dt•llo stc s~o ;trtiJO Christic riport<'l dw meclbute taH :tpplicazwnj a\ C\ a ottenuto guarigio11i in :dcuni c:1 ~i di !JÌCO"-L della barba e di jmpetigine ((l Proc. R. Soc. 1·[ed. >,, J ~J. l4• p~tg'. 1 w). Lo ~u.:sso C hrbtie, a~~icmc J Hoxhurghs, dopo alcuni mesi, riferirono che ri:,pondt:vano fa,.•orevolmcntc :~U~1 t&.".tpl<l locn le con la penicillin3 .b foruncuJosi, l'atil<.: c~t<:nw, l'cc;.cm:t cou infezioni sctondari~ (re Bdt. l\·[ecl. Journ. 11, I9#· p.tg. 54). Sarebbe occerlatCJ chr;.:' se l'mf<:zionc t: mcramcntc ~upcrficial c, ~i possono ottenere buoni risultati con la tcr~tpia locale di ptnicilli n:t; se:: in\ ece l'infezione ~ o nn ai pro tonda, o consiste.: in bolle c pusto!c, si rende necessrtria In \Oii1n1inistrazionc p.u·cntcrule della penicillina. In , The L:~ncet n clcl 4 maggio 1940, pag. b)c;, 'cngono ~.tuùi:Ite le forme in cui la pcnic:i.llina è app!icata nelle malattie Jdla pdlt:. Le nppUcn?ioni in form:1 t.li polvere non sono state usate lJ.rgamcnte. Sembrerebbe che uuu soluzione acquosa, contenente da ::wo a 1000 unità per ccm., applicata mediante spruzLatore, !Jia H n1eloclo uugliore. OrJinnriasnente è stato usato a tal fine il comune spruzzatore che si usa per la gola. Le spruzzature vengono eseguite da tre a sci volte ndle 24 ore. Per i pJz.lenti clli:lti ambulatoriamente si è preferito usare una crema c.li pcnicilliua. Comunemente tale preparazione ccntiene circa soo unità eli pcnirtWna per grammo, m~t la potenza del medicamento va pordendo~i lentamente e non dur .1 più J i ro o 14 giorni ::Il le condizioni ambientali del nord-est d'Europa. . Si avverte che una pasta in cui b penidUina fo!lse combinata. con i comuni medicamenti per l'eczema ~a.rebbe l'ideale per il trattamento dell'eczema Yn.ricoso e dtrrnntosi ~inUli, ma ciò presenterebbe \'arie djfficoltn in quanro lo zinco, il talco ed ~ lt'iri con1uni cosdtueo.d eli parte distruggono ht peni.ctll.ina. Occorre tener conto che, come ha notato Hellicr in n The L:lncct n, r6 n1arzo I9·f5 pag. 400, se le le~ioni non rispondono in una ~ett im:tna al trattamento con la penicillina, esse non rispontleranno mal più ad una. tale cum ed occorre rivolgersi acl altri medicamenti. Twiston D:tvies cd altri ( << Qua·rt. four. 1tied. u, 19-15, I.f, 183) hanno srnbilito che la seborren rispontle ~olta nto parzialmente alla terapia con la penkiJlinn. L'itnpetigine si risolverebbe- E.n ore,·olmante Jn una mt:JiJ ùi 8 giorni n1ediaote spruzzarure di soluzione acquo~J. di renicillina . Ncll'ectimn, ohrc ~d trattamento per set fÌorni con spntzz,lturc eli penicilhn t, Ei è cont.inunro in meLli&J por •:Jrr1. sei .giorni co~ upp:icazioni mercurì ..tli in past~l Lli L:1~s.1r od m unguenro a b~1se d1 oho Jt ft:gato d1 merluz7o. Nel trn.ttnn1ento dolln sico&i della barba la penicillina si è us!lta per 7 o IO giorni e success.ivamcnte si è usato &Jlrro meJicamento. 1

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Bc\SSEGNA DELLA. STA!IPA 1t1EDI(JA ----11----

RuGGIERI

Chirurgia.

!'embolia gassosa conclamata consisterà nel

E.: L'embolia gassosa nella chi-

mettere subito il paziente in posizjone dec:ive a testa bassa, ne1la iniezione a dosi generose di sostanze ad azione vaso-dilatatrice (acetilcolina-eupavcrina), ma la terapia dovrà essere preventiva e cioè: operare in decubito declive g1i ascessi putridi e gli ascessi cronici nonchè quelli che hanno presentato emorragie: evitare, durante lf! punture localizzatrjci, di spingere in b::;sso Jo stantuffo della siringa; ttggrr:dirc il polmone dopo che: un piombnggio cxtraplcurico avrà diminuito In portatn dn·o1atoria JocaJe, tron1bizzmo multi vnsi c pd. vato dell'apporto tli nrin la ::t.on:1 ccH"pn;tl.\:t.

1'urgia delle suppurazioni polmonari. Giorn. Ital. di Chir. »7 anno II, n. 3, marzo- 1946. t<

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Una delle comp:icazioni pjù gravi che può sopraggiungere durante l'atto operatorio per l'aggres:;ione di ascessi poln1o... nari e nel decorso postoperutorj o, è senza dubbio l'embolia gnss~sa . La via più logica e più comprcnsjbilc seguita dall'embo·lo è rappresentata dalle vene polmonari-atrio-ventricolo sinistro-aorta. Però non si può escludere che l'aria po::,sa pervenire al cuo,re sinistro e ntirando in un ramo dell'arteria pohnonare e oltrepassando i capillari. Nel prin1o caso si parla di << embolia arteriosa », nel secondo caso di « emboHa crociata » (Curtillet). L'A. ricorda breve1nente le condizioni necessarie a che l'aria possa penetlfare iru llilJ vaso polmonarc con1unque leso nella sua continuità e cioè : apertura vasaJe n1antenuta beante, pressione sanguigna locale inferiore a quella dell'aria circostante: condizioni che facilmente possono verificarsi 111egli ascessi polmonari; i:11oltrc ricord~ le direzioni che può seguire l'embo.lo, l'importanza della posizione del corpo sulJa direzione stessa, le alterazioru vasali e dci tessuti sottoposti all'ischen1ia. L'A. riferisce che su 361 casi di ascesso polmonare operati da Paolucci e dai suoi collaboratod, dal 1930 al settembre 1945, si sono osservate 16 emboJie gassose (una percentuale del 4,51 %) e che dall'attenta revis~one di questi casi si possono fare dei ri. lievi interessanti agli effetti patogenetici e cioè: )e suppurazioni putride e quelle croniche danno una maggiore percenta!e di tale accidente, come pure gli episodi emorragici> precedenti l'embolia. La sintomatologia dell'episodio embolico può presentarsi sotto forme variabili che dall'A. sono state raggruppate in 4 tipi diversi nella sua casistica. La terapia de1-

l Al>li.V Al A. NICoLICH

G.: La tlt:ritm;Jione iutesrina/e

dei/Jurinu mediante l'uretero.sigmuidistomin set.ondo il metodo di Cofley. 1< Urologia », anno Xlll, fnsc. Il, aprile

1946. Il lavoro del Nicolich è veratnente interessante sia per l'importanza dell'argomento sia per l'autorità dell'A. La statistica presentata dall'A. è degna di rilievo: i risultati ottenuti sono abbastanza favorevoli se si tengono presenti la gravità dell'intervento e le precarie condiz:ioni generali dei malati, nei quali tale intervento viene praticato. L'A. indica innanzi tutto· le malattie, nelle quali l'esclusione della vescica dal passaggjo dell'urina è una necessità, perchè rappresenta l'lllllico mezzo terapeutico capace di dare vari benefici. Tali n1alattie sono: estrofia deHa vescica, epispadia totale, dstiti tubercolari e non tubercolari causa di gravi sofferenze e non suscettibili di miglioramento con altre cure, fistole vescico-vagiru:1li inoperabili, papilllomatos-1 diffusa e caffcinoma della vescica. L'A. ricorda j vari e numerosi Ine todi operatori tendenti ad ottenere l'esclusion~ della vescica, soffermandosi sul metodo di ~


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Coffey, che consiste nell'impianto degli Le localizzazioni possono essere varie. ureteri nel sigma o ne} retto a decorso ~ol­ In alc~ni casi l'~meba si è impiantata tomucoso. Anche con tale metodo non viesulla fcnta operatona (pelle, cellu:a•re sotne eliminata la possibilità della infezione tocutan~o e muscoli) senza che questa sia ascendente e della peritonite, che rappre- venuta m contatto con organi che la consentano le complicanze p~ù gravi c che tengono. déUl!Do una mortalità immediata che varia, In 4~-sn. giornata dall'intervento b ferita secondo le statistiche, dal 10 al 50 ~~ . L'A. operatoria si ?resenta edematosa, colodescrive le n1ocli.ficaz.ioni tecniche appor- rito rosso scuro, con abbondante secreziotate dallo stesso Coffrey al suo primo• me- ne purulenta del sottocutaneo. L'esame todo e che vanno sotto il nome eli 2° e 3 11 rrticroscopko del pus mostra la presenza n1etodo, e a quelle di N1ayo, di Higgins, di numerosissime entamebe istolitiche. Il di Reuners, di W alktT-Taylor ecc. trattamento cmetinico ha subito ragione E' difficile dire quale dci n1etodi sia della complicazione. preferibile, Fcrchè le varie modifiche non Oltre a tale localizz::tzionc, l'amebiasi sono esenti Ja complicazioni e 1 loro van- può attecchire direttamente sulla pelle e I aggi i n un senso sono ncutralizJ.nti da sulle n1ucose, alterat~ e m::tcerate per proM anraggi m:ll'nltro. cessi infiammatori e per scoli purulenti: L'i\ . n1 i ~.tuoi Jl~ cnsi (4 di cistite tuber- cib avviene specialmente al bordo anale, colare, J di cMroiia della vescica, 9 car- alla regione perianale, al prepuzio, al colci ncman dt:;la vt.:~~dcn) bi è sempre attenuto lo deU 'utero. L0 lesioni cutanee hanno un al 1" me1enlo di Coffcy, praticaudo in 13 :!Spetto abbastanza uniforme c caratterica:,i l'urctt:ro·,igmoidoswmw in un solo stico (ulcera.zione profonda, spesso a tentcrnpu, pt;rchè ha ritenuto che Ja semplifi- denza fngcdenica, a 1nargini irrego!an, con cazione dcii';Jllo Ofk. ratorio compcn!)assc i granulazioni ro~so scure). L'A. ha osservato due casi di ascessi suoi rischi, Raccon1anda di curare l'evacuazione della nntica, nel cui pus t:rano contenute completa nel tratto terminale dell'intesti- cntan1ebc istolitichc. A spiegare l'attecchimento cutaneo va no (clismi per 7-8 giorni - somministrazjone eli lassativi - olio di ricino 2 gior- iovocata, secondo l'A., non una speciale ni prima dell'intervento) e eli ottenere una virulenza ddl'runeba bensì l'influenza del f}n,estesia. profonda. (rachianestesia tra 2° tt.ifreoo c il precario stato degli ammalati, e 3° lombare o narcosi eterea). sia per l'operazjonc subita che per l'infeLa mortalità immediata globale è stata zione arnebica in atto. del 21 %. L'A. ritiene che su tnH localizzazioni la L'ureterosigmoidostomia rappresenta, se- vb seguita dall'~uneba sia quella san. conào l'A., una. notevolissima acqur~z o- gwgna. ne della chirurgia e consente di guarire l.WEVAIA. infermità gr:tvissime e finora incurabili.

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JADEVAIA.

Epidemiologi~.

S.: Localizzazioni chirurgiche non comuni della entameba istolitica. « Giorn. Ital. di Chir. », anno II ,n. 4,

CERQUIA

aprile 1946. L'A. riporta nlcuni casi di opernti in cui sono avvenute delle complicazioni da ::uneba non con1uni. Tali casi sono stati o~servati nell'c< Ospedale Un1bea'to I» del Cruro (Egitto).

NfARToRANA

F.: Rilievi epidemiologici J"U

11111 epifodio di peste a Taranto nei 19-15·

<c Igiene e Sanità Pubblico », ottobrenovembre-dicembre 1945.

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L'i,rl!tenso traffico di navi n1ilitari e mercantili nel porto di Taranto, per le esigenze di guerra, ha particolarmente esposto la popolazione di questa città al pc-

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ricolo di n1alattie jnfctti\ e, che hanno fnt~ to la loro con1parsa (Lifo esantemutico, \'aiola, pestt) e che sono state fonunatan1ente circoscr~tte a. modesti episodi ft'r la pronta indh id ualiz~'lZione dc i p i 1111Ì casi e la imn1ecliata adozione Jclle rnisut c eh prn@assi. L 'infezione pestosa si iniziò contenlporaneamente in dieci operai dell' .. \rscnn lc addetti all'Ufficio ~pedilìoni, a~cnt3tisi dal hn·oro ai prin1i di scttt!n1brc. Benchè l'immediato controllo sanitn.rjo non des~e elementi sufficienti la diagnosi, l'uguaglianza delJa manifestazione morbosa iu persone appartenenti allo stes_co magazzino, il decesso di due di essi entro 36 ore dai primi sintomi, fecero porre subito il sospetto di peste. La malattia si diffuse poi fra jl per.~ona!e delle t1 Officine b\'or::~­ zioni in ferro ' c ' Lanc1a e Remo " sempre dell'Arsemle, ed i casi raggiunsero jl numero di 21 in \·enti giorni. Contrassero la infezione anche due marinai addetti a rinlorchiatori che erano stati at~accati in Ars~Lle. Successh·amente si ebbero, distanziati fra eli l ore nel tempo fino a tUtto noven1bre, altri 6 casi in persone che avevano avuto contatti con l'Arsenale o vi abita\·ano vicino, tranne un capraio domiciliato lontano, alla periferia òelb città, ed un militare alleato addetto al servizio eli polizia uel!a città. lnfìne up marinaio del Deposito di Taranto (Arsenale) si ammalò di peste a Reggio Calabria ave crasj recato in licenza. Complessh·amente quindi i casi salirono a 30 dei quali 4 in militari di madna ed 1 fra militari alleati, con 15 decessi. Le forme cliniche osserv::~te sono state la bubbonica e la setcicemica e 4 decessi si ''erifìcarono nelle prime 24 ore per setticemia e rniocarditt: tossica. Nelle forme solamente bubooniche si notarono aderure, poliadeniti inguinali o del triangolo di Scarpa ed in due soli adenite ::~scellare. La insorgenza dt.:l bubbone è stata in· tutti ~ casi dal secondo al quarto giorno eli malattia. Sintorni più importanti presentati: fe.-bbre elevata, cefulea, polso piccolo e frequente, g,.:1ve astenia, mente obnubilatn, paroh tremu\a e balbettante, senso di grande inquietudine, facics ansiosa, lingua

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c lahbra M.:cchc c fu li ggi uosc, ustrcmhù fr~dde. T\aui gli amn1ul:lli vennero cu'rnti l"Oll ~i ero an t ÌI ·"'~H'MI in do~ i rla 50 u 100 c.c. al giorno. pc~· \'Ì:t cnuovenosa eu ipodcrmic:l, accotnpagnandolo con sulfanlidici t IU:toliLi per o~, in c.losc di 6 grarnnti al giorno. Co1np:cssivameote sono stati usati per ogni ::~ntrnnbto 6oo c.ç. eli ~icro e 30 gr3mnù di sulfnn1iclici ben tollerati. L'~o ddla penkillin,t non tw dato buoni risuJtJ.Ù in due casi trattati con dosi con1p!cssive di 30o.ooo e di I.soo.ooo U . (2o.ooo G. ogni tre ore); ed il ceppo eli B. della peste isolato da un infermo si è di..tnostrato insensibile a:Pazione della perudllina in vitro. Interessante il fatto che nessun caso eli infezione si constatò fira i familiari dei colpiti, i c.anrviventi e contatti .e ciò va forse attribuito al fatto che gli optra.i, per abitudine, si cambiano gli abiti di lavoro prima di uscire dall'Arsenale. Secondo l'A. sorge -spo1;1tanea l'osservazione che la pulce dell'uomo debba avere scarsa o nessuna importanza nella trasmissione deiJla malattia essendosi accertato che alcuni ammalati avevano eli questi insetti sul corpo eppure non diffondeva·n o l'infezione. Le pronte e complete ]nchgini epidemialogiche praticate condussero a su ppo[lfe che l'origine dell'infezione dovesse attribuirsi, per esclusione delle altre possibili cause, a topi infetti. Le principali misure profiJattiche adot· tate furono : - isolamento in lazzaretto di tutti i colpiti; disinfezioni e disinfestazio-ni nei domicili degli ammalati; - vaccinazione, con vaccino Haffkin concesso dagli Alleati, e tratta~nento con polvere D.D.T. dei convi,•enti sortoposr i poi, con i contatti, :t vigilélllzn s~nitnr~ contj~nuaw per dieci giorni per ragtoni eh prudenza; - bonifica con D.D.T. liquido ed in polvere dell'Ufficio spedizioni dove non si \'erificarono- nuovi casi di infezione dopo il trattan1cnto che venne quindi esteso, a turno, a tutti gU altri locali J ell'Anen:-t lc; vaccinazioni antipestose, scmprt! c.on vaccino Haffkin, agli operai dell' Ar-


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senale, alle pcr:mue imbarcate !JU navi 0 addette alle fogn:llun~, alla nctttzz;t urb?~a, ai servizi di pr.ofila~(.i, 0 comunque ptu csp?ste al cont~g1o per rngionl dr lavoro.

F ur~no _Prallcatc complc~si vanwntc

1o.ooo vacc1nazJoni con due iniezioni dt 1

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s\·olgcrc' J···tl. t Ut' uru C omit•tto -•· ,

pro fil as.s1. anup<:stosn pres.eduto dal Preft·tt , . - o c compo)to ~a ~n Ispettore generale ddl'Alto C0mrmssanat?, da un i~pettore battt:rio~o­ go, dal m~dtco provinciale, clal direuore c. ~I battcnologo ue!la sanità militare man ttuna,. dal. di:-enorr. eli sarlità del comando t'~rnrona)e di Bari. :\llc riunioni di detto Co_:n~ta.u_, \ cnnt:ro sempre in\'itnti aoche uffJctah n1cdici a~lcat 1 • T a_lc Comi·ato, p~r unJ.:ità dt inclinzzo, affido la cltrt410nc dh servni di profilassi al mcd1co p ro\incrale con b. coEaboraziooP ~ella Sankà. n1itit:Ue rnarittima per jj la~ \oro .da svO.Jt'!~ l .tn .\n.cna!e. Ed Jn re-..thà IJ collahorazto~c l:: ~~a!J cffetti·.a permettendo lo S\·olgJmcn~o raptdo di un fatth o lavoro m entre le autont.i rnilicm ai;tate e l'~RR.A conces~ero tut~o H loro app.og~Jo per la buona nu~ciu. ddla profilnss:. diretta ed i ndiretta èelr 'infezione. Nessun caso di infezian~ Sl ebbe a lamentare fra i militari defrEse:cito èi s~an­ za a Taranto. •

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e 2 c.c. distanziate fra di lo~o Ji !;t;tt • giorni. flt.TÒ sei individui vaccinati C(.,n~ trassero infezione e quattro di essi dccc~ dettero. Cinque erano stati in realtà vac~ cinati da clue a trcdid giorni, ma uno am~ malò_ dor:o 38 giorni dalla pratkata im~ muruzzaztone ed ebbe una forma grave segulta da decesso; - visite sanitarie a bordo di tutte le navi mercantili in arrivo ed io paHenza e rilascio della patente di sanità con indicazioni dli casi eli peste verifica risi; - intensa lotta contro i topi con in1 ~ piego ~opratutto eli veleni e, per la fognatura, di anidride solforosa, non essendo possibile l'uso del pericoloso acido cianidrico date le difficoltà eli ottenere sicure chiusure ermetiche. Risultati molto favorevoli si ottennero con i veleni seguendo j\f.\SS.\. un metodo applicativo suggerito dal 1\Iimstero dell'Alimentazione Britannko che, interessato dall'UNRRA, inviò anche sul posto un proprio funzjonario per illustra- STEFANINI :.\L: S :t u.nJ par:i::olJr~ .'indron.: il sistema esperimentato in Inghilterra m c parasprueticcz tra prig,;onh·ri di g:J=rra per la distruzione dei ratti. Si adoperarono italiani in un campo ddPir.di.'1. (~otizia tl veleno Red S_q uill, carbonato di bario preventivJ). - u Clinica ~uova > , 15 noe fosfuro di zinco, in proporzione di 350 vembre-I) dicembre I9-J5. grarnmi su 8 chilogrammi di esca. Nelle L'A. ha avuto l'opportunità di ossen·::tprime due settimane di questo lavoro le squadre addettevi constatarono che circa re, dal settembre 19-P ull"..lpri:e 1945, in sooo esche avvelenate erano state mangia- condizioni ideali di esp._rimento per unite. Infatti si trovarono~ dappertutto i rodi- formità eli nbituilini, di 'irto e di Jmbicntori colpiti dal veleno, come confern1nto- te, ro69 casi di una sindro me morbo~a pJ.no anche le indaginri d1 laboratorio, ma raspruecica che si pre_entò fra i I2.ooo dei topi esamjonri nessuno venne riscon- prigionieri di guerra it::tliani dvenri in un Gunpo di concentramento in Indb. Il quatrnto affetto da peste. Appena accertata )•infezione e non po- dro morboso f u nJturnlmc ~ltc; J1 vJri:tbi.e tendosi subito stnbilirnc In diffu ~ione, ln gravil~l e Ji dh t:rso riro clinico in rapporfc nte c le cause, b Prefettura aJottò ade- to alla mJggrorc.: o nu .1oce c:ridcnzJ. ili c=tguati provvedimenti di rigore con chiu- rcnza del complesso \'itrunirùcv B e di sura dci locali Ji pubblico spettacolo e di turbe della funL.ionJlirù !)urreru!e. Nel più J ei c:LSi il sintomo inizl.1le fu quelli aperti a l cu lto, cli,·jeto ili nunion.i fUbblichc:, !)0Spensione del funzionamento accentual3 diarre.1 con feci pa.:;de, schlu· mose, puzzolenti, acide, di JSpttto grig;adelle vett ut:c trnmviaric, ecc. L'Alto Commissariato pt:r l'igiene e la srro e grì.ls~osn , ilC(Om pagnntc c.b imcnso sanità pubblica, per coorclinnre l'azione da meteonsn1o, impro\ \ bo sproporzion:tto 5 -

G1orna/t: di medicina mi/J111rc.

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senso di astenia. L'esame bancrio~ogico e parassjtologico fu eli solito neg:.1tivo. Alln diarrea seguì quasi costantemente b glossite, caratterizzata da disep.itelizzazione e comp_arsa di afte sulla su~e::-fìdc dorsa:c della lingua ed in altre partt del ca\'O o~n­ lc ed accompagnata, so\'ente, da stoma~Jte ang<;>larc, proctite, dern1ntosi desquamatiVa dello scroto c della pelle.; scoloro.mento dell'estremità del capello nei soggetti bruni, comparsa di chiazze iperpigmcntate sul viso e sull'o.ddome. A cJusa del pronto trattamento solo nel 14,41 ~~ si presentò ciopo quattro o cinque settin1::tnc il quaciro di un'a.nenùa ipercronuc.:a n1egalocita di grado spesso accentuato con criuropo~esi midollarc ad orientamento megaloplo.snco. Notati costantemente ipotensione c ùepedmento. Io 139 ca~i comparvero durante H periodo :1nernico edemi del viso e n1a1leolari, p:tllidi, di aspetto e consistenza mi:xoedematosi ed in 54 si generalizzarono per qualche tempo nel periodo della intensa crisi reticolocitaria e del n1tgJoramento. Il meccamsmo e la patogenesi della sindrome Yanno riferiti .1 turbe dell'assimilazione particolarmente evidenti nel periodo dell'anemia e delle n1assimc n1anifestazion.i carenziàli. La funzione pancreatica esocrina e biliare appàrvero normali nè i risultati delle varie prove di laboratorio sosranzi::uono il sospetto di una latente io$Ufficienza epatica. Lo studio ciel chimismo gastrico dimostrò ipercloridia nel maggior nun1ero dei casi. L'esistenza di una insufficienza surrenale, pn.:valentemente corticale, potè essere clinican1ente sospettata per l'ìpotensione, l'improvvisa e grave astenia, le pigmentazioni, la elevata tolleranza 2l gluco~io . Cinque casi ribelli ad ogni cura evolsero in anemia aplastica presentando come dato c~inico di particolare evidenza una grave s.indrome emorragìca. L'Jutop5ia dimostrò, oltre a reperto 1nidollarc di aplasia, atrofia della mucosa ile::1le, gastrica e del colon per necrosi del!'epitc~io, edema della sottomucosa ed ~Lrofi~ :Jcllo stato muscolare. L'~nsorgen­ za d1 tebbrc nel decorso della malattia, specie all'ini7io, fu un segno prognostico sfavorevole.

Una djeta elevata in quota. proteka unimale c vitnminosa c bassa quota di grassi '! carboickati con crescente valore calorico associata a rjposo assoluto a letto fu il cardine ùella terapb. In questa epidcnùn. fu confem1ata la stretta correlazione fra sprue e condizioni din1atichc ed atmosferiche. La mnlnttia assunse uno sviluppo epidetnico durante ed it11mediatan1ente dopo la stagione delle pioggie. Il grande valore delle deficienze dietetiche nell'insorgenza delle sindron1i spruetiche è dimostrato dal fatto che venr.ero colphi prigionieri italiani e soldati indiani entrambi a dieta povera .iJn, proteine nnimali e grassi 1ncntre fu rjsparn1inta la guarnigione inglese npprovvjgionata con quote elevate dei detti pòncipi alimcntéiri organici. Tuttavia, l'aver la n1a.lattia colpito prigionieri di un solo can1po di internamento in India e non essere apparsa in altri can1pi dove pure la dieta etra uguale, confermò la nota importanza dei fattori locali ed, insieme all'insorgenza improvvisa, all'urgere epidemico, alla sensibil1tà della cLarrea. ad nn trattamento con sulfoguandjna, fece pensare all'esistenza di una cauSd jnfertiva, intimamente collegata ai mutamenti atmosferici.

Medicina. G.: Sindrome di Pancoast. - cc Il Progres.so Meclico », vol. Ir, n. 8, rs . aprile 1946.

AMATI

L'A. illustra lo stuclio c:inico di un caso di rumore dell'apice polmonare S., sdluppatosi in un. uomo di 40 a.nni e manifestatosi successivamente con dolori nevralgici intensi uoilateraii a djstribuzione radicolare, paresi atrofica con ipoestesia tli tipo distale dell'arto superiore omolatera!e, sindrome oculo-sim patica paralitica di Bcnnnrd-Horner, sindrome di compression~ tnidolbre cervical0 bassa consistente in pD-rapleghi spastica da lesione piramiclnle bilaterale, disturbi degli sfinte.-i e rcperlo


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liquora1c da compressione (b:n ... co a valvola alla prova di Qucckcn~tldt, djssocia- sinto~i fondamentali: t) dolori al cingolo scnpo.o~omerale omolateralc con irradiazjonc albumino-citologka del liquor). A zione antcdorc c posterjore, spesso a tuuo leno della suddetta fenomenologia neuro~'arto (radicolo-neuritc neoplasticn) c; &inlogica iniz..iale plessica e radicolare cervicetomi paretici o paralitici di tipo periferico brachiale S. e simpatica c ad un progresnell'estremità clJstalc (atrofia dei fle!:sori si v o notevole decad.Jmento dello stato gc:delle ditJ, cubitale anteriore, riccoli mutterale, esisteva un reperto cliiil.ico toracico scoli d eli 'c1ninenza tc:nare e ipotenJre inapicale sinistro scarso, quasi del tutto mu• ' tc.rossci e lombrico:dl); 2) sindrome oculoto, evidenziabile racliologica.mente con unJ simpacica-paralitica di Claude-Bcrnardzona eli opacità apicale limitata alla parte Horner, a volte preceduta da uno stadio interna, che solo nella fase tcnnina1e si d! eccitazione del simpatico ccr\'lcale con accompagnò ad una s~intolnatologia funzio- la sindrome di Pourfour du Petit (miclrja. nale respiratoria caratterizzata da dispnea si, esoftalmo, aumento di ampjczza della intoosa, tosse abbaiante ed escreato abbon- nma palpcbra!e); 3) reperto radjologico di dnote. una zona eli opacità omogenea nella pane Con r:1pida cvo!uzionc della siudrome nl ta del campo po~n1onare; 4) alterazioni n1idollarc, l'exitus sopravvenne per compli- osteolitiche di una o più delle prime co.cazjonc settka sccondnda a pielocistite ste nel loro tratto po!!tt~ore e, spesso, delascendente. le vertebre corrispondenti. 11 suddetto quadro, pur essendo manIl caso studiato ùall'A. sem Liologic:tcnntc della sintomatologja ostcolitica, è mcnte è incompleto per l'assenza del feriferito dall'A. alb zona apico-costo-verte- nomeno della osteolisi, forse per la prebralc; v.iene differenziato da quello di un coce io\·asione del canale rachideo e la raprocesso pleurico i nfiamtnatorio o neopla- piJit:l evolutiva; invece nel caso di D'Astko, di una massa mcdiastinka ( aneuri- gostino (Annali della F.1coltJ. di ~1edicina sma dell'aorta e del tronco arterioso bra- e Chirurgia di Bnri, vol. l\ .., 1944) il prochio-cefalico, linfogranuloma maligno, cesso osteo.:lasJco inte ressava, oltre le pril:nfosarcorna, cisti tdatidea, forme leuce- me cinque co!ttole, la VII \·ertebra cenrirniche e a1eucemiche) e classificato nella cale e le prime tre ,~ertebre dorsali di destndrome apico-costo-vertebrale, che Pan- stra, anche l'apofisi sternale e la metJfisi coast descrisse nel 1924 e nel 1932 per in- pro~sirnale della clavicola destra. . . . di~'l.re uno speciale tipo eli tun1ore prùniAccanto ai suddetti si ntomi pnnctpah, tivo epiteliale delPapice polmonare, deri- sono stati rilevati dài \'ari autori: tachlvante probabilmente da residui en1briona}i carùia, ~niùrosi, essuJato pleurico, sindro~ bronchiogeni da lu.i denomjnato H supe- n1e frenico -oculo-pupillarc, sincL-ome frerior sulcus pulmonnry tumor >>. nico- rccurrenz iale, accessi di aoginJ peclvfa tale entità anatomo-patologica non toris per lesìone dei ranù comunicanti di è stata confermata dai successivi osserva- D.2 D.3 ,per i quali _passJno j filetti \ 'Osotori. che hanno riscontrato neoplnsie diYer- dilatatori delle coronade. sc per sede e struttum (metnstasi da cnnIn qualche caso In sinJror:te. di ~?rner ero primitivo latente, d.1 carcinoma pn.n- t. rnanca.t:l per la minore rap1ilità dt JntercrcatJco, el'ofngeo, gastrico, 1nammario; ruzione delle fibre simpJciche, mennre taepitelioma a piccole cellu!e, cnrcinom.:t de. lora, per lo compressione_ del ~umore ~ulln rivnnte clnll.'epitc:io bronchh1le, dal tessu- succlavin, si sono mnmfest~ltt edem1 al tù glanclolare, dalle cellule alveolari nor- collo, alla spalla cd alln estremità superionlali e dai nidi epiteliali aberranti ; neopla- re, diminuzione di ru11pilZZJ del polso e sma extrnpolmonarc dei gangli ùelln bas.e i potensiooe dal lato colpito. La. indagine radiologica h~1 una_ grnn~e del collo, rctlcolo-s:ucoma, ecc) .. lnvt>t:c, Jl quadro sen1eiologico trnccinro dn Panco.1c;t ùuportanzl per l'orit:n.t:J:ncnt~ ÙJagn.ostte cb Tobias ~ stnto riconosci.uto costante- co, perchc! H reperto climco J,_ un:t Slllton1enté uguale nel suoi quattro gruppi di mnto!ogin ncuroJogic.t prct.lomtnante e la

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della t-riacle fenomenica re~pirato­ ria dci tumori polmonari (tosse, dispnea, cmoftoe) rendono t:tlora ardua lG obbiettivazione della lesione.

D' ATTII.IO.

Medicina. lega{e. SERToLI

L.: Su un caso di seminoma bi-

laterale del teslico/o ad insorgenza post.traumatica. (< Giorn. Ital. Chir. >,, anno II, n. 2, febbraio 1946.

L'A. de~crive un caso di scmiooma bi laterale del testicolo in un soggelto d i 44

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anni, chc selle tne~i prin1n in p1cno bcncs~ere aveva rjportJto un vjolc:nlo traunHI aJlo sc.roto. L'argon1cnto dvcste itnportanza c llal punto di vista clinico-sdcntH1co' c da quello tnedico-lcga.lc . Il cnso, studiato dall'A., è, inoltre, intcr<'!:sante sia per la bibteralit~ della n1anlfc~taz ionc ncoplastka sia per l'insorgenza t~opo un traun1~. l ca~i di tumore bilaterale dd testicolo sarebbero r2 com preso quello clcscri lto dal Strtoli. A spicgarnc tale rarità lo stato attuale delle nostre conoscenze uon1 c\ permette di u.v::u1zarc qun.lsiasi ipotesi che non sia a.vventatn. Sul ne'iso etiologico fra tJrawni c tun1or~ e sul valore oncogcnct..ico che può essere attribuito al traun1a, l'A. riporta le vnli.'JC ipotesi e .le cognizioni attuali che, oltre al valore scientifico, hanno in1portanza dal punto di d sta rnc.dico-legale . Per attribujre valore oncogonetico al trnun1a, secondo Sand, occorre: 1) che la azione vulnerantc ~ia stata di tale intensità da detcrmin::tlfe lcsionj locnli; 2) che la ncoplasia si svHuppi in un organo djrett~m cnte o indircttan1entc co!pito Jal trauII1a; 3) che il tumore si manHrstì in un periodo di tempo catnpreso fra 3 settitnane c un ann0 per iJ sarcon1a, frn 6 scttin1aoe c. 5 anni p<!T il carcinoma; 4} che il soggetto non sia portatore di alttri tumori delhl SLC% :1. spcci(: anteriormente all'infortunio. CintnlJo.ini, pur nvanznndo ~uttc le

riserve dal punto eli vista scientifico, è J'avvjso che, quando la qulstione è prospettata nel campo 1neùico-lega!e, non si può discono!:cere valore oncogeneti:o al trauma, allorchè ~j vcdficano le condizioni pro~pettate dal Sand. A spjcgare la bilateralità del suo caso, l'A., dopo aver esclusa la diffusione all'altro testicolo per via c1natica, per via linfaticn, per contigu ità, pensa che si sia verHicato uno sviluppo delle due ncoplasie indipendentemente 1l'u.na d.1ll'altra: inoltre amJncttc uno stretto rapporto di caus.t cd effetto fra l'azione trnumaticn c la insorgenza ciel tumore.

Il t tilo, t' , li111( o c' m t· dif'o-lt:galc dc.•/1' t.'.\'Umc.• t'nmrolo~:ic o /H'l' /,J

GnA!'!so HroNtH I.:

1

diagno.si di mciiiiiÌtl fH' IIIitioi tl, . . H Hi

vi!aa degli infortuni t' dt•l!t' •n.dauit; pto fcssionnli n, fnSL'. .")l' luplio wttc · ~tdllr; h 1

9·15· L'A. trae occasionc del pt't ~ente lavoro d.1 una cot1l'rO\ cr~ta ~onu sulla indctlnÌ/... zabilit~t o tncno di un ca~o di

malaria per niciosa letale, di ..tgnosticata clinicamente, ma non con\'al.itlata dal reperto cmato!ogi.. , co pos1t1.vo. Citando le osservazioni di diversi autori, tra. i quali 1vfarchiafava, Golgi, Celli, A~co:i, Schias~i e Fcrrio, egli ricortla che l'esame del sangue per la r:cerca del par~l!lsi t a ma lari co può riuscire negatirvo nei seguenti casi, pur essendo la djagnosi clinica certa: 1 11 - quando esso non sja accurato, paz;ente c !:opra parecchi preparati ben nusci ti· '2 11 - quando sia eseguito da u'n ricercatore J11C(Uocrc.:mente esercitato, data la multiforme morfologia dd parassita n1abrico e le difficoltà interpretati ve del rcpe:to cn1ntologico nella infezione estivoautunnale, in cui le amebe sono piccole, prive di pigmento o portatrici di pigmento scarso· e fini ssimo c confondibili con e\'entuali vacuolizz:1zioni dd globuli rossi; 311 - q uanclo sin pruticato nel solo pc: dodo dell'inva~ ionc, invecc che nei vart


perio ili della febbre c nc.ll \1 pi.rcs~ia, specialnlente nelle forme estiva-autunnali, l n cui l'esame del sangue può riuscire ne6rativo sopratutto al1'1 niLio dc~!' accesso febbrile ; 4° - quando si tratti dj Ferniciosa comitata, nella quale In n1o~tipdcnzionc c.ld parass.iti nbnorn1cmt'nte tumultuosa arvienc in ~Lo, ndl'o:gano cht.: appnrc ammalato, n1entrc in ctrcolo non p~lssano che rarissimi esemplari dd pb!lmod.io c, P' r le più, nella fanna <.li mcroL.oito, così difficil<.~ ad iuentdìcarsi bo:ato. Ctò speLi.tlnwntc nelle pcrnicio~c a localizLnz.ione cc' c•IH·.tlc•, qu.uH.In cioè cong~otn('r.ni impoJH 111 i di p.tra·. ~t ll sono al'cumul.Hi nei \asl cw. t.: r' l'\t Jh> c; dtllt: mcningi; c}" • :.t_; b l ict. I'L:t del lh\nt~~il:l m.tla . rrc.; u t e<t•guira t•on il ~olo metodo dt·llo :Il 1 h~ lo 'ottiJI:, JHHt c()Il ~jllt'llo della gros',, 1 I'IJ' tt ! l l 1.1 t tu irttfJO I l.llli.. L è lOnknnaLa ' d .l ·r .tylor 1 ' ' " la C)!ìW rV:ti.IOilc; d,.l solo .., • '' d t H·t·' 1 rJ J)tY.,itivi, oltt:mui t:on lo 11 tn:(io ' ')'li:'.:, "''l'o ;IJ llliuuti di <!•,.,mc l,cr d:l'.~. llJlo, ·~u 52t1 '"ggt;l.li giì1 H~ccnau pon.norl rn4d.tri'- l tJ~l l.t gro.•;a goLU.I, Pcnarrto, uot• co 'llUUH lcJ )'t·:•• une ematologico posirh·o ckm''111fJ indhpc.1111U!Jilc dal pumo c.Ji vi·.tJ. d inr crJ nella JJ_aguosl tll lll:.Jlaria pcrniLio~, ef,!JO uo11 puu ruppn.. Ecntare l'wtico demenro di p. ov.t dal punt\l di vista mcc.lico-lcgL tlc; concc..Llo !!anello uag.r sLessi clispo:;ti eli ieggc, cht: arnmct.. tono la e~ec..uzJonc dt·~:r :Jcccrt.ununl autoptici e n1icro~co1 ic! -solo se '1 ::.itt motivo eli Jubbio rispt~do alla di.lgnosi enuu· cinta eli morte per p.::rniciosn n1nlnrica. Dopo aver nco~d.uo i dau che rcutlono b diaunohl attendibile anche con .., . 1.1 negatività Jella riceret e matologtca, accenua nlla .itnportanza dottrinale c_ prati~n ~e.1 1a differenza che corre v: .1 la dtagnost chmca e quella medico~legalc. . . Secondo tl Leo.ìcini u ndl ..l 111t..dlctna curativa la diagnosi clinica è il punto d1 arri \'O, nella medici no legale, invue, cl\ sa è semplicementt:: una tnppa, un prc.supposto necessario 1.cr la Jiagno'li mt>,u-o-ltgale, n1a non può idcnrjficarsi con. questa, che scaturisce d,1lb. risoluzione del_ blema della valutazione della concliztone n1orbosa acccrtnt~ 1 in ordine al rapporto • • l

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giuridico, che viene posto in discus~ionc "· 11 dubbio scientifico non ~ sufficL...ntc a ncg~uc il rapporto eli causalità in quanto la certezza scientifica e q ueJa giudiziale non hanno un parallelismo obbl gato. « Identificare il vero abbietti \'O sticntifico col vero giudizi.1le è cqnfusione puran1entc retorica o tattica defensionale clispcrat.l, cbppoichè alln decisione del magistr:Ho è sufficiente che il vero giudiziale non si:\ pcrcntoriJmcnu.: negato dal vero scicn' i!Ìco )l . Cosl ~entcnz.iò la Corte d'Appello tlt Venezia (J giugno 1935 - Giustizitz Pcn,i/c: - P. II, 1936). Il che vuol dire che, ~econJo i principi affermati dalla giurisprudenz::t, la H prova piena " non è ncCt!'i'i:Ui.t in infortunlsticn per il riconoscimento del rapporto di causulità. Di con'iLguenzn, tutti i rilie\ i contro l::t di.1gno'ìi dmica ~non debbono cs~ere Lttti in base ::t semplici pre~uuziuni e congctltlrc o come mcrc affermaziOni, m::t debbono C!l.~erc l oncludcnt . Pcrt.wto, !'A. t~spn tnC' pnrere faro:-c,·ole uIl n indt~ IHI ,l:t.ahilil,, del cn~o di morte per mabrb perniciosa, pcrchè 1l criterio ~ta­ ginttLde, tpH':lo <'pidc!11iologico, l'età _dd 11og-gctto c Jl modo d'1n ~o rgcnza della Eorrnorhos.t, In r.tpiditJ de ll \;\'oluzione, i t criterio eli uko concordano per la Jiagnw i di malarLt pt"rniciosn comi_tat~, e pere h~, a pn:sci .1dt•rc da nltre r?g1on1, b nc:gat h ilrt del reperto ematologico Lrova sd éutif u•• t ~picg-azic.•nc ncll.l p...:culiare biolCJgia dt·l pla~ modi um fn lciparum.

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D'A1TlLIO.

L~:.:-=z.I L. ~ Il /t!rmine ddla inabii'ittì tempo-

assolultl. - (( JU.vi&;ta Jegli infortuni c cldlc malauic professionali H, f.tscicolo I, gcnnn.io·mdrzo I94S·

1'tlllc'a

L'A. comnwr.tn una !lCntenza del !ri~ bunale di Lagont gro (TYfnnfrcdcllt-DL Biase c. I.N .A.I.L., 3 maggio I9+J) lumcg• .1 un"'u qu~tionc inccna c confusn, gtnnuo sorta con l'Jpplicazionc del R. D. 17 ago·sto 1935. .t\'!entrc il T. U. 1904 pre, edcva un periodo massimo di 90 giorni, l.t lcg'g~ ~·i­ gc~ntc non 1Ìii"l. al rigunrdo nk un hmlLe

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cronologico' convenzionale, pur potendosi teoricamente ritenere con1e limite massin1o H Jecennio previsto dall'art. 25. L'abbandono da parte del legislatore di un termine cronologico fìs~o per la inabilità tempor:tnca t!:!Otuta costituisce, in linea di principio, un notevole perfezionamento. Infatti, se si fosse ulteriom1ente nlantenuto il sistema tradizionale od altro analogo, pur conseguendo un innegabile vantaggio procedurale di carattere pres~o­ chè automatjco, s; sarebbe ribadito e perpe~uato l'errore palese di un n1etodo altrettanto sempljcistico, quanto Irrazionale eù antiscientifico, perchè in assoluto contrasto col polimo.-fisn1o c!inico proprio clelia patologia infortunistica, non meno che di qualsiasi altra branca. della medicina pratJca. lvlancano rer j ;.ell'attuale . legge infortuni fonnu laztor.~ cenerete sui criteri g~­ nerali da seguire per decidere all'atto pratico sulla durata della <c temporanta ». Perciò, sussistono tuttora perplessità, d tscussjoni e contrasti. La definizione del]a inabilità temporanea assoluta contenuta nell'an. 23 e quel1.1 della inabilità permanente dell'articolo successivo sono entrambe troppo generiche e ne1 riflessi pratici imprecise, perchè la inabilità tem _tJoranea assoluta si protrae eli solito, più o 1neno, oltre il periodo di effettiva e totale incapacità transitoria al la\ oro assorbendo così, sia pure in parte, quella inabilità temporanea parziale praticam ente non eliminabile cc Fer una neces~ità fisio~ogka dell'organismo» e per una naturale gradualità di trapasso dallo stato di rnalattia verso quello di piena atthrità. Così pure la jnabi:ità permanente totale o parziale trne con sè qualche cosa della inabilità ten1poranea che la precede e non corrisponde sempre e necessariamente a n1enomazioni organiche di carattere veramente pennanente, dato che la << immodi ficabilità non esiste in biologia ». La etJpressione « guarigi.01ne chirurgica » contenuta nell'art. 31 , è anche essa incornpleta, perchè la infortunistica non è soltanto chirurgica, nè ancora più restrittivamcntc trnumato~ogica. Per quanto preferibile, non è neppure

ruccomandnbile la forrnula « guarigione clinica », pcrch~, pur essendo più gcucrica, più propria, più con1prensiva, non hn un si,gnif1cato 1nedico-legale parallelo, in quanto la cessazione de:Ia inabilità tenlporanen non coincide necessarian1ente con la guarigione nel senso clinico della lesione. Diez, perciò, ossenra che nel certificato definitivo d'infortunio non si dovrebbe. par}t;re di c< guarigione », mn di re cessazione c!ell'impedin1ento ~1 lavoro». Anche le altre espres~ioni c< guarigione anatomica, funzional e, quoad functionem et laboren1 » se si adattano ai casi con1uni dell'infortunistica, che hanno una · evoluzione tipica, non modificano H disorientanlento esistente nel can1po degli stnti ntOrbos1 che si protraggono insolitamente C' che soglionsi definire' con1uncmcnte « croDICl ». E' io questi casi appunto che si notano situaziooi deprecabili di « temporanee » trascinate avanti senza fine, anche perchè sono pressochè inesistenti ancoraggi saldi della dottrina e della g1urisprudenza. Ora la sentenza in comn1ento, aclottan~­ dv il principio eli « accordare la temporanea fino a quatndo il processo infettivo non si sarà consolidato in una forma cronica ài parziale intapacità al lavoro o sarà guadto >) , dimostra un sano criterio valutativa che, considerato oltre l'interesse partico!are del caso specifico (dal punto eli viSté1 tecnico .inesattamente. interpretato), stabilisce la equivalenza fra inabilità temporanea e malattia acuta, fra inabilità pern1anente e n1alattia cronica. Siffatto parallelismo è fondato dal punte di vista logico e scientifico. Infatti, nella c< acuz.ie » è implicita, oltre alla più o n1eno eclatante intensità eiettiva dci fenomeni morbosi, la loro rapidità evolutÌ\'a che può accordarsi in un c~rto senso c~..l criterio di « Lcn1poraneità >> I~c.rente a c1_o che cesserà in un ten1po definibile e definito e si potrebpe dire anche non lun~o. All'opposto nella c< cronicità» si ravvJsa~ fatta astrazione dalle possibili riaccensionl ptriodiche, la insistente perseveranza, q~a­ si la << pern1anenza » della malattia, umta acl una più o n1eno blanda c sommess~ esponenza sintomatica. Anzi, al di là dJ


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ecru ]imiti di tempo, il solo criterio croM nologiro del prolungato protrarsi per mesi cd anni del processo morboso sembra di per se stesso valevole ad indkarc lo btato di cronicità c quindi di permanenza di esso. Seguendo ta1e concezione dell'A., dedotta dalla sentenza citata, la inabilità tt1TIM poranea può essere chiusa e considerata permanente, senza passare uccessar~amen­ t~ e sempre attraverso la guarigione chirurgica, clinica, funzionale, ad laborcm od altro, 1n quanto non occorre attendere che b n1alattin abbia compiuto il ~uo ciclo C\'Olutivo fino al « pn~~umo ». La legge infortuni non fa mat 1Jarola di postumi permanenti, n1cntre parla espres!.an1entc di i11:flbilità permttnente parziie o totale. E giustamente perchè te la permanenza di uno stato eli innbiljtà può derivare non !:ùlwnto dai rcl;quati eli un processo morboso, ma anche daHa · persistenza di questo con caratteristiche eli decorso tali da non poter prevedere se c quando ne avverrà l.t risoluzione, ciò che è proprio, per l'appunto, delle affezioni cosidettc c~oniche. Una malattia cronka non può <.hrsi un pùstumo, un reliquato, mentre può costituire un esito definitivo, una conseguenza permanente, paragonabile alla malattia certamente· o probabilmente insanabjle prevista dalla legge comune in sede di responsab;lità penale». · Da quanto sopra l'A. conclude che partendo da un 'criterio Ineclico-legale che, J n::aggior orientatnento, sovrasta e compone tutte le distinzioni cliniche accennate (malattia acuta, subacuta, cronka e guarigione clinica, chirurgica, anatomica, . ~­ zjonale ecc.), deve essere posto un hmtte alla inabilità temporanea non ~o lo quan~o la capacità lavorativa siasi re-mtcgratn ~~ tutto od i n parte, ma anche qu~ndo Sl gi udich.i che non si possa ottenere 1n tempo prccisabile un ulttrriorc ricupero Ji essa u addidttura nessun ricupero. D'A'ITILIO.

PAN~LNI R.: Contributo al.lo studio dei rapporti intercorrenti tra trarnua c: tu ber·

colot~w endocranico. _

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Progresso Medico», vol. II, n. 3, 1° febbraio 19 6.

4

L'A. espone innanzi tutto gli elementi che vengono valutati per la diagnosi in vit..t elci tubcrcoloma endocranico. ìvfcntrc l'aoa.rnnc~i soccorre ri \'eland 0 una creùità od una farnigliarit~ tubercolare o precedenti affezioni personali di n:Jtura pro.habilmt:nte specifica, la obbiettiv.ità collatcrnle dimostra b presenza di lesioni della stessa natura io altri organi e la positività della cutireazione alla von Pirquet o della intradermoreazionc alb 1·fantoux Le varie osservazioni concludono che i] tubercolom3 endocranico è più frequente negli emi.sferi cerebellari e nei bambini nej quali compare di solito a nodi multipli eù ha una e\·oluz.ionc febbrile e più rapida; seguono le localizzazioni nel ponte, nei lobi frontale, centrale e paraccntralc, nd ta1an1o ottico, nel lobo occipicale, ne[ corpo stri:lto, nd corpi quadr;gernini, nei lobi pa.rietale e temparalt4,~ nelb cap~ula interna e nel corpo calloso. Contrariamente ai dati riportati da altri, l'A. riconosce la importanza etiopatogenetjca del trauma non solo per i \'eri blaston! endo:ranici, ma anche per .il tubercoloma. La tubercolosi latente, cioè lo stato di equilibrio immunitario acquisito mantenuto jn atto tlalle tossine di germi a virulenza attenuata, raq:h.iusi io un focolaio obsoleto, si tr:tsformerebbe in uno stato di nm!attia tubercolare per l'azione del trauma, che indeboJrebbe la !mmunit:t istiogena ~locale sia per mezzo delle lrsion.i pro\oca te direttamente, quali la iperemh e ]e emorragie, sia per inibizione traumatica specialmente cellulare, fm·orita forse da far~ tori endogeni costituzionali. Nd caso' descritto dall'A. un tubercolom:t fibro-cnst:oso insorse in un soggetto di 2 ~ mni con anamnesi cd obbit.ttidtà clinJcn negative per In i 1fez_ionc 1ubercobre, sovrapponendosi secondJrJ3~~nte ~d- un te!>Suto e>QTanulomatoso aspcclfico ong1nato l" da turbe vascolari, jstolidchc ed ~mora 1 iPdotre da un \'iolento tr~1Umn cra.mco, verificato:l circa _,~ anni prima Jell'exitus. l . Al supposto processo nn:ttorno-pato.loglco

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moc.!o rap!do, fu respon abi!c dtl successh·o qu3àro dinico, rifcribile ru.l 'Jna nr3cnoiditt: otticfì·ch iastnnt.ica (tJniar.or ia a qundr.tnti inferiori con ~c rJtomJ centr J1'! hHnwrale) c.:

L:1 roentgen-chimografia rappresenta il IT!t.Zz.o m!g:ion:: che abbiamo a disposizio!l!' per re_;!i~"'rare ed ana,izzare nelle sue ca:-atteristkhc ij mo\ ~ mento di un organo . Ja par•icobre con tale m!."Zzo pos:.iamo far:.: ur,o !-~ucho an1li .i co detrag' jaro c.lt:i mo", ;=n enti vorticosi dd }JrO;':tti:i intra\'entricdarL ....t:UUJJ

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sosta; 4° - qua! e è la tr~.it:rtonJ d escri~ t:: da: pro:ettilc dur.1nte lo sposra.mefi:G '.:>rt:.:cc:o; 5° - quale è il ~enso o la tHrezt.nne (L: n1ovirnento \·ortico ~o; 6° - di quale Jurata ~ il movtmer:·o vorticoso e la sost.l; 7° - se il mo' i mento vorticoso dd :-:-oit<ttjlt:, in ogni ri \o l uz1o.1e c.trJiJca, iruo:· ge co~t ..Ultt:mente, ha le st<.:S!!t: rar~~terist t· che e b stc..~sn Jurata; 8" - !\C l.I sostJ dd proictt:!c ~\' \ lt:!~<:: costantemente udlo Hcsso pun:n e con r_ t tL::l~t..: c;tmttet ì ~t ic h c.:. Se guono br~.. \ i riferimenti te~nid su~ ti'

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L/URI LJ/ AT'fLP.lLrl' ·l':

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A J' hit io t.lt ti'"'ft,gi.:, f~ ~Pd.tt o e tlin·tto d l y ·. :\{OI.:t!Ji hritui.rJ · ~~~:o:b d pc dt Piem (;HW J , 1'\~lpt:~!i).

... E CilE Rtt ·svo,vo L.l I L ~F d~ ·ilc m.datr't; Il<. [\Usc e menwli ddi' "nh 74 fH)); Giau:a/C) mcd1co ddl: ,\[o!rC'ii


VA B lE

NOTE DI CLINICA. IPOCLORURE!vflA CRONICA e PSICONEUROSI. - W. Saphir ha avuto occ~sione di os.se~nre a~cun~ c~i di ipo~lorurernia. in !Tlilitari nei quali i disturbi giu. stificavano In. diagnoSl dt ps1conc.:urosJ o - potevano far pensare, a volta, a simulazione o esagerazione. Fu solo l'esan1c del sangue che fece rilevare un abbassamento del tasso di cloruri e poNe, quindi, la diagnosi di ipocloruremia cronica: una dieta completa con aggiunta di vitamine c 4 gr. di cloruro di sodio al giÒrno contermava la diagnosi con la regressione e successiva scon1parsa di tutti i s.i·ntorni allegali. Tali sintorrù sono di due categorie: gastro-i ntcstinali (dolori epigastrici senza rapporto co 1 pnsti, crampi addonunali, anoressia, nausea, vomiti occasionaH ecc.) e ncurosici (ct:falca, vertigini; tren1ori, iperreflessia, iperidrosi, norvosisn1o, apprensione, irrc.:qui .t~tez'l.a . iu~olll\la con astenia, depressione, carnbian1cnti di un1orc, ansietà ccc.). Da «J.A.M .A.,, ollohrt' l ' ''\'5.

DERMATOSI DA ATEBRINA sono state osservate da 1ncdid dl·ll't'M!J'C:Ìto americano nella zona del Pacifico in soldati curnti con atcbdna. La forma pir1 lr<:llllt:ntt: fu un licllen planu.s atipico, n1a data la varietà dcUc J·cuzionti. cutancc os!lervntr; gli J\A. (Livingood e Dien.aide, cc J.A.1,L A. », 15 clicen1bre 19'15) preferiscono lndicndc col nome di << comp~esso c.lennatitico >> . Essi raccon1~ùnc.lano di non andare nl di H\ di gr. o,7 a scopo profìlattico e gr. 2,8 a scopo· tcrapcutico di ntcbdna alla seltimnna, c di sospendere in1mediatarnente la cura nei paz. nei quali si sviluppino rettzioni cutnncc o di altro genere (agranu.locitosi, anemia ap!astica, epatite acuta, psicosi tos5ichc).

REAZIONI ALLA PENICILLINA. -

Non rararncntc la terapia della penicillina, specie se prolungata, dà luogo a reazioni che dalla semplice orticaria vanno a una siodrotne tipo malattia. da siero, alla sincope acuta. ?~ E. Corn1ia, L. Y. Jacobscn e E. L. Smith riportano sul « The Bulletin o E the U. S. Arn1y :tvieclical Departn1ent », dicembre 1945, le reazio~i osservate i.n 2.ooo militari sottoposti a lu.ng? trattrune~to penicillinico: nel·lo o,s% eli essi l'1mpo~ncnza delle reazioni, che possono 1nsorgere s1a poco tempo dopo che a distanza ùall'inizio della cura, portò al!a sospens.ione de:la cura. R. E. I-Iaswel e J. F. WHkinson (cc The Loncct », 2 febbra.Io 1946) che hanno osservato, in 4 pazienti su 56, reazioni cutanee e ghiandol~ri co~ 9-ua?ro, ~imilc aUa nlalattia da siero, interpretano tab fenomeni con1~ mnntfestaz•onl a.ilerg1che.

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UN CASO DI ROTTURA TRAU!vl.ATICA DELLA TIROIDE è riferito da A. Guerra nel <c Po1cli,nico, scz. pratica.», 4-1 I n1arzo 1946. L'evenienza, tutt'~ltr~ che frequente, offre lo spunto all'A. per una discussione su.i rapporti fra traumat1SITI\ e morbo di Basec.low.

LA CELLULO DERlvllTE ACUTA interviene carne con1plicanza poco nota della nefro!>i li poi dea. Fontan, _ V erger e Labatut ( < Journ. de Méd .. d~ Bordea~ », n. 3-4, p. 54, 1946) ne riportano 4 casi caratterizzati .da un processo 1nfìamn1atono a_cuto Jntercssante per estensione variabile il Jern1a e. tl t. essut~ .ce.llula~e sottocutan;_o 1nhltrato dall'edema. In due cad, ottimi risultati ha forotto la peructllina (w, uno cornp.1ca.nze neu· rologiche, nell'altro sind:orne peritoneale).

, EP.ATITI DA TRASFUSIONE DI SANGUE (O l!LAStvlA). -

La probabilità eli trasmissione di un virus itterogeno nelle trasfusioni tli sangue o eli plasn1a con provocazione di un'epatite è o nn ai fuori discussione. E. !vl. Rappnport n d cc J.A.M.A • n


2 59

del 28 luglio r945 riporta ben ,3 casi tutti J1' m'tl' . · · · . · ;) ' han m maggwranza f · l · · d fattore ctemunantc ddl'epatite doveva ricercars·1 . . . d. . • . l:n l, ln cut J1 L eli • lll pret:c entt trasfuSloni di snn o Plasma. o stu o, completo dal lato sintomato'oaico clin'c l l b . ~ gue , . d' . r;, ' • o, c t a oratono st con d l t' , d h , . ' · c u e con un accnno a.1 meta 1 capac 1 di combatter .. l' . . d . d' . c epa Jtc, ato c c e C•i1hctle sco prtre tra l aton 1 sangue 1 portatori del \'irus ·dlo stato latente p h 1 · · : · eli 1 b li . · . are c e e lntt'"Z.loru precoa gamma-g o u ne - 1n base ai risultati eli Stokas c Neef · d · 1 L " e - nspon ano medi li g o . . ognt. a. tra cura. e gamma-globuline' per guad;tgnnre te mpo, p9trebbtra es ~:ere , • addirittura llllettate col plns1na oppure l'inie:1ionc 11otrebbc esse-c· f·ltt l · l .. di . ,· _ . . . r . , l .. a ne pcnoc o ·ll'• · latenza dc ~patlte. In due dc1 ,3 cas1 studtalt non 51 ebbe ittero D t 1-, b., ..". ' · · 1 f . . . · a a ta c pasSI lllt.t e necessano, per scopnre e orme di epatite senza ittcro c~egujre 1 b''' ·. · · · · · h h · , a 1.1 runcm1.1, 10 t~ttl 1 paztenu c c an~o r1cevuto trasfusione, ognj mest> a cominciare dal 2 u mese stno al 4° dopo la trasfuSJone.

~.~li'<~ Union Jock >: del 2~ maggio 1940 ~ ri_portata un,i~chiesta sulla morte per tttenzlll d t un uomo del Worcester che tre mcst pnma a\'C\ a. ncevuto alcune trastusìoni

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di Mtngw..: in seguito n grn\'i lesioni~ per un i ncidentc stradale. H coroner chiese al palologo cfcll'o~ petble del YVorccstcr, 0\'C crn sta lo rÌCO\'l'rato l'infortunato, se il \'Ìrus itterico p~ll• ' V, t prov,·nir~ c.b l pla."tma traduso. Il dr. 1\Ic. ~~l:mcney rispose aflcrmativamentt: agHI '.mgc:ndo cl w d don:norc potevn . cs~crc u~ $Cm phcc port<llore del ,. rus itte:ogc:·no e thtal't:llclu c:lw uon t.r~ dn nltcndcrst neces"tarl.lmente chl! altri tra~ fusi t.Jo, essero contrarre

l'itteJo. /~'

UT!Lt;; L'l/vfA·IOBIL/ZZAZIOJ\1 E PROLUNG~lT.. l DEL P.-1ZJE1VTE Ol!éRA1'0? ~- Semhren.:hbc di no u seguire' i lavori moderni sull,argomenro. Joseph Ashkin!; nel « 'fhc Ne w Eugland Journal of lvlctlidne ,, Jcl 2 luglio 1.945, riponanùo lt: p~ù importanti C~!lhtkht: ul riguardo c le opinioni Ji ~corcli dd vari AA., finisce per concludere cht: è pcrfett:uncntc.: iunoc1uo fare .dzarc i pazienti cnt1o :24 ore cbll'inten·ento (soprattutto 1l<:gli obesi <: negli. anzbni nei quali la pro!ungatn jmmobilizzaz ione a letto deve ritt:nersi addlrittu ra pericolosa).

EDE!v!A DI QUINCKE E STATO !lllOPJCO TU.r11VS11'0RIO. -

In un giovane di 20 anni si manifestò un cclt n1a cospicuo delle palpebre accompagnalo da notevole miopia, fenomeni che regreclirono t: scomparvero 1n pochi giorni. Il caso fu comunicato alla Sociét~ d'ophtalmologic Ji Pangi (:2r f~.;bbn.tio 1942.) Ju. Vo1sinJ che enumerò e discusse le \'arie tt.orit: per ~piegare }&.t miopia acuta tran!>itoria.

L'UTILITA' DELLA. TER.:lPIA ELETTRO COl'./Tl ULSJV.JNTE (clettrourto di Cerletti e Bini) è stata confermata da uno stud10 ui T. J. I-lddt, D. D. Hur~t e N. P. Dallis (<< Archh·es of IntePna1 ,N[edicine ,, , aprile 19-H) che lo hanno sperimc.:ntato jn cento casi di psicopatie varie. I migliorj risu:tati sono stati con~eguiti, rome da noi è ormai acquisito, nelle sjnclrorni Jcpres~i ve; ma il t•rattamento si è clia1ostraro utile anche nella schizofrenia, nella psicosi maniaco-depressiva e nelle psiconeurosi.

LO SHOCK PLEUR!CO. -

Su questo drammatico accidente, che può intervenire imn1ediatamente dopo una puntura Jelb pleura, rifcri~cono sull'teAm. Re\. Tbc. n, (52, 221, 1945) Andosca e Fo~ey i quali nel Sanatorio di Boston su 90120 punture pleuriche eseguite ne hanno rcgi~tr:tlo 12 casi (o,o13 ~}~ ). Gli AA. intcrp.retano lo ~hod: come risultato di un 'embolia cenl!ralc gJ~! osa, porenJosi lo shock cschtstv.tmente pleurJco Yt:rificare so•!o raramente c in p:tz ." n curotici. Utili consigli \'engono dati pcr In cura ùel grave accidente c circa le prLcauzioui nel pnx. rerapeutico.

E' .t1 u·~.!ENTATO IL NU1HE'Rù DEGLI ULCEROSI G.-1STN.UlNTt.S'l'lLV.---1Ll DURANTE L.,.J GUERRA.? - Parrebbe Ji sì a quanto ecrivono Danwe c Dum~nt Ruyters su u J.AJvf.A. >1, 1:27, 3 gennaio 1945, e per. i qu:ù ~l.rrc l,au ~l!.nto nume~~co sarebb(: da registrare anche un aggravamento d et smrom1. Glt AA. ms1stono sul! 1n-

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fluenzn del fattore nervoso per le ripercussioni sul si ~tcn1n ncurovcgctativo; nunon: 1111 " portanza è da attribuire ai fattori nlilncnt:ui (ipmtlhncntazionc).

NUOTTO RIFLESSO NELLE LESJOl\"1 L1ELLE FIE i\JOTRICI DEL SlS'.L'.t.'ftttJA NERVOSO. - Strisciando fortcn1entt~ sulla piantn elci piedi nlb radice delle dita, da~Ja radice del "\l a quella del I dito si ottiene, i n caso dì positivit?t del riflesso, l'estensione

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dorsale dell'alluce e attcggiJnleoto n yentaglio <.Ielle altre Jitn. Fra gli equivalenti del Babinsky tale metodo, prorosto lltl Lcuggenhngar, snn·bbc il più sensibile.

CANCREl\TA PSEUDO~GASSOSA DELLA "fdANO. -

E' unn nuovn sindron1e carntterizzata da n1nsse cangrenose sottocutanee apparse q~1si imn1ediatamentc dopo lacerazioni superfici~ della cute Jelle tnani e risco ntrate in operai addetti alla lavoraz.ione eli un con1posto metallico contenente .i'l 90 c\~ di magnesio. Lo studio della silltdr-ome appare in1portante per l'etiologia e pe.r la terapia data la somiglianza con la vera cangrena gnssosa. t--\. D. Rubenstein: « J.A.11.A. », 3, XI, 1945).

.AT'flELEl'·.T AAIEl\7TO DA BERILLIO. -

Dato· lo sviluppo che 1'1ndustria del berillio \'a assun1endo non è superfluo ricordare le manifestazioni: che carattedzznno tale malattia del Ja\·oro: dem1atite, ulcere croniche della pelle, alterazioni infiammatorie dell'albero respiratorio sino a una pohnonite gra,'e e diffusa (170 casi ne sono stati registrati in questi ultimi 4 anni, di cui 5 mortii per polmonite). La gravità della malattia è in diretto rappDrto con il tempo eli esposjzione, con la tossic.ità e concentrazione della sostanza e, naturaln1ente, con la sensibilità individuale degli operai. lvfaschere, vestiti eli sicurezza e particolare aerea.zione degli an1bienti sono i mezzi di profilassi. (H. S. \ Tan Ordestrand: (( J.A.11LA. >), 15, XII, 1945).

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DOLAJ\TTJN IN Pr.LZIENTI CON LESIONI ENDOCRANICHE. _, In 7 casi su :20 pazienti con lesioni eudocraniche, nei quali Guttmann ha usato a Ecopo analgesico il Demerol (Dolantin) si sono cloYuti deplorare fenomeni di depre~sione dei centri respiratori che ne fanno, perciò, sconsigliare l'uso. (c<J.A.M.A. », vol. 124, pag. 155).

DERL\ fATITI DA. SULFAA11DICI. - A!la Soci~té .Prançah:e de dermatologie et syphJlis (14 briugno 194?~ Toulin, _Fallo_t e L 'Epée hann,o ri~erit? di varie les.ion~ cut~­

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nee, in genere dermatltl eczemauforrru, provocate dall ~p~Ucaz1one loc?l~. dt s~lfamt~ dici in polvere-. Dulong de Rosnay ha segnalato anche l az10~e fotoseruablbzzatnce det su!fnmidici sempre ~n applicazi~ni locali (in una. donna ustJo~ata, ~he ..era sr:ta_ medicata con polvere d1 esoseptophx, dopo un soggt.or~o ~l sole Sl man~·festo al 4 gtorno un eczema essudativo p:-urigino~o). U gua.H os~ervnzton~ ave\' a fatto . 10 precedenza .~c~ terkin G . A. G. (cc British 'Nfeclical Journal )), 2 gennaio 1945) per il quale la p~nJcd­ lina a dosi elevate darebbe buoni dsultati (5oo.ooo-r.250.ooo u.o.) nelle compllcanze a ti_po settko o pemfigoide nelle fotosensibHizzazioni.

TERAPIE MODERNE. VITAA1INA (( B » E .d.GRANULOCJTOSI. -Rapida e pronta rrisposta .in 3 .c~si di angina agranulocitica hanno ottenuto dall'uso di pjridoxina al ro~;, in soluzwne. fis~­ logica M. :NL Canton e J. W. Scott (« Canad. :Nfed; ~ss. J~u~n. >> , 1945, png. 368). Gli A · attribui.!:cono alla \ itamina <l B )) un ruolo granuJoettopoteuco.

LA RESEZIONE DEL DEFERENTI:.' NELLA CURA lJ.I::LL'A PPENDJ~'l Fb ACUTA viene proposta come metodo di elezione fra gli altri in uso da U. Bra c~ (et 11 PolicHnico n, scz. pratica, n. 17~18, 1946), che l'ha praticata in 9 soggetti ~o~ rJSultotl assai incoraggianti. Più precoce t: l'intervento, più rapid.1 e con1pleta la guangtone.


26r L'ACI!JO TR!LAT'F!CO lVEL!.,d CUR 1 DEl L'11\JL..BI · . · · l' · • / .., ASI spLc.u· · • c a p~reparat1 IOt 11.:1, c stnt 01 trovato efficiente Su 6 .., r.' "" • ' ·.. !Jt: a~socJ ~Uo · >- ca ,J co..,t tratliltl B Sokoloff ( R · of Gastrocnwro lOh'}' H , nov.-dic. 1n 4s) bn ott<·rtuto l· . . ·• : '' cvtew . 1. . J ' · ·• guant.:TJ.one completn 10 .,G h' mJg Joramcnto t n 25, nessun ric;ultato in u. E' con~igli;bilr• q ù l'. ,) ~ un .c lJio .. uan o t:mctma t IDPt fi1cncc o l'l 1ungo &uo uso provoca un'jntossicuzlr1 ne. --

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ORNIONI SESSUALI E CORTICO-SURRENAl! 1VELL'ULCER t G 1 ~rrn 1 r· E DUODENALE - I . uJ . h Uf 'f l ~/. .L'\ '.J.l • :r • n~ Latl c e .vv. Li> t tr ha rtportaro ncHa Cliniç,u mtù:ca di .J.

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ZurJgo, trattando 75 malau, sono 5tnt1 per lo mt·no ur•uafj a CJUdl" •• J 5 abituale terapia ùietctico-medkamcnLo·a L'A co~ Jtrl;a taie trJttami ~00"5eguJ.tJ ulcon a ' t~ ' } ti · d' • . .. . h ' • cn O flCljll Ct'TOSl .Lil e a mvo u va, o ~ con lZJont gcnera h scaJutt.:, 0 iporc~i e aclwamici c in queUi che non trasserro benefiao d~lla comune terapia med.ca. E' rl-. not"" . ·h. ,. 1 · · dal L .. f.fl . . ~ un; c c g11 .unma ~!tt trattati o er, ~uttl. 1n fase stazionaria, non vennero trat!enuti a lcao nè segwrono alcun trattamento clietetrco o altre te:-apie medicamentose. ..7

NELLE USTIONI, da Finkel e Levine eli Chicago. è st~to u~a.~o un unguento a base di cloro@la l%, benzocaina ro·:~ , urea J:!,2 °., . Risulta ti sodci.i.,fuccn-.i cor: rapida epittilizzazione e riduzione a circa la Inetà. del tempo Ji guarigione, assenza cli processi infettivi secondari.

CURA DELLA PELLAGRA. - 9 bambini affetti d.1 pellagra e rratra~i con (• ven~ triculum )), un preparato a base dt stomaco di asini poh-erizzaw, ...ono C1.12riti comp:etamente nello spazio eli ro-14 giorni, come riferiscono i dottori Theodore~e Joseph G.illma.nn di Johannesburg (sud Afuica) in cc Archives of Internai ~It:dicice ,. T::!~e rimed1o sarebbe iJ migliore fra quelli attualmente in uso.

UN OTTilvlO ACARICIDA sl è dimostrato il lC Bergamon ...\Jf.1 . di cui i l cap. me~ dico Zani Gjberti A., già caporeparto dermoceltico ùi un osp::Jale da cm1pc. rJe:is.:e i risultati ottenuti nella cura eli alclJine diecine di militari scabbiosi. n ,so., gl.l.3.ri"'o dopo la 4n unzione, il 12~~ dopo la sn-6n unzione, il ro t;o dovè protrarre la. degenza per !J. cura delle manifestazioni secondarie da grattamento da cui erano già atterri. ~b.i h:·nomeni di intossicazione. Vantaggi del trattamento: rapiclid e sicurezz:::t di azione :1ncbe nelle con1plicaz.iooi piode~rmitiche; il preparato si presenta liquido, gradevole di odore, non unge nè n"lacchia, è di facile appli:azione; essendo infine WJa. soluzione acquosa porta un risparmio dei grassi che generalmente entrano nella. composiztone dei 'an preparati antiscabbios.i .

LA V!TAlviiNA PP AD ALTE DOSI NELLA CURA. DELL.J. TBC. POL\JOJV..-1.RE. -

La stan1pa quotidiana inopportunamente a\'e\'a fatto balenare gnnJi speranze sull'azione curativa deUa vitamina PP (amide nicotinica) nei mabti eli tbc. po~on.1re. l! prot. Morellini, della Clinica tisio!ogica c.Jell'Universid di Roma, in seguito a una ~mhcieme permantlnza presso l'Istituto Pasteur ùi Pu.d gl per pn:ndcrc visi_one cl:I nuo\ o ~..ltta­ mento prcconizzaro e attuato dnl dr. V. Chorinne tlel predetto bututo, 10 una rdJz:one ali 'Alto Commissari:tto per In sJnit~\ pubblica (riportato da (( ChnicJ "!\uo\ a ' , I,. nn. I:!, 13, 14), ha smorzato i facili entusiasmi dd pubbli.:o c:, srabi~to ~~c 1' non c:~ste ~n,1 sufficiente base spLrimcntale che permetta di cousidc.:mn; come.: spccthco contro il bacillo di Koc l'azione svolta dall'mnidt" nicotinica :rui malati affetti da tbc. polmon:ue ·•, accen~ nato ai n1ocle~ti miglior.1mcnti Jtllo stato gcncrnle deg~i un~n1alati, rit~cne che dng..~ espedtnt.lnti e:-;cguiti H non si posso11o per ora trarre de1 dntt condust,Vl nc!l ~e~o d1 un'azione chjarnmcntc efficace della \'itnmina PP >•, e deplora che l argomcnro~ nncora in fase iniz.iale di studio, sia stnto clivulg:tto da probni danJo luogo ,a ~.ili:c tnte~­ prctazioni e spearanze del pub~li~o. I! ,r~of.. .ìvfontanini, in una 11o_t.1 ulb. re:a:z.ton{. su nferita, fa presente che nella Chruca UsJo.ogtca roman.t ~otro IJ t,'llJ.J.l. tld Jirettore, prot.


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guida. TR.lTT_l ,, lE!.YT'O DELL'ERPE'S ZuSTER. - Find:ey e ISH.S) rjferi~cnno di 4 suc~e~si rl~'oru~i con ì'!nfiltr:.1:::nne fe: :;.~ ~ UCnE Ì rtl te rritorio radicolare d il 't;ru:iont: LOll Un:.! st.:n?j ::e toJo di Ro ·t'll.tk). l-l.ttH'() ::l\ llt f Lt )... nnr:JrS.;. inuncc.Hr.l ·l ,! dd l'c\ olu~·iont· delle \'l·sd:lu.tt<:.

NUOVI RITROVA TI. ANC ()f.!. J l J.V ~ 1 1'·/'J'/\1 IL... ·lN!CO: · ,rs~. :-t!~ ( ~· l'dt'br iu,,, lflh:ilu r·rl ~.i cri! a ll':lt~:tP d..!~!J t\!n l t: .. .ni. H t p Uw nt·}};. c..t 1 ir.: dl lle 'ttJ .t~~nzc ( l.f On ) ~~.;tue tU \ llt' 1 • g rc, dd d 1iniuq.

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LA <t CAN AV ALINA )> è un nuovo agente batteri~ida. di n~tutr~. enz.in~a~ka la cui azione consiste nell'attaccare e distruggere·, per via osstdatlva, 1 po.~saccand1 del pro. , 11 1 E' ben tollerato anche in alte dosi. Nella polmonlte Farley ( « SUI g. top lasma ce u are. 'd · 1 · d J Gyn. Obst. », , s3-88, 1944) ha _o ttenuto in 13 casi la rap1 a n:;o uz1one e piiocesso 79 e, a volta, la caduta della febbre 1n poche O're.

LA « CERBERJNA J>, glucm:ide estratto dai ~emi .della . Cerbera o~o~lamJ pianta n1a che Et ntrova anche d e lia f anU·glia delle Apocinacee, originaria delle lnt.lte Onentah d · ) al 1 ' · nelle iso·~ e di Fonnos:.1, 1\,fac.Jagascnr ccc. del Paci fico su -oca c ~n t e, . 1a un az1one raida ed efficacissim::t nei casi di fibrillazione atriale, provoca un tmme?-iato rallentamento ~el polso ed è più attivo: della dig.itale. Gli studi sulla droga conl1nuano. (Bond G., Baum H . e Din1ond G. 1n (( Amertcan I-Ieart Journal », 1945, 30, 194).

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NUOVI FARèlACI NEllA CURA DELLA LEBBRA. - l'Lù questa interessante nota del prof. 1v1onacelli, ~rettore d:lla Cl.i~ica dern1osifi.lopatica ?cll,Univ:r~ità d1 .Nle~sina, riportata dal <c G1ornale dJ.. Med1c1nn » (n. 1-2, gennruo-fcbbro1o 194(1) sono passate .in rassegna le più recenti acqui~izioni nel campo tl'rapcutico della lebbra, dall'uso della penicillina (con n1igliorran1enti apprezzabili sullo stato gcn~rule riguanlnntl soprattutto le ulcerazioni no-dulad, Je localizzazjoni ocu lnri, le reazion,i lcbbro~c n eu . rattcre acuto) alle speranze su quello della streptonucina e della strcptolric:i na, c sopr.1t . tutto dei due nuovi chenuoterapici ...-- il Promin e il Diosouc - la cui· lo~sidt:ì llt>ll Ht: ha ancora permesso un uso m dosi sufficiend, n1a che sembrano avere apt!rLo unn JltiO\':t era nella cura deUe malattie da nùcrobntteri. Infine si acccm1a al nuovo rnedìcumcnlo sperimentato con successo al lviadagascar dai dottori Grin1c e P. Boilcau, un glucosillc estratto dalla 1-Iydrocotyle asiatica; dall,istessa pianta Boutemps è trjuscito nd isolare un nuovo giucoside - as.iaticosicle - · att~vo quanto i precedenti n1a meno t·ossico c chu sembra agire dissolvendo la capsula cerca del bacillo. Sono allo. stud io, e l'A. promctrc di riferirne successivan1ente, gli effetti ottenuti nel leprosnrio di Nlessina daJl'uso s~ste­ n1atico di un preparato sulfonamidico.

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LA « CEF.ARANTINA )) alcaloide ncavato dalle radici della « Stephania cepharanta )> , che cresce spontaneamente nell'Jsob di Fo~rmosa,, ed esperimentato dal giapponese I-Iasegawa, risponderebbe efficacen1ente nella tubercolosi provocata negli aJI11mali nonchè nella lebbra e nella tosse asinina. Gli studi sulla cetarantina seguono a quelli sull'azjone della strepton1icina e Jel bacillo subtilis nella tbc.

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UNA A·1UFFA Più ATTIVA DELLA PENICILLINA ,avrebbero trovato i dottori G. Attardi e L. 1vfarconi clell,Università di Padova, secondo quanto riporta la stampa quotiJjana.. La muffa isolata apparterrebbe alla fatniglia dell'« asperg.illo >> e dd « penidUo>> . IL DICU!YIAROL) preparato sintetico 3d, rnetilene bis (4 idrossicun1arilla) di provenienza 2mer!cann, ad uzjooe ipotron1binica, da so·: o o in con1binazione con l'ep:1rina è ind.ic.ato sia nella profibssi che nel trattamento della coagulazione intravasale (tromboflebiti po'lt-opcratorie ed embolie polmonari, ocdusionc acuta tmbo1li,c::1 e trombotica delle arterie perifeniche, tromboflcbiti ricorrenti icliopatiche, rrombo.Eleb1tir ed en1boHe poln1olk1IÌ post-traumatiche e post-infettive). Sulle indicazioni e controindicazioni del nuovo ritrovato G. 1t1aggioni traccia un buon quadro in <<Clinica N uova )) (vol. II, O, I

-2-3, 1945).

E' il « dextran )), trovato e usato dal proL Arne Tciselius di Uppsala; fornisce ottimi risultati ::tnche nella SURROG.A TO DEL PLAS!vlA PER TH.ASFUS!ONE. -

cura delle ustioni.


:?.65 IL cc BEN.:'"lf!~Y~ n (alfa-uimclil-aminacctil-benzidril-ctcrc-idrocloralo) ne\ c·ts· d. febbce da fieno st c <.h mostrato cffiocc nel 6s-7)_,, . dei car;i . nell' ll' ··~ 1 · · -'I . . . · , asma, ne ort~c~na c negli al trl statt ili ergtct nsultnti soddisf::tccnti. Ld. SULF..d.TALIDINA è . un nuo,·o sulf::uniclico e>IJcrimentato ll ·w fcztOni · · dc1 co1on da Streicher ., · con successo ne e (« J.A.~'i.A. >l I"" dicembre 19., ) E' ·1 · 'l . ' ffi f li · ' ) ,5 · l meno tOSSICO e 1 p1u e cacc rn g agcnu batteriostatici intestin:tli. . •

NOTIZIE. . VITT!Arf.d DEL DQTIE~E. - Rcgit;triamo con profondo r~mrnarico la tragica 1mn1atu.r~ fine ?el _re~'l.ente me<.hco d?Lt.' Pasqu~~c <:nucli~ui, ~iuta~tc maggiore deli'O~pe­ dale cruhtare eh P1acenzn, caduto \'Jtt.Jmn c.ldl Jngtusto tnsplccrabilc rancore di un ricoverato Jell'~spe?a.le: 1.1 G:IUcliani ave\'~ dngnos.ticnto nl c.tr~bimcrc Baglicri Carmelo unn. forma eli _eptdtdunltC tubercolare c ~l\'rcbbe trtconfermato il suo g1uilizto djagnostico, n dtrc dd mJbte, anche dopo che un altro sanitario, d'ile, a\'e\a esclu~o In n 3 tura lulH'rcohlrc dell'nfTczionc. Di qui l'ins~1no odio· del B.1glieri che:.\ in un momento di nlwrrn~ionc mcntn le, scnrica\'a una raffica di mitrn contro 11 Gaudiani che usciva dnl1'01ìJH'd:dc:. Se l'dTcrratc~za c.! i così as:-;urdo dditto ci può far pensare al gesto ili una menu· '•<.Juil ibrata l'olocausto della gio\anc \' Ìta ùi un nostro Collcg.1 et riemrie u;;uJl· tnC'Illc: l'.111imo di profondn commozione c ci ~a iscrirtrc PJsqualt.: Gaudiani nel libro glorio·Jo, ahimè !,t!lllpre npcrto, c.ld iC' nostre v .iuimc del c.lo\'erc. RIRDUCAZIONE PROFESSIONALE DEGLI JlvT'.lL!DI AL L.·lVORO [f../ RUSSIA. - Con lo c;copo dì una pronta rietlucnlionc c.legli invalidi a.l lavoro è sorte a ~·losca l'u Istituto pt.'t"' Le~ perizia clelia capacit~t c.lc.:i lavoro c per l'organizzazione dd lavoro agli invalidi ». Condizioni ac.lnrtc sono swtc create nelle azicntle oper:tie con l'j~tituzioue cli reg1n1i di lavoro e di riposo pcrr gli invnlic.li con particolnri nurnw che vengono modilicate di pari passo con il rccupero tlcll'attivit:L lavorativa. Brig:ltc di melliri e di mgegneri studiano nelle fabbriche i programmi c.li lavoro e la costruzione di depositi ~pedali per gli invalidi nonchè la sistemazione 'dd loro posto di l.1voro. SANIT.iF h/ILI T ARE SOVIETICA. - Allo scopo eli approfondire c di"ulgare l'esperienza medico-chin.JJrgica del recente periodo di guerra il Consiglio de.i .Ministri dell'D .R.S.S. ha deciso : , a) elaborazione da parte del lvlinistero della s~nitn pubblica e della Direzione principale militare medica delle Forze Armate dei materiali che riflettano l'esperienza 1948 e 11 1950 di un'oper.1 dei fl1edici pratici durante la guerra, e pubblicazione fra di molti volumi: cc L'esperienza ddla medicina pratica durante la grande gt~t:n'il patriottica 1941-1945 )), L'opera sarà div.isJ in 4 plrti : chirurgia (15 sudcli,·isioni), terapja (n sudùivisioni), igiene e epidemiologia (4 suddivisioni)), patologia del trauma da arma da fuoco (r suddivisione); . . . . .. b) a tale lavoro snranno invitati gli scienziati più ·notJ, gli spccuÙJsti e 1 medio eli prin1o ordine che hanno preso p;trte diretta alla guerra si~ .s~i Er~nti c~l! sull~ .retrov1e: c) sarrà indetto un concorso, per i quali ~aranno stabilttt vnn tem1, con 1 ~eguentJ prenu: o _ per i redattori e compibton dei vrui volum i n premi cJj cui 3 di 75.ooo 1 rubli, 3 eli so.ooo rubli, 5 di 25 .000 rubU,. . . . , " . o - , per gli autori dei singoli capttoh delle vane p:trli dell opera 6o prem.1 da 2

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30.ooo a ro.ooo rubli·, u _

3 s .ooo rubli; 6 -

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per gli AA. che tratteranno det singoli soggetti 130 prenu c a 15.000 :1

Gicmnl~ di

nutlicina mi/ittlrc.

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:>.66 d) il lvlinistcro delle finanze stanzierà 7, m.i~oni di rubH per l'~labora~one ~ien. tifica del materiale e per la preparazione dell edtztone, 2.5oo.ooo rubh per 1 prenu de.t lavori;

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e) un Collegio di redatt~ri (compos.to di per~onale deJ N11nt~ten\ 1

enera J e _membri dclPAssociazione delle scienze medJche dell U.R.S.S.) preSledera .al la~oro. di prepar~zione dell'edizione e pubblicherà sul giornale « Il lavorat~re ~edico ~> 1l plano dell'ediziçne dell'opera, le condjzioni del concorso, l'elenco det tenu srclll .

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NUOVI !vlEDICI NELL'U.R .S .S. - 15.270 neolaurenti saranno amn1essi nell'anno presso le jstituzioni sovietiche di assistenza e d'igiene. l l

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SERVIZIO AEREO SANITARIO IN RUSSIA. -

Nell'U.R.S.S. si costruiscono ambulanze e si istruiscono medid e infennieri specializzati per rniglior~re sempre più i gjà esistenti servizi medici con aeroplaru, servizi che saranno presto messi gratuitamente a disposizìone di amtnalati e medici anche in casi non urgenti.

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STAUN )) VI J..1EDICIN A di 2oo.ooo rubli è stato asscgnnto al-

l'arcivescovo ortodosso Valentino Vo!no--Wasenyeyski, professore alla Fnco lt~ di ll1Cdkina eli Tambov, pea- i servizi reEi nel progresso dei metodi ch iru rgici per il trattn .. tnento delle ferite. \·1 '

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RAGGI ULTRAVIOLETTI PER I ft.,fiNATORI. - Il trattamento, quotidiano p<:r qualche minuto con radiazioni ultraviolette praticato a n1ezzo di un parlicolnrc nppa-

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recchio (Photarium) d1e può funzio~narc nelle gallerie sotterranee viene prat ic~Ho, a cura dell'« Istituto ucrajno1 per l'igiene dci lavoratori» a beneficio dd minatori suvìctici. Anche in Inghilterra si fanno espcri.tnenti per neutralizzart: gli effetti clelia uchcientc irradiazione solare de'i minatori a n1ezzo di raggi ultravioletti di vnria lunghezza.

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4t CONGRESSO DELLA SOCJETAJ iTALIANA. DJ ivLHDICIN.d JNT.t:l<NA .

- Nel prossimo ottobre, a Ftrenze, con d iscussione dei seguen.ti tenu : 1° - Tun1on del colon (relat. P. Alessandrini, G. Matronola., P. CignoliPi); 2° - Epatite epidemica e sindromi affini (.relat. C. Frugoni e 1vL Coppa); 3° - La .. malaria secondo le ultime concezioni (rei. G. Izar). Per informazioni: R. Clinica Medica - Roma.

XXXVI CONGRESSO ITAUANO DI OTOJ<.INOLARINGOIATRIA.- Indetto dalla Società italiana di laringologia, otologia e rinologia, si svolgerà n Venezia nel pros~jm_o

settembre.

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X! CONGRESSO DJ !viEDICINA E FARfviACIA !viiLITARb'. - Sarà tenuto in Svizzera nel 1947. Temi del Congresso: I 0 - lv[etodi di rianimazione de1 feriti (rel. Gran Bretagna, Francia, Jugoslavia); 2° - Metodi moderni di profilassi delle malattie epidemiche fra. le truppe (Ife~. Stati Uniti, Svizzera, Gran Bretagna); 3° - Mezzi modenu di evacuazione dei feriti (r'el. Canadà, ·u.R.S.S., Polonia); 4° - Partecipazione dei medici militnr1 alla formazione tnorale e fisica del soldato (rel. Belgio, Fra·ncia, Svizzera); su - Studio cornparativo dei n·1etodi ed apparecchi di determinazione della concentrazione degli H-joni per il loro uso nei laboratori farmaceutici tnilitmri (rei. Svizzera, Francia, Brasile). Segretario generale del congresso il generale medico Voncker, rue Belliard, 164 - Bruxelles.

Xll CONGRESSO INTERNAZIONALE DI CHIRURGIA: a Londra nel set· tembre 1947. RIUNIONE NEUROLOGICA NAZIONALE DI GENOVA . -Al riuscitissimo Convegno, promosso come già scrivenuno dal pra.E. L. de Lisi e svoltosi a Genova dal 7 a1 9 apriJe scorso:, « M inerva Medica » ha riservato, con lodevole iniziativa, ll suo urrtL1io numero del 2 giugno• 1946.


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ALLA << lvfEDlCINA A11LITARE l1V ITALIA ') . l·1 1 u. fttSClcolo · ). ~.:\ cled.Jcato g1 ugno di · · 194 6 , << A eta M e dica Italicn i>. Compllatore il prof p p·1c0 • 0 · · del C . . . . tnt, ant-tco e cn.ro an c 1

. nos~~~ orpo ~au~tano, che, dop~ un~ sguardo panoramico alla storia ùelln M:~ Cina m1litare, .ne ncorda ~e ~olte e Int·elhgenti attività c- ne mette in risalto le luminose. tappe n~ campo screntlfico, frutto della continua tenace aspirazione ad a · nars1 e perfezionarsi dei medici nùihari Benevole parole ha l'A ggtor. - -' hè · · · per questo nostro ..t d · c · s G 1oru.4ue press.oc . centenano e, non trascurando naturalmente l'a . ·, d l' 'l\. ~r . d ll' . . .' l ppor o et or pt arutan e ~a 1v anna e e.. Aeronauttcn, dedica 1nfine brevi cenni all'opera della C.R.I. ~ del S.!vf.O.~I. Un cnpt~o!o, ~ovuto ~l gcn.:ralc medico prof. C. Gozzi, tratta dell (C OrganlzzaZlone ~ finili~a det Ccntn mutuati fra i servizi della Sanità miHtare )), fascJcolo ptace. - . per \'ornaO"grio reso alla 1~Iedicina mil'ttar,...'- _ s1· prega ·cc Se questo . · . u cspr' mere JC un'offerta r1x:r b.,.li ''Orfani tlci medici cad u t•A ·t n 1 cornptadmento HlVJando 1, . guerr~ >>,. o~ queste parole Sl conclude l'onesta e simpatica fatica del pro.f. Piccinini che o tl:t cost ancora unR prova de) suo spirito squisitamente filantropico e cost~nte­ mcnlt: teso aH'dcvazionc n1orale c culturale dei Colleghi.

CBNTENAR/0 DELL'ANESTES/1'1 . - Ricorre quest'anno ll centena6o deH'aneutc:lia. Il (t BriliFh 1\l(cdicnl Bulletin » Yol. ~1", n. 2, 1946, dedicando l'intero fasdcolo all'nrgomcnt'o, riporta vasti e intercssooti slntli sull'anestesia e sull'analgesia dal punto dl vista :,torico, spcdmcntalc e clioko. .. IL TR!JJUNALE DJ PARIGI ha comb.nnato a 2oo.ooo franchi di multa iL direttore di un Ct!nlro di tr:.~sfu slonc che aveva 3dopera.to 1 in una trasfusione, un datore di snng-uc riMdtnto il giorno ~.tuccessivo affetto da sJfilide. lL DOTT. I<LEJN FRITZ, che mise l..t sua opera n disposi7.ione cle::i carnefici di Beben, ù stato condannato all'irnpiccttgione tlnlb Corte al1cnta di giu!lti'lla. Ji Lue.neburg, con altre 10 cc bdve >J.

/viEDICINA liERONAUTICA . -

Presso l' Università di. Nancy si svolge un corso (il primo) di medicina aeronautica della durata di 6 mesi. Lezioni, proit;zioni di films, esercitaziori pratiche, esami del personale RaYigaote, yisitc di nerodrom.i, voli di allenamento, ecc. completeranno il programma dd corso che si concluderù con esami scritti e orali . Agli app:ovati verrà rilasda.to un diploma.

UN ISTITUTO PER LO STUDIO DELLE lUPERCUSS/ONI PATOLUC:ilCHt.: DELLA BOi\tlBA rlTONfiCA è sorto a Chicago. ADOLFO FERRAT..-1 si è spento a P::tvia il 9 marzo 1945· Ematologo di fnmu internaziOinale, clinico fra i mi gl.iori lascia in trattati di indiscusso \'alare il segno uelln sua vivida intelH~enza, della profondità della sua cultura scientifica. Ricorderemo: << Emoparie )) (1912~1913) ripubblicato nel 1935 in 5 volumi; ci Durgnostica medica differen~iale >l (1928) con una 2t\ edizione nel 193q~ (c Nefropatit: u (1940). La m:ort~ lo ha. colpito quando, in collaborazione con nltri studiosi, nttcndt.:,'U nlla ~ubbhcaztanc dL un trattato sull'<< A pparllto digerente ~' e di un mnnuale sul]c « Alnfatt~c: dr:/ sangue )). . Egi dette un gr::tnde impulso all'organizzazione dei donntori detl sangue ju Itaha.

LUTTI DELLA l'1ED!CIN_J .dLL)ESTERO. - Ad Auschwitz - 11 campo di concentran1ento dalJa trista fan1n por le atrocità commessevi dnl tedeschi - è _d~ceduto l'eminente neurologo I. L~vy-Valensc che era stato a:restato .nel 1970 a lvf:u~~u~ltn. Altro lutto la neurologia interna2ionale e quella francese Ln p~tlcolare, regtstra con la scom parsa lH }l. Cl nude avvenuta. nel gen.nai~, scorso. lnlco . . n1edico Nool FlessiHCl d il F Recentemente è decccuto, nnc he 1n "rancJa, gran e :l gcr, direttotrc del <C Journal des prnt~ciemn>. 1

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PRO ORFANI DEI MEDICI MORTI IN GUERRA

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Somn1c precedenti L.

Direzione Sani t.1 Milit~re - F1 renzc Idem- Ro~a (ro elenco) . Idem - Genova S. tenente medico 1\Iichelangiolo d'Aversa - Bari. Dr. Paolo Sismondi - Torino . Direzione Sanità 1Iilitare - Bar'i (per Ufficiali del Centro allocrfrio reduci dalla prig-ionia - Taranto) b~1 ~· Ordine dei 1\·fedici di Catania . Ospedale Sanatoriale di Bari . Direzione Sanità 1viilitare - Bologna . Dr. Brizio P al umbo - Lecce . Ordine dei ~feclici di \ Tercelli . Idem, di La Spezia Direzione Sanità Militare - Palermo . Dr. Giulio Balma- Ivrea. Dr. Dario \ 7illa - Milano . Alcuni Stomatologi di Milano . Associazione Lombard~ Me·dici Dentisti . Direzione Sanità Militare - Bolzano . Idem - N:1poli Ordine de1 Medici di Siena . Sindacato 11edici di Siena Prof. Arrigo Piperno - Roma .

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rfotale. . . . L. 126. 55s,6o

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Andiamo bene, ma non come vorremmo. Noi riceviamo - e le segnaliamo con partico1are compiacimento - offerte da singoli colleghi, ma desiùerertrnmo che esse si moltiplicassero .... Da <1 Rivista di Medicina » rileviarno che su 4o.ooo liberi professionisti solo 75 (di qesi settantacinque) sono iscritti volontariamente all'Opera Nazionale di Perugia ! Coraggio, la gara è apertJ !


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ACCADEMie E SOCIETÀ MEDICHE • CONFERENZE, COMUNICAZIONI E DIMOSTRAZIONI SCIENTifiCHE PRESSO OLI OSPEDALI MILITARI

ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI FERRARA

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Seduta del 4 aprile 1946 : presiede H Prof. G. C. DogUoUi. Dott. E .. VALLISNI!R t: Il Centro dta.eno~·tico c l'roflluttìco 1fell1 Ltu!a..··t ..,''n"'.. ron·r ::.c:mt a t1t' tle Jnclu preuo l '/slttulo prouznctalc per l'tnfam:ia di FemJra. L'O. riferisce le constdcrazioni pratiche dedotte d 1 un~"' C'"''"~··;~·u~• .. d·• •v.)_, rr-1'"~ tra 1u•J.Ll - •· e prc 1USS;! t 1 raccolta al• cc• 1 Centro )''perI la · dtagnosJ c profib.,si della lussazi• Jnc con,crm.J .i~·J ",.l"" ~ t• ts~.•t 1~ . . · .':1 " pres...o ruro provmc•n. e per . m a?z1.1 dt Ferrara. RJbadt ~ce tl concetto che, in c1 rtc'>a di un e.r<~ felice nd!J lJU,aJ: si possa pr:ltJcare 1l rad10gramma a ruttt i ncon:lll, come era ndl~ :.. pl.rJ.Zrom d:l Putti, :.i puu compsere quc!lta grande opera dt profilassi ~nche VJ1cndoc;! di semphci -gTIJ d tru:: 1 c.:d m parttcvl:li!! d.el .'< segno dello scat~ ,, di Orwl::tm, purchc lUtti 1 neonau \·engano st tt.:TI2t!Co'lm_n _ controBau PLnod tc~uncnt.c ~a.l puc~Jcultorc nvvalcndo~il d t un~ azton:tlc org.l.IltZ.l..lztonc.:t ~peci:: pentc.:rica, dc 1 consul ton pcd JatrJct dell O.N .M. I. l-a un confronco fra gll annt Ig.p-'-f2 cd ,, rg.r; th:no tr<HiJt cbt: csscndo, 11 causa delle vicende belliche, d1minuit:J l'atm·ità puife:rtc.J d1 t:: li consul:un . c notevol:;mdc i'i2~atn d:1: too., :!l mente aumentato il numero dei lusSJtl nei confronti dci prdussati 23% il numero dei bambini che hanno anHu nt!ces~ità dcll 'nppare.:chm g..:ssara.U.t;;

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Prof. M . D' AaosTJNO: Torsione testico/are in adulto. L'O. si mtrattiene su un cac;o d, tor:,ìont! tescicolare nel qu.:~ l c la tur.,tone dur;it.J .1lm!:n·• 30 g10rnt, con una rotaztone del testicolo di 360 gradi , non ba port.Jto alcuna c ! J'I1t m.::!:r:o-..:c~pn:~ n.: al clid1mo nè. all'epididtmo, nè Jl funù:c.lo. N un è 1mp1obJ bil~ che nel caso prc:- ..n te ii nuncato w taurarsi di nccrosi, gangrena c atrofia s1a da :mribw.rst a parZJnh d~torstom o ::c.! J:1om:l!te .1sco:::m . Altra osservazione che l'O. crede import.:tntc è che iJ metà della prost& H<t corrupunJcn~ a.lb. l~onc era ~mrncnrata di volume c dolente. Potche su t.1.le f:mn nosun .\. h:1 nch!anu:o J'a:renztone, resc1 a sapersi se l' ingrossa mento e la dolorabilttà ÙL un lobo prostJUco !IÌ.J un :amomo cile t; t -equ~..nre nei casi di torsione tcsticolare o !le sia stata un:~ parricolaric.a de: caso o uo::! cmnetdm::.s Dott. A. PoLTilO~IERJ: lòlzetJi sttl/e compl1Ctr::toni m:urologul;e semestre del 1945.

pwsf-tli jtut;:/;e

D.s.r~n-=!~

n~u. uwma

L'O. mette m rilievo l'aumento ddb frequcnz.1 d1 compltc..lZlODL ncurolopcb.:: u~crvat: d.1 un anno a questa parte, Sono frtqucnta le poltradicoloncunti molte dcii.: qualt dt sp1ccat:1 &rant.J. A pro. posito ÙÌ 1:! casi da t:ÙÌ forme OS,CrV,\te ncJ reparto neurologico deiJ ':\rct!ipLcb}e S. .--\nn:l, J"Q. Sl \DÌlerma sul quadro clinico c sul tratwm ento terJpeutko. S<.bbenc non :.1 po~'~ escludere che dnp!' lungo tt mpo quec;te forme sarebbero forsc giunte a guang10ne, l '0. m ctt~ m nlr c\"O 1{ n sul uro r.lptdo Ld cffì,cace ottc::nuto iniettando LndorJchidc c acqua btdl!!ni!Jc:~ (cc. 1,5) o lo stc~so nuto! tqu •r (4 cc.) o triod. In tre casi nssaì gravi fu nssoctatJ la roentgl!ntcr.tpiJ.. Cume rur.t co:IdiU\.tnt.: fu u~.u..1 rdcrtroccrapia e la stricnina. Ctrca la pJtogcne.:il, l ' 0 . dopo avc.r ra~'\aro in r.l5segnJ gh srud1 ullc ..!V l raminosi , si chiede se l'insufficiente cd tncongruJ. alirnentazwne dd periodo bdlt.:o non 110~.1 JH.'r dtrcrminnt0 le condaz10ni per cut vtcnc. bvorH..l I'Jztonc LOSSIC:J ddl.t dihcnte '>ugit ckm~nn n ..n ust.

Seduta del t 7 aprile 1946 : presiede U Prof. G. C. Dogliotti. Dott. Ptccotr E.: l'o/1-radtco /o-n euurc• tiLttltr ton dtf!legttl f u,c.ti<lc.· e tll.i.>O'-I~ :W1:c .:/f.:tn· mc,.atalc::.4"•: ; illltobquortempiu,· gwmgioutt . St trntt.l da un c.1so rico,•cr.uo tn reparto neurologico po~:ht gtorn i Ùl'pCI l ' tn,or_Jcnz~l J ..Jb m n: lJtlia. Fu tntz iala autoltqUClnt~rnpt.l (C'\U':lZ llHl t! eh IO cc. d1 hqu?r ~ rt:ID!ezmne endor.~Ch f(lc:.l k"Tlt.t dt 4 cc. d 1 quc!lto tlopo nlcuru mtnuci d.l ll'csrr..lzione). Il p. commcto rapllLuncme ~ mtgltorare c n~I giro d1 una quur,tnllna dt gaornt dopo un nuovo tr.ttrJ mento pr.t~ctlto J d1o;un7~ dt 15 g1clrnt , ~tC\ :.1 es~crc dimesso pre.ssochè complet:1mcnte guamo. E' noto che t~h (orme morbo~e banno tenden za a guanrc sponcnn c.t mcnte m:t è aJtn::;Ì nutu cliC cJJto J '.tnd:tmc:~~O per un Cc.-ftp [l!tn~10 rrogn.'"<i'il\CJ C ascendente di t!liSc qualche: cnso è vcntlt() a mor LC o si som' vcnhc.m.· ~~~mp!lc.1:o.tnn t. L Jutultquortcr.1P1·1 praticatn dall'O. favorisce ed nccelcr.t notl'\olmcntc IJ gu:mgtnnL. l .tlc mt:todn t~r.tp...uncll menta quimlJ eli essere prn ncn to perchè: a) porra ati un:~ pronta risolubJ!Jt:t dtlb mnl:nu.t;

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b) mette al coperto da po!isibsli complicazioni. che p~trcbbcro vcrihcarsi tn un lungo decorso i

c) è del tutto innocuo c alla portata del medtco pranco. Pro L BAnxso:-: F. : Eptcrisi di un c.·aso di morbo di Pie!(. L'O esibisce il cervello di un soggetto g1à presentato vivente ~L'Accademia in una seduta dt · · · · L d· ,gnos·1 allora posta da Il 'O di morbo di P1ck (atrofia cerebrale ctrcoscntta) · ' · • h a lcum anm or sono. a 1.. è confcrmJta dal caratteristico aspetto mncroc;copico del cervello, che presenta un enorme atro a specialmente dci lobi frontnli. Dott. nnuNELLI G. : Un grar,issimo caso di rmemia nplastJcn gual'Jio

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nuovo estratto cpaltco

americano. L'O. dJustra 11 decorso clmtco da un grave caso di anemia. ipopla~tlcn mi ~ ta, a enrico dcll'cn. ·cst e della Icucopoiesi in una bambina deii:J seconda mfanzaa guanta con d prodotto amcnc.tnc, tr O1 · d'tZt· d ta~nostlct · · d 1fi ercnzta l t, suL ,, op solution livcr cxtract n. S'mtratticnc poi brcvemen.te su a1c~nt· gtu 1'eziologia, patogencsi, terapia ep:Hicn c suo mcccamsmo d 'azaone facendo n levare alcune note caratteristiche del caso.

Seduta del 26 aprile J946 : pre~Jiede il Prof. G. C. Doglfolll. Pro f.

F.: Cesare Pezzi c la sua opcm di cardtologo.

L'O. traccia brevemente l:l biografia di Cesare Pezzi c ricorda le dntc più . . atu·nti dl·lln '•11.1 c,,,. ricra scientifica tn ltalia c in .francia. Prende poi in csnmc i suoi princip.1li lnvori t ltutu l' 1·111'11 mcm.1li, e specialmente le classiche monogralic sulle malattie COOJ!cnitc del C\IOI'l~ c !•lllln 1:ullologa,, del cuore e dei grossi vasi, c i lavori sull'az.ione della nicotina sul cuore, ~ui l'itlttÌ di gnloppo. ~t~tl rumore di Flint~Grocco, suJl'ond.1 coronarica Q, sull'infarto del cuore, :.ull 'tnMtlltctcll'/11 d t'li 'oMto polmonarc (sintomo delln danza ilare), sulle prove.: della fun zlnnalitÌI vn!;nlc, :.tt\la :-.tcn11NI nmtica, c•ct:, Per que!ita ricca produzione sciemificn spesso interessa nte c spcso;o profondamente ot·iginalc, c per 1,\ sua personalnà di clinico e di maestro, Cesare Pezzi occupn un posto tl'onon~ ncl\.1 t.tol'ia dt•ll,t canltologta.

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RIETTI

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PrnE. Bosclll G.: Sull'c.:miu postenorc dt:! tlucn 111/c.'rl't:rtl'lmt/e 11el/a patogcm•st flrlla scwttm. Un instemc eh fatti induce l'O. :1 chtcdersi unchc un.t ' 'oltn se l'crnta dd di,co intcrvcrtcbr.tlc degtncrato non costituisce un fatto o;econd:mo al turbamento statico della colonna tncrcntc :u.l un processo sdauco primigenio; ed :1nzichè: ca usn della scianca CO!)tituisca rutt'al più una comphcnnz:t (orc;e capace di mantenere od aggravare per via irritativa il processo sciatico stesso. l Prcf. Boscm G.: Jrraz.totmlitJ della z•ia endoracludea per /e

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lli'edzcamcnlosc.

Dimostratosi che la via cndorachidca per la so mministraz10ne di farmaci è una via rdlua c quindt dis.ld:nta (Boschl)i che farmaci non diffusibili sono riassorbiti dal sangue prima di raggtungcre 1.1 cav ttà cranica (Snker); che le provoc._tzioni neuro~meningitichc npetute sono pertcolosei l'U. prospcua In pericolosa illusion•.: crcatn dalle proposte di introdurre lecinna, triod, sulfamidtci, steri endoras:hide nella cura delle affezioni dd sistema nervoso centrale; mentre l'azione vantaggiosa corrispondente è csercttata per il meccanismo riassunto nel concetto d'i cura dbccfalorachidiana consistente nella provocazione attuata una voltJ tanto di una r~:.1zione neuromeningea difensiva mediante la mtraduzione enJorad1ide di un quid minimamente irntantc come l 'acqua, l 'aria o un po' del l.c.r. cc;rrarto dallo stesso paziente, Dou. MtcELl E.: Tubercolosi ascesmnlc del /t.•gato c sdcrc.rz ~pato ~splemca dz probr.bzk natura tubcrcofnrt:. L'O. nferisce su di una osservazione anatomo clinica di particolare mteress.: sia per la rarità delle alterazioni rikvate, sia per i problemi paLogenctici che si imponev::mo per la chinrificazaonc del quadro morboso. Particolarmente interessanti le !es toni epatiche, da un lato di carattere ascessuale nccrotico con conseguente fistolizzazione in sede eptgnstrica di una raccoltt purulcnta sottoft cnica detcrrntnatn dal~ l'apertura della cavità ascessuale in detta ~dc ; dall'altro d 1 unJ sclerosi dcii' organo d 1 grave enttt,'• co? particolari caratteri morfologici. Nella discussione si imposta prima di tutto la untcttà o meno cztopatogeneuca di tali alterazioni cpatkhe cui concomitano una tubercolosi polrnonarc c linto-ghl:llldolarc mcdia!itinic:a c addominale c sdcrosi splcntca con caratteristiche eh{. riguardano quelle delle cnst t 1ette u grosse milze u. L'O. riconosce una eziologia tubercolare in b:-~se ai dat macra c microscopici, al1:1 Lormaz10nc a~c:ss~alc ~cl fc~ato, cui concomita un fattore infiammatorio aspecil1co, al quale per determinate conùr~·10~1~ !Il c .agg'IU.nto qudlo tubercolare. La sclerosi epatica viene interpretata come risultante: di una pnm~uvn , az10ne t~lfi:tmmatori n cronica col::tngitico-rol:tngiolitica c da una aztone tuhcrcolnre sia pct \c1calrnaz10nc cpnuca del processo spccllico si.ì 111 !!cnso tubcrcolo-tu!!sico. Le alterazioni 'plentclac: '!ono

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io relazione eziopatngcncùca cnn la determinante tub<:rcol.trc in 5CD'io tubcrcoln-to ·

L'O sulla base dei datl nlevati dall'ossCJ v.tztonc pcr:.on:tlc ·' 11· cr d Il mco. · dtscutc, c u1 quc 1 oncrtt a a lctterarura in propomo, per concludere secondo quanto è sr:no accennato .

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SOCIETA DI MEDICINA E CHIRURGIA DJ B.A.RI Seduta del l3 giugno l946: presiede il Prof. L. Ftrrannlni. FERRARA

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G.: Su/le pzt'logmfic stm nJt:nrall r:on j mrì mc.•rou, d1 ccmtr,uto.

Ha iniettato in conigli di grossa t.1glta 1 cc. dct prcpar.tti per le ptdogrJfic strumentali (umbrennl, uroselcct:m, nbrodtl) per Yta .tscendcntc. Ha nm.Ho 'he runi c tre 1 preparau danno cmorr.tgle sia ncl1:1 mtdolla.rc che nella corttc.tle rcnalt: m:t an \ ia dccrc,cente d:ùl'umbrcn;tl :~llo abrod tl 1)1 contro però le immngint sono pttt mtidc :mdnndo dali' .throd1l .lll'umhrcn~l . BtnTAt.CINI G.: Un caso U tfc! 1/Jl.lai/ILJ >1.

di u esantem a }tua 11 da optnll•lon cr t1po dl enrcma eswdatwo pollmorjo 1c a

Un guw.mc di 20 an ni m ottime çonùtJwni gcncr.tlt h.t d.t pocht gwrni chl:tzzc cmcm:nobollosc rotoudc .ti p.t)mo clcllc mnnt e chinu.c cntcmatmc (cnn Jcccn no cc..ntr.tlc il formaz1onc di vesctco~ bolle) ni rn .argmi clcllc m:mi c tt l l.tto p.tlm.trc degli uv.unbr•• cct. H.t woltre elemcntt vc..-sctcolmi t: flluuu•L•rl .1hra •.i nlla punt.L della linhu.l. Hn M.. nsnzlunc dt cn lorc molesto 1n cor~ rir.ponclr•u:t ,l, .mche JHlt .tccentu:tlCI nu giorn1 pn:cl.ÙLntt. L'eruzione '>Ì è npctuta negli stcss1 JHIIIII prt'll'•' di VI' r• c vultc cou la stc\:ul ~ttn tom:uolngu ('ìcomp.u'i.t dc t fcnomcnt attivi in S·IO gtorru, pot pigmull.l~lfJIKJ, c.. •,('ntprc succc!lt.Ì\'.trncnlc (.t breve dist:mz.t) all.1 mgcsttonc ùi un mcòtcamcnto w ntro 1.1 t.cl :J lc.1, di t' rl'.ult.t t:'.5CJ c.. opt.tltùon. Que'ita ~O'il.1 nL,, non l. tìnora notJ, nella lerrcrarurn :1 dhpm11ioue, cmnc rt".pomabilc dJ num(c~m:tillnc a tipo dr c~a ntcrn a hl>'io, mn è composr.1 di due clementi, tlll h.~rhiturico '· pir:unidnn c, t. ntr.unbi ~.u!lcc:u ibili clt provoc.trc cruz•on1 Ji questo gt:nere, per quanto iu t.fllt ~to mc dk:lllltfll() •,i.u to in do&~ mollo minori ùi quelle presenti in altn mcdtcnmcnu r. pe~.lìO w c;:ram rn.ltl, ,\ ucl~t~ ti tipo ÙJ c..ru.lione rom ... cntc.m.t c't~udaùvo pohmurtn •l a sede mvcrnta u non è 1cpc.. rto tlt:~cri ft(' Ile.. Ila kut.J :11ur.1 a dt.,po·,•ziont., negli c~.mtcmi fl .,st FJ.:Itll.J\ NN INJ

L .: Hrtt'i rrppt11rlt

Com unic.t un ca•.o ùi

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Cbmw Mt•drctl ,

J ci ~hmanimi

viscera le in adulto c unn m:.crv.•zlnnc ùi Jccel>SI epùetoci dtt

n fornimcn to pncumcnnracsco; propone c prcconrzz.t l. t cur .t ioù1ca loc.tle nelle !>tcrositt visccr.ùi spe-

cifiche essuda uvc, fa rilevare le ds!cord:mzc ÙJ rilievi per al cu ne oc;servazJUm cltnichc btte tenendo i soggetti in decubiro supino ed eretto. AcETo G.: Dimostrn:Jion~ dei corpmc.olt dr (irwmuri m.·gli elun rmri cTllll/ t•r cut,l!Jt!l d1 mdJNcllll col ~ piti da/l'auua/e eprdemia dr vaiuo/o. In 7 su 10 casi dt vniuolo della recente cpidcmtn ha potuto mettere in cviùenz.J corpu~coli eh Guarnicri in vcscicolc, sezioni di pustole c strisci ùi materiale pustolor,o.

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SOlviMARI DI RIVJSTE MILITARI

II, 1945: :tvi Peruzzi: La Croce Ros.r:a di Ginevra; F. Schupfer: Le varra.zioni giorna/zere

ANNALr DI MEDICINA Nt.VALE E

coLON l:\LE -

Anno L, voi.

del po.tere risolutivo ret~ni~o con lr_u.te . crepusc~~are . ~n sogg~tti :rtJatica~. A.zi~~e deN.a uitamina A; G. :rvL Rev 1gl10 : La lttlrrst append1co~a1 e. ~alo1 e dtagnosttco d eU tntiagme roentge110!ogica; L. lvfurani : Frattu1·e dell'arco zzgomattco; G. L, Salvati: Vt:cchi e nuovi metodi di ricerca e di localizzazione ~ei corpi e~u:anei ~(con. particolare riguardo al metodo boloscopico); G. Rondani1ni: Segnz neurologtct nett rstet·ra; G. Pezzi: llopo la penidllina . .Altre sostanze ad azione antibiotica: vivicillina1, streptotrici,na, fumigacina, sabtilina, poliporina e simili. Casistica - Terapia Formulnrio Niedicina legale nUlitarc - Statisdca Bihliognthu Rnssegna della stan1pa medico Varietà - Relazioni e congressi Notizie.

RrvrsTA .MIUTARE - A.u no II> n. 4, apdle 1946: Gaetano Ca pozza: Quale sa l'lÌ l'organizzazione dei serui.<Ji logj.rtici' dr:! n'uovo ese:re. ilo italiano?; Giorgio Anse.lmi: Difesa costiera,· U go Sciasckl: .Aspetti strliv11t1 del P''Og7't:uo .rcientifico-tecnico contemporaneo e sue ripercussioni sui f7toblt:mi militari; Ugo Hi7 zarri: Il problema dei sottufficiali nell'esercito; Giuseppe .Nlastrobuono: // Gruppo th combattimento (( C1'emona >l nella guerra di libera:::ione Aldo Suglin : Lu r(ld'iospolcttu Ettore Favara. : lv!agistratm·a militare.

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RIVISTA MILITARE ._

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Anno II, n. 5, maggio 1946:

Luigi Forlcnza: Accuse e dife~· e degli. ufficiali; Renato Calò: L'ufficiale e il so t~ !ufficiale quali impiegati dello Stato; Alberto· Landi: Riflessioni e considerazioni sulla seconda guerra mondiale; Giovanni Piacquadio: Note sulrartiglieria controaerei; Giu~ seppe Bellacosa: IL problema dei sottufficiali; A.ndrea Cucino: Cooperazione tra fanterta t ' artiglieria; Oreste Tazzari: Considerazioni ed e.ftrapolazioni sult'appo1·to scie11tttzco nel campo militare.

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Anno II, n. 6, giugno 1946:

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Antonio TeJde: Profilo rnorafe de/t ufficiale; Ferl131ldo Gelich: Le istituzioni nnlitari italiane; Pietro 1V1aravigna: Lo scacchiere mediterraneo nel quad1·o d'e lla conao•tta della guerra tedesca (1940~1943); A!Jessandro D'Alessandro: La· p·r opulsion·e a t·a:~zo net proietti; Benvenuto Fabris : kf etodi pratici di procede1·e in combattitnento: ~a du·ama~ zione degli ordini.

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Direttore responsabile : Dott. Siro Fadda, maggior generale tnedico Redattor~: Dott. prof. Antonio Campana, ten. colonnello medico Tipografia Rcgional~ ~ Ron1a - V.ia C. Cattaneo, 20-n


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CON1>IZ10Nl DI Ab;~ONAMENTu

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. .L 'ub~lOnotmento è annuo c dà dirittt! a n. (j fu Clc~7 Ji. F.sso ùr.cortr. dal 1 o gennaio al p1czz.o ~l L. 400 (estero L. 6on); p<:r gh ahblmatncnu taH1 durame l'tmno vcrr.muo ittv&ati l num;r1 arretrali dd.l'anno in c~rsn. Ogni i.:.sL.:tc'llo rhuitcr.i dt un minimo d 1 So pagine. L n.bbonamento sl paga anuc1p.•to. Nu~l lllsllctw un nwsc prima dcHn .s.:adenz.t, s'in· tende nconfc=.rmnto. . Alle librerie nazionalt cù e.literc ~ concc~Stl lo sconto ùel l'O":~. Per i soli u[ticiah del Col'pn S,unrnrio clcllc vari,.! Forze Armate, m servizio cd m congedo, il prezzo clcll'abbonamc:nto t: ndotto a L• .:!drl. 1Un fascicolo costa L. 70, se arretr.tto L. 90 (F:,tero L. 100, se anctrJLo L. 130). Per i 3 fnbcicoli che ~nr.mtlcJ puhhlicnti nd scme;rn: m cor:.o l'abh mumenr.o è d'i Li· re .wo (rtùono a L. JOn p•·r gli Utl\ct:lh dd Crsrpu S,:~nu.mu MilÌt::!rt). Gh .tbhonuti porrunnn ndncdetc - · non olt1e Juc mc'ii tL!Ua puhbhetlZitmc - i numeri evemu,llrncntc smnrriti per thsgllldo poc:tale. '1 ra•mrso mle tctmmc:- non st d:tr.1 cur,;o nll:t richiesta. Si &lt:Cclluna in1,1erzio.ni a pJgamc:nttl di c~ratterc pubblidtm io cump:uiflili CPIJ 1:1 uarura c col decoro del giouuùe (clnc:Jere ~ondt:rioni e t;ui[fe aH':.tmnumstrx.:mnd, NORME PER I COLLAlìOR:\TORI

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Lu collaLCJraziouc r~ !Jbcr.t , ma lu tHrc.dnuc.: liÌ ri!l(.r\':.& il giudiziU nellil sceh.t dc:i lilvon !.enza c~:it:rc le!IHit.l .1 rendere cnnu, t!dlc eventuali nnn ,lt:c..:tt.t:G:nni. Le opinioni m:mitcM.lll.: Ù~tgli atJII)ri w m unpq::n.mu le: rc.~pon dhihtj Jc! pcnodtco. Tu tù i l;n·ori m viati pr:r !..1 pubhltcitZtun~ dc\·onu es~l'! e inc~li'I c d.:vono pcr\'l"nire ulla rec.lazwoc r.d tcsw dctinJttvu, s;r)rrcli(J, lirrn.:ti tbll'·uHIJit!; dcç-onu mo:tr.! c..o;er.; d:milografati o !-Critti cou cnr:mcrc fucllmcntc leggibtl~ .•\d L'sni l.tvdo i: c"n"c.-s.o un massimo di 16' p:tgine d1 stnmpa; per la pubblicazione: de1 lavnri dte !!Up~riPo le lb p.tginc: gli :1utori sono tenuti al pagamento lldb !~pt-sa per le pilgine 111 ptò. 'l plt::to di 'ar;ro. Per ogni l:noro (e11duse recen!t& oni, notizie c somm.m) ::nno nffcrtt &r.l~uit:unentQ .:!tl estratti con copl'runa, · (rootesptzw, impagin~uura c numC"razJOtlc speci:tlc:. r~r .stampi! :mticipata degli ~~:.ratti c per un maggior numc.·w ùi essi l:t ~p~sa rt·lativn \'iene ndJcbltatJ ~gh autori a prezzo di costo. Le spese per chchés e ta\'olc fum1 ttt;to ...11no t c~.1rico drgli nutou. L~ lnhhograhe ::mncssc ru la\CJJ'Ì \)ri:;ina'i, ptm:h~ !.l.lllO pubblicale, devono <:!>~C: hren c rcdnttc con ett~tmcnt<;. Ciascun lavoro ùe,~c cs~rc sc:brtlito d:-t un !Jrcvc nassunt0 (non piu di 15 nghc:). l m:moscritti non vengono rc:.stitutti, nnchc ~c nun pubbltcau.

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GIORNALE .. . .

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MEDICIN·A MILITARE Cum sanit.ite 'Pirfus in armis

..... PUBBLICATO A CURA

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AMMINISTRAZIONE z MINJST..ERO DELLA GUERRA - RCDM.I\,


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TENDE DA CAMPO COPERTONI IMPERMEABILI 1t

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Estratto di fegato

p11rezza.. li Itlos,.imaeonee••trazioui Di:v~t·se

(forte, notn1alc, debole). l"olnnte JJtini•no etl uuico per tutte e tre le concentrazioni .

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Via pnrent~rnle:

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(fiale da J cc. nei tipi t forte, normale, debole)

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,.,..ia ornle: (sciroppo in Uaconl di gr. 200)

lnclie;&zioni : tipo fotte : nell' anen1ia perniciosa, nelle anemie pcrniciosiformi, nell'anemia malarica, negli avvelena\ \

menti e nelle insufficien=e epatiche;

tipo normale : nelle anemie secondarie (tubercolari, , 1 tossiche, post-infettive, l uetiche ), negli esaurimenti; tipo debole : nella pratica pediatrica e negli organismi adulti delicati.

Posologia: iniezioni intramuscolari profonde. Una fiala al giorno, per i tipi normale e debole; a giorni alternati od ogni tre giorni per il tipo forte. SCIROPPO : bambini : un cucchiaino; adulti: un cucchiaio (prima dei pasti) ~~~ t l)

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Conrezioni: flpo debole:

scat. 6 fiale l cc. tipo normale : scat. 6 fiale l cc. tipo forte : scat. 3 fiale l cc. SCIROPPO : Hac. da gr. 200.


ANNO 930 - FASC. 4

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LUGLIO-AGOSTO f946

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE PUBBLICATO A CURA DELLA DIREZlONE GENERALE DI SANIT A' MILITARE

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RITORNO AL CELIO

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Rientrùnno oggi 1nel nostro vecchio Ospedale sulla. cui soglia. vietata. sian'Jo rÌ1nasti in attesa accorala per lrozgo ternpo, un ten1po che non finiva nza.i. Erava1no conze s1narritì: la sens,1zione anzara, e inconsolabile della Casa P(r/i'rl1a perd1uta, più a·ncor([l, della pt:rdita d'i una pente t'Ìt!a di noi Jte,,Ji, · inthnadnentc legrrta alla nostra ;nJ·atericr, ,d nostro spiri/lo, ~.1L no.rtro senti'JJU:nto, qu'alcosa di cssenzJale .alla ,vitu J-tc,,·su del Corpo Sanitario L 11s"litare. Un Corpo Sanitario sen:Ja il Celio, d nostro t'eccl1io Celio dalle bel!:: corti aerea te tttfft~te nel !lerde, d ai l urn Ùlo ' i repa:r ti di rertiline.z cr.rtnon ia, dai ben attrezzati laboratori fert idi dJ attit~ità o di studi, dalle lucide sale operatorie, entro la cui pc usosa cerchia sono state educate e gu idate,;~.r.e.J:.s~~J.~.J....':'__....-r: Jnaggiore ascesa intiere genenr:ioni di. 1nedit..1i nJi!ttari, era qual~~osaff.."§01~·l0 ·, 'l ttua crudele n1utilazione c/ze nessun ltpparecchio di protesi per qtlant~·' 'pèV- · t.. ·t.. " . . :..r. ~ · · - • J t..;; .ietto riusciva a riparare e neanche a na!J·condere. lv!a per v:iò ~esso, pel tor·n1ento che ne atre1n:n1.o) noi sent f~Vno..~ qggi ~ v --l'in1.1nensa gioia e la consolazioue indicibile di questo 1·itorno a'el;~ CelùJ fra . noi, Reduce anch'esso finalnJ.en.te restituito ,zlla IJJ.ostra tl!lls.ia ed aUa.r.f!r1tri,r-dct---gli Alleati, con una nuova. corona gen.tili.zia di dolore e di sangue generosarmente versato dh essi per noi 1 - per l'Italia., per la N.bertà degli uanzini - . Così questo luogo ci di{Jenta doppir:rn1enie sacro per le grandi a1nbre dei soldati alleati e nostri clze qHi ·hanno confuso le loro 5ofjeren :~e e le loro ferite ,:n tcn solo spasj1nante atJzels'io per un 1nondo più buono e più giusto. lv!an. d ùuno ad essi il nostro connnosso salu,to. EJ bene dire qui una clziara parola che valga ,~ dissipare una t'alta per tutte l'alone i 'l certo delle te orte inte-rpretative ·s ulla fuJJr:::jone della Sanità ~~1iNtare durante il b.ujo perioti'o dell' occupazjone tedesca in Italia. Sfrondrrto di turtti i pa11icolari d; carattere episodico, il contJ·ibuto dato dal Corpo Sa.nitarìo 1\lfilitare, e potrei dire d17i nzedici itallani ttflti, ·~1fla causai della li!:erazione na~ionale, è stato inunenJo e decisivo; in qualunque .rettore essi abbiano agito, negli ospedali, nelle file partigiane o cl'an'destine, o con le ttuità ,dell'Esercito di Liberazione . L 'in1portm2za. di tale contributo r:.on fu /i. . 1nritata solo alla parte assisteu:J jafe c'rÌ a:fla conservazione dei n~ateriali pre.zioJi da. ess'l sottratti alla ra·LtJacttà ne Jn ica, 111a., .heu pùì che questo, ha atrttltf. una. ripercussione pit't profonda, tNJ significato ed una. influtmzr/1 sqtti'sitanu:n!e 1

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n1oraje e fatti!, a. 11ella. fanna.=ione del nuot'O .)p irito e/n· aleggia. ,nell'Italia purificata e rinnovata. , . . .. . . , ,. La. neutralità tll Ginet,ra diuento pc:r JJOI fìan1n1a d1 futt~1121ta e palp,l-~ · · · QSf~c· d,,i l sn.o · fft·c,·ne p"er tuttt ta11te a1nore 111utan do 7/lOStts . _ di . opere .f'Jletose t ., · · · ·. i dolori che la guerra fOJ1tU-"a, cl11unque h pa!ISJe, dr qttnlslaJr na... Lone e dt.

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qualsiasi fede. . . :~ . . . . . ./:l.vt,ersi co 1ne sianzo per coJtÌtii.ZIO?Je uteolog1ca, p·er edaca.ZIOJie ~ct~12ttfica. e 111 orah·, ed in for:tt dei dove ti ùn postici daNa nostra ste~sa .1ntS.stone, ad ogni fann a d i c·iole1; ~,r. ad ogni Jpecie patologi~a, che st1tl.Zl~ e ,defonna la t'ita dee:li uo1nini. non a.bbia.n1o preso la. neuttal1ta conze ragzone per appartarCI a costo · di tuttè le ire t: di tutti i peric~li, ci siant'o bttttati a ca,.. poj7tto nelle 1niserìe sciagurate pio1nb~:e ~rt.lla P~1 ~a, ~~rcando. !C~'Il tt.ttte le nostre forze di contrapporre al :1nale, al/. odto, alla znzqttt/ta,, al crt1nzne, tl pèso aitÌl'o de! nostro an1m·e) della nostra. pietà, del nostro aiuto, della 11ostra sc'ie12~ ::;,,. e di tutto il bene che poteva.nzo dare agli infelicù, ai persegu~·l/.atiJ agli oscuri 1nm·tiri ed agli splende'ltti eroi della lotta. pp.rtigiana, a. quanti infine· -per ì.1 c,1usa della P,1tria e della libertà - conzba:tte,rono e soffrirono.

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Dall' S settern bre 1943 il servizio ospedaliero che per gli evevrti bellici si era ridotto a. .qualche 1niglictio di posti-lett.o nei territori di E'ari, Lecce, Ttlr ranto e Sardegna, è stato gra.dualn2ente riorganizzato, auntentato e conzpletato in 1nodo che alla. fine delle operazioni di guerra:~ gli Ospedalz Militari risult,7t.'ùJJO nel Continente e nelle Isole in 1Ut1neto di s8 per tll11a capacit,ì con1plessiva di ricovero di 21 .093 posti-letto. Si è potuto così far fro11te a tutte 1le esigenze. d1e1 it,anti dallo stato ds guerra e dall.a occupazio11e degli Eserciti Alleati. s, presentava i11tanto il gravissinzo problen1a del ricovero dell'in! ponente 111assa dei reduci da. ptigimn'a infenni per i quali non era possibile il ricovero iu. ospedali 1ni:itari per Jisposi.zioru derivanti dalle clausole d' ar1nistizio che 7J017 li considerano co1ne facenti parte delle Forze .rlnn·ate. Tale problenza fu rapida1nente 1·isolto dal Miuistero d'ella Guerra con l'organizzazione di 47 Ospedali - posti-letto I 3.709 ~ gestiti dalla C.. R.l., 9 Ospedali - 3·438 posti-letto .- gestiti dal S.M.O.M. e 27 Ospedali gestiti dal personale della. Sanità Militare con 1·aziona1nento civile, per co-Jnplessivi 8.847 posti-letto. Totale 141 Ospedali pe1· reduci con 37.087 posti-letto. l 1nateriali vari .recupetati dalla Sanità Militare ( esclu,.si i 112edici11:ali t: 1nedicature di cui paderen1o in. seguito) 11ell'a1nbito dei vari Co1nandi Ter,.itoriali sono i seguenti: - oggetti di arredantento ospedaliero per un valore di 350 1nilioni; . - stnt1nent i chirurgici ed apparecchi, ilaboratori, gabiuetti scie ntificJ per un valore di r 53 n-tilioni circa,· - atttoa1nbulanze per ttn valo1·e di 115 nzilioni,· 1

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- .rtufe di disinf(·zione per tell VCilore di 32 ·1nilJoni; - bagni can1puli per ttn rualore di 20 rnili.oni. . A tali uur~erirriJ~ clu: eraJJo ~tat~ a.sp~rtati. a~i !edeschi ~ po~ recuperati, st debbono pero aggLungere tuttt glt altn n2atenalz cantentttt 11et 1nagazzini, stabili11tenti ecc. che. per opera d~! p~et'sonale sanitario 1nilitare, ivi canzpreso le Suore, le h1fernuere VoLontarre della C.R.I. ecc. furon'o -&a/vati dalla rapina e dalla. furia distruttrice nemica. Il valore de1 recupet'i può calcolani allora intorno ai 4 1niliarcli ai prezzi attuali del 1nercat.o. Nello sforzo ricostruttivo dt·lta Nazione la Sanità J\,filitare ha consegu1to risultati uera1nente intpo11e12tiJ quando si pen.r i che alt atto dell' arnzistizio tutto il 1nateriale sanitario delle FF . ..r1r1. poteua ritenersi perduto: non 1"Ì1?'J){Mzevano ,a d-isposizione del A1inistero d'ella. Guerra costituitosi a Lecce eh~ quantitativi insignificanti presso 1 Centri di Bari e Lecce. Le scorte d'ella Sardegna o di Napoli) che erano considerevoli, no11. erano però p· portata d1z n1ano. Raggiu1lta Napoli in seguito al!c sbarco di Salerno, si provtlicle sttbito a utilizzare le sco1·te della Sardegna ·1nediante lenti e penost -n1ovùnenti verso ìl Continente. Nel conte1npo in collega1nento con gli .lllleati vennero fatti atfltdre a T ara11to i 1nateriali, specie fa:rntaceutici, 1nan rnano rec,tperati in Sicilia e qttelli già dichiarati preda bellica da parte degli Alleati, dispersi ùz Tunisia~ Libia, Medio Oriente ed A . O. Con questi mezzi si affrontapa la ,~icostrttzione degli stabilin2enti .sanitari tenitoriali e si ticostituivano le dotazioni distrtltte alle []uità conzbattenti_, alle Truppe ausiliarie ed ai lviagazz;ini avanzati. Sin dall'autunno 1943 s'iniziava. dtuzque tt1J. lavoro gra!ldtoso di 're eupero e di ricostruzione che dalle Pnglie e dalla Calabria andava fpostando\Ì sempre più verso il Nord, attraversp le tappe glorio~re ,di Napoli e di Ron1a. Diecine di 1nigliaia di posti-letto, intiere attrezzature ospedaliere, nJateriali sa11.ita1·i vari, specialntente prodotti fannaceutici vennero così recuperati per il va.lore di diversi 111iliardi di lire. Buona parte di Cfttesti 1nezzi veniva utilizzata dagli ./1/le,rti per le loro esigenze opcratipe, 1nentre ttn'altra parte servÙ1a a far fronte a! bisogni pùi i1n1nediati delle popolazioni civili 1nan 1nano liberate. Questo lavoro osctlro e tenace del prùno periodo era sorretto da una speranza: che ~col raggittngi1neiJ.to della linea Gotica e la liberazione di Fi· 1·enze si sarebbero rese Jisponibilt' le scorte grandiose di ntedicinal~.· che si 1'1~ teneva dovessero trovarsi presso t'Istitu-to ClziJnico-FaF!naceutico lvfilitare di Rifredi. l\1a. la. realt?t era diversa: il grande Istituto) r on.ico stabilinzento del genere delle FF. A .Il. era stato s111.antellato dai Tedeschi e tr,7.sferito altrove. Jtfacchinari e tnaterie pritne risultavano partiti per l'dito .Adige n1en-

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1· · lÌ V((l110 t re gl1• stavt!J e 1• se rv,zJ· fn1 c:u1· 1a lJt 11,,. et,.11 t 1•' rl·c· tt'·J'IJJO-t'h·tt 1 ica ' rt'Jf'Jn t rot'ÌlltliJ o dTJtruttl . ' t''ffi /t' a,·~t'J· ..,·I'le d'ordint'. /orrÌflÌCO tfoV.tllc~ al/a. JJJt711CaiJ[J.tltal'CJ'SO l l 7CO li 5 " ~-' ' ~ • . ::.:a. dei ·Jnezzi ed alla precede n -:::,1 ci~rla '" n1 orinu: nt~ ,dleatt, con t l'l l a~101~e quaJ~1

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to .111 ai difficile c c0n1p!essa dì ft'l't'cjl'lcl~Jolle e· cl! ~postantento tteJso ;.l No11di,

la Sanità Militare sul/1• eui -'(''ti/e robuste non salo grauavm~? le ~~~·z; d~l­ l'Esercito (oltre 300 .0 00 uonu111) n1,1. anc!Je que~le della 1\lfauna. .e t.•.~ll AuJa,.. zione ( oltr~ 100 . 000 ) 11ttr~u·o·J(l uno sforzo 01·d ~nato e tcna~e rtus~Jva a. zntensifìcrrre al 111tlS.,·ùuo c· conJ[It'ltTre l'opera di ncupero e utJlizza<:IOJJe. L'aiuto fornito inf.,tti aagli .-llleati in 111ateriali è Jtato nzo.desto nè lLl Sanit,ì t\1ilìtare ba n1l1i grclf',rto sulle organi.zzazioni civili. Anzr è stata in grado dì cedere notet,oli quantitativì di 1nateriale di 1nedicatura alla Sanità Pubb!ict7. Con la prùn.u'era de! 1945 che portava. i nostri Gruppi di ContbattinJento nti cu01 e della Piantl·ra. Padan,~ si riprendeva contatto finaZ.nzente con

i nJ~iteri,di f.7rnh1CeHtici l{lsportati d'all'Istituto Chùnico-Farnzacetttico Militare d1 Frren~e, ritrot'ati a lvlerano con appendici in. Cadore e diverse altre loca,.

littì del Trentine. Lu.11glze faticose e controt,erse furono le pratiche svolte con gli Alleati pel recupero che oggi è divenuto un fatto co1npiuto. T'eniva.no così recuperat.i i bei n1acchi11ari costati oltre I 50 1ni.Zioni d1 hre d'anteguerra e ingenti quantitatùJi di 111 aterie pri?ne, di p11·odJotti finiti e di St'lnilal 0 rt7iÌ per oltre 6 nJillardi d'i lire. Pur continuando a gravare .sulle farn'Jacie dell'Esercito il ,·ifornùnento dell'.A.eronautica e della Marina, la Sanità Militare può guarda.re con serenità alt at't/enire in quanto essa sa di poter far fronte, con il sussidio di talune integra::.io1u al fabbzsogno delle FF. AA. per circa 2 anni. Nel C01Jte1i1po ristituto ?"eÙztegrato nella sua C0117 pleta efficienza sartì posto in grado di ve11ire incontro cventumbnente alle altre anunùzistrazioni dello Stato. Lo sforzo di organizzazione 1'icttpero e t icostruzione conztpittto dalla Sa11ità lv!i!itare è stato tecnica1ne11te ed eco1101n ica.nzente 1~1 gente: il suo contributo alla 1·inascita. ,d'elle FF. AL4. e dello stesso Paese è stato e potrù essere ancora notevole. 1

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Signori Ufficiali, alla fine di questa rassegna schenJatica. dell'opera del Corpo Sanitario Militare da cui è stata voltttcunente esclusa la riorganizzazione de! personale e del settore Medico-Legale pe11sionistico è tetnpo di dire con f~rn1a tloce, e nessuna giornata è più indicata iN questa, che noi tpossùuno nentrarc nel Celio a fronte alta. ,e con intatto orgoglio; 11el Celio co1ne in tutti gli Ospedali .lvfillfari restituiti alla Patria. Sul frontone di ognuno di eSJi pot,-ebbeJ•o essere incise le sacre parole de'Ila Scrittllta:


''Tienitc, benedetti dal PatiJc n1io, perchè aveste fa1ne e t'l ri/ocdlan2n1o, sete l' L'i den2n1o a bert.·, fuggiaschi r ui ricettanHno, ignudL e t/Ì copri1nnto, infcnni c t'i curan1-n1o, carcerati e ria1no venuti da voi". Fa111e, sete, 1Htditù, 1nalattie, persecuzio11i, disagi, le opere di nziserzcordia che il Catechismo chia1r1a corpor:-~lj, tutte queste ope,:e abbiamo cercato di assolvere con appassionata fede negli uon1ini e nella fatria e se d pre1nio cN esse dovesse lùnitarJi alla resurrezione dei nostri Ospedali e del nostro Corpo, ebbene noi ci terre1n1uo paghi, perchè in questa resurreziotJe 11oi. veclianzo il segno premonitore e c01nn2ovente di ll!1a più vasta resurrezione, ,qu'ella dell'Esercito e più ancora della Patria lacerata e 1rtartoriata. Una delle leggi della 1nistlca stabilisce che c.ome nell'ordine naturale esiste il principio dei co1npensi, da ~·ui è tenuto in equilibno il 1nondo, dall'astro all'atont.o, così nell'ordine spirittt'ale l'eccesso della col pa è riscattato dall'eccesso ·dlel nzartirio riparatore. Se ciò è vero, 11on vi lza dubbio cl1e l'Italia lza pagcrto e sta pagando per i suoi peccati un 1·iscatto di regale grandez:=a. Le sue 1nani esangui e generose orrnai :vuote d'ogni bene, disartnate di quelle anni c/ze pur servù·ono con la propria la cau!Sa della libertà del lnondo tJella. quale contÙ1uia1no a credere, si protendono stm1cl1e ma tuttal'ia eroiche verso il Calice non ancora vuotato. Ma la som1na i1zgiu·ria diverrà forse pe-r noi Trasfigurazione e smntna giustizia. 1

Roma, 20 ag~to 1946. SIRO F.IDDA

Direttore Generale della Sanità 1\fil.itare

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ISTITUTO DI MEDICINA DEL LAVORO DELL'liNIVERSITA' Dl SIENA

CONCETTO E LIMITI DI INVALIDIT A' DA MORBO DI BUERGER ProL GrusEI'l'r. AIELLo, direttore . . l

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Avendo :..tvuto occasione dt csan1inare, in questi ultin1i anni, molti casi di morbo di Bucrocr ai lini della eli pendenza da causa di servizio bellico e Jella valutazioneb del danno, quale rebtore nel la Cotnmissione tn cdi ca superjorc delle pensioni dt guerra, ritengo opportuno r~a~sur~erc i dati. rsscn .. ziali d1 quattro fra i casi più intercss~tnti (anche perchc tn dtv erso stadto) per tr:trne alcune considerazioni cliniche c n1eclico-lcgali , nonchè per l. t t ratt:t· zione dei rapporti di concausalit~t con l'atnbi cntc esterno. Specie ~1 lli quu;to ultimo punto i conrrjbuti sono poch1. Il freddo è gencr~tlnH'Illt' : tnlnH·~so (.·o· 1ne elemento di aggravan1cnto nei soggetti predispos ti c rotnc evidenziatore.: (Pieri, Leotta, lvianozzi); è. certo che i dishr,rhi si fanno sentire nwggior n1ente d'inverno c più nelle r·cgion i fredde., pare per ra \le n t:ll ne nl n ci rco1atorio (Morha rd t). Con1e in n1olli casi vi è rctrazionc vas.dc, può pure esser vi, in ~ \Lri casi, un jn1mcdiato seguito di dibtaz ione, ccn fasi alterne (u gioco vasale H dd Pellegrini). Di -lviacco (r) nhene che la perfr1gcPazionc intGnsa è uno stitnolo che agisce:: con1e causa iniziale primaria di una serie di alterazioni ·di carattere rcattivo; che successivamente si pcsso11o costitu11 e condizioni sfav.orevoli, che richiedono nuovi acbttarnenti c l'intervento di n1eccanisn1i di cui non ~e mpr e è possibile valutare cntil~t e svolgirncnto. Secondo D'Avanzo (2) il freddo agirebbe sui fermenti cutanei, ad es. jnibendo la ca talasj. Una certa i.I11 portanza può avere la dùnostrazione data dal Di Grazia (3) che guando jl raffreddamento supera certi limiti, i tessuti subiscono 3quilibri acidosici, essendo nota, altresì, l'azione acidosica di esso sui centri neuro-vegetntivi. V. Putti metteva in guardia, col suo senso clinico, da1Jo scambiare dei lesi dell'apparato vasale con dei Inialgici. Theis <: Frerland misero in rapporto il m. d. B. con ,un preteso alterato meccanisn1o della utilizzazione dell'ossigeno. Greppi (4) scrisse (in ·-un suo contri buto alla patologia arteriosa funzionale) che gli sqtùlibri tcrn1ici, allo stesso modo della azione emotiva, debbono ritenersi vere e proprie esperienze di laboratorio e che nei vad individui gli et-T-etti sono dissin1ili (reaz ioni scarse, reazioni violente). K.lc_mp.crcr, in osservazioni ~u ex cornbattenti, ritenne che le pr·egressc congtl:-tz1on1 portano, attraverso i vasa-vasorun1, ad abnormi regobzioni c

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ad abnormi prodotti del rican1bio (sensibilizzatori). Gli strapazzi intensi e freq~en~ ve~gono riten~ti. elemen~o notevole di acceler~mento; uguahnente Ja rucottna, l alcool. I prmu ~ccenn1 del male ~ssumono il quadro delle acroparestesie. La tron1boflebite, migrante attraverso le vie linfatichc, è un elernento che può mettere sull'avviso; il dolore può confondersi coi crampi e colle parestesie. Leggere elevazioni sub-febbrili e valori piuttosto bassi della pressione arteriosa sono sinto1ni poco pntognomonici. In un primo tempo i disturbi di circolo del m. d. B. sono soprattutto la conseguenza dei disturbi funzionali clerjyanti cb spasn1i circobtorii. Eu erger chjao1Ò l 'atlczionc cc setti cernia arteriosa cronica))' per quanto non si sieno 111ai isobtì dei germi dai vasi nmmalati. Rocssle con1prcnd'c 11 n1. d. B. tra le l( 111alattic reumatoi·d.i \) c P. Redacl1i (1) ne confcrn1a 1'cziologì:-t osc ur~, pur ritenendo che p·er certe analogie rnorfoJngrcihc con le artcrjti cronic he rctunatichc è probabile : 1) un .u·<ont.uncnto con 1:t predetta rna bui n cl.1ssicu; 1) un 1neccanismo genetico (·Jw r ;, !JII' l!ìCa 1non1rn t i d i natura ;tllcrg ica. In tcn1a d i prccHsposizionc, alcuni 1j n icj co.; ti tut' i orJ :d isti h;1nno <..an 'li drra t o: a) soggetti a diatesj v~o-neuro­ lic:t, rtHI di(i<.Jllllibrin rH·uru~vcgctativo (od inversione) ed anon1alie della fortn ula c; nci(Jcr'i na; h) soggetti con l;1hi lit~t n eu ro-vasalc, ad orientamento sitnp:t l icot nnicn e d i:t l<'!1i tnnnb o~hlastica; c) soggetti angiod is plastici, angiodistonici, angiodi:Jtrofìti ; cl) soggctli con ipopbsia nrtcrjosa~ c) soggetti con sindrom i angirt.lclcrrAicht: giovani li; f) soggctli con ncuroangioitc iniziale. Non si pub entrare, qui , in rncrito ~1<.l argon1cnti così con1plcssi. Solo di sfuggita si acccnncr?t a!la frcq ucn te i pcristamincn1ia (concezione allergica di Businco c Visalli) (6), alla ipcradrcnalincmia (V. Oppcl), alla ipovitaminosi B [donde la tcrap):! fisio-dictctico-vitaminica trattala in un ampio lavoro di R. Grasso (7)i, alla ipercalcernia stimol~ntc del sin1patico c d:cl~lc surrenali, con iperfunzione paratiroidca (Bastai c Dogliotti), .1 i pcr~urbamenti riscontra ti nella glicoregolaz1one e ncJrequilibrio onnonico (orn1oni sessuali maschili). Sono da ricord3re le ricerche di Vemoni (192r) (8) sugli stimoli tossjci intcrrnittenti e frequentissimi che dctcnninano nell'intima (sguisitan1ente reflessogena), per ripetute reazionj, l'insorgenza di distLtrbi trofìci e funzionali (in un primo ternpo) e fOi dt :llter-azioni anatorn.idhc irreversjbili. La reazione allergica svolgentesi nell'intima vasale dà il primun1 n1ovcns a fenotneni suc·cessivi, funzionali cd anaton1ici, culminanti nella oblitcrnzione arteriosa. Il m. d. B. è runa di quelle mabttie vas:di nelle quali in un prin1o ten1po, che può essere anche molto lungo, si n1anifestano soltanto fenon1eni spastici. 9

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I. - B. S. impiegmo di 4111ni 46, c.Ia Sass:-~ri. Anamnesi f:~milian: ncg:1ttv~. Sofferse ne l 1927 dj forma pleuricn lieve, non bene precisata, e nel I9.YJ fu t.ospettnto CASl"\

un n1. eli Pott: ma gli accennment1 rJ.diografici risultarono negativi. Nel 19-to-..p, prestò servizw, cb richiamato, ne:l'artiglieria contraere-a del Trentina, csposro molto ntln rtgt-

clità del clima. Nel luglio I9-.P senso di freddo nl braccio cd alla gamba d., con modico edcn1n. Progredendo la ·si ndrome e riconosciuto un das~ico n1. d. B., fu rico.veruto

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pt:>rsona.!c r:eg:.n~' ..!. _\ xl\ .1 prt.. :-\.1 pJrte. ~;lb precedente guerr: li9IS-lQI 8)., ~egli ~diti,. ndb Clrni.1. t? nd CaJo:t.. In t:1k pcnoJ0 fu per 2.-3 gg. rtcover~tu 1n 1nfern1ena corl un J~Len:1o ..1 ..:on~e:.!men~o ag,i 3rti inferiori (guarito con ::1pplicaz.ioni esterne di grassi). Richim1.1to il 1.3 ...giugno HJ.iO prestò !'eniz.io per oltre sei t~ esi press~, U n.ità opern~1tc sul G-.:m Sa~~. dormendo lungnmenre jn ancnd::1n1ento (pnma per il mancato runvo de'k bJ.w(\:h ...· in le-gno c poi per i succcssi,·i faticosi spostamenti). Dal dicembre 191-0 aP. c~ì in posizione eretl3 senso di freJdo ai piedi. Poi i disturbi· peggiorarono abbns~.Jn::I .r:2piJ::uneme. _-\.ll'mto della Y-ishJ (C. l\ l S. P. G.. cJi Ron1a) presentav n. : piccle di d. J.rro~~~o ed in pJrre con tendenz~ .ù bluastro, ~dem;;toso. Ci~nosi deae daa.. Per· cEt:t rece.me. i:1 ~~m~ena. del -t0 e 5(1 dito piede d. con grossa pia.ga icorosa a livello Jella fuc.ria es.teiT~. .Articolazione delle ,di ta restanti .rig~de. Pedidia di d. non puiS3.Ilte. Piede s. meno ederp_atoso, ma -pure cianotico. Si è ora ri\'isitato 11 paz. (22 genw.io 1946) e si è ri~o nrrata esten sior.:e dt:l processo a dr.J.Stra, con gli stessi gr::1vi caratteri r gangren:1) che a d. Anche il 3° dito è colpito. l dolor~ sono presenti, saltuari, nor. rorri. Ha prosèguito cure mediche, specie vit:1minichc.

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- C. ~\l di anni 30, da Bari, contadino . Anamnesi familiare e personale neb;1ti'a Dopo tre anni di partecipazione alle dure operazioni belliche di Albania avvertì freddo e do1orc ::ille di ta dei piedi, specie a s., Fu fatta djagnosi eli note di endoarterite ob!iter.ar:;e piede sjn . (alluce pu-Jcolarmente colpito). Fu sottoposto nel marzo 1944, ne!l'csp. IT'jl_ di Bari a simpaticectomia addominale: Dita dei piedi tuttora cianotiche (6 gjugno 1945) soprattutto le prime due dita del piede sin . . Anemia ipoc,romica e stato asteruco . C.t.so l\-. - 0.. A.. di ~ -fO, muratore. E~eguì d'inverno, in giornate tredde ed um1de la•. ori all'af.eno. A \'\'ertì (in ricoVt..r<.i all ' infermeri::1, àopo vari IT'esi di Javoro) do1ori alYano inf. ili ::;in., che \'ennero ritenuti di origine nualgica o ischialgi~'l. Nc:!resta.re succeScs!\2. aumento dei dolori ed il 2 settembre 1936 operazicne demolitiva (sec. Gr1rti). Il parere del Collegio medico leg:Jle, sul caso, 1nise in rilievo le v::1ne vedute Fatogenetiche sulla m.alatti:J (sopr:lttutto cause tossiche e cliscrasiche, labilità co~tituzionale ecc . ) ma non ritenne che il fredclo co!·tituisse conc:.tusa prepondcrante c necessa.rU di senrizio . L a Corte dei Conti (dee. 30 dic. 1939 - ro gcnn. 19-J.O) accolse in\'ece la tesi della detta concausa, ammc.:ttendo quincJj la clipe ndenu da senrizio. Ciò date le ÌD!:t:rt<.-L.ze etio logiche e d :l t o che trJ le cause probabili viene <t ammessa nnchC' quella cla perfrit;erazione: " ·

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CASo V. - C. G., uHiciaJe medko a. 44· Sintomi inizi:Jlj di morbo di Burgcr. Aveva. prcs.tato fervizio in una grande città (la propria sede) c snlt uJrbmente aveva preso parti! a qualche escursjone in H wn::1 montagnosa >J (andata e ritorno nella giornata). L'l Commissione in S(!duta plC'n:1ria, a grnnde maggioranza, decise dj non :Jmmctterc ]a clJpcn?~n~a da c. s. g. per k prestazioni saltuarie non sicuramente gr:J\'Ose nè collegate con ,mJZ I::Ilt congelamento (o freddo intenso prolungato) .


J.a rn(Jitva'lior tc (J ,ratica n. ,112r>2k) della d.ipcndtaza del caso n. 1 (aggrava llH.!Illo, nell a (,l;ccic) da t:tll',a di ~~rv iz1o è stata così impry.;tata; a) devono escludersi luc::;, t. b.c., artcrict;~kro. jt; b) il m. d. B. essendo (.h czi'J~ogia jgnota, non c~)cndo ~.ncora acccrtétti dctcrrnin,tti fattori cr~tituzionali riJpctto ad altrj, è innegabile ch e nel c,J50 :in otigctt0 sfuggì per lungo ternpr1 ~ n'ac­ certamento (il ricovero in e;c;pedale militare, in o:;5ervazione, -ave ,ra determinato il congedo prr (( jncffi cienza fi t)ica ;~, da dolori muscolari, nevralgie, ccc.). Il freddo del Trcntino cd : disagi he1lici hanno, quanto meno, accelerato i} decorso d'cl male, •dCCOfSO che SI e fatt0 pjÙ rapido e grave a breve distanza dal congedo. Si tratterebbe, quindi, ai fini medico-legali, di una concausa di aggravamento. La motivazione (pratica 295472) della dipendc-:1za per aggraltamenta da s. di guerra, per il caso n. 2, mise in r ilievo : a) che il paz. durante Ja guerra 1915-IB ebbe un iniziale congelamento agli arti Inferiori (fattore. indubbinmente, di pred.isposizjone Jocalistica); b) che il freddo e l'umidità (attendamento invece di baraccamento) influirono ad accelerare ed aggravare il decorso del male. La motivazione (pratica 338846) della clip. per aggr. da s. g. del caso n. 3 mise in rilievo i disagi bellici di tre anni (quindi tre in\-er71i) di campagna e la pérsistenz::t dello stato oligoemico, rilevato dopo i primi fatti di encloarterite obliterante nl pied e sin. Le tre motivazioni (come numerose altre del genere che si omettono) sono essenzialmente basate sull'art. 5 del R. D. L . 28-8-r92.4, n. 1383. Si tratta di « Clecorso influenzato nocivamente dal freddo e dai disagi bellici>'~ in soggetti tutt'nltro che allenati al freddo. In tutti .i c2si di~oncsi e cure furono tardive (da rilevare che, soprattutto per la tardività delle cure, la Corte dei Conti ha emesso molte decisioni, stabilendo la dlpen:ci.enza da c. s. g . anche in casi dubbi, per il solo fatto del ritardo diagn~tico-terapeu­ tico predetto). I congelamenti (ali 'infuori del m. d . B.) caitituiscono lesioni la cui dipendenza da c. s. g. è diretta come le ferite di guerra. Per i soggetti colpiti da m. d. B. in periodo dì guerrn. alf.infuori d:t vero e .Proprio conge]amento,, si potrebbe opporre (più che m edico-legalmente per artifizio polem jco)' che essi avrebbero sofferto ugualmente, per la fatalità progressiva del n1ale, delle medesime conseguenze indipendentemente dal servizio; n1a in n1olte n1alnttie (e cosl deve ritenersi anche in quelb in oggetto) la concausa scatenante ha notevole in1porbnza, come si è già accennato, a proposito della rottura dc Il 'equilibrio somatico-funz.ionale precsistente. Detto equilibrio può essere rotto per il freddo ed i disagi bd~ci, tanto più che per il n1. d . B. è d.1 molti nnuncssa una componente allerg1ca c che· dei cas! trattati in pensionistic:t di guerr~, molti sono in età non più gìovn~ilc (c;oggctti richinm~ti: vedi i casi T c ::! vicini già ai cinqumt':1nni)


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n1entre la letteratura, per il Buergcr, è concorde n~l ritenerlo più freque~te nei oiovanj. Del resto, non vi è n1alattia che non nconosca a n1omento etJ.olooi~o un concorso di cause pitt o n1rno efficienti c contiogenziali. Anche se 0 si conoscesse (e nel Burger, purtroppo, lo si ignora) l'agente patogeno, questo avrebbe sempre bisogno di condizioni esogene, oltre che. ~n~bgene atte .al suo dctermjnismo e soprattutto al suo decorso. Il Pellegrm1, 1n una sua recensione (r94o) al lavoro del Chiorazzo (9) sui problemi 1nedico legali del m. d. B., chiama ncutamcnte « mornentì scioglienti » dette accennate concause ed afferma che non infrequente è la n1alattia nei reduci dalle trincee. Egli rilev3 che vi sono dei casi di « Jjbero intertvallo >> perfino per quindici a~ e ciò valorizza la tesi della concausa accelerante ed aggravante. Del resto è noto in questo genere di pratiche di jnvalidità che per potere formulare e concretare la dJ pendenza da c. s. g. necessita tr'a ttarc a fondo il valore qualitativo <.: quantitativo della invocata c:ntsa lesiva. Trn !'Cr\'izio e rnalattia deve esistere un nesso ben definito c deve esservi slatn, ~oprattutto, una moduficazionc nell'organisn1o tale da prodw·re in esso la rottura del preesistente equilibrio. S1 deve, cioè, avere un decorso cc:lcre, non abituale, della malattia e da tale dimostrata sjnton1atologia prende vita l 'alterazione murbosa, oggetto dt giudizio. In tema di pensioni di guerra i criteri sono, comunque, meno rigidr d'i quelli lncdico-lcgali puri. Ricorcliarno infatti che per poter escludere il dir}tto :t pensione è necessario - dh parte delle Commissioni mediche (( provare che il servizio prestato non abbia esercitato ncll 'insorgere o nel decorso delle lesioni e delle infernlità alcuna nociva influenza)) (art. 5 R. D. L. 2H-S-r924, n. 1383). Si aggi1unga che rart. I dello stesso decreto considera come servizii attinenti alla guerr~ quell.i c:he «richiedono maggiori fatiche che non 1n tempo d i pace». Inoltre _la legge fa presente che per i rnilitari richiamati (i quali in ten1.po di pace sarebbero stati liberi cb obbligh1 di guerra) è indispens:tbile tener conto di effettuati (( servizi particolarmente gravosi in rapporto alle loro condizioni individuali>) . Si tratta (art. 2) di una presunzione vera e propria di dipendenza di sen'tzio per tutte le infennità, comunque aggravate in occasio11e di effettiva prestazione di servizio attinente alla guerra. L'occasione, quindi, costituisce la prova de!la causa di servizio, prova legal<;, presunzione che non appartiene alla categoria delle presunzioni jus et de jure, ma che c.ostituisce un;1 presunzione juns tantum (che ammette, quindi, la prova contrari~).

E veniamo ora alla valrutazione del danno. E' nota, nel m. d. B., la irreversibili tà d eli t lesioni ana tonuche, interessanti tutta l'economi a del t erri torio .aggredito. Il 2v1anozzi (IO) ha fatto rilevare « la continuità nel tempo » del n1alc; e la necessi t~L dii allontanare cc immediatamente e definitivamente » i c?lp i t1 dalla influenza d i (< quegli agenti esterni ai qua li concorde~nente si neon esce un indubbio valore nella genesi della malattia ». Quasi se m pre, nel


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.caso dei militari, per ovvie circostanze, la diagnos~, o per lo n1eno l'allontanamen~o .dal servi~io, avvengono con n~tcvole ritardo: anche di questo la CommJSSione tncd1ca su p. ha rcnuto c ttcne conto: nei casi, però. in cui il ritardo si è dimostrato dannosamente manifesto. · Circa l'assegnazione delle categorie dì pensione (si ricorda che esse vanno dalla Ia all'Ba e che la ra equivale al roof roo, 1'8" al. 20/Ioo della residlua capacità ·lavorativa) si sono seguiti i seguenti criteri: che differiscono, nel coinpJesso, di non molto, da quelli tenuti nel giudizio di invalidità nel campo assicurativo civile: I assegnazione alle categorie 5o. e 6r. quando le alterazioni circolatorie non costituiscono ostacolo notevole alla deambulazione, per essere i segni di alterato trofismo iniziaU. Si terrà, naturalmente, conto degli avvenuti ~1tti chjn1rgici; 2'' - assegnazione a categorie superiori (anche alla rt\) quando la funna (: bilaterale c quando gli accessi dolorosi sono frequenti, con disturbi trofici c cjrcolator1 così evidenti J'a LlYYicinare il soggetto alb invalidità totale. 1~anto più se sono state, con discreta e rebti\'a utilità, esperite tutte le consuete eu re rnedico-cih.irurgiche; 3'' - assegnazione alla Tn categoria, con superinvalidità, se del caso, quando la sindron1e è taJmeot~ avanzata (anche se non sono coinvolti gli rtrti superiori) da far ritenere impoc;sibilc una residua e veramente proficua cnpacità lavorativa. Ogni caso costjtuisce, na~u.ralmente, fonte di studio c di riflessione: e -ci si d'eve, in certo qual modo, allontanare mentllrnente dal puro campo della pensionistica: che, a rigore, non tiene conto della età e dei f::tttori professionali. Nel caso del m. d. B. è opportuno, invece, tenernc conto, ricordando che il lavoro residuo, per essere proficuo, deve essere prestato per qualsivoglia occupazione, jn modo costante e continuo: possibilmente con uguale quotidiana jotensità e alacrità (Panagia) (II). In infortunistica è proficuo il Javoro (Pellegrini) quando può tradursi in un guadagno il quale - corrisponda o no a queJlo degli altri lavoratori dello stesso mestiere, stessa età, stesso sesso e n1edesin1a zona - deve essere sempre tale da permettere il 5ostentamcnto. Secondo la. R. Corte ·di appello di Milano (4 settembre 1941) è proficuo il lavoro che permette di guadagnare guanto basta per condurre una vita modest:1_, secondo la con-dizione sociale dell'operaio c non .solo un compenso (<infimo dhe sollevi dalla n1i~eria )) . E' chiaro, qtùndi, come il concetto di bvoro proficuo si riferisca al oQTUadacrno che da esso si può ricavare. Prolicuo vuoi 'dire (Carb vaglio) (12) utile, giovevole a procurarsì i mezzi per vivere (gundagno). Bi·· ·sognerebbe astrarsi, a rigore, come si è detto., in questo genere di accertamenti pensionistici, dalla valutazione lucrativa. In realtà si trJtta sempre di giudicare se Je energie fisidhc e psichiche residuali consentano all'indi0

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viduo un lavoro generico, tale da pL1tcrg1i t:L"'nscntjrc un guadaguo alto a pro · curargli ìl sostentuncn to: o se, 1nYcCt\ egli è d ivcn,uto in ab i le .in n1odo :lSsoluto ad un lavoro utile (Pcllcgrjnì St'rissr : 11 l~voratore non deve essere ridotto ad un cascarr1c )'). l .Tn inY.111do paTz ìalc non può dirsi neccssarjan1ente 1ncap::tce a qu~lsiYogli.l Ln·0ro. anc he se presenta in realtà, dci gravi difetti fìsièi o se sia ~ ffettcì d~1 1n.1latti;1 dichìar:1ta cronica dai medici, quasi sctnpre jngtt~ribiJe. Nel caso del n1 . d. B. il soggetto colpito d'eve essere ritenuto u non soltanto inabile. ma cotne ine.sistcnte in fan1iglia ))' per via dei dolori, deJle pareste_)ie_, dcHe piaghe cd ulcerazioni, delle an1putazion.i ecc. In ef-fetti tue org~ruchc e &mzionali sin1ili possono ridurre ogni attività e condurre pratican1ente alla im.n1òbilizzazione; anche non essendovi vaste mutilazioni, un n; alato di m. d. B. grave non può certo, ((con le r·esidue energie attendere a qualunque proficua occupazione >>: Filagrana (13). Si tratta di W1a malattia con riflessi sullo stato generale, la ou.i localizzazione se è elettiva agli ar ti: non esclude al tre localizzazioni. Si aggiunga che, con i concetti attuali, il lavoro deve essere compatibile con la dignità personale e con la adJttabilità dell'individuo. . · · P er tutte queste complesse ragioni riteniamo che nella valutazione del danno del m. d. B. si debba non incasellare le mutilazioni e le manifestazioPi morbose, ma tener conto della singolare gravità e d!ella progressività dei fenomeni · morb05i, dando grande valore agli apprezzamenti funzionali, oltre che a quelli organici, ed al corn.plesso delle lesioni. 1\

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L". B. - Ringrazio vivamente il ch.mo Presidente della Commissione medica superiore delle pensioni eli guerra, ten. geo. medico prof. V . De Bernardin:is, per avermi consentito la raccolta e la pubblicazione della casistica in oggetto. · Rt ~5UNTo. -

L'A. suHa base di una vasta casistica osservata nel campo delle pensioni da cause belliche e presi ad esempi o qur.ttro casi, in dj verso stadio, di Burger (d t c.ui riporta i dati clinici e medico-legali per 1a valutazione del danno) traccia i criteri per il giudiz.ic di inva.licl.ltà specie tenuto conto della gra vità e progressività clelia oscura affe7Jone che investe, coi suoi dfles:;i, rutto l'orgn:nismo.

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(~LlNH ;A f1TUH1rf(Jf./.It.l1 :cJOl \ ' ll'IC ' \ lJI:U .. t\ P•• U ilVERSITA' DI C•\TA. ' lA D tre tt..vrc [' ; r,f c,_ Cn tt.LI

SUL TRA TTAMEI'~TO DELL'OSTEOMIELITE ACUTA DELLE OSSA CRANICHE •

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N el 1936 esposi, in una mia comunicazic.,nc, a!cune considerazioni derivate dallo studio di sei casi di os teomielitc otogena delle ossa craniche personalmente osservati e seguiti . I rilievi più importanti riguardavano anzitutto la etiologia del processo: le indagini batteriologiche compiute mi ave,·ano infatti condotto, in due di quei casi, a!la identificazione dell'entcrccoccc. E .. poichè l'eventualità Idi una etiologia enterococcica deH'osteornielite otogena delle ossa craniche non risultava nota prima di quelle mie osservazioni, nlevavo ancora una volta la grande impo1tJnza che, nella patologia dcll'orer.:clJJO, può assumere questo germe, già ampiamente sl"l.JdiJ.to per le ricerche della Scuola di Citelli (Caliceti. Citelli, Piazz:t, Carcò=- Fo.mari_. etc.). Ma le osservazioni che formavano l'oggetto della mia ncta del 1936 consentivano fin da allora rilievi di una cert.l importanza nei rig-ù..1rdi del trattamento della malattia. E, noto infatti come il trattamento dell.osteamielitc delle ossa del cranio - la cui storia è relativamente recente, potchè si inizia con 1a precisazione datane da Lannelongue nel 1879 - st sia pel passatu uniforn1ato essenzialn1ente ai criteri esposti, nel suo fondamentale lavon1 del 1904, da Schilling il quale ritenevo. che l'unico criterio terapico o.duttabile in questi casi fosse essenzialmente quello chirurgico, ampiamenteaggressivo e den1olitore,: avente come obi:ettivo la asportazione di tutto rosso compran1esso finn a raggiungere $Ìcuramente il sano. Nei casi in cui, malgrado l'intervento o gli interventi, si hanno sempre nuo\·e rec:dive, Schilling consigliava di tentare addirittura una demarcazione artificiale del processo, scavando un solco, o trincea!. largo circ:1 mezzo cm. tutto .attorno alla zona lesa. Le osservazioni che si sono segttite hanno tutt1YÌa dimostratù ccstantemente come i] criterio chirurgico, in sé e per sé, si~ in rea]tà incapace ::l don1inarc l ,ulteriore diffusione del processo, il quale, in mani ero. più o tntno ttunu ltuaria, nella maggior parte dei casi, finisce col condurre a morte l 'amm:-.lato. Per la verità una dcn1arc~1~i one chirurgica dell'osso leso da quello sano non ci sembra setnprc possibile. sia perchè - come rileYavn gìustanlente Pagano nel 1930 -- non è setnprc facile riconoscere l'osso sano da quello leso, sia perchè -- dati i caratteri delb propagazione del processo per Yia vascolare - come faceva rilevare lo stesso Schilling, può aversi tma diffusione a distanza a traverso zone di tessuto osseo del tutto sane.

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A noi sembra ancora che, soprah1tto, sia da tener presente il fatto dhe - nella patogenesi della nlkllattia - indubbiament~ un ruolo fondamental_c è rappresentato dlalle caratteristiche locah c generah del terreno, che crnbtuiscono elementi di predisposizione :-tl.l'azion~ del_, ger~e: pe~anto nella maggior parte dei casi la ter'apia chirurg1ca, ancne p1u razton_ale, runane senza effetto se non si provvede a modificare opportunam,e ntc 1l terreno. Di fronte ai frequenti insuccessi, gli - _p.ur continuando a _so.~tenere che l'unica vja da seguire fosse guelJa chuurgtca este-sa e dcmohtr1ce non potevano tuttavia nascondere il sosr?etto che l 'intcr:ento 1?~tesse anc~e arrecare addirittura del clmno, potendo 1l trat1ma operativo faci11ta'rc la r,J(fusione dell 'infezjone diploica. E indubbiamente la m ortificazione delle zone di osso lese dalle manovre chirurgiche, le ~lterazioni vasco]ari c circot~torje che queste ultin1c d<' tenninano nell'~mbito della sostanz~ ùiploica, possono costituire dci lllO· tnenti predisponenti a.lb diffusjonc dc] processo anche .t distani':l, il ~.1hc· spiegJ il frequentiss.itno aggr~\'anlcnto postopcratodo dcll:t tn.tl:llt ta, in 1nolti dei casi .d;escrit6; aggravamento s~n1prc più jn1poncntc dopo ognuno dei reitcrati interventi cui vengono sottoposti questi ~H1ll11a\ali, fino ~di'l'sito in .. fausto che si è. verificato nella maggjor parte dci casi riportati in .lclleralura. Lo stesso Schilling che, cotnc s'è. gitt delta, è un fautore ddl,intcrvcnlo nd oltranza, affern1a: « i1 trauma operativo, per l'apertura della so~tanza Jiploica, sembra giocare un ruolo anche ncll'ostcon1iclitc otogcna, come io lo trovo molto frequentemente responsabile dcll ' osteon1iclitc nei casi orjginati d'al seno fr ontale n. In realtà, sulla base della nostra esperienza, a noi non sembra di poter condivider•c qnesto modo di vedere nei riguardli della responsabilità del trauma operativo sullo i11strrrwar~i di 11n processo osteon1ielitico delle ossa cr~niche . N ei numerosissimi interventi coP.J.piuti s1.ùl'oreccllùo e sui seni paranasali non ci è infatti mai accaduto di osservare dei c~si di ostcomielite postoperativa. L'intervento può jnvcce essere responsabile dell' a.ggrava.1nento di un processo osteom.icl iti co preesistente, poichè, per i motivi sopra esposti, può facilitarne la propagazione in un terreno predisposto. Sulla base di queste pretncsse la Scuola alla quaQe apparteniamo era giunta a dei criteri prudenziali, sul trattamento delrosteomiclite otogena, uhe furono esp osti da Carcò in un suo lavoro .del 1933, e dhe furono conferlnati dai casi descritti da me nel 1936. Questi criteri venivano essenzialn1ente gjustificati dai risultati ottenuti, nel trattamento della tnalattia, con la immunoterapia, sopratutto con l'autovaccinoterapia. Nei due casi di osteotnielite otogena del temporale e dcll'occiJpitale descritti da Carcò, si era infatti ottenuta la guarigione completa limitando l'intervento :1l1a apertura 1del focolaio causale otom~stoideo e sottoponendo successivamente le dfu,e amn1ol'atc ad una intensa autovaccinoterapia ·c he ritnÒ a don1i1narc il processo ostcornjelitico.

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E' .ce~t~entc sempre necessario, .per il buon esito di ogni t<.:.rapia, che jl focola10 llllZln'lC possa essere ttmpesb.vamcnte aggredito, prÌtn:l che }"estensione delle lesioni sia tale '<fa frustrare ogni tentativo . .A. ttenendoci all~ concezioni di Schilling, possiamo distinguere rostetJm.ielite delle ossa cranjchc in: una forn1:1 iperacata a prognosi generaln1entc tnfausta, carattcrj~zata da rapiùità massima di decorso, stato tifoso e gravi fatti settico-pien1ici che si ilnpongono rapidan1cnte, c precoce compromissione dell'cndocranio. Una fauna ,ccuta, con sintomatologia setnprc tumultuari:~. e prcgnosi sempre grave. Ed ulna forn1a lenta, ~1rattcdzzata ·da stato generale non molto allarmante_, nla con propagazione lenta, serpiginosa, del processo che decorre t1lora a lungo negli spaz1 diploici, diffondendosi a tappe: anclhc questa fon11o con1 porta scn1pr<: una prognosi molto seria poichè 1 ripetuti interventi raran1cnte riescono a damin;1rla: sì vcr.ifica t.1lora, immcd~intn.n1cntc dopo ogni operazione, tm rcgres~o di httta la sintom~ttologia, Jnil, dCJpo pochj giorni, tutti i caratttn di gravità ricompaiono per la fonnazicHH' di nuov.i focolai a cUstanza. Orn, nella forrna ipcr:tcu t::t la diffusione Jcl processo e l'instaurarsi dei g1·a vi'~!l iJni f.tltt scttico-pictn ici sono tabncntc rapidi da non consentire tal or~t. ntHIJll( nn un tcn tativo r4,'l~iona1c di in1munotcrapia, poi c hè la malat1ia gene ralnu.ntc cc nducc a morte entro 24-48 ore. In due dei casi di a>teomielite ologt,ila da nH.: cotnu n.ic\1ti nel HJ36, il processo si era svolto br'Llscamente, con fattj sc.:Uico-piemici i1npnncnti c con ]nvasicme folgorante del tempol.ale c Jcll'occipitalc rnanjfes taln~i jn n1cno di 24 ore; sì che. m~ùgrado l'int<:Jvcnto Jmn1ediatam.cnte pralicalo all'jngrcsso in Clinic:t, si ebbe l'esito letale circa 12 ore dopo. Questa fonna iperacuta, che suole manifestarsi più frequcntcrnente nell'et~ infantile e nell'età :-tvan.zata ptr le ben note carattcr.ist1chc anatomiche predisponenti che la sostanz:1 diploica presenta in tah epoche ·della vita, è da considerarsi di 1nassim.a superiore allo stato attua1le della· terapia: essa non cede infatti alla cura chinurgica, c, d'altro canto, 1I suo decorso fulminante non consente d1 mettere in pratica una immunoterapia che abbia razionalmente poss.ib.i.li tà eli esplicare la sua aJZione. Viceversa nella forrna acuta c nella forma lenta d.i osteomielite otogcn~ delle ossa craniche - anche anteriormente aJla introduzione in terapia dei sulfamidici c degli antibio6ci natur~li --- noi abbjanlo, con1c scrissi nel 1936, otttnuto costantemente la guarigione praticando un intervento limitato alla apertura e al drenaggio del focolaio otomastoidco responsabile, c lasciando poi alla immunoterapia il co1npito ùi modificare il terreno csalt~Lndone i poteri di difesa atti a dominare il processo osteomiclitico. A_ttenendcci ad un simile cdteri0 pntdenziale, noi abbiamo ottenuto buoni risult1-ti anche nel trn.ttamento dii gravissitn~ processi osteornielìtici, n

diversa patogcnesi, di altre ossa crnn.iche, c precisamente in un caso di osteon1iclitc dell'osso frontale e in due c:Jsi di ostcomiclite dell'osso 1nnsccllarc~


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Abbian1o pertanto ritenuto che fosse non priYo di interesse. ~a~ cono~.cerc questi risultati che confenn~no ancora una volta la grande uttbta del11mruunote... rapia, introdotta nella ptratica otorinol~uing,oiatrica e sostenuta dalle osser\-·::-tzioni di Citelli e della sua Scuola. Riteri:uno brevemente le storie cliniche dei casi considerati, riservandoCl <.li esporre pescia i riljcvi più importanti che queste osservazioni consentotono di fronte allo stJto attua le delle conoscenze. 0sTEOl\flELITE DELL'osso FRONTALE.

Il caso riguarda un rag:tzzo di r 4 Jnni da Cerami (Catauia). Nulla eli importante nell'Jnamnesi f:unilìare. Nega ùi aver mai sofferto malattie degne eli nota. Il 20 febbr:llo 1945 mentre giocava con dei coetanei, fu co1!pito cb una sassatn. a.lb regione frontale. Non notò sulle pdme alcun serio di sturbo· t.: qui,ntl.i non prnticò alcuna cura. !vb JoFo circa 5 g iorni comjnciò n tnanifestars.i edema alh n:gione .f-rontale, con Jolore a tipo tra.fittivo ed elev:-~zionc termica sui 38°-39". SuccessivJ.m entc l 'edema si estese a\Ja regione palpebralc 'bi:l~tcral mente, dctcnninanJo difficoltà nell'apertura ùcllJ. rima pillpebrale, Incnlrè si mntl1ifcstav!1no :1cccssi di brivido seguiti da elevaz.ione termica. (39-39,5) che dn1ctteva dopo alcune ore. Furono praticati impacchi caldo-unt!di sulla regione coJnproml![.Sa .c fu. praticata sul fnn1idotcrapia, ma, non e::sendos·i ottenuto ~:dcun risultato, ~tnzi "embrando scmP'rc più preoccupanti le condizioni generali, venne avviato al nostro reparto il :2 marzo. Ob!ettivamente ~i rileva edema ed :.~rrossamento notevole eli tutta b regione fron~. tale e delle due regioni pa!pebra!i, con impossibilid di apc~rtu ra Jella rima palpebrntlc .destra ·O·Ve si nota anche discreta chemosi congiuntivale. Sulla linea medàaoo !ii nota, in corrisponderuza della glabella, una zona Ji evidente fluttuazione. L'c~me delle fosse nasali no:1 di mostra alcun reperto ùegno di nota, nè alcuna tracc~ 3 di. essudato. L 'esmne diafanoscopico non dà risultati attendibili dato lo stato della regione. Il sensorio è cliscretatnente conservato, tuttavia. l'anunalato dimostra un evidente stato eli pros-trazione generale, e, più Yohe nella giornata, viene preso da accessi Ji brivido che dimo3trano resistenza di uno stato settico-piemico che lnduce 'a sopra.ssiederc acl: un esame ·:-adiografico. I dati an:-tmnestioi e clinici inducono. infatti senz'altro alla diagnosi di osteonuelite traumatica dell'osso frontale. Viene pertarrto praticata, sulla linea mediana delb regione, ul1l'inc.isione che dà esito ad abbondant~e racco1lta di pus venbst ro: il periostio appare, per vasta estensione, scollato dall'osso· sotros.tante il quale, sulla linea mcdian4.1, si presenta d~ coloP.ito· giaù~o­ grigi.astro e, all'esame con lo spccillo, appare evidente1nente rammo!lito per una estensione di circa r cm. di diametro. L'esa me battdoscopico del pus dimostra pre~enza di streptococchi e di bacilli corti e sottili. Sù.lb base dei criteri sopra ct!nnati, ci siamo astenuti all'intervenire sull'osso, limi t3.11doci a clrenare a m piamcnte b raccolta purulenta • ottoperiostea. Furono praticate sulla regione applicazioni calùc con sol uzione di euclorina e fu jmmediatamente iniziata sie~ rotcrapia antistreptococcica pr~nicnnc.lo, per 3 giorni, due jniczioni al giorno da. 10 cc. Venne nel contempo cont inuata b sommin,:stJrazione di sulfamide per os (3 gr. pro. die). Per circa 3 giorni la ren11peratura si mante nne elevata pur essendo subito scompar~i gli accessi p!emici, poi cominciò a veritìcarsi un lie\'e mi~lioramento nelle condizioni locali e soprnttutto gellernli: l'edema palpebrale e frontile anJò lentamente riuucenclosi entro G-7 giorni. ·N el frattempo ~i vcrincè> la Jem:trcazionc spontanea di un piccolo ~e'l ue st ro, de.l djrunCt·ro di circa T cm., provcnil'nte dalla zo nn osteom,ie Utica suùescrittn,

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che si dìmi,nò spontnncamentc dopo circa ro giorni . Dopo di che il processo si avviò decisatncnte alla guarigione che si ottenr1e in maniera definitiva in :!So giorno.

. . L'ostec:rnie~t~ acu~a dell'osso fror:talc ~ stata. ampiamente studiata, speCie m questi ult1m1 anru, da parte degli otor1nologt, per la relativa frequenza con cui essa suole llllnifestarsi quaJe complicanza sempre molto grave d: processi sinusitici franto-etmoidali. Tuttavia non è questa l'unica patogenesi del processo, che può rnanifestGrsi, forse con frequenza anche maggiore, per catllSa traumatica, come nel caso da noi descritto, o, molto più raramente, anche per via metastatica, come nel caso recentemente descr\tto da Abruzzini. Si ebbe qua _infatti un processo osteomiclitico fronto-parietule manifestatosi secondariamente adl 110 jntervento di pleuroton1ia per empiema pleurico: malgrado l'ampio ed esteso intenrento sull'osso compronlesso. l'a. venne a n101'te. L'A. dopo avere ricordato lo stato d elle concscenze f.u ll 'ostcomielite delle ossa craniche, e rilevato come generalmente si insista sull:t opportunità di an1pi .interventi demolitori, conclude afferm~ando che (< anche .intervenendo precocemente e l argamente rimane però stabilito, per parere concorde della maggior parte degl'i AA., che hanno studi::1to e descritto questa forma n1od1osal che la maJggior parte degli infermi non riesce a sal varsi >>. E in realtà appare sempre piuttos tl, singolare il fatto che molti AA., pur riJev:ando la impossibilità di dominare il processo per via chirurgica, insistano tuttavia sulla necessità di a~mpi ed estesi interventi. Nel 1936, quasi contemporaneamente aH a mia nota sul trattamento d ell' osteomi.'flite alogena, Decoulx, Patoir e Bedrine, in un lavoro apparso nel Journal d~ Chin:rgie, descrivevano due casi dà. ost~.mielite lenta dell'osso frontale secondaria a fronto-etmoidite pu:rulenta, entrambi venuti a morte, lllillgrado i numerosi interventi ripetuti durante un ·anno nel primo caso e durante sei mesi nel secondo. E gli AA. ----- pur raccomandando di tener presenti i presidl immunitar1 - continuano a consigliare, malgrado gli scarsi risultati ottenutiJ mterventi estesi ed aggressivi. Nello stesso periodo anche ' Lapouge comunicatVa alla Società Francese di O.R.L. ~un caso simile di osteomielite delle ossa craniche da sinusite frantoetmoidale osservato in un uomo di 27 :tnni, in cui - malgrado quattro interventi ripetuti a distanza di tempo varia l 'uno d31l'altro, con l 'intento di in&eguire la diffusione del processo per tentare dli arrestarla - n on si ern riusciti ad evitare l 'esito .infausto. Lapouge non crede che si possa jmputare al primo intervento, suJ seno frontale, l'instaurarsi del processo osteon1ielitico. po1chè esso preesisteva, suJla parete posteriore del seno, ·a questa prima operazione; tuttnvia, con1e abbiamo gij_ detto, a noi sèmbra non si possa escludere che i ripetuti interventi influiscano sulla ulteriore diffusione del male.

Lnpougc, che nel suo cnso ha usato 3nche sulfamidici per os, accompagnati eta trasfusione di sangue immunj zzato, ritiene che la terapia generale

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dntjnfcttiva sia (( ,del tutto inattiva J) c che l( rosteomjclite invadente delle oss3 del cranio sembra oggi al di sopr3. delle risorse chirurgiche e .mediche >). A concezioni presso che analoghe giungono, sulla base di una personale osservazione Gaillard e Monnier, nel 1937, i quali, nel caso !da loro descritto, non esse~ do riuscì ti ad cvj tar e l'esito infausto dopo se~ interventi successi vi, affern1ano che è proprio déccvante constatare corne s1a del tutto inefficace, Ìn l}UeSte fOJlllC, la Vacsinoterapia C )a SÌerotcrapia. A noi sen1bra hlttavia sulla base della nostra esperienza, dhe si possa anche prospettare l'ipotesi che, in que5tj cas1, l 'azione della illlffiunotera·· pia, venga frustrata dai ripetuti jntervcnti, i qua.Ji indubbiamente, per confessione degli stessi interventisti ad oltranza, giuocano un ruolo forse pdncipa·le nc1b diffusione del processo. Sembra pertanto più vjcina alla rcaltù l'opinione espressa nel 1y38 da Cah1r11jda, il gua1e, su1l:1 h~tsc di tre cr.1sr.rvazioni personali, giungeva a conclUidere che <cjnn:tnzi a quc'ltc~ oslentnieliti ~~ c:-trattcre invade nte c fat:1ln1cnte progressivo, non si pu<'> ~l:ll>ilitc tlll 'tlllic:1 via di condotta: a volte conviene tcn1porcggiarr, t.d'altra .tggrcdirc l"l· '

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La questione dell'Gstectnielite delle ossa cranjchc è st:lla atnpi·a tn cntc considerata da Laskicwjc:z, nel 1939, e, nel 1941, da Tanctli c Ferr:tr'i.,Lelli d ella Scuol:1 di Torri gian i. Questi AA. cotn pi ono un \.~stesa r:\~scgna sullo stJto attuale deJle conoscenze etiop:-ttogcnetic:hc, an a toJnapatologichc c tcrapiche della ma]attia c giungono a conclusloni in linea d i n1assin1a favorevoli alla terapia chirurgica . L:tskicvvicz tuttavia sen1bra' nel colll:J?[cssd piuttosto conservatore consigliando di lin1itarsì essenzialmente alla apertura, detersione e drenaggio del focolaio causale (fronte- etmoidale od otitico), e ritiene che il trnttan1cnto al.ltovaccinico o vaccinico possa dare !buoni risult-ati purchè si sia provveduto alla evacuazione del pus. Janetti c Ferrari-Lclli sen1brano invece piuttosto favorevoli ad interventi estesi ed aggressivi cd insistono giustan1ente suUa preccdità dell 'j ntervento. Dopo aver ricordato le discussicni sull' osteomielite postoperativ3 delle ossa craniche, e dopo aver riferito in proposito i casi di Bu]son e di Campbell e la rebtiva alta percentuale ·di tnortalità, gli AA. si dimostrano tuttavia niolto scettici n eli 'attribuire in1portanza al tr'aUJma operativo nel deterministno d'cH'insorgenza deUa malattia, affermando come, nell'ambito del loro scrv izjo, ave sj opera larg~1mente , non si è mai verificato un caso di osteo· tnidite traun1atic:1 postoperatoria. Abbiamo già rilevato che, pur condividendo r opinione degli AA. per quanto riguarda l'insorgenza della tTh1'lattja, a noi non sembra tuttavia che si possa con eguale sicurezza scagionare l'intervento àa ogni responSJabilità per guanto riguarda la diffusione di run processo preesistente all' operazi an e. Secondo Janetti c F errari-Lelli l'intervento deve essere radica 1e .fin dall'injzio: gli AA. si riferiscono sop ra tutto all,opinjone di Mosher che =J chin1rgo deve arriv<tre, fìn da 11 a prin1a operazione, ali' osso sa.no : le prohn~-


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bilità di successo din1inuiscono ad ogni su\Ccess1vo intervento. M.a in realt~t le caratteristiche anaton1opatologiche d eli '·,affezione sono tali che a noi setnbra d_ifficile c!1e il chirurgo possa essere ~e_mprc ,sicuro, anclhe dopo aver compiuto un mtervento estesa.mcnte demolitrvo, d aveT raggiunto l'osso sano. Il processo, che si propaga per le vene diploiche di Brechtt, assun1 e infatti sempre delle direzioni di diffusione tort11ose, subdolamente serpiginose, detunùnando anche la forn1azionc di nuovi focolai a .distanza, separati dal focolaio causale da zone di aspetto sano. Nemmeno le suture co1ne criustamentc notano 11osJ1cr e Judd, costituiscono un ostacolo al d.iffondersi ~ìe1J'infezione, perchè le vene dip1oiche eli Br·cchct si estendono da un osso al· l'altro. A noi sen1brn pertanto che, sopratutto di fronte aUe deficienze dei risult·itli ottc.:r:uti con questi. n1ctodi :-~ggrcssivi 1Ìnora :Jdottati, sia da tener presente Hopralt ttlo l'i tnporlanza dC"llc condizioni del terreno e la necessità di esaltarne Ja dcild"ule c:~paci t:t d.ifensjvn. Anche l.t $tori:t clinirn delle 5 os~~cr\'.tzioni person::d i eli J~metti e Fernu·j.. J..dli ci confern1::1 nella nosb~n convinzione : su 5 casi gli AA. l1mo avuto 2 esiti infaustj in clu~ casi nei quali furono praticati .ciiver'si e den1clitivi interventi SUCC"C'C\Sivj, c ~ esiti di I:,rtlarigione in 3 casi ne.i quaE l'interrento si liJnitc'> alla ar11pùt apertura del focolaio causale con qualche modiEca resa necessaria dal la csttnsionc clcl]c ksiotù. Questi risultati inducono a rilevare la jnutilità deJJ'irL<>cguinl'Cnto ad ollranza del processo con interventi ripetuti, i quali, come giustamente affcrn1ano gli .AA., « dinlinu.iscono le possibilità di successo », c ci confermano neUn no5t:ra coovinz1one, corroborata del resto dal caso da n oi descritto, che anche nel trattamento dcll'osteotnielite 1dell'ooso frontale, come nell' otogena, sia preferibile lin1itarsi alla apertura· e- al drenaggio del solo focolaio causale, cercando di trau1natizzare q uanto meno è pcssibile l'osso, e agendo quindi im1ncdiatan1ente con la immu.nott:rapia alln quale abbiamo associato in questi ultimi anni, con ottilno ristùtato, In sulfamidotera pia. Il caso, che forma oggetto di questa nota, fu da noi osservato in epo.. ca antericre aUa introduzione in tef'apia .della penicillina. Successivamente Scnitker e Mc. Carty (1945) si sono particolarmente occupati di questo trattamento :mtibio6co, descrivendo i risult:-tti ottenuti in 3 casi eli osteomielite sinusogena delle ossa! craniche. Gli AA. affermano che la peniciUina ha definitivatnente rivoluzionato il trattamento dcll 'ostenm1elite del cranio da sinusite frontale, per la stw: energ1cru azione battcriostaticn che r.iesce a consentire l'intervento precoce. Dalle 1descrizioni dei cJsi esposti dagli AA. si rileva com'e m realtà la pcniciUina consenta di attendere con maggiore tranquillità il raffreddamento del grave stato generale tnntultuario e di ottenere quella delimitazione delle lesioni che permette interventi poco estesi e poco aggressivi, secondo il nostro criterio. Tuttavia l'apertura e il drenaggio del focolaio iniziale si sono scn1prc

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din1o.strati necessari. Non sembra pertanto che il risultato ottenuto poss.1 essere considerato una rivol u~ionc nel trattarnento di questa 1nalattiaJ: gli AA. stessi concludono rriustan1ente affermando che la penicillina è un ottimo coadiuvante, che ;erò non va considerato, per lo meno nei casi conclamati, ccme una terapia definitiva t sostitutiva dcll'at.to .op~rato1·io. Analcorh e conclusioni si possono tr~lfre rdnllc osservaz1on1 dt Putney ( 1944). Indubbinrnente di fronte all'incre1nento della sulfarnido-resistenza delle .infezioni, che ogni giorno più si constata _., la chem~otera.pia naturale antibiotica costituisce - come personalmelnte abbiamo avuto modo di constatare nel corso di altre complicanze otorinogene - un presidio terapico eli grande utilità: tuttavia - analoga.r nente a quanto abbjamo altra volta C.jposto nei riguardi della sulfatn1idoterapia - non ci sembra che essa possc.1 sostituirn : 1'jn1munoterapia attiva e passiva nella cdadiuvazione chirurgica~ soprat1"utlo perc:hè il potenzia-mento cld1e condizioni difensive d'cl terreno costilu;s< c in questi ~asi, a nostro modo di vedere, un fattore fondan1cnt:th.: per il hunn esito del trattamento chirurgico; e ciò iflldipenclentcn1cnte da~l cantttcf'c dt sbbjlità della azione della in11m ttnoterapia eh fronte a quello d'attacco dcl'b chenU.oterapia. Rilevata al prin1o intervento }!a presenza di un focolaio ostcn1Ìoclitico, a noi sembra preferibile lirnitarsi allo esteso sbrigliatnento dci tessuti 1nolli, con1preso i~l pericstio, evitando di traun1atizzare l'osso. Non ci setnbra infatti rhe sia possibile, al primo intervento, stabilire se si tratti di Lmra forn1a a carattere dilagante, progressivo (csteomielite invasiva) o di una forma « che si djstingue daill'inizio per la sua tendenza all'autodelin1itazione » (ostcnmielite circoscritta), come vorrebbe Cantelc, il quale ritiene che nei casi che si lascino dominare da interventi eminenternente conservatori, si tratti di forme circoscritte che avrebbero ((Utn valore prognostico ben d~verso » . Una tale distinzione diagnostica non è evidentemente sempre possibile a1l primo intervento: sarà solo l'ulteriore decorso che consentirà di definire il caratter~ del processo; e lo stesso Cantele lo amn1ette affermando che (( è induL-.. hia la difficoltà, per non dire la irnpossibilità di prevedere il decorso evolutivo che una loc3lizzazione osteornielitica nella squama, anche a impronta blanda t: lenta iniziale, può andare prendendo ». La importanza della distinzione su~Kcennata pertanto è in gran parte teorica e non può influire sul criterio ter·a.pico da adottare: né a noi sembra che la 111~ggiore o 1ninore estensione delle lesioni possa costituire indicazioni per interventi estesi ed aggressivi o ripetu1ti, risuJtandoci dall,esame .dlci casi pubblicati, ivi compreso anche il ! 0 di Cantele, la incapacità di tali inten.· enti a dominare la makvttia. Il rjsultato da noi ottenuto nel caso che abbiamo descritto, ci induce ad attenerci al nostro criterio prudenziale, essendo giustificato il sospetto che, inststendo con interventi sul1 'osso, si sarebbe potuto forse determinare una dliffus1one del processo non più dotninabi'le. Modificando invece le conclizioni


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del terreno, che a nostro modo di vedere giocano un ruolo fond:.unentale nell'instaurarsi e nell'ulteriore decorso della malattia, sjamo riusciti ad arrestare il processo e a vincerlo. Corrispondentemente all'indirizzo della Scuola cui apparteniamo noi usiam? injziar.e il trattam_ento di attacco con la: sierotera.pia specilìca, pe'r lo più ~Iero antistreptococci~o, onde dominare anzitutto i gravi fatti set.tico-pje.., 1111Cl che acc~ragnano ~l process?, per contjnuare poi con la vaccinoteraptia, usando prefenb1lmcnte l autovacctno, anche endo\'enn, quando i fatti tumultuari della prjma fase di n1alattia si siena cal.rnati. In questi ultimi anni abbiamo associato, a questo trattamento, gudlo sulfami1dìco p. os, alla dose media .d~ gr. 3 al giorno. I risultati sono sen1pre stati soddisfacenti.

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0sTI:.O~f1EL1'1 E DEL MASCELLARE.

Una tale linea cl.i condotia terapie~ ci ha dato buoni risultati anche in due: c;1sj gravjssùni dd. ostcomielite acut~ dol n1ascell.arc superiore nella prima i n f,t nzi:1, d ì cuj riassu1nian1o le stor.ie clinicUJe: Cw•o 1 11 - Bambino di 5 nnni . tla Jvlilitcllo (Cataoja). Vjenc portato alla nostrn osservazione il '27 l:.Cttcmbrc 1941. I genitori riferiscono che, d rea H giorni prima senza cauon apprezzabile, il b::unbino prese:ntò inlprov visamentc tumcf:JZione 'e ar;ossnmento della metà dcstrn del viso' con Yncillamento dei denti superi od kJj destrJ . Fecero es~tm ·nnre il p:ccolo da un s:mitnrio il qunle praticò un'incisione rul fornice gengivale sup. destro, ma i disturhi n or1 cedettero; si n1anifestò elevazione termica che ra pidame nte raggiunse i ,to0 , con accessi a tipo piemico, mentre la tume fazion e si cstendev3. alla regione orbito-p~lpebrale d estra con impossibilità di apertura della rima palpebnùe. ·venne pertanto ricoverato nel nostro reparto. L'esame obiettivo dimostra anzitutto un ascesso bilaterale del setto nasale. Notevole edema palpebrale con zona. d1 fluttuazione in corrispondenza dd bordo inEeriore1 dell'orbita destra. Il processo alveolare del mascellarc sup. cl. si presenta ulcerato con perdita dell'incisivo laterale, del canino e vaciHnmento dei prcmoln.r•; cl agli al vooJi necrosnti geme pu~ f-etido. In co..-rispondenza del fornice gengivale c-;iste una incisione d~]Ja qun.le geme scarsa sanie. T e mp. 40d 0 • Stato generaJe cll sepsi gnt\'e. II complessivo reperto, soprattutto la prcsc.nza di un nsccsso hilnteraJc: d el setto nasale, inducono a pensare ad una forma trnum:.uica ùi osleo;nie lite dd m:1scellare sup. d., per quanto t genitori non p ussnno confe rmnie una tale eventualità. Si incide l'ascesso hilat~2.ie àd retto nJsale dn:~clo esito nd nbb0·ndante raccolta purulenta, n detergono le u1cerazioui del p•occsso alvco!an: a~porr~vndonc piccoli sequestri, si allarga e s-i approfonda l'incisione d el fornice gengi vale1 danùo esito a.nc.he qua ad abbondante pus. Si imzia quindi senz'a ltro sierotcrnpb :lDtistreplococcica (2 Eale da IO cc.) V! si somministra. strepton l p. os. (gr. 1,50 pro die). 29 sette mbre : le condizioni penn:w gono ~cm p re grnvè: s~ incide suJ bordo inferio~e dellil'orbita e si svuota un'nbhLmJnnte rJccolta orbitnria; si apphcn un drennggio. La terapia gènernle si continu.1 fino al giorno 30 .sctt,embre, quando comincia a ma.nifestars1 un lieve miglioramt:nto neHe c:ondiz:oni genera1i. L'esame batrerioscoplco del pus dimostra prlSenza di strcpto-snlfilococch.i. 2 ottobre : sj sospende b s.ieroterapia e si inizia vaccinoterapia a.ntipiogene polivalente per via endomuscoiare (una fia.L1. al giorno di Yact.. an ti p. pali v. Bruschettini). 14 ottobre: tnle rera[lÌa generale s1 è continuata per 12 giorni, quindi si sospende

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ogni trJttamento ìmmuJ1itario essendo del tutto don1inati i, fatti generali. L~calmente si continuano !c semplici mcdic:Izioni : l'ascesso del setto e del tutto guar1to: daJ.la ferita orbitaria continua a gen1ere scarsa quantità di pus. I8 ottobre: climinaz.ionc di un gros~.o sequestro dalla ferita orbitaria : piccoli sequesbri si sono :1nche eliminati dal fornice gengivale. I r novembre: dimesso gu..1rito. · 28 novembre 1942: rivisitato: permane la guarjgione con1pleta.. ~siste .tuttavia .stenosi della fossa nasale destra per deviazione del setto nasale e deformaz1one 1perostostca del masccllarc superiore destro. All'esame diafanoscopico i due seni mascclb.ri trasparjscono egualmente bene.

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Caso 2° - Ban1bina di 2 anni da lviistcrbianco (Catania). 1-Ia goduto ottima s:1lutc fÌlllO a circa 20 giorni addietro, epoca in cui si ammaJò di tnorbillo: durante la malattia si manifestò tumefazione delb. metà ~destra del viso, accompagnata, Ja dcvazione rern1ica a 39-40°. Sono stati praticati jmpacchi calclfr-umidi sulJa regione colp!ta, ma, poichè Je conJizioni generali si sono progn.-s'iivamentc nggru vate, è stata ricoverata d'urgenza nel nostro reparto. L,esame obiettivo (27 ottobre 1941) dimostra: stato di scpsi; nu lln a carico ddlr: fosse nasali. Tun1eila.ziotne f luttu.a.ntc de'Ila metà destra tktl viso con hnpont·tHc.: cdc• 1na ·palpebrale. L'esame del cavo c.rale dimostra che il proct:s'io alveolart: del m:•~· scella.re sup. eli dest"ra è ulcerato con vacillnmento degli iucisivj, dd cani.11o c dci prcmolari dai cuj: alveo.li geme pus abbondante. S1 inciJe subito ampìam<.:l1tC il Fornke geJ?.givale dando esito ad abbondante raccolta purulcnta: l'osso appare 1·ugoso, giuJ. !astro . .Si inizia ~enz\1ltro la sieroterapia antistrcptococcica (2 fiale dn 10 cc. al giorno~ e sulbmide· p. os. (gr. 1 pro c:Ue). 28 ottobre: condi.z.ioni gcneral i i n.variate: si i.ndde dall'esterno sul borLiò tinfc.ri~rc dell'orbita, svuotando un ampio ascesso orbita rio: drenaggio. ' 30 ottobre: i fatti sétt1cemici sono rimessi . Ten1p. 37,5-38°. Si sospende ln sieroterapia e si intzia vaccinoterapia antipiogenc polivalente, continua.ndo la somnt.i nistrazione di sulbmide p. os. 5 'noven1bre: apiressia. Si sospe nde 5ulfan1idoterapia. IO novembre: si ~ospende il vaccino. Si asportano 3 incisivi supenon vacillanti e quindi anche un grosso sequestro del processo alveolJre. , 28 novembre: b ferita orbiraria dà sempre pus abbondante e rende necessaria una controapertura sulla regione tcmpora.lc. Si riprende la vaccinoterapia. La ferita del fo,rn~ce gengivale è del tutto guarita. ~ d~cembre: si elilnina un piccolo sequestro dalla ferit3 orbitaria.. Si sospende il J,'acano. 28 dicembre: si asporta un nuovo sequestro, spontaneJmente demarcatosi, dalla ferita orbitaria. 10 genl4tio 1942: guarigione .

Anche l'osteonliclitc acuta delinascellare è stata· oggetto di studj recenti che hanno determinato una revisione crirtica delle conoscenze di fronte ai Iisultati de H'esperienza più recente, :ìoprattutto per qunnto riguarda il trattan1e.nto, n1a anche ptr qu3nto rigurarda la etiopa·togenesi della malattia. Intendiamo ess·e nzja1lmente riferirei a quella forma crrave di osteornielite . l b 1peracuta t el mascellare che suole n1anifest:1rsi nella prim..1. infanzia. A differenza ,dell'ostcon1iclite dell'osso frontale, hcquentementc secondaria a processi suppurativi dci seni fronto-etn1oidali, 1'osteotnielite del masc.eHare è genera l-


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zn~n~e prinùtiva. Scbmiegel?w per la pr_ima volta nel 1896 parlò di ostconuehte del mascella_rc s~penore nel neonato e x:e~la prima i~fanzia, rna, per molto tempo, qtiesu cast vennero sempre descr1th come '< S1nus1t1 )) considerando pertanto la manifestazione osteomielitica con1e secondaria ad runa infiammazione sinusale. Le ricerche successive (Canestro, Bow:raqué, Schlemmer) hanno invece climostrato -sulla scorta andhe del perfezionamento delle ·conoscenze anatomiche nel corso dello sviluppo- che si tratta di un processo primitivamente osteomielitico favorito dalle particolari condiziorui in cui viene a trovarsi l'osso in questa epcca della vitn per l'attività dei processi di osteogenesi determmati dalla dentizione, paragonabili a quelli della zona juxtarpifisaria delle ossa lunghe. Sulla base di una tale predisposiz.ione 1'~teomielite del mascella re superiore, nelle pri1ne epoche ddb vita, 'Suole manifestarsi, secondo Niishlllann, o per causa tr~wnaticJ, o per via metastatica, nel corso di una serie di n1alattic jnfcttivc (tifo, polmonite, sa.trlattina., morbillo). Chirnienti reccntcJncntc l1a pubhlicato due casi n1mifcstatisi nel corso di un tifc addomin~dc:

i n uno Jci quali si dimostrò la presenza del bacillo di Eberth nel pus dd prncc.'iso osteorn.ieli.tico. Si arntinette pertanto ~generalmente che, anche nei casi, rarissimi in verità, nei quali si poss~ dimostrare una compromissione del seno n1asce1larc, guest'ultima sia ·secondaria (Hnyek) alle lesioni ostcomie1itichc. In epoca rclativan1cnte recente (1925) la questione h a tuttavia dato ancora luogo ad una polemica tra Paunz e Komer sull'~:u·gom.ento della primitività .delle lesioni. Paunz infatti ha fatto rilevare che, pur trattandosi indubbiamente di un processo osteon1ielitico, è difficile poter definire con sicu,rezza in gual modo la malattia si instauri : second·J l'A. l'infezione nasale l1a sempre una grande importanza: il processo infatti si osserva sen1pre a carico del mascell::tre superiore e mai a car-ico del tnascellare inferiore ed è costantemente accompagnato da suppurazione nasal e. Si può pert..mto anlm 'etterc, sec. Patmz, che, anche nel lattante, un seno rnascellare leso possa essere il punto di partenza delle lesioni, pur non nascondendo la grande difficoltà di stabilire clinicamente ed anche istologicamente una tale evenhtalità. 1vlct il criterio prospettato da Paunz è stato recisamente negato con ragione da Korner il quale, riportandos~ anche alle osservazioni di Bn.t\\'n )(elly, ha sostenuto la c~tante primitività delle lesioni osteomielitìche, ricordando di avere operato sei eli questi casi e .d'aver notato sempre il seno sano o solo secondariamente compromesso. Un tal'e concetto gr.mbra oggi lJniver·~aln1entc accettato : anche Bonnet-Roy, ntHa sua re'lazione al CongrejSJ della Società Latina di O.R.L. del 1931, ~fierma che nel neonato e nel bnmb.ino « la notion de sinus.ite desparait con1plete1nent devant celle de l'osteomyelite tletern1inéc par l'infection cles germes dentaires )), infezione che, nel fanci'llllo, ha sempre luogo per vin ematogena, perchè il germe dentario giuoca, nel pro-

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,:esso C\Steomielitico, lo stesso ruolo della c~rtiLtginr di .1ccrcscìtncnlo delle ossa

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nlente molto gra\'t". c sovente ad esito infausto, gh 1\A. s1 d1mostrano 1n realtà meno aggr<'ssiYi di quanto ncln si rilevi pel t.r3ttan1ento dell'ooteomiÌ.el1te delle altre oss.1 cr:nùchc. Il n 1olo gioc:1to dal traurna oprr~1tivn nel detenninisn1o dell'aggravarnento, spesso fat:de. dell:1 n13lattia, setnbra quasi generaln1ente amtnesso. ~ella sua rcbzione :1l Congresso della Società L'ltìna di O.R.L. del 1931, Ciliceti insiste apptmto sulla imprntmza del traun1a operativo nel determinisrno di processi osteon1ielit.icì nel corso del trattamento della sinusite mascellaTe=- ricordando anche ropinione di Sieur e Rovillois, che ritengono l'osteonl1elite sempre preesistente all'intervento, e qutella di Burger e di Ropke i qu::lli, sullJ b3se delle loro a>servazioni, ritengono invece di dovere imputare al trJum3 C'pera torio addlrittur3 l 'insorgenza del processo osteomielitico dei n1ascellare. Rilev:1 comunque Caliceti la straordlnaria gravità dell'osteomielite postoperatiY~ riportando la statistica di Mackenzie il quale su 21 casi di osteOmiehte spe1.ìtanea registra 7 casi di guarigione, mentre in 20 casi 1di osteowjelite pa;topf.ratiYa ebbe costantemente esito infausto. Paufique, Sargnon e Bonnamour - rilevata la notevole grarvità, nel neon3to, della malattia che porta sovente a morte per setticemia, complicazioni pclmonari, ascessi cerebrali ecc. - ritengono che in ogni caso cc bisogna fare u.n intervento minimo nel neonato: il drenaggio dell'crbita abitualmente ba~ c;ta ~ nel bambino più grande bisogna aprire il seno responsabile, ma in tutti i c~i gravi non bisogna cercare di praticare un drenaggio sinuso-nasale complicato ) l . Come si vede, la necessità di evitare di traumatizzare l 'osso compromesso è wunessa in maruera generale in queste grav]ssime forme dell'infanZia di origine cn1atogena. Noi non riteniamo tuttavia che, anche nei bambini più grandicelli, si pcssa parlare dì una (t responsabilità s,i nusale » come fanno Pau.fique e C. e pertanto anche in qqesti casi non ci semb!ra opportuno- aln1eno nella prima fase, sc:-1npre gravissi·m a e rninacciosa, della malattia - di intervenire sull'osso, per i motjvi dianzi accennati. Anche Alonso e Raglia che hanno ccmpiu t~, nel 1936 una estesa rassegna sull'argomento - dopo aver rilevato co1ne si tratti di un'affezjone che comportJ sempre una prognosi tnolto riservJta per la possibilità di complicanze soprattutto vascolari (troml~o-flebiti), insistono sulla necessità di non toccare l 'osso necrosato finchè i sequestri non si siena 11crfettamente den1arcati. In queste contingenze, di fronte alla sintomJJtologia generalmente gra.. ve c Jllo stato settico-piernico tutnultuario che accompagna il processo e che suole· rapid.1n1ente imporsi sul complessivo quQdro sintomatico, si ri1ev..1 cvidentetnente l~ necesità di una terapia che riesca a modificare le condiziont Jd terreno c consent~ d1 evitare l'u lteriore estensione delle lesioni. Si po-


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1r.~t solo CC1)t attendere la Jemarcazione dci sequestri (che si compie sempre Flti o meno lentamente) onde poter agire sull'osso in secondo tempo e sempre 1nolto cautamente. Come ha già fatto rilevare CitclJi, in Ln caso comunicato alla Soc. Med. Chir: di Cat~nia n~l 1940, e ~ome ha confcrm~to anche Abbate nel 194 r, la s1erotera p1a ant1streptococc1ca sur,le generalmente rispondere a questo scopo, n\egJjo .Ji ogni altra terapia. Nelle nostre ,due csservazioni la patogenesi sembra abbastanza chiara: il primo caso deve evidentemente in1 putarsi ad un trauma, forse di lieve entità, e tale da essere rimasto inosservato dai genitori del piccolo infermo: tuttavia Ja presenza di un ascesso bilaterale del setto nasale ci induce a·d ammettere come più probabile una genesi traumatica del processo. Nel secondo caso si tratta' evidentemente di una form a infettiv-a metastatica, manifestatasi nel corso di un morbillo. Entrambi i casi si p resentarono alla nostra osservazione in condizioni di particolare graYità. Anche questi due casi di ~teomidite del mascellare furono da noi asscrvati in epoca' anteriore alJa introduzione in ter~pia degli antibiotici; come si vede tuttavia i risultati sono stati soddisfacenti. Valgono pertanto anchequa le medesime considerazioni che abbiamo espa;te a pro_pa3ito dell 'a>teornielite del1'~so frontale: la chemioterapia antibiotica CC6tituisce indubbiamente un pres.{dio di grande urtilità (soprattutto di fronte aU'incremcnto della sulfamidoresistenza) nel determinismo del raffreddamento del grave st'\ · to di sepsi e della circoscrizione rdelle lesioniy rendendo passibile un trattamento chirurgico limitato, su cui abbi:uno da anni insistito. 1fa, anChe in questi casi~ la chemioterapia non deve sostituire l'immunoterapia, ma completarne l'azione che è certamente più agevole se accompagnata da guella batteriostatica di questi preparati. Il trattamento adottato, corrispondente ai criteri che abbiamo esposto, ci ha dato ottimi risultati anche agli effetti della durata della malattia che, nel complesso, può essere considerata relativamente breve, essendosi in ::unbo i casi ottenuta la guarigione nello spazio di due-tre mesi. Riteniamo pertanto ,di dover insistere sulla necessità di limitare l'intervento, nel prin1o momento di particolare gravità, al semplice drenaggio, ampio c precoce, clelJe raccolte puru]ente, da parte del fornice gengiv:de e da parte orbitaria, praticando subito la sie:roterapia antistreptccoccica, la guale in questa fase della malatti~, nsscciata alla sulfa.midoterapia, riesce molto spesso a dominare il grave stato di sepsi. In secondo tempo, invece, è bene affidare ~lla immunoterapia nttiv~1, possibùln1ente alrautovnccino, il compito di tnoclificare il terreno, esJ1tandone i poteri di difesa c facilitando quelle rearzioni tissurali che- portan() .-d1a demarcazione e alla spontanea eliminazione dci sequestri, che generalmente è seguita da guarigione senza la necessità di a·lcun intervento sull'osso. La nosta esperienza, che si basa ormm su un discreto numero di cast

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simil1, ci jnduce pertanto a rilevare ancora una volta la grande illliP.ortanza pratica della jmn1unoterapja - adottata e sostenuta da tanto tempo nella Scuola di Citelli _____. nel tratta..tnento di tutte queste forme osteornielitiche delle ossa craniche, che - contrariamente a quanto determinati AA. sembrano ritenere - risentono sempre bene di un tal metodo 'di cura, purchè esso sia rnzionaln1ente applicato e purchè la sua azione non venga frustrata, come talora probabihnente avviene, da interventi intempestivi. L'associazione della sulfamidoterapia, c della penicillina sembra costituire un presidio di utilità notevole. L'osserv~1zione di un caso di nstcomiclitc acuta dell'osso frootnle e di due casi. eli ostcornid ite d eH 'oS!Io mascclktre offre all'A. 'l'opportunità di esporre alcune considcruzion~ sul trattamento . della malattia. Come l'A. ha .gjà ~1ltr:t volta1 dlevato, u proposito Jcll'o~ncomh:lil, · otogt'JIH d<:llc: ossa craniche, è da. ritenere che i frtquenti insucccss) dei ripetuti intt•rv( ~nti aw',lt.!l.:.ivi e demolitori - ancora largamente consigli:; t i - sicno da ri l'c:rin1i ~~~ f.1t lo rlw p1oh. t... bilmentc manovre chirurgiche intempest ive favorisc.tno l:t propaga11ont • dt•l pHh't·:.:.o, RrAssuNTO.

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nella pntogencsi dd qunle giuocano un ruolo fondament .tl<~ lt• coiHli,\on.j g< IH r~tli c: locali del terreno. L'A. riLiene pertanto, sulb bas<.: tki risultai i persnnu lmt'l\\<' ouenut i, dH.:, nd lr.ll· ·tamento della 1n~Ùattia, sb opportuno Jim itarc, i n una pri ma fast·, l'i ntt:l'V<'Illo ulla :q lCI' tura e n·l drenaggio ampio ud focolaio causale, Ct!IT:lndo dj traumalÌi'1Hre ttuanto meno è possibile l 'osso compromesso, e nffìd:1ndo csscne.ialmentc: a \la i mmunutcr.lpia p.t~si va e attiva - ed eventualmente alb tcr;1pin sulfamidica e ~ullihiotka - . i~l compito di do· n1inare i gr~lVi fatti settico -piemici che ~1ri:Htt'rizzano la mnlatt,ia. Questo trattamento consente di attendere i,l ra.ffrecldamcnto della sintomntologia generale c locale, e favorisce quelle reazioni tissurali che portano .alJa dem:1rc:lztone e alb d.in1inazione spontanea dci sequestri, generalmente st:guìta da guarigione.

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KoRNER: Zeitschf. f. H.N.O. -

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SISTEMA NERVOSO VEGETATIVO E LAVORO FISICO Dou. GillsEPPI::. DoNATI, tenente generale medico ncll:1 riserva

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(continaa=:.ione e fine del capitolo)

. _ LA CAPACITÀ DI ADATTA MENTO DELL'ORGANISMO AL LAVORO FISICO NEGLI 4 SQUILIBRI NEUROVEGETATIVI.

]] Sarr1aan ha pot~uto constatare che i cani norn1alj, atroRinizzati ~f.re­ quenza caJid iaea r8o-190), alla prova. di lavor? prese~tan~ ~ap1damcnte 1 segni della fatica e si rifi ut.ano spesso d1. prosegtu re ne! l ~efClZlO c~lllJTICn to dc]} c . pulsazioni a 220-230 e ntorno a 190 1n ~u~lche Intnuto). . Bacq Brouha e I1eymans hanno vtsto che ne] cane snnpa'tccton1 J ~Znto ·' . ]a tennoregolaz.ione non è turbata, la pressione ~rtcnosil rcstn non nn lc; l l'a l. tra parte, la frequenza cardiac:1 è ridotta, n1arcat;1 è 1'aritn1 in respi ratorin. 1n queste condizioni l'attitudine al lavoro è conservala, anzi sc1nhra n1aggiorc. Nel gatto simpatecto.rnizzato, invece, si vcrific~no forti t1ubc della tcnnorcgolazjone e manca ]~ capacità di sforzo e di difesa. Il Hrouha attribuisce queste differenze di comportamento alla es1strnza di mcccani~n1i v1carianti, la cui rapidità di comparsa varierebbe a scconrla della specie anitnalc. Il Samaan ha poi osservato dhe i cani j n cui 1' inncrv~zionc car'Ùno-acccleratrice era stata soppressa n1ercè l'estirpazione:, con la tecnica di Cannon, Le\vis e Britton, delle due catene simpatiche toracichc (ed in alcuni dci quali erano stati asportati anche i neryi splancn.ici), sembravano perfettamente nor... n1ali e, ad un:1 prova di lavoro, presentavano, più tar.di degli animali intatti, j segn1 deHa fatica. In essi, poi, rapido era il ritorno àella fret}uenza cardiaca ai valori (s~o) di riposo ed un:-1 iniezione endovenosa di adrena'lina dava bradicardia. Ma, nej cani a cuore simpatectomizzato e trattati con atropina si rilevava, jn genere, che Ja frequenza cardiaca subiva dapprima un'accelernzione, poi si stabiliz~~va al suo ritn1o autonon1o d1 I 15-130 (ritmo del cuore enervato). L 'attitudine al ]avaro, in questi animali, er8. rninore che in quelJi soltanto simpatecton1izzati ~ tuttavia, l'accelerazione dei battiti dopo esercizio era piccola (di 5-10 p.) e breve, a splancnici pure: sezionati; era più pronuncjatn (di 30-40 p.) e più duratura (12-15 minuti) a spl;.\ncnici integri (I). Le esperienze della scuola di Heymans, sopra ripoitate, 1nostrano, nel loro insien1e~ con1e tra i fattori che n1cnon1ano b capacità ~d~ sfor7.o, grand'e importanza abbia l 'assenz::~ di un adeguato freno par:1s.impatico.

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. (1 ) Brouh;~, DIII ~ Now;tk hanno trovato che, trascorse tre se ttimane, circJ, dalla slmpalectomta, tl cane , .r .uttoposw ;1LI un lavoro mu,~ colaic, nd un urto emotivo o ad un a sommimsrr::~zionc di :nropmu, pre!>lnt~t un no~t:volc aumento della Ercquenza ca1diac~t :1l disopra dd ritmo autonomo del cuore enervato. Mn .glt AA . n:o.rd:U1o che Jourdnn t: Nowak h:mno dimostrato l'csistcnz3 in detto nnimalc di fibre c:ln.h n-~tcc<:kraLnct le quah seguon o d tragtttu del vago; cd n queste fibre Brouh~t, Cttnnc;n c D1ll :-t llrthut!-C<mo l' accelcr::~z t on•·. . . c..t rcl't••tc··' <l ·' l·.worn, ne 1 cane: pnvo · 1 11 e catene ganglwn · · stmpattchc • . <e

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~bbia.mo visto cl~e,. in atleti bene allenati e con una prevalenza del tono parasunpabco, non dtSgtunta da una funzione norn1ale della sezione ortosimpatica, gli a·dattamenti del tono e della contrattilità del miocardio bene rispondevano alle esigenze ,eli un maggior lavoro imposto Jl cuore. Dobbiamo ora ricordare, a tale proposito, i dati che ~:llcunc ricerche forruscono circa le turbe eli dette proprietà miocardichc negli sguilibri neurovegetativi yeri e propri. Il lvlinerbi ha trovato dhe individui or tosin1paticotonici, con nevrosi cardiaca in fase di erctisn1o, rispondono con una rctrazionc tonogcna di tutte le cavità can15achc (controllo pcrcussorio) al suo (t processo car'dio-tono-cimentatore » che, con1e è noto, con1prende, in due tempi successivi, la prova del sollevamento degli nrti inferiori e quella dello sforzo fisico occorrente per rjporli, jn modo lento, sul piano del Jetto. L'cs1stcnza di accessi spontanei di ipertonin cardiaca è stata docun1entata rn c di~tntc il flcbognunma giugulare in soggetti con ipertono dell'una o dell'altra s<:zinne dc:l s.n.v. (O'Iun), in ncu rotici con stimmate di spasmofilia (Peritz), in soggetti bascdo\vi.tni (Pende). Avrerno occasione di vedere in seguito che turbe del tono miocardico in senso opposto sono state riscontrate nel cos1 detto et cuore irrjtabiJe del !ìolclato ». Viziano ricorc.b che, scconuo Valobra, \( negli individui nevrotici, ipotonjcj, jn to;sica ti (alcool, nicotina) )) , la ùi n1 inuzione cardiovolutnetric,l rilevabilc, anche nei normali, per uno sforzo sarebbe prontamente seguita da una dilatazione apprcz7.abilc sw radioscopican1.cnte, sia plessimetricamcnte. Ciò significa, aggiunge Viziano, che <t in tali indiviJui lo stato di sen1plice affaticamento è precocemente scgu i t o da l periodo d ello stra pazzo '. 1•

Tanto nello schema della regolazione nervosa <:Jel tono cardio-vasale formulato da Danielopolu, quanto tn quello concepito da Hcymans, grande importanza viene attribuita, in detta regolazione, allle zone vaso-sensibili, reflessogene, cardio-aortica e seno-carotidFa. Va qui ricordato che il Malméjac prcnuc in considerazione, tra i vari meccanisn1i regolatori del circolo n1uscobre (vedi appres."o), i riflessi suscitabili, nel lavoro, da variazioni pressoric nelle zone vaso-sensibili1 ordio-aortic:t e seno-Glrotidea, riflessi i quali, riducendo iJ calibro dei vasi nei muscoli a riposo, contribuiscono a derivare il sangue nei muscoli che sono in fase di attività c che si sottraggono, durante la fase stessa, allru influenza di dette zone. Certo è, poi, che nelle esperienze d'i Heymans e Bouckacrt c del Samaan, il cane coi nervi frenatori aortici e seno-carotidei sezionati mostrava un comportament~ normale della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa 'durante j} sonno e cioè qu:1ndo depresso era il tono ortO'lÌlnpatico; ma, allorchè questo si elevava per effetto dell'attività psichica o muscolare:' ranimale presentava tnchicardia ed ipertensione arteriosa. Aggiungerò che le zone reflessogene cardio-aortica c seno-cnroticlen -

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sprrin1en t..li? . . . . . . . Il DaPicloFolu, per qu:1nto r1guarda le JndlcaZlOnl diagnostlche che la proYa sen0-{.-arotidea può. fornire. negli s.q~.ili~~i neurovegetativi, dà ~uesto ~chema di rispo.ste: {\ L anfotoruco reag1ra p1u che normalmente su1 due gruppi ant:1gonisti; i simpaticotonici ed i vagotonici reagiranno più che normalmente sul simpatico o sul parasimpatico. L'ijpo-anfotonico darà sempre un3 reazione debole )) . Ed aggiunge che negli ipertonici vegetativi, i quall sono per lo più degli ::tnfotoruci, le reazioni appaiono più forti, per quanto meno persistenti, e si accompagnano a segni elettrocandiografici, sia pure fu_ gaci e non importanti, di modificazioni delle proprietà fondamentali del m.iocardio. Le cause di errore dhe, come abbiamo visto a suo tempo, offre, in clinic2~ rinterpretazione dei risultati della prova seno-carotidea, sconsigliano di trarre dalla prova stessa conclusioni nette circa l'in:lportanza che, in questo o quel caso particolare di squ1librio neurovegetativo, possa avere un'alterata funzione delle zone vaso-sensjbi]j nella diminuita capacità d~ adattamento al ~avaro fisico. Tuttavia, dette indagini cliniche del Danielopolu, nel loro complesso consjderate, ed alcune ncerche sperimentali di H~ymans e Bou-ckaert e di Samaan, sopra nferite, formano un insieme di indizi pei quali t consentito ritenere che un d.ifetto della regolazionc riflessa cardJo-vascobrè e respiratoria, operata dalle zone vaso-sensjbili, possa aver parte nella djminuzione Jell'attitudine al laYoro muscolare verificabile negli squilibri neurovcgetativi.

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Il Samaan ritiene che i metabohti formatisi durante il lavoro muscolare non. abbiano un'azione cardio-acccleratrice diretta, apprezzabile, negli animah a cuore completamente enervato ed a n.n. s:rlancnici sezionati e che negli a~::1l.i a cuore cnt:n ato\ 1na con n.n. splancn1ci jntatti, l 'accel~razione car-diaca dia lavoro derivi, probabilmente, da una stjmolazione dei centri adrenal1no-sccretori. Ciò non toglie che il formarsi di metaboliti, come il sopraggiungere di

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3°3 vane nltre rn nd i licazionj utn r,ral i, nell'~ tti vità n1usco!arc, e:icrcìtino influenze nolevoli slll1 c n1ol tc.vlici n1odi fi cazir;n i cin.:o]atoric che si verificano nella attività stessa. Secondo Daniclopolu, i prvrlr.tti dd 'inctabolismo intim o ciei tessuti stimolerebbero una zona rcflcss(.gtna tissura!c diffuBa in tutto l'organismo; il rnczzo umoralc agirebbe su1 centri c sulle term!rw~ioni orto- c parasimpatichc, nonchè sulle zone vaso.-scns1bi!i cardio--acJrtLca c scno-c:l rotiden. Queste due zone rcflcssogcnc, alla loro volt,t, influtnl'crebbero 1l mezzo umornle, agendo sugli organi da cui esso e governato. Il Malméjac, partendo da alcune ric(.rche di Flt1sch, d! Schnl!dt, eli H emingway e Mac D o\vaH, di Lang, di Baisset, Bugnarci e Rogeon, di Voltc...rra .. rileva dhe variazioni locali, in senso acido, del pH, delrordinc. di qut:llc eh~ si possono verificare per l'atti vità fi sica, bastano a dare una rhlataztone dei piccoli vasi nei muscoli in attività. A questa ddatazicne concc.rrerebbero l'cecesso di co!! e deficienze transitorie eli ossigeno. Il ~.fa}m~j ac ricorda, poj, che i prodotti risultanti dal m etabo11srnG 1ntermed1ario di un mUS(:ofo in attività sono vasodilatatori e che, nella regola.zione circo!::atoria, 1ccalc, del muscolo, discusso è l'intervento delracetilcolina, ma ~ercsimile quello ddl'istamina ( r ). Fleisch hn eseguito .indagini ml m eccanismo nervoso riflesso, con cui si dilatano le arterie dalle quali dipende l'irrigazione dei mus.:oli in attivita («riflessi nutritivi ascendenti )) di Fleisch). Ebbene, l'A . 'h~ potuto ottenere, nel cane, una dilatazione riflessa dell'arteria femorale, usan.do come stimolo, il n1etilglioxal (prodotto che, nella glicolisi, preced~ la formazione dell'acido lattico), alcune amine ecc.. Hess attribuisce a m odificazioni del metabolismo vari adattamenti dell'organismo al lavoro fisico (· riflessi nutritivi » di Hess), adattamenti tra cui egli comprende la vasocostrizione net territori a rjposo, che deriva il sangue verso gli organi in attiYità. Per quanto riguarda le indagini sulllu omo, ricordo quelle del Di ~facco, il quale ha constatato dhe l'accelerazione del ritmo carchaco e rcspLratorio dopo un esercizio fisico intenso e breve è più accentuata se l'equilibrio acidobasico dell'organismo è stato modificato nel senso dell'alcalosi p~r ~c..rruni n i­ strazione di bicarbonato di sodlio. Risultati analoghi ha ~n-uto il Fichera in soggetti cl1c eseguivano un esercizio all'apparecchio di allenamento alla voga. Il Lami rileva che il s.n.v. dei distonici risponde abnormemcntc agli stimoli endogeni e con ripercussioni sugli cqujlibri metabolic1 ed energetici. Alcune osservazioni 'depongono in questo senso. Infatti, pur essendo assodato c:hc, ndl,ambito del ricambio energetico, del m etabolismo basale e dei Y,1ri ricambi intermed1, più ìmpo;tante è l'influcnz:t del SIStema. endocrino che non quella ~ diretta: del s.n.\'., il Lami, (1 > Ptr m:~ggiori p.trticolilri sull'argomento, rtmnndo :t l l:l\ o n.l dd M..tlm~J:lC ( Hl3'1) sulle rcgollZIO~ t vnsah 10 , ,111 t: .lll nltri riportnti 1n T'erlmmllrwgcn Df!tJIJC/J,•ngci~!f.~·dJujt j:lr Krc-t.~f,wl)cm·ch :wg (194 YJ.

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· h a trova . t c 1,nl . ··o che nelte distonie neurovegetative spesso per esen1p1o, o, u a ~ u ., · . . . . d. . . è esagerata la reazione .d d rjca~~to . energetico alla 1ntroduz~one . 1 ~~Xlna . d 1· . h ecrtli squ1hbn del s.n. v. possono yenficars1, tns1en1e o d 1 a re n a 1na, c e n 0 . . · ·, d · 1 · .l 1 b'l't' del ·c.,n b1o eneraetico lievi n1od1bcaz1oru m p1u ei va or1 1 11 au una a ,11 a o ' . · d! del lnCtabolismo basale (di regola inferiori al 15-20% ), llld!p~~ :~temente dall'esistenza di un ipcrtiroidismo; che nei distonici neurovegeta~Vl l1~lue~za del1e sostanze farmacoclinamiche e ~dei !$ali 'di Ca o di K sull'az1one d1nam1caspecifica è più intensa che nei normali. E con ~ami ;ico~do c.he, i~ soggetti o..1

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del crenere. Cassano ha visto rea~ioni abnormJ dell armnoactderrua e della glice~ia d~po stimoli farmac~dina~nici; G. ~ene~ett~ reazioni 1attaci~emic~?' nrure anomale, dopo sovraccanco .dt lattato d1 soclio e dopo farn1acod1narn1cr; ~he infine Jalm, in asteruci senza alterazioni degli :1pparati circolatorio c respiratorio, ma con ca!Pacità di sforz.o duninuita, ha trovato che, in seguito a stil11oli inerenti al lavoro n1uscolarc, si aveva un'alcJlosi per ipcrcon11pcnsn nella regoTazione deU' equilibrio acido-basico. Questa anomala reattività di soggetti con squ,ilibri ncu.rovcgcl'ativi, <.li fronte a stimoli endogeni, non può non verificarsi anclhe per stin1oli, del genere, che insorgono nel lavoro muscolatre e non può non esercitare influenze s(avorcvoli tanto nel periodo ,d1 attività .fisica, in cui l' organisn1o deve adattarsi alle particolari esigenze, quanto nel _periodo di ristoro, in cui si deve ristabiiirc l'equilibrio biochimico dei liquidi e ~dei tessuti, Slflostatosi in conseguenza del lavoro. 1_,utto il complesso delle indagini cliniche e sperin1entali sopra riferite ci indica che per meccanismi molteplici possono essere turbate, negli squilibri neurovegetJ.tivi, le regolazioni che si richiedono durante e dopo il Javoro muscolare; sicchè, in base a llc indagini stesse, la questione può essere rias~1.1lflta, oggi, in questi termini : In soggetti ollenati si rileva una preyalenza d!clla sezione parasimpatica. Ma qui si tratta una situazione ncurovegetativa ben distinta dalla ipereccitabilità e dhe consiste (faccio n1ie alcune espressioni di Pende) in una iperfunzione vera ed efficace del parasirnpatico, la quale si accompagna ad una funzione sufficiente d eli' ortosim patico. Detta situazione neurovegetativa degli allenati determina un freno parasjrnpatico che, se contenuto entro certi li1njti, costituisce un fattore di grande importanza per la conquista di quel massjmo di rendimento e di capacità di sforzo che, a seconda degli individuj, è consentito. Confortano tale asserto alcune fra le osseryazioni com.piute da Bacq, Broulh4 t Heymans, da H~y1nans e Bouckaert e da Sama~n su anirr1ali simpatecton1izzati o con nervi frenatori aortici e seno-carot1.Jei 'sezionati ovvero con ~ltri artifici ~esi privi 'd i influenze regolatrici dell'apparato c~rdio-va­ salc orto- o para:s1mpatiche.

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Qu~te esperienze, d'altra part~, provano l'influenza sfavorevole che

sulla attitudine al lavoro fisico ha una prevalenza dell'ortosimpatico. . Più volte con ~iz~o a_b~iamo _p otuto co~tatare eh:, al.~e :o~~u?i prove d1 lavoro, notevole e 1 ant1c1po det fcnomeru della fatlca tn Incltvtdui con prevalenza ortosimpatica o con !abilità di ambedue le sezioni. Come risulta andhe da alcuni miei reperti di esplorazione- clinica d'el s.n. v. che ho già riportato, negli squilibri di detto sistema si verificano spesso, ed anche a riposo, \'ariazioni n1:1rcate de!la frequenza cardiaca e della pressione arteriosa per cause insignificanti pei normali ~ talora una ~erta vasolabilità rilevabilc, colla prova orto-clinostatica, a riposo e dopo lavoro. Si aggiunga (osservazioni di Minerbi , O hm, Peritz, Pende) la predisposizione, nelle distonie neurovcgetativc, alle turbe del tono rniocarclico, proprietà àel cuore J1stint:l dalla contratti1ità, mn con questa intin1an1ente coordina la (Pende). i\lcunc indagini del Danielopolu .'l~lla proya seno-carotidea in distonici ncurovcgctalivi (purcbè consiJerate nel loro complesso) ed alcune ricerche sperimenta!] di Heyn1ans c Bouckaert e .d i Samaan su cani con nervi dcprcssru·i aortici c scno.cc_~rotidci sezionati formano un insien1e di dati, pe1 quali è consentito an1mcttcre che un difetto della regolazione cardio-vascolare c respiratoria, operata dalle zone vaso-sensibili, possa ::tver parte nella ditninuzionc dell'attitudine al lavoro muscolare verifìcubile negli squilibri del s.n.v. In questi squilibri si osserva, pure, una reattività abnorme agli stimoli endogeni, che si ripercuote sugli equilibri metabolici ed energetici (Lami) nonchè sull'equilibrio acido-b::tsico (T ah n). Insomma, gli squilibri del s.n.v. creano un complesso di condizioni più o meno atte a rendere ina:deguati gli adattamenti dell'organisn1o al lavoro mtuscolare, poichè lProvocano turbe varie, per qualjtà ed entità, a seconda dei casi; tu.rbe le quali, per quanto riguarda rappetrato cardio-vascolnre (che particolarmente qui ci occupa), consistono, soprattutto, in una inibizione vagale del ritmo cardiaco spesso scarsa e saltuaria, talora esagerata e non rispondente a necessità funzionali, noncbè in una regolazionc imperfetta del tono .miocardico e del tono vasale. Da ciò deriva che, in una prestazione fisica, il cuore non si adatt~ adeguatamente cd econornican1ente alle 1naggiori esigenze e subisce un aggravio inutile di laYoro, mentre non ben proporzionata risu lta quella distribuzione del sangue nei muscoli in attività e negli altri territori, che nbbian1? preso in esame a proposito eli regol'azione vasale locale dei muscoli striatJ. E nel periodo di ristoro, per influenze eccessive o intempestive orto- o parasimpatiche, si verificano ritardi o disordini nei tempt di ripristino della frequenza c:1rdiaca e àella pressione arteriosa, pur non esistendo compromissioni n1iocardiche. 3 -

Gìornalf.' di medicma militare.

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"""' d · d' t · · fisiche atte a rinnovare gli stjmo1i esaltal.;ol succe ers1 1 pres az1oru . c • _ • , · d 11 ·lib · euroveaetativo questo s1 aocentua progress1vamcntc tor1 e o squ1 no n · b ' . h h del cuore, organo c e a territorio d'innervaz1one c t ende a ·prevalere n el ., un compito di prim'ordine nelle necess1ta rdel lavoro. Tutto ciò senza contare la frequenza colla quale _concorr?no al peg. · · t·· 1t1ellc IJer esemp1o suscrtatc da un gJoramento reazioni amo 1:e, con:e l1 . . , . . ' . . • controllo penoso nclb cosc1enza dt bathtt cardtact accc~cratt e_ rinfor:zatt o di contrazjoni cxtr::tsistoljchc. Per una più precisa. valutazione de1 fatton em1-

tivi, v. in seguito. . . . .. . Ben si comprende come, anche Jn una . c~nc~1Z10ne d1 ~~Luh.bno neurovegetativo non graNe, l'allenamento non m1ghor1 la capac1ta d.1 sforzo e~ .il rendtimcnto del lavoro, anzi l.i reggiori c nel contetnpo aggrav1 la nevroSJ. A meno oh e, s'jntende, ·esso non sia ccndotto con mc lodo td1 fTc rcnl<~ da quello che si addice ai nonn:11I. Queste considerazioni sono di grande valore dal punto rdli vista dt'l 1'(~cupero di energie n1jnorate da altcroz1oni Inorbosc, la cui itnporlan~a vknt; spesso, .n1a a torto, trascu1ata, basanclos1 sull'assenza di lesioni urgallidl<~ clinicamente apprezzabili c su di una distinzione troppo nella lra lesioni funzionali cd organiche.

5· - L'rNFLUENZ.\ DEL LAVORO FISICO SUL MlOCAllUlO NEGLI SQUll.lBIU NUUilUVEGET,\TIVL

Si può verificare, in un soggetto norrnale e per effetto di Utn lavoro . fisico, ·un'alterazione d'el miocandjo? Il Cesa Bianchi ha per !Primo din1ostrato tale possibilità in animali sottoposti a sforz.i violenti c prolungati e nei quali venivano, così, provocate lesioni n1iocardiche a tipo degenerativo ed infiltrativo, analoghe a q nèlle delle Iniocard iti umane ed, in parte, non reversibili. Bi.ichner c Lucn:dou (cit. 'd a Agnoli e Bussa), in conigli preventivamente s::dassaG, oppure no, e sottoposti ad un sovraccarico d& lavoro, hanno osservato nccrosi pare eli ari sottoendocardiche ed, all' e.c.g., appiattimenti della. T e slivellatntnti in basso del tr::ttto ST. Agnoli e Bussa, sotnministrando, endovena, a cavie acido lattico alla dose di gr. o,ro p er kg. di peso, hanno visto cotnparire, in modo progressivo ed irrcversihjle, una depressione del tratto ST, un appiattirnento cd una successiva jnversione della T e bradicardia. Fenon1eni del genere, n1a attenuati e facilmente reversibili, hanno ottenuto con dosi n1inori di acido lat6co o coll' affaticatnento. . Per l1uan~o riguarda lo sforzo fisico dell 'uon1o e particolarmente quello degh a~et1~ nu sen~bra necessario, anz~tutto, !distinguere col Margaria, da un punco d1 v1 sta pratico, un lavoro nlt}scolare aerobico, in c'UJÌ le reazioni anaerobiche possono essere seguite pari passH dalle reazioni ossidatiye che ripri-

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stinano le condizioni chimiche di r iposo del muscolo, ed un lavoro a11aerobico, c~atteri~zato ?~ un grave dife~o .di dette! trea~io_ni. ~ssidntivc, .dovuto alla partJ.colar~ mtenstta tlelle co~traZloru e aJ u~a In1b1z1one degli atti respiratori p~r es1~enze ?ella me~can1ca m~scol::trc (t~ro alla .Eu~e, sollevao1ento eli pesi, gmnasttca agh attre:z;z1, corsa dc1 roo m. (1) ecc.). V1 sono, poi, esercizi (puL gilato, lotta, giuoco tdel calcio ecc.), in cui si alternano fasi di. lavoro prevalenten1ente anaerobico con fnsi aerobiche e nelle quali i muscoli, in misma variabile a seconda dci casi, possono ristorarsi e l'organismo riesce 3 pagare, almeno in ~rte, quel che~ con Hill, chia.1nasi H <(!debito di ossigeno )) contratto nella prcstaz]one. A proposito della corsa tipo « Marntona ))' il Margaria osserva che, pur svolgendosi essa in condizioni le quali possono 1dirsi acrobidhe, il 'lavoro compiuto d~l cuore, per irrorare l n1uscoh in attivit~, è. rrwggiore di quello che qrtr.'ìl i stessi nruscoli con1pi ono ,per ln traslazionc del corpo. D'altra parte,

rncntrc ltt tnuscoblllr':l schdclric:t pu0 n1 ~1ntcncrsi in ottimo stato Eunzjonalc cont raendo un dcbi to di ossjgcnu, b DlU SLolatur~ c~u·diaca non ha la proprietà di cualrat·rc, jn tnisurn :tpprczzabllc, tale debito: sicch è, in questo tipo di 1f!voro, la fatica c·d il li1uitc allo sforzo si dctenninano, soprattutto, per 11n dc:ficicnte apporto di ossigeno al tniocarclio, che inevitabilmente si ripercuote ~ uJla forza delle contrazioni c :;ulla ritn1 ici t~t c su] la frcquenzn del cuore. Nel lavoro nnacrobico, poi, il cu ore vie ne in1provvis~uncnte sottopostD acl un lavoro intenso, soprallulto per un ..LUD1enlo n1olto n1arcato della pressione arteriosa. L 'immjssionc in circolo ~del sa ngue dei 'depositi, che è ricco di corpuscoli, aumenta la capacità ùcl s~nguc stesso 'lli trasportare rossigeno; tuttavia ' l 'individuo, Hurantc lo sfor zo,. si trova in anossiemia ) sicchè 11 miocardio deve compiere 'Un lavoro tnolto pitt intenso, pur non ricevendo una quantità di ossigeno sufficiente. E' naturale, quindi, che nel lavoro di tipo anaerobico il cuore, data la Sl!a p ossibilit~l Ji contrarre solo un piccolissimo debito 1d~ ossigeno, possa andare incontro ud altcrflrzioni fun zionali ed anche anatomidhe. Il Puddu, in ricerche elettrocardiogralìchc già ricordate c d~ lui eseguite, colle tre derivazioni periferiche e con quella toracica, in individui sottoposti ad una delle comuni prove di lavoro, l1n trov:1to leggere c poco significative alterazioni dell'onda P e del gruppo <2RS, netti abbassamenti del tr~tto PR e del tratto ST, sicchè tutta la }jnea P-T ~ssumeva un andamento arcuato a concavità verso l'alto ((( falsa » depressjonc del segn1ento I<.S-T) ecc.; ma non ha veduto abbass,unenti del tratto ST, rispetto alla nne dtl tratto PR, superiori :1d r n1n1 .. E l'A. rileva cornc Van Muyden, pur avendo lavorato su ·di un'ampia casistic~, assai dj rado abbin trovato, in {I) Nella cor:;a dei roo m., p. es., l'atleta scarta compiendo un'inspiruziune profc~nda, ptrde ùu r~nte il percorso una ct::rtn pnnc òell 'Jria 1nspiraL1 ed inspirn nuov:tn1l'nte solo qunndo deve :1[1 ron tMc l'ulumo. ~forzo .

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soggetti sani sottoposti a prova di lavoro, uno spostan1en to del tratto Sl., di r,5 mm .. Ma passiamo ad osservazioni compiute su individui sottoposti a prestazioni fisiche di grande i1nportanza. il \Ticiu, in base a reperti personali C di altri ricercatori, ritiene che non rara sia ~egli sportivi la comparsa di segni elettrocardiografici ·d 'insufficienza coron:1ric8 e consistenti in slivellarnenti del tratto ST, Q:1 profonda, T appiattita; e cita, fra gli altri, 1'1-Ierzwn, che ha trovato alterazioni elcttrocardiografìche tdel genere nel 42 '}':J degli sportivi esaminati. D'altra parte, il Sarnain ricorda che l'Hoogerwerf non ha mai osservato slivellan1enti !del tratto ST (bene evidenti, s'intende, c di entità veraInente patologica) in olin1pionici di validità 1niocardica collaudata da gravi cirnenti sportivi. Inson1ma, in questi soggetti, il circolo coronarico poteva dirsi c1pace di sodldisfJrc le massime richieste del cuore. N[a la ncgal'ivilà dei reperti clettrocardiogratìci ora ricordati non itnpccliscc ui ritenere che in alcuni casi, malgrado l'integrità delle coronarie c del tniocardio, gli adatLtmenti del circolo coronarjco possano, ad un certo punto, non pÌtl corrispondere alle 1naggiori necessità, quando si richieda un itnpiego totale Jcllc forze e, soprattutto, quando in questo sforzo venga inibita la ventilazione poln1onarc. Più faciln1ente, p oi, l'apporto di sangue coronarico potrà riuscire htferiore alle esigenze di una prestazione fisica in soggetti con particolari si tuazioni endocrino-neurovegetativc, decisan1cnte morbose o che divengano tali, esagerandosi nello sforzo. Abbian1o visto, infatti, che negli squllibri del s. n. v. il cuore si a·datta alle necessità del lavoro m~uscolare in modo antieconomico ed inadeguato e quindi con un inutile dispendio delle sue . energie. Il Viciu (vedi sopra) ricorda clhe, 1n conseguenza di sforzi sportivi gravi e prolungati, si possono verificare, soprattutto in individui con !abilità vcgetativa, stati di collasso da vasodilatazione paralitica (Petroff, Matveeff e Schwartz). Egli aggiunge che le ricerche compiute da Meessen e :da altri AA. su animali dimostrano che gli stati eli collasso del circolo si possono tradurre, nell'e.c.g., con uno slivellamento in basso del tratto ST e con un rovesciamento della T, Sjpiegabili con una riduzione del circolo coronarico per ristagno di una grande quantità di sangue nei vasi periferici dilatati. Allo stesso n1eccanisrno potrebbero riportarsi, in detenninati casi, gli slivellamenci in basso del tratto ST e gli appiattimenti dell'onda T rilevabili in sportivi sottoposti a grandi sforzi (Dclius, Reindell, Viciu). Il Viciu nota, poi, che, in alcune esperienze di Blichner e Lucadau sul cane, un 'insufficienza coronarica pro~ lungata, da anemia ortostatica, poteva determinare focolai di necrosi disseminata nel miocardio. L'Hochrein attribuisce alcune ~ens~zioni anginoi~di, talora verificabili ne\ cos_ì ·detto << punto n1orto >> del Lavoro sportivo, ad una temporanea 1nsuf:fic1 enza della 1rror:1zione coronarica; egli rileva, inoltre, che nella pa-


J09 t~gcnesi d eli 'rn1gor.lì~ra, spesso, una v~gotonia spiccata e che questa situaz~one neuro:eget~tJ.~ 'e stata talora. fa~onta ~da un sopraallenamento ~sico (~). L A. trova, infath, cille la stenocard1a e relativamente frequente nel cbmateno di individui chet nell'età giovanll e ed adulta si sono sottoposti a grandi sforzi fisici. In altre parole, si tratterebbe, secondo Hochrein, di una morbosa prevalenza par.asirnpatica, riguardante anche la rcgolazionc coronarica e che, determinatasi per ripetute ed importanti [prestazioni fisiche, si sarebbe protratta nonostante l'abbandono di esse (2). Malgrado che l 'acet11co]ina liberata dall'eccitazione del parasimpatico scompa.l~ rapida1nente per l'interyento della colinesterasi, l'Heinlein noo esclude che nell'uomo, verificandosi uno stato di sovraeccitazione vagale, detta !10Stan~• possa raggiungere, nel miocardio, una qunntità sufficiente per suscitare contrazionj . ripetute Jelle coronarie e, con esse, modificazioni morfologichc di detti vasi, del genere di quelle da lui provoc:tte (non senza :t l tcr~tzjoni m1ocard1chc consecutive), iniettando per n1csi 3 conigli l' acetiJ-

colina. W crntr Sdhulz riferisce che da giovane praticava lo sport, pure essendo uno stigmatizz;tto vcgct:ttivo con lrubilità vasale: ad W1 certo punto presentò 11n bigcJninisn1o extrasistolico che, ad un csnnle superficiale, fu scambiato con una bradicardia da ~llenamento. Egli richiama particolarn1ente l'attenzione sur quegli stigmatizzati vcgetativi che tengono n1olto a mostrarsi validi e s! prodigano in richieste dj l:1voro SlllpCriori alle loro possibilità, sì da andare jncontro ad alterazioni cardio-vasali, che possono giungere alla dilatazione acuta del cuore. Si è g1à accennato che per l'intervento di fattori emotivi diviene più marcata 1'esaltazione di uno squilibrio neurovegetativo nel lavoro. In tal caso,. au1mentano ancor più, pc] cuore, i motivi di affaticamento e le possibilità di un danno. Ma su questo punto, come pure sul nocumento arrecato dall'e1nozione aj vasi, dovremo intrattenerc1 in seguito. Il lavoro .fisico abitualmente oneroso è stato da tempo riconosciuto capace dj. favorire l'arteriosclerosi e per fattori vari, tra i quali, gli autori più <.omUrnemente mettono .in rilievo il trauma interno esercitnto sul1e arterie dalla ipertensjone, quello esterno inferto dalle contrazioni 1nuscolari, l 'azione tosSlca dei prodotti della fn tic a. Huchard cita osservazioni di De Gàovanni, e propne, di lesioni arte(1) Cumc è: noto, v1cn deua " pumo murto J> dt:l lavoro ~partivo quc.lln (.lsc, mtnsitonu c I!On del Lutto cvit:1b1le, neppure J1cgli allenati, nella quale un ad:mamento ancora 1n~omplcto dcll'org;tntSmo ::tllc JTn~)~OV­ visc c maggiori nchic~tc si esprimi! con u n certo torpore delle contrazttmi muscol.tri , chificolt~ dd· ~esp1ro, sfiùucia n ell e propne forze ecc., fcnomem :u qu:-~li può accomp•tgnorst, l.l)orn ~ un !!t:nso dt COblrl.llonc al

çuore. (2) Circn le vnrie strunzioni ncurovegew tivc ric~nosciutc, J second.~ d~g li AA., negli, angi nosi ..c .::arc:t la cnmponcmc ncurovcgetntiva iTÌlevobdt! ncll::t genesi ddl'.:~ccc!lso, m1 tlfcn~co .1d unJ mm not;t: Sastt:m:t Jlervnso vcgcmtivo ed unginu pcctoris ccc. jn: Cuore e Circolnztonc XXIX - 1!.l·l5·

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Nel lavoro ffillSCobre, uno squilibrio neurovegetativo favorisce raffaticarnento; qtiesto., a sua volta esalta, per un circolo yjzioso, lo squilibrio neurovegetativo. Da tale circolo vizioso, in cui faciln1ente intervengono reazioni emotive. possono derivare alterazioni cardio-vasali anche gravi e, talora, definitive.

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DOPO TRAUMA PERIFERICO Prof. GrusEI'[lE C\\IP.\TLL.\, cap. mcd ., lib. doc. Consukntc ncuro-pstchiJtra dcii ' nrm:ltJ , capv rcp:!r w ne.:wlogu:o

Se ]e osserv3zioni di siringomidia consecuti\ e a trawni diretti sulla colonna vertebrale sono abbastanza numercse, i casi di siringomiclia che insorge dopo un trauma periferico sono descritti in un numero limitato. Le divergenze di indole patogenetica già salienti a proposito della siringomielia da trauma vertebrale divengono a:n cora più spiccate quando il trauma è pc- · riferico. Effettivamente 1.punti oscuri in quest'ultima eyenienza seno maggiori ed è quindi spiegabile la perplessità di molti AA. di frante a queste forme. Accanto alle forme di sindromi siringomieliche da trauma periferico vero e proprio conviene citare quelle forme nelle quali l ,affezione si ~ iniziata con un processo suppurativo degli arti e che sono state particolarmente studiate da 'Guillain, sostenitore della teoria della (\ nevri te ascendente J) . Già però Eulemburg (r8g6) aveva pensato a questo meccanismo a proposito di casi di siringomielie che seguono a flemmoni. AlcUlli ~-LA. rigetta.t1o questa interpretazione e pensano che il flemmone possa essere l'effetto e non la causa della siringomielia (Sicard, Ferrannini). Un caso di questo genere fu descritto di recente da Giorgio Padovani; si tr,1ttava di un 54enne, senza tare ereditar'ìe, dhc si produsse una lesione alla mano d. cui seguì un ascesso. Dopo qualche tempo jl p . venne colto da crisi dolora5e lungo l arto superiore d. e guindi 3ll 'arto ed alla spalla s. Si manifestarono infine fatti di atrofia muscolare e contrathrra alle mani, associati a classica dissociazione termo-algesica d'ella sensibilità al torace rd agli arti wperiori, nonchè a turbc tronche. Padovani accett3 il concetto di Guillain della nevrite ascendente responsabile della siringon1ielia, con un n1eccanisn1o analogo :.1 quello realizzato sperimentalmente da Levaditi, Lépine e Schoen a proposito delb siringomielia sperimentale. I casi consecutivi a trauma periferico come ho detto, non sono n1olti mentre 'li registran0 osservazioni di siringomielia consecutiv:1 a suppurazione degli arti . Nella osservazione di M. Vilbret e Faure Beaulieu (1918) si trattava di un so1dato che cadendo si prod1.1sse una escori:1zione :11la mano d. dhe

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stentò parecchio a cicatrizzare, complicandosi anc~e con un ~em~one. Cinque ar..ni dopo il soldato visitato al Centro neurologtco de~ a ~6. regi_one venn~ trovato affetto da siringomielia. Il caso rientra fra quel11 d1 infezione degh arti; gli AA. però non accettano la teoria di Guillain e pensano. che l'affezione fosse preesistentc e latente. Dello stesso par~re sono Meuri~t e Lherll1itte a proposito di .un loro amn1alato che aveva nportat? una ferita ~1. pol}jce cotnplicat:1si con patereccio e seguti ta parccclu mesi dopo da Sl!Ingo·nljelia. L'osservazione di 1-:1. Rogcr, Antonin e Crem.ieux sarebbe in accordo con questa massiJna: i sinton1 i siringomicl ici apparvero (o si accentuarono) dopo una caduta che aveva provocato un'artrjte della spa1la. Anche Mikulski pensa che 11 trautna mob1lizzi il processo morboso latente. In un suo caso un operaio di 26 anni presentò segni di siringon1iclia tre mesi dopo un infortunio sul lavoro al piede. Il caso di Barré, Sin1on c l)ragnncsco rku tra fra quelli segujti a jnfczione degli arti. Si trattava di un giovmw ehe in seguito ad un'esplosione venne ferito in pitl parti c in part1colar<' :dl'nri'O Hllp. Un anno dopo venne ricoverato in ospedale per una lesione profond:t indolora all'jndice s. Quattro anni dopo flen1monc indoloro ~lb n1nno s. c un anno dopo frattura spontanea del radio. Infine c0111 p nrs:1 d i una chi n rn sintlt·onuz siringomielica. Gli AA. sono del parere che i] trntHn:l nbh1a prodotto pie· cole emorragjole ne11c corna posteriori del n1idollo. Nel caso descritto da Bn1n s1 tratta di un an1n1alato clhc riportò una djstorsione dell'articolazione tibio-astragale:t nel novcn1bre del 1930. Nel n1csc di gennaio del 19_~r comparve una pa·resi del peroneo con co1nponcntc ischcmica. Ad un esame praticato nel nutrzo 1932 fu riscontrata una netta sindrome siringomielic8 con d]ssociazìone della sensibilità anche al viso ed alterazioni dei riflessi. L,A. interpreta la paralisi peroniera con1c sintomo jniziale d'ella si ringon1i elia. Il rapporto fra traun1a periferico e sjringomielia è decisa~ente negato da l(na~uer (1934) 11 quJ1e pensa che in questi casi la malattia è sempre preesistente. Nell'a;senrazione di Lhern1itte e Voto-Bamanes un soldato fu ferito nel1a guerra 1915-'T 8 ~:dl:1 n1ano destra da un proiettile che provocò la frattura dc1b testa del 3° n1etacarpo. La frattura guarl in tempo normale. Successivamente ;nsorsc una sindrome siringomielica; gli AA. negarono al trauma ogni valore patogenetico. A queste osservazioni cliniche occorre aggiungere il reperto non trascu· rabjle delle ricerche sperimentali. Vari AA. sono riusciti a provocare un processo siringomielico: t.raun1atizzando animali· alle estremità ed in specie alle grandi articolazioni del1e radici degli arti (Graf, I-Iuismans, Guezda, Leasc, Clarke, Minor, ccc.). Mmgazzini ritiene che in gucsti casi la lesione p1ovochi una neurite ascendente che va a ledere anche il midollo realizzando una g!1oC)i, punto dj partenza del processo sjringomie]ico, Insom1na agirebbe così


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come le .infezioni ~c.rif~ricl:e secondo Guillain. La via seguita sarebbe 0 quella nervosa (septonevr1t1 d1 N1colau) o quella linfat.ica (Guizzeth). Ricordo che Oppen!heim non ritiene accettabile queste spiegazioni. Per quanto la sp~eg~z!o~e di qucs.ti casi riesca ~ifficil: ~on ~i può d'altra parte negame a pnon l esistenza affermando che 1n tutti 1 cas1 l'aHczione preesiste\'a. Nè si può trascurare, a mio parere, il fatto che ~onr, descritti casi di sclerosi laterale amiotrofica dopo tr:nuni periferici. R1.zzatti a proposito di quattro casi ricorda quclh noti alla letteratura: dopo contusione della mano (\Voodn Andre\v). dopo frattura n1etata.rsale (Goldberg), lesione c!ell'avambraccio e della gnn1ba (Hnnch), distorsione d'cl ginocclùo (Bc.rnheim) ecc. Va notata l 'jn1 portanza del I.., dei casi sul bel lavoro pubblicato dal Riz'l.~llti dove f11 possibile al prof. Boschi di diagna;ticare guando ~ncora la ~in to1na Lologjn non crn n1olto signilìc ..tti va dal ptmto di vista etiologico perchè abn()J'llH.' di sede c nc11.t tnodalità tf·cll'inizio, n1cntrc la sede iniziale era corri.';prmdu,u· nel senso n1ctan1cr]cu prcc.,,1tncntc a1la sede dd tratuna. Caso, <Jllindi, f•loqucntc, circa la efficienza ùel traWlla, determinante sia pure r1ei Sf11.<t O di aver rivcbto c n1rsso in efficienza una prcdjsposizione. Anclhe per la tlclc:ru:it lateral e an1iotrofica .'li è invocata la ncuritc ascend'ente. Da altri è Matn JH·cr;pcttala la :maJogia con Jc rnanifcstazioni lìsjopatichc di guerra, da nlln è stato jnvvcatn il mccGlnjsnlo delle degenerazioni transncuronìche ecc. f.Juale che !,ia il tn cccanisJno d 'insorgenza, rcgistriatno i l f..t tto c he la letteratura ci dà cc;cn1pi dj sclerosi latera li atniotrofìchc insorte dopo traumi periferici. Con In descrizione di questo caso Ji sind rome siringon1ielica consecutiva a trauma periferico desidero portare un contributo alla conoscenza eli queste forme di tanta in1portanza clinicr~ c medico-legale. Si tratta di un soldato ~1ppnrtencntc ad una unità della :?.Q armata. Sold. ~1. Sil\'io di Giuseppe, nato il 10 luglio 1914. Anamnesi fam;liare: e;cnitori vjv<:nti c ~ani. Non risulta che nel p:trentnJo CJ siano ammJlati di forme ncrYose o mentali. Anamnr:si personale : il paziente è primog< nito, Ll:tto n rerminc da p:trto eutocico, ha avuto :tllattamemo materno. SvjJuppo psicosomatico nornule. 11odico beYitorc e mangiatore, modico fumatore. Non ricord:t eli a\'er sofferto j comunj es:uHemi delPjnfanzin. Nega In lue e le altre malattie veneree; le reazioni sicrologichc (\Vnsscrmann, lvfe"ni che.: c. cc.) dpetutamentc eseguite sono risultate s~mpr'-" negative. Non ha mai sofferto di tonsille. Non ricorda di avere sofferto altre n1abttie all'infuori dj una forma mialgica apiretica nel 1932 gu~rita in breve con l'uso dì s~1lici1ici . Nel luglio 1936 mentre.: il p. era mtc:nto a l:n•ornre attorno aù un'auto gli cadde sulla coscia d. la parte posteriore di uua carrozzcda automobilistica tipo Spa; il p., che era seduto, rimase con la coscia sc!1incciatn dal peso della macchina, 1na rin1ossa questa potè subito rjalzarsi e riprendere .il lavoro. L'i~ùomani mattina_ il .P· s.i accorse che l'arto inferiore d. non reggeva bene e che cnmmmando andava rtscluo dt cadere. Era insorto inoltre un intenso dolore che d;.lla cosci.1 t;Ì jn·adbva lino nlla radice del-

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l'arto. Fu così costretto a mettersJ Jn riposo. Un medico gli consigliò. una c.ur~ calcica e gli praticò ro endovenose d i calcio; pare .eh~ dopo qu~sta cura '1 , dolo~ n .fossero un po' attenuati. Tuttavia persisteva b dJmtnuZJanc dt forza al! art? ~n~enore D. e la dolorabilità della coscia. Il p. si fece visitare ed\ ?ttenne s:ssanta gtornt d1 11cenza di con\'alescenza. Il p. riferisce che uur~nt~ q~est~ pe~to?~ ognt tant? andava soggetto ad episodi febbrili delb durata di pochi gwrn1 defintl'l dal m:dtc? ~ur~te come « febbre reumatica. ». Durante tali epjsodi febbrili i do~ ori alla coscta s1 rJacutJzzavano. Intanto l'andatura si faceva sempre più cJjflicile per la mancanza eli forza all'arto inferiore D . Inoltre era insorto un altro fenomeno che aveva impressionato H p.: l'impotenza sessua~c. Pure in questo periodo era soprnvvenuta una iscuda e. nictu.ria. Sulla. coscia D. nella sede traumatizzata era comparsa una tumefaztone Indolente per cui. il- p. si era fatto ricoverare in una clinica chjrurgica. lvi fu praticata una biopsia che dimostrò trattarsi di lipoma. Persistendo dolori alb coscia D. ove il p. notava anche ipcridrosi, si decise H ricovero .in un Istituto Neurologico dove il p. venne sol .. toposto a roentgenterapia sul midollo seguita da elettroterapia. n p. trns~c grand<: giovamento da questa cura tanto che potè riprendere il suo lavoro . Il p. riferisce che talvolta ha b loqucb inceppata, de(ormata c quat.i incompl't'n sibile; anche questo disturbo però si auenuò molto dopo la roentgc ntt:rnpLl. E' ri chiamato alle anni dal marzo I941. Esame obbiettivo: condizioni generali buone, pnnnicolo nclipo$o scarso. Nulla d~ , notare a carico del sistema scheletrico. Torace di· normale tonformnzionc. L'apparato respiratorio: basi polm onad bene mobiU. Suono eh i:1ro ~·.u tllllo l':un ~ bito. Iviurmure vescicoh1re normale. F . V. T. normale. Cuore nei litnid, ront puri c di nor male inte n!-it~~ e ritmo. Polso pic·no, "alido, ritnùco, di normale frequenza. AdJome indolente e trattabile. Cicatrice ombelicale normahncnte introfcssn. Non reticolo venosa patologico·. Fegato e milza nei limiti. Emme nete~·ologico: fnci( s indifferente . Pupille di normale contorno cd amptczza. lliflesso pupillare alla luce ed aila accomodazione pronto. Allo ;stato eli riposo si rilevano mo\'imenti di nistagmo rotatorio più accentuati in O. S. Il nistagmo roratorio diviene più spiccato c.1lle prove cinetiche, nella direzione laterale dello sguardo . Si osservano a·nche scosse di nistagmo verticale. . La motilità della n1uscobtura estrinseca oculare è bene conservata. Allo stato di 1riposo non si osservano asimmetrie dei muscoli mjn1ici. L'atto di corrugare la fronte, chiudere gli occhi, di grignare i denti, fischiare ecc. non mettono in evidenza alcun difetto 'della motilit3 attiva.. I masseteri si palpano normalmente e simmetricamente tonici. Lingua eutrofica, non animata. da tremori o da fibrillazioni, diritta sul pavimento orale e protrusa pure diritta . Ugola leggermente deviata a S. La masticazione si compie stentatamente speci(! dalla parte S.; ma ancora più stentar~ è la deglutizione . Il p. riferisce di avvertire un senso di intoppo nel mnn~ dar giù. Si apprezza ev idente il segno del stpario a carico del lato S. Al momento clell 'esan1c il linguaggio formale non appare alterato; a periodi però si nota un certo hrradù di disartria transitoria. Collo: regione tiro idea di normale volume. Lo sternocleido mastoideo di S. appare ~lqunn to ipotonico rispetto al D., il che contribuisce ad imprimere ·un vizioso alteggt.ament.o del capo che! è lievemente inclinato e ruotato corrispondentemente. Alla palp~z10nc st ha. nc:ta la sensazione della. lpotonia ~ucc~nnata. fronco: non n apprez7ano alternzion! degne di nota.


Arti supenon : non si rilevano turbe di atteggi~ mento, alterazione del trofismo cutaneo, nè fenomeni irritativi. Mot~tà volonta:ia: l'innalz~e~to dc~ moncooe della s~n S. si compie con molto rrunore escurstone e con ptu tn1pacao che a D. I movtn1enti di adduzione c eli abduzione del braccio sono normali; così pure quelli di rotazione. Anche i movimenti dell'lvambraccio suJ bmccio si compiono bc!le Flessione ed estensione èdla m~no sull'avambrnccio bene conscn':Hn, come pure b pronazione e su~inazionc. E' 'dato invece rilevare che i movimenti di flessione delle prjme falangi !-Ul mctacarpo, 2n e 3o. falange ;estese, sono alquanto Jinùtati e inibiti a S., mentre si compiono normalmente a D. Pun.~ li1nitatJ è la :tddu7Jone c la abduzione delle dita (iotero;;sci) a S. prlricata tenendosi le prime fabngi flesse sul palmo. Forza muscolare : diminuita globalmente all'arto superiore S. Alla mano S. notevole diminuzione. Prova di 11ingJ.Zz.ini: lento abbassamento a S. I potonia cli tutto l'nrto S. Arli infedori: :tll'ispczione si nota un numento di volwne alla faccia mediana t: anteriore ddla coscia D.; tale intumescenza grn.nJ.:: quanto un uovo eli struzzo è po:,r:t nl di sopra dd ginorchio, (! indolente t:cl nlb polpuz.ionc si· apprezza come lobu~ Jara. Al ginocchio D. :.i not:~ una cicatrirc Ja pregressa scottntura avvenuta nella .tfJplicai'.ion.- di un forno Bier, non avendone· 1l p. perce pito l'alta tempernturn. A tteggiam1•nto degli arti: norn1ali. Si nota una spiccata .1Lrofi:.1 alla farcia anr eriore c pollter!on: della coscia S. a tipo pro~sim:d, •; è pure: ev ide nte unn marcata ntrofia Hl: corrispondenza della regione gltJteJ S. Si :tpprczz:tno ar;irnmctric nel b secrez ione suùorale che è Inolto più spiccata cd nppr<.""l.i'~thi le nlln co:Jcin. S. Del pnri !->i rileva una maggtore cvtden7n. olln coscia S. tk".. rt:ticolo venoc;o cutaneo. Motilitj volontaria: la flt:ssionc uclla coscia sul bacino ed il sollevamento~ degli arti estesi dal piano del retto si con1piono normaln1cntc. E' invece alquanto limitato il movimento eli flessione della garnba sulla co'icia D. Anche l'estensione dorsale e la flessione del piedP D. sono limitati rispetto a S. Normali i mo\'imenti di rotazione .interna ed esterna. Forza musco~arc diminuita in tulo l'arto D. che è anche spiccatamente ipotonico. Prove eli M.ingazzini e di Barr~ negative. 1vfotilità passiva: I vari movimenti si pos~ono compjerc senza provocare dolorabilità alcune e con più spicc:.tla escursione n D. in relazione nlla notata ipotonia. Stazione eretta normale. Deambulazione: il p. ram mina spcditamente ~enza alterazione dell'equilibrio; ad occhi cluust si nota qualche oscillazione. Non Romberg. Sfinteri: bene funzionanti. Apparato sessuale: persiste notevole indebolimento delle funzioni per diminuzione della erezione. Prove cerebellari: reperti normali. Riflessi: superficiali: corneali e congiunti vali presenti, faringeo assente. Aclc.lominale D. assente. Cremasterico D. assente. Piantare in flessio~. Profondi: m~sseterino normale. Tripipitali, sùlo-radiali, cubito-pronatori prese nti e simmetrki, mcdio-pubico J\rcscnte nelle due risposte, patclbre D. :1ssente, achillei presenti c simmetrici. MendclBechterew normale. Non riflessi di automatismo midolla.re. Sensibilità: la tattile è ben conscnntJ . La dolorifica presenta notevoli altt:r!lzioni; infatti è abolita a d estra a panire Ja D; fino a L3. Normale 3 sinistra. .L1 sensibilìtn 'ermka è del pad alterata; anestesia nell':trnbito• L1-L3, ipoestesia da D5 a Dr2. Normale a sinistra. Localizzazione delle ditn bene con~ervatn. Pallestesia: si apprezza anestesia alla 'regione !-aerale. Rnchicentcsl : pressione in Jecubito laterale D. :25 scesa a r6 dopo estrazione di

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Esame del liquor: limpiJo, aibume 0,:21 per mtllc. g.ucosto o,so .fer mtll~. NonneApelt, Pandy, V\Teichbrodt Bo' Lri :: ncgatÌYC, cellule: 0,2 per mrn.· Renzorno: normale: R. \Vassermnnn e K:1hn: ncg.Hin:. . . . . Esamc racliologico dd la colon nn : non apprezzabJ li a1terazLont_ n1o~folog1che. Riasswncndo: un solJato di 22 anni, esente da t are eredobJOlogtche, nel 1936 vtcnc co~pito Lb un infortunio. Utl!l p... snntc carrozzeria automobilistica va n finire sulla coscia dcstr..1 del p.; il p. non riportn alcun trawna aUJJ c~lonna vertcbrale nè alcun

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fatto commotiso. Subito si rblza e riprende il bvoro. Il gwrno dopo avverte dolore intenso all'arto inferiore D., :.1lla cosci..1. in specie, ed anche diminuzione di forza~ Dopo circa due mesi nligliora ma. ogni tant~ viene colto da peri~di f~bbrili acco~­ pagnaù da , jolenù dolori alle cosci e. Insorge I_mpotenza sessuale ~ 1scur~a. Alla coscia intanto si forma nella sede del trauma un hpoma (controllato IStologtcamente). Fu allora sottoposto a roentgenterapia del midollo che ~li diede un notevole rniglioramt:nto. Il p. av,·erte però iperidrosi alb coscia e diminuzione della sensibilità ternùca, tanto che :nel praticare un forno, ;alla Bier riporta una vasta scottatura aJ ginocchio. All'esame neurolo-gico si riscontra: scosse di nistagmo rotatorio, turbe eli deglutizione: t~ora disartria, monoparesi brachiale S., atrufia muscolare alle regioni glute~ e ddla coscia D. (pane alta), areflessia patellare e addon1inale D., zone di anestesia con dissociazione termo-alg6ica a D., palJanestesia alla regione sacrale, iperidrosi ..

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NeJla discussione diagnostica differenziale esaminian1o dapprima la poss1bilità di una sclerosi a placche. Questa diagnosi potr'ebbe affacciarsi per la presenza del nistagmo, della monoparesi e delle tutrbe s.fintericlhe e sessuali.. Ma Yalgono ad eliminarla le turbe di sensibilità termo-algesica, a tipo radicolare, l'alterazione della sensibilità vibratoria, le turbe trnfiche che pur facendo parte qualche volta della sclerosi multipla non si riscontrano certo· di frequente in queste affezioni, il decorso senza spinta e remissione, la mancanza di sindrome cerebello-piramidale; il reperto. liquorale costantemente negativo. Ad escludere la scleros1 ]aterale :uniotrofica servono la mancanza dj fenomeni spastici, la presenza di turbe vescicali e geni tali e sopr~ttu tto le turbe sensitive . Per motivi analoghi si esclude la poliomieljte anteriore cronica degli adulti. Non è il caso di disoutere l'atrofia muscolare progressiva (Ara n-D!.tehenne) n è la distrofia muscolare. Per ovvje ragioni non si prendono~ in considerazione l'eredo-atassia di Friedreich nè la malattia di Marie. La tabe viene facilmente scartata per 1'assensa di alterazioni pupillari, per la 3Ssenza di atassia come pure per iJ quadro dissimile a carico d'ella sensibilità. Potrebbe per avventura trattarsi di un tumore midollare? Non credo sia il caso ai pensare], soprattutto in base ai due seguenti argomenti: l'estensione della sintomatologia al glosso-faringeo e la mancanza di alterazioni sotto-les1onali carattedstjdhc (lesioni piramidali, distribuzione che ricordi la Bro\Vn-Seqnard). A cjò è da aggiungere il reperto manometrico e l'esame del liquor .. L_a prova di Queckenstedt-Stookely non ha mostrato minimo blocco degli spaz~ sut:ar.acnoidei. All'esame d'cl liguor non si è trovata n è xantocromia n è, d1ssoc1JZ1 one albumina-citologica così frequenti nei tumori rni dolJari. La ne-


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31 7 gatività d eli' esame radiologico c dci reperti clinici ci fa escludere le altre fo~mc ~1i comprcss~~nc (~orho ~~ Pc,tt, pachimeningite) mentre la negatività ~e1 dat: anamnestici c S1Cr?log1c1 vale a scartare la sifilide della quale, fra J altro, il nostro caso non nvestc alcun quadro clinico. L'eventualità di una polincvrite mi pare sia da escludere, fra l'altro, specialmente per la presenza di quel nistagmo rotatorio che nella poline· vrite non potrebbe inquadrarsi. Una miclitc acuta viene esclusa· soprattutto per le ragioni che parla no per la dw gnosi djretta di siringobulbomielia. Nella mielitc si osserva per solitu una paraplegia flaccida grave con abolizione dei riflessi ed altri segni di alterazioni midollari tipiche. La diagna>i che rimane da considerare è dunque quella di sindrome siringo-bulbo-mielica. A .questa diagnosi induce una serie di sintomi; un gruppo di essi parla per la compromissione anclhe bulbare da parte del processo siringomiclico. Per dire di questo gn1ppo rileveremo subito che il p. presenta: a) segni di lesione velo-faringo-laringea. Abbiamo :nfatti notato come egli accusi difficoltà d~ deglutizione, come la parola sia t.1lora inceppata. come sia evidente un'atrofia dello sternocleido-mastoideo di S.; b) nistagmo rotatorio, che è uno dei segni più frequenti di siringo-bulbia (Andrè-Thomas, Bm-rè). Accanto a questi segni ne troviamo un:1 serie di altri che stanno ad indicare b. presenza di un processo siri.-1gomielico. Sono segni denotanti la lesione diretta dell'asse grigio: l'atrofia muscobire all'arto inferiore, la n1anoparesi, le alterazioni del tono, la dissociazione della sensibUita a distribuzione radicolare, le turbe trofiche e simpatiche (iperidrosi). Da questo quadro clinico così eloquente la diagnosi d t ~indrome siringomielica scaturisce stlfficimte· mente sicura. Circa il nesso fra trawna ed ;nsorgenza della malattia occorrerà tener presente: a) l':tssenza di tare ereditarie e lo stato di buona salute fino al !Domento del traun1a; b) il periodo algico seguito al trauma e precedente la insorgenza della sindrome per cercarne di interpretare il meccanismo patogenetico. Clhe il p . prima di riport:tre il tr:1uma alla coscia fo~se in pieno benessere c che lavorasse pienamente- non v'è alcun dubbio. Viccrersa noa si può escludere con pari certezza che egli portasse latenti anomalie e deviazioni rnorfo~ogiche, t~li d:t renderlo candidato alla siringomielia .. scatenata poi dall '1ntervento traumatico. Soprattutto sono note le anomalie di sviluppo d'el canale centrale (estroflessioni, sfiancamenti) con tendenza allo sfiancamento e guindi atrofia del tessu1to nervoso vicino. Talora si tratta di diverticoli che prendono origine daJ c:tnale centrale stesso e che possono anche rendersi indipendenti. Sin dal r876 Leyden sostcne\'a che la siringon1idia riconosce in certi rasi la SIUa origine jn ~1na inc?mpletfl chiusu~a ·d ell? dacci~ pri~iti_va situata n.ella parte posteriore del n1tdollo. ~n teor1a deU. nno~aba d1 svtl~1ppo fu n presa poi brillantemente do. Schlestnger con copw d1 argomentaztone de-

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dotte dallo studio di 17 casi di cavità siringomieliche. Fu così spiegata la coesistenza della siringomielia co~ la s~in~ bifida ~~edlich, Ley_den,. Sc~ultze, Langhans e altri), la presenza di var1e 1rregolar1ta e a.nomahe d1 sv1luppo. del midollo (diverticoli, canale centrale doppio, anomahe d'elle corna, sdoppiamenti del midollo), la coesistenza di tumori midollari di natura eterotopica c fatti di malformazioni congenite (teratomi teratoidi). A questi argon1enti tendenti a sostenere la origine congenita .della siringon1ielia bisogna aggiungere i casi oggi numerosi di s]ringomielia famigliare ed ereditaria assai ben studiati dal punto di yista eredobiologico. Ho voluto ricordare tutto questo per prospettare la possibilità che il nostro p. fosse portatore latente di una di gueste anomalie congenite, sulle ouali avrebbe 3Pito il trauma. _Attraverso quale meccanismo? Si potrebbe invocare la ncvL·ilc aRcc11 dente (GuiJlain, Mingazzini). Abbn1n1o 1nfalti visto che prin1n d'ell'insorgenza d'ella sjndrome siringon1ielica il p. ha accusato per lungo trtnpo vio lenti à'olorj lungo la coscia accon1pagnati da' djn1.inurzionc della forza nnl·· scolare e da episodi febbrili di breve durata . Si potrebbe anche pcnsnrc che lo stato irr1 tativo inerente all'intenso stin1olo doloroso avesse provocato la proliferazione di gn1ppi di cellule ncvroglichc persistenti dhlla vita fctn)c che talora si riscontrano nei siringomielici (Sclhlcsingcr, 1\tfingazzini). Mn ci si dovrebbe aspettare allora un co1nportat11cnto d'ella prova di Qucckcnstcclt ù1ver!lo da quello 1vuto nel nostro c~so dove essa ha din1ostrato una assoluta pen'Ìetà degli spazi sub-aracnoidci. Merita di essere prospettat3 anche un'altra possibilità : l'intervento del .fattore simpatico. Sono noti gli studi sulle t·utrbe Jisiopatiche di guerra e gli interessanti problemi di fisiopatologia connessi. Ora non è da escludere che un eccitanlento di indole complessa c delicata sul simpatico periarterioso e perìnervoso· possa avere provoc~to, attraverso rnodifìcazioni circolatorie, turhe nel trofismo del tessuto nervoso da cui sia provenuto - in un soggetto costihizionalmente tarato - lo svolgimeno della sindrome siringomielica. Per produrre affezioni cerebro-spinali anche gravi basta talora un trau-· rna ]eggero, quando si amn1etta il meccani.,mo fisiopatico riflesso. Boschi ha descritto tre cc1si di traurnatismi corneali lievi ai quali seguirono affezioni neUtrologidhe, che in un caso realjzzarono il quadro di una sindrome protuberanziale ~d evoluzione successiva 1n una vera e propria sclerosi a placche. In conclusione la sproporzione fra certi quadri c la rispettiva etiologia, come pure « }'osservazione che ci sono anche dei casi ad insorgenza spontanea delle stesse malattie che vediamo determinate talvolta da iU[l fattore ttiologico estrinseco di entità Jninima, tutto guesto ci spinge ad ammettere che il fattore etiologico determinante di malattie dhe com portino una predispos.iz1onc, quali la sclerosi laterale amiotrofica, la sclerosi a placche, la si-

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rìngomiclia, agisca da anticipaJ.ore ~nzichè da vero agente causale della ma~ lattia '> (Boschi); mentre non possian1o sapere in singoli casi di quanto tem, po abbia anticipato l'insorgenza del n1ale. V cùiamo intatti che in casi come quello già citato della sclerosi a placche consecutiYa alla lesione corneale, la sindrome corrispondente di callotta protuberanziale dà l'1mpronta del de~ terminismo inerente al fattore etiologico cstrjnseco; lo stesso dicasi quando si vede che una sc1er•o si laterale amiotrofica o una siringornielia, insorte dopo assumono sinton1atolog1a tale c.b rivelare i rapporti col trauma detenninante. \ Tien fatto perciò di pensare dhe quc..c;to fa llore traun1atico possa avere a sua volta lma importanza non trascurabile cd in singoli casi p~sa essere imputato d t forzare veran1cntc 1'jnsorgenza di una malattia che, possian1o presunlcrc, sarebbe altrjn1enti r.itnasta ·.btcnte per una durata indefinibiJc. Cito t i i pochi~!,imi c:u;i di hlringomielia dopo trnumn periferico noti aii;J l<·ttt·ratur:t, prc·nue lo spunto dalla de~cri7 iore di un c:t''O, nel quJ!c pochi mes.i dopo un rr.ltllll:l :dia co'!ci ~: (caulii:J di un.1 c.11·• n:~lcria automobili stica) insorse, in un 'ìold; 1ro t•q•nr t: eia L:Jn: credo ·biologiche, un n sitH.ll ùme iringo-bulbo-m1elica, per mettere· iu t~vide11'l~l come in quc!:d c.t ·i il fuLtore traullltt'lco poss.1 t'sscn' impuwro di agire da anticipatore, :wzic:ltè cb vero ;1genre ca u ~alt:, dcll.t ma.bttia nll.t quale l'jnclividuo è 11c:11 :llllf'lll c pn!d Ìlr po.•il o. f{ I M"IuNTo. - -

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iSTITUTO DI MEDIClN A LEGALE E DELLE ASSICURAZIONI

DELLA R. UNlVERSITA' DI PARMA Dirt!tlore: proL G.

CANUTO

OSSERVAZIONI SPERIMENTALI SUI SEGNI DEL COLPO SPARATO DA VICINO CON MODERNE ARMI AUTOMATICHE (Mitra, Sten) Dott. Guct.tELMo Gu -\Jli:.ScHI ,

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assistente c libero docente

Per precisare la distanza da cui è stato sparato 1un colpo di anna da f:uoC(J è necessario, come è noto, eseguire prove ccn la stessa anna o dello stl'SHO tipo o con cartucce presurnibiln1ente uguali a quelle usate sparando contro bersagli posti a varia distan~a dalla bocca dell'arn1a c confrontare gli effetti ottenuti con quelli osserva ti nel caso in di'5cussione. Le nu,merrne esperienze ormai esegtute con le con1uni artui portatili usate fino a poco ten1po fa per i delitti con1unì (rivoltelle, pistole, fucili) costituiscono una somma d~ esperienza medico-legale, c pcnuettcvnno però anche di giudicare con sufficiente approssinu1zione la distanza dello sparo (sempre naturalmentè quando si trovavano le tracce di colpo sparato da vicino: bruciatura, affumicatura, tat:l.Klggio) senza rip~tere gli esperimenti caso per caso. Ora però hanno trovato largo in1piego nell'~mbiente criminale nuove armi automatiche portatili) il cui lllso frequentemente dà luogo a indagini giudiziarie : sono i mitra, gli sten, la pi.stolmaschin, ecc.; per queste armi non ho trovato dati basati su ricerche sperimentali .per conoscere, ·anche con la approssimazione che ho ;detto per le altre armi, effetti del colpo sparato da yicino sul bersaglio colpito (indumenti, cute, ecc.) secondo le varie distanzi!. L'esperienza invece tratta da numerosissimi casi di indiv.idui colpiti con queste armi da una certa distanza ci ha dimostrato che gli effetti dei colpj sparati da lontano sia sulla cute che su gli indumenti non differiscono per nulla da quelli provocati dalle pistole dello stesso calibro del mitra (cali:bro 9). Un caso di ferimento con una di queste armi (mitra) in cui era necessario stabilire con esattezza se il colpo era stato sparato ·dia vicino o da lontano mi ha dato l'occasione di eseguire le comuni prove sperin1entali di cui ho detto, ·delle quali ritengo utile rendere noto i risultati perchè possano essere di orientamento nel g1udi:tio di casi del genere. Si trattava di stabilire se ·un inùividtuo era stato ferito in una gamh,t da un colpo sparato con una rivoltella calibro 9 dalla distanza di circa 1) metri> oppure da un colpo di mitra partito alla distanza eli pochi centi-


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metri durante una colluttazione. Il quesito aveva una grande 1mportanla 2"iudiziaria. n ferito presentava alla faccla antcro-mediale della coscia un foro d~ entrata oyale di ro mm. per 15 (il proiettile era penetrato obliquamente) circondato da un ori etto abraso e contuso eccentrico più abbondante verso l 'al-· to, seguito da un tragitto che si portava nella parte posterjore del polpaccio ove si trovava un foro di uscita ovale delle J imcnsioni lcggermc. nte inferior1 dli quello di entrata. La part~ colpita era ricoperta dal pantalone e la ferita subito medicata non presentava nella yjsita del medico curante nessuna traccia di colpo sparato da vicino. Anchè i pantaloni quando \'cnnero aHa nostra osservazione erano già sta ti la va ti, per toglier e le macchie di sangue_, n1a era ancora ben evidente uno strappo a forma di croce formato da due linee rispettivamente rdi 38 e 45 111m. di lunghezza, intersecantisi ad angolo retto, sulla cui origine si erano sollevati dubbi. o

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Nd caso un pcriziarc non si conosceva il tipo preciso dell'arma che era stata ,usn tn c qujnJi per g)i espcrin1enti mi sono valso delle tre armi che attualmente sono più frequentcrnente usate a scopo cri1ninoso: il mitra italiano a canna ]unga, il mhra italiano a canna corta e lo sten. Coi primi <.luc ho sparato varie sc.:ric di colpi sulla cute di una coscia di un cadavere dalla distanza di o, I, :2, 5, 10, :20 cm. c con le tre armi ho sparato su pezzi cl i stoffa di panno alla distanza di 1, :l, 5, Io, :20 cm. e su bersagli th cartone bianco da1b distanza di r, 2, 10, 20, 30 , 40 cm.

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GionJ,1le di medit:ma militare.

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Nei colpi sparati sulla outc (fig. 1), ho osscrv~to ~li c~e~ti dei pr?iettih c non ho considerato l 'affun1icatura cd il tatuagg:to d1 cu1 1nvecc m1 sono occupato nelle esperienze dei colpi sparati s:1i ber~agli di. carton;. In quest.a prima serie di esperin1cnti ho rilevato che 1 colp1 spara.u con ~ arma ~pph­ cata alla cute danno origine a notevole scollatnento de1 tessuti cutanet, ed a lacerazìoni racrQÌate :.1 forn1a stellare per l'azione dell'espansione dei gas, effetto questo d~t' tutto sinùle a quelli ottenuti co.lle co~uni p~stole ~ rivoltelle. Se l'arma era staccata 1dalla cute la coinpress1one de1 gas Sl manifestava sotto forma di una zona escoriata concentrica al foro ·del proiettile a diametro marr2iore o nùnorc a seconda della distanza. La lunghezza della canna bb ....... dell 'arma influisce sulla distanza a cui questa traccia è ancora evidente: col mitra canna corta già a 5 cm. l'effetto dell'espansione dei gas non è più evidente n1entre con quella a canna lunga si osserva fino a IO cm.. La forma e la dimensione del foro prodotto dal proiettile non presenta null a di caratteristico sulla oute anche se co!pita da un cm. di distanza.

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Fig. 2

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Nelle serie di esperienze dei colpi sparati sui bersagli di cartone (fig. 2), l'azione di scoppio 'd ovuto all'espansione dei gas si manifesta con lacerazion1 degli strati più superficiali del cartone e con la estroflessione 1d!i essi verso l'esterno, quasi che i gas in un primo tempo comprimano la superficie su cui agiscono e in un secondo la rjsucchino, staccando 1a dai piani sottostanti. Che il mcccan.lsmo di produzione di queste lacerazioni sia questo e non l'azione di in.filtrazione dei gas fra g]i strati del cartone attr:1vcrso il tragitto del proiettile, come si potrebbe anche pensare, è dimostrato dalla completa n1anc:::tnza di affun1ic1tura nella superficie interna del cartone lacerato. Sarebbe cioè lo stesse meccanjsn1o che agisce nelle grandi esp1osioni per esen1pio di botnbe, in modo che certe lastre carne le saracinesche, vengono rjsucchiatc verso l::t parte ave è avvenuto lo scoppio. Anche gucstj reperti sui cartoni


323 confcrman~ l'importanz~ della lunghezza della canna dell'anna sugli effetti d.cl. colpo, lnfattl col mtt~a ~ canna lunga ta!c lacerazione del bersaglio si ottiene ancora a IO cm. <.h cltst~nza, mentre col m1tra corto a 3-5 cm. e con lo sten a 2 cm. soltanto. Un altro rilievo è che l'effetto più evidente dc~l'azionc dei gas non si ~a ~ei colpi sparati pjù d~ vicjno :na. a una certa .di~ tanza, per esempio per il rrutra lungo a 5 cm. Le lnccntZlOnl del bcrsagllo sono maggiori che non a 2 cm. Tale fenomeno lo attribuisco al fatto che ralone di gas' appena fuoriesce dalla canna è ristretto c concentrato in n1 oclo da seguire il proiettile nel tragitto, ove si rinvengono le tracce rli affumicatura, nello stesso tempo anche la· rosa di affumicatura è più ristretta. A maggior djstanza invece l'alone dei gas compressi si cspanJe, si allarga e viene :l colpire una superfici.: più larga e meno intensa, t cosÌ anche l'affumicatura si fa pitt larga e meno intensa; lo stesso capita anche per il tatuaggio. A. dj stanza ancor maggiore, per .il noto fenomeno dell'inversione del cono, le rose dell 'affurnicatura e del tatuaggio diminuiscono e si fanno meno intense. A seconda della lung~1ezza •della canna dell'arma usata di\-ersa è stata la distanza a cui si sono trovate le varie tra cct' del colpo sparato d'a vicino: col mjtra ]ungo l'affumicatura è bene evidente ancora a 30 cm., ed il tatuaggio a 40 ctn. Con il mitra corto l'affumicatura si trova a :20 cm. ~ granelli di tatùaggio, molto scarsi, si trovano anche qui fino a 40 cm.. Con lo sten l'affumicatura è ancora bene evidente a ro cm., tracce minime se ne trovano a :20; il tatuaggio arriva soltanto :1 30 cm., eccezionalmente qualche granello si trova a 40 cm. Interessanti sono state le esperienze eseguite sugli indumenti: nei colp1 sparati col mitra lungo fino alla distanza di ro cm. e col mitra corto e con lo sten fino a 5 cm., si sono ottenuti sulle stoffe lacerazioni a forma di croce (fig. 3) delle stesse dimensio1ù e caratteristiche dello strappo rilevato nei calzoni del caso di cui ho parlato. Oltre a tali distanze si sono ottenuti fori rotondeggianti delle dimensioni pressochè uguali a quelle del proiettile (calibro 9) e che non rappresentavano di per sè nulla di caratteristico. Le lacerazion1 delle stoffe che si ottengono con queste armi negli spar~ a brevissima tdjstanza ritengo siano da attribuirsi alla intensa espansione del gas, che in queste armi è particolarmente violent~, e che :tgisce collo stesso meccanismo che abbiamo visto produrre quei fencmc.:ni caratteristici sui bersagli di cartone. Nei casi d'ella stoffa, essendo qu esta tessuta a trama incrociata, l'azione di esplosione c di risucchjo dei gas fa in modo che le ]acerazioni si producono nelle ,due direzioni di minore rrsistenza e cioè in corrispondenza delle tran1e, dando luogo alla l3ceraziont a croce con estroflessione dei quattro lembi dello strappo. _ Concludendo, la distanza massima a cui giungo'lo le tracce del colpo sparato da vicino nei colpi delle ~un1i automatiche tipo mitra, varia a seconda della lunghezza della Glnna dell'arma. Per quelle armi in cu1 la canna è

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molto corta gli effetti si avvicinano c si confondono con quel li delle p.istole dello stesso calibro 9, n1cntre gli effetti di quelli con c-uma lunga si assOmigliano a quelli del moschetto o fucile. Pertanto se per un giudizio appros. simativo è sufficiente rilevare anche per queste arn1i i dati dai soli reperti

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delle _lesioni esa~a:e, inve;e per avere clementi precis i di giudizio è neces~ano conoscere 1l hpo dell arma che è stata usata ed eseguire prove comparab.ve con cartucce anch'esse dello stesso t;po. li

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OSPED \ Ll:. UA CAMPO n. 63

Dìr1!ttorc: c:,IJHt:1nrJ mtdlco drm. HnuntTO NA'fl

SU UNA FERITA ISOLATA DELLA CISTIFELLEA DA PROIETTILE DI FUCILE (*) •

Tanto nella chirurgia di pace che in quella .di guerra le lesioni da arma da fuoco che .interessano soltanto le: vie biliari extr~ ep atiche, 'Sono da considerarsi una rarj tà, perchè, data la situazione anatomica di detti organi ed .i loro rapporti, sono ·associate a les.icni, talvolta· più gravi, degli organi che li circondano, tanto grav1 da condurr e .spesso r apidamente a morte il colpito .prima cihe possa venjre aH' csservazione clinica. Nelle statistiche più accurate, desunte dal m::tteriale raccolto nelle varie guerre che dalla anglo-boera si sono seguite fino all'a ttua le~ una percentuale m.inima delle lesioni d,a. d. f. spetta alle anzidette : Laven che present!a una delle statistiche più ccmplete al riguardo parla di otto casi che aggiunge a1le sue .c;ei osse.rvazicni personali; e su questa aliquota concordano gH aJ.tri aurtori . Di estrema rarità sono poi lè lesioni isolate della cistifellea (un solo caso di Wolf in lettera tura). l.Ja nc.stra attività chirurgica durante l'attuale conflitto, molto limitata perchè svolt:1si '·i n un;-t zona di Telativa calma ed in cui i fatti d'arme sono solo a periodj, ha portato al nostro esan1e su 425 casi di ferite di guerra in genere, 25 casi addon1jnali, e fra questi il caso che si espone. (Nelle cifre sono con~presi oltre i militari anche i civili co~piti per azioni di guerra e passati al nostro vaglio). La mancanza di 1nezzi rapidi di comunicazione, il tipo di guerrigli:1 che si comtbatte 11elle nostre fZOTie, non permettono di poter stabilire dei dati precisi: per la prin1a delle suespcste raglcni molte volte i feriti sono rimasti isolati coi loro reparti più giorni, ed è logico pensare che moltissimi addominali non son potuti arrivare all3 nostra osservazione tperchè purtroppo finiti prima; la guerrigli ~, \'Ìcevers3, che si basa! principalmente sull'imboscata, ha la caratteristica di lesioni prodotte generalmente da colpi tirati da piccola djstanza r.he, 0 \Sono gravissi1ne e da ccndurre a morte rapida il vulnerato, o lievi: tali principaln1ente sono stati i feriti che hanno potuto raggiungere la nostra unità. (~)

Lavoro pervenuto 1n rcd.tzionc nel m<1gg io 1943·

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Comunque, anche dal .rapport~ nun1eri~o neHe lesioni esaminate, s.i pu_ò dedurre che, in ·effetti, la lesione tsolata d1 una componente delle v1e btliari extra epatiche costituisce un fatto non comune. So·ldato Bucnl Carmelo, di anni 2 3, da lvlessina, del 74° regg.to fanteria - N. di re. . . . . . . gistro 742/1943 - Prot. Op. No 15I. · ..,6 'le ,,..,. mentre si trovava nei pressi eh X, 1n serv1z1o di posta . 21one Il giOrno - apn 19,_, . .1 , f ·. d d· di 'b l'! ,cn.iva colpito dn un prou:tt11 e d a. d . . provcntc.:nte a me 11a _ . contro 1.1ruppe n e u, ' • . dl . stanza.. La pallottola prima aveva attraversato la regwne pop1Itea un compagno che st

trovava vicino. Viene alla nostra os~crvazione due ore circa dopo la ferita. Si presenta jn discrete condizioni generali, polso piccolo, frequente; accusa dolori all'epigastrio ed h~ vomito. Al limite Jcll'ipocondrio Jcstro, sull'ascellare ante~io~7' p~esentn .un..1 picco!:~ soluzio ne di continuo, con i caratteri dl foro, d'entrata. dn! proJctu .c eh .fantc..:tw; nhra lcs1101W, con i caratteri di foro d'uscita, si nota un po' a sinistra della xifo-ombclicalc n~ tc!ri'.o medio. La pa.lpnzione fa apprezzare una discreta reazione muscolare locale nl'l'ipocond1·io l) c;d in

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parte aH'epigastrio. Date ~e condizioni si decide esplorare la cavità acldominnle (Op. Cor·tcsani, !Hl!?, Li Gotti, nnrcotizzatore Janovitz). In narcosi genern..le eterea si procede aJla la paratom.in mcdinna ~.opraombdicn le: nl l':tpcrtura dell'addome si, reperta un tliscrcto versamento t.n1atico: esplormn nlpid:un(.~tlllC tutta b. cavità non si 1nettono in ev1denza altre '\argenti dcll'ctnorrnghl, trannt: un breve tratto J,i epiploon maltrattato e dal quale geme sangue in piccob. quant.itù. PrcvicL legatura si asporta b parte interessata faceondo cessare l'c~norrngia Ncll'ulhcr:iorc ricerca si incontra una lesione del1a sola sicrosa del colon trasvcrso, che si sutura·, c si nota, pure che la cistifellea presenta. sul; fondo una ferita tnngcnzblc che lo ha asportato completamente per un tratto eli un paio di nulli metri: i margini ddb lesione sonO) abbastanza) ~cgoUari, In cistifellea è completamente ·vuota di bile, nè se .ne mette in evidenza. nell'addome. Data la minima entità della lesione ed il perfetto stato del11. cistifellea ri affonda la lesione a triplice strato in. tSeta e d chiude la cavità addom.ina.l e parzialmente, b scinndo in prossimità della colecisti un drenaggio di gomma. Le condizioni generali del paz.icutc rr igliorano rnpidan1entc nell'immediato decorso post-operatorìo: tranne modico rialzo termico cessato dopo i1 quarto giorno, ed in sesta giornara un lieve processo bronco1-pneumonico destro domj1nato rapidamente con sulfarnidopirjdi,nici, j,] decorso operatorio procede regolarmente. Il tubo viene to!to in dodicesima giornata, nel fratten1po b rimanente ferita· operatoria si era chiusa per prinul intenzione, ed i) giorno 20 n1aggio il ferito è pronto Fer essere clitnesso restando in attesa di sgon1bero, ritardato da. misure contumaci ah di carattere locale.

Tenuto conto del·)cu li eve entità delle lesioni del colon e dell'amento si può consider:trc che jl proiettile .abbia interessato nel 'S UO decorso soltanto' la cistifellea, la ::ui lesione nvrebbe dominato lo svo~gersi deH'anidrunento successivo ed .il quadro d:elle con1plicazioni. Le ferite della cistifellea possono presentarsi Gotto l'aspetto più svariat?: dalla semplice c parziale asportazione di una parete (ferite tangenziali) St può passare ~ulla lesione transfossa, all'asportazione subtotale della vescicola, fino al distacco dell'organo .dal dotto cistico per opera del proiettile.


32 7 N.essun ca~o. 1d~ ~coRp~o dc~la cistifellea viene riportato in let~eratura, anche m quegh md1v1dm m cu1 la lesione cistica era !errata ad nltre mul.. tip] e di organi viciniori. b Sul meccanismo .della formazione delle lesioni entrano in 0criuoco la forza dell'agente vulnerante, til tipo dello stesso e la direzione del proiettilc. Q :resto .può ~aggiungere. l' or~ano da .tutte le direzioni: qualora segu.1 una tra1ettona sag1ttale la !estone 1solata v1enc esclusa a priori,. perchè contemporaneamente alla cistifellea viene ad essere sicuramente interessato j] parenchima epatico, almeno che non si tratti eli una «palla morta >> che esaurisca Ja sua azione sul primo organo. Inoltre una breve deviazione del tragitto porta. il proiettile a colpire tanto i vasi ilari qu~nto i grossi Vet$Ì arldon1inali e la colonna vertebr._1lc. Altrettanto avviene quando il proiettile s<guc una djrczionc trasversale: unica eccezione \l)UÒ esistere nel caso di un tragi llo trasversale, n1olto anteriore dal b3sso in alto o viceversa, che com·e JH·l nos tro caso col p isca j l fon{lo del sacco cistico sporgente al disotto del margine: ep~tli co q<Jcendo poi attraverso ~a f''1re tc nddon1inale. Però si tratta sempre di un caso nlir._tcoloso, da' paHottol ~t intel}jgentc, pcrchè :~nche ,nel nostro caso !,C il proicttjlc avesse avuto un bcnchè n1.illitnctrL1le nrretramcnto, invc.ce di J i1nitarsj ~1 led ere la sola sicros ..t del colon gli .avrebbe provocato una ferita tangcnzblc o lrans(Gssa, con tutte le conseguenze di una lesione del graiso J ntcstino aperta nel peri tonco. lno!trc, a no.<;tro parere, pcrclhè l'"t lesione resti isolata è necessario che la forza vuJncrantc del proiettile si~ll molto riùotta. Sono note le azioni da scoppio degli organi cavi dipendenti dalla ,forza viva del pr.oicttilc; scoppio che naturalmente m odifica nettan1cntc il quadro dclb lesione stessa: a conferma dell'ipotesi nel nostro caso il proiettile, tirato già da discreta distanza, prima di colpire il Bucale a veva prodotto una ferita ~L c. c. de1la garnba dd ~olillrnilitone che gli era accanto, esaurendo c,osl parte della sua forza viva. Bisogna prendere in considerazione infine il tipo dell'agente vulnerante: un proiettile deformato o una scheggi1 di qu;1lsiasi ITlatura può limitarsi alla sola lesione descritta considerando i numerosi organi che 'jn tosì breve spazio sono 1 aggruppa ti tanto ìntin1amcnte? La prognosi delle lesioni isolate della cistifcllc~l è in rapporto con la tenlpestività del'l'intervento; se questo è immediato, tutto fa ritenere che ~J conchisione sia pjÙ che benevola: la colCClStCCtOJnia, O quando le condizioni }ocali Io permettono una sutura completa del'la cistifellea o addirittura la colecistostomi~ alle pareti addominali . _I uando è .necessario un intervento rapidisslino, danno un.1 sufficiente 1gnranzia della prognosi. L'interventc• precoce ci 'permette inoltre .d~ raggiungere rorgano in quel periodo di spasmo riflesso alla lesione ~ dello stesso, .che evita il :deflusso della bile nella cavità peritoneale- fatto 1Q'ÌÙ messo jn evidenza da altri AA. -eliminando ca;Ì il 111..ovens principale d'i una peritonite biliare secondariét che può contpromct· tere la vita del paziente.


Viceversa un ritardo d'intervento fin quando la bile, ccss~1to il descritto spasmo, ·inizia il suo deflusso nella cavità addotnin~le attraverso la breccia nella colecisti,. acr<TraYa in modo non indifferente la prognosi . bb Ciò fa pensare che jl giusto criterio d 'intei yenire precocen1ente, quando possibile, in tutte le ferite d'a. d. f. penetranti in c~vità addominale, criterio che ormai si è generalizzato, possa portare senz,altro il chirurgo di .guerra a saJvart n1olte più YÌtt\ altrùncnti irrin1cdiabiln1ente perdute. RrAssu~To. - L'A. d~scri,·e brevemente un cnso di ferita isolata della cistifellea da proiettile di fucile:. capitato alb sua osservazione. BIBLIOGRAFIA Fr.o~tME: Jnfcntc:tie.gèschos~- in .t ductu.• co/edoct1s ') . - Munchen Med. Woch., 1918, n, 7,

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UN METODO SEMPLICE DI DOSAGGIO DELLE VITAMINE B,. E C, ASSOCIA TE. Ten. colonndlu chimlc:o-farm;lCt~ot~ (ri'> } .PIETRo Pt~.MF.nto già Capo ddb Stzinnc ChimicJ c Farm?ch della Dt ~"C:710ilc generale tlt sanità mtlitan..

Fin dall'inizio del fatale conflitto, a cui la nJzjr.Jnc fu trascinata dall:t cieca politica fascjsta, la Sanità militare si pese il problema della profilassi vitaminica presso le truppe combattenti, necessariamente esposte a talune polarizzazioni alimentari, imputabili essenzialmente all'assenza, prcssochè totale c permanente, di verdure c frutta tresche nella razione. Scartata. la possibilità dell'irnpiego di prodotti vitarninici dell'industria conserviera, 1nvero non :1ncora attrezzata, in Italia, per preparazioni sicure e cost;1nti del genere, venne deciso l'uso di yitamine sintetiche che, fra l'altro, in piccolo volume consentono la facil~ e controllabile sc.mministrazione di forti dos1, :1nche in condizioni di tempo e luogo particolarmente difficili, com.c nel caso eli truppe in zona rdi combattimento. AJruopo, res.1 me dei vari elementi orientativi, offerti principalmente dalla valutazione del complesso della razione alimentare del militare combattente, indusse all'adozione d1 compresse polivita.miniche, contenenti ognuna Iooo U.I. (gr. o,o5) di acido ascorbicc e soo U.I. di vitattnind' B1, dovendosi ritenere assai probabilr una carenza dei dUie predetti fattori, specialmente di quello antiscorbutico. Incaricato, nella mia qualità di Capo della Sezione Chimica e Farmacia~ alla quale era affidato anche il settore brcmatolog]co, delb {Secuzione pratica delle rnjsurc inerenti a tale problema profilattico, una -delle previdenze, <:ne tenni a curare costantemente, fu quella -del collaudo tecnico del contenuto vitan1inico delle tavolette ,di cui scpra, in modo da garantire al soldato il sicuro ~apporto del presidio opportunamente fissato e stabilito, e reprimere ogni even~uale frode o deficienza, sempre possibile, specie in periodo bellico, in cui l'oscura prospettiva e la sete di facili guadagni ~1ggiorrnente . serpeggta. Come è noto, le ordinarie tavolette vitaminiche sono costiruite da un:t n1assa preponderante di eccipiente forn1nto da lattosio, fecola e saccarosio, con lievi aggjunte di m:ttcrj~le destinato a lubrificare il pistone della macchina a comprimere, come per es. il talco puro. Quando la tavoletta contiene la sola vitamjna C, la dcterminazicne non offre difficoltà particolari e solo richiede Ja dissoluzione prel.i.minarc della compressa, la filtrazione della soluzione ottenuta e ]a· titolazione stù filtrato. Le cose sono invece diverse, quando la vitamina C è unita, ne1ln stessa tavoletta, alla vitarnjna B,. Infatti, fin dalle prin1e dctermjnazioni qu,tntita-


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tive, effettuate per il controllq delle tavolette di che trattas~, fu notat~ con sorpresa che la titolaziooe della vitamina C col 2 + 6 d!clorofenololndofenolo sull'estratto acquoso della tavoletta, _dava va'lori i~eriori a q~~lli eh~ era lecito :tttendersi, valori dhe, linoltre, d1ventavano rap1damente p1u bass1 nel tempo, !Senza apparente proporzion~tà, ad onta che foss~ro ~tate. prese tutte le precauzioni per jmpedire un ~ecaJdimen:o del contenuto lll v1tan1~a C. Poichè la titolazione con1para?v~ (esegtuta pu:e c?n 2 +. 6 d1clo~o; fenoloindofenolo) odi tavolette ca;t1tu1te da sola v1tarruna C m quantttà perfetta1nc:nte u~ale a quella c?nten~ta in a~oci~zionc ~lla .B1, aveva sempre dato e cont.lnua.va la ·dare ns~ltatl ~crma1li, l ano~aha nscontrata nella titolazione della medesin1a vJtatninra C 1n presenza d1 quella Bt nelle tavo. lette sopra menzionate, fu pertanto attribuita acl azione perturbatrice di quest'ultima. Si pensò qumdi di 5ottrarre la vita:m.ina C all' aZtionc della vitan1~ na B 1 , subit-o, jmmcdiatamentc, all'inizio delle operazioni di titolazionc, c cioè ~ppena la compressa veniva ad essere bagnata, pcrchè allo stato secco, ovvian1ente, il contenuto in vitamina C era pratican1cntc stabile. Fu scartato ogni adattamento del ln'etodo soprnccitato al 2 + 6 cliclc;rofenolindofenolo, nondhè di altri che richiedevano un certo tetnpo per leggere il dsU'ltato de11a titolazione. Il solo :metodo jodomctrico poteva presentare dei vantaggi seri, perchè l'azione ossidante dello iodio si esplicava istantaneamente sull'acido I-ascorbico. . Si trattava solo di escludere ogni n1anipolazione superflua. In pratica dette ottimi resultati il metodo seguente: In un mortaio di porcellana bianca, n1unito di pestello, vengono m~su­ rati cc. 30 di soluzione normaldecima di jodio, indi .vi si lasciano cadF.re due tavolette in esame, che immediatamente si tritutiano, sotto il liquido, col peste]1 o, operando il p~ù accuratamente pcssibile. In tal modo laJ vi~;:u:nina C rimane distrutta neltncmento stesso in cui viene a contatto col liquido acquoso. Si attende alcuni minuti, c poi, da una seconda buretta, sj titola l'eccesso di jodio N/ro ~con una soluzione di sod'io iposolfìto p.urre N/ ro. Se la tavoletta non contiene runido o fecole il termine finale della rea' salda d'amido~ altrimenti zione si coglie con l'aggiunta di alcune gocce di lo stesso eccipiente agisce, in certo qual modo, da indicatore. A questo proposito va osservato dhe l'aggiunta dell'iposol.fìto va fattta molto lentamente alla fine della ti tal azione, perchè fllna parte dello jodio fissa.la sui 1granuli d'a)mido richiede un certo tempo per essere consumata d'all'iposolfi.to. Ciò non ostante, il liquido non si otterrà tnai del tutto incoluro al tc:·mine della reaa.ione; con un po' di pratica però si riesce uguahnente a coghere con sufficiente esattezza il 1nomento in cui la decolorazione della rnisccia è giunta al suo massimo. Un controllo è stato esegutito partendo da una miscela nota di vit~­ m.ina C c di vita11nina B, entr~unbe a pui'.ezza anche nota e nella qumtità


33r corrisponde~te a .quella dichiarata per detti tipi di tavolette, cd ha dato sent~ pre resulta1:I praticamente esatti . Ogni aumento del contenuto in vitaminélJ c è stato poi sempre ritrovato esattamente aHa tito1azione. Il calcolo del contenuto in vitamina C od acido I + ascorbico è facile p~~è .sappia~o. che ,gr. o~oo8~ v~ngono àjstrutti da I cc. di soluzione N/I~ d1 JOdio; qu1nd1 sara facile nsahre al contenuto in acido I-ascorbico presente in ogni tavoletta. • . Un aJ~pu~to the pu? es~ere rivolto a questo metodo allo jodio è quello che il reatttvo e capace d1 ague anche SU· un numero svariatissimo d:i. altre sostanze le quali, pur· non essendo acido I-1ascorbico, decolorano la solu2Jione di jodio. Non bisogna però dimenticare che in nessun caso la titolazione dell.a vitaanina C. va eseguitét scnz'altro, cioè prin1a di avere esperito un accurato tsam·c qualitativo preliminart, inteso ad assictuare la prtesenza dell::t vitatn'ina C. c che qui brovcm.entel rÙ1SStunian1o per comodità: 1 riduzione n fred do del P eh ling, d ella soluzione acquosa di nitrato di •argento, di per,manganato potas3ico, di cloruro d'oro, di bicloruro di 1 '

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ntcrcuno; :2'' ~ decolorazione a freddo della soluzione di jodio e della· soluzione

di 2-o Jiclorofcnolindifcnolo; 3'1 - colorazione j n bleu-violetto in presenza del re3ttivo di Bczssonoff; 4° - co~orazionc bleu sowra, virante quindi ::tl verd<: e poi al rosso, con sodi o nitroprussiato; 5o - colorazione r osso-bruna con solfato dì titanio, in presenza di sodio carbonato. Va inoltre notato che occorre escludere assolutnn1ente la pre:senza di riducenti estr::tnei, quali: iposolfiti, solfiti, bisolfiti, nonchè l'idrochinone, aggiunto assai spesso com~ stabilizzante. Quest'ultimo si ricer~ polverizzando un certo nun1cro di ta\'olette (ro20 ahneno) ed, estraendo con etere etilico, il soluto erereo si evapora, si riprende con poca acqua distillat'l e la !loluzionc acquosa si divide in due porzioni delle quali una si tratta con cloruro ferrico diluitissimo e la seconda con 3lcune gocce .di a.mm:oniaca, pure tnolto diluit. t. In presenza di idrochinone si otterrà neHa pri1na porzione ·u na colorazione ::tzzurr'a che pnssa poi al giallo, e nella seconda: un imbrunimento dhe J.umenta col ten1po. Tale aggiunt'l, per quanto non perseguit:t d::t legge, non ?eve .essere tollerata pcn:hè i prepara'ti vitan1inici suddescrittj, se ben confezJonah, con opporturu accorgimenti sono di per sè stabili. · . , . La determinazione della vit1mina B1 da sola, non offre difficolta, specialmente se eseguita col n1etodo di IGnnersl~y e Peters, sia perchè il metodo offre una certa specificità, sia perchè il metodo stesso può essere reso accessibile a chiunque possegga un semplice colorimetro.


Cotnc è noto questo metodo si basa sul fa.tto che la. v.itan1.ina B1, in presenza di acido diazobcnzcnsolfon.ico cd in nn1b1entc alcalino, produce una colorazione che va dal giallo-rcsco per deboli quantit?) al ~~so p~o per quantità più notevoli, ancorohè n1olto piccole, ~dell'ordtne ?~ poclu ·1'/cc. T ~le colorazione può essere cstr:-ttta con ~cole bu~1h:o, e da qu~to con soluzione N J100 d'1 acido cloridrico~ l:1 soluz1one clondr~ca, opportunamente diluita, viene ccn1p:1rab con una soluzione s~andard d1 ~osso fenolo . . Questo n1 etodo, sen1plicc, dcgante e sped1to, non ~uo essere ap~licato in presenza .di sostanze riducenti ed in particolar n1odo 1n presenza d1 vitamina C, il cui potere riducente è p:uticolarmente spiccato. Si è doYuto ricorrere quindi all'impiego del Inetodo al t~o~romo che dà resultati attendibili, purchè la vitamina C veng~ totalmente ellm1nata! durante le manipolazioni. C-arne noto il metodo al tiocrorno consiste nell'os~sidare ~Ia vitamina B, ' mediante ferrici:Jnuro potassico in soluzione alcalina, in modo da produrre una sostanza, 11 tiocromo, fortemente fluorescente. Se non che il ferricianuro deve essere assolutamente presente in quantità sufficiente per ossidare con1pletamente la vitamin~ B1 e non oltre. Si presenta quindi il caso eli eliminare la presenza di vitamina C, di ossidare Ia vitamina B1 a tiocromo e di proteggere qucst'ult.ima1da U!n eccesso di ferricianuro. Dal computo stechiometrico deriva che ogni molecola di acido I-ascorbico richiede, per essere ossidato, due molecole di ferricianuro potassico, ed essendo il p.m. di quest'ultimD uguale a 329 e quello dell'acido ascorbico di 1]6, ne risulta che per ossidare gr. 176 di ac1so I-ascorbico occorrono gr. 66o di ferrjcianuro potassi co (cifre arrotondate). Poi ehè ·nol caso in esame è ammessa la presenza di ,gr. o,os di acido I-ascorbico per ogni tavoletta, dovremo impiegare gr. 0,187 di ferricianuro ,potassico per ossidare tutto l'acido ascorbico contenutovi. L'uso del fcrricia·n uro è opportuno in questo caso, in quanto l'aci d'o I -. ascorbico è molto sensibi~le ::11la sua azione ossidante. A seguito di quanto sopra, aggiungendo tale peso di ferricjanuro ad una tavoletta di vitamina B1 e C si è certi di eltminare quest'ultima e di avere margine sufficiente per ossjdare ar.dhe la vitamcrna B1 a tiocromc. Se, per eventualità, 1a vitamina re fCl5se in quantità inferiore a quella clichjarata, ]'eccesso di ferricianuro potassico viene «frenato» nella sua azione da run'opportuna aggiunta di alcool 1netilico, con1e viene consigliato dei resto in varie modincazjoni del metodo al tiocromo. In breve il metodo proposto viene così eseguito: In una provetta da 30 cc. circa si versano 5 cc. d'acqua distillata e quind~ vi si aggiungono gr. o,r87 di ferricianuro potassico, si agita fino a soluZlonc. av:enuta. ~uccessiva-mente si aggiungono nell'ordine: 2 cc. di soda causbca 1n so1uz1onc :1cquosa ~~ 2o~~ e qruàndi, ·dopo agitazione, 2 cc. di

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333 .alcole mctilico. A parte si poJveriz?.:a in LJn mortaio una tavoletta polivi-

taminica in cs~une. Nello stesso mortaio si versa in una sola volta tutta la miscela contenuta nella provetta e si mescola bene col pestello, fino a che il liquido si è decolorato..si versa d.i n~ovo, Jler qua~to è possibile, il liquido nella stessa provetta, agg1ungcndov1 pot, dopo 1.1n minuto, 15 cc. di alcole insolubile. Si travasa il tutto in una seconda provetta uguale alla p~irna e viceversa per Io volte di sC'guito. ·Si evita così di incorrere nella for'mazione di .emulsioni. Si atte.nde che il liquido alcolico sia del tutto limpido, si pipetta lo strato :alcolico e si pone in un tubo di vetro sottile. A parte si esegue una prova in bianco con una tavoletta a contenuto noto d~ vita!IDina B1 o .con una fiala della stessa vitéliiUna per iniezioni ipo.dermichc,j preparati che contengano la steSsa quantità di vitamina di quella dichiarata per la tavoletta Jin esam~. Per la comparazione dell'intensilà della fluorescenza l'occhio non dà che resullf:ati pcco attendibili, per :quanto, con un po' di pratica si possano rilevare delle differenze del ro ~f, circa. Meglio di tutto sarebbe disporre del fotometro Ji Cohen, ma questo apparato non è di facile reperibilità nei laboratori) specie nelle atrua!i contingenze. Merita di essere preso in :esame 'l 'adattamento del fotometro di Pulfric.h, 'per una ,misura approssimata dell'intensità della fluorescenza. Si toglie tutta la pa.tte che nel fotometro se n e a sostenere le vaschette di prova, si .a llontana la lampada speciale di illuminazione e la si sostituisce con 'un adatto supporto sul qD~ale vengono disposte, con un angolo di 45° sull'orizzontale, le !due provette contenenti runa la soluzione alcolica proveniente dalla tavoletta in esame e l'altra quella dalla proYa in bianCt). Sopra le provette, che devono essere di vetro identico, si colloca una lampada ordinaria a raggi ultravioletti. Si legge l'intensità 'di fluorescenza nel solito modo, usando i due tamhllri graduati annessi allo strumento. RIASSUNTo. - L'A. avendo rilevato, in m:casiooe dei collaudi tecnici esperiti sulle bvolette polivita.miniche B 1 e C, destinate alla profilassi vita.m.inica presso le truppe combattenti, che la titolazione della vltan1ina C col metodo al 2 +6 didorofenoloindofeno!o 'n!'niva perturbata dalla presenza contemporanea della vitamina R 1 , espoP..e come ha. potuto ovviare a tale inconveniente, medimte l'3.dozione dd metodo ioùometnco, opp<>rtun.'lmcntc !adeguato :ti caso particolare e di cui i,odica le modalità pratiche. . . Suggerisce, inoltre, il metodo più convenjente per la titolazione anche dell.1 vltamlna. B 11 nelle condizioni di associazione eli cui sopra. BIBLIOGRAFIA

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DIVAGAZIONI: Par·la una donna.

CARITA' E ABNEGAZIONE DELLE DONNE ITALJANE

NELL'ULTIMO CONFLITTO

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Noi v1v1amo in un'epoca di trans1Z1one i~ cui non so~o ':ite u~ne~ città, opere -d'arte, patrimoni pubblici e privatl sono anda~1 .~tstrutb? ma anche ideologie, miti, convenzioni, ,n1odi ·?~ vita e _consuetu'dm1 secolari. ~a codeste rovine materiali e morali l Umaruta non nescc ancora a sollcvarst: odii e rivalità fra Nazioni grandi c piccole, fra le diverse classi sociali, fra i numerosi t< partiti ))' fra dottrine economiche politiche spirituali, opposte c intolleranti l'una ·d ell'altra. In un periodo così brn·rascoso, noi Italiani siamo i H grandi incon1prcsi ,,, La mentalità protestante e quella ~tea c n1atcrialistica, che ha creduto di :ibolirc Djo sostituendo ad Esso l'idolatria ·dello Stato fatto di masse c eli numeri, non riescono più a scorgere il nostro popolo sotto l 'angolo visivo della sua milJenaria civiltà latina e cristiana. Si è arrivati al punto di voler insegnare a noi, che nel 200 feqdale .avemn1o la splcncli'd~tl fioritura dci Comunj, le norrne di un governo de1nocratico! Forse ciò è in parte dovuto al: n ostro atteggia111ento di contrizione per un periodo che allo sguardo obict-· t:ivo ·di uno storico futuro apparirà una semplice JJarentesi nella vita di una Nazione. E ' ora di reagire verso la superiorità sprezzante, benevola o malevola, che i vincitori dimostrano verso di noi! . Uno degli insulti che più dolorosam.e nte ci ha colpito in questo tragico dopoguerra è la poca stin1a. ostentata verso la donna italiana. A parte dhe il fenomeno di rilascian1ento d'ei costwni morali è stato generale e molto più grave in altri paesi che nel nostro, non è giusto che per qualche c< segnorjna )) o <~ maschietta » ·a ttratta da ooa 'SCatola di sigarette esotiche o da una tavoletta di cioccolato e da una uniforme nuova- sia offesa la Donna itaJjana. Si .sono forse dimenticate le innumeri prove' di coraggio c di abnegazione offerte da Crocerossine, Suore ~di carità, partigiane? L'aver pagato con la vita l'adempimento della propria nobiljssima tiDissione non conta dunque più nulla? Atti eroici, quasi inverosimili sono stati compiuti da dolci .e fragili donne, spesso ignorati o non valorizzati adeguata1nente. Dando prova di quel coraggjo paziente, tenace, oscll!ro, che non proviene dalla esaltazione della battaglia o dall'impulso di un mo1nento, bensì da una autodisc1plina cosciente e meditata, esse sono ancora più degne di rispetto e di a~rmirazi onc. Esaltare l'opera ·delle Crocerossine, che hanno curato con amore e fraterna carità amici e nemici, può sembrare superfluo. Esse sono ri. . maste a\ loro posto, nei paesi \PÌÙ ~ontan.i ed ostili, serene, sorridenti, spesso


335 di~·isc per mes~ e ~esi &lle .proprie f~rniglie, fra pericoli e disagi, incuranti det loro crucc1, dc1 dramm1 pcrsonah. Hanno coadiuvato i nostri sanitari nella più sacra delle rnissio?i cura.nd? ~alati e feriti, facendo di un povero essere dolorante ~ n1alconc1o ~ ~nd1V1duo ~ano tp ronto a ri,prendere il suo posto nel c~sorz1o ~ano.. : L av1atore ncn1Jco, caduto dopo aver seminato intorno a se morte e distruZlone, venne accolto da esse con la stesSéll fraterna carità del soldatillo ferito per difendere la sua patria, c anch'egli -sentì, nelb lingua non sua, il oeonforto nostalgico di una parola affettuosa, incorarrgiante... La poesia gentile ·del nostro anin1o latino, che affiorava in ogni lo;o gesto, la ritrovian1o ancora neirazione delle donne partigiane che, serenamente sfidando la morte per seguire in montagna., nei bo~chi, i congiunti jmpegn~ti ne11a guerriglia c nell'opera 1di sabotaggio contro i Tedeschi, accmto all'aiuto materiale - a volte più che prezioso, ineguagliabile- hanno· oHcrto ai loro cari quel conforto morale che rincuora e aiuta a vincere le :tqpcrità c le ansie di una vita fatta di pericoli c di agguati continu~. E tl\1IlltJlaksi a volte in con1hattcnti, non sono ~ tate 1da meno dei compagni di lotta; ca tturate dal nemico, hanno saputo tdcere fr:J gli spasimi delle torture piu r.affìnatc; condannate a Jnorte, l1anno affrontato l'ultin1o olocausto coi non1c ti.' l tal ia suIle labbr:J! Perclhè nessuno sin ora, ha scritto la storia di tante ' . oscure Eroine? Ma dove tutte le donne d'Italia hanno dato prova di quella pietà, che è la forma più :pura d'amore, è stato nell'assistenza offerta ai nemici di ieri, ai prigionieri anglo-americani da noi liberati dopo la conclusione dell'arn1istizio. Sono falangi tli biondi Tommy che devono Ja loro salvezza alle nostre donne: lasciati i campi ·di concentramento e passati alla « macchja >', nei paesini appollaiati lung.o le falde degli .Aippcnnini o a'dagiati nel fondo valle essi hanno trovato la più calda, comprensiva ospitalità. E quando i nazi rastreUavano la zona, l'assistenza si faceva più vigile e premurosa, anche se ciò poteva costare la vita degli ospiti generosi o la 'distruzione addirittura del paese. Esempi di tanto tragico epilogo non sono rnancati e riconoscimenti individuali di ex prigionieri ci sono pervenuti. Di episodi gentili e cormnoventi ogni regione d'It.:'llia può vantarsi e andare orgogliosa. Io mi trovavo in Abruzzo e ho visto quello che le semplici e brave donne abruzzesi hanno saputo fare ... E l'età non contava: 'ho visto vecchie signore che a n1algr:1do degli anni e .d egli acciacchi non si curavano dj fnre 3-4 ore di cc fila » per ottenere un po' di latte da offrire al 'fommy feboricitante nascosto in solaio... un1ili donnette ~del popolo che djvidevano col fuggiasco affamato l'tdtima pagnotta... giovani e persino ragazzine di 8-Io anni ch'c sfidavano le jnsidie -della lvfaiella per portare un boccone ai pr1gionieri nascosti nelle forre e nelle grotte ... E con1e non an1 n1irarc quelle donne, in pena per i propri figli prigionieri o dispersi, che curavano con affetto veramente n1aterno un biondo ragazzone pensando ad altre mmnme lontane aft1itte dalla stessa. ~e­ na? E tutto questo è stato fatto senza scopo nlcuno, con umana semphc1tà

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L'ISTITUTO DI PATOLOGIA DELL'ESERCITO DEGLI STATI UNITI PER IL PATRIMONIO INTER'NAZIONALE DELLA SCIENZA MEDICA (*'

L·lstituto J..i Patologi.1 dell'Esercito degli Str~ti uniti, che t: il maggi.or centro del genere di tutto il mondo, colbbora validamente alla politica dd goYerno deg:·i Stn.ti Unlti rnettendo al corrt!ntc le altre nazioni dd prop do pJtrimonio cultu~c <: scientifico, ù; ffonclcndo largamente le conoscenze ed H materiale clinjco in suo posses~o. Innanzi tutto esso nwtte a di~posiziou .. di tutte le jstituzioni d1 carattere medico e dei sjngoli professionisti le propri~ raccolte e il matcri:tlr \'ario fo:-nito da specialisti di tutti i can1pi della patologia. Questi specialisti si occupano a ne h t: dj i m partire consigli sui casi più difficili chet \engo no~ riferiti dai centri nulitnri in pntriu e all'estero. La Jiagnosi di ogni cnso si basa sull't::,:mw delle vaste cd aggiorn~ttc.: raccolLe ùcll'Isti •uto, che comprenùono più d.i 150 miln r't'f<!rti rllir·utgici, prcparnli istplogici c: lnl\trc. L,blituto è il rnnggior cc:ntro eli patologia milit .u·t~ dr·gli Stati Uniti. E!-~so si divide in quattro sezioni: il Labor.ttorio Centrale tli P:t!f)lnnia, l' /\rchlvio Americano Ji l'.Jtologi~t, il Sen i1.io !Vlilitarc IllusLrazioni ?vfedichc cd il ~1u',<:o Mi li t!ll't! di Ivfc.:didna. Le quattro sezioni sono ~lmmini s trntiv.un~ntc coordinate d.1lla dirt•'l.irJtl'', dw t· retl.l da un colonnello medico dell'Esercito. Il per' c>ll.rlt: din·tth o dd l'I lì l il uto è formato Jn 30 uffìd:.ùi medici eli pro\·ata espe~ f'Ì C:nt.J; f ·r~~~i 'I'JriO CO,lCJiU V:llj un 20 mi:i .tri dj lfllfl[13 e da 97 impiegati civili. L'h.tituro ~.vo lgr; nnclw -,t udi t! ricc:n:he sulle" varie malattie c org~tnizza corsi bupe~ riori di patrJingia pt:r gli uflicinli Jcl Corpo di Snuitù. L'lMirutu \enne fondato nd 18Cn d.d diretto re Jei ~ervi 'l,i :-anHari \VilliJm A. Ham~ mond, <.lopo la guerra civile, p<·r l'nJclc~Lramcnto d<.·gli ufficiali m ~:dici. Sette mesi dopo la fondazione, l'htituto po!Jscdt.:v.t gi:t una raccoltn di 1._100 esemplari riguardanti le feri te c gli eHctti dci proiettili sui tl.!St)Uti. Nel 1885 l'bLituto pa"sò nt:lln ~u~ attuale scJe di Washington c nel r887 il comp1csso Jegli edifici "i arricchì del 'tvlusco 1-[i.ilare tli :Nicdicina c della Biblioteca clelb Dtrezione Generale Ji S~tnitn. Tnll! biblioteca fondata nel 1885 è ora la piÙ ricca. del nwnÙo nel :,Uo genere C rao:oglil! piÙ c.li Uon nulione cJi librj cd altro materiale, compresi alcuni dei più rari c prc.dosi i.ncunaboli di medicina. Quanto al lv[useo ~lilitnre ili !vfedicina, jl ~uo sviluppo fu così rapjJo che il francese Bercoger-Féraud affermò, nel 1870, che gli Stati Uniti .l\ t vano f.1tto più in cinque anni che non l'Europa in un ~ecolo, cd oggi cs'ìo è l'tmic.t istituLionc: Jcl gt'ncre Jmmin.istrata dal governo degli StatiUniti. Più ili 200 mtla \'isitatori ~i .aEfo'llaoo ogni annq alle mostrt.: da esso organizzate e la direzione del ~1u"eo è nttivissim.l nel campo intcrnnzionale, mnnQ tenendn contatti per radio con tutte le fo rze arnt:lte degli Statj Uniti dislornte nel mon~ do e facilitando la pnrtccipJzionc dei suoi speciali.c;ti ai consulti. a cui essi 'engono chi1~ ma ti dalle U ni\'crsità t: dai governi stranieri. E' difatti scopo preciso delle Autorità superiori di S:wit:a Jegli Stati U,niti mettt"''e la maggiore quantità di materiale clinico a c.lisposizion<.: delle scuole di medicin.'l di tutti i paesi, in qualunque .momento, c fornire tutti gli aiuti individuali possibili. L'Istituto di Patologia dell'Esercito ha fornito materi.tlc di inscgnaJnento alle Facoltà di Nfedici~l delle Università delle Filippine, dell'Ameri~:1 Centrale e !vferic~ionnle c material,e ~i ins~~a­ mento relativo ai sistemi di lott.l contrll :e malattie tropicali n tutte le Facolta d1 ~Iedtcma degli Stati Uniti e del Canadtt. Su semplice richiesta l'Istituto fornisce informazioni rebtivc allo studio dci tessuti In esclu!iiva, dnll;t cortesia dell'te Umted Sl.ltCS lnformntion. Servicc.: u, per il Il C.iornnh:: dt Mc. (hcin.t Militare n. ( 41 )

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m~dicina militar~

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r t denti ili medicina specializzati in tale campo, e mette il proprio

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. . h' · d' osizione di moltissimi studiosi materiaJe, .la propn.a btbhoteca ed 1 propn are 1v1 a 1sp . . . · ,. . 1 d · materl"alt' raccalti è stato necessario l'rnpJ.antare un centro • • • • • h al Data 1l.1Ill11ensa mo e eJ • c ·a1 1 1 1 'fi · ne, centro che in c1rca: se•. mes1 di lavoro a cat agata specr e per a oro c ass.t caz.!o , l cl ifi ·' di mil · e 1 -.\ c"'n tale n· tmo i l Centro potra com p et are le ass che e proc c e. v , Plu r 37 · a cast. · · · Pr o cedendo contemporaneamente di tutto Il matenale e.:astente entro d ue anns, , .a ca. e te ·1 mater1' ale 1·n arrivo Quando tale lavoro sara stato ultimato talogare me t o dJcam n 1 • ~ .· " . . · · · fi · ' d' di ched"' '"t·o completo d1 elemenu nguardanll ognt spec1 ca malatst potra tsporre uno s . d · ria e si potranno ottenere 1n pocht mwuu, con sLstern• mcccan1c.1., tuttt. 1 ocumen.u de-

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siderati. l · · 1 S · p JJ Servizio 1vlilitare di Illustrazioni Mediche, d1c 1a sostJtu.tto a ezione otografica fondata nel r863 da Joseph Woodward, _uno dei pionieri della ~crofotog~afia, si ~ rivelato st:traordinariamentc utile per lo studJo fotografica. del matenaJe c de1 processt clinici, specie durante la guerra . Difatti, ?'l. pri_ncipio ~d _19~2, fur?~o as~egnati n.ll'lstitut_o molti fotografi e disegnatori speci~Hzzau 1~ Jllu_strazJ~~~ ~~ mcd1~1na, 1noltrc venne sv~­ luppato uno speciale servizio conststcnte d1 vane u~1ta d~ espcrt~, fo~mnto da .un u.fh~ ciale e sei uomini di truppa, particolarmente addestrali. TalJ grupp1 vcntvnno equ 1 p~1ggtati in maniera cb poter prendere fotografie c filn1s in bianco c nero ed n codori, i n qunlsiad momento deJJa b::tttagfi.a. La prima di tale unità fu invjata nel gennaio t ~)43 n d t entro eli operazioni Cina-Birmania~India; jn seguito altre otto unità ve1lne-ro invintc su divcr~i fronti. Probabilmente ora unn dj, queste unità continuerà a funzionare a.l scrvjzio della Direzjone Genera•l c di Sanità negli Stati Uniti ed al1,estcro. InohTe sessanta grandi ospedali degli. Stati Uniti sono stati equipaggiati per fotogrnhc cliniche, e da tali centri affluisce tnensilmente al Servizio l\1ilitarc di lllustrnz ioni Nlcdichc materiale illustrativo pc.:r un complesso eli 10 miLt fotografie in bi~nco c nero, n1igliain di fotogrammi ~ co~ori e chilometri di pellicola. Attualmente lo 'Schedario perm~ncnte dd Servizio contiene più di 100 mila fotogmhe e 30 mila metri di pellicola. Durante gli anni di guerra. gli ospedali militari negli Stad Uniti ed 3Jlrestero hanno fornito all'Istituto di Patologia quantità immense eli m~teriale assai interessante. Una parte di esso entrerà .a far pa.rte delle \'arie raccolte dell'Istituto stesso, mentre un 'altra parte, ordinata c catalogata, verrà m essa cb parte come possibile [iserva per rifornire le facoltà di m edicina delle Nazioni maggiormente clanneggiate dalla guerra. Rappresentanti ufficiali d_ir queste sono stati in\'itati ~u. ~~ufruire di tale importante servizio. Un'altra notevole quantità eli mater iale affluirà all'Istituto, alla chiusura degli ospe· dali militari neg:i Stati Un i ti Si calcola che durante 1::t guerra più d t: roo mila referti siano stnù in essi raccolti ed inviati. all'Istituto. La sede attuale de1l'Istituto, divenuta ormai insufficiente, verrà presto sostituita da un nuovo più capace edificio,. cui sarà annesso. un ospedale dotato di tooo letti., che formerà il nucleo1 di Ul1J centro di· ricerche e di insegnamento superio-re di medicina, dove si continuerà a lavorare in. funzione di un largo programma scientifico. . I m edk~ e gli scienziati militari degli Stati Uniti sono del parere che una collabora~one tnoncliale. n el can1~o delle rice rche mediche possa costitire un fattore di notevole unportanza per 1l mantenm1ento delb pace nel mondo, ed operano 3ttivamentc in tal senso.

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LA MEDICINA IN 4JA.1f11JIINO

-------- /1-------A cura del doti. D. E. Cappcllaro. Si vatruno studiando gli t:ffctti che la bomba :-~tomica produce sul!l'organismo umano dovuti allo spostnmento d'aria~ alle bruciature ed alla azione radioattiva.. Gli effetti dello sposta.menro d 'aria sono istantanei, come istantanee sono le b~tur~. L'azione radioattiva in\'ece spesso nOL 1 lascb rraccc immediate sulle vinime. Le racliazioni provvisoramente r.iferibili al raggl g:unma, e la cui cs::ttta natura è sconosciuta, sono le più letali. Tali radiazioni passano attraverso la pelle senza modìficazioni alcune da parte dell'cpiùcrmide e deil derma e le persone colpite non n1anifestano alcun sintomo nelle prime 24 ore. In seguito si va gradalamente svHuppando la malattia che i giapponesi chi:trnano morbo atomico e i cui sintomi sono: anoressia, nausea, vomito; appaiono tra H secondo cd 'i l qui•nto giorno. In seguilo sopravviene diarrea sanguigna, l'anoressia aumenta cd il malessere generai~ si acuisce, subcntrn perdita dei capelli. Il quadro clinico è dornJu~llo dn. evidenti segni di anemia dovuta all'azione dci raggi gamma sul midollo osseo. Nella terza ~cttimanJJ si manifestano emorragie spesso accompagnate da febbre. }...'urina conlcrrebbe piccole quandtà di ::IJibumina, taclvolta tirosina ed tl!I1l'accresciuta quantit~l <H urobilinogcno. P art1 Frcmnturi si sarebbero verificati con morte quagj istantanea dci neonati. Le facoltà generat'ive ddl'uomo si1 modificherebbero in senso negativo in gu:-~nto un'•tlra proporzjonc di. uomini esposù :.1.1 raggi gamma è andat:t soggetta a.d azosperrnia. Sulla matcda è stato presentato un. rapporto della Nlissione Britannica in Giappone. Kcllcr in J.A.M.A. (1946, 13r, 504) e Timmcs ~n Na.v . Mcd . Bull. Wash (1946, 46, 219) hanno c;tudiato vari pazienti. Si ~lspettano ulteriori rapporti d.1 parte della sezione medica della. Commissione Alleata in Giappone. Lmncet n3\ creduto dedicare sull'argomento un editoriale (Atom Bomb Disea~, G luglio 1946, pag. 14). t0

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In America si va esperimentando la vitnmina D' (anlirnchitica) contro la tubercolos-i. IL dr. vValter Raab del Sanatorio di ·Olcnn Dale vi ha ded~cato a~mpr studt. Egli ha affermato che una 1niezione eli un CQfncentrato di vitamina. lA c D nella pleura, nell'empiema tubercolare avrebbe portato alb scomparsa dei genni. Forti dosi di vitamina D, iniettate nelle cavie, avrebbero rsoppr<"sso la tubercolosi jn questi animali. Il dr. Raab spiega che il potere germicida della \'itaminLt D non deve riferirsi alla sua :t~o.ne diretta contro il rachitismo. L'ergostero l, un prodotto dl!i·mico similare della vitamtna, che non ha un potere di prevenzione contro il rachitismo, avrebbe inibito, negli :sperimenti di laboratorio, la crescita dei germi della tubercolosi e di w1 altro organ~smo, lo stafilococco aureo . Alla stessa maniera si s:trebbe comportè.lto j} roJesterol. Tali sostanze avrebbero uno stretto rapporto con j] fenantrene che include nei suoi composti: ormoni sessuali, s:tli biliari, cardiocinetici e morfina. (Science Ncws Lecter, 15 giugmo 1946, pa.g. 377). 2° -

3° - Si è esperimentata la penicillina contro la. scarlattina.. Il dr. Brcese dell'Ospedale Navale di Treasure .Jsland ha trattato 118 pazienti con scarla.tt;i:na. Furono utilizzati tre metodi di dosaggio: 240.000 U. O. in tre giorni, 36o.ooo U . o., fu sei giorn~ e 48o.ooo U. O. in \Otto giorni . I n tutti i casi il responso clinico fu favorevole. L:1 percentuale delle complicazi,oni si s:1rebbe mantenuta più alta adottando il tnetodo delle 240.000 U. O. (31%), più bassa (6~{:,) con i:l metodo delle 48o.ooo U. O. Il dr. Breese ha concluso che appunto tale uhimo metodo delle 48o.ooo U. O. dJ penicillina in otro giorni può coa. stderarsi sodclisfacemJte nella cura della scarlattina e nclln prevenzione dello stato di

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agente ponatore dello streptococco beta-emolitico (A m. Jour. o~ M 7'd . Sci:n. n. 21 I? aprile 1946, pag. 417) (J.AJvLA. 6 luglio 1946, pag.. 86o). Una combmaz1one dt prepar~t1 ~~­ midid e pcniciWna, nella cum della scarlatuna, non avrebbe portato a n sultat1 postmvi secondo gli esperimenti di Spink (Arch . ot Intcr. Med., n. 77, marzo 1946, P.ag. 26o). Anche l'urea si va esperimentando in terapia. Vesell ha ·segnalato che una gtovanetta eli 18 anni, sofferente di endocardite batterk:t subacuta, sJrebbe guarita dopo una curn di sulfamidici ed urea. U.n. altro paziente, tuttavia, con 'Cndocardite batterica subacuta il quale ricevette la stessa cura, decedette. Nei casi di cndoc;1rditc batterica subacuta dovuta allo streptococco emolitico alfa, si preferisce la cura penicillinica cd allo stato1 incerto' delle cose si raccomand:~. la terapia a base di sulfnm.iclici ed urea soltanto per pazienti che non resistono alla cura penicillinica. (J our o t La b. an d Clin. Meù., n. 31, aprile r946, pag. 409)· . 4" - Il dr. Hcnry K. vVachtcl dd laboratorio di ricerche sul c:t.ncro della Forclhum University sta esJminando la responsabilità che la glandola piluilaria potrebbe avcrt~ nella caìologia del cancro. Estratti di questa glandola avrebbero causalo il cnncro io più del quarto di un gruppo di 67 topi :11 quali l'estr:Ulo era ~lato iln,i<·Ualo. (Sd<:nn: New.s Lcttcr, r 1 maggio 1946, pag. 296). · 0 )

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!--a penicUl~n~ t:. con~iJ.crata or~1ai cotne il migliore c pitt :-.il'u 1· tr:tllamt:nto 0

della .stfihde. Ta..lc c .1· ~ ~ttolo dJ u11 artlcolo comparso ·in Scicnct.• New:-. Lcttt·r del "l maggw 1946: ~a peruCJ.Jltna sarebbe stata adottata come il ntcdkamcnto di scelta ncllu c~ra della sifilide n:I.l'{'-rrnata S~atunitens~ ~el t ca t ro opcr:H.ivo europeo si 11 ti al :26 gtugno 1914. L.a .toss~cl~a ~el medicamento c r.tsultata trascurab1lc. Bassa sarebbe la percentuale di rectdt\'C mfetttve dopo In cura mccUantc la penicillina. Anche scxondo il dr. Pilsburry .la penicillina risulta i1l miglior agente antisifìlitico. (Atn. Jour. _S~ph., Go~. and Vcn D1s. del marzo 1916, p:tg. 134). . Risultati. ~·avor~voh so~o ~e~nala,ti .n:l trattamento penicillinico della silìlidc congc~ta ed acqwslta ne1 neonati e net bambw1 da Nelson ecl altri (Arch . of Dcrm. and Syph., gJUgno 1946, pag. 625) .

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BA..SSEGN.tl. DELLA S'l'Alli P A ]IEDltJ.t\. - -- - -1 /- --·- - -

Chirurgia. Terapia operatoria· de/ va1·icoce~ le (metodo Imperiale). << ~1inervn

GrANNONI:

Chirurgica>), anno 1°, n. I (marzo 1946).

Il varicocele, che si n1ani festa nll 'inizio c.Jella vita genitale e segu~ parall~la?!ente . r:ci suoi f>eriodi d~ ~ggtore. att1':Jta. e eli declinazione - l'attlvJta genestca, s:t nsco~­ lra con notevole frequenza nei giovani nl'lit:tri c talora in modo incompatibile col :,e:-rv 11.10. Tal<· affezione, che scompare ass;li spesso con l'ctn, abitualmente è tollerabile con l'uno dc:l co:)pcnsorio. Bjsogncrà ~uttav.ia. o · pcrnrc i malati che soffrono reali Jolon o sono tormentati dal fantasma della loro· malattia, che li rende i poconclriaci. Sarebbe troppo lungo ricordare j vari metodi man mano escog:tati c.:cl adottnti, che verso la Jinc dd secolo X V III furono pre:;:,ochè abbandonati per le gravi complicanu cui essi esponevano i pazienù c pertanto sostituiti dagll schiacciamenLi, dalle cauternzazioni, dalle allacciature sottocutanee a cielo coperto, dall'attrizione con j suo1 Jiversi processi~ dall'agopressura e così via. Tali ultimi processi si climo,s .trarono ben presto impotenti o addirittura. pericolosi per cui si concluse con l'astensione. Bisogna giungere all'avvento della antisepsi, cui è legato il nome dell'italiano Bottini, per vedere r;abilitati i vecchi metodi, ringiovaniti da una tecnica più precisa, ed ideati nuovi processi. L'enorn1e numero delle operazioni sin qui ideate ed attuate per la cura del varicocde è però eli per sè una condJ.fL!la, poichè sta a!l'eviclenza a dimostrare che nessun 111et01do corrisponde con1pletamente allo sc.opo. Tra i tanti processi operatori merita di essere segnalato quello ideato ed attuato per primo dal colonnello n1edico Imperiale e che è abitualmente seguito nella Ciin:~1 Chirurgica d i Genova con ottimi risultati. Il metodo l m periale, che appartiene a quel

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gruppo che cerca ili eseguire una sospensione del testicolo medianle modificazione della tunica muscolo-aponcvroùca, ha il vantaggio su quelli consimili di essere meno indaginoso e eli facile esecuzione. Col metodo iclt.-ato daU•Jm pet·iale non vengono esclusi - ove accorrano - gli altri sisten1i di terapia operatoria del varicocele (flebecromja, resezione dello scroto) e sJJ ottiene una conveniente diminuzione della stasi venosa S(.'JlZa alcuna mutilazione vascolare e rispettando al massimo ~nchc i filuzzi nervosi che prc!lict.lono al rrofismo dell'organo didirno-cpi di dj mario.

c. GIACOBBE Le lussa~ioni traumatiche isolate a-t·t perone. - cc Giorn. Ital. di

BELUFFI

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Ch.ir. ,), ~nno II, n. 4, aprJle 1946. Le lussazioni traun1atiche isolate del perone sono rare: l'A. ne ha raccolti 2:! casi, compreso quello dn. lui descritto. La ra~ rità è fncilmentc sp.icgabile con Pestensione e b robustezza delle connessioni tibio-

peroneali. La lussazione può essere:

a) Ltusazione doppia o totale: è rarisSJma, neo è stato descritto W"L so!o caso. A spiegarne il meccanismo bisogna ammettere con Vaccarl che Ja flessione, l'adduzione o rotazione interna della p1anta e rabduzionc della punta del piede, se eseguite ~n modo vioJento e forzato; sono le t.onclizioni maggiormente propizie al prodursì eli Wla laceraz.;one del legamento

anteriore deJI'~icbL1zione ci.bio-peroneale inferiore. Il perone in queste condizioni si sposterebbe in avanti e in fuori: ne può, seguire una frattura del III superiore o, eventualità rarissima, UDJ. lussazione dell'estremo· superiore. b) Lussazione dell'estremo ir1jeriore: anche essa rarissima, ne è descritto un solo caso nella letteratura. Per lo più si ha rottura del legan1rn.to tibio~peroneale anteriore.


c) Lussazione delL' estremo sup~1~ore: è la più frequente, ne sono ~escnttl

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casi. Si riscontra nei giovani dt sesso ma schile fra i 15-35 anni, per lo più in seguito ad incidenti da sport (salto in lungo, giuoco del ·pallone,. ecc.). Si produ~e rnran1ente per cause d1rette, mentre _dt regola è per cause indirette. La _contra~o~e brusca e violenta dc.."i n1uscoh pcron1en e degli estensori delle dita d:l pi~de può _eser citare una notevole trauonc H'll avant1 sul lacerazione della b Perone con conseQ'Uente wpsula e dei legamenti e quindi ]ussazione in avanti della testa. Nella lussazione all'indietro <.Iella testa del pcron~, ::tlb contrazione dci muscoli estensori del pieùe si associereblx: la comtrazione violenta c brusca ùcl bicipite femorale, che prm·ocherebbe la dislocazione all'jodietro della testa. La diagnosi della lussaz1onc dell'estremo supt!riore del perone è per lo· più facile (aumento del diarnetro trasvcrso del ginocchio, presenza di w1a 5a lienza ossea in vicinanza della tubcrosità della tibia, presena;a eli una depressione irL corrispondenza della sede anatomica della testa del perone, abnorme salienza del tendine del bicipite, ecc.). Non raramente esistono disturbi sensitivi c motori nel campo ·del r-ervo sciatico plopliteo esterno. Per la eliagnosi, di certezza occorre l'es~me radiografico. La cura è per lo più incrucnta e consiste nella riduZ!ionc Jclla lussazionc, previa anestesia locale o generale, e ncl}'i,-nmobilizzazione per 3-4 settimane in apparecduo gessato modellato. Rar~mente si deve ricorrere alla cura crucntJ (fissaggio con vite o resezione della testa). L'A. descrive un caso di Jussazio ne anteriore ùella testa del perone. IAD'EVAIA.

P. Pt cc tNrNI c R. BoNACCORSI: Il trattamen"

to de~ processi suppuratit,i" (flemmoni e ascesst)• con coloranti colloidali elettro~e.garivi ( Trypan-Blau e Trypan-Rot) mzet:ati endovena. << Il Progresso McdJcoll, n. s, Napoli, marzo 1946. 9uesto nuovo mezzo di. terapia medica deJ proc<::s'ii suppura tivi acuti descritto·

dagli AA. che l'hanno esperimentato in otto casi è davvero suggestivo per la sua efficacia e la sua semp!icità, ed è pertanto utile r,; chiamare l'atten~ione dei medici pratici su questa cura incruenta di flemmoni ed ascessi, che peraltro potrà essere estesa con uguale successo ai casi eli osteonuelite acuta, blenorragia acuta, ascessi polmonari e sepsi generali in fase precoce, ecc. Le ricerche degli AA. s1 riferiscono a gruppi di individui affetti da P.emmoni e ascessi nella prima fase del processo infiam matoriro oppure nelb (asc ilirdiva della flogosi, cioè a .raccolta di pus giù costi tuita. La tecnica. usata l:. st at:I In M.:gut JHt: : 10 cc. di• soluzione sterile di ,.l 'ryp:lll ·Blau n: 2~6 iniettata ondovcn~ :t digiuno c: resa isotonic...'l co~l sangue con successiva immc· cliata iniezione endovenosa. di 1 o cc. di soluzione clorosoclicill oU't,Gor/(, (non ~i devono un.irc le d1ue soluzioni in una stcs.c;a sidngn per evitare che il colorante precipiti). Dato l'unico ~inconveniente - tinta bluastra della cute Jcl viso per 15-:w giorr.j, talor:t fi.no a due-tre mesi - gli AA. hanno sostituito il predetto colorante col Trypan-Rot (ro cc. di so 1uzionc al s%). La; febbre provocata col Trypan-Blau dura 8-10 ore; ca~l Trypan-Rot, 5 ore; febbre che inizAa. dopu 20-30 nunuti co•n farle brivido e rapida elevazione termica a

390·400-410. Alla cura chimica è stato unito• un trattamento fisico ~emplice: impacchi caldo.~m idi fino a guarigione della flogosi e talora, negl~ arti, immobilizzazione della parte lesa. Per 'lo più una iniezione sola. è sufficiente a, far regredire la flogosi dopo quilche ora dali 'in.iezione: quindi guarigione rapidissima e completa. L'eliminazione del colorante, anzichè per lro urine, la saliva e il succo gastrico•, avviene per la bile, pel latte (donna in allattamento); passando però 1a barrjera renale nelle nefriti croniche. Praticate Je iniezioni durante i mestrui, si determina la loro cessazione. Il meccanismo d'azione eli questi colloidi elettro-negativi su~ processi ~ uppurn-


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iuoloso a cui si ricollega tutta la successiva sull'organismo in cui ven~ono .tnJett~tt per epidemia c che va messo in relazione, con gli squilibri che essi eser:Cltano. sul ststema molta probabilità, a casi lievi manifestatisi proteico d~l s~n~e e dell orgamsmo - pro- contemporaneamente ai primi due del mese tcino-terapla. 1nd1retta -. e no:~ per m:a eli febbraio e sfuggiti ad ogni controllo savera e propr.ia prote1no·-terap1~ nspect- nitario. Da Napoli il vaiuolo alla fine di maggio fica. Essi stimolano soprattutto tl tessuto reticolo istiocitario, su cui si fissano per si era già esteso ad alcuni comuni vicini, affinità elettiva, nell'azione di difesa con- r.cl giugno aveva raggiunto le provincie di tro i processi i n.fiammatoDi di t~po sup- Benevento, Reggio Calabria e Catanzaro, purati vo, determinandone la raptda nso- nel !ugHo Avellino estendendosi poi sempre più nelle regioni merid~onaH e, Jimitataluzionc. n1ente, in quelle centrali. Risultano denunTRlFILETTI. ciati per provincia; Napoli 3316 casi, Benevento 547, Avellino 212, Salerno 126, PaEpidemiologia. lernlo 45, Frosinone 24, Bt·indisi r8, Foggja 16, Littori~ r6, Roma 8, Cosenza 5, Reggio Calabria 5, Terni 5, Catanzaro 4, \ ' hi.ZChO G. t: ANGIOLINI C. A.: L 'attuale epidemia di vailf(~~o f-'~ lta' ia.,, ( s:udi~ epi- Potenza .!J., Pescara 3, Campobasso· 3, Videmiologico dali ITJIZIO de/J ep1demta al terbo 2, Bari 1, Livorno r. Per quanto riguarda NapoU i casi ne] capoluogo sono giugno 1945). - 1c Il Medico Condotto'>), stati I 193, vcrilicatisi specialmente uei rioagosto-clkc:mhre 1945. nj periferici tla cui popolazione ha una miIn un dcttagUato st udio ddl'cpidcmia di nore disciplina verso le misure profìlatti\ n.i uolo diffusasi in Italia in conseguenza che; nella provincia l'infezione ha originato dello stato di guerra, gli AA. considerano le focolai di maggiore importanza ad Afracause che ne hanno determinato l'importan- gola, Fcrtilia, Brusbno, Giugliano, Ottaviaza, 1c condizioni che ne hanno favorito c cn~.­ r.o, lVIondragone, Aversa, Portici, Frignarattc:rizzato il propagarsi, gli aspetti partico- no, San Giuseppe Vesuviano. lari assunti ed i ri med.i adottati. Il lavoro riLa diffusione deWepidemia non fu raguarda l'andamento dell'infezione, tuttora pida, con distribuzione rnensi,le di casi senin corso, mru già volgente alla fine, da.} suo za forti differenze. Si può dire che l'ininizio fino a tutto giugno 1945. Interes- fezione non è riuscita a raggiungere una santi raffronti con le precedenti e p· demie vasta estensione oltre il focolaio eli origine. e spedalmente con quella del 1918·1920 ne La sua. propagazione va condizionata quasi mettono in evidenza le differenze. esclusivamente al caotico c cUsordinato asL'inizio dei casi che concatenandosi fra di sieme di mezzi di comunicazione che si sodi loro hanno determinato l'attuale epide- no sostituiti a quelli orclinad distrutti dalla mia può stabilirsi ai primi di aprile a N::~­ guerra nei rapporti tra Napoli ed il retropoli. Già nel mese di febbraio si erano ac· terra. Il filo conduttore del contag:o è semcenati due casi nel rione Stella sulla cui pre da ricercarsi in persone (traffi~'tnti, origine non si è potuto conoscere nulla di ndlitari, ecc.) che non bene vaccinate ed preciso essendo la città sotto ·l 'amministra- eludendo le misure precauzionali prescritzione del Go\'erno militare alleato. E' te si sono allontanate dalla provincia di Natuttavia di .indubbio \'alare il fatto che poli verso altTe iudennj dall'infezione. In gli Alleati richiesero, alcuni giorni prima tali provincie però la malattia è rimasta cirche i casi si manifestassero, l'immedjata vac- coscrjtta a poche manifestazioni e non ha cinazione antivaiolosa di ::w o Italiani impie- mai assunto l'aspetto di un \'CTo focolaio gati presso il loro Comando. Dopo questo epidemico se non in quelle confinanti con modesto episodio l'infezione sembrava esau- Napoli e doè: Benevento, Salerno e- Avelrila: senonchè 1'8 aprile nello stesso rione lino. Se si considera che la popolazione dclStella si accertò l'esistonrz.a di un altro va- l'Itailia meridionale era stata duramente tl. vi

è cosntwto da.lla reazione. .provocata .

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344 colpita dalla guerra e che si veniva n trovare in condizioni igienico-sanitare partico · larmente precarie, è logico attribui re la limitata estens!<>ne ed intensità di sviluppo della malattia. oltre che alle n1isure difensive adottate :.1nche ad uno stato pre-costituito eU immunità generale fra la popolazione che negli an.ni precedenti aveva con maggiore scrupolosità ·osservato l'obbligo delle vaccinazioni. Dall'esarne di 3228 cartelle cliniche di vaiuoJosi ricoverati nell'Ospedale Cotugno di Napoli si sono rilevati j seguenti caratteri epidemiologici: A1ldarnento dei casi rispetto all'età. La percentuale più alta dei colpiti si è avuta nel primo decennio di vita con il 38% dei casi. Segue in1mediat::unente il secondo decennio con il 33%. Forma clinica. Vaioloide Cl[i 13% circa, va.iuolo discreto 68~b, vaiuolo confluente I.9%, vaiuo1o emorragito 0,2%. Diffusione del vaittolo nei vaccinati. Soltanto ~n q~arto dei malati aveva praticato ~a vacctnaztone con esito. positivo; e di essi 1l 61~Ì~ era stato vaccinato da. più di cinque anru, il 3% dai tre ai cinque anni prima · soltanto f1,6% negli ultimi tre anni rnentr~ i~ ~6~{J si è ammalato nei 15 giorni succesSl:VI al~a vaccinazione. La pregressa immumzzaztone ha dimostrato poi di influire fa vorevolmente l'andamento della malattta. Infatti la percentua.le dei casi eli vaioloide ~ vaJutabile in aumento passando dai non

vaccinati ai rivaccinati ed ai vaccinati~ le forme 1rwece di ':aiuola confluente e .pi.Ù grave aumentano m senso inverso doè andando dai vaccinati ai non vaccinati.

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Decessi. Una delle caratteristiche dell'a~tua.le. e~idemla .~ la _grande benig~ità di cm costltmsc_e ,la p1u evtdente espress10ne la bassa. mortahta. Fra i 3228 casi presi in esa'?e s1 hanno solo 6o decessi~. Di questi il 01~{, nei primi 12 mesi di vita·' 1'l -,-,o/ - :> /0 d.a uno a ':lu~ttro anni; il 2 o/o da cinque a nov~ anm; Jl .s% da dieci a diciannove an01; il 7% dai venti ai cinquanta anni ed il ol d a1. cmquanta . 2 /o anni in su. ~anno particohurmente favorito la diff~sto.ne della malattia le anormali condiziom e~lstenti in Italia. Infatti i primi casi COlTl·

parvero nel napoletano quando il governo Pon ·aveva ancorai autqrità riconosciuta ed i nostri organismi sanitari dovevano agire 50 _ lo e come lo consentivano le autorità alleate. La nazione era stata letteralmente devastata dalla guerra che passando come un rullo dalla Sicilia all'Emilia aveva distrutto città, disperso popolazioni imrn1serite cb Ila perdita d i ogni Jvere, clhorganizzaù i servizi ed esautorata ogni autodtà costituita. A ciò si a.ggiunga che per motivi di carattere militare. .i! porti erano sotto il con. trollo diretto ed assoluto delle autorità allea~e c_b no_st:a organizzazione di poli71a sanltann marHttma era swta messa in condi zioni di non poter funzionare. L'imme 11 • so afflusso di truppe, appnrtcucnti rl LUtli i continenti_ del mondo, rendeva esi re,:tnil w mente difficile un rigido· controllo ~unltari() c del tutto vana la possibilità di evitare j contatti con Ja popolazione civile. Le ctm ~c Ji diffusi?ne dell'cpisocHo possono perciò es. s~re. const~cratc di tr.i plice nattH~t: sanit:l· n~ (1neffìctente o tardivo funzionamento dcgh orga~~ _di profilassi); clinica (atipia delle form~ cb~n.lch:); politic~~ (migrazioni di profughi, mthtan ed op~rat c sopratutto di persc:ne che per mottvl dì comn1ercio viaggiavano con i_ mezzi più impensati sfuggendo ad ognt controllo che potesse limitare la loro libertà d'azione). P~r ~ r~p~da e completa campagna vaccina,tona st 1ncontrarono serie difficoltà per le seguenti cause: mancanza di vncci~o _e l~mitata possibilità di produrlo nei pnm1 . e1nque 1nesi dell'epidemia; scarsa e~ficacra della linfa vaccinica a causa del Sistema con cui veniva trasportata e conservata ed anche detla confezione (mancanza d~ ve~ro _::tdatt~ e deUa necessari~ quantit~ dt g!~ee_nna); wcongruo uso del vaccino; convt~zw~:', d~ parte della popolazione, della_ J.nutJJlta dt sottoporsi alla pratica imm~ntzzante data la lievità della forma di V?lo!o. Questi sono stati gli o,~,tacoli maggJOn che _si sono opposti allo sviluppo di UI~a energtca campagna vaccinatoria fin dal pnmo manifestarsi della malattia. Altre serie difficoltà si sono incontrate nella pratica attuazione d~ un rigo!foso isolamento e delle disinfezioni. . l suggerimenti che si possono trarre dal-


345 I'esperienz~ di questa epidemia sono i se -

P'l.lenti : a) conservare la popolazione i n uno stato di continuo alto grado di immunità. Perciò disciplinare e rendere più 'rigo~ roso il servizio delle vaccinazioni e specialmente quello delle rivacctnaz!out; b) distribu; n: in modo più ra~ona~e gli istituti vaccino geni. In questa eptdemta l'Italia meridionale ed insulare si è tro~ata nella i n1posslibHità di :1pprovvigionnrsi di vaccino antivaioloso· essendo precluse le comunicazioni con l'Italia centrale c setlentrionale; c) elevare la coscienza igienica del popolo ma in special modo dei medici che non sempre hanno dimostrato di, avere il sufficiente: :;c:nso di respono;abilit3 .

0

N(ASSA.

A.: Ufo febbre: c:ntero-mialgica. - « Jl PolidinJco u, vol. 53°, Sezione pra tica n, 25-:26. ·

CASTkLti\Nt

L'A. traccia il quadro clinjco di una affezione, cui appone la denominazione· di (( febbre cntcro-rnialgica », di· breve durat? (5-10 giorni) e caratterizzata da fortissime mialgie, talora artralgie e dolori osteopatici, che durano per tutto il decorsoJ della febbre, anorressia, lingua impaniata, disturbi intestinali caratterizzati da. semp:ice malessere addominale o veri dolori e diarrea leggera o marcata con scariche liquide o· poltacee senza. né muco-pus né sangue, quasi sempre a reazione alcalina. Per l'etiologia l'A., studiando in modo cmnpleto due casi dal lato batteriologico, ha isolato tlalle feci un batterio del tipo Proteus, classificato come Proteus metadiffluens varietà 1netacliffluenso.ides, ed agglutinato ad alto tito•lo dal siero degli ammalati presi in esame e di altri ammalati presentanti analogo quadro clinico. Castellani ritiene però che il germe in parola s.ia nn nosoparassita o germe associato piuttosto che H· vero agente etiologico, perchè germi del tipo Proteus sono frequentemente agenti infettivi ~ccondari o associati e perchè con esso non è riuscito a riprodurre la malattia tipica negli anin1ali eli laboratorio

(non furono esperimentate le scimmie). Nelle feci dei due casi sopradetti era associato un germe del· tipo Pyocyaneus, descritto c classificato. non agglutinato dal sangue Jei pazienti. E' interessante notare che il s~mgue dt·i due pazienti agglutinava (1: 400) .tnche il Protcus X 19, che è assai lontano dal Protcus mctadiffluens per .i caratteri biochimici. Secondo l'A ., a scopo· pratico, vi è la pos· sibilità, dato il più facile reperto nei laboratori, ùi sfruttare l'agglutinabilità del Proteus X 19 da parte del siero di ammalati di febbre ~ntero-mialgica, essendo detta ricerca, nei suoi casi, costantemente pos.itiva per quanto, come si è detto, il Proteus X. rg sia batteriolog.ica.mentc: molto lontano c.bl Protcus n1Ct3clifflueos. .NlAssA.

LEONARDI

P.: Un èpisodio endemico di ti-

fo esantematico indiano. - << Il Progres~o rviedico >), vol 2°, n. n~ 1 giugno 1946.

Nd campo dei prigionieri di guerra italiuni nella regione di Bhopal (Inilia BriL::Jnnlca) e nelle sue vicinanze si veri ficnrono, dall'agosto al dicembre Ig.p, 34 casi di febbre esantematica benigna, simile per caratteristiche cliniche e sierologiche a casi analoghi descritti sotto il nome di « tifo indiano n da autori inglesi ed indiani in India (rvfega.w per il primo) ma che non fu possibile classificare s.icuramentf i.L· base ai già noti criteri diiferenziali eli· uici ecl ct iopatogenetlci. Ne furono colpiti: 19 italiani, 13 indiani e 2 inglesi. In molt~ cli essi il decorso clinico fu ben netto e la malattia, una volta fatta la prima cliagnos.i, facilmente ricononoscibile; in altrl casi clinicamente si sospettò solo la natura della malattia, c si arrivò alla diagnosi sicura per b positività della reazione di \Veil e Felix. Nei casi più tipici si osservò la seguente s.intomatologia : inizio rapido con malessere generale, brividi, talora vom;to, dolori reumatoidi diffusi; ~rachblgiaJ febbre; per lo più solo in secondn o terza giornata Ja febbre raggiungeva il massimo livello, cui ~i n1anteneva nei giorni seguenti. Costanti

l:


In cefalea frontale, fenomeni catarrali diffusi delle prime vie aeree s~per.i.od, evi-

già le altre due agglutinazjoni divenivano ~eno fortemente positive o addirittura ne-

dente congestione deiJe congtunuve. Sensorio fin dai primi giorni ottuso nelle forme p_iù gravi senza raggiu?&ere però. quelJa intensità che è carattensuca del ufo petecchlale. Spesso comparvero tracce di, bumina nelle urine, e la milza awnento di volume tanto da rendersi palpabile in quasi tu tti i casi. Si riscontrò costantemente anche una modica leucocitosi con monocitosi relativa. Il fenomeno più apparis(entc fu però )'esantema, a carattere morbilliforme, che compariva al S0 -6° giorno eli malattia, dapprima agli arti, i n vadendo anche la palma delle mani e la pianta dei piedi, r. poi al tronco ed alla faccia. Le mnculo-pnpule, leggermente sollevate, scompariv~111o dnpprjma alla vitro-pressionc; nei giorni !ìCguenti rimanevano .invece eviJenti c tendevano ad acquistare w1 carattere emorragico e talvolta a confluire. La febbre a carattere remittcnte ebbe durata \'aria, da pochi giorni :1 tre settinune, scomparendo di solilo per \is,i rapicl::l. L'es:~nterna, che impallidh•n grad ut1 lmcntc col Jileguare della febbre, lasciava :. pc!ìr.o al posto delle lesioni cut~mee delle macclùette pigmentate in bru.nu, lievemente dest1uamanti, ancora visibili .alcune settimJ.ne dopo la guarigione. Tutti i 34 casi ebbero esito favorevo'· le: solo un paziente prima della com pleta restitutio ad integrum continuò a presentare evidenti ùisturbi neu ro-psichici con cefa.lea, nevralgie, confusione mentale, per 7-8 settimane. Per la reazione di \;veiJ e F dix l'A. usò delle emulsioni di proteus X 19, X 2, XK fornite dal laboratorio di Kasauli (India) che risposero ottin1a.men!te. Nella ftnaggior parte dei casi le agglutinazioni si fern~aro,no a diluirzioni molto modeHe. La Weil Felix cominciò a risultare positiva dal 9° giorno della tnalattia c talora compan'e solo nella JConvaJescenza.. L'a.gglutitiazione fu inoltre assai irregolare rispetto ai ceppi eli Proteus interessati. N~ casi positivi per tutti i tre ceppi di s?ltto compariva prin1a quella per i Pr. ~ .19 e X 2; \'XK dava spesso reazioni· posJtlVc a guarigione nvvenuta e quando

gauve. . , Tenendo presenti la Va!fieta del c1ecorso dioico ed il comportamento deBc reazioni sierologiche l'A. dimostra come sia difficjJe fare coincidere i casi da lui osservati con una delle malattie esantematiche descdttc nella l ettcra tu~ra. Per quanto riguarda l'agente trasmettitore .dell'infezione si tentò con ricerche sperimentaH di scoprire quali, fra gli anì1mali. presenti neùJ'amblicntc, ·albcrgns.sero H virus cd attraverso qua le vettore; tnle; vi rus fosse: stato rrnsmesso all'uomo. E, llt• retta cercò eli isolare le RiduaLsic dogli ammalati c idcntifìcarc nnnlogl u: IU ckt:ttt;i(: 111 vari nnimnli e nei loro t;L~ topal'tlll 1 ,il i. Le conclusjoni dcfinh'ivc di tali c~; pe t·inwtHi erano ancora i n corso• al ln· p:u·t l!l\ '1.!1 dall'lu .. dia dcWA. Il Leonardi consillt:ra pen\ i topi la'"a j più probabili serbatoi natu ndi e di Husnri del vints, per la loro abbondanza ubi .. qu.itù nell'ambiente, rispetto aHo sc:uso' nu" n1cro degli altri ani mali ; c dò mnlgrndo che il decorso clinico nei colpiti prescnws~c alcune differenze ri spetto a quello tk1 tifo rnunno. Per dimostrare b fondatezza di tale supposizione fu pratkata, dal novembre 1942 al febbraio 1943, sul siero eli sangue di s8 topi, di <Lln1eno: tre varietà, la reazione di Weil Felix per i protei X 19, X 2, XK. Quattro di questi s1en agglutinarono i ceppi di Proteus ne) modo seguente:

al:

co

x 19 1° caso

+ rfso

X2 + I/25

+ I/25

1. caso 0

3" caso 4° caso

XK

+ I/1.5 + rfso

+ I/250 + 1/50

Gli altri 54 sieri eli sangue di topo (urano nettamente negativi. I reperti positivi sopracitJti nci topi, in coincidenza con i casi um::1ni, fanno pen~ sare che contemporaneamente all'episoclio endemico umano, si svolgesse una unaloga epizoozia fra i topi. Interessante jj comportnmento irregolare dell'agglutinazione ver· S<' j divers.i ceppi Ji Proteus provati ved~


l

347 fica tosi anche nelle reazioni di W cii F clh: nel siero di sangue degli amrn~lati. Concludendo l'A. fa dentrare i 34 casi osservati nel «tifo esantematico indiano » descritto per la prima volta da .ìv!egaw. Sotto tale nome (Indian Typhus) '.sono !itati descritti in Indb altri casi di febbre esantematica a decorso clinico non sempre identico, acl agente trrasmettitore quasi sempre ignoto, ma con reazioni eli Weil Felix pos ·th·c per i P rotei X 1 g, X 2, I-II{. N[ASSA.

Medicina. P.: L'impic:go del trruudrtro ascittro 11 .ft. Of'o trll.rfusionaPe. - cc lvfinerva !v(cdic.::t , , faliC. 9 10, ''"forino, T9iJ5·

PII :THA

•,wclt cldi'A., rivolti a sostituire al t~iC!f'(J tnnano, nr:ll.t tr:lsfu•ìione, il liquido ar;dtico ' '!,lrauo da infermi di cirrosi epa dc:l, rhalgono :t parecchi anni aùdictro. Egli i: •anto indotto a ten tare tale sosti' u ~io rH!, pc:rchi: il li<luiJo ascitico da cirro•,i dt~l fegato contiene tutti gli clementi del siero umano eù t: nl corntc:mpo esente dn clementi patologici, sempre che la cirrosi non sia di grado dcvato c: non si accompngni a particolnri entità morbose (lue, tubercolosi, lesioni rcnali, ecc.) L'A. ha pertanto fatto uso di liquido ascitico tratto da pazienti affetti da l< cirrosi pura atrofica di Laenncc n con ascite cd esenti dalle associazioni morbose anzidette, ove il liquido d;mostravasi schiettamente c· trasudato >) potendo quindi far escludere qualstas.i natura flogistica. l'd etodo della trasfusione. La raccolta può farsi asetticamente mediante paracentesi con mat•rncci sterilizzati, conservando il liquido in tal modo a lungo, anche per anni (vantaggio questo assai notevole); non trascurando però la sterilizzazione pdn1a dell'uso. Oppure, cd è forse da consigliarsi, rrtccogliendo .il liquido in grosse fiale da ipodermocHsi, dopo filtrazione attraverso candela, o tindalizzando le fiale ripiene dopo averle chiuse alla fiamma. Quantit,ì da iniettare. Da 100 a 500 cc.. p~r ognri trasfusione; cb ripetere an\:hc il gtorno Jopo. (;.Jj

!Yfezzì di trasfusione. Siringa semplic.e per piccole dosi; o siringa a due \"le per quantità maggiori; o fialone per fleboclisi; o apparecchi comunemente in uso per le trasfusioni di sangue umano. Reazioni. Scarse reazioni immediatamente dopo la trasfusione; a maggio1r rlistan~a da essa, qu~dche disturbo del tipo di quelli che si possono avere nelle trasfusioni eli sangue in toto, e speciaamentc nelle iniezioni di sangue umano. Tra questi disturbi, più frequente l; il brivido seguito da 0levazione febbrile, che è però passeggera. Nessun incidente è stato rilevato per di\'crsità di gruppo sanguigno, la cui determin~zione non si è mai dimostrata necessaria. D.1 quanto esposto si può concludere che lJ mtlodo studiato merita J•a.ttenzio nc dei met1ici pratici per gli innegabili vantaggi che presenta c eli cui si è fatto cenno: fncilit?t d ed la raccOtlta del liquido asciuco, conservaz.ione non difficile, durata quasi inùdì·nira, assenza eli inconvenienti di una qualche enlitù. Cotnunque, cspt:rite ulteriori prove- e conferme, ~ potrà estendere su più ' 'asta scala l'u~o ùcl trasudato ascitico a scopo trasfus~onalc in tutte quelle evenienze in cui oggi u~tsi il siero utnano, quali, cioè, le anemie post-emorrngicht:, le altre anemie scconJarie, i gravi stati di uenutrizione, le con'wJlC!>Cc:nze lunghe e difficili .

!''

Il l

Tnt l· I LETI'l.

FEllllANNINI L. : La cura del diabete in difet-

to d'insulina. - « Il lvfedlco Condotto », Roma1 nn. 2-3, I945·

Per quanto s·a da tempo tc:rm.iruuo lo stato ùi guerra, pure le condizioni eli approvvigionamento eli prodotll chim.ico-farmnceutici dj speciale importanza permnngono per l'Italia assai difficili; così, ne l c.unpo dell'insulina, ìn cui J'alto co~to Ile rencl'e uiEficilc l'impiego nella larghezza d'uso ùcll'antcguerra, si potrà risparmiare il prodotto originale ricorrendo ai vad :,urrognti, ov' ero fncilitanclo in vario modo 1'ut•liz~1zio nc dei e2rbojdrati. L'A. nella sua ricerca di que~tc sostanze prescinde f41turnlmente Jagli nltri prodotti

"


348 opotcrapici, esscnùo essi, se originali, ugunlmcnte rari e costosL Egli divide il suo studio in d~tc p~rti =. Sostanze ipoglicemizzanti, carb~1dr~t1 d1 sostituzio:"c c surrogati dei cnrbmdm.u. . l. - Tra le prime- sostanze ipoglrcenu:::~ zanti - egli pone le fitoc!Jinine O· gluco~ chinine, ad azione del tutto .innoc·tw c, per quanto inferiore a queil!a de~l 'insuli~1J, bene utilizzabjJe da solaJ o in agg1untn d1 quelJa. Appartengono alle .fitochininc: i bulbi dj cipolle, le radici e i sem1 di orzo germogliato, le foglie di lattuga, le algh<', le fave verdi il lievito di birra.; il grnno stesso e le ,graminacee, il riso, l'avena, la segala., i piselli, le lenticchie, le cnst~gnc, le patJ : te, la cicoria, i cm•oli, i carC:oh, 1<.: carote, 1 sedani, Jc rape, ecc. ccc. L'A. si sofferma specblrnentc sull'infuso di fagioli (20 gr. di pericarpo· in 100-200 di acqua), sul caffè d1 Iupini. sull'infuso concentrato di radici d'orzo) sulb galena of.f.cina/is e il suo akalojc}e galcgina, sul mirtUlo, l'eucalipto ed ancora in particolare sulla salvia e sul sorbo (sorbir~ o sionitc), specificando per ogni sostanza il potere pitt 0 meno ipoglicenùzzante, c Ùcllandone le dosi e i modi di somministrazjone. II. -Circa i cm·boidrati di sostituzione, il Fermnnini tratta ddlo zucchero caramellat r: e dell'azione delle glicoanidridi, di cui si è giunti ad ottenere un tetraglucosano (Salabroso del commerc;o) e un isosaccaros:lno (1\ll ellitosio del com merci o). III. - P er qua,nto riguarda i surrogati dei carboidrati, l'A. accennato a.ll'OxantinaJ che è un diossiacetone, si sofferma sulla Sionite (:~lcool del g~ ucosio ), che si ricava anche àal sorbo, come abbiamo' detto, e la cui efficacia, a do~i terapeutiche, è davvero cospicua: dimiouzjone della glicosuria c d elb poliurin. e aumento· del peso· del corpo. Dalle ricerche dei vari osservatori e c.Ja guelle pcrson:di Jdl'A. si può co ncludere du:, per il loro valore energetico, quasi pari a quello del gluco~io, tali sostanze trova no effelli vaKlente utHe e razionale impiego nell'alimentazione dei diabetici in luogo di equivalenti quantità c.Ji carboidrati comu ni; c, nei casi grav;, anche in associazione col trattamento insulinico. Titt FILl:.rn.

})E. F:\ZlO V.: J'Jononucleosi infe11ivu e Jea-

zionc: di Paui~Bunnel. - •• R : forma lv[ cdica», nn. 5~6 7 Napoli, 1946. n'li piace recensire 9u~st?· _artkolo dell'A: per quanto, trattandosi. eh nnsta,. esso non 51 presti bLne ad una rnptJa trat~azt~nc; n1a l_a pcculiarid dell'argomento mt sp1nge a n chiamar<.: ~u ùi esso l'attenzione dci colleghi medici e particolarmente <.lei medici t,riovani. ltwero non si tratta di una entità nosologica nuova, perchè la prjma ùcscriz;onc f1. fatt::~ d:1l pj]ntow fin dal 1885; ma nei so'76 dci c:~si essa può <.:sscrc clifl'crcnzi:lhi le· nettamente, !tpccinlmcntc media n t e lt incbgini cmatosicrologichc, da mnltt :tltrr malat tic, comunemente d ingno:-.t icat <~ ronw « febbr<.: gJstro-rcumatic:l, illfltwnz:t, ga:.tro enterite >> ccc. Pfciffer chirtmò q uc~t.l mnhll t i a col nome di u febbre ghiandolare >) per j due M.n tmni piì1 co~tant~i che 1.1 carntt c rizzn no (la febbre e 1\ngrossamcnto Jellc linfoghian . dole), c altri u.s~1rono l'espressione di r1 angin a n1o110dtica }) per ì fenom eni flogiMi c! clcUc tonsille.: c del faringe c: pel parti colare reperto emato1ogico. ìvla la.tti~ ad etiologia sconosciuta, colpisce u pn:,·alenza i soggetti giov:~n:·; r ara dopo i 30 anni, si è mostrata anche in individui sulla sett:~ntina. L'incubazio ne \'Jria da 4 a 14 g iorni, e secondo alcuni fino a 30. S'ignora se lasci immunità c in quale grudo, mentre è certo che si presenta per lo più in forn1a epidemica ne] le co-1letthrità: non m:~ncano però i casi sporadjci. rivelati dalle ricerche di labor:~torio (esame morfologico e reazione di Paul-Bunnel). La di:~gnosi clinica è :~lqu:tnto facile nd casi tipici, mentre negli altri può simubrc tuue le in fezioni acute o ~ubacutc (Paul). Anzi Bcrneste· n ne cita 21, tra. cui b ]eucernia acuta, il granuloma. maJigno, le meningiti, l'appendicite e le altre sindromi ch irurgiche acute dell'addome. La sintomatologia, nei casi classici, è rap~ presentata da: febbre, con cefaleaJ males-sere, sudorazione; ingrossamento delle linjoghitmdoJe, parzinlt: (reg. ccrvica.le <! latcro-cervjcale) e universale: le ghiandole


349 w bob te e non aderenti; splcnomcga/ia, so - •J• dei cast, . mod.tca, con m1•t za mo lle; nel J 0 , o . • • . , twgina costa.nte e d1 vano npo e~ enuta, spessb assoc1 ~ta a cat~rro. delle vte aeree uperiori; algre addomrnalc, per cu.t Sl pro~ende talora per diag~osi appendiciti, ~a­ stro-enteriti, febbre tntesttnale, ecc.; stntomi vari : ittero, eden1a palpcbrale con o senza albumina e cilindrurb, fenomeni di meningismo, on.de spes~o. non (: possibile porre la diagnosi sol? clt~tcnn1cnte . L'esame c matologtco c sovente caratteistiro dopo alcuni giorni: ieucocito.ri (fino ;. :!U - o mi b) con f.JJ'ev~le_nza (6o-Ho~\:>) d t fin3 L

d!

foci ti di ti po on:attel;sttco. . Oui l'i\. csanuna l aspetto, la natur.1 c 1l

·:ig~~i licalo Ji <.l w.:sli ~le.mentì morfologici, ril<:vandoJH: le: c:trattcnsuchc ; ma deve con ~ ,. 1 ~ 11 ire: dH: non ~.c m prc il q uaJro e mato lo · gko ì.~ tal<· da autorizzare t!n.:l tli.a?nosi eli <.:t:J'tt:z.z: 1 delle mcJnonuclc ·o~J ·tnf<..ttlvc, per ~ 11 , 1'- iwli•;lwrttial>il(• f:Jr :tppello alla ~iero­ rc.JYi(Jlw di f>:lld Dunnel. Qw.:-,la rc:a1.iour..: , propo~t.1 cl ~~g-li Ai\. nel ltJ p, ~ neli :unente ;p~.ci f'ic.t e si basa !>U Il n m c!l~a in c\·idenz:t eli n.nt~corpi ctcrofili. L',\. tratta a •lungo ùegli studi c tlcllc riccrchc i n proposito, facendo notare come qualche volta (Io% dei casi} tale siero-reazione è negativa - talora ai limiti tra negati vità c positività - e di scarso valore nei !:!oggetti g ià trattati con siero di cavallo. In quanto alla prognosi e :dia tc.:rapi.t si Jirà che b malattia è benigna, a prognosi nctlamcnte b\'orcrole e che la cura. si limita al trattan1ento ~.1 n: :-J·natico. essendo f:1lliti in pieno anche i sulfamidici e la penicillina. TRIFILETTI.

z.ia l'A. questo suo articolo, tanto più interessante in quanto gli studi sul sistema nervoso vegetativo (s. n. v.) vanno sempre pjù acquistando valore c importanza nei vari settori della medicinn. Premes!=e alcune notizie ed esemplificazioni sulla dottrina della trasmjssione chirrùca dell'impulso ner\'o~o, sulla '' tdencefalizzazione ,, del s. n. ,.. e sulle correla~ zioni neuro-ormoniche, l'A. si addentra neli 'illustrazione della moderna farmacologia neurovcgetatÌ\'a. Questa non ~ più circoscritta ai classici medicamenti che stimolano o jnib!~cono l'orto- od il parasimpatico, ma con1prendc ogni prodotto chimico atto .a. modificare le funzi.oni della vita \'egetativa attnl\'crso un qualstasi meccanismo nervoso : dal piramidone ai barbiturici, clnll'atroplna all'acetilcolina, dall'efedrina alla fisostigmroa. Poc;cia l'A.. es:unina - più che altro a ljto!o Ji csen1pio - la complessa. azione n:gctotropa dell'acetilcolina (stimobtrice del parasimpatico), delb dmparnina (e di altri derivati dell'isopropilamina, tutti ad nzione simpaticomimeùca}, dell'a~opina e dell' crgotam in a (parnHzzanti, rispettivamente, le terminazioni vagali e l'ortosimpatico), dcU'ist:-tmina L di altre sostanze, la cui influenza sul s. n . v. pedferico e centrale viene analizzata alla luce delle . . .. . . ptu rcccnu acqlllstz1on1. Questa rapicb, ma accural:~ e aggiornatissima esposizione dci tnolteplici aspetti della farmacoterapia vegetativa pone, fra l'altro, in evidenza l'importanza dell'argomento anche per una migliore interpretazione dei problen1i biologici e, in ultima \

analisi, per il progresso del sapere e per l'alle\'iamento delle sofferenze umane. CAnLo Rtzzo.

Neurologia. V.: Tr:nde!l;!e odierne dr:ila terapia neurovegetativa .- « Attualit?t di Tera · pia Neurovegetativa n, 1945·

PoRTA

tendenza del tutto recente c ri' oluzion:tria pervaJe la terapia moderna, cc Una

come risultato del risorlo ippocratismo: t}uella a giovarsi dd mezzi e dci meccanismi che ·la natura stessa m elte in opera nelle.: InanHe~ttaz ioni della vita H , Cosl ini-

·v.:

PottTA Problemi del lobo j1·antale. <C Archivio di Psicologia, Neurologia, Psicoterapia )) 1 A. VI, fnsc. r, gennaio

1945·

U c;1so clinico Jal qu...'lle l'A. prende le mosse per questo suo studio è molto importante. Si tratta di un sottufficiale quarantanovennc, colpito c.ia schegge di bom-


35° ba aerea alla guancia sinistra e all'emifron~ tr. dello stess01 lato: lesionl apparenten1ente superficiali e non gravi, mentre gli esami radiografici dimostrarono !'esistenza nella teca frontale di un foro, con infossamento di nun1erose scheggioline ossee in pieno lobo frontale sini,stro. Nonostrunte la reale entità d'ella lesione, questa trimane assolutamente muta per ro giorni, poi. si stabilisce rapidamente un imponente q~adr.o neuropsichico caratterizzato da astasm-dtshasia grave, dis-metria e asinergia del trono, e degli arti, perdita dell'iniziativa motori.a e del contatto affettivo con l'amb:ente, cospicuo disorientamento· spaziale, amnesia, incontinenza d'udne. Codesta sintomatologia, raggiunto iJ suo acme in 2-3 giorni, manifesta subito tendenza a regredire spontaneamente: jj che a.vv.iene in 3 settimane, c()OJ lievi res.jdui neurologici. A questo punto (ossia 30 giorni dopot il trauma) sv esegue una prima encefalografia, la quale dà la climos~razione eli un. ematoma subdurale (a sinistra) che - come risulta da una successiva i.ndagine encefalografica .- può ritenersi riassorbito. dopo 8o giorni èall'evento lesivo. D escritto il caso, l'A. passa ad illustrare le più recenti acquis1zioni di anatomia, lìsiologia e patologja concernenti il lobo frontale e Je sue connessioni, ed è questa una hdla messa a punto dell'importantissimo Jrgomento, che non può riassun1ersi in una c;-ecensione. Quindi l 'A. addivi:Pe all'analisi dti singoli s-i!Dton1.i osservati nel Euo infermo e ne dimostra la natura fron tale - anzi, più propdan1ente, prefrontJle - , in rapporto con una lesione distndti vaJ ~non imi.t.a!ti va)i del polo anteriore dell'ein;sfero sinistro': ipotesi, quest'uldma, convalidJta dalle 1noderne, intt'"~ressantissli11C acquisizioni dei neurochirurghi, mo:;tranti che ·la sindrome frontale dj pende assai pjù dalla disfunzione (per effetto, del processo n1orboso~ che dalla soppressione., (chirurgica) dei lobi prefron-

tali. Successivamente l'A., tratta estesamente ?ell~ :-o~dizi.oni dalle quali può derivare 1\ npnsuno eli una funrzione perduta per tHetto d'una lesione cerebrale. Tali condizioni possono essere: la scomp::trsa dei

fattori lesivi d'ordi1ne funzionale (angi.ospasmo edema, ecc.); il cessare della di.aschis1 ; d'altri fenomeni di disinibizione, di liberazione, ecc. promossi dalla lesione; l'istituirsi di adattamenti, compensi e vicarianze, favoriti anche dalla rieducazione. Ciò spiega - fra l'altro - come una malattia (p .es. un tumo:-e) de.i: lobi rf rontali possa t:ssere più dannosa, cioè più ricca di sintomi morbosi, dell'assenza degli stessi lobi; difatti, nel primo caso viene ostacolata la facoltà di adattamento funzionale del rÌJnanentc cervello. Dopo Ja 1s.in qui :riassUJnta trattaziont particolareggiata delle questioni anatomiche:, fisiopatologiche c clinkhc concernent i i) lobo Ero.nta.le, l'A., con fcUcc ~intesi, ne illustra. il funzionan1cnto. Nc·l lobo ~kinrmu in grado di distinguere- diverse f\lnz.ionl, l'u .. nn nell'altra jngran:ll~l, c dascuua corre· l~ta, a sua voha, con altri sistemi di jutegrazione corticale. V'~ prima di tutto una funzione :motoria, propria ddPnn."U pren1otoria c ingranatn col sistema di protczinne iuxt'a.-rolnnùico: è questa la meglio nota e riguarda pardcolatrn1cntc talune:.: complesse forn1c di motilnà, come l'oculonlozione, il Ilnguagg10 e la sCI·ittura. Pjù avanti è la funz~one di controllo dell'equilibrio e della dean1bulazio·ne bipede, della capacità d'apprendere nuove abHità motorie, dell'espressione delle ,e mozioni, dell'iniziati va psicomotorìa : con ciò si passa a funzioni pjù proprian1ente psichiche concernenti la volizione, l'iniziati va, l'estensione dell'interesse e del crun po di co~ci enza, la fissaz,io1ne mnemonica, la sfera Istintivo-affettiva, ecc., e queste ultime funzioni sono strettamente coifrelate coi C(-ntri talamo-ipotalam.ici. La funzione frontale consiste, quindi, essenzialn1ente .in una s.i ntesi che coordina e perfeziona una serie di funzioni appartenenti in proprio ad altre regioni - corticali e sotrocortka.1i - del cervello. Con una visione così complessa (ma, cfrtamente, tuttora incompleta) dell'organizzazione funzionale del lobo Eronta.le ci rendian1o conto del polimorfismo della sirudrome frontale e dei suoi d;iversi comportamenti, r.iferibi'li a condizion~ 9paziali (topografia, estensione e profondità della


35 I lesione), ten1porali (età in cui si verifica la lesione, suo decorso), e inerenti al vad processi morb~s~ ( d.ist:ut~i ~i, irri tativi, od anche distrutt1v1 e 1rntattv1 al contempo). E ci rendiamo conto, altresì, come la funzione del lobo frontale - fra le parti del cervello la p3ù evol uta c tuttora in via di evoluzione - debba coru;.iderarsi cotne una funz.ione in gran parte <cdi lusso•>>, ,!,opprimi bile (in c.leterminat~ condizioni eli modo, d1 tempo e di spa2.1o) senza eccessivo danno per la personalità globale. . L'A. - dopo questa sua profonda rtcJaboruzione dci Inolteplici problemi che interessano la sindrome frontale - pro:;pc.:tta, infine, 'la razionale intt~prctazione del proprio ca5o clinico. La prin1itiva f~ ­ rita :ti po·lo fronLaJe sjnistro1 non dctermJn(, :,imomi injziali di qunlche ri1icvo perdlè non dette luogo n1 fenomeni irritativi ,. t a tn · c: perel1c.:' era l oca.tzza tu1 ' area cer e bral<: a proma vicarianza, fun:zionando es!la in parallelo coll'arca omologa controlattral<:. Ma, alcuni giorni più tardi, interv,icnc l'ematoma subc.lurale: ossia un fatto nuo,vo, capace di ripercuotersi suJ funzionamento globalt: del cervello; allora le condizioni dd riassettamento funzionale vengono bruscamente menomate, hr una fase critica, per giunta, nella quale i vari compensi funzionali non erano ancora stabilizzati. Esplode, così, la dpica sindrome frontale, pur nella modestia as:ntomatologic.a della nuova lesiotDe s~tena.ntd. Si può presumere che l'ematoma. abbia esercitato la propria nociva influenza con fatti compresswi, cui dovette aggiungersi una ~icve, ~a generalizzata compressione da lpertenSione intracranica ~eco.ndaria . Però la causa perturbante) lflè aumenta, nè si stabilizza, anzi tende spontaneamente a regredire; un nunvo assestamento funzionale ha luogo, le zone cerebrali vicarianti possono riprendere, ins.ieme con la loro propria, anche le funzioni del polo frontale distrutto, e la sintomatologia frontale tende a scomparire, quasi altrettanto I apidamente eli come s'era stabilita. CARLO

RIZZO.

J.

t•

Parassitologia.. CoTUGNo V.: Un. caso di cisti da echinococco della milza.. - « Rivista di Medicina », fase. 2°, Bari, 1946.

L'interesse di questo lavoro originale è duplice: la rarità, in genere, della localizzazione splenica della cisti da echinococco, che è una delle più rare (dal 3,50 al! 'S~b secondo i vari AA. e i vari paesi) e. in particolare, l 'ardua difficoltà della diagnosi nel cn.so descritto, in cui una contemporanea !esione epatica alterava il quadro morboso principale. L'A. acceruna alla malaria pregressa quale- momento ·ctio:ogico della localizzazione splt:nica c.lcll 'echinococco, ma tralasc:a eli parlare delle lesioni anatomo-patologiche, dato che non v'è differenza alcuna tra echir~ococcosi della rrulza c quella degli altri organi. Circa i rapporti anatomici contratti dalla cisti con la n1ilza, PA. distingue tre tipi principali; cisti centrali o della polpa, cisti marginali verso i polh della milza, e cisti juta-spleniche, che aderendo alla capsula sporgono dalla superficie della milza, cui a volte sono cO'llegate solo a mezzo di un •peduncolo ili .tessuto connetti vo. A seconda dei rapporti con gli organi v)cin,iori e delle dimensioni della cisti variano i sintomi subicttivi e ~obiettivi, che assumono caratteristiche e gravid diverse in relazione al'lo stato della cisti (sterile, suppurata, aperta nell'addome o nel to race o in altro organo prossimo). Circa la diagnosi, sempre diffidle, l'A. ne espone e discute i dati posirivi, quelli negativi, prendendo in particolare considerazione sia le ricerche eli laboratorio intese ad escludere forme e-n1opatiche-, leucemiche, bantianiformj, blastomatose, sia quelle specifiche per la conferma della sospettata natura echinococcica della sindrome (eosinofilb, R. d i Ghedin- W einbergh, R. di Pontano, introdermo-reazi.one di Casoli, puntura .espl.ora.tiva). Jn quanto aH'esarne radiologico, è chiaro come esso debba riuscire di scarsa utilità . Dopo tali premesse di indole generale !'A. descrive il caso capitato alla sua os-

,, l'


:-.t.:rn1z ionc nella R. Clin.ica 11cclicn di B~­ ri: caso gnu·e per le condizioni. dcll~ inlerma che poneva no in forse r'Jltervcnt~ chintrgico, e diagno.ri diffic:ilc: qua n~o _m:u pcrchè veramente complcs~o: tum~tazton~· delle regioni ipocondriaclu.:, . rc::tZJone dt \Va.ssermann c C itoco! ncg.ltt\ t.:, presenza d~ una sicura t:osinofìH.t ~ì-8 ~~,.1) con lien: r~nemia norme-cromica j.n contrasto con k spiccato deperimento. csìstenz3. di versnn1ento llbero nel CJ\'O :tddomtnnle e tl11'alterata fun,~iona! it:! ep~1tic.1! fatti per eu ; potcvasi .1nchc pensare ad una epatosplenomegJli:l con ::tscite. . D ecisiva la puntur:.1 esploratiYa che per quanto nel liquido limpido come acqua di rocw. senza ~ lbumim e con pew specifico 10oS non si repert=tssero i caratteristici uncini - Fern1i sc d 1 concludere per tlna _indromc cb \C cisti da echinococco della milz:1 complicata a lesione epatica >' , :lccc.•rt.:J.t~ clinicamente e con opportune ìnLÌJ ;::·rm'- di bbor.:J.torio. TRIFILETTI.

C \I~L-~ELLt ~L: ..J.-ceHo .ntb-frenico nei corJ·o d,: cc-/;rr: <'!mebica cronic'-:1. ,c Il Progresso ~fed1co jJ, n. 5, :--.rJpoli, marzo 1946.

I 111fOrtante dal pnnto eli vista etio?atogeneuco, t! quindi da q uello medico-legJJe in c:edc di accertJmenti sanitari per u;m:t!deuz;J Ji infcrrrUtà cb causa c.!i ser' 'izio, c. il (:JSo Jeccritto dall'A. ~ ca!.o di èi.:1gnosi pJ rticolarmcnte difficile e per la si ntom~uologia presentata tbll'infermo e per il decorso dol tutto anormale. L '.\. espone bre,·ernente m3 con pn.: cisionc: la storia clinic a e l'E. O. 3ccennando compiutamente a tutte le ricerd1e di la boratorio esperite per 1um eggiare il diagnosùco e term in::t, purtroppo, con Pesame a utoptico, essendo l'infermo improvvis:-tmente deceduto dopo un'apparente miglioria. o Dopo ~n e r esa min.:J.to e d iscUS!>O le ipotesi nei riguanli dell'etiologia e patoge.nesj dd caso studiato, tenendo presente ch e solo eccezionalmente può a\·ersi un3 locJti zz.tzione s ub-frenica dcll'Ent:.unocb~ histolytic3 c;cnzJ una concomitante lesione

dd ft~gatn, l'A . conclude che l'nn:ebiasi può~ certamente rappresentare uno de1 mOtncnti tktcrminanti un-:t raccolta sub-frcnica, sia come mctnstasi autonoma che come porta d~ entrata di altri gcrn1i - che poi vanno a locJlizzMsi nel subfrenio - in tutti e due i c.:1si, per quanto assai raratnente, anche in assenza di concomitanti lesioni epatiche apprezzabili. TRIFILE"fTI.

Radiologia. G. : Su di un caso di pseudoartrosi della clauico/a. - «La Rad . Mecl.ll, ,·ol. XXXII, p. :2, 1946.

G .:\RDELL.\

Pochi sono i casi di pseudoartrosi della clavico-la riportati nella letteratura, Jnen-: tre frequenti sono le fratture di questo osso. Esse però te ndono in genere alla consolidazione, sia pure in posizione anomala e con callo ipertrofico E' interessantt: quitndi il caso descritto da11'A. e riferen tesi ad un soggetto di 34 anni, che non aveY=-t riportato alcun trauma nel passato. Asc;ociata alla pseudoartrosi ddla clavicola c!estra, era una maggiore ampiezza dell'art1cob zione acromion-cla.vicale e un'anonialia morfologica Jell'acrom.ion, più largr. e più tozzo di quello dell'altro lato. L'A. , dopo a\'er hrevemente riassunto il process:o cl i oss,i fìcazi'o ne della cl'.:~.vicola, h1 consjderazione della .c oesistenza delle 1nomalic.: d e~rittc a carico dci segmenti o ~e i vici n i, r itic.:nc ch e la n1ancata salda.tura della clavicola, n el caso ùa lui illustrato, sia da riporta rsi al periodo di vita endou terina. Questo modo eli vedere sarebbe favorevole ~Ùla opinione di quegli A A. che sostengono, per la clavicola, la c~-istenza di due centri di ossificJzione, la Cù l fu ~ i o ne, n~1 caso desLritto, no.n sa r f' bbe avvenuta per cau se che sfuggono. SALSANO.

BuLLO

E. : Sifilide ga.rtrica a tipo infiltrati-

vo r: ulcerativo. -

(l

La Rad . Med. >,, vo-

lume xxxrr, p . ..h 1946.

L'J\ . illustra tl caso di un'.:1mmalata di 34 anni, ~o~(ere n te cli disturbi inquadra·


353 bili in unn sindrome ulccro~a. All'esa me radio~oglco si riscontr:Jrono i segni di un'alterazione g:LStdca organka, in fi Ltrat iv a, produttiva e uJcerativ:J. Ne discute la natura in base ai sintornl clinici e [Il segni radjologi. Poteva trattarsi di un processo ncoplastico, di un processo luetico o eli un processo misto, benigno e roaJigno. Questa uJtima ipotesi di un duplice processo asr,oci,ato ulceratlvo benigno c maligno, era 2 ppoggiata da altre simili constatazioni e dalla esistenza della gastrite, che in un dato momento aveva potuto presenta re una trasformazione maligna. AlYintervento chirurgico (resezione gastrica), si trovarorno deHe pareti gastriche edematose e infìltrate in sede antropilorica, con mucosa integra., tranne che in corrispondcntZ::t dell'ulcem osservata rJdi'ologi.camente. L'esame istologico d ;mostrò trattarsi eli ur. processo infùtrativo, produttivo, ulcerativo della tunica mucosa e. musco,lare, di natura probabilmente luetica, diffuso alJa rcg· o ne antrale. La Reazione di \Vassermann er::t intensamente positiva, come s1 seppe dopo praticato l'intervento. L'A. richiama l'attenzione dei radiO!!ogi sulla grande rassomiglianza morfologica con un'affezione neoplastica, tale da fJre affermare a qualche Autore che è impossibile uin.a dtistinzione netta dei due processi, rtcoplastico e Juetico, in base ai soli criteri r~;.d i o logici. SALSANO.

G.: Quadri radiologici diff~ren­ ziali dell'osteomielite nell'adulto. - <c Radiologia >>, vol. 2°, anno 1945 .

DE GIULI

L'osteomielite predhlige l'infanzia e l'ad~le~ccnza. Vi sono però dei casi di osteo~uelite ~cuta che insorgono primitivamente rn adult·l e che assumono aspetti clinici e radiologici particolari poco noti e che s.i P?ssono confondere con le forme neoplastlche primitive e secondarie dell'osso. L'A. ha ~tucliato tre casi che presentavano t~a .loro notevoJe somiglianza nell'aspettc dtruicOI-raclioJogico, il terzo dei quaJi era stato prima considerato come sarcoma eli Ewing. 6 -

Giurna/~ di medicina militare.

Caratteri rJdiologici fondamentali delle alterazioni riscontrate sono i seguenti: intcn!ia osrcolisi a localizzazione diafisaria, jntcre$sante rapidamente la. corticale, che fwiscc per essere come cancellata; assenza d! neoformazionc ossea eli origine periostea ; mancanza di formazi~ne di sequestri; fa ~ cile: i ntcrvc::nto di fratture pato1ogiche. Nei casi a decorso fa,.·orevole si assiste a graduale processo di gun.riione, con ricostruzione quasi completa delia primitiva struttura, se non pro prio con restitutio ad intcgrum. Viene richiamata l'attenzione sulle difficoltà della djagnosi differenziale di queste forme di osteomieliti con forme tumo rali primith·e e merast:Hiche . Così ad escm · pio, trunto in una osteornielite, quanto io un tumore, il processo, può avere una espansione rapjda e tumultuos3. ed i fenomeni di reazione da parte dell'organismo essere scarsi. Si avranno alterazioni essenzialmente osteomielitiche che 1 in una fase avanzata, faranno scomparire ogni \raccia di struttura ossea, mentre b decalciEcazione assumerà un aspetto dd tutto irregolare. L'A. termina. l'interessante lavoro, accennando alle caratteristiche cliniche dei tre cas.i e richiamando Pattenzione sulla esistenza di queste forme di osteornidite degli adulti, che probabilmente -verranno segnal~te. in nwnero serrtpre rnaggiore, so!o se c1 s1 pensa. Lo Zondek fin dal 1918 ave\·3 notato il particolare aspetto clinico e racliologicc- che assume l'osteomielite nell'adulto ed i caratteri da. lui descritti corrispondono esattan1ente- a que1li dei casi presentati in questo lavoro, _che . t: corredato dalb riprodu21ione di radiogrammi molto dimostrativi.

P. SALSANO. Tisiologia.

DE

L.: Tuba·colosi p-rimitirfil della milza. - c< Rivista di Patologia e :tviAGISTRis

Clinica della tubercolosi H , fuse . 3-4, 1946. L'A. prende occasione da un raso di tubercoJosi della milza, che egli dimostra di essere forma primitiva, per richiamare la

1

!1 ) l


354 attenzione dei, colleghl -sulle manifestazioni che si accompagnano tDegli ailitri organi, e soprattutto nel sangue, all'indovarti del processo tbc. nella milza. Si devono distinguere, per vero~ in rapporto alle moclificazioni della crasi sanguigna, due categorie eli forme cliniche: quelle che si manifestano con concomitantr: « anemia >> e qudle - 1e più frequent~ - che si estrinsecano con scgnj di « po~.e liglobulia. >J, attribuita d a vari AA. a stimo.lazione del midollo dn. pnrte de1Jc tossine tubercolari. Nelle forme che s1 ~~ccompagnano a poliglobulia, il decorso è subdolo e apparenH:mentc be nigno, le 1nucosc e la pelle si presentano arrossate, la m~lza i ngro ss:-~ra, dura e irregolare; la poliglobuliJ raggiunge in n1edia i 7.ooo.ooo, non si rinve-ngono elementi imn1atud, i globuli bianchi aumentati - tendono a1la leucocitosi granulocitica, variamente marcato è iì ricnn1bio cmoglobinico. La sindrome n1orbosa generale della tbc. primitiva della milza è n1olto simile al morbo di, Vasquez; ma anzichè aversi l'obitus per emorragia cerebrale, lo si ha per diffusione miliare. Sono stati osservati casi a decorso acuto con prevalenza dci segni ddl'infezione ac~ta _grave sui sinto-mi splenici, mentre quest' st presentano• in m odo più accentuato nelJc forme subacute. Interessante è il caso descritto dall'.h.l.., <:• ... ] tratta di una donm 27 annj•, gu~t;;~ bene di una pleurite secca sofferta al l 'età di IO anni. Soffre da circa due anni di a~t~nb, dim:-~gramcnto, dolori all 'ipocondrio SIDJstro, e da allora fu notato ingrandimentu della mi·l za. Da qualche m ese presenta

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..

febbre sero.t ina e un focolaio di infiltrazi0 _ ne tbc. al polmone s., per cui fu inviata j,, un Sanatorio. Oltre alla lesione polmonarc,' controllata radiologicamente, la pazknte presenta miJza dolente, ingrandita, dura, a superficie irregolare, con netta jncir.ura sul margi·ne medjale. Presenta, inoltre, b. di l(och e fibre elastiche nell'espettorato, cutireazione positiva ( + + + ), positive 1a d e,riazione d el complemento c la Meinicke per la tubercolosi. 'A'assermann, 1vlcinickc c Citoco,l negative per la lue. Bilinogcno nelle urine, aumentJto. Nel sang ue nota!>i, tra l'altro : l Ih 14\)i

gJ. r. 8.250.000; V, g. 0 1C)O; gl, h. 17,000; pinstri111c 175·ooo. Ndl'cmomidngl·nmnlu r1. levnsi, tra i vari rcp<' rti: rappcu t o le w u critroblastico 39,S-C1o,s. Il puntnto splcnico - nw!w ct:llulc: JC'ti colo-c-ndotclbli c mast:tc llcu, senni· poli nu denti c 1infociti - è 1\tato pn-lt!vato a11clw una seconda volta c inoculato iu cavit·, che hnnno dato all'autopsia netti segni di tbc .. L'ammalata gunritn della lesione palmo nare in r6 mesi (espettorato ncgntivo) presenta tumore di milzn stazionario, ma reperto ematologico normale. L'A. conclude ritenendo di poter considerare il suo caso come una tuberco-losi primitiva della miJza, perchè, mentre i f~tù polmonar.i rilevati non possono datare da due anni ma da epoca assai più recente, la splenomegalia risale sicuramente a due anni addietro. Essa è diminuita poi modicamente col migliorare del processo polmonare specifico. TRIFILETI'l.


VARIE - - - -- - -1 1- - - - -

NOTE DI CLINICA. CANCRO GUARITO DALL'ERESIPELA. -Nel t< Paris :N!éclical », 11, pag. xog, 1946, Lavedan riporta due casi in cuj l 'in~org<'nza di un'eresipela della faccia deterrninava la modifica e regrcssionc rapida di una lesione neoplastica ( epiteliom~t epiderrnoide rispetti vamen te della zona temporal_c c del ~obulo di ~ orecchlo) e successhrarnente la guarigione completa, controllata a dt~tanzn cb 4 e 5 armt. Il fatto non è nuovo. Già nel 1891 Coolcy segnalava un caso simile c qualche tempo dopo riporta,·a una statistica di ben 34 c.tsi suffìcicnten1cnte controllati Altri AA. hanno, in seguito, rifcdto osservazioni s~ mili. Il La\'edan propende, pe_r l'ipotcs~ che l'ipertemia possa ahrirc sulln cellula neoplnstJc;l. (Coolcy pcn.'i~tva aJ un n21onc spec1fica dello strepw r.ocl::o) .

h'/', JTITR CON ANA~~"'ARC,J. - R. Cachera, P. Barbier e .NL Rouzaud hai1100 W l'lt'l vato tlll c~t·io di anno;arcn cospicuo non ~1s~odata con ~tltri sintomi e attribuito a un'int.uffit•i•·n'l.a cldla ccllul :tì .cp..ttic.1J messa in cv ·den7a dalle prove funzionali·. L"1. forma guarì in ,~1 1,ell i rnaw:.• ~an t< m:nd~si costa,ntc il rapporto. fra la ritcnzio.nc i~rica. .dei tessu~ e .il gr. 1dc, di iw,uffJc e 111.a .epatica, <.Jo~ut.a secondo. glt AA. a una. nacut.tzzaztonc transt~o:1a di epat ite ·~uh~· ~ula, glJ AA. t.1tess1 ,n~engono: tl caso con:e UJla fanna eclen1atos:~. d± tn~ufli cicn'l.n

cpauca ((, La J>rc~;se Mc:dtcnl H, (l fcbbr. 1946, p:tg. 53).

JJRUCELLOS/ E PORPO!?.A El\10RR,IG/CA. - Non è raro riscontrare, durrunte il cac;o di una brucc:Uosi, mauifcstazioni emorragiche a tipo Vcrlhof: F. Pratesi, in << Rivbtn di C linica. Medica H, fa se. 10- 12, 1944- 19tJ5, pag. 846, riporta un caso io cui una porpora emorragica è stata, invece, la manifestazione iniziale ddl~ brucellosi, evenienza questa presso che eccC'L.ionale. Tanto la porpora che la brucellosi ebbero UlO. decorso assai benigno risolvendosi in 12 giorni. Un caso) dl sindrome WerJhofiana a decorso acuthsimo e rapidamente mortale insorto a infezione inoltrata, in coincidenza. con una seconda ondata febbrile, ~ ~riferito da M. Santi in « La settimana medica » nn. 14-17, 6-27 aprile 1946.

IPOGLICElvfiA DA TRA UAJA OPERATORIO. - 3 casi d~ profonda ipoglicemìa, seguita a interventi chirurgici, vengono riferiti da D. Blood in cc J.A.M.A. », n. 8, del23 febbraio 1946. Circa la gene~i dci fenomeni riscontrati nei 3 ca.c;i, escluse anon1alie :tnat~che c funzionali di ghiandole endocrine (surrene, tiroide, pituitarja, gonadW) O' lesio~ del pancreas lllonchè del fegato' (solo in un soggetto esisteva. una! calcolosi epatic.1) e del SlStema nervoso, l'A. attribuisce l'ipoglicemia a una risposta. nnormnle de1Porganismo al trauma operatorio e mette in guardia sull'accertamento precoce ed esatto del fenomeno che può evolvere fatalmente.

lvlANIFESTAZIONI OCULARI DEL TIFO ESANTE!viATICO. - 1vfentre sono note le tnanifestazioni, in, genere fugaci, a carico del segmento anteriore, non altrettanto frequenti sono quelle che, durante l'ultima epidemia di tifo, ~santen1arico a Napol~ A. ~a~toni a A. de Crecchlo hanno riscontrato a carico del fondo dell'occhio: in genere ncun.tt, le quali ha.runo per lo più avuto un esito benigno. Rifercndone su <c Il Progresso _N[e~co u, n. 7,1-1946, gli f\A. mettono• in evidenza l'importanza. di tale fattore nella euolagta dcl:e lesioni dol fondo oculare. <c COLON IRRITABILE>>hanno chiamato,

J. N. Edson, A.P. Ingegno, e T.B. d,Al~

bora, unn sindrome dolorosa caratterizzata cL1 dolori, stitichezza alternata n diarren, spa-


lte disturbi nervosi (diagnosi differenziale con l'~biasi l) e o~rvata smo d e l colon, a vo · · d" · hnea (cc Iv-Icd T1 m in 122 militari che vennero dichiarat·i non idonei ai servtzt 1 prtma · es»,

74: 651, 1946.) INTOSSICAZIONE CR01VICA DA TRICLOR~ETILEN_E. -

In «La Mecli,~na

Antonjoli c A. R1gola ne nportano tre osservaztoni d e l L avaro >> n. 3, marzo 1946' E · . . . 1 I d eli · · d' f bb · di ~c 1nento-m 3 suce alla tnelina per ca zature. n ue esse 111 operru 1 una a nca. t: . . . . • ll · · dd · ~ 1 :. si ebbero sintomi prevalentemente artralgta e rrualgtcl, ne a terza crtst a ommdJ.JJ con inappetenza, nausea, vomito, dim 3 gramento notevole che avevano _fatto sospetta_re_ ~ neoplasia gastrica. Con l'allontanamento dal lavoro scompan•ero raptdamente tuttt 1 Slntorru .

TOSSICITA' DELL'ACIDO BORICO . - La nota di vVatson (« J.AJvLA. », 1945, pag. 532) che riferisce della mor~c: di un. b~11bino di 4 mesi ~ m_ezzo a~fetto da cczema 01 grave e trattato con jn1pacco bonc~ e qutn_d~ ~on un~cnto di aod~ ?on~o \\l ~ to , serve a mette:."fe in guardia i medici e gh ... emp1nct eccess1vame~t~ pro~bvt all uso eh tale sostanza (in altri .., bambini la morte fu causatr1 dr1 una son1tntmstraztonc - per errore - p<.."r vi~ parenterale ~h Una soluz ione cli acido bori:o J~zi.ch~ L~Ì cloruro di SOU io): ~~a.- :\ ~arte • tali ca.s.i mort~li - in genere dov uli a erruta sommmtstrazt,o ne, non ~ono rart t d tslurb t da as~orb:mento c persino tossicoclennje (cl Rass. Clin. ScientHìca », marzo-:-tprile '9'l6). SINDROME COREICA POST-DIFTERICA. -· Ne riferisce un cn~o D. ButJn in «Rassegna di studi psichiatrici n, vol X~'CIV, 1945, pag. 23. L'evenienza non. ~ frequente c offre lo spunto all'A. per riprendere le dibattute questioni se b complicanza nervosa si~ dovuta al germe o ~Illa tossina difterica o n entrambi (azione p:-ttogc.na locttlc il primo, azione generale a distanza delle esotossine) oppure al siero: nd caso in c.:!iatn.~ !:insorgenza d ella corea dopo o.fO giorni dall'ultima Ìniezionc Ul siero farebbe escludere una renzio,ne nervosa (acldirittur3 ecceziona~e) Ja siero; inoltre, il paz. aveva già presentato, 3 giorni dopo b sieroterapia, delle manifestazioni da siero: orticaria e artralgie.

PER LA PROVOCAZIONE DI ACCESSI A SCOPO DIAGNOSTICO NEGLI EPILETTICI varie sono le tecniche suggerite ed esperimentate : l'iperpnea di Foerster, la ritenzione 1drica, l'iniezione di cardiazolo, l'elettrourtD, la spruzzatura di cloruro di etile sui polsi e, ultima della serie, l'jniezione endodurale di ioruo (Triod) proposta da Longo. A noi medici militari il pot(;r disporre di un mezzo sicuro per la diJJg,nosi di epilessia sarebbe di validissimo aiutG, 111J ... di tutte le te-cniche finora escogitate, anche se parzblmente rispondenti, nessuna purtroppo è in gracio di darci quella sicurezza che desidereremmo : a parte le considerazioni, che ancorJ molti avanzano, sulla ilnnocuità del mezzo da adoperare rispetto all'ammalato! E così ancora {tna delusione ricaviamo dalla nota di C. Ventimiglia («· Rassegna di studi psichiatrici», vol. XXXIV, 1945, P·33), il quale avendo esperimentato la tecnica suggerita dal Longo finisce per concludere che, pur potendosi tale modo annoverare fra quelli che « con una buona. percentuale di positività nei sospetti epilettici offra b garanzia di non provocare l'accesso in ~indromi diverse dall'epilessia>) c< resta da decidere se esso sia prcferibile agli altri ... >1

IL F.l-lTTORE « Z >> DI EULER. - L'artkolo di Rossi Fanelli su cc Il Farmaco )l, anno I, P.ag. 7, 1946, dischiude nuovj orizzonti sui processi di sintesi organismiche e sui rapporti fra azione vitaminica. e costituzione clinica. IL Rossi F:11nelli è riuscito a clima~ strare che H futtore Z, scoperto nel 1924 d8. Euler1 si identifica con ia treonilfla!, sostanza che .vi~~1e sintetizzata dal lievito partendo dalla glicina, fatto questo supposto già d:1gli studt di Kogl e Bors nel 1941, ma non dimostrato. Il Ross~ F:l!nelli tenendo a. contatto, in date condizio.n.i, una. sospensione eli cclluJe eli lievito 'Con una soluzione di glicina ha pot~to ottenere la formazione di treoni.n a che si presenta in forma Ievogira ed è l::JJ sola at· ~tva come fattore Z.

,


357 SJNDRONIE DJ CLAUDE BER.NARD-1-IORNER DA FRENJCO-EXERESI. Tale complicanza è rarissim~, davvc:o eccezionale; 1n genere le osservazioni al riguardo si 5000 limitate a qualche s1nton1o tsolaro della serie. Il caso che F. Mora descrive in cc Rassegna Clinico Scientifica n (nn. 3-4, marzo-aprile 1946) è caratterizzato cl'1. una sindrc.,.r ne oculo-pu.pil1are fYrJ.l'alitica oompleta, si njstr:-t, coosecutiYa a frenicoexeresi omonima per lesione dt1lle fibre simpatiche a livello dd ganglio ccn•knle inferiore o , d ello stellatç>.

JNFANTILIS'Atf.O lPOFISAR.IO DA CRilNIOFARliVGJO!vl.A. - Ne riferi::cono tul caso G. Vialetto c T. Corbelb in << L'informatore medicç 1,, vol. I, fase. I, 19 46. Il paz. fu operato con ~u~cesso, r:n~ dopo ci~c~ un anno, in cui stette bel.l.issimo, ebbe una ripreS.'l dei fenomen1 lpertenst\'1, da recldl\'a del blastoma, che lo condusse a morte.

ENURESI E SCJ-1 ISI VERTEBRALE. - Secondo C . lviodonesi, in base a numerose osservazioni perso.nali su militari che accusavuno t.:nurcsi, pres'"o l'ospedale militare di quella città, ~ repert_o ta.diograiìc~~ eli una ~chi si :eç.tebrale ~enza segni clinici di mlelodjspla!!ia non c suffiCiente a conyaltdare 1a d1agnos1 di enuresr. Nliller t Tisda~l ((( J.A.1{.A. l> , :LI lugli.o 1~45) rifer~~ono dj élVCr trovat_o i~ 1000 tr:ts~siot:i di p1a~ma :296 casi r~zio.ni caratterizzale da bnv1do e febbre transJtona (reaz1om :1 llpo te rmico) o da orrJcana, clifficold rc!')piratoria, perdita del tono d egli sfintcri, si no a n1ani fe~tazion.i ùpo shock anafilattico ( re~1zioni a tipo a.1Jergico). Gli inconvenienti del primo tipo Fossor.o pr~Yenirsi con l'accurata d etersione dcg:i ~rparecch.i, nulla si può contro {i ~Itri. Ciò nonostante, data la bassissima pen:cntuale (2.96 %) 1a trasfusione di pbsma rim.ane una pratica s.icura ed dficacc anch e perchè le poche reazioni cui danno Juogo sono di lie\'e entità.

REAZIONI DA TRASFUSIONE U! PLAS1H.·l. -

?i

TRAU!v!A PSICHICO E li/fORTE l:WIPROVV/S.-:1. -

Sulla morte improvyisa di un operaio addetto allo ~gombcro d : macerie e sorpreso da a:llarme aereo e quasi immediato passaggio di aerei cons lanciG tli bombe, b periz i_a d'ufficio concludeva che la mor~ te, causata da insufficienza cardiaca acuta per \'iz!o aortico, do\'e\'a ritenersi dovuta a causa naturale e ind.ipcndente dille condizioni ùi tempo e di ~uogo ~n cui avvenne. Contrarian1ente a tale g;udizio, l'Istituto assicuratore riconosceva nel decesso un infortunio indennizzabile perchè. a) il trauma psichi co può rh·estire i caratteri, del l 'infortunio pet causa :violenta; b) nell'allarme aereo, date le particolari circostanze eli lavoro dc:I'opem1o, possQno ravvisarsi gli estremi del rischio generico aggravato. 33 cas.i nel 1941 c al~ri 20 nel 1943 di o ti te consecuti\'J a bagni sono stati osservati da Nielsen il quale, ritenendola un'i.rllfezjone endogena, preval~temente pneumococcica, ha escluso l'azione dell'impurità dell'acqua dandQJ importanz~ invece ai raffreddamenti e alle lesioni locali della mucosa quale fattore patogenetico. Slntomato~ogia e evoluzione di tali otiti simili a quelle de1le comuni otiti. (da 1c Acta Otolaryngo1ogica », n. I, 28 febbraio 1945).

OTITE DA BAGNI. -

DIABETE ACROl\JEGALICO GUARITO IN SEGUITO AD ACCIDENTE V.rlSCOLARE NELL'ADEN01\fA IPOFJS..-JRIO.- N egl1 Acta Clinica Belgica H, r, 1946, P?g· 63, P. Bastenié riporta un int eressante caso di Jcromegalia ~.egulto. dopo 3 anni da (l

dJabete. In seguito a irradiazioni dell'ipofisi 1:1 paz. ebbe una obliterazione del seno cnvernoso sinistro che venne attribuita alla compressione del sen01 per brusca espansione dell'ipofisi (emorrng"a?). Scon1parsi i segni della compressione scomparve anche il diabete. Il lavoro suggerisce n1olre interessanti considerazioni ~ull'azione dell'ipofisi nel diabete sperimentale.


TERAPIE MODERNE E NUOVI RITROVA TI. CURA CHIRURGICrl. DELLA. Al/..JSTENf.rl GRATI/S. - La tirnectomia, propn. sta nel 1941 dJ. Blalock e praticat:l, in 63 casi, da G. K.ei~e~, h~ ?ato a. tale A ..- con Una m.ortalità operatoria dc1 14 ~~ - i migliori ~ risulwti nei c~st gwvaru. ~el .ro% eg~ t:ovò u~ timoma. Col!ius, nel 6o~~~ di fanne senz a tumore tu~O', notò lcstont c~ttenstt.che, tipiche della ghiandola (.i.i c~i il sigrlà.ficato resta pero .tut~ ora ?scuro. In. o~n1 modo, anche a p::u-ere di altri A.A., la nn1ectonua presenterebbe tndiscusst. vanta~~ nspetto ~le altre terapie medicamentose. (Riunione della Soc. Reale Inglese dt Medictna, Sez. dt Neuro-

?cl

logia).

L'AA!IDE DELL._lCIDO NICOTINICO NEL DIABETE. - Nel « Brit. Med. fourn. >>,1 pag. 2 8, 9 febbraio 1946, Gordon, rif:rendo ~ un .diabetit~· ~a lu~ ~r~tt.ato· con sonuninistrazione di 6 tavolette da 200 mgr. cwscuna dt anudo dell actdo rucottnlco, per 0 un mese, dice di J\'ef ottenuto la. discesa del tasso glicemico da r,6o / 00 a 1°/00 • Tale cifra si è mantenuta stabile, a dieta normale, continuando la terapia nella dose indicata.

L'.-JZ/0"1\rE DELLA SULFOGUANIDINA NELL'EPATITE EPIDEMICA è stata srudi.ata in 30 c.1si da Demole c l\1arkoH. lvientre sembra che non influisca sul virus respor1S3.bili dell'epatite, j} medicamento influenza cavorevo~mente le turbe clispeptkhe dei pazienti sopratutto all'inizio del processo; gli itteri. scompaiono assai rapidamente (c< Schweiz. 1\fed. \Voch. n, n. 20, del 19 maggio 1945). TR...J.TT.A1\IENTO DEGLI ASCESSI POLA10N.4.RI CON PENICILLINA. L. Pontoui riferendo su 1 r casi personali e in base a una di.samina della letteratura recente, in maggioranza estera sull'argomento (in totale altri 47 casi), affaccia delle conclusioni, eli interesse eminentemente pratico, sulle indicazioni di tale terapia, sulla via di introduzione del medicamento e sulle dosi meglio rispondenti, sull'associazione con altri fannaci. (t<Il Progresso 1v1edico », supplemento I, marzo 1946).

LA PENICILLINA NELLA TABE è stata sperimentata da Furtado, che ne ha riferito alla Società di N eurologia di Parigi: usando do:d da 8oo.ooo a 1.4oo.ooo u.o. per via endorachidea e intramuscolare, è venuto alla conclusione che so,ltan.to le forme recenti si av,·antaggia.no di tale metodo; nelle forme antiche non si nota che la• remissione di qualche sjntomo. Degno Ji rilievo il f:ltto ~he le reaz·i oni sierologiche diventano negative. La comunicazione eli Furtado ci' sernbra intporta.nte anche per le aUte dosi di penicillina iniettate endorachide senza in.conveuienti : ci richiamiamo alle (( V arie » del nostro Giornale, n . r, gennaio-febbraio 1946, pag. 84 u Penicillina c paraHsi progressiva , •.

NELL'ENDOC.-JRDITE SUBACUT r1 BATTERICA la penicillina risponde bene se usata continuamente e a dosi non eccessivamente alte. La dose d.i: soo.ooo u.o. per 28 giorni consecutivi, ha offerto a V. Renald, che ha trJttato con penicillinoterapia ben 147 cas1, i nùgliori: risultati (6r % di t,l'Uarigioni) (Dal « Bril. Mcd. Journ )), 1946, pp. 381-383). IRRIGAZIONI PERITONEALI NELL'INSUFFICIENZA RENALE ACUTA. In un caso eli gravissima uremia, dovuta a ncfropalia da sulfJJTtidici, F. Seligm..w ((C J.A. 1YLA. l> , 16 marzo 1946, p. 703) ha ottenuto la guarigione n1ecliantc lavaggio periton~c con una"SSluzione di Tyrode con' penicillina, eparina, glucosio; soluzione preparata gtor· n_almenr: e iniettata nella cavità peritoneale mediante un tubo a dopp:a corrente con un ntmo eli 25 eme. per ora.

CURA DELLE TACH!CARDIE PAROSSISTICHE CON L'ACETILCOliNA:

Ùevc. essere. ~on~iderata, secondo Scgus e collaboratori, il trattamento d'elezione sia per 1~ sua tnnoculta, sta per b facile toller:Hl!Za, sia per la rapidità c costanza degli effetti. In set


359

i,I l

casi gli. AA. otten.nt:ro Jn~ 'Scomparsa dei disturbi del ritmo in meno di 3o" con una inie-

zione ondovena dl gr. o,o2 del farmaco. Nei casi di risposta meno sollccit~ al f.nrmaco, l'iniezione va ripetuta . minuti dopo, 34 .mentre la dose può essere portata stno a gr. o, r (da u J.A.NLA. » del 1 6 marzo 1946, pag. 750).

AFFEZIONI CUTANEE E VITAh-IILVA D. - Vari AA. (Krafka, Ceder e Zoo., Brust1ng, Thecker e Wright) av.ev~no già tentato, c: con qualche successo, l'impiego della vitamina D nella cura della psonas1. Ora Huriez e Lcborgne (cc Pari.s Médical », n. 5, 1946} .ritornano sull'argomento e riferiscono. i risultati delle loro osservazioni: favorevoli in diec i casi, migioramento in r8, esito negativo in 12. Do~i usate: 15 mg. in alcool, ogni tre _giorni, p~r ~2-15 vo~~e. G~i AA. si ~om~ndano se i vantaggi ottenuti non siano da riferire a un aztone antunfetuva della Vltanuna D. Anche nel lupus volgare l'uso della vitamina D. (in dose di 15 mg. ogni settimana per i primi tre mesi e successivamente 15 mg. ogni rs giorni per altri tre mesi e 15 m g. ogni 30 giorni per altri tre mesi) tentato da Charpy, sarebbe.secon~~ ~ureau. («P~~ Médical », 2,36 .P· 17, 1946~ di efficacia notevoli.Esima. Meno conv1ncent1 1 rrsultat1 avut1 1n1 altre forme eli tuberco!ost della cute. L'JPOSOLFITO DI SODIO NELLA BRUCELLOSI ha fornito· ottimi risultati a P. 1. Kopaccro (cc Sovelzkaya Medizina ») : usato per via codoçtna in soluzione acquosa al ro% ogni giorno o a giorni alterni, incominciando da cc. o,s e aumentando di cc. 0,5 in -ogni successiva iniezione, sono sufficienti da ro a 15 iniezioni. L'iposolfito si è rivelato .anche un buon ana·lgesico nelle artriti e nevralgie bn1cellari. LA TERAPIA CO!v!BfNd.TA PENICILLJNA-SULFONrJ.,\IIDE "f\J-ELLA ArfENINGITE PNEUMOCOCCICA si è dimostrata molto più efficace delle cure isolate con penicillina o con sulfam:idi o con quest'ultimi associati a siero :.mtipneumococcico. Su 12 casi, Warr.ing e Smith (cc J.A.M.A. », 126, 418, 4:24, 1944) ottennero ben I I guarigioni. Le dosi, negli adulti, furono di gr. 3 endovena. e gr. 2-4 per os al giorno di sulfamidici e di 10-20.000 U. di penicillina endorachide e 5-10000 U. ogni 3 ore per Yia ipodermica. PREPARATI DI CERVELLO C01\tfE EhlOSTATICI. - La coagulazione del sangue, in v.itro, è favorita da emulsioni! di cerveHo in soluzjone fisiologica al ro:'~ e, per un maggior periodo di tempo (sino a 3 mesi) da emulsioni conservate con fenolo (o,s ~;) o con tricresolo (o.3%). Tali emulsioni ~isponderebbero bene come mezzo emostatico anche per uso esterno (R.E. Topslchtein e O.A. Viron in « Sovelzkaya 1t[edizina ))). LA LEGATURA DELLE ARTERIE GASTRICHE NELL'ULCERA DUODENALE è stata esperimentata in 400 casi da T.H. Loeverdello (cc Brit. Journ. Surg. >!· 33 =3.J6, 5, 1945), che, per i successi ottenuti, l'ha prodan1.ata l'intervento di e~ez.iooe nelle ulcere con a:lta. 1peracidità. Associata alla gastroenterostomia, ne ridurrebbe la mortalità. ACETILCOLINA NELLA IPOTENSIONE VASALE. - Danielopolu e Crisets, eseguendo ricerche sull'acetilcolina, hanno trovato che iniezioni sottocutanee quotidiane di gr. 0,2-0,5 oefirono sicuri vantaggi nelb cura delll'ipotensione essenziale stimolando H p~rasimpatico e aumentando la secrezione adrenalinicn. Nd collassi, sopratutto, una inieZJone eli acct·ilcolina dopo una di 1 mgr. di sclfato di Jtropioa rappresenta il presidio ternpeutìco migHore (« Presse Nlédicale ». vol. 53, pag. 57• 1945). L'ACIDO FOLLICO NELLE ANEtvflE IPERCROI\llCHE, io do~e da 20 a 4oo mgr. al giorno per via endovenosa o endomuscolare, ha dato a T.D. Spies ( u Lancet », 250 ~::?.~, 1946) miglioramenti uguali, a quelli onenuti con ~'uso di estratti epatici n1oho atttvt. Il fattore vitaminico della caseiM del lnttd ~ l'wùca. sostanza. c:tp3ce di riprodurre gli effetti di un estratto epatico forte non solo sulla crisi retkolocitaria (l'A. ha avuto una ri..

l l


. d-1 60/ al 31 ,so'/o ) m a anche nella rigenerazionc sanguigna (nei casi trattati sposta vana lli 4, 1o ) l'aumento dci globuli rossi e dell'Hb è stato regolare e costante. ·

LOTTA CONTRO IL CANCRO. - La professoressa ~ina I~ynyc:va e altri. scien. · d ll'I · M hru'k v avrebbero ottenuto uoa prepa'raztone d1 ongtne battenca ca.zi.aU e stltuto ec o . d' · · d · · pace di produrre, per in;ezione sottocutanea, una rapH.la Jsmtegraztor:e et tumon ': uno sviluppo intensivo del tessuto connettivo ~or~ale. Un a. p_rova esegw.ta su ce~ t~ top~ . hi t t · d' <larcoma ha dato in 95 eli essi b guangwne totaJe. Sono stau fatt1 bJan. c por a on 1 ... 1 · · d fi · .· d · · h gli uomini m · è 'lncora presto per trarnc eone u s1on1 e rutlve ( a 1 espenmenu nnc e su .. · '" c

<< Soviet

Ncws )>, J406,3,1946).

NEL CANCRO DELLA PROSTATAJ oltre aJlc iniezioni di djetilstilbcstro lo ~ ne abbiamo già riferito su guesto giornale - rispondono h~nc, seco nJo, ~croix, 1c so ~wdoni iodo _ jodurate sommini str:ltc: per \' Ì:l end ovenosa ((l (.oncou:-!1 ìvlt:cll c:d >', n. 15 dd :to ~ prile 1946).

L A DIET.tl IPO CLORURA.T.·I e ra ccomnndaw nell 'i11so n.llia da .Mill<'r (n J.A.tvt,A. 11 1 22 settembre 1945) come coadiuv::t nl e dc} trattame nto psicol<:rapico. Huo r1 i 1isultntl ;tnt•hc negli stati di tensione psichic:.1. N e lla dieta consigliata <.b !v1illcr, rkcn tli vt·gmnli Jcp,u mi e patate, a basso contenuto di sal i, deve venire agg;\lnlo cloruro di ~.odio Ìll qu :mtit~ di gr. 0,5~2 aJ giorno.

ui

ANTICOAGULANTE A.C.D. - E' Wln. solu;z,ione dtrato trbodico all't,33%. dì acido citrico al 0,47 % c eli destrosio al :1~~:~ (Acid-cit 1rnl<> Ùcxstrost·) che un1tn al snnguc nella proporzione di t/4 lo 1con ~c rv a pront o all'uso per :! 1 giorni e pilt (sino n 30, al JllUR simo) (« J.AJvLA. nJ ottobre 194), p. 4H4).

PER LA PR OTEZIONE D.-H R.~JGG/ DEL RADIO un laboratorio inglese ha scoperto un composto n base di tungsteno (9o% ) c di ran1e e nikel (1o% ); dette sostanze pol1

verizzate minut:.unente c mescolate vengono sottoposte ad un'altissinta pressione e contemporaneamente riscaldJte a 1500 gradi, dando Luogo a una lega densissin1a e più forte del1' acc;iaio del quale ha peso ùoppio. Oltre che quale materiale impern1ab.hle al !I"adio, tale composto trO\·a 1:1 sua ::1 pplicaz ione 1wll'industria aeronautica e nn vale (costruzione di giroscopi).

DOPO L.:1 CUTOCIBJN.~-1. ... (da noi annunziata nel f::tSC.

2,

marzo-aprile 1946,.

p. 171) leggiamo in « Rassegna Internazionale di Clinic3 e Terapi~ l>, (11-12, 15-30 gLugno 1945) una nota del prof. G. Hippa il quale prospetta b possibilità di ricavare la sostanza oltre che da una ditociba anche da altre famiglie di funghi di più 'facile riconoscimento e raccolta.: il c< prataiuolo » ~d es. c il <c piopparello )) che crcsco1no in abbondanza anche da noi e che si prestano n. cuJture artificiali. E poich~ la clitocibina. se-. rnbra jndk.ata nella tubercolosi, il prof. Rippa ricorda che, nel passato, un altro fungo, l' « agarico bianco H, veni va adopera to pe r con1batte re il sudore notturno d t.:i tubercolotici .

. L'ARAL~l C è un moJerni s~im o• n1nterinlc di sutura scoperto c adoperato da E. Hr Spttz e collaboratori ncg~ i interve nti neurochirurgici. Si tratta di fibra d~ caseina del latte di v:tcc::t, i cu.i fìlì , di. facile stedlizz._1Zione, non sono assorbiti dai tessutL

LA GARZA H MERATIJGLIA H, o.s~kcllu) o~ :-a o,oJubilc nei tessuti 3 11'i ma:i c d elilnin.1La a~traverno l? 1vic natural i, ~ sr.tt:l esperimentata col più favorc\'o le successo chi Dr. V .IC l·r:llll Z d<:ll Osped,tle Pn.~bJtcri:mo di Ncw 'Yo rk.


NOTIZIE. LOTTA CONTRO _LA TUBERCOLOSI: - L'~to Corrunissmato per l'igiene eia sanità pubblica ha bandito ~ ~o~cor:o per confenmento di sei borse di studio, di L. 30.000 ciascuna, per un uroctnJo dt perfe21onamento di 4 mesi nelJa l'atta contro la

:t

tubercolosi.

LA LEGA 11'.t1LIANA PER LA LOT1.·1 CONTRO I TUAJORJ riprenuerà la sua attività con nn corso prntko di oncologia per i medici di Roma e provincia. L'AltO! ,C ommiss..'lrinto per l'igiene e b. sanità pubblica. assegnerà <..Ielle borst.~ di 5tUdio n1cntrc la Lega bandir~ al più prestol il concorso· per il conferimento clclln <t Borsa Lustig >). L..-1 CONFERENZ..-1 S.-JlVJT.-1 Rl. l ~\IONDIALE si ~ conclusa a Ne\v York dopo 5 settimane con la firma della costituzione della nuova organizzazione sanitaria mondiale. E' ~t:-tto convenuto che nell'attesa Jelb ratifica Jclb costituzione da pane delle 26 Nai' ÌOII Ì p:trL t:ci pant i ~nzi~ni. una. C?m.mission~ i nt~rin:tlc. l.l nuovo organismo assorbirà • tutte l<; alltC 'orgamz;~n7tont snmtnnc 1ntcrnaz tonnli cs1stcntt.

Jlh'N IL VILL. JGC/0 S..lN.·JTOIU. lLE DJ SONDALO F. Forzu su (( Il Progresso l\·kdi to ,, , 1 ~~ugno ICJ•I(>, Ìll\' OC.t ùal Governo il rito rno all'eflìcienza. dd grande Sanatorio , 11 c f,olkdta l'adoi'. torn·, J.,ri~t pa•rzialm<:nlc ottenuta ùaJla Direzione Generale eli Sanità Puhhlit.: t, a ricoVt.ro dd molti, moltissimi reduci dai vari campi di concentran1ento: <c aprin~ I<: cor<.ic di q ue·,to villaggio san:ttorialc per i r eclud è un debito che la l'.Jazione ha vcrMJ eli c·•,•,i , ~~non :.olo nwralc ·ma

anche mntcrialc )' . Pnrolc che facciamo nostre perchè

rispt!cclli:ul(' vt~ra m c:ntc il tlt:!>iderio cldb N~tz ione. N HLLA 21\ C V h'RRA J.,f ON f)f A ! .. E l 1H ORTI, ~e(o udo b « .tvlctropolitatll Lifc Insur.wce Co. )1 , sono :.t~ti 3·25o.ooo per la Gcrman i.t, 3.ooo.ooo per !:11 Russia, I .5oo.ooo per il Giappone, 4oo.ooo per ]'Jmpero Inglc..~c, 35o.ooo per gli Stati. Uniti d' An1erica, 20o.oood rea per l'ltalja. BENElvfERENZE ITALIANE ALL'ESTERO. - A S. Pnolo del Hra~ i'le, mcdinnte la fondazione creata dalla figlia cJell'iuc.lu.striale S~hato D'Angelo , sorgerà un nuovo ospeda.le che sarà intitolato a l benemerito connazionale. PER LE BIBLIOTECHE lYJEDICI-IE D'EUROPA DANNEGGIATE DALLA GUERRA la Royal Society of lvleclicine di Londra ha ricev uto 61755 sterline dalla Rockfellcr Foundation.

PER IL CJNOUrl.NTENAR/0 DELL.rl j\ JORTE DI PASTEUR saranno tenute a Parigi, nel dicembre \'enturo, solenni celebrazioni commemorative con l'intervento dj numerosi scienziati stranieri. Le cerimonie più significative si avranno HJh Sorbonne e a] Palais Chaillot; una esposizione sJ.rà allestita al Palnis de l.t Decouverte. L'ISTITUTO BIOFARA!ACOTER.lPICO A/ILANESE, sorto di recente per la coraggiosa iniziaùva di alcuni industriali c di Professori dell'Ateneo "Nfilancse, ha già pro:Iotto e bnc.iato sul n1ercato tre preparati, derivati dnll'aciclo tritiolico, che dalla Jettt:ratura lnviataci. in esame offrono sicura garenzia di successo. Sono il C~dotiol, il Fosfocalciotiol e lo Iodotiol.' ALL.-1 CONFEREl\'ZA [f>lTERN.-JZJOJVALE SULLA TUBERCOLOSI, che si t~rrà nell'estate del 1947 a Londra, promossa dalla National Association far th~ PrevenUon 'of TuberctÙosi~, parteciperanno i più eminenti tisiologi d'Europa e d'Amer1ca.

CONGRESSO FRANCESE DI OTORJNGOL-1TRIA: si svolger~• n P.uigi tbl :n al 2 ·1 on. 1946. Saranno lrallati i segt~enti temi:

n) cori7za spasmodica, gl ·1ando:e Lndocrine e


3b2 . · b) l ic.ihli no terapia in otorinolnringoiatria. Segretarjo del ststema neurovegetattvo; a pen • .. Con esso: dr. H . Flurin - 19 Avenue Niac Mahon, ~angt . .. gr p · · tenuti un Congresso d1 n1edtana legale ( r8-rg ottobre) ed Sempre a angt saranno . ) altro dell'Unione internazionale di terapeutlca (r8 ottobre ·

AL CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOCIETA'. ITALIANA DI MED~­ C!N A INTERNA che si1 svolgerà, come abbiamo a~nunztato nel ~recedente ~asct. . · ai orni 14 15 r6 c 17 del n1ese d t ottobre p. v., e stato abbtnato co1o, a F"J,renze net b, ' • • , • . • • • ) • quello della Società itali:tna di chtrurgJa che tratt.era 1 seguent1 te1~1. _r . tumon del . omune con la Società di· medicina mterna); 2) .t'!faumt cluusJ. del torace colon (tn c fr. B' hert,· Caravaru,· Mil aru'). (rela t . pro f . Pomi) ,· 3) cancro dell'utero (rdat. pro. ·1.. tane 1· ...cc. · d' · d . Tassa d'iscrizione : L . soo. Pcr infom1a.zioni nvo 1gerst ag 1 ~01 1 scgretena ej Congressi presso la Clinica medica c la Clinica chtrurgica di. F~,renze. L'A.V.I.S. eli tvlilano ha organizzato iù 3u CONGRESSO NAZIONALE DELLA TRASFUSIONE DEL SANGUE che sarà tenuto· a 1v1ilano il .2-3 e 24 settembre prossimo. Saranno trattati i seguenti argomenti: a) indicazione delle trasfusioni di sangue puro nei confronti dell'uso frazionato dciJ suoi componenti (relat. A.M. ·. Dogliolli - A. Co\tantini, Tori.1o); b) fattore Rh: sua importanrza dottrin~le c pratic~ (rc!at. A. Tzanck, Parigi • !vi. Bessis, Parigi - R. R. Lacc, LonJra); c) problenù della trasfusione di plnsma c di sic. ro umano (relat. E. Carlifanti, 1v1ilano). Nel giorno preccdcnlc a.\ C'ongrcsso :-,i svolgerà, per iniziativa sempre dell'A.V.I.S., 1'8° CONVEGNO NAZIONALE DEI VOLONTARI DEL SANGUE che tratterà questioni di carattere organizzativo, tecnico, assislCllzialc in relazione al fu.ruz.ionamentOI dei servizi trasfusionali. Per informazioni rivolgersi all'Associazione Volontari del Sangue di· lv! il ano - Ufficio Congressi A.V.I.S., Corso Porta Nuova 23. Riteniamo tSUperfluo ri1evare l'i.mportanz.a dci due convegni che dibatteranno quistioni eli. palpit:mte attualità. L'A.V .l.S. fa sul serio e, pbudendo alla. sua continua atttvità, formuLiamO! \i migliori! auguri per il completo successo delle due riunioni.

E' STATO SCOPERTO L'ELISIR DI LUNGA VITA ? - Il prof. Alexander Bogomolots, russo, ha tannunziato che il suo Siero A.C.S. riuscirà a prolungare Ja vita umana sino a rso anni. Qualche giornalist::L americano ha scritto che la scoperta è pari per importanza, a quel1a della bomba atomica (per ragioni di equi~brio? ... n. d. r.). IL PRO F.. CARONJ A è stato insignito della Medaglia della. Libertà con palme di bronzo. L'ammiragHo Stone h:1 consegn:1 to personalmente all'illustre scienziato l'ambita onorificenza. arnericana. Rallegramenti c auguri.

L4 lviEDAGLlA D'ORO DELLA FONDAZIONE « PRJNCE ALBERT » è stata quest'anno assegnata daJ.la Royal Society of Arts di Londra a Sir. Fleming e a Si.r H. F~o­ rey per gli studi sulla penicillina.

GIUSEPPE ZA CARI che tenne la Cattedra ddla 2n Clinica medica dell'UnJ.vers.ltà di Napoli dal 19~4 aJ 1935, succedendo al proprio Maestro Cardarelli, s,i, è spento in Calabria il IO giugno· scorso. Clinico di grande v:1lore e di altrettanta modestia, eccellente insegnante,

{}_rganizzatore attivissimo, nei vari istituti che diresse pQ1rtò sempre un ardore giovanile incitando alla. ricerca e creando allievi degni del Maestro . •

LUTTI DELLA lv!EDICINA ALL'ESTERO.- A New York è deceduto il 2 mag~i~ scors~ Si1no11t ~lexne:r, professor.e di patologia e anaton1 ia patologica. in varie Universtta an1encane e d1rettore per moltt anni dell'Istltuto Rockfeller. Fra i suoi lavori ~. che sp~ian01 'in camp1 _vast_i~imi: ~ ricordiamo la scoperta del bacillo della dissenteria che porta tl suo nome, la 1ntutz10ne del fenomeno del'l'anafilassi, l'introduzione nella pratica delle


inicz.i()I['Ji endorach.idee per la cura clell~ n1eningìti, gli srudi, interessantissimi, .!»Ulb poliomielite a.a. . . . , . . Sempre w Amenca s..t: e spento il neurochtrurgo W. E. Dandy cuiJ si deve fra l'altro la scoperta della ventric~l~gr~. ' ' A Parigi sono morU tl fistologo Henry Roger, decano di quella facoltà medica, e il .dr. Louis Martin, già: direttore dell'Istituto Pasteur, collaboratore di Pasteur e, quindi, di Roux. Regjstriamo infine la perdita d eli 'illustre biochimico russo Alexis Bach.

!v!ALARIA NELL'ESERCITO è H titolo della lezione tenuta, per invito della Di~ rezione dei Corsi di maJariologia - presso l'Isrituto omonimo al P~liclinico - dal ge~ nerale medico Fadda, Capo dcl Servizio Sanitario lvlilitare j} 3r luglio scorso. In una rapjda1 chiara sinte_si l'O., dopo avere _acce~nato a:lle_ \'Ìcende epid.emiologi~e, nei riguarcli d'ella malarta, del nostro Eserato dislocato, 1n questo ulnmo confluto, quasi sempre illl territori '.d ominati dalla febbre palustre, ha messo in evi,delruZa gli intervcnli profllnttid più strettamente militari realizzati, quali la bonifica dei pregressi malarici, la piccola bonifica del terreno, ln rigorosa c controllata profilassi chimica prev<~nLiva c ~la complessa organizzazione sanitaria di ric:overo. I risultati sono stati sodd.isf~ct:nl i pur ncBc tristi condizioni in cui le Forze armate itali.ane sono venute a trovnrsi dopo 1'8 settembre 1943, e al successo della campagna ha indubbiamente contribuilo la c{)'Habornzione costante e fattiv&l di tut1i gli organi sanitari ciYili cui il generale Facldn ha tributato una giusta parola eli gratitudine e di Jode.

PREMIO Rf!JERI : L. zo.ooo per un ·lavoro scientifico nell'ambito delle scienze meJichc; bandito da.ll' Accademia. di M edicina di Torino. Possono parteciparv1 studiosi di tullc le nazionalittl.

UN o GRUPPO AIEDICO PARLA'tvlENTARE )) t! stato costituito dai meclici d eputati alla Costituente. La. classe medica itaHana molto si attende dalla loro attività.

I REGOLA/v/ENTI SAN/T ARI DELLE FEDERAZIONI SPORTIVE. - Una~ delle più importanti decisioni scaturite dalla Costituente del·lo Sport, che ha avuto luogo recentemente in Roma, è quella in cui si stabilisce ch e le •singole Federcioni sportive debbono, con propri regolamenti, stabilire le norme sanitarie, oltre che quelle tecniche, che disciplinano l'attività sportiva. Questa decisione è da. considerare come una vera conquista nel campo morale e sociale. Nel passato regime l'imposizione di norme snnitade generiche, poco pratiche ed eccessivamente fiscali, aveva incontrato notevole ostilità nei dirigenti eli :~!cune Federazion.ij ed aveva dato luogo1 ad interferenze di j ndole tecnica che ne resero Leo presto impopolare l'applicazione. Il nuovo concetto propugnato dal Commissario straordinmo cldla F.I.M.S., prof. Giuseppe La Cava, secondo il quale le stes<;P. f eJerJzioni stabiliscono un proprio regotlamento sanitario, corrispondente quindi alle necessità ed ~dlc caratteristiche di ogni singolo sport, troverà certan1ente una più fal'ilr.. e pLO!ìcua attuazione. Tutti i medici i quaJ1 vogHono contribuire con la loro attività a questa rina.scente hran~a della medi cina possono inviare b loro adesione alla. Federazione il.ilin.na medici degh sportivi·, Stadio Nazionale, Roma, accompagnando l'adesione con la tassa eli L. 50. a mezzo vaglia posta'le o bancario o versamento suJ cfc postale n. I/5777· LA SOCIETA' ITALIANA PER IL PRnGRESSO DELLE SCIENZE (S.l.P.S.) h_a?~isce un Concorso della « Fondazion e prof. Massimo Piccinini 11 il cui premi.o indivtstb~ e eli L. 25.000 ver~\ nssegn.1 to al miglior lavoro, edito o inedito, sulla c< Stona tldfa rnedtl:ina e igie11e àeNantica Roma H, sotto qualsiasi aspetto conside!rata, comprese le pratk he applicazioni eli essa tuttora esistenti (acquedotti, terme, opere varie di salubrità urbnna, ecc.).


I concorrenti potranno tndiriz7..arc Jomnmlt in c:lrta scmplk~, rL'\~~tntc cogt~omc, 11oM me c inclirizz{), e i 1aYori in cinque copie cb~cuno. :1lb Scgrctcl1n dclln S.I.P .S., Rornat Piazz:ùe delle Scienze. n. 7, entro il ,1 1 geJl141Ìo H>47· RIUNIONE ANNUALE DELL'.·JSSOC/.::1Zì0l\'E DI CHIRURGIA "A·l lLITA.Ré' DEGLI STATI eNJTl. - L'.. \.~oc~a~ionc di Chirurg1a n1ilirare degli Stati Uniti ù'AmeM rica ha esteso un inYito a tutù i Go,·cnù perchè in\'iino unJ rappresentanzJ. dci ::.crvizi sanitari J elle rispctthe Fone Armnte ali~ Riuni onc .\nnu a.lc Jc!l'..~ssccJ~zion: ~t~ :tvrù .luo. go a Detroit dal 9 all'u ottobre rroSSlll10. ~1err~nno (QtnUDlCa~l. e dlSCU~Sl l n ~ulta_tl otTenuti durnnte l:t gut::rr:J nd (ampo ùdln clnrurg1n c dclb JncdtaJ~1 mediante nuovt metodl e ritro\'ati c ~:.1r:1nno t~Jmin~ti i problcn1i di ricostru7Jone e riabilitazione sollevati dalla guerrn stes.~ . .

LI IJfU - RJ \ ~ISTE - (;IORNALI:

}lote n t!l.:. ter.lfÌa di gu:rra delle fraturc mtJndiholo-mascell:t.ri. - Sotto questo titolo ~-\.. Hruska.. .in un v~umetto p:r i tipi delb Grafita.lia, già Pizz i c Pizio, Milano, trnccia un..1 chiar.1 sintesi sull'nl1!omento . ._ L. Ferrio: lntrodu:=ione allo studio della JfediciTUJ. - U.T.E.T., Torino, 1946, L. Iooo .. :~ \:o_m~endio delle malattie infettizre con brevi nozioni .rulla profilassi, sie1·oterapia ~

\-ol. pagg. 337, eclito dalla. Sccietà delle Nazioni, Ginevra, 1945 - fr. 5· Ne sono redattori i proff. C. Ionescu-~1ihaesti e C . M. Ciuca e i loro collaboratori dell'Istituto Cantacuz:ne di Bucarest.

L•acanù=ronr l> - I

Gozzano ~L: Trattat.o delle malattie nerl'ose. -

Soc. Edit. Lib. 1946, L. r6oo.

Polemica sanitaria, quind;cinale romano cliretto dal prof. U. N uv oli oltre che nel titolo, si ~un~ fin dai_ primi nu~eri vitaJe e battagliero. Le battaglie' oneste sono sempre da segmre e wcoragg:rare. Avanti e auguri. Archit:ù; ~t E. hfaraglia.r.o Jl di Patologia e Clinica n la nuova bella Rivista che 5otto Ja ~ezi~ne del prof. L. A otognetti ~~ pubb1ica a Genova (btituto di Patologia dell'Uni~ Yerstt~ d1 Genoya). Auguri .

"


NO'I,IZIE 1111LITA.RI

· ·- ··-..:.---- Il - - - Ripartiamo i no6ilis5imi Otdini del Giorno diramati all'Esercito dal tvlini~--tro defJa Gaerra u~cente, avv._ Ma?.No Brosio, t," dal succes;ore nr:ll',"'Portt.Inte e delicuta Diar;tero# ..'1tJV. Cipnttno 'F!acch,nettt:

UFFlC/rlLI, SOTTUFFiCIALI, GRADUATI E SOLD.lTI ! Lascio il Mlnistero· della. GU(.:Tra dopo sei mesi di !:n oru duranre i qua.ll l'Esercito ha lentamente progred:to migliorando i suoi strumenti materiali, :;cuo!e, caserme, armi, equipaggiamento. Si è condotta a buon punto la predisposizioru.: dd rinnovamento det quadri, sta per essere completato il ringiovanimento dei r~rti co!! la nuova chiamara. delle reclute e col meritato ritorno degli ultimi anziani alle loro case. Hanno .t:naturato nel frattempo eventi storici, Ull nuoyo regime t: sorto, c voi a\ e te superato la prova smentendo le apprensioni e dando la din1ostrazione di quel che possa· no, sopra e oltlfe le più rispettabjli tradizioni e i più profondi sen~m~n~i mdi;il.iuali, il senso della clisci~ina e l'amor dçlla Patria. Una pacel dura si sta delineando fuori e contro b nostra "·olon~ : mn ~ tutravi.a un libero Stato, avrà il suo esercito, resterà sopratutto un popolo compatto di 4) milioni di abitanti, una grande forza morale che non potrà essere nè calpestata nè t:-ascurnta. nella costituzione del mondo di dornapi. Senza iaus.i oni e senza avvilimenti siate consci di que~ta realtà, di cui !'Ese:-ci:o c: e resterà sempre la· più evidente espr~ione. . Superate le difficoltà de lla pace, si apriranno i compiti più "asti della riargan~zza . zione della nostra amministrazione centrale, delb. scelta del tipo di ~ercito più conforme alle necessità del paese, della attuazione di questo esercito saldo e munito nci mezzi e negli animi. Questi compiti competono al mio successore: mi sareb!Y- stato GlrO condi viderli con .v oi; li lascio tuttavia con gioia a un uomo la cui nobiltà ài patriota t: sicura garanzia di forti realizzazioni. Possa a.1l'ardore che tutti! voi ponete in quest'opera essenziale di ridtre nuove armi e nuovi petti alla Patria~ corrispondere la fortuna; possa l'Eserc.itoi d ella Repubblica Ita!ian.a. sorgere unito, forte, idonro ai fini della difesa. della Patria come tutti lo sogniamo. I-Io la certezza che ciò sarà; con tale certezza vi porgo il mio saluto e il mio ~1 uguno al grido che, più è ripetuto, più ci commuove ed esalta: \ri,·a L'Italia!

rrta.!.ia

Roma, 14 luglio 1946.

UFFICIALI, SOTTUFF!ClALJ, GRADUATI E SOLD.-JT/ 1 E, con profonda commozione che assumo, in questa ora gr:ne della. nostr.1 storia, la responsabilità di !vlinisl:lro della Guerra nel primo Governo della Repubblic.:1 Italiana. Combattente mutilato della grande conflagrazione conclusasi nella gloria di 'Vittorio ~enet~, è col ricordo e nello spirito di quella gloria che vengo in mezzo a \·oi., compagno d arnu. fra compagni d'armi, col proposito di offrire jl mio contributo modesto alla_caus3 della nnascita nazionale, c perchè, con fermezz..1 di virili propositi e con la vo~tra !otelh-


· · · · e · po~!:!a in questo settore delle forze armate sanare gente e f attJV:L cooperaztone, t_n51c~ . s1 , : ]e p~aghe recenti e guardar fiduc1os.~: verso l avvenire. . . . · 1 _t:cc 1 ' 1 · frappongono all'attua_ztone d1 questo proposito. N o n 1gnoro e u:U.JICO ta c 1e SI . . • d 1· • • • . d" · · e1· limiti imposuc1 dalle circostanze e ag 1 tmpegnt lllS1 tratta 1 norgamzzare, n 1· h l' ffi · • -1 : b · h" tt ent'~ democratiche che ne centup 1c era nn o efr aenza tcrnaZlona.u, e su asl se t_e arn . _ · ' . . · ·fi · . ,. · " Esercito il cui valore e l'alto sptrtto dt sacn cto· sono a le ptù ) )e forze di q uel g ono~ o . . d' -=.c • 1 · · h .. 1· della Patria A questo alto sptnto 1 sacnnao, a vostro sen'possenu ncc ezze mora 1 • I 3!1' • f · so della disciplina c dell'onore. all'amore inesausto per ~uesta no~tra .t ' ta 10 accro ~ggi appello per avere la vostra leale collabor_azione nell assolvere ti \ITl.lo ardu,o comptto, al servizio del nuovo regime sorto da un libero e solenn: a.tto de~la_ vol?nta popolare. Ubbidire a questa volontà è jl segno più ai:o' del patr_wtt1sn1o, e 1l pnmo dovere di ogni soJdato e di ogni italiano, al di sopr~ ~i ognt contesa d~ parte. Poichè parlo ad uomini che per mtss1one hanno dedtcato h vita a1la Patria, so di non parlare invn.no. Ufficialj, sottufficia·li, caporali e soldati! Davanti alla tragica situazione in cui versa H Paese, e ;dla in.g1usta p~lct: che ci viene minacciata, più alta e più assùluta de\'C essere b disciplina n~lzionnlc:; cd io lo chi,,:do per primo all'Esercito che fu sempre scuola di disciplina. Sono sicur01 che accoglierete tutti il mio appello con quel senso del dovere che vi rese sempre cnri n11l'animn nu~ionalt:. Ma col medesimo senso del dovere e per )a responsabilità che assumo' davanti nJ Paese, dico che non potrei tollerare resistenze ingiustificatc () riserve mentali che fossero in contrasto coi superiori interessi della Nazione c delle nuove istitu.zionj che il popolo nostro si è dato. Fraterno e generoso nelJa diftsJ dei vostri diritti, sarò jn.flessibilc nella difesa del pri,ndpio1 ùi disci?li~ c della fedeltà alla. Nazione, ~1\la qu:ùc tutti dobbiamo jnchinnrd. Nessun paese può vivere libero c ·r ispettato senza il prestigio delle sue forze armate. Con questi propositi vi in\'Ìto a levare con me il pensiero nlla Patria inm1ortale. Viva l'Itu.lial Roma, 15, .fluglio 1946. Il Nfinistro CIPIUANO FACCHINETfl.

* RITORNO AL CELIO L'Ospedale militare del Celio è finalmente ritornato alla Sanità nùlitare jtaliana. L'avvenimento, nel suo alto e commovente si,gnificato, è stato celebrato con austera soJennità il 20 agosto ultimo. A rendere più significativa la cerimonia sono interve~ nuti il Ministro dell'Aeronautica, avv. C)ngolani, il Sottosegretario alla Guerra, av~ .. Martino~, le più alte Autorità militari della Capitale, i] colonnello Camp della M1sstone aJleata., una larga rappresentanza degli orga·ni sanitari civ.ili con a capo il Presidente dell'Ordine dei medici Jr. T. Lazzé e numerosi Q"Ìornalisti della stampa romana. S. Em. 1'arcivescono Fcrrero di Cavallerleone Ordinbario Militare dell'Eser, cito, ha ce]eb~ato la . ~e:sa al Campo ed ha n volto presenti, con l'abituale sua · squ!~ta ~raton~, rro~Ills~llne. parole eli . elevazione del Corpo sanitnrio e di fed<: n~l~ avvei:ue.. E ~~gu1to ti dls~ors~ uffic1ale del generale medico Fadda', Capo del Ser~ Vlz.to sarutarJo mthtarc) che nportramo per intero 1n a-ltra parte deU Giornale per non

;i


sciuparne_ con un riass~nto la bellczz~ c lo spirito veram~nte umanissimo e italiano. Ha cso infine la parola tl Sottosegretarro alla Guerra per Innalzare un inno alla bellezza pr · · ' cffi care e più alta della solidarietà della nostra M'Isnone che concreta l a forma ptu

umana·

Gujdati quindi dal direttore dell'Ospedale, col. med. prof. Giacobbe che ha curato con amore veramente .filiale il laborioso trrasloco del « Virgilio » al Celio, e :nentre a banda dei Carabinieri diretta da maest~o C1r:ner ~seguiv~ ncl cortile uno scelto programma musicale, gli jnvitati hanno f~tto u~ gtro ?et van rcp~tl c ~a~i~etti sci~tifìc.i che in tempo di vero record, pur fra ·mtlle dtfficolta, sono stau restttultt alla pnmiuva loro efficienza; le Autorità si sono ~nteressate. a molt:i ricoverati, specialmente ex combattenti della guerra di liberazione, CUl hanno rJvolto premurose domande, e hanno infine visitato e ammirato le moderne insta.llaziouj deiJe cucine ammalar!. Nd Circolo Ufficiali ~ stato offerto un vermouth augurale che ha dato lo spunto al 1rlinistro dell'Aeronautica di ricordare con vivjda appassionata parola l'opera dei medici militari romani durante il pedodo clnnc.lestino: Egli stesso faceva parte d.il una formazione sanitaria (S.:NI.O.NL) e perciò le Sue parole sono riuscite più che signilìc~nivc c g raditt!. Una ben riuscita radio-fotocronacl, organiz7.nta dall'Ufficio Collegamento Esercito Paese, il dinamico complesso eli rcccnt<: creazione dd Nlinistero clelia Guerra che così utile opera svo!gc ai fini della illwarnzionc c di vulga.zionc c.lollc attività del nostro soldato, ha fatto vivere anche a qudl~ che non han!Ilo potuto partedpnrc alla festa, questa bella toccante giornata della

Sani t~ mi li l :1rc.

SOMlVfARl J)I RIVISTE !vfiLITARl RIVISTA MILITAHE -

Anno JI, n. 7, luglio 1946:

Guido, Boschetti : Fanteria e assalttttOJi; Vincm12o Pizzoni a:. ·.U"' altro punto di vista sull evoluzione della fanteria; Paolo Berardi: Valutazione degli ttfficiali ai fini ddJ'avanzamento; Ferruccio Banissoni: Vita militare e preparazio-ne professionale; Gat'tano La Rosa: L'amministrazione, leva del comando; Antonino Bonruso: Il problema dei sottu.fficiali; Giorgio Gervasoni: Il metodo di addestriTmento; Ugo Sciascia : La turbina a gas 1

e le sue applicazioni. RIVISTA MILITARE -

Anno Il, n. 8-9, agosto-settembre 1946:

Giuseppe Ivlonaco: I quadri di carriera del nuovo esercito; Luigi Sacco: La radiogoniometria nuova arma tecnica; Andrea Cucino•: Problemi organici delle artiglierie dtvisionali e loro riflesso sull'impiego; Alberto Landi: Procedime"ti tattici; Piero VnJentini: La specializzazione; Guido Vianello: Un programma organico di educazio-ne fisica e sportiva ne/L' esercito; Giuseppe Ma.strobuono: Il Gruppo di combattimento cc Cremona» nella guerra di liberazione; Filippo Acquista pace: La divisione alpina <c T,identina » nell·a cc battaglia del Don)>; Arturo Quarto: Economia e guerra. "


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PRO ORFANI DEI MEDICI MORTI IN GUERRA

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Somme precedenti L.

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Istituto Sierotcrapico Milanese t( S. Bclfanti >> - Milano >> Direzione Sanità Militare -Napoli (2° ele11co) · » Direzione Sanità Militare - Palermo (2° elenco) - per Uffi ciali n1edici in servizio presso i Corpi c reparti della )) Divisione << Sabauda >1 Direzione Sanità Militare - Firenze (2° elenco) - per Scuola di Sanità Militare, Istituto Chim,ico-farmaceutico Militare c Corpi Dr. Cesare Pini - Presidente dell'Associazione Lon1barda Medici-dentisti n Prof. Alessandro .A.rlotta - Stornatologo - Milano )\ "L'Avvenire S:-tnitario'' - :Niibno >) Un medico di Milano cc per aver risolto ~unichcvoLncntc una vertenza » )\ U.S.M.I. (Ufficio Stan1pa Medica Italiana) - Milano . )\ Prof. Prassitelc Piccinin.i (21l of}e1·ta) » Dr. B. Calligaris - Mcrcallc (Milano) » Direzione Sanità Militare -· Napoli - (3o elenco) » Sezione Odontoiatrica dell'Ordine ·dei Medici di Siena: dr. Adam1 Ulisse, dr. Aprile Antonino, dr. Becattini Cesare, dr. Fanetti Alessandro, dr. Ferrini Ferruccio, dr. Marzano Pasquale, dr. Pepi Pietro, dr. Pisaneschi Ermanno, dr. Pozzi Luigi, dr. Rotellini Jader » Dr. Guido Nanni, tcn. col. tncd. di compl., c dr. Falco Lazzari, tcn. med. di compl. R. M., delll 'Utfìcio d'igiene d~ Rirnin i . ))

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Direttore responsabile.: Dott. Siro Fadda, maggior generai<: medico Redattore : Dott. pro f. Antonio Campana, ten. colonnello medico

Tipografia Regionale - Roma - Via C. Cattaneo, 20-n


CO!\DilliJ~· :r DI ..\BlK>~.\MFNTO

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Per ugm !:'!'. r•» ~r:"t:JL!c:c rcccn •.t•mi, ll\JIII.te e s•Hllillurt) •,()no offcJU gratuitamt·nrc: :m cstrJilt cnn Wi t'rrin<i , lrontc~pizio, tntp ·l~in~tlUt'.l c llltflrcr:t1ItJOt• 'ìp~cl;llc:. Per swmp.1 :ultt· et p ll.l <.le.:.;!i c.:srr.m1 ~ per tJn m.!ggtor JJ'll!lt:: l o di t:, .1 l.t spu:a rdJÙ\ a nen~ addebitata ~•glt

a pr-:.;•zrJ Òl CfJ;>!IJ. LC !if CSC f !..f ch:bé!. C.: (,! ;·oh: fUIJfl l <' ,[(j t.Uit(J ,1 L':1 J lt:O (h..gli .llltOI'l . Le: btbhn.,!r.l!Ìc ;t~n\.'ssc: .u l.tvnn on.gut,di, •'t.:h:: he St.lfto puhbli<.ale, JUl• •fl

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l>reva c rcù:.H;c con ctr.Jm-.ntc. Ct~ ·-c up

l.t\'nro dc\'c c~::;e rc c;eguirt, d.t un lllt''.e I'IJ ''•lllllo (non pit'i <.li 15 ri ~ lu:). l mJ nm.cnm non ..-engono rc.'ilHuiu, ·' 111.:hc ~è non puhhh.:.ttt.

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S O f.,f l\1 A R I O CARDO N A.: Le neuroniti D'ATTILIO: Sulln paro genesi, sulb scmeiologia e sul s.ignincato dei ~of.ii cardiaci sistolici anorganici

))

380

.A.CCARDI: Sinàromc pJ.rkiosoninna post-traummica

))

3~5

IZZO: Il n1arbo di 1\farclùafava ~ 1vlicheli . . ·- . CATALA..WOTTI: L~isolruncnto delb Ebcrthelb typhi dalle feci

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406

))

41 3

SODA.-.l\.0 : Osservazioni su un caso Bi ir1do-cicHte t~aumatica coo s~ato iniziale di panoftalmite e su un altro di irido-ciclite luetica trauati con penicillina.

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428

L'attività della Sanità lviilitare d~gli Stati Uniti

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430

Al dr. \V. C ... Daviso n .

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431

A cura del dott. D. E . Cappellaro .

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RASSEGNA DELLA ST Al\fPA JllfEDJCA

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Accademie e Società l\1ediche - Conferenze ecc. .

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Pro orfa..'li dei mcclici morti in guerra .

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..~IEDICTf\.TA LEG.r1LE:

BUCCIA.N-rE: Infortuni ciYili di guerra (Casistica) . "'

PER LA PR....J.TICA:

LA !lfEDICINA IN CA.lvi!'I,f iNO :

VARIE NOTIZIE l\1/LITARI

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Sommar! di rhriste militari .

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SETTEMBRB·OTTOBRE 1.946

GIORNALE DI MEDICINA MILITARE pUBBLICATO A CURA. DELLA DIREZIONE GENERALE DI SANITA' IVTILlTARE

cLINICA DELLE MALATTIE NERVOSE E MENTALI DELL' UNIVERSITA' DI FIRENZE Direttore : Pmf. M. Z-.u .A r ' - - - . -~. '

LE NEURONITI Dott.

FILIPPO'

CARDONA,

assistente e docente

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Parrebbe che la guerra e il dopoguerra producessero un aumento e anche il sorgere di forme un poco curiose nel quadro delle cosiddette polinevriti. Infatti, durante l 'altra guerra, abbiamo avute le forme descritte da Holmes (1917), Gu!illain e Barré (1917), Kennedy (1919), forme che presentavano particolari caratteristiche. Durante e dopo la r ecente guerra si sono visti alcuni casi, non frequenti, ma che presentano caratteri meritevoli di attirare la nostra attenzione clinica. Complesso e discusso è il problema delle « polinevriti )) ; e rimando per questo il lettore al lavoro di Porta e al mio studio aulla <t N euronite periferica infettiva )). Ricordo solo, per la comprensione dell'argomento, che da tempo vi sono differenti vedute fra gli autori: alcuni sostengono la possibilità di un attacco tossinfettivo a vari nervi periferici, lasciando indenni le cellule delle corna anteriori del midollo (o per lo meno che le lesioni da queste ultime presentate siano secondarie, a tipo di rc~.z: ione axonica, alle lesioni dei nervi periferici); altri invece sostengono che l'attacco tossinfettivo si svolga contemporaneamente o susseguentemente al grigio midollare anteriore e ai nervi, o viceversa, c cioè che in ogni polinevrite vi sia anche poliomielite (già da molto tempo Raymond voleva chiamare la polinevrite col termine più preciso eli celltùo-nevrite). Altri autori, piuttosto recenti, credono invece primitivo e più importante l 'attacco alle radici e alle meningi che l'involgono; di qui il nome di racl~col?"pol.incvrite o quello di menmgo-radicolo-polinevrite o di mcningoracltcolt te semplicemente. Nel mio studio sulla neuronite periferica scrivevo che si p~Ò anche in via di ipotesi tutt'altro dhe azzardata, in attesa eli conferme cliniche ed anaton1iche - ammettere un concetto nosologico unitario per le forme di malattie tossinfettive del neurone periferico che presentino alterazioni del liquor.

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Un agente morboso noto o ignoto, sia esso. un virus ~ le tossine di bacilli, può ledere il neurone periferico e lo lede. q~as1 sem~re dtffusamente, ma con maggior predilezione per le corna antenor1. ~cl IDJ~ollo (e~ e~c? la forma clinica poliomielite); per le meningi e rad1c1 (menlngo-rad1coht1 o radica, liti); per i n1ezzi periferici (polinevriti, ccc.): . Credo che le varjc forme: s,indrome Gnilhnn-Barre (la quale sottoposta a cri ti ca non presenta di caratteristico che il dato della ,guarigione ... quando l'ammalato non muore!); sindron1c di Gordon-Holmcs (la cui caratteristica è unican1ente la diplegia facci:1le dhe però ... si riscontra anche in altre forn1e); forme polinevritiche della poliotniclitc (il cui dato clinico proprio ncn è che il concetto epidcn1ico), della cnccfaljtc di Economo (per lo stesso l11Gtivo l'cpidcmioloo-jco), clell'jnflucnza, ccc. sjano riconducjbili alla stessa ff 1r"' b . ma morbosa, la neuronite pcri(crica da virus con afnnità per il s i~,t<•tna tl< 'r vaso o da ~gente infettivo-tossico. In tutte queste forn1e è jn causa la n1cningc, e il lit]U Or ci pntt~t d:tn', con riserva, ·un'idea sulla ben ignità del processo~ Lt \infoc ilost itt vi.i di nl.t 'i .. sima è rivelatrice di più grave ~tltacco che non la sola ;·tlhun1in u~i ~ riunite in·· si eme rivel ano un attacco toss.in fcttivo ancora pi tt gr a ve. La sen1ejotica ncurologic:-t ci .indicherà invrc(: la 11~1rtc più colpila: or,t le corn J anteriori, ora le rad icj , ora i nervi periferici, ccc. Il romportan1ento clinico per n1 c dovrebbe essere t}Uesto (sc n1prc ricordando la pusstbilita di cl ifTusi0nc ulteriore del processo) : eli fronte nl cnso di polion1iclitc, far e la diagnosi Ji neuron]tc periferica a tipo polion1iclltc~ di fronte al caso di paralisi fla ccida ascendente, faxe la diagnosi di ncuronite periferjca ascendente (entra in questa la sindronLe di Landry e la sindron1e eli Gordon-Hollncll); di fronte a paralisi flaccida degli arti con sintomi polincvritici, far diagnosi di neuronitc periferica a tipo polinevfitico, c se si avrà nel liquor <.hssoc iJzione albun1ino-citologjca si dirà neuronitc periferica a tipo n1eningo-radicolitico (in questa sarà compresa la sindrome eli Guilbin-Barré se il processo sarà relativan1ente benigno, ecc.). Per finire, per brevità, si può lasciare il tern1ine << periferico ·» e chiaInarc queste forn1e scn1pliccmcnte (( neuroniti » in opposizione al termine ncvrassi1c, proprio invece d ell'attacco (spesso dipendente dalle medesime cause) al sisten1 : 1 nervoso cc n trale. N et nùo bvoro precedente avevo es::1minato poco l'attacco tossinfettivo esteso anche ai gL1ngli spin::1li, poichè lo credo jnglobato nelle forme prccc~ denti, in cui spesso vi è b con1partecipazionc dci gangli; n1a un recente la~ varo di Gior d~n o n1i fa ritornare sull 'argornen to. Nel 1930 Pette c IZornyey descrissero una forma -(che chiamarono poli ganglioradicolitc ascendente n1a11gna) sirnac alla Landry, ma con alcuni caratteri dell a forn1a di G ui\l ain-Barré, con lesioni anatotniche affini a quelle trovate dal Margulis nel 1927 in casi diJgnosticati polinevriti, in cui (al


37 1 solito!) vi eran~ lesio~ _ai nervi, alle radici, ai gangli spinali. (Altri casi simili furon~ po1 d_escnt:U ~a Peters e Scheid, Demme, Mirus, Juba). Alcu_nl aut?r1 tedesch1 reputano questa un tipo grave e la Guillain-Barré un ti po hev~ d1_ h.cla_ stes~~ for~a di po]j ~anglioradicolonevrite idiopatica; questo percl:e, s1a .ne1 cas1 ver:uh a morte 1n poco tempo (forma malìgna), sia in .quellt I?o~tt dopo n1es1, . ~n~ he. per malattia intercorrente dopo una regress1one det Stntom1 ncurologKt (ttpo Guillain-B::trré), la lesione anatomica era la stessa: congestione \'asalc delle radici c dci nervi, infiltrazione linfocit:1ria periyascol~rc cd intcrfascicolnre ncvritica degenerazione mielinica cd iperpln_sia d:ll~ gu~inc di Scll\~\'~tnn, jnfì.ltrazionc elci gangli con alterazione dti p1renofon. }\ volte iJ tn id allo t! interessato, specie con alterazioni delle corna antcri( 11 i; tna ~ctnhra che le prinCÌJ1ali lesioni siano alle radici e ai bc:ranrrli. b Le ksioru infÌ.tn1n1atorie, pitt a tipo in[cttivo, sono maggiorn1cnte prt~ :wnti Jldlc fonne acute c n1~tlignc; le dcgC'ncraLÌ\'c, più a tipo tossico, lo sono invu ( '''i ct•,i ~uh.tcuti o cronici, tipo (~uill.tln-BaJTé . Le c.tusc sarebbero i vi 1t r:J Il( tll qln »pJ. La vi~t di attacco tjuclla liquorale (1viargulis, Bcncdcck, JttlJa); d vjn 11 pni :,i dilTnnclcrebbc, sia in senso centripeto yerso il midollo, ~;i a cc111 r1f llJ~ o vc·r:; o i ner vi . Il (;iordan'J fa ric11trarc in qu e~ to tipo il ~uo caso, in cui si aveva tetraplcgttt f Lu:<..J< L1 pi u tlo·, tu aeu L t, n1od i ca dissociazione .llbutnino-citologica (con o,()(J";,,, di ~ dl ,unl inn ntl liquor). Istologkarnt'ntc vi erano alter:tzioni ai nutlci pontin1, all 'oli,·a infcric,rc, alle cellule delle corna anteriori del midollo, ai gangli, ccc.; bi vcd eva no anche sc ..1rsc in l11tr.tzion i li nfoiJi intorno ai vasi, t nelle radici spinali si notavano fatti di gt ave congestione vas~de . I nervi periferici non erano alterati. 1 fa, ha d1ritto a una posizione nosologica a sè b poliganglioraùicolite asccndcn te di Pc tte c h.ornycy? Io credo di no, con1e non ne ha nn o diritto la forma di G ord on-Holn1 cs, quc1la di Gui1lain-Darré, ecc.; c con n1c sono vari studiosi, come Porta, Ottuncllo ccc.; lJ.UCst'ul timo si n1cravigl.ia giustamente che n in nc:ssun altro campo della neurologia si fa tanta nosogralì.1 con così scarsa ncc essi tà H come nel campo del n curone periferico. Infatti, quali le caratteristiche in proprio clclb forn1a? In fondo nessuna . Chè l 'unico dato un po, caratteristico, quello ùella congestione vasai c delle radici c dei oanoli io ed altri autori lo rcputi,lmo secondario alla lesione intìltr:1tiva c ~lea~n~rativa, perciò questi casi potrebbero bcnissin1o iscriversi 0 alla poliomicli te anteriore con cstcnsjonc del processo alle radici, ecc. ~fc­ glio è jndicrtrli col tcrn1inc pitt vasto di ncuronite, in cui si 1asci3 ingiudìcato il punto di attacco primitivo; infatti nei casi di cui sopra non appolig.1ng~i?·:·' ecr. ~ pare che il ganglio sia il prin1o leso. E allora il n_omc , Io non credo che l'attacco primitivo d c~ v1n1s SHl .alle ruchc: (~a CUI c nato il n ome di rad icoliti, ere., abbastanza 1n voga), v1a agente tl hquor. Se ciò [asse \'Cro, con1c si spicg.1 che la sinton1atologia in queste forn1c è 1

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37 2 soprattutto n1otoria, e quasi assente è la ?ensitiva? Eppure la disp~izione anatomica, cioè il fatto che la guaina ra'dtcolare acco~pagna la ~ad1ce posteriore assai più .dell'anteriore e con un lungo .cul ~ s~c~o, ed. moltr~ invia se:pimenti tra i fasci in cui la radice posteriore .sl d~v1~e p~m~ d1 _entrare nel o-anglio e forma a· questo livello una spec1e d1 p1ccoli dtvertlcoli interfascic;lari, ecc., sarebbe assai più significativa per un attacco alle ra. . dici posteriori se la vja agente fosse la liquoral.c. . Infatti nelle vere radicoliti (da lue, da mcrung1 te, ecc.) le lestoru sono proprio nelle radici posteriori cd i sintomi scnsitivi sono in primo piano, i} che non è ~lffatto nelle forn1e in questione. In queste, cioè nelle forme sospette da ultravirus (le neuroniti), i disturbli motori predominano sempre su quelli sensi ti vi, e se la sensibilità è co] pita, lo è soggcttivan1en te (parcstcsi c, dolori); 1na oggettivan1ente quasi mai. Tutto ciò dà l'impressione clinica (c l'istopatologia appoggia ciò) che in queste forme v.i sia anclhc un attacco polion1iclitico c in prin1o piano. Nel mio studio sulla ncuronitc periferica ho esposto gi[l i vari tbti che: appoggiano tale ipotesi. Certo il termine ncuronite lascia in otnbra la cotnpartccipazionc nlcningea; mentre il liguor in queste forme è sempre a~tcrato. Ma io non credo che la via d'attacco sia la liquorale (altrin1enti le radici scnsitivc sarebbero Je più colpite); credo invece che la lesione n1cningca si.1 secondaria all'at1acco neuronico e n1ielinico avvenuto per via en1atica e per le guaine dci nervj o più probabiln1ente lungo i fasci di fibre neryose che sembrerebbero le vie preferite dai virus neurotropi. Ammettendo ciò, che cioè l'attacco lesivo si faccia sentire prima sul midollo, le radici, ecc. e poi si propaghi alle meningi, si potrebhe forse spiegare il fatto della dissociazione albumino~citologica del liquor, perchè il tipo di lesione meningea sarebbe di risposta alle lesioni interne, simile quindi alle aracnoiditi secondarie o concomitanti, cioè di un tipo direi quasi degenerativo e non infiam·m~torio, il che spieglherebbc tneglio l'assenza dei linfociti. N'è manca chi considera degenerativa (.in senso anatomico) tutta la forma n1orbosa, così l'Austregesilo, a tal segno che preferisce il termine di neuronosi a qGello di neuronite. Le sue conclusioni possono esprimersi in questi punti: quello che chjamiamo polinevrite non è una polinevrite, n1a uno stato degenerativo e non inJiamn1atorio dei nervi; 2 u - i nervi periferici non harmo indlipendenza patologica perclhè: 3() - se1npre vi sono anche lesioni midollari che, o sano nella sostanza grigia (e si !hanno allora neuro-poliomielosi) o nella sostanza bianca (c si hanno ncuro~mielosi). Si può concordare coll'Austregcsilo ma non completamente poichè è nota la grande difficoltà, da] punto di vista anatomopatologico, di distinguere !

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373 fatti in.fiam.ma~ori c degener~tivi ~.cl sistcn1a nervoso. Se pure i dati istologici non sono stcurl, propenderei per 1l concetto jnlìammatorio che ha punti di appoggio in c.linica (febbre, concet.to epidemico, acuzie del male. c~me paralisi improvvise, ecc.). Ma probabilmente nelle neuroniti sono rappresentati tipi di marca infiammatoria c. altri degenerativi, cd anche tipi misti. Ma questo aspetto. dottnnale non ha grande importanza per i) rarrgruppanlento clini,co. ~ i quadr~ s~no ancor oggi di dominio soprattutto nico, anche perche gb ammalati dt queste forme in genere ,guariscono e si può sempre sospettare, nei malati che muoiono, il sopraggiungere di qualche nuovo elen1ento che modifichi il quadro istopatologico. Del resto, il raggruppamento tt neuronite >) lha più che altro, oltre una b~1 se cliruca come bene si comprende, anche una base loc3lizzatoria; spingersi pjtt in l~t, sarebbe, allo stato odierno delle nostre conoscenze, entrare j 11 liti lcr reno non fcnno o per lo n1eno n1olto 'ipotetico. In un punto invece :inno picnatncnlc d'accordo coll'Austrcgcsilo: quello dj non ammettere una indipendenza patologica uci ncryi pcrifcrjci; io credo che molte (( polincvrili )l sorH) anche poliotnicliti e specialmente raclicoli~ti, ccc. Questo cc lo dice l,cs:unc istologico c l'csan1c del 1itJUtido cefalorachid1ano. Certo è:. che nelle polinevriti dci vecchi autori il liquor si doveva presentare sptssissiino alterato. M:1 nelle dcscrizjoni dci classjci questo non appare, perchc non era ancora jn uso l..1 puntura lon1bare. Ci sarebbe anzi da porsi una domanua: esiste una polincvrite Jj tipo diffuso con liquor norn1ale? Già nel 1917 Qucckcnstcclt uimostrò che la dissociazione albun1ino-citologica è reperto assai frequente, non solo delle polincvriti postdi ftcriche come già avevano Yisto Fecr ·e Roehmcld, ma anche delle più svari,ttc forme polincvritichc. Il Queckenstedt, per spiegare ciò, invoca una patogencsi trasuda tiva e circolatoria. E·' strano che, malgrado questi dati, i trattati non indicano che nel liquor dei polinevritici sono frequenti, c forse sempre presenti, altcrazìonj specialmente del tipo dissociazione .albumjnocitoJogica. Io credo che ht spiegazione di ciò risieda nella prevenzione che nella polincvritc siano le~i solo i nervi periferici e non le radici, il miuollo, ccc., c quindi si esclude Ja lesione liquorale, a priori. E l'esclusione mentale di u'n dato, spesso in medicina f.1 sì che non lo si ricerclhi. Ora io credo, e le ricerche 1nodcr ne appoggi::tno questa veduta, che le polinevriti siano anche sempre un po' raclicoliti, t'cc., con compartecipazione meningcn, e quindi con liquido alterato; ÌfJ una parola, siano delle neuroniti, per' lo meno quelle a tipo diffuso (pluriplcgìche, atassiche, ecc.). . Nelle neuroniti illiquor presenta, quasi sen1pre, dissociazio~r albun1inocttologica, cioè aun1ento di albumi n~ (da 0,70 a 3,00 gr. per mille) e poche

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cellule linfoidi, una ventina al massimo per mm (alla celi/ula di Nageotte), ma spesso non sono che due o tre. Il Equor è sen1pre alterato, la r•eazione di Nonne e soprattutto quella di Pandy sono chiaramente positive. Parrebbe che se nel progredire della malattia vi è un lieve aumento delle cellule, rispetto al precedente esame, vi sia tendenza al miglioramento. Porta con Ja mielcarafia lha anche notato in alcuni casi che vi sono reperti 0 di aracnoidite che scompaion 0 poi col progredire della malattia; ciò può derivare dal fatto congestizio ed edematoso delle men~ngi n1idollari. Si avrebbe con ciò una specie di ostacolo al liquido e questo potrebbe csscr'e una delle cause de1l'iperalbu1ninosi . Infatti è noto che uno dei segni della compressione midollare clinica è appunto la dissociazjone albnrni:no-cjtolog.ica. Ma ancor oggi non conosciamo la causa precisa di qucstn dissociazione,; in un GlSO bene studiato da Alajounninc, Turcl, Hornet c Boudin tlltcsta era spiegabile per lo speciale tipo di n1cningitc ~congcstizia cd cde1natosa. Si tratterebbe aUora di genesj circolntoria e trasudntiva, non flogistica. tvfn ah· biamo già detto della difficoltà di questa divisione. Grossolanan1cnte .il pro· blema rientra in quello della non esistenzn o esistenza d i ar:lcnoido-pion1crilì primitive, cioè se questo attacco alla n1eningc sia s.ccondario n qucUo intcrnn radicolare o no. Naturaln1ente nel pritno caso il virus scguir'cbbe la via sanguigna o quella dei fasci dei nervi~ nel secondo la vja llquora le. Io prCJpendo per ln prim~a via; mi è di appoggio la constatazione d'ella presenza di aracnoiditi midollari collaterali in molti casi di sclerosi a placche e di aracnoidjti circondanti j nervi ottjci atrofici ~di certi tnbetici. Contro la via ]iquorale poj sta, come ho già detto, la manca'ta partecipazione clinica delle radici posteriori spinali. Prctnrssi questi dati d1 orientamento, passo a descrivere i dati e le consider'a;zioni risultanti dall'esame dei miei casi di neurcmite. Invece di fare una singola descrizione cbnita dci diciotto casi da me osservati in questi ultimi anni (cosa lunga e noiosa per chi legge), traccerò un quadro clinico d'insieme e .poi analizzerò qualche caso che presentava peculiarità cliniche. Anamnesi. I miei casi sono indenni dalle cosiddette tare neuropsichiche; sono persone che non avev::1no antecedentemente presentato alcun disturbo d el sistema nel · voso. Uno solo, da bambino, aveva avuto una lieve corea. acuta durata due n1esi. In un altro figurava un sospetlo di lue, di data antica, n1a g li esan1i sierologid, ecc. erano negativi, e clinicamente 11011 pre~ cntnva alcun segno clinico jmputabile alla lue. Un terzo aveva avuto sette anni prima una nevrite retro-bulbare a un occhio. Eziologia. Tre ca~i crrmo stati preceduti da una lieve forma febbrile di vago tipo inf:ucnrzale, in uno si ebbe. una forma di anbrinJ, forse difterica, negli altri quat· tordici non si poteva in1putare che il vago concetto di virus neurotropo, ovverosi:.t l'rana stati col pj li, jn pieno benessere, dalla neuroni te. Inizio. Po~siamo di vidcre i casi aJ inizio acuto '! injzio lento. Quelli nd injzio acuto s?no ~tali .8; tre .ebbero improvvjsi fatti febbrili c segni Ji lieve rigidità alla nuca c ùolon :.~gl1 arti, spcctc gli in feriori; tre fenomeni atassici c p::~restesie; dut: fatti para·


375 Jltici alle gambe: venuti in poche ore. Quelli ad inizio lento sono stati ro; due ad inizio psichico co_nfuswn~e. l~nto; _du.e a le~ta progressiva atassia, tre n. progrediente paresi flaccida det ~ue sctatlc.t pophte1 estern1·; tre a parcsi atrofica degli interossei delle mani e dei muscoli della loggJa antera esterna di una o due gambe. Periodo ~i stato. Possia~o dh icle.rc un tipo atassico, un tipo paralitico flaccido e un tipo pareuco. atrofico. Il tlpo. ala~stco ha 5 rappresentanti. 11 tipo paralitico flaccido 10 (tre tetraplegJe, d~e parapl~gte, cmque con paralisi varie, spccialn1ente dello sciatico popliteo esterno) .. tlpo p~reuco atrofico ha tre casi~ con pr.ed~lezion,e d_ei muscoli della mano e dello sc1at1co pop,!tteo esterno, ma con vane aslioctaztoni. Reci~ive .. R~cidivanti a tipo g~n.vesccnte ~~1nche n molta distanza di tempo) tre casi;

I!

pedodi dt mtghonunento e peggioramento 1n quattro casi.

Finale. Tre n1orti (uno perchè i•l processo polimnielitko. del tratto dorsale impedì le difese organiche in corso di broncopolmonhe; gli altri dut: perch~ 1l processo poliomielitico si spirue in alto dando lesioni bulbari). U ntlici guariti, senza rcliquati, ne~ periodo tra due mesi e due anni dJ, tnalattia; quattro per ora stazionari ùopo un anno. Caratteri .remt:iologh·i. generali. In tutti l cnsi vi ~ 8Sscnza eli riflessi profondi nelle zone intcre~!-l:tte, peT lo meno per un certo periodo ddln malattia; può scomparire anche jj planutrc•, ma gli altri riflessi ~upcrficiali restano presenti. Le p.tr:tli ~i bono a tipo perifedco. L'a1teraz ionc elettrica spesso non giunge fino alla n:az ionc: dcgcucrnti va, ma sovente vi è quasi ineccitabilità dei muscoli interessati. Confermo quanto ~c rive il Pona cc In gravità della re;tzionc degeneraùva parziale noo. pare proporzional e, nè al disturbo funzionale, nè all'ulteriore evoluzione de11a sindrome H. In tutti i c:a:,i, più o meno come' entità, vi sono alterazioni de lla sensibilità profonda oggettiva (che è; fr.uacnmente colphn nei casi eli atassia). I disturbi della sensibilità superficiale oggettiva sono invece spesso a.!lsenti, comunque assai li<:vi e fugaci. Soggcttivamcnu: tutti i casi pre~entano fenomeni parestesici c a volte dolorosi, ma di tipo ncwiùco1 non radlcofarj, vi. è spc'iso dolore alla pressione dei muscoli1 più raramente jnvecc a quella dei nen1i. I disturbi degli sfinteri. possono esserci, ma non gravi e passeggeri. I nervi cranici possono essere intcress:ttl con paralisi periferiche, specialmente . il facciale, ma colla caratteristica della hrc,•it~ di questo imercssamcnto, poichè il fatto paretlco in genere si dilegua in breve tempo. Le pupille, la via piramidale, la vi:t. extrapiramidale, ccc. sono indenni. L'alterazione liquorale è costante in tutti i ca~i, il liquor presenta sempre iperalbuminosi (che in genere supera il grammo per miilc), i Jinfodti invece .sono' !ICJr!>i, non più di una ventina per nun. 3 , ma spesso sono del tutto assenti o quasi . Vi è a volte aumento della pressione liquorale (fino a 70 .1l Cbude; amn1alato seduto) con caduta piuttosto lenta della pressione con l'estrazione dd liguor (d po meningite sierosa ma però più rapida) ; a volte si ha edema papillare , tna non vera pnpilla cb stasi completa. Carattere comune di queste forme l! l'attacco inftltivo tossico al neurone perifer~co (paralisi flaccide, pnrcsi atrofiche, atassia) vario come distdbuz.ione nel corpo, ~on ~n­ r:ressamento n1cningeo di1nostrato dalla prcsenzJ più o meno m:trcJta ùdla dtssoanztone albumina-citologica nel liquor. •

. Dopo questa visione generale che è il riassunto della osservazione clintca, è opportuno soffermarsi un poco su alcuni casi, ~he presentmo qualche difficoltà diagnostica, specie nei primi tempi delb malatti.t. VeJiatno in brf""C questo caso:


F. G. di anni 40. C. C. 795· Entra in cliniLa il 2-3 m~HL.O 1_945· bene tranne che .n d 193H ebbe neurtte rctrobulbarc S. Nel L a P· e' sempre st"t" "" , ·ll S (' · l · dicembre passato si è fatta operare per un n~d~lo alla. n1~mn1c a . _1st o ogtca111ente cliaguosti_cato come fibrosi cistica mammnri~t). Ctt) 1n1prtssJono l~ P· che d1venne un poc~l depress:'l. Peggiorò della. depressione (soprattutto per paura .du nvc.~e un tu1~ore_ n:ab-~1 ma.rnmelb mahrraJo In diagnosi istologJca contrarla a 010) verso L prmu eli gno <.u a ' b ... 1· 1· · · · febbraio; avc,,a giorni in cui er::ll ~1nc:he un po' con~sn c n~g 1 u. nn11 temp~ quest1 erano più frequenti; a volte crn 3ttonita, disorienta m, . onnn\'a In te.rra. . . , In reparto, alla prima Yisita si mostr~wa lue1da, ma ?ttontta,. dtsor~entata L esame

neurologico non presentava d::1ti patotogjd, L'esame del bquor d.tmostro: ~onne + +, 3 Pandy + +; albumina 1 gr. 0 / 00 ; linfociti 2 per nun. ; Wassermann negauva ecc. Il fondo ocubrc mostraYa, oltre gli esiti all'occhio S. della nevrite retrobulbare, lieye inizio di JXlpilla da stasi a D. Radiografu del cr.1nio negaùva, tranne lievi impronte digitate. . Durante il ricovero spesso la p. si mostr:.wa confusa, sempre attoruta; nel ca-mminare si notaY~ l.lila atassia evidente. ll resto d eli 'esame neurologico era negativo. I parenti la rivollero a casa il 1:2 maggio 1945· A casa dal punto di vista psichico pian piano migliorò e ritornò normale. Ma verso la metà di giugno cominciò ad accusare debolezza e dolori Jlla g::1mba S. Vista ambubtoriamente presentava p:1rcsi facciale D. a tipo periferico, p~rcsi dei peronci~ e tibiale anteriore di S. {con reazione elettrio degenerativa parziale) e dolori alla pressione delle masse n1uscolari della g:1n1ba S. Nei giorni sll5Seguenti l:1 paralisi pcriferka facciale diventò più grave ma poi pian piano ~compm. Durata totale della paralisi del facciale: 20· giorni. Fu rifatta una punt:Ura lombare nel luglio che dimostrò: Nonne + +, Pandy + + ; pressione (malata sedut:l) 6o Jl Claude, dopo estrazione di 8 cc. di liquor pressione 53; linfociti 18 per mm. 3 ; albumina gr. I}~ 0/ 00 • La p. poi m.igliorò anc{)ra. Vista nell'ottobre 1945 presentava assenza dei patellari e achillei bilateralmente, paresi flaccida gan1ba S. (nel campo dello sciatico popliteo esterno), null'altro eli neurologico. Psiche integra. LJ p..riferiva che spesso aveva febbricola (37,5) e visitata da Yari internisti non fu potuto scoprirne la causa. Nei mesi successivi la p. presentò due volte una convulsione a tipo epilettico generalizzato. Solite le condizioni :dal punto di vista neurologico. Fu rifatta una puntura lombare con esito simi.!e al pretcdente (ma con meno linfociti, 6 per mm. 0 ). Corutinua b febbricola. Oggi (magg:o 1946) la p . mentalmente va bene (tranne lieve depressione per paura della sua malattia), presenta paralisi periferica dello sciatico popliteo esterno di S. e paresi del medesimo a D., i riflessi pateUari sono ricomparsi n1a deboli, assenti gli achillei, dolore alla pressione dei muscoli della gamba. Non ::1ltri dati.

Come si vede, è un caso complesso, comunque ascrivibile a una forma di neuronite perchè l'unica altra malattia che potrebbe dare una sintcn1ato1ogia sin1ile, la malattia di Qlljver (blastomatosi generalizzata d'elle rne-ningi), non presenta, nel suo quadro cLinico, le alternative di peggioramento e miglioramento che ha la p. Certo che, all'inizio della malattia i disturbi psichici c l'alterazione liquoralc, senza altri dati patologici del 'sistema ner~oso, orientavano H pens~cro verso urna forma di << Tumor cerebri ». EJ oer questo che lho voluto nportarc il caso.


377 La presenza di Jjsturbi psjch1ci in corso di polinevriti è nota da· te · deUa sm · drome di I<.orsakoff ne fa fede. mpu e 1'esistenza naso]og1ca ~a l'~nte:~sse del caso è la p~ccc~enza ~ei disturbi psichici sui fatti nervosi pertfertct, precedenza. che puo sptngere 1! clinico a prospettare la diagnosi d1 .tumor~ cerebrale. Gnt~tarncntc Porta fa notare che il tipo delle alterazioni ~t~uorah, l' a~mento ?ella pressione del liquor, la supposta patogenesi (congestl:z,to-tr~sudattva merungea) .accomunano le forme di meningoradicoliti ad altre dt ps·eudotumor cerebn. Già nel 1925 Besta aveva descritto la <c particolare sindrome meningea » di pseudotumor cerehrale a balse polinevritica [fatto confermato poi da Alajouanine, Mollaret e Gopcevitch (1930), Guill~in e KudESky (1933), Vercelli ( 1934)J. Besta nella sua << sindrome meningea J) descrive casi con xantocromia del liquor e dissociazione albumina-citologica, alcuni di aspetto polinevritico, altri a tipo di pseudo-tumore cerebrale, casi in genere a rapida risoluzione, ma accenna alla possib:ilità di forme dello stesso tipo a jnizio ed evolu~ione croru'Ca. Un caso ad evoluzione piuttosto cronica è il seguente: P. L., anni 36, C. C. 877· Entra in clin!ca il 25 luglio 1.945· Anamnes~ remota negativa. Non Iue. Dal 1931 ha cominciato a sentir dt!bole la gamba S., poi cogli, anni anche la D . Se faceva uno sforzo aYeva come tlei crampi dolorosi alle gambe. Doveva alzare le gambe (steppage) per camminJre bene. Da due a:cmi accusa anche debolezza alla mano S. Oggi cam.rnlna nettamente steppando, non sa alzare (piede a terra) le punte tlci piecli, alza invece i tacchi. Paresi modica alla flessione della mano S., stringe debotmente il pugno. Sensibilità normale, tranne lieve jndebolimento della sensibilità profonda. Assenti i riflessi stiloradiali, patellari, achillei, ecc. bilateralmente. Pupille normali eli contorno e reagenti come di norma. Alla presdone dei polpacci senso1 doloroso. Nel campo dello sciatico-popliteo esterno, bilateralmente, reazione degenerativa elettrica parziale. Liquor: Pandy + +, Nonne + +; linfociti r; albumina I gr. 0 / 110 ; \\rasserm:tnn ed altre renz: on.i per la 1ue, negative. Psiche intt'gra.

Potrebbe nascere il piccolo dubbio che si trattasse di una forma anomab (n1olto !) di tabe dorsale, ma l'assenza di lue, le pupille normali, b sensibilità profonda quasi integra, la presa bilaterale degli sciatici poplitei esterni sono tanti dati che fanno tacere questo dubbio. Ed ecco ·clhe in questo caso la forrn:t neuronitica dura da pttl di I ~J anni, c che non si tratti di reliquat.i, di esiti, lo dimostra l 'alterazione ]iquora~c ancor oggi presente e il progressivo, seppure lento, peggioramento del p. c d sopraggiungere di nuovi fatti, nel tempo, come b paresi alli mano S. 01 tre 3 c1ueste rare forme di tipo cronico o ,quasi, meritano di essere ricordate le forme recidivanti. La possibilità di recidiva è messa bene in evidenzèl dal. Porta, nè bisogna diimenticare l'esistenza, nellJ vecc~ia noso~raJìa, ~eU: cos1dclettc polinevriti ritorrent.i descritte dJ Sorgo e Perrm. Ma s1 trattera d1


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vera recidiva o della ripre."a di un processo ancora .in. atto?. Clinicam~nte è certo una recidiva, poidhè il m;:dato era ,guar'ito .d:e1 Slntoml presenta t!; ma l'alterazione liquorale ancora presente, ahneno jn alcuni casi, non rappresenta una ~i tali tà del proces~o patologico? Così il seguente caso : V. P . anni 46, C. C. 103. Anamnesi remota. negativa, sposato, fi~Ji . sa.ni . . N~l 1940. diventò. pian. pj~~ atto~ nito, subconfuso poi paretico agli arti i1:r:n?~1, tndt tetraplcg1c? fl.acctdo,. ~~u1 ~ss~tt la vista (fu cliagnosdcatJ p~pilla da stast tnJz talc): d~p~ ~ mcst dt pa.ra~st, pHH1 ptano il p. riprese il mo vjmento e jn. circa un anno, dal\ tnt.z lo della malattw, ntorno alla normalità. Due anni dopo, iOJ pieno benessere, ~l nuovo con tusione, tclraple&ia co.mpleta. Elaccida, disturbi degli sfi.ntcri, parcsi intcst:ln~dc ecc. Dopo tre m est ptan plano n prc11u del movimento t: ritorno alla norma lit ~ in circa scj mc1>i di mabtLia. Oggi è normale, anche semeiologica mcntc, d::JI puuto di vjstn neurologico. lvln il liquor (puntura lombare praticata. nell'ot tobrc 1945) dimostrn a ncorn, conte IH.q 1~J.10: Nonne + +, Pandy + + , 11nfocili 4, albumin:1 gr l ,SO 0 / 110 , \V:t:-,scrmann nq~ntiv:1, C\C ..

Ricadrà ancora il p. nella neuronit~? E' diHìcilc una rispus l:1, Jna cc:rtamente ralterazione liquorale ancora in atto cHn1ostra che il processo non è ancora spento. Al di fu ori di queste r ar-e forn1e (qutcllc ad inizio di pseudotLH11orc cerebrale, quelle recidivanti e qu,elle adi anda.n1cnto cronico) àl quadro della neuronite non è di diagnostica molto difficile. Un attacco al neurone periferico (sia col quadro della atassia da lesione della sensibilità profonda, sia con qtl'ello dlella .Parcsi ed atrofia 1nuscolare da lesione maggiormente poliomielitica, sia con quello della paralisi flaccida da lesione più specialmente pol incvritica) unitarnente al dato della dissociazione :-.lbumino-citologica del liquor, orienter anno verso la diagnosi di neuronite e questo or.Uentamcnto sarà tanto .più probabilmente nel giusto guanto più la sindrome si presenterà acutamente. Sorvolo su11a diagnosi differenziale perchè su qualche punto mi sono già espresso prin1a e su1 molti 11 lettore potrà facilmente farla; ricordo solo che un'atassia acuta nelJronitica potrebbe assonugliare a una atassia acuta da tabe evolutiva ma in questa ultima, oltre i soliti dati della neurolue, vi è nel liquor forte ]infocitosi il che non avviene affatto nella ncuronite. Nè n1i sofTern1o sul proble1na eziologico; questo si presenta irto di dif~ ficoltà poichè si entra nel grande problema delle n1alattic nc1 vose da ul~ travjr us. Il lettore f)Otrà avere Qn'idea del complesso arcrotnento dal bello . b stud io del Berlucdbi, i n materia. P'er finire, accennerò alla terapia. Di fronte al tipo infettjvo del rrJalt dai var1 autorj sono stati v::tntati successi (relativi) con i metalli colloidali, :I salicilalo di sodioJ l'urotropina ccc. 11 Porta parla bene delle punture lon1~ bari ripetute, cotne agevolanti jl processo di guarigione, ecc. n1a in corn ..


379 Plesso' per ora, anche l , , ild.problema . . terapeutico è ben lont.,no " d.,ll a sua soluzione, anche pere 1e e iffic1le. gtl!cli~are del valore terapeutico di 1..n agente in una forma morbosa che d1 per se generalmente va verso la guarigione. LL

RIASSU~To..-

~'.l~., ~all'esame eli .d~ciotto casi di ncuronitc periferica, descrive e inquadra . 1 datl cltntct, discute la po$1Zlone nosologica della sindrome, ne stuclia b. patogenesl. BIBLIOGR.AFIA I.

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o.

IL CINQUANTENARIO DELLA « RIVISTA DI PATOLOGIA NERVOSA E MENTALE ». La bella Rivista eli S. Sa:vi celebra il suo dnquantenario~ c he coincic.Jc con queUo della Clinica, dedicando l'intero suo ultimo fascico~o (vol. LXVII-r946) .J lavori recentissimi di tutti i medici della Clinic::t: nessuna celebrazione più be:Ja e più slgnificnùva eH questa che, nella produzione scientifica, riaffe rma l'alta severa tradizione di !ltuilio dell'Istituto, legata ai nomi jndjmenticabili di Eugenio Tanzi e Ernesto Lugaro. L'crede c continu~ltore di tanta meritata fama, ~1ario Zal b, apre kt serie degli scritti LO Il un a c cenno _nll'attività del reparto ncurop~tologico ùelb Clinica, cui fa ~cgujre l.t ma~strale trad uz1one eli! un lavo ro, pochissimo noto, di Emonuc:e- l(~ n t: Saggro s11~1 1e malattu: dt:.ltl teJta. Il lavoro è del 17G4 e, per questo, ~ncora più interessante, come ti ~raduttore f~t notare in un'acuta prcfaz!one; note esplicative, utii issimc~ ~orrcd::tno il <( sag~o ~~. c.he ~an~ letto con vero interesse e con il più vÌ\'o diletto dello sptnto. Seguono bvon ,ongtl41l.i dt C. E. Robcrti, F. Cardon~, E. Carrara, S. Bertozzi, tvL Njstri, E. Chiarumonti, che danno b misura del fervore di ricerca sciennfica che anima i bravi co'laboratori del prof. ZalJa. Alla Rivista e alla Clinic::t, cui mi legano ricordi eli fraterna ricono~cenza, i r~llcgra· menti e gli auguri più vivi. A. C.


MINISTERO DELLA GUERRA - DIREZIONE GENERALE DI SAN1TA' MILITARE DIV. 211 _ SEZ. MEDICO LEGALE Capo divi sione: Col. mcd. P.

S .\NTOLI

ISTITUTO DI CLINICA MEDICA DELL'UNIVERSITA' DI ROMA

D t rettore: Prof. C. Fnt:GOl"l

SULLA PATOGENESI, SULLA SEMEIOLOGIA E SUL SIGNIFICATO DEI SOFFI CARDIACI SISTOLICI ANORGANICI T. col. med. E. D'ATTILIO, già J'i~i~tcnlt.: milit. c.h clin . mcù.

Tutti i medici militari di cot11Jplcn1cnto rin1angono sorpresi d~tllla <.:cm" statazione della frequenza, dci rtunori \eH soffio sistolici anorganici nei giovani n1.ili tari. Invero, tale frequenza supera tutte le cifre 1ì.nora' scgnala,tc n riguardrJ nella popolazione civile dai vari 3Uton. A. Glcrc c P. Atni~ riscontrarono soffi anorganici nel 58'1~ dci .soggetti norma ti; più rcccn lc1nc'ntc 1Clhlllc cifre del 20-35 ~{) Idi Reid e Pharr si è gjunto alF83 1}~·~ con Scl1\vartzn1.ann. Qucst'ultin1o dato si avvicina a quello riferibilc ai giovani 1nò.litnri, pcrchè dc. sunto daU'osservazjone· di studenti tra i 12 cd i 19 anni sottoposti ald uno sforzo fisico. La presenza di ~rumori di soffio, in .3S~cnza .di lesione valvolarc cardiaca, era nota anche a Laennec, che, 'Del 1819, per la prima v-olta, li segnalò chiamandoli rumori di soffietto per la 5orrùgJianza di essi con il r.umore prodotto dal sof.fìetto per ravvivare il fuoco e li riferì, dopo vari controlli 'anatomici, ad uno spasmo d'egli orilici cardiac~ tnegando loro qualsiasi significato patologico. Il termine di ru·more di ooffìo fu, intrndotto da Andral. Successiva1nente Potain considerò tutti i rumori anor~anici extraca11diaci e d~ origine cardio-polmonare, ,determinati cioè dalla, retrazione sistolica del cuore e dalla aspirazione rapida nel lembo polmonare precar.diaco dell'aria esterna durante la inspirazionc e dell'aria residua nell'atto della espirazione. Si pensò anclhc ad una rom pressione del lembo polmonare durante la diastole ed alla espulsione dell'aria, in esso contenuta, nei casi in cul le si .. stoli fossero anonnaln1ente brevi e tali da costituire la condizione favorevole per. la jnterposizione d'i una lamina del polmone fra il cuore e Ja parete to-raclCa. Potain chiamò tali rumori cc soffi ld!a consultazione )>, perchè la emozione della visita realizzerebbe le circostanze determinanti il suddetto n1~eccanisrno, provocando una respira~ione ~enta e profonda e neHo stesso tempo un tretis.rno cardiaco. 1


381 Se è verosimile la or1g1ne cardiopolmonare di alcuni ru,mori sistolici, specialmente di quelli eh~ han~o, il massimo di intensità al limite t 1a la piccola e l~ grande area '~ ottus1ta del cuore e non in corrispondenz:.l della zona c~rd1aca c~ntrale drrettamen~e a contatto della parete toracica; che scompaiono. apphcando l? stet~cop1o sulle coste, tenendo il paziente coricato sul fianc~ srmstro; ch.e Sl modtficano 1durante la espirazione ,a g,lottide chiusa per l aumento untforme della pressione nel contenuto aereo polmonare 0 per l'arresto . della :espirazione nell.'inspirium o nel massimo della espirazione, è pure 1ndubb1o tht. .per n1oltt altri soffi inoraanici bisoo-na invocare . b b diversi n1oment1 patogenebct. Lo studio idelle distonie neuro-vegetative e n1iocardiche, sprcialmente per OJJCra della Scuola italiana, creando un nuovo orientamento clinico rba dato luogo (l)d altre interpretazioni. ' Si ~ J>ensato alla evenienza frequente di una alterazione di tonicità del fascj 0 tnu!icolarc che chiude il ferro di cavallo dell'ostia fibroso mitralico o dci Jnuscoli papillari o dclln rnuscobtura propria ,dell'atrio che serra l'ostia alb fine della ~ ll~l contrazione (fibre longituJinali c circolari del Paladino) 0 dci p1lastri Jn uscolari .Jcl vcntricolo che serrano l'osti o all ,inizio della l or n si~tolc. I fattori determinanti poosono essere vari: tossi-infettivi, armonici, discrasici, biocthimici, nervosi c psichici con punto di attacco diretto sulla lìbra muscolare cardiaca od indiretto per il tramite della sua innervazionc. Da dò la ragione della frequenza dei soffi sistolici anorganici negli stati febbrili, nella convalescenza, nell'anemia, ncll't'd rcnlia e nelle cachessie in. genere, nelle .discndocrinic, negli stati~ di cretistno cardbc 0 e nelle vago e simpatico-estesic, anche di grado 'lieve c nell'assenz<ll di altre note 'd istrettuaLi di vagotonia e di simpaticotonia. A djsrurbi circoscritti della tonicità cardiaca provocati da cause tossiche od infettive o psidh.iche, agenti per il tramite .dei nervi del cuore, sono stati riferiti da Pende i soffi che compaiono ne! corso di n1alattie febbrili o anemizzanti. Anche Ceconi ha pensato ad alterazioni cit.coscrittc della tonicità miocardica puramente funzionali, dovute ad influenze ;perturbatrici agenti direttamente sulla fibra n1.uscolaf'c cardiaca e sulla sua innervaflionc e rnanifestantisi, però, nei due sensi opposti della ipotonìa e della ipertonia. E' sorto così il concetto clinico di una insufficienza n1itralica~ zionale transitoria, che, secondo Pende, sarebbe soltanto clinostatica nei soggetti con cuore a tona labile e deficiente, corne sono gli individui v~gotonici ad abito ortotico cd astenico. In essi s.i avrebbe nella posizione orizzont<1lc un esagerato tono espansorio o diastolico e nella posizione eretta una retrazione tonogena esagerata, che spiegherebbe ]e modificazioni· del soffio con i cambiatmen ti 'dì posizione del soggetto. . Pertanto, ltJ imperfetta chiusura degli ~rifici .atriO--vcn~ricolnri. può ven..ficarsi, oltre che per lesione valvolare o ~ruoca11d1ca·~ p:r, l al:crazJone. funZionale d.ol giuoco normale di due npparat1 muscolnn, c1oe de1 n1uscoli pa-

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382 pili ari c dei cercini m us~olar i ~·::d voi ari. I 1:wscoli p::1 pi: l::t ri ~)~sono all ~ ~~ garsi eccessivan1ente per 1poton1a ~au~~u11do .11 rov~c1~1ncnto \ crs~ la GtVtta atriale dei veli valvolari e Taccorctarsr per 1pcrton1a unpcdendo 1l norn1a\c collabire di essi. La in1portaQza dci cercini n1us~olari v_alvolari s~rebbe anche maggiore, in quanto essi, in condizion1 di cutontsn1o, r1d_ucono 'd1 _un .ter_zo e perfi~o della rn età il lume decrli ostii, favorendo la ch1usura de1 p1zz1 va:lvolart. Alla chiusura dcll'ostjo ~1.itralic 0 concorrerebbero la contrazione dei pilastri muscolari del yentricolo sinistro cd jl rnovin1ento di torsione di esso (Geraudel). Il russo Sa\vitzki, però, ha sostenuto con dati sperir11entali che solamente un aumento del tono nliocardico, localizzato ai rnuscoli papillari ed in rapporto a squilibri della innervazione neuro-vegetativa, è responsabile della genesi deUa insufficienza n1itralica funzionale. A convalida della sua ipotesi, egli ha riportato il risultato delle osservazioni di Tregubovv e Nisheradzc, i quali con la iniezione endovenosa d~ una soluzione di adr,enalina avevano provocato una accentuazione ~ del soffio funzionale, .che invece scompariva rapidamente dopo la iniezione endovenosa di una soluzione di atropina. Santucci, condannando }:,esclusivismo dell'autore russo, ha ammesso un ,d uplice meccanismo, possibile in soggetti con perturbatnenti non univoci dell'equilibrio· neuro-Yeget:!tivo e consistente in un aumento del tono dei muscoli papillari, subordinato ad uno squilibrio del1'innervazione vegetativa con ptcponderanza. del 'Simpatico ed 1n una variazione cspansoria attiva del tono degli stessi · muscoli, connessa con una prevalenza del vago. Comunque sia, certo è .cJhe la risultante di tale alterata funzione dell'ostia mitralico è il rigurgito tdi sangue dal ventricolo all'orecchietta sinistra durante la sistole ventricolare con conseguente produzione di vortici e dell'equivJlente soffio sistollco mitral1co f-unz1 on;::de, chiamato da Zuclzer << rumore atonjco >> . L e\"·Vjs, però, pensa che non vi si:1no « sinto1ni che possono essere attribwti utilmente al rigurgito 1nitralico )). << Se il criterio anatomico 1egli dice - è valido per giudicare della esistenza in vita di rigurgito mitralico, in nessun C3SO esso 'doveva esservi più che io. ·qlJei casi di stenosi nei quali l'orifizio si trova così rigido c ispec;sito che manifestamente non doveva essere capJcc nè di aprirsi ulteriormente, nè tanto meno di chiudersi. In 'Vita qt1esti casi dovrebbero presentare i segni del rigurgito. In reJltà un terzo di essi non presenta nessun soffio sistolico )' . Il ragionamento del Lewis non convince. L'eminente cardjologo inglese, convinto che i malati di stenosi mjtralicJ dovrebbero presentare in vita i serrni del ri!!turrito non si chiede la ra~ b b ' gione 'del perclhe un terzo di essi rnon presenti il soffio sistolico, partendo dal pres·upposto che esso non sia il sintomo utile. E' logico pensare, invece, che in quel terzo di casi di stenosi, che pos. . siamo considerare serrate, cioè tali .da pern1èttere l'entrata nel ventricolo si . .


383 nistro dj scarsissim.a quantità di sangue, la mancanza del soffio sistoprcc1samcntc lico sja ,dovuta . , . al fatto che la massa del sangue ch e attraversa l'astio r1sn:ett~ .non e sufficH~nte q.uantitativamcntc alla produzione di vortici, capac~ d! ?are un rumore cb soffio, pur esistendo la ragione anatomica del r1gurg1to stesso. Lo stesso V~aquez ~ importanza all~clemcnto quantltativo del sangue, affcrman!~O che « la P.e~s1st.e~za del foro d1 Botallo che non dà passaggio che wd una ~1ccol~ quantt~ d1 ~alngue, non è accompagnata da rumori di soffio)); c< l asten1a del m1ocard1o fa sovente scomparire o attenuare nei cardiaci i rumori patologici precedentemente rilevati ». Pertanto, mi sembra non esatta la ·denominazione di stenosi mitralica serrata non rigurgitante (tight non regurgitant mitral stenosis) adottata da Held: Goldbloom e Lieberson. Ancl1e Routier ed Elkajm sostengono che il riflusso attraverso la Yalvola tnitralica non darebbe abitualmente soffio. Essi .fanno un parallelo tra la insufficienza tricuspidale e la insufficienza mitralictl. I segni obbiettivi del riflusso valvolare, essi dicono, seno per la prima il polso giugulare e la pu1sazione epatica, espressione del grave risentimento eni"oclinamico provocato a monte della valvola insufficiente, sono per Ja seconda i segni funzionali polmonari. Innanzi tutto, tali segni obbiettivi sono la conseguenza ultima della insufficienza valvolare, cioè la espressione della rottura del compenso emodinamico, il quale, soltanto, ne è il primo e vero segno obbiettivo. Compenso esercitato :dalla ipertensione venos~ attiva nel sistema delle vene cave per l'osti o tricuspidale e nel sistema delle vene polmonari per l'osti o 1nitralico (Condorelli). La mancanza di segni funzionali polrnonari in un gran numero di rnitralici, anc1he di stenosi, non st3 a significare la assenza del rigurgito. ma ~a esistenza di un compenso emodinamico sufficìente nell'atrio sinistro e specialmente uelle vene polmonari, le cui pareti, secondo le ricerche istologicbe di· Chiovenda, possono notevolmente ispessirsi per fenomeni ipertrofico-ipcrpbstici delle fibroce1lule muscolari c< espressione 'd i esaltata attività funzionale avente il fine di un: cuore venosa polmonare >). Tali condizioni anatomo-funzionali e eli equilibrio emodinainico, diverse nelle due sezioni venose, rendono pure inamrnissibilc il parallelo fatto da Routier ed Elkaim tra la insufficienza mitralica e la insufficienza tricuspidale. Le mie affermazioni concordano con gli stu:di di Brnmlik, i~ quale ha constatato che le stenosi n1 itraliche accotnpagnate da soffio sistolico presentano un quadro più grave di quelle chet lf1C sono prive, in quanto il rigurgito. ~al­ volare aun1enterebbc il lavoro del <c cuore venoso polmonare )) c ne faCiliterebbe 1o ·sco1n penso.


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A parte le suddette considerazioni, il .rj~gito ~j~~lico e con esso la insufficienza valvolare mitralica sono stati d1mostrat1 x:hrettamene con la registrazione del polso ~~triale per ~ia es?fagea co~ la. tec?i.ca del Taquini. Durante la lSistole Il sangue rigurgitante nell atr1o sm1stro provoca la distensione atriale, che si traduce in una oscillazione positiva rapida ed acunlinata, protosistolica, clhe mancn nei casi ~ncerti .di insuffi~ienza .mitralica orcranica, il eu~ soffio sistolico sia catalogaJb1le tra 1 soffi acc1dentah, funziOnali, chiamati da Evans irrilcvan ti (Puddu c Sibili a). TaJe sturdio crrafico di recente valorizzato, nel mentre non esclude la b ' esistenza della insufficienza mitralica funzionale, che ha una solida base dottrjnarja e la docun1entazione clinica! nei casi di soffi sistolici mitrnlici inorganici aventi lo ~tesso timbro, la intcnsit~t c la irradiazione di quelli organici ed accon1pagnantisi a fremito cd a rjnforzo del 2° tono polnlOII~tn• (Scherf), d1mostra chiaran1cntc che guasi sempre il soffio cardiaco r;iBtolico inorganico non è detenninato dalla1 insufficienza funzionale dcll'o.stio rnitra .. lico, cioè dal rigurgito sistolico atriale. Quindi non è il rigurgito 'di Hanguc: che abitualmente non dà il soffìo, ma è il sof1ìo s1stolico, anorganico clhc nbitualmente non è dato dal rigurgito. Solo in tal senso tnodi{ìcali sono arnrnissibi]j i concetti di Lewis, di Rout1cr cd Elkain1. Ed allora? Q'ual 'è la sode 'dei vortici dcll'bnda sanguigna capncc di dare origine a rurnori cardiaci di soffio sistolici inorganici? A parer 1nio sono speciahncntc .i vortici .intravcntricolari dhc danno origine a Lluei soffi sistolici sopraapicali, paraapicali, cndoapicali, di intensità debole, di timbro molto \dolce, che non coprono mai il pri1no tono, che sono meglio udibili in posizione clinostatica, clhe scompaiono nell'inspirium, che sono variabili in rapporto con la frequenza delle contrazioni cardiache, con il riposo e l'attività del soggetto e con ~e oscillazioni giornaliere del neunr tono, che n on sj diffondono, ma « nascono e muoiono 'dove si sentono ». Influenze perturbatrici di natura varia, tossica, infettiva, armonica e neuro-ps·ichic:::t, ~gcndo direttamente sulla fibra n1uscolare cardiaca o sulla sua innervazione, determinano alterazioni del tono miocardico, che, senza compromettere1a funzione :d'e gli apparati mtu'scolari valvolari dell'astio mitraEco, possono provocare variazioni volumetrichc e di tensione delle diverse concan1erazioni intravcntricolari, sì da calusare vortici dell'onlda sanguigna capaci di dctcrn1inarc quei rumori di soffio, chiamati, a peconda dei casi, anemici, febbrili, discrasici, funzionali, 1d.inamici, fisiologici, accidentali, transitori, nervosi, di consultazione, ecc. Teissier, basandosi su di una ipotetica ipereccitabilità delle fibre corte del fascio di Hiss, le quali presiedono .ai muscoli papillari, mentre le fibre lunghe trasmettono l'impulso partito dal seno ai pilastri de1la parete ven.. tricolarc, amn1ettc la !possibilità nella intcrsistolc di una contrazione spasmod ica dci n1uscoli papillari (1nuscoli tcnsori delle valvole).


385 Questa, che è fisiologicamente anticipata rispetto aUa contraz· al b 1 . . . li . bb "' . . rone 0 o a e de1 ventr~co ~ ~ mto Rarer~, ~otre \_; sptegare 1l reperto in alcune insufficienze mi~ali.che fu~zionali .cli r.umori mesosistolici, transitori, che finiscono

con un p1golio musicale, dovuto, verosimilmente alla distensione e vib , _ zione ,delle corde tendinee e delle valvole, vibra~ioni che si ago-iuno-on:aa 0 5 quelle della « ve~ a ~uid~ vi~r~ntc >> . N e11e. mal~t.tle 1~f~tt1ve, lV~ ~on1prc~o il reumatismo poliarticol'are ac uto, i fattor1 tossJ-Inicttlvi, per aztone diretta sul miocard io 0 con meccanisn10 neuro-n1i ogeno, possono dctermjnarc una <.lìstonia rniocard.Ka con la .risultante di soffi sistolici inorganici. Pcrtan to, non tutti i soffi rnitralici sistolicì, che si rcpertano nel corso c ncl1a convalescenza deJle suddette affezioni, sono espressione di insufficicnz:l v.tlvolare n1itralica. E' probabile che i soffi sistolici ritenuti or g~ nici, pur avendo i caratteri c 1nuologiri dci sofli funzionali, siano riferibili :11la suddetta genes1 intraVC'lltrirnl, ,n: ,. non ~ t a nu dovuti ~l lesione v:-tlvolarc. E' ev 1Jc n le, però, che non è possi bile sctverare i soffi sistolici da di:;tCI11i a 'i t lll pJ jcc, f unzionalc Ja (}llclli caus~ti da distonia con d:tnno miocard1oJ, :P/l' lll'c' la f1 tc:ssa ori gine tossi-jnfcttiv.l. Solo l:1 osscrvJzione prolungata pc:r lll C'<t i poi rit perrn ctterc, i n ta }j casi, la 'd i lì'crcnziazione sicura tra cardi opati ~, f un ziCJnalc cd orga nica. (~oln e in altri campi della medicina, anche in questo non è dato tii stabjlirc confini netti tra la sindrome [llllziona1c e quella organica., sia dal lato della patogencsi che da quell o clinico. Tale fatto, oltre n spiegare la cred uta guarigione di casi di ca11diopatic supposte organiche, acquisite nell'infanzia, giustifica le riserve poste da autori n1oderni in tema di classificazione di cardiopatie con le diagnosi di cardiopatia « possibile >> e di cardiopati a << potenziale )\. (Criteria for thc classification and diagnosis of Ht:arth Disease, Ne\v York Tubercolosis and Hca'l th Ass. Nc\v York, 1937). N ei suddetti casi il soffio sistolico. rur csscnrdo a patogenesi intraventricolare, funzi onale, è da considerare patologico, anche se esso da solo non sia patognomonico del danno miocardico, che trova la sun gcnuinn espressione nella sofferenza .del miocardio evidenziabile con la indagine cljnica c con quella clettrocardiografica. . Gli .stcss~ mcn1enti patogenetici determinanti una dis.toni~ delle fibre nHocardichc possono, agendo sui vasi <.lcl paduncolo vascolarc, causare una spiccata capacità vibratoria delle pareti con ipolonia di esse ed un albrg.tmento del lt!me od tmo spasmo vasalc con form azione di v?rti.ci c dcll'cqu~­ v~lcnte soffi o sistolico ,in corrispondenza del '2° o 3o spaz1; mte~so~tal e Slrustro, della parte al ta del manubrio dell o sterno e nel ,2 spaz1o Intcrcostale destro. . . Con1c n on è infrequente rilevare un mutevole .reperto percussorio .dt;i luntti dell'aia cardiaca nei suddetti casi ed, in partJcobr modo, nel dtstl•1

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r·oi<lismo per variazioni funzionali e trans~torie del .tono 1~iocardico (D'Igna_ zio e Martini), così è possibile constatare 1n successive e ~1petute osservarzioni una mutevole ampiezza dell'area di proiezione del. fasc1~ vascoiare, espre!ìsione .dea-li stessi fenomeni di distoni3 vasale, che si marufesta, a volte, nell'ortodJa~ramn1a con una accentuazione dell'arco medio sinistro per la dilatazione del cono deli 'arteria, polmonare, posta aJ sua volta jn relazione con lo spasn1o arteriolare polmonare c la conseguente i:pertensione arteriosa distrettuale. Si è sempre detto che è l'acceleramento 'della velocità della corrente sanguigna a determinare od a rinforzare un rwnorc sistolico inorganico udi_ bile sui focolai della base. Lo stesso Waquez ha ritenuto di poter spiegare con il fatto op,posto della, diminucz,ione della velocità 1di corrente sangui gnn la scomparsa e la facile modificazione dci rurnori car'cliaci accidentali sottu l'azione d'ella compress1onc dei bulbi oculari. Ma tale interpretazione .della~ genesi dei rumori sistolici anorganici, riferita alla genera 1i t~ dci casi, d<'V(! essere stata consilderata, troppo se m pl1cista, se vari a1utori itb 11 'osservaz in ne di molteplici casi sono stati jndotti a diversi concetti patogcnclici. In vero, Lnn .. bry ha pensato a·d un rilasciamento dci fasci nTuscolari din1ostrali cb A. Cesaris-Demel sulla .parte iniziale del tronco aortico c ritenuti necessari · per conservare il callbrro normale della sezione vas~1lc corrispon'dcnlc. B~\r.. lacco ·h':1 spiegato la genesi del rutnore sistolico su\ focolaio 1clcll:1 po1monat·e con l'inginocchiamento del vaso nella sua origine, condizione che si può avverare - egli dice - ogni qual volt1 il d'iafr:1n11na è spinto in alto dcterminando un can1biamento di rapporti del1'31rterja poln1onare con la parete toracica, s.pede quando questa si retragga per una din1inuzione di tono dei muscoli respiratori . Anche Haenisch e Querner sono stati concordi nell'idea che tali rumori acc1dentali sull'arteria polmonare possono essere determinati ,da una diretta apposizione dell'a·rteria stessa .al torace o per le ragiorù suddette o per app1pttimento della parete toracica con ridu~ione del diarnetro anter~posteriore. Introzzi, invece, li ha riferiti ad una atonia del cercine n1ttscolare che sostiene la valvola polmonare. Ortner, inoltr'e, ha ,messo in rilievo che un run1ore accidentale sistolico sul 2') spazio intercostale sinistro, può essere rafforzato al punto 'd a assumere i ·caratteri di un rumore da stenosi per la presenza di una ìnfìltra.f,Ìone tubercolare del lobo supe~ riore sinistro. Lo stesso può verificarsi per altre lesioni extracardiadhe, quali un ispessimento pleurico o ingrandimento ~di ghiandole medjastiniche che comprin1ano o spostino l'arteria. In occasione delle v-isjte di arruolamento alle armi, è ,frequente consta~ tare sui focolai della base di alcuni giovani, ~Specialmente della JJOlmonare: soffi sisto}jc1 :accom.pagnati da fremito felino e di intensità ·dd asprezza talt da far pensare subito ai rumori da stenosi organica. La coesistenza di un crctis1no cardiaco e di un8 obbiettività generale rivelante uno stat: r;motivo cd una esaltazione ~del tono neuro-vcgetativo in altrj distrcttl


vascolari, a volte. co~ pallore ·del volto e polso .eli ampiezza minore, contrat n te con 'l 'itto for~e e scuotente, a volte con .subcianosi del .volto e delle ~:ni e tachipnea, induce 1'osservatore ad orientarsi verso tma forma funzionale. Questa, .invero, è confermata ~dalla tr~ansitorietà di tutti i sintomi generali e cardiovascolari, .c he, se non scompaiono, si attenuano notevolmente a distanza di ore o d~ qualche giorno. Anche in tali cas1 la genesi del rumore di soffio sistolico anorganico non può essere interpretata con il solito concetto semplicistico dell'acceler'::tmento deJla corrente sanguigna, che, dopo tutto, è un fenomeno conseguenziale degli stes~i n1?mcnti pa:ogen~i~i del. soffi_o s~stolico. ~, 'da pensare, invece, cU1c si vert.fich1no spasm1 vasah 1n van terr1tor1 .vascolar1: nella, cute del volto con conseguente pallore; nelle arteriole polmonari con ipertensione arterios~ locale, subcianosi e ta·clùpneJJ; ncll'artcri·a poln1onare con relativa stenosi sopr:wsti.llc f unzionnle, transitoria, c conseguente soffio sistolico intenso cd aspro. Se questa insorga per ~z i one diretta nervosa, o j)CI" una scarica improvvisa di 0nnon1 si rnp:1ticomjn1ctici o per l'azione sincrgica dell'adrenalina e della tinJX In ~t jn un organisn1o discndocrinico, non è il caso d'i occuparsi, anche pcrch(· in clinica la gatnn1a dci «funzionali>) è infinita. l)a tj uanto sopra è stato esposto, si possono trarre le seguenti proposizjoni conclusive:

rn - i soffi sjstolici inorganici ,possono essere extra cardiaci, cardiaci cd ;trtcriosi. P er quanto ,rigu~trda ]a patogcncsi IStrcttnmcntc cardi~ca, sono più frequenti le cause vcntr~colari che quelle valvobd, contrarian1cnte a quanto si osserva nella malattia mitralica, in cui la origine intraventricolare del soffio può essere ammessa solo in limitati casi, quanqo la vnlvulopatia non abbi n ancora compromesso la chiusura rdell 'osti o, m n sussista un evidente danno rniocardico; 2° - i ~offi sistolici cardiaci ed nrtcr i osi anorgnnici sono qu~si sen1pre legati ad una labilità costituzionale o contingente del tono del miocardio e delle pareti artericse, la quale è di grado variabile e da considerarsi in rapporto con le evenruali coesistenti note morbose funzionali od organiche di d~stonia neurovegetativa o di disquilibrio neuro-ormooico o di ipqplasia card1o-vascol:ue; 3° - l' ::tnalisi dei momenti patogenetici .dei soffi sistolici inorganici dim~stra ~he non esistono confini netti. tra la genesi dei predetti soffi e quella de1 soffi di natura organica. ..

I concetti patogenetici illustrati non costitu1scono una teoric;1 astratta, sol.tant? speculativa, perchè si riflettono sulla semciologia e sul significato dei soffi ~1s~olicì •chiarendone alcuni punti, inquadr~ndone le difficoltà, Essnndonc 1 hmiti utili per lJ diagnostica.


Secondo la tradizione scolastica i rumori sistolici anorgan1c1 sono inco. stanti, transitori, variabili; cccupano solo una parte della sist~le (per lo più n1~sosistolici e 'telesistolici); ihanno timbro molto dol~e, m~s1ca~e; sono di in ~ensi tà d ebol e, superficiali; non si trastnettono fuor1 ·dell amba.to cardiaco secondo le linee di propagazione dei soffi organici; !sono molto variabili in rapporto con la freg.u~nza ~'eli~ contra~ion.i .c~rdiache, con i movimenti respiratori, con ]a posizJone, 1l rtposo e l att1v1ta del soggetto. Difatti, si attenuano o sco111;paiono nel rallentamento delle pulsazioni cardiache, con ,la manovra di Valsalva, nella inspirazione, nella stazione eret. ta, nel riposo, nelle ore pomeridiane c in quelle serotine seguendo in tal modo le oscillazioni giornaliere del neurotono. La inalazione ·del nitrjt0 d'amilc li rinforza, mentre attenua o lascia immutati i soflì. organic!. L'analisi del prin1o tono ed jl raffronto Id~ esso con il soffio (orni:;coJIO pure dati di.Herenziali interessanti. Il rutnorc accidentale pitt che ~o.,tituin:, accompagna od al plÙ copre j] prllno tono, il qu:1lc è sen1pr<: netto c, :1 volte, scoccante nelle distonie miocardjchc Jncntrc può, se 11rcsc·ntc <'S:1<'l'(' ' . ' n('llc indebolito nella insufficienza m.itralica organic:1. Lo stesso lo no, i noi tre, forme funzionali, n1an tnano che ci si allontani d nl facola io d i :tscol t-azione del ru1nore, si attenua poco cd è :1ncora netto ·taddove il soff1o tace~ invcc<·, nelle fanne organiche si rileva attenuazione progrcssiv:t del tono c del soffi0 e più n1~.rcata per il pri1no che per 11 secon1do. La prova dello sforzo, infine, influenz:1 positivan1ente più il soffio che il tono nelìa insuf{ìcicnza rnitralica organica, più jl tono cbc jl soffio nelle distonie n1iocardiclhc per un~ eccitazione del simpatico. · In guanto alla sede, i rumori cardiaci sistolici anorganici sono per lo più apicali, par::1apicali, endoapicali, cioè al disopra, all'esterno o all'interno ·della punta ed a focolai tnurltipli. Non sono accompagnati da fremito felino, da auJncnto di volume delle varie sezioni d'el cuore, da accentuazione del 2° tono sullr~ polmonare, 1 da disturbi funzionali Cdispnea da sforzo, cianosi). Orbene, la ricerca di alcuni dei suddetti caratteri differenziali per es:ludere una cardiopatia organica costitu1se.e spesso un artifizio di semeiot1ca. Weil ha voluto d~are importanza alla scomparsa dei soffi sistolici anorganici durante la compre5'Sione oculare. 'Ma tale fenomeno non è costante e non può avere un significato diagnostico sicuro. lovero, la stessa 1interpr,etazione di esso è controversa. "{1aquez lo mette in rJ!Pporto con il rallentamento delle pulsazioni; Sawitzkj lo riferisce alle variazioni dell'equilibrio neuro-vegeta.. tivo, potendo esso verificadsi talvolta senza variazioni del cronotropisn1o; infine, Danielopolu e Minerbi din1ostrano !durante la 1nanovra di DagniniAschner modjficazioni sia della proprietà cronotropa, sia delle proprietà ino.tropa e tonotropa del miocardio. Lewinc h::1 ritenuto di poter differenziare 1 soffi sistolici in b:1sc nllil intensità 1cli essi adottando un metodo quantitativo ~he, non potendo avere un ~tern1inc obbiettivo di tonfronto, rientra sen1pre nel campo della valul:l''


.. ne subbiettiva comune agli altri caratteri. Egll, d\stlnO'uendo sci rrradi :llD . 1· } d . b b ella intensJ. ta' d.1 un soffi o ststo 1co, 131 ·ero uto d t essere nel vero affermando ~enz'altro che i soffi si·s:olici d~l 3° al 6o grado sono espressione di malatti::t orrranica di cuore. Consrderata 1n senso assoluto, tale affermazione è. errata, jo uquanto il controllo ?ut~ptic? h~ dimostrato normali molti cuori presentanti in vita intenso soffio s1stohco, prqpagantesi all 'ascellìa sinistra ed al dorso ed acccmpagnato da fremito felino. lovero, la propagazione di un scffi o è anche in funzione della intensità ld:i esso, allo stesso 111odo del fremito felino, che si produce solo quando la .intensità e ]a frequen za delle vibrazioni icletern1ina te d :-ti vortici della corrente del sangue sono sufficienti a dare la sensazione palpabile ldel rtun orc. S\n1iln1cnte, il prin1o tono può essere coperto a~chc dal ~?f_fi? anorgan.ico, qualora q~csto si.a partic~la:mente intenso c coinctda con l JotZlO della ststolc. Solo net grad1 cstrcn11, 10 un senso o n c ll '~tltru, il n1 <.: todo qunnlitativo .può aver valore. J l ~ofli o ~cns idd c lto c] rcolarc, pcrchè si ascolta tu t lo attorno al torace, upp urc: ulo', js toiJco, pcrsisten te cioè per tu lt.l )a durata della sistole sostituendo il pntnn tono, o quello percepito intenso con l'on~cc hio a nudo, !fJUÒ, ccrtanH'nlc, cs~c re considerato scnz'altro patologico. linportanti, a tal .fine, sono anc!Jt la Jll CUit;tnza, ·la JJll1tCVO}ezza del reperto asco\tatorio ed, all'opposto, b concotn itanza dj altri segni cl.i tnalaltia cardiaca. Mc Kcc c Manhein1cr v :u1t~n o la in1 porlanza della registrazione grafica :1i lìni ck1)a diagnosi ùifiercnzialc. Sono d'accor'do con Sodeman nel ritenere che gli stctugr,tmml hann o una superiorità sull'or ecc hio un1ano solo guancia essi registrino, in aggiunta al soffio sistolico, Un rutnore di'as tolico non udibile. Certo è che vi sono soffi sistol ici anorga nici che possono presentare i caratteri 1di quelli organici e la 'differenziazione può C!)SC rc resa 'daf.fici]c dalla presenza di un fremito felino, ùa atu11cnti della sezione ventricolare sinistra per ipertrofia idiopatica o da lavoro, cornc nei braccianti c negli sportivi, dalla forma globosa del cuore aumenl::tto •di volun1e .in toto per una iperdinst?lia attiva, come si osserva nei soggetti giovani con note 'dti adenoi·dismo e dt ipotiroidismo. Anche l'accentuazione ·del sccon'do tono nel focobio dell'ostia polmonare, reale per aumento della energia contrattile del ventricolo destro o apparente, perdhè l'arteria è più aderente alla parete toracica ? scoperta dal polmone, può au ment:trc i ·dubbi . Nt1l prin1o caso, lPcrò, alla 1pcrcincsi ventricol:Jre destr:t corrisponde un aun1ento delb validità cli contrazione del ventri colo sinistro netta111cnte evidenziabile; nel secondo ca..o l'accenhlazione suole scon1parirc ~d opo diverse profonde inspirazjoni. All'opposto, vi sono soffi sistolici organici che presentano i cuattcri dei soffi accidentali e non si acco1npagnano a rnodificazioni apprezzabili 'di vo· hu~l~e 1dclle v~rie sezioni del cuore, dnto che le ipertro.fie iniz i:-t1i sfuggono all'csan1c sen1 ciologico più accurate, anche se si ricorra Jll'ortodiagr.unma, 1


per la diffico1tà pure di stabilire dove cessi la gamma delle yariazioni normali ed incominci la malattia. Essi sono quelli delle carditi reumatidhe in c~i .la distonia dell~ ~bre nùc,cardiche è legata al ·d~nno cardiaco, senza che Cl 5Ja una compromJSsione dell'~pparato valvolare. . Concludendo : non esiste alcun segno che, valutato ISolatamente, permetta di distinguere con sicurezza i soffi sistolici organici da quelli inorganici. Però, dalla valutazione 'di'insieme, complessiva dei caratteri 1di ciascun soffio si possono trarre elementi per la diagno~i differenziale, i quali sarann8 vagliati con gli .altri dati forniti dall "anamnesi, dall'c~ame clinico generale c daUe informazioni cirta l'attività lavorativa e sportiva svolta dal soggetto. Nei casi dubbi valgano le prove d~ lavoro, gli esami clcttrocardiografici, utili in quanto spesso possono documentare Ja componente n1iocardica clt\J processo reumatico e, ·a 'Volte, ins.ieme con gli altri dati, anche la pr·ova di velocità di se d i mentazionc 'elicHe c1nazi c ca11)ncc di ~tcc c t•larte l' :~lli vitn della jn fezione reun1a tic a. COJne è errato l'assolutisn1o dci Jncdici che danno valore di segni p:ttognomonici ad ·alcuni caratteri dci so[fi, è parin1cnli errala b ccces~iva svn~ lutazionc di segni dalla cui coesistenza arn1onica. c tblla cni sintesi si po~. sono trarre elementi diagnostici preziosi. Dcvona considcr:trsi Jnollo rari ndla fC:ttica i soggetti in cui si assomn1ino tutte le cause di errore, senza possibilità .di repere di altri dati sin anamnestici, sia lcc ali, sia gcncrn li, si'a d i laboratorio: rhe valgano ad indirizzare giust~unentc il rl1agnostico. '

l .

*** La colorita s1militudine di Hilton Fagge, che nel r877 paragonava la qu es6one dei soffi cardiaci <( a•dl un deserto arido in cui non si può tracciare alcun sentiero )ì rispecchia, 1per il passato, la tendenza dei medici a considerare patologicj tutti 1 soffi sistolici per non incorrere nell'errore di ritenere norn1alc un cuore Inalato. Da questo estren1isn1o si passò durante la prima guerra mon daale a quello opposto di non dare alcun particolare significato patologico ai soffi cardiaò sistolici nella convjn2,1ione che l'errore di diagnosticare una n1alattja cardiaca organica jn un soggetto con cuore no.rmale fosse più grande di gudlo di ritenere s~no 'Un cuore con lesione mini1na senza segni di soffe~ renza miccardica. E fu una gara in tutto il Inondo peii smantellare e demolire tutto re~ dificio scLneio1ogico e clinico dei soffi cardiaci sisto1ici, per quanto da più parti si tentasse di riedific:.1rlo dando la ocriusta unportanza ldiacrnostica aH'au .. b rn.ento di volume 1del cuore, al ritmo anonnale e frequente, al ~dato anan1nc~ sttco ·della pregressa infezione ncumatica, pnima poco considera ti per il va.. lorc a!ìsoluto eh cui. godeva il reperto ·ascoltatorio. 1


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Il cuore giovanile sano è strettamente sensibile agli stimoli; in rela-

ione alla delicatezza ~del suo meccanismo si possono osservare delQe variazioni nel volun1e, nelle !Proporzioni, nel ritmo e fin nei toni de] cuore. zin 0 ani caso in cui si noti un allontanamento da que1 prototipo dhe venne o . fin qui scioccamente ntenuto ta_l c, d i cuore sano, ci conviene 'in'dagare se esso non sin dopo tutto una manifestazione puramente fisiologica in un cuore sano >>. cc Se si esaminano numerosi individui d'cntran1bi ~ sessi fra i 20 e j .., 0 anni si troverà fnl! loro una larga percentuale di cuori che presentano run1ori. L 'affern1azionc quindi che 'Un cuore sano deve presentare i toni perfettamente netti non è basata sull'osservazione ~1ccurata n. (( Un leggero ispessin1ento degli orli delle valvole può alterare i toni !i<'llZa Jnodifìcarc l'efficienza del cuore; cosicchè dci soffi sono occorrenze cornuni in soggetti di .n1cc1i:l età che conducono una vita faticosa pur senza : rlfrirc di akt lll ~t fonn~~ tdi insuflìcicnza cardiact )) . 1 " l )c-gli 1JJd i vi d ui pcrfcttan1cn te san i vengono oggi esclusi dall'esercito rJ 111 n:trHI.tti, pcrdhè venne rilevato un run1ore sul loro cuore. Alla conclu·.ifJJH' clt c il c11orc ~ sano io giungo ~1nnndo la •sua efficienza, giudicata alla 'dr< gua dC'Ib ~.u:t capacil~ 'd.i rispondere allo sforzo, resta intattru >) . ()u e:ì lc id ea del Mackcnzic, con tinuatorc del pensiero clinico di Grahan1 Stcd, cl1<.: nv)lti anni prin1a aveva aHcnnato che << nessuno è n1ai n1orto di JtgurgitCl tnitraltcc; o , furono ri:ts.s untc dall'cn1incntc cardiologo in un n1cn1oranJum, a richiesta del Dipartin1cn lo di guerra ·di Londra c servirono di guida ai medici inglesi nella scelta delle n:rlutc. Scientifico fu d prcccdin1 cnto nH.:ntalc di Mackcnzic ed ispirato da osservazioni squisitamente cliniche. L'inscgnan1cnto e l'indirizzo che ne derivarono furono profondamente rischiaralori ·d·cll'oscuril~l che incon1b'eva sulla valutazione clinica e medico-legale dci soffi sistolici inorganici cd ebbero la forza di fugare le perplessità, le esitazioni cd i dubbi ·di osser:vatori ancfhe v.alenti. Cosicchè, soggetti già dichiarati invalidi da medici insigni, pP.rchè nconosciuti portatori di un soffio sistolico, furono giu'dicati i!Jonci lisicamente al servizio militare. Ma il superentusiasmo per le nuove idee creò il clogn1a, e l'applicazione ~rt~dossa di esso, aliena dali 'analisi di qualsiasi incognita e varietà clinica, h_ I 1n pratica causa 'di molteplici errori, fino al punto che Le\vis finì col d1:r. che la diagnosi di malattia n1itrJlica può essere posta solo con il riconoSClll1ento della stcnosi. c~· Il soffio sistolico ha solo valore di avviso c deve . ~P 1 ngcrc ad esaminare attcntan1entc il cuore )) . Così si andò oltre le stesse Intenzioni di Nfackcnzic che voleva minimizzare non annulbre "il valore del soffio sistolico. ' . c~ Se è provata una diminuita efficienza del viscere c vi sono certi altri Sintomi quali l'~llln1Cnto c.Jj \' Olttn1C, Un ritmo anorn1aJe C accelerato, il noStro g1u'dlì zio deve basarsi tanto su ~questi altri sinton1i quanto sui r:t1n1ori H .

dci


Ho già esposto nel ~1~voro sulla <t \Talutazionc n1cd ico~Jcgalc delle tar.

diopatie organiche mitralichc in tctn po di guerra )\ r:lbb.hcato nel, fnsc. 2° (marzo-aprile 1 g46) di questo Giornale, _le ~rgon1en~nz1on1 c.o~tro l assolutismo della dittatura del miocardio. 1\gg1ungo ora, 1n opposiZione alla corrente dì pensiero di ~f~ckenzie, che d~fi~iva. i_ soffi sis~o~ici inorganici se111_ pre perfettan1entc fisiologici che i s~fh ststolic1 patolo~1c1 ·~on so~o soltanto quelli, espressione di lesione an~1tonnca del cuore e tle1 vas1, bens1 anche alcuni soffi « funzionnl] >'. Inf..1tti, è da tenere presente che, in alcuni casi, i portatori di soffi sistolici anorganici soffrono di clispnea d3 sforzo, di cardiopalmo, di senso idi COstrizione ._o di n1orsa retrosternale, accompagnato a volte a parestesie di tipo anginoso e rifcribili ~11 deficiente apporto ,dJi sangue nelle coronarie ed al rel:1ti\'o squilibrio funzionale. Altre Yolte, nelle condizioni or1dinarie di vit~ e di laYoro. alcuni soggetti, presentanti ipoplasia cardjoyascolare e relativi soffi sistolici, non accusano disturbi subbiettivi di sofferenza carldiaca, pcrchè le condizioni circolatorie sono abituali ed il sistema neurovegetativo ed i centri regoJatori della pressione sono adattati ad un livello più basso di funzìonamentov Sottoposti, invece, :td uno sforzo .fisico intenso, compaiono in essi dispnea o iperpnea e tachicardi3 notevole. ·T ali fenomeni sono riferiti ad insufficienza miocardica o a nevrosi cardiaca. La patogenesi di essi, però, è teomplessa. Lo sforzo fisico, come 1'eccitamento psichico, porta alla tachicarclia, ma questa, non accompagnata dall'aumento d'ella gettata sistolica per deficienza della dilatazione attiva compensatoria ·delle fibre miocarldichc e per il rigurgito di sangue nell'atrio sinistro, non riesce a far fronte agli aumentati bisogni della periferia, donde una anossiemia relativa, aggravata dalla jncompleta arterializzaz.ione del sangue, conseguenza della congestione polmonare. Le alterazioni della emodinamica in tali soggetti possono essere più notevoli di quelle che si veriEcano nei mitralici organici, perdhè m~ncano la esaltazione com pensa tori a dell'attività funziona] e :venulare del cosidetto cc cuore venosa polmonare n dei mitralici organici e gli adattamenti tonogeni del ventricolo destro. L'i~erlavoro da sforzo o emozionale di questo, eli cui è espressione la tachicardia, aumev1:a la massa di \Sangue spinta nei polmoni, donde la congestione polmonare che, in alcuni casi, per l'intervento di .f~t; tori neuro-endocrin~ e vasomotori con subitaneo aumento -de1Ja permeabiht~ dei capillari polmonari (Luisada) e forse per la contemporanea azione d1 ~dtri meccanismi riflessi, può determinare, a parer mio, un edema polmcr nare acuto. La concezione della iperattivjtà 'd'el ventricolo destro, quale causa dell' edeni1 polrnonare acuto nei mitralici organici, fu sostenuta principalmente da Wenckebach, Schellong, Thums, Mc Ginn, White c ribadita ultiman1eote con ~uove argomentazioni 'da iPuddu. Penso, però, che essa non possa ~e­ nerahzzarsi a tutti i mitralici, ma. debba consi'd'erarsi praticamente possibtlc


393 lo quando coesista una distonia d el miocardio, che, per la sua relativa ri,. . . 1· • ' idHà tonica, <. 1vcnta 1ncapacc 'ul una atttvita compensatoria cioè di adattgare ·tttivamcntc j} lume.: delle sue cavità alle turbc dtlla em'cxlinamica . Le mie considerazioni sono confermate dalla rarità nei rnitralici organici deJl'edema polmonarc acuto, ohc in alcune statistiche supera di poco

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Concludendo, è mio p arere che .in una classi fi cazione moderna dei soffi s.istolici sja necessario distinguere i soffi anorganici che si riscontrano presso ali indiv.i·d ui normali da quelli che si osservano nei soggetti ammalati e che debbono essere considerati patologici, accanto ai sofii sistolici dei vizi valvolari acquisiti, dei difetti cardiaci congeniti, delle miocarditi in senso lato, delle dilatazioni ventricolari consecutive ad altcrazic ni anatomiche dell'aort:a 0 :dell'arteria polmonare, andhe i soffi sistolici anorganici che compaiono nel corso di ma]attie generali (infezioni, ipertensione, anemia, tireotcssicosi, ccc.), quelli che si repcrtano nelle ipoplasic cardiovascolari e quelli, in genere, che non sono differenziabili semeioticamente per i loro caratteri dai soffi sis tolici orrranici siano essi espressione di insufficienza mitralica funzionale o di valo ' vulite reumatica ignorata. La importanza patologica dei sof.fi sistolici anorgJnici, però, deve :;ssere gra·duata in relazione alla malattia generale ed alle na te m orbose di distonia neuro-vegetativa, di disquilibrio n euro-ormonico e ài ipoplasia cardiovascolare, che sono alla base dell~ patogenesi d ei suddetti soffi sistolici inorganici, i quali, pertanto, ,·d ebbono rientrare, insieme con gli eventuali disturbi cardiovasali, nella valutazione del quadro generale, in cui essi sono inseriti. Anche in questo campo ·delia m ed icina, contro ii chiuso dei d ogmi c degli schema tismi, orientamenti ed indirizzi diversi si sono succeduti sott'J l'impulso delle osservazioni cliniche, specialmente della scuola i talian a, ci~ dello studio analitico e sintetico dei reali fatti morbosi in n atura, il quale spesso da solo sa raggiungere Ja verità. . . RIAssuNTo. - L'A. tratta b patogenesi dei soffi sistolici inorganici c:u&:!ci ed arte:rost sostenen do-, .in base a concetti persomli, che la massin1a p=tne cli quelli c:!.rdi~ci non e data cb! rigurgito di sangue nell'atrio, ma ha una origine imravenrrko bre, cioè: si produce dai vortici dell'onda sanguigna determinati cla11c variaz ioni di vo:ume c eli ten.slonc ~eli~ co nca.m e raz.ion i ventr.icobri per alterazioni dd tono miocarclico. Yedficatesi sotto l aztone di influe nze eli natura varia: tossica, infctliva, armonica 1.! neuro cnJocrina . t'\ .nalizza, quindi, i vari caratteri dei soffi sisto!ici inorgan:ci, conc: uùenclo che non es.is~c alcun segno ch e, valutato isolata mente, permetta ùi distinguere con sicurezz:~ i soffi ststo~ i ci inorga nici ùa quelli organici. Solo dalla ,·alut:.zione J 'insierne. çomplcsciva d~ caratteri ili. ciascun soffio si possono trarre ele m enti per la diagnosi diffrrenziJle, i quah devono essere vagliati ins ieme con gli altri dati forn il i dall'ana:nnesi, dall'esame clinico ge.nc..-rale e dalle inforn1azion1 circa l'attività bvorativa f' sporti\·a. s\·oh:~ d.tl soggetto . In oppos iz iont alla corrente d.il pens;cro di l\fackc nz ie, che detìni\'41 i soffi ~hto~ci . lflorgant ci se m pre perfettamente fisiologici, ~o1:.titnc che anche ..1lcuni soffi « funzionali H


394 possono avere un' significato patologico, ammettendo ~he. p~r certi carcliac! « ~nrz1onali J) le alterazioni della emodinamica possono essere magg10n di quelle che SJ verificano nei mitralici organici e capaci di determinare anche un c~ e~~ polmo~are. ~cuto. . . Conclude che debbono essere considerati patologtCl 1 soffi ststobcr anorgan1c1 che compaiono nel corso di1malattie generali, quel1i eh~ s~ .repert~n~ nelle Lpoplas~e cardio-va. scolari e quelli, 1n genere, che non sonot differenzJabJh semeJotlcamente per 1 loro caratteri dai soffi sistolici organici. . . . . . 1 Però, la importanza patologica dci so.ffi s.1stol c1 alllorgam~t ~eve. e~sere ~raduata in relaz·i one a!Ie note morbose che sono nlla base della patogcnest eh essJ, l. quah, pertanto, vanno valutati non isolatamente, ma nel quadro generale in cui sono inseriti.

BIBLIOGRAFIA. Per cs1gen ze di spazio, In Bibliografia è riportat~1 ~ol tanto nc:gli <;!1tl':ltti.

l MEDICI DI LISSA. Ecco una bella, doverosa commemorazione dei Colleghi caduti a Li.ssa: a 8o anni di distanza dal.ln sfortunata battaglia, e mentre i tutori delia pace minacciano di privarci di tutte le nostre bdle navi, il ten. colonnello medico prof. 1Pezzi negli << Arunali di Medicin~ Navale e Coloniale», n. I, 1946, ricorda con chiara, comn1ossa semplicità l'eroico sacrificio deglti ufficiali n1edici di marina che s'imn1olarono nella infausta giornata. Dei 38 ufficiali periti ben 6 erano medici e, fra essi, Luigi Verde, medico ispettore capo dell'epoca, che aveva sollecitato dal Nlin:istero « l'onore di imbarcare per poter dare più da vkin? la propria opera di medico >). Se i nomi di L. Verde, O . SantorO', C. Cobucci, A. Pattinati, F. Garzil1i, C. Gloag non sono troppo conosciuti e noflJ harmo ricordi monumentali coillr: Faà di Bruno, Cappellini, Pacoret di Saint Bon ed altri Eroi delh battaglia di Lissa, Essi non so no per questo meno degni del nostro ricordo e dell'ammirata riconoscenza della Nazione. Vittitnel silenziose di un duplice dovere, rimangono a testimoniare il valore - anche se sfortunato· - della stirpe, e suonano monito aO'li immemori, esempiol ai' colleghi delle Sa ni tà 1v1ilitari. b


OSPEDALE MILITARE PRINCIPALE DI FIRENZE

Direttore: Ten. col. mcd. dott. Eoo.,noo CARVAGLto CLINICA NEUROPSICHIATRICA DELL 'UNIVERSITA' DI FIRENZE

Direttore: Prof. ~l\ nw Z ,\Lt.\

SINDROME PARKINSONIANA POST-TRAUMATICA T en. col. tncd . dott. /\~TON INo Ace \IU:H , c:1po del n;p.tno ncuropilichimricu c gU ~\!>si stcntc.: univcrstrario miJjtare

Le considerazioni che seguono riguardano un caso clinico capitato alla 1nia osservazione nel n1nggio 1943 c che fu allora oggetto di illustrazione agli 11 fl 1l iidi tncdici dcU'Osped~1le tnilitarc di Firenze, illustrazione a cui mi Indu:li.J('J'n la re la ti vu orj gin nlità del caso stesso c la sua i tn portanza nei riflessi dd problcrna Jllt dico-kgalc della causazionc etiologica. 1.,' r•·;nrd ÌfJ 1etna li co rich i cdc alcune precisa zie ni di carattere tassonomico, alle :Hl cvit:11·~ rcpulsc dottrinarie o intransigenzc polen1iche che, basate sulla IHJorw fcd c di prcsupposti ideologici o cl 'i ntcrprctazioni deduttive più che su i11di ~c ut i bili dati empirici, possono valere nel catnpo astratto dclln scienza pura, 111:1 no11 in (JU <.: lJo della rca)Là clinica c elci suoi addentellati medico-sociali. L 'ardore J clJa ricerca, trasportato nelle categorie del conoscere, irrigidendo in un comodo notninalistno i rcsul tati dell 'osservazione, fissa gli schetni obbligati, i punti di riferimento del discorrere: c così, mentre da un lato sj creano i presupposti per l'ordine logico, daJl ,altro si chiude la via ad ognt ulteriore interpretazione pcrchè, ac.I un certo punto, si confondono i linguaggi e si cristallizza il pensiero nelle irreali forme dcll 'essere, invece ~di attivizzarlo nella molteplicità delle cose, di quell e cose rcaln1cntc esistenti io quanto si presentano come tali ai sensi ed alla disamina dell'intelletto. Ecco perdhè a me piace seguire 1:-t corrente di coloro che, nella prateif~rme e fluida casistica della patologia, prcferjscono parI are di sindromi anz1chè di forme nosogrnficamente definite, quando difettino la concordanza e l'annoni a dei tre aspetti fondamentali d i ogni 1na lattia classicamente nota e ~elìmitata: l'etiologico, il 1dcscrittivo e l'anaton1o~patologico; e quando tale di uno di quei fattori, ITI:l piutdeficienza sia da attribuire non all'ianoranzn b • t~to a quel senso di individuale orientnn1ento che si preferisce pcrchè soci~hsfn di più ai fini esc-lusivamente pratici o dclJa terapia o di qualsiasi altro lntendinlento propedeutico. . Sindrome p:.1rkinsoniana, dunque, e non mabt6a di Parkinson o parl(insc~nlsmo o, peggio, sindron1e parkinson-similc o parkinsonoide; sindrome parklnsoniana che proprio come con1plesso di sintomi, in cu i 1don1ina la conlponc.nte acinctico-ipertonica, si nppalcsa sia nel clnssico n1orbo descritto dal rncdtco inglese Jan1cs Parkinson nel 1817, sia negli esiti della tn alattin di vort


Economo sia nel fenomenismo cxtra-piramidale consecutivo alle più svariate cause, qdali la sifilide, 1'tlrteriosclerosj, l 'a vv~l~natnento croni.co .d~ ~anga­ nese o da soHuro di carbcnio, i traumi craruct ed anche penfenc1, 1 gravi shock en1otivi; tutti momenti etiologjci che, con inopinati meccanismi patogenetici, giocano il loro ruolo aggravante o ~av?rente o determinante nella in::,orgenza di forme che, pure o non pure, si r~vc~ano sopr~ttutto rnn una predominante compromissione de~ sist~I~a r:no:ono l?~olontan? che presiede al tono, agli auton1atismi statici dJnam1c1 mtmtco-fas1c1, nondhe ad altre funzioni dell'asse vegctativo della vita orgaruca ed anche a certe Inanifestazioni dell'attività psichica più legate ai substra6 dell'jstinto e delle reazioni affettive. La detta compromissione si manifesta di più, con1e ho sopra ricordato, nella componente acinetico-ipertonica quando si tratta idi quella sindrotne che dal Parkinson deriva la proprja denominazione, gualunquc pns!ln t·''serne la causa nota o suppo3la, sindron1e che raggruppn forrne cl inichc altrimenti differenziantisi solo per sfum~ture :1pparcnti c nc1Jc quali twppllt'<' il reperto nutops.ico riesce a porre una distinzione non soll~tnto fra lnt'o, lwn:,Ì anche, per esempio, frn il cervello di un p:1rkinsonisn1o cncc.falitico c quclk, di un epilettico essenziale, con1e rninuziose ricerche di istopatologin ccn.:brale hanno portato Cardona a concludere in un~1 sua con1unicazione nl XXII Congresso della Socjetà italiana di psichintria, tenulos1 nel 1040 in Firenze. Un tal modo di argon1entare, non nuovo certan1entc nella sistcn1attc~ 1 neuropsichiatrica, pern1ctte di estendere b portata ed i riferin1cnti dci v~tri fattori caus~di, ed in t~l guisa non riesce piìt enign1atico l'attribuire, che pur fu ammesso fin nel r887 dallo Charcot, ad un trauma l'azione dcternl]nantc della sindron1e parkjnsonian::t e non della malatti::t 1di Parkinson qual'era jntesa in quel ten1po, quando non erano ancora conosciuti nè rencefalite le~ targica nè tanto rncno i} park1nsonismo encefalitico. E ciò riesce tanto pitl verosimile ed acquisibile, quando si esarnini la numerosa letteratura sull'argomento dei rapporti fra trauma e 1norbo di Parkinson, rapporti che, prima del 1917, dalla comunicazione che fece von Economo alla Società di neurologia di Vienna sulla encefalite epidemica, vengono supposti in quella univoca maniera; mentre dopo il 1917 tali rapporti vengono estesi anche all'encefalite, complicando la questione con interferenze così poco chiare fra 1 punti dj riferimento antichi e recenti dei varj autori che difficilmente, al' . l'atto pratico, ci si riesce a ~districare dall'influsso delle opposte opinion1 dhe, per colpa del già lamentato norninalismo, si agguerriscono e si con~ trastano proprio sul terreno che è propizio più a loro medesi1ne che ai fatt1 da \SSe discussi. Già tale disaccordo di idee si nota anche al riguardo dei criteri per a1:1.. mettere un rapporto di causalità fra trauma e n1alattia di Parkinson proprw111cnte detta, o del Parkinson senile per rnerrlio intendersi; ·dopo il citato Ch:1rcot, una cinquantina di casi furono racc~l ti nel r8g6 dal Walz, cd in


397 secondo l'autore, era da attribuirsi al trauma una parte essenziale nell . 11 ' l'insorgere della ma attla, a a stregua pero della presenza di alcune condizioni che egli riteneva ~d_ispen~abili Re~ .giusti.fic~re ta~e am,n1ission~, ~ali la comparsa precoce de1 S1ntom1, o l tnlZlO de.t d1sturb1 nell arto pnrmuvan1ente colpito, quando si trattava di traumi periferici; viceversa, l'Alessandrini, in uno studio del 1912, dall'esame di 132 casi nega l' influenza detertninante del trauma e gli ~sscgna solo un valore aggravante della mal attia, che si deve ritenere sempre ad esso prcesistcnte. E l'esperienza bellica del 191 4-1918 sembrò suffragare quest'ultima supposizione, dato che, fra i nu111erosissimi ed anche gravi cranio-traumatjzzati di quel periodo, si ebbe un:1 esiguità impressionante ~i tnorbi di Parkinson, come attestano vari autori, fr.1 cui Souqu cs, LhermJttc, Catola. La q ucstione dci r;1pporti fra t r~n1n1a e sindrome parkinsoniana si complir:1 dnpn dhe viene accertato con1e questa possa n1anifestarsi al seguito di un p r oe( S') O in fctti vo, cioè. l'encefali te cpiden1ica, dato che in tali casi il tranlll.t, c· ,q j ~dlud e qui alla sua 1 oc~di zzazion c cranida, può esser m esso in diHcu•;•ìione :tja coJnc fattore aggravante della n1alattia prccsistente (2° gruppo ,li Navil lc L !Jc Morsicr), sia carne dctcrn1inante Ji condi zioni anaton1iche 0 d i ~~t i ui l i br i vason1otori ccrcbrn li tali da pcrn1ctterc l' attccchirnen to del \'i rus già presente n d l' orgn nistno (Si n1on ini), sia can1c produttore di lesioni unorragichc:, ri te: n u l<., rcsponsabi l i d ella sin tornatologia, in quelle forrr1 azion1 nLrvo,c cv c più facdn1cntc si era prin1a localizza to il suh-strato !Sto-patologico dcll'tnccfa)jtc (caso n. 5 della pubblicazione di Di111Ìtrì c Cia, citata nella bibbogndìa), sia come c.lcmcnto che slatcntizza o Inette in evidenza o riattiva forme latenti o tardive o tardivjssimc di pregresse enceL1liti, o che adàirittura coincide per puro caso con esse . quando non si può nè dimostrare nè escludere la preesistenza della sindrome (Vizioli). Nessuna chiarifica~ione h a dunque in complesso portata ai predetti r ap.. porti la nuova distinzione del parkinsonisn1o encefalitico, che dalla tnaggior p~ute degli autori si vuol m an tenere fra Juc forme morbose aventi in con1unc basi anatomidhe e caratteristiche semeiologichc. La denominazione di sindrome par kinsoniana, senza pregiudicare nessun aspetto dell' argon1ento in esame, permetterebbe invece di aderire senza riserve ~dia opinione di coloro che, dopo lo Charcot, hanno an1mcsso una relazione di causalità (Besançon, Crouzon, Nevillc e De ~tforsier, ed altri) o 'dj occnsionalità (Bing, Strunlpcll, Sey ffarth) fra l'evento traumatico e rinsorgenza della sintomatologia park insoniana. Fern1andoci per ora a quei casi in cui trattasi di traun1n c;anico, mi pare che~ da parte dci suoi partigiani, la valorizzazione dell'importanza del t:auma stesso sia stata esaurientemente trattata, alla stregua di alcune baSilari condizioni e considerazioni. Ed anzitutto, prin1a di ragionare sull 'anlmissionc o tncno del traun1a si deve escludere ogni altra causa, fr~1 qu elle già cnun1cratc, dal dctermini~mo della sindrorne parkinsoni~tna in discussic.

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ne; se una di tali cause, infettiva o non infettiva, esiste, è pacifico che si debba concedere al traun1a un ruolo secondario, comunque lo si voglia intendere nei confronti di un parkinsonjsmo già latente o assai esiguo (Roussv~ Sch~:eflcr, '"fincl). Una volta accertata, poi, 1'assenza di qualsiasi precedente dd genere, non si dovrebbe togliere il trauma dal novcro dci fattori parkinson-oenctici senza però tsagcrazioni gcncralizzatrici, cui il dubbio lcgittin1o ucll~ intcrf~renzc shuck-cmoti ve c lo sccttici «Jmo per l'c~iguita dci parki 1_ sonisrni post-trauma tic i J d pcriCJdo beli i co I~ I 4- I 9 I H p0ngc,no una g1 ustiftcn ta lin1i tnzionc (Crosn it:r) cd un riserbo cri tic n nccc!lrtario. I l quale pcrèJ polr~ ritenersi app.t g:ttu rH .l l' an11n< t h. re l' :ur tnnfJJil i:! rn r r. bosa di una sjnd rome p~trkj nsollJ:I na l r~tu rn:tl ica <J ua ncio 'ì iantJ soddi cJrtll t • .d cune altre jndispcnsa hill csigcJI'lC; tr:tttllla t.tltn< Jtlc violc·nto d.t pn ln 11 le lesioni cnccJalichc car:tltc.:rif;lichc, tlrl cC'rl() tetlljH, di l:ll cnz.t 111'. lf OI•I'I 1,1, ve nè troppo lungo fr.t <'%0 c· l,in~orgcn z; t dt'i pt irni :.c·gni 11\ndll ~t, lll ,lfall( SlaZtOnC: d ej ct:ì il1l0 J1lÌ ;t C:I{{'J),I H Tlcl jl<'l'icHI() llli('J\',tll.tJ'( ' 11 ,1 llll.ltt lll 4 'lfl ~. y c la Jn:tbttia intcr~tllH'ntr concl~ttn:tl.t (Cnntzott <' 1\c ··.ltl~\Ht)~ t·'" 1~'' tl l t lh vengono tncgli u prcc j!ìdtc d.tl Chkhilnisky tH't sri punti ~q~ tH~ I tll : rnanc mz:t di qu:d ~I Ì.t si episodio di pl'cgr( •,•,,t c' th' t l.dtlt ~ , __ prcscnz.t dtl lt'= tutna rutt o ~ <'tl l .t cnl\lll\ P nHH' , ('tTht.llc; ·--- intert orrt'l1 1.. t di llll p('ritHiu di H tu t\\t '\\ lt ,t il tt . t\tlll.l c• l'. q•l'·'t JH dci dislu rh i; · · C\'()htl.iunc cd .tggr.t\':tnH·nto ptPgtt~'it\' \' ddl.t ~ int unl.ll t~ l ngh t: - asscnj',t di turhc nH· nt:di~ - un:t LTt' l .t prcdi!-i pP~\ititntc indi\'idu.tle. Mi p;11·c di rìlicvn l'.llntnrlttrc tak ultìn1a L"l~IH1i z 1onc. a cui d~ itnpt1rtanza :tnch t il C.tllig.tns. per spicg.trt' l'indubhi.l r.trit~. sull.t llu.tk tutli :-;nn d '.Kcordu, det r. t pportt fr. t t r.tLII na e pa rk in.st:'njsrno ~ condizione c hc, d 'altr.t p.trte, tng liLn:hlw \'.tlnrc .tgli ~t rgutn rn ti cd alle st.1tistichc degli .lY\'l'rsari dcll.t causnlitù dd l\ \ ' t nto l' \ l\ l) i ntcs~t s t:l ,gcncnc.tnlentc, si.t spccifìcatnnlcntc nl·l senso dc.:lla itnpn!-~sihilit~t tecn ica ·del tr.llun ~ ttico prodursi di lesioni lin1itntc nlk strutture nervose t \.ti :1-pir.Hnid.di che a tutte le altre sono così intÌ111arncnll cun1n1Ìsle ( Vi1.ioli). T.tlc. prcdisposÌi' HHH. è, senza dubbio, 11nn ipotesi di lavoro, che può riuscire :1 ne hc ctm1uc 1.1, 111.1 che tu t t. n·i.1, ad una cq ua intelligenza dci fatti, non è tJnto nH·nn f:t\'t'rC' vnlc LJUanto invece l.· sfavorevole la critica del citato ul tin1n .t utfJJL' , l.t cui .11fc1 n1azionc 11 il tratuna cranio-enccfnlico non lha posto, da solo, f et gli ~•gcn ti t tiopatogcncttci della sinuron1c pnrkinsoniana pura n, ~c pllrt: n1itigat.1 d.t quel ,. da 5olo >l non esce ncppur essa ùnl novcro delle co .c pmt c per co~ t rutr\'i :>opr .t un r .lgionatncn to, se, p er din1ostrarla vcr:1. egli é co.~ LrLtto a ri cGrrlrt a sollili distinzioni c.tsistiche JÙ esautorare le os.. ~en'·Jzir;n 1 ciinichc :1 vcn ti att incnz.t LO n l' infortunistic~~ o la risoluzione di tlue~ itt nl t. d1co-lq~:Jli, ad intrcxl.urrc nella non1cncl..tU1ra le t< si ndron1i p;u·kin· ..,,}fl',1nìllt " per Aiu'l tifÌ L.lrc LlllC''\Ì ctc;i in cuJ il tr.tttnla cr.tnico detr rn1ina rc.l1


399 . ni morbose cxtra-piranùdali che si 1nischiano aJ altre lesioni a tipo cL.13_ .d } . 11 . amentt piran11 a e, a ricorrere a a supposizione Ji xncccanistni nator.rcncslc.. . l.) d . d r ..;:~ ti ci vascolari {spasnu vas a 1 pro ottJ. al traun1a, l..tdJove (~ l' encef~J i te non è sicur~unente in ~oco >',!~ ~er spiegnrc con1e essi m eccanismi, e non sctnmai il tr::n1rn:1 che h detcrnuna, possano << far risentire i loro cffclli su quelle strutnuc che. per esser gin L1 sedr di un processo degenerativo difftu;o, sane p.u-ticol.n~Jcn te sus~ettib~l~ r l abili >'. ,Qni i ntcrcssa sol tanto. l' a.nm1issione della ~Hll.tdettl pred1spostZlonc, che puo c.scrc non solo costltUZlonnlc, n1a .1nchc ~lcqu i'iit4l ,\ xnoti\'o di qudL1 suscettibilità c labilit~t che anclhc il \l izioli ZlO

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non rrasr u ra rr . Cic'l p~.lShJ, riferist:o dettHg l int.uncn te sul ra$<' cl in i t.: o c h c ho aV1J t o 0 cca-

~;F ,ne dr <':-t.~ r. n \ \ rr .

Bu•, ~ :C u,., d,a•. c lt)t7· 1 1 • !•,H f A • n 1t ~n \ • (tt·r r·•11 diu l', HÌ•t , 1\l ' tdrl·, \' Ì\' t ' lllt' e s.111.1, due [J'atdlì sani. Non 1 .~nw~ 1 r l ', r.tL it ~ o t.u r· w l11 np~.i \11f1.l t h lu. 1 1~ Il i ,r, •.1 tf : I IH IIH 't 1·hht• I,Ht c Il H h c' l l , t t in N n11 til..'onl.t mah1Ltic ucll 'infnn· .r 1 ~il t t t di 7 tH t 1 1 ··~ '\t n l t\ .dl;1 \ Ì<tt ,1 di 1111 • .II W l' d.t :l·llora fH t~c:ntò dis.laUa. Compì r. f,,.. ,,~ ,.,.n,'~~~~ I~[L t tft ' ,, n wr\ t.lf'Ì. ,\ l ') ._1 1ll l i Ili Jffc ttn d.l. tifu , llU I, Ile guar1 .)enza h , :. r. t.>'tf,tll t!,~ •d Ujl!'H '-' •IU ,l i Ìto t ' p Ìl h ÌN) H 'gnl.trÌ , 1 l . )' l ' \~ ( "e· i~~ di lr·•,. j ~ 11 vilt dit arn tdtH it'('ll, l· LI tl ... ~l·g nuto .dla Scuoi.J di artidrn ! dt t l~ H 1f;. J tH Jt.j pt' ,t iv r q~nl.llt• '·i 1,·it ìu jll ' r 11 nr t•c,i. lrr 1,Lgllito fu a•,\,cgnato ~d , n ~·, rrr ! '1. H i 'D 8 ·~t,,, ,. d r~i"' rr~~ lll< '•, r t li H' t vi1.in lu l o~t o d t \lll.t. l'unnu febbrile rlu,.~et'' n 1t, dr r.· ti t. i[ rit •. fl' ' ' tti f11 li c•IJ vt•r .ti P p :'l .~1 ) gior11i :tl i'Ch Jwd.dt• civil e Ji f ,.·r~~·rtr» ' r" i. ' r l• l Ho tr Ì tv n/,1 ,1 J·in 11 / 1 ' 1 l'( l' ,dl l Ì .n; g Ullll olPOhpt.thtlc 1ni~ br !H" do \ fu.rr ,,tr:. 10 r~~-r t le H' d.alll,l c•h (lt t iH il (tll 1'tÌ\.l l11( lll t ' Jl iOIIIl Htl di l"fltl\' , d C·v·nJ,& ,: , .m!f~, , d .. -· t' ·~ t.:UHtfJ1t ~ ~IH W II I ' ' J', ll.ll tl o, t.1111 o d.1 Jl!ll t ~r. d t H ' il M·rvj:r1o. Nel W'mt.w, F1.p fu h ~t:H• J ff. ··.JLmi ol .r g,'~ ll lJI t ll 11 r: quh: i , !lllh Ìto dopo l'al'rÌVD, presentÒ tW l'[li •.t;• !fpJ r.c:H~rH : q l J tw hlH I dtH tJ, I ~ H H I ,. d df ~· u tj ~~ ' 1 1'/ a l:lt;.c iart pc).!J tl\HlÌ. Dur,Ht:c: r.• nl,. ·~t.a, !?·' :~-':i .li ~v~u .1.rd •!)« pn··.t ''LI' o .dt 1111 s il tlOIIHJ p. lrlit'(>lare, tran ne 1 Lri', idi che ! r~r.t i•:tl ro n! Un ' •' l'':llti lhJ no lto tt JtHh .;. Nou t:hbc disturbi dd 1

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con\'inro cldL1 \'erididd ~.ld rJt'conto'. ~ Int:tnto, ~wche ta pret.sir., tente d 1\ b li..t ~i .1~.Lrnn·:tHI 1 f!U inohrc il p:t7ic nte 1 ~.t• ~. ~ r.l cosrr.e tto atl una lu np:~l m ~m.:i~l , ..1\'\ r rr!r.t dtftìcoh:t ..dia deJ.rnhu i;J 7Ìo ne pt'r un rtrtt) un pn.cc to ~gli ani inferiori. In " guhu ~ omr,t n·t· ,llld u ~ciidorrt'.l ed una tt•ndcn?J ,1llc tn.J ocl? ntt gc~ner..tl i ~l.•tte. 1\: t•l gt• tu uto 19-P ' t•raH.: in lln:nz.t, t: dicLro 'i ullt d tnzioni Jci fa milbd, pt euu:up.ni


per il suo lStato già palesemente morboso, si fece visitare d~ un? spccial'ist~, che gli consigUò di chieder visita non appena tornuto al Corpo. Egh cos~ fe~e, ed mfatti nel gennaio 1942 fu Jkoverato all'O. C. 52 e da ~ui inv~a:o all'O. M . dt Tn~ste, ove fu giu. clicato idoneo a tutti i servizi. Ma i disturbt descnttj non_ eran~ per nl~nte .scomparsi, egli fu di nuovo trasferito allO. NL eli Tneste, dow: tant ,,e ' ,ero che nel settembre I9"'2 ., h' · · gli furono concessi r8o giorru di licenza di convalesccnzélt pere e nconosovto affetto dr « sindrome erniparkinsoruana destra >) . . • Giunto all'O. lvf. di Firenze nel n1agg-Jo 1943, allo sc:1dere della suddetta hcenza, il paziente viene ricoverato in osscrvaz.i one al reparto neurologico. , Esame subiettivo: accusa princip:~lrnente tremore mn.rcato a tutta I·a meta destra del corpo, tremore che s1 aggrava con al.tcrna vicenda. j,n rappo_rt~ alla_ temperatura est~rnn, dato che Jlclia stagione fredda pegg1ora, mentre u1vece mdgbora 1n estate. Il paztente si lamenta anche di una certa di flicoltà nei m o vi menti e nel1at deambulazione; di disturbi della vista e dell'equHibrio momentanei e molto rari (ognJ 20~30 giorni); di crampi a seguito di st::tnchezza motoria (specie alla gamba destra); di dolorabilità alla mnnu ed avambraccio destri, se compie molto lavoro. Esame obbiettivo: individuo di robusta costituzione orwwka, in huo11c roncli'lioni generali Jj nutrizione e di ~anguilicazione. Facies aminuca. Nulla di patologico si dl~.;va all'esame dt.:i vari organi Ìllter·ui. Sistema nervoso: riflessi tendinci ed os teo ~ pedo~tei lievemente vivaci, prt.:S!!ll'l:t bilaterale dci riflessi sopra-rotulei del Negro; non Stcmbo. A D. :lCCt'lliH} a.\' t•lono dt!l piede e 1ievìssin1o aumento del r. achilleo. Non Babinsld, n~ altri riflessi patologici dn lesione piramidale. RHle~si cumnci regolari, mucos~i assai torpidi, spccit~ il fal'ingc:o d w è quasi i1nprovocabHe. Pupille Jsocorichc, ben reagcntì nlla luce cd alla accomoda'liouc. Qualche sco!-:sa nistagmiforme ndla vi~ione laterale. Tono mu~:colarc leggermente oumen. tato. A D. ed anche a S., n1a a~l.i. menu marcatamcntc in qul'st'ultimo lato, ~i nota la presenza Jel segno della ruota dentata ùcl Negro. Tale segno è anche preson1tc alla flcs· sione della testa sul collo. Negli a.rti di D., e .prevalentcn1ente in quello 'iupcriore, si nota la presenza d~ un tremore staùco' ed incostante; tale tren1ore si attenthl, pur persistendo, nei movimenui. intenzionali; esso, i.noltre, esercita un notevole influsso suLla scrittura. (Questa, però, dopo 2 ore dall'iniezione sottocutanea di n1gr. 1 di genoscopolamina « Gieu » appare pressochè normale, perchè il farmaco attenua talmente il tremore, da renderlo quasi trascurabi'le a così breve d IStanza dalla sua introJuzione. - Vedansi tracciati riportati). Anche a S. cSJjstc tremore, ma lievissin1o. Non si rilevano clisturbi dell'equilibrio. A carico della n1otilità si nota una certa bradicinesia, prevalente a D . A'll'esame della forza muscolare degl~ arti superiori il dj namometro segna kg. 29 a D., kg. so a S.. Nella marcia l'arto superiore D. appare imJnohi,le, nè presenta le sincinesie fis,~o logic~e. La loqueb è intercisa, bradilalica. Non si rilevano fatti eli, atassia e distnetrJa. Non .riflessi eLi postura·. Ali 'esame della scnsihil:t~ : i perestesia dolorifica a, S.; iperpalle· stesia a D .. L'esan1e elettrico non dà segni di speciale valore sen1eiologiro. Al sistema neurovegetativo si nota accentuazione dci R. O. C .. Inoltre, Jieve iperidroSI~ alla palma della mano D. e modica scialorrea. Psiche: percezione lievemente rit~rdata; ideaz.ione regolare nel contenuto ma lenta ~d decorso~ critica e giudizjo conservati; aff~ttivit?t apparentctnente torpida per l'amimi~ lieve della facies, ma ji1J realtà regolare; emottvità scarsa ; memoria conservata; volonta alquanto liaca:L; critic~ e giudizio integri . Ej·ami di laboratorio: orine normali; sangue: G. R. 4.6oo.ooo, G . B. sooo, 1-Ib. 87, G. 0,9~, formula: neutrofili 62 ~{1, eosinofili 2%, basofili 1%, linfociti 29%, mono~ c~ll 6%.; llquor: aspe~ t o trasparente, coi ore acqua ùi rocda, peso, spcd fico t o Io, rea~ z1onc IJevemente alcahna, albumina col Sicard 0,20 °/ 110 , Noooe Appclt lievissima opaJu·

V.·.


401

Pandy lieve opalescenza, glucosio (Haines) o,3o; esame citologico 1 _2 dementi f l · l batteno · log1co · l!legativo; reazione di \Vas:J esame moro ogtco norma c, esame per mm. ' . . eli l l' . sangue c ne tquor; esame oftalmico normale·, esame ral n negattva n6l Slero serrnar . . . d Il . . 1nterruztone e a teca crantca , . . . della regtone occipitale sulla sudi agra fico del craruo: fide jnterna; l esterna Invece presenta un tspesstmento della teca cranica ed irrcp~~arid. Seno &~tale_ D. ~on visibilt: .. ~I prcc~ett~ esami di iaborntorio sono stati pra~cati nei vari gab1nett1 ddl Ospedale n1thtnrc dt Ftrcnzc). sce.niZa,

~VUA-IJ- tLt ·~'il ~~ a. ~ <t ->-~ , ..

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'1?-r[;.JUG Il ~ <-<-e/t:r Ji.v.liYfl ,

7 maggio 1943. -

Scrittura spvnmnea.

8 maggio 1943. - Scrittura dopo 2 ore dall'inic:zione di mgr. 1 di genoscopolamina H Gieu. ».

Riassumendo, si tratta di un individuo giovane e robusto, che senza aver mai presentato segni sospetti di encefalite, in seguito ad un violento tr~uma cranico ed a distanza di 5 mesi da quest'ultimo, incomincia a soffnre di disturbi classici del sistema extra-piramidalc che, senza dilungarci troppo in discussioni diarnostiche differenziali, possim1o agevolmente inquadrare in una sindrom~ parkinsoniana a prevalente sintomatalogia emilaterale destra, consecutiva almeno cronologicamente al trauma cranico pre~ cedenten1ente sofferto. . La diagnosi di emiparkinson destro post-traumatico comporta però un giudizio che non vuoi essere solo costatazione di contemporaneità, che è. ben 3

-

Gwrnalc di medidtlll militare.


402

tnanifcsta m:1 sebbene andhc di valutazione medico-legale da attribuirsi all'evento l~sivo. Nel caso in esame si ritrovano infatti le già citate condizicni stabilite dal Chilchinisky c non soJo quelle relati ve alla mancanza di prcgrcssa encefalite o di al i fattori causali, alla_ presenza del tr~uma cranrcc. al periodo intervallare di Jatcnza, alb cvo]~zJ ~nc ~ella ~J:l a t~l~, all:assenz.1 di turbe 1ncntali; n1a risconldamo anche un mdtcc d1 prcd rspostz1onc 1n que-Ila labìlità en1otlva che ri sulta daiJ'anamncsi, quando si accenna alPcsr rdj,. infantiJc di una c.I1sJaUa in seguito all o spavento provato alla vist~l di un t~'nt AJ nvvalorarc ancora l'i 1n 1H1rtanz~t ·del fatture tra urna t icn d cl ht fll.llat.. tia giovano altri criteri, che sono st3ti ilhwtrnti da vari aur od r. che· ..i ri'n vano anche nel caso in q UC'ì linnc : i 1 t rcnlort.: pocn t n arca lo c d 'i n l t fl ',i L~ irte gualc, la unilatcralit~t dcJ tn:nltHC :i tc·sso c: degli :tltri :~ illlft~n i jHllH•tp.d!, 1~ nonnnlltà dell e reazi oni dd liqu ur· (' sopr:tlttltlu la ~~ li( ~>l'.tC h l.t tH't l i~tllh 11

t;

siologicj, la presenza di esiti el i Jc·sioni O%C(' dt Il a dt plt f<' t·.,d htlugit ,ttn r H t( accertate, l'asso]uta tn allC:tflZ:t i1tizial(' di qu ~ d ·:i :t 'l Ì dt 'tl lr' tlt tl l ~'•jl 1d- t A 11t t 111 1 butorc ~~ c:trallcrt rivcndi c::tt oric,, il che tngli c .tll.t ~, ttHit ni\W 111 'PW rt1 llt l1J~ I H sospe tto di !ìupcrfct:rt.ionc prctc.sl:ttoria :1 \T~ tt · ud ut tutn •, th d , llll ll\'t d•l)r potuto artattnH.JJtc rsscrc st;tt :t introdott.t d.tl j)d1 l\ n te t wll'. tn .t ll\IH "~ i )Wl' l ui! medico-legali in1tncdi :tlÌ o di futuro ri ~. trrÌ1llt't\tP dd d.uutu. 1\rfa In valor1zzc~z ion c dcll 'c,·cuto trdlltll.tii\.'P nr\ llP~ lt' l ' .11\\tu . d .dl' u·~n renJc JlH'no fa r i le la spicg: t/. iuur dc l nHT l\ tn i ~nh' p~llPg <'l H'l Ìt.'o d<·ll 't 'c·rHr stesso, per la CllÌ jllusll'ilZlUll(' Sarchbl' fll'l'C~S.ll'Ìt' rt S,ti\\C llt'C t'(l"L'tlpitn t'cl l'~ to p:1tologico, che pcn\ anche nei L'~tsi in cui ~ st.ttu p o:::~ ihilc f.trlu, .1on ha portato au un ivnc]L~ (' c hi.tr<'ZZ: I di risttll.tti. E' St.\tl) Ìll\'OC.lltl il runtr.ttt:Pip·) (shock di J)un·t) provocato sui nuclei grigi centrali dai bruschi c:ttnbi~llllrn ' ùi prcssionr del lh.tu ur dci contigui Ycntricoli laterali~ sono statt' tttcsl\r itt causa lesioni enl ot-ragichc delle fonnazi<"'ni pnllicbli c dci lobi front:di (11 i~ t n i lri c C i:1) con t'ipct-russion i, i n q ucsl \Il tin1o caso, sulle vie extra-pir .tnlill.tli (DonaggH)) clhc se ne dip:utono, 0 dci lobi parictali per l'azione :1 distanl..t (diaschisi eh Ivfon ako\v) sui lobi frontali predetti~ !c stesse lesioni vascolari sono state :unrnc.ssc dal Ncgru nelle arterie striate interne. provenienti dnlle lenticul o-striate, per spiegare la con1parsa di sindromi parkinsonianc posttraunl ~tlich c in ··l cran io-lesi da lui osservati. La diffìcoltrt di jntcndcrc rc:1lizzata un a di queste ipotesi o qualsiasi al Lra se ne vogba furn1ulare al riguardo, non esclude però di attribuire una ìrnportanza scicntitìc:t c pratica a l caso in cs:unc: scientifica per il suo con .. tribul o :ti Lt kttcr:1 tllr~l clinica sull'~trgcnn cnto tanto discusso c controverso dcJ .. l'ori gine traun1 atic1 di una sindrom~ parkinsoninna, pratica per le incvitnbi~i in terferenze nei terreni ·~- non tna i abbnstanzn dissodati della intortunl5t1C.1 e dcll.1 tn cdicina legale. . E '·,c lbl punto Ji vista scientifico b corri vit~t a negare quell a orig1nc t•tic.;lrJg ica pu() n tenersi gi ustificll ~t <.bila 1~;c urit;t che nncora inves te i tuoit<: ph ci ~t', t wtti dd b n1a la ttia , da l punto d i vista pratico non si dovrebbero


,·arc:1re i litnit~ di un prudrnzi:tlc ris~rbo se non qu_anuo, in 1.tn c.tso controYerso. difettino ass~lutJn1ente la chtarc~z.1 c la dunostrazionc degli clementi aprc:la h,ast?Yoh a sostenere una tc:t .no~. su.ffragata da una precisa c Y,Jrc.trc •quct hn11t1 btsO'Tncrcbbc che 1 11cr ogni t-.;.1\'(lft\·ole rcdt:l • dt fatto. Per • • b "' so in esan1e. Sl pote.ssc r1S.1ltre spcchtnncn te alle fon 1i della catt'iahtà cf1ì~j1~ntc, e che tdi fonti npp.1rÌ"-C.u1o lin1pìdc ~t<.l un.1 indagine serena; nc1L1 J1 ·fficclt.l che t.1l ccs~t si a\'\ cn. non run.lnc che sccgltcrc tJU ..tlchc criterio l . l' "' l ht' f.1o.:i.t d.1 ptk~t,l nel ns~1 u r l. t corrente dcll 'esperienza, specie quando t.}Ucl fl U~S() t• C{ tÌ~UÌ to ttlllt' f_t1ll1 !' kss~' ,ed Ì ntrig~1lt' .nl.ll1 ifcst.1ZJOllÌ dcll:1 V~ta e delh· t.,ut· d t' l.t:' lf'nt p.ttolngtrhe. l\ {1 L' parso, ttl n guar.t lo, che un cnteno, .tll' 1nfutwi di p.uti('olan ed tndi\'iduali cnncezir'nÌ, .Ptllesse derivarsi dall' esanH' (• tttl cn~ n put.) st.lt t ~tìru d i n unH'ro~i t~.lS Ì 'di p~1 rk inson i,tn i, c perciò, col dt!l'~t·u·u c· ~fll J WI'IllC .,~h ' dd dit l'riPrt' dcll.l dinit.l tH'urnpsichiatrica di S. Sal\it, pJof. ~ f. Z.dtl, hn <~.tn un .tt n _., ' . l'at·tcllL· diniche rclaLivc .ul ~1ltrcttantt jftl! n .al .at! d r HtltHn,lf •l n,t ~!.t p.trkitlM'Ilt,lll:t, LIH' ~\'llU sL.llÌ degenti ncll'ultirno dnrteJfll nrl rcp.H lrJ IH~tll l)l ngitl) dC'Itt clitlll,l ~ ll S~.t. ! ,n r tfr t.~.a l• , t i w J ~q p.tt H n ti lt .tl\flll dtchi.n".tlo d t d\'C r dVllto l.t fornlt.t • , 11 r.l , rt•, ,,Itta: ~t, Hlt ntr·r· • it, (\ ritn,tsln duhhin in altri ')t) L.tsi c viene esclu' swt l'Ili t.,,, ntt l i· fu ~J( n · pc·re( ntu.d 1 :;i dcd tll c Llhe, nei ., .L" Ca'ìÌ in quc·lllJ!I' r1r i 6~' 'r OUU .J UliJH' llf'J'C' ~W ilZ:t atlll l,t!',i il 1\0lt> l'.ttlOlC Cli o }oflt'l iCn, l 'r ttt f'f .dttt; r1d -.(i i t HliiiH rwl l ' llH c•r'l f'/.J, t , nH·nt rc nel 10' '., <5'1P s,1rcblH.! 'd r1z'.dtH1 d.1 r dnu ,,r e.. ;, .un,, d t HU tfU q i .t nttn.d.t lt r·i·,lllt.t ~ t vcr ~nthìtn prcgrrs!li Lr.tu1n1 ~ in c s'd L, ·.,it ,t ~n&t u!«,gL.t cl:fli a f• appaJ •, t lnc.di;.:t.tLt Ìtl una tnc t ~l del corP' J (dcc,rra ( ~irustra) Hl :! l <:.&'•i, f flt'gli altn, :t volte con accentuazione del tnrn t~ re da tu,:! P"Htt· c .,L,il'altr.t, ', t ; nLtnif( •; lat .l in nl .lllicr.t difTusa; di lJLILl ::!~J, poi, hanno dVUtn h1 fonua .u uf ._t r 1, rw !,ntH ) in dubbio (J, non l'hanno .l\' Utu 7, ed inohrc . un 'i!o Jnalatn di qtu •:t'ultirn" gruppo ]w poi prrscnt.lto la gtneraliz.z .. zior~e dt j th(,turl~l. Pur cc n le d celi te risc:r\'c da farsi .! q ucst i t tl ti, r hc vengono dedotti solo . dall'interrog,,rt. no ~!narnnesticf), rintttur :tfì•:ndato il LHto r bc non tutti J 2.22 parkinscaiani sopra n<Adti h .~nrao ~.r flcrto dt una prcgrc.'l.'ì~ l sintnnlatok,gia d.l pC'ters1 ft:t Ùat~tmcntc in1putarc all'cnccf.ditc, anzj, una diçcrrta perce ntuale rim~nc fuori da t~llc dt c;cri nunaz.ione c .1nchc :trcordaildo ::ti casi nub.h1 ~l benetìcto tlclia pl.ntstbilit:l Hl M·nsu fa\ orrntc, vi è scn1prc un buon 1?" '. clt .1n1m nL1ti che negano precedenti ru orbo;i d.t porsi in collrg:un rnto c~ nfcrnncnto alla sinurome accusa ta c riricontrata all'atto dd rKo\·rro ndl.r clinica . ' All? scopo, poi, Ji \-~durizzarc il dato obbiettivo rilevato da p.trecchi t\ :\.., della tn1da tcr.tlit~t 1\ÌntomatololTica dcHr fr r-n1 e J a m ettersi in r.tpnurtd cnn l'l'~ -I \'Cn.t~ lcsj\ u traurn.ttico, è in t~rrssau te notrtrc, anclhc volendo n1 cttcr!:.i i n una PO.S l~tont di cstn·1nn ri'lcrhn, che tltt 2.~ c:t"i in cni si Cl.t .t\ut.l un.l n1 ~1n;rt' ~l.tz tonc Inorbos.t lr~c.thzza tt circ.t un terzo hann(l d H h br:tto di non a\ cr l

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avuto alct]na precedente forma acuta im.pu~abile a pregressa en~efalite.' ed in un altro terzo ciò rimane dubbio. Qu1nd1, esclu,dendo anche 1n tuth castoro l'eventualità traumatica rimane la constatazione che in essi, come in coloro in cui la detta eventualità da altri autori è stata rilev~ta e m~sa ~n rapporto con l'emilateralità della sindrome, la comparsa localizzata de1 disturbi, soprattutto inizialmente ipercineti7~'. s~ è avuta. per chi, alla. ,stessa stregua dei traumatizzati aveva accusato l1n1Z10 della smdrome nel p1u con1pleto silenzio di ogni p;ecedente morboso ad essa ri~:ribile. . Il criterio, al quale ho fatto accenno ptu sopra, m1 pare dunque che possa riportarsi a quello del ragionamento analogico basato sull'esperienza e da questa dedotto, ragionan1ento analogico che non respinge dall'accettare una conclusione dhe, invece di deviare per un sol lato del dilcrnmn (può o non può j} trauma determinare da solo una sindrotne parkinsoninna ?)) converge 'da questo lato verso quell'altro costituito dal fatto co11crcto eh<: in sè e per sè non può essere n è dilegmatico n è tanto tncno cn1 gn1n t it:n, per confluire nella univoca interpretazione che vede nel fa lto stesso la risultante di un dinamismo, piìt che di un 1neccanicistno, dinan1ismo nel quale i vari fattori s'intrecciano e si confondono. E così la negatività da molti attribuita. al dctcnninisn1o del traun1a nelle sindrotni parkinsoniane, sia pure tcn1perata da quel « da solo », aggiunto come una specie di valvola di sicurezza, potrà essere vngliata non più << da sola », ma, immessa nel crogiolo dialettico delle causazioni concorrenti, potrà assumere un aspetto non den1olitorio, e così trasformarsi in positività attiva e determinante, nel maggior orizzonte della comprensione clinica e medico--legale ad un tempo, in quei casi ldove non è in gioco un mero interesse scientifico, bensì anche la valutazione di un danno organico, in rapporto a determinati momenti lesivi, ed il risarcimento giuridico ed econnmico che ad esso necessariamente consegLie. L'A. trae spunto dal!'os~ervazione pen:onaJe di un caso cliLD.ico riguardante un soldato che ha p:-esentato una sindrome parkinsoniana emilaterale iniziatasi dopo 5 n1esi da un traum.a cranico, del quale sono r .1diogra.ficamente visibili i residuati~ per affrontare La discussione sull'importanza dei traumi in generale nel determirusmo eli tali sindromi, concludendo, dopo ~unpia disan1ina corredata dall'esame di numerose cartelle cliniche di parkinsoninni passati per b clinica di S. Salvi nell'ultin1o decennio, nel mettere .in evidenza l' j1nportanza pratica e medico-legale cii tali sindromi che, comunque, possano ad un pregresso trauma cranico ricoHegarsi. RIASSUNTO. -

BIBLIOGRAFIA lstof'atologin cen:bralc del parl(insonismo encefalitico. - Atti del XXII Congresso della Società di psichiatria. CnosNIER M. R.: La maladie dr: Pad(hlson traumatique. - Gazette cles I-Iopitaux, nn. 78-8o clel 4-7 ottobre 1939.

CAHDONA

FILIPPO:


Dt.MI'fRl

H

v •

e CIA: Parl(insonismo traumatico. •

"'" GINO. $I!'<WNl1·.... •

Rivista Ncuro'ogic, •

.....,

1938' n. 6.

Brev1 consJderazron, sul parktnsomsmo consecutivo a trat 11111••

zac-

chia, 1939, pag. 354· VxztOLI

F. : Il problema del pm·kinson traumatico. -

pag. 185. ZALLA lvL: Traumi e sindromi parkin.soniane. -

Rivista di Neurologia, vol. XI,

Rassegna clinico-scientifica dell'I.B.I..

n. 7, 1940-

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PRIMO CONVEGNO NAZIONALE PER LA PROTEZIONE DEL FANCIULLO. A nessuno può essere sfuggito, ne1J'nttu ~tle momento, l'interesse squisitamente naz ionale del Convegno, intcrcsre sancito dalla presenz a all'inaugurazione, tenuta il 9 settembre nella Sala degli Orazi c: Curiazi in c~mpiclogi.io, del CJpo provvisorio ùello Stato, on. dc Nkob. lvlinistri, d~putati, magistrali, rappresentanti dell'Opera maternitG e infanzia, delia Sanità Pubblica, dei Ministeri degli jnterni e della pubblica istruzione, e delle principali organizzazioni assistenziali sono jntcrvennti in numt.:ro rilevante partecipando attivamente ai lavori del Congres~o. Al discorso del Sindaco eli Roma, eh : ha ponato jl saluto dell'Urbe ai convenuti e l'augudo di pieno successo ùc~b m~nifes tazione. sono seguiti, nella seduta inaugurale, quelli del ministro Gu!lo eh~ ha !;Ottolineato }'jmportanza della lotta ~or:tro il traviarnento morale e la delinquenz a dci minori per l'avvenire ùel Paese, d~~ nun1~tro Gonel!a che si è fermato suLla necessità di far partecipare in maniera sempre p~u effi~ente la scuola italiana alla educazione morale della fanciullezz:.t, e uel prof. B. 1 ~~o, presidente dell'Ente nazionale per la protezione del fanciu!•lo, che ha messo 1 ? rilievo, tutti g:i aspetti. umani e sociali dei gravi fenomeni del tra\'iamcnto e della Jchnquen~a fra i minori, e, segnalate le esigenze relative alla !otta contro tali fenomeni, ha ~r~s~to i criteri attraverso i quali si deve raggitu~gere quelra p: rfctta coorcfinazione fra lSUtutt privati, laici o religios1, c organi statali che ùcvc garentirc all'Italia, in ques to campo, quel' successo che è di fondamentale importanza per l'~vvenire del Paese . Intcressanr~ relazioni sono state svolte dalle on. dr. :tvbria F edcdci, dr. Terc~a 1vfattei e ~all'on.. avv. G. Persico, che hanno dato luogo a uti:issimc discussioni sui vari prob~emi assistenz.iali, p1·oE1attici e rieducathi. r All'.un.anitnità i congressisti hanno infine appro-vato>importanti voti per raggiungere g 1 scop1 che PEnte per la protezione morale del fanciullo si propone.

?


OSPEDALE 1vULITARE DI NAPOLI DircltCirC Ten. cnlonncllo mcd. dolt. R . SQt;ILLACCIOTI

IL MORBO DI MARCHIAFAVA-MICHELI (RIVISTA SINTETICA} C:1p. mcd. di compi.

GwsEl'I'E

Jzzo, cnpo reparto t.b.c.

II complesso morboso che va sotto il nome di malattia di MarchiafavaMicheli è così denominato perchè il prjmo caso studiato in maniera così completa da poter stabilire i limiti più precisi del quadro clinico cd anatonlcJ patologico fu nel 1927 studiato clappritna cbl Midhcli c succcssivan1entc dal Marchjafava che ne praticò l'autopsia. Pur tuttavia altri casi erano stati prcccd.cntcnlcntc sLudi:11i, c, pur c·.; . sendo sta ti di vcrsatncn l c intcrpctra ti, erano stati gi ~t nota ti cutnc Il l :t n i f't·sta .. zioni morbose « sui gcncr is >> per cui in scg.u i lo han no polli to ess<'r<' f:wil .. mente r1conosciuti cotne appartenenti alla sindron1c tnorhosa che va sotto il nome di rr1alattia di Marchiafava-Michcli. Tale è il caso ·descritto nel 191 I dal Niarchiafava in collaborazione cnn Nazari, t}uello studiato da Civallcri nel 1916, un altro dello stcs~o anno di Va n den Bcrgh; uno di Ccconi c Bitfìs del 1915, uno dcscr ilto da Chau n·anl e T roitier ( rgo8) clhe Mi eh eli affcnna per lo n1cno sospetto ~di npp:trtcncrc a questa f:uniglia, e succcssiv~nnente quelli di Giffin (1923), di Mani n (r~P-7 ), di Schul (1925), un secondo di 'Tan dcn Bcrgh (1926) ed uno probabile dj Villa (1928). In questo campo potrebbero pure essere considerate le osservazioni di Salcn (1927), di Len1ierre (1926-27) oggetto della tesi di Gueux, e di Enncking (1928). Succcssivan1ente vengono i casi di Saxl (1928), Bartha e Goorog (1928), A. Donati (1930), quelli di Ruscica, Nazari, Hirtzenberger, Lasch, Rosenthal, tutti e cinque nel 193L Nel 1932 due descrizioni di Berghmark e di Rosenthal; nel 1933 il caso 1dj Rolli; nel 1934 d'ue osservazioni c cioè quelle di IgJauer e Freureiss, e quella di A. C. Schallj . Nel 1935 Falkiewicz e Ivfutio], e Tres1 ini riferiscono altre due osservazioni. Hamburger c Bennstein pubblicano due casi nel 1936. Nel 1937 Caen, Cattan, Harrippe e Bounins ne riferiscono un altro: Nel 1938 la letteratura si arricchisce della segnalazione di Sega e eh quella di Baule, Hillmans e GJube. Ne] 1939 è pubblicata b più recente osservazione da De Colle e Casolù. Se noi analizziamo 1ninutamente tutti i casi descritti possiamo trarr.c d ~d uzioni si nteticlhe che ci pern1ettono di definire il quadro patologico e eh, n1 co nelle seguenti modalità.


Nulla di definito in rapporto alla etiologia. Sebbene il n~mero .d~lle o:s~rv~zi.oni. si~ piuttosto limitato, pure sernbra che la malattia pred1hga gh 1nd1v1du1 d1 sesso maschile e che insorga a prevalenza tra i 20 ~~ i 30 a?ni. ~ Pur es~endo sc~l!Sl : .reperti ..1utop~ici, pure si può dire che l'anJtomta patolo~ica s1~ stata stab1hta con .suffi~I~nte .chiarez~a. Essa -.- come dice lVficheh - e consacrata dalla un1forrruta de1 reperti. Due fattl sono fondamentali e cioè l'assenza di alterazioni caratteristiche nella milza e la inten"n emosiderosi renale. Nella letteratura sono finora riferiti reperti di autopsia dei casi di Nfarchiafava c Nazari, tli Biffis, di Ennekjng, Bartha c Gorog, Mardhiafava (2 l') c lkrghn1ark. V.i sono poi i reperti della n1il za asportata a scopo terapeutico l Lasch, R osenth~tl, Scallj, Hamburger c Bcrnstcin (2° caso)L Anche nel fegato, nel 1nidollo osseo c nelle ghiandole Enfatiche nulla eli vcr.uncntc in1portantc come intensità ùi processo c soprattutto con1e so:; t anza d i re pl' r lo. Nel n:ne, ovc si ritrovano le anon1~lìc più intense c costanti, il reperto cl:tl punto di v j ~,la anatorno-patologico n1acroscopico più in1portante è il ca-. lor ito r(J~'io tnarronc cldb corticale, per cui questa si distingue dalla midol-

l:tn: grigiar; tra. l n qu:tsi tutti i casi studiati il connettivo intcrstizia]c ha rivelato uno sviluppo più intenso. La not:t istoJogica più in1portnntc è rappresentata da una estesa infiltrazione delle cellule da parte di un pigrncnto giallo bruno spcdalrnente negli clcmcnli dci tubuli contorti. 'T'ale pigmento si trova pure nd lume dei tubuli ohc occlude, formarrùo cilindri. Questo pigmento con la classica colorazione di Pcrl si tinge in bleu azzurro rivelandosi pertanto come emosiderina. Dal punto di vista della sintomatologia la malattia può iniziarsi sia in maniera improvvisa, ccme in manicrL1 lenta ed insidiosa. I sintomi fondarnentali sono tre: anemia, ittero, emoglobinuria. Nella forma ad inizio lento prevale il sintomo anemia; la cmoglobinur~a, in quella a sviluppo improvviso, nella quale, solo dopo successive crisi, SI maniftsta l 'ittero e l'anemia. La emoglobinuria si accompagna sempre ad cmosiderjnuria. Dei. tre sintomi fondamentali l'jttero e l'anemia si associano per lo più intimamente a una sindrome ittero-anemica evidente. Questa ha tnolti caratteri dell'ittero emolitico, cb cui però si ()istinguc per il con1por~ tan1ento della milza e per alcuni caratteri sierologlci (resistcnz~ globulare). ~a scarsa produzione di bilirubina dhe sempre può essere confermata è n1essa In rapporto con la possibilità che il pigmento ematico sia elaborato in una fonna poco adatta a produrre bilirubina. Il fegato, pertanto, non appare quasi n1ai aumentato di volume, c lo è di poco durante le pitt forti crisi di en1oglobinuria.


La presenza di una splenomegalia non è affatto la ~egola. 9u~ndo esiste è per lo più di proporzione modesta. Solo nel caso di Donati Vl era un forte aumento di volume splenico. Mentre l'itterizia non è mai intensa, lo stesso non può dirsi 'della ane. nlia. Il numero dei crlobuli rossi può raggiungere cifre bassissime. Comun-

que non si notano ;ai caratteri di pemiciosità pu.r essen~o l'ane~~ a ,tipo ipercromico. Questa, come 1'ittero, d~corre ~pesso a sbalzi succes~1:'1 .. E da notare che non tutti rrli aggravamenti sono In rapporto con la crtsr d1 emo-

globinuria, potendo ~erifìcarsi, così come negli itteri emolitici, autentiche crisi di deglobulizzazione. In rapporto ai globuli bianchi vi è ten'denza alla leucopenia, con ncutropenia e linfomonocitosi relativa. Nei pochi casi in cui è stato studiato lo emo-miclogran1n1a non si è nilevato nulla di importante. In alcuni casi ·è stata notata una piccola tendenza alla cn1orragia. In~ teressante è il fatto che le trasfusioni di sangue esaltano le condizioni cn1orragidhe. Per quanto l'anemia sia indubbiamente su fondo ctnolitico, pure nlll11<'rose osservazioni hanno potuto affermare che nel morbo di Marchiafava~Mi­ cheli la resistenza globulare appare quasi sempre norn1nlc, così cotnc n1ancn il fenomeno della autoagglutinazione delle emazie. Qualche volta sono state! trovate nel siero del sangue autolisine, ma questo reperto è tutt'altro che costante. I sintomi per così dire caratteristici della malattia sono quelli urinari, che si concretizzano, come si è già detto, nella emoglobinuria con emosiderinuria perpetua. La emoglobinuria si rivela a crisi che insorgono, a differenza ·di quelle della malattia di Harley, senza causa scatenante evidente. L'inizio è per lo più febbrile, con brividi, crisi !dolorifiche addominali con nausee o vomiti, o lombari. Dopo qualdhe ora compare la emoglobinuria c le urine prendono il caratteristico colore marsala scuro; colore che va nelle ore successive accentuandosi. Tale fenomeno urinario dura in genere poche ore: solo raramente I-2 giorni. Nelle urine la reazione del sangue è positiva, mentre è assente il reperto dei globuli rossi nel sedimento. L'analisi spettroscopica rivela nelle urine lo spettro ·d eli 'emoglobina. Si accompagna anche una forte eliminazione di ur ati. Fenomeno jmportante è che la emoglobina che si trova nelle urine non è piti associata a catalasi, così come nel sangue. Mentre che nella emoglobinuria parossistica la Wassermann è molto spesso positiva, tale positività è stata accertata solo in rari casi di morbo di Marchlafava-Micheli. La prova del freddo che nella e. p. dà sempre risultato positivo rjsulta ~ questa sintotnatologia di effetto negativo. Lo stesso può affermarsi in r~pporto alla prova di D onath-Landstciner.


Naturalmente il quadro sintornatologico descritto non si rivela come tale in tutti .i casi; così, ad es., vi posso~o essere manifestazioni ,di emoglobinuria tardiva, ~rec:duta , - non segutta - da ittero. Alle volte (forme lievi) la emoglob1nuna puo essere appena accennata. Questa può essere anche l'unico sintomo del male. Alcune volte l'eliminazione ematica è sostituita da sen1plici eliminazioni di albumina. La emoglobinuria può qualche volta essere protratta (forme prolungate). Il ritmo notturno della eliminazione della emoglobina è assai facilmente constatabile tanto che qualche autore lo crede quasi caratteristico di tale affezione morbosa. Carne si è già accennato le trasfusioni di sangue sono mal tollerate ed esaltano faciln1ente i sintomi del morbo. Tale fatto è del resto un po' comune a tutte le anetnie emolitiche. Anche pratiche curative (salvarsan, vaccinn.zioni, proteinoterapia aspecil·ic:t) possono sortire uguali effetti. !via ciò che è particolarmente in1portantc L:. dato dalla .intolleranza quasi costante alle ~on1ministrazioni di ferro, particolarn1tn te ~t tti va triei del] c crisi en1oglobin uriche. Infine cj<J che ,dà la caratteristica 3lla sindrome urinaria è la presenza di emosic.lcrina nel rene e la sua eliminazione con le urine. Il fen omeno fu notato per prima da lVIarchiafava. Era la prima volta che veniva segnalata la sua eliminazione con le urine. Il Marchiafa\'a però, oltre ad aver accertata la eliminJzionc con le urine della cmosiderina, potè mettere in rilievo anche un altro fatto in1portante, ed è quello che tale pigmento lo si può rivelare anche in quantità assolutarnente minime in manier3 costante nelle urine dei malati, anche al di fuori della crisi di en1oglobinuria, per cui parlò di « emosiderinuria perpetua >>. E' da rilevare che tal fatto non è st:1to accertato in maniera veramente costante da tutti gli AA. (es. Micheli). Colubrasi pensa clbe possa mancare nei primi periodi della malattia, per di venire veramente costante a malattia avanzata. Generalmente la emosiderinuria è minima nel momento della crisi di emoglobinuria, per divenire più evidente alla fine, con aumento di valori nei periodi intervallari tra le yarie crisi. Per quanto alcuni AA. abbiano ac.cennato che l'emosiderinuria si possa avere anche nella emoglobinuria a f~lgore, pure tal fatto non è provato, per cui si può affermare che la en1oSlderinuria deve essere ritenuta come caratteristica della malattia di Marchiafava-lviicheli. . Volendo esporre, pertanto, sinteticamente la sintomatologia ~ella m ala ttla. potrernmo affermare dhe può presentarsi sotto varie forme cliniche, e propnarnente: il tipo per così dire più comune, nel quale trovian1o una sindrome persistente ittero-anemica e difficilmente curabile, con crisi di emoglobinuria c di emosiderinuria. Questa ultin1a - grosso modo - pern1a-


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nente. In questa forn1a i sintomi descritti sono uniforn1cn1entc distribuiti senza che vi sia la prcvolenz:1 dell'un~1 o dell'altra. In certe forme, invece, prevale ad es. la sindrome ittero-anemica, con crisi ·di emorrlobinliria, in genere di scarsa entità. In Jltri, invece, sono que_ ste ultime dl1e prevalgono. Certe Yolte le crisi sono particolarn1ente dolo. :ose (forme dolorose pseudo-chirurgiche). In rapporto alla patogcnc<>i .si. possono fern1are i seguenti. punti fondan1entali: esiste sicuramente en1ohs1; questa con certezza non s1 svolge nella 1nilza. 1.farchiafava aveva invece osservato che la milza Yi avesse importanza. Anche ~ficheli nei pritni temp1 an1metteva lo stesso concetto; ma in seguito modificò le sue idee. Infatti nei casi operati di splenectomia l'operazione non indusse alcun effetto favorevole. Anche l '3natomia e l'istologia patologica della milza non apportano alcuna conferma di fatti accertatisi alla ipotesi del meccanisrno emolltico splenico. E' accertabile pure un altro fatto importante e cioè che nelle crisi di emoglobinuria la milza non si ingrandisce. Escluso, invece, che la emclisi avvenga nella milza (o in altri organi nei quali il sistema reticolo-endoteliale è molto sviluppato - es. fegato, ghiandole linfatiche) si può invece con più facilità atnmettere che si svolgJ nel sangue circolante. Lo confermerebbe la emoglobinuria faciln1ente constatabile. La emolisi dovrébbe avvenire in una maniera particolarmente rapida, sì da rendere possibDe una massima eliminazione renale. Ciò per spiegare la mancJnza eli accumuli ferrici negli organi interni ed il fatto che la elimjnazione urinaria del ferro sorpassa enormemente nei valori quella fecale. Non è difficile ammettere, specie per quello che riguarda le crisi acute, che fenomeni di anafilassi entrino in giuoco nello scatenarsi della emolisi. :tv1arcbiafava e Micheli, dopo aver ripudiato il concetto della emolis1 intrasplen.ica, ed accettato quello della stessa nella circolazione generale, ammisero pure che il fenomeno avvenga con la maggior intensità, se non esclusivamente in quello renale. A differenza di quanto avviene nella emoglobinuria a frigore, il rene . non avrebbe nel morbo di Marchiafava-Micheli sola funzione di filtro. Co-munque, se pure non si vuole ammettere questo fatto, non si può in nessun n1odo negare la grande 1mportanza che lo stesso rene ha nella formazione della emosiderina; fenomeno che se non con assoluta certezza, per lo meno con grande probabilità si verifica nel corso di questa particolare malattia. E' certo che nessuno ha potuto svelare la emosiderina nel sangue. Co1ne pure è c:1ratteristico che solo nel morbo di Marchiafava-Micheli il rene è capace di liberare la emoglobina dalla catalasi. Se pure è vero chr. nelle crisi di eo1oglobinuria non si far ma in maggior quantità emosi'derina,


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ciò ]o sj deve ccrtan:cntc al f~tto delJa eliminazione rapida e massiva eh~ ella circostanza avv1enc del p1gmento. n Certo clhc con questa ipctc.si non tutte le questioni inerenti alla malattia di Marchiafava-lvfic~e~i ve.ngono s~icgate. Così ad es., pur ·riconoscendo la importanza della eltm~n~zJonc rapida e massiva della emoglobina, non. rjn1 ane compl~tamente ch1ar~ta l~ mancanza di accumuli ferrici negli organi. E' forse 1l s. r. endoteliale In questi casi divenuto incapace di attrarre i pigmenti ferrici~ così com~ in con.dizioni ~armali cd in tante altre pato1oaiche? Sarebbe tl morbo dt March1afava-Michcli quasi da considerarsi come b f . un diabete err1co. Un fatto è certo, ed è che in questi amtnalati l'organismo non mostra alcuna tendenza a costituire riserve di ferro. Lo elimina anche quando per la grave anen1ia ne avrebbe bisogno. L'apporto artificiale può scatenare nuove c più gravi perdite di ferro. Sono questi fatti sicuri, ma oscuri nella loro genesi. Come pure è oscura Ja spiegazione del maggior ritmo notturno nella eliminazione del ferro. Bingold, dando grande importanza al fatto che nelle urine dei pazienti, affetti da 1norbo di Mardhiafava-Nficheli, manca la catalasi, pensa che in tal n1odo viene a perdersi un elemento protettore della emoglobina, contro le ossi,da.zioni. La liberazione della catalasi avverrebbe nel rene. In rapporto alla djagnosi della malattia, questa non presenta difficoltà quando il corteo dei sintomi descritti è completo. Non così quando le manifestazioni sinton1atologiche sono incomplete. Certo la presenza di emosiderinuria rappresenta un sintomo che si può quasi dire caratteristico del morbo di Marchiafava-Micheli. Però, poichè in certi casi ed in certi momenti non è facilmente svelabile, specie nelle forti crisi di emoglobinuria, è necessaria allora differenziare quest'ultima dalle altre lTianifestazionÌ emoglobinuriche, diverse rda quelle de} morbo di Nfarchiafava-Michelj. Prescindendo da quelle sintomatiche, nelle quali la causa prima è conc~izione di .facile chiarimento, specie in casi in cui la emoglobinuria è perSistente anche al di fuori delle crisi, sono da prendere in considerazione le eventualità dell'emoglobinuria da marcia e di quella ortostatica. Il criterio della elin1inazione particolarmente notturna, c la presenza di manifestazioni ge~erali sono elementi clinici che parlano per ]a malattia di Nfarchiafava:N(lcheli. La etnocrlobinuria dei luetici prescindendo dai criteri di anamnesi c sierologici può ~ssere facilmente differenziata quando il valore delle pcrfriger~zioni è p3rticolarmente rive] abile e specialmente per la positività· della reaZione di autolisina. Nelle forme in cui predon1ina l'ittero, la diagnosi va posta differenz~almente con quella degli ittero-emolitici. Le caratt~risti.che c~Ì ben defintte di questi ultin1i varranno a derimere ogni dubbto dt:1gna<jt1co.


E' possibile che nelle forme, nelle 9-uali predomina l'ane~ia, po~sa es. sere messa in causa la diagnosi differenziale con altre forme d1 anem1a pritnaria o secondaria. Però è difficile che un attento esame non possa elirui_ nare con sicurezza ogni dubbio. . . . . . . . . Circa il decorso, la malattta d1 1\1arcluafava-Mi~heli Sl r~vela _d1 lunga durata. Si inizia in una maniera subdola, con astenia, anerruzzaz1one pn)gressiva, ta.lvolta con dolori addon1in:li e lombarf dhe, i~ ce~ti casi, ~ami­ nano la sintomatologia. L'ittero ~on e precoce. L em~~lob1nuna, c~e s1 può ben dire il sintomo di allanne, SI manifesta, per lo p1u, 'dopo molu anni di vaga sintomatologia. In seguito il decorso è caratterizzato da cns1 successive di emoglobinuria, e, durante questo periodo, anemia e ittero subiscono oscillazioni ;unpie. Solo tardi la emosiderinuria assume il carattere di sintotno perpetuo. Così per la durata di yari anni la rnalattja va succcssivanlcntc: nggr,t. vandosi. La prognosi diviene pertanto grave. Anche l'esito infausto lo si put'> considerare molto lontano, la valetudine dell'individuo è, specie nel periodo di malattia conclamata, seriamente compromessa. Nulla può dirsi di particolare in rapporto alla terapia. Questa non pw) essere che generica. Anche la splenectomia, nei pochi casi in cui è stna praticata, non ha dato risultati evidenti.

CoNCLUSIONE.

Il morbo di Marchiafava-Micheli rimane ancora ad eziologia indefinita. Si tratta sicuramente di malattia emolitica, ma questa emolisi certarnente non avviene nella milza, rna probabilmente nel sangue circolante. La malattia insorge dai 20 ai 30 anni e predilige i maschi. Nessuna alterazione anatomopatologica caratteristica a carico della milza; caratteristica invece è uria intensa emosideros1 renale. Sin torni clinici fondamentali· anemia ittero emo. ' ' globinurja con emosiderinuria prima parossistica e poi permanente. Malattia lunga, che va progressivamente aggravandosj, sulla quale agiscono negativamente le trasfusioni di sangue e il ferro che è anzi attivatore delle crisi e1noglobinuriche. La splenectomia non ha dato finora alcun risultato.


OSPEDALE MILITARE DI NAPOLI Direttore: Tcn. col. mcd. dott. R. SQUILLi\CCJOTI

L'ISOLAMENTO DELLA EBERTHELLA TYPHI DALLE FECI (*> (STUDIO COMPARATIVO SU ALCUNI TERRENI DI ISOLAMENTO) Cnp.

m cd. dott.

VJTO CAT,\1 AJI.:OTTJ, capo del Laboratorio di biologia mcdtca

L;1 ricerca della Eberthella typhi dalle feci di individui ammalati e convalescenti di tifo, nonchè in quelle di sospetti portatori cronici, è oggi una pratica frC(]UCntc almeno nei laboratori ufficiali, e si basa fondamentalmente suli 'itnpicgo di terreni cultuu·ali particolarmente sclettivi. L'agar di Endo (t) è stato per molto tempo ritenuto il terreno selettivo classico, c (per limi tar ci alle più recenti pubblicazioni) Cope e Kasper (1938) c Ruys ( 1940) Jo ritengono il migliore; recentemente poi gli AA. americani ]o hanno modificato con l'aggiunta di clonuTo di lirio al o,s~;,, rendcnu olo ancora più sclcttivo in quanto questo sale esercita una netta azione ostacolante sui germi della abituale flora fecale. Anclhe l'agar DrigalskiConradi (2), o meglio ancora nella sua forma modificata (3), viene molto usato, c con buoni risultati, mentre gli AA. inglesi, specie nei tropici, preferiscono l' agar di Ma c Conckey (4). ln questi ultimi tempi però sono stati proposti ancora altri terreni più n1odemi, e quelli che oggi incontrano il maggior favore sono il brodo di Mi.iller (1923) perfezionato nel 1930 da Kalllffn1'ann con l'aggiunta di verde (•) Le presenti ricerche, iniziate nel fcbbraio-m.1rzo 1943 a Sfax (Tuni'ii:t), mentre dirigc,·o il Laboratorio batteriologico della Direzione di sanità militare - Intendenza A. S. - sono stn tc poi riprese c condotte a tcr m me nel p en odl) agosto 1943-apnle 1944 prc~so 1l Centro o.!»pcdnhcro per pngiomcri d~ guerrn Halt ::m i dapprima in Th1b:1r, e poi m Birinc (Tunisi). Rendo pcrciò VJVC grnte nl direttore d, detto Centro ren. colonnello m ed. V. L abruna, cd al comanda nte inglese d el campo, magg. med. Hackncy, che, consentendomi di orga nizzar~! un laboratono per indag im cliniche perfettamente attrezz.tt~ e tale da rispondere a tutte le C!sigcnzc, m i hanno reso possJbdc a.llevt;trc col lavoro c con lo 'itUÙJ o le noie c le p~nc ddb prigionia. (Nota d ell'A.) . • • 0 ( t) A cc. 100 di noar fuso si ag"JUn"ono cc. 1 d1 sotlio c:trbonato secco al IO ,I.); g r. I dt lnttosto . :;. .:. o [ . b prcvt,tmcn tc dio,ciolto m pochi cc. d t acqu:~; cc. o,s di ~oluztonc :tlcon!Jc.1 sntur:t dt ucstna astca c cc. ~·5 di sol tito sod tco :t l to% prcp.1r:tto cs tcmpornncamcntc: si t~gita in modo dn oucnerc u n:t sn~pcn s tonc: omogc:ne~t, ~i sterilizza pc:r dndalizzazionc c si d istribuiscc in piastre. . . (~) Agar fuso cc. 100; hnros1o gr. 1 ,5 dJsctolti in cc. 15 di tintura di t~rn:tii~le per uso batl: n o· logtco; cc. 0,3 ll1 sodio carbonato a nidro al IO?b e cc. r di soluzione dt cnsrnh•Joktto 1 per m11lc: ~ 1 stcnlizza per tindaliz.zazionc c si distribuisce. • . . , G). A cc. 100 dt agar lnttosa to e torna soi:Ho (come sopra) si ngg~un~on.o ~c. o.,s d! ~tolu zwnc d1 cn~tal vJOi ctto 1 % c gr . o, 10 di :iolfito sad ico secco : si nndalizzn c 51. dlstnbUlS_ce '". plnstre. . . (.1) St '>Ctolgono g r. 15 di agar e gr. ~o eli pcpronc in 1 00~ cc . . Ù1 .u.:qua; ~~ ·~gg~ungc u~a chw~.l cl llr>vo b:muta, si fa bollire, si filtra c si riporta n volume; st nggllln~ono qutndt g r . IO. eh l.m_mto e gr. 5 di sodio g licocola to prevalentemente disciolti in pochi cc. d1 acqua, c cc. 5 dt soluzJOne • da11zza c st· d'tsln bw sci.! Hl p1a•m\!. · ·ne C} Uosa 1 ~0 eh rosso neutro prcparalll C)tem porancamc-nrc : st un


41 4 brillante c bile bovina ed i terreni al rrlucosio - solfito ~di bismuto - verde brillante di Wilson ; Blair (I927)· {ì. primo di questi terreni (I) deve la sua azione di arricchimento sia al tetrationato sadico che ostacola la rnoL tipiicazione di molti ceppi di ~· col~ e dei ge:mi Gram-p?sitivi; sia. ~l verde b,·illante che ha azione battenostatica verso 1! proteobactllo e tutti 1 germi Grarn-p~sitivi; sia infine aUa bile, su cui tutte le s,almone.l le i.n genere s~ svi_ luppano elettivan1ente. Il brodo (2), e soprat~ll? l agar d1 ~1l~on e Bhur (3) devono le loro proprietà selettive al ~olfìto d1 blSm~to ~he, 10~1eme con l'eccesso di solfito sadico, ostacola lo sviluppo del cohbac11lo, c In parte anche quello del proteobacillo, che conlrutnque vi cresce stcnt.atatnente c senza potere invasivo. Numerosi AA., anche italiani, ne !hanno sperimentato c confcrn1ato il valore pratico e, secondo alcuni (Mazzetti, Sollazzo, Giovannini c MonM dolfo), 1l brodo al tetrationato - verde brillante - bile bovjna d:i Mi.ilkr e l(auffmann si presterebbe bene in special tnodo per l'arricchinH.:nto d<·ll(• Salmonelle paratifose, 1nentrc i terrenj d~ Wilson c Bbir rappt cscutcrehlH'ru mezzi eh elezione e di arricchin1ento particolarn1cntc adatti per 1'itHJl:t llH'll to della Eberthella typhi. Inoltre, I(auffmann consiglia l' agar al ve1,dc brillante ( nl t1CJHica lo) d i Krisetens<:n, Lester e Jiirgcns (4); .il Laboratori .delle Forze Ar.tnatc Alleate hanno largatnenle adoperato, specie nella recente can1pagna d'ltaHa, l'agar al citrato-desossicolato (s) ~di Leifson c Hynes; c rcccntcn1cntc (1941) D'Ales(1 ) Hrodr) comune cc. !JO; carbonato ùi calcio (sterilizzato a no 0 per 30') gr. s; tiosol(ntn r.odtco al 50~o (.stcrihzz.Ho a v::tpore Ouentc per 30') cc. Io ; :,oluzionc JOdiO-)OÙurnta dodio gr. :!O, jotlu10

di pot=tss w gr. :!5, a.::qu:t disùllata cc. roo: dn nggiungere al terreno freddai) cc. :2; verde brillnntc 1 per mtlle cc. 1; b1lc bovina sterile cc. s. Si agita per sospendere uniformemente il carbonato e t.i dt:,tribuisce in malr::~cci nella quantità di circa cc. so. Agisce principalmente per azione del tetration:tto sodtco che l>l form:-~ per rcnione tra solfito sadico e )Odio: 1:-~le composto è però poco stabile nl pH del terreno, che p~.:r.ciù va prepnr:Ho di volta in volta . (:!) I3rt.'do comune cc. 1oo; m:-~nnite gr. o,s; solfito sadico anidro nl :20% (sterilizzato a vnpore flut:nlc per 30') cc. 6; ltquorc d t btsmuto cc. o,:!: si mantiene tn b. m . bollente per qualche minut;, lino :1 formntone rli un ltl've prectpnato fioccoso ; si aggiungono cc. o,s di verde brillnnr~.: 1 ?~ c SI di'ltribui,cc tn m.1tracci nelb quantità ùi circa cc. 50. Il ltquore ùi bt!>muto si prepara impal>tando con bacchetta di vetro gr. 6 di citrato di bismuto e cc. 5 ÙJ acquJ dt'ilillnta, fino ad omogcnetzzazione; si aggtungc quindi goccia a goccia ammoni:-tc:t (cirça cc. :!) fino a soluzione c si porta n cc. so con acgun. (3) Agar fuso cc. 100; soluzione di glucosio al :!O~~ (sterilizzato a vapore fluente per 30') cc. ~; solfito ~odico Jl :!O% (s!cnltzz:Jto a vapore fluente pcr 30') cc. m; liquore di btsmutn cc. 5: si fa bolltrc :1 h. m. lino a fornn zionc dt un lieve prectpitato; si ngglllngono quindi gr. I di fosfnto dtsodico secco; cc. 1 dt solfato fc.:rroso ~"~ (prcp.trato cstcmporane:-tmentc) e cc. o,s di verde bnllnnte ~ ~., : :;i rlt'ìtrtbut 'i cc tn pi:-~stre In str:.tto piutto'iro spesso. (4) Ag.tr (pH ],"1) cc. 100; laltosio al Jo% (sterilizzato n vnporc fluente per 30') cc. rs; verde brillantt: nl o,s% cc. o,::1; rosso fenolo (rosso fenolo gr. 1, idrato sadico N/Io cc. 40, acqua distill:tr~ cc .•,Go) cc. ·l: si dt stnbuiscc m ptasu·e, su cui acquista un colorito verde marrone. La E. typhi " 1 forma ddl r: colonie ptccolc, ptutto:;to :-ilevnte, ltscc c nluccnti, che ::llmcno nell e prime :!..}; ore non moùìhcano ti colore ùcl terreno; le altre SJimonclle vi formano delle colome più grandi anch'esse n lt.:vatc, lisce c luc1dc, che arross:mo rapidamente il subsrr:no; il colib:-~cillo infine cd i germi fcrmc.:nl.tntt il lallmto danno delle colante gia lle . . (S) Sctuglterc.: .t caldo gr . 20 di cs trntlo L:1b-Lcmco m cc. :!OO d 1 acqun ; alca ltn•zzare alla (cnolft:llctn.t con ~dr.lln sochco nl so~;,; bollire c lìl!r.trc. Aggiust.lrc.: il pi-I n 7,3; portare :1. cc. "100 con ncqu:J \.. Jggtungerc gr. 20 d t Ot(co-Protcosc pcptonc. SctOglu.: rc a partc.: gr. 90 d t agar tn cc. 37uo d t acqua; filtrare; mcscolnrc con In solu1innc cl~ l'cpLot lc ; •1 l!,gtungLrc cc. 5 clt m 'iso neutro al :!~~ c gr. •IO di lattosio; agitare, distribuire in matr.tcct


415 sandra ha ~osto in evidenza i pregi dell'agar di Krumwiede (I), finora poco . . . noto .da nor. Allo scopo d1 . scegherc -.-.t~~ 1 ':ar~ terre~i e metodi proposti _ guello che ad una mag?tore at~endibth la d t nsultan accoppi una certa semplicità di tecnica e spechtezza d! lavoro, ho effetttJato le presenti ricerdhe condotte su 2 8 militari ricoverati ~er tif~ addominale accertato batteriologicamente (mediante emocultura) o sierolog1camente: su essi si è praticata settimanalmente la coprocultura, per un nun1ero complessivo di 232, durante tutto il periodo della malattia c -della convalescenza, sino ad attenersi in due esami successivi un risultato negativo, che è stato pertanto ritenuto indice dell'avvenuta guarigione batteriologica. Le feci venivano raccolte dal personale di assistenza in vasetti di vetro eh i usi con tappo rd'i sughero In unito di cucchiaino eli l::ttta, c imn1cdiatamentc avviate al Laboratorio. Quivi, se liquide, venivano irn1nediatnmente insenH·nz:ttc:; se solide o poltacee, prelevate nella qu~nt.ità di un cucchiaino (circa 5 gran1111i) t accurat~mentc stcn1pernte, fin o :.1 con1pleta on1ogeneizzazionc, ù1 ro-20 cc. di solu7ionc fisiologica sterile, in modo da ottenere per turti i can1pioni delle sospensioni prcss'n poco della n1edesima opacità; in ogni cas(), l 'insctncnzamcn t o è:. stato eseg1uti to sempre alla distanza massim~t di J ore dalla uc.:fccazjonc. Per ciascun campione sono state esegui le semine su vari terreni solidi di isolatnento djrcttamcntc c prcvio arr.icchitnento nei terreni liquidi al tetrationato - verde brillante - lbi]c bovina eli !vii.iller e Kauffmann e al glucosio- solfito di bismuto - verde brillante "-i~i Wilson e Blair; come terreni solidi, ho limitato le mie indagini all'agar di Endo, a quello di Drignlski modificato, al terreno di Mac Conkey cd all'agar dri Wilson e Blair. Nei terreni liquidi sono stati versati, mediante pipetta sterile, cc. 2 di m;tterialc patologico; nei terreni soljdi l 'insemenzamento è stato praticato mediante spatola di vetro piegata ad angolo retto e strisciata successivan1ente su tre piastre per ciascun terreno, in modo ~da ottenere :un'a progressiva diIninuzione della carica fecale. Dai terreni liquidi, dopo 10-12 ore (per il brodo di Mi.iller-Kau.ffmann), e dopo 24-48-72 ore (per j} brodo di Wilson nclh gu::mtit:l di cc. 100 e sterilizzare a vapore (iuentc per un 'ora c poi in autoclnn: a t 07'1 C . per 10' · Preparare poi le seguenti soluzioni: a) sodio citrato gr. 17 ; sodio timolfn to gr. TJ , fur.o Cttr.tto (.•n ~cagl~e) gr. ::!; acqua cc. 100; b) sodioùcsm.,tcnlato gr. 10; ncqua cc. roo. Le due c?lu~HJI11 o) e l•) 'anno sciolte al calore o mantencnùole per ::! giorn t a temperatura ambtcntc; non occorre ~t .tnu -;tcnhz~Jh.:. Al mom ento dell'uso, sctoghere cc. xoo eh ngnr bnse e aggiungere nell'ordine ~c . 5 di 'oluzwnc a) c cc. 5 di b), usa ndo ptpcttc dt\'Crse e mcscolnndo bene; vcrsnre in pinstrc e. r:1ffrc:dd.m.: r;-~pttLtmc~ltc: (l) Ag:u fuso çc. 1000; indic.1 torc di i\ndr.tde prepar:uo da ::! ore (fucsma acada Or.ubl~r nll _ro,, ~c. 45: acqua distillata cc. 45; idrato sadico sol. N cc. 16) cc. 30: si porta a pH 7··li st da -;tnhuascc In lllatrJcci nella quanud d t cc.95 e si srcrili1.za a 1:u o C. per 30' · . . . '\1 momento ddl'u ~o a cc. 95 di agnr b;~sc fuso si nggtungono cc. 5 da . soluzaonc . ~ucchcn~:t (bttosao gr. :!O; sncc.trosao gr. :!i glucosio gr. l i acqu:I cc. tOO) c cc. o,:!. dt. \'crdc bnlla~tc t .,, ~yc:ndo cura . che il terreno nbbia un p~l finnlc di 7,3. Le colorue dt E. , typh1 :tpp.'u~no Ùl colore •nncastro, pauuosto nlevntc nl centro, dtnfnnc n luce trnsmcssa, lt'ìcc c: umtdc, con t ~o mnc ~color.mtc sul terreno.


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e Blair) di permanenza in tennostato a 37° C., si san~ successivamente pra_ ticate - sempre con lo stesso metodo ?ella spa~o~a dt vetro - c~lture di isolamento sui var! terreni solidi. Le p1astre cos1 1nsemenzate veruvano capoYolte, tenute in termostato a 37o C. e oss~rv.ate per~odicamente: . dalle even. tuali colonie sospette, dopo un esame prehm1nare drret~o a s~~1arne mobilità, 1norfologia e comportamento al Gram e d_opo una d1ag~on sterologica rapida su vetrino, si sono praticate sotto~ul ture 1~ ag?r .semphce, per s~diarne con maggior .agio le proprietà sierologt~he e btodht_m.Iche. (~ermentaztone òe. gli zuccherj, fluidificazione .d~lla g~l~hna, prod~z1on~ d1 ~dolo) .. I risultati delle presenti tndagtnt con11parat1ve sut van terrcn1 prcsccltj possono es·sere così riepilogati : COPROCULTURE RISULTATE POSITIVE:

Con1plessivamente . Dopo semina diretta . Prev1a arrjcchitn,ento in: Brodb Wilson c Blair Brodo Mi.iller-Kauffn1ann

176 164 . 93, l Ho,.,' ()7,o. .t ,, 151 ·- H5,79'X)

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Questi dati stanno a dif1e che noi ~abbi~tno qttcn:u:to n1igliori risultnti dal brodo di Mi.illcr e Kauffmann in confronto a quello di vVìlson c Blair: CJllCStO infatti, dotato di un potere batteriostatico n1.olto forte, riesce n1olto spesso ad inibire anche lo sviluppo della E. typhi, insien1c con quello ùcgli altri germi banali, r1sultando talvolta addirittura sterile. Devo anzi dire che in un primo ternpo, in cui usavo insemenzare in detto terreno I cc. di sospensione fecale, ho ottenuto costante1nente dei risutltati negativi; solo raddoppiando la carica fecale (2 cc. d~ sospensione) sono riu\)cito ad ottenere i risultati più sopra rifcr1ti. Il brodo di Mi.illcr-I<.auffmann invece, dotato di un potere batteriostatico piuttosto debole nei riguardi della microflora fecale normale, ha mostrato una vera e propria c::1pacità di arricchimento per la Eberthella typlu, specie se si ha cura - come appunto è stato fatto nel corso delle presenti ricerche - di procedere ali 'insemenzamento su terreni solidi molto precocemente (dopo 8-12 ore di incubazione a 37°): in tali condizioni infatti è possibile tal:volta avere in sottocultUira, perfino delle colonie pure di Eberthell; typhi; ritardando invece l'insemenzamento, cominciano a svilupparsi nel brodo anche gli 1l tri germi abituali, dhe finiscono poi col prendere il sopravvento sull.1 E. typhi. Quanto ai terreni solidu, i risultati ottenuti dal loro insemenzamcnto previa arricchitnento, sono j seguenti: PREVIA ARRICCHIMENTO IN BRODO

Positi vi complessi vamcnte . . . Da scnlina su agar Wilson e Blair .

W ILSON E BLAIR: II8

118 = g8,31 %


417

.

su agar Endo Da semina . su agar Drigalski Da semma . Da semtna su agar Mac Conkcy

99 - 83' 89 >l) 87 - 73,72?t) 6r - sr,69 <;~ 1)1

PREVIA ARRICCHIMENTO IN iRODO MiiLLER E KAUFFMANN:

Positivi complessivamente . Da setnina sru agar Wilson c Blair . Da se1nina su agar Endo Da semina s.u agar Drigalski . Da sernina su agar ~tfac Conke.Y

ISI ISI

= IOOn·~

136 103 83 -

go ' o6°/, tl 68,21 ~{,

54,96°{

1

Si tratta quindi di lievi differenze mostrate tra i vari terreni insemenz.tli n~pc..ttivan1ente dopo 3.rricchù11ento nell'uno o nell'altro brodo; le differc11zc t;ono invece fondamentali tra l'un terreno c l'altro, andando dal roo•<. (J jl ()(. (J lll CIIO per l'agar di W.ilson c Blair a poco più del so·~:) per il 1fac Cull kcy.

Ancor.t piLI profonde sono poi le differenze mostrate dai vari terreni in"te nH:Il za t i dir<' tt:un cn te : RISULTATI POSITIVI DA

SEMINA DIRETTA:

Com plc..ssi van1cn te

Su agar Wilson c Blair . Su agar Endo . Su agar Drigalski . Su agar Mac Conkey .

= roou:l -

6..,_, I :J.., o,·ol so,6o il. l

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Un'ultima consider·azione inoltre oA.rono i risult~ti delle presenti incLtgini: da esse infatti risulta che 22 coproculturc su 176, c cioè il 12,5o?G , sono state prnitive solo dopo semina diretta su ag~tr Wilson e Blair, e 12 (il 6,8o ~~ ) esclusivamente dopo arricchimento in brodo di M ii] lcr c KaufFmann e successiv.a semina su agar Wilson e Blair: il che probabilmente dipende dal fatto che i vafli stipiti batterici offrono una diversa resistenza alle varie sostanze batteriostatiche contenute nei terreni selcttivi. A conclusione delle presenti ricerche paisiamo quindi affermare cU1c, per tlna precisa e completa indagine epidemiologica, occorre procedere contemporaneamente alla semina dàretta delle feci su agar Wilson e Bl~ir ed a quella in brodo dì Mi.iller e Kauffmann, e da quest'ultimo a successivo precoce insemenzamento su un terreno solido, preferibilmente quello di vViJ.. son e Blair o di Endo~ per i bisogni correnti della pratica è pe~ò suffìcien~c, nella n1aggior parte dei casi, la sola semina dfiretta su aga.r W1lson e Bl~rr. . ~1ASSUN1'o. _ L'A., dopo nver descritto i moderni terre~' s:letti\'i p~or~sti p~r l·nr· ncclumento e l'lsoln.mento della Eberthelb typhi dnlle fec1, nnssume 1 nsult~tll delle ·l -

Gwrnn/,• di mctlicwn militar~.


· d. · · u· e su alcuni terreni da lui compiute su 176 coproculture positi ·e w ag1m compara v ' · Il · ' uffi · · Da tali ricerche egli conclude che in genere, ne a p:arlca corrente, e s, ctente la semina. diretta del materiale feca!e su agar Wilson e_ Blmr; ten~to c?nto per? c~e alcuni · 't' b t · · d' E typhi !l"isultano sensibili alla azwne battenostatJ.ca esercttata da tale sup1 1 at enCl l • · • h' · terreno, mentre subiscono un vero e proprio pr~cess~ di arr~cc Imento nel b~odo di precisa e completa s1 rende M u.. ll er e K a uffmann , per una inchiesta epidemtologtca l , · h· · 1 b d necessario procedere contemporaneamente anche . a l arncc 1mento Jn ta e ro o ed alla ~ccess1va precoce semina su agnr Wtlson e Blatr.

BIBLlOGRAFIA ALESSI\NDRINI A., PAMPANA E. c FICAI G.: Gli e.rnmi di ;aboratorio. III. cd. Pozzi, Ron1a. CHECCACCI L. e :tvfoNACI V.: Riv. It. Igiene, 2: 311 ('), 1942). D'ALESSANDRO G. : Boll. Ist. Sier. 'tvfil., 2, 377, (1941). GrovANARDI A. e :tvfoNDOLFO U.: Giorn. Batt. Immuu., 10: ltl9 (1~J32). - Ibidem, Il: 225 (1933). lvfAccoLINI R.: Riv. It. Igiene, I: 476 (5, 1941). lvlAccouNr R. c Suz1 VALLI E.: R iv . It. Igiene, ~1 -5 : 7 ( 1 .. 2, 1945).

Cn&a Eù.

~

IL « BULLETIN INTERNATIONAL DES SERVICES DE SANTE

,

DES ARMEES ». Ai Colleghi dell'esercito, marina, aviazione rammentian1o l'interessante Rivista << Bui~ letin Internationa] cles Services de Santé cles Armées », organo del Comitato internazionale di medicina c farn1acia militari, che prima dell'ultima guerra era largarnente diffuso nn· che fra 11oi. Accanto ad articoli origina:i di! sicuro intere~se, ogni numero offre una vnstn e scelta bibliografia nazionale ed estera, utilissin1a a chi vuol seguire il progresso dcl:e scienze 1necliche nel ·nostro settore. Il (( Giornale di 1t1edicina 1v1ilitare >> ha già ri~tabiliro col « Bulletin » gli antichi cot diali rapporti per la simpatica inizinùva del gen. med. J.· Woncken, redattore capo della Rivista e segretario . genèrale del Comitato suddetto, nonchè vecchio e buon a m ico de Ha Sanità Militare italiana.

___ ,..

......


ltiEDI<JINA LEGA.LE

--------/1-------INFORTUNI CIVILI DI GUERRA Prof. Dott. Alfredo Bucciante, tenente generale medico Presidente del Collegio medico-legale

CASISTIO.A 1. Cnso - 1\1 orte in seguito a sevizie. J 1 IVJ in i p l oro delle Fh1an~o con

decreto del 5 111arzo 1928 ha negato pen-

si or H' pPr' dn11 n i cJ i guorra agli orfnn i Da Ros Enrica, Paolo, Urbano, Maria

Evolinn (' Palulint, orfani di AnLonio, deceduto per fnUo di guerra, nella C'(Jll ~ idel'ttzi ur JC' cJJ o non risu Hnva che il loro ·g enitore fosse stato internato in 11ernko e elle inolLt·e non poleva applicarsi a favore dei richiedenti rarL. ~~ del ~r. U. 2'7 rnu,.zo 1019, n. !126.

JHW5 C

Con ricor·sn con Lru deLLo decreLo Du Ros Enrica., Paolo, Urbano e 1.\tiaria sosLcngono che: il genHore n1orì n. seguito doi po.tin1cnti sofferLi durante la oecupazione del paese da parle del nemico, come da at~i nolori prodotti. Il Procuratore Generale nella sua ·cDnclusione, pre.m esso con1e per la costante giurisprud(•nza della Sezione Speciale della Corte dei Conti, la disposizione di legge di cui all'art. 17 del R. D. 12 luglio HJ23, n. 1491 può estendersi al caso di cittadini italiani che do.ll'Autoritù nen1ico. imperante sul luogo siano stati, per ragioni militari di polizia fatti trasportare in luogD diverso dal loro abituale domicilio, purchè tale provvedimento presenti il carattere di coazione voluto dalla legge, non sia ispirato da ragione di sicurezza nell'interessE: degli stessi cittadini e purchè le privazioni, sevizie ecc. siano speciali e non con1uni a tutta la po1polazione, ha osserv~to che nella specie non si verifica alcuna dell8 predeLte condizioni, poichè dopo la occupazione delle province venete da parte del nemico, il Da Ro~ non fu Lras}lortaLo in luogo diverso dal suo abituale don1icilio Planzano di Godega S . Urbapo,• 1nn ivi rimase e morì il 1o febbraio 1918. I-la osservato inoltre con1e per quanto da un aLto notorio prodoLto dalle parti e da notizie raccoHe dalle autorHà. del luogo) Pan·ebbe che il Da Ros durante l'occupazione del paese andasse incontro a continui n1nltrattan1enti da parte di militari nemici, tuttavia ciò


no !l è sufficien Lement.e provato ed inoltre :QOH si conosce se e per quale lil1ltlaltia il Da Ros sia deceduto. Pertanto ha chiesto che il ricorso fosse res1pint0.

La Corte ha consjderato in diritto: l

che per le disposizioni contenute negli art. 3 e 4 del T-esto Unico ap~

'1

provato con Decreto Luog·otenenziale 27 marzo · 1919, n. 426, può essere con-

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~

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cessa la pensione privilegiaLa con le stes:3e norme che regolano le pensioni alle fanliglie dei n1 ilitari morti in guerra, anche ai parenti vi venti a carico del cittadino italiano la cui marie sia dovuta ad un fatto di guerra che ne

sia stato la causa violenta, diretta ed immediato., e devesi considerare come

l' Il

fatto di ~·uerra anche quello che, pur non essendo coordinato alla J)re}1ura-

'

zione ed alle operazioni belliche, è s tato oc·casionato dalle n1odesinlt\; che da nun1erosi aLt, i notori risulta qhe il pudee dci L'icot·runLi, Drt ltoA AnLonio, fu sottoposto a sevizie e 1ninacce do. parte doi soldati LcdoHclli o t~ho l,

Io violenze patite .:;ulminaìono in una fe·roce fustigazione i n fliLI.ag•li nnl COl'·

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tiJe della sua casa di abitazione da tre soldati Ledeschi cho 1o lasciul'ono Il

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terra svenulo ed insanguinato;

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che anche le autol'ilà locali (R. Prefettura di ".Provi~o e CC. Itl1.) concorden1ente affermano che· la morte del Da Ros Antonio, nvvenuLn il 31 gennaio i918, si deve r-tttribuire unican1ente ai n1nltrattan1enti subiti dai ~e­ deschi e specie alle .percosse ricei\7 u te negli ultiin:iJ giorni del gennaio i918, El che delle varie lesioni che egli ebbe a

riportare non è stato possibile accer-

tare quale fu quella che determinò il deces~o non trovandosi in quei tempi medi'co civile su] luogo; che travasi pure in atti una dichiarazione del sig. Fadel Giacon1o il '

quale attesta chP, quando ebbe notizia dei feroci maltrattamenti inflitti dai

l

soldati tedeschi al Da Ros Antonio, nella sua qualità di facente funzione di

1:l

Sindaco del Comune di Godega S. Urbano, assunse inforn1azioni sul fatto ed ebbe confern1a che il Da Ros per la sua fierezza, che talvolta esplodeva

in proteste· vivaci contro gli invasori, venne sottoposto alla fustigaztone, e che due giorni rlopo egli n1ori; che ciò stante, risultando provato che la morte di Da Ros AnLonio è dovuta ad un fatto derivante da eventi bellici ed a causa violenta, diretta imn1eùiata delle lesioni ~~portate in seg-uito alle sevizie prescritte dalla ri-

col·dale disposizioni di legge, il ricorso proposto deve ritenersi meriLevo1e di accoglilnento. La Gorle dei Conti l

l l

l

Sezione Speciale per le Pensioni di g-uerra. -· rle-


42I

finiLivamente pronunciando in difformità delle conclusioni del Procuratore Generale, accoglie il ricorso prodotto da Da Ros Enrica, Paolo, Urbano, lVTaria Evelina contro il decreto del Ministero delle Finanze in data 5 ntarzo

1928 , riconosce ai ricorrenti il diritto al trattamento di cui all'art. ~ rlel Decreto ]Juogotenenziale 27 marzo 1919, n. 426, e rinvia gli atti al rv1inistero

medesin1o per glj ulteriori provvedimenti a termine di legge.

Il. Caso - Depressione psicltica e allegate convulsioni da fatti di guerra. DECISIONE su l ricorso prodoLLo dalla sig.ra P. Natalia, contro il decreto in ùuln 25 U:prHe 1930, n. 9509 del Ministero delle Finanze (Corte dei Conti Bmd(Jne f-;pceia lc per le Pensioni di guetTa). Uiubta lo ris ullanze di un atto nolorio esibito, la civile P. Natalia, nata

nel i807, nnlla noLLc del 2'7-28 febbl'àio 1018, in segui Lo a bombardamento aereo ve n ne i nves t.i La da sassi e calcinàcci, seppellita e quindi esLrn.tta con una feti l n. ull 'oceh io si n ist•·o ed altre alln Lesta, alla fronLe e ad una gamba. P0r g li es i ti d i tal i fcritG -

ft·a le q un li la per d iLa dell'occhio sinistro

- la P. 0t.trnne un assegno prima di sestu noi di qunrt.a categoria. RivisHata, alla scadenza dalla Commissione lVIedica di Trieste, nel marzo Hl30, oltre ai detti postumi, sempre ascrivibili alla quarta categoria venne

riconosciuta affetta d;t cc costituzione emotiva con intercorrenti crisi di depre-ssione psichica di natura psicogena ed allegate convulsioni » e pertanto venne assegnata, ·per 11 complesso alla seconda categoria per due anni. Col decreto impugnato venne concessa alla P. la pensione 'Vitalizia di quarta categ'Oria peJ' gli esiLi delle feriLe negnndole il dirlLto al risarcimento per l 'affezione nervosa perchè non rit.enuta dipendente da fatti bellici. Co] ricorso l'interessata deduce che l'infermità agli' occhi è ascrhribile a11u seconda ·~ategoria n. 1 tab . A) del R. D. 12 luglio 1923, e che inoltre ha diritlu all'assegno di cun1ulo per l'affezione nervosa causata dalle fel'ile alla testa ed ascrivibile da sola al n. 2L della quinta caLegoria, al n. 3 della settin1n ~~ategoria.

..

A richiesta del Procuratore Generale il Collegio lVIedico Legale (setlembt·e 1931) ha espresso il paret~e che l'infet·n1itù nervosa (stato psichico depressivo ed attacchi epilettiformi) riscontrala nella visitn del 22 n1arzo 1930, si debba consirlerar.e dipendente unican1ente, diretlamente ed iminedintumente


422

da evenlo di guerra (scoppio dì bon1ba di ae-roplano deLern1inunte fot1 iLe de .. turpanti a.lla faccia). Lo stesso Collegio con successi\'o parere su u.Lti del 5 febbraio 1032 ho.

es1presso l'avi\iso che l'affezione oculare non possa essere ascritta a categ{)ria più favorevole della qual't.a. Nelle conclusioni scrìlle i1 Procuratore Generale, facendo proprio tale

J)Urere, ha chiesto che la Corte, in parziale aocoglin1enlo del ricorso , voglia, -escludendo che la inferinit.à oculare possa da sola essere ascritta ad una cate .. gorla superior€ alla quarta, riconoscere la dipendenza da fatto di guerra ai sensi dell'art. 69, 3° con1ma del R. D. n. :149! del i92.3, dell'infeq:nità nervosa.

Ln. Corte decideva con1e appresso : Nel secondo dei due suoi parerj il supremo Olìg'ano di Sanità Militare ha dimostrat.o con1e, teçnicamente e sulla base delle classifi·c azioni stabilite dalla legge, non possa, l'affezione oc~lare della r icorrente essere ascritta a categoria superiore alla quarta, in quanto mentre l'occhio sinistro perduto ed un ,·isu3 pari a 213 nel destro tper astigmatismo miopico ·Composto (quinùi , congenito) consentivano soltanto l'assegnazione· alla sesta categoria, ben fece la Commissione !Vledica ad elevare tale assegnazione strettamente legale fino alla quarta c.at.egoria - ma non più - tenendo presente che all'occhio destro si notavano anche retinite traumatica periferica e colobon1a. Da tale esauriente parere non ha n1otivo di dissentire questa Corte la quale pertanto, ricono:,c.e che il ricorso è, per questa parte infondato . Quanto alla dipendenza dal fatto di g·uerra della infermilù nervosa il parere tecnico del Collegio 1\t[edico Legale è ;;;tato affer1nativo. Detto Collegio ha in sostanza considerato: che quando all'età di 2i anni la P . subì il noto iJ~aumati.sn1o, il fattore emo-commolir\ro, che non può rnancare, ,passò fol'se inosserYato non dandosi allora peso c.he agli eff-e tti vulneranti dell'evento bellico; che col crescere degli anni agli esiti puran1ente anatomici della ferita

di guerra alt.ri fattori si sono sovrapposti, di' natura psicogena, da rumina· zìone 1per le conseguenze deturpanti del viso della donna orn1ai giunta allo. elà rnatuTa, uno stato di depressione psichica eh e ha dato manifestazioni convulsive nrJn epilettiche n1a epi1etti forn1i in quanto per la durata, la frequenza, i cm·aLteri sono più ~tmili ag)i attacchi convulstvi epile.ttici che agli isterici.

1."'enuta presente lale cvidenle (( consecutio rnorboru1n n questa Sezione riconosce sussistere nella specie la condizione della dittJendenza diretta, violenta ed anche -

in quanto l'imn1ediatezza degli effetti rvi fu se pure questi


non si palesarono, ùnLo il loro speciale carattere, che in tempo posteriore _ immediaLa, da un futLo di guen·u a cui la legge subordina il riconosci.

del diritto ad assegno od a pens ione per risarcimento danni di guerra; dirHLo, dunque, che alla P. dev' es3 ~te riconosciuto anche in relazione alla sun infermHà nervosa e sulla b as~ d ella classiflcabilitù d ella infeiTilitù stessa. La Corte clei Conti - Sezione Speciale per le pensioni di !guerra - definitivamente pronunciando, in conformità con le conclusioni del Procuratore Generale accoglie H ricorso di P. Natali a contro il decreto del Ministero delle Finanze 25 aprile 19BO (1). 1nento

111. Caso - Istero-epilessia da fatto di guerra.

I{ovacic Luigi', nato nel ifl02, il 29 ottobre i915, mentre trovavasi nei pressi della propria abitazione in Auzza di Canale, f u ferito alla gamba si-

nistra dallo scoppio di unò shrapnell; ricoverato nell'ospedale a Fate bene Fratelli » di Gorizia vi restò in cura fino al 26 novembre i915 data in cui fu dimesso guarito.

Do. un parere reso sugli atti dalla Commissione Sanitaria di Trieste il 'L3 gennaio 1922' risulta che in pr€cedente visita collegiale il Ko,.-acic venne riconoseiuto affetto da due Dicatrici al terzo mediç> . della gamba sinistra, una della grandezza di un soldo in piccola parte aderente all'os~o, e l'altra della

(l) E, uno dei casi In cu1, come abbiamo accenna lo (pag. 163 Giorn. :\le tl. :\Ii i., 19-15), lo Sezione Speciale drlla Corte dei Cori~; è and ata u n po, olt.re, indolta da l ragiounm.enlu del Collegio J\l eùico Legnlf:'l iu cui le considerazioni umane son~r­ r h in no cvid.cn Lemenle le rag ioni m ed ico-1egal i e forse nn che quelle clin ichr. D.nl pnnlo eli vis la medico-legale, in yerilà, non c i sembra accettabile dare [' e t· rs is lenl e un fnllore ·emo-commotivo s ulla base del presuppostn che .z non può mancar e 11 e cosi grave che « passò forse inosservato n e che « per r uminnzione D dup(J 12 nnlli , per clT-cllo della depress ione ps ichi cn, dà lu ogo n manife~fnz ioni <·n11' tll &i re. Dc cliei a uni c.os li l.u i s~o no uu ponle lt•oppo lungo pcrchè 'i " ' possa ~'o l gere ll ltn rt cons ec u.l io morboru rn n i11 una afi'ezione del genere e possa apparire in modo a 1.~\ idenle )l In dip enden za ·C.nusn lc (( direlln, vroienla e imm l!diatn ·l \ Olula dalla legge. Con llll po' di buona yol o nl ~t anche q1u es lo cuso si ~ pi rga, mn non ~oprcmmo n-u-11 r. r·~ i l parere del Coll egio ~I e ùì co Legale lra quelli a illuminai i ' , n è la Jecisione del ln Sez ione Spec ial e Lra q nell e che segnan o l~t bu ona s l rada. . . . Uov inr.e in quesl.o campo doruinnlo daWclemento crno-co mmol n o s tgntfic..n. ll l'.lc_ h·c da Il e J'OI n i e se nzo piu nvvedeJ·sene c cot·rcre Lropp_o, gu idn~i da lla n_conseCitlt o l cm}Jorurn >> c dalln o. consecuLIO morborum n le qua li , unztchè Jn ft·ent , oprrnno du .eecilnnli .


42 4 sLessa grandezza, ~enzo. alcuna. lesione Lrofica o funzionttlc, c vonne giutli~ cato non n1jnorato. Consegncnten10<11Le il !\linistero del Tesoro con decreto t2 aprile i922 gli ne~ò traLto.n1en Lo di pensione di guerra. In atto notorio esibit.o il 17 gennaio 1923 si affern1a ·che il I\:ovacic, per l'emozione 1n·o·Yatu, aYeYa ct•ntratto tlpilessia; da dichiarazione in data i9 •

agosto i92i risulla che il znil ilare fu riforn1ato in sede di visita di leva '-

ordinaria per islero epilessia constatata 1n ospedale.

In un ce-rtificato rilasciatn 11 5 noven1bre i924 dal clotl. \iVeinlechner del~ ro:3pedale cc Fale b~ne Fratelli )), si affern1a che l(ovacic era ·completamente sano prin1a dPUa fèr1ta rip(lrtata nell'ottobre l915; che pochi giorni dopo ruscita dall'os11eda1e dove egli lo ebbe in cura cc si presentarono assalti epi~ 1eltici )) the si ripetevano ogni settin1ana; e che nel maggio 1922 il l(ovacic fu riforn1ato, preYin. osservazione di un mese nell,ospedale di Udine, per del~ la jnft-rrnità che eg]ì attribuiva al ~Tande spavento pro'vato i n seguito allo

scoppio dello shrapnell; il sanitario dichiara di non aver n1ai assistito agli attacchi epilettici del Kovacir, ma di averlo trovato anemico, denutrito e di costituzione neuropatica. La Con1missì{)ne TVIedica di "Cdine lo sottopose il 30 gennaio itr26 a nuovi accertamenti sanitari ai fini di pensione, facendo diagnosi di

cc

istero epi-

les3ia constatala 'post-traumatica, esiti di ferita di scheggia alla gamba si~ nistra senza lesione funzionale l> e ritenne l'istero .epile~sia ascrivibile alla prima categoria per tre anni. TI Ministro delle Finanze negò al l(ovacic 'Pensione per danni di guerra nella considerazione. che ]'invalidità riscontratagli non poteva ritenersi dipendente in modo 'Violento, diretto rrl immecUato da un fatto di guerra. Col ien1pestivo ricorso e le successive men1orie l'interessato deduceva che la sua infermità (epilessia) era stata determinata da uno scoppio di granat.a che nell'ott-obre i915 gli causò anche ferita ad una gatnba; esibiYa. un terlificato del maestro elementare, nel quale si affern1a che ,prin1a del maggjo 10i5 il J{ovacic non presentò mai manifestazioni di epilessia. Il Collegio Medico Leg·ale si è pronunziato una IPTima volta in base all'esaro~

dei documenti (ottobre i929) e, nella oonsiderazione che la vera

fanna e natura della nevrosi non era dagli atti ben definita e che la stessa frase diagnostica c; istero-epilessia » usata in occasione delle precitate yis1te 1nediche non era propria nè esatta, ha opinato che se il J(ovacic era. isterieo, la sua nevrosi potewa collegarsi in modo violento diretto ed in1Jne-


42 5 dinto con uno sllol< PmoLivo dJ gucl'rrt folJUSite) riportato all'alto della fetiLn. uUa gamba; se invece era nn e,pjl,,ttico, lo shok poteva essere stato soltanLo un'occasione o Ja coneausa, rr1a nnn Ju ragione diretta ed immediata della nevrosi comiziale.

Richiesto di ulteriore e più r~1·eei;o parere, il Collegio ìVIedico Legale ha faLLo sottoporre l'infortunato a conaruo periodo di osservazione nell'o-

E!pcdale 1niliLare di Udine ed a visita per delega da varte del membro neu1·o1ogD dello st.p,sso Collegio; di poi nella seduta del G agosto i930l in base a nuovo esame dei documenti, riteneva poters.i a.n1mettere che la sudetta forn1a morbosa più facilmente cc indovatasi » in un organismo adolescente, fosse dovuta a causa diretta, violenta ed in1mediata di un fatto di guerra, aj

sensi ed agli effetti delle djsposizioni vigenti. Deceduto il J{ovacic in data 7 seLfen1bre i931, il ricorso è stato l'ego. .

Iurn1en Le riassunto dalla madre Lazar l\1Iariu. Nelle sue conclusioni scritte il Procuratore Generale, premesso che il Kovaeic non ha accampa!Jo in sed~?J di ricorso, dei particolari diritti per gli esiti di ferita alla gamba sini~tra, separaLan1ente considerati, e, comunque tali esiti risuHano privi di in1portanzu n1edico-legale hu osserYato che

alcune tecniche affennazioni del parere reso dal Collegio ~!edico Lego.le, possano sep..z'alteo accettarsi, mentre invece altre e specialmente quelle relative alle cau;3e della infermità, non sono del tutto convincenti perchè non trovano sufficiente conferma negli elementi di fatto addotti a loro sostegno, che infatti il Collegio M·e dico Legale, ha ritenutD, fra l'altro, che il l{ovaci c abbia r~portato, quando fu ferito alla gamba, graYe shok emot.iYo, (abusi te) cui sarebbe colleg'abile la forma istero-epilettica solo successivall1enle riscontratagli; ·Che peraltro n1anca in atti la prova obiettiva e certa del presunto shok emotivo, del quale non è fatto alcun cenno nè neHa cartella clinica dell'ospedale di Gorizia (i-26 novembre 1915) dove l 'infori.unato fu ricoverato dopo la ferita. nè nella domanda di pensione prodotta nel muggio i920, nè nel parere reso dalla Commissione Sanitaria d'A.ppello di Tl·iostc in data 13 gennaio 19~2; che 'pertanto non si può amn1ettere che i prin1i disturbi nervosi si siano accompagnati o siano insorti imn1edia~a­ rnenLe dopo la ferita alla ga1nba, t.anto più che l'agente vulnerl.lnte, a giu-

dizio dei medi·ci del predettQ ospedale, sarebbe stato setnplicemente una TJallottola di fucile, e cioè, tenuto anche conto della età che allora aYeva la vitl.in1a (13 unni), avrebbe riveslito una forn1o. n1eno gt'nYe, per le con-


426 se~guenze con1motive, di quella ritenula dal Collegio Medieo Leg·ale (scop~ 1

pio di granata) od indicata dai CC. H.R. (seoppio di shrn.pnell); che per conseguenza l'infermità nervosa è da. ritenere c.he si sia n1anifestata sol-

tant.o 1110lti anni dopo il -traUlllft alla gan1ba, e che, anche per il notevole periodo dì ternpo intercorso fra i due episodi n1orbosi, non possa collegarsi in modo violento diretto ed in1mediato con un fatto di guerra, nè i docun1enti di parte costituiscono prova in contrario; premesse tali considerazioni ed a ;prescindere. dall'accertam.e nto delle altre ·condizioni di legge

il Procuratore Generale chiedeva che il ricorso venisse respinto. . La Sezione ~ iurisdizional e riJ e:va che nella specie trattasi di una lesione riportata il 29 ottobre 1915 in Auzza di Canale da un giuvinetto tredicenne

durante un bombardamento delle nostre forze armate, rin1anendo ferito aJla g·runba sinistra e colpito ad un ten1po da shock nervoso che fu causa dj una istero-epilessia. Considerava inoltre, giusta i pareri resi dal Collegio Medico Legale, dopo una visita diretta delrinfortunato, non potersi dubitare,

dato il ca-

rattere della 1nalaUia nerYosa e la natura isterica e l'età del soggetto, che .

l'isfero-epìlessja riscontrata a suo carico nella visita collegiale del 21 gennaio i926 fosse jn diretta ed imn1ediata relazione .con lo spavento da obusite con ferita alla gamba sofferta nel i9i5 durante la guerra. Conformen1ente quindi a tali 1pareri scientificMnente dimostrativi della natura e della causa diretta ed jmmediata della infermità della quale fu giudicato affetto il R.ovacic la Corte dei Conti - Sezione Speciale per le Pensioni d1 guerra -

de.finitjvamente pronunziando, in difformità delle

eonclusioni del Procuratore Generale, accoglieva il ricorso contro il decrrto del I\1inistro delle Finanze: riconosceva che l'istero-etpilesssia dalla qual e fu riconosc.i uta affetto il I\.ovacic nella visita collegiale del 2i gennaio 1926 è dipendente da un fatto di guerra che ne fu l a cau~a violenta, diretta

éd i1nn1ediata ai sensi e p et gli effetti di eu i al terzo comma d eli 'art. 69 del R.D. i2 Juglio 1923, n. 1491 (1). cn1;o perchè riflette un .."''"'I'gorrJe.nl o Ji prù ~~ lllt·aslala dù~ crt s sion~ e un campo dai cu i limili pii• spesso si fuorwsce. 1~ bene, d u.nq ue , pree rsure. L'nrcessu epilcll i co e l'accesso isler·ico rappresenlnno, come si su, gli epifenumeni l'uno di un proce:;;so rnorbo<:;o ·Cierel>rale, l'ulLro di una c.oslil.uzione modH>S 0 (l ) Abbwmo rtferilrJ es lcsamenlc queslo

dt~ i crnlr·i

n e r vos i.

Se si \'nol e, quinùt, riconoscere in nn fallo lruurnaLico la causa dirella di una r·pilt~ll icn , ore n n 'i.! e.hr. il l raurnn nbLia ogil.o dircLLan1enle sui .cenL·r i ence-

m:1 lnll)n


l·nu Ii c i,

provocnndu ali·<.! l'HZ i o n i :m n l Olflicho (ciC!"(" ..,.. ·c · · '-l "~ 1 1 rneumgo-cncefaliche o anche

lesioni pnrcellari). Il trau.ma che non :Jbb1a agito in l.nl scnfo, puu' """el·e ·1 1 · ·:J u • 1 so o Sibrnificalo di

c0 usa s cal cna n l e.

Per qluanlo riguarda Ja mJinttio isterica, bi "-or.,rna tener pre~enle rh l tl · lL l · . ~ - e ra as1 di uno fo1:ma ne ?me.~ e cosLtluzJOnol e della qnole l'accesso i sler·ico cosliLuisce un sintomo sta pure Il p1u clamoroso. ~ella m.alaltin. non ~uò mni conside!'arsi acr1ui <;ila c gli ~venti traumatici, ~pec 1e qu.e lh emoLJvJ, ng1scono solo come causa scalenuntc. Nel caso sprcifìeo in oggello subì il supposto s hok emotivo nell'oltobrc 191~ in -,Ieme alla ferila al1a gamba. o, I fu tLi ·Convulsivi furono conslalali nel 19-22 per cui anche il ruolo scatenante del L-rauma bellico non appare sostenibile. Ecco perchè dissenliamo dalla decisione della Corte e dal relativo parere del Collegio Med i co Legale.

PER UN'ACCURATA COMPILAZIONE DEGLI SCRITTI BIOLOGICI. Nel « Bollettino dell'Istituto Sieroterapico ~lilanese >~, fase. gennaio-g:ugno I9-f5, E . C. ha ricordato con molta. chiarezza - e con pratica utilità per i redattori e stnmp:uori alcune regole per la con1pilazione degli scritti biologici (ma il richiamo ,·ale per tutte le pubblicazioni scientifiche) che, se osservate, portano a uniformità. e accurarezz:1 dei lavori stessi. Lasciando cla parte i requisiti che riguardano la disposizione de!le varie parti di un :lrtico~o, non sarà inutile, per quanti collaborano n Feriod.ici e giornali, leggere quanto

l'A. riporta circa la ricerca e stesura deUa bibliografia, sulle abbre\'Ì:lzioni iru uso per le varie misure, e, soprattutto, nei riguardi della correzione delle bozze. La revisione di queste - se ben fatta _ porta a un risparnuo di tempo non indifferente nel lavoro tipogr:lfico, mentre non tutti si attengono a quelle norme che oramai sono di uso internazionale. Leggete, CoHcghi, la simpadca nota, e mi sarete grati della segnalaz ione.


PER LA PRATICA OSPEDALE MILITARE PRlNCIPALE DI PALERMO

Direttore inter. : Tcn. col. mecl. dott. GIVSEI'PE

PAVONE.

OSSERVAZIONI SU UN CASO DI IRIDO-CICLITE TRAUMAl!l€A. CON STATO INIZIALE DI PANOFTALMITE E SU UN ALTRO DI IRIDO-ClCLITE LUETICA TRATTA TI CON PENICILLINA Cap. med. s. p. c, clott. FMFCT!sco SOD1\HO, c3po rcp::~rto oculista.

Allo scopo eli portare il mio modesto contributo sull'i mpiego cldln P.ct.1idllinr! i n dc~ terminati casi della patologh1 oculare credo opportuno segnnbre un caso dJ li' t do -dchtt~ tnm. matica con stato iniziale di pano.ftalnu.te in rapporto· ati un nltro caso di h i do cklhl! lUI:· tica trattati contemporanean1ente con le stesse dosi di. penicillina. Descriverò esattamente quanto è stato fatto nei due casi c gli cffctt i l t.: t'npcutici ot· tenuti. II gion•o 27 febbraio 1946, veniva ricoverato di urgenza nel mio reparto il cnpitano di artjglieria in s. p. e. M. C., di anni 34, con diagnosi cl~ irido-ciclitc lrnumatica nll'O.D. L 'ufficiale riferiva che dieci giorni prima, comandato iu serviz.io nclln zonn1 di Montelepre contro alcuni gruppi di banditi, .aveva riportato una ferita ull'O.D. da schegge di calcinaccio mobilitate daH'urto di una scarica di proiettili di « tnitra >> contro un rnuricdola presso cui si trovava. Veniva subito soccorso dall'ufficjalc medico del proprio reparto il qua:e, previa Mlestesia locale, asporta va dalla superficie corneale c dal sacco congiunti va!e delle piccole schegge di calcinaccio e succt:ssiva.me[lle ben~.bva l'occhio applicando loca:n1ente tlella p~ mata all'optochina . Dopo tale trattamento, essendo1:1i attenuatj i disturbi, l'ufficiale non si pre~entava pitt all'ufficiale n1edico del reparto e continuava a disimpegnare il proprio servizio, n1a a distanza di. 8 giorni dell'accaduto, accusando in'l!provvisamente vi v o do~ore a.ll 'occhio, irradiantesi alla regione fronto-parieto·occipitale corrispondente, e forte abbassamento visivo, si recava a visita presso la c;.inica oculistka della R. Univerdtà di Palermo, ove veniva riconosciuto affetto da .i.rido-cicHte traun1atica con incipiente panoftalrn.lte all'O.D. con prognosi molto riservata e giudicato abbisogne\'ole eli urgente ricovero jn luogo di cura. Due gjorni dopo, ricoverato in questo ospedale, veniva alla nostra osservazione. Il paziente presentava febbre, malessere generale, dolori al globo oculare D. irradiantesi aJl'ernlcranio corrispondente. . _ ,All'esame specialistico è stato rircontrato: all'occhio destro palpebre lievemente arrossate ed edematose, congiuntiva arrossata in toto e Jeggermente chemotka nella porzi~ne bulbare, una pkcola disepitelizzazione nella zona centrale della cornea1 con un1 alone d'tntorb~dame~to, iniezione pericheratica profonda, aumento di ampiezza. della can1ern. anterio· r;, Jn.tor~tdame?to d~J'urnore acqueo, iride con aspetto fosco, pupilla miotica, che al· l appl~caZlone dJ atrop1na al 2o/rJ ha messo in evidenza delle sinechie posteriori nel settore supenore . . . Atl'csa,me con l_a J.ampacla a fessura nell'umore acq ueo è stato notato come una ftnt.!>SJI~a P0 · ~ere c~st 1tu1~a da emazie e cb granuli di pigmento irldeo; visus = percezione offuscata J et movtmentJ delb mano a 15 cm.


La radiografia del globo oculare non ha messo in evidenza alcun corpo estraneo eodobulbare. . vVassermann negattva. Esame delle urine: nulla di patologico. Posta. diagnosi. di irido-ciclit~ trauma tic~ c~n uno stato iniziale di panoftalmite ho voluto iruzare sublto una terap•a con pcmcùhl13, concessaci gentilmente dal lvledico Provinciale di Palermo. Iniziai contemporaneamente il medesimo trattamento ad un a;ltro rico,·erato, carabiniere N.A., affetto da iriclo-dcìite luctic,l all'O .S.. Ho eseguito il trattamento per via j ntrnn1uscolarc c localmente per istillnzione nel sacco congiunti\'ale. Per via intramuscolare ho iniettato complessivJmente 4oo.ooo U.I. di penicillina sciolta in acqua distillata sterile a una concentrazione ùi ro.ooo U.I. per cc. ed ho eseguiro una iniezione ogni due ore per un totale di roo.ooo U.I.. per giorno; localmente nel ;,ntco congiuntivalc istilln.vo b mattina alle ore 9 due gocce di solfato neutro dt atropina :d 2'ì.', <: il pomeriggio, dnl1c Q[C 12 in poi, due gocce in ogni due ore di penicillina ad una con l c·tttrmdonc di )t)O U.I. per cc. l Jw· volte al giorno, un'ora per voltn, C$cguivo imp.1cchi caldo umidi di un infwo di C:tll lOilliJI:t al H>t}{,. Dopo le prime 1oo.ooo U.I. di penicillina, nel cn~o di irido-ciclltc traumatica, Ja s=ntont.ltologia generai<! cc:~w.tva pur rimnncnclo in:tlter:na In sintomatologb locale, che gradalauH! llle lìi è ~t tt cnwtW continuando la romm inistr:tzionc delle altre unità eli penicillina nei tre: giorni :,uccc:;sivi. Dopo wlc: trattnmcnto, jn quinta giornata, ho notnlo b scomparsa Jc:lla sintomatoJogi:, .,ubbicttiva c, ]ocalmentc, le palpebre c In congiuntiva sono tornntc ili aspetto normale, è scomparsa la inic:z•onc pcrichcrntica, b c.unera anteriore si è ridotta nd ampiezza normale, l'iride si è schiarita c rimase solo un le~gero jntorbidnmento dell'umore acqueo; visus migliorato a 3/ro. Continuando per altri 15 giorni sobmente gli impacchi caldo umidi di un infuso di camomilla l'umore acqueo si è lentan1ente e progressivamente schiarito e la pupilla è tornata normale e bene reagente, il visus è tnigliorato a 6Jro. Nel caso di irido-ciclite luetica adoperai il medesimo traltamcnto ed ottenni In quasi completa scomparsa dell'i:niezione pcrtichcr:ttic:l c l'attenuazione dd dolore nl bulbo oculare, ma rimaneva presente ed immutata la rimanentt· ~· intomatologb obbiettiva e subbiettiva ddla irite, che fu vinta in seguito con le cure :~ntil u ctich e gener.11i, ottenenùo un visus a 7/IO. Conclusioni: Dall,effetto terapeutico ottenuto nel caso di iddo-ciclite traumatica con

stato iniziale di panoftalmite sono autorizzato a dedurre che il trattaillCnto con penicillina ~a fatto regredire in brevissimo tempo i fenon1eni suppurativi incipienri facend? conseguue una guarigione quasi perfetta in un pcchio che, vrattnto con comuni mezzl terapeutici, sarebbe forse stato irrimecliabilmente perduto. Nel caso invece eli iddo-ciclite luetlca il trattamento con pcnicilHn~1, n mjo modo d.i Yedere, ha contribuito solo alla attenuazione delle lesioni .infiammatorie secondarie non modificando affatto jl quadro sjntomatologico specifico.

L'A. che ha avuto occasione di trattare contemporaneamente con le st:sse dosi di penicillina un caso di irido-ciclite traumatica co~ st~to· ini~n lc di p~nof­ taJnute e un altro di irido-ciclite luetica, e~pone le sue o_sser~raZiont sul b.nlbnte effetto terapeutico ottenuto nel primo caso c sulla scarsa efficacia d1 detta ternpl:t nel liecondo caso. l?.iassurzto. _


L' ATTIVITÀ DELLA SANITÀ MILITARE DEGLI STATI UNITI t·,

Il 2 luglio il Corpo ddb San.id ~Lilit:1.rc degli Stati Uniti. ha celc?rnto. Jl. suo 171u

anno d{ vita. Ln sua attidt?t, gi~ così cospicua, ha kl.SSU~to tn qu:stt tÙt1n11 decenni nn'inlportanza sempre p!ù , ast,n, c. durante il r~cente confhtto mondiale non vi è stato crunpo eli battaglia che non l nbbta Ycduto ali opera.. . Il .., luglio 1 .--- Ull~l legge del Congresso Conunentale dehbernva, per la prima ...7 ~ ' , ,, ~ . . d' d volta nella storiJ degli Stati l Jn!ti d 'Amenca, 1l coor man1ento e a pratt.ca medica e delle ricerche scie~tifichc. Questo provvedimento legislativo era dovuto a1 generale George \\'"ashington, il quale, ll :n lug~o di. queU'a.r1n~, aveva s~tto al. Congresso per raccomandare G cre1zione eli un'org::uuzzaZione n1edtca c< perche la Vlta e la salute degli uffic.i:ùi e dci soldati dipendono in gran parte da una regolare attività eli questa . crea.z.J.o ne l) . Bast.Wo alcune ciEre per dare un 'idea della se m pre c:rescente attività dcl;a Sanità !vlil.itare. Allo scoppio della G uerra d,lndipendenz3, nelle co·~onie vivevano :200 medici c altre _..;.)OO persone che praticavano la medicina senza una [egolare abilitazione. Durante la guerra, 1.200 di queste persone prestarono la lcro opera neli'esercito e nella marina. ~el pe&icdo iniziale della lotta, r esercito contava appena 20.000 U001ini; nel 1784 questo numero yeniYa ridotto a soli 700 uonuni, ed il personale sanitario fu decurtato in proporzione, al punto da esser!! ridotto ad un solo me.dico e quattro assistenti. Con gli anni il numero del personale andò aumentando. Nel 1847 H Corpo sanitario militare comprendeva 135 medici. Nel 1898, allo scoppio della guerra ispanoamericana, nell'esercito vi erano 110 m edici militari divisionali e di brigata e 650 medici di complemento. Nel 1917, le esigenze della guerra mondiaJe richiesero l'opera di 35 mila ufficiali medici e eli o!tre :280 mila soldati di sanità. Le cifre relative al recente confìitto ·non trovano riscontro in alcun altro esercito del mondo. Nel me$e eli aprile del 1945 il numero dei sold3ti curati negl i ospedali mi•titari rag~ giunse la cif.:-a di 544.ooo mentre neWagosto dello stesso anno il numero dei degentl uegli ospedali militari situati nel territorio nazionale americano fu dj 31:2 mila uom ici. Nelle tragiche giornate della lotta sul f.ron.te occidentale, negli mni 1944 e 1945 gli ospedaJi militari americani della zona di Padg1 curarono un numero di malati e di feriti che si fa ascendere a soo mila uorn1ni. La percentuale delle pers.one salvate daHa n1orte è stata elevatissima: infatti, su 100 rico\·erati, 97 guarirono interarnente, il 70 per cento dei feriti potè: riprendere il proprjo posto dt combattimento, e solo il 27 per cento dovette e!>sere t1impatriato. Secondo le c.ifre comunicate dalla Sauità MiJit~re, dall'inizio clc!Je ostjlità solt3nt 0 l'uno per mill e dei malati è: morto di malanja, L ,insieme delle cure pro filattich e hanno impedito che si \'erificas~ero casi dj tifo, di peste e di colera o Ji febbre gialla, mentre si potè constatare un solo caso di tetano e solo pochissimi cas! di febbre tifoide~t . . In questi anni di guerra la Sanità ìvlilitare ha potuto cotnpiere no te voli progresst v~endosi de~l'~1piego dei sulfamidici, della penicillina e del plasma ~anguigno. L'~te~ ~to~, :fficaass1ma nella lotta contro la malaria, ha finito col soppiantare completamenre J\ dumno, mentre il DDT è stato j} fattore determinante .n ella lotta contro il tifo.

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(•) In esclusn· :-~, dalla concsia ddi'U.S.I.S., per il l( Giornale di Medicina Militare n.


43 1 Notevoli progrc~si r.ono stati anche n:nlizza ti nella chirurg· 1 n· . · h' 11 · ta p as ca e ne; campo none l c ne u tecn1ca neurop!>khiatrica dIl. quella torac1ca • • . · Sorprendent·t pot· sono stat1 1 ...1suitati consegwu con c nuove cure delle lcston 1 spinali. Inoltre l·' · . ,_ h. J~ ·1 · d · '"' med'Ictr.a c 1c1. c 1_ ruq,ria ci~l ,e s~n.~ oggJ. csunate a trarre i . maggi.ori benefici dai progres-sj compiuti dalla Saruta lvhl~tare nella cura ddlc malatt1c tropicali. _ Oggigiorno Jl personale della S~1nitn Militare è Ji\ iso in nove -orp1· . ·1 · · 00 d · . ". uno me dico, con 45 ~a uoJruru; ~ . e;lusnco, con 15 mila uom:ni; uno inferm..icristico con 52 1nila uomuu; .UJno ammw1Stra~1vo con 18 tnHa uomini. Gh altri cinque hanno un personale propor.zuona:o aN~ loro .tmportanza: .si calcola che oltre 500 mila so:dati 'siano addetti attualmente a1 vart corp1 della Santta ~Hlita re. Per. .la preparazione del. personale è st~ta crc·ata nel 1893 Wl"ripposita Scuola 1Iedica MiJ!.tare. ~l f~n~atore, il penerale m:d1co G:orge Sterneberg, uno dei più grandi scienziati amerJcaru, e lo scopntorr dei mJcrorgantsmo cldla po.:nonite ed è noto come il padre ddla batteriologia americana. ·

AL DR. Hl. C. DAT!/SON. - Sul cc /.A.!v!.A.. , del 6 aprile 19-16, in un articolo dedica.to aNa << Cu:ttera 1nedica in Europa J>, avete scritto, nei riguardi ddi'Ita/iJ, che la nostra Na zione ha ormai perduto ogni pretesa dz rzspr:ttabiia,ì nel campo medico e che, se a1lteriormente all'ttltimo conf.itto rnondiale alcune de/,1e nostre Unir.·ersità po:e1ono mantenersi e produrre, ciò si dovè m' cont1ibuto delle borJ·e di studio assegn,:;teci dalla Fondazione Rockfeller. At/a, in seguito, il regime m u.rso:u~iano, l'eccc.;_-it·o r:umero degli stude11ti, gli insufficienti stipendi degli insegnanti e il deterioramer.to del materi,IJe sci~n­ tifico avrebbero annuli'ato i 1isultati conseguiti. Avevamo osato sperare che a.'meno i medici - che: in ragione del1:; loro alta ~ducazione umanitaria dovrebbero attenersi a un i m parzialità se non aJ rispetto t.:erJo i colleghi, a qualunque nazione apparten enti - non si unissero al coro dei 4=nti d'oltre Oceano elle vedono nelfltm~a solo ruz paese vinto, umiliato, denigralo su. quale ~-i può infieri1·e come si vuole l Nei nostri rapporti di vita quotidiana, n ai ossert~iamo ancora un'abittufine che va sotto il no·m e di deontologia: V OÌ dr. Davison, dovete sentin~i a. di soprLr di t.11e prassi - clze ritenevatno internazionale - se ci giudicate con tanta stn1ordinJria (( suffisance » e ci rinfacciate le borse di stu.dio che la benemerita for;da:;ione Rockfe!ler ! 'O/Iè destinare nel passato nl.'a classe medica italiana. E t~ttta la produzione sci~ntific~.l na:;ionale antecedente al.a seconda guerra mondiale: non sarebbe che ii flutto ai qutlie bor.,·c: ... le nostre università, i nostri istituti scientifici actrebbero potuto mmuener.,·i Jn cita .wro per virtù dei dollari della Rocl\}eller/ ... Via, dr. Davison voi non cono.,·cete l'Italia e tanto meno /atticrit:ì dei noJ'Iri centri culturali. Se siamo poveri e .,·e qualche cosa abbiamo pur saputo rrodurre nr:l CL1mpo medico, ciò può tornare, se mai, n nostro onore, riconoscetelo or.est.1mente. E mentre ~al canto nostro cerchiamo in ogni modo di Jiallacciare gli nntic!Ii b:wni 11.1fpo1ti con 1 vostri grandiosi istituti sientifici e ,,.a orizr:iamo sinceramente qa. mto at·e:e .raputo P1 odurre, sopratutto durante /'ultimo conflitto, e conti n unte a /erre in que.;to tra ragliato ~op~guerra (anch e ÌIJ. questo numero del nostro Giornale riportiamo dd/r..• no:ir::ie sull auwità dei vostri centri sanitari, notizie che ru.s.I.S., che non tlet•e CCI tamente penS~J'','a come voi, gen•tilme11te ci fornisce) la vostra voce. suo11a ~naie, t~11:o. "!wt:· d1:. Dnvrson, e non contribuisce certamente n 1insaldare quei t•tncoli d1 cat/egudzta e d, re..:·;proc,7 stima che i Col/egizi dell" esercito americano hanno pur Gl)tUo modo ili sentire ed apprezzm·e durante il loro soggiorno in Italia. 1

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A. C.


L A 191 E D I C li N .tl. I N

(J A :rtl lYI l N O

--------!!-------A cura de l dott. D. E. Cappe l!aro

scienza non solo cerca di acquisire nuovi dati al suo patrimonio, ma ctrLa liberarsi da errori e da e rronee tendenze di ricerca. Parrebbe di m ostrato che la deficienza di vitmnina A non avrebbe nessun significato per quanto co,nccrne le comuni malattie della pelle. Lettner e T. Nioore sono arriv:tti a ra:i conclusioni (almeno nei paes1 delle loro ricerche). Scarsi risultati si :,ono ottcnutì per sostenere che la defi cienza secondaria o derivata di vitamina A possa essere la causa di alcune rare ma'attie della pelle, come : la malattia eli Darier, la pitjriasi rubra pilaris e l'ict iosi . - (Tiitamin A and sl(in disease. - H T'hc Lancet », 24 agosto 1946, p. 262). 1 o_ La

L'acido lattico, l'adrenalina ed il de:irio tcrapcutico costit ui sco no H tl':lltan1er.to moderno per le malnttie n1entali c su tali clementi eli curn si è lntrattCIHllo u 11 recente congresso promosso da Il' America n Psychiatric Assoda t io n. Dosi di acido lattico e di l attr~to sadico, somministra re nd latte , :,ono riu:;citc n portare un deciso m igliormnento in set te pazienti :~ffctti da grave dcpress iont: mentale; un certo migliorarnento si è ottenuto in altri quattordici pr~zicnu. La ragione che ha con~iglinto la somministrazionc di adda lattico co~nsistcrebbc nc:l fatto che l'acido viene prodotto spontancarne ntc ncll'orgànismo durante b violcma uttività muscolare a cui da. luogo lo shock tera pcucico. Gli psichiatri~ della Scuo:~1 di Mc dicina. di Duke University hanno quindi attrib uito :~ll'acido lattico· b possibilità Ji guarir-e quei pazienti che si sottopongono alla cura mediante shock. Non: sembra ad Hans Lowenbach e Maurice H. Greenholl, di detta università, che l'acido lattico possa essere dannoso se introdotto nella terapia dcgli an1malati di mente, in quanto g:i esperimenti btti sulla gran parte dei pazienti e su studenti di n1edicina hanno provato che tutto iQ danno consiste in uru breve periodo di imbarazzo di stomaco secondo la dose jngerita. L'adrenalina offre anch 'essa un migl ioramento ai pazienti afflitti da stati di ansietà permanente. Il delirio artificiale, indotto a m ezzo di anutale sodico (sodium amytal), ha conseguito benefici risultati in pazienti con gravt disordini m entali (« Science Digest », agosto 1946, pag. 48). 2o -

3° - La scoperta deHa penicillina ha jndicato nuove vie di ricerca. E' stata annun~ ciata la scoperta d~ un nuovo antibiotico, la litmocidina da C. F. Gause, dell'Istituto dt n1edicina. tropicale di lvfosca, nel numero di giugno del « Journal of Bacterio.logy >J . La nuova sostanza è unt pigmento e, come è riportato in Science News Letter d_el 24 :Jgosto 1946, è stata chiamata litmocidina dal nome della carta di tornasole (frtmt~s paper) e ciò perchè la litm ocidina acquista un colore rosso in un mezzo acido e dt· venta turchina in soluzioni alcaline. Il nuovo antibiotico è prodotto da un micro-orga· nismo che si trova n el suolo della Russia n1eridiooole. Si tratta di un actinomlceto ed appartiene allo stesso gruppo generale di quello della strepto1nicina. Gause non è stat~ cruaro nel suo r apporto circa il futuro del suo antibiotico. Parrebbe che questo si comp~rt~ forteJnente nttivot contro gli stafilococchl, gli streptococchi, i germi della tuberco~OS1 e del colera, almeno nei tubi di prova. L 'antibiotico avrebbe invece uru effetto moderato sui germi della dissenteria e non avrebbe alcun effetto su quell i della febbre ti.foide.

~o -

La st.rcptomicina si va introducendo sempre più ndna pratica della medicinn. '' Sclence n, (2 agosto 1946) ci fa sapere che tale antioiodco è destinato ad a.verc un


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.' . compito sempre ptu .llnportante contro malattie mortaH, come nù esempio la meningite influenzale. . . . Per quanto concerne g~ esperunentl, << non in lwmine ,,, (; stato os~ervato da Hattie · . · E. A]ex 31nder ·e. .Grace. Letdy del . Collegio . medico chirurgico di Col umh..ta untv<.:rSlty che la strep~onuCl_na, m ~omparaztone con 1 preparati sulfamidici c con il siero, ha un valore effetuv~ eli pr.otezto.ne_ (nel topo) .a:meno cento volte maggiore. << ] n honune >J nsultau mcoragg1ant1 sarebbero stati ottenuti nella. cura ù' dieci 1 pazienti affetti appu.nto _da ~eningitc influenz,nle. Qu~sta. malattia riesce di esito fatale nel IOO per cento del cast. E da notare, come c stato nfento da u &ience News Letter )) (I 7 agosto .1946), che con l'intro?uzione. dei sulfarnidici e c.ld siero nella terapb della meningite Jnfluenzale, la n~o~tahtà è discesa più o n1cno al 30~~ . La streptomicina costituirebbe un pass01 avantl, ln quanto parrebbe che essa attacchi decisamente l'Hemop/Ji!tts i nf.'uenza~ _tipo B, che è appunto l'origine della gra\'c malattia. La streptom1ona sembrerebbe ormai essere l'unico medicamento efficace nella curn della brucellosi, in q unnto l'aborto vaccinico dc.~lJa brucellosi parrebbe riuscire soltanto i 11 casi d i bruceHosi non con1plicata (H3Iris, Brucellosis, <C J.AJvLA. H, agosto 1946, P· ''IH?): . Ir\..Cefer ed a ltn..1n Ut.:t llll· m ·tg:1·1ornment1· sono stall· ottenuti· secon do quanto r iiensce conul usivo (Streptomyci 11 in the Tl't. 'atm ~nt of I nfecions) comparso recente~ rw:nte i n H } .A.M .A. H, 7 sctt. 1946. Le malatde che sarebbero curate con successo· dalla treptomicina ~,arebbero le seguenti: 1) tularc: mja; 2) infe7Joni da fl emophilus influen:ae; 3) jnfezioni del tratto uriuario c.lovutc a bacilli grarnrnegatlvi sulfatnido~resi'>tenti; 4) iifo; )Ì infezio;1.1 da SalmotH:IIa; G) hrucello..,i acuta con bacterioemb; 7) cndoc:1rdite batterica dovuta a bacilli gram -ncg:ttivi; 8) polmonite da bacilli di FriedHincler (1\.lt::h.riella pneumoniae). Altri. rapporti segnalano pcrb unL1 pessin1i~tica constatazione. I1t fatto sta che si sarebbe ri'tcontrata molta resistenza nHn ~treptomicina. lvlc.xwdl Finland ed altri hanno accertato che in 12 casi di infe'done con vJri bacmli gram-ncgntivi, trattati con streptonùcina, 8 eli essi avrebbero mancato di manifestare benefici effetti dalla cura. L'insuccesso in tutti gli 8 casi fu accompagnato da un rapido sviluppo di estrema resistenza alla streptonucina ( (( J.A.M.A. », 7 sett. 1946, pag. I6). 1111 nrl i colo

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5° - Una delle vitamine B, l'acido para~arnino benzoico, detto iJ Paba, sembra costituire un rimedio efficace per il tipo di febbre tifoide che si incontra in Amerka. Il Paba è stato proNato dal dott. Paul K. Smitl1 della Scuoda di ~ncdicina di George Washington U niversity. In 22 casi · dei 29 pazienti di rj fo, non trattati con il Paba, la febbre persistette 12 giorni o più, mentre soltanto in 7 dei 29 pazienti, trattati con l'acido para-amino benzoico, la febbre persistette così a lungo (~< J.AJvLA. >1 , 3 agosto I9-f6)· Poichè non si sono verificati effetti tosski nella somminisrazione del medicamento, si spera di poterlo dare in dosi più larghe.

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Giornale: tli medicina militare.


RASSEGNA DJElLLJ:\. S'I'AlViPA lliEDI«JA --~---!!-------

Batteriologia.. E. W. e RoPES .tvL VI.: Infezioni da batteroidi. - . « New England Journa]

SMITH

of :tv[edicine n, genn. I945 ·

zione dei sulfatnidici, per cui anche le lo. calizzaziooi n1eningee si curano chirurgicamente (drenaggio spinale, ripetute pu"nture lombad, flebocHsi e trasfusioni sanguigne). In un sol caso con localizzazione meningea l'A. potette registrare un rapido miglioramento con la sonunini.straziòne di ~ulfodiazina. PertaJJ1to r1terniamo che un trattamento sulfamidico, adatto 'Per po~o­ logia e scelta del preparato, vnda :;empre tentnto.

Gli AA. riferiscono le osservazioni des~~­ te da 20 casi eli infezioni da batterotdt, rile\'ati tra gli intenni ricoverati dal 193~ al 19 3 nel lvlassachusset .G~eral 1-Iospltal. In circa 4 anni, 20 cas1; Jl che depo.ne per una frequenza non n1olto rara dJ. lll 1.,lllll ll. H'l"l'l, feziooi del genere. I b:ttteroidi son01 badùli an~erobi, asporigeoi, t,rram..,nega tid, di cui sono rnaggiormente noti 2 tipj: il fragilis, che presenta c;;ratteristlche di forma c gr:1nclezza ben TRINCHEnA C. : Lezioni di anatomia tlli1'urgica <! tecnica opelfltcwitr. - Bt11d, E-· deJìnite, e il fundibul'ifot~mis, variabile per diz. Ern1es, 1946. ferma e grandezza. Ospiti ahitualL eli alcune rnucosc, i batteIl libro del prof. Trinchera ~ utile sia I oicli si rinvengono specialmente io quella per lo sudente, che in esso può :tpprenc.lcrc naso-faringea, nella iOJtesti naJc, nella vale fond~HnentalU noz ioni di medicina opc· ginale; e pertantn le infezioni si presentano ratoria, sia per il medico pratico che de· 10 quelle regioni ove tali gern1i maggiorsjderi aggiornare le sue conosce11ze sulle mente o elettirvan1ente si annidano (anpiù recenti acquisizioni della chirurgia. gina to.nLSillare, otiti n1eclieJ infezioni chiLa vasta materia è di vi sa in una parte rurgiche deli'intcstino e dell'apparato uro - generale e una speciale. genitale). Nella prima parte l'A. tratta delle no~ L'infezione può propagarsi ai tessuti e zioni generali e delle operazioni sui van ag:i organi viciniori per contiguità o per apparati: interessanti ed ~ggiornati. so,no via ematica, dando luogo ad ascessi loca- i capitoli dedicati alle complicanze postolizzati a distanza o anche a forme settiperatorie, alle anestesie, alla tras~usio~e del cemiche: tra que-~ te sarebbero più gravi . sangue e alla chemioterapia anri.nfettrv.a. quelle dovute al tipo infundibuliforme, per Nella parte speciale, oltre alle allac~atu~ · · mut'1lantl b tendenza degli ascessi metastatici e per r~ arrerio~e, alle operazJ.onl '" , ··1l l'alta perccntuJ~e di esiti letali. Il pus detrattamento delle lesioni violente e delle gli ascessi è denso,, di colorito· giallo-ver- infezioni chirurgiche più frequenti , è in· dastroJ r.icco eli batte roidi. Tali furme ser- dicata la tecnica degli! intervenL1 oper~to# ticcmiche, che iniziano bruscame nte con ri più semplid e più co·m uni. brivido e febbre :.~lta, ~.i accompagnano spesL'eruzione è abbastanza decorosJ . se· ad i tterjzia e presentano sovente locaIADEV AlA · li zzazioni n1eningee. All'esame ematologico .si ri.:;contrano anemia di modjco grado

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Endoc11inologla•

e leucocitos) grJJnulocitica. Circ~ il tr:lltamento te rapeutico, esso ronsi.~ te ~;opra ttutto negli interventi evac.u ativi del pus, mancando in gener~ 'l 'a-

BAssi M. e BAssi G.: ConsiderazioNi g~ nerat1}

. .. e11t./ot:rr· su le coJtdder.te "· artutf


435 ne n. - « Rivista eli Clinica Medica », fase. 6-9, 1944-45.

a! ·migli~rare ?el;e nlanifest:Jzioni specifiche della disfunziOne ghiandolare successivaa:i AA. considerano nel suo complesso men~e ali~ correzione (spontanea o terat problema d~ll'iinportanza di stati disfun~ peuuca) dt questa; 1 . c~ il r~presentani della fenomenologia zionali di ghiandole a secrezione interna nella etiopatogenesi delle affezioni artico- arttco.are, J~ tal modo dileguatasi, in' rap· lari croniche per tentare una rappresenta- porto con r .ca~ute dell'endocrinopatia~ . d) .la . rchlt1 v~mente frequente associazione unitaria, almeno su basi patogenctiche, ed una sistemazione delle cosiddette Zione d~ !:tnJ ~om t ~nd~crine alquanto rare, (q:ralc Jl nn.~lsmo tpofisario) e di partico\( artriti endocrine H. lan artropatie pure rare, quali le osteoLe artropatie dfi origine fondamental.f.'1ente endocrina ed alJe quali spetti sicu- condrosi deformanti giovani;i . · Le artropatie associate e veroc-irrùlmente ramente un'autonomia nosologica per la p:1rt'icolarc: etiopatogenesi, sintomntologia correlate con le dic;funrz.ioni endocrine sono le più diverse per natura e caratteri clinici clinici c: railio'ogico ed anatomia patologica, MHlO so~lta)lto' le « nrtdti deformanti c radiologici. Talora si tratt.1 di forme esclusivamente :trtralgiche; tal:tltra di forme ;lc.romc~gnliclw >>. Le nltrc disfunzioni endoc.:rirH.: allt: 'luali è possibile nttribuire un:t ostcoartrosiche, ta.alta-n ancora di forme parlt: pitt o meno importante nel mcccani- po1artritkhc con tendenza a.!l'anchilosi :mlo p.1togcnelico di artropatie croniche Ir. tutte le forme-, pt!!Ò, s.i riscontra sem~ souo rn pprc!l<:ntatc: dall'ipofun.ejone e dal- pre in misura rlle\rante e spesso assai gral'j pcrattj vi ttl cieli a tiroide; dall 'lnsuffìcicn te ve la sinJtomatc:Xogia artralgica con frequeno sopprcs~a attividt delle gonadi e dell'ovaio ti accessi paros~btici, ta lora senza causa jn ispccic; tlalJ'in:,uffidenza del lobo ante- apparente, con resistenza del dolore alle v:Jriore: (tanto della pars basofila qu:tnto di rie terapie anta.l!,riche c con l'assenza di quella eosinofìla) c: del lobo posteriore cld- m:Jnlfeswzioni generali e Joca~i di infiaml'ipolisi; dall'insufficienza cortico-su.rrcna.li- mazìonc in ogni fase della n1alattia. Tali cn. Nfolto discusso, invece, è il ruolo etio- aspetti sono p:Jrtkolnnncnte evidenti nei. processi poliartritici e artritici della spalla, ~at?g:netico· dell'iperfunzione delle par:ttlrotdl, alla quale da numerosi AA. è stata che non infrcquentemente si trovano. assoattribuita una fondamentale importanza nel ciati e correlati a stati d'iperfunzione della determinismo di varie forme di reuma- tiroide c nelle artropatie deform:-~nti corretism? articola.re cronico e della poliartrite late a stati cl'insuf..fìdenza ovnric::t. Inoltre, n1entre ne~le artropatie colleg:Jte a ipercromca anchilosante in ispecie. funz.ione tiroidca possono instaurnrsi ra· Fo~damentalmente il meccanismo patopidarncnte rilevanti a trofie muscokui e genenco delle cosidette artriti endocrine è indipendente da.;Ia coesistente disfunz:one cospicua decnlcific:tzione del:o scheletro articolare, nelle forme associate ed in presughiandolare, che sostiene solo la p=u-te di f~ttore concausale secondario, la cui im- mibile rapporto con un deficit ovarico le a! terazioni ossee sono i ncoscanù o tnrdh e ~ortanza può giungere sino a quella di e tenui, mentre quelle dei tessuti pcriartinvelntore necessario .. Tra gli argomenti di. valore ;probativo colari sono spicca te. In linea generale, però, deve ritenersi pe: la intercorren.za di rapporti tra turba ~luando.la~e e coesistente artropatia sono dH.ficile e forse impossibjfe prec.isnre j critt·ri clinici utili alb generic=\ definizione ncorùatt 1 seguenti: l . . a) la re!:tzionc cronologica fra lo sta- chagnostica dJ <c artrite endocrina H ed ac)Jhrsi o l 'aggravarsi deUo stato disfunzio- certare nei singoli cnsi la importanza e In nale endocrino1 ed il manifestarsi o l'aggra- qualità deL ruolo p:~togenetico sostenuto d:tlla turba enc.Jocrin:-~. varsi dcl~'affezioPe articol:tre cronica· In una non trnscurnbilc percl·ntu.tle dci .b) l'attenuarsi, sino a scomparire: del1 a ~J-ntom:ttologia articolare parallelamente casi l'assodnzione dcl :e disfunzioni ghiJn~


dolari alle affezioni articolari croniche appare del tutto accidentale. , Lo stesso criterio ex-iuvantibus spesso e insufficiente. Ciononostante, il trattamento opoteraptCCI in tali casi ha una precisa indicazion.e quale mezzo di cura non so:o della dlsfu n zio ne ghiandolare, ma anche della coesistente artropatia, che può trarne benefici talora insperabili e non otten~bili altrimenti, specialmente per quanto ~1guarda h fenomenologia algica, talora nbellc a qualsias,i terapia antalgica ed alle più comuni cure nntireumaciche. Pur essendo impossibile una rapprcsent~ zionc unifom1e ed unitaria, in base n cn ttri dioici e morfologici de~le varie H artriti cndocri.ne >1, ~l concetto eli ni co generico di esse è giustificato dalla verosimile comunanza del n1eccanismo d'azione della massima parte delle disfunzioni ghiandolari che si possono chiamare in causa nella patogene~·.

Gt AA., dopo aver criticato b i potcsi di Sylla, ~eco ndo cui le disfu uzion i endo crine attenuerebbero la reazione ipcrergiC,1 articolare facendo assumere all 'infiammazione un Jecorso sublitninale cronico con reazione insufficiente, sostengono che le !!tesse d:s(unzioni ghiando~:rri influenzano l 'evoluzione e modifiGmo jn parte il quadro c;ioico ucllc.: comuni malattie reumJtiche: poliartriti, o<;teartrosi e pcrinrlr·ili (rit<·nutc dagli stessi autori forme atipiche ddIn polbrtritc cronica primaria anchilos:Jnte) \'~lfi:Jnc.lo il grado di angiofilia tissu:are, modificando la capacità tissulare difensiva a liberare <( ormonj locali>> ad az ione vasale (~ostanze erilrogene ed istami,no-simili) 1 alterando i meccanismi nervosi di . rego!azione dc;Ia va~omotilità con conseguente nnorma.lid di reazioni vascolari esplicantisi con fenoment congestizi. La ~uddctta anormalità delle reazioni va· somotorie che, secondo gli AA., costituirebbe il f3ttore patogenetko comune al:e ~· :iric cc artriti endocrine », rappresenta per l~ Luncclei il comune substrato diatesico cle\b quasi totalità delle ((malattie rculnati ch~.: (pnli~rtritc cronica primaria, os:e::lrt ro!'n, mwlgtc, nevralgie cs~cnziali, poi ·ar)l

trite cronica secondaria al reumatismo articolare acuto, etc.) affezioni diverse riunite nel concetto della « diatesi anritica ,j da molti AA. oggi identificata con una particolare cl diatesi vasamotoria ». .Le disfunziomi ghiandolari aggravano e potcnzjaoo !tale anormalità delle reaz:oni vrr~odilatatrici agli insulti de!la più di,\·ersa natura, che incidono suJ tessuti del complesso articolare (di ordi ne infettivo, termico, meccanico, etc.). Ciò sarebbe convalidato, secondo g:i AA., tlai seguenti argomenti: a) il predominio del :,intomo dolu 11 , cosidctto (( reumatico >1 (fond.tm,·ntalnwtlft• rapportato :1 tu.rbc vn•.omototit:) fllll cOlli · pJesso della sindrome :trlil·olan·~ b) l 'a7.iont: di rcll.t t'd i ndilt•lt:t dq! li incrcti nd CCHltHziona rr; In •.tato eH ll'.ttti vhà dei tessuti; c) il fatto che i tc~s ut i, rhc; tlHl%Ìlll:l ment'e risentono di t urbe CÌt'LC>lntoric:, Mmo lludli di origine mcscnchitnale in w·m:rc: t! quelli articolari c pedarticol:trl in ~lpc:Lit:; d) l'az ione di blocco sui va~:omotori t• l'influe-nza sulla rcatlivh~ tissulare esercitate dalla follko!ina, il cui eFfetto hcndicu sulla fenomenologia articolare (alg=ca in ispecic) è din1ost;ata anche nelle << artriti endocrine- >, non associate e correlate a ~tali clt deficit ovarico. Ogni singola disfunz:onc ghiandolare può ino:tre aggravare ~'e ahnormi o patologiche condizioni articolari (costituziona!]1 infiammatorie, ecc.) attraverso altri fattori concausali ad essa i nere n ti e cioè: a) obes;tà: che aggrava l'azione noci' a degli insUJ1ti meccanici, n1odifica le conoizioni di statica corporea e può incide:e, pertanto, sullo stato a.natomjco e funz:on~le dei costituenti delle artico!azion.i; b) alterazioni dci capi articolari (presenti negli srati iporiroidei e neln'a~ron~c­ g~l ia) che si ripercuotono sulle carulag1nt cJ 'incrostazione e sul tessuto osseo ~ubcon­ drale; . c) turbe del ricambio mLnera'e e dt quc:Io calcio-fosforato in particolare; d) lassità tlei legamenti articolari cht:; per la conseguente abnorme mobdh:t del capi articolari, aumchtn gli insulti n1eccrt


437 nici e rende nocivi gli stessi tn.icrotraumi inerenti ad una normale pr~tazione articolare. A conclusione dell'interessante lavoro, gli AA. affermano che dal concetto cli nico aenerico di <c artriti endocrine >> derivano ~onseguenze pratiche di importanza indiscutibile.

D'ArnLio.

Epidemlologic1. F;-. : Su nkuni t.i1SÌ di febbre bottunura ouertmti 111 Libic1 durante ti/J(l rioJI J'l'll'"'tl t:pidemù,~rr di tifo addomincrlf', .. u Rivi'ìta Ituliana di Igiene >', lunlio di1 r·mhn: l<J•IS·

N ,<\ IWONI

. Come. cura i pazienti \'ennero trattati Slntomaucarnentc, c con buoni risultati t~n una ?s~ociazionc chinino canforica (car~ dtazol-ci:i~no) e con qualche ipo<.l ermocl isi c Elcbochst glucosatc ipertoniche.

NAllDONI

P.: Su ttn episodio pestoso zn

Libia, ~~ilievi c_piclemiologici e cUnici). . « R1v1sta. Italiana di Igiene n, lug1iod1cembre 1945· Nel territo rio di alcune cabile dei din torni di Tripoli, verso la fine del 1939, clue morti !Sospette non rifcribili "'pparentementc ,ad alcuna delle malattie in atto in c1uc} periodo cJi tempo, ridliainat ono illlnt<.:diawmente l'attenzione. degli org.t n~i sa_uilari c..lcl po3to c d::- lla provincia, e, per le esp.:rien1.c.: passate, fecero pensare che si potesse trattare ùi peste. Rigorosissimi accertamenti eseg-uiti permjscro di indi viduare fra gli indigeni sei :unmahti, tutti cldJa ntedc~ima zona, i quali presentavano un,t forma febbrile de\~tta continuo -rctnith:ntt: c tumefazioni ghi:tuclolari generalmente localiz7ate, per 0nline di frequenza, nella regione soltomasccl brc, alla pieg..1 dell'inguine cd nlle a· scelle, al gomito in c.lue casi. La diagnosi presuntiva eli peste bubbonJt:a subito po!>La fu t:onfcrmatn dalle ind~q-ini• c..li laborntorio positive per il coccobacillo di Yersi u-K.itnsnto. Vennero adottale tutte le misure di profilassi imposte dalla circostanza con i mpinnto di un apposito campo contumaciale. Gli ammalati positivi d i peste del tipo bubbonico, rulti ad ui U·, furono complesSI va mente 12 e l'epjsodio si estinse in breve tempo. Nessun decesso fra i contuma eia t i. Co me terapia si l:u-ghcggib nella somm inistrnzionc c..:nclovenosa c.li siero glu cosato ìpcrton ico e Ji aurcn.dina pt:r os. praticando ,a nche un'efficace ~icro·tcrapia antipesto~a a dosi alte, sino a 15 cc. p~r volta e sino ~1 3-4 volte nelle .1.1 ore, preferendo la \' in enJoveno'>n nei cttsi più

L' i\. clr •.<. ri ve q 11:1 t tro ca:;i dj (ebbre botrono·.. t cr.'('' vari in Libia ndla zona ui T i!~ rintJ:t (<:w i.trt) ndb <lu;dc era i n ano 1111,1 rkc>1 ,., nz~r e-pidemica di t i fo esametnauro. Ci i :1111111aiULi venm:ro or,:,crvati jn scsta o !>c.: llima giornaw, quando il qunc..lro clirlico era .tbba•,tanza chiaro per la evidente ~i ntorn:llolowa cuwnt...-a e per alcuni im porla nli elmi ctiologic.i, per cui non fu difJidle Jbgnosticarc una febbre tifo pctecchin.le simile, varietà mecliterranca ecl africana lipo bottonoso. Per formubre tale diagnosi l'A. si ~ basato sull'ini zio brusco, la febbre non troppo el'evata, l'esantema composto di elementi rnaculo-papulosi, o papulosi schiett i, L n?dulosi, il carattere di durezza alla palpaztone degli elementi papulari e nodulari, lo stato generale del malato·, il favorevole decorso della tnalattia senza alcuna complicanza immediata c a clistanz~. L'assenza di pidocchi e la presenza eli zecche, dato importantissimo, nonchè ln qu~j con1pleta n1a.ncanza di contagio e diffusione della p:1rticolnre affezione, hanno ancora di più confermata la diagnosi. . La tardività e scarsa agglutinnzione per Jl Proteus o x 19 gEl in periodo dj convalescenza, l'agglutinazione o x 2, la persi- gr:lVI. . _ . , . 51Jtto l'a5petlo c..:ptdemtologtco e Interesstenza in convalescenza Jella efflorescenza cutanea, h a,nno tolto ogni dubbio sulla sante dlevare le difficoltà int:ontratc per spiegare Je ca use cd H meccn nbmo Ji inpossibilità tli errori diagnostici. 5 •!c

'

- Giorna/~ di medicina milttJrt.


fezione c di diffusione dell'episodio pt> sroso'. Infatti, dall'inchiesta eseguita , no~ fu possibile mettere in evi~enz:1 n1one d'I ratti nella zona del focolaio accertato, ne in prossitnit:ì, ed i circa trc~1il_3 ~opi_ es.1n1inati non vennero tro\ ~Hi 1nlettt di peste Le accurate cJ estese ricerche svolte escÌusero anche b C:\'CiltU~1lità di una orirrine extra ambienta le (port..1tore sano o ~rnmabto affetto cb tormJ ~unbulatoria che passa!1do nella zona: 3\~es~. r _ot uto :onta criare elementi delle cabtlc m fetta test) e b . f !'ipotesi che qualche topo 1n etto proveniente da zone ad endemia pestosa avesse potuto trasmeaere ~a malattia ai topi locali. Recenti studi hanno n1csso in luce che r.o11 solo b. pulce ~ il Yettorc del coccob3cillo di Yersin-K.itasato, n1a anche altri in setti fra cui alcune n1osche ed alcuni J.cari che possono clixentare, e per lungo tempo, serbatoi del virus e concorrere alla diffusione deì germe p estoso. L'a' ere così appreso che, a caus.1 della c.1rcsru agricola dell'annata 1939, si era 3ccentuato il contrabbando di granag~ia da oltrt frontiera, proprio da zo·ne della TunisiJ a peste eodern.ica e con casi in atto i11 quell'epoca, fece sorgere l'ipotesi che il contagio pestoso .si fosse avuto a m ezzo eli qualche sacco eli granag1ia proveniente dalla zona infetta, contenente in~el U acari parassiti eli cereali. Per quanto la suddetta ipotesi non potè C!!~t.:re confermata direttamente per difficold an1b.entali contingenti pressochè insormontabili, tuttavia essa sembrò la più logiCI. E del resto era suffrag3ta cla.lla mancanza di morìe di topi :nelb zona àdl'episodio p t::stoso e n elle adiacenze, dalla negativi tà del reperto batterio ~ot,rico t~ ui topi catturati, dalla limitazione. nutnerlca dei casi, dalla ristrettezza cl cl territorio colpito, dall'insorgenza contctnpora Pea di più casi e dalle caratteristiche stess~ di tale insorgenza. Dal punto di vista clinico i casi osser\"<lti appartenevano tut ti alla forma bubbonica della peste e la malatt1a si svolse bent gna mcnte st:nza ncssw1a con1 p1icJnz.1 degna di rilievo. Contrariamente a quant o aso.,crisco no gli AA. teJt:schi, cioè e::. sere m rissima la localizzazione dci bub -

ou

boni pcstosi nd le regio n i so ttom~lscclluri . cubitaJi, fu riscontrata in un terzo drcn dc~ colpiti tale locn~ izzazio nc. In qualche C:l!!~ venne notata una. n1odica faringite invcro poco frequente nella peste bubbonica. Per qu~ullo rigu~u·<.la la terapia si è potuto alflcora una ·volta constatare !'uti:hà del siero antipestoso ad alte dosi e tnegllo sr-: per via endovenosa . Venne anche attuata una medicazione dei bubboni, spontanean1ente ulcera ti od incisi, con garza inilievuta di siero antipestoso ottenendo risultati lusinghieri. Questa pratica terapeutica consig.iata da Bettola, pri 1nario del reparto infettivi dell'ospedale cO'loniale di Tdpoli, non rbult(l essere molto usata, nè l'A. è riuscito a rrovarne :o1en21one nelltc :ricerche .[yjbliografiche fatte. MASSA.

Medicina. C. B. BALLARlO: .d proposito di un ca.r:o di tachicardia parossis:ica soprCPnodale. <t Il Progresso lviedico )l ,

n . r6-r7, Na-

poli, 1945· Nella gene~i della tachicardia parosststlca sono generalmente ammesse, come si s~, due teorie: quella nervosa, per cui ln patogenes-i si vuol ricollegare a disturbi anche di n at ura n1eramente n1eccanica del par~.simpatico e d ell'ortos1mpatico, i due nervi vegetJlÌ vi che regolano il ritmo carcUaco, e l'altra teoria, per la quale son~ chiamati jn causa fattori intracanlinci J1 nat ura miogena o neuromiogena seconJo Je personali vedute dei patologi c cl inic~ il favore dell'una o del! 'altra teori a gencttca del ritmo cardiaco . Com<.: è noto la teoria neuronti~gcnJ è: quella che ha riscosso tnaggiori aJesiom. Tuttavia l'A., con la descri z ione di un cnso di tachicardia j uxta.nodale cl el genere sop ranod~e, porta un efficace contributo nella valori zzazionc della teoria nen~osa . Si tratta di una donna di a. :.w, affetta d~ fe bbre tifoide. E lla verso il 4r' 'iCrt c narjo dclb malattia fu colta da vivo dolore ::d b colo nna vcrtebrale c poco dopo


439 , Jcva i n preda ad un attacco di tachi• • j> • • rr l cardin parosststtca. \.lconosclut~t n Letta r a 11 ascesso tifico della 1 vertebra dorsaJ:, la . ferma venne operata; ma la taduc:tt111 • • • ' • • r oaross1st1ca scgtnto, per anni l!ltt.;n, eta r 1a con ·1 suot· accesst· de Ila dud affligger aata di qualche minuto, insorgenti ogm ; 0_ 40 giorni, sempre ribelli alle cure (chiniclino, ecc.). Ancora dopo vari anni (1942) la paziente rivisitata, presentava gli :;tessi di~turbi e 'uno stato di pros~az.ione profonda. Dai fatti esposti è facile dedurre come ali accessi eli tachicardia parossistica siano Ja ricollegarsi - quale n1eccanismo parogenetico - la prima volta all'infiammazione della I n vertebra dorsale e successivamente a fenomeni di compressione del ganalio stellato di s~nistra, quale esito cica~riziale del subito intervento chirurgico: ciò si spiega pel fattol che il nodo eli Ta'"·ara è innervato dal simpatico sinistro. A conferma del presupposto anzi detto sta la terapia effettuata nella pa7leote: tra i vari interventi che si potevano proporre, l::1 novocainizzazione del ganglio stellato, b roentgenterapia (metodi influenti) o la resezione del simpatico, fu preferita, per b profonda alterazione chlrurgic..'l della ,regione ove Jnt'erven!ire nuovamente, la irradiazione, che ha conseguito ottimo successo. ,._,

T m F l LETTI. E. TEDESCHI: Le false coliti. gnosi », n. 4, 1945.

<< La Dia-

L'argon1ento trattato dall'A. riveste particolare importanza dal punto di vista prattco per il gran nun1ero di coliti che si preEentano all'osservazione dei n1edici .inttrnisti, intendendosi comunemente sotto tale diagnosi tutte quelle sindronu ::~ddo­ minali le cui manifcstazionli sono costituite da diarrea, stipsi, dolori, n1eteorisn1o, ecc.. . L'A. fa però rilevare che non è possibile attribuire ta.lc sintomatolog.ia esclusiva.rnentc ad un01 stato infiammatorio dclln mucosa intestinale. G li stessi sintomi, come è noto, caratte-

rjzzano invero unn forma di neurosi lntestinnlc, che per ma.njfestarsi clinicamente co n .carattere parossistico, fa pensare che tt sp1egnre i fatti moibosi s-i debba invoc~.rc un fenom eno di ipersensibilità, ossia di allergia inte!Jtinale. Infatti la mucosa dell'intestino non pre!.(·n~a al~crazio ni di sorta sia a!lc indagini 1 radJO·.ogJchc: c: r t1tosigmoscopichc sia e .' ' ., , ao e maggwrmente importante, ai referti autoptici c b:opuci. Pertanto l'A. ritiene di po-ter escludere t~attarsi in mo:ri casi di un disturbo orgamco e conclude quindi per un disturbo puramente funzionale, oss!a non di , ere coliti, bensì di false coliti. Col pedeziorarsi, infatti, dei mezzi. di inda!rine e con r estendere maggiormente C' oppo~tunan1eD­ te l'uso di essi, si vedr~t che tra :e molte forme morbose dingno:;ticate quali \-ere e proprie coliti avranno la prevalenza le false coliti. T runurn.

\T.: Paro genesi e :~rapia di alcune cefa.'ee dei ·malarici. - ci Rh·istn ili :Nfalariologia ,,, setr.-ù!c. 1945·

ScAFFIDI

Come è notOJ, !e cefalee nei mabrici sone. di vario tipo: (( cefalee recond:u-ie H, che ~ccompagnano abitualmente finso rgenz3 e

il decorso dell'acces~o febbrile m:!larico; ,, cef~tlee accessorie ,,, che rapp:-esentano il sintomo soggettivo predominante delle form e perniciose mflningo -encef:~ licic he ; t( cefalee accessunli », che sono \'eri e propri equiYalenti clinici de:Pa~cesso febbrile (mabria larvata), espressione eli irritazione ne\·ralgica dei rami del rd,:,l'Temino e deU'occipitaNs m ajor. L'A. - però - ha vol uto prendere in esame ancora un altro gruppo di ceb !ec, quelle che si prèsentnno t1LÌ. mnlar~~ cro nici in n1nniera duratura o net mab rlcJ ocut i in maniera transitoria - all'intuori degli accessi - ma in evidente rapporto genccjro con l'infezione mnlarjca; cioè, le cefa.r:t: dt:j malar,ci. Di queste non ,.i è cenno, nella lett:rarura, se si eccettua quanto c Mnto scntto dn Schiassi, jn um sua monog rilia, sulln n1 alaria cronica. Orbene In entità delle sof-


ferenze dci poveri pazienti è tale da tneritare di occuparsene, come occorse all'A. che ebbe sotto ln sua osservazione ( 19431944) nell'Ospedale da c:11npo di concentr:unento di Gradaro (:NI~111tova), quale capitatno n1eclico di con1pl. internato dai Tedeschi, capo del reparto prigionierj di guerra, parecchi soggetti che accus~lVJno cefalea grave e persistente, In quale perdurava dalia sco m parsa degli accessi febbrili di una recidiva malarica acuta - cb p!. viva:r sofferta da () a 12 mesi prima. Le osservazioni si riferivano a I I uomini, italiani, dai 21 ai 28 anni. La cefalea si presentava di solito a ca~co, frontale où occipita!e, continua, a carattere gravativo o costrittivo, con esacerbaz!o1ni periodiche sì dolorose da obl>ligarf! a tenere il letto per alcune ore al giorno. Nulb :1 carico dei vari dflessi tendinei, cutanei e pupillari; non turbe della sensibjlit3, n è delle cenestesj; non punti dolorosi al capo all'emerg~nza dei rruni nervosi. Alla r2chicentesi, valori pressochè norn1ali, meno che i n un caso su sei. Reperti ci.tochimici normali. Rilevata l'inefficacia quasi assoluta dei comuni farmaci antinevralgici e del chinir.:.o, e il favorevole ma te1nporaneo effetto, Ìll 2 casi, del nitrjto d'runile, propendenclosi per la. natura vaso-spastica della cefalea, fu istituito un trattamento con acido nicotinico, preconizzato 1n tali. forme dal Condorelli jn Catania, avendosi risultati brillantissimi: meno che in un caso (in cui, dopo due giorni, si fu costretti a ripetere l'iniezione), in tutti i soggetti l'acido nicoti ni co, iniettato endovena sotto forma di sale sadico, alla dose di 30-45 mgr., pro\ ocò - dopo 3-5 1ninuti - con ~rrossa­ mento del viso, la rapida c quasi brusca scomparsa. della ce-falea. .L'A .. di scute intorno alla base a~ngiospa­ suca dt queste cefalee post-accessuaJi nei n1alarici e se esse siano di gene~i strettamente. tossica specifica o non piuttosto' paraspeafica, legata alla degradazione proteica _del globulo rosso patologico; ed esamina inh.nc b P?ss!bijj~~~ di componenti allergici ~ella gene~ t dt tah cefalee, tenendo presente J! ruolo J cl fegato funzionalmente sofferente nel l 'ne cesso malarico

Concludendo, l'A. ritiene di poter affermare che le cefalee sopra descrilte siano dovute ad UJfll angiospasn1o distrettuale io soggetti con particolare Iabilità vaso-neurotica, nei quali l'jnfezione malarica agisce quale fattore determinante. Data la genesi vasospasrica cerebrale di queste cefalee, esse vengono nettamente guarite dall'acido nicotinico per la sua azione vasodi:ara111te elettiva nell'ambito cefalico, che tronca il rifJcsso neuro-vegetativo1 che è alla base del disturbo.

Medicina aeron,1utlca. Lo 'tvloNACO CnocJ~ T . : E/t: m vnti di fisw/o . gia c: di patologia dell'uomo in tJO. o. _

ìvu ni stero dell'Acro nn utica, Srabj li llH'Ilto Foto:-1'feccani.c o·, Roma, L.

300.

Dal balzo. da pochi metri tbl suolo del vcHvoJo dei !fratelli W ri gth ai 1motlcrni voli stratosfcrici1 dalla tin1ida transvolata della Ivlanica, effettuata da Bleriot, alle odierne crociere tr:mscontinentali, dalle esigue velocità ottenute durante le competizioni della coppa Schneider alle velocità ultrasonore raggiunte dagli attuali mezzi aerei, l'evoluzione dell'aeromobile è stata così rapida e prodigiosa da impOirsi ormai dominante nella vita dei popoli sia in pace che in guerra. L'uomo ha Jovuto co~nseguentemente sottoporre il proprio organis1no alle 5.variate perturbazjoni indotre dall'u~o di questo moderno 1nezzo di traslazione. Lo studio di esse per opera di ricercatori di tutto il mondo ha preso corpo in unn r.uova branca della Scienza medica: la medicina aeronautica . Questa ùfisciplina studùa le manlfestazioni fisio-patolog~che che il' volo 1 nel1e su.e multifonni modalittl, provoca nell'organi· smo umano e principalmente gli effett~ indotti dall'alta quota~ quelli s.usscguen~ alle accelerazioni~ le disfunzioni inerentt alle lunghe navigazioni aeree, alle vibra~ zio,ni, agli avvelennmenti acuti o cro.nici dn CO, c.Ia vapori di benzina, da piombo te~ tuaetilc, ecc., le lesion i traun1atiche dn in


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·denti di volo, nonchè le alterazioni di Cl dine fi siologico che la condotta del ve1or volo può generare ne l pl'l ota. 1 Con1 pito altresì della medicina aeronautica è la ricerca dei metodi di selezione e eli rccu pero del personale aeronavigante, ]P studio de11a speciale organizzazione sanitaria aerop01rtuaJe, l 'j-g)ene e profilassi delle malattie che facilmente possono diffondersi tra paesi e paesi attraverso un n 1ezzo cos1' vel oce qua l''e l' attua l e neromobile. Non è da n1cravigliarsi, quindi, come presentemente jn tutte le Nazioni del Jnondo, c quindi anche in Italia, H medico di neronautica, a ttraverso l'inscgnan1ento acquisito presso a.cl?tti Centri ~i studi? c di ric~rch ~ Jj JnecLtcl nn acroonutlca, abbta raggiuntn una ~•pccifìca compctenzn, una vern :;peci a lizzazionr: che lo differenzia dagli aiLri medici nri cntad verso altri settori c.Jclla nostra attività professionale. Il manuale del Lo Nfonaco che è la :?.a rubblicazione cli argomenti di medicina :::!Cronautica upp~trsa in Italia (dopo~ il trattato ~n 3 volumi di lvlonaco, Margaria e Gemelli) si propone di ricordare agli studiosi la gran messe di Iavo,ri scientifici aeronautici elaborati in quest'ultimo periodo di tempo in Italia ed all'Estero nonchè di dare una guida pratica al medico d'aeronautica. Il libro porta una interessantissima presentazione de~ prof. Margaria, direttore de!I'Istituto eli fisiologia umana dell'Università di lvlilano e g ·à direttore del Centro eli studi~ e ricerche di medicina aeroftauùca di Guidonia. In detta presentazione viene n1esso, nel dovuto rilievo l'enorme contributo che i mLd.ici danno al progresso umano pur essendo spesso misconosciuta la loro preziosa attività. Il libro si compone di tre parti. Nella I parte, dopo una breve introduz~o­ ne sulla co1nposizione dell'ada atmosferica r sulle leggi che governano i gas, l'Autore prende in esame L vari tipi di anossia e gli effetti che essa esplica sull'organisn1o. Vengono amplarnente trattati gli effetti deH'a!1ossia sulla respirazione, sul swgue, sul c.trcolo, sul sistema nervoso e gli effetti meccanici dell'alta quota.

La Il parte del libro comprende nozioni sulla cinedinamica del \'olo e gli effetti del1e accelerazioni che i moti del velivo:o inc.lucono sull'organismo . Vengono quindi enumerate Je lesi01nl da .incidente di volo in funzione delle fasi dei moti del veli volo. E ' da rile\·arc, nella prima come nella seconda parte, la cura posta dall'Autore nel dare larga parte alle nozioni di patolof,rin del volo, ramo questo della specialità a11cora in via di formazione. La III p3rte tratta della tecnica fi:,iologica aeronautica. Questa rappresenta un capitolo di notevole utLità ed .interesse perchè condensa in ~oco più eli cinquanta pagjne b metodica, lo strumentario e le peculiaritù tecniche per l'esecuzione di ricerche sperimentali. l metodi ivi descritti sono difficilmente reperibili e quindi è merito de~l'A. averne fatto una dettagliata esposizione dalle cui p::trt.colarit:ì traspare ltottima conoscenza da lui posseduta nel c:.1n1po della ricerca scientifica medica aeronautica. Il volume è eùlto in bella ,·este tipografica c: riccamente illustralo. A uguriamogll di cuore la fortuna che dovrebbe meritare. CA.\! P AN A.

lf\fearolo gla. Pc.ttRlA L. e FERHARJs ~L:

Studio .l"ul quadro liquorale della sclerosi multipla in rapporio alla prognosi de.ld mod(ficaz1oni cliniche i-m mediate indotte dalla tem-

pia. -

Riv. Sperim. FreniatriaH, volun1e LXVIII, 31 dicembre I9+J· H

Nel 1934 il J\ ferrilt, a\ enc.lo studiato in 1

o!tre 1000 casi il reperto liquora:c della sclerosi a placche, era giunto alla conclusione che in una elevata percentuale di essi esiste\ra un chiaro parallelismo fra << attività» del processo morboso ec.l alteraziotù del liquido cefalo-rnchjdjano: nei casi a decorso, attivo', evolutivo, si rL~contrava un Jiquor patologicn (ple:ocitosi cospicua, aumento del!c proteine) ecc.) con nssni maggjore frequenza che no1n nei ca."i stnzionnrl.


nalisti che, spede se non protozoologi, incorrono in errori jnterpretativi IDei riguardi di elementi che presentano caratteristi~ che i n verità molto simili alle amebe. La colite an1ebica è così diventata (Puntoni) <c malattia di n1oda come sul finire dello scorso secolo era di moda la c01lite semplice descritta dall'ahile penna dl Axel :tviunthe ». E l'E. H., superando i suoi naturali confini, quell:i del tubo digerente, viene trovata con qualche frequenza anche nelle urine, anche in individui negativi all'esame copro•logico e che mai hanno sof. ferto di. disturbi intestinali. Gli AA. così, dopo aver~ rifalla la storia della dilagante nmchi asi sp<:cie rH:gli anni 1940~43 dumnle la campagna grc .. co~albancsc:, hn'll!no intrnpn.:so un Jnlt'rt''i ~ sante stucHo ccrcnndo Ji chi:11 in: il j}J'<>hll· ma delle false amebe che :tSMJmt: multil'orn1i aspetti non soltanto da un punto di vista teorico-scientifico ma ancht: e ~opra­ tutto per i &Uoi: riflessi llCl campo della diagnostica coprologica cci uro'ogka co· mune e di quello medico ~ legal c . Sono state a t:-tle scopo conJotte accu~ rate ed estese ricerche sperimentali che hanno pern1esso di dimostrare jn modo inequivocabile e controllabile, r.on tlocu CARLO RIZZO. n1entazjone microfotografica fino .ad ora n1ai eseguita e pubblicata, J'esistenza: di cd~ Parassitologia. lule epiteliali che per le loro peculiarità morfologiche de\ ono, essere ritenute la cau~ sa più frequente di errate d:agnosi di ameStllTOHt C. e ZoRZOLI C. : Le false amebe dell'intestino e della. vescica. - « Bol- biasi. I risultati delle ricerche eseguite hanno lettino del1'Istituto S:eroterapico :tvlib. . permesso agli AA. eli dimostrare che nelle nese H, genn:uo-gJugno 1945· feci di colitici ed anche in quelle di indi, La di agnosi coprolog!ca di amebiad in- vidui sani, ai quali siano stati sommi~­ testinale se talvolta è facilissima (quando strati purganti salini ripetuti o fenoftaletcioè accade di osservare forme vegetadve na, pos!:ono comparire e:cmenti amebifor~ . o cistiche tipiche di Entamoeba H istoliti- rru. cn) più spesso appare di ardua formulazio~ Per alcuni di questi la presenza del nune anche dopo rip ~tuti esami microsco~ cleo ben diverso da quello dell'E. H. (dal pici. A rendere diffici:e la ricerca e la de- h caratteristica disposizione p:ri fedca del. firuzione diagnostica contribuiscono moltf' b cron1atina) permette una s;cura diagnost :1\tre (orme parassitarie e cellulari prove~ differenzia~c; per altri, nei qualj il nucleo nienti cbl'c vie digerenti, che po~sono mornon è discernibile perchè degenerato, l'~c­ tologicamcnte simulare delle forme aJne- certamcnto microscopico incontrn serie eh fhichc. Queste difficoltà spiegano perchè il fìco.Jtà . Vi !:ono infatti elementi (tondi con reperto eli positività di E. H. sia soggetto, 2-3 formazioni simili ad emazie inglobate~ "Ovc..:nlc:, :1d opintoni contrastanti J.egli a.- che possono sim ulare forme precistichc tll

Gli AA., in base all'esame clinico e liquo~ rale di 40 casi di polisclerosi, non solo confermano le acquisizioni de:Io studioso inglese, ma trovano che i tnalati con maggiori aJterazioni liquorali sogliano beneficiare cìel trattamento curativo (a base di piretoterapia vaccinica aspecifica e di ar~ gente colloodale) molto più di quelli con Uquor poco o punto alterato. E - pr:cisamentc - essi riscontrano un netto rmglioramento in 18 su 20 an1malati del printo gruppo (quclJ.i., cioè, con liquor decisa mente patologico) e solo in 2 sui 20 i n fermi del secondo gtruppo. A parte le illazioni d'ordine dottrinario che si potrebbero trarre da questi reperti, essi sono molto importanti tln un punto di v;sta pratico, in quanto che H quadro liquoraJe - indipendentemente dall'ed deg:i infermj o dal modo d'iJnsorgcre, daJla durata e dalla forma deHa mnlattia - costituirrebbe un preciso criterio prognosticoterapeutico, oss:a consentirebbe di prevedere, cnn buona approssimaz1one, se, in un Jato caso di sclerosi Jl1Ultipln, la terapia sortirà o meno effetti favorevoli. Il che, ir..dubbiamente, rappresenta un dato c.ini. cc, eli grande 1nteressc.


443 E H.; altri (con differenziazione del gra-

militari un controllo ~peri1nentale delle n~pbsn1a dall'ialoplasma che assume l'a- ·.~false amebe»; etto eli grosso pseudopodo) che possono c) si tengano presenti come entità no~kulare fom1e vegetative degenerate di E. sologjche cc da simulazione )) le cistiti da Ì-:I. Le false forme precistiche e lt L1lse urotropina e le coliti cla medicamenti. forme vegetative devono essere considcrJte Ì'vlA~S1\. le << ri piche false amebe>> causa di tanti errori diagnostici. Le indagini sperimentali sul gattino hanno• messo jn evidenza la Psicologia. natura di queste false amebe: non si tratta di n1acrofagi, come i più hanno rjtenu- KENNETH E . .t\PrEL: Nazionalismo e soto, n1a, per le false precisd, di nuclei groslll·anità dal .punto d~ vista psicl1iatrico. 51 con vacuoli e nuclcoli che per pigmcn<< Thc Journal of Abnormal ancl Social wzionc biliare Ò ematica possono. prendere Psycology >>, ottobre 1945· un colorito giallo,-roseo così da sembrare Nell'attuale mon1t:nto1in cui i poteri delcma1ie inglobate; per le false forn1c vclo Statç> presiedono come non mai alla w ;t.nj ve, di cd l ulc epiteliali il cui partico\'irn morale c materiale di milioni eli citlnr<' lil':tl o degenerativo comporta la scissioJH: dc·lla parte granulosa dalla parte iali- tadini, riLsce intere~a nte l'analogia che na Jcl c:itopln•Jma che si cstroflette n mo' Kenneth E. Appel traccia fra certe tendi pM_:udopode> (a causa ddJn diversa ten- denze morbose deWincli\·iduo e le corrispondenti, dportate sul pjano sociale, delle ~ionc ~ upcrficirdc col liquido an1bicntc). Nazioni. Nelle urine di ci •,ti t ici cd anche in quelLa nntur:lj wnan..'l ::,i sente sicura di fronle Ùj suggelli sani dopo prolungate somt'! a ciò che è antico, familiare, usuale, è, ministrazioni <..li urotrupinn si1 osserva In quindi, spontaneame nte conservatrice; e comparsa degli stcsc;j clementi amchiformi questa tendenza è dovuta al timore del nucleati c delle stesse c( tipiche faJsc an1cbc >> prccistichc e vegetativc. Sono queste nuovo e dell'ignoto che nascondo.n0 peri· le responsabili degli errori diagnostici in coli c: minacce. Ugualmente, le Nazioni non tema di amebiasi urinaria da E. H . e da si fidano del « nuovo n e spesso si isolano altre specie di ameba. Si tratta, come per i n un perico1oso e meschino nazionalismo. le feci, di cellule epiteliali con particolare Eppure notnt si può pretendere dj risolvere stato degenerativo. Le ricerche istogenetii problemi della nostra epoca con metodi che, a mezzo delle prove sperimentaJj sul so rn.1ssati l Se al tetnpo di Aristotele la c~me, sono state assai dimostrative al ri,, ..::omunità >> per gJj uomjni era rappreguardo. sentata dalla citd, oggi che con l'aeroplano .J?al punto di vista diagnostico una sola e la radio il concetto tradiz ionale ùei conpuo essere la conclusione: la diagnosi di 1-ìni geografici è sorpassato, gli uomini d1e E. H . deve farsi soltanto su elementi nei abiu.rno l'altro emisfero ::.ono i nostri v-iquali è visibile il caratteristico nucleo a cini, c noi siamo cittadini del mondo inruota. tero. 1 vecchi confin1 1 le linee di frondera Dai punto di vista Inedico -lcgale, pnrtidovrebbero avere valore an1ministrntiYo e co.lar~e~te jmportante per i laboratorl culrurale e non identificarsi con una pretesa scJentificJ, per le con1missio·nd mediche odi autorità e di potenza. La psichiatria s~edaliere e le con1missioni per le pensioni . ha dimostrato che alcune iJec e alcuni dl guerra n1llitari cui spetta il riconosci- atteggiamenti indiviJu.aJi portnn.p all'insuc~1ento da causa di servizio delle infenni- cesso e all'e~clusione dalla comunJt?t: l'at ta allegate, le conclu5ioni sono: teggiamento antisociale e i~obzionista può a) si rivedanq alla luce delle nuove in- sconfinare nel grande cnpitolo della schi terf.rctazioni, le già decise amebiasi itiltestizofrenia. La tenùcnz~t a isolani è un 'inna L e vescica H; dice di debolezza e Ji .anomalia ess~n~Io h) si offra a tutti i laboratori civHi c i conrntti reciproci i ntlispt!ntnhi"i p.:r ma n-


444 tenere J'indi vi dualità normale e as•icurare l'equilibrio sociale. Anche le Naz.ioni non po~sono ''Ìvere isolate oggi che il pr~­ gresso tecnico le ha rese interdipendentJ.. E' ~1ecessario lo scambio <.11 merò, di n1a~ terie prune e di idee pc.r mnntenere u~ adeguato livello di vita. tentativo . di vivere con le proprie risorse o « autarchJa " (che è una forma di isolazionismo) ha. po(rtato gli St3ti a illusioni di autosufficten'l.a e ad atti ostili verso il resto del mondo. Questo stato di sospetto reciproco c di aggressività è stato forse una delle cn~se della guerra n1ond:inle. Ogg1 i conflitti d'interessi che la tecnica moderna ha rcsCJ inevitabili forzeranno i governi o alla collaborazione o a uno stato ùi lotta cui se~ guirà l.l11a serie di guerre. L'i n c;o•~azion.i~ smo non potrà essere debdlnto se ognt nazione non con.sicler<.:rà i iitniti che nt~ tualmente ha la sua potenza. Come nell'individuo un concetto esagerato clelb propria capacità e potere può sfociar<.: nella paruno.Ja, così uno· Stato (che oggi si attribuisca 1un potere assoluto· c j.} limitato sui sudditi c sugli ;Jtri Stali) nella propria mania eli grandezza, non picg:tnùos1 a una vera collaborazione internazionale, provocherà confUtti a ripetizione. Un inclivicluo può ottenere successo e realizzare una v1ta felice solo controllando le proprie azioni c venendo acl accordi e compromessi con il prossimo. La ragione indica quale è 1a via da percorrere per guidare gli istinti c conformarli :Jl'ambiente. SeP..za la Juce della ragione c dell'autocontrollo l'uomo•, in preda ai suoi ciechi istinti , viene spinto verso· lo squilibrio, la di~ struzione, la morte. L ' unione concorde delle Naz.!oni potrà avvenire so~n se ognuna eli esse sapr~1 riconoscere che la sua sovranità nazionale non ~ illimirata. L'antico tradiziona'e concetto d! assoluta sovranità è din1ostrato vano dalla necessità d it alle:11nze che provano la nostra intcrd]penclenza. Una nazione non può vi\'cre culturalmente isolata nt: i:lut!crsi eli potere esercitare illimitatamente la liua po1enza morale, militare o commerctal~ !-tcn~~l alcun:-~ clon.s.itlcrazione per i ~! ntllnc;uu, gli i ntcrcssj , i d esicleri e la potu1Za c.lelle r~.ltrc Nazioni. Uomini politici

n

c gjornalisti parlan.o ~pesso un linguaggio magniloquente e d1chiarano che nessun'altr~ nazione può contestare la sovranjtà del loro paese: ora il coltivare nei popo!i un nazionalismo eccessivo e la fede nell'assoluta sovranità .nazionale genera un reci. proco timore c.he porta all'odio c all'agl'aggress.iont:. La collaborazione tra le naziorui, come quella fra gli individui, è ncccssarir. per il sopravvivere della civiltà. Il veccluo' concetto di sovranità deve esc;crc sostlituito da q ue~t'altro: « Farcme> ci l> che possiamo entro i limiti dovuti n. Questo nuovo stato di fatto jmplkn: c.oll:tllO ra7,ionc, compromcr.~i, accordi ccv.tnlltivi r; ra7..ionnli limiti <lel potei<:, ( )gni :.o< ic · t~l impone unn. limitn7~iont: nll'ttllivit;l i11dh j duale a mcz~o di lc~ggi, li ihun.di, giudit i, prigioni, m ed.id , ccr. 1 t•mlllitd di pote't'' sono risolli con lt'ggi chr: L'O illJHlll:ll\O , .... striziani uella libcl·t~: IT~ llhiolli t IH' 111 ddìnitivn (!anno ni ~ ingoli pitt p1ott"'/,ÌoJH' che In libl'rt~ nssoluta. Lo stcs'lo dovn·hiH.~ :tvvenirc per le na:t ioui.Lc C.]UÌst ioni d'in tcn:ssc tra c.li esse dovrebbero venin· rho! lt.: con con1pron1essi studiati dagli uomini mi g l.io !"Ì c più competenti, attravcno or~ gani consultivi internazionali. Per vivere una v.i ta felice l 'uomo deve domin:1re, integrare e annonizzare le sue tendetlZC na~ rurali dando così il suoi contributo e la sua cc:vllaborazione alla società. Anche per le nazioni si dovrebbe inaugurare un'era di sovranità cooperativa a!. . . . ' tnmentJ. vt saranno sempre aggress1v1ta senza freno ed eruzioni dl nich.ilismo. Per l'individuo l'isolazionisrno e l'ego~ centrismo generano il suo annullamento con1e unità ci vile, per la n-azione l 'escl~­ sjone dalla comunità. Tali tendenze pernt· ciose porteranno pdn1a 0 1 poi a un co.nft:.ttu armato co:I'inevitabile corteo dj m1rcfll' per l'umanità so fferente. C'è bisogno di uomini che sappiano mo· sl rarc alle nazioni i1l modo eLi vivere nella cc.'munità mondiale, come c'è bisogno eli psichiatri per aiutare gl'individui a saper \'ivere nella loro con1unità più ristretta. La salute e la felicità dei singo.'i consistonr nel contribuire alla vita del :a socieltl ncclttandone le responsabHidt c )c limitazioni. La salute c la felicità delle nazioni sono

.


445 te sull'accettazione delle comuni rebasa sabilicl, stÙla collaborazione alla solu · spon . bl . v· ' d zione dei comun: pro enu. 1 e unque certo parallehsrno tra le storture n1en· una!. dell'individuo e quelle delle l'llaziom t l di . con il risultato una conseguente pazzta er 1'uno e di guerre per le altre. Donde necessità di sviluppare nuovi concetti e nuovi n1etodi adatti ai problcn1i attun:i, C\ itando i grandi pericoli dell'iso:a?ionismo e dell'egocentrismo, esiziali s.b per l'indi. viJuo che per la Nazione, e sviluppando un concetto un1ano e internazio nale che ,tbhi.L per ba~i la re..tld c il progrc~!\o, la toll.lhor.l lio nc c il controllo, rcd proco.

k

E. CAMI'i\NA ])tJ Fl'Aitl)l. Radiologia. IHr .tJ,v,tJ ( ;. : Sof'ra un caso di ernia dello

!tiattH diaju1mmatico.

·• La

Mcd. ,,, vol. xxx rr, p. 25,

I~JtJ6.

Rnd.

L'itll t'rc··t;c dd ca t o, IJn.:vt!nH!Ulc illusLrn-

to Jnii'Autor~, è rapprcc.cnt:.tlo dnll~t -'1 L· tuazionc ~• destra c.lc:lla porzione gn'1trica erniata c dal comportamento dell'e:,ofago, p1ù corto che eli norma. E' questa u,na varit tà c.! i ernia dello hiatu.c; diaframmatico molto rara a riscontrarsi. Il soggetto è un.1 donna di trent.a anni che lnmentava facili dolori all'emitorncc destro, dopo una p!eurite sofferta sette anni

p:-jma, c facile cJ,jspncn c.Ia sforzo. Da un mese aveva notato subittcro. Obbiettivnmentc notavasi solo dimin.ulta espansione della base pdlmonare destra e do:enzla spiccata del punto cistico. lt.tdiologicamcnte, in corrispondenza dell'angolo cnrdiofrenico destro, nota\'asi una immagine opncn a contorni netti, n sede nettan1onte posteriore e nel cui ambi t o era \' isibilc un livello idroacreo; tale immagine ~eguiva i nlo\~i menti d ell'et1ùùiaframma per:IJltro limitati . .Somtni nistrato il pasto baritato, si arcertò tr.tttarsi del fondo gastrico erniato, co~1 che lo ~tomaco appariva di· \'iso in due sacche: una sopra-dH1fran1n1atica po-;tcriot·c destra, l'altra sottodiafram · matk.t anteriore sinistra. l ).ti punto di ' 'ista clin~ico , queste ernie Hon presentano la sintom~ro'ogia delle altre v~trictà con situazione bass3 del cardinG; d::tl punto dl vistn racliotogico è C.1t'nttcristico il f~ttto chf' il quadro è bene evidente .d paziente .in stazione eretw, a djfft·rcnza che ndlt: altre forme. Il la\'oro ~ co1 n.~dato c.lnlla riproduzione di rndiog,·amrni interessa nti c climostrntivi. Il quaciro radiogr.tl1co rassomiglia molto a quel· le eU un alLro raso pubblicato dal sott(}t.u·itw tncl 1943 su gli cc Annali italiani di chirurgia» c rifcrcntesi ad ernia diafram· '11atica :,inìstra dello stomaco. Essa però era ncq u isita, post-trnumntica e fu operata con esito brilbnte.

P. 5AL5:\NO .

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VA..RIE

--------!!-------NOTIZIE. LA CONFEI?.ENZA DJ/GlENE PUBBLICA, promossa dall'O.N.U., si è ~volta a Parigi nel t.riugno scorso. Sono, state gettate lC basi di un piano d'azione inter~azjonale nèl cam po dell'igiene e della salute pubb1i~a . .La conferenza succede al1'a << Organ.tzzazione d~igjenc >> della defunta Lega delle Naztoru. AI.. XX)(JJJ C01VGRESSO DELLA SOC. SVIZZRRd. DI CI-1/RURGIAJ tenuto a Davos il 29 c 3o giugno, nel quale sono state svolte ~ :erazioni, P~na ..di t.oracoplastica (rel. H. G. Rahn dj· Losanna) e l'altra sulla pncumohst extraplcunca, al ptombagg~J' c

l'oleotoracc (rei. A. Brunner cii ZUJrigo) ha partecipato :tv[. ::tvlilctti di Bologna che· ha rift·rito sulla «diagnosi tonometric3. rctinica della trombosi cnrotiJca >) : \n nuova ~indronw reti nica tonometrica eia lui determinata , e per mezzo della qunlc ~ i po~sono diagllo:,ti care le alterazioni di una o di entrambe le carotidi c, co nsccutivamcute, la trnmho,,i d('lla ca rotide al collo (da lla et R.I.C.T. H, n. 15-rG, 1946).

LA XX SESSIONE DELLE ,, GIORNATE f\;fEDJCJ-lE )) si ~ svolt:1 n Bruxdlc:., d:-~1 22 nl 26 giugno ultjmo con la parteci pnzionc d i oltr~ 900 n1cdici di tut le le Nni'ioni. Il vasto e interessante programma dei lavorj trattati ~ stato completato da con(cn; n~c di Storia della n1edicina. IL VII CONGRESSO PAN-.rl/\JERICANO D ELLA TUBERCOLOSI si 1crrn a

Ljma dal 25 al 31 gennaio· 1947·

CONTRO LE A1ALATTIE INFETTIT'EJ nelle scuole, nei teJtri, neHe chiese di Plcisantville (Stato di New York) sono~ .state installate l::unpade a raggi ultravioletti. I primi risultati dell'esperimento si annunziano soddisfacenti. Impianti sirnil'i ci risultano in funzione nelle miniere ucraine, per la salute dei minatori. 1

L A .Tl .l.S. di Milano ha istituito un prjmo gruppo di donatori di sangue Rh negaU\·i, di circa 40 jndividui, che sono a dispos.izJOne delle Cliniche ostetriche e degli Istttuti di mntemjtà. GABJN ETTI RADIOLOGICI A!YJBULAl'VTI sono stat1 tnessi a disposizione dei Paesi pjù provati dalla guerra dalla Oroce Rossa Svedese. Mentre segnaliamo la fil~n­ tropica opera, non sarà maìc ricordare che l'ltClllia, durante quest'ult.itna guerra, orgamz~ zò degli autotreni sanitari, con specialisti delle v~.rie branche, che arrivavano fin neglt abiLnti più lontani, e disagiati dci paesi da noi conquistati (Jugoslavia ad es.) per po rtar~ il ~occorso della sdenzn a popolazion~ qu anto mai misere e lontane da ogni idea d1 igiene ! Gli stessi Paesi oggi ci ri chiedono somme favolo~e per i danna ca usati cla.lln nostra occu pa:Lione l . . .

E l NOSTRI lv!EDICJ IN ALBANIA? Ve ne sono ancora una trentina e pos~ono definirsi sequestrati : il tGoverno nlbanese li ha adibiti all'assistenza sanitaria della pnpobzionc7 ma ogni loro passo è sorvegliato strc tt:-tm~ntc e guai a chi tenta <.li evadere dal paese. Si attende l'intervento del Ministero degli· esteri già sollecitato dal Gruppo medico pa rlamentare.

CF-TIRURGJA SPERJA1ENTALE !N UN C/llvJPO TEDESCO. - J. Cahcn, i 1 ~ 11 Acta Chir. Bclg. 11, 45, 16-18, 1946, ri ferisce che i primi due... esperin1cn1ti vennero fn.tll


447 al campo. di ,Ravens~ruk ove il prof. Gebhnrclt aveva istallnto una sa:a ili op-erazioni nd hoc che funztono da~ I agosto 1 942 .n l 22 m::1:zo ~943: a due pclacdu, prigionieri polttici, "enne:o prelev~h daJ1 pero ne, da1 due Jau, cle1 frammenti eli osso di 4 cm.; sei mesi iù tardi altro Intervento per asportare Jl callo c raschiare il midol~o. Un giovane di r8 ;nni fu sottoposto. n castra.zione bi l at.eral~ n eli '.Osped=-t!e civile eli Grimberg; altri prigionieri, a Rnve~bruc~, sub!ro~o b cllsart~colaztonc delle br=-tccia. con 3 sportazionc della scapo~a; acl altn fu 1nocubto tl tctJno o .a gangrena gasso!J.l (un decc!:so su 66 trattati). Tutto per il progresso della Kultur !

IL << TAT >, El UN NUOTI O A~IETODO DI ,JPPERCEZIONE u!Jato dagli psicanalisti americani: si presenta al SOf!getto una St'rie st~tntL1rcl di 20 figure e lo si invita a creare su ognuna di esse una storia comp!eta di prc.;ccJentt c degli e\ : ntuali rvHuppi della situazione raffigurata. Dalle risposte ottenute emergono conflitti di sentimenti, bisogni ccc. che, portati. ali~ coscienza d.d malato - che non ~e ne rendev::t conto rapprC!iClltano una appltcnz1on!J ternpcutlcn.

If.. RENE ARTIFICIALE è stato realizzato dal dr. Kolff a Kcmpen: si tratta di un apparecchio che riceve il sangue dalla radiale, lo tìltrL1 per cliafuj e lo reinietta in una vena; in r'l ore si po!ìSono estrarre fino n 250 gr. eH ure4t, Doro un ta le tratwmcnto il malato ha ~tlm t!ll<J 4·6 giorni di ca lmn prima che si ripresentino fen01neni tosski (Da (( Riv. di Mc:clic. J), n. 7, luglio 1946). AIJ..A SOCIHTA' NAPOLETANA DI Cl-JIRURGIA cla p.trtc della \'cdova Caprioli, madre Jd prof. Nicoln, uno dci soci Fondatori, è pen·enuto un lascito eli lire so.ooo. Il Jc;gnto Caprioli .~arà dc..:slinato quale premio per una o più memorie eli chi rurgia per uno o più soci c.ldla Societ:t :,tc.;c;sa.

00]\lAZIONE .A LL'UN!VERSJTA' DI b'ARI. - TI prof. G. Sangiorgi ha don:.to :di'Università di Bari, in occasione della laurea jn medicina de! \figlio, la ::,omma di L. 3o.ooo per un premio annua~c a fnvore dei giovan i che maggiormente si clistiuguono nello studio dell'Igiene e della Microbiologia. IL GENERALE A-lED/CO ISPETTORE 11/NCENT è stato citato all'ordine della Nazione. Il prof. Vincent, che conta oggi 83 anni ed ha al MIO attivo 6o anni di S!!rvizi ciYili e miliwri, salvò nel 1915, con la vuccin~zione antitifìca l'esercito francese. Autore di studi interessantissimi, ne ricordiamo In lotta contro la ft:bbre tifoide e contro la gangrena .

SONO A10RTE PER C_rlNCRO NEGLI STATI Uftl!T/ D'~ LAIERJ C.-1, nel periodo rgtp-1945, 501.419 persone l

IL TIENTICINOUENN/0 DELLA SCOPERTA DELL'/NSULlN,.-1 è! stnto celebr~no in Yari Paesi. Degli scopritori, il rolo C. H. Bcst è tuttora vtvo. L'ACCADEJ..,fJ,.-1 DI l\IEDlCIN r1 DJ TORINO h:t celebrato il 9 ottobre il suo centenario.

IL CENTENARIO DELLA Nr/SCJTA Dl d.l,lGEL.O ,\!OSSO ricorre queo;t'anno (1H46-Igro).

CONGRESSI MEDICI ITALIANI. Nei rnesi di settembre ed ottobre si è nvuta una vetra lìorilura Ji Congressi scienti-

fici, à.ndizio questo del desiderio generale di riprendere seriamente il cammino interrotto


dai do:orosi anni di guerra c tescimoninto tblb completa rius:i~a dd _convegni s!a per ·r:- d~ convenuti ' sin• per inll""~ortanzn c.;· nltuahta dcgh a,;·gotncntt lrntnun'lero c au ton .:t · · f · b'l' · u n a paro ln d'1 nleritnt'l lode! Junquc or~nn1zzaton 1 n ·nttcn 1 1, con la Sjlc tatl. . ' •'l'rH t'l ... • f ... ..~ . . . p ·, . ' ~ , che · frutti di così cntusiasoca npresa non tardtno a m s1 ~-nurc. cr estgcnze di • • rnnza a. • • . . spazio, e per il nunlero \'Cra.tuente cospicuo delle u-iu.nt~ru, . Slnt?1o l cos;.et.tl a 1~.tùnltarci a brevi~imi cenni, un denco .t Yo!tn, dci ln\'ori compiUti, stcun c le I'Vlste pt specializzate rifedranno di essi corne sì conviene. \.-4

1

CONVEGNO , /EDICO PER L.·l JiJROLOG!A ITALIANA. -Si è svolto a Milano, in occasione delb Fier:.1 C:lnlpionnr1a, organizzato d:ùla Associazione di. idroclima-

rologja e dall'lTfficio st.unp'1 mcJica italiano {U ·?JvLI.): ~anno sv~lto l,nteressantl argomenti i proff. Piccinirù,_ 1fascherpa, ~olio, Gozzt. .P:.rru~o:are at~enz1on~ e stat~ <;f_edicata ai problemi per la npresa e lo ~viluppo della tdrodunatologta e tal-assologta In Italia, di quelle ricchezze di cui Jisponiamo così largan1ente e che nessuno fortunatamente può :oglierci. Per la pub~licazione degli Atti ~el Conv~gno l'U:S.M.~. ha el~­ gito b somma di L. ~o.ooo a r1c..ordt• del' quarantennio della 1ntroduzt.o ne 1n terapia, doYuta al prof. Piccirùni, dei tetrametil-an1monici.

III CONGRESSO JtAZION.-iLE DELL/1 TRASFUSIONE. - A Milano dal 23 al 2.5 settembre, con la partecipazione di studiosi stranieri oltre un'eletta e numerosa schiera di iml.inni, organizzato dall'A.5sociazione volontari italiani del sangu.e (A.V.I.S.). Presidente il prof. Rondoni; hanno riferho sui vari problerni i proff. Dogliottl e Costantini (T orino}, R. R. Race (Londra), Atzanck e NL Bessis (Parigi), E. Carlinfanti (Mi !ano), le cui relazioni hanno dato luogo ad amp=e e proficue discussioni. Molte l'e comunicazioni dei partecipanti. Su proposta delltU.S.~ti. (Ufficic srampa medica italiana) è stato deciso eli bandire un concorso nazionale con L. 30.000 di premio per lavori che riguardino uno qualsiasi deg:i aspetti della emotrasfusione e in particolare la utilizzazione del sangue placentare che può raccogliersi all'atto del parto fisiologico.

XX}{/ CONGRESSO DELLA SOCIETA' /T ALJA:rlA DI ORTOPEDIA E TRAUl\fA.TOLOGI.-1. - A Firenze, il 12-13 ottobre. Sono stati trattati e discussi 3 :trgomenti: il pr:mo cc Eredità ed ortopedia >l di puro valore scientifico e dottrinale, il secondot << Trattamento delle fratture artico'ari esposte,) e il terzo u Cura tlegli esiti delle fratture articolari esposte H, di grande valore pratico. Nel secondo, inf~td, si è di$cusso dei moderni concetti che de\' ono guidare il traumatologo n eli 'espletamento della terap1n delle fratture articolari esposte e che possono òassumersi nei seguenti principii: cura chirurgica, conservativa aJ massimo, integrata dalla cura medica e comp:·etata dalla cur~ ortopeclica sotto forma di riduzione della frattur.:t e contenzione di essa apparccd11 gessati . Un particolare cenno è stato fatto per l'uso della penicillinJ 1 sempre consigliabile in queste les:oni e possibilmente come mezzo terapeutico preventivo, più che curativo, in dosi \'arie ma che non dovrebbero scendere al di sotto di 2 milioni U. O. Nu · merose le discussioni sull'importante .-1rgomento che ha avuto particolari riferim enti al trauamento delle ferite artico:ari esposte jn guerra. . Nel rerzo argomento si t dis~usso circa jl trJttamcnto da preferirsi nella cura ~et posturni de~le fratture articolari esposte che si identificano nelle rigidità articolari vane, spesso gra\"i, e che compromettono fortemente la funzione dell'arto . Il concetto che ha dominato è stato quella: della cura incruenta sotto forma di cure fisiche (forni·, n1:.1rco: nitcrapia, massaggi, cure dettriche, mobilizzazione attiva e passiva) e di mobiLizznzionl forzate in narcosi seguite da ten1pora·nea e breve immobilizzazione in apparecchi gess:Hi e co~cgu ente ~presa delle cure fisiche. La cura chirurgica, che si compend 'a nell'artro· plastlca, ~evc n servarsi ai so:i pochissimi casi nei quali hanno fallito le cure sopraJ~ttC e ad ogn1 modo va fatta non prima eli un anno dalla fine di o'g ni processo infc[tJVD·

rn.


449 Xl CONGRESSO DIJ'LL'ASSOCIAZ/0NE ITALI ...JNA D'IGIE1VE. _A Firenze H 10 , 13 otobr.c .. Vi ~an~o partc.:~jpato ~.u~orità !:nnita~ie centrali, universitari, medici pro: . in.li ' uffionlt dcll tgtent: ytt[')C d sa nttarJ. . _,. c Itcc.run . . .r; cldl'tngegneria. Il programma dei lavori ue tcrnt u1 a to Jnlercsse e eh Vl Va attualità: 1c LaJ riforma dell'ordinamento 1 prendeva con l . . ff A c· :1· • sanitnrio » (re ~ton l pro · . ~ovan.~ :Jrr t, tb Pado\a, S. Cramarossa, di Roma, C. A.

Ragazzi, eli_ ~!ano) e « I co~np_ltl del h gte~e nella_ ri~oscn:.z- io?e edi!izia >1 (rdatori i proff. L. Piras, d1 Ftrenze, e L._ ~IcCJ.nat.o, archtt<:tlo eh ]\;apoh ). Sul pnmo argomento hanno anche parlato C. BuonomJnt, dt P1~a, 1\L Raga7zi, eli Genova, prospettando la necessità perfezi~nament~ universit?ri degli ig1e?i:ti ~ dell'assistenza igie~ico-snnitaria anche agli alunnt delle scuole medte~ R. 1viaccohru, clt Bologna, c;uiie rnod1fichc da apportare ai concolfsi per ufficiale sanitano; A. Scarpa, di Padova, sulla ' previdenza sodale e tubercnlosl »; P. Foltz, di Torino, su <c l'assistenza ospedalier3 , • A. tre comunicaz.iom hanno avuto per oggetto ((la figura del medico condotto nei nuo-.. o ordi namento sanitario>), il funzionamento' d~i grandi ospedali, i compiti assi stenzia!i deH"O.~.ì\f.I., la riforma del servizio veterinario. Nfolte e vivaci le discuss!onj che a:Ia fine hanno portato all'approvazione di un o. d. g. sulle deficienze dell'attuale organizzazione sanitaria e .sui m ezzi necessari per avviarvi. Il secondo temélJ, che ha messo in tragica luce la deficienza de:le abi t~zioni causata dalle distruzioni della guerra, ha dato lo spunto a discussioni sui requisiti dell'edilizia moderna che deve rispondere a concetti igienici med :ante una srrenn. co!laborazione fra costruttore le igienista. n vasto e conlp~esso problema, CO:J riflessi soda.H così imminenti, è stato trattato jn tutti i suoi aspetti mettendo in e\-ider:za quanto c'è da fare in tale campo'.

di

I CONGRESSI DELLE SOCIET.d.' Nd.Z/ON.-l.Ll DI JIED/Cll\1.4. E DI CHIRURGIA. - A Firenze, dal 14 al 17 ottobre. Discorso in.au,çura.!e brillantissimo del prof. Frugoni cu1 è seguita la trattazione del 1 ° tema dedie!to :li~a m edicina e alla chlrurgia insieme: «I tutnori del colon n , relntori i proff..Alessandrini~ ~btronola, Cignolini. Continuando le sedute di medicina, si è avuta la dotta rdazione di G. Jzar su « La malaria secondo le n1oderne concezioni )J . Sull'argomento molti sano s:ati gE interlocutori: ricordiamo Giuffrè, Co1fldorelli, Gasbarrini, Businco, Dionisi, Signorelli, Dogliotti, 1vlazzetti, Lega. La terz.a giornata del Congresso è stata assorbitJ dalla interessantissima relazione Frugoni-Coppo, svoltasi innanzi a un pubblico fo~tissimo eh~ gremiva l'Aula Magna de!l'Uni\'ersjtà, su la « Epatite epidemica .H . ComuniclZioni \arie, su argomenti sen1pre interessanti e eli attualitù 1 hanno caratterizzato b quarta eJ ulti ma giornata di lavori: ricordiamo quelle di Arrigoni, Patdgnani, Ql4lttrir_, CJrere Co· mes ccc. Contemporanean1ente, dopo b relazione Hmista » si svolgenrno, nella sede del Conservatorio « Cherubini )) le sedute del Congresso eli chirurgja. Sui (( Tnun1i chiusi del torace >> ha riferito il prof. G. Forni e alla densa, completa esposizione: sono ~eguiti, sullo src_sso argotnento, con1unicazioni Jei nostri n1igliori chirurghi. Quindi t: stat:t b volta clet proff. Biancheri~ Caravani e 'tvlilani, la ctù r elazione sul f< Cancro dell'utero }) ha s~sci tato vivo interesse e generali consensi. t< Argomenti Yari )) sono .s~ati s,·o~ti nell'ultima gtO.rnata ed hanno chiuso fel.icen1ente anche questa riusciti~sima manifestxziOne. Simpatlcamente notata, !l1ei due conyegrù, la partecipJzione del generale n1cdjco prof. P~ruzzi, capo del Servizio sanjtario della n1arjna, e del colonnello. mcd. prof. Ferri, direttore della Scuola di sanità militare, in rappresentanza del generale medico Fadda, capo del Servizio sanitario militrure dell'esercito.

IL XXIII CONGRESSO NAZIONALE DELLA SOC. !TAL. DI PSJCJ-IIATRIA ~i ~. svolto' a Roma. dal 18 al 22 ottobre col più largo coucorso di ncurops.ichiatri di tutta Itnha, c con l'adesione runb.idssirna del Cnpo Pro\·vi~orio ùel!J. Rcpubblic:.1, on. de N icola . Il primo tetna << Sintonli psichici nella pntologin <.Ielle formazioni della base encc-


450 bJica », di vivn atlunlità per le discussioni chr incn1 za no sull'argon1e~to, è stato trattato esaurjcntemente dnl pro f. Longhi, di Roma, che ha svolto .In parte nguardante <c _la na. tura ed essenza dei si•otomi psichici; i l problema della c~s:lenza ».' dal p:of. Dolfi.ni, di Trieste, che ha iHustrato << i dati locauzzatori anatomo~cltmco-spenmental! nel tema H, c dal pr.)f. Cardona, di Firenze, che jn un'ac~t? dis.nmin: h~ trattato la parte p~~··· scabrosa della relazione: ((dati antilocalizzatori, cnt•ca, 1potes1 cb lavoro >1 (e la cnttca, soprattutto, non ha risparmiato nessuno ...). . . Sul secondo tema H Nuovi orientamenti dc:le tcrapu; da shock» SI ~ono a\' Ut,~ nun1 erose comunicazioni che, se non hanno portato nuovi lumi in materb, sono state sicuramente proficue per le molte os~crva1ioni - spesso interessan tissime.: - jn rapporto con la terapia convulsivante. . Tnnto j} primo che jl seconJo argnmcn1o hanno dato luogo a vJvaci e utili di~tu •, sioni, testimoniando così lo stu Jio contin uo c.: pro(ondu che i n':uro ·pskhiatr i port.trtr 1 ai problemi sempre \'ivi e appac;sionanti Je:la loro materia. La terza giornata del Congrc~!lo, squi :iitamerttc psichiatricn, ~i i· ini l'i.lln l on tllt, 1 conferenza del prof. Bonfiglio1:c;ui ~e P ruhlcnll c.; orkn~amt:llti c){Pcrni p<:t la di i c '•.t •.ut t,ll 1 contro l'alienazione mentale» : tc.:ma vnsds!.in~o t' profondo, ~tl'lt'Otlt.\lo c• \ ondotto ih porto dnll'O. con quella rara compctenz:t, c.li LUi l'unani lllt: ron!,en:.o dt i t\lti\H 1D'.l '•'·lllll partccipanU alla discussione c': stato il miglior ricono~tinwnto . F.' :.<'gtlÌI 1 tlll,J 'i•,rt. 1 all'Ospedale psichiatrico provinciale di S. ivfaria ddla Pit.:tÒ eh ~ h:1 1\H ~:,o i tv 111u 111 spirito di iniziativa e ili ycra rnodcrnit:, che presiede ~~u·a~~ istc n za dc i lllolt i 1kovt• ati. Nella mattinata dd 22 i congressisti harmn vi:,itnto Plstitu.lo Ccntrnh: di S:tllÌI~ P11hh!ìL.1 c l'Istituto cc Gaetano Gjardino >l per minor:Hi psichici. Dur:.1ntc i lavor.i. del Congrc~so si sono nvutc due: cunft:rt' ll / ,C, hrillnntbsìnw, \l ll H dr·l pro f. on . Pieri su cc Chirurgia del sistema simpatico" t~ l'altr.1 del pro l. fvl. Ln i Bianchini su c( Libertà c psicanalisi H, entrambe applnuJitissime. Il pieno successo Jd Convegno ha coronato c rip~1g.no le fatiche degli org.mil'l'atori con a capo il prof. Cedetti che, inaugu rando j} Congresso, tenne un acuto c vibr.tlllt: discorso sulle cause del temporaneo declino delb scienza 1nedica italiana c sui mcz'li per riconquistare il nostro posto di grJnJe Nazione ~•lmeno nel campo scjcntifico. Rmna, 22-23 ottobre. Per IJ prima volta i cultori italrani .Ji ps icoan~tlisi si sono riuniti a congresso c la riunione non poteva avere successo più completo. Le reb ziont svolte hanno affrontato anche problemi con brgo riflesso oltre cht.: soc i~tlc, tJolitico c letterario: così, accanto n l emi di jndolc tecnica (C. l\'Ius:1tù: <l Costituzione, fatto traumatico e anomalia di .,viluppo ps!cosessuale nelb etiologia deiJe nevrosi '1; A. Ton1masi di Palma: cc Sviluppi dc:la dogma· tic:t e tccnicn psicoJJmlitic;l )) ; E. Serv~clio: (\ Il cOln p~esso edipico : revisione cl d con~ cetto »), N. Pcrrotti ha tratt~to 1 dc: c< La fobJa del comumsmo come simb01lo dell'irruzione dell'Es H e C. 1\locligl.iani cle ~"<La psicoana li si in .1lcune esperienze sodali )) . Anche nelle comunic:1zioni, numero!,C e tu l te appas~ionanti, abbian1o avvertito così l:.1rgo c.; attu:-~le respiro: nel campo tect1ico L. ParJi ~.i è intrattenuto su cc Ln psicoanalisi e ]o Muuio di alcuni comportn menli anormali " , C. ~vlodig: iani su « Unn nevrosi di car•H~ tere Jl, E. Romoli su re EJucnzione c Scoutisn1o >> c T. F!e.,cher su « L'nnsia c i disturbi ncvrotici clelia sensibilitJ. c dello 6chemn corporeo »; mentre G . Granata ha p:1rlato dc <<I fratelli Karamasov >• , C. Nlodigiiani dc: l< La psicoanalisi in alcune e!!perkn 7 l! ~oci a li 11, E. Fulchignoni cli c, Psicoanalisi ed c"tetJca H, R. !vierlonti dei <(Concetti psicoan:Jlitki o;ulla punizione c sulb pskologia dd giudice ·,> , A. Riccio sull' (( Arte e il principio di pi~cen~ ìl c G. Feno-alteJ delb << P~icoan :.Jii sJ <.: funzione moral e:» . N cl b scdutn i n:1ugurnlc, dopo i l bdlissi mo J 1scorso dl N. Pcrrotti, è 'ila lo ricot ~ <btr> Frt.: ud tla E. Servadio che hn -;ouoUnc:.1to il rnpido sviluppo di questa nuov.t c gi:ì

I. CONGRESSO JTALI.ANO DJ PSICO.·ll'f.-lLISJ. -


45 1 co 5,1 importante e profonda scienza, . . e J. Flcscher, direttore tlcll~L Rivista (( P~ico:maliLi • .;) }J , ha svolto un. concetto/ quanto! mm mt~r:ssante ~ dell.a più scottante nttualitit: c< Vita poticicn e regresstone del Super Io n che st lmn1ede~1ma tn quello più vasto e avvincente uelb psicologia della folla.

LIBRI - RIVISTE - GIORNALI. P. Alessandrini: TH1ttato di dit:tctic.1. - Ed. La Fenice, Roma, 1946, L. 1300 . La st31Ilpa ha segnalato con unanime consenso questo interessantissimo trattato, a into n.t7jonc squicitamcntc scicnrifìcn, che colma una lacuna, \'Crnmente sentita, de!b kuer.u ur.l medica italbnn.

n. Leg.I: .La 11WI~·rriu e h1 lotra antimaluric:t1, -

Ed tto dalla O.E.T., Roma, 1 fase.

li pagg. J.(J~ ,j n. 80, L. 40. ( ;0 rtdr n•.. 1ndo ntirabilmcntc l~.: foodamc:ntali. no l Jnni c le acq uisizioui più nuove !J',tllr' d.dl:t va•,t,L lc-ttcrtllur.1, cl alle opere prupric c d.1! libt o « LJ ~Iubti.1 >• ~ui 'nri :1'•1 r•t ri dtl proh:cm l: { hli3 'J~lito l ogicu, t:pidunio logico (' c.linicu, profibttico c tcrapcutico, 1, 1 P" H' vok morH>grah.L riu·ìd r~ di vc·ro :,u ~"iJio ni mu lici pr.uici jn gcnt re e, soprattutto, :11 giov.11 d JrH:dir·i c .L c.pu.:IH, cht: 5volgono 1.1 lo ro p~trticol.trc attidtù as.,iMen?jale in zone 1Jl ,11,u·idH: df·llf• qualr, purt roppo, l'fr:dia è tliH. orn coliÌ ricl:.l . 1

.11 11 Noth:itt, irJ d ell'. l m mini.rtra;::ione Sanitaria )' hu rivi~ tu !a luce, tlupo l'i ntenru ~ :t.io11e 'i UIHt.t pc.r gli .L\ \f:Uimcn ti bel lico politici th l H)•Li' con quc-,to VI volume, I9+l-19-~5' edito a cura d,·JI'Ait(J CrJinmib~•. triato pc·r l' IgiPrH: e Lt s.mit?t pubbl ica. L'interessa nte pul>b!ic.tzionc, per i tipi della 'fipogr:di~t Rt!gio nJ lc, contiene un ~t r.1ccult.t completa cldlt di\r.o~izioni Jegislathe interC!J!,anti la Sanit!t Pubb!Jca c le circolari emanate dal~ J'Altu Commissariato, c: offr~ un qundro coJnplcto dello stato s::mltario della Nazione e della attivi ttL cleg'i Orgnni ccatra li c lY;d(eri ci dc 1tnrnministrazione. Sono trnlt,1U, inoltrC moderni e interessanti problemi sani tari . 1

1

Al ti/o addomi naie e paratifi è clc..cllcnto il r~ ~··. J8 (zz M.!llembre I9..Jll) di (( l'vlint!f\'il 1'fcdica », e alle "Al afattie del cuore e det tlcl\i i\ numero uoppio 19-20 tlcl 1 - 15 ottobre 1946 di. << Il Progresso 1feclico H .

Per gli stata. i raccomandiamo " BttrOGJ'tt.Jia H, l'utili::.~ima clli nr.t c..: obbietti va l( rH tsta di legislazjone e di giurjsprudenza amm.tnistrativa >l che n cura del Jr. G. lVIoccb} noto p~r gli studi dci problemi che d guan.lano la vita cldh.: puhblicht:: Amn1inist1 azioni, ha Vlsto la luce in questo n1cse dl ottobre . Lt: n1~1tcrie che << Burocrn z i:t n trJtlcr.) di ffu.'l~~ IU~~~e sono: stato giuridico tlel pcrson.tl c: ~w talc, trattamento economico, indenoit:'t ùi 111 1S~l0ne e di trasferimento, previuenza L .1·;~istcn za san itarin, pcn::.ioni on.lituric e Ji rlvcrstbilità ecc. ecc. Articoli di interesse gtncrale, questioni di att ualità pt' r i mig:ior.Jmt:nti morali e materiali cletla categoria compl(•tano la bella r:~'iscgn.L •


NOTIZIE JIILITA.BI

----1/---La l:vfedaglia d argento al valor militare è stata c~nfe~ita con recente. decr:~o al maggiore medico s. p. e. Sabelli dr. Carlo della nostra DtreZlone ~eoerale di sa~ta: ,Ne. trascriviamo la bella 01otivnzione rinnovando aL valoroso collega 1 rallegram:nu ptu vtvi e cordiali: cc Dirigente il servizio s.anitario un cap?saldo, durante. u~ vlo lento attacco da parte di forze corazzate nem1che _~ussldJatc da 1ncontrasLat~ . ~zt.on~ ae.ree, tro.vatosi casualmente solo presso il Comando del. caposalJo, assumev~ d 1Dl~attva_ tl c?rnpJto di tras 1n ettere ~er. più ore da. ur~ ~sserva:ono ~og_g<:tro., alle ?:f~s~ ne~·uche, 1 d ah necessan per dirigere Il uro delle arttgbene s~gh obb_JettJvl p1u per:co~ost, dim~stra:ndo sald_ez7::t di carattere e singolare sprezzo del pencolo. VJsto cacler_e fcnto un. uffioale .1n zona 1nl~ll'l,l mente battuta, accorreva e, a spalla, lo trasport::lva tn luogo sJCuro. Chtaro eM·mpto di assoluta dedizione al dovere, di ·indon1i to coraggio. - Si di Azciz, 12- rt! giugno llJ~Io H, 1

?i.

Allo stendatdo de~.'a Scuola del ser11izio iN smzitù militare francc.•se, gi~\ d(!cnu.lto dt111:1 Legj.one d'Onore e della Croce di Guerra. H)f4-1918, è slala ora conferiLa l.t (\ou· di Guerra 1939-1945 dai~ Presidente del Governo Provvisorio d'e\b Hepnhhlit·a co n l.t :u•gth 1\lf• motivazione : « Fiera di un lungo passato ui gloria Inilitarc e scie11t ilil·a <: di un.1 tnt di ziooe permanente eli devozione alla Patria e all'Umanil:1, ha formato dc:j cot·si di allit·vi che clm·anlc la campagna 1939-1940 c le campagne della liberazione, durante la rcsblcnza come nei campi eli prigionierj, hanno conquistato per la loro ahncga.i'ÌotH~, il loro rot'.tggio 1

e il loro \'alare tecnico, la riconoscenza dci loro feriti <' \'nmmiraz ionc dei loro co mp.tgni

d'arme ».

Nell'ultimo conflitto mondiale ~o no caduti ben fio allic,·i della Scuol::J .

·'

(rn antichi c l'Cc<·uti ··-

Lutti delle SanittÌ lvlilitmi t:.rtere. ·- All'età di 69 Jnrui è tnorto, nel febbraio sc0rso, il generale n1eclico ispettore J. Morvan, vice presidente della Società dj meclicioa nùlitare francese, già direttore della Scuola del Servizio di sanità militare e quindi direttore generale del Servizio eli sanità al Ministero della Guerra sino .1Llo scoppio dell'ultimo conflitto. Allievo di Vaillard e eli Vincent, lascia interessanti lavori sulb fil~riosi, la difterite e le paras~itosi intesti nali, prcnùali dall'Accademia eli medicina. Vittima d1 un incidente automobilistico durante una ricognizione del terreno predisposto per le dimostrazioni tnel prossimo Congresso· internazionale di n1eclicina e farmacia militad, è deceduto, a 57 anni, il colonnello brigadiere V. Gagnau.x, medico capo del Servizio sanit::trio 1nHitare svizzero dal 3 lugl·io 1945 e presidente dell'XI Congresso internazionale eli 1nedicina. e farmacia militari. Fu un animatore e orgrun~zzatore di primo pinna, e l'irreparabile lutto colpisce non solo l'esercito svizzero n1a tutte le Sanità 1viilitarri che avevano avuto modo di apprezzare, in seno a·Ù Comitato interna· zionale di n1cclicina e farmacia n1ilitnri, l'opera i~ntelligente e fattiva del col. Gagoaux. La Sanil~ lvfilitarc italiana s'inchina reverente innanzi alle Bare dei due Capi in1111a~ turamente sco1npa.rsi e invia le condoglianze più sentite ai Colleghi dei Servjzi sanitari militari francese e svizzero.

PUBBLICAZIONI lvllLITARI:

Note relative alt occupazione italiana in Jugoflavia. » (a cura del ·lvlinistero della ~ucrr~ e dd .Nfini ~tero degli Esteri). - E' una prima chiarificazione della, nostra posizione eh C?<>J_Jclttt] c·· cri mina li di guerra r• verso i paci{ici e generosi a miei dell'altra sp~nda H

Adnauca. Lf: <1. not<.: , , semplici c tragiche nella loro cn1cla obicLtivid, la clocunlentaztonc


453 foto g

r~dica, precisa e raccapricciante, n1cntre suscitano un irrefrennbilc ~degno per sì . al l' . . 'l . . . barbara ~e~ocHl, es, tana ancora ero co 1n~t1 c sn~n~clo eh tanta nostra bella g~oventù. 11 ~Untstero della Guerr!l e quello degli Esten et daranno presto a:tre test1n1onianze delle a~ocit~ comn1e~se d.ag~ jugoslavi contro ~ no~tri prigionieri ~· guerra c contro i deportatt deJa Venezta Gtuha. A quando una JdentJca clocumentazJonc della progredita

civiltà albanese ? cc L'VIII .drmata italiana nella seconda bnttugli;7 dJfensit'll de1! Don n. _ ~linistcro della Guerra - Stato. ~4a~g1or~ .Esercito, Uffi.cio St?rico - Roma, 1946. Ti p. Regionale, L. 1 zs. - : << • •• S1 ntetJca vtstonc panumm1cn de,le tormentosc vicende dell'VIII Ar~ mata italiana nella seconda bmtagli .., difensiva del Don c del ripicgnmento che ne seguì )) e (~del. comportamento uci tedc~chi ~d c~unpo strettamente operativo durante la battagba di rottura e sul mancato cameratismo, pur tanto uo\·croso, durante la crisi del ripicgamento H (Dalla prefazione).

SO!vHvfARl Dl IUVlSTE f\HLrTAHI ;\ n Ni\1.1 m MI JHc ~ J NA Ni\VAtl! ~ COLONIA.LE- Anno LI, n. r,

gennaio-aprile 1946:

P. n.-llen:i: H/ongatio canal1ù:uli /acrim,rli~ 1/Jft:rior congt:/11 /tl; L. ~!Jrz.o: LLpidl c. protidi alimentari pertur/){{tori dc:lla rc:azione TVussermann; G. Bernardini: Esperienze rli terapia /ourle vac·(..'iflo ~.rulfamidopiridinica nt:.•./a pratica chirurgica; G. Bazzocchi: Sul tm/ltl/Jit'!lto t:hi uso delle frattttl'c esposte; G. Bruti o mes 'io : Lo Sftlto ,zttuale d'e gli studi sullf/ f1CIIicil i rw; A. Franchctti: D.D.T.; G. Pezzi: l medici di Lissu. - Ra•;scgna ùellrt ~ta mpa mcd ·c~J - Libri e r>pu·;coli ricevuti - Notiti::u io. 1\rv r ~TA I>I MEJJIClr:A Al:.ltONAUTICJ\ ( r ) - Anno

rx, \'0~. IX, n . 1-2, gennaio -giugno 19-f-6:

Jvf. Tomircl li: Un caso di frattu ra de-t ciglio cotiloideo senza ùtss,tzione della testa femorale da incidente di tra/o; G. B. Bi<.: t ti c A. Scano: l nfluenza dell'anossia proL•Ocata sui movimeni ocula1i (nota l); E . Bor!ri ·.! C. Vacc3: Compar.rn e .u:omparsa nel sangue umano di a/coo_ ingerito. Effetti della depre.\-sivne baromt:t1·Ìca; V. 1v1asini: Lt· ulcere gastro-duodenali nel personale aeronautico; lvl. Stefanini: Co nsidemz ioni sul mect:antsmo e sugli aspetti clinici delle com pNca::;ioni 1 ena/i in corso di terapia su!famidicn; G. B. Eietti: L'occhio e il t/Olo; T. Lo !v[on..lco Croce, A. Senno c R. Vnnnutelli: Un, nrespiratore a caratteristiche variabili; G. Raff~elc: Biologia del panruita malmico - La fase monogonica primaria ed esoeritrocitica; G. Raffaele : Il D .D.T. - \ ' arie ecc. RlVISTA MILITARE -

Anno II, n. ro, ottobre 1946 :

F. Palmas : Un problema d e1la Costituente: l'a posizione costituzionale del Comando delle forze armate; G. ~~fa.ncinelli: Valutazione degfi ujfìrùrli fil.: fini ddt 'attt~nzamento; ·Q. Armollini: La figura dell'ufficiale; G. Argau: Considerazioni .Htl problema delle scuole di reclutamento degli ufficiali di carrir:ur; A. Landi: l/ metod~ di n~dc:st1.-zm.r:nto; L. ìvionclini: L'Alto Comando nelle gue1re di coalizione:; F Gntta: EL,oluzrom: e rn.~oltt~ zio n,· della radio n d corso d ella seconda guerra. mondiale:; :o. Capozz...'l: Di.)·corso· sul rancio. - Note e proposte - Rassegna ùi poJicica internmdonale - Notizie c~c ( t) SnluuJmo con \'ero compi.tcimcnto In riprL!l.l ùdb pubbllcnzic•nc ùcll.l '• Rl\'Ì';t.l ~li ~lcdtcina t\crnnauncn 11 interrotta in !>eguito agli avvenimenti bcllico-pohuct del ' 9-13· ~nno 1.1 dtrezw.nr det Jlt~ff. l3ictti, Mnrgnrm, Pera, Vcrnoni notiamo gi~ nel pnmo numero un.t tntcn:~'\.tntc v.tnctJ dt ·•• ttcC>It originali c uno spirito ùi :ntualirn c t.li aggiornJmento del probl~mt tldl.t .spect.11Jt,, che ,o;n~::tn no CCrtJrn ~:nte ;'PPf\!ZZntt Ù:\1 lettori. Rcd :Htorc-c.tpo ti tcn. wltlnndlo mediCO prof. r. Lo .Monaco l~rflct:, l\ugun.


. ACCADEMIE E SOCIETÀ MEDICHE • CONfERENZE, COMUNICAZIONI E DIMOSTRAZIONI SCIENTifiCHE PRESSO GLI OSPEDALI MILITA~I

ACCADEMIA DELLE SCIENZE DI FERRARA Seduta del 2 maggio J946 : presiede il Prof. G. C. Dogliotti .. Dote: TADDEI G. : La pemcil/ina nel tratlrmu:nlo tlell'appcudicitc perforata .

L'O. dopo aver brcvcmcnrc riassunte le carattcn stiche fondamentali c.lelln penicillina e le precauzioni ~eccssar1e al suo impiego, riferisce di due c:tsi di perforazione nppendicolnrc operati precedentemente c trattnti wccessivamcnte con la penicillina nct quali egli ha constatato il benefico infl,uliso del farmaco sul decorso della ferita lapnra tomìcn. Pur ricordando la .scarsa influcnzn della penicillina nelle infezioni secondarie a perforazioni intestinali, crede che si possa Enrc un ' eccezione per le perforazioni dovute a flemmoni dell'nppcmlicc, purchè sia no opcr::llc precocemente qunndo cinè l' inquin~,m ~nto della c.tv1tà pcrironcnle sin prcsumibilmcntc dov uta a dipl ococch i grom-pn!Jiti vi cd :li I•Uttlli bacilli grnm-posirivi ntcnuti gli agenti c.lcll'nppcndicitc acuta, 111:1 primn che In cont:Hn inav,ium· drt parte del bact. coli e dell' altra flora inLt·sttnnlc nbbia preso In prcvnh.:n1.n. Jn qut•:al CIH.i la pt•ulcilllna può st::rvirc evitando le lunghe suppurnzioni della (criw cd influendo hcncvolmt' nlt! ~t~allc cnlul l1 io1 11 gcncrnli. Dott. Tt~DDEI G. : Indicazioni deL tral/am euto penicillinico ai fini della c!Jirtii'..I!Ìa t fHJSr'l'l 1alitw nri ;('I'IIIJ/ ' traumatùmi degli arti (con prc~entnzionc di casi clinici). L'O. presentn quattro casi di gravi traumatismi degli arti: i primi due cn-;i riguonlalll'> fntttlllt•a. lussaz10ne esposta dcl l'arLtcolazionc ubio-asttagn lica, di cui uno tr:nt-:Ho con la penicillina c l' nhro no. Nel primo si è onenutn un gu'lri gione rnpiù a senzn suppu.razionc · c co n buon esito funzinnnlc; nel secondo, nel gu nlc per m n nc~mza del farmnco non è stato possibile il trntta mcnto pcnicillinico, si è arrivau :-~ ll' amputnzione per !icpravvcnute ~omp li cazi on'Ì settiche. L'O. rileva la pcrfeun analogia frn le due les1nni e l'Jdcntit3 Jel rmttam~ nw chirurgico precoce per cui nuen c che la diversità del dccor~to ~i a esclusivamente da nttribuirsi ali 'azione: della penicillina. Nel terzo caso si trana di una vnst.t l ncc~ razio ne delle p:1rti molli della g~m1ba al III medio con fratrurn comminuta esposta delle due ossa. 11 . trattamento chtrurgico precoce c l'ostcosintcsi, completata cln trattam ento pcnicillinico hanno portato :.t 1-,ruarigJOnc l'tnfc rmo in breve tempo. Nel qu arto caso (amputaz ione parziale della mano) l'O. confidando sul\ 'i mpiego della terapia pe nicillinica, ha tentato una plastica con trapianto rendi neo ottenendo una guarigione per prima cd una buona funzionalità delle parti superstiti, L'O. conclude augurnndo che 1.1 disponibilità di penicilltna poss.:t aumenr.1rc co~ì da diff..)nderc l'uso di questO farmaco che apre nuovi orizzonti nlla chi rul·gta conservativa degli :~rti.

Proff. BoscHI G. c TruNC1\S 1vf. : Sindrom e nervosa ·Centrale passeggera di probabile origine mlfamidica . •

Gli 00. descrivono un cnso che per nlcunc p:1rticalarità ritengono nuovo. nella letteratura pur nu: mcros:1 della patologia ncr\'osa da sulfamidict. Si rrann Ji soggetto operato di gastro-emcro-a n:tstomost primJ, c nopcrato 10 giorn i dopo di entcro-enrerostomia aJlru Brnun per circolo vizioso; al quale! furono sommtmst.rat t complessivamente 21 gr. di sulfamid ici nel lasso di 14 giorni, dei quali 4 gr. furono iniettati nell a cavità pcritoneale durame il rcintervento; dopo dt che insorse una sindrome nervosa non cla.ssifìcabilr, in cui entravano com ponenti ~intoma tologici psichtci depressivi, catatoniformi ~d extrapiramidali. Sospesi i sulfnmidici, la sindrome si dissipò interamente nel breve lnsso di un p:uo di giorni. G li 00. ritengono che si :-~ p1Ù esatto parlare qui di si ndrome di avvelena mento (in soggetto partiw larmentc !tUScettibile) che non dj sindrome di intossiçaztonc .

Prof. V JGt F.: Comidc:·razioni wl trattam ento con penicil/i11a di a/ermi malati in campo otorit~o· /,7n ngoil1frJt.:o. Il numero assai ristretto. di cnsi nei quali è stato possibile usare la penicillina dipende d:dl;~ ~cani d del medicamento a di sposizione ; w no stati perciò tr:.ltt:ni sola mente malati ass::ti gravi.. Tra questi figurnno quattro c:1si d t meningitì purulente settiche batteriologic:tmente . accertare d~ cuJ tre sccond nne ad ome acut::~ (bambino). Nelle forme croniche il malato è stato sottoposto immedl.!lmn~ente a trattamento rJdtcniL: con larga brccci:l opcraton.1 e nd esa me neurologico. In nessuno di questi tre ~m mal :ni che, per vero, furono ne col ti in nr.pedale in condiziOni gntV ISSJme ~ tanto che uno n~.~ ;opr:1 ~vissc che poc he ore - si è av uto alcun vant::~ggio ; la m:croscopia, pmsibile in un ~ol o cnso, Jl'liJ~ 1n cv1tlenza un asccs'io del lobo temporo-sfcnoidalc. Nella mcningitc a'uta otogena (con reperto ne llqur•r di diplococco dt Fracnkl'l) si ebbe invece la guarigione. In altri due otopazit:nti di cui uno con otomar, tnìdllc acut.t di tipo m teom iclitico con processo t:Stcndcntcsi all'arcata z igomnticn, l'ulrro cnn


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r.iacutizz:na settico, .si ebbe 1n gruarigtonc (curn• ch'tru rg tco-pcntcl.11 mtca • ). orom··~stoidire cronica . d · .e stato • 1 . m;;Jlan et scn1 p~ranasn 1: tn uno con .stnusite fronto-ctmoid"le cron'tc b 1 t 1 · Due 5011 d d' l u · ..1 1 a CIJ c.: n acuttZatta c mcningitc . PU:ulcntn n ~p ?cocco, dop~ un tract:uncmo prolungnto (sei mtlioni di unitn) si ebbe, dopo peri~d 1 notevole mtghornmcntu~ d dcc.csso per. probnbtle aliccsso del lobo frontah.·; nell'altro di smusttc}' frontale acuta grave, st ebbe m vece esllo favorevole. Dopo aver esposto pc r ClliSCUn ·• C3S O , h l" . '-nso quei dcttag! c e. meg ~~ possono s~r:'trc n comp,letarc il quaùro cltnico (intervento, nccrcbc battenologiche ecc.) l f:?· n scrva .tl suo ~udt~IO a una ptu larga esperienza clinica, pur riYelanùo IJ palese efficienza del medtcamento m alcum dct c.ao;t studtati.

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Dote. DoNA A.: Plciomorfismo mic:robico nelle n:'t:niugiti pumkuft.• 'ddl'jnjan:::ia dopo terapia mlfumidic11 • su un to.tal~ di 107 ,~asi di. m~ningiti ossc~·vn tc dur:mtc un scsscnnio nel rcpnrto o~pcdaliero dell'Istituto provt~ct,nle per l mhnzt::t eh Fc~r.trn, st ::mnoYcrnn? 39 cn'it di forme purulcntt: nelle quali la diagnosi non st c. por:•ta. ~cc~rrarc co~l :w:urczzn n cnus~ d1 un panicolnre, mni in precedenza notato, plciomor~s.m.o dct mtcrobt . :.tscontr~tl n~l .sctltmcmo. Accanto •.nfattt. ~ d1plucocch 1 • spesso lanceol~Hi gram-posttlVl e gram-ncwlll\ t, .~m 1sobu ora con ~e~dcnz~ . a ?1spor-,1 m c.ttc~~lla M sono n scontrati cocchi pure grnm-postllvt ma ptu .spesso gmm-.ncg:nn•t, bnctlh dt vnn..t form3 ptu spesso grnm-negativi, spiri Ili ecc. Per un comple~so d t osscrvaztom fn:tc ~ '0. pensa .,, tr:Hll di modificazinni o,ubìtc dal pncumoc~cco a cnusa del trattamento con su1Lm1tdtct. che coslalltLmt:ntc, st::. pn ma dcll'ingrcs:,o dci hnrnhini 111 ospcdnlt:, come pure dopo cscgutta 1:1 pnm:t puntur.t lnmb:tre, er:lllo o.,t.ni somministrati j 11 dn•. i v:1 r le:. f)otl , Vr nn 1 1 ' M.: Ut•c•itt· mcl,lslutù·a f111rttlenta tmttaM /tu•ort't•vlm ente c:on pt•nicillwa.

L'O. ciL'~cri\ c un cn'iO di uveirc mct:tt,t:nicn purulcntJ nel llU.tlc rl focus iniziale dn cui è pnrcit:i l'rr 11 h,li.J lwrurca non è '1 t.no incltvic.luato. Dopo a\'cr &tccennato nlla rarll.'t Lldla furmJ morbosa, alla •,11:1 paiOJ!Cilt!!J Ì c:cl c.;:t iologia , nonchè :tJin IJr.IVit.\ del decorso, tllustrn brc\emente Un 'U\'CltC mctnstatica u iploJ:< uc1ica w ilupp.t l ~l ·.i in unn bimba di ·1 anni 15 ~inrni prima dell' ingres'>o rn ospc(ble, prececlut.l d.t LJH <'pbodio fchbnlc di tipo 'icttico. All 'ingres!>o es t'itcvu già 1pop1on ec.l era cv tdeo te il riflesso di orc.l1io amurotko di go tto dovuw .1;1a :..uppumzione del vitrro. lnizìntasl la cura pcnicillinica si :.!.~,i ·. r cll c dopo du e giiJI'Ili .dia scomp.m;n cldl'tpl)pion cd alb n.:grc~ .. ione delle mnn1fcst.1zioni del •,cgmcnto nallr.riorc; :di'ottavo giorno iJ bulbo era bianco, il tont.lo purLvn in~'iplorubtle per b degencrnJ tnu c.: dd corpo vi tre. o, Tenendo prc!-icnti gli studi eli Struble c Bcllnw che :l\ n.bhcro dimostr:uo l.t clirnrn~'I.Jnnc· cl.tll '()cellio dcll.t penicillina intrnùottn anche in do~c massn'.t nello ~p.tzio di un'ora, l'O. h:t r~llto tnictwrc s .ooo unit1t ogni ora c ffi l'ZZ3 per CIIHJU C giorni. L'O. rittLOL molto fJVOrC\'ole ti n sultato com.cguito dato ti riwrdo clell'ini7io del trattamento c la gr.l'. it~ c.lelJJ m.1bttin.

Seduta del J 6 maggio J946 : presiede H Pro f. G. C. DogHotti. Prof. TnrA E.: Aspetti moderni del/'em:imologia. Ncll'impos'iibilirà di riferire sia pure per somm i capi le num erose ncerchc che sono stlte eseguite in qu esti ultimi anm nel Yasto campo dell' enzimologia, l'O. :-~ccennn solt;~n tn Jd ,1lcunc acqumzioni di importanza notevole spcçt.tlrnente per la tisiop:uologiJ.. Dott. FAnNETI F.: Sulle perfora:;ioni acute.· di ulc. cra gf'.cfroduot!el/(r/c. Passando in rassegna i problemi ellopntogenctici, an:ltomo-p.llologici c terapeutici rd ,tttvt nll'ulccr.t gastroduoncnale pLrforata, l '0. riferi!.cc su 7 4 pcrEor.nl opr.:rmi nella Div isionc Chtrurgtca ùdl 'Arcispedale S. Ann.t di FerrJra; i rilievi srntistici rigu:udnn o b &cquenzu annuale, 1:1 frcqucnzn smgionale, b . frequenza in rapporto all'età, al sesso c alla pr ofes..,ionc, la sede della perforazione, la presenza nct perforati di preccc.lenti anamnestici posiuvi per l'u. g. ù. L '0. si sofferma tnfine sul problema tcrapcutico, mertcnc.lo in rilievo i buoni ri o,ukni ottenutt con il tr:ttt:tmento chinrrgico conscrv~nivo c riferendo i dati st.Jti!>ÙCt riguardanti la mort:.llitJ opcr.Hona globale, quella 111 rnp. .f>Orto ali 'ct.ì dd malato c quella in r:tppono all'intcrv.tllo di tempo intcrcoro;o [rn la pt..rforll:zione c l'tntcrrcnro. Ouu. NoutLt L.: Ln sderosi pnncrc,rtica C'r~do-lu~ltcn. L'O. descrive tre osservazioni eli pancrcntttc lucllca congcnira: due (in feti ,d ~L'sto c all'ou.wo mese) d1 paucn:atite intc.rstiziale · uno (m feto all' ou~l\'O mcc.c) di pancrealite !!clcro-cmn rrng•cn. Dopo nvcr rilevato d notevole SO\'Vcni~cnto della normale nrcltitcllltnl della gh1andula l'O. nfcri\CC ; dati delle nccrche biometriche cc;eguirc ~ulle \sole c.ld Langher.tns. Rtticnc che il d~verso ccu~portmu:nto de~ feto neonato c latt:tntc di fronte all 'mfez 10 nc !:lia in r3pporto al gr.1c.lo d1 dtffcrcnztazlonc det tessuu e quinl~Ì alla loro c.1pnc 1tà di reazione. Riport.t il fenomeno ad una patogencsi allergica ~on~ider.lll.do u.na prunn fnst: J 1 allergia p:~c;sh·a, una seconda d 1 allergia atti\'a td una terza allergtco-tpcrcrglca Ct:tscunn delle qu:1 lt ha c:tr.Htcric;tlchc nnntomo-pntolugiche propnc, • . L'O. nticnc che si potrebbe c.lcfinire la lesione del pancrcns lucuco congcn tto cnmc una u mt:scn~ ~htrnopalia preval entemente coll~1 genn che si traduct in un.1 ipt!rplils irt dd mcsenchimn dc:l fc!to ~pecie lllltr- t:d intr.t-lobularc con conseguente distrofia dcgcncrauv;t del p.trcnchm1ll r.u base nllc.•rgtca )).


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PRO ORFANI DEI MEDICI MORTI IN GUERRA

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Dr. Antonio Di Carlo Per il disciolto Sindacato 1nedici di Avellino

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Som-m e precedenti Ordine dei tnedici di L~ Spezia Prof. Antonio Riva (Varese) .

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Totale generale

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L. 167.852,00

Il «Giornale di Medicina Militare » chit1de con questo nunTero la sottoscrizione a Pro orfani dei medici morti in guerra ». Ciò non significa che intendiamo esattrita là nostra attività assistenziale in questo campo nel quale c'è ancora tanto, tanto da fare l Noi seguitemo sempre con appassionato interesse quanto al riguardo l' <Z: Opera nazionale di assistenza agli orfani dei sanitari d'Italia>) (Perugia) attua con fa consueta sua encomiabile comprensione: ad essa affluiranno d'ora in poi le offerte dei •.•.. ritardatari e soprattutto degli Ordini dei medici: che non ancora hanno risposto ai nostro appello. Le somme da noi raccolte, in totale L. ~ 67 .852,60, vengono inviate al-

I' Opera suddetta, cui di recente abbi~mo anche rimesso l'importo d! tln vecchio lascito del compianto prof. Arturo lBornpiani di Roma (L. 50.000). Co11eghi di tutta Italia, non siamo sordi alla voce dei piccoli sfortunati che con la immatura perdita del Babbo hanno visto troncati i propri sogni, 1e proprie aspirazioni ! Sia la nostra solidarietà olh·e che concreta, affettuosa, fraterna, incoraggiante : che gli orfani ·sentano in noi un po' di quell'affetto e sop1·attutto quella prem1.1rosa guida cui troppo presto furono sottratti.

Direttot·e responsabile: Dott. Sjro Fadda, maggior generale 1nedlco Redattore: Dott. pro f. Antonio Campana, ten. colonnello n1edico Tipografia Regionale - Ron1a - Via C. Cattmeo, ::w-n


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GIORNALE DI MEDICINA MILITARE MINISTERO DELLA GUERRA - ROMA

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Gli ufficiali medici e chimico-farmacisti in ser,·i~io per abbonarsi al Giornale di J\1edicina 1\lilitare possono limitasi a segnalare a CJUesta Dil·ezione : grado, eoguome, Bome, re.cnpito e C{)erpo che li amministra. La Direzione provvederà ~ t·ichiedere d'ufficio l'importo dell'abbonamento che-· a senso dell'art. 74, lettera C del lleg. Amm., ediz. 1927 __. sarà addebitato agli interessati nella misura mensile di L. 25. / C .A.l\'lBIO DI INDIRIZZC>: lL· segnalazioni dt·vono eRsere accon1pagnale dalla rimessa di L. ro per spese <.li tnrp;hetra. =====-~

NORME PER I COL.LABORATOlU La collabor~zione è libera, ma IJ. direzione si riserva il giudizio nella sceltn dd la vori senza es~ ere tenut.l .1 rendere conte:> dd le eventuali non acceunz!oni. Le opinioni manifestate dngli autori uCJn unpt"gnn no le rtsponsnl:lìluà dd perioùko. Tutù i lavori iliJviati per Ju pubbl!cttzmnc devono c:s:terc in~cJJti c devono per••cnrre :di n rc:d.1zionc nel testo dcfinitÌ\'O, corretto, f1rmjti ùall 'autore; Elc:vono inoltre: es5c.rc J ,tttil ograf~ti o scr iLti cun cnmncrc facilmcute leggih1k:. Ad egni l,!Voro ì: concc~!io un ma11~imo di ro p::tginc di stnmpa; per l.t pubblicnzionc dci l.tvori c.hc supl:rin~.., l1.~ ID pJginc glt :tutori sono tc:nuti al pagamento dtlla ~pesa per le p.tgme iu pau. ,, pr~1.2o di costo. Per ogni lavoro (ec;duse n:cc:ns10ni, noti:t.ie c somm.tn) .!!ono c,~·ù~rtl grntun.uiwme 20 c~tra ui con copcrtinu, frontespizio, ìmp:tgtn~tlurn e. ntm~er,tzionc spccwl_e. P~.r stampn ~mti­ c•pnta degli estratti c pi!r \ID maggior numero d1 c:sst la spesa 1 el:1t1Vn vu:ne m.lJc:bnat.1 ngli QUtori a (:>rc:_z:to di costo, . Le spese per chehés e tavole fuori t'K9to sono a c~trko deglt =turon. • Le bihliograflc annes5e ai lavori ori.brinali, pcrchè si:tno pttbbhcate, de~·onu e~~erc brevi e r~:dnttc con euamcnte. Ciascun l.woro deve CS5e(:C seguito d.t un breve riassunto .cnc~n piu di rs righe). l monoscritti non vengnno rc!ltituttl, am::he se non pubbhc~lll,


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Dii\.Z GONZALES: Il Papiro Chirurgico di EJwin Sn1ith.

. Pag. 457

DONATI: Ormoni, vi taiW n..: e lavoro fisico

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Ilv1PERATI: Questioni n1eùico-leg;tli . JE1·H\-fl: La sinùronte otitica zona trigenunale ~

GrJlknico -Ci:elli

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ROCCO: Un'importante tnodific3 ~d'la stu~n cli di sinfezione shtc ~ ma GiannoLi DE LAURENZI: Su un cnso di polincurite insorta durnnll! il trat ~ tanlento ~ntirabbico .

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CUR.A.TOLO -: 1vleti:guaniciie c trit11etilgunnicile

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Sviluppi ddl:l. lotta contro b tubercolosi

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\rasto programma per la riorganizzazionc dei servizi ospedalieri negli S. U.

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RASSEGNJl DELLA STA~IP.r1 MEDICA

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La gt·nerosità c la squisita gentilezza delten1inente professore Pietro Capparon i. presidcntt' a1el/'~~tccade nzia di Storia dell' rlJ1e SanJiaria, /zan voluto che 10 uvessi l'onore di par/({re nell'inatflgura'<tione del 26° anno accade'/11/(:o di questa dotta lstitu.ztone, e davanti ad nn così Jnagnifico pubblico. E 1}.0/J è: senza e/c vat a e nzozione clze .'O 1JJ i es prh no da questa illustre cattc'dra (.d in questo an1bientc severo di Santo Spirito sen1inato nel cuore di Ronza c nel cuore d'e1 secoli e da. d ave si è sptlrSLT, con gene rosittÌ latnw la luce della carità cristiana per il Jnalato e dt·ll',7nJore per la .rcienza. nzedica. l o Jon figlio d, quella terra dei Caraibi che preJe d non1e in ricordo di Venezia; stud1ai ntediciua nell'Universittì di questa Cittù Eterna; 1/Jl 1nio lvlaestro genovese che io ricordo con venerazione !n'insegnò ad anJare gli incanti della Storia_: ed in questa patria 1nerauigliosa ed! insigne, c!Je accolse Pietro pescatore e clze produsse d Rinascin~ento, ho ilnparat.o più elle altrope n credere nella sele:zione dello spirito e del talento, clze dà il diritto e la gloria d,. vivere nel tentpo, conte San FranceJco, Dante e Leonardb dia Tlinci. Nel/'esprùnere questa tn(a. credenza nella selezione dello spirito e del talento, io non faccio altro che tnanifestare con .roddisf'azio11e la ·n1ia profonda an21nirazione per questo popolo i eu i rneriti straordinari ha:nno saputo con.. quistare, attraverso ntillentti, tanto onore e tanta grandezza, contribue11d'o in grand'e n1aniera al f'J·ogresso della cipjtà e della cultura utnÙlersale. La Storia della 1nedicina 11011 è l'unica. ~isciplina che sotto il chiaro cielo d'Italia ci offre degli ese1npi n1agnijici eli questa vita nel tenzpo et\ persone che si so n fatte apostoli e alle volte m'flrtiri del progresso dell'arte sanitaria., o di (jpere che 'hanno .regnato tJlna tappa decisiva od altcnnente 1·a.ppresentativa nelt evoltt':::Ìone del progresso delle scienze. Anche in qt~'esto ccunpo, dnnque, Fitalia è· stata Jenzpre all'apanguardia, ora. con la Scuola. di Saler1Jo e le Unil'erJitù di Bolognrr, Padova e Pavia., ora con i non1i fra. nlille di J.t/ondnJo, J

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Cesa/pino, Falloppio, lvi alpighi, M argagJlt e Baccelli/ e serr:p1~e co:1 quel dono prezioso dell'intelligenza, dell' enndazio11e e della vocaztoJTe scientifica con etti la. natura ha voluto favorire gli eredi diretti di Aula Cornelio Celso ~ dz Galeno. (Jnore inconzparabile quello di creare .rcienza e di scriverne poi la storùr.: Jcrz,oro fecondo in cui basterebbe ,~Jcordarc .rolame·nte i no1ni d1 FranccJco Puc:cinotti, Sal vat ore de Rc11 zi e A lf on.ro Corradi, per non n onz inare tanti altri clzt:, c:on1~, Artu1·o Ca.rlig!ioni, PJ(~tro Capparoni (.' /1tLalbr,rto Pa.~­ ;;ini, hanno contribuito n1olto 11egli 11/tnni alll/1 a far prngtt'dirr la ftr;rio~;rafia n?edica itaDana, e per non r·i /trinui lilla nurg JJJjit'a ojJ('rtt c:/u· d l.· rf' r!J · 8/.l t n quc.rlo foca/ate accade1nico r·/u· fili conJjJit'JJdo il Hln 2 5•• tlllllittr•rr.u-~·o. t.~n1n f'Ìto JtraordÌJJOJ'ÌO quel/o d'IIJJ popofo iiJ t:Ui /'r'(JO/II:;~l(JIJ(> t'd i/ ('trì.f~t'f'H (J ,/l llf' dt<//c JCÙ'IIZt !Jallllo 11'01'4 1/() JI'IJJjll'f' j)('r i//~ t1 11f' rfr·//' nnJ~IINiil Ja ft•l J1 1tr/i t ( le t'irttì gent,~otillt, d .rt,r~tc lo tl}· /lt~ ,.ina~rrita. ,.,; ti ,,.11 \(1 nuur~ ·'''~dt· drU1 bel!t :zza. !Ida pruna t'lu· R(•JJJa tiCtoglitJff' lo ntltu;., .~n·~ ,f r·tJ tu~ OJIJOH ~i~~ · t .J Jt,Q gerc 1 deJtini t!rl nJolldo an tiro; pr;,IJ,t illlCO I'a ( ·lu· ·r.:/et~· ,rprJ l'1 r' ,J 1.\ !tic lo ;/ l1bro dl(4/a f/loJOjitl t'!ltnira td l f'flOCJ ',i/r· , l ~.,drr d l/,; ~~~ ~. ;Jt ÌUol. f'•n·!., ,,. 1/ li !l guagg/o tlll t 1/IJ CC' Il/(' rlr·llo H:Ìt 11 :..-;ti, dt!/' artr· nu•t(ic·_.~ c· tl·l!,, 111 t~ ndr /'J ofr·• .rionale più ht·/1,,., ,\·n/1~· spondr dr/ 1\li/o un f'O{'f•IP INÌ.\'f('IÙHn, fortt• t 1/ rllh :.:· ionafi.rt{f gùì d,, f'art' tt l1i nu'l!t•IJJJÌ ('(r/tù•,N \1 , ·''fttcì~ rlnu·u tr· Jtr·i .\'Il li f<'IIJl'l•• c:d in nu·JcoltnJ:.:-:a COli j,, rrl i~rrionr f' (.'O !l la nJ,,~rri\1 un .t nu·t!icllhl· IJJ oliti ioft I'C'.\S(!IJ!f J/ (11/ Jltu//o ci ,lf!Ìrct ogni J!.ÌOJ'IJO cfi fÌÙ, f',trtÙ·o/arnu·nf(' d; (/u· ~· ve n uta. i n cl Ùtfo l'c (~'Ìtto[otria con !'rJd IJJf 1/Jt."'dìco dt·l h· nut n1 n1 ir· t dt: ~rr/ i x"'·ht~ lrlrj (' cvn /,, scop~!t/ct (' lo .audio dti papiri n1edit·/. N on Je n -:r.a rugiont, d u 11 qut·, d; buon'or, t i greci t'O!l(·ro conosce n' da !lic; no lo t..'J'f''t:ric·!lza t la Jt ù·11 za dt·,gli c·gi::::iani. Così Onu:ro J{Corc~a q nt! f ~u·Jt' thf· jJoJsi('dr· i n1igliori nu·tlici e ''ol't' po.rsc·nti succhi dil'ersi la feconda terra prod ucc qlltll .wln bri c qu,1; 111 ul'tali" ; il nzitico A.Jc·l,lln po., nu:dico ed ind ot7hJo fanJoJo cluj guarì !lt ZrhnJtto('itt d<·lle jìglie di Preto con elleboro e con n1agìci riti} /'ntrod!l.\.l"e .f t'Colldo Tirodoto il culto di Dionisio in Grecia ed acquistò la J!la .rcien;;;,, ntii'J~~itto ; r· non c't- dubbio che nuJlte ,..ose attranJJO visto ed' 1111/hll'ato llt'lltt l ',rf!t dr/ 'l 'li/o. llt'Ì loro rriaggiJ lt0111ini C:OJJJe Talefl.', c!u: 1111~ çun) l'allf',.:.:ztl tù:llt· Pirt~nJidi, ronu· Pilagor,,, clu: insegnò la dottrina. dell~r fiulin rten~ri, t' con1t F1 odotu il ']fl,rft rinJttSt' nJcrat'iglinlo delle prrrricht• rt .. _r~u, zrdaiJ ti /,, nu·rlicincr t ' di·lla grandt· quantitù di nu:dici .rpt.'cirrhsti che trot'Ò nel!,,, terr,l chr egli sJ ((1 /ìJ {'t,rrq uc di c/; irt nhl l't' 11 d ono t'&:! N il on . C1ò nonoftt/17/t', jiflo ,, f!lltl qnindicind ltanni fa. si conosceva. solrnueute t:no fÙ:gli ,z.~pt:tti, 111 l' f'rÌ!:Ì il nu·no /;; 1/li,IIJ/e, de//,1 nJt'dù.:ina C'g'i<Jiana, la qnalt: rTtl rti; 't tlr' r Ì'::. ·--:~t' 1 pÌfl t t o'"' o d,1 1111 ti n1 t r: culcii J za di ricr t!r' che rnrr c,1110 i 111 i nut ,·r /,, ·,'r,n(· tlJJJ 1~, rc•/;,rionc· t ro n le· p, ·~rltt Ile/ ;n,rgu lu· t' e/t(' rp('fSo JÌ )\p '.:,1!\f/J€' .~ r·!J., fit.·hfaJ'Jìi iU 111 1r r;Jl! Ìtl ; ir.:'c,, di ,-,,a,uJ"-:r• t'd Ìll t!rr•dirnti :,nnond ' rr .,f'r' 1-" l

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d'altra parte ci fosse f' uso di nJ.olti nzedù.,rnzenti in ordine 1nincral<J f' t1t~gc~ tàle dei quali non poclzi ancora oggi sono in uso, colnt· lo ::::vlfo, il ncztt·on e !'a!lrune, l'oppio, r,zglio ed il ricino. N 011 si SCOJldCtl dunque gran clu· que s/,1 1nedicù :.l d 1 quelìL! tlegli ,1/t ri p,u'Ji dell'orie n te, co111e il babi!onese~crssiro, sebéeJu· are.'.'t" d(';;lt ~lenJenti t·~zr.rttcnJtÌt:i e dtìle conoscenze p,·,lltc/zt• di un certo t~rlore . F() l.,t: rir': .:onJUI.'i ( t. ÌIHJ•nrtanti ft'l' quc'sta no\!rtl t_'QIUHt ~ n~a craJJa, d.~ ruJ.t p.11't.: . lt.· (lrert d. J~) lJdotp I>iodoro Siculo, DiJCOJ';dc, Plinio ,l [\iatur.dift.: e l~: Bl!lbt.r, t: d.dl'.rltn: ,; r 'I{'Ìn nu·dic:i fra: i qtttdi i dut trincip~di ,/u~liiUìlÌ tÌ! 1..\ ,_,· t'd! Rru~ç\·h. ,·lu· ·' ! cr.-·ti't• ltJ'f\trltiiP,\f'IJ!'> a! sc~dù.:t•JinJo secolo trun.t ai ' t/Jit &li Ù:(·,r ::i t l1 IJJsl~~'"· t·lu: non .)i ~.rllonùtlltlllo da qu(' \tÌ doCtJnJeu!· U JI 'ti!Jrl'.t > , ..o J.'jlh·.. N1U nft' \t!tr1 l ·onu · i [~,: 11 Ù i di Lr~~d~.: c d, L ond; ,7 . ( Jt.ell! nu·du·h:.E ritru,rJrl,rt.l poi c·onu· un ti\>•J t l dt·~.:li dci t'd' lllltl t.'nl,rJJa~ lflllt' ltt/l'u1 tr lli.1gì~.r dr-!!.: t t'a: l ,it/(·, i'Oil po!t'..''(( tll'f.l't' o non /,u,_ Ìdtra l 'edflf /1 fl1111t 1f • df•l/ 'r)l''t'rt\I':Ìa JI!r~ .'ll,f'jt• '' /r·JJt(', ( tt'!tf&lt i ll tfj (( '/'C.t /J (' Ullal r.~tio­ lt ~'''' ,;.,uu.dr• r un" c ur.: 1 cl ...ir>JJdlr- •· Non tl,:t\1 !l1 t"fi/Ho/,, ~ione d1 trot'tll't..~ t fil tlrt,tfr ilb ,, ,u tru 111.11 ri cr!/':uJIIJ t n;.d~tto '"J';~.,fl t'intt ll'tJJ!n dt·gl! d('Ì t' dt..·l!e '

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~PfJ•Ii !t'IJt·ntt.' alla \",Jtlt'ta ti! Stooa rf1 N UtJI'tl l'uri\ , ti qual(· tra. Jfllfo acq((ittalo li l'il' hgtttt1 nel 186 ~ dai l' r .'JJ{!o/ n po ,, nu 1•u ,Ilio Fdtt 1Ù! Snzit h 1 nato p ret ,.,,nu·nte ru:lln stcHl ' ~.ulnr, in Ctll thr ~ t , .,,,, !',Hit fil' f 111 cui ChttiP/Jt~l/ion \CO-

l Tlt'.-1 l ~~r~n tenaciu atnrnirf•t;rJI'·· 1~1 lihl llll ,.,, ,t, l(•ur't ut'J"of'ltjùì ..... ,.., jn· i ,.., o . Non por~ \··.uno lart:tare eiag1ure tJJn 1111 st:IHn tl1 tlt rJuo rc hucnto prnfondo torera lltagntjic,t d, Breasted, tnort'J tjft!llt/l u• ctlliU1 f,,, !tt quu!r JÌ tnane fondaiJu·nttdt> t uuiHf't.:nJttbdc per !.t conn~' t'll .,,, tlt'l f'ttf'll'o rlt' fHJ r· d't·!/" j/JJiictl 111edicin,z,

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glese a/Jo ,\p.rgnolr,. gr.ztrJ lavoro rlu ltn c:rnnpu:lo ÙlfÙ'JJU' ,r,l nJ io on1ico Pc·dro T,zbl. u:tt' (;Lcrrul a, nelt [ Jt h t'crfttù l enl' ' .ut'ltlll"L I dt [,O.\ . Jndt.·.r n t.•l 1 9-} ?, ~,., , stonol~ztu il rnio defiderio nt·l!u rct·/t,, t!t·ll'"rtJonu·nto drr St'nlueu· in olft.'.f!d . u 1 nCCtuione, ondt• far(· :enu ~111tr:~i dt~/ ,no ~ 1gn jtrato (' dt•/1,, iUtt uupt rtau::a scu·nt 1jic.·t1. Que.\fo prc:ioso docunztnto. c·lte i're.re d titolo di Pctpirn Chirurgico di EJ\\'tn Snùth, 11,1 aperto nt:l c~un.po dt·lla itori;~ dr!lt.~ nJerlirind egr~Ùtlld oriz~ ~on ti inso.rrt·ttcrti . nl()!J! jlcandOJ!e J'(J!Ìica/ nu· n!t• d cotiCt~tto clu: at•,·t·anJo fluo allora ed acqt!Ùt.uldo a! ngu,!rtlo un.t ilnportall;.'7tt ,·o/Jllglt,lJJft' a ~'' f'!lc? cht? tlr-.rtò, nello cucito dr.ll.r fegi ,J.r:w ont' dt·t!' l\{./ (Jc:t ulent.llt.•, /,r. .r, t~rt 1t1: r• tr,ttlu: l(t1N' 1/f"! f un o.,·o C'odice di llnliJnun ,;/Ji, /J'f1!',11o nfl r Ot >.2 fr.z !f rnl' ; Ile' c.: t ll\rn t i t ·,r .S't: \, ,, lnft~tti, il /,,,piro dt Edn•in Snui!J ( 1 /,m t,, dirf'!!.ll}l~nt~·· 11. t 'ONc n·~ 't' J, ,' d,, 1


vici11o la parte veranzente 111-teressante, direi soientifica, senza. 1nagia e se12za la solita polifarn1.acia 1·ipugna.nte, della ntedicina e pi~ pl([.rticolar1ne12te della chirurgi({t) clze indubbiatnente ft{l praticata in la~rga nùst~~"a da, ce1·ta categoria di 1n.edici e anche probabil1nente di setuole. E questo gza nel! anno Jooo prì1na dV. Cristo, epoca in cui fu redatto il testo otiginale del papiro, il quale ftt arricchito di aggitt11te spiegative prùn.a dell'anno 2 500; il tutto essendo arrù1ato fino a. noi in una. copia fatta intorno al secolo XVII pti1na dell'Era TI olgare. _. . . 1\![a. è logico pensare cbe qtta.ncfo ttJJ 1necllco eg1zra no del trentesin1o secolo scriveva il testo d'el p'apiro, il S't.llo nzateriale non nasceva per genet·azionc spo11tanea) 1na logican1ente douetla essere ùu1ece il fnJtto del p,ensiero) dl'TI'orservazione e della pratica~. cl1e si era. 111aturato in nzolti Jecoli anteriori n. lui. Tutto questo aggiunge a'ncora più itnpo~·tanza. storictt e .rdientifìca. al Papiro di EdtUÙ7 S1nitll che . co1ne griuiStrnnente cNcr Brca~rted', "è i!JH'ilno r~otltnu·nto 1·eabnente scie11tifico conosciuto~ pe1·c!Jè noi trovia\1170 pe1· la f''Jin1u tJol/a lo spirito un1ano 11elto sforlzo d'i di.rcerncre e di rip ortarr.· i fatti r, in Jr!gfiÌ/o di fondare le concltt'Sioni Jopra qlleJti fatti os.rettlrtti'''. Nfa non Bisogna dinte11ticare c!u: nel parla·n· d<·ll'inJjJorlciiJ .~;u di fJifl(\r/0 papiro, c!Je ha. .una. lu 17g!Je.zza. di 4 lnetri c 68 (.'(~"'t inu.:/l" i., ci rifrt!tnn o sola~ tnente al testo scientifico che Ji trotl(l JcJ•itto nelle 377 riglu.· dlcl ~~IlO dritto, senza. tener cauto aOaf)to rfflle otto for1n'uh: n1agiclu: contro la peste, d<:llr: tre ricette per le donne e di n{tre due 1•Jcette, delle quali nua fJer ridare fa giovinezza ad un l!ecc!Jio., le quali tutte farono scritte invece nel t"Ot't'scioJ senza nes.Hf.na cannessjone col testo scientifico e forse per volere dello stesso antichissÌ1no acqwirente. DuJUjfle, nella serie dlei 48 casi rtli chirurgia, o nzeglio di patologia c!Jiturgica. - ferite, fraittt re se1nplici e contplicate, lussazioni chiuse e aperte. tunio1"i, ascessi - di c11i si conzpone il' testo scie17tifico, è facile sco1·gere una. rileva11te quantità di elen1enti i1nportantissi1ni di or·dine anatontico, fisiolog,co, patologico, ser~n!iologico, clinico e ter{{lpetNico, del quWt era gicì in posseJso la scien:z.a nzedica egiziana ai tenzpi re11totissinzi itz cui i Faraoni dell'ltn.pero Antico costruivano le Grandi Pi?·anNdi c!1e ancora an21niria.nzo neUa pianut·a di Gizeh. Con un concetto logico, chiaro e ckliber•({ttanzente siste1natico, dretti ccMÌ J017o stat i presi in co?JSidlerazione d all' a.ntichissin1 o autore, che li ha studiati accuratcanente secondo la crescente grauit{i ed i gruppi corrispo(n denti a. di. . stinte regioni, secondo la seguente distribuzione: cranio ro casi; naso 4 casi; 1nascellcrre 3 casi; tenzpia 5 CCl\fJ~; orecchia,, nzaniNbo!a., labbro e nzento 5 casi; gola e 1JCrtebte cetvtcali 6 casi; clavicola 2 cari; o111ero 3 casi; petto e sterno 8 casi; spalla I caso; colon na. dorsale 1 caso ( inco1npleto). A questo pttJJto ·d teJto si arresta brusca1nente per ragioni ignote, non avendo lo scriba ter. . 1ninato di copiare neanche N 48° ed .ultin1o caso. Però 1~i1nan goruJt parecchi ele . . 1nenti capaci di far supporre agli stuéliosi che questo trattato, di cui oggi solrr.-1

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111e11te conosc1an2o uua copia incon1pleta, dor,cva, con lo stesso sisten1a ed uguale efficacia, occurparsi ancbe del resto del corpo fino ai piedli. Con2e regola generale ognt caso, nel s11o stlolgùnento conzpleto. è costituito da cinque parti ben definite: 1° - il titolo propriaiPe!lf(/ detto, che non è altro se non l'enunciato d elia Jnal attia, sia ferita, fra! tura, lussazione o tu nzore, d i (,ìlri si tratta~; 2" - /"'esame e/te dìo po rip·etn'to L'en.ttnc.ato descrive i sinto112i rùpett:zvi; J 0 - la diagnosi c/1e oltre ,7l ric!Jian1o della 11zalattia per il sunto dei sintoJn t già conosciuti, contient· [a deftnizione di qu't:/1o che potre nto chia,_ nJ,rre, la. prognosi co1 rùponlit•ntt:, la quale, secondo le circostan.'Je, può essere o fatJoreuolc., o incerta, o jnj&tusftr, secondo clu~ risp'ettitrcnnente sia espressa to11 lt fraJi: E' llna 1nalatti~ che io guarirò, o : E' una malattia contro la qtutl(~ in lotterò, o: E, unn n1alattin che jo non 1:,ruarirò; 4'' . . i/rr~1llan1cnto Ju.•l qffalt.: .\·i intlicaoo lf' cure t..:!Jd"ttrgic!Je e le cure IJJ f'd 1(·/u: UJJHigl /(dJ i/i, cons istt.• JJdo gc neralnu.' 11 /t.' q lft!ste uft iJne nell'applicare !l prhno giorno cari/(' /rt•.r,~a. f,,sct'''''J d'o p o dv rh e .r1 11icorre al grasJo. al nuele ,· r; u,tfc!Je volta a rtJJa. sosta IJZa 1n inerale non nn::ora. ide" tific,lta; 5'' . jintllnu 11l<!, 29 frcr. i 48 casi porta!lo una. spec-ie di JuppleJnento .\olio la fonna d, una o t!i più glossr o IlOft} .rp~e·gatipe d, parole o di frasi rlf·l tratta/o, c:lu· ptr essere d,tlt'l/latt.· arcdù.:hc· quaJc/u: Jtc:olo dopo Jono .rtate chiarite da un altrv scJcnz i,tto f:lu: t' o//(· ctggiornt~rt.' il testo origÌIJLtle rispettando il suo vocabolario. Con ttn nu:todo che rnerat1iglia pet lu s11cr. t'ftit/(' ZZa., con principi nzolto razionali, con un senso obbiettivo e cercando fin d O l' l' era possibilè d' interrO'gare la natura, il tnedico spogliaLo da agili pregùuìizio dannoso e da qualunque sciocca superstizione, procedt' all' r .Hune t.~~ l nutlato per atctrfcll'e la n1.alattia in sè, prevedere l'avvenne d1 qu(..sta t' stabiltté' ta tt'rtJf)('llticLI adtgu'ata, non lin2itantto il conzptto .HIO neanche· dat.ttlJJti ,,f/'ilnpossibil!tcì tlt gucr~ ngione, perclzè anche in questa circostanza. c'Z· il cac:o in cnt il Jualato rh·el't.> attenzioni) ed 111 tutti i 1nodi il Jnedico si sotfernza l~fllo sturNo dt·//,, nJa!attta faiale per puro .;capo scientifìco. Dunque) l'interesse per la scien~a è qui dnnoJ'Irato, 1u:/la nz,glior IJUlliiera, anche per l'attenzione clu: destano nel nzecNco i nza/i con prognosi sfavorevole, i quali sono I 4 sa puì d, 50 verdetti conlellutli 11t·l Pap1ro di Edtein Snlith, non trovandosi negli altri papiri 1nedici quel tipo di decisione o prognosi d1sperata . E non è sell.Ztl rilieL.JO d ch.rt· clu: Z· così .rtato prl't:et!uto di, 25 secoli quello stesso principio elle fino a poco te111po fa crt•rlftt(l/JJ@ fos.re patrnnonio esc!flstvo del grande lppocrate. Il 1nedico non .c:olrnne nte ù pt'z io na la parte nza/att1 pal pa i t runori) /t: feritt t' ie fratture t le esplora con le dita, 111a qnandlo è nt'Ct's.s,lrio ricorre t:nche alt a111to dc· l suo olfatto. alt in te rrogntorio t11e1 Inalato, al!t 1 C'ti~ ioni d nlorose e psic/JÌc.J/u~ dello stesso pa.ziente. Egli c,onstatfri la fc·bbrt' gn~trda tlfJ

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tentan1.e1tte le labbra delle ferite, ossertta la (ucies t.' rì!t}lJa. il trisut(l. che Jzoz ben conoscianzo 11el teta11o. Lo spirito di oJst·rva:~iont' dell' auto'l''e a. prop·otito

di questa co1nplicazione cht" a noi oggi srnnbra di facile diagnosi, si 1·Ìt1e/a qua.ri 1niracoloso nel 7o caso. ft,j egli_, in una. ft·rita della testa. con fraJttu1'·a del cranio che a trn Jecondo eJan1t' sc1nbra 1niglt"ora.ia per quanto rigua:rda /,z fr:rita stessa, nu:tte in et1ide n::::a ,zleu 11 i sÌIUon1 Ì che a noi per7n'ettono di ùzdivùluare l'instaurarsi dell'infezione tetani ca.; i sintonzi descritti dal papiro sono difatti asso! uta n1e n te patogno 111 onici: febbre, corruga.1nento della b·ontc, trisnza, rigid it:ì del collo} stato generale grave. Il c!Jirttrgo non si contenta di rilevare sJnto;ni così unportantÌ 1na cerca di prevenire la natura ponendo fra i denti deì n1alato un legno ùnbottito di lino e provvedendo a una ali1JJ.e nta::::io·nc: liq uidt1. Di ?nerat··igliLI in n1eraviglia si procedè passand'o alla letturra dei casi 3 r e 33, ne/ qua/1 Il ;nedico Si soffern1a a descrivere i sinto1ni di deficit conseguenti al!a iussa:::ione e alla frattura di vertebre cervicali: tali sintonzi (tetraplegia, definita pittoresca111e11te C011'1e ni·ncoscienza delle due bra'Ccia e delle due ga;nben, perdita involontaria di urina, 1neteoris1no, p1·iapisnzo e, fotse su.ccessivanìente, '' en1issio sernin'i/') delineano sufficientenzente una cotnpress!olle 1nidoliare, che il chirurgo del terzo 1nilleiznio p1·ùna di C1·isto,, pur .renza conoscerla, descrive così effìcacenzente con i suoi 1nezzi di ossetvar zione diretta del 111alato. La grarl.ità di qU'esti sintonzi è peffettanzente intuita daìl' autore, tanto dl.a derivarne una prognosi CMsolurta1ne1zte in.fa.usta. Egli JteSJQ dùnostra u11a profonda sottigliezza di indagine nel descriuere la perdzta della parola in alcuni casi da dolore nel' pa-rlare, come in una frattura del naso, e in altri da conseguenza ditetta della lesione stessa, co1ne in due casi di frattwra. del' te1n.po1·ale. Q.uli evidente1nente questo precursore aella tned:cina scientifica·, senza conosce1'11e il1neccanisnzo sia pur 'lonta11amen)... te, /1a di{Jinato fa afasia da lesione dei centri tfe[ linguaggio c!Je Ve11ne spiegata soltanto 18 secoli d·opo Cristo. In uno di questi due casi l'osservatore arnva. persino a provocare contrazio11i degli arti stùnolando la sostanza cereb1·ale: egli così precorre di parecchi uzillenni gli spe1~i1ne11tatori che studia.ron.o le localizzazioni cerebrali. D'altra. parte non gli sfuggono, oltre al ntcteorisnzo prodotto per lesione a carico di una vertebra cervicale, gN aspetti naturabnente defonna.ntt della parte che si succedono a fratture dell'osso nasale, della clavicola, del fe1nore e a lussa..zione ct·ella 1nandibola e della clavicola. Nel caso 6°, dli tt1Ja. feJita. della testa con vasta. fratttwa del cranio, egli tred'e, per la prinza volta uella JtOJ~ia., le 1nen1ngi, iL cervello e le circonuo/u.zioni e sente sotto le dita le pttl.. sazioni cereb'rali, la. cui sensazione paragona a, quella che si sente palpantf!o la fontanella d i un. neonato. N el I caso, i n vece, egli si serve tnetodicarne!Zte della palpazione per l'esplorazione dei tlasz pulsanti che identifica sulla testa, .sul co:lo,_ sulle 1na.ni, sui polsi e sui piecN del 11talato, co11. lo scopo di 1nisr1~ rare l azzone del cuore, "p erehè la. stta p:r;dsazione si ttova in ogni vaso d1 1

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ogni 111e1nbro". Nou è una casuaLit(t il /atto rilevante che il 111~tlico trout, 11t·lte p·rùne righe del trattato, questa importante conoscenza preliminare Julla uzis1trazio11e clelr azione del cuore, che appare ripetuta posteriornu:nte nel Pap,,·o di Ebers e c/1e ci potrebbe far pensare a un notevole do1ninio ed utilizcazione clinica della dottrina t4'e t polso, che pit't di 2 500 anni dopo definirà l' anato1niJta Etofilo di Calccdonia. LJ autore del Papiro arriva aLtesatta diagnost di [ussazione della mandibola rilevando nel paziente il .rintomo patognoraonico del cauo orale irrigid.to in posizione di ape1tara.; 11ella f1·attura comminuta della tenzpia egli deterge la ferita con .spugna dii lino per meglio esarnina;·ne i frccmmenti ossei; e r.levando dalle labbra ali U:Jla ferita del collo fuorurscita di acqua durante Lz deglutizione} riesce a diagnosticare il suo carattere pe11etrante dal collo al faringe. Generalnzente basta un solo esarn.e per dete,.n1inare clziaranzente la d·iagnoti-ptognosi definitiva e per poter provvedere in conseguenza terapeuticanzente. Ma ci sono casi in cui l'ùnportanza e (el'oluzione stessa del 1nale richiedono e consigliano un secondo e anche piil esan'li, 1 qee-1!1 possono pure portare alla 111odijìca della prognosi e della cura. Così succede, per ese1npio in una ferita della testa con pe1jorCf1.ziane ossea., in cut l'autore in un prùno te1npo conclude per ttua prognosi incerta ed un trattan1e11to ordinaFio.~ mentre dopo un secondo esanze constata nuovt sintonu (tetano ) e definùce il caso infausto. Alle volte, invece.~ escnni successivi 12011. 1nodificano la prognosi elle in un prinzo te1npo è stata Interpretata faf/orevole. GicNnn1ai succede c/ze altri esanzi faccia1lo nzigliora:re una prognosi incerta o una progn.osi infausta, perc!Jè naturalmente il nuovo studio del caso SI faceva sola1nente per causa di un aggravarsi dei sinto1ni o per [' appari:ione di fatti di conJ.plic:;:::ione. 7

Razionale, sen1plice e non di rado !'e t(fnzente sorprendente e audace. la tr-rapia a uolte si lnn.ita a setnplice nzedicazione esterna, a t'olte si spinge a L er; interuen.t'i chirurgici. e a trolte, Ì1t fine, segt!e un proceditnento Jnisto.

D'altra parte, mentre in alcuni caJi è puranzente sir1tonzatica) in altri è ven.7.nlente causale e in altri è aspettante e, direi qua.fJ, passù·,r, nel senso dt lasciar fare alla natura. !11 sette casi dvstint.i si ordù1a., per la pri?na uolta nella storiaJ la sutura delle ferir.e, potendosi ottenere tunione dei 1nargini ancln· per n1ez:o di una doppia benda adesiva} la quale anz1 è consigliata pure in casi in cui _r, sciolga la SI/tura eseguita precedeuteJnentt·. ~.Jpprzre anche: per 1~1 prinza l/olttl la cauterizzazione con un pezzo d'i .. ,legno incandescentenJ in un caso chian1ato dall'autore col no1ne di tumori con testa pronzinente nel petto". E' contenzplata ia ridu'l:Ìone per casi eh la..ssazioni e di frattute . EJ conosciuto già uno speeriale apparecchio cf.i fissazione fatto di tOtoli duri di lino'': in certi cas( co1ne in quelli d~i rottura della colonna del 11rtS0 (espressione con cui si designa forse 11

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la cartilagine del11aso) e di frattura dell'osso nasale (" cantera del JUO 11aso'' ), detti rotoh eta110 inoltre t~trati insiente ad altri "dlne tanzponi di li11 o unti di tt.ngu~11to" che si introducevano nel naso, tenend'o prùna cura di 1·idurre la fratttf.ra del nasC!'le e d~ pwlire in a1nbo i casi L' i?;terno del naso, dai coaguli, con spugna di li11o. . . Degna. di nota è /(ll rictlnz.'one della nzandzbolCfi lussata, clze sz basa stt un principio c!Je 11011 l1a canzbiato 1nolto, conte si ve~le: "ttt 111-~ttetai i tuoi pollici sulla ter1ninazio1le dei due ra1n·i della 1naniftbola 11eN'11zterno della sua bocca ( edl) i ttf'oi due artigli ( vuol dire d1tte gNtppi di d~ta) sotto il 1ne11to, (e) li obbligherai a: scendere in n1aniera. che vadano nei loro posti". Le ferite sono fasciate. Molte volte :f1a111Jo prùna una applicazione dz carne tresca fasciata. p'er 1111. giorno, dopo dl c/ze si pr([,t.ica un'altra applicazione giornaliera r/li. 11'17guento e 111iele. Natu1ral1ncntc questa cura gc·.. 1-1erale c!Je alle volte può nvere qualc!Jc 1nodijica,, si 11sa o Jola u pn:c,:duta dalia sutura., daVle bend'e adesir1e, dalla riduzione, dagli app'at('tchi di fì,ç,,·u zione. In due casi, uno d'i ferita infetta. 11el petto t l'altro di ci\'Cr.·sso pnnui.. uente anche ne/ petto, si fa. una. cura a sè che conJish· in "apfdh·u-~ioni fl'r.'d.de'' di ricette nelle qua~i trouia-nzo decotto di salù:e, .rale d~·! Nord, foglie di sico11toro, foglie di acacia., calci na. d'i n1 11 ratorc., gra.uo t.:rft alt ti i 11 grcdient i ancora non identificati. llJnalatOI pote(Ja aver b'isogno eh (:sscre nun;terNNo in posi.c.one seduta per n1.ezzo di un appo.rito apparecc/u'o fatto tf.i d'rte sostegni di n1attonri, per aJpettare che il rnale ra.ggiungeJse J'un punto decisivo'·'. Così pn1·e quand'o la pro~ gnosi Ì11certa, pter ca/l'sa dli una1 rottura del cranio, si è aggravata fino a d'iventa.re infausta r.d' il Inalato presenta. sinto11zi di tetano., non sola111ente si ordnJa. il suddetto appart·cc!Jio di sostegno, 1na, co1ne accen1uri, si ricorre a una striscia dii legno avvolta. in lino per 1nantenere aperta L'a. b1occa. de! 1nalato e potergli far prendere succo d, fr.utta.. Ad. entre.' le ap p! icazio'lli t•sterJj'e di nzecNccMnenti, la. dieta ord,na.ria di arpenarz ione, la doppia benda ade.siva ed i 1nezzi chiru1·gici della riduzione delle lussa:ziont e delle fratture, àel'la cattterizzazione e dell'ùnrpiego d 1ì apparecchi di fissazione sono procealin1enti terapeutici che fa/7170 parte regolare del tr~tttaincnto, la suttrra delle ferite è invece tt12 efenrento terrr~ peuLico che nonnaln7ente è incluso nell'esame del caso in cui si pratica~, co1ne pure per eCCt'.z,one, appartiene a/tcs"Jn1e la l'iduzione della 111andibc/a lussata. E' chiaro, dunque, che nell'Egitto, secondo gli insegna1nenti del Papiro d i Ertltu/n Sn1itl1, la chirurgia, per ragioni fondtNnentali d:j ap1plicazione pra,.. tic, l e ind ubbùnneute per causa rJella. grande esperie11za fatta nelle nttnzerose guerre e 11egli infotttllni del la{Joro datante le colossali costrttZ'/.~oni, aVeiJ'(I. rag... t;lluito uno Jl'd"ppo cd tNJa inzportanza 1nolto superiore a quello della JnediCilla. D'altra parte si vorrebbe vedere in questo docu1nento stesso già una dee H" d ivinone rl~·lla 1nedi cina ÌJJ. 1nedica e in clzù·urgica. 1


In 1n.ezzo a ta.n ti pregi che fanno dj questo i1nportantissùno papiro un caso unico più clze raro nella storia della 1nedicina antica, appare arsai strana 1111 dettaglio del caso 9~, di 1111a ferita della fronte con frattura dell' OfSO, in cttt s.ubito dopo un esa1ne nzolto inconzpleto e senza fare una diagnosi-Prognosi, si ordina co1ne trC11ttan1ento l' applica.zione d'i un ùnp.Cl'stJ·o asciug;ozte di uotra dt strttz.':;o e unguento. acco1n.pag11ata dalla recitazione di U'Ja preghiera n1agica, in seguito alla quale si fa un'altra applica:zione fredda di fichi, grasso e tniele. Senzbrerebb'e clze que.rta preghiera fosse piuttosto una. inclusione estranea. e forzata., la quale naturahnente non altera lo .rtraordinario significato scientij1'ca., ut.· dlùnùzuùce di nulla l' inzportanza eccezionale che lut il docu Jnento .. f>tr la cono.rcen~a c/1e JÌ tit•ne dei riJJt/eJJÌnJenti ,u,venuti nei tenzpi antic!JissinJ1 di papiri o d1ocunJenti nu:clici nei tc·n1pìi, conJc accadde in qrre/lo di F 111 ub~r 111 Lctopol is; pt•,. la casJa d i serit ti d i nJ~cPicina clze il Faraone l\Teferirle'n' t!c/ .rt·colo 28 pri 111n di C1-isto fece preudere dal suo pala';;:JO crffìnc!Jè f o.rrt· ro con ftdlati dai sacerdoti e dai 11n:dici c!J ian1at i rrpposita Jne nte a conJtdto pt·r una Jincope 111ortale dlc/ srro Tl ùir yfles!J ptali; pt>r !'JJcrh:Jone di Usa/;o,~-n·seJu:l, ft/Ct'rdote th·lla d{.:a: Neith 1 clu: ft'r nJanda·Lo di Dario ricostruì 1~1 ce/cbn· rcuola nu:dù:u. rh' Sa1Ù; t.:d inFne,, pt·r il contfnuto scient,ftco, il .ristetna didattico. i principi pratici c t.~ott rin~tli, la tr,ttt,rzJone si11tetica e, si direbbe d, vt~ra guida oru: 11 tatrict.: e nznt'IIJ 011 ic,..,,,, con eu i si prese 11h1 il Pap 1ro J

di Edtvin Sn1.itlz: per ttttti questi derti e circostanze possianzo destoncre cl1e qwesto docun1ento sen za prccecfent, (: la patte runastaci di uno dei libri dlit.iattici di testo, clze da tenzpi antichissilni han dovuto far pm·ft> de!la biblioteca del Fnraone e delle scuole di Jnedicincì annesse a certi trn1pli. R~·epilogando: il cuore} dal quale parto11o f/ttsi a dirtinte pnrti del corpo,

Jpiega una azio11e c/1e nella 111alattia si /JttÒ 111isurare col tatto) Jnettend1o le dna in certi posti dove pnssano l'ast. Il certte/lo e lcr. colonna cervicale sono centri di coordinazione funzionale, perc/1è le !oro ferite· possono at~ere conseguenze lontane che si 1nanifestano con afruicn, contrazioni ern,ip!egic/Je, paralisi, pt.-apis1no, emjssio seminis, n1eteorisn1o, iucontinenzrr ttJ ina1 ia. Si l: l i l sto il cc: n re!/ o so1n igliante alle "rugositù eh t> JÌ forlnano nt! ra nJf fu.ro·' '; s1 sono se nt ite palp itare sotto le dita le circollt'oluzioni cerehr,d i; si so n riconosc.ute le 1ne1nbrane che at't'olgono il certJel!o eri' Jlliqaitflo dentro le .rteJse. Si trot'a il tetano in cui, pur non potendo gll'nrire il 111alnto, bisognn ricorrere al!a alitnentazione forzata. • Le 1nalnttie non hanno tllia causa denzoniaca o soprannatur"z!e; si riconosce u.nn fnn .:ioJU' alla natura 11111aJJa e s1 usa 1111a tercl'pia nu:dic,1 e chino·gtca. che, t'ccttto in un caso forse di inclusione, è razionale e sen'Ja n1,1gia. Nellu terapia trot,, anJo la riduzione dJ fratture e lu!Ssazioni; gli apparecchi di sostegno del n1alato in posizione seduta.; l'uniont· dc~i 1nargini de!lt· fe-

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J"Ùe per nzezzo r}ella. satura e delle do1ppie bende aJ~siv_e; l' apfltcazione esterna di 1nedica1nenti con concetto logico; gli appare cchz dz fissazzone e l'uso delle spugne assorbenti e delle fasce fatte da uno specialista in materia, quale e1·a .i'itnbalsa1natore. N on si tratta. di ricette più o 1neno assu,rde, 1na di casi stUdiati con criteri. scientifici e seco11ctb d 1netodo che conzporta il titolo della 1nalattia., l'esame, il diagnostico (con la prognosi), e la terapia. Ci sono nccorginzenti se1neiologic-i, prognostici e terapeutici che rt.ve.lano ltNJga esperieuza 1nedico-chirurgica ea1 elevata finalità scientifica. Il testo, che cost.tuisce il docurnento 1ne·aVCio-scienzVfico più antico che si conosca, ba tutte le caratteristiche di un vero trattato cfiidattico per uso delle scuole e dei coltivatori delF arte tnedica. Le glosse 'hanno la. funZione ~i vero d'izion(rrio 1nedico-chir.urgico, il pritno di ctti si abbia notizia. N on possùuno ancora spiegarei sttfficic ntc1nc 11tt: /a. lalNiiJJcl t: /' o.rrurittÌ .che rùnangono fra il Papiro Chirurgico d i Edtuin Sntith, t.'h(' stato ('7a/Jor, 11o 3ooo a,;zui att'anti C1·isto e r:he 2· arrivnto a noi in tf'/Ja c:opia iticoJup/(•/a dr·/ r7oo, e la nJedl,cina scientifica che rifioriscc nuTavi,glio.nrnu·lltt fru i .u:r:oli V e IV co11 lppocra.te e nel secolo III con Erofilo di Ca/cedonia cdi l?,r,rsist.rato .de Ceo, che lavorarono precisanu:nte ad .L1.1t·ssandria. l~t·sta inoltre '";cot(t. da t'edere fin dove la nzediCtna razionale o, s'C si vuo!t"', .~c'Ìt'JJtijìc,, c:lu: sV rif!(.'ftt.: uri PafJiro di Edtu in S1nith, contribuì a fertilizzan: /t' radici c• ar/1 in gro.rsnre lt fonti del/a. 1nedicina della Scuola cN Coo .. che prese il titolo l(niv·ersale di 111edicina ippocratica. 1

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LA dotta lezione di S. E. il prof. J. Diaz Gonzales, ministro plenipoten2i:trio del Venezuela presso la S. Sede, sul Papiro Clùrurgico di Edwin S1nith - cihe ha costituito la brill~nte prolusione ~ll'Anno accademico dell'Accadc.nlia di Storia dell'Arte Sanitaria svoltasi il 17 novetnbre alla presenza delle n1assi1ne autorità sanitarie della Capitale - è stata quanto mai interessante, si~ per l'argomento in se stesso, che per l'elaborata densità del contenuto e relegante forma di esposizione. In verità, mentre sia1no in possesso di tnolti dati che ci consentono di ricostruire lo sviluppo notevole raggiunto dalla civiltà egiziana in ogni can1po dello sci bile c dell'arte, assai scarsi erano finora gli elementi storici sulJa chi~ rurgia praticat::t da questo antico popolo. Tutta l'iconografia chirurgica del: l'antico Egitto si limita a 2 bassorilievi comprovanti - 1.200 e 2500 anni avanti Cristo - la pratica della circoncjsione, intervento esteso, secondo ri~ ferisce Ezio, a proposito della ni.nfotomia, anche alle adolescenti (in alcune regioni dell'Etiopia, nei Galla Fer es., ]a pratica è tuttora in atto). . A questi due clen1enti di conoscenza vanno aggiunte le descrizioni deL n1 ctod i cllimbalsarnazione dati da Erodoto e DioJoro Siculo consistenti nella incisione dcll'adclrune praticata dal « paraschita n con un coltello di silice, c l'a ..


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sportazione dei visceri toracici e addominali fatta dal « taricheuta >> mentre la massa cerebrale veniva estratta dalle fosse nasali con un ferro uncinato. L'assenza d'i cicatrici nelle regioni perineale ed epigastrica sul corpo delle mummieJ mentre esse sono !presenti in altre parti "delle medesime, sembra provare che la laparatomia fosse sconosciuta in quella lontana epoca. Dati più probativi si traggono dalle lesioni degli scheletri rinvenuti che provano come non fossero ignote, 3000 anni a .C~o, la trupanaziooe del cranio, la riduzione e contenzione delle fntthtre. Arti inferiori fratturati - rifcrÌgce Mandrère - ancora provvisti di un appnrecchio di contenzione sono stati trovati nelle tombe che risalgono alla V dinastia. N ci 2 trattati di letteratura tnecHca pervenuti a noi dall'Egitto, rapprescnt'ati dnl Papyrus Brugsdh c d:t quello più importante di Ebers, assai scarsi !jOllCJ gli :l{:: ccn ni alla chirurgia cd .in forn1J n1olto generica. 1l P.tpiro chirurgico 1di Ed\vÌn Sn1i th viene quindi a cohnare una l'acun.1 nelle rHXìiJ c.1 CCJnosccnzc stol'ichc della chirurgia nell'antico Egitto, confermandc, anche in CJU Csto particobrc settore il concetto che ncsslln probleJna della vi t.t lllll:lna ent ignoto a t(UCsto popolo Ji cos.ì antica c gloriosa civiltà e come già fin da all r;ra Cflistcssc un insieme coordinato di conoscenze di patologia c terapia chirurgica. Pc:rcib !)w tnn vcrarncntc grati ~1 S. E. il prof. J. Diaz Gonz~tlez di aver trattato tale jm portante argon1cnto che solo In sua eccezionale con1petcnza c le sua alta clas9c di studioso lhnnno potuto pcnucttcrgli di conunentare con tanta dovizia di rilievi cdtici, di considerazioni cliniche c storiche del più alto in tcresse. S. F .


ORMONI, VITAMINE E LAVORO FISICO Dott. G JLSEI'I'L Do:-...-\TI, re.: n. gcn. mc:d. nella ric;c.:rvn

Gli tintin1j legan1i esistenti fra s.n.v. e ghiandole .a secrezione interna richiedono che l'esame, già fatt<?, 'dei ra:ppo:ti fra situazione ~euro~egetativa e lavoro fisico sia completato da .qualche r1co.Ddo, almeno, c1rca l Influenza che alcune turbe endocrine esercitano suUa capacità di sforzo. Come ho già accennato, Hi'll rileva dhe nel lavoro ffiJUscolarc l'organisn1o contrae un ({ debito di 06sigeno )>. l(aunitz c Sc1zcr, pci r1sultati di unn serie! di r-icerche eseguite su muscoli scheletrici, miocardio e Eegato ·dii ratti spossati da una prestazione eccessiva, concludono, fra l'a ltro, che la fatica t'una speri<' di asfissia. La iodividtJale capacità 1nassin1a di consun1arc os~igcno è: uno dci fattori essenziali della cwpacità rdi sforzo. Ora, l'i_pertiroidùsn1o dctcrn1inn un :tu.. mento ·dei processi ossidati'vi ta1le, da aversi, anche a riposo, una condjzionc paragonabile a quella <.ii un soggetto norn1a·lc col} r~catnbio energetico eccitato 'd-a un lavoro muscolare abbastnnzo intenso. :tv1a, con1c ricorda jr} Lan1i, appunto perciò, J 'ipc:rtiroideo, pntt presto del norn1ale, raggiunge, a parità di lavoro, quel li~nite mass1mo del consun1o di ossigeno che è consentito alle cellule. In soggetti ipertirojdei sottoposti a tiroidectomia subtotale, si è visto abbassarsi ~l consun1o tdi ossigeno, e per una percent!llale maggiore di quella secondo cui 'diminuiva la yentilazione pdlmonare (Delcourt-Bernar'cl~. L'aumento del consun1o di ossùgeno, che si esige nel lavoro, è legato ::td un conveniente ::tdattamcnto del respiro c del circolo. Entro certi limiti, nel soggetto nonnalc e çon buona capacità vitale, 1l'aum~ento della ventilazione polmonare tende n comp_icrsi, prevalentemente, per una tnaggiore profondità del respiro. Ma quando ]a capacità vtitale è diminuita, l'adattamento al lavoro deve raggi.ungersi, soprattutto, n1ercè una .1n~ggior frequenza degli atti respiratori; sicchè, anche per sforzi modici, può insorgere un senso di difficoltà ne'l respiro. A'd una stas~ 1polmonare, anclhe lieve ~e dovuta -ad una .incipiente insufficienza c~ rdiaca, il L~n1i attribuisce ]a dimjnuzionc \della capacità vitale verifìcabile in baseclowiani. L'A. cons1dera, poi, quale espressione di un ipertono vegetativo, non soltanto la vivace reattività del ria:unbio energetico, n1a anche gli sp~rogramn1i a carattere atassico e con vdlumi di ,restpùro ai confi'ni s~~c riori della norma, da h1i ottenuti in soggetti ipertiroidei. invece, in casi eh . t potano vegeta ti vo ri feribi li ad una insufficienza ipofisaria, il La.mi rr1a avuto sptrngratnn1i regolari, con volumi ·di respiro inferiori alla norma, reperti, in: ~nln.tna, nctt:nnente opposti a quelli ottenuti nella iperfunzione tiroiden. St


aggi~nga che, . ne~li iper:iroide~, ~aci li sono l'iperventi]azione en1oti va e la dispnea subb1ett1va, fat.u, ch.c, Insieme a quelli fin qui ricordati, ~i oppon-

gono ad una b~ona CCljpaCl t a d1 sforzo. Occorre, Ino~tre, tm aid~tta~u~nto perfetto tra irrorazione e ventilazione po1monare, perch~ ~n~ ve~tiktz1onc troppo intensa, in confronto all'irrorazione, p~o~oca .un·,ebrmnazt~nc c.sagcrat~ di co:! c quindi un'alcalosi gassosa, senza m1ghorare l apporto !da. oss1geno .a1 tessuti e viceversa, una ventilazione troppo sc~rsa (sempre in detto confronto) riesce ~nsufficiente per una buona ossigenaz1one del sangue vcnoso. Nel lavoro .fis1co, prontamente cresce la ventilazione polmonare, ma si verifica, anche, l'i.tnn1issionc jn c1rcdlo di sangue prelevato dai normali depositi, nonc~1è un atuncnto ·della portata circolatoria, il quale r.isulta tanto pitl cconomtco pcl cuore, tPer quanto più vi concorre una maggiore gettnta sistolica. Cos] ._pure, nel lavoro, avvengono in1portanti regoL1zioni dei vasi, le tJUitl i, quando sono tctnpcstive cd atte a distribuire economicamente l'afrlw·,so d1cl sangue a netto vantaggio de.i muscoli impegnati nella prestazaone, provvedono :tdcguatan1ente alla utilizzazione periferica del sangue e, nel conlcJnpo, costitujscono, pel cuore, un importante meccanismo protettivo. Non insisterò oltre su <.Juesli adattan1cnti, di cui ho fatto cenno, intratlencndotni suu rapporti fra ·s.n.v. e lavoro fisico. Qui devo ricordare, invece, che nd l 'ipcrtiroidismo e nel tnorbo ti~ Flajnni-Bascdo\V l'abnorme funzione tiroidca, mentre intensifica le ossidazioni LissuraLi, Jgisce sull'apparato carddovascolarc 6ia in modo dj retto, sia in modo 1ndi1 etto, e, cioè, .1ttraverso il s.n.v ., il quale si trova jn un atteggian1ento clhc Danielo!po~ u definisce di cc anfotonia ». In questa situazione cn'dccrino-neurovegctativa, come si con1porta l 'apparato cardio-vascolare di fronte ai bisogpj di ossigeno dei tessuti? Anche a riposo, aumentata è la quantità di sangue ci·rcolante, .a spese dei depositi fìs,iologici. Parimenti, maggiore è 1a portata cjrcoln tori n; ma, In getta ta sistolica, in alcuni casi (Alzona ed .a'l tri AA. ), è awuentnta an eh' essa, non di rado, invece, lPresenta (Dogli atti e Berctta; A. Poppi ecc.) valori che si aggjrano intorno ai limiti inferiori tdella norma. In quest'ultima evenienza, l'aumento de1la portata circolatoria si fa, prevalentemente od csdusiv~n1ente, a spese delFantieconomico ritmo tachicardico. Malgrado siffatto spreco di energie, l'utilizzazione 1perjferica .dell'ossigeno dirninunsce a motivo dell'nutnentata ve1locità circolatoria. Tale comportamento dell'apparato car~djo-vascolare riduce l 'nttritud.ine del cuore ai mago-iori oneri di .un'importante prestazione fisjca. Naturalmenfe, mi riferisco a casi non pervenuti a più gravi c~nseguenze della disfunzione tiroidea. Sarebbe superfluo soffer.tnnrci, per esempio, sull'attitudine al lavoro n1uscolare di basedowinni, in cui sia comparsa una notevole dilatazione atonica del cuore. In alcuni casi illustrati da Schellong, per una prestazione fisica tnddcsta, cotne anche pe'l sem'plice pa~·saggio dal dino- a1l'ortostatisn1o o per un eser-


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cizio dì sollevamento ed abbassatncnto delle gan1bc giacendo in letto, si verificava una rilevante caduta .d dla pressione arteriosa e, talora, anche una sincope. Cogliendo l'affezione alJlinizio, si poteva oss~vare che, pe·r un la. . voro abbastanza enerQ"Ìco, 'la pressione si elevava come :d1 .norma, mentre, per un lavoro modico, sib abbassava. Si tratt~va Id~ individui che, a riposo, erano ipotesi ovvero .con pressione norn1ale, ma dhe accusavano facile stanchezza e vertigini. La caduta della pressione, in conseguenza d~ una prestazione . fi~ica, non si accon1pagnava a n1ddificaz•ioni d eH a· frequenza cardiaca; coincideva, invece~ con una vascdilatazìone periferica. L'A. fa notare che questi fenomeni erano evitabili mercè preparati di lobo ipo.fisario anteriore e che turbe del crenere si possono osservare anche nella malattia di Simmonds' ed io altre affezioni, irt cui, parin1enti, è interessata l'ipofisi anteriore. Passando a considerare il com portamento del ricambio .dei carboidrati J urant~ il laYoro fisico~ ricor.dc che, per una prestazione, modesta, non si tnodifica sensibilmente l'equilibrio glicemico (Dill, Edwards c Mcad); mentre, per una prestazione di una certa importanza, si è consta~ tata. una jperglicemia (Caccuri, Bickel, Boje, Benacchcio), che è ascrivibile al passaggio ne1 sangue di glucosio, fornito dal fegato per le aun1entate necessità dei muscoli. Al contrario, per effetto di la~ori estenuanni, si è ri petutamente osserYata .una i!poglice.mia. (Biirger e Martens; Levi ne, Gordon, e Derick; Bruusgaard; Matthies; Kestner, Johnson e Laubmann; Bickel ~ecc .), fenomeno dhe si accompagna aJd una diminuzione deHe riserve di glicogeno, soprattutto nel fegato (Cesaro), e può essere ewtato, o atten:U'ato, con faUenarnento e colla scmtn1nistrazicne di zucchero (Matth!es; Kestner, Johnson e Laubmann; Boje, ecc.). Christensen ed Hansen considerano l'~poglicemia quale fattore dO.. fondamentale im.:portanza nella g~nesrr del qualdro della fatica grave. Bickel rileva che l'ipcgljcen1ia da sforzo è preceduta da una fase, sia pure fugace, d'iperg1icemia. Ccsì .si possono spiegare alcuni risultati dii Caccuri e di Piazza (ci t. da Caccuri) i quali, per un l'Glvoro faticoso, hanno constatato, in alcunri soggetti una d~mjnuzione, in ~ltri un aun1Jento dello zucchero libero del sangue. E perciò, nell'interpretare le yariazìoni glicemiche in parola, bisogna tener conto, anzitutto, del momento in ,cui si è praticato resame; occorre poi ricoridarc che, a parte il grado di allenamento, il genere di alimentazione, l'intensità e la durata ~della prestazione, tra i fattori capaci d'influenzare il com port:llllento della glicemia nel lavoro, si annoverano anche gli stimoli emotivi (Bn1usgaard) e, soprattutto, la situazione endocrincr neurovegetativa. 1V1eytha1er e Wossidlo ritengono .che nei brrravi cimenti sportivi il sistcn1a ~drenalino-simpatico, (il quale è atto a correggere, pronta.mente, le deficienze di glucosio emGtico disponibile), vada incontro a:d un soyracc.arico di lavoro cd, infine, ad un o spossan1ento che ;·npone all'organismo l'abban ... ·cl ono dell o sferzo, anche se le riserve epnticl,c rh glicogeno non sono ancorn


esaurite. In soggetti pervenuti al massimo \di allenamento possibile, concludono .gli AA., è la validità di detto sistema adrena1incrsim!patico che decide della capacità di sforzo. Comt è noto, l'azione eser citata dal sistema endocrino sul ricambio dei \:arboidrati e sull'equilibrio glic(J.TIJCO non può ridursi, esclusivamente, ad un antagonismo regolatore: adrena1ina-insli1ina. :Nfa, non essendo possibile, qui, un esame wpprofondito di funzioni co~l complesse, preferisco ricordare alcune

indaginj, le quali ci mostrano le alterazioni del ricambio dci carboidrati, pro_ prie a turbe endocrine, che menomano, in tncdo marc~to .l'attitudine al lavoro fisco.

Britton, Sil vette e Kline, in animali 'di specie d~\ erse, in ]stato d ,insuf.fìcien:za surrenaie, hanno potuto verificare .fcrti diminuzioni della glicemia c del gliccgcno epatico, cardiaco e muscclare. Esperienze di Darnbrcsi, Leloir e Novelli dimostrano clhe, nel cane, 24-48 ere dcpo la surrenalectomia, jJ glicogeno n1uscolare si mantiene ancora nei su ci \ alcri norm~di ~ .!n a, dopo una fat1ca intensa, 'la sua resinte:si è indebolit3. 1'fcrcè un estratto cortico-surrcnalc, detta resintesi !del glicogeno torna ai yalcri normali e può anche supcrarh. N eU, ipertiroidismo sperimentale da so.m ministrazione di prcpLua ti tiroadci o da attivazione della tiroide mediante l'ormone tireotropo preipofisario, sono stati rilevati, fra l'a'ltro, ~umenti della glicemi:1 e, vicevers:1, diminuzioni di glicogeno nel fegato (Hogler e Zell; Oehme; Schonholzer ecc.); così pure, nell 'ipertiroidisn1o in parola, si è visto che la perdita di glicogeno epatico può essere ostacolat~cdll'ormone cortico-5Urrenale (Oehme). Come ha d.imootrato il Dambrosi, un trattamento tiroideo a forti dosi ostacola la resintesi .del glicogt:no muscolaTe scemato dalla fa tica (tetanjzzazione intensa). N ei basedowiani, la ]attacidemia può essere alta anche a riposo e, ad ogni modo, il valore da essa raggiunto, per effetto d ~l lavoro, è più grande e si protrae più a lungo che nei normali. A spiegare questo fenomeno, si ::tdducono una aumentata prod!Uzione ed una diminuita rcsintesi dell'acido lattico, nonohè una deficiente utilizzazione periferica dell'ossigeno (v. sopra). Per quanto riguard:1 il cotnportamento del fosfageno muscolare in conJjziorli di squilibrio e.udocrino, ricordo che questa sostanza (dcido creatinfosforico) è stata vista diminuire da 'G. Prrlmcr Eggleton e Pb. Eggleton per effetto della fatica e da L·a ng e da lvfoschini per l'asportazione dei surreni, soprattutto nelle spee~ie animali in cui più grav·e è l'a clinamia dopo l'inter... vento. Cos1 pure, Cape, Corki-11, Marks e Ochoa hanno ossen~ato che, nel Inuscolo tibiale anteriore dei gatti SU·rtrenalectotnizzati, ad una cli.rnjnuzione ~della capacità al lavoro corrisponde una minore cap:1cità di scissione e di resintesi <lel .fosfagcno . M arenzi ha poi rilev:.1to che~ nel roStpo, j] quadro astenico conseguente ali 'asportazione del lobo ghiandola re d eli 'i pofi si si nccon1pagna ad ~1n itnpoverj.n1cnto, non sol tanto della fos focreatin~t muscolare, n1a anclhe del fosforo totale c del glutationc n1uscolare ed epatico. 1


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A proposito del ricambio della crcati~a c. d~lla creatlntna, vo~lio aecennare che un aumento deHa creatinina unna!1.a, 1n consC'guenza .dJ un lavoro .fiSI.ico è stato trovato da alcuni Al\. (Scaffidi, Palmtieri, J:ung ecc.), JllG non da al{ri (Mezincesco; Hoffmann, cit. dal Pahnieri). Sembra che tale aurnen~o si yeri.fìchi più facìln1ente per una prestazione i1nportante e protratta. Sempre per effetto di uno sforzo fisico, può ~aversi, anche in soggetti sani, la co.mparsa eli creatina neJle urine (Scaffidi; Jung; Taylor e Chew; Olmer, Dunan e Vaguc ecc.). E tra le condizioni 1norbose atte a provocare una creatin;uria si annoverano alcune malattie endocrine e determinate affe~ioni museo.. lari che alterano la fibra ed il suo ricambio. 'Caccuri, Schittenhelm e Bi.ihler, Terroine e Bonn·et, Segthini ecc. si sono occupati dei rapporti tra secrez;Ì()ni interne ed eliminazione della creatinina e della creatina colle urine; ma, per quanto riguarfda più da vicino ii na;tTo drgomento, basterà ricordare, ad esempio, che, a proposito !del quadro d'inico degli addisoniani, Schittenl1elm e Biihler mettono in !rilievo 1'csjstenza di un legame fra la creatinuria di questJi infermi e ·la ldùstruzionc del fosfageno muscolare che si verifica nella insufficienza surrenal'e ; mentre Schacffer nota dhe la grave astenia bene si spiega coll'insieme delle tll!fbe del metabolismo musco1are derivate da detta insufficienza .g hiandolare (Y. sopra). Il Meldolesi rileva che la creatinuria si verifica, nel morbo di FlajaniBasedo\7\', solo nei casi ~n cui sqpraggiungono alterazioni' muscolari a calrattere degenaa tivo. Per quanto .riguarda l'influenza del'le ghiandole ·endocrine sulla genesi di alcune affezioni muscolari, rimando ad uno studio riassuntivo, che lo Schaeffer (1942) ha dedicato all'argomento. Ricdr!derò, piuttosto, gli effetti ottenuti sull'attitudine al lavoro fiiSico con alcuni ormoni. Risultati favorevoli sono stati raggiunti, con preparati di testosterone, da Laroche, Simonnet, Bompard e Huet e da Monetti, in individui di età avanzata. Ingle, Moon eld Eyans segnalano di aver migliorato la capacità di sfotrzo dei ratti ipofisectomizzati, somministrando vari estratti di lobo anteriore dell'ipo.fisi e, specialmente, con un estratto adreno-corticotropo. Vari AA. (De Mira e F ontes; Eagle, Britton e Kline; Dsuelli; D·el 'Guerra; Brunelli; Bonetti ecc.) han~o djmostrato, con .in.dagini sugli animali e sull'uomo, che l'ormone cortico-surrenale autnenta la forza fisica e la resistenza alla fatica. Concludendo: un complesso di ricerclhe prova che varie tt1rbe. endocrine possono .tn~enomare la capacità di sforzo, in quanto alterano l'influenza esercitata dalle ghiando1e a secrezione interna su attiV'ità dell'organismo, che particolarmente interessano gli adatta1nenti al lavoro fisico (ricambio energetico e vari ricambi inter.m.edi, funzionri dell'a!lJparato c~rdio-vasc()[are edc.). . In tutte queste attività (e non soltano in esse), il s.istema endocrino interviene in intim~i retJppotrtli~ con quello neurovegetativo, a'l qua1e è così strettamente legato, da doversi parla're di un unico siste.tn~ neuro-endocrino. Que.. $~a concezione si b?sa su fatti troppo noti, per richredere una digressione d:Il1 argon1cnto che c1 occupa.


473 Data questa intimità di rapporti fra sistema endocrino e si.c;tema neurovegetativo, ]n presenza di una minorata capacità di sforzo riferibile ad una turba endocrina, si deve anche pensare alla possibile coesistenza di un fattore neurovegetativo, più o meno jm.p...)rtante a seconda dei casi, e che concorra, in detta menomazione, con meccauis.rni dei quali già ci siamo occupati.

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Notevdli influenze sul lavoro fisico esercitano anche le vitamine sostanze le quali risultano legate agli ormoni da intimi rapporti funzionali 'c persino da qualche affinità chimica. L'acido asco1 bico si .annovera fra i sistemi ossida-riduttori. Waahholder, Podesta e Bruss rilevano che la· sua forma de~drogenata (acido dei'd!"oascorbico) raggiunge, nei muscoli scheletrici~ nel miocardio e nella muscolatura liscia dello stomaco, un tasso maggiore che in qualsiasi altro organo e, tanto in questa forma, qua1nto in quella ridotta, c;j trova in più forte quantità nei n1uscol'i a contrazione tarpida. Schroll, poi, ha visto che, ne1 coniglio in al1enan1ento alla ruota, arunenta, nei muscoli ed in ::dtri organi, la capacità d1 ossidare l'acido ascorbico e di ridurre l'acido dcidroascorbico. In esperienze comp1ute da Rastelli e Trezzi, Facido ascorbico non nlodificava l'·cccitabilità del muscolo gastrocnemti:o di -rana, ma ne evitava l'affaticamento. Rakoto-Ratsi!mamanga rileva che n'elle cavie in cirenza di vitamina C, siano esse a riposo od affaticate, i muscoli contengono più acido lattico che non in quelle normalli; ma, colla somministrazione progressiva di acido ascorbico, man mano che s~ eleva la dose, si abbassa, parallelamente, il contenuto dell'acido lattico nei muscoli e nel sangue 'e, d,altra p~rte, aumenta i'l glicogeno muscolare retch epatico. Pensa l'A. che l'influenza della Yitamina C sul metabol~smo del muscolo si com pia, nel lavoro, piuttosto in modo indiretto e, cioè, .inteh'enendo nella importantr: ~ttività che la cortico-surrenale esplica durante le prestazioni! .fisiche. A cufuortare la sua opinione. adduce la perdita di ac~do .ascorrbico trovata nei surrcni 1di cavie e ratti sottoposti a lavoro, come pure il fatto che, somministrando all'animale cortina ed aci1do ascorbico insieme, si ottiene run aumento del gLicogeno muscolare e della resistenza alla fatica maggiore che non col1a sola cortina. Per Huanto riguarda le ossenrazioni sull'uomo, va ricordato che il Rastdli ·cd il Galeazzti. hanno visto aument~re l'attitu'dine al lavoro fisico per somrninistn.'lzione di vif.1amina C. Un'azione ~n t~ucsto senso viene riconosciuta dal Galeazzi anche alla vitamina B l · • L' aneurina, allo staro di estere fosforico, è ·i l coenzirna della carbossilasi, In ~quale interviene nel ricambio degli idrati di carborno. Mininni-Montesano lha constatato che, ne'l ruomo, non soltanto la v1tamina C, Jna anche quella B1 è c~J.Ipace di r.inforvare l"influenzJU favdrevole esercitata dalla cortina sul lavoro fisico.


474 Di Macco, Masciotta e Malvestio trovano che pure colle vitamine l\ D e PP si può ottenere un m~glior rendimento muscolare e, basandosi sulij~ modificazioni della alice1ni•a e del tasso di glicogeno epatico e muscolare rilevate, sotto l'influe~za di dette vitamine, a riposo e nell'affaticamento, ascrivo'1o tale effetto favorevole ad una migliore util~zzazione dei glucidi. Ho già accennato alla creatinuria ·da fatica e all'influenza di alcuni ormoni sul ric::tn1hio dei corpi creatinici. Ora aggiungo che l'acido ascorbico è riuscito efficace in c::tsi di creatinuria (Rastelli) e dhe esso si oppone alla perdita di glicogeno muscck1re cd alla creat~nuria provocate dalla tiroxi'Ila o dall'ormone tireotropo (Fjscl1er ed Oel1n1e; Stcffen c Zois). Abbiamo qui un esempio, tra i yari che si ~idldlllcono, di un'azione antagonista, C'Scrc.itata da una vitarruna contro alterazioni determiiilate da un'i1perattivit~t t1roidca. ])'altra parte, l 'ipertiroidjsmo, che già eli per sè n1cno1na, COJllC nhbian1o vi"ln, l'a t ti tu dine al Javoro fisico, provoca un n1aggior consu1no ,d i vi trnn i ne . Circa la possibil1tà che una ipov1tan1inosi n11nori le risnnw d('l cuor(' di fronte alle esigenze de] Javoro fisico, ricorderò soltanto che Biek<'l c SpuhlcT, indagando suJl~ genesi 'di sindron1i tipo <<cuore di gucrr:t )), h,tnno rilcvalo, talora, all'elettrocardiogranlm::t, segni di alterazioni n1iocardiche, che potevano rjtenersi, almeno all'1niz1o, emendabili c che rr~1no insorte in soggc•tti dediti all'alcool e per trde intossicazione incorsi in' una ipovitan1inosi Ba. Sotgiu ed altri autori hanno segn::-Llato cas1 crinsuf1ìcicnr.a cardiaca, nella patogencsi dci quali di grande itnportanza appaPÌva una carcnz~1 di vit.uni.na B,. Tenni no ricordando l'i pertrofia surrcnalc da fatica, che Rin1l attribuisce ad un'eccitazione della cortic::-Lle, suscitata da una sostanza formatas.i nel lavoro, e clhe Ingle .poteva in1 p cd ire, nei ratti, coll 'ipofisectoln1a, ovvero colla somtninistraz~one di cortin3. Ora, ad eguale effetto inihitorio si può giungere (Perjés) n1ediante un complesso vitaminico B. Questa rapida rassegna ci ha offerto qua e là esempi d'i s·inergismi c di antagonismi esjstenti fra le vita1nine c gli ormoni, i quali, alla loro volta, si trovano jn intimi legami funzionali col s.n. v. Non mancano, poi, indaginj atte a dimostrare come le attività vitaminiche abb1ano, Mch'esse, dei rapporti con gueq}e neurovegetative. Ungar, per es. rileva che, in esper·ienzc di J(reit111air, di Tislowitz ·.e di Bruch e Vasilescu nel gatto ed in altri animali:- l'acido ascorbico .esercitav::t un'azione farmacodinJ.mica che, nell'ambi·to della regolazi one cardio-vascolare, si m•anifestava in senso parasimpatico ed era injbi t::t dali' atropina. Ma, usando dos~ mDho forti di acn·do ascorbico en~ dovena, Ungar osservava, nei cani, una inibizione dei riflessi vasornotori d'e. . pressori ed un aun1cnto di quelli pres\Sori.

Precedentemente, avendo esamòn.ato l'influenza del s.n.v. sul lavoro fi.. s1co, concludevo che uno squilibrjo di detto siste.ma favorisce l'affatic:1n1cnto e che questo, a sua volta, esallta lo -squilibrio neurovegetativo, per un circolo


475 V1Z1oso in cui sovente intervengono reazioni emotive. In tal modo, possono prodursi, fra l'altro, alterazioni cardio-v1asali anche gravi e, talora, definitive. Ora devo aggiungere ohe secrezi_oni interne e vitamine, in stretti rapporti funzionali fra loro e col s.n.v., ..tgJscono sugli adattamenti dell'organismo alle esigenze del layoro fisico; e 1~crtanto, anche gli squilibri endocrini e le ipovitarninosi possono menomare L1 capacità di sforzo, \esercitando influenze sfavorevoli che, in alcuni casi, prcvalcnten1ente interessano l'apparato cardioYascolarc. Questo insjcme di dati costituisce una premessa in'dispen5abilc per poter procedere, con fondamento ad una V3lutazione della reale importanza del fattore lavoro fisit:o nella genesi del cooì detto l< cnorc di guerra )>. Il che mi propongo dj fare in scgu i to.

------- ---·- - - - - - - -- - - - IN MEMORIA DELLA MEDAGLIA D'ORO SOTTOTEN. MED. MICHELE FERRARA i\11'()5pcdrdc.: miUtarc dl Palermo è stato concesso l'onore dl inlitolarsi alla 1nedaglia d'oro r,olloLCn. mecl. Nfichde Ferrara. Un'nustera cer·imonia mllitart ha con~acrnto, il 27 novt.mbrc ultimo, l'avvenimento cui ha conlc.:rit01 solennità l'intervento dei famil~a.ri dell'Eroe, cli S. E. l'Ordinario mHitare J'ItaliJ mCJuc,. Ferrera di Cavn.llc.rlcone, Jel Comandante miltlarc della Sicilia e di tutte k Autorittt civ1lt e milit~ri di Fa~ermo. Dopo la messa al campo, ce:·c brata pcrl)onalmente dall'Ord~1.do militare, è stata scopt:rta la lapide- posta alla base d'.!l monumento che ~orge ndln rotonda principale del~ l'Ospedale e che riconb il <-.acrifiz.io dci ~oltlali di ~ .tnit~t c::tduLi. in guc.rr.t. S. E. Fer~ rero di Cavaller~eonc ha =mprov\ i~ato una ddlt.: ~ Ut· alate e Jìammanti or~l zj oni per ricordare l'Eroe c la nobiltà cldla uostra m1r,1,ione: è c;cguito il discorso commemorativo del Direttore di sanità militare, tcn. co:onndlo Jt~t.•dico (~. Pavone., che ha rie,•ocnto con cmnmossa paro·la la sublime figura di Nfichele I·crrara. La Jcposi7 ione di una corona d'alloro ni piedi ùel monumento ha concluso il !-i.gnifìc~lt.ivo ri.tL'ìdtis~ im o rito. Trascriviamo la beHissima moli ntzionc della mccbg-1 ia (a Il~ memoria): c< Ufficiale n1edico·, volontario eli !,'1lerra iu LCrra J'Afdca, in zon:.t nspr:uncnte con~ l esa, destinato n tervizi arretrati, chiedeva ed ottene va l'assegnazione ai reparti di pritnissima li·nea. Riuscito a raggiunge re ur.a localit~ avanzata, giù nccerchiatn dal nemico, durante vari giorn.i di accanito h:atagHa, animoso e temerario, era costantemente sulle posizioni più esposte per assolvere jJ suo <.lovere. Non volle tregua .1lb generos~ fatica c rifiutò l'a,•vkentlan1ento. Solto intensQI bombardamento netnico da terra, eh! cido e dal mare, bcnchè ripetut::tmente invitato ad abbandonare Ja baracchetta soggetta a tutte le offese, dovt:, coru stoica fermcz7:t, era intento .t l'altrui vita, voli~ rimnnorc ~ul posto fino a quando, mortnln1ente ferito, cnJeva col bjsturi tra le mani. Fervente patriota, Ji puris~ima fede, eroica figura cl1 m edico e di soldato, sempre pronto, in sei mesi di guerr:t, n.Il'offesa. estrema. per l'assolvin1enro della sua generosa e nobile: missione. - B3rdia (Africa settentrionale), 2 gennaio 194l ; l .


DIREZIONE DI SANITA' DELLE FF. AA. DELLA SARDEGNA OSPEDALI MILITARI DI CAGLIARI E DI IGLESIAS

QUESTIONI MEDICO-LEGALI Cnp. mcd. prof. LutGJ bu'ERATI , della Clinica Chirurgica di Napoli, capo reparto di chirurgia.

Qreesra e le altre note c.inichè, che seguiranno, illtutrano il lavoro co>tnpittta in tt·e anni e mezzo (novembre 1940 - marz o 1944) di attività chirurgica neli,I'Ospedale milit.are p1-inci:fale di Caglrmi (dalFaprile 1943 traj-jento ad Ig.esias). Es.re fanno pcrrte di un vasto Rendi~ conto dal titolo « Quararna mesi di attiv-ità chirurg:ca in Sardegna durante la guerra)), com. pilato, in base aJ'abbo·nd'ante documentazione 1·accolta, fin dal/l estate 1944 e che solo ora, per motivi contingenti, viene, in diverJa forma, pubbi~cato: viene perseguito non solo emo scopo, in certa misura, istrutrivo sulla materia trattata. ma anclze qael.o di d~n·e MT1 sttg· gio del .àuoro compiuto in questa guerra dal Corpo sanitatioi con mezzi tanto spesso inadeguati. Czrca Booo ricoverati~ 1262 interventi chirurgici e 279d di clJirul'giro minore: ecc'O per es. espresso i'll nude cifre, il consuntivo dei servizi eh h urgici da me d~retti a Cagliari e ad Iglesias.

E' noto che quasi tutta la medicina militare· riveste un carattere Ine.dicOlegaìe, non fosse altro perchè l'anamnesi, dhe è tanta parte del giudizìo eU.. nico, risente, direli quasi naturalmente, ·di motivi psicologici che, o inconsciamente o più spesso artatamente, tendono a deformare il deter1ninismo parogenetico della malattia o la successione morbosa. La preoccupazione della -<< dipendenza da causa eli servizio » diventa nel soldato quasi istintiva, ed è perciò compito primo del medico sfrondare di tutti i motivi psicologici il r·acconto anamnestico. Q'uesto compito, già familiare al medico infortunistico, diventa però più jmportante nella medic.ina militare, perchè qui, oltre alla «.mania» di indenn1zzo, intervengono altri motivri più o meno dominanti, che portano sostanzialmente alla esagerazione o al prolungamento della infermità, allo scopo di eludere le fatiche o i rischi (zona di operazioni) del servizio per una durata più o meno lunga (invalidità temporanea o permanente, limitata o assoluta). Si badi che io mi 1imito qu'i a considerare soprattutto le deformazioni anamnestiche, prescindendo dalle deformazioni diciamo cbbiettive - a caratt:re quasi sempre doloso- che investono pjù irn.portanti pro~lemi medico-legah, cotne quelli dell'autolesionismo e della simulazione .morbosa, di cui sarà tenuto discorso a parte. Ho vol:uto cioè accennare soltanto a quella speciale cornice medico-legale nella quale, jn linea generale, va inquadrata e si configura tutta la medicina militare. Questa caratteristica, se da un lato presenta il grave inconveniente dj creare nel medico un atteggiamento abituale di diffidenza o di incredulit~ d.i fronte al racconto anamnestico, per cui si tende ad attribuire valore quasi esclusivo ai dati della semeiologia fisica e di laboratorio, dali 'altra importa


477 una più rigorosa precisione di esame obiettivo c dovrebbe condurre in definitiva ad un affinamento de1la educazione semeiologica e clinica (il che urttofpo non sempre accade). P

Mi piace. perciò sottoli?~arc ,il principio che, se è necessario improntare ad un sano orientamento critico l atteggiamento mentale del medico militare nulla è più deprecabile in sede medìco-lco-ale di un necrativismo e di ~ fiscalismo eso~o, d~ cui ho purtroppo const~tato spesso pe~niciosi effetti.

Quest.a .s1~az1o~e, d~e. no~ sempre viene migliorata dal concorso degli esa~i .suss1d1ar1 (r~d.1olog1c~, d1 laboratorio ecc.), è spesso molto delicata e puo rdiventa,re .add1rJttura 1mbarazzan te,. anche per jl m edico più esperto. Ognuno puo ntrovare, nella sua memona, il ricordo di casi, in cui s'i è er-

rato per difetto o per eccesso; ognuno avrà nozione di divergenze fra risu} .. tanze cliniche e radiologiche, in cui la prescritta necessità di obiettivare il giucUzio Jiagnostico avrebbe condotto a dare maggiore importanza a rilievi raùiologici, sulla cui esattezza, pur tuttavia, la mente formulava delle giustificate riserve a tutto favore di una opinione clinica, più difficile a documentare e più direttamente impegnativa della responsabilità del medico. E pertanto, conoscendo la facilità con cui specie l'indagine radiologica c~ponc ad errori di valutazione, quando essa non sia eseguita con quella diligenza e larghezza di mezzi, che nella pratica militare n on sempre è dato di realizzare, io non una sola volta ho fatto prevalere, nella formul a diagnostica e nelle deduzioni m.edico-legali, su un reperto radiologico decisamente espresso, un giutdizio clinico meno preciso e non del tutto docu1nentabile, ma più convincente; la pericolosa tendenza a voler uniformare ad ogni costo il giudizio diagnostico ai dati del radiologo e dell'analista è spesso espressione soltanto di pj grizia mentale. Anticipando qui un giudizio che dovrei formulare al1 ~1 .fine di questo capitolo, affermo, con la larga esperienza di parecchi anni di servizio ospedaliero durante la guerra, che, se è abbastanza grande il nun1ero dei pazienti clhe dimostra una tendenza più che comprensibile ad esagerare il grado delle proprie sofferenze o a riferirne 1'origine a presunti motivi di servizio, è straordinarian1ente piccolo il numero di quelli, a cui si è potuto imputare un atteggiamento sicuramente simulatore o doloso, numero che ritengo non superiore a quello che suole riscont.rarsi nella pratica infortun]stica ci,·ile, nella quale ricorrono situazioni certamente più complesse o più crimjnose. Quanti furono per converso, i cnsi in cui infermità non riconasciu te da una o più commissioni pervennero a noi jn uno stadio . o con complicanze tal~ da rendere più difficile e spesso inefficace il trattamento? Ulcere gastr1che non ric~nosciute prima della perfora:;?,ione, tube~colos! ignor~te, tumori h~n palpatl, posttuni traumatici neo-ati I E quantJ. altn znalatt conclusero 1l loro triste destino nel proprio d~ùcilio o in un ospedale civile, dove g]runsero troppo tardi? Per quanto riguarda il gùtdil!}io suUa d1.pencknza da causa di servi.zio} noi


abbiamo in crcnerale proceduto con criteri di larghezza, com'è d'altra parte ' b ' . . neHo spirito delle dj~posizioni che regolano la materia 1n tempo di guerra c più particolarmente in zona di operazio~~· Senz~ vale~ e~tra re. nei pa:nicolari, dirò che per gli incidenti trauma ti~ I, al d1 fu_or1, s1 ca ~1sce, degli eventi di guerra, salvo i casi di prova~a d1pen~e~za, 1l pronunciato veniva ri1ncsso al giudizio ulteriore dell'apposita commiSSione. Quanto alle malattie, si riconosceva la dipendenza a tutte - o quasi tutte - le affezioni infiammatorie acute, specie se in relazione a fattori traumatici. L'appendicite acuta, per esempio, veniva giudicata dipendente, quella cronica non ·d ipendente o aggravata. Per le malattie croniche, 11 giudizio veniva commisurato ~lla durata del servizio, alla qualità di questo, oltre che alla natura stessa della malattia. Così l'ulcera gastrica, le n1alattic intestinali croniche, le affezioni epatiche venivano in genere giudica te non cl i pendenti o aggravate. Le ernie, le affezioni dell'apparato genitale 111llschilo (varico~ ccle, idrocele ecc.), le ernorroidi, le fistole lnali era no giud ic:1lc i n goncrc llt'ga.. tivamente. Un carattere particolartnente delicato riveste ll giudizio tklla tuhcrc<r losi, qualunque ne sia la localizzazjonc. Nella pratica inforlunistica, si è propensi in genere ad escludere la dipendenza da Gl'USa ·di servizio, soprattutto per le for·m e n1ediche; per le lesioni chirurgiche, i nvece, specie oste().. articolari, si è più disposti .ad attribuire ad un eventuale tn1un1a H valore di concausa. E pertanto era nostra consuetudine di amlnettere, quando esisteva una sufficiente :1nzianità di servizio e concorrevano ca'use tratunatizzanti, l'ug~ gravamcnto. Gli aspetti più interessanti della medicina legale militare, specie in tempo eli guerra, si riferiscono al problema della simulazione e pretestazione di malattia e a quello dell 'autoìesiontsmo. Io, nel trattarne, mi limiterò a quanto ha attinenza con la chirurgia, ed' anzi a quello che rientra nel do1ninio della mia esperienz:-t. SIMULAZIONE.

La sitnulazionc consiste, come si sa, nell'accusare i sintomi di una ma.. lattia o ·di un infortunio inesistenti; la pretestazione sta invece nell'attribuire a3 una causa risarcihile (p.. es. un trauma) fenomeni morbosi preesisteoti o che riconoscono origine diversa. L'una e l'altra presentano caratteristiclh~ ~ .rnoda1ità così simili che vengono in genere trattate insieme; entrambe s~ e cercato, dj recente, di inserire nel pitt vasto quadro della neurosi traunJa_tJc~ o sinistrosi (sindron1e del Brissaud), almeno per quanto si riferisce alle ~es1~D.1 da traumi, che è poi il campo che interessa il chirurgo. E' fu:ori dubbto, 10: fatti, che un gran nUinero ti~ questi cosiddetti sitnulatori sono individ.Ul non del tutto normali dal punto di vista neuropsichico, ed è veramente dtf. . ficile stabilire dove finisce la simulazione per viziosa attitudine n1entulc e


479 comincia la si.rnulazione cosciente a finalità dolosa. E' .merito appunto del Borri _e d~lla. su~ s~u~]a a:er stabili,t,o che << fra l'aut~lesionista o l'aggravatore d1 leSJ om e tl stntstrostco non Y e quella grande differenza che si crede, essendo, tutt'al più, questione di tono! ». (Ciampolini) (1). Questa concezione proietta nuova luce su tutto il problema medico-legale e accresce la responsabilità morale e professionale ~del perito. Assegnando cosiffatti limiti al don1inio della neurosi da jndcnnizzo, cioè della cosiddetta sinistrosi, si intende con1c quello vero e proprio della simulazione dolosa si restringa tanto da poter scon1parire perfino: un odentan1ento più nettamente psidhiatrico si sostituisce cos] a quello critninologico vero e proprio. E in realtà ~nche per qu3nto riguarda: la patologia militare, dove sulla prcoccupazjonc delFindennizzo prevale l'~spirazione a sottrarsi al rischio belliro o scn1pliccn1cntc alla coscrizione, si può, alla stessa maniera, argOrncntarc che queste preoccupazioni e divisamenti spesso incidono e defor. . 1nano sì profondnJ.n cnte la~ psiche del soldato da rcndergli familiare e cc nec~rmmria >) J' jclca della tnnlattia e ~dell'inabilità. Quando lo scopo è stato raggillJJ to, r,j ristabilisce auton1atic~uncntc la correzione 1nentale c interviene an-

che la gua d gionc. C)ut!)fO è tanto più vero in quanto i soldati sono ill genere individui giovani, qui nd i a psiche più ]abile, esposti, per la comunanz~ di vita, al contagio (l eli' cscrnpio c particolanncnte sensibili a motivi sentimentali (richiamo fa-

Jniliarc ccc.). Senza di re che esiste un '.altra categoria, e non piccola, in cui la presunta siinulazionc è assolutan1cnte disinteressata, non è cioè sorretta cb Il 'aspirazione al provvcdin1cnto di invalidità o al xisarcimento, n1a trova la sua dcterm.inantc in altri fattori, come la sfiùucia nel1ncdico militare, il pavor per l'ambiente cspedaljero o una vera tara isterica. Quanto è pitl facile e benefico agire presso questi individui con la persuasione che con la denuncia al tribunale .tnilitarc! E valga questo esempio. L. R. di a. 19, soldato . I-Ia riportato per cnu~a dj servtzto un trnumn al gomito d. per cui venne subito rico\'erato in ospedale, Jove, triconosciuta una contusione semplice, ricevette un trattamento imn1obilizzante. Al tennine del breve periodo di .immobi:izzaz ionc, egli si lagnò di non potere più estendere il gomito; l'esame radiologico confcnnò l'assenza eU lesioni ossee. JJ chirurgo 1 ~he lo aveva in cu1·a, convinto della simulazione a scopo doloso, Io denunciò, illico et lmmediate, al tribunale militare, dove H p. godette deJ Hcnc.:Ficio dell',tmnistia. Al termine del giudiz.io e cioè dopo a!cuni m esi, egli ritornò all'osped:.1le con l'a.rto nello stesso atteggian1ento tB flessione c•bblignta, congiunto a notevole ipotrofia. Quando io lo visitai, bene a conosce nza dei precedenti, voHi accertarmi del 'ero stato della lesione sia con un nuovo esame radiografico che confermò il reperto prèceJt nte (tranne uo certo grado di atrofia ossea ex non ttstt) sh con il tentativo di estf'nsionè in nurcnsi che riuscì perfett~unente. Da] lo studio di insieme del soggetto dc~lVai l 'i mpres5Ìonc che si trattasse di un <1 sinistrosico ,, depresso e con sLigrnnle chirtramentt• isteriche. ( 1) La ll'tmnwtologin del ltworo nei rapporti con la leggt.• (Pozzi cd,, Romn, 19.~1).


Intervenendo opportunamente cnn autorità c per::,uasj~ne, lo ~~dussi pian pia.no a ser. virsi dell'arto, a portare dei pesi, a spazzare per terra, tn defin1t1va a st.e~dere Jl gomito. li paziente, felice d.L essere guarito, nmase lungan1ente nel ~~part~ a distmpegnan: lodevolmente il senrizio eH pia,rutone nlle corsie, prima del definltl\'o nentr01 al corpo.

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Si comprende come in un s.ervizio chirurgic_o i casi d_i _simulazione più frequentetnente osservati si riferiscano a posturnt traumatici, come contratture, rigidità, paresi, cb.'udicazioni, tremori ecc. Alcune rigidità delParto inferiore f-urono da noi vinte con lo stancare l'arto mediante un peso sul collo del piede; ed era dilettoso vedere i conati che l'imputato faceva per vincere con la contrazione 1del qu~rdricipi1 tc la opposta forza del grave, che, naturalmente, dopo alcuni minuti finiva con l'avere il sopravvento. Per scoprire la finzione nei postu.mi traurnatici sin1ulati o prctcstati si sa che bisogna cercare di distrarre il paziente o obbligarlo a JnovinH.1Hi imprevisti, osservarlo quando egli crede di non essere visto o dorn1c:, Gng(~n: di avergli già concesso il provvedhnento desiderato o hnbastirc una dcnunci. 1 posticcia al tribunale di guerra, dinanzi alla quale talora il tnalcapit·aln sl scioglie in lagrime e confessa. . L:1 w.aggior parte dei casi a me occorsj sono stati risolti scnz'altro provvedimento che una ra1npogna più o 1neno aspra. . Un can1po hugamente sfruttato clni sin1n latori è quello delle InalatLi,c orinarie, con l'adulterazione delle orine, tnediante introduzione in vescica di sostanze varie. Così ho visto due falsi ematurici e due falsi albun1inurici, che erano stati ricoverati con diagnosi di calcolosi o di tubercolosi renale. Per l )incostanza del reperto orinario, prese corpo il sospetto e bastò, naturalmente, il prelevamento dell'orina col catetere, per chiarire le cose in n1aniera definitiva. Un caso più strano e che rivelò una straordinaria ingenuità fu quello di un presunto ritenziorusta, i] quale venne alla nostra osservazione con un globo vescicale dei più cospicui. tCol cateter'i srno si trovò l'uretra di calibro normale c si estrassero circa 550 cc. di ... acqua, evidentemente iniettata poco tempo prima, non si sa bene con quale intendimento. A proposito di iniezione di sostanze eterogenee per simulare malattia, rnette conto di riferire alcuni casi, osservati ·dal rnagg. Santoboni e da me, di introduzione di aria nello scroto, allo scopo di si1nuJare un'ernia. Quest1 forma di sitnulazione c[le confina con l'autolesionismo è dayvero singolare, e per quanto il D'Alessandro nel suo manuale eli 1nedicina legale militare (r) scriva che è riferito un caso di iniezione di aria nel sottocutaneo della re~ gione inguinale allo scopo di simulare un'adenite, io non sono riuscito 3 trovare riferimenti bibliografici precisi, per cui ritengo utile dare qualche particolare su questi casi, che 1ni sembrano quasi senza precedenti nella lct~ teratura. (l) hJet!icina e medicina legale militnrr: (Pozzi cd., Roma, 1936).


Nel giugno del '42, si prescntanG alla nostra osservazione due soldati dello stesso Corpo ed entrambi nativi eli Cerignola, con diagnosi di ernia inguina.:e, firmata dal medico che li aveva inviati all"ospcclale. Alla ispezione si n :eva un::t certa globosità del~ l'emiscroto, un po' clissimi:e dalla forn1a che: so:itamc:nte a!>sume l'ernia ing~no-scrotale; ma quale meravigillt fu b nua e de~ m~:bg . S::tntoboni che vi~itavamo gli ammalati, nell'apprezzare all::t pa.pazionc un distinto t.nfiscm.l sottocut::tnco. Ricono~ciuto agevolmente il trucco} andammo alla ricerca dd foro lasciato dall'ago usato per la iniezione e lo trovammo; documentammo l:J presenza di :Jria nello scroto con un ratliogrammn c di fronte alla pertinace negativa dei colpevoli cd allo scopo anche eli scoprire chi avesse praticata la iniez ione o per lo n1eno fornita la siringa, i colpevoli vennero denunziati ~1 l tribunale tnilitare, che emise un verdetto molto severo. Jvfalgrado ciò, dopo quakhc: n1ese un altro soldato, anche esso dj Cerignob, si presentò con ernia . .. gassos3; mezzo nllc strette egli) pLrÒ, confessò il giuocn, di cui il vero rcspousnhilc era un i n fermi ere. Di fronte nl rjpt.Lcrsi di questa· spcciosa forma Ji sim ulazione di malattia, per la titJ:tlc: nont ~i snp::!va se più deplorare l'intenzione deltttuosa dei re~ponsabib o l'ininrelligen~n clinica dd medico che abboccava aL gro~so~nno nmo 1 ln Direzion::: di Sauitn emanò

una rircolart con cui venivn dato l'all nrmc tiu quec;ta ringol:lrc \'nri!:'t:l di ~imubz.lonc.

Un ':d tnt varict~t d i insufHat,ione gassosn a scopo sitnulatorio è quel] a (Jttcnu ta gon lìando con forza le guance, avendo le narici chiuse, con che si provoc~t una pcnetrazionc ·Ji ~uj:~ attraverso i dotti di Stenone nelle ghiandole: parotidi, tale da poter si.n1.ularc la parotite. Questo fntto, già denunciato durante la prima guerra rnondia1e <.L.t Trernollièrcs e Caussade (cita6 dal D'Alessandro), venne da mc sospettato in un caso d.i presunta p:uotite afebbrile, 1n cui ulla pa1p:tzJc.ne della regione si apprezzava una 111odicn crepitazione. Siffatta lesione ricorda quella riscontrata nell'altra guerra, di un enfisema sottOcutaneo della guancia, procurato mediante la puntura del solco gengivo-labiale superiore con uno spillone, seguita dal gonfiamento forzato d'ella guancia; essa passò, prima che venisse scoperta la sua vera natura, come « edema da scoppio >' . :Nia qu] siamo già nel ca mpo dell'a u tolesionisrno. AUTOLESIONISMO.

Esso consiste nella yolontaria provocazione di malattie o di lesioni traumatiche, al fine di conseguire un risarcimento o di sottrarsi ad obblighj clhe impegnano la propria persona. La storia de11 'autolesionismo è storia di tutte le guerre, e qon so se il fcnon1cno sia stato in questa più o n1cno esteso che nella guerra precedente. Per quanto riguarda a tnio territorio di osservazione, devo dichiarare che ebbi a riscontrare un numero molto modesto di casi sicuri. Ho ossen,::.to pitl volte il noto edern::t dell'arto inferiore da costrizione a monte· mediante legaccio o nastro, che lascia quasi sempre le impronte rivelatrici; qualche caso di edema duro del dorso della mano da battitura mediante sacchetti di sabbia, anch'esso facilmente riconoscibile. Il trauma pluricontusivo della regione prerotulea ha lo scopo di provocare, più che l'edema delln parte, un


versamento articolare; e difatti l'idrartro rdel ginocchÌo, dovu.t o a tale meccanismo, viene riyelato dalle caratteristiche lesioni prerotulee. Per dirimere il dubbio in casi di edema sospetto, basta applicare un aPparecchio gessato, assicurandosi della sua inamovibilità; rimosso l'apparecchio dopo un periodo sufficiente di tempo, si constata in genere l'avvenuta guarigione. Ho potuto così smascherare più di un caso dubbio; ma ho avuto però n1odo anche di scoprire una tubercolosi del ginocchio in un disgraziato per cui un altro chirurgo giurava sulla lesione provocata. La consuetudine di applicare sulla cute ca'Ustici, vescicatori, acqua bollente, a'Ho scopo di provocare ustioni, piaghe ecc., è piuttosto vecchia cd ha avuto naturaln1ente la sua diffusione anche in questa guerra. Caratteristiche le nccrosi a statnpo dhe il furbo soldato suoi presentare con1c ferita o pi·a ga infetta ... Ed ho dolorosamente constatato con1e :tnchc gu:1lchc uf(1cialc nhhia fatto ricorso a sin1ilj deplorevoli sistemi, preferendo così il rischio pitl grav<: della denuncja per autolesionisJno a quello tanto n1inorc del\ 'itnpicgo iu zona di operazioni. 1vfolto banale è anche il tnetoclo di ritardare il processo di gunrigionc: di ferite c altre lesioni, con accorgin1enti diversi, con1c l'inclusione di corpi estranei (una volta trovai una spiga di grano l) o l'irritazione eh i n1 ica o n1cc,. canica, la ri.mozione di bendaggi c apparccclhi,. Basta sorveglinrc la cura c obblig~re al ricovero l}UCsti Inalati, per veder li rapidan1cntc guarire l Non mi è capitato di vedere casi di olco1ni od claion1i che (urano così frequenti durante l' ~dtra guerra, con i perniciosi risultati tardivi che si conoscono. Ho osservato invece un caso di introduzione forzata di corpo estraneo 1netal1ico (frarntnento di chiodo) nelle parti molli del ginocclùo per sin1ularc un incidcn te tratunatico. L~t più classica e vistosa manifestazione di autolesionismo consiste nel provocarsi una ferita o mutilazione .tnediante arma da fuoco, o più raramente un'anna bianca. Io ho osservato un soldato sardo, con stigmate regressive Jnolto evidenti, che si amputò con la scure il pollice sinistro per sottrarsi agli obblighi Jnilitari; condannato dal tribunale ~di guerra, pare che abbia presenta to in carcere fenotneni demenziali. Un episodio 1nolto grave per le conseguenze e del quale non ho potuto sapere, prin1a della 111ia._partenza dalla Sardegna, i risultati delle indagini giud1ziaric fu quello del feritnento di 5 soldati conviventi in camerata, provocato da un colpo di fucile fatto partire da uno di essi a scopo probabiln1cnte ::Iutolesivo. Le lesioni si co1nplicarono purtroppo, in due di essi, ad infezioni così gravi, dhe si dovette procedere all'amputazione di un arto. u~ altro caso, da noi molto discusso, fu quello di un ferimento da colpo d~ fucile al collo del piede provocato da un soldato, sardo anch'esso, che s1 dichiarava sta nco di dover .n1ontare troppo spesso di guardia l Prima di chiudere queste note di chirurgia n1cdico-lcgalc, desidero accennare ad un problema che viene spesso ~ottoposto all'esame del chintrgo,


e che riguarda il giudizio peritale di praticlze otnosessuali con violenza o consenso, le quali sono nella vita militare piuttosto frequenti. E' andhe da rilevare che, me~tre ne~la ma~~or parte d,ei casi l'i_nc~iesta te~de a s.coprir~ un colpevole reticente, JD altr1, invece, puo trattars1 d1 vera s1mulaz1onc d1 infermità;~ onde ottenere il provvedimento di riforn1a previsto dal regolamento medico-legale. Su questioni del genere .io fui pitt volte invitato ad esprimere il giuùizio, in base ai dati ricavati dall'esaxnc obiettivo locale. Si sa infatti che nei pederasti abituali si può riscontrare un catarro cronico J el retto, sfianc::unento dell n c;fintere esterno, sconlp~trsa delle pliche r c.tggiatc della mucosa, confarIllazione infundibolare d eli 'ano,. escor.iazioni, cicatrici ecc. La pederastia atti va non lascja invece tracce carnttcr.istichc, tranne il probabile assottiglia.. tnento conico del glande secondo il Tardjcu. J.:' pcn'> opinione della Jnaggioranza degli autori che è molto imprudt n te t nprirncrc un giudizio diagnostico deciso soltnnto in base a questi dati :·uncinlogiri, anche se scn1brino i più suggestivi per un ,affcrtnazione, o se, tn;tnc. tnci(J del tu1to, jndurrcbbcro al1'~1ssoluzionc ... E' se1npre utile invece un giud i~ in Hcurop:-;ichiatrico, il quale metterà spesso in evidenza note di clcJì r it CJ di deviazione ncuropsichica; n1a è in definitiva dai risultati dell'in<Jhicsta gi udiziaria che si ricaveranno gli clcn1cnti pitt sicuri, al cui confronto :;aranno va lutali anche i ri!iultati J clla perizia n1cdica. L'C:'> trema delicatezza d i quc<)lC situ=1zioni tncclico-legali apparirà dal caso qui riferito, che ri guardava un ufficiale in s. p. e. denunziato per pederasti:! passiva. A. R. d1 anni 2H, da Verona, tenente di arliglieri a, coniugJto. Su tlcnur.z ia <.li un sottufficia~e della sua batteria, viene ri covt..r.llo i n oc;r:ccl.de pe: nrcert;unerHi peri tali. Mentre da una parte il ncurologu , capitano lJLdu.:Jdu, accc.rtnv;t <( note J epresc;i vc, in individuo astenico H, io vcnill in vi tnto a visi tare il ~oggctl o per espri m ~rc un giuui1.i01 che avrebbe potuto a\cre le più grnv i conq:gueu7 ''. nou bolo ~K r la reput~1 7 i onc, ma p. . r la carriera stessa di un ufficiale in ~ervi zio p. c .. t~t nto più che su lui convcrge,-a i'nccusa di circostanze e testimonianze coo.,Ì ri c.·,·anti, d.t intcrei.Js;.He direttamente il comnnclnnte delle FF. AA. della Sarùegna. All'o-!:en·nzione del s~gget to, 10 no tni inn1nzi tutto ~~gn i di anomalia neuropsichka mani fcstantisi con discor~o concitalo, teotlenza al pianto, ftcquentc JppeJ:o alle proprie bem:mcrenze militari (una d _corazione al valore, un :1\·~w zn m L·nto! per merito Ji guerra), alla sua condizione ùi con:ugato (scn7a prole l) ccc .. La conformazione ~on1ntÌ ca e sessuale cr~t del rullo normale, perfettamente ~;Yilup­ pati gli organi genitali esterni, con norm:llc ~en\i bitità tcsticolan.:. All'ispel'one dcl:a regione anale si riscontrava un car:lttcristico aspetto tnfund bolarc, spieg:1 mcnto Je: lc pliche mucose, strie cicatriziali; alla csploraùone digitJle ~ i osserva\ .1 ipoton1.1 dcflo .:fint ere. Questi rilievi, appJrcntemente tno:to l,robativi, permettc\'nno Ji emtncbre un giudizio sicuro ? Preoccupato della responsabilitn da: gravava sulle mit.• sp~1 lle, chie!-li jl ~onsu1to del pro f. lv1anunza, incaricato di mcdici o.t legale ne:la Uni, cr~it :t c!i Cagl.bri,. il quale co nfermò il reperto obieltivo, ma fu cgu.llmcntc perplesso nt ll c~tprtmc rc 1l bllUtliz.io, c.: he, tlato in mano alla con1missione Ji i nc hiest~l, ~wrcbhe pro,·oc:llo UI\a contlanna severa. Così, d'accordo, redigemmo il rapporto peritnle, in cui dopo l~t descrizione dd


segni obietti vi, si concludeva con un giudizio molto riservato di presunztone circa l'esistenza della inversione sessuale. L'ufficiale \'enne così soltanto tr~sferito dal reparto, e pare, ma~grado ogni sorveglianza, non abbia dato luogo ad aJui sospetti sul suo ~onto, ri~·uad~gna.ndosi anzi quella stima che gi aveva per il passato procurato' la decoraziOne e gh asstcurava per l'avvenire l'avanzamento. RIASSUNTo. - L'A. in base a1l'esperienza acqu.isita nel suo ·l ungo servizio chirurgico durante la guerra, fa alcune considerazioni sulle più in1portanti questioni m edico-legali (simulaz,ione, auto~esionismo, omo~essunUtn) che possono presentarsi élll giudizio dlel chirurgo, ~.umeggiandole con alcune osservazioni personali.

CENTRO D'INFORMAZIONI E STUDI SUGLI ANTIBIOTICI (C. l. S. A.) Si è costituito iiJ.l MiJlano WlJ Centro d'informazioni c stucH1 su.gli anli.biotioi, di cwi il prof. AJexander FJen1ing ha assunto la presidenza 01no.raria nc.~la M.:dula in:tugunlle tenuta li giorno! ro ottobre 1946 nel salone dclle Assi in. Castc~llo Sforzt:sco . Fanno pM1teJ dd~ Co1nitato di Presidenza i sigg. pro.ff. L. D e Car,o, <..ì • .Nldli, P. Pn1u tes1, A. QuEico, P. RedaelH, P. Rondbo~, A. Z1roni. Il Centro è diretto dal prof. E. Carlinfanti assistlto dal ~clou. G. Pauletta in qualità di segretario tecnico ed ha lo scopo· di agevolare e courdinare gli sfo;r:tl ddl l'it.crc~norj ita.1nni nel campo degli! studi antibiotici. Per il raggiungjn"Lellto di tale scopo, il Centro si propone : a) eli prornuo.vere e favorire gli studi e Jc ricerche~ sug~~ nndb.iodci1, niutru1Je bio!ogi, chiulli.oi. e clinici nel'l'esecu7iotne e nella pubblicazione d'ei loro hwori ~u ~-cii argomenti, fornendo la 'letteratura richiesta sotto forma di: copie e di rjassuJJlti o di jnclicazioni b1 blio grafiche, ecc.; b) c1i coordinare le ricerche eseguite in Italia sugli antibiot~'ci, favorendo la coHaboraz10ne fra i ricetrcatori·, consigliando argomenti e rnetod~ di studio adeguati ai mezzi in possesso clli. ciascu[lj ricercatore, fornendo, ave possibLe, tal:i n1ezzi, anche sotto form<t eH. pren'lii c) di rispondere ai quesiti· sugJi, antibiotici posti da medjci pratid; d) dw organizzare 1~ezion~ e conferenze sugli andbiotici; di curare la pubblicaZione di opere sug1i antibiotici; e) di far conoscere all'estero i contributi degli studiosi! italianti diffondendo ogni anno una raccnlta. d~. lavori esegujti in Italia. H Centro attingerà il materhle informativo dalla collaborazione dei membri corrispontl.enti e dei consulenti. Si in'Vita.no tutti i ricercatori itaJl.ani e bjologil, chimtci e clinici ad .inviare aJ Centro (Carso Co12cO'JdJa, 9, A1iLano) una copia delle loro· pubblicazioni su arg01nenti eli che: mioterapia con particolare riguardo ag:i ancibiotki ed altre notizie che ritengano utili a1 fini propositi da1 Centro: stesso. Tutt1L gli, studiosi patranno richiedere qualsiasi jnforn1azione d! natw·a. chhmcu, biologica. e clinica. a) C .I.S.A., che sarà IHeto di mettere a loJilo dispo,sizione il n1atedale in suo possessu e l'opera dei suoi consulenti,. Saranno gradite offerte di coUaborazione da. parte di, Laboratori! ed lsthuti o singoli ricercatori. . Gli studiosi che ~nvjerafino il loro indirizzo, dichiarando il loro jnteressan1ento at problemi sugli antibioticj, saranno, tenuti a·l corrente dell'attività del Centro, delle sue pub~ bicazionj e delle riunioni scientifiche da esso organizzate.


CLINICA OTORlNOLARlNGOIATRlCA DfLL'UNIVERSIT.\' DI PARMA Direttore: Prof. P \OLO C \ncò

LA SINDROME OTITICA GRADENIGO-CITELLI COMPLICAT A DA ZONA TRIGEMINALE Dott.

C 1\HI.O ]Ht~u.

caprt.tno meùtco assto,tcntc volont:mo, Cnporcp~rto Ùt otonnol:mngot.:n na nell 'o\pc..d:ll e mthtnre d t Bologn.t

La paralisi dell'abducente con1e complicanza ot1t1ca era nota ormai da parecchio tempo (Bethmann r885, Habermann 1898) quando Gra.denigo illustrò la sindro1ne che due anni dopo, su proposta di Jacque de Nancy, prese il suo notne. Nutn<-rosc c vivaci furono in ogni epoca le Jiscussioni che, sopratn1tto in Italia, sot'sero intorno a questa sindrome. siJJ a r1guardo la sintomatologia che In sua patogcncsi. (3radcnigo, è opportuno ripeterlo, sostenne se1nprc che tale sindrome doveva csc;cn; definita da tre sintomi fondamentali: suppurazione timpanica acut:t, c.nJiccfalca c parcsi o paralisi dell'abùucente. Il decorso, sempre benigno, non doveva in nessun caso accompagnarsi a con1plicaziooi endocraniche. Gradenigo jn un primo tempo attribuì ln lesione del se~to ad un focolaio circoscritto ·di leptomeningitc metastatica, tossica o infettiva; sncccssiv,unente, dopo quanto aveva pubblicato CitelU, ammise dhc poteva essere dovuta anche ad osteite circoscritta della punta della rocca, con secondaria pachimening.ite od eventualmente leptomeningite circoscritt~. Nel 1907 Gradenigo, riferendo in una ptJbblicazionc su di. una raccolta di 57 casi già noti di paralisi dell'abducerti:~ di origine otitica, distinse tre gruppi: nel primo gruppo considerò solt~nto i casi che presentavano tutti .i caratteri della sua sindrome, nel secondo i casi che oltre la classica trinde sintomatica manifestavano varie altre ccmplicazioni (irritazione del 5° c del 3°, irritazione meningea, mastoidite reattiva, ascesso extra-durale pcrisinusale); nel terzo gruppo comprese tutti i casi di paralisi d eli 'abducente ad esito letale per leptomen1ngite. Gradenigo ci tenne ad affermare che soltanto i casi del primo gruppo si dovevano identificare con la sua sindrome. Quando successivamente numerosi autori, occupandosi in particolare di tale sindrome, ne modificarono il concetto fondan1entale, Gra'd enigo· tornò a ribadire che tutti i casi di paralisi dell'abducente (di origine otitica) che si prestavano ad una interpretazione patogenetica diversa, non potevano corrispondere alla sua sindrome. Fra i numerosi autori fu indubbiamente il CitelU che, basandosi sullo studio di un'importante casistica personale, contribuì maggiormente ad in-


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quadrare la sindrome Gradenigo jn un nuovo c più completo aspetto clinico ed anatomo-patolvgico. . ., . Già nel 1904, ammise che la patogenes1 pru. frequente dr questa sindrome fosse legata ad un focolaio di osteite dell'ap1ce d~lla r~ca c~n consecutiva pachimerùngite, per propagazione della suppurazrone tlmparuca all'apice della rocca attraverso le cellule .pcrjtubariclhe o ~ltre ."Yie preforma~e. N el 1906 fece rilevare che la sindrome Graden1go st poteva manifestare non sol tanto in seguito a suppurazione acuta ma anche in seguito a quella cronica e soprattutto in seguito a quella riacutizzata. In quanto ~Ila sede del dol'ore il Citelli mise in evidenza che non in tutti i casi era temporo-parietale, n1a non di rado anche orbito-frontnlc, retrobulbare. Fin dal 1908 il Citelli dichiarò insostenibile e non pr~tica la distinzione in tre gruppi dei casi di paralisi del sesto di origine otitica' (già prat icnt·a <ht (]rad enigo) e propose di chian1are « Sindron1c Gradcnjgo » tu t ti i ca!) i di }e.. sione del sesto causata da otitc 1nedia piogena con (lualsi~tsi n1cccanisrnn .H·.. certato o ipotetico. EgJi sosteneva ·appunto che ]a maggior p~rte di lluc~ti C:lSÌ era dovuta a pctrosite congestiva o suppurativa; rna mentre nel p.rin1o caso si aveva la gua_ rigionc senza intervento sul1a rocca petrosa., nel secondo si doveva interv-enire efficacemente, diversamente si sarebbe avuto il decesso per leptotneningitc. Il Citelli poi ~.1nn1.ise che la lesione otitica del sesto, per lo più dovuta a pctrcsite, potesse manifestarsi anche senza petrosite c per patogcncsi diverse (riflessa, tossica, da conges6one dei seni petroso e cavernoso ecc.} e che talora potesse mancare nelle petrositi con ::tpicite. Nel 1941 guesto autore ritornò sugli stessi concetti fondamentali e rite· nendo (( causa ·di non ]ievi conft1sioni voler chiamare sindrome 'Gradenigo soltanto i casi che guariscono, e petrositi quelli che non guariscono » trattò la sindrome Gradenigo e le petrositi piogene in run unico capitolo. In tal modo il Citelli ha dato alla sindrome Gradenigo una fisionomia particolare, molto diversa da quella in origine definita dal suo autore, per cui molto opportunatnente il Pavarolo !ha proposto che la sindrome venga denominata sindro.!ne Gradenigo-Citelli. Le._ affern1azioni del Citelli furono condivise dalla maggioranza degli auton. Lapougc distinse due forme della sjndron1e Gradenigo: una forma be-nigna (dovuta probabH.n1entc ad una semplice cellulite petrosa associata a con-gestione meningea) e una fanna maligna (dovuta probabilmente ad osteite della faccia antera-superiore ·C delPapice della rocca). Papale da parte su::t avrebbe din1ostrato con ricerche anatomiche clhe la sindrome Gradenigo per lo più è. dovuta al propagarsi d(!ll'infezione che dal rrccsso ipotimpanico, attraverso la rete linfatica peri-carotidea, raggiunge l'abducente nel tratto che decorre entro il seno cavernoso.


Pietrantoni in un accurato studio istologico ha messo in evidenza chr la cassa timpanica comunica con la punta della rocca me'diante un .fine e .fittissimo plesso venosa sottomucoso ~ iPoltre ha studiato i fini rapporti circolatori tra la punta della rocca, il ganglio di Gasser e l'abdqcente. Mentre poi Vogel e Brunnt r negarono che la sindrome Graclcnigo costituisca un'entità patologica ,1 sè, :Nlcrclli c Traina sostennero il principio di Gradenigo di ascrivere alla sindrome in parola soltanto i casi di lesione otitica del sesto che gu~uiscono senza intervento sulla rocca pctrosa, riservando la denomina.zione eli petrositc ai casi in cui la lesione è dovuta ni processi suppurativi della rocca. D'altronde Carcò ua parte sua fa ossen,~ue che (( è cvjdente che nell'un caso c ncll'.altro si tratta di pctrosjte con tappe a decorso diverso )' . l)ej vari costituen6 la sjndron1c di Gradcnigo quella che ha naturalJn ent<.: attratto l'attenzione dei rjccrcatori per pornr in chinro la patogenesi, ;. Lt Jc..,innc del N. abducente: sarà pert::tnto opJ•Ortuno, ai fini di una esatta <ornprcnsiottc clclb sindron1c stcss~1 c soprattutto ~i .hni Jella comprensione dd qua cl ro occurso alla nostra osservazione c più oltre riportato, passare brevcJnente in rassegna le ipotesi formubtc in proposito. l Jordlo cn.: dcttc di dimost1·nrc su basi ..1nato1niche che la lesione del suno era provcJcala da con1prcssionc delle pareti ctlcmatose del seno petroso inferiore che partecipa cl elle affezioni ::tudcolari, in quanto r.iceve le vene uditive. Strazza accettò l'ipotesi di: Dorella e rilevò che ·t'infezione otirica potesse propagarsi ali' apice della rocca c provocare una n1eningite sierosa circoscritta non soltanto attraverso le cellule peri tu bariche, ma anche attraverso gli spazi essei della faccia superiore del tempor::tlc. Anche Carbone e Poli ritennero che la lesione dell, .1bduccnte fosse provocata per propagazione dell'infezione c.ndr>-tirnpanica ..ll seno ca\'ernoso attraverso uno dei seni petrosi.. Molti autori (Tommasi, Spira, Lannois, Pcrrctièrc) pcnsnrono ad una neur]te tossica dell'abducente. Altri autori (Moos, Cozzolino, Geronzi) basandosi sulla benignità del decorso della malattia, ammisero un fatto irritativo. I<.illian ritenne che la lesione del sesto fosse in rapporto ::td una sinusite sfenoidale. Torrini ha pure illustrato un caso ~n cui la lesione del sesto era da attribuire ad una trombo-flebite del seno cavernoso. Questo autore titcnne che la discordanza sulla patogenesi della p::tralisi .del sesto fosse dovut::t aHa nJolteplicità dei rapporti di questo nervo, per cui la causa può variare da caso a caso. I-IJrdincr Scars ) come la ma~nrioranza dcQ'li autori, ritenne che l'abducente '-' c il ganglio ~di Gasser possono essere influenzati o coinvolti dal processo flogistico della punta della rocca; c d'.altra parte che lo sviluppo delb n1ab.ttia ~

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possa essere favorito dalla struttura eccczionaln1cntc pneun1atizzata del tcn1• porale. . . Da tutto ciò setnbra locrico dedurre qucstt due concett1: 1 o _ La discordanza ~He ipotesi patogcnetiche e soprattutto gli scarsi contributi anatomo-patologici relativi al1:1 classica sindrome ~Gradenigo, non possono costituire degli clc.tncnti sufficienti e probativi per rinnegare n questa sindrome la sua entità nosologica originale. :?. La forn1a patologica dhe tuttora continua ad ,essere chiamata dalla rnaggioranza degli autori << sindrome Gradenigo » presenta caratteri clinici ed anatomo-patologici alquanto diversi da quelli chjaramente ben definiti ·dall'autore della sindr01.ne. Sarebbe pertanto più logico che, in omaggio all'autore che ha dato alla sindrome una n eova c più ampia .fisonomia, questa venga denominata sindrome << Gradenigo-Citelli >>. Premesse queste considerazioni di carattere generale che hanno valore al fine di una esatta visione del quadro clinico e danno ad un tempo cognizione della difficoltà di interpretazione patogenetica della sintomatologia clinica: crediamo opportuno rendere noto un caso occorso Glla nostra o~servazione r che a nostro avviso offre interesse in quanto porta \ID contributo a quelle associazioni sintomatologiche che, pure rivestendo la fisionomia clinica che permette 1'inquadramento nella sindrome di Gradenigo-Citelli, possono far parte della ga roma di varianti della sindrome stessa. Il caso venuto alla mia osservazione nel 1942 in A.S. presso il Centro chirurgico della X .A.rrnata, mi pare degno eli studio per una associazione di sjntomi che non trovano riscontro tra i casi del genere affidati alla letteratura. 0

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OssERVAZIONE CLINICA.

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Aviere Luciano R .. .. . . , eU. anni 23 dell'Aeroporto di Derna. Anamnesi. Il padre morì a 65 anni per broncopohnonite; 1a madre è vivente e affetta da affezione gastrica non ben precisata. I-Ia due fratelli ed una sorella vivent1 di nota nei collaterali. e sani. Non ma1attje degne c • Nato da. parto eutocico, ebbe allattamento materno, sviluppo' .fisico e psJch.ico norrna~e. A 5 anni soffrì di mmbil1o, a 15 anni di reumatismo muscolare . Pare che in st:guito abbia sempre goduto buona salute. Alle armi in aviazione come perscnaJe di~ governo dal maggio 1939. Il paziente cominciò yerso il 20 setten1bre nd avvertire r:tHredtlore jnrenso e djsfa: gia dolorosa, particoiarmente accentuata alla parte destra; dopo pochi giorni segut otalgia destJ:t assai molesta accompagnata da modico rialzo termico. La somministro.zionc di diaforetici ed antiterrrUci contribuì a far scomparire in pochi giorni il raffrdddore ed i disturbi di gola, mentre l'otalgia aumentò. Nel frattempo comparve cefalea tcrn~ poro-parieta1e c frontn-orbitale dello stesso lato. Venne ricoverato con questi disturbt il 10 settembre 1942. Esame obiettivo. Individuo con scheletro regolare, io, buone condizioni di nutrizi.one e sanguificazione. Facies sofferente, sensodo integro, temperatura 37°,8, polso 85' vabdo. All'esame degli apparati circolatorio respiJatorio e digerente nulla di particolare.


EJ'amc (). R. !-J,, C~1vità nnlj,, ·i: infl<:tt·~ione Ji ml'Jio grJJo tic:! s:.:tto verso sinistra; turbinato inferiore dc~tro ip<;nrofico soprntrutto 'I.'Cf!\O la coda; mucosa iperemica; non sccrezic)nc palolot,rica ncUe c.tvit~t. Rc:r,pir417innc na s~tle moclicamente ridoL~1 in entrambe le cavità. Mucosa rinofaringea ipc:rr rofica~ tr..mo;luc!cla, con re• idui di vegetazioni ade~ noidi sulla volta.

Oro faringe: palato duro ogivalc; \•eh} pal~rino sim metrico. Tonsille palatinc moJi~ camente ipertrofiche, pcduncolate. Muco .u br1ngea ispessita e congesta. A. D.= con d. ud. est. normale; ~L T. mc11lic.1mf·nre rctratta, ipercmica con manico del martello iniettato. Non segni d, vers:-tmcnto in cavità timpanica. Rinne neg. - Wcber lat. a Ds. - Sdnvahnch pro'ung:1to di 14 secondi.

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Diapason: do (642 do ( 12H) percepiti con di scrct~l ùi minuzionc. Percepiti pre..,coc h~

normalmente gli altri diapa!lon. Va : fonemi bassi cu·ca mt. tre; foucrni J.curi prt:S'iCichè ntlrru:-tli. Aus. : cood. ud. csr. normale ; ~ft. leggermente retratta e opacat.t . Non segni obieLtivi di sofferenza ve~tibol::ue. Sensibilit à: il p. accusa in corrhpondcnza dell'emicranìo Ds. e maggiormc:nt~ in cor~ rispondenza di tutta l'emifaccia Ds. dolori acuri~c,lmi a ripo ter<!brante e lancinante continui con accessuali esacerbazioni. Obbiettivamente b. crnoiopercussione c la craniop:tlpJztone non provot:ano dolenzie particolari a Sn.; a Ds. invece determinano spkcnta accentuazione del dolore. In corrisp-onden~1 della prima, seconda c tt:r7 .1 branca dd trigemino di Dc;. si not...1 completa anestesia tattile, tern1ica e dolortficn. IpopallcsresiJ ~ ull,em.ischcletro faconle l


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ci D s.; tutte le suddette turbe della sensibilità protopatica edl epicri tica si riscontrano anche io corrispondenza de!a'emiguaoda Ds., dell'emivelo e dell'emi~ngua .di Ds. Pupilla Ds. leggermente midriatica; congiuntiva Ds.. fo:rtemente tperermca; abolito il riflesso corneale e congiuntivale a Ds. Nul'la di paruco.are al fondo. Esame neurologico': non s1 riscontrano agii arti segni di disfunzione cinetica. In partico1are le prove cerebellari sono eseguite norma:ln1ente. Decorso clinico. 13 ottobre. La cefalea Ds. è p:lfticobrmente aumentata alle regioni temporo-parieta,l e e fronto-orbitru·ja. Temp. 37°,2-37°,9. Diaforetici e anallgesici si dimostrano di scarsa efficacia. 16 ottobre. L'otal'gia Ds. si è fattn più intensa, tanto che il p. non riensce più a riposare. M. T. notevolemente congesta; nessun segno di versamento in cavità timpanica. 19 ot:obre. Conclizioni genera.i e locali invariate; temp. 37°,3-38°,1. Si pratica la paracentesi con fuoriuscita di qualche goccia dj 5ecrez;one sieromucosa. 22 ottobre. Persistono invariati i Jolori lancinanti c terebranti aH. 'c1nicranio t! mnggiormente all'emjfacda Ds. Diminuita l'otnlgin. Tc..:mp. 37 11 ,5-3H 11 ,-:; . Scars i 'lt~l llHI o:orrca sier01nucosa. Si pratica la vaccinoterapia polivn~ente con risultati poco <:vi denti. 25 ottobre. Persiste cefalea intensa, partico~armcntc accentuata nlla r<.:gtOIH: nrbitaria Ds.; la M. T. cicatrizza rapldnn1cnte pur rin1ancndo con gesta. 28 ottobre. Il p. si è accorto n) risveglio d~ veder0 ·le imn1ag-ini ~doppio lt:. ( )hhi(:l· tivamente si nota: g:i assi oculari appaiono nsimroctrid, a· bulbo di Ds. si pn:~H.:nta deviato all'interno, i movimenti di late.raJità sono app~nn abbozzati; si rl!cva diplopia omo· nima Ds., possibili e completi tutti g~i altri movimenti Jcl bulbo oculare l)s. Fundus normale. Esame radio!ogico del cranio con particolare rtguardo alla rnnstoidc• c nNa rocca pc· trosa Ds.: nulla eli notevole. 31 ottobre. L'cmicefaJea D s. è aun1entata provocando nel p. uno stato Ji pt ostra zio ne ed impossibi.ità eli dposare. Temp. 37°,7-38'\7-38°,). Si persiste nella vacdnoterapin senza alcun rjsu.tato evidente. Si ripete la paracentcsi: poche gocce di, secrezione sieron1ucosa; si ricorre alla somrninistraz.ione di oppiacei. 3 novembre. Il p. al ri sveglio ha notato difficoltà nei mov1nlenti rnimici. Obbiettivameule si nota.: g:obale appiattimento Jei tratti fisionmnici d1 S. Lagoftalmo a Ds.: con le pro·Je atte a saggiare la moti:ità der gruppi nun1ki eli Ds., si rileva netto deficit di tutta la muscolatura mimica con eguale prurtecipazione del faccble superiore e di quello inferiore. Ruchicentw i: liquor leggermente iperteso, limpido all'esame microchirnico; a:bumina o.4o% ; globuline+; elementi 8,5 per mmc. 6 novembre. Il p. accusa violenta otalgia Ds. : non punti particolarmente dolenti sulla mastoide. lvi. T. con gesta: particolarmente nella pars flaccida. Si pratica la paracentesi per la terza volta con lo stesso risultato delle altre volte. Viene iniziata la terapia su!Eamidica (Streplosil per os e per endovena: 6 gr. al giorno per tre giorni). 9 novembre. Preceduta da autnento della ternperatura (39°,6) è comparsa eruzione erpeticJ. n~l\e regioni cutanee corrispondenti alle branche tnanclibolare e mascellare del trigemino di Ds. (vedi figura 1). . 12 novembre. LJ. nevralgia tende a diminuire sensibilmente. Il p. comincia a rt~ posare. Condizioni gcnera!i migliorate. Le vescico~e erpetiche a. contenuto siero-emor~ ragj co prc entnno 1a tendenza ata regressione. Ten1p. 37°,6-38°,1. . . T) uovernb~c. P~esso_ch~ scon1 parsa la cefalea, continua il miglioramento delle c_andt7.Jont genera L, ap1rett1co. L'erpes mostra tendenza a cicatrizzare. Persist<.: invanata la paralisi ùel facciale. . r.S no v~ ·,,. re. lvi. T. ~egg:rm c~tc infìltrata; cessala l'otnlgia. Il deficit dd faccini e co· mwoa a cl t mmu1re. Persiste m va nata la paralisi del sesto.


49 1 25 novembre. La paralisi del facciale è notevolmente rcgredita. Il p. è in via eli guarigione. Comincia a n1igljorare anche la para.hi dell'abducente che sc01np:Jrirà completamente soltanto dopo circa venticinque giorni.

Riassumendo, si tratta di un soldato di 23 anni che in seguito ad una forma acuta di rinite e di angina catarrale, cominciò ad accusare violenta otalgia ds., seguita a breve distanza da cet~lca .inten_sa allo stesso lato, associata a ne.. vralrria di tutte e tre le branche del tr1gctnrno. b Quando una settin1ana dopo i prinu disturbi pervenne alla. mia osservazione presentava i sintomi ·di un'otite acuta, a cui si asscciava una spiccata ne. . . vralgia trigcminnlc dello stesso h-tto. Nei rriorni successivi la cefalea Ds. c la nevralg1a del tngennoo andarono aun1cntanJo. La paracentcsi timpanica diede esito~ scarsa secrezione sieromu<.:O'ia. Furono tentate varie tcrnpic trn cui salicilici, analgesici e vaccini:~ senza ottenere risult:tli soddisf:tccnti. Col pcggior~uncnro dt'lle condizioni generali, a distanzn di venti giorni dai prin1i disturbi, cotnp:1rvc: deficit Jell'abducente di })t., . c dopo vcntisci giorni defìc1L dc] facciale dello stesso lato. La M.T'. n1oslr<'> 'Una spjcc:.tt~l f:Jcilità aJJa cicatrizzazione, e, poichè la oLalgia persisteva 1nvat iata, venne praticata la paraccntesi per ben tre volte, scn11>re con scarsissirna secrezione sicrOI11Ucosa. L'esame radiologico dc) crJnio e l'csan1c del fondo oculare furono negadel liquor mise in evidenza una cli)crcta linfocitosi c iperalbu .. tivi. . L'c.same .

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Preceduta da allrncnto ùi t<:tnpcratura e dn esacerbazione della nevralgia del trigemino, a vcntotto giorni dai prin1i Lhsturbi, con1parvc una cntz1one er~ petica in corrispondenza delle regioni cutanee della seconda e terza branca del trige.mino di Ds. Con l'erpes zostcr la sindrome da noi osservata segnò il periodo di intensità massima. In seguito si notò rcgrcssiout di tu ttn la sintornatologia iniziando dalla nevralgia del tr]gemino c proseguendo con l 'utitc Inedia, le n1a... nifestazioni erpetiche, la paresi del scttin1o ed infine la pJresi del sesto: ciò in contrapposto alla comparsa dei singoli stntomi della sindrome stessa apparsi come si è più sopra notato nel seguente ordine: otitc Inedia, nevralgia del trigemino, deficit del sesto, deficit del settimo, mnn ifesta.zioni erpctidhe. La triade sintomatica ( otite mcdi3 acuta, cmiccfa lea e paresi del sesto) con cui ha esordito il nostro caso avrebbe potuto far pensare in un prin1o tempo ad un ttunore peritubarico con propagazione alla punta della rocca pctrosa. E' questa .infatti la ~orma p~tologic~ più in1portante che può avere in comune con la sindrome d1 Gradentgo la sJnto.mato]ogia iniziale: va il merito al Citelli ed alln su:1 Scuola (Piazza, Carcò, Giuffrida) di aver illu~trnto fin dal I909 la somiglianza delle due forme patologiche c di aver fatto rilevare la possibilità di scatnbiarle. In un n1io studio clinico ed anatomopatologico sui tumori crnniofarincrei (I938) illustrando la sintomatologia injzia1e, tra le al trr forme ho rilevato u~n


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fonna auricolare cd una forn1a con n1anifestazioni nervose (talora associate cotne ho riscontrato in due casi), nelle quali la tnalattia esordisce con la triade sinton1atica rrià descritta nella sindrome Gr:rdenigo. Eviden~cmente la sindron1e Gradenigo può essere scambiata con alcune forJ.ne iniziali dci tun1ori cianiofaringei, n1a la successiva comparsa di sintomi peculiari (infiltrazione del rinofaringc, adenopatia latera-cervicale, deficit d1 alcuni nervi della b::tsc) toglierà ogn1 dubbio sulla vera natura della forma 111orbos:1 1n atto. N el caso occorso .alla nostra osservazione, le modalità di insorgenza, i segni generali c locali del processo infianunatorio, l'andamento febbrile facevano escludere acrevolrnente la suddetta forma tumorale. o · 'Considerata tuttavia la n1olteplicità dei sinton1i nel p. da noi osservato, credian1o opportuno sofferrnarci a sottolinearne da un lato la tnoltcp1icit~t per alcuni clt:l tutto insolita dei sintomi in parola e ·d all'altro la particolare intensità che li ha caratteriz~ati. L'otite media acuta ha dominato il quadrro della tnalattin per tutto il decorso. Fu il primo sintomo dellJ sindrome a 1nanifcstarsi c fu il prin1o a 1egredire, caratterizzato da infiltrazione diffusa, 111a piì1 intcnsan1entc postcro superiore della M.T. e da scarsa secrezione mucosierosa. Per quanto non sussistessero i segni di un versaniento endotitnpanico, per ben tre volte venne praticata la paracentesi, dhe in effetti ebbe soltanto uno scopo decongestivo. La tendenza alla rapida cicatrizzazione ritengo debba attribuirsi soltanto alla mancata ritenzione; si può anzi Gmrnettcre che la pardcentesi non abbia influito in nessun modo sul decorso della malattia. I casi pubblicati di sindrome Gradenigo con otite media acuta non perforata, sono piuttosto rari. Il primo fu segnalato da Raimondo nel 1902; altri casi furono illustrati jn seguito da Bonnier, ~Grad'enigo, Ricci e Blanc. Particolarmente interessante il caso pubblicato da Malan che iniziò con otite media acuta non purulenta complicata da disturbi meningei, a cui seguì la paresi dell'abducente. Nel nostro caso all'irritazione del trigemino seguì la paresi del facciale. La lesione del facciale nella sindrome Gradenigo, ·p er quanto rara, è già stata rilevata da altri .autori (Ton1masi, Bourovier, Gradenigo) ed è stata attribuita ad una neurite iniziatasi nel tratto endotimpanico. Ma nel nostro caso si ac~ co1npagnò allo zona trigen1inale che di !Per se stesso talora si può associar~ alla paralisi del facciale; perciò non è facile a priori precisare la patogenest di questa lesione. Veniamo così a considerare quello che, a quanto ci risulta dalle indagini bibliografiche, costituisce nn elemento per così dire nuoyo, da noi osservato e che ci permette, come più sopra accennammo, di descrivere ·una forma certarnente ]nsolita dell·a sindrome di Gradenigo-Citelli: intend~amo accennare al~ 1'erpes trigcn1inalc. Prenci'endo in considerazione la sede in cui, anatomicamente, si è ma~


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nifestat.l l'cruzjonc crpcoca, posta con1e si è detto in corrispondenza Jella seconda e terza branca del N. trige.mino, poteva prendersi in considerazione l'eventualità di una sindrome di Ramsey-Hunt. Questo autore ha -descritto una serie di forme di zona dei nervi cran.ici, tra le quali acquista nel nostro caso particolare importanza lo zona del ganglio genicolato con paraljsi del facciale c: lo zona del ganglio di Gasser con paralisi del faccia] e. L 'insien1e ,dei .d isturbi provocati dallo zona totale del ganglio genicolato viene anche dhian1ato « sindrome di Ran1scy-Hunt n. Per cornprendere tutta la complessità di questi disturbi è necessario ricordare i rapporti intimi che sussistono tra il facc1ale, l'intern1ediario di Wrlsberg e il tronco dell'acustico nel fondo .del condotto uditivo interno e la zona di d~stribuzione dell'intermedjario di W ri~berrr; Ja consjderare inoltre le branche motric1 extra-pctrose del facciale, ) r~uni scn~tivi pctrosi superficiali che fann~ capo rjspe~iva~cnt~ .al. gangli~ c11ico c al ganglio di Meckel, la corda de] t1n1pJno, 1 hlctt1 sc.nsJttvJ cutanei (studiati ùn Ran1sey Hunt) distribuiti alla conca, al condotto e alla parte alta del padiglione. La sindrome di Ra1nsey Hunt è ·C aratterizzata dai seguenti sintomi: I' eruzione vescicolosa della conca, antelice c antitrago del padiglione; 2 otalgia c neuralgia d eli' emi faccia corrispondente; 3o - paralisi ~del facciale (per prop:..gazione della flogosi ganglionale o per compressione del facciale) che è sempre completa; 4'' - disturbi uditivi (run1ori, ipoacusia, vertigini, vcr tigine di 1v1enière). Da segnalare inoltre che si possono anche riscontrare sindromi zosteriane associate e sindrom'i incomplete del ganglio genicolato. Nel nostro caso non può trattarsi di sindron1e di Ramsey Hunt perchè l'eruzione zonatosa non si è manifestata a carico del padjglione ma 3 carico delle regioni cutanee della seconda e terza branca del trigcmìno, la paralisi del facciale è incompleta cd U1a preceduto r erpes; mancano infine tutti i disturbi cocleo-vestibolari. 1

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QuelJo che evidentemente è interessante nel nostro caso è Ja jnterpretazione della patogenesi .dei sintomi: come possiamo spierrare l 'insorcrcnza di o b un dhiaro erpes zoster in rapporto al processo inliamm::ttorio che abb.iamo r.i!>contrato al.la base ~~ella sindrome? L'affezione, come è noto, fino a poco tempo f~ era cons1der.a~a m r::tppor~o .a d un lesione prevalente se non unica del proto~curon.e sens1t1vo. S~nza d1.ffor:dcrci troppo an1piamente 1m merito alle ipot<.st ogg1 formulate 1n propos1to, basterà accennare che l 'affezione viene cons1derat~ ·d.a~ mod~rni ricercatori co.me una cctodermosi neurotropa :.il virus ha una af1m1ta partiColare per la pelle e per il sisten1a nervoso e ouò passare rlall 'uno ali' altro di questi tessUtti ectodern1.ici sia, come am.n1etton~ :NI~rinesco c Draganesco) rin1ontando dalla pelle al sistema nervoso (odogenesi), sia, come anunctte Levaàiti, che invada il1Sisten1n nervoso per via sangtùgna e poi venga


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49'~ a diminuire il tono immunotropico di un determinato metadrono discendendm in seg11ito lungo il nervo verso la pelle. 1Comunque, le lesioni cutanee sarebbero dovute ad una molteplicità di fattori: infettivo locale, circolatorio e nervoso, quest'ultimo particolarmente spiccato a livello .dei neuroni del sistema vegetativo, soprattutto parasi.mpatici, che assicurano il trofismo cutaneo. Alla luce di t~di ipotesi invero sarebbe arduo l'inquadrare l'erpes zoster nel processo morboso otitico da noi osservato nel senso che saremmo costretti ad ammettere la presenza di un agente etiologico (virus) responsabile dello zona e di banali piogeni responsabili dell'otite media. Bisogna peraltro ram1nentar~e dhe Jonesco-Sisestri, nella sua tesi sulla siringobulbia, an1mette che assai strette sono le relazioni che uniscono le turbe trofìche alle turbe della sensibilità, cd attribuisce particolare valore patogcnc. tico alle lesioni dei rami neurovegetativi nella ~atogcncsi eli lesioni zon:ttose. Alla luce di tali ipotesi assai chiara1nentc possi.amo interpretare i) ~1uadrro da noi osservato: la propagazione per contiguità o per contjnuità del proc(:s.qo flogistico endotim panico ha detern1ina t o una spiccata i rri l'azione dei r:un i se n.. sitivi del nervo trigcmino in sede anaton1ica cvidcntctncntc ossai prossirna al1a porzione gasseriana, clinicam·cnte Jnanifestatasi con sindron1c algica: il persistere del processo infiamtnatorio new·itico ha in s·ccondo tc.tnpo coinvolto le fibre vegeta6ve decorrenti nel nervo stesso cd ha dnto luogo alln tnanifcstazione erpetica. In tal modo cotesta Jnanifestazione deve essere ì.ntcrpretata quale esprcs.. sione clinica di un processo irritativo-netiritico banale che per l'associarsi ad una sindrome di 'Gradenigo-Citelli assume particolare valore. L::t reversione e del processo zonatoso, ·e dell"algia trigeminale e di tutto il corteo sintomatologico della sindrome di Gradenigo-Citelli comprova la fondatez:z..a di tale nostra ipotesi. CoNSIDER.\.ZIONI.

N el nostro caso è logico ammettere dhe lo zona trigeminale sia in rapporto diretto ,con la sindrome Gradenigo e costituisca anzi una manifestazione della irritazione infìarnmatoria del ganglio di Gasser. . Secondo gU sh1di di Fernand Levy le forme irritative del ganglio d1 Gasscr, secondarie a tumore o a processo infiamtnatorio, si traducono clinic~; rnente in t1na progressione di sintomi importanti caratterizzati dal dolore piU o meno grave e duraturo, ,dalla anestesia e paralisi rnotoria del quinto, dall'crpes zoster (associato spesso a cheratite neuroparalitica) e da lesioni trofichc cutanee. Quando la nevralgia è provocata· 1da lesioni periferiche (dentarie, oculari, nasali, auricolari) il p. s~1ole riferire il dolore soprattutto all'organo amn1alato. La sintomatologia, messa in evidenza con tanta chiarezza da Fernnnd


495 Lev.y nell'irritazione del ganglio di Gasser, è stata riscontrata manifestan1cnte anche n el nostro caso. La malattia ha esordito con una flogosi endo-timpanica violenta, che per quanto scarsamente secretiva, si .è rnpidame~te prop~gata all'api~e della rocca petrosa. Il processo di pr_opagaz1onc probabilmente ~ stato favo~1to .da~la particolare struttura anatom1ca del temporale e dalla vrrulenza de1 germt. Non abbiamo riscontrato alcun sintoma che ci facesse pensare ad una petrosite purulenta; n1a indubbiament~ il proc,csso flogìstico ~ella p~nta. ha inte... ressato un tratto della .dyra red lha com volto l abducente cd 1l gangho d1 Gasser. Per spiegare le manifestazioni tipiche basterà ricordare i rapporti di continuità e di contiguità che intercorrono tra l'apice della rocca, le meningi, l'abducente cd il ganglio di Gasser~ La nevralcria trig·eminale costituisce appunto il dato clinico che comprova la partecipazio~c di 'Una parte almeno del ganglio dj Gasser al processo infi:ltn.tna torio. ConH· gi~t abbiamo accennato, non è f:1cilc precisare la causa che ha provocato la lcsjonc del facciale. Nc1Ia letteratura sono noli alcuni casi di sindrome Gradenigo complicati da parali<Ji c.lcl facciale, nei quali fu agevole arguire che il processo neuritico del scslo si iniziò a carico del tratto endo-tin1 panico. Poichè nc:l nostro caso la lesione ·del facciale precedette la manifestazione zostcriana c persistette per un po, di tempo dopo che questa era completamente ~comparsa, dato soprattutto che la p:1raUsi non fu com p l eta, pare logico ritenere clhe il deficit del facciale sia da .mettere in rapporto con la sindrome otitica. Riguardo poi alla patogencsi dello zona trigeminale si dovrebbe ammettere che la flogosi endo-timpanic:1, propagat:1si all'apice della rocca, abbia suCcessivamente provocato l'affezione zosteriana a enrico del ganglio di Gasser, o per lo meno abbia creato nel ganglio stesso le condizioni necessarie per lo sviluppo del processo infiammatorio ncuritico chf' presentò tutti i caratteri di una forma infettiva acuta (dolore .intenso, febbre elevata, eruzione vescicolosa). Se noi però nel nostro caso esaminiamo l'erpes zosteriona in rapporto alla si~drome otitica e la \SUa probabile patogenesi, considerando nel conternpo ~e sv~nate ca~se che si ritengono capaci di provocare lo zona (infettiva, p~t­ lnfetava, toss1ca? t:aumatica, ecc.), ci viene dato :eli pensare che lo zona potre~be non cost1tu1re una .r:nalattia infettiva causata da un agente specifico un1c?, c~ e generalmente s1 tende ad ammettere, n1a rappresenta piuttosto la mantfestaz1one ,cutanea di un processo neuritico a sede crancrlionare e a decorso d" d . b o Jscen ente 1n rapporto a cause .diyerse, atte singolarn1ente .a provocare- questo processo. In tal caso l 'erpes zoster dovrebbe ritenersi il sintrnna di una sofferenza ganglionare e non una forma .morbosa a sè. RrASSUNTo. - L'A., dopo aver trnccbto una rapiùa sintesi della sindrome Grn~ clenigo origU.nnJe, mette in evidenza le in1portnnti moòificazioni cliniche ed nnntomo-


patologiche che, soprattutto per l1 contnbuto del Citelli, h::mno trasformato la sun da~­ sica fisionomia. Ritiene comunque che la discordanti interprerazicni patogenctiche, do:vute in parte alla scarsità dei reperti autopsici, non bnst!lOO a d.isconoscere al'ln si~d.ron1e G:adenigo una forntw mGrbos::~. complessa c varin 7 comunque d.tvcrsa da quellaJ or1gmale, e, 1n Orl.O'n'! all'autore che ha dato il maggior contributo ali~ sua . trn~forn1azionc, gli parrebbe più opportuno che si p::~rlasse di (( sindrome Graden1go-Cttelb )). L'A. poi, passa ad jJlustrnre un caso di sindrome otitica caratterizzato, o:trechè dalna classica triacle sintonullica ( ot.ite media acuta, emicefalea, paralisi del sesto), da irritaziont del trigemino, paresi del faccinìe e da zona trigerninale con .m anifestazione erpetica in corrispondenza delle regioni cutanee della. seconda e terza branca trigetninale. Dopo di aver comn1entato la sinton1ato~ogia eli questo caso interessante, che non trova riscontro nella. letteratura, l'A. rbssun1e !e varie caus,e attrjbulte allo zona, illustra la patogenesi più opportuna che può esser~ invocata per chiarire 1'1nsorgenza dello zG-na trigeminale in rapporto alla sindrome otitica. Conclude prospettando l'ipotesi che l'crpez zcster possa. costituire ln espressione eli un processo neuritico g3ngìio,nare di natura varia, ncn provocato da Ufll agcn1lc uAko, specifico, ma da cause di verse.

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DIIU!ZJONE DI SANI'fA' DEL COMANDO 1\.fTLITARE TERRITORIALE DI TORINO Direttore: ColonncJio mcd1co G. Cu·co GABINETTO D'IGIENE APPLICATA ALL'INGEGNERIA DEL POLITECNfCO DI TORINO Di rcuorc: Prof. C. F . C ERI\t!TI

UN'IMPORT ANTE MODIFICA ALLA STUFA DI DISINFEZIONE SISTEMA GIANNOLLI Tcn. me,;d. dj compi. clntt.. Rnccn ALDF.nTo, comandnntc lu J rL sezione dism fc-t..ìo nc:, :lflSt!J t emc \olnntario

Il buon esito delle pra~iche di disinfezj onc nelle collettività dipende, oltre che dall'ef.ficacja dei mezzi impiegati, anche dalla loro rapidità d'azione, necessaria per conseguire la tempestiva c s!m~lta~ea e~iminazione dall'.a~­ bicnte deJ maggior num.ero di sorgcntj e ve1coh d Jn.fcz1one. Tale requ1s1to posseggono in ~?dest~ ~isur~ .i p~ocedimen ti di djsinfczione fisi:a .im picgJ ~ Jallc nostre unita san1tane mtlltan) che sono dotate allo scopo di apparecchi .n1obj li a vapore sotto pressione, dì tipo <1. Giannolli >) o cc !vfangini >J . Riesce infatti arduo coordinare le operazioni di djsinfezion e chimica di grandi ambienti con quelle di sterilizzazione a vapore deglj effetti d ,uso personale degli occupanti. Maggiori difficoltà s'incontrano n eli 'orgél.Ilizzazione della bon.ilica personale di interi reparti, per sincronizzare il bagno saponato caldo degli individui con il trattamento disinfettante o disinfestante degli indumenti e degli effetti letterecci, a causa delh1 maggior d urata di quest'ultima operazione. D'altra parte di rado l'ambiente militare offre la possibilità di prolungare l'attesa in spogliatoi idonei, che nella stagione fredda devono pure essere dotati di riscaldamento sufficiente. Nell'attuale periodo le operazioni di disinfezione col vapore richiedono una durata Jncor maggi ore per la scarsa disponibilità di carbon fossil e. , dovendosi impjegnre come cc:unbustihile legna, anche di taglio recente, fornita di basso potere calorico. . Tali considerazioni mi indussero a studiare la possibilità di render più rap1do l'andamento delle operazioni di disinfezione e disinfestazione per mezzo delle stufe locomobili} senza tuttavia pregiudicarne la j}Ìena efficacia. Mantenendo invariati i tempi parziali stabiliti dalla tecnica d elle disinfezioni, mi proposi quindi di ridurre il periodo dì funzionan1ento a vuoto richiesto dalle s~fe dopo ciascuna operazjone per dstabilire la pressione utile nd generatore d1 vapore.

Il rendimento dell~ stuf:- di disinfezione con1e n1acdhine termiche appare molto scars?, Rer la d1spers1one nell,atmosfera di rileyanti masse di vapor acqueo e dt ana calda. Esse si effettuano sopratnltto nei seruenti momenti 0 delle ~in gole operaz.ioni: a) durante la fase eli funzionamento a vapore fluente: b) ali atto della pntna e della seconda decon1pressione· c) al termine de11~ 1 disinfezione. ' ·


Negli apparecchi esist:nti 1:on è prevista l'utilizzaz~~ne dell'aria calda c del vapore in tal n1odo d1spers1. Soltanto la stufa « Thursfield », a vapore fluente, è fornita di un dispositivo che consente di itnn1ettcrc l'aria e il vapor éicqueo che sfuggono dalla ~~rner.a di, di_sinfezione . nel f~J.n1~iolo. del focolare, allo scopo di render ptu atttvo l efflusso mediante Il ttraggto del fumaiale. Ritenni quindi di ricuperare interamente l'aria calda ed il vapore an~ zichè liberarli nell'atn1osfera, utiljzzandoli per il riscaldamento preventiYo della quantità d'acqua che dopo ogni operazione si deye immettere nella caldaia della stufa , onde ristabilirne il normale livello. Le prove hanno avuto per oggetto la stufa mobile sistema << Giannolli >> che, introdotta nel nostro esercjto sin dalla campagna libica, rappresenta tuttora il tipo di apparecchio più largamente usato dalle sezioni di disinfezione. Impiecrando secondo le norme regolamentari un modello recente ed in ~ perfetto stato d'uso, si trattò quantità diverse di materiali per stabilire il consumo medio di arqua per ogni operazione. Esso risultò di IS-I6 litri. La sosti tuzione con altrettanta acqua fredda (T I I° C.) nel generatore di vap ore fa scendere l'Indice del relativo manometro da atm. 1,5 - pressione mantenuta durante l'operazione precedente a 0,9. Per riportare l'indice al limite utile anzidetto, onde iniziare la successiva operazione, si rendono necessari 12-14 minuti di combustione, alimentando il fuoco con legna. A scopo orientativo si applicò al rubinetto principale di scarico della carnera di disinfezione un prolungamento verticale, consistente in un tubo di ferro del diametro di pollice, previa filettatura delle due parti in contatto. La lunglhezza del tubo, circa un metro, consente al suo estremo libero di pescare 2-3 cm. sotto il pelo d'acqua .d i un yolurne di IS-I6 litri contenuti in una secchia coperta da un diaframma fenestrato di legno. Il recipiente v·enne collegato direttamente con tubazione di gomma alla pompa a mano per l'alimentazione d'acqua in caldaia. Nel corso di 'l!n'operazione di disinfezione eseguita a temperatura ambiente di I3° C., la temperatura dell'acqua nel recipiente - ave si raccoglievano le cacciate di aria calda e vapore ----~ si eleyÒ progressivamente nej tempi successivi stabiliti sino a raggiungere I00° C. durante lo scarico finale dell'interno della stufa. Pompando tosto in caldaia l'acqua bollente TI manometro rivelò una pressione invariata di r,5 atrn. In tal modo rra possibile far entrare immediatamente in funzione l'apparecchio per un'operazione successiva, con notevole risparmio di tempo e di combustibile. L'adattamento proposto può fornire buoni risultati come temporanea soluzione di ripiego, facile da attuarsi in occasione di disinfezioni in serie. In base al favorevole esito della prova ritenni tuttavia conveniente realizzare una modifica stabile della stufa « Giannolli », per ottenere il preriscaldamento dell,acqua nel serbatoio (v. fig.). A tal fine i due rubinetti di scarico della camera di disinfezione (supc-

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499 r1orc cd infcrjo1 c) vennero collegati al serbatoio d'acqua della stufa mediante due tubazioni in ferro (a, b) riunite jn comune nell'ultimo tratto, che sbocca circa 2 cm. sopra il fon.d o del serbatoio. Si rese 3 nzitutto necessario di accertare che la 1nodifica non venisse a cotnpromettere ]'espulsione d~lJ 1ria dall'interno della stufa, condi~ione indispensabile richiesta dal funztor~ ~tmcn.to c~ l va por ?cqueo so.tto press1one.. Poteva infatti verificarsi una parzlalc r1duzJone dell effetto d1 decompressione delle brusche cacciate di vapor acqueo, a causa del percorso obbligato entro

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le tubazioni sviluppate per una complessiva lunghezza di m. 2,35· In tal caso ~i sarebbe ostacolata la formazione del vuoto entro gli angoli morti della camera di disinfezione, che debbono essere invasi con violenza dal vapore. Venne pertanto istituito un confronto tra i tempi di deflusso dni rubinetti di scarico del miscuglio aria-vapore, a seconda che le depressioni erano effettuate ~n'aria libera o entro le tubazion~. La durata delle cacciate venne calcolata in base al tempo impiegato dall'indice del manometro della carnera eli disinfezione per scendere da o,8 a o atmosfere. A parità di carico, risultò clhe la durata della decompressione entro tubi di 1/2 pollice avveniva con un ritardo di 45" rispetto a quella praticata all'aria libera. Si rimediò ali 'inconveniente, ottenendo la parità dei due tempi anzidetti, mediante l'~pplicazione di tubi del ·d iametro di 3/ 4 eli pollice muniti di ampie curvature in corrispondenza dei punti di cambiamento di direzione. Du~ante .~e cacciate d~ vapore queste tubazioni sono inizialmente percorse da ~1n 1ruscug~1o :npore-ana. Al .contatto dell'acqua il vapore condensa, mentre 1nvcce l'an a s1 hbera gorgogliando attraverso il liquido e si rac=-corrlie nella sfogo parte superiore del serbatoio. Se questo non viene quindi .munito di ~pportunam~nte dimensionato (il che si era verificato durante le prime prove) s1 crea nell'Interno una soprapressione che impedisce il regolare andamento

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d eli ,operazione. Quest'aria può però essere utilme~te adopera~a per attivare 11 tiraggio, collegando la parte superiore del serba~o1o col fumaiolo. del.la s~{;t 1nediante adatto tubo metallico (c). Questa tubaztone ha entrambt gh onfizi liberi e può essere facilmente rimossa per la pulizia del suo interno. Nel corso di numerose prove il funzionan1ento della stufa confem1ò pjenamente le ipotesi fatte. Operando a temperatura ambiente di 14° C., la temperatura dell'acqua contenuta n el serbatoio- in quantità dì 16 litri - sale da quella iniziale dj 1 I ') C. a 55(i C. dopo il passaggio del vapnr fluente; a 76u C. ed a 94o ~c. rispettivamente dopo la prima e la seconda decon1pressionc: entra in ebollizione tunlultuosa al termine della scarica finale. Se viene tosto aspirata n1ediante ]J pompa nel generatore di vapore, la pressione di questo si mantiene dapprin1a stazionaria per poi elevarsi in n1edia di 2/10 dj atmosfera. Sj con!lCgtlc pc:rtanto il yantaggio di poter subjto ]niziare ropcra].ionc succcssiv:t ~rn'l.a dovct attendere per 12-14 .minu6 che si ristabilisca la pressione utile, conH' avviene con l'uso ·della stufa norn1ale. Si risparn1ia inoltre consun1o di colnln.I ~Hi hilc per un corrispondente periodo. In n1edìa riesce così possib.ilc r.icu pera re 1 u l':t di tt.tnpo e eli combustione ogni 5 operazioni eli disinfezione. , Per avvjc1narsi alle condizioni che si verificano nella stagione fredda, venne eseguita una prova di funzionan1cnto con aClJU~ refrigerata (T o,su C.) nel serbatoio. Si ottennero identici risultati. La condensazione dei vapori entro le tubazioni, che potrebbe avvenire nell'inverno, è impedita dalla disposizione delle tubazioni in prossimità dd focolare che le mantiene ad lilla elevata tetnpcratura. E' consigliabile hlttavia il rivestimento con materiale ter1nocoibente delle pareti del serbatoio, all'infuori d1 quella adiacente al focolare. La temperatura di preriscaldamento dell'acqua si aggira sui I00° C., anche facendo condensare il vapore entro una massa di circa 30 litri, con temperatura iniziale di II ° C. Si può quindi ritenere che mediante la modifica della stufa si ricuperano all'incirca 2700 grandi calorie c tenendo conto di quanto detto precedentemente dhe .p er ogni operazione occorrono 15 litri d 'acqua il ricupero per ogni opera~ione è di I 350 Cal. Un altro vantaggjo consiste poi nell'alimentazione parziale della stufa con acqua bollita, che per la minor durezza riduce la formazione di incrostazioni nelle batterie riscaldanti . Ancl1e dal lato sanjtario la modifica della stufa riesce conveniente, pDichè evita che il personale di manovra sia investito durante il funzionamento da cospicue masse di vapor acqueo surriscal'dato, la cui azione può riuscir dannosa all'organismo spccjalrnente durante la stagione fredda. Infine l'eliminazione di tali [·umane permette una miglior visibi'lità delle indicazioni degli strumenti di controllo (manometri e termon1etro) che re~ golano le cacciate del vapore.


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L 'applicazione dci dispositivi descritti non vari cl le modalità d~ funzioaamento dell'apparecchio. L'unica avvertenza consiste nel rifornire d'acqua il serbatoio in n1odo che vi siano contenuti in media 30 litri, corrispondentj a circa la metà della sua capacità totale. Si è ritenuto superfluo di inserire una presa di vapore con volantino sul raccordo della tubazione princip~tle al rubinetto superiore di scarico, poichè difficilmente l'operatore è in gr~tdo di detcrininare il rr1on1ento in cui l'aria è. sostitujL.l J . t un getto puro <li vapore, che d'altra parte non costituisce una prova sufficiente per ded~r~e .che . tutta l'a~ia. è s~ggita .CD~lépine) .. L'accertamento delJ ehm1nazione .'dell ar1a Sl compLc mvece lll rnodo itn1plicc c sicuro grazie ~tl ruhjnetto di pr?va (V) d.1 cui .vcnn~ munito il co. p<:rchio del serbatoio. Durante il. passa.ggto del nuscug~to ana-vapore attravcn;o il :;crbatoio si olt1enc, oltre al prcr1scaJd~mcnto dell'acqua, anche la netf ~, t;cp.traz.ionc dci suoi componenti. Il vapore, condensandosi nell 'acqu~, si ldH!ra di Lulla l'aria contenuta che viene in1n1cssa con forte getto nel fumaiolo. A lpJcsto punto} aprendo il rubinetto di prova, si avverte una notevole correnlc d'aria che din1inui~ce progrcssiv,uncnte di intensità. Dall'istante in cui non si pllÙ più percepire quest'ada è da rjtencrs1 raggiunto il 1non1ento utile per l'inizio ddla prirna fase di c01nprcssionc. Analogatnentc Ja stessa n1ano,.. vra consc11 te di ccn tr0llare l'efficacia JeJlc successive dcpre.4)sioni. Il controllo più esatto Jcll'c~clusionc della presenza ,d'aria si effettua peraltro lasciando aperti gli scarichi Jella can1er.1 di disinfezione durante il periodo preparatorio, sin che il tcrmornctro posto sul rubinetto principale abbia superato almeno 90°. Si deve tuttavia rilevare come questa regola sia c..livers::nnente valutata nella << Istruzione per il funzionamento .della stufa di disinfezione (sistema Giannolli) n (Ed. Istituto Poli grafico dello Stnto - Ron1a, 1940). Essa prescrive al riguardo : « Sj tenga presente che il termometro con custodia deve essere collocato sul rub1ncttc.' porta tern1ometro soltanto nel caso, assai raro, che la stufa si debba far funzionare a va pare fluente. Quando essa funziona a vapore sotto pressione, ciò che deve in ogni rnodo preferirs~, il termometro è affatto inutile, poichè jl 1nanometro dà la prc~sione ed il conseguente grado di temperatura ncll 'interno del corpo dj stufa e non deve essere mai montato sul rubinetto cd il relativo foro deve essere, se già non lo è, otturato con una piastrina di metallo tenuta a posto daJ dado a vite >>M .ora è noto che ne Il 'interno degli oggetti da disinfettare possono formarsi angoli n1orti. ave l'aria non è stata sostituita :dal vapore, il gualc può a?che non tro:arst ~Ho stato di saturazione bensì mescolato in proporzioni diverse con ana. Esistono quindi sensibili differenze tra la tempera'tllra desunta dal mnnon1etro- dhe registra anche la forza elastic~ dell'aria - e ln ten1peratura .reale, funzione della pressione n1assima del vapor acqueo. La cornspondenza tra le indicazioni manon1ctricbc c termon1ctrichc for-


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nisce appunto un sicuro indizio del n1on1cnto in cui la camera di disinfezione contiene soltanto vnpor acqueo saturo. Dall'esame delle citate norn1e scaturisce un'altra osservazione relativa al funzionamento dell'apparecchio. Prescrive l'« Istruzione » di introdurre crli of.!cretti da .d isinfettare nel corpo di stufa non appena il manometro annesso ~lla ~;ldaia intlica la pressione di .r,s atn1. e di ~mmet~crvi tosto il vapore. Operando in tal n1odo si provoca una conde?saz1one dt vapore sulle superfici fredde decrli ocrgetti e si prolunga lo stad1o del vapor fluente. La prati~ co~~igl.i a invece di introdurre gli oggetti appena iniziata la combustione della stufa, lasciando aperti gli scarichi. In tal modo l'aria contenuta si rjscalda ed in gran parte sfugge all'esterno per dilatazione. Analo. gnmente nelle operazioni successive converrà pure attendere che il termometro indichi una temperatura di 45°-50° C. ·p rima di immettere il vapore. Concludendo, si ritiene che la modifica proposta meriti di essere generalizzata, poichè consente con una spesa modesta di ottenere il massimo rendimento delle stufe mobili di disinfezione, rendendo altresì utilizzabile un nuovo controllo per il funzionamento. Assicura inoltre la buona conservazione delle parti vitali dell'apparecchio e la protezione sanitaria del personale addetto. RIASSUNTo. - Allo scopo di e!evare il rendimento de:I ~ stufe mobi:·~ di disinfezione, l'A. propone di utilizzare il vapor acqueo di scapp:1men.to - che normél!lmente Vai disperso neTatmosfera - per j} prerisca damento dell'acqua d~ alirnenta.zjooe delle stufe stesse. L'A. ha perciò istituito un'importante modifica ne:Ia costruzione degtll apparecchi in questione, rappresentata dall'insta:lazione di tubi m ~taJici che con opportuni raccordi con\'og~iano i~ vapor acqu~o di scappamento nel serbatoio contenente l'acqua di aJlimentazione. Da questo stesso· serbatoio si parte poj un tubo che jmmette n~l fuma.io~o del focolare l'aria sotto pressione che fuoriesce dalla camera di clisinfezione insieme al vapore. Si è potuto in tal modo ottenere non solo una sendbi~~e econon1ia eli tempo 'e di combustibile, ma anche u n n-tlglior esercizio delle stufe stesse, specialmente per quanto si riferisce al controllo deU'espulsione dell'aria dill vano di disinfezione.

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OSPEDALE MJLITARE DI TI RANA Darcttor'! : Te n. col. mu .lJco clott. Gtovw--:t Cieco

SU UN CASO DI POLINEURITE INSORTA DURANTE IL TRATTAMENTO ANTIRABBICC Dott. VINCENZO [h. LALnr',7J 1 mJgg. mcd. c:~po~n.p.trto neurolugo

-------- Il trattamento antirabbico, qualunque ne sia il metodo, è ordinariamente ben tollerato. Solo neJ 5 ~·;) dei casi si nota qu Jlchc incidente consistente ir reazioni locali nel punto dell'inoculazione (P. Lepin). In genere tali reazion. sono delle semplici reazioni critematose, non dolorose, a Yolte pruriginose, che s. manifestano tra la 61\ c la Id'· iniezione, su un tratto di cute del diJmc.tro di 3-~ c.m., e regrediscono, scomparendo in poco tempo, dopo la 12~ iniezione. ln casi cccezionalt l'eritema si estende a tutto l'addome, invade il torace e le cosce, è pruriginoso e talvolta è seguito .da desquamazione. Si tratta di reazioni locali di natura anafilattica, dovute alle proteine iniettate con il vaccino. Secondo Cornwall (r) esse sarebbero più frequenti quando si usano virus uccisi e, secondo Pereira da Silva, più intense, quandc la vaccinazione viene praticata con virus eterizzati. . In. rari casi si osservano non reazioni locali, ma erite..mi generalizzati o urt:1car1a. Negli epatici iJ trattamento antirabbico può produrre crisi dolorose, nei malarici può risvegljare gli accessi febbrili, in molti soggetti può abbassare in modo notevole la pressione arteriOS3. In casi fortunatamente rari si possono verificare, durante il trattamento, evenienze cliniche molto più dolorose. Esse sono: I la rabbia tipica; 2° - la rabbia di la bora torio~ 3o - le paralisi da trattamento. La rabbia tipica si manifesta ordinariamente nei soaactti che si trovano . b~ 1n particolari cond1zioni di gravità, o per la quantità di virus inoculata (.morsi n1ultipli) o per il breve periodo di incubazione che ne risulta (morsi alla te~ta) o per l'azione combinata dei due fattori. Ma in alcuni casi scoppia anche 1n soggetti nei qtlali n1ancano ]e dette condizioni di graYità e la spiegazione ?ell,insuccesso del trattan1ento diviene allora più difficile. In qùesti casi si ~ portati ad an1n1ettere che si tratta di individui incapaci di re~lizzare una t.mmunità completa o parziale, tnalgrado l'intensità del trattan1ento. 0

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(t) l. \V. Cornw.tll, Inù. Journ. o[ Mcd . Rt:s. 1919, 6, -:137.


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La rabbia di laboratorio così chian1ata da Ohauveau nel r887, è quella rabbia che è stata provocata 'ncll 'uon1o non. dal virus. dell'animale. mors.icatcre (virus da strada) ma dal vaccino i1npregato a tltolo preventivo (vlrUs fisso). . . Il Remlincrer così ne traccia il gtiadro cbntco. Sia iln1nediat~uncnte dopo il trattatne?to. an~rabbico, sia ~op~ _u~ trm_ po più o meno ]ungo - una quarantina dt gto~nt - la ma~~tt1a tnlzta bruscanlentc con febbre, cefalea, dolenzia generalizzata, ma p1u marcata alla regione lombare, senso di grave astenia. U?a paresi degli arti in~e~iori di~ viene ben presto un:.1 paralisi completa che s1 accompagna alla abohztone de1 riflessi tendinei al1:1 ritenzione ,di urine e di feci c non tarda a seguire un ' cammino ascendente. Nello stesso tempo si manifestano turbe digestive: la lingua è impaniata, si hanno nausee, singhiozzo, vomito abbondnnte. Presto compaiono disturbi bulbari caratterizzati da dispnea, disturbi rcspiratod vari, difficoltà ncl1:1 deglutizione, 1na non idrofobia, scolo di salivn dalle cnlllll1<'Ssure labjali, d.i.fficol1à nel parlare, disturbi cardiaci, ecc. Il tn~dalo, in genere, non presenta nè convulsioni, n è n1ovirnenti disordinati, n è agi tazionc violenta, nè acrofobia. Si può osservare in lui solo uno stato di agitazione lieve o un delirio tranquillo. Per Jo pjù jl n1alato conserva una lucidità cornplcta fino al nlo111Cnto jn cui, preceduto qualche volta da disturbi ocu]ari (parnlisi dci muscoli, recità), si installa il corna che precede la n1orte di qualche ora . La prognosi è fatale e la terapia inesistente. L'azione patogena del virus fisso fu l:1 prin1a volta din1ostrata col caso osservato da M. M. Athias e Carlos França. Una donna di anni cinquantuno, n1orsicata da un cane clhe fu ulteriorn1cnte riconosciuto imn1une da rabbia (rjccrca dei corpi del Negri e inoculazione del bulbo negative), venne assoggettata Jo stesso giorno a Lr:.1ttan1ento antirabbico. Al quindicesimo giorno febbre, cefalea, astenia. Dopo otto giorni debolezza alle gambe, ritenzione di urine e di feci, quindi parallsi ascendente. Morte al quarantesimo giorno. Al sesto c all'ottavo giorno di n1alattia fu praticata P. L. e il liquor venne iniettato nella camera anteriore dell'occhio di tre conigli. Morirono sia questt che altri conigli inoculati con il bulbo .dci primi, con un periodo di incubazione breve e con sintomi esclusivatnente paralitici. N el rgr4 si ebbe il cnso di Kozewalof e altri ne seguirono di poi per fortuna non nun1crosi . Dagli studi del Ren1lingcr c del Koldajew e dai dati statistici raccolti dalla Sezione d 'igiene 1della Società delle Nazioni risu1ta che le complicanze vaccinali sono più frequ enti e più gravi nel trattamento con la diluizione che non in que1lo con l'cssiccan1ento. Ma i1 n1 etodo non è tutto. Secondo Re1nlinger è da temere il n1anifcHarsi della rnbbia di laboratorio quando una iniezione lacera i filetti ner_ vasi, ro.tnpe una guaina di Sdhwann e permette ad un cilindrasse di pescare


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in un ,emulsione virulenta o quando un altro qualsiasi caso disgraziato viene a portare l'iniezione a. contatto di. una tcr~inazione nervosa. Ma qon basta. E raro che 1n un Istituto un caso di rabbia di laboratorio rim.anga isolato, <c. Jam~is u_n sens d~ux o troi~ » (Remlinger). Si è quinJ: portati a domandarsi se 1l VIrus rabb1co non sia suscettibile di subire influenze ntinosferiche, climatiche, stagionali e passare così per periodi di attcnua?ione e di esacerbazione. Tutti gli autori, infine, insistono sulla predisposizione degli intellettuali c in particolare dei nJed]ci e dei veterinari. L'esan1e clinico ci pern1ctte di sospettare la natur~ rabbica degli accidenti, 1na la prova ci può essere fornita solo dai risultati della inoculazione del bulbo nel coniglio. Se viene . rnesso in evidenza il virus fisso, si è in diritto, nlalgrado r:tffern1azionc contrari:-. di :-tlC11ni, di fare diagnosi di rabbi:-. di laboratorio. 'fllttavia non setnprc l 'jnoculazionc basta per dist1nguere il virus .fisso tb alcuni vjr·us Ja strad:t. Nei casi dubbi t necessario ricorrere :tlla ricerca dci corpj del Ncgrj, dci noduli di B:-.bès, dci nodnli di Van Gehuchten e di ~~c · l is . .La rcrza evenienza clinica grave è data dagli accidenti paralitici, e dici:lJl10 t<.:rza evenienza, poichè essi non setnpre si possono identific:tre con la rabbia di laborntorio. P. Lcpin (1) li chiama << par~lysics clu trnitement )> . Vi distjnguiamo una forn1a acuta del tipo Landry che inizia, dal settirno all'ultimo giorno di tr:1ttan1ento, con debolezza, p:-.rcsi e quindi paralisi degli :1rti jn fcriori con disturbi sfi n terici. Nei cas! che s'avviano a1Pesito fatale, la paralisi guadagna progressiYan1ente le regioni alte del midollo e si estende al bulbo. Generalmente, però, si tratta d1 casi benigni nei quali j fenomeni regrediscono cd in qualche settjn1ana si ha la guarigione con1plcta. Solo raramente la paraplegia è di lung~ durata o diviene addirittura definitiva. i\.bbiamo inoltre delle forme subacute che rivestono il tipo della mielite dorsolombJrc e che si manifestano con paresi più o meno localizzate agli arti inferiori, dolori lancinanti, parestesie agli arti superiori, d.isturlili stìntcrici pjù o meno completi e segni di irritazione pjramidale. Queste insorgono nella seconda settimana del tra ttan1ento, mentre le forn1e benigne appaiono più tardi. Infine si possono verificare fanne neuriticlhc: paralisi dell'oculomotore, del facciale, neurite del radiale, del cubitale, dello sciatico, ecc. L'etiologia è molto discussa, ma sicuran1entc non è univoca. • Tre sono le possibilità: Io. - Si tratta di vera rJbbia dovuta al virus da strada inoculato dall,anin1ale 1norsicato1·e, cioè di una rabbia attenuata dal trattamento. ( t) C. Lcv:Hltti et P. Lcpine: L~J· ultrnt'Ìms der nwladies lwmairlt'J. -

P.m s, Lihr~i r1c ~Lllninc, 193R.


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tratta di rabbia di laboratorio dovuta al virus fisso inoculato per il trattamento ~tntirabbico. 3n - Non si tratta nè dell'uno nè d~ll_'altro .tna scmp_li~~n1ex:~c di fat~ morbosi dovuti ad una prcdisposizionc int~IvJdualc che, senstb~hzza 1 soggetti all'azione citotossjca della scstanz~ nervosa lnoculata nell organ1smo (Bock) (1). Alla pri1na possibilità si può pensare <.1ua_ndo le paralisi ~i. manifestano in individui che sono st~1ti 1norsicati da can1 sicuramente rabbrc1 e che sono stati assocracttati con ritardo :tl trattamento, alla seconda quando si .tnanifel tenore . l1a f·atto rtcono. stano in 00 soocrettì n1orsicati da cani che un u esame oè' scere in1muni da rabbia:- e alla terza quando il cane, che ha .morsicato, non è risultato rabbico ed il trattamento è stato praticato con vaccini uccjsi. Il Remlinger, che si è occupato molto dell'argomento,. è venuto alla conclusione che, eccezion f.1tta per qualche caso di paralisi determinata da vaccint n1orti, gli ~1ccidenti che insorgono ,durante il trattamento sono una questione di Yirus fisso :mche se terminano con la guarigione e se il risultJ t.o deli 'inoculazione è negativo. Nella grande maggioranza dei casi è da incriminare la virulenza del virus; ma oltre al metodo impiegato (attenua2ione insufficiente o progrc5sione troppo rapida nel trattamento) bisogna mettere in causa anche la scelta del ceppo. Remlinger, Palmovitch e Bailly (2) hanno infatti dimostrato che i virus di passaggio djfferiscono fra di loro quanto i virus da strada ed a fianco di virus fissi inoffensjvi esistono virus fissi c::tpaci di determinare con parbcolare frequenza, in condizioni sperimentali, accidenti paralitici. La clinica poi insegna che alcune categorie di persone (intellettuali, soggetti sottcpcsti a dannose influenze: alcool, cause reu.matizzanti, su per-lavoro) sono più degli altri vittime degli accidenti del trattamento. NellZI maggioranza dei casi la guarigione del malato non permette di risolvere il problema della patogenesi. Solo nei casi, fortunata.mente rari, che portano a morte, è possibile, con prelevamcnti fatti all'autopsia, individuare il virus incriminato (virus fisso o virus da strada). Iri quanto all3 frequenza deglj accidenti paralitici dalle statistiche delln S.D.N. si apprende quanto appresso: Su 524.258 trattati !Mc. Kendzik (3)l si sono avuti ror accidenti para· liti ci con 27 mortj, cioè in media un accidente su S.·191. L'importanza del metodo impiegato rjsulta dalle seguenti cifre: 2 n _ Si

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280.035 trattati, un accidente su 10.372 trattamenti. Vaccint vi{Jenti: r65. 796 trattati, I accidente su 2.632 trattamenti. '

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(l) H. ~od., Zhf. f. llakt. Ong., 1933, 129, 43· (2) R~.:mltngc.:r, . P:llmovllch c.:r fbilly: H C. R. Soc. dc 13iol. Il , 193 1, 107, (J) Mc. Kcnònck: Jl Uull. Trim. Org. H yg., S D.N li, 1935 , 4, 777.

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Il .rjsc1Jio, . .lJUindi, . . ' è CJUattro volte più grande con non con 1 vaccJnJ uccJSl.

vacc1n1 viventi che

~perian;o su. un cas~ ~1) che ~i è. sembrato di particolare interesse per la rar1ta dell eventenza chruca e soprattutto per la sua forma polineuritica. Esso è stato preceduto da un altro caso a tjpo prevalentemente "iuielitico che si è manifestato anch'esso gualche anno fa in Albania con vaccino dello stesso Istituto (Stefanuttj). S. T. di ann~ 37, contadino, coniugato. Il padre morì per m alattia carcliaca, un fraterl.lo per febbre lifo1d~ un altro fratello per malattia irnprecis~ta . La madre, n'c soreiJeJ due fratel:i, la moglie e 5 .fig]1 godono buoca salute. La m oglie n on ha mai avuto' aborti. Il p. nega lues e malattie veneree. Beveva da due a qua:tro Jjtri di vino al giorno fino al maggio 1940; da tale epoca a1 lugl:o 1942 beveva ~~ litro al giorno . In seguito ha. smesso completamente di bere. Fumava 5 sigari a l giorno; daH'aprile 1942 ha smesso di fumare. In passato, non ha sofferto malattje d'importanza. In Albania dal maggio 1940, ha prestato servizio come carabirtiere a IZa\ ajo do,, e è stato sempre bene. Non si è assoggettato alla profilas.c..i ruujm::~larica . .:\"el maggio 1942 gli fu praticata la vaccinazione antitifica. Il 10 ottobre 1942, mentre era di servjzio di pattugli2., fu m orsica to da un cane randagio che gli si era avventato improvvisamente conrro. Dopo ave:lo mcrsica to, j J cane s.i: aLlontanò con fare minaccioso, ma senza darsi rtlla fuga. It can:.:: .n1J n fu ca:-rurato. Il paziente fu ricoverato aH'ospedale milirare di T irafl..a e ~soggetroto al trattamento antirabbico secondo1 jJ metodo Puntooi (5 cc. di emulsione a! 6\. di cervello e ili midollo spinal·e in acqua feoricata all'I ~~). 11 25 ottobre, dopo la 1411 iniezione, cominciò ad a:v-.;·ertire senso di i ntormentin1ento alla mano e all'avambraccio S., fino al gomito. La martina ~eguente ::n·,:ertì la stessa sensazione a tutto l'arto ju.feriore del:o stesso lato e la sern agli arti. ciel laro D . Se guì clebo~ezza agli arti, s,~nso di stanchezza alla regione do; so-lombare ed alle spal1e 1 ~enso eli freddo dalle ginocchia in giù ed imposs.ibilict di muovere !e dita. D opo altri tre giorni compan•ero do1ori ~ue spalle, alle regioni posteriori delle cOS'ce e ai polpacci 1 non intensi, ma continui, superficia ~i, riferiti dal p. alla pel~e, ùolori che si es:tcerbJ\:Jn o con ~ movimenti. Di tanto• in t a.ru:ot fitre do~o!l" asiss=n1e ai polpacci: <' sembrava che bnlpeggiasse )), dice il paziente. Le mass.~ muscola ri degli arti presto clim.inuirono di vo!ume . Mancò comp:eran1ente qualsiasi disturbo a carico deg:.i slìnteri e della sfera sessua le. lVI ai febbre . St:Hus dopo 15 giorni dalrjnizio della malattiJ: Si'stema nervoso. Integri i• nervi cranici . :Nfani aJ a rtiglio. lporro-fia diffusa de gli ani ::;upcriori e degli arti inferiori, più spiccata ~gli av~1br~ccit :~Ue n1an i, alb !--rarnba D. ed ai pi edj. ... La superficie posteriore degl i avan1bracci è spianata cun Lieve ay\·n.Han1ento nelln parte nl<:tlia . Sul lato dorsale d elle n1anj, gli spazi inteross~i sono alqua nto jnfoss~ni ed i tendini spiccano' in rllievo sotto In cute. Il p:~ln1o delle mani è avvallato. Jufossati sono anche gii spazi interossci dci piecli . sul lato dorsale dove i tendini esten~ori si delineano ~otto la cute. Gli artj superiori pos~ono e~se re solle\'ati a stento fino n!b linea orizzontaìe sohunente in avanti, ma non in fuori nè indietro: evidente l'azione suppletivn del tr3pe?Jo e dci fa s-ci dave~ri del grande pettor:-~l c che si vedono contrarre energicamente. I n1o\·in1cntì di flessione (1 ) Il cnso è ... l~lto presentato da V. Dt L,nirLnt ì nclb ' Urunu Mm ~olini ,. di Tir:ma del 13 tlicembrc I~-rJ..

Riunione

Clctlll1Ìca ù ell'ospt'd:1le ci···ilc


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dd le ultime <.jl!..ll tro uita ~ono molto Jj mila Li; quac,.j aboliti .!:00 0 i _n1o dm: nt! d~ t:Ste..~­ r;jonc delle ultime falangi e i mo\'i menti di ad d uno ne t: dJ abduz1one . Ltmltatt anche 1 \ 3ri movimenti Jel pollice hilater:Jmentc. . . . . . A c:trico dcg~i arli inferiori troviamo . pcrdlla d~1 .m~v1n;ent1 dt C-~t:!~"ione, di 3dùuzione c tli abduzione delle dita dd p1edi nonche hmnaz1one del mov1mcnto di abduzione c.Id piede D.; jl p. non ~ in grado di pa~Jare ~lalb po~iz1on e ~upin.'! a queHJ ::redula (jul ltt to sent a :.UutLrr~ i con g:i arti supenon. Puo tt·nerc b ~tta 7..tone eretta per br~\ issin10 lCillJiO: dopo t]U:tlche minuto è rn.SO Ja liCH!:O eh ~,tan che7.Za , ipcre1tr:: nd~ l'.uto S. c r~, ripo~~trc :;u di (.!«;'.C) il pc:'1 o dd corp(J, C:-tmn·llna cur vo, U Ht le gambe al. (l u.111to divaricate c con pas'to incerto, fl cu t or:~ vcr·~n dc.!l.tra cJr,, vt. n '> s•ni Hra il t r o nCfJ. Gli o~ t r:o tenuinej r.upcrjori, glj :H.Idomin:ll; lolo nd quadr~HJ'i .. u1u·riori c i cr · Jll J~ terki ~ 110 pr<~'>('11ti , m:t deboli. 'forpjclj C :tr,jllllll( lrj r.i , S ... • f) ., j p:H dlari, :tflty; j l :~I l :-Jchillei. La comprc'> 'l ion<' d< 1 t ront hi pt:rikrtd dq~li ,11Li ric·~.n do' ou~ ·.i , irn.r. l , ,:.~ mi ,.H.• Lo mpru~~i one ~ouo :-~ n c ht: lt· IIHt 't';C' mu•.col:tri dt•t polp:tCI i r! dt:lb tt:f~ ICJitr .un <attr r•• ~l,·ll .l l O~ia JJ. All'es~ IIIH ' dcll.t •,t ll ·,ibiliL:t ohi<'lll V,t di< viHIIHJ : iiJtH·:,I( ·:li:J t.111d•·, t ~ 1tt1t•.t ,. dc, Jorific:t nei tc-rritoJ J ('11lane i clell'n •.cc·llan:1 dd t•ndia l(!, rlf ll'ul11 ,111, ''t· l "" da,m,,, d• l l'i!co ipoga!.trko ('del pl.ullnrc: •l:tt(Jdlr! hil .ll(:JalnH·ni J', /',o1 w d1 'I H H "'tt t·~ t.t · ul1,1 u\ cl d lo c,pa%io i IIL<'r•,c.tpob re, d<'l nv·~,og.r•.tr ico , d«•ll( liti t h ht lperl'.'ìlc ìia ~+ull:! fat.ria int erna ddk ,l',.HHih · !tl,t .1 dt •.ll.t ~ lu• ,, 'it u .l,,t~ , /ppantto reJpiratorio. ' ronu-r~ .tppi.tttito in \{' ll ~,o .\llt • 1n •.H"l HHì. ' li H IIt t H t U • con ioss<.~ anatomidte e ~.p.t 1 Ì iut< H(J '.tnli t' \'Ìdt ' I\IÌ t• ,,nr.ulo di 1 oli h p "" :'f1.1fi H\ :s; tr.p.tnùc ritmic.tmc:lltt cd eg ualnwr1t<' d'.tmhu i l.lli . .\Ha I IT' l~o \I'•··Ìnl\t , t~ b ·'l''' 1 t il 1r111 gme inft•riorc dd polmoni ri•atll :1oo in Htnit\ norm:t\l. ~;\ldtHl ph···"h n " ' \II H jiH , lttnn, murmun! \t:~c irubr<: <.:on•,t•rv.tto in ltttlo \';unhilo . .1p /WJ etio • tJrdiot tf !"c O, t/J't' ltlo punt aie vi •.ihd(• t ' l'·dp.,b\h .d qui lll 11 !·l'·' •t11 ,l\ l' lll terno dvll 'cmic:b \C ,IJ (', do \ t• ,on l.t pt~rl' \l'•'• iOil<" ' ' t klllHÌtl l"t , lf \ 1\lÌl .'t tnlt' IÌOi c ,hll'ot Hl',a :t ca1 di.tc.l. Limiti •. upt 'l i m c S. .tl tcr:~ n "}M/ Ìo .;ull.t p.tr.t,tt't n.tlt' ~ ·' l ) 11011 o ~ tn p.t·····• b margiuo\lCtn.J!, .. Il l :t\ Llo f t t roc,tern.t 1c olt r c p .t!'-'\,t ·'PI'~·n .t la l\\ , \1 gi uo-.tt tn,tlt: hilatt r:~l m e lltf!, Tom ll<'tlÌ i11 tutti i focol.ti, dw pern1 ~tng, Hltl tah .tndH· dopo ~lur 1 i dp<.·tud d.t p~irtt~ d'd p.rl..icntt.·. L'.tnrl.l '\) p.dp.t •tppc u ~t al ght t~ul o . Pol-.u I.u.l1.th· non duro. tittnko, un po' piccolo : Ho .tl m' itt pn,i·1iont• ~u htl.t, H1 .ti tn' in f10 \ Ì i t0llt..~ t rcll.t , Pa t.~~c; io m a rtl!tJ O')J (Hiva-Rnu: i) 1 10 P. ~lX ; Ho p. nm .. .·J ddo m~· . l )j fon11.1 t• ' olunw not m.di, trau.thìl, e inJo~cnt e ~ u tutti i qu ~tdr.tnlÌ. No n gorgoglio ilc:o C• '( d,., ~0 11 1n , t '1:,l' .th 'lormi . No n ~~gni di ,·c:r ... amLnto libero. Q,·gani ip(}(.. o!l drit"i Ft.g.Hq i1. ,dt o .ti \' sp:1:tio ~ ull ' cmicl.t\ c.trc, in bas~o ~i p:1lp.1 ali'J rL ~tUl 11Li pro.londi .ttl l dd n."'[llfo. i'vfil t .l in .tito all'8° sp:tzio sull'ascellare mcclin, in b;1 •.~ •,i p.tl pJ uu dito llOtlo l'.tn:.lt .l, di con._l, tcnz:t aum e nt:lt ~l , iuJolente. E 1ame ,u·t·hiv . \ru mnc . .i, l ll(~t'7 Ì diott rici e fondo ocu.bre normali. V = Ioj 1o. F flimc ;,;,}i,Hc v t•il o TOJti( r:. !'Iuil., di note,·olc ~ c:1rico dcll':-tppar:Ho respirntorio. L\mrt.l a'llt!lldt•ntc t'. lt l:l .ir:1 1· vi\ .1nw nt,· pul -,.mtc. C tt llt'. Albunttll.l t' gluuJ"tr' ,t o,•.u llt . Sangue; n li\. t:JnÌ.l n,Ho pt•r m ili\., ,t/Olt lllÌ.l O , ~/) pl'r mille.: . W.l' !)( nn ~IIUl: ncg.lti va; \V.! c. erm.!.IH I d()po rb lll\ a ~ionf': nc·g.lti \'.t. Liqu or: :to,pt·tto dl ncqun di roccia. :tlbu fì u ' .1 ,,,--:,7 r t:r mill e ~ P.llld; lievf;n wttk poo.,ui va; \Va ... -;ermrtnn n c.:gativ ~·~ citometrin I:! t}' r 1ntì.tl .• n }l. iu kllUIO a lett o t• rouor.(J!)to nd in W.II Olll di vitamin a c. di ."'Lricnin.l. Dopo circ l Uh rnv.•~ t• mt.'l no •.i cbbt· un fH 1tt vale rniglior ,mwn lo, ~.comp.1rvcro i dolori, l.t motilh.J si r1!•:ic.r ht ' .iLh..t I .JJ17~, LL ,,en ... ihilit.t rkornp.tn ( .tgli .trt i inftriori. 11 p. potcvn alzm'.i, L•.~hli'! 1l1 ' • •• 1 d.•. •,f; )o, :.cr11~ •,t:\ lh.:.u·•,ì, LOil l \ f.11.i lit a dt·i primi giorni, potcv.t f!cttcn: ~t· ,ltt.l_ t Ju tEI ·!c, fu ·.gontl.t 1.11o in P.ltri .t cn n l.t Nnvt· Chpc:d :tl ~ ( t4 tl! cc·ml>re ltJ42) pc: t'sl· ..,c~-•. 111, l • l· t.tnt .IIL'l.i• d< ~li ·tLltill, t, Pi potOl u,t d t!~l 1 .1rti. 1. 1 dc.tmuui,J7iOJlt' :tlqu;uHn 1

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òiftìcolt:lt<l, l'ipotrotl~ lÌlifus.t, l'il'ot.~tu.ia !<: Uil.t Llll < dd nn 'log,1 ~., ~ fio, c..klla l ~u1 unt in.er~capolarf". dd le natie h~ c dei terri ton dcll'ih.· o~ ipog.l&l.r·k'l t: c'k; p:.tnt.tr . 1rt~;.,!c .

Con Jo stesso Yac..:ino furono trattate ..tltrc tre persone. due untnin i cd una donnLt, n1ors.icati, pare. Jallo ~tesso cane c fur ono diincssi dnll 'Ospedale Ci,·ilc in perfetta salutr. Anche llllcsto fatto c1 induce a chiederci se qualche ,thro f. ttHJfC etiologico p(1~S,\ tsscre 1n\"ocato nel nostro caso. LJ htts srrnbr.t pc ter.fli <:~çlud cr<.\ null(t p~1 rla per essa nclr.uu:u.llncsi per1 StHh1 k~ c f,un1~li41It:, la R. '\ • <.. stata nrgdtiva sia prin1a rhc dopo ri.tttlv;l . :tinnc t~d ~ ~t.tt~t ra~g . 1tÌ\'.l an.:ht' nel liqunr. 1.-t· C'c.tll"t n u n1a ti••:,. .tn ti ~ono tnanc.ttl~ c01n ph' t 1nlen le~ la n1.datlia è in i/, aEt~ dapr~ j5 gi(lfl U di ncdv T,) in <.)spcdnlc: pt itna del ricovero il p. non r,t d r.~

rspt1! h .l f n dd n utn idn. l ~t> 'HUUIH Jn.d.lttic infettive ~u:ut c non P~'SSt1tlO \'l'nire incrin1i natc in

l!.' lll. tl1l df ;t pt•t,~int' t. rc~hhrf ', ~ tsr 111 •.( .HJ nepp11rc < '-~ (·n· ,·hi:,tn.tti in l'.llt"ìa il di.thclc, b gottd, 1a ru . 1 L-er~.r ~ rui « ''" o!r c;i, l'< l.l :.(n il e, l >c't ~~ ~ss Ìt i r'MU~r ni fÌ,! UJ\l solo f'alcrol. ~t , f. d~ Uh p.u dt·t l .. ul.in J l \( lte l nu lu per l' ahbnnda nz.a e ln bontà dei niHa vuu . r Zc~Hr t Dt,L tHt.t p :11lt ('i ·~ cnthJ.t lf\llt'g,tbil c il n1pporto delln poJi... rH u d~r· l~! -v,u;;« HflP rJ~ pt1 1f uct i·.~ l~ d.tll'.dlt',t nnn ri ~w nti~un o a utorizz~.HÌ a d. rr.. ~~ .•~ unp >nJr z.1 ,d J' uAflt WIJ Z.I dcll'.d. Poi. L'ipo•, snight rr G.: for'1<! 'ltwlh1 di .l llltT!Ctt<'rc :;i.t l,uno dw l'nltro fc.tth S't' .~~ V,tCL !~~t .~vr:& ~~UO '•li Urt ,ti prctl i•i jJCt'; l/ it l!H- lltdi vidu.tft' Cl'<\tta dal1',\lcco1. r,c

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l NOSTRJ PRJG!ONIERI NEL SUD AFRICA • Con1c not t;L\tt,munl; i J. rihronifri i L~ L'!JI ~ i un d•, tll a (J rr:~ ndllHt d1t· H ru!(,n ne Hn L. Blun1h:rgh, dhctton.: flci ennzi ·utit ~uj dt l t m1pn d t Zot~tkn \\. ~1t c r, t,l ~.ul tmnamento u~•.no d.1ib graude n.a. ...,, di f i1 1 'l ' ! l, i~ri il.dt.tlli r,a·<o 11i 111 q11d r.w,p-<• dt.:l lont.mo Su~.l Afril.t. U.!!b r l,IJit niv.1 e ~ r.~li. 1Hnt: si t le •.',II1 t) .wcoru t m l \'"t.hr~ q u~ l'c ~1mp.1tiche doti. O\'unquc .ttferm ..Hl i, dd un 'rr ·old ..tto, o. ia rh ! fll)p< 'o it 1ti.1l t~': gr, nd.' ~. piri to di ad::nwbdiù. 'in:\ H>! '"i' t' '-1 , im 41:i.. H i ~d f: ft'n~ :-tl it ?~ nd rhn:\ t:l .: nn t 1 proh.t mi crc ..HllÌo dal nufb le pns~ihi:hà di \~t.~. H rol Hl uwlwr~ tO.,Ì LUJI\. lud~"' d ~.up ~t rth.ll!o ~ " L'Unione p-uò cs~ere orgngE•.r ~1 per quaHtn l.· riw,Lit.. 3 f.tre J h umnrri tariu .jl'{ t i pri t-,rioni ~ ri. Un centinail). dì n11t.)a· ..1 di pn!~!on1e ti \t nrt •'fl) 111. 1 nn..,t rP pJr·~ co1Pc: n,·m !, J . ma ritorn. uono in Itatin gr.nn.. knu nu :u,ìkt dt.: Sud . \ frk~ t " (,th;l,, Hh l"tt.l l h•;1h .1nd ~lt·dc-ti nc: "• Sunth Afrit:·rl. n ~ ~ .tgn..,tn l*J 1h). ·-.,...r--- --- - ··---~

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OSPJ• DJ\LE MILITARE PRINCIPALE DJ RO:\(A ni nuorc.· · Col. II!Ccl. prof. CrHHIAUJ~IJ G r ~Ct"JLIDF.

METILGUANICILE E TRIMETILGUANICILE 'J l" ll . cf d. eh un . farrn . in '•·P·t..· duu .

LrJILf .... L.tJ

C:t I' HlHII.

d1rctron.; ddl ;~ I·.um ,wr.t , . _....- .. _...,._.

__

Il Bchrend, diversi anni :tddictro, pubhlju~' una n1 crnnria "Sulla r:on.. de nsa::ionc dei corpi del grnpp o d't· l!' 11 rt:a con ettre ace/ace! i co '' in fnndo alla qu~tl e diceva sctnpliccnlcntc t hc, .nH.: ttcndo a rk:ulcre per .tlcuu . f.ì tt• ·.n. luzioni alcooliche eli ca rbon:tlo eli ~~u.IJlidill a cd c H·r c: ;W<' l;t( c:tko, ·,i ntri c~ nr• ura con1posto Cn i·I7N ·~C) armlogo nl lll<'tilllt :1< ile· l) , N on rni risulta che gli r. tudi del Hcluc·nd },i.tllo c: t.llt contin tt,t U d.t lui o d:-~ altri c, sicco.tllc l 'aul orr non clr~:c rivc ti H~ qu .ddu· P"'P' wt.1 dl 1 l t' ltU ,llt ) cotnposto, nè parla di alcun suo derivato, ritengo, JWtt.lltt, ,, non lllUtdf• rif,· rire i risu ltatj di alcune 1111 e 11 CCT r hc al rigu ;u·du. (r

1

l. - METLLGUt\ N l C IL E.

Ri<lcaldando in ~tppa rcrchio .l rk~tdt· tc al\.t lt'nlpt' t.lltlt\ t dt 1 .;o ·l')o", per 3lcunc o n ·, del carbonato di gu:t nldin,t (Ull un lcggetu t'<:L~ < s~o di clt't<· ,tt"t· t,t ceti eu, si ha svolgi tncn to d i (~ l> :.: c n d pa l\un n no rest~\ nn,t tn,tssa snlida, btc.lnca, an1 orLt, bagn.tt t da \l' cccessp ·d i etere a lqu.111 tn Cl )lor,llO. La rC'aziutH' avvicnt' dd pari ~t: i c""~gl iendo l'etere ,.cctac~tico in ,tlcool, so~i p e n<.l c nduvi il c.trhonalo di guan id1n ~t iin anH.'ntc poh·c ralo c riscaldando :t b.tgno 1nan .t. Anche in qt~t s tu c tso il liL1uido si colora .dquanto in rossiccio c si otl iene ~ u l l c p.t ret i del p.1ll o ne una eros ta ~ un or fa~ bianca, insolubile quasi conlpl ctarncnt r n eli 'a lco(;l. 'T~tnl o

nell'uno che ncll',tltro raso, la .tnassa atnorfa viene lavata con alcool per ~sporta re l'etere ~tcct:lCc tico che la bagna; la si fa quindi disciogUer~ ca Il' ae<.Ju:t boli e nte, don Je col raflrcddanl cn t o si riotticnc cristallizzata in bet cristallini acicu l.1rj, hi,tnd u, spl endenti, che sì r.lggruppano in forme arborcscen ti. Asciu gata fr~t c.t r t.l c poi 'i te ca t.1 nel vuoto, sopra aci do sol fori co, d n divcr\C sue an:1 lisi ho ntten uto i ~eoh u enti ri s ult:-~ ti ·. I. - C~r. o,461o di snc;tan za , bruci:-~ti con ossido Ji ra1nc, hanno cttto g r. o,:2290 I--IuO c gr. D,Hr6s co.! ; c qu indi: H ~.'c, i

-.;: 5,')2

c . ( l"

::..::

u 8 '·lo,::?.

[L ~ (;r. o,i ~72 ùj dcun c;nlltanza, egual n1cn te trattlti, d i cd ero: bo l" • o , ..,..,85 -I-L(J e gr. (J,7778 (:() .!;e lJllindi:

r-I ·:-:·, ·=-.; 5,8 r


;rr III. - Gr. o,3r8o di sostanza furono trattati col tnctùdo \ViU e \Vnrncn.. rrapp: l'amn1~niacn SYoltasi fu futt~ Octssot·hirc da r.o cn1c. sol. N. di ILSO,; accorsero posoa eme. 2,5 soluz. N. di KOI--1 p·er ncutr~tlizz.arc cotuplet~u 1 cnt(: racido; si ha quind! NH.r forn1alasi gr. o, I275 corrispondente a gr. Ot f O)O ~J . ": c1oe ~ <"\~

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33,02

I\ . - (n·. o. 4252 di so t . tn~~'' ' tr. tttati conH' sopra hanno dato gr. o,r666 ~H.l , cordspLndenti ..1 gr. n,t 'i7..! N; ~.:ioè: N ,) _ ~ ~ ......,<>. ll

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,. bt~drtr~d,l ,,H.!'' ,utuzi~ '"" d, ll.t gtltniditw , al nHrdu di ,1g irc dcll 'ctt~ re acl'tat r ur ~ r.~ l ,lfif prt, "' t. ~, chr· i n npp n ·:'JO dt~~~~ri\ < 'l't), dc·l t ltTi'v\t to., u1i pare e\' idt utc , · J v~ gli P'"~u ta f,irr u~da dj co,l. lllllitll lt· l

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zni f ,t ', t'U1 lJr,u (' fl ' lll ll\ t l c· pntponc per f''~~ìo cornp(htO il nuJTu.: di nu·ttlgfl,liJÙ"th·. ..

H n1t tilgu~tni(alc è ptJco sol ubile Art alcool bulJcntc, qLutJi .dLttto nel frcd.,. do; così pure ln etere, benzirua, dornfor.r n in~ dj\;r rctn nn nte ,t.toluhilr i !Cll 'ne.. quu bollente, pcco nella fn.:dd~t, ha n:azi(Hlc l eggc·t~n1cnte :dcaltnd. H.t!lCdlddt(• :.~ tiepido calore su l:Jnlina (.h platino si nubi Ìlll:t q u~P;i c0111 pl(,tuncn tt', senz,1 fond ere, dando fumi bianchi sin1ih ,ti s~dc ~l nHn nnirc): Ìltnalz,utdo l.t tenlpcri.ltUr3 fonde dapprin1a in liquiJo trrnhraceCJ, t hc poi si Lt più SL' ttro e può ;an . . che bruciare con fiamtun fuligtnet\a. Rist&ddato jn tubicino s'itnhruni~:at· vcrso 1 160-270°, m entre anche qui in parlt! si sub]itna, e poi fonde nctt11nrnte in un liquido bruno ai 292-294'~, ron con1plcrn ùccon1posiz.ione; cnl r:1firt'ddan1cn to il liquido del tu bici no da luogo .l cl una rnassn bruna anlllrLt. Il metil& ru nn1cilc si scioglie bt nic;sitno a c..tldo ill una sulu?iont' illll11lf>-uincn le c col rn ffrcJdatnen t n ricrh ta llizz 1 i n bei cri sta 11 i pri~nl.ltil i, O'lt.tntc...


51:2 mente più grandi e più belli di quelli che. si o~teng?no dal.} a sua soluzio~c acquosa. Questa costante differenza nella cnstalhzz~ztonc 1111 fec~ c:ederc 1~ sul principio dhe si trattasse di un suo sale atnrr~ont~; .r~a .dovett1 ncredermt per come 1ni hanno mostrato le seguenti determtnaztonl: I. _ Grv 0,3728 di detta sostanza, secca nel vuoto, br~cia.ti con ossido di rame, mi diedero gr. o,1955 H:.! O e gr. o,6585 CO!!; e qutndJ: H ~.,6 = 5,8:2 c ·J~ = 48,17 II. - Gr. 0,4403 di sostanz3 trattati col n1etodo Kjeldahl mi diedero gr. 0,1734 NH:~ corrispondenti a gr. 0,14:28 N; e quindi: N ·;s = 32,43 III. _ Gr. o,55'J2 di sostanza, sen1pre seccata nel vuoto, col metodo Will e Warrentrapp diedero gr. 0,2220 NH3, corrispondenti a gr. 0,182 N; quindi: N % = 32,96 Questi dati mostrano che la sostanza analizzata è se.1.11pre il Jnctilguanicile e non il suo sale ammonico Cs Hr N:~ O. NH:~, H quale vorrebbe: C ?~ = 42,25 H ~lo = 7,04 N % = 39,43 Il metilguanicile è anche solubilissimo nelle soluzio'ui alcooliche di potassa e di soda e dà in questi casi i rispettivi sali potassico e sadico. Il sale sodlicotJ con l'evaporazione dell'alcool, si presenta in n1assa bianca, sfogliacea, cosparso di squamettine l-ucenti. Gr. o,2188 di sale sadico, calcinati in crog1uolo di platino e quindi trattati con HNO:~ ed H !! SO., hanno dato gr. o,ro65 N a!! SO .t corrispondenti a Na!! S0.1 rX> = 40,22. La teoria per c ~ Hc N a NJ O vuole: N a:! SO., ~~~ = 48,29. Il metilguanicile si discioglie benissimo negli acidi e da queste soluzioni si possono ottenere cristallizzati i rispettivi sali. Il suo cl'o,ridrato Cs H1 N:J ·0 . HCl cristallizza, con la evaporazione nel vuoto, in belli e lunghi aghi, bianchi, che prendono aspetto arborescente, come il cloruro ammonico. . Dal cloridrato ho preparato il cloro·platinato: alla soluzione acquosa del cloridrato (che è quasi insolubile nell'alcool) ho aggiunto una soluzione alcoolica di PtCl.1: il liquido è restato limpido, senza manifestazione alcuna precipitato; evaporo a b.rn., e quando si è raggiunta una discreta concentrazione, lascio raffreddare lentamente; così si ottengono dei bellissimi romboedri di colore rosso pallido: qualcuno di questi cristalli ha delle dimensioni da 3 a 4 n1illimetri. Continuando a concentrare a b.m . .fino quasi a secchezza, una parte .del cloroplatinato si riduce, ottenendo così sulla capsula uno strato bruno. Il cloroplatinato di metilguanicile è insolubile nella miscela ·d] alcool ed etere c ciò può servire per separarlo dall'eccesso di PtCL impiegato . . I: - ·Gr. o,6052 di metilguanicile, disciolti pr.ima nella tninor quantità poss1b1lc. di H Cl, c pasci ::t addizionati d1 PtCL, vennero trattati c0111e sopra.

9i


.

r~ccolto il cloroplatinato su filtro, tarato e lavato con alcool ed etere findhè

questi passano incolori, mi hanno dato gr. 1,2543 di cloroplatinato, cdrrispondenti al 207,25 ~~ ; mentre la teoria prevede che Cs H1 N 3 O deve dare il 264,80~~ di cloroplatinato. ques~ rilevantjssirna d~fferenza è dovuta al fatto suaccennato della parziale rid\lztone del cloroplatmato. Che il cloroplatinato jn esame abbi:t la composizione voluta dalla teoria è messo fuor di dubbio dalla seguente determinazione: II. - Gr. 0,7728 .di detto cloroplatinato (ottenuto sciogliendo i più bei cristalli) vennero calcinati e diedero gr. 0,2310 di platino; cioè: Pt ~~:, = 29,89. La teoria per PtCL . 2 (Cs H1 N:~ O. H Cl) vuole; Pt ~~ = 29,76. Supponendo che la parziale riduzione potesse provenire dal riscaldamento, ne ho preparato dell'altro, evaporando lentamente la soluzione nel vuoto, sopra H:~ SO.,; ma anche qui, allorquando la soluzione raggiungeva una certa concentrazione, ho osservato parziale riduzione; infatti: III. _ Gr. 0,2792 di metilguanicile, ricristallizzato dalla sua soluzione amrnon.iacale, trattati con HCl e poi con PtCl1, nel vuoto, e determinando con le dovute precauzioni il cloroplatinato, me ne hanno dato solt;:tnto gr. o,6474 corrispondente al 231,91 %. IV. - Gr.. o,II88 di tale cloroplatinato, calcinati, diedero gr. 0,0358 Pt; cioè: Pt 0tb = 29,28. Da queste ultime ~determinazioni si vede chiaro c'he nel vuoto si decompone una minor quantità di cloroplatinato; ed inoltre si ha una riconferma che ,dalla sua soluzione ammoniacale è sempre il metilguanicile a ricristallizzare e non già il suo sale ammonico, il quale. darebbe un cloroplatinato PtCl.t 2 (C.j H; NJ O. NH3. HCl) che vuole Pt ~;~, = :18,3o. Il fornziato di m·etilguaniDi!e C:; Hi N 3 O. CH:! O!! si ottiene scjog1iendo a b.m. la base nell'acjdo diluito e concena·ando la soluzione: si ottiene così cristallizzato in begli aghetti bianchi, quasi sempre aggruppati a croce; desso è facilmente solubile nel] 'acqua calda e discretamente anche in :ùcoo1 caldo. I. _ Gr. 0,2423 di formiato, bruciati, diedero gr. 0.1205 H !! O e gr. 3755 C02 e quindi H % = 5,94 C ~b = 42,26. II. - Gr. o,28o3 di formiato furono trattati col metodo KjelJilil; INH3 svoltasi fu fatta assorbire da IO eme. sol. N dj H1Cl e quindi accorsero per neutralizzare l 'acido eme. 5 sol. N di NaOH. Si ha quindi NH , svolt.t = gr. o,o8s, corrispondente a gr. o,o7o N; quindi: N ?~ = 24,97. Inoltre aggjungendo allo stesso liquido, contenente NaCl e NH,, Cl, del don1ro di platino, con le dovute cautele ne ottenn.i jl cloroplatinatb di ammonio, che raccolto, lavato e calcinato, diede gr. 0,4874 Pt, che rapportati alla quantità di sostanza j1npiegata danno N ~.yl - 24,72. N n'.' Si ha quindi: eu~~ H 0 ,J 24,84 (media) T·rovato 42,26 5,94 Calcobto per Cr. Hj N a O. ·CH:! 0:! -f2,Io 5,26 24,s6


Ho disciolto gr. 0,1888 di tale formiato nell'acqua, vi ho aggiunto della fenolftaleina ed ho visto clhe accorsero eme. rr di sol. N NaOH per rendere IO

appena sensibile la colorazione rosea del reattivo calorimetrico; il che coro/r, = 26,90. . risponde a CH:! 0:! % = 26,8o; la teoria. vuoi_c ~H!! Riscaldando il forrni:.1 to alla stufa, 1 suo1 cnstalh Sl appannano· e Vl ha perdita; infatti: I. _ Gr. 0,1862 di forn1iato secco nel vuoto, riscaldati a 125° in corrente d•aria calda, dopo un'ora circa avevano perduto gr. 0,0234, cioè il 12,56%; dopo 2 o 3 ore avevamo perduto gr. o,o462, cioè il 24,82 % ;

?:!.

II. - Gr. 0,7528 di for.t11iato secco nel vuoto, riscaldati alla stufa a 125°, dopo 4 ore perdcttero gr. 0,2046, pari al 27,18%. . Pare quindi che a 125 il formiato si dissoci i in CI-I:! 0:! c C(j I-Ir N:• O: questa deduzione viene anche confern1ata dal fatto, che il p un to eli (usi one (l cl forrrua to, riscaldato a 125", non è diverso da quello del n1ctilgtt:1nicilc. Ritornerò su questo punto. L'acetato di metilguanicile c5 H7 N3 o. 1 CI-I.l o!! si ottiene analogalnente al fonniato, e si raggruppa sempre in m~:nnmclloni apparcntcn1cntc amorfi, sia che si faccia concentrare la sua soluzione a b.n1., sia nel vuoto; all'aria s] mantiene un1ido. Gr. 1,1422 di ~cetato secco nel vuoto, riscaldati per pitl ore a 140°, non hanno perduto più di gr. o,o458. Perdita % = 4,01. Si vede quindi che nel caso dell'acetato la decomposizione pirogenica deve avverarsi in senso diverso che quello che avviene pel formiato. Messo in tubicino da saggio, l'acetato a 240° comincia ad ingiallire; a 270° è bruno e quasi completamente decomposto; a 280°-285° è fuso completa.mente e si vedono svolgere nell'interno del tubicino delle bollicine gassose. Anche guj una parte della sostanza sublima. 11

II. - TRIMETILGUANICILE .

Ho messo a riscaldare per 2 o 3 ore in tubi dhiusi, alla temperatura di 130°-140°, parti equimolecolari di metilgnanicile e CH:J in presenza di Ùn eccesso di alcool metilico. Col raffredda.mento si ottiene nel tubo una massa bianca bitorzolata e l 'alcool m etilico è alquanto colorato in roseo, per la presenza di piccole quantità di iodo libero. Separo . per decantazione e sciolgo in acgtJa bollente l'io d, drato di ttùnetilgttanicile; col raffreddamento cristallizza in bellissimi aglhi setacei, splendenti, che fondo a 219°-220° in liquido bruno.

I. - Gr. 0,1942 di questo iodi,drato !hanno dato col n1etodo di Carius gt. 0,1625 Agl; quindi I % - 45,46 La teoria per C~~ H:; (CHa):! N :1 O. · Hl vuole I o/r> = 45,19.


Questo iodidrato sciolto in acqua calda, dove è solubilissimo, e trattato con soluzione diluita di potassa, col raffreddamento lascia cristallizzare in bellissimi aghetti, che si raggruppano sempre a foggia di piumini, il uitnetilgttanicile. Raccolto e lavato con ncgua fino a completa asport::tzione dell'alcali, l'ho fatto ricristallizzare dalralcool bollente, dove il trin1etilguanicile si di.sr.joglie in molto maggior quantità che il metilguanicilc. Il trimetilderivato fonde a 320° in liquido bruno ed incomincia ad ingiallirsi per incipiente decomposizione appena ai 300°. Però anche qui la 1n:1ggior quantità di sostanza si sublima nel tubicjno, ed il liquido bruno fuso col raffreddan1ento si vede cosparso di cristallini lucenti. L'analisi mi ha dato i seguenti risultati: I. - Gr. 0,1604 di sostan~1 diedero gr. O,II32 H 2 o e gr. 0,3198 co!l

e g ujndi: I-I 'X) = 7,85 C (~{, = 5-l,3 7· Il. _ Gr. o,r904 di sostanza d iedero gr. o, 1308 H 2 O e gr. 0,3788 CO, c; lJllindi: I-I '}(, = 7,63 C % = 54,24. III. - Gr. o,o84o di sostanza, tratt~ti col metodo I{tjelda!hl_, hanno svolto gr. o,o285 tdi NHa corrjspondente a 0,0231 N; e quindi: N ~~ = 27,50. }

Trovato J

I rt rt

C o')h 54,37 54,''4 54,90

Ho· 7,85 l)

6

27,5°

7) 3 Calcolato per C[J H .j (CHa)!! ~L O 7,28 27,45 La costituzione di questo trin1etilguanicile sarà certa.mente rappresentata dalla formula d i costituzione seguente: / N(CH:l)-·C(CH~) C =Nl-I ~ci-I ( 2

" N(CH :J )-CO .--~--~-

Ho fatto agire sul tnetilguanicile anche un eccesso di CHili nella speranza di ottenere un derivato polimetilica. Vi ho anche f:1tto agire l'acqua di bromo ottenendo un bromoderivato; ho :1nche ottenuto dei ,d eri va ti ossidrilici, ecc. ma ·di tutto ciò mi occuperò in una seguente n1emoria. Termino la presente· nota con le .seguenti determinazioni dei pesi molecolari del n1etil e tri1netilgunnicile eseguite col n1ctodo Raoult; impiegai un termon1etro Geissler in so.mi di grado. r. - Gr. 0,4355 ·di n1etilguanicile furono disciolti in gr. 2I,273 di acido acetico glaciale: la soluzione congelò a r6o,23, n1entre che l'CJ H 02 cristallizzava a !6°,90, abbiamo quindi: Concentrazione 2,os Abbassamento molecolare 32,68 Peso tnolecolare 119,3 Teoria Ca Hr N3 O. p.m. - 125. 1

l


sr6

IL _ Gr. o,1544 di trin1etilt,rtt~n1cilc, sciolti in gr. 19,47r.;s C~ I-i, O~ glaciale, hanno fatto congelare la soluzione a 16<',68, qt!ìndi : Concentrazione 0,7927 Abbassarnento n1olecolarc 27,74 Peso molecolare r4r Teoria per (::. H" Nn O p.n1. - I53· Con1e si ycde, se i pesi n1olccolari trovati non sono precisa.n1cnte quelli ,·oluti dalla teorìn, ,rj si a\'YÌcinano di molto; e la maggior differenza nel 2° caso sarà dovuta alla lieve concentrazione delia soluz:ione. Non ho potuto esegtlire altra determinazione per tentare di avere altri valori più approssin1ativi ai teorici. R1AssuNTo. - L 'A., riprendenJo gli stucli dd Behrenù sulla condensazione dei corp1 Jcl gruppo dell'urea con etere acet:.cetico, è riuscito a preparare due derivati df"lla guanidin 3 per i quali propone i nomi di cc Nfetilguanicile >) e cc Trimetilguanicile n.

RIPRESA DI RAPPORTI CULTURA LI CON L'ESTERO

Cordiali e sin1patiche accoglienze, che registriamo con vi·v o placere in questo tra\·agliato dopoguerra, hanno ricevuto le nostre rappresentanze al XLIX Congresso di chirurgia francese (Parigi 7-11 ottobre 1946) e al IV Congresso deU'a Sodetà i,nternazion:Ile di ch=rurgia ortopcd:ica e eli traumatoJogia (Bruxelles, 2-5 ottobre '46). La culturJ c b scieoza italiane hanno· avuto un caloroso riconoscin1ento nd discorsi dei colleghi francesi e belgi, tutti improntati al p1ù vivo cameratjsmo. J.A... Parigi sono stati tratta d i seguenti te m~: n) identificazione e tratl~uncnto clt-lle t:rnboie polrnooari (relatori Fontaine, di Strasburgo, e Reclon di Parigi); b) conservaztone della funzione sfinterica nella cura operatoria del cancro del retto (relatori De Godard> ili Parigi, e De Vern<.*. joul• d~ ìvbrsiglia); c) riparazione della perclita di sostanze traunln.tiche dei tronchi nervosi degli Hrtj (rebtori Vertheimer, di Lione, Jvferle, d' Aubigné, di Parigi, e DéjJrdin di Bruxelles). A Bruxelles il prof. l\1. PerkinS~ (Inghilterra) ha svolta. la relazione sui n1onconi dnc:matici cleg!i arti amputati: numerosissime c fnteressanti le discussioni sull'argomcnco, alle qual i hanno partecipato, fra gli ita ~iani, Del it~tla, Dono\'azzi, Del Torto, GJzzotti. \{arino Zuco e Scaglicni. . Tanto a Porigi che a BruxcPe!:l sono swtc tCitute dt\'t"r.,c sedute oper:lloric dhno,rr.tl.

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A cura del dott. D .. E. Cappellaro. La gramicidina, questo JLHibioticv che sa . fare tanto bene quanto ma!e, !:!embra che si vada sempre più adattando ai bi!logni della pratica, in quanto, anche 3 costo eli abbassarne Je virtù, si è a~nc.lato sempre pitt c~rcando di scemarne le cattive tendenze. La gTamicidina ha tra. le sue virtù quella sostanziale, ~in po-sseduta da.Ua penidlllna, di cotnbattere i tnicrobi gram-positivi, come gli stafilococchi e gli streptococchi (r~pon­ sabili de:1a setticemia); ha però tra le sue possibilità negati\ e, di fronte all'uso c1iruco1 queJla di essere abbastanza tossjca per i tessuti dell'organi~rno e Ji non sciogliersi faciln1e.tlte nell'acqua. Per rimediare alle q~tltt~ negative dtlla gramlddina ~i è cercato negli uhirni n1es1 di ricorrere alla preparazione di derivati i quali, mentre poresSi.:ro consen~are più o· meno jntntle le buone qualità antibatteriche del prodotto originale, .ne eliminassero o riduce~­ sero In tosslcità . A tal proposito, già nel settembre I.9.f), H Laboratorio regionale di ricerche della California pott convenire la grmnicidinn fo r,m aldcidica nelb gramicidiru! metilo1ka, la quale si prepaia facilmente sotto forma di polvere. Si è osservato che la gramicidina metilolica ha un potere antibatcerico- {la prova sovrana è quella co1ntro 1o staphylococrus aureus) ridotto della rned d i fronte a quelto posseduto dalla gramicidina pura. Il fatto jmportante però è stato qu_..-sro : mentre {J gr.unicidina pura ha un potere distrutth•o dei corpuscoli rossi del sangue, la gramicidina tnetilolica. ha appena la decima parte di questa possibilità neg~Hiva~ inoftre il derivato è quattro volte più solubi:e neU'ucqua che il" preparato originario.. I buoni risultati del derivato m elilo!Jco hanno incoragg1aro ad .n~brert: neg~i esperimenti. Infatti si è cercato di trattare ulteriormente h ugramicidina Inet11olica con acido succinico e si è così ottenuto un nuoYo derivato cbe, st! da tu1a parte ha ereditato llila minore attività antibatterica (la quarta parte), prese.Dkl però una tossicirà ndotta allu cinquantesima. parte, oltire ad avere una solubilità n1aggiore. Sèmbra quinJi che ~ sh alfine ottenuto quel medicamento, a base eli 5ramicidina, ::nto ad agire con tutte le buont,; qualità della gran1icidina pura, senza origin:Iriu tossicità. Un altro derivato della grrunicidina si è ottenuto sosùtuendo al sisten1a Ji con\ crtire la gramicidina formaldeiclica .in gramicicliua succiruca quello a ro\·escio, e ciot: ili ~cnirsi prima del proceclin1ento succinico ed in seguito ùl quello formaldeidko~ La rivista inglese cc Discovery )~ (nov. 1946, pag. 324) nota che, se i sudderri derivati deLla gramicidina non posseggono in generale lo stesso livello di attività antib-Jtterica ed i vantaggi clinici della perucillina, tuttaYia essi sono somn1amente prezjosi dove si renda ncccssaria1 una tornpia -nlternutn, e cioè quando ci ~i rrod eli fronte a tipi dì baciH.i che oflitano rc~i~tenza alla pcnicitlìna e quindi necessità di ricorrere .1 rimedi diversi., sia pure prhri delle idea H proprit!t \ tcmpeutiche della penicillin~l. 1o -

r

fa

C. S. Pnrker, ~'rirno nssislente all'ollpedalt,; psichiatrko del Lancashin~, ci fn co nascere, in un articolo pubblicato in « The Journal of 1\Ientnl Sclence >' (ottobre 1946, pag. 7.r9), che egli hn esperimentato in IOO casi Ji mebnconin tipica la leucotornb. prefu-ontale ottenendo completa guarigione in unn perct:nnuùe aldssim,t, O\'e altri rin1edi si erano manifest:Jti insufficienti . Ha credulo per::1ltro di stnbilin.~ chr- nei casi di schi· zofrt;nin 1 pn.rnnoi-:.1 e pnrnfrenia resta duhbio che b leuC'oton1b po ~s.t d.1rc ri.;;ultnti ph~ efficaci degli altri n1etodi in uso. 2u -


sr8 3° - La lotta co,ntro la tubercolosi è diventata una assoluta nu::essità per il genere umano. Vincent C. Barry, dell'Università di Dub~ino, ha voluto elencare i composti antitubercolari in « Nature n del 14 clic. 1946, pag. 863. Barry si è fermato sui recenti tentativi tcrapeutici da· lui fatti a ba5e di diploicina (<< Naturç >>, 158, 131, 1946). La formula chimica è la seguente:

Me

·o

co

Cl

OMe

Cl HO

Cl

Cl

o

Me

La cliploicina, quando è resa solubi c in un mezzo acquoso mcclianu.; una lcggcr&t alterazione della sua. rnolecoln, inibisce la crescita del bacil:·o, tubercolare in vilro alla diluizione cl1 uno su 10o.ooo, o de;l bacillo dHtcrico alla cHJulzio nc di 1 su 7o.ooo. I derivati di diplo.icina. sarebbero più cflìcm:i. II fatto per~tro che la rjrossina, 1a sola ~oManza orhm n ica conosciuta clu: 1ìi.t 'kl tipo eter-feailt..alogenato, e che è un prodotto della glnndola tiroide, h~l r:t!.somigli:uw.u con la dip!oicinn, ha indotto Barry a Fcnsare che un 'eccessiva sccrc~.ionc di t it os~iun, dovuta ad jperattivid dd la tiroide, possa costituire una difesa contro il dilag:trc ddPin . fczione tubercola re nei1'organisn1o anin1a~c . Izzo e Ci cardo, sulla base degli espcrin1cnti di llnrry, 11nnno trovato che una i uit! zio ne di tirossina in animali da esperimento (cavie), inEc..:ttat i di tubcrcoH, ha prodotto un conside:rt\'o,!e prolung~unenlo dc:b vita in confronto ad ~1nimn\i non trnttad, n1entre che animali stiroidati hanno mostrato una ddouissitua resistenza alla tubercolosi (e< 1'-lature », 158, 590, 1946). Risultati terapeuticj «in homine » non sono stnti controllati e denunchlri, n1a Bnrry spera n1o.to cbl\'indirizzo aùotlnto. Una revisione generale della chem1otcrapia della tubercolosi è !,tata fatta da P. D'Arcy Hart in « Brit. 11ed. Jour. » prima parte, del 30 no·v. 1946, pag. 8os, il\ quale, come risulta dal\'jndice già pubblicato, non si ft·nna sui tentativi di B~tny, 1na, denunciando la decadenza dd proJotti aurici, tratta della lotta in\ziatasi n1ediantc la streptomicina contro la tubercolosi spcrin1entale e clinica.

4° - Si cerca Jj rendere s~mpre più pratico l'uso della penicillina. E' noto che la peniciHina con1battè vittoriosan1eute la gonorrea e pcrt:mto si cerca di trovare il metodo rnig.iore eli somm_inistrazione del medicamento, :1ffinchè la terapia sja assolutamente cxtra-an1bulatorja, Gii inglesi Bushby e I-fa,rkness hanno annunziato (« The Lancet », 30 nov. 1946~ pag. 783) che si sono avuti soltanto due casj di recidiva in 62 casi di gonorrea uattatl per 15 ore con 6 do!:!i eli penicillina, ciascuna di o.J.O.ooo tuùtà ed r grammo di citrato ili sodio, date per bocca, per un totale di 240.000 U. O. . Le sospensioni oleose di penicillina per iniezioni continuano però acl essere celebrate nei casi di gonorrea con una percentuale di guarigione dall'Bo al' 9o % (Lord Moran, Advances in !v[edicìne, in r< Thc Practitiouer »~ ott. 1946, pag. 239). Un nuovo genere di rirrtedi chimici contro' i germi è stato introdotto in unJ rectn 1 t.: congresso dell'Associazione :tvfedica Americana, come riporta cc Scie ne e Digest >> (ott. 1946, pag. 53). Questo prodotto chimico è stato denominato juraci11a dai Lnborn~ tori EaLon in cui i 1 prouolto è sta to elaborato. Si tr.ttta eli una polvere gialla derivata Ja1 bacctlli cld\' ~1\'enn. 0

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-


1

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La furacinn avrebbe ùato buoni ris u~tati nella cura delk ulccri infette e nelle in -

fezioni super ficiali della pelle, c;ccondo i rnpporu di )ohn G. Downing e Mi:lan.l c. Hansan di Boston. Al contrario della. penlcil ~ inn e dt i sulfamidid, che hanno, il n1erito c.li .trrestare ia crescitn dei germi, la furacina, avn:rte. <' Sdcnce Digcst )>, attacca immeùiaLo'UTleute i aermi e li uccide. La furncina, con1t: la pcnici:lina, risulterebbe appan:ntcmente non tos~C41, in base ad esperimenti io anin1Ltli ed << in hominr? H : anz i sembra che pro\·ochl minori reazioni allergiche nei confronti clclb penicilJjna e dei sulfamidici. Si aspe't-

ra.no quindi prove da parte della furacina co ntro l'jmpetigine, i foruncoli, le u!cc::re varicose, le ulcere diabetiche e Jn cangrena gnssosn . Si ritiene ~nche che la furnLina possa avere risultati favorevo'i nelle infez ioni strcpto. . o~cicht:, ndln gonorrea, ndln dissenteria, nella tubercolosi, ne lla n1ttla.rin. Le spera nze ~o n o fond ate su prove di bbo~torio è sull'azione ùella furacina contro j genrù tli tali mali.lttic. La possibilità di somlninistrare per boccn b furacina la r .:: ndc.1·e:-uc e~t r\:n1amentc prat:ca. Per adesso l 'u~o ddla furadnn può es~cn: praticato soltanto contro !c 1nalattie della pelle e contro le infezioni dcii<' fc:ri te. L.t luradn.t è im-eritn in prodoui non irritnlll i Hlllo form~ di unguenti (gJicol-proIJi't·tw) c puc') t:~ ·.e t e facilm ent< ~t s portntn J.tl:e ferite.

PENICILLINA CONTRO VENERE

J: no~tro collabor~to rc Jott. J). E. CJ ppe~ l aro -

dd quale i lettor; ~eg uono con tanta sin1pntia l'interes~ante rubrku (' La mcc.Jicina in canuninu hn pubblicato, per i tipi dell'editore De Luigi, Roma, un vo~urnLUo : << Petùcillina contro V ent re n c.he segna~iamo co n vero piacere:. E'~O rappresenta il pr11no libro cli tcntpL.t specitìc.t mt:di.tntt! i l nuovo antibiotico e acquista a11che per qul ,•o un intt'!!'L'S:,t: qtUUllo rn:1i vivo c :Iltuule: la situazione _della terapia eo1pirica del le dm.; n1~tl:lll!t!' al 1943, i primi r~·~ i nell a spc"TÌm entazlO ne antivenerea dell'antibiotico, i risultati porrento!ii nella cur:1 dell a blenor· ragia, l'azione canccllatrice nei rigu ardi dd la .'lt."meio[ica eH njca nolia s.i lì.idt:, la pos.o.;ibili.tà di arrestare quasi istant ~ul~'liDCJite (dut: on: per !n blenoFi'ag!a, u n:a settimana per la sifilide) la i.nfcttività c.Jei due morbi rapprc.scntati c.13ll' A. come le ùue lingue w~:en osc.: di una stessa vipera mostruosa, le spcr:~ nze, i tt:ntativi, le de:u'\Ìoni, le \'Ìtlorit· tecniche nella pr~ parazione c nella ~ommini.stra7ion~ ddln n1uffa, tutto ciò è descrjuo cs.turientemente da un appassion..1to cldla sc1enza in genere e della n1C(licin a h1 panjcol.u:l.!. E lo 11

-

sforzo d i yolgarizzare tale 1nnteda, da poco 1mpostn,!,i all'attenzione del mondo, ~ t.1 cilitato nll' A. da una perfcrt;t conosct•nz ~ cl d i'argomento c dalb pnùronan?. . L di uno ~ ti :c.: spigliato, viv:Ice, attr:tcnte: notizie ui foncla.tnentnle importanza ~ono dnt"c d ~d c~lp · pella.ro con aria bonaria, quasi sorvobndo, in mezzo a consldera7ioni J'tndo!c uma n:t c soci~l e profondic;simc-. e !l libro si legge tutto d'un fiato· tbl-b prima aE'ultuna pat,rin.l.

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SVILUPPI DELLA LOT~f A CONTRO LA TUBERCOLOSI

11' Riunione dell'Associazione regionale Lazio-Umbria contro la tubercolosi. Il 27 ottobre si è riunito a Roma il Comitato J'lrenivo della Federazione italiana contro la tubercolosi, co,mposto dai rnppre'ìc.: ntanti delle As~ociazioni regionali contro la tubc.:rcolosi. Dopo avere esaminato vari aspetti! urgenti c.Icll'attuale situazione delle ·opere di clifesJ nntitubercol:uc.:, il Comitato ha esaminato le moJulit~ di attuazione della co:labora~do nc che il Gruppo mc.:dico parlamentare clcll'Asc;c..:mhlea Costituente ha chiesto alla. Federazione, aHo scopo di formul:1rc un pinno di rif:onna della organizzazion~ antitubercolare. Si è quindi proceuutn alla dej'ionc d" :I'Uffido di Pn•:,idcnzn cldb Fedcra · zione, che è risultato così composto: prc.:sidcnLe, prof. Gennaro Costnnuni di Bologt~.l; v1ce presidenti, pro f. ·U mht:nu Carpi di ìVlibno, prof. Vi neenzo Ficj di Pnlermo, pro t. Attilio Omodci Zorini dj Rom:1; scgret:ttio gr· nera ,., pro f. ( ;iov:mni L'Eltorc , Il ( 'ou siglio ha anche dcci!lo di tenere l'a nno pro~·iitno a !vlilano, n<'l t c:anc.:nado dc·ll:t n.l '·<it,t dl Carlo Forlanini, il pdmo congresso n~ t ziounk per In loll:t l 'Cl Ili ro b utht·l colo·;i ~ li Wl l tre il secon do congreS'iO !';ar:ì tt;nuto~ a l-lari l'ilnllo Sllt:t<:!•t'iivo. n 2H ottobre ~i ~ poi tCIIIIla, all'btilutn (( C:lllo Forlanini ti, la P' inta l ÌUIIÌI Ile • dc•J Con\'cgno scientifico clcii 'As'ioci.ti'iont· rcgiunnl c l .. 11in lJmlHin Ullltto la tul u tto'o·d, prc~enti circa trecento medici t' num e ro~t.: autnrit:l. Il dott. Nicoln Pcrrotd, Alto Co mmi S~'~trio aggiun u pet l'igit'llt' e la !,,tuil :, puh ulica, ri\·o:gcndo Un caldo ~a iuto .li COil\'tll lllÌ, h,t :l t:'ll ' lll1ato :tglì ~l\j1Cllt pn ·o,·~oup.tlltl dcli'enÙcmia tubtrcolarc ccJ ha l011 Sl.ll :ll0 L0 11H! il !"t~l iodo •pÌÙ ( l \dco tlt-1\.\ lotta p0!, 1~ol considc.:rar~i or:l supcr.ttu, alm : no IH·I se nso dw \llltÌ i proh' cmi ~o no 01 mai ,1\ vintl .tlhl neccss~u·ja solu'lionc. Ciò si dt\'t•·, :-.Ì, :tlle pro\ vidcnzc rhe ln St.llo ha di~po:, to ÌH mi sura notr.:vole; ma .mchc e \opranutto :dio spirito di ~,hncg.tz ione, all'intclligcnl" a t'Oli cui i tisiologi c tutti i ~:\11Ìlati h.\1\llo cooperat o ~tll'a1inn :.· dd t~ovcnw . 11 compito che• sj de\'e ancora assolvere.: l.· inuH:lltt.:: ma i ri~u't:Ht t'l (lEt conseguiti d~nno 1.1 ccrtt:Z'l,a che e'iso sarà assolto, se si vorrà, come è nell'intenzione con1w1c, b\'orare in base a un pinno org~t11ico, Glp.tcc di imp: dirc l]U·tl"ia"i dispersione delle energit: e dei mezzi di c.life::sa. Il popo!o tutto dev'essere ricotlO!\Ct'IH e a quanti hanno condiuvnlo in qucst'opern di tute a prcveggcnte: t:: Ji cu r:t tcmpt..:Miva, c deve d.trc l.t ~ ua coop ~ razionc .alla lotta contro. la tubercolosi con ' lucll o \l cs~o ,pirho che :tnjn1~ gli artefici primi di t:tle difesa, 1a cui atcivit:\ trne inspir:tzione clnHn fìgur.t sommn di Carlo Forbnini, genio dc:ln medicina itnlinna. e bencfaLtorc immortale dell'umanità ~offerente. QuinJi il prof. Omodef Zarini ha svolto la sua relazione sul ten1a attualissimo del pncumotor:Jce extraplcurico, metodo terapeutico che, inspirandosi alle fondamentali con~ cezioni biofìsiologichc del Forlanini, nttua un::1 terapia jnrern1edia tra il pneumotorace in t rnp:eLUi.cu e b pb~tica del tornce. I prubleml che deri v.ano dalla attuazione del sistema, che.: si va e~tcndendo gr.aclatnmentc nel n1on Jo, sono oggi oggetto di profoncli studi Jn p.trtc elci tisiologi iralinni, i Lluali pos~;ono giustamente rivendi(À1•re all'Italia l'i· nizi:J le i m poslnzione sc1entifìcn del metouo, che non può essere dimenticata, anche se le primissime applicazioni pratiche ùa essa derivate ~i sono avute in altri Paesi. L'ampia reh z.ionc del prof. Zorini ha es;lminnto tutti gli aspetti della nuova terapi.a, basandosi su una ricc.1 documC!ntazione scientifica e clinica; ed ha concluso delineando lucida· me.lle i criteri fondamentali c le indicazioni djniche dell'applicazione deU pneumotornce ( 'X l r.tplcurico. N'r~ ~ la seconda riunione1 del Convegno tenuta la mattina del 29 ottobre il prof. Carlo Cat ~a n e.o,_ !;~ olgondo t1na relazione «Sui• rnetabolitj anlitubcrcolnri nel concetto gcncrnk ddl antJhJ o•,t .. , ha f:ttto il punto !lulla modcrn:~ chcmio'erupia in c1.111po tubercol:1rc. L


Da questa rcht.z~one .t; ~caturito, tra l'altro, un onll.u c dd gioruo co ntro i (aci j jJfCJ pala tori. d.i no~1Z1e muncolose n:l c:unpo . della terapta Jclla tubercolosi. Il prof. Nello 1'fonta.rum, pol, con una n1ngnificn relaZione, compktnt~l da originnh ~tudi pcrc:onali. <& Suila ìormnzione di anastomosi interbronchlali >1, ha impostato una nuo\'a concezione del circolo aereo polmonare. Le due relazioni, che sono state segui:e ampie discussioni, un:ntlo :1ssorbito tutt<l 1l tcn1po dedicato ~1llc riunioni scientifiche, il prof. Gio\·anni L'Eltore ha rinunciato ~tllo ~\·olgimento della propria, 5ul tema ((L'assistenza post-~natorjalc », c l'Uffido Jj Prt•si<.lcnza della Federazione h~t deciso che essa sar.ì puhblic..tta nel pro~!!i1no fascicolo ili <<Lotta contro la tubrn.:.nlosi ) 1, ~1prcucJo ~ull'ar­ •Tomento tUl~l libera clbrus!-tiont:, c\ w riuscir~ ìndubbiamcntr• utile ni tini della !>oluziouc ~ di questo gr.n·e pro b!cm.1 ~oc.tn l e. Alle ore 12..30 dello stes'o giorno .:!l), (: ~rato poi in.ntgur~llo, !tCmprc nJl'hlituto ".Forianini >;, il H Centro Ji p:,kologia ~tpplicatn per il rindatt.tmc.: nto :tl lavoro dei djJncssi dni •.. trt.llod · ·· Alb LTritnoni.1 erano prest·nti l'un. Dt• C.t~pcri, Pr{'sidcntc rlel' Consiglio rf, i J\lini·tri, il mini:-.tto !'<ìerc·ni, l'C.m. J)j Yiltorio, j} prof. Bcrgami, Alto Commissario J1t·r l'igit 1.: ( l.t •,.mit:t puhhlk.l, t ' llltlllt ro'c altr·~ autoritù. H )Ju • rdr ntf pro\ vi•.orio ddl.t Hcpuhhlk.t, nn. l>t· NicoJJ, im.pos~ibilit.Ho a intern!1 ,in~, J ,., h•' ,,.. , ntc cln l{<lm.t, :t\'t"Va invi.tto UH nobiJi.,-;imo tckgtamnl,l di adc~iom.:. I ·.or i ( JnHJdf'i Zori ni, D.utiS'>lHii (~ L'Eilui't' hanno illusta-.tto a11'on. Dc Ga•ft' fl ,, :t!l•" ,l lltt tti t:l prt • t tHi '1· fnll/loni cie-l ,,( 'c •1Hru di p!.kologb npplicnt~a l\, d\e rnirn •• Lt! nt ,Hf' lt: .l•ri . r~tHHi dr 1 din1irwndi d ~li luoghi di cur.t, ullo scopo di fncilitnre l'app!il.t ~ iCIHt~ di Ullt,: 4JU' IJ, l'rov\·id( ll t.c; , Lhe ~o no ogg-i \1\ aan<.:nte atte!-ll', atte ad asc:icurare .dl'c · w .dmt1 il n:~ d.ltt . anlf'lllo :d l.n•oro . Ll' l'lllwiuni clt'l Centro si inqu.tdrano pertanto rwliu "ri,· l'Jfilplt• 'la di atti vit:'t rhu dovrnuno (!\',<' r l-- .tllLHllt~ st.:nJ?:l indugio per rir.olvere

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l'.ll•i'fl'l IIJ 11 f'rob't·Ht~l ddJ'a"" " lf~ I LI.a pot,l \a n:Jtori:dc:. L'ou. Dr· (,,trfwri ha :t·• jcurato thc il (;cl\·r·ano •,i intc·rc . . .,t·r~t di t.tlc <-JULSllonc, e c.hc w i lirniti m&~· imi c<Jnr,r•tariti d:dlt· no .ln• po·.~ibi:itit .tttuali, k ljtWH debbouo far fromc·, lu rutti 1 !.(!ttori Jd!.i ,j,;a na~ionale, ni problt·mi h<'tnprc gr.wi c urgenti, e~so agevolerà !:t •..olu:rion~ del probluna. ()uiucli, ~u rompagnalo dai t:ongacss.isti e da una folla Ji amrnabti , con rr1o ti dd qtt.lh .,; ~ ancht: ror diatnc·ntc c premuros:u11en tc intrattenuto, Il Pre, id!:nte cl~i Con~iglio ha ~:i'ìit:Hc, l'l 'itituto et C.trlo Forbnàni >,, cotnpbccndo~i vi\'amcntt:, cun quanri \'i Lnop<.rano, dt lh rn :1g1rifiL.l org-:tni77n7joue di tlucstn istituzione, Ilota ag~i nudio~,i dJ tutto il JnOJtdo . Intanto nel pomedgg;o del 2H ~t vt''/a avute. :lwgo Lt pn .tnnund:at,, ritu1io11t c.ld ntc" diCJ sanatoriali per l!t~minnrc le fiualitit pn·rakut ·muttt: culturali deJia illthU<. nd.t t.Tnionc nazionale dci mcdict dipendenti dai ~tn:ttr1ri: e l'ampia dist u ~;, iont: ~.u ll'nrgomcnto si è c~nclusa con Ja nomina di un Conlit~ l,>, pn·o,iedutu d.d proJ. Oig:jo Ft:rr ..lllclo eli TorJno, che predisporrà gli atti neccs~ari per l~ì sollecita CO'Ititu?ione dt:lla Unione, che ha raccolto già ohre trecento ~~desio 11i. Nel pomeriggio dd 29 ottobre. infine, ~i è tt·nuta l.t riunione dei direttori uci Consorzi pro\'ÌnciJli ant.itubercol.tri, i quaJi, a condu .. iont dt un:t nutritn di ~C ll\SÌon eo, hanno lpprovato all'unnnlmirà \'ari ordini del gtorno, uci quali ì: ri~tfft:rnl~ltd b particol.trc, g1·:.wissima iinport nnz.a elci prohlcn1a Jcllu rubc.!orcolosi ugli eHetti :mc.ioli; si fn n no voti

Costituente d problema dell'..t~o,i~tLnzJ sanitaria e sociale, quello ddla ntbt.Tcolosi debba 3\'Cr e una sotuzjonc a sè stante, qlktlc è richiesta Jalb sua gravità, e dopo ~wcr ~~n titi g:i organi nazionali e pro~·ine1.tli com" petcnti ~ che siano estesi i benefici assicurati,vi a tutle le categorie non ancora •tS'>ÌC ll rate; e si condude affermando che i Con'iorzi provinciali . HlLÙubercoLu;J per i l lavoro compiuto e le benemerenze acquisitL, devono tn<~ntt'n ert: c pt'Tfezionar\! la loro lìgun1, costiu12jonc e funzionamentoJ nl fine Ji l)pporre una !'!emprc- pitt dfÌL".\lC h.tnier,, .tl di1ngarc dcllJ tubercolo~i.

cht, comunque vengn

riso~to

cttll'.\~!,Cmb1 ea


VASTO PROGRAMMA PER LA RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI OSPEDALIERI NEGLI STATI UNITI

Il Governo degli Stati Uniti ha deciso di stnnziarc oltre un miliardo, di dollari per la riorganizzazione dei servizi ospeclalier~ attual~ente esistcn_ti .. T~le .Prog~~a dovr~ essere attuato nel corso di cinque anna. e verra a dota:re di 11npwnu sa nJtan modernL anche i centri pjù remoti del paese. I! progetto è nato dalle discusionl di privn ti cittadini, dalla pubblkazione <.li articoli nei giornaJi che si occupano di n1eclicina e di ~uchitctlura, ed in genere dal libero scambio ili idee che caratterizza il sistema democratico di vita degli Stati Uniti. L1 Direzione generale della srunità pubblica ha dapprima j ncoraggiatO' ed infine fatto suo il progetto, che è stato succcs!livan1enle trasforn1ato in una legge naidona1c chinmata 1-lospittlf. Constrnction Act. Questa prevede la spesa di un miliardo c 13'1 milioni di dollari per l 'daborazion e dei progett i c la CO')truzione degli etti (id JH:CC~!I:II i m:l cor•,o elci prossinu cinque anni. Le opere sanlitarit stucUat t: thd progetto sotìo c.H "l spcdl': il /Jtl,\t' l {o,,p/tal, il Distuct Hospita!, j) Rura! flospiral ecl il Rurai' J-f c:aJth Centt:r. Il Rura/ 1-Jealt Center è tu1 dispenbario-nmbu1atorio, dotato, in gtnt t'e, cl.i tltl<> 0 due .Ietti, per i cafi più urgenti e di un scrvizjo di nmbubn~a per il traspo rto dci nmhtu ~11 più vicino ospeua!e. Esso· potrà però essere dotato anche di dkd ~quindid lf ttl pt· r ricoverare le puerpere lino a completa gururigionc.:, ~opra ttutl(')! quando il Rura/ 1/o.r{'ital travasi a notevole distanza. Secondo il progttto, il Centc:r dovr~ o:trc che nssic.:urarc l'assistenza a!He donne partori enti, essere uotato dcg:u itnpi:lnti per l rnggi X, di una clinica dentistica c di un labo rutorio batteriologico, di uno o più u ffìci por i medici privati e degli. uffici ammj nistralivi ntcessnri.

Il clispen~ario-atnbubtorio hn nell'organizzazione ospednHcra unlimportanza fondnn1entalc. Esso disimpegna la n1aggior parte dei servizi sa nitari di primo grado c compie opera di educazione igienica, mentre i cnsi più gravi vengono curati da specinHsti resiuent1 in localhà maggiori. I feriti grav i i pnzicnti :1 fretti da. malattie gravi, dopo, una prima n1edicnzione, saranno trasportati aJ Rurai' J-Jo.rpitn/ che sorgerà nel capoluogo della contea o nella cittadjna vidnn. Qui ~l 1na.lato potr~ giovar si dell'assiste-nza di specialisti. L'ospedale sarà dotato anche cJi impianti chirurgicj per opernz ioni leggere. Il mn:ato cht: clovdt es!lere ~o ttopo$to ad operazioni di maggiore gravità sarà invc.. ce trasportato al District f! ospita/1 che sorgerà nella vicina città e che d isporrà di alcune centinaia di letti . L'ospedn.le sarà dotato delle att rezz:.1ture necessarie per la cura delle malattie infettive, nonchè di impi n·nti pediat:rici e fì siot~rapici . In esso, data la maggiore attrezzatura sa nitarin, sn r~mno tenuti i co r~ i per infermit ri. Infine, particolari attcnzjon i snranno dedicate ai Base H osf'"ital o T eachiug Rospital, come il JolnH H opl\ in ·' 1-/ O.(pitn,' o i l .r..tfayo H ospita!; entrambi dj famn i·nrternnzionnle, c molti ~Itri meno rinom~ti. In cssj sarano svolti lavori sperimentali e ricerche, e !,3r..lnno tenuti i cor~i di perfezionJmento. Questi• osped :di fungeranno a•nche da centri di consul ta7ione. H BaJe l-/ospitai 'in d inoltre dotato di una dinkn per la curn del cancro, di una dinka psichi at cic:1 c di unJ per le mnhtti e cardiache, nonchl; degli jmpbnti per t·e cure ori opedichc. . S l~b~t o dopo l' .tpprovaL.iont: della legge ~opra cJt at~i, i l Gove rno· federale h n messo a dl~.po c;rllunc dei ~ingo\i Stati la som ma eli 3 n1i.\ioni di dollari, co n l'obhl•igo d-i sonnporn! ~, 1\ '~'PPTO\':I'l·ion, ~ ddle autorità fedcrn'li 1 progetti a•ll o &tuclio c di s t~uwlnrc ull~1

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-5 -.) sommn pari ai due terzi deLl'anunontare della spe~..l ncce~sari n per la costru zione dei no:,ocomi . Il F~deral H~spirnl Cor~nci/ nvrà. H con1pito di cscguhe le periz.ie necessarie e eli approvare 1 progett1 presentau, dando 1n un secon~.lo tempo parere fa vorevole per l'assegnazione del terzo de1!e spese incontrate ne.lb costrt171one dt:i nuovj impjanti sarutari. I n ta moclo~ il Gove rno centrale !:tt.ln ..dcrà ognj anno, e per1 :a c..lurata di cinque anni, 75 tnilioni di Jollnri per j lavori n~.;ccssari, m ~·ntrc i singo:i Stnti dovranno concorrere all:l spesa con lo stnn ziame nto con1p~es~h·o annuo tli 150 rni:ioni di dollari.

(In esclusithl, dal/et coru~i(l defL ' U.S./.S.).

Sli!J Nh'r:JJlfT, JAIHNTO /JEc;LJ UPI·!Cl. JLI L) Ef~ .!:J l:..''R JIIZJ O SAl'liT~·:lR/ 0 AllI #(l'A H H. . !>ul fL nom<:uo, gcn(•rnlt..:, dc.:llu c:.u enza ui gio van i che nbbrncdano 1..1 carriern dt·l IIH:dico wilit.lrt;, glj ({ Archives du Scrvice de s~lllte ùc l 'Arnl~<: Beige ) J n. 9-IO, sett.ottohrc HJ4(j, l' uiJblic<lflo una proposta del dott. Rhioux che J Jporti ..lmo perchè offre jj c~trnpo a di ~,c ll!;•.i cm i '>LI un prob'cm n che (: anche il nostro c nou cla oggi. l ntouvj dJ t !Cor.tgg iJ JJO i giovani nllltr~1prendc re lu nostra c.trricr~l, dice il Rhiou>. , •,oliO C'(l·~e nl'ia 'JJ &Cil T(! cft H": cl V:tl17.ni11 C.: IllO ritardato f: C.l t'i CO di llJ>..!~'t! piÙ clt \'ato cb c per gli <litri uflidnli. Pc r ovviar vi bhogno:cbht.: r redrc: ndlt. llCUo l e mi:itnri unn sc--7ione riservata agli :;tutlenti cJei corc;. i cJar;:;ki: dopo due annj uomiHa u. sottutcrH:lllc di nrrn.:1 e ac;scgnnz ione alle Un i vt:.n ità per la f rcquenzn dd corsi e il con ,~.:gnim curo della but L""n in medicinn, farmacia o psico!ogia (quc~,t' ulrim a branca consitl~ratn Jal Rhioux per la cre.tz.ione di ufficiali <( sd ettori >·, addetti cioè :ti rilievi psicologico-psit otccnici per l'·m,segnuzione dcHc reclute alle \'ari._ spccialitl th ll'Et;t~ rcito) . Al 5° anno di Univen ità gli allievi ~archbc ro nominati tenenti, ~ alla Iine dt:gli stucli, alla pari dei colleghi d'arnw, ~~ troverLbbcro alle suglie d t 11a promozione ~l capitano. In caso cJi non riuscJta nti t:cJr ' i unl\· er:,lt ~l' j, gli alltt:vi rienln.:tt:hbero nd <}Urtdri cJi truppa do\'C, con un leggero c..tmbiamento ,}i 1tHLrizzo, c.IJn:11tc..rebbcro uflicinli selettori ecc. Verrebbe così a rend e r~i ~ uperflua In fu,nzione dell a SLL10b di .,anitl1 n1illlar~.!, che potrebbe essere soppre:,sa. Col sen1plicc p : oiungamt:nto- ùi un ~mno uegJ.i ~tudi si otter rebbe un organico di ufficiali n1edici e farm:~c U,tl p.1rticolarmcntt: idoJJci, mentre 1n carriera no 1 risentirebbe della lunQhez7a dc..).!lj ~tudi, e hu;,tctt hhe infine.. concedere :-.i nuo\ ì ..... ufficiali una c(indennità professionale >l rngione\'olc.: p<·r ~n·erc dci guncJri ::.tabi:i. 11 1nigliore rcnclitnento di ~.:ssi compt=n'>erebbc l'onere ùc11e spese: incontrate per b loro fornu1z ionc e) in più, il nuovo n1ctodo di rl'cl utamento, allt.:ttantc per le n1oueste horse, avrebbe per conseguenza una severa selezione neiP:lmmiss.iont: nl:e scuole militari con can~eguent e n1igl.iore sceltn di e!emont i. La proposta c:k l dott. Rhioux offrirà ceri an1ente H lato n osser\'a~ioni hlltressanti c proficue in un settore p:trticobrmcntc d l'~ ket to anche per il nostro E.,ercito: in\'itbmo i colleghi a comunicarci il loro pe n~iero.

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B .-l.SSE(•N-=\. DJ~LLA S1'ADPA i'IEDIC.;.\.

-·- ... ~-· Batteriologia. f ,oNt-Tn E. c G1uNc 111 U .: Sul com plc:s~

mudo di azione della pt.•nidiVina. -cc J3olkttino ùcll'lstituto Si<:rot craplco ìvUl.mese n , )uglio-dkembrt 1~45·

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Il moJo di azione cle:la penicillina non ~ a11cura chi:trito. l primi ricerGitori ùdla ~c uob di Oxforcl ritc_:1nnt:ro la pcnicilliua dotatJ di azi o w..: esst:nzial meni c bnIl c·rio .,tali<. n. SruJI ull eri01 i hall no JW I h din1o slral{) che ltt pc:nidllina t! c:n pnct! di r:r,pli. care" ,md H.! una nowvolc :11 iunt: b :\1 u·ri l' Jtl. 1 ed in L :dunc rondi'lioni h:llt<·r in! i t it :t . M 3 nor; l.· .tucnra cldiuith am< Jllt~ .IUTI' · t:d o c.1uuli r:q>poni jntc:n:onauo ft ~t 1 VHri ti p1 Ji a7ionc della pPnici 1\i "·' •,\lÌ gcr JI\ i. E· oggetto tH clt.,tll'•'·ÌOIIt !•t" :.i tratti dt :1spcni :~uc<.:<!~~ivi di unn "U 'I•~~ ., :t'lione· o "'' Ìll\'l!te !li:111o 111 g iuut:o 11ll'Cl~tnbtni di vt r:.i t ' ' el:! t i v.tlnerltt' iudipc1ull'J\ti. Allo M:opn di cl tt.tr ilt: quall.llllt• dc·i llll nwro..,i punti Oi-CUtÌ o lOittroVt'l'!• l g h t\.'\ . hanno ~audi .nn il t ompurl ,HHLnto di udtt\lt' h.1tteriche (~t.d 1:oL"ocro allm c·d altri gt"Jllli) in prt.:'>t'll'/.~1 di peniri\liu ,\, u ~a ndo 1l mc tndu m;IIHHnt:trÌl:u di \V .trlnlrg. Uopo avc·r pn·u '-.llo i princip1 ttonci, t he h :lllllo guid ato h.: lm o t'~ pl rit. n t e, t: ~pongono i ri ~~ulta ti .•ìpt: rinH:utali l. tr:tg ho no le sc·gucnt.i t"onclu~iotti: -- la penicillina ll01 1 ;tgL'lu' \ ll culture ba trericht~ L h(• non "i LI n v.1no in ambit'lllt: nutri ti vo· --- .,ui germi iu attivn:1 mo:tipJic.Hi\·,t L pt·nidllinn mJnlfc!lfa: 1.1 ~ua .t'lione dopn li n p1ri odo di la t t'U Z:t , .d c..} ua 1. !-;Cgu,• u 11.1 ta M; h.tt u·rio .tatiL.t (•d infine" un,1 f:t ~c lutH~rk iJ a ;

- - il !Jt:riodo di latcnz.t 1.:oindJt:: nella ~ : 1 : 1 Jur.tt.i l ù ll il ttmpo di gr· n e ra ~ i u n c dd .... ~~erm 1 • n1diati c d moJi 11c~l LOl\ il \ " rbn: eli 11 tH•·l t.u . l 1ii .\/\ , lt;J' nìuhwo quindi due '[ 'CJ l t:~ n

1, .. ··q ~ rr:t:~ t l\ e dei f.t tti o:,~ .nn ti.

l : r~.1 l'·i~D.: c che 1.1 p~mcillinn hlou.hi \,, ' : l!u i ~l~'~J dr l ~~~ rmr: cnn un mccc.wic,mo

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llt inibizione tornpetitha nd c..ontnJ-!Hi fnt tor i ncccnsori dc:If> svil uppo ba terico. lJ n 'ahra po~~.ibiJ ità è che la pcnicil~ir..a, trHl un rneccanismo analogo a quello SCC)· JWrto n:u~ ntu nc:utc.. (Coulthard C. E. e

c;oll.) per la pcoidilina B () not:Hrn;l. rrcn .. r1ando in una. ••.Jtt·n.l di rta'lHHti C:.h~irna ­ tichc, nellt! trn •Jormn'l inoi mt tal1o!ldtt i a doltt: :., ui <ompon,:ru, dd !t•rrr·w, di t ul tura, J'TOdllr:t dr•j clt•r-iVtlll ll<i 'hi il ,,. rnw J )

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l l ·.l.ll a tOilO I\i.Tn : .t ,In- tlì l}llt'~l u . trgtHllt'l\ltl ha H tncdh. n. t• mm :,olo it.t;i.wu, :.i ~ pt~oçc up.tlo di nwn ·ic, in modo ptt'CÌ!io. al ..:orn·ntl' il lettore, cornc dice il prof. U.u:tÌ.Htelli ndl..t prcfnzionc. L.t tnouogratia ~i compone di 2 p.u-d : nC:l.t prim.l l'A. tr.ltta ùcl ptoblcnl~l ùcllu shock in tutta la sua co n1pless it ~1, n1cntrc IH ll.1 seconJ.1 r iporta una casistica di c.~i t!r.1\ hsin1i di shock ùa varie cause e trattJl l, !:!t:condo i criteri modcrrù, con risultati ,·cr;;tmcnte sorprendenti. L'A., -,t:conJo cui la Jcfinj:donc più com · pkl.t Jdlo !lhock potrebbe, per ora, cs'lc .. re: tt in ~uHicien z~t circo l:ttoria perifcric:t l IO\ ut.l a '-proporzione tra capadtò del ktto circol..ttono e vol lllnc dci liquiJi in lr,tv.u;colari, causata da perdita Ji Hquidi , Ji ~a li Ji !\odio )j tratta del1,1 cbssitìc.'l7ionc, dclb sintomntologia cH nic:t e tlell~ Jìr,iopatologia dello shock . Le cause dell o shock, s.ecorHbrio c prilll ,tri(l . ~o n o divc:r~(:: le più Crequend so: 1.o: uuon a~i<~, t r.ìluni ;1cddcnrali, tr.tumt c.peraton, t;,l\lmt u·rmici , ~Htinici, rhinli motHitl


infctt:J.\·t. lntcn."~s ..ln · n. ....... ~u.sf.. to~sichc cd tr. è lo stuilio dello fo,hock Lb com pre~ si one e dd:.1 sindron1c ù.1 con1 prc:.1:,ionc

a!tri fatturi (,wc hc ln:-,:-•d ~ ) d1 ... !w } • sar ~ Lh st.\l>llin.: >•. Abhnnd.tnti MlllO h: paLti d~dicatc .tlL1

0 schiacciatnento. Questa sindrun1e, gi-~L notata in occa~ tone dd terremoto J.i ~~c~in.l c J elb pr1mJ gucrr.1 tnonJiai.... , è ~tat 41 nsscn a~ a con m .l~_;iort~ f r~q uc.. 11/.t dur:Jntt: ,~ S .:on~b ._:ut rr.l. n1m ~. lia ~e •.'-'ognttti rirn3"tl per \",Ui~ Ol. l" !'Otl l k: 1\1.Kt:rk ~on urw o 1·~1 aati " p.ulì dd t ront l'' L\lll\

terapia. La t..''lJlt'l'Ìl'nni l't~ rsDnah:, otnlai da tutti riconosdu~, h.t pc1 m <.:~so ult' A. di trnttarc H delicato pr(}b!t m.t con qudb cornpctCtll~t

d1c v. un luugo, tatH·o·~o c tenat.:c l.n·c,ru di pionif·rc, e l1Ch'i(, c;pc~'lO

4

t'rigin ..tlc, gli d.tnun diritto di .1\ c n. ') (Ha~l Ìnndli).

l.a cura dd ll) ~lto~k deve L'S~l·re ,.,t tcnta-

,t,n .1no an ~or .t in dtl'u 'll' tnlìt~.!iz.:oni gemrr.tli. ~ll'l n, cstr.ttti d.tlll m.tcr.·d~~: 1 \.r;, in h. \ ~' ~1 ~tt h' ,lì tt'tnpn ~'hl \ ~' ~l~Ho di .. •Crt t .l ...., l tfiH"\~Hin uuJ.u f• s,,~r! I L r. ,.on '' lU mpcu,l ll , l .HHlll. llll .. tli \ ' tl luu é l '&rr n n de• 'li .1rt 1~ Se" !11 t il .. u · a ~rtr l n ~H l pu~. ·Hnf'~ lì i t in ~.pw"tt '''$:e~, ~}Il! tutlt la t 1.idtl tl .l :atii..Jii il\l' d t prese.

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ll\CilCl' \''.tguit.t. ~t" ~i rlt,tder.lnv ottenere l l}tH"i tisu!t,tti, che h ,tllno coton.tto il lavo-

ro inf.ttk.tbilc del Core! li. La cura attua! HH'Iltt' pil't .. nth·~•. su:undo l'A. , de\'C 1ni u11·c.. .1 uH tt'!-ml~ n.· IG ~~randi p~ rd ire di li-

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dita c.ll :iqu1di t~ lo ~po.:;t . tnlt:n\o ùr l ~o( l io "U'-t H ui ..... onn m.tni ft.st.t"•iuni crond.u i ..~ .1d

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CJuinrli il ton•,umo dr n ~~ipu •u ttt rnu· i.tti dw g1.1 (c wo in .uw:. i.t. l )ll po su pc: r~ to lr.t ~ ho.c. k (.! ot 1 t 1 inrttt '\Uu::~~~tvi Ot~* rhrrc LtHifggere coJL. .m ,1mirll'·t l.l..llLHll" d i uln r;ori prottine, di ;l,~l l i\ li t • di \ itnnlt·· w, lo ·.lato di ip"•prr tl.muni,t. t!

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shock è com p lessa e va seguita con a ssi~ duìtà dm p: rsona competente, per cui, tnd1to giustan1entc, l'A. propone l'istituzione nei pronti soccorsi degli ospedali delle grandi città di « Can1ere dello shock », cmne già esistono presso ]e armate anglo~ americane e nei grandi ospedaH. Queste Cétinere devono essere dotate di tutto il necessarlo per il trattamento dello shock. Inoltre l'A. auspica una stretta collabora ~ zione bra chirurgo e internisla anche in questo campo così delicato, poichè la 5indro ~ me da shock << rimane tuttoll"a una delle cause più frequentti di morte ne lle prime .24~48 ore dopo ferite, traum,i, gr a vJ u stioni, interventi operatori ecc. » . · Nella parte casjsrica della tnonogratia sono riportati 35 casi di shock da ca usa diversa curati con i n1etodi su accennati: i risultati sono stati sorprendenti. Ba~lia­ ndli nefla prefazione dice : « L'efficacia della cura n1oclerna impressionerà chi leg~ ge le storie cliniche, dalle quali si trae la persuasio~1e che a.nch e con stati appa rentemente trreparab1li questa cura trionfa, direi risuscita >>. Si tratta di pazicnli ir~ gravissimo stato di shock post-cmorrag!co, post-opcratorio, da traUinn, da can crena gassos::~, da perforazione f' da tifo, da perttonitc, da ustioni, in cui la cura nloclerna ha trionfato. Degni di rilievo sono due casi di shock gravissimo da ustioni di II c III g rado estese al 45c~~ l! al 65~-b della superficie corporea felicemente superato con !.Ot11.111inistrazione orale di soluzione j~"'toJnic.tl di lat~atlo di S'odjo , 1\Jell'a p ::.ri toni te acut3J gencra.~rizza ta , nella occlusi.one intestinale, n ella tr01nbosi lnesenterica l'A. consig'!ia l'usO' di trasfus~oni ~na~sive ripetute di slero o di p!asn1a con1e tl mezzo Lerapcutico più efficace. L'l1uportante monografia. di Core'lli va segnalata a tutti gli studiosi ed, in pa.rtitolar n1odo, ai tncdici militari, che con {~eq~enza sono chia n1ati a curare stati g rav..eli shock. In essa potranno largamente <•tnngere tutte le cogrùzioni scientifiche e pratiche, necessarie per ottenere i risultati co,•.ì bri lla.ruti che hanno coronato la fatic3 trnnct c..lel Corelli . I ADE\ ' A[A.

Sulla patogenesi de"8,'iperazotemia postoperat01'ia (ricerche biochimiche e rep~·rti istopatologici). cc Giornale Ital. di Chir. >> , anno II, n. 5, n1aggio 1946.

CrMtNATA:

Lo studio dell'azotemia postoperatoria e di tutte le altre ricerche biochimiche collatejra.li,. c.he c~ n l'azoten1j a hanno rapporto dt mterdtpendenza, è molto importante c molto complesso. Un fatto è certo cd è che l'azotctnia dopo l'operazione si il1nalza : l'aume nto varia a secondo della gravità del-la malattia, delle condizioni generali dell'operato, dclb g ravitJ ddl'alto operativo. Pcrchè tale numcntnto tnr.'io urdco nel sa ngue ? . L'A. ~orta H suo studio su tre gru ppi dt ma,l~u, opc ~ati eli r<.:sezio,11c ga~.trlc:1, di appenchccctonua n freddo, di nm putazio ne della· n1ammdla co n ~v u ota uHmt<> del cavo ascellare. L tre gruppi di ntalati fu .. rono op~rati ~Ja~l!o stesso operntorc, <:on 1.-t n1edcs1ma tccxuca, <.: sottopost i .dio st<!~ ~ so trattan1cnto pre c postoperatorio. ln tutti fu stud1ato il com portamento dci do ~ ruri e dell'urea nel s:.1nguc, il comportamento dei cloruri c dcll'urca nell'udru:t. Dai dati delle rkerch e risulta che iu tutti gli operati si ha un aumento dell'u~ reogenesi. Dallo studio cmnparativo dei vari risultati l'A.. avanza l'ipotesi che l'aunlentata ureogenesi non abbia ongtne d..dl'aumentata desaminazione derivante déille protci111e del campo operatorio. Può l'iperazotemia postoperativa essere 1nessa in rapporto ad una carenza di cloro nell'organismo: car~OtZa consecutiva; alratto operativo? L'A. ha studiato il comportamento della clore mia e della cloruri.a nei resecati .~a~ stnc1 per ro giorni dopo' l'operazione. I ri !:.ultati sono j segue nti: 1) nel g ruppo eli malati ne~ quali nlallcava qualsiasi .introito s3lino la clorcmja si ::~bbassa di poco nei primi 5 giorni dopo l'operazjone per ritornare poi ai valori nqrmali, mentre si ha una diminuz ione della cloruria, che nella n1aggioranza dei casi si protrae per 10-12 giorni; 2) nel g ruppo di rnalati, che introit~• ­ vnno 5 gr. eli cloruro di sodio al giorno


per via endovenosa, la cloremin ~i n1nn ~ tiene quasi a l livello prcopcratorio per rutto il periodo dci ro giorni di esame, mentre la cloruri a si abbassa fino n 1 aggiungere il tasso eli un grammo nell· 24 ore. Da tali risultati l'A. è portato n concludere che d~po la reseàone gastrica il hilnncio del cloro non, subisce s~rL'tibili modi lìcazioni Yerificantlosi solo in tnluni cnsi una lieve din1inuzione della clorcmin, spiegnbile con lo spostamento del cloro dal snn!,TUC \'erso 1 tcs'luti, mentre in tutti i rlJSÌ s i osscn·n una n1arcntn diJniilllZÌ011C \lell'diininnzi onc dei cloruri con le t1rinc . DnJJo ~t udio tld comport.tn1ento ùciJ .tì'ot,:m Lr postopl·rnti v:t i 11 rnpporlo alla t lort;rlli:l, l'A. co ncl ud<: cht: non esiste un rl q>porlo ll';r rloremi:t cd nzot(!min, J.'A., dopo avc·r tlc..'lcrhto il cnso di un ; pc·r:llo dj rr··.ezionc: ga~,trica dt:ccduto in r.r. gio, naL.t con dcv ula i pcr;t/otemiu cd JH cui l'~tul np•.i a n1j 1ir: Ln evhlc..: nza sob,mc;nl.<: la pu:"~ll h:J eli v.tCtiO!i dentro le cd~ tule t.:p.ttichc, ,1\'aiJZJ l'jpoter.i che l':~u ­ TJH:fll'o dd l'urc.ogeru::.i uel pc:rioJo pus lo per.tlÌvo •ti:! coruw",<,J JÙ unu db;irtt(•grazionc delle proteine di d H:r va conten ute nel fc~ato, senza t.."Scluden: nè ammettere nltn; ~rgenli di ureogencsi. Il rene è temp~sli ~ ···amcnte chian1ato mJ un supcrlavoro per eliminare l'eccesso dell'uren circolante nt:l ~angue: qualora il rene non è in grado di soppo rtare tale superbvoro, si avrà aurJ1C'nto dell'azotemia 1

!ADEV:\IA.

]\l uovo prot:edi~ mento operatorio per la estra::::tone tardit'a di corpi estranei intrapolmonari a .;ede paFaùlare. cc Clinica Nuova ,., muggio 1946, anno IT, vol. II, n. 5·

It UCGEitf e

FnA.:-JcEScHr:

Circa la condotta d ::t seguire c.Jinunzi a i ( Orpi estranei endopolmonari, i chirurght w no cli\'isi: alcuni sostengono l'opportunit3 di eftrnrre sempre e precocemente il rorpo estraneo, ahri sono per J''astensione. In tale quc!ltione non si può essere as~o!utisti jn un senso o nell'altro : è neces!->.u-io valutare caso per cnso. Gli AA. pcn-

~ano

di poter schematizzare la questione nei seguenti termini: I. - Ferite chiuse a tomce chiuso con ri-

t cnzione di proiettt/1; incamiciati o di piccole schegge. L'nstens;ont. è giustificata, s~Jvo in casi di en1orrngie persi~tenti o

quando si ha un. pneuinolornce n valvola. Occorre provveder~ alla riparnzione della ksione po!tnonare o di'estrazione, se cli fac.ile at.uazion,; , L'indicazione si potrà presentare se a J 'stanzn più o tneno grande <.li tetnpo il corpo ritenuto è cnusn cJj Jolud, e morragi ~, infezioni polmonarL 2. - FtJritt.: a tor,1cr: chiuso con ritr:nzione di corpi acuminati. E' indicata la estrazione immcdbta o per lo n1eno precoce, pcrchè ~> ilni:i corpi non possono essere incapsul.tli e perdù possono dar luogo a lesioni di gro1.1c;i rnsi, di bronchi, ecc. .;. - Ft.l Ùil fl IOIHCt.' aperto con ritenzione d,· co1 p i volu minoJi. Sono corpi che proyocano frequenti ~mo rrng ie, fnc.ili infezitJni, per cw si rende necesc;aria l'es trazio~ n< immc:dhta. l)tll\'o cac;i in cui per Je gravi cnndilioni dt•i tc.riti ~~i è coHrètlÌ a rimand.lrln . (~!i AA. tl~!>cri vono h.: tec n i che chlrurg;t:ht.', che si compendi:-~no fontlamcnt~l­ nH.nLL· nclJc tre seguuni : tt) estrazione con p1 nze. secondo Peùt Lh~ la VHléon; b) p11eumoton i.t su polmon r fissato alla parrtc (Ivfnrion); c) pncu mo! oniJ dopo to r :~ co : omi.1 a plt.!urn Hhcnt (Duvnl). Scnzn tlubbju il migliore ~bt<.:ma, dnJ punto cli vistn eh irurgico, l:. quello tli Duval, che pur presenta i suoi jnconvcnienci quali emorragie gnwj e pos.s.ibile infezione pJeurk.t consecuti \·n. Perchè wl c tecnic.l tin eseguibile:, è inùìspcnsnbilc lu peryjet:Ì del cnvo pleurico: qunntlo esi <;te tU1a sinfisi estesa trra i foglietti p:eurid, 1'h1tcr· vento non può essere eseguito, . (] li J\A. descrivono il cn~o di un p~~ z1cntc che prc~entava uua sdt't..ggia in viClnanza dell'ilo, cnusa d i gravi emorragie. 'lari tentativi di pneumo toracc dimostrarono una sinlìsi pl eurira quasi totnlc. Gli AA, ritolsero il problcm.t csegucntlù una pneumotomia precedut.1 Ja tulo scolbmeuto extrnplcurico, di ampiczz,t t:


d '1 estensione sim~ili a quelle che si raggiungono ndla costituzione di un pn~u­ motorace -extrapleurico peT tulbercolosl. ' Gli AA. raccomandano tale procedimen to nell'estrazione di corpi estr::tnei a sede ilare e para-ilare con contemporanea sinfisi pleurica.

'NIAzzE·n·t R. : Sulle ascaridiasi chirurgiche: • cc Giornale Ital. di Chirurgia n anno II, n. 7, luglio 1946. -

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L'A., dopo aYer ricordato eh~ in ques~i ultimi anni le :1scaridiosi di pertinenza chirurgica sono diYent3te più frequenti per la :scomparsa, forse, da] cotn~1ercio di preparad antielnùntic.i r_er eff:tto dell_a guerra, riporta le vane stndromt acldon1Ir..a.Ii che può determinare l'ascaris lumbr .c.oides. L'appendicite da ascaridi è molto rara : la d1agnosi preoperatoria può esser,e ~o­ spettata quando si sa che il malato· e Jnfestato da parassiti . La condotta terapeutica è quella delle com~ni appendiciti. L'occlusione, l'invaginazione e la perforazione sono le manifestazioni chirurgiche più frequenti causate dagli ascaridi. Nel determinismo di tali sindromi concorrono un fattore meccanico (ammasso dej parassiti) e un fattore spastico. Nella rnagg1or parte dei casi la sindrome occlus~va è a carico del cra~so e, specialmente, ddla valvola ileoceale. Le alterazioni anatomo-patologiche ,a carico delle anse intestin:.ùi non hanno nulla di carattedstico. La diagnosi di natura può gio' arsi delle notizie anamnestiche e dell'età del paziente: utile sussidjo diagnostico è ]'indagine radiologica. Nell'invaginazione la s.intomatodogia è alquanto più caratteristica; anzi alcuni AA. (Soubiran) riassumono l'evolversi clelia n1alattia in 3 quadri clinici distinti. Il primo sarebbe caratterizzato dalla così detta crisi vennjnosa (dolori periombelicali che si ripetono ad un intervallo di tempo piò o meno lungn - turbe vasomotorie alla faccia - lieve ipertermia) . Il secondo quadro, dell'occlus!one vera e proprb, s-i S\'o~ge in due fa si:

- nolla prima si osscrva,no do1lornbilità addon1inali in un punto costante, qualche voltn von1ito, rarruncntc disturbo dell'alvo; - nella seconda fase si nota il <quadro dell'Gcclusione vera e propria, c.he si confonde ron quella dell'i.nvaginaz.ione~. La ter~pia in questi casi, specie quando si è instaurato il quadro o-cclusivo, non può e~scre che chirurgica. Nel ,·olvolo, determinato .in gran parte dall'anunasso di !Uscaridil «i quali ·.ag$scono per il loro· peso, peduncol~zzandG, per così dire, l'ansa intestinale » senza che sia estranea una particolare disposizione anaton1ica dei mesj, la si111tomatologia non ha nulla di caratteristico ad eccezione dei disturbi propri dell'ascaridiosi. L'ascaridiasi delle vie biliari è molLo rarJ., n1a di; prognosi assai grave. Il parassita può agire sia determinando uu'occlusione \'era e propria delle vie biliari oppure è veicolo d'infezione delle stesse, (fonna ccclusiva e fanna infettiva). Praticamente non si può fare una distinzion:: clin.ica delle due forme, perchè spesso- si son1n1ano le due complicanze. La diagnosi di Datura può solo· essere sospettata quando si constatino gli ascaridi o le loro uova nelle feci, quando si riscontrino un'eosino.fiJia e gli altri segni propri della parassitosj intescirta~le. In questi casi 1a terapja è- chirurgica. L'A. riporta 2 casi di occlusione intestinale, uno di occlusione delle vie b;liari e uno di perfOTazione intestin~le determi nati da ascaridi. JADEVAIA .

Dermatologia. CoME L. !vL : Sulla cla.u;fica zio ne delle dùvi~

taminosi. -

cc La Medicina Internazio naie >>, n. I, Milano, luglio agosto 1946.

L'A., direttore de li 'Istituto d1 clinica dern,atologica deiPUn.ivershà di lviodena,_ i~ un serrrato articolo· tratta dei vari cnten che presiedono ad una precisa class:ficazione delle disvitaminosi, le quali, com'è n~­ to, evado1no spesso dal ca.Inpo della chnica medico. generale per compilrire e do-


f

ntinare in quello anche vastis\imo tlella dermatologia. Partendo da1Pcsntto concetto che occorre avere ddlc disvitaminosi, l'A. tiene ad affermare che - per quanto concerne l'uomo nell'ambito delle collettività civilizzate la considerazione dei momenti palogenetici è quella che prevale sug~i altri p1omentJi ( etiologici e clinticl); poichè i dtstlllrbi morbosi collegati con le vitamine djpenclono, come la realtà clinica insegna, essenzialmente dalla metabolia delle vitan1jne stesse e dai loro rapporti con deterrr1inate altre disfunzioni (armoniche, neurovegetative, ecc.). L'equiUibrio 'vitaminico, infatti, non è dovuto solo a carenza totale o parziale delle vitamine dell'organismo umano, careoz~ dovute a Jnancante o insufficiente apporto di fattori vitaminic~ con la dieta o per altra via (esposizione alla luce, ecc.), ma ad un complesso e complicato insieme ùi fenomeni c01Messi con l'introduzione delle vhamine, con l'attivazione di fattori pro e pre-vitatninid, con la loro metnbolia, con la loro assunzione nei tessuti, con le inter-reaz.ioni conte~tua.i microergiche, OO,n i rapporti quaUtativi e quantita~vi con i diversi fattori vitamin.ici e non V!taminici (ormoni, enzimi, metalli e metalloidi, ecc.). Necessario e conseguenziate quindi lo studio dei vari AA. eli pervenire aJ una logica e convincente classificazione dei disturbi da cM"enza d~lle d svitamioosi. L'A. espone ed esamina le di verse suddivisioni proposte dai vari studi.osi e cita qudle elaborate con criterio etiologico, clinico e parzialmente patogenetico. 1v1a l'A. stesso fa notare che in una giusta interpretazione patoge·netica delle clisvit~minosi non può tralasciarsi il con~ett~ della tnolteplicltà dei n1omenti propn eli ogni sindrome. Egli addiviene pertanto, dopo opportune cd esaudenti considerazio· ni, ad una dauificazione juTI:::ionale, che presenta una triplice d1fferenzinz.io~e: . 1 o - disvitan1inosi \'ere e assoulte (upo scorbuto); 2 ° - disvitam1nosi relntiye o correlate (lipo eritema pcllagroso e pellagra conclamata);

3" - ili:,vttanl uosi fJcoltative -

stati c~ordi_nati. o s~bordinati di carenza - para\'Jtamtnosi (upo piùriasi follico~are o lichen polare, morbo di Darier 0 dischera tosi follicolare vegetante, porocheratosi, ecc.). (( Tale classificazione>>, conclude l'A., " ha reale importanza clinica comunque e per qualunque via la carenza si compia ìl. Essa soddisfa quindi, al criterio etio~ogico 1 al patogenetico c al noso1ogico, nell'ambito della 'itaminologia clinica, sì da riusdre, a nostro avviso, di utile se non di sicura guida nella terapia specifica delle sindromi da disvitaminosi. TRIF1U:TII.

~Ionttb

G.: Pc:diculosù corpo1is ed ulcere

delle gambe. - ( The New Eng:and Jo urna! of Ì\fec.hcinc >•, giugno I945·

In vero non saprei se nei nostri graodr ospedali siano così frequenri come all'estero i casi di ulcere delle gambe dovute ai morsi dei pidocchi del corpo col noto meccanjsmo concatenato, costituito da prurito, graffiature, infezioni, u:cernzioni. Certo è, al dire dell'A., che nelle granJi cliniche del ~uo paese (New England) e ciò non torna :1d onore per un popolo civile e ad alto tenore di vita come 1'an1ericano - tale causa parassitaria occupa il secondo posto per frequenza t:ra le varie cause morbose capaci ili derermin:Jre lrue.ste lunghe, noiose e talora gravi 1esion!· Comunque, è sen1pre interessance ed utile - specie per i gio\·a ni medici - conoscere que~ ta particolare etio-pJtogeoesi ddle ulcere delle gan1be, poichè di massima si pensa piuttosto - dal punto di vist~ meciico generai~ - ad altre cause (stas1 venosa, ... diabete, tubercolosi, c~ncro, ~tJdio tardivo uella lue, trnunù} o - d.Il punto di \'Ìst~ dermatolo{!ico - ad altre cause an... cera (ectima. eritema in durato, infezioo 1 n1icogene tipo blaston-tlco~i r:J sporotricosi o actinmnicosi, u ~cere fagedeniche, ulcera tropicale, micosi fungo1de, lebbra, sc!ero~ derma, morsicature da in."lctti, ingestione dì sC'~tanzc tossiche, specie alogeni). Per questo secondo ordine di cause non si può non os~crvare che nei rr:Htati, an-


53° che ot timi, di Jermntologia sin a proposito delle ' 'arie ulcere che della pediculosi - manca ogni n1enzione sulle lesioni uJccratiYe do\'ute alla pediculosis corpori.~. R icordcren1o, perciò, con l'A., che sarà buon n pratica esaxni n are con1plctamentc sYeslitE i pazienti affetti da ulcere delle gambe di natura poco chiaro, ìinentre occo rrerà fare attenzione ai particolari caratteri presentati dalle lesioni sospene. Esse sono per lo più bilaterali, n1ulliplc, e al terzo inferjorc delle garnbe; di solito poco profonde, Ji forn1a O\'ale o tondeggiante, circondate dn una zona er!tematosa e secernenti un liquido denso. Si notano spesso strie etnorragiche da grattamento localizzate, ma rarm1ente lineari e parallele come nella pecliculosi cutanea. In quanto alla prognosl, essa è buona perchè le ukerazionl scompaiono ben presto - una Yolta d'agnosticatrune la natura - mercè b disinfestazione dai pidocchi e m ediante un trattamento !:en1plice quale que llo attuato dall'A., e cioè : applicazioni locali, a giorni alterni, di una soluzione all'I ~f{:, di vio~etto di genzjana e al 2% di ::Ulantojna, in emulsione base solubile jn ~equa.

TRiFILETfl.

Epéclemiologéa. BIANeHt C . : StJ~'a epidemiologia della leishmaniosi viscerale dell'adulto in Sardegna. - " L'Ateneo Parn1ense ),, fase. lu-2° ,

1946.

Durante rultima fase del recente p ~ riodo bellico, negli anni 1944-45, l'A. ha potuto studiare diciassette casi di leishmaniosi interna verificatisi in militari di stanza nell'iso!a. Di C!:lsi sedici si erano sicuram ente i·nfettJti in Sardegna, uno proveniva dal teatro di guerra della Balcania. L'infezione, dal punto· di vista epidemio1og1co, ha presentato le seguenti caratteristiche: UllZlo Jci sinto1ni mormosi subiettivi nei mesi da novembre a g.!nnaio; inizio de~la sintomatologia obietdpiù Ercquente nei mesi di febbrai o-m:.lrzo;

"'l

- c.:poca presunta di infezione ncll'~u ­ l un no; - condizioni atnbieotali eli inf'Czione: la tcsidcnza in aperta can1.pagna, jn concli?Joni igieniche precarie di an1bientc e di pt:rsonn, e il pernotuunento all'aperto; - djstribuz.ione prevalente della rnalattin in nlcune zone - anche n1nlnrigcne iodicnbili come focolai (intorno a Olbia, Macomer, Iglesias, Coghinas); - analogja di distribuzione della leishInnniosi interna nell'adulto e nel bambino; discordanza nella distribuzione della leishman:osi cutanea (in esarne comparativo con precedenti osservazioni fatte da al-

tri AA.); -

diffusione, in Sardegna, con carattere di relativa sporadici t~; n1a notevole in1portanza sociale della malattia nell'isola e in Italia; trasmissione dell'infezione non sicuran1ente accertata e nella quale deve ritenersi verosin)ile l'intervento, cotne vettore, di un insetto, probabiltnente ematofago, la cui biologia è analoga a quella della runofele malarigena. Nessun elemento probnrivo ha permes~o di indicare nel cane !'elemento epidemiolog!co di riserva di virus. La constatazione della eletth·a con1par· tecipazione dell'apparato linfatico alla malattia, in alcuni ammalati, permette di prospettare la possibjlità che il sistema linfatlco abbia un ruo·! o importante nella patogenesi del K.ala-Azar; e che esso rappresenti uno dei fattori fondamenté11i nella catena dei fenomeni che determjnano l.1 tra~n1isS.ione d'ell'infe17Jone.

Igiene. TALENTI

:tvL: Nuovi oJiz:onli della di-

sinfestazione in 1·apport0 a?la profilassi dt:!le malattie trasmissibili. - << RJssegna clinico-scientifica », Rorna, sett.-ott. 1946.

Iru questo interessante artico le il p1 o f. ~1ario Talenti , aiuto dell'Istituto d,jgiene dell'Università di Roma, tralta an1phHnt.n _ te e chiaramente delle varie applicazioni


di Llll rc•centc c potente mtzi'o di clisinfc· \tazionc cht· il progresso della ~.cienza ha n1esso a dibposizionc dell'uomo p<~r una vallcla profilassi delle rr1alattie Lrasm i~.si­

bili.

Potrà qui n di attuarsi un sistema razionale di pcofi.lassi contro !a malad..t nei suoi vari aspe l ti (disinfestazione del~e abitazioni, delle acque stagnanli, in sostituzione del pc~rolio o del verde di Parigi, ccc.), per cut prolungando alquanto il trattamento profilattico, potrà riuscirsi a e!l.minare la zanzar::t mabrige~a .- almeno rer quanto c..oncernt la trasmlsstone del plasmoc.lio come è stato fatto nel Brasile per l'Ano-

Dopo aver con precisione definit<J t he co~· • debba intendersi per disinfestazione, e. limitandosi al cnmpo igienico, dopo aver 1racciato a rapidi tratti la storia della pratjca della disinfestazione attraverso i tempi, l'A. fa H punto della situazione nel pheles Gambiae. ]·anno I939, epoca in cui, nel ricercare Lt: prove già condotte su larga scab u 11 surrogato dei disinfestanti e ancicrittonell'Agro Romano e nella pianura di Faonmn ici con1uni, ''enuti a mancare per la di dalb RochefcHer Foundation e dall'Uf~ g uerra, apparve il nuovo ritrov~Hò, ormai ficio d'igiene dei Comune di Roma fanno tonosciuto sotto la sigla D.D.T. dalle iillbene st-erarc pcrchè si possa addirittura zia li c.! el' suo1 nome chimico: djcloro-difesradicare: la n1abdn dali ,Italia in 5 anni. uB-tri cloroetnno. La lott1 è :,ti:l star:~ ;niz iata jn Sardegna, Di taJe protlotto runericano, oggi ovun- per es~~re prosct,JUitJ. in Sicilia e poi nella LJUC hcu noto e largamente usato anche Penisola. nella pratica corrente, l 'A. riporta !a forE' perciò da augur.1r~i con 1'..-\. che le m ula e i caratteri chirnid, le dosi e le momalattie dei vegetali, degli anin1ali c del· o.J~l lità d'in1piego (mhcele con polveri inerl'uomo trasmesse d::~g!i insetti (come a p· ti, soluzioni in petro:io, nafta ed altri so!punto e principalmente b. mJ.laria, i: d~­ \'-t'nti). Pas~a quindi a trattare del meccamotifo e la peste) possJno jn un non lonnis n1o d'azione del prodotto sugli in~etti, tano avrenl.re c..sserc citate soltanto come azione che si esplica - unico fra gli inun triste ricordo e che le piaghe ancora stttiddi noti finora - per sempHce coninfestate dalle febb :i .n1ortiferc possano . tatto (onde In particolare straordinaria efnnascere a nuo\·a, rtgog110s:t e ass:u proficacb), ciò che induce la para._9si delle spera vita. zampe e di tutto il corpo, e quindi la morTru FtL'ETTI. te jn 2-24 ore. Assai tossico, per gli insetti, i' D .D.T. può Lssere considerato innocuo Medicina. [(!Ì vertebrati in generale e specialmente per l'uomo: scarsissjmi gli inconvenientj, EoNGINt O. t RossELU ~f.: J/i(Jc'"1rditi c quali le dermatiti più o 1neno• estese e le danno miocardù.D. - .; Il Progn.:s~o ~ft:­ alterazioni della funzionalità epatica, per dico )l, vol. II, n. r7. :ì!)sorbi n1ento del prodotto disciolto in grassi ol idrocarburi; preferibi:e, quindi, la miGli AA. e!.an1i njno il danno rniocardist:da COOJ polveri, al 5-10~~. co, s\'o:gL'ndo uno studio compJratiYo c:iDopo interessnnti e dettagliate conside· nico ed elettrocarcl'ogr..Inco, in un gruppo r:1zioni su ll'impiego del D.D.T. nel:e vaeli s89 c~rdiop:ttici, sudilivjsi in endomioriL pratiche di disinfet~tazione, anche in canlitici (' i zl cardi ..1ci), ipcrtesi nrreriosi c.: rniocarditiri semplici ~enza ~1ltera.zionl rapporto alle possibilità, gi~ Jttuate, del resto, di debellare gra \'Ì c: d e~ tese epidepressorie~ nè ,·Jlvo!ari. H concetto dinlco-Eunzionale di << da11 n1ie (quali quelb t..lcl t.lerrnotifo a Napoli • n(\ nuocardico )l, quale espressione tli una nel '43-'44, in cui fu pos'ìibi]c disinfestare les.ione generica dc) n1usco ~o cnrcliuco, più hen 73-000 p.:rsonc al giorno), l'A. si sofo meno estesa, acuta t cronica, eù a divers=t fcrma a lungo sulLt utilizzazione del

..

lJ. D.T. nella lottn antimalarica, ndb qun1e esso agisce sugli anofeli e sulle larve con sicuro effetto.

etio-palogcncsi (tossicn, infettiva c yascolare) ~i è hnposto nella cardiologia moderna contro la vecchia conct!zionc Ji miocnr-


c!.ite, troppo legata a qudla del.a insufficienza catdio-circo-atoria e con essa spesso confusa, e contro la dist1nz1one schetnatica di miocardjti e miocardosi, fondata su rigidi concetti di unatomia patologica, in analogia a quanto era stato fatto da Volhard per ·Ia patologia renalc e da Roessle per quella epatica. Endomiocarditi. Il danno tniocardiro, che sempre si accon1pagna alla lesione cndocardica, si sviluppa. con un duplice nleca;nismo djretto ed .indiretto. Direttan1ente acl opera de:lo stesso agente infettivo, ret~­ matico, luetico o di altra natura, che esphc..-t la sua azione sia a li \'ello della fibra musco~are cardiaca, sia attraverso processi coronaritici; indirettamente per la ipertrofia muscolare compensatoria, che porta in s~ potenzialmente il fattore di unu mino razione funzionale. Infatti si ha una sproporziont.: tra ap· por to di sangue e superficie n1t:scol~re _da irrorare con conseguente stato lpnssiemtco (discrepanza eli Condorelli). J\r!i.ocarditi se m piici. La causa. più frequente della insorgenza di taJi miocarditi, apparentemente primitive e, nella maggior parte dei casi, criptogenetiche, è un processo sclerotico J carico dei vasi n\.ltr.itizi del cuore con conseguente anossiemia delle fibrocdlule n1uscolari cardiache e ~ormazione di p1ccoU focolai 3schemicoJjecrotici, sostituiti successivan1ente da un tessuto connettivale cicatri7Jale (miocardite flbropla!Jtica). La ipertrofia vicariante del-

le ce1lule muscolari illese non potrà essere oefinitivaLnentc cumpensatoria per la successiva estensione della connetdvazione miocardica, che conduce inevitabilmente ad un deficit cardiocircolatorio con dilatazione del yentricolo sjnLstro e sovente anche di quello destro per la coesjstenza di una :1ffezione toraco-pn~n1onare. Secondo g~i AA. nelle suddette miocarditi semplici non sempre esiste un rapporto Jirelto tra entità del danno n1.iocardico e 1a gr~lVÌ d Jcl reperto dioico. A,Jiocardìti ipertensive. Il quadro cardiacc.. della i pcrtensione si può dividere in tre stadi: il primo ùell 'ipertrolìa concentrica del vc::ntrico!o ~j nistro ; il seco ndo della in~ufficicnza co ron:-tria, dapprima rehniva e

preva:enten1ente funzionale, nonoslantc H feno~meno dell~t capillarizzazione tniocardica, c quindi assoluta, su base organica, in rapporto alle alterazioni scl(.!rotiche dei vasi nutcitizi del cuore; il terzo deHa grande insufficienza n1iocard!ca. La realtà pratica del quadro· clinko, che iniziaJmente comprende clisturhi (cefalea, extrasisto i, cardiopnitno, insonnia, ecc.) riferibili :.1d una distonia neuro-vegetativa, &equente nella fase precoce della malattia, non sempre corrisponde al suddetto rigido schema. La importanza del~o studio e!ettrnt:ardiogralìco viene docun1entatn dagli AA. con k seguenti osservazioni di con front o:

I. -

Cardiopatie va/vo/h,i.

Pur essendo talora il crilcdn di mco superior·e a quellh e.c.g., .si <,:()ll~ stata una relazione, si;.t pun~ non nsso· luta, tra ln beni gn itj della cnclomioctu·dite e la nort~l~t.i ~ à del tracciatO< c·.c.g .. 2° - Le dcvi~zioni a~sia1i non solo sone· condizionate mll:1 Ìf.Crlrotìa di una sezione dd ·cuore, n1n anche n fattori extracardiaci, quali ad es. la posizione del cu6rc:. 3° - Prevalgono le alterazioni del com·plesso atrialle 1(InodificaziOtnti del voltaggin, della durata e della n1orfologia della P), specialmente nei vizi mitr3Hci del tipo stenotico o di steno-insufficienza. I. -

II. -

1\fioc:arditi semf'lici.

e.g.c. permette di svelare segni minin1i eli .danno· miocarclico in contrasto co.n il quadro clinico, talvolta ca.mpletarnente n1uto. 2° -Prevale il fibrillo-flutter, che ha un substrato anatomico eli tipo miofibrotico con interessamento de11a 111 uscolatura :J.· triale. , 3° - L'extrasistolia generahnente ha un~ genesi organica per la esistenza di focolat ischemico -necrotici musco-lari, possib i1i ce-ntri eterotopi eli extrastimoli; eccezionainlente ha una genesi funzionale nej v.ari ca:,·j di soggetti con turbe neuro-vegetauve orientate jn senso sin1patico-toriico. 4u - Le alterazioni della P coesistono con devjazione dell'asse in rapporto alla dilatazione ddlla sezione destrn Jel cunn: r•> - La

ricerca


533 c) come questa, sono e~pre~sionc di con1~ partecipazione del circolo po~n1onare. 5° - I clisturbi della conduZlonc, co osistenti in .forme atriovcntricolari ed intra,·entrico~ari, sono in rapporto con le lesioni anatonuche del sistema specifico di conduzione. 6° - Le alterazioni del tratto intermedio e dell'onda terminale sono espressione eli sofferenza tniocardica jn senso lato 0 di interessamento coronarico.

Ili. - 1\liocarditi ipertens(ve. 1o -

In casi di ipertenslo1fle abbastanza

recente si può riscontrare una normalità del tracciato, che non è in rapporto con la entità del livello prcssorio,

I disturbi della co nduzione sono ncpprcsentnti per lo più da forme intra2° -

1

vcntricolari con prevalenza del tipo sinistro dd blocco di branca, che è in stretto rapporto con la dominante compromiss.ionf! del ventricolo sinistro. 3•' - L'(!XtrasistoHa, prevalentemente ventricolare sinistra, nel periodo iniziale può essere riferita ad un substrato funzio nale eretistico neuro-vegetativo, mentre nelle fasi ulteriori acqu.istn un significato organico (formazione dj focolni ischemiconecrotici del miocardio). 4° - L'aritmia completa sembrerebbe nJiglior:lfe In portata coronarica, come si verifica nella cardiopatia mitralica fibrillan te in confronto di quella euritmica (Addarli) e proteggerebbe dalle bru~\ h e com · plicazioni cere bra ii (Dumas).

5° - Le alterazioni del tratto intermedio e dell'ond.a terminale nelle prime due dedvazioni sono espressione di un interessamento coronarico nell'ambito ùel ventricolo sinistro, e sono in rapporto diretto con la gra\'ità clinica della malattia. Gli AA ., a conclusione dell'esame conlparativo nnatomico, clinico ed elettrocardiografico, rilevano: I 0 - Le suddette cardiopatie sono legate intimamente da un con1une denominatore: il danno mjocardico che nelle miocarcliti sempUci interessa tutto il miocardio, i1~ quelle ipertensive si ripercuo_te! almeno neJ prirni rcn1pi, sul ventricolo stntstro e, nelle

codomiocarditi, a livello di quclb rezione che c;ostiene il compenso circolatorio. 2° - La. evoluzione del danno miocardico è .gr:.tduale, progressiva, squidtamente cromca nelle sclerosi miocard1che e nelh ipertensione arteriosa, mentre nelle endomiocarditi si giunge allo scompenso in un periodo di tempo più breYe, sia per il fattore idraulico emodinamico·, sia per il danno intrinseco del miocardio. 3u - L'interessamento coronarico è pitl frequente ne1le miocarditi semplici ed ipertensive in confronto alle endomiocarditi, anche perchè esso è fayorito dalla coesistenza di alterazioni metaboliche in ecccs~o o comunque in errore (diabete, gotta, obesità, pletora), mo!to facili n n scontrarsi in soggetti anziani, specie ipér· tesi. D ' ATTILIO .

F. CAPUTl: L~a~ione tt:Japeutica della c:nzc:tina nelle tnalattie di fegczto. - 11 Ridsta di lv[ec.licina >,, n. 2 , Bori, 1946. A vendo constatato nella CLinica 1\t!t::tuca di Bari i benefici effetti della rerapia emet!inica anche in aitre malattie di fegato, specialmente eli natura infetti\'a, che non siano le epatiti arnebiche (quali, per e~., il fegato infettiYo· di Bozzolo e le epatiti sub-croniche dj probabile natura tossica, le cpnriti acute con reperti parnssitologici dcllr Lei ripctutnmente ncgJtivi). 1'.-\.. ha Yoluto chjarirc il meccanismo d·~,zione deli 'emetina sia nelle n1nbtde infctt..iYe che in quelde probabilmente non infetti\'c. A tale sropo ha stutlbto comp:tr~tiva : mente la. eli tninazio,n e u rinnnia e blliare dell'a.lcn.loide con. ripetuti sonùagg1 duodenali in 12 ~ggcrd normali, trovando che l'eJim,i nazione dell'emetina per la bile è più precoce, più i ntcns:t e pitl pro· tratta che per le urine. L'A. ha poi saggi:l.to ronternpor:meatnente in 5 soggetti normali• e in 10 epa· to-pazienti cronici di varia natura l 1 azione dell'emetina suJla funzionalità epaùca, eseguendo - prima e dopo Wl ciclo completo di terapia emetinka - le seguenti prove: la curva g-licemica da carico, la po:ipeptidemia, la crisi emoclnsicn di \Vidal, In


534 r1ssociaLa a in wrcss~uncnto più o tucno Inar cnto dd rene c 3 casi di arteriosclerosi diffusa. bile mettere in evidenza. L.1. diagnosi \'enne enunciata previJ acPre nùend o spunto dall'ossen 'nzione dd cur::tta an~m1nesi e diligente esame obietGreco sull'azione batteriostatica dell'eme· tiYo, c Jopo tutte le più opportune ritina sul b. coU·, l'A. ha stud iato inoltre ct>rche collaterali, a seconda del caso, non l'azione dell'emetina sulle culture del grup tralasciando le consuete analisi di orine, po ùf1-melitensc cd ha notato ~hc l'e~1e­ tina alla djluizione Ji 1 / 2000 irubisce tor# il clos::tggio della azotemia, le prove della temente lo sviluppo del pn:rat.ifo A, di sc~e­ concentrazione, la reaz~o,ne xanto-proteica, l'esame del fondo oculare, nonchè - nei tnmente quello del tifo mentre non lDcas.i sospetti - la \iV assermann !:ul siero di fiuenza affatto lo s\'.iluppo dei gcrnù del sangue. !vlolti d.i tali esami furono ripeparatifo B e della melirense. Si può pertwto concludere con l'A. che tuti per sicurezza e controllo durante e lo studio etiolocrico delle epatltl acute e . dopo il trattatnento, consistente in 7 iniet:' croniche tncrira di CS!'ere ulteriormente ap- zioni iotramuscolari, una p,.o die, di pr<>profonùi to. poichè so:o in base ru risul- st igm.ina (fiale da cc. I, I pari a tngr. 0,5 tJti di queste accurate nuo\·e ricerche sarà di sos\llilza ). Eseguite le iniezioni nl nlntpossibile spiegare l 'azione favorevole del- tino a digiuno, la pressione veniva misul 'ernetina nelle m.1bttie di fegato di narata con l'oscillometro del PoJivio più vol· tur::t non atnebiG. te al dì, prima e dopo le iniezioni tenen TRI FILETTI. do conto della Pr.NL"X., P:rJvfn. e dell'LO. (indice osci.llomerrico). Dopo aver Hlustrato ampiamente caso B ,\ SS L e LIOTTA: Prostigmina ed ipertenper caso gli effetti conseguiti dalla somsione._ - l( Riforma !vfedica >>, n. s-6, n1inistrazione del farmaco, l'A. riassume i Napoli, 1946. dsultati j.IlJ 8 punti che riepiloghiamo brevemente : Pren1essi alcuni cenni sulle ricerche fisiologiche sperimentali in merito all'aI. - La prostigmina, per via illltramuscoz ione deila colesterinasi e dell'eserina, e lare, esplica evidentemente effetto ipotensivo nelle varie forme di ipertensione arte~lla consecutiv::t scoperta eli un nuovo alcaloide aJ azione lpotenslva, la prostigmina, riosa, con azione più marcata nelle forme su base funzionale e senza interessaf!li AA. citano le osservazioni dei vari ri..... cercatori sull 'in1piego e sull'attività del mento renale. preparato nelle più svariate forme mor2. - Anche nelle fanne con intere5sabose (nua.stenia grave, .ritardi mestruali, rnento del rene l'azione della prostigmiglaucoma, eliminazione dj gas intestinali na e' sempre netta, e p1u . ' accentuata sa ·l'arprim a dell'esame radiografico, espulsione teriosclerosi e Ja nefrosclerosi conco mi taneli ca:Coli incuneJti nell'urctere). te non sono di notevole grado. Gli AA. si so.ffern1a no però sulle ulti3· - Sincroni can1ente all'abbassamemto me : 1 pplicazioni ter::tpeutiche de! farmaco della pressione ~~i rjsco1ntra una diminuzione - · ciò che più importa per i m edici interdci disturbi subiettivi concomitanti (ronzii, nisù - e cioè quelle riguardanti gli spa\'trtigini, cefalea) fino alla ~loro scomparsa smi va'lcolari c: l'ipertensione arteriosa. e alla normalizzazione dell'urea ematica e DJto l'interesse particolare dell'argomendella reazione xanto~-proteica. to, gli J\A. hanno voluto saggiare - nel4· - Nella 1naggior parte dei casi si ha h Cli.nica 1\'ledica di Siena -- l'azione rjduzjone della frequenzJ del ritmo cardell ~ prostign1ina i n varie forme di iperdiaco. tP.nslon~ aneriosa su 8 boggetti, dai 39 al G.o an nt , così ùi::.ti•nti: 1 caso di ;perten5· - Il miglioran1enLo obiettivo c subiet~ swne e~sen 'l.ia\ e, 4 casi di .trLC;riosclcrosi ti\'o si rende evidente sin c..bll 'inizio del

proteinemia c l'equilibrio proteico. lvb nessuna influenz3 fnvorevo~e è stata possi-

l


53) trattamento c si protrrae a lungo nnchc dopo In ::,osperrsionc di e!ir.o. 6. - I risult:tti ottenuti, mentre si dimostrano concordi a quelli dci precedenti ricercatori drca l'azione dell'eseri n a e della prostigmina sulla colinesterasi, con ~en­ tond nH'A. di ritenere che l'ipertensione arteriosa sin riconducibile in molti casj ad uno squjJibrio tra produzione di acetilco·lina e colinesterasi con prevalenza di quet'ultima, che impedirebbe la influenza regolatrice del vago e indurrebbe una più o meno marcata azione vaso-costrittrice. Una scelta bibliografia chiude l'interessante lavoro. · '"[RIFILETTI.

CoPro 1\.f.: Sindrome associata co1 onarica e cerebrale. - a La Medicina Internazionale >J, o. r, Milano 7 luglio-agosto 1946. L'interessante nota clinica dell'A., aiuto e libero clocente ne:J'Istituto eli clinica medica del prof. Frugoni, verte suWillustrazione di due casi poco frequenti nel vasto campo dei rnpporti tra accidenti cardiaci e ~ccidend nervosi in genere; e propriamente sulla con1parsa di fenomeni vascolari cerebrali permanenti successivi ad infarto miocardico, in ordine e nesso cronologico tali da COUlSentire all'i potes.i che .il danno miocardi co abbia determinato l'apparire dei fatti cerebrali. I caratteri clinici essenziali della sindrome assodata coronarica e cerebrale sono quelli fissati da V. Chini, cui gli altri AA. ~on hanno aggiunto nè sostanziali modifiche nè differenti interpretazi,oni, e cioè: 1 ' A distanza di; qualche tempo dall'insorgenze~ brusca di ll!na Stindrome coronarica acuta, facilmente riconoscibile come tale per la completezza della class1ca sintoma lologia, si sono n1anifestnti rapidamente i segni di una occluS'i one di arterie cerebrali Z~ 1ungo persistente n. Premessa questa definizione, 1' A. classifica e descrive i vari nspetti clinici e pa togenetici che può assun1ere l'assocbzione di segni nervosi con quelli propri deWin f~ rto miocnrdico: dalb semplice coinciden . zn nello stesso~ soggetto eli nccidenti vnscobri coronnrici e cerebrali alla t.'era assoda-

~~one dci s~nto~ cerebrali con quelli del-

lt~farto ~1ocar91co, deHneando eli quelli

e eh quest1 la \ana r atura (funzionale rromboticJ, embolica) e di stinguendo nelia vera ast;odazione i segni cerebrali immediati o d! accompagnamento- secondo jl Chin{dai segni cerebrali successi vi, legati causalmente all'infarto del rnlocard:o. Dopo a\'er 1ucidamcnte espos ti i clue casi persona!i occor si gli, l'A. ne illustra la diagnocoi c'i nica, confo rtata cb chiari documenti ~oentgen-eh i mografici ed e:ettro-cardiografict - che nelle s1nd:-omi circob.tode del g enere assumono, com 1 è n oto, predpu.1 importanza - e condude affermando che i tapporti cl! te m po e l'insiem e dei caratteri dinic i consentono di am mettere un rapporto determinante, e non Ufld EempHcc assocjazione r:el campo dc i caratteri m orbosi ccmun1. Circn. la progno~i, ne,la sindrome associata coronnricn e ce>cbrale. i! d anno m :ocardico - a parte 1 'e~emento aggm~ante costituito dai sinto mi certbrali che si sommano a quelli dell'infarto - cimane il fattore decisivo de! Ja so prav\' Ì\ enza immed,ata e su ccesttva. Dal lato terapeutico, si ..;arebbe indotti (secondo il Chini) a ricorrere r iù facilmente ai preparati iperte nshi, so:o però a patto che la caduta della pres~i one arte::iosa ahbb raggiunto \'a1ori minimi. Data la rarità di m.li ' indrorrù associnte ~ le difficoltà ·dbgn~tiche derh·ami clnf farto che i segni n en ·osi ma"cherino l'alter azione miocnrdic:t, ci pioct in,jstere su! consiglio dell'A. e di altri stuJ;o!ii che propendono per la necessità. ddl'c~.1m ~ t->cg. sistem.atico di fronte a sindromi cerebrali oscure, con fe nomeni çospetti circa r origine cnrclincn . T r.TFILETTI.

Ì\1!EI...Lr

G.:

L~ip r:rtr:1uion e

arr~rio.uz.

c< Rassegna cl.inko-scientificn n, f. 1 -::!, :\ fi-

lano, 19-16.

Si tratta di una serjn, prccisn messa a punto di un argomento quanto mai di attunlid, direi quasi anche di n1oda nel pubbhco profano, forse perchè l'ipertcn.siooe arterios.1 è oggi manife"tazione più lnrgn-


n1ente di.ffusn in seguito aJJa vita tanto tu· multuosa di questi ultimi anni. Sono circa 4 lustri che j fisiologi c i patolo-gi hanno distinto la forn1a così detta essenziale da. quella nefrogen!l. Ed è sulla natura delle due forme, sui loro r~pporti reciproci, sulle relative interferenze c sulJ'assointnarsi di entrambe, che l'A. si intrattiene, rifacendosi succintnn1cnte alle varie ipotesi e teorie che cercano di spiegare il complesso n1eccanisn1o della regoJazionc della pressione arteriosa, al cui sintoma può giungersi per le cause più dh·erse essendo sufficiente .alla sua manifestazione ]'alternarsi o il variare di uno qualsi~si dei diversi elen1enti che concorrono ai de[erminismo della sua estrinse-cazione.

L'A. esamina, qindi, i principali Jnetodi che h:.1nno permesso eli riprodurre negli :wimali condizioni stabili di ipertensione arteriosa. distinguendo tali metodi in due gruppi: l pertensione sperimentaJe da lesi on.! del stSièmù nervoso e iperte11.•ione .rpe1'1mentale di origine renale. Nel primo gruppo l'A. esamina gli inten·enti intesi a interferire sulla regolamentazione pressoria con l'abolizione dci ri fiessi ~ punto di partenza cardio-aortico e se no-carotideo, o a interferire sui centii st: periori determinando anemizzazione cerebrale, in cui all'anossiemia dei detti centri nervosi segue uno stato di acidosi delle zone insufficientemente irrorate. Nel secondo gruppo, l'A. tratta delle n1oda)jrà più diverse sperin1entate per indurre lesioni renall H più possibile avvicinabili a quel_le de~l~ P.ato!o~ia umana (glomerulonefnte): mtezJoru npetute di siero di cavallo o di albume d'uovo, inoculazioni di lisa ti dello streptococco della scarlattina i_ pjczioni di tubercolina nel rene, in=ezi~ni endovenose di sospensioni di streptococchi trattamento con siero antirene, ecc. ' :samina q.uindi gli alt~ in:erventi più o 1n~..n~ ~~tal.•: nefrectomJe btlaterali (subt~~lt), t?J~toni .nelle .art~rie renali di paraf!ìna hqutda, lOlOSSICaZJonj a mezzo di ~·ani~ radj.o e va~ad~o, roentgenirradiaziom ,det. reru a dosl dtstruttive; tutti mezzi ~OS l dis~arati : pure determinanti tut ti una l pertenstone d t grado più o meno elevato,

~pit:gabilc dai \'ari Ai\. con un' unica cnusa

lesi va: l'ischcmìn ti d pare nchi ma rcnnlc 1\[a, secondo i vn.ri rkcrcatori, il rene l~so imtncttcrcbbe in circolo particolnli sostanze ad azione ipertensiva quale la « renina » proteina o prot~i.no-sin1i le.- (l'« angiotonin.t >l o la H nef_nna >> degh altri AA.), co. munquc un qutd secreto dal parenchin1a differenziato ùel rene in istato di anossiemta. Secondo altri studiosi, invece causa della ipertensione sarebbero alcuni 'aminoacidi aromatici che normnlmetnte il rene sano disintegra sino allo stadio innocuo . ' cl1e non f arebbe il rene anossiemico , cJo L'A., dopo varie e interessantti conslder~~io~ sulla genesj dell'ipertensione, esan~tna Jl lato pronostico e terapeutico delle rccer.ti acquisizioni, e, dopo aver aitati con ~ risulta~ bu?ni ~a · più spesso aleatori gli Interveou chuurgtoi tentati per eliminare l 'innervazione costrittrice sln1patica i1n1 determinati territori, nella ipertenStione di tipo neurogeno, e da:po aver citati gli interventi operatori intesi a favorire una migliore irrorazione sanguigna renale, passa all'esame d~Ile novità fan~nacologiche, ancora però in p1ena fase spenn1entale: dagli estratti renali alle aminossidasi (tirossinasi), dalle ortoc~inoline ai chinoni del gruppo della vitam tna K, dalla fenilamina al tio-uracile. L'A. co-nclude affermando· che i risultati finora conseguiti, già di per sè notevoli, danno bene a sperare per un avvenire non lontano. TlliFllETTI.

CATALANO

D. : La radioattività in ·m ediit-

na. - (\ Rassegna Inter:n . di Clin. e Terapia», n. s-6, Napoli, marzo 1946. Si tratta di una ra.p!da sintetica rivista di qtl:tnto oggi si conosce circa le appl'lcazioni nel campo medico-biologico delle s<. operte relative alla disintegrazione del nucleo atomko, e, con essa, alla radioatti vit~t artificja,Je. L'A. accenna anzitutto alla struttura dell' atomo·, alla sua costi tuz.ione stabile in quasi ·tutte le ~ostanze, ad eccezione di quej corpi detti radio.-attivi (radio, torio, n~esotorio, attinio, uranio) in cui l'atomo, hberando enonni energie, etnann continua-


537 nJente ·proloni (raggi o.), clettront (raggi (~) t radiaztoni analoghe al raggj Hocntgcn

(ragt,ri y),

r [

disi!Iltcgrando~i. ~pont~neamcntc

Radiologia. PassATI F.: Sull'immagine a cuneo di Fleisclzner. - o La Rad. ~fed. i l 7 vol. L'XXII, pag. 27, 1946.

e trasformandosi in atornll di altn e cmcnt1. E' questo H fenomeno di radiOatti vità natw-ale-, per cui all'.a~one d~llc s~s~nzc In considerazione delle cl1fficoltà elia~ radioattive sono sens1btb quast ruttt 1 te~~ gnostiche che sovente si incontrano nella suti organici .e'. specialmente, i l.cucociti. ~ Interpretazione delle immat:,rtni opache tei tessuti iinfatlcl, le cellule sessuah maschili nui e poco carattt:!ristiche delle regioni e femminili, e in genere le cellule ad ac~ n1edio-basali dd po!mon. e m prossimità crescimento atipico come quelle dei bla~ dell'ombra mediana, ritengo mo:to inte~ storni. Da qui la possibj]ità e l'in1portanza rcssante recensire il lavoro del Fossati delle applicazioni terapeutiche già ·entrate sufila così Jetta immagine a cuneo di con successo nella pratica medica per la FJeischner. cura .dei tun1ori, di alcune emopatie, di Tale immagine fu da questi attribuila aJ molti processi infiammatori e delle endo~ una raccolta med.i.3stino~Jnterlobare. In un crinopatie. secondo tempo si è dimostrato che poteL'A. parla poi della disintegrazione del~ vano essere presenti, in_c;'ie;me alle alteral'atomo, mediante il bon1bardarnento ar- zioni interlobarj, a.r~he lievi alterazioni rif1ciale con protoni emessi da sostanze ra~ del parenchima polmooare (Teschendorf). dioattive o con neuroni, per cui tutte le- Per mettere in e\-idenza la imm:~gine a ~ostanze posrlono dJivenire radioattive e cuneo occorre osservare il p:121enre in ac~ rimanere tali per vario·, e, più o meno lun- ctntuata lordosi e in posizione latera:e. Orgo, periodo di tempo. mal è tlimostrato che, nella gr.md e magQueste ricerche, dovute alle esperienze gioranza dei casi, la irnmngine a cuneo di m o l ti fisici stranieri - tra cui il Chad- (i. a. ~) sia l'espress3one di un processo in ~ wich e lo Joliot~Curie - e dell'illustre Ha~ filtrativo del lobo n1edio (lobiti mu.liè liano Enrko Fermi, hanno avuto scarse tubercolari e non tuberco~ari a decorso applicazioni jn medicina, meno scarse in subacuto e cronico. lohiti medie pneumobjologia. cocciche, .ascessi del lobo medio, ecc.). L'A. accenna qui agli studi sul ricam- Tutte queste affezioni presentano una certa bio dello jodo e del fosforo nell'organismo dettività per il lobo n1edio; d aro il loro umano servendosi degli isotopi radioattivi clecorso n:ngono spesso ~c.unbiate con for~ di questi eletnenti come indicatori e de- mf' tubercolari. ducendo infine da queste ricerche che la P1ù delle manifesta~ioni clin1che ~ono tiforma fisiologica del fosforo è l'acido fopiche, in queste forme morbose:, le manisforico e non il fosforo elementare, con1e f<.'stazioni radiologiche. La morfo:ogia del~ prima si credeva. I'i.a.c ., descritta con molti pardcola.ri n d Tali moderne vedute e nuove acqwst- lavoro, si può così riassumere: opacicà trinngo:arc:: a base medialc sul contorno zioni saranno utili per poter chiarire n1ol~ Li oscuri problemi della biochimica nor- dt:stro del cuore e apice all'estcrno, locanJale e patologica, mentre nel campo te~ .Uzzata nel campo polmonnre inferiore; l'arapeutico la radioattività artifìdale con- pice non raggtunge m ~ù b pn.rete toracica sentirà una assai più larga applicazione del- esternamente. Le dimensioni dell'i.a.c. sola radiumterapia, anche con nuove moda~ no variabili da caso a cnso, Ìn rapporto lità tecniche, quaJi la tele~curie-terapia (ra~ éille variazioni di volume del lobo medio. clium n 8 -10 e più cm. di distanza) e la L 'opacità ~ in genere uniforme e molto più intensa che in proie:llone sagittale, somrninistraziojne eli mdlte sostanze ra~ clioattivc in soluziope per vja parenterale a meno che l'addensamento non sin mas~ o enJovenosa, e perfino nella massa stessa sivo. I margini dell'i.a.c. sono quasi sem~ pre netti e regolari, ma raramente retùdej tessuti lesi (bbstomi). TRIFILETTI. linei . L'apice dP) triangolo è sempre acu-


te• e da esso frequentemente si distJcca una striJ opaca trasversa!e, netta, sottile, tal· volta lieven1ente curvilinea, che si dirige verso l'esterno ed è riferibile alla pleura delb rab superiore de11a sdssura interlo· bare. Viene infine descritto il n1eccanisn1o di formazione clell'i.a.c. e trattata la elia gnosi cliHe ren zi ~l:e , quindi le conclusioni. NeJ test01 sono r ìprodonj numerosi radi ogrammi dimostrati\'i, nonchè interessanti schemi. c: P • ...,ALSANO,

P., LE J3E,\U et lvi. me MA, ZAHS: Contribution. à l' étrtd'e du troiJiè-

Tl-IOYEut- RozAT

m r: N'lltricf{{e du cerveau par la v entri-

crtlo-g,·,,phie. - cc l our. de R:tcl. et d 'ÉIectr. /)' rome 27, n. s-6, 1916. 1'\fcgli ultimi anni sono stati descri t li C:l · sj di deformazione d~l terzo ventricolo per tumori a d ·s lan z ::~, ~teco m p:1gnat1si a vere e;.nie i n1 erne del tessuto cerehr:tl c o cercbelbre. In questo interessante bvoro gli AA . trattano brevemente delle deformazioni e degli spotìtamenti del terzo ' 'en trkolo da tumori deUn superficie superiore del cervelletto con ernia ccrebclbn: al ,di sopra d et tentorio c Ja tumori dci lobi tempor:-tli spor.ge nl i lungo il tronco cerebrale. Le amputa zioni clelb porzione postero -infcriore del Lcrzo vent rico lo sono dovute a tumori i n.l ravcntri co~ari di v~uia natura. Deformaz ·oni quasi iden tiche pos~ono dare alcuni tumori mecHani con sede nllJ su· perficic superiore del cervelletto. La di ~ tin . zione fra tumori del terzo ventri colo o sopratentoriJii c tumori sottotcntoriali, ri' este una gr a nde i m portJnza pr:uica, per-

Il

chè la, via di Jcces~o operatoria differisce n seconda dd caso. Con la ventrico!ografia in proiezione laterale è possibile distinguere le amputazionj vere _dalle fah:e della estremità' posteriore del terzo1 ventricolo. Completamente diverse sono le m~difìca­ zioni del terzo ventricolo nei casi di tumori dei lobi temporali. In questi casi le. alterazioni ventrico1ografiche si apprezzano nel rauiogramrna in proiezione fron to-occi pitale. In esso l'aria inietta j corni front;Jii, i corpi dei· ventricoli latcrali e il t·crzo veo tricolo. In condizionj normn:i j} terzo• vcnlricolo appare come unn fessura vcrti r:tlc situn t1 al di sotto dc:j vcntrit:uli l;tter:tli c! ll:1:t k:nte U1n po' assottigliandrl!,j n( ·llo ·.pazlo tr:~ i due v ~ ntrknli. Nt'i c:t• i di tumon: L<:ll\ por:d c si ha spost:l lllc nt o dd v<:ntr koiJ bterali e dell a p:trtC' SUJWI ' o1 c; dt:l terzo vrntricolo, verso il l~llo opposto nl lliHIOn:. ·ra:voltu ~i a_J1piatti scc solu il vl'ntrkolo Intende corris pondente al tunwrc, altre \·oltc que~to ventricolo ntm (! inic:ll:tto, mentre l'nltro appare aumentato eli vn:11mc c; spostnlo. Il terzo vcntrkolo ~cguc solo p:.1rz b l m ~n te lo spostamento. Caratteristico dei tu mori temporali ~ lo spostan1ento L1 massa del terzo vcntrico!o. Gli AA . concludono affermando che possedian1o Jue nuovi segni nelb seme~otica \Cntricolografìca dei tumori cerebrali: la pseudo -amputazione della porz ione posteriore del terzo ventricolo, che viene spinto a bascule nei tun1ori della porzione alta del cervelletto con ernia cerebellare soprJtentoriale; lo spostamento i.n massa del terzo· ventriC\Olo apprezzabile nei radio,_ gran1n1i esegui ti j n projezione 11onlooccipita.le, caratteristico dei tumori temporali.

p.

SALSANO.

:l BOLf:ETT~NO DELL'I.S.I\1. n ha pubblicato un numero· speciale in occasione

dd .xxv a•nmvcrsano della propria fondazione . .~b appassionata prefazione eli A. Zirom e a un breve editoriale eli E. Carlinfanri fanno seguito alcune memorie a:riginali H n ~lle q~a: i grandi scopert e c gcniaJi concezioni vengono· illustr~lle dagli stessi autori»: ~· ~~C~111ng c< L' u~o d?lb penici1lin::-t »; J. Tréfonel <•. Premi·~ rs ant1bJct~rie:ns app:icables cn chmque, lcs ~u ~ fa mldcs>,; S. A. Waksman «La streptomicina >> ;P. Rondoni <c Virus t ca ncro 1' ; A. Zironi cc L a clifc~a :-tlk:rgica J ella ind1viJua:ità bjochimiGl n.

'•

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V

l

A

R I E /1----

NOTE DI CLINICA. L'OCCf-110 •.-.J SC!UTTO (SINDRU t\.JE DI SjOGREN) è UM nuova entit~ morbosa

descritta da Sjogren, a etiol'ogia ancora ignota, in cui il stntomo essenziale è costituito da un:~ insufficienza delJa fonz.ione bcrin1alc: la malattia sul h quale scri.vc Clément in t< La Presse :NlédicaJe », n. 28 dd 1945, J.niz.ja per lo più con un ingross.an1ento e indurimento, poco doloroso, delle parotidi che: dura :.~!cu ne settimane ed anche mes.i, mentre compare secchez7..a della boccn, del naso•r del faringe, Jel laringe, dei seni. l btti oculari ( diminuz'onc o soppressione della f unzione lncrimalc con senso di bruciore lo~ c.tlc c iaci~i secrezioni mucose c \'iscosc chl! disturbano i movimenti oculari c incollano le p~1lpc:hrc:) pos:-,ono comparire nncht: uopo anni dnJI' inizio JelJa m~ùattL'l c, a voita, r.lpprt!M!Ilt.lre il solo sintomo eli css.t. Sono rare le comp l k~Nl.ze di una certa gr:nit3 a carico dt·Woc:c l1io; a volte dolori :nrtico.lari, .tnt rni~, linfocito.,i, achiJ:n, acloridria, anidrosi. La pdor:trpinn. (. la prosdJ.pnina si sono mostrate di qualche utilir3, ment re In cura più dlll'au· c': cl:1l:1 dalb ca utc·rj 7z:t'l ione dei c:tnali bcrimaU. l

! .A t\1 h.N!NGITE Sll:,'ROS. L DR! PRIJ\11 G/0/{Nf NEI CR ..JlviOTRA UAf.ATIZ· %. /'/'! . . Ne Il La Prcs:ìc 1\lli::dic:tlc)) ('5 r- L9tl6), P. Goi nélrd, JVl.me Lep.intre e F. De:.~ un ·, .d·[,:rrn;tno di aver riscontrato, jn soo c=1si di gravi tr:tu mi crM.icj, 6o casi di n1Cni 11gi w :.w ro ~ a j)CJ'J l-traun1atkn jnso rta nello spazio di q ualdte ora o di qualche giorno, 111 g l'nere· dopo un jntervn.llo libero. Segni car.HtcristLci : l"obnubilazione progres~;jvn, un dd1 cit rnororio o delle crisi. convul !:livc, miclrin:;i unlla tcrnlc, disturbi. in: primo tempo, Jella ùcglutizjonc: ~-j ntomi identi ci n qudh J egli ematomi sotto~arncooidei lr;.1nne b rigtdit à nuca ~c t. i sc.:gni mcningci. Duon i rhulrnti gli AA. hanno ottenuto ùallu trapa~ nazione, ape rtu r a della dura, evacuazio ne prudente dd liquitlo, puntura ventricolare in anesresta ngorostss·m a.

SEGNI OCULARI N EI PRIGIO!,IIEJ(J REDUCI DALLA GUERR.-1 n·o~ RIENTE. - Da G. C. Donsey, 1:1rowning t. \V. M. Rich 1-1 011o ~ratj LOn1piut 1 dd nlievi sull a funzione ,·.isha t.H alcunt soldati :11ncricani reduci dalla pdgjoniJ jn Ha11 · go o n. I 30 militari erano ..,tati sottoposti per ..lr rt.: 3 anni .a un::~ tUeta iu!iuffìcJentt\ composta prevalenteml"nte di riso brilbto, e avcvnno rutti sofferto dt Bcri~ Beri. Le altera zioni ocu bri osservate ca.nsistevauo iu una n curi te retrobulbarc con prescnzo tLi scotoma, quasi mai restringimento del campo vi sivo nè paresi di mu sco li oculari. Gli AA. attribuiscono i disturbi alla tleficienz.a di vitnmin ~t B1 t: B.! e, briJmente, .t.n che A. (c.: Brit. :Nied. J. ,~, 20, 1946).

LA J'fELANOSI DI RIEJ-JL (un a delle cosiddettt: dermato~i ùi guerra comparsa dur~lnte

la guerra I9I5-1918, L~rnttc:rizza t a dalla colorazione hruno scurn, cioccolato o grigiastra lucente al YÌso e al le parti scoperte:) è ~tata studjata in 39 soggetti , Hl mngt,rioranza donne sui 30-50 anni - come di regola - da M . Bolgert che ha richi :unat() i'a t~ tenzione sul prurito che accompagna b sindrome, poco osserv.1to Jagli :~Itri AA ., e sulle variazioni della tintaì che può andare al \:iolaceo e al bluastro. Il Bolgèrt pt-nsa che fra le cause delb malattia grande importan za dcbb~ attribuirsi ai! disturbi intest inali nonchè a un particolare terrt.no d'senJocrin::> (deficienze soprattutto ~'Urrenali). Ecco b s u~ ipo tes~ : i disquilibri alimentari che sono bciJi in ten1po di guerra provocano, per J'jn~ tervento di alcun~ batterj, la formazione di idrogeno solforato c fors'ancht: di idrocarburi , so~·tan7.c che riassorbite dall'intestino pas.serebbero nel circolo $anguigno causn ndo ltl


5-fO fern1cntnzionc attraverso due proce~sit w1o cutaneo e l'altro - indiretto - ipofisario. L'A. chiama in causa anche un'azione fotoscnsibilizzarricc in rapporto alla caratteristica costante ubicazionc del b. pigmentnzione. (r< Bui l. et :Vfém. de la Soc . .Nléd . cles Hop. dc Paris », n. 13 e 14, 1946).

DEBOLEZZA 1\.fE1VTALE E FATTORE Rl-l.- Studi in corso, di Yannet e Liebernlann, tendono a stabilire uci possibil1 rapportJ tra jJ bttcrc Rh e la debo!ezza menL'Ùe: in s6 banlbini mentaln1Cnte defidcnti iu va rio grado gli AA. hanno trovato 19 madri con Rh negativo (percentuale pari al doppio della n1cdin abituale): di queste, 11 ::w cvano fi gli Rh positivi (a J.A.IvLA. ,, png. l 193, 1944). . Secondo Cook g' i anticorri Rh Jd sang-ue materno, delcrmJJlanJIJ con' la dbtruz.ionc.: Ji cellule del sangue fc:ta1c un'~1no~~ic:nd:t, provoch c;rebh{;ro :1ltcrazioni dd ccrvdlo fct.L c.:. Le ipotesi degli AA. sono~ - è supcrf:uo il rilcvarlo -- cli cnorrnc intercsr,e 1wrchè, fr.1 l'altro, aHncciano j] prohlemn prcvt:nli vo ·tcrapeut i co del!;. qui hl ione quando •,ia ac;,:<•rtal o t l pericolo ùi un :t eri trob:3\to!tÌ. LA TRAS:,f!SS!ONE DEI.. L.J Pl~l\1 1CJLI .. INA . J'FT/,'AVh.NSU 1.. 1 1'1 . /t .'h'f,l'f A è ormai un fatto assodato . L'impiego della drogn :t titolo pro l dntt h o w•ll<• l'dr 1od w 111 con. rottur&~ prccon· della horsa delle an1u<.: c tr:tvaglio· prol\lng.tto, 1 idi H c· l'indi l't' d1 1nfezione pucrperalc: c :1umentn b re!;Ìstcnza fl'talt · nei c~1d di pn 11\\0IItl<: H in \llt ' l n "· Nel le partorienti con procc~si gonocu(cici In ~ ommini ~ tr:\/. Ìotw di 1'< 11ìtl\iu,1 tid11t c• l:t &equenza delle salpjnt,ljti gonococcichc p0st -pano c cll·ll t: ol"talntk tic-i lll' OIHtti ugun lnli!Jitc · da gono-cocco. (I-Iuner, Aclolph NL, Bcth esda c P~uk~, John, "Ant. ). ( )h~•t .• 1nd ( Ì)'l'' 1.' , H, rol. 4y, n . 5· mag~:,rio HJ45). DOl'UTL~' ·ILJ... I 1>/ùVli'J' l~I Z IUNl·: ~.o11u state studiate da E. F. Simonart durante la gu c rr~t, in U\1 : 1 Lolkttivitò di individlli :.ui 40 nnni son opostt per più m c~i .t un regime calori canlctllt' Ìn!,uflìcic 1\le. TaH ttu·bc

LE TURBE NEUROA IUSCOLAR!

.

!farebbero ùi 3 orùìni : dcbolezz.t muscolare -· dolori ;tgli .uti - parL'Stcsit·. Secondo l'A. esse sa rebbero dovute a carcnzn del 1egi me in YÌta n1i n a ;tnt incvritic..t <: non alla sola deficienza cJJorica ddl'alimentazionr. Egli ha potuta n1ettc1 e i n er id enza un l as~o eli piruv1cemia sicurnmcnte patologico, al di l~ alle \'oh c a nche Jj quello osservato n d Beri-Beri ; all'esame nccro"copico, poi, ha trovato edema del cuore, dilntazione con rcplczione delle gro~se vene addominaH, ipcrtrofìa delle cortico-surrenali. Pur restando l ~ patogenesi oscura, l'A. si domanùa se i disturbi suddetti non ~iano ùa ritenere come dei sintomi ui insufficienza .Ketilcolinicn; c ciè• per la teoria d1 Ming secondo cui l'ncct..ilco!i na non pot rebbL e!.ercitat c la sua :1zione se non j.n presenza di vit:uni nn B (u J. Belge Neur. et P sych. Il , ·)R3 393, I94:i).

L'ENDO.·JNGJO!TE OBLITER /lNTE (malattia di Buergcr) può, seco ndo i patoogh i sviz7eri sopr~ttutto, occor rere .Hlchc. in ~d tn! parti del corpo clando origine a un Buc.rger coronarico (von :\lbenini), cercbr:1le (\Vehcr) ecc. Il ncurochjrurgo di Zurigo, K.raycn buhl, ha recentemente comunicato una di screta casistica (25 casi) di occlusioni arteriose cc:rcb:-al1 che egli riferi "ce a cndonngioitc obliterante, danùonc per alcune la documc:nt:tzione i.;to'ogica (a Sc hweiz. Nfed. \Vschr. )), n. "l7 1 1945). G. d'Errico ha e~perimcnutto , nelb Cl•nica chirurgica c.li N apoli , la somminjstrazionc endo".;;ea di barbiturici a scopo narcotico: complesc;ivnmente I 9 casi, i nietta nel o p~nthotal sodi co, j n soluzjonc aJ 2,5 11ìl preparJta <:')temporaneamente, n<:! manubrio ddlo .c;tcrno. NonosLante i vantaggi che In nuovrt tr.cnic;1 offre (poss ihilit~ di cM;guire la narcosi iu soggetti ~enza vene supcrh · cia:i _a<.b lle, di prati care: il mttodo n dosi ripet ute senza bisogno di alcun app.trecchio per h\s:l r~ l' ago c mantt ·nu lo perdo, eli poler :-.orvcgliar<.: fncilmcnte l'operando durante L, rJ~rco';t (·cc.) In 1.opr~I VYtn; c~n" ~' di .tl cuni inciclc:nti (tG,<"'·~ ,) :t di .c;ta nzn d:1lb narco~i ma

L.-1 NARCOSI ENDOSSEA NELL'UO!v/0. -


in dlretto rapporto con ~a !>Ua tc:uica, nt. fa ~consigb.an.: a.ll' A. l'us(), 1:-Icmcryck, chirurgo dell'ospedale .s. ~hsn_bctta d t l} c~ J? 50 nJrc?st c n<.~osttrnali con hnrbiturid vari a\·eva lamcntnto 2 mc1dcnn d ..1 reaz.tom 1nhamrnatonc wrJt\'C nel luogo Jdla puntura .

cc!

RADJCOLONEURJTE Sii,lULANTE L,.JPPENDICITE. -- E' una r1t10 va sin·drome doloros,1 ckscritta ùa C. ~furr:1y, ad t"tiologia ancora osl:urJ, <.h e ~i m~ nifesta con dolore lancinante in corri~.ron~.kn7a dclb fm.sa i:iaca destra c jrr~tdiJnr.t..· ~i ,1 \Olta atl'inguine. :-tlla r~dice ù~lla. roscin, Ht l~rnbi. L,~ ???n Jolcnte t: s~so ipercsu.. ,ira e in qucs:o caso !.t ùtffLrc nz:t.tzwne con la tpcr~cn~tbt!Ha dd punto Ul ~1c. Burnt:y è data dal fatto che il do!orc nella zon.1 può es'icrc rÌ$\ cg!i~no ":>L' O'la affondare la m•mo ma bempliccment e ricrhi ando sulla rdlc o pi:t.ZiL·n ndolu. C;.lr,tttcrh..tica è la spiccat.l sensibilità eli un'.tre~t, .1 c.lc:strJ, (.·orrispondcnte ~.llc radtct D. J0-11 e L. I, In cui pressione acutizza jJ dolore :!CCU~'l to dal pai' . nel b fo ~ $, \ ili.h.:a. L..1 smdrome rar:11ncntc !>Ì accomp.1g n.1 a [( hbre (po ... hi.!!\Hni dl'dmi) me nlH' mnnc.JilO l '.tnorcS<iUl, H vomito, b I41uc;: ea, i Ji t url1i intc <;tin ~Jij, !.1 p.1rt itobre f.tdcs. NI·~FROI'.. ITIE POSTJI'OCHH D . l . JLt/Tf'.l ~'ll~·NTO . -- ln incli vidui del BoJ,11~1J(, ',~, t lw !l cau'la c.l('ll(· frccpu·ntt c• rij't'ltllr ;1 ~·hu1i dt homb,trd:uncnto ~clc:rco e terrt'f'''~ H\.t:v.tuu vi:•.uto, IH:r rip:1n1r·i, per lun ghi Jnt :-.1 in rtco\eri di t·onuna '-.Otttrranci, i, " ' ll.t ( 'li nk.t medita di Holngn.t, h.l tJ"''•lf\ ~Ho, qu.lnJo gl i '>tessi lornaxano al!:t ·~ it ,J JH;nn:tlc .tll';tp~ t t o, cu ndi 1.ioni nwrbo'lc r1pc•cnt i gli r•lementi del quadro cli lltl.l rd(,nwr u~o•uJtit~;: diffn ••a nCl ll:l; e, in h.1 ~c ni dati an.unnc,·ric!, ohbiettivi. di decors-o, '' dJ, l:ll,or.tttHio ,. tel'.tp•:tJiid l' A ..tffcrma dw l'!tiTc•t i,~n c ~<i dtffc.:rtnz'a d.t altre aptJn;en~e11wr w ·.unjlj ,. d":t· rorl'tdc:r t~r"i una form.t a .,t, dt pioh,bilc natur.1 allcrgic~1 (crPolidinHo, f--.( 1. I•J:IIko ,. , 1 ~ ~. uprile H)JJ()) ,

(;, n.•..

SI N JJP(J,'.,f H PA fl%f. JtE DELI..' .. JRTHU/1 IIE'l~'tl~'J:RO -SP/1\r..JLE SFl'ElaORE . . . E' un.1 rtUfJ\n '" jwJront{: ah c•rn:1 P' cvakaretn'~ llt!! .1 cadto tlt:tl ~.cns d . . ilnn rhc, secon· do l'A. (i\. Op;d )Li) r ht rH· npoi'l.l .2 c.J!'i, •;•.! l hh{ abb.tst.mz.t frequente aù osscrv:\rc. L'A. pcn!~t dw b •,iwlrom<: da lui dv,cJiua 'ii D pro\'oc,lt.t d.1 nccidc:ntì v.ucobri nel terntnrio dd rami radtco::Jri autcri<Jri ddl' ~ut eria \r. rtcbro :. pit~lc postt!riore. Nei :2 cilsÌ descritti, nd primo - locrui'l..z~ zioll e Jdla l< · aonc anatomica nel bulbo, al ili sotto d ell'incrociamcmo rir.tmiJ.tle - furuno os• t r\~lte p.u<'si di tipn piran1 id ~tl t e atn5si..t JegH arti di ~nistra, ipoeste:,la marcurn dell't:nllfau:ia •,ini c,tm <' ddL.1 Jnctil dt:~trn <.ll'l corpo; nel seco ndo - loca.liz z..tzionc Jt:lt1 Jc._ionc: u u ;lu' più pro(oncl.t --- pnr~J!i~oi n tipo piramidalc degli arti d1 sini~trn, ip o~stcsb rn1mo •'PP·lJ ente clt."Il'c·mif.tccia siru~ tra c dd la met.J destra del corpo, sindrome di Uernard-I·Jorncr ..t cinbt r;l. PROFILASSI DEI CONGEL4 J\JENTI CON EPARIJVA. -- u inie1io.n.i ~onocu ­ tanec eli eparina impedirebbero, secondo L~111ge c LoC\V (11 Surg. nnd Obsrcr }), 'o!. fl.1> 1946, pag. :256) l'insorgenza delb g:wgrena Pci congelamenti, Otto Yolontnri, tb es~i sottOJ..'OSti a tali iniezioni, non riportarono alcuna pcrditn di tessuto Jopo l'esposi ...dtvlc all'azione del biossido di carbonio di piccole po17ioni di cui e.

Lrl FEBBRE Q - da Quecsbnd, il dio;trcllo austrnli.lno ove com1nn ero pnnu casi nel 1937 - si è ora diffusn, in forma c:pHlemi ca, in Americn; !-.Ì prLst• nt...t con l,lr:H teri simili a quelli dell'influenza, c1e:la dur.\ta. di 2-3 bl'Ìorni, ed è dovuta LO n ogni prohJ. biUtà a una rickcnsja dci bo,·ini e degli o,·ini tt nsmc'i!la a tnC7LO di un,,·:-rcl'.:~l .

TERAPIE MODERNE. NUOVA TERAPI.·L DEL LUPUS TUIIERc'UL.II~F.. -~ ]. ~fe,er . comhinnntlo la cur.1 di Charpy (sommini~tra zi onc 'ltllÌtn.tnJ1c di un.1, Jue h,\le ·g\ircro alccmlkht di 15 mg. di \ itatnill:\ n per 4•0 mc~i, t., ogni gionao, di l l .c;; g r. di gluronato lh ~ulcàn


3-5 gr. di 'fosfato di: caldo o 1 litro di latte) c la fì sio tcrn~ia (secontlo un metodo proprio: oltre i raggi soliti, delle applica~oni ~oca:i a mezzo dt una lampada.. n. vap<M"~

0

di me rcUJio di Walte.r) su 100 casi ~eguJti· per Ull lungo tempo ha o:tenuto• 1 s~guentt risult~lli: in 40, guarigione co nfertnata (Charpy c trattamento Io~1le); 1n 30, pe rSlstenza di gualche lesione risolta con la fisiot erapia; in. 2 1 fullin~ento del~a Charpy e guartgtonc con la fisioternpi.a; in 17 ~ recidhe; in 10, esllo negat1vo totale; 1n 3, aggravrunento (l<_t\cta Physioth. et Rhewn. Bclg. ),, n-40, 1946).

NELLE lNFEZJOl'·ll JìE«JLI ARTI, T. Glasser c colleghi, tnlttando 24 casi, 1n m 3 s!iln1 a pane gangrene arteriosclerotiche c diabetiche, con jn.iczioni cndoarteriose di ~rùcill~na, eYita~ono . ogn i amputazi?ne d'urge~~' o ridus~cro le detnol~z~oni a quelle c.h elez1one: n1entre il n1oncone pote essere chiuso per pru11a. Furono 1nnettate so.ooo u. eli peniciL in a sciolte in 1 o cc. ~olu z.ione isotonic;t di cloruro di so clio (c< J.A.M.A. », 128, 795: 1945). NELLA _,/.-lL.-ITTI..·l DJ TSUTSUG ..·l J,.JUSI-1!, di cui le truppe aJncricnnc del Pacifico h:mno fatto una dura esperienza, !lècondo N. r\. Tiernt.;r, che ne riFerisce nel H J .A..!vLA. " del :25-4-1946, l'nciJo para-an1inobenzoico, son1ministrato sin, dalla prima settimana, si è rive!ato un ef.lìcace ~gente ternpcutico (Snycler, 1vbicr c /\utlerson nt: inJJc:lrono l'azione curativa nel 19"}2).

LE Jl'v-SUFFL .-lZlONI JJI POLfiERt' DI SULFAAliDE si suno rivelat e efficaci contro il dolore delle lari.ogiti tubercoiar}: data la facilità di acquisto del fnrmaco, esse sostituiscono assai bene quelle delle ~otu zioni ili penicillina· usate fino ra cou ~uccesso. ] risultati 1ifcriu deporrebbero contro b credenza che il' dolore di t nli lari ngiti ~ia Jovuto all'ukerazione causata da] bacillo di Koch. (1vf. C. !v[yloson, « J.AJvLA. >l , ty 4-1 946).

TRATTA1\-IENTO DELL)OSSIURIOSJ CON VIOLETTO DI GENZIANA. Preon.izzato dJ. \Vripht, Brady e Bozicevich nel 11940, tale Inetodo- ha dato ottimi risultati (17 guarigioni su 18 casi già sottoposti sen za alcun effetto ad at\tre terapie) a J. Rachet, A. Bussa n, P . Galmich e e J. Rosey che ne riferiscono su cc Arch. cles Mal a dies de l' AppJ.reil Digest )) , vol. 32, pag. 44). R. L . Suttorr adopera il vjo~etto di genziana per pennellature locaU, cui fa seguire, ::1d asciugamento a\' venuto, una pennellatura di permanganato di potassio all' 1/3000, nel prurito· locale : guarigjoni

jn r -2

settimane.

LA TER.dPJA CON ETERE OTTJL/CO DELLA IPERTENSIONE presenta scconJo S. Bannò che l' ha sperimentata nd N uovo Ospedale Maggiore di Jvfjl::moo '' una u tilità p ratica per la quale deve essere considerata come uno dei mezzi ati azione curati\'a più costante in tutte quelle condizioni m orbose in cui jj substrato patogenetico dello stato iperteosivo rende possibile una modificazione utile dei valori della pressione » .

La cura non determina clisturbi collateraU nè presenta controindicazion~ m':!ntre l'az ione tcrapeutica si mantiene efficace anc he dopo la sospens10ne della cura. ( « La Ri form3 lvleclica )) , 1 5 ~7- 1 941)) . PROCAIJ\fA PER VIA ENDOVENOSA NEL TRATTAlviENTO DELLA "NIALA TTIA DA SIERO: I gr. Ji procaina, diluito in 500 cc. di siero• lisinlogico e son1mÌ· nistrato mediante in icz.ioni della durata di 2 ore, ha guarito radicaln1ente 10 malati su 16, migllorato 4, esito n~gativo 2. (D. Srate e O. H. \Vnngcnsteen, cc J.A.NLA. », 13-41~46).

OT~TI CARJA E V ITAA1INA K . - Black ha curato con Mte<.:es~o 305 jnJividui a ~fetti da rJrticnria con la vitamina 1{ per via ora le alla tlose di mg. 2 per 3 roltt! al ;.'H1rrlrJ ( 11 l ou rn . of Allergy », 1945, 16).


543 LO SJ-JOCJ( llVSULINICO NELL'AS~~IA BRONCI-fiALE.- H1pn:ndendo gli stu.: eli eli W cgierko, che trovano così una dectsn confenna, Godlowsky (r<Br i t. .NfeJ. J.·>ì, 1946, 2-I75) ~a .curat~ 8 infermi _di as~ bron~hial~ con shoc~ insulinico: in '/ ha, av uto scompan~a det s1ntom1 p er un penoòo eh contro:Jo stno a 2 annt t: m ezzo dopo, ncJl otla\·o remissjone per 5 mesi. Chiare~clo il mcc.ca~smo d,~zlonc. dello shock insulimco in tali forme, l'A. attribuisce i succcss1 alla produztone e arcolaz.tone di adrenJlna ne:l'organismc che difenderebbero quesr'u ltin1o dall'azione tossica d elle nlte dosi d'insulina; e perLauto tale tratLan1ento è da sconsigliare negli i per tesi e nei ca rdiovasali. Durata dciià cura 2 settimane c.on 6 iniezioni trisettimanali al n1attino; prima dose di 20 u., dosi successive aumentat"::: di s-ro u. a m,cno che la prima iniezione non abb=a dercrmi nato una violenta reaz ione. TRATTAMENTO CHIRURGICO DELL'!PERTEJVSIOIVE ESSElVZJAL E.- l'éJ re che sia la terapia più effic~ce. e più consigliata. Go ..,,raerts, che già ne aveva scritto sul (( Bui l. Accad. Roy. de 1vléd. de Be:gique n (1945, 2q-62.) r1 torna sull'argomento in u Acta ~1cdica Bdgica >l (1946, 133-149) c: riporta le csser vazioni di 23 malati operati, in genere, pc.:r via $Ottoperitoneale e con l'estirpazione dci due primi gangli Jombari e Jei Juc ultimi toracici associata a lla S<'Zione deg:i splancnici e ~tll'cstirp~1zione del ganglio c,cmilun ~Jre : 43 ~~ di successi.

NELLE ULCERE VARICOSE, Orbach (rr Am. ]. ,., 'oL II, I9-J.6~ paJ. 2-53) ha u•mlo una pasta a base ili sa ngue, caolino e penid llinJ applicat.:t su!l'ukern. e ricoperra con una garza ~ ulla c1uale spolverava del talco ; tutta Ll gamba veniva ~l\ \"o:ta in un hendaggio ili dastoplar;t, A ll'azione nutritiva e protettiva che tale pasL1 offn., '>1 aggiung~ il vant:tggio che la cura può essere fatta nmbubtor!:tmente (il p 3Z. pu:~ c.tmmt.nan: suhi:o dopo In medicazione che va cambiata ogni 5 giorni). TRASFUSIONI DI SANGUE Rl-1 NEG.-lTJVO h~n no sak.Ho b vira di un neonato con grave ittcro, milza grossa, intensa eritroblastosi. Due fratcllim t:rano mart! a 2 e 3 giorni di vita per ittero grave. Patire e ban1bino Rh r o·iti' i. rnadre Rh ~egatka con preEenza dj anticorpi ami-Rh (A) nel siero. (Da una comunicJzione d• Chris.tiaens t» Groult, aila « Société de Péd. de Paris n. 21 rn;~ggio 1~6).

LA CURA DEL SILEl'·lZ/0 E DEU'J;\JjJOBJUT.l' ."\"ELLA TCBERL '"JLOSJ POL"A-ION.A.RE. - Il riposo - scrive R. Cohcn in L a Pre\J:e \ltthcruç )' ~ 1' t--ri.Uf!l.10 1946) - è oggi la sola arma efficace conLrf' b tubcrco~osz; c, com· nelb cox.1;g a e ne 1 11

n1orbo di Pott l'efficacia ternpeuticn de!l'in1~1 1.1bi ;izzazione ~ jndh.cus!kt, così ;:Jnchc nei!e forme poL11onari curabili la cura del si!cnzìo e den··mnlobi :.i(à tk.\·c risronden: ugu;llmcnte bene perchè, in fondo, la fonaz.ione non rappn:~enra che un dispendio funzion.3!e considerevole, equiya"ente a quello della denmbulnzione. T ale merodo di cura riese~ rururalmente inutile nelle f01.11le graYi dì r.b.c. fOln10rl;J! e, mentre non t"St:nta J~g]i a:tri presidi m~uico-c.Jùrurgici. ·

NELL·l PEDlCULOSJ DELL.·l TESTA rÌ!-.ultati 111Ù1llibili h~t con~~l!uito il DDT in ctnuls!one, per pennellazioni lor:.1li (DDT 2·'.,·'' naft~ 15" , veico~o emt~slonante ) t·, . ~1cgu n 7H ~o ) in circa 400 ~ogget ti cur:.ui da A. D. Fr.1zcr (tt Brir. !vlcd. 1. ,1 , .:!.f •l.!!nHo 1946). Anche ne la scabbia il DDT ha d:.1t o ollimi risultati •11 medici amertcJni (C'3rp:•nte r, Heinlci n, Sulzberger t• Baer) (H T. of. lnYesùg. Dermat. n 7, iXtg:. gb, Hf..l6) ~he l'h.tnno ;1doperato in foluz.ione acLluosa con bcnzo.lto di bcn?j!e e henzocaina. per spnt~? .Hl.trt: .1 mezzo d·i un polverizzatore. Intanto incomincia qualcuno a prospctlnre una lO~~ici ..1 del DIYl: sempre nel \t J..:\. Jvl .A. 11, n. 4, 130, pag. 248, viene riportato un caso '-li i nt0~si~~1zio!tt in un aùdctto n un labu rntorio dt produ:t.iom: ddl'insetticicb. Sinton1i ~.."on~tatati: "i nd rornr neuro:ogk;~ , car.Htcriuata da ipcreccit.tbilid, trcn1orj getKr.tii zzati e con' ulsiot,j, c .:nm prc.mhc;io'lt: dd


544 fegato. Il DDT sarebbe assorbito per LUttC' le YÌt: d1 sommin!slra'l.iont•. Il reperto d1 cloro organico nelle urine è di \'a:ore tlbgnostico nei ca'\Ì snspcll l.

1\TELL'..J.NGJl\T..J. Dl PETTO, Stcrnc, l)cl:un~1rc c Lcm ...ult usano da v:1ri anni il 1 262 F (dietil-aminoetossi-2-Jitenilc) per vb or.1le, da ,~?· o,os ;.t o, IS·0,20, pro. clic e. p~~

un mere di cura. I risultati, riferiù su (\ La Presse ~fediL~tlc )) (n. 5, 1946) sono statl pnt che sodd 'sfaccnti: a yo~tc il 1netodo h:1 dnto luo!!o ad algie che hanno fatlo sospenJere il trattan1ento ( rr casi su 59): in getu.:rc, n1iglioramcnti notevoli c duraturi.

1VELLA POUO.\IIELITE, sc~ondo Ranschofl, il curaro costituirebbe il trattan1ento \erapeutico più eft1c..lcc. L'_-\. lo h::t u sato 11la dose. d~ J_ng. o,_9 ~er k~. di peso, 1:1~, scrive che pùtrebbe c~sere adop~r.1to ;n dosi ::tnche Inngg-Jon 1n cast eli p:.1rttcol_are gravtta o c?"n J'Jumentarc dell'er..1 dd paz. (,, J.A.~rf.:\.. )), 1945, 129). lvfa nello stesso G1ornnle- n. 131, 4 del25 maggio 194D- J. F. ~bx riferwdo i risultati avuù in 34 poliomielitici curati col curaro asserisce di J\'er ùo,·uto constatare un insuccesso con1pleto, e aggiunge che agli !lcarsi risu:tati fa,·orc,·o 1i hanno fatto riscontro pericolose condizioni di ~alute detenninate tb ll'uso del ,·eieno. L.-1 TR.-iSFl.ì'S/Of-lE JNTR ...JC...-JRDIACA DI SANGUE rappresentn. uru. delle ulùme conyuiste deli:t terapia chirurgka. Nel << Surg. Gynec. Obstet. », n. 82, pag. 517, dd r946. B. I. IokYcd riferisce di due cad nei qua!i trasfuse direttamente una soluzione J.i cloruro eli sod.io, glucosio e sangue nel ventricolo destro in uno, nel ventricolo sinistro nell'altro {que:-to ~econdo metod0 fu ritenuto m1g:.iore perchè il sant,rue veniva così spinto rapidamente ai centri bulbari e al sisten1a d elle coronarie). L'ago venne jnfisso a live:,Io del 41.) spazio intercostale a destra o a sinistra secondo il ventricolo scelto, un dito trasverso ::tll'interno della marginale dellCJ sterno. In entrambi i casi la trasfusione ebbe ragione della morte apparente dci due soggetti, ma il primo di questi decedè due ore e mezza dopo per le gra.,·i condh.ioni del miocardio

LJULCERJ TROP!CrlLE SI AT1T7ANTAGGJA DELL.rJ CURA CON VITA_ \ fl?\lA C: i1 capitano medico G. E_ Brown (c< The Bulletin of the U. S. Army lvled. Dep. )l , 8g, \Tl-1945) ~ommiillstrando per via endomuscolare vitamina C, nella dose eli n1g. 200 a giorni a:rerni per 2 c;ettimane, ottenne un rapido mig:ioramento con epiteliz. .. . . zazwne In IO uelOffll.

[•>/ELL'Al\TGINA DI V !lv CE1VT rispondono1 bene le tocca tu re con una ~o:uz.ione al 10-20~~ di acido cromico~ (C. So!ero, c< 1vfin. Med . )), n. 37, 1946).

NEL .ì!AL DI 1\fARE, fra i tanti drr1edi Lsperinlentati, sembra che so!'o la joscina (brom =drato'l somministrata in re mpo·, riesca ::td evhare nella maggioranza dei casi il penoso disturbo. Dev 'essere data qualche te1npo prima di incontr~re il mare grosso e in dosi che vanno da mg_ o,6 -a r-2 . NeJe lung he traver~atc è ronsigliabile ingerirne mg. o,6 :a mattina un'ora prima di levarsi, mg. 0,3 un'era prima di. co~azione e mg. 0,3 un 'ora prima cl d pranzo. (R. W. Trottcr, « Prnct1tionc.:r )) , luglio r946). DALL'OSSERVJiZIOf\TE DI UNA CURA E.~~IPIR!CA, praticata Jagli ~biranti della Gironda, il clr. LF-uret, usando una tintura al 10'% - ottenuta tneclinute azione dell'alcool su trucioU fini di tronchi d'edera - alla dose eh xx·v-L gocce al giorno, ha curato prima i suoi cinque bambini amn1alati di pertosse, e in seguito, visti i bri!lanti risultati, ::tl tri 200 malati. H. L eclerc ha ripreso il tr::ttta1nento e su <'La Presse Médicale >> ùcl 16-3-1946 pubblic::t j soddisfacenti risultati ottenuti. NEGLI AT'VELEN.,..J[\1 ENTI J'JCUTI DA 13ARBITUR/Cl, la benzedrina risponde meglio di alr.ri meuicamenti finora in uso_ Su 14 avvelenati così trattati so~o uno mod perchè rict:\'Ctte dolli in!:.u Hìci enti, gli n\tri 13 gunri rono. Tale n1etodo, già preconizzare


545 Ila 'Nly~rt~on nd 1940, è Mato ri P' C!iO da A. \V. Frdrcich e }• \V. Lnnchbt"rg che ne riferic;cono sul cc J.A.M.A. ,,, ~tgosto I ~J4>. NELLA DISASSUEFA_~I~JNR DEL, lv/0RF!Sl"'f0 ha risposto ~ssai favonvolmente n p. Ottoncl!o -:-- eh: ne :Itc:J ~C': n_1 _a L Atc:neo Parmense :", XVII, 1. 2 1g46 _ l'associazione a ne uri nlca-acldo rucotl m co (l nH.:z . endo v eu~ di m g. 20 di vitamina B 1 e ( f,T. 20 di .1cido nicotinico in 20 cc. eli soluziorw glucosata ipcrto n~ca). In 3 pazienti così tratfati egli ha avuto la disassuefazione com p~ eta. L'A.. !::i riserva, i n b3~c ad ulte:iod esperienze, di .1.Hacciare delle ipotesi sul meccani smo chi rniro-hio!o{-!ico che riesce n correggere l'a.norrnalc situazione umorale stabili tasj nel corSrJ de~ morfi nismo e eh~ ne rt ncl .: così eli ffici le e penoso lo svezz.amento. J

LA RIDUZIONE DELLA DURAT.A DELLA CURA DELL'ATTACC(J AfAL)l RICO si può ottenere aumentand_o convenientemente 1e dosi di acridinici abttualmentt" usate; consiglia bi e il seguente trattamento : gr. O,)(J-D,6o di h alchina pro-die per 4 giorni consecutivi; dopo un giorno di pausa i so-liri ch.ino!einid (G:Jmefnn o Se:e) alle dosi usuali . Su 26:; malaraici così trattati, G . Buono:llini e A. ~[otta - Dian a hanno ortcnuto la scompars; dci parassitj circolanti jn quattro t_riorni ne! Too" del casi. Rispetto .11la frequenza delJe recidive, nessuna d!Herenza sc nsiH~e, in gf.nere, fra quelii trattati con dosi usuali, e quel H ~otto posti al trattamento ahbrf."v1:lto . ( .. L~ Settimana \ledica», n. 31-35, pag. 64, 1946).

NUOVI RITROVA TI. LA LU CITE (rneti1-metacrilato poliJuerizzato), $OSWnza organi~o-pbstica, t: st3ta ;1doperata, prima sperimentalmente e quindi nell'uomo, da :...I. Durm:tn n e R . Ab::-<Jham~on (« .NfiL Surg )), pag. 405, 1943) che nei tre casi presentati - 2 Oferati eli artroplastica Fer anchilod interfalangca, uno operato per andulosi deil'anca - ha.n no ottenuto la completa ripresa della funzionalità art!coiare, con guarigione per prima de]a feritt ope- · ratorja. 1v[edicato un capo articolare, gli AA.. applicano su di ~so uru capsula di ludte gi:! preparata e steiilizzata, quindi m.odellano l'.llrrc capo arricobre adattandolo :Jib capsula. CONTRO Lrl FEBBRE DA FIENO ed altre alle rgie, \ V. S. Loewe, un n1edico tedesco rifugiato in Amer'ca, è: riuscito a pro.J~rre un derivato de1 cHrJme cui ha d~to ~ l nome di Anthnllan e che, somministrato n ~Jb dose di 6 pillole ..t! gi o~ no. arreca un ' ero wllievo al p.1zicntc. UN NUOVO J'r/JDRIJ-ITICO è: l'E3 (estere benziLco del cloruro di idro~s:etil-dimetil~ t til-ammonio) di cui \V. B. e J. !VIa nn riferiscono i buoni risulwti (:JtO.i'i cità sopratutto) nel cc Brit. J. o~ Ophtt~1n1. 11, 1 genn. i946 . .. . . . E UN NU011 0 J\1/0TICO il D. F. P. che secondo i ch.in1ici i n~ies i determia1 contrazione pupii'larc. Gli JmL'ricanj Leopo-ld e Ccmroc hanno tra vnto, ~;-IU:he.• che esso nel glaucom:t ha un'azjonc.: curativa più effìcncc c più duratur.t ùdla fi siotigmin.1 <: della l J!ocarpina.

IL D. B. E. è un nuovo estroge11o sintetico annunziato da R. Grcene (<< Brir. 1-fed. ] . >) : gennaio 1940) strutturalmente differente dagli estrogeni natura! i c Jagli stilbenici, c che avrebbe il vantaggio di un'azione prolungata perch~ viene trattenuto a lungo ndPorgjnJSmo. L'l RGAFEN, il nuovo sulfnn1iJico (N 1-3,4 d1mecilbenzoihulfuni!an1ide) recentemente ~intetizznto cb Nfoulin, Verachcr e Hirt, e già !)perimcntato in Svizzera e jn Germ ~1nLt ~ tato or.1 oggetto di "tucl'o1 e di esFcrin1enti da p.11 te eli R. Nbrconi, deU'Istituto di pa-

c


tologia chirurgica dell'Univenità di Torino ~(( R~s~. Int. di Clin. c ·r~r. >), t t. 17-tH,, 1y46) nel can1po delle ferite infette. I casi tratt:llÌ sono !'!tali 31 : pur con le r!scrvc ncccssnrtc per il non largo nun1ero dei casi considerati, l'A. può conrludcrc che l'lrgafcn è di ugua.le se non rnlgliore efficacia degli altri ~ulf~u11 : dki "ui quali ha il vantagb-rio clell'~ltoFsidtn c di· un utile uso aoche a piccole dosi.

U1\r NUOVO ANTJ!IJAL.JI<JCCJ SlJVTETJCO, curativo c profilattico, è la « niva· china)' (3-metil--t-dietiJ-anJino-i~ojiropilamino-7 do~?-c.hinoJ~jun) . esi:erin1en~nto ~a~ dottoci Durand, Decourt e Schnejdcr che ne h:-mno nfento nella Rtu1uone dc1 lYietltcl tenu· tasi ne:l'aprile .scorso n Tun.isi. L.1 niv~china sarebbe utile anche contro 11 tifo esantetnatico, la lan1bliasi e le tricon1onusi.

IL B.A .L., di cui non si conosce la composizione (sen1bra si trntt1 Jj un segreto degli Americani per moti,~j di sicurezza nazionale) è. un antidoto specifico·, ad azione chemioterapica 1 delle intossiC3zionì da arsenico, rame e pion1ho con i quali fonna com: posti solubili faciln1ente eliminabili ( ~< Bull. of the li. S . .A.rmy Med. Dep. >>, n. 88, 1945, pag. 13). LA C!TRINTl'lA è un nuovo c:Jntibiot:Jco, estratto dalle culture eli peniciHiun1 c1 trinum, aspergillus Cclnclidus, aspergillus terreus, e che si trova anche in una pianta (la crotalaria crispota) che attuahnente v1ene stucliato da \Vie-Chang-Chu per stabilirnc le proprietà farmacologiche. Finora non è stato possibile operarne la sintesi. Efficace sopr.: ntutto contro i batterj gram-positivi (« J. Lah. and. CL :Nfed. )) n. 31, 1946). 1

A.l'lCORA [JNA SOSTANZA ANTIBIOTICA : è la- « chetomina )' scoperta da Geiger e colleghi e prodotta da. alcuni stipiti di Chaetomium cochliodes. E' attiva contro i germi gr3ID-posith-i e, ricca di zolfo e di azoto, sembra che abbin proprietà biologi·che diYerse dJ quelle della penicillina.

NOTIZIE. fL RISO Il CONVERTITO )J. - Suj due nu.liardi drca ùi Jbitanti che popolano il no- · S( ro globo, più della metà usa nutrirsi p;eva~enten1ente di riso: ]'eisere riusciti a elevare (;lftlficia:menre il valore nutritivo di tale cereale può pertan~o Eig;n.;ficare, per una percenluale altissim a di umanità, una salute mig:iore e una più Junga vita . I due uomini che hanno portato questa rivoluzione nel campo deii'~Limentazione sono l'americano Gordon Harwell e il chimico ingleEe Eric Huzebub. Harwdl \rive ad Houston, uno dei centri della produzione del riso, ed era detlito al commercio di esso. Egli pensò che si sarebbero potute conservare, a mezzo di speci=ùi processi di cottura, tutte le sostJnzc benf.'fiche che vanno- perdute co'll l'attu~ie­ sistcma di brillatura 11 riso grezzo ha un guscio cst-12rno faci: mente stacca bile c tre pellicole inter.ne più aderenti, c sono appW1to questi quattro jnvolucri che contengono i vari componenti della vjtamina B e le sostanz.e tnineralL 1'1a in on1nggio al genera~e desiderio d1 ottenere un alimento perfettarnente bianco.. i quattr01 strn.ti vengono asportati lasciando so~o il granellino color perla, risultante quasi esclusi\'qmente di atnido e che, lavato dal1e massaie com'è d'uso generale, ' 'iene ~; perdere ogni e\·entua:e residuo di vitamina. B. I-!arwcll nveYa. incominciato d~ solo i ~uoi tentativi, n1a venuto a sapere che il' dùm.iro Huzcbub dn ben Io anni studiava per r~tggiungere lo stesso suo scnpo e n.veva tro\'ato un processo 1ndustrin' e pratico, lo tempestò di lettere, telegramnu e telefona: e ... se~za aver rispost?. IntJnto Huzclaub si er:1 deciso a recarsi negli Stati· Uniti per so:· lccnare un fìnan.vnmento della sua scoperta, m:1 deluso dal1':tccog:ien'Z.a dei grondi in-


547 du!ltriali, l'ti accinse a rjpnrtin:; 1-larwell lo jncomrò all'aeroporto e qu1· ac~ . . dd... eli · 1 · · j'L'j' · 'd · h Cu .... uno quei ptcco 1 tmprevec. Jut 1 Jnct entt c c spc~('o ~ambianr,. i~' destino decrli uomini Il h" ~ Jnico cadde e .si lussò una s~alJa, e 9uanrlo dopo una scrtimana po~ alzarsi jal l~tt~

l'accordo con 1-lanvel era raggtunto. St era vcr~t) !a fine del 1n4 2 c i~ commerc!ant · ~ d · · .J • 'j e nusc. 'Uffi · a pcrsua dere l CJt>l pro uZJon1 u1 glll' rra a dargli un po' de! materiale neces\·ar1 · e · h I d · j' ~ 0 P r le sue n cere c.. n . un cpos1to. '.1 rot~a~1i trovò un cilindro ad alta pression·e, in un attJro ,~a c~~m.a; ~1unendo tut o 1_ su~1 rl'iré•rnu. pre;e in ~ffitto un vecchio magazzino dove Jlnsta1~o ti rudu~entale n1acchJnano e Jncomulcto a produrre il nuovo ritrovnto che chiamò « rJ.so convertlto ». Nel procedimento scoperto da H uzdaub, il riso \ Jen messo in un ctlind ro nel quale si fa ii vuot_o estraendo !n. tal mod~ tutta l'aria anche da! granello; qu ndi \'i si immette acqua boilente ad alussuna presstone che n..:nttra ;tnche nel vuoto creato nel granellino e vi trascina la vham.ina B che è so!ubi:e neH'acqua. Quando il cereale è asciutto, il guscio e le pellicole .possono essere: rimossi impunemente perchè ormai le sostanze nutritive in essi contenute sono tutti! ~ssate ne]'interno del granellino che ha 'acqu~stat? un color crema. Dopo b cottura, però, es.so ritorna bianco come la neve e i chicchi rimangono separati l'uno daJ1'allro. Il nuo \·o prodotto, o!tre all'aumentato valore nutritivo, offre il grande vantaggio di ncn subire attacchi da parte deg:i insetti che distruggono éllnnualmente mHioni ili doJlari di riso comune , e C)! mantiene intatto per diversi anni1 e in qualunque clima. L'impianto di Houston nel Texas produce oggi circa 1 00 ton.ne!late Ji riso c• convertito » al' gionno, finora tutto assorbito dall'esercito <.Imericano. Fr~ brt!\re u n nuovo impianto raddoppierà La produzione ed altri ne saranno zn.:ug urati nell'.A.rkansas, nella Luisiana e nello stesso Te.."<as. Il dr. 1•[. C. K.ik, spt:cu!hta r!db dDmica del riso all'Università di Arkansas, ha attestato c e! ( l Rice Jo urnal , che nd nuovo prodotto la vitamina. B si trova i n quantità 2-3 vo· re maggiore~ e i. co' o n nello Roland Isker, direttore dell'Ufficio delle ricerche Jel Corpo Ji Conurusc-ari~uo arnmcano ha dichiarato che il riso t< convertito>> è uno dei più importanti succe~i s~enrifici de.lJa seconda guerra mondiale. Non sono mancati altri :J.Utorevo:i c{l>nsen~i tra cui queLo de! dr. R. R. Willbms del Consig11o nazionale ùelle r:cerche americano. Gli inventori ritengono che il loro m etodo possa es~ere applicato press·~a poco a tutti i cereali nei quali potranno essere introdotti anche altre ,·ita nline e min~rali. E' da sperare che questo procedimento, che potrà dare \'3ntaggi jncommensurabili all'inter:l Umanità, possa presto divulgarsi in tutto il 111onuo e ic .::,pecinl m oJo in Ir::1ja dove la produzjonc del risOt cost"tuisce una delle ricchezze n~zion :1 ' i. (Ua t!.n ;,) ,h ·afa di G. J..:en! sul <e TVas/Jington Post >l). E Bu.rFARD! C\.\!P\!':.~.

PROGRESSI NELL.-1. CURA-l SPECIFICA DELLE liVFEZIO~.Yl B.·lCTERICHE è il titolo della conferenza pronunziata da sir. A. Flen1ing all'Acc~Jem.ia di n1edicina Ji Torino in occasione de~ centenario della g!orio~a istiruzione. il Q ottobrt" 1946. L:1 conferenza è riport.tta per jntero1 da (( ~~finerva l\ [eciica " che ùedica il fn ~cico!o 43 (27 ottobre 1946) a.ll'avvenin1ento. PER UNA BIBLIOTECA NAZION ...JLE /I) R0L0G!CA . - H n Centro di studt medici Ji idrologia, climatologia e talasso.ogia H dell'Uni\'er!)ità di ~libno. sorto con l'approvazione e l'appoggio unanimi de: Ia Facoltà medica, dç\·e, or-1, fra l'nhro, attuJre b propria biblioteca specia:izzata, nella quale~ si trodno libri, monografie, b\'Qri comunque pubb1kuti, che din~tt ~unente o indirettamente (scienze affini, qu:.li geologia, chimica, me1

teorologja, ecc.) riguardino la idroc!imato!ogia. rabssologia, terapeutica termale, ecc.). Il direttore Jel Centro, prof. S. Roversi, prega gli autori e in1 gener!llc quanti sono in possesso delle suddette categorie ùi pubblicazioni di Yolerne br ùono al Centro (cht· ha sede in via F. Sforza, 35 - Nlilano), ove resteranno a1 disposizion t~ di rutti gi ~tucUo~i . Potranno essere rimborsate le spese ili trapurto ed altre eventu:tU.


I L PROF. V. PU1VTO f\l/ .. - al quale rt\'olgiamo :c più. vive ~licitazioni ~c1· lu ~e­ centc nomina ad Accaden1ico dd Lìncei -· ha in.tugur~to tl 7 d1cen1brc la ncoslrulla Aula dell'Istituto d'igiene d~l'Uni\'ersità ùi Ro.ma p:trland? ~ci « Prcc~r~ori c artcfì.d dell'antico htituto d'igjcnc di Ron1a )\ , Un pubbhco n~n1e.:rostss11n~ e sceluss1n~o ha ascolt~Ho e apphudito calorosamente b dotta c bcl!.t contcrenza ~hc il nostro GJornale, per la squisita cort!.:si ..l ùell'oratorc, riportc r~ per intero nel prosstn1o nwnero . PRO ORFAl\Tf DEI :'IEDTC! .\!ORTI li\T GUERRA. - DaH'ordine dei rnedici di La Spezia abbia.tno ricevuto L. :2150 (.:r' offcrt.t). Altre L. 18.200 ci sono pervenute dall' Associazione tnedi.ci dentisti it:.1 :Luti, di cui L. 5.400 sotroscr.itte da 50 Soci della Sezione Laziale, L. u.soo da 1.4 Soci delb Sezione di ~~fessina , L. r roo dnlb Sezione dj Reggio Cal~brja e L. 200 dalb 'Sezione di Cag: inri. Il dott. Eros Oklr.ini. di Cernobb:o, ci fa tenere L. 2.ooo accompagnand'o!•e con queste pJio!e: H d:1 parte dei miei b:unbini orfani della n1~d:e n . A. vendo già chiuso, per nostro conto, b !:Ottoscnztone col precedente nutnero• del Giormle, ~:: tnertiarno all'Op~ra nazionale per l'assi~:enz:1 degli orfani dei sanitall't1 italiani con sede in Perugia :L' somme ricevute; c siamo lieti di segna~'are .la fattiva adedone Jell'Ordinc: J e! medici di L:1. Spezia, deli'.A.1\tD.I. ~ il significativo contributo del dott.

oludni. L .:l ~\JOSTR...J DELL'ESERc'ITO, inaugurata a Roma .dal Capo de: Governo, ha richia1n::1to dal I u al 15 dicembre, nel Palazzo dell'Espo!"izione, una cospicua folla di , isitatori che, ..lttra\'erso una precisa documenraz=on.e, hanno potuto segujre e ammirare il largo contributo di yaJore e di sangue dei salJ:ni ita:jani aHa guerra di liberazione. FGOCHI DI BIVACCO IN CROAZIA. - Il colonnello G. Angelini, direttore u~:.b (( R ivista 1\lilitare H , ·ci appare in questo suo libro, edito di recente in bella veste tipogr:1fica dalla <f RegjonaJe i), Eotto H duplice aspetto di comandante e di scrittore. Nc!ia storia fedele Je1 su o reggimento, d:11l'autunno 1941 all'armistizio, accanto agli episodi più salienti v'ssuti dalle su e intrepide «Cravatte Rosse >J (preminente quello di Korenica) e narrati con appa~ionato cuore, egli si indugia in considerazioni di carattere rnilitart: che, soprattutto nei riguardi dei prob:erni suscitati da~la tipica c< guerriglia >>, elc\·ata J sistema di combattimento iri que! settore, assumono 1'importanza di un vero studio del nuovo sistema di guerra. Un:.t do \·erosa confutazione dei c::osjddetti <f crimini dt guerra >J , imputati alle nostre truppe, tro\·a posto nell'u:rima parte del libro e ristabilisce la verità in questo do!oroso campo con una precisa messa a punto de1le iniinile atrocità commesse dai partigiani di Tito co ntro ufficiali e so!dati italiani. Ci piace, infine, il col. Ange:ini q ua.ndo h:1 il coraggio di rivendicare l 'esistenza di un fronte balcanico, nonchè l'erojsrno sfortunato di quantj furono combattenti pri1na della conclusione ddl'arn1istizio: due fatti sui quali 1nolti - troppi ahimè - insistono nel man:cnere il più inconcepibile silenzio, e ch e gli fanno dire, nella prefazione: et ••• noi osiamo affermare alto e forte che il valore e il1 ~ac rificio dei combattenti so no sacri, ~ncht: se la guerra ch e sono chiam ati ~ combattere può essere condannata dalla co~cicnza Inorale del popolo o dal giudiz io infallibik della storja. Una nazione che scen ~ Jr..:sse a tant.1 ba s'iezz~ non ~a rt-bbe più degna di avere un esercito >> . Bravo il co:onnello .-\ngdini ~ Lo ~ti le della n.:trra7jone è chiaro, forbito, piJce\'o!è, a vo~te pittoresco . E le c< CrJ · ,. :1nc Ro'lse •l !:aranno grate all'A. di qucst~ bella e jnteres~a nte rievocaz=one .

RECENTI PROGRESSI lN !YfED!CiiV rl, eJita da << Il P e nsiero Scientifico )1 , ha \ isto la luce col fascicolo di onobrc ded :cato a!: e polmoniti. Una lusinghiera prefazione di G. Bastianelli illustra il programma <.Iella nuov~t l\ i, i~ta, ~1 \\n quale auguriamo le migliori fortune.


549 SOM1vfARl 1)1 RlVISTE ~fiLlTARI Rivista Militare ~ Anno II, n. 11 , novembre 1946. M. Torsiello: Dare un Capo alti'esercito in pace; F. Gclich: L'dito Comando de(! e jorze armate italiane; N. Pasti: Pc:rch è L'aeronautica deve essere una fo rza armata autono~a; G. C?o~ti:.: Il rin_novam~nto ~el Co~·P_o d egli ufficim'i; F. D i Lauro.: Il p,obi ema d•et 5ottufjic1Ctlz tn re/azzone aN amb1e~lf: etv1.e; G. ~L1strobu.o o: Il Gruppo di combattirnento << Cremona» ne/,lp. guerra di lzberazione; G. Stc~lingwerff : Da. la bom ba et a soffio » a que/Ja cc atomica »; G. La Rosa: l ncontri e scontri con i seruizi - La lac,atura de, corredo deNe truppe. - Note e proposte - Lettere al D irettore - Rassegna cJi po!itica jnternazionale - Notizie - Recens!oni - Varje ~ Biblio-grafia.

Rivista Militare - Anno Il, n. 12, dicembre 1946 : T. Orlando·: Il problema dell'Alto Comando, F. Ge~ch : L ' ~luo Comando d~. l~! forzt' arm.ate italiane; V. Pizzonia: Per eone. udere sul problema dei sottufficialt, C. U tili : Frrnteria di rottura; R. Calò: Scuot.'a di guerra facol!tJI!va o obb!ig~l ori.r ?; E. F~bbni: La. battaglia di Cheren; R. Guercio: Esempio di orgunr::zrJ::ior.e d a!t..n.-co di un /;attaglio"e in terreno organizzato; A. D'Alessandro: P1·oietti e bombe razzo telecomantlati; «J. La Rosa: Gli spacci cooperativz. - Note c Proposte - R:::~ ssegna ili politica jnterna zio!:J le - Notizie - Recensjoni - Varie - Bibliografia. 1

Anna i di medicina navale e coloniale. - A.nno LI, n. 2 , magt;io-~gos•o 194t> •

L. Nfa.rfori~Savini e NL Stefan.i.ni: Su al cun e cause di fa,'se reazioni positù:c· d d /a P' ova di Hanger; G. Tatarelli: dkune prove di !a bora tono sulla fun=ior:afità epatica di un gruppo di sommergibilisti; G. Rondanini: Comportam ento degli aminoaddr ne,\ sar1gue e nel .iquo1' nell'elettroshock; P. Bellecci: Erpes z oster e ch en:r:itc nettrop,ualittc.-s; G. Tammeo: Agran/l(tbcitosi; G Pezzi: La 1norte improvvisa nei ple:triticz; G .\'ivaldi: Di un caso di febbre ricorrente da spirochete ossen.rato in Sardegna; R. S:occianti. : T umore epiteliale de~ femore a struttura tiroidea sem::a tum o r~ primaria della 11roid~; A. Spaf!uto: Un caso di c/Jerarto-congiuntivite blenorragic.-a curato co:1 la pemcr,!i na: ~~L Patti: Su un tratta1nento sussidiario dei postumi di fe rite d'i g :u;"'1'rJ; P. Bdlecci : Su di Uri c.aso di papil~o-1·erinite sin1patica; G. Pezzi: Su un m etod o di polir.;diotèlupia a.s.)·oc;ato lldn. cura intetna ne/fe deca:'cificazioni~ localizzate; R. Lo Schiavo : / r.cidenr:a de/fa tubC'rcaloS7.· pol1nonare fra i sommergibilistr dun1nte la gu~1ra. - Fom1ub.rio - \ ,..ar et~ -

k .1 s~egna deHa stampa medica - Bibl!ogr:.1fiJ - Libri e opuscoli ricevuti - ~otiziario .


INDICE DELLE MATERIE Per l'nnno 1946

FADDA SIRo: 113° Annuale della Pondazionc Jel Corpo sanitado militare FADDA

Smo: Ritorno al Celio

Pag.

185

»

273

LAVORI O RIGINALI Sindron1e parki.n~onbna post-traumatica . » 395 AIELLO Gru~EPPE: Concetto e limiti di jnva.1'iclità da rnorbo di Buorger » 278 BERNI ANGIOLO, SPEZZAH.:RRI ANTONIO c LADtt\NC r\ GIOVANNI: La sieroreazione agg:uti nante con la SalmonelJa parntyphj N. 2 nei mllitnri sottoposti a ''accj nazione profìlattica T. A. B. Te . . . . » CAB ITZA ANTONIO: Sulle malnttie vertebra li eli prima osM.:rva7io n<: tra i militari rkoverati )) C:\MPAILLA GuJsEPPE: Sindrome siri ngu-hu l bo -mi elica dopo trau 111~1 pc· riferico n 'V l CARDONA FILIPPO: Le n~uroniti h ,)'0() . >, CAn!RA GIOHGIO: Niiopia transi:oria da ~ulfamiJicj . •lT CATA LANOTn VtTO: L'isolan1entcJ della Ebcrthel~a typhi dalle· Ceci . n ·P 'ì CHELI ENRi co : Su Ila patogenesi de11n fratturn vt~rticalc del\ n rot11 b. >> 193 CortTESANt G i usE PPE : Su una fe ,;ta i so lr~ta del b cistifel lea cb proiettile dj fucile 11 CURATOLO LoRENZO: !vletilgu~tnicile c tri metilguanicilc >l 510 D'ATnuo E vANDitO : VJluta7Jone medico-legale delle carcliopatie orga» niche nùtralichc in tempo d'1 guerra . D ' ATTILO EvANDRo: Sulla patogencsi, sulla sen1eiologja e su:~ significato dei so ffi cardbci sistolici anorganici » l)r:. L AURFNZt VINCENZO: Su tH1 caso di polincurile insorta durante d trattnJn ento antirabbko. n DE N!AHTINt RENATO: Contributo Jlb co no ~cenza ddle lesJoni auricolari ::21 I » provocate DL\z GoNZALEz JoAQUIN: Il Pnp~ro Chi.rurgico di Edwin Sn111th » 457 1 DoLFJNt G iuLio: Gli eosjnofì li del l'escreato j n co rso eli pncun1o torarc: ' {'terapeutico » I o~ DoNAn GrusEPI'E: S i ~ tcrna nervoso vegetJ ti vo c la voro .fi S~ico n 97- r 87-300 DoNATI G tusEPPE: Ormoni, vitam=ne e lavoro fisico . » 468 G IUl·F JUDA ErroRI:. : Sul tratta mento dell'o s t ~o mielite acuta dell~ ossa .,g-) )l cr:wi che , Gotti Dt:.~IDERto: l n.fluenz~ dei reci picntj sulla durat.1 cl el potere catadl)) 21) nico di un'acqua filtrata per candele argenti·zznte. GuARE',CH I GucuELMO: Osserv::1zioni sperimenta li sui seg.n[ de ~! colpo ..,.,0 )) sp:1rato tl~t vkino· con moderne armi auto-matiche (tv[itra, Sten). .))) h!PEtlA'I'l L u t G I: Questioni medico-legali . 476 lnt·tll nA Vt NC:ENZO: Cento casi eli condilomi :-tcum.inatv t1ra.ttati con b po Jofil:ina )) 239 1 )) l hM M 1 CA li Ln : 11 t< vacuum si nu s >> nc..~\ volo a tuffo. e nel vo•lo eli aha quota 4C) l HtM 1 CAnu >: L~1 'ii ndrome oti tica G radcni go-Citclli complicata cb zona rri p/:ill i naie )) 4~.-;;

AccARDI ANTONINO:

1

-


55 1 LA BRANCA GIOVANNI, BERNI ANGIOL.O, e SPEZZA PEiuu A NTONIO; La siero reazione agglutinante c.:on la Salmonella pnratyphi N. 2 nei nulitar.i sot:toposti a vaccinazione pro filattica T . A. B. Te . . . . ~{AGRI GIANO: Stato depressivo dopo somministraz.ionc prolungata eli b. . ate r1n . . . . . . . . . . . . , ~vfoNOPOLI MicHELE : Un metodo s-emplice rapido e preciso per la localizzazione dei corpi estranei . . . . . . . . . PAL.\lERIO PIETRO: Un n1ctodo setnplkc di dosaggio delle vitamluè B 1 c C associate . Rocco ALBERTO: Un'1mportantc rnodific:1 alla stufa dì disjnfez.ione sl·

l

~

))

._" "l 2 C)

stema Giannolli SALSANO

))

DoMENico: Sulla etiopntogenes1 delP'en1atom a sottodurale con

particolrure riguardo all'intenrnllo libero ScAFFlDI VtrrORIO jr.: Su]b, terapia delle enteroco~lti con ucido nicotinico SonAno FRANcEsco: Osservazioni. su un caso d'i jridot..ciclite traumatica con stn.to injziaJe di panoftnlmjte e su un altro dii jr.ido-cidire luetica l'rnttnti con peniciJlinn . . . . . . . . . . S rl J·.'l.1AJIHHilt

i\Nì '<>NlO, LAnltANC\

GwvANNt

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BuH N t

.,.,4 - .)

49ì

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i\NotoLo: La siero-

rc•azionc: agglutin:tntc con la Snln1onelb pnratyphi N . 2 nei militari r.. ot lopo•,ti a vac.:d nazione profi lnttica T . i\. B. T e .

))

l

IvfEDICfNA LEGALE

.

tvhllatlie cl a privnzioni, sevtzle e tnaltrutlnmcnti Png. )l B uC'C tA NTE i\J..HlE DO: Inforlunati civi'1.~ di guerra dn ordigni csplo:,i vi )) Ruec tAN'rE A LrrJ ry~ no: Infortuni d viii di gttc.: rra (Cnshdcrt) ISPc c; &A N'I'l·. A Ll ·ll.l! 1)() :

)2

144

419

RIVISTE SlN'rETICfTE Izzo

GiusEPPE:

Pag.

Il morbo di Marchinfnva-}.tiicheli .

l)IVAGAZ!ONI CAMPANA

ANTONIO: Le P aln1c eli Bikini .

CAMPANA BuFFA!RDI EvA:

.

.

Png.

Carità e abneg.12ione delle do11lne i t alli ne nel33-f

l'ultimo conflitto . 1\ft:LANDRl IGNAZIO: Ars longa - ~lita brev1s

))

79

LA 1viEDIClNA IN CANiìvliNO

D. E. CAPPELLAR(J

.. RASSEG1..JA l)ELLA STA.NlPA lV[EDICA LIBRI E RIVISTE IJATTERIOLOGl.tl.

Infez.ionì d tt batteroicli - Sl\H1'H e Rm'ES . Sul_ complesso modo di azione della perricilHna. -

· Pag . PaNETTI

e GlUN CHI.

H

434 52 4


55 2 CHIRURGIA.

La son1n1inistrazione intraossen del Pentothnl sodico (Ricerche spcrÌlnen-

P a g.

t:ùi). - D,ERR1co e 11AJONF. . La n1alaria in clùrurgia. - lMPElL-\TI . .

)l

Cisti solitarie del rene. - CAYALLI. Contributo speriment:Jle allo stuJio Jdb rt..slstenz.a dd rene superstite a .ne&ecton1in, verso il \'Ìrus tubercolare - SALVIATI e ~tliGLIORANZA Alclli1e osservazioni ~ulb su bluss:.zione c lussa7jo nc omolatcrale es:erna del n1etatarso. - VrNDlTil . Sopra un Gl!o di tubcTcolosi neoplastiforrnc del fegato - Sl'ATOLlSANo. L'app:~ca.z..ione locale del H YHZÌfil>) nella chirurgia settica. CtoccA. L'embolia gassosa nella chirurgia ~elle suppurazioni polmonari . - RucGIEIU

),

»

160

)) ))

))

La derivazione jntestinale dell'urina mediante l'ureterosigmoidistorrùa secondo il metodo di Coffey. - NicHOLICH LocalizZ:lZIO ni chirurgiche non comuni della ent,uneba istol5tica.

))

CERQUl .\

))

Terapi!l opt:rJtoria del ,-3.ficoce1e (metodo Imperiale). - GIANNONI . Le lussa-zioni ro-aumatiche isolate del perone. - BELUFFI. Il trari::unento dei processi suppuratisi (flenunoni e ascessi) con co•: oranti colloidali elertronegativi (Trypan-Blau e Trypan'-Rot) iniettati endoYcna. - PicciNINI e BoNAccoRSI . Lezioni di an~:nomia chirurgjca e tecnka operatoria. - TRINCHERA . • Lo shock. - CoRELu Sulla p::ttogenesi d eli 'iperazotetnia postoperatoria. - CtMINATA • Nuovo procedimento operltorio ptr Ja estrazione tardiva di corpi estranei intrapolmonari a sede parailare. - RucGEHI e FRANCESCHI. Sulle a~ariclios1 chirurgkhe. - 1\·lAZZl:.TTl •

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342

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434

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524 526

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D ER.U ~ -l T OL OGl A.

Su due casi di urticaria da fatica. - SERAFINI e COARI . Erjten1a a npo nodoso da sulfamidoti:1zo~o. - BoNciNELLl Ricerche speri mentali sull'etiologia delle \'erruche piane senj}j Sulla classificazione delle disvitam1no<;i. - CoMEL Pedicu losis corporib ed ulcere delle gambe. - 1vfoRRIS .

P ag. ))

RIGG10.

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64 t62 t63

528 529

ENDOCRJNOLOGI.·L. Con~iJer:1 zio n i gener~1li su le coc; iJettc " artriti cnJocrine )1 .

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BA~SI

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Pag.

434

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345 345

EPIJJE.\f/OLOGIA

Rili<.:\'Ì epidemiologici su un r-:pi!>odiu .Jj pesle ~ Tara,nto nel 1945 -Ì\ L\llTUitt'.KI\

Su u_na. 1:articolare si ndro1~c l:ar;t)pruetica tra pri brionicri di guerra irahant ol n li 11 Gtmpo ùeH IndJa. - STEFANINI • . • • . . L' ~1ttual: epicle 1~ia di vniuolo in Tt~lia (Studio cpidem~ologico da.ll'jnizio del\ ep1clt:m1a ~:d gi ugno 1945), - VEzzoso e ANCIOLINI • • • La febbre enrcro-mblgic..1. - CAS'fELLANl. . • . • • Un epi~;ouio endemico eli ufo esantematico indiano. - LEONARDI •

))

..,4..,


553 Su alcuni cnfii di fcblx e boltonosa o ~ervatt in Libia durante una ricor-

cpitlemicn di tifo acldominnlc. - NAHDONI Su un epir-odio pcstoso in L 'bja. ·- NARDONI . • . Sulla epidemiologia della lcishmaniosi v i~ceral e dell'adulto in Sardegna. renza

-

Pag.

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BtANCHl

530

· FARlviACOLOGIA.

Prime et:pc:rienze cliniche sull'uso locale.: della penicillina. -

Cocci

Il

IGIENE.

Concetti1 e procedimenti tecnici per il contro' lo tlelle proprietà battericide dei disinfettanti destina.ti alla depurazione deHe acque da bere, con speciale riferimentQ! ai prodotti a base di doro. - 1v1AZZErrr e N!ENTI

Nuovi orizzonti della. dis.infestazjone .in rapporto Jila profilass! deHe rn~~lattic trasmissibili. TALENTI .

Pag.

64

n

530

JNFORTUNISTICA .

. Tumori! ~n conseguenza di infortuni. -

ToRRACA .

Pav. ~

MALARJOLOGIA

Correlazione fra fase setticemica e fase locale nella malaria umana . P'DLIZZOTIO

Recidive - re-infezioni malariche e cura o rm on~tle- MrLLET.\RI .

Pag. ))

MEDICINA.

Anemia emolitica acuta di Leùerer. - CANALI • Sulle forme larvate della perknrdite aùesiva e sulle aJgie per1cardiciche. -

Pa g.

D'AMATO.

LocaJizzJzione primnria intestinale del gr~'1ulorna maligno .- R..u=FAELE N .. Sulla tera pia dei vizi mitr~ùici compensa ti - CAT1\LDI • L'insufficienza surrenale nella mnbria. - CIAVAIDINI e I.ARTIGUE. Trattamento dei versamenti pleuric:i parapneumotoracici con iniezioni endopleudche di salicilato di sodio. - DAMIANI • Polmonite t: broncopoln1onite mnbrica oppure in malarici - RoVERSl. Sul mcccani~ mo d'::tzione dd fermenti lattici. - Dt DEMETRIO • L'anen1i~1 nell'an1cbiasi intestin:Jie. NhLELLA .

Sindrome di Pancoast. - AMATI . L'impiego del trasudato ascitico a scopo trasfusionaie PIETRA • La cura del diabete jn clifetto d'insulina. - FERRANNINI . Mononucleosi infettiv ::t e reazione di PauJ-Bunnel. - DE FAZio · ·• A proposito di un cnso di tachicardia paros.c;istica sopranodale. - BALL:\RlO Le false coliti. - TEDESCHI • Patogcnesi c ternpb di alcune cefalee ùei malarici Sc.\FFlDI Miocarcliti e da.nn.o m.iocardico. - BoNGINI c Ross ELU L'azio,nc rcrnpcutka della cmeti.n,1 nelle n1nlnttic di fegnto. C·\PU'fl. Pro ~ti gmh1a ed ipertens ione. - BASSI e L1oTTA •

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554 Sindrome associ~ta coronarica e cerebrttlc. L 'ipertensione arteriosél. - ìviELLl La radioattiYità in meclidna. - Cl.TALANO

Pag.

CoPro.

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535 535 536

AfED!Cll'.'.-1 AERON•..JUTICA.

Ele1nerrti di fisiologia c di patologi!l dell'uomo in \'olo.

Lo lvloNAco

Pag.

CROCE

MEDICINA LEGALE.

Su un caso di ~eminon1a bi !ater~le del testicolo ad insorgenza post-trau n1atjca. - SERTOLI , n yaJore clinico e medico-lcg:ùe delresatne en1atologico per la djagnosi di m::dari:.1 Ferniciosa. - G:R.Asso-B1o:--.-o1 Il termine della in:1bilità ten1poranea assoluta . - LENZI Contributo al!o studio dei rapporti intercorrenti tra traun1a e tuberco~onla endo::r~:mjco. PANSINY

Pag.

252

»

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>>

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255

J/ iCRORIOLOGL-J.

Di un meto...1o per la colorazione dei parassiti malarici nelle gocce spesse. -

..-\.

,

RAI· rAELE

Pa g.

Sui n1oderni metodi di iso1amento de] btc. E. typhi e dei batteri Sa lmonella dalle feci . -

~·fAccouNr e

Suzz1 V ALLI

))

NEU R.OLOGJA.

:Vfeningite sierosa (o idrocefalo acuto ?) con fatti senso-motori unilater~ll e confu8.one m~ntale. - LECCHINI . Sulle encefaJti da infezione tifoidea e paratifoidea. - CARUSELLI e ScUDERI Ormone estrigeno urinario e cerebropatie. Contributo clinico sperimentale. - ZuBIANI

Sulle psicosi famigliari ·- FILIPPINI . La rego!azione diecenfallca deJl'attività nervosa. - MAnTINJ . . La regolazione diencefalica dell'attività psichjca_ - PoRTA . Tendenze odierne della terapia neurovegetativa . - PoRTA • Proble mi del lobo frontale. - PoRTA • Studio sul quadro liquorale deìla sclerosi n1ultjpla i·n rapporto alla prognosi delle m odifìc~zionj dinirhe immediate indotte dal·la terapia . PERHIA

Pag. ))

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167

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t: FErw.,\ rt~s

OCULTSTIC..J .

L 'enoftaJmo traumatico. ~ PFEIFFER • Amaurosi a seguito di emorragia nasale. LoNc Coro:dite macu~are essudativa g10vanile. -- ADLER

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P ag.

74

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75 75

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OTORlNOL"LRINGOI.·JTRIA.

Ascc~o pt:rilon.sillare. 1v[etodo di cura conservativa. -

BERKOVA.

))


555 /', l Ur/SSITOI...f JGIA.

Un caso di cisti da cch.in<;cocco ddla mil7..a. -- CoTUGNo. Ascesso sub. frenico Ild torso di colite amebka cronka - CAllUSI!LLI Le false amebe dell'intestino e ddia vescica. ~ SmTotu e 'zoRZoLr. .

Pag. ..

35 1 3)-..,.44:2

PSICOLOGIA.

NazionaHsmo e sovranità ual punto dj \ isw p-;ichiatdcrJ. -

K E~ ,.J::rH

E. APPEL

Pag.

-143

RADIOLOGIA.

Anatomia, radJo1logia e clinica. delle malformazioni di sd :uppo della colonna vertebrale. -- Nuvou . Pag. Diagnostica radio.Iogica dell'apprurato uropoietico. - T uru;r:o. . Raro quadro1 radlo~ogico di sarcomatosi del cranio. - Gnn.u . Osservazioni sulla immagine della pleura interlobare nella proiezione )) latera-laterale del torace. - LENARoucc r . La roentgen-chimografin dei movimenti \'ortkosi dei proiettili inrra·..·entricolruri. - GRILLI Su di un caso di pseudoartrosi della clavico~a - GA!tDELLA Sifilide gastrica a tipo infiltrativo e ulcerativo. - BULLO • Quadri racliologici differenziali dell'osteomielire nell'adulto . - DE Gn:rr Sopra un caso di ernia de:lo J1iatus diaframmatico. - BrcN.\~n . Sull'immaginaz1one a cuneo di FleiEchner. - FossAn. . Contribution à l'étude du troisième ventricule du cerveau par b. vl.!ntnl) culo-graphie. - THAYER-ROZAT, LE BEAU et 11.mt! l\lfAZAnh )

t6g 2)6

... 52 35::! .., .......,

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445

537

TISIOLOGIA .

Tubercolosi primitiva della milza. -

DE 1.fAGISTRIS.

353

LIBRI, RNlSTI E GIORN_J.\.LI Pagg. 257, 45r, 519, 538, 548. VARIE Note di clinica: p~gg. 81, 82, 83, S.:h 85, 170, 172, 173, 174, 258, 355· 539· Terapie modernr: pagg. 83, 84, 85, 173, 174, 175, :!6o, 358, 541. Nuovi ritrovati: pagg. 84, 85, 170, 263, 265, 360, 545· Notizie: pagg. 85, 86, 175, 176, 177, 178, 265, 336, 361, 379, 3S).h 405· 41 8, 427, 446, 475, 509, sr6, 52 3, 546.

INFORl\IL'-\.Zl O NI L'Istituto di Patologia dell'Esercito degli S. U. per il paurimonio lDtcrnazionale delb scienza medica . L'atrività della Snnit3 1v1i1itn:re degli Stati U.niti .

A l dr. W. C. DavisO'n .

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Centro d'informazioni e stuùi ~ugli antibiotici (C.I.S.A.)

Paq. Il

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Sv.iluppi della lotta contro In tub c rcolo~i . .. 1 :~ R iwùonc dc..: Il' A:,sociazionc regionale Lazio-Un1brh contro b tuhc..:rcolosi · Pag. Vasto programma per la riorgan.izzaz ionc dci servizi ospcdalicri negH Stati Uniti

>>

520

522

.-\CCADElvUE E SOCIETA' l\lEDICl-lE - CONFERENZE, CO!vfUNICAZIONI E DHvlOSTRAZIONI SCIE~TIFICHE PRESSC> GLI OSPEDALI MIUTARI

PRO ORFANI DEI l\fEDICI i\!ORT[ IN GuERRA

IN ~·ffil\rfORIA.

SOl'vHvfARI DI RI\TISTE !v1ILITARI 453, 549·

NOTIZIE MILITARI

' -.., · P!.!l:~ · I -9 l . .). . 6) 1 -t)•"JO(T

Direttore responsabile : Dott. Siro Fadda., maggior generale meclico Redattore: Dott. pro E. Antonio Campana, ten. colonnello medico Tipografia Regionale - Roma - Via C. Cattaneo, 20-n


GlORNALE DI MEDICiNA MILITARE MINiSTERO DELLA GUERRA - ROMA

C~ C)NDIZJ()~l 1JI 1\ BB(J:\ .-\ ~LE;~1 ()

PER IL ~~J-t7

I tali a :

per gli uf11ciali medici c eh imici.~f~~rmacisti in servizio e in congedo per i Comandì, Circoli, E nti 1/,si <: privati

L. 300 ,, 500

Est~ro : il doppio.

Un fascicolo separalo L. go, se a rre! raio L . L~ o .

I l\1 P O

:a T A N T E

Gli ufficiali medici e chimici-farmaéisti in servizjo per abbonarsi al Giornale di l\fedicina l\1ilitare possono limitarsi a segnalare a questa Direzione: grado, cognome. nome, recapito t Corpo che li amministra. ' La Direzione provvederà a richiedere d'ufficio l'importo dell'abbonamento che- a senso dell'art. 7-t, lettera C dt!l Reg. Amm., ediz. 1927 - sarà addebitato agli inter.essatì nella misul'a mensile di L. 25. Ci~JviBl() DI I~DIRIZZO: le segnalazioni d~\·ono essere ac-

.c otnpagnate d~llla rin1cssn di L. 10 per spesr~ ùi tar~::hettn . NORME PER l COLLABOR.\ TORi

La coHab0r.1Z1one è libt:r.l, ma Li clu c:r-Licuu: s 1 r::...:rv.! J .::,"1t:~i.·.ÌI2 t.;;.i..l ~.:dt.l dd bvon senza essere tcnuu .~ n.ndcr~ cotHG> dellt.: t:';ruru.ì!t nor. ...c;;t.tt.lX.!'·~t.:. Le 0p.m innt [i)l.lUiCc~t:ttt! ù-a~"' ti auton uu.n UPtJt:gn:JHfl le res~J:11~)J:.,~f1 ..! dd u""r-i·.d~co • "l Ulll i IJVNÌ atwiau per !.1 pubulicJ!C iù nc: JcHJ11tJ c:.~ cre in~t.!m c :l!'" ·,rw n--rv~nire all.1 rctl.tz1onc; r•c:l tUl1,l ddìnìttvo, cm rctm, firm:·u d;.IW.tutm.!; Jev..,; .. J. 1 u.: 1 ltt·..:: ~.:.. ~~;~ G.btt!lnrt r".rf:lll o senni cnn cJrntt•'J'C L1c1lnH.·ntc l{"u•rib1h:. :\d o•.,r l Ln'tl: /J ..:.. c:11~:!. c;n tm m.\~· !limo di t o pag101.! di !it:lrnpa: per l~1 pubblicwzionc dci l:t~ùn dtc ~U!1... 1'!nu te w p:-gua: gli :tlllOtl ~nnu L~ ll\llt ~d !'•l.~.t1111!1lto ddl.1 '>}'t.:!l.l pl·r· h. p1gme. m ~1~. 3 (r~• .!. • d: c iiW. Per t>g'UI l.wuro \t:~d u~e rc tt: n:iH1ll\, nuti1.lc c ~(l.rtm.m} 5 no 11;•.:..:.rH W·~hu·.nncme:: lO c.'Hrottl cuti coptrtwa, fruntC-!pizw, imp.!guutur.t e numc!·J.•tom: .sre<:IJ~.:o:. 1 et st,.m p., :.nt1· ~o:tp.lla dcJ.,th Cbl f 1ttri c per un nwg~lùr nurnt·rn di essi ht ~f!t·i'J rd,dv:1 ' lt'll:: n.JtkbH-1fa ~,giJ :mwn a nre~z.o th costo. " r • l Lt. spese per clicht-~ e tavole f umi teMo soth) ;1 nnco ce~.1 .!tll~ d. Le hiblio~rr.rtic :tnncsse ai l;.n•ori cmg ma li. perch.! st.mu pubbMc:-~, • Jevof\P esser~ bn!vi e ft"d.llte cont!U.tmt:nte. Ct;t'ICun I. 1voru deve ~serto s<·guito da un br~vc d 1.-.mnt.., tu, H iJ:li d1 15 t 1gbc.1• l m:tnnsct mi non vtngono re!>tituJtt, 1mch.: !-.r non pn'' b1tc.ttl . •~

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