GIORNALE MEDICO DEL REGIO ESERCITO 1886 VOL II

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GIORNALE MEDICO DEL

R: ESERCITO EDELLA u; ~IARINA VOL. II Anno XXXIV.

R OMA VOGHERA CARLO, TIPOGRA f'O DI S . M.

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1886.



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O&I G IN A L ~

SOPRA

AL~ONI CASI D'ITTERO-EMOGWBINURIA MAURICA LORO CURA Memoria letta nella con Ferenza sciontilio'n tenuta il giorno 3 febbraio ·1886 ncll'osped:tle militar<' Ili l'erugia dal tenente medico t::ate ll i dottor Gio•·a uni .

Signo1·i, Durante i quattro mesi circa che, nello scorso anno, fui comandalo a prestar servizio nell a Colonia penale di Castiadas (costa sud-est della Sardegna) fra le altre specie di malallie ebbi -più speciale occasione di vedere popolato quell'o ·pedale. da individui colpiti io vat·io modo e diverso grado dall'infezione palustre. Non starò certamente ad int.raltenel'vi sulla miriade di casi di febbri da malaria sempl ici, cbe sarebbe opera vana , essendo ormai quasi completamente noLa la loro patogenesi e conoscendosi coh ram perfezione la loro terapeutica; ma vorrei parlare sopt·a varì casi dÉ uno s1ato morboso speciale non troppo frequente a riscootrarsi in climi temperati, e che assunse nella Colonja la forma epidemica, ''e1·ificandosene, durante la mja permanenza in essa. ben 24 casi. Trattandosi di una malatLia causala. a mio parere, da una potente inrezione mala1·ica , non vi saranno disr.ari, egregi coileghi, alcuni cenni sulla Colonia penale di Castiadas, riflel.lenli la sua grossolana topografia e le sue condi zioni atmosfero·telluricbe. 41

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6i.t SOPRA ALCUXI CASI D'ITTERO-EliOGI ORIN'URI.\ MALARI C.\

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l salti di Castiadas (che in l:tl modo viene indicata dai nativi la plaga di simi l nome) qualche anno fa non er:~no costituiti che d;1 ii o liOOO ellari di terreno demania le inco llo, seminato di paludi , e di fìlli boschi ùi lenliscbi, olimstri Pd altre pian le aro u1atichc, le quali servivano di facile cscn al gregge indigeno che di stra foro' i faceYaoo pascolare i pa-;tori dei paesi limitrofi cii Carbonara e t\ luravera. Stabilita colà per di~posi­ zione govcrnatira ttna Colonia penale, con lavori d'int·analamenlo si prosci ugarono ' arie p;1l udi e colla collivnziouc si' cercb di migliorarue l'aria peslilenzinle; per lo che se alLualmente non e un Eden di df'lizio, per lo mem•, come assicur;too gli impiegali ivi da 11nalche lempo domiciliati, la malarit1 t' diminuita in modo po5iti,o. OuesH• pianura nn po' accidentata si può considerare cmne un ampio ferro di cavallo, aperto \ er:>o il levante di fronte al ma r·e, coa stagni pere11ni e ri co rrenti, e \'Orso 11 nord·C ~I ùore esistono le grandi paludi di , . T'riamo c ~J uravera; mentre lrovasi ciut~ a settentrione da. montngn e altissim e e <let-mulauli in colline 'erso lllezzogiomo, per la qual co ·a rimane quasi na ·costa paurosamente dai pur~ficanli venti di lramonlana . accogliendo in qu ella vece con aperto srno lo ~c irocca l e c il leYanle che suJie loro mortirere <Ili le trasmettono i mia"llli della marina, e il nord-est, r,he piomha sempre veemente !'Of'l'<l di lei saturo di germi malarici t·apili alle pestilenziali palndi ::opra nomi nale. Quest'ultimo vento dopo cho ha urlato su l monten ridosso dello ·tabi limento pen itcnziario, con estrema \io lenza si ripercuote in un cir·oolo vizioso, nello stesso mOLlo tlte il fumo del ca mi nello. se per ca ·o ne chiudete la vah ola inonda il vostro salotto. Aggiunj!cte a queslo la natnn1 del $U01o, che e~sP-ndo coo1· posto di detriti gr·anilici alla snperlìcie e di argilla neri!! strati profondi. ne an-iene In faci le screpolotura e l' assorhiroeoto


E LORO CUR.\.

64.3

-dell'acqua , ch.e poi Yieo lraLLeouln dalla profonda superficie -dove si svolgono i miasmatici fe rmenti. appunto come osservava l' Hi sc h nel Sahara, cosa ptirc immensamen te fuvorita -dalla mancanza assoluta di ;;ali calcnrei e specialmente del solfato di cnlce, i tJnali. seco ndo Salishur,v e se.}o ndo il Ceci, neu· lralilzerebber·o il virus malarico. Lp stabilimenl o penale con l'o:-:pedale crl nffl cf cd allJ'O <fuallro palazzetle occupate cla;,!li impie~ati è situato sopra un ~llipif).no o. circa 4·0 metri su l liYello del mare, immedinlmnente .al diso !lo del monte da cu i scatur-isce i.Juo·na acfJua potabile; è -circondalo da qunlcbe clrecina di tremolanti euc:Jii lli inutili ed ironici sosLiLutori dei negri cipre:;;si elle più ragionevolmente .avrebbero in quel misero luogo il loro funelJ1·e domicilio. Lo spedale è capnce eli circa · l Hl leili, abbastanza hen aeTeato e ventilato, prov1' eduto di cuctna propt·ia con farmacia ~$uber·anlemente rornitn eli medi"in ali c con un discreto armamentario chirurgico. Nel me:'e ùi agosto c settembre si vetilicò la maggior quan lil ;\.éli malati dei ryuali cento in meditl ~iornaliera erano degenti nll'(lspedalc, mentre si poteva cal · -tolnre che i malati i qn ali si presentavano alla visi m es terna fossero in media '150, sopra. 800 detcnuli, compresi i numerosi distaccamenti situati nnco1·a in pejlgiori condizion i igienich e dello slabilimeolo principale. li dislaccnmenlo di trupp:.1. eril fornito dalla compagnia presidiaria di Oristano e si componel'a eli circa 70 soldati tulli Sardi, i quali davano poco o nes~un conti ngente di ammalali, -sia perché si camuia.vnno ogni l l'e mesi, sia pcrchè, come indigeni, si mostravano refrattari al veleno palustre. l lavori campestri cPte i forzati fecero nei suddetti mesi, o $pecinlmente il l'accolto delle paiate che li obbligava in una posizione china a respirare il pulviscolo eman nnte dal necos.sario sconvolgimen to dell'arso terreno, certo in gr:J n parte


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l GH SOPllA ALCUNI CASI o'rrr.EnO·EMOGLOBI:'!UillA. 31ALARit.:.\

ctmtribuirono alla note\'ole recrudesceoa delle affezioni mnlariche Yerificatesi in que.i mesi , e in special modo ùi I(Uelln forma epidemi ca di cui ho promesso parlare. :'\ è ,.i aspettate, o signori , le istorie cliniche di tutti i ~4 individui r..he ne furono colpit1 c tanto meno i loru nomi, aYVcgnachè la redazione delle prime mi fo~~e dall'ecce·si\'O l:\\ oro profes·ionalo impedita, e i secoo<li fossero stati, tla t'oloro che con ùelilti li macchiarono, lasciat i sul limitare tri-.te ùel bagno, per asl:\umcre col marchio dell'inl'<tmin in tri~ ta Yece l'onl!t nel numero, ed accennando rli volo agli studi piu rnct>rlli su questa malattia, esporrò piu parlicolnrm ent c il mctoflo to· rnpeutico da me adoperato che mi diede buonissimi r·i:.nl!ati. E ciò non solo percllè dagli scrittori la parte terapeutica fu in qualeile modo trasc urato , ma per agire lealmente alla ~ui'a dei med ici coscienziosi e corretti, e non alla maniera dì chi impiega iuutilmeule l'ingegno in questioni bi:w ntine, mentre gli arnmolnt.i , il cui supremo desiderio non è la disqu1:;izionc scientifica, ma la cura pronla ed erfkace, se ne vanno all'altro mondo. fortunati se hanno potuto, con L<:~le ~trema cata~trofe~ ricl1inma re alla rcaltit ~li ideali:Hi della medicina, ai qm1li uun doHei.Juc cs,erc mai aiJitastaoza ripetuto il motto tnntu l'rnti· camento romano: ~< Dnm Uonwt· co1tsulilut, Sayunlltul •·.q111· •

». Ed ora io credo :;i a vrezzo dell'opera parlare dei più rc•rnti ~tudi nll'rmoylobit~nrin 1che tale io credo fosso il rnorbl) ~'i­ lnppalo~i nella colonia}, dopo a,·ere accennato ai di' er:.t uomi che C'sa lta do\'uto assumere passando atlra\'erso la tralila de~li anni. e por l:t bocca dei di\'ers1 scrittori ch e ne parln·

91•1LI1tl'

rono.

trric~inl-:or dice che si dùnno forme eli gnwe remiu entc con· ilterizi u, forte iniezionecongiuntivalc, vomit.i sanguigni , unu ria.


E LOHO CUI\A

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coma, non solo nei paesi tropica li, ma anche nel meditern neo, chA poi loro sintomi si avvicinano alltl febbre gialla. Il Dujardin-Deanmez parla di un ili ero grave n cui aggiunge ·come sinonimi, iuerizin rerniciosa, acuta, tifoidea, emonagica, essenziale, fatale, definita po:>cia da .\J onncrel come una febbre hiliosn illCI'ica. rcmillenle, emonngica cd adinnmica b cni fine quasi costante r la morte; ne inroca come causa ~reòi s ponente iiJayoro pe~anle, la si(ìlide. la mala•·ia. ecc .. .ammettendone l' epidem icitit e pnssa ndo in ras::;e~ua le varie 1eoriesulla so a pntogene~i. r.ioè quelledi Rot,itnn:-.k), .\lonnerel 'Trousseau o Yulpian, con argomenti tratti dalla fi~i o loj:(ia patologica le confuta, e confessa r.he la rao·a principale dc~Ji :accidenti tossici ci sfug~e. Il Berange•·-Fcraud, ~o Chnmbel'l eli Monpollie•· e il Leonardi qnali molto accuratamente la ~ ludi n rono nel Senegal •la chiamarono febbri' IJiliosllnlelamti'ica di'i 71aesi caldi, sog.giungendo non essore l'esprc~sionc di nna acuta infezione ma di una c•·onica lesione' i:<t'l' l'ale amttizzata. \'enendo ades.;o agli ~tudi più rt>centi vediamo il profe::sorl' ~l utTi descrivere una fOI'ma morbosa che egli vuole ad ogni ·coslo differenr.int·e tlallfl. fehbrc illet·o emalurica, c la cltiama .fmogLobinurirt da f r l'rlllo, t•itenendo essa consistere in una discrasia sanguigna c:;::;en~. i nle e precisamente in nno state) morboso degli o•·gan i for·malori dei glohelli ro~si (per cui questi ll:tsconl) meno resistenti dell'onlinario all'azione anrhe modica del freddo c e forRe ùcll' acido carbonico in orcesso) ed in uun eccilahiliLà anormale dei centri ùi ri0o"sionc Ya:>omo-t•·ice, e nel rallentamento cirC'o latori o generalo e locale per· ~zion e perfrigernnte esterna e ron;;eguonle dissoluzione globulare int•·avnscohu·o 1:oo ciTetto di emoglobinuria, di illerizia ~matogena e rarL,sirn:unenlc di enterorragia. Egli a ·sicura che nes"un ca.>o di emoglobinuria da freddo


04.6 SO PRA ALCU~ I CAS I o'r ntnO-EllOITL081NU H L~ MAL:\IIICA c' srato gual'i ro colla chinina. e qtt~Lo fatto lo induce a giuslificnrc chi esita tullnvia nelf'accetlnre cbe la formn cronica dell'emoglouinurin dn freddo abbia origine dn infezione malaricn . Egli in>ece vuole che una delle cause pri ncipali sia anche In siCilide con\'alidando le sue nsser·zioni con storie cliniche. li IL lfenrot nell' l'11irm mt'tlical et .\cirntifique dn \llrtlEst riferendo tre casi di emovlohinuria dice eN•r·e co~rrello ad ammellcre che du<' cause possono cletcrm inal'l! e gli acc e:;~; . l'nzione del frrdtlo cioè c la fn tica muscolare .. icromc• poi nell'inclagin i spcllroscopichesi ù rinvenuto r ernogloùi rw ,~iolta nel siero sangui~no, cosi roncbiude che la sep:Hnziono 1li t'~>n òai globuli a' \'i<.'nc entro il torrente circolatorio r non noi rC'ni n (• entro la \'Cscicn, proponendo perciù si chi!11ni t'IIW!flo/Ji· nemin. F.gli inoltr·e uon ~arebbe alieno ùnl derivarla dalla pr·esenzn di un C1ccesso tl i elemen ti biliari (emof!'inn e urohilinn) i quali dagli sperimenti fis iologici si ril eva l'avor·i:;c(lnol tnle separazione. Il Sitve,..Lrini com!Jallendo gli argomenti del .\t urri per la ~na e1iwylobinw·ia drt freddo, con dati :;perimentali l'Ù u:-servnzioni anatomo-palologirhe pro,·a che il dif-facimeul<•dci globuli r·ossi, tlHirne nelt·cne. elle l'acces~o è il ri:>ultato eh+ l'azione di unn ~osLanza cit·colanle nel sangue o pron.•tw' nlo dal fegato, o che la cauM\ anatomo-patologica doll'rmo:: lnltinuria paro:>sistica consiste sempre in una lcsioneepalir.llli~­ seminata, ed :"·ente per principale caralleri~lica la mor:" della CC'Ilula CJlalÌC:l. r ft e einfine \11131'/laiÌfe pa1'81trhÌIIInit• :l:NH'inla a mji·itt• tab~tlart•. D'altra parto legf!e::i put·e nel Philadt> lt'hia lll t'dit·al1'imtw del 188:3 che secondo il Hoas l' omo~luhiulll'ia pn ros~!srira i• nnn mnla ltia stti rtm eris elLo deve esse re nc llnmenl r tlisLinln dalle nll ro specie. Cinscun nllacco ù co.;tnntc· mente dovuto al raiTrcdtiamento di CJl1alclw pnrlc dulia pelle-

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E l.OI\0 CIJR.\

6i.7

la più esposta all'aria. la. rondizione pt'imilh·a nella emoglobinuria consiste nella di·.Lruzione dei corpo coli rossi del sangue e del passaggio dell'emoglobina nel plasma. I sintomi generali ~ono sccondarii. La cnltsa della facile disu·unibilità dei eorpuscoli probabilmente dipende dalla diminuita loro resi stenza all'azione degli irritanti e:;terru. La di.;trnzione loro prima accade localmente in lJll<'i luoghi che sono esposti al rreddo, e da que~ti i prodotti della loro di~u·uzione pa,-s:mo nel sangue. La •'au;;a della l.liminuita re,i=-tenz:l i• nella m:wgior pnrle. dei easi tluhuio,a. In alrnni è probal•ilmcute In sifilide. in altre la malaria e la cura oltredtè JrrofllatLir·<t, ùeYe essere dirella ali .t remozionc della ;,lfì lid e e dl'll;r mn l:ma. Ollmcciù i?lei~cher e f.. a~L riferiscono che in due casi 'isti da loro avevasi rmoglohinuria a can'-a del lrnppn camminare guariti colla cnra ton ica. "'a non basta ancora. che anrhr la chinina hiCJnal e serood(} Colmeim ed a liri è in norna. pnò, ;;rcnnrlo Duchais,iug essere causa di nefrile rmaturit•a. r tale npinione auuaslanza ori~i­ nale è condivi!)a dal Torna=-e:ll i e da altri autori (l ). Preme·se queste IIOWIDI ,omtnal·ic veniamo ora al ratto. lili indiritlui che veni,ano colpili dali'Ptìlltlilmritt, come ùi ce,·a Vogel, o dall'ewuylobinuriaOtltttl!rnrwoylubinurinrome si ùice o~gidi, pre~l'ntavauo. prr primo feuomrno culminante e chè colpira piu d'o~ni altro la loro immaginnziouc, le orino (l) E qui pintemi rieonlam com•• siano skt li ricouo,tiUII •1nah rau.., ~mcu·nll di tmo:;lobiuuria il clor<~lo ''' p .. ln«a. <econdo \larrhaod, l'acido )Jit•o!)allicl)

e il llfl{/0/0. SCCOII!IIl :\~Ì$SN, l'atltftJ ufrocltJt'iCO, i (1111!}111 !pUilgÌIIUla frlhCbi, secondo llostrocm, la scarl:tUina, il tifo athlomHiale l'd ali N' mulatliulnr•·llive, Don•·b., l:l tr.l.:.flbl<loe tl el sangue di altn animali nell' uomo come hanno constatalo Prevosl, Dumas, PPnlll.:, l.~ndl)i' 1-d rtltri. al tempo in cui la tra;,.

fu~ione del snngnr •l'agra~llo nve\a ra,.:giunlo 1:1 'lta elllmtra •·clebntn, cd inIlo,. le estese ed lntenS{' sc.,llature eh•• si riH•I.&runo ai&•·h"e<,e •Jnah rau.<(> della malllttia in discorso.


6~8 SO PRA ALCU~l C,\ Sl n 'JT1'ERO· KMOGLOIJ!NUI\IA )fA LAI\ICA

coloralo in l'Osso en rico, quasi nero. Esse come l'albnm ina del J1innco d'uovo ernno congu lnbi l i col ca lore o coll'a<·ido nitrico. ma il precipitato, non ridi.ciogliendosi in un ecce,~o d'acido, forniwt un camuere peculiar·e e distioliro dcll'emoj.tlohina in alt l'O non dis·imile per •·eazione citi mica dall'allwminnria \Oigare. Chi avesse potuto fare l'analisi speltrale(co~a a me non concessa per totalr a~senza di mezzi) si sarehbe l'lvelata iu tali orine quellf! stria particolar·e propr·ia dell'enwglobina ( l). , a pendo ora uoi dalla chi mica o r~ao ica come la emo1;.rloloiua sia una sostanza alhurninoide particolari' che nlll~i attravrr"o lo memb rane lauto rucilment e qunnlo J'nlbumin ll del hi:tiii'O d' uovo, non dobbiamo stupire per conse;.:uenzn di vnderla in qnt> i condanon ti dopo il disfa cimen to dei loro g-lo!Jn li ro:o;~i . da qunluqtH' cn u n si vo~lia esso fat· dipendere. paiiSArt> uwlto fa· ci lmenlo nelle Min e. Appena qucj.tli indiviòui \'eniYano colpiti dal pisrio ,,.,.,,, co rno .~ i O:ipl'Ìm evnno nel loro volgare linguaggio . era nn l'O· stituir·si immediatamente nll'o~pedale cogli O<'clti $batTati pc! terrore, un chieder grazia l:on gesti e parolr ~uppli eltevoli, 1111 raccomandat"i al :neclico ùi salvarli da una morlt' cet·ta a loro dit·e, persun:ii com 'erano che lt'cose non sn rE'hùel'll anùalè allrimentt da quando erano curati da un medico lwr;.dteo:e rondollo, al <Juale di:graziatnmente tali nmmaliui mot·irnno tuui , con altro non curali che con vesricalorii alla r!'/!Ìonf' n•nnle. lj unsi Lulli gli afTetti da quel tem uto morbo moslnl\auo J!Ìa un'intensa colnmziou e illerica della cute e delle m 11ro•P, nonch\• u11 \·omito \ÌO!cnto cd incoercihile di materie hiliMP,

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( l ) f,O~ttrltro aHrhhP d 0\11!0 prPSI'IIUrt' ltl linee di :1350r1Jimenlo l'.or;otiPrt· stichr por I'I' IIIO~tl ohlna O Pd " (nel gia llo c rwl vcrflo ;J e fo r~~. co moJ lilll'ull;< MI'Mio, l\IH'hC le ~llllill linrn dPIII\ lltt>temoJ!Inbin:t tra C 1' O.


K LOHO CU llA

e nei casi gravissim i singhiozzo convulsivo, raffreddamento dolore epigastrico, e ~piccatissimi sintomi di adinamia caralleriz7.ali piit specialmente da debolezza massima delle pulsazioni ca rdit~che. L'intelligenza si ' manteneva integra per lullo il tempo clcll~t malallia ed anche quelli colpiti da esito fuu cslo llt conscrvav::1 no intatta , costrelli sino agli ultimi momenti ad assistere alla propria agonia . Ciò non oslanlo la rempemlnrn ascellare si mostra vn costantemente aumonlaln o::ci llando cini 38 ai :39 centigradi, la lebbre invadendo quasi sempre con forte hri"ido precur:;or·e. Le r~pirnzioni erano superlicinli e frequenLis.'lillle, il polso vuoto, nliforme, fr eq 11 en1e, i n oppo5izione a quanto suoi si trovare nelle comuui rllerizio. t inutile osservare c.ho nel per·i odo pr·eago nico la temperatura di scend eva solto il normal e. Oltre di ciò ~li i nfl't·mi acrusaYano dolore ad ambedue gli ipocondrii ed alla regione t·ennle, eravi IJo li ut·ia giai:dtc uelln ~1ornata emetteva no lln Ire u quanr·o lirri di ori nn. e in qua~i lulli i casi si eburr·o n verificare ,:cariche diarroiche con enterorragia. f dati plessimrtrìci fleLICI'O per CO'\Iantc risultatO llrl aumento hen mar·cnto drll'arra ili ollllsitù ,;plenica ed epatica, cosa d'altronde supponi!Jil o rt priori. mo:;l rnndn tali am malati lutti una spiccata cache:::sia paln"Lre. La perwssione delln "egione renale non fu rnai pt·a l icnln per e,•ilare prricolosi movimen ti, che poteva no cansare la morlo per sincope. avolo riguardo alle ueboli~sime con trazioni òel muscolo cardiaco. Dinanzi a tal e sindrome feuomenicn tonlo imponente e per numero e per ~ra>ilà di sintomi. pronto ur~r\a ed rmcace l'inter,·ento del medico. Infalti. non apprna rictwernva nell'ospedale uno di co lnli infermi, oltre al rnr.comnnònrr la costante posizione supina e la limitazione dei mo,imenli \Oiontar·i, la prima e piu inrporlaule indicazione veni\'a soduisfaLLln ~ cianosi delle eslremiLil,


G1S0 SO PKA ALCUN I CASI o'l'rTEitO- EMOGI.OOINUIIIA liALAIIICA con injezioni solto c, u~an ee di eLere 1161' opporsi alln ognor crescente aclinamia e minacciante paralisi cardiaca, e nello stesso tempo per nggrcd ire al più presto possibile In. causa vrirna del morbo si_in ietluvn semvre ipodermicamente da uno a duo grammi di biso lfa~o òi chinina. l mmediatnmcnle, unn nl rialzarsi delle forze virali dell'infenno si miLigavauo pure gli altri fenomeni , ma non cosi dn dove r rimnnet·si dinanzi al Yomito, o al singhiozzo nei casi pitt graTi, i crnal i, oltre al dannoso spreco di forze rietavano d'nmministrare qual~iasi medela pl'r ingcslione. E si fu con tro di essi cho rh elossi di una prod igiosa efticncia l'eli.l'ir dl'll'H!mch ~11la dose tli uuo a duo grammi in un pezzetto di ZLLcchero epi cratkamcnle somrninistntlo, mostt·nndo pure nn valido ell'ello sopra il dolore epigastricO che non poco lOl'ID()fllllV<t f[ U ~i disgrnzinli. Preudendo poi di mira il rafl'reùdamenlo c la cianosi dell'estremilit si app licnvano sennpismi all e co.scie. ;;Ile braccia e alle su1·e insieme a bottiglie d'acqua cnlda ai piedi, 11011 tralasciando nello stesso tempo le posche fredde snl rent1·e cd i clisteri d'acqua fredda , quali tJOssiuili moderalot·i , per via. mediata, tlelle enterorTagio nonche' della iperemia o llogo.;i con tutla ragionevolezza nei reui supposta. La specinlo azione della :;egale 'cornuta sui capillari , il c·ni lume, lJarticolat·mente se prima e1·a. nnornw lmente cli l atntt~ , viene rislrcllo, prohahilmeotc in segui to ad eccitaz ione delle (j hre vasomoLrid . fu quella che mi suggerì eli adope1·arla per vedere se era possibile eli agire sui cnpi ll ari rena li eLl intestinali, frenare l'enteronagia e la pol iuria, dimin uendo per co·nseguem:a l'nscila di nnn grande quantilit di emoglobina; ma i cattivi all'etti ottenutino mi ohhligarono 11dahbandonada e ricorrere ad nltro mcd icamen Lo, 1' acido !J(lllico. Fui indotto uù u:;a l"lo e per <LYedo lroralo adoperato dtt nllri e per una ce1·ta tal quale annlogia che io riscontrava lra l'a lbuminllria


f. LO IlO CUI\\

e l'emo$(lobi nuria. analo~ia C:'U l10rnn Lemeo le giusti fica In da Ila stt·ellis:;ima parcnteln dell'albumi nn coll'emoglobina del sangue; dandomi le pt·e, i::ioni un rhtllal•> brillante. giacchè l'acido gal!ico t·iusci di sowuta efficac ia uel faro !>compal'il'e l'nllarmanle puliemogluhionria e le ricorrrnli enteron agio. Es~o n•11iru amministrato alla ùo:-e tli >enti a venticinque grammi scio !tu uell'<u.:•I'J:t. epie ra tic a Ol~llle nella giornata, e nel termi ne di Ire o quati ro gio rn i la sec rezione rcnale perdeva i carntteri dell'orina Pmoglohinnrica. ùiminucndc• nella cruantità e t·i,·clnntlo 'olo la colorazione' usrut·a prr eiTello del medicamento iHgcrilo. l:inuti n qnc:; lo punt11. tliminnito ;\ poco a pot~u le dosi ,j t·c~~•n a dopo drra una :-ettimana rli cura l'amruinistrazione t!.·IJ'at'iùo ~nllii'O, per ri1·orrerc ai ricostituent i d tr in~ir-nw al buon vi llo ca rneo rnig liornvano di mollo i pazieulr nella uu lrizione rC'ndendoli in un certo grado refrallnrii alle ret:ldin•. ~011 ~:o-i però che di que:'le non se ne :1\'\'erassero, eire anz i qlw!'i lulLi i col pi li (}n l morbo , o l'avevnno già suhito nell'anno nrhliell'<l, oppure appena si esponevan1) ad rcr,•s~i' c fai idre t'oq.oree e ritorna rano alla misel'a vita f'Ù al m l'~c hiu o \'il to drl ha ~ no. con grande fncilitllrecidiv:l\ann. E fr1 dt>i più 'oli o rccirlivi cri in estremo grado colpiti da caclte~,;ia malarira d te tre ne do' clli pcnlere, non bn·tnndo in e ~i il $Ì•lf'tna cnratir o, che in ltllli gl i al tri aveva mirahilmenlc Lrinnfnto, n vin•·r~re l'nd inanria e la paralisi cardia~:a . t:he fu la causa pro~~ima lll'lla loro 111ortr. Cosa desrnn di rim<tn·o si è che pult:\'!l tene1·~i certa la. ca lastrofe non appeno :o:i mnnifest:ì\·a anuria e _;; j esngel'ara il sin ghiozzo. at·ci.Jbe l-lato !'Crlamenl c inrport;~ule per l'anatomia palo- · logica dell 'cmoglnhinnria l'avere d1•i morti il reperto necroscopico, ma cireu:-lanze indipendenti dalla mia ,·olontà m·impedirono l'auuazione delle sezioni raùa,·criclw .


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·65'2 SO I'R A ALCUNI CAS I o '!TTERO·EMO GJ.OD INUI\l A ~1Al.AI\ICA

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Ed ora tcnLinmo di spiegare l'azione Clll'ativa dell'addo

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~allico, manlenendori in armonia colle principali teorie del ~lurr i e del

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ilvcstrini. L'azione locale dell'acido gallico L' molto mite. ed essendo inoltre assorbibile oel sangur, uon solo uon agisce intensamente sulla localiti•, ma dill'onrle la ~ ua n1.ione astringente per tnuo l'organismo. ~el s:mgue l'ari•lo gallico si trova in parte libero in parte combinalo (con albnminnti o con alcalini non si conosce ancorn precisamf!nJe) c mentre in parte pas::a libero ed inalterato nelle orine, per altra parte soggiace per ossidazione a molteplici trasforma- . zionì, Ira •·.ni :;i ammettono in ispecie f']IICl le in acido piro((alli•·o. da questo in acido acetico, e da questa parte 10 acido carunuico rd fll~qun c parte in :wìcl o form ico. ed in presenza di mollo alcnli unch c nell'acido ulmotannìco di colore oscuro. 11 sangue per e5sn dh·cnta piit rosso-chiaro, ed è pc•·ciò che alcuni autori lo vo rrnb h01·o un rimrù ìo resp iratori o. rtllrìhuendo ciò allo S'l'iluppo dì ma1erio znccbcrine. La :;on pre~e nza nel !'~n~ue nrrrosce la congulahilitil del meuesimo. aumenta auclle la lcnnl'i t(t cd energin del cuore c la resistenza d0ì vasi. rcuùe il pol'o più fo1·te, piit duro senza accrescerne la frcf'juen7.a. anzi dìminucndoln se era Hccresciula in ra7ione rll'lla nwf!~i or debolezza del cuore, c ~enza aumentare la termogenesi. Le do·i ecce·:;ive però, ;;econrlo )litscberlirh, che lo srwrimentu sugli nnimnli. indeboliscono il sistema nenoso ed indtu·uno paralisi degli arti . Pcr l'acido gallico il connell iYO vien rnt!winzato, i mu,;(·oli contralti, impiccioliLi, diminuendo la loro initabilit it, i capillari di memhn,ne ricclH~cl i ra:>i si ronlral!gono nn po' mercè il corru gamen to delle ioro pareti e nn po', comu dice Clnrus, mei'Ct., l'infln t~nza sngli album inali della ~n­ stanza dci ne1 "i \'aRomotori . Sr-hroiT ,•ide in seAuito nll'acido gallico diminuire la srcre1.ione urinaria, in opposizione a Cantoni che la vitlo nu ml' lliala . KLichcmneistor crede che pro<l u1':l nnche contrazione tlella milza.


E LORO CUllA

Ora l' <te ido gnllico producenrio la guarigione, come lo produce·, dell'emoglohinur·ia, è egli possibile ammettere che esso gio\·i s;olo perc:hr contraendosi le poreti dei capi llari dei glomeruli ~ l alpiglriani, si reiiLr·in~a il loro lume e quindi passi. meno sangue? Certo che no; impcrocc hè resterebbe sempre la causa primitiva della sepnrnzi o11c dell'emoglobina, ed il suo passaggio nell'orina cJiminnito, non impedirebbe al certo che io un tempo più lungo il pro(louo del disfaci111ento globulare non vi pas::nsse: tnrlal':ciando di osserrnre che allora anche l'ergotina Ò(l\ rebhe giorore. mentre nuoce positivamente. Potrehbesi supporre rhe agisse faYorevolmenw sugli organi emopoietici. cd infnlli puossi ragionemlment(' presumere cLc il rc~attJ, la milza o il midollo delle ossa abbastao~a alterati da cagionare ta le )!l'tl\ issi mo morLo, possano in parte giungere a riparar:;i in modu dit restit uire al torrente circolatorio tanti globuli rossi saui quanti se ne sono disfatti. E a. tal pr·o11ositu mi ;-,emhra mollo verosimile che. esi ·tendo un certo grado ò'a<:.lhsia dei glolJul iro~si per ecces·o di acido cal'l.>ouico, come diee il .\J urri (e ciù collimerebue collo stato dei medcsirui globuli ncll'an-eleuamenlo per certe qualità di funghi, per idrogeno arsenicale e per acido solOdri co. nei quali casi esiste puro emoglobi 11uria), l'acido gallico agi~se sopra di essi come ossidante. impcdeudo illor·o di:>facimento o rendendoli nuv\':unente alli agli scamui or~anici. in seguito· a che migliorand osi la nutrizione specialmente degli os·gani formatori del ~anf!ue, i nuovi globuli formati da essi nascerebbero in istato lisiologico. Perii. se non er-ro, parmi che la ragione della gue~rigiou(' d~bha pure fondarsi ncll'ammettet·e ello l'acido gallico agitica sulle pnreti dei J.!lohuli reudendole più resistemi e vietandoJJcrsimilc azione il loro disfacimento e la conseguente fuoruscita dell'emoglobinn; non senza spie-


(H)i, SOl'HA ALCUNI CASI o'rrTEIIO E.IIOGI.OB INURIA MAI.Aiti C.-\

gare una fa\ Ol'tl\'Oie azione sul muscolo cardiaco au ruenlandooe la toniriti1 e l'energin, e :,nl pla;;ma sanguit-rno col rcndol'lo più denso, prorurando quindi 1111 impedimento ai reno· meni o motici della mnLcrin intragloiJular·e. Con:;ideranùo in IJUCSlo sen ·o l'azione del mcdicnmenlo in qu estione, ne vi ene che l'opinione del ~I urri ·emiJm qu ella che prrsenLa molta parrenz;t di ,·critit. ed alla qnalc. se mi fosse lcciLo, <II!J.!iun~rrei. hnsa ndomi sopra un'antidlissima esperienza di Mn gendie ripetuta poi da \l aslcr e da alrri. per la quale iniettando a poco per r olln nel sangue degli animali ahiJond nntu fJ rHur li tiL di acqna le urine di cs~i di\·cnivauo cmoglobin nriche, che, come l'idroemia art inciale produce emnglobinuria, l'idrocmia da can"c patologiche può anch'essa l'itenersi esset·ne rgun lmenle una causfr ùetcnninnnlc. Ed in l;ll caso l'allcrazioni Yi scerali dcvii or·g:tni rmatopoielici, sarcltbcro nintaLo potentemr nlo nr lla ùi::;Lru7.ione delle cma1.ie dallo stato iùroomico del sangue. Non o:;lanlo che lulln il ragionamento 5urrifrrito porti a credere soddisl'acenll' In LPot·ia del ~l ut·ri IHII'C dh·enla ne,·e.;sario l'ecclet i>.mo di fronte alla teoria del, il•e~trini (che da ultra parte. non i· l'e.:clu$iono nè la contraddizinne dell'altra) basata sopra inconfutabili esperienze, la quale fa dcrirare l' ittct·o - em o~lo hinut·ia da unuputite /lflrenrh ima tosa assucwta a 111{rite tull!dtlrc. Le sue e::;perienze hanno assoclnlo rhe il di')faciuwnto dci f!lobuli an-i ene in massima parte nel renr: si Yersano nei tubuli contorti, per causa delln flogosi. delle emazie le rpw li ' c n~-:ono disfaLLe e messa in liherlir l'emoglobina dalla presen1.a di una quanlitil esageratn tl'acidi Liliari n specialmcn te delgl icocol ico . chenocol ico, IJ~~ocol i co ""5or in la nll'nciùo ossalico. Come n~i rciJI> c, ciò ammesso l'acido gallico? Io credo r he producendo co ntraz ione del lume dei capillari dci cana l i~:o li


E LORO CURA

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contorti ne rreni la llo~osi. per la qual cosa , anche persistendo l'ossaluria, gli acidi biliari e l'acido ossalic~o uniti in mutua associazione non Lrovorebhero più sopra chi esercitare la lor·o deleteria influenza, giacchè ùiminuita o cessala del tutto l'in fiam.mazioneùei tubulruon pnssrrehhepiù entro di essi alcun globulo sanguit.rno che po tesse sen ire loro di predn. E non 1' impr·obnl>ile che tal ~ azione antillogistica !lpieghi l'acido gallico sui lobuli e su.lle cel lule epatiche, per cui diminuendo l'assorbimento dellu hilr dalltl parte clel snn::rne 'eugano a manc.1re i neces$:ui clementi dislruggitori del globulo, gli acidi biliari in nl.tbontlanzn. Dopo tollo questo non vorrei che si credesse l'acido gallico l'unico cd esclusivo medicamento contro l'ittcr·o-cmoglobinurin malari ca, che anzi In chinina ad esso ns:;ocintn poL1'1i. essere un valide> au~iliario. il r1unle per lo meno si opporr·il ai possibili inlercorrcnli ;w·essi febbri li, cho aggraverebbero in maniera non dubbia In giit di per !H" grn \e malania., e comprometlerehbero al CCI'lO J'e,;ilo fa,ore\OIC della cura.


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NATURA DEL GLAUCOMA PRIMITIVO Lc llu r:t fa tta alln. conferenza del 26 rehh r:tio 1886 dnl so ttol:t!ncnte merlko Cro;oti Donino.

Sulla natura tli questa malaUia furono emesse molte e di· ver se opinioni: di esse per altro solo poche vengono al pre.,ente accetLate o discusse e sono le più t'eceoti, que:Je posteriori alla scoperta dell'oflalmoscopio: le altr e, le ontiche sono respinte da lutti ~li oculisti. Pr ima del Brisseau non si face va d isti n:~.ione fr a glaucoma e ca tera tta : ogni opaci là aven te sede nel campo pupillare veniva classificata per glaucoma, rrualuuque ne fosse la natura. Nel 170\l Bt•tsseau tiglio distinse per la 1• vol ta que>:te dne malattie e stabilì da un Jato 1~on esscr'e la l ente la sede del glaucoma, dall'allro elle la cateratta consiste in un opacarnent.o della lente (l l . Quest'opinione veniva in seguito contraùdetla dal Saint-Yves, il qual e dichiara va dover si considei·ar o il glaucoma como un'altet·azione del t r istall ino consP-culiva alla paraiJsi dei uer·vi della visione, paralisi elle in principto si monii'esla mediante lu ùilatozione della pu pi Ila (2). Pi ù vicino a noi il Venzel ( 1808} r i teneva eire i l gl aucoma fosso una malattia del nervo olLico, la quale in seguito si tl'asmette alla retina, clte ne è la espansione. - Cusco e Coccius cr cdevarro che la scleroLica cr onicamente in(ìam molA si retraesse pr oducendo 111 Lui modo l'ournenlo della tensione cndoculare. { t ) llntSSE:AU. -

'f'r aile cl~ ''' w la>·ac te et d u olaucmuc.

{2) SAl:-. T· Yn:s. - 1'mitè d es ma ladie.~ t/es yeux. Pari ~, ti%:!.


SULI,A NATUllA DEL Gf.AUCO~fA l'RIMl'llVO

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IJ Graefe riteneva il glaucoma null'allro che una cot·oidile sierosa e tulLi i s intomi che caratterizzano tluesla mala LLia attribuiva ad un aumento della pressione endo- oculare causato dalle secrezioni esagerala della ~oro idA. - Pri ma del Graefe avevano ammesso nel glaucoma un'alterazione della coroide l'Auteurielh (1808), il Canslad l (1831), il Sicbel (1837), Cbelius (1839) ed ollri i quali m ettevano in rapporto questa alterazione colla dia tesi a r tritica segnalala da BeCJ' ftn dal 18i.3. Invece l'inglese Middlemore (l83i:>) a llt•ibuiva il glaucoma ad un'infiamma zione della ia loid e con aumento del cm·po vitreo, aUa quale innammazione la coroitle non parleciperebbc che secondariamenlt>. Il Desmarres divise LuW i glauco llli in due @.' ruppi, !llaucomi anter-iori od acuti e ola acomi posteriori o cronici. Nel glaucoma anter iore la m alattia avt·ebbe sede nella parte an tetiOJ'e della membrana vascola r·e dell' occhio, e cioè nell'iride e nel col'pO cigliar e i quali r imae1·ebbero attac<:ali lìn dal principio de lla malattia. Invece nel glaucoma posterior e è presa la pa1·te posteriore della coroide: in questa forma il nervo ottico l'Imane fln dal principio compl'esso e s i determina così l'escavazione della papilla. In seguito la papi Ila s'alrofizza ed il pr·ocesso sì comunica dalla pat·le poslet•iore all' an te1·iore della metnbrana vascolat•e. Sarebbe questo secondo il Desmarr·es il g laucoma ct•onico, che esordisce lontamenle senza dolol'i, senza cangiamenti dell'iride e della. pupill a e sen;,:a d iminuzione rlella camera anteriore, sia perché la coroide nella parte poster iore e meno sensibile, sia perchè nel glaucoma posler·iore i ner vi ciliari non rimangono compt•essi. Al conl1·ar·io il g loucoma acuto è sempre accompagnalo da vivissimi <.lolor·i esse ndo l' it•ide ed il corpo ciliare ricchissimi di net·vi. Queste eù allt'e teor ie ewesso in pas!'.>alo sono ormai pressoché dimenticate: a l pl'e!';ente le teot·ie elle s i contendt• no il primato souo principalmente lt·e, quella del Gr·aefe cita ta, quella del Donders e quella del .Magni: prendiamole in esame singolà t·menle. Il Gt•a.ere os sct• vando nell' occhio glaucorna.loso l' esca va-

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NATURA DEL GLAUCOMA PRIMITIVO Lettura fatta nlln ronrcr••nw Ilei ~6 fellhrnio 1886 dal 'oltolt•nento mcdit·o Cro!Cti D o nino.

Sulla natura di questa mulalLia furono em~sse molle " diverse opinioni: di esse per altro solo pocbe vengono al pr·e~enlo accella~e o discusse e aouo le pil'r recenti, quell o poslerior·i alla scoperta dell'oflahnoscopio: le altre, lo auliche sono t'espi nte da LuLli !!li oculi Lr. Prima del Bl'isseau non si faceva distinzione fra glaucoma e calet•alla: ogni opacitù avente sede nel campo pupillare veniva classificala pet• ~laucorna, qualunque ne ros~e lanAtura. Nel 1709 Br·1sseau figlio distinse pet· la l'volta que.,te ùue malattie e stAbilì dA un lato non essc1•e la lente la <>cùc del glaucoma, clnll'allro elle la cateratta CQosislo ìn un opacamenlo rlelln lente (1). Qu os ~'opiniune veniva 1n scguilo contraddetta da l Saiul-Yves, il quale clicbia1·ova dovet·si considerar e il glaucoma como un'aller·Azione del cr istallino coMecuti va alla paralisi dei nervi ùel la visione, pa t·olisi clio in principio si manit'esla. mediante lu dilatazione della pupillo (2). Pni vicino a noi il Venzel 1 1):0 1 riteneva che il glaucomtl fo;,sc una malallia del net·vc> oLlico, lu t{Uule in seg-uito si kosmclle alla retina, che ne è la espansione. - Cusco e Cor.ciu<; l'redevano che la sd~rolica cr onicameuto infiammata si t'Ptraesse producendo 111 Lnl 1i1oùo l'aumento della tensione tJnJoculare. 1'1'ttilll 1te l11 wtm·(lctc N cttt glaucome. (2) S.wn· \'n:s. - T1·oilt dr~ maludies des yeu.x. Pari~, li~~. (l ) nnrsSil Ail. -


SULI,A NAT UilA DEL GLA UCOliA PIUM11IVO

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Il Graefe riteneva il g laucoma null'altro che una cot'oidile sierosa e Lutti i sintomi che caratterizzano questa malattia attribuiva ad un aumento ùella pressione endo-oculare causato dalle secrezioni esagerala della ~o1·oide . - Prima del Graete avevano ammesso nel glaucoma un'alter azione della coroide I'Autenrielh (l 08), il Cansltldl (H!3 l), il Sichel (1837), Chelius (1839) ed ollri i qua li mellevano in rapporto questa alterazione colla elia tesi a rtritica segnalata da Beet• fin dal J8i 3. Invece l'ing lese Mitldlemore (L83:'1) attribuiva il glaucoma ad un'infiammazione della ioloitle con aumento tlel COI'po vilr oo, alla quale inllarnma zion e la coroiJe non purtecipcr·cbbe t•he seconda1·ia me n LE'. Il Desmarre..o:; divise lulli i glaucouti in ùuc g ru ppi, ylaueomi anterior i od acuti e gla ueomi posteriori o cronici. e l glaucoma anter iore la malullia a \Tebbe scue nella parte a nteriore della membrunu ,·ascola r e dell'occhio, e cioé nell'iride e nel cor•po c ìg ti ar a i quali l'irnnl·t·ob bel'o allac<~ali (In dal principio clelln rnnla.ltia. Invece nel glaucomu poste1·iore è presa In parle postet•iore della COI'Oide: in questa. for ma il nervo ottico eimane fin dal principio compresso e si determina cosi !"escavazione della papilla. In seguito la pnpilla s'all'otìzzo ed il pl'ocesso si coJllunica dal la pa1· ~o post..,riore all' ontei'ÌOI'C della membra na vasco!are. Sarebbe questo secondo il Desmarres il gla ucoma cronico, che esordisce lMlamente senza Jolol'i, s enza ran giamenli dell' iride e della pu!)illn e senza diminuzione Jella camera antel'iore, sia perché la cot'oide nella parte posteriore e meno sensibile, sia pet·cltfì ne l g laucomn poste1·iore i ner vi ciliori non rimangono compr essi. Al conlt·ario il g laucoma acuto M aempr e accompagno.to ùa vi vissi mi ùoloi·i essentlo l' il'idc od il COt'po ciliare ricchissim i di nei'Vi. Queste ed a ll1'6 teoril! emesse in pns!,ulo sono o1·mai pr es· 80chè dimenticale: al p1'e«ente le teorie clu~ si contendono i l primato sono pl'incipalmenle Lre, 'luclln del G1·aere ciltllo, quella ùel Dondei'S e quella del Magni: prenùiamole in esame aingolal'menle. Il G1·aefe osseJ•vando uell' occhio g luucomatoso l' escuvo-

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ziooe cosLante della papilla del nervo otlico l'al:'soUigliamento dei vasi artet·iosi, la dilatazione dei venosi, la dul'ezza aumentata del bulbo ocul ar e, l'insensibilità della cornea e la paralisi dell'iride pensò che il gla-.1coma potesse consi!:'lf'r'e in un processo acuto o cronico pel quale veniva aumentata la quantità dei mezzi contenuti nel bulbo. Que.::llO pt•occsso secondo il Graef'e sar ebbe eli nuLura imfìammatoriu e l·isieder·ebbe nella cor oide e propt·iamen te nella zona ciliarr.. a vo\L~ è acutissimo, allrP- volte inver:e cosi mite da non esser e disvelalo da nessun sintomo Ilogistico esterno. Si osserverebbe ciò in quella forma di glaucoma chramnto ·dAllo Schweigger glaucoma semplice e dal Gt·aefo considerala in principio come un prucesso a par·Le che denominò am.cw rosi con escaoa:;ione del neroo ottico. I n seguito ammise l o natm·a infiammator ia glaucomatosa anche per questa fol'ma, solo che in essa al pnri di quanto s'osset'va in allri prorr.ssi 1l ogisti ci intraoculari dimostt'abi li con l' oftalmoscopin l' inflammazione della cor·oide non sar ebbe ùisvdata Ila tH~~s uo si ntoma flogistico estern o. - Questa deduzione, fa ossHvare l o Schweigger, puo esser e solo la coo fer•ma d' un' idr,a pr e· concetta, giacché nel glaucoma semplice non v'ha pmces:;i fl ogistici dimostr abili n è esteroanamenle n è coll' ortalmoscopio (1). Ammessa nel glaucoma l' infiammazione costante delia coroide, il Graefe spi cgn con un aumento della secl'ezione di questa membrana l'aumento dei mezzi contenuti 1WII'invi· luppo sclc eo- corncol,1, éonseculivi al quale sarehb• ·t'<l tutti i sintomi aneslesici e pat•ali tici che si risco ntl'ano nel glau· coma e l'escavazionP. della papilla ri guardata come ii punto più debole del l'invi luppo sclet'O·corneale. M.entre il Graefe dù cosi tanta parte nello sviluppo dcll!'lau· (il lo ritengo como glaucoma semplice sol tanto 'l"ei casi n~ l cor>o tJri quali non si presentano mai elevnzioni repentine della pressione con i sintoroi Oo· gistici da ciò dipeud~nti . Laonde i casi nei quali ci sono ofTtl.~ctnnmlt tlel annpo visuale, clolo1·i SO)n·aorbitati , oppure in/o rliidarn~nlo tlellc' cont•!ll c dilli/O·

zione della ympilla , Hou possono essere clas~ificat1 co me ghwrom:• sornplicc. -

SCIIWE IGGF:n,

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NATURA DEL GLAUCO)fA PRUIITlVO

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-e~ma all'infiammazione della coroide, il Donders invece nega ~on solo la natura infìammatol'ia del glaucema, ma va più oltr e

e dice che fra l'infiammazione e questa mala ttia non esiste .alcun rappor to talché costituisce un fenomeno affatto accidentale. Anche pel Donders l'essenza del g laucoma consis te in un aumento di tensione del bulbo, e quest'aumento egli · pure attribuisce ad un mag~io r tr asurh;tn)ento di linfa, dovuto per alli'O non ad una eoroidiLe s ieeosa, siccome riteneva il lle Graefe ma ad un' it't'itaziooe dei net·vi p r~posti alla se-crezione dei liquid e oculari. Intoi'OO a questa teo ria, perciò che rig uarda il l'apporto ira il glaucoma e l' infìtJmmazioneJ lo Scrtweigger é d'opi .nioM che l'ill ustt·e ortalmologo oland e~e sia andalo t1·oppo -<>!tre. - Egli ct•ede che fra l'infiammazione ed il pr·ocesso ,glaucomatoso corra uno sLI'eLLo rapporto, ma, a ùifler·enza -del Graefe, riLieoe sia l'infiammazione non causa rna conseguenza del gla ucoma o meglio dell'a umentala pressione. -Seeondo lo Sch weiggel' quando la p t•essione aumenta rapidamente questa conduce sempre alla scomual';;a della fl ogosi, .che "{lilò mancar e quand'essa pressione aurnenta lentamen te. - Che poi veJ'amente n el maggic>r nurner·o dei casi il glau-coma <tecoJ'rt'l con manifestazion i flogistiche è in negabile: nel gh-) ur.:oma in fatti abbiamo freque ntemente l' inlorbidamento dèlla cornea che pnò e ssere ta lm ente pronun ciato da ren·dereimpossibile l'esame oflalrnoscopk:o : abbia mo inoll1·e l'inlorbidamenlo dell' umore acq ueo, l'iniezione dell'anello periehet·atico, i dolori nell'occhio e nel lel'l'itorio del tr.i gemino. Questi disturbi si l'iscon L1·ano anche nella cicli le: m a J i fr·onte a queste poche somiglianze nel decorso clin ico delle due ma. lattie stanuo rno.llissime differ enze, fra le quali massim a la mancanza nella ciclite dell' escavnione papilla1·e, la quale -costituisce il solo ca l'aLtere esclusivo del glaucoma. · Come si vede il Graefe ed il Donders benché d' opinioni -cosl diverse convengono lullavia s u d i un punto, nell'amntettere un aumento del la linfa trasudata, consecotivo al quale ~rebbe l'aumento della tensione endoculare. - A queste teorie è anzitutto da obbiettare cbe l'aumen tala sect•~>zione <lei liquidi nori basta di per sé sola a deter minare un durevole aumento della pressione, esistendo un equilibrio costante


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fra la secrezione e l'assorbimento. I n secondo luogo, dal(} pure che un tale equilibrio potesse venire alteralo, !"aumento stesso della pressione endoculare dovrebbe impedire pe!' ra· gione meccanica un' ullel'iore secrezione dei liquidi ed il processo glaucoma toso ar!'eslat'si. - Ma a parte queste obbie· zioni, esiste veramente nell'occhio glaucoma toso aurnent(} della linfa? 11 prof. Ma)!ni basandosi specialmente sul l'eperto anatomico, nega. t'eci samente questo aurn~nlo dei liquidi endoculari, e CJltincli tanto l'idea d~lla natura infìammatot·ia propugoata dal Gr·aefe, quanto l a teoria nervosa del Donders. E gli osserva giustamente che se i sintomi del glaucoma dipendesser o da un aumento della linfa oculare • si dovrebbe « descrivere il buflalmo, tipo della coroidite ad essudato sie« t·oso como tipo del glaucoma "· Invece sezionando degli occhi glaucomalosì l'illustre professore ha costantemente notato diminuzione dci diametrinormali del bulbo e proporzionutomente a questa diminuzione aumento di spessore delle pareti. opposlamen te a quanto si osserva nel buflalmo. Questo fallo evidentemente, menL!'e contraddice le teorie del Donders e del Graefe presenta al primo aspetto una conferma alle leMie del Coccius e Cus~o ci late in principio. Ma le l•icerclle del pr·of. Magn i non si anestano rrui: egli notò che oltre l' ispessimenLo delle pareti del bulbo sì pùò avere opacumento della corn ea e diminuzione della carnet'a anteriore pet· alterazione della. curva corneale. Quest'opacamento cb e rAri l crede prodollo da edema della comen ed altri d~ natura infiammatoria il Magni l'allribuisce ad accumuli di sostanza gJ•anuloso. amot·fa. Ma le ricerche microscopiche def Fuchs (l ) sern!JI'a confe1·mino l'opinione dcli'A!'IL. Secondo il F uchs si formano pr·ima fpa le fibt·e dBIIa cornea dei piccoli spazi pieni eli liquido: il liquido in segui lo traversa meùianle i canalicoli che servono al tragitto dei nervi la mem!Jt·alura deL B owmao e s'accumula in piccole gocce nell'epitelio (2). (t) Gr·ar('s Arcllit!. (:!) QualciJC volla é sta t.~ osservata fra In mcmbran;t del no\\ mnn ~ l't:pitelio

una mcmlJrnna ialina costituila da uno strato d1 liquido coagula to.


NATURA DEL G-LAUCOMA PRIMITIVO

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Oltre questo intorbidamen to della cornea si può aver intorbidamente e diminuzione dell'umore acqueo, rammollimento dell'iride e diminuzione del s uo pimmento, nonchè diminuzione totale di volume per l'atrofia più o meno avanzata -colorazioné g lauca caraueristica della lente, la quale a volte presenta un'opacità più o meno marcata che procede dal centro .alla periferia- fenomen i di atrofia nella zona ciliare della coroide in r&pporto con quelli che si riscontrano nell'irid e diminuzione del connettivo della lamina fusca - atrofia dei nervi ciliari più o meno avanzala secondo lo stadio della malattia punteggiature apoplettiche della r etina s pecie nella regione dell'ora serrata e tut•got•e delle vene - aumento di consistenza del viteeo accompagna ta a diminuzione della sua oquantita in proporzione colla diminuila capacità del bulbo ed infine l'escavazione glaucomatosa della papilla del nervo -ottico. Questi risullali della sezione di occhi glaucomatosi fecero pensare al prof. Magni che potesse tratta •·si nel glaucoma -d'un processo alt•ofico, il quale p1·oduce i suoi maggiori eflelli specialmente sull'umore acqueo e sul vitreo; e siccome !a null·izione di queste parti e subordinata al modo di essere della zona cilia•·e c dell'iride, cosi credè ragionevole attribuire la loro atrofia a ll'att•ofìa di queste parli: ciò posto, quale sara, si domandò, la caus& dell' akofia della zona ciliare e ·dell'iride? I primi disturbi del g laucoma sono presbiopia rapidamente crescente, midriasi e anestesia corneale: non potendosi fare dipendere quesli falli d'anestesia c d'irido-plegia da un aumento di volume del vitreo il quale non esiste, può benissimo attribuirsi all'atrofia dei nervi ciliari riscontrata a lla se.2ione. I nervi ciliari infatti derivano dal ganglio ofLalmico e sono nervi misti: si comprende quindi come la loro all•ofìa possa determinare disturbi trofìci, di senso e di molo. Questi -dislut•bi troflci, secondo il p•·or. Magni, s i mostrano pe•· primi sulla zona cilia re e su ll'iride perciocchè queste parti sono l'icclùssime di nervi, come quelle che debbono provvedere .alla secrezione dell'umore acqueo e nutrizione della lente c <iel vitreo, e sono inolLt•e in continua attività nella funzione


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SULI.A

della V1s1one. Cominciano a manifesl.at•si tlnppl'ima su i muscoli, poi nelle cellule plasmatiche, nel Lessuto connettivo e sui v.asi, i quali rruanto più il processo atrof!co 8\·anza tonto più perdono in esi.Pnsione, talchè il cir colo sanguigno di,•enla scar so e lento. Oll1·e di ciò si manifestano gt•nvi di stur bi nelle cor1•en ti fisiologiche ùel Lrasuùamenlo e dell'assorbilllenlo, il quale ultimo pt·ovtllendo sul primo ne SC€:Ue la diminuzione dell'urnot·e acqueo e del vitreo e lo coarlt~z ione dd l'inviluppo sclei'O·COI'neale. Pe1· quosla coat•lazione dello scleI'Otica un ila ad aumento ùellv Spt>:o;SOI'e il hulbo impiccollscP, acquista la dm·ezza inclastica pl'opria dell'occhiO glaucumntoso e si forma l'ef<ca.vazione cul'llllur islica tlel n•·t·vo olliro. Quesl'allel'azione eh~ seco ndo il Mandels tamm, in molti Msi è il solo sintomo apt.re.=~abile (l ) t•onsisle in un allungDIIH'nto del diametro anter·•>postcriorP- e dipende secondo il GraPre, il Donde1·s e.t ultl'i ùoll'aum<'nlo della ten~ione enùoc·ulnre, che sforto il gusdo srler o-cMIICale nel punto più 1lebol o, 11 GIIR lami na cribrosa clove la r esistenza é di1ninuila in cau<;u dc,i fori che qui vi si lt·ovano. Ma il M ogni ne~a l:>ioquivi miuot·e la resistenza, giUcche la lam1na l'ribrala non ~ una ln1n1na vera e propt·ia mn 1'8ppr esenlo la superficie di sezi onH dol connettivo <;Il e nvvc1l ge i fa sc·i IWt'VOsi cosL1LucnLi i l n e1·vn oLlico. E ppe1·ò, e~li dice, • se all'aumento della tensione euc doculBI'è fo.:sc dovuto lo spostamento in addietro Jellu loc mina cribrala, il ;:t1·ado di prC!'l!-ÌOil<:l neCt'~SOI io a lale scopo " sare!Jbe tale che 11011 pol1'ebbe pc netr u1·o nell'vcchi0 nepu pul'e una gocciu di !'angue "· l o poi c1·edo cl te di questa aumenlaln p1·essionc dovr ebbe J'i!'lenlirn e nnrhe la 1·estonlo parte dell'in vlluppo scler o-cornealo ed assoLl1gliaesi ment1·e che si vet•ifica il fatto opposto. V'ba di più, nello stalilnma posteriore s'ammette da alcuui cht' l'eclas111 del segment<) pu· sleriore tlc::lla sclet'olicu <lipc•nda tlAllu mlnOI'O re:..lsl('lli.U di questa r egione. che ò allravet·sala da un g1·on numero tll conati clt c dan pa~saggio ai vasi cili ari e non 6 r·inforzaltt c·nm c alll'ove dall'cspsu~ione Lendmea dc::i muscoli: o1·a, com 'è eh e (l} Secondo 11 ~IAUTIISlll\ In alcuni ca~l di ~laucoma si può avere ln ct'tlla. .anche senza qu esta e~cav azlone. - (Ltl!l'(mch de1· Oililtutm. ).


NATt:HA DEl. G!, \UCOli A Pll l liiTIVO

663

nel ghmromo s'rn con tra. l 'tlVvallamento della lamina cr•ibrata e non s'ha rlel pari l'ectosia dello sbflloma posterior·e? E d ìntlne come s1 spie~herebbero quei ca~i di glaucoma nei quali l'aumento della pr·essione è ~o~i tenne da sembrare dubbio e tuttavia l'escavazione del u er•vo ottieo c giù in vi u di svil uppo ( 1) ? Il pr·of. Ma ~ni l:h lunquc noga. e co11 ragione, che l'escavazione dello papi Ila sia dovuto ad un oumPnto della pr essione end ocular·e e crCide non dipenda da filtr·o che dell'i~pcssimenlo delle pareti dell'occhiu, laiche misurando la profondità ùell'e::~cavazionc ::;i polrcobo determinat'l! la primi li va capaciti\ del bulbo. Alla coartazione della :'Clei·olica unita acl aumc~nto dello spessore e dimiuuziono dcll'elaslicilt\ il Mag11 r Alll'ibucsce put·e la durl'zzn inelaslica dell'occhio j!laucomaloso, g1acchè per• esso !<i produco un Cf't•lo osLAcc;lo al lihero ctrcolo tlel sangue venoso in modo che clivenlo tlil'fidlmente spostabile: di qui anche J'iporemia veno$a e la ùifficoltit del ci rcolo sar•gui!{no. Oltre l' acccennalo un altro fattore concm·r·(· a produrre que!'ìla diftìcoltù nel cit•c:ol n: nell'ocdtio affetto dal pi'Oce$~0 ::rlaucomntoso ln r·Apacilò del hulbo va continuamente diminuendo, ma sicco111e tl questa t•ichrzione non llen dietro i n pri ncipio unu propot·zinnula riùuziune dello "~PSZJO vascol ar e ne segno che i vasi tlèhbono dilatarsi dt tanto di quttnlo !:li sono accor ciAli. Ciò uatur·almcule si vet•ilìcu 11elle veno prima che nelle arterie e delerminu un rallentam ento del cir· colo sanguigno venosa Il quale poi con~ecuLiv11menle si estende olle at·Lerie 10 ..:ausa dell'oslucolo che la stasi vcno!'a opporw al sa ngue or·terJO;;o , lal<;hé nell'ucclllo . arTi va nn a minore r1ua ntità di sa n~ ue : tli qui la diminuzione della pt'PSsiooe vasalo e del calibr'O delle arlel'ie e l'alterala ira iE'!azione "811guigna della r etina. Quc>'l'al teJ•azioHe dell'iiTi~azione !'langutgna e la dislensio11e che subìscono le lìbt•e o ~liche pe1· (l) ~el glaucoma ~mJllice spt•..,;o l'aom,.ntQ di pre~ione (o In princi J'I!O !anlo tenue cbe al talto IHIÒ ~emhrare dubbio, quantunque l'csca,nzione da JITCll·

siono del nervo ottico sia giù in via di svil llf•JIO. - (ScnwEIGGEu, p. 434j.


SUI.I,A

la retrazione della scle1·otica sarebbero le cause della r.essaLa funzione visiva del glaucomi!. Queste sono le teorie Jel pl'of. Magni ed in esse io rni sono trattenuto piu a lungo che nell~ altr e perciò che a me sembrano le più VCrO!"Ìmi(j COme quelle che fondandO!<i SU d&li anatomici spiegano mir·abilmento lutLa la sintomatologia rli questa oscura malallia. Pdt' alt!'O, per ciò che ri guar·da le al terazioni di cir·colo, a me pare che sarebbero mej:dio spregate attribuendole alla cessala a"-ione dei nervi ciliat·i, anal ogamente a quanto si verifica in altr e malattie del sistema nervoso, nelle quali si osserva diminuzioni-\ nel caltiJr·o t!eJie arterie e minore affius::;o di san~uo arter·ioso; Lauto piu che mal si comprende comt> la stasi venosa dirninurrehbe l'orflusso del sangue arLet•ioso esserulo comp1·ovato peq~li studi del Crmheim che essa non può mai influir·o sul circolo delle arterie, per la gt·aude differenza che passa fra la tensione delld vene e quella delle arterie (l). E ùd pari non si com· prendet·ebbe la dimi11uzione dei liquidi oudo-oculut·i dovendo i capillari per il continuo afflusso arterioso da un Ialo e la resistenza delle vene dall'alt•·o l1·ovar si come in met.?.o a due sLI·eLtoie,ed il kansudaLo nlt l'a vet·so le loro por eli oumenta1·c. Invece uno volla ammcs~a una dtminuzione nell'affluSl$0 clt>l sangue arterioso pel diminuilo calibr•o delle arLerie di legger• si compreude come per lu dilninuita vis tt tergo debba segulr e mancato rallentamento òelln corrente venosa (2). . Fino a qualche anno ro le teor ie del Magni, del Graere e del Donders sono stele fJUelle che hanno goduto il map:giot· favore: ma in quest'ultimi tempi sono avv{!nuli dei falli che hanno mod1fìcalo l e pl'irnilive idee sul gluucoma cd lrauno 111 .\oche QLmndo ìl dcllnsso venoso c r.ompletamontc impedito, In tensioM dolio vene non rng~lungo mai Il grado dolln tensione nrlcrio.sa; o so il deOu511C ù solamente roso tlifflcllc, non gli\ del tutto Impedito, In tal caso il gmdu <lcll~ prtl!!slone ,·cnon rimanr molto al dlsollo tfl quella dt•ll:l pre:sslono delle arterie. Percio l'nmusso arterioso non Ctl!!S.,, ccc. - (Cu:o~uEtM - Pttlologio. "'" ner11le, pag. !)()). (\!) l'iell'tlll rmla arlerios:a anche la corrente \'Cnosa tli\·en ta L~nto più debole o lentA per liU:lr.to più 1• ~randt• Iii difOcoll.' tlcll'aOiusso nelle nrleriu.- (C•t· NIIP.UI - J>a/oiOQII& gellet·alc, p. 89).


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NATURA DEl. GLAUCOMA PRlM!TlVO

aperto il campo a nuovo teorie. Il De W ecker avendo lro• velo negli oc~hi glaucomatosi che le vie di filtraz ione del Leber s i l!·ovtHtO ristre tto da masse vilt•ee ed epiteliali, e<.l avendo inoltre lrovaLo che il glaucoma guarisce ristabilendo la fì!Lrazione attraverso un'adatta cicatrice, concepll'idea che il glaucoma potesse svore origine da un difetto di filtrazione. Le vie di filtrazione sono secondo il Lcbet' due e cioè il contorno della cot·nea e le par li vicino al net•vo oUico: la fìllraz..ione più abbondante secondo il De W ecket· si verificherebbe presso la cot·nea. ove la camet·a nntet·ioro viene a prolungarsi attraverso il tessuto Lrabecolar e òell'angolo ùell'iride fin sollo la con~iunliva c gli ostacoli che sorgono in questo tessuto sia dal lato della camera anteriore, sia nello spessor e della scler olicn, s ia ' 'et•so la superficie della congiuntiva impedirebbero la flllt•azione dei liquidi endoculari aumentando la tensione del bulbo. ;\la • nE'Ile forme di glaucoma asso• lutamente sfornite di sintomi irritalivi, nelle q unii la pres• sione eccede sol di poco la norma ed il principa le fenomeno • è sempre l'el'lcavaz ione delln papilla, dcbbonsi ricercare le • cause nella grande v1u di fìltruzione o non piullosto nelle • piccole presso il ne 1•vo oLlico? Quest'idea d'nn glaucoma • anteriore e d'un glaucoma posteriore che Desmar •·es aveva • già emesso nLlribueudo la maltlltia a.l alterazioni infiam• matorie distribuite s u due dill"~ t·cnti vie di circolf•zione sanc guigna potrebbe forso rilenCI"l'IÌ per le vie eli eliminazione c come propone lo Slilling1 (1) • A queste due domande il De Wecker non credo s i possn nello slalo pr·esenLA delle nostre cognizioni dat'c una risposta sicut•a. Quanto alla principale via di eliminazione dei liquidi • esistono falli di oslr u• zio ne che dimostra no la dirclla cot-relazione ft•o questi o stac coli e l'esa~et·ato aumento della pL·essionc (2) "· Lo Knies infatti fin da l !876 ha dimostrato in un certo numero di occhi glaucomalosi una aderenza dell'iride con la faccia interna della cornea: lo stesso il Brailey (3) ecl Hllri ft•a i quali il (l ) L. DE WBCKlln- TerallCIIIictt e cllintr!Jia owlare. -

Lezioni rednLLo dal

dott M ASSELOI\. (t) Opera citata. (3) LlA AILEY -

Sttl/(1 'I Wtll!"lt l) CQI'$0 deL proceSRO olrt~tC011HIIO.IO.


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SULLA

Jacobson (1). Ma lo Schweigger fa giustamente notare che questo r eperlo quando esi ste " si pnò consideJ'SJ'e come una • condizione consecuti va del processo glnucomatoso ed oltre << ciò l e J'icercbe di Pagenstecher e Schnabel banno dimostralo « che le aùeeo nze fra l'odgine dell'iride e Jella co1•nea pos• sono mancare nel glaucoma e possono e!'isler c senza glau" comi\ (2) •. Rimane poi sempr·o !"abbiezione opposta alle teorie del Graefe e del Dondet·s e ci oè che nel l=(laucoma non s'ha aumen to sibbene diminu1.i0ne dei liquidi dell'occhio, per cui, come non si può acceLlar·e clte questa maiOLli<t dipenda da un'ipet·sccr·czione di l i nfa, bisogna del par·i r espingere la teor·ia che possa dipender e da diminuilo deflu!Sso. Lo stesso dicasi di I (U" IIa del Rr·ailcy, il r{U<lle fondendo, pet• cosi dire, le teorie del Graefe e ti PI De \Vccher stabiliva doversi i n primo tempo allribuire l'aum entHta CJUantit.à dei hquidi endooculari aù un'ipersccrezione inliammatoria del co t' po c1liare e dell'il'ido: ma una volta eire l'il'iue si a venuta a. co ~t latto della corneo. dover si ammellcl'e un'altra causa •1 ciot• l'impedilo esito dei fluidi del globo oculat•e allruvcl'so il can:::le dello Schlemm. Un allt'O fallo di grande imporll'lnza è quello scoper to dal Badai e cioè l'allungamen to tlel ner vo nasale come cu1·a del glau~;o ma. I risultati di (luest'ope1·azione sono a t.lir· ver·o IJÌqua nto incer ti: inl'atli m entr·o il dott. Tr·oussea u (:~) asserisce che calma p1·onLarnente i ùulol'i eh& accompagnano il glaHcoma e ne pr·eviene i l rilor·n o; che t•ende all'occhio ammalato l'acuilù visi va pl'imiliva ; che dimin uisce nettamente la ten~ione cndocultwe, il Meyer· invece dice che l'azione di questa operazione è incPr l.a sul!11 tensione entioculare, nulla (( ) fl C01'1)0 \'ltrCO eiugrandilO (VCI'{)I'ljsm·l), S'!!SlCnli() in (t(ldlctrO dal lato dc} canale centralo •lei ne.n•o ottico, in :tvnntì nell o ~pazio sìtui~to fra la len t<~ ed i processi t:illnri, compri~e •ruest' ullirn i contro la periferi;t dnll' iri rlC' , l'i ridtl contro la cornea e determina l'ocdthiOnr degli spazi del Fon tona. - (8 Pilrtiye zm· 1-ehre vom (Jimtrum GI'M{e's lll'rhiL'.). - Prima del J~cobson :tVI'\':tno oli chiarat.o essere nel gl:tucoma aum<'nl ato il vitreo il Yackcnzic (1830) r .\Hdlemore ( 1835 ). (2) V lJ I.K \IA:< - l/accolla di con(eren::1• clirticlte. (3) Thlise ciiJ l'ari~, avril 1883.


NATUIU DEL GLAUCOMA PRDfiTJ\"0

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sullo stato della Yisione. Tullavia I'Amanien (1) conferma che i dolori r iliflr•i dopo questa oper azione cessano br·uscamente e ci ta numer·osi casi in cui l'allun gamento del ';') ervo nasale ester•no hfl !'Oppr esso i dolor·i glaucomatosi. Anche lo Abadie ha ollenuLo con questo processo in un caso di glaucoma ri sull.att ravorevolissimi: in altri casi invece ha ottenuto degl'insuccessi. Probabilmente per queslu operazione si verifica lo stes'-O fatto che per rirideclomia e la sclerotomia, che non !'.<>mpt·e corl'i!'<ponrlono all'intento. Intorno al modo d'a::rire di e~sa il dott.. Dadal crede che modifichi la secrezione o la. nutr·izione deii'M gano della visla a mezzo dei ner·vi secr•c;Lori c L!'olìci clic pr·ovengono dal nepvo nasale sia dir·ett.amenle sia pet· l'intcr·rnezzo del ganglio oftalmico. Egli pt•aticò rtuesL'aLto opcr·alor·io dietro la osset•vazione fatta i n un omma 'ato aff~Lto da ne\Talgia dellrigernino accompagnata ua n bhondanLc (]u-.:so nasale in cui lo sliramenlo con str•appornenln del ner vo nasa le aveva pOl'Loto la guat·igione: pensò che 5e il gluuco ma era veramen te il risullato ui un'iper~ecrc zione di l i•ruido doveva esser•e comballuto con successo mediante lo sliramento delle br·anche terminali dell'oftalmico, specie del r tl lllO nasale, dal quAle partono i ' filetti r iliari . Quf,sla spiegazione del Badai che po -· r ebbe esser·o giusta qualot'a nel gl o 11~o ma esistesse ver·amente i persocn-~z i oc•o di linft~, u11a volla dimostrata la inesi · slenza di qucst'ipersect·cz ion ~ non si può ev identernoule ac cellar·e più: ond'io credo che a~isca piuttosto allo stesso mod0 che lo stiramcnto del nervo nelle nev 1·algie. Condudendo, qual'P poi la natura del glaucoma ? Senza spingermi fin o all'o ttimismo del ParenL, il quale d'accordo col Sichel dichitll'tl che <c toulcs les théo,·ies so n t jHsles mais « pas plus l'une 'flle l'acdre ,, credo tullaYia i o pul'e che i l gl aucoma :::ia pl'odo LLo da cause mol l ttplìd diverse nei div<·r si casi. F orse in quel la l'ol'ma che il Gl'uefe avea denominalo amaurosi con escavazione del uet•vo c•Uico c J., Schweigge t' glaucoma sempli,·e la teoria del :\l t~gni è la più acreltabile: invece nelle l'O l'm e acute, accompOf!'IIUl e da clolor·i nell'occhio (t ) Thèse dc llol·tic<tu.o·, 1883.


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SULLA

·e nel te rritorio del trigemino, dilatazione della pupilla, in·torbidamento cornea le, lacrimazione consideJ•evole, iniezione congiunlivale, cefalalgia, vomito, durezza del bulbo, in cui fece buona prova lo stiramento del nervo nasale la causa è probabilmente un'irritazione dei nervi ciliari accompagnala a spasmo va~ale. Eù inve1·o, qual'allro processo potrebbe determinare dei fenomeni che compaiono ad accessi siccome quelli del glaucoma ? Non un processo inOammatorio non essendo questo il modo òi cornporlal·si dell'infiammazione: non la compt·essione, giacché essendo essa continua continui dovrebbero esserne anche gli effetti: non processi · ·di degenerazione: non rimane quindi elle pensa 1•e ad una nevralgia. Le nevralg ie infatti hanno la caratteris tica ùi comparire ad accessi e di lasciare intervalli ùi remissione completa: hanno pure la cara lleristica di det.erminare spesso gravi disturbi trofici accompagnali dalla lesione della funzione. Anche la comparsa ùell'a cce~so glaucoma toso, che ha luogo generalmente di nolle parla per un'allerazione nervosa -di tale natura. 'Quest'alte razione, trattandosi nel caso noslt·o di nervi mi~li, deve manifestar~i ollreché con dolore con distur bi trofici e vasomotori i qual'ullimi si tJ'aùurranno con spas mo dalle pa1'eli vasali ed anemia delle diver se parli dell'occhio alle quali i nervi ciliari si distribuiscono: quindi del· "l'iridE'! che apparisce scolorita e miut•iatica, della cornea, che essendo mal nut1•ita diventa opaca ed insensibile, del muscolo ciliare che nou essendo convenientemente i1·rorato dal sangue non funziona più a dovere. Per ci6 che riguar da la r etina, l'arteria r e tin ica non 1•iceve r~:~mi dai nervi cil iat•i: tuttavia in essa debbono verificarsi gli stessi disturbi cil·colatort che nelle alLI'e parli per i stretti rapporti che esistono fra il plesso ar·terioso·net·voso del Wallher da cui proviene il fllamento nervoso .che accompagna l'at•leria re linica ed i nervi ciliari. Into.tti questo plesso c lo s tesso cl1e fornisce le radici vegetative del gangl io oftalmico, c r iceve inollr e un fil ello anaslomolico dalla branca oftalmica del lrigemino. Per questi rapporti si capisce che la suddetta lesione potrà r isiedere tanto nei nervi ciliari, come anche nelle branche ·del tt•igemino, fuot•i dell'occhio: vi sono a tal pt•oposiLo degli ·esperimenti di W t!gnel' e Schifi i qua li mostrano che l'irri·


~ATO R A DEL GLA UCOaiA PHIMI'l'lVO

tazione del trigemino può per azione riflessa sui filetti del simpatico determinare !a contrazione vasale e l'aumento dr: tensione del globo oculare. Quanto all'infiammazione, alla quale il Graefe prima e s uccessi vamente il Maulhner (l) il Brailey (2), Fano (3) ed altri hanno dato tanta impo1 tanza nelle loro teorie, non ~t vt·ebbe secondo me nessuna partenello sviluppo del glaucoma: può per allt·o accompagna1·e ed' aggravare il p1·ocesso g laucomatoso, come con frequenza si verifica. Di ciò non è a meravigliat•e giacchè si sa che !addove esistono distu r·bi d'enncrvazione i processi infiammatori insorgono per le più pi ccole cause. Come si vede l'ipotes i da me emessa, non solo concorda col decorso della malallia ma offl'e pm·c una spiegazione ab-bastam:a soddis fo.ce nle dei divet·si distut·bi che l'accompa gnano, quali lo dilatazione della puptllu i dolori nevralgici, . i disturbi della visione e via dicendo. Quanto allo presbiopia che è uno dei sin tomi prodr ornici del gltlucoma è da notareanzitutto che questa malattia s i s viluppa in genero.le nell'età avanzala fra i 40 ed i 60 anni e cioè nell'epoca dell"indurimento. senile fisio logico della lente: inollr·e ch e si vet•ifìca specialmeole negl'ipermetropici i quali hanno bisogno di tenere in con- · tinua attività il muscolo ciliare, ed infine che la diminuita po· lenza di ques to musco lo s tancato dall'eccessi,,o lavoro coincide appuolo coH'indurimento della lente c colla sua diminuila UJ Il glaucoma è un 'inliamma~ionrJ del sistema va scoh1rc ciliare la quale a f-rotta l'insiOm() del sistema o I!Ualchc parte. Quesla forma inllammatorin differisce dallo altre formo dolruroìte per la rnrilà nei prodotti inllammatori d'elementi organi~zati nel inoltre r•el lrLtto che 11 rovoca ra11idamento l'<Ltrofìa del t()ssuti aiJotti. L'aumento della tensione non e un fenomeno costante e non è C3usa dei disturbi runtionah gi:LUcomato~i, che son dovuti in prima linea ad una ~ten>ione dei sintomi infiammatori della coroiJ1~ allo str;Llo dei coni o dei llast<lncelli, mentre cl1e l'all"ezionc lipica del nervo ottico, causa clelia perdita totale della visione, non e che secondaria.- (~latJTII~~R - Sertmàar-~laucon• Wtd Giaucoms Theorien. Wisbatlcn, i88:!! (2) È certo che l' in ll!tm maziorw del l:orpo ciliare, fieli' i rido c llel nervo ottico è sempre prescnt1• l'Cl è uno dc:i primi sintomi del glaucoma primitivo, sviluppandosi anche prima t:hc vi sia aumentata tensi(lne. - llttAJLev. C3) Il glaucoma è ll n'irido-coroi(lite a sede .-;pecialo. - ( FA:>O - Obstt"V(IIions cliniqt«!s: IJ/{Iucome).


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SULLA NAl'U HA DF.L &LA UC(J MA PHIM l'l' IV,O

allilu.line a risponcler·e all'azione clol muscolo ciliare. Non 6 ·quindi a mer·avigliAr e ;;e l'insorgere del glaucoma é accompag nato do pr·esbiopia ra pidamen te cl'escente, e forse lo s for zo costante dell'accomodazione e una d··lle principali cause dell'iusorgere dello stato irrilalivo in alcuni casi, in altri dell'atr·ofìa dei nervi cil iari, mentre é poi ccrlumen Le lo cau~u dei disturbi pas!:ieggcl'i della vista, che si osservano nel cosidello periodo protlromieo. Di questn opinione è pure il JRcobson il quale in un suo lavoro s ul glaucoma (l) aunovc.ra .gli sfo!'zi di accomoJaziono degli occhi ipo1·metr•opici in etù avanzata ft·a le cause dei dis tul'bi che si vSl'CI'vano nel pe-. r ioùo pr·odrornico di questa malattia, in causa delle sta!'li vcnose consecutive alla contrazione musculanJ forte ') prolungata. Uunque i1·ritazione dei nervi ciliari con spasmo vasale nel lerrilorio da essi innervato, in modo cb e il lu me cit?Jie arterie diminuisce ed il !"angue penetra in esse in mmo1'e quanlila e p1·ocede piit Jenlumen le. Diminu ila CO$i In vis a terfJO il sa.ngue rallenta il suo movimento anche nelle vene e si Y6· rifìco. una sLasi venosa con aumento delia pressioue endnvasale e consecutivamente pure enclo -ocu lat·e ; di 'Jlli la durezza del bulbo, il polso Si'lt'l'ioso ed il venoso. lnlanlo ~li elementi della reli11u mal nu l1·iti per· quc;st'anetrtia si allercmo e la fum:i one vis iva diminuisce , ta lvolta s i estingue anche in brevissimo, come nel glaucoma f'ulrnina!lle. Forse in questi {:asi s'ha un'anemia talmente pronunciata da dele rmin ut:e ~uasti iueparabili nella 1·oLina e nelle allro pa rti dell'occh io. Ma il piu delle voltP. lo sta to irrilalivo dei nervi cilia1·i e lo spasmo vasale soM passep-geri , ed a llora se i gu~:~s ti apporlati sono ltevi l'occhio può rito rna r e qua~i nor'malc. Per a lLro, a lungo anùare, col 1·ipeler·sr òegli accessi i ùanni si sommano e l'ammAla lo f:llli sce col per dere la funzione vis iva. Allora, se non inso1·ser o p r oces!' i ìnfìt1mmotr)t' i l'anatomico l'isconlra que!"ti occhi rim piccolili, alt•ofici, giacchi• l'atrofia è la consegueuza ullima dei dtsLul'i)i di circolo e di inn er vazion.;, no tati. ( l) Beitnige :ur Lehr·e t'tltll glartwm Grae(e'> Archh;. XXXI.


6'H

CENN I

TR ATTAMENTO CLIMATICO llEL lliiTTORE

FO&TI

PIRRO

III. Tlsl eonl'e rrnata ( p e rio do n•eclto).

P ct' la medesima malallia, il clima che comballe la p t·e disposizione poiJ•cbbt> uon C'onvenire una volta la malaLLia sia confermala. Vi sono ,JuniJlll, climi di pro,fllrrssi e climi di terapia; ma ò difficile distingum·e gli uni dag li altri. L'analisi cìinica che poco fin qui si è ve ramente occupata di questa questione deve essa cr eare tutta la c lima tolog:a pt·ontallica. Nella Lisi confermala la più posili,·a deìle contr oindicazioni al soggiorno delle altur e e. secondo Jaccoutl, fo rnila dal modo di rea~ione i ntlioidualc. Quolunl')uc sia ti p eriodo della malallia, qualunque siano i sintomi o le lesioni, ~e l' individualità del pazienu• le imprime il ca1·atlere florido o ereli· 8tico, non c'è da pensat·e ai climi elevati, sono cel'lo nocivi, si agg,•avano lulli i sintomi preesislcnli (eccitazione net•vosa , febbre, insonn ia). Le basse pressioni convengono agli individui a r ea;;ione lor·pida, ed a parte di quelli che l'autore chiama a rea::ione ùul~{f'erellle {gruppo iul~>t·mcdio piu n urneroso, di cui alcuui memlJt•i si accostano più al tipo torpiùo, altri al lipo flo1·iùol.


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CE~I

Fa ioe>llre osservare che non si può dare una r egola assoluta per questo ~ rup po mal definito, e che il giuc.ltzio non può essere che inc.lividullle ed il pl'oblema l erapeulico é in questo caso deliculissimo. La distinzione addotta c.Ia Jaccoud nella lisi (erelistica e torpida), ò giuslifìcula dall'osset·vazione. Le indicazioni della lisi si desumono dallo condizioni locoli e dal modo di senlire e di t•eagit•o del malato. Infalli c'è illisico ereliRLico o quello tor pido, l'uno rhe Los!'e moltissimo o pet· niente o preso da t.osse stizzosa, l'altro roramenle, come lalot•a freryuenle è la tosse. ma non è slizzos&; c'è chi ha l'insonn10, è impressionabilissimo, e l'ai Lt•o dorme molto; l'uno di ·parato, l'allro tranquillo. L'ct·etisltco poi è preso du asma pot· piccolo eccitamento psichico e dA emottisi . C'è il tisico che ùigct•isce l)ene, tollero tult.o è nulhl gli turba l a digestione, l'alLt·o l1a rtuesta difficile ,e stunlnta, non cammina che poco, non ha f~bbre, où è poca. Il lor·pido ha bisogno di esset·e sLimolnLo, l'altt·o seda Lo. fl LoqJid o vu mandato in climi elevaLi con lempeeatul'a a pressionf> ptu bassa, senza ba dur e so c'è 0 non c'è emottisi, e ne a vrei gioYamento per le «fualrlà più stimolanti ùell'aria e pet· il miglioramen to clelia nutrizione generll le, e rer rar~ i piit attive un insieme di funzi oni pPr cui ne vi~nc in questo rnot!o dt· minui to il toepore general e. Anche Jaccouù, qualora non vi siano delle conLt'oindicazioni è di que!ilo avvi o, ma non cr edo buona questo pmtka pet· ~UOI'iNì J'el,lOttifli in O<merc, come l'autot·e assel'iscP. Oisogna guartlùt'e all' ori gine dello emollisi; se il maiolo \• or etislico o per nn nonnullo ~~ ~ iper emia e ischcmiu r espiratoria, andantlo in montognn l'emottisi sarà piit l'r·equerrle. Se lor·pido, t1 se ha piuttosto lento sla-,i, se si tnanda in cl ima bac;so, cli lascia nle e dPltilitantc, spulet•à sangue continuamente, ir.v~ce in montagna 8\'1'8 emol· l isi più t•aea. Il lisico er elrslico va mundalo in clitna con forte pressione almosferic.,, busso ed umido, come a Pau , o Pisa ecc. sulla spiaggia del l\lediLt> t•r•a neo, in una slaziorw qualunque, purché non sia lt·oppo dominata tlat venlt. e con temperatura elevala, però unil'o•·m e. La massima unifot'lll iLù possibile del clima, è la C05i8 la


SUL TRATTAMENTO CLIMATICO

673

più importante nei climi p ei mala~i di petto , e ciò qualunque aia la stazione. Ci .c;embra che J occoud lasci troppo nel vago e nell'indeterminato l'indicazione dei casi del tipo a rea:iorte indifferente, e cbe a sua coofc~sione sa rebbe il più numeroso. Quando s i tratta di un soll'gello assai nutrito, non erelistico con processo tubercola.re non tanto Rvanznto, né esteso, che offre ttna resistenza indi v1duale as~ai gronde, abbiamo in questo caso lulle le indica:7.ioni per il clima di montAgna. Ma quando il procAsso morboso locale fos!;e esteso, la rorefazione dell'aria aumente1·ebbe la di!:=pnea per lA mi1101'e auperlìcie resplratOI'la, c pCl' ltl diminuita qunntila di ossigeno io quella ref!iOne di bas~a pressione atmosf'erica. A condizione pari, quan to ad estensione bi~ogna ossPrvarP. il lempo da cui ùale la malnllia. Le controinJicazioni al di ma di montagna in questo slndio delle l1si sono vario, di cui le principali sono l'emollisj l'enfisema vicu •·io o sosi.Mltivo, il vizio cardiaco che può compii eMe In lisi, un anl!urisma, una pleurite secondario con essudulo. l n quAnto duurrue a tal C UI' t\ di un clima di monl.ugna por ciò cho riguarda l'altitudine non Si possono dare regole matemAtiche, pm·ò vario sec.mdo la costituzione individufllc p1ù o meno •·obustA, secondo il proees"O morboso più o nteno C'<teso, e la J'P.87.ione individuale gia accennata, e le ~ucceRsioni mo1·bose, Yariamente rappresentate in quel dalo caso di lisi , o le complicanze. Bisogna anche porre all~nzione a lla s tagione in cui f;Ì prescrive, pe1·chè se por es. in dccemb re, I'JUesla ciN'Oslanza indicherà un clima cliiTerente, e.l a tliiTurenti altezze di quello che se rosse in ngo">to. Quando sinrno al principior·H dell'in''erno senza che il malato abbia acrp1islntn l'abitudine delle stazioni elevate, etl è in corso un rnlart·o secontlfli'Jil a ramrnollimento, allora pet·tema di romplic·al.ioni bronchiali, sempre perniciose, Jaccuud si adatla mn tc mpiJraneAmcn to alla stazione di piano. Lo stesso dicnc:ti quando "i oi.Jùiu a far~ eon un malato non alJiLuoLo alln m onlag11a e fa eilment.: !'Ot:· gello a parossismi acuti elle o~1 eli mi freddi delll' montagna possono in inverno csseJ"(; facllmenlo ccclluli. l e due citate conlroindicuzioni non l1anrto valore in estate

+3


67i· ed in autunno. Da ciù n1J segue che secondo la s tagione tale indicazione si cambia Bif'O§.!rlO poi in,•ior e i malati eli petto gratla tanwnle in climA di alltludine, specio in inver no, prima nei cli mi meno alli, poi mediocl'l~m e nte alli, ed in ultimo negli a ltis!?imi. E per quc!'iLO bi!?ogttn concludeJ'O che nella malattia confennula, la necessita delle lappe graduate pe1· le Altttudiui Rupt>l'tori a 1200" , f' an<:OI'O piu imperi<J"a ch e nel per ioJo p r ofìlntlico. Q uPsla conli'OÌittlicazwne (JAccoud) biRoguo tra· scul'8l'lA p~r il soggiol'no df-l lle nllilud ini, quonùo ~i tr·nlta di indigcuì dell-e region i elovn ll', divenuli Lisi<'i per efl'pllo tli abitazioni di piauur 1;1: il ritllplllt·iu è i:1 que<>lo ca~o unA necessita n~Rolut.s. Il C'ltma lll montagna «1:1"1.'6 mollo p•·r la ba8su l•·1nperalura , c pt•J·cio Il malato non lo può HfTI·nnlare dut·anlt• l'ill\ e l'no. l climi d'oltiludirm con p re.~sin11e bassa (Jaccoud) banno un'azione ri~cneralrtcr dirrlla su'l•> :-talo cosltluzionnle, ed nu'iuflw•nzn Fslutaro non meno •ii t'Pila sul modo runz ion11 le C' cit•colaLol'io rlt>gl i Ol'f-;'OII i rnn lnti, l'e l' eonsoguouza ({Uesli Climi h811tl0 UIIU parla p u!~ iliva nell'opC1'8 de] lrallam ~>n lo (Jaccoud). ~ono l:'lrmenti attivi o m otlilicatoi'i, sono aventi lerapeulici. In certi casi A cil·t>alt> Stll'ehbe un luo~o d t I'C!'<iden7.8 tldallulo atlcndP.ndo il cl una più riPv:tlo p...r la pr imo vera. l o questi luog hi i malati , o ltt'P SPguit·e i t! el· la mi ùi una buona i!::-iene A eli e la con ve111cnle, devono stare all'ur•ia liber·a, passt"!!giat•e mollo, spf'rialrnPnlc in salita pe1· fat·e unu convenirnle ginna!'lica pohnonnrc. Nella fo r ma pneumottica drlla lisi, quando cioè pl''''·algono 1 fenomeni inllamm t~ lol'r, pt!r il Ja<'coud i clirni tl'~tllitu· cim e !'OnO ASSO)U I.nmenle COOlr'OÌIII.iicalÌ. allC~OC!Jò (Wl' J'111f!'8· ZIOIIP di questa t•egoJa, !'011() ['~ci Jj a ritornAre i renOtnt'IIÌ fiCUli.

l ['o cO IAJ pneurn o nic i ( n Oli [lO r•Jiemo drl le ()llCUlllOIIÌlÌ inl ef-

CO I'1'811lÌ con 1·i~oluzion i COiupldc, ma dell~· pneurnou•ti con re· Jtqu nll perSÌSlenti), &lJOI'QUA!ltiO 18SCi8110 c!Jelt•o di St; fenO· m eni ncnli, quando s i r•iprotlur.ono a b r Pvi inler·valli, ront1·oin· fli cuno )O Alliludini . Alla rcwma p n eumonic·ll di'IlO ti.;i. il .faccoud r t•c•rle con Vf'uguno 4 ~tazioni: Maùt•ra, .\ lf!Pl't, I'Aier•mo e Pi" A. Quando 1(111'"'18 pr t><:cnlA il ra t·nll!'r·•• eli Lm·pi•illa ò in· dirulo Palermo, clte nei suoi dinlol'll l possiede un cl11ntl un p ò pit'1 Pccllaulc e forLific:unLo eli quello di Muue1·u e di AJgc J'i.


SUL TIUTTA \I F.~TO CL IMATICO

6i5

1\fa nei casi nei quali la li"'i pnPumoni<.'a 1\ et·elislica e non

-si possono mandar e i malati a 1\fadc•·a, con<'igha P csa per quanto a clima quasi indifferente. Quando dunfJue in que!'lli rasi P. cont•·ni ndicala l'altitudine, poss.iomo g io\'I'H'Ci tlei C'limi bassi di Ot'ia densa. non umido chefavorirebbe il calarc·o bronchiale In broncot·r~a (quando questa fosse abbondante, il clima umitlo SUJ'ebbe aO'i!UO COn· troindicat(l): tli più l'aria umiclo è m eno ndnllala pet' l'emalosi: a volume ugua le " i •·egp iPa 111eno O!'sigeno, d i quello che conl ent:ta un'aria a<>ciulla . N on c:i consi~liano i climi secchi quando e'i! lo~se facile (' stizzo!':a. p ·'t'ch~ irritano lP muco!'e o la fa voriscono, et! nllo:·a biso:;rnA nllenel'ci nd un clima non umido, ma neanche flSSnlur.nmenlE• !'ecco. Non f'tll'ebbe indicato per consetwenzn oè il clima dPl Cail'o, n<\ quPllo d~lla Sicilia in gener e, nè llt>ll'.\lg-eria, mn quPllo t!PIIn Ri,·iera di Genova, di Pal~>Pmo e eli Catania. p.,,. i dtH,IIslt ic t fatto di lisi, si può mollo Sl)81'8 t' e dnl lrt cura climnli<:a nui 111o lo.ti di polmonite caseoll&, segnalatnPnle qnundo non è aMo soprag~'Ìunla la lubet•colosi l'econdf!ria; c cii• f> nntut·olo, ammettendo la magg or par1e di es:::i la in:::anallililù della li;:i tubercolare, mentre fa•1n0 un migliO!' pronostico ret• l'nllt·A foc·ma. Il Jaccoud ammolle infall1 che ltl <·ùntrointltcHziorw pPI' i t'limi d'altitudine alla formn pneumonica scomp11r0 affallo, 'lllflndo le ra:::1 acute o non si rinno,·ann, o a lunl!hi intel'\'alli, '(Uando insomma non si lralla t.!be di c.:ondensomenti di lc<;sulo, cbe sonn le conseguen7.e di inlet·co t•t•en li Jlu s;:ioni, pt'Pchè l 'o.-:;~cr vazione ha pr ovolo che l'ombienlt> rarefallo procu1·a r favo•·iscc il riassorbimeuto di quP!'IIC infìllrationi. P ec· fucililare dunque l'inliltraz.ione ca.seo!'a. ora è ulil••, orn è t·octLI'oinJicata l' a1·ia di montagna per le r agion i cilulc, or·a invt>t'O é indica ta l'aria di collina, di pianura, di mat'~>, p,] i via;.!~i di Iun!!o co••:;o ecc. P erò certi tisici migliort~~w c• :.;tuariscono, all•·i pPg~iorano o muoiono, ce1·li altri migliot·ano ''in;:gtondo fino a BuenosAy,·cs ad esempio; allt·i muoiono !"lll bt~!'<li ml:'nti. Come va tanta difl'erenzo di effelli? f''orse ciò tiene alla roala rd e•·rata lltdicazione in questi re•· llrttl c·u l'l'l climatica' o per quella speciale cut·u climatica? Duhitiamo pin~losto che i l piu ùell e VO!Lu si lt•alLi di f']Ues l'ul linto l'ù llo. e talor a e per l'uno e per


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CENNI

l'nllro. La tosse infine può costituire un'allra conlr·oindicazione per i climi elevali e secchi, come anco per un clima basso ma secco. Quando questa è secca ed trrilativa, dovuta ad irritazione delle membrane muccose, senza escreato di sorta; tosse che provoca dolore al peLlo, come ne• molati di LI·acllea e br•onchi, che sia o no complicala da asma, non è indiiT~rente in questi casi respira1·e aria calda e secca, o r espil'Are uri n tiepida con vapori acquosi. È necessa1·io che la temperatura sia 16'-1 8• curi ca di vapo1·e acqueo e con questa olmol:. fora molle ecl umida si evita che il f1·eddo e la seccheun ùolla muccoso aumcnttno la sensibilitù d t questa, quindi la tosse. Un'oria piu seccn fu vorisce e mantiene la irrilnzione della mnccosa bronc.hiale e sottrae per· l' cvaporazioue cutanea e polroonare una so\'er chiu quanlit.a c.l'acque dall'organ ismo, ciò che, secondo Viv~nol, produr1·ebbe anchu rer la concentra1.ione c.lolle Ol'i ne, una J·itenziono Ji urea, che verr ebbe invece eliu11naln per le vie della. pelle e doi polmoni, divenendo in questi una sorgente d'ir·ritaziono. Si agtriunga poi che una sovet•chia soccltezza (Jaccoud) dell'ulmosfora, è quella che si accompagna ai maggiori sbilanci della temperatura. Allor·che esiste uno slalo di rila~ciamenLo di Lutto il sistema, o una disposizione dei bronchi ad uno secrez10ne abbondante idiopatica o sinlomalica di uno stato lube•·colare rlet polmoni, occorrerà, caeleris paribus, un cli ma ~ecco ed anco elevato. C'e poi la febbre. - A qu~lo fii'Oposilo ci ra osset•Vttt·e ti Ju<"coud ellE: non bi sogna confondere il fenomeno febbre colla fase con1111ntioa. La febbre che è collegata agli eprsodt »cUlt, b•·onchiall e pneumonici (febb•·e d'infiammazione) elle nata c·o•• c!',i, non l e1·mioa che con questi, non fomisce ues'>un clato . p1·cciso pel ll'tllltlmenlo climatico, all'iufuol'i di quella inòicazwlle elementare o general e, di ditl'erire quulunque spo::lumento lino ollu t•isoluziooe del pr ocesso acuto. Dopo il tlc· lel'tniuat•si a sceg:liere un clima d'allitud cne o di pianut·o, •·osln sui>•Wdlllalo, come prima, alle condizioni che dominHnO tnli delet·mi ctazioni i11 lutti i casi. Lo stesso dicusi della febbl'O tl i tubercolizzaziono, collegala alle fot·muioni gr•anulose ~cc·on­ dul'ie llì t·eutmollimeulo e ùi escavuziune. Ot•a se c'e J'elcbro


S{JL TRATTAlfi:."XTO CI.IYATICO ~be

677

ra p ar te dei fen omoni che presenta il lisico ereListico,

-con,·i~ne

allora il clima bnsso, tiepido, ed umido. Se s i ha

l'ebbre per infezione icor·emica, e il processo locale non é cbe

poco es teso, e se c'è bt•oncorreo, bisogna cerca re di provocicatrizzazione delle parti infiammate, e di diminuire il secreto bronchiale, e ciò si olliene mandando il malato in estate in climi discretamente alli e secchi. Qua nto alla febbre ética, la quale, indipenrlen temente da ogni modifica 2ione nolevo'o nelle lel"ioni locali, elevo esset·e riferita al rias sot•bimehto di pr odolli. pi r·otogeni e alla consunzione dell'ol'ganismo, è un'altra cosa: qualunque ne sia illipo. f!Ue<ila febbre é uno degli elementi della f'ase consuntiva, cui essa caratterizza chiaramente, ed anche se la decadPnza organica sia .ancora poco a,·anzata, il Jaccoud la conS.ider·n. come una con troindicazione a i cli mi <l'Alliludinc. Concl udo ùnnqucche quo.ndo la febbre si è deClnilivamen le sla.bilila s ollo for ma di febbre etica quotidiano, l'infe t·mo deve slar sene in camera propria, ~ non v'ha di meglio c he il proprio poeH•. Percl1 ~ si dovr ebh!' fare u na cura oppostA n rtuello che si segue n elle allt•e ma·lattie febbri li? Anco :-Jiemeyer o di questa opinione. Quando manca l'abitudine preventioa IJ accoud) fa frequenza, e sopralullo la frequ~nza crescenlo degli episodi acuti, r' questa 'Una contr oindicazione ad un sogg1orno d'inverno in un clima od'altitudina. ~re la

IY. E mottisi .

Ritor nando all'emottisi che può complicare tanto fa cilmente la tisi, diciamo cl1e a n co sopt·a fJuesto tema ci sono le opinioni le piit conlt•ovcrse. Fino ad ora ern un canone che i maiali di petto con frequenti emot•ra{lie, non s i doYevano mandare in taootagna, dopo si sosten na perfellamente l'oppo~lo. l sosren~ri che i maia li di pello con frl'quenli emorragie non -si dovevano manrla r•e in montogno, òicovano elle l'aria slitnolante era a rtuesli cont•·orit\ perché delet•mina flu s sioni e lacili emoi•t•a.gie. In seguiLo vennero altri e voller o provare


678

CEi'i1'U

il contrario, e con una rogior;e che val poco, si ùisso che l'aria dì mont.agna portando ipet·emia per ifet•ica e iscllemia polmonat•e, vien e in questo modo ad allontanare il pet·icolo dell'emoltisi. Tr•a qu esti i l Jaccoud dicH che per l'em<ltlisi dei periodi iniziali e medi della lisi, è favorevole l'influenza del soggiorn•> delle altitudini estreme per le moJilk azioni circolalor·ie pr·odotte dalla notevol o rar-ef•·lz iont~ ùel l'atmo!:>fera, e, pr•osegue o ,Jit•o, che pii'r si va i11 alLo e maggiore »i fa l'anemia polmonare, ed è dirficilo allora l'emollisi. La pressione diminuisce di t~" o~n i 70- 80~ di altezza, e cJimìuuentlo la pr·essione, la circolazione cutanea si fa pn1 facilmen te c viene così diminu ilt~ la pr essione \'!iSOle ncii'in ler·no del corpo ed il po1mooe si migliol'a. L'at•ia essendo l'arefatta, è necessario una ispirazioue la n Lo plu pr•ofouda e piu ampia, perchè in ur1 dato tempo abbra luogo l'assimi.l azione di quella quantità di ossigeno necessaria per la vila, quinJi dobbiamo ran~ una ginnus tica che facilita il circolo polmonar e lauto centt·ipeLo che centr•ifugo, per· cui se c'è un po' di rall en larileu lo o l'lasi polmonare, queste si rh;olvono, e si t•i muovouo quiudi lo cause della emollisi. Nel Giornale d i medicina militare, aprile i883, tlove si par·Io ùello e_mottisi " che avvengono senza l esione mo.t~ r·ial o dei polmoni, clinicamente appr ezzabili ». vol endosi J'icercare quale vincolo esiste tr·a lo meteore e queste emullil'\i, si ' 'rene alle conclusioni seguenti: " che l'at·ia asciuLlissima, J'rPdJn, densa, polvet•osa (JieLr o personali osservazion i) pr·epal'ò ed accompagnò l'emo ttisi • (l). E fin qui, mi pat•e, che nou d sia nulla in con tr•ario. Ma IJUaudo poi si viene a dare cbe l'aria più pesante r espingo il sangue dagli m•gani pel'it'er·ìci ver·so i centrali, ed acceler·a cosi queste emollisi; e rl iett·o queste '}i t'emes~e. si vuoi concludere che l'a r ia r ar ofall.& tli!lle ruon-' t agne e. pr·eferibi le all'a t•ia densa dei l uoghi bos~i per· combattere l'emottisi) a me pare ch e Lali ar:;sel'zioni ab !Jiur rr> uu valor e individuale ma non generale. Come la pressiom• bar om etrica aumenlatu possa efl'e ltusre questa c:ompres&ione sulla pelle, la i ntendo Lenissimo) per ò non capisco p~t·che· (t) ASTF.~IA:w. -

lili(Jgio di Meleoi'OIO(JW .1/fdicu.


SUL TI\:\.ITA)fE~TO CLili ATI LO

Gi9

anco U polmone, c he pu re è sogg etto a questo a umento di pressione, debl•a sopr•acca ricarsi di sangue, e cosi 8""enire

la rottura di quei vasellini che preo;;enlano minore res is tenza. lnoll1'e uon è s olo la p1·ess ione che può avere q uesta inftuenza, a nco l'umiliila diffe rt'nle cd il freddo vi deYono a vere la parte lo•·o. Riso~nerebbe poi vedere, o;;e oltre r1 ues lo au· mento o.li pres~ione altr'e cause non vi cooperassero: si ùovr··bbe poi lene!' co:: lo dell'io.lole di questo r>tnotli!;i. BiS(·gna anelar e adagio con qucs le conclusioni a priori, c bisogna !>lai·e ai fatti, i qua li dicono che meu lre alcuni lisici migliora no dell'emollisi nei climi di montogna. io allr r rrucslu di\"JCne a lla!'· mente e quas i tutti 1 giol'n i s i r ipete, meu l1'e questi slesl'i s i trovano benissimo, e r emoui ....i cessu in cli ma ba .. ~o . Bisogna dunque disling ue•·e la natu ra deil'emotlbi. Questa può essere atonica, cioè in poca qunntità che s i pl'escnla non fr<:•quenlcmente, che è pu J'8mPnlc• paMiira, do rruell(l r ecPn le c abbondanle, altica e pe1· llul"siollt: che s1 1·ipde facilmen te. Qucsl'ullima con troinJicherebbe il clima di lllonlugna. e.J in q uc~ lo caso sar ebbo necessario invece' no11 un clima elevalo, pe rch~ l'emoltisi s i ri peterebbe ractl m~>nle, ma il passare resta le où in aria di mare oo..l in un dima di pia no che ::upplis C'O pel'ò anco aUe allt•e indica zioni eH cui purlPre mo. Ne l primo ca so, se l'emoLLisi fosse a lo n•ca, pura mente passi\'ft, ::a rcbbe piena · mente indicnlo il clima cl"allitudine, onJe combattere c:fiìcacemenle e risolverei l rollenlùmen lo o s lasi polmona re; menl!'e in u n clima basso, p iù fat,de J:>i r ipelerebht!, c uumeotandosi le sLasi polmonal'i, man mnn o andrebbe fa cem.Iosi a nc01'a pitl abbondan te. RilOl'llando ~u dò che dice il JaccouJ eJ alll'i, che cioè: r·· r la ral'efazione dell'atmosfera . quanto piu !"i va in allo, l'i fa mal!giore l'anemia r elativa pohnonar e do "uta ttli'iperc mia pe· rifet•ica, e quindi la mo~giore cner g:ia re!>pi rt~toria facilitando la Circolazione pohnonare, per queHto é t·esn diffici le l'emottis i: btsogna dire fra m~am cnle cbe questo. é un opiniontl' affatto erronea. La p rc~c:inn e a lmOl<fel"ica rlel nn!'lrn or!!anismo se scema ~ulle peliP, de ve Rcemat•e a ndw " Ili pol mon e, le nto é esposta alla pre~~io n e a lmoflfet·ica l ~ supe l'fìcte cutanea che la polmonare.


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Allora dov'è quella ta le compensazione dello squili brio circolator io del J occoud 1 O che lulle l'emollisi dipendono da slosi J O non ci sono di quelle che dipendono da flu ssione aUiva del cit·colo polmonare? V 1 ste~so Joccoud viene m -.egutta a dit·e che: « come ftli altri lisici gli cmoltoici pt'Pl"Pn tano due modi di r caz.ìone, Pr elislica c lot•pida, nei pr ì111ì l'al· liludine ò controindicala, nt•i secondi ò ulilis sima "· l climi m olto elevali sono favorevoli agli emoltoiri perché diminuì· scono l'arflusso ~an~uigno viscerale (l>rosegue l'autore): ma ciò ha luogo principalmt:nll' nei lisici a reazione torpiclu, pt>r q uelli a r eazione crelil'lico e che sputano sang ue, In montagna é pregindicevole. Sempre lo s tesso cito duo casi di mulaLi che m olto si sotuigliavano, ron lesioni polmonari al me1lesimo grado, con fr·equenli emottisi, in cui vedeva sospcn.lero l'ernollisi, runo passando l'inverno nell'ttlla Engadi na (S. ~taurizio), l'nltt·on Mudèra. Quel"li due casi starebbero a d imostrat·e e~l-I'J'P div ersa l'indicazione clima tica l'econdo la rurma lorpidn od erelislica. Mu chi ci dice che daLe certe condizioni igieniche, cerle cure ~pedali, e cerlo particolari disposizioni indiYi· duali, lo escrea to s ang uigno non possa ce~sare eguahnt'nle al li vello del mat·o e a 1800'" d'altezza ? Siamo venuti infine alla pers uasione, che taluni ammalali porta li dai climi bassi in cl imi alli mig lioro no dtlll' em•>Llisi, allri no. E ciò pe1•chè vi sono casi io cut ~iova realmente il clima elevalo per l'em ottisi, ed in altri ìn cui f> dannoso. Se l'emottisi è determinala ùa flussioni ricorrenti, queste saranno fflr. ilit~te da r•eflpit•azion e c c i t•co la~ione piu celer e, perciò non può g iovare la monlagntt. Ora è indubilat.o che appunto negli erelislici si ha questa meggiol'C attivita Ji circolo polmonar e, appunto negli Pt·elislici impres:;ionubili il clima l'levato faciliLtl la flu l":;iunc polm onare, pet· eonseguenzala g innas tica t·espil'ulor-ia a cu i o,;unu obbli~ali , alLt'SO 'IUesln abbassumenlo c.li pr essione, favol'i1'8 questa e motlil"i. Secondo quesli t·ugionamen ti a prior i p1·cn· diamo le slalis~iche: non c'è un pratico che insieme ol Jaccoud consi)?li A<l un individuo con facili e fpequenli emottisi un di ma elevtllO, ma un cl ima bosso ed urniùo, l1epido, nlo:.ler atamenle secco, non secchissimo, che SS I'ebuc causa di per


SUL TBATTAliE~TO CLnL\TICO

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sé dJ emottisi, come quello del Cairo, rna consiglierà Madèr·a, Catania, non Pau, né Pisa per la loro troppa umidilà. Agli eretis tici impi·essionabili òell'atmosrarn e che vanno soggetti a febbri, catarri, occorrono climi sedativi ma tonici, non debilitanti, OI'a ùubilitanli, bassi e rilascianti quando c'è eretismo eccessivo. In quei tisici a foJ•ma toJ•pid,a, che per lentezza del circolo si rol'ffi80() slnsi polmonari, l'uzione stimolan1e dd clima eli montagna, quando la superficie respiratoi·ia -é limitata modcratau1enle, e non c'è enfisema rile,·anle, caeteris pq,ri/.Jus, è un preservativo contro l'emottisi. Giova però osservare in proposilo che secondo Car1·ìère :.<iccome un'aria ecciLante può JH'evenire la flussione e l'emottisi, cosi un'aria umida, dolce, uu clitna snervante, può indm·t•e speS!>O nelle membrane un rilascinmenlo tale ch'esso determina da solo l'emottisi. Ed ecco come si può avere questa emollisi, malgrado le pt•twlsioni in contrario, a Pisa . So l'emollisi dipendesse da estesa ulc~1-azione, tutti sono ù'accot•clo che allo l'a i climi elevali sono dannosi, qualumrue essa sia la reazione individuale, perchè a llura siamo in un periodo avanzato.

\'. n esldenxa Ossu o ~url ablle "f

Non è poi di facile solu1.ione ii quesito se, le stazioni climnllche montuose rilt·ovale più co11venìenti nei casi di l.isi, o in generale se le tali staz10ni climalicbe II'OYate convenienti pet• quel Jato individuo , siano stozioni estive od invernali o se esse possano venire utilizzate io varie stagioni. Priq~a lo stazioni montuoso erano stazioni estivo, oggi dai medici inglesi e americani si spedi,.cono i lisici a Davos (1558 metri), o S. Mot·itz (1800 metri), per restarci anco nell'inverno, quantunque la ll'mp~ratura sia bassa e siano quei luoghi coperU di nt•Ye. E si vuole che siano sue· -cedute con questo metodo guarigioni di tubercolosi con caverne; ma, secondo il Bourneville, è probabile che si68lle .guarigioni vantate (M è ver o eh~> la tubercolosi gual"isca)


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CENNI

pl'Oveng ano meno dalle condizioni dell' al'ia Jel luogo che dalla rigorosa igiene che vi si ossCI'V8 In qualunque modo per ò fa maggioranza dei medici conviene che i Lisici non deb-bono s tare semp1·e sul m edesimo clima, ma scegliersi una residem.a per f'i u verno ed una per l'estate e va1·iare que::ta a seconda dell'andamento e dello s viluppo della malattia e del clima scelto, che men t1·e può esse1·e uti lissimo in una stag ione può essere n un giovevo f~ nell'opposta stagione. Secondo il Canta n i è utile solo d' t•slal3 mandar e i tisici nei luoghi montuosi, d'inverno invece sarr) necessal'io inviai·Ii nei c limi tiepidi. La cosa pil1 importan te è, sccondu questo a utore, di presel'varli da lulle quelle influenze che possono produrre ca tarri. Non s i ùeve seguire la prolica ordina1·ia di sceg li..:re 1wa re~ide nza per J'c::; late, un'allr·a per l'inve!'ll(J 1 e spesso una altra pet' fa primavera ed una qual'la pel' l'autunno. A ragione il Jaccouù dice elle 11ueslo é pessi mo rnctodo, s e ttde si possa cl!iamat'e, una maniera di agire clte non pu ò esse1·e iS!Jirala che dalla indifferenza, dall'andazzo solito e dallo scetticismo. È certo clie tale pe!Jegi'inaggio c!~ e loro s'impone é un el'· r'ot·e dannoso a tali infe1·mi o pet·dc tale pratica ogni valore Lel'apeutico. F in qui il J accoud ed anche alli' i dicono benissimo, ma comincia al snlilo ad essere troppo esclusivista, troppo dogmatico e cade nell'eeccsso oppos to1 quando dice di scegliere bene il clima e, scelto che sia, di slarvi 3- -1- armi in Lulle le stazioni. P~r l'autore il ti'allameuto climatico si r iduce ad una questione tli ada ttamento individuale ed il problema ò il seguente: < determinare per mezzo degli insegnamenti, d'ossei'vazione, ecc. ecc., qual'è la residenza più conveni ente pel' un dalo infermo, quesw é l'adattamento; poi dal momento che ques to adatta rnenlo è tlimostr·a.to g hrs to dall'e~pcrienza, aLtenelevici costantemente per ma~gio•· lt>mpo po!"sibile. Questo é il mezzo di ollt> nere nella loro pie uezza g li effelli sa lutaPi el1e que llA r·esidenza puù produrJ'e. Qui il cJ imR é il rim edio, se 1:. buono, perc hf> cambial'io~ » Deter· minato, secoudo lui, l'adallamenlC', cioè se è possibile mantenere l'infermo nella reg ione sceltA per tnllo il tempo che


SUL Tl1ATTAMENTO C~IMATICO

l'osser vazione ne dimos.tri i buoni effetti, lascia che il Lisicovi si trattenga sino .a che non sorga nessuna controindicazione. Questo metodo è da lui detto della residenza fi ssa che lo dichiat·a vantaggioso, ma poi necessario assolutamente · nei climi d'altitud ine. Ciò sarà necessario quando si Lt·atti di profilassi, e tutti su c iò sono d'accordo, perché a llora il trat-tamento dev'esser·e mantenuto s ino alla produzione d'una res ta urazione costituzio11nle pet·fetla, e l'ol'ganismo non è veramente ammalato, e qu indi in c.ondizioni di magg iore resistenza; ma, a mala ttia confer·mata , mi pare che ol tre a ll'adallamento occort•a por mente anco alle lesioni polmonari che per i climi d'al~i luJiue , specie in inverno, non debbano essel'e molto avanzate, od e ncces~ario prender· di m ira le successioni del rr·ocesso mor·boso e sopralu tto l'emottisi. Tale opin ione dell'illustr e autore non deve essere poi cosi ciecoscritla ai climi di altitudim'; ~u tte le stazioni climatiche le più clispaea le, possono essere g iovevoli come residenza fissa, . talché l'infeemo si può trovar bene in queste d iffe re nti condizioni climatiche ecl ottenere in questa guisa ciò che sCJlo pareva sperabile ave r si Jal clima montuoso. Se il processo morboso locale é assai esteso, mi pure,. anco a priori, che in pratica torn i ben di fficile che i maiali possano impunemen le ft·ecruentare Dell'inverno i luoghi freddi e ne-vosi. An co Hit'tz, che ha trattato questa questione , consiglia che gli individui affetti da tubercolosi incipiente, quando niente . lo controindica, rimangano nelle montagne, il più in allo possibile e il più a lungo P')Ssibile nell'autunno e vi r itorn ino in primavera. Hirtz stabilisce che al pat·tire d~ i l 'autunn o eduran te lutto il periodo freddo e secco dell'invet·no, la magg ioranza dei tisici s i tr ovano r elativamen te megli o che in a !Lre stagioni. Se essi tossono ta lora un po' più, hanno più di forza , più. d'appetito, meno suùotti, meno fel,bt•e, ma a misura che si ava nza l'estate, la for·za e l'appe tito Jim i n u isc:on(~, i sudori nottur ni aumentano,. i secreti d ivengono fe tidi. Secon{I-J il ci tato uutor·e, conlrar'iamente all'opinione generale, il ca lore · h~ un'azi.,ne nociva sull'andamento del la Lisi. Donde l'indicazione è ù i cer'Cat·e di sottrane questi ammalali all'azione-


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684 rlepr·imente dei calori estivi, e, I]Uando nulla lo impedisca, di ordinar·e un l"oggiorno nei luoghi freschi ed elevati. Il Jaccoud non lione con Le) dello sforzo nutritivo necessario p er r esistere al freddo delle va!H alpine in inverno e che deve potentemente contribuire All'l!sau riroPnto d i or ga nism i -d eboli o già esauriti dalla rnalaltia polmonare.. La pratica in generale di obbligare i tis ici u r·imanor A in montag na nelle stagioni fnvt>rnoli può condurr e a ril'lullAli dannosi, accorcianùo per una pleu ro-polmonite quello viln l'ho si sarebbe protratta. Il Jnr,couù poi non considera che per· ()Uclh ~h e dàn no maggiore impor·tanza alla temperatura, di quello cho alla pressione baromelrict~, il cambiamento di stazione da ll'el"tale Rll'inver•no, è appunto reclamato dal sor ger•e tli una controindicazione positivo. Cio per i climi d'estate ma per quelli d'inverno~ La più importante condizione che si domonda alla s tazione climatica, o eli per·metlor·e la vita in piena .aria. Ma ciò non sarebbe possibile, qualora si seguisse a~­ solulamenlc il metodo dello residenza fissa , per fJu ell i oramai con lisi confer•mala e di una cer ta estensione. PE:'r' qnc~to lo t!Sporsi, poco agguerriLi, con trt1 una tem peratura e uuo bal'l'IO pressione, quale si tr·ova tn tlt>lli climi d'allilucline, non é cosa innocua, come non é giovevole coslringel'li a storsene rinlanali nelle proprie case. AIIOI'8 bisogna rinunz10rc alln vita a ll'oria Ji pera, all'el"l'r cizio mu"colar·e, a respir·are a r io purA, ecc. ecc. C'è poi il faLlo che è poco ~al u bre p'l'r lulli, e pE'I'icoloso per g li ammalali, la s tag ione della fusion e e lo !"movimento delle n evi, dej:(li ur·ogani frequenti n elle stazioni a lpine per· l' impelo degli eli>me nti scatenati. Il clima è una colla mollo complessa, biso::rnerebbe ll'ner·o in conto tutti gli el .. menli d i esM, cioè la lempeealuru, la prer,siOne a tmosferica, l'umidit~,, J'inOuenza dt>IJa luce e la variabiJilà, l' espo!:'izione, la nalur'A ciel terre no, i cor·si delle ac'tue, la natura del sollosuolo, ecc. ecc. Quelli che consider·ano solo la pressione barometrica, dicono che stondo nello stesso clima, se ci ;:ara fr·eddo allora si provYetlPt'é val'ìando di s tanza a mezzogiorno, ma preme sopr a ttutto cM il rnalalo abbiu la s lesl"a fH'PSSione atmosferica. Alcuni dicono: ma c'e la lemperalur·u cho va pure tenuta in cortto, ei re pll!'e


SUL TRA1'TAl1K:'lT0 CLlliATICO

e importante, manca la vita all'aria libera che é un grande elemento della cur·a climatica. Altri aff('t'mono che questo metodo della r esidenza lìssu, si può s eg uir·u scegliendo un clima adattato, una tempet·aLura conveniente, cioé moderalameole calda, climu nou umid o (salvo cas i specialissimi} pèrchè l'umidità atmosferica porta deLolczza, e i vopori ucquosi prendono il pos to dt.'l volume delrariu che serve olia respirazione e turbano cosi l'emu l•>si. Dicono inolll·e: è necessario che il clima sia tutto uniforme cioé le rneclie delle l~mperature giornaliere, diurna e nollut·oa, non siano molto ditrerl:'l uli. Mo allom ne se!.{ue che nello divet•se stagioni bi sogna cambit~ r di clima, 1>erchè il metodo del soggiot·oo fisso non può sempr e appllcar·si ai maiali uei quuli s ia indicata una stazione di piano, e mollo meno di montagna. È vero che quei ma lati resitltm li al lago di Ginevra, a Lugauo, a Merano, a Madera dut·anle l'estate possono undat•e a piccola dislam:a ne i luoghi più ft•esl'hi, ma a Rivier·u, Sicilia, Algeria, Egilt.o non si può pt·olunl!t~l'e dav,·er·o In loro dimora dut·ante l'estate. Ptlt' le s Luzior11 mal'illima infine questo metodo della residenza tissa non può applicarsi asc;olu~menle, percLè queste, so sono utili m estate , po«~ono riuscìt·e da nnose io inverno. P otranno queste ~ tazioni g-rovar e pet· i popoli nordici, ma nei luogh i mal'iltimi in gcntlr·ale appunto io inverno vi abbonda rumiùita ùeJI'tH'ta e sono frcqu•!llti g li s bolzi ùi temper~tut·a per l'allernar·si dei veuti di terra e di mare. Concludendo dunque questo modo di fare del Jaccoud e seg uaci é troppo esclusivo. I partigiani della immobilità del tisico pot·Lano dt:i Jalt 5\l8lts lici che conft·0nluti con quelli degli altr·r soccombono. Quuntlo si va nnalrzzando i fttlti si vede che muoiono piìr lis rc i ~hP t•ima nA'o no sempre in S"izzera , di fluell i che· e migrano tlf'i luog-ht met•iùionalt nell'mverno, e s i osser'va che al pt•incipiat'P dell'estaLP l'ipllt'lono per le stazioni più freddo, nolevolmenlt' migliorati. Non gius tamente il Jaccoud com batte In pratica di nlcuni medici ei re mandano i lot·o maiali a pAlòsOt' l"n,·erno nei luoghi di pianura e l'eslale in sta;doni clevu le: t> v(>t'o (') re sono due me1<1di di curo divct·si e oppo"li elle non ~i po~«ono se:nza da nno adoperare in modo ollernuto; tlla o ci6 ~i l'l rn edia scegliendo


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CEN~I

·una stazione i ntermedia in guisa che non presenti •.m enorme distacco. Concludo inoltre ch e tanto l'un metodo che l'aiLI'o sono lodevoli c possono r iuscir e convenien~iss i mi , mu è di f'ficile sapere ~rovare trtiando può essere applicalo l'uno invece cbe l'altro. Concludo infine che trattandosi di profilassi torni più oppot·tuno rnan LPnel'e l 'individuo piu a l ung-o che si può n elln residenza scelta quando ci l"Ì Lt•ovi bene. Si puo rt·ott·at•t•e Late r esidenza anco peP 7-8 l'inni, quando la Lisi si è or·rnc. i manifestata; ma non già pe1· la lisi c!Jp, ha Leudenza ad estendet•si, per ché da sola fa prevedere che soq:~et'IHmo pt•csto tali conlr·oindicazioni dii esigere, con gt·Ave danno dèll'in fel'lllO, Ul l cambiamento di stuziono. Ma per deciliel'si a LuLLo questo, occorre l'el"ame dell'individuo e della r eA:t.ione ch,e que::-tì offre al cl ima: i l proces!"o locale non dev'essere tanto avanzalo, occot·r·e por mente alla forma della lir-;i, Alle successioni, ed ai sintomi che ci pl'esentu , e fra questi ultimi bbogna far bene attenzione all'emottisi.

YI. Tisi ovonzntn. Quando le lesion i polmonar·i sono l im i late agli apici, queste posso11o essere Lt·ascu1·ate; ma se inler·essano la mo~~ima parte, !!e si ha polmoni te sccondnria bilaterale e lesion i profond e, allora dominano lulle le condizi oni pet·chè il soggiorno delle altitudini es L1·eme sia cont•·oindicato. Questa coulroindica~ioue é fondata su!la ra gione che causa questa este11sioue di lesione locale, venendo soltt•alla una por zione notevole della :;;upel'fìcie polmonar>? all'emalosi . il paziente pe1' quanto affatichi il petto in queste r••gioni el eva le non inlrodur·ra mai lHitlO ossigeno per i btMgni dell'organil"mo, ma sarà Alt11cento da dispnea conlinufl. I n quesli casi convengono i luoghi ba~st o,·e la pr essione é mag~iore ed allora i l t·icambio gassoso, ed il faLlo ultimo della respi1·azione r iuscirà in qualche modo suflìciertle. Le l'egiolli basse e le s tazioni ma1·iLLime con ve n-


SUL TRATTAliE~TO CL IMATICO

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gono, purché non siano eccessivamente umide, p~rcl r è, come si é già de Llo, il vapo1·e d'uC<JU8 c he sopraccariea l'atmos fera riesce ad occupare il p osto dell' ossigeno, ed in uno s tesso volume d'aria sarà in maggio1· quantità l'ossigeno nell'aria secca che nell'umida, ed allora pe1' quanto la pressione sia bassa non s i J'a~g iun ge J'à lo scopo voluto c s i avrà flff'anno pel' sopraccat·ico di nm icl ilà e pe r dim inuzio ne di superficie, perché l'emalosi e tutte le fun zioni in tlir·ello ed in indiretto rapporto con questa M vengono a soffrire. Ma qual'è il limite di estensione della lesione polmonare al quale le1·mina l'indicazione c im:ornincia la con ll·uiiulicnzione della stazione e1evala1 Qua l\) il grado <.li J'OI'efa zionc dell'aria che aumenta e favori sco !lllivamenle la, l'unzione di un polmone in purle maIR to? Quando, e perchè a un certo periodo della malattia do vrà e:>ercilare un'azione opposta !"ulla funzione l'espiratoria? Bisogna confessa1•e clte in ciò c'è molln del vago e ùoll'indeterminalo, e q uando si vog lion o mettere in pra tica ques te teori e, mol lo bisogna r ifer·i1·s i all'osS4:11'Vazione clinica del singolo caso erl allo ~tudio d~gli Hlementi c limatici ~ull' uomo ~ano .e malato, c ri peto cile almeno pe1' ora regole dom matiche non s i p o~ sono av1we. Tanto quando la mn lallia s ia p iù avan~ala e le lesioni siano più esteso e pt•ofonde, che quando lìno dalle pr ime fasi del morbo l'infermo p1'escnLi una disposizione speciale a manifestazioni congestivo o inflammalorie, a t' icorrenze acute febbrilì, in questi rasi viene il momento rf i dirige!'lo ai climi dolci, a lle s tAzioni m •·ridionali. La indicazioop, anco nella lisi avanzala dove essere sop l' allullo sub oed i11ala a l moclo di reazione indi,•iduale, attiva o passiva. Nell'attiva o fl orida so no da consigliar si :\IadeJ'a, .\lgeri, Paler mo, P isa ed anche P au; nella passiva o lOI·pida . un clima eccitante o tonico (Catania, Cor fù), non l'Egitto, clima eccitante e debilitante, c.he può giovare pcJ' quelli con r cuzione torpida, in un buono s la lo costituzionale. Per gli in dividui a r eazione indifferen te si sceglieranno diver se stazioni secondo che si avvicineranno più ad una for ma che nd un' oltJ'a (P au, Pisa, Madc1·a, Alger i, Palermo, Catania). Ta lora la contr·oindicazione al clim a di montag na pcrsis le sempre a nche n ell'esta te, quando é d imi·


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CEifNI

nuita di troppo la superficie r espiratoria dei polmoni; e se si aggiunge a lullo qu esto un enfisema, e la dilatazione del cuor e destro, si ha il massimo delle controindicazioni possibili. I nollr·e, alle~a questa ~r·an de estensione del p1·oces"'o mol'boso locale, oltre ad un peggioramento nei fenomeni loculi e generali, i n 1111 clima d'altitudine si avrebbero frequenti acCE>s~i asmaL•ci o Stll'ebbe•·o facili ad insorget·e e o ripelerl->i le emotti si, che in questo caso proverrebbero dalle esles~ ulrcr azioni polmonat·i. In questi casi o:on viene dunt1ue l'aria dci luoghi bassi ma non umili;, per le ragioni or mat note, come la Ri viceu di Ponente sullo spit~ggitt seLtentr·ionale di Ft·atH·m, da noi S. Remo, VoldighieJ•i. L'asma, che nei tisici tiene alla diminuiLa superficie J'CSJIII'O LOI'ia, ul ct~ l ar·ro bronchiale e all' enflse111a vica•·io cd allu fiacchezza de l cuore, che gi à a Lisi avanzaUt diviene gr·us~u c aL!·nfìco, con t•·oindicn il soggioL·no dei monti e ri chiede differ ente indicazione a seconda se l'asma è untido o seeco. So ò umido e Lieno soprallullo al catarro diffuso dei bronchi, si ndalls bene Ad un clima di poco el eva lo, rnu pee6 vivo e sli· mola n~e. ossai osciuLLo; se l'asma e secco a cui spesso si·associa l' er clismn nrrvol'io, con ''iPne meglio un' almosf<>l'a molle, sedativa, umida (Pau, Venezia). L' esistenza rli caverne non conlroindicherebhc di per• sé l'olliludinc, tutto dipende dal numem, dulia dimcn!"ion('. È na· turale che c;e sono in poc·o numcm, lunitule, stazionarie enn secrt:!zionc non iJ•rilotiva t' chP non provocano ne,;:sun lavol'i0 intlommatorio nelle vicinanze, >'urehbero naotlificlt te nole vul· mente dAi climi d·nlliludinf'. In que«te condizioni l'espansione dl'lle par·LJ "ane ùei polmoni, solto l'iuOuentll della rar·eraziooe ùPII'ombr(•nte, può Cl)nrorrere eflicact>mente All'occlusione e l alla rtcall'iz.zazione dellA per dit.1 di sostnnza. Ma se questC' fos«cr·o di tal numer·o ed estensione du diminuire moll o la super·ficic• re!"pir AlO!'ifl, an cn l'amatosi ne !"offrit•ebbe e riò tonto più in un <'limn ùi allttufiinc, senza conlat·c gli altri rwt·icol i cui tuHi ecbbet·n inrc1ntr·o ' lllesli tisici 111 simi:i !;LAZiùlli. L e localizzAzioni lnr·ingp" ulct'rOsE:l dello tuber colosi, in tutte l 'epoche<' f'n1·mr c8duclor·Annn complelamen le i climi d'oltiludine eù i cli mi r igid1. Cosi dic·asi delle loCill izzozioni inle~ li-


SUl. TRATTAMENTO CLIMATICO

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nati collegate ad ulcer•azione. La diar•rea che dipendesse da semplice catarro inlesli naie o da dispepsia gastro-intestinale, quando la lisi non s i lrova~se nel periodo avanzato e tacessero tutto le controindicazioni, è facilmente modificata dalle stazioni elevate. Altra contl'oindicazione ai climi ele vali è fornila dalla rase consuntiva della mai& Llia, !'lpeciahnenle caratterizza ta dalla febbre etica, quando q uest.a re~isle ogli agen ti antipiretici. Nei ca si di ulcet'Ul.ioni laringoe e con d1sordini intestinali che tenessero ad un semplice catarro, i c1itni piu appropriali, e pel'chf> ivi piit fa<.:i le vi t'iesce l'acc.:limularnento, souo que>lli di Madòra o di S1cilia, Canne:::, M ~nlone, S. Remo e S pezia. T r·unrw dunque questi casi, quasi tuLLi convcugono ::he se c'è u1olta rehbt·e c la molnltia é molto avanzata, all'ammalalo nessun chma ò indicato, la mtgllor co<~a rhe si possa fare,ò ùi lasciat•loslarn in pace, pcr·ctu"~ avràgran danno dal via.ggiat'C, ~!all a di ver::;ilit di cur·a, di igiene, t.! i abitudini, da climi cb e richiedono una certa Vtllidilù nell'organismo per nt·recare un qualche benefizio, e dalla pcrJito ùet comodi di casa propria, che cei'Luoknte non trova in una re:>iJenza straniera. Put' troppo si son vPtluti tanti povet•i tisici essere avvenlm·ati inconsiùt'ralumentc, qualunque fosse la fase eù il gra:lo del!a l~s ion c polmona1·e, con forzo 111ancauli e nutrizione deplor evole, giunti a ' tue! periodo di estrema consunzione che polevasi dil'e aJdir·illura tnbe; pet•s ino pt·esso a mot•Le sono sloli tnilnllati, pt•r· esempio, in luogo di mare come stazione estivo, eù, 8!Jpcna giunti, i meno g r·avi precipitarono sempre più, g li altri perirono . Tra nn o dunque qucsli casi t>cceziona li li i li"-i -c ronu~a. pu r pet·ven ula all'ultimo s laùio, ma con cavet·ne lubPt·colari mollo c ircosct•illc e s upcl'ficiali, il cambiar sog-giorno può por tare qualche beneficio; ma se so!locali p~r eu vi lu hercolari, profondi ed esl•)St. con copiosi escreati muco-put•ulcnti H lal.Jel'alli, il muovere gl'infeemi in questi casi è opera disumana o per lo meno sconsiderata. Broussais , Ruscb, J accoud o tanti al lt·i a mwettono che i viaggi di mare dt l un~o cot·so arrechino ,·antaggto massimo nel periodo profìlaLlico~ Williams ammette ciJo ubbiano una influenza felicissimll auco a lisi confermala. Cltccchè ne sia H


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CJI:NNl

di ciò, se è disculibile il beneficio d i questi viaggi quundo la Lisi é confet·mala e con indicazir.ni falle a dove r·e, cioè quando si è studiato l'individuo in tutti i piu minuti riguarùi quando peeò la lisi é ava nzaLissi ma, questi viaggi sono llannosissimi al povero tisico, gli abbreviano la vita e lo privano anco del confor to della famiglifl e di un sepolcr o.

B r oue bi te cro n ica. Tt·a i m~zzi di cura ùdla broncltit~ aonica, c la cura climatica •tuella ello più giova. I rrwlali di bronchite cr onica possono passare assai bene l'estute, ma appena la m embrana mucosa è irt·ilala dal freddo c dull'almosfera urnid1:1, l'inflammozione si riaculizzu. T ulvolta un climu uwido auco non freddo, é la causa t>CCJta nte o l'ammalato non può libm•arsi del suo male, se non cambiando di r esidenza. È por ques to eire cer ti casi di bronchite cronica guar·iscono facil m en te, fa cendo cambiat'e di clima ul malulo. Da ciò ne segue che in qual unque bronchi te sia primili va che secondaria. bisogua difend~;we rammalalo ùalte inOuenze che possono riacu lizzarlt-~: IJUindi l'ig iene rigorosa è la prima cosa che dobbiamo fare, ed uno cur·a climatica adattata può far Lutto. Non c'a infl~tli nessun malato di malattia c ronica, spccial· mente del petto, cbe risenta i vanl{\ggi della cu t·a climatica quanto lluellcJ affello da bronl!ltito cronica. Onde però il tmt· tamenlo climatico in ques ta ~~ffeziouc riesca della rno~g iore ulililà possibile, bisogna in generale nell'inver11 o por lnrc i malati in luoghi di clima uniforme, temperato e ùolce, pel'chè i l freddo ed i facili cam biamenti della Lemper alura, e l'umidità atmosferir.a sono se mJH'B d~~ nrwsi . ~ella broucltitc secea, per· esempio, un clima caldo, doll~e e uuifor·mc g iova, e t·ie$c;ono danuosi i climi f••eddi e 111 so· ver chia s icci la. Come in cel'li casi, la sicci tà rton co11viene, così irr oltC'i,


SUL T.llATTAliE~TO CLIMAT ICO

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-come qunndo c'è abbondanlt' sccrelo, riesce utile, ed e controindicala l'umidità. Quondo nou u'è sccreto abbondante allora conviene un clima asciutto, ma non m ol lo, perchè la sovet•cl:Jia sicciiA eecita la Losse e questa favorisce una nuova produzione di catarro. Clima unifol'me e lE'mpet·ulo in inverno sono due condi.zionl necessarie, ma oltre queste ve ne sono dt-lle allt·e. Alcuni maiaLi di hr·oucltile si Lro,•ano meglio nei climi bassi e caldi e bassi asciutti e peg~iorano nei <'limi elevati. AJ COIIlt•at•io lfU80I}O ltt SCCI'etiOIIe é COI8 1'I'Bie, pur•tJienlO, abbondante e lflle che per questa abbondanza lede la r espirazione e por·la g t·oude e::;aurimenlo genet•ale, in questi ~asi allora è nocosstlrio diminuire Lule seet•ezrone. A ciò si provvedu colla permanenza per 2-:\ anni a neo nell'inverno ili luoghi molto elevali, come per esempio neii'En~adioa. {)ltr•e la cura climo li ca in Svlzzcrn inl1uisce il lar·go uso del latte, ma bi~ogna però convenire che il clunu Yi ha la sua maggior por te. Che la coM stia cosi lo pt•o,·u la pncumolet·apia (che non come succedaneA della cu t·a climatica, ma che in picc•)lo coni l'l pOnde n qualcuno dc1 VOIIlaggi tli IJU0Sla) la quale rio.>sce utilissima ')Uando c'.:. aLbondante secrezione calorrale, facendo rare al maiolo inspirazioni in aria moderatame nte contpl'PS!:u cd espir·azioni acll'ar·iu rt1 r·efalla. Questo lr•allam enlo porta !Jeuelizr IIHiiscutibili sta sul generale che -sulla locolilù. Vi sono maiali di b ronchite cronica a cui i climi molLo elevali ·riescont• g rovevolisi mi, tYt H questi slessi possono riusci r·c dannosi per altr-i, anco se ul di sopra di 600• del livello del mare, e ciò perchè questi ammalati sono irrilàbilissimi, eretislici, con t endenza a fenomeni acuti, od onclte pel'clré i11 essi alla bronchite va unita una ccr·ta alor1tu bronrhitdo, o renfisema, eù il parenchima polmonare di giiJ inelaslico la favorirebbe . Questa controindicazione ò basala s ul fallo ch~J la r·arefazione dell'atmosfera aumen ter ebbe l'fltlliscHl!l 1 accre:;cer obLe g li effetti dell'aLonia br·onchiale " porterebbe cosi o~:;lacolo maggiore all'ematosi. Onde è necessal'io cht• i maiali di bt•onchite ~n geuecale, o ques ti :;ono i piì1, ohilino climi bassi che non


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CENNl

eccedano i 400•, che preferiscano i climi caldi ed umidi, se si trana di un catarro secco con poco o punto escreato con tosse forte e veemPnle in soggetti irritabili. Debbono preferir•e un clima temperato ed asciutto, 400• sopra il livello del mare, se si tralt.a di ca tarro umido con tosse frequente ed abbondante espellora t.o, sen~a sovcrchia impr essionabilrtà ed ir·rilabrhta nel malato, allora con questi m ezzi si moùiflca la quantilà e qualità del secr elo. Per voler porta r luce su questo ar gomento occorrerà pera di più generazioni. accorreranno osser·vazioui spassionate e ripetute, che vadano ui pari pa$50 con lo sludio sul malato 1.: con quello ratto su quello agcnl o terapeutico per eccellenza, t.anlo complesso elle dice::~ i " clima~ . l n ultimo é bene nolar e che nel clima non bisogna Aver e una k oppo grande fìducio, più che nei comuni medicamenti certo. Non è il clima un r i medio specifico che gua r·isce tutLe l ~; malutlit;J, il medico sa che non esiste simile rimedio. Non bisogna credere che il carnbiamenLo di climu per· quanto efficace sia, possa esser·c ri qunt•dalo come avenLe nn modo d'azione differente dagli altri t'J m"di, e tale che giustifichi l'omissione delle cure cM prendiamo orclinsl'iamenle per ravorire l'azione degli agenti tPrapeulrci. Questo non è uno specifìco opplicabile in Lulli i cul"i. A r·agione disse B ocrhaave : • nullum ego cognosco r emcdium, nisi quod lewpestivo usu fìAllale • . - Forbes dice di non aver visto nessun caso di lisi tubercolat•e ben evidente che ~ia guar ito per• il cambiAmento di clima, mA in molti casi di bt·onchiti croniche simulanti la lisi, la salute é stata ~t'andt>mente migliot·atA, e nello stesso tempo compl etamente ~.r uat•ila pres~o i soggeLli che erano in uno stato di debolezza e~lrema, e di cui la mor·tc pat'E'Va evidente. 1!: accaduto pure clte dci giovanr minacciati da l isi per una disposizione er·edil aria, allorché non si oveva olcun seguo di nascita di Lubercoli, hanno ottenuto un migliorarnenLo l"ensibilissimo nella lot·o so Iute e nello loro forze, poco tt>mjJO dopo la loro di mora in un nuovo cli ma conracente pet• il loro stato.

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SUL TI\A'I'TAMENTO CLI.MATJCO

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Termino poi col dire che il trattamenLo climatico nelle malatlie cr oniche del poLlo giova sopr atlullo a combattere la pre-disposizione della lisi polmonare anco di nalura tubercolare; .giova a cu rare anche la polmon ite caseosa quando non sia m olto ino!lrala, for se mollo farà anco nel periodo iniziale della tubercolosi; sopralluUo sal'à vantaggioso a cur a della bronchite cronica. I nfine questo tratlamenlo mcllet·a nelle condizioni più fa-vorevoli per resistore più a lungo all'esito letale, quei maIali ormai in cot·so Ji Lisi; poco o nulla fara nella lisi avan"28ta, e se avanzatissima sar à dannoso.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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La pneumonite flbrlnosa in r a ppor to con le condizioni met eorologiche. - Doll. A. SF:ruERT. - (Br:rliner Kltnische \Vocheflschr~(t, N. 17, t88li). Per• quanto concerne l'influenza del tempo s ullo sviluppo ùella pulmonitc llbr•inosa, gli osset·valori non sono d'accordo: gli uni r itengono fer mamente cho solo le in Ouenze mcteor·ologiche possano cleler•minarla. mentr·e gli altri o negano del Lutto r1uesto momento etiologico, alll'ibuendo la mala ttia uni· camente ad una infezione, ovvero ammellono l'azione ùelle condizioni meteorologiche come <:emplicerncnle atta a favorire lo sviluppo del vrrus pncumonico. 1 ri~ullati delle accu rate l'icer chc compiute dall'autoro avevano me~so già tla qunlcbe tempo fuori dubbio l' in fluent.n del tempo !$UIIa genesi della pneumonile, ma poiché, ciò nondimeno, la questione r imanflva tullora sospesa, egl i si rivolse, per mezzo ùel ComiLato il' lgiene Ji New -Yor·k, presieduto dal pr of. Jacobi. a tulli gli ospedalr ed a tulli i meJic:i di quella cont ea, a fll nchè g li fo r nisset·o i doti n~lalivi oi cosi ben constatali di pneumonile flbrinosa primaria, con iRLruzione di segnar e, fra l'aiLt•o, SOlH"a una apposita tabella , il momento del bt•ivido iniziale e Ji notare se la pneumonite fosse stata preceduta da un manifesLo catarro bronchiale. l medici invitali aù offt·ir e tali info r mazioni fu rono 46, gli ospedali 4; e lt> r icerche du ra rono dal J• marzo l 8~ alt• n.orzo 1-'llcces!"i,·o e diedero il più sodd is facente dei r isulluli, dt~ppo i c lt é posero il Seiberl in possesso di una raccolta di 768 casi. la più ricca eJ imporlatJte fr·a Lulle lo raccolte di casi di pulmoni le foLLe a scopo scientifico secondo un pia no pt·e~labilrlo. La dis tr ibuzione dei casi pei s ingoli mesi ris ulta come s<'gue: gen naio 71 , febbraio H O, marzo 103, aprile 73, maggio ;:,~•• giugno 37, luglio 26, agosto 25, settem bre 43, ottobre G2, no-


RI\'J STA l!EOI CA

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vembre 65, dicembre /8. Dunque le stagioni piu favorevoli alla genesi della po lmonite son o l'inver no e lo. primaver A, le meno favorevoli l'estate e l'autunno. La prima delle tavole annesse alla Memot·ia del pt·of. SeibP.t'L ha due cur ve, di cui, l'una indica la m01·bo!;ilà e l'allt•a la temperatura mc~dia mensile: ebh enP., é notevole che quelle due r.urva ~ono perf<'llamente opposte, indicando che quanto piu bas"a era la lempet·atura tanto mol!giot•e e l'Il il numero dei CO!'-i di pnenmoni le. DAndo uno sguar Jo alle altre curve, si opp1•ende a colpo d'occhio che il numero di'i cal'-i tli polmoniti' è anche 1n rRpporlo col grado di umidità atmosferica c con la velocità del vento, in quanto eh e l'aumento dell'umidità e ciel ve n tu csct·citono una influcnzn maui feslamenle favorevole sullo produzioni' della malattia. La distribuzione dei casi di polmonite è fntla non solo per mese, ma, in alcuni pr ri odi 1lell' anno, uncl1e per gtorno, e ciò rende ancor piu e\·idenle il t•appnt>lo fra lo condizioni meteorologiche e la gc•nesi dello malallia, poicl1é quando si " ode che un notc,·ole obbac:samento 1li temperatura é costantemente !'\eguiLo un gio1·no dopo da un ::rran numero di ca i di pneumooilc. e rhe ron auu1ento di trmpet•atura, congiunto ad un ~··ado m edio di umi ditù .ed a cessazione del vento, coincid~ con un numero uotPvolmente minori? di casi; quando si osset·va che i giol'ni in cui rwssuno si ù ammalalo di puhnonile sono rJuolli che hanno olTerlo le migliori condizioni mel~'Or·ologiche, quelt•app01•to rron puo piu in alcun modo esse1·e messo in dubhìo neanche da coloro cbo lo hanno sempre r cci sarnente negato. Dei 768 casi della rnccolla di Seibert, ve ne sono 295, nei quali esisteva catarro bronchiale quando sopl'figf!iunse la pulmoniie; ed ò degno di nota r.he l a curva ~rafìca annua di quei catarri bronchiali ,, quasi pnralleln alla cUJ·va della pulmonite. Volendo or·a r iassumere i risultati delle accennate r icerche, si può affermare che: 1. L a gene~i della pneumonite flbrinosa e molto favol'ita da alcun e conùi:doni rncl cot•ologiclaP., quali so11o unn temper atura bassa o in notevole derr escenza, uua umidità di allo


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grado ov ,·ero in vta di aumento, ed un forte vento; e ciascuna di queste condiz.i0ni può, anche isolatame nte, esercilat•e l'influenza di cui ci occuptamo; 2. Se clue di questi fattori s i combinano insieme, per es., un'alt.u umtdilé. ed un bassa terupet·atura, o uua·temperalura in diminuzione cd un forte \'Cnto, allor a il numer o dct rasi di pneurnonile ò maggiol'e che quando agisce una solu rli tali influem:e; 3. A llorchè le menzionate condizioni meteorolo~ic lw si trovano tutL•~ e lt·e insiemt>, la frequenza della malallia dh"• ne s lraordinu t·iamenle !!l'ande; 4. Tute ft cqueJW;a ,Juru quanto dura no le inOucnze atmos fe t•iehe; ;;. L e intlucnze che produ~ono O\'Vcr·o contribuiscono a prod urre la pneumo:1iLe ~o u o quelle stesse da. cui st orig inano i cnt.at·ri dt•lln tnucosa respiratoria; G. l culaJ'l'i bt·oncltiali cos litui:>cono una predis pos izinno alla pneuruonilù. Ed ora fl lcun e osservazioni. È sorprendente la s lr·uordinarin frequenza de lla pnt!umonite oei mesi di pl'imaveru in confpouLn di quelli d'aulunoo, malg rado l'analogia delle con· dizioni meteot·ologiche: e ciò ,·aie anche pei calor['i ht•ou· cbiali. Ot·le ragioni di questa diffet•enzu possono consislct•e, secondo l'aulot·c, in p:ran parte nel genet·e di \'ila, nelle abitudini e nelle ~peci ali ùi«posizioni dell'organ ismo, comlwoni lulle che variano molto tra ls pl'imavera e l'autunno. D'altra parte, la pt•imu di questo tlue stagioni è molto più umida della seconda. Il Scibet•L dichiat•a al termine della sua mt>moria che t>di nou intende considct·ar e le condizioni meteorologiche collie le sole da cui si origini la pneumonite. Egli, in' ecc. kudl' ad !lrntnrltet·c, s ul fo udarne ntCJ della sua r1cca C8$1SLi,•o, che le inllucn1.e almo-.roriche agiscono di relt.amenlo sulla mucosa delle vie r esl'irolol'ie, elle vi determinano uno s talo catarrale o som plicemenle iperemico, e che cosi p reparQ nO il tcr· r eno al virus g:enerALOI'e della pneurnonite. Quiurli , roma le lesioni della culo predis pon~ono all'Presipela , come i ca· ll'l t't'i dello s tomoco e dell' intestino prept~t•ano il Lerronu a l


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colera ed aJ tifo addominale, coqi ugualme!lte può aromel· tersi la s upposizione dell"aulore in ordine alla genesi della pneumonjte. ln ogni ruodo. la s ua dipendenza dalle condi· zioni meteorologiche r•imane splenJiùamenle dimostrala.

T. Uloerazioni del palato nel tito addomlnale. - (Berliner K linische Wochenschrifl, :-1. 14, 1AA6).

Già da porecchi anni erano state clescrille da c1ualche ost!ervatore rrance!"e e clas:;ìflcale fra le localiuazioni precoci dell'ileo-tifo ùclle ulc·ere elci palato, ma ò solo du uu paio di anni che esse hanno richiamato l'allc:nzione dei clinici ledeschi, e.l ignoro so in llalia !'le ue sia parlato. Si leggP-rà -quindi con interes se ciò che in p1·opo!>ilo é l>l1llo constatalo in Germania nella clinica dd prof. Kussmaul e confermalo poi da più d'un pl'&lico. Sui carollCl'l di si !falle ulcere sono Lulli d'accordo. Soglio no 1!sser~ piane, rotonde, C<ln margini ben delineati; variano nei -singoli c~~i per estensione e pe1· numero; si pl'esentano nel primo pel'iodo del Liro addominale e gual'il"cono rapidamente; sono manifesl1lzioni dirette della infezione, di cui possono, secondo Happin, co~liluire l'unica localizzazione. Quale valore esse possano avere per la ùinp~o~i e per la prognosi, risullerà c.lulla esposizione del caso pubblicato da Scholl, che ne ha fallo al'~omento dr uuu ùolta dissertazione inaugurale nella uni vet·silà di StraRburgo. Un uomo di 43 anni, panalliere, appat·tenenle ad una famiglia funestata dalla liRi, fu p1·eso ùa brividi cd ammalò con febbre, tosse, esp.·llorazione muco-purulent.n, raucedinc, meruocr·e dispnea e li evi dolori toracici. Al 13• giorno <li malallia fu ricevuto 11ella clinica ùi Slrasbnrgo, o ve rcce su tuUi l'impressione dj un uomo gravemeute infet·mo. Si constatò mediocr e febbre, notevole pallore, tumor c.Jj milza e Beve ottusità sulla metà sinislt·a del Lor·acc, in allo. Sulla superficie anteriore del velopendolo, ve rso d limite Lra esso ed il palato duro, si osservavano, mollo simrL1Ctricamentc disposto, due ulcere piane, a margini retti, gt·andi ciascuna quaolo una


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moneta ùa un centesimo, di color bianco sporco, coverle qua e lA da minutis11imi zaftì di pus. Di r oseola non v'era Lr·acci~:~, né v'era meteorismo; il sensorio si conservava intef!r'o; sifilide non ve n'era mai stata; nou si rr scontrn vano bacillr lubercolal'i n è nel secr·eto deli~ ulcere, nè sul fondo ùi esse, nè nello scarso espettorato. 1-\ei successrvi otto giorni continuò 1:1 persistere la febbt·e, le cui curve rappr·csenta,·ano un perleUo ltpo invcr'So. Verso la lìne di questa prima sellimnna di clogenza in ospedale comi ncwr ono le ulcer·e a gr·anularc, a òcterger<:i, ad impiccolir·di, cd in breve gnaeir·ono compl elanrente. Di li a poco la l'ebbre cessò c l'umrnalalo parve avviarsi verso la c:;onvalcscen%a. Ma improvvil:l8mPnte, uel cor::Jo della quinta sellimauu, l'i sviluppò una peri ton ilo da por·forazionc, cb e pr·odusscl iu brevr l a mortr. A ll'autopsi a sì risocontrarono infìltr·azionr midollari Lullora r ecenti Jclle plocche di Peyer, ulcer·e i ntestiuuli in via di c!calr·iuazione, ed un'ulcer·a pel'l'ol'ata; sul palato, invoce, er•a :lppeno possibile ricoooscer e i punti su cui crauo state le ulcer·e. L e dil'flcollù diagnol'Liche di un caso come questo, che, l'ra l'altr·o, può racilm onte confonde rsi cnn un JH'Ocesso tul.Jet·co· larP, sono mollo ben discusse nella citala dissertazione, la qnole mostr·a quanto le ulcct·e dt~ l palato gioviuo 11d illumi· nare il clinico. :'llé sitfatlc ulcet·e son tanto t'are corno potrebbe farlo cr·cder·c lo scar so numtlro di osser·vazioni finora r egistrato•, poi chi'! i pr·alici non avevano mai per lo atl.:lictl'O dirclla la loro atlenzione sul palato dei tifosi. Il doll. Kuhn, medico a Slr'asburgo, le ha riscontr·ale, nel periodo di un anno e mezzo. in cinque ammaJali dr tifo addominale. L o ulcer•e ileotifose del palato hanno l'aspello di vescicolc di et·pete scoppiate; ma ciò non deve indurt'l! rn er·rorc ;;,e si l'ifletle che le cr·uzioni erpetiche nelle forrnP tifoidee sono eslrerYHlm~nle rare, e c;he 'fUeste soluzior11 di conti nuo, piecol·· in origine, ~'~'ingrandiscono a poco a poco, c·h\ cbe non accncl r•ebho M fosser o !lc> mplicemen Le il fondo di vescicol~ di er pete. E pf)ichè esse hanno per sede di el ezione il palato · m ollo, eire f.J ricco di lossuto adenoide e di follicoli linfolici, che giungono fin quasi soltu l'epitel io, si é au l. ol'izzali a con·


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aiderare le ulcer•e in parola come analoghe a quelle dell'intestino e quindi come intimamen~e legate al processo ltfico. In gener·ale, PSM si presentano contempora neamente alla roseola, sicché si potrebbero r·ilen er·e quasi come un esantema. Nel vaiuolo, dice il dott. Kabn, le eruzioni sulle mucose banno già acquil'lalo il carattere eli ulcPre quando sulla cute le papule cominciano appeno a lra~formnrsi in vcscicole; non è dunque sLI'ano tro,·arc unR str·etlR analogia fr•a le ulcerazioni del cavo orRie e le eruzioni papulose della cute. Del r esto, !"i dia pure quel significato elle si vuole alle ulcere lifose rlel palato, esse hanno un volor·c diagnostico che !!!ei'ila es er e ullamento appr·ezzalo. - Quando ogni pratico avrà l'abitudine rli osservar e il ptllato degli infermi in cni può sospettar8i il tifo, allora le ulcer•e di cui ci occupiamo saranno risc·onlrnte con molta frequenza ed entrerà in lutti il convincimento che esse fann o pariA della sinLomRtologia dell'ileo-tifo. Nella clinico di Strasbur~o i lirosi so~liono entrare al Le1mino della seconda o a l pPiocipio della Lerza "ellimana, quando le piccole ulcer·a7.i011i del palato ~ogliono essere o scomparso o in via di !:!Uf\t•igione, e nondimP.no li se ne sono osservati sellt> casi in due anni. QuaLLro anni add ietro. es.,endo io ammalalo di unt1 Lifoiclca, sotto le cure del medico •ii t• chu;se, OI'tl merlico cttpo, cavalier Grisolia, ebbi, verso il principio clt>l ;:econdo sellenorio, una o due s oluzioni eli continuo sul palato m olle, che per la molestia ehe mi davano richicser·o un lrAllutnPulo locali', ma rapidamente guarirono. Il ricordo di que!!la cir·cost.anzo ha con· lribuito a fìssore in modo pot•licolore lA mia attenzione s ulle osservazioni cliniche dt'i chiari professori di Strasburgo. T.

Boarla.ttlna. cagionata dal latte dl vacche inferme. JA ~1ES CA~1EHON. - ( T h<: Lancei, 15 ma{!{:(io, 18}36). Il dottor Jomes Cameron r ichiamò l'attenzione della Societa epidemiologica. di L ondea, nellA seduta ciel l i apr·tle ultimo, sopra un fallo non osser vato moi per lo innanzi, cioè sulla lrasmissione della sctl!'lallina per IDI!ZZO del latte di vacche


RIVISTA

affette da una malallia contagiosa non ancora studiata bene finora. Questa malattia non può dir::i nuova, essendo già nola in Jnghiltert·a ai vaccari ed a gl i af'filtaiuoli come una afl'ezione pusLolosa ed ulcerosa dei ca pezzo li dell e vacche · (blister~d tcats, sore teats), ma si è scoverto solo adesso che è una malattia specifica contagiosa, capace di diiTondersi epidemicamente e .di trasme tlersi all'uomo sollo forma di scarlallina. Dopo a ver descritta la l'a lloria, nella quale t·accolse le osservazioni, e dopo aver ptwlato delle sue buone condizioni igieniche, l'autore disse che la mala ttia fu impot·tala uella mandria da una vacca di r ecente acquis laltt, e che di cento .animali non ne risparmiò quasi nessuno, lraf:lrnettendosi successivamente dal r ecinto, ovc era la pr ima vac:ca infermo, a tulli gli altt•i . Cunslat.O inollt·e che un gran numero di casi di scarlattina si verificò fra i consumatori del latte di quegli animali. Fece poi un quadr·o della malattia, la qualificò come d i na tttt•a specifica e conta giosa, disse csse1·e 8!1 essa esposte di prefe!'enza le vacche iu isLa lo di puerperio, ed aller·mò che da queste, le quali sono le prime ad esSt::rne colpile, il vit·us é per lo più comunicalo alle aìlre dalle mani di coloi'O che le mungono. È un male che suoi ·durare da quallro a sei settimane, ed è cara tterizzalo da una feb l~re iniziale di breve durala, da tosse secca, ad accessi, ·qualche vol ta da dispnea, nei .cr~ si gr av i du la r ingite ulcer osa, da secrezione, ot•diuariamen te notevole, dalle narici e dagli occhi, da un'eruzione cutanea inlomo a lle ùrbite e sui ·quarti posteriot·i, da vescicole sui capezzoli o anche su tutta l'estensione delle mammelle, da alterazione nella qnalita del lalle e da significanti alterazioni viscerali. Le vcscico!e sulle mammelle compaiono sei o sette gior·ni dopo il cominciamento dolla malattia; soffi·ega te e compresse ~1ell'allo del mungor·e, si rompono e lasciano al lor o posto una erosione con bordi solleYati ed ulcerosi, e iu tal periodo la trasmissione della malattia ad altri animali è facil issima. Poco dopo che la vescicola si è r olla, si forma sul fondo uua crosta bt•una, sotto la quale la superficie ulcet·osa rimane immutata ,per un tempo che val'ia ùa dieci o quindici gio!'ni a cinque


MEDJCA

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o sei settimane, e lascia gemer e un tenue liquido finché non sia del tuLlo cicatl•izzata. L'autore tratteggiò, in ultimo, i corallet·i differenz iali ft•a la descritta fot·ma e quella del vaiuolo bovino, ed insistette sull~ necessità di esercitare maggioro sorveglianza sulle . vacche che si tengono per il latte. La comunicazione del Camer·on suscitò, na(ut•almeole, un grande in ter esse n oi membri della socicli• epidemiologica, ma lasci6 nondimeno deì dubbii circa i rapporti tra la ùescrilla epizoozia e i casi di scnrlat.tina conlempot•oneamen te ad essa osservati. Or tali dubbi i vengono inlet•amenle dileguali da una relazione del tlotl. Po wer , ispettot·e sanitario del local gonernmetti Brocul. Questa relazione, invero, pt·ova con tanta copia eli tatti e di argomenti la diffusione della scarlattina per mezzo d el laUe delle vacche tJffelle daLla ac- . cennata malattia, da autorizzerei a rilenet•e le osservazioni sue e del Carnot'on, con fet•ma le inoltre dal dottor K'lein, como una scoverta. Devo anz i oggiJmgere che parmi non priva di rondamonlo la speranza, espressa dai citati autori, di avere trovato la vel'a Ot'igine della scarlattina e di essere quindi ·sopr a una buona vi11 per la prufìlassi sicur·a di questa infermità. UILet·ior·i ricet·che sono state gil'l istituite su lal .pro• posito dal Klein, e si spera che la questione verrà fra breve risoluta da lui in modo definiti vo. T.

Ka.lattle da infezione, del pr·of. CAN"I'ANJ. geunaio, 1886).

(Mor·gagni,

Per tre vio s i propagano le malallie da infezione: per miasma (germi che hanno un pt•imitivo sviluppo nel terreno, e n.on tra.smissibili dHII' amrnalalo); pel' m iasma- contagi, e come piiJ precisamente li chiama il Canlani miasmoidi (germi comunicatisi primiti va mente dal terr(~no, dal sotlosuolo pot• mezzo dell'acqua o dPll'ar·ia, all'orga ni~mo, o da queslo nuovamente comunicabili ad un t.er·r·eno pri mt\ immune, e dal terreno infeltalo ài nuovo ad allri m·ganismi l:òan i): fina lmente per contagi (germi sviluppatisi. nell'or•gani:;mo, e do questo direttamente lrasmi~sibili ud un altro organismo).


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IUVISTA

l ntomo alla nalut·a delle malattie da infezione cila le anLiebe idee del Va rt·one. e di Ft·acaslor o che supposet•o esset•e le malollio in!'elli ve prodotte dall' intt·oduzione di minimi essel'i nell'ot•gancsmo. Ricot·da quindi Herlle, von Git>ll, Pat•kes e Pacini, pea· giungere poi alle splendade rccerche falle dnl Pasle ul' nelle foi'Jllentuzioni. L'o.ulol'e stesso nel LBiO trattò e pubblicò della penett•aziunedi micl'oorganisroi nell'economia animale, come cagione det mol'bi 111rettivi. Oa qu ...!;li luvoa·i suoi e di alla·r n e è scaturit.o il nuovo a·amo scicnlificu della

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vatteriologia.

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Oescl'ive, in modo vca·arnente semplice e act~urato, chP coo:;a sia il batterio: 81 ferma sulla ga·u ve e diùallula •t H C" lione d ella jlssità, e c.Jclla nlttta/Jililà clelia !'pecie, e cita i la vot·i MI K ock che crec.Je immutabili le specie, cosicclu~ ad esctnpiu il ballel'io ùel tubercolo r esta sempre germe soltanto capace di l'ipt·odurre il Lubet•colo, e n on ollt·e malaLLic. D'onde viene il baltet•io'? Pal'la della comocla ipotesi della genet·uzione spontanea; LOa esso ò convinto cbc allo ::lato della scianza anche pei ballerii, (ll'endendo la cosa in st>nso tl'aslato, si debbfl dit•e omne oioum ex ooo; omnis cellula e cellul(J. È importante l'ambiente alunenlat·e dci halLer ii la reazione chimico. neutra è la migliore: una t'enziono fo rlemonle alcalina, o fot·temonte acida li uccide. Come ulimenli i rwedilelti sono i zuc!'lrerini e gli albuminati: alcuni vivo no su soslùnze mot·le (saprojltt); ulla·i su vave (para..~sdt). - Dc questi microrgunis mi olcuni scu to del lutto indij:fcrenti; alta·i ~tlili; .allri patoyen.i. É nuova l'idPil •lei Cantani che r 1giene dd cambiamento d'aria si debba più al cuutbi~:~to ambien Le bttllet·ico, di quello che alle mutato condi'l.ioru dell' os~igeno, tlell'uzoto, ùell'at:iJo ctu·bouico e ùel\'ammouiaca ùell'tu·in. · Quanto ai halleri paloycn.i l'autore dice chu è una fortuna che questi abbitll iO som me esigenzo per esplicaa·si e vcvel'e n egli nt·ganismi, tliv~t·samenle se lulli fossuno ugualaueule predispo.sti a subirue i danni. il solo battet·io della Lubet•colosi ava·ebbe, o. quest'ol'u , disti'ullo il ~eneru umano. - Vi sono inollt·e lllicrooa·gautl>mi per se innocui, ma capuci di


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nuocer e indirettamente: ad esempio: la leptolru:c buccalis, la spirochaeta buccalis, il bacillo Yil'goliforme di Levis, i quali trovando nella bocca dell'amido, o dello zucchern fanno subire a ques te sostanze lo. t'erme olazione laWca, che attacca i ùenli e vi delet'mina la carie . Fra i microrganismi patogeni i piil sicuramente accertali sono il bacillo doll'u nlt'acc di Davoi,le, q uello ùella tu bercolosi di Kocb: la SJiirochaeta Obermeyrl della_(ebris recurrens: il micrococeus yonocoeca,-; ùel l"eisser; l:actirwmyees della aclinomicosi, ccc. Sono an1:ora abbastanza (limo:.'\lrali i m icrococchi della l'ebbee puol'perale, ddla piemia, della sellicernia, della risipola, Jel tl'ttcoma, e della x erosi, e in fine quelli del colera (benché non ancot·a da LulLi accettalo) scoperlo dal Kcclt . Pinalmenle il pln.smopociium malarùte del Marcbiarava che vegeLa nella milza, e che tluranle gli accessi febbrili djstrugge i globoli rossi del sangue e elle viene ucciso dalla chinina. Pare certo anche il bacLer·io della s ifìlidc, e se non 'ancora dirnoslt·ali, non t.tu·dci'Ci la patologia a riscontrare quelli del '\'aiolo, della scarlattina, del morbillo, e della pertosse. L'aulor·e ct·erl o ch e n olla pt·oduzione d~ll a rnalalUa i balterii agiscano o decompouendo o disorganizzando i tessuli in cui vivono, ovvero avvelenando, al pari ùc' tanti funghi notoriamente velenosi. A ccenna ta C•lSi la <lolll·iua balteriologica dice delle conseguenze pt·atiche che si p('lssorw dedurre per la cura delle rna1attie infettive. Il Ca11luni dice che una vol la riscontrato che le malattie i n felli ve .;;ono p t'odo l te t111 bo tler ii, é eh ia r·o che .bisogna anzi lutto cer·care di comballerc questi, e che con essi si combatter à auche la fehbl'e, metri io che con qualsiasi a nlipirelko. 11 voler Lrovat·e un ant.ipit·c Lico per ltttle le fel)bri, il volai' comballer e il processo febbrile, come tale, con gli anliLermici, che pal:B:Iizzano il mo,·ill'lenlO ot·ganico del ricambio materia le, come oggi è (livenlalo di moJa, è un error e - dice il Canlelni- che ho scrn pce comballuto come assai gr ossolano, benchà distintissimi dioici abbiano seguita questa falsissima via. Cosi operando inf8lli si Loglie all'organis mo il m odo di r·cagiJ'e cor; le s ue pt•opr·ic forze contro


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il nemico che è penetr ato ne' s uoi, tessu~i e nel suo sangue,. e che lo uccide, se non lo tr ova abbastf\oza resistente. Ed il modo con cui r organismo reagisce contro il nemico invasore, il rimedio nalut'ale è appun to la febbre. L'autore prosegue la sua vivissima fi lippica cuntro l'uso e l'abu3o dei pericolosi antitermici. - Per lui la febb r·e è una reazione della natura contro gli elementi infettivi, per cui conchiude che la febbre non uccide l'organismo per l'elevata temperatura, ma l'altezza della febbi'e è la misura della intensità della inf'ezione; che se i malati muoiono non è per l'alto calor e febbrile, ma per ché l'infezione e stata così gra-.:e che l'organismo, non oslfl.nte l'alta febbre di reazione, non se n'è potuto libeear e, non l'ha potuto vincere. La febbre non è che il rimedio della rJo.tur·a contro la malattia e la cairioa, l'antipit·ina, la tallina ecc., non possono che n uocer·e deprimendo Je forze reallive dell'organismo, e èoadiuvando il virus ad uccidere l'organismo. Queste be n determinale opinioni dell'autore, meritano somma riflessione per l'alta sua competenza. La ter apia delle malattie infe ttive deve e ssere rivolta a trovare i disinfettan ti specifici, quei mezzi chimici cioè che seno veleni per., i ~ingol i batler·ii. - Novet'a il sublimato, lo jodo, il bromo, il fenolo, l'acido salicilico, borico, limico, tannic~, la tr ernentina, la l'esorcina , il pe emanganato di potassa, e l'alcole rettificato. Cosi agisce la ch inina contt·o la malaria, contro le nevralgie malarich<~ afebbl'ili; co1"i il l'enolo cont!'o la septicemia, cosJ il mercu rio conlr·o la sifìliùe. L'autor·e torna a lla sua idea già tan te volte. dA lui p ubblicata della batterioterapia. Esso dice; se vi lranno pallerii i qu(lli invadendo le culture di all.l'i batlet·ii le dis tl'ltggano, perché non si può applìcar e questo falLo alla cut'a di ce!'te malattie d'infezione? Sostiene la sua idea citando la vaccinazione dello Jenner ; l'innesto del virn's carbonchioso, e di quello idrofobico del Pastcu!'. Cita il lavoro del Koch e del De Simone che hanno r-ilevato che il bacillo del colet'a muore nell'intestino umano dopo c he vi si sono peodotli i bacilli della putrefazione, e muor'e nelle fecce parimen te coll'avanzare della pult'efazione.


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Espone i suoi tentalivi della cura della tuber colosi, colla introduzione del bacter'ium termo, e cita perecchi buoni successi ottenuti . Conchiude dicendo di non pi'etendere di aver trovato il rimedio della tisi tubercolare, ma è lieto d' avet' ottenuto la li successi da g iustificare il suo nuovo principio terapeutico della batterioterapia. Sulla. patologia. e te:ra.pia del colera. asiatico, del professore E. MAHAGLI1\NO. - (Morgagni, gennaio e febbraio

1886). P el' ragioni di patologia del mot·bo, il Maragliano cosi definisce il colera: • li n catarro inteslinale specifico, acutissimo, specialmente « localizzato a l tenue, accompa;rnato e seguito da feHomeni " di infezione ge ner a le, che si esLt'insecano preponderante• mente con p1·of'ondi per·Lurlwmenti della innarvazi one ». Dal punto di vista ct·onnlogico il morbo è diYiso in tre stadi: 1• di invasione, con predominio dei fenomeni gastroenterici; 2• di stato, con prevalenza dei fenomeni ne1·vosi; 3• di rea:;ione o eisolutivo. Le forme cliniche sono: a) la diae1'ea colerosa; b) il.colet·a leggero o colerina; e) il colera prop1·iamente detto; d) il cole r•a g l'aviss imo ful minonle. Nell'esame anulitico dei sintomi, parla p l'ima della diarrea. Esso dice che l'aspetto delle materie e il colorito bianco del JecoLlo di riso no n è patognomonico. Vi fu eono epide mie che presentavano dia l'ree colorale e,l nnche sanguinolentc. L'esame mict·oscopico del liquido diar1·oico dtmùslro: resti di cibo, epilelii e suoi dett·ili, grasso e sangue; e quindi vil>rioni, baclerii, bacilli, fra cui cpiello di Kock. Nel vomito il color~ delle materie è vario, secondo i casi, ma è simile a quello dello ma terie alvine. L'esame mi-


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croscopico scopre SYariAli organ ismi, e qualche volla , ma non sempre, il bacillo virgola. Alla dianea c al vomito si associono: lo lingua, pl'ima im,. pania ta, poi rossa senza epilelio, quindi la sete intenM. la <Juale appena soddisfatta Cl'escc più di prima, poiché le bevande provocano il vomi to. I fenomeni pertin enti al s iste ma nervoso li classiflca in a) pertur bornenli ùella innc rvazione mot 1·ice; b) pertm·bamen li della sen!libilità; c) perturbamenti del sen "i :;;pecifici; d) pertur barncn li ps ic ltici; e) perturbamenli L1·otici della inner vazione; .f) per tu r htuncnti nervosi va1•i. L'autore passa quin di Hllo studio dei p(wturbamenli termici. 'A propoc;ilo dell '<llgidismo cita il mollo ùi L ilt1·é: che tuilo è freddo nei colerosi; mR esso dice che non 6; esi:::le invece una sp eoporziono notevole) fra la temperatura perifeJ·ica c la centrale, di g ui;:;a che rn cnLt'fl ((ll ella i• sbbRssnta, ~u esla è aum t>ntala . Dimostra come il mantene1·si elen'lta la t emperatura intecna, s ia una prova che il sangue ha l t~ do>•u lo a ttività per circolrwe, e che il raffl·eddumenlo non é do· -..·uto alle perdite acquose. Secondo il Ma ragliano l'algidilà de ve rilener!Oi elfcllo cii u1 1 p,er~urbam e nlo della innervazione vascolare . InloPno a i fenomeni circolatoPi 'rammenta quanta importanza abbia no i nen·i sulla r apic.lilil del ci 1·colo; e pue riconoscendo che lo pet·clite acquose possano influire sul l'allentam ento della circolazione, dimostra cbe le allerazioni s i debbano, anche in questi falli, ascrivere alla inne1·vazione vas colare. E s pone il pun~o cui sono giun Li gli sludi relaLiva Jncnle al sang ue dci col P t'osi, e dice che allo s tato att uale dellu scienza, non si h•ovano micr orgauismi nel sangue in r·apporlo coUa infezione colcl'ica. Circa l'alcalinità o l'acicl 1là del suf)gue dubita che s i ln1lti di un fenomeno in erente ad al tre con~izi on i non dipendenti dol morbo; e reputa che debbano ripelCI'Si le osscn-azioni s u la ega scala. Il sangue d~i coler osi é scarso di ossigeno; ma l'autore


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non creJe eh~ questa asfìss;a dei globali rossi dipenda da alterata emoglobina elle imped isca ai globali di fì~sat•e l'ossigeno. Il Maragliano, prima dei r ecenti lavori deli'Haye m, avea pubblicato le sue inclai!ini sulla capacità respir atoria del sangue nei coiAt'Os i, e dimostralo come in esso si trovi una avidità pet• l'ossigPno maggiore di quella che e propt·ia del sangùc nl'lrrnale. Critica I'Hayern, o non ha fede nelle sue ricet·cbe. Conclude che a tutt'oggi non e dirnostt•alo quale sia la modifìcozione del sangue nei colet'osi tolta la sua ma ggiore o minore J ensilà, proponionaln alle maggior•i o minori perdite. Quaalo alla anuria non ammette che clipcn.Ja dall'ispes-simenlo del sangue; ammette che sia da impulat•s i ad una condiziono patogenPlica di suR natura; che no11 dice \(ual sia ma che parrf'Lbe fosse da a ltt·ibuit•si ad azion i r iflesse nervose, I'!Ome tulvolta si veùc per la presenza di un calcolo renale. Con ehiuùe d icendo che questo folto della modifìcazio ne dcll'ul'inu, non dipen1le da un vero pt•ocesso nefrilico, ma in vece Ja pet·lur bame;lli di nutr·izione del l'Cile, cons~­ cutivi all'alterala fun zione del ci rcolo, fru Llo dell'a1lerata per-turbazione renale. Cit•ca a i per•turburnonLi clelia fuuzione rcspi!'atoria si nola -come esista spesso una dispnea profonda marcalissiroa, mentre poi l'uutopsia dei polmoni, é del Lutto negAtiva. Anche questo l'atto l'a uLOI'C l'attribuisce Od un perlurbamento della innet•vnzione t'eE'piruloria. E nelln stessa guisa spiega le modificazioni nelle secrezioni del sudore, nonché le eflorescenze della pelle. L'autore, in conci usione opi na che llllla la sintomatologia del colera, eccello i fenomeni gastro-enter·ici, si deb!Ja a perturbamenti Jella in nerYazione, t>, l alle r<:lali ve d ipenJenli conseguenze. D es~;r·ive le· form e dinicbe del colera mollo minutamente dalla semplice diarrea, Uno al cole>r·a fulminaolt>, c di ogni fot·ma ùelinea i vari sl.adi i, e l'impl)rlanza tlei sintomi, e ter· mina descrivendo il colera secco, 4uello a reazione arlormale, a reazione protratta, a reazione tifoiòe, ed a reazione complicala.


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Sul miororg&nlsmo del valuolo. - DE R ENZt e MAROTTA. (R ioi sta Clinica e Terapeutica, marzo, 1886). All'esame microscopico delli<Juido contenuto nelle vescicole· e nelle p ustole del vaiuolo si trovano micr·ococchi eguali di forma a quelli che si r iscontr·ano nelle collure fatte col detto liquido. La coltura a vviene facilmente nella g elatina nutriti va alcalinizzata e sul siero dol sangue coagulato . Il rnicrococco del vaiuolo si sviluppa nei tubi colla suddetta gelatina, media nte 2 a 4 gocce di soluzione satura di bi· caJ·bonato di soda. L"innest.o della colonia della collur·a produsse in un vitello sei pustole vacciniche tipiche e regola l'i .

La teoria di Pettenkofer sul colera e le epidemie del 1873 e del 1884 i n Napoli. - Dott. A. SPATvz:t:r. (Af orgagni, g iugno, lug lio '1885, e gennaio 1886). Togliamo da questo lungo ~d ela boralo lavoro dello Spa· luzzi alcune note che si rifc!riscono al colera che colpi le truppe della g uarnigione di Napoli. L'autore Lrattai'Jdo dell'importanza che hanno i gr andi ag· glomeramentl degli individu i per la diffusio ne del colera , ha r accollo' la statistica dei militari colpili nelle singolfl caserme e nell'o::peda le militare di Kapoli. 1 soldati, esso dice, s i tr·ovano nello stesso periodo di et~, e sono sotto posti ad un r egime di vita e di alimentazione quasi simile per tutti. Ne ll'epide mia del 1884 in Napoli si è visto che il soldato ha subito la influenza Jclla caser ma ove era t•icovet·ato. In tutta la guat·nigione i t•eggimenli più colpiti dal colera sono stati q uelli acquar•liet•ati nelle contJ•ade piu invasP- dall'epidemia, com e dimostra col seg uente prospetto sta Lislico nel quale pet' ciascuno edifizio, è ezinnd io not.ala l'a ltezza' sul livello del mare, la distanza dC\Il'acqua sollenanea e la qunli!ù . dell'acqua potabile.


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2,00 Cat•mignano Funteria . . . '1621- 140 63 t• sett. 1884 IOnov.1881: Castelnuovo . i0,9 1 8,~ Bolla . .. . Id. !OiO 50 23 2 n IO ollob. • Madda lena. 3,0 2,:w Id. C t~ valJ;... ria . . 2.)1 3:! 18 4 l> I l setL u Villol'ia e S. Pas quale. . 63,73 50,61 Carmig11ano Id. 51ò 12 4· 4 • » 21: Gt·an ili (pet·sonalc dellaz7..). ,. 12 otlob. » Fanteria . . . i 1 14 68 Monte Oliveto . . 26,3 21,8 Curn1ignano f.mb. apiedi eacm Ilo 218 5 3 10 ll » '12 Fen·andinn. 7,H 6,5 Bolla . . . . ~i"a nle t·ia .. . 453 2 l 16 19 selt. » . 72,2 61,8 Carmignano S. P o lito . Id. 83'1 2 2 8 • 10 l> • P izzofalcone . 60,4 58,0 Id. I d. 572 2 • 11 27 o tlob. • BeUc m m e . . 47,7 13,7 hl. Ic.l. 211 2 ·L 8 » 25 sett. • Castel deli'Ovo . 23,31 Id. ii· i i 15 • ' " 115 " Dis tt•e uo mili tare . 31 ,5 22,5 Bolla .. . . Id. 213 2 » 21 • 121 . >l Ospedale militare (Tr initù) . 68,8 66,5 IJ. Variearm i.. 133 19 5 6 26 o tlob. » ))

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Secondo lo Spatuzzi sono esa tti i seguenti a ppr ezzamenti ch e il P eltenkofer fa intorno all'acqua pota~ile nei luoghi nei 'IUali infierisce il colera. Si può, dice, cerlamenle pensare all'acqua, essendo i pozzi e gli acquedc.lli una p1nte integl'ante della locallta, o l'ipolesi sarà anche spesso gi usta, in '{nanto che s ì può spesso rnellet·e la parte per il lutto, prima che s i pa ssi ati una più pa.r licolar ef!giala inclagine. Quan(lo non s i possa s tucliat·e che l'influenzA dell'acqua sol11 , ad escl usì ~me di ogni allro fattore, le conclu sioni rimarranno sempr e dubbiose, e non si pott·a affermare cbe app unto l'ac•111a sia la parte esclusivamente nociva della località

Sulla. nutrizione forzata. nella tisi polmonare.- E. P Et PE R. - (Deuts. Arch. .fii.r 1\.lin. M ed. XXXVII, e Centralb..fùr die l'v.fed ic. Wissensclt. , N. J(j, 1886). In ques ti ultimi ann i fu dal Debove e da alLrì medici ft·an· casi raccomanda ta la cura dei Lisici con la così della • superalimentazionc • o alirnen tazione forzuta. Non o ~> lanlc la completa mancanza di appetito furono introdolle giornalmente nello stomaco dei maltùi , mediante la s onda e!'ofagea, g t•andi qua ntità çli ~<ostanze ali menlnr·i facilme nte digel'ìbili e par·ticol" r·mente un miscuglio dì latte, uova e del la cosi della polvere di carne (carne di IJ'!8r1Zo sollil menle lr·ilala, seccata al fuo co e ridotlu in un mot•taio in polvere min uLR), talora con l'aggiunta di peplone o fegato di mCJ'Iuzzo. Il Peipet· ha J'ipetulo ques ti s pet·imenti nella clinica del Mosl<· J'; ma poichò in due malati l'alimentazione con lo. sonda pr•ovocò dispiacevoli a ccidenti e des tava invincibile ripugnanza, così, rinunziando alla sonda, fu faLla la s uperalimenr.azione per le vie naturali. Dappr·ima a un mezzo lill'o d i !alle tiepido o di brodo furono aggiuuli 25 g r·amr11i di polvt3t'e t!i cartw e alcune uova, e questo miscu g lio alimentar e l:'r a dalo due volle al giorno. A poco a poco cou un corrispond ente o.umenLo della quantità del latte fu aume ntala la poi ver e di carne fino a 200 grammi, in alcuni cas i fin o a 300, e questa nlla dose era ripartita in almeno quattro pasti in una giornata. lnoll!'& i maiali prendevano il loro solito pasto ricco in vegctuli e ·


MED ICA

un fiasch etto di vino ungherese; alcuni anche 2 o 3 cucchiai di olio di fegato di me rluzzo; si cercò poi di rialza1·e l'appetito con gli ~Lomachici. Con questo metodo furono curali H malati, la maggior parte negli stadii avaHzati della malattia . I n due malati durante la cu ra le coudizioni pcggiontrono; uegli aiLt•i a l contrario dopo b!'e ve te n tpo fu manifes to un notevole miglioramento nello stato generale. Il p eso deL corpo e le forze aumentarono, i mAiali allcllali dopo alcuni giot·ni poterono alzarsi; l'apneli Lo aumen tò, le d iar r·ee cessarono; la tosse e lo spurgo diminuirono senza che tuttavia si potesse acceJ·tare n el maggiore numero di et~si una diminuzione dei bacilli tuber·colal'i espellorati. La pt·oduzionc dell' u re~l si moskò molto a um entata; in alcuni casi fn osser vata la diminuzione dei profusi sudot·i; in due una favorevole influenza s ulla febbre etica. La r etrocessione della m ula llia polmonat'e non fu mai osservata.

Di una nuova alterazione del fegato. - (Lo Sperimentale, gennaio, 1886).

Pr·of. MATT E!.

L'aulor e, sezionando il cadavere di una donna di 77 annt, ha trovato il fegato granuloso su tulla lu sua supel'ficie, come si vede nella cirrosi alt·olìca. - Ma mancando luLli ::rli altt·i caratteri di qnesta malo.ttia l'autor e ba supposto trallarsi di una forma patologica speciale. Ha trovato al microscopio dei globi di vario volume splendenti, lt·aspurenti, incolot·i ed ornogcnei nell a massima par te degli spazi inlct·lobulat'i, ed alcuni entr-o la sostanza stes sa dei lobuli epatici. In seguito a minule sperien~e slabill con~ fondamento che i detli globi erano costituili da sostanze colloidee. L'autore è d'opinione che la gt·anulosita del fegato possa dipendet·e dalla sole. pr·esenza delle masse dei ~l obi colloidei e delle cell ul e embrionali in punti limitati degli spazi intet·lobulari, in conseguenza questa nuo\·a alterazione epatica la denomina cirrosi colloide.


HlVJSTA CH IRURGJC A Frattura complicata della rotula.. Sutura metallica del frammenti. - S'\'oi"EY J o~r::s. - (The Lancet, 8 maggio, 188G).

Merita essere accennato il caso che segue, impot·lanlr non solo per la r·elaliva rarità della lesione, ma anche pel trattamento adottato e pel suc:cesso ollenuto. T t•nla;;ciaudo rrualsiasi considerazione t1111to sulla poca fre(juenza dP-l le l'rfl llure della rolula, che, senza ~>ssero comminute, ~ieno complicale da apet·lut·a dd l'articolazione, quanto stLlle condizioni che de vono realizznt·si pel'ché una su tura me tallica sia applicacabile sulla rotula, procedo di t·utlamente ullu esposizione del caso. Uu giovane di diciannove anni cadde da un'altezza di quur·anta piedi e ballè con la supedìcie anteriore del gmocchio de~LI'O coutr·o unQ spigolo eli t'C I'I'Oi e bcnchè egl i avc~~c moderati? l'imj;oto della cadutll col tenlat· di tenersi agg rnppalo ad alcuni cordami, nondimeno riporto una gt·ave le:::ione, cioè: ferila lunga cinque pollici, tt•asvorsale; completa divisione della rolula nella med esima ù ieezione; apet·Lul'a dell'articolazione del ginocchio. Alloechò il paziente fu ricevuto nel Sl-Thomns's bospital aveva perduto moll.o sangue cd er·a ussui pt·osteato, ma aveva il sensorio inlegt·o. Presentava anche p<teccchie escoriazioni alle mani ed estese contusioni, ma di queste sar~>bbe inutile occupat•ci. Il doLL. S~'dncy Jones eterizzò il fet·ito e praticò sul frollte del g inor;ch io uua incisione verticale, la quale gli permise di vedere elle dalla estremità infet•iot·e del remot·e si crau6 completamente s taccati i tess uti molli. e che il frAmmento . superiore della T'otula aveva l'or lo della frattura netto e re golare, mentr·e l'inl'eriore lo aveva irregolare per moùo che fu


RlVlSTA CHlRUI\G tCA

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necessario risecarne una parte e r imuover ne delle schegge. Trapanò allora entr ambi i fl'ammenti e li riuul mediante due grossi fili d'ar gento. Fu quindi fatta la sutura con seta e cat-gul, furon o applicali i drenaggi, passandoli altr·a verso deUe conlroapertur·e, fu cove!'la la fer ita con garza al iodoformio ed ovatta ~alicilica, e finalmente l'arto venne immobilizzalo nella po,.izione retti lineo. Dopo due mesi e mezz0, il paziente uscì dall'ospedale con la ferila perfetlamente cica lrizzalu e con la rolula ben consolidAta, sic(:hè poteva già camminnre con l'aiuto del bastone. Bisogna pel'ò noture che la rotula presenlavasi un po' più bassa Jel normale e che i movimen ti ùi flessione del ginocchio erano uncora alquanto limitati, ma si sperava di rend erli p1ù estr:::si medionte la ginnastica. Il Centralblafi j'u r Chirurgie, nel~. 13 del corr·ente anno rifer isce on caso di sutura ùella l'Olula seguito da un esito !lncor· pill splen<liùo di quello oru esposto. Un g iovane di 22 anni, atleln di pl'ofessioue, ebbe fratLuraln la rotula du una polente contr·azioiJe mu!"colare, e il doL· tore C. Fuller pr~:~licò la ~ ulura, 2f; oee·dopo l'accidente , con due fili d'argento, r·iuncndo le par•Li moll i col ca L-gul, ed applicando sulla f01·iLa un apparecchio al iodufnl'lnio. La p1·ima medicaLara f'u rinnovata al 13• gior·nu e la seconda al 28•. La guarig ione fu per·t'ella, e il pazien te potè cominciare a levarsi di letto do po sette solLimano e ca mmina re liberamente dopo tre mesi. Fu questo la quuJ'tl\ sulul'a della rolula eseguita con successo dal Fullce, il quule raccomanda caldamente il processo ua lui adoLlalo pù l Lt·aLlameulo di una fmltura che ha Lanlo Jato da pensare, H spesso iuùarno, ai chi· rurgi eli lutti i tempi. T. Biproduzione ossea mediante traplantamento del perioatlo. - C. W. TRUC!IART.- (Ceniralb. .fii.r Chirurgie, N. '13, 1886). 1n un caso di fr·atluea della clavicola, prodotta da una fu · cilala a breve distanza, non essendo,·i. dopo nove settimane, alcun indizio di l'i unione ossea o lìb ,· osa, l'Autor·e scavò fra i due frammenti della c lavicola, con le fol'bici e con le cau-


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sticazioni all'acido niLI'ico, un ca r~ale rr·ofondo 3[1 di pollice, largo un poll ice e lungo pollici 2 3[ft·; e quando vide che il fondo d i tal soluzione di continuo pr·esentava delle granulazioni, vi trapiantò òa un cane \'ivo dei frammenti di pcrioslio grandi ognuno quan to un seme di lino, situandoli alla r ecipr·oca distanza di mezzo pollice. Di dieci frammenti ne ader·ir•ono sette, e fnrouo ben pres to coverti dalle lussureggianti g ranulazioni, che obbliga r·ono a ripete re due volte il ll'apiantamento pPriosleo. Due mesi dopo il primo innesto del perioslio !a cavità artifìdalmente pr·oùolla nella clavicola era giA piena di una resistente massa o~s ea, e non solo la continuità, ma anclte la solidità della clavicola si erano perfeltumo:rte ris tabil ito. T. S ulla tubercolosi delle articolazioni. - Comunicazione del prof. Socu-.; alla Società medica di Basilea. - (Cor re.~ponden:;- Blatt fiir Sehwei.:er Aer.Jie, 1• ap r·ile 188ù).

L'aulor·e rlistinguenella tubercolosi delle m·ticolazioni cinque diverse forme cliniche, che deter mina come st:s.tue: i.. Tuber'eolo!'li rli..Qusa della .<>ino,iale, con modica tumefazione; e questa $Rrebbe stata compr esa finorn nella caLegor·ia dello idropi ~ rLi co l a ri. La dingnosi, spesso ùif'licile, trova a ppoggio nella pertin acia della malattia, nella s ua r esistenza ai comuni mezzi di cur·a (puntur a, il'rigazione, ·~ompressionP), nell'aspetto torbido Jel sier·o eslrallo, nella frequenza delle r ecidive dopo appa r•enli guarigioni. 2. Tube,.eotosi dUJuBa tlella 8ÌitOL>iale. con prolifer·azione eli questa rnembrana cd essudazione librinosa, con pr·oduzioni di cor pi r isifotmi. Essa è spesso compresa sotto la denominazione di artr ite monoarticolare deformante, ovvcr·o vie11e talvolla cons•dc r·ata come una semplic:e id1·ope. Si stohilìsce sp~ss0 anche nello g uain e dei tendini e nel lo bors e m ucose, e pu6 essere s icui·flme nte , i iagn ~Js ti cata pet la pr·escnza rtei bacilli specifici e per· l'ullerior·e decor·so. 3 Tubereoto.~i nodosa circoscritta, fibroma lubcr·colai'e clel Kunig, una ter·za ror·ma di idrope, spes;.o molto difficile a disling uer·e cl ini<'amenie da altre forme, del r esto assai rare, di tumor·i delle articolazioni (sarcoma, fibroma).


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4. Empiema tubercolare (pial'lros i, ascesso fr•eddo), localizzazione, per lo più, della tuber colosi miliare nei bambini e di afftJzioni tubercolari croniche negli adulti. La diagnosi è facile, massime per la concom itante febbre etica. 5. T ubercolm:i (lij)'a.sa grattttlo-.fungosa. 1?: quest.a, fra le dnque, la l'o rma tubercola re p iù fr·equen te, presenta e le seguenti vtwrelà: a) l'artr·ite secca . con gr·ande disposizione al r aggt•in zamenlo tlcl tessuto con nettivo, senza tendenza alla classilìcazione ed alla suppueazione, ma nondimeno sovente molto distrulliva pet· g li cst,remi ossei,car·alterizzata da una notevole ati•ofia delle par·li molli cir•costanti, da scaeso gonfiore dell'articolazione afl'ctla, tln rigidità, ecc.; b) la forma molle, cort gr·ande tendenza a subir·e la degeneraz.innc caseosa e a•l iunHIE're le pArli cir·costanti (i l veeo tumor albas degli antichi); c) la forma suppura liva fistolosa, con cat•ie dei capi 81'licolal'i. Or se si pensa che queste dive1'se forme si pr esentano combinate, che esse, aJ eccezione forse della 2• e della 3•, pos-· sono slabilil'Si, come atl'ezioni p1·imarie o secondarie, in ar· licolazioni sane o già. a ltrirnenti ammala te, s i compr ende qualeenot·me var ietà di foemc cliniche possa offl·ir·e la tubeecolosi delle at·licolazion i. La l.l>r·apia di •ptesl.a condizione morboE'a costituisce uno dei più im porla n li, dei più g t·avi e spesso dei più dil'ficili compiti del chirut·go. Può esset·e dapp rima aspettante, c non di rado, in soggetti molLo giovani, si osserva non solo un tll'reslo del pr·occsso, mn a nche la perfetta reintegrazione delle parli. Questo felice decorso ha luogo pet' lo piu nella 1· e nella 2• forma. qua ndo tutte le c ircosta nze sieno fc~vorovo li , . ed è possibile anche nella ;;•, a condizione che la suppurazionc abbia dis tt•utle inter·amente le granulazioni. Nei casi in cui la guat·igione spontanea, cioè agevolalH con mezzi interni, con rnisul'e igieniche o con espedienti locul i palliativi, non si possa raggiu u get•e, b isogna intervenil'e allivamenle; e allora l'ar'lt'Olomia dtwà risullati splendidi nella J• e nella 2• forma, ofl'Pirà quo.lche garanzi a di successo nelle for me à' e 4•, e nella ;,• sat·à giovevole solo eccezionalrnenle. Nella 4• fot'mo. l'am putazione lal volla sarà il mezzo migliot·e p er sal -~


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vare la vita, e nella quinta la r·eseziooe deve ritenersi come il procedimenlo normale. Dopo che il pr ot' Socin ebbe discusso la questione <ielle r esezioni nei bambini, ed ebbe dimostralo eccessiva l'avvel'sione c he hanno pe1' essa il Kiinig e il Volkmann, presentò degli operati guarili ed in via di g uat•igionc, fra i quali: a) una ragazza di 12 anni, eh!>, i> sellimane dopo la res ezione totale dell'articolazione dell'anca, con esteso rascltiamento dell'acetabolo, poLeva già stare in piedi e fare qualche passo, -e nel g iorno in c ui fu presentata all'assemblea, cioè sei settimane p iù tardi, presentava un l'is ullato finale dei più splendidi; b) un !'agazzo eli otto anni optlrato di aJ·l!'olomiu ed e~<lil'­ pazione completa della s inoviale del ginoccltio, cl tt', dopo due anni, può estendere attivamente, senza limitazione di s<H'la, l'articoluzion~ oper·ala e Oellel'la iìno a !)3•. T.

·Cangrena da arterite obliterante. - Don. A. WILL. (Berliner l{linische 1lfochenschr(ft, N . 17, 1886}. L'arterite obliterante è una fo1·ma a 11alomo-palologico ancor quasi ignota, e pur nondimeno essa é il sos lruto di disordini g ravissimi, a spiegai'e i quali s i è t'icor·so finor a ad ipotesi non appoggiale dai falli. Il pr·imo a parlare di questa enlilù morbosa ru il Fr·iedlandoi', che, nel 187ti, no fece oggell'o di una comunicazione al Centrallilatt j'ilr die med. Wù;senseha,(ten. Due anni dopo, il Winiwarler l'ife!'[ un caso in cui il Billr·oth clovt'> l'are l'amputazione di un al'to inferiore cad uto in congrena, e dirnostrù n on solo coi dali r.linici, ma eziandio, anzi ma;.!gio emenle eol lJ'ovalo micr'oscoplco, che quella cangrena, e1·a s tata clotet·minata dalla malattia descritta dal F rietlliinder·. Queste ,fue importan ti osse1•vazioni er ano stule dimcnlicate allorché due anni add ieli'O, il pi·of. Bur·ow espose alla Società delle scien•e mediche di Berlin o un caso d i c11ngrena spontanea, per• 18. quale fu costretto acl amputare il l'e more, ed in cui il professore Baumgarlen risconti'Ò eviden ti le note rnir t·oscopiche · dell'l:trter·ite oblilet'anle. Alla stessa al terazione vR.sale so no fot·se dovuti anche tre casi descritti da Jaesche nel o• vo-


CHllWRGlCA

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lume delrar•chivio di Langenbeck, ma ciò non é dimostrabile perchè fa difetto il <.lato microscopico. La ca sistica di questa malattia era dunque rimasta limitata o tre soli cas i ben constatati, allorquando il dott. W eil studiò quello che brevemente riferirò, il qua le non solo è , per la s ua stessa natur·a, degno della più seria considerazione, ma è anche notevole· perchè la cangr·ena si stabili in Lutti e due gli ar·li superior·i, mentre negli altri tre casi essa si presentò in uno degli al"ti addominali. La storia cli nica è la seguente. Cal'lo Kirscb, conlt~d ino Ji 52 anni, elice essere s tato semp re sano e libero da qualsiasi malattia ser·ia fino a dieci anni addietN, quando, in se~uito di uno ::::pavento, cominciò ad avver·tire unu pr·ogr•essiva diminuzione delle forze, le quali lo abbandonarono fino al punto da obbligar·!o ad un quasi a::;solulo riposo. Quattro s ettimane prima dellu sua entr•ata in clinica, l'in· fermo vide form arsi l';IJil di to medro della mano sinistra, spontaneamente e sen~o do lo ri, una bolla r-ipier.a di sangue, a cui dapprima non diede alcuna imporlam.a, ma che, dopo cinque giornj l'impeosieri pei car·atteri che andava assumendo, e lo spinse a consultare un medico. La cute intorno alla vescicola cominciò aù 1mnerirsi, hen presto comparvero forti dolori puntorii nella mano e nell'avambracci•), e il paziente, sgomentato, s i fece ammetler·c nella clinica di IUinigsberg. Bisogna notare che l'individuo non era sifìl ilico, . che le mani non fur·ono esposte all'azione Jel fr eddo e che non vi er·a sospetto di er·golismo . Lo stato dell'infer·mo nel momento della sua &nlrata in clinica, era il seguente. Aveva l'aspetto di un uomo travagliato da sofferenze, ed et·a mal nutrito. La cute era di un colore pallido tendente a l giallo Il polso delle radiali non si pet'<'epiva: quello della bt·achiale si sentiva solo a destra, ma debolissimo. Le ar·Let·ie si osservavo no rigide come cot'doni du ri. La pelle del dito meJio della mano sinistra presenlnvasi bl'una On "erso la mela dello prima falange. Il 5 dicembre, giorno in cui l'infermo ('nlrò in ospedale, . gli venne praticata la disarticolazione del dito medio. Kei gior ni seguenti, malg rado notevoli sornmin is tt·o.zioni di mor-


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fina , crebbero i dolori dianzi accennati .e si s tabili la febbre, .con insonnia t.ld anoressia. La ferita non presentò sulle p1•ime nulla di notevole, ma dopo qualcht: giorno cominciò a no- , tar·sì intorno ad essa una. colorazione bruna; che in una settimana si es Lese a tutta la mano ed a parte dell'avambraccio, cioè fino al mezzo della sua s uperficie volare e fino a tutto il .terzo infei'iore della sua superficie dorsale. La sensibi lità, ,~he pei' alcuni giorni si era mantenuta integra , scompat•ve fino a l gomito, e neancùe delle profonde punture poterono più essere avvertite. La temperatur a oscillava fra 38• o 39•. Il sensorio talvolta non era inter·amenle liber·o. Altenclendo che la cangrena si cireoscrivesse, sì sospese qualunque de termi nazione cir ca un novello atto oper a ti vo, e frattanto vennei'O falle nelle parti lese delle applicazion i le· nicate. Il 21 dicembre però s i manìfes~ò nel mezzo del bt•accio siuistr o un ascesso g ra nde quanto una noce, che fu inciso e diede esito a poco più di un cucchiaio d i pus denso, alquar.lo s ang uinolento e non alteralo. Cominciarono intanto a destarsi fo r li dolori anche nella mano d est~a e nel brnccio corrispondente, ed il 25 dicembre si notò t:ul dito medio una colorazione bleu piuttosto estesa, ·Che poi guadagt~ ò tulla la mano e l'avambraccio fino al limite f1'a il terzo infedore ed il medio. La cangr·ena dell'-avambraccio s inis.tro continuava a prog redir·e, ma co n estrema len tezza. Mentr e così procedevano i clisoJ'dini locali , la febbt•e seplìca consumava le forz,; del paziente, il sensorìo sempre più s i assopiva, sicc l u~ l'infermo il g iorno 8 gennaio cesso di vivere . L'autopsia, eseguila dal prof. Baumgartcn, pose iu rilievo, fea l'altro, quanto seg ue. La preparazione delle artcri ~ del btaccio e de ll'avambraccio, taulo a destra quanto a s inistra, r ese evidente una cronica al'terite con fot•mazione di masse calcar ee dissemina le nella tunica media. Le arler·ìe ùell'avam· braccio erano completamente ollur·ate da LHI tessuto cornpaUp r osso-bruno. Nelle arteJ•ìe ù.el braccio l'ins pessimen.to delle pareti dimi nuiva a poco a poco vei'SO s u, ma il lume vt~­ sale, a l contrario, ecu occlu~o anche mollo in alLo ùa massp


CHIH URGTCA

soffici e purifot•mi di trombi. Xdle vene nessuna allorazione macrosCO!JÌCa delle pareti, ma nel loro interno si Lt·ovano, al cominciar e Jai rami perifer ici, Jelle masse disfatte di Lrombi purifon n i. Lo alterazioni at·teriosesi estenclevano, con in tens-i lA s empre minore, fino all'ascellare. Tutte le altre arterie del corpo furo11o lt·ovate i 11tegre. La csrne rlel cuor e era noscia ed alquanto colori ta i11 giallo-br·uno, ma gli ap paruti va.lvolari erano integ ri. Ossenanllo i prepat·ati al microscopio, si trovò l'intima inspessita e coverta da orn mas.si di cell ule ueoformate , e facendo il confronto coi preparati diseguali dal V\Tin iwar ter, non vi si riscontrava alcuna difl'ct·cnza. Si tratlò tl unque di u n processo consistente nella s11u e5senza in una proliferazione dell'in lima, cara~Lerizzf\l.a dalla pt·opt·ielà di in vadere il lume dell'at·tcrio e ùa quella di non anùat·e soggelta aù alcuna m etamorfosi r elrogr•ada, ma di le:-:dere alla formaz~one di masse fibrose l'icclte di cellule, che finiscono per occludere il vaso. Circa l'etiologia, sian10 tuttavia Al buio . Winiwar·ter, giudicando dal caso da lui studiato, esprim e il sospetto che il freJdo e l'umidil.a possano a lungo andare, pt•odul're l'endo-arterite oblilt'!rante, ma il caso dtscrillo dal dott. '\Viii non pare cha ùia s urJìcienle appoggio a tale ipotesi. Bis'Jgna dunque asp•~ Llare ulleriori osservazioni pet• poter· parlare con qualche fondamento Jelle cause di questa tnt!lallia. T.

F erite da. a.rma da fuoco del cerv ello. - Fr"ihtRER e MAcOONALD. - (The Lancet, t• rnu~{Z i o, 188o). Si Ll'atla di due casi Ji ferite da at•ma Lla fuoco del cervello, impor~anti pe r• molte ragioni, c s pbcia lmenle per le g uar·i-

gioni o ttenute mediante alli operati vi. Il più notevole è quello riferi to dal doll. Flùhret', chirurgo del Bellevue llo~p i tal di r\ew-Yot•k. - Un g iovane di diciannove anni si esplose un colpo eli l'ivollella sul m ezzo della froute, e cadde assolutamente pt:ivo di coscienza; ma dopo un'ora si rialzo e po tè fare 'luall:he passo. Ammesso subito all'ospedale, fu· lt·ovato afasico, col sensorio semispenlo, con


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par·alisi di lullo il Ialo deslr'O e con iper·eslcsia del sinistro. Si decise di operare, e, dopo over· LutLo dispO!-!l o per condnt't'e l'opcr·azione anlist!lticamenle, fnt•ono distaccali, per una certa estensione i tessuti molli, c fu dilatala l' ap•·rlu ra ossea. Vi fu pt·ofusa emor rAgia, io por·te dal seno longitudinale supuPior e, e questa si potè fa cilmen te f t•enare ••d i n pnt'le da una br•anca dell' arter·in cer ebr ale anlct·ior e, la quale non ce'>!':Ò di dar· sangue se non in sel-(uito di t•ipcLuli tentativi, pci quAli si per d.:. molto tempo. Si procedE'LI e allora ad e!O:plorar e il tragillo scu vato dal pr ni ellil e nella sostanza cer·ebr al e. o c;i vide, pr·ima Ji introLlm•t•e Io sonda, ei re esisteva un'uperlura r·a ggia tn nolln prima ri r·con,·oluzione ft•onlnle, pr·~ci sa menlf' sul mar·gr ne inter-no d•<l'emisfero. La sonda peoelr·ò m òietr·o ed alrruanlo a siuistrn per• cir·ca sci pollici, fiochi) incontr·ò unu dolce r estslenw: allor•a con la sonda in sito, fu tracci&to un segno sul cuoio capellulo, nel punto COI'r ispondenlc alla sua ~stro nHlà, e in que!-!LO punto lu praticata unn lt·apanozionc. La uuramaJ.re, che era intatta, fu iuctsa e lasciò :.fu!!'gire una piccola quanti tà di sangue bruno l'ftCCIJllO solto di essu. Fu fJUindi ampliala l'apel'lul'a del cr anio c della duramad r e per clar pu«sag~io ad un dito, che, penclr·alo nella di t·t>~iorw del sito in cui si supponeva csisLesse i l fH'oinllo, inronLr·ò una lit>HI resistenza. Fu dilatata ancora J'apPrlura cr•t~nica ar tificiale, e cosi si scO\Ti unn lacer a1.ioue della piamadre e della sPs tonza cerebrall• "pnppolala. Tn qul'sta soluzione di rontinuo fu inlt·odotla una !-londa, In quote urlò, ullu pt·orond it.a di 1m pollice: con la pollo, che "enne a~portala seu~a clillku]Là eol mezzo di una pinzr·lla anatomica. Da quel momento la sgnclo pol•\ passare liber amente clall'aper·tura a11lcriorc aliA postl'riore, e in quel lr·agiLLo venne situato un <lt•,.nag~i o. éo..;i ebbe tet·mine q u e~la geanù e op e t·a~iOt i E', elte tlur·6 ci t·ca 1· orr. - La c:tor·ia dei 1'ulli consecutivi si può t'iassumcre in poche pnl'ole. Da ciascuna dd le Jue ferite si sviluppò un~.o hernia cerebri, mo onh'arnbe croLbèr·o poco e ben presto poi si t•ag~rin7.lli'OJI O, le "Oiuzioni di contiuuo si chiuset·o, e il paziente guor•ì senzn r esiù uo di para li ~ i o di afasia. In soguilo il puzie11te r icevello


Cl!fRt.:RGIC.\ Qn colpo sulla cicatrice anteriore, provò un acuto dolore ed avver ti noi muscoli flesso1·i degli arli didestr·a degli spasmi che si estesero anche al lato ~iniLI'o, c che, essendosi ripetuti l'ichiesero la cura di br omuro di potassio, con la quale sparirono definitivamente. Il F!Uirrer vuole ciH• il procctlimenlo ùa lui seguilo in queslo caso ven~a adottato in Lulli i ca'!i di ferite da a rma da fuoco con pcnetrazione di proiettili noi cervello. Avvisa dunq ue che IIUunùo si poo:;sa ritenere con re1·tezzu che una palla si11 pera·ll·ata rr•lft1ntlamcnlo nella massa encefalica debbasi dE'tt>rrn i rrurc il Lra ~iL lo da essn ~t· nva lo c pt·nticnr·e, medjante la tt·ap unazio ru•, una contro- apol'lura per estt·ada. DisgrazialomcnlP- pt>t'o ~li eiTelti di una ferita do. arma da fuoco del cervello vat'iuno ft·a limiti molto estesi seconclo la regione colpita c secondo il nume r o e le dimensioni dei vasi lacera~i. MolLo ' 'olle lt· t·ondizioni sono aggravale da profuse emorrogie i11l e r·ne. I su1!gcrimenl i del dottor Flflhret· "OliO quindi degni tlr!lla più grande constderazione nei casi che po"'sano ritenel""t come somiglianti o rrucllo li piro ot· or'tt Llo~('t·itlo. La chirut·giu cerebrale 1\ anror·A nel Hto fll.·riodo d'infnnzill, e i risultati finot'a ollenuli nnn pet·mc llono ancora eli t racciare i COllOni del s uo ull e r•ior·~ svilu ppo e di clellare dell<! nonne ell e nbbinno. un Yalore assoluto nella pt'alica. U secondo dci ca:-i a cui ho nccenualo, è e~poslo dal dott. C.F . MacdonHitl nel !'a scicoln tl i A pt'ile cl e Il' l n.ternational Medieal Journal. L'indi\·iduo ulquale si ril't>t•isce et·a un l'or·znto, che, in conseguenza d t una fcritu di arma da fuoco del r ranio riportato lt•e o fJUallt'o ou ui innanzi, er·n diH~n lolo demonte. Si nota,·a una ctclltricc ~ona~lnnte ad una frallura ùept'~"sa del era n io, a polli d 1 J/s !'C1 pr a lu li ut·n lr mi la nle il cuoio capelluto e H/s di pollice a dcslt·a clrlla lin<'tl m edia na, i11 L'Ot'rispondcnza della pr1nro cit·coHvoluziotrP frontale di dt>stra, e propriamcute all'unione del suo let·zo anler.ore col terzo medio. Le pressioni 8U 'IUC8lO punto Cflgiomu·ono inte nso dolo•·e e \io lenta agi lazio ne di lullo il corpo. Si determinò di esplorore l n !-ede dello lcsiono, e a Lal uopo ven n0ro sposta ti i te~suli moll i, rne llOII dosi cosi allo scoverto

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RH'lSTA

un'apertu!'a del cr anio chiusa da una resistente membrana, e attraverso ques.ta fu passato l'ago di una sir inga ipodermica, col quale venne estratto un liquido sieroso chiaro, · nella quantità di circa due dr·arnme. La ferita, dopo ciò, fu chiusa e medicata; e il pazien te potè già tre ore dopo l'opel'azione dare esalti ragguagli circa la ferita riportata, e lasciò comprender e, dall'ordine della esposizione e dal preciso r icordo eli tutte le ciecostanze, che i sintomi della demenza si dileguavano. E da quel tempo, infaUi, la guarigione si andò sempre più confermanJo. Il Macdonald fa notare che il liquido era contenuto in una semplice cis.ti sierosa, la quale non presentava alcuna traccia di idatide nò di vecchie effusioni emorragiche o inllammatorie. U lteriori considerazioni su questo proposito sat•ebhero prive di fondamento, giacchè la patologia delle cisti del cervello e comple tamente oscura . Questo caso però è un gl'ande incoraggiamento ad inter venire chirttrgicamente quando una lesione traumatica del capo abbia prodotto sinlomi cerebrali, sieno J?ure passati degli anni dal momento dell'infortunio. Questa breve rassegna si collega coll'esposizione dci casi illustrativi di ch'frurgia cerebrale del Macevven, riassunta nel nosko fascicolo .di giugno dello scorso anno. T. Cura dell'anchilosi angolare del ginocchio coll'osteotomia lineare del femore. - Dott. P t::UNEL. - (Gazette Médicale de Paris, 27 febbr·aio, 18S6).

In una tesi teste pubb licata, il dott. Peunel ha esposto il metodo di cura, e relativi i risulta ti, ottenuti da Saint-G ermain nelle anchi losi angolari del ginocchio. Questa deformita s~ nza -compromettere l'esistenza dell'individuo che ne è affelto, é tuttavia incomodissima, e.sovenli esige l'intervento chirurgico operativo. Parecchi progetti sono s tati pJ'oposti per r imediarvi.' La resepione è una delle oper azioni più serie, applicala al ginocch io, e vuoi quindi esser praticata come ullirna risorsa. L'osieotomia cuneiforme del femore proposta dal R héa-Balon ·è un processo che spesso non è applicabile ed offre per di pi-ù


CHIRURGICA

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-sel'i pericoli. L'osteoclasia consta molti partigiani e malgrado qe esperienze fatte, resla sempre il dubbio se la ft•a ttura a rtificialmente operata non possa Jar luogo a frammenti ossei .ed a fe ssute ossee che complicano l'operazione. Re~ta dunque l'osteotomia, così descriLta da Peunel: << Pt·aticata l'anestesia, si pone il membro su di un sacco di sabbia sul qua le si modella e si adatta perfettamente. Ricorrendo più rigoroso metodo antisettico, si fa un'incisione a lla parte interna della coscia lunga 2 cent., avente princip:o, a 4 cent. al disopra dell'interlinea ar·ticolat•e. Il bistor·ì dovrà ven ir intìsso J''un sol colpo fino al femore incidendo contemporaneamente tutti i tessuti molli. Col raschiamento s i scosta il periosteo e <lopo d.i ci6 si introduce nella f'erita la forb ice osteotoma tli Mac-Ewen e mercP. p iccoH colpi si incidono i tre quarti della diafisi del femore, aprendo largamente il canale midollare. Il -chirurgo alloea completa la di visione ossea colle mani, mercè cui determina la frattura della porzione ùi femot•e non sezionata dalle forbi ci. TI raddrizzamento del membro è allora facile sal vo il caso in cui ~i t'end a necesr:;aria la tenotomia per 1a resistenza dei muscoli t·elto-inlerno e semi-tendinoso. I frammenti femorali formano una spot'genz'l sensibile al di·sopra del cavo popliteo, m entr·e che apparisce una depressione .alla parte anlerior·e della coscia, queste in eguaglianze pet•ò si -correggono piu lar di. Il raccor ciamento del membt·o, sempre .p oco ser1sibile, e in genet•a le tanto InMO pronunziato quanto .più la sezione fu operata vicino alla linea a r ticolare. Non sarà praticata la fiu lur·a clelle parti m olli ma si uset•à una rigo rosa m edicatura l ist~riatLa. Sopra dell'apparecchio di medicazione s i applicherà una fasci a di flanella la quale alla sua volta sarà ricoperta da un'altr'a di ta rlatana gcs>;ata, lungo la quale saranno appl icate due fèro le ovatta te, destinate ad immobilizzare il membro in una direzione pecfetlvmente rettilinea. Ordinariamente la medicazione non è r innovata e la consolidazione si ottiene in un m ese all'incit•ca. I risultati sono r imar chevoli, t'are sono le complicazioni e minimo ilt•accorciameoto del membro.


ltTVISTA

Eziologia. del tetano traumatico nell'uomo . - RosE\\IBACH- (Journal cles Sociéiés Scientijiques, 28 apr-ìt~, 1886). L' a utore nell'occasione del XV Congresso della Società Tedesca di Chirurgia, t.mulosi n Der-lino nel mese ili liPt'ile 188G, ba cercaLo di dimostrare l'ol'igine zimolica del tetano lt·aumalico. Ricot·da a tale proposito le t'icerche ed i lavori intrapresi sullo stesso ae~omento da Hoscr, Arloing, Tripier, Billrolh, Carlej, R.ottoncj, c specialmRnle f!U ell i di Flugl!e e· N icolaiel', i quali ultimi banno dimosll'nlo che inocnlando sotto la p eli~ di cavie e di conigli, dalla Le!TU vegetale o Cll llut·e di microbi iMlaLi da questa le1'ra, si riesce a comunicare ai detti animali un'aiTezione convulsiva simile al lelano Ll·aumaticodelruomo. Rosombach ha aggiunto nuovo material13 scientifico per la dimostrazione in favot·e dell'ol'igine zimotica ùel Letano. rt febb r·aio del cort'enle anno, entrò nel riparto du lui dircllo (ospeda le di GoLLinp;a) unìudividuo di 2:3 anni, all'eLlo du tetano traumatico, svollosi in seguito a congelamen to di un piede: l'ammalaLo mOI'i nello stesso giot·no del suo ingt·esso nello spedale. L'autore raccolse f•·ammenli di tessuti molli, dalla località lesA, che fu l'origine Jell'uffezione letanica, e la inoculò a l disotto della pelle della coscia a due cavie. A !l'indomani questi animali !JI'esenlavano i E!Ì illomi de l tetano e mol'irono dopo il mezzodì dello stesso giorno. b alle inoculnzioni fatte con frammenti di lessuLi molli, raccolti ad ttlla ceri n dif'lanza dal focolo io della lesione, si ebbe un risultato negativo; p et' contro le inoculazioni succe;:si"e falle ad animali con pt•odolli palolo~ici raccolti sugli animali rnor·li di tetano sperimentato, riuS>cirono par ecchie volLe. Le ricerr.llc baclcl'iologiche int••aprese dall'autore, l'haniw· condolLo ad isolare numerosi rnit:l'OI'(;an ismi, cocchi articolali in catene, diplococchi, bacteri c bacilli. Sollometlcndo le cui· ture di questi piccoli organismi oll'nz.ione di un'ele ,·ata temperatura., si dis;truggono questi oPganis;mi stessi, con~er·,·ando la vitalità le sole spore. Ot·a le inoculazioni falle con culture. così lratlale, hanno dalo ancora ÙI)Ì ris ullali posilivi donde si può conchi udere che r ageute patogeno del teluno è un ha- .


CHIRCRGlCA

-cillo. L'a utore parlò della mol'fologia di fJUesto bacillo e del m odo di operare pce oUenet>la allo stato di coltura pura. Rimane a ricei'CI'Jrc p er !Jllali vio il bacillo dopo di esset•e penetra to n ell'organismo, si pr opaghi nei di fferenti organi, in •qual modo si comporLi J·ispello a l sif:'lemu nervoso, come esso eser citi le sue proprietà patogeniche, e se la sua azione nociva ·sia dovuta alla produzione d i un alcaloide lo!i=sico, ~gente come la slricnina.

:Sulla. estirpazione del rene canceroso. - K Ro:-~LEI:-1. (Corr espoMlenz-blaLt fii r Sclìwei::cr A crzte, N. t4, 1885). L'aulol'e a~giunp-e ai ca:oi ùi guarigione J i estirpazione di reni per Lumo1·i malig-11i l:n •Iui conosciuti un nuovo caso con esito fel ice; esso cos liluiscè la 5' gua 1·igione su 25 casi conosciuti ui nel't'lòCVnnic csc·gu ile pP.t' lurnor·i maligni . L'operazione an enno s u di una donnu rlUbi l t~ d i 58 a nni, la quale da un a nno avt>,·n nolato emissione di sangue nelle urine , m a solo da poche settimane prima dell'oper·azione era sta to constatalo nella t'f>gione t•enalc destra un tumore dut·o esca bro in alcuni punti; esso soll eva ,·a le pareti addominali lìno sulla linea mcdinna; quiYi polC\'a essere palpato fino alla Hnea alba ed in bt,sso fino a lla spina iliaca anteriore superiot·e. In questo ca;:o l'operazione PJ'a ~ pecia l m e nLe i uJ icn~a per il fa llo che dallo p eoporzioue dell'ul'iM' s i poteva dedune la completa inalli\'ila funzionale dd r ene dP.slro. P er ciò che riguarda la tecnica operatori<~, l'autot·e di mostra che spesso s i possono opet·aJ·e i lurnori al di fuori del periloneo senza adolla t·e il tagl io Jombat'f' . ~ei gt'IJrHii lurnor·i si cambia il rapporto lra il peri ton eo e la :::upet·lìcie del tumore, cosicchè è più facile di aspo rtare i l tumore a l di l'uo ri del poriloneo '&nche col taglio addominale. Specia lmen te pe i tumori del rene destro Kronlein raccomanda di n·golat·si secondo la posizione del colon ascendente che spessissimo si può palpa l'e con molla -sicur ezza, e nPgli alll'i casi può essere f\l'lifìci almenLe gonfiato median te iniezione di acr1ua o di tl ria por il r etto . Tenendosi col tagl'o addominale} all'ester no dol colon, il quale può es 'Sere laler almonle spos lalo nella Jineoa al ba o s ul rn&l'gino


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Hl VISTA

esterno del rello od anche più lontano, si riesce a !"l&ccare rinlestino ed il peritoneo dal lumol'O senza ledcl'li e ad enuclear e ques to completamente al di fuori del perilonco. I\el suddetto caso l'autore praticò un lAglio lungo 22 reutimelt·i che cominciando dalla JO• cat·Lilagine costalo sccnde\'u ' '61'ticalmente in basso fino quasi al disopra ùel legamènlo di P oupar l. Solamente nell'angolo superior e dello ferita fu Hpel'LO il periloneo, mu fu subito rinchiu!c'o con una sutura al catg;ut. Mentre un &"sislenle colle ma ni ~pingeYa il sacco peritoneale ver·so la lirwa mediuna, riuscì di slacc.:o re qual'li senza e mor·ragia l' inlicl'o tumore dal con nellivo J'llll'o pel'iLunealt'·· L a legatura dt'l peduncolo !"i fece prima in due porzioni e poi si fece anche la legatura isolata dall'arteria, tlt?lla ,·enu e dt'll'uretere. Fu a pplica to un dr·enagg io nell'an golo inJ'e l'iore della gr·anùu Cd vitA tr·uurnalica; la gual'igione av"enne per prima inlensione solto lre medicatur~ . lllumore asportalo era f:!r·an le quasi come una tosta di ba mbino. La ca.psu lo r enulo no11 oncor·a porfor•ata in alcun punlo circondavo. un l'ungo midollare molle, emorragrco, il quale nella e!'tremilà inferiore e'e'a d1slrutlo complelumenle fluo alla piu picco la parlo il tessuto renale nonna.le.

S ulla medioatara. delle ferite c on lo z uoohero nella. oll~ nioa chirurgica. di Str asburg o . -F. Frsclll:;R.- (Deuls. Zeitscltr. .fiir Cltir. XXJJ, e Centra/b . .fttr die Jled. Wissensclt, N. 16, 1886). Dappt'ÌIM fu uflala nella clinica chirurgica di Slt'asl.lurgo la naflolina con lo zuccher·o (1. : 1) o l'jodofu•·mio con lo zucchero (l : 10); ma dopo il scmestt•e lll\'ernale 18._3- ~.la na!'alina fu lrolasciala o lo joùofo•·mio con lo wcclter·o fu usalo solo in quei ca!>i, nei quoli . come nei processi tubet'colosi. era indicata l' azrone speciale del jodoformio ; nef!lr ultr• fu u salo lo zucchero solo. Dopo avCJ'O disinfeLlato lo ft'l'llf' còn soluzione tli s ubJi rHa lo all' 0. 1 p . 100 si fa l·opplicai.ÌOIIB dello zucchero in forma di saccltelti. S opra una t.a,·olelltl tli cartone coperta di uu foglio 1.h guttaperca è !-.LC"o un fH'ZZO di m ussola d igra s!Wlll r ipiogola a l doppio ; c s ulla mu s::.o la si


CHIRURGICA

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pone un mucchietto di zucchero che con la mano si distribuisce uniformemeole in modo da format·e uno stt·alo di circa due centimetri di altezza (lo str ato deve oltrepassare l margini della ferita almeno pet' due centimetri); e quindi i lembi della mussola sono r ipiegati sullo zuccl1ero. 11 sacchetto di zucchero è fissato con un grosso strato di mussola digrassata. Sopra t.utlo è appli cato il fog lio di g uttaperca per eosLt•ingere la secr ezione della fc t·ita a ùitl'ondersi più che è possibile nella mussola; ai mttrgini della ferila lu chiusura è completala con la ovnttu. La med icalura è fissata con una fascia. Lo zucc:hero pN'Ò non può assorbil'e una gt•au CJllantilà di secre1.ione: quando q•Jesta ò abbonda n Le si r·accomanùa uua combinm~i on e con cuscini t.li lana di legno, ovvero i margini della f'et·ila, llai quali sco la lo zucchero fluidìfìcato dalla secrezione solto J'ot·ma scit•opposa si cuoprono con allri sacchetti di zucchero. Lasciandola in poslo per lungo tempo, la modicalnra spunùe un odore non ùel LutLo spiacevole simile a quello dolle fabbriche di zucchet·o dì barbabietole;. però si raccomanda di cambiat·e In prima medicalut'& dopo G od 8 giorni per togliere le suture e i tubi da dt·enaggio. Il vantaggio pr·incipale della m eùicalura con lo zucchero è questo: che la ferJla, ,lopo la completa <lìsin re:~.ion o mediante le it•rigazioni di subltmf\Lo è posta a contallo con una sostanza non venefica, né ìtTi lallte. l movimenti febbrili, durante il corso della ferila, sono rari e poco intens i. Una tempet·atura mattutina di sopra 3 • c.· dovrebbe sempre da re l'indicazione di cambiare la rnedicatura anche con la completa euforia del malato. Ne lle fer ile g runulanli s i fo rmano rapidamen te solto lo zucchero d(>IJe ·finì gt·anu1azioni; un ristagno dello. secrezione non può accade re, dappoichè nell'obbondanle suppurazione lo zucchero si lluidìfìcu; la infiammazione eczematosa dei contorni della ferila si incontra soltanto quando la secrezione é oltremi!';Ut'a abbondante. Di 202 malati curt~ li nell'ultimo anno e mezzo con lo zucchero, solo 5 n•orìrono uei quoli uHo g fà prima della am putazione era sellico, ed un malato di eresipela dopo l'asportazione di una mammella. Questo caso, come altri due casi di eresìpela non seguiti da m orle, sono gli unici nei malati


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RIVIST A

t ro ltalì con le ir1•ìgazioni di s ublimali e lo z uccher o. Una speciale dimostrazione del valore della medi calura con lo zucc h m·o è d ata da 37 g ra nd i demo lizioni d ì mem bri con :2 mo rii. Dei guariti soli 3 e!Jbet·o il caso della malatl.ìa alcTuanto pertu r ba to, n egli a llt·i la g-ua ri g io ne fu ol lr·emodo sollecita . fllolto bene riesce lo zucchei'c) come deodorante n elle l!ICel'i i<:o ros e delle ossa , nei C\Jrcinomi aperti, ecc. Chiude qu esta J\!cm01·ia, ollJ•e \111 prospr. llo d ì 31 amputaz io ni, un sunto tli alcune slt1rie Ji frallut·e complicale trattate con lo zucchero, clì allaccinture delle rn.n{!g iot·i e rlene pet• ferile per a t· ma òa fuoco, di lesioui di ver·se delle partì lllollì. dì lesioni dc• lln Lesta, di l'èsozio ni, d i <·slì rpuziolll d i Lnmorì, di nect•olomìc, dì e eniolomiri e castrazioni, di oper azioni cii gangli e ascessi e rìna!me u te di a mpuLuzioni ùi rlila pel' processi cronici.

Cura. dell'antrace col metodo antisettico. Médé•Jina et da Chion·!JiC, apl'ile, 18~G).

(Journal rle

In un a r·licolo del Lr;on mPrlical il D. Daniela Mollié re f'u nolal'e che l'antrace e!'RCndl) la consf'guen;,:a d ell'evoluzione d i un m iceobo presett l<'m(mle tl•·tìni to, i· razionalE' l'applicare 110lla sua cur·a il roetotlo urtlisetlico. Se le lesio ni sonn ttià p r ol'on<le, ,so solto UH va~ to focolAio d'anlt'ace eu lA neo ~i !'Ono già fo1·rna Li dogli nscef'-si RoLlocu 1anei, ·l'in le l'venlo c1linll'gico è necessar io pee oLLcnet· unA dìsinl'ezionc colllplela; ma IJUamlo il par a ssita non ha a nco r·a invaso c bc la pelle, le inllicazinn i non sono più le stesse. S i può f ;H' abot·lì re In m alallia ed at•r csla!'c l'e vol uzione dell'Il n Lr·ace. Questa rraticH {, specin lu1en to ulìle uell'anlrar.e del lAbht·o superior·c che può avt>t'e gen"i consegue mr.. Ecco come il D. Molliè re cur·ò u n a 11 Lr'acc tli questo ~enere. a corso mo llo rapido , cou dolo ri v iolenli;;s imi c feb u r·c m ollo e le vala. F acendo te ne re ~olidamen le la lesta del mala to da u1r aiuto) • egli eserc itò s ul lab bto p r essioni lcggie t·e mcn tr·t> cl1e un gello di soluzione dì sublìtunlo al millesimo era diretto sullo f'.Uper- . fì cie morb osa . Si può a nche fu r uscire q ua lèltc cet1cio eù un po' dì pus senza ca usar·e una g-occia di sangue. Appli cò in seguito


CHIRURGICA

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una pas ta d'acido borico su luLia la superficie malata, che lasciò fino all'indomani mt~ttLcnendola in pos to con un tampone di cotone salici IaLo e con una benda di ta t·h;~. Lan a asettica. Nel g ìomo susseguente la te nsione ed il do lore crnno s compaesi. Si può con pressioni modera te e senza far soffl•i rc il malato espellere ancor a qnalcho cencio . Identica med icazione antisettica coll'ac ido borico. A l 3• giot·no la piaga era indolente c pt·e· sentava l'aspetto eli u11 labbro affetto dn menla gra parassilaria. L a meùesimn me,Jicazionc fu ritll1o\·ata lutti i giot•ni. l.'nndccimo g io rn o il malato lasciò J'osped~1le comple tamente guarito por·tnudo !>ul!Ftbbt·o una Ct'os tu squnmosa formala dall'epidermide e dall'uciclo bot·ico. I l dott. Mollièee E:oggiunp-c a ,·e i· guarito m o lti antraci con questo m etoJ.o non opc•·atorio, trattamento tanto più importan te da preco niz~a•··~, i11 quanlocbè è molto più facile del Ll'Sl.tamenlo operatorio ed è nlla porlt=~ Lil di tutti.

I nfluenza della pt·essione sa11g·uigna nella produzione deg li aneurismi. - s. vV. LEW 1\f'CifF:W. - (Zeitsehl'. fi.it• ]{fin . J1ed. I.\', c Centralo. fiir clic i\1ed. \Vissensch . ?\.14, 1886). 1l Lewaschew h n solloposto a [WO\'tl sperimentale l'opinione del Botkin e h<:>, tt poreti cornplctarnenle inta tte, f!l i auouris mi si prod ucono unicmnen te so tto In Ì110ucnzR eli HOLevoli aumenti della prcl"siono sanguigna . Gli !'>pe••imenti furono l'a lLi sui cani,openmdo loro delle fistole ello da l dorso arri vavano alla cavilil. addominale , a ttravc ••so le CJUal i que,lo Ya~o era sottoposto alla cotllpn~~sione dig,talr,per lwe,•e tratto di tempo (:3-5 m inuti) mu ••ipetulame ute molte volLe il giorno. Dopo scorsi più mesi di questi !>peri menti s i L•·ova va nl! a sezione tutta la porzione fln le rio 1·e dell'oorln tin o ll lla fistola conside•·evolmente dilatula, c più la par te ascenden te e l't~rco dell'aorta, m eno la pal'tc. clìscendeule. I.c po••eli della pol'zione dilalala apparivano molto as8ollip-ltale. Parimenle le pa1·eli della parte dell'aot·ta situata al dovuttli del luogo della compt·essione avevano mollo od anche contple lamente perduto


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IllVI S1'A

la loro elaE ticil..à, come fu dimostrato, con sperimenti di confronto col mezzo di pesi. Il L . conclude dal resullato di questi sperimenti che solo gli aumenti deUa p ressione sanguigna . possono condurr e allo sviluppo delle ectasie a r teriose e quindi degli aneurismi.

Trattamento delle ferite penetranti dell'addome. -(Meclical News Pftiladelphia, e The Lancet, apr·ile 18R6). Per fermo che il perfezionamento, ognora meglio raffìnalo, della medicazione antisettica ha segnalo piu lieti p!'Oimostici per le ferile penetranti dell'addome, sia che vengano inflitte da arma cla taglio e da punta o che siano determinale da proiettile. N egli Stati- Uniti di America fu un deploralo assassinio polilico, il triste avven imen to toccato al presidente Ga.rfield, che nLlrasse più viva l'attenzione dei chirmghi, alla testa Mal'ion Sims , a l trattamen to delle ferile in questione. Al Dennis di New-Jork s i deve la più importante monografia in proposilo, da ini letta in una recente tor nata della associazione medica Ji quella ci ttù, della quale monografia è inlento sp~ciàle il dimostrar e che la più saggia condolLa nei casi di fer ile pa ,t aglio e da fuoco, interessan ti la cavità addom inale, s ta uella esplot•azione del tra uma e nell'esame accura to del la lesione viscerale, il tullo subor dina to alla p iù rigorosa medicazione a n liseltica. I n proposito alle feri le addominali da arma bianca, il dotlot' Dennis ripo r·ta casi indir·izza li a dimostra re la di ffico ltà nello stabiliee se u u'an::;l'l. !>ia o no co lp ita, e la niuna spera uza di successo nel le ferite delle intestina, r1ualo!'a il chirurg'! Jton vada oltr·e i mezzi palliativi. Dei due feriti presen tati al l'associazione, nei quali il Denn is ottenne un grande succe~so, uno avea ri porta to fuor·uscita di un'ansa con due ferite, ed una di queste della lunghezza di due pollici, che vennel'O cucite con s uccessivo r ien l!'amenlo iell'inteslino. Nell'ali.J'O paziente uon s i era ver ificato prolasso, s ibbcne una ferita penetrante qua ttt·o pollici sopra, e tre a sinistra dell'ornbelico: fu praticata l'aper tura della cavi tà a ddomina le nella linea diana e coe1 venne sis tem a ticamenle e<;:am inala la i•1tier!\ massa

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dei visceri addominali. senza trovarvi lesionL Ambedue i ferili si rislabilil'ono, egregiamente. Il secondo dei rifèrili casi del Dennis è simile ad ulll'O pubblicato d• recente da Arthur C. Bark~ r. Vengono citati altri casi, i rtuali dimostrano la possillililà di constatare e eli cucire le l'et·ite dell'intestino e dt neltarc la eu vi là periloneale dal sangue e da all1'i slravasL Il prof. Dennis presenta unu tabella di quindici casi, ne' I'JUali questa linea di condolla è stata seguita con pie11o successo da lui P, da altl'i chirurghi, coS;icchè quello del Barker segner ebbe il scdicesimo. Venendo all'argomento delle f~rite penett·anti addominali per armi da fuoco il Dennis t'ifl'risce i due casi da lui occorsi. In uno trovò una ferita dd fef!alo causa di profusa emorragia: nell'alleo constalo selle ferito dell'int ..!slino, ciascuna delle quali venne cucila. St~nonch6, manifesla tasi in secondo tempo un'allarmante emorreugiu venosa, che fu impossibile frenat•e, la morte so pl'a vven ne in quurnntotlo ore, pur r inven entlosi perl'eltarnon te chiuse le fet'ile intestinali, menll'e si presentttvano lese le vene iliuchc. Nella Jetleeatura chit'Ul'gica pos>;ono riscont•·ar si f<elle casi, nei quali con questa fot•ma di lesione la cavità aù lominale venne esplorala e nettata, le ferit~ dell'ioleslino si chiuset·o eJ i pazienti t·aggiunsero la guarigione. Il dolt. D~ nnis non Lt·ovò ric01·daw che un caso, n el quale la laparolomia venne semplicemente praticata per rotture d' iulestino, eù in quel C8!>0 il paziente ebbe a soccombe•·e. Le conclusion i, alle q uali pet•v iene il doll. Dennis, possono essere così slatui Le. Le feri te e le t•ollure dell'intes tino sot·lono cet·lamente esito fa tale, se !asciaLe a Jor•o s tesse. Una Iar,arolomia acconciamen le condolla aggiunge poco o nulla al perico lo della l~sione . La sutura delle fet·ite intestinali è stato pt'OYalo essere un proce!"!>O faYot·evole . Abbenchè in taluni casi riesca tliagnoliscaro sollecitamente una ferila dell'inleslino per l'enfìsema, per la compar;:;u dei gas nel periloneo o per il gello delle l't> CCi l\ l leo verso la esterna ferita, in molLi allri al chirurgo non è po;;sibi lè assc ril'e con 11ducia che il pacco intestinale 11011 sia leso. Donde è g iuslilìcala conclolLa quella di es ploear e i viSC(Wi adJominali ezianclio a.l -


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JUVISTA CnJR UfiGICA

!ora che non si presenti posi tiva cviùenza di lor o olTesa. La esplor azione cons ig:liala dal De nnis, d esce prcfci·ibilmen lc a mezzo di un'apertura nel la linea a lba piutlostoche col ùilalare la feri la pl'imiliva, ma l'esplorazione Yuole E'$!'Cr e 'asla e completa. Cosi venne fallo in uno ùi questi cosi di scopriJ·e non meno di dieci l'e Pite dell' ileo. Pet·Lanlo, in congiunture sitl'aLLc, il chieurgo no n deve s La1 ·~i alla r ice rca ed. al Lt·attameu lo di una semplice lesione ''iscei·ale , ma ha ad e:::aminare colla massima cura e nella maniera p:ù oJ•,Jiuata rin tepo contenuto della cavità addominale. U~ualrnf'n le tli primai'iu importanza v:1ule essere l a scJ·upolosa allenzione ud impedil'e la inl'e7.i01'1C del peri luneo JH'l' pl i or·ga11is mi sclliri e l'aflozione J i mezzi inJirizzali od elimina t'h, rtuando giu Yi si siano sviluppati. Il DeHnis f! uno :::lrenuo propugnalot'e della chiJ•urgia t.nli!>eL!ica, ~crupolosa nei più piccolj dellagli. Egli, tra gli anli<-cLtici, dà la p1·efel'onza al bi-clol'ido di m ~1·­ ~UL· i o .

È inter essante a notarsi che il dc f'unlo pr·of. Gross, nello scrivel'e attorno le fel'ilr Jcll'inteslino più chr quaJ•anta anni addiell'O, raccomandava ap punto que~la linea oli l!·allamenlo. Ei previde clJial'atncnle lu u n ira rliJ·eziunt\ nella quale la ellirurg ia a vr·ebbe polutn o pel'Rl'e ùei r i,.ullati fa,·or c "oli in simlli casi. I nostri n•oJcrqi mig li01·ati metod i di LI'allamculo doli e fe 1·i'te , spet iultt1en te in gi'tl7. a ~Iella mrdicazione anliseltica, han 1·eso il coi·so del si:-lcma in uliora con:::ig-lialo, non pura pr<o~Licahrle, ma gm·ante ùi pieno succes!'lo. F. 'S.

RlVfSTA Dl OCULISTICA Trapiantamento della cornea. -V. HIPPEL. l{linische Wuchenschrij't, 17 maggio, 1886).

(!3erfiner

P iù volte si e lenta lo il lra pianlemeulo della COI'IH'8, lnH le comrc trapia nlalc sono andale <"Oslanlemente so~gelle ad Uil' intorbi(iarnenlo,chc Ila in Lutti i casi f't·usli'alo lo scopo dell'op•)t•a;r,ion"J. Ol'a il dr, LI.. vo11 HiJ •pel, sospc llanJo ell e qnell'inlorbid omcnto fosse dovuto in p;:u·te ad una vascolal'izznzioue pt·o-


l\IVJSTA Dl OCULISTICA

cedente dai margini del leucoma ed lo parLe all'azione dell'umore acq ueo s ul tessuto corneale, fece, nello scor so genna io, 11n novello lenlali vu in contlizioni tali da po ter esdudeee questi due supposti fallor i d'inlor bi·lamento. Si ll'a ll6 el i u na donna co n leucoma cen teale , non aderen te, di circa qua ltr·o millimett•i di tl iameko e n on compr·enden le lu tto lo spessor e della corn ea, ma esteso .in pr ol\>ndità fi n pt·es::.o la membrana di DescerneL, che pr efòenlavasi inalter ata. Con un trapano fu isolato il lencorna, co n una pinzetta e con un collellino la parte intorbidù la dellt'l cot•nea f1 1 lol l.a a strato a sLcalo fin sulla membr·ana di De:,;cemel; fu quindi con lo stesso trapano isolato dalla cornea di un cane ed escisso un frammento, che immediatamente venne opplicalo nelliJ perdita di sostanza dell'occhio uma11o. Mediante la medicazione al iodoi'or mio, l'ader enza si s tabili senza reazione, non vi fu oè ve.scolarizzazione ne I' igonfiamento, e la tr·asparenza quind i n on venne in alcun modo ccu1promessa, con incalcolabile vantaggio òella funzione visiva e della eslelicn del volto. Il doll. v. Hippel fece quesla comun icazio11e preventiva alla Socie tà di Medicina di Giessen, ma si propone illustrare con una Memor ia il successo oLlenuto. T. Sopra un fenomeno visivo sttscitato dall'atropina. DoLt. R . HA?I IJ"OLD I. - (Annali r:niversa/i di j\1eclieina e Chirur gia).

L'autore osservò un fenomeno sopr·a se s tesso in seguito ad istillazìone di una soluzione di a tropina usata per coll irio. Si accorse dopo un <'JllO.rlo d'ora, di avere innanzi all'occhio atropina to una s li'iscia di luce, pallida, fos for escente, che, dopo tre o q uattro minu ti, si r idusse nù un sollile arco luminoso parallelo alla curva del margine pnlpebrale s uperior e. P oi disparve affatto. Eseguì parecchit' e:::.perienze allo scopo di s piegare il fenomeno, ed osser vò: J. Che questo ~i , rnanifcs la 1H~llo scuro quando l'occhio non e accomodato alla vicina nz<'l , e quando l'atropina ha comincialo a far ;:enlire la sua azione sul muscolo di accomodazione.


RIVIST:-\

2. Ch~ il fenomeno non é repentino né fugace, ma ha un deco rso ciclico. Espedmentò la d uboisina ed osservò che questa ingenera · 1o stesso flilnomeno subbielliYo. Sperimentò inollre la pilocarpina, la fisosligmina, ma ebbe r isultati negativi. Finalmente provò la cocaina e la j aborina con cui ottenne la midriasi, ma nessun fenomeno di luce endottica. La josciamina e la oma lropina non ebbe occasione di sol· toporle ai s uoi sperimenti. Il primo fallo cbe il Rarnpoldi nota é che il fe nome.no visivo s i manifesta solo quan do l'alcaloide com incia a far ser.tire la sua azione loJ·pe nle s ulle fibre circola1·i del muscolo di accomodazione, ossia in media 24 minuli dopo la ins lil lazione. Ne trae la eonseguenza che la retina sub\sce un eccitamento al primo momcnlo dc!Ja paralisi del muscolo ciliare. Questo fenom eno prodollo dall'atropina, ha molla analogia col cosi d,.elto fosjeno di accomodazione, ossenato dal Ptll'kinje e dal Czerm('lk e ùescriLLo Pecenlerne nte dal Landolt. Per" contropl'ova l'a utore lta esperimentalo se il feno~:nen o alropinico s i mçmifestasse egualmente allorché la retina e malata di relinite pigmen tosa, e ne è conseg ui lo un r isullolo negati\;o: ciò prova che ii fenomeno si svolge in r·agione della sensiuili tà della retina . Paragona la relazione dianalogia che esiste fra il fosfeno tli accomodazione e quello alro· pinico, e spiega la genesi del fosf~:~no di accomodazione, rep utando c he la ca usa non stia nel semplice ri l asciar·s~ del muscolo ciliare, ma nell'azione di nn a oscillazione che viene impressa a lla zon ula di Zinn. Esso ri tiene che da T,>l'ima nasca una breve irr itazione delle fibre del muscolCI circolar'3 l • dell'accomodazione, il quale oscilla imprimendo uu o scuoltmento sott.ile alla zonula di Zinn, e quindi alla retina. Concludenùo, dice che l'atropina, n el men t re incomincia nell'occhio a pa1·alizzare il musco lo di accomodazione, è causa indir·etta di un eccitame nto r elin ico che nell'oscur1là s i manifesta subbiettivamente solto forma eli un fos feno, il quale ha molto probabilmente la genesi stessa del fosfeno dello -della accomodazione.


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<Qsserva.zioni sull'a.scesso del seno frontale- Do lt LYDER BoRTHEN, di Droulileim .

La Recueild'Op!dalmologie riporta dal Grauj'e's A re hiv jur ()phtalmologie le conclusioni importanU per la diagnosi e per la cura, a cui è venuto il don. Lyder Borthen paragonando alcun i cas i di ascesso del seno l'wntale da lui ossei'· vati con altri già stati pubblicati. L'esoftalmia non é ft~ Lale, nè anche la diplopia che soventi -6 sostitui ta da una semplice inclinazione òelle immagini dovuta al turbamento ftJnzionale che risentono i mu scoli. Il pus può farsi strada in lutle le d ieezioni; s i comp1•ende -che ne possono risultare allerazioni variabili nel113. cavità or· bitaria ed, in certe gravi circostanze, accidenti cerebrali. La diagnosi è mollo oscura in principio; il solo sintomo -è la c.efalea, ma tosLo ·l'affezione si caratterizza. Si forma verso il bordo orbitario un tumore che diventa iiuttuante. Il .pronostico non e sfavorevole se si può intervenire fin dall'inizio; ma diviene mollo riservato se non s i agisce a tempo. Come eziologia l'A. r ileva una pt·edispnsizione del sesso femmin ile. Come causa delel'rninonle si notano i lraUinatismi, la sifilide, l'arlt•ile e sopratutto la coriza, che infiammando la mucosa cagiona l'ostruzione dell'orificio di comunicazione tra il seno e la eavilà nasale e per conseguenza un ascesso per ritenzione. L'unica cura da opporre alla malattia consiste nel fare un' incisione, s usseguita da iniezioni antisettiche e da drenaggio. Esiste in quest'affezione un sintomo bizzart·o, le pulsazioni, ci()é, impr esse nl liquido contenuto nel seno e che si scorgono quando si é riempita la cavità mediante una iniezione. Esse sono dovute, come quelle che Beoca e l. Boockel hanno segnalato negli ascessi midollari, alla trasmissione delle pulsazioni dei vasi al Ji(ruido contenuto in una cavità a pareti inestensibili.


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RIVI STA

Cbntribuzione allo studio dell'erytropsia.- Dolt. JOS EPH TYR~tANN, di Grae~z. La R ecueil rl'ophialmologie ri pot' ta da l Dcutsche medizinal Zeilung la seguente comunicozionc. Una do nna di 43 anni, piccola, mal nulrila, dedita all' alcool, con segn1 di pt•ecoce v ecchiaia, avvet•tiva da due anni una dimi n uzione Jell'acutezza visiva. Essa 5i lagnavo nello stesso tempo di slaucbezza , di ùolol'i lan cinanti nelle gam be e eli cefalea . A des tra l'ammalata distingueva l'ombl'fl della mano l'nl~a p as~ al'A dava nti l' Ol:CI Iio; a ><illis tt·a V 20 <'mc. 1:\Jio~ i eun!Sidcr·cvole. Coll' oftalmoscopio s i constalo ipcl'metl·opia ug uole ad l n, il nervo ottico notevolmente sbiadito ed una diminuzione del calibro delle a r·le rie. L e vene sembrano nor mtlli, salvo aila pe rifet'iR, ove esse sono dilatale. [l campo visivo de~lt·o è ridotto acl un p iccolo o va le; la pet•dita è special men te cons idere vole n el! n por·zione tem pO I'ule. Gli stessi s <~ gni si !'iscontrano a s l11istra, ove la più g ra n diminuzione è s ul Ialo este rno. Perdita de lla visione dci colori a des tt•a ; a s inistra sollon lo il b leu è percepito. $i r icorse alle iniezioni sollocutance ùi str icnina. Alla sesta iniezione la m~lalu raccon ta che dieci minuti dopo l'i niezione l ulli gli oggetti ~li et·an sembrati rossi; C(Uesta sensazione aveva persisliLo lì 11 0 a llu sera ed era più inte nsa nella po.rto tcmpot'ale del cam po vis ivo. Si conli iJUÒ la c ura per a llr·i dieci g iot'ni e ~ i 0sscrvur·~ no i medesimi sintomi. L'acuita o. sin islr·a e ra aumentala a :20 C IY! . Q11aLLro mesi dopo la mala ta s i prèsenta. di nuovo; il miglioramento non avca persistito; l'crykopsif> er·a ricomparsa sovenli, sopr·ntutto 11Ìia sera. Dopo aver rifer ito la ~loria di questa m alata, l'autore fa u na r iv is ta criLica dell'eziologia d ell'et·~r tro p si o. o divide i casi pubb l i ra~i in quattro clO.S!=>i: ' t• Erylt•opsia per anomali a del l'apparato clioltl'ico (colo· bomi. a l'a chia , azione dell'a tropina sull' iride, ecc.); · 2• Er·ylt•opsia per lesione dell'apparato calOlll'icn (scollamento della retina) ; 3' E t·~ lropsia do,·uta a lla sovraeccilazione della retina per la luce;

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DI OCULlSTlCA

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4° Erylropsiu se nza anomalia dell'apparato diottrico e ca loltrico d'origine ne rvosa contrale. L'aulot·e colloca l'osservazi,>Oe precedente in quest'ultima categoria.

Contribuzione allo studio dell'embolismo nella retina. I. HmscHRF.RG. L a Recueil cl' ophtalmologie ripot·Lu dal Ceniralblatt J ii,,•· p r aktische A '~!Jertlteilkuncle la relazione di due casi di embolismo, ognuno Jei <[uali ha p l'esentato particolal·ilà speciali. 1° Embolismo c.lelle nrlct·io della rdiua con coesistenza di un' at'l.e1·ia de tta ci lio- reliuica. UH individuo dell'età di 20 ann i fu colto da un embolismo della retina dell'occ-hio sinh<lt·o. All'e:;amo oflalmoscopico si risconlru1·ono i segni caralLe 1·is tici della lesione con quella par licolut·ita che l'edema avovu risparmiolo, nella r eti na, un triangolo la di cui base si L!'OYava al lato temporale della papilla e la somu)ità orizzontalmente in rnot·i . Q ue~ ta porzione ùella retina em percoesa da una piccola arteria l'IOJ'male Jel calibro delle di vis ion i dell' arl.et·ia centrflle e con dil'ezione ot'izzon loll'l. Qualche gioeno dopo questa arte ria fu colta da cndou rle1·ite e divenne fìiiforme. Il corso dell'affezione aveva giu<'tifìcaLe le riserve fatte nei primi giorni su l punto d'emerg-enza di qn es la arle1·ia, elle presenta va i car·atlori a tlt·ibuili ad uua cilio-retinica. Essa 11 011 el'a in r ealtà che una l.11·anca dell'al'tet'ia centt•ale distaccatasi dal tronco nel perco1'SO inlraoculare del nel'VO ottico. La malallia segui del resto le fusi orJina1·ie presentando i caratteri osser vati in parecclde circoslunze e produsse r atrofi a della papilla. 2' Embolismo parziale dello mela inferiore della retina. Un al tro iudivic.luo Jdl'elà ù'anni l:!Z j.J OI'Ùe tle quasi del tutto la vista dell'o cellio s i nis t1·o. ~e l giorno s uccessi vo egli vedeva di nuovo, ma so lamente nel la metà infer iore del campo visivo . Lo scoloma er a limitato all'incirca da una Jinea"'rizzontale. Colresame oftalmoscopico si constatava l'integrità

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!UVJSTA

dei vasi superiori. I nfer iormente le arterie apparivano mollo piccole, poi s i dilalavano, divenivano bruno-1·osso intenso. infine sotto forma di filetto biancastro, che si divideva e si pr esentava vuoto di san~ue. All'or igine soltanto dell'twlel'ia si osser vavano le pulsazioni, allor cbè si com prime,•a l'occhio. Nello stesso tempo si osser ,·ava un edema biancastro che ~opriva la metà inferiore della papilla e che si estendeva dal Ialo lempot·ale. Dimostrazione dei baollll tubercolosi nella congiuntivite tuberoolosa. - (Recucil cl'Ophtalmologie, marzo, 1886).

I l dotLot· Uh•ich di Kmnigsbel'g ha t~ vuto l'occasione di osservare due casi d1 f{Ucsla malattia, io un individuo di 82 anni, ed in un bambino ùi 10 mes i. La malattia era caraltcl'izzata dalla pr·esenza di ulceri, conseguenze dì ascessi tu bet•colosi della co ug iunti va, a borùi f!'astagliali, scolla ti ed a fondo gri g io- g iallusll'O. La malattia era er editar·ia in ambedue i casi. Ve nne esciso un piccolo:Jembo della cong iuntiva della pa)pebJ' 8 inf'eeior e 11ei due soggelli, e, c!opo indurirnento nell'alcool, fu est~minato al microscopio. La mucosa era co11 vcrtita in un tessuto di granulazionemollo vasco la re e presenta va in certi punti tubercoli circoscr itti, più o meno g ro::>si, cou un nodo caseoso ; in altri luol!hi i tubercoli erano confluen ti. Si vedev<1no cellule tubercolaJ'i giganti in g ran numero eù in moùiJ evidentissimo. Adoperando i processi coloranti di Eht•lich si poterono osservare i bacilli Lubercolat•i, t·arJ nell'uomo di 32 a nni e più numeto!li nel bambino. P ochi ba cilli si trovava no , nell' in tet·no del! n cellule gJ.ganti. Jtapporto esistente~ra la blenorragia 'e l'oftalmia dei neonati. - (Recu~il rl'Ophtalmologie, marzo, 1S8n). ~

Si sa che l'ortulmia dei neonati è attribuita ad u n'inocula-. zione delle secr ezion i vaginali de lla madre nel momento del passaggio della testa durante il parto; ma si sa pure cl1e .


Dl OCUI.JSTICA

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·è molto clifficile il dire se que;::le secrezioni vagioali sieno sempre contagiose. l Doll. Leopold e Ve~sel hanno voluto elucidar e que~ta -questione colla ricerca del gonococco di Neis!òer nello scolo vaginale di '1 8 donne incinte. Essi non hanno riscontrato il gonococco in 17 casi; le donne partorirono senza che siasi presa .alcuna precauzione; nessun neonato conlrasse l'oftalmia. In una sola do nna si è riscont1·ato un numero g rancl is!òirno di gonococchi; il b~:~rnbino lw p1·esentato un'oftalm ia Al quarto ;giorno. Da queslc ricerche Lcopold e Vesscl ne deducono che la presenza del gonococco f. li segno migliore di certezza dello scolo blenorragico e che la blenorragia è la ::-ola causa ·dell'oftalmia dei neo nati. •Cento oasi di ch e ra tite parenchimatosa di ffnsa . La Recueil d'Oph tal molog i e l' i porta dal Centralbfal t .furpra.klis~:lte .4 ugeniLeilkunde un resoconto s tatistico l'allo dal Dr.

Rich-Ancke, assistente della clinica del prol'. Hil'schberg. Nei -cento casi di cher·atite parenchimatosa òifl'usa osservati, dei ·quali (i2 negli uomini, e 38 nelle donne, il massimo della fre-quenzi~ cor r ispondeva dalla nascita fino a lla fine dcll'aùole·sceoza. Vi furono pure due intlividui di 70 anni. Io 37 casi -esisteva la sifilide {:27 volte congenita, l Oacquisita), in 2i- la -sifilide el'a dubbio!'a e negli allri 39 non si osservava alcuna .traccia eli sifilid e. li t 27 maiaLi i denti eranoannormali:lo de formità eli Hutchinson fu notata li volle, la forma cuneiforme -degli incisivi G volle. Tutti i malati, l"i/i lilici o non, presentavano uno stato eli debo·lezza notevole e ùi svilup po incomple Lo, che inclicava che ·questa for ma di cher atite non è che uua manifestazione diatesica. La scrofola non era evidente come causa eziologica che in un cAso. In un caso la causa era l'azione di un acido diluito, in un a ltro la febb 1·e .inlert n iUen Le. Il pronoslico della malattia è genera lmentebuono. La vascolarizzazione è un segno favo revole; ma la guarigione può avvenire senza che essa si svi~uppi. Le complica7.ioni più frequenti furono l'irite (16 volte), e ·l'episclerile (3 volle).


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L'A. termina il suo racconto notando che in 16 casi ;:;i osservarono modincazioni pigmentarie nel fondo dell'occhio. Questa proporzione è molto forte, se si tien conto della rarità dei casi in cui si può procedere ad uu esame oft.ulmoscopico completo.

Un caso di sgusolamento dell'occhio susseguito da flemmone dell'orbita. Guarigione. La Recueil tl'Uphlalmologie del febbraio u. s. ba riprodotto una nota do! dott. Kmtp ùi Ne\'>"-York su questo soggetto. Si tratta di uu individuu, dell'età di 30 anni, affetto da slatìloma consecutivo ed oflaimia blenorragica. Si amputò !"emisfero anterior•e dell'occhio a 0"',002 in dietro alla coruet~, poi co.r r un cuccltia.io luglieu le si fe<.;e il raschiameoto del guscio oculare. A r·restalo il sangue, s i pr·aticò una sutura episclerole, si foce una meù~cazione compr essiva col iodoformio e col cotone itlrolilo. Non si ebbe a notare alcun accidente durante l'operazione. La pl'ima notte fu buoua. L'indomani J\}allina la palpebra superior e era tumel'aLLll, il monconc leso e sangue neJ'O liltrava attraverso le sulure. Nella sera e IICila potLe seguente la tumefazione si aumentò: comparveJ'O secre;!ione siero- purulenla, dolori violenti nell'occhio e nella testa. L'individuo era a pirellico. L'aspetto che presonl.a\'0. l'occhio era quello di una panoflalmite o meglio di un neu1mone dell'orbita. Si sviluppo una chèmosi notevole che impccli,·a l'occlusioue delle palpebre. Il tessuto cellulaJ·e dell'orhita er·n leso. gonfio e doloroso. La secre:. zione siero- mucosa era poco abbondante, ma il dolore era vivo; iuappetenza, stupore. Nel q11inlo giorno si tolsero le suture: la fet·ila era riunita. )lei sesto giorno la tumetazione comincio a diminuire ed al lredicesimo erano pure scoruparsi il dolore e lo stupore. Il diciannovesimo giorno ·si pel'rnise al rnalalo di uscire, e due settimane dopo l a gual'igionc era completa. Quesln osserva7.ione dimostra che l'evisceramento, che ;;;i . tenl!l sostiLuir.e all'cuucleazione dell'occhio allo scopo ùi rl'ndere la protesi più faci le, presenta in certi casi ·una g ra- .


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vezza molto notevole. L'autor e è di parere che le vene del ;tessuto elastico della sclerotica restino beanti come quelle del tes suto osseo dopo un'amputazione . Ne risulta che l'ar. .resto del sangue non può produrvisi cl1e per tro~bosi obliteran te che espone a<l una ser ie dì accidenti.

-Il sublimatò corrosivo nella cura delle c ongiuntiviti. Doll. B ELow. - (r1nnales d'Ocnl istique, novembre e dicembre !885). L'autore ha r iunito 65 osservazioni di congiuntivite, costituite da :w casi d i eongiun livile semplice,da '19 dì congiuntivite pu~ tolosa, da 2 di congiunti vi te tlifLerìea, da 2 di con.giunlivite blenort·agica e da 16 eli congiuntivite gr·anulosa. Egli ha adoperalo in Lulli questi ca~ i una soluzione dì sublimato, ed ·é giunto alle seg uen ti C(lnclu.::;ìonì. 1. Solto l'azione d'una soJur.ione di suhlìma lo (1 per2,000) jn polverizzazione, tanto nelle congiuntiviti ncu te, quanto nelle ·croniche, la secrezio ne eongiunlìvale diminuisce rapidamente e finisce pe.r s comparire, nello stesso t\•rnpo c.he l'iperemìa va scemando, più lentAmente nelle forme croniche, ma però p iù ra pìdamento che sotto l'inf1uenza d' una sòluzìone d ì ni'tralo d'a1·genlo; 2. Le tlittene semplici scompaiono più rapidamente che coll'uso del calomelano; 3. Nel tracoma complicalo da un'inDommazìon e acuta o ..-ùronìca si osserva , ol tre la diminuzione od anche la scomparsa dell'iperemìa, una diminuzione nella quantità delle gra'n ulazion i fo llicohH·i; 4·. In tutti i casi dì congiuntivite a cuta, quando il nitrato ·d'argento è con lr•oi ndicato, in luogo de l freddo· e delle sottrazion i sanguigne, è mestieri adoperare soluzioni deboli <.li sublimato, polverizza<.ioni o lozioni con una ~i1•inga . Questo modo di cura può appo r tare nna guurìgione in poco tempo -quando il nitr ato d'ar~erito non può esser adoper ato . 5. Nelle congiuntiviti croniehe, co me nella blenorragia ..al suo secondo periodo, il trattamen to misto col nitrato d'ar-


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gento e col sublimalo danno risullati migliori che il Lr·attam enlo col s olo nitrato d'argen to. 6. L'uso di una soluzione debole di sublimalo, sotto forma di polve rizzazion e, come mezzo prolìlallico contro le cong iuntiviti bl@nort•ag iche dei neonati, dà buoni risullaU. L a polverizza:r.ione è praticata 2·8 volle tJella gior nata per la duruta di un mezzo minuto od un minuto secondo la quan tità e la qualità della secr·ezione. li poi verizzalo re deve esser e sempre vicino all'occhio per·chè il getto del liquido polverinato s ia nssai forte. L e due palpebt•o devo no essere urrovesciate s uccessiva111en le, e dascuna palpebra ùeve essere sottoposta :;eporatamente alla p oi verizzazione.

Dell'infezione dell'occhio, sue oause, sua oura. - Cmsru:T. - (tinnales d'oculislique, gennaio e febbraio JR O). L 'autore è giunto alle seguenti conclusioni: 1n casi d' infezione dell'occhio, si dovranno di preferenza sospellat•e le vie lacr•imali od il naso ed agire da queste parti. Prima di ogni opet•azione di catar atta le vie la ct•imali iòat·anllO l'oggetto di un di ligente esame: iniezione, pressione sul sacco per spr emere il pus al di fuori . Quand0 , malgrudo tutte le precauzioni, s i presenta una infezione del l'occhio, si L1·ova ucJie 'iniezioni intersliziali di sublimato al 1 p. 2000 un trattamento et•oico della suppm•azion e. Par·tondo rla quest'idea che· l'insulficienzu degli antisetti ci &m dovuln p eincipalmenle alla lot•o azione ll-oppo s upedìciote, l'autore ha idealo di far passare len tamente s ulla piaga il becco ter10iu~l e di un sifone che dà un gotto di liquido antisettico. Si fa a llor·a un a specie d'inie:.:ione in lers Liziale e profonda ALtraverso i tessuti infetti. L 'irrigazione è dolo!'osa, ma,· g-razie· alla cocaina, è ben tollerata . Quattr·o o cinque medicazioni n elle 24 ore so no s ufflcienli per ca1J giar>e l'aspetto della pia~a. Dopo 4-6 giorni la piaga non suppura più ed è suf(ìciente: allora una m edicazione colla vaselina borica .


DT OCULlSTICA

Inocula.zione di pus sulla. cornea per sperimentare l 'azione disinfettante della. cocaina, del sublimato corrosivo e dell'acqua clorata sulla secrezione del sacco laorimale. - ScHMIDT-RI~I PLEH, de Marboo r g. -- (Recueil d'OpiLlalmologie, gennaio 1886). L'autore ha fatto una ser ie di inoculazioni sulla cornea col pus dei catarri del sacco lacrimate messo in contatto anteceden temente con soluzioni de i diversi medicamenti sosopraenumerati. Egli avverte che queste esperienze devono essere fatte col pus tale quale é formalo nel sacco lacrimale e non coi liquidi di culture. I risultati di queste esperienze ::;ono i seguenti : Colla cocaina in soluzione al 4 per 100; il pus messo in contatto colla soluzione per la d11rala di 1 a 3 minuti nulla perde delle sue proprietà infettive: dopo 'lO minnli è un po' meno attivo. ma le in fiammazioni selLiche uo n si sviluppa no m eno. La soluzione di sublimato all'i p. 5000 non neutrali7.za le proprietà infettive del pus a capo di 3 minuti. Dopo 5 - IO minuti di contatto la disinfezione é certa. L'aclJUH clorata medicinale alpmamio, che contiene 0,4 per 100 di rloro, disinfetta il pus inlieramente. Essa é sopportata senza la minima irritazione dall'occhio, mentre che il contatto prolungato clol suulima to cagiona in certi individui cong iu,•Liviti, in altr-i una secrezione mucosa esagerate). Lo autore adopera ques1a soluzione c he egli considem come Ja migliore nella pratico.. E gli luva non solo le palpebre, ma anche il cui-di- sacco con~inntival t>. È necessario, per esser sicuri dell'azione d etrac:qua clorata, rmnovarla assai frequentemenle (tutte le settimane) c conserYarla in unu boccetta nera in un luogo fresco.


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Amaurosi prodotta dall'anemia ~emplioe.- (Journal de M édecine et (ie Chirurgie, aprile, 1886).

La Recueil rl'op/ilalmolo[!ie ripo rta dal The Lnn.eet un I'Htlo relativo ad una giovane di l fi anni, la quale per· f}Ualche tempo aveYa notato c he la sua vista andava via via indebolendos i; ess:a g iunse infine a eli ,·entare per la duralì1 di due giorni completamente cieca. Era ben cosli Lui ta, ~na molto a nemica: all'es'atne degli ucclli nulla s i r·ilcvò elle potesse spiega l'e l'esistenza di quesla amaurosi, che sembrava dipendente daJI'anenl iR. Si nutr·l bene ltl mala ta; g li vonner·o somministrati proparali ferruginosi. Poco dopo le funzioni .general i mig liorarono e l'amam·osi non ta rdò a scnmparirc. In un altro case) rifea·iln dai dottori Lillen c Hirschberg, in una gio,•a ne di 15 anni lu vista cominciò a diminui1·e in un occhio u poscin nelraHro e la cecità divenne completa in venti giorni. 1'\ on si potè riscontrare alcun fatto, all'infuori dell'a ••emia, che valesse a spiegare que!;t'amau•·osi. Dopo un me~e tli cura, che con~islelte ili un r egime mollo t onico, la vista ~i ristabilì. La medesima raccolta r iporta ancora, clal Siglo medico, un faLLo dello stesRo ord ine prodotto clall'a llfltlamHnto prolungato . Si LrallA ,Ji unn giovnne l>cn costituita, anemira. primipara, che divenne complrtamen te cieca senza alcuna causa conoi'ciuta . J~s>'ia fllla LlnvR nn bambino mollo rohn1>to da 21 mese e pa re,·a sfinita dA que;;:.to allattamento. Qile~lo .fu quindi !>Opprosso e solto l'inllue ••;,:o di un buon regiJJ Je si ottenne la g uarigione. la quale per ò fu riwrdala dal ritorub della mestruazione, troppo aiJbOIIdanLP-. Cecità. dovuta alla trombosi dei vasi retinioi in seguito ad una rislpol a. facciale . - Dott. H. KNAPI' di Nev.· Yul'k. - (.-1. nnales d'Oeulislique, gennaio e fe bbraio l 8S6).

Un malato atfelto da necrosi della volla pal<llina o rlel vomea·o, accidenti ter ziar ii della si.tìl ido, e cnllo da. ris ipola . tàcciale invadente ambrcl ue g li occhi. Le palpebre sono ro~se e gonfie ; vi Ì' chemosi, un a~cesso s uperfìcialc alla cornea,


DI OCULISTICA

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.esoftalmo ed immobilità assoluta dei globi oculari. V= O. Coll'oftalmoscopio si rileva: i mezzi trasparenti normali; la retina bianca a l centro e rosea alla periferia: la papilla è appeua visibile e no11 si riconosce che p er l'emergenza dei vasi molto numerosi che, sotto forma di li11eo rosso-nerastre, si irradiano in tutte lo direzioni: il loro volume è doppio del normale, sono fles!\uo;;:i ed irregolarmente dilatati. Si riscon· trano inoltre piccole e morragie retiniche. Dopo qualche tempo la tumefazione o la chemosi esscodo scomparse, i g lobi diventano mobili, le papille so no vi~ibil i, ma atrofiche. l vasi si presentano solto l'orma di cordoni bianchi con s tril"cia rossa al centro. Le papille sono dilatate ecl immobili. La cecità è assoluta - ad un'epoca più remolft ancora dell'inizio della malatLia gli os!::'udali erano scomparsi ed i va~i si erano per la maggior parte trasfonnati iu cordoni binnchi. Secondo l'autore lo. compres"ionc dci \W•i relinici per l'inDlt.r·azione del tessu to cellulare dd l'ol'bi ta, aveva ùetormìnnto tutte le lesioui c;he sono stato rilevate in questa osservazione. Vescico-pustola della palpebra inferiore sinistra e cheratite ulce1·osa, consecutive ad inoculaziona aocidenta.le di vaccino. - SE.KUT , medico maggior·e di 1• clnsso. - (Recueii tl'Ophitrlmologie, ge nnnio 188G).

L'autor e ha pubblicato n egli A rc!tive.~ de médecine militaire la relazione d'un faLLo ral'issimo e molto interessante, Ji cui egli stesso è stato il sog~eLLo dell'osserYazione. Egli YaccinaYa, col mezzo ù' una giovenca, i solduli del reggimento e si el'a incal'icalo di t'acco~Zliere la linfa vaccinica. In un dalo momen to, troYnnùosi la sua faccio mol lo avvicinata al la poppn dello g iovenca, l'u nimale si agil6 vio· lenlemenle, le pinzcLle a forc·ipt•essut·o, che comprimevano le pustole, furono S\'elle e l'autor·t> avvet•ll nell'occhio sinistro la sensazione di ~OI'.:ie liquide che vi erano state lanciate. Si slrolh~ò immediatamente la palpol,t'a colla mano che eta certamente impt·egnata eli virus. Quallro gior·ni dopo, movimento f2bbr ilc, edema all'occh io s i11 iSl1'0 e comparsa d'una papula della grossezza di una lenliccbia !>Ul bot·do ciliat'O


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RJVISTA DI OCULISTICA

inferior e della palpebra, papula cl1e prende losto il cara ll er~ di Yescico-puslola, la quale si rompe e dà luogo ad un'ul· cerazione. Quindi congiuntivite che dalla muccosa polpebt·ale infer iore si estende alla bulbar e ed alla pu lpel}l'ale s up Ct' iore chemosi con~iderevol e. Compal'e in seguito sulla porzione infe rior e de!Ja cornea un'ulcerazione sotlo forma di meua· lnna; qui ndi febbre, inappetenza, dolori lancinanti e tensione intraocularc mol lo note vole. Solto l'uso di un co llirio di cloridrt~to d i cocaina e di solfato di alr'opi ua i dolori si calmano e la tensione ùirninuisce. Quar·an ta ::rinrni c il'Ca dopo l'i 11izio dell'aJI'ez ione la guarigione là comple to e non r'i man e c he una legger·a macchia s ulla cot•nea, la q uale non òislurba lu visione.

RIVISTA DELLEMALATTIE VENEREE EDELLA PELLE Un caso di eruzione pustolo-papulosa sifilitioa consecutiva al cateterismo della tromba eustaohiana . L A~CEHE!"-ux. - (Ga::elle des HOpiLaux, 27 febbraio, lt:R6). Non è al certo la pt•imu vol la cito venne J a to d'osse n ·ar•e rinsoegere di manifestazion i silìliliche in scguilo al!"u;::o, su persona non s ifìl itir:a , di uno stru m ento chil' llt'gico o simile, clte pt•ima sel'vl Ad a ltt·o pnzien le a f'f'e LLo da sifil ide. Soode urelrali, ~pecoli, strumenti per opeeazioni dentarie, larinp-oscopi, J'asoi , ecc., si sono falli veicoli di lt·acopo rlo del vi rus siOiitic'o. Jl caso che qu i viene òescrillr> s i l'ifel'i~ce nd un uomo di ~O ann i, r obusto, ben costituilo. il qnale s i e pr e;::enla to in cura del prof. Lancereaux il ·18 fe bbraio n. ;::. Quest'uomo pr·e· sentuva un'eruzione papulo-puslul osa al Lronco, alle m embra e ad una pa r·le della testo: le pt~pu le erano sormontato dA pustole biancastr•e alla loro sommilu, a ,·e vano la base indu rila, e di color r osso-cup1·eo, ripieue di un liquido m ollo visc-hioso: una volla che s i vuo Lavnno del lot·o contenu to, esse s i db=seccavano, si staccavano in squarnme, lAscitntùo com e ullimo traccia di lor o una macchia brunastra . · Conlernporancame nLe oll'e r·u zionc s i r iscon travano i segni di un'affezione del sis tema linfatico: al livello della linea cur va


RIVISTA DELLE MALATTIE YENETIElii E DELlA. PELLE

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dell'osso occipilale consta tavasi un ganglio d111·o; un altro ganglio più grande si trovò sotto la mandibola inferiore al ~uo, lato desLt'O. I caratteri della suddesceitla eruzione cutanea e la concomitanza dell'ingot·go g landolare, non si potevano allribuir·e ad a!Lro che alla sifilide secondaeia. Ma l'ind ividuo assicuJ•ava di non a ver soffer to di ulcera; difatlo sui propri organi ge- nitali non ne pr•esen ~a va traccia; l'esame del la bocca non rilevò alcun ratto particola re; Ja propria moglie r~ra saua e lo .. ' fu anche per il passato. In seguito ad una serie di in terrogazioni, s i venne a conoscer e che l'individuo, essendo sot·do, consu ltò uno specia- · lis ta di mala ttie delle orecchie, il q u al·~ in d ne ript·esc , gli pra· ticò il caleteri:> rno d<~lla tuba di Eustacch io, la prima volta il 13 settembre u. s. e la seconda il 15 novembre; quest'ultimo cate terismo fu seguito da uno sco lo sangu igno del naso. Es- · sendosi conosciuto che questa operazione si praticò senza precauzione con nno s tr umen to giù stato adoperalo per altr i ammala ti, venne al Laucereaox l'idea cb e il vi t•us sifìlilico fosse entrato nell'or ganismo per la tuba d'Eustachio. Il contagio sarebbe s ta to inoculato il l 3 settembre col primo cateter ismo, e lo scolo sanguigno, prodotto dal s econdo ca teterismo il 15 novoml>re, indicava che un'ulcerozione sifilitica.. esisteva già nella pt•of'ondilà deJJe fosse nasali . Questo t'allo, sulla cui esattezza non può cadere d ubbio alcuno, deve porre in guar·dia il chirurgo quando esso pro- ced e ad r:Js plor az ioni o ad osset·vazion i sugli infermi, e gh impone il dove1·e di assicur a1·si r: he g li strumenti cbe egli adopera, siano ben n E:tli e pr eceden temen te dis infettali, pet~· non eF:~o rre i pazienti a l pericolo di contrar re, per ques to mezzo, delle g t·avi affezioni di natura contagiosa e che, nella· massima parte dei casi, hanno conseguenze irrirnedia bili. Sulle monoplegie ed emiplegie sifilltiohe (Deuts. Med. Wocl,ens., N ..H, 'i88o).

R u~·J PJ~ . -

L'autore cerca nelle monoplegie corticali che possono riportarsi ad una affezione silìlitica (forse ad un granuloma dei ca ~'i llari), un materiale dimostrativo pet' decidere c.on tali_


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lliV!STA DELLE ~fALATTffiVENl:llEE E DELtA PfLL"E

casi alla mano la questione se nell'affeziooe la paràlisi interessi la s{'era sensiliva ovvero sollauto il centro molorio. l primi casi riguardano monoplcgie del brAccio e della gamba con <'pilessifl rorlicalc. in essi perciò erauo aumeniAli i riflessi tendi nei c l n tensione 1 11U ~colare. l n ambedue i casi la sensibililà delle eslrcmita mo11oplegitl1o c.m-1 intallA nel piu largo verso. In altt·i ùue cal'i si tratlava pru•imeuti rli monoplegie con accessi ùi crawpi, tultAvia in questì la motilitù er·a i11Lalla r cl r rA :=;oltanio dim inuila la sensibilil!l ])['l' quel che t•ig uarcla il ~cn~o del tnllo, ~d er a aboUlo il ~c·n:>o muscolal'e. Si Lralln in 'flle"ti casi di monoplegie clw t·ipP.tono la loro ot•igine probahilmenlC' da un piccolo fotnlare corticf!le di naLura si!ililiea; i11faW lutti i pHzientì el'ano ~Ln w per lo i11nnnzi pi ù o mr1 10 atl'eLti da sifilide. Dalla divcr:.:ità dci sintomi l'autore l-'i crede autorizzalo atl Atnmellere che il cenlt•o motorio non ~ia identico col centro scnsili Yo.

Diagnost ico dell'ulcera molle e dell'ulcera. d ura . - (Gn;ette tlcs 1/upiiau:c, N. 3:1, marzo iS~G) . ll doLL. ilfllzer· Jw indicato allo società ili biologia nn 11) 0 7.7.0 mollo semplice di cliagr1ostico dif'fcn.lttziale dell'ul cerA molh• coU'ulccrnduro. Basta e!'aminare il fH·odollo eli !'ecreziorw dell'ulcera:dono. I nfatti ucll' ulcera molle solt.aulo ''i !'Olln 11.}sioni dermiclH'I. Nel liquido pr e!'o ù't\ un' ulce t•a ùm•a n01 1 ~i lrow1no all'esame ll lict·oscol >ico che ~ · cll ule epi l.elial1 e globuli di pus; In quello lolto da un'ulcer a molle si lromuo aliche fibr·e clo.sliche. Con gran facililù ~'<Ì ntnltono in ev idenza rp1este Dbr e lrallando la prcpm·aziono collu poLussfl all'l por 40, o mo!.:lio auco ra colla polassfl e colorazi one coll'eosina. l.e lllwe •!lasliche presentano allora una magnifica colorazione r o"eo. Questo mocllls t'u.r:ic11di ha per111cs:>o all'A. di rar·e Iaùia~ gnosi iu cn~i in cui gli fll impOf'isibile [ ' l'Ollnn z iar~i ollr·imeHti.


R1VfSTA DI TERAPEUTICA Cara del vaiuolo oon alte dosi d 'oppio e con iniezioni lpodermiohe di e t ere. - Doll. l h. CAST~L. - (Ga;eete d es Hopitau':D, 16 noyc11Jhre. l t-86).

Fino rla (jUAlll'n an n i add1el1'0 l'tmlo1'e avPva follo una comunica7.ioue nil" Accade mio di l\Iédiciuo di PaJ·igi sui ''Onta g~i ùelln medìcazinnf' coll'oppio a forli tloòi e cnllt• iniezioni solloculanee di etere, medi<!u7.ione a vl' ll le pt>r iscopo eli sopPI'imere od aUeuuai'P p:ra ndcmPnle il pc1·iodo delln supp urazione del vaìuolo. Da qurll"t•poca I'nutorc ha ~eguilato a c-urare in tal modo lulli i vniuolo<>i che p:li si l"ono prcscnloli ed ba sempl'e ottenuto buoni;;simi r•isultoli . Egli, solto qne<> lo punto di vil'l la, d i t-~ Li n gu e i vuiut)IO!'i in 2 classi: 1• quPIIi che non fut•ono mai Hlccinllli: 2• 'tuelli che lo sono slnli . NPi pt·imi In IIH'1licazinnc coll"orr·io e coll'etere dimin nisce rii mnlto il periodo dt>lla suppurnziono senza tultavia f'a r·lo sco1 11parin: del lutto; Ilei !'econd i lo s oppt•im e addirillur·n complclnmt"nle. La do~f' olell'oppio da u'-'nr si i• di l:i centigr ammi per le don ne e di :!Il pt>r ~?li uomint, m dn:::e llcll'ele!'c r• quella conlenulo in 2 siri ug lu.: di P t'fl\'l'l :t. al p:ioru(•. La medicozionu in tl il"cor·~o e b~n soppot•lata e !>enza inconvenienti. !!: ::-lata impie~ula anelie du altr i, in patlicolare da Dreyius-Br·,,oc, Gombaux. Batter·, ccc., con buoni risultati, o da tulLi f'u t!'o valo c he abbt·ev iu la tlurnlo della malallio di 8 a 10 f!Ìu r·ni . Deve cssore incnwinciula al 3' giot·uo dalla er uzione .

C ura. della olrrosl volga r e d el feg a t o.- Pt•or. Dr. RE,.zr. - (R ivista clilticrt e laropeulìca, Jlllll'~o, 18:l6). Ne lla Jellu mala ttia, t·ilenula sinora in,~:~n a bile, l'autor e r itiene pos sibili culla cum del !alle due ruodalilà. O il lallo (:;c ra v01· i ~ce l'eli minnzio ue del sier o idropico) r ende possibile il prolungamento della vita, e con cio il len to


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JII\'IST.\

sviJuppo del circolo collaterale: oppure col pr olungamento della vila si sviluppano condizioni favorevoli alla ri generazione del lessolo epatico, e qu indi la g uarigione. In consPguenza l'autor e cur•a la cirr osi del fega to con la tte alla dos e minimo d i 500 gt·amm i al gio!'Do, fìn o alla massima di Lr·e lill'i, per molti mesi, senza alcun altro rimedio eccello le ac11ue di Cnr·lsbad. Lu <lieta !allea non è assol uta, ma mista a qualche altr·o alimento.

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Qualche applicazione di cocaina. - Dott. ABADIC . - (Gazette tles Hòpiiaux , 2 fevbraio, t886). A tulli i medici sono al certo note le mara viglio;:e proprieta della cocaina applicala sulle mucose in generale, e l'oftalmologia ò certamente, .Ii tutte le specialità della ch ir·urgia, <tuella ch e ebbe a risenlir·e margio ri van taggi da questa sos tanza, e si può di re elle nello s tesso modo che oggìdi il chir urgo non pu6 fare a menn del clor·oformi o, lo s lo~so s ncceJe all'oflalmologo r·ìspelto alla cocai na, quanttmqU<! non sì sia ancora tr·allo lutto il profillo d~lle propr·ielà anestesiche del rimedio. È degno di os~ervare come la cocaina e la morfina sembrino a ccumulare i lo t'O ctl'elti lerapeutìci; tutta via locoll nente la m•)t•fi'na non agisce nell o stesso modo della cocnina . S i deve r itenere che la mo rfi na calmo !'pccialmenlP. il dolor e o che lP. s ue p ropr·ielà sono piuttosto ana lgesiche che ancsle"'ìche. I.-a cocaina invece, poco efficace per calmar·e il dolo r·e già csi s t.enle, possiede per contro la pr·opr•ieli\ r imarchevole di anP.· slesizzare i le~suti sani, o per lo meno non infiamma ti. P er conseguenza quando s: tra tta di pr·evcnir·e il dolor·e ò preferibile a lla morfina: ha inol tr·e Hna s uperiorità inconlestab'i le s ulla mor·Omt, cioè che anche ad un a dose elevuta non provoca disturbi cer•ebrali come la morfina ; Lull'al più può alle volle dar·e leggere e passeggere vertigini. L 'aulor·e asserisce d'aver ottenuto segna lati ser\'izi dalla ·cocaina pet· le oper·a zionì pratica te sulle palpebr e, in parlicolaee per combattere l'en lropion e la lri chiasi. Egli, prima di ··eseguire l'operazio ne, pr a tica u11u iniezione solto la pelle ùelle


:01 TE!IAPEU'l'JCA

{>Blpebre di 10 goccie .di una sol uzione al 2 p . 100 di coca ina (1 centigrammo cir ca d i cocaina), il tessuto connettivo sotto-cutaneo si lascia facilmente distendere e premendo dolcemente le palpeb t·e, tu il;) il liqu ido si espande facilmente nel detto conuetlivo. In ca po a 10 minuti odi quarto d'ora, l'ane stesia è ge neralmen te sumcieiJle da permettere di pt'incipiare l'operazione. Nelle persone puut·ose l'iniezione sottoculanea di alcune goccie ùì una soluzion e dì cocaina può atten ua r e il dolol'e qualche volla assai vivo che pt·ovoca l'ablazione d' un calazio. Infine nelle iniezioni so llocutanee di bicloruro ùi mer·curio, molto impiegate a l di d'oggi nella tet·a peulica ocula re, l'addizione di qualche goccia di una s oluzione di cocaina ul2 p. 100 .alLenua singolarmen te il dolo re .

.Il oroup e la sua cura. - Dolt. BARTALF.RO. M edica di Torino, aprile '1885).

(Gazzetta

Per l'analogia che esis te fra l'ipr:>rlosse ed il croup il ùotlor Bat·talet'O ha avuto la g iusta idea ùì applicar·e a questa malattia l'uso dell'olio essenziale di Lremenlina, nella stessa g uisa che il Ringk ha proposto per l'i pertosse. Una serie di casi g t·av issimi d i cr oup tu tti guarili col metodo Bartolero met'il.a l'a ttenzione dci pratici. All'olio essenziale di tt·eme nti 11a l'autore unisce la l'adice <l'ipecaquana, e l'idrato di cloralio, nell'inte.ndimento che la trementina, ozon izzante del sangue, agisca come eccitan te; il -cloralio, qut~ l e antis ettico, faccia •.la calmante, e l'ipecaquana, secondo l'an tico uso, produca l'emesi. Oltre dì ciò appl ica ~pesso il sanguisugio locale, lasciando sgorgare i plessi venosi molto turgidi. La formola è la segu·e nte: 1-l.f-;. gr-. Ratl ice d'i pecaquana . 150 Facciasi infuso alla colatut·a di « 3 a 4 (t) Olio essenziale di trementina . ldt·ato di cloralio centig r . 25 Sciroppo gr. 25 ((

(t) Tre nei bambini fino all'età di un anno.


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RlVlSTA

Da usa1·ne la quanti tà contenuta in un ord inario cucchiaino da caffè, ogni quarto d'ora, e diminuendo poi in ragione del miglioramento. L'autore ba notato che il vomito non sta nè per frequenza nè pet· altro in proporzione dei rf!pidi miglioramenti; l'ipecaquana agisce, senza dubbio, favorendo l'espulsione degli essudati. Ma esso rep u ta che l'olio essenziale di trementina abbia la propt·ietà di s ciogliere le pseudo membt•ane, abbia un'azione eccitante ed un potere ozonizzante eccezionale, pet• cui t·imediando alla ossigenazione incompleta del sangue, l'imedia col suo potere eccitante alla minaccevole paralisi dd decimo paio, cotanto perico losa. Le sue eurt> hanno avuto sempt•e un esito fortunato nei casi gravissimi; ma ben s'iutende, dice l'au tot·e, che la malattia non sia giunta all'ultimo stadio, in cui ogni risorsa LO l'n a in utile. Ma uell'in vasione c nel <.;Orso dell a malaLtiu, quando già vi è dispnea, 'respiro fischian te, e minacciosa soffocazione, esso hu avuto sempre l'esito felicissimo della guarigione. Kawa: anestesico locale. - KOF.:-liGSTF.IN. Soeiétés Seientijiques, 7 aprile, 18~6).

(Journal ~les

Questa sostania, estratta da l Piper methislicum e studiata dapprirha dal prof. Libreich, il quale ne fece oggetto di una comunicazione specia le, pu6 conside't'at•si come un succedaneo della cocaiua, dappoichè una sol uzione del 4 p. 100 instillata nell'occhio, determina rapidamente un'anestesia d i questo organo . Il Koenigstein l'ha esperimentata p rima sugli animali, poscia sull'uomo; seconùo le s ue osserva;,:ioni dùlta sostanza determinerebbe un'intensa f-logosi, pl'ima di produrre l'anestesia locale, t·agione per cui non la si potrebbe a buon diritto sostituire al la. cocaina, taoLo più elle il suo valore commer· ciale no n è i11 feriol'e a quello ti ella eucaina stessa. Il Ka w a avrà l{uindi miglior·e ·fortuna contro la b lenorragia, per la quale è stato finora sperimentato con felice risultato.


753

Df TERAPEUTICA

D ell'azione del bromidrato di pelletlerina sui nervi motori dell'occhio. - (Gazrette des H6pitaux N . ·130, lO novembr e 1885). Il do tt. Ga l e~w wsk i ha fa LLo a lla Società eli biologia, nella s ~d u la del 7 novembre u ltimo scorso la seguen te com unica-

zione. L'autore ave,•a già notato ùa quaklae tempo che i malati, ai quali egli somministt·ava la pcllcliet•int~ o la decozione d i corteccia di melogranato per g uar·irli della tenia, s i lamentava no di vet•tig ill i e d i un turbam en to della v is LH, passe!-tgiero be nsì, ma che pet•ò g iungeva quasi semp r e fino Rlla di plopia . I n uno eli loro a\·eva constntalo un cet'lo grado ùi contrattur a spasmodica nei muscoli dell'occhio e specialmeute nel r·etto inter no, chfl dut'ò più di un'ora. Tale fatto fece pensat•e all'autore che• In pellc t.i•! t'ina possedesse quest' uzione p articolare d i t~g it·e s ui muscoli dell'occl!io eccitando la loro contrazione . Egli ha ten tato CJUPslo medica mento nelle para lisi Jci nervi m otor i dell'occhio cd A questo seo110 ha l'allo pt'epar at'e un sale di bt•omuro eli peiiPLieriua, che ba pt·cscrilt.o, fino al p!'esenl.e a i suoi malati ~ollo t'nt'mo. di sciroppn alla dose di l grammo s u ·120 p:r'am mi, t! i cui ne sommill iRlrnvn 1· cucchiai a l giorno. L'a utore ha osscr vuln che !òOtlo l' i11 1luenza d i questo merlicameu Lo le pnr ali!'i del G· e del :3• ['<1io g uar iscon o dopo la som mi ni::tt·azion ..~ di tl'e - s ei do~i. oppur e migliorarw notevolmente. m en ll'e che gli altri rimed ii e specialmente i vescicanti ed il iodut'o di p otas:;;io, non avevano sovenli per più mesi, art'ecato nlcnn l'isn!Lato. Siccome però questo mcdicumeuto ,·. a l presente mollo caro, co~ ì l'auloJ•e J1a comincia lo aù usai'IO da qualche tempo in iniezioni ipoder miche.

n blouido di azoto contro n· colera. -

P t'Of.

TORRES

M u:o~os DE LuNA. -(B€:r liner /(fin. 1\'ochensch •. N. ù, 1 ~6).

li dott. Torre~ Munos, pr of. di chintica a 1\Jadrid, tenne sull'enunciato ut'gumonto una in•por tanle con ferenza, di cui il dott. Frieùrich lfliedner ha in viato un esteso riassunto alla

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754

RIVISTA

Berl. Id. WoehenschrifL. Da que~to rica\ erò quanto vi ha di più notevole uel nuovo rimedio pr oposto per la profilassi e per la cura del colera I fatti che hanno spinLo l'lmtore ad istituire delle serie ricer che s ulle v irtù terapiche del biossido d'azoto sono di vecchia data, e non si sa comprendere come siano rimasti per tanto tempo dimenticali. L'autore ne cita diver si, e rammenta innanzi tutto che a Madr id durante le epidemie coleriche degli anni 183J., 1S5!l c 1865, di tuLLi gli operai impiegati nella fabb r ica Martinez, nella quale, poi l1wori ·d'iodoratura e inarg·ettlalurn, vi e r·a un'atmosfera serupre piena di biossido di azoto, ne!'SUilO mor't di colera, e ne furrmo semplicemente attaccati alcuni pochi, che passavauo tutta la notte e parecchie ore del giorno fuori delrofficina.-11 signore De Avelia no direttore della Zeccn di Mani la, ha pubblicata nella Reoi sta Felr:pina uua memor·ia, in cui elice, fra l'altro che riuscl a te ner lontano il colera da una casa operaia, ove dimomvurto pitt di cento fami g li e, s ituandovi uu certo numero .di vasi pieni d i rame ed acido nitrico.- Il farmacis ta rnilitare Anzelo y Suero. nell'isola di Cuba, durante il colera e la febbre gialla nel J872- 73 adoperò il biosSido di azoto come disinfettante e ne otterrnc grandi vantaggi. Così del pari il dott'Del T or o, nel suo lavoro sul biossido di azoto, parlò con accento' di profonda convinzione della potente azione di questo rimedio . · Due, anni fa, nell'epidemia di T0lone e di Marsiglia l'autore fece nell'ogpedale del F aro degli esperimenti, i cui risultati fu1·ono favor evoli, ma, non so perchè, non fecero gran rumore. P iù concludenti e più decisivi furono gli ;;;perimen ti de l Medico della marina francese dott. Rougie r, il ·quale is truito dal T orr es Munos nell'uso de l biossido di azò1o lo impiegò nei lazzaretli mobili di Tolouc, s u 35 colerosi e ne ebbe un successo completo. Bisogna uotare che il Rougier riceveva gli ammalali in eondizioni ordinariamente g ravi, mollo spesso al termine ·del secondo periodo. cioè poco prima ch e sconrpar issero i polsi. Or in tutti i casi il Rougicr impregnava ùi vapori di 7

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• DI TERA PEUTICA

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'biossido di azoto l'a tmosfera che circondava rammalalo, in modo che questi li respir ava misti all'aria. Breve tempo ·dopo questa in a l o.~:: io n e, la quale, a seconda della r esistenza del paziente, doveva esser ripetuta una. o più volte, si riattivava il polso, il corpo incominciava a traspirare e ben presto si covriva di un sudor e abbondante e vischioso. Aveva luogo una vera reazione, la quale si riconosceva anche nel rislabilir!:'i di tutte le altre secrezioni, compresa quella delle lacrime. e nella involontaria espulsione d('i secreti. E in taL momeulo al medico noa rimane\•a a llr·o còmpito che quello di evitare tullo dò ehe p ote~se sospo11dcre questa depu•·azione dell'organismo, e di sostenere le forze e ~econdare la cr isi con una robvrantc dieta. Circa il modo eli praticare l'inalazione e la precedente .disinfezione, ecco r.osa dice il dott. Rou;::ier. In un comune bicchiere da acqua s i pone una moneta di rame di 5 o iO ·centesimi e vi si \'ersa sopra dcll'~lc;ido nitrico fino n che il liquido venga a RU[lP-rar e la moneta di ctualche mi llimetro. ·su questo bicchiere si capovolge aiJOl'a un bicchiere vuoLo per riempirlo del ga z che si sYolge c pol'gcrlo quindi all'ammalato affinchè ne inali il contenuto. - Per eseguire le -disinfezioni, si fa sviluppare il gas, nella esposta gui!'a, in una bottiglia da mezzo litro o da un litro, la r1uale s i s tappa nano spazio elle si vuole disinfettare. Qualora in uno spaz!o si s ia diff uso troppo gas, si può farne uscire una parte apr endo la tì ne:::lrfl, come anche s i può maschera1'e il cattivo odor e con qualche suffumigaziono aroma tica. Il dott. Rougicr ha e:::egnito ;;uiJ'azionc del biossido di azoto diversi esperimenti, ai quali ho. sottoposto anche iL proprio corpo, o chiude la primo. pEwle della sua relazione affer mando che l'im piego eli questo rimedio risolverà il PI'O· bioma della cul'a specifica del coloro. - La seconda parte ·della sua relazione, cioè la par te clinica non è riporta ta tutta dalla Berliner !{/in . Woeh, c CIÒ 111'irnpedisce di conoscere la pr oporzione fra i morti e i guarili: ma pare che la mortalila fra quelli curali dal Rougier coll'esposto met0do deYe -essere minima.


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IUV[STA

Il Torres liunos avvalorò le sue conclusioni riporL'lndo anche le cifre ufficiali dell'epidemia di Beniopa, nella quale il più fort,unalo dei medici fu colui che Lra tlò i rclero:::i col b ios$ido di azo to, giaccllù s u 1:3 casi ebbe duo soli esili mortali. T. Cura. della. difterite col ioduro dt potassio. - Conferenza del <loll . C. L. STEPP. - (Dewsc!te J!edi~misc!te Woc!tensehr1jt, N. B, 1o86).

GuidaLo dA g iuste cousiclr raziolli teoreticlw l'auto re venne nella determinazione di adotta re il ioduro di 110 lt\~sio aù alte dosi pc! trattamento ùrlla ùil'LC'ritc, ,.. comiu<:i6 coll' adoperarlo nei casi graYi, che son quelli pei quali nulla pos:.:ano ordinariumcnle le risorse della nntura e della scienza. A g iudicare dalle sedici storie cliniche addo tte dall'autor r, il successo J et s uo 111elodo di cum è slato davvero sorprendente, avriJdO egli ottenuto l'n pide g uarigioui ancho in <.:asi che parevano disperati. r\fnucl•è si possa acquista re un esalto concollo di quanto egli affermo, tradurrò fedelmente la scdicesima delle sue storie cliniche. Un ra~azzo ùi nove a uni. di ~racilo costituzione, fu preso in cura nel Lerzo giorno di ma.lallia. Prcsento.va fa J;;e membrane s ulle nmigdale o sull'u ~ola, forte tumefazione [Jftl'euch i malo~a e colorazione r oqSO·b runa u01Jc arcate pa la liue; cio che ro11 uCYA impossibile l'ispezione del faring-e crl estremamente dolorosi i moYimenli di deg-lutizione. Le ~dandole solloma:ocellari c•rano mollo tumefattc, il conneUiYO !'<Ollocutaneo della r egiqnc sopra io idea e delle rrgioni laterali Jcl collo f' ra infìllrato, feso e doloroso alla pr ussione . Polso piccolo n HO; ternper·alurH moHo alta, C\H' Jì• ·rò 11on fu misurll ta a.c~usadel grave s lAI.O dcll'in f, ~ t·mo. F utlr csct·illo: jodu1·o pota.ssico, g ra m. !'l in OCI]UA g ram. t :20, con aggiunta di 10 gocce di tintura di joùo. Of(ni ora un cucclùaio, di gior no e di nolt.e. Dopo una giornata di que>"t.o trattamento la tempe ratura discese, il malessere :,:Pneralc di-:minuì, g li nllri sintomi si conservarono immutati. Al tL·rzo g iorno lo stato dell'amrnalnl() PrCl desolan te: cianosi delle Jah-.


Dl TE:RAPEUTIC.\

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bra e delle guance, polso a 140-160, piccolo e debolissimo, ·E:ensorio assopilo. Il fanciullo da ·15 ore non aveva più preso il rimetlio, avendolo assolutamente r ifiutato pel suo sapore ·sgradevole. ' L'autor e allora prescrisse: jod. pol. ~ram . 3, acqua g r. 100, sciroppo gr. 20; dn pmndcrne un cucchiaio ogni ora, gior no c nolle. Al quat•to giorno vi fu notevole miglioramento, e il joduro fu portato alla dose di 5 g r. su 120 di acqua, da continuare a pr cnd,wlo ne llo s tesso modo. Al G' giorno diminu.zio nc della tcosionr• 11 el ~ess uto soLto<;ul.anro del collo, a bbassamento della temJWI'Htura (:38' ,!'i); polso 132, più sostenuto. F alse membrane e gontìore nelle fau ci come nei primi giorni. Nel cot'!'O della 5' g ioruala cominciò ad esservi raucedine e tosso aspra cd ahbaianlr; e fu prescritto: joduro di polas><io, .gram. 8 su 150, un cucchiaio ogni o t'n. A l G' giorno le con-dizioni dèl pazie11le sono le s tesse, ed il joduro vicn porta to a 10 g rammi. Al -;• gior11o cornincio110 le fa lsfl m embNnC u -staccarsi, la tosso u m'lderarsi, la voce a l'a r s i meno rauca, nello s tesso lempo cile l'infiltrazione del collo e la tumefazione -delle glandole spnrivu uo, il polso ~i facpva piu forte e un po· meno f•·cquenle, il b t'HI'Ssere generale dh-enlava sensiJ)ile e la temperalnra dim inuiva ~38",3). Verso la sera de11'8" g iorno la febb re o.umen lò (39"), ma scomparve poi n el mo.ttino seg uente. A I') LH'sto punto lo psoudomem brane si erano .<Jel luLto s ta ccate, la voce era uu po' vela ta, c lu tosse era lieve. Dal sesto g iorno al dcci111o nel quale l'infermo entro in com·alescenza, la prescr izion e dt>l ioduro di potassio fu r ipetuta due volte, sicchè, nel comJllesso, quPl bambino p rese, io dieci giorni circa cinquanta grammi di ioduro ùi potassio, dose eccessiva, lho alla quulo l'autor e non s i era spinto allre volle, ·e che forse fu gius tifìcata dalla convi11zione di poter solo con un ard i~o tentativo sottra rre quello esistenza ad una morte allrimenti inevitabil c. Dalle comunicazioni del dott. Stepp ril"ulta dimostralo che il ioduro di potassio conduce a guarigione, i11 un tempo r elativamente breve, anche i casi più gravi di difterite, a condizione però che venga somministrato in do~'<i alle, ordi naria,mente di 2-6 grammi ul g iorno ed eccezionalmente anch.o


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RIVISTA 01 TE RA PEUTlCA

maggiori, tenendo sempr e il debito conto della età e dellacostituzione dell'infermo e della intensità con la quale l'infezione si pr esenta.. Con questo metodo parrebbero inevitabili dei fatti più o mc>no r ilevanti di iodismo, ma l'auto re alrerrna di non averne mai osservati. Quanto ad a!Lri mezzi di cura locali e generali, egli non li crede necessari. Nou v'ha dubbio che i ris ultati ottenuti ùal dott. Stnpp col suo metodo sono ancora in nuntero troppo limilalo per· farlo accellaredelìnitivamente, ma non puònegarsi chesieno anche abbastanza incoraggianti per indurre i pratici a far ne r espcrimeiJlO, tanto più percllò esso poggia sopra una base razionale ed è dirello contro un morbo, pel quale, specialmente nei casi graYi, 19. scienza é tuttavia quasi impotente. T.

RIVISTA DI CHIMICA E FARMACOLOGIA Prinoipti immediati delle buooie d'arancia amara. - C.. TANHET.- (Journal cle Pharm. ei de Chim., N. G, IUAI'ZO '1886).

Di:llleb u::cie dell'arancia amara, oltre all'esperedina sosL~nza da tempo nola e sLudiala, l'A. isolò 'alli'i cinq ue principii immediati: :x) Un aci,lo debole, crislallino, insipido che denomin ò esperidico (F. C 22 H2S OTJ. [)) Un acluo l'esiooso, mollo uma1·o, nell'acqua fredd~ appena solubile, che designò col nome di acido aurantiamarico (F. CtO Hi2 04).

r) C n acido pure resinoso ed amat•o e distinto per' sapore mollo pungente. ò) Un glucosidè l'isoesperùlina, C2~ H2G Ol:t, 5111!0, Cl'islallizzabile in a ghe LLi microscopici o d i sapor e a lq uanLo umaro;. disidratato questo glucoside ha la s tessa composizione df!!l_a espel'idina ma non eguali i ca!'alleri e le prop1·ielà. t) Un glucoside amorfo, l'aurantiamarina, di colltposi-


RIVISTA ])I CHHIICA E FARliACOJ.OGIA

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zione pt·ossima a quella della esperidina, e solub ile in acqua e nell'alcolf'. L'aurantiamarina ò il solven te nalurnle degli acidi r csinosi e della espet•idina; senza l'inlervcnt.o di osso, tanto l'esper ìdina come gli acidi suddetti a ppena in minima parte scioglier ebbersi nelracqua. Aoetofenone o ipnone, nuovo medicamento ipnotico. (Journal de pharm. et de chim. ecc., gennaio 1886).

L'acetofenone o metiUimilace tor~e o metii/.JenwiLe appt~rlien e a lla serie aromatica ed ha pet· formoln, ~econdo vVurtz, C6 H5 CO CH~. L'otten ne Friedel fac.endo reagire il cloruro di benzoile sullo zinco-metile e pure distillando a secco una mescolarna di benzoato e dj acetato di calcio. È un liquido inco loro, mobile, assai r i[t·angente, di odore tenace c persistente che t•icoru tl que llo ùdle mandorle amat•e e dell'acqua di lauro cet'aso edelladensità eguale a ci t·ca i,OGO. Alla temper·atura eli + 1-· a + :)• C. cl'islHIIizza in massa di C~'i S L<:~ lli intr ecciati; b olle a+ 200' C. ed è insolubile 11ell'acqua e nella glicet•ina. Si scioglie abbondantemente nell'alcole, nell'etere, nel cloroformio, nella be n:r..ina c negli olii grassi. Reagisce neutro alle carte esplo eatol'ie; non, è dire ttamente infìarnmnbile, ma r e nde più attiva la combustione dei cor·pi che ne s ono imbevuti. Me-;so it~ contallo u freddo c:oll'acido solfot·ico, coll'acido clorjdrico, eol clortH'O f~ r rico non dà ol'igine ad alcuna r eaziorw, n.} c(llorazione camtterisLiche. Coll'acido azolico ingiallisce e col iodo e col bromo produce, sciogliendoli, lllt note vole svolgimen to di calC!r e e crò specialmente col bt•omo . Dopo F Piedel, stuùiò rfueslo chimico composto Popoff; ma primo a riconoscern€' le proprietà ipnotiche e n sperimentarlo in clinica fu il dott. Dujor•din-Beaurnetz; che propose di denominarlo, con più breve YOcabolo, ipnone. Dopo di lui lo sper imentarono i dottori Conslnntin (Pau!) e Il ucbar d otten enclone risultati presso a poco nnaloglri.


760

JtlV!Sl'A 0[ CFIDilCA E FARMACO LO GIA

L e ùose a cui Dujoi·tlin lo amminis LJ'A è di 4 a 16 goccie proporzionalmente all'età eJ al tGrnpeJ•ame n to dcll'infel'mo, ed in uno volla sola, c produci~, egli dice, un sonno riparatore di 4 a C Ol'C. I niettato allo Slhto put·o e nella dose t!i 50 cenligt•amrni ad 1 gr·auuna, solt.o la cute det porcellini d' I ndia pt·olluce llTIO sonnolenza comatosa e dopo 5 a 6 ore la n1orte dell'an imale. È un medica mento lr•oppo gio vane per prevedere ora quo te ne polr a esser tl l'avvenire.

Del jéquirity e d ell'oftalmia jéquiritica.. pharm. f'( de chirn., N. l , 2, 3, ecc., 1886).

(Journal de

La Pl'Opl'i~là llogogena dell.a macer·azione dei sem i di jr'-quir•i ly (a f,r as pr eerttor; us, p a piglionacea lwasil iona), ·àttl'i huitu pei IAVO J'Ì di W PI'lcr. r , Sa lll.er d'Er la n;:ren , Cor·n il, Her·Jioz, ece. ad uno specia le bacil l0 c he costantem e n te s i trova nel liquitiO d ella macerazio11 c, per le più rec:.onli t'icet·chc ~cl espel'ienzo di Br·uylonls o VenncmoJJ di L ie!-'i. di \Vjd mark svedese, dell'ingl ese Kl e in, di 'N e isse1· ùa Bl'eslau, di Salor11on sen o Dil'kinck-Holmrc!d do CO!Jenag!Jen, ecc. appat·e invece d0vuta od un fe l'menlo ~olubiie, che si pt·oduce nella g e l'minnzione ùcl seme suddello, o dei fr·a mm e nti, o delle cellule vegduli dello s tesso, quando è rid otto in polvere. Onesto fer·meuto, che venne isolato, co~Lituis<·e uno sostanza amoda, azotata, solubile in acqua. o capace di pr·ovocat·o, a dosi str·ao,·diu<wiarnente deboli, una violf'ula congiunti,·ite. li calor·e, ollr·e u + 70' e mantenuto pet· qualche tempo, Io rende i nattivo. E!;SO v enne denominuto jequirilina o ;;imasi jequiri tù:a.


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RIVIS1'A D'IGIENE

--

:Sulla trasmissibilità della tubercolosi e sua profilassi. - P rof. SANTI SmE:--~A. - (Gior. Iniernaz. delle Scienze Mediche, fa se. I, 1886).

Esposlo in un rninuLo lavoro le cognizioni p iù recenli sulla tubercolosi, e molli s tucli sperimentali da l ui fa tti, l'autot'e dice: che per non soccombere d i tuue1'colosi, non bisogna pigliarla; Lanta ò l'impotenza della cura contro q uesto mor·bo fatale. La profilassi, per chi vi é p t'ed isposto, r.onsiste nel r inforzal'e l'Mganismo: a r ia puris sima di campag na e de l mare, buona a limen tazione, c g innastica atta spedalrneute n<>gli adolescen ti ullo svilup po m igliore rlel torace, c dei visccr·i che contiene. Per non pt'OCJ'ear e indh·idu i deb oli, dcvono:i impedi re i matrimoni ft·a i pal'enl.i, s p ecie l'ra i consanguinei, fra scrofoiosi, ecc. . Ma a ques te leggi igieniehe, che sono propr ie per la conservazione ùella sAlute in generale>, fa seguit'e quelle particolari per irn pedire l'entra la nell 'organismo del viru,~ in Iettante, del bacillo d i Koclt. Gli esrr eali dei t.is.ic i, sputi, fecce, devono essere raccolli in vasi propri, con te ne nti sostanze dis infetlan ti. Devesi proibire ai lisici d i. spu ta r·e sui pav imenti, po iché i bacilli dei tisici, disseccati, conset'v::mo la loro v irulenzA: occone quindi disinfettare ogni luogo ovc siavi dubbio che vi sia sLa~o un esc~;eato tubercolare. Converra disinfe ttare i panni dci t.isici, poiché è prova to che nel s udore vi si allogano dei bacilli, e a. tal uopo occorrono forn i che s vi luppino f20 gradi d i calor e. Devesi isolare il l.isico. Ques ti precetti necessari per· un privato , devono essere inculcati come l eg~e igienjca negli s pedali, negli isti tuti, negli


762

RIVJST.\

educandati, e dovunque un tisico debba r imanere necessariamen te a con tatto con altr e persone. L'igiene delle scuole dev'essere rigo r osa ver·so g li affetti da tubercolosi. La stanza ove ha dirnor·ato un tisico, come facevano !.ili antichi, dev'essere disinfettata, scrostata, rintonacata; e così pur~ tutti i mobi li devo no e::.sero r ilucidali, pr•evia disint'ezionc. In una parola è a ternersi Lutto ciò che é stato a cor.tatto direUo, intimo con un lubercoloso, ed occor·r·e pr·ovvcden·i. Le biancherie del tisico devono esset•e lavate a parte e non mescolate con quelle dci sani. Circa a lla provenienza degli alimenti l'autore pr•opugna di esset·c rigoro~i nella scelta dd latte: è pr·eferibile che le mucche sieno :riovani, e che le mammelle uon abbiano tu· m efazioni circoscritte, ne'quali casi è bene che inler·venga il veterinario a giudicare se si tratti di mastite, ovver o di nod uli tubercolari, che son•) LA.nlo frequenti. L'au tort-, non può csser·e contr·addetto, poichù la rnorlernn balleriologia s'impoue; ma le innovazioni igieniche ncce~­ sarie, così larghe esigono un a !livo provvedimento iudispen· sabile, che l'auLOJ'e non ha citato, tanto nelle famiglie, quuuto piu negli spedali c c he é molto d iffici le di conseguire, e cioè te migliaia, e i milioni, senza de'quali l'ig iene privata e pubblica è una espressione platonica e non altr·o.

Alcune ricerche sperlmentall sul bacillo della tubercolosi. - DolL. P. DE TOMA.- (Annali Universali, gennaio, 1886). Sono 35 esperienze eseguite dall'autore pe1· ricer·car·e: J• Fiuo a qual punto di tempo e di fo r·ma può giungere la vir·ulenza di uno spu to di na tura tuber colar·e, massirnc consiLierato allo s ta to di secchezza; 2• Quali sono le vie di innesto della tubercolosi lenendo conto ~n speciut modo del controverso ar·gomenlo della inalazione; 3• Quali le vie di diffus ione dci bacilli tubercolaci e quale


763

D'IGIENE

la loro localiuazione, avuto rig ua!'do ai diversi punti di inoculazione del ma te r ia le tubercolare. Le conclus ioni cui il De To ma giunge son o: a) che Io sputo opportunamente essiccato e conser·vato in luogo asciullo può manleneesi più o meno i nfettante fino a 9-10 m esi, e posto jn colluea riprodurre bacilli inoculabjli cpn es ito tu bercolar e; b) cile conserva lo ollr·c d ue mesi, ad una te mperatur·a . di + 30• a 35•, perde al'luauto della sua virulenza; e) che tenuto alla temperatura m edia di 50•, per un mese, ovvero per una sola o ra da + ~o· a+ 100• perde affatto la vir·ule nza; d) che le inalazioni fa lle con polver•e di spulo Lube r·colar·e . essiccalo, ;;opra animal i deboli o marasma tici, basta a produrre la t uber colosi; e) al punto della i ni~zione della materia tuber colare, si formano dei nod ulì, c du ques ti, pe r lu via dei linfaUci, s i ha l'infezione generale; f! ollrc ai vasi linfati ti, ~::~ n che le cellule linfoidi possono aver· pal'le al traspor to dei bucW i; g) la pt·esenza dci bacilli nei noduli t uber colotici é costante, mt~ss ime allor•o inizio.

+

La dieta. carnea. nella. obesttà generale e pa.rzlale. P r of. E. UoHI. - (Rivista Clin.ica, marzo, 1886). L 'autor e desc rive undic i casi ùi obesità da lui curali. La maggior parlo sono individui c he s offro no affann o, sono impotenti al lavo ro, provano difficoltà a resisle1·e al molo protratto o in a lcuni vi é complica nza per· dispepsia, per cal.orro di sto maco. II suo metodo uon è fondalo sulla esclusiva dieta di carne, ma vi aggiun g-e uova, brodo e vino, e rJualc hc nllt'o alimen to. In gene r e p r·escl'ive al gior·no i OO g r ammi di curne, due o tre uovu c un lilro di vino schie tto . La dur•ata. della c ur•a minima è slala di due m esi, quella massima di cinque. l l'isullali osservati sono i scgue rrli: t • Che la die ta ca r·nea c bene tollera ta e i dispeptici migliora no nelle loro solft! r·e nze.


7M

lll Y!STA o 'IGIE~E

2' Che dissipa l'otl'anno e lulli i frnomeni relativi al l'obesità del cuore e alla debolezza dei muscol i respiralot•ii. 3• Che in m olli mAiali la pelle ACIJuisla un color ito cat·ico e ,.i,·ace, c in alcuni guari!>ce l 'impotcn:ra ,·it•ile. .~· Che pPr manlenet•e il hcnelìcio della ~ua r·igione ,., mestieri che l'indi vid uo non in;:el'isc» cibi gTa<>si, o cApaci d1 formnrne iu tJUantrlè ma~giore di quella neces!>at·ia per il tmmte n•mcnlo del r.cH·po. 5' Finalrncnle t\ tah111i indi vi iui, l'enza danno dPIIn cm•a, ila cons~ntito l' U!'O tiP I calfc\, del lulle, di un pocn di m•ncr,clr•o, F>t:nzn incv~lio alla cura. Nel fJUOc.li'O r•ins1>unti \'O t! l'i c usi citali si nola un indi\'iduo che pl!~avtt I:!G k!!., f!' dopo cin,Jue me;::i diminuì a IU~. Un allt·o in tre m ~si da 13i di <;Cef'e a !!7, g li allr•i in rn edia da 90 kg. a 10:! tlimin uiJ·OriO in due, lr•c e qualtr·o m esi in m edio di '10 kg. CIUSCllrtO.

RIVISTA DI STA TJSTICA MEDICA Belgio, anni 1880-84. Dalla impo r·tanlis <;ima pubblicazio ne tlolla Slnli.~littue .1Hdicale de f A t•m(ie Bef,,e pc l periodo 1!~80-H-i. r c>dalla "allo la dir·ct.ioue c.lcll'eg rc~Jio comm. Cf.: LAnrr:n, m ed:co e<~po, i':'pcll <•l'6 generalo tlell'e"et·rito, togliamo alcune cift•e ~ommuric, non tnnlo per cler o un' idea di quell' egt·cgro lavoro, quanto per tn1rne occasione nd accennar·lo ai colleg-lli.

E.fl'ttlico met/io: IR}l0 = ~3, 1 85; 11lRI =43,2.3; 1•. 8-2 1883 =H,RR7; 1 88 ~=4G, 1 8G; quinquennio = :!20,i55. A m malati: ammesst neo li osptdali· I H){() = 1fi, :!'1i- = :li,i3 p. 100 uomini 188 1 1r•,R2:'l 31),5fl id. 1 RR2 = H ,2i 2 =- ~l:l id. 1883 = 15,583 = 3 ~, 72 id .

=

=-

188 1- = 1G,3 t5 = 35,39

id .

=

I:J,2~5;


7(Jij

ltiVJSTA or STATISTICA MEOli.:A

A mmalati in IJUartier e: 18HO = H, I!J8 = 107,08 p. 100 uomin 1) 188 1 = 41,!J7:l = 101/l'i iu. To tale 226,705 = 1~2

1883 1 8~~

= H,!ht5 = 10S,7() = 45, 11):1 = IO:l, la = 50, ~!Jij = l l 1-,27

id. id. icJ.

Cor pi (•lllin'(ut:'nniu):

(

1 07 ,~3 pet• 100

1 uomini. J

---Per ~00 uomini

F onl•·r·ia . Ca vt1 liE-t·ia .\.rtiglieria Gt.:IIIV .

QuarUl'rll

:13.!)7

34,8:! 126,67

<1·7 ,95

.

BaLiugliono d'amm in islrazione. B atta..rlion11 lr eno . . . GifJrnate di cura (qurnquennio): All'o~ pcda l o

O•p~tlalr•

37,08 28.:!1 :!ii,!):J :38,6-\

121.i,30 93,27 ·15,91 129,2~

1,7:2.1-,:>HO .... .. 22,(J2 pct· molato; 9,20 per

uomo. :\leùia ;.!tornaliero ùei degenti !H~r. Al I'JUarliet'P 58U,ul l . ..... 2,:>6 r l'l' malato; 2,75 per uomo. MuJia giot·ualir rA. 318. J!faltatie: Cut·ult 78:i17. Pet· rirAùule o l'eciùi,·e H7~ ..... Re:;tano maiali 7:lN1::-!. V ~uct·ci lì ,o:{ p. 100 malati

Febbt•i lifuiùi 1.1j l p. 100 rnAinti. F~b h t·i i nlel'm itLenLi 11,77 p. 100 mnluli. T ubcr•colnsi pnlm on&l'e O.GO p. 100 malati . Durata del/P ('li re: Usciti , gior•ni 22,05. Deceduti, l!tOI'lli :f:',i l. Venerei, ~torni :l2,5:1. [i'cbbri l i l'oidl, giorni 1·7,07 pci g ua l'i li; 20,1t o r ei òeceduli. l ncii in conaet/() di concatescrtl::n: X. li,~,2!1 = 8,:H per 100 unmini cm at1 ne~! i ospedali; 2,QO p. 100 uomini tle ll'effc lLivo. Per fcbbl"i wucosc o tifoidi IIJW•. Bronchite cronica e· lisi 6i4. FcbbJ'i er·ulli,·e if>8. Fcbb1·i tnlcrmillen ti l.


. 766

RIVI STA

Conoedi definitivi: N. 242i = 1, IO p. 100 uomini. Riform ot.i 1789 = O,f'i p. 100 uomini. Pensionati (provvisot·iamen te) 270 = 0,12 p. 100 . Id. (defi nitivam ente) 304 = 0,1 ~ p. iOO. Rinviati 61 = 0,03 p. ·100. P er !00 uomini i congedali fu rono: L,GO Battaglione d'omminislrazione . j ,41 Guide . . . . 1, 3~

Gen•larmeria . Batta g lione del treno Fanter ia . . LancitJri e caccialot•i a cavallo Artiglieria . . . Caccia tori a picùi Carabinieri . Genio .

1,26 1,1fl. l , l~

1,H 1,0H O,G9

0,10

. M alattie: 292 Ernie . . . . . . ! !):! Bt·onch ile ct·onica e tisi J, o Lesioni cardiache. 101 Affp,zioni lncn ta!i . 7fl Epilessia . . . . va~cinaz ione e oaiuolo: Inoculazioni :m>2i. Esito genuino 4-0, 13 p. 100. Non mai vaccinati o vaiuo!ati 271-8; successi G2,l!J -p. 100. Vaccinati 5 1725; succes!òi 3!l,53p. 100. Vaiuo!ati 30:>1; successi 3Q,53 p. 100. Vaiuolo: casi 388 0,18 p. 100 uomini (188 vaiùolo vero; 163 vaiuoloide; 37 varicella). Deceduti 2't = 6,13 p. 100 malati, di esse for·me.

=

Reclutamento:

=

Visilali all'am missione 5526-~-; riconosciuti in t·bili 7678 13,8!) p. 100; non ne fu però a mrn<>sso il rimando che per 3783 49,27 p. 100 pt·oposli. Mortalilèt: Negli !'pedali 866; media annua 113,20 0,46 p. 100 uomini; 1,11 p. 100 malali,

=

=


DI STATISTICA MF:DTCA

167

P er febbri mucose e tiroirli 240 = 27,71 p. 100 decessi; '0,1"1 p. 100 uomini; 12,8" p. '100 ma lati di esse affezioni. Bronchite ct'onica e lisi 257 = 29,98 p. 100 decessi; {),12 p. 100 uom ini ; 13 ,0!1 p. 100 m alati di esge affezioni. Pneumonite e pleueile 59 = 6,81 p. 100 decessi; 0,03 p. 106 uomini; 4,58 p. 100 malati di esse affezioni. Meningiti -1-1 = 4 ,73 p. 100 decessi; 0,02 p. ·100 uomini; S2 p. 100 malati di es~o affezione. Vaiuolo 24 = 2,78 p. 100 deccs!" i; 0,01 p ·100 uomini; 6,81 p. 100 maiali di cgsa a ffezione. Fuori dei luoghi di cu1'a = :~99 .... . 155 al quartic>r e ; 242 in paL1·ia. Al ()uartiere 24 per moJ·Le naturale; 87 per accidenti; 44 per suicidio. Numerosi :-;pecchi fanno seguito alla relazione r·iassuntiva dalla quale abbiamo tratti i pochi da:ti sovra accennati. ... E ssi costituiscono un cnmpiuto complesso di documen ti, c hia rissimi, alli a dimos tt·ar e con tutti i dettagl i r·ichiesti lo s tato sal!itat•io, e l'opera egregia do! corpo san ilario militare del Belgio. B.

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RIVISTA BIBLIOGRAFICA _.,.~ -

Della. dispepsia e suo trattamento oura.tivo ool mezzo delle aoque minerali, pel doll. p!'Of. L. Cr·H MINELLI. Premesse poche parole d' intr·oduzione l' egt·ep-io au tore accenna, descrivo e d:tferenzia le più salienti forme della dispepsia pr imitiva !'! della lòecondaria; ne clelinea le complicazioni; ne lraccia le speciali curative indicazioni, le controindicazioni avuto rig uardo al trattRmcnlo minerale, s uddividendo l'a r gomento d ietro le forme descritte; finalmente dà un quad ro ria ssun ti vo della indicar.ione specia le delle principali acfJue minet'ali nella cura della d ispepsia secondaria o conse<".uti va. È un lavoro nella sua brevità completo che allesla della specia lità dall'auto re acquis ta ta nel lungo amoroso studio dell'idroterapia, idt•ologia e climalologiu , ampia ed importantissima branca della t erup ia, ed a lla qua le il Chimine lli s i è con s peciale amore con sacrato. B,


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RIVlSTA DlBLIOGil.\FJCA

Apuntes pora. el estudio de los Queratomas, pei dottori professori VIROHCOS e LOPEZ-GARCIA. 1\ladrid, 1886. È una inlercssanle monografia s lot•ica eL. un esalto s tudio ana tomo-pa tologi co delle produl\ioni cornee della cule, aJo t•na di numeroso fig ure. Gli autori ne lrussero argomento da un fatto occorso loro d'una ~·er3me nle strana ed enorme produzione corneA alla palma (eminenza lenare) della wano sinislra, che con felicissimo esito estirparono. Stanno quindi 1'<1ecolti j più sal ien ti ana loghi fa lli nelle mediche elfemeriJi ricordati ... Il ca~o del De-Forl (pa toln!.!in chiruegica) ùi produzione co t'né/l ol piede s inis tro; un cas~ di doppi corni del capo accennali in una pubblical\ionc futta a :\lad rid nel 1770; i corni ft·o nlo-par ictali descr 1ll i nella sua opera dal Jm·malologo Gi,né y Po rlag~;~s (1 880); un caso analogo della r·egionc malare s inis tra del Morales P érez (SantA Cruz); due rlella rr·on le del COJ•ra le (Sfll'agozza) e del SAncltcz Ficine ( Sontiago); uno del la t•<>gione Lernporalc si nis L1·a del Simon y Nieto (Valencia); uno tldln t•egione sopt·acciqliaJ'e dt>l Velnsco; del naso del Lopez de Sancito; della regiouc malare delrAivolo.do; del perineo del Cr·eus {Madl'id); uno del frontale, accennalo nella Monslrorum llislurirt delr AldJ'o)vandi ed Am bro~inus (1642); della r·egione lempot•n lc del Gaslellier (177fl), erl altro analogo del Le P t•ince (1ì87); ch•l pene clel Da Costa Dua rte (Coimura, IR3ri); quP.llo vc r·FJmente enorme del Flindfleisch conser,·ato nel museo di Bonn; quello del must>o DupuyLren llescrillo dal La ncereaux: i l1'e do•r.:rritfi dal P erls nel s uo LJ•allalo di patologia; i tre accennati dal H ebra n ella sua opera delle m ala LLie della pelle. · Compiono il IOJ'O lavoro gli egtcgi autori con un ocrurnlo stud io di r·atl'!•onto, sulla naturA, modo di sv il uppo, l'e?.iolo(!ia, la cura di ::;ilni li tumo r i, r iassumendone le cleduzio11i in alcune conclul' ioni aforismatiche. B. Il D~r<'Lt..Or<·

Dott. FELICE B.o\ttOFFro co l. med. 11 CollaborCJ. tor·c per l a R .• ~<;H'ona

tl R eUC\L.LOrC

ANI)REA TORELLA

CLAtJ[)JO SFO RZA Capifmw wcdico.

Nc1Uco tli 1• ctasse. Nu T t:>~l FEDt::n rco, Gerente.


MEMORIE

ORIGINALI

OSSEHVAZIONI

DUE CASI lll ~IALATTIA BE' CENTIU NERVOSI OCCOitSI NEL t RIPARTO lH MFJliCINA llELI.'OSPEDALE DI ROMA

F.

FAN.A:RA ,\lAGG LOl\ B l lEDLCù

-:-::·:-

, Espongo a' coll egh i la storia ili due infermi, nel primo dei quali In forma cl1 u ica non corrispose al trovato anatomico, nel secondo il feli15e esiLo di guarigione non fu in rapporto con la. forma cl ini ca. E mi pare che questi due casi non vadano taciuti, perchè s1::1 l' incremenlo delle conoscenze .fisiologiche all arga giornal m.. ,.nl.e. il campo della cli ni ca, questa. non cessa di avvantaggiarsi dalla ca::;istica quando le conoscenze biologiche le fanno difetto . ~Jadea Placido , del 7• fa nteria, individuo di mediocre costituzion e, senza precedenti morbosi interessanti, entrava all'ospedale il9 febb raio •1886, ed all a visiLa mattutina del •! Oraccontava come nell 'infermeria del corpo fosse stato curato d'una risipela facciale, come uscitone appena, ed andato in piazza d'armi, fosse stato preso da febbre con forte cefalea, ed inviato il giomo seguente all'ospedale. Accusava dolore r. erissimo a tutto il capo ed alla nuca, il' termometro so tlo ]'ascella segna va 38, f) e sal iva la sera a 39°, v'era stiti chezza da tre giorni, quindi fu ammini strato del ca49


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OSSERVA7.lONI

lomelano, furono applicalesauguisughe alle tempie ed ai pro cessi mastoidei ed una larga vesci ~.a di ghiaccio sul capo . Non e!\sendusi avute deiezioni alvi ne, fu propinato un pu rgan te salino il giorno dopo, quando in seguito ad ahhonò anti evacuazioni la. temperatura dis~ose nel pomeriggio a 37,t1. ~on v'era miosi nè midriasi, non v'erano sussull.i nè contrallu ro, l' in telligenza era limp ida. Nel giomo 12, quar'l.o di malattia, la febbre sali di nu ovo a 39°e si pronunciò il vomito . li dolore si estese a lulla In sp ina, e divenne così fiero. che l'ammalato non trovava riposo. Era dolore fisso, tereuraote. che impediva ogni moYimenlo, :;pecialmente quello della nessione del tronco. e per esplorar glt organi tor·acici bisognava far giacere :::u di 1111 lato l' in fermo che assolutamente non poto\'a sedere sul lelto . A qnesto dolore in sistente in locali tà determinate se ne aggiungeva nn altro vaga nte per· tutta la persona. che si ri ~ve ­ gl iava ad ogni menomo conlallo. Questa seconda formn Clolori fi ca ben presto svn ni, o megl10 si trasformò in rtna vera iperestesia cula~ea e mu scol ;~re; il pigiare un J!ro:;so Ulll:'Colo come il gran pellorale, il bicipite brachiale faceYa balzar l'infermo, e la sensibilitiL tali il e era talm.ente squi$ila da renùergli insopportabile lo slro nnio d'una. penna su qualunque p:lrte .del COI'po. La qualità del dolore in l ullo l'asse cerebrli-sp inale. l'ipersens ibili tà. muscolare e cntnnen, il ''omito ostinato mi indussero a far dia~ nosi di me r. iugite cer-ebro-spinale, c qu el rlolore .che si esacerbnYa all a nessione del tronco, che anzi l'impedì' a, mi faceva. pensare che la dura madre fosse ma~giorm ente rongesta; quel gran di:-ordine del "enso generale mi ~~primcva .che i cordoni posteriori del midollo fossero già entrali in pnr·otecipazione del processo flogistico, o fossero mag).(iormente .compress i dalle meningi imbibite e rigonfi e posteriormente.


SU DUE CASI DI ~IALATTfA DE' CENTRI :N~:RVOSI

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E qui m'è d'uopo dichiarare che quel do lore ILmgo la spina 'DOn aveva nulla di comune con lo stato tetaoico che si osserva ·nelle meningiti ccrebro· spinali , poichè In llessione del tronco .e della mano era dolorosa sì, ma possib ile, e non v'era ombra di !risma. · Ma la mancanza assoluta di miosi, eli midriasi, di sll·abismo, -e quel dolore soppo rt a to senza un grido , quel la intelligenza ~empre ,•igile, ed il non veder comparire alcuna parnlisi, motoria o sensoriu nei giorn i seguenti, ne una convulsione, nè ·una contrallura, rendevano tale diagnosi per lo meno arri·schiala . ~on si mancò di esplorare la milza nella considerazione che .siamo in Roma, e che una marcata remi ssione del ciclo feb•brile pur ,·era stala nel secondo giorno di malattia , ma nè la -percns:;ionc ùell'l!ja splenira e(l epatica, ue le r·ipetnle som·mi nislrazioni di chi nino, Ono a d ne grammi, giustificarono il -sospeuo d'infezione mal:n·ica. Si esam in arono più Lardi le orine, mrt oltre ad un'abbon.boodanza di fosfati, non si rinvenne alito. In tanto la febbre conLinuava con escursioni termiche da 38 a q.o•, i rivulsivi lungc1 la colonna verreb rale, il calomelano .a piccole dosi. gli oppiali a dosi piuttosto abboodani.i, la ve-scica di ghiaccio tenuta a permanenza sul capo a nnlla giova·vano; il snlici talo di soda , il chinin o diminuivano l'intem ità. -della febbre che al i!G febbra io era scompa1·s;•, ma il dolore al .capo ed alla spiu3, l'ipersensibilitit muscolare e culanea rima.sero immutati. r.ol cessar tl~lla febhre anche il vomito era divrnuto raro, -e l'inf~ com inciavn a nutrirsi di latte ed uova, cdi quakhe ·min e<;lrina, qnanùo nel la sera del 3 morzo ;;i accende nuova febhre, si pronuncia la tosse con esc realo ruggi00$0, e l'asco!· .:tazione a stento esegn ita per la difltcoltit della posizione assisa,


7172

OSSERVAZIONI

fa r ilevare una polmon ite basica destra con iperperissia n ,i.Qo, episodio increscioso ed esauriente, che però fini in completa riso luzione e defervescenza febb ril e al ~1 0° gioruo. L' infermo comi nciò di nuovo n prender qualche ciho, ma la cefa lea , il dolor dell a spina, il vomilo non lo lasc iavano; gli oppiaLi , il bromu•·o di poiass io, le frizioni mercuriali sul dorso nou ebbero alcun eO'olto . Però l'urinazione ern :;empre .;pm1lanea, si prc,duceva fnci lmenle 1111 po' di stitiche;:za clte era viola con quah;he dose di ca lomelano e qualche cli:'terr. ma le pnralisi che a lungo andnre tengon di etro all o sw dio irritaLivo nelle meuingiti non comparvero, erl il pol~o si mantenn e sempre piecolo sì, ma di ritmo co nispo nden te nil o sia lo fel,brile, e mai :;i fece Ion io nè Lat·do . 11 20 marzo un'alLt·a fase spiacevole aggrarava lo'slalo del povero 1htdea già. sfi nito dal dolore e dn l vom ito. La temperatura salì di nuovo a 1.0°, ed una nuora ri=-tpela facciale ~a­ stenne per altri sel.l e giorni una febure a 3~)0, poi febbre n r isipela sva nirono. A' pt·imi d'nprile: il vomito conlitHw va, il riflesso LerH1 inen era quasi abc,lilo, e per rinf01:zo di conlrad iziolle in qtH'Sia strana sinlomalologin, le sensazioni tatlili, termic he, dolorifi che fld elellriche era no squisitamente percepi te in lut to il. co rpo, i movimenti volontari tull i pos:;iiJili bcnche lorpidi per l'estrema debolezza e per la dolor<IÒ ilitù dcll<1 spi11iì, In ceralea era cessala, la vista c l' ndito ernno normali, l'intelligenza semp re desta, il marasma g-iungeva all 'estremo. Co l poco lalleeciorcolalleche il vomito la~c iaYa pet' r('~iduo nel venlricolo, visse l'infermo Lullo il mese òi apri le, ed al 2 ma~g i o, dopo bre,·e agonia> spi rò. All'autopsia eseguita :36 ore clopo la morte. si rinvenn e In durn madre opalesc;ente, con seni vcnosi Lnrgidi, alq ttnnt o ispessita ed aderente agli emisferi in corrispondenza delloho

l


SU DUE CAS{ O{ ){ALATl'IA DE' CENTRI NERVOSI

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medio. Al disotLo dell'at·acnoide si vedeva una stasi venosa cospicua, e lungo i solch i v'em essudal.o gelatinifoi'me ade.. rente. La so:-ranza corticale del cervello era congesta, la mi~ ·dollare rammolli ta, c l' eno t·me quan lilà di siero limpido nei Tentricoli lalerali, ematico nel 4- 0 veotricolo, ave\'?.no spappolato la sos tanza h ianca in modo, che a Loccarla aderiva alle dita. Le meningi spinali egualmente con~este in tulla la loro lunghezza e spessczza si laceravano l'ac ilmenle, e facevano vedere il solito es:;nùato gelatinoso lungo i cordoni midollari, ed ahbo ndantc siero ema tico . .Nel pett o e nel ven tre non si rinvennero altre lesioni all'infuori di una co n ~om:. tion e ngonica de'polmoni a parte po· sleri ore, tl piccole co ner·ezion i sal ine nelle piram idi renali. La milza era pic·colissima, il f€'f.!alo not·male. Oore sono qui i di:-ordin i d'intelligenza chela compressione dal basso in allo per la distensione dc'ventricoli avreb be dovuto proùnrre rirerberando sulla volla cerebmle, dove sono quelli che pure una lepr omef!ingi te della volta avrebbe dovuto cagionare in rirm tre mesi di malauia? E la base maggior·mento comp res~a pcrchè non lllt romito alcun sintomo di lesione ne' sonsi specia l i~ E la com pr·ess ione che su talami ollici e (~orpi striati do\ eva ese~uire il liquido in tale .abbondanza, pcrehil non ha dato cl isor·dini di moti liLà, conYulsioni , rontrallure, paralisi? Ecl il pavimento del 4· 0 ventri·Colo spap}Jolato e macerato dal liquido perchè non ha fatto comparire tr·acc ia eli ~ l uco:; i o nelle orine? Com'è che eli tqlli i fenomen i che arrebbero don1to manifestar·si per la congesti one ·del lltidollo allu ngalo solo il romito si il mostrato co~lnnte? E le mcniogi spinali così profondamente alterate, ed il midollo spinale co ·i compresso come non ha rÌ\'elnto il suo .stato alt.rimenti che co n un 'iperestesia?


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OSSEIW AZIONI

Questo fatto mi rammenta un povero tisico morto al pt·in -· cipio dell'anno scot·so nel medesimo riparto, il quale a tubercolosi polmonare avanzata cominciò a .soffrire di forti accessi convulsivi, seguili da un'iperes• esia dell'arto inferiore destro che durava nn paio di giorni. Quelle fasi iperestesiche erano il tormento maggiore per l'in fermo, ed era necessario sollevar con gli arch etti la coperta delleuo, pC'rchè quoll"arto non tollerava il minimo conLatlo. All'au topsia si rinYcnnero dlte masse tubercolari gr·andi come una noce nell a polpa cereb rale fra la sostanza bianca e la grigia del lobo anteriore dell'emisfero sinistro. Neanche li v'era stato mai di sor·dino d'intell igenza, nè inceppamerllo dell a parola. Se si svolgono i libri di patologia interna , e specialmente quelli che trattano di malauie ncn·ose, non si fa un passo nel terreno dell e menin giti senza urlar nelle paralisi . ~ ellepar­ ticolareggiatecasistiche di Charcot, di llammood, di Erb non si trovano meningiti cerebro-spinali essudat i,·e eh e abbiano con· dollo a morte in tre mes i per lento marasmo, senza co ntratture, paresi o paralisi, senza co nrulsioni o delirio. E nella dotta monografia del nostro generale modico ìrlanayru non si parla di meningite cerebro-spinale ad e~ito letale senza fenomeni di trisrna, di ptosi, di miosi, midriasi, ed il deliri o furioso o tranqui llo non manca quasi mai. Co3icchè una simile diagnosi nel caso nostro non si sarebbe potuta sostenere; ma il Nieme.ret· ci addita come segno pn'cipuo della meningite spinale il dolot·e nel dorso ch e c resc~e ad ogni movimento spQnlaneo, \'iperestesia gl'morale che simula un reuma, ride:;tala nelle concussion i del corpo, e nei movim enti impressi. t dietro una tal e guida che si è avuto ragione d'insistere nella diagnosi di meningite. l'arò se vi sono me n ingi ti g r~lV i ssim c senza paralisi , non so n


SU DUE CAST DI MALATTIA DE' CEl'(TIIl l'(ERVOSl

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rare le paralisi gravissime senza lesioni spinali dimostrabili, come lo prova il caso segttente. AnzilloLti Guido, soldato del 7• fanteria, di anni 21 , di lodevole costitu~ ione, sempl'e sano per lo innanzi, entrava all'ospedale il l<> marzo con tosse, escreato mucoso denso , respi razione asi:H'a, e qualche ranlolo sibilante sparso nell'ambito respiratorio. Cosi. pn:ssò i giorni 2. ::l e 4 marzo prendendo qualche espettonw te, e levandosi dal letto giornalmente. Alla sera òel 5 tornò in !ello con febbre a 30°, e nel mattino seguente chiese soccorso perchè da 24 ore non aveva orinato. Fu introdotto il catetere , e si estrasse un litro e mezzo d'orina 'limpida , ma per farla uscire bisognava premere a tutta forza nella re~ ion e della vescicn, che rimaneva infossata dopo il V11olamento. All a m:Ltlio<L del 7 bisognò ripetere il cateter·ismo, e si polè constatare che l'infermo perdeva imolontariam ente le fecce; la temperatura nella sera. raggiunse i 4·0°, fu amministrato un gramm o e mezzo di chinina, e durante il giorno 8 si ebbe completa apiressia. Nella sera del O la fehbre tornò con una termogenesi di 39°,5 e contempornneamente si t·iconobhe che l'infermo non poteva muovere le gambe . La parr.li .:> i motoria dell'estremità inferiori era completa, la sensazione termica mo lto eon fu sa, la tattile discretamente conser·vata , ma la dolorifica era abolita. Difatti eseguendo dell'e iniezioni ipodcrmichc di chinina in vista di quella completa apiressia del giorno 8, potei accogel'lni che nelle regioni interna ed esterna ùellc cosce le punture non erano avvertite. Esercitando cori le dita una for·te press ione sulle apofisi spinose delle vertebre non si svegliava il menomo dolore,


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OSSERVAZION I

lo stesso accadeva trascorrendo nella spina con nnn bottiglia d'acqua caldn. Qual em la cagione di questa paralisi che iu quallro giorni aveva invaso la vescica, il retto c gli arti inferiori·? Per quante domande si rivolgessero all'infermo, uessuna :;e no potè scoprire. Non v'eran:> stati urli, percosse, cadntosul dorso, non raffreddam enti bruschi nè protralli, percltè c~li asserira d' r~::crc anelato in giardin o, ma vestito del cappotto rlell 'ospcdale, e di non essersi sdra iato nò messo a sedere per terra o sui gradini. No n aveva malattie degli organ i genitali nè del retto, quindi non si poteva parlare di pnralisi rifle..;sc; qnelhl inlel'rni{l cnza della febbre s'era. manifestata per un ~ol giorno, le iniezioni ipodenniche d'idroclora.Lo di chinina non a,·evano dopo quf'l di prodotto nlcun risullato, la paralisi non presentava nlenna inter·mittenza, la milza non spor~era da' suoi limiti normali. non v'erano mai state febbl'i palustri per lo innan1.i, dunque non si poteva pensare ad una paralis i malarica, come so no cita quakbe caso ne'trattati di malattie n e rvo~.>e. Una congestione, un 'infiammazione ~pinale o meninsea, un Lumore entro la ractriòo non eJ·11no ammis~i l• il i , pen:hè nessun fatto antecedente, nrssun fen omeno irri tntivo, neunc.hc il più lieve dolor locale autorizzavano a simili congetture. La feb bre contin uò il suo co r,;o cou remissioni wnllutine di 38.,2, 31•,8, e con esacerbazion i ve:-pertine di 08°, l , :~0°,5 , 40°,.2 dall'i l a11 n marzo. e la terapia. oscillò nell'incer·tezza. della diagnosi, pnt· tenendo conlo di tutte le possibi li alterazioni anatomo-pa.tologiche. lnfalli si co ntinuò ncll'nso del chinino, si applicarono sanguisughe, ventose, frizioni mercuriali lungo la spina, si amm inistrò il calomelano a dosi refratte in.ternamente.


SU DUE CAS l Dl MA.LATT1A DE' CENIR.l NEI\VOSL

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Nella notl.e del 16, pur continuando la febbre che non cedè fino al 24 del mese, risalendo a 40° nel 21 e 22, con merayiglia ùi lutti, l'infermo orinò senzil cateterismo, nel giorno com inciò a muovc>r le gambe, nel 18 stava già in piedi. La paraplegia s'era falla completa in 4 giorni, soLLo il corso d'una febbre a tipo remittcnte, in 7 giorni continuando la febbre -i dissipò completamente, e la febbre durò ancora per 6 giorni quaot.lo ogni segno di paralisi era scomparso. E fu tanto grave, elle al terzo gior·no s'en1 prodotta ti.de un'escara del sacro. quale io non ho mai Yedula nei tifì della durata di 40 giorui . Esca m co me la descrive Chn.rcot, mediana, spessa, resistente, che curlèlc quando l'infermo già cominciava a levarsi . lasciando [Jrofonda breccia nei glutei, che lla fallo attend er In cicatri ce rino ad oggi ,l H mag-gio, tn lchè l' infermo potrà domani recarsi in licenza di convalescenza dopo due mesi e mezzo di degenza all'ospedale. Bisogna dunque put' convenire che Yi fosse anche una paralisi t1·ofìca oltre della motrice e dell a sensuria. A fatti compiuli possiamo ora permetterei una diagnosi po· stuma, o meno male quando il postttmo non si riferisce alla vita. dell'infermo , ma alla fine della malatLia. Fra le ipotesi suespre::sc non fi gu ra l'apoplessia spinale, ed ·è tempo di considerarla. Hnmmond riunisce sotlo un'unica forma clinica le emorragie delie meningi spinali e quelle del midollo, e con tali -vedute uo11 può a meno d i ;.:i udicar la malallia sempre mortale .quando sa n lese le regioni superiori del midollo, gravissima ·e con esito di parnlisi incurabile quando si tratta della por'Zjone inferiore. Erb invece òescrive l'ematomielia per la quale divide quasi compl etamente il concetto prognoslico di Charcol, cioè che sia geuoralmenle mortale in breve tempo, che in pochi casi


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. OSSER VAZIONI

all'emorragia tenga dietro la diffusione dal basso in alto della miellite centrale, e quindi morte tardi va, e che nei casi in cttr la miellite non sì diffonde, restano le parapl egie per lungo. tempo. Parla poi dell'ematorrachìa , e dopo aver enumeralo le cagioni più conosciute, come i traumi, i processi nogistici e necrobìotìci delle vertebre, le conj:!estìonì nel canal vertebrale per· cause iliverse, gli sfo rzi e le soverchie fati che corporee, la rottura di aneurismi nel canal vertebrale, le abbondanti emorragie cerebmli che si versano nel canale rachidiano, tulte cagioni inammissibili nel caso nostr-o, confessa che si sa ben poco della predisposizione all'emalorrachìa dt taluni indi vidui , nei quali essa accade senr.a alcuna dì ques te cause. Espone nella sì ntomatologia i fatti più salienti ed ordinari com e il dolore acuto nel pu nto emorragico, i fenomeni irritativi della sfera sensitiva e motrice, la rigidità e dolorabilità della spina nell o stadio irrìtativo, la paralisi, ma assicura che in rari casi molti dì questi sintomi possono mrmcare, e che in genero l'andamento dell'enterorrach ìa è benigno. Jackson racconta il caso d' un a giovane quatlordìcen ne sana e robusta, senza precerlentì mo1·bosi dì sorta, In quale fu colpita da ernonagia spinale, e l'anamuesì prossima non potè rintn~cciar ombra di contusione o di t.nwm a qualunque. L'unico sintomo della malattia fn la paralisi progredientf:l nell'ambito dei nervi del piAsso cervicale e bronehìa le, dei nerù ìn tercostali e frenici. Essendo lesa la por1.ione superiore del midollo, la morte avvenne in 7 giorni, e l'autopsia confermò la diagnosi fatta da .J enner che aveva visitato l'ammalata n.;sìeme a J ackson al lJUÌnto giorno dì malau ia. Il nostro Anzillotti non ha presentato altro sintomo all'i n· fuori rl ' nna completa paraplegio, e l'andamento del :;uo male


SU DUE CASl DI MALATTIA DE' CENTRI NERYOSI

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non solo è stato benigno, mn coronalo da rapida e completa guarigion e. ~ on potrebbe esser questo un caso d'ematorracbia della porzione inferiore senza fenomeni irrilalivi ed a pronto. riassorbimento? Quella febbre cbe ha accompagnato il corso della par·alisi, e l'ha seguita ancora per tre giorni, non potrebbe essere analoga a quellà che !'pesso si pronuncia nelle emorragie cerebrali, e che quando è moderata fa cilita il disfacimento ed il· riassorbimento del gru m o~ I o non saprei a quale alil.ro concetto diagnostico appigliarmi . Se ho dato nel segno, il caso è dei più rari, ed ho voluto narrarlo per cogli er l'or.casion e di esprimere un'a ltra mia convinzione. Ed è che nelle malattie dell'asse cerelJro-spinale bisogna spesso rassegnarsi a formulare una diagnosi anche approssimali,'a nella maggior parte dei casi, basandosi sui fenomeni principa li , su ll e lesioni funzi onali le più importanti , quelle· che non potrebbero sussistere senza uml lesione dei centri. Che a Yoler rintracciare tulli i sintomi ùescrilli dagli autori • prima di pronunciarla, si corre il rischio di ondeggiare nell'oscurità e nell'incertezza pc•· Lullo il corso della malallia, incertezza che si riverbera sull'indirizzo terapeutico, scopo.. tjnale dell'arte nostra.

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STUDIO ANALITICO

SUI COSI DETTI ORECCHI O~I Lettur:t fatta lll'll'ospcdalc principale di Piacenz,, dal 1!ott. 1';, ua r~il\nti , capitano medico.

""'

Il g ran qtlaf'Liere superiore di S. Benigno in Genova, a prima vista lo si penserebbe et·ello 11elle più salubri condi zioni. - Esso infatti tort'cggia isolato sullo ;,co)!lio della lanterna lontano dalla cilta, è a sistema lineare, gode di buon'acq ua, e da suo ~ rJLitnProsi fìnos~roni g uat•da per' ogni verso il mare, che gli mande. perenn i cor·renli d'aria balsamica e s alular·e. Ma se può .rilenet·si un buon quar·lierP. J i fronte ai deleteri trasudati del vivere collettivo o dei conset-ruenli morbi di generale infezione dece aooenire il contrario per la causalità ret(matica, presa nel senso che ben comprende ogni pratico e quivi mantenuta sovt•a tu tto o dagli s balzi impr·ovvisi di temperaturfl, o dagli irnpe~i della bufera, o da penetr·aule e non in!Rrrollo piovigginio. Insitliosa o fr•an ca, la causalità reumatica, che del resto ci viene chiari la a dovizie da lla descri tta ubicazione del fabbricato, minaccia, si può dire ogni ~iorno, il benessere d<>gli accaser'mali ed 6 lassù un evenlo comunissimo, che a notti calme e stellato succedano meri7gi freddi e burrascosi, sol· leciti a rovesciur·e un diluvio, erl a riaprirsi ancora beo pt'eslo in un sereno caldo e scintlllanle. Ne ris ulta che lo pir·ess ie reumatiche semplici o com plicate, i catarri acuti dell'appar ato r espiralot·io e del dit•igente,


STUDIO ANALITiCO, ECC.

781-

le corizze, le tonsilliti, gli ot·ecchioni, ecc., sino alle malatlie più gt·avi, si svolgono C()là, specie nella stagione invernale, con spiccato e ragguardevole predominio. Su quanto affermo ebbi ampia ragione di convincermi appunto nelle invernale del triennio 82-83-84, durante le quali , prestai servizio al 31' reggimento fan lel•ia, cui ero addetto ed . i vi di sede. Se non che ammaestrato dalla pratica dei due primi anni ed in conseguenza con l'animo ben certo che da nessun altro momento etiologico, all'irifuor•i del ·r eumatizzante dovevansi più fortemente proteggere ed agguerrire i militari la ricoverati, prima ancora che mi cogliesse la ter-za ìnvernata, quella dell'84, proposi a lle autorità, cui competeva, _ consigli e provvedimenti profilatlici, vivamente invocandone · una rigida e quasi fiscale applicazione. Genel·ali e pat·ziali, intime e di mas sima fut·ono le numerose misure prese; ma non sta nella natura di questo Javoro · il narrarle. - Solo per da rne esempio, rammenterò la costosa e ragguarde vole opera murale, che venne praticata, nell'ampio e diretto portone d'entr·ata nel 11uartiere, per la quale si·ruppe una perenne eort·enle d'aria, usa a sorpr~ndere e acl investire i passanLi. Con quanlo danno degli estenuali drappelli, r educi dalle isteuzioni, ognuno lo può immaginare!.. Il feliciss imo risultato consacrò intanto la giustezza del mio presunto, cC1me ben appare dai quadretti staListici di confronto, più oltre segnali. Essi riguardano gli entrali nell'osped~le e nell'infermeria durante i primi cinque mesi del iriennio. P er·iodo che noi medici dell'esercito, possiamo considerar·e come tutta un'invernala, poichè in questo tratto di tempo vi si disegna la cut•va massima dello arnmalal'e nella truppa, coincidendovi, come.. tutti sanno, la più frequente mobi lità dell'a tmosfet·a. il convenire delle reclute, i numerosi loro denudarnenli per visite, . controvisite, vaccinazione, arredamento, rassegne ecc. ecc., ·nonché lo adallarsi completo tli questi uomini, ad un modo di viver e in usato ed a sorvigi precedentemente ignoti. E . si badi, che il 31•, nello s corso anno, presentava una circo· stanza la quale avrebbe dovuto, per mil le ragioni aggravare·


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STUDIO ANALLTJCO

la percentuale della s ua morbosit.à, poiché riceve tte un do ppio n umer o di r eclute com e r eggimento in allora chiamato a lla formazione di allro dei nuovi. Oltre a ciò l'invernata fu la più tfredda e la più incosta nte del triennio. Entrati nell'infermeria reggimentale. Jlium. dogli entrati

Dal 1• gen na io al 30 apr ile 1882.

. al 31 mag~i o 1883 . a l 3i maggio '1884.

t• 1•

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686 567 336

Entrati nell'ospedale mUltare principale di Genova. dal 31 reggimento fanteria .

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·~'=i8=8=1=·=·=1=17=i=3~0=3,=34===100=7=3=~=3~,3=1=100==5~3=3=t3=,0~4-~"==~2=5= 000 12,=3=l=U=5=~~2=11=,0=4=1=2=,G~I P et• tanto è troppo evidente, onde io mi fermi a dimo-strarlo, che, poste le premesse f ondamentali circostanze e basti di tutte la narrata ubicazione del quartiere, la difesa , lassù degli;elemen li r euma lizzanti dovelte essere, comunque · enet'gica, sempre relativa e non assoluta . Non variò la natura delle malattie ma i llu~in g hi et'o r isultato e le favore voli moùifi cazioni, toccarono di pr eferenza la intensità dei morbi ed H numero degli ammala li. Cosl infa tti l(ues li non mi si presenLa"'''ono più, a l urbe ogni ma tli na •Jouant • un disar mo nico quanto •.penoso concer to eli lossi e di lamenti. Cosi, più pronta fu per me la lot·o cerna e più efficace la visita. Così solo infi n e, m i fu lecito di seguire con diligenza il cors o dei così de tti orecchioni, . malattia , forse u nica nel ser vizio sani torio ai cor p_i, che offr o


SUI COSÌ DKTTf ORECCBfONI

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-singolarità di qualche inte resse, mentre poi è dalo di secon.darla anche fra le modeste pareti delle infermerie regg imentali. F ino da a llora ebbi campo di adunare osservazioni e ri-cor•di, indagando con cur·a gradita i giudiz.i svariati e cronologici, che seguirono lo s tudio di questa affezione, di cui la letteratura noslranrr, all'opposto della str anierar p armi .abbia sdefln ato e srlegni cl'occupar.<;i. Dei rari ammalati occorsi nel gennaio, non ne tenni speciale app unto, solo presi a ferrnar·e l<~ mia attenzione quando ~)er il numero degli al'f'elli, la parolile a ~s un se il carallere di .uno spiccato predominio, P, cioè per· il per·iodo !li un mese all'incirca, dai primi di febbr·aio ai prirni di marzo. In quel frattempo ammalarono 39 indiYidui. Fur·ono colli, sulla proporzione di un terzo gli nlloggiali nei dormilorii del piano inferior·e. ai quattro del quartiel'e. Dormiloi scarsi di sole in confron to degli a ltr·i, ed invece jlagcllaii p ùi specialmente -dalla p roggia, che per•.!! no li invadeva dai .fin estroni, con.ser:cando così maggiormente umido un suolo di grossolano asfalto, già per se .~tesso ioromelrico. Nello ~copo di av e rt~ più disti!'l ta e piu diretta osser va.ziune, come p ur e pP t' s:ahaguardarmi !l& qualsiasi trasgt'C· .dimenlo imputabile agli a mmalati, ma sovralullo onde rimuovere mcrcè un a us tero isolame nto quelle ipotesi di .diffusibilità e di contRgio , c he si pr·esnmono con tanta confi· .detlza oggidì, ollenni di racc0glierli in un ambiente tempera to, alto, di tre camer oni , nella miglior e ubicazione. fornilo di Jalrina esclusiva e di !!'alubre quanto capace rinnovazione .d'aria, affida ndo poi i vari servizi di assisleuza, di nellezza, ..ecc. ecc., ad intelli ::renle pOI'!"onale tìsso. P er ciò che si r·i fet'i!'ce a l decorso mo1·boso, ricor•derò .appena che prevalse il quasi conlempornneo ingor go delle parotidi, anzichò una chiat•a successil)nC dell'una all'allrain minor numel'O fur•ono i febheicit.anli- nessuno :aggiunse elevata temperatura. Al contrario il doppio tumor e toccò ·qualche volla vol ume ragj!uardevolissimo, vi furono per• 1lal -evento nel soldato R ebucci (classe 1863) accenni fugaci di .soffocazione, senza che pe l' a ltri sorgcsset·o falli seri cere-


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HUOIO ANALITICO

brali come pur lalvolla, per azione meccaniC<l, venne nolalo· a n che nelle più ordinarie descrizioni. Vidi compartecipare alla malaLLia sovente le allrc ghiandole salivari ed in taluni ammalali a nche le tonsille. In lutti poi, i testicoli, ma s'intende in maggior o m inor gJ'Sdo, ed escluso per6 sempre che queste pr ogr essioni morbose giungesseJ'O a modifìcal'o in un m odo qua lunq ufl il CO I'$;0 mite e fu gace del l'inferm ità. N on di l'ado ho sentito larnenltu·e dolori alla pr osta la eri alla urelra. L'orchile si mostrò atlàllo inclipendentP. per numero c per sede, dalla tumefazione paroticlea, ed io debbo escludere lo incrociamento affermato dal Rizet (Arehices cle nu!dicine 1886, p. 365) che alla pai'Otidc rl'un lato corrisponda la or· chile del Ialo opposto. Nel soldalo Ben venuto e nel soldato Podcla ammalatisi quasi contemporaneamente, precedette d i cluc o t1·e giorni all'incirca l'orehite e il tumore pàrotùleo: fa llo a m e n uovo e c he per poco tem po mi la sciò dubbioso s ulla diag nosi. Nella maggior pat•to notai, piullosto aumen : tata Ja secr ezi one sa li vale, che dimin uiLa o scompal'Sa. fn sedici ammalati il termine della malattia, oenne distintamente segnalato da un trctSudamento cutaneo. circoscritto alle regioni parotidee. Tra~udamento con molln esnl~czza rilevato altre volle da osseroalor•i scrupolosi (Cansladl) e rho fuori dubbio annuncia una bl'eve e franca risoluzione per crisi della malattia, d'onde a mio avviso, se ne può trul'l'l~ un chiaro indizio di terapia, non che la rngione del le upplicazioni topiche e calde q ua~i per is tin to usa te o vu nque. Di pr eferenza, senza dubbio l'ur an o colp ite le reclute; ma non ne vennero perciò esclusi i11dividui delle classi anziane (1881-82). Fra Je p1·ime, le rl•cl u te Dal'io, Mei e Boccanera mi esposero con ch iarezza eli avere sofferto nell'adolcl"cenzo , la stessa infèr·mità. Fra i secondi il soldato Graziano (CIAS!';e 1861) era reeiclioante gin nel periodo del suo servizio: tulle due le volle egli si era ammalato di parotide, dopo le ore not-

turne passate di fazione, in una delle garitte del .fol'le di S . Benigno. Ebbi ripetuta mente a riscontrare questa causa in par eccb i soldati, dUI·ante il tt•iennio da me passato presso il


SUl C·OSÌ DETTi ORECCHIONi

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31• reggimento. E qui, se non voles:>i a ttenermi che solo a

da li cer•lissimi, potrei aggiunger e i nomi di un'altra diecina di ammalati tutti con recidiva, ma me ne astengo poichè le loro affer·mazioni non mi parvero ben positive. Al contrario di quanto assicurano Cauvin e Jeobard la malattia colse di preferenza fibre robuste ed use a disagi, a nzìchè nature o linfaticbe od impr·essionabili. Come sempre, anche questa volla non posso in alcun modo convenire con gli osservatori, che parlano di un periodo p r oclromico distinte. Tutto a l più un giorno, ed alcune ore prima del tumol'e pa1·otideo, qualche ammalato ebbe a lamentarsi di molesti sconcerti generali congiunti o no, a lieve movimento febbrile. Del resto, non vomito, non deliqui, non parziali o generali ipereslesie, insomma nulla che fosse uscito dalla cerchia dei fatti comuni a tutte le reumatizzazioni. Consuetudinario era invece il presentarsi alla visita mattinaie già colla d([formiti;t del volto , comparsa durante la notte nel pieno stato di pr·ecedente salute, anzi flll'ono abbastanza numerosi gli esempi di indìvidui,toltidirettamente dalle jile ed inviati dagli istruttori, per aver· r·agìone da me del tumoretto facciale, che al dir e dell'ammal;J.to non recava dolore; ma semplicemente tollerabile molestia. Spiacemi di non avere mai con. chia r ezza potuto riscontrare i punti dolorosi caratteristici; aiTerrnati dal Rilliet uno al livello dell'ar ticolazione temporo· mascellare, l'altro alla apofisi masloidea, il terzo in corrispondenza delle glandole sottomascellari. Ver ificai invece, sopra diciotto individui, i due punti di Cansladt (Gazetie médieale, 1850), uno dietr:o il margine postm·ìm·e dello sterno-masloicleo, sulla mela later ale del collo, l'allro irracliantesi a ventaglio nel!'omoplata e più acuto verso il terzo interno del margine scapolare. Espr essioni ambedue dei not.i rappo t·ti anatomici della seconda br anca cervicale con la paro lide. Di tutti gli ammalali che tenni raccolti nel modo descritto, passarono allo spedale i soldati Piccinelli per sopraggiunta bronchite e Ba· locco Antioco per ple.tu·o polmonite a lui toccata, mentre tr ovava si già con va lescente . 50


786

STUOlO ANAT.lTICO

Ris posero alla cut'a, olll'e alle buono cond izioni il'(ieniche del locale, il riposo, il !ello, qualche eccop•·ollco, .-,rJ occorl'endo un re~ime snlipirot•co, ma più di lullo f' aver provocato e mantenuto un'attica cltajorest in primo tempo con opportuni agenti lerapeu{, ci, agevolarulone l'a:sione mercé 11n ambiente ~tnU'orme e calcio, ed una orlosì.$sima diJ'jlrlen::fL o

cw;todia contro il più semplice ed it·,·e/lessiro

rajJreddar~i

delfnmmalatu. Que8to io pr nso che ubbia validamente coopet•alo ad abbr·eviare il cor·so di tali pat·otili poichc l~;~ dBg-enzu rnflssima ru di 10 giorni, la minima llr .i, la wedia di li Ben~ è \1-'rO per·ò r. he bo dimesso con n vvertirnent1 e di!<ptl~ltioni prt>couzio nali, qualc:he individuo por•Lanlc uucm·a t'e->itlni fl!-iurati tanto alla paroliù1~ quanto al testicolo, ma lah l'esidu• Prano affatto inùolenti e a ~rado s c:t•odo, senz'allr o scoutparvero. A vt·ò più o!Lr·e opport11111 tù di ri l14iltcwe ancu•·o (l rl i ar(JOmentare su tale ter apia, rome pure di specialmente di{fonder mi 8Ltl momento etioloyico ùt que~lr desct·itti o••ecchioui che ai primi di marzo andarono giù diminuendo di numel''' c di fr61fUOTlZ8. Chiuso -pertonto in' I( U<'I g ior11i il r opn rto ~po<:ial e, ripi'O~i a dar I'ICovero nelle solile <'.amet·al•· tlell'inferuwr•a agli am· maia li di pa•·o liLe che non piit numet•o:-.r c solo ad i nter\·alll 5i succedeLtet·o ancora ùut·nnte l'anno. Dopo luLLo, coLesla slorio di pat·oliLi it.liopaticlte, l"Ul vo qualche particolar·e non fu cct•lo dissimile• tla quelle cosi comuni e delle quali ogni medico nllhla•·e nel t••t·mine della <~ua car·rier·a, può dire di averne osservati mollissimi esempi. Per•tauto, se pralicamonle ebbi n pt·o~euziat'e l'alli ordinat'l nelle s tudiose indag ini di quei g•orni ne Lr•ova• r egisirali altri, che, comunfjue eccez•ouali, me1'il8 vano e meritano con· siderazione, sia per la lot·o dipendenza dallu parol1Le, cotne per ~li individuali apprezzornenti tanto più, se s i pensa che la ma~gior pat•le dei ll'nllati clinici. s ui IJ uah guida mmo i n ostri studi, non fanno di essi pAI'fJia. A parte la pat·olit~ secondaria o t.lt:"uropatica con~eguenza .Qi flogosi peopagala od es pl'ession e auto-infoltiva, dei morbi


SUl COSi DF.T fl OR&CCHIO:'\f

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virosi ed esau t•imenti (suUa quale non intendo come non intesi mai fin qui di tratlenermi) anche la parolit.e iodiopatica può suppurare, Laver an e Ri llieL lo affer mano per propria esper·ienza o clopo tutto ba.5La citare le numerose parotiti occorse in Ncustad nel i86G tro le quali la succes~ione mor·bol'<a ùi ascesso ru Lt·a gli esili piu del consueLo ;frequenti. Questo del suppurare suole manifesLarsi con ripres~:~ di t'ebbre o bt•ivido c <'Oil il gr·aduulo pAssaggio della ·succulenza edl!matosa della regione par•olidea, alla durezza di Oeonmone. In ta le cvonLnalilli vengono vivo.mento consigliale le pronlt• c multiple ::paccalut·e, appena si manife stano punLi Ihtlluanli, per art·esture il fa<•rlis.."rmo e~pontaneo aprit•si d~ll'ascos~o. fra gl i elementi analotnici conlìnanti colla r egione. caosa in altura dr olorr·ee sinuose o di fistole sa!ivali o <li el'•hiiomi o~~ee ecc . A v venne pur~ che l'orchi l·~, in,·ece di risoh·ersi, abbia pro·gt•e,Jilo <lelermiru'lntlo pa t'7.iale c completa akofia del testicolo. Q.testu fallo fu aLlivamente respinLo pel pac;salo da <:ooper e ùal Velpeau senouchè la ser·ie numerosa di prove succ~sc;i ve descl'ill·· <la illustrazioni pure ctoinenti come Grisolle, B1·urrs, Curling, Gossclrn, 11illieLo Barllrez, non lasciano <~mai p i l't Rl cun dubbio. Al proposi l o L o veran affermo in una menrorio leLlll alla società olr medicina iu P<1rigi c pubblicata nell' Union m.éclicale (1878) che sopr a l l 1 ammalati ebbe i3 .atrofie del testicolo. 0uando si VtWifìcn lo sgr•aziato esito 6 sct•itlo che alla atrofia dr un testicolo suoi corr·isponùerc l'ipeJ~Lrofio funzionante dell'altro.... Seri aenunis laclis, tmpotentia secu11dat, aggiungo io. I o pure. ricordo d'uve[' visto svolg-ersi tale acciùante, quattro anni br sono llellu speJale militare principale di .Milano é!"sen<lo as.;;istenle al capitano medrco Poggi, in uu soldato r icover·ato appunto per or~cclrio ni. Pèt'ù è a notarili ancora che p1·irna del testicolo, aveva compartecipato fugacemente in lui la regione mammaria e eire si tr·altava di un (liovane di singolari fot·1r10 tondeggi,lnli, di lino pelurie, con testicoli -e verga ab inilio di mediocrissimo volume. 'Questa miu personale osser'vazione, ollr'e al collegar si con

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788

STUDIO ANALITI CO

quan to sopra, giunge anche in appoggio all'esperienza più comune, registrata in Lavet•an, in Gt·isolle e io allri ancor a, che nei giovinetti presi da ore~chion1 può avvenire l'arresto del masciJile sviluppo ed al conlt'aJ'iO , affermat·si in 1ot·o perennemente un lirobt·o infantile di voce, congiunto a nche tal volta ad iperlrofia paslacea della regione mammaria. Caso si mile vidi pure io, anni sono e credo lo rammc~nlerà anehe il sig. Jirellore. ca v. Bot·ella, in un fig lio di rispellabilissima famiglia nella citta di S ..... Nel rife rire dell' indi viduo cura to all'ospedale mililm•e cii Milano accennai a Lransilorio addoloramento della mammella in lui vet•ificalosi prim a ancora che nel testicolo. Or bene, falli analoghi sono da tem po co.nosciuti. N è intendo alludere al s esso femmin ile poichù ognuno sa, che in questo la ghiandola mammaria, durante g li orecchioni, risponde lnnlo e quanto avvienl' nell'uomo per illeslicolò, bensì voglio dire che io varie influenze di pat•otile, come in quelle narrate dal Rizel, da Sallaud, da Larnpthe, da Bouchul, PCC. si è osservato, con relativa frequenza, il sorgere della masloile, nel nostro sesso, r estando invece afTaLlo incolume il testicolo Però rifle ttendo essere lo svegl ia t·s i di turbo dolorose alla regione mammaria senza con fine più frequente nella donna c-he nell'nomo, e ft·a questi più tr·equente ancora neg li impuberi, io ct•edo eli Lt•ovarmi vicino al vero, se l'ilcnf!o che quando la mammile si prese nta in un adulto, esso debba apparlenet' e al nume t·o di coloro, i quali, poco validi amatori, per costituzione, pe1' Lompet·amcnlo, per usi, per leziosoggini ipe resle liclte di movenze, come nel .::aso da m e osservato, chiam eremmo voleulieri remmme sbagliate. Ma ollt'e agli organ i sin qui descrilli, H Groffrer e piu la.t·di il Gosselin hanno narrato s torie particolari di proslntile e di u'rell'ili le quali per vero di t•e, non mi paiono meritare considerazioni propt•ie, essendo disct·elomente frequenti anche nel cot·so della pa t·otile idiopatica pio comune, e facilmente spiegabile dalla s em plice dill'usione s ulla continuità del Less ulo, spec1e poi l:'6 per av ven tura l'orchile é inlonsa. Assai più iolet·essante, ed attestalo fuol'i dubbio, è l'in sO J'~ gere consensuale dcll'ovarile. Lo rico rdano nei lorcJ tt-allali


SUl COSÌ DETTI OIIECCHlONI

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il Grisolle, il Trousseaux, il Rilliet e BAI't.hez. Ebbi l'oppor· lunila di leggere qualche all•·a osser vazione, sopra monogt·afie e sopra pcriodict; ma una delle piu dtffuse e delle piu intcreS$anli t• quella pubblicato nello Ga.tetle M é(ticale di Lyon, 1866, del dott. ~1 eynt t, in cui dopo una fenomenologia completo e grave l'ovat·ile rag~iuse con semplicità inaspettata la g uarigione. T•·ovai do Franck, Hlllet, Fournier·, Va Ilei x Bor•lhez, ecc., pure desct·itLi Pventi accettabilissimi di vulvile tnvece delle altre manifeillazioni locali fin qui acceunale ed in cui pare che si distingua specinlmente il ragguat·ùovole tumefsrsi delle grandi labbro, Ol'f!l!llO come ognun ~a eccezionalmente ricco di elementi f!hiancJolori . L'impt·onta par ticolat•e di tutte queste per altl'o punto comuni delet•mtnazioni morbo::;e, dut·oole In parolile idiopatica é la risoluztone solléctla peot• rruanlo eccetlcnti siano ap parsi i primi s in~o mi . In ogni caso, come noi osset·viamo ot·tlinariamenle nell' m·chil••, il decorso per importanza e dur•ata, uguaglia il modesltssimo tlt>lla ghiantlola paroticJca. Ma é neces~ar·io bene a vvortil'lo, poiché da laluni di C'{UesLi Calli consen~uali, si può essere travolti u diagnosi er•r·ate ed a peggiol'i pronostici, specie allor•tlua n•lo compaiono prima ancora del tumefat•si parotideo, cd a moggior r•agione se la parolide non se ne risente come registrarono Merlini, Laveran, Hillit'l, Lamolhe ecc. Epperò ò appu nto in tali ci rco. stanze che ci \'eùiamo oscillare il carmcere di locali::za::ione {ll{a r;l!ianrlofa, nella pljrolile idiopatiCI), onde riesce quasi un par adosso il suo s tesso nome e la diagnosi convien che si faccia sulle basi della dominante malnllia. (Con tinua).

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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA ~IEDIOA

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Aneurisma dell'arteria epatica. 1886).

(The Laneet, giugno·

Alle feconde discussioni della insigne società clinica eli Londra il doLt. R. Calou presentò una monogt'afia su ùi un caso di aneurisma dell'arteria epatica, che e pt·ezzo dell'opera riepilogare dalla sua importanza clinica, ancor più apprezzabile per la rarità, onde un caso patologico siff'atto si ofl'l'e alla osservaziont', che, a quanto par e, solamente dieci ne 1'8gistrano la l e~tet'atura medica europea ed americana. L'infermo del dott. Calon tocct~va i quaranta anni quando· 1'8 agosto dello scorso anno t•icovrava al Norihern HospiLa! di Liverpool, riferendo c be nel Natale dell'84 e•·a stato collo da accesso d,i dolçre nel des tro ipoco ndrio accompagnato da itleri?:ia dai quali t'alti mor·.bosi guarì completamente dopo quattordici g ionni,)pe r· non ammalare novellamen le che il 3: dell'agosto s.u ccessivo per t'i torno di dolore e di iLlel'izia sorti con alta grav ità. All'essere accollo nell' <)Spedalo egli accusava intenso dolore lancinante all'ip<:iconJrio destro, presentava uno stato di pat•ziale collasso, aveva la fronte ed il volto coperti di freddo sutlore, il polso debole e ad 86° la temperatura normale: da questo stato !'inve11 ne in virtù deila amministrazione dei stimolanti, del calore e delle iniezioni ipodermiche di. morlìna. Lo esame fisico rivelava aumento della ottusi là epa tica inferiormente e mollezza nella regione superiore, mentre una lumescenza rotonda e tenera, presa per la cistifellea, si percepiva soLto il fegato, un poco a s in islt'a. della linea mammaria. Impaniala era la lingua, gialla la pelle c la congiuntiva,. l'intestino agiva con copiose scariclte sciolte e neraslt•e: la ollusitA Cat'cliaca sembrava aumen la tu, il torace nella mass ima superficie aveva !'Ìsuonanza più alta solto In percus-


1UY1STA MRDlCA

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sione. Calmo all'indimani l'infermo tol'llò, nel ~iorno seguente ad accusare il dolore, e venne in campo il vomito. All'H a gosto le dejezioni a lvine contenevano fiocchi di sang ue, del quale allor·a per la prima volla potè constatar si la evidenza, cosicché a sangue alterato ebbe ragione di r ifer irsi la color azione nerastru delle fecci, cui antecedentemente a veva accennalo l'infermo. Fino a questo momento la diagnosi si era formulata in itterizia da o~tru zion e per· deposito di calcoli biliaei, rna su quesln la occorrenza della emon agia venne a posa re il dubbio. Et! allora due o tre teorie si affacciavano al pensiero clinico: la cmot•t•agia del dutlo biliaee. mo questa veniva inDPmata dol la ,;over·chia quantità del sa ngue, non p r·opor·zionata alla invocata fonte: piu probabile, ma puee non tale da porgere una spiegazione sodd isfacente, sembrava uno. emot't'agia intestinale non connessa specialmente ad affezione epatica. Lo stesso dotl. Caton confessava come a lui g iammai fosse occor·so il caso di un oncurisma dell'l"lrleria epa Licn. Il dolore si !~;penso per tutto il 12 agosto ma le scariche di quol gior>no contenevano ambedue sangue, mentt·e la lingua appariva profondamente impaniala e la lemperalura sognavA !l!)• 4', F nt·lt: il mattino, e 102• alle 8 pomer idia ne. Chiamato di frolla il medico, alle H questi trovò l'in fet•mo giacente o.l f<uolo ed appat·enlemenle tnorto. Pallido o conlt•atto avo,·a il volt.o,lar·g he goccia di sudore sliJvano sulla s ua fronte, il polso e ra appena per-cettibile, ma l'iufer·mo rimase solo per pochi minuti par z.ia lmeute senza coscienza. Gli fu amministr-Ata un'oncin di brandy e gli venne pr·aticala una injezione ipoderm ica di me zzo g r·ano di modina. L'infet'mo si J'iebbe ed affer·mò che, pr eso da subitaneo ed inteuso dolore all'iponcondrio destr·o. nello !'\fOt'ZO et'a caouto da l letto. E messo rilevanti quanlilù di sangue per vomito, l'infer•mo declinò gt·adatamente fino u spegnersi a primo ma~­ tino del giomo sesruenle. La autoss ia ri.velò un aneUI·jsma dell'arteria epatica del volume approssima tivo di una .grand& br·eccia, che si era aper to nel condotto ept=~l.ico : il sangue er a passato indietro, il't'igando Lutti i ma~giori canali biliari nella sostanza del fegato; il sanr.rue era allresi penetra to


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RIVISTA

nella cistifellea, ove se ne rinvenne in grande quantità ed a grumi, mentre molto se ne constatò eziandio nel duodeno, nello stomaco od in generale nell'intestino. Gli alll'i organi nulla palesarono degno di nota. Il D. Glover chiese s e si fosse sorpreso lalun rumor e sdpt•a il fegato e se l'anamnesi riportasse ~tor·ia di sifilide. Il doll. Caton rispose negativamente alla prima domanda, e disse non disporre di elementi per chiarire la s econda. Dott. F. S. Antlpireai chimica. ed antipireai fisica. nella. febbre tifoidea.. - Prof. MuRRI. - (Boli. delle Scienze Mediche, aprile, 1886).

L'auLo re nola come oggi s i impieghino su larga scala gli antipiretici, e s i trascuri il bagno freddo da lui sempre usato, con vantagg io, nella cura del tifo. Il pro f. Murri ha p1·ovalo per qualche tempo ~li antipire tici, ma esso, ed i suoi assistenti non sono sta ti punto soddisfatti, e, riounciandovi, sono tornati all'uso do! bagno - cosi·detto f reddo -, ossia da 28' a 32•, il q uale è fr·eddo in quanto l'acqua di esso fa sentire l'impressione di ft•cddo alla pelle che ha 39•, o più di calore. Anche le scuole tedesche sono ora conLrarie all'anlipiresi chimica nel tifo, e il Murri ci ta fl'a i lanLi Navnyn, Strumpell Heubn er, e Samuel, mentre in Italia il' Maragliano ed altri, con osservazioni insufficienti lodano la Lallina e la cair·ina. Ma perchè adunque i clin ici tedeschi, che non hanno fede negli antipiretici, non fann o uso ùel bagno 1 Non ne fanno uso, percbè oggi la Germania é sotto il predominio di una nuova teoria, interamente opposta a quella in cui prima giurava con piena fede s ull'autor ità di Liebermo3ister e di Senator; la teoria cioe, che l'alta temper atura, la quale una volta e,.a TUTTO, Ora è di\•enuta NULLA!! Il Murri, qu indi , pee la sua lunga flsperie nza, è conv1nlo che a mitigare alcuni disordini funzionali, pet•Linenli specialm ente all'apparato goslro-enterico, e a l s istema nervoso, giovino nel tifo solla nlo i bagni da 2 • a 3~·, e che sia bene adoperarli presto, per pr·evenire l'ipostasi polrnonat•e, la bt·on-


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chite diffusa, l'infralimento del miocardio, l'esaurimento dei centri nervosi.- Per questo indirizzo curativo trova indicato il bagno, che è sovrano disperdilo re del calorico, e quindi utile al malato, ma non ~ià per arrestare il processo febbrile, che è una ris ulta nte di molle azioni complesse combinala colla causa, o colle cause che prima svolset•o la malattia. Fra tutte le statistiche la più dimostrativa è quella che riguarda l'esercito prussiano, circa a l quale gli esperimenti faW sulla guarnigione di SLetlino nel 1875, ful'ono così favorevoli al bagno, che venuel'o invitati anche gli allt·i corpi d'armata ad adoLlat·Jo; e d'allora. in poi la morlalila dei soldati prussiani andò diminuendo di continuo, e le cifre più basse si ebber·o appunto in quei corpi in cui il bagno fu usato più largamente. L'eccellenza quindi del bagno, conchiude il pro f. Murr·i, come metodo curativo nel tifo è assolutamente fuori d'ogni dubbio. Epilessia. acetonica.; contribuzione a.lla. dottrina. delle a.uto-intossica.zlont. - R. v. JAKSCH. - (Zeitsehr. for Klin. Mcd. X, e Ce ntralb. jiir die Med. Wissensch. N. 21, 1886).

Le auto-intossicazioni, in cui s i è tr·ovato le orine contenere gran quantità di acetone, sono rare; il von Jaksch, su 8000 malati ha avuto solo 5 casi, ai quali appartiene il seguen te: un fabbro-ferraio, di 24 anni, senza influenze ereditario, s Lato prima sempre sano, il H· ottobre, subito dopo a ver·e bevuto una piccola quantità di birra f1•esca ancot'8 in fermentazi one, perdette la conoscenza: questa riLol'nò il giorno appr•esso, dopo essersi manifestato il vomito. Da indi in poi, il paziénle si lamentò di continuo dolot·e di testa, senza .febbre, senza altri disturbi. L'orina conlenevu piccola quantità di albumina, non acido acetico. Nella notte <.lei '18 ottobre scoppiarono 7 accessi epilettici: convulsioni toniche e cianiche di LutLa la muscolatura del corpo con perdita completa dei sensi. Questi accessi, aumentando d i forza e ài numero, si ripeterono nei giorni seguenti; dopo una settimana cessarono e alla fine del


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mese quest'uomo parve completamen te r isanatv. L'ot·ina conteneva fino a l 29 ottobr e acetone; il giorno in cui accadde il maggior numero di accessi fu riscontrata la maggior quantità di acetone; la quanlila di albumina er a in quel giorno più piccola che nei giot•ni antecedenti. L'autore dimostra che non s i trattava in questo caso di epilessia genuina, nò riflessa, nè di ur·emia; egli é convinto che le convulsioni erano provocate dall'avvelenamento di acetone. Ri ferisce una quanti tà ùi sperimenti sugli animali , i quali dimostrarono che le esalazioni di vapori producevano couvulsioni toniche e cloniche, fenomeni comatosi e albuminuria. Egli allora v_olle provare se le fet·mentazioni, che bisognava ammettere in ques to caso a motivo dei disordini dietetici comm essi dal malato, favorissero la formazione dell'acetone sull'organismo; ll·ovò che nella fermentazione dell'acido lattico si pt•oduce acetone e che l'intestino è occupato da eccilator·i di fct•menlazioni che in cet•Le soluzioni contenenti zucchero o glicerina possono produt•re l'acetone. Sulla. terapia. delle malattie croniche di cuore . - A. ScuoTT. - (Ber/. Kl in. Woeltenscl!., e Cent,.alb . .fur die Med. Wissenseh., N. 1R, l886).

Lo Schott da ra g~uaglio dei metodi balncoterapeulici e ginnastici che negli ultimi H anni egli usò pel trattamen to di più che 300 maiaLi di cuot'e ai bagni <.l i Nauheirn. Cominciava con bagni salini a llungali privi di p-as, di breve durata, a 27" R., e n poco a poco, vigilando allent.umente le condizioni gene••ali e quelle del cuore, li faceva sempr e più forli, aumentando gli ing redienti ::;timola livi della cule, sempt•e più freddi , più frequenti e di maggior durata. Irr luogo dei bagni na turali di Nauheim possono usar·si anche i bagni artificiali con aggiunta di bicarbonato di soda ed acido clorid rico. La ginnoslica sar ò c~serci tata preferibilmente io quella fo1•ma che consiste nel vincere ur.a resistenza opposto da·allt•ì (secondo il metodo della ginnaslica svedese), ed evitando ogni eccessivo sforzo che potesse cagionare dispnea. Gli effetti immediati di tali esercizi g innastici sul cuore debole e di la ta to sono


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maravigliosi; la dilatazione del cuore nel senso della larghezza diminuisce notevolmente (mentre l'allungamento in basso a lla ginnastica resiste di più) aumentan·o la pienezza -e la for·za del polso radiale, dimi nuiscono la frequenza del polso e del respiro; i toni del cuore diventano più for·ti, più pur•i; diminuisce, se vi è, la s tasi del fegato; gli acces~ i d'i dispnea sonofavor•evolmen le influenzali . L'autore s piega Jg dimi nuzione della ottusità car diaca con la cacciata eli tutto il sangue dal cuor·e. In simil modo operaror:o i bagni slimolando ugualmente l'atlivita del cuore, con la differenza pe1·ò che la ginnastica ope1·a riù prontamente e intensamente, l'azione dei bagni è più lenta, ma p iù du ratura. L'a. ulot•e consiglia di aggiungere al cibo ùei m aiali di cuore sottoposti a questa specie di ginnastica molto peptone e ai maiali magri anche molto grasso. P iù la1·di l'autore raccomanda le m elodiche escursioni in montagna, ma non s ul principio della cul'a, quando la debolezza generale e specia lmente quella del mu:>colo cardiaco le renderebbero invece pericolose.

Sopra una forma particolare di emorragia alle estremità. inferiori. - J. ENGt.ISH. - (lViener Med. Bliitler, e Centralo. fù r die Med. Wissensch., N. 13, 1886). Solto quesLo titolo J'English riporta cinque propri eossei'VS· zioni, le .quali in gener·ale sono da compr endersi solto la forma dello scorbuto, ma so ne distinguono per essenziali differenze : persone g ià sa ne, viventi in condizioni non punto cattive sono p1·ese da brividi eli fredd o e febbre con violenti · dolori nevr·algici lungo il ne rvo scialico, la Jebbr~, du1·anùo più settimane, può arrivare a 40 C. e più gradi. Al 3•. o 4•· giorno segue una mollo dolor·oso tumefazione delle estren.ilà inferiori che dall'a !lo si eslencil- fi no al polpaccioe finalmente éppar·isce alla s uper-fic ie com e una infiltrazione sanguigna in forma di slriscie brunastr e lungo le ven e. Prima è a ttaccalo il lato della flessione, q uindi quello della estensione, non mai.Io· slravaso si ra nella ar·licolazione del ginocchio. Non s i am-· mals mai una sola estremità inferiot'e nè una più dell'allra. Solo rar-urnenle ques to slt·avaso passa a suppurazione,.


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bencbè, a cagione della tensione, per lo più la pelle è stirato o .-art•ossata. Col rimetter e d~ ll a febbre, diminuisce la essudazione e lo s travaso, ma in pari tempo le parli molli si ritirano .prendono aderenza ft•a loro, cosiccbè i muscoli, restano immobili, come dure coJ•de circondate da l'ig idc fasce. L' anda·tura è mollo difficile come di chi cammina sui trampoli. Alla forma dello scorbuto mancano in questa malattia le alterazioni da pal'te delle gengive, della pelle, dei polmoni e dello ·s tomaco. Eccelluata una pa~seggie ra emog lobinuria in un -caso, i reni funzionarono sempre regolarmente. Anche la qualità e la sede del versamento sanguigno non :;i a~co1·dano completamente con quelle dello scorbulo. Il sangue è sangue decomposto, come si osserva nei versamenti ematici nella seLticoemia e semp 1'e si raccoglie lungo i vas i. Il sangue stesso mostra un piccolo aumento dei corpuscoli bianchi e ..alterazione dei ros~i che sono sostituiti (?) da micrococchi granulosi in via di scission e. Consegue nza di l'(uesLo stato sono l'atrofia muscolar·e e la tendenza a una tubercolosi arapido corso, della quale furono viUima, tre su ci nque malati. Il trattamento sarà dapp1·ima nello stadio del dolore e della ?febbre, la applicazione locale del f1·eddo. A questo sara più tardi sosLiluil0 il caldo 11mido e l'(llindi il massaggio, l'elettricità , ecc . .:Iniezioni intra-parenchtmatose del liquore di Fowler negli ingorghi della milza.. - MosLER. - (Gazetfe Mddicale de Paris, i7 apr ile 18K6).

Il pro f. Moslet• ha fallo dei tentativi per riso! vere gli in·gorghi spfenici di natur a diveJ•sa, particolarmente di quelli che. insorgono come manifestazione della leucemia, mediante le iniezioni nella milza di sostanze medicamentose. Ma perché .le iniezioni riescano inoffensive bisogna usare alcune precauzioni, e non pralicarle se non in circostanze del ermi nate. L'autore riassume colle seguenti parole le condizioni t•i~h iel;Le per mettere in p ratica il lraltamenlo: milza di consistenza compalla, situalll immediatamente al disollo dei Le· ..gumeoti addominali; assenza dei segni dimostranti che l'am-


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imalato trovasi sotto l'influenza dì una diatesi emorragica; mpiego preventivo di r imedi interni capaci dì esercitare un 'influenza salutare sull'ingorgo splenico (chinina, piperina,_ olio d'eucaliplus). Corne liquido da iniettare nella milza, Mos ler preconizza la soluzione arsenicale del Fowler. Egli insiste sulla necessità di far precedere e seguire a ciascuna iniezione l'applicazione di una vescica di ghiaccio sulia regione della milza. L'iniezione è falla con una siringa diPravaz. lo appoggio all' eflìcacia di questo trattamento curativo, . l'autore bu presentato alla società di medicina di Greifswald,.. un ammalalo affetto da leucemia nel '-{Uale le iniezioni intraparenchirnatose di liquore del Fowler, produssero una dimi-nuzione considerevole di volume della milza ed un miglioramen Lo nello slalo generale dell'individuo.

Dell'infezione purulenta quale esito della polmonite:· franca. - J ACCoun. - (Gazette des fi()pitau:x:, t· giugno .. 1886).

Nella tornata del 24 maggio passato dell'accademia delle scienze, il pro ressor Jaccoud ha presentato una nola dimostrante un esito, finora non stato constatato, che può averela polmonite fr·anca, ge nuina, non traumatica e consistente nello sviluppo dell'io fez ione purulenta consecutivamente alla suddetta affezione. L'evoluzione di questo processo infettivo-purulenlo è iL seguente: un individuo ~ colto da una polmonite acuta in un perfetto stato di salute; la malattia presenta i caratteri ed il decorso della polmonite franca, e nulla fa prevedere gli ecciàenti fatali di ·~ui essa è il punto di partenza; la fase acuta della ~allia giunge al su.o termine e la febbre su- . bisce la sua ordinaria del'ervescenza. Ma questa defervescenza non è seguita da una riparazione locale completa;. per contro persiste senza cambiamenti un focolaio pneumoni..:o, .piu o meno esteso. Dopo un pet·iodo stazionario non precisabile, le condizioni dell'ammalato s i aggravano, e questi muot'e, dopo di aver presentati i segni non dubbi di uno ..


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s tato di infezione generale. All'autopsia si con!i'lalano dei focolai di suppurazione nel reliquato polmonico, ed altri fo·co,lai purulenti diffus i sia nelle membra che nei visceri. EsseQdo 1' ìndrviduo s tato colto da p olmonite in perfetta salute , ed essendo il r eliqualo pneum onico stato per diverl:>i g iorni la sola lesione pt'esenlata, è evidente, che la s uppurazione del polmone fu il punto d i partenza de i focGlai pur•ulenti svoll.isi a dis tanza c dell'infezione generale dell'or·ganismo. D'a ltronde, se si applica allo studio di ques ti diversi focolai .p,ur11lenti la do~trìna microbi ca del Pc~steut', si possono mettere in evidenza g li agenti inlet•mediari fra la lesione primitiva, e le lesioni secondarie, poichè gli stessi micro-organismì che sì riscontrano nei punti s uppura ti del polmone, si ll'Ovano pure nel sangue ed in tulli g li a ltri focolai purulen ti dìstnnli ùal Co · col.:.io polmon ico. L'autore ha osservata la descritta e voluzione patologica in ·d ue casi, n ei quali l'infezione purulenta consecutiva al proAesso polrnonico ft·anco, genuino. ò s ta ta evìdc nlissima. Nei punti ·su ppurati del polmone, si rìsconl!•arono in abbondan1.a le òue forme fondame nl~!i di microbi piogeni, cioè gli str,,ptococchi e gli stajllococehi, ed in un caso, a nch e quegl i organismi ellittici, lanceolali ed incapsulati, detti pneumococchi, di Fl'iedW.nder. Il polmone presentò adunque in un caso riuniti il microbo de lla polmonite e quelli della s uppurazione, e se nel l' t~ltt'O caso non si potè r isconlrar3 il pneumococco, ciò va attribuito senza dubbio, secondo J accoud, alla data più antica della poi· monile. I micro bi piogeni fuJ'ono riscontrati in abbondanza nel pus delle arlicolazion i, negli ascessi dei r eni, nei vasi san gui ~n i cl•e sl~J.vnno a ll'intorno degli ascessi, nel cuore ed in altl'i organi. U na goccia di pus, lolla dall'articolazione del ginocchi~> .qualche ora pl'ima ùella morte di uno dei due infe1·mi,ed inietta ta ad un s ot•cio e ad una cavia, produsse la mor·le di qu<'lsti animali, ed alla lor o autopsia s i risconlt•ar ono molti focola: di suppurazionc, nei quali si notò la presenza di organismi simili a quelli del pus dì inoculazione. 1 falli succitati dim ostrano lo


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sviluppo dell'infe;r.ione pur ulenta in seguito alla polmonite non traumatica, pr imitiva e francamente uormale al suo esordire, la quale, art·estata nella sua risoluzione, ba finito coUa formazione di pus nel polmonn. Da questo focolaio iniziale, g li Agenti piogeni penetr arono nel sangue, e determinat·ono in divot";;e parli del cor po, suppurazioni de llo stessa natura. Vi !la noli n 1etlet·oLura medica, CU il<;hiud e J accoud, qualche esempio di supput·azion e m·tieolaec nel coeso od in seguito della polmonite; ma questi falli, che diffet·iscono notevolmente dai miei , hanno ricevuto dagli osservatori una diver sa interpretazione, per cui ritecgo che mi sin dovuta la priorità della <limostrar.ione data.

HIVISTA CHIRURGICA ~uarlglone di c ompleta perfora zione

proiettile dl revolver. -

d ello stomaco da (The Lancet, g iugno, 1886).

L'inter essantecaso,riferito dal Clcmow,occorso nel R. Ft·ee R ospi tal di Londra alle cm·e del Boyce 13at·row. El'a questione <li un a ttentato s uicidio, cd il pazien te, giovane su i 27 anni, mos trava il p unto di entrata del proiettile in una p iccola aper t ura circo la l'e, a bo ed i annel'ili, inclo va La c it·ca due p ollici so~to il sinisLl'O capezzolo ed all'in fuori della linea tli q uesto. SoLto l'anesLesia si ando in lt•accia del cammino pe1·cor 5o dal pl'oieLlile, mano vra pt·escntatasi alquanto d ifficile prima di dilatare la ferita esteriore, onde il cor so elci pt•oicllile si vide Lt·accialo dallo scol amento dei tess uti direllamcnte in basso tJer cir.ca · un pollice e mc7.zo al di solto della pelle ed a LLI'aver so il tessuto sotlocutaneo. Così venne l'allo di trovat·e che la palla era passata dit·ettamentc tra lo cat·tilagini costali, in probabile corf'isponde nza de llo .spazio dalla sesta alla sellima costa: e , poichò la sonda, pa ssata attraver so l'apertura .e d indietro


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verso la spina nella direzione che era naturale supporre avesse preso il proiettile, non aveva incontrato ostacolo di SOI'ta, si avvisò fosse saggio non tentare ulteriori manovre dirette a ricuperare la palla. La ferita fu aspersa copiosamente di iodoformio e cpperta con filaccia imbevuta di borace. Destatosi dall'anestesia l'infermo era mollo agitato, e solo dalle iniezioni ipodermicbe di morfina trasse calma e sonno. Più tardi si ebbe vomito a fondo di caffè, seguito da frequenti conati, ·~he continuò ad inte••valli. Un purgalivo fu ricacciato senza effetto per due volte. All'indomani, sembrava che l'infermo soffrisse g1·avo dolore nella parte inferiore del petto e nella regione epigas tl'ica. Dal 24 giugno, epoca delraccitlente, l'in· fermo perco1·se varie vicende, che qui è meno nccessal'io riferire, sincbè all'ultimo scorcio del prossimo agosto fu congedato dall'ospedale in lodevoli condizioni di salute. Il vomito av~va seguito a manifestarsi di tanto in tanto e sempre così composto che il sangue alterato dai succhi gastrici e questi elleranle sempre vi si rilevasse. Le iniezioni ipodermiche di ergotina, indirizzate allo infrenarnento della emorragia traumatica del ventricolo, sorti••ono esito i"l'llice. Ma, per fermo, melle conto riportare talune osservazioni di estremo inLcr csse alle quali porge argomento il caso in questione. La evidenza sul completo passaggio del proiettil e attraverso lo stomaco è pos ta in luce nel caso surrifet•ito dai seguenti faLli della più stringente conclusione. 1• Si ebbe vomito dell'apparenza di fondo di caffè entro tre ore dalla fer ila, to1•nato in campo poche ore dopo. 2• Vi furono chiaramente pel"itonite e pleut'iLe localizzate, ammesso per la timpanilc, il dolore epigasl1·ico, il lieve aumento di temperatura entro trcnl& Ol'e dall'ingt·esso dell'infel'rno nell'ospedale. 3" Al quinto gio1•no dopo la pl'imu umrn inislrazione c.li nutrimento pe1· bocca, fu vomitato sangue puro, lo che deponeva pe1' una emorragia alfallo recente dai vasi gastrici. Ed anco molto sangue era evidentemente passato dal ventricolo nell'i.nlestino, sicr.ome venne dimostralo 11el giorno seguente dall'apparil'e nelle scariche alvine di SAngue eli colore molto oscuro ed in considerevole quuntilà, e questa emorragia s i pl'Otrasse, più o mono,


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per ùue o tre giorni. 4• Quindici giorni Jall'accidente fu avvertita della dorezza nel don;o sul posto, ove si aveva eagione di presumere giacesse il proiettile, ciò che indicava la iniLazione, che il col'po s ll"aniero stava rwovocando. La via percorsa ùal pt•oielLilo doveva essere stata all'incieca la seguente. Essendo il punto rli entrata tra la sesta e la,settima co!.'la, approssimativamente in cotTisponclenza della congiunzione delle cartila~ini co!IM O!'\sa, il proiettile doveva aver traversato la cavità torucictl precisamente sopra gli attacchi anteriori del diart•arnma, l"imunendo probabilmente affatto illesi il polmone ed il peri eu •·d io per· assenza d i s in tomi della loro lesione. Di coniro il diaft•amma doveva essere slalo perforato, mentre la palla eea passata completamante attrl'tverso lo stomaco posandosi incliPtro, presumibilmenle a ter go del peritoneo parielale. La posizione d0rsale cui eru obbligato il paziente avrebbe favorito lo impegnarsi del proiettile nel tessuto extra-periloneale ed il suo conseculivo incis tamenlo. Il Clcmow riconosce lt\ g uarigione ddlo infet·mo al riposo ùato allo storr.aco in pr·irno tempo, permettendo cosi alle ferile di chiudersi nelle loro pareli per uùcsione, ed in secondo tempo pe•· la pel"ilonilP insorta. Ad as«icura•·e questo scopo era diretta l'amminh>Lt•az.ione dell'oppio. Il vomito si doveva evidentemente al vcrsar:;:;i del sangue nello stomaco, t'atto dimosLt·ato da,l s uo m itigarsi appena la emorragia veniva art•estata dall'ergo ti n a e da altri appositi mezzi. Due ragioni consigliarono la somminìstrazione del btsmuto in unicne alla morfina, vale a di!'e !"indicazione di un astringente locale, e secondariamente le idee di formare uno s lt·alo sulle membrane mucose ferite. F. S.

Cura ·del tetano traumatico a mezzo del cloralio idrato ln unlon\)l'll'urethan. - (The Lancet, giugno 1886). Si tratta di un caso di tetano traumatico in seguito a lesione di un dito della mano destra schiacciato da ruote dentale, tetano insorto cinfJue settimane dopo il trauma. Era in campu tutta la si ndrome del quadro morboso ùella triste infermi tà, che non torna uccessario qui eiferire. L' ammini-

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strazione del cloralio idrato nella dose e nel tempo meglio convenienti non r ecò che lieve e te rnpot·aneo sollievo, mentre gli accessi ripresero piti frequenti e maggiol·monte intensi. L'insuccesso del cloralio vonsigli6 al William Thomas Jackman il nuovo ipnotico, che passa in IughiiLerra solto il nome di Urethan, e venne amministralo in dosi da 20 centig. ogni d ue o r·e dalle G pom. alle (l <:l ll l. SoLlo ques ~o trattamento ebbe a mostt•arsi un marcato declinare dell'accesso fin dalla prima notte, declinare, che audo f.!l'&dualrnente s piegandosi fi no a cotnplela guarigione dell' infet·mo. Lo insuccesso dell' idrato di cloralio nell'alliovare la inlensila dei $inloroi e di questi il bee ve accentua lo migliommenlo sotlo la ioflue uza dell'ur·elhan sembrano iudicare il valore rli questa ùt•oga nel tratlame.nto del Letano, sia che la si pl'esceiva sola, sia che la si alter ni coll'idra to di clor a lio. F. S. Contribuzione al t rattamento degli essudati pleuritiol slerosl. - G. GL.AX. - (Deuts . .\1ed. Woche~ts., t• apl'ile

1886). L'autore opina che i copiosi essudati non debbano mai costituire una indicazione vitalu per venire ad uo allo operativo quando non sieno associali a n~ale insuffieienza respiralol'ia; in questo ca:>o ct·ede che si debba aspe,llar·e tre sellimone prima di praticar~ una pun tura. Inollr <:: egli consiglia un processo che egli ha impai·alo a conoscet·e nella clirnca del prof. Kornc1' e che ha dalo costantemente splendidi risulLali nella cura degli sll'avasi s ier o rìbl'inos i dolle pleur·e. li Korner in tulte le malattie, mu segnatamcnte in quelle dell'apparato della respit·azione e delìa circolazione ammette una g rande importanza al rapporto quautilalivo tra la sec1·ezione urinaria e l'ingestione delle bevande c pet·ciò in lulli i suoi paz.ienli senza eccezione egli m i:sura e uola la rtuantìl.à di orina e delle bevande nelle 24 Ol'e. Sopravvenendo· uno squilibrio tru la quantità dei due liquid i egli diminuiE:ce le bevande gradatamen te tì11o a che la quantità giorni:lliera dell'orina è ridotta alla metà o tull'al più a due terzi àei liquidi ingeriti, vale a dir e nor male. P l'imieramente si proibiseono


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tulte le bevar.tle calde ma si concedono piccole quanlilà d'ac·qua per aLlulire in par·LP. la s ete . Jn segui to si ordina l'ingeslione di sali facilmente t•iassor·bibili nell'idea che entronuo essi r apidamente nel sangue si diffondono nell'essudalo, mentre la parte liquida entrerebbe nei vas i e ver-rebbe eliruinata da i reni. A questo scopo é da peefer·irsi il sal c omune per lo più unito all'oleosaccar·o di menla. L'ot·a desct·itta let'llpia fu nella clinica suddetta messa in oper·a fino dal 1863 eri è bene soppor·lala . In quanto al proce:>so J.i r iassorbimento l'autot·o osserva che dRppt·ima s i assor•bo nna pur·le dell'essudato e dOJ.O la diure;;ì aumenta mentre cbe Il cuore non è dislut·balo nella !òua funzione. Anche la sect•t-zione ur·iuat·ia comrncia a cr·cscere con rapi·dHà se all'improvvieo s i limita la •tuantità dei liquiLli da in.gerirsi. 'Sulla. guarigione sotto la croAta ema.tloa. umida. - Dal X v congr·ess<> della ;:;cJciela chit·ur·gica di Berlino.- Sunto di una conft'renza del dott. MAx. ScHEDE. - (Deuts.•Wed. H'ochens., N. 23, ·1S8G).

rn uuo dei primi perioùi deltraU.amento antisellico, da varie parti fu rich1aroata l'allenzione su questi fatti, che il sangue struvasaLo nelle f'erite asettiche, non s i decompone, non imputridisce, mu bensì cile i grumi dl mediocr e grossezza possono subire quelle modifìcazioni che ci furono faLLe conoscere da L esser, da Volkmanu, da W atson Meyue ed altri e che furono contraddis tinte col nome di organizza:::iooe di coaguli. Aozi la conoscenza di questo fatto fu utilizzata già Volkmann per provvedere allo ossa denudate uno sll·ato protettore che lo difendesse dal disseccamento e dalla necrotizzazione . Ma del r esto la cognizione di questo processo non ebbe aHro pratiche conseguenze. Al cont1·ar•io si continuò · ir1 massima a considerare il sangue come il pitr terribile nemico delle rcrile incolpandolo causa del pt·ocesso putrido e delle più pe1·icolose infiammazioni che vengono a complicar·e le malaLtie chirurgiche. A provare quanto dominio abbia esercitato tale dottri na fino a questi ultimi tempi, il dottor


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Schede riporta un passo di una rimarchevole conferenza tenuta da Volkrnann pochi anni or sono alla società dei naturalisti di Eiseoach, in cui si stabilisce il principio che il più importante computo ùi una buona cura antisettica è di allon tanare e tener lontano dalla ferita un liquido tanto rlecomponibile come è il sangue. L·accurata emo~ta~ia, il generoso drenaggio, la fasciatura compressi va furono na~u rnlmenLc i frulli. di f]Uesta dottrina. Ed invero questi mezzi prestarono un grande benefizio nlla pratica chirurgica. Pero il dottor Schede opina che essi non abbia ancora delta l'ultima parola e che quindi sia possibile ancora fare su ()llesta via importanti progr essi. Egli concOl'da con 1'\euber ed Esn1arch uel r eputAre conTeniente e desiderabile allontanare dalla ferita ogni corpo estraneo; ma men tre il Neuber si ~fo r:a1 in 0gui modo ad impedire che nella ca vita della ferila s'accumuli il sangue od aHri liquidi e tanto a ciò s·adopra fì110 ad ni'Me complieati apparecclli pet· mettere a contatto tra loro le parti molli do1 o una resezionc articolare e comprimerle fìno a riempire con quelle il v uoto lasci?to d~llR perdita cl i sostanza ossea, SelJ Pde in·vece utilizza la facoltà che ha il coagulo ad ot·g-anizzarsi onde riempire il cavo dçlla ferila con un materiale pla;;tico il quale rende s uperfluo tanto il Jrenagf!in elle lo compressione. L'autore cominciò a(l occupa rsi di questò nuovo processo di guarigione quaudo ebhe opportuni tà di osser·vore l'esito delle operazio11i praticate da Phelps per la cura del piode equioo. Questa opera?.ione, che si esegui~ce sotto l'isrlwrnia at·titìcialc com:isle nel praticare uu laglio trasversale sul lato interno delrnrticolazione asll'agalo-scRfoideo fino in mezzo alla pianta e !\'incide la rgamente la pelle, l'aponeurosi piantare, i muscoli abduttore e flessore br eve dell'alluce, i tendini dei muscoli tibiole posteriore e flessore lungo tlell'alfuce e lles!'Ore comune delle dita, finalmente si tu glia illt>gamento nsll'agalo·SCI'lfoideo, dopo di r.be il pied e viene d isteso e imm0bilizzato, J'isult ll,n done cosi una profomla rer•ita ape r-l1:1 roi margini distanti tra lot·o due o lre c~ntirnctri ; ~i copre poi questo ferita. con una se mplice striscia di sela peotuttiva che


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vi passi sopra a guisa d i ponte, si ap[JJica un appar•eccliio antisettico e si assicura il piede nella sua nuova pol:lizione con due fascie gessale e si tl'alascia ogni ulteriore med icazione. Se dopo· due o tre ~ettimane s i esamina la pal'le, si vede elle o é avvenuta la cica tr·izzazione solida e compieta, oppur·e si osser va una steiscia sotti lissima, quasi filiforme d i tessuto granulante, op pme finalmente esis te la granulazione alle due estremita della ferita, c soltanto nel mez;,:o scorgesi un piccolo grumo giallasli'O quasi secco solto i cui margini si prolunga la c:call'ice, unico rimasuglio ancora esistente del grosso geumo che subilo dopo l'opet'azione r icopriva la ferila. Nell'apparecchio, oltre alla seta protettiva, non si trova che del sangue secco e per·fetlamen te inodo ro. Lt~ guarigione della fc:I'i la Le n ula così a perla si •~ et'fetluala senza a lenna -secrezione; e si noli a r 1CO I' questo, che i muscol i ed i tendin i -caJuli soLto a l laglio si r iuni.'lcono assai bene riacq uislando là loro normale funzionu lil8.. In base a questo fa tto Scilede sottopose a llo s tesso leallamenlo u11 ceeto numer·o d i a!Lre fel'ile e precisamente quelle nelle quali vi era· da rill}ediare ad una perdila di sostanza ossea ed Ma e~li riferisce al con.gres"o i J·isullali di ques to rluovo kallamen lo. Sono 21-0 casi ri paelili in 1 i geuppi, molli di essi sono illustrali da estese s torie cli uiche e la maggior parte dogli aLLi oper·ativi sl rifel'iscono a resezioni delle ossa, svuolamcrrli, neceolomie, ap~r t u1·e d'ascessi ossei; operazione del piede equino, di altr'e conL r ·a LLur~ muscolat'i, torcicol li, esLirpnioni di Lumori, ecc. Egli clliude q uella sua lunga esposizione col nanare due casi più singolal'i degli altri <;ioè: 1• L'o r·ganizzazione di un grande gmmo sanguigno nel cervello contuso in segu ito a Jratlura complicala del cranio. 2' Trasfor·mazione di una f1·at· tura complicala eù aperta del gomito in fra ttu1·a sollocutanea coll'aver lasciato in sito un enor me grumo sanguigno neidintOl'n i del l'ariicolazione. Sui 2-40 casi SOJWadelli si olteune p ieno successo in 222, cioè ,avvenne in quesli la definitiva trasformazione del coagulo ih tessuto cicall'iziale sodo, resistente e sen<:a c he interven isse ·la suppurazione. Negli allt•i casi s i ebbe o s up purazion e par-


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ziale, scar sa ed apirellica o decomposizione fungosa della cicatrice incompleta. Il processo operativo fu ovunq ne lo stesso, dove occoereva· si opetava sotto l' emostasia preventiva d'Esmarch . Si sono sempre attuale le cautele an tisettiche e si ebbe cura di asportare tullo ciò che s i tJ'Ovava di mOl'boso . La soluzione di s ublimato all' uno p er mille fu il disinfettante pr·eferito. Nel mt~ggior numero dei casi la pelle sulla fet•ita veniva chiusa con sutura in modo da lasciar·e uno. o due fessure dell'ampiezza di uno o due centimetri pèi' l as~ia r esito libero al sangue· supeJ'fluo; o per otlenet'e ciò con m ag,(!iO J'e sicurezza, si fa ceva anche la bottoniet'a di N euber . La r iunione della pelleha luogo, siano o no av vicinate le pal'eti del cavo dell a fer;la , a guisa di ponte che passa sopea la cav~la ossea.· In altri. casi, qua ndo le cil'coslanze lo richiedono, come nell'operazione de l pi ede equino alla Phelp, la ferita r imane spalan ca ta e soltanto iene coperta con seta prote ttiva la qual e ne devesorpassare i margini e non deve essere buca ta. Questa seta ha il doppio scopo di assicurare il r islagnamento· del sangue nella cav\tà ed impedire clte il g t•urno s i dissecchf p er evaporazione o sif;l assorbito dall' apparecchio. Il lulto è coperto da un appareqc hio anlise!.lico di più s tr·eti di gat·za a l sublimu l.o e di ovatta e finalmente si mette la pal'te in addet ta posizione e si immobilizza. ln ques te condizioni quasi co,;tantemenle il decur so della feri ta è tipico> rnenll'e il sangue s travasulo nella medesima e che tutta la ri empie si coagula e senza uller·iore secrezione e gradatamente partendo dalle par eli e venendo ver·so il centro della cavità ' 'iene sostituto da tessuto cicatr·iziale pel'manen le. Questo andamento p1·ocede co:>i sollecito cbe le piccole cavità ossee guariscono in 1~ o 1 i- g iorni, le più. g1·andi in 3 o 6 seWmane senza reli qua ti d i seni fis tolosi . La g uar igione di una rcsczione arlicol~;tre si ottiene entro 3 o 4 s eUimane. Allo scopo di man ten ere la fer·ita r·ipiena di sang ue le apertur e di scolo dei liquidi non devono esser·e p'ralicale profondamente anzi devono essere s uperficiali ; quando non fosse possibile soddisfare a quas t.o condizioni, v i si p l'ovvode col


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pezzo di seta protettiva clte deve agire a guisa di valvola lasciando scolare il sangue superfluo. In coerenza al principio di tener lontano dalla ferita qualunque corpo estr aneo SclJede ha voluto evilare le suture tranne in qualche rarissimo caso in cui dovette adoperare il catgut. In luogo della s utura egli ma n teneva la r iunione con stecche di gomma ind urite piane oppure leggerrne'nte incava te, applicate immediatamente sulla parte, quindi rinchiuse nell' appareccJ1io immobilizza nte. In quanto all'emos lasia, questa si praticava soltanto ne!le operazioni in cui erano lesi vasi sanguigni di un certo calibro, allora s i face va l' allacciatura immediata; negli altr•i casi come nelle necrotomie della tibia, resezione del gomi to e molti altl'i lasciava lo scolo sanguigno fluire spontaneamente. Le ferile devono riempirsi di sangueesclus ivamen le per mezzo della emorragia parenchimatosa. Per dare un esempio, il tr·aLtamenlo di nna resezione del ginocchio deve esser·e il seguente : Dopo compiuta l'operazione, si allacciano tutte le boccuccie d'ar·terie visibili. si toglie il tubo costl'ittore di Esma!'ch e si legano g li allri vasi l'l l'Ler iosi. Quind i si applica di nuovo la fascia di gomma (cioè s oltanto fasciatura centralecircolare). Quindi s i ta la s ulut'a della r otu la del legamen to r oluleo, suti,II'a dei tessuti intorno all'oss,> e delle ossa medesime con due. punti, q uindi sutur a clelia pelle fino agli angoli. Si sovrappone la seta protf\ ~ l.iva, la garza a l sublirnato a più strati, ferul e di gomma laLeeali fermaLe con una fascia di garza, finalmente si applicano le ferule lunghe (3steme e si fissa lutto l'at•lo con gi1·i di fusci e gessate. Un apparecchio cosi fa tto può restare in posto quaLLro settimane. Dapprim ~1 Sched e era ~olito rimuoverlo dopo 8 giorni per r isconti'are l'andamento della ferita, ma dopo una più esatta conoscenza M I metodo Ll'ovò più vantaggioso l'attendere Lre o quattro settimane. L'imbibizione sa ngu ig na dello appa recchio non ne r ichiedo di nece!3sità il cambio. Il decot'SO fu in tutli. i casi immune da reazione febbrile oppure non si manifes tava che una febbre asettica di due o tre giorni. Solo una volla s i è os~erva ta ritenzione di li-


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quidi segregati nella feriLa perché l'assistente che aveva pt'l:llicata l'ope t·azione aveva fallo. contrariamente alle rego le, una sutura troppo occlus iva. In quanto ai •·is ullali funzionati, segna tamentc quelli delle arlt'o tomie e at·Lr·<>clomie, J'aulot•e non esita a dichiara rli addirillut•a ()I'Odigiosi. Voluminose porzioni di epif!~i articolari fu,·ono esportate senza lascia re il benchè menomo disturbo nelle funzioni dell'at"licolazione. Condizione essPnzialc pe1· la buona riuscita del metodo è un rigoroso tratLamento anliseLtico delln fe1·ita. Cause di qualche isolato insucceSl-'0, fm·ono: 1• Insuftic.ienLe quanti tà eli ~ang ue destinata a l'iempire la ferila, come s i ~ osservato in a lcune necrotomie. Il vuoto non viene occupato che parzialmen te. Si può ovviare a questo inconveniente col le,·arc la fascit~ clAstica prima dell' applicazione dell'apparecchio. 2• T•·asfot•mazione fungosa tlella cicult'ice consecutiva ad operazioni pe1· (' uJ'O. di tubercolosi locale. Cio pr·obabi lmenle succecie (corno in a lll'i pt'Oce~;:si opPt'alivi) p crch~ non sono totalmente e~porlali i prodotti Lub.~ rcolo.~i. ~· La presenza Ji corpi slt·anier•i d t !<eCJuestl'i ecc. i quali naturalmente favoriscono lo fot·mazione tli fistole. Le condi~ioni pcrcbè avvenga la gual'igione sollo la crosta ùi sangue sono le segtwn ti: 1• Quali tà assol utamen te asetticl •e del la f'et·ita. 2• Provveder'(' per· lo sgorgn Ù•'l san!!UO supeeJ-Juo perP mezzo di adalle ttpet•Lur•e elle di prc>I'Pre nza devono farsi nelle par'li superficiali delle regione opcr·ota. 3• Provvedere che la ferila si muulengu piena di sangue. 4• Impedire cho il sangue rf!ccollo della ferita uon !'i essicchi per evapol'azione. 5• FaYori r· e invece l' opcroziOtiP e l' essiccazione del sangue super·fluo c he ha imbev ulù l'uppaJ·e•;cl do. Rispondono meglio a questo trallom<·u lole l'et'ite con pa1·eti Pigi~ele ferite delle ossa e delle ar ticolazioni ecc. P t- r le feriles crnplici delle pa1·ti molli ci monca aucoJ·ta una su11icienlc esperienza pet' decider~ in p l'O posi lo. Scl!r.le è con vi n lo che questo nuovo metodo Lt·over·•i presto il rne r·iLulo favore e c.:io pOI' i molli vantaggi chep••esenla, cioè è un metodo comodo pr-L'l'ope-


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Tatore, disturba poco l'infermo, non richiede cambio di apparecchio, pot·ta a guarigione nel modo più s icuro, più sollecito e completo, e conserva benissimo la funzié10alilà della parte. Anzichè vedere nel sangue un per icolo per l'audamento aset-tico delle fe t·ite egli in vece ritiene questo liquido un materrale eminentemente plastico molto addalto per riempire provvisoriamente tu !Li i vuoti per forn ire all'osso scoperto uno strato protettivo capace d'impedirne la necrosi . .-Due casi rari di lesioni del ventre. - STUCKY.- NewYorck, M ed. Recor•d , e (CentratbtaLt . .fii,r Ch1:r., N. 15, 1886).

1. Un irlandese di 5J anni fu rcrito al venlt'e da una pu.gnalata. La ferila >ii estendeva dalla spina anterior superiore .lìno sopra la sinlìsi ed inter·essava le paeeti addominali e l'intestino tenue che era leso in ll'e puull di ver si. Stucky trovò il paziente alcuni minuti dopo il feriment0, disteso a ter·ra sopra uno slrato di segl'lLuea di legno; l'intestino per la lun g hezza di 6 o 7 pi~di era fuot'iuscilo e raceva tutta una massa con segatura , sangue e materie fecali. Messo il tutto in una catinella si procedette ad una accurata lavatura dei viscel'i con acqua. fenicata. Delle tre ferite una aveva quasi ù1 totali tà di1•iso trasversalmente l'intestino, la seconda decorreva in direzione orizzontale ed era lunga all'incirca 3L4 eli pollice, la terzfl era diretta longitudinalmente pet' la lunghezza di mezzo pollice. Si fece la sutura delle ferite intest inali con ·Calgut fenicato e la disinfezione del cavo addominale, s i praticò anche Ja sutur a delle pareti addominali e si appiccarono str isce di cet'nlto adesivo. Il decorso fu completamente apireLtico e il paziente lasciò l'ospedale gual'il.o dopo quattro settimane. 2. Un lavorante di 28 am1i pr1'so in mezzo a due caJ' l'O:tze <li ferrovja che dovevano essere attaccate fu feriLo in modo che l'occh iello di ferro lungo 18 pollici e largo 5 112 che serve .a dat'e attacco al la catena di congiunzione penelrandog li pel dorso gli attraversò tutta la cavila addomina le ed usci da questa lt'e polli ci sopt·a la spina anteriore s uperiore dell'ileo


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sinistro. La ferila era tanto ampia che si poteva esplorare col braccio; con tutto ciò non s i ebbe nessun segno ind icante lesioni rig uardanti visceri addominali. Lo shock fu assai leggero. Dapprima si applico un appa!'ecchio anli~ellicoq uinòi catapla s mi di linseme con ca1·bone in polvere per disinfeLtar·e la ferila. Si eliminarono in seguito molli !Jrandolli di tessuto gangrenato. Non s i ossorvaro11o mai fenomeni morbosi per parte dei Peni né ~ull' intestino. L'individuo guarì completamente. Lesioni dei vasi sanguigni dell' ascella oau.s ate dagli sforzi di riduzione di lussazioni della spalla. - STJMSON. -

(Centralb . .f'i.lr Cliir., N. 21, 1fl8H).

Stimson ha r·accolte le s torie di 44- cosi di queste lesioni ben accertate lasciando da parte le osservazioni incerte. I n più della metà dei casi tratlavasi di lussazioni recent• ed in un terzo di queste la rollura era sta ta prodotta da s torzi di l'iduzione. Siccome poi pel maggior numero ~l i infermi er·ano soggeLLi di età avanzala così devesi ommeltore il concor so di altra causa oltre quella della violenza, cioè la diminuito elas ticitu delle parP-li va~colari. Tre volte si è trova to rotta la sola veuo ascella l'e , due volte l'arteria e la vena insiPme. ::-Iella maggior parte dei casi era lesa o la soln ar leJ'ia ascellm·e oppure uno dei suoi rami. Le r icerche falle !':.opr a 32 casi sia Jopo morte sia dopo disarticolazione dimostrarono semp1·e una lacerazione o completa o parziale delle par eti vnscolar·i. l n poch i casi nei q uali la vitalità delle pareli vasali era stata compromessa dalla prP.ssione diretta, la rottura del vaso non avvenne che dopo il decorso di par·ecchi gior ni c tat·diva a nco ra s i mostro la formazione di aneurisma . Sul totale, l' nutore non ha notato che 12 guarigioni, :H casi ebbero esi to letale e eli uno non si potè conoscece .H risultato. In 14 casi fu legata l'arteria s ucclavia con cinque g uarigioni e otto morti. 1n sei casi fu pl'aticala una incisione nel cavo ascellare e


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fu allaccialo il vaso in silo sopt'a e sotto. Tutti ques ti 6 casi • decor sero con esito infa usto. In qualLro casi fu disa rticolalo il braccio, una volla con · esito favot·evolc, tre volle con es ito infau!'.LO. T!'entadue casi furono lralta li dapprima senza opet•azione, con applicazioni di ghiaccio, immobilizzazione e compressione, in 20 di questi fu omrnesso detìnitivamenlc og ni atto · operati vo con sei guat•igioni e quallorùici m orti, s ugli altri dodici si do velLo opera l'e in segui lo e di questi opel'ati La 1~ divamenle solo uno ebbe esito fa vorevole . In base a questo materiale s ta tistico Slims on condanna il traUamenlo conservativo di tro ppo prol ungato ed afferma · che i migl iot·i l'isullali s i devono sperar e dall' Allaccia lura della succ!avia piutlos toche dalla l<:'ga tura in sito. Nello lussazioni recenti egli con siglia i! me todo di t'icluzione di Kochet', com e quello che presenta minore per icolo di lacct'azioni. Nelle Jussazio ni antich e nelle qu a li per le a vvenute aderenze i t perico lo d i lacerazinni vascolal'i è maggiore specialmente in sog getti vecch i egli consigl ia J'as tenersi da ogni lenlaliv(} · di r iduzione. Fistola. cervico-polmona.le consecutiva. a tra.umattsmo, con comunicazione della parte destra del collo con una caverna del polmone destro. - MOIUN . - (Centrai~ .filr Chir., N . 20, i 886).

Il paziente trovandosi nel 1855 all' ~ssedio di S ebas topoli et'a stato ferito al collo da una ralla di fu cile. Non si potò sapere se il proiettile fo~se uscito; però il canale della ferila ncn si e più ckalt'izzato. P er ollre 20 a nni continuò a gem ere dalla ferila pus in piccola qua ntità, d'altronde godendo l'indiv iduo buona salu to. In seg uito pare che si s ia s vilup· pala la tube rcolosi pet·ché com inciò a soff!'Ìre di tosse e di emottisi. Nel 1878 la s ect•ezione de lla vecr.hia ferita si cambiò ad un tratto con questa pal'licolal'ità che sotto i colpidi tosse si eliminava da quel s eno fistoloso la ma teria carallct•is tica . dell' es pelLor azione . L' indaviduo mod di tubercolosi polmonale. L'apel'tura eslet•na della fi s tola a veva s ede alla region e.


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desll'a del collo dieLl'O la clavicola in un infossamento situato immediatamente Jielro il muscolo s lerno- cleido -mE~sloideo. La colonna vertebrule si moskava in quel luogo notevolm eu Lo incuJ'va la co1.1 pron unciata sporgenza delh1 terza vertebra dorsale. Alraulopsiu si trovo che la fis tola dall'esterna apert.ur•a deCOI'reva v~rso la co lon11a vedebrt;le e si portava verso la seUima verlebJ'S cervicale, di là ~i rivolgeva ùiJ•ett..amenle in basso fino alla tcJ~I.a vet·Lebr·a clorsal e ed in quel luogo la pa1·ele po;;Leriore dd canale fistol oso era costituila da o!-lsa cariale. Alla Le1·za veJ'lebJ'èl Jor:oale esso cambiava direzione o si pol'lava a s inisli'a or·izzonlnlmente. Il d isco cartilagineo inlervertebr·ale LJ'tt la seconda e ter·~a vertebra era Jistrullo e si no ta\'n la pr·esenzu di du() s~qlt e slri. Dal lato siuisll'O della colonna vel'lebralo p1·oseguiva il canale iu basso per oltre ùue ccnlimolt·i c finalmente sboccava in una cavt3!'/.a polmonale. Il !'roiellile nou s i 6 trovato.

· Contribuzione al trattamento 'di al cune fra tt ure delle ossa della. gamba e della rotola. mediante trapana.nazione e sutltra del f rammenti.- WrLLISTON-vVt,IGHT. - Nero· )'ork M cd. Jour., o Centralb. J!ir Chir.). L 'autor e opiua che la sulut·a delle estremità ossee nelle fr·allure complicale e i11 cer te forme di fr·ntlure non comrl icate della roln la o ll'l'a molli vanlap-j!i suj!li usuali m elQdi curativi non solo pcrchr\ r·onduce p1ì1 sirUJ·amenlc A f!Uari gione ma anche per·chÀ nbl)l'~:vi a il deco rs o della malallia e le soff~renze dcll'mfermo. A compr·ovare l'efficacia del melodo egli ci fa conoscet·u nlcu ni c<:J.si da lui li'attaLi, tra i quali scegliamo i due seguenti : 1• Su Ji un individuo elle caJendo da ca J·roz~a aveva l'i · portato frallUJ'a della gamba due pollici sotto la Luberosit.a della libia, complicala a fer·ita; egli praticò u11'incisior1e di 4 pollici sopr·a la frnLtur·a, rose a llo scoperto i fr•ammenLi che poi cucì con fili melallici p1·c via trapanazio n~, dopo disinfettato il fo colaio della fJ'a llut·a immobilizzò l' arlo. La guarigio ne si oLlennc in W l:!6llima.ne senza accor ciamento. 2' F1·atlura della rutula irl uomo di cosmuzione dep()rila,


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con str·ovaso ~a nguigno dnll' arLicolszinne dol g inocchio. Fu pralicola l'ap.>rlura e disinfezione dell'ul'licolozione t>d applicn lo il rlr't:>naggio. Fur·ono poscin r in frescati i margini dei d ue frtlmmen li di rolula e cucili con lili metollicL Lo con~to l idazione Rr ollennc relnlivamenle pt'C"lo petcbè dopo 16 setlimane il paziPn le poteva camminare ~nn za J.!L't\Ve impaccio. Dopo 18 me-,.i sussi«le>a ancora lo con<>olidaz:onee i movim enti del gi11or.clrio erano t'ilor•nuli noPmali. ...

Trattamento delle va.rioi delle membra. inferiori colle lnie~toni dt perolortuo di feno . - 'VF.t:-!LECII:"ER. (Jo1trnnl des Sociétés S~'ienii)f'JUes, 26 moggio 1'l~G). Il pt•of. \\'o>inlechn•,r ba presentato alla Società dei medici tli Vienna, nello lol'nala del 12 mar·zo ultimo paS8Hlo, un giovan•· ili 20 nnni, che fu guarilo nello spazio di Lt·e setlimont-, di varrei alle membra infet•iori, pet' mc·zzo dr iniezioni ùi perclor·um di fet•t·o. l vantaggi •li questo lrallanrenlo usato ùall'outore dal 1868 i11 poi, sono: L La tur:!esceni"a ùellt> vene varicose "COmpo.risce, ed il senso di pA."<1 1.h'lle mcmbt·a inferio1·i, coRI mol e~lo al paziente olaninuio.:cP- con::idPrevolmen le; 2. Lo traspirazione ohhorHiante tl.-i piedi si ar1·esla; 3. LP emo t·t•a qir non t' ecidivano; t Le nlct'razionr delle estremità inferiori cicatrizzano ra pidamente. QuP"I.<1 processo c ::perialmenle applica bile ai casi in cui l'ectasin venoc;a è localizznla. Il IIUffiet'o deiiP iniezioni necc>:>sarie, pPr ollenere la gunr igimto, vat·in secondo i casi.

Artreotomia. in generale, ed In lspeole all'a.rtioola.zione del glnooohio.- Oo~l. DE PA OLJ. - (Ga.o.:retta ~Med ica dl TorittO, fac::t'. 1". 2", ;:•, i• e a•. ~ennnio e febbraio 1RQG). È un lungo e diligeulo luvot·o fallo dall'aulOJ'é rn seguito a numerose osservazioni cd esperienze. Riassumcndolo, le principali idee svolte so no le seguenti.


RIVISTA

La sino vite fungosa primaria è più frequente nei ragazzi e or-gli adolescenti, che negli adulli : s.pesso si palesa qua le ltna manifestazione di tubercolosi, mantenendosi a lungo cir. coscritla, con andamento benigno. La tubercolosi può sYolgersi sopra un'antica sinovite ipet·. plastica, o può pt•ovoC'are lo sviluppo di questa al d i solto d i una infiiLraz10nc di noduli specifici negli strati più superfl. eia li della sinoviale. La sinoviLe fun gosa si mantiene, anche per anni, nei tessuti periarlicolari, senza intaccare le ossa. L'estensione de lle a lterazioni delle pot·ti molli indica il processo chit·urgico CUJ'alivo, per esportot•e il meno cbe s i può, rispeUando le pat·li sane. La resezione sollo-capsulo-periostea '\ .da prosct·iversi, pet•cl]è lascerebbe in :;ito pat•li molli g t•avemenle allet·ale. L'opet·azione òell'arlt•ectomia deve estendet'si ai cas i meno g t·avi e meno avanzati, cogliendo il malo nel suo esorùi t'C per procurare cl te lft guat•igionc sia pron ta, e susseguita da lievi alterazioni funzionali nella giuntur·a. L'artreclomia è int!icata a nche: a) nell'idrarto cronico con g rande rilasciamento dei leg amenti articolari; IJ) nelle pat·alisi infllnlili con ciondolamento delle g iunture a l piede ed al ginocch io; c) nella sinovite ipet•plaslica con produzione di corpi mobili dolorosi; d) in alcuni casi di sinovile suppurali,·a; e) nei neoplasm i dell'arlicolaziono. L'artrectomia può eseguirsi sopt·a tutte le gl'audi articolazioni delle eslrcmila. La necessità di esplorar e esa~tamenle le ca vità ar·ticolar·i re ndo necessal'ic alcune modificazioni nelle incisioni esterne già usate per le resezioni. Le incisioni uniche, o multiple longitudinali non sono s empre lo più adaL!e per l'ar·trectomia, in cui si possono, senza in· convenienti, pt•aticarc J ivisioni tt·asversali delle aponeurosi, dei muscoli e dei tendini che scorrono sull'ar ticolazione. L'incisione più adatta per· l'ar·trccl.omia t!e! g inocchio é

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CHIRURGICA

quella aJ angolo retto colla branca vecticale al lato interno od esterno della mtula , e coll'orizzontale a l di solto. La di· visione temporanea del l~gamento rotuleo non aggiunge gravità all'operazione , e peemelle meglio l' esplor azione della giuntura. L'artrectomia sin ovia!e dà migliol'i risu llali nella sinovil.e fungos a se11za lesioue delle ossa; è più facilmente seguita da recidiva; una energica distruzione dei focolai secondat·i ed alcuna volla la r esezione dei capi a!'licolari può r-endere completa la guadgione. L'artrectornja cornplP.La Jà una articolazione fissa per anchilosi cartilagim·a, ed un arto perfettamente set·vibile; la paeziale per·mette di mantenePe in grande parte i movimenti della giun tut·a. L'esperimento s ugli animali dimoska una tendenza alla riproduzione delle pat·Li molll articolad asportate. Nuovo processo di cura delle fratture dell>.t coscia. TtLLAUX. - (La Tribune lVJedicale, 9 maggio ·1886).

Un uomo dell'eta rii 72 anni entt•ò in cura nel r iparto del professor Tillnux il 27 marzo u. s . pet· una frattur-a della coscia ; il g iorno 29 dello stesso mese, g li fu applicato uno apparecchio, ed il 3 maggio, cioò 30 gioeni dopo, l'individuo ha potuto soll eva•·e il piede dal suolo, per un'altezza ùi 15 ·centimetri. Questo r isiJII.alo, verélmente incredibile a prima vis ta, è dovuto ad un ap!•arecchio che l'autor·c usa da qualche anno, e che, seconçlo lui, è destinalo a tra;;forma•·e il teat·tamento delle f!'tJtlure del fetnore. L e fra ttur e del femor e sono tra quel le che con maggior diftìcolta passano a lla guarigione : il femore è avvolto da , una massa considerevole di muscoli, che cc, n traendos i, fanno accavallare i frammenti specialmen te in geazia del gruppo degli adduttori che occupano la paele intema della coscia. Ai chirurgi di quest.o secolo, venne l' idea di oppor·si a quell'accavallamento, facendo escrcitaPe sulle due estremità deJia rraUura, una trazione in senso inverso; praticando in una paeola l'estensione eontinua. Tali sono gli apparecchi


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di DesauiL, ùi Boycr, e piti lardi di Henncquin. Ma, domauda raulore, questi Apparecchi, soddisfano completamen te allo scopo p el quale sono proposti? Secondo Gossel in, quegli appa· r ecchi determinano un dolot·e talmcnlc inten~o clte gli ammalali non possono sopportare a lungo l'estensione continua, pet· cui si è obbligati Ji cambiare l'apparecchio. Iuol lt·e, per rare la controestensione mediante tali apparecchi, si deve prendere un punto d'Hppoggio nell'inguine o sotto l'ascella o sulle ossa del bacino, ed in molti cosi le pressioni, rla esso determinale pt•oducono delle escure. L'autore crede di aver evilato gli accennali inconvenienti, colla disposi;done che risulta in appt·e~so. Se si fa agit·o la estensione non sopra un sol punto qualunque del rnernbr·o, ma su tutta la sua superficie al disollo del punto featturalo, non solo non s i provoca alcun dolor·e, ma nella maggior parte dei casi si pt•oducc un sollievo immeJ ia lo per l' ammalato. In quan to alla controestension e, senzu pr'odurre un punto d'appoggio qua luuquo s ul corpo, la s i può realizzare fucilmente, dando al corpo un'altitudine tale, che essoudo sospeso un carico di tre chilog. all' estremità inferiore della gamba, la testa dell"ammalalo sia un centimetro più bossa dei piedi. Anche con ciò non si provoca alcun dolore; l'incomodo clte ris ulta dall'attitudine del corpo in quella posizione, dura appena qualc he giorno, e l'ir d'ermo fin isce per abituarsi. Pet· applicare simile <!:sposizione, r autore opera in tal modo : fa coricare l'ammalato in un letto in ferro assai t'esistente; e con materasso piuttosto duro: taglia delle bendelette di diacllilon largb~;~ da 6 a 7 centimetri, una delle quali l'applica lungo la gamba e la fa passttre solto il tallone, lasciando un certo spazio per- fonnol'O una specie di anM, Hsi'landola posciu dal lato opposto della gamba. Applica a llora tre fasce circolln·i, l'una fra il punto Jratturoto ed il ginocchio, l'aiLra al disotto del ginocchio, fu terza al collo del piede. Fa due giri di queste bende, poscia applica un'altra bendelelta longiludinale, al lato della prima, fissandola con alt.ri due giri di benda circolare. Colloca così cinque-


CHIRURGICA

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b end elelte longitudinaH, avendo sempr e cur·a di lasciare uno spazio al d isotto del tallone. In capo a qualche minuto, cioè quando il diachiloo è secco median te una corda applicata all'ansa libera delle bendelette, un peso di tre chilogr ummi, fa sollevare le colonne del le tto in modo che lA Lesta dell'in fermo sia un po' più bassa del livello dei piedi. L'operazione allora è compiuta e si abbandona l'ammalalo al ri poso. Tale p1·ocedimen Lo, costituisco secondo l'autore, il mig liore degli apparecchi per lA cura d tolle fratture del femore: « Con questo mio procedere, egli conclude, ho visto degli ammalati, sollevat•e l'arto leso il 22• g iorno, ed uscire dall'ospedale il 45• giorno " . In quauto all'accor ciamento, aggiunge l'autore, si può dire essere t•idollo al minimo, e tal volla, anche nou esiste; quando si è ve,·ificato, non ha mai sorpassato i ùue centime tri e mezzo. Del drenaggio della vescica dopo l a clatotomia lpogastrlca.. -A. Dt::Mot:s. - (Journal des S ociélés Scientijiques, 26 maggio, 1886).

L'autore fa osser vare come la cil'llotomia sopra pubica abbia il gr ande inconven iente della fillr·azione dell'or ina allraverso i tessuti, al quale si ò ce,r·calo fin qui di O\•viare con parecchi mezzi, ma sempr e con risultati incompleti. Egli ba r ecen temente prat1cato la cistotomia sopra- pubica in un uomo di 63 anni molt.o indebolito, il quale ave,•a un calcolo del diametro di centimet!'i 6 t 12. Eseguila l'opera7.ione, introd usse nell'urelra un tubo r esistente di c&o uLchouc lungo 90 centimetri e lo fece uscire dalla ferita, legò assieme le due estremità del tubo e le condusse in un pilale. Per mezzo di oriflci praticati nella porzione intravescicale del tubo, l'orina poteva s correre liberamente lungo il tubo e venit·e condolla fuori della vescica, passando quasi in lolalità pel capo inferiore. 52

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Furono poi praticate delle lavaLur e antisettiche dal capo superiore del tubo. Cinque giorni dcpo l'operazione, il pri mo tubo fu sostituito con un s econdo più piccolo, e questo, più tardi con un semp lice filo ferma lo ai p eli del pube. Ver so il 10• giorno , non l'imasc che uno piccola tìs t.ola ch e si ntl ut•ò ben pr esto. All'indomani s i LOise la sonda r ima s ta in per manenza nell' uretra. Noi possediamo adunque, dice l'autore, un mezzo sem plice che favorisce completameu te lo scolù ùell'o1·ina, !J6t'meLLe frequenti lavature intt·a-vescicall e utette lu rerita in eccelle 11 ti con dizioni per una rapida e completa cicatrizzazionfl_ Nuovo processo operativo della spina. bifida.. - Dollore CASIMIRO GRASSI. - (Annali Universali, febbraio 1886).

L'aut01'e rHenendo raziona le il principio di compr imere h nearmP.nte il Lumore alla sua uuse, como facevA H R izzoli di Bologna c olla s ua p ittzetla schiacciatricc, ha procut·ato di evitare La n lo r eìl ucleHzione del Lurnol'C sub1Lo dopo es eguila la s u'Lura secondo il meto:lo del TaYig na~. quanto la s ua mortificazione col me todo del Hi~zol i. Il dolt. Grass i ha t·icot·so alla esciss io ne mer(!è la dieresi {l aloa ttica.

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11 s uo processo è i l seguente. Fa s olle va t•e ù1 pi t>ga il tumore, secondo il s uo magg ior J iamett•o : quindi alla base passa tras versalme nte tre fili doppi, e mediante d ue pt!zzi di catetere eseg uisce la s utura in ca vigliata . Così ne consegue lo comp1·cssiou e lineare de l tumot·e: quindi nella pal'le di questo s ovt·astan te alla s ultu-a passa un'ansa di filo di platino del diameli'O di un m i llim~ lro inn es tata sopt•a un manubrio di Leiter, rnoditl cato dal Bottini. Arro ve nta subilo il l11o, in breve il tumore è esciso. Ne ha av uto ottim o I'Ìsulta to. Al quinto giot•no comincia a togliere i fì li: al quattot·dicesimo rinno va la medicalura.


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-:Nuovo processo operativo per la. reaezione del glnooohio. - P1•of. DuRANTE. - (Bollettino della R ralt? A ccademia .ltlcdica di Roma, fase. 3', IBRU). Nei casi in cui le le!'uoni non sono troppo estese, e soprattutto quando si può consei'VOI'e in pos to la rotula, il Du.ranto ha idealo un pt·ocesso operatoriO che fissa saldamente le parli resecale. Dissecata tulla la ca psula sinoviale, o r eset·aLe le ossa, aspo rta fra i condil i uu pezzo cunl'if•Jrme: ll·asforma con due ~ezi oni laterali la Lesta delh1 libia 111 un cuneo che vi si edalti esattame nte. La 1'otula, che e1·o sta ta innalzato col lembo, la reseca nella sua fa ccia a1·Liculai'C, e la stiva insieme al lembo ~ulla lesla della tibia, ove la fis~a co11 un lungo d ù odo. Cosi SI sta bilisce, dice l'a utor e, una immobili là nella linea tli resezione, e.l una conliuuila ti'B 11 tend1ne Jel f[ua()riciplle estensore e il capo della tihin per mezzo tlt•lla l'OLula, ci10 a questa si t' fi ssalo. pet· ciea kice .

Estirpazione di un tumore ondooranloo. - Prof. D uRANTE. - Lo Speriw>ntale, febbraio El mat·t.o 1886). È la prima operazione questa cbe abbia a ' uto es ito fausto : un'ollNt sola vr>lta fu te ntaltt dul chi1'u1·go am ericano Amidon, ma l'infe1'mo perì pH consecutiva menmgite. n tumor e (un. sareoma .f{(SO eellulart. aoen.ce ori{Jin.t> dalla dura madre) aveva distrutto i nel'vi olfallot·i, determinava la comp1·essione dem lobi anler·iori ùel cervello cd era entrato nella cavità 01·bilaria sinislt•a. L'ammalala ha 35 ar111 i. Il pt·occdimento operativo, che ha d uralo un·oro, è slalCI il segueute: Unn incis•one dall'inlemo dell'ape1lu ra palpeb1•ale dt sinisLI'S legget·mente r iC111·vu finO alla g lohella, Ò portato poi ùa questa in linea retta Il no alrattacco tlci capelli. Scopel'to il rront.ale, tollo a piccoli pezzi collo sca lpello il tavolato osseo, fu aperl& una breccia di 5 cer.timett·i quatlrat1. Il seno fronta le era scompar so, e s i poli• deli mitare il lumore g rosso come una mela. Aderiva solo alla du ra madre. La volta or-


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RI VISTA ClliRU RGICA

bilale era abbassala, ma noo sfondata. Il tumore fu eslit•pato. Dopo 15 gior ni l'amma lala potè f1:1 r e un viaggio eli 4· ore, e 3 mesi dopo, ora guarila, avendo riacquislato completamente le facoltà mentali, che pt·ima , specie la memoria, erano alterate. Resezlone di coste per concreziont calcaree della pleura sinistra. - Dott. A. BoNt.- (Annali Universali, gennaio 1886). È forse la prima rrsezione E'seguita per la indicazione di concrezioni calcar ee nella pleura. L'infe!'mo aveva so fl erla una gt·a ve conLusiono nel costalo s inis lt·o nuo dall'M no 18i9. Ne ebbe ~ravi consr~ucnze e fu opera lo di oucolornia nell'anno dop•J. In !>eg uilo solfl'i el i ascessi e consec:ulivi seni fis tolosi. Nello scorso anno visi ta to dal dott. Boni, questi potè bene diagnoslirare non knllarsi di carie ma di concrezioni nella cav ità del lor·ace. Eseguila la r csezione della quinta e sesta costa sinistra , per un Lrallo di 8 centimetri potè risconlt•ar e che per una considet·evole estens ione lulla lo. parte pos let·iore del cavo lot·acico era coperto di uno 5lr'alo di delta sùslanz.a. DiligenLemenle le vata, a piccoli pezzi, eseguendo l 'opeea;~,i one coL metodo anlisl:!llico, e dopo la relativo cura, il malato ha pro~ g redilo di bene in meglio fino a guat'igione.

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F otografia della retina dell' occhio umano vivente. ( T/w Lan eec, maggio 1886).

I signori Jackman e W ebsler hanno pubblicato nelle Photogr aphic News del mo.ggio i lor o diligenti s luclii e prome lleuti ris ul tati sulla fo logt•atìa della r eliua umana vivente, questi e quelli di tanto in ter esse per la ofLUimologia, da m er itare


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l'onore di essere riportati nel Lancet.... Sembra che questi -signori siano l'i usciti nel dirlìcile iutanto di ottenere una buona ·fotografia del fondo ocula re, pure ammèsso che, per ora, non possa t•iprodut·si che la immagine fotografica del disco ottico e dei vasi l'clinici, onde è solcalo. Il t·elalivo metodo è descritto nelle accennate Photographic New.~. L'articolista del Lancei asserisce come nella fo togr~;~na da lui esaminata il fascio fisiologico nel centeo del disco sia molto percettibile insieme alla porzione mat·ginale del disco e vi siano distin· tamente marcati i principnli vasi sangu igni e le loro primar•ie di visioni. I signot•i JacJonan e W cbsler vogliono essere incorag~iati, chè difficoltà ben più imponenti si sono vinte a forza di pazienza. e di intelligente applicazione delle già conquistale cognizioni; onue e che s i abbia t'agione di altendCl'SÌ presto una immagine fotografica (Ici fondo dell'occhio anco più soddisfacente. F. S . . R elazione fra le affezioni dentarie e certi disturbi ooulari. - P. REDARD. - (Ga;;ette M delicate de Paris, 15 maggio 1886).

La relazione fra le affezioni dentarie e le malattie oculari, era conosciuta da mollo tempo addièlro. So ne occuparono già Tl'avers e Fick nel 1824 e nel 1826; p iù r•ecenlemenle s i interessarono della questio neCaffé, Notta, Desmar•t•es, Del~>slre, Galezowski, Oecaisne, JY.!étras e Power. Al di d'oggi sono ben conc-sciule le malattie delle vie lagrirna li e dell'orbita, consecutive ad infiammazioni aventi origine nel sistema dentario, e propaganLisi per continuità di tessuti, fino all'occhio. M eu o conosciute sono le malallie ocu.lo{}entarie per via riflessa, le filiali tal volLa passano inosservate, trascurandosi l'esame d el s is tema dentario. Scopo dell'autore è di far <:onoscer·e elle certi disturbi oculaei di origine indelet•rninu laJ e ronosciuti solto la denominazione vaga di ambliopi<1 ed A.mour·osi, r iconoscono per causa un'irrita::ione del quinw paio cerebrale in \·icinunza ·di denti ammalali, teasmelleulesi pel' via r·illessa alle diverse membrane del globo ocular·e. Le sue osservazioni furono co·municate alla società rr·ancese d'oftalmologia.


RIVISTA

Io seguito a lesioni dentarie, quali la car·ie, allorqul\ndo la polpa denlar·ia é interessata, e che insorgo un'irr•ilazione ùa parte rlel tri!!emino, ~i po~sono osservare delle lesioni nellediverse membrane dell'occhio. L'autore lraiMcia òi annoverare l~ lesioni delle congiuntive, della cornea e dell'rridf:' perchè r.onosciulP; porta invece la sua attenzione sui ùi~tul'bi morboqi che pa:>sAno per• rari. perché sono !'aventi volle c:cono,.ciuli, e che sono di grande importanza sotto il punto di vi !'< lo leropeulir.o, essendo in taH casi sufficiente Il guarire l'aflezrone ùenlarra per far· scomparire la malattiu oculare. Dclli dislurl>i !'li manifestano ~ul sistema muscolare dell'occhio, sul muscolo ciliuee, sul le membl'Uno tn·ot'onde tloll'occl!io. e <>ul nervo ollico. St hanno pare~ht~> osqervazroni d~ par·alìs i o tli spasmo del mu scolo cilinrc, lo qun li l'icouoscono per· causo un'affezione deolar·ia· é su Ticienle in Lati casi di. toglit·r·e il dolile.! ammalato e dolor·oso per· rar· cessare In paralisi o lo spasmo ciliare. Il dott. Oespague l comunicA oll'aullll'O un'intcr·ossanle osservazioni' di ~coloma ceutt·ale e di rnidriasi ~enza lesione end oculare, clte riconoscevA per· causa una car·ie al a• de n lemolare dcii{! mandibola infer·iore. L'aulor·e lta os:-:ervalo uri bambini lo str·abismo da pat·alisi dci muscoli oculari, durttnle la dentiz(une; ossen·6 parimenti un caso di amaur·osi pcr·~>.islcnle per lungo LP-IIIpo, che riconobbe per cau'-'a J'cslirpazione di un g r·o~so dente molare superiore. l dislu r•bi più frequenti, quelli flui quali insisto specialmele l'autore, sono quelli drnatur·a ambliopica. Questi suguir ebbel'o sempr·e lo stesso decorso; rulcr·ossano persone nevropaliclte, soggetle a nevral~ie ùellrigemino. ed affalle da cario dì uno o più denti; i11 ta li individui la visla s'indebolisce da un lutn P piu so,·enle ùa amendue i Iati. L'esame oflalmoscopico non r·i vela a lcuno le$lone, cd il carnpo visuale si r·iscoulra normale. Redard ha rr·equentissrma mcnte notata l'esis tenza di mosche volanli, che ùislurbavano la visione as~ociale spesso a pHralisr o spa::smo del muscolo ci· liare. La luce l'iusco Jolo ro~a e l'ammalato avverlc una mo


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lesta l'lensazione di peso nell'occhio: sovente esiste iperemia congiunti vale. Ciò che prOYa evidenlemenlo che delli a ccidenti oculari dipendono da una lesione dentaria, è il fallo che, tolti i denti ammalali, cessano i disturbi all'occllio. In ollri casi 5'i ri~conl!-a n o accidenti infiammatori intens i nell'ot·giHJO visivo: l'occhio nc:l suo insiHrne è dolente, massime uella r egione ciliOr·e; la sun tensione è aumentata, il campo visunle r•islr•etto, la congi unti va iperemica e la cornea intorbidata. Siccome g-li accesl"i dolor·o!"i ~i r•iproducono in modo da coincider·e con r ecrude5cenze infiummatorie da parte dei denti sr potrebbe domandl\l·e !"C qualche caso di g laucoma riconosca per causa unn lc~ionf' dE-ntario. L'autore osservò nella d ioica del dott. Abadie un inter essanll" caso di g laucoma, che parve pr·eci~am ente essere dovuto ad una les i on~ dentario. 11 Ctlso r·ig uardo una donna di 28 Anni affetta da gln ucoma all'occhio destro: l'occhio sinis tro er a no1·mole, lo s tato gf'n e1·ale di salute ottimo; ness un dolore al capo; oscur·a era quindi lo cau~a di questo glaucoma unilater·ale. Furono ese~u i te due sclerotomie dal pror. Abadie, le quali non produl'lsero che un !"ollievo m omPntaneo, e furono pr·es to seguite da rtcidiva dei fPno meni morbosi. Esplorando allor·a con cura i de uli rlell'ammalata, Abadie trovò dal lt•to doJ luogo affetto uno radice di dente dolor osiss ima che creJrlle di estr·arre prirn11 di l'icorrer•e ad un nuovo teola li \'O chirm·g ico .tell'occhio. L'e::;Lrazione di quella radire fu irnmedinlame nle sep:uito da una diminuzione nella tPnsione inLI'aocula re, fallo eh<' pt'O\'Ò la r elazione dir·ella fra l'affezrone oculai'G e la denlaria. L'autore conchiude la sua comunicazione colle seguenti parole: Un gran num ei'O di affezioni oculori r iconoscono pf'r causa un'ollrrazione 1lel sistema den t!'lrio. PrincipalmE'nle nei cosi ùolor·osi l?d infiammatori da parte deJI'occ11io; nei casi di f!laucoma da causa oscura; nei casi dj amaurosi e d'ambliopia ron mol-lche volanti e diminuz.iono consid er evole dei!N visione; nei rHsi di ~pasmo o di paralis i


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del muscolo ciliare o di altri muscoli dell'occhio; infine nei casi di astenopia senza causa apparente, bisogna esaminare con cura il sistema denlario, e cominciare ad isliluir e un trattamento curativo rigoroso da parte d1 questo sistema. Un nuovo segno oftalmosooptoo delle lesioni di nutrizione degli organi profondi dell' occhio. - GtRAuoTe:uLON. - (Gazetfe des H6pitaux, 5 giugno !886).

Nella ~eduta del t• g iugno 1886 tenuta dall' Accademia di Medrcina di Pttt•igi, Giraud- T eulon, richil11nò l'altenzione su certe anomalie che si osservano con qualche fl'equeoza nella eolorruione dei oasi retiniei e s ul loro :::.ignilicul.o patologico. Allo slalo norml'lle, il caJ·atle J·<) principale pel qul'liO si di· stinguono i due or·dini .li ,·asr retinici, è fornilo, come ognun $8, dal colm·e del sangue che lì per coree. Le arter·ie hanno un color rosso vermiglio t'u li lante, manlrf' le vei1e o/fr·ono • na tinta scura più o meno pt•onuHcial!!. Queste a ppo renze, unite a quelle risultanti dalle ''ariazioui, nel calibro e nella direziou e dei vasi, subiscono nelle malattie del fondo dell occhio, delle numerose moditìcazioui, di cui lo patologia ila già interpretato il s ignificato principale. T uttavia, malgTarlo il grande valore dei documenti di cui la ~ci•mzn si è ar·r·icchita in questi punti oscuri e delicati. certe modificazioni di colo1'e del sangue, non I'UI·ono ancora (in qui studiale eon lutla q uell'atlenzi.onc chB esse meritano. In casi assai più frequ enti di quanto ~i Ct'l·de, il sangue venoso, invece di presentarsi di color r osso brLmo, COn!'crva assolutame11le il colore del sang ue at•torioso. Ciò pl'ova, che lo null'iziout) locale ~i l'a in modo ino;;ufficienle. l:1 altri casi invece può vet·ificaes i il ratto opposto: cioè lo vene pnssono conteneL'O un sang 11e più scuro d.-l normale ed anche n et'8:Jlt'O, fatto questo che illllica una combustione od ossidazione esageeal.a t.legl i elementi propt·i dei tessuti stati allrav er~ali Ja quel s angue. Gir·aud-Teulou htJ r·aggt·uppalo in untJ ser·ic ùi la,•ole slatis(iche tulli i fenom eni anomali osservati ne[!li individui che avevano presentato uno o J'allt'O dei sintomi s uccilalì, dul confronto delle quali, egli arrivò a slabilil'e che i disturbi trofici,


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presi nel loro assieme, si elevano alla cifra di 13i p. iOO ! pel ·sangue rosso, e di :-13 p. 100 pel sang•1e troppo scuro o neral'>lro. Deducèni:lo le alterazioni del corpo vit•·co, ed i process i glaucomulosi, r esta, pei disturbi lrofici, una pJ•oporzione di 121 p. 100 pci ca si di sangue rosso ruLilante, ed una proporzione di i 6 p. 100 pei casi di sangue ner·o. Ne consegue dunque, una pr·ima conclusione: cioè il maggior pericolo per l'organo visivo, e forse anche pel' lo stato genero le dell'individuo, colto da una insnffìcienzn di disossigenazionc del sangue, o della combustione intra-capillure, par·a~ronala a l s uo eccesso. l disturbi del c!'istalli no sono frequentissimi in casi di insufficienza dell'ossidazione inlracapillare nel sistema retinico: essi si pr·esentano nella proporzione del 40 p. 100 mentre che nei casi di combustione esagerata, appariscono solo nel r·apporlo di 1,75 p. 100. Nei casi rì i eècesso di combustione o eli ossidazione dei tessuti, quando cioe il sang ue seorre mollo oscuro nelle vene, il s intomo che predomina, non si riferisce piu alla nutrizione, ma è un disordine funzionale nel sistema motore dell'occhio, la cui proporzione è allora del 76 p. 10U ment!'e che, non è che del 24 p. 100 quando il sangue cit•colanle nelle vene ha il colore del sangue arterioso. Claudio Bernard ha fatto conoscere i •·apporti che passano fra g li alli della nutr·izione o di scambio chirnict• e la durala di contatto, fra il sang ue stesso o gli elementi intimi Jci tessuti. Secondo Bernard, il passaggio del sangue attraverso i par encbimi, senza subirvi la sua disossigenazione, dinola una circolazione troppo rapida, e que~la a sua volta, indica una d.,ficienza d'azione dei nervi costrittori ùel sistema vascolare (gran s impatico); d'altra parte, una gr·ande venos ilà del sangue riconosce per causa un r•allentamento nella circolazione e quindi una paresi dei ner·vi antagonisti o vasodilatatori. Ora, gli studi di Gir·awl- Teulon, conducono alle medesime conclusioni Ovunque si osserva il color ito rosso vivo nelle vene dei vaE'i rclinici s i avrà l'indizio eH uno stato parelico -delle fibre del gran s impatico, e nei casi in cui s~ verifica una -colorazione del sangue più scura del normale nelle ve ne, si


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RIVISTA DI OCUUSTlCA

avrà ti segno di una deficienza di attività o di atonia dei nervi vaso-dilo tatori. L'ofl.almoscopio, in queste ctrcosL8nze, apporLerli un prezioso aiuto, con elemento di diagnosi, alla patologia, non solo ocuhH·e, ma anche generalo.

Sulle alterazioni di senso e di moto dell'occhio per dia· gnoatloare la presenza di un focolaio nel oervello e per locallzzarn e la. sede. - Pror. A. ANGELUCCL - (Lo Spallanzani, febbraio e mut·zo lts8GJ.

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Un sinloma polognomonko p~r la dia!!nosi di un tumore, in genere, nella cavità ceeebrnle slù nolln presenza dello edema della pupilla del nervo ollico (allorcbè esiste in amenduc g!i occhi), lanlo allo s tato acuto, che a quelloconsoc ulivo di atrofia. Le in<lagini sulle alterazioni di senso o d t molo dell'occhio ser vono per lo diagnosi di locolizzazioM della sede del focolaio o Lumore. La perdita delle melà temporali del campo \'isivo indici\ la esistenza di un focolaio nell'angolo anteriore, o posteriore del chiasma: la pcl'ùila delle metà dal Ialo nasale it~dicn invece cltP la sede() nelle pàrti laterali de l chiasma. L'emiopia, senza edema della papilla, co11 paralisi di sem·o e <li m(Jlo indica che la sede e nel passaggio rlella bn11deletta oLUcu sul pedunc·olo cet'ehrale: quanùo invoco non vi è paralisi di moto> segno ò che il focolaio stù uella corteccia occipilale, centro della visione secondo l'opinione del Munk, accettala do Luciaru, da Tambut·i11i e dall'autore. Circa le alleraziont di molo, l'uutore ronda i suoi indizi pet· la diaguos i specialmente sui falli par elici o para liti ci anziché su quelli spasmodici: ad esempio la dtagnol<i di un focolaio o tumore esis len~e nelle parli posteriori del 3' venlricolo si desume dalla paralisi dello sfìnlere della pupilla, e ùel muscolo ciliare. Il progt·esso di questi sLudi servirà mollo alla scienza per la diagnosi e non poco alla l.eropeutica più specialm<>nteper non nuucere, cercamlo truppa spesso di g1ooare ìncano.

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8.27·

RIVISTA DI TOSSl~OWGIA E M~DI(INA LE~ALE -~

I fenomeni di suggestione nel sonno ipnotloo e nell& veglia. - DotL. SEPPILLT.- (Rivista rli Freniairia e Me(/icina Legale).

L'i ndividuo 1pnolizzalo assomig lia ad un automa, ad un· meccanismo vivenle. L'esperimenlatore pu-6 pt·ovocore sull'ipnotizzato una serie innumerevole di fenom e ni, dai più semplici ai più complessi, in ogni sfet'a dell'allivitò cer ebr•ale, i tfuali sono slali com presi s ollo il nome genet'ico di suggestioni ipnotiche. Secondo gli studi del Bra id, dello C barco l e del Richer, é nolo che le varie attitudini comunicale alle membra di un soggello ipno tizzato, provocano su Ila fi sonomia l'c~press ion e emozionalo che loro conispo:nde. Cosi, ad esempio, mettendo l'individuo ipnotizzato in altitudine di preghiera, di minaccia, di paura, di piacere, di dolore, ecc., immed iatamente la fisonomia si compone, secondo questi diver·si slati dell'animo. In conseguenza l'altitud in e del corpo possiede un'azione suggesli va sul cer vello. L'udito é fra gli ètpparali di senso quello, per mezzo del quale s i possono provocare, duran te l'ipnosi, le più s va riate e C'..o mpl e~se suggestioni. L' ipnoLizzalo ripete quello che f~ l'esper imenlalore (mov imenti cl'im iia3ione). L'ipnotizzato per mezzo della suggestione verbale diventa o calal et~ico o paralitico: e non solo si può pr odu rre la paralisi di una metà del corpo o di un arto, ma perfino la pet·dila di cel'li movimenti speciali, rimanendo inl~tti Lutti gli a!Lr·i (paralisi sistemati.uate). Si può par•alizzare atl esempio il movimento QCCOrrente allo scriver e o al cucire, o a nche quello solo che è necessat'io per scrivere una lellet·a dell'alfabeto, od una. cifra.


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RIVISTA DJ TOSSICOLOGIA

Colla suggestione acu~lica si producono diverse forme di anestesia; o la trasposizione della sensibililù. Durante l'ipnosi susciL~:~ndo nel paziente l'idea che è cieco, sordo, senza odorato, si olliene la cecilà, la sordità, l'anosmia mono-o-bilaterale. Le illusioni, c le allucinazioni di lutti i sensi sono faci li a · provocarsi, si riproducono davanti al soggetto le imma gini di per sone e di cose, affermandogli solo elle esso li ha din. nanzi ai propri occhi. Ollt•e i fenomeni che s i provo<~a no colle s uggestioni verbali nella sfera delle attività molot•ie c sensoria]j, s i provocano anche dei fenomeni psiehici. Il Richcr li ha de scritti solto il nome di obiectioation des types, il quale fenomeno, consiste in una amnesia rlella propria per sonaliùi, alla quale si sostituisce quella di un altt·o. Suggerendo ad uno ipnotizzato l'tdea che esso non ·~ lui ma un allro, toslo agisce come gli é s uggerito, e come crede di essere. Questi fatti sembrano sopt•annalurali; ma la meraviglia cessa pensando come spesso si manifestano in condizioni normali (nei sogn t) o in islalo patologico della men te (pa~zia). I soggetti sottoposti più volle n!l'ipnotisrno divengono cosi suscollibili ad essere ipnolb:zali, che basta dir loro« dormite .., per vederli dopo pochi minuti cadet'e nello sloto d'ipnosi; cosi pure "Megliateoi » e il soggetto s i r•isvnp-lia.. Ma un'altr'a set•ie di fenomeni ancot• più singolari, sono quelli di provocure delle ~uggestioni, che r·imangono latenti finché il sonuo dut•o, e s i sviluppano poi « do po un tempo, più o meno lungo » a llorchè l'individ uo ò r isvegliato. Ad esempio suggerendo durante l'ipnosi all'inùiv;duo cbe, dopo il risveglio, dovrà eseguire una determinata azione, ovvero dovrà s offrire un senso .di dolot·e; opput'e dovrà dimen ticare un nome e via dicendo, e tutto ciò avviene senza che il soggetto ricorùi affatto chi, nè quando gli siano state prodotte consimili suggestioni. Da l punto di vista medico lega le, questi fa lli meritano somma importanza. Sono Richer, Cltarchol, Pilt•es e Bernheim che li hanno più volle constalati c descritti. Secondo l~ os-


E MEDJClNA LEGALE

servazioni di Bemheim e Bolley é noto che l'efficacia delle suggestioni ipnotiche, può mantenersi per giorni e per settimane: in un individuo la ~uggeslione ipnotica ebbe luogo. dopo 63 giorn i, secoudo il termine stabilito, senza che durante quell'intervallo di tempo, il soggetto avesse pensato . all'alto su ggerilogli. Alcuni soggetti che sono stati ipnotizzati possono senza essere ipnotizzati di nuovo, pr·esent.aJ·e allo stat0 di veglia, i fenomeni loro indicati per suggestione, fr•a i quali sono più frequenti quelli delle a ll ncinazioni. Sotto il nome di polari::azione psichica Binet e F e réconsiderano i fenomeni con s istenti n <:Ila lrasposizionc del senso e del moto da un Ialo ad un altro del corpo. Studiando gli effetti della calamita nel grande ipnotismo videro che i fenofl'leni di polarizzazione si ottengono tanto nelle funzioni sensol'iali e motorie come nelle funzioni psichiche e si leg- . gono nei loro lavori le numerose esperienze da essi falle. R iassumendo i cot·olleri della polarizzazione semo1·iale si nota che il p r·imo offello della calamita sopt•a una sensazione, una allucinazione od un ricordo é la soppressione: il secondo effetto 6 la paralisi. F inalme nte il dollor Mabille riferisce alcuni falli di emorragie solto-cutanee, solto l'influ enza della !:'uggestione mentale, simili a quelle offerte da certe isteriche du r ante la crisi convul siva, già conosciute so Lto il nome di stigma te, o sudori di. sanuue. Questi falli che un tempo appartenevano ai dominio del soprannaturale, entrano oggi in quello positivo dell'esperimento. Il dott. Seppilli, che fin dal 1880 e 1882 scrisse sul mag netismo animale e sull'ipnotismo, termina questa sua monografia richiamando l'attenzione sulle suggestioni ipnotiche per quanto riguarda l'applicazione della medicina legale. L'ipnosi può essere invocata quale una f'ot•za irresistibile da chi fia commesso un r ea to , e pet' convet·so un soggetto ipnotizzato può divenire autore di un crimine per illusioni od allucinazioni, dov ute all'ipnotismo. . Coll'ipnolismo vi è la possibilità che individui intelligenti e morali divengano auto r i di furti, di assassini, di accuse e


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RIVISTA DI TOSSlCOLOGlA E MEDICINA LEGALE

testimonianze false. For tunatamente nella pr atica giudiziaria casi simili non ::-i sono anco!'a verificati; ma da un giorno . ~ ll'anro potranno accadere, e provocare un giudizio medico legale.

Per comodo di ch i desiderasse studiare l'argomento rfoll' ipnotismo, notiamo le bibl iografie dell' ipnotismo: S r; PPJLLI. - Gli sttuli ?'ecentì su! cosi dello magnetismo animale. (Rivista ··ai P.reniah·ia, ·1880). 'l'AMilURii'il e S~:I'PJI.LJ. Cont1·ibt,ztone alto studio Spel·imenlale delt'ipno Hsmo. - (Rivista di Fl'enialria, lSSl, i882). S&PPII.LJ. - Dette nuove ·ricerche S'Ul!'ip1t0Us1no. - (Rivista tli P.reniatl·ìa, •'1882). BJNET eL F~:nÈ. -

Les paralysies par suggestion. - (llevue Scient.iphique,

• i884). MAGJ'ill'i. -

Elw!e c!ini~ue et ex pel'immla!e St'r t·' ipnolisme. Paris, !884.

Oes suggestions hypnoti>Jnes. Bo rdeaux, t88,. BEIINUill~l.- De la Sllggestion dam !'étal hypnotique et dmts l'étc&t cle vei!le.

P ITRES. -

· J>aris, 1884. LINET. -

De la S1tggeslion llyp·notiquc. -

(Revue politique et litreraire,

• N. '• c 8, !88~). Pt'l'liES. -

!)es :tones hyslérqgenes et hypnogenes. Bordeaux, ~885.

R1cnsn. -

E!.u.lles c!iniqHes sut· la granrle llyste1·ie 01L hy.~tc,·o -epil(!p.~ie.

· Paris, t 885.

,-

HANS KAA:-<. - Uebcr Bezielwngen zwischen H!fpnotismos tmd cereiwalen . 'l llut{iihlung. W ie:; baden, t885 . ' DAL Pozzo or Mo!JBBI.LO. - Un capitoLo di psico{ì.Siologit1. Foligno, i885. MAilltLR. - Not.e sur les ltenl<ltTagies wtanés pa•· tt.ttlosuggestion dans le . somnambulisme pt·ovoqwi. (Le Progrcs :lfectical, 1885) . l.lrNET c FEfiÈ. Ilypnotis·me et •·esponsà/JiUiiJ. - (Revue philosnpllique, . Paris, i885). F EIIÈ.- Les hyJmoliques hyst.el'iqttes consillerees eomme ~njMs rL'experience en medecine mentale. - (Socililé ilfedico-psycologique. Séance 28 mai, i883). StLVA. - Su alcuni fenomeni che si o.1.w·vm10 rlnnmt.e L'ipnotismo. - (Ri. v ista Clinica, fase. 4 e 6, i885). Mosso- Fisiologia e Pa tologia dell'ipnotismo.- (Nuova Antologia, t886).


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RlVISTA DI TECNICA E ~ERVIllO MEDICO MILITARE 'Zucchero e sublimato corrosivo quali prima medicatura delle ferite in guerra. - Vrach, giugno 1896).

Il detto periodico medico reca una memoria del dott. Hei·denreich, ove questi caldamente raccomanda quale prima medicatura sul campo di battaglia una miscela eli sublimato corrosivo con zucchero polverat.o nella proporzione di l a 100. È manualità. mollo importante quella eli distribuire equamente nella relativa preparazione il sublimalo, lo cbe agevolmente si ottiene col disciogliere prima il sale mercuriale in poco spirito e coll'impastarvi quindi lo zucchet·o. Lo spirito in seg uito si evapora e lascia una massa polverosa di composi· zione uniforme. Della quale è forni to acl ogni soldato un pacchetto, pe!'cbè lo abbia alla mano pet• cospargersi la ferite, accompagnato da un proporzionato pezzo di garza impregnata de l 3 per 100 del suo stesso peso di sublimato se,condo il processso Ber·gmann, che consiste nell'immergere la gaJ>za in una soluzione contenente 'lO parti di sublimato su 100 di glicer ina, 1000 di a lcool, e 1500 eli acqua. Si distribuisce altresì a l soldato della ovatta igr oscopica> la quale, rinchiusa tra due pieghe di gar za, forma una medicatura atta a ricoprire una ferila di qualunque estensione. L'intiero pacchetto é custodito entr·o uno strato di carta vet•niciata ed •in una. fascia triangolare, stretta da due spiJ!i a fermaglio. :n dott. Heindemeich riconosce alla miscela di zucchero e sublimato il vantaggio di una speciale Jaco ltà antisettica ac-coppiata alla quasi completa assenza di inconvenienti. Egli elice essere lo zucchero la sostanza più propt·ia a diluire il sublimato, riunendo, inol tre anche essa talun potere aniiseilico. Alle accennate)roprie tà siffatta medicatura aggiunge


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RIVISTA DI TBCNICA

quella di essere praticabile ovunque sia possibile procurarsi acqua. Tullo quanto è contenu to nel pacco non pesa che seltantacinque g rammi cd è di una grandissima facilità portatile e di costo straordinariamente basso. F. S.

n trattamento antisettico nel due ospedali della Crooe Bossa In Belgrado. - DolL. HA:o~S ScHMID. - (Cenlralb. fiir Chir ., N. i 2, l886) . Il g iorno 30 novembre dello scorso anno, costituila una piccola S']Uadra di tre medici, due signor e infermiere ed un assisten te si pat•Lì pct· la Serbia iu seguito a missione artidataci dolla et'oce Rossa. Eravamo pt•ovvisli di materiale da medicar.ione, ùi medicinali, di s trumenti cd altri oggetti accessort nella quantità presunta neces~aria per il trattamento eventuale di ferili in un luogo lontAno e du curarsi per circa quallro settimane; inoltre ct·edevamo non solo di dovere portare soccorso a quelli !Zià ferili ma ci aspettavamo che si sarebbero ripeluli i folli d'a l'mi e che si tiO\'ess e spiegare la massima ollh•ita sullo !'lessa linea di l.lallaglia Ma in vece ci venne assegnato illozzarellodi riserva N. 7contenc•nte931etli ed allrettauti ferili !'IU Ì qua1i nullo nncora s i era fallo benché ferili da dieci gio1·ni e ricovci'Uli da cinque giorni. Dalle voci che cort•ovano, dtll movimento delle truppe di riservo noi cr edevamo aucora che lo tolta non tlo vesse finire s ubito. Soltanto dopo 14 ~iomi i giornali tedeschi ed austr·iaci ci r ecarono la n otizia che almeno per il momento la guct•t·a stava per sospandersi. P erla n lo lutto il nostro lavoro fu rivolto s ui feriti fino allora avuti. L'opera più faticosa è loccat.a a M oselig, o Maydl e a d alcuni m ed ici auslt•iac• ùi Semlino, i quali erano arrivali 6 giorni prima d t noi; in seguito veonl'ro allri tt·eni di ferili, r1ccvemmo in consegna un altro ospedale, altri fe rili s i agp:iunsero per avvenuto lraslocnzioni; cosicché in lutto ne avemmocirca200. Anche le mi~sioni sanitarie venute con noi e dopo di noi da alLri paes i trovaron o s ufficiente occupazione. In ap posito e piu esLeso lavoro avrò oppol'lunità ùi riferire


E SERYIZJO ~ EDI CO lliLJTA RE

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cit·ca. il nostt·o operato ed a quello tlei medici cola in viaLi n on cb e sopra le specialità dei singoli casi . Qui mi s ia perme sso di espor re qualche daLo sugli cllelli del lrallamenlo anlisellico raello chirw•gia miliLare. Come J10 delLo poc'anzi, non abbia m<) a vulo da lavo l'ar e in virinonza del la linea di ballaglia,e r ic~vernmogliindividui già feriLi ùa cinque a òaeci gioa•oi dopo il romhallirnento. Questi avevano d ovulo sopportare pe nosi trasporti parte sopra carr i, par te o p iedi, Jltl r Lwpel' acqua e il pi ù g r·on uu mero p<w ferrovia (da. 8 a16 Ol'e). Il tre no dei caval iea•i di Ma lta condollo da l ba· rone Mund~' ne h·asportò In maggiot· parte ùa Nisrh a BelgrQdo. Di quesl.i un minimo nu~ero aveva avuto una prima m ed icazione insignifìca nlP; et;cezione faLLa per quel li che r icevean mo in segui to a sg-ombet•o degli ospedali di !Jelgrado oou ne vid i più di sei che portavano JOdoiormio e 1{81'1.8 !'ulle er1le, Lulli gli altri et ano med ica~i con filacci eu, pannilirli, zucchero. Ness uao apparecchio immobilizzanto, nessuna occlus io ne. Noi ci e ravamo lusi ngati che col noslt•o lavoro avremmo polulo contr ibuire alla soluzione del pa•oblema sull' impiego del Lrallame n lO o.ntisellico sul cam po di battaglia. Le circostanza non ce lo perroisea·o e dobbiamo .dit·e, a scanso rli equivoci, cl.! e in nessu n caso era Ja Le nlarsi l'antisepsi prim!lr ia , bensi abbiamo dovuto limilarci per lutli i casi alla cura antisettica secondal'ia. In B elg ra Jo, dove n el coeso del la settimana s'era no ricoveraLi 3100 I'e t·iLi, q uindi il piu gran nume r o dei feriti tr atta Li in Serbia, si potè a gir e quasi come nelle cliuicbe e benché le condizioni non fossero Lutle favore voli per un inappuntabile trattame nto, pur ~uLLa via cou una convenie nl e ener g ia eù a lLiviLà , tali calLi ve condizio ni pote rono essere m igliora te. Di falLi in Belgi'Etdo non vi era penw•ia ùi spaziosi edifici, di letli, di copet•Le. Molle dame infer miere e roli~iose fut'ono sollecite ad accorrere p e t• Lempo sul siLo e m olLa di esse erauo utilissime pet·chè conoscendo la li11 g ua Ledc~ca ser vivano d'in ter pr eli. Il prof. Mosetig, M aydl ed altri colleghi giuQti prima di noi banno dovuto loltare, è ver o, contro alcune clif(ìcolta, ma 53


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RIVI STA Dl TECNI CA

quesLe in pochi giorni fur·ono supe1·nle e quando noi, circa (i gior•u i piu laJ•tl i at·rivammosul luogo, col vantagg-io di por·lare con noi tutto l' occ:orrenle per operazioni, nulla ci mancava che ro-.se indispensabile per un buon lt•atla•uenlo medico e chirur·~i co . Solta nto l'igu~ ne osp•l al icl'a, il villo lasciavano ancom a desider•at·c. Mn di ciò saru fatta parolu oltt•ove. l o ricovPlti i mic1 l'cl'iLi divisi in quattro st•zion i e secondo le loro !<peciHlilil po-....o consideJ'aJ'Il•• tre di fJu<•l l~ 1'iun1Le in una !'ola c la quarta r·eg-istr ala 111 uuu !<Oia 1·ubr·H~a «epar·ata. A01.1 Lullo ùevo Ùll'l' che in gencJ•ule mi recil mf't·aviglla VP.1IeN• co111e molle ft>rilc erano l'imnsle sen:t.a J'Cazione febbr·ile c non solo fJuelle in lcl'ess1111li le porli nlOlli 100. anche le lc:;1oni p1ù pr ofonde ùPIIc osHl l' clelle arL1 colo7.ioni. (,jn I!I'Snd e numer•n di ferili pt>r arma da fuoco nt•lle parl1 m olll poll>J'oncl el<senc liceuziali immedi a tamenl~, cosi puro le ferite lL·ggct·e lloll!l dll a. Una fe1'1la d'al'lll8 da fuoco inlOJ'es!-iante l'ai'Lil'oltl'l.ione del pie>clo :-inil>ll'O cr·a ~enza r ..azioue fc·bJ,rilo.!. ll puzit•ulc ,.!'sendo stato l'l"'CriLlo ai fet•ili le::!"uer i av ..a dovuto pet·corrcro buon tt•allo di ì-ILI'afiu a piet!i. Prc,.enlA\'8 una nole\(tlc tumefazione o inclolenlimento ddla parl•', luli fenomeni rclt•occsser o dopo l'appl il'nzione d'un appor·ccchio imcuohiliz:t.anlt', l a ferita guaJ'I sotlo lu cro!-\tfl, sem·.a " uppnrazione. P iù so r pt··~n ­ denLe fu por me il det·m·so dr unu frallm·a per armA ola fuoco del femot·,.., Il paziente. ft'rilo di~<·i j:l'i()rni prilna, a\'C8 1IO\'UlO sopportare molli Ll·Al:lporti !'<enza ulrunn rn edil'u:r.ionc unliseltica e Henzu i rnml) bilizzl'l7.1ono: q11unclq egli gi un ~o da noi si vedtlvauo alle due fer1le d'enlJ•alu e J'uscila ~ r·an11lazinui superficiali e c:i ri levaYn una IJ·atlui'n al Lerw iu!'er•iorP del fem<ll'e .!c:>oll·o coll' a~gi uma di un VI; J·samcnto :-an~uigno nell'arllcoluziune cl <>! g1noc:cluo. Il pa1.1enl•· n.,n avea r1•bbt·e,solto la mccllcflziuoe colla gnrzn al jo.Joformio o r.on uu apparO(·cbi o ad esleusiouP, tn11lo la fec·1ta l'ome la J'ralLul'ft guul'irouo senza febbt·e. lVla l'l rru esli casi Lonlo meravigliosi per il lor o decorso benigno t!d up1rettico, l'anno !'CgUJlo alll·i per la maggior partP conapllculi a Pl'oce ..c:o '-o·ll1co localf· <' gt>neral e, m olli con piaghe luPide, c011 p1·ofuse suppul'nzioui , con flem tnO itc diffuso, con l'ebbr·e elevala. Ebbi pt~ t·ò la soddisfa-


B SER\''IZlO nEDICO llli.IT:\RE

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zione di ottenere un completo s tato aseUico sopra 172 ferili che ricevelli per i pt•imi, e questo risullalo olleoni colle ineisioni. drenaggi conlpo-nperlur·e, estr·azione di schegge e ùi -corpi str•anieri e con r esez ioni parziali o totali, quei fer·ili non ebbero più bisogno in seguito di amputazioni uè di alcuna altra oper·azione; non Lenendo calcolo delle ùisarticolazioni di dita che pra ticai in buorr numero. Solo un caso ba faLLo eccezione. una rer·ita ù'arma da ruoco con frattura interessan te l'al'licolazione Lor;;ea del piede destr·o; mollo tempo pr·nìta un c hil'ur·go , senza le cautele a nlisetticl1o avova tentato l'ostr•a.zione del pr•oielLile. lo trovai la fer·ila icor•osa, il paziente in pr·eda alla selticocmia, cosicché dopo inutili tenta tivi di conser vazione dovelli ben presto venir•e all'amputazione del femore (?) Dei 172 rasr ~oprnmmenzionati, mor·ir•ono due c pr·ecisamente per tetano. In uno dì r1uesli tr•alla vasi di grave ferila del ca l'pO della mano dtlstt·a. Quando ìl puzienLe rni l'u afflòRto presenta va già i fenomeni del lrisma e dopo l re p-iorni mor1. No n si t•i..,olvc lte lasciar:>~ arnpula•·o, ~ o io in questo caso pote' a insis\.1~1'<} a persuad~>rlo. Il secondo caso si t·i · l(wiva ad Ullt\ l'm·ilfl alll·a,Tet'sante l'nrtwolazione della spalla destt•n e da ltlllte da 12 ~iorni. PresentaHI febbre alto, ror·te Lumcfazioue e dolore della parte offesa. La palla enLr·A.ntlo <.lt:tl do rso a ve va li'SJiaSsala l a seapula, l'aveva s m in uz~ata e ne aveva spinte l o scheggia entro l'nt•Licolazione; la lesta doll'om!·ro puN ura infranta. Fu eseguila la resezionc Lipico dcll'ou1ero. li '-'eltnno ~·dorno, e in mezzo aù un decor~o api r 1·ttico insorse1·o i pt•irni sintomi tli trisma; dopo dicci gior·ni il paziente mol'iva di tetano, le feJ·ilc erHnO coperte di ~ t·anu­ lazioni. AJI'uutopsia non si ebbe a rilevat·c alcun rile d'iJrlpol'tA ule. Le ferite di questa calc~oria et•ano in parle vet'ameulP f.rJ'avi, ma non potrei rornc una r ipart1zions in fer·ite leaaeri e fet•ite g ravi e oenHoeno espotTC la co"'i detta slali~lica delle gr·andi opcr·azion1, i crileei di que'ILc distinzioni sono troppo sullielti,·i. Solla11to 1lr un ca!>o tr•ovo oppo1·tuno di fa•· men ziono per'ché realmente ofih! un intcr'e:>se tutto speciale. l n un ;oolcloto elle jo r•icevetti giù fr l'ilo rla 10 giorni una


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RIVISTA DI TECXlCA

pa lla aveva attraversata la parte deslt'a del palato osseo ed era pen etrata nella narice cot'l'ispondente, ave valacc.rala langenzialm ente la lingua e fi nalmente si era conficca la nella pr ofondi tà del collo altt•a vet•sundo la parete sinislt'A della raringe. L'estr·emiLA s uperiot·c sinis tra era quasi completamente paralizza ta, "'olam enle ~a mano e le ùila godevan o a ncora ùi qua lche m oYimento, la se nsibilità era inlalta. Il paziente as seri,·a di aver m andttla fuot'i In palla per la bocca. Egli tien e la lesta un po· eig ida, s tq alzRlù, fuma cd è c1i buon umore. Nél cors o dellu seguente settimana egli elimina pet' la bocca· de i picr·oli fram men ti ossei, t'Jsente dolor1 r·he si ncct·escono s empt·c più, si ('omplicano a disfagia ed a fenome ni ùi spondiliLe. S i pr·atica l'oslensimle del capo. Vi è una inn!tr·azione a l collo che per c'l in tr·e sellimarH' non è punlo aumenta la . Non vi è nc~mmeno feblwe, ma l'inclivid uo soffre vivi •lolori ed ingbiollc con sempre mag~io re llrfficoltà; cosicchu mi t·isolvo ad un allo operativo allo scopo di ricer..:ar ne il pt•oieltile. Dopo di avere pt•olicalo una lat'gEl e prof'o nda irrCi$iOne sul lato pos lerioredel muscolo s L~t·no -cleido-m as loideo, colla quale vennero m essP- allo scoper to parecchie ghiandole ltnfatiche suppur·ale, feci un secondo laglio a r idosso della pal'lc a nteriore ùclla colonna vertebl'alc penekanùo per lutto lo spessore dell a rrtllscola lura profonda e cosi raggiunsi uno mass a, di g ran ulazioni fungose. Da fJues ta pen etrai lm il pr·ocesso lras r erso delle quinta e sesta vertebra cet·vicale e pervenni in nna cavità clel diam etro di una n oce situala al dinnanzi rlcl la colonna. Quella cavilà era piena di s chegge ossee fetenti che probabilmente appartenevano a lle Rpofisi lrasve r se dell e sopramenzionale ' 'erLebre e conteneva ancorA brandelli c.li nervi , di te ndini e dei rimas ugli df cibi. Dopo di ave r e accut·alamenle sgomberato e pulita lo cavità trovai anche il proiettile. che a veva pet·d uta la s ua fol'rna e che s i era spostA to, poicbè ~JUceva circa qunLlro centimetri più in basso imroediata m en~e dielt•o · la fal'inge. La p er·dita di sang ue fu insignificante, durante l'operazione n on si ebbe ad osse r•var·e a lcun accidente per parte dei ner ,·i, be11sì uno scolo di s angue o di mar·cia 1la lla bocca, seg no si-


E SEHVIZI O MEDICO mLI'I'AltE

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curo cho la ferila ùi enlrat.a non si era ancora cbiusa. La cavità fu Ltlmponola con I!SI'za ol iodofomtio ed il paziente fu messo 81 1COt'a in Pslensione. Dopo l t·e sclLimane, dut'llnLe le qutl li il malaLo non ebbe mai ft'hb1·e, egli portava f!ià una c!'avatta l'igida o 1~1 ferila e1-a cicatrizzata, mosll·ando solo ancora poche gi'IHlula'lioni supet'flciali. LI bt•accio sinistro non pr~scnlo altre purlicola· ritti . I 11 seguito; se LLo una c.:ut•a r egnlfl l'è della conenle el ettrica anche il broccio ac(juisl6 quaJ,·.hu m ovi n1enlo aLLivo. Anf'he il hicip1ll' r eagi\'8 allo corrent<', cosiccM si poteva dire che non luLii i neJ•,-i rormunli d pi~""O braccluale erano s l11li le::~i. Biln di ver se t- t'Ano le co udizioni dPi fet•ili ùella seconda ca· tegot•ìo. che io J'iecvctlì in nHme1·o di wnltcinquc:, du •JnaLlro a cmrrue seLlimane rlCipo. E"'Ri pt·e:::enlavano lulli, •tun::;i !>enza eccezione, feri l1~ luride. ftcmn tOII i estesi, pt'Oiuse suppurazioni, febbre Alla e deperimento gcn•'rnle. Mo ll i el'O IIO i11 preda od infe.done <:ietlica. Le r~l'iLe Pruno •[Ua"i Lulla !..;ra.vi. ,, IU fet•ila d'arma da fuoco ùelle parl1 lll\1111 con t'norme flemmone, tre· dici le"ioni di os"a con frallura, lre senza l'I'alluru. otto ferile ai·ticoleri . Si rlrwettero immediawmcnle e~"'guire due amputazioni di coscia: nel ;iorn o seguente"' pral•cù anche unu ùi~orlicola­ .zinne coxo-l'emorule in un caso di gruve ft•allura eomminuLivo del l'emoJ·e dostt·o i11 vicinanze dt•l coti le con i:luppuruzione estesa alla 1·egionc :;l ulea. ne~li a!Lri casi si ,}ovellet•o far•' incisioni, C'-lrAzione d' "che;;ge, rt!l>ezioni pat•:ttuli e totali ed io era pt·ofondamente convmto riJ.., 111olli di '!Llei fel'ili nou si putevS:110 sulvn t·c senza ope1·azione. AILt•e due ope t·a:..:i oni <li coscia si tlovt•lleeo fare poco ùupo. Di qu~-sli (lp•• t·nli, quello cb e a VC\"a sub1l0 la disurlicolazione CtJ XIJ·fentot·ol·· m o t i ul I(Uinlu giorno cot ~intvmt tli c:;aurimenlo. Egli et·n anch~ affolLo da Lubel'l;o losi f• olnwnqln, gli alki si ri ebbe t·o pl·eslam enle, LPo di cs;;i prcsenl tlruno 1111 d»CO i'SO cosi f'nvOl'evol e t; così sollecito d1c mi fcc~t·o rth!l'll'"'<;ltnl·e; poichò t>rtl tanla la pet•dita ùi ossv ,ub1ta elle non si potevo l'Agioncvolmenle pre· vedei'C una cou!!o lidozionll. Ancl1e i l'isu!Lnti 011ali l'urono ab ho.sLanza soùtl isfacenli. Il t1oll. Ficùet· il qua le pl'ese da m e in


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RI\'ISTA DI TJ::C~I CA

consegna l'ospedale quando partii pet' rimpall'iare, lascio tre settimnne dopo in consegna alle cr oco t'Ossa di Hnssìo veulicinque individui già avviali a g uàt'igione, gli al tri li licenziò· guarili. Non ebbi più notizia dei q uaranta cosi di fe r ile più l eg~ere che vennc t'o licenziati nei pl'imi giorni. Degli altri lil/ uomini sono do m enzionarc:t 16.-) ferilP e cioc: FPrite delle parLi wolli Id. df'i n cr,·i (n. rad tRIP) . . . l e.I. ar terie (a. braccllialf'). . . Id. del pene e del cordone spet·malico ld. dello srroto . . l d. delle O!;Sft Id . delle 11rli ·olazioni ld. dei polmoni . . Totale

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La mag~ior par te delle fPt'ile sono 1l'arma c.Ia fuoco, ma si con tano alcune ferile pe1· S{'li eggie di gl'anale, colpi di sciabola , punto di buione~la, ustione ùi polve t't' pirica (nessun congelomenlo). Ollee un cet·lo numero d t disartirolazioni dt dita, tutte le operazioni demolitive si disltnf!uono come app1·esso: 3 am putazioni di coscia: 2 amputazione di gamhe: l d Ì!';S t' licolazione di roF<cta. R esezioni tipiche: l resczionc del ~omilo; 1 id. della spalla; itl. pm·ziale del piede; tolole id. id. Dei l!):' feriti che in parte presenla\'ano due o tt'e le~ioni morirono soli tre, come si ò notaLo più ~op t·a, cioù due per tetano P il leno in !'eguilo alla subita disarliculaziont• 1lcl femor e. Per quanto l'iguo.rùu agli antisettici e al maloeiole eli metl tcoziolle, Cl'&no j meclosiwi elle si usavuno all'ospedule d'A ugusla. Solllmlo non ho p otuto disinft.:llttre l'ovatta e percin la

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i

E

I=:JWIZIO lfEOH;O \IILITARE

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ho adoperala come era. Come anliscllici Hctuidi adoperai e il sublimalo, e l'arido fonico per gH slt·umenti; jodoformio in poi vere e nella g-arza, il lutlo in assai modica quanlilà. A scopo di stabilire la fognatura usai rare volte 1 tubi di gomma, spesso invece le strisce dr garza. Le ferile per la maggror·parle abhi•w~na vano prima d'essere ritlolle a!';etlìchc, p<'rciò si tenevano operte. la fa!';ciatui'Q si lasciava in posto da du& a cinqufl ginrni più tardi ancho più. l l'isullali che abbiamo otlenuli depongono in l'uvoro della pru Lica a ntiseLtica. Le cinque cJpcro"-ioni t!emolitivt>, non si potevann ,.,·itari!, causa le pe«sime condizioni dei ft>rìti. De,·onsi notare due casi di tetano, quattro casi di rPsip,la erano aiù in corso quando li ebbimo in cura. non fu flO"l'ibile isolarli; fortunatamente non si ve1·i(iC'ò alcun r11><c1 !l'infezrone nrlla slBf\S8 casa dovr; si trovavano qnei r·egiprlotol-'i. Ne mmeno si vide alcun caso di prPmin, rli gangrena nosocotniale, di emorragia secondaria. Tullc le infPzioni «elli<"lw eire ho piu sopra rifr·1·ite erano impor•lale e pPrdolltn•o ben presto il loro caratter·o minaccioso. Nou mo1·r nlcun paziente di srtlicoemia acuta . La morto di fJUello rlisflt·LicoiAlo t1lln coscio F-i deve aLLI'ibuir•o piutlm:to . n !-lcllkoemiu CI'Onica. Nelle ampulttzioni si ebbe qual<·ho disinganno in c1nanlo che in Lre operati si è <.!ovulo procedere ull'aroputazione seconduria. m par·te por• ~an!!l'ena dei lembi 111 parte per suppurazioni. ln questi <'asi io aveYa pl'alrcllla In immedrata llulura in attesa dellu guarigione per pt·ima in· tenzione in mezzo a pessime condizioni; e rrue,.to flra lo l'e• pulo un orror·e. Nelle ampu~rzioni c:ec<'ndarie fe<'i gr-ondi lembi, tam ponai (:O n gat•za ul jodofol'mio e no11 trpplli.:ai la s u· Lura che cinque giol'ni dopo; in questo modo lullo orrdò mrglio. Due volte s i ottenne la pl'imn inlcr11iorrP. Non si i> OSf\Prvato alcun avvelenamento pel JOdoforulio. ì~ certo che anche in altri oc:petlolr fu praticata la cura antisettica dai uo::;LJ•i coJietrhi r-iH iu un modo sia uell'nlli'O, il piu Jelle volle con jodoro .. mio c sublimalo e(l o vunq rr P. ~;~i souo se:;na lali effetti ocrell enti. ;'lrelle :'\t> i c;etti marre che io lnvo1•ai in Oelgi·atlo su :1 100 feriti rnot'il·ono ~~ ~ Cfuiruli I,G p. OrO ~e -


840

lUVISTA DI TECNICA

condo un'alLt·a staListica sopra 229 feriti sarebbero occorsi 22 casi d i tetano tutti con esito letale. Si ammetla pure che ropet·a da noi prestata ltulla abbia apportato in favore dell<l dottrina del!" onlisepsi su l campo di battaglio, pur t u ttavia essa l1a d imm;traLo cbe anche in m ezzo alle più deplorevoli condizi<HlÌ la pt·nli<:a antisettica riesee a<l abbassare di m olLo la cifra dei mort i e delle mutilazioni. "L'esteso rapporto che far à seguito a que sti brevi cenni fara vedm·e che il nosLt·o (':ompilo non era dei più J';3cili e che ciò uon pertanto vi siAmo riusciti, e Jìm)lrnente JJa conl'errnato ciò d 1e spe~so si vede ancha nella p t'a liea ospitaliera in tempo di pace che il Piconrlurr<~ alto slo to aseLLico una piaga inl'eLLa non f> sollan to un vanta.ggio ùirello per un 1:aso isolNLO ma an che indire iLarnente esct·cila una be ne fi ca illfiuenzn sull'igiene di un inler·o ospedale.

Note di chirurgia militare della guena serbo-bulgara.

La chirw·uù'l milita.re in Bal-:Jlll'ia. l

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Co 1dinniam0 u racc()g:Jiet'e i dali s laLi:;;lici e le n>:se t'vazioni più inlet'esstmLi di chieur-g ia militare, conten ute nelle r elùzioni ùci medici mililuri e rle i membri de lle soeie tà d i soccor:oo, elle l1 1'e s l<~ t'Ot i O l'opera lot'O in qnHila guer-ra. ti doLLor. Cal'lo Lungcmbuclt clw fu t1·a i piu a LLivi è benemHriti ril'l:.r iscc:. esles<Jmenle i Il Ut1 arliclllu in ULulato Krie:;schirurgisches aus cù!n Balgarie su tutto qu unLo ebbe a l'a re ed os:;ervare, su l Lealt·o ùella guerra, noH omettendo ùolle di gressioni '>ul clima, sulla popolazione, s tùle condizioni ecollom iche ed ammill isLrative de lla Bulg at•ia , s ulb co;;tituzio11e nsica del suolo, geografìa med ica ecc. Alla fine del suo lavoro e i ri!'e!'isee su lle operazioni e su i mHlodr di cura alluati, ed quesL'uiLima paPLc che r·ipuliamo uti le r·ipOt'lat•e succmlamenle. Operazioni e mctorl.i di metlica;:;;ione . -Nelle gr·a ndi 0perwtioll i Lip iclt•>, vale a di t'e uelle d isarlicola?:ion i ed ampu tazioni si è semJ.ll'n ecJ•cato di otleuere la prima inLen;;:ion e coll'apparecchiu oeclusivo antisettico. Nelle ampu tazioni del piede oLLeneva~i l'intento il più delle vo lLe, co:;ì pure nella

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E SERVIZIO MEDICO MILITARE

amputazione della ~amba . N elle ampula1.ioni di coscia inve(~e non vi si è mai riusciti, ma ciò si prevedeva poichè nell'oper-aee ci eravamo ct·eduti nellaoecessilà clirisparn'liat·e certe pat·t.i del moneone non del tnllo immuni da. s uppurazioni. L'u ltima esperienza ci appt'ese che abbiamo sbagliato ad usare tanta parsimonia nel demolire perchè si ebbe molte volle pt=l!' ultimo risullalo la conicità del moncone. Appl'olill.eremo adunf)ue d i questa lezione per l'avvenire e nelle fratture d'anna da fuoco del femore eon estese s uppurazioni non faremo più yuesla economia sbRglialu. Frattanto abb iamo la so<ldisfazione di notare che lt'a i poclli ferili venuti n noi dopo operati dai colleghi bulgari nr~ll' ospedRie Alessandro, dun amputali di coscièl erano gullrili per· prima intenz ione. Siccome quef:'Li individui al nosll'O url'ivo erano già guèwili da due $ellirnane e mezza dopo la haltaglia si suppone fJ1 e s ia stata eseguittt su J i loro l'amputazione imme.cliata. Sopea due aHri pet'ò in segu ito a neerosi si formò il roollcone conico. Ancbe per la medicazione aperta del!<~ ìerile ci siamo ser. vili del gublim<:~lo a'ppticar1dolo pel' mezzo di s tr isce di ovatta o el i f!arza imbevute di so luzio11e debole e spr·emule. Con qw>slo mezzo siamo riusci ti a tener lonlanaogni sorta di complicaziOne, come flemmone, piocmio, selticoemia, ecc. Solto il riguar·do di questa profilassi ct·ediamo poter asset'ire d'aver ottenuti splendidi risultati colla m edicazione al s ublimato. NeLlo edi(icio della Lanca nazionale si riccvcllero cil'ca 140 .ferili c béncltè quasi nessuno s ia stato esente da qualche allo .opera livo, tuttavia pee maggiore brevità e semplicità non faremo elle la s tatislic.a cl et! e oper-azioni più importanti pt'a lica te in quell'ospedale. Ques te sarebbero in numero Ji U3 e vanno distinte come segue a seconda della quali tu, del la regione opera ta e del risultato ottenuto.


8&,2

IIIVJSTA 01 TECNICA

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Operazioni

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(1) l'cr tetano. Prescnlavn g ia tri~rna qu:ill(IO fu ricnvu to ;tll'osp~daf(J. !2) Uno fu otwrnto (: ho era IJttn si morente; '"' altro mori pure pet· sltok. Un

t~ rzo cl •~ era •1uasi guarito mnrl ftCr omhnlia.

(3) Pc•· supp urnziono del nlt'rli11st111o antori01·r c ('onsecutiva pi ocmià. (4) Fprita suptmr;wte d el fegato.

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E SE I\VlZIO MEDICO MlLlTA!I E

Osservazioni di ohtrurgla. militare, dall'ospedale dell 'Ordine Teutontoo In Belgrado, dal29 novembre 188&al 4 febbraio 1886 - Dott. ALESSA:-IDRO FRA eNKt::L, medico di reglo(imenLo o med ico capo dell'ospedale s uddetto di BP.Igrado. - ( \Viener .\led. Woehens., K. 11, "1886). I. Il soccorso interna::ionale.

1

È un foLLo indisculibi!e che presso un esercito in ritirata,_ a nche forni to di a bbondan te mu te rinle sanita rio , il serv izio di soccot•so a i feriti pt•ocede ben di,·e r·sa mento che pr esso le truppe villorio:;e. A llontanare i fer ili 11 più pt·esto che s ia possibile da l nemic o c he s'avunza è Io scopo pri ncipale a cu t si mira con o~ni sforzo in un esercito l>atlulo. Cosi avvenne nella guerra ~er·bo -bulgaro, che dalla par te de!la Scrbia il massim o nume t'O dei fer iti fu concentr a lo a Belgrado, un numero minore a Nisch ed uno più piceolo a Pir·ot. E ra im· po ssibi~( s tobilit•e ospedal i da cam po. Quando, sullo scorcio del novembre dell'anno passato, io· giunsi a Belg rado come medit:o dir•igen Le una c olonna sanital'ia de i cavalif'ri de ll'Or·dine Teuto nico, s i trovavano colà radunati tremila feri t.i. I n quar;lo a personale non vi e l'a che il pl'Of. Mose tig c il do tt. Ma yd l di Vie nno, a lc uni m ed ici venuti dalla limirrofa Unghet•ia, parecchi ~ludenti ed aiuti fat·macisli . Quello e ra lullo il pet'sonalo a c ui doveva essere affi dalo il soccor·so de i feriti in Be lgrado. Co n grande celerità fur ono e r·etti ospedali di l'iserva in numero d i venti, utilizzando a ll'uopo scuole, caserme ed alli'i pu bbl ici ediftci. Poco prima del nostr·o a l' ri vo e rano gia venuti in Belgr·ado due med ici inviati dalla società della Croce Rossa l'umana e si e rano già dali a l lavoro. La societù della Cr·oce Rossa austriaca ave va inviato s uore di carità ed un delega lo, il quale ave va l'incarico del rifornimento di matet•iale, incarico impor tante pe rchò i depositi delia Croce "Rossa s e rba non aveva no pressoché nulla di utilizzabile. Già appena arrh·ati al la s ta1.ione s i capì c he i bisogni di soccorso e t·ano g l'andi ed ur genti. Il pol:'licato, la su la d'aspet to erano pieni di ferili provenienti da ~ isch, che a bbisognavano di medico ai uto.


844-

RfYlSTA OJ 'tECNICA

In Nisch, che el'a la pri m a :stazione ùi tutti i fepiti e dove mol li fer i Li geav i si el'ano Jovuli lasciar giù p er cltè troppo malt1·a ttali ùal lf'aspo1·to, le cond iz ion i e r ano ancora p iù gt·a vi in l'igual'do a pet'son a lc e ma teriale "'an iLCII'io. Jn ta li conLliz iòni u rgeva piLL clw mai clte le società ùi soccorso di allri paesi accorressero uopo 11oi. Pri mi a s tabilirsi fu r ono i cavaliei·i clell'O t· dine di Malta con un ricc h issimo tr eno sanilari o . Essi colla lol'o atlivi tà e col mezzi di c ui d isponevano han n o r·imedia lo a moltt\ mancanze, specia lmente a l d ifettoso traspOI'lo clte prima del lo ro a J'I'ivo era Callo con Lt·eni Ji caeri da merci e l'ill'l'OZze ordinat'ie. Il ser vizio di trasporto dell'OI'dine ttt n ltese venne poi cftìcacc· m enlc completalo coll'aggiunla dei card per rer ili dell'Ord ine Teutonico clte prendeva i feri li dai mallesi e li lr aspol'lava negli ospedali di risel'va. P1·ima cl te ::>i organtzza»se questo senizio il li'aspor lo dei fe\·iL i s i p ealicava in modo a !quan lo primitivo, cioè s u 1 careelle da ca mpagna, carrozzelle senza alcun mezzo tli adattamento. In !JOdti g iot•n i fu ro no impr ovvisate dtd bat'one Mundy e fe licemente r·iuscitl• alcune d isposizioni rigual'danli i t renj s a nitari . A questo scopo J'UL·ono a<libilu le cart•ozzc di 3' c lasse; in ognu na di quCf:iLC cat'I'C,zze fu rono so~pese a delle coede dodici bat·elle d isposte su due OJ'dini, una car!'ozzacucin<J, un corro·magazzi:-to. ed u no (·a r ruzza per il coppo medico comp leta va no il t reno. Il solo ap punto c,lte si potesse fare a. questo lr t:no improvv isalo et·a fot·~e il dife tlo di ven1 tilazione. Adoperando le carTozze d a viaggiatori s'incontt'a sempre un'a lt ra J if(ico llà etl ehe le perle d 'ingr esso delle caer ozze sono Ll'oppo picco le per lasciar libero pass aggio alle ba l'elle: Per p r ocede1·e in o t·d inc crono logico ora devo fa r e menzione della socie tù tld ln C1·oee Hossa tedesca la <[ua le g iu nse tlue g iorni dopo ui IIOi con rnl!dici (Sc hmitl H Schutle quali d iretto ri) e t'om ii.a in abbondullza Ji male r'iule. La societa della · Croce Ho<;sa u nghe1·cse (Fal'kas) si s labilì con un comple to OS[Jedalc du campo. A ' lu e~ t a seg uieono le socielà i n glese e t·ussa. A queste socie tà s i agg iunse r o a lcu n i med ic i i<"oJa ti venu ti per pl'Op t'i o cnulo e a llo s tesso scopo sul tealL'O del la g ue rra. Il lavo t'O d i ;::uccor:;o pee i feri li Set'b i era per-

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E SERVIZIO Mfl:DlCO MILITARE

tanto nelle mani di medic i e di società s traniere. La società del la Cr·oee Ro!>~a Serba aveva aperto un ospedale s etvilo · da medici ungher es i il quale però venne chiuso dopo a lcuni g iorni . L'Ordine Teulon ico. le società della Cr·oce Rossa Ungherese, Russa e T edesca avevano 1' labilili i lor·o. spedal i in Belgrado s erv iti da suor•e infermie r·e . Agli altri speciali fu r ono assegna le le venti suore di carit.ù inviate dalla Croce Rossa Aus triaca. Non fa duopo spendere par·ole per dimostrare l'ulilì t.ù in guerra di un buon numero di infer·miere iulolligenli ed instnrile. Cbiunque s i ò trovato in mezzo ad avvenimenti come que:-:ti è iu caso di apprezzare il beneficio che esse apportano in prò del soldato feriLo, c riconoscere quan to sar ebbe van!ag~ioso che in tempo di pace ogni sociel~ provvcde!:s O all'islt•uzione pr atica delle s ignore infermier·c . Ora, Jir6 q ualclte cosa in par ticolare dell'oper a pres tata dai i'Ot•dine T·~u to n i ~o clte io ebbi l'onore di dirigere . Esso r icevelle in Belgrado duecentosessan ta fel'i li radunati nell'edific io .!ella s,tuola supe t·ior~ . L'Ordine adunque, oltre all'incarico dei lra:fporl01 ebbe a nche la gestione di un grande. o,s.podale dotalo di perso nale e materia le sanitario. lo non inle ttdo ora di criticare né confet·mar e l'operato clèlle varie soeielb el i socc:,orso, ma m i permetto di ricor dare il vecchio adagio " bis dat qui cito dat ,, trattandosi di soccor:5o ai feri li ch i obbedisce a questa massima è un vero benefattore. Devo pef'laulo confessare che la maggior parte delle. corporazioni <li soccorso sono arrivate lardi sul teatro della g uerra. Le societit che veramente agirono con efficacia fmono quelle soltanto che o fut·ono in grado d i erigere sul posto ospedali provvisti del necessario oppu re polero11o adoperarsi pel trasporto dei feri li sulla ferrovia o sugli appo&ili carr i sanitarii. Qt1esli due modi di agi t·e costituiscono . la pri11cipalissima m iss ione di ogn i socie la di s pontaneo socCOI'SO in guerra . Questa g uerra poi ha pro valo ancora una volla luminosamente quanto sia e t•roneo l'apprezzat·e il valore di una societé. di soccor>'o sulla str egua dei mezzi S\lOi.. pecuniari.


!UVISTA Dl 'I'EC XI C.\

lnfalli alcune soci cta con mezzi r elativamente scarsi, ma ·con conoscenza pet>fetta dei più ur·genli biso~ni emet•sero pct• bon<:mer enza sopt•a molle allt•c che possedevano ingenti ca pi tali. ·

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La pt•ima ,,~edica;ione.

'ell'esercito s<·rb.l manca"nno in generai<' 1 medici e chtrut•g!Ji istruiti, monca,·a inollt··~ ogni malet•iole necessar•io pet· la medicazione antisettica, apptt t•ecchi, ferule, ccc., a~­ ~iun gasi a ciò le pessi me condi~ioni di uu oseJ'cito in t·iLiraLn e troveremo r·iuuiti i fallot·i ui un soccorso difellosissimo, quasi nullo. J.c medicazioni dn noi tro,·aLe al no!'lr o spedale e che dovevano essere state applicale :òulit>l'cr·ilt>, al deposito centrale della Croce Ro~sa Sel'l>a non a,·~,·uno pet· cosi t.li!'e che una sfumulu!'a di lrullomenlo anlisellico , pvche fet'ile mo:>-Lt•avauo ancot•a Lt·accie eli jodoformio. Nella maggior parle dei casi l'ovallu di But·ns o lu j uta opput•e l'r,diosa filaccia Ot'Utto dit•ellamcnle applica~<> sulle fe1·ite i cui dinLOt'Di non ··rano pulili c LanLo meno t•asi. Tt·oppo spe;:so ~i ,·edeYa il canale della ferila 1ampona~o con ~arza eu ovallu le •ru al i impedivano "' sgorgo det tnalet•iali !'P~t·egalt. La presenza qutl e là di qualche escat'i\ o di eczema acuto nei dinl01·n i dt una piuga ci r ivclavFI, l'uso o meglio l'abuso, t.l~Jl 'aciùo fenico. Le fl'allut·e complicale, per la ma~rgio t· parl«> et·ano con lenut~ in ferule, pcrù n1al cont.enult>, per<'IH) l'appal·ecchìo non oll1'epassava la se•lo della rr atluru. Si ''t>tle pe1·lanLo che le conJi:tioni in cui l!·o,•ni i fct·ili COI'I'isporulc\'ano piuttosto all'indicazione di un Ll·all<i!llenlo secondal'io. L e fe!'ilc aveYano in media l a dala di s'ei giorni, ed e1'ano sl!He coperte con quel malel'iulc cl1e più pr esto veni ,·a alla muno del chiJ'llt'f!O. Si dovelle pertanto uJ.balldona1'e l'ideu di uu lt't~llamenlo an ti· scllico pl'imaf'io. L'apparato occlusi,·o 11 <Juale lien lontano le sostanze dannose (11\1 grossolane se•.zo appot'l:wo ,·erA ul! lità nel senso pl'<>!ll'ÌO ùcll'•llllisepsi ot•a la medicazione migliOI'P. ln questa ~tUCrl'a non si e sc>~uita la massima Lunto caiOI'Osamonte iuculcuta da lulli i Cllit•ur•glti, cl1e se il lt•nl-


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SER VIZLO MEDJCO

~flLlTARE

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tamento antisettico non sì può eseguire sulla linea ~tessa di battaglia si debba attuarlo rigorosamente in tutti i suoi particolari sul posto di medicazione. Era anche impossibile uniformarsi a tale precello in causa delle sfavorevoli condizioni sopra notate dell'esercito serbo. Ma fatta anche astrazione da queste infelici circoslanze e supposto che esistano le cond izioni favorevoli e ben regolate di un gt·ande esercito, la sopracilata massima sara sempre it'realizzabile in pratica. Essa noo tiene conto del fatto che quasi tutLi gli eserciti (e qui non intendo ali udere n è alla Sed)ia. né a Ila Bulgaria), in tempo di guerra patiscono Lale tlifello di medici istt·uiLi nella pratica chirurgica da non polere mettere al compleLo un solo posto di medicazione e tanto menoimpiantaJ·e:con essi stabilimenti sani Lal'ii divisionali. Dal rìn qui dello si deduce la conseguenza che, tenuto calcolo delle condizioni solite a verificarsi. in guerra il C(,)mpilo del medicò al posto di medicazione deve essere as>-ai limitato. Il m edico deve colà provvedere sollanto che le fer ite siano protette conll'o una infezione e che . i feriti siano trasportati al più ·vicino speciale \ colla maggiore celerità e col minore danno possibile. La cura delle fratture compìicaLe, gli sbrigliamenLi, iJ drenaggio preventivo, la irrigazione non devono essere le operazioni da far si sui posti da medicazione, in questi po<'Li come pure in quelli di soccorso il medico non ha da occuparsi che di una prima e provvisol'ia medicazione e fascia tura od un primo apparecchio, il grosso del lavol'o, il trattamento definitivo delle fer~te deve cade1'e Lutto sugli osped~li di campo. Ma., per- concretare, com è s i fara queslri'pl'ima medicazione1 Tot capita, tot sensus. Io cr edo che in tale bisogna si debba procede1·e nel modo seguente. Si puliseano il meglio che sia possibile le parti circostanti alla ferita e immediatamente sulla meclesìma si applichi una materia antisettica, idJ•ofila, p. es., la garza jodoformizzata. Il potere anlisetLieo deljodoformio, bisogna pur riconoscerlo, è inferior·e n quello di altri mezzi, segnaLamente del sublimato, con Lul.to ciò io sosldngo, che per il caso speciale eLi cui si ~ralta il ,jodoformio è sempre da preferirsi in grazia delle a ltre sne eccellenti qualita, da tulti conosciute come quelle di essere poco volalile, poco so-


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IIIVISTA UJ TI!CNICA

IubiJI:', di facile trasporto, di l'acile maneggio e dotalo di una cerlu virlli emostatica. l o ho ratln ot·a nuovamen te l'esperienza che in lulti i ca si net quali la fonte dPII'tnfezione non t•isielle nPIIa ferila stessa, la garzu jocloformtzzula applicnla eslct·namcnlc snllu ferita , corrisponde a perfe1.ionc P"l' munlcnet·o un decorso a«ellico. O'allra parte é cosa nec •t'lata spe••tmt>nlalmenle che la !:llrz.a al sublimuto perde 111 lwevic::J:~tmo tempo il suo conte nuto med icurnonloso mcnl t·r• In !;'arzn ul jotlofo t•min lo consen•n pct' anni ed anni comP ce lo allestA il <:uo per c::i;>lt>nlc colore ed Otlore. Il jncloformio i> un met.zo di met!tenwJnc• che puil essere Lonuln in serbo nPi dopn<;tli e questo é un vantuggin tlp· prezzahilic::c::imo n~'lln lll'atica chirur!!icn di g•tcrra. Sopra In !!&rzo joclofor mizzalo <'be t•oslituil'ce li primo ~Irato proletlot•e della fet•ilu si a:'lplichl:'t·a uu clenc;o gtt·uto eli l'olona idrofilo. BPrlC'he la forza assorbe nte di f!IH.'"'lu soslanzn sia alqunt•Lo infct·iorc di l(llello cll'IIH ~U I'Zil iùr ofilu pu1· Lullnviu essendo il colone di 1111 !!Tandc ustl nella <'h11·u r!!ia eli guerra anche per «oddi!<f&rP nel allre tnùicazioni, t.o'-l per mn,xcior semplwilù può essct·e f\Cceltalo anche a scopo ti i rnedicaz10ne. Trovo poi tU tlln·er t•u ccomant.lur Cllldnm e nlo cl.e In suddescrill& provvtsoria rnedicazio np venga coperta d i uno '-Irato di materia im permenbile la •1uale, te nendo lontana dalla fe.rita la polvl.' t'e ed o~11 i sorl& di '>udiciunle du t•anl<' il lrac;porlo, costituisce un o ttimo ywofilallico contr·o l'infPZJOne. L'applicazione de~li apparcrr.hi gc~l'a l i <'he t•icltie•lono abilità P fanno pet•dcrc tanto tempo non dovl'l'bbe spcllat·c pet· mal'sima al posto di ml'dicazionP, il cuj lavoro cleve e!'!sere sollt>ctlo e sem plice; pe r·ciò dovPnùosi hnmobilizzat·e uno parte lo l'Ila colà più oppor tuna l'applica zione di un eppa1·eC'ch io a fel'ltl o nssaLP con fascie umide ed O\'atla comu11e. Inteso a f!ueslo m u.lo il pruuo so4"corso non abbisogna né di una abi lilù l'ltit·ut·g ica slraot• Jinat·ia, nù <l• que lla nutnPr'osa assistenza che l'at•chbc n•~cesstwia ·se l> i a v esso a Ulecl icat·e le fe rile in modo definitivo. Questa mcd icazionr provYisoria può esse t'P alluatn. in ma n· canzn tl'allri, onclre dui sempliei soldati el i sar11là m Pdiocrem e nlc instntili.


B SEilV1 1.10 lfEDICO MILITAJl.E

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B en piu dirtlcile ed importante è il còmpilo de;?lt ospedali da campo. Colà Jeve fat'si-Lulto ciò che ò necessario e in modo com pleto. Pet·tanto un O!<pedale da campo deve esset•e di t•etto da spl'rimental! chirnr:thi f' provvisto tl'ogni materiale necessario sul modello d i unu chntcn. Se questo spe.lale é di.,cosLo sollanto pocltc or o d11l posto Ji tnedicazione, coll'ajuto di una cura an liseUtca cnet·gu~omente ntluutn, ci meLLe1·à in grado ,cdi salvare molle ,·itr' e t-i-:pa1·rniare molte mutilAzioni, di salvare inl'lomma tutto ciù che per la uulura della le~·;ione &ia ancoru conservabile

111 . L'ospedale dell'Ordine Te11tonico in !Jei{JNUlo. Come fu ;:tià notato di sopr·a .. il 20 no\·ernhrll l ~x~, venne dalo m consegna ai cavalieJ'I dell' Ot•,line Jo slnl>Jie della scuola superiore, un ;{ro nde palazzo co:<lt·uito ulla moderna nel quale urano giù ricove•·ati 26 l'ertli. l medesimi erano sjtuati i n quinù ic i spu~JOsi locali o collocati S •) [ll'O puglier icci con cavalletti mollo r&Yvicinati r1•a lo•·o. L'a~glom l'ramenlo, la spN•cizia, la mancanzA d"ognt ventilazione, la mescola n?.u confu!>a dei le t'Ili leggeri e fe1•iti g ru vi, tali er ano le condizioni di quello spPdale. Sicc-ome io sapeYa che rra pochi giorni dowwa Ol'l'ivare un treno s ussidiario di feriti gl'avi pr OWI Jionli dagli spedoli di Nisclt, cosl dove t.te provved~>re per lo sgombe1'0 dei fet·tti leggeri da rtversarsi negli ospedt~li circondariali nell' inte •·no del paese. Jn poche or e s i r messo lutto a ll'ot•di ne, s lt•umonli, mater iale e came•·a d'opr.razinni; ed era tempo, poiché unu l'apida occhiata sui nostri fer ili ci aveva. l'allo conoscet•e p·~ •· molli casi la somma urgenza di chirur·~irn soccot·so. Per non perdersi in l1·oppo minuti parlicola1·i not•·rò soltanto che al 2 di dtcembre l'ospedale non ••icovepavu che 170 ferili, che a quell'epoca er ano già s tate pratic<lle le piu im po rta nti e wavi oper a:t.ioni chir urgiche ed ancl·e inlt•ndotto delle mtg liorie nelle condizioni dello sta bilimento, poiché parmi rhe principalissimo dover e di ogni chirUI·go che ùu·il{e un ospedale rlu cam po s ia quello di procur are a l mede~i m o tu li con•lLdoni cile poco o nulla st discostino da quella di unn clinica. Il vecchio pro[>4


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R1Vl51'A Ul TECNICA

veebio invocato.> do alcuni in qut!Sli casi e'esc la guerre non e che un p1·etesto per scusare le spo!'cizie ud il ùtsordine. Pe1· otteuere questo int~ nto no11 occot•t•e che una buona dose d'energia e del denaro. l V. Tr(ltfamenco delle .fer·ile. 1vlortalito, casi rli morte, 1nalalfiP tfinfe~ione. Riconosciuta la prima medicaziune insuflìciente ed inadeg uata allo scopo, IIOSlt•o pt·nuo .to\'ere s1 era quello di alluat·e uu trallumeulu an li seLLi<~o 'luconda J'JO nell' 111lento dt t•iconduri·c in buoue co11dizioni tuLLn cio <:he er o slato compromesso dalla lJ'a!;cut•anza di un ll'albuuento antisettico immediato. Benchì' le feJ·iLe p~r la maggwt· IJB I'l"' rosset·o in suppurazione c -1ua e. lù sulle pUI'Ii cn·co..,lanlt si fossero oa·dile•jellè flogosi fl emmonose, [IUl' tuttavia SU Ì 4(1:j t'er1ti ehe pHS:::flt"OIIO dtd nosta·o spedflle tJOJJ obbi a COJJtt.re che un ca::;o di resipela, uno d'infe:done selli('a e due di piul'ulia e I'}Ue:>Li maiali ci et•ano s tati mandati P'-'t' lra!'\t'erimenlo da allt·i ospedali uel coa•so ùella setlimaua suc:c<;js1::!iva 1:111' apertu1·n del nostro s labilimcnlo. 1:<: co;.;a cile L'a mct·uvigha Y6•1m·e condizioni l'C· lalivamonle buo11e ùopo un cos1 dif~tloso lt'atlamcnlo imJIIeùiaLo, è conte ccr·Le lesioni JWI' arma da fuoco delle pat'ti molli posl'iano gua1·tre ::.ollo crosl.u seuza bh.<o:rno ù'allt•a medicazione. SicC(J0\8 per i rerill t;)l(~ dappi'l ll\8 l'icevetti in numt}l'O di 2()0 era no già li'ascorsi i11 media otto giorni dall'acci dente, cc.sì, attuando twn mler:-uala cut·a anllsellica pole,'amo promeltet·ci unu prvgll\lSi ancot·o l'il vorcvole, t auto più r.he pel' essi non Hrn IJU8St piu da leme1·e l'iufezioue settica acuta la fJUale suole manifestarsi net pt·iJni gioJ'nt. Prima a 11 cora di giu11get'e sul loal!'tl della g:uer·ra era miu inlenzio11e ùi al Luat·e il LrulLamenlo Jelle ferile ~ego endo le norme insegnale dal nuo vunea·alo maestro Jl pt·of Billrolh. Il suo melotlo c:ousiste s r c<;ialtnel lle nell'imp1ego s imultaneo del jodofonnio c dell'acido reni co: q ues lo come antisettico liquido, l'alleo uni lo allu t!'at·zu da upp1tcat•st ùiretlamente ~ulle ~ferite; sopra questa gai'Zil joùol'ormizzaLu !:Si applit.:a la gat'za


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E SEI\VIZlO ~IEillCO Mtl. ITARE

carbolica per ottenere l'asso t·bimenlo dei materiali secre li, eJ infine tutto l'apparecchio vien copet·Lo da uno slralo di malc t·ia imp'et·mcabilc. Se nel pralicat•e questa meJicazione mi sono sco~talo più o m ~no dai precclli slabilili dal Billi'Olh, fui co~lrello a c1ò da lic cit'CO'llanze es terne che dal punto ùi vistu della chìnu·gia militare Ju\nno•[ualchc imp01·tanza t.ll(Uindi Yanno nolale. Diro ndun•1ue che olll·e del jodofot•mio e ùe ll'ac iùo carbolico r icm·s1 anclw nl subl11nuto. l o t•iceve lti l'os petlaiG alle l l \) t'H auli1nerid 1une; Lt•o cwe dopo, a di t• mollo, dO\·elli a ccim!Ct'ml ullt> vpet·az.w m c meJicazio111. A\·evo pt•onti tubi da dt·ena~,:io e la Si' la., rv,·atta di Bruns; lu \lo questo materia! r. doveva es~·:rc da pprimn Rlerilizzato. E siccome a questo scopo 11011 st pol t·elJbe li'OVa t·o sostanza più alliva del sublimato, cos1 •l'Allori\ ìu pot t tubi, la se lA e l'ovatta ;.:i tennero prevc11Lh·amentc 111 uua "'O!uzione di:sublimato coL'l'Oo.ivo nella propo1·ziune Jcll'uno p<'r rn ilh:. La sle,so ::,uluzione fu anche ill:lpiega la por s lel'ilizzu t·e il cotone it11·uli lo, rruello r. he per o~tenel'o l'assvt•biuu"nlo Jei male1·ia li ~ i app licava sulla parle direltameirte ,uiJa glit'ZU JOd•ll'u t•rnizzala. L'u~u della _al'la ul :::nbl1mato fu 11tlottalo per il motivo che lo gal'Za cat•bolica c he nvcva m o o. d isposizione CH'S. un prepat·Alo nou pet·fellomenlt• u:>elltco. 111ollo r it.tido e poco compt•essibile. l.tt gar1.a ul ,.uhlt malo, 111 confr·onl<1 ù1 ' tuella fenicn lu , cosl1h11sce un tnalCI'IIllc òi "r.m pl iciSf'Ima p1•epsrazìone a manipoluz1une. I n cau,n del su,, poter e moutentaneomC'nlee sicUI'll!Ul! lllt· anti~cttir.o ilsHhlimf\to" giuc::lumente a pprezzato nellu rwulic;. c llirut·~ica m il itai·•·. Pet· In i rt•igt~zione ddle fel'ite , per lo li~inl'ez.ione lrlle 111011i ·~ Jegli :::trumenti si usavo la soluzione !'èlli··a al :l p. •.•. S1 pot1·ebbu cen,.uret'e ·t{Ue!;LO metodo Ji o·uPa dal l' un to d i vis ta d••llu semplicila taulo ueressa t•ia in s1mili con,Jiz.ioni, el'scnJo t::iil operot.w nc s.quunlo complwata qul!l1a di udoperut o tre dlll'et·enli autis~ltJCi; 111a pu1· ll'oppu lino aù o t'a non ,...j è l!'o vnta un~ SO · stanza anlisuUica d1~:: n::oald ,.;.cfusiq)mt:nle sia eli un eflì~llo sicur·o. A qul':<ta esigenza sotlol ist'a mu~lio de;.!ll altri forse l'acido cal'boltco ed nuche il c;ublimuto :\la mcnlt'e quesfullirno non è a latlalo alla di!:-l nl'l•zion t> dc·~h strumenti ne è di .in~1ocuo m aneggio. L'uciJo f•:nico in vece nelle usuali solu-


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RJVISTA DI TEC ~I C ...

zioui possiede un'azione troppo fugace pet· operAre una du· ralura a nli r-;epf'i. Se i l jodofot·m io rosse anche un a ntisettico più ener~iro di quello che è l'f'!llmen le, avt·ebbe semp re lo svan taggio d i non poter-si impieg-are nelle it·rii!IW.toni, cAusa la sua insolubililà e s a t•e mmo scmpt·e obbligati tt ricot·t·er e aJ un scconJo anliseltico per le it•rigazioni. Se arlunque il metodo ùo noi propugnalo ùella lt•iplic·~ anlisepst é un po· com plica lo ciò dipende dai VAII loggi ed inco n ven ienti che cias cuno deglt o.utiseLlici sudùctli pt·ésenta isolalomente, vantaggi od in con vrnie nli cl H• ne tntlicano neltumen lc un uso par ticolor·c. H rt~ultnto finale di questo lrallomenlo fu il Sl'~uenle: Sopra i03 fet·ttt sottoposti a cut•a antisellica "t!Coudat·iar cinque !'OliO morti, due s 'ammalat·ono pet· risipolu, uno per osteomiclite. E cco come vunno distinti i cinr{ILe casi ùi mo t·le: 1' F ol'ila d'armo ùu fuoco JH.llll\lt·anle del peLLo r;cnza r. wo d' uscita. ~.t o t·t coi segni di emot'J'agio inter na !;l'IIZ8 subire operaziom il gwrno ;:uccessh o al no;;Lt·o &t't'i v o all'ospedale~ 2- Flemmone suppura to con<-~ecu~ivo a ferilo d'ot•ma da fuo;~o alla coscio inlcrec:sanlc !P pal'li molli. E mo t•ragiu secondaria dell' tll'le r ia fetu ot·at"', legatura dell' at·lerio sol lo !'arco del P oparz.io, m ol'le fH'll' scLlicoerniu. Il p rocc<;so s i e ra gia iniziato pr·ima che il fet·ito ''enisse affidalo a lle nostre c ure. 3' E mpiema consecutiv a a fer ila penetrante del pt~Llo, per arma ùa fuoco senza foro d'u<-tcita. ).l ela!';lasi all'al'licolazione scapolo-omer al? destra . t: mdi' iduo venne gia iu slalo d'iu cipieulc piocmia. 4' Tetano per fe rila d'a rma du fu oco inle resson le le par ti m olli dello regiotte lombat·c. f.J" Fet·i ta d'n t•ma rla fuo<:o a l sacl'o. M o l'Le pet· m a1·as m o in seguito a pt'Oiun~ale supput·azioni. La mortalità del nostro o<:: pedale in Del gl'odo ascese adunque ad 1, 2 pet· cento. C1·edo rhe quc~Lo r is ultato s i de ubo ri tenere come favot·evoli.!<:,imo specialmeul<' se ~i ba da alla nal ut•a dei casi mo rlul i e si ronside t·a la ci t'costan zn c he il lmllamcnlo a n lis ellico no n s i é potulo all uu t•e clw in modo scconda l'i O.

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li: SERVIZIO )IEOICO

~IIUT.-\1\E

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Sul prtmo caso di decesso nulla posso dire, in qua n lo che il ferilo è pel'venulo a noi quasi agonitzante. Il secondo, pro,•enjentc da Ni5ch, giungeva il 6 dtcembt•c col lt·eno sanilat·io dell'OPdind malle!'e. Egli preseutavu lutti i segni della !'etlicoemia; febbre allo, I~Pgua secca , colorito ill.Pt'tco, cee. Al lPrzo mferiore e alla supet•ficie posterior e, tlel lu co!'cia. sinistr·a , si osset•va va un lumot•e voluminoso •JUAulo la lc:-la d'un bambino, llultuanl~>; le t'erite ù'c ntraltl e ù' uscita corrispon,tenti allo superficie in let·na ed esterna 1lt.:Jia coscia !.Wa no copt> t'll.· tli una ct·osta sangulllolentn, lacet·ula la quale, fu o>~ pulsa una notevole .-yuan · litù di icore sanguinolcn to . Nei tentativi rulli pet· inlrodut•t•e colla pinza un tubo da ùt•ena!.!!!io olio scopo di disulfeltare la cavjta d~lt'asc•• -so una impetuosa ondH di sangue arterioso sgot•g6 impt·ovvisumcnte dolla l'e ri lo. Dopo nso rcilatn la com pressione o la coslrt7.iune col tubo elastico ù' Esmat·ch f<l pral1cò l'allacciatut•a llellu ft>mOrAie s«Jlto l'Arco ùel P o;:;arzw, quindi _si pt•occùellc alla tlisinfezione dell'ascc;:so, l'cmot'r Mia si at·reslo subito, rna non costi sintomi ,Jcll'infeziono sellica pt>l' la qunle l'indi ,iùuo mo1'1 al ~econLlo gtor·no dal suo ing 1·csso all'v~peda.l ~.ln questo caso nou ho potuto accerlat•mi se si lt•attasse eh croor·ra~ria conseculi,·a p.:~· cot•rosione dell'al'leria, oppure per lesione pr•imtwia tlell'al'lcria stessa per· meLzo del proielltlc. P ct• il 1-{ravc collasso 111 cui 5;i lrovavu il fct·ito era. controindicala ogni esplot'azrone; ru vicluta l'a utopsia. Tt•u i 403 fe rili ricevuti nell'o:;pr~dale d1 Relgt·aùo, questo è !'unico caso di eJnonllgia secondaria. ~el let•zo caso st lralluva, come dis~i. di un f~t·ilo d'armo. da fu•>CO del petto senzu l'oro d'uscita. I n •[ucslo indi,·iùuo, llOil OSlanle il S U() ~lato piell1ÌCO, fu pt•olicula la I'Csezione delle cost.~ :•ell'iJea Jj auùare alla t•icer ca Jet pt•ojell,lt>. Anche .qui l'opet•azione fu motti e ed il l't> rito do' alli! soccomo~:re p~r p1oe mia. ~el qutlrto casn la causa della mol'lt' ru il ldano. Tt'a i fct•ili Serbi il tetuno mietè molle \ILlime. '\el)nchc questa volta ft•a i uUlllCI'Osi <.:asi di Lulano s i po~·) bene ~ccet·lat'C se la ma· lallia sia suscitata con più frequen~a ù311e fel'ile di cer te r egioni, piuttosto che di ollt·o.


RJ\' ISTA ni TECNlCA

Questa complìc&nzo insorse in seguito alle più svariate le s ioni e fa tta eccezione di un solo caso, terminò s empre collamorte. Il do tt. Kolm di Vienna, asserisce che l'unico coso g uari lo- · era stato lraLtalo colle iniezioni ipotlcrmiche di acido f·~nico . lo non ebbi che ad o>'servuJ' e un solo tela no con esito !e ta !e. In ques!o caso la ferila er'a 1l'or-ma da l'uor·o della regione lom bare tleslra, inle1'essa va le sole ptwti m olli e tlecfJt•t·eva !'enza febbt'e. I pri mi fenomeni che annunziarono il te ta no cons istevano in esageJ'ala sens ibililit e rif!idità dci mus,·oli delt!ot'SO con acct•esciuta sensibil ità della feJ'ila. Sol ta nto dopo p<necchi giorni si associò il Lr·isma al quale s ubito scgu.it'Ono i crampi tonici generali. La terapia, puramente sintomatica com=i<>letle in iniezioni ipodermiche di morfina. Assai not~ vole fn la persistema dello stato lelan ico che durò dieci p-iorni. Non ostante le r ipetute ed accurate r·iceJ·che della ferila anche nella nal'cosi cloroformica nulla s i potè riscontru1·e di abnorme nell a fer·i ta, ues~un segno d'infezione loc~< l e 1 il fe rilo· era apirellico. Quinto ed ultimo caso finilo colla mol'Le. Y e!'So la metà di dicemb1'e ricevelti il fe rit•) un tal JI.·I ariauo P. nelle seguen ti condizioni: ferila d'ent t'Rla uu poco a s inistra dello linea me · diana del Mer o, foro d'uscita alla pie!!a dei g lutei dello stesso la to. Quest'ultima fe1·ita ando a g uarigione. Tulla la r egione era tumefalla e dolente; colla pr e!>sione si fece uscit·e dalla prima ferita gl'ande quanlita di fetido pus , e colla esplorazione d i· gilale s i scopr·jva r oss o sacr o s cltcggialo. Vi et'a inolll'e indolenzimenlo e tumefazione della paro tide sinistr·a. Si praticò lo sbri~iam enlo e l'es trazione d i numerose :Sc hegge c di brandelli di unifol'm e dalla fer•ila ù'ingt•esso drl proietLile f!d il rascltiamenlo del sacr•o col cucr.h iaio to p:licnlc . R.iaperLura del foro d'uscita allo scopo di poter far· pen l~ lrare un lub~ da dt·enaggio nelle parli piu pro fonde; con tuLto ciò non si so.sp ese la supput·azione, il pus conservò il suo fe lol'e, ella parolid•~ sinistra si for·m6 un ascesso mela i\'lalico che fu Rperto. Il paz:enle g iace'>'ll sempre sul ventt•e. FinalmP-nle forma· tosi un alt t'O ascesso in cot•t•ispondt!oza della faccia i n tema

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E SERVJZlO MEOlCO mLITARE

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doll'ileo sini~lt•o, fu operlo anche r1 nello. Quell'ascesso era in r elazione col focolaio della ferita, il pus della quale per' la via del forarne grande ischiatico fAvorito d~tlfa posizione che costantemente teneva il malal0 Pra penetrato nella cavilà a dominai>'. Apeeto l'ascesso !';i riconobbe anche l'osso ileo corrO!';O dalla peesenza de ll'icor'P. Colle en1'rgiche elisio l'azioni praticate si riuscì a vincere la febhr·e, ma non a fermarP- la copio~a suppurazione clw condu,.:.>e a morte il paziente per esaurimento. Non ebbi occasione d'osse.rva.re nel mio ospedale che Lre casi di malattie n'infezione P- pr eci:>umenle .Jue di ri ~i!'oJa ed uno di osteornielite. La diap:nr>si eli rp JesVuiLimn non fu però bene accE>rtata. Il primo (•aso di ri«ipolu si r·il'e r·isce ad una ferita d'a rme da fuoco <Ielle p~Vli ffill\li ddla coscia la quale fE>ri t a che porta va sane gr·arnrlnzioni non a ""'·a più medicazione antisettica ed er a medir·a La con un ~uen lo. Lo ~e conda r·is ipola venne a com plicar•• una reri'a dr·colat•e del pella non penetr· tw le. La fer-ila d' <.:11lrula er·o "otto la piega del gr·an peUorale, quella r' usci to solto r un!:wlo clt>lla !>Capula dello stesso lato; ambidue i co.~'<i de('or~r>m favor-Rvolmente, furono i!>olali allo sropn di lo!rder e Of!ni p~ricolo ,Ji diffusione lra gli altri fer iti e g uariremo snlliocilamen t.c !::OUO l'uso di fomPnti lepidi con acP.tato ·i' alluminn. Il C'aso qrwlitìcnlo per osleomielit.e rneriln pur·licolHrro nw:!zio11e. Condizion i del malato : ferita d'a rma do fu oco dPIJ' ullimo f~tlan ge del quarto di to del piede des1!·<1. clceor·so apirl'llien ~d asettico, belle gt·anulazioni. Il malato !>i alza vA e pas!'!'Pggiava, perciò fu inserillo ne lla cate~o ria dPi feriti legger·i c come tale destinato ad essere trasferito in n no o<:pedale di cir•condnrio. Ma 11l la s3ra precedenl~ al suo drv isl'lliJ fra~fe rim Pnlo ecco manifeslar~i improvvi!>amen le fcl.,hr!:' alta con bei vidi. In egplorai tosto la sua ferila che d o molti giorni non aveva più Yeduta, ma la trovai ridoUa alle dimr11:;ioui eli un ropzzo soldo, con belle gr·a nulazioni, non clolorMa. ]P parli ei rco~la nti non tumefatlP, nes>"una lraccin rli l'Ì"ipnln, ness un sc~no di lin fangite. Al ~.d orno successivo l't>bbre nncot'A ~ ee fulea, così nei giorni sP~uenli coll'agl!'iunla d 'a.! in nmi>'~ tirosa. La feri la e le parli cit·coslanti non pre~ent.avfl no "'e!!ni di r·eozio ne. Al


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RlriST \ 01 lEC ~fCA.

qui n lo g ioJ•uo l'ammalalo si lag11~ di dolore ull epifisi del femore, e 1n quel punto vi é doloro ulla pt·es~ionc. Dopo allri cinque !!'iot·ni si manifesta eJcma c::Lraot·dtnarinmente sensibile, f('hbre semprè alta e (wrsil>lt nza dello s lulo Adinamtco. M erli anlc (oiù occut·nta •'!O:plorazio•H• solto 1\UI'Cosi, si ~<enti una flulluazione pt·ofunda alrinlet•nu dellu tMCio iu ,·icinan7.a el ~inoccluo. Tagliando slt'alo pet· slJ•alo tino \tdno all'oRc::o si scorm un a ~cesso u •tue'-lo soprnpposlo, l'atltcolazionc del j:rinocc.hio P.t'a libcrn. Fu lalln la tbBillfezionc t•d il tlrcuug-gio, con t'11P cacldc la feùbt•t: e :.'iniziò 1111 genet•al• rlllglioranwnto. Ten~o per fcr•mo clw •IUe"-18 compltcanzu ;,J rlehha 8Sèttver~ ad OC::leomiclile, f•elll lllÌ t' IOtllli~AlB la cnnfet·mn della 1118gnMÌ perchc\ non oveva nh zzi di fare t·tcer<'he buctertOlogichc. P Prci il fallC\ noleYo!l· è •(llt'slo; che 11el stultlt>H:J•tllo caso lA mulcria infctllvu pP.IIPlratu atlt·avcr~o una f~t·ila g•·anulanle risptllò duP ,.ranolt arltcnlazion C•i «lu•aver,.;o al perio>-liO dt•l ft'11lOt'n HIILito Il .lPfttorrH i( lollO IOcOifiÌO Oll'P.c::lerllO dr! l'eriostin IIICd• !'IIOO Il pt·ol. Oillrr.LJ, lw g in l'allo cenno della pn~"ibililn dr 111•·;;11 "lll~rolot•r p• ocP.ssi. E fl UÌ mi sia pCI'!IW<>;:;o di t'Ili' r tl.•vm·P, "'!~111prea pt·opo::oilo di que~lo C8!"0 1 c-be )'flfa.latno•nlu d,.( tncJ..;-.11110 CfJtnC dt tjUt•JIO d'CI'ISÌ· pela soprttlllt'IILOYalu, tlimostrer<•bl>t• che anche in una ftwila gt•anulantt• il periculn olt un1o lllft·Ztunc unn c di poca cnlita

come gerwrolmenlt· ~i cr.--.1•·. V . Frn Il u,rc rompi irn l" a l'e1 ile delle 11 N ico/a:ao111. Tt·o i <'il!-li tli que,_ll, cattlo(tJt'ìa non itnpt't'lltlcro u cle..•;t•ivet·c che •l'll'lli rla mc h·att.ali lino tlal pl'tnCiflll) t che potet Sef!II ÌI'H lìno 11 tlecor~r. cun1piuto. {.)uind1 ~;:scludo nn nurYII'r<>

non iudillet·Pulc di frullur·e complwalc> cltc •·•covctti iu cut·a negli ulti111i giurn1 •Ili uhl'J ospetlHii s~omù»ralt benché anche quelle ohbtnuo ;nul.to scn1.a CCCt'ZifiiiC 1111 dccor:-:o favor Pvole. Il nume1·o n.1mple~"'"" dclh' frnLlua·u do at•tno da fuo•·o eur ale n••l noo...tt•o O!<pCdttlc n!':cese a Il 1-. Secondo la r·e~ione col pila po~"unu c~"CI'I' .Jastinte co111e !>1·:;u,.: l al Ct'BIIÌO, t alla llla<~cclln sup t'll)l'\!. :! ulla nrlicol~ozJOIIe l:C8polo-umerale, 2 allu RCA[lulu , 8 al lm1ccio, :l oll'ttt'licola?.ione del go-

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"E SEIIVIZIO MEDICO ~LLIT..\H.L

mito, 9 all'o.vambr•accio, 2 al l'ar·ticolazione l'adio-ca.rpea, 13 ai melacar·pi, 29 alle dita, 3 alla pelvi, 6 alla coscia, (ì alla gamba, 2f\ al Larso e melalarl'l1, 2 allo dita. Non lenendo coulo delle 20 fraLLur·•· alle dita delle manr e 2 nlle dita dei piedi r esto.no i3 casi di l'r·atturn gruvi c:.:omplicate. Bouchè tr·atl.ali coll'nntiscpsi l:'CCondtll'iA essi gual'ir·ouo tulli, mentre pct• nes~uno 10 mr :.Oli lt'O\'&lo m•llu uece~~ilà di proceder e é:lll una ampulazionc!-itl inlet-n1uJiAr·ra, ::-ia «ucondaria. Anche i dieci <:asi nei quoli or•on<, int•· t·o~~ak ùit'èLlameute grosse Articola zioni furon o in pal'LC dilncssi guu l'ili , in pat·Le coH~egnali alla Cruc~ ~~o,..sa di Ru,~iH 111 Yia <11 sicura ~uari­ giont!. 11 lr·utlaru•·n~o iu •tue~Lr ca"i fu alluulu dietro 1 prindpli pt•oclurof\LI da Volkma1111 11011a suo clul':sica opera <!he li'alla di fJUCl'Lr) ur•g-omeulo, pri11 c.ipii co:-,i gèll<'t'a imeuto abbracciali .IAJ dairur~hi (ldla rnodel'lla scut,la, cosi sulennemenle sancilr dali& pl'lllJca che io rut creJu dispenso lo clallo analiz:~.al'IJ, e Lanlo meno dal porl1 in discu>-sioue. Un solo punlo pcdJ·ebbo l'or·se anch.",l' sog!,\eUo Lullora 1:1 controversia, cioe :;P ogni fratLur a tornplicHLH pel' ar·ruu eia fuoco :-~ia dtJ. ri~ar·Jnt•,..j n 1•riori. come mfella P come lule ::;i debba llll mcdiaLArnente Lraltat·c con shl'i~tliamenli, 11-rig<~ziolli e tlrenoggi p•·ewnli\'i, oppu1·c se si debba ullcn<>Pi!i ad Ullil cura aspettante e non venir·~ ad uu ener!!ito trattamento che quando ,.j manifcsta-.sc aumento eli l~mpet'aluJ'U ocl altri disturbi locali. Stando ul l'espel·ienzfl rutta in ([UCSlll guerra io non osilo dichiarar1ni pr>.t' ques to sec.oud(J mdodo. Ju l.ulli i ca;;j nei quali i toargin i della Ct~l'ila rwn l'l'ano di mollo allontunali. nò si s~nhvano sche;.:gre mobtli pur eutt·o l'at•Licolazione, ne SÌ 8['8 stabilita una ::;cct•ezione (1Ul'U(CIIl8 10 mi SO II O sompt•e !imitalo a ren dc •J'C osullica lu fut·ilu e i suoi ·di11Lor ni, drcondaJ·lu con uu ttpflul'cccllio untiseLlrco ed immobilizzare l'arto ri'Allurato. i:; ben~r vct·o eh~: in molti di questi cm;r mi Lt•ovai tlopo nella 11eccc:situ di pt•a.ltca r·e con l!'O·Hper·Lur·o per sLubilit•vi oppr) I' Lilllll dt·enaf!-gìO, do vel li unche qua c là pl'Oc<"del'e allu esll'ozioue St'I'CJnclur•ia di cJualche ~c lw;.!!!ia. :\la nel complesso 11M1 f'bui mui a penlit•mi della mi11 cura t~l'p·;llanlc 111 ctuanlo che con u ~c C'-alto l'isconlr o della l erw ogeraesi o delle condizHHII gcnct·uli veniva sempl'e


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RIVISTA DI TRCNlCA

a tempo per provveùcr e alle eventuali indicazioni. Devo real-· tanto nouu·e che i casi in cui era giustificata una allenta aspettazione formavano il minor numer o perchè i grossi proiettili bulgar·i causavano gener ulmenle dellE> estese fr·altur e. In· certe fraLLure compli ('..a le del braccio o deliA coscia mi accadde di osservarr• tbe dopo l'e<5lrazione 1 rnnat·ia delle schegge {'t·a avvenuta una perdit.a tli soston:~.a ossea per· la er,tensione di dieci a dodici c<> ntimelri. Q ue!~ li C'asi non pet·m ettevauo òi certo una consolido1.ioue e lulto al più potevano fat•ci ~perare i11 una pseudo-artr·ost come esito più ft)rtunalo. È anzi un fallo cono5:ciuto r.t.e c:oltn l'int1ueuza della cur•n anLisellica la ror•m azione del callo pruced1• meno attivamente che con altro. cur·n la quo.le tr·atlunendo a permanenza uno ~t.alo ir•t·iLalivo della parte ecc1li in pari tempo l'attivilit forroatricr clei nuovi tessuti; pei\:iò l'ect:: lo.ulo più mera,·i!!lin e piacei·e nei no~lt·i ca!"i l 05:!"er·val'e che non ostantc la mancanzn di ogni rr~az ion t~ ani'!Jc la con5nlidazione ~i facesse con bastante enet•gia, ciò che d' altronde lrovet·ebbe spie!!uzione nclrallro lallo, clw noi avevamo a fare con indiviJ ur perfP.ltamentc sani e moll11 bcnt: Al nnenlati. N on ostflnte la gor·ande perdi lu d1 soslonzo ossE'cl, in luLLi i casi di l't'Sllure ùi diafìsi J'u pi'Ulit:altl la 1-'SlenSÌO(W permanenLe llno u l pl'incipio della rl'lusol idai'.ionP. È quest.o cer·tamente i l mezzo miglio1·e per e viluJ·e deviazione •l ei fl'ummcn ti e viziose consolirJuzioni, per·ò a contliziot1c1 dw il rn odo (li applical'la sia adolla Lo All'individuo cioé che la tt·aziollc abbia ad agit•e colla forzfl Appeml s nrfldeole pet· mautcnere i frammenti nella dovuta di1·~zione allt•imenli !<Ì polt•ebbet·o pr·ovo~a re delle pseudou!'lrosi. Per l'O!~Len~ i on c ·ùellu coscio abbiamo adoper·ato il solilo empiu;;o•o nde~ivo c tnanlenulo. la posizione coll'ap po !'Ct.chio rl i \'olkmann: f>l'r il bl'accio invece usavamo applicare sotto l'ascella un kiaugolo tagliato su ~r·osso

cal'lone c ben ovtlltaw, di cui nn lato g iun geva fi no a tulto il l e1·zo super•io1·e dell'u"nmbt•accio. Colt f}ue;;Lo rnetotlo si ottennero buoni ri sullaU anclt<~ pet• la funzionalità dello pat•te. 'Kè meno ft~vore,·olmcnte ùecor seso le ferile tl'ot·ma du fuoco do>tle arlicolazioHi. Dd l•' due fel'ile d<>ll'ar tic;olazione ~cupo l o­ ome!'aiP., una ~ u at'i r:ol l'emplicc dr·enag:rio dcll'at'lic;oluzioue,

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li: SE RVIZ IO

~I &OICO

Mll.ITARE

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rallrn gua•·i colla re;:;cziono tipica dr! cnpo articolare fratturato e col raschiamenlo ùella Ctl\'itò Rlonoidea. Sullo tre ferile del gomito •lovelti fare una volla In resezione totale, due ,·ollo lA rPsczione par•ziolt>. Le rc>sezioni pa1·ziuli guarirono con •1uo~i completa funzionalitt\ della parte, la rese1.ione totale e1·a lullo•·u in c11r'a ']unndo lasciai 11 servizio di CJUCilo $labslimenlo. Due rc•·ate ù'a•·me da fuoco dell'tll'licolazione rad•o-ca1·pea ~uarir•onn colla ::;Prnplice immohilizzozione. In ambPdUP i cAsi, ,·cr3o la lino dello cura, si vedova un cor•Lo gr•aolo di mobilità allivA, la rtuoh• collo antlor•edellempo ùovent oli cr••·Lo mt:,tlinrm·e. Tre \'OIIe pt·atica.i rar·trotom ia del f!inocchH> per feritA dt •Jue~ta a••Licolazione con processo aupput·ati\'O. In uno di 'JliCSta fer1Li in cui il pr·oil.'llile era pcnelralo dnlla pat·Ll' posteriOI'e trovai la palla sulla raccia inlot·na c.leila t·otulll. daliA quAle fu tolta con colpi di martello e di srarpcllo. Il dPcOI'"O di qne!>le tre r.·r·iLc che rrcM'fllli in cura già snpptli'Uilli eri iror·ol"e non fu immune da reazione poiché nei tlinlurni si fot·rnaron o qua e là degli a5(',.<~!"i; però lA ferita arltcolnre !!uarl per· prima inlPnzione conservando anche 'lualclae leggero nlO\'imento pAs!-i\'O. 1\loa!.-baslanza r;in gohne prr il suo decor;;o complolamenle apir·cllico fu un ca!:'o di ferita che inlet·cssn,·a ombidue le ginocchi& . Il fet·ito provent,·a do un altro c;pedaiP, c presenta''"' lo seguenti lesioni; n rlc~lra rt•rllf.\ d'cn lrntn ulla faecia el"LCJ'no del poplliP, l'u!"cita <~ull'epiflsi della libia . A l"inislra, l'enlt·ola al htlo interno della rolula: l'u!==<'iln al di solto ùell't>pil1si della fibula. Ginocchio deslt•o mollo lumcfatlo, flulluanlc; non ''i era febh•·e, poco dolot•r, ginocchio cMlralto e piegolo ad an ~olo acuto: n sinistr·a nole\'ole inspc:'lsirnenlo della rotula con fol'le crPpi taziono no1 movitnenli attivi della ar·licolnzione. Ambedue queste rcriln guurirono senza febLr·e. )fcclionle eslcu«ionP con cerollo tHI•..!>ivo t'u curata o vinla la conlt•Ailura del p:inocchio tlc~lro, •·e .. tuva do togliere la Lumef'ozione cho r imanevu An co •·a; l't'a mia inlenr.iono di curat'la col mas~agg:io mo non ebbi il tentpn di pralicar•lo. In una ft't'Jla con frallura dPllc ossa rlcl torso con di!:~ls·uzione dell'li'<Lragalo. dell'osso scaroideo c .Ici cuboideo si dovette pt·occdet·e alln (•stir·pazione di qnc llc ossa. Nell e altre ferite


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fiJVJS'L\. DJ TECN ICA

di questa regione non ~i t·e~ero necessarie opet·azioni irnpot·Lan li o la g uar ig ione si vUc:nne coll a semplice estt•az i0ne di scheggia ed applicazione di drenO:,!gio. Delle Lt·e fe t•ilc del bacino, quella che ebbe osilo rnoetn le fu già ri porta ta più sopr a ll'a i cusi di mot·Le. Un caso di fr attura ddla cresta dell'ileo e consecutiva furmazione di a scesso guat•i assAi sollccila meu lo. N cl Lu ·zo eu so tli feriLa del bacino il pr oiellileave"a colpito posteriot•m:;nle frantumando la tubet•osila ischialica destro, strisciando sulla supel'licie pos teriore del femo1'e dest ro, ùa ultimo iw piun ta nuosi llclla muscolatut·a in regione ignota. Si fol'fnò un vasto aticesso che si ~stese a quasi tu Ua la supct•liciu postet•io re della coscia e !'esc nccessadt· parecchie inrisioni. 11 proit:llilo non si potè r invenire. Siccome il pazienl•! ~ra in ollirne condiz ioni Lau to uel gr net·ale come nellu locali tà si è desistito ùa o~ni uHeriore r·icet'C~t. Riepilogando ot·a le nostl'e osservazioni sulle fratture per arma da fuoco avute in cur·a ncll'OS[Wdalc dell'Ot•tline T culonico possiamo fot•mulurc le seguenti massime. 1° Lo i'r allut·e pct· ,arma do fuoco com plkale l'&r issimamente indicauo l'ampuluzione pt•imat·ia. 2° Se questa indicazione può a ncora avere valore pet• i ca si di ft·atturc ù'at•mo J a fuoco con dis trm:ionc in·imeJiabilo di par ti molli, non vale pel' le lesioni ossee prodolle da anni da fuoco por·Lalili. 3° Anche colla cut·u antisettica secondaria siamo obbligati a d allenerei alla più rigorosa terapia con::et•va liva , ùi modo che si può evitar e l'orn pulazione ill lermeùiol'ia e secondar ia. 4° Anche lù fe t·ite delle at·Licolazioni in via ùi s uppura.z ione possono, anzi dc von csset'e lt•nttale colla cur tt a ntisettico-conserva ti va. 5' Sott da e vitarsi il più c ho sia possibile le t·es<'zionì tipiche e da sostituirsi a q1tell~ lo resezioni par•ziali che hanno lo scopo ùi allonlanal'e sollnnto quelle pnl'li che os3ol utamente non s a n pi ù vitali oppure mellono impedimento ad un sufficien te dl'en~;~ggio.


E SERVIZIO MEOlCO MIL IBHE

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VI. Ferite d'arma da fuo~o del petto. Delle sei ferite d'arma da fuoco del petto, due terminarono colla morte e furono già menzionate. Sopra di un allro ferito praticai la Lot•acotornia colla rcsczione delle coste pet' curare un empiema. È noto a Lnlli che la rc:;ezione costale contro l'em piema si praliCt• con duplice inlaulo. Unn volta i chit•ut·gi nel pralic&t'C questa op•3razione, si proponevano di pt•ocurare una liberi\ e costante uscita del pus; coll' nndar del lernpo si estese anco piu l'indica?.ione di questo atto operativo in questo senso clie con esso si lenta di o ttenere un t'istringimento della cavita asccssut~le del torace. Ne~li in1lividui g iovani c robusti, con costo!e eii.Jstiche con polmone non aderente si può, io credo, soddisfare alla prima indicazione colla resezionc di una o tutt'al piu di due costole. L'unico caso nel quale io abbia opP.ralo Jn questo modo decorse a completa gutwigioll e e mcl'ita soiLanlo ne sin fallo ceuno per una inlet·essaule complicazione di ferita del fega to. Ecco quali ero.no te condizioni del fer·ito. Ferila d'entrala a desl!·a del mnnub r·io dello sterno a livello Jet a• spazio inlercostale; frlt'ila r.i'uscila alla regione lombare destt•a coll'altezza in cit•ca della dodicesima costa. Dalla ferila d'enl!•ata sollo i colpi di tos~e e le pt•ofonde r·espirazioni sgorgava. copio~o pus sanguinolcuto. Dalla fet·itadella regione lombar·e usciva qua si conlinuamentc una cel'la quantità di bile liquida commislo talvolta a dci calcoli b ilial'i. Dopo praticata la toracolomia nel settimo spazio irltercostalc e la rcsezione della settima costa, il paziente non &bbe p iù febbre, si sospese completamente lo scolo dell' empiema dopo otto settimane, cosicchc si tolse anche il tkenaggio; anche la lìstola epatica andò sempre piu diminuendo fìùo a che nelle ultime settimane di cura si copt·i di granulazioni. Gli allei casi di ferite del pello furono l!·atlali col metodo espctlante, non porset·o indicuzione tilcuna di alti operativi e · guariruoo spontaneo m e n le.


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R!VI S'l A 1)1 f.ECN IC,\

VII. Casuistica. 1• Frattura complicata del .:rctnio per arma da {rcoco con. em.iple{Jia contro laterale, trapana~iolle . eslrazionc del projetlile, r;uariaione. - Il 6 rlicembt•e, l~ol tt·cno snnilario dell'Or di ne M allcsc ci ru t·ct·sto nel no~ll·o o!'lpeùale un fet·ilo il quale era complelamente l'!niplcfr•co ùal Ialo rlosLI'O, e che asse t· rve. d'o ve re l'i po rla ln ve n t r g io m i p t• i tl l l'l uu o fci' rla d i st·ma rio fuoco alla lesla, che noi due giorni $UCcessivi alla avvenuta lesione era tl1venulo nfnsrCtl. Sulle sue condi~ioni dopo che ru ferilo come pu1•e sul tempo preciso dell' accldenlP e sul luogo ùel comballiruento dove ebbe a ripol'l&l'e lu lesione, egli non seppt' du•ci alcunc;hù di JH'eciso. Le sue condizioni ereno le ~<'!<uenli: Emiplegia completa desii ·a scn1.a notevole dtstud)o ,Jcllo parol11, ~lato ùi prostr.•· zione, u pal111, dolot·i alla Lt>-.!a, tper·è~l...sta della p81'li parulizzate. Di<•Lro un diligente e~am~;~ si t1·ova sul capillizio, a pochi centimolei n illilÌSl1'8 del ter•zo untcr·rore uelln sutura snf{rlLole, una cical!·icc lon~iludiualr• IUIIS-,'8. cit·ca qualt1·o cenli mell'i noi cui mezzo si wdu un piccolo ~e no fistoloso circo11dato cla ~ ~·a uu lt1ziuni , dtll quale seno si evncuu dPI pus a sltllidùio Slllcr vno col polso. ,\ 1 dr sollo di •JUl'«La c•calr ice ~i sco1·g-o nn info.ssomonlo della tn,·ola O!:'sea, ·ticlle ùunensioui .li un pcz-t.o du fjUALlr•o ~oldi. Falle ullrc inlt'l't·ognzioni, il paziente dice che Ja quella parte glt vennt: c:>ll'&llo il pi'Oiclllle. La uepressione Jt-lle osso e la 1'\~'CI'CZÌOIW put•ulenta clelia flc:tola llteso;;e in cor1·clazione ~"ullu emipleg:io controlo.lel'al e ~pe r· di pt(t la felJlJI'e eire tra vagliava l'ini'Ol'n\O era un complc:-so di falli suìfìcrente pet· gruslilìC<U''' il so spello d i un ascesso cot·ehrale e,J mtl1C8t't: lu lt·apanaz10nc. Con un l8gl io cJ·ociato pr6f•&t-aln la cute sul luogo della JopressiOIIl' ossea, osscrvui <:ht' la fel'ila d'ingr es"o ndlc os:sa .-r a nascosla da uMI piccola scheggia. Dopo elia llliCSla l'u allontanula ~i e"acuo dol pu:; in maggior·e quonlrla c nel rorul0 ùella ferila si fece ''tsihilc un cor po ae r o ei re io, ~ 1.an do n!le parole del paziente che alferrnava Ji c~serc stato lib~ruto

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E SE:ItVIZIO M.EOICO lllLITARE

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dal proiettile, croc.lelli fosse un frammento del copr icapo. Ma poichè colla sonda cautamente andai contro quell'oggetto la t'esistenza provata e più di tutto il suono metallico mi fecero certo che quello era il pro ietlile. Però per estrado s i dovette togliere collo scalpello u11 tl't~Llo d'osso per l'estensione di tre centimetri ci r colarmente; talla questo potei ap pl'ofondire la piaga per cil'ca cinque centimetri ed esLt'arne il proiettile, una palla di fu cile bulgaro acum inata e voluminosa. Al di soLto ,lei proiettile or;,1 vi una grossa scheggia libera ed il pt•oietLile el'a incasl1·a to iu 1Jn imbuto lapezza lo di vegetazioni, che si appl'OI'ondiva nella sostanza cerebrale e conteneva molLo pus. Il proiettile ntlla sua parte inferiore Ol'a diviso in rlue e nello. l'essul'a risultante da questa parziale divisione sta va la SOJJI't~ltle nLova la sclt oggia ossea. P ulita diligentemente ftuella cavi là co' ' s ublimalo e r iempita eon s lriscie di gai'Za joduformizr.ala, si 1·iuuirorto i m argin i cJella ferita con lassi punli di sutura. Il de('orso ru completamente .al'e bbt•ile. D opo l 'opet•aziont~ la febbre e i dolo1·i e1·ano completamente scompae:-i c la secl'ezionc ridolla quasi a nulla. Al decimo giorno dopo l 'opera~io n e s i vidOI'O compal'iL·e. i primi segni che annuuciavano Il ritorno della mobilità, si vide cioè qualche logg<>r·o movimento alli v o delle rli ta della mano deska. Mercé una cura elcttr•ica energica e prolungata le condizioni dell'inlh rmo sono l'itoruaLe normali, egli poteva camminare e a dop"' rare la mauo dus tra cosi bene quanto l'altra. In queslo caso udunrruc !:;i Lr·aLtava di u11a l13sione di rotta di un centro motore coJ·licale. Alquanto singolat·e fu il fatto del rapido riLor no della pHt'ola I'Cslanùo immut.at.a la lesione primat•ia ; ma non meno sot·p t·e ndento fll l'Bilro fallo deU'essersi dileguata la paralisi 11011 vsttlnte cl11:! il pt•oieltilea lJbia sop-giornato cosi a lungo nel cer•vellu uti abbia distru tto in Lanta este nsione parli itnpot·lantisl:lime. A priori s idovr ebb13 t'ite nere clte io casi eli tale t'atta la gual'i:tione sia puramente a natomica e che nel luogo dell'ascesso si f01·mi w1a cicalr•icc. D'altt'a parte il rilornocompiHto de He l'unzio11i conu.: ò a v ''enulo i n questo caso farebbe quas i ammettere c ho vi fosse s tnta J'igenerazione di sos tanza cerebrale. Siccome però la le processo riparalot·e sembra


864

IUVISTA DI TRC'I"!CA

poco probabile, cosi l'unica ipotesi accettabile per spicgat·e questo singolar e, feli (·issimo esito si è quella di ammettere che la funzion e Ri r·iprislini pet· mezzo di una aulor•ità vica ria della metà del Cf'rv P.llo r•imas tn iucolumf'. 2• Ferila d'arma da fuoco clelle partl molli del braccio con successiva paralisi del neroo r adiale - Stiramenio del nervo, miglioramento. - Fet•ita d'entrata ol rnat·gine cst.erno del grande petlorale de8Lr·o, usci la al lato esterno del br·accio destro all'altezzn dcll'ottocco iu fe rior·e del muscolo deltoide. Pttralisi complc l.n del neJ·vo t•arl iai H corr incipiente atr ofia muscolar·e. Siccome le J't>r·ito erano già cicalriaate da ruolto tempo o per contro In parali~i cr•a per~isl«:'ntc, b••nchè l'infermo fosse senza apparecchio, opinai ~~he s:r tr•atlas!'le di u vvenuta lacPt'azione del nervo r·adiale e quindi cred<'lti indicata r opet't'zione ùella nevr onalìa. PrHticai un lag-lio in corrispondenza dolh reritu d' uscita a l loto esterno tlel broccio c d i s~ecai le parti mollialtravet'><O il tes!'!uLo cicatriziale fi no ull'osso dove trovai tosto il nerv v il quale però era iper·omit:o cd irrspessilo ma punto leso nello sua sostanza. Per a"sieurarmi che ti 11er·,·o 11011 sia stato h•so in qualche allt·o punto, lo dissecai fino al cavo ascellare, ma neanche là si verlevu traccia alcuna di lesione. Nella supposizione cbe i fenomeni di para lisi fossero lo fltfello di una compr essione ese rcttala sul nervo dallacicalt'ice oppur·e fossero conseguenza di una scrnplice'conlusione, praLicui alcune trazioni sul nervo e J'Oi feci la riunione della f'ol'ilu . , L 'esito di questa op1wazione che ~uuri per primwn. fu abbastanza buono perché solto una pt·olungata cura elellt'ica si ebbe una graduale dirninuzione della parulisi. Riguardo a questo caso non voglio mettere in disrus!>ione se ciò sar·ebbe accaduto anche senza lo s lit·umento del nervo, credo pet·6 a ssai probabile che cull'u ver·liberato il nervo dal tes~uto cicatriziale siasi affrettata di molto la ~tt81'igio no.

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E SERVIZIO liEOICO )f!LITARE

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Degli ospedali dl campo in Serbia. HANS·SCHI~m, med ico d ir·etlore de ll'ospuda le di Augusta. - (Deuts. Med. Wo-

cl1ens., N. 20 e 21. 1886). P er b revita omet l ~wemo d i riportare una parte della r e lazione de l doll. S chmid e pt'Pcisamenl«- f!UCIIn che si riferisce all'andamento !!erH~t·ulo del senizi" ospcdalie!·o, e alla gestione economicA dei var ii o'spedali P <·i limiteremo invece a r iass umer e l'irn pMt!iflt(' ca pito lo dt> lh1 casistica e della a ssis tenza chir ur g ica p restula in a lcuui spcdu li .Jn campo. Dobbiamo anzitutto far- osservare, Of.rli dico, che noi colla opera da noi spiegata e culla e>'pet·if'lJUI aCt[Uis tata colà non possiamo portare alcuo contributo alla c.:olu;t;ionc di ·.m grande quesito quale i> quello della cura aulisellicu sul campo di ba llaglia; le nosLt·e e«pel'ienze do vevano avet·e allt•i obiMlivi. Noi adunque ci siamo im posti il proLlema di veder·e !;e anche in caso d i g uerra, r;o n s Lraor J ina r·iu affluenza di ferit i non Lt·a.llfl li da pp rima anti:-H' llieurnent(~ s i posst~ uucora cou van•tuggio e éon quanto vantag-g-io rndtcrc in opet·a la terapia an~isettica. Io altr~ parole l'antisep::.i nelle no,;tre mani non doveva essere un sussidio pro_filaitil:o ma soltanto cor-

rettivo. Ora ve n ia mo ai fc r•iti r. he a seconda del ~cnere di Lraspot·to con cui mi furo no l'l rncssi clivide t·t\ in uuc t•ub r·iche, una de lle q uali ne co ntiene 172, l'alll·a 25. Futte poclle eccezioni, quelle fel'ile non avevano avuta alcuna medicazione. Esse e r·an o copet•te di stracci, di carta, di filaccia, di zucchel'o, od anche affatto S<\)_perte; nesstw appa recchio immobilizzante od occ lus ivo. I l~;, l'ili erano pt.:r tli più aiTamati, intir·izzili dal frl'ddo; ne~sun m e~1 -!0 li aveva v~du ti. I n ques te. d eplo t'è voli condiz io ni , fra t.un ta negligenza rni sar·ei aspettato vedcr·c e tl'etti pe{>!gior-i, c m i sorprese non poco l'oss~rvare c he n on solo fm·ite ùi parli molli, ma a nche fra tture complicale non e r ano accompagnale da febbr·e; un mediocre numero dr ferile del polmone """ne a B elg t•ado. ma pochissime ferile del ventre ·e pocliissime lesioni del c er v1ello.

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RIVISTA DI TECNICA

Nel g iorno s uccessivo o.lla nosLI'a venuta noi potemmo lice nziare 40 individui elce avevano logget•e fer ile delle parli molli e delle d ita, lulli senza febbre. Tra le lesioni ossee a vut.e in cura, ne menzionerò una rappresentata da una fe rila d'arma da fuoco alla coscia im111ediatameute sopra al gin occhio, la lcsicJne ura avvenuta dicci giot•ni pt•ima; il paziente aveva soppnt•talo lllOileplici A ùiflicili ktlspot·li senza nemmeno un appal'ecchio in'lmobilizzunt~ nè antisellico. Quando noi l'abbiumo rice,·uto. quel fet'll•' pl'e~enta,•a due punti di geanulaziorae supodìciali, una fealtut·a del femore sopr·a il ginocchio e UI IO ;;Lr·avaso !:'!lnguignt> in quest'ultima articolazione. Egl i l ltli J aveva l'ebbt·e e coll'uso della garza jodoformizza ta •> dell'aJ'Pèlrecchio uJ estem:ionc, lu frattura gual'i con decorso u::-solutamenle apirelti.::o. ~olct·ò an~ora un':1llra ferila c!H ,...nne sotto la mia cul'a dopo òieci giorni. Avevn sede n oli' Hrlicolazione llbiu·-aslr'agalea sinistr·a con l'aper•lura cl'enll'atu unter·iormontc e nel mezzo ùella linea arlicola•·e, quella tl'uscila al calcagno, l'articolazione era pur·e gonfia e poco dolot·osa; eon un appa 1·ecchio immobilizzante si ottenne pet·feUa ~uaeigione senz8 feblwe. Da lulli i collt>glri dw lavorarono iu Belgrado fu praticata l'a nlisepsi solto molle fo rme. Il subl imalo c1 l il jou J for·mio furono i mezzi piLl di !'r·equenle usati, sublimH IO pet· le ferite, soluzione carbolica per gl'istr·un1enLi e lalvollu in mancanza d'Ailro si aòupt'earono ~li antis•·llici piu deboli come l'acido SAlicilico cd il permanganato tli polas,.a. Gli apparecchi e rano cosl.ituiti pt•incipalmenle di gat·za jO!l11i'ormizzala, di saccbcni di to l'ba, ovatta c g;~ r·za . A scopu d i fogna tura si adoper·ava110 più :,pesso le sll'isce di garztt , ra ramente i tubi e sulle ferite si l'lpplica"u poco jt•dofonnio. In coauplesso s iamo stati pinltosl<• pttrchi nella quaulilà di sublimalo e di jodoformio e co11 por·sirniJnia e fJl'Udc uz.a abbiamo praticate le ir•t•igm.ioni . Non abbiurno mai ved uto un Ct-lS<) di avvelenamento sia per sublimalo elle per· jodoformio, e la medicazione mista òi. questi due anlisetlici ha pr·est.alo i migliori servizi, come si vedrà in seguito; eò io inclino u credet'e che in ca so di guerra sia più facile adoperare una solut~ione


E SRUYIZrD Y EDICO MILITAUE

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:antisettica qi suhlimato che procurarsi dell' acqua disliHats; perciò non appt·overò mai i l così detto metodo del j odoformio put·o ed esclusivo consiglia lo da Moselig tanto più che dalla cuPa mista non ho mai avuto da deplorot•e effelli tristi. l cuscinetti di LOI'ba sono ottimi mezzi ai quali per ò ab·biamo dovuto rinunciar e pel'chè fanno per der tempo nel pt•epararli e non sono di ugevole lt·asporlo. Finalmente abbiamo anche pi'aticalo la medicatura all'acido salicilic.o c con o t timi eftulli . Quali sieno sl>lti gli effetti di que;;ta nostra cura antisettica <li mostrerò br ora dopo d'a vcr dalo un rapi tlO sgu11rdo sulla gr avita dolle lesioni avute in CUt'a. È vero, che alcune ferite, non ostanle la più deplorevole tr ascur atezza con cui et•ano state !.l'atta le mo!'\Lrarono un d':lcot·so api t•eLlico, ma queste et·ano iu 1ninot·anza, a cui faceva seguito una grande quantità di fm·ile in piena suppuJ•azione, feten ti, di orrido aspetto, molle con febb t·e e pa t'eccb ifl gia in preda a pr ocesso settico. Con Lullo ciò io ebbi la soddisfazione di veder e che doro l~ prime disinfezioni e qualche allo operati vo pral iculo d'urgenza lutte quelle fe1·ite diventarono asettiche. I pazienti si rie!::bet·o sicché, falla eccezione di alcune disel'licolazion i di dita, non vi fu necessitò di vcnii'e che 8 ( 1 una sola ope1·azione demol itiva, c questa si dovclle eseguire su di uno che era rimasto fet·ito al piede e che da un collega fu esplor Dto senza le debite cau tele anliselliche; pcl' arrestare il peocesso ~eltico si dovelle amputare la coscia. Tu.Llo quanto si 6 dello fino ad ora, si ri fe t·isce ai 172 fer·ili <Iella p1·imu rubrica. B en di ver se erano le condizi oni dei feriti della seconda rubrica cbe erano in numero di 25. Quasi senza ecrezione trallavasi qui di casi g t'av i, ven uti in cut·a tre e perfino cinque selliman e dopo l'avYenuta le1<ione. T ulli I(Uei pazienti erano 111 preda a febbre, .lepel'iti assai ·e selticoom ici. E1'a beu diffici le pi'ovvcdere ail una efficace antisepsi. Si dovettero immediatamente praticare due amputazioni di femoJ'e, un cet•lo numero di rosezioni sia parziali che totali e mollissime eslt·azioni di scheggie. in seguito si fecero due altre am pula:~.ioni ed una disarticolazione di coscia. l


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RIVISTA DI TECNICA

Se dal numero complessivo di quesli ferili (Wi) si deducono 40 casi dei piu legget·i l'eslano da classificarsi 157 con 165 ferile. Queste si possono ripartire nel modo seguente: Semplici feritE> delle pat·ti molli. Lesioni di nE:'rvi (nervo t•adiale). . Ferite d'arma da fuoco del pene . Id. id. d i arterie (at•l. omerale) . Id. id. di borse s inoviali . , . Lesioni delle os::a ron o senza ft•allura delle articolazioni. Id. Ferile d'arma da fuoco doi polmoni . .

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Eccezione fatta di sei casi, queste erano fet·ile da palla dì fucile, le altre erano ferile dt ~t·anala e da taglio. In questi pazienti, ollrc allo disarticvlaziuni di dita. Ilo eseguile dt!e amputazioni di gumua, lt'e amputazion i di coscia ed una disat·ticolazione di coscia; quindi sui fAt·i ti della prima rubrica (di J7i) una operazion e demolitiva e su quelli della seconda (Zo) cinque operazioni dello stesso i!enet·e. L'operato di disa r ticolazione di coscia, nel quale rinfìllramculo icoroso s'et·a esteso Ono ai l(luiP.i mori al quinte giot•no per esaurimento. Rgli era anche ammalalo di lubet·colosi poimonale; però questo ca~o letale deve essere sempr~ regislrulo come ct·onica sellicocrnio, contro la quale non sempre giova un'operal:ione t·adicale. D.iguardo alle ampuluzioni devo segnalare l'un ico in s uccesso avuto da lla pt•a tica ta anlisepsi. Due degli opet•ati guarirono per pt•imarn; nei lrl,) a llt·i invece, o· per s up put·azione o pet· gangrenA flE<i lembi dove tti procedet•e ad una nrnputozione successiva; lulli gunl'irono. Io attribuisco questo insuccesso alla circostanza che dapprima io ho amputalo assai profondamente P.d in parle all'aJII'ù fallo che lusingandomi di ollener e la prima intenzione ho falla la sulu1·a immcdiala. ~elle amputazioni successive ho invece tamponato la ftwila, con garza ioùofot·mizzatA, dopo forma li grandi ltlrnbi, non f'acendo la sutura che al quinto g iOt't iO, c ciò con ollirno successo. Ebbi a praticare delle t·esezioni tipiche cioè.una della spa lla, una del gomito, una del piede e pat·ecchie delle ossa del lat·so.

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E SI! RVJZIO ~rE DICO MILITARE

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.Sarebbe difficile ora r iportare secondo il lor o nome e numero gli altri atti opel'AliYi come difficile, perchò di natura su biettivo, sarebbe il l'ipa r·to dei feril i in leggeri e gr avi, le resezioni pal'Ziali delle articolazioni o clclle ossa lunghe nella loro continuità, la teapanazione llelros:$0 innominato che fu eseguila due volle, il tra ttam cnlo delle più gt·a vi e complicale ·frallure, lutli alti nperalivi ben più difficili delle t•esezioni tipiche e d elle amputazioni c che non possono figurat'e in una .esposizione s latistiea pC!'<·hè non possiedono un nome che in·dichi sommariame r.te ciò che in es~e operazioni ~i è fa tto. Verrò iniRnlo alla r asuistica tli alcune delle più interessanti lesion i osse!' vate. Dei 107 pazienti morit·ono tre, uno con ft·atlul'a comminuliva della coscia destra, il f!Uale venne in cura dopo Yenli giorni , e che 11on si polè sal vare nemmeno colla disarlico lazione. Il serondo caso Ha uoa frattu ra comminuli\·a e suppurante del carpo ùestro. Il paz.iente qunndo venne in cut'a pt·esentava già i primi SPgni del Lelano al quale soccombelle nel ~et•zo .giorno. :Nel let·zo caso lt'a lta vasi <.li fra llura comminuti va della scapola deslt'a e della at·licola~ione -:;:capolo-omerale. In questa si dovel(e procedet·c alla res<'zione Jel capo detrom et·o . Mentre l e fet·ite decorre v ono se nza f'eblH·e e s i erano giù form ale dolle :g r an ulazioni di cicaltizzllzione comparvero i pri mi fenomeni del lrisma e il paziente mori di tetano al sedicesimo giorno. Non ebbi atl osservar e ollt'e mulHltie d'illr..zione chirurg ica. Quattro casi di risipola, bcnchè non si sian potuti isolar e, non portarono alcuna infezione lra i rerili. ~essun caso di pioemia, di gangt·ena d'ospedale n•) emorragie secondarie. Valendomi delle comun icazioni degli altri col leghi poll·ei dare •uno sguardo anche sul comp les~ i vo n umet·o dei ferili raccolti in Lutti g li ospedal i della città . Nel tempo del mio soggiorno colà, s opra 3100 fel'ili perirono 51 vale a dire 1,G "1.0ccor ser o 22 casi di lela no che lutti senza eccE>zione ebbero esito infausto. Sulla mortalità gener~:~ l e il tetano rappre·senta il 43 p. 100.


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IUVISTA DI TECNICA

Nessuno mot•i per risipola. Sopra 2200 ferili si manifestarono otto casi ùi pioemia, non si potè verificare quanti ne· morirono per sellicoemio. Dobbiamo inoltre notare che non si è osset•vato in Belgrado· quasi nessuna malattia interna specialmente epidemica, soltanto nelle ultime settimane il geavosissi mo set•vizio di a varoposti cegionò numerosi catarri, pneumonie, c non poche congelazioni, non mancò neanche qualclte caso Ji mot·bill0. Non riuscir·à affatto privo d'inte1·esse l' espot·t·e succintamente alcune slot•ie cliniche. Mi fu dato in cura un soldato con paralisi del ner,•o 1'0diale consecuti ,·o a ferito d'81·ma da fuoco delle parli molli del braccio la quale era già cicalrizzalR. Le parli che eruno slal~ colpite corrispondevano a! decorso di quel nervo. Dopo d i DVet•e in ,·ono cercato il nervo radiale mi ero convinto che le du~ ''lstr·ernità si fossero ùi tanto ret:·aLLe da· rendere impossibile ogni ultel'iorr• t'icerca. Ma, come poi mi accorsi, mi ero male orientato nella l'i cerca del ncno; lo trovai· in seguito Jove esso gira allorno alromèrO e là lo rinvenni infiammato, per l'es tensione ùi tre ceutirnclt·i, con echi mosi· e saldato coll'qsso. Nei tentativi che foci per liber'arlo dalla cicatrice trovai in un lt•allo il nervo !JI'e~o in mezzo e tenuto contro l'osso da un frammento di proieltil o che lo abbracciava come lra le branche di una forchella. si ottenne guarigione per primam o ùopo lt•e sellim~ue .li regolare faradizzazione comincia r ono a manifestar si i movimenti d'estensione delle di ta. In un altl'o caso dovetti allacciare l'arteria omerale. Tr·altavasi di fer·i to delle pa1'li molli del braccio complicata aflemmone; nell'apl'ire un ascesso venne profu:>u emorragia. Applicala la fasciatura d'Esmarch e spaccato il 1lernmon3 si trovò l'arte1·ia omer·alc lesa pet• il tr·alto di dno ce11timetr·i. Si è legata l'arteria entro l'ascesso medesimo con calgut e si applicò un lampon e di ga t'za jodofoernizzata. La guat•igione a v venne senza accidenti. Le fe rile d'ar·rna da fuoco delle os.'a l ~:nghe nella maggio!" parte dei casi han11o pr·odotta la frattura, però due volle il proiettile ha fallo un st?mplice foro nel mezzo ,]ella tibia, in


E SER\'lZlO MEDICO MILTTARE

corris pondenza della Luber·osità an teri or~. L e lesioni dello os!.'& furon o in taluni casi assai gravi specialmente al calcag no, alla coscia, e al braccio, uno di questi casi di frattura commin utiva era es ~remamcole grave, l'om ero era in frantumi uno all'articolazione df'llfl spalla, il proiettile era entralo dalla par·le estema, nou esi,.Leva alcuna apertura d'uscita. Non osta!lte che si :<ieno (~sLratto nume rose e g randi schegge con r isultante per-lita tl 'os~>o di oltre cinque centimetri il paziente auarì benissimo in selle "rtlimane e cosi guarirono le altre fraltur"e comminuti\•,., coll'aiuto specialmente di apprweccil i ari estensione. Due fratture rli ma~cella infrr·ioro guariL·ono senza scomposizione, coll'oiulo rli nn sem plice apparecchio immobilizzante fallo di ga rza. Meritano pur·e mer1zione due cosi di fel' ile d'arma da fuoco dell'ileo destro. In uno il proielli l(! «->l'n penelt'ato dall'esterno all'interno; furono tagliate le pHrti molli e mosso allo scoperto l'osso ileo il qtw le prnsen tavu molte schegge cue fur ono r im osse. P oco dopo compa.t•,·e una fìsloln ~lercoracea la qn:lle guarì com pletamenti' entro quattro fwltim a.ne. Nel secondo caso la fprila er a oncora più pr·ofonda, il proiettile aveva frantumalo l'ur~>labo ln ro u uscilo in vicinanza dell'ombcllico. Si manifPsto .!!l'ave .flemmone delle pareti addominali , che fu dornAt.n co n le lar·gbe incision i, in modo che per buon tr•atlo il pel'ilonco riman eva allo ~cop e rto; la frattura dell'acetabolo pM Pva dapp r ima che indicasse la r·csezione, m a per buona for· tuna si è tcmpm·eggialo e con un appar ecchio ad esten,.iono il pazienlr! guarì in cinque settimane. Dei due casi di fra llnra delle vertebre si far·a qui menzione di nn solo, essen l'lo 1· alt ro comrweso tra le ferile del polmone. La palla era penell'ala nella narice desLI'a, aveva ullraversato il palato osseo, ave,·a spac•·ata in mezzo la lin~ua ed era penetr ata a l lato sin istro \!ello parete po1>teriore della faringe, n,on vi r ra apet'Lllt'a d' u>;ritn . Pa!'esi quasi completa del bt·accio sinistr·o. L'ammalalo assel'iva d'aver• sputala fuor•i la palla. Egli applicava un tampune al forò del palato e così


lli VI STA Ili l KCNit .. \

poteva be1·e e f ums1·e cornoùamEmlJ.o. In segui to com pa t•vero fenomeni ùi sponuilil~; e uon ostautc che s1 fu~,.;e me::-so un appal'e<·chio estensivo siris' dgliaronu Acuti dolur i e di fflco i L8.

g r a ndi n Jegl uli1·e, gt•nùatam,·nle si fece una iutìllr azione al lato Sini lro del collo. Allora 1111 o.uci:-i oh opcra1···· PralH~ui una incisione dielt·o lo !:-LCI'no cleldCJ-Illa~loldo•o, lu quule mise allo scopet•lo delle g-b iandole li n !'uliC'he suppurate; t'rJ11l111uaudo ad incide!'•' sul111 muscol.llUI'u prol'onda clt!l collo l'uggiunstt processi tenùinMi di'Ila quartu t> quinlfl ver lebr•fl cer vicale, i quali erano fr atturati in pat•le, e 111 lllt'ZI.u aù e'-si li'O\:ll un cavo 11scessualc grande quunlo uua lliWl', ripi!'IH.• di frAn tumi ù'ossu di Leu.Jini c tlt ntt•n, YIIOlato l' ascesl:>o, scopdi nel

suo fouùo il proif'Uilo> giaccnl1• tra lu CIJionua verlebrale e l'esofu~o; mr.dwnte J'P»-len,..ione e ìl tnmponu~gio c on gurza jodoforlllizzata "Ì oll••n1W la pe1·fclla gutu•igioJtP in tt·e ~clli ­ manc. Veun,•·o ~oll~· In raua cul'fl t1·•· t!l'ili ti' at·ma da fuoco del polmoJH·. t• Nt:Jo. - Lo pnllu Pl'tl • ulr<lla I'Ompeuolt• la :seconJa costa a ~ini"LI'o~ <'oli u"·ita u duè ce•nlunelt'l H ~uuslra della sesut ver lc!hr o, clo r sal~:~, v 1 <J l 'n d ispr ~t•n g 1·a v l' , f• olso piccolo e l'r~q uenlo, en!ì-.ema <.Iella <'ule dul collo 111111 allo scr·oto, $Uono limpanilicu Hila ml'la "IIIISlra dt'l toracl. nessun t'Ssuùalo ne ol.lll!'il lù all11 i"~'·cus..:ione, ~pu lì r u gguwsi. L H fe-

r ile ftll'nno supt>t•ricialn•cule olrsiut'ellal•· e quindi copel'le di gar-/.n jlltloìnruuzzal:l; gual'l;.tlulle cmnpleLa m t·mque ~elli­ ill<HIC.

2• eoso. - F cl'ilo d'iugrfS"rJ du·· diln a si•Hsll'u dell'apof1si spmocou J"lla ùec·una vct·leLI·n rtOesalc, :-.cuzu uperlura d'uscita, leggct·n•"Olurl·" \l'«cieale, duiOI'I alle gou1he, del 1·esLo nessu n l'•nOJntJnn !<pimdc. 11 pazi~ulc 8Hlv a !>putalo sangue, dopo uruJ setlin1ai1H e wezzu t'tJIIIiul'iu la febh1·e. Fu sbi·ig liala In l'<·t·ita ol'iuf,:l'e;::c:o tl rwtl n CS\Jlu <;he le slava di d10Lro si leovat•ono mollP ><dlt~~g-c l1here. rinliJsse le qualt :-,i polè penel1'8 1'e tanto t·ol tlilo da pcl'cepi ru 1R supe1·tlcie anlt•l'iore del cor po della vPrtel.,·o. Non :si pol~ t· inveui n: il pt•oicllile. li paz1ento ebbe ancora una forte emoll•"i <.lal che si dov(•lle


E SEIIVIZIO MEIIICO MJI.ITAIIE

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nqruire che lA palla fosse ~enelrota e soll'ermata nel polmone. Guar·igiooe 10 sei settimane. 3° t:!aSO. - Jl p!'OÌCLLile P!!lt•UtO dAlla parte esterna del braccio destro er·a penetr·a lo nelle parP-Li del torace in ~u verso l'ascellu, non vi era aper·lura d'uc:cila, l'individuo non pl'esentava fenomeni l'pcciali da parli· della pleura e del pol mone, ma eli tanto in tonto a v Pva quoll'lte acccE<so di febbre <' deperiva ronliuuornenlE:>. La febbre in l>t>p;uilo ~i fece più gaglif\l'da, cosit·rhc si dovette pi'Ocedere nel on ollo operativo. Dopo falla una ìarg11 iucisiouo all' cstl'emita po~;Le!'iore del cavo ac:cellar·o si tr·nvò ~ollo la scapula il foro della par·ele Lorocit·a nel quale potPvano p(•nekm•o clue dita ll!'.SiPme. Tra la scapula P lt• paro·h lro,·aval'll in IJH"I c:1lo un ac:ccS!-'0 ripieno di malPt·ia lclidn, t~ da quella cavità uc:riva l'nt·:a ad ogni cspir·azione. Si praticò ln disinfezione et! il drenaggio. ·Cadde la ft>bhre, Jimmut gratlalornenlc ti passag!ZIO Jell'ario, e diciossetlo g'iorni dopo l'oper·azione le fet•itP erano quasi ·cicalrizzale. Anche in ques to caso pnt'c che il JWoieLtil c si sia incaps:ululo nei pnlrnoni. Le ferite d'o!'u1a clu fuoco dt'llt• 0!'!"8 pos"ono rtpOt'lir·si corne sego.~e: dita l!l, rnctFit"Arpo 6, ul na 2, le due ossa dcl l'avamb!'acC'io 3, mnet·o 4, cale8~uo ~, libia 2, ossa di'Ile g:arnbe 6, femore 3, O'lf'O tleo 2, da,·icola l, verl~>bt•e l (non compreso il ·caso g ià t'J[)I>I'lalo tl i l'e!'i ta ciel polrnonP), mac:cellal'e inferiore l. Le ferilP d'arma clu fuoco dPIIe arlitolazioni sou eosì nistribuite: ar·ticolazionC\ delle cl ila 2, articolazioni del carpo e 'IllAtacarpo O, articoln7.ione del g:omilo i , della spolla 2, articolazione inlerfalangoa del <!ilo grosso ilei piede 1, tas·so c •m elalarso :>, al'liC'I)Iozione ltbio-aslr·agolea }, o!'lir:olazioM ·coxo-femoro.le L l n lutto 25. Do qnesla Psposiztwtc slati-slica eruer~e aii'C>viclenza. il fallo assoi consolante che in guer·ra la cura anlil'lcllira anche Lardiva, como é slelo qu i il (·nc:o. t:0n un r ilat·tlo pel'fino di dieci gio!'ni, pun nnco r·a e~~"C' I'•· a~~R ì utile e puo i'alval'e n on ·solo delle vite, ma faPci risput·rniar <' opet•azion i dem(Jiilive e conservar•e la funzionalità ucllc membra che senza qu PIIa .cura avrebbero dovuto esserP it·rppa t·abilmenLe ~ac r•i ficaLe.


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RLVISTA Dl TECNICA

Sul trattamento anttsettloo sul oampo di battaglia. Dott. T.eoooRo HEYDENREJCH. -

(Cerdral b. jilr Chi·rurgie,

N. 15).

Gli splendidi risultati dell' antiscpsi in gue1·ra hanno dimostralo a sufficienza come possa eset·citarsi con vantaggio il trallarnento antisettico a i primi posti ùi soccorso . Ciò si é veduto specialmente nella occupozione della Bosnia, come nell'ultimo conflitto seJ•bo-bulgaro, nelle quali contingenze si è anche veduto come questo trattamento possA altuai'Si in mezzo a condizioni sfavorevoli. Ebbi piu volle occasione di dimostrare che l'antisepsi prima ria, cioé fatta in posti dj medicazio11e è di mollo superiore nei suoi benefici ·effe tti alla secondal'ia, cioè a quella esercitata nei lazzaJ·etLi d~ campo e negli ospedali permanenti. La pratica quotiiliuna in tempo di pace e la clir~ica espe.rienztl c'insegnano che quanto più sollecitamente una ferita vien dis infettala ed è opposto ostacolo all'ingresso nella medesima di ugenli 11ogogeni, con tant.n maggior·e probabilità potremmo prevede1·e un decorso asetlico. P artendo da questo concetto che n~ssuno potrà tacciat·e d'err.meo o d• esageralo, l'antisepsi p1·imaria ci appot·e una necessita non solo a i primi posti tli medica:zione ma a ncora sulla s tessa linea del fuoco, da farsi immediatamente, s enz9 indugio e dagli stessi soldati feeiti. Il soccorso che in ten'l{tO Òppo1•tuno il soldato porta a sè stesso, semb•·a impo1·taute non solo dal punto tli vista sanitario ma a nche str·ategico, in quanto t.!he col suo intervento si mantengono spesso al lot•o posto delle forzo combattenti che in ullro moJo verrubbero distolte o paralizzate. Allo scopo ùi ovviare a questa spiacevole evenLualitù, ma anche impedire che si disperdesse la provvista di malet•iale da medicazione degli spedali, fino dalla guerra dei sette anni si pensò di provvedet·e ogni soldato di due l'a scie plw l'applicazione della J)l'ima medicatur·a. Questo pl'im iLivo apparecchio fu il prototi po sul quale furono ideati i paccl1eLti da medicazione pet· il p1•imo soccorso dei feriti. Sarebbe ora troppo lungo seguire passo a passo il g raduale sviluppo di questo pacchetto, fin o agli ultimi pot•!'ezio-


E SEIIVJZIO MEDICO MJLlTAIIE

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namenti. Qui mi limiterò soltanto a descrivere il pacchello da medi•:azione anti~eltico da m e pr oposto al primo congressodei medici russi in Pielrob~rgo. Ques to pacchetto contiene quale ingredien te a11Lisellico il. sublimato cor1·osivo, il quale costituisce sempre il mezzo piu potente e meno costoso. In ugni pacchetto lrovan~i 5 g rammi di zucchero e s ubli mato (nella proporzione di uno in mille) quindi vi è t;~oo di quest'ul tima sostanza, il lullo inviluppato in carla cerala. Questa polve1·e Ya f!ellala <;ullu fe1·ita immediatamente e facendo (I elle frizioni sulla medesima e sulle pal'li· circostanti. Sop 1·a la polvere si applica la gm·za a l sublimatodi Bergmann che ne contiene 113 p . 0 '0, c poi colone idl'ofilo. Ogni pacchello contiene 3G centimetri quaJr·ali di r1ucsta garza con sopra uno strato di ovalla ig t·oscopica; a que!;ta va sovrapposta carta vernic.iala di cui ogni pacchetto contiene i /4 di foglio, finalmente è unito il LuLLo con un tr iangolo di tela di cotone e fissalo con uno spillo di ><icurezza. Il fazzolello triangolar e (135 cenl. diipole nusa e 88 cent. di ca teti) è JisinfeLtato con una soluzione di sublimalo all'uno per mille. Non ho trovato conveniente adollat•e i c.l isegni inlrodotli da E smarcb nel suo L•·iangolo. Essi rendono più co~Loso quell'og~e llo, i colo•·i di slompa lo ,ins uc.liciallo e finalmente quelle tìgu1·e :::ono del Lutto inutili. Il soldato deve esset•e istruito nel propr io I'{Uartiere e in tempo di pac;:e sulla pratica di quella m ed icazione. Da q uei disegni egli nulla può ap prendere sul campo di l)allaglia, né avrebbe il tempo di sludiarli. Ma non solo ho cet·caLo di formare il mio pacchetto a scopo di di "Sinfezione per via s ecca, cioè col mezzo di s ostanze polverulenti, ma anche per Yia umic.la. Quest'ultimo modo di disinfezione gode somma mente d'un grande vantaggio e quindi mer iter ebbe la prefet·enza poicilè con esso s i acquista m aggior e probabilita di una più accul'ala e completa Jisinfeùme, il liquido penetra in tutte le sinuosità. in tutti i canali, in Lutti gl'infossnmenli c.lclla ferila e rneccunicamenle scaccia qualunque immondizia dalla fer'ila stessa e dalle parli circostanti. Ma supposto anche che sul campo di ballagli& si po:;sa semp1·e trovare il mezzo che servir deve alla soluzione, ci~


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J\1 \'JS T.\

DI

TEC~ICA

l'acqua, orllinariamenle ec;sa non è abbostanza pura o non ·è adatta olio scopo unl i sellico iu cousa della polver e, della sabbio ··he qua::i sempre contiene; per l'<"nùei·c racqua utile a questo genere di medirazion .. i o ho a~giunlo t1l m1o pac.chello un filli•o: questo è I'UPPI'P.SenLato •la un imbuto di Ilanella contenente O,:J di ~uhlimalf\, l'ac•[UU che vi !'i fa passaee depono nel lilli'O i suoi cot·pi esli'Anei e i n pat•i Lom po sciogliendo una ptu•lc del sublimalo diventa una S(,\uzione anli~ellica. Ulc<Ciltl ùal tillt·o <]Uesrocqua può c"~ere l'alla cadere irnmcùialamenlc !"ulla fel'ila, oppu1·~ t·accolla in un vaso <far·gilla. oli vetro, lllt• non di metullo. Il Lu tto ò contenu to e chiuso in bus lu di per gamenfl, sopt•a la quale slu scrilla la i>"lJ·uzionc '-~U I modo di adoperot·e il pacchollo e l'avvet·Lo:mza dt non aprirlo che 'JURnùo debba essere immediatamente adoperalo. Il pPso ùel pacchcllo •· di 75,0 JZI'. eù occupa poco s~zio, .é faci l m~nLe traspot•tabdt•; si pub collocar·e o nella IF~sca del cappotto, oppure, rom~ io ho pr c,poslo, può essei'Ocucilo nel cos! deLlo sacco a biscolto, inlcoùotto oru oell'e:::-cr·c•to r·usso. n costo ùi queslo PllC('fletlo si può dit•o iusignificontP. Gli oppositori e i delrstlori del l'&cchello da medicazione fanno osson•tl r e elle qud maler inle o si gua::!l8 prima dol ,tempo, o si pe1·ùe, u cl•e nessun mazzo esisto per sol vare daUe 8\'At·ie le sostanze che contiene. A questo appunto si può rispondct·o che: t• i f!JlCChelll da mPùicazion~ non possono ossct·e inlr·odolti che ùa es••J·cili civili e dic:ciplinali e che: 2" la collset•,ru;donr> o il deper·inwnto del pocchcllo dipende Lullo da gli fiP fll' ez'l.a menLi che poSS\JUO fal'u gli ufficial i dell'importanza di queslo mezzo di mec.licazione. E so si oltieno che il soldato non guasti questo o qnell'allt·o t•~otgetto del <>uo COI'I'Pdo, nello stesso modo si r•iuscirà a far·gli conservat·e pet·fetlamenle il fWOprio paccllcllo da medicazione. l

Il


E SERVIZIO MED ICO MlLITAUE

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L'importanza dellla medicazione todoformioa In guerra. - Sunto di una conferenza Lenula presso la Societù medica dj Viunna il L2 mar·zo 18Rli, dal proì. M osETtC voN MooR.HOF. - ( W ierter lVIc:d. Woellensch., N. i 6, 1886). L' illustre chirurgo, po.t'Lendo da nuoYe e pil! concludenti espe1·ienz.e si pt•opone rli motLe J•e in m ag~iore evidenza l'Lllilità, la neceesita an1.i, ili questa medicazione nella chit·urgia di gucna. Premette col dichiarare "'S"er c inlieJ'aJHenle convinto che tulli i s;uoi uclilori, nessuno cccelluato, ammettono !"opportuni tà tlella medicazione &1 1lisetlico in giH'rr a e che non con<lividano !"opinione di que.l'auonimo scrillore il quale in uno dei ~i or nali medici di r·ecenlc pu!Jblicali ,:;i é compiaciuto rJualifìcare per un anacronismo l'inLJ'Oduziono obbligalot•ia della cura anlisellica in S erhia. A s uo avviso in veci.?, Ll'a l e q;1estioni che ogg igior no agitano le soci·•là, 'lueslo tlell'r.nLiscpsi in guerra é delle piu urgenli cd è da rrevcdeJ•si oon che desider·at•si vicino il mom ento in cui l'obbllgo d i qucst.a medicazione g iò sancita nella pral!ca civile si estenderà e con maggiore ragione alla chirurg-ia milila l'e. Se adun;1ue si amrnetle che l'anlisepsi ò una necessità per la cltirut•gia degli e!'el·citi r,omballcnli, non si polrà nemmeno nega1·e che l'anlisepsi proll lnlLica ubbia una primaria importanza. Quesla untisepsi prolllallica prali cala nei posLi di medicazione e ogH ospt>dali mobili. Quale an tisettico sarà piu !ltiallalo a questo scopo? Coloro clJt> sostengono che il medico sul campo di ballaglia può la vot•are uli lmcnle con soslanz,e antiseLLiche liquide non sanno cosa succode in un posto tla 1nedicazìone. C'l là si accolgono i t'eri li per· esser e ri versati negli ospedali mobili. Alcuni ferili, coll'aiuto dell'ambulanza ;;i recano dirella.rnente agli ospedal 1 di campo, dovu però uon possono r estare perché bisogna far poslo a Jwov.i enll·o.nti. Una regolar e medicazione con an.li 3ellici liquidi ~ assolutamellte impossibile tanto alle ambulanze com e o gli ospedali di campo, e Lrtt j vari,

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lllVISTA DI TECNICA

ostacoli che a questa medicazione si oppongono gioverà accennarne uno solo che si verifica di spesso ed é Ja mancanza ·dell'acqua. Nella maggior pat·te dei casi sarà p~rmosso di valersi solo di un antisettico che offra una tecnica di med icazione facile e semplice. Jl mezzo pt·cscello deve essere solto fol'll10. ùi polvet·e non deve causlicat·e la fer·ila e deve spiegare uu·azione a bbastanza òuralut•a. La medicazione alla Lisl~-'r, benchè conosciuta da mollo -tempo non polè essere regolarmente adallala nella pr atica chirur·gica di g uerra perché il suo Lecnicismo è molto complicato. La fr·ella e Ja confusione che naturalmente e inevitabilme nte dominano nei posti di soccorso in prima linea fanno si che non si possano ovv iai'O cet•Li gt'avi inconvenienti, quflllo specialmente di applicare un antiseLtko caustico in dose troppo forte e ciò si ò t•ipetulamenle veri!lcalo nell'ullima g uerr•a. Nessun mezzo antisettico in for·mu di polveee pun equipat'Brsi al iodofor·mio il cui pregio principale consiste nella s ua azione duraluJ'a. Lq stesso Li$ler· no n disconosce questo fallo ed ecco come si esprime s u tal proposito in occasione di una s ua lellur·a falla alla società medica mililar·e in W oolvic!J nel 118 febbraio 1881. • Ri guardo alla prima mcJicazione da pr~licat•si in guerra ò una g rnn:le difficolta quella di possedere un antisettico che oltre all'essere di facile lra$por lo e di poco volume ci offra sufficiente difes.a dalle malallie d'infe~ i one . Nello slalo attuale della nosLra scienza inclino a cr·eJet'e che il iodol'ormio s ia il mezzo che cor·t·isponda meglio allo scopo, e benchè esso non s.in un o dei più eneegici nnlisellici pur'C è il preferibilo. II suo speciale vantagg-io sopt•a allt·i antisettici sta in ' JUesto, che è pochissimo solubile nell'acqua e negl i umot•i e per· consaguenza ritiene pet• molto tempo la sua vit'tLt anlif~ r·m en la­ liva, menlt·e d'aiLt'a parle non ese1•cita alcuna azione irritante sulla fet•ila. Questa è una meravigliosa eombinazione di vantaggi Ia quale mi ind uce a credere fermamente che lu miglior e medicazione in guer1'8 sia quella di spargere sulla fe-


E SElìVIZlO MED ICO MILITARE

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r it.a polvere di iodoformio e di coprirla poi con materiale assorbente "· Aggiungeremo che un altro chirurgo, autorevolissimo in materia, il Mac-Cormac si esprime nello stesso senso. Ma vi ha di più. Il jodoformio possiede altri preziosi r equisiti non ri levati dal Lister e riconosciuti da Bat·deleben; taU sarebbero il potere emostatico e quello anestetico. Secondo i r isulta ti della pr opria esperienza in quesl'uHima guerra, l'autore non c:r•ede opportuno t'accomandare la medicazione jodofor·mica quale venne precisamente indicata da Lister. Tale medicazione non cot•r·is pond e pérfellamenteperchè la ovatta concr·elandosi coi liquidi seg•·egali for·ma uno zaffo che pone ostacolo al l01•o libero sgorgo. Molti ferili medicati a quel modo sul campo giungevano negl i ospedali di Delgrado con esle!';e flogo~>i e suppurazioni e tutte le a ltr e complicanze che sono pr·opric di un ristagno di umori nella ferita. Ma ùl ciò non devesi incolpare p1·opeiarnente if jodoformio, bensì il suo modo d'applicazione; una medicazione ben falla deve anzi tullo permette1·e la libet·a uscita degl i umori e ciò si oUiene !=>Ìcuramfl nle se s i ha l'avver tenza, di copril•e la ferila ~ìà impolvera ta di .iodoformio, con un pezzo di carta gommata che !>ia un po'più grande della ferita slessa e sopra questo poi si applica la materia destinala ad accogliere ed assorbire il pus. In questo modo lo sgor·go degli umori non incontr·a più ostacoli. Alcuni cbiru1'ghi so:è'lPngono che J'jodofor·mio é un antisettico troppo debole per essere udop~rato da solo. Molti ttnzi sogliano irnmerger·e lo g arza jocloformizzata in una soluzione al 5 per cento d i acido fen ico prima di applicarla sulla ferila. Altri temono che gli organismi non vengano lutti uccisi -dal jodoformio epperciò vogliono che le feriLe siano acidijicate colla soluzione fenica. L'autore sostiene che tuLLe queste pratiche sono a ssolutamente superflue. A questo proposito non sarà inutile r iportur·e anche il pare•·e di aiLI'e autorità . Li 3 settembre 1882 presso Ilugstetten per uno sviamenlo di un ~reno ferroviario contenente 1200 uomini accadde un terribile disas Lr·o c he cagionò la morte di 71 individui e fe-


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RlVTST A 1H TECNICA

l'ile diverse ad altri 197. Riguardo a quel fatto il Maas cosL scrivie nel Langenbeek's Arehiv, 1885, pagina 815. " Nel trattamento di quelle ferile noi abbiamo tralasciata la disin fezione pr'imaeia col clorut'o di zinco e acido fen ico, come · ora s i usa quasi gener'almente e ciò norJ oslan Le ei re le ferile fossero lorèle di terra, di sabbil'!, cd altre sostanze accidentali, perchè coll'esperienza fatta in altri consimil i casi ci eravamo convinti che gli organismi zimogeni attaccali a tali soslam;e non hanno qual ità morbificbe in riguardo alla palogenesi delle 1nalatlie chieurgiche infe lli ve. Una ener•gica disinfezione pt·imaria non è soltnnto una inutilità ed un perdi te mpo, ma anzi fa ostaeolo alla guarigione della ferita per·c:l:aé una gt'ande quantità di cellule e perfino dei sotlili slt·ali di tessuto sono distrutti dall'azione fortemente caustica dei mezzi chimiei impiegati ordinar iamente a scopo di disinfezione pr'imar·ia. " Col jodoforrnio siamo iu grado rli mantener e asetticu una fer·ita non solo, ma anche rli far diventare ase ttica una piaga infetta. Con nessun a ltro mezzo si oltienH r1ueslo risullato. Tutto ciò che si è detto sulla debole azi onr~ Jel jodof'ol'mio è ,basato sopra esper'imer li di gabi ne tto. L'osseJ'vazioneclinica invece non avr·ebbe t'iscontra.ta questa pretesa debole azione antiseLI.ica. Il MoseLig per una cruotidiana osservazrone nel riparto chirurg ieo p lui at-Tillato ba potuto ri levare ehe il decocso delle fratlu re complicale lral· tate col jodoformio et'a egualmente buono c he in quelle curale a lla Lisler . Al suo arrivo in Belgrado tutte le feriLe, poche eccettuate , erano infe tte perché in pr·ima l inea non era s La lo messo in pr a tica o lo era s tato assai imperfettamente il metodo antisellico. Ebbene, coll'aiuto del solo iodofo rmio si s ono ottenuti tali ris ulta ti da autorizzare ad escludere senza dan no qualunque altro antisettico nella chil'urgia di guer-ra. Nell'ospedale di Belgrado furon o ricevuti 273 feriti gravi i qual i g ia da sei giol'n i er·ano senza medicazione. Il Mose tig in compagnia di altri due c hirurghi i dott. Lurzt e Cupa!'escu lavoravano da matlina fino a. sera , epput'e era lor·o impossib ile rivisitare un feri lo se non una volta ogni tre o quattro giorni. Se a ques ti


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E SERVIZIO !IIRD!CO M1WTARE

feriLi s i fosse applicata una rigorosa medicazione antisettica che si sarebbe dovuta riunovare ogni volla che gli umori si fossero falla strada attrnverso l'appar·ecchio, la vita di quei fer iti sar ebbe stata continuamen t~' in per icolo. Dalle seguenti cifre ~i può Yrdcre col numer o dei feriti risultati rli curA ottenuti col me lodo in questione : Fr·atturc del rem ore Jlj., morti 2, amp utazioni 7; Id. della gamba IH, mOI'tJ 1, ampùtazioni 2; Id. del hra<:rio F> d<'il'Avo.mbrnccio 20, morti l , amputazioni ~. ntorli l; F ratturo t.lcil'at•ticolazionc coxo- f•'morale t, resezioni 1, morti t; Articolazione del ginocchio 1:{, amputazioni 6, morti t ; ld. tibio-tm·sf'a 2; Id. del gomito 1-, resezioni 4; Id. ratHo-cnrrca 5, amputazioni 2; Lesioni del era n io 2, morto L Id. della colonna verlebrale 1, morto 1; F erite d'arma rln fuoco rlt' l po lmone 3, toracilomie 3, m orti 2. FratLltra della mandibola, della mano e del piede L68. Totale frattur·e pPr armA tla fuoco . . 2:,f! Iù. ferile d"ar·ma t! a fuoco dell e parli molli 570 I ù. F er ile da tAg-lio. . 2 Totale generale Morti 19 = 2,3 p. ·tOO.

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Di questi 19 cusi di morte 4 avvennero per le.tan o, 3 per embol ia grassosa (in seguito a fratture per arma da fuoco), 1 per trombosi della vena iliaca, 1 per lesione del cervello. Sottraendo questi H casi letali. la propoezioue della moJ' talilà si potrebbe stabilire ad 1,24 p 100. In lutti i casi di tetano si procedette all'amputazione ed allo stiramento dei più grossi nervi per enteo o! monco ne stesso, ma l'esito fu senza eccezione infausto ed egualmente fìni rono lutti g li altri casi di te tano c he da a ltri chirurgi furono curali o collo sliramento dei nervi e co 11 terapia interna.

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IUV TSTA DJ TECN!CA

Moselig fu il primo a pr•aticar·e la cut·a ar•tr::;oltica in guar r·a esclusivamente con jodMor mio senza conco!'so d i altri mez zi. Per it-rigazione delle rur·ite ef{li s i serve sempr•e della pura acqua di~lillata l~Oilll:' tl'allron do suole fare llt"lla pratica ord ina r ia, e co 11l'ronlat.i i ::;uoi t'iRtil lali eon quelli di altr·i chir urghi che praticano il rnelodo misto, non vi si lr•ova dil'fer•enza alr.una o ::.e ]JUI'e c'è uno diiTerenw questa é in vantagg-io del suo me todo avuto r·iguarJ,ì ulla l..!;t'uveua affatto eccezionali! di Hrolti cnsr avuti in cura. L'auto r e pussa finoJtn enle ~~ tuccur~· la ~anl.o r;onl.t•ovet•sa questione de Il'a v vclenuHlCHto [W t· .i•J•iot'ut·rnio, clte per molli è ritenuto pe:;gtrJt'e ddlu .,;les;;o ;wvelonl"unento selltco. Pt·emctle inl.unlo elw dall'anno lil7<i, nella quul' epoca egli hu inaugurala la meJicuzto1.·· JOdofut·tn iC<J, lh•u ad og~i ~~ 111 pace che in guert•a uo11 <'l>l" tnui uceao.io11e ,li o::;::;ot·va t·e 0 11 caso di '(Ueslo avvelem tncnlo. Recentemeuh.! il \Villt\lsbUe r' descrisse un caso os..:o::nalu all'o!'peJttle Ji Sofia, da lur t•tlenuto propt•io ù'avvelotJamelllO .iudoiiJrmico; iu que~ lo cu~o si sal'ebbero S\'iluppati lra gli ~:~llri ~inlorui anche dPi fenomeni cet•ebeali con dolit·io furiu:::-o; luli feJI <I Ill811l poi si ::-at•ebbero di legua ti dopo>~osp~::;a l'applicuziqne di gr'éllld•~ quantila di polvere di joJofur'tniu, conliuuawlo sollanlo l'uf,O dellu f{arw. jodofor m i..:7.altL Mo~eli!-;' uun aceelLu J'in terpt·etazio ne da tR da \oVille lsbofe r ~~ 4Uei smlomt, lauto piu che J'u continuata l'applicazi ou~ d•~! pt'<',.Uillu vele11o coll1-1 ~arzu .i ·Hio!'ormtzzata; c rede invece clte it t quel <'fi<' O sinsi lt'Hlluto di )tttore l$ettico. Una importanza lullu :;pedalo ba ot·u ucquistuto l'todoformio come mezzo t:mwslalko. Tra i ca;,i no n 8C mp r o legget·i di rnr·ite d Pile pat•t.:Li tnulli se 110 ebber·o due C(Jtl Je~ioni di gt·OS5i lronchi uJ·Leriosr e ~ucce::.!'<iva Jo t·r .. ~Jzion!' di ancurtsma diffuso. l n n11o et'a l'el'i lll l'a rteria succluviu i n cotTispondl>llZS del lubcC'colu di Li.-.frauc, e nt>ll'ullro et•a l'et•JlA l'al'terta tibi!}le poslet•ioJ·e. Per lo :stato inllamtnulvr·to dt>-llu parli vicine no11 et·a possibile !Jrocedl-'t'O alla legatura sul !'ilo. l 11\'E'r:e si pulì per benu la ea' .tu e 't si applicò uulampont> di gat'ZA jodofor m izza la che si lasciò iu posto dieci g ior11i; ambedue i casi decol'set'O favot·evolmenle (!)


E SEilVIZIO ~( RO J CO MI LITAR E

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I concelli fondamentali Jell'aulor e possono adunque comnelle seguenti mossime. 1' Per la cura antisetlicn ùelle fet'ile in pl'ima linea non si possono adoperare che medicamenti in forma eli polvere, -che non abbiano azione caustica P clu• anche in piccola quanlìln spieghino un'o:z ioue an li;:eltìcA d ura Lut•a . L 'jotlofor m io ò il m edìca nwnto elle m ·~g l io ,fogni ollro COL'ri ~po n de a quelle indicazion i. 2• In seconda e let·zn lirH a la metlìeazione col solo jodofo!'lnio rorri~pon de ~'nmp l elamenlr e c.i fa o LLeneJ•e effelli tera peulìci e~uali A 'fUCili pt"•l lollì dall'addo fenico e dal ~u­ blinLalo. pe1'Ò co! ,·anla!.{gìo dì una più facile e comoda applicazione. :l• l"inolmenle l'jodoformio c pr>ll' organismo umano piit ~nnocuo dì quAlunque a ll1·o anlìst>llìco fino ad oea conosciuto. pendiar~i

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CORRISPONDENZ~ SCIEN1'1FICA

L'illusll·e medico .tcncL'ul•· dell"r:s""t'rìlo bt·itannico, tlollo r Longmore. dil'ellot·t- c pl'tll"l"sscwc alla scuola rnP.dtca del · l'eset•cilo pee,.so il n. (•~perlu l r VitloL·ia a Neltley, apprezzava ~on cor·tesi, Amichevoli ]'IH'oln il no:" l l'O piccolo la vOL'O Sulla abilità ed inabilild al ~:;t>rt•i.:io wr lo stato della vista nri tli~e rsi escreiU t>d rtrmrtiP, u)rgi unge nclo le seguenti osse~·va· zio ni. " Nel voslro pro::-pell•J, a png. 20 c 21, peì min imi lìmili " vi~uali, ••cc., l'ac:uleF.t.t.t della vi::;La, pnragonala col la vista c normale, appllt'e nell' esPrctto ingle:-P al ptù allo gt•a<lo, " cioè V =0,9 c per l'accadetuia dt 'VooJ wich aJTi verebbe • a V= 2,0, coll'ai ulo cl elle le n li dì r.ot't'czioue. Ciò p>H·e l'isulti « dal fallo che ,·oi mellcto i discltì c.li prova al medesimo li "' vello Jei ca t'alte r i eli fJI ova, vEtle n dil·e per V not•male sollo « tln angolo visuale di :-1', menlL'a cito, secondo me, deve rite« neL'Si come V norma le il rispo ndt·ntc all'angolo visuale di 1'.


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CO!UUSPONDENZA SGJE~TIFlCA.

• Il doll. Snellen introdusse i dischi neri ù0l diameLr o di t''Js ,_ • in una deUe sue edizion: ingl esi òi cu ralt~ri di p1·ova (2' edi" zione 1.8<H), ed a pag. 8 egli sc1·ive: " L'aclltez~a dd/a vista • descr itta nrlla pro~7 ress ione (per oed{'rc· il disr:o (lr·l elia• metro di l uar,[ alla disian:a di 600 yards, od il prmto eli • prooa alla Meclesùtla tli.çcan•a) potreùbr· c·ssr-r•• consirkrato u co1M quasi t'[l ualt• ad ti' .... V= 0,250 ci rea •. È \'EH'Jssimo: 110i abbiamo eq11ipa1'8li i r.lisclu pien i a.lopt•ali nell'l';!sercilo iul-!lese, ai ''ar a lteri tlclle st·nle ollomell'ic!:e OTIJnque aiLJ·ove usi'\ l e . .. .. Fu una iue!òallezza, c.;!Je ci arfrelliamn a r ellificar•c. gralis~i mi cl1e l'egl'egio uoslJ'O auli<:l.} abbia su di c::oso richiamata la nosLt·a ai.Lc uziune. l dischi pit•ni DOli debbono vnlula t-si •Juali lellt•r·e, ma CI)Jnmisurorsì ai ll'Alli elle e.::Jse leller·e d•oJl meAuo. Il corrispondenle visulS DOli dcY~!'i cioè mi«urAt'e sul tninirao vrsibile c:ome comunemen te lo si inLe11de ed è ap plkaliwnnen le invocalo colle scale o~.:ulislicht: qua!>i lutle: ma stlJbene sul l(linimo srparabile r: ome lo invoca ed ap plica lnn lo es~lta­ menle il Gir·aud-Teuloll . 11 visus adunque 11a noi indicH.lo era troppo elevalo, e l o si d•; vo noù•volnu•nu· r idurre. L e iò'call" pil'1 adoperate (e e.Ltr noi Yc>tTemmo chiatnoi'e oc:ul istichr>, p r t·ché slabi liLe sulle dimeusimri liueat·i degli oggetti, e per uislingue!'le da ']Uellt> pt·opuslP dal Vi ùrrrl'llL e dal J ava l basale sull'eslensiOIIO sup(•r lìciale ,, che ame r<'nmJo tli:>linguere col deuominaliYo di j7siolr•uich<") •flua li I']Uelle dello· Snel lun (In mekica), Wcckrl', Lantloll , ~l nnoyo.') r, le militari del r errin , Bar·lltèlemy, Ch a u w~ l, Longmo1·e, GJ•r,cn , ecc., si ba!'lano luLte «u\le dimeusiorr i delle lellei'e. O<l og}!'elli oLlomelrici (:;e ~rni , fìglll'fl), pres-o eom(llr!SSivClmt•tde, o Lulte (ed è la nostra delimilazioue r egolameulure) sull'angolo di cirea5·, donde il f]U nzi enle 666 (vule u di1·e O: D :: l: 6G6). Ciò però nou è che appurenlemenl<'; in rP.allu tnlle ~sse s cale (essendo ogui lellero o fìg-u 1·a , cosli luila, .Jisep;11alu con tratti ben meno SfJI's,çi (ci r·ca 1]5 .Jellt) spcsso1'1: complessivo dell.l Jell<• J'u), dPLRt'nJÌnnno il Yi!'lus p!'eci;::amell le sul m inimo ::;eparabile; giacclrì• la finPzza della pet'l'Czion~, In ver a e reale acuilò viRiva s la 11 CI dec·i i'J·are nou la mole rlùllèl lettera , ma i suoi ,JP.llagh, ed 1: <li cons•!g u1~nza rrccessariA la

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COI\liiSPO~DENZA SCIENTIFICA

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pt>rceziouo òislinla, separata, dei tratti che la delineano .... Non è la lellPra ma i !:'uni lr•ulli che misurano lo stato Jel ·visuc::. Ciò po:;lo, la mi:,.tu·a d•·l viRus è pe1· tutte, ben può dir·si, le Sl·aae indicult! r·eulntt>llle ,;lobilala sull'an~olo vi~uule Jj i' (imUla~ine l'elÌ11Ìl'8 di circn omm,I)Q5) Ctf ill'fUOZÌenle Ù 3330. Ma \.'ÌÒ 11011 mo.lltlt:•1 punto IIU illfirmu r csallezza delle noslrt' leòuziOIIi l'•· ali v·· alla mism·a dPI \'rsn«~ p~· r cutli qtu>i paesi ovo 11011 ad"tll.:nm-i " UP··I'fkio unik, oanog:ence, ma letlt't·e • tì~ure il't-:,;.mtl<> •'0'1 lrallt'g',..rt di proporzi,·nato spes-

so•·c. Si pu•'• ila\'('''" scrupre prendere an C•tnsidcr·azione la lt::ller·u t:oHtplo,,a. J'ilellcrJ,Jo tna.l ... unr;uln uor•Jtt8lt' •[uello Ji 5' e lì()(i •1uaic '1"'''-ÌI"nl". du noi c;.tabillto, percile risponde allo ùiJUt:nsìnnt •'· ti i:"lnrv;e "''''ll)afl sulle qualr Lullt• ·s:::c scat.~ s0110 t:O'-ll'Uil•·. E cer·lo inver•l eh·· omm,:, ad ljJ Ji tnelr·o - l'"m,5 ad tm-ìm"'.5 ;l 5m, Qcc. ÙUiliiO il I'~Jpjltll'lO l :660. ò1a e pul' ce1 to c ho culit cando~ la letterA alla di,lanza ùi lif:6 ''o Ile il suo ""ll''""nr·e lilll'al'•• (~omples;,i ,· o, i l rollr da~; lu l:Onfot•mano, gpes:-ì lt!l ti l P.s,.a lt.:ltt-rn, Hll'urmo r·dalh amcnlu a ùil:'lanza 5 \OllL• lllll.!glor<!, fl :J3:lll \'OllC' il luro :;pe:3~:W r<! c ùo r anno Cflllllcli tf l'Jl·~:ie~lo Angultl ÙÌ t'. l mficarufo a.!Urt<JUe il quoZÌPIIle di'Ila ,pltpa•a C•Hnple,.~a. o:;j oltrcne cguoltneule lo scopo: il conrspondcnle 'i-11~ <>arà cioe io!enlico a qud!t> eh~ I'ÌsultPr·ebhP dallo appr•r·zwm Jnlo dir·... tto d1•1lo spessor·o d•· i tr•alli dìsegnauli, cHI ·olulo in base ad un propor·zirmalo quoziente, ~IOÒ a l a3311, tnraur: Cur·ulli.! I'P on~m,::, a 3:13mn• -'(tl<)z.tt·nte 666(nor•m .. l(uindi V= 1): Tr·Hlli v"'"', l n:):::i111"'- IÙ. 3:330 (Hl. td. id.); Cnr•alh~t·l~ /mm,5u :,m id. 6(j6 (id. id . iù.); TI'Utli l"'" ,5 a :,m id. 3:130 (id. iJ. id.). Coll11 IHlli•·a SI'Qla dodi~:e:-imale dello Snt> llt=-n, t·:.-;atli-;simum enk: I'Ulc• tlnln pl.!r l'tl111-!0io di 5' è co1 tr·alli di t f., il rappor•to et•a 688 - :HiU (811g'<•lo t'). Il Joval vuole eho il v a :>u>~ nonnole oculi'-Lico t~ia inferiore almenn di t , al , ero: pt•opollt' 'luindi t! irninuire l'angolo a .~· ed i l t alLi dd le l c l Le L'O donr•bbc1·o, ::o ùello spcs;,;ore Ji ~~~, dare il rapporto i:lliO sicl.'hè l'a ngolo disccn ler·ebbe a ~8". La scala dt:l Gil'nur.J-Teu lon, csclusiwrllen le stabilita sul mi-


88ti

CORRJSPO"iDE~ZA SC IE~TIFICA

n imo separa bile, all'i nfuor·i J'ogni valutazione della mole delle lelle l'e, ma sl G!"allameulc sullo spes:.or·c ùei traiti che le disegnano, che hanno (come i vuoti dt>ltmiwlli, cn111e lA dtsl8nza tra tollera e lcllet•a) esa ttamen te la gt•o:-;s~zzn l'i!·ltiPsla pcr da re alla distanza normale l'an~oio minimo di l'. è la »O la che pet·mcllerehlJe un riscontro diretto CiJf!li og~cllr ollom etrtci massicci, pient. l t11schi pil'l<i usati pe1' l'esercito iu:.:le.;;e, cd uuche per l'eserci to degli Stati Unit1 ù'Amet·icl1, cot tKiùenlli Ctl ltte i lralleg!-(i delle lellcl'C, e::ige1·cbbero P)o•nu•p ti tptozieule (in r·iscontro all'oculil"lico = GG6) a 3:330, eol il vbus cot'l'Ìl:iJIOiltlunle alle dimensioni l' d1stanze irttitcate dovrel>he riduii'SI ati t (5 •.•• P er l'esercito ollivo ùisce nùercbho qui ttdi t\ V = O, l H= '15,55. Non é lo indiculo dal l.ongmore, che iu buse 01 calcoli dello Snetten act:enr.a a V = circa 0.25 = l J4. Ed c pel'<"hò l~ Snelleo ha Lenulo, ~d esHltiRC>imunei.LP. pu1· calcolo ,H uu altro fatlo t•e impor tnntissimo, il oalo r l' rli >~Ufl!'rjlcit·. 11 rappol'lo tr·a l'a1'PO di un •1uadrato (e le lellere o !'-Ono, o non !'l puil 'luasi a ttwno di cou!\ìdernl'ic Lalt) P 'luello Ji 1111 ci1·roln dellu sle!\!'O diametro 6 1: H,7X5~ . .. . ... L' ar·t>a del cn•t:olo è ntino1·e di quasi it5. Per tWet·e adunquo l'isconll'Ì esallatnen l<' col'rispondenli si dovr ebbe 011 a umcntAJ'e ìl diamett·o dd circolo (pel quad t'Ato di Ialo l a l.::tl3): O!'SI\'er o (étl é ìl temperamculo invocab!le nel caso no::li'O) Ple,·arc pt·oporzionalomcnle il quoziente ..... A vremo:

Ese rcito: Oggetto l ~arò; Jistonzn Quoziente6VO: o.;s;, i= 763..... 600 ysrds . . . . . . . . V =(703: :~3:l0)=0,2:H circa Og~ello 1 "1~; tlislanzo. 10' J 14.33· Mili;;ie: Ogt\'ello 1 yarJ; ùistonza l QuoziPIIle3fiiJ:O,ìM!I =31\2..... 300 ynrds . . . . . V ~ (:l82 : :J:l:JO)- Il, Il Gc i t'ca Oggetto t" t5; distanza 5' •rs,6G A ccadcmia: Oggello :?'; Òt"lanzo 900 ) QuozieulP 1350 : 0,7~5\ = \'at·d~. . . . . . . . . . { r; 20..... \' c1ì:?o 3330 = Oggetto l " tt~:d t s lanzo :!2'/J ) O,G2 1 d t•en ' 12.

=


CORRISPO~DEXZA

SCIE'\TIFICA

887

La pr escrtzione pPr l'ir!oneila ne!!'e!!<l' t'cilo dt>gli Stati U niti, ammessi gli slesc:i p r incipii, e~tgt' t'Obbe un ' 'i sus = (0,875 : 5 = 0,175: 0,785~) = 11,222 = • l~.u = ~ro. L e stesse rons:cle t·azioni possiamo upp!icare ai bersagli , pei circoli inscrillivi, cl te deblJot1si flj;Rimiltll'FI alle le lle!'C, ma pei cen tri o bu•·llc•lli. pit•ni. o:i A\'I'Phb<>: Ce ntro <11 H cm. tli oÌiam ell·o - distinf!uibile con visus nor male o l!}{;o•, C cn iJ'n di lO cm. Ji diametro - dislinguibiiA con visus

norwale a :WOm; Le slri,_,.,. ve•·lirali di IJm,;, tli 'if'B""Ore, dis!ing uibil i con

vts us normale a JGA~'"'· Sul visuc; t•trlm·~to pPIIu acf'atiPrnJA d• \Voolwich J'JIIuc;tre L on1!more c·oH <>i e~r•·irnP: • 11 <>ì«Lt•Jna ·'i p!"O\'ili'P l'acutezza • vis1va Je;.th urti• ial1 111:.!leo:i cn,,tfJfltnut. u1 IJIIIl li è perme!'i"lO • d1 portare lt~ lanlt, " utnllo calli vn, !"''l'CIP è- ammessn qua•• lli11CJU8 g t·udo di DJÌoptn , d ' i pC 1'11H1 li'OJIÌA eù flll t,h E" di RSLigmA· ~ lismo. l o spar o, ~<O(ff!itmue, d te Jll'•'f'LO f<at·A fatto quaklte caml.!iamPlllo n •(ll~<"-lro Pl?~'-'i tno <>t!'I"JilH .li ••sanw D ( l). o l)ttor•t B \ROFF IO e SFOHZA.

RIVISTA D'IGIENE Bull& d lsinfezlone per mezzo d ell'elevata. temp eratur&. - ::\1. W o t.FF - (CeMr fllb. l.,i r ,,. \f,•rf Wi!ssen.sch., ~. 6. 1tl8(i).

Volffesegui unA sc1·i o d i e"perime11Li per ucr.irlor c col Cfllor•e secco j get·mi dolle tnaiALlie t'af'chin..:ci in oggelli di uso di'I la vita giornaliera. p. e-c::., mat~?t·asr.:i, cnpr•rte. ecc. Co me og-g~> Llo ù'esperimPno P~li .. j .-:prvi di «pnre tiPI r-arhonrh io di"'r<Pc(t) Cogliamo l'oppor!unita p~r riparar!' :~d un'OJnuli::<iono• Upof:mOea occorsa nello specchieUo oJal coll~;.:a ritaln: i dati ro·l~tl'' n Ila m~rina rrancc:;e i riferiscono alla fantena t•d aru~li~rra marina; pPr '''rl m~nnai dalla in•crizione mnrilUm:~) il grado rnlninto llf l 1i:,u' n cllie;;l<• ,, "• ,. renrl~ rnabile al scrvl7.io la mlo pia= '/u t ,G6 cll ol l.riu.

=

,


88~

RlVlS'l'A D'iGlENK

cale su fi li di sela. Pe1·sino r azione pel' qualkt) ore e mezza ui un calot•e di HO" C. non bastò a tlistruggere le spot•e Jel carboucltio che eL·uno collocale l't·a du~ coper·LCJ eli lana due volle ripiegate. l l L~ rmomut t·o a massimo cl re et·a appunto cola, St'gnava sulatth~trlc 8~° C. A.ffallo altrJmen ll tutta via si comporlal'ono gli o;::>perimenlt ~,;oll'uso dJuna cor·rente di vapOL'e acqueo. Si ad.opcr·ò ll tlu sLufa tli Schimw el od una di Bacon, g li oggt:!llt furono JJ nuovo ]P. ,;.por•e ùel car·boncluo, che erauo t•iuch.iu:>o in un succo ,Ji puglia, uo sar;co conjula, fr•u pezzi Ji tela in uuu :;peci'~ di balla, fa Lta co11 5, IO, 22 cope rte dr lana Ul'l'OlfJlutc iusi .. m•~ Si opet·ò in p~1 rle con il ri scaldamento pe1· mezzo ùul c<llure ::~eccu, rrr parte senza questo. l 1i::wll.ali OLleuuli [ur·ww i Sf'gucn lJ: i• Pl:!r gli oggulli a::;eiutt.i ;-. lleceSI'UL'io pe r· la ·~o m pl e ta disi nl'ezione J'aziOll " ùi unu co &Tt.lULe dir·ella di vapore acqueo a 100• pet la dueuta ~li un'ora "' mezza; 2• P••r gli oggl:lLii umrd1 6 necessat•in per li tta si (~ur·a disinreziOIIO l'nzio11e oli t ulla Ji u11a cotTOli L~ rli \-upore acqueo 11011 infer•it>t'C a 100• fH:t' la òut·t<ta dt due or·e; a· La lempel'aLura tltlVC ::.llltl·e flCI' ICI lUl"llO ti 100' dappertutto u c !l'in l Ù!' ilO degli ugg1;lli Ja tllsinfellat·u; 4° Un n COI'l'81\LU di \'éliJO l'l' l:lcqueo piu caiJu di possiede un potet·e ùi dt::.mfczic1llC ptù cuet ;.!ÌCCJ che J'ru•ia secca calùa di molla più. c>levala 1\:lOJllH'al UJ·a: ::>• Collu disLruziouc J"'gli or gauisw i non possono nello stesso tempo essere dislt·utlt 1 purtalol'i di e:>.si come i pezzi cl'abito; 1;• Senza un· ohblrga lut·Ja Jisin l'ezwue e se ti Ztl un' accurata sorvegliunzu ddlu medesima, il mèlodo Ji disinfezione con _yna corr ente di \'llPOL'6 .::t~ltlo lllHl proJur~J•il gli utili che si lta il Ùlrillo Òi !iSpcllar si du e"so; 7• L'applicaziunc tli quesLo t no~lodtJ, ::>ulo o combi ualu col calor e secco, è ruuiLo est~;nsiuile . Il la vo t·o co nli~;Jw irwllt·e UIOi le cunsid.:r evoll istruzioni jJ6 t' praticnPe la disiu!'t·ziono.

wo·

'•


88\~

RIVISTA BTBIJOGRAFIUA Operazioni ohtrurglohe (SIIr!li!fN/ Orw ml.inns), pt'r ~it· WH..LIAM

M AC-CornL\c. London, IXSI;).

Il nom e rloll'Hulor·l! (• piì.t c l 11~ va nlA g·gw~ilmont\3 rtolo al m ondo mc hc•H:hirlll'~icu, t~d il M~c - Cot·ntnc è d('jZtlO dell'in:srgne onnr·· .h e,..~•·•·e ch11·urgo e proft•,sore th cuirurgia nel g r•and t:: O!<pedalr di S. T ot.ntnu<>o in Londra. D1 lui, quale uno de i prèsl lenti doll'u ll imo cong r esso modico In li' l'nazionale in L nudt·a, i :,;ilnitari iLalioru tlebbon" r ilmmeulure t: lo sctonlifico vnlm·,· el~vntt"'Simo u lu colltpclente conoscenza dei nostri pPngr·essi e qu ella stw•· iale del'll!'ùll:r.a p ù l' i ùoLti -del no!'llr'O paese, ortde vennu dal no<~lro Gove1·nu insignito ùi alLa onot•ificenza. C•Jn i splendi li lip1 tlci signor i Smilh. Eldel' el Comp . di Lon,ll'U v• ~ '""' fino t'i'l ecl 1La ùi f')ue:-lo Jffi(JUI'lante JaVOt''' la I• pu r·l1·, eh(! kallu dt•lla leualut' ft delle arll'rie, suecinln desrri;irmt• rlt·llo nnalottlltl rhirt•rr,ica e cl••i modi dt ley(( rl' i prìnf·itJali ca~Si. L'aulOI'l' si JH'Cii,.{~·~ lu !-;COpo, chG com pl elamr111 o t•aggiurq..:e, d i p1·osenlaro nna lwe vll ma accuNlta espo«izionc della manicm, g iu -.tn lu qual•• debbono esscrr. con folle le op••mzioni, lllu::::lrando nei sing-oli c a s1 n m ez:1.0 di ùiog r·ammi i piu impnrtunti rappOI'li a nato mici delle pat·li. Un Cltpilolo, d ro e, o m io avviso, di uÌ1 nllo val or e pratico. J•in ... uc le in licnzioni r lt• conlro-intlicazi<•ni alla legatura, comt•t·h •~ po~~uno pre:sl·nlarsi drlle specmll congiunture, nelle qun li t.alu nc conclizio 11i dello nulrizion u gener·ale o speciali di 'lual<'ht' lr~~u lo o d•'lle malulti•.l or~onicile del cuore vo,!liono escluso ogni ll'nlativo th legaturr, mentr e f')u estc sono diJ'•·lle Lu i volto a (\ t lt'n <li inft•l'lrll là rn od tcli~, como l(tltlndo !>i il rwoceduln, he nc ht'• 1'(111 dubbio succe~<o.;o, alla legatura .!ello r·ar oiidt• o delia vt•r lPbrah· 1wr vincere la epil e~sia. L e tavolo Jia gt·u mrnaticlil', !elle fJUilli nou pocheEono .acolot•i, si pro~enlano di un a usu llezzA nnalomira o di una


890

RIVI STA

finezza di lavoro veramentP eccezionuli, l'aulOI"P •·iconosce in merito del suo omtco e collega \Villiam Andcrson, del quale si può assoPi r e che a l vulot·e chit'UI'g ico ~ccoppio. 11 00 comune abilita <li discgualol'o. Questa pl'ima parte del lavot·u del :\olac-Cormuc, tanto interessante da fa1· vivamente desitlerore la solleclla pubblicazione dell;1 ~=:ccondn, o impronlnlu n quello indu·izzn pratico eù a quella ~empllcilò e chiar.. zzn <li cspo!"ilionc, clw gli scienziaU inglesi posseggono e Lrallono pet• eccellenzn. Sit· \\'illiam M ac-Cormnr. ~:~ Il a preziosa biblioteca de' suoi tlolli lu · vo ri ha agl:-(iunlo qneslo nuovo libro, !'!te vuulo es"Pr o raldamenle rnccomondalo all' ullenzionu ùei colle~lu studiosi 'lùUie un monuniP pratico d1 al o \'lll01·e. F. S. prof. COl nn. Luu::a. - Altro contributo alla ohi· rurgia operativa - (Sp11/lan:< rti, 1886).

LACRENZI

L'illuslt·e c ltii' UI'I-(<J t•ife risce in que;;to nuova puublicaziona alcuni casi tli chirur!!IS operalot·ta di trrantle impol'lunza e che repuUamo mollo proticuo l'Ìa~~umerc qui appt·e-.l'o1. Cura radicale rlell'itl rocelP alla Wolkmarw.- ldt•oc(•le sinistr o del volume eli un melo grnnalo, opet·alu col procasso alla Wolkmaun (f'scisstouc• cllillica clelia vngan~tle). Guar igione po1· pt'illla inlc~nzio n e. M <~diru Lur·a ara liRclLic•e col sul>limalo. Il. E:st:is.~iorw dL t•rnia polmon.are in ~cgttilo a /erila. Si trattava eli un'ei'IIIB polmonarf' fra il quinto e '-'t'Sto !-ìpnz.io intercoslalt> dol Lo1·ucc a siuisu·a, qu»lc ~uccessioue mor bosa d i fe r ita d'orma da taglio. L'et· uau Pra grossa come un pugno ~mezzo, ode1·iva alle! pareti lot·acichc cù P-ra in fJI'edu a pt•ocossso sellico avarazulo. Il prot'. Laure nzi, ft•a i va t•i m c lodi, pr·escelsc quello della. legatura •lei tunwre spot·gcutc cc,mpletala dalla escissione. Quale anli!'ellico adoperò il jwlorOI'mio. Fatti pa"sa r e fili di seta cu r boliru nlla base del lumortl, cd eseguila con e~!li una doppia le~raLut·tl, si asportò la pa t•le malata c si t·iunit·ono in modo i ma1·gini della fe1·ita \~stc1·na dn &vvidnal'li Q qudli della pelle. Mcùicaturu al jodofllrmio; ~uu1· i gio n e.


89·1· Ili. Amptda.zione dellfl. {/amba secondo il proee8f!O eli Syme. - Un minaloi'U inve~lilo da una fr•nna riportò una ferita lace ro-contusa alla r·eg ione planlat•e sinistra, con lacerazione ùei tendini e muscoli planltwi , con t1pcrlut·u completa delrar·Licolazione Lat·so-metalar~Jcs, coroplirat.a a fJ·atlut•a ed a ùiaslosi delle osso del tar·~o. L'aulor·e esrgul in primo tempo l'umpuloxione de lla gomba con lembo alln Syme, con Il'\ ~eziouc dei malleoli ~econdo Guerin e con rncision~:~ mcùìunn del lembo talloniero-plantare secondo lo idee dì Pt"an. Medicazione con soluxione disublimalo ad 1/ 1000; ~URI'igione. IV. Lctparulomia l!llcralf' sinistra. - Tale operazione fu e!'e~urta in individuo di :17 an01, per scongiurar't" i pericol i di grave onemia proJoLla da (l"riltl addnminalc, seguita ùo vac:to emalomn ed abbondante vprsAmcnlo suoguigno nella cavità peritoMale. OILro una r·i go r·o:oa onlisepsi al s ul>limal.o o l'uso tlt>ll'acqua calòa ul suhl!malo pt>l' allonlare o~ni raffcddamento tlel periloneo, l'egregio oper-ulorP non \'Oile ese~uire la sulm'a immeùiatu delle poreli addominali pc!' lellla clte inso1·gesse emorragin pm• anco 1li poc·u impor·lanza. Alle prime mcdicalure con jn<lorormio fu $OSliluilo il joùol che cot•t•ispose bene per allonlnnaJ'e il processo '-'ellico. Non si ebbe che lieve pcrilonill~, cir'coscr·ilta ol lr·aumalismo, e ne~sun' nllra notevole complicanza. V. OslPolomia doppia tl•·i {t•mori c cll'lltt cibia. - Per genu-oalgum di graùo elevatissimo i11 atnbf'due i lati rurono eseguile in lll l l'l1gazzo di selle unni t•ar.hitico e coll'in tor·vollo di venti giorni, nei femori o;.tf'olomia lirH!ur·e alla Macwen e cuneiforme ul"'lle tibie. Si adottò l' anlis~>psi con stecca di Macwen e cnn bendaggio inamidalo. Si ottenne cos i una completa consolidazione dell' o;:teotomia e fur·nno corr·elle conpiena ~oddi~fozione le deformi tà. LA REOAZIO.:-IE.


802

RIVISTA

Della ceoità. in Italia. e del modo di prevenirla. -

P r·of'essor A. CoRRA Dr. - (Atti de ila Società d' I giene e A nnali Universali, mar zo 1886).

P r·ern esso un cenno statistico cd un calcolo pi'Opor•ziooule da cui risu lta che in Etu·cpa vi ~ono :100000 ciechi, i quali costano 100 m ilioni tli lire all'anno; e <'Aicolando la vita m edia di ~3 anni per ogn i ind iYiùuo, il costo del m antenimento di tanti disgNtziali ascPncler obbe n 6 milia rdi, 600 milioni, rautor e !lice che da1l' ultimo censimento (:"l i dicembre 1881) risulta che irdtalia vi son o 21718 ciechi, di cui l 21 t7 maschi e 95:' l femmin e. Per· rnefrliO df'terminar•e l' infiue'lza delle condizioni topografi eh~ nella ditl'u<;ione della cecitil. la ùil'Czione generale dl'!lla ::>talistica ha diviso il Regno in 8 sezioni da cui risulta il seguente quadt•o:

-----

Numero dei clcchl

Be~ìonì

-In cifre ...__.....---_ Per 10,000 a~so lu lc

atlilanli

Alpina.

19561,:33

1110

Puùant:~ .

8878!J't;{

lt532

5,7 5, l

19l!)V37

4023

8,0

47:2R213 320b213

387~>

8 ,'>

Appcnnina M editerranea Adt•ialica . Jonicu Sicula Sorda T otale

'

Popolazione

li599!H-

2!)27901 G82002 28i59628

2:)8:2 1181 3072

8, 1

1443

·10,2 10,5 21,1

21718

7,6

risultati statistici della cecità i n gen eral P. nella popol azion e concor dano con quelli che si Lraggono dall e r elazioni delle leve desunti da sette dossi (1857·63). La tabella dei rifor·rnali pe1· malattie oculat•i e la seguente: SOilra 100 visilnlì

l. Sardegna . 2. Li gur ia. ;3. T oscano. .

1,09 0,98 O,!H-

tr,


BIBLIOGRAFICA Sopra 100 visitati

4. Rom a . 5. Sicilia .

6. Pu ~li e . 7. Piemonte. 8. Emilia. 9. Campania. JO. Ba~ìlicata. 11. Abbruni c Molise 12. Mal'che. 13. Veneto . H. Lombardia 15. Urnbria :16. Calabria .

0,89 0,80 0,78 0,78 0,77 0,73 0,73 0,72 0,72 O,ù8 u,66 0,65 0,59

Il pt•of. Con·atli uon cr eùe che si possa proporre un s i-

'

stema eli pt•ofilussi del la eccita, ma che occot-ra in vece, pel' giungcl'e n dello3 leggi d'ig~ene, di t·icercoro le nol:ioni casuali. Eppet'ò invoca una statistica,particolare cziolo!Jica, che ancora manca, e della quale il fondamento principale dovrebbe essere runiformilil della compilazione. Frattanto, pet•ò, sono note a tulli cet•lc poderose iufluenze che producono la cecilu, H vaiuolo, le malattie del cervello o suoi in vnlucci, la ble non·cn deì neonati, e la ollulmia gt·anulosa nei miliLat·i, ecc. A pl'oposilo dell' Ollalmia gt'knulosa nola come eso;endo diminuile assai ncltwslt'O eser·cito le a1l'ezioni in genere oéular·i nel decennio 1871-80, l'ollalmia granulosa invece ebbe esacct'bAzioni gran nel sossennio 1874-79; e pet•ò, rilando un lavoro del lenente colonnello medico Ricciardi (1), raccogl ie un suo g iudizio • rimanere cioè ancora

molto da .fare per estirpare clall'esercito la mala pianta ». L'autore fa Rlcune rittession i snlla miopio, che sono pur esse importantiss ime, polcltil nota che non sono soltanto le influenze del:e scuole. ma 1e pre,lisposizioni di razza che hanno valore etiologico nella diffusione dello miopia.

(l) Le t'i(o1·me pet· i110bililcl nel R. Rset·c.ito - (Rivisla Milifat·e Italiana, 1881).


-894

lUVlS'l'A

Per ricer care come la miopia si t'iparlìsca nelle nostre provincie, il prof. Corradi ha Investigato in un setlennio di · classi di leve (18S7-63ì (ruanli mili tal'i siano sta ti r iformati per -miopia, in confro11lo a tatti i riformati p~r malattie oculari. Ecco la tabella da cui r'isul ta un repar'to geogt'allco del Regno in 16 compllrtimen li , e la rispettiva 'rr·equenza dci .-m iopi ripar·tila in rna.ssima, mediocre e minima. , Su tOOO riformati per malattie oculari ill selle classi di leva. F-reqnenza dr>lla miopia.

'l l,

Massima

Medi or; re

15~1,2 Campan ia Marci re. ·J·J!),G Lazio . Toscana Liguria . 113,4 Umbria 10-t,i Veneto Abruzzi. Lombardia. 102,6 Purdie. Emilia . ' 102,(1

l

Minima

!.)2, 7 Piemonte.

9 1,;; Sicilia. 82,8 Sardegna. 77,6 Calt~br'ia. 63,9 Basilicata

l 55,4 52,3

49/t

ft

47,3 32,3

Ben sapendosi c6e questa freqttenza geografica non è in -armonia colla rispettiva pl'Oporzione degli analfabeti, e come dice (forse troppo assol utamente) il prof. Sor·mani: «la miopia è in clistriÙu$iOne opposta alla istrn.z;ione elementare dellt; popolazioni, "ne co nsegue che il p r·of. Coi'l'aùi è nel giusto, . allorchè afferma che non e il solo andare a scuola elle accorci la vista, ma altre cagioni vi conco1'rono et.l offi'Ono un '- -lema impor-l.a nLe el i studio per l'igienista. L'autore compie questo minuto ed irnporlnnte lavor o colle seguenti conclusioni : 1' Inculcare a lle popolazioni l'i ~icnc della visla in q ue l! ::~ forma cbe meglio raggiunga lo scopo, con is lr·uzioni, eioè, conferenze e s imili. 2' F11vorire cd accrescere tutte le is ti tuzioni che hanno per i scopo l'nssistenza dell'infanzia quali i presepi, gl i asili

..


BlBLIOGRAF!CA

895

e via dicendo: non che le ambulanze ed i dispensari gratuiti per la pronta e com1eniente cura delle malattie degli occhi. 3• Istruire piu particolarmente le madri, le Jevalrici, le infermiere, i direttori degli ospizi dei trovatelli e tutte le altre persone che hanno più direttamente eu l'a dei neonati dei modi più acconci per prevenire o rimediare alla blenorrea oculare ed impedirne l'estensione. 4• Porrt'l la maggiore allenzione perché j congedati dal ·servizio milita re ed altri non divengano mezzi di diffusione ·del tl'acorna, non dubitando delle vigili cure del cor·po medico finchè i soldati rimangono sotlo le armi (l). 5• Attendere con maggiore diligenza per rptanlo è nel dominio della pubblica igie ne a limitare l'estensione dell·~ malattie infetti ve, delle esantematiche c della sifilide: favorire sempre più la vaccin az iont~ e la rivaccinazione; combalter·e invece l'abuso del lal.>aceo c dei liquori spiritosi. o• Ai padl'i eli fami glia, ai ma.es~t·i, ai direttori di istituti didattici e di collegi, ai cEtpi d i fabbr iche H off1cine dare le migliori e più pra tic!1e istruzioni sull' igiene della vista, più par·tico lm·rnen le applicala alla scuola, alle varie arU ed industl·ie. 7• EsamiHaPe <[uali rifi)rme occorJ·o no nell"insegnamento elementar e e secondar·in, si ne i modi che nella misura, per ~mpedire che l'occhio del fanciullo e dell'adolescente di soveechio s'affatichi e cada in miopia. Piano di riforme che dovrà esser·e concor dat•) eon valenti peclagogisli, i quali alla ·dottPina uniscano J'esplwienza. s• Statnite queste riforme ass icural'nc e vulutar·ne l' effetto con oppor·tune i:::pezioni mediche, da cui dovrebbe rilevarsi (pet· giudizio di persona competente) le condizioni della vista degli scolari quan:lo s'inserivano alle varie classi e quali mutamenti ne !<usseguono . (i) Qllesta propos t.t del prof. Corradi c già un fatto comp iuto. Nel ~ 216 art. i3 ·della Ist·ruz. Contplementa?·e al. Regolamento sul Rec~ulamenlo vi ~ouo delle tassativa prescrizioni, che proibiscono rli proporro a r assegua di rimando i militari affetti da. otta\mia granulosa, q1umdo la malattia ahbirL a·uccwa qualche cm·at-

.te1·e di contagio .


896

RIVISTA BrBLIOG-RAFICA

g• Invitare gli oculisti a Lener conto delle malatlie tutte cb e ~i pr esentano alla lur o cut·a e dell'insieme di circostanze che quelle hanno prorlolto o pt·epo ralo. Ed affinché le parziali s tatistiche acquistino il valore che porta con si• il numero, s i dov1·chb!· pr·()ceder c nel compilarlo con metoueì c nomenclatura unifm·me. A Lt1l fine ùovrebbero essere invitati gli oflalmologi italiani per mezzo delln t·isp..-Lli,·n ~ocietà n mett,ersi d'Dccor'do, perchè l'opera loro di ligente P com:ordc possa servire di fontlamenLo o qu nlla rwotllnssi che c1 tn·oponiamo di l'are, e di cui allre nazioni ltanno ,)alo nobile esumpio. Jo• Jnv itarP iunne i dil'Cllù t'i degl'istituti dei ciechi e LulLi coloeo che ~·intore,sano alln 3fld.e di quf'sLi i111'u!lr:i a rornit·e tulte le notizie cilt• po"sonn :;ervire ull'oJJPt'a Dl•slra e come~ meglio é lot•o possibi le di aiutar·la .

.AsQesso epatioo a cuto, pP I doll. BE~EOETTJ • .È Ulltl iliiiSlratJone clinica U'UII CUSO OCCOI'Sogli 6 t•iuscito ad esi to foelunalo, correùal() c.il oppo r·Lu11e 11ote lralle dalla interpretazi one tisiol;lgica e patologica dei re 11orwmi car aLLerislici osseevali e dal1o ~tuùio clei mezzi t ct'apeutici sugget' ili .. . Egl i ù parliginno ciel t•apidam<J nte opet·are. D.

Su di un oaso di mela.no-sarooma episolera.le e sulla. formazi one della. melanlna ne' tumori.- 'fl)si di laurea ùel òoll. CAFOIELO ADDARJO, allieV() ufficial e SfllÙlario alla scuola d'applinlziollc di Mtnla mililat'P ,

E un accuraLo lavoro, cile aHesta de' buo11ì studi e dell'aLtitudine eli es:uLLe e pnzicnli osset· vctzioni, col quak il giovin~ dottore lotlevolm enle sc~gna il pr imo passn nella carriera.

8. 11 DJ ret.t.orr•

DoLL. FEUCE UAHO'FFIO col. med. Il Collaboral<..wc·lJer la H.•MAdna

l i Rpdat..t.ore

VON SOMMEP. GUEI.FO Jlledico di 1• ctaJSe.

Ct.AUOIO SFORZA Capila7IO medlw.

NuTtNI F EUERICO, GPreTLCe.

,.


MBJMOR. :tE

ORIGINALI

COHPO ESTRANEO ~E L VfTREO ':OTA OEL DùTT F. MENDI~I

--.~·=--

..

~ell'aprilr ~r·nJ·•o lll·avveonc di l'ivrdPre. nel nosi J'u ospedale dJ marina. nn malalt, c,hc JIIJ nnnn e llll'ZZO :HitlJt>ll'll vi elJhi in rura. c la ~ui afl'Pr.iuue :neva in me dt'!>lalo Il più' ivo intt•res,e . g ra tJIIe:'ti un opPraio ciell':u·.wnalc, C'<'l'lu Hognini A.JIIon io. il quale, ut!l prinri~Jio cl i di t·emhre r],•ll 'tH. ru ne cnlLo nel riparto otLalmieu allvra dn 111e ,[irPIIo pN· '< ferita pt•netrrtn le all'or.chio sin i;;trn "· E~li t•idirt'V.t r·hp nH•ntrP Pl'a oceup:el o nel sno lavf>J'O dJ ca rpPnticrc dPntru a unn caltlain del Duilio. una ,:;i.'heJ.{gi:t di acciaio "Ltll't"nln~i ll<~ll'e,tremitit tli un bollonl'. lo a ro,,a ~o l piLo con r iolonza all' cwch iu a n;.idt•lto . Riseuli un !.{ran dolore allap:ll'l •·, t' perdelle istaulanf'amPnh.\ la vist;L D:ei pochi appunti pl'l':'i :mi cnso riiHo rhe ail:1 prima VIsita trovai: feudi tura vl'rlicule clC'IIn coJ'IlNI nel ~110 qnadr·antc superiore esterno. In quali' oll rC'pns"a in allo tli lhH•o lt·e millimeu·i il mar)!Ì ill' sciC' J'o)i~al l'. iritlo-d inli:-i t·nrTi sporulento, lacerazillno tlella c:apsula t' ra larar la. Sollopo;;i il malnto :t ron•euit"ut<• Lrauamenlll, da cui si elJbero discreti vantaggi. Però ron.-icleranilo tiJe l' ocr h io doveu

5i


l 11

l l

CUH PO E:,IIL\:'1 1.:0 :\"EL VITI\J;;O

ritenersi sicummelll cpcrd uto, e persuaso com'ero che il corpo feritore, che non mi riesci di rimracciare m~d1-[rado dili$!enli es:11ni , f'o:>se penetrato M lleparti prurontlc tiPil11llho- a J!:lrnntire l'infermo tlai pericoli dell'ottalmia n1igr-ar1le - glie11C propo8i l'enu,:lpaziooe. ~la e;tli ,-; :-i riGutù rel'i'amente. H ~_•:;tù dunque all'osprdale 11 11 :so ~io r11i , con poche soffc,n•nzr a dir 't'l'O,,. ne !"u quindi dimesso c• jll"OI)()Sto per una lnuga lit·Pnza eli curn:de:-;cenz:1c.l te gli ve11n e pror<J(!<l lii dipoi. Quando la~ciò il riparto non ri-.PniÌ\ a IJlla-i ]ti il alnm dolon'. la j", ~I'Ì lél 1'01"11/laiP, Prasi Ìll J.!T<Ill pariP rimarg iuala. e il huiiJo impic~.:iolllosi 'i~ilt~lm•' llte. pare\ a rolto da un lento proer.,so cl i 1isi. In prrscnz<1 .Ji talt· I'ISIIllato inalle:.o. rolendo anrlte am· mrll ere 1111:1 rerla loll eranza rJ •ll'orrhio per i nwpi e~tra11ei nel ::uo iuternu, i11 potei tluh i l.<~ rrl dt•l mio primo giud1zio che mn11il"e:,;tai al ..:i)!nor Oir..tlorc. f'\nllantu ;>llllu :-corcio 1li lllll !ff!ÌO, es;:;e r11lfl io ~ lato r.le51Ìnalo acl altro ospitale, perrletli tli 'i:.ta l'inft·rnw. Lrf!'~O prr6 nel re!.!i,;lro dello dichiar';1zio11 i llH' dir·ltL' cltc ht convalescenza f!li fn eli ntto,·o pro!IIngaw. co:- r c;llr no11 vennr r· i ~llllllWssrt in arspnale se 11011 nrl nw::e di lllglio. Da ~dlora :;i no ai primi p-iot·nr d':tprilc di que,.,t'aJIIJO, egli uon 'i liHlHcù quasi n1ai. Tnlle le 8tJe soiJen~nze. in 'l'll':>lo periodo eli t•'mpo, corHistcttero in !;Vrn.khe dolore al l!lllbo, dolore t ho ~i de~lava di qu:mdo io <JIIando. spe~ialmente nel mattino ,d rnonwnto di htnii'~Ì la. fa!'t:ia. Però. senza al tr:1 causa oolarlte di'Ile fatiche C("!'C:-sivo durate in nn hnoro prrMt a col limo, !:'gli l'u eoltu n un tratto drt tl(Jic•t·i c:o:-i inleu, i l"itP do rÌPutr·are all'o5pedale Quando lo risitai. ,·er-o 1:t 111 dà tini nw:-r.. uotai i falli srg ll r't ll i. fl Ro!.!niui ha 4-0 annr P.d t' di huuua t·CI::tiln'l.iOIIP. L'occhio si ui.- lro :'l'pare [!Ì t'r picco lo de l drsLro, la ;;;un suprrlicie non c mnre:::'n ma mo,tra;;i apjtiaLLita. E,' 111na lorle iniN~ione

\l'


CORPO ES J'll.\ NEO NEL VITI\EO

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rlella congiuntira lmlbnn' con gros:-i 'asi ncoformati che decorrono in lu Ilo le direzion i e ~[inngono sulla co mea profondamente degenerala e co:-l ilui tadn lamelle disposte ad embrice. Vicino al ;;uo rrntro o5sen·a~i un 'apN·tura capi Ilare che si manLienetlcl lnl.to ''"('iu lln. LueonsiRLenza del bulbo. per quanto la si poli' c.:;~ min arr ronfronln ndoJ., con quella <lcll'oc~hio ::ano. sembra aumenlala. L'inrermo 1la due >etlimanr è lra,·a;.d iaLo da do iOI'i. i qtta li tlull e l'tlJ.! ÌOn i 1\0llorllilnlr, hui!Jare esopraccìliare SÌ C:'lrndnno sino a]J'oct:ipila le. r:otr:-:li dolori. prima moderati e iulet'tllillenti. tla pochi giorui sono divenuti c·on· linui e numentarono lan In Lia lOfil i,.!l'lfl i complelarnenl e il 5o uno e costrin !!crln a redama rf' un atto operati1u qualsiasi ehe ne lo li hAri . Ha febb re mt•deral;l , che YÌt'nedopo il mczw~i(,rno, pree.orlnla ùn qnalrhr- l•rivido, ti i~appe l e 11 za e sete. Non occotTt:! di tlire r lt r fu 1lapprima tentato il metoùo antiO ogislit~O. t'ioi· la mÌf!tHllla di 1Ien1·teloup c il sa n gni~ngio . le po lllale narcoticlw.e irli P-rnanwn ll' l 'oppio t'il dorai io, senza alcun rauta!!!!Ìn. Dinau1.i a LtiP ~la to, 110 11 :-i fo.-~e lraltalr. rl re di liher·are il ·pazi ente <b ila 11 n r osi ciliare Yiol enla. ;: i rendeva llf'Ces.sario daH ero 1111 pronto intenento cltirnr).!i•·o . .\l a i sintomi osservati denola' 1lllfl nn processo ;; uPlmrati \'O Hl t docu la re. COlltJ ueslo con cetto di agn,):.l ir.o no11 rirnaneva <Ld niHfuec lt e o la in ci~io ne o l'enuclt'azionc del uulho. Con:-:idcr:mdo però che il movente di tale pro ce:o;~, , dùYC'~<I essere il to t·po :-;l.rau iero che necessitava esl.r at'!'e. considonrndo inoltre che l' i ufiam mazi onf• man· lenerasi limitata al globo ocnlare. e ;;i e;;dndeva quindi la sua -diffusione al c~.dl nlare dell'o r·bil a, lt o preferì lo - di pionu ac·cordo co n gl i ogl'e).!i medi ci di 1• classr douo ri .\l ontano o Ab bamoi;;Ii Lu igi - l'enucleazione che . pi·.:1ia nnrcosi coo clo.roformio, fu eseguita il ~ inrnn 22. La sola ùiflìcoll:'t dell' atto opera1i 1'o consiste tte nell a dis-


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CORPO ES TH A~EO NEl. VITREO

sez ione della congiuntiva fortemente iperem ica, ; l~era la nell a sua nutrizione e frin.hile. L'esito, come quasi sempre avviene in simili casi, fu rlei migliori. Liberato l' infern)o delle sue sofferenze, riposò a lungo in quella notte e nelle successive. Scomparsa la febbre e ritornato l' appetito, comi uciò a cibarsi e guadagnare nelle forze e nella nutrizione genera le. Medicata la feri ta con cautele an~isctLiclJt>, guarì senza t'uppurazione, e in capo a una quindicina eli giorni si potè cominciare l'applicazione d'un modello di occhio artificiale. Il bull.JQ es tratto era infatti di una clurczza maggiore del normale. Praticato con leJorhici un taglio che, comprendendo. tutte le membrane invo l~ent i , dall<l piccola fisto la corneale s·i estendeva -n ella direzione del reLto superiore - sino al polo opposto , non vi si riseonLrm·ono, macroscopicamente, fall i morbosi r il evau!.i, se si eccei.Luano ùell e ahnormi aderenze tra co roid~a e retina, specie nelln zona cilia re. L'inLerno dell'occh io , form ato da una sola ampia cav itit senza l.raccie t1i diaframma irideo e di cristallo ide, ern ripieno di nua soslenza quasi liquefatta, grigia alla periferia e ~ia.llo-cari ca al centro - .ialite suppurati vn . - Il corpo estraneo, forse per le manoVI'e nltime de ll'operazione portato all 'in nanzi, poggiava conlro la corn ea . È uu gros~o pezzo eli acciaio, irrego larmente -quadrangolare. irto ai punte; il suo maggior diametro misura milli metri dodici, il suo peso (\el i grammi <1,2'2,2. ~on era protetto cln mem brane neoplasticbe . Ho pu.bblicato qnesla noLa per òue ragioni cil e a me son sembrate importanti. La prima è che nua ferilalantograveche ioLer·essò l'iri de c il corpo ciliare sia stata seguìla da fenomeni cerlamentt:assai miti di irido-cicli te, come trovo notato ne' miei appunti. La seconda che nu corpo strani ero come il descri uo sia rimast.o per sì lungo tempo nell'interno del bnlbo, quasi indifferente all 'economia di <Juesto, sen~a pnnto aggra-


COIIPO ESTRA~Etl NI!.L VI 'I' HEO

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vare il pt·ocesso flogistico anzidetto , e sovralullo sen=a escrcitm·e mai alcuna iìnistm ìn{l1ten.::rt sull'alt1·o occhin. È bensì vero che nella lelleratnra ottalmologica non mancano le osservazioni di co rpi estranei restati« per dogli anni» nel vitreo senza dar luogo a seri inconvenienti (l ); e dì altri 'VOltm~.-inosissimi, che pcuelrali vi soggiornarono « à l'insu « des matade:> et cles m6decins » (t) . ~ o ndìmcno ho creduto .di dar notizia del caso present e, parendomi elle possa an nr)veran;i Lt'n i degni di menzione ricordati di<mzi. Spezia, luglio ,1880. (t ) L. W•·:CKER. ·(i) Nouveau Dicliom111irr de médecine et di' c!tir t.u·gie prnlique$. tomo' <u.


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STUDIO ANALITICO

SLTI co 'ì DETTI ( )RECCHIO~ r Lettura raun u~>ll'o~<p•·• .alt> l''""'il•,l•· ,(t l·i~~cuu <la l •lvii. 1: • .Uan:;i a nt i

·•PI:auo Ili• ·h~o.

Ati csu\IJ'II'e tìnttlnwnle In parl·~ cliniro, m1 l''~" l n :<oln di accennur<" H Cf'l'tt:l ct·cezionolissimo deYillliOni. l • 'lllnli porveJ·o olnre l••h·olta •li. a ptll·c•lit •. 111. nora t'HI'attl ri;.zaln c ,Jj. slinla da l p port•ul·· u not, r•ur· mii•'zza, fW I' brt>vlttl di tlecm·so " pl'f' •ncon~··~uenzu li •:::: l1, nnu i111p1'nnta tll 'PC~tale IH!gl'H\'ÌO.

~l

1·: prima cl'ognJAll•·o ritf1J'det•il cor11e più R"l'udalc(lfamillon, L RVPI'OI1, Boncl11tl)- le G'-'pt·cssi< ni di iHlpP!.:'Ilfl acuto d..-llc rm:nina:i.av~>nli pern un ca•·alteJ••·Illlitltn lrutt,tloJ•io e IJeni;.rno. TP11gnno •llctJ·u qucllt' d~ll'oppuralo di~erenlt' lahollu ro11 :"pceia le pa r·letipozion•\ der r.. ;.wlo c lnl1 da cnndun·e pel'lìno acl est lo fun1·~lo, com .. T h ieri'\ de ~IAU:!ra!" I'tfet'i"''~' ,r H\'~-"I'C OS>'Cl'\ alo ucllP ~uur·ni~inni fr·aucpoo;j Htlle coste .1'.\ frrcu . R t:nn r·ll nel 18;)6 e t:olin"' tH' i J87·'t I'ISC•)IIl t'Arorw pvenli di albumururiu- Ja.rt'OH•I t'C!:!ic;tra ùu•· cusi d t ~"CCezinuallssimn en•lo- car·dilt:, allri intì11e n.::<"enl1uno u 1ltiTuRt ~concPI'Ii dello oppar·alo r i>SJIÌI'I'I l•JI'io. rnn J>CI' quef'lt non nvrei d'unpo d'in''01'8re l'altrui aulOI'tlu, poi('hè bao;lano i IIIÌI'i dut nnnnaluli PiccinPlli o l!o.loccn. Senonrlli·, fuori dubbio,.,. f'i i11!en•uga r•ln ~e ru p,Jo la cronoln~ra mler·u .lt o.mt mor·hu anclw di entiln mi\ riorc agli slessr orecclllmJI , " ' lrnv~ t·n rHt o K\'lll[ll'e, o fm·sr m e no di rado, cornplieunze C•'<'ezionulr cnnl-illllli. :\la per lo l>leC<:-fl pt·tnc:ipi" <'ili' u··~suno mni ebbe 11d ag-


STU OlO ANA LITI CO, ECC.

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gravare la pro!!nosi dell' innoc ~n lP <:orizza pPr la ctrcostaozu che havvi ch i assislellt' nli ' in!'nt'l!<'re fi i fata le cdf'mfl t.le:llu glollide, cosl mi !!UBt'dP. t't'' da l l ut·hnre la mitezza fondarne utale ed ordinal'in Iella pumlile !•l t'questi fatti. Fallt dH~ ollt•e al rappl'es('nlnt·c l'eccPztnne di'Ili Pccezioni lroYnnr• l'ugioni di essP r e l'unri dull'es.:o.,nzu rl~l mnt·bn. P ,.j,u'. o nellfl rnnlinuità e vicinanza tli PIPrrH•nli tlltl\lomiri, n nnlln rompr~":"<>ionè nct·veo- vu"ale do\'uln al lunHH'P ('llt'olideo. n nelle t·it••·o;:tanze Cltm&lPI'J('hC C lPiillriCflf'. 11 lfiP_:.dÌIIIIIWOI'a. /ÌII'.~e f'Ì" di ltttiO, fl mioav vio>o, twll'r,·pntun(P <;nYra~~ilm!!''''" clt~-tflra cnu!-'a ntorbigena, "le!!'aln ,fn qurlln rhc dr>lo•t•tnitHl\'11 la Mi_inflt'ill ('8rotile, .'<emJ•f'N:It• ·" .~''' ~ lllf'"' trnttnt" di pororit" ì.tt••t•ntil·n, 7l0/t 1/t ,V•f'tJiltlfl/'111, t•QJOt .~t'/1/t.J in lilf' U~.'•:t/1 fr,rTe r/ tlttlthtu ' f ...

E satn'ilft C'Cl~ l In J'lll'l" l'i 1111Ca loll" ;::Ludi" B!:'S n rtlt • 11 1Ì l'f'!'\ lfl

innanz qnrlla f'ÌII ar·.tun . piu ,.i,·nr.:• f"'l' In '-'m m• ·k·•·nilù che rl!-'pondc nl11• npminn1" lcot·w lnntr• snlin uollll'll,f)Unnlo sul In cl!ologie cl i q uf.!si.J, IHOt·hn nl •ll1 •,:: Lnr 1w si n gnlm•r. t> d O!!gi dopo lultf• no11 ouror A.....nrlfltn Gli Ol'f'CC'Itinut furon" r'<IIIO:·w:ufl ••:'l l'••trtnli'-'<l(llfl tempo lppoct•utn et~ 110 p(Jt'ge g ii1 nn n tl!•>-r t·i z,nn•· lnlmr.ntr P;::ullA, che !';l"nza \'lll'ltmli ~i l'"lrPbbc lt'n'-pnrlAt'" in •IU!ll"tu"'i l t·eltato rcel'nll• •'i l•flll'llo...:rll tue• ir'll, lo la fe--'-i iult•:..rnlntl'llle n ello "cor :::0 n 111111 su l ;::uo L l l'r" l. lp pocr ntr> fin rlall'm•n ••libe uri 11\'\'er·tirr' .. lfl .<:ftllllttll. ltP.rlt gnità, il p re~f·nfnr·.-;i F<OltfJ (11rT1111 ti, in f/n•·11::11. l• 11, ""'''Utie doloro.w1, co~ i ~~~li 1 .~ c:lwuna, rl' ''n te~li,.,Jin '' rl' llml,ptfuf" e

sovrolulto lasr·11·l scrillo r·lit-> rrn iranu t:ol{•ili rl i l'l'l' léren;a i mwwfti. SJ•er·ie i fnnri11lli (·d r uiucw1• .•wl .flttrt' ,((•//' cui. Fra queMi ultimt,coloro r·he l'i" 'lf'/'assinnfl/{(menl'' 't'f·q~ten­ taoano '" paiP.'i/rt• ,., ì !l"'''w-~t .. qtle n dit·.., rpt,.IJi npp11r1to che erano piu ,.~pnsli n t'Purnalidte intlur·nzr. Da nllnrn In mnlnllia, nf pfl r i rf.,Jir• più ~·· m plir·i r> tlr>ll<> pÌLl co muni, ~iun"P allu fino rl..t !';r rnlu sceor~n. c:en7.a t•trhwmnt·e in virtù rJeiJn "'1111 bellÙ!!'I IÌ(a , ]' at.fOIIZÌf>l i 9 tl••t:Ji tt"'-61'\'0l OJ'I , i quali !'Oltanlll '-'Olto fo t·rn u rii r· t·t•llocn ,, c..:(.mz n "Jit'l"aii npprezzam en\i ct nnlilìcm·nuu t:fi nrr•r···hio~ut C[IIIUlliO IJIIP!'l ossunset•o carallr•t·c d'i nfltH' Itzu u •Jilll lido . pet·n ,.v,.utnrA ~t>mbrò che deviassero d 'uu tu11 ln rln l l l'adi~ i otHJ l r• lwt·n li evr deC'ur·so.


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STUDIO .\N'AL!TfCO

Nella mela dello scorso secolo, auspici Laghi, Mangor, Pralolongo c Borsieri sorsero i pt•im i dubbi e i primi giuliizii s ulla essenza e s ulla casuislica ciel morbo, o i quali giudizii con crescen te interesse s uccessivame nte pat·Lociparono i cn llor·i piu e letti .lell'arle JI OSLt'a fìoo a quelli ben numer osi dei gior·n i or·a volgenti, dove è ~iuclizio della maggioranza: dover~i ~li oreccltioni racco[JliPre sotto l'ala ronquisiairiee che guida fa teoria dei rti.Ol'ÒÌ d'infezione (Jener(Tle (!rll'or(janismO. P erò ne llo svolgersi di qucsLo inlem p~riodo cd innanzi di giunfiOI'e a cio, si e le varono opinioni degnissime d'apprezzamento. tanto più che talune di er<se, comunque costituenti minoranze, appartengono n medici di fama notevolissima. Prima d o~ni altra preval~e, si diffuse, e si regge sempre il g iudizio che considera f[li ot·ecchioni un morbo affatto locale della regione parolidea, in cui il compartecipare di organi lontani dalla sede della paroLide, venne sempre interpretato cOlUI) un fatto metataslico. Cosi ~i esprimono nelle nosologie clAssiche parecchi dci venerati maestri che diressero i nosl!'i studi: Valleix, Niemeier , Seyner, Bouchut, ecc. ecc. Senonchè la storia illustr·ata della paro li le idiopatica, che ho raccollo e descritto prccedenlernenle con rlifl'm;ione, non depone in fervor e dì un pervertimento esclusivo c r egionale della ghitmdola p81'0tirlea c d'altronde invocare la rnetastasi per spiegtli'C l'intervento patologico negli orecchioni, di tutti gli allri elementi glandolat·i us i in modo distinto più o meno ad impe::tnar·si, parmi, insufficiente punlo d'appog~io. In qualunque modo teoricamente si mascheri, il seMo di metastasi, che se non err o, scr epola ornai, per troppo consumo, e tanto da non piìJ nascondere il baco d'una scientifica clebolc~za, suolsi inter pretare sempre come ce lo tramandaro no gl i urnol'ìstici,cioé tr·asporto della matcriapflccans, e chiamiamola pure ~osta nza llogogena o micro-organismi, da un punto all'allro dei nostri tessuti, r/onrle rler ioano m.odijieazioni in peggio orl in .faoor e al mo1·ho pl'incipale. Ora , per g li orecchioni non solo nel la m ia abbastanza diffusa pratica osse!'vatr ice ebbi mai r agione di ammetter·e tale deri-


St;l COSi DF.TTr ORECC IIlOL'il

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vato, m a nemmeno di avve r lielo mai in alcuni dei nurnerosissimi scrilli sull'argomento. nello scorso anno consultati per questo s tudio. Non basla, conLro il pensiero della localizza· zione unica alla ghiandola par otide, sta il fatto indeclinabile gia alli'O\'e uppuulalo e s ul testicolo apparso anche negli Ol'ecchioni del 31• re:ggimento che le glnandole solite a compar tecipare in secondo tempo quali sono. oltre al testicolo, le allre sa lival'i, le t01asi l lc~, la marnmal'ia , l'ovaia , ecc. ecc ., talvolla ammalarono p1•ima delle parotidi e ripeto, lìnanco senza impegno Hlcuno di quesle ultime 1 La Lcor ia di Eisenmunn secondato con ''ivacila dal Bergeron, lien calcolo invece di LuUi quanti t-tli Plementi che si possono dolorosamr>n te l'isvf>gliare, nel l'O l'SO della nosir a parot1Le. P er essa teoria, ' ·ien follo dPgli Ol'ecclaioni un tuit' uno con il renlrlatiMw (1 riicolare acrlto, poiché conbidera so vralulto, nltr e al lìWftlento e01'sall' comune, in 1n·imo luogo, Ja circostanza che la stessa l'OI'ma di turbamenti i qual i predili gono 1~:~ parolide, con l'uguale e caratteristica :r.obililà del reum~:~lismo, passc.no da un organo ull'allt·o, !'<Olo eccezionalmente pl'oduccndo e\'ent.ì i quali non siano la t•is oluzione. In secondo luogo, dice E i~enmalln, che le localizzazioni multiple, danuo la Jwefe1·enza, sempre <:ome nel reumatismo, ai tessuti cellulo-flbrosi e flb ro-!'<ie1·osi qua li sono quAili d' involucro delle g l1ia rulolc super ficiali. Fu01•i <1uLbif1 quesla opinipue, che dura già Ja molli anni seg-uita da un huon nurnero di partig ian i, sa1·ebbe pe1· rne, assai seducente se, presu però a slt'elto rigore. non a ppar isse sensibilmente conlt•ad cLta dalla on8lomia patologica, la quale comu11quc no11 ricca, ha però giil :Sufficienti reper ti p ositivi, ed intorno a cui dirò piu oll1·e. Ma v'h~:~ di più. Come fondern in Lulto la pnrolile idiopatica con il r cumatismo,quando nelle espressioni della prima ~e non risolvt>, possiamo avere esiti d'Ail·ofle,mcntrc nel secondo tutto il conlt·ario? e il cuore? e i vincoli eli r.cr·le età? e le d isposiz ioni ge11tilizie? Più r ecente é il giudizio di Lamolhc esposto la pt·ima volla n eUa tesi pe1· MonLpellif>r nel1876. ed ugual mente secondato


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51 UOIO \ \AI.rlli ~O

da nutorevolissimi appoggi. Lamolhe cla-.;:ifka lo malaUin in islurlio fra le semplic• flu~-<1on1 o 1·atm·ri acuti cou "Cut• eventuali· s ull e poi'OlJli o sullo ulll't' ll'llÌt1ndole,inluo!.{o.utlesPmpw, uelln prime vie ttCI'CC, delle lOIJSIIJP , Mila farin~e. t3 CC., ecc.QuN•l o, P~' t'cllc, olll·r al eoHIIIfH' IIIOIIIPnto casua'•·. um:hc :,:li ororch inu i nello ll'Uisn tiPi c:u!A t'l'i nru l i,po«"ollo o 111111 pO!;!'\OIIO eS!>t-I'C [li'C('Cllllti da p;èllt> I'Ait• lll8lt•SSI'l'13, .!Cf'l ll'l'UIIO O 110 11 tie-

I'Ort'OllO con febhl'c. IHllllln I'At'HllNI' lauto sallnnt'ln qunnlo ditlusivo. in lìne eli nulut·u bPtiÌI!Illl eol inronse!!u~nl~'. prcsl'n lono crt"i plucidA. a~evolahile da n nn let·ap•a di t•aloJ't' r di Ui81ore-.i· i"t!lnpr6 C i Ot'• t:UIIW 11\'\lt'IW 11eJI• fliiS"ÌOIIÌ ptÙ ÌIIIIO· centi e lt·ausilot•ie. Su talt· ~tud i zio •'OI1\' Plli1Pt'n J•UI't' ult!l•l'c'oli"'imi pralic1, l<mlo J•Ìi• cht• t•s;::n llVIt>hhc preflo appng-;:10 in VirC'ho\\'. t l IJIIU't> t•iliPIIt,. !•et· altro !>Op t a O"~erYm:ic•ltt anaLorn 1cho r·islt·ettu. rol1e " ' l t•n lll &c•Jn!'IÌt'elneutc di 1111 calOI'l'o Clt'rltnario della n tucc·o!'\<J !'LPI I ~t ll ia n t~, P."l r·wleu le::- 1 più 11 trtt•no ai cnualic·olt saliva1•i t' fin anelli' r ~11 :-le"~i urini tlrlln ;:ililln-

lloln. SPnonchl! in rPnllu 11t•lln J•UI'nltlo n11i tuaucl tiAmo appunto dell't,lernenlo ralatralt>. lul'atti niurto 111ai ha l'ile\'alo cl1c nel conclolto l'tenoniArto ~i rac·cotdiesc:" e IJA,·t•saml'nlc· ne ~·ola«~P il pus trnue r carntlt"rblit·n ti! Lo h utli>zioni. lJ'ultr·owic llt'8\'ès c F tll'"'let' i J'nloln~JIII dlt' • hht•r·co cmopo th ullar;.rarr· mollo ptll di Vit'rhow il uumero dcllP r:ollt•:lioni e delle inclu:.!i111 Anatomiclt'.l et determmano n rc'l'lpi ng•·t·e lwn dtiar:mwnlc c c.;euzu

ullro i limiti di 1111 St>mplict> t'ulano. For·sLPt' ci dc~Cl'iYn lu ~ u pr l'flric tlrllaglio d'uno f!hl<tnùola pArntide ommalalo. -.111 pt'Ì II C1p to rcmw notovoJmeulP ari'O!\!'Iila, al I(UAle arrossimrnlo cOI'l'i!'pondc PI'PS[o quello rornpnll• uu comune utl O!!ni inli111n iulillrllru~>nto, in uua f•Uroln: l't·pati;;;;a;icJfìt' ro~sn': Dopo c~tb, lel'l'Pbhc li1Plt'O <·un soiiPciludint•. pori o •luella dell' ant!amrnlo clinico. uu esPuuAlo l<ic>roso, che moditìca la ~upcr·tìt:i«> Jel lattlio in un aspetto u11irorme

di rarn ~>n succulenza. A tal punto Ffwst.c1· put·e <~i nl'restA e, !;i <'!lflÌ!'H:P, pel' dutì ce m~a di materiale nm•lmnicn,comunque lauln wlu«ln e tan to difl'uso sio il tnol'lJo o rn i 11 i ::~ lud i o .N ondi m enu, siccome lu pu-


!:ICI COSi DEl fl IIJtECUtrO'il

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lologia roPclir.a po..;sie le proce~si clinici ,, anatomici. chi<ll'amertle analog-ui, 'lualc mi semht·a ec::-er quello, per eserupio. dello polmonite gelluina, ro~l ,·,·ntlo che ci f<i i1 concesso eli appog!.!inra $U flf<c;i per ùt'durnt· j!Li l-ltuhi l-I!Cces;;i,·l. l nf~:~Lti, non é t:'!!'! i ""'l'O cltt• nt>lla J><1lrnonil••, il ,·iscet•e dopo a Vi' t' ragp-i nn tu un mu5c:i lllf• I'OllCI'do di i t~len-.ilit. d'onlinat•io lemiJ clinicnrne 11!e n ri,!)ln r:;J, lJ~>11 1ii l'ado inn•cc al supl'UI'APP " Del pAI'i. ll•lll l' l !!li \'ere. rue lo !<>lCl-C,O ratto a v\'Ìeue e 111 ~iJnilwudn,anrlH' nellu Jl!ll'olil• · ill inpatica? Dunque, !'ÌC~'Oil1e J'u}lÌD1P fa;::j dl>JIII {'\q)tiJ'.Illlle poJUIOllllÌCH CÌ i'(t!IO nole, cosl qm slc stess~ e l>'dlo a m ili !!Ìn lrztu , adnlla• :f> nlla p!li'Otil•·. e 1ti'Ol('tl't> 1a lacuna t'ÌJl' l'i ~ar,•hbe 1'•1111hln,tunnlèll~>ndo, come nlli1uo pt··•('t·~-.o. l'emul'-iflllL' ,.pnnlam.•u lld Il l':asc:or-

bimenln tlcll' e""-uuulo. S: al 1h1'1wf'i. o no 'lll"~ta \'rclt tL11, tornA egualmenl(' chiaro c!w !!li «ttul• P Il' tttl• l'll1&1.ìo;tì tl1 For,kt'. "-i o.ll .. nlanaoo S:ò'-llt nei "11!"1'<>"'1 ' c·~trallet'l ti' Uhtl "l'lu !•lict t1u<.:::inne put·olil! .. a. Ohrt• du> cc1n i. Lomulht• !-i ;..fup-gt! dtd cnu,;iJ••rot·e lo lo t•,..LPnderRi o lo ;.. \'uLet•si ,lP!!Il ~l· <.!>1 l'fili i. "'•prn al l l'c; !-(1Hrmdole. lt' qunli l'"~"onn fl\l'l'l' luhnlla :mcltt· ••:-ili •h rn;.rgrmzal'llPtlto t.l dt o lJ•orìa igtHtll, cc•mc O!!rlUn s11, u1 lli'Cil't'~ ... i cullu·rH1t acult c l'tt:;,:-AcJ.

TltJIJO lutto, lA lrl' lt.:' ri ' cnn una ec•rln lut·=lJI':I./.11 qui eHIORL•' sc•nn le snll' cltc lc'II!!Ott<l vct·ana•nlc• tc-. Ln tlllr' lt C' og,!.!l a qur lln della inrezu•n" !!"e•wralt•. fJt!'sinlill r<.se ne;..;-li appt·l•z:totuenti, c.j acccwdnuo )~~'t'il :<nprn un punt•) ,. ci•tc.!; l'he ~~~ Ol't•cchioni, ma lnll in dt'i'C' l't l la :1 lkllt(·o tlt'llt• eontunl, t!evouo il loro Jll'imo l:;\'Ì)1tpp0 , ] Q 1<11'!1 p;-;"(>117.8, ìf!OI'O :'i\Oig••rsi OI'ÌglltOI'ÌI> """-lllll7.ÌAIID('IIle tL.h "'tnt i t'O<-mo-tc>llurici o!el!e Jl~"f:/-!Ì( I'i '-lngioni. sp~?ciailnenlt' l'fllllt'ndl!>linll ·la t•ep,nlilli vat•itn lit e da LPmpi frCdLIO·III1111li.

•\ lali pt•cm··~,_,., glt illu"lt'i <•piunnlt \'t'llllt'l'o condoll• dallo studi" collelll\'O delll:' storte po::.~ale e dalla loro luw.:a cs::pPr 1enz11. Prrtar. to, 8i•·,·ume llll<'or OI!!;:Ì. que~ta ('(>><ltluzione almo><feri<' \ In troviu111n u;vncalA. 1(111-tle f!t>H•'l'nlrict:' ù~>lle in{lu('IJZC, an111tP,...,e da n!!'nunn . di cnr-iue. d i l•lllsillili, tli ~~·ossolani calarr•, J ,•Jla sle;.:,.n pt>ltnutJile, Ct'c. e<'c., cosi basta


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STUDIO ANALlTJCO

essa sola alla maggior par·te di cruei pratici, per spiegare la tendenza della parotite idiopatica a moltiplicarsi durante la mala stagione che si osserva di sovente, specie at centro ed al sud clell' Eur'opa, e cio senza il b isogno di pe1·egrinare sempre nelle sconfinate idealila della dottrina infettiva. Eccomi giunto nerlanto al momento di af'f'rontare il pen·siero della maggioranza e cioé di soLLoport·e ad un esame particolaregg iato quel la doUrina che r eputa lo sintomalolog ia del morbo in istudio quale espressione di un avvelenamento gener ale del l'organismo: Gli orecchioni sono una malattia infettiva. Tale é la forma pura di questa dottrina e come la intendono gli alfieri di essa Rilliet, Stevenard, Bar thez, Debize, Felter, Colins, Laver·an, ecc., ecc. Ma il maggicn· 11umero degli opinanti , aggiunge all'incirca anche questo cor·ollario. Ha espressioni tali da ,,toversi tenere in conto eli una .febbre eruttiva. Il concetto fondamentale di que~ ta l.eoria si basa sui seguenti presun ti : d~[fondersi epidemico, non 7'ecidività, contagio, specificità, decorso clinico, in una parola insomma, ·su tutti i cardini necessal'i per convenit·e in tomo alla squis itezza infettiva d'un morbo qualsiasi. n el senso concreto e non induttivo . È a Pl'emellere che solo il valore di una maggioran.r;a la ·quale si accordi sopra tutti quanti gli elem,enti della do ttrina, dà n no ad essa lo "picca l.o caratl!~ re d i mode rnità. Se invece questo val ore s i tempera o si diminuisce, oppur si d isgiungono o si sottraggono tal uni dei termini , troviamo subiLo nel principio del secolo in Bot•siet•i vedute consimili, ·ed a distanza da noi d i cinque lustri, abbiamo Trousseau, ·Che descrive g li orecchioni, immediatamente dopo il tifo petecchiale, noverandoli senza l'iserva fra le febbri eruttive . Ed ora esaminiamo: Che la parotite idiopatica specie nell'Europa centrale e del ·mezzogiorno, assuma non di rado un caeallere di influenza e se lale é l'uso fra n oi diciamo put·e il suo gr ado maggior e, ·di epidemia; da i tempi d'Ippocrale fìno ai giorni no:;tri venne -ognora osservato.


SUl COSÌ DETTr OHECCHIONT

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Se nonché è necessario ben dislinguet·e: epiclemitL è nu lla più di tr ansi torio, ma pr onto ed inusitato diffondersi t!i una malnltia detet•mi na ta, in un uumet·o ecceziona le di per sone. Ne t:onsegue che presa isol atamente lo altribulo di epidemia non agevola all'alto il concetto dell'infe?.ione. A l contrario solo lo potrà consact·arP. a sua voll a in quei morbi che pet• esser e veram ente int'ellivi hanno un' unicl'l cspt•essione nosol0gica e sempt'C in "cguito alla slc-'>Sa causa insidiosa. Ora , mentre ci ò fuot•i dubl.Jio costituisce uuu delle pt•ime lot·u •JUalifiche è invece ben l ungi dall' appa1·irc La le negli ore t:ch ioni. Infalli ognuno di noi, put•ligiuno o no della infcltivita, non ;:i turba ce t·tamentc se ci si vicn a parlat·e di una par oti te come di una tousillilc, di un catat't'O dci bt•onchi od intestinale, dominante nel tale o nel Lal nllro quUJ•licrt>, per ragioni reumatiche. Ma sot•twenderemm o LuLli di sbalzo, se al con trario ci dicesser o con serretà di una scar lallma o di un vaiuolo, deler·minoti . . . . .. da un colpo d'ar·ia. PHI'mi chiat•o? Pedanlo i macslr'i della tcoda infeltin•, put' non discono· scendo tale 1lebo!Hzzfl, cerco no di l'tl fforzorla distinguendo due paroliti, !'ostan%ialmente di ret•sel- l'una sporadica (a parte sempre la secondar iA', l'al tra epirlemicrr, quella innocente questa i11fettiva. Ma ben presto l'orgomc11LO si rilor·ce nell e loro man i, poidlf'; sono costt·etti, narrando la nosologia di ambiduo, eli r lfondar·le, an cora e qunsi senza a vver tirlo, i n una sola fot·ma. Di più è a n otar si, cile se fra noi gl i Ol'ecchioni soven te si dill"ondono, non a''vicne cosi in allr i pausi, per esempio al Nord d' J·:ot•opa, OPJ) Ul'é in altri punti extra i qullli si distinguono per· l'esi;:ten zu quasi pet·enne del freddo um ido e della conseguente barometrica ()cpr·essione. Poesi dui quali fugge quella LUI'bo ·di doviziosi r eumatismi e rli c'alar l'i OfJulenti cb e popolano selle 0 ' 1 ollo mesi sull'Anno la ~ ma~lianle t•i viera del nostr0 rnediterran t:o. I ntendo specialmen te par lar e dell'lnghiltct•ra, tlell' Olanda non ('hè di qualche zona dell' alla Svi zzera, r.osì del l ~! Luisianf1 ecc., ecc. - Qui•;i !Jli orecchioni

vivono a fianco delle più selttplici flussioni acuta, sen.za che alcun praiico mai si muova a prender/e in una considera-


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ST{;D!O AX \LITI CO

zione maggiore tfi dette jurme, P fJB{}fJÌD r:he f'''[J(Jio a collo· cnr/e nella. s{et•a dei morbi in/t'flioi.

Perlanto s i<'I!Oroe f\Vv iene, c:;o\o pet breve LPmpo, cbe la costituzione altnosf... t·ica nella no~tt·e conlrA•IP li!:Ui•p:ii, pet• inLensilà t'eumalizzanto, q uelln dell!l t'('gioni accet lllal.e, cosi più ancora del rt>ole i"t>lllbra d1e il dominrH'•:~ ,[ellA pot·ollle, assuma un !!t•adl) supt>ri ore oi pt·••domini pil1 r•11nun i. Ta le t•i fles~ i one ,·ione poi mR!!gim·me11le so •-r-ella dalla c•rcostam~a, che fHH:he fum·i n et no-ll·i pt>g:;::iori peeio Ji dell'anno, sorgono parotit1 p ••t-t'ollu ltH'I Ire isolate, q uando per avventura chi aro mola ebll<'• a lt·o,·arsi solln t'aztone eli Pccezionali mn menti roumal!zza11ti mu Lt'a llsilot•ii. -eu~·, irdalli accade, pc t· uon usl~ir·, tlnlle lllllt7.ÌP, allt· "'•·uliuollt> l'ile pernolran.o (IJlC/11• 11"/le b11on1 swyiofl.i n nei fossllft u ft,t•/le f!Orillc (Gnylar il, Snllawl ecc., ct:c.) !c quali uiLimo r•omP fl!!llltllo ~a. "'' no fell•'Hralc' pr·Pc:srtntt•nlP n li\'ello c1eola fa•·cia. Q11i ra.lt.n pu1•e il l'i<:o t·dn dP I :-ohll'l lO (;eaz iarlo. d i e.ui ,, l'CUli" nellt:l pfH'nltU ùel 3l' tla u1è de:-ct·tll .... Ed è, i" rre..l", in for·za ap!Hmlo di fJU PSli frilli e d i rptesle con:'ÌolèJ'fl/.10!11, rli€' "' l'l sr:o nl l't! IIO O::l· seevalot'i i rtunli olis:oe11lonn tinnll<'ll "'Ul tuo lo oli mauife<'lat•;;t della plli'lolild 111 istudin u!leJ·mattd" Loluni, o.:ome L\.11dral , rl Nis lert, il 1\obin ecc., Pcc. .-lh• • solo 'JWtlt·la: v(J/ta » t'Pglnnw con pt·etlominio spiccAlo. Non lt•ovo li rtn lnw11le Ìl ll llile eli l'ichiawot·e lu ciJ•Co!'llanza, ammes:-;u anclte da ptit n;.;!'l 1111li inl'elli"·sli couw ti CnJ.u. che ctnundo la pat'nl•le si diffond,•, mn11cann i n CJI!IIi rnodn nJ es;.;fl, ~;ernpr·e c sen1.u ùuhl>Jo tlne cat•alleri ,;;pc:~tlici u;.;i n IH'esenziar·e Il p1ù dd l t> vollt' siutnllattl•ament« Lutl·~ le· epidemie i n· fdli ve, t:iow la prf)J•It(tnzb)lte cef,,t·e " l'e!!Jltt!lderM in esteiVJ. - lnfatll t·ar·i,;::;tmamente ~~~ orecchioni ,·arcatrr.t la '-nglia dei nostri qum·Lict·i, dnvu o!umno per In piu Lultn l'ill l'l.d'uala e non col~o11o dtr Juc o lt•t• ammaluti u~ni '!UOtlro " cinqul! g-iot·ni. Dal pr11 tcipi" .li rru P.sL'anno a LuUn uprile. nel :!7' t'e,g-gimento, che su;;ii allr·i corpi del pr·e:<irlio di Piacenza, ne ebbe in maggiot' Dnnwro. venw~ro cut·A li solo 2(i indivio.lui.Mi sarebbe a!:.sai facile molliplicat·tl all'nllìnilo questi .... sempi anche fnori uello mia pt'alica, "e ct6 non ft)>'Se per fell.amente


St;J COSÌ OUTl ORFCCEJIO'il

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ozioso, pnit:ht" invBslig'twrlo co 11 og11 i scr·upolo la ct·onulogia delltl pat'olile idiopalrca ad oa:nunn che il Yoglia. ri-.ullerà, essere ma1 ~tRii (JsSel'vnLi quPI brw;co Ìlì-'<>I'Uere c quc:ll'este.~a cli[Jusiotl< clu• .. uno t'••hl!..:.do. per t•ct·ellenza delle CJHclemie infellìw, "010 ltlooliric·nbili dnl1e odìt!rne ruì,.ure proflhrltiche. Or·u pot· r.o rw r·clar8 i nlot·r ro Ili vm• i J'll llli espC~sli, coucluderò clu• IIP_ii or•ecchrunr rl <'Ont·t•lto di t•pitlemia, mu~giOI'· m enl•• "e ,.,j rifer'J"('t• tJIIn nnlur·a inl'olli va. 1ton tt'ovrt un'esatta ed al'f,.Ofll'lata 11.flplll·n·,om. Un :--;'l'lllhlo lr.rruirw ~~ lr1 non rc:cidu;ito. <lllrillul~> '{ueslo, quasi "t'llllOi·io dd JO()du inl'ellivi "'pt·c·rt· pu1 dPi virult~nli. C<mfe,..,o la 111ìa c:nqtr'~'"'U, rwll'av.•ro cntl"'lalfllfl qrw~->hl giudizin in '1118"-1 tnlli gli ch"'l'l' \'alur•i cnlll(ll'PSi ,.:li a \'\'1'1'8arii ·<iella clo t l'l !l'l 111 ·ii..c•·u .. ~rr•IIC. - Non Il t a \'YèlllH' mai ,Jj lc_gor·e dw ni<'urw COJIIr·ndicco;;~(~ la III'II!Crm:n'l' recit!IL'tl negli orecchiun1. P 1Wltll rltJ 11'1 l tl lO c,.;p•· r·if'll t:ll :;ia pill' l'unl'i dnllt r IIUI'I'!lla nCJ· !<OIOgÌB, t' hn::;e rli r[UI"·i<l "Indio, llli Ìll (ur·!' a t!iu•lit'lll'\' 8'-'"0· lulamPule info·11lalo lah• t'I'Jl••t·iiJ. - Ant·lie fr•a 1 2,; rn•flqJui del 27• I'P:.!giuv·ulo, l'Ìl'ullar· •no twr•· I'C'('it/ican.til- d1•i •(Ualr f)untlru. 1 "'CJidolr Di" Bel'llur·dl•, lJr Rluc:r. Snporiti, Br·enali già rw l p• ~t·io d ro di soLto lr ur•mi , un;::i Loll •HH' d I l•~ U•·rna r•di, gli altri nt> soll'l'iron" 1rP vPll•·- n ll t'o l'l•·~ r·eci n va 1 - Debbo •]uesla r·rc·cr···a agli urtre,A"i t·olleglu Bn1·nnn e Lrcar·i- mn o ve non ba"-li - a~::run_oo clr•· ••S->f'nolo "Alito, JUe nro> "0110. nel l'epu•·ln oli ILll' ilf'•iua m·•· "LUIJIIO i Lt'P !;;())i HlnmRIAti d r parullk, com pr esi ~·~~~ ncll'o"pr•dfllr. lron1i subito il•legentP Paolu<.:ci Giu~eppc, di Cr·Pma. dasl<c 181)1. - il •{uall' aflcr·ma bt•n chiar o d'nve r >'Oifer·Lo In slt"'-"n uw l11ltia ad ambedue l" !!liian· dole ndi'l'la d •Jttu nnni. Del re.,lo u nulla di pri1 ovi1l~nlf' ri couduce arlt'llt' In semplice rill(!'i~ionP ciP· ognuu'' può desurnet'P .!ai punli un,...,l Hdci di ijCC~t gcnerflle- ~ 111i spi('go: A par·lir•p du !ppnr•t·ale, i patolnghi lnlli COil\'t'llglliiO Ull8· n imi: - ~~i orecchion.' IJ~:wrt~'ws• r.•m .~t r-tardinllnn prefe r en:;(/ nell' WJIJIIJ r·!te 11eflo donna- fJ' r nouehul « .w• murano essere Jltw ft " ' ' C''rto l"'n!rJ f a/'f•"nnmryw dd SP-~so ma:SChile "·


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STUOlO ANALITICO

Si c~piscel - la donna è protetta dalle domestiche pareti. - L'uomo invece lolt~ ogni gior·no con gli oltraggi del tempo e delle stagioni - e non ~~ tlillo. - E ssi aggiungono: che il massimo della loro fl'equenza si trova negli adolescenti da t> a i 5 anni ed ha solo riscontt·o con la frequenza pur e ru!{guar·devole delle milizie. - Ora, a chi per ragione di logica non appat·isce subito una aperta contead.Jizione?- irnpe t'occhè come può ammetler~i la non reeùlivilà quando la paeolite id1opaLica - morbo frequentissimo nell'"sercilo, lo iJ del pari nei primi anni della nostt'a ''ila e prevale appunto nel se!'\SO ma~colino?

.Kon l-Ono i fanciulli di iet•i c!he ,livenlano i ;:olrluti dell'o!.{gi? - Evident~mente sto pet· dire dovrcbbesi ammellC're il contrario! Si i> p!'E'leso e lo si preleuJe oggi con maggioec allivita ùagli infetlivisti, che il diffondersi degli orecchioni avvenga

per contagio. La trosm issibilila J.a individuo ad individuo, nou r ichiede necessariamente il concetto eli mor·bo infetlivo - ciò è elemerrlare. - Infatti taluni Ilei clinici purtigian1 della prima t(:lot·ia, COHte ad esempio il Niemeicr che per eiò ritengono la par otile un'int'ermilà. locale delerminflla ùa cau!"e comuui, si propongono poi per lo meno i dubbi !'>ulla po~~ibilita o no di tale trasrni!"!"ione. - Pet•ò; JJacliamo, Jella steS$t1 teol'ia, lo Sleiner, il Valleix. il Lorain ec1'. ecc., oltre ai seguaci di quelle clell'Eisemnann e del Lamelle affermano • non e.~istere alcun fatto in cni la conta1tiosilà sia .stata veramente 1Ji11W.Strata •. Dopo ciò sebbene ne l'is ulli ineccepibile la m ia wetne.~sa p/J,re non mi nascondo - per la natura ana litica di (juesto ~ludio - che se il contagio fosse cet·lo, r appresenlet•ebbe anche nel dubbio un buon a1'gomento in favore dell'i nfezione~ . Ma al conlt•ario tanto per rugioni pt•otiche. c1uanto per induzioni speculative io debbo schicrarmi l'ra gli avverl'ari anche di questo termine, della più odiernu dott.rina. ~on solo nella nosologia delle pa roti ti i rl iop~1licb e os!"rrvale dur ante l'inverno dell'81- nel 31• fanteria, ma ben anco in tutto Il mio eger•cizio di sanitario militare, non una sola


SUl COSÌ DETTI OJH:CCI:liONl

volla mi si offerse il caso di lampoco sospetlare lo svolgersi degli orecchioni per contagio !>iO pur preso nel più ampio significato dell'oggi. Del resto anche l'otlitno coll c~u doll. 1\,lerli, con il quale per avventura ebbi sull'argomento prima d'ot•a ad inlratlenermi, in apf)Qggio alla comune nostt·a opinione, mi afferm(lva che n sua memoria dut>u:tle i sci anni di comando della 4• compagnia di sani là, nrai eùbe ad avvet•lrre il più insignificante par·licolar•co. caparP di delPr·mutart~ il sospetto d'una trasmissione di l•Urolite ugl i inl'er·miet·i, ogni giorno in con tallo immedialcJ o mediato <~o n , ammalali d i lnl l'alta, con i loro indumenti. Co)ll i lol'o e::.ceeli! - E noliarno, che trallasi di un pet·sonalt~ mililat·e, il quale, mentre da un Ialo a paragoHC d'ogni al l.t•o lrov<:~si mo~g lio p t'o le tto dallo influenze reumalil'::tan li, •p11ndi ltH•ru1 facilmeutc suoi amrual11rc delle infet•mità eire esse nelormirtano, aYviene tullo l'oppo:olo per quelle t·itcn<tle anche <lubolme nle conla~.ioso. Del r·eslo codesta inwuwità !l degli in r~rrnicri, è conosciuta ed ammes,:;a da luLti, cortlagiuni ~li compi'C!,:i, non solo, ma é eg11E~lmente conosciu to ed ammesso da essi, il Colin alla tesLtl, cbe se c;i Lt•aspol'la urt ammalalo <li parolile in una sala ùiosp'-'dtdedoves:ono raccolti molti inl'cl'lni eco11vall:!sceoli di altri mor·bi, quindi con poca re~i::;tenza organica ma alt·ipat•o per·ò degli agenti di t·eunwlizzaziolle, non si manifestano mai casi di orecchioni illlJlOI'Lati. Epput·e niuno YOl'N) uegore clll~ i fatti opposti t·appresenlino l'rmpl'Onta più n ella, il trrttfe-mm'/;, tlci morbi intelloconlogio:;:i bene acce l'liÌlì non ~olla11 lo ma anche d i quelli in cui il contagio è dubbio, ovvero lutto urTallo lo~.:8 ie; anzi i11 quest'ultimo caso esso ~.; i vuoi presumer·e da tu li pl'rttici cYcnli. Così aLI esempio, pt·imo. che la .sq uisitn >-Cnsibililà dt!lle lasir·e aeroscopiche ci avesse ap pre:;o l'erf.,Lli vo· aleg~iare dei globult. di pus, era a vvenulo t! ell a congiunlinte JHH'ttlenla, la quale si osservava lrasmissibile anchl:l uelle sale le più scrupolosamenlf\ Lenuto, c.; con le medicnzioni piir ~elose. PerlanLo la coslan.za chiara eù unrfol'mc Jegli eventi nat'· rati, non può a meno di arresture 11ùclte ì più convinli parligitmi del con tagio· onde, ad ese11rpio il Colin se no leva di51!


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STU DIO ANALITICO

c llia rando c b a molle cose in m e dici na " ont rle peine a ~tre

approuvées par ious, mème celles fJI~i soni etalilies sur le uases le fJtUS solirl•'.S" chP. lltJn Mano la concogiosilù n.cllapr,rotite idiopatien. ·- Prendo aLLo della co r~fessione espressa da un c osi e m i r:wn lo avve t·><a t·io ! OILr'e a ciò. ~l llr·a v~1lida pr·ova contro la Lr·o~miss. i bil i lù risulla a mio uvviso dnii'RbiLualc, slo per dirE', il>linti vo ahbandono d'ogni sel'ia misul'a pronlnllica all'apparire de~li or ecchio n i. Nel ooslr'n esercito, come a lt rove, f;enza scrnpr>li si accol~ono t.li pt'Psct·izi•>rlf' ttelle infct·mt>r·ie re~~timcntali - o sono ben lune:i dall'e'lsere indirali fra i mOl'bi cliffusibili otl i n so>ipeLiu per· lo meno di conLH,gio . - Nell'e:s<wcito francese e nciJ 'inglesc l a ma~g i or pa .. to dep:l i arumnlati di nor·malo ùecm'so, venfWltO lasciati nelle pr0peie camerate. Né '·arrl:'bbe l'apporre che qu<'l'la r it·costanzu !"i d.... hba rappol'IB I'e a lln ord• uar ia mll czza del rnorLo. - Ciò no n :=o i acco rder ebbe c:on l'uculn vigi l a n ~a i g inn ica dei no~Lr i tem pi. O'allronde, a parle anche le !::'otl'et·enze ine•·enli alla pat·olile put·a e seulplice, siamo ~·usti. il

pericolo ~olo, c.Iell'a~rofla

Lcslicolai'e, pa t'mi'debbtl esser L\" l l ttlo in considerazione maggior e, rwr lo metJ'o dalle dct·mAlosi par as:-;i Lar·ie, pure cosi gelosamente sorveg-liAli'. Nell'inver n•) ùel l ~8-'t, quando mi p1•oposi lo slullio delle pat'C•LiLi cho f'Ì s at·eLJJ,·t·o poi svoliP, '!"egnii )'IJ't•v,..nlivameuLe il co neeLLu ·Ie lla cont o.g'iosi là n nd e: immetlintu i.<wlamenlo rieoor·ro fll'twlo i011lo dt•{l'i!!.fèrmo f)lwnta rlc'SfiOi afft•di in reparto sp('einlr• e eh i uso - per::;onalt• cselusiro ,rassislt'n:::a - pLtrl)iM.:io,~i disinfettanti, ccc. ecc. 11n dovelli com·incorm i eon1 0 ta li p re cAu zio ni riuf'cisscr o p ~r fe LLn me n le oziose, poichè g li oeecchio ni s i generavuno nell'istessissimo ntodo degli altr'i ì\nlli . Qui debho OJWire una pa ren tesi pe•· r•ir.h iamarc la loro atlenzic.ne sulla circo!::'lunzn c he con l'O i·p r·e:::a c omuue , d UI'ttn le l'in ver no del IR8-1:, il ~1· re g g. no n olferse il C(ltlsueto Lr·i bulo a l morbillo. - Pos:s.o senza scr·upnlo que.;; Lo afferma t'<' poiché cer to no n hanno valm·e i d ue soli casi con templi.! Li dalla. stati s tic a nosologi ca Ji de llo a nno, uu o tlei fJUtl l i aV \'enulo in


SUf COSi D&TTI ORECCHIONI

un insct•illo sr:u•do snl piroscAfo, prima ancora che ogli tocCi6 cosliluha uu fallo eccezionale rru l ~· lt·uppt' che si era no c;ucc~>s:H' nel quar tiere supel'iore di S. Bt>nig- no - o si bad i che il 14" l'Oggiroenlo at•Lig:JiPr ia il •runlt> occupa li •(nar·liPr C' più bosso mn quasi pet· al tro a Ialo ùcl IH'i mo, non n•oncù irl\'ece t.li pn;.mre anche noii'IH, le sue lr·u·lizionalr tlccimP nll'inrezionP mor·billosa. In conseguenza di l~t li f'\'C'Hli mr pnrrebùe le•·rll• ùi argomenl(lt'~ cile ]il rni s111'e profilu llir.IIC\ nssun lA e t'ÌIIScile nulle conlr·o la p!ll'fllilP. ioliopol•~·a , abbiano IJin•ce spi<•..:nlo la loro erflcacia JWe~t·r·,·ati vo in oppnsizrnr:P atrin;.or·!!el't' co~ i coslonle del morbillo, nH•l'lw davver·o ird'etlo·conlngioso. niro COUIUiliJIIO la coiucidt'llZU pet• Jo meno SÌilf!OIIll'e a !Jil•'i parli!tia ni del conlag:io che in mmwt·o dic;cr"'t.' l!inngono s considerare In pArol!L•• in i'~ludio qunlP una f<JI'rrro larvflla dello Rlrsso mm Li Ilo. o l ulli·rmtmti un'•uli>r·milé dR compt•t>nd t·t·si >;p 11z.a inc:r i'Lezzo n c~l ~1·uppo drl le l'ùhbt·i Cl'llllive (Laveran, Rilliel, lhlr·llre:t, F••l11) - Alli•t·rnazi<HIP A mio aY\'1"0 paraòo~~a l!', po.ché rnunthPrcmmn 111 •(ue'-la nuova pir··~.~ìn c>sanb•matien!- ;:emplicem •11te dell't·stmtr 11111 . F11ccro gl'Il:'.in della <'ircoslnnzn ciJc lP ulfe:lioni ~ r·llli,·e com pAr\'cr o iu Eur•opa quasi :11l'a.llo conlrmpo ••tllleaJHt•nl<' m·l ,., !'Ct:OIIl, melllrc la par olile VÌ<'II tles··rillu g-u'l a;li albori della m<'olrcu islorlil. Torniamo Al contagio. Esaminando le pag·ine eli le \l c1'8h11·n medi ca d •c riguardano lu nosologia della par·oltle, l'i s ulla in motlo evidente lo sforz.o comune di dul'l3 il mussirno di puhhlrl'ilà a laluni !alli t·ogf: l'&nellnli di tempo in tempo c dn uhimo ccllèllt,·arnPnle inAlbera li come ves!>rllo dolln LJ'asmi;:sibJiihi. l~ssi si trovo no rip olu Li eon r fl lig-ione in eRLeso ovunque venne scrilto nello scopo Ji condudPt'e 1n fM·orc del f'onlagio. - Ma all'occhio ddl'o~ser,·t~Lnre anche me11•1 an·eclulo cl 1e li l'affr·onta con gli fiCOnfinati e giornalieri esempi di questo morbo, il quale dopo lullo, nppal'lil•ne alla m oneta ~>picciols della patologia, cc~sano giil pe r Ju ::e1npfice po''el'là del numero di J'appresenlm·c un valol'e positivo. L'esercizio pratico dell'arte s oluturc, sfr•ondundo m olle mie

cac;se la soglio ùel quarlier·e. -


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STUDIO ANALIT ICO

illusioni sulle seducenti teorie appt•ese, mi ha faLlo prediligere la filosofia del sapienlG da Verulamio. Largo du nque alla s lalislica! Alla fol'ZU schiacciante del centomila per runo l - Peggio poi se quesl'uno, come è del caso nostro, non porge tulle le pl't' l'Ogalive cbe si richiedono delle pro ve assoluto ed indec.:lina bili . Evidentemente troppo abuserei JPiia loro benevole toll eranza se qui p1·enùessi a nanat·u eù a lliscuterc ognuno 1li <r uesti fa lli. Valga per lutto, come chiaro e Yali.lissimo appof!gio di ciò che affermo ' Juanto espongo ollt'e. Nel più com pll! to tratta to di patolr)zia. e Let·t~pia moLlica che vanti rnodcrnanwnle la ~ciem~a nol';lra - l'opera redatta dallo Zìcmssc11, il Vogo! - che pure ornò sempre lo s tudio dei picco li ammalali, fra quali son cosi <'omuni in ogni invet•u o gli orecchioni. - Al suo capitolo sulla porolile uon sì trova al caso di poter presenlat'o un l'allo di COIItAgiol';ilil acct!rlala che fosxe a lui occorso, e deve pe1·ciò piPgut'.:'i alla cilezivne di allt·o pubLlicalo da un giomal ... lede:.co seJilf'licemenlr· cinquant'anni or sono. P ertanto' ove cio non boslasse, a~giungo, eh!! il La.vc•·un cosi a<'rC contro i dubbiosi 1lel contatrio nt!l recentissimo manuale collabora lo con il Tiessiet·, moslt'a al pari d i Vogcl tli non tJV(•r chiari eventi in propria pra Licn poichò i· indotto a riprotlut't'e quello chu !>UOI leg~et·si •t unsi onmque e •·iftl · rilogli .Io! sig. doU. Busstu·d, c.ircù l'influenzn d i paPoliteclto serpeggiò tanto uolla popolazio11C rpwnto nelle tr uppe di pt·csidio, tra lot·o in t•appot·to, all'i,;ola di Olet•on nell'inYet·no òel IBH, rispa•·miando ìn\'ece 220 cliseiplinaires della mo.rinfl, perchè, corne La\'et·on pen~a. si trovavnuo perrettumente isolati e senza mai alcuna comunicazione con i pri111i. T.a poverta ili prove intanto pat'wi no11 possa avere una piu precisa dilllost t·a.zìone! - Ma 11on ù lutto~ tanlo questo secondo CMO come il pt•imo (è IJUEslirme di un nr.fanr:lln che ammala eli oreeehioni appena r>nirato in colleuio dal su11 piccoln rar·se, sede rlPll'in/fuen~a r· rla ori!JÌit~> allo soilUJifln della porvtite, da principio neali aliri piero/i rieoor:rctli, e pvM:ia ill tutta la città rl i f{afle c' vicine boruate) non Yal-


SUl COSÌ DETTI ORECCni0:\'1

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gono a consacrar e alcuna cosa, poiché. chi si oppone al contagio. ha lutto il diritto di considerat•e il (H'imo fatto come accidentale o dipcndento dal tr·ovarsi ognuna delle località acc~nnate, inclusa pul' r;w>.lla presunta rli origine, in una zona circoscriLLa e sollopoi>la agli stessi a~enli meteorolog ici. MeoLre poi il secondo fatto, con il rispm'nliO dei 220 clìsciplinaires, giunge a provare la mancanza asso luLa negli orecchioni, della dijfusibilità - col'alleristico allt•ibuto dci morbi non ipoteticamente determin a li da un conta~io volatile - poiché il fisso od immediato viene unanirnnrnenl<1 escl uso. Fiualrnente come prova terrn inal e ed incalzante contl'o lu trasmissibìlitù; lo1·o r ornmen lel'6 il nnurt•ngio di tutte lo indagini microscopiche sopl'a i liquidi - organici cioè sangue, lacrime. saliva ecc., come pur e dei tcnlativi di inoculazioni tanto emaLiclle quanto dei secl'Cli ghiandolari- poiché in tanto accordo comune s u lnli risultati negattvi non può certo esset• tenuta in calcolo l'ulfet•mazione del solo dott. Neiler il quale avt•ebbe r ilevata lA presenza di microrganismi nel sangue, dell'ammalalo del J uccowl colto da endo cardi le - a p roeesso parotideo spe~tlo - lo si noli! L'azjoue specifìca dei micl'Obi, la slcsso. loro presenza ba già troppo bisogno eli conferma in ben'altl'e cn lila morbose, le quali dopo tutto contano già un tliscrclo numero di favorevoli osservatori. - N e J•i sp,)n.Ja i l ba.ccillus comma di Kock, che vediamo pel'icola nte per r opet•a del com ita to medicoscienlifìco inglese n ella Indie, presietlulo da Klein, il quale afferma essere comune ad aHt·e forme mot•bose non solo, ma esistere anche nello stomaco degli ot·ganismi sani. Oltre a ciò, specie dove le cause comuni sono quasi palpabili com' é del reum atismo at•licolat·e , sorgerà sempre il dubbio, in chi pm·e ne voglia arnmetlet•e anclte in esso J'(~si­ s Lenza, se la monade microscopica anziché un agente lleletario iniziale, sia invPce un pt•odollo r egt•essivo di ut•Li chi· miei misler·iosi clte il palpito caldo e tumultuoso d'un Ol'ganismo anche sol lA n lo f.,-bbrile indubbiamente genera.- Siamo pratici e ci sort•eg~a la rigiJezza dei falli posiliYi! Dopo quanto ho espos to fin ']lli, non Ilo d'uopo di spendere


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STUDIO ANALI'l'~CO

parola per dimostrare l'ins ussistenza della specificità negli orecchioni. Ora ver.l iamo per un momento, se almeno il corso clinico del mOl'bo dà argomento mig liore alla teor ia infelliva, dei prineipali Let•mini che ho, parmi con efficacia, contt·adelto. Nelle malattie infettive suols i ammetlere un periodo di incubazione, uno d'i n va~> ione - uno di s tato od evolutivo -uno di crisi o di purificaz.ione l Davvero che mi si ribella il senso medico nel rapportare ad essi lt~ nostra parolile - usa, come ebbi a dimoslral'lo, a prendet•e d'assalto l'organismo nel più cc,nfìùenle stato di salute. - Dissi da pr·incipio dei molti a mmalati che appena ap pena ne erano avvertili, dalla tumefazione g hiandolare. Ot· bene nella [Jaggior parte delle vol le l'assenza di prodromi anche br evi, ma tlisti nti, e la regola. -Effimera è la dut•ala della febbre- talvolta non si riesce constatarla - s e s i eleva eventualmente, ha caL'altere stenico non depressivo, ed ilfastigiurn, affatto l'ug<:~ce, risponde a quello stesso della cosi detta sinoca reumatica. Non epistassi - non perverlimenlo ùel sensorio- non impegno splet'uco - insomma - anche rii'erendomi alle puntocomuni succe,ssioni morbose da pl'ima descritte - nessuna delle manifestazioni tipiche e di cons uelo imp utabile alle malattie infettive. Tale è l'ordinario corso della paroUite idiopa tica, e in quanto a quelle rarissime ed eccezionali complicante che narrai dopoaverle attinte con diligenza nella ct·onolog ia tutta in tera del morbo - bo emesso allrove Il mio avviso. Cosi respingendo ogni accordo con i lennini fondamentali dell1:1 doli.!'Ù.IIl inl'eLLiva, resta esaurilo lo stud io analitico da me assunto per r1uesta infel'milà. - Solo agg iungo · poche cose onde concludere in un giud itio defin iti vo, che io posi tu tta la cuPa di costl'urre su faLli universalmente conos ciuti ed ammessi. Gli orecchioni si de terminano specialmente sotto l'injlaett::.:a del .freddo-umido o nel succedersi di brusche varianti aLmosferiche e eli venti freddi c violenti. - Le pl'emesse con -


SUI COSi DETTI 01\ECCUIONr

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dizioni del quartiere di S. Benig no in Genova rispondono a ciò in esattissimo modo. Rari nell'estate e nelle primaoere ridenti, danno il maggiot•e numero di ammalati al cadere delle piogge autunnali ~ più ancora nella stagione inoern.ale. - Non esistono, che eccezionalissimamente ai paesi ca/ili. - Infatti ho letto, registrato con meraviglia, nel 1868 dal dott. Richaul medico di marina ft·aucese, un ammalato <l'o1·ecchioni alla Guadalupa. Nelle zone settentrio1tali durano l ntto l'anno - in quelle tempel'ate si svolgono quando 1·sistono le condizioni metereologiche anzidette - se t(Ueste. insor gouo, pel' avvenlut•a, fuori dei tempi consueti, può r infermilit desct·illa svilupparsi in O(Jni epoca derr anno, in ogni punto Ilei globo, e ben inteso anche colpire il solo indiriduo clw oi 8i è esposto. Le sentinelle nei fossati dei forli, e 11elle gat·itte, informino. Questi falli sono assoluti, su di essi - infettivisli o no tulti con vengono - tanto Eiscnrnann <[Uanlo Coli n - tanto Val leix quunlo GaylarJ- tanto LamollJe quanto Lavel'an così Bt•uns, Sallaud - Vogo!- Sleynec - Jaccoud ccc., cosi pure infine è scritto in LulLi i manuali di patologia medicaspeciale. Intanto è noLo essere a ppunto codesti elementi morbigeni quelli cbe corrono nel linguaggio medico con il nome di cause reumatiz.:anti com. un i. - Comuni per cbè si ritengono il momeu lo etiologico d'un ricco ~1urnero di malattie, le quali a !or volla c quasi di conseguenza sogliono del pari c ltiamar·si comuni. Nell'esposizione del pt•csente lavoro non ho mai mancato di fat' spiccare quandr1 occot·sc lu ragione reumatica riferibile alla nosologia di pat>olili esposta; ciò pertanto mi dispensa da un inutile ripelet·c l'iassuntivo. La chiarezza d'aziono di queste cause nella parotite idiopatica, è per me cosl evidente, così vera e cosi diretla che non la posso par·ef!giar·e con alcun "altra entità morbostt fuori del reumatismo articolare acuto delle giunlut•e. Ed ecco la prima r agione per· la quale a s uo ternro, pur dissentendo in lA.luni punti cardinali, dimostrai però di incl inare per la teoria di Eisemnann.


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Sl:UDJO ANALITLCO

Una seconda ragione, cbe parmi non rilevata da alcuno, e sfuggita a lui stesso, sla in ciò, che n ella arLrile, come negli oreccltlo ni, abhiamo due form e ugualmente dis tinte, cioè la poliarlt•ile a cu ta idiopatica ed è l"ot•clinnria, ed una po/iariritr> acuta S<'<~onclaria manifestanlesi sempre del pari alla parotite sr>conr/at•ia « nnt (lecot'M, come scrive il Nit>mejer, di malattù· d'in.fe~ione, r> dalla quale bisogna br>n distinguere frr J!1'Ì1Jlll ,, Ma v'ba òi più; esi~lo un allt'O fallo caratterislicameule comuHP 11ll' nna rd all'aUra rnalaltia, ed ò la sede multipla delle espressioni locali. Dicendo della prima Leot·io, mi sono dichiaralo avvet•so al considerare ~li ot·ec<.:hioni tm morbo risb•elto nella sola ghiandola paro ti le, e,pour crwse. I n l'alli abbiamo vislocbe sono eolpili quasi con u ~uale fi·eqncnza, l.alvolla ancbe prima dello ghiandola parotiJe, m0ll\' altre ghiandole, ciofl il teslicolo. la manrmella, le ton ~illc, le sollo-mao;cellari, le gl'Ano i lahbr&, cwgano si faltamente s tipato delle più volmuinosc ghiandole sebacee e suclorifel'e, spes~o mo ltilobate, che ()Uasi costituiscono esse la compattezza istologica del suo tessuto. Al!giungo infine come loc.alizzazioni meno comuni lA pt·o"tnta e le ovaie in una pa t·ol ~ cioe tJ noliamo bene srtltuariar,u•nte, pPima le ghiandole più supérliciali o piu capaci. quindi le più c:uslodite e di minot·e osleusiolle. Appunto così c:ome aeracle per le giunture nel r ewnatismo arLicolarf' aeuto, dut'O ttle il quale vien colpilo ad cs~ mpio co5'tanlemente quèlla del ginocchio, mai o qu~:~si mai la coxo · femor~ll c e le vortebr·oli dei lombi. La mia opposizione acl Ei>'ernnann ru specia lmente sulla fusione da lui voluta dci due mot·bi pressocltè in un solo, o ciò a base sopt·allullo a natomica non clinica, mentt•e io le t'ilengo due entità n10rbose dissimili, e cioè che l'una non può all'altra sostituirsi . E valga per me anche lu circosL<tnza che i delicatissimi tessuti siuo~i negli ot·ccchioui sono sernpl'e rispettati. l n voco pet•ò a mia volta te analogie embt•iologiche, anatomiche e sopl'allullo di fvn:;ionalilà, che esistono lt•a le ghiandole ennmernlc (poichè ciò mi vien concesso dai poslulali della patologia fondamentale) onde aver la ragione del lot>o più o meno comune impegnarsi duraule il corso della nosll'a paroLile. Epperò ora adattando ad essa il con cello


SUl COSÌ DETTI OHECCiliOl\l

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cbe il Cantani espr•ime per l'.trlrile, io sarei per considerar·e g li Ol'ecchioni: llna cera sistcJ,Iatopia ghiandolare 1'ettmafica. II qua le nggi unLo di t'ntmaticrr, che fa enlrai'6 per me, la malallia senza incertezz(l nPl gntppo delle comuni, vien e poi indul>ilabilwenle sanziOilAlo dalla terapia da tuili, ripeto da tutti, proposta . Es~u è le lPI'apia di ogni reumatizzazione acuta, anzi pe1· solito di quelle fugaci e generali, del r esto lcranil:l li'Oppo co11osciula onde io qui mi inlrallenga . Nel termine del lavoro mi compiaccio di ricon ~iunge l'mi al puuto dond e SO IJ O purtilo c cioò ul diulumo nos li'O ~ei'· vizio milil.nr·e, offermaudo che, come avviene di tlJLle le a!LI'e infermità gi'ossc o 111innt~ delerrui11uLe dagli stessi agmti reu matici, co~i unrhe per· gli ol'e<:cllioni looca ai mPdici dei corpi il tentai'C d'oppo rs i ad essi in tempo opj)Or·Lun ~) con l'assidua sorveglianza. con insistenti consigli ed istruzioni, specie: a) con la por!'= imonia nel uenuchwe le l'eclute e sempr•c in un ambienle te mp et•t~Lo , pee le v is ite, conteovis itc, vuccinazion i, riscontro ,(l'f ris ullato, a 1·reda mento, rassegne, ecc .; b) con irnped il'e l'nscit.a dalle ra m cmte fi no all'ora del primo l'ancio, maggioi·mcul(> poi lo scender~>, li' ordinario scamiciato, ai lavatoi del CO I' lile, onde ahhigliai'Si il mallino; c) con l'uso abituale nell'invor·nula dell'inle:·a tenuta di panno; d) con la distribuzione per Lem po del la s eco nd n CC>per·ta; e) con le islr·uzioni interne cos lontcmente impal'liLe nelle ore pri me del g iorno ..... in somm<~ con l'applica.Jionc V<' t'a 1•cl accertata delle auree norme compr·ese nel .:.'Vlanual'' di ig i c•ne per la truppa tanto più che entt·a aucora negli ideali lontani il riscaldam en to generale dci no~LI'i qua rlteri (1). (t) La Commissiono osn minalrico, composta rlt•i Sif!no ri capitani medic i Oarono o Amoroso c' t()ncntc med ico Gampatolli, dopo ave r molto loliato il l;tvoro dol sig. capil:ino medico M:ulgiant.i , co/H; Iti llcl u, por cio cht~ si riferisco t•lla etiologia • cito la parotiLc irliopatica può <'S~CI'i' origi nata t<J.Ivolw ila 1111 con• tagio 'PCtiale s usc,·ttilll ln )Jrro di spi<'gar,, la :m:~ azione sotto l'intluenza di • cause reu malizzanti, (lur non discono;c~ndout: uclla mas>ima pa rlo do' casi • la genesi autonoma •.


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RENDICONTO CLINICO LETTO NELLA COKFERENZA SCIENTIFICA DEL 5 FEBBRAIO1885 NELLO SPEDALE MILITARE 01 PALERMO ora. wnroru:

F. LANDOLFI llAlòi:I(IRE lU:otco

Primo reparto medicina.- Secondo semestre 1884. Venner o curali nel pPriodo suddetto ~. 35i inre1'mi, cioè: N. 56 per malnttie doll'ap!Jarecchio vocale l'espiratorio; » 99 per malalt1e dell'apparecchio digerente; » ili per· malullie dep-l i or gani del movimento; ,. 2 per ' malatlie delra pparecchio uropoietico; ,, 87 pe1' infezione palustr e; # " 3'l pct' infezione Lilìca; " 63 inline pe1· effimei·e, lievi gastl'icismi e r eumatismi muscolari. Io mi atler·rò all'invito del nostro esimio direllore cav. Ca mpelli, di tenersi cioò lontano dal campo delle teorie e delle ipotesi, e di fermarsi invece in quello delle osservazioni cliniche coscienziose ecl esatte, per ché I'JUOste confet·enze possano l'iuscire più utili, più corrispondenti allo scopo per c ui vennet·o inslituite. Si ebbero sei casi di gl'nve pne umonile c1·uposa, due volle 8 sinistra, quattro volle 8 destra, il che pr·obabilrnente devesi alla ma ggiot'(J nm pi ezza del bronco destro e quindi alla pl'evalcn te funzion e del polmone cot•rispondcnte. Il pl'Ocesso mMboso ot·iginato sempre cla inf1uenze atmosferiche si manifestò come d'o rdinar·io accade nei lobi infcriol'i. La febbt·e s'iniziò con un violento cù unico brivido di freddo, la lem-


REND ICONTO CLINICO, ECC .

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peratura raggiunse 41 gt'adi centigradi in meno di 40 ore dalla invasione, rimasta poscia cruasi invariabile à tale a ltezza, cadde rapidame!1 te fra il 7" ed il 9" giorno, LuLtocbè l'osservazione obbiettiva rivelasse ancora che le condizioni anatomiche del polmone non erano del tutto reintegrate non essendo ultimata la eliminazione dell'essudato; e qui é da nol.qr·e come la g uari{{ione debba ritenersi assicuraLa sol quando, scorsi allri qua ttro, sei g ior·ni dalla caduta della febbre, il mormor io vescicolare r iacquisti i suoi caratteri normali per la compiuta eliminazione del suddetto essudato. Si ebbe a notar·e unico il brivido di freddo solo in due casi, negli altl'i invece !:'i r1peté ''arie volte e si offrì l' opporlnnila di confermare quan to erasi già osser,·ato in altre contingenze, cioè che i1 suddetto fallo della ri pe tizione del freddo nella polmonite cruposa può dipendere o dallo svolgersi successivo della flogosi su vari lt'alli del po lmone, o dal!a partecipazione della pleul'ile sopt'a ggiun ta, od infine, come avvjene spesso nei militari dalla complican-w della infezione palustre. Nel soldato del T;>• t·eggirncnto fan ter ia, a nome Alagna Antonio, la flogosi poi mona le rivesti !a for ma atasso- adinamica, la liugua aridissima , i denti , le norici fuligginose, i sussu!Li, i tremori, il vaneggiamento allernantesi collo s tupore cerebrale , la gr ave depressione, i polsi piccoli, frequen tissimi, tleboli, imprim evano a tale mala ttia un aspetto cosi imponente da far temere un esito· fun esto. Tenendo però conto, che fJueslo individuo aveva sofferto P''ecedenlemente febbr i da mala r ia , che la milza era ingrandita, valutando <'be i fa lli febbt•iti e nervosi avevano un cara~lere J'emillentl3 nelle pt·ime ot'e del mattino, che erano preceduti quundo iocom inciavano a ein gagliardire da brividi di ft·eddo alla spina, ponendo infine rneiiJte a ll'analisi chimica delle urin e, colla quale s i r isconlt•ava abbondante l'ut·oeriteina, si ri tenne non esser e estn1nco alla speciale manifestazione di ta le imponente forma nosografica la infezione palusLre; tal concetto · diagnostico venne avvalora lo dalla utilità immensa e pronta tralla dallè iniezioni ipodenniche di chinina, cui doverono


RE~DICONTO

CLI NJCO, ECC.

associat'si quelle tli etero ;;olforico pee la minacciante adinamia cardiaca. Non sor prende se tal morbo oltre all'acquistare un carallere speciale assunse puro un ca1'alLe1'e di estrema gravezza, sapendosi t-ino a elle punto possa tomaeo dannosa l'infezione paluslt·e, sopt•olu llo in un individuo giù di mollo indebolito da un gl'ave ed esteso pt'ocesso di flogosi pol!llonale. Più lat·go campo d i osSCI'\'Ilzioni offt·ìt·ono le flogosi pleuPa li acute: pur nella produzione di esse avevano operato com~ causa le fr·equenli mutazioui atmoslel'iehc, le quali dettero luogo n rapidi infrcddamenli del corpo, non essendo qui comprese quelle plcurtli seeonùar ie del tifo c quelle neop lastiche adesive com pagne della tubercolosi polmonale,pure spesso osservate. La for'ma clinica si è manifestatn solto tre aspetti dJ versi, or ris pondeva completame11lc al quacl r'o sintomut.ico tipico delle nogosi pleu•·a li non solo, tna lrovnvasi pur·e in g ius lo ra pporto delio estensione c gra,ezza del proces~o Jlog:stico. Allr·a volla rnancava all'atto il dolore pnnlorro, la ùi!òp11ea er a ben poco nçlevole, 110Lavansi penosissime sensazioHi al di so lto degl' ipocondri e la fc bbt·e anzichè cou tin ua rem rllenle era sin da l pt•iucipio complolamenle par(lssislica, da simulare una febbre malat'ica a tipo quolìdiano,quando non si fosse tenuto conto dell' o r·a dell' irwasione febbr·ilo, della m ancanza dHI lumor·e splc rJico, delle osser n1zioni uroscop iclrc, e più di tutto rlell'esAme obbiettivo, in seguito al quale si acquistava la certezza chP quella febbt'e inlermillenle non era che sintomatica della inliam mazione pleul'alc. Ta l fiata infi11 e l'investigazione sia subbietli va che fnnzi onale e gener ale er·a completamente negativa, la pleurite era. cioè latente, come già lu denomina,·ano gli antrclti clinici, mentrechè poi la ispezione del tos·ace, la misura, la palpazione ed i falti steLoscopici e pl es sime ~s·ici somministravano segn i ev identi di pleueile essudtiliva. Ne agevolò la diagnosi la valutazione sopralullo del fremi lo vocale di cui s i apprezzò il grado col ripelulo pa1'a~one mediante il tatto tra le regioni omonime del petto, ed è s lalo pr incipale g uida, insieme a llo


RENDICO;'{TO CLI:'iJCO, ECC.

spostamento degli organi limilrofi, od cscludeee le possibilità di un inspessimenlo del parenchima polmonare, pel quale si lt•overebbe invece rafforzato il ft·emito tallile della voce, senza alcuna dislocazionP. <!folle parti vicine. Riustì pur·e tli molto valor e a dilfercnziar·e Lalnne el1m;ioni pleuritid1e dalle moii'ILtie cpato-spleniche lo. immuloùi l ità dPi limili del la ottusilt\ torncic.a alla pet·cus;:;iot JA, sia ncll"alto della inspira:.done, che. in que llo della esp irazion e•, confini invece var·iabil i negrin g t•anù irnenti del fegato o ùella milza pct· modo da tt·ovat•si più in alto nelln espit·azionc, più in bos!'o nella inspirazione. Si i• anJLo un sol easo di pleurite pm·ulenla nel soldato fl l asotti del 3Y ee::r!!"imento fnnlt>t•ia; la t>scursionc costale a destra dov'era il versamento rra I[Uasi anuullala. la m eta del torace mollo dilatata, i solchi intercm;tali allat·~nli, :;porgenti, c;,tin lo il f"remilo voca le lultile , li8"1H:'O iì suotJo che si Lt'ae,·a alla percussione, f'lpC'nli il rno t·mot•io vescicolat·c e lA rospiruz,io 11e hmnciJialu, pc r·clié anche aLtraver·so i hronchi ei'A ùall a c.omp r essione impe!lilo all"ar-ia il passaggio; la pu11lu ùel cuot•e si vede\'8 balteee in cort·ispondc11za dell a lint>a ascella.ro media siuislt•a, la dispnea era mollo gr·aYe. Tali falli non ammeltevt'HIO dubbio sulla esistenza di 1111 copiMo vet·;,ameuto di l iquido a Jec::ln1 e Htlla necessità ùi dan •i esito al più pt·eslo, rindi,·iduo pt>rò vi si Jtegò recisam en lc. Lo stato !lelil> infermo si ft>cc sempre piu !!rave, la ft>bbt•e divenne altissima. si ebbero br-ividi t•it•eluti, il volto si ri copri di un pallore lcrt·eo, la dianeo, i pt•ofusi sudori :::.Lt•emavano sctnpl'e più le poche forze dcll'umrnalato. Essendo ev idente lu trasl"0 t'mazione pur ul enl.o dell'essudal!), s"insislè ripetuto volle sullu JI PCes~ilàdella lot'Rccntusi, nru se mpl'e inda,·no.TI mallino seguente an· ul lìmn visilu m cui si lasciava quasi cat.fuye·r·c qur•ll'rni"Piice. lt1 f'CRna era muLnlu, la febbt•e li'O,·avasi diminuiltl , minorRta la di:;:pnea, UI•JUO.Olo più t·ialzale le fot•ze nerveo-llluscolat·i; il suono 1-tllu per·<·u~sin n e là doY· era !igneo era tliYenulo invece limpanitico tnPntrcchè per·sisle,·a l'annullamenlo rlel mormorio vt>s~:icolare. appoggiando l"ot·ecchio al pello rn enlre si praticava lu pet•cus::-ionc st uscoltava chio t'O il Lintinnio metallico e tossendo si udiva ciliar amen te il l'antai o melu llico.


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JlENOICONTO CLINICO, ECC .

Questi fatti s ubitaneam ente ver·iflcA tisi , senza menomamente modincarsi la d i~;J ocazione ca rdiaca, erano senza dubbio prodolli da pio-pne umotorace , ed in ve ro il pus si era inopinatnrnenle aper·ta una via atlravet•so i bronclti, l'ammalato durante la notte era stato preso da violentissimi e frequenli accessi di tos!"O con espeltorazione di enorme quanlila d i pus, elle con tinuava co11 Ja tosse ad emeLIC'J'e a bbon dan LPmenle dm·anle il ~iot•no all8 mia pre!'!enza e dell'rgr•egio dottot• Citanna , mio assistente, come lo ha eme~so per ''ari giomi consecutivi. A poco u poco il euorc ha J'iJH·c~o il suo posto, è svan ita la dis pn ea, è cessalo l'espeLlot·azione puru lenta, s i 6 dileguala la l'ebbre, )' aperlUI'fl bronchiale é t h i usa, J' fii'Ìa IlO n rinnovata ,.u riussorbeml0«i o si può ot·mai concepire la speranza di unA t•elativa gua ·igione in seguito all'esito dell'aiJbondanle materia purulenta allroverso la ::.pontanea apertura bronch iale . L a ter·apia medico. in ()\leslo caso, e!'clusa la pMsibi lilà d'intervento chimr;:rico J'iliutAlo as>:olulflmf'nle.é ~lo lo dit·etto dalla indicazioni' di ~oslener•e i poteri fìsiolo~ici dell'ot·~ani~mo e di modifìcat·c il secrdo purulenlo con l'uso dell' c. l io PSsenzialc di ti'P-m enlina orloperalo per intl loziuni e per vin iulerna, assieme a l fenato di cllinina , ui llot'i di benzoe eli a ll'oppio per calma re i furti accessi della Los~~ violenta, pet•tinace, conquas!'an le. N egli allPi casi d i pleurite la cut·a i• !'lata primiel'8mente dir e tta a mitigare il fi Ct'issimo dolo!'(; puutorio u1r r •~è largh i c cnltli C~) lap lasmi di linserne l'ellapa to, le pomate llarcolich e e le i niezioui ipoJermicho ù' idr oclor·alo di m orfina. Sovente pe1·ò mcnlrcché tali cspe lie11li t'iusci\'auo inefficaci ngh·a invece !'iOt·prendenlemcnte a calmare il dolore al pello ed a miligfn·e la dispnea una larga appl icnzione di coppe o vento al nume ro non meno di tre nta o quuranLa sulla t·egione Jolenlc, di falti i sergen ti Longani e Caruso di questa compagnia di sunit.a mil rtarH e vat·i ollt•i mililal'i colpili pure du g•·aye plem•ite a culi~~ima solo in lal t•imedio trovavano un pronLo quun to etncace sollievo alle lom sofferenze.


REXO ICON''IO CLINiCO, ECC.

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Appena scemal,o t] perioùo di acuzie al larghissimo us o del Ja~te con bica 1·bonalo soùico si è agg iunto quello del calamo aromatico e delle bacche d i ginepro con ossimele scilliUco, s i è in pari t empo r icorso alla I' ipe~uta applicazione di vescicanti volunli ed alle pennellazioni di tin tura iodica, appena pe t•6 riconoscevasi che l'assorbimento del liquido si . rallentava o non aveva luogo si dava subito principio alla cura di ioduro di potassio o di sodio secondo la tolleranza degli ammala ti, ma s ia coll'uno che coll'allt•o r imedio non si ottiene alc uno effelto positi vo se non se ne spinge la dose a quallro o ein que g r ammi pet' giorno. Con tali ctwe si è r iuscito sernrre nei casi occorsi a pt'O 'Vocar9 l'assordim ento dell'essudalo, a r eintegrare completamente la funzi one pul mnnare. U na sol volla si ftt costJ'elti a ricorrere a ll a loeacentesi nella guardia di pubblica s icur ezza a nome S iati nffot.to du tubercolosi p ulmonale e da pleurite essudclLiva destr a. Egli era presso n morire pet• asfissia tanto c r·a abbonda11t.e l'essudalo, r. he aveva dato luogo a notevole spostamen to del cuo r e, tanto erasi eirt:osct•illo il campo respira t.o eio per la JH·esenza del liquido per l'iperemia co llater·ale e p et· l'infìllrA.mento tubci·colat·e. L' interven to chirurgieo era urgentemente t•eclamato dall'imminen te pel'icolo di vita, la pun tura venne subito eseguila coll'aspir::ttore P ola i11 , se n 'eslt·asse gran quantità di liquido siero so - ecl il risultato corr·is pose ad una gi us t.a aspellazione, - cess o 1\wtopnca, diminui la feb!:re nelle ore vespertine, si ebbe un senso di benesse t·e. anche in quell'inajviduo condannato a mo rire dalla tisi puln10na le, egli polè vivere ancora cinqu-e m es i dopo quel tetTibJ!e s t.alo asfittico doma to dall' unico pr'Csidio curati vo cu i s i polesse ricorrere per prolungare la vi la . Molle bt•onc hil.i ealai·rali da cansa t'C1Imatizzanle sono s tate osservate durante i prim i mesi del semestr e suddetto. I bronchi magg iori furono la sede p iù ft·equenle del processo catat·rale, men so venle ven nero colpiLi i b1·onchi medi, mai qu_elli capillari. - La febbt•e or più Ot' meno intensa rat•e volte mancò, assunse quasi sempre un tipo remittenle ed ebbe in media la dura~a di u n sellen ario.


j.

92~

REl\DJCONTO CLI:{ICO, ECC .

Si ebbeeo i soliti segni sletoscopici sen za alcuna alterazione della sonorila toracica; si uvverti quasi sempr e col lallo il fremi to l'anloloso. L a losse fu lalvolla molto violenta, in si~ lente, òappl"im a seceo o COli scn•·sissim o esct·eato UJU· coso, che col !lecl war d ul mor bo di veni va più obbondanlo. La cu.-a f11 semplic e ma rigorv!Oa sta durAu tr. l'acuzie, sia quauùo si et·a ~peoln il J'l'tmo itupelo, sit:J nella convalescem:o ~ ciò non solo per otLcne••e una pl'ollla e coutpleta risoluzione ùel pl'Oc.:esso CéiliuTole, ma alll'esi per evi tare la tlil'rus ione ai più piccoli b ronelti u IJUindi la pussibililà dl!lle success:v1-' pueumoHili <·nlnrrali, cliC ben ::pesso clan luogo a me ta morro si caseosu ùel r e~"uJalo. Sono gii1 vut·i anni elle in seguito agli Hmmnesll'amenli del \\'altl eubnrg- mi t~llunLiliiO nellu etna delle l.n·nnc:hili acuto c !lei calatTÌ lu rin!;o·lNwhet~li ùallfl pt'fllica conJuu~ e non più le pozioui peUontli, i r· vu si vi cHtand, gll e:;poLlrJr rlnti co !>Lil uiscono lo l1ase del la llr ed icuLUl'A 1 1118 mi atljJo invece olia cn ra top ir..a, nl ii:J cura cl u llc inaiatirJll i col bical'IJollalu eli soda e corr l'idroclorato di amlìtulliacu. - ed io c l'edu sia ntile lonerue parola per·cho'· pat'JIIÌ ginvevul•· conlrihuirc i!lla difl'usione di uua l',l'flLJca ln nlo et'flcac~> i11 una cfas~c tli malallie, dte olll'O all'esse r~ m o llo (J·equ ·~ nti tra i rni liltt i'Ì ;;u no ptll' La:tlo racili a rec~<livare t:! uJ eslenol er:<i, costituendo L<~lvollu il punto di IHll'luuza <l'inJollll'lbili pu.moniLi casuo~e . - P cN·ltò pet''l le inalazioni dei suddeLti t·irued i pos :ouno riul';cire v<• ram on lt:l p t•ofìLLe v{ll i bigog11rr the s itu to a<lope t·a lo scr upolosarnenle con llllt> llc nonne giit ;;atu.:ile rtli li dalla e!'pe eiHnza. t: d'uopr, in pr·ima clrl! sia pt'PfOI'ilu l'inalato•·e a vapo re (quello di Si<·gl e o r diua J·io•nenle) jlt'l' 8\'er·si, •·om!! scriva il Massai, la possibilita di ;·orn t•t·eudtn·a ltt rnedi •'u1.ionc di l utto il tral lo r espi t·nlorio. c p~>rtllè al ltqttidu medrt:amentoso sia commislo YSPI'I'e ac•Jll~O. clr ' è u11 val ... vole UJ!cl!l.~ lerapeu· lico in Lale ci t·coslan za . - Dura11le l'inalazicJne è necessa!'io sopl'alu Ilo, c Ile ;.rli tJ Lli r·ospi J'a lori :;,iallo eumplelr, rep-ola l'i, calmi , elle h·: respiraz iO ni siano ln11;..d w u profo11dc, lanlo più se è eslcso mollo d pr·oc<•s:::o rnol'l)C):<O. e cbe il nembo polve••izzat.o COI'I'isptJ ilrl !t a livello t.lellu lJocca.


RRND1 CON1'0 CLIKICO, &CC.

La, durata da ci nque tni nltLi a l pri ucipio s i spi nge g radatamente s ino a quindid minuti 0011 br·Gvi mlet·valli, bastano due inalazioni uelle venlif(uatlt'O ore. - Con quc~le norme appunto vennet·o adoperalo e sernpt·e con successo fa.vo revol,e. - Pi 1'1 cho il bicar bolla l.o di :"Otla è s lato sperimenlalo uLile l'id rocloJ·alo di ammoniaNt dello dal \ Valdenbut·g sovrano t'imedio in lali r·a~i: - cin'lllf' wammt ne venivano scio.ILi in venLt grammi tl'at:qna eù in allt·ettanl.i eli glicerinn - di tale suluz10ne !> i Atlopet·au o lre eueclliarini da caffè sciolti in cenlu grammi di acqua roLAbile. 'Nei casi di cAtarro .ac11lo della lat•ingt>, delin tt·aebca e dei bronchi mag-gwri e rncdì si l1a fin JAI secoutln ~iorno un immegliamenlo stt·ao t·dinaf'io e 1lopo G, olto g i(.Jl'IIÌ gener almente si puu dit'e assicurula la ~tuac·igione: io Ct'edo che non possa farsi a meno di rieonoscere, che rtuesta semplice terapia locale, uon eoadiuvala da ne::;sun altro t·imedio farmacoulico, sia su perioro u luLti gli ullri mezzi di cura genera lmente adoper ali negli ospedali. - S'e avuto agio dl sluditwe :\. ~ casa tli gt:'a ,.e poliar ll'ile reumatica. - La febbre che vì si a!;'sucia va a lipo remittenle ha 'luast sornpt'e preceduto la mtlnift:stazione t.lei ùolor i, r11ra mente si è avuto il caso invet'!>O, LolvolLa mi lo si e 8CC(I II Ij1lH('l18la a dolori acu'issim i , lalvolla invece la ft>bht•e era altìsf'irna cou dolol'i rni li. Sovente le espres.,ioni dolot·itìchc han raggiunto il loro acme fin dal pr imo giorno Jls·es en tan lc1 poscin gr ande mobilitò nella llus!;;ione artico lare . pc• t• cu i, men Lt·o else le giunture, primilivomente sedt:J eli nole\'ol~ ingorgo tlogislico, r ipr·enòe\'ano i lot·o cat·allet'i tisiologics, il pr ocesso mor boso invadt:lva altre a1·tic;ola;:ioni con do lor·i così lìcr i, da ingugliardire atl'oeemeule al mi1timo movimculo e per sino al semplice coutalto clelia COI•ertura. La diaforesi e !>lata pt·orusi~»ima. persisteule, generale, senza però avere alcu na importan z.a cr1tica; che anzi tali abbondanti sudori non l1an aao a ppol'lD.to i l piu lieve immcgli&m.e.nto e senza dubbio non sono r iruosti estranei a lla no levola depressione delle for·ze net•,·eo- niUscola ri, che si osservava in Lall ammalaLi. l fenomeni che caraLLe t'izzano lo s tato anemico non tarda50


1\ENDICO~TO

CLISrCO, ECC.

r o no a t·ivelat·s l e fupooo tanto più precoci quunto maggior o fu Il numero delle nrticolaziont all'elle - r imanendo cosi confermata l'opinione dello Jaccoud cioè cl!<.' nel r eumatismo articolare acuto l'ipoglobulia reumatica "t manìfesla dopo pochi g iot·ni, anche nt>g-l'individui mollo r nhu!';ll, in segu ito alla bO!' pesa funziono emalo-pniP.tic·a dei tec;suti conuelli \'i, c h'entrano nella composizio ne dAif(\ gi unlut•r.. I n uno dcgl'infer111i. cioè nel soldAto Gulluni !lel 17• t'e!!gi· monl(' fanterio, «i eh be grave t>ndocut•dite, d'onde la LumuJ. lunl'ia azwne tlel rwwe, l}l di'-'pnea e·l il (•ct·mnuPnlc rumot• dt soffl11 a pt'lllìo leuqJn alla p1 1n lu tlel c not·u con nolc:volu accentuazione elci ~erondo tono pulmtHta t't'. Egli nat-rava avet• f!Ìa !'iOhet•lo poehi mP~i pmna il t•cumntismo con c;miiopalmo r disturbi del respir•o fH!I' cui si polé nmmellet'P <:ho lalu coùocar·ohle, che uveva dalo luogo ad ins urfìci•>nza Jclla vah•ola IJicm;pidc. ~'1'8 preesislPnte ~ven iva aggt·avata da nuova infezione •·•~umotica.- In lale individuo i dolori a rticolAri dopo vat·i gtOI'Ill ~pe rirono dt•l lutto, le condrzJOni oliqoemichc furono ra vm'e\'olmente modrrir::~tE>, si mìffliol'ò la nult•i·t.ione L!'ener ale tna i se~ni acu~Lid f> lalllli t•ivclovsno lu persblenza dd ,·izìo \'alvo!arc, pe1· n1i 1"11uhviòno vo uue i~t,•iaLo in lunga licenza di cunvalec:conzA in ~egu i to a ras!'egna. Nella ~'UL'a del t•oumalil'mo arlieolare 8 l'IILO pntcchè O!!ni altr·o runedio pr o1lu!<,-e pronlt, ~orprendrnlr t>lfl'lli l' tt'-O tl••l sulicila lo di 1!'0dtl anunini!"lt•alo ali n cl oso di '(UALlt'O a sei {!ra m mi secondo l'inlcnsil~1 dd ca si nello ~4 ore, l'ncentlone pt·endet·o unn CEII'Lina di IIH.'ZZO gramm o in osUa e l"uccndovi soprobbt>t·e dt-ll"acqua sodira, per irnpedtre giusta ~li ammaestramenli del B uss la possibile pRr':liale decomposizto u ~ doll'alicilalo iu pt·P:<enzo degli a cidi hberi ùel c.ontcnuto gastrico A miLip;are poi lor nlmenLe gJi ucuLis~1m i clo lol'i t•o uma LicJ t•iu · scit•ono oltremodo utili lo iniezioni ipodet·miche d"idr ocloralo di m orfina . e le r·ipotute unzi0111 di clorofot•mio cù olio dt cllm omilla con in'"ol~tmento delle arltcolaztoni alli•tle in abhoutln n le ovatta. Ne1 casi po1 di J'eumalismo :>ubaculo o lendeule a diveni t·e cr o nico illat·go uso llello joduro d t potassio conf!i nuto o q ue llo ùel bicbl'bonalo sodico ha r·ecslo g rande vantaggio.


IIE::'iDI COl'iTO CU :XfCO, ECC.

931

È a uola re pure che nella par tecipazione dell'endocardio al proces so infiammatol'io , quando la meccanica cal'd iaca era molto pertur·bata con notevoli aritmie ed intlebolimenlo rlel polso, la digitale pUt·pu!·ea ù l'iuscita sempr.; a dar vigor e alla ·sistole del cuo1'e, a r egnlar izzal'la, a moJerume la n ote-

vole fr•equenza . FrE\ le malalLio dell'c:lp,[lal'ecehio m•inal'io non si rbbero ad M servm·e 1·he duo Cl'll'Ì eli nefrit~ <.:I'l!pOM a.fr·ir;ore, l'uno nella guai'dìn d i fln anzn a nome l evi no Virtccn7.0, l 'a llru nel soldato Luati A go:«liuo del t-:• l'eggimenlo fAnteria . In cntra111bi "i l'n anasar ca, c lt'<?hlJe invasi.mc rapidissima e generale sin dal principio, ~pt'lcialm•!nle lu r~ccia, l~· gambe e lo SCI'olo lro va vansi str·aor .tinarinmentc tu rnci'alLi, la tensione della pPJle a1·a Cl),.i fort~' ch" !Jen presln scompariva !Il ÌffiJWCs s ionc de lle rlilo.; 1'11 l'imuJ·cLevole la lencl~ nza dell'idrope a mutar setle. a spostarsi, a variare d'inlenc;illl senza alcun decisivo J'll pporlo colli> 1norl incuzinni cl l'il'ot·ina, la perdi~ dell'albumina ru consi,L··t·evnle, dal 20 al 2:, p~r mille. In ~~ nlra rnbi ebbu la malallia un tlecor•so fll \'Or cvol e, non ostacolato Ja alt·una complkanza morbosa. llJilll mano la secrezion e orina1·ia di venne pi u abhonda nle , cessò f!l'adulamenle la perdita dell'albumina, scompun·e l'idt·ope del tessuto sollo-culaneo e nel pc t•iodo di qu m·an lH a cinquantA g iomi si olle nne una complt> lH ~uaJ'i,!!ione, furono pcrft sollopo::;Li ad un pt·olrallo t·ipo:w n,...l deposi to di cv nval ~scen za di Sarnpolo per sollt'at•li alle caus1' reumalizza11li eu ai faticosi servizi, che potevano dal' lnogo a qw~ll e c~u n ge;;lio n i r cnali che, spesso dopo l<lli maluttie f':Ono Ol'igi ne di lun;o ed incul'abile proces;;o m orbt1SO . l n tali casi l'uso del lalte in j.!ranJo q uautit<ì è stato seg-uito da ra vor evoli:>simo r isultaln, se n·,. spil1ta la .los e sino a tre lilt'i nelle 21 o 1·e, sia per l'ipo rart> a lte frr avl perùile llel l'alhum ina, sia p~'>l' fa\'OI'll'e la funzionalilù dei t'cmi. L<:~ g enerali un;,ioni tleli<l cu te con nlio ca ldo sc~ntile immedialamenle dallo ~L1•ello iu\'o(gimenlo del corpo nuJo in cope1·~e di l ana t·iscat,no Lu Jra ntlo sen1pr o pr ovocato un'abbo ndante die.for esi con pt•ogi'Pssh·o Yfltllar.r>rio de~fiofer m i. L'infezione palust1·e ,\ slulu Ja,·gum cnte rap1 •resonlala, per


932

RnDtCONTO

CLI~I CO,

ECC.

lo più fu acuta e g t·ave, una \'Olln sola acuti~sima con forma eli perniciosa meningitica. sovent•• cronica con notevole gt·ado di oligoemia. -Si sono n ota ti rlivcrsi tipi fohlil'i li cioè il quotidiano, ìl let•znnot•io se m plic(' eù il q uurlanat•io: i pAt•o,sismi febbrili sono sluli ora completi, ot·a iocomplt•tt, piit spe~;;o sono mancati 1 l:iUdori cbe il fr,•ddo, le accem·JOl11 della f~bbrè si sono qua!'>i sempre a"ule nelle or~> mcriJiuue, il tumor e dj milza ft,a l'tlP';.!IblltO 110lPYOii ]H'OJIOI'ZÌOlli Xon !'cm prc pet•ò tale inft>I.IOJW ,·enne conli·Aù li<:linta ùal caraLLe t•c orce!'lsionale ùellu fHLliro, pct·ché qnrf-lu in vori casi assunse l'ac;pello tli pseudo·conlinun subenlnwtno remtllt:! nlè, cos1 da pol~rsi ben confon<lt>N r.>lll• feLI.11·i conltnue. - P ur lulta\·ia lt• nollzie anamne'-'lt..:he, Il colorito g~ollo tel'l'f'O ùel volto, l'mgt·ancluucnlo splcotco, la duninuzionc dei l'alli feb brili ad ore ùelr•t•minate e eon sudor·i copio::;i, i brrvirli feb brili che preannunziavano il loro ag-gr·avamenlo, il carullere acre, mordicllli,·o rlel calot•e cutam.lo, ranalisi c ltimicn rlelle orine J'iVI')A\'Il no L viden lctnelllC la nalura di lali pire~:;ie. Xel "OlJuto D Martino Giu"~ppe, apparlen~>ule alle cumpf'gm,.. eh SU""Jglcnza, si c r·~d·· 8 \'CI'..,j a cu:·arc una a;ulissima mcninp-il<' ccr·ebrale: e:rli Cl'll in prcJa . ~in òolla sua enlt·ata uelle ot•a pomerh.liano nello ~ped a le. n.J 1111 dchr·ro fu rioso, ulla ,.i~ilu Ilei mallmo segur•n l,.. trovavasi nello ~le:::so stato, vi erano rol'li conlt·ozioni !' Jiu" rnodiclt !l Hlu scolut·ì, lt·cmot•i, conali di \'Omito, vomito cll'etl h-o di molerie bilio::.e, febbre ollisstma, lo ~lato della sua mente non permetteva raccogliet·o alcun duto a na mnestico. uon era po::;!'illile esnminat·e le orine, nemmeno potevanii sla bilit•e ben ~> i confini della milza, (H' I'Chè ''i si opponeva il mel1•or·ismo. - Si ricot•s•' imm edialatMnle a llo sollt'ill::IOII~ òi flangue ùa1 Pl'òCe>'si mastoiùei, til l'sppli·'azione della vescica ùi giriacclo s ulla tesla, ai r ;vulsìvi culant'i, ai dct·ivulivi inl••sliuali. Alla visita delle ll'e pomt.>t•iolianc si rimac:e !<orpre!'i della ce:::sazione complel'l della fl!bht·e C\ tlei per luri•(Ullcnli rerebrali; le sue iclee t'l'ano ordinale, lo memoria aveva l'ipt·eso il suo dominio, il :riuùizio I'ISCOnlravasr sano: 'lucsla culloa co~ inaspcllata "<:guìta ad una scena tanto t~mp esl0sa, ne impose, si anollzzat·ono le orine e vi si risconlr6 la pl'csc nza


IIE~DICO:.'\TO

GI, INICO, ECC .

933

dello uroerill'ina, l"i ricorwbbc I!Ssere notevole l'autnl'lllO dell'aia ,..pJenicu. si pc..tè sapere ch'e:rli aveva ~ià da vat•a aiorni fehbr •n periodrcu 'fuotiùinna, non sr esrtò '[uinùi a rilerwr e che l'infezione pal u:;Lt•o di,·enu~a acutissima a,·evAassunto la t'orma ùi una per·nicio!>A menin~iticn, ;:i 8P!ll'€'!-larono •1uinùi largamente i prepat•ali chuw..:ei ,.:ia per· via inl<>rna che Nm t•ipelule rnirzioni ipoder·midre . Quallt·'cwe dopo l'inf'enno veniva sopt•flllilllo du 1111 ,·ro Clllù e nuovo pat·os<~i,.mo t't bhrile con del:t·w furioc;o, \'Ornilo, cnnlrollure: nello slt·~:::o aece:sso non si €'-itP o. rip<'IP.re le iHiC7.roni ipodermicho di chinina, ed a {:.almut'•' ripet'<'Cctlabllità cPrehr·ale rron h\ \'C!<cir:a di !!hiaccio e COli l'u~o tlt'll'i.lralo clr clnt·a.iv, - tlopu :::ei ore t'H).q:dungevo'i eli nuov<' il pct·iudu di colm8, dHl I]Heslt~ \'lilla fu dcfì nith·n, per r'1 l'u:;n l•' lta chinina rllm n•nnc lt·ala;;ciulo c s i cercò tmlzm·c le ,Icpl'~SRt• l~l r ~;. .. rlt't'n?o - rnlt~rola ri c~o11 adalle curt'. - i~ fufll'r dubhr•> ~h·· ln .:uiuinn "'A rl rimetlto ontima larico sovrano vu le nti n n r.l l0 :-(.()R:::\•1 l.C' uipo n [)L'O rnuo ve t•e lo contr·nt.ruui Jl'lln milza; •111i rwn ,; A liseul•·r•• se In impi.:!colimenlo eh t.tle ol'.!ann -,.iA elf1.Hln, C•JIII•l vuole il Binz. dd!o im pl'·lllnenlo .\ella pt'<ltlUZHllll' Pt:l'll>':"J\'U tl••i dobulr bianchi Opflli i'C' lf.i pendn dalfu I~(JI d,t'll'l.inn L' degl i 8l t•tl10llli ('{) l) (!'attj]j , inv"l'•• l! tlo far mt>nzinr e 1el rnn·l 1 corno Vl'llne amruini;.trato jl SII ll••'lo fat·nwcu pN· ral'io l'Ìtl:<t•i t·~ pir't C••t·buuenll', piu pl'On-

ta menle prnflcun. I -.cdi di dtiiiÌIIII ~< O IIt)~r 1.luli o.l pir't pt'• sin possibile nell'a· pil't''R'-i3 eù :nrdt~ !lm·anlt> l'a<'c<•«"o se lll"llo gt·an•: - si o prerl·r·rlo dadi in "ùluziouc, nl ptu in Cfll'lrllll pct· la ripu;.:nam.a de~l'i11l'et'mi, ~ul nHnoi SIJllo ftl t'nH\ pillolflt'P dte 'PP.,~o pas· sano rnla lli ncll'c\·acua2.ioni dt.·ll'olv•'· · La do~P indiralu dai ~in!!oli C:l!>l vt>nnc ~ommini~<lrala in tre volle >:ei, ntLo Ot'1~ primn tll•ll'nt•a del 11110\'0 acCC"~'I. nelle feh bt·r1wro sulli~Orttimre> '-li h• ulranli, e.l in 'lUci !è rup1 re,cntat~ da por O"!>i-<tllt r•J' i \'1\~lti do non 1 olct'l• ··onlare !>ulln du rata dt>ll'apll'e~siù. ;.;i pollC\'t\ lo maggiore ollenLir•ne a du r·e la c!Jinina AppPnA cl<'clinav;1 lo fehbt ...... si arnruini ...lr·ava la quantita eredttln llee.es::at·ia in lut} volle rol sotn lllel'\·allo dr un'ora. Si l! pr.-lerilu la vi:\ ipcul.-r·u t~ cu in tre t'O'-i· l. Quando nvcwf't fl Lt>llwt•si eli poco n!'sorbiml'lllO per le contlr7.ioni !!S~I ro inte~tina!i;


RENDICO'ìTO CLINICO. "ECC.

2. Quando non si riusch·a pet• c·ause inappt•eual>ili t\ vincere la febbre coll'uso interno ùd chinino; 3. Quando pet· la gt·avezza del morbo non et·a t•aztonalè stare nell' iucec·Lt•zzn sulla quaulilù che ne avesse ussol'i.Jito l'inteslino e sulla pronlezzn tlell'assorbimenlo. l n quei casi in <'Ul !:'i ero costretti dulla gnl,·czza ti el la rc>hbro a sc.mmin'slt'tll'O il chinino anr ho tlt n•a nle J'sc.:eesso reiJJmiP 1 la l rimedio "e" ne adupet•t•lo mollo lat·gamenlc S.H il n cOM·iùerazione che col pt·omuo,·er::t la COIIIl'aztOtH' tle!!ll I'IPmentt conlt•nllili ~plrruei l'i lta nuovo ver,..Rmenlo di :-u~ll\11111 pirogtna donde lo nrl!es~ìlù di nl'ult·alrtzu•·ne ::;uhilo ~li t•ll't'llt con suflìcìenle ùo-.e dd su,!dello fl•t·mao:o. Ct.h!=!'tma ..,, t:• ricono~ciula razione Ilei ll<(UC•l'c 8l'"PIIICRie ÙPI F .. wler llt'IIC O::-linate febbri ntHiat·t,·lte spt!Cialmente uùopPt'ulo in untOIII) col bisolr~llo di cltinma. i·: f<li!JE'l·fluo il tlit·e eLle l'uso ùct chinocet non ~i è tralasciato sù non •(l'autlu si è ollcnuta lo mo~gtore riùu~ i one pos.!<il!ilu 1lelht tniLw, e r- he le aiLct·nzioni dolla sanguiflcuzione pt·chlolle d11 lln t nt'•~ziOll •' palu:::lt·c sono " Lnte combattuto ~~on ada•!e cut•e ricO:'lilueuli. Gm non e A'UBrt cl bi 1\•n.. re 111 questo adunanz•· mensili ùi lt•allenermi lun{!Olllenle sull' itnpm·tanlo Al'gornonlo delle febbri lificht>, l•· f(Uflli U\'t'\tiiiO in questa rillu pre>.::;u pt·opOl'zioni Pp~<:lemtclll' :-ia n•·llo pop•Jiuzion.:! ch·ile <:1••• 111 t{Hcllu mililarP, or pet• non itwort•rt•e nella ripdizwnc ùP-Ilc C11l"6 {!tà delle in t• rù ine all'elwlngio, Rllr~ t'orma niJ"O!'I'OfiCil, olio diagno:-<i, alla Lt-t•npin ùi loli moriJi zimulici 1111 fpt•mero ... r.lo c:u ùi alcnut falli cliuiet rolnti,·i a!-'li :stessi, cl•'ebbi ag-io nuo,·umenlo tli s tuJ iat'c e di t:Ot l fe t·mat·e. L'infezione Lirica ha ùato •(UB~i sempre luog-o nei pt•imi gtorni ùdJa ÌII\'O!>ÌOI\6 U ft hb1e 8l'CCSSÌOIIU)P C'Oli llf O '(llOiiÙÌtll\!11 srguita tla feblil'e continua remillc:>nle, cui, \'Cl'!,O il ùrclinare delln mulallio, f:ullentr«\U di mJo\o ul!a for ma fel>brile pat·os;,i::;liru c;on np1!'6!'!'ia cc ID(•lda n~> ile ot·o dclmutlino. ::;i è o::;sct va lo put·e che •Jillllltlo !11 lmea lcrmtca ::i ,., manl••nuta allo !,l.te:;so livello sin lu mattina che In "et'il, Ol'· dinariamentc Hl, i l gt·ndt t!el te1111C'metro ecu li grado, lo IliO· laUiu ha a<>suu !o 1111 n~J ello g r tl\'t', un andamento pPt·itoi()!'O e (ll'Oi ungalo lfltiLO più poi quundo s i ili pAr i LCIIlj)O ve t'Ì· Oculo aumento tlt·llfl Lertuogencc:i nelle orP vespe t·lino.

e


I ~ENIHCONTO

CI.I~ I CO, ECC.

La t·oseola s i è imm811rabilml"nl• · maoil'eslata ot· più ora m eno diffusa e sebbe ne non possa ammellcl'si un rapporto costante tra l'intensi là della i nl'ezio11 e e l'81bbomlanzfl de lla etf:lorescenza li(ica, pur si, ·~ yi!<lO d 1e quando era pi ù confluente la ro><eola era mcn grav'"' l'andamento del morbo . Il tumor e lienale 11011 ò mai mnuc:alo . spesso l 1a p reso coH s idel'evolP pl'Oporzione ('O~d dn rima11 et'Q mollo in g r·an· dita l'aia :::plenica. 11irnaJ·cuevoli«Ftmo è stato il tor pol'e, l'anesle!"ia dei ne t·vi brouro·polmonali per ('lli diffuse bronclùli ed estese con;.!'E'~ Ii oni II Cvl·o-paru lilithe d Pi polmoni pr esentavano liPvis~itno forro•~ funzional i . NE'i vari casi in cui s1 ,:. J·icurs(J ulle analisi dlim iclw delle orine si é avuln l'ot•JIOI'luni là d1 t·tiAvara l'HI'SetJ za d<fl rosfaLn eli calce c> del ltl lli'Oe t·i ~rinu , l a dimi11U7.ion e ,d!!l fosfato di ma!!'nesia c tlella III'Ofeina <'CHl aumento dcll'ur o:omlina. Si é notato put· nei l'Osi gra vi lA pt·esPnzn de ll'albulllina lìn dai primi ~io1·nì del la n1uluLlia. Si •" uvu to allr·esi cumpo di r·iconO!ICe!'e the C(Uimdo ne!le uri11e ric;mnpai'Ì:;cono i l'o!>fali suddelti riducendo:>i l'ut•oxAntinu »llu •juantila nonnulc 8i può es~e re certi di un pl"ogl•e;.,-ivo imme!!liament.o. Nei ca!;i OCMI'S i h1 cl ing-nosi dPII'ìlco-Lifo 1wn ]Ja presentato ser1e di Cii cc Ila; la l volla pet·ò per la l'ebbre decisamente intew1illenlc A!'<>'Ocia ta a noteYnle lumo!'e splenìco è snrlo il dubbio ch e s ì Lraltnsso invece d ' infezio ne paluslt'e; in quesL1 casi si è r icoei'O sem p t•o alle analisi dello orine e quando non vi si rilt•ovo \'8 la urnPI'ilrina, ma invece r isconLravas ì quau lilà HOrlllAin r!egli ollri pig111C11Li, si avA va un validO u1·gomf' 11L0 in appoggio ogli all1·i c rilt>ri ln\tli dalle notizie Rnamnc,tiche, dal decorso. tlal complesso l't~nomeno­ logico e ùalla terapia per escludcJ·e la ~udtl etla Ot·igine. Tulvolta put' si poLevu temern nel p1'imo1·di ùelln malattia di conf'oudel'e l'i!co-LiJo C<)l1 iJ c:.Hla rt't> f!tt~ lt•ich feùbl'ile e ryui oltre la minutu valutazwue dd si11lorni e delle cauf-e, etl ollre l'anolisì Llell~ oJ·Jne furono d i va! P.V0 1<~ a.ppogg10 alla diag nosi dellu infezionu l.iftea i l l'uli(J dellu emorrngiA nasale, e lle sovente si nola l'ipt>lule ,·olle sin d11i pr iwi r-:iPt'ni, nonché la presenza del eutarr o ,Jei lwonclti sema <:Ot'l'l!:'ponòenli fenomeni funzio11 oli pel n otfllo 1.01' (H).l't> del nervi IJ!'onc)l iuli.


936

IIENDH:O 'TO CI.ISICù. ECC.

La terapia del le rr•bht·i suddette é :-;Lo la sempee di eetla dalla impoeillnle fondamentAle ind1cazione eli soslenPrc i poteri fisiologici pil't compi'Omessi df!lla della 1nf\·zione, 11011 CS!';enàovi rimedio spec·ifico per cnrnballPJ·Ia diretlamPnlo e •lovendo il principio iufell.ivo csau1·in;i <·on gli ste:o.~i utli rit l111 -

livi elle dete•·mi ruì. Nou farò menziuue delln:rl:atR ,j,,Jia CII t'a arloperatA bu~l::uhln ]'aver deLlo c.Ja 'TIIIII i llf11'1 11 C ~(ll l l'l'8 1 i fu i p-11 idato pt'l' comballere la malalt!a !i•'nza i'"(llarla, ~enza farnt' A!:-LI'az.ione dall' organismo, soLlrae11dnmi c-o~·~ comp l e la ll H~n le •l alla tl'is l.e influenza dt>llu mPdiciHa t·utirrRI'ia e si-=l<!lllOliciJ. 1'\o11 ,.o!!lio perù tJ·aln~ciflrt• di d rr•· conte abbia trovato costunlemento Pilkur:c rintef!io a n10dcrare le ter1•ibil i con seguenze di'Ila iperlernuo le fl'P•p•eul• ahluz.wni eli ucelo a!'omalico, i ri}•••luti i nvol,;iult'nti uellenz•wlobt•gllalo ndf'acqua h·e!'r.~a ed IH'CILO<lltzzala, IWIIclle lu la1·rra sommiuislrazione clell'ncqut\ ptll'tì •lfl hert', i'ACt>Jidolle pcrr\ rnnsumn•·e, g-!Usla ì1 melnclo dr•l C<H tanJ, •p1altm a sei lilr·i ncll•' 2~ O!'e, dala a brevi inten•alli f~d i11 prH'u quanlilit pe1' volLa. J1 cùe no •• ::;olo pr·ocut·t~ 1111<1 mod•·r·1lo ,. pert'llllC !"tlllt·az.iolle di cn lore, l'l'Hl !-i uppOtH' nn<·r•c all'inc::prs:>irucnln dPI snng-ue e favori sco la ],r, nefìc~ f11n ~. inna l iltl dei J•enì. Rin<>..:it·ouo t•lln' nltr,~u••>do el'lìcari. comP llt>lai nltt•esi uell'a!Lro relldi•·nn lo !-\fl llc rl'hhri l.trose. lo i :lir~;.:ioni ipndrr•naic:lie di rlom· soll'ot·ico. rpta11do i p~tlsr filif11t'mi. rurraevoli, imperceltihil•, il pAllon• del '·olln, d :;udor l'reti do ' 'Ìsr'oso , In Ilecampo!== la fìsionoullli el'.pl'imevano ransicl<Ì c rahballimeulo per la minncdaul~ pm·alisi cnrdiaca, l'elet•oJ soi10rico thlop.-..r alo por viu ipodC'rmi<'u nlla dlll'e di lt·cntn n quar•nn lfl re nligramtui per volta valse •Juasi '>empre a ;::cnn!!'iur:we l'imn•illt"llle per ic·nltl. Tnl fl hcmel ica <J:r.ionp, cccila11le t'> pt•eo tn ol ln fu;ucvnle, "i ,., rtuindi t bbligati n ripdcre '" l'uùtletle iniezioni r(Jrie r•oftr•. llla si può <'l"~e1'e C'erli e lle s lnnLP. la •·apida •'limiunzione del rime.J j,) 11un ne se~uP nlcu11 dan••n all'organismo. Sem:n dubl11o 1J11r'l dirsi d1c 'fllt'i<lo p-..pedicnle terapC'uLic;o vnle più di lu l~i g li nllri o cntnl1alle re ;rli !<lali aòinnmici, cd a rilnUO\C'L'e l'imminente pcr·icolo. che spP.!'!'CJ sorge pe1' fAdi118ll liH eor. li:=tea . (lando c 11si Lernpo nll'info?.ione

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IU:::\OICO>'\TO Cl.l\lCO, t;:CC.

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ùi esuut·ir::;i, alla tnolal\H) Ili svolgersi f'lecondo le pt•opt·ie )Pg!!i. Qui JHlll ~O fini' A que!'to rapidi:;t'imo cenno sulle malallic pt\1 importanti ti\U lC in <:lll'A. bo son·olato su quei casi numerosi ma dì pocu t.mlila runicA, •tu~tli le effimere, ~!li stati gastrici, le li c' 1 ill<>t·ìztc catArro li, e via dicendo. E evidente che con tale rPn•iit•unln non lto avuto tn animo di dire cose che ave::.,.er'o l' ollrHiliva òei!R no,ilil, 1118 solo ùì f;lt' maaife.,le l•• noll' cliniclu· più o.;nlienli , ~he ho a\'ulo campo di raccoglu·t·c, ••ulla gutdu .ledi atnutaP«I rtmwnli dd!' alluule meùicino . Il\ l'Ui handsct·n ,-. qu•·lla IIE>llo t'iconr·iliazionc lra le lc~;!'i li ella ualnt·n l'l i JHJlE>ri t!ell'arlt-.

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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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Sopra Qn nuovo metodo di valutare lo stato del cuore destro. - '\V. P.\i'ìT~I.-H, nwdtco degli ospeclnli ùi Louùra. - (T/te Lanect, i:> tonggto, 18 'fi). 11 doll. W. Pastcnt• nPI ~ellemlwe lH85 t·ichiamc'o l'nllenzione l'Ulla cllsteus,ou•· delle vene superflciuli tel collo che si produce quanùo, dale <·ct'lt' C'ircostunze, ~i "set•cilu una pressione su l l'è!!tJ Lo. Il l'ctlOill>!llO C{IO"-iste 111 unA tlil!liAzlone o ccccs~h·o t·iempimt:'nlo dcii t> 't! t e ..riii"Uiari c'lt.•rue. &!JpUr eulemenlP clal di:-ollo con o ~Pnzo pttl"aztor l ~ o oudulnzione, rho l'i mauif'Psltt <JU•>ntlo si fo una prPsl'iorw l'ulle t•egioni ipocon<h'iaca de:-lra o t>pif!O.i<lt·tra col palmo della muno, ùit·igendo la pre~;oiono intl1elt'<H· in allo. 111 'lueslue,.amo, il malato tlev'osset•e tìoslo nrllu pc.s1zione c:upiuu, colc·ollo leg~t>t'­ menlo dtsle!'o,. la Lesta rin>lla un poco du un lnto,ovcnt!ocut·a che 1 muscoliùcl,•ollo non >:iarw 111 stato di len:,I(1JtO. Que!'ìlo feiiOllleno è ot'<Lnariun wnle nw:.rlio dt~linto o deslt•a, ma può t(UO'-'Ì sem1 re dinwstt·ari'i ancltc a siuislt'll E P.Sseuzial·· che t moYitm·nli ilPII11 r es(Jir·uzrone ~ieno nut·tnulrm•nle mantenuti p<>l' tutto il l<'rnpn cleii'Psame. Si notu fr'el(lll'lllemenle 1111 prCC(IIo sollc' nme.nlo li••llu l'o!<!'a soproclavicollwe ol momento rn cui si fa In prcs!'ionc. QuPl:.to s1 osservn !:ipectalruonlo rwlle persone magt·e o può :-pwga1·si 111 pnrl•· pel semplice o...po<:tarneulo meccanicn, ma a da cn•det•si pt·mcipalmPnle •lovuto aJra,·re .... to o Hrl uno modillcuzume involonlal'ia ù<'l respiro u (]uu~i ~cmp r·c sptH·is,·o dopo pochi momen li. La forza rlellu prr·~s10ne necessal'in •· di n•r,-u :,econ do gli individui. In rAri cft~l lo t·i~idilà dt•i mus<:uli nddominnli t•endl:l la tn81tOVJ'll »ffnllo impo<::::tbile. Ln «>sistonza d1 una modet'ala ascilc non o mpeditneuto, mu IH eccessiva tlislensione dd!' a1domP da liquidi o g11s l' endo lu ntanovr·a


R1VI STA liEOI CA

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necec;;!i'a ria molto difficile e qualche volla impos~ibi!e. La pressione deve e~e rci tu r·sì grada tflmente e r i sol utam eule, altrimenti con facilità s i pl'oducP un insulto tli tosse, pal'licolarmente nei ca~i di br•or1chile. I malati rart~mente si Iamentflno di dn lol'e o a11che di molestiA, ma, al minimo dole>r~ che aVYertono, la pr't>ssione dcv'e:<;:;er e subito intcnoLta. Tranne una soln eccezwnP che !'8 1'à r rfer·ita più sotto, questo fen omeno si è sempr·e inco11lrato i11 casi che dimostrAvano una gramlo disten sione o una dellcien le compensazioue nel r;uore Ù•~!; ll'O. L'autor·e cr·eJe drP. e!'i!'la rostanlemente m•lla insul'fkienza Lricuspiùule ben quaiilìcota sia· fonzi onale o dovuta a mu lalliA d Pile Yoh ulu. Di •111esto ha avulo conforma ùall'•·samc <·mia v. rìco in alrneno quallt·o casi . NJs sono,·i <Ji lre qncsli moltt fl lll'i casi rneno gravi ru cui si r iscou lr·ò questo sl'gnn con ,·ur·ia inlensila in uno oJ un allt'C> p ct·iodo d•·lln tn<:~latliA. El'tl!l 'luesli i ca:::i di malatlia della valnrla mitrnle sia pct• i nsuffl<'knza o prr stenosi c di enfisema Cl'Oilico polmono t·e complicA to con bron<"llitc. Nasco nalnralmr:nte Ja ' tue;;lionc ~e iu questi ultimi casi lenli"cma), la d istensione tlehlm l'ig-uurdar,i com~>, s egn•> di !ogg ier·a insufficienza l!'Ìen:")litlnfe o ili sempli ce snancatnrnto del cuore deslm sPnzo iu:::uflicicnza della tt>i•·n,-pide. LA pul~azione ven o~n mancn genm·nlme ulc "' spestSn le vene cer vir:ali non son o elle le;:gcr·ruPnlo distese. Nnn di t·ad o ''i ha una onduluzione ucl pnnlo in cui ce!>sa In dislen«ioue d!•lle ''ene. Questa onduluzione può e5Mr·o !:>islcrlica ~o l tan to , o doppia e f:Ìilc't'ona coi ballili del cuore. Le valvole n elle v ene g i ugulari eslr:rne ~otao ordin1niamenl(• surJicienti e le vene si vuotano complettuneuto n ciascuna insprl'azione. L'eifeLlo della presl'ionc sollu le cos~e va rio m questi cast con la enlilù tlell'oslacolo a l t•ilorno \•enoso: t•:-.r ...i ca!';Ì piiJ le:ro;ier-i l& veoo, b'"nult•'• non ~>i tlis tenda disti11 ll1rncr,1le :-nllo la pr•t~ ssìono si vPt!e pet'ò <:he non st \'twla cNnpleLamenl!' Liut·anle la respiruzione; ~· lrr alll'i casi piu ~t·avi segue una mot.lPr·ata distens ione: In ven a eli viene visibile lino al uwrgine anterio re del musc·olo s~er ra o-c leido-mu~toideo, !JÌtl t·t~ t•am e nlo jn allo fino all'a~tg-olo dl'IIU roa::::cPJla. Nl'l tempo sl esso il puuto in cui era vi sihde I i i orìdu luzion,} E<i lr·uspor tA pi Lt in alto nella.


IU VJSTA

vena, e spesso i l carallel'c della ondu lazione è modiflcalo, In doppia ondulazione è t·impiazzala rla un onda sola, e la ~em­ plice di quanùo in t(uanùo spnl'isce olfatto; 3' In casi anche più. g t·nvi, ma nei quali i segni ordinari del t'igurgi lo della tl'icuspide non si sono ancora manifestati, il segno della pressione è spes~o IH'oYocalo ccn gt'ande cYiJenza con o senza onrlulazionr e d•.:Ye riguarda rsi, !'econJo l'autore, come un se~no soiiPei lo di Jcbol c?zza tl'icuspiùale. Nt:lla secondfl specie Ji casi clte cliffer·iscono da ' [llt'l!i della Lt•t•za Eolo di gt•od0, l'aulurr è iuclinalo a t•J·cdcre che ,.·è un grande stìan('llntenlo del euorc du;: Lro. s' nza JH.>t'n l'il!ur'p-ilH. pl·ubabilmenle con cccessin1 ['l'essione 8 ullr:~ Cll!:' più r v~dvnl uri. La eccezione soprontculovala occc.rse in un uomo che avt"va un vasto ernpiPma ul lnto l'-ini~ll'O con noleHole !'pOsttlmenlo· del t·uoro n rte:< l t't1 . In que!-.lo rnalnto, il s<:>gno fu ben manif.-slo pOI' lungo temptl, ma ces:::ò poi, qunn1lo d maIalo fu guat·ito e il cuore l'l'a l.ol'lll'llo nella ::-nn posizione naturFJie. l n llllr·i cf!~i li wrsarnenlo pleut·alc non ru polnlo oltenet'e. Il moccnni:mlO c.no!e si pr·ooluce •Jnco:lo fenomeno è pr'obaJ,ilmenle cornp! l"l"SO. SenzA pre~umer)J di dat·ne una com pleln spiegazione il rtn lt. Pasteut· iJJdicu i seguenti fallol'i come quelli che e11trano pt·obabillllcnle nella ;;ua pt·o.tu zione: 1' La compl'eSSÌOIH' della \'ena <'U\fl infcriot·e mediante il regalo, spe<:inlment•• ((\tfmdo •tuesln è t:J·e:lciulo •li vol ume. L'aul(ll'A lw vct•itìcnlo s ui cadaveri elle una cer ta com pr~ssione per qu~>s.ta causa ò possibile. l'et·ò guurJondo alla natura dei casi in cui 'JUPslo se!!no ;:j iii<:Oillt·n e eli fro11lo alla ripetuln osset·,·aziont\ che climoslt•n drc lo ingl'o<:samenlo 1lel feg-ulo non è condtzione Pr-.ser,ziale, l'uulot·e i" inclinalo a t•ilencl'e cssPt·e lJUPsla una ct_>mbitHizione casuale pittiLoslod té causa le. Qu<:;;Lo !'alloer. ocqui:;lu pet·o pt·obabilmenle rnaggior'e impot·l<mza nei casi di insut'liciP nzn lt·icuspidale con fegato pul;;;ault>; 2' La dimi nuzione della azion e ins piL'a'oL"ia del lO t'aCl' pPt' Jiftìcollà Ji movimento del tliafea g-mo. Quest0, scco11do l'auloee, c un l't~lhwe più im['Ol'lanle. Pol tebb~ cohbiE'LIAl'"i, ehe ~e l')UE'SlO ~ ,.ero, la lll'eS5:ione :'<()lto le co::;leJoYL'ebbe IH'Oolnrt'e lo sle~so effetto anche


)fEO ICA

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nei sani. Ma si rispo nde che mentre nello stato di salute il cuor e e i polmoni possono quas i imm ed iatamente adaLLHsi alle le~giere wtriazioni di p1·essione enlr'o il torace, n on ne viene c he in slolo di rmllallia cs:'\i posseggano In stessa capaciltì; 3• L' impedimento meccanico dii'E'Llo dei mov imenti propri del cuore destr·o. Un'o~·clliata ai t•appot•li anatomici ùell'orerch iella c del vcntr icolo desl,·o rol diul'rélgma c sollos lan le fe~alo dimostr~ramu> la possibilità, pcl' non di1•e, la pl'Obabilità Ji La le impedin1e11lo. Non v'!Ja Jubbio che J 'cllf~l lo della pt•e:::sionf'! soltocoslale, qualunque !=:ifl il mt::ccanismo della l"Ua utionc, è ùi por·re ostacolo all a tnionc propr·in del c.uot·c d~s ln> ; cosicché il se:;no della pr·C'ssione. nei c~:~si in rui la valvula Lricuspidale si r·iticne ancot·a sufficiente, devo ri~uat·ùnr·si come misura della <'apacilà ello ancora possiede il cuor<3 destro el i comballet'è l'aumentata l'esistenza. Nei casi in cui la ll'icuspiùale è insut'Jk.iente, J"effeltO della p!'essionc Ù di aggravare le COil · dizioni. pel' lt>. quali il cuol'e è già insul'lic:ienlemente abile al suo Jt~.,·oro. L'aul<)l'e c1·e le quindi che questo segno della pr·ess ione soLLocostale ha un inclubi la lo volore come m ezzo di diagnosi e può set·vire 1l'imporlallte indicazione dci pro~t·es:;i e dell'ulLima pt·ognosi in molli casi in cui siamo ora riuolli a sempl ici cougellu1·e per rn<lnCallZ8 di un segno definitiYv delia C•JJJdizione e del potere funzionale del cuore dest r·0.

Della. splena.lgia. nella febbre lntermlttente. - (Journal de Jfécleeine et t/e Chiruroie, luglio 1886\. Il dott. Paolo F<:~br· e, di Commeo lry, in un r ecente Javot·o, r'ichiama l'aLlenzione Bun· impot•tanza semPiologica considerevole che può aYere la splenalgia uella ftlbbrc inLennitLcule, impot' lanza , ~11 1 1 11 quale il dott. Dubouc (ol i Pau) ha d·an,·onde gia insistito, ma che non è abbastanza cono<;ciuta dai pr·nlici. Le osserYazioni mostruno infatti che, nellt.. divel'so fot•me d'mfazione m ala r' ica, l' esplorazione della J'egione splenica mostra esse1·vi quasi sempre una sensibili là part.icolare; di più rJ uesla esplorazione o così f~cile c!:e sembra più pratica e


11!\'ISTA

d'un impiego piu comune pel c li nico che ogn i alli'O pr ocesso d'esplorazione come ad esempio, l a delimitazione deJJ'ot Lu s ita. Bastu appo;:rgiare sulle false rostole i polpastrelli di tre dita per pro voc&l'e una se11sazione doiOI'O"'a quasi tutte l e volte> che hnvvi cong-estione r ec•3nlc della milzA. Per cviklre ogr1i SOI'presa è prudente d1applico re )l) dilu !"imiti dell'altl'a mano sulla f'&rle cori·i spont!Pnle dell' ipocon ll•io dcst1'o, e q nesta lH'essiOntl fotta l) l Lei'IliH i varncnte pu6. n ncl w nei ba mbini, fa r l'icunosceJ'•' se vi ù una J·egione ipocondriaca do lor osa, non essendola l'allra. Questa splt•nall!ia nell'inl'~zio ne mal urica può 6!<S61'•' sponl unPa, ma quu:òi sempre, bi!<ogna rice1'car la. I n Cf''osle contlizirm i essa ha sopl'ntullo i mportanza nelle fo1·me malal'i.;l,e pilt o m eno eccezionali. Questo sPgno puo e;,sel'u utile primA di tutto w •lla f·:bbJ'e perniciosa nella quale essc1 può fi::>sare la d iagnosi !in dol p rimo accesso. H.ivL•lando !in dR principio al medico i l car aLtere malarico d'uno ~taio febbrile, esso su ~;,rP. r·isce in qualche man iern la cura. La cou ~ l<~tazion e del dolo1·e sp!Pnico puù sei'virc anco1·a a (issare lD d1agnosi nei ca si di f..:bbre pn lusl1·e a tipo i i' I'egnlaJ·e. Fabre ci ta un esempio mol Lo con cluden le ùi questo gener e: nel quale gli acce~:<i andavano rilar•dundo o var iando tullì i g iorni. Ma questo segno può ~op ratlu llo servil'e a far· conoscet'e la naLU I'a malal'ica di ucciden ti rn oJ'bosi i più svar·iatt nei cnsi di febbr i elette anomal e. F'~Jbrc ci ta put'e su <1ueslo so;.tgetlD un esempio \t i f••bbr·e manifcslantesi soLlo fo 1·ma di allocclti congesLi vi del polmo ne; in un allr·o caso la fehbl'c si m osli'a\'a con flcccssi accompag nali da una tosse stizzosa, senza che Yi fosse una inter millenza molto nella; ma la l'egione spleni<::a spontaneam ente dolorosa, era. anchr: estremamente sen sibi le al palpam ento. Il dolor e dell'ipocond t·io sini stro puo anche ser·vii'e spesso a fu r·e la diagnosi Ji feu])l'i l an·atc, come il Lo r·cicollo, i r eumatismi muscola1·i, le enteJ•algie, le nevralgie. l?i nolmcn te questa sen:>ibilila pu6 lr·ovur si an che nei Ca$i di cachessia, pal ustt·e; allora essa c•Jincide sempre con un certo :;rt·aùo notevol e cl'ipel' lrofia tlella milza, ed al le volte anche con un c~r to grado ù'mduramenlo di quesL'OJ'gano.


MEDICA

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In conclusione, qualunque sia la forma che affetta l' infezione palustre, il doloPe della regione splenica, sia spontaneo, sia provocato può costituire un polente aiuto per la diagnosi, e senza esagera1'e l'importanza di questo se.gno, qualora manclli, non bisogna dimenticarlo in tutti i casi d'infezione palustre, e può dit'si che, quando lo si riscontra, esso ha un gr~;~n valot'e. Ambliopia. ma.larioa guarita. col solfato di chinino. (Journal de 1\.1erle<]ine et de C!tiruri)r:e, lugl io 1886).

l1 doll. Deeren di Bruxelles, in un articolo della" Raccolta d'Oftalrnolog-ia " fa tl0Larc che se l'ambliopia rnalarica è abbastanza fr'eq.uente i rt America, dove la i'ebb1·e prende spesso un andamento gravissimo, essa e d'altra parte rara in Ft·ancia e nel Belgi9. Egli ne ha pe1·tan to osservato un caso evidentissimo in un malr1to la ~;ui vista da quatlt'O anni si era indebolita tanto da r cndergli dif'ficilissima la lelluJ'a; nr bene fu appunto dop,o aver so~gi ornato per un anno in loca lità .infotta ed ove aveva avuti fr·equcnli acc~ess i tl i rehhre, elle la sua vis ta avrebbe comineialo ad alterarsi; e , 'fUi'l Jt tun<rue egl i avesse cambialo resiclenza, gli aceessi avevano continuato, e, per tutta la durata di quest.i, la sua vista s'oscut·ava; passato l'accesso, la vista d iven iva 1m po' p iù chiara. L'esame oflalmoscopico non mostrò alcunché di notevole. Deeren diagnosticò una ambliopia do vuli;l ad intossica;,ione malarica e pt·escrisse un lrall.amenlo eh ~ consisteva nel JWenclet'e tu tte le sere, due ore do po il pasto, una caeta di solfato eli chinina alla dose di 50 cen tigrammi; la cura doveva esset·e sospesa per un giorno o due allorché si manifestasse una saturazione chinica. Dopo la lerza settimana si era ottenuto urt gran miglioramento, ed al termine di due mesi la guar·igione era eompleta; essa si è sempre mantenu ta dopo tnolli anni , non essendo più. ricomparsa la febbr e. Noi aggiunget·emo che nella recente riunione della società francese d' oflalmologia il dott. Tcillais opinava che le ambliopie d'o rigine palustr-e nou s iano così rare come si crede


Rl VISTA lfEDrC.\

genet>o lmente e che esse s i. producano in tulti gli sLodi i dell'intossicazione ed anche nel momento dell'accesso febbrile. Queste ambliopie avrebbero per ca rallore principale d'essere ordinariamente binoculari e di scomparire abbastanza bene .solto l'influenza della cm·a. l n un meues imo caso questo oculista ha riscontr ato l' emerulopia nel co1·:;o d' unn ambliopia malnrica.

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Un nuovo segno dia.gnostioo del reumatismo. - Dot.tor HA,. E~ l. - (Ga::eite d es 1/IÌpitaux, :W gennaio, 11-\86). L'autore fa conoscere un n11ovo segno, tr•alto ùall"esnrnc del sangue, che permette di diagnos1 icorc l'esistenza del reumatismo anche uegli infermi che non dimostrf\no alcuna lesione articolare. Questo segno consiste nella presenza d'una quantito considerevole di fibr·ina nel sangue. li reumaLisr10 acuto e la poh ,wnite sono le solo lllalattlc nt!lle 'luali si osserva questa grande quantità di fibr ina nel sangue . Ora, a llorcltù in un ammalato si è constatalo non esi:;leec polmonite, si può affet•mut•e con certez1.a chè il medesimo è affetto da reumat ismo. In questo modo l'Auto-re ha potuto diag nosticare l'c:;istenza d'uu t•eumalismo cerebrale in un uomo reesenlAlosi con febbre, delirio, tumidezza del ventre, pei quali sintomi si eredelle dappri ma ll'allol'e di ileo-Ufo. Sottoposto c1uintli l'infer mo ai bag ni f1·eddi, poco tempo dopo scomput•vm·o i fenO illeni cerebrali, ed a ppal'ver•o per contro le lesioni at•licolat·i che confer·marono il diagnostico.

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HlVlSTA CHIRURG ICA Contl'ibuzione alla dottrina della. infiltrazione urinaria. - Prof. Ro~ER. di :\larhur·g.- (Cenlf'ftlb . .Jiil' Chir., giugn<> 1886). È nel vero il Ho!'l"r in uv,·isare come ni1111fl. uuilit tli concetto esista ]ll'Opriameralc !'>Ull' im portante aL·g-ome11lo clelia infillr·uzione ut·inuria. co111echè gli autori de<>rt·ivano occOl'renze cli niche a!<sai diver·s·' sotto •ruesln denominazione patologica. Sembra in proposito al Hos•~ l' che si abbiano a t•iconoscer·e i seguenti stati mot·bosi, ,·ariamenle moditìculi tanto sollo l'u:<pello cli nico chè in quello nnulomico ed eliologico. 1) Esiste la vet·a infill1·azionr. u!'inm·i::t qua11Jo l' ul'ina viene spinta per l'ittlerua pressione Atll'a vct·so i te:.:'-'uti circostanti, speciH se vie• •o in cO IISeguent.a llil'fìtollaln od impedila alrurinu la lil .era uscita. 2) Questa iufì llt·azi(1nc ~i t'f'llde ta11lo niù dannosa e ·pcricolo~a se minacc·iA o viPile in rampo la scomposizione del· l'uri nn e la ùH·mazione cletramrnuniaca. :i) L'uri n~ in pu li"ef»zione !'.i mcsce colici rnaPcia e col sangue parimenle puleescenle, cd i pl'O(lolli sellici . che se ne goncr nno. rccNIIO piu g t•avi consef.(ncnze e pèr la lot·o influenza locale e JWI' il t'iassot•bimenlo. 4-) Se l'urina dcco mp o~l<i n<•ll invude che i tessuti allo sco perlo, non si ha ad ollcudrr•si ùall'urnrnouiaca <'ile una leggiera imbibizione degli !:>Lrati superio1·i. :\Ia queslu imbibi~ione può r endersi molto nociva se \'nt·in~;~ é J'o t·te m cllle ammoniacale, se corr ode i les;mti, conduce alla nec1·osi, determ ina escare. Cosi I'Uò occon ePc cl 1è. pur con lieve g rado della pt·oduzione am rnoniatale.lo. !!uat•igione della piaga sia impedila da lla contrazione della cicatl'ice.

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1\IV!STA

;)) Quc~Le piagh~, le quali sono bagnale dall' urioa putrida, possono farsi slraoJ•dinariamentc pericolose in forza della penet1•azione o dello sviluppo intel'llo di diversi bacterii nella sostanza dei lossuli o noi vasi. Questa attiva produzione esterna cd interna dei ba<•lerii non può essere considerala ug ualmente alle predelle alterazioni clell"urina e del pus. i~ chiaro come la diffel'cnza Lra l'infHtramenlo urinario e l'invasione dci haclel'ii non è s tata convf'nienlomente J'att~ da taluni scrittori, e molli fatti ripo1·Lali nt>i libri quali appartenenti all'inl1llrazione Ul'ina1·ia,debbono piu ltof'to rifct•irsi al !lcmmonr diffm;o o piemieo. F. S. Rimarchevole aooide n te uella paracentesl di un idrocele - (The Lrtn1·r•t, lu glio 1 H~6) . Si t1·atta <.li un idr ocele deslt·o in seguito ad u11 colpo o.ccidcntale. Eslmlli col tr·equarti l :?~l gt·:uomi di liqui<lo, si procedeva aù iniettare dolcemente sessanln gl'tnnmi ùi mistura rii tintura di jodio in due volle r ugual volume di acqua, quando il paziente si lamentò di acuto dol oro nel cordone spermnlico c nei reui con cra mpo nell' aYambraccio de"tr o. Quindi il bordo ulum·e della muno des tra presP la posizione tlrssa, ed uguale ne assun!Y: t•o complclRmente il dito anulaee cd il mign,olo,mcnLre J'indie.e ed il medio,bPnchè csle" i nella porzione rir;uat·daute le 1>eeoude e le let·zt> raJangi et'MlO par·imenli flessi nelle rispol.live m·ticolazinrd rnela,·at·po·f'alangee. Il pollice altr·esì eea !lrs:;o c JJOI'lato vicino alle altre dita. La mano sinistra prel5e poco dopo esatlamcn~e la st<:ssa posizione. V'era as:<cnza com pleta di ronvu l'-'ioni o di si ncope. .A pochi minuti la rel!'Uzinne ulnare comincio a l'ilasciarsi e l'indice ed il medio dive nnero completamente iJPssi sulla mano, che alla sua volta si Jlesse forlemcnlP. suìravambraccio. Tulli i muscoli anler·iori dell'twambl'<lCcio divennero duri e contratti. La fascia palmnrP- !<i r~tras!:'e fortemente. In ambedue i luli la a rfezione ulllure diù luop-o allo COiltt·aziorr c dei muscoli go\ernali dal nee,·o medi111lo. I l paziente 11on poteva oeticolare s uu1r o d i sorta, pendend o la s ua lingua inerlc nella ca,·ità orale. B euche per bre,·e tempo, J'imasero


CHIRURGJCA

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vur conlralli i muscoli innerva l.i dall'ipoglosso. Gli aw.trnbracoi vennero sottoposti ad enet•gi ca ft•egagione, oltenendosi dopo un'ora cil'(·a il r ilasciamento de.i muscoli. Il pozienl.e si riebbe comple tamente r.d abh:jndonò dopo poc hi giorni l'ospeclalP. Il LOtJmean , cui occol'~e l'i ncidPnle in questione, riret·isc.e d i non SBfH~re d i Bllri n ella letteratura medica. Pel'ailro il Desplats di Li ll e pubblic(\ ut ta m Pmm·ia inlol'11o alla eclampsia pfeurale lo ~cot·sn anno nella SemainJJ kléd icale, n ella quale egli r iferisce gl i acciclenli conn essi colle o perazioni pleu r·a li a quul.lro cat.Pgot·ie: J) Azione tossica de l liquiJo injP.LlaLo. 2) Vera er.•i lcs;;o i ~t. 3) Uremi<i . i-) Azione riJiessa . L'au[O!'e op ina dO\"E'.J'si l'accidente in f.!U<'!ò Lione nll'azion e r illessa <lai nervi della IIWHÙH'ana s iE't'O>'<l in iettata dal liquido. È uecc;;osorio f1:1t' t•i levar e che il te~Li c.olo non venne ;in moJo a k uno feri lo. Qual unque S!'iC!Jazione possn offrirsi, ri m.a ne il fa l.to, pet' s tesso s uffìcielllemenle st.t·nord inario, di un 1101110 d i mezza elA ed in buona saltl le, i l q ua le incorse in uno s tato eli fo l'le spn~mo nervoso in ca u"a di un semplicissimo e com unissimo pt·ocesso chirurgico. F. S.

se

:La temperatura nelle fratture sottocntanee.- C. Mi.iLLER . - (MWheilungen aus iln' c!lirllrgisclu•n 1(/inik zu TO. bingen) .

Il MiUIPr ha ;.:egtl ilo con tanta allcnzinne le osser\'azioni ipergenesi del calore nEdl e ft•allUl'e sollocutanee da aver ne raccolte i l be l n urne r•o di !350, d Pile rJnali 29 de l Katha·r inenhospilal in Slugp-arl, 87 dali"H a llcschell Kljn ik, 1f38 dal London Uni vc J·sìly College Hospitnl e '13 dt,llo S lickler di New- York. In 308 d"' i :35D casi, os!>ia in p r·oporzione di 85 •;. si cons lalò e levazione eli te m peratu ra, donde si conch iude ·costi tuire ta l fa llo ·quasi la t·eg-ola gener·ale delle frallm•e solloculanee, r ileva ndosi a ll'is tesso tempo la ::<Cat'$8 conness ione LPa l'a llezza della lempr.Pa l. m·a da unu pnrle e cl all'altra 'l a qua ntità dello s lravaso sa ll p tigno ed il volume dell'osso fratluPato . La tempe~aturrt iJ mon tata fino a4o•, ma ntenendosi .al disop ra del normale da l n 14 p:io mi. F. S. ~.ul!a


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RLYISTA

Sul trattamento curativo dell'eoohlnococco del polmone. - Relazione del dott. J. 1SR AEL nl XV Congress0 c hir·urg ico. - (Deutsche Meclizinisclw WochenscltrUt, giugno 1886).

La terapia ope•·uliva dell'ecchinococco del polmone ~i può di•·e s ia camp(, tutto1'a inesplorato. Fatta eccezione dcll"apertura toracica praticata dal chi•·u r~o Americano F cnger· per' un ascesso p~>lmonal e ùel q uale fu riconosciuta rnaLLesa causa una membr·ana morta. di eccllinococco, non r·is uiLa ~;~1 l'lwtore nl LI'O caso, nel quale un Cf·rhinococco sia !'loto soltl'allo dal polmone a mezzo del taglio. Tale inoperosiiA Let'ApeuliC'a pensa l'lsrael doversi attribuire ad una t1·iplice cagione. P rimierarnente alla difficoltà della diagnosi, 11ecoudariamente alln non infrequente congruntura della g uarigione a via <l eli' aspettor azione. in Le l'~ O luogo, e priuci(.ln lm ell te, altimoeo di aprire una cavità ple urrca sana e di prorlur1·e così un pneurno torace. Acl on ta di tutto ciò. è affntto nd inl1·aprender·si unA lernpia decisaml'nte attiva, iroperocr.liè una ;2rande parte dci casi lasciati a loro stessi, pur e an·enuta la penelr<~ZÌOIIC' nei bronchi, volo:;~ ad esilo letale. Fin dal 187!) l'aulOI'C aveva presentato all'acca· de mia un infermo pe r· eccllinocnceo ulla con vess1Là del l'egato , al qualo egli s i era p rocurato Ulltl · via a m ezzo della apertura della <'avità pleul'ic-a sana cd Allr•avel'so il diafro 1111118. Allo r•a l'lsruel conchiudcva la sut~ comunicazione €sprimeudo la spera nza che ìl tempo a\Tebb(' distrutto il rib1·ezzo, che impone l'aprire una cavità pleurica !>ana, sia per iscopo operativo sul polmone, o pet' agire chif'lll'gicamente su gli organi addominali addossati al diaframma. Le elette cci nltl'e esper ienze a vAVUilO insegnato come una apertura della cavitù p l e ul'i <.:~l , pur che <li breve d ui'ata e sollecitamente chiusa, e pratica ta con le cautele un tisetliche, poteva inll•aprendersi !>anza danno . mentre l'a•·ia quivi penetrata giungeva senza tnolla dilazione ad esscl'e riassorbila. l n con sel!uenz.a la limi lazion e della penetrazio ue dell'aria nella cav iLà pleurica dehbe a.ve r•si pl'ecipuamcnte in rnir·a nell e rna · novre ~pera Live s ull'ecchinococco del polmone. I.J.:d al ri-


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CHIHUHGICA

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guardo si presentano alla scelta due metodi: l'operazione in una seduta ed il metodo in due tempi. Mentre l'operazione in un tempo coni'\isle nell'apertura del pctlo dopo estesa sezione della costa ed immediata incisione della cisti nel punto di congiungimen Lo del polm01.1e colla plenrA costole; n el processo in d ue tempi, incisa la pleura, ~i pratica subito il tampon ament.o, e la cisti viene aperta dopo tre giorni, se è so1wavvenuto il l'imarginumenlo Lt·a il polmone e la parete del pello. li metodo ad nn tempo è indicato, se una posiliva pressione domi na nella cavità tol'acica, !\iccome è il caso per i sacchi di eccbinococco roollo gL"andi e distesi cd addossati immedialnmenlc alle par·cli del pcllCl. Iu sill'fltte condizioni si può libE>ramcnte 111ci<lece lA pleura senza pericolo ù'iuf{J'esso di 8J'ia, poichò la ci8li mollo c1isl1~sa viene a Lt·ovat·si solidamente rontro il taglio. Ma come si J'iconosN\ la rwesenza ·di una iper·pressio ne nel pettot ~ella piu semplice maniera, m enlre, per m c<:zo òelln t•esezione delle coste, il laglio della par·ele tor·ar:ica non la>;cia scorg1·re alcuna retrazione inspiraloria. Ma se la ci:<ti n0n è grande ed abbastnnza distesa per ·cRmbiar·e in positiva In normaiA pressione negativa inteaLùJ'acica, allora viene nrl suo cliri!Lo il p!'Ocesso A due tempi, mediante il qua le., s i pu6 evitar•e o eidmTc al minimo l'inleJ·no succhiamento dell'at'ia, pur che si ope1·i soLto le seguenti cautele. Al di sopra ed al Ji solto della stabilita linea di inci~i0110 vengono opposti 8ulla pleura costale diligentemente r esa libeJ'O dopo lu resezione della costa alcuni uncini, i quali sono affidali ad u:: assistente. La successiva incisione vuole es!5ere praticata so lamente nella fase di espirazione, mentre. dei piccoli lamponi di garzaallojocioformioseguendo iaf!lio per· la glio il c.oi Le llo, un assistente affeJ'J'a ogni lembo pl'ima che ne sio terminato il taglio. e cosi l& ferita viene chius a sieuramenlo primt.o che la prossima ispirazione po~sa suggere aria. Govet'nala da queste norme & cautele l'Autore eseguì felicemente •ruesta operazioue co•t s uccesso in casi disperali, i quali solo così poterono soLLr·at•si ad una catastrofe imminente. F. S.


' 950

!li VISTA

Sutura. del nervi a distanza. lfOpitaux) N. 4l, aprile 188G).

Ass,H>I. -

(Ga:ette des

L'autore ha presentato alla socielù <.li JJiologia la !,;Ua lesi· inaug urale su questo Mggetto. Ecco le sue concl usioni; La s ulut·a dd n ervi a distanza puo rendere dei t•eali serviti nello feri le dei n e t•vi con pe etlilH di ;;oslanzu. Le esperie nze sugli animali ditnostrano che essa ha pet' effello di acceleNll'e lu rig-ou~raz iotH' dei nel'\·i. La su turA a dis lant.a mo tLP- in g iuoco l'olas lieilò <lei nervi; essa diminuisce J'inlen•allo che sepa1·a le ùue eslt•emité del ne rvo ùiviso. La cicatt•ice ueevosa svi luppalasi lungo il filo eli s utura é p iù t·icca in filH'e tJ e rvo~:<c di nuova formazione c he allot·quaudo s i lascia lo ~ uarigione a1 soli sfot•zi del !a nalt'I'a.

Del trattamento meccanico della membrana del timpano e degli ossicinl. - H omu; L. (:1 n: l!, jilr Oltrt:nheilk X . r!ll, e Centra/b. fiir d i a M t·d. Wi.ssf'nscfl, K. 15, H>.-G). 11 H ornm el c t· ed c di a vere ll'O\'alo u11 meloJo di lrallarnenlo gin nastico tlell'appareceh io limpon ico nel pr·ocedimento da lui designalo col nome eli • prcs«iune del lrago "· C•Jn la pr·essioue tlel lrago contro il contlo lLo udilivo eslet'no, q ues to, s~­ condo l'uulor·c, viene a chiu·lersi e rtnelicarnenle. P Pr questa rapida c hiuslll'a la mendH·nrHJ. de l timpano c colpila da un'o nda di oria co ndcn~ala e spinta all' inte!'no. Se imme,lialamAnte dopo la pr•e;:;sione, ;.:i la:>cia il lr ago nuovam e nl•; libero, l'onda riflessa dalla m elllbranR del timpano esce dRl condo tto ud itivo e col diro mpersi dell'at·ia in se l"lcssu s i pt·oduce una mom entanea mcrliocf'C rat·efaz ionc c!Je ra vot·isc.; il t· iLOl·no tlella membrana del limpauo da una più forte te nsione allo ~"lato­ normale, cosil:Cb0 a ogui m ovime nto Vt:rs o l'inlet·no (le i! a me mbrana segu e subito un m O\'irnenlo r·elJ'ofp·ado insie m e con gH unnessi. Con le ripetute chiusure e apc rtu1·e del condollo uditivo, il giuoco ,lellu mernbrarra si può mautenere quanto tem po ~ vuole.


CJHH UHGICA

95 1

Fondandosi s u due casi da lui trattati con questo metodo con esito favorevole (uno dei quali concet·nenle l'autore stesso) il Hommel lo r accomanda contro il catarro cronico del Lirnpano (sclerosi della cavità del timpano, processi ad esivi, catarro s ecco, anchilosi degli os:o.ici ni del timpa no, ecc.), perforazione della me mbrana rlel timpano, spessimen li e intot'· bjdamenti di questa mc>mbrulla idiopatici o conseguen ti a mala ttie deli'OJ•eeeltio e~terno e rn':!dio. Finalmen te la " pt•essi011e Jet trago " si t'accomanda, secondo l'autot'c, come profilalticu contr o lu duJ•ezza di ud ito che si pt·od uce or,lina t·iamen le nei vecc!Ji e dov1•à aumentare sempre più. L'autore consiglia di fare !~ o fì vol te <.~l giot•no la pres sione del lrago, col J'ilmo di circa 20 ul minuto, pet• un rninuto, o un minuto e mezzo; il ehe conisponde a GOO o '1000 movimenti per g ior no della membra na dellirnpa no e degli ossicini. Morte per carie e p.e rlostite dentaria.- PoNCET, di Valde-Gràce. - (Gazette tles ffòpiwu.~:, N. I ~J, fd>ùraio 188G).

Si tr11 tLa <li ur1 sottufiicinle della gmn·dia r eptù)bJicana, dell'elà d'a rmi 45, dcperLlo, dedito all'alcool, il quale, en tra lo all'ospedale dieci gior·n i dopo l'inizio della malattia, p t·esen tava all'an golo della mascella una flussione dentaria non fluttua n te c giù fin dal s uo i n g resso i segni ùi un a v velenomento pu trido . Nel giorno susseguente compat've nei due a nLibracci un edema molle, esteso s u lulla la faccia esterna e sormontato a deslt·a da vcsciebe Jarghe, r·ipieno di sierositù ciLriua . Il mala to mor·ì 48 or e do po. All'autopsia si riscon tr ar ono piccoli ascessi le.n licolar i solto il mascellare clestr·o c lungo lo s ter no mns toidco nella meta s uper iore . L'ede ma tlegli antibr·acci er·a sotloa poneurotico e put' ulertto nelle loggie g rassose cellulari. La milz a era rammollita, in pappa; il fegato leggermen te sclerosalo e grassoso. Il cuore contene va grossi coaguli nel ventrieolo destro. Gli edemi s ierosi degl i a ntibeacci non e rano nè ascessi melasta tici, 11è er isipelatosì, n è edemi malig ni, poiché non vi


Rl\'ISTA

era indurimento. Quecoti rl"colai mt"laslalit"i etlemalo!li conlenevnno microbi iu quantità; essr ernoo US!"olutamcnle costituili dn micrococchi rormtcolar.lt in mezzo oi globuli bianchi. N t•i coaguli tlt'l r·uot·o !' t Lt·ovm•orHr quc<:li filessi micrnbi. spar~i in "ere <'Oionie. l !'Oaguli st e•·ancr rormali pr1ma .tPIIa m01·lr., ed i mir robt uvevano avuto il tempo di sviluppar!>i in cullure sorpa!-i!IUndo in RII JII' t'licie 1111 deci mo di millimetro. Il ntalalo in dil"t"UI'!"O !"lt~ec. Jnhcllt• quiutli in con ..eguenza dell'mfez10ne putrida ntir-robiaua determinala 1la una carie

denloria. Questi edemi. non rlt>sc•·illi nei LJ•olla li cla ..siri, su11o di u11 pr onostico !ri'B\'l' r devom Jll't•nù,.r po~to u fianco degli 8SCI''~"I

metastntiri dcll'n>~SOI'billlCOlO pUt'UI•!lllO.

Trattamento dell'idrocele c olla. s oluzione di idra to di cloralio. - St-:r •• - (.!uurtll'l tl~:s Socwb·s Scien.LUtrJUes, 7 luglio l 8R(i}.

Da cinque o :,.~·1 an n• 111 qua raulot·e U'"!l una solm.ione di cloralio nPI ruppo rto de l IO p. 100 pet cu1 aJ'P l'idroecle. Egli iniPltn nella Lu r1ica vag iuo le GO g nunmi r it·cu di dP LLu ~o lu­ zionl', dopo la qualP- i niczmne an·••n:.wnn dei fenome01 anaJo~hi a quelLi pt·clllolli dnll'inieziono di linlura di iodio, poscia !;'Uccede rapiùtunonlc la guari~t o n e. L u sol uzioue di cloral io o ffrt• pilrl:<'clli ''anlap:gi, quali acl esempio una mug!!iOt' fHctlilù .li rnaneggìnrla clte non 18 tintura di iodio, un prezzo illlet•ior e A ' lll~"Sl'ullimu e mancanza di all'nn nccide nle ollor cplllnJo pc•· nvvPJtlu•·o la soluzione esce dulia sierosa e s'mflllra negli ull ri tes:>uli.

Delle v ere cause della morte attribuita. allo shok traumatico. - ({:,;;eli•• tlt•,; !JriJiilatl.,•• N. :lì, 111arzo l f'<8U).

Il ùott. i\l nnc"l ha co munkuto allA R<rcidù di dtir urg io una malata morta di sltok traumatico Si trattA di una donna di 70 anni, allì>llu da •••·nia strozzata; l'ope•·azwne e•·e urf{enle; non si ebbP u nola r t> alcun nrci den to clu t'flule l'opot·uzio tH\, ma es:;: o fu poi s usseguita da ~sSPI'\'uztorle di uuu


cmn~;ne l CA coma ..: da morte tlnpo 2 't oro: .•\ll"aulop:::ia si l1·ov6: etlema polroona1·o; nefrilu mista con predommio intersl1ziale; cuo1•e grosso e dPw•nerf\tn; edema cerebrale.. Quesl'ullimo e1·a e' •ideuleru cn i (~ dovu Lo ol i' all'eziollc re11ale, com e lo ha dimnstl·ato il cloU. Raymond, il quale ha cll><=critto una forma di uremia IP.nta t·he )'uti pa:::-=nrt• inossl't'\'&la. E g-li lta ugualmente tlitnusll'fllr> che l'e<IPmn cer<'bl'ale era, in quP!'\li casi, la ,-era cau~A delta morte. P..Jt' l'n"'scrvnzioue del dott. 1\Ionocl, si comprende t·hP ti pPrlm·hanH'nlo eil'colatorio cletu·mi nalo dallo !'>lrnn.nmeutn t> l'l1ial'io c•rl onrhe dol lr auruati-m1o opel'al<>rio nvc•va pOl\Jlo eser cilnre 111111 qun lrhc azione sullo slal o

<'Prcbralr.

na 'lll''"'l'os-.t'J'vnzionP r J"Uiln che c m"slìeri esaminare più diligeulentPnle eleo >:ia pO>'!'Iibilo lo ~tnlo dei •·e11i t' del <·et•vello dei mnlati che ~i devo:1n uprran•.

Sull'aoco1·oiamento metodi co delle ossa degli a.rtl nella om·a delle lesioni con distruzione est esa. delle parti molli. - Uoll. ~IARTEL. . .Ji Suinl-:\lalo. - tGa;ctte des Hopifm,.t,·, i\. 18, feblm'lio b8!i). In un ;.!ÌO\ftll•J Ji :l:.! anni, che u>:eve~ U\'Ulo la gnmbA schiacciata solto uno l'nolu di cat'l'l'lla, in cupo A ùue mesi, dopo la cadu ta (hJliH ~ ~~e:wc, e~i::: lo vu unA piaga Lt·oppo est•~sa pet·clte lo ''icoll·izulzione Sf'lltllt•ussu possibi le. Si i· in qucsle condizioni che 11 •lnll. :\tat·lel ~i d<!CI'-C' a risecat·e la libia ed il pct•one, fl·ullurali !Hubidue, pct• la lun..,ltezza d i 7:J millimelrL Le sezioni oc;sce, la cui <'ir·czione eJ'tt obliqua dall'allo a l basso e dall'utfunri ull'i nd cntro, furono fatte con lc mporan.:>am ente su1 fi·Ammenll supe1•iol'i e infcJ'Ì•Jri che fut·ono riuniti COli un fi lo d'orgu11 l0 dopo essc t· s tnli messi in t.:onlaLLo coll'ammas:>t\tnPnlo delle parL1 molli. Dopo Lre m osl, la <·onsolidazionc er a otlc>nula e la c·1catr izzazione dei Legumen li si fece pel'ft>llo e lineure. Dopo lo g uat·igione, la t!Oillbll presentava un accot•ciamenlo di :- aJ R millinwlJ'i, ma il pu•de avena riacquislulo l'inLict•a sua mobilitò e soppiJ rla n.~ hl:!ne il peso del corpo. 11 mulolo


951.

IHrJSTA CIIIHUHGJCA

carmnina,,a senza bastone g r•azie ad una spessa suola di ùiancher·ia. I risultati furono dunque mollo buoni e si può. seguendo l"esP-rnpio del doll. l\Itu·Lel, in luo~o di altlpUlar•,•. r·isecar e r.ei casi in cui ia 1lìstruzione troppo estesa Jelie pur li molli non l ascia speral'e una cicatrizzazione .

RlVISTA DI OCULISTICA )

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Macchie della cornea. e loro trattamento. - HunJ::RT. (.Jou r nal dl's Soci,;tf;,o; Scil:nriJiiJW'!!, Q giugno, l ft80\ Consitlerale so lto il punto eli vrslu del la <.:tll'a. le macchie cOI'IH'81i si dividono iJl ùuc l!l'ttppi. Il 1• gr uf,pO ct•lD!!l'eJtde le maC'chie cl'o t·igine ulaucnlllatosn, contro le quali si impingcmo le nwic opeeozioui d.u~ diminuiscono la lensionf' dell'occhio (iridecto'mia, sl·ler otomia, ci<:utr·isotomia), a,;tP.ncndosi da ogni lrall.amenlo loC'ale it'l'ilante, capace di aumcnlar•e unror a la lcnsionP gin L•·oppo cl«>vala. li 2• g:r·uppo comi'rende da 1111 lt•lo le opacilà cicALri tialr, clull'al l!'n le Op<~Cila rlo\'Ltlo allu !>clero«i, 'sia quc$la !'OI<l, ~in complict~la a cicall'ici rlel ln tor·neA. Se ~i fa a;<lrazioue dcl l'ir•iJeclomiA che agisce quale net·vù oll.ico e del lo pcritom ia· che m odifica indir·ellanwnlr lA 1111l l'izionc dellA cornea, si tr•ovn che lulli i tnez%i i mpi cg<l li hanno per· dfello di p!'odurr·u s ulle par·Li al ter fJ LC uu'it·r·iLozione piLL o meno bt>n lim1 tala o più o meno prof'ondR. Di Lulti i Ol'ezzi Iii irl'ilaziOnt• l'oleltroli:;i è qul'llo che pre· sen ta un'uzione più col"Lanlc t· nello :-Le:>:>O t..>mpo più facile a gradua t·e per ri guar do nlla dut•uta, oll'estensione ed all'iuleusi tit. L'elellt'olisi vo per·ù a:-:-olulamenle prescrilla c(lnL!'o le opacilù co rneali d i ori gine p;laucouHilosa; e nei casi eli ader·enza dcll'il'ido ave11li delcrrHinoLo u11 ournento òi teusione ocular·e,


RIV ISTA DI OCULlSTICA

.... 9i) i)>

bisogna sempre praticare pl'cvenlivarnenle un'operazione a\,ente per effetto di dirnipuir·c la dut'ezza del globo oculare. Un allro punto ancora piu importante per· ottenere la scomparsa della macchia wrnealc è il rnodo co l quale deve essere proticata l'elettrolis i bipolare al fine di ottenere per· mezzo di COI'renli deri,•alc e di polat·izzazione una irritazione locale sufficiente evilt~ 11 do la tlis ll'uzione protonùa dei tessuti mediante la cauterizzazione chimica. L'eleltt·ol isi si fa merce un piccolo collello b ipolare formato da un finissimo tìlo di platino inte t·rolLo nel suo mezzo, e le cui Jue pa1·li in vieina11za delle loro estremità hanno subito una doppia infl essione di gu isa che il fìlo non tocca la cornea che per la sowrnila del cono cosi formalo. · In tal p-nisa s i oLLiene la più g-t•a nde riduzione possibile del yunlo di coulullo degli eletll'odi colle pm·Li clte devono essei'e m odifìca te, ed in seguito a ciò il m inimo possibile dei fe11omeni di decomposizione. Di piu la ~ommità ,Jel cono di uno dei fi li , essenùo vicin issima alla sommi tà del cono dell'aUro fìlo , ne 1·isulla che gli acidi c r ossigeno ehe si portano a l polo negaliYO possono combinar::;i in gran parte con le basi, e coll'idrogeno elle si p ot·lnno al polo negativo, ciò che· . diminuisce ancora l' inLensità della c.autet•iv .azione chimica. La l'orza della correnle impiegata non dove sorpassare 5 a 7 milliampét'es: la corrente è s11ffìcien te allorquando appare fra gli eleltt·odi un poco ùi schiuma biancastra, indicant.c clte la decomposizione ebbe luogo. La dtll'ata della su.a ap plicazione è limitata n 50 o 60 minul i sccol!di. . L'epitelio si cicr)tl'izztJ in capo a due o lre g iorni. Da rtueet'epoca la visione, dn ppr·ima leggermente dis tur bala, si r istabilisc~ dal 5• al -;• giorno, e cre:;:ce ::;empre più da 15 gil)rni a 3 setlimant> c.:irca. Fn tl'uopo attendere all'incirca altl'ctlanto lasso di lernpo pt·ima <li r icort·er o ad una nuova applicazio11e di eleltrolisi.


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RIVISTA DI PATOLOGIA ESOTICA - - -t>

::.C:.< -- -

Il distoma Ringeri e la emottisi pa.rassltaria. - Dottor CH~UAN .- (Archivc•s t/1· Médf'cine JYacalt', N. 4, aprilo 188lì). Ne l 187!) il clotl. R in p-et·, nel fa t'(} l'autopsia di uo por toghese che av ea dimo t·;~ t o lungame11 lc a T nms ui ( J.i'ormo~ a), tt·ovò nel lesc:uto polmonal'e del medesim•> un pnrassila. P oco dopo il doll. Mau!'•lll ebbe 111 cura per un eczema un cine!ìe, e notò che lo ~ tC!'SO espettorava sovenLi dei sputi rossaslri, <l ei qua li egli f'clr;e l'esame micro!'icopico, lrovandovi, ollre a cot•puscoli di !"Sntrue c· muco, dei co"pi ovali a s upet·fìcic granulosa e con un& estt·emita chiusa da un opercolo, ciH'I evidonto menle ernno 11ovo di un par assita. Il cineo:e rsRminalo 1:1vea abitalo per quattordici anni nel nord di F onnosa, cd nvea comincialo a sputar Rangue fin da un anno dopo •il f:uo arrivo colà; non pt•e,enla vA poi alcun dato ereditario, nè alcun che ui rilevante all'esarliC fi:;ico dci polmoni. Il dolt. ?llanson, r icordando il caso del dott. Ringer gli chie,se in e!"ttrne il pat•assila tr'ova to nel polmone, e nel fondo ;iel r ecipit'n te in c ui r ra cottServalo, r invenne in gran numct·o <l elle uova idcnlidte a quelle lrovalc uell' l!!"pellor alo del suo inft>t'mo. Mandato CJUiudi il pat•a,-sila al dollor Cobbold, ques ti dichia rò che Ct'R una 5J'CCic nnovu, c dal suo primo scopritot•e gli impartl il nome di Dislonw Rinaeri. II par·assita adulto ba la forma di una spntola e misura 11m"' X 4mm X omm, 8. Il pt·of. Bael7. di Tokio a vea osget•valo già pt'Ìllta l'uovo di ques lo parassi tu al Giappone, ovo la malallio a quanto pare non è t'ara, mn l'avea l'ilenulo p~> t'stadio di s ,•iluppo di uua gr egarina. All'eo:amc micposcopico l'uovo d t> l dis toma Ringeri pr'esenta l'aspetto di Ull uovo di ur!cello di forma pitr o meno allungala cou l'estremi la gl'ossa chiusa da un opercolo; il colore è bruno-rossaslro, e la dimension e media Qmm,ns x omm,05.


IUVISTA DL PATOLOGIA ESOTICA

Il dott. Mo. nson Ila isli tttite poi J e llc l'icerche s ullo :;viluppo di queste uova, poi quale è indis:pensabile l'azio ne dell'acqua. Al 2G• gio r·no egli osser•v ò nel loro iule rn o i movimenti tli un embPione, cover'l.o s ui due lctzi po~Leriol' i di c ig li che cominciavano a cl agila r·~i dopo l'uscita dell'embrione dal guscio. Il dott. .ManRon ritiene cho le fnsi di s vi luppo di codes to emiH·ione ('; Ìano l ~ seguunli: le uova miste a l muco bronchiale vengono espcltotate c, cadute al suolo <:on g li sputi , sono trasporta te col la pioggia o alll'imcoli n o1ie acque stagnanti e cadono al fondo. Dopo un mese e meao o piu, giJ ernb t•ioni sviluppali t'Otnpo llo l'opeecolù e si J'enùono lib eri nell'accpla. Quind i proba bilmenl<! enLeRn nel cor po di q~alche ani malo d'acqua dolce, dove compiono le IOI'o ulterio ri m e tamol'fos i. De tto a n irnalo, non a11corn. pracisato, a llo rcbè viene iuge1·ito dall'uomo, può Lrasmettc r·e diretta mente il parassita; ovve ro quesL'ullimo, m e;;so in libertà in alll'o modo, può esser·e illll'otlotto ne ll'ot"ganisrno umano coll'acqua da her·e . Da queste r·icer<'11e risulla che il cam po del veicolo inturmediar'io è molto ri str·etto, ma per delel'minarlo ricbieqonsi ulterio ri Studi. È CE' l'I.O cho il !Ì iRtOma ningcri vive nell'acCJua <lolce e che è comun.~ nel Giappone e nel nord dell'i sola Formosa, menlre è r n r·o o mnuca corupletam ente in Cina. Questo ratto ,; da ascri verst evidentemente alla naLuPI'I !òpeciule ùel s uolo. P l-'1' que llo cbe r ig uar·da il trolla m c rtl•• cu r·a livo, il cloltor· Manson hn sperimentato su due coolieR le inalazioni eli soluzioni cort tintur·a ed inl'us o di •r uass i ~:~ . in!'usso d i Kous~o, soluzione alcooli••a di tr-ement ina e santo11ina ed i '"apOI'i solforasi. In uno dei coolies dopo tr·e mesi non si rinvenner•o più uova ne~li spuli: ttell'.a ltr·o inve(·e con linnò Ja e m ottis i. È probabile I]Uindi che il par·assi~ abhia so::dc nei b J·onchi e nvn 11el par·enchima ~olluonar<:. La pl'ofìlassi doVl'ebbe consi"Le1·e ne l ber e sol tantn acqua b• JiliLu o almeno Jìllr·ala con c uea.

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Hl VISTA Dl A~A T 0 11IA E FISIOI.OGL-\ -

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- =>-'c----

Sopra una nuova specie d 'anestesia at·ttiiolale senza narcosi e colla. totale conservazione dell'intelligenza. dei movimenti volontari , dei sensi e della sensibilità. tattlle.- Hr-tn\\':-.l SEQl'AH.D.- (Cent, ·rtl&.Ji.ir Cldr., N. 8, 1 X~(i) , Tre un11i Ol' so i H1 l lt'o\\'11 S•·•p•a r•.l n\·e,·a f.!i•~ re>'o nolo il fallo ciJeeccilando In mueo~A della IHI'i n~r nvveniva..:unn nH'lggiot·e o minore .l~rr••s..;1o11e delln s~>nsibilita ,J(I.Jor ifica in tutte

le p61'Li del cor'J11l, e che •Jue;;lo ~ ingo lm·e pffello erA da nllribuirsi oJ un urre;;lo pt'Opag-aLusi dni n en·i hH·ingr•i :-uper·iori Ai cenlt•i n f'rvo~ i o eh~;~ q11esLo fenom eno può Yenit• !imitALo 'I llasi csalffHnen l.0 ad. unn u1eli• del cOI'po. D o rrut~ll'epoco 111 poi l'autm·t~ ha insliluil~;~ esperienze su-

g li uomini e sug li nni llla li. l u qucsli ullimi (I r a i quAli no,·e scimmiP. e t:l coni) )lolè pr ndut'r e an AI;.çfsiA :::enza nMcosi dopo opPr la la ll'nchPa e dopo iniczioui sollornucol'f' ùi co ca intl. Si !'n o~t l'n i n mod1l ~pt'!ciale t'a vo 1·evcdc l'eccilazicme

della muco~a laJ'IngcA, lah·olla si oL\.PncvA l'dTctto an1·he eccilunclo le parli virino IL1·acltca. va~o al tli sopra dell'u· ~>ci ln ùel l ar i n~eo supc• t•ioro od oncl u' lA pelle del collo). Allt•e mauicr e ci'e(·tilaln<>nto come p. e. la W'll nmi7.lat.ione (Iella

mucos;1, 1'8Jlplicuziollu ùi caus lici sulla medesima eu allri COII ~i mi l i spiegavunu

mell o E>fficacio..

Dopo incisioni pr·nticale sul in eu le ti el collo non si pr oduce d i !:'ol ito orÌalp-e,..ia trc ner t:. le, m a essa !-Ì e:;!pntlt! Slllla fet•ila fino a lulla lu regione cen·icale lino alle sea pulo. Le fel'ile pralicAlA Sll!?li animali tH'imn o Juranle l'anala:csia 1Hrin gea co n s~' t' va n o l 'insen s1bil dà si no a cicfllr lzzaz.ione su questi onimuli c;i posson<> l'at'C Pl'<:is'-IOni di gro~~i tronchi nervosi, cau terizzAr e pr otondom enle mi upplicat'C t::IICrgiche cot'l'enli , senza J'I'Ovnea r ~tolol'e. lu genet•ul e sembra p r r ò

'.

.

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Rl\"ISTA 01 .\ \.l.TOMIA E FISIOL.OCJA

che l 'analge~ia inlere!lsi soltanto le pArli superfiriAli, ma r he clm·i da 15 a 20 o l'e. 11 ~e nso toLLile e il senso muscolare pare non venga turhnto.

Brow n-Sertuat·d pr at cò '{UP:;oto metoòo l"ugli uomini ~o!tanto in modo a~"ni incompleto. uvl'nJo cj::li l a~ciato introdurre ad ogni 2t!i o :11 ~ ll'J~pi rn~io tw a t'i a put·n, po~r il t•csto a r tdo ea rbonico dit> tnstn Vo->n i va ''"'PÌl'lllO. Non do,Tchbe~i i nlt•odut·r e

nei polmoni nè clor ofortnio nè ncidol <:a l'lw nic:o pet' nn11 incep· par·e l"inrtneuza Anul~"lic•a .t, i nePvi lnr111;.r··i Tali inalnz10ni tlovrebbet•o prolunuat'"i p<'r 211 minuti t>ol nnch,.. piit ~e c;i vuole oLlenore Je tt·e plll'ltrolll t'i I[Ufllilà tl l 'li if!SIO genP i'C oli 11 8 l'!' OS Ì che son<.l: t• una •(lll.l"Ì <·nmpl~la anuhre-,ia Jclla cute (rhe dura sino a ~O oro·) ~· In c · ,:;:~flziOII >J di quulunqne dnlm·,. pPr due g-ior·ni; 3• la compiei n -<co:npac·su do! senc::o tlt slnncltPzza. Da lulto CIII raulorc COIII'hiu le che lll~dianl.:! l'eccit.amcnto della mnro!!A h11·ingPH si 'ietto a ;.opprimere prt· ctwlte ore il sen:-:o cil•l ololo1 e 11cgli nomini c nt>gli nninwli o pt•t·lo utono s i vie no o. dimiuuir!o i 11 mng!!i11re o milwt· j:!ra.io sen~a di~lul'­ bare rintelligcnza, la "'"'ll"cbililu c i movimf'nli V11lonlari. Nuove oss erv~zionl sui nervi sensltivi della. p elle. A. Gnt.OSCtu;;lOER. - (('r·ntm1ù. jiir r·hiruryir, N. H. JX~G) . Il Gnldsch e>ider dà llllll e s.Le~a clC';:;et·izimte dei -:uni C"PE'rimenli c·un cui •·!!li, in•lipen•lent.-mentc cllll ll1ix, g-iunse a slabilirt• lo. ••c::i~Lcn zn tli p•11·Lirolari ne1•vi l"PnsitiYi della Jl"lle, dei quuli alcuni dolnli d i l'ner p-in >~p••cifica r ei R(l nso del freddo, nllt•i pel senM •lei C:JiorC' e altri ancora pel Sl'm;o di pr e::;c::iono e pel o;c•nsn ,Jel ~n Lto. Ln t' icc·r ca rll.'i onnli della pelle l"<'MiiJili ul caiolo od :'Il rrccl<lo ..,i ftt !)Cr mez1.o 1li cilindr·i metallici terulmAnli a cono eli ::;urfici•Jnte capnrità p el calot•n i ' [ UAii sono o r iscalùal i n ralfl'ecldflli. N oi punli àol rredùo (• con un le~gtcro conlALlo sen lilo «<ollanl o il cilinùro fi·cddo, c nei punli Ù('l cald o so!o il cilinut'o cniJo Con oggetti aventi In tempct·nlut•u Jella pelle i punb del ft·cdclo

e ùel caldo ~onn in,c;en..:ilult. La col'rente !'a radica o nna piu l'twlt' pt·essio ne AOpra un punto del '"enso dellA lPtnpel'al uul dù nna sensazione pun-


960

RIVJSTA

tiformc di ft•eddo o d i caldo. La sensazione ùi freddo con la it'ritazione 11i un punto Jel ft•eùdo é istanlauea folgot·~:~nte; invece la sensazione di caldo ]Jet· la it·riLazione di un punto ùel caldo non é istantanea, ma Cl'escc a poco a poco ed è diiTusa. r punli d~l !'lenso di tempcrulura non danno ulcuna sensazione dolOt'OSa né con lll irt•ilazione meccnnicn. ::è con la caloritìca a1l essi limitate. La scn>'azione punliforme di tempet•atura dura molto tempo Jopo l'azione dello stimolo. Il riscaldamento e il rl'lfft·eddn m <>nto rlrlln pelle dilllinuiscono la st>mil>ilitù dell"appa r•ato perii'Llr·ico rl i ambedue le qualità del senso di lcmpen,Lura. li pC'incipio g,•ne t·ole ddla Jisll'ibuzir.nc dei punti di temperatura é il se~uente: Essi si dispongono in catene, in linef; le une appresso le altre, le quAli pt>t lo più decort•ono leggermente incul'vate. Queste partono a guisa di t'< ggi da cerli punti de lla pelle clH3 per·ciò potrebbero de11ominar~i punti di tr·r·uggiamento, o Ct!rltl'i dci punli di tempcru l ttt'a. L P catene de i (mollo nume t·osi) punti d··l ft'c:ddo non coincidono in ~Pnet'alc con quelli dei puuli .IPl calorr , ma i lol'o punli di u·r·a!.!giamenlo sono in comune. Questi punti di it'I'H!.!~iamenlo . nelle regioni provviste di peli, coinCidono prcvul .. nlemente con le rudi celte o le papille pilife re, solo qua e lù, ancbe nell e l'e ~ioni ciJe han no peli, :-<i trova qua lc.:l te punto dt it·ratrgiame nto senzo pelo. É tt c,oi Juog lri meuo sensibili ulle LPmpet"ature che i punti di leml'cralur·a si trovano solo in corrispondenza dei peli. Ual fi n qui dello intorno il principio della distribuzione dei punti di tempel'alttl'a risulla ch e~ su Pguali piccole at•eole di lnoghi vidni della pelle il numero dt~i punti eli tempcratut·a dev'essere l'l.10ilO d ivct•so . Du ques-to numero e da l g rado di sensilJilità dei s ingoli punti che va r·ia gra ndemente dlpe ncle la sen«ibilità perifel'ica J i senso di tali piccole arùo le, sulla quale il G. fece le sue prove con delle superficie metallkhe di 3 o 4 mm. di diametro a diYCrsa Lemperalura. Cosi riscon transi luoghi dte sono esclusivamente o prevalcnlemente sensiLi li pel freddo, altri in cui sono ugualm eulo t'appresentati i due sensi J i temperatut·o, cd altri in cui il senso

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Dl ANATOMIA E F IS (OLOGTA

dei caldo predomina e .finalmente di quelli che· souo termo a nesleticr. Luoghi della pelle esclusivamente fo r niti del senso del calore non ve n e s ono. Median te la stimolazione cutanea meccan ica 0d ele ttrica dei tronchelli nervosi della pelle, il G. é riuscito a s uscita re sensazioni eccenlr•icl re di temperatura. In quanto a lla teor ia del senso di temperaLura, il G. cerca far prevaler e l'opin ione del Weber, secondo cui cau>:a della sensazione del caldo ~ i:llre b be l'aumento e del la sen~azio n e del freddo la diminuz ion e della lernpcralur·a cu tanea. Poggia le s ue pt·ove snlle seguen ti proposizioni: 1• Lo >:timnlo termico modinca la Lem peratut·u cutanea e cosi anche l'importanza dell'aci!Uis l.o o della perdita del calore in preeenza di altri sLimoli d'eg ual na tura; 2• E~so produce nei nervi dello stesso senso un tale s tato eli irritazione pe r· coi 6 dim inuita la loro cailacilil. arisentire l'a;r,ione clt~llo s llmolo; 3m l'dodifica ins ie me con la t.emperatnra eutanea anche quella de~li appurali nervosi 1:1 probabilmente d iminuisce in egua l pr-oporzio11e la ~e nsihi l i la dei ner d tan to dello stesso senso quanto del senso opposto . L'uHima p1·opo:oizione. eire ru de::<un ta da cerU Jcnomeni della eccitazione punliforme di lem per a Lut•a, il G. avvalor·a cot'l le seguenti espe rienze di ecei la7.ione di s uperficie. Se si melle un dito n<':!ll'acqua a 40°, e dopo ci rca 10 second i, s i introduce, insieme con quello conispondentc delr a ltro lato che fral.tanlo 6 eirnasto espo"lo all'aria, nell'acqua n 15• C., il dito t'iscaldaLo sen te meno bene il freddo. Se si pone un dito nell'acqua 11 ·150 C. e r1ui1Hi i si po ne insieme con quello dell'altro lato nell'acqua calda, il dito I'affrecldalo sente meno bene il caldo. Se si pon e un di to nell'acqua f1·csca a tf>• C. e jl corrispondente <.lell'allro lato nella tr epida a a2• C.; e dopo circa 10 s econd i si immergono arnbc~d u e nell'acqua !'llla lem· peratura di cir ca ..w• C., il <.l ilo s tato nell'acqua tiepida sen te il caldo m eglio di quello rafl'reddalo. Se un dito s i tiene immerso nell'acq ua a .,l.QO C. tanto tem po {illcl tè non si sente piu co:me molto calda e qu ind i :::i Lufra nell'acqua a 30• C., s i produce una se11sazione d i freddo, la •l uale per·6 è mollo piLl (H


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Rln STA

drbolc di (]nrlla C'he si produce r'jUAndo il d ilo è por·LuLo ùalJ'acqua calda a 30' C. a r1uella A 20' C. Parimenle pel dito sta lo nell'arqua a 3~,· C.. l'acqua a :lO' pare m r?no t't•cdda diCfUello chP. non !';embri racq11a u 25' quontlo il dito c·ra stato nclracqua a an•. Poichf> lu tPrnperutura dell'oc·qnn a 30" C., si pnò considerRt'e P~ualt> s quello drlla pelle M Ile uostr·e flita, ne segue che una ef!unle differf'II7.A di templ•ralura c percepita dal dilo n Lemp~>rnlut•n normnlf' più ''i"nmente che rlal dito ri!';calclato. Dal Ca!';O ullimamc•ulf' l'icot•dnlo E<i conclude che norc floln un for le r· i~ca lclamrnlo abba""'" 111 ecci Lnhilita ma si AIH'ora 1111 piccolo numenln cll·lla temp{'ralura pr•oprrn. Ma tra crrti lrmilr l'innnlzamentn clelia lt>mpf'ralura sembra aurnentar·e r·apidameuiP In tleprP<;"ione dl'lln eccilabilìlti. Quundo li t.oldscheide r· il tl lll!"l l' g'OVII rl dito 11 rll'acqua a aG• C. e dopo nell'tlf'lf118 a :ln• !-'Citli"a fr·Niclo; IJUe..,Lo Ct'e!"revA con l'&CiJUA a 3H", :l~ e \0 C. ~fa o 1.0• C. commciA ,.a t.. na hrn distinta diminuziOne dl"llo ~ensaziono <li frccldo, mentre lo tliffcre nz.a dello l.l'mpern lttre era uumontata, pt•roto quindi l'im· pregsionabilitn pel freolùo Ct>ssavo. Il COI'I'Ì"flonclentr limite infertOJ'E' ru trovato a :H• C. La sen,;ihililA gcnPrOII' può di mnslt•arsi, secondo il G., Prcclluandone la maggior· parte clPi punl1 di l•'mperalurn. ~u lutlA lA pellE'. ~la in alcuni punlip:~rlil'olari il "enso del lultoè pr•·feribilmE'nle PC'Cila lo daliP dE>hnli f>rcila7.inni nrl'C'Cnniclw, e in que,.li punti numenlttntln lo slr mnlo, il !'f'll!ln del lallo, dn luo~o a uno srn«azinnc particoiAI'O. Que~li sono i punti di pr·rs~ io ne del GoldsclcrtdOJ'. nei fJilflli egli. pPr lA pm•tirolat·e qualità clt:.llo ..;pnc:azinuC', o m melle olc.!lle lcrnlinm:irmi n ervosP, la cui E'nCr!tia «peciflcn ù cliver!'u rlallo enct'!!in specifica clc!!li ullr• nervi dt'l lalln. Pc•t• l'a~solntn cli1Tet·en7.A 11i sonsn1.ione onde i ('ttnli di pressio11c gi dislin ~ nono dagli Allri punll del sen~n d~l laLlo e per In di'>lribuzronc> sislt>malka dei punti dr prPs~ione che h11 molla l"imihtudme con Il\ tlistrihuzinne dei nervi df'l "Cnso di lt>mperaturA, il G. rifet•isce Alla sen$ibili lc.\ s p,'cifica rlri nPr'v i di pr e!"flinne le prt·eP;doni di'l l~c lln della prp<>~iow' P 1fi jlOSizione. Il "Ì"lema dt>i nf>rvi clelln "eo!'\ibilitll genE' t'li li' E<embrauo invf'CI' aUra' er"Arr lA p1•lle in lutti i lati "enzn un dtlll•t·rninato lipn riconor:;ribilc di dira-


DI A~ATOm \ E FISIOJ.OGI.\

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m azionee ra •·e rheessi nbhillno piuttosto lo funzion e di r endere sen~ib1le a no• la nostra pelle, o i nervi di pressione più quello di dare la pe•·r.ezionP def!li o::u~Piti eslf'rni. La f'en· saz10ne di doloJ'I1 e di SIJIII'I•ro sono rlcler• nioale lanlo dai nervi di pressioni'\ CJUAntn degli altri n ~>r vi dtllo sen sibilità genPrale; e~~P non sono "Pil«aziooi p»l'licolori, 111n la prima cor••ispondP alla mng-doJ'P, lA ~ecomla ulla minore •ntensilà d~lln slimvlo.

L'osa lln lim ilnzione cl ei J•lll lli el i lempt'I'Olura e di r•·es~ione hanno conrlotlo alla «copr>rla della '-'Omma dPiirnlezza del senl'lo tli posiziOne. Une slnnoli adpguntl JlUIIlll'.•rnai che sono applicali !>U duP puull YiCIIll po~c::onn e"5=Ct'e pel'''l'piti a distanza c!\lr·e•Julmente p ict'nlo como Fli111 oli di;.Li11l1: Il freddo alla f•·onlP, Alln I!U!llll'<' e ol mrnlo n dislnnza eli 0.8 mm.; il freddo e il c·oltln sullo supt>rfìc;P anlcrim't> ,)ell'nvamùraccio a 2 mm.; il lalln sul Ialo palmorl' dPllr falan!!ellc a O. l mm. d i distanza. ì\lolto distinlnu1ente e n piccolissime Ji~tonze sono percepili doppi pal'lic<darrnenlc> quei punli c·l 1e !>lando in vicinon:r,a tf,.l cenh•o di IJ'ra~f!iAm«:nto appat·len~rono a due ~lene tli\'l'J'SC'. Jl r&ppOI'(O re<"Ìpi'OCO dr po~izione di ÙUP punti senlil1 tlnppi c:., nel dnminio clc•l senso rli pressione, salvo pe1' ciò ciii' J'Ì g1181'dn la grouclr•zz1~ d<-'lla rlil'llnn r.a, g ill· dicalo I'eltamenlP, mn non ullrcthmln u•·l tlomm1o del senc:o di tempe1·aturA. La dislan7.1l in ogni ca>"o i• ,·alulula troppo grande. S ulle modi6cazloni della circolazione del sangue nel cervello durante la uaroosl cloroformica. e per gli eooltamentl dolorosi. - ()otiOI'I .\., CARLE e n. :\lusso. (T'li oista Clinica, gE>nnain lPSG). Gl i studi sull'azione òPI cloroformio o le espPriE-nze di F lonl'ens, di BPrnai·,J P ·li Bern!<lein, lumuo) porlnlo molta luce sulla pa1·te fìsio logirn J•elath·A. ai ce.nlri ncwvnsi. Gli auloJ'i hnnno •·ivollo i JoJ'O f'luoli '-ulla r·i••rolazione ce-rebrale dUJ•anlc la narco~1 rlor orot•rnira. - PasstHlO in breve r ivista la parte 8torica di '!Uesli ~ln li e giun!!ono alla conclusio ne che menli'e pal'è ncC'el·~fito che il cloroformio Pser-


964.

JHVISTA

cita un'azio1te parali:nantc sulla eireolet$iOnr>, non sono bene studiate te leg[Ji che la regolano, né prooato S(' questa paralisi vaso,,wtoria sia generale o limitata a sinr;ole sezioni. Lo studio fallo dagli aulot•i consiste nell'av')r ricet·calo, se, duran te l'anestesia clot·ofot·mica, le violenti impt'essioni rlolorose abbiano tulluvia una influenza sulla circolazione dei c~nlri nervosi. Le con clu~ioni cui sono per·venuli !"Ono le seguen ti: r• Solto l'influenza ùclle inalazioni di cloroformio diminuisce pt'O!!t'essivumente la tonieitu dci vasi del cen·ello, si rallen ta la cir·colaz.ione eli quest'organo e si produce in esso una congestione venosa. 2• Nel periodo di completa narcosi ed ancslcsiu per::;islono la diminuila tonicità dei vosi del cet·vello e il rallentamento ùella cir·rolaziono !'unguigna di quest'organo, che già s'erano iniziati ùuranlc le inalazioni, rna invece della congcsr.ione SOVI'8.CéCI11lata l?;;is le nd Cervello anemia at·let'Ì0!.'8 . 3• Que~te ultime condizioni della circo lazione cerebrale non si modificano 111 modo BfJ)Jt'ezzabile col r-ipristinarsi del la coscienza e della sensibilità dell' indiviùuo, onde !"eg uo che esse non Las~ano pet• sù sole a s pit!gu re l'azione ancstelica del clor ofor mio, e di v eu la ~:<empt·e più accettabile l'ipotesi che l'anestes ia. clorofot·tnica ~ia do\· uts aJ un'a7.ione dit•eua del cloroformio sui centri net•vo>.:i. 4• L'anestesia clut·oformicu non :>oltrao interamente i ccnit·i nervosi all'azione ùei forli irTilamcnli periferici, i quali aumentano in modo lt'ans ilol'io la toniciti.t dei vasi del cervello ed accele:t·ano la circolvzione di !( Ue ~ L'ot·gano.

Rapporti del cervello ool calore auimale e la febbre .E. ARO :\ SI) H~t e J . SACH.s. - (PJiii[!<-r's Areh. X.Y.rVII, e Ct-nl ralb. fiir tli~ Jfed. \Vissensell., N. 11, 1886). l risultati ,.Jegli sperimen ti dell'A ronsoiJ rn e Sachs sul la influenza Ji c~~ rlc punlme del ccr'vBIIo ad aurncn la r e lù temp eratura del corpo, stati iult'upre~i per consigl io del pr•ofessot· J acobson, fur•ono è vero pubbl icati uu poco piu lat'di di quelli su lo stesso soggello di J. Oll o C. Richel, ma furono ralli


DI ANATOml:. E F ISIOLOGIA

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senza d ubbio indipenden temente cla q uesti, e si dis tinguono per la estension e c la precisione della loro base sperimentale. L e variazioni di ternpet·atura sono state principalmente :osservate n ei conig~i, ma anche in un certo numero di cani e di porcellini d'fndia, alla lempet·atut·a esterna d i 12•-2o•c., senza nal'cosi, senza lcgal'e g li animali e senza arlifìciale riparo conteo le pcrJile di calot·e. Le pu11lut'C furono faLle con tutte le éaulele an lise lliche, dopo Lr·apanazione nell'angolo fra la sutura frontale e saftiltale c iucisiot le della dura madre, un millimetro a Ialo del seno longitndinale dietro quel vaso o quei due vasi clte si osservano nella fcriln pct·pendicolat'i al !;,eno; ed erano e::;eguile con la rghi aghi (aghi da pun tura larghi fino a 8 mrn.). L'ago era estt·atlo subito dopo la puntura, quondo non fosse lasciato in posto pe1· operare più tardi la eccitazione clelll'ira, e la f'et•ila et·a chiusa con la medica.lura anlisell ica. Gli animali non mostrano dopo la <>perazione alcun disturbo 11Cl loro pol'lamenl.o, in ispecie nes~un dis turbo d'innerva:r.ione, H solo con cimenti t.ìsici e ch im ici po~sono SCO[)l'it'Si delle alterazion i, rhe succedono nel corpo an imale in conseguen?-a di UtHI puntura. In direzione della pnnL1lt'a s tanno : 1• la cortecci<l; 2• la soslan7.a bianca del cervello~ 3• la parte med ia del eapnl coi'JIOris striati (in vicinan:r.a del nodns r:ursorius <[(~ l No thnagel); 4• gl i s ll'ali midollari e la co r teccia della base. La puntura proùuce il suo p ieno effetto solo quando art·i va al terzo e al qua rto dei sud delli s trati. Fa lle anche in altre e nelle più !.li verso dit'ezioni le punture della coJ·leccia del cervello t'i mangono vuole di effetto, e cosi pa 1•imenti le punt ure che co lpiscono il corpo s triato molto a l davanti, all'indiett·o o lalet·almenle, o le cauterizzazioni della corteccia cerebr a le nel luogo della puntura. S"e la punto penetra fìno nel quarto dei SU I'l' ife t'i li strati, il massimo dell'aumen to dell~ lempet·atura accade nello spazio di 2 a 7 or e; se è solo rerito il corpo striato: la tempera tura aumenta molto gradatamente e raggiunge il ~uo massimo solo dopo 24, 30, 50 ed anche ::olo ùopo 72 ore. Questo massimo tocca in ambedue i casi il gt•ado del la Lempet'alura feb brile; e invet'O nel rello e nei muscoli è piu graù i centesimali


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1UVJS1'A

sopra la tempBratu ra normale, e sul la pdle ù in og ni caso cosi eleva ta da polersi escludere uua diminuzione della d ispersione ùel ca lor e per la superfic ie de l COl'po . L'iunalzamento della te m peratul'a ò accompagnalo da aumento del la frequenza della respira zione e del polso. Alcuni giomi dopo la pun tura Ja ternper a luJ·a, In resp irazio ne c il po lso sono tot'IJa li d i nuovo allo stato noJ'male, e possono quindi con un'altea puntu ra nel lo stesso luogo essere dì nuovo innal1.at.i allo stesso termine de lla prim u volta. Ma cl1e se nella IH' in1 u pu11 LUI' a ;::i introducono due t~gl,i da clelll'Odc e sont) Iascìnli beu fissi nella ferita, la LernperaL uru dop<) alcu ni g io rui torna di rniO\'O indietro alla allezza ordinari ti , e può quìnùi uuovamenl~: salire nella ti piea waniera facendo passa l'O ttllra \'CJ'SO gli aghi la corl'e ute fnl'adica. Molto importanti poi significato degli cirelli diml)strali sulla temperatura ùel corpo so11o rl i sperimenti sul ricambio materiale cl iC gli autori lu:urno esegui Lo soLto la dir·ezioue del pr·o1. Zuntz. Il notevole aumento osseJ·valo nel consumo dell'ossigeno, nulla pr·odu zione dcll'aciJo carbon ico e nella separazione ,d ell'azoto eire pl'ocede di pari passo co nl'a 11 menlo delln temperatura del CO!'po, giustificano la conclusione degli auto1·i elle: ,, J'aume11Lata pr·oduzio ne dd calore è la pl'iura causa di questo aumento di temperalui'U s~nza tullaYJa escluuere cun s icur•ezzu la partecipaziorr<p degli apparati r egolatori della dispersione del calore. Questa pa r·tecipazio ue bisog11a ammellerlll., perchc un aumento del ricambio materiale quale ò s tato g iù osservato, deve ossct•e compensato da un aumento della ùispersioue del culOt·o; perché altrimenti l'innalzarneuto della temper a lm·a dov!'ebbc e~serc mollo maggiore. P er· la dotlri nn della febbre questi s p erim en ti l1aruw pur e impor ta111.a inquantocltè mos4rano la possibililil. che unu febb re elevata co11 lulli i s inlo1ni essenziali si pr·oduc.;a per la via puramente ucrvosa sonw cooperazione di a lc una matel·it~ ful'menlanle modificatrice uel chim ismo del corpo o di org:mismi pa ras s itar·i ».


Dl ANATmfl A E FIS IOLO GIA

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Su alcuni rapporti della. o1roolazione della retina coi disturbi generall della circolazione. - E. HAEL.H ~!ANN. ( Wir chow's A re/do., e Centrrdb . ./Li.r die M ed. Wissensck, N . 10, 1886). F ra 86 casi ui anemia cronica il Raeulmann tr·o'ò solo in 20 per• cenLo una ben disli nla a nemia della retina; in 15·23 010 i vasi r·etinici appar•iYano pieni cor.re nello stato nm·male, m a nei rimanenlt G7-60 010 l5i scOI'~eva una manif"t3sta ip(:}remia dei medc~irni. il che contr astava rnieubilmunte col pallore della cute e dell'' muco~t'. :-\••ll'ullimo caso il sangue delle a rterio e delle vene a ve va un colOl'O eccessi vamc11Le chiar·o e una anormale trasparenza. :\lenire nei casi d ~lla pr·imo ~pecie si tralltwn di olig-oerniu nello str·etto senso ùclla parola, negli altri si trovava la oligocilernia o l'idremia. Il pol ~o ar'll'l'ioso ti ella r·etina è sernpr~:: rm renon.eno anormale se no11 pl'llologico e di pende o da un aumt' nlo anormale d<•lla pr·c!-sione intnJOculare o da un anormale cambiamento delll'l [m'~si oue intt·avascolare . Così si o~~crva nel glaucoma e quando ;;i Jwcmc col c1iLo sull'occhio. Si tratta allora eli Yariaziou i li• calibro e solo per eccezinnc di locomozione. Il pol ~o at·tet·ioso ndltt i:Jsrll"ficicnza dcll"aorlo si trova solo quando esi !\l~ in pAri tempo dilaluzione c ipertr·olìa del ventricolo :;inì;::Lro. ~ ell"uneu t'il'rna tlelrarco ascendente dell' aorta che lta sede al da vu11ti o i n cotTis pondcnza tlel tr onco innomiualo, esistendo dìspol';izione ol polso ar ter·ioso visibile tlella L"elina, es~a stwebbc tlimin ui ta; se l'alleurìsma è al da vanti o nel luogo d'o ri ~i u e della carùlide !>inis tra o a ll'esterno dell"imboccatura dt>llronco ìnnomìnalo, e!>isle allora la disposi?.ione ul polso J ell'at·teria cent!'ale clell"occllio de:-;Lro; se r isconLrasi il polso arterioso in ~:~mbeùue gli occhi, l'ane ur isma ll'ovasi nel!" a r co discendculc all"estct·no del luogo Jì or·igine ùella coroLiclc s iuis lru. Se il polso esisle in at to, dipende ùn dilatazione e ipel"lr·ofia del ,·enll"icolo siuistro. ~ei m aiali con dist.ucbi nc ut·osleoici in for·ma tli Jolo r·i di Lesta, ver·Lìgin i ricot•t•enli od accessi, si lJ'ovano taloea le ar terie della t·etina molto l"i::~lrelle e m olto tortuose, e nei luoghi della maggiot· curva puls an li i n ror·rna ùi locomozione . Uoa:


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lUVJ S'l'A

soddisfacente spiegazione ùi r1ues~o fenomeno è a ncor a da dat•si. Gli anemici con iperemia c lot•luosilà dei vasi della retina hann o molto ft·equenlemenlc i l polso arterioso, e co:>i put·o gli atrelti dallo. m o.laltia del l3ascdow. Ne é probabilmente causo una più facile mobilità della tnassa del sangue. La pulsa zione òelle arl~ rie della t•elina si trova talora col forte tm·gore o la ~ot·luos i la tll' i Y\'\Si venosi. Esis te d'OI•dinario i11 f]u cste cir·coslunzo urta no tevole ><pr opor•zione fr·a le al'lede c le ''enc, inqunnlochù le prime co11 un corso leggermente tortuoso pi'Csenlano un calibro not·male e le ullime sono estr emamcmtc t m·gicle. In alc uni eas i si è ossevalo il polsc Sl'ler·ioso quando esistevano nlier·azioni inflammalot·i·· della reli1;11, spccte inlot·bidamenli o al terazioni patologiche delle pa t·eti Ya scol ~w i . Cosi il poi[<O ar·lc l'it)"<O cl••ll;, relina lm\·asi tanto nelle malattie di cuore. Ìl suffkienzn dell'aoda con dilalazioM e ipet·lt'o0o del vE>nlricolo sinistro, quanto nellu oligociten1ia con idt·emia senza akuna dimostrabile tHa lallia ·li cuore ed iuollr·e nello angionent·osi nella sfera olella C<'I'Oliùe in terna e IJC.IIa s lasi venosa. Quc3lo è un fenomeno patologico, non è conseguenzA della pa t•tliisi delle pù['eli vnscolm·i c di una iperemia ùdla t'elina. La esi[<lcnza ,lei polso dimostra rl 1e l'ouda pulsante gi ung e a normalmente mollo lt:ngi alla pel'ifel'ia dd vasi prima che ft~~cia luogo a lle COI' I'Citte co11linua. F requen temente la causa pt·ossima elci fenomeno è da ricercar·s i non solo nel lavot·o del cuore, ma anche nella qualità del sangue.

Pressione del sang·ue nella cavità del ouo1·e. Trequar ti speciale per studia.l'la. - P ro!'. MoRlGOIA. - (B oll. dc:ll'Accadclltia mPdiea rli l,~oma, murw 1886).

Il pror. Mor1 ~~i a riassume la ~ lor i::t <lei va t·i modi, ed i che hanno l>luùialo il lavor·o meccauico rlel c uo1'e. D.:s ct·i va quindi il suo s lrumeu lo che denomina Irequarti carllion/f•(t•ir:0. Consta di un lL:ho di otlone, lungo 10 cenlimetl'i lcl diamelt·o eli 3 m illimetJ' i, che Lertllina in una puuta ucul.u d'acciaio, ro~giala a pir amida, come quella divcl'~i aul<JI'i


DI AXA'l'OMIA E FlS!OLOHIA

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<!ello slilo ùei t1·equarli da puntura: poco sopra alla punta vi sono, nel tubo, due for i del ùiametro di due millimetri, situati l'uno opposlo all'altro. l l trequarli cardiometrico quando si u sa negli spe1·imenti sug li animali, è collegalo coll'er;Lremo opposto alla pu nta mediante un tubetto di caoutchouc indurato, ad un mauometJ'o, che serve per la m isurazione dell'impulso del sangue . Pr·ima .Ji inl!·odurlo n ella cavità Loracica, il tubo si r ie mpie di una so luzione satura di carbonalo o di solfato sodico , allo scopo <li cacciai' via l'aria . Il Moriggia ùescl'i ve quindi m inutamente il p eoce~so che esso ha usa to nei suoi e speJ·ime11 li sui cani, c reuùe eonlo di 21 esperien7.e ù.a lui esegui le. Confronta il suo strumento colle sonùe cardi,1che di Marey e Chauvea, f) colla cannula' di FJick e di Co lin, e dimo!ò lra esser e pr cfel'ibile il suo trequarti cardiomctl·ico: a) pee la semplicità e 1·npidila ùell'alto opct'alivo; b) perché l'an imale no n !Ja a ltrA lesione tr·anne q uella l?rodolla dul tt'etlll-Ar li, peeciò la t'espii'azione é rispettata ed il m eccani~mo valvola. r·e uon Lur·balo; c) perchl! dù cifl'e manome lriche e Lr·acciali più attendibili; <l) pet•clté in questi l' innuenza r espir·atoria ò notata in modo abbastanza l'egolare e mollo dis ti ntamente, il che non è in quell i di Marey; e) pet·chè lascia l'animale assai pit't tranquillo, che non lo sit1 per le soffet·enze cagionate dagli al tri metodi, se non s i usi l'anestesia. L 'autore conclude clicenclo c.:hc " con g1·ande probabilità il l avo ro m eccanico del cuore è r·appresenl~to da una cifra as sai più e levata di quella che fino ad oggi si è eiLenula ...

Sulla. natura. motrice dei centri cortlco-oerebraU. Prof. LussANA. - (Rio ista Venda, marzo 188()). È un lavoro illus lt·ato co11 tl ua l Lt·o tavole. L'autore non int ende conLeslarc il fa llo della produzione d i ce.1·li da ti movimenti per la p,JetLt·i:z.zazione eli no Le aree col'Licali del cervello; nonchè del paralizzar si, p iù o m eno, i sudde ~ti movi-


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1\IVIS'fA Dl Al'ìATOll!A E F !SIO LOGlA

menti per l'ablazione delle dette aree. La scoperta dell'Hitgig r esta, pel L ussana, in Lutto il suo splendo re. Esso intende dir>1osl!·are che le ùetle at·eo non. sono organi diretti di motricitrè, come invece lo sono i fasci ùel sistema peduncular·e; ma clte soltanto agiscono pro vocando ad azione questi ultimi. C1·itica di ti'oppo assol utismo lo Cha t•rot, clt e nel suo recente la\·oro Sallr· localiz;nzioni motrici nella cortr•ceia cerebrale de({'uomo, d ice: " Nessuno d<!i fatti opposti alla tlot<< trina delle localizzazion i r·egge ad una critica seria: non " esiste ancora una sola inùicazione contratldiltoria dimo" sLI'ativa. Le osservuzio11i date como ta li peccano tutte c sem:a eccezione, o pei'clté si I'iferiscono a casi comples::.i c o perché non sono accompa):!nate dn dettagli sufficienti "· Cont1·o una tale nct'eii LO I'ia co 11danna il pro l'. L ussana fa appello acl alcune osservazioni cltP chiama serie, dimostrative, acCOiilfla[Jnate da dettagli st~{jìcienii. Colle suo osservazwni l'uuto1'e cr·eùe di polel' provut'O che colla mancanza o colla distr uzione ùei ceutri psico-molori possano tu ttavia constwvnrsi ed cseguit•s i completameu te g li speciali moti cl;e no dipf'ndono; e t[nindi gli indicati centt·i cortico-ccrebl'ali non esset·e organi diretti ùi molricilù, ma solumenle indiretti.

RIVISTADELLEMALATTIE VENEREE EDELLA PELLE - - > -:- ..-

-

Natura. e trattamento speoifìco dell' eritema polimorfo. VtLLt;;~tJ:-< . - (La Tribune Jlédicale, :23 magf!:iO, 1886).

L'eeiterna politnorl'o i-1 stato pet• il passato Ol-{gello di dipunto di ''ista della sua nalut·a e del posLo che deve occupare nel qu~:~J r o nosologico, eù anche oggidi la questione è ancora conll'Oversa. Il Vdlemin ha fornito un n uo,·o ed impor tatt Le elemen to ~~nello stesso tempo un fatto scu~sione so lto il


RI\'1STA DELLE MALATTIE \"&:'lEREE E DELLo\. PE!.LE

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lerapeutico di un cet·Lo vu lore pet· la sol uzione della questione. Egli si do ma nda se le varie forme tli eritema r iunite ùa Hebra sotto la denominazione cOl!\ une di Pritemapolimorfo, siano la manifestazio ue di una sola e medesima causa. L'ossenazrone cli11ica av1·ebbe r ispos to al1'e rmalivamente: difallo non è rat•o di osservu t·e nello stesso indiYiduo par ecc!Jie varietà tl i que,. L'cruzi,mo c.utanca. Cos i, mentr·e l'eritema é nodosa alle giuocdria, sifa <Jualc!re ,·olia papulosa alle braccia ed alle mani, circinna ta e voscicolusa nl collo ed allu faccia . luollrc queste var·ielà, s tate cousiderate da laluni quali entità mor·bose distinte, sono rnodiClcate rupidamente e comph:lam cute da uno stesso agente medicam entoso, del quale si ptu•lera in app t·esso. Vi fu un tempo in cui s i cons ide t·ava l 'er i l~:: ma quale una all'ezione locale, una se111plice det· nratosi, ed alcuni Lralla lisLi UIICOr·a o~gidi lo. r·iLen).!'uno lule. L o magg1or pa rte però dei nosologi, conside ra l'el'ilcma conre una malaltin ~ene­ ralc, una speèie di t•iressiu. ln fult i, i ~i nlomi generali che pt't!<..edono, accompo:;rnano o seguono l'i nsorger·c delle lesìoui cutanee, fra r ui si annovera la febbre, i (lolot•i genet·aJi muscolari ar Lr·i li\:.i, e tendi nosi, gli spandimcnli s inovial i, la pcricarJile, l'endocai·d ite, lo slupot·c, ecc. , parluno in favo r·e di Lal m odo dt ve det·e. In pt·escnz.a di questi l'a lli, molLi autori fran cesi, specie T rou~s~au, llardy, Revillanl, Germain, S6c, ecc., hau 1t0 co nside t'<~ lo l'Pt'ilerna poli morro come una malattia genet·ale tli llalur·a infelliva e prodo lla da causa specifica. Altri a uto r i, pat·tcndo dulia cons idèraziune che l'eritema polimorfv si accompagna assai spP.sso a manifestazioni doJoeose a lle giu nLure con Lumeruziotte nei tess uti periarlicolat·i e dà luogo a spandiruenli iulra-at·Li<:olm·i eù eo;sudazion i llogis liche nell-e guaine loudineu •: rnbcro l'opin ione che l'erit~ rna s ia una s emplice ma uifestozione di una modalila pat·licolare della dia tesi t'eumulica, c la considet·arono perciò qu1:1le una fot•ma speciale di reumatis m o. Il ViiiPrniu avendo potuto ossenaro che il iodur·o di potassio fa prontam eule retroc~cle r ·e le divel'se eruzioni corn--


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1\1\'ISTA

pt·ese so llu Ja de nom inazione di eritema polimor fo, e nello slP.sso tempo fa scom parir·u lnlli g li a!lri l'elltimeni genct·ali, come la fc:Lbre. i dolori muscolnl'i eJ H t'lict~lfll'i , la Lumefa· zione delle guaine Lemiinose c :;li ~pauditn~nli tlelJe capsule sinoviali, si ct·eJc a +tlol'izza lo tli o fl'~ r ma ee di aver claia t·ito i punli conlt•o,·er::i c.lellu •ruestionu e ùi stabillt'e: 1• Che gli et•ilemi Jeraominali nodosi, papulo:-;i,circillnati, vesci l:Oiosi, ecc ., ùai ùermulolop;i, e che sono cotopt•esi sotto la deuom inaz10ne J i ct·itoma polirnor·fo, noH sono cb·~ una ,·ar ielA di uno sle5';:o tipo m01·boso; 2• Che l'cri lCtllu polimorf'o è untl malallifl generale di natura specifica , di cu i l'cwuzim Je cutanea 11 011 ò che un sintomo di ~!'\sa; 3• Che i dolot·i alf:'i lc~suli fiht·o!"i, le Lumeraz:oni e gli spandimen li a t' licol al'Ì , nnn !tonno alcun t•appol'lo col t•eumalismo, e sono in"oce una m ani fesla:don o tlolla. n +ala llia, come è l'eritema cutaneo. Or·a, socoPdo l'autm•e, il ioùu1·o polas>;ico è un meravigl ioso sJWe~(lco dc• ll'erilerna polimor l'n. Assct•isce il Villemin che lole meùi1·ameDIO nello :;pazio tli 2} a l·~ o r·c e nellu ù0se meJia di due gi'IHlltni ul gior11,J fa scomJ •UI'ire sirrlulLanea rn enLo l ulli i siDlomi della n1alallia, si locali cJac gener ali. L a s na azione è a uzi Sllj>erior e in ufncncia a quel la ùel solfato chinico nella. cur ti della febbre in lel'llli llcmle. ì·: notevole il l'a llo, aggiunge l'aulOl't' 1 che q~anlo pitl la reùbl'e è clevula, la +alo p ir't pt•eslo essa caue. In 12 oro si Yecle LalYolla la te1n peratura ùisce11der o d i ~ g1·udi cirt a , p t•orwio come suobi YeriJicaru nella ucrervcsccnz.tt dulia polmonite nl> ri nosa. l dolo ri spariscono co l cedet•e della l'e bbre o poco uopo; gll spandi menti inlJ·a-nr licolori e gli eJemi, quantlo esistono, non sono !'iassor bili colla stessa t'apìolilà, rid•iedenùo invece un .::e1·Lo tempo, come impi egano in genet•ale'i liquidi slpuvasali a r ienlra i'e in circolo. La colvi'Uzionc et•itemalosa u le noJosita, scompaiono anche mollo t•apidalllenle. Bastuno H ot•e percile il I'itneJio faccia lo r·o s ubi1·c ,lei g +•andi ca miJiomenl i. Primi a scomparire sono le papule eù i tuhet•coli p1ù 1·ecen l i.


OEI,l.E M.U •.\TT I I:: Ylò:'l~llt::E K DEI.I.A I'I!LLf:

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L'cr·i lema polimOt'fo c !>Og!-('e tLn a lle r·eculive , e lutti gli osser vatori hanno ri conosci uto f!U,..!"l.H parlicolartlà. Oro, la cura COi ioduro di pOlll-"SiO, erlkaci~sirno dura nte i'CYO(Uzione della malallia, non t•reser va dalle recidi,·e; ma ricomparendo la malallia , basiano 2't Me o -1-8 ore pel' ftw abot·tir·o tali recidive coll'uso del iotluro tl i pol~H,sio.

RIVISTA DI TERAPEUTICA Sulla. ba oterioterapia. - Espt•r·imenli e considerazioni dt•l prof. G. SoR\IA'!I - .(A nnali l "nirr t'sali rh M r·rl. r• Chi r ., a pr1le l f-8G).

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È noto anclu· ai nosll'i l11llori chr il pror. C<tnlani usa e pr•opugno l inalazione ùel bnrlt rium - t( rt11o contr·o il bacillo ùella lulJer·culol"i, c ,·an ta dl'r risu:talL Il lmtlt•r·io-ter•rno tlellu pulr•efazimw, tonto mobi le. e nei moviroeu li rapirlissimo, ~a 1•rbbe 111 ro ndizio11 i fnvnrc voli per• giunger CI, in ogui latebl'l'\ tflol l'ulmonf', a dJslr· uf!!!CI'c quello di Kocll, che ... un paras:-ila lento, c runsi ~tahi111 o u<><>o. ~fu lo raf{giung~> tlovuo (U"? Lo i•nralizza? L o ucciJe? Eu esso poi n rm IW IJCe a/fotln ~ Questi se111bruno i •J11 Psili che ha posto il pr or. Sormani. E"f)OIIe •Jllinrh dher~ i spcrimeuli tliiizentemcule eseguili. 11 pt'ÌIIIO ~i ril'et•isce alla vir·ulenza del lirfllhlo putr·t•fullo, che ù il aio d t> l brrctt ril'"' lt·rnlO. Conlrat·iamenle a qunnlo asserisce il c:liorco rntpnlt>lano, il Soi'HHmi ha li'O\'Olo che in ra !!ione dt:-1 ten q•o t•onres"o alla decompo!'izione or~auica eli una soslam:n, vi è pt·o:.tt·e.-;o.;i \'0 Air rncnlo di \'it·ldertttl. Gli spt>rir11en l1 sono ;<:. lalt rutti 11 011 ;..illl pet· inala7.ione ma per iniezione. Ottenuta una collur·u pr•n,·a dr balleri<J-ll'l'ffi'J su f!C· Ialina. e po~la in brodo slcl'iliz:wln, iuoculonc.Ju un centimelt'o cubo di qucsl<> !)!·odo riiJJIII :! 1 or ·· rli ~'' 111 ill((fJion e in envie, questo rnuotono dopo lt1 r) più .!io r·nì. lnuculutrJ ùopo 2-3- i-

'i'


Jl l\'J STA

giorni di serninagione, le cavie morivano p11i p1·eslo Inoculato dopo 5-6-7 gior n i le cavie mot•ivono dopo 24 o ul pi (T36 ore. Pe1· controprova elf'\'antlo I')HE-) broùo più viculcnLo alla lemper a lur·o delln t'lhol lizione, Pcl i niell nndo In :::oli Ll'l fJUATllila di c.avie, queste non hanno s<'ller·lo alcun noc·umeulo. Sulla bAse di ' Juesli i"pet·ill1enli il pro!'. Sor·mnn i rende conlo di ll'e pr·ove falle sop1·a rnaln li di lubet·colnl"i polmona1•e, mediante l' inalazionP del b1·oJu Pl'epai'<Jlo nt>llu incnhH ll'icc>, dopo 2t: or~ do lln sPnlinRgione. r caso. - Cura di 2~) gior·ui, inlllozioni Jue Vtllte n! l!iOl'Jl(l. Il ma lato calò d1 peso di kg. l ,·100: non S< >IO non dirninuil·ono, mn CT'ebhero la lossf', i sudor•i, l'P!:òCreato, e di più si manifeslat•onn inuppclonza, ·~d ~tr1o 1nia . :? cct8o. - Cura di ::!7 ;zi6rni, inalazioni due Yolle al giorno. Dirninuz10ne di peso l\g. 1,:100. Pf'i'tlita di npp<?tilo, eccito mento al vomito. Pc•ggior amenlo 11Clle contl izioni locali e generali . .1• caso. - Cur·a di r.n !!iorni. Il pel'lo oscillò: prima diminuivn: poi oumenlò . innne Lm•no allo Slf\ LO iniziale. LA tosse solo l'u meno stizzol"a c gli P.Scr·eati pii1 diluili c ra.;ili . llisultalo: con<lizioni sl el.oO<cnpiche inva r·ioLe: presenzn ùi bocllli numm·osi:ssimi. Dopo quPslc !'rt1\' tl come si spirgooo i Pisullali c]Pt Canli.Jt)Ì e 'fUCil i del Sa lu nca? Casnali(àl! Que"la è la ris.po~ltl del p1•or. So t'mani. Sono scl1ei'Zi - e.s:;:o el ice - di q w'sla ma.la llia ilrOlei rur· me , r:lle t:=t lvolla n1igliora con m Pzzi elle ad a!t.r·i non ::rio,·ano, e che più spesso miglio1·a per lc1 cure rigol'ose igicn ich('j. Non eo lo dice casualith!! rnP l'autore chiede: Sono poi guariti i mq/ali del Crmtani c 1ld Salanc(l ? Quanti migl ioramenti non :;:i sono vedu ti ? B rlopo più o meno lungo lPmpo il VE't'O sugg:cllo ha ~hi uso il corRo della malattia? Il Sormnni dopo a,·et· r icol'dato u n ollro ~~~o lovor·o: La vitalità cl('/ lutcillo tubercolare, in cui ò dello: • s~ ma!"so un escr•cto di tube!'colnsn in un bic" chi ct·e, e lascia to in pr eda a puLI·efflzione, il bacterium" t r· rJ,IO, che pure in,·ade lnlla la massa , non Ila ancora di c ~Lrulla

la viLal i tà elci baci llo LulJercolal'e ùopo 300 g iorn i;

" ab imé! bo troppe rAgioni per dubitare t.lella s ua va t•!nlia • . Concluc.lc:


or TF.IIAPEl'TICA

975

1" La bacloriole t·ar,ia, oseguita con br odo seminato eli

bacterium-termo, nou può vanlal'Si come rimedio conll'O la tubet•colosi. 2' P otrebbe essPrf' so~liluHo da inalazioni di brodo «emplice, concentrato, pnlveriz:tolo, quale conlt•ibuto alla cura palliativa.

Un nuovo stl·umento (Rhlnobyon) per frenare l' epistassi , del dott. R.\:O.IERI A:-:-ro~l. - (Bollettino delle malattir' rlell'o,., 1ccltio, tlf'llet nol(l e tlf'l tur1w, mnggio 188(i). È un tubo di gomma indurito, tlolla ,:tran t!Pzza e rOI'ma della sonda 1li Bcllocq, apPt'lo alle c"tt·emità, P ricoperto da un largo e dnppio iuvllluct·n, pur•• oli rrommR, ma formato di uno s ll'tttn sottile ocl elos tico, il q11ale doppio in \'Oluct·o é fis!':ato crmelwamPnlP agli c~ll'Pmi del lnbo. lnnltr•p in quelln pa t•Le clAl Lubn e lle 11••a nrlo Ri usa ritna!'rehbA ruori 1lella narice, ,.; ò un più sollill• tubo, plll' esso di gomma indurita, di diamelPo un poco più pit•eoln, lungo c·irca una t••rza parta del pr imo. munito t.li una vah·nlrlla: IJIIN<lo secondo tubo penetr·a nell'interno fr<~ i due strati dPJI'ill\'oluct·o cla!'\tico. lntl•odolto nel naso lo ,.,kumenlo, cnme si fa colla soncln di T3ellocq, si "oflìa nel pircolo tubetto, e si produce cosi il rigonflumentn del !>ar•co clnsticn elle ;;i modAIIo esattame nte entro tullo il ca,·o nR"'ale, non l'olo, ma nel mAggiore r·igonfiaru enlo estl't'no ed interno, tampona dentro (' fuor·i le apertut·e no!'\ali. Fatta l'inlmrazionP, la valvola chiude antomalicamenle l'l:lria introdotta; pPr to!!licrc lo strumento con uno spccilln s i prem e s ulle\ vo lvola, l'm•ifl sfugge o lo strumento si r itir a con fat!ilitil. La d i sposi :~.iotl to è mollo l'uvorevole; sembl'a eire lo strum e nto 1lebba corrisponùer•~>: re"ta a vcd~>r!'<i in pr·atica se la pressione sin surlì<'iente !•Cl' compt·imerc il punlo t>rnor t•a gico e Fie la cnmicia elastico sin sempre t'e5istenle per fa' 'Orire almeno la fot•mazione dpl gr·urno.


976

RIYISTA

Sulle proprietà. antisettiche del aottonitrato di bismuto e di alcune altre sostanze. - S CH ULEH. - (Centralb . .fiir Chir. , N. 15, 1880). A le une cspel'ienzc condoLle da ll' aulot·e allo scopo di trovare sostanze polverulenLc che pos:::uno e~sere sos L1tuite al iodofot•mio come a nlisellici egualmente cflìcaci e meno pericplosi, avrebbei'O ùimosteato che il soLloniLt·ur.o di bis muto gotlt•ebbe di questi re•1ui~ili; per lo che l'aulort> non esita a dicbiaPado non infe r·iot•e nf llé suo vi l'tù an tiseLlir he allo stesso iodofot'nJio. L'cspel'imeulo dimoslt'nli\'O fu il seguente: moll~ sostanze ot•ga niclw (como panc·r·cac;, sangue, ol'ina) l'urono incot•porale con divel'~e pohe1·i collo~:ate in r ecipienti di vetro ed esposti alla lomporalura di 40 cenl. e quind i esaminale al mict•oscopio. Lo sviluppo fii balleei nelle malet•ie or gan ic11C cimentale col n ismulo, s i man ifestò sollonlo dopo par ecchi giorni, mcnh't! cbe i segni nu\ct·oscopici della pulrefazione mancal'ono pet• un tempo ancor più lungo. Fu in seguito studiata la facollà di pl'opa gazione dei microt'ga nismi, innestando i medesimi ne l !<:~ gelali M sl··rilizzata. Questo polel'e Ji ulteriol'e sviluppo ri,ullò mollo pi~ JelJole di quello pr oprio dei mict•oq~anism i appa t·leneuli ai veri preparati ùi p uLI'efazione. Sul tempo più opportuno per somministrare i medicamenti. - (:l llgem . \Viener .\1ed. Zeitwty, ~. 8, lt'~G) . I medicnmenli deYOO~i da r e rwima o dopo il pasto? Questa ques tione l) spesso l'i volln ai medici e pet· La luni t•imedi richiede esalta con:<idcrazionf'. I medicamenti che hanno azione irrilan te locale, como ·fHJ esem pio i sali di fereo, di rum e e ùi zinco, l'at·senico in ~rondi dosi, cle,·Qno csser·e flati immerl i atAmenlt~ dopo il pnsLo, ' luando lo stom aco è pieno. Le piccole dosi di medicamenti che operano sulle lerminuzioni slon.acali dei ner ,·i "ag ili de\'ono essere prese a digiuno. l n cet•li casi deYe lcnel'::>i conto dello pl'Op!'ictù cbimicht!. L'ossido di a r-gento e il nitt'alo d'urgenlo pee a!.!it·e Joculrncnte sulla ulucosa dello stomaco devono ~~sse!'c da li durante il pc1·iodo di


Dl TEI\APEUTICA

977

riposo. L'acido e i sali iodici devo no essere sempre da li a digiuno. La presenza dell'amido e degli acidi che scompo11gono o modificano i pre parati di iodio, men omano la loro azione . Gli a$?-idi quando sono dati allo scopo di pt·ovocare la secrez.ione delle glandole dello stomaco, devono essere sommini~tt~ati prima del pasto . Gli alcali devono essere da Li d nxante il ~asto quando devono agire sugli acidi dello stomaco, •1 a digiuno q uando s i ha di m iru il loro assorbimento nel sang,ue,. poicbè i l processo Ji cil i mifi c:~zinn e non è arr•:st.a Lo pel' la dislt•uzione degli ftc idi. I sali metallici e in particolare il sublimato, come pure l'alcole, il l<Hmi no ed a ltl'i me<licarnenti, modificano o ann ulla no la fot·za diger:.liva della pHps ina e pet·ciò devono essere presi a digiu110.· Le piccole quu nti tà di alcole, come contengono i v ini orrli nari e med ica mentosi, no n agiscono notevolmente s ulla pepsina, ma sibbe ne i Iiquot'i ricchi di a lcole. Il fert·o, i fosfati , l'olio di fegato di merluzzo, po::,sono esset·e pt·esi insieme col cibo.

Medicatura antisettica In Francia. - DoLl. Lt:CAS-CHAMPIONNIERE . (Journal d e Màlicine et Chirurgie, luglio 1886). S i è dello soven te che no n si pratica la ch it' ill'gia anlisettice. pet' mancanza <li mez7.i, >'ia per esser e lcmlani da ogni cen tro ove lt'OVIH'e il mRleriale ncce;,sa t·io, sia per essere ques to malet·iale ll'op.ro eosloso per poler lo tldoperarc. Si può p ertan to benfare a meno del lusso eli ques ti oggelli di medicaLura, pur· seguendo i pl'in cipi del metodo. Per far ciò il pratico ha molle t·isMse che io indiche r ò co minciando dalle più semplici, sugger endo la manier a <.l i nlilizzorle. Cio può es~ere altre ttanto piu util e, inquanto c he il concetto della chirurg i11 anLisellica .è ~enet·alm enle fnlsissimo. È meglio eli seguire i pt·inci pì con un materiale mollo impet·l'cUo, cl1e d'impiegare a lodo ed a tra,·erso gli oggetli d i medicalura che l'industria mette a nostrA dis po:;:i7.ione. Io potrei citare un gran numer o di chirur g i i quali pensano che è sufficien te un eccesso di (1u e~ to malt>riale e tli acido fenico; essi sono la gran maggioranza; io ne ho vis ti alcun i far avvol-

62

r


U'i 8

fllVlSTA

gere i c.:alélplasmi di farina ùi lino con gat•zt~. fenicata! Altri irr igano le piag he conLinuame nle con anLisotlici. In somma, 111 genel'ale si misconosce il metodo; una piccolissima minoranzu impiega r egolat·menle le sostanze ed otLiene risulLaLi ai quali si de ve pt'e5lar fede. Si può co11 mezzi modesti l'ar·e mollo pel malato; ma anzi lutto bisogna aver b en compreso i principi della chirut•g ia aotis elti ~.:a che non consiste Hcll'osservanza ù'una tecnica determinala. In questa tecnica vi sono delle precauzioni d'assoluta n ecessi l~; ve ne ha dAlle ullre che in q ualche modo sono di pet·fezionamenlo. :\. secondtt del moùo di cui si sar·ti pt•ovv is lo, si potl'à Rpplica r le piu o m eno, ~:~ pur ollenendo un c~ccelle nte l'Ì!>UlLulo, s i pnlrù ra:rgiungerc ma~giot•e o minore pet·fezione nnlla ripat·aziont!. Bisogna da una pat·te pt·otogget·e lo pia ga da lult.e le c ulture ùi mict'obi, e d'alll'a parlt' prcsot·va!'la da ogni inilaztonc; alla prtma conthzioue nisog na spccta lrnenle t•ivolgera Lulle lo cut·c; in tal t nodo ::;i cvilE\l'Sll llO g li acciuen ti delle piaglle, lt! suppurazioni abbondanti , le fistole e tulle le lot•o conseguen:Ge. Il s econdo r isultalo ò mollo piu difficile aù oLtenersi, e se la tecniça ù uteno perfetta , la ri parazionl.! è utt po' u1eno rapida , la ri unione supol'flcictle m~no esalta, ciò fot·a difetto nei tentativi d'untisepsi faUi da meJid non pr·ov,·isti de' migl iort elol!)enti; mulg ra~to ciò essi p(lli'annu ultene ce i pt•in cipali vantaggi, la ~icui'Czza o la t•ipm·azione t·apida senza infiammazione e senz» ùolor .;. PrùtetjJi in(ti.9pensrt/.Jill:. - Tarrlo gl'istrumcnli ello le mani dei chi t·urgi e degli assistcnLi de,·ono cssei·e cllit'ut·gicamclli.C netti; impt!r·occhè sono essi cile il piu spesso lrasporlaHo l' infeziOI JO nella piagu; pf\l' far ciò, bisogna nece.;;sui·iamenlc unit•e lu. pulizia ordinaria Alla immet'sione in una sostam:a antise ttica; hisogna rammentars i c he l'uaa senza l'allra non sarchbet·o sufrici~ nli. La t'egione su cui si opel'a deve esset·e per la stessa t·agione sempro pu li ta eon molla CUt'a. Tt·e liljuidi pl'ittcipali posso ttO ess er e utilir.zoli: aequa sapouata, acqua contenen te d~l soLlo Ctn·bonalo di soda, acqutl di Panama (decollo di t[uillaya) . Ra l'atnt!n le avviene di Hun


979

DJ TERAPEUTICA

poter<'i procuraJ'e una di queste tre sostanze. Questa pulizia

e indispensabile non solamente perché l'mdividuo non è pulito, ma anche perchè la regione è stata ordinariamente imbrattala con unguento, impiastl'i ecc.; ciò costituisce un pericolo clte non de.ve essere trascurato. Quale sara l'antisettico scello per base della chirurgia an tisettica? L'aciuo fenico c sernpt·c il più facile a trovarsi, il più economico, il più fa cile a maneggiai'Si. Io t'aecomando a tuLli i pl'Ulìci il suo uso sollo la l'o nna seguente: ordinal'iamente "Si scioglie l'acido reni co ct·islallizwto in un poco d'alc0ol peima di scioglierlo nell'acqua. La soluzione nell'acqua è ancl1e più difficile a l'arsi se l 'ctcido fenico no H é puri.s:simn; poi la soluzione alcooJica è mollo irt'it<Hite, il che é mollò importante giacché questa soluzione diviene l'elemento principale per l'applicaz.ione d(}i topici. Da molto le m po vi ho l'accomandalo Ji soslituiJ·e l'alcool con la glicerina e di prescr·ivere per una soluzione fo r te la formula seguente: At:ido fen ico cr·isla llizzalo . Gl ice t·ina Acqua .

gr.

E>O

50 )) '1000

Ma pe!' tulli i p1·alic.i clte devono fabbricare sul momento la lot'O ~oluzi one, io iOJ'O raccoman(lo di mettere un eccesso d i glicerin a, cioè 75 ed anche '100 gt'ammi per ~,0 grammi di acido. A vendo $eco una· bottiglia che con lenga Acido fenico. GliceJ'ina .

. gl'.

100

))

150

si può t:on due litri d'acqua fure immed ialamenl~ senza. alcun fastiuio, due litri di soluzione forle 4[20, cioè lutlo quel lo che ·é necessario per le p iù g r·andi operazioni. l nollt'e questa soluzione t: he <~ontiene 5 per 100 d'acido fenico, tagliata con meta d'acrrua, formerà un'acqua debole c potrò. sempr e servire acl impt'egnar.e ditfct'en ti sostanze pr oprie come fìlaccia, colone, esca ecc. che costiluit' anno allora un Lopico sufficientemente antisettico, Molli d1 i1'urgi pt·econ izzano oggi come antisettico gene rai·~ il sublimato in soluzione all'uno per m ille, ossia il lifruore di Van Swieten, ma questa solu-


980

r

l l l

R1VJSTA

z1one non può essere lasciata n elle m~ni di lutti ; essa guasta i r ecipienti e gl'isLt•umenLi metal lici. l mpie gala p et· inzuppat·c dei topici, irt·ita la pelle} eJ io credo che essa non sutToghera l'acido fenico nella chit•ur~Ju del pratico tuono ancoro che nelle grandi opet·aziuni . Pe1· lavare le mani, pct• bagnat·c gli slrnm enli già disinfettali, le spugne, i pannolini , la soluzione debole •140 cioè la soluzioue oequosa SOJli'U indicata, è surticienlc. N el roto servizi o si medicano lulle le piaghp Auppuranti con filoccie imbevute di questa soluzione co!'i lèwmulala, c

1Jen ~premute Aci(lo fewco ct·i~Lall izzalo . Glicel'ina . . . .

gr. 25

A CCJUcl •

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.

'Y -i>

l

l n queslP condi zioni. CJUuli sono le manovre nect•s~arie per una operaziouc o pet• una medtctltut•u (l'una p1ogn 111 qualsiasi r egione 1 l ' Lavatui'A e "grosc:arnPnlo Mila pelle. lavnlut•a cl)n acqua fenicato rm·te e )U\8lUl'8 M!!lt c:trumenli; ~· Istrum .. nti, spugne, compressi' t·estet•onno in seguito immet·si nell'acqua fenicata debole; 3' Opet·uzione; lava gp-i rip eluli !--li l la pi11 gu ~o n AC<l LI~l f~nicola foi"LP, lava!!"l!'iO tlnale cbe dove disl!•uggel'C lutti i germi che pos"ono csset·e entrali dm·unto l'operaziOne; emostasi con fili as!'ot·billili t>al.gul) o con sela fen1cntn. Sutui'P cou modi FirPnzP, o seta, c1·ini di cavallo ùisinfellnli, 0 catgut o nlo metalliro. Drcllllf!gio ron uno ~ pilt tu bi dit·ilti, tagliati a lh·ello della piaga c mantenuti con un filo pendente o con una spilla inatcc:e. I tubi di dren a!!~to dc,·ono e"!-CI'e l"ernpre di ~t·oss,, Cijllbro . .\lt'dicawra co11 lila<·cie bagnate come si è dello supt·a. un 'luadi·oto tli talfetti O•l una fascin per man· len t:t'•~ la uteJicatura. Eco•o In m edicll lut·a I'i,JollFI alla sun più semplice cspr essiono; esc:o nn n polrehlm resla t•c A poo;lo più di 2t or e; an· corcilè rinno,·ala. es~a coslttuisce un anliseltic<l molto impet• fetto. :\lo \'J sono dei mP.zzi pet• darle un valor e anlb<,llico piit graude.


98 1

DI 1 El\APEtiTICA

Do molto Lempo io ho impiegato a queslo scopo lo jorloformio. Aggiungendo dello polvere di jodoformio sulle fil accio fenicate, mellendone un poco lra le faldPIIt-! tll ntaccia, !'i fa una medicolut•a che hA un valol'e an ti!>ellico molto moggiot·e e !JUÒ facilmPnte rimnnrrt> in posto due giot·ni senza esse1•e cambiala. Mentre c·IH' con le !'ole Jilaccic i mbevute d'acqua fenicata. ~i aveva scmpr·e nn po' di suppm•a:t.ione, vi è molla probabilità di ollent>rP con CJUC!;Lll aggiunta piAghe senza ,;uppuroziono nlcuna. T.o jodot'ol'mio lto molli inconvenienLi ; egli é costoso e.l ha un odot·{· molto c;:,rt'Adc,·ole; applicalo in polvere si accumulo ~uiiA pelle e può oinr luogo ntl alcuni fenom eni d'llltossica:ciunP noiosi RC' non pct·i colo~t. Pel' lulle ·quel" le I'agiorti io soslilui"CO al jodoformio la poi vere seguente di cui ho g tò dalo lo r()rmu la.

Poh·ere di jodofortuio Polve l'C ùi benzo1nn • Polve1·e di chi11a Poln!rc di cal'lwnalo t.li mngncsia snluru Poi veJ'(' d'essenza tl'uucalillo . . . . •

l

)

Parli ug uali in pe:3o.

Questa polvere può cs~ere prepArato mollo ~ • rnpo prima, giacché non si allC.t'H; s:i puo farla fot•e de un fHrmacisla, o l enerne unn pro"vista per il bi'<o;..rno in piccoli alberelli. Ho usato qualche vo!lo ~ollo.nto benzoino, china e jodoformio; m a la pol vo!'c ò un po' più ir·r•iltln tr, meno dolce, m eno as-

sorheute. Vi é antorn un rrocPs:M ptù s!'mplice ma 11n po' più gross:olsno pe1· prolungnt·o lo potenza sntiselltco d'una faldelln di filaccia fen icata, esso ronsiste nel r i,·e!ìlir e la sua superfici e con 1111 ~u enlo m cr curial e. I o impic!!o n.olto que!;lo proccs!'O per una quanlitù di piaghe uloniehe, ulcet·i, pct• gtlat·ir•e certe supel'fìcie che res tano suppu r·onli in seguito ad opc1·ozioni con prt•dila di sosta nza, oprr·a zioni sulle ossa, ecc . Quando si manca di a ltri buoni anlisdlici, e!ì~O é un mezzo eli grnn risorsA. Nei casi nei quali uon é nece!'~ur·io d'impie~are un anltse!lico m olto potente•, mR sopr•aLuLto allOI'Chè fa bisogno di evilure l'it•t•ituzione ùelln pel le o d' tulO mucosa, l'acido bot·ico


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RIVISTA

è l'anliseLLico pe1· eccel lenza. Una solu<:ione acquosa !:'aLura. ne conlien e poco più de l 4 010 alla temperatura ordinaria. Si adoprerà per Ja,•ar.ùe e per bagnare le falùelle di filacci& eom e con l'Hcqua fenirala . Sulle mani, sui piedi, sul volto, sulle OJ'ecchio colpiti da angioleucile, CJuesto lopico dar à magnifici J'isulloti. Da pet·tutLo ove si VOI' I'à ev itar e l'irr i tazione si applicherà il l inl all'acido borico, ed in mancanza ùi esso, qualunqne ~to lle u.l allJ'a !'Oslan7.a lopica ben disi nrellalo e spalmala col seguen te unp-uenlo: Arido bOJ·ico flnamenle polvet•izzaLo Vaselinn pura. . . . . . . . •

• gl'. 10 •

50

SpeciDl m enle pei chiJ•urgi che non eep. u0no e!'a l ta meu te· l'inl3ieme tlei pl'Pcetli del metodo anliscllico, l'it'L'ilazione della pelle non é co~ a rara, e l'impi(>go di questo topico rend er à· i più g t an d i servizi. Ricordo ai pr atici che, qualunrp1e 8ia l'origme dPil'irr•itazion e cutanea. egli non Lr·ovet'é. alcun allt'O topico elle gli dia r i!'ultati più l"Oddi~far~>nti; l'eczema, l'Impetigine con su p· purazionc fetida, le anp;iolcucili leggiMe nPI Ia gran rnn g,qio · r anza dei cal'i C(!dono all'applicazione di questo pl't•zioso lopico. U n& soslonza anli!\ellico, che io conl'i{{lio al praliro di avere !!'empr•e a sua disposizione, é il cloruro di z.inco che io impiego a ll'8 010 od nll'i È l'nn tisellÌco per eccelle!1Za per lulle le piaghe che !'On o !;late infcltal+>, che hanno suppurato anteriol'men le o c ho vi l"i presentano moll o mal tenute. Dopo una operazione una buona lavanda con la soluzione all'8 010 rend e le pinghe a rro Llo usellich ~. Il ~ n o di fetto più p;r·o ve è d 'e~sere molto dolOJ'Osa ; essa non può impiegat·si !!'ugh mdiviùui nervosi e hiso~nu calcolo re che, dopo lo sua applicazion e, i l pf1Zìenle ~o ffrirà pee qualche Ot'a. Qualunque sia l'applicazion e che si fa eli questi lopici, si deve t•ìdm·r·e la loro az:ione al mìn i mum. Al lt•etta.nlo ò ;;la lo necessar-io nel giorno dell'operazione di l avare una. piaga con cura, c eli toccarn e lulle le anfr·a tluosité. con l 'an tisettico ;:;calto, sopralullo quando non s·'adope1•a il polverizzaloJ•e, allreL-

o,o.


D'l TEUAPEUTJCA

e

983

tan to indispensabile , fa lla l'operazione, di non irritare più del bisogno. Nelle medicatut·e non si debbo no rm·e lavande né iniezioni; s i 13-sciugeranno le !>arti e sopt·atutlo la periferia della piaga con una compressa bagnala di liquido an tisettico , si l'ili t'et•à il drenA ggio pe1' lavarlo antiseLticamente, pulirlo, e rimetLèrlo a posto dopo averlo I'SCCOI'eia to; le lavande c le iniezionj dell e piaghe non sono utili che ullo1·quanclo le p iaglie sono infettate o s uppurano; ciò che non ,leve avvenire. Quando no n si ba polver izzHlot·e, bi:;:ognu furo ln mr.dicntura ra piclt~menle per esporre la regione al l'a1·ia me no ehe é possibile. Se lutlc le sostanze ind icate fa ceSSl1l'O cl ife Llo, :;:i troverebbe qualche cosa clie poLrRse surrogarle? P e r le Jonmde s i potrebbe sempre impiegare l'acqua bollita; la decozione d] fog lie rl i noce m i .è sembrata eccell ente per la,·ande e pe t' bagnare le mcdieature. La p oher·e di La n no posta nel l' ;n tern o delw fa lùelle di filacc ia o denli'O la tela è un buonissimo antisettico. Qun:;;i clappertullu si lt'ova l'alcool; ma 110r1 bisogna cont1;1re sulla sua az ione se non 'Juando è conc~entr•ato; per lavaee le pia~lt"' non si può mescolm'lo che u poch issima quantità d'acqua. Del!'esln è m olLo raro che Of!gig iomo non si abbia a disposizione una rlell e sosta nze in1lìcale, l'acido fenico ed i! sublimato. Io raccom ando sopralutto le pt·ovvìsle <li polvere; infalli sara SP.rtl!Jt' C pOSSibile di }WOdurre eslemporanRa mente un'eccellen te merlir.a tnl'a e eli re11det•la abbastanza anliseLlica da accordarle una d•1r·nta eli piLt g io1•ni. Quonto ai l.essuli da imbevere, si l1'overanno spes:-;o le filaccie; l'ova tta b1~ n i mpr·egn tJ La è un a buona sostanza; la stoppa'~ anche utile. L e veech ie ctmle sfi lulc c bollite nell'acqun fen icata rendera nno anche q ualche servigio. lo t'accoman do 'luesla ebullizione nell'acqua fenìcalo per lulLe le· so'!'!-tanze vp,e;chie e sopratu llo per le sospette, compr ese le filacci e. Tt•a le numer ose sostanze che posso no es~ere imbev ute di liquido antise ttico cito in ttllimo l'ef'ca . Si fnnno con quesla sostanza ben lava ta con acqua fenica ta delle eccellenti medicat ure cbe restano a pos to facilmente per più giorni se lo


98 i·

HI VISTA 01 TElUPEUT!CA.

scolo non è mollo abbondante. l<• l'ho imviegata con eccellenti risuiLa li dopo l'operazione dell'er·nia stt·o~zata. In caso di bisogno lt> cat•te spahnal~ d'olic o di catrame possono set·vrre da impermeabili pet· impedtr u l'evaporazione .della mediculura. Infine fra gli eccellenti muleriali per rare lo sutura io t'accomando il ct•ine tli Firt>nz~ che si Lro'a ovuuque vi siauo dei pescalot·r; la~ciandolo rA rn mollit·o per quo lche giot·no nt>ll'ncqua fenica ta forte, ~:~ i Ira la nli_~,:liorc soslonza per ~u lut·a che possa domanJar>'i. Quanto alla ::eta. per ùtsinfcUat·ln, si puù bagnarla nella soluzione fenicata fol'te, o meglio 111 una soluzione di subiim alo m ollo conce~tlt·ata lOtO. Tali cose io pt·atico altualmeule.

Del tan.nato di pelletierina. e!tim., N. 1, 1&S6).

(Journal de pltar'lt. et ac

o ,··rangei'- Ii'eraul, in un suo importante la v oro, recenlepubhll<'ato, sulle divt>r.:e p t·op!ll'ltziont usa le a cumbollet•t• la tenia , ,-oncludcva col l'iLeuet·r la corlt•ccin del melagrano il migltore o piu sic~tro dci lcuil'ughi, all'infuori ben iul~so della polletiet·ina che di essa corteccia cosliluil'lcé J't!lcmeulo atti vo. nujardin- Oeaumelz, dopo t..'Sper·irOF'II lala ~on \'&rio l"UCCCS~O la pelletiel'inA, ha ric:ono~<'iulo cbP. questo alcaloide lli ùPcompoll e n ello !'ltomaco pt•ima d i g iungcr·e ad ag'ii'A s ullo tenia, ma cbe la l'lua azione o ns~ai sicut·a, adopranùolo in combinazione coll'acido lannico e soLto di'te rminale regole e cault>.lf', IT·ascurnn,!o le qu Ali lli co mpt'llrnetle lu buona riu scil n .del farmaco. meul~>


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RIVISTADI CHIMICA l~ FARMACOLOGIA

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I veleni e la temperatura. - CHARLES Rtcn wt·. Scientiflrlue, N. 1, 2 e :3, 1886).

ReClue

L'autore, Jopo dt tlvere c~posl.v con hu·~o cort·edo dt falli e di consit!et'aL.iont quu n lu l'if l ell~ l'aziono gcoerole dei Vtlleni e le mtluem:u J i e:ssi sulln vita Jcll' individuo c dei te::;s uli, riassume in questi Lt.: t•mini le co:su dt:lLe: J• 1 ''elc111, fis:-andosi Mpra un tessuto dell'organismo, cominciauo .tnlre..:ctlarc •tu•!sto Lcr.;flulo, poscia lo paralizzano; do ndo in ' l' w lsiasi ahiOII•l tns sica :-;i vcrllicaiJO duo rasi, l'una di stimolo c l't~lll·a Jt paralisi. Vt ha sliu1olo pet· le piccole dosi, pat'3.t"t pet' le f\l'I·Li. E-:empi•l. stricnina, morfina . assenzio, Yeratl'ina, cee. 2• L'elemento !" OI qualo volge l'azione la maggior purLe dei vel ~.;ni ti lu c~l l u ltt ••ct·vosa. Hat•i assoi sono i veleui che agtscaoo IH'IIIla o sul san~ue (o::.::-tdo di car.l.lonto), o sul mu::;colo, o sul tronco nervoso peril'c t·ico. a• Le Ji ll'et·enti cellule nervose dell'organis mo sooo avvelenate da cl osi Ji \'C l'Se eli uno stesso veleno; in t'apporto quindi alla sensibilità pel tale o poi tal'ollro veleno, vi ha rra <fu e~le cellule una specie Ji g:et'llt'chia li:siolo~it.:a. Da uu punto di 'i!ita Psclusivflmente fisiologico si può s tabilir e pet' de LLe celllde la c lassillcazione segue nte: Cellule della corteccia cerebrale; /ti. del ~ 11 ,'/w;

Id.

del midollo;

Id. delle {ermina.;;ioni motrici della nita animale; itl itl. ùl. <lclfaoitaoryanica. I ci. 4• 1 " t:leni, in rogion~ della pt·edilezione p~r l'una o per l'allra delle rellule not·,ose e qmnùi in rappo rto al pl'imo


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RlrJST\

effetto tossico che m &nifestano, vengono ad es:;:Pr e r i pa t·tili come in appresso: Veleni psiehici (del la coi'Leccia cPL·eht·aJe); I ci. bulbari (del bulbo); l rl. 1!1 illol.lari (del mirloi lo), Id. cu rari:::anti (delle Lenninazioni molt•ici animali); 111. alropin.ici (delle Le1·rninnzinn i lliOlt•ici ot·gan iche); con ctlelli sur<·(•ssivi di stimolo o di l'aralisi (ebbt•ezza, poi sonno p ct· i veleni psichici; vomili, rallentamento .Je l polso, poi usfi~sia pei veiPni bulbari; convulsioni, poi risoluzione muscola J·e compl et11 pei ve leni midollari, ~~cc . ). n• I fenomeni psichici, bulbari, midollat·i, cul'nrifonni e atropiniformi , si osscrvn11o con lui.Li i veleni a seconda dell a doso e sempJ•cché 1!1 vila dell'indi\·iduo nel ft·allernpo pos"'fl essere munlPnuta mr~dia11tc lA r espirazione m·tifìciale, o alLI'imenli. Cost pet· tiOil prentlei'P c he un solo fenomeno ben cara Uer·izzaLr., lll eonvulsir,nc. lul.ti i veleni, o presso a poro tulli, po><::;ono provocare convulsioni <!Ile prrceùono o seguon0 i renomeni psichici, bulbar i . ecc. 6• l cin•1uc tipi pl'incipnl i d i azioni to s~ i che !'<Ono i seguenti: a) ·n tipo sLrienina - dove l'effetto primo ,-~ Ja•<'onv ulsione (br ucina, ammonioca. lebainll, picrolossina, pelletierina, pi!!;cidi nn, propi lam i na, omilam ina, ecc.). b) I l Lipo aconitina - in cui pe" primo effello si ha l'eccilam enLo bu lbare (veraL1·i nu , coleh icino, dig iLalinn). c) I l tipo morjìna- dove pr'ima a mnnifrsLar·si è l'ebbrezza psichic:a (cl drll na, <":inco nin a, cocai na); gli anes tetici, per· cerLi t•ip:ulll'di. possono lro\'Al' po!'>lo in que!'>IO gl'uppo, sebbPne ne s iano ciel Lullo special i i ca raLLcr·i della intossicazi onE>. rl) li Lip0 cnrare - pel qua 1e r'> pri rno o:rn l.m no la paralisi delle cellule ncnose tcl'minali moLr·ici della vrta animale. e) Il tipo atropi11a (sol an inu , esrrina, pi locar pinA, i osciaminn, conicina) - nove pr•ima si m11nifcsta la pal'alisi delle cellule LeJ·min ali dei ner•\'i mo toJ'Ì del la Yila org:w ica. ;• È in vil'lù dell' mionc c lw esel'cilano sul bulbo che i v elen i agiscono tln pr·irna f\ul la t.empf'ratura. Di l'a lli, sembr a


DI Cmm C.\ E FAlDL\ COtOGIA

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rlimo~ tra lo che le azioni chimiche dell'o r ganis mo, generatrici del calorr, so no di r ette dal bu lbo; esse sono pi ù a llive, qua~tdo i l b ul bo vien e ecci la to; sono sos:pe!:w, quando il bulbo é pa t·al izza lo. S i avvf' ra a tulla pr·im a un'Azione s lim oln ulc che si traduce in le~gC I'a calor-ifitaziont>; poi un'a zio ne paralizzante, st>guila da r.ole,ole ipotet·mia. Più lat·di i ,-eleni agi~cono sulla lt-mpet·alura proclucenùo le conntlsiolli, le quali, cc me é nolo, svo!gono assai colore, c infinr , q ut1ndo il l!ul bo ed il midollo sono complf' lamen le pat•alizzali, la lcmpcwalun• s i fl biJassA noleYolmen le cd in m odo defi ni l i\'O.

Coca e coca.i.n a; note fa.rma.oologlohe. Col no m~> di coca, det·ivalivo Jell'nnalo~a voce indiana J.hoka, sono in cc mm crcio le foglie essiccalr. dell"l' r.IJih r o:r!Jlm,l s. &r!Jllr ·I'M:!J IOn coert (Lam At'k). at·bo,.cd ln ~: la ssilìca t o nell'i'\1'dine delle t•a m nacM o t·a m r. o i d e~>, i n d i ~r n o delle alle region i del P erù e della Boli"ia. Allo ~la t o tli sccchC'zza queste fog lie han no il colore pet· lo più vero!e-bruno e l'aroma piacevole somi~!inniP. o qtwllo Je! té, •)Utlltdo però non siano per ' 'elustà od allt·n cnu:::a nllt>t'fl'e: mastirundolr, ~o ne pel•cepis ce un s~po r e Mpr o, a marùi=Tic,lo o r ungente . Sono Jun p he da ~· a G ('ent.i mf·lri , lMghe da 2 a:~, so lldi , fragili, con carlo gambo e lembo inLe t·o le rmin nlo in pnnle cor temen te acum ina la . Dalla ner \'Aluro unica mediana :ci !<laccano mi nule e numerose ramificazioni anaslomizzan~esi fra lot·o in filla relc, c dal la base della s trssn JWJ'Ya lura s i dipat·lono due lince ca r alle ri:::tichc c he con li eve inc una menlo ad arco l'uccompagnano, unu pe1· pu J·le ed a breve dislo nzo, fìn o a ll'a picr., dove ins ie m e s i t•i congiuugono. Le prime nolizie inlot·no all'uso inlPrno dt'lle foglir di coca, antichissimo nri paesi d'orif!ÌllP. rimontano al secolo xv1 (dollo re Monrledes. Siviplia, J!16!'l). :'>!PI 174!), u quanto pare. sar ebbe s la ta imporlnla in E uropa pet· la pt•ima Yolla la pianta, c he Jussie u rles('J' i s~e e La mArk ht1Llezzo ( l). Alt ri parecr.lti (l) E. )l t:RK -

Pl!m·mcrcen lial Journat, nol'rmlJ I'C ISS'> .


088

fil VISTA

ne ptu·Jarono in seguìto, lm i 'Luali il professore M·nntegtlzza, a cui da lsluno viene altribuiltt J"ìntt•oùuzione l'l·a gli Ew·opei dell'uso ti ella coca, com e u•ellicumento. Ma flnot·u qùesta droga nel suo slalo naturale uon pt·c~e n ~ l la nMtra mutcria medica quel posto o cu i sembr•ct·ehbe ùesigunLH dalla gaglitH·da azione stimola n le elle essa può est>t·citare sull' o t·ganismo anilll8lt! L' elemento allivo più irnpol'lonle de ll e f'og lie ui coca e la cocaina, Cl7 H~t A" 04. ba!'e alcaloidica ct•islalli1.7.1.1bile che, secondo gli uni, venne :-.copet·La m·l 1807 ùa Percy di NewYot•à, il quale la .lenomiuò erilrossilina, t< ::;econJo allt·i Ja Gaedt>cké e pure da Ki ~: man nel J8GO. Ollt·e <:1IIH cocaina le foglio tU eoca co11lengouo l'igl'i~ta, a lcaloida volatile scoperto nel J fl(i2 da Lo:::scn, J'ecuonina ro m posto ne utt·o cristalli~za­ bile. aLlo od e rllr•ot·e in combi naz.io nc cogli acid i è pure colle basi, l'acido cocatannico eù uml. cera particolari?. W oehler cimentanti o la coeeina con aciuo cloridl'ico in tubi chiusi et! alla temperaluru dl 100° c. pervenne a tlelcrminat·nc rn pat·Le la r·aziorHtle cl11mica ùiJSt iluz.io11e; rn queslo trallamento )a coca ina, HSEOt·bt>u,Jo due molecole d'acqua si scornpoue in acido benzoico, alcol!! rneti!ico eù ecgonina, C9 HW A; 03 +H~ 0. '

+

C 17ll2LA; O~ +2ll2 0=C7 HG 02 -1- C HJ O II+ C9 Ht5A::U3 còt'ai ua

acido bcnzt,it•n

ako lo

'mrliliro

C'cgonioa

Analoga scomposizinrto ollellnet·o Calmcls e Gossin mediante la barite. La cocaina, o benzoil-JM·til- ecgonina, in questi ultimi an ni è s ta.ht sogg e tto ùi molli ed impo r tanti stud i, s ì nel campo fisiologico e terapeulico, che solto il punto di vista cbirnicoinduslt·iale e farmacol ogico. Il pt·ocesso di e::::tl'azion e rl i Niema11, scri\'e il doll. Sf[Uibb (21, nelle appli('azio ni in gr·ande non a ,·e,"a l'isposto all'uspell8z.ione, ed e r·a stato abbandonaLo. Per 'lualche tempo aol cslrat·re la cocaina si segui, alcrnanlo m otlifìcA nclolo, il prcJceclimellLo propo,.lo dFJ Los~cn, dH~ consiste nell'esaurì mento a pil1 r·i pt·ese della coca mediante l'acl]ua { t ) .Jfunileur Scienli/ifJUe, lur; lio 1885.


nl CU I\II CA R FAR\L\COLOGIA

calda fi'A + (j{j' a + so· C.: nel lraltnmenlo del liiJUido con acetato di piombo, poi con solfuto sod ico ed in fìm>, dopo 01 · trazione c conYeniPnle conrenlrllzionc>, con carbonalo sod1co s in o f\ reazjono leggermente olca li no, e prt• ullimo nell'eRaurimen lo. n n1Pi'.ZO dell'l'IN·~>, del pr ecipitato avuto nel tJ•alla· mento col ca r bonnto nl c·olino. Ma aumenlandn il numero delle applicazioni di questo ol caloirlt>, tosto si ny,·crlirono i molli rncon,·entPnli del proces~o di Lossen e si J'iconobbe cito in l.S«o, comt~ in pMecchi altri, oltien!'i più tli nc1do bc11zoiro che c.ll cocaina , poiché uua gran parte di que!>la uel cot'!"O delle vpP1·uzioni si scotnpoue. Si ebbe i( di!:>pil\CO!C di dfJVt•r;_;i C'OilVillC'CrP CliO r~l(Caloic.Je St'p8 · rato dalle sue comiJinnzioni naturali 8i allet'n COil molla focilil8 anche <1 lempl'ralura rei nli \'amPule bass11, da nolo or it!ine, pet• idJ•ala/.ll)rtf', »ti ucido henzoieo . nkole ~tmilico eli ucgoni nA, s Pcoudo la r eazione in avauli acc.ellllttla. Nellu t•icer ca Ji un solvente meno coslo:;o dell'alcole e dell'eletc si ct·a lrO\'fllo cln\ l'akol!! amilico, o rel'le c.:ondhdoni, si pt·Psltl a~!'ni bene o o..o~tilul!'li. LP fo;:he tlì coca. trite od oncho inl!: t'e, nme lla le c:tJn u1tn solu zione di car bonlllo so(l ico e quindi a roile calore l'alle ac;ciugaPP, souo fociJmcntc esauPile dall'alcolt> amilico, ('Oirhè trt esc:n In t·ot·niml (• solubilissima. Si pt•twcì Ali nnwllfl re In coca colla snlnzion<' ocqttosa e cnlla soluzionP alcoolica tl'tdJ•alo, ÌIIYCCI! rlw con quella di cat•bona lo F>odieo. S i "PC I' imenLfl l'rc: Jr•azio uP a ft•r>ddo coll'alcole ami liro ed P"Sil r1usri eguulmcnle beuc c forse completa; ma in quP!'lO c11~n oc.:Ot'l'e unu qunnl1lil troppo con;.idcrevole di !>Oivenlc c la sa, or azione dr•li'AI('aloitle meclianll" l'ocqun ocidulala ''iene arl <'!'SCI'6 un'opc•ruzion<' lungn P noiosa; oltre a ciò l'nlcoloitlP l'imaut• in ..:rolllt.'cmi .,o,·errhiamPillP diluile c piuttosto acide, inrpuwlochò ::::e l'oc·qua non è a ltha~lanza acidulalo, In !"rpRI'nziono non rie:::ro IJenc. menlrP poi :<P lo fosE~e di ll·oppo, "' mP!"rolerPhiH' coll'o lc·ole omjJict' m lioputlo lim pido ed omog<"neo. Tuttavia nell'impit',!!(t dell'ulcole tunilico come c:oJYrnle oiPIIa cnrc~Jnn t> n notare il ,·anla~~io eli ollener e l'olca loitll' pocn colot·nlo e fnC"ilc ad <'sser ,, pu r ific.alo, e quello ancot•o eli pol•·r ria c·'lui~l::trt• ron J'r•ra 1crdila, me. dinnle la tlil'lill&zione, e~so ak<Jie in ..:ondì;ione dR !"Cr\'ire


!l !lO

Rl\"151 A

per succes&iva analog-a opeJ'UZJOIIC. ~la la lcnleua dP.I plol>Ciugamenlo della c.lr•>~ll eù i lava~a:i l'alico-.i, indispeu:.abili pe1· loglierè l'alcaloidE' nll aléole flluili•·o, ... l l'lllìuaJ·ono l'uhbandono di rtueslo ~ul\'eul<' clte 8\'rehl..e fo1':-e me•·italo una più la•·;ra ~pCI'Ìme r rtuziniiC. Dopo p<lt'ecclric al lJ'C pl'tJ\'C male rìuscJk. d0po una twt·•lila

notevole di l•.·•nt•O o• di 1119lt'I'Ìu il tloll. S•f11Ìbl... :-i pcr-.ua"6 cht> f'OII quakhc mod•Jwr·z•one il p1·ucesso d1 Nic11H:1n pu::-!'8 lui'I181'C, fra lulli r:-lr nllt·i ~tali pmpos lì, Jl J•Ìll p1·orìcuo. Con,ienc O[lt>l'i:ll'C "'Of'I'U a /~f) o li clli !O,!!I'IlllHIIi oli f·•l!ltC au o;::ni \'Oita. SI r;.lucouo Il' r. :.!lìt• 111 puh·en: cllè J>S"!!i lllll Il vl·r~o od uno "la ·cio oh :.:0 muclit' I•Ct' P(•lhcc hnco.t·e e q••· !:-la polvere, bagnata cou ··~11ul pe"'o ,!';alcole a n:!•.5 centesinJUii CII'Ca, CU[ ili precedt:IIZI\ !'Ìanu <; [ate Og'{iU!IlC. pCl' llg'lll JOO parli iu peso, Jl81'lr l,liO ud 1,70 11 nei lcJ solf•ll'il·u (IJ.=l.l83'), s'1nlroJuce neiJ'b.ppaJ·c·ccllio a sp ,,tu mento, cumpr·imentlu,·cla foJ·temeDle; ùopù di clu~ hl [II'OCeclo al suo esatn·imenlu 111 IIIOdtJ UIIO!ogo 8 quel!,) l'ire l:' Ì SI'I-(Ué n~ l ln C:;lt'8ZÌOIJO dt>llu Lt!ÌnO unlto foglie della 1'/tea •·ltifll'ftllis, aduprul~<lo\'i però l'olcole ~cmpr·e acJdulalo nt'l!l'l r·r upnrz.wne iutlrroht. L'alcvle l>l I'IUC((UIStlt 111 f!'I'On parte ènlla tlblilluzione ::,ul bugno acquoso c ualltquido acido, elle J'imane nc;rli oppart><:eln dislillalor·ì, con op~1urluni Lr·allamenli SI •·strae l'ulcalo•de c '-i depura. Il dott. Sqmbh cre.le elle la presenze til unR ccJ'Io I'Jllantilé. ,IJ acrdo lthl'I'O giOVI ad impedire J'aiLCI'fii'SÌ della COC8ÌIIH ÙUI'OIILC Ja dr!:!liiJszione, ciò che pct· ullru non (• hcr1 dirnoslJ'aLn. li sig. Caslain!! ( l) di N"w-York, allo scovo ùl evila1·o l'inlet•vcnto degli acidi clw conside•·a come causu efficacis:-irua

di ullt:raziCJnc d~lr akolPidc, propnnc un proc~sso di cstJ·a;done dello coca ina cltt• quas1 si pulrebbe considc•·a t•e como una morlificazioue in llll'glio c.li quello di Lost-1!11. Tullavìa dal lulo pl'alico ,., svno •·a~•un1 abbastanza ~et·i~ pct' <'l't!Jcre l'l•e in fallo dt protltuione uncht il proc.:sso del sì~. C'.islaing non ubuia a tener·c luncamcnlc il campo. Più fol'lunalo. u quanltJ p nre, il :;i;.:. Bignon A.ll'J·eùo (2) fili'(Il /oumat dc p/tat·m. Cl tiC chlmlt, m:t!~ic.l ! SS;;, (il) .l!Oll!IPIII' sclcnti(iq11e, ll!IO> LO i88:S.


DI Cl:iL\1 !C.\. E FARMA CO I.OGIA

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macista, membro dell'accAdemia medica di Lima, s1~opriva in un nunvo grup po di corpi In proprietà di sciogliere la cocaina quasi escl'lsivamenle a pt•ererenza delle altre sostanze esistenti nello enea, e perm P tt,~rn e l'e<stt•azìone a freddo e senza alcun b isogno di s uccessiva dislilluzione, il e li~ lto un'impot·tanza capilale per un con1p0sto come la cocuina, lanlo facilmente aller·abilc. Sono (JUOsli corpi gl'idrocat·buei in genere e fra di essi il si!!. Biz11on da In prrl'l'lrPnza alln henzina ecl ai petr-olti, a llliJtivo del lot'O buon pr·,nzu. Co11 lcl li solventi in una soln oper·azioue '<t otLiene In eocoina rtuas i del l ullo

ni

pul'tt, e menlt'e colfalcolo e eoll't!lerc, oiLr~ allo :;vantaggio del costo, si hA •luell o pru graw• di lt·nr-re in sol ni'. ione anche le materie r.olot•anli e J'el"in,se, cos lr·in ~e ndo a mnni polazioni lente, costM~o e ditTic i li pr·irna di ~Ti ungè i'e alla completa puriflcazione della eocaina, nonchè di dover t'i<:t>rrore alla di· stilla;.:ione, durante la qun!o unR par•te notevol•• dell' a lcaloide probabilmente si scompo 1te, colle heni'.ine e coi pett•olii in' 'ece una qua11lita min intn di maLet•if~ e terogem'e entra l 1t soluzione e suuzA alcuna difricollà si s~pat•an o pf)i ùall' alca-

..

l oide. Si pongono n mace ra t•e lt! Coglie per .~8 CH'H in una soluzione

di carbonalo ~odico o f]Ulnd i, dopo f~lLLu n':'ciugor·e, s'iokoducono iu uuo sposlalor·e dovH si lascit=~no per altre 48 ot·o in contallo ùell'i.1I·ocarbur·o liquido. Lu coesi n a, eliA a conlntlo d ~ l sale nlcaltno s'è l'alla libera, pn!'ISS nel ~olve nte, dond e fa cilmente l"i estrae diba ttendo r·i r,ctutamente l'idrocarburo con acqua aciuulata ad 1110 <.li actdo cloridico. Lu soluzione acquosa di cloridrato di cocaina che in tal motln si ollien,~, per aggiunta òi r a1'bonaLo i'>Odico, si no a l't'azione legger·mente alcali nu, depone la cocaintt o.mort'a e bia11Cu, che, roecolta, lavata e l'alla seccar e a blando calore i11 cor·,·enle d'aria asciutta, rtlppresenla l'alcAloide put·o a ~J8 c(•nLe.:;irni circa . Conviene pèt'Ò a que=oto pu11l0 notarè che, !:'econdo il ùotLOI' Squibb, l'a l,· aloide in pt•c:o;cnza del <:lot'ul'o sodi co, e pure del solfato, rimane in par'l"' diswiolto nel liquido itcquoso, donde per aiLro si può eslral'l'c per mezzo olell'etcr o. D el rHet•iLo processo industriale di e::strazione della cocaina p er mezzo degli ìdt·ocarburi, 11011 che ùellu pt·epat·azione in·


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RIVISTA

dui' Lrialo delln vaselinA cocninizzslo il sig. Bignon prese il v'ha dubbiO che, aYvenentlo l"t!stt·aziono sui luop;ht d'f)t•tgtne della coca, con fogli o non alLera~e per accidenti di lcm!JO e di vioggi e con mPzzi lanlo semplici P poco co<>Lost, o pt·imfl o poi il pt•ezzo ùella cocaina obbia 11 l"at·~i piu rnilc clte oro tton "Hl. La cocainA Amori"A, •1uolo si otliellE' pet· precipitazione. ò ~otto fMma tl i pt?zzi btonchi, legg•·t•i e !5pon;.riosi, o in polvot·e sottile somi_glianlt> alla tnRgnl''liu cauo;lieA. Dollc soluzioni elct•ce od alcoolìt-he, por en1porn;.ione del sol venLP, si d t? pont> in ct·i<>lalli prismatici monodint inrolori t' Lraspttrenli. La cocoina fonrl e a+ !)8• C. ('J7•, 2: Ca"lnin g). .\ Lemp<'l'll• tura ma~!!iora c: i l"l:ompone. m" no tuta piecnl« parte ( l che ~i s ublimn. Sciogl icsi in 700, n 7n~. parli ~racqt t a f t•ecldo; P diJ>crelam••nt.e solubile in 8C•[llll coldn, pet•feltameolc nPII'acqua aciddalu e nell'alcole c me_glio ancot·a nell'tllcolo élmilico. ncll'elet·t~ e nP~li idrorPrbut•t in ~cnt~t·e, compr esa la vaselina. ì\ t•ll'aritl asciulla ed allo lPmpet•nlura m-.liiHII'ia si conserva inallet'fllR; ma •' olt>s;>n, per sua nalur·n, poco ~labile e sen=-il.lilissitno u lulle lP azioni fl o;iclw c ch imiche. Le bnc:i Pllf'\'!!"IChP, ~li aci· h nnclte di me ha cùncenlrazione, e la lcntpet·alu t·u di 100• C. pt·(uttoutcnlr In scompnngono; ~li a~enli chimtCI tliluiti, acuii e bnl"ic•, agtc:cono col tempo nello l'lesso modo. PonPntlo sullA lingun nnn pal'IÌCE'IlA .rli rncAina P ~'Pi n gen­ doln rnnLro il palulo.... , pet·r.. pic:te dopu •lllltlche ISiante un sopore umaro che pre!,;lo s\·a nisct~, cec\enJu Jl poslo sd ìnlot·pimento e-1 ìnsenc:ìhilittl d<.>lln supPI'Ilcie. come avviene per r·rHilt~tlo di uu liqui·lo tJ•·uciaute. eccellochè colla ~~ocuina non c: i ri!5enl•' s~nsazione molesta. Il lOl'POI'P crNlce pt'l' pochi miIl Il li, poi òiminui~cc c d•,po altri lO o :?0 minuti, A i'econdu de'la quantilt\ di nlcaloiole adopt?rata, <'eS"tl completamente. Due gocci•· di una o;olnzione acqncJSO f' nPnlt·n al vcnlt•l-inhl dt cucoiuu, prepllrata mE' liante l'acido chwitli ·o. iu<>tdlale rwll'occltio. dnpo l t'r1c.corsi drca ;..o minuti sClcondi, produeono aneslcsin loc·ulP completA: e IUe,.lo e:<pc•·ienzu non br~vetlo di pt•ivaliva e non

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DI CllllOCA E FARMACOtOG.fA

dando luogo a disor dini pnloloP"ici e l'aztone ~'SSCmlo passegll'era, pUO e~sere faltn SU C(lltllunqne persona fH.luJltl 5COZa pex•icol o l' costituisce la pr·ova miglior·e della buona quali l a rli una l!ocaina co:nmer ciale. Il SRf!ll'itl chimico della cocaina si esegutscc nel moùo ~ e­ ,:ruente: Sr iof!lil'.;i uu ~ramma dell'olcaloi.Je iu iO gt"Rlt1m i di ben?:i no: la soluzione d ovril esst'r l' LJ•a , ruw~nte t>rl incolora, nè llovr h rimHnt>J'\'Ì nlcu11a l r tiC<'lU di mtlt.. l'lll incli:>ctollx. St tlibalLP r·i pclnlamPnl<' lu "oluzionr bou1.inirn c<u1 tu·qun ucid ulala. ad l tlO rli nctclf, clor·idiM . f1no a elle nl'll"ullittHI por zioue rl ell'ac'lun ari lulu ndoprata i romuni t'<•IJLLivi d~~li alcalutdi più non acc.:usnno la l' '''""cnzn dello <·o<·.a inil. l liquid i acf)uoc:i aC'itlu li I'OIIlt>nrn li lu cocain11 ollo <:Ialo d'icl r·oclor·ato, rJU ntli in!<i <'mP, Ri tr attano con cHrbonnltl sodrco, in leggct·n ei'CF'clenztl cd il pr N•ipitn lo, rnr.rolto su filtr o, lu ,·alo e fullo ~er<·a rc nl sol<', o n ella c:.lnl'a scaluala l't·n + :iO" a + 40' C. al ma ;::~illln, !'i ~ciol!li~:~ i n elt're. il quale, 1 er e'apor azione !==pnn tan Ptl, dai'Ù, f' f' i'~d coloidP Pr a pur n, li~J1'8tn 0lfl tli COCuina, meno le pc.>r dilt• mP<~cnniche ineYil nbili t' l'atìli ad esserù vAIuta lc· (Dic:non). È o notar·e elle ove la cocaina allo stato liber·n godu di una n111!!f!tOrP :-;olubi lita ut>ll'ae<tua in pr e:-t•nz.a del r loJ'uro sntlir.o, cornt• alli>rtoa il .Jotl. Sf)uibb, al nw todo di c;a g~i n c·him icn .PI<pn!==IO cC'Inve t•J•ebho uppMIAt't' una lltOdifì ca 7.iOI'•', 'f't<>lla et ne.'• di PSPI.!u i l'e tu pt'Pt'ipituzionc dell'alcal otdc di rl'tla llt~>Jt le in pr Psen7.n deii'P lt· r~. t:on cui u pr eci pita ziC'I ne c0m piula " i d ihnlter·ù il liqu ido. per l'"':>cr c certi c ho lUli O J"aiCUIOÌ•IP J1f1'-'"iÌ Il('[ solven te P l Cr PO, olon.Je pOi per 6 \18p or azjnne c:i c'=trat• JtnpurPt.7.8 freq~ll'l llC Jelln roca inn c\ l'm·se l'igrinn, tntt ancor o non <:i c:ta com e poten clu t·iconoscere e del-" rmiu ore. La cocniua, eoml_,tnandost t·o.;li tH'ith, fo rm A dei "liti sol ubilictsimi. Oi que.,.ti Il rloridJ•nlo f. 11 p 111 racilt> ad oltene r~i so lto lo fo t·mn cJ'Il->lnliina cd nnclt e il più impnl'lant c es::;on!lo prec; ~o a pnrc• il solo chP "i nd•'l el'i. .\ "'econtt8 del mode con cui fu pr·cpar aln vRr iu ti'A:=:p~tlo ed o r·a ,. ìn c·J·islollr prismatici otl in l un1-;h i 11g:hi ntlt·e,·riali , p, J or a i n bianca poh·et·~> , soffi ce e l e g~P l'O. minuti ~f' imam e n tc. ct·is-tnllinu, ='i do !>emb r-at·o

G:l


ll.I\"JST.\

amol'f& anche osse1 \'&ndola con l~nli di debole ingrandimento. All'a•·ia usci u lta si couse1·va abba$L&uza bene; 11ll'ar ia urniùa sì a~glomera in mos:w amorfo e vtscbJo~a; non sembra tutla via deliquescente. Ha il sapure c l ~ allrl! c~~ ~·~lle rist• ciH} pt•opr iela dell'nlcaloide liboro. Si scioglie in I(U&Iullf{Ue p•·opo•·ZIUne nPII'ocqua nlldfl l' llell'alcok cJ in una metà <'it'C>i del suo peso, u poco ffi('no. ili ac,1uo Hll& teu1peralura m•,lm&t'J&. La soluzione acquo!"a rtloiLo c<>Hceult'!ila o fft·e 11118 Li ula giu llovol'Joguola. Le snluwmi Jiluile ;,cn•brauo del lutto IIICOIOI'e ossel'\'anùoic a strA li di uno spcssot·e chi! non ~upe ri i 21J cen· l1melri. H clurl(il'lllu ùi t(oC81n8 e,::::eiHio tlll pi'PJl& rlltodella chilll1 C8 indus lt'iH io, p l'ima ,Ji acqu is lul'lo. cou V t t-~111' uctet·lal'nc d g"l'tiiiO di purl'zza. LA Svluziuru• t~cquoso di questo ;;aie •leve l'eo_srll·e neutra ali~: ~rle. lll'odlll't'c col cloruro btwttil'o, e dopo qualche Jslaul~ ù1 ronlttllo, una le~ get·ts<>ima nubccola (lifltite r/1;i ~iOU'ati) e ri111ane•·e i 1w i Ler ata tla ll' o:>snla to a•Hmonico (as~et~.:a dc o.~sidu calei<:tJ). Un po' •• el l'aie cakinalo sulla lamina d1 plaliuo nou ùat'li rhc una ll·acCJa •tuasi uuperccl libilc ùì re:;iùuo nuo eombu!:>l1bile (limite di malerta inorynmca), e il punLo oc.:c.:upaLo da flUeslo r t·!lid uo umel Lulo con àcrtun, appena appl•na a(·eennea·à utl inAzwt rir•~ la t·arla tl1 lot'IJ8sole anos":>ulo (limite ,r, alr:ali {is.~i inoruantcil. lnllno> rwlla pro,·a fi,ioltlf!Jca la ùilalat.iollC puptllHre l'llP la :ma soluzwue acquo!'!l (J I'cJd ure, devo t'S>'eJ't1 le;..q.:t>l'll, lern pOI'{Irtea e 11 011 tn ui inleu;;a I[UtHllo I(UI'IIU jti'U\'OI'&lu duii'I:ILl'fo!Jinu (l'lSSt•n;tL d t Il/l fll'lrtieolart: C'<llltpf).t;(o, t~he Calme/:;; tl '!U<tlc ne impre:w lo slltclto, r:rccb _,, ricante tlnlla ifJrina, torse ''" t:ler•· eli ,1 nc.~la ltase, e <:!w il dott. PatcmJ riconoùùr• dotato di f'Ot(•nte a;ione mùlrialica, i c:ui e,O'etli flt:ro ROIIO compleUltlll'nle llisl r "lti

dalt'l'sr·rina). L e soluzi oni det -.:ali di cocaina in uencr e, aucor·cbt'l uftatlo pUt·i, <:ubi:-..:onu dopo breve tempo una ::;peci..: d.i fe t'menltt7.ione dovulu Allo sviluppo e ra pi<lo proliferure Ji miet'•)~l·o­ pir.:btl pruntwelle <:h e 'ivu11o a ::.p~::-e t!ell'alcAiohk Que:::ti u•i· CI'Ofìli CII IO J'III'Ì'3COIIO 1!1'118l'aimeulc nei lCI'IIlilll' .Jj Ulltl !-1'1lllllB118 è il lol'll compat'n-c, con•e il lo1·o s,·lluppo, pun fìlltl H<l un cel'lo punto e::;sere impedito dAgli agenti nnlisellio:i. Il


D1

C ll l~II C.\

E FAIUlACO I,OG IA

dolt. Squibb consi!!l io,·a l'o!!giunta òi una piccola quantità d1 acido ~alicilico a!lo "''luzione. ma a,·endo r1cunosciulo clll' la p1·oporzi one necei>!'laria di ci<.•Lto acido per ollPnet•e l'intento, pet• quanlo minima, pure J·iuscivA irl'ilanlP., propu!<e di so!'lliluirvi l'edolo borico. P111 sa~ginmo•nlo però il $ig. Bignon, allPsa la lllll~I!Jorc rouRe,·vohililà •lf'llfl cocainn [Wt· r ispetto a lJUella delle !<Ile <'<1mhinaziont "aline e la farilill\ con cui ~i puo ottetH'I'P eslempiwoncamcnl~> 11118 '-oluzioll•' eli cloridrato di cocai tttl 11t>11lra in fJUAlsh·oglia pr·oporzinnc l' 'l"anlil1\, $i dichiAra Clllll t•ario Ali'U!'O tl••li&:> SOIUZÌilll Ì pr••pttrtllt' l~"rnpo [1f'irna e Ctllt"=ervul•· 111 all··~n del bi"o~no. O ·rot•rend•ì una soluzione di cloridt'aln .li eocai 11A hastPrÀ slemprarP qut>l tu n lo di cnCAIIla Clte OCCOl'l' l' nella ]li'O(iii i'ZÌOII!IIP quu n lilò rl't1C:1f 11 U disliJ Jalu, giu'-la l"m·.lino:~.ione ....t npr:>t'lll'IIE' la ~nllJL iOn P m•'•ilAnle l'acuio clori·lrico hluito, B!!'..!IUnto ~uc ·in a zoc·'Ìa: e l o ve, pet· effùll•> dt'li'ullimn t-roccia. tt'<H'td•• a;.r~lllltla, illiftuido 0""111116~"~" J'<'a:l.ion e acioli•, lo si t•idm·t'I-Ì a r cuziono uoulJ'A cot 1 quul clw gocciolina d1 UIHJ soluziout' diluiln oli eal'l>onato St>•IÌl'n, tanln da pt•oùurr.- n >l li'lui,lo un leg:!!erl-!'-irno Jlll,rbi,Jotu• ulo. lina p•·optwnziOIIO ft'I I'Jnnct>ull<'l\ di r•• J'la e pet•folla collset·"nzione c• dolnla 111 ullo ~n·ado delle JWOpl·iclu lullu de lla <·n· cui11a. ,. la ra~· ·lina c"'''l111ica, (l 201, che u•'lla ntA;tgio1· pArte dello applicnzioui put'l ,·aula~gto~allll!trll! >-o.,.liluu·e la ~ulu­

zione J,., ~<11li delraknloidc. B ioerche sperimentali circa la influenza. degli amari sulla digestione e sulla a.sslm1la.zione degli albuminoidi l\1. T!'CIIcLZOFF. - (Ccnz rnl/J. /1;r ,/i•· .\lt·d. lVissensl'h., N. 23. l ~~U).

Dopo i lavori di Bn<"ltheim ,..,1 Engcl ù amnt•'E<So genct·ol· mente ,.Jt,.. {!li ama''' 1· c:ono JOthll' .,·culi ul caml.uutueolo tlcll'albumtnu 111 pt>plottiC, e 2• ltllp ctli:ocOIIO lu (l"l'll1Cill8.LiOile. Per qUl'!'L'niLima p1·0p1·ictà i .Jt> l li ossct· vallH'i :-ono in clinaLi a spiep:u, ... la fan,l'C' ole azione dt>glt a111ari i11 ce1·te mttlallie del e<>nuJc ,.!8Sl rO·ÌI1ll"~ltnalt•. !:)uJJU\'1)1'0 Ùi lluchltt>IID eù f.:ngel si appogp; i ~; no ord i ua 1·io nw11lc i I'HI'Illnc:olul!'i quando p1wlnno degli amori snlla tl igc>sliono; 1110 c it'l non i.: e><allo, pet'ell•3


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RIVISTA

Bucbheim ed Engel si souo soltanto occupati di quelle sostanze che hanno sapore amaro (chinina, ~lr·icninn, morfìnll, ecc.: cioè ùAg!i amori co n debole azio11 6 locale fisiologica. Consider·unùo l'esteso uso degli amat>i, tanto in m edicina come pt>esso il popolo, e lu mancanza eli lavOI•i sperim entali su questo soggetto, lo Tsclielzoff, p l"l' suggerinwnto del professor Botkin a S. PietrohtH'go, ullose nel labor atof'io del professor•e ailo stuJio dellu influenza degli tllnori sul!n digestiOJJO o la null'izione dell'ot•ganismo animale. Oper ò egli !'pecialm onte con gli estratti poichè g li 1Hnari sono in ques ta o simile forma più frequ ~ntomenle usati; pet•ò furono rutti alcuni sperimenti anche coi semplici amur·i. Jl lu vor·o si Lr·ova inlegr·a lm ~ nle stampato negl i A rchioi della Clinica del profe ssar Holkin. Noi ne daremo un sunto. Esso è ùivi,;o nei seguenti articolr: 1' Sper imenti sulla fot•zo \i igeslivn del sugo gastrir.o. 2' Sperimenti Rulla digestione pancr•eatica e la secr~zione del sug-o pancrealico. 3' Sper·imenli sulla sucr ez.ione dcllu bile. !t• Sulra f~rme::ntazioml c la pull'f:'faz.ione; e !ìnaln,cnte • 5° Sulla inliuenza degli amari sulla assimilazione dell'azoto. Gli espcr·imenli del 1° gr·uppo fu r·ono effdtu3li in due ma.11iere: COll la dif!CS lione artificiale e sugl i animuli. l i sugo gasLrico f•<:r la digestione ar·lifìciale er·a preparolo nel modo or•dinar·io e gli speri ruenli fur·ono falli come !'Cmpr·e si fanno iu simi li casi. Gli sper·i menli suglr 'lnirnul i furono esegui li i n due modi: si preser-o dei cani Ji peso ef!unle c fu dala lor o una e:rual quanlrla di car·nc; alcunr furono messi da parte per· conl!'opr ova, ap-li altr i fllt'o no da le in diver·sc dosi gl i estr·alli arnat•i. Dopo un ce rto tempo Lutti <;l i auimali ot·ano uccisi e la carne rimasta iJHiiger·it.a era pesata, mantenendo in tulli gli sper·imenli egnuli condiziuni . Per g li sperimenti della seconda specie si rm~ ndevano Jue pezzi uguali di o l · buminu, si involgevano nel lulle e si inlr·oduccvano l"un dopo l'altro per una fistola perrunnente nello ston1aco del cane aggiungendo alla :::tcunda por·z.iune divor·se Cfll<llltilà di oma r·i.


Dl CHlM:ICA E FARMACOLOGIA

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Ambedue le pol'Zioni J'imanevano lo stesso tempo nello stomaco. I risultati furollo i s eguenti: 1• L'aggiunta di un est.t·aLLo amat·o al sugo gastrico artificialmente approntato, anche in piccole dosi (0,5, 0,2!:> gt'. su 100 eme. di sugo gast1·ico), ritarda dopo poco tempo la digestione della fibrina rresca. 2' La rJuantila del peplone, determ inata con la reazione del Buret è evidentemente più piccola nelle porzioni a cui fu aggiunto l'amaro, chu nelle altre senza amaro. 0• Gli sperimenti sugli an imali hanno dato in generale g li stessi eisu llati, bencltè la influenza ritardalriee degli amari si è qui dimos tt·ata muno fortemen te che negli speritne11ti sopea riferiU con digestione at·tifìciale. Dosi d i 0,1-0,05 g1·ammi t'imase,.o nella maggior parte dei casi ind irl'e renli; pe1·6 sperimentulldO con la cpltlssia anche queste dosi ritardano la eligestione di un pez.zelto di a lbumina stato inLrodulto per una fisto la . In Lnlli i casi i eisullali ollerwti non de pongono per un'nzione favorevole degli amari. E allora come si spiega il senso di appetito cbe s i peova prendendo g li amari1 È p~reltè alimenta la secrezione del sugo g as teico, o è solo l'effetto della irritazione ,Iella m ucosa? P ee spiegare ciò, l'autore ha fal lo una quantità di sperimenti sulla secrezione del sugo gastrico sotto la influenza degli amari. Tutti gli sperimenti fu!'ono ratti sui cani con fistola permanente, dopo che gli animali s i erano completamente ristabiliti dalla operaz.ibne. Gli spet•imenti fu t·ono es•~guili nella maniera seguente: il cane s lava 18 a ~O Ot'e peima tlello spe!'imenlo senza rnangiarP; il giot·no dello sper•imenlo gli si versava della sempl icE: acCJu8 pet' la fistola nello s tomaco e dopo qualche tempo s i comincinva a raccogliere jl sugo gastrico o gl i si da va 1 poco p l'ima che eominc.iasse a raccogliere il su go, della carne. Quando in ambedue i casi et'a t'accollo per un certo tempo il sugo, s i inlt•oduceva pet· la fisto la l'amat·o e si seguitava .a raccogl ier·e il sugo . I r isullati ùi questi spet·imenti sono i seguenti: 1• Grandi dosi (0,() gr. per kg.) Jimir ruiscono la secrezione ael sugo gasL!'ico.


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IIJVlSTA

2• Piccole dosi determino no un pi•)colissimo o passeg~i e ro aumento nel sugo j!aslrico. La forza digt?sliva del sugo i> in ambedue i cosi ~·iù clebole. Gli ~pet·i me n ti s ulla i11fi UPnza clegli e>stratti nmari sulla sec•·eziouo del su~?O pancr colico, s ulln di~esliou ,. paHCI'elllica e sulla c:ecrezioue della l.ulP, furono f11lli su 1111 mali con fistole lw t·manerttt . l cant erano tenuti prtroa <lt~llo spet'illlenlo 2-\. ore ~e nza mangiare. l t·esullaLi furono i SP).!Uenli: L• Sulla sel·t·eztnne del ~u!!o pancreatico qli t• ... tr alli Amot·i n on hanno alcuna azionP, ma raiiPnluno la cli~esliona pancrealico. 2• Sulla secrezione tlt·l:a bile opel'ano io dh·et·sa ntanier·a. Gli e!:-lraltt di ass•·nzio, d1 ll'lfn!!lio c ~··and• clo~l dt cetrnrina l'aumentuno nn poco, ma non sempre; gli est.t•alli Ji 'JU8 "~ia, colomiJo e piccolo tlosi dì celrat•itan eono iuclill'cl'enli. L'Aumento clt·lla bile pl'tWiene clnll'ac'lua. Allr1 cc:per imenli lo Tscltelwtf ''t!cc ~"ulla fenswntaziollt' e la pulr·efuzionr, suppunt-ndn !'ho g li Alltnr·i ei lar•du-.s(•J'O lu fermentazione e che per que~lo tnt• ti vo fosse l'O \'UIIluggio"'i. Eccone i .,.jc.ultall: l'La rermcnln:,ione in (WCSC IJ :Gil Ùt'gli 811\Ari non ,j rfl pitl' debole, ntu anti più f'o r·le nllc nellfl pot·?.iooe di l'iscoolr'o. 2' L'aument.o dellu tiUttnlilà dl'~lt amari 11011 diminui""~ce la inten"'tlà t! ella fer mentozinlle, 11111 Al conLr·urio la t'i tlfur·za. 3' Nnr1 Lulli gll es leaLii 1.!011 cui l'tw lor·e ~pc r·imenlò fermentano. ma ~olu nlcwti . come l'Psll'ftllo di CO'H'Ur tlla, di ,t:"Cil ziana, ul conlr artu :::li e::-ll'alli di colombo, ùi quassia, ùr lrt foglro, di assenzio, 11 0 . 4• Lo t'et·monlHzione, i11 presem:u dt:gli NU1At'i pul'i (•JU&"sla c cetr81'1118) è p iù l'orte, le nllro condiztnni es~enclo Pguuli, dte senza .. ,...;, 5• Ln fe ['m enlttzioM in pr esenzH drlla. polvc t•e di I'I.HiicP di rabarburo e Ji cot•tcccia di china è pul'c più inl•·nsa ciii' ""'l'a porzione di l'iscontro. (i• Ln putreruzione dE'l ~angue a della ori11n in pt'oscn;t.a degli esll'alti amuC'i f. p8l'imen le piit intensa c ile nelltl pot·zione di confJ'OIIlO. Gli sperimeuli !>ulla assimilazione dell'azolo fu rono t'allt in


DI CUf)f!CA E F.\R,!.\COLOGIA

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p arla SU~II i uomini mai~:~Li. in pal'lc !'I UJ;rli animali. L'o:wto f'~; delet·minalo col m etodo Kjeldahl-BoroJin. Per lo sput•imen lo furono usati :zii eslt·allt tlt Assenzi(), Jt qua~sia e di lt•tfoglio in piccole dost. Il r is ult ato f'u lo sl e,.so tan to sugli uomini r.lte st1gli animuli: l" Pren len.lo r e<;lrallo •l' ll""('liZÌO lA <:epara7.100e dell' azoto nell' m·ina è rn1l g;.:iore rd aumenta pure nelle re ere; l'animale r' l' uomo rnnlntn dimirnti!".cOlltl di pPso, in conseguPnZH la !>Cnmpo<;;Ì7.ÌOI1e (> aumPnlala. 2' Cr. n l'est ratto 1!1 quas;;ia P dr tr•iro~lto la >:t•pHrazione dol l'nzolo twl i'OI'inn d ittl ittlliscc, nurnenla tli mollo nel le fccCC>; J'as<~imilazi onc è dimirruilu, f'S'-t'Jtdo diminuilo J'ms«nl'i>imenlo

peJ <'Anale inlr<.clirmlP. Quindi i r· i ~ u ltRti d i r1ucsli f; (H'l'imenli del dott. T schelzofl n o n <>arebber·n punto f'n vm·evoli al l'uso cll·g-l i amat'i.

Sulla rapidità di eliminazione di a.loun e sostanze medicamentose. - fìo l l. ÙTTo t .E:-~G tJ J . - (!Uvista Clinica, fehbraio e n111rzo l qr;). P rf\\' i a la ~lrw i a do";.d i spet•i111en li noli F>u qnesl'Argomenlo, l'aiiLOJ'f' nr Ilo esegu iti tli d nr <~prcie col inJ 111'0 JIOl!'"~"iCo 11 col «aiicilolll, r ciao.. -.opra in Il' rdui aiTt>lli da ,·arie mal altro• r en111i, e !>oprn !OOtrgPt ti Jtll1l1H11oli tli Rllrr> mnlallie •·.,aul'iPnli. N ri 11 cf1'i li ci i l r ilnrolo <1 sla lo pkl'Ol i >i si nHo: maggi n r•n è sta l o

il r1lAr•t!o TH'!.!li inferw i di malnllil' dt'J,ililllrtli. in rA zione •lf'IIP allPr'azioni an11lomi chP del ffili'O l'enalP. Qne!>li ri~ullali sono s ta ii di vm·si pr r raJ•iltl iltl, inlr odurendo lo ~os tanze pr t• le vio dello <; lom!lcO , OV\'P t' n pel' qtu• llu ipod••r•ulic:a , JICI' In rtual!' )p <:O<:;lan7.P sonu mollo )'tU pro•., In elillllll&te . 1:\el mot·ho ucuto tl i Bt·igh l vi ha r itm·.lo tli ei JltlinazionP tanln pet· lo' m·ine <'he 11f't' la ~a li va . N el rnot•ho l'l'Onico di B r·i~hl J'Plim inllzione cominr•in tar.li, mn 1•oi pt·osP:!ue in

motln nnt'rrlnlP.

Nr. JI ,~

gn!'llt·t li cr on idw l'el iminaziono r•nminriA f>l'irna pt'L' le or ine. Jlt>i pe t• la !'Ulivo . cd ,., rnol to l1•nla . A scar.-:a •liur"P:òi ('lWI'i~pon.Je ritardo dr·ll'eliminnzione dt>l

iodnt•o di pota:;:::io LH't' la i'aliHt ,. pe1· le of'ine.


1000

Rl\"JSTA

L'sll>umi nuria per sé non influi;;ce affatto per la maggiol'e

o minore r apidila ùi eliminazione dei rimedi. l'\ei processi febbt•ili è rilardal1:1 uol.cvolme nLe l'eliminazione dei r irnedi pet· le Ol'ine e per· In ~tìhvu. Le sosta11 ze volatil i vt; ngo11o as::;ot'bile i11 Lulle le forme del m orbo di Brigbl.

Importanza diagnostica dell'esame dell'orina nelle malattie aoute. - P l'of. R. Rr-::-~zoNE: . - (Gio r. Interna::. delle Scienze J1ediche, fuse. 1•, 1886). In un dubbio di (liugno~'<i fr•a ileo-tifo <::u elllet•ite, e rtell'incerlezza ùi pPopinarc piul lo;,lo il calomelano cile una pozione cot r acido lunnico, l'uutot·e dice che l'esame dell'orina tolse ogni incertPzza. Te nendo l"·w cos1 certa che nelle oriru• dei t~j'ost ll•anc!u;

completamente l'aroer•itrina, mentre si rinoìene in eccesso l'indicano, eJ avendo nel cnso incerto, pet· la pr·escnza di sinto mi analoglti all1' due rnalallte, lt·ovalo gean copia Jella pr·ima sostanzA e l'indicano app<.:na auntcululo nelle IJroporzioni norm ali, qon dubi tò della J iagtll)St di l'e bbt•e da tlogosi inlestinule. Prescr·illo il calomeil.u1o l'ìnfem10 migliorò e La mala ttia che erA cowwcialu ali. Ol'licaria febl.H·ile ebbe andamento normale.

Sopra l 'esistenza dell'acetone nell'orina flslologica dell 'uomo. - Dott. MosCATt::LLr. - (Rioista venna, gennaio 1SS6). LA presP.nza dPI I'ncelone n ell'orina dei diahetici ò cosa g-ià Oei!"hmiiller ha lt'OYAlo l'ac<?lone anche in individu i ~Hni. Ail che R. ,-on Joksch e il dott. E. Legas hanno confermalo i d<'Ui fa lli con lt'o i l'isullali tl i allri spel'im cntatori che li negano. L'auloee lta eseguilo un IIUffi(::l'O considerevole di diligenti espeeimeuli, ed è vennlo alid seguen lo conclu!i'ion e: d te l'orina fisiologica n.on conlit•ne acetone, e c/u> la sua esisten~a 1Wlla con~'<latAil-1.

urina indica ww stato fJatologico.


Dl CHHfiCA E FAIHtiACOL0&1A

Apparato pel dosamento dell'urea. - Dott. F. ANDERLINI. - (Rivista veneta, gennaio 1886). È un apparato semplice che ila ricevuto la sau2ione dell'esperienza, dopo uu anuo d'uso, ne lla c linica medica di Padova. È semplice e facile ad adoperarsi, e sembt•a che mer iLi la preferenza su lu tti g li a ltri ureornetri. L'ap par<llO viene cosl!'u ilo da l sig. C. Desag a in He idelberg .

.La oano.Una. - Dott. R . CA,IP,ùrA. - (La Sa/.ute, no vembre e dicrmlwe ·1885). È uua nuova sostanza lralla dalla lana d elle pecore (di c ui faceva usv l'au ~i ca terapia) determinala ora dal Leihreich. Ha consist.enza più clut·a della sug na e clelia vaselina; sembt·a un un~uen lo diaeililo •• composto. Il doLt. Campana l'ha Sj)t:l'imenlala nella clinica dermosifi lOpatica C J' ha lt'Ovala g iove vo le in l ulle que lle forme in cui vi s ia scat·silà di sevo ualnra le per lesio ne delle glando le .sebacee o deg li strati epiùennic.i. P uò f'orrnare la parle grassa d i ogn.i u:tguenlo, unentlovi, -secondo i casi, per diluirla, qualche altr,o g rasso. Sla in s ito senza bisog no d i bendaggi, poichè è tunat:emente adesiva, e sembt'a ciJe debba aver e In pr•ef'erenza s ul diachilon, poiché non v'è l'inc.onve nie nle de l sale di piombo, e perché si stende in modo supel'flcialissimo. .

Un nuov o collodio. -

(Jourrwl (le Pltarm.aeie et de Chimie ,

15 luglio, 18fltì). Il collodio che v ien proposlo, pet' le sue qualila antisettiche e cicalriz2a 11 li, e senza che p t'Oduea infiammazioni, può essere usato in sosti tuzione d i q uello che contiene del colone fulminante, in lu tti i casi d i soluzione d i continuità, sia nelle fer ile semp lici che in que lle complicale a cont usione. Il suo impiego é ancora iudicalo nei casi di do lori nev t•algici, nei ·reumatismi acu ti o ct'Ol:ici spalmandone le · parti dolot'ose -ogni 24 ore e nei casi gravi ed acnli anche ogn i G o re.


1 00~

IIJHSTA

Se con questo collodio !'l i spaln •o.no delle l'os<:e di Sl:lta o di lela si oLLJcne un· eccellente Laffello che può ug uagliare qut-llo conosc1uto co! nomc~ di latretlll tn!:!lese. Ecco pet·La nlo l<~ furmoltì di f( u e~to colluùlo cd 11 modo di prepara rio: Ma.~tìce

in la[/rhrl'' Bahamo dd Pt·rù Sarcotitt(( .

(!1'.

:l l

Si poh·et•izw Rt>pat·atuJuPnte cia~cu n tl so;;ton~a, poscill SI unisctliH) e si tlf.!giungono 5 g"I"Bnllui tli clot•ofot•mio usi agitu: !'Ì lasci11 infine " ripo~Al'l"

ltt soluziorw.

Reazione albuminosa. dell'urina di certi oa.da.veri. \'ruEtn e OuJP.H.- (Ga:;etlc M Micale de Pari.~, l'maggio, l 86).

Gl i onlori lwnno d3 lli<Jlto tempo l'imM·ca lo rhe l'ot•iua r·aN·olln nella ve~cira th•l cadan•re l' trallotn col ca lot·c• e coll'nei lo az.oli•·o, tlà qua ... i costnnlt> me111e 1111 rwecipilalo nnoh1!!u a quo>llo llellt- ot•me ulbunliJWst•, ben inll"su quuntlo l'a utopsia non !'i;;ronl 1'8 Alcuna lc><ion<> apprezza.bilr. nei J'eni, e l'ind i\'iduo non fu albundnm•ico duJ·unlP la \'ÌI.a. Pc·r accet·laTEi della fr<'iflll'll7.8 di •(UP~la rotta, Viberl l' O!!iCI' banno esamitwta l"o•·ina rli 2~ <'«tltn·eJ·i di adulti e di ~E'~!'n masco· linO, dall'eli! t!Oi 20 Ili (',(l nnni CÌI'Ca, I(Uil!'Ì llllLÌ •f.·CCIÌllli tfj morlr violc•11ln, <> )A eu i n1 nrte rlalnvH da un lc n• po piu o

meno lungo. Solo in 'l non 5 Ì verifku inlor hidamcnl o t!ell'or iua, col caJm·L• r roll'acido ni tt·ico rd in e;:si n o n •·ra:::i ancora iniziato i l p t•nc~sso eli putrefuzinnr . ci t•cos1An7a che int!icn elle l'ol'J JJtt di\'ienE:' tllbulllinnsa Jll·l la ve:::cica 111 St:'guito Al f••noml'fiÌ cacltt' cri ci. Sec~ondo i detti flllto r·i, In proprietà elle accpd;:tn l'ori11!\ rli inlodlirial'si r·ol rtllore e rnll'uric lo n~olico, n on ~n l'ebhe gi 1~ diprndenle do rnnd ilìcn l.:ot •J elle J'nrinn ~ lc!>;:a su hisc·e pulrefnct>ndnsi, lwn;:i il fallr• sarPbbe du\'ulo alla tli"'Aggr et:n·

zion(' eri aJht tft>COtnflUSÌliOOE' cJelln 11111COS<I \' e!"r'iral e .


01 CA DIJ CA E FAI\ MACtli.OGJA

1003

Dalle suc.ldetle l'icercbe ~<i a1·guisct>, elle l'orina rnccolla sul cadavere contiene qi.tasi rosta nll'men te dell'albumina, la quale ll'ovasi in r1uan litù lanlo pii1 abbondanle, quanto lltaggiormenle è avanzula la pull•t>fuzione. L a couo:.:ct>n7.a di questi falli può u ''t'r importortza in alcun!:! aulopstc Hlt'dic(J-IE'go li· clif'falli Hlcccùc lolvoltn che non si tro,·uuo c!Plle IPsiont Htllici..,uli JH.•r spit·ga re lo morte; tn lati l'asi se c;j I'Ì~conlra dell"ulhurntna nt?II'1Jrin8. non si è uut O I' I7.l.ali fl C!JIId ttdere dn IJUC!' tO flo )CI fallO Che l'ind ividuo fo!òse realmenlo ulbuminut·it·o.

RIVI~T.\ ~~ ~~llGRHIA Er;U~IAT~WGIA ~I EUICt\ ---~

Quali porti della costa orientale ed occidentale d'Ame~ rica sono da evitarsi in deter minate stagioni come pericolosi a.lla. s alute, q uali sono le mala.ttle da temorsi e come devesi atabillre 1' 1tlsierario del legni di stazione su quelle coste? - Iloti. T unl.(n~EI1, wed ico capo n ~llu IIHit'llta gCIIl\llliÌCil. - tB1·ilte.fl :wm MariflecerurdTwnysbluU, N. llO, 3U !òBlll'mhre l ·<:.). A risolvr re i qu e ~ili Cl•rnpendinlt nt>l titolo, l'au tore dopo di nver· follo t·iJ,•var e chP t't·u i pMii tl i Amerit:t' dohbono e--Sl'l c p1·e,..i 111 cnnstJ(•t·a:~.iotw ~egr atmnenle •(uelll tll'i quoli in dett>rminnlc !::'lt1gioni domlltnuo co11 nnn certa re:,!olllrtla tll'llù tHalollie acutP cl t~ in ft·Lione, fa lll •lel'C che convìrne s tudìat·e l'argomento :-Opl'!llulLo A\'Cnùo 1 ig tt!li'ÙO Alla specialt> categoria ùclln ~cnl•• ùi mnt'l" che, pet· r'tl;.!iOn» del! età e •lei gP· lll'l't' di nla, lm nn& pcculinr<~ di:-:1 os:izione pc1· le rua!alli~ info..:U i,•c. Vi :>ono in falli .J, Ile mulullie inrt>ttive pet· le quali ~li ->quipo::gi hanno nnn s ingolnr•· ::-uscctlivilll, m entre ''r ne sono poi ,Jrlle Hllre r.hc colpi'-r·orto con SO IIlrnn fa ci lità coloro eh•' ,·ivono a l~nu, f' èAnn••..!ziano pochis"imo gl'imbat'C8li. Ollt·P a r io è ncct><>::uri n trnt-r I'Onlo della rego!at·ilil


lliVISTA DJ GEOGRAFIA

nol la r·icot·r·enza di tali epid emie, non polendosi da lla irregolare e temporaneA esistenz.a tlellc mt>desime desume re df'lle IIOt·me per· evitar e alcuni pot·Li: resta quindi o determi nare in pr imo luogo qua li siano le lllalattie Ja le m(• 1·si, e poi in <iuali stagion i s iano Jominanli, pet• polcr11e cavare utili ammaeslramenli rig uat·ùo alrilinct'ario delle na \'i.

T. Malattie maggiormente temibili nei [!Or li americani. Stabililo il punto di ''i::la dtll •ruale l'autore inlenJe trallare l'argomento, e~li dichia ra non potet•si occuptll'6 ùi quelle malattie inl'ellive che, come la sca i·Ialtiua, la difle l'it~, il tifo e lo fe bln·e ricone11Le, non banno uno strcllo rapporto colle stagioni, né di quelle che st•bbene pt·csenlino una cel'la regolarità quanto Alle stagioni nelle qunli si manifestano, pure non costituiscono un notevole perico lo pc1· g li er1u ipaggi (morbillo, "ajuolo ?), n è infine di 'luellc cb c. come il colera c la pesl~, non si manife::;lano 111 modo t·e~olure o gr·ave nei pot•li d i America. Lt< iuvestig11ziou i r·imangono quindi ris lt·ettc e due sole nwlallie, tdla malat·ia ed alla febbt'" gialla, poiché queste due malattie nOI) solo sono l e l1ltllflltie in l'c l ti ve piu diliu!:'e nei porli am ~ t·i can i , sop 1·alu LLo della zono tl'opicah;. ma s i wanifestano in stagioni ben determinale e costituiscono un gt·aye pet•icolo pet' gli equipaggi. I morbi 111al~rici sono diffus i s ulla rnaggior parte dell'cmisl'ero occ!denlalc, e specialme nte nelle contrade tropicali e subtr OjJicali si riscontrano le forme più gravi della iufezione. Del pari fa fcLbre ~dalla è as::>ai diffusa sulle coste ùel co nti nente e delle isole ù'Arne rica, dove si estt' nde pet• 55 g rttdi di latitudine (da 32',4U' lat. nord a 22•,51-' la l. sud) tau lo da potersi dir·e malallia essenzialmente a.me t·icam1, p:iacchù non se ne Lr·ova che un piccolo fom ite s ulle custe del l' Af1·ica (Sie1·ra Leone). P t!J' quanto riguarda il pre!'eularsi della molnria e della febbre g iallo aù t>pochc delPrminate, si pt:ò usseriee ·: he non


'E CLBfATOLOGJA MEDICA

1005-

esista a lc un' al ti'A malal.lin infetbiva c he stia in cosi diJ·eUo ed immediato rapporlo con le stagioni. Dove la malaria regna e ndemica essa si manife;:la in tu~te le s tagioni dell'armo, ma pr·esenta dei mRssimi e minimi ud epoche determinate. Una regolarila ancora map-giore nell'esoeflire e sviluppaesi dellf! epidemia in di pendenzn delle s tagioni é stata consta tata perla febbl'e gialla e l'espel'ienza di un gr·an nurnPro di epicLemie ba provato ehe io sviluppo epidPmieo dell8 febbee g ialla è detel'minato da condizioni atmosfeeiche c sopr·aLntlo dall'andamento dt.'lla Lemperatur·a. Nei paesi dove la febbr e gialla è endemira essa assume u11o sviluppo •··pìdemìco solo nel la slagioue calda. L<:~ malal'ia, e la l'e bbre gialla sono inoltre in specia.J modo pel'icolose per gli equipaggi: J iffatti queste d ue malattie colpi;:.c.ono a preferenza i nuovi venuti ed i non tJccl iUìl:llati, sicché 11e veng:ooo nwggiot·rnente affeLLi g li equipa1fgi; e cio anche più ch e per' la malaria vale per la febbre g ia lla, la quale :·iesce tanto funesta ai marinai che tal uni osservato ri le hanno imposto addiritlu r·a il nome eli febbre delle n a vi. Un'al lr·cl COliSiclerazione impOI'i,a,nle t'isult.a inoltr·e dalla pr opagazione della materia i nf'c~tt. i va malarica a distanza, rner·cèJe correnti aeree, pormoclochè p-li equipaggi delle novi ne s ubisc.ono la in1~u e n :z<:tJ anche senza a ve't'e comun icazione, colla terra . Non è ancora s tabi lito con cet'lezza se anche pel' la febbre ~ia lla abbia luogo questa propHgazionto a di-, s ta nza, ma molli m ed ici, basati s u lunga esperienza nei porti soggetti a lla febbt'e gialla, ammettono che possa aver luogo· la' propagazione dalla terra ai ba:::limen li e du un bastimento all'altr·o, senza clte vi s ia s ta to com mercio diretto. Quanta slrflge possa mena r·c la febbre gialla, risulta dalle slaiisticlte J ella mal'ina inglese In quale in lt'ent'anni, dal 1~;:!0 al ! R6 1 ebbe nella s tazione navale delle indie occidenta li e de ll'America !':etlenlrionale unt~ mortali tà pet' febbre g ialla uguale:: alla metà della mot'talità totale e nella stazionedel BPasile pet·fino ai tre quin ti.


1006

B.l\'ISTA lH G-EOG RAFIA

II. ·In quali porti ed in quali stagioni ricorre la febbre gialla e la malaria? Sotto i l punto eli vista della dif.fu:;ione l opngr·afìca rlelle citale mal 1)llie l'au tore rl ivid1• l e c:osle Rmerictlne in t r·e zone: 'l" .c;ona tropicale; 2" .·ona tempo raia seti~'nLr·ion(tffJ e 3" zona

temperata mcridionnJe. 1• Zona. tropicale settenlrionalr•. A. Indie Ol!cidenlali. Le i ~o l e cos'1 denom inate r-ornpl'e»e fra i ~radi IO e :!-:- rli lali l utl i ne nrm l hanno in col'nplesso il cara tter e dei cl imi LI'Opir.ali, e qu ind i l'anno non presenta quaLI.ro stagioni, nu.. duF>, ci oè i l !•Ct'iodo caldo o del le pio~gi e (da giugno a novetn brc) e i l periodo f1·e::;co e secco !rìa dicembee a maggio). L e oscillaziont dèlla tempera tura media duran te il cot·so del l'anno sono poco si g-nifìr::1nli e la differenza fra la l ernpet•ntuca massima e m inima va1·ia l r a 1• e a• in vicinanza df)ll'eqtln tore e ra ggiunge appena n· vet·so il Ll'Opico. D i queste isole la moggiore è Cuba la cui capitale Avana è il porto più im po r~ante deiiP. Antille. TL•tti gl i oslò'ervaLor'i sono ~·.ooco rtli nell'affcernaee cbe le cond izioni sanitarie della inter·a isola e riu\:;:simc del la capill'lle sqno sfavorevolissime, sopratutto per r.olo r·o che provengono da climi ternper·ati. Le malatti e dominanti sono lo febbre g ial la e la malal'ià. La commissione americana inv iata nel i8i'8 ad Avana per sLucliar·e la febbre 'g·ial !a constatò che le cond izion i igieniche della città e del pol't.o et'a no pessi me c n10l lo propizie alla di rru sionc delle ma la l lie infeltivP. Le fehhr·i in lerrni llen li vi dominano tullo l'anno ma le fo r'mc gravi pP.L'n iceiose si verifi cano solo nei tnesi eRldi (rla lu~l i o a novemhr e). AncLe la febbee giaila v i rP gna lutto l'anno P m i ete le sue vittime in tutte l e s tagioni ; nell'estate però si manifesta con meggior veemenza c sni ~~~gni chf\ in t]nelln stagione toccano questo por·to si verirka q nasi sempr e qualche rlecesso. La mala ttia non ha mancato in nessun anno e nessun mese ne è immune, ma da un quad1'0 dei decessi verificalisì da l 1870 al

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E CUllATOI.OGIA nrEDICA

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1879 ris ulta con evinenza che il numero dei morti é minim o rla genn~io ad aprile. poi cr·es:ce in magf!io, raggiuuf!e il massimo m lu1.d io cd in ap:osto ('comincia a decrescere sensibilme nte in novemlwe. Quello che s i ò dello per Avana vale anche peP ~?l i alll'i pMti cubani, Matanzf\0, CarJènAs, Cienfuegos, Tr•iuitad e SanLiago tlc Cuba: la malaeia e la ft>bbre gialla vi sono eudemiche ma ricorr-ono con Yiolenza maggiore solo n ei me~i estivi, tanlo che nei porti rli Spugna e jJI'eSCI'ILLa llnfl I'Ìgo> I'O>O è\ f(IH:li'UillenH j)f>l'le 118\'Ì [)1'0\'Cn ien li da Cuba tlAI 1" maf!"gin ~l 1" otlobrf>, abbiauo o put• no pulente nella. Si po!<:~iedono statistiche esalLe circa la Martini.-:a o la GnadalupH le quali due isole son dR noverat•:;i ft•a le più rna lsane delle Antille . dontinnntlovi le febhre malal'iche, lP qunli nella stagioue Hstiva aumt>nlano tli frequenza e g ravez7.a, noncbè la febbt•e ~ialla che vi é epidemici!. LP. stl\listiche intot•no alla mot'lélli là pe1· febbP" gia ll~:~ degl i ospeda li di Saint Pi<wre e Fort ùe Ft·ance dall'nono 18:26 Al Hl69 dimoslt•ano che i primi cinque mesi delr anno souo i più favorevoli, IR malallia poi aumenta nei mesi eslrvi, raggiunge il suo mas!"imo nell'autunno e comi11c·ia <J decresce t·e ve r!"O In fì11e nell'anno. Queste proporzioni pet•ò v<•n~tono spesso a ller·ate sens;bilmentc per l'art•ivo dRll'Europa di nuove truppe le l"j'lali non essendo acclimatHte, producono un sensibtle aumento dèlla ma lattia. La Giammaica hl\ pessima r·iputazio1:e pet•chè vi nominano inteu!'i!"sime la molaria ?"t'<n•e cd altre febbri mali~ne, P perché è il fomite pi·ecipuo nelle Anlillt> delltl fehbre giallo, che vi domina peeennemente, ~:~!òsumcndo spessissimo la forma di epidemie eslt·emamenlc micidial i. Ciò é da ascrivet·si probabilmen te in gran parte nl lt·affico comm ~t·ciale che è rilevante sopt·allulto a Kni gslon e P Ot'l Royal. E pl·t·ic0losissirno nei me!"i e~t ivi j l so:rg-iorno in qu~ste d ue locl\lit.à, menlr·e t.la novembre lino Ad npri le 11-l condizioni saniLa['ie sono mPdiocri, g iacchè alloC'a la febbre gialla è rat·a e lo febbee inlermillenle di rot•ma leggiera. Sulla nomini rl\ s i hanno solo scat'Sù notizie. Quan to alle febbd rnalaricho le condizioni sono a un dipresso lo mede-


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RIV ISTA Of GEOGRAFIA

e: ime che per le ic::oJe dianzi citate; all'oppostn lA febbre §!i Alla vi è relativamente tm·a: la r11alatlia vi ricon~ solo p er·iodrC!:Imente ed in questo seco lo non vi sono slAle che tre epidemie notevol i. Le altre isole del gruppo delle Antille. come Trini1lad, S. Thomaf;, S. C1·oix, Porto Rico, Hayli e S. Lucia, pilì o meno presenta1\0 lo stesso condizioni !;tHl ilal'il\: in tull.c domina endemica la malaria, rhe si manife!"la solto fol'rna p-ra\'e 1lurante l 'estate, nonché la fPhbro gialla in forma sporadicA cluranle lult.o l'anno ed in fOJ'mA epiJemica duranfe fA !"la gione calda. È soprattutto mAI!"ano Port au PrulCe nell'isola di Hayli, che i-> un vero l'occlaio d'infezione, dominandovi costAntemente le febbri i nlP.rmitiPnli e remit.lPn ti, spe~so di forma pel'nicio~a. e la f1!bhre giallA. Alcune isole dell' Arcip..lago <.<>Ile Antille offron o conò izioni snnital'ie mig-liori, segnA lame n te per •]uello che r iguaJ'da l a infezione paluske eli fot·ma I!Tavc. F'ra queste i ~o le vanno citale B arbadoes, S. VincPn7.o, .:\nli !{ua e S. Martino . che sono •·elnliva•penle ìrnrnuni da febb1·i malnriche; anzi Barbacloes ò raccomnndata co me In o go di con vulescenzu pc t' c.olor o che ne ebbero a soffrire. La febhrc ~iallo poi non Yi è endemica, Lalvolla invece vi é importata, llla d: t'ado assume svil uppo epidemico. ~on tanto buone come sul le isolo diate, ma sempt'e molto miglio1·i che sulle 1·imanenti Antille, ~ono le eondizioni ~a­ nitat'ie di Cul'açao, eire del r esto pr·esenla cond izion: geologiche 1001to diver!"e, giacché m en tre le Altre isol e hAnno alle montagne e lu~sut'Pgg iante vegctuzione ll'opicnle, Cul'fl(;ao é hassa, spoglia quasi di vegetnzione e priva di tìumi o sor:;onli, sicché vi adoperano l o acque piovune. Tullovia le f'ebl)l'i intermiltenti non vi dominano cl1e n el la stflgione delle piogg-ie, e la febbre !!ialla, sebbene vi accorra spos<;o, pure ::olo (l i rado vi assume forma P..pid<, mìcl'l. B. Costa oriento le. 1• Co;.:te del Golf.1 del M essico. - Il clima tlelle coste del Golfo del :\l essico è analogo a quello delle Antille ed anche a costo Ol'ientale dPlln Florida hu quasi lo stesso clima:


E C Ll~fA TOLOGLA MEDICA

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meno calde e piu sotto l' influpnza del con tinente sono la Giorgi& e la Carolina lllel'idinale. Sulla cosl!t degli Stati C n i ti, dal Rio G1'a11de Je! not\i Uno a Charleston sono endem iche l e f'ubbri da malaria ed in !!rad o olquanto minoee anche sulla co~ ta o rienLRle della Florida. La malattia ù tlitl'usa c grave sop1'8Llullo sulh.1 costa della Georgia. In LuLl i questi punti le feb!JJ·i intel'lllitlen ti Iwnuo un inti mo nesso colla stagione. Anclte la feblwe tri<lilu ,.i Jominn spPsso e da unu serie eli ann i ~i ruauife!"la rnollo regolarmente in va1·i luoghi della co.::ta, tl nei mesi es tivi ac<pti sln s viluppo cpide111ico . Su questa costa t•i su lla w teora più cvide uto che nelle An ti lle l a r elazione tlelle epiclt,mte ùi febht·c giallu con detur111inaLe sta~ioni. Di l li cpidetniu J i fel! lwe giallo, 3 ~ i svilu pparono in maggio, JO in gi ug11o e 1- in olloln·e, m~r t ti'O che Je al l l'e 94 si sviluppa rouo invec·e in lu~lio, fl~O>'LO e !"E'llembr e. La citta ~iù .importante o;u que~lù costa è ~ ew-Odcaus, luogo ntafsan issimo e dn F' vi tors i .lut'a ule l'e::;tate pet• infezioni palustri gravi e t'e bb t·e g ialla. Sllcondo lo 8lati;;Liclte, in 12 a nni (dal 1A69 al 18UJ) !-i ~nno avuti 50:11 mor·li per malat·ia e ~860 per febbt'l> gialla e la m cwln lil à maggi ol'e >'i e ,-erifi<:atu nei rnesi di· a~nsto, setle mbre !'!d o ltolJt·e, nei quali s i e bbe1'0 i ~/5 dei decessi per fehbr~ fri<~lla ed ollre alla metù Jei decessi per m Mlaria. Gli altri podi deglì Stati Cnili fino a Chal'leslon presc nl~< n o piu o meno le ;;Lesse condizioni: in Br·o,,·rtsvi lle, Gah·cslo 1n , Mnbile, P en;.ncula, Kcy - \Ve;: t, Soint·AU).:UStine e Charleston, dominano n• ll'estatf' ltl felJh1·i r emillenti gr·?,·i e spesso ancù e la feiJbrc g il\lla, :-ebb~nè questa 11on \'i u~suma il car·atlet·e mal ig no c:lt c ha in New-OI'!eon:: . Le isolt:: Ret·mtHJe invece p1·e~entano conJizim1i ottime: l& malaria vi i: qua-;i :,;conosciuta c la rPbbr c ;;iaila vi c slala SQIO importata quule!Je vvl~u. L a costa ot·iettlale tiPI Mes~i co lta un c:lima LI·upicolc con stagione estiva pitWOHI du' giugno a s e tlemLre, e con stagione in,·em a le r elutivameute !';ecca. L e felJb ri re111 illcnti ~ d inler·mitlonti vi sono cotuutti ssime. e lu mo r laiilù cui darrtto luogo viene immedi;almneut ... dopu t1uell11 della febbre gialla e della lisi: esse non manca1.o in nessuna stagioni', ma sono più frequenti dalla mf' Lu di gi uguo a lla atl età di tlicembce. L a l'ebbre 6'~


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RIVISTA DI GEOGHAF1A

gialla vi. é e!ldPrnica, ma da novemb1·~ a marzo si manifesta soltanto in casi isolati. Il po1·to principale f. VeraCl'uz che ha pessima fama. Le febbri ma lari che vi dominano Lutto l'nn no, ma sopr atlullo dU J'aute P rlnpo la slogton e uellr pioggie. Nella cillà havvi co!OLAntementc la l'ebbre gialla . clae spesso assume fot·ma epidemica, ma si manifesta prevalentemente di estate. 2• Coslo ori entali dell'America CPHLr·Aie. - Le notiziE' intorno Alle condizion i sanitarie dellt> coste degli Stati di Il onduras, Nicar·agna, Costa R ica e Colurnhia so11o scar·si!'.sime e mant:a qualsiasi dato slalislico. Il paese è umido ed in n e~l':una slag-ione nHHléàno le pio~g-if', sebbene dimJnuisCl'lno dA dicenJbi'P a marzo. La coslu ,. malsana, ed iu ccr•Li Leatti ,costa dci Mns quilus)add it'ittuJ·a iua bitah ìle por g l i Europe i. Su q uesta costa dominano l·· t'ebbr•i mallwicho perniciose che coslilui~cono i 9fto uellu lolAllt.a clt•lle malnllie: i mesi più IPmibili sono m a rzo, t1prile, agosto, ;.ellcmbt•e e oLI.ob•·e. Anche la feblwe giaiiR vi si manife!?ltJ tempol'tmearncnlc, ma pr•oba bilmenle uon vi è endemira. l parli sono ùi poca impnr·lanza, ad eCC!~Zion e di Colon, <'8J10 della ret·rovia de ll'istmo di Panama, dove so11 f'110q uenti le febb r·i inlerrn itlenti da ma,:rgio .a novembl'c, ma dove la l'ebbre gio lln non è difl'usfl. 3' Coste di VenezueiA e della Guyana. - Sulle co;;le di Venezuel11 la stAgion e sr~c·c.a dura da :tenuain n f!iUt:{t iO. V i domin ano le feb bri perniciose e quAs i ogni es tot·~ vi s i ma nifeslu pure la fcbbre7ialiH, ma negli ullimi nnni non in l'orma epidemica g r avP. l due porti principali sono La Gua~ ra e P ort.o Cabello. La rrimfl di f{USSI.fl d ilo localil.o p resenta cnndizioni i"anitar·ie miglior•i, non occ:oncnrlo I'I'I'C'{Uentemrnte le febbri malal'iclie e solo spoJ'lldicamenle la fcbbr•e giaJia. Pegf( ÌOPi a ~sai sono le con.l izioni dJ ]lfll'lO Cabello: la città é edificala in luogo bas!'lo con palndi estese all'i ndietro e lagune sni !ali r ~u l d<Fanli, e le fPbbri palustri, non che la conl111ua fcbb1 ·e gialla, la 1·eudono tanto lemuw che viene poss1bilrnente evitala AIIC) Je dH i Ctlpit.an i d ei legni m r rcanli li. La pa t•le piu malsl\na t! i lulla (Jllè!'la CO-'! la tl' A met•it·t' 6 la Guyana. :\dia Gnyt•na rran<'ese le condizioni sernbrano essere ,peggio r·i che nell'ingl ese 1'\ ncll'nland ese. A d iffe t·e nza di allre r e-


E CLl'l .tTOI.OGI.\ I!EDIC\

<IO Il

gioni lropirali, nPlle Gu yone la stAgioni} delle pioggia coincide colla sLAgil)ne fredola. o la !<ltlgionP ~ecca col caiJo. Quesli paelli sono fra i più pio\'osi rlcl mnnùo; rln no\'embre a ;.!iugno piove quasi inC<'l'18anL<•ntcnLe; i me!li di agosto . !>6Lten1bre e ollobt•c sono i piit ~f'cc hi c nel l entpn '~lesso 1 più caldi. La malallia olominant(\ la infPzionP paht'~L re dali•• semplici mler* mi ll<•nli alle pet•nicio~<'. L e ft>bbri però ~11 11 0 mPno grA\'Ì nei rnoHi piovM<i P ft•e!=ir.lli rhe n"i rne~i nsciutti e caldi È dubbio anrnt'fl se ltt ft>hlwe p-inll u sia Pn1h>mica ~~t•llo r.uyana: se ne O!'S•'t'Yano peto "empt•e riPi ra"i "pnradrn H '"J•Pso:;o ~i ha la d ii'I'I ISionc epid1•rnica

o

c. co~ta orr·ùlenlale. La COl-'la dl'l Pacllkn riPIIA ZI>IIO. lropir·ale SPllenlrionale prt>~enla conrlizioni m i:.:liot•i di 'J116llo deii"Allanlico. I n questa

cof'ln l't-tnno :>i s udrliviolt> con gr1111tle rt'!fr•laritò in due sla?ioni: la slAcinue fn'«l'A, piovo!>n , la cAloiA e secca. I l prin.('Ìpio •lcllo !'IR~rone pinvo~a vnt·ra sec<Hulo la oli..;l anza dall'equn llWn r c0mi r1<: in i11 ghq.('IIO ~ u l l e cm\le dot M es~ico , in meg~io n«>l N woraguo , g:ia nell'opt·il~> n PauArnll. Il Lrallo m e!l«irano rli 'llll'="lll <'O"la •• menu mrcslaln dallo febbrt che quPIIo detr Ati Anlico; Ps"~ clr1rninono sol" 111 tal une località, corno A tupulco. :\l~ zallnn r. Mt'IIIZAnillo, ma "i as;;umono estn~ma 1!1'8Vilil. Il por·lo eli Aropulco l' cir·condalo ua alle m on tag-ne che impedr~f"<>no lè cnJTt'nli cl'ur·iolanlQ ·la let·r·a che rln mar·o: ad nl'rt> nte dolla cos ta havvi una es le~o palude o n el~ vicinanze rJ,.II.~ lugune. Sulle M~lt' tlel Pacrlico di GuAlPmaln, Sau Snlvarlnr e Ni~ut·ngua, dnrninono lo frhbr·i iuLrr mitlenli, ma la febbt'l' giallo non vi Sl t'i"c01 1lrA c lttl in C8'1Ì i~oiHli imprwtati dnlltl co!lla dell' A tlnnlico, -.pbbene si "iano v«>rificale Anche dolio epidemie. s. Jnl'è, Ctllil litlorarlt'O prinr•pale dt!l Guall•mata, e fAbbricata in mezzo ad l ini! palud 11 ori il !'IJ!'.(I-!'iornllt·vi è pet•ico ln ;; i ~ s im o pl'r gli europei a cau~u ci<"JIP r.. hbt•i. l porti pl'int~ipali di Snn Sah·nd11r· c:c•uo .\ rn.iullu. Lil11'rlad e La Uniou La slal:!"i oue delll~ pio;,!gie Yi dnr·n da !!iug:nn a setl cmLt'e eri in qn,:osti nw"i l'ulrnnsr... r·o e. Nllt·emAmcntc umida. N ttlla sLAttinne "Pera In Lempl't'alut·a ,, moMr ala "Pmpr·e ;lall'imLallo t'egulRr c. C'>t·rnto e San Juan .td Sut·. 1 pot·ti del ~i-


10 1.2

1\lVlSTA DJ GEOGRAFIA

caragua, sono malsani molto durante l'esta te. 'ta stagione delle pioggie vi comincia i11 maggio e la pat·Le dell'anno m e11 o pet•icolosa decorre da dicembr·e a maggio. Il porto sul Pacilìco di CostaRica e Pu nla Ar 0na!:'. La ci ttà è ~:ostruita sn dj una liugua di terr·a sepat·ato dalla terra ferma che é costituila da una es tesa po lude, dtt un po rto an gu~ to che in g t•an pat·le r e:;Lu a secco durante la bas«a mat·ea. La stagione della pioggia dura genet·almenle da m aggio a olk•bt·e .l uranto gli alisei da sud ovest men tre uur11nle gl i ulisei dfl uord esl si ha la :;tagione ft·esca e secca. Le febbl'i malarit:lte do minanti pre~eutau o qu i que«Lo ùi purlicoi<Jr e. ehe !"i manifestano sClpt·altutto nel lu stuginne ~eccù c cogli alisei da nord est, menlt'e ..:oulr at·ia.menle a quello che succede in aìlre località i mesi piovosi ne sono i nununi. Gli nli~ci da nortl f'SL che portano le f'ebbt•i pa>;san o pd con tinente e sopt·attullo pei luoghi palud(•Si litlot'tln ... i, me11tre gli alisei ùa suù ove;:;L vengono da l mare. La [ebbre gialla si s viluppa sol0 pet· impo!'lazione, ed lra. iatlo f'lrage a Punta A r•enas dal 1868 al 18i0: è poi curio:;o che In rnassima intensilit verificassi nella stagione :>ecca, mentre elle 11egl i ai lt'i pot·ti (lell' Arnt' t'ica centt·ale elle conlt>mporan t>amenle 11 e enwu i nfestati ~i ,·erificò itwece SOlO tiut·anl t:: Ja !o:lRf!iOil U piO\'OSa. Anclte a Panama le l'el)bl'i pa l ustri co~ li lu iscn n o la ma latlia piu ..:omnnl', e vi si maniftSLO. :;porutlrea ed epidemica la febbr e g-ia lla; i ruesi mi:.d tot·i sono gent 1aio, l'eb ht·aio e marzo. Zona troJncale m eridionale. ' A. Costa orien lt:Lie ciel Bra~>ile. - L a costa del Hrnsi le Ja P ara nno a Sanlos ha uno E<pi ueato ca t·u tlet·c Lt·opir.alc; i mesi piu caltlt sono dicembr e t' gennaio, e lulla la stagione caltla coi tt cide collfl piOI!f!ie. Vi o:ono dil1'u!"e le l'ebiJt·i d: mal t~ ria rnfl d i f(>t'ma non gt'a' e. La f'PI)br·e g-ialla Jn l suo pr i ttJO compar•it•e nrl 1~'<+9 non lta più lo;;cial•· queslt> coste. La capita le Rio de Jan!:lit·o eire è in una delle pi u bolle posizionr del monJo, dura11le l •lll'Ccchl m esi dell'un n.J è auehe un C' Jei l uoglti piu mulsani e le rnalallie più per icolose sono, la malat·ia e la ft::Lbl'e giall a. L a stagione esti"a è caratlel'izzala dal numt!I'O e dalla graYilù d('lle febbri palu stri, !"opr allu l lo t·emill<>nti. La febbt•e giul ia Ja una sel'ie di onni non


E CLI.U ATOLOGJ A )[(WICA

ò mai scompar sa du Ri o de Janeiro, ma la stagione della riC0rrenza epidemicA clelia malattia è qtmlla dei mesi csliv i ed autunnali (da gennAio a g iug no). N egli a ltri p orti br·asiliani della z ona u·opi ca lc come Par·a, M oran han, N11Lal, Parahyba. Pet'nHmbuco, Hahia e Sunlos l•' conùizioni sono a un di!)rP-s:;o J,~ medcsim·-. solo la feblwe gialla non vi domina ~on lo sle;:;sa cof"lanza Pd inlcnsilù che nella capitale. Essa però ricorre sovenli sopr·attullo a P~rnambuco, Bah i a c Sanlos e negli anni in rui é inlenM a Rio di Juneirn f1 11 8Si sempr e domina vcemPrlle an che in que:;l.i pMti, e di eiò è causa il nolcvoJ,, co m mer·cio fra IJLLeste l oc~r l i là. H. Costa. occùlen(rtle perucian.a.- Ln c-osta pcruviana Ira un carallèra •t nasi specittlt:', per la mancanzn pr·essoché lolale di pioggiP. Ad cccezionfl dalle rh·e dci liumi il pae~e t> quas·i privo ùi ve~elt~z iO rlf'. In tulla l a costa *'OrtO comuni le febbri miasmalich c ch e !lorn inano a Pay ta, Cflllflo e ~op r·allulto od Ariea, m enlr·e I q uique, l\lolleudo ed As lay sono r e lalivame nle sane. r ca si ùi rellhri rno lRriche ~onn più nurner·osi e g ravi nella stagiono cblùa e sopr·flllullo in ~t>nna.io, febbraio e marzo. Una località pericolo!>a per l<~ malarin gr·ave è Arica le cui conJizioni topo~nllìclle sono f<J\'Ot'Pvoliss:me allo sviluppo di q uella. DifTHlli il soolo vi è nudo cd arido Rlla s u pel'ficie ma a poca 1) t'ofondi l!'l si lr·ovano abbrn1<larrli le acque d el ~ol­ Losuolo. L a fcbb r·e :riolln Ira dominalo spesso nei porti pcmvian i: da •puw<lo vi l'eco lo prim'l compar·sA nel I R'>'t vi si mantenne con n11·ia intensità lìno al IH:l9 o da quell'epoca accorr e sporadicamente ogni anno B sorwotlutto a Callao, ed anzi nell'u ltima ,!!UO t't'A fr·a pt>.r·u,·iani e c hilen i Ira faLlo (:en· linaia di vittim e. An(:l •e fJ1 1i la stagio rre r.c::cr·cita una influenzo manifesta sul ln rna lnllili clominanrlo essR soprallullo nella !!LAgioneestiva ed autunn ale (da gP1rnoio n friugno) non aiLt'imenli che le rebbr·i palm;lri . ;-.;ulla cJi speciAIH è dR aggiun ger(' quHnlo alla cnf"la che ùni confin i del P e t'Ù si Pslende all'erruntor·e e che spella alla r epubbl ica dell'Equatore ed agli Sluli Uniti J i Culumbia. Porto princi pale di ' lueslu co;.Lo è Guayaqu il dove r·egnano en d ~ ­ miche le febbri da malar·ia c!JC assumono foJ•ma di per·ni-


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RJV!STA DI GEOGRAFIA

cioee al principio ed a lla fine de lla s ltlgione ca lda, e Ja l'e bbre g ialla che pare vi abbia preso ilim ora !\labile manifestandosi però s oprallutlo 11ei rnesi cAldi. 2· Zona temperata settentrionale. Le cosle della zona lentper·ata poste al nord de l 3i!" g rado· di JaLi Ludiue hanno un c lima lempe1·aw cltl:l sul limite di questa zona può di t·si pel'fìno f1·eùtlo. Sulltt co~lo orieuta le il ' cl ima ha u1 1 ta l'nlLere Ut\Cessivu e~se nd o no levolissinte le ùiflet•cnze J'J·a le r-;tugJOni, giacchè all't>slale calùi~si tno :segue un irh·ern o o ltremodo r igido. Su l!~. costa Wl'Cide nlu le e~l coulra1·io le difleL·enze di Lempcrr-llm·a non Milo Llmlo g1'andL 1 pot·Li d i questa Lona preSI:lltLano cu ndizi oui sanl l<:H'ie IlOrmali. Le malattie infellrve iu genere non sono più uumeeose che allrove a 1.; febbri inlel'millenli, noncl ré la febbre gia lla, sebbt!ne 11 0 11 mund llao Jel Lullo, pnru nou rivcslrJno un carattere La lr. di g1·a ,·ezut o cosll!uza do r eudere pcricolo:;o il SOtjg ior·no nei porti d t quesl.fl :wna ir t detcJ•minale stagioni L e 1\::bbl'i malaJ·iclie non sono nò clttfuse nè gl·ttvi e sopra Lullo w,ancnno le fùrUJe pel'ltit\io.::e, che 1·entlùno ta nto Lemibile lA zonn Lmpica le . La febbi'C g ialla si f. sviluppata sempr e per IIJljJO!'lA~io ne, c non molto l'u rame nte, sul!~ coste t1Lhw· lkhu da C!Jtu•lesl on a Hnlifax, ma irt nes,. nn punlo i> diventa la endendt·a. A. 'e'' - 'io1·k SI' ne $Ono a vulu 10 Bpicl<:\tnle nel corso di quèslo secolo, pe l'ò , s~~ ,;: i ti0 11 conto Jeii 'Rtlivissimo co1nmc1'Cio frn quesla cillà e i lomili dt>lla l'el.tbr·e· gialla nelle Antille, pa1·c clw le condizioni local i 110 11 ~ i a n o molto PL'Opizie alla diffusione ut'l kt malallio. Le coste del Pacifico di questa zonn offr·o1•0 co11tlizioni sanitar ie ancor a rui gl io,·i. Le l'euLr·i m,do l'ic ln.: domimano solo in tUI ll'allo limilalo delle Cl>Sle no1·cl Jellu Calil'oruid. La pa1•L~;: met'idtonnJo de llu Ca lif'ol' ttia in vece, du San Diego rl11o a Monlerc~, uonchf. le C08lc Jell'Ort>j.!on e dci dislrellr piu sel lenll' iomrli ne sc11t0 cornpl eL!l sn enle i111m un f. Non è per ont\O· dimostralo se la fehb1'e gialla ohbia mui 'isitate que.sle rcgions, ma ttnche ~e cosi l'o!>se le suo comparse uon surebLero sla le che esll'emamentc 1·ore e l'ugacissinw. 11 j)orlo principule è Son Fl'!Wcbco, luogo sanissinw.


E Cllll.\ I'OI.OGI.\ llJ::DlC.\

I Ol :)

3" Zona temp1•rata meridionale. Secon lo uoauimc opinione lulll' l~ coste ù'ArneJ·i ~.:a ùella zoua lemt•erata ùt>ll'tc>mist'oJ'o austr ale ~i distinguono cln quelle

dell e alll'e zouc per la lot·o sal uhl'ilà . Le all't:zaoni malariclu; vi mancuuo quos. del lullo. La malaria é poco diffusa e benig na u••lle pt•o ,·incit• meJ·~tliunali del Ba·a!';ile, t' manru aH~olutaawule nel l" C toa,:ua~· t• nt·llu repuhblicn At·gent i nt~. Secondo toluni Jlfli TCh h(• "hc dnl 1 8~d l~ f•l!Jhn paluslJ·i siano diventali' cntlcmiclle in taluni punti .1 .. 1 Chili ma t•erentcmenLu 'tell ne~ala r ecisRmeu te f'c,-a~Lo·nza caHlemica dello affezion i lllill!'lllalii'IIC in IJUellc I'P;2'Ìt10i. l.a l'cbh1·e giUUI\ ,·~ $Lals o~!>e rvula solu sullf' coste occid~utnli c i pol'li mel'lridioua li del Bt·asil<· ~<o no l-'tali inf'elll qua lche ,·olia da Rio Janeil·o, ma la malulli~t unu La avuto mai gi'Unde .tifl'usiouc c si ò ~empr·c t'!:;linta in cttpu 1\ J•uch• rn e~i. Di febbre g iulia ~i sono i11<.•ll1'B U\'ule epidemie 11 :\Ionll'' 'ideo (Anc.h•• I' I'CPlllPrn Pnlc nel l ~ì~ e 1:--73 rwi mP:-i raldi, ola Ett>nnaill n J!iuzrrn), urA la analaUia fn !"t>mprt' impOJ·laLa; lo sl~s"o vale pt> t' DuPnos-A ~l'es riO \l' nel 1!<58 P l RiO vi furono epidf'mic molln g 1·a vi. Lo t•piderniu solnvuno conti atcinrr. in olicemht'C e d ul'lli'C lìnn o gmgaw. L'ulltmA do•! 1 ~70 fece ollre 2:>000 villimu, aua ::, 1 estinso• uel ~iugno 1H71 e da quell'epoca la muJaltia IIPTI i• fiiU l'iC11111pù1'!:'ll a Ou~m•>- - .\.yrc~ . La coslu d ailena c ~lalu se nrpl't> inrmunt! do. febbre gialla.

Il l. Come dovrà quindi stabilirsi l'itinerario delle navi di stazione sulle coste d'America?

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Dalle cose e,.;po.,lu rbulla che le zunu le111perat" cL\.mc rica tAr llo rrell'cmi-.fero lm reulc clu• nc~l rauslt·a ll' po!>~ono r ilenCI'Si io g<·nea a le cuant· san•· e che sento pPa'icolosi i 11 determinale slngioni !>Oil!lnlo i porti dello :-.una II'Opicale. Cau~a ùel peL·iroln :-::o 11n In mnlut'ia e lu r,•bbrP ginlla, che hanno inlimn allinenzfl ct•llh S ~R ~1o11e c-aLla, ~iccht~ durniuano nella zona l ropiculo al no1·tf M ll'e'luaw rt• lluralll<' i nostr·j m P!'< i e!'IU,·i , e nella zo11a tropic·ul"~ nl !:-Ud ,[l'li'eq uulor e' nei nostri m esi invel'rluli .

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RI\'JST.\ 01 GEOGR \ ~'lA

Come normn nello sluhiliro l' ilinrt·ut·io doli•• na,·i di stazione !'\ulle rCl!>L3 d'Aou•rica 1\ da J·itene••si che il soggiorno Mi hoslimenli nei pOI'li tJp,·e coinr~illt•re con la stagioni' immune Ila rcbbri. Per ,·tsilat'l' i pnrlt dt.'lla zonn lt·opicale J=;el· lcnlrionaiP duvt•ù IJUit.dt sc,~liet·;:i lo !>pazio dt lPmpo dn novf:'rnbre a tuUo apl'ilt•, menlt·c pel' vi<~ilare quelli della Z<>na lropi~le nwJ·i•linnal•· tona invet·•• ... ·eglieJ'::>t il lcmpo ùa luglio a novNnbre. Ci t} voluto ttll lungo lernpo ed unA :·wf'ie tli e~pet·ienze lt•i!'\LtS!'Iime P'''' l.:tU!!et·e a -.ulhilirt' qul'l>ln tnassHnn rigunrdanle le sl,e!!ioni nelle qunli convit>ne di lo•·cat·c i r•wli delle ,.,.._ gwnt lr OpicnJì <li A.llll'I'ICfl, t• ft•a fe ~IIHI'IIi,f!ÌOIII t'lll'll(lt>e ddle colonie amPt·icant> nondt(• n bot•,lo •lt•i legni dn gu ... t·ra si si sono contntc A mq:~ltoiu lo viLiin)c della fchiJI'(~ g ialln o dt>lln pf>rnidMa pe:· non avet· nllf:'ll1JWt'RlO l'li •·riHii prPcclli l'u soln \'Cr"n t 1 {ili rht• ...i Cl'lnunt·tò A mcllere n e' i•lent.n rla molli lu t·icot't'•!nza. pet•,udtrfl eli '!111'"10 tnalalllf•. e rna A~i me dl'lln ~'•~l>bre gif\I IA, lrnendone utili flll)mfle~lt•umenli intorno alle c.tagior i tH'il•' •tuuli con\lcn \'ÌSitllre i pot·ti t·lto ne soJ[Iicmo C""ere iufelli. Og!:i tulli ~ono ti'a-=\:Ot·.lo su '(uc;:lo punln e pr•"•So lullé h! na7.10lli l' !Lincnwio tielle tu1 vi -;i sta bili~ct• in confHt'milu. Pe•· le IHI\' di -,ll'lzinnc ::-ullc co!'le oriPnlali l' itin•· ra•·io dovrà s:labtlit·!>i in rnodo che esse uon locchiiiCI i pot·lt dello indie occideutalt pritna ,li 11ovembr•.· c ··1ueUi delle co..,l~ h·opicnlt del Bral-ile priu•A dc>llo fine di ~iu!!n o. gsse polt'811 11 11 l'imnu•·t·e twllc ludw occitle11tnli (Jnu alla fim• di upl'il••, Ula ùut·anlt! la -.tugione colti .. tlovranno o recarH nei pol'li tleiI'Anwt·icA fll'lla>nlt•ronult• (nl di là •lf'l :):!• f!ratln) o pt•t•n IPt·e S lO~IPIIB 11 61 {llli'LÌ tfplt'~t l ll'u OIOÌ<:f'Pl'O •IOVP ll!lll IJnP di }!tUg:llO co•nincia la "'ltH!ione ft'•·sca immune da ft>hbt·i. Lo ~te~so vnle prr lr. co~<Le •Iella 7.0IIA Lrnpu·nle tlel Pari· fico. per i pr11lr l'ti 11•11'.1 dell'ertunlot•<' Mno du "Ce!.!liP•·si i m r,.i .la dicl'tllhre a ma;:~iu l' per l(lll.'llt al sull dell'equalot·e i mc!'li da ~iu)!IIO a rH>v•~mhJ'f'. In ~cnc•re. como !'li "' ~·à t'allo ntltm·e, le co"IC tlt•l Ptl<'iflcn ~ono nHlllll piil Mne rhe •Jnrllc d••ll' A llanlico .!ella c.tP-"8 zona. imperocc-lu• non n e~•­ sltmn dPIIc hwalità pt>t·irolosc romo .\v:111a e Ve•·a Cruz.


11: CI.IM.\l'OL.OG 1.\ MIWlCA

1017

Solo pt:l' ra g io11i urgcnti::;sime uovrebbe esser•e lecito d i di ver gcr·e dalle re~ol~ ..spusle. Se p~r ra~ioni politiche o sociab fosse r·icbic::;t;.. assolukuneole la presenza di na,·i nei pa•·aggz Pfl•·ir.:olo~i dur·n11lt· lu !'tngi otlt' ca ltla, dovz·obber o evitarsi !! Im eno, Jur~m L e l't·poca in cui dura h1 febbr·e gitlll u, i fomiti [ll'i11cipa1i ùi •tuestu rual!!ttia cornc Avana, Vera Cruz e NHw Or·lt>aus. g.., thzu•JUH 1111» 118\'t• ro::;se coslr~lla a ri maner·c nl-lle A11lill!~ duz•azzle la stagione C1~ lclA tlovr·ebbe possibi lntellte a nc.:OI'SI'e ncll u iso le Bal'l>nùoes, S. Vincen?.o ,Antigua e Caraçnu. Sullo coste ut:ll lll'a-.11 ~: è zndit'ato Ili evitare sorwatuUe> fiio Jauerv c rzwanere in altri porti ddla cosla mr:no mal'>Siti. [ .'uu lor·c~ t·iu!'l~ ll t ll n i l cnnlt'nuLo dclln s ua nota nel seguente

modo> ' l' La runlnr·w e lu rt•hbrc gi»lla ~ono le tlue malattie più lem•bil i >'uile c·o!'lP a lllt'ricazzp ; 2' Quu,lc !lll"' l aUitl rlonlintHIO nolln IIJUggìo t• parL" dei porti della zozu1 tz·opic:al,~ (• la l :1:1• !-'l'Ari o latitudine nord Al 21' <!'l'&Jo lalrlutline :-Uri,. l 1orli ch'llll dul' zouc• tc•mpcratn c:ono sani; :1• La malu1·ia c la febbl'c gialla pre;.enl8no nella loro ricmTenzo nnu g-runtlc rrgo laJ•i tà: rssn ~i mAnifestano in modo t z tLen~o t• pc•J·ic:o l o~"O r.~cl u sh·nllll'l •lt> o almr11n prevalenlt>mt~nte twlla <.LAgione colln: ''alt> u dìr•e al nord rlell'etfualore da zn;,c.;~•'• •.l ginzno ad Uft'O"'lo o novembre, c al sud doll'r:qut1l<H't: dn dil'ernbt·(• n gcnllaiO li no a gi ugno. 4' L<: J ispc,:;izioni P•'l' l' ilinerar·:o <Ielle ulivi ùi s tazione SUilt• COSte Ulllt'l'icane SOli la prendt>r~i sempre in mo.Jo tale che il so::r!.:'i•'li'JIII 11ei poi'Li Jella zona tropicale coin ;iclu con la s tag ione 1'1'0sca, va le 11. d iru che ai.Jl>ia luogo al noni dell'equa LoJ·e ltCJ mesi di JJovc mbt·c flu o od april ù o maggio ed al sud ,lcll'... qnalore nPi m Psi di ~iugno fino a uovemhre o cl1cembr~. ,., S.


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RlVJSTJì BIBLIOGRAFICA Tubercolosi - Esame critico sulla genesi del tuberoolo - Indicazioni curative razionali della tubercolo1i, pel ùoll \'J'Ce:-.w ::iALvr. - ( 111poli, fl·aldllt Cr·blarclh e D. Gi !JrJ~;~nu, ediltll'l . -

Prezzo L

3).

11 pr!J f. Snlvi con uno lt'LleJ'u, fl•!llu quale rt\'elo lu "I(UÌ-

silczza t!Pll'nni m o~, n•·dtca il f'U(I lavnro nll'il!u'-'lr P f;Pll!llOr e Sah·atnJ·e T ommasi, Jw rclu.: jar'' onore a lUI non t'onorare un 11omo, nw un paese; e dicliii\I'H clt' o•gl i non qf{rt, Ribhcn e reslitui.~ct·

a l g1·an mnesll·o tw J rammmto ùel suo nlto

pensi.:co .

Indi. R\llnl• dj eut•·at·t• iu molt•J'IO, dice in un breve pr oemio che ., il g•·onde p1 incipio tiPI la c•vol uziouo, t·i<'nu o~ciulo per ,·ero in ng"lll' f'O l'lo di "deuz11 o 111 l11lle le fo 1'me po ~" ibili dello spit·itu umano. rwlla tlt>llt•ino t.h•l pa•·a~::-ili--mo i> ,·cuulo meno; c che lu ge11P~i !>ponlAilCf\ di m o lli~snn e malattie acute

è di\'enula un t'r rns·e cusi e\'iJcnle <'hc ncs::-uuo polrel.Jbe rilo•·nar ci F;n [H'o. " 1 pa•·as ... il• hanno ~uslrluilo i tli~ordini muleculat·i che dianzi ~i I'Ì<'tJOOSCt>V8110 COITIP. RUlo t'Ì •• fnllnri tlt>IIP '-Ì II(;OI~ malalliP, pm·c amnwlh•ntlo cuc quP~li ùic:ut·d• ••• molccolfll'i fosSC'I'O p•·uvocali du cuu~e tos• tlclle spec•rìcllt! » . Quindi !:!Ccnd e a Lt·ullnl'e i l cosi vt•ccllio, 1• pu 1· non pcr unco e~nuJ·tlo l.!rtt,·issimn nr~omenlo, 10 --•·li..:i c·nrit•)li, tli rui mi 8CCi ll l!(l l'ipOI'IAre

il ~unlo,

N t:l 1• (/ caJIU·sruufa c le lu r o rlotlrine srdlrt lisi Lttùe'f'colar.• l egli f'i •·ifà intlit>ll'll e •·ia>''-'lllliC l' inmwuc:o 1avot·o che

dni li'ID!'i d' J p(IOCI'(l[C IIÌ f!ÌOI'IIi IW"li'Ì si t\ lllCC:!:;o insieme inlOI'IlU allo ~erH:si do l luùe•·rolv, ai t·appu•·ti fr·a tuheJ•t·olo e scrofoln, lrtl scl'o foln P tisi, l l lO~ l•·a r• do In lun ga via prorcorsu dallo. ::-ri•·nzo, a CtHuinciar duiiP ipotesi prime JW I' vr-


RIVISTA Olnl.lOGR.\FICA

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n ire alle dotfrint• sp( rime11lali, ch'egli tratta nei tre S\1CCE"5· sivi capiloli (Contaoiosiià della lubercolosi). Ricortla comP «pelli al Villt'min il mr ritn d'aver hasol.fl la elollrinA etiolop-ieil olelln LIRÌ tubet·colat•e !Oflpra :nnumerabili e f,•fici ""P"I'ÌmPn li pc>r In via ipoder·mica e r.om e necessiti - a pr•o,·oc;H· IR tullo>t'Cnlnc:i -che «ia bncillifet·a In sostanza da inorulat'C'. poicl u'• i lubrr<'n li da F<lillloli rneccan iri e In materia C8"f'Ma di lutti !!li altri pt'M<'Sst moròoc:i non producono la lubeN•olo«i A~~tunlo pet· non e<>set' bncillireri, onde é rhC' si Clll'l'l• I'ÌRcl!in fn llit• IIPIIO !iCOpO anche lnOC\IIando muco c c::;~li\·a eli tubercoiO'-'i «C pt>t' U\'\'Pnlurn vi mnllchino i bacilli; come siu!"i adoperale> sl sangue ùei LubercoloRI a determinar lo malollia, e narra averP inoculato in tr e conigli di eci f.'OCCI' per ciascuno del sancrue di una lisica che m Ot'l l'indomani: de' lrc auimali uno soccomlwlte indi a d ne f!ÌOrni serlZO C8U'C nole: il C::CCftOtlo vi,::sc rptallt-0 ~rllimane, dnpo esser,· slnlo pt'OS'l tla l'··bln·•• in'liemt• nl com png-no nella 2• metà del :l• "(•Ltt•nttrio: l'ullilllo c::npt•avvil'.,P 1wr uno "ellim nnu anr'OI'A. i~ "UlH·r·lluo A!.C!!iun:.:·t'l'P d 1f' la Lu hel·colosi ernsi r ipro.loltn: 11 eire put·e nllenne il Tr11tsc:oinl ron inoculazi~>ne ùi ~alivu. muro nn<>lllt'. urinA. "'Ì'"t·,si lli vnl'ei r w l ~> di be"'lie tu bert·olotir'h<': il Oamsrlt cnn c;c•tlimenti .l' urinA di '-'Pile indj,·iJui aflèlli do tuht•t•r(IJoc:i uro· ~t>nitalP; il Dc nt'nzi con inocula7.ioni rl\'l r • Ltn d 1 ft>ri .li lic:ici ,• ..;erofolMi. Non lnlLi gli organl,.,mi però c::on lerT.. no I'<WCH·evolP •li cullum nl bacillo tu!Jercnlar••: rl fallo dcl!n donna ch 1• c:i frt·i toi ,-elr•i d'una s pulacchieea coute111mlc c::puti lubl'l'l'Oial'l •· fu poi afTelta eia in ~ot'!.d:i ~ ln ncJ,)Iat •i, f'<'C., pMla in favnre u<> lla inoculezi1111e. • Nr)ll pare elce• i pr oce«si ubtluali eli \'!'lt·l'inazinne (:>.upe r·liciali l't\~f'IIIOiure ci(>l tie:•ma) poS"IlllC'Il!·uc:nwlll'r l' lo ti~i, Pl·rl'lt•\ n on danno lungiJ n pcrretr·;.lz•on•• eli hnr.illi (P:orcrw n7.c eli Schmidl) e per·cir•• In linfa voccirrn ed i rot'Jilt"coli linfntici non contengono bncilli •. Il Coltnheim ammc·llc Js po<::!': i bi lit à ùel conlal.;Ì(l 1·•·1· le ''ie ~L'IlllAii t•d lrn istituito un pt·oc-e,.,,o d'•noculozione cui lta .Jalo il 'Utl rwtue. l L 'nulOrP po-.sn quin li a •·ife1·ir mo:li fntli comp t·ova nti la conlagioc::ilir per inl!e-.lione di soslunze Lub·?l' ·ololirbo (oia digesLirn); e combnltulu la ipot esi embolica del Mel7.11 Ue t·, .;;ol-


1020

fii\"ISTA

le'a lA ohbiP:tione "'''In inft•zinn·' Abbia hw!!o a nlllrosa inlt•:rra ,, no, d~lla O"'S• r'vllzinrw rh" certi ,.,.l••ni (cur·orn. qurllo~ .!ella vipCI'Il) non Al:i"COOO A lliUI'OSA illlt>~ t·a· ··i la In idPn dt>l n Aum!!8J'lPil •• !!li espPrirnenlr dt>li'Orllr. ciii' Rlimentc'l st>nzn ronse:ruerrZ•' drver•:.i nnimalr con Lub-'l'l·nlt umAni llt•purali <lai !'ali c.:a lrMei; ,. l'icor·lla il fAllo Ili un !'ignore rlu• pet• cspres!<ionc d'umore, lrAn!!ugiò una !>pula ·ch!cro di rnnlez·ifll•• purulenlo !'Cnza ne risPnli.;..,p 11lc•un .Jannn; on•l'<"t:li ronchinde t•ilencndo che lo inre,ione lubet·cular.~ per le \'if' di~C"li,·e non nbhin lno!!o "'"1178 ll'!<ioni lr> rpmh pt~rml'llnlln al h:willo penelr·us· zwl !'nngn••. Fa quindi il IJIIP!'ilo !"P lu lÌ"Ì pf'rluccn !>ia tlu c·on!'icl••rnre Alla slt>!'\!'8 !'lr og-ml rl••llo lubPt· ·olosr nmunfl; !'P l'uso del lotte .e delln rarnc di \'U~dw li<>irht> lr'Ao>rnt'lla all' nnmo lA m'llattia. t> c:i r i"pontlf' allermAlz,·amenlr. F mnlmentP tratlfl clcllu cnnlA~zosiw prr la nìn re!1pirllloria e scr111h' alla crl r Jclu~innt• elle • il mulcri:-~le lubPrcollll'<', flllot·clu~ p<>uc:>Lrn t11•ll' 1r;:nni«mo nnimuh• per unA dell~ !!t'anùi \'Ìe rh aco<:orbimentu fìpOrlenniCA, •ll!!•'<.ll\'8, t•r•o;psralorin). e <'8(l8 C8 rli J) I'OVOCill' lA lubiWcfJIO!'i »1 l' C'!f' rt Jo lubC I'COiosi "PE'I'imenlalo, a S(•mq:dianz!1 ùi lulli i p roct'~"i inf.,llivr, s i svilut'lpa dopo un pt)ri•• lo ol'uwu1U\7.1111le •. N el r•a pilolo 5" riepi logn lo J,. r,bir·:;ion i mO'"R6 al/n dottr ina !lp"rit;v•n'ale, clit'IJ iura non L1·nvar·vi tll':;ornrn li , lllll C"P•'I'imenll con indir'ii.Zn. t·nn znetoJu, con concelli fabi, tJUindi e rron••i noi l'iRullAlo. Ne l 1:)• ll'llt'cio la !f"Of!Nifln della l~tùerco/o.~i. ~el ; • pol·la dci tuhet·•·oh che si r1·Pd~llPro pro''''rali rlg soo::tauze non tul.Jez·colnri, o dopo nvt!r t•ipor·lnlo un numero ,:trtlllrl(' dz cs!wrienzf', Ira r•ui 1fuellr dt•l i\lortin, il qunle dichiar·a c>«ser vi lc.,iuni nnu tul,.•rcolnr·i nnolo~hc non ioluntiche Al Luhcr·colo <'•'O cu1 111 ct>rl1 I'B!'ii .,. r.mrozulono, c•ondude chf" In dioln~io rh•! lubc>l'COIO, d.•l norlulo, i· unn: lo ~limolo mecroni,.o; cliè l•· mAIRltiG lubel'colar·i !"OO molteplici •· <:!)Ilo la unwitò morl'olo;.dca .lei lul.Jer·colo ditrcr•iQcono t!l'>"Pil?.ial rn••nlt~ fr·a hz·o pct· li! elinlO!!iO (-;troll~t>IC>, uo,a , lano. mi<'rorocco, hocìlli, pnh·eri, :.n:slAnze lltt•rtil: L' l'l•·· la rnnlallla


Ili BI.IOGH A FI C.~

1 0~ 1

conosciuta Cl .! numb ùi tul,er·colusi può e~:-~e 1· pl'ovocala esclu~i vam ente ùal

bat:illug t11ber eolarifl. Nel r 8• capilv lo (Il lubercolo produzione jloaisticn speeijlca) espO!:-l <-' le doLtr·ill c del Vir·chow, pet· cui rol conclltlo anatomico della lohercvlo!<i lo _rtmulH/.ioni Luher·colat•i ùo,·rebbt>ro sepa1·ar::-i dalle tnliaru mazroni comuni, scuote dalle basi la specificità anatomico del lubercolo, ricor·tlonuo eu me le cellule gigauli non "ono forme t:aralt~:rr .. tichl.', "l:>C'iusive, ~J·ecitichc., costan lr Jel lubl•r·colo slc,.,so. poìcllé l'itro\'81'011!'\i uttot·no a col'pi eslt•t~nci inlrudoltr nell'addome dogli an muli. tra lo spazio dJ ùue luslriuc ,], \'elru f'tJ!"te Sl'llo la cute, ecc. Il tubercolo si avvkìna alueoplmmul irdiurnnwLor:o, con la sun hmJenla al nndulo, alla neopr·odttliOnl-'; ma un <:Omple~~o ffl l'8~iiiiiÌ OclliOitt' IÌl ffi O!'Olt'a <'Oflll:l :<i nllo11llmi d!lJ LUffiOI' I: puÒ dt-flliÌI':"Ì jW r 11110 O.:JI!!CÌSIP j) l'•)dQllfl llof( Ìt' li t' O () è 1U ~$Ì flC81'SÌ a.c1·aut•1 alla sililh E', alla IIIOI''·a, allu lepra. La lnbt'l'colosi sponlan~a oJ ino<'ulala tende ,.ernpre alla Ji "lll'll:l.iune , u l'i p rodn r·~• lon Lu111J dul fv él •lnio prim itivo, o J otet'rnlflare un )'l'ocessn uw1·bo,.u L!ene1·ult>. i nuduli d'OPI ar onza lnbercvlu l'l', Jl't.vrocuti dn qual!:'lu~• sostanza fisicochimicn, l'BSII'li JO 11 el l •li!I LO deiJn ÌI I OcllhlZ ÌOII e. fiC il ZII t•ipi'Odui'SÌ iu loulanaraa, s~'lllA iufdliH' l'ot·~&lll'mo c ruùur1'e una malallJU gcuerolc. Il mierooio Sf!l'ciJìco clellrt lu/l(• r cclosi (capitolo 9') l'u scoperto in reullù dal Ti!!l'i uel J f!~,IJ. t> !' aulOl'e &t meraviglia QUA,.! l'01116 Ot'''-UII 11Ult•l'f' I'IJ•Ill'll ]e 0::-,Cl'\'UZÌ<Jili ÙCJ 110S:lro COIIIlfll.lollulc•, IIWIJtt'C lutti pfu·luno tif'l Biild che ll<'l 18i3 emis:e 11 dubbio Psser'P p1•olJabllnwnte un loaltct'IO la causa pros,.,ima Jelln Lub.. t·colosi. ~l A qu...sla incuranzli alle no::.lt'e cose c H:cchio "'"tli. E111uUe1·n l'•·"iH~r·r••nt.r uunu•1·o"c istilu ile da L11olti J·icer cAltll'l e. dnpn ..!l' iu ...ucr.e8"1 r·e~1~ll·a la s:copet•ln del budllo i11 un ta~(J rlr tuhcrcvlo~i plc ul·ul•; c JH!r ic&rùic l fallA olltl Baulll!.!<H'lell COIIlf'tnpO I'Uileamf'nl·~ a quella del Koclr. Quind i t.rattn del ra/ore cliaynr,srieri det bactlli wbercr,lari (capitolo l 1J0 ) •no::olnJrHioue lu irnporlall:t.ll ~~~ puulo da potere istiluit't> la din!.!no~ i olcll•• Lu!J, r•'lilu:Oi inua11z.: cht- appai ano i segm fls1· i oi.JIJJetlr\'i (F,·uen tzel),e lu gra' ìtù (HPt'On) e lo sede


10:2 ?

Rl\"ISTA

nnche della malllllia s lCS"8 (Friinkel). T r&ll..t cJel contnyic fe nomeno dell'a.tticita d t micrnt !Jantsmi patoyeni e t lire e~~Pr fucilo s upporre pèr ciac;cuno. tua.lotlla infeltiva un mict•ohio l-J'èt!t&lr, t!ilauJ IJ'lè pt>rn (,ic<.-otur vt•t·am~ule ··••rlt) Lttluni che lo fu r ono per· brew letupo. Nel capilolo 12" pur·lu del!& lt•asm is!'ionc della luhercolo--i at dtsc.-ndenLi; cilù l"opinione dol Colin l11•inl, il quale 11011 <·.ro1IC elle In Lru"'mtl'<sione er·I•,Jilnt·iu di' Ile~ lubcl'colo-<1:;io dituo!'lt·nhtle se 11011 nel ft•lo: roulnre ne combatte le Jtlce !'O!Otencndo cltt! i diversi org-anil-ltli JIO>'l-nuo l'ill'fH'e!'f'IIIAre un lcrrE'no propizto o reft•altat·ro ul lmctllu tlellu Lt;bercolo>'i. t' che ull1mellendo nella !:;Cr ufoln.;i il ~olloslt·nto della luiJPr·colosi. il l"rt•eno di cullu r·a al hacillu s;pecrtìco. s i ht1 ti per·cltè fi:.di di ~cnìlrwi Lubet·co,osi 'llllttJ ot•dili~>t'tameule l!!'l'Ofolosi, pet•chè gh :sct•ofolosi rlell'iufant.io. !'ia no 1 tuberr·olosi dell'adolt•"ccnza. Collo \'t~dulc rl•'i Co ltnhei rn IJUesti t'alli re~ lerebbc t•o in ~­ splicaU. Nei copiloti s tH~{'6!< ~ i vi (t3•, l 'l-", 11'l" c iG•) lt·a lln c~ lc~o.m r nle dPJla igiune della lubet·colol-'i, della rut·a razionale dei mtwbi int'i!llh i e della lubet•colosi in pa r·licolorc. In comples!'o C' unn ecct- liHnlc compilaztone dt quanto Ilnora. si f> dello e scd llo sulla tubet·colosi, con Psposizione cluara, pr·ofondo per' &!'lilil di crudi;done, pet· ~agac:ia t!r ct•ilico non pt·lva ùt t>!'pm·ieuzE' proprte. Taluue 'l"~~Lioni pe1•o "<t ncceonano ~enzo discul-Stone, no> l"i sa da •rual par·Le Jll'Openda l'autor e: ll'llune :-;i confuluno senza :::nstiluziouc di ut·~omenli cosi solidi eh,. val~uno a per~uatler meglio di (jnelli che si voller o abbaltct··•: manca lo sluù io di una call!<A g r•nve r.! i contagio - q11elta Je l s udot·c e del le Yeslim•!ula ùci lubcrco l o~ i. G.


BI OI.IOGRA l' l CA

Della competenza scientJtlca e giuridica. del medJoo nell 'eserolzio dell' a.mmlnistra.zione sa.nitarta. - Dottore C. Z uccm . - (Giornal~: della Soci~ta italiana d'Igtene, fa scicolo l e 2, JXH6) . È que"lo uu lavoro rlte fu prcmiulo anche all"ultimo con· Mediru Italiali A a Pe1•ugiA.. L'aultH'P r1cor·do f' ria"5mme h• notizie sulla t·iforul& SAnit aria iuglt>se e ge1·1oanico, nu11t·l'è la ::;lur ul della !<lhwzione allualc delricrieuc in gr •fl •'l 't~ le in rappol'lo alla pu])hlir:a amministrazione t! alla sa 111là pubbhca . Swlge quindi alcu11i cag1·c~so doii'As~ociozio11 n

pitoli sul ~A ni tal'i"mo r.omc !<t'it>nza di stato - >:ulln ~anilt\ e la "ci~>nzu .l'ummini<>LJ·azione- la ~11111 là i11tPrnaziona le la ~at1i to n ell'e~et·cito, In quale c;:;:::o dt"iJt• ut sani lo 1li pace e Hl nità di ~uPJ·ra. Oict' che lu~ t•appot•ti colln sanihl pubblica nei dow>rJ di leva; e che nel "'"t'vizio ~ la sanita t! ancor n nelf1: mani d!! i r'01Jtanlfllntt, ma il t/oor· r~· dr d~frsa incPrt>ssaltdo nnrhe il' popolazioni. (r flt""rfÌ mo,lo Ili pr r•l!(/erl' la .'iwt

posi:.ion.e •. Non é il cu"o di iniziare una polemictl, e quindi Jasciamn nvvollo nel vr. lo delln sua oscuritn codesto periodo, che nou è facilt> <'a pi •·lo. T••atta rruindi, con Pa·udizion<' •· C()fl molla compelenza della sanità nell 'ecou omia lHJbblaça 11 nello Stato - delln sanihi nella ~·ustizia - " dt>l sautl.ari.;;m u come còmpilo cieli' ammi nist•·nzione intet•nu. li dolt. ~uccl ai dico f·he l'igiene i· UnA s<•ienza biologica c nalul'ah'. L'autm·p p1•opugna d diritto c:anitnt·io pubblico, che dove e<.~f'ere costituiLo dalle lf'gi!i e daalle ordi aatanzc d•!l lo Stato, ed emct·get·e tlnll'insit>me di qucsLt>; cd espone lA genec:i del du•J llO che lcgllluna J'ozinne Ùt:'l mwico uell' eserdt.iO dell'ammiTIÌ$lt•azione Jella sanità. Dopo lraltR iu pRrt1cnlar e ùrlle istituzioni ~auitam~ Yigen ll n el JlOAlro pam;e, dcc:umeudole da lllVOrÌ O !;<llldi tl11 noi f,.Lli, e voli f'ffiP<:si mlot•no oii·Ot·ganizzozione ~anilaria mdlo c:Lalo attual e tlell'a lllminisl.t•nziunc .!Pila ,~~nità, pnl' pOltH'e stabilit•e se ci tr·0viamo prt>pat·l\ll a lla t·aclicule lrashcmazione degli organi ammiiii"'Ll'Alivi :;anilol'i e come l{uesla polrebbesi eseguh·o. Tien•· in 'JIICtile t' ÌCl' t·cho l'o••dine cronologico sulle


l 024

RlVfSTA BlBLLOGIU FlC.-\

disposizioni sanilar·ie, cominciando dalla leglle napoleonicH del 1806 s ull'amminis Lr·azione sauitat•ia ci vile nel J)I'imo r egno d'Italia e venenuo fino alle condizioni allual i ùella nosL1·a tl lU· m inis tr·azione s an iLar·ìa. N1-lle ronclusioni dì ques to l avo 1·0 l'a utor e pr•opugna 1111a legge <.li or•ganizzazHme sanitaria aulunoma, in.iirende nte, con uffi<.;i sani lar·i n ei Ctllnuni , nei ci rcondar·i. nel le pr·ovincie e p 1-esso il go " erno cen l r•a le : in unrJ pal'nla vorr·ebl>H ciò c he g-iil l'illu!>lre Ht>yl'eldPr' tli P ielrobnr·!!o propose in una pubblica l eller·a al pri ncipe· •li BìsmaP<:k nel 1R';'u, cioé l'istituzione Ji 1111 ministez·•J t!'igit>ne pubblica .

NECROLOG I A

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SullA prima ••ra del ui 7 flgoslo 18RU moriva in Roma , dopo l unga ma lattiu cA z·diflca. Dionisio X imenes. maggiore

m !'clzco della risen·a. Nacque il ·17 ugosto 181H; tlal l4 ~iu!-fno 184U egli fu soldalo, e tr·a lasèiò la' ca rrìcwa al 1• dreelll br·e l~~n. fJUando s i reslaurò il Gove1·no puntzficio. 11 2t ;;:ette111br e 1860 si tru vò nei Caccìfl lor-i Jcl T evP.r·c mcdir.o tli ballaglione: il 17 luglio 1876 ru col,locaLo a ri posfJ tliclr'o s ua clarn anda. gbbe la mcda,:tlin cnrnmo:m"r atha pi·i fall1 eli Vict>n za (Vicenza P Roma 1818-4!l): quella pe r la campag-na dt>l VE'neto - HH-8 - p er· la dil'e sa di Roma - 1849- cprella del t860-6 l: la nzcdagila J'arger:lo Al valore. guatia!!nalasi durante la repr essione ciel bri~anl~1ggr t1 : dun tn!'i..hglle d'argt..:n lo per benenlerenza alla snlutu pubblicA. Al cilladrno. Al ~<olduto. al pnlriula vir·llzttso, pac·e p<>rpetua . 11 Di: e>Lt.ore

Doli . FELJ CE BAHOF FIO r;ol. meli. ll Collabora LOl c 11f'rJA. R .• M<o1r In<-•

V or-: So~l.,IE I I G u~:LFO

1 1 Ked<" t-tor' e CI.AU IliO SfORZA

.llf11i~lcro t1ella .fllll'l~ta.

:-lt:Tr:-:r Fr::o~.fllco, Ger&me.

Capitano med icll .


M E M O R JLE

OR I GI NA L I

CONTRIBUTO ,\J.r..'

STUIJIO DELLE MALATI'IE PROFESS'ONALl

\t.'ll <: pod11~ p:t~ÌII•' ;;t·r:uenll rui ['l"lljl••ll,:!o di lr;tllal't' tlll argu lltl'lllu, rl11•, ... ,.JtltL'tll' ttrtrr tll•··t•lorat... [11111' non alliril ab llasi:•Hza . n parl'l'llliO, l'alltnziorlt'tlt'!!ii o-o;enaluri Lul••udu parlar·• tl•!llt• nraLtllit• ali•· qn.lli \alln" •P:! •dii i ·· n.tit'nlori,

oei mu~t:o lrtlellt • c·o-~i·· · e !fii -~·h··tiiiÌiori . nl:'ila mar111 d lt' irnPlli,'11a J'arfll:t. l.a t:ll"a 111111 •t>mltr•!r:r. '111 '1'11 , ÌtWJI!•"l lllll'l a dti rudia r(lll-

siùer:ll'f• c·h•· lt> mal:•tiÌt' tiiper11leuti dalla ~riH:I' III ll c• da ll'c•rtnilalion e .• i ('0-.~llllllliÌI'l' jii'IIJli'ÌI' di t'Cll ti J'II rl lt• f:ttlflll jll t•fP;o(•iOI)() d'arm i ; pc,,rJ,, ,, 'l'"'"' i tlt:e 11 .t~llr --.iru i e:-t•n'Ìi'.i i ruilit·• r i . . , dec1it'ano 1'0I1 predik·1.inne e ,·nu ·'llf'·''"inuala ;r--iduilil . Talr malallic llH'I'ÌianHdllll'fll" !•t'l' parl•·nn ... ll'fl tt llt•'-'lttdio clili :~ o ·l\ 1 (', aJ fJII:t lt· fto t'el'o'alct di t'l!ltii'ÌilltÌI't' f'~(ICIIIelldO ltk ll llÌ la lti Ch(l in rari tempi rni ..... n.-. o•atlnt: "Jll"ot't:hic . c• spq.!lllal!Ùn 11 ellc annul'lzit•ni drt.• lro r:l•'•·ollr dnranlt• :- 1; auu i [tlb~;lll alla ::nroln di :tpjilitawm~ clrll'arli~ l i,•r·ia e dd ~rnio in Ton·ino . 65


•l U:?G

COlV1'11 11lUTO

JJalnttie dt·l muot~oli delle co li~ l e nel ~nvnlc.ltorl.

l.a più gran parte depli sforzi òi chi c-:Halca !'Ì compir, com<' è ri5tqnttu , prrmezzo dr.i musl' uli ad tl ut lori rld lt• \'.i),;c ie. p,~nw d!'i l ' cqu i ta~.io u l' . in q11anto a fon:a, :-uno le )!Ìoucdtia; leqnali. sCIT<I t ~' co utro la .;ella, Lrn~nrw fermo il t'il l atH:~ re , non ~o l o ndlc nll'iC' :t11dal111'1', ma UTI CIII'a 11C'li O di i'c::t• che il Cal"allo f:t 1wr· ,;ruolt'l'lo J!ÌU tlalrarciont•. Soltanto t·r·n nn l'ller~i,· u e continuo l:1 1'oi'O t1ei mu:;t•u li at1du llnri, il r <lvalil'l'C l'it'"l:f' n leg:ll'si nl ('a-,allo in moLlo da :)l').!u irnc i moti ,.enza u ~ci re rli """"· Tu111 gl i altri 1nusrol i, al para~one di queo;ti, I'Oco u pnn lo si all'al it:<tUO. .\gl i atldu lluri C] li indi Ctl lll pete t:Oll ragiono il nome di musc.;li tlt'i caralt'atm·i : pt>l cht1, curnea r;-(nla;llenle os~e 1 ·va r. . tr,\ rtl. il I Cc.cliio 11 tl mr d:11 0 al trici jtÌi t? ud dill lore di tuslu~ rir!finu ,1, IIOU i• applicnbi lt• clte al !'P:o;so fem1ninile. ed auehe parla ndo multo geuerahueult' . l 1lolori t: lt e s prs~w ~ i r i.,e nlo no, ::peeiP cl a cii i per IC' pri mc volte infun~a la ,;c!Jiena d i un cavallo. alln fal'cia interna dclll' co,cic:, han nn :->ede Ìll lflle:;ti mu scoli; le mial!lie sono l' e;;prc;;sinnc ùell;t fa tica durala. ' .\lit, oht·r i tlulnri, llllll ..;unu ran•le lacera.:ÌtniÌ .wi/ln'tMar~teP 1~ei mnscu/,1: add,u.llol·i. t~li 'Crillori di Jiatologia, disrorr~mlo delle rollure nm;;cu· la ri ~o ll or. u t au ee, le tlieono piir frequ,•lll i nel t·r ltu ùell'uddoma per i c.onal i del ' OIIli to ; o in :dLr·i llltr ..;ruli, IJilanrlo "- Ì fa uu n ~ forzo riolentu ed imprun iso, t'Ome ad eSClllfliO . per ,:pictare un ;;n! to, p~: 1· l mlte l t C' t'~ o spiugcre tlfl eorpo pe::ant o, ecc . Ma uon ho lrontlo rlte,-i accenni, fntle can'e delle rollnrc mn;;cnlari, nlla equilm: ionc, ('.IJC pure ne t' Ull<l dell e enuse pi1't fn•fJil oo1i . I n molle circo,.ta nze, come quando si 'uol fermare d'un


AI.I.O STUOlO DEI.I E ~f..\I •.HTIE l'JIOF~:SSIO~ALI

l 0.:?7

Lralto il cavallo :.piulo ad un'andalura ' ciOL'C, o quanùo si de1ono $Uper11re ostacoli t'Ili -:alto. o lluamlo l'animale si im uizzfl tTisce e fa rlifp,;p (~pt't'ÌC il ~;llto dt'( tllolllOil e) elle meltOilO in penc1.1ln tli pi'rdt·t·e l't>cptilibriu e ùi cadete, il ca\alierc r:-e · gui ~ca COtt ira~i o11i ul u :;t ul:l ri :'lrnl! rd i unriflll11'11 le fML i r ra pitlc, perslrin~en• le ;.itwcd11a .!Ila ~rll.t. \\\'ell.!Ono:lllota. espccialmt'nle tj llllllll11 ,i c·a, :lira ~r n t.a ~Lall'e. th! II P h1L:orn1.ioni nl'lla lunght•u.t tlel.e lit.re dt>i IIHis•·oli ;ultlullori Si a\ \'t•rte un ~u ­ IJitflnt.'t~ iHlji('UiJu••flln Ut.!ll'u..:.o dt>ll'ai'IO, ecl 1111 dolnn· cht• nh!Jiiga a ~IIWIII<tre: pen:llt'. :'t'hlu'llt' il mmminarr .t piedi non sia :lllur;l per ,-olitu ni· dtfli,·ile 11~ dnl11ro~o. ric:;r(' in' e·'è lm pos:;ihilr. il lenrl,.i in ~l'Ila t'nn ,.irureaa Il c;trlllll Ìitat'P n pierli lltlll i• dt dorn:;o -.Q uon lj lliltltlo lt• In · cerazinn1 ,;on" molto ,.,.,,.~l·-,. IJII.IIHIII la 111110 ....,t._. ud ~rarulc addullorr, cl11~. lll'l Lll~ltl l' t ' l'l' il pa.;sn. tO IIt n hui·we <L tr nt·rc 111 cqnllilll·io il la:~t·inu -ull.t lt>--t.• tJ,..I ft•Jilol'l:' Se la lacernziolle i· :-Lt la lr·l.!).'it•nt, 111111 ,j <H.:COIIIJI:l!jll:l ron altri ,intomi all'iuftwri Ili tf!tC:'Ii. dte :'•Htu (lltl'.llllt•Jlle !\Ubhiellin; ni· •'(ID la ri;; a. uè t'nn la palpa7.ioue, "'i ri.;c·null'fl nulla tli ;tnorm:dt•, trallawlosi tli una le.:;wue prufondanH'llle nas•·o,.la ~olio i il',..ullh'llli. ' la 'l'lo ~trnppn t'• "lato piil l'Mie alloro CJilrO il dt Jirl l't' c• J'1111pt·tl1111PrtiO flllli.ÌIIll:lle. 'i UHIIIIfeStano H li ri L' heu t· hia ri •iutouti 11hiJ irtt i' i; :tppari,;•·e cio•'• alla faccia i ntcrna •'•l an1cri urt' tÌt•ll,, nH: ia t fila lumefawlllr, t ah ulta nolr1oli";;iuw. dor nta :1d un t·npio.;o ~pa 11d i m e u1 o Ji :;n ng11 c nei lu:.~uti. P u:>o'IOI a t•,qm di alt-uni ).!iorni la pr-lle -.i fa "Ìalla COmO IH'IIe ecd1Ì1110~i ,;u.;~(·~UI'IIIÌ alle l'UIIIliSioni; t.' la lllilCchia :;a nguigua pas~a pt-r le ,;ollle J!l':ulaziulli tli colore pri ma di scomparire. An ongono aLlu n([IIt' u P II eco~r·ie tl t~i canllcn tori dello emorragie fra i lc,;;uli molli; eli il .. an(!ue 'lr;t\a~ato partendo da puots pi ù o meno profonda mente situai t :.i mani(e:;la alla pelle


•1028

CO'fl'fllDUTO

1·on una li\•itlura che compari~ee a capo Ili un tempo 'fnriahile cln 3 acl H giorni. Talrolt il il mal e si lim it a ;~cl nn a !'.Ctn plicr •·trhimosi: tal"ulta as~ume le proporzioni di un >erCI tu· more du sl rnYn ~o "a 11guigno. ossia di un emcaoma . Mi •., Jl<lrso che a que~ti ac.:idrnti anrla:'srro di preferl'llza so~gelli eoloro eh o per confon) ltlzion o organica hanno le coscio di fot'JIIa tiJndegJ.,:iautr. i rrmlli iuconlrnno perciò rna~~iori diffìcollir ru·l J'.aralc:ne. L musco li dcii;~ cn,;c ia non ,:ono i .:oli drf' ~o;,!ginf'cian u a questi SI mr asi /II'Odollt dnlla. {o t i ca n t! a!/ l i ~for: i 11111 srnltu·,. Il dnll. llgnlino Mns~n riferi l 'l'l'l nlem rnll' 1111 l'allo '' tal risrnanlo molto intPr't•,:,.nntc dte ehhc ad os~wrrare ,:oprn di s•' m1·de, im o ( \'. Joflum::a d('/ .~isfl' llla ?lf/'I'Oso stt lln 11'111111'· tiltttm animo/e - tu·/ r:ionwL r[,•lJ, !f. J trade:nia di .llnlici1w 1li 1'vrinf!. N J O, Il e l :! 181-l:ì). \Ilo sr·,,po 1li CO ilO<:I'f'l'e le rnod ifi,•aziun i t hP l'ti hi:;ce !n lcm peralura rlèl corpn il urnn Lr llflll ralir•a lllliSf' ll brr prolungn l:l, e1!Ji p1·'1'('oi':;C in d1 1e ~iO r lli s u c.:e~>-i' i 1011 d1ilotnrtri, andando innuuzi e indit>lt'O .•ulla .~tnHI(frn Turino e Jti1·uli. ~t'l J•rimo ~io rn o ili rnarri11 f[U:111tlo ;:riit :tì'I'Ya faLLo !l i chil olllelri di str:Hla cominl'ir·, n d11ler:tli il polpaccio dr~lro, e 1wi ~ i orni se1-!uun ti gli ~i uwni fe.::lù 1111 Ol:chinwsi ne l pop lilf' 1lello ,[,•:<so Ialo Ora in que:-Lu ra:;u, rome in quell11 d~IIP errl1inw· i dci ra· Yilkntori, trall fiiHiosi di pcrsour ri!-'oro ~e eùi1 1J>iena ,;;dulc, non Fi può ,.Jlil'fWI'P la emorral!ia lll' pc·run'nllrrazionr rl<•l san;.me o dcllL' JWI'f•t i l'nsa li, n,·. per t i iW dim i n uilttrr~ i ~te m.a dei lessul i iu t·nu:;u lli una qualsia~i ùegenernimw Jnn·wulare. F. ~i p111·, con egua lp N·rl~7.7.:1 csdn rle re l'uzi onc rli nn lr:-Junta, romtun· ammare;~ltn·n od altro dtr abbia fallf• :.enlire dal di fu(lr·i !.1 sua influcnZél ~opr:1 qnc:- 11' p<Hii n 11elle ' ir inanzr tli e~~c. Com <~ sp i c~nre nduoq11e tjtw:'Li :-Lra\·asi :;nllj!UÌ!!IIi? Si :un · nPLLc l!e n cra luH' tltt~ d 1C' per una Yioll'llla contraziutll! ::-i a il\-


Al. LO STl'lltO m:LLR )L\ LA1 m: PllOFES ·tot'i.\Ll

l O?!)

ventila, sotto i tegumenli, una rollura totale o parziale tlt un mu ~colo con contemporanea lacerazionl' tli v~i ,-angttigni; o !a rnpida, formazione dt>gl i etnatom i nri ca val ca tori di ffì ciimente si pt·t•.;ta atl nlira inlerprcla1.ionr :tll' infuori di questa. ~ ondimeno ltiso~na conf,~.-sare elle la p<~lllgene~i t! i questi ~Ira­ vasi s::tn!-(nigni con~eJ,;Ut'n l i alla falit:a ttiii:'Colare non i• ancom ahba.;tan~.a lldttciuala: e f01 ,,, allrt llll•IIH!Oli eziologici pos::~ono Ìlll !'rrenir·r· nc·llii lor·o prrnl 11 ziorH'. La ùia;.:no:-t tlt';.!li emalCJmi mu,•·ntan nei ,•aralc;lluri non presenta tl'onlinariu ue:-;.;una dillicollit; pure non tle\ o laccn' ehe in on ca~o oc,·or:;omi alenmpo di San ~J aurizio nel quale il malato :1\ t'' a \' •lllltlo per coesisteolu r·atarrn ;.:a~Lrico. e il lum nre.-:au~ni;IIIO lrovnvn.;i iu cot·r·i,twmlcnzadt'llafo:-sn m•nle. duhitni ;;ull e priu1 o ehc :-. r Lt·atlasso rli ernia t'l'nralo; il quale dubuio fu poi rlil•~!.!ualu da un e~amr pir't nuento e tlall'andnmcnto :'lltTe"si,·o drl m:1le. Il riposo o per meglio !lire il .;olo a:.tl'ncr:.i dal utontarè a ca1allo, ha ·ta l"'" t'm·at·e r[Ul'~lt! iufermitit: arrerlcntlo perù che u Jaçiliture la :; pari zioue tlel sH ngue :~ l r~nt :;a l o ;dova assai il m nssa~gio metntlicamenle pralit'alo. EJ i: puro n•'Cessario ~i frenare la impn;,icn;r,n dei umlati non ro tl crtlendo troppo pr·csto la facolla di rimontare a can1llo se ;;i' uole e1 ita re che il male si ripeta o si pmlunglti. ~l a se questi' :nr,•rmita sono rrcquenli e il

piit tlrlle 'oltc senza gravezza. uon ~ i può tli rc lo sles'o ùi tut'al lra lesio nt· pt·oùotla ùal c:a1nlt'nrc, rhe si inrontrn a:-~ai ptù raramente e cbo può arer·e più grn' i con:;<'gllt'llZe . Alludo a quella maiali in che. d,t nlt;uni anni iu qtw, fu iloscritta solto il norn o di osrronw tlet ra calral11ri.Si incontmno allora, nelle co:;ci<'. dei lumur·i 0:>3ei. 3\ ilnppati5i più o meno rnpidam cnle, ed in seg-ui to a dill'el'enti p rocc~si mor·ltosi . Uno


1030

CO~TRill U rO

dei modi della. loro foruwzione t' il ::;eguente: anienP talrolla che lo ~l rnpJJO del muscolo dietro un 1fagliar·do :'forzo, si fnccia non ncll:L ~ na lnn glrczz:r , ma invrce nelle !' llC inserzioui lendincc allo scheletro. Può ;rnrhr :lccaderc. cc,me nel cnso che riferirò qni soli o. eire nello ~tes5o indi' iduo ~i prorlu~nuo siH:cessiranrrn tc ~ lrappi ne lla r,o rllinuitit del fll ll sco lo adtlul lore e clistacdri tlellc sue inserzioni temlince. Ora lo ~chian10 delle irw:rzioni tendinee dfd l'o~so, porla con s\• un di::.laeco cl!'l perio:o:t io; r lhr il pcriO:i.lÌo slarc:nlo c l'osso formasi rnpitlamenlr un uuoro les;;ntn u"'eo, rhr a-;.sumc 1;1 forma di tll)'esos l t,~i, inne~lala. in r1nrl pu11to doYe normalmente ~i inliggc il te11 dinc. Xoi assistiamc niiMa nd nna mnnifeslazione IDlrhosn di quella propriet;1 (J:;Ieoge Ilil c hl possi r•d e i l per i o~ Lio disi aeralo dall' o~so : pi'Opri Mà prcz i o..;;~, ehc i r lt i rnrgh i mellon o cosi spes.'o a proli llo nel fa re lè re~ezion i. 11 faLlo cleJ quale discorro t'• al,hastanza rar0; percliè nc!!li aorJ i tla me pa::;stl li f'r·am 1 n f~zzo a gt•nle av,ezza al cavaleare, nou mi ì• accndulo ùi o'::en';1l'lo che d ne rollc. In llllle e due le vol le la e;;o::.ln~ i era so rt a da ll e oss~ del pnl,c, ed a,·rra forma r~pp rossimnli\'rtmenl e ron ica cortla l1:1::e ~fJii dam e nl e infilla ::ul puhc P In punta ottu,;a rirolla in ha~so . La formazione ,]ella nn ont ~o:;Lauza ossea succede co n so rpre ndente rupid ita, r.tl in modo tbc seml•ra di assistere nlla produzione al'Liliciale delle o:;sr,, come in rct'li c~perimrnti di usioloifia . Ecro in falli In storia di quello rhe ho Yedulo in nno di q11esti due casi; dell'altro. ::ehhcne in tuuo ::;imile a questo, non ho conservato nole aubn.'ianw precise. un [.:ÌOYane SOl lOlenCil lC l]j t\l'li ~li rria, di ('0~ li tuzioi1C !'fi ni ssima e robusto. il l O ottobre 188:i, e,;sendo in maneggio alla sc uola di Cf(Uitazion e, nel sa llnrc la barri era senza staiTe,


ALLO STl"OIO UELT.E )IALATTIE l' HOFESSIONAI.I

•J 03 1

fece uno sforw vioiC'nlo per ~c r·r·af·e le ginocdrin; ed in qnesL' allo ;;i produsse una lacera?.ione mu~l'olare nella <'o;;cia destra. Stelle a ril'o ~o. die tro mio consiglio. per parecchi giorni; Ìna, rimontalo a raYallo il li IIOYemhrr, :->o ll'rr~e uella co5cia ste5::a un altro ,;trappv con altre conseguenze. 'ùn fu, rome il primo , mollo tiolorcJso; l' inferlllo s,·nti- co,.,l egli si t>sprimeva- come ,;p gli .s i fos~c rolla una t:o rda éla:;tita troppa tesa. ~I n il li dello ~lrsso mrge, nell'esaminarlo, in 1ro1ai nna eso5ln:; i ,;ulle os~a del p,Ji ,e. la quale, :-;enw che e~ l i 110 pal.is:;e n<·:;~u rw n1ole::li:l. ~ i ern maui resLala nf'i pot:l ri giorni trascor~i dal ti al 17 no1·embrc . Pra1i1:a: allora 1111 esame arr rJr·aLo. ,·olio :;copo di preci:;m·e ben e la ~ed e Li(•li :l neol',lrll1a~. i orw ossea; e 1idi eome esiia si troY:t:':'f' al Ialo de:'lru dello ~rroto. riNlp!'rla clal p<'llignone, e come sorg-esse da quella parte dell;1 hr'atwn di;;c!' tHlente del pube che si trol':t .s nh ilo al di::o llo dell rlherrolo di fJill'St'osso, là ùo,·e si in::;eri:>t'e il for io e corio lcndinr dr! primo afldnltore, frammczw all'illserzione del pettineo alla foranea orizzontale e <juolla fle! rellu i ntern o ali n si n fisi. QucsLa stalattite ossea aveva forma quasi ronica, lnn ghczza di circa 3 cm. ecl era dirella nel sen;;o delle fibre c!cll'addullore. Il profe:;~ore C. Giacomini. della nni\Crsilit di Tor·ino, da me pregato, Yoll e (',;a minare l'i nfermo: o slahilì egli pure che l'esoqosi na;;ceva cl al lno7o rl i inscr?.iono del ·l 0 iLtldrJll.o re; .onde, dopo la confer111a tli questo insigne amuomico, non può cadert3 tluubio circa la sede del lumore . )ti lnHtengo sn t!LLC~L i parLico lari. riguardan li la :\<'de del Lumor'!'. per mellcre in e,·idenza un ratto, cho ri!:ulterit m!'glio in segnilo: quello ch e il l" atldutlore i.·, fra lulli gli altri suoi congener i, il mn~co l o eire pilt eli spesso so fTrc danni nell 'e· quila?.ione .


•l 03:?

CO~Tfl lil lJTO

A capo di un mese il gioYn.ne ufti··if~le, sentendosi gmtrito r no!l avrndo il henchi• menomo disturl1o dalla =-ua nuova

IJroduzion e ossea. ri prese gli e:'ereiz i di erflti laz ione; ma il () dicembre mi si pre;;entò di 1111ow mo:::lraudorui la coscia de· stra cosi esJesamenle tnmida. in eoni,.,po11tlenza degl i adduttori, da colp irmi subito l'ocrh io. Era nvvun nla u1t:1 nuova e più forte rottura uwscolure con t':.ile.~o-cmaloma. Il giomo 1.} la pelle della co~cia avrra pre,;o per largo tratto la solita colo razione venla:>tr:1; l 'esos t.o~i del pultc l'iman eva inllnntnln. l.n p-narif!ione di tfllC$l'ultimo strappo rnu~rolare richic$e un me:;e t..! i tempo; n~ tredcJ l i prndenle concedergli d1 riluonLare a ca\'<JIIo prima del l gennaio 11'18G. D'allora in poi n n~iu11ò se1npre in tjuest'c:<crcizio, senza risentire nessun dan1111 od impedimento dalla e:;o;;to::;i stabi lmente imp iantata stll le oss<1 àel pn he. Questa sle;;;a. innocuitit della neupla.;ia <l\·evo pnre notata nel primo ca~o occursoJHi die0i anni prima in Llll nrficiale del reggim ento 1\'onlra caval leria , nel qua lo parimen ti es~a non rec:wn nessun impcdimemo nel cara!care e tanto meno nel camminare. Molti medici mili tari, ed i11 i ~pet i n l{Ue l~ ; dci corpi a caY<lll o, a' ranno senza duiJhio a\ ulu 01'1'asione tli rederc casi ~imi li a questo che io ri feri~co . .:\o ndi meno qnesta speciale forma mo t·bosa, l'o.steoma de i Gavalcalo ri , ~appena accennata di passaggio nei lJ'allali eia ·sici di chirurgia, tah·olta intiet·amcnte omessa, c nei gioru:1li medici non mi è riuscit o eli trovare che una sola nlonografia la quale no cliscorre ·sc distesa mente. Fu publ>licala nel TJnascht• .Il ilitaìriir.:tliche lritschrifì del 187 i- cou qursLo 1 itolo: « Cel~t•r osteome in den ariel ttclions nwskl'ln von cavalieristen ( Heitknochen) ». ~è 0 autore un medico mi liLare pru;;:;iaoo. il tlou ..f osephs1•hn; ed io ri aLLi IIJO alcune notizie asS(Iiimporlantiper il .:;ol!gello che slotrattanùo.


ALLO STUDJO IJRL LE M1LATT lg PROFESSIONALI

•l 03:-J

Le o~se r vn i on i di anatomia patologica hanno, in questo :H'gomento. ]Wet:edulo le o;;~e J'\': l~ìon i C'l i nìche. Il Bi llrotil, per il primo, riferì nel 183:.> t·lle gli t>ra acca dnlo. sPzìou an do il cadarr ro dì 1111 .-ecchìo ullicìa lc dì caval leria, òi lr•ll'ill'r o~,;ìlicato il tenJìnr del grautle a1ltlnltorr di cl esLI'fl. J JJez~o po llice t: i rea :d d i..;o l.lo della .m a i n,;erzìone. Eg: ì diede a quc:>ta neoformazìout> il nome di .<osso dei caralt'atori !> {ltr itedwoehen); c mau irc:;t1'• l:~ co uge llul'fl elle si dn,·esse troyare dì spcs~o, nrr 11elle autnp.;ie ri sì \'O igcs~e l'atI cuzi one . Pii1 tardi il \'ìn·ho\\. llC'ila li" l ~7. iotw su ll a l 1aiulo!JÌa dr•i tumori, de,;c rì,;sc sol lo i l nCJm e tli Oi;SO Jil'rl'pttiJic;a q uc~l i o:;t eom i che sorgono dall a fa ccia an terio re de l pn he o dell' iseliion, l'ra le insel'lioni dci diYc1·~ì mu~coli od aponeurosi della cOs!'ia, ed av vcrl t r ile ~ i iuco llt.rano tl i prel'e n•nz:1 nell a genie cil e per me.sticrc ra sof.(getta <l traumi in que::-ta regione, t·ome i ralzolai, acl esem 11io: oppure Ìll t~ol01 ·o cl1e cav:llcautln l'anno ga· gliardi sforzi ron qne;-;11 muscoli . nel qnal caso conviene loro il nome r:osi t:alzanle dato tln l Billr• •l h. Tah ol ta gli osleomi aùerìseono fortrmenle al pniH', talrolta ri ,:ono congiun ti prr Ul1 <l spet.:ie tli nrticolazìone mobile; r pos::ono anch9 nai'ccre, disgiunti dallo .:;( ht'leu·o, nel ronnet li1 n dc i lllnscoli e dei Londin i in seguito ad un vroces;;o inliammawrio. L'c3o:;Losi apcfisarin , os,;ia vont iuua r.oll c ossu, quale io obhi cnmpo di osserrnl'la . 11011 ì· atlnnque che una delle forme SOltO le Cflta ii (1UÙ presentarsi la malal.l ia; talvolla l'esosLO:$ i e pamstcale: O\ rero la ncorormaziono si s1 ìluppa n dìslanza dnlle ossa.. nell o s pe s~t· J· e dci trndi11i o dei 111uscoli (osteoma trndi nr•> c m ust'olare' . La p1·iuu1 osse n•nz iùne, l':ll ta :;u l ,·iro, JaLa, per qu,tnlo afferma il.lùsep hsoh n. da l 18i0 ed è narrata con queste parole :


l 031-

CO~TIIJBUTO

« Osservn i il caso seguen te. molto ram e for:;e nnico, di una t·npida neo formazione os~ea e rurtiiJgino;;a iu nn eapitano di artiglieri a francese, irJ tertU\lo a Dn:->sel:lorr c·orne pr i g i ~)­ niero di 1-!Lll'rra. E;.di, il t_l- agosto IXIO, impennatosi il cal'allo. :;errò le :,(inncchia nIla ::eli n, e ~o ll'ri un forte sliramenlo dc i mu:;r·oli dell a ro;;ria l addttt tfll' i c r·rtto int erno). là llove e:;si :-:i in~èrisroii•J al pul•e. probauill!lente co11 simultaneo strappo del perio~tio. ;\cmdiwrno pr e>'e par·tc alle hatLag-lic di ~ l e l z a ca1·all o: ma ~o::e i a , chiu:;(,in •J IIell<t fo n czztl. non potè piìr clunrnt~ l'a",;Pdico t':l\ ahll'o' alfallc•: anche il ramminarr a piedi gli era nlqnan!o imprclilo. IJcr;IIHlo egli :lJTirò ùa noi nel me<:e di noYem hrc, trovai nn IUll iOI'C, il qualr cln ll a pic~atura tlella coscia •i protendern per tre pollir·i in uasso, saldamente imp iantalo t:on la ~ua IH.:;e sul l'rllllO orizzo nta le del pube, rir·o [ierto dal la lJelle clrr SI munl·c,a lihe rnmrn lc al disopra, eon ;;uperlkic nlr]ltanlo ,:;rabra. lar~o da 1111 mezzo pollice ad un poll ic,e. di nnturn o~sca cartil:1ginea . •'Olia ron:; i~ l t' n za defili euL:o ndrom i, bifo rr.nlo nell a ~ua esL!'l· mil a li lor r·n inferiore t·orue 1111 rumo di rrn o. llrwnpla:>ma rcru.lc\lta,sai impac;cial(o il ramm in:tre e lh stnre. srdut.o; il ca, alrarc era rlc l luLLo impossib ile. Hi mascro >:c·nza ell'ri i<Ì le unzioni jotlalc c mercu ria li; pure dopo tre mesi, lfUando il paziPntr ti lasriù, il lnmore d 1e io crmsirlcru i rome un <'>'O"I(Isi nn la dall n lesione del pcr i o~ li o, er:-~ alquanto dim inu ito; c si p(ltemanront $pcraro il >'IlO Lotale 1 ?) o p<m~iale rinssorl•imelliO. Con,;igliai un a cura di acqucjudale c llunno.lo fosse a l1rngo rimasto nell o ste-so :-lato, l' e~por l azio n e mctlianlc un'operazioue chin rrgiea ». ~OlJ O ev iclcn l. i i pu nti di rMsom i;.d ianzn. ~:!t e qu e~Lo caso ha con quel lo tla me qua sopra e~po;;to . Sim il i sono k ~:irro­ :-tanzc neJ11• quali si prodtt:::,C il male: l':lpida in C'lìll':llllhi la formazione ossea in rn odn da non po te1·o;rllrim cnti ~pi egi1rs i , se no n in rcmt nd o il polr.n~ os lrog-CHt• del peri•)•tio.


ALLO SlTOTO DELLE U.\L\ TTIE PHOFESSIO"'IAI.l

l 03:)

Heea pe r i:JliiO nna certn mt' J'i:tl'igl ia, a ch i legga '"citala monop:rafìa tlt'l .Jo;;eph:'oho, il \rdere come t'gli trnscu1·i affatto qne:;Lo momento pn togenico. cd altribuisca la l'ormnziono degli ostcom i dei caYalcatnri unicamenlc rt proce~si infiam· ma lori. E~li Mponc la sloria di allri ,;ei easi di <iur~la mnlallia, dei quali a!c·uni vedut i da lni. altri dai ~uni c·ollegh i, e lu i.Li in solthti della ,·a' all~'ria prn:>siann. In quc,.;ti casi i sintomi irritati vi nei l c~~ nti colpiti, e il lento :>I'Oigcr"i delturnore O:'!>CO. c•onfermauo. i· >ero, I'O[Jinione che gli ostccom i :<iauo da c~onsitlrran i c·ome prodolli di nn a cronica infìamrnaziono. Se unot cau:>n mE'I't·anit:a. anche lrggièrn, come il portare nn cinto erniario. fu lah olla C<l!'< Jee di susr ilare uno stato i rri la Livo r tlet r.rm i 11 ;1 l'C la forrn az io nc Ll i un' eso~lo:-; i r.outinua col p1.bc·; c parimeuti. -;e la JJlio;:iLP cr·onica può l'ragli altri esili portare ad 1111a O'i~ific:lzione parz iale del connettivo iul crfihrillare. non r' i• da stupire che nella gente l'hc Hl a cavall o, dorc queste ctt u;;c tli ir ritazione c f{'H?stc mi o::. iti :=:ono luLL'allro che rarP. 'rng-ano per lal c Yia ''d in modo len lo delle ncnplasic OS~I'C . .)Ja qu e::-to non i• il solo JUodn di rorrnazionc degli o,tenmi nei r:nakalori : non ~Pmpre ::i producono lenlalllenlt: in seguiLo a prcg re,;~ j prorè::.si iuliaJJlllHJIOJ'Ì; possono nnche form:u·... i in purhi tfiorni . S<'nza dolori nd altri si ntomi i1Til~tl i vi loca li, per il sc1lo polere rl 1e ha il pr rioslio <li for mnrc, in certe contlizioni . nuoro tessuto o;:seo . La:;cinnJo da p arLo la p:1Log-enesi , è ce rto r:llc I'M ico ma dei Ca\'alcatori co;;titui;;ct> clinit•arneutt• una pat·ticol;u·e forma moruosn. Tratl asi di una ueo l'ormaz ionc 0:"~(';1 nri Jllii ~Co l i della co:=:cia. In quale conso~ue a\t'u:'o dc>i mu~roli stessi nel carnicare. C:~usa costa111 e di e:-;so si ù la iosolita e gagliarda contrazione drl;!li :llldutlori. come aniene sperie nri cavalc.1lori novizi. In lutti i c·asi si tro1n o nell 'inserzione clrgli 8dcluttol'i nl


1o:J~>

CO>\Til ll! UTO

puhe ed all'is~;hion, on>cro in ricinanza rl i quesln in scrzion~, nn lnmore che almeno in parte Gf<>rlllalo di sostanza dura come Q5So; il che si può I' C ri l i c~a re sia coll'esarue di retto mncro e microscop ico, quando se ne raccia l'esli i 'P<~ Zio n L' , ~ i a co ll a pront di lralì)!gore il tumore t·on uno :>pillo, od anc:he colla scml'lice palvazionc . ~ oi cas i nnrrali Llal .l o~ep lt so!J n . due n Jite ~o llanlo il tumore pre::.entarctla fo J'Illa di uu·e,os to-;i imp ian tala :;ul p u ~e . •:ome nel m:o; negl i altri, fra il tumOJ'I' ed il punto di in,erzione del Jllii:>Colo al barino. c'era nna clislanza ui l· :J renlilllelri. uelht tptale il II L Us~;o l o od il ~t• n d i ne nùn si seutirano induriti. (j uasi sempre il lunwre c• un il:llernlc, a dc;:;lrn o a siJtislra, .;;enza prevalen za di un lato s ull' ;~ ltro; in un solo caso cnt~i formalo da a.mho i lati solto l'areala dc-l [Jllhe. ~o li ~o n o ::;cmp re gli ;:; less i i rnu:.roli nei 1111ali Ila sede l'o sleoma ; l rolta si trovò nel !frandc ad tlnllore: '1 volle nel lungo alldullore; 3 volle nel pellineo. Uno di questi Ire sviluppalisi nel pell iueo, 1'11 da l .I O$t'p h,:on esti rpato con buon esito, med iante oper·azìono chirurgica. ,\nr.hc il ntu.scolo iliaco iu leruo può essere ~ede di simili tumori; ed ecco ìnfn lti rJuell o clic si legge nella Storia cli11Ìca t'd auatumica t/ci ltulltlri, del pro · fcssore (;iaco mo SanJ.:alli ( Paria. 1860 , l'nl. t 0 • ·11a!!. 28 1ì. (( Ollrcchè thl lessu lo del prrioslio e dello o~sa si ~vi l u p ­ « pano e01·pi o:;sei dai muscol i c tendini . ~c l mezzo ùel capo « iurcriorc del uw::colo iliaco interno, preci,:amcnte in quel « p uu to in cui c~so e$CC dal r entrc so l.lo l'nrco del l'oupurt, « ho lrornlo nn osso della lull ghezzn. di due centimetri . . . « in un soldato tli caralltria di .?4- nnnì . . . )) . l'è nel mio, nè nei casi ri feriti nella monograOa piit rollc ci lato, sì nol nra n es~ um rli<tte:-: i ru~ sc rofolosa . nì• si li liticu, ot: altra; e nemmeno noe111ia o di,o rdìni di nn lrìzio nP, capaci dì dare ai ressuti una straordinaria fral-[ìlilit. « E se - o:>scrra •

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ALLO STLOlO DEI.I .F. ~L\LATTIE riiOFESS IO~.Ul

1037

giudizio::amenle il J osepl1~ohn - o l'una o l'altra di queste diatrsi per a>>enlnra si trO\'ll'~e in un raralcatore con osteoma, i Ct~si :-urriferiti sarc!JIJf'I'O llO!IflitnCilO au!Jaslanza nnmero:; i per poter dire che In rn'Sl'll Zfl el i qlle!'te malattie co::.LiL•lzio nnli n o n~ ueces..,;aria r•r1· LI prl)dnzinne ilell'o:;teo ma )>. O.;i G 'o l•lati prt 1ssin11i 1'olpi1 i ì1a ll 'n~leo ma dci cnxnlca tori, 4. fn1·nno rifornw ti; nno era anrorn iu cura CJ I ~<l ndo l'autorc~crire rn: etl uno potè C•llll[lif'rr• la f,>rma. :'P..hhene f',OJl do lori e con intPrrnzioni 11rl ~en iziu. C)uesti tumori allunCJ!IC. ::eltl•t'rH: siano di na1nra henignn e pPr· In ('ÌÌt ,;o~lianu far>i stnziouari. non <;ono seeni di gravi inrOJl,eni••uti n,,l serrizi1, milit,ll'l' !'c in akuni f· ;J!\r re,-tano ;lll':lllo innocui r non tbflnn n••ssun imJlf'd illlento n .:· ncl,'ay·dr:n c ni· nel ca iiiiU itl:l l'i•. in ;•It ri ra.: i. impedi ta l'nz ionr drl-{li :l lld ui!Cd·i, r i•'sr.:e ilìlpn ~:-:il , i l e l•'llf'r.-;i in :'dia con :>i.:ur.-ua, e :-;o no anche difrtci li le ramrnina te a piedi all!lt,mlo pmlun ~-:a tl'. ~; n~nrlnno prrc iò ne..:cs:<ari i pa,:saf!g i dalla ranllkrin in altri rM]•Ì: <'d iu ··n:-;o di ril'nnna non -i d1n ri trast'urarr di prrnd~r~· in ··on-idcraziorw li1 diminuit.t raJ•nrità alla, oro. O\ C si t·ipetp,:,p quelln eJ, ,, accadde ;11! rmn ilei .'nldati del .l o:;eph,;oh tt. r ltr, e,;=-efJ Ùtt t:alzoi;JiiJ nnn JWh'l a piir balle re 1<1 ~uola sull.1 •:o:st: ia : .: iu istrn, ol1'.-:-:n tl:l ll a l"·,·,;c·llza de!l'o.;tt'oma. lfll'a llra mahttl.i<l, I•I'Opr ia dei <'n l nlcato ri, si ,\ l'r'l'll.io mnRnJlun· olio Crjsr·ìrc Eld•i M•'n SiOII• · J i O~:'.i' I'\. ,IJ'II f' un r,;empio rtolerolt• cì1e l' il "'"lfttellle: B. .\ ., furi Pre di artiglir•ria, in l'Iii .]i nrmi i? 'l·, llHHllautlo irt m,ntP)!!fio un cnnllo diflicile. don:tlt• fare riolenti e lun~hi ,.fvn~i run le 1inocdria prr non u.;rirr <li :::ella . fl isentì dopo di ciù nn indolimento ne!ln ro•ei1 d'":5tra eire sulle prirnc uttrihui alla fati,;a falla; ma ('t'i ::i iH'CIJr:.:c COiile po.~ ·J sullo IH :<r.ro tn. aiLl farcia in lt>l'tl:t de lla CO:'C ifl . 'i fos;;e un tumo re permanent e.


l 0 ~!8

CONT ill BCTO

Quanòo io lo e:;aminai . ecl erano giit Lra.:;corsi t:i nque ~ nn i dall 'acciclente, il lnmore, nell o stato Ji riposo dell'arto, era }JOCO :>porgf'll'e SOJW:l fe parl i cirt:051an!i; ma se riufermo COU1!':1CI'ct i musco li add ul tor i. diH~ nlaY a duro, m•Jllo più ~por­ genie, ed a.;;;umcra il Yolume di un ~ro~so noru di ga llinn. TI tumon' non dnYa ;!l'al i impedi nH'n ti alle funzioni del l'arto . inquantorh,; il fnriert> non ne risen1i1a ll f':>:wn inromo1lo, llL' uri camminare. u0 llt'l llltlHlare a c;md l., cuu le stalft'. Solo ilra1nlrarr ~enza :- taiTe ~li era impedilo, 11crcl tè l'ern ia rullsrtdarl' non p~'rmelle\·a la prri"etla ;ulereuza l:Oil la sella e gli 1 iel;mt di f.tre qw';.di ;;fo1·zi 1 i;.:(J rosi e cou liuu:Hi elle in ta l t·a-o ~uno neces.>ari per tener:;i :;alJi. ;\l algra!lo di que:;to, d l"nr io~ r c }• OIÙ ronl inuare uel ;;c: n it.io miiitare c percorrere i ;..•Tadi "''Ila gerarc hi a. Anzi, da inform tzioni reecnti:-sime elle ho :t l'Ilio da l C<~pitnno eolllii lHlanll' la ballt'ria tlov~ egli s~nt• come lenente, wi risulta che monla a ca'<lilo con fran rilezza . Ondr' si pu ò arguire rltc q uc~ l a malatti.r, col tr•mpo, 'i<L :;n~ccll i hile tli un rer'o mi~lioramento . perrhè negli ·li anni lnl~t'ors i dacclti• l'em ia si mau ife..- lù, non solo non !;j aggm\arono ma diminuirono gli i111:omodi du es.>a cauiona ti. Gli autori cJre ~i ,;ono occupai i di rmic muscolari . conven gono nel clir~:~ cliu la t:osria ll l~ ù la :>rde di [ll'edil c ~.ionc c ~ l 1 c gli sfnrzi dell'equitazione ne .:;ono la rau~a più. romnnc . Parecc hi med ici mili lal'i fra nce..;i, e fm gli allri il Lnr-rc.' . ne ha uno puhblicali casi, nei quali fu ri..;la fonuar~i alla parte inlema c :m peri ore di'liti co..>cia au.r rl.!fi t'ns dn pl"f-llliel" odductcnr . c)uc:>to muscolo pritn o adtli tl lo re, conose iuto Jil l l"e in ;malomia ~ollo lt' denominazioni di medio u l11ngo, è, cotile• ho ;._;ià nolato, l"rn i JtHJ:-;col i imjiÌL!j!al i nell'cqu itnz ioll c quello tLc Ya più soggetto a soll"ri re otre~c .

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ALLO STUDIO DELLl!: )lAI.ATTlE PROFESSlONAL I

'l ()39

Co lle sue I' Ìolenle wnlrazioni è ca.pace di lacerare l'a poneurosi fasciala l<t, dando luogo ulla pt'oduzi one dell' crnia.musculare ; e questa lacertL7,ione accadde t,niYoltrt con rumore percettibil e n d i ~lanza e cosi sonoro che qualcuno ardl par·ago na rlo tul nn co lpo di pistola. Nello ste:>so muscolo risiedon o fOn frequcnzn gl i osleom i o nelle inse rzioui tendincc o nella ::>tJa lu11~hezzn . Per ul timo le sc t11 pliei hw'razitJil Ì :;otloc ul anee colp iscono qttesto mnscu lo, sct:flndo que llo che a me fu t1n lo el i os.::crvnre, a::sa i piLt frCf(IICnLe mmtl e de!fl i tll lri. La s1~ d e e la tl irczione dei Ùlllori lhmt n tl tal ri gun rd 1, Sll lli ··ienli i ttd izi; ma la cosa dire11ta Jl OÌ rnan il"esla qunndo <l lln lace razioue ~ i <tcc.ompagni l'cr:c lti mo~ i. l11 tal ca ..:o la fo rma t! i queno muscolo, che è il più. supcrlic]ale per citi gnardi la ('.o:->c ia per da.vauli , si di scgn:l ne ttamen te ,o uo 1<1 JW II P IH'rt:ill:'. il sa 11guE! si raccoglie in ljUCIIa logg ia apoueumtin t r he !!l i Ù propria, J'ormata dai sepiment ì che SI :: taccauo rlalla l'accia interna dell'npooeurosi femo rale com une c che sepa rnno l'u n musco lo dall'altro. Stando le cose i11 que~ Li lenu in i, ci si aiTnccia ~pn ntnneo al la mente uu qnesil o. Come aniePe ~ lt e tptcsto musMlo, il primo adduttore . a pn~ rerc n zn de!Jii allri vada sot:gel to, nelle fal iclte dell' equ itazione, " Lìeernzion i ed al tri mali i Pan·ebbe a prima vi:>Ut che il gt·a ntle addn t! orc, appnnlo J.lercllè ca pa c~ di l1l <Jggiuri sforzi per la stHI più l'aSlèl moìc, dovesse di preferenza nnclarr. incontro nIle menloYn l.c le:'ioni. P ure, l'osser vazione conlraddicc a ftllt~sto supposto; e ci fa vedere che il primo e più snperficiale tiei tre addtlltori t: quello nel qnale r i ~it~clono el i prcfr. renw le lesion i prodotte da l cavnlcaJ·e. Se perùsi stndin mi nut:nll cnle l'az.ionedi qnesti lre mnscoli, può fo r:Se aver::;i uua spiegazione plausibile del fallo.

Ln loro azione complessiva e principale ù, senza dubbio ,


l Of.Q

CO~TJ\lBUTO

1'(1dduzioo0 della coscia donde traggono il nome. ,\la e5Ri hanno i nolt re altre azioni at:ce.S$0l'ÌC che meritano di essere considerate. 11 l o ad.dutlor c ( medio o l1111f!O) i• addui.inre. (!e.sso·re ero tato re della coscic~ ìn j'uori.. ~cne rt<1nnqu c ad rHld nrre la coscia, nell o ~ t e,;so tempo che la tirne piegata sul baciuo . Ora, n ell<~ posiziuue dell'uomo ;J Cal·all o, la cosc.ia si ll'<JVa appnH tO iu q11e:::to alleggiamcnlo di le)!giem lle~s io n e : ed il ·1° adliulLore con lo ,;ue t'unl raz ion i la m:\ll lieue iu <]Ue:>Lo atleggillmeHIO nello stesso tempo cil e' Ot:corre ut!o, st.l·iuge le ginoceli ia eontro la ::;ell a. li 2" add utlo re lfli''cl)ln. lm~v~:) lla gli ~tessi vflici (lel r wldnl(ol·c·: m;L spiegrt rn inore energia, non so lo per In più pit:cola massa mnscol:1 re, ma aJH'lJra per altre cagion i rlle so no qnes:e . L'ndd ul tore lnngo allart:ando<: i al terzo medio dell a li nea aspra del femo re. ossia t' iù/J(Isso tlel piceolo adtlutlorc, ì· tapace el i C:'Ogllir~ nn più n tl ìdn sl'orzo illlclie per riò clw l i'O va,;ì in condizio ui lllPflCil nichr più fare/l'e vo !i. Iufat ti il femore, e.:;,;nnclo !' lt<JUJO H cn rall o, ril) tpi'C'ii'n la ri,;pello a~ ! i aihluttori, unr1 !r,\·a di ::l" gene re; il pun to di ap pngr-;io l· al e(J tilo; la resi:::tenza l; ra [lp rr:ìentala dal peso <1ell a )!am ba e da l giuoct: hio, el l e si dc\ c ::ìl l'ingere alla selln; la pote111..a mn;;cn!arc lrova::; i l'rammezzo a tjnesli dne p nnl i. .\ dun que il 1° addttllore . a eonl'ron lo del '2° . Cl!Jistt' 11er ltte :::u d;' un /; raccio lli lew più. lnii.IJO, r•<l o ltrech(~ per la .;un fJÌÙ g i'<HlLLC ma .;; ~a, ae<J ili~ la per- eiù :;olo maggiore potenza. f\cl ::~ · o g1·ande atlcl nlL<Jrc l'aziune prendente è, come nc~ l i altri tlue, l'adduzione. l'u (, mw he es~cn~ rotalO I't' in Lnctri con i ;; 1:oi fasci supN iori. c rolatore iu dentro coi l'asci inferi ori. ;\la i• a.-sai noteYole r il e il grande adduttore no n sr,n 'c alla O e~sione clelia !'05Ci<l, e ]te l' <Jueslo l'ignardt) di ffl'l' i:>t:E' dagli

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Al. LO STUOlO DELLE lfALATTIE PI\OFF.SSION.U.I

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altri due muscoli omonimi che sono addultori e flessori ad un tempo. Il •l" ed il 2° adduttore, avendo le loro inserzioni femoral i sopra un piano posteriore a quello ove trovansi le in· serzioni peh•iche, pos ·ono, come ben si comprende, servire alla nessionc della coscia sul bacino; ma lo stesso ufficio non può compi ere il grn.nde addullore che sta piit all'inùieLro; anzi il grande addu ttore i· riguardalo come un muscolo e~tensore della coscia. Se ad1J uque il cav aliere deve eseguire, a coscie viegate, un energico sfon:o di adduzione per tenersi forte in arcioni , è ehiaro come, pur concorrendo,·i il grande adduttore, la maggior parte dello sforzo debLa essere so5tenuta dal medio e dal piccolo. Q1testi dne muscoli ::oli, nel lo stesso lcmpo che tengono flessa la coscia, possono stringere le ginocchia; il grande adduttore, estendendo la. coseia, invece eli giovare all'iulento del caYaliere gli nuocerebbe c:olle ~ne esagerate contrazioni. Non è quindi da stupire se il 'l o adduttore, che è quello che in maggior parte sop!Jorta la fatica, è pure quello sul quale ricadono di preferenza le malallie cbe da es:;a dipendono. L'altra azione acr:essoria degli adclu Ltori, quella della rota.=ione in (uol'i della co:::cia. non viene usuf1·uita 'se non in più rare cit·costanze, quando, :~d esempio, occorra di vibrare gli sproni ne! ventre ile! cava ll o; mentre nel giusto assetto e nella COlTeLla posi tura dell'uomo a cavallo, doYendo le coscie essere Yollale in dentro e i piedi tennti con !e punte rivolto in avanLi, entra in giuoco piult osto Ja rotnziono dell a coscia in dentro, che si ott iene con le Il bre inferiori del grande addullore e co l retto interno . ~on i soli adduttori, come si ù visto, \Onno soggelli a malaLLie in conseguenza della equitazione; altri muscoli della coscin pure vi soggiacciono . Fra questi non raramen te il pet6G


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CON'l'KlllUTO

tinco, il gua le flette, addt,ce la coscia e la l'nota all' injìw1·i. Ha quindi gli stessi uffici che si nLLriiJUiscono al •l o ed al 2°adduttore; ma ne differisce perciò che il petlineo è essenzial· menle m1MC11lo flessore dcllu coscia e le altre sue azi 01ti sono accessorie. Nondimeno anch'esso ha una partr import~tnle nell'equitazione, perchè uon solo piega mn adtlnce l<t coscia, contribuendo cosi a quelle due azioni muscolari che nel caval care sono prcpomleranli. 11muscolo -,:liaco flelll' e nwta infiwri la coscia. Come Il esso re spi egil nn'azione util e alla equitazione, e tanto più energica i n q un nLochè pnssaud o sulla branca orizzontale del pn be, come sopra una puleggia eli rimando, cade perpendicolarmente sull'asse dol femo re. se que,; Lo, co me nell 'uomo a cavallo, ,., jJiegaLo sopra il hncino; oude travasi in condizioni meccanid1e prop ir.ie a spiegarn uun gran de potenza. ~1 a, Lullo sommato, il muscolo che m a~giormenle si afiaticn nel cnvn lcare.ò il 1• adduLtoro; ed b perdù q11ello che va piu soggeuo a risenlirne i danni. L.- dita a seaHo ne~ll sebermltori .

Nel '1850 un me1lko fran cese, il ~o Ila , stampò negli Archives de Ht'ciecine 11110 SCl"i lto con crueslo titolo c.hc r lungo e parla chiaro: « H.ec hel·chn,.; sur une nfiecLioo parli culière des << gaines tendineuses de In main. caratlerisée pnr le develop« pomeuL d'une nodosilé SUl" le LrnjeL des lendons O ecbis~e urs « des doigls el par l'empéchemenl de leurs mouvements )). Cinque anni dopo, Angusto Néloton puhblicfl.Vil nella Gazeltt> tlesllòpitau.r i suoi studi soprn questa stessa malattia alla quale died e il nome pittoresco ell e conservò sempre dappoi, quello di doi!Jls tì l'e.~soTt. Sebbene ill\élalon fosse già in quei tempi uno dei più re-


ALLO STU DIO IH!U..E llA LATTLE I'ROFESSION.\1.1

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pulati chirurghi di Parigi, uondimeno la sua pubblicazione restò per parecchi anni quasi inavve1·titn; di modo che le uihliografìe relative alle di tl~ a molla, oò a scatto, no11 registro no che un secondo lavoro del ~ olta, puhhlicalo nel 18GO, e la. storia di ùue casi di rptesla malattia ossen·ati l'uno a Lilla nel 18G I , l' altro a Bonn nel 18Uii. Si può adunque a!Tormare che la walallia era ancora quasi sconosci uta qtwndo, wsbendomi occo rso ùi vedern e a l ~uni cnsi, io la dcsc1·i, ero nel l Ki l in un manuale de).tinato agi i ufficiali e sottufficiali che frerp1euta' ano l~ scuola di Parma , con queste parole: (( L'eccesso di fatica c di l'fo rzi ncll'im!Jllgnaro il fioretto, << determina ancora nella mano de~tra una malattia più gra,·e « di quelle om acce nna te . Illlt' rHlO parlar<' della infiamma« .:io1l.e ddle !Jltainl' ,fl'illi'O mi ~t'OJ'I'OIW i lt•ttdmi fl~·~sori d1•Ue << dita. Allora "i ba dolore e drfficohà nel piegare o stendere ~< l e dita faLLo rigide cd inLnrmenlite . L'a uulare, il medio cd « il mi~nolo sono qtwlli che piit 'pes::;o e piit gravemente sono << presi da questa malatLia. (juando ::;i raccoglie la mano e ·i << forma il pugno, l'anulare <td e::;ernpio piitnon si può aprire; «è necessario l'ainLo òcll'a lt.ra wano. e :1llora si apre d'un « trallo , come pe1· i.~cauo, f;1cendl) sentire un leggiero ru« more ( l ). li mattin o le ùita ~o u o più nggrancltite e pi it l'i(l) IJn Jisthllo os~ervatorc, del tpmlu turlcro or ora, tlc:;crissc rerentemonte 1111 caso di dito a scatto udoremnrlo, ~onw tMl Il vcr letto la mia tlescrizlonc, quasi le stesse (lnrolo che suuo queslP: •Volcrulo aprire la mnuo, l'anulare ati c un certo punto si arre3l;t bruscamenl.é e prr C5l('IHlr•rlo al pari dello altre c tllta, l'inrorma 6 obbligata a ricorn•ru all'aiLru tn"!Otl! ttuantlo tWi l'anulare c 6 portato nd un w rto grudo di e:.tonsiont>, si rndtJrlzza da. ~ò a scatto, In • modo llrusco, raccndo scnliro un rurnore secco, porccltlbilo :l!li$lanza. t.'amc tMiata ste,;s:1 paragona i!htstamente quc~to rnovi111cnto di scallo, a quello c cbe Ca la l:lma di un coll1•llo a scrramanico. nell'ultimo momento in cui la • si apre o la si chiude •.


·IOU-

coxrnmuro

« gide; coll'esercizio si sciolgono e riprendono la solita mobi<< lità. Col r·iposo riappariscono gli stessi fenomeni

morbosi. « Per rimediare a questo male converrà fin da bel principio << desistere per qualche tempo dal tirare di scherma e non la« sciar·lo trop~o inradicare. ~ ell o stesso tempo si faranno alla « mano dei bagni emollienti , teoendola immersa mauina e sera « per venti minuti almeno nell 'acqua tiepida con cru :;cn, amido 1< od altro. Nei casi piu gr;~ vi converrit ricotTere al medico che « rimediertl lenendo col mezzo di un bendaggio nmidato a << forma di guanto, le dita in assoluto riposo; aggiungeudo « pennellature di tintura di iodio. frizioni di olio di crotonti« glio od altro a seconda dei casi» ( l ). Tre anni dopo, Anuro Menzel, chi rurgo primar·io dell'ospeda le civile di Tri e~ t e , pubb lie.nndo il IO ottobre 11 87~., nell a Rivista Clinica eli Bologna nno studio :;ulla sLe::sa mala ttia della qual e gli era occorso nn ca~o, la qualificò anch'egli per un'infiammazion e del tendine e della guaina, o::sia per una tendo-va,qinitt• cronica circosCI'itla con essudati solidi. Egli si occupò iuollre di stud iare co11 esperimenti sul cadavere, il fen il mcuo dell o scallo chr ri esci a riprodurre legando intorno al tendin e dei fìli in modo da ro'rro are un a nodosità e str·ingendo del pa ri con una legaLnf'a la gua ina per la quale il tendine do1'eYa scorrere. Ne conclliu:;e che lo scallare delle dita è dovu to ad un ingrossamento circoscrillo del tendin e ll essore e con lemporanea strellllril limiLaLa della guaina. « un <1 LUmore d. el te nd iu e senza str-ettu l'il della guaina, oppure una « strettur·a senza tumore non bastano a produrre lo scatto, che '< non manca in1·ece qnalora si riscontrino amhedue le condi« zioni, tanto il tumore che la slreuura ». (2) Anatomia r.d i(Jicnr ClpflliCllle all•t OiiMI.I~tiw. - Conferrn7.<' tenute a l lr~ sc uola centra le d i l i ro, scherma, ginnast ica ~ nuoto per l a fanteria in Pnrma, dal dot t. G. ASTIW IANO . Homa, !871, ti p. Vog hera, r •~l[;. i :i!6.


ALLO STUOlO OELLE ~fALATTIK PROFESSlO~ALI

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La introduzione d i co1·picciuoli duri nella guaina del tendine non valso, negli esperimenti del Mem~ol , a prodnrro il movimento di sc:.llto, che alcuni avevano n lorto at:riuuito a piccoli {'orpi mobili arti cohni . Si è credulo finora cl1e quella delle dita a scallo fosse una malatlia rarissima, :il punto che il tomo :30° del Dictionnai·re -encyclopediqw:rlesscù:ncl's médicalcs, edito a Parigi ncl1884, dice che la letleraLnra mcòir.a non no pos:;iede che una ventina di casi; cifra a dir r ero troppo ba~~a perchè dall e ricerche fatte da altri c pub!Jiica lo nella C<t ~.:l'//a degli Ospedali di i}filano (settembre •188·i-), ri::.ulta inv ece che i casi sinm·a conosciuti so mmano a. B7. ~l a quell'egregio chirurgo che l• il dollor Flavio Yalerani di Casal monferrato, pnhblicando nel 188::> nella Ca.:;.;-(•tta ddle Clù?iclw di Torino u.n 38° t:a~o di di ta a ~ca L Lo, scrive\'ll quesle paro le: i No~t credo che l'alrezion e ~ia co:-:ì eccessivamente « rara come venne afferma Lo rla col oro che si occupa rono di « que:;Lo argomento. Alcu ni casi pa!isn rono forse inosse rvati ·« percbè i malati in m·nnc:mza di gravi sintomi funzionali non ·« ne fe cero eenno al medico; fors'aneli e i medici stessi non vi -« rivolsero la loro ::tll enzi one, riguardandoli come un disturbo • di pocn importanza ». Ed è co:;i; le dita a :;callo non spno uua rarith patologi c.1. ·come genc rulmeuLe si crede; i medici che frequentano le sale <li scherma hanno no11 n)l'e occasioni di vederne; c quasi si può dire che non c'è tiratore appassionato o maestro di scherma ~h e sfugga inti ernmcnte a questo male. Il di lo che primo e piu ,gravemente ne resia colpito è il medio, poi l'anulare ed il mignolo; H giù il Néln ton aveva faLlo l'osservazione che io ho ripetuto, va le a dire che e~ te ndendo e llotlenùo pa1·ecchie volle <li seguito l ~ dita il loro mo\'imento diYiene quasi liuero; poi col riposo !i i riproduce l'impedimento.


~ OiG

CO~T!HDUTO

)la com iene precisare henc i falli. Le dita a ~callo non si osservano che nei tiratori di fior etto, e forse di preferenza in quelli che mnncgginno il fioretto italiano il quale, come,.. nolo, ha un'impugnatu ra diversn dnl fi orello frnncese. È neccs,;nrio inoltre che gli ~forzi per impugnare l'nrma siano molto prolungnli ed assidui. Le per;;onc nelle quali io, a Parma, o~:;en·ai rJuestn malaLLi;t, erano nllicri mnestt i di scherma; ossia giovani cltc per dnc nnni di segni lo c per parecchic...ore del ;.:irtrno mnnegginvano il fioretto, con qnclla foga che sempre ~i mcllc.nef:li a;;salti di scbermn, o rhc in essi em accre~ciuta dal YÌ\ c. tJe,idllrio ùi apprcuderc questa dirrìcile arte. F. per meglio cl tinrire le cose, credo uccessario rifet ire un c·sempio, st:Pito frn nlu·i che sonu 11 tullo .:;imili a questo. Il sig. Ferdinr11 tdo ,\J asiello, ùil•enuto t•oi 11no dei no.stri ~c h er­ mitori più merita111ente celebri,~~~ ora mae;:tro pn·s~o la :.ruola di npplicazioue ùi Snnilù militare in Firenze, mi si Ju·csenlò, nel mese di noYeruhre 18/0, lagnando~i di non a\ere piit il li bero uso ùelln mano destra, per una malnuia del dito metli•J. l o non tardai a riconoscere i frn oltlcni caratteri sti ci c sopra de5crilli delle dita n scallo. Il :\l asicllo ttrnra di schermn da un anno etl iu media per ci nque ore al giorno, era uno degli allievi più ll)'pas·ionati pCI'f)ltesl'urte. l ntraprrsi la cura, applicando una fasciatura innmovihile, a fu t ma di grwuto, che mantenessE' le ditn distese et! in as:;olutn immohilitir. Qunndo, a capo di 111111 diecina di giomi , fu tol ta la. fasciatura, parve all'infermo ùi :n·erc peggiot·ate le sue condizioni, pf'rcltè le dita erano t·i:.:ido, stecchite e non ri esci1·a a piegnrlc. )la a poco a poco ~i snodarono, l'iprcntlendo la loro naturale pieghev-olezzn. Pure non fu che n capo di tre mesi e coll'uso della tintura dijodio ecc., che ::;i potè ottenere uua piena •' dumtura guarigione. l.a guarigione d'allom in poi si mantenne costante.


.\LLO STUOlO DELLE \fALATTIE PllOFE SlONALI

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ed il Mnsiello pott\ per molt i onn i maneggiare le armi con ammirabile maestria. In tlltel tempo Lrovavansi nlla scuola di Parma, come allievi maest ri ùi sehr1·mn. 'l :~o sOII 111'firiali, cl i vi~ i in due ~o rs i , del primo e del s.-condo anno. rd io ho ,;erhato memoria di alll'i tre ca ·i di dita n ~c::ttto simili n quf'~to ('he ho riferito, sehbf'ne abbiano durato mrno. In tnlti il dito mrdiu era quello piuammalnlo; e si tWIIl\'fl unn evid11n1 c r clnzioue fra la fa tir.n sMLenuta e la graYel.l.a della mnlallia: co,..icchè solfri\ ann di piu quell i che piir si ~dTn. ti rnrano, ed ar rvano milggi'lr pnssione per· la !lchermn. Om una malattia. dH' t·olpi~ce quallrn indi ' idui sopr·a l :10, senza tenere ronto d<.'ll<.' forme di Ps;;a piu leggiere od appena ahbozzatr. non può I'Crtameute dirsi una malattia rara . Nei rasi in l'Il i il maneggio dell'armn non~ cosi I'O nlinuo e proiUil;.!:llo, non si O:'SCrrarw ('he spasmi funzionali dei Oc;;SO I'Ì òel lo dita, in moùo che 1·iesce IJensì difficilt• e doloroso l'aprire la manu . ma non ha luogo il fenomeno carnll erislico drllo scallo; questo non sutTede che per un lenlo pro ce~so llogistico. con essudati solidi nel tendine e nella guaina. Le dita, per qu este contrntlnre mu seulari, reSiiliiO tal voha cosi lonacemcnl e serrale all 'impngnatura dell'arma, che si può sc uotere il hraccio senza che essa sfugga ed i• nccess::tl'io aprirle coll'altra mano. Nello stesso tempo In. mano dello schcrmi lore :;i copre di t:alli in una maniera così si u ~o lar·e, che uon si ste uterebbe, dn. ch i è esperto di queste CMP, a riconoscerla fra multe altre . J call i hanno sede specialmente nei primi tre diti dell a mano c precisarnenle in corrispondt•nza ùclla falange unghiale tlel pollice, dell'indice e del medio. SGno cagio nati dal modo con cui si impugna il fioreLLo, e dnlla forma sles:ta delln i mpu~na­ lnra. È pure frequente un ;.; rosso ca llo sulla nocca 1lell'indice,


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CONTBIB UTO, ECC.

all'unione della prima colla seconda falange, per l'urLare cb e fa questa parte contro la coccia della spada. Le poche cose che ho dette, mi pare che possano contri buire a rischiarare la patogenesi ancora assai oscura delle dita a scallo. « L'étiologie du doigt il resso rt est très-obscure -nota il « citalo articolo del dictionnaire ency clopediq1.~e. - Cepen( danl on ue peut meconnàitr:e l'influence du rhumatisrne dans « quelques cas et dans d'autres, l'i nfluencè d'nn traumati sme. « En dehors de ces deux .causes on ne saiL rien decertain >>. Ora a queste due cause si può, senza tema di errare, aggiungerne una terza; !:1 quale consiste appunto negl i sJorzi energici e prolunga li cbe fanno gli schermi tori per im pugnare il (ìoretto; donde nasce la tendo-vagiu ite, o lenosinovite elle vogliasi dire, che,:. causa a sua volta dello scattare delle dita. Deves i notare pc1 ultimo che negli schermitori il male non è cosi gra\•e cop1e ri sul ta da altre osservazioni, nelle quali si mostrò talvolta ·cosi persistente e così ribelle, da consigliare ad intrapren derne la, cura cltimrgica, col l'aprire la guaina tendinea, escjdere la nodosi tà, e fare poscia la sutura del tendine. Questa operazion e fu per la prima YOita, e con esito felice, praticata da un chirurgo di Hambnrg nel ·1884. Per solito, negli schermitori il male cede, in tempo più o meno lungo, <L più sempiici mezzi di cura, come sono i bagni tiepidi, le pennellature jodiche, e l'immobilizzazione cleli a mano, merce una fasciatura nell'estensione delle dita. Questi mezzi, già da me adoperali con buon successo alla scuola di Parma, tornarono parimenti vantaggiosi nel caso ossena to or sono pocll i mesi e descri uo dal dotlor Valerani.


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STORIA CLINICA

CONSIDERAZIONI FISIO·TEUAI)EUTICHE T.e ~tura fa tta dal capitano medico ru;:li!i!i dott. JU iebe hmgelo alla collfere01A, scir nlifica d••ll'ospedalo militare principalo di Li l'orno il t• luglio 1886.

lTn CllSO di idrO•J)IO torace .

Il giot·no 20 ollolJre 1885, alle o re ·t t antimeridiane, fui chiamalo a visitar e a cas a sua il tenen te colonnello Uguccioni cav. Uguccione, del 2• reggimento gt·ana Lieri. Jv i,dnll'egr·rgio dott. Tat·r·ini, che ebbi il piacere di conoscet·e in quella occasione, tlli fu r ifer·ilo ello Hella noLI.e del 19 il signor colonnello, senza cau!'a a ppt·ezzabile, er·a stato preso da acu ti dolori di veutre. localizzati specialmente nella regione epigastrica , e c be per calrnar·o i menzionati tlolori, sulla consideraz.ione che pole!'ser o dipendere da indigestione òi m a terie alirnenlar·i, nella notte stessa dappt·ima gli fu somministrato un purgante oleoso, poscia gli fu t·ono messi parecchi calaplasmi caldi s ull'nddome ed a lquanti clislet·i di infuso di camomilla laudanizzala. Però con le delle cur•e non si ottenno lo scopo desidet·ato, g iacchè , erano tr·ascot·se circa sei ore, e il dolore conlinua,·a nella medesima i~lensila, l'alvo si manteneva sempre chiuso e l'infermo 81'8 considerevolmente sma nioso, sicchè a lle 4 •;. an limer·idiane del giorno 20 gli l'u falla una iniezione ipod ermicA di 1 cenligra mma di mor fina e alle 10 antimer idiane egli fu messo per 30 minuti in un bagno generale di acqua tiepida.


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STOR IA CLINICA..

Uscilo dal bagno e visitato da me presenlavasi nelle seguen ti condizioni : di buona cos ti tu zione, di lempe1·amenlo nervoso, di abito r~golare , g iacevo supino nel prOJll'io !ello, e nella r~ccia considCI'evolmentc pa llida, gli si leggeva l'espr essione di un uomo ol tr·emou o soffeJ'enlc. l n ogni minuto primo compiva 20 Alli respir·a lm•i con r espirazione prevalentemente toracica e miE< uravn 81 ba lli li CIHdiaci. LA lingua r 1·a coperta da una patina bianco-giallastra e l'alito sgradevole. Non ci ru da lo in quella prima visita di potere esaminar·e le condizioni degli Ot'gani loracici perchè l'int'è l'mo ad ogni piccolo m ovimento del co1·po se ntiva esacerbare di mollo il suo rlolore. Il venl.1·e, aume ntalo di volume, conservava In s ua nalur·ale for·ma. L a pt) lpazinne gli riHsci,•n dolorosa pPr lulla l'estensione dell'addome, specialmente nella regione epigas tr ica verso l' ipocondr io 1lesti·o. L a temperatura gen eralo del SUtl coepo, mis urata sotto il cavo dell'ascella, era di cenligt•adi. L'infer mo non nvea avuto ancor·a alcuna scneica Yenlrale n é cona ti di vomito, non aveva sofferto punto brividi di freddo. Ci fu rife1•ilo che cgÌi di ann i 46 aveva goduto srmpre buona salute, e cltc solamente nel 1883, essendo di guarni gione a Na poli, a ve va solfc l'lo d'i leo lifo clte lo tonne nletlo per circa tre mesi, e di cui guari re;;iduanùogli un po' di cala l'l'O gaslroin teslinafc. 11complesso dei s uaccen nali s intomi richiamava la nostra a llenzione !'iopra un possibile dislul'bo nello funzionalità degli orga ni di gc~pc~nti (irnbal'azzo gastt•ico) , quindi si è pensato di farg li riprendei'O un purgRn le oleoso e gli si fecero fai'e due clis te1·i purgativi con solroto di m a gnes ia. I nfalli, nelle ore maltuline del giorno 21, egli ebbe un'abbondante scarica ventrale di m tJlerie !=:Oiide, dut·e, cope1•te di un in tonaco m uccoso,e s ubito dopo sen tl allevia l'e le s ue sofferenze . Il ventre diminuilo di volume rlivenne più lrallabile al palparnenlo, ma semp1·e dole n Le a ll' 1pocondrio destr o. In quel giomo ebbe alt1·e due scariche al vine, c alle 7 pomeridiane era lra nquillo, senza febbl'e, ma accusava m olla sete.

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E COXSLDEHAZlO~l FISIO- TERAPE UT ICHE

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Gli si ordinò un A die ta r;gorosa di brodi r istt·e tti e di latte e si con tinuò nell'applicazione di ca ta plasmi ca ld i all'addome. Quantunque egli si sentisse migliorato, pure ne' suoi alti r espir a tori no tavasi una certa freq uenza non in relaziOJJe con la temperatura gener·ale del s uo corpo, e col ,lolore addominale che anecavagli meno molestia del g iorno antecedente. In a11ora, fa llo l'esame oblJiell.ivo degli oegani tor acici, si è potuto cons tatare r.be al la base del torace destro esis teva un ve rsamento pleurico, ca r·atledzza lo da ottusità di s uon o limitata a due centimelt'i ci J'ca al disotto dell'angolo infer-iore della scapola e nella della zona di ottusità vi era abol izione del m ormorio vrscicolare e del frem ito petlora le. N el r esto dd polmon e des tro e nel s inistr o la respirazione era Osiologica . Dal g iorno 21 ollob:·e al 18 novembt'e l'essudalo ple uritico destro ebbe un leggero aumento, raggiungendo la linea tangenziale al delt.o angolo della scapola. E duran te il menzionato pericdo di tempo l'infe t'mo, apirellico nelle ore del mallino, presentava una leggera esaccl'lmzionc febbr-ile ne lle Ot'e seroline, ma il massimo della s ua lernperalnra non super ò mai i 38.,5' . Però non avea p•1nto affanno di respi r o nè tosse, e si notava solamente una ce r Ltl !l'l'egola ri tà nelle fu nzioni digestive alternandosi la stitichezza con la diar·rea. Per us o interno prendeva be ,·and c alcaline, e qualche dose di solfa to di chinina, be ve va !alle e brod i ris!t'elli. Localmt~nle sul tor'<:~ce d~>slro dapprima si l'c cet·o delle penn ellazioni di ti ntura d' iodi•J , p oscia (3 novembre) si appli cò un largo vescican te elle fu r ipetuto il giorn<, 11 di dello m ese. E qui mi sia concessa una breve~ dig r·essione ci t·ca l'utilill\ o meno della cura rivulsiva nei casi di versamento pleurilicos ieroso, giacché varie e numerose sono in proposito le opinioni dei m<>dici s pec ialmente ai nostr'i giom i. Da taluni è m esso in dubbio il vau tn ggio dei vescicanti. specialmente nei p ri mi giorni della malattia, altri asseriscono essere la rivuls ione, non solo inutile, ma benanco pericolosa. A mio credere però l'applicazione dei vescicanli n ei ver-


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STORIA CLINICA

!::amenti pleuriti ci -siero~i ha la mede~ima indicazione della cur a r ivulsiva che vanla~giosamenle si adopera nelle effus io ni a rlicola t•i. Una tale p ratica ò di oJ•ig ine cosi an tica qua nto la medicina s tessa, e senza a ver e la pt'e le!:<a com e da tolun :> si é dello di ritenere i vantaggi apportali dal vescicante s uper iori a quelli della toracenlesi !>lE-ssa, ct·edo che uo tal metodo di cut·a sia ~empre ulilmPnLe e vantaggiO$Amenle applicalo. !'\el noslt'O amma lalo dopo l'applicazione Jei vescican li si e bbe a notar e una certa dimiuuzione del li mite s uperior·e dell' essuJalo o contempot·aneatn enle si verificò l' abbas~a ­ mento di temperalu1·a nelle or e della sera, rimanendo egli quasi apit·ellicq per due ~iorni consecutivi all'applicazione del vescicanle. ~l a i cennali mig lioramenti non Pbbcro lunga durala g iacché l'in fermo c t·a $Cmpre ab ba ttuto dt forze, scadu to nella nutt·iz ione genet ale c con poco appetito; c q uunlunrpte iu lui non si a vve rtisseru mai bnvidi di fr eddo nè sudori, p v re l'cJeyazione ve~perlina delln Lt-mperatura, il diwngramento generale del corp0, l"ano1·e!>sia ed il pallore LerTeo del volto facevano na'5cere il sospeLlo e h ~ l'essudato pleur·itico fosse di nalura pu l'ulenta. Localmen te l'ottusi tà di s uono, l'ubolizione del feem1 lo loraco- vocale-lnlli le, la scom pat·sn del mormorio vescicolar e, l 'egofonia po tevo!lo ben significare ltw lo la pt•esenza di un essudalo siet·o~o, IJUan lo quella di un 'ersameuto purulPnto; però l'espel"irneuto del pellor·•loquio afono del Baccel li steva piuttosto ad indicare che l'essuda to fosse di nalura purulenla. Onde meglio accertare la diagnosi d'accordo con l'egregio d oU. TarTini s i er a pens ato di fare una puntur·a esplor·a lrice pe t· veJ·ifìcar•e in modo positive la 111l lur·a del liq uiJ o; e però p rima di proceder e a ta le esplorazione, si è pensato di far visitare il nostro infer mo dal distint•) sig. di rellore di questo ospedale tenente colonnello cav. Cocchi. I nfatti, alle ore 4 pomeridiane del giomo 18 il prefato signor direttore, udita la nosLt'a relazione e visi ta to l'ammala to,

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E CONSIDEltAZIONl F JS10-TERAPEUTICHE

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espresse parere che probabil mente in ques to caso lrallavasi di pleurite essudaliva purnlenla . Alle ore JO pom. di quel giorno l'infermo cominciò ad avvertire acuto dol or~ all'apice del torace destro ed al braccio corrispondente, e durante tutta la notte ru molestato da for tis::;ima dispnea; la mattina ùel '19, egli, alla nos tra visila presenta vasi seduto nel p1·oprio !ello .;on. facc ia pallida, e coperta di profuso >:udore, lablwa alquanlo cianotiche•, respiro affannoso, con voce fioca c spesso iolert'otla. A veva il polso duro, pi.~colo, che balte va 102 volle al rninuto primo, con 46 alli respiratori, e la respirazione era completamente obliqua, rimanendo quasi immobile il torace destro Jove, t:on la pe1·cussione, avevasi assoluta ottusi là di suono, e perdita di ela~ticità a rartil·e dalla 2• costola in giu; e pel' qua>'i tulla quell'es lensione il morÌnor:o vescico lare eJ' a ~ompl etamenle abolilo e si ud iva abbastanzà chiaro il f'Offio bronchiale c Ja broncofonia.l l fe.~;ato deborda va circa tre ùiLa tra verse al di solto dell'arco costale corrispondente e la punta del cuore batLeva circa un dilo traver·so 111 ruor·i della papilla mammaria . Nel polmone sinis tro la respirazione era mollo J·info l'znta ma senza rantoli. L a lemper·atura gen erale del corpo m isurava 37•8'. L' in fermo non aveYa solf~rlo b r ividi d i fr eddo, non accusava tosse. 8 pur Yero che la dispnea non costi tuisce per s<~ stessa una indicazione asso lu l<* per la toracentesi, potendo sussistere con versamenti p leurilici relativamente scarsi, nel mentr e può mancare in certi casi di versamenti considerevoli falli in man iera lenta e graduale , e senza congestione polmonare de l Jato sano; rna nel nostro infermo l'affanno del r espiro si e1·a pt•onlamenle man ifesta to col t•apido accrescet'Si del vet'samen lo pleurilico e con lo spostanJen lo del cuor·e: fen omeno que~L· ullimo di gra ndissima importanza, giaccliè la n.orte t'epen lina in cer ti casi di pleurite essudati va è a'•venula per Jo spostamento c!Je ila subilo Jl cuore, sia in to talita, sia allomo fii geossi vasi che da esfòo par lOl!O o che \'Ì ar1·ivano camancio fnlti embol ici o anemia del bulbo. Ed inolli•e nel noO'lro ammalalo si aveva fondato sospetto che l'essudalo fosse tl i na tura puri.Jlenla; qui nd i , a nostro


IOiH

STOIUA CLlì\lCA

ereJet·e, in f[uel caso esislevn una indicazione assoluta pet· eseguire pPonLamenle la Loracenlesi. Infatti, alle ore 4 pom. di quel git rno, in presenza del signor· lenente colonnello cav. Cocchi , ru da me praticato llf>l St·SLO Spf1zio inlCl'COStule <l i de!'lra all'unrone del te rzo poster•ore co1 due tPrzi anlel'iori uoa puntul'a aspit•nlt ico , giovaudomi dell'appar ecch io del Oieularoy. Ma con la della punlur·A non si po tet·ono oslr·urre che solllmenle 300 grammi di ess udato purulcnlo, lltOILo tlenso, c di ct'llti\·o oùot'~>, e c1uindi non si ebbe »lcun mif!liot•amcnto nella di;:;pnea che Artlig~evf\ l'ammalAlo, nè lampoco una apprczzaùrle dnninuz;one ùell'essuùato; !'tCchè ali(> !l pom. si t•ipt:lò la puntura ~tt:pirnlrice 3 ceul1melrl cir ca indietro della precedente e sernp1·c nello stu3so spa:tio iulercostale; e eia questa secondo pur.tura furono 81-{evolmente estratti mille e cinqnecenlo grnmmi di essudato r·urulPnlo meno dPn~o dd preccdeult', ma sE-mpre di t·allivo odot•(>, L'infermo Ili le 10 pomeridiane Sf'ntiva"i abbastanza lt·anquiilo, gli era consitl~ revolm eute uiminuita J'ansiu del respu•o, compiva 28 aLti •·espit·alori in un minuto pl'illlo con !lli battiti caedinci. La Lernp"t'a lnea grnerule del cor·po rni ~ urava 3 •. Prese qu~:~lclle cuccluaio dr IJr<>do r·islrcllo o di ''ilio morsaln. Slilnle la cons idere vole proslt·azione di for·ze non d fu dalo fu allora di fal'e un minuto esAme delle condizioni fisrd1e e funzi<mali <.lei loruco destro, pèr ò !"i è po tuto nolat'e (:il e ad ogni a llo r espiralot·io uvven1va qnasi tlsiologica l'escursione costole dello metù supct·iot•e del deLlo Lot·ace, dove si pet·cepi vn il rrem•lo vocale, e la punta del cuore batteva in corl'ispondenza <.Iella papilla marumal'in. Durante la nolle e~l i ste LLe disc r·clomont.e tranquillo e potè dormire qualche ora sdt·aialo supino nel ll'lto. La muttina del 20 !'ICntivusi J'isloralo ùi fot'ZP, era upi t·eLtico, non aveva tosse né ave\O. 51 fl'er·to punto IJrhiùi di freddo, beveva volentieri d br odo, rl lalt() e In mat·sala o prese in duo V (J ILO ~O cenligrummi di !'olfato di chinina. Con l'esame fisico si ò ril(•va lo che al lorace destr o il fremito pellot'a lc e la respirazione vcscicola1·e si udi,·ano ab-

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E CONSIDEll.-\ ZIONl FISIO-T.EI\A.l'.E!ITICRE

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basla11:.::a bene ùa lla quar ta costola io s u, meolt'e n el J•esto del torace s i a veva sempre ottusi tà di suono e si udiva il soffio bronchiale. Nel polmone si nistro non si ris contrava a lcun fenomen o morboso. Il migliora me nto che dopo la lora cente~ i s i era verificato nello sta l{) generale dell'infermo e nei falli fisici del torace, nel mentr e g iusLi!icaviHlo il nostro operato, ci permellevano di l'illellero alquanto stll dii l'orsi conseculivamMle, giacchè, quantunque si conosca cho in pat>ecchi ca~i c.Ji versamenti pleurilici-purulenli siasi verificata la guarig-iono in seguito ad una o più punture t1s pi1·ntrici clelJ'essudalo, senza JavRgjZi della pleu1·a e s enza r esiduare fistola pleuro-coslale o pleur·ob r·oncltiale, pure come l'e~ol a genera le av"icne che il ve l'same nto di pus si r ipr oduce con molta l'Spidillt e si è cos ll·elti ad Hbbandona1·e il meloclo dell'ospil'a:.::ione per ricor· re1·e all'opel·azione llell'ernpir>ma. Per desider io della fa miglia dell'infermo, il giorno 20 alle ot•e 4 pom. l'ammalalo fu visitat.o dal distinto pl'OL Fetlerici, il quale, udila la s toria Jella malallia, app rovò completamente i mezzi curativi fino allor·a impiegati, e t:ons igliò senz'~llro di t·icol'l'ére all'operazìone òell'empiema, non appena si avessero i segni geneJ'ali e locali della rip!'Otluzione dell'essudalo. Infatti si aspettò fino al g ior no 26, giacchè l'infermu aveva poco ~:~l'fanno di r espil'o, non e1·a molesl.alo da tosse, non a,·eva avuto punto brividi di freddo, e la fe bbre serolina non s uperava i ss· 5', nel menll'e prendeva volentiel'Ì il lotte, il brodo e la marsala ,o qualche dose di sale di chinino. Gradatamente però i segni f1s ici a l torace desl!·o denotavano che l'essudalo andava mano mano crescendo, tanto che la mattina del 26 esso raggi unfreva il mar·gine in!'eriore della seconda costola , ed in quel gio1·no l'ammalalo soffrivo nuovameute di fa rle djspnea, sicché s i decise di opemrlo pl·onLamenle di loracentesi. lofa lli, sotlo la direzione del siguor leneutc colonnello cav. Cocch i e con l'assistenza del dottore Tat•rini, alle ore 11 ant. fu da me eseguila l'operazione dell'empiema, mettendo a seder·e l'ammalalo nel proprio letto e


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STORIA CLINICA

praticando nel sesto spazio intercost.ale una incu.:;wne cutanea di 5 centimell'i, la quale compt'endeva nella sua edtensione le due punture f~lle con rapparecchio del Dieulafoy. In della incisione, che f'u esof!uita a for·ma di cono con l'apice in dentro e tagliando u strati, appena f'el'ila la pleura, vi misi s ubilo l'indice della mano sin is lt'a pet· fare in modo che il vuotamenlo dell'essudato s:i compisse in maniera gl'aduale e pet·ch è si poless:e in seguito convenien temente appO!'t'c la voluta mcdicatura. Vennet•o fu ori c irca due lill'i di essudato siero-purulento, commisto a fiocchi fibt•ioo;;i, e du1·ante ratto ope1·alivo riofermo non ebbe ulcun accenno d i Jeliquio né di tosse, anzi man mano che il torace doslt•o vuotavasi dell'essudato, egli dicea di sentirsi t•inascel'e allu vilu, ùiminuendogli pl'Oporzionatamentc l'ansia del respiro. Estratta la menzionata quanti la di pus e lavata l>ene la f'e1·ita esteJ•na con acqua l'enica ta al 5 p. '100, f'uronu in tl'oùolti rJ el cavo pleu1•ico due tubi di caoutchouc vulcanizz~to, 1 quuli penett•avano per differente lunf(hezza, l'uno per circa sci centimett·i, l"allt•o per tre. Onde fissare bene i tubi ed impedire che nei movimenti respira lol'i fossero attratti pel' inter•o nella cavità toracica, furono allraversah per mezzo di un ago da un resistente e sottile col'doncino di seta, le cui estl'emilà, legale da un nastro, vennero fissate alla spalla siuistrR: quiudi, mediante l'islrumento a pr essione d'aria che si usa comodam ente in chirurgia (it•t•igato!'e), pe•· mezzo di detti Lul>i s;i l'eceru lavaggi del cavo plemico con una soluzione d'acido l>or ico al5 p. 100 e poscia sulla pMete lOl'acica fm•ouo p<•sti pAr ecchi strati d i gar·za fenicata e d i coLone fenicato, t'icope .. ti di sufficiente tela Mackinlosh . Alle 5 pom. fu ri nnoval8 la medicatura che per iole1·o era imbevuta di p us, ~ l'in ferm o senlivasi J·istoralo di for"te, con poco alfan11o di r·espiro, aYeva polso regola1·e, lempel·otura 38" ;)'; non aveva tosse, né aveva soffet'to punto bt·ividi di freddo; sentiva bisugno eli chiutlcr·e :::Ii occhi al sonno. Infalli. passò quella notte tranquillamente e la maLtino del 27, completamente apirettico, compiva 24 atti rcspiralOt't al minuto primo, con 92 balliLi cardiaci, e :;i conti-


E CONSIDEitAZIONI F!SIO-TELlA PEUTICIIE

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nuava nella som miniatrazione del lnlte, dei bl'odi, della marsala. Da quel giorno in poi egli non ebbe più alcun accesso febbrile; veni,·a meùicalo due volte nelle 21- ore, e sempre con soluzione di acido borico che ùopo il secondo g ior110 delr opera7.ione fu faLla in proporzion e del 2 i 12 p. 100. Per uso interno prendeva g iorna lmente i12 grammo d i chinino. La quanti tu di essuda Lo purulcnto che ''eniva fuori iu ciascuna medicalnra andò gior nalmente tllminuenc.lo e la f~rila del tor ace tendeva sempt·e più a r. hi udet·si , tanto che il 2 dicembre si r itenne opportnno d i togliet·e uno dei menzionati tubi ed il gior no 8 del dello mese, dopo -18 ot·c che dal cavo pleurico non veniva fuot•i alcuna goccia di pus, anche invitando l'ammala lo a far l'aLLo della tosse, f u tollo il secondo tubo . Egli a ndava mano mano ricostiluenclo!li nella nutrizione generale, mangiava con appetito e òiget·iva regolarmente. 1128 dicembre la ferila del tm·ace deslt·o et·a completament.c cica t•·iu.a ta e con l'esa m e obbictlivo r ileva.vusi cile dnll'a JJgolo inferiol'e della scapol a fi no all'upice po lmorwre la respir aztone era completamente tlsiologica, e cho solamente verso l a base del dello LQrace si aveva diminuzione nella sua normale sono•·it-à, eli penden te do.ll'ispessimenlo pleUl·ale: e con la res pirazione vcscicolar e si univa un leggero r umor e di ::;frc~amento. In queste condizioni egli, ve1·so la meLa di gennaio, parti in licenza di conYalescenza della durala di HlO ~iorni, dopo di che, completamrn te rimesso in sa lute, r ipr ese il seJ•vi'l.io milita re. Sig nori, la s lot·ia clinica che brevemente ho stima to opportuno di r iferit·vi, spet·o che riesca anch'essa abbastanza utile per dimostral'o l'efficacia della toracenlesi nolla cura delle etrus ioni p le ut•itiche, specialmen te in quel le di natura puruJenla, g iacché nel nostro infer·mo, senza il sussidio di una tale operazione, a mio avviso non si sa t·ebbo potuto scongiuraee un esilo che tanto da vicino ne minacciava la esistenza. L'idea della paracen tesi lorucica nt> lla cu•·a della pleurite essudHliva, è di origine antichissima. E sebbene io non abbia l'intenzione di ésporvi ia slo••ia di una tale opet·azione attra67


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S1'0Jì.lA Cl,lNICA

verso i secoli, le vicende favorevoli e contrarie che ha subiLo, gli entusiasm i e lo scredito che ha s uscitato, cr edo, nel rife1•irvi il menzionAto caso clinico, di por·lat·e il mio debole conh·ibulo olia statistica, da cui solamtinle potrà allendersi il vor·o g iuJiz.io sopl'a una ta le im portanL~ questione ler apeulica. l\ el nostro ammalalo inclubbiamrnLe, falla l'operazione del pio-torace, lo condizioni §.!ravissimc eli malatliu subirono unn pronta e signiliconle melamor•fosi fa,·orevolt>, tantocht> egli in brevissimo tempo ha potulo r·a::r~iungtwc una completa guarigione. Ell in l'alli, opet·ato di Lorncenlc!':i il 2U novcwbre, il gìol'no R Jfll tnP~e succe,.sivo dal ca,·o pleurico de!':tt·o non veniva più alcuno goccia dì pus, e 20 ~iorni ùopo In ferila del tOI'ace era pcL·fcllarncnle cicatriuala. E\'tùcnlemente in Jut la gu arigione i· av\'cnuta in ltlOÙO rupido 1• senza la:>cial'O cou~eculh·a pPr·munente ft:::tola pleuro-costale, t•eliqu(llo quesl'ullimo non raro a vel'ificarsi r .e~li adulli o nei vecchi. In proposito, il Ber•get• uel lH8~ fac;,.va pt·oscnte a lla Soeiclh ùi clurur~a oi Pnrigi eire sopa•a una hl.illislica di 90 casi di opcwa li di tor·arentesi pet• v~t·samenli pleur·ali-purulcnli, si avevano :2:~ lislole pror·mancnli e ;H mo r·U. Eù i11Yero perchè aneng11 la ~narigioue di un U'-CCS!'O plem·ale è neccs:.nrio c he ùopo l'iucisiono cd ìl <'onsecutivo V LIOl:'lmento del pus !<i ver·ilkhi l'audo"'sarncnto o rneglio l'~::~dercnza delle duo lamrne pleur·ichc, ri::ullalo fJUC!\lo non seropr" fucile ad olLe ners i. s ia pel' l'unrpi<:7.ZO oJdla cavi lil suppu t'artll~, s ia per· la poca ccclcvol•>zza della pArete Lor·ucica, e I(Uindi per· la urfflcollà che inconta·ano a mettersi in conl>tllo le du() lamine della pleut•a arnmfl lale. Queslu è una del le l'agioni o forse la pr·mcipaJc per cui a par·il.il di condizioni l'opt>razionp dell'ernpiema é r.or·o nata da esito fdice più fucilment•• negl'individui che non hanno ollr·epas!':ala l'età di 20 anni, in cui lA parete costalo.! è nbbaslMza ccdeYole, anzirhé negl'individui adulli. Un'altra condizione indispensabile pcr·cbè s i possa l'nggiungoa•e una completa guarigione negli operati di toracentesi consiste nell'adoLLar·o uu Lal m etodo di cm·a appenu ne esistono Je indicazioni, giacché nei versamenlt pleuritici l'in-


E CO:-ISIDRBAZIONI FISIO-T.EBAPEUTICrtE

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ter ven lo rapido della loracenle~i ò della massima utilità, come ·gi us tamen te as:>et•iva il p1·of. Burresi e come sostiene i l proiessor Hofmokl il quale dice che quanto più presto il pol.mone viene libera Lo dalla co mpressione dell'essudalo e quan to più rapidamente può l'ipigliare la sua espansione normale, Lauto più vi é la $peranza che la g uarigione venga completa; .quanto più a lun go du r·a la compr essione, tanto p iù il polmono res ta persislentemcnle fissato in 'luclla posizione dal fogliello pleurico-visce rale, il quale sì ispessisce continuamente e contrae false aderenze, che poscin i:npediscono lo espansione del polmone stesso. Esllnndm· inoltre scriveva ello quanclo avviene uno infìam· mazione pUI'ulenlo in una ca"ilà pleuralc, una sola circostanza può facilitare la /l'Uarigione e prcvenit•e la formazione di una fis tola pleu!'o-cos lale e quindi lfl rcsezione delle costole, cioè l'esistenza fr•a il pol mone od il torace di aderenze tanto anliche cbo recenti, dovute alla stessa pleuro. polmonite cbe precede o rd i nat· iament~ l'empiema di diverse sellirnane. lnfalli se vi sono aderenze, so~giu nge, il polmone non può nalur a lmen le abbassarsi, la cavita purulenta resla piccola e si chiude fa ci lmente co n la cura delle iniezioni antisettiche; se invece non vi sono ader·enze il polmone è l'espinto verso la colonna vet'leurale e quando la pleura si è abbassala durante la !'IUppul'azione non può più ript•endet•e il s uo normale vol11me . Le o><servazion i summenzionate !'Ono di una verità assolula ed il caso clinico che vi ho brevemente esposto, u parer mio, co nli' ibuisce a rot'forzarne il vaJoee. l n falli, se nel nostro oper·ato si ottenne una pt•onla e completa g-..;arigionEI, ciò, a mio credere1 è ùevoJ ulo JWincipal rnenle all'esistenza delle menzionate tlne condizioni: primier·Amente perché in lui la copiosa raccolta purulenla nel cavo pleut·ico dcs Lr·o avvenne consecutivamente ad una phmrite limilalo. alla base di dello Lorece, e svoltasi in maniera lente, per cui giustamente è a supporsi, che quando egli fu operato, verso la base, si et·ano già cosliluile le l>eneficl1e aderenze tre il fogliello pleurico-viscerale ed il parielale. E ciò é dimoslt'ato


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STORIA CLTN!CA, ECC .

anche dal fallo che con la prima puntura aspiraLrice esegui la> con l'apparecchio del DieuJafoy non si è penetrato nel ca vomassi mo della raccolta put·ulenta, sibbeno nel cavo circoscrilLo dalle menzionate ade1·enze per cui non s i poteronoestrarre che solamente 300 gJ·nrnmi di pus; menti·e, con la seconda puntur a, falla 3 cen limet1·i più indietro della pri ma nello stesso spazio inlel'costale, poche or.e dopo, si è avutol'opportunità di eslt'orre un litro e mezzo di essudato. La seconda condizione che favorevolmente con L1·ibui a lla r iuscita della CUI'a nel nostro infermo é slala quella di gia enunciata dal prof. Burresi, cioò l'operazione dd pio-LOI'ace in lui fu eseguita prontamenlo, dapprima con !'.aspiratore del Dieulafoy e pescia con la incisione e successiva lavatura antisellica del cavo plcur ìco.


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LE

PROPRIETÀ TERMO--IGROSCOPICHE IJELJ, E

STOt'F~ VF.STIME~TARIK MILIHRl ITALIANE ltl; l, DOTTOfiE

MAEJSTRELLI CAI' IT AXO liiWICO

I. Leggendo nella ~Militiiriir.:lliche Zeilschri.ft del 18~5 il bellissimo lavoro dell'lliller: Sut risccddamen.to e sul raff reddamento del .fantaccino il1 nwrcia e sull' iajluenza e/te oi esercita il vestiario (1), comp1·esi quanlo vi sarebbe da s tudiare fr•a noi intor no olio specialissimo argomento d'i~i o oe militar e, e quan to sarebbe bene s tabilire uua volla delle ricerche in proposito, seguendo appunto le lraccie del cilalo aulor e e di quanti lo pr ecedettero nello indirizzo schi~tlamente espet·imenta le adollato. Come per provorm i noi cimento, determinai allora di studiar e le propr ietà lermo- igroscopiche delle nostre stolTe veslimentarie militari, alla guisa stessa che il Coulier aveva già pra ticato, 28 a uni o1· sono, per le stoffe militari f1'ancesi (2) e I'Hammonù, più Lardi (1863), per le stoffe vestimentarie in uso ne ll'eser cito dell' unione ame( l ) Uehr•· Ervarmung-und .fbkìi1uttg dr.! flt(Mtlcri$/cu au{ d.rltt .!lursclte tmd dm Em{luss cler 1\leidung dM'att(. - You dr..~ . l111.1,En, StahsurzL in ~· Sohle-

sisclterl Gren:tdier-Rcgiment N. H. {'!) CouttRn- h~ptrwnces mr /es èlo/Tts qui servtllt a wn(ectionner lesvi· lemet~fl !llilifair e&. - (Jottr11ol de la 1Jily$iologi~ t.le l'ltOmme et rles animau:ll, l 858, t. J, png. 42'2) .


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J,E t>ROPRIETÀ TERMO-lGfiOSCOPICHE

ricana del nord (1). Non mancandomì nè l'opporLunilé., né i mezzi per Io s tudio proposlomi, m i m essi subito al lavoro eprocur-ai di CO!~pierlo con lulla la scrupolos ità e perseveranza cJ1e erano richieste dal caso. Nella lìducia or•a d1e questo studio, come che t'ondamenlale nel soggetto deU'igiene vestimenlaria, possa esser riuscito non del lullo o:tioso , mi induco a pubblicarne i risullali che, non destituiti al certo di un qual\:b e inLe!'esso, l'it.engo potranno tornare anche utili quando si Lralti ùi nuove t'icerche o di nuove disposizioni in torno al vestiario llelle nos tre truppe.

Il. Lo slol"fe da m e solloposle ad esam e sono 'luelle regolamenlarmenle stabilite pet• la confezione dei p1·incipaJi rapi dj vesliorio Jei nostri solda li o per la costituzione delle tende che devono ripararli in campu...-na. E sse sono: I. Di lana: ·J• fJ pann o turchino per· giui.Jl>e, manldline da bersa-glieri, pantaloni tl'arliglieria c genio, benetti; 2• Il ranno azzm·rato pet' cappolLi di fante r·ia e per panciotti; 3• Il panno bigio (T oumon) per pantaloni eli fanteria e cavaller·ia, cappotti di ar·lig li er ia, pastrani da cavalleria; 4• La tlunella colorita pe1· camicie da car·abinieri; 5" La Jlar~ellu b i ar~ca facollaliva per tu tenuto degli uf· ficiali in Africa. II. Di colone: Q• La tela greggia (ghinea gr eggia) per camicie e pezze· da piedi; 7• La Lela basino per mutande; s· La tela casalinga (ghinea candida) per coperture di kepy. cappelli, colbaki, ecc. U• La tela a fìlo rilorlo per la ten uta delle tru ppe in Afl'ica; 10• L a tela rutva per tende di nuovo modello; (l ) liAliiiO~o. -

'ervice. -

A trwlise on hyoìene wìlh special re(erence t o ll<t rniJitar!l' Pbiladelphia, 1863, s. 585.


DELLE STOFFE VESTIM.&NTARlE lliLITARI JTAU.\NE

1OG3

III. Di canape o lino: 11• La tela g l'eggio di canape per tende vecchio modello;

12• La tela crudA a spina di lino per giubbe, pantaloui ed uoso (Lenuta di fatica).

III. Potere emissivo del calore, od anche impropriam ente dello potere dinter m.ico. - Questa proprielll delle stoffe vestimon-

·.

ta rie di pr•estar·si più o meno facilmente alla dispe r·sione del culore del cor·po su cui vengono a pplicate rome indumento, di esset·o in altrr termini Yariumcnte co ibenti, fu c"periment.ala da mP- in nrodo analogo 1\ quello !\Gg-uilo dal Coulier pl'ima, doli' Hammond di poi in riccr·cho di simil gene!'e. Entro un vaso di latta bianca c sottile in forma di bottiglia introduceva una dete1•m it talu quantità di acqua bollente c ho ne occupasse In parte più bo~~a; r·ivestiva fJUindi il ,·aso s tesso di una cnmicia, diligent•) mente confczionot.a, della slo!Ta do rueltet·s i so tto esperitHCIIlO, c lo 111uni va di un Lel'momelro o;en~ibi 1 issimo chP, cOI'l'ispontlenclo col !>UO bulbo al centt·o de l cavo della bolliglia, potesse segnolarne con esattezza i cambiamenti di lcrnperlllul'a. Il recipiente cosi preparato poneva inhne s o pra uno spe;;;::o toppolo di legno, in ambiente ad ar·iu po.rfollomente co lmo. ed ulla c ostante lemperalur·a di+ 20• C. AltPnclentlo allor o cho, per il grad ualo raffr·edJameoto dcll'apparcccbjo, il ter·momctro seg-nas~eesat­ tamente + 40•, osservava quanto tempo questo impiegava o discendere Mcor·a di JO g r•adi, cio~ fino a + 30• C. e quPI tempo notava come l'indice del potere emissivo o clialermico della stolTa m essa soLto prova. Ecco i r isultati di fluesla pr ima !>erie eli esperienze:


4 064

LE PROPRIETÀ TERMO-LGROSCOP ICHE

Tessuti di hwa: t• Panno tur<'hiuo da giubbe . 2' Panno azzur1·atu per cap potti . . . . 3' Pnnno big1o pe1· pan taloni, pastrani ecc. 4" F lonel la colorita prr camic.:ie . . . . . . 5' Fla nella bianca pe1• te nuta d' Aft•ica (ufficiali). Tessub: di cotone: 6" Tola greggia pet· camicie . . . . . 7' Tela basino 1 et· mutande. . . . . . 8' Tela Cilsalinga (cnndida) per coperture. g• T ela per tenuta d'Af'rica . . . · . 10' Te la l'n l va pCt' tend e . . . . . Tessu ti di canupe e lino: . ·t t • T ela g reggia da tende (canape) . . 1:!' Tclact·udaa spiua pet·tenuladi fatica(lino)

3i-.!t3'' 36.00'' :.l9.J5" :·>i.·JY' 36:15" :30.15'' 29.00"

.2!1.30" 29.00'' 28.00" 30.00

29.00

Questi risultati, pa ralleli d'allroncle a quelli giù ottenuti dal .Cou licr e dall'Ual!lmond , dimos trano: P Che i tessuti rli lana sono i meno dotati di potel'e emissivo per il calore. oJ in alt1•i ter mini, sono i più coibenti di tutti i tessuti saggiati e pei' conseguenza i più adatti alla confezione de~l i indurnenti mililal' i nel nostro clima, ove il soldalo ha più da tem •' l'e del fr-eddo , e soprattutto degli s bilanci di temperatm•a, che non del ca!Jo veramente grave. 2• Che fi"a lutti i tessuti di lana poi, quello che più si distingue per· questa propr ie tà è il panno bigio per pantaloni, cappotti, pastrani ecc., talchè può riguardarsi preziosis:;imo tessuto giustamen te prescelto per lo confezione di quei gravi indumenti militari. 3• Che i vari tessuti di natura vegetale, di colone, di canape, di lino, sono mollo più diatermani, od emissivi, pe1· il -calore dei preceden ti, e senza rilevanti difl"el'enze fra runo e ,J'allro a l I'iguardo di questa proprietà. 1~· Che, ol tre la qualilù della materia tessi!~, hanno g rancle


DELLE STOFFE YESTIMENTARIE MILITARI ITALIANE

1065

intluenza sul potere emissivo dei tessuti per il calore la por osi tà e sofficez:.::a lo l'o, in quanto che l'aria che compenetra in copia le stoffe porose ed elastiche, come cattiva conduttrice di calore, deve necessariame.ute conconere ad elevarne la coibenza. Difallo, come può vedersi dai risultati ripo r tati di sopra, fra le stoffe di lana, pet' esem pio, determinarono il raffl'eddamento del vaso da+ 40• a + 30" C.: il panno big io per p an ta loni. . . in minu ti 39'.1 5'' il panno turchino per giubbe . . 31-'.45" e cio perché la p!'ima stoffa, pur divcJ'Sifìcando appena dalla seconda nel quanlila tivo del la lana (due campioni dei due panni , ognuno di cm . q. 81 di s uperll cic, pesando il primo gr. t~,2!l2, il secondo gr. ~·,088), n e è di Lesr,ilura assai più poJ'osa ed elastica. Similmente determinarono il noto ralfl'eddamenlo: la flane lla sofficissima per camicie. in minuti 37'.15'' e la flanella più compatto per la tenuta da ufficiali in AfPica . . . » 36'.15" .e fra i tessuti di cotone: la tela gr e::rgia pet' cam icie abbas tanza e lostica e porosa. » 30'. t;;··· e la tela fu lva per tende mollo più consistente, ma però più comp atta della fH'eceden to . . . . » 28'.00" Sono fa lli q uesli conformi o rJIJello già cons tatato dal Krieger, -che cioè l'ovatta compressa conduce 40 p. 100 più di calore dell'o valla soffice (l). IV. Potere assorbente del calore luminoso . - Questa seconda prerogativa dei tessuti é anche più inter essante a studia r si della prima, e scandagliata a dovere nelle stoi'f'e ...-eslimentarie militari , può rivelar'ci fatti non desWuiti di pratica utilita. 11 procedimen to tenuto da me per saggiare una tale proprieta nelle '12 stoffe che mi era prefisso di studiare fu il seguente. In u na terrazza esposta a mezzogiorno, sopra una tavolo inclinata al sud e ricoperta di tessuto candidissimo di (t) 1\ni ~>GEI\- Z~HscMift fut· !Jiologie, t869, vol. 5, pag. 5t5.


1066

LE PROPRIETÀ T.EIUIO-IGROSCOPfCHE

cotone a piu strati, soLto l'azione del sole meridiano, disponeva due termometri sensibilissimi, ben contr ollati fra loro, l'uno a bulbo nudo, l'altro col bulbo t•icoperto di una specie di dil.sle bene accostante al medestmo e costituito della s to!Tu che voleva esperimentar e. Dopo avet· notato il momento preciso nel quale avava principio l'esperienza, con i due Let·momelt'i segnanti la lemperalut'a all'ombra, in capo a 10 minuti osset'vava la lempet'atura indicnlA tla~l i slru menli, o la difrerenza fl'a quella dellet'momelro riveMito ùi stoffa e quella data dal Lermomelt·o nudo, pt'endeva come indice del polPt·e assorbente per il calore luminoso (rog~i solari) del tessuto messo sotto prova. Lo specchio che segue oH're gli inter essantissimi dali raccolli in questa nuova o;;erie di ll!';perienze. TAIII.I.I.A D .

l

Q"'"" ' '"'mi""''" ''"' """'

l

Dt: lana: J• Panno tut•chino pet· g iubbe . . 24. 1 2' P anuo azzurralo per r·appolti . 24.0 3• Panno big io pe t· panlnlont . 2i·.U 4' F lanella coloril& per camicie . 24.1 ~~·

l

45.0,49.R + 4.8 ~ 44.1 4!).7 + 5.044.5 /f9.:1 + 4.H ... <:

.-

4;).0 52.!) + 7.\1 ~

Flanella bianca pel' Lcnnla d'A· frica . 24-.0 44.5 46.3 + 1.~ ; Di cotone: n• Telu greggia per camicie . . . 24-.2 --l:-}.5 46.5 + 1.0 i' T ela basino pet· mulande. . . 24.6 47.0 r;.~ + O. i 8' T ela ca;,alinga (camhdo) per copel'LUr e. . . . . . . 24.4 45.7 44.6 - 1.1 !l' T elo per tenuta d'Africa .· !9 OCll 48.5 -W.f> - 2.0 1"" 10' Tela fulva per teude . . . . 24.2 45.5 51.9 + 6.4 ~ Di canape e di lino: g W Tela gr eggia pe1' Lende (canape) 24.3 45.6 48.9 + 3.3 ~ 12• T ela cruda por tenuta di fa ltca :: (lino) . . . . . . . . . 24.3 45.5 50.6 .+ 5.1 3 1


DELLE STOFFE VESTm.ENTARIE lliUTARI IT.\LIA$

l 067

A nche questi ris ultati sono parall<>li a quelli ottenuti g ia molLi anni or sono dal Coulier. Le stoffe di lana, già constatate di scarso potere diatermano, si rivelano invece, per queste nuove esperienze, do tale ti i spicculissi mo potere assorben le del ca !ore luminoso, mentt•e inversamente si comporla no i tessuti di cotono, ad eccrzione di quello N. 10, rl el c.Jw vcù t·emo la raftione più innanzi. E lullo questo ò la confet·ma sperim entale del fallo ormai pratica monte nolo che eioè. mentre gli indumen ti di lana sono i più alli a pt'Ole;!gcre il corpo dalla c.lisper:::ione del suo calore naturale cd i meno efficaci u difenderlo daUa inllnenzn nei rag!.!i solari, i tessuti ùi colone, meno contrari allo il'!'arliazione d<>l cnlot·c cor·poreo, sono validis~imi difensori contro la irrutliazione calor ifct•a solm·e. Quello invece che t·ecano ac:sai sorpl'O!;a, per cht• inattese, sono le rbnllanze riguardnnti i lt'ssuli di canape e di lino (N. 11 e 1:2 . Comunemente ritenuli ,·ali,li protettori contt·o il caldo, 'JUCsli lesst tli non lo so no difa!Lo, poichè ln diiTtlrenze che li riguardano nella tabella riportata di sopra sono tali da r·ivelarli dotali di accentualo polet·e a;;;sol'benle pel calore lumin o~o, e la tela .-:ruda a spina di lino atl0tlnta per la lenola di fatica del soldo Lo ( ~. 12) si segnala dnvvPJ'O pet· questa propriel.a n~!c'ai ~trana in un to-:;suto di nalut·a v•'gelole. I Less11 Li di li no, a diver;:ilil di fJU Cili di colone, ~i arroventerebbero, pct· co:<i tlirt>, sollo l'influenza del calore solat·e e sar ebbero per conseguenza meno ada tti di q uello che comunemente si crede per le nule de:: L•nale a prole!!gere il so!ùalodall'inadia:.:ione del cocente sole. T anto è vero questo, cho presso le nostre truppe in Africo, a testimonianze del maggiore medico Panara, la comune tenuta di lino del nostro soldato fece pessima pt•ova, cosi che si ùovl! pensare di sostiluirla .ben pr esto con la tenuta di cotone in uso presso i solùati egiziani (1). Ve1.h·emo in seguito come urr allro g rave pe,;calo si debbt\ attribuire ai tessu ti di lino, che concot·re a screditarli per indumenti di truppe occupanti regioni colùis!'ime. (l) P. P A>'\ARA - L 'osptdall' dJt campo in llauaua, ecc. del R.• Esercito c della R.• .tlal'lna, Ul)rile {886).

( Giornal~ Mtdìro.


4068

LE PROPJHETÀ TERliO·IGltOSCOPI CBE

V. Influenza del colore sul potere assorbente del tessuti per il calore J uminoso. - Un polente modificatore di questa pt·erogaliva dei tessuti é il JoPo colore, e lì no al pu nto clte il Couliet• formulava la legge: l'assot•bimento del calore solare per parte dei tessuti dipende, più che dalla qualità della materia ve~ timenlaria di cui essi sono inte~ti, dal C•llore di esstl; legge del resto in ar.moniu con quanl0 Ru mrord, Ft·anklin, Da v~·, Slarck cd altri .aveyano già stabilito sulla diversa potonza assol'lJenle dei vari colori per il calore dei l'aggi solat•i {l). Ot·bene questa influenza del colore delle ~ toftè si fa ben palese snelle nei risullati clei miei esperimenti affidali alla labella B, come d'nllt•oode lo s i fece al Couli er spet·irnentando sulle stoffe militari france~i (veùansene i t·isulluti a pag. 438 del 1'raité d'H!J[Jiènc mititairc, par G. Mornclte. Deuxième éùilion, 1886). Se si osset·va la quarta colonna della tabella rir:ordala che accoglio le differonze f1·a le tempe t·atut·e se.g nale ùaltermomelro rivestito delle varie stoffe e quelle seg na te dal tet•momelro a bulbo nudo, si nota, pet· esempio, fra i tessuti di lana il fl' che fa eccezione alla regola, a vendo pet· espone nte del suo pole re assorbente per il calore dei raggi solari una differ etlza di+ 1•.8 C. soltan to, mentre lutti gli allt•i tessuti di quella speçie non l'lwnno minore di+ 4•.!:! C. E la ragione del fatto "? Qnel quinto tessuto òi laua e appunto bianco cantlido, del colore (\ioè meno assorbente, mentre tutti gli &Itri CJUO.Lko le<:suli lunosi messi sotto prova sono piu o meno intensamente colorali (2). (i) V celi RO'I'II un cl L~>x - /Jandl•uch der milità'r Geswtdheilsphle!Je, tomo :lP, png. 51 e 52.

(2) A titolo eli riconlo utile in quc~ Lo pnnto lli rò che lo 5larr.., fi n c~,,, 1833, :weva dimostrato con rigorosi esperimenti che, In e~ual lasso di k111J10, il termom etro esposto ol sole montava di gracli centigradi: 7.2 col bulbo verniciato di ilinnco; U.O • i4.0 •

rli r::iallo;

dì amncìon o; di bruno scn ro; di Jltlro. Secondo poi le risullan7.e oli ali ri osscm1tori , la scal:t tlei colori disposti in ordino dì crescente potere assorbente rcr il ca lore lumi no;o sarebbr. cosi Ct}· sti tuìln: ntanco, giallo, rosso, rorpo r:1, ,·erdc, bleu cl tlaro, l•leu bruno, l)lou (oucé, n oro. 23.0 • 28.3 •


DEUE STOl.'FE VESTlMENTALUE MILITAlU ITALIANE

'1069·

Fra le due flanelle poi (tessuti N. 4 e 5), che sono fra i 5 tessuti di lana saggiati i più paragonabili per peso, consistenza e tessitut·a, la disparità delle differenze termiche è veram~nte dimostrativa· della influenza in discorso, essendo che q ueste· sono notate: per la flanella colorala per camicie . . + 7•.9 C. " bianca . . . . . . + t·.s " Pari mente, fra i cinque Lessuti di coLone saggiati se ne vede uno che slonu graudcmenle con gli altri per la grave differenza di+ u•.4 che lo desig-na allivo assorbente di calore-· luminoso, contrariamente egli altri che sono contraddistinti pet' differe nze bassissime (non mai superiori a+ L•.o C.). Ma quel tessuto di colone cosl eccezionalmente assorbente è appunto la tela d& tende di u uovo model lo, così delta fulva, pet·ché· appunto colorata in un t'osso mattone carico, mentre gli altri quattro tessuti eli cotone sono lutti bianchi . :\1a fl·a i qua llro tessu ti bianchi di colone, la maggiore o minor candidezza sembra pure abbia la sna influenza sul valore assorbente per il calore lum inoso, tanlochè le differenze lennicbe nella 4• coloJJna della nola labella 8i Yedono segnale: . . . ) di colore }' per la le la gt'ef!gta. per camJcJe (N.()) 1 . + 1'.0 ' 1)I!)OCO e per la le la basino pet· mutande lN. 7) \ . ( + o•.4 1 gregg!O invece che risu ltano: per la tela casalinga per coperture ~, candi(N.8). . . . . . . . . . . . -t•.t diss1 ma e per la tela per tenute d' Af1·ica ( N. Q) - 2'.0 c. Questo studio sul vario potere assorbente dei nostt·i tessuti militari pet' il calore luminoso conduJ'rebbe a molte con:;;iderazioni su lla opportuna scelta dei medesimi pe1· la confezione degl i ind umenti adatli alle var·ie contingenze di clima e di stagion e i ma io le serbo alla per:::-picacia del lettore;. soddisfaLlo di avere messo lui sotl'occh io i dali occorrenti per addivenirvi. Di due falli solamente, che sallano subilo agli occhi di chi esamini i dali e.sperimen la li t'i portati di sopra, vogl io far menzione, perché lt•oppo legali alla risoluzione pratica

!


1070

LE PROPRIETÀ TEI\MO-IGROSCOPICHE

di import.anli problemi sul vestiario e sull'equipaggiamento del nostro soldaLo. Il primo di questi faLlì è la incontestabile superiorita dei tessuti di coLone candidi (N. R e 9) su tult.i gli allri nell'oppors:i llll' azione della irradiazione solar e, in virtù del loro min imo pote re assorbente. Or·bcne questa superiori là fu mollo ·Oppor•Lunarnen te sfi'Ullala ne l noslt'o sis tema Yeslimenlario militare: 1' coll'imp iego ùella tela ca.sali11ga eli c;otone (ghinea ~andida) per le coperture dci copi·icopo militari nella calda -stagione; 2• coll'adozione della tela di colone candidissima, conLI·ass:egnata col N. 9, pct· la tenuta eccezionale concessa alle nostt·e t1·uppe di presidio in Africa. L'llllt'O fallo che mi preme notar·e è il diversissimo potere assoi·IJenle pel calore luminoso delle due tele impiegale nella costr·uzio1113 delle tende da campo, l'app:•esenlalo: per la lela greggia di canape da tende di vecch io modello dalla cliJTet'enza ler·mica . 3'.3 e per la tela fulva d. cotone ùa rende ùi nuovo moJello da lla diJ1'erenza ter'111ica . . . . 6' 4 C. Questa g rande divet·sità deve pol'la.re necessariamente alla conseguenza che la tonda fu! va di nuovù modcl!o, menlt'e godo del pregio mililm·o indisculibile di ess:er mollo più occullaule della tenda bianco-grc>ggia di vecchio modello, i~ie­ nicamente consideraLa, non può che t'iuscirne inferio1'e, come troppo calda e penosa negli uccumpamentt estivi e nei climi eccezionalmente caldi.

+

+

V I. Potere assorbente dei tessuti per il calore oscuro. - A titolo di riprova della gTande intluenza che ese1·cila il co lore nello val'ie stoffe sul loro potere assorbente pet' il calore, ripetei con le medesime motlalila la serie delle espet'ienze ripor La Le al capo IV, con una sola variante per ò: i bulbi dei duo termometri, nudo e rivestito della stoffa in esame, manteneva ricoperli di una scatola di sollile cat·loncioo foderato internamente di tibcl nero e leggier o, in modo da comprenderli come in una specie di camera oscura in nuenzalu dei raggi solari, la quale, senza impeùi1·e che il calore solare g iungesse ad impressionare i tet'momelri, ne eliminava la Juminosilà .


D&UE STOFFE VESTJMENTARlE MILlTAIU ITALIANE

407 ~

risultati di questa nuova serie di esperimenti sono riportati nella seguente tabella: TAOEI.I.A (:,

Qualilil c denominazione delle stolTe

l ~ Di lana,·

i ' PHnno turchino per g iubbe. !5.7(1) 48.8 43.1 2' Panno a.:t:wrraLo pcl' cappolli . 25.i· 47.7 -'t4.6 ~· Panno bigio pet· pantaloni, ecc. :lfi.4 47.9 44.9 .-~:• [i'lnnella col o•·ita per camicie . 25.2 4G.5 44.6 5• Ftunel la b ianca per tenuta ù'Aft•ica (ufficial i) . . . . . . 25.2 't7.0 45.2 -

Di cotone: 6° T e!R greggia per· camicie 27J.6 47.5 45.6 7° Tela basino per mutande !5.711l 48.~ 46.2 8' T ela casal inga pel' coperture. 25.5 47.B 4?\.8 9' Tela pel' tenute d' Afr1ca . . . !5.7!1) }8.0 45.6 Hl' T ela fulva pe1· tende . . . . ~5.0 4:l.O !t4.2 -

ll

4.!'l !8 3.1 -: 3.0 ~ 1.9 "' 1.8 ~

!a

1.9 1.8 :!.0 ~

2.<~ - ·

gl

0.8 l-' Di canape e lino: 11' T ela greggia pc•· tende (canape) 25.0 45.:) 44.6 - 0.9 ~~ 12• T ela cruda per tenute di fat1ca (lino).

.

.

. 25.4 4-7.0 45.9 - •J.•J - ,

Le dil'fe!'cnze termiche o ttenute con questa seri e di prove al ca iOJ•e oscuro sono fondamcnLalmenl.e diverse da quelle oltcnule esperimcntando solto l'inlluonza del calore soiHre luminoso. li seguente po.ra.llt31o m e lle f!nche meglio sotl'occhi il fallo singolat·e.


LE 1'ROPRIE'.(À TERMO-IGROSCOPlCHE 1'AOHU

O.

fra la temperatura segnata !lallor- ~~ mnmetro rivesLi to di '§è s tolTa e quella segnata i)g riai tcruw tuctro nudo ~.-

Oilf~renze

Qualità e denom inazione del tc:;Sll ti

.,.,

Lltl llll )JrO\'C

C<.>

o::;

·v. -c

al c:t lore so- nl calore so- ~ "' lare lumi- la re o~C n rol :il';; noso (1·edi (n d i ta- l=l.,: tabella l!) br·Jia C)

Di lana:

t• Panno lur·chino pe•· g iubbe . 2• Panno azzut·ro pet· cappolli.

l a• Panno bif!iO per pantaloni .

1-• Flanella coloriltt per ca.rnicio . :-)• Flonella bianCi'l per Le nulu d'Afr•ica (ufficiali) . . . . . .

+

.t-·.x

+ :)•.o

+ 4•.8

+ i•.n +

1·.s

l - a·.o - 4'.9 - 3·.1

g• . -l 8'.1

- t•.u

9' .8

- 1'.8

3•.6

- l" 9

2•.\) 2°.2

Di cotone:

a• T ela greggia pee camicie . . 7" Tela basino per mulandc . . s• Tela casalinga per copurLur·e.

9• T ela per tenute d' Afr·ica . iQ• T ela fulva per lemlo .

.

+ 1' .0

+ 00.!~

-1·.8

- 1'.1

- 2•.o

- 2•.o

o•.s 0•.4

+ G'.4

- o·.s 7°.2

+ 3>.3

- o•.!l l .} •.2

+ 5·.1

- 1°. 1

Di canape e' (li lino:

l t• T ela g rezza perL lende (cartO(ll') 12' Tela cl'Uda a spina (lino).

- 2•,.i,

7'.~

lr•

91 L-~

Da queslo parallelo in leressanli!'t>:imo si rileva : 1' Clre per il cal01·e solare o~cur·o il polet·e assorbente de' tessuti è, in lesi generale , uli11ore che pet• il calo r·c lum inoso . 2' Che la delìcenza vet•ilìcasi al massimo nei tess uti di lana, m edia nei tessu ti d i canope di lino, minima nei tessuti di colone, tanto che q uesti possono rilene r·si i p iu costanti di fronte all'azione del calore sollo qualsiasi modalità agisca. a· Che però le ma~:rior·i dupt·essioni nel potere asso rbente del calore, quando dal luminoso si passi a fJU ello oscuro, s i vel'ificano nei tessuti colorali, com e può vedersi essere avvennto pe r· i tessuti di lana N. 1, 2, 3 e i e per il tessuto ùi colone N. IO. ~~· Che, inversam cn l~, le dep!'e:-:sioni s uddellc s i r·iducono


DELLE STOFFE VESTIMENTAiliE MILITARI JTAT.lANE

1073

al minimo ·n ei tes suti bianchi: f'Sempi ne siano i rì~u llali ottenuti col tessuto di lana N. 5 e con quelli di cotone N. 6 e 7, e più ancora con le candidissime tele conlrosegnate con i N. 8 e 9. Di quante pratic!Je ed ulili applicazioni possano esser feconde queste leggi, l<:~ scio al lettor e il g iudicarlo. VI I. Potere assorbente di varie combinazioni di sfoffe p~r il calore luminoso. - F in ora le espBrie nze si riferiscono alle singole stoffe prese isola tamente. Volendo però esami nare un po' più da vicino l'influem:a c:he il vestiario m ilitare può esercitare sulla economiA termica dell' ot·ganismo del soldato, occorr·eva s tudiassi i rluc poter· i emissivo ed assorbente p el calore di alcune combinazioni d i s toffe simulanti le varie combinazioni d'indumenti più in uso ne l nostro esercito. ~i limilai però a far questo per eiò che r iguarda il potere assorbente per il calore luminoso (la p rerogativa dei tessuti più interessante a sluclim·si), cr·edendomi autorizzato ad omet· tere nuove esperienze su l potere emiss ivo di stoffe combinate, perchè le semp lici leggi che lo gover·nano sono assai ben conosciute e s i riassumono, come ognuno sa, nel seg uente enuncialo: la potenza e missiva pel calore delle varie combinazioni di stoffe cambia con la qualità della sostanza te~sil e d i cui queste sono cos tituite (essendo magg ior e per la lana. minore per Él lino e co tone, come fu già s tabilito al capo Il I), diminuisce col cr·escere della poros ilà d~i tessuti ed e: in ragione inver'sa del numero degli stra ti di cui le combinazioni ven gon o cos tituile. Ciò premesso, per· studiare il potere assorben te per il calore lumino.:;o de lle v at'ie combinazioni dei nostri tessuti militari, s tabilii una ser ie di esperimenti s imili a qLtelli eli cui è par ola al capo [V , con le . sole varianti che il termometro vestito, anziché con 1\IHl s emplice slotlà, lo er a con combinazione eli due stof1'e diverse c che, aLleso appunto queslo doppio rivestimento p iù tardarnente permeabile al calore, la duraLa della esposizione al sole dei termometri (il nudo ed il I'ivestito delle s toffe combinale) veniva protratta fino a 30 minuti.

68


1074

LE P.ROPRIEÙ TE!UlO- IGROSCOPICHE

Nel ~eguente specchio si vedono riunite le resultanze di questa quarta serie di saggi. TABELLA E .

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6o

C(1mbin;1zioni de llt~ sto lTe 1arie modaHlit rli ll'~tilo

~imu lon ti

del 'nldalo

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...."' 1• Tenuta rfa ear auinJer•i:

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Pann o .turchino per p-iubbe (l ). 1 6 4 H).;) 58.;) +noi + 4-.8 Sopt·a flanella da cumicie ( 't). . 12 · ""l+ 7.9 ~· Cappotto e camicia: 1 l Panno azzunato per· cappotti (2) l ,.. 8 • 9 6 + nal + 5.0 Sopra tela per camicie (6) . l 2·>. 0 0· 0 5 ·) ;;. l + 1.0 3• Hrntaloni e mutande: l Pau no bi7io da pantaloni (3). . ) =- ~•) (' + ' ) .• + Sopra Lelabasinopermutandc(7) l 27·0 50 ·> ~- ·' + OAI 4• Tenutqd'A!'rica fJraoe: ·i L•Ianella bit\nca per teuutu d'A· l frica l5) . . . . . . . ( 2i.'2 48.2 52.5 + 4.31 + l.~ Sopl'a telA g rozza da camicio(G) \ {+u ~,· Tenwadi tela tlc~fatica: 1 Tel a cr·udaaspinapeq~iubb e( l:i) l '>6 s' r- 1 o - 8 + (i + 5. 1 Sopl'aleln grezza per· camicie((;) 1- · 1J · 5 '·' 1.0 6• Copertr.tNL del keptt, ecc.: l l - 1.1 Tela casalinp;a Ja copPrtur\! (8) 1 Su panne• lur·chino da b et·r•ell.i (l)\\ 25.8 44-.2 ·4·6.0 + 1.8 (simulante il feiLr·o) . . . + 4.K 7" Tenuta e.stioa ri'A,./rù:a: 1 l - 2.01 T ela per· tenutA d'Afrtea (0) . . '( Sop l'à lei<~ casalinp:a p er (;opel'· . ~ 1. 3 0 0 48 6 6 . 1 ·;)1~ lu re (~)(simu lante il rarsetto ù1 co tone). . . . . ( - '1.'1 l • l

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1.9~

Da questi irnpoJ•tanlissi mi l'isuiLaLi sembra se ne pos:;a ded un e: 1• Che n ella supe1·posi:>.iOil e di due s tofTè di lana (combinazione 1') il loro complessivo pote1·e assorbente per il caiOJ'C luminoso r esta ridotto, perché la seconda, riman endo


DELLE STOFFE VESTI.MENTARIE MlLil'ARI lTALTANE

·1075

·('.opcrLa dalla prima od eslema, agisce soltanto come iniluenzala dal calore raggiante oscuro. 2• Che nella superposizione di una stoffa di lana ad una s lofft~ di cotone il polere assorbente complessivo della combinazione I'esta invece rinforzato (combinazioni 2• e 3•1, forse perché la stoffa di co tone sottoposta a quella di lana, non potendO più spiegare )a Sua Cai'alterislica azione repellente contro la Ìl'I'adiazione calorifica luwinosa, diventa più per·meabile al caloJ•e. Che cosi Jebba essere realmente starebbe .a rjpt·ovarlo il faUo della 4' combi nazione, nella qua le, malgrado lo strato estemo di lana candidissima e perciò di limita tissimo potere assorbente, questo si mantiene abbastanza e levalo per le mutate prop!'ietà. del lo s tl'atu di ~atone -sottoposto. 3• Che nella combinazione di lino sopr apposto al cotone (;-)'), il pri mo, per la sua prcrogBtiva assai singolare di a rToventarsi al sole, funziona come un tessuto di lana e più intensamente ancot·a di un tessuto di lana canclido (faccias i il confronto rra la ~·e~,· combinazione). Ciò darebbe in gl'an ·parte ragione dell'ostcacismo cui fu condannalo il vestito di 1ino per le nostr e tru ppe di spedizione in Africa. 4• Cile un candido tessuto di cotone, soprap posto ad un t essuto di lana (combinazione 6'), ha per r isultato una mar-cata depressione del potere assorbente del tessuto lanoso soLlostanle . È q uesta la legge che sla a r iprova dì tutta la opportun ità della COPf:~rlura bianca dei coprilesta mil itari durante la calda &Lagione. o· l nfìne nella combinazione di due tessuti eli co lone soprapposli (combinaz ione l') il potere assot•bente del sistema ,pel' il ,:alore luminoso è r idotto al mini mo, ris ultando aplJUnlo costituito di due elemen ti al massimo impermeabili per ql!èlla motlalita di calore. VIII. Poter.; igroscopico delle varie stoffe . - Si dice potere ìgl'oscopico di una stoffa la peoprielll cl1e essa ha di assorbi re l'urniditA e dì lr atlenerla; s icchè un tessuto avi'Ò tanto maggiol'e potere ig t·oscopico, quanta magg iore quanLi là di umidita sarà capace di appropria r~i e '1uanto più lentamente


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1

LE PUOPUTETÀ TERMO·TGROSCOPICHE

potr à resti~uirla mercè l'evaporazione; ed inversamenLe ~arà> ta nto meno igroscopico quanto meno acqua potrà assorbire e quanto più prontamen te sani capace dì sostituirla (1). Sarà compresa tulLa l'influenzn che può esercitare una taleproprietà dei tessuti veslimentari sulla economia termica del corpo, quando si r icordi che il veslimento deve funzionare da schermo sulla superficie del corpo, non tanto relativamente al calore, quanto anche rispetto a l vapore acllnoso,. la cui presenza è costantemente sorgente di J'Rff't'edda mento (2). Ufl corpo riscaldato e hagnato per profuso sudoJ·e, non protetto da una evaporazione tro ppo t•apida del medesimo,. sat•à necessariamente s ubordinat') ad un rafi'eeddamento nocivo; Io sar à pure nel caso che l'aria estet·na :oatura di umidità, e per conseguenza più conduttrice di calor e , venga a diretto con tatto del suo tegumento che, pr r ciò solo, avrà la tendenza. di mettersi r apidamente in equilibrio termico con l'ambiente esterno. Nulla dunque di più opportuno per salvare l'organismo da questi ralft'eddamen ti intempestivi e dannosi, de-~ rivanti dall' uipidilà, che l'applicazione s ulla super·ficie del corpo di malerie vestimentarie dotate di elevato poter e igroscopico, le qunli, v~lendo per questo appunto ad assorbire molta di quella umidità et! a r estituirla quindi g rada tamen te,. (l) Il Coulier (loco citato) distingue t'acqun. :lSSMbita dalle sto iTe in acqua igrometrica. ed in acqua d' interrosizione; la prima sarebbe quella assorbita. dalla materia tessile e provenien t.e dalla condensazione •le.lla urnidita dell'a ria, elle non si può allontanare per la pressione e che non JHlò rlet(~ rm inarsi che per pesate; la seconda sarebbe quella arrestata dalle magl ie tlol LessuLo, deri Yant~ d;tll<L umcttazione del medesimo e che si pn6 rim uovere con la compres~ionc. Delle due cause d'igroscopicilit dei te;s uli , l:t pri ma e meno inll uente a cam biarne le proprietà fisiche, meno variab ile fra stoffa e ston·a c più limital~• della seconda (Vcdansi i risu ll.1ti sperimentali del Coulicr; anclw nel 1htilc àlfygiime milililire de l Morache, seconda edizio ne, pag. HO) . Gli esperimenti da me istituiti su tal proposito prendono piLLspccialmon te di rn im l'acqua di interposizione, l<~ scco nd<t cioè e la pill impor tante •!ello cause d' igroscopicità dei tessuti. (2) Vedansi a co nferma di questa verità le belle esperienze dcii'IIillèr (a pagine 364 e 3f,5 ùrlla Dwtsche militiil'(t?'Ziliche Zeilsclt?'i{t del !885) nel suo bellissimo hworo: Ueliet' Erwiirmung und AbkUlung des l n(anteristen, ccc..


DELLE STOFFE VESTIMF.NTARIE ~ULITARI ITALIANE

10ì7

funzionino da moderatori di questo scambio di vapore acquoso ft'a il corpo e l't!slerno e fra l'esterno ed il corpo, a -seconda dei casi. Premesso c.iò per rile vare tutta l'importanza d·i questa nuova propr·ielà dei tessuti, passo t:\ rifet·ire il procedim ento -c.he tenni pe1· sludiada nello nosl1'e s to/l'e veslimenlarie mi!il.ari. Il procedimento adottato fu simile a quello tenuto dal 'P ellcnkofer· (l). Mi ppocurai, prima di Lullo, di c.iascuna delle 12 stoffe ormai nole ùei campioni (juadrali, di super!icie perfellamente uguale (cm. !) di lato c conseguentemente cm. q . 81) e li tenni lungamente esposti al sole pet· esser sicuro della lor o secchezza . I n questo stato ogni C8mpione veniva pesato scrupolo:::ameute una pt·ima YOila, mediante adalla bilancia, fino a 1·endersi conto del milligrammo, ed era tenuto nota della pesata. Cosi essiccalo e pesato il campiono e1•a immerso in seguito noli' acqua. vi t•imanova a haguo per quindici minuti precisi ed in capo a questo Lempo, :;;pr·emuto ben bene ft•a le rnani fino a che non ue gocciolasse p iù .acqua , em ripesato una seconJa volla, e notata la pesata. Subito dopo tollo dalla b ilancia il campione veniva e::spo~lo .al sole (fra 52• e 53° C.) in aria lievemente mossa per la du1·ata pure di quindici minuti, onde provocare la evaporazione dell'acqua che aveva a ssorbito nel bagno; era ripesalo infine pe1· una terza ed ultima volla, tenendo ancora conlo ·del peso. È chiaro che la difierenza in piu fra la seconda e la prima pesata mi doveva rappresentare l'acqua assorbila nel bagno dal campione, c cl1e la differenza in meno fra la ·tor·za e la seconda pesala mi doveva indicare l'acqua nuovamente perduto dalla slùfl'a per l'evaporazione al sole. l rosulLali greggi di questo pazieuti ricerche sono raccolti nella seguente tabel1a.

i+

( l) Roru 11nd LEl -

llamibuch de>' J/ilil•ir GenmàMit.~plllege, t. 30 p. 56.


1078

LE PROPRIETÀ TEJOlO-IGROSCO PI CHE

TABELLA F .

Peso dei r:.mpioni Differenza stoffa in ~ram mi tl i peso fra \ di e milligrammi

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Campioni d0i tess uti

(Cm. 'l· 81 di StlpCrficiP)

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Di lana: l" Panno lur·ch ino per giubbe . 1-.088 O.U70,7A·20 5 882 :!.550 2" Panuo az:wrra lo per coprotli. U !F 10,120 7.i-~tJ 1 :J.G~3 2.~00 3' Panno big io per pantaloni . . J..2U2 tO,(I05t7.(i7Gr:r713 ~.32'i .}• Flanella colorita per <'arnicie . :l.24U 5.810\3 5!10 3.:lul 2.2:W 5" Flaflella bianc~;~ per Af1•ica (ufJ ficioli) . . . . . . . :2.L60 UOO :L57;:i 2.230 1.815 Di cotone: • 1 ()• T ela grezza per camicie . . 1.500 2.6UO l.500 l. 100 1.190 ;• Tela basino per mutande . . 2.:~40 4.0 11 ~> 2. :>00 1.74·5 1.585 8" Tela c-asaliogn pet• copet·lure. l.ii002.69(tl.:JOO 1.1901.190 9" Tela per lenula d' Afrtca • . :2.09R 3.fl90 2.457 1.892 l.f,3:i 10• Tela rul va per tende. . . . 2.38:-- i-.075 ~.3~~ L. GS/!1.68~ 1 Di can.ap~ e li!W: 1 1 I • Tela gr·ezza por tende (canape) 2.533 <t.28512.GHO l.i52\1.5971' i2" Tela cruda a !"pinn per tenuta di fatica (lino) . . . . . 2.8ìf> 5.1 ~)f> 3.215 2.280 1.940 l l

l

1

l

Mediante poi Fewplicissimo calcolo ottenni dai dati ot·a

esposti le seguenti espressioni propon~ionali cl 1e. si pres tano. meglio a raru c comprt>ndere il significato.


DELLE STOFFE VESTillE;'\T.\RIE lliLLTARI ITALL\XE

l 0/\}

T ABELLA G .

l'or ogni framroo rli

S T OFF E

D i lana:

peso cio lo singole Acqua e v;~.p ornta stolTo ;cec he su 100 di ac~u:1. Acl)na \equa assor lta a•sorhila evaporala OPI bagno al sole

l

l

1• Panno tut'chino per g iubbe . ! ..1·:3R 2' Panno azz urrato per cappolli. !.~fili 3' P r-mno hia io per' pantAloni . . 1.3!31 4' Flanella èolorila Pf'r camicie . 1 1.5ftl 1 0:!2 5• F lant:lllu b ianca pct' Africa. Di cotone: 0.793 6' T ela a r ezza per camicie O.IHi 7' Tela basino pet' mutande s• T ela casali ng-a pee coperture . 0.793 9• Tela per tl.3nnla cl'Af'r·ica. . . 0.902 10• Tela fulva pet• te nde . . 11.70() Di canar1e e lino: 11• Tela grezza por tende (canapa) O.G92 \ 12' T ela cruda a spina per tenuta di fatica (lino) . . . . . 0.7U3

l O.G2i 0.()()0

o5..1.:{ 0.!18ì

0.840

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o:;g~

100.0

0.678

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43.4 48.0 40.8 G2.a

no.n

0.103 0.131

0.706

100.0 810 100.0

0.630

\Jt.O

0.615

850

Da queste preziose risultanze cbo possono ri tenersi conformi a quella otte nu la dal Couliet' sulle s toll'e militari ft a ncesi (i)J e success ivamente dal P olle nkofet' in rip1~ tute esperimentazioni (2) p osso no dedursi le seguenti verità: 1' I tessuti di lana ten gon o il pt•imo posto in fa tto di potere igr oscopico f ra lulli i tessuti vestimen tari mi li lari esper imentali. Tengo no invece il secondo posto ed n g rande dis tanza, i tess uti di fibre ve;;eluli (colone, canape, lino). A peso eguale (vedi tabella G) il potere assot'benle per l'umidità n ei tessuti di lanA fi g ura, in med ia, quasi il dop pio di quello dei tess uti di colone e di lin-o, me nll'O il polet·e emissivo noi primi è in m edia e g ua le, o di qualcosa infer iore a quello ùei secondi. A superficie e):{uale poi le stolfe di lana si appalesano {l ) Yedi il )IOnAcm; - Tt·aitc d' llygi f.rtr mi/iluire, 2• edizion e, pag. 440. (2) PE:TTE:->J>Ot En - l!eùrt· die Fwtcli fl n d rs 1\lrwlt t·. - (Zeilscllri{t (ii1· Biol ogìt' , 1, l865J.


1080

LE PROPJUEÙ TERMO-IGROSCOP!CllE

tre volte più assorbenti e nemmeno il doppio emissive per la umidità delle stoffe di natura vegetale (vedi tahella F). Questo fallo pure giustitìca la gr ande pt•e ferenza degli indumenti di lana nell'ordinario sistema vestimentario mililaee, per i quali il soldato può restat·e effìcocemente difeso, ollt·e che dalla hass e temperature, dAll'azione perfl'igerante dell'aria satura . di um id ità, dalla pioggia, o più d i tullo dai pm·icolosi sbilanci di temperatura in tempi e luoghi caldi favot•t>voli alla abbond ante trospit•azione cu tanea. 2• Fr·o i cinque tessuti di lana saggiati emerge su tutti per· potere assorbente della umidi là, ac:compogna to anche da proporzionale potere emissivo della medes ima , la fl a nella colorata, ciò che prova quanto fosse oppot·lunamente scelta ed adotlata, fino da l1883, nella confezione delle camicie per l'arma dei t•eali carabinieri. Cer to che i partighmi della concessione della camicia di flan ella aù ogni soldato (Morache, Sor·mani, Viry), Lt•ovcrebbero in ques to fatto 1111 valido argomento per meglio sostenerla; molto piLI quando quella camicia potesse, come il Morache ritiene. render· possibile l'abol izione del vestito d'i lino, ormai igienicamente screditato come indumento milita1:e per le sue stre ne virtìt Lermo-ig t•oscopiche. 3• Fr·u i cinque tessuti di cotone messi sotto prova (in massima di ]imitalo potere igr·oscopico, per scarso assorbimento ed ·alli va l'estilu:~.ione del la umid ita) la tela per la tenuta d'Africa (~ . !l) se nt> distingue come la più idroscopica, Mme cioè la più attiva a ssor ben te e lo mello attiva evoporatrice di acqua. Una tal e prer ogativa associata in (jucsto tessuto alle virtù termiche veratnente eccezionali constatale ùi sopra, concorre a renderlo vera mente prezioso e conf11cente allo scopo cui fu di recente destinato. ~~· F ra i tessuti di cotone e la tela cruda a spina ùi lino aùollata nel noRll'o eset•cito per la tenuta di fatica della tru ppa (N. 12) non appare, a tutta prima, per i Jati sop1·a ri porta ti de' miei esperimenti, una differenza sostanziale in riguardo al potere igroscopico. Non pertan to il lin1l fu sempr e ritenuto a tal ri~uar·òo posponibile al cotone: Lutti tl·ovansi ù'ac· eordo su questo punto.


DELLE STOFFE. YES1'1ME"NTAlUE MILITARI ITALIANE

1081

Da che dunque l'apparente contraddizione~ Qui deve considerarsi, per· spiegare la cosa, un fallo che lu bilancia non pot.eva ril evare, ma che il Roth in specie pone bene in rilievo, come mollo ionuente sulle virtù termo-igt·oscopicJae dei tessuti di lino (i). È notorio che questi tessuti, più che quelli di colone (e mollo più poi di quelli di lana), assot·bendo l'umidità perdono co mplet~m ént.e la IOI'O porosilil, nell& quale appunto, all'aria coibenlissima, va sosliluendoli con prontezza l'acqua assai buona condullrice di calore. Ora per questo solo fatto è naturale che gli indumenti di lino inumidendoli debbono divenire, pill di cruelli Ji cotone: 1• Facili conduttori di calot•e e perciò incapaci di opporsi alla dispersione di quello dell'organismo, da qualunque causa est.e1·na possa essere provocata; 2" Strati non discontinui allivamente evaporati alla superficie del corpo, aJalLissimi pert:iò a pro vocarne il raffreddamento; 3' Strati ft·edJ i, appunto perché evaporanti, impermeabili alla pcrspirazione corporea p~r la perduta po!'osila, e capaci per questo di provocare il molesto e raffreddante con densarsi del vapore acquoso di esalazione cutanea alla superficie ùel corpo, anche quando la temperatura dell' aria ambiente si mantenga abbastanza eleva ta. Ecco d unque le t>agioni per cui, anche pel fatto delle igroscopicità, la tela di lino segnata col n. 12 deve igienicamente ritenersi mollo sospeLla. Firenze, 1 ~ as:;osto, 1885. {l) RonT und LEx , loco citato.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA ~1:EDI OA

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S,ulla. natura miootioa della tubercolosi polmonare e sull' evoluzione del • microsporon furfur » considerato come SUO fungo pa.togeno. - D UGUET c 1-IERICOURT. (Tribune Méclicale, 188G). Gli autori, esam inando ~-rl i or~-tn n i di Lre individui mor ti di tubercolosi acuta, malgrado tutte lo loro riceeche non eiuscirono a riscontrare bacilli di sorta; ma traltando le sezioni microscopiche con una soluzione di polussa, videro con lor·o sorpresa esser·e i Lessuli morbosi mfillrali di !'pare e di fila menti s imili a quelli del par'assi ta della pitiriasis cer•sicolor, cioé il microsporon ji,rfur. Questi elementi non compaiono allorquando si lrallano le sezioni coi procedimen li a LLi a scopl'ir·e i bacilli, ma e<>si sono più comuni di questi ullimi. Si riscontrano indistintamente in lutti l luber·coli, n elle parli vicine. apparcnLemenle sane, nell'espellorato, o ve souo abbondanti, ed in cui si possono riscontrar·e trattando gli sputi con una sc•luzione di polas sn al J0-40 p. 100, ed adopct·ando un ingrandi mento di 3fi0 diame tri. Le collure eli micr·osporon j'ur.fur, iniellale nelle cavie e nei conig li , come nnche le iniezioni od ins uf1·1azioni trachea li di ·spuli pitir iasici, hanno reso lutti qua n Li tubercololici gli a nimali s perimentali. Le collurc del mict'Osporon dei luber•coli umani o sperimentali, hanno potuto anche esser e inoculate. Queste colture pr·e;;enluno due pa!'li: una formata di eleme nti anacrobii, che sono lP spat'e cd il micelio vegetante in fondo al tubo in cui sono contenute le coltu re; un'altra arrobia , sviluppantesi alla s uper ficie e costituente una membra na res:islenle, a foggi a di felll'o, forma ta eia bacilli che paiono na-


RIVISTA )J EDIC.\

l 083-

scere dalle granulazioni nelle quali si I'isoh·ono i vecchi frammen ti di micelio. Tal e m embr ana si form a ad una temper atura di 30 a 38 gr adi. l baci ll i che l a costi tu isco no p1·esenlano i caraLLei'i. dei bacilli tubercolari di K ocb, e si colorano col processo di Ehl'lich. Il bacillo tubercolAr e, sec9ndo i pl'cfati aulol'i, non sa1·ebbe adunque che uno fo1·ma corrispondf>nle ad una delle diverse fasi dell'evoluzione del microscoporon fur.fur. Co~ ì può spieg-a r•;:i t'assenza di baci lli. sove11le consta tata nelle gi·anulazioni giovani mil iat·i u1~ i visceri, ed i l meccan ismo palogenico di qucstP. lesioni senza baci lli. Dal punto di vista clinico, l'a ppn r'i:tione Jella pitirias.:s oersicolor nei lubercòlotici è un SPgno di pt·ognosi gravissima, indicante la generalizzazione della maiRllia . Dal punto di vi;;la profìlatli c0, bisogna ugualmt> r1te cut·are ogni microsporon jurjur, che potr ebbe di venir e il pnn lo di p artenza ùi una tuber colosi viscei'O ic.

S ull'assorbimento dell'urina. e l 'uremia . - J. A S~I U TII. ­ (St. Pelersb. M ecl . Wochens., e (Cenlralb . .fùr Cllir ., N. 29, ·t88G). L 'assor bimento normale dell'or i na cdTr·e il seguente I'JUSdro fenomenologico mo l·boso: l ieve in nalzarncnlo di temper aLurar anot'essia, t•ipugnnnza all'al imentAzione carnea. L a lin gua asf"ai secca ccn inlouaco giallo bruno sul dorso, vet•so i margini è ancora umido e t'ossa; l'alito ha un r ibuttante odore d'aglio, la cute è asciulla, e 1' ammalnto sente un incomodo prur·ito, fìnalmenlo I}Uasi sempre e;;isla una mediocre (lial'rea~ le deiezioni non sono copiose\ spcs!'O anzi sono scat·so, si seguono ogni due o tee or e e sono accompagnate da l eggero l enesm o; le malei·ie evAcuale :::ono mu cose, colorale in bt•uno e conlengo11o qua e lù lracde di san gue. A lullo que_;:;Lo si· aggiunge tal volla nflusee, erullazion i e !"ele viva. Questi fe· nomeni hanno la lor o spiegazione nel fallo che l'orina Lt·atLcnuta nelle vie Ol'inarie si eliminll dal canale gastr o- enter ico; a questa esct·ezione pr endono m inor parte l e ghiandol e-


Hl VISTA

·cu tanee, i bronchi e le g ltiandole sa livali. Se la riLenzione dura un tempo piu lungo, allora, benchè r•ararnenLe, possono venir e in scena i fenomeni affini all' uremia nel s uo streLLo significato, cioè: una profonda apatia cd un offuscamento della cost:ienza; ma i sintomi cal'Ùinali ùell'uremia, lo convuls ioni ed il coma, si man ifestano soltanto se co ntemporaneamente esistono allei'Uzioni dei reui. Pe•·ciò i fenomeni della I'iLenz ione di orino. non si debbono compr•endere nella ùenominazione di urcmia. Quest'ul tima n on si manifesta che quando gli elemen ti pr opr i dell' or·ina sono l1'alten uli nol sangue in scguit.o a malallia degli o•·gani sece••nenti, dei 1'eui. Nella r itenzione d'ur•ina, i11veco, gli elementi della medesima già riuniti sono lralten ult 11egli Ol'({ani escretori. Nel primo caso abbiamo la presenza nel sangue di materiali est:I'emen li:di, nel seconùo invece ha luogo l'accumulo di urine stagnate nella vescica, negli ureteri, nei bacinellì r enali, l'orina ben presto si decompone ed i pt·odotli di qu tls ~a decomposizione sono assorbiti e }>Orlot.i iu circolo. Siccome mol Lo spesso la ritenzione d'ol'ina, specialmente quando queslal1a luogo nelle pelvi r enali e negli ureleri si complica con alfezi(:)ne r enale, cosi i fenomeni mo1·bosi difl'e,·enzitlli possono esser·e incer ti. P et·ò nei casi non complicali la dittgnosi non deve incon lt·ar·e difficoltà. QuP.sta diagnosi non è senza importnnza percbè gli ammalali Ji riteuzione nelle vie Ol'inarie superiori non s i lagnano ordinaPiamer1Le di dis turbi funzionali, ma sollanlo di pel'dilo. d'appelito, di diarrea che nnltwalmcn le non si moditìca cogli ordinari mezzi curali\·i. ·sul trattamento dell' aeoite nella otrrosl epatica. -

(Wiener M ed. Wochen.~ch., N. Hl, 1886). Il dott . .lacoby raccomanda questa terapia pet· gli amm:llaLi ùi ascHe è a ci rrosi epatica; pat·acenlesi addominale da farsi assai per tempo, quindi uso interno di pilocar·pina. l suoi maJali dopo la pat·acentesi prendono lre volle al giorno dieci ~oece di uua soluzione di pilocai•pina (cloridralo di piJocar·pina 01:10,0) poco dopo si manifesta una forte secrezione


l!El>ICA

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di saliva e di sudot·e senzo indebolimento delle forze; sen7.a disturbi funzionali di cuore. Si puo continuare questa curn rejlolarmente per più settimane. Elfelto ordina1·io di questa terapia si é l'oumenlo della diurest e l'aumento delle rorze. Alcuni mal~>Li soLLoposli a questa cura lasciarono il letto dopo due seLlimanP, senza recitlivare per un tempo abbastanza luogo, 6no a ùue anni.

HlVISTA CHIR URGICA E acl1ione del laringe per malattia maligna. - Dottor DAvm NE\\ MAX, cùtruJ•go speciollsla per le iofermitù dd naso e della gola nel Reale ospedale di Glascow . - (7'/te Lartcet, luglio J • 6). QuPslo del Newman è uno dt:i pochi casi fnvorevoli di estirpazione Jel laJ•ingc pe1• infel'lnilli cancerosa. Senza potere sicur·amt·nle olte!;lar·o della completa cura del paziente, la mancanza Jella piu piccola t•iproduzione neoplasmalicu a distanza di sei tnesi ùall"operazione eù il ratto di avere egli g uadagnaLo ropida:n ente nel peso, porgono valevole r agione di credere considerevoli lo probabi lita tli una completa guarigione. Il Newmnnn riconosce gli elementi ravot·ew,Ji n que!':to successo aJla ci i'CO~lanza d Pila slr clla limiltw.ione cl<'lla malallia alla cavità l&l'ingea ed alla aspot•lazione di consider evole parte tli tesf!uLo sano limill'ofo al mAif\lo: ondtl la riduzione al minimo della tenden:w alla riproduzione del neoplasma. A vvisa il ì'\ewmon cbe l•• alte cift·e della mortalità nella complela lari n~olomia per· ~ill"f1ll.tl neopla~ia emergono dal fallo della !'CarsA curtl nello ~re~lie re i ca si da opcr·ara, e dalla de(ìciente attenzione alla cit•coslanza dell'esse re o no il lumore limitato alla CtJvilà laringNl. Allo r·a che la neoplasia non si conlen!!a pii! nellu cerchia della cavtlà in discorso, sembra al Ncwman s ra in g iuslifìcnbile la la1·in~olom ia, c per


1086

!H VISTA

i pericoli immediati deli'opera7.ione, poiché debbono, oiLre il laringe, esser e riu1osse grandi masse di glandole e pot•zioni degli organi vicini, e)et• In scarsissima possibili tà di s radicar e la malallia. Peraltt"O, meJJt rc ammette <:11e ! tumori cat·cinomalC'si originalisi nel Jariuge e LJ'asbordanli oltre non si prestano all'opcrazion(' per le accennate ragioni, non vede per qul;IIC moti vo i carcino mi inll'inscci, i quali non porgono alcuna evidenza di invasione g i<:Jw.lola•·e, non Jebbano essere allonlanaLt con fot·Le probabilità di sal \"are l"infcl'mo. l carcinomi la •·ingei sono usualmen te intrin seci pel' un lungo per-iodo, oude è cluol considet·evole ::.ia il Lempo, du••ante il quale la operazione può ussl're eseguiLa con vantaggio. Ad onta d1 ciò, un~ volla decisa la ope1'azione, giova ill ll'aprcnd~rla al primo riconoscersi della malattia, esseado IH'Obabilmente 11:1 vax più sicUJ'a a clliat·ire il dubbio l'ab!'asione di una piccola pol'ztOne del turno•·c, r.on il metodo endolariugco, p<w l"esame microscopico. Tule oper azione é praticamente priva Ji pct·i~olo: se all'esame il n eoplasma si riYela benigno, la open1zaono è sol~:~monte un primo pas~o alla compl~La esli,pazione; se maligno, cjuanto più presto si l'iconosce il fa ~to tanto é m eglio. I det tagl i dcll"aLto upe•·ativo felicem ente compiuto dal N cwmau, pur di non scat·so inter esse, richiedono m eno essere rifcl'Jli. F. S. Allacclatnra simultanea della carotide destra e della. succlavia. per aneurisma della porzione ascendente dell'arco dell'aorta. - Dott. C. LA vvrw::, cltir ut·go roaggiore dell'eser·ciL() inglese. - The Lancei, luglio 1886). L'tnfermo, sul quale venne praticaLa questa itnporLanto operazione, s u i 38 anni et·u s ta to curaLo nel primo scorcio del lt-84 di Wt[jinapectoris, aJrislPsso Lc~rnpo cl1e soll"t·iva ùi tosse soffocante accompagnala da espellol'azione schiumosa. A queste sofferenze l!·aeva unico sollievo ùalle iniezioni di mor· fi na . Nel marzo '1885 il chirurgo ùi Bt•igaJe, T. Beaumon t, sorprese un aneut•isma uella porzione ascendente dell'arco aortico, e nel successivo agosto apparve pulsazione nel Ialo destro della. parte s uperiore dello s terno . Dopo non lungo


CHIItURGlGA

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tempo tre costole rimasero ecoso ed un tumore pulsatile, del volume di una palla da tennis, si mostrò solto la peile. Il cibo solido era inghiollito con dif(ìcoltà e ricacciato appena g iunto al faring'e, si cl te l'jnfermo fo sse costrello a viveJ'e di liquidi, che egli doveva trangu !!iAre colla massima attenzione per timore di essere soffocato. La parte destra nel collo e della faccia et·a edematosa e li\"ida, la voce era ridotta ad un bisbiglio, ed erano in campo pat·o,;sismi di angina con dispnea soffocaloria e con tosse ·~~lt•emamenLe penosa. Le soiTerenze ogni g iOJ'no più rincaran ti a ve vano, coll'impedire il sonno, profondamente allerul0 Ja salu te geneJ'a le. Il 22 ottobre, prALicata prevenlivtlmen le una inicziont> di morfina, sollo la polverizzazionc Anli!=tettica, vennero legale con minugia fenicala lo arterie cm·otirle comune o succlavia del lato de:>tr o. Il cloroformio non YPnne sommini:-;trato che per la pri ma incisione, mentre in seguito l'anestesia fu mantenuta a mezzo dell'npplìcazioue loculc di cocaina in una soluzione al 10 p. 100. I bordi delle f~wile fu rono congiunti con pelo di cavallo ed ampiamente polverizzati con ioùoformio: fu applicala una fasciatura a drappo prPparalo in una soluzione all'i p . 100 di sublimato corr·osivo nel siet·o di sangue e poi dissecC'..ato. Fu prescritta una lieve quantità di vino ant imonialé nell'acqua ogni due ore. A set·a la temperatura ed .il polso, che prima dell'operazione et·ano rispettivamente a 98• Far. ed a UO" montarono a '101•/t ed a t20•, per ridiscendere nel giorno seguente: le ferile cicatrizzarono per prima intenzione senza infiammazione. La maggiot' pal'Le dei sintomi connessi con il tumo t·e declinut•ono nella prima settimana dopo l'operazione, e le condizioni generali del paziente gradatamente migliorarono, sì clte egli poles::>e lasciare l'ospedale a l 18 ùicernb t·e. 11 pol;;o radiale tor·n6 al pu'gno destro undici g iorni dopo l'operazione. Nel febbraio 1886 il tumore apparivo., stazionario, nHl sempre pulsante: il dolot•e si è grandemente allievato, la deglutizione si compie agevolmente, e, ad eccezione di una tosse secca, non vi sono sintomi di pressione F. S .


IORR

illVISTA

Estirpazione di un aneurisma. popllteo , per i l dott. SoNN€1\BcBG. (Deuls. lv/ed. rrrocltens., JSSG). Il caso r•iguar da un individuo ~u i cin'luantn anni affello di atei'Oma>"ia ar·tcr icsa ditfu;:a e pro fonda. I l l umor e, del volum~ ili unA m ela all'e:::terno, minacciava 8•1 ogni momento la per·for azcouc. Non loller·otH la compressione di~itnle, venne deri~o di operare ~iusta il me lodo di Antillo. A causa delle molle aderenze non tornò farile lA elimi nazione ciel :::acco, e l'aneurisma poti> esst•rc rimossi) solAmente a pezzi, per altro senzR ledere menomamen• e la venA. Lo cir co lazione nel pi ede si rislabill un·or•a olopo l"opPrazione, ma nei 'luccesc:ivi ~rorn i si munifi.~s tarono dell~ cltiazzc gangrenose alla pianta 1lel piede. oude venne r·ilsr dato la cicalr·izzaziono della fe1·ilo, aiLl•imente bene avviota. Il favorevole esito fn riconosciuto in primo luo~o alla conservuzione dello vena, il che scongiurò i l p••ricolo t·eca lo dal metodo d1 Antillo, la guugrena. 11 buon ric:ullalo dell'opero.done, pur con l'a pporti co tanto difficili, depone a vantaggio eli que!'ilo radi cale pt'UCP~so chirurgico nelle affe4ioni in di!ìcor·so. Bar dt:deben menziona un caso analogo occorso al Kiihlet·. nel l'juale tralla vas t pari mente d'une• str·otto sa luamo)"l to ll'tl l a vena e l"al'leria . .\n che in questo r iusci evitare la fatale l esione della vena, bencho'> il K ohler pe1' cadet'e nel sano avesM do,·uto legare inferiormente le arl erie libioli an terio1·e e poc;lel'tOI'f'. Il caso f'hbe ugualmente esito felice ad oppop-gio del metodo i n discor•so. F. S.

Snlla. es trazione di una. onoohta.ia. di ta.na.glia. da. denti d al bronco destro, pet· si1• \VJLLIA~I ~bc-COR:'IJAC. - (Centralblatl jiir Chir.). ::Vfenln~ un dom estico di 24 an ni si fr1reva Li r•1wedn unrlenl.i sto parPcctue raùid, anenrw all"imprnvvi:w la l'Ottura di una cucchiaia della tanAgl ia, hc qnal e (·ucchiaia scomparve nelle fauci. 11 pAziente divenne subito dispnoico e cianotico. l sintomc allar manti ce!ì-"ol'ono n poco a poco ma in seguito !':i man i festò tosl"e ad uccessi, dolorf' t\ driliA dello sler•no nel secondo spazio inte1·coslale e dispneA oppr•imenle. Più tar di


Clili\01\GJCA

IOS!)

venne in c.:Jmpo gener·ale clirna!!rirnenlo ed '?Screalo sanguinoso. Mac Cm·mae diagno~'<Lic6 dalla ascoltazione un cor po sll'anler·o oel bronco destr·o, ese~ui sub•Lo una proronda tra· cheolomia lun go un ~! i lo P rnezzn. Sondan dn il bronco deslr·o percepi chiaramente uu ft·amm Pnlo di acciaio, la cui giacitura egli stabili od un dito e mezzu ollre la bi l'orcar.ione della trachea. C::oll'iulrorluu•re unA lana~lia rln polipo riu;:;ci aJ afferrare il frammento c ad estrar·lo. Dopo HI IU lieve broucopneumo niù l'intliviùu n approtlò o completa f!Ua t•igione.

F. S.

n riposo nella. onra. delle scrofole del collo. - F. TR EVES, medico Jello :>pedale d1 LondrA. - ( Thc Lancci, ;j f!iugno

1886). È strano, dice il dott. Tr·cve::, che menlt·e è massima che rirnonta ai pt·iroi ricot'di del la scienza cltirur·gica eù è pratica volgare il curat•e col r ìpO!"O le pat·ti inlìtlmmale, alcune ùelle

pi ù comuni nffez!oni del col lo ~ii"' IIO sta te !:'otlt·a Lle a I[Ucs ta pratica. Il collo è utaa parte del cot·po che ;-. in quasi con Liuuo movirncrJLo, e se i l t'i poso è di t·t>alc imporLanza pCl' la cura ùei Lessuli infiammati, possono t:!Sservi poche pal'll del cot·po i n cui si a maggiorme nte r•eclamRlo. Se nella ascella o a gli ing uini "i e un tumore ~lunùularo o un a!".cesso cronico o un se11o tìsto1oso, lA pt·ima ing iunzione nl malato è rruella ùel l'iposo. Eppure vi è questa conlt·addizione, che qua ndo simili alrezi<oni s'incon t t·ano noi cullo, il bisogno del riposo è dimenticalo. Si può vedere un individuo con un seno al gom ito lt•aLL~:~to con le sLcccl 1<', e nu se:10 egunlc soLto l a mand tbula lr·a ltato in piena libcr·ta di movimeHti. È dil'fieile compl'endere come una gla ndola infìammal1:1 situata soLto il muscolo stern o·mHstoideo possa gual'ir·e fin<·ho è tenuta in continuo moLo per r eset·cizio tfi quPl muscolo, et! e anche p iù difficile inlenùer.o come possono u vere un corso favot·evolo un seno o un ascesso in questa posizione. Per a ssic.ur·ore il ri poso del collo, il do ll. Tre ves a veva prima usnlo un semplice gol~lt.o di gulta-vcrcha. Ma Ll'O vò che qL:eslo era tro pr o in gornbranle e incomodo1 e no u ap-

G9


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lllVTSTA

pli<!<!bile quando la malattia esistesse intorno o solto la mascella inferiore. Inolll'e il golelto nascondeva alla vista la sede del male e bisognava spesso rimuoverlo. Da tre anni l'A. fa uso d'u na stecca di fellro, che !1a il suo punto fisso alle spalle e al dot·so; la s na pat•Le ccu trale è rinfot·zata da una sottile lamina metallica. Questa lamina si estende lun go la parte posteriore d'31 collo e ~1 l l'occipite si unisce con un pe:.:zo trasversale che si adatta al contorno del c r·anio. Questo pezzo è te nuto a sito da uno slt'ollo nastro che circonda la fron te. Nelle giovanette e nelle 4ionne la parte cervicale del la stecca può essere inlieramenlc occultata dai cnpelli. La slt>cco nei fanciulli e nei maschi può essere assicurala per· viu di cinghie che passano sulle spalle e solto le ascelle; nelle donne adulte può pii• comodam1lnle esser e attaccata al busto. Il feltro è trapassato da molli fori c lutto l'appar eceLio è leggerissimo. Questo appMecc.hio, dice l'autore, tiene il collo fe1·mo ma non rigido, e dopo pochi g iorni cessa di essere molesto . l rnala li lo hanno portato senza inle t'l'uziono tre, sei e nove mes i. P erò c q uas i :;uper·fluo il dire che di notte si toglie. Del s uo valore il dott. Tl'eves put·la nei migliori termini; al ri poso cos·, procuràto, egli oltribuisce òei re:::ultati cbe ef'li CI'Cde non av1•ebbe polulo ollenel·l· in allri modi. Egli ha usato •1uesto procedimento non solo nE'l lr•allamcnto delle malallie scr ofolose, ma anche dopo lo operazioni sul collo. iu casi di scottura o di fet·ita accidenlalr.. nel rtwhonchio, ed anche in casi d i lupus stati trallali col r•nschiamcnlo. Egli è convinto che il pl'CH:esso eh cicatr-izzn;dono r~ stato molto aiutato da questo semplice appareecldo, e i11 molli casi l'applieuzionc della stecca reca sollievo allt.ichò dis turbo al malato. Sulla. flogosi delle ossa. nella. convalescenza del tifo a.d- ' dom.ina.le. - C. S. Ft~f:u:-~o . - (Cencralb. fii.r Chir., :-1. 29, 1886).

L'autor·e ha raccolto lutti i casi che ha potuto Lrovare sparsi della lellet·alura med ica chirur·gir a ri guardanti le infiAmmazioni delle ossa consecutive a tiro, ed a fJHesli aggiun se altr·i cinq•w da lui medesimo osservati e stu ùiali nell'ospedale d'O-


CHffiURGICA

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.gnisanti in Br•eslav ia. È q uesto un argomento non privo di interesse in quanto che la malattia nei suoi rapporti col tifo addominale è ogge~to di slu!lio solo da pochi anni in qua. L a compl icazione si manifesto nel periodo della conva le ~cenza, per· lo più alla seconda settimana, di ral'o n ello slaùio della defervescenza, e sopra vviene in m orlo subdolo e da princip;o quasi inosservato. Tal volla si osserva rigidità e pesantezza d~l membr·o colpilo, in seguito con fenomeni febbr ili piuttosto m iti sopr avve ngono dolor·i spontanei, interrnille nti, che si esocel'bano a lla pres,.ione c nei movimenti , o questi ·sintomi s' aggiu11 ge poeo eJerna , modHraLo gonfiore, il più .delle volLe srmza compartecipa7.ione , 116 ullerazionc alcuna dei tegurnenti. L'affezione o é circoscr·iLla, lirnilala ad un solo osso, op · pure colpisce siuwltaneamenle o successivamente più ossa e passa a gua!'igiune con o senza for·rnazione d'esoslosi, oppure va in s uppurazione o in liCCt'OSi. Viene colpila di p!'efer·enza la libio , più di raro allr·e O!"f'-a !lello scheleli'O. Due terzi dei c•1si appu i'lenevano ad individui maschi al disotto dei 25 anni. In quan lo all'anatomia patologica, l'auloJ·e ammette in qnesli cn;:i una periosl1lc secondaria che fa seguito ad una osleomielilc pJ•imai·ia .Quesl'ullima a lla sun vo!la sar ebbe conseguenza di una invasione di bacilli tifosi nel midollo dell'osso. Però la p t·esenzu di ques ti bacilli non fu anCOJ'a acce t' la lo. In qua nto alle cause, quall!·o voltr~ lo malattia fu preceduta da trauma, in alruni casi vi er·a diatesi sct•ofolosa ed arLJ•ilica. Del r esto l'eziologia è os~'nra. La tera pia consiste nella posizione elevalo, applicazione esterna di tintura di jodio, int ernamente l'a 11Lip irina ed il sa lici lulo di s o.la .


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RIVISTA Dl OCUUSTICA Della. oura. di a.loune forme di gla.uooma senza opel·azione. - PA ~AS. - fJourrwl des Soeidié.s Scieni(fl'Jue.~, IG giugno, 18c6). 11 glaucoma, dice l'a utore, consi:>lc in n11'csagc razione del tono ù cll'occhio. Alcune form u di questa malallia. semlJrano ribelli ad o~n i kuttamenlo chi r·urgiC'o operatorio, o si i> dovuto per•ciò cercare negli agonl.i ler<1peulici u r• m e7.zo pe r· Abbassare il tono ocula re. Due OJ•dini di ageu li locali hannn lu propl'iclà di modiflcar•e la lenf: ione enùoculare, e sono i miùr•ia lici ed i rniolici. Tulli i m id r·ialici, da ll'alropr na fino olln cocaina, :•au11o il poleJ'e di Uubasf: AI'e ìl lonO nOI'rnaJC tleJI' Occhic\ ma, per contro, applicali sopr'e di un occhio in via di Jivcu tal'e glaucoma toso, possCJnd l'al' scoppiare \Hl acceRso, qnalcllc volla fu lmineo ùi ~ l fl utoma. l miolici (eser·ina c p ilocArpina) elevnno la tensione tlell'occhio nor·male, rna , al conll'al'io. l'ahhas;:;ano in un mode> m ollo pronunciato, ullor·qua11,1o s i ins lilla rro in un occhio g lauco mA toso. Panas impiegò queste sostanze solto forma dei scguenLi due collj ri: t• Acqua disWlala

grammi

j

Solfat o d'eseri na . 2· Ael')uu dis tilla la Nitrato di pilocat·pina

Cl.' lllÌ g t•.

5

g rnmmi 5 ce nligr. lO

L'autort> r•ipor la quallr·o osser,·azioni mollo concludenli circa l'efncacia di questo PI'Ocesso curativo. I miolici, s lAli considera ti s-ino a1 di d'oggi qnt11i semplid palliu livi, possono divenire dci vel'i a~enli cuN\li,·i in C(Wlc for me di glflttcoma: c quelle fo!'me ch e sembrano maggior·-


RIYIST.t DI OCULlSTIC.\

m ente avvanlAg:!!ia1"H dAll'uso di dutle sostanze, sono pr~Cii'\6mente quel l<-, m• ile 'lllllli i soli mezzi ope1·ativi chi 1·urgìci "i m ostr ano snvenle i mpotenti. Per· o ll,...ne1'r< dai miuLici lu ltn In lor o ozione possibil e, fu duopo tli usarn duranll' un tempo più o meno l ungo. In compiP:,so es~i co ... tituist•nno CO!hlruvnnle eflir'ncissimo, ogn i qualvolla le opel'azion i solt• si sono mostrÌllt• impolt•nli a "congiul'01'C' il th·corso pr ogJ'PR"ivo del p 1·occssu !.du uenmaloso. L'autor.. Lf'r111ina auguraruloc:i rhc i f l'O tiri 1'1\'0igauo la loro allenzioue su que~-;t o gener o di lJ'IlliOlliPJJto, ::pcJ•:.tno lo r~ n ciò cht• conlJ·ibu1.inni c l init·hc dcllfJ "lPI'\c:o genere 11011 lfu·J ino n VCiliJ' romunicnle du aiiJ•i ''"c:ervnl•H'Ì.

Dell'uso del succo dl limone combinato alla cauterizzazione metodica delle congiuntiviti pseudo-membra.nose e difteriche. - 1-"lbl Z.\L. - (Jcwrnal ,f,·s Sr,r;,.u:s Scien-

lztl't"'',<;, n g iug no, 1Rxn). I l tlt •ll. 1-'Jcuzal h11 dcterminat•J lu condir. oni ncll•• quuli sPcondu lui le C!lnlerizzu7.i•mi ··on il sugo rll linw11e souo utili in lAJUJJo' !Ì)('I IIe eli C'OJI:!ÌUIIIÌ\'Ìli.

LP c·ou:.!iunli,·ili Jllll'lllf'ole tH.:compagrHilo o l'al"~ membrane. Utilltlil l1'81.10tH' ;rrigin !<CJlt<l croìLeiJar~ (infl1h·azione dirteroiJe), e.l nncho a vc !'o pror..:c~~<o tl illcJ·i·~o, sono l'clicP menle influenZ>tlt· dalle taulE'r izzazionj . st• co<>ì si pO'-'"Ono chìAmMe, col sugo del !Jmon.:. 0..{111 quol \'ttlla il 1-!ltiacl'in no11 può l''-'l'CJ'C u1esc:o in U"'U Pf'll' vascnlol'izzar·c le pa 1·li infìlll'OlP, ad •·semp10 a causa di ui'-oJ·dinì rornPuli od A.llJ·i. l'nn lot•e ollcnnu collA <"aul~> r·ìz:~.a­ ZIII~le in 1•8J'ula unn vnscolar1zznzront! riparalJ•ice, ed una diminuzione o<.l 0111; he ~o ppressione uel peJ•Jodo di c.;up J>Ur.nzi<JnO tic• Ile pat·li inlillrate. Ecco in •tnal moùo l'auttll'f\ opera: Con un piumncciolo o pennf'llo unbi!Jilo di l"Hcco di liutoue spJ·emulo di I'Ct'COle, loccu le j'81'lt ChL• SOIIO lo sede del JII'OCCSC:O mnt·boso, cominci ttlldo dappt•ima su di l!IIU pulJH:bJ·a t.• pasMIItiO poc:cia all'altJ·o. Unpo di u"er lac:t~ialo il penuello cosi imbibito n contullo delle parli allt-ltc JWl' uno '-pazto dì alcu ni minuti, l't·eg ando nncl.t' con esso alquauto l oggermenlt:,.


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IUl' ISU DI OCULISTICA

la va le parli coll'acqua tiepida, e s ubito dopo, collo s le s~o. pennello imbibilo con una soluzione di nitrato tl'a r·genlo al 2 p. 100 tocco le sole parli della mucosa, che non sono invase dall'infillrazionc, ma sono soltan to l a s ede di tumefa· z ione infiammator ia. E merge da queste osservazioni che le cauler·izzazioni devono essm•e Culle coll a più scr upolosa nUenzione, da ppoicLòquando vi esistono già delle plocciJe d'infillrnzione, delle quali si era ignontta l'esistenza, s•.• non si ro\'escrano rneLodicamenle le palpebr·e, il nilt•alo •t'twgento inslillalo a goccia. può a!!gruvare le condtzroni dello mala ttia. Con tale tr·a ttamonto, è sumcienLC, dico l'a ulor·e, uno spazio di 8 o 10 giorn i por· modilicar·e la malullia, me11lr·c esige un tempo più lungo con ogni altra !'lpecio Ji cura.

Bezzo dt prevenire l a. suppuraztone della. ferita. oornea.le nell'estrazione della. oa.ta.r a.tta. - G,\I.Ez ow sro .-(Journal des Socic!i6.s Scieruiflttues, 21 lur-:lio, 1R86). L'auLore asser isce che una lunga ::erie di osser vazioni gli hanno dimostr aLo che le fP r ile a sbiuco della cornea suppurano più fac ilmente t.li ']nello per·pendicola ri ulla supel'fìcio della cot·nea medesim», d'o ndo il vanta ggio del colle Ilo di Graefo s u quello di Beel'. Avendo egli osscr\•alo che ciascun movimento dèlle palpebre r·enùe la ferita beante eù olTre un passa~gro alle lag rime, impt·egnale sempt•e di microbi, causa Jclla t:.uppur a zione, ha immaginalo, per ovvia r·e a quest' inr.;on veni en te~ delle piccole placche di ~ela lina contenen ti della cocaina e del sublimalo corrosi\'O. Quesle plaecbe introdotte fru le palpebre f:ti il globo ocular e, maulengono la coa tlazioue, e n el te mpo slPsso, anche l'asepsi e possono re~ Ltu·e in s ito senza s ciogliers i pet• lo spaz io di cirr.a 14 ore . L 'au tore in 60 casi ha potuto otte nere con tale procedim ento il rimorginamc nlo della fer ila senza suppuraziune.

'


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RIVISTA DI TERAPEUTICA La lnsufflazione dt iodoformio nella trachea dopo la traoheotomia. per difterite. - Doll. SHuut"s, del Reale ospeùt!le 1li A.bcedecu. - (T/w l.ancet, luglio 1886). S'apponeva al :?iusto 11 doll. Sbirr•es ni'U·a,.se•·u·e che sarebbe molto pi ù popola.•·e 111 trachcolomJu, se lo m01·te non n e conseguigsc ta11Lo di fi'C•fuenle pct· la d ill'usiono della membranu ùiflerica nellA pa1'li basse della tracltea. Dopo aver pei'Ciuto molli ca si, pu•· fPiiccmenle operati, in lorzt\ della accennata dlll'usionc, venne in mente al Shirres ch~> l'in<>urflazione di jodofor11lio uella trachea ùopo la suo apcll'tura, poteudo impedire il •lilfortder:;i tlollfl w embrurta clif'Lf'l'ica, avrebbe in conse~uenzo l'idollo le probubilità di'gli esiti letali. E l'espt- rimenlo t'ispo"e fa vorevolmente. Shir-res trovò che il tempo più adallo per l'insufiiAZJOIIC era subil~ 1lopo l'allo della Pspirazione. F . S.

Sessanta oasi di soiattoa. guarttt colla g alvanizzazione. - Doll. STEAVF:NsON. pl'ofe:;so•·e dr cleltr o- lerapiu nell'ospednle di S. Bal'lolorneo in Lontl•·». - (T!te Lan.cet, lug lio 18H6).

Di questi sessanta casi ll'ent.aselle app•·odat•ono a guarigione: uno •·icorse e •·iclri~se una !;econda cura: undici migliorarono sollanlo: di uove lo Sleavenson è lullo1'a incer to s ul risultato della cura: tlue sono &nco•·a in medicazione all'C\spedale. Dei cas i g uru·ili tre v oller'o u n'applicazione, due n e l'idu escr o due, selle fu rono galvanizzali duo volto ciascuno, due cinque volle, uno fu galvRnizzalo sei volle, quattr o fu1·ono gal vanizzali selli> volle, cinque otto volt.c, uno nove volte, quattro dieci, due undici volle, uno dodici volle, uno quatlot·dici volle, tre quindici volt<>, Dei casi, che n on rispo-


1096

Rl\'JSlA

se1·o o.llu galvani~zazione, i u Ull paz1e1JlC !'i ri!'!con lrò tlopo morte un·cRl<'-a uPcro>'l feli'I"'Cllio l'Oli !':e•tlh·"lro d••ll'oc;so

necrolizzato. L'u Alt1•o •'l'Il in uua !>l!.l'noru dw ave,·a l'utero s po>.lalo dA l luto tit•l di dtll'P, fwm·ncaln pt·ob!lhilmentP dalla prps;;ione Cl'CITÌlAIH fil\ f(lll•ll'OI';.!<liHl: I>Url" t>ZÌiintlio I[Ul'Sla infet'lllA Si f!I(>V(o "t'll~ih!l 1111 Ili<• tlt•da ;..! a) \'8 IIÌZZnZ IOIIt". L' IJ ler·zo Pra iu un iu.lh idu11 il filale lrns('OI':-t molli anni nelle Indie Ol'tCillall, er·u i-LIILII ~dr~tln dn .li"!<CIIlel'il\ 1'<18 rcbhl'e. Del re!:>lo I'JIIe:;;IJ 111L•·•·rupp·· 11'1 c.:tll'tt. F. S.

L 'intr oduzione del filo di aocia.lo e di altri materiali nel sacco quale cura. degli aneurismi. La ~lumpa nwJtcn in;.!l••l't' tr·atta tla rpwld1P to'lnpn cou una atllplt>71ol l'at·:...nuwnlo •ll:lln rurn tft·~ll ll l tètt i ' J<;Jn J a mezzo deiiH inll'odur.iou•• di Ilio di II'THlio P •ti ullr1 rorpi cslJ'IliH'I 1wl r···lt~li'n "''~~'Co. .\ uch · Il Lfl11' et ,.p·,·ri n.. J J'l'illlo ~CtorciO deJJ' 811110 COI'I'I:'Illo.'. rh• l t'USO Jll'l'!'<f'll lalo d11J dnllot•e Caylt·y ulla Stl('iPIÙ uwdl·'o -f'ltir·ur;.!Ìt:fl rli Londt·a n••lla lnt•rtllta del 2:1 l'••hbt·ai•• ultimo, nl'l 'liiAI• il <loti . llull\•' nn•\' A ìnlt'lltlottu quHrl.lllln pìPdt di Jilo d'tH· ·iain 111 l >'Bccn di u11 mwuI'ÌSIIHl "<W tiro •·Coli l'i;;ttll~l l t • ti,.,) la ;;oJ ul1 lkar.inttr? ,·omplr•la 1wlla !•ot·zimll' del tum .. rc !'l•tlotnr·:-~il <.! mr.ozt.o in •h~··or:-n Piit di rl!ccnle lo slt•:-.ou gÌI'll'llule twl I'Ì!"'''Illl'•' un •·a:-o di 1\IH!Ut•ismA ugunlcncniP lt·nllal<~ dal doti . JIO\\ ard t\hll'"lt, uu•ll·· 111 t•ilit.•YO ll'l' punli impnrlm•li: l' r·lt•' la lllh'thlut.i«"IW di corpi !'lronit•rl IH'~ft !lll•·ut•i'<llll o~, Uf'llf'I'AI IIWIIlf', racill'; 2" CliP daJJ'è~perH!IlZEl flll!l wl 0!!;.!1 111 rropn,.llo P"""eduln. I'J<:tllla Nlll1P que'-ll'l prn<'t!"""· pu1· cltt> accut'Alauto·nle ron lullro, in,·ol:re lit>\'i"simo per•it:olo; :j• elw. r•"!òi'rulo<:i !i11o al ù• li'oj!gi pubblicALr snlnn1eniP novr• U) car:;i, llt'i quuli ln df'lln "PCJ·uzioue nmne nttunla, o Jlo;;\t'll P~p•·t'ÌPIIza t.' troppo hnutnla JWr au· lorizzllt'<' quai"'IA'-i conduo;ion•· ìu 111f'rilo al ~11u l't•ulc \'alm•e. La IPllf'NlLUI'U m~dic~:~ inglc8•· di ...c.:ulc dell'al'!.!otn.. nlo come eli CO"Il poco CIIIIO<:CIIIIrt, Sl"fl/.tl 1'81110lt'fllAre Clt•• lah Sludi ei.Jbct·o nppli<'at.i1111e leul'Ìt'& e pr·ntico in IL11I io dn LL-mpo 110n lJn·,·o. Co-li si può cilai'P il BRt'I'PIII clw iilluò lnlt' mclod•l Ji cum nella H. clnuca me hc'a .Ii 1\oma fin clul i"'il-72 ,.,. pur·e c.:~J·tn

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01 TERAPJWTICA

. , 097

non da epoca aulet·;ore. Eppur<! ~li slucli in propo~ito tlell'illusll·e clinico italiano e l e rclal1ve e~pt>t•icnze non put'l' fu rono re~>i di pubblica r11gi0ne, tno t~b l)('rO d ill'usiottt' vu::- 11'-sitna e plsu>:o utcl'ilalo tn lutti i C<JD~l'P!->:- i meJico- chiruPa-ici delr ullimo !'COI"t'IO di secolo Pd czinnolio d1 •·ccc.mlc nella COnfei'PilZil 111 lOi'llflZÌOil8.IO ::;unilat•ia Ìll J1 o llla, tifi l'c!/'8 1' IIWra vtglia cL,, !!l t ··~regi ::ior nali llt!!le:-i non ne aLbia no fallo accer111o di . . OJ.ta. L'<ll·gomenlo d par-~.: tanto iut porlltnlt· cl 1e mer1li !< Ì r·irnl'llano in luce: gli Mudt elci llaccclli, Cico du~ IIOÌ ci pruponinlllO attuar•· i11 epo~:u pro,., ima. ~· . S.

Sul trattamento di tumori maligni a. mezzo dell'arseutoo. - F. K uncL. - C~>tnuui<·azicHII .Jalln clinica ì'IIÌI'IIl'!.!it·u di Tubin:::u. - (C,_.ntrn.lb. filr Clti r ., luglio 18136). l i no;, li·o !.rlnt·nnlc "'·li n pu11lu lo t!('1fp ~cm·.:::o l ugl io ri pr>rlova dall t• Go.::elle Mr;rliNile tle Parig lalnne pt·oul•Jllc'llli t-spot'ienze tld :\lo,Jt>t• ~u Il• injezinui Jllli'il·pot·encltimal.o!'•' rlel li•]UOI't> rli FO\\ ll•r llP,...-Ji ill!!1JI'!!I1i dPiht tntlzu. A lla Hl» \olt.a la clinicA chi r•u q!"l•'ll di Tubin::n lw puhhlicnlo impot·lnnli 8lulli ::-ul lrattnmculo arc;i'ntl'a!t>, taulo llt.Pt·ru• cllt> .ucal•-. iei llllll OI'I lllliJÌglll, t•ltt·, ('111 ' lcilYO\lH 11011 I'Ì'jlttlldr>ndu, eO IIII' nei cor·cinottti cd in lolut 1L l'r11·com i ~h i t1 II t lll l nt·i , put'::Hl non poc·l,i succes;.;i in niOII t•plic:i "Ut'C'omi t' littfotnt maligut. L'u pplwnzionc ll)e;alo• del pl't'Jll'll'Aln arst> u icul~ 'lltlle es~4" t·e ese:.:-uiLa colle in iezioni ~ollocul un ee. F S.

Contributo sperimentale alla medicazione antisettica. Ot·nma1 la IDl1tlic·aziorw nntisPlLi--11, C'1111dnlla IIPI modo più ha AVIIl O Cfl. \1 1'11 vinta 11\'Ull<]IIO, !"Cf!"lllllldO C0l1 (l!l ilÌ IIIIIJ\'0 COlllt'ÌiJII[n Ull liiiOVO Ll'innJ'o. !11 IIIC'I'ilù ÙÌ C!'\1'8 J' tlt'di t'P chct'llt'!-!11'0 non t:nnos.-p ptu llllt11t: opPrazinui, le <l URli, un g1• l"IlO !'Arebbt• :;lala fOIJiO i.lll'rortll!.l"P, O dee, LllllO aJ piu, \t!IIÌVIIIlto ri-;en·nte li St'tll'"i:<«i rui c11st ecrezionali, ogg-i sono t•rt lt'8l•' di dit·illn c di U"'O nel Ctl tn po cltit•ur·..!ico. lmperocclté, Jlll i' clte si disponga (]c> ) necessn t·it> mate riale antise ttico ed l' ig"OrO'-ICI,


1098

1

RIVISTA

asettico, non v'ha chirurgo che si arr·esli dinanzi a laparotomie le più vaste, a scabrose ovar iotomie, ad eslit•pa zione del piloro, ad eliminazioni di tumori i più voluminosi, e nelle piu d iftìcili località profondame nte.: inùova ti, ad aperture e t'esezioni delle più ampie ar licolaztoni, a sliramenli di ner vi ed a nevrolomie le più aruite ed a la nle e tan te altre opct·aziOJu, nelle qual i l'altissi ma im poi'Lanza è pari al successo, che l~ ,·ot•ona. Alla gener·alizzazione della medicatura antise ttica si tentò opporre il costo elevato ùei materittl i occorrenti: opposizione dt ~carso valot·e, qualor·a voglia ponderat•si la sollecitudin e della guarig ione. onde viene compensalo ad us ura il più a lLo prezzo della medicflzione, e l'individuo è r·esLiluito con tan to van taggio di Lernpu al lfl vot'O ulile, ciò che rierllt'a negli studii sul valore economico dell'uomo, pr ofon <li, u lili;;;simi s lutli i, ai qunli, spectc nelt>~ costituzione Jelle statistiche i m pro n la le u t·agio ne di scienza, è l'ist'r valo un grande avvenire Ma giova pul'e notare come il prezzo dei tnatet'iali asettici od aulisetl.ici vuda o~ni g iorno declinando, ciò clte è in logica con~egu en za e del consumo ognora più va sto e della enlr·n ta in can1po di nuovi roalel'iali simili, donde una specie di utile concot·renza. P erallt'O ~~ gius to che òell3 economia nella spesa debbasi tencr·e gt•a n conto Pd anco maggiot·e nella pmtica osperlalìer·a, e parlicola•·mcn le in quella dello Stato: ma cio entro certi limiti, c he non tocchino il benessere degli ufe••mi, Al qua le Ila a cede re ogni allr·a t•agionc. Cosi noi avvisiamo che alla Jona t! i vell'O, patt·ocinaLa <.la! Mnx -Schede di Ambur go, elle ne ollenne splendid i risul ta ti, allo fasciejodoformizzate sos ten ute con succes so, specie n ella chir ut•gio di guet'l'a , dal Mosclig- Mool'hof, come s i r ileva dal Ceni ralblatt Jiù· Chirnrg ie e dal Wiener med. Woehenschri(i del luglio 188G ed a tante allre, c possa spesso sostituirsi l'alga marina, disin fettala ad una le~gicra soluzione ol sublimalo cOI'r osivo, e chiusa in cuscinetti di f!arza . Siffallo è, pet' fe r mo, mulerialo economico. Le rfllll lilà emine ntnmenle igroscopiche ed in parte balsamichedell'alga marina le assicul'cmo vasta applicazione ne lla odierna medicalur•a ch ir·ur~ica . Adoperala su larga scala nol grande ospedale civile di Vene:tia Lnr·nò pr eziosa nella medicazione per le più impor tanti operazioni , sic-


DI TEilAPRllTJCA

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come noi abbiamo 11.vuto agio ui consta a re de oisu nei moltissimi feli cemeule operati dall'ill ustre prof. Vigna. Ct•ediamo che eccellenti c1ualiLà di simd genere s iano possedute uulla ~P~alura d~ l!lluni l e~ni speciale, come il pino l'i CCO di eleme nti ba l snmico- re~iu o~ i. Al ,,ori dell" al~a la segatur a di pino polreb!Je applicnrsi in cuscindli Ji gatzn e lu marina polr•ebbe pr·ucuta r~ela senza i"pCsa Jngli or·sentdi s uoi. Qualumtue la sre!la dei muleJ•iali da m edrcaluro, vogliono essere del Lutto band: te le fìl accir, che i r hit·u rgbi più benf'voli Yer so la vecchia rn ~d icaturn cl11omano oJio~e. OPI rc!-lo, rurlunaLam ente, di fìlurcia or·amai piit non !ice parlare. F. S.

n lodol, nuovo antuetttoo. - G. B. Scu~IIOT . -

(Centralb.

jti.,r Cltirrtr{JÙ', K. 2!1, 18 G).

Con queslu sostanza fu rono in!'litur ti esperimenti allo scopo di Accct·tm·e la sua aziqne auliscllira sulle -<uperfh:ie suppur anti, s ulle ulceri, e fì slolc. Jl joc!oJ fu lJ~&lO !'3UllO forma di poJver•r, dt Soluzione alCOO]ÌCtl ( 1 : l6 ulcnol c 3'\. JlCII'lt di glicer·in A) e di garza pt·eparatn; si atlrtbuiscono a questa sostanza ,·anla g!!iosc proprietà, cioé ha un'aziune pnco irr·i taule, ho rocollà cl~?oJo r·flllte dei liquidi segregtlli, 11on pt·oclure escar e . ed è completamente inodor A. S1• tlielr·o il suo uso si po~i"ono sviiuppore oppure no fenomen i tossici non ò lliiCOt·a Jll'OV(tlo a sulncienza. Il modo di a gire Jel jodol, dovrt>bbc c!"!iet·e analogo a qtJello del joclofo t·tnio, cioè cons is ter·ebbe nella scparo:r.ione tli piccolissima pal'le di judo che 11 ,·vet•rtbbo sul Stlo uovo é ttpplicato il med icamento. P ure sembra che la sepat•azione del joclio dalla garzo preparata con joùol si roccia più cvidPule che quella che si oper•a tlal jodofor·mio, prrchò lu garza imbev uta di jodol anche col r im&nflro un sol giot·no s111le fer ile, mosLt·a gtà chieri segni di St>pOI'azione del jolio, e i contorni JeiiP piaglH', delle ulcet•i, ccc. pal4!sano un colorumenl() bruno afl'ullo s peciale e caraller isti<-o. Da questi falLi si può arguire che lo set•ar·azione di jodio dal jodol non s i fa ccia solla11lo solLo l'iufi uenza ùcllu lempentlur u animale, m a sia a nche ra\'nr ilo Ji un processo di fcrmcutazio ne degli stessi li<tuidi se~regnli. l


J l 00

RIYISTA 01 TE(\IG.\ ~: ~l~llYillll }!~DICO )II UT~\~E ----<~C.~ -

La colonna. dell'Ordine Teutonioo in Bulg aria, 188& 86 . - DoLt. vo11 F I L U·: ~H At:~ l . mo!!gior c rnPdico. W ochens<·l, ., N. :25 e ~f'IZ'. 188(1) (l).

( H'it'nP r

M~cl.

rt(SttiSliM chi r urgicn. ~e 1 1'o~pcclaiP

dt>l t:inmt«io in S• lia fut•ono r.ut·nti i11 tullo

2:.o r.-t'ili. Di que-.te ,.... inni !!q iuler· o.<!'a\'allfl lP (IAI'IÌ molli 1:,-; erano fr·:::Uur·P ol'ut'l11A .!u fuo .. n: "'8 pure olfl •tUe"t" ul tillle si detra~,::o11o Il· ;-,7 f··•·il·• dl'lh~ ùila rldlf" tnani o dci

piedi, l t> •1uoli •lUil'i

111

lo la li ili erano complica l!' o lt•l'liou i

oc. ..,~c, re~luno liJI frnllut·u, Cl\\ •r·o nrl'incir cA il ~O p. 100 ~ u l l a lntn lilù dell•' t'E't'il•· CIJI11plknlt: a lt·!"inni cl'nsc:u. Dull1-1 SPgueu l o Lni!Pila \'l'clilllliO le detle lcf'iuni r·it or·litc :"Gcontlu lo vat•ic r egir!lli del CUI'J'O: L""iont l'r·tllun• oh )'a t'li mullì Tu tale> l't•r I(Nl

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Eslremita ~upet·ior·i

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l(• fl' l'ilt• tlell•J di ta OCCOr<'e in ~1'81) liS<tltnO

IIUffil' r O \l)ì).

[)i 1fUP~k 2~Jii fel'lh', :!~) flii'IIIIO CU~it'll8lè Ùll pllllt• tln fucilt!1 J 1 d H pezzi .li p-ro nola o ~ollaulo 't Ja at·rnn binuc·a O (Wl' punla di haiotwllll. l p• t· rolpi di sciaho!a, fe t•il<• tla

- ----------- --

( l) .\ I'"IUI' l~nh'u l " di l (lllllllu (Il -l.•lltpal" li•• l (:h<' imi" oli lu::h·• ,,( "'n"·'" tllf'i'ti•'~J-.. 11tilr1:l1"t• dPJ1tt {Ì UI'I'f'il .,;;11 1 lt11· rt11 h! JII'\1, l'iii"Ì:oi\ICil ÌaiOII , UJIU ~~ ~ ~~..,1) :t i';.!H011\Ultt

\111 lrtlf1Ht'l.tlllt' l:a l un. ,,, l •l· ·lt Foll••lll•.llllll. !:.!J Cot t:-i ll lli~ t Ft:--... u t: u, 1\l'ii•y.;,;•J,i,•ur!IÙ'. l


RIVISTA DI TEC~ICA E SEI\VIZIO MEDICO lliLITARE

Il Q l

Laglio multiple alla lesta al br·accio in un soldato serbo). Fu dello e ripeluto che i piccoli pt>oiellilt serbi di t>egola no n facevano cliC h'siuni ossee le~gcre ruollo piu lievi clte quelle pr·odolle dalle f!Tosse pJ;l lle bulgflt•c; ciò è v ct·o sol tanto per rigunrùo al fLlciJ,; Krnko a(loltato dall't!i<t" t'CiLo r·umel iolo, mentre il fucil o Bt!riltH t inlrodolLo nelle milizie bu laare no n difti.H·isce ' ' grt~n follo dH l modello -del fucil o Vcr11 dl. lnollt'e si verifical'OnO esle~i scl roggiamenli d'osso proJolLi ancbe dai Jll'OieLtrli ser·bi, i l qual faLLo sta a d imos lrut·e clJ'~ nort è soHan_lo la sola grossezza del pt·uiel lile che in1!uiscc su!Jn ~··avità delle lesioni, ma !Jeusi alt re circoslanz··, come l'angolo d'incidenza, la distanza, ecc. l! quadro che !:egue dim ostra ~in ollicame ule specificate pc1· solto-regio ni lè sopra vvcnule fer·it~> , cngli esili letali.

~~ Il

C;Lnse di morte

"'' ' '"' '"" <Mpo

(Cr·anio.

3

Capo e collo l FHCCÌ8.

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~ ;1FtrilapeiiPtranlè. l'neumonitr.

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\ C0lon na ve r lebr.

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"' '1 Frattura rertehra lom lt. ncc nld to. R

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Tronco ...

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13t't1CCÌO .

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Estr e rnila Avamb raccio superi Ot'i Mano . . . Dita

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" 1- • ;,2 1 li Coscia. . 36 IIJ 26 :~ l \'Pnuto agonia. 2 1'- inrez.sctt tt'ti 3 ·> l 1 ScUicucmia . A\ Ginocchio . . E s tr emtle~ agonizz. . ~ Gamba . . . . '•5 li :2 1 l ,-enuto (aiUjJUÙLIO). inf~rlot·i. Tarsoemetatarso '1:1 11 2 •

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D tla dei piedi . •

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Totale . . .

21

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Rl\'IST.-\ 01 TRCNICA

A. Testa e collo. Dei J $ casi (7 p. 100 della loltllilà), a er·ono f11r·ite del cr'a nio, 10 della farria e 5 del collo: 12 cosi erano complica li a l esio ne ossea. Il seg11c nle ca~o offrt' un certo inte ress e d iagnostico. l. N . S., sol, lato t! et n> I'Cg(!irnenlo bulga r·o, f(ll'it o il 15 nove mbre pr·essn Sii v n ira. La palla venne eslralla sul r oslo di m cd rca~i o o e. Al lO dict' mbre, gior·no dèll11 s ua e nlr·nla, si r is contrava a lla giAhellu unfl ferita ~?ranulanLe dt>lle drmcnsioni di un s oldo col sottoposto osso f'r·onl.nle depr·esso per· c inqu e o s Pi milli melr·i; non vi erauo fenorneni cerr.br al i, il feri l•> era ve11uLo all'ospe.lnle a piedi. Si ebbe itt seguito In eliminazione della lamina osseA depr es sa, a c ui s eguì rapida formazione di grauulazioni c ica l r·izia li e finalmente la f!uarigione. In un caso d i frAllut·a del mascell~r·e super ior•e l•On si po Lè trovar e il proi, llilé di cui l'i ~ospelLnva lu pre~enza . li. T eodor o N .. sold11 lo del 5• Druschina (Humelia) , riportò al 2:- noventbr·e una ferila d'ar ma da fu oco alla guancia sinis lr·a senzo foro d'uscita. Alla g mtncia , solto il mar·gine orb ttal e i nfel'ior•e, piA~Il fistolm>a suppul'anle, notevole go rrrìore. della ra·c·.cia; dcnLI scrt•u li; dopo dilata ta la l't•r·i tlJ fu r·ouo estralle scheggie ossr.P., Dreuaggio: il go ntior·e olia fa ccia arrdo l'llpidamenl•~ decres cendo, ma ~i manifés:lò una gonliezzu enorme al palato con ~!Tan rlRd ifn col ti-1 a dcglul.ree. Una ponio ne esplor ativa non dieùe ulcun r·isulrliLo, nra ancht' qu esta complit:anzu si dileg uò g t•odalume nlo cort progl'es5i va dimi rtuziooe del seno fistoloso supput·anle. L'ind ividuo fu Ll'aslocalu ad un deposito di conva lesce nza. In qu esto ca"o vi Ila t' aJ!ÌOlH! a c r e>der·e d ro il proietlik, se n on è stAto i nghioltil•t, c iò che non si può a~solulan:lt>nle e~clu­ tlere, si s ia incapsulal o o nell'c-Hi ll'O d 'Hi ~ moro o nel la cavita J10sale. Qual lr·o cAsi di fl'a llu re de l mascel!Hr'e ittfe r iore, dopo eslr·azionc d i molte scheggi,~, decorsero (lssai ra vo l'e volmen te senzR lasciare impeclimonli funzionali ; in due ca'>i rli fcrtl·· dell~ parli m olli della ft~ccitr r·ico l'.::;!·; una par"ali!'i fa c:ciale. Delle ferite del collo due erano cotllp ltcale a fraLlura della ·clavicola. Merita m Pnzione i l caso seguente.


F. SEH VlZI O ~IEDICO MlLITAJlE

1 103

II I. St. S., $Oidato del 4 regg. bulgaro, ferilo il19 novembre, entrato il :.!H nowmb•·e. A de$t1·a della larin go, lra questa e il muscolo storno-cleiùo- lllastoirleo, ed a !J vello della ~arlila­ gme Cl'icoide, si vpdevn un'ape1·Lura fist.olo~ con abbondante suppur azionc. L o pa1•ti molli cil·coslnnli tumide e dolenti, lo. voce fioca, loquela 11ssai dirti cile e ~<tentata. L'esame Joringoscopico non si potè fat·e. Al 7 dicembre legget·a emor•·agia della piaga. Si pratica la dilatazione d<'lla medesima tagliAndo a st•·ati. A l'i dosso dPlla ca•·lilagin e crico1deo si trova un pezzo di granAta !"fo•·mato, sollo di «pJesto un pezr.o di LeiA. Disinfezione della ca ,·iki e drena~:.ril) La guarigione non sì fece molto aspella•·e: ~;;i r·ip r·istin«'l colllplotumPule la voco, ed ni primi di gennaio il paziente fu liceu.dato guarito. Anche unu ferila pf'r puuta di bAione tta l.llla pa lpt>br a s uper iore. come plfrC unn ferila dn sC'ìubolu •lei cuoio capelluto, decor~ero asc,ai feliccmenle fra lutti i ferili al eapo ed al r·ollo, quindici fut·ono in pal'le Jiccm:iati gual'ili, in parte manrlali in permesso c l"Oilonto lre •·irnandali tro. i bul~at·i in stato di convalescenza. 8. Tronco. Le lesioni «lei tronco :;ono t·egi~; trote in numero tli 34- (13 per r.e nto dni ft> r iti) c Mno I'ipaPlile cosi: 19 del pello, S del vcnt1•e, l del bacino, :l della colonna verlPbrale. Delle diecinovc f<•t·ile del pelto. o lto oppOI'lengono a lle l'c rite ù'arma ùa fuoco penetranti, Lulle complicate a fr attura dì costole, cJ una di l'fUCSte fei'ile •leco•·sc con u-.ito mortale. ln LJ·t• ca'ii fu pralicala la toracolomia e prf>ci~;a Jn enle una volla con s•·mpliC'e incisione nello spazio intercostnle, cluP volle con re"eziono di una costa; di questi duo cal"i, uno quaLlro settimane dopo la •·csczione lini colla morte per pneumonilc, il secondo decorse fnvoJ •ovolm ento bcnchòdlll'anlt: l'operAzione, l'infe1·mo, già. mollo emacialo , abbia cor"o pericolo di morte in ~eguilo ad asfissia clorofol'mic& ag-wavAlAsi dallo r·crcnlinA diminuzione de>lla pr·ossione int•·aLon.lcicn. Qnesl'ammalato cominciò a migliorar1· presto, i l'o>nnmeni febbrili 'li dissiparono. cessarono lodi&l'J'eeoslinnLe che lo l!·avagliavon o da mollo tempo,


1104

RIVISH DI TEC'ìl CA

sicchè potè esser e lrs!:<loca Lo alrospedale Ru sso con una semplice fì l'tola Lorucica poco E<ccern ente. 11 s.rguenle caso e del più allo inter·esse diagno~lico, per il fatto che quallro sr> llirnan e dopo l'avvenuta l esione $Ì sviluppo un·aneuri!';rna dcl l"artr>r·ia a!:'cellm·e. IV. G. A. !:'Oidato del 2• !'{'~,!!i m ento fanle1·ia; un bnlgaJ·o di cosLi Luzione e rcu l e~l, fu ft->rilo il :w nO\·embre da una pallA cJi fucile t~lla !'palla d!>sll·a. La pa llA era usdl~ d~:~l dor:-o al rnaegiu e inteen t• •Iella scapula tle"lru ll' 8 la " ': ttimfl e l'oltnva cos ta-plleum olr>ra('e dPstro. NP!Ia SN'Onda si"LLimai\R ru fatta la loracolom ia o destra eti anle1·ior·meule lr a la ~ellima etl ottava ~.:os t a (illci siOIJr>) , cd inh·udotlo posc1a 11n tubo da dre-

murgio. Alla qu~11·t.a sellirnana si sviluppò g t·atlalamenle nell'ascella un tumore pnlsante aceornpngnato edema all'uv ambracc ìo ed alla mano. Li 't· genmlio si notavano i sef!uenti sinlomi: fc:rila d'entrala sul mu.~colo deiLoide des tro in Yia di

un

ckatrizzar,iono. Ll.i fe1·iLa dello lo t· ueoln mia è acces!>ibile 9d un sottile tubo da dt'enoggio. In iettando nella m cùesi ma acqua fenica la ti r piùa, il liquido esce dalla <-t per t.ut·a d'usci ta al dor so ed ò simulta11eamente espeLlornta so lto i colpi di tosse. OlLusi là e respit'O i.:ndebolilo ul dinanzi della 'filarLa costa, posler io l·m cnte dalla sel.lima eo~la in ;.ri tì. N ell' ascel la dest1·a notas i un tumo re ernis feeico . pulsante, della ;z-rossPzza di u na piccola rn elu, sul ()llnlc s i per cepisce coll' udilo e col lallo un fi"Cini to sislol ico . Il l11 W01'e 6 nellai[J on te limitato Sll pCl' ioemenle, ma anler10rrnen le e all'ingil'• fa passaggio ac.l un lum nJ'E' diffuso poco sposto bile sull epare li lo raciche, questa parte de l tum Ol 'fl rnanife,.la poca pul s ttz ion~;~ . J l polso radiu le a ,JeSll'a debole ma isocr ouo con quello dell'a ltro lato: In compressione t.lCIJ'al'lel'i<J. SUCc!H viA pt•OdUCO dimi11UZi011 e del la pul Sazione, 1110 nessuna difli:t'e nzfl di volume nel tum ore. avambJ'flccio e mono sono mollo Pùe•nato,i, la mu:;.colallll'a anitniiLa dal ner vo radiale paealizzatl:l, v i ~on o dolor·i nevr algici all'avam!waccio. Nelle succes!'live sellimane i l tumo re and ò g radul.urnenle aumentando. I n quanto alla cura, fu esclusa l' e""lil·pazi0ne dell'aneur·isma avulo riguardo alla sua cslen s10ne s ulla parete loracica. Ancl1e dalla legu Luea de lla s uccla viu non el'a


1:: SF.IIYJZJO MED ICO MILTTAllE

l

IIOi}

da a spettarsi giovamento perchè culla compt·es;:ione della medesima non r essu·w1 la pulsu:~.ionC'. Nou restavo che proporrehulisarticoluzione del uraccio u cui però l'ommalatn non v o lle sottopor"''· Al 26 ~ennaio fu ll·nsfel'lo a.l altro spedalt•. L e altre cinque fer1Le d 'arma da fonco cle l pr. tt.o son lullld gua rilE'. Il seguente CU!'O ~hhc un tlecorso abba!'lonza inter essante. V. \V. ~1. s11ldalo ·h~l :1• t'l''f!!imertlo l•uhwt•o. l't•t·ilo al 21i novelllhl'c. Fe!'rla tl'Jngrr>:<:S•l sulla linl'f\ papillal'e n··l «econJ() spazio irdercoslale, W!Cita ~u·nngolo rltlll<l "l'!li'Ula dcslt'fl. Cominciando c.lul urezzo tlt'llu l-!t:tlpUin olluc;itù e rnnncanzu rlt m ormnrio J'•'SiliJ'alul·io, f01·t·• suppllt'uzioiiP llatln f.-t•tla dt•l dor:so l' inlìllmziono> ct·c~C-'tlle dl'llu pellr• dc•l rlor·:-;o con enilscma. Al 9 e Hl di<·embre f•HJOII1Pni t'obb!•rll ~~·avi. All'li dic embre furono prali ente i ncisioni h:u·glte al dot·:::o, ~~·l estt·alle molte «c·heg~ìe Ji co.-lolo e Ji r.moplulu. quiwli <ll'cnnggìn .!cllu CAvitù. D'ollo•·n in pui, ~co tlif HH'\'O la feblir<J. Il drrnaggio fu rimoò'l-ifl alla ll'l':t.U "•·llilnann e !l pozienle fu lice11:t.iato f:tUOrilo il :W srennow <'tJI1 l'ilcv!\lllt> del'm·mitu del lornce. Un <"OSll di fr·ollu l·o~ pt>r Hl'tna da fuoco tlcllo sl•·rno (ferila d'rntr:.l<l o li ll"l'Ìla ... ulla Jim•u mt>diuna, il corpo deHo stPrno rotto lr·u~ Vt>I'ò'almeu te e lt>~;.wrnwnle info!'"ù ln) rlecorsc con c:-ilo fl'lice dopo spa.·catur•· del ran~le rlr·lla f'eritn Pd eslt•azionè di mnn••ro«C :-<:heg!!it>. La oli:>pnen che clappt·ima era gTave, !lccw('bbo rapi•t8illcutP, la temperatura dn 'tO, disc:esA a 38, l'lllfei'IOO fu tra..,lof'alo. 111 buone condizioni, f'PIIZa febbre, !Jcnclte la piagR suppu•·~:~~se anc01·a copiù~Amenle. Forse un g rosso sequo•8lJ'O cl•IVE'\·a nncortl t>liminal'"'i. Dieci fer te •li put·li mnlli tlecur«et·o lullt• fav•WI'volmcnlc, in due l'm·ono c::.trnlli i proit'Llili, pat·imenli si p)Jl,. la ~ua­ ri~iont di ::;ei ferile di parli molli del \'PIIlt•e, in !JUI'lt! taugenziuh, in pot·Le a lòrmtc oli selonc. Dei t l'e ca~i di fl'ullut·a dcii ~t eolouna 'orle!JJ"alt•, duH ebbet·o I"HlO f~lice, in a mudu . PrA a n-eu uta In ft•allurR li l'<ciJI•;.!gi A di unu Yert.~bra lombare (:l• t· 5') ''"" parosi clelle csl1·emitu o diffìcollu di orinar<'. Il pt·imo Ji <(lll'Sli dtlt' easi fu complicalo a E>morragte t'"' n alt, il :.ccv11tlo da fenomeni nevt·algici lungo due 11er·vi ischiaiiet, dOJ•O restt·azione di numerose sclrcgge

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iIll l

l •1Oli

IUVISTA 01 TECNiCA

cicaLJ•izzarono le ferile in ambilìuoi casi, pet·ò i feno m e ni parelici non si dilt!guarotHI comple ta mente, i due maiali avevano il pas,;o bsrrollanle e malsicuro, i moti r1flt>ssi c.lcl ginoecllio llltlncavano all'alLo i11 un t:uso, 11el !:>ecnllllO et·a11o ùirninuili. In 'lllest'ullimo pm·s1sleU~ la ncvJ•a,;;ia. U 11 caso di lesia11e dulie vertebre Iornbal'i elJbe esito letùle. VL. R. St. solt.lolo s~::rbo ferilo a Slivr11ca al 1:'.> noq•mbre, enlrò il n dtcelllbro all' ospeùnle dol Ginnn~io . [i\wita ,l'entra la o llu 12' costola dnslra, il pe01eLlile non et·n uscito; la 2', !.!• e 4' verlt!b1·a lomlJaJ•e I.'I'Ano ~ensrbilì ftlla pressit•ne, la mela ial'L•J•ior·e dC'I COl'JlO er11 c.:omplctamèllll' pat·alizzaLn, ve sctca enoi·merncmle lll:-lesa, :-tilliculiu cl' o1•ma, cvacuazio11e iltVOIOIILal'lf\ di l't•ci. Ln pelle dc~l venLt·o. t~l disolto dell'umbellico, anc~lt:lli<'A e ft•edòa; il paztente ct'Pcle clw gli si sicno g~lati i picLli mentre ;.riaceva sul campo ùi IJaLta ~l ia. Piag-he d i decubito al !:>aCI'O, quesle, tr onos l~nte le cure usate si dilalal'ono t•npidaulenle. A me<) 1li <licembt•e compnrvero leggieri s intom i dimoningittl. Co11lt•azio11i Jei muscoli della fALlCia, per,l!la di cuSC11~nzu. ~!orlo h :!4 cltn~mbt•t•. N'ou fu prultcala l'autopsia.

Dolle S<'l lesioni ùel bacino, tre Ot'ano cotnplicalc u ft·atLut•a dell'n~so d P.p. In un caso il pt·oicttil t~ fu e:-.LeaLLo ualla re l'i l n est t> t' na ùopo Lt'~' i'eltimane. Un ca:-o di perl'ot·a~ione dell'osso ileo con uscJLA del Jli'oieLlile al (·ocige, gual'i dopo esLt·azione d i moll1• sclruggie di bran1 di >esLtLo; paJ•intenli guarirono ùUt: rerile dellu t·egioue ischiaticu 1.1J una del testicolo ùestt•o. In quest' ultimo caso lo. g ua l'igione avvunne ('(>Il lnspessime:llo nol.t!vvle del lésltcolo sollo lu cicatt•ic.; rclralta. C. E~tremil(i ST'fll:riori. In lu llll 103 ca:::i (40 p. J Q() dei fer·i li). Si nolnr·onn rptallnrdicJ casi di le"iOtll' òel ]JracciiJ. lt•a que~le, sE'i fralltlt'e, ('Ìili]Ue di quosLe fr nltut·c gum'i t•ono in appnrecc>hi di cat•lone o eli fe rule di legno. alla :;c::.<la che era cr.mplicRla a feritf' nperte J cll'a i•tico Jozione del gomito si dovc..,Lle p r·ocedei'A a11'umputazione de l br acc1o. VII. Pietro M., soldato snrbo, fcrtLo al 27 novembre, en-


E SEUYJZ IO JIEDILO '\flt.IT.!RE

Il 01

tralo il 2 ùiccmb!'c, [ll'L'$t·t tlava la metà iuf•~rio ro del bt'tlccio destro, come put't' l'arttcolazìor.~ del ~omito fortemente entìali, in M r't'ÌSJHHltl,~nzn ùell'o pi lroclèu duo fet•i Lo sepa r·nte da un sottile slral• di cule, il l'Oli lrlo inlct·no fl'(lllurnto a s cflel-{gìe, l'ut·licolnziom'. a perla, la 1.elle in quello parlo a rr ossula e dolcnlc, feritu o "'L'lune all'uvalllbr·uccio, ed in cot·rispon.Jenza •IPlt'm--erzwue t!t'l mm: nlo ti• ltoide "'Ì rill'\ava una fc r Hu rli pnl'l: molli (rl't•u lr·a la !lll"eslt'l'JJo, di usciln 111l'inlr>rno d t 1 Lr;J · ·io. l'o-<so in qut punl J apJ'OI'.:ntclllcnte non o~e:òC>). Qui'"< L•• fp t'i l11 P l'li 1111 co pt> I'I.E' cii ind ofot•mio e si mn~lf•a,·awJ ,..e, z'1 t'C~•zto•te. Il Hl lirt•mLn• e;;pic"~ruzìone ,..ouo na rc:osi e 1'8>'czrmw par·;.inle t!to:rm·lir(lluziot tt', il ct~ntìilo sclteg gialn fu .,, !.(alu in piann oLiil]lln. L'ul'lic(IIOt.ionc• lnr!!tllllt>llle apet·ln c vet·so 11 mm-~tll~ radiale fn in!J·•J lultn un tuLo ùa , :JrellO!.tgiO di IDB•li•ICL'C gl't•!"~ClZH: Jj~ i nf'ezÌIIIIO 6tl11{1JlUI'Ct~C:h ÌO immohiliuo nlos r·n·; po..;JI.i• ·nt- nn;::-nlm-e i• l .!Olltìt•J. Da pl·incipro l ullo {'l'dt:édcva hone, In ~CC I 'P7. t OJH~ ::>car!'IO, però t l pa· zienlt~ :::rolTI'i va ,..Ptnprt' dei c].-,Jrori, lo ·mi Hl poco • dcpct·i ,·a. A l :.!0 di~en t hl'e 1\l'ers~n P.pilr.l111;o del)[l dll l'Alfl d1 quullro rnillUii (l'am111HI11lu <>olfri ,.8 di PJllil',o;:iu lino dul l'inl'anzia), quindi cotJ\'IJI.;:onl R l nmL•··JUt' le !'-uperìul'i cslt'Ptnilà, il ;:turno segur.nle l•' '-'I'O:lll lnzioni rr·ano di!"ll'IILtr, i dolol·i numP nlali , CAlnt•c fr:bbi' le c copio-a su. ; Ut'a7.J• •ne tl•·lla f··r1t 1 rì•·l deJloiLII'. L1 2i tli<"Pmbrc amputazionP del bra··rìo al di"ollo della po1·~. i n n e 1nediu <'Oli ch:1 • ln gli ri rC1•h11·i in 1l ue lt>lll pi, l'Ili n io n t'! tolnl·· ùc 1il' fel'il ', di-=illl',•z onf> e rlt·Pn8J.!!dO oPI rHnaiP al muscolo r!elloiJc. Il mon 'O'lP ;.:unri l"'!' prima intenztont·, l'in· fe l'mo Rndò !"•'lllJli'e u ti glio t'tHldo IltH.:ilè ve11ne po i l l'u!\l Ol~a lo al r Pparlo di cnn val• ·c;renla. Oli•' C' t.,i t il f· ritf' Il parli Jn·Jlli de l bt·a ·;r·io gu ftl'ÌI'O tiO seuza i nei do n Lt~ uot.r vole. St t>bbi'I'<J in Clll'a !-t•ì fratlut·.-·. 1 'r al'lnn ùu fuoco. dcll'a' '8111bi'Hccio. In due cR'-i CI'fl!HJ !cFc nmhe.lue l1! ossA, in tre il ra !io c 111 uuo l'ul11u ~ollonl.J. litJnr·i::rlon,. Jopo éslrazione di nume!'lll'e sch•·gg1e in llllll 1 cn,.,, fì111J al sf:'~uente: VII I. Alcxa M. l'oldot., rll'l 12• t'Ca"§.!imonlo fanteria ser·l>o, fer ito 11 :H, entr<Jl•J il :!'> no,·cmim.:. Fci'Ìbl ù'enlrata a tre centmiell'i solto In testa d•.!l t'adio con u;:cila ol ma1•gi ne del-


·l i 08

RI VISTA. D! TIIC~I CA

l'ulna in corrispondenza della pa rlo med iti dell'anHnbr ncio sin istro. Ambed ue le ossa erano molto E'rbcggiale, quando l:'i esplor arono le ft>rile nella nal'cosi, esse erano mollo sup puranti con 3ec1·ezfone fetida; fl li'Ono eslrfl.Lli pezzi d'osso lunghi due centimeLI'i che comprendevano Lu llo lo spesso1·e delle duo ossa; perciò il br accit) era assai mobile nello. con tinuità dP.lle os:::a. nr•,•naggio del canale dPila fe r ila, Appar ecchio imrnobiliuan le con fp J•ulu angolar e. Non osta nl.e la copioi"a :;orrezi ono i l decoeso fu apirellico, i framm enti supe l'iori aRf:ai cor ti eest<n·ono in f'>;agerala cstc·nRiOnf', c pPrciò

l'avambt'UCCÌO subt UIIU leg:~ie ru Ìncurvalut•u. A IJa fine di gennaio la fhlllu ra m quel punlo et·o ancora mobile e il cA ll aie delle l'crr to portava illul>o a tl r·enofrgio, pr obabilmen te doveva eliminarsi 'lll&lclrP a ltro seriUC!<lt'o. L e dita crnno abba:;lanza mobili. Li 26 gennaio il paziente fu conse:;noto ai Russi. Cin11ue r..riLe delle parti moli tlell'nvamlll'uccio, per la magg ior· perle fe t•ile o. SC'lone, non pre::en tanJIIO a lcun fe no meno pariicola rl' e guarn·onrJ lulle perfdlomcrlle•. A queÌ'le fanno segnile 25 ferite della mano c precisamente 2l casi di frallura dci meLacat•pi e fJU8llro fel'ile semplici de lle par ti molli (tange nziali Rl la palma e al margin e r\ln a re tlella ma no); fì nulmcnte nua ferila da punta d i baiouella òella meno destra; 2~ cesi furouù licenziati guarili, lt·c fut·onn traslocati in vie di ticulr·izzazioue. ln un caso (ft·allm·a del fJil Orlo melacllr pn) ,;i ~\·iJ urpù l'eri~ipclu migl'unlù, pme la fer ila cica trizzò completHmcrl le dur an Le il cor so della risipola. I n un ceRo di f'theggiamt>rrlo ùel quinto melacai'PO a"vem;c suppurazione tlell'arlicolazione ratlio-carpoa. l X. GiOl'::tin P. ~ol do lo nel H0 t'eggimenlo bnlg-aro, pl'Or>s<> P il·ot (27 novrrnb r·e) ri pot•Lò u nH fe rila (J"ar·rwt da fuoco al rnar~Zinc: ulnar·p dello mano ùcslra con uscita alla teJ.!iOne palmare, rl quinto melacarpo er·a ~cheggiato, il l'rammento infe riot'~ aveva Ulltl fra llul'a longilutli nalc elle si prolrlllgnva. fin o oll'uf'li colozioliC nw i.Dc arp o-f:dan~ra, fnl'le !!On fi ezzo de lle pa rtì molli, fe nomeni febb J•ili. Li Il dicemhro enuclcnione del quiu lo dito e della metà infct•iore d.,.( 01CI8.Cal'p0 fratlu r nlo, resPzione della s uper iorP, r iunione pal'ZIO!e Jelle fel'i le,. e ùren nggio nel cavo dt>llo meno. I fenomen i {'ebbrili luttsv ia


H SERrl ZIO àllWICO MILITA il.E

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pers is tettero, o l'articolazioni\ della mano si cnflò sempre pit't e s i fece sc n1pre più dt,h)l'•'sa. Il :2 1 dicembr e con d uo la r ghe incisioni fu aperta rarlJcolazione, quinùi di~ i nfezione e d1·enaggio; d'allora in pui !"l e111endurono lu ll1 i sintomi morbosi c si OJH.'l'ò la guul'igione r.tl Jl r•ip:illila dell'ar·ticolaz ìone rat.lio-carpPa. Il l'azieulP fu Lrao.;local{) aJ un ospedale i·usso. Y ennero in ru1·n 53 cus1 di le::<ioni ,[.,Ile Jila. In 52 erano fl'ttllurato una o più faltlllg'Jj d1 •Ju,.,:stc lc:::wnì due interessa' ' 9110 il pol li ce, vPn li;.;ei l'in.Jkc, diec;i il medio, q uullr·o l'an ulare e unoi•·i Il rni!!n •"'- In •[Uallr • ca;;i e1·u::i po>nlula la fa l a n ~ina del llli;.tnolo c dell'uttlice. In uove ca;:i SJ Jovetle enuclea1'e il dito 1'1·alluJ·uLo, cio che r-.i ft!ce quotLJ'O vol le per l'indice, lrC \'nllt' pel' il llHloli•• l' Ull/) \'Oit:'l pP!' J'nnlli81'B 0 per il mignnl<t. Tutti f!lll)l'ii'Oilfl coi r o•IJijLJati clipenrll'nli dalla pet·rlitc "'Off,..•·te. Questa SÌll gO J&J'(' f t'C'fTU1'07.t\ deJJe Je!',IJI JÌ dt>fle UÌ!U ~j Spiega abbustnn~a iu pn l'le (flncho JSC.condn l'o['illiOile dNdl uftìcia li hulgSI'I' pt!r lo "pcciak uwuu rli combat~e1·e •li C(UPllc ll·uppo lo quali, 11 più okiiP voll~. ~t>~lengouo il ruwco cop• rli dà cum uli di t~1-ra, pr•t· cui l'ec:tuno c'poste al nemico tiOilanto cer le 1>ur ti (·ome sarP!Jber·o tu trsla u le IIHit Ji. p,;rò anclte tenendo il dovuto conto di •Jlle,.lo fil llot·e, l'inwne scmpt'O uu numero non inòìiT... renle eli cusi nei •(uall c da ~o~pdtat·si che si ll'oLli di mu tila;,ione vulonlu1·ia . l cn~i pitl sospetti eli •(Ueslo g ouor è sono quelli nei q uoli la ferila d\•nlrala si veJe allu faccio. polmuro delle diln e cotuc> lnle Yienu unclatl acccnnula Jallo s tesso individuo. In par ecchi dt rtue«Li casi, r.iopo alcuni giorui ~i pole scopm··· uelle pal'li 'ici ne a !In fe r ita qualche h·acc1a {li uslioue di g l'H!H.d li dJ polver e pCl' en tro In ferila mcuPsima. Anche i cuc,!Jci bulgHI'i J"iconobuet·o questo fal lo c he essi tentAno J1 altenm.re a,..;::erendu cs«ere co:>a comune a veritlcaJ·.,j in letnpo di gucJ'I'u pr essu Lutti gli eserciti. P er nessuno di quc::-Lc c·<~:;;i fu fatlu inchiesta f!Ìudiziar ia o d'allJ·onde i m.~dici del! c >r,litw non avc,ano alcun motivo per p rovoco l'la.


Ili O

RlVJST.\. DI TfC:\"'ICA

D. Estremità ìnj"f r io ri. Cento e una fut·tmo le lc~ioni, a' ule in cut·u. inkressanti le e:>lremilà info•t·iuJ·i. Di !JUt'"tO, no\·e l'rano prodolle da sclw~gie di gJ'&IInln, nu,·;wlunn da p«ile ,],, fu, ·ile, una ùn pun la di haion i.J ~tn. In cruat·anlu· Jllilllro casi tWUJ tO le:> e un o o [du ossa. In lrentasei ca;;i t>l'a oiTe~n in co1"Cia, de1 •tunh, ve nli~oi erano ferile ;:;emulici li parli uw'h. In dio>ci cn,i il femore el'l\ frullnralo e nuluruiJnenle que~>ti cosllluit•ono le lesioni pi1'1 WUV Ì venunle Jll CUI'a: lt't' oli questi tl k•c1 rasi cbbt'I'O OSILO leta le, pfiL'Ò uno sarebb·· I(I I U~'Ì a r:onsirio·t·u ,.,.. ; :;ome non "" ilo i·~ cm·a slnnlc che Il ft>1·ito ~iù amputalo alla coscia e1·n .. nlJ·alo aiJ'o);.pPdnle del GinJHISJO agonizznutl', rnOJi infatti !'E'l lll'l' .topo !n ~un NltJ•atn.

0Pgl i alll'i dn.l l't' l'ili al!n coc;c·in r he p oi 1'10t'ÌI'Ono, uno, l'icovul.o in Lt·i:;li rt'Jllrl izioni ci nqw· ~e lli f(lano dopo l'avvenuta le!>ionc, prescntnvn diarree sun..(uinolenli, .lecubilo esteso, feJ•ila .l'entrata al trocanlcre. u~ctla alla piega dt•lla nalic!l, ~ontìore ùitfu:;o .Iella coscia, USC'-'"'"' flulluanl.J ull'o>:;terno eol ult'Jnll'l'I10, upc •·U i quali, furu11o o:-lt•ùtle p-t·u~su ,.cilegge, l Il difll:lt'licolaziono dcl ln C•Jscia et·n controindicalA JH·r le condizioni generali tlo•ll'tufcrmo. Morto prr e:oaurimcnto. :-.Id "econ lo o·asu probabilnwnte si sarel>uo polt:to sah·or la ''ila colla JcmoktJone Jella r.o'-cia, ma ranunalalo sì r·icusò assolulomrutu all'oper·or.ion o. l metlit:i dcll'ot·dine no n voiiC\r() derogat·e tlnlla consuetud ine vigr1nlo in Ausll'ia di non ver.ire aJ alcun allo operativo !:!enza il enli!'Cn~o del puzienle. In altri O"l•eoiAii si è 0~1lo allrimenti. Kalo P., sotllulo •lfl 4• Dru<-cluna, rumfll~~tlo. fct·ito al 2i novemhre, entralo il :2!) dello stesso ntese. L'PJ'iln ,l'rnlrala Alla s upt•r·flcie an t8 l' ÌI'li'U doli a coscio, Llll pa l mosopl'{ll'f\l' ticolazioii O del ~i ll occbio, uo.;dlo nl poplile, il fl•more frultut·n l•) u schc~gie nel !OUO terzo iufel'i<wr>. E ::;ammul•J 11 6 Jict.>mhl't' pr-!"'elll0\'0 ral'lÌCOi8ZÌOIIC ùd gliiOCChÌO mollo tutnefalto, .fo)CIIlP, Ja Clll&

a dc ... ll·n e sinistra dt>lla cotulu orrot-;;atanu uuuutt>, l'ahlaziono


E SEIITJZJO lliWlCO IDLJL\ItR

11 11

fu riBul aLa, incisioni multiplu c drenaggi o. L'ammalato dovette soccombere oLlo SPlliruauc dopo pel' pt·ol'uRe supput•azioni. All'autop~ia rinultò ft•oUura obliqua del femore; tini fram mento iufertor·e ptwlivH una ru~sm•a che ol•·curreva nel ••ondilo estemo IR cui metà eslet·na Pt'll m obile, l'ut•ticolazione era tappezzaln th f!ranulazinni, lo ~lralo c·a t•tila ~ineo di,.lrullo pat•zj~)hlloml~>.

Li allr·i ~cttt-~ l 'tl!'lt ,]et·or"" l'" t'll,·or·eYolrnPutP; lilcnni •li questi ferili ermto \'t>lluli in coudizwni eosi t,r t'fl\ i che la:;l'it~vano poca spcmnza tlt un esito l'l'lice. Que,..lo si olL~nu ... l"pecialmente con ~t'lltlro:;e incisiollt, l':-lra;donr. ,Jt ;;chegg:t• c• tutte le altre c ut·e vulcvoli a scnng-iur·are In fldlit'nerniu . Il segUI.' n lP coHo pnil ri~u~r·tlm·si conu• tipo di cptP~ln sArie. losip K., ,.nltluln tlel 3' t'l'!.n.nue nlo buiJ?Aro, ferìlu al 16 novembre, Pnlrat.) ti 1• dict>mlot· ..\1 pt irno ""a me (li ollt'Prnbre) egli ov.•,·n llli npparPcèbio n t't>t·ule dt lt•g11o. Dnpn t•imo<>~o l'a ppnt·ccchio s i Lt'(>ViJ TI(·lln l't' 1·i lo >1ll n l <i!' Lil ti Bil a s u p('l'lìcie an Leriorl' d Pila co« eia ur i im•acriolo di lllnl'l'in, le\'al o i l 'l uole sgorgu dnlla fcriln llll lr Jlli lr) abhon IIHllC IH'raslt'l) retirlissimo commt--Lr, od ar·ia, In f•· t·tln tl'u-<cil•• all' esl.,rno della coscia cirR t rizza lo. J1 fetnOI't> !'ratiUl'OlO A :=wl u~gg i c. l cb i)J'(• ulla (30°-H)•) pi»:::-a dj decubito nl suc:t•o. Pe r lo cattin! eondit.ioni tlel!' mfet•mo l'ablaziout> del uwmbr·o l't'a ('nuli'Oin licnlo. 'i tenl•'> •[HIIl•li di conserqrrlo nel se~u Pn lP modo: Dilatalnla f••t'rla anlPriot'lltr·ntc e•l allonl.AnAlP qm1ltt·o ~1'0<\Se scheg~io, disinfettata la ca,·i té, "i pr·aLico una contt·onpot·Lul'a posteriormente, e per le duo apcr·lnr·o <:i fece pn.;;su r·e un grosso tubo a th'(' tHJ C'::io, immobilizzA ~oione ; i fenomeni feb brili rlecr·ebbero r•npitlmnl'nlG . f!Uari il riPcuiJito, lo !>Pcr·ezione dut•ò m ollo abbondnniP, Ricchè l'npparecc!Jio "'i cambiava o~o i due ::riorni, la f t·nllut·a si con,..oladr't !!rltrlalnmPnle o il paziente t'u l icet~z in lll Alln fine di go11noio c:unrilo con accor cia mento di'I la co"cia di l'inque ccnLimc tr i. Quec:t'»llro c.ac:o f> nolew•l~ per il suo decorso ft>li<'E' , sollecito e.l esenti' •la L'Cazio1w. l lia 1.., S<~lrln to del 2fl 1'<'\!!.(Ìmento hul~81 o, rerito il 29 nobem bt·o, P.nl r alo i l 1• diccmb t·o. P•~ 1 · itn d'e nt ra ta sotto il ~ra n de


1 l l :2

RlVIS'l.\ DI nCNIC\

lrocanlet·e, d' uscil.a nel mezzo della natica, femore fralluro.lo oblìquamenl••, in anparenzn 11011 mollo scheg!.(;alo plll'•! con notevole acrurciamenlo (3· i ceultmetri). Dt~l for·o d'usciLA t'ut·oncl leHtle du" piccole· schc~~ie; me· dicaziow• con io•lofot•tnrn ~" l't·t·ule; lu !'<P.crezionA "l'A scHt'· srs~ima cosicchc l'appart>t'.chin '>i poleva lailciar·e in ~ilo tln soi Cld oLLo g:ior11i. Allu Let·~.n s<~Lliwa r m, gi ve.t•wa grù J'ot·maztonc di callo. Allu fine dr tlict•rulu·r- l'ntnm<~la.to pole,·u ~ia olzar·c i pìl'di, le fcl'it,., t'L'Ili IO ~Altlnme11lc cica tr·izzalc, In J'ralltll'f\ couQolidttta con t•ohu!:.tfl eallo. c.m accot'ciam"olo ti lt'•• ccntim• Lrt . .-\1 pr·inrtptn tlt _l'lliii'IIO il rnzi~>nlc (' llllllÌnA\'11 roll. gt'IH'.ci .... mn ben presto"'' fPI'P. ""'nzn. l .i t2 cl t ~··nnaìo fu rifot·malo. In 'lnesti CA "t cu · PhhE>t'cl <'~rtn fnrtunatn, ti h"lllnm~'nlo cur•nll\'o c:onsisl~llc 111 "Jl('BrP•·•·ui n ferule elle ,;i "lllllhin\'nno per~ino og-11i olto ;;iot'lll. -l=;olo Jtl 1111 1·aso d i frulll>lrl\ ùel lo•t•zu supct'iore della t'O'~Cta wntrnla c:olto il gt'lltHh· lroc·on ~ lc•t·c, uscilu al legamentt\ rlel Popat·zin) in c·ausa rlc•t v1vi o C'Onlinui Jolot•i fu upjdicatn .11 l'ilo rlella ft•allut·o u11 Appnt·~cchio oli esten,:iune ··on r!lllptu"lro u lc.,ivo srcowlo il metndo Ili Ct·osby. In qUC"!lo C'U'-'•l, ttll'ollnvR sPllimanu i ft·nmmcnU t>rnno aucnrR u11 1oo·u runhtli. llel risnllanlP. •wcor<"intnt:'nlo •(llt sr è tenuto JlO<'O conto ed anche nei ras1 lrutlnti con appat·ecchin c'>lell"'l\'o l'ac•;orcrauwut.> rn!!~iun:w pt>t'c:iuo i rinqu~ cenlimctr·i. Lo 2ti fet·ite di purli u10lli •IPtlu eos ·ia dec;or·set·o lnllc fc>licf'tlleulo. 1n clue ca<:i nuthiduP le eosci•~ eran•l fpr·itc•, in ùu<> <'a~'<i fu estratto il proi~lltll.'. l11 un t!uso Yi fu cou1plicanzo di t'isipoln dre pel'ò n1 H t ~i o;;tro!ie all'oltt·u cosci A. In un cAso rimAse unn pat•tdtsi par·ziale ùei muscoli ill net·vali ùol ne!'vo sciaLico, senzA diminuzione deliA 'ICnsibt-

lib'l cutanea. Ai sutlcle-:crilli fanno ""guil() lrP casi di ferila d··l ~rnoccltio In liiiO era già stata pt•alic·a lft l' arnputazione delta c:o~ci a, lra"'lnCFtlO guarito. Un "'''tondn ca!"O, ferita conlornanle l'ar·· licolazione con in~res~o al dinanzi clelia t'alula, U"cila .al poplite, fu por tato n p-uoJ•igiono in otto !'etlimBnc; un Let·zo ~o11

frtlllut·a commi nutiva deliA r•otula ebbe esito letale. Pielrù H., di P irot; f'e r·ito il :W nover nbr e, e ntr·a to li i di-


l· SERVIZIO YLOICO 'IILIT.\RE

Il t:3

cembt•e. L'i'orile d'entrata e !l'uscita ai due lati della rolula, l'articolazione fortem~>nte tumef...tlta, la feriLa assai supput•anle, l'ammalato in delir·io, con coluriLo subilLet'ico, ambidue le ar li<>oluzioni delle mani Lumel'alle ~ dolor ose. L •' ferite del ginocchio furono dilAtale, apel'la l'a.rlicolaziono m.l nmbi i lt~li fu i nll'otlolloun gt·u-;;o;o l ubo a dr enagl-iÌO. Morto il 1:1 dicembre. - In cau.:a d·•lln ::;elticoclllia g;ù confermala non e ra indico.la l'alllplllHZiorw. Le frallut·c d'arma .la fu tu: o dPila ~ambA l'ut·ono 17, (in un caso Pt'arh) rt·aLllii'ate nmhe.!Ut• le gnmbe, (Wr cui le fralLUI'e sarebber•e •ropriameule t -:). In l:l M~i t>r·avi estl~llo schcg~iamentt• dPile du~> ossa. tn unn d··llo ~nla tibia. in uno ùel solo pt:>ronl' {jnn ampu talo nlln !!ntnha vPnne all' o<:pil.nle agoniuanln P m·11·i rlf)pn pnc tl' or+'! In un altt·o caso ;:q dovelle pr·oc; ·derr> nll'o m pulozimw. Igo r .. uhitantu rli Pn·nt ~S ... rhin), lt•t•ilo il2-: novembre, medi cato c0 11 nn po' di t ila eci·~ i.!d Ulltl co mpr·essa sporca voan~ t t•aspot•lalo a Rofln sopt·n un l' :t l'L'O Ln•aLn da buoi. Art· i v alo dopo r.toque f.iÌol'fli di lOl'lnenlo"u vrn~gio pt·esenLa ,.a fmltura cntntlllll lltivo dello d11e tl>'sa cll'lln gutnba ;;inislt·n ul di sopro ù~i mallenli. l'at•licolazum~ t i hin-L~r>'eu U! Prta. LA pelle sino Al rlot•so do! pieù•: ot·ro;;~u~l, llolllmnnn:::a, assottigliala e tlulluanle iu alcuni fJIIUlt: ullt> eli lo llHlCChie li\•jdl' (gan~t·t·na per ~~ongelnzion"'• ~raYe dirnn:,!r·nncnlo, febbre alta e dial'rea pt•oru~u. Si fece sub1lo l' ntnpnlaz.iortt' d,...Jia ~amba a l luogo d 'elezione - decnr·;;:o apireLllco, il :W genuaio il pazicnlt~ fu J i c0rt~.into r011 una piccola piO!.t'H !!Punulanlo del moncono . I11 1111 ra~<o di fr·altul'n dellt-t ~amba compl ica la (Zacat•i L., soldn ln nc•l 2• l'''!!p-imr11Ln fnnii'I'Ìrt hnl !!fll'lì, fe r•i lo il l !'i novembr P), t>t•a !'lata praltcnla l'ampnlu1.tOné dt>l.a co~cia (:!~ ùicembt•e) e poc·lti giorni popf), iu •·a11Rn d..Jia eonicilù dt>l moucone, fu ampul<tlo unn "ecouda \'(,lln. Qu11nùo \ enne All'ospednlc• ('t ~t>nnato) mo ... lravn nn lll'ullis!';imo rooncoue. Il rnonconè o"':::co ~po t'gP\'8 tli tnnlln •· clolle ~uuinl-l mu ~colat'i, colla pt'PS':>i<me "'' eYaCIIH' A .!t• l pu--: .t !la r•egwne i~chialtca SJ sentiva nnn oscura fiuLLu s ziot ttc. Juc·ision e P dre11oggro doll'as"t>Sso. Emorral!i<> Hlrrio~c !tel' ll'e p-iom ì; spaccalut•a di ·due seni eli allnccia.Lur•a di nlrun i vosi; lampont' di gar1.a io-


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IIH

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lllVISTA DI j'F.C~rC.\

dofurmizzata c drena~grc. D'allora in poi •lecorso apireLLiro, il ,,aziente pedJ era mollo anemirn, c il 2G gennoio fu conse~nelo ai Rus-!Oi in condizioni ~enerttli non mollo l"Oddisfal"enli. Gli allr·i quallot·.!ici casi l'w·ono Ll'{ILLali c•olla curn con"ervativo, per· la rnng!:iOI' par te cou appAI'eccluo a ferule, solo in dufl casi fu applic·nlo I'AppAt'ecchio a g1!.-<so fenP~lralo. ln 1111dki r·usi ::i olleune In •·on--olidaliOIIO t!ellu l'l'allui'D comminuli\'a per Io ptil eou miniroo accon:iomcnln t'Csitluo. Snp1·a l t'e pazionli all'utlo del turo llcenziunu~nlo !'i "PllliYI\ ancora una cE't'IA mohillla dt•i fl·amuwnti. Cno oi •)Uf'l"lt h·•· ca!'-1 H n<;~ni n11lO\'OI,.. l"''' la gt·a\ itù delle lt~sioni (f1·atfu1'8 delle d11o o::;:;n .rur11hedufl le !.!"lllltbe pt•r colpo •li grHili)La) Zlvio K '"( ltlalo ild :;• re,..:::-nnPnln "Pr))ll, ro•t'Ìlt) il 27 no\'t•mbt·e prPSSO Ptrot. \'l'lll l lO rht ZRriiJI'o.t Ìll :;litta. AHibE'due h' ~antlJI:I •! pt•oti!'atrtt•nlu la .le~ll'H nd mcuo, la .:;inisLr·a solto la spina li c'Ila Libi11 erano fratluralt' a ~élwggie. A deSLI'El t;l'f.IIHle l'e1·i La delle Dat·li wollr, 111la ~upr•t·Hcit• onteriut·e ùella ttaUJba (W cPnLink t•i eli Junglt•·ua c:opnl !l crulimelri ui larghezza) copcr·lu di buu11e ~nmulazioni; lt'n le gt•anulazioni spor•gono punte d'of!sa, le ptù g1·andi upJ•at·lenenli a H•quc:::lt•i muhilt. l.n gamhn sinislt•u por·lu ;:olo una ptc,•ola rer·ita tli ent r·ata nliJ llo !>uppurnnl" alla o;pina .tdla libiu, purr in quel yunlo vi è movinwnlo ubnonnl' in. iCJ'u dellu ~Rmba. Dopo Jilalalc que::.lc fL•rilc furono c:;lrulle tawlie !Oc'IIC~!'~it• e un gl'<l:'ISO Jlf'I.ZO di !-'1'811UfU. fi'urono l'illlll"'SÌ Ì "t'IJUt-"Sli'Ì alla gamba .leslr••, rru••!<li mi'>uravanv t!tli ~··Il·· aù otl<J contimelri di lunghczzn. Ap parecchio immobilizzo11lo jodoforrnizzaLo, decot'"O apiretlico. Il ruululu ru I'Onc:egnolo ai R uso:: i iu huone couùizioni, heuchè con Ull Ct•rlo I;J'&tlo tli mobiltlà dei l'rammenti. Delle 28 ferile tll'lle pnt•li molli JPIIa gambtt :H furono prodolle da palio di fucile, 3 tlu ;odwgf(io di gnmati'l, una tln puuta di lmionellu; que:>l'ullimo c·nso, ferila du punln del polpuccio sioi,.lt·o io un soldato di ca,·all..t·io fu complicalo da un llemmoue di lutLu la gumbn, Jl qualo guàl'l i11 !'eguitu a h~1·ghe e numerol"e incisioni. D1 qucs~e ferile di parli molli 2:J ~ua -


E SEHVIZ IO )IRI)ICO \[ ILl'fAIIE

l l li.)

rirono, ;, rimasero in cur a all'o~pedale, ma e~si pure avviali a sicura guarig ion e. Si osservar·ono 17 ferile 11' aernfl cla fuoco al piede (larso, mctatarso e dila) ùclle quuli 15 Pronn complical e 1la fr-attura di u110 o più ns;;a , e pre(·i !"amenlo Il i uL1: r·essavnno il larso e mell.'ltarso, 1- le 1lita. Ne guarirono 14, ~e ne traslocarono covalescen l.i 3. Cinque casi di l'ra.llul'c de l piede (l'eritt1 d'en · lra1a al dor~o, d' u::,;dla ailn piauln d.. l piedi') duro praticata fe~t r•ezione dJ molt•• scht'g"~IC guaru·ono CO ll i11lulf.a funziOnalill.\ delle pArli . È de~uo di ::-pe('iale mem•;ioue il ~egneule caso pel singolare d•:cnr so Lll l pt'(JÌelliie. P elo K., alli lau to di Ptrot, l'e t'ilo d 2t~ I HHembr·r~ in P it•ot, ri por·tnva uuu !'er·ita t!'arma ùa ruoco al tlm·so dE'l piede sini~lr·n. Lé! [>td la en1 u;;cil.n duli a lubP ro~ ilfJ dt•l ('fl iCf! gno. fUcovel'lilo n Zal'ii)J'o•l nel Ginnasio l'Il dic;~>Jnbre t>;:l i pl'<lS~II ­ tava i•l se~ue11li Cùtll liziord. .\1 dorso tlel pìutle, in corri::pon den:t.H clelh-1 J,nse d~ l ;;cerond•J m elu tt11 '>'<1 uno piagu pi<;colama mollo suppm·arrle, la fc>l'ila tii uscita t>J'I'I giù cicatr·ilzala,

però ltt peli .~ in tol'l lLl alla <:icalri cr eJ'H l:ll'Pnss atu e dolente. 11 pied~ lutto enlìnto, ff>bh rP e dolol'i continui eù intensi. L 'ammnlato oltre a ciò sot'l't•c di o!iatl't'8 t·on ~c a l'il"hc sanguinole nli. Dopn di latala la l'r~ r·i la a l du r•so Jei piede, il Jilo esploraiOJ'e pr>r·viene in un canale r ipit>no •li ma r·cia, oli fra m menti ùi tessuto " di schPggie os~cH , il f'Anale ~i pr nlnn ga alLJ'averso i cuncil'o J'mi , lo scaf'nide, il ca lca g1 10 nno a lla lll bBI'Osilil di quest'Osl"o lt>nninandn aliA cicAit·ice culanea C'l1e lo ricopre> . 111 rp!Psl'ultimo punto ::i rralicn una c o lll.t·'apeJ·Lura per la lfuale s'int,·udure un tubo d1 med1a gros~el.za e lun~o 20 cc> nlimeli'Ì, dopo qul'f'la operuzione s'inizio un deco r·~o apir·o1ti co e dopo l'el imint1:t.ion e di a lcune schPgp:i, •, si oltenna rapido ~uar igionc. J.'mdivirfuo fu tr·o~locuto convulescr·nle. Le tlue l'e••ito del le porri m olli, !'crile a !"emicanale al dorso e ai molleoli guar iNo no, come ~uarii•ono le cr:All ro fl'alLure delle dita. In uno di • rue~li uiLimi rasi si do,·ettrJ pr·ocedet·e· alla dì!>artìcoltozion(' J1.•i di ln.


IliO

nlVISTA D1 TEC\lCA

Trattamento del/1• .(cri te. In un'epoca come que<~la in cni per LuLLo il mon.lo si ese~­ cila la chit•ut•goia auliSI.'tlic•a. in cui. !:econdo l't'"l•t•es~ione di Nu'>~bnum osmi mrdtrn ch"" n on !o;C!!ue i pt·e('cllt d1 Li"'ler si t•cndo reo d'ntnii'Hiin, clo\e\'nmo Rspellnrci cue anche in ~uet•ra In c·n•·a nnli•wlltCfl dnYP"se tr·ov:<~re l'igm·n"a applicuztOrlt'; put·e le n11~lrt> pt'C!' i"iOIII :~on "Ì !"Ono punlo t·ealiz-

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zate. La~.-ucrt•a <~c·t·IHl·hul:.!"li'H 111111 ru certameute 1111a :.ruerrtt at~tiseilicn. In molli ~stilli ta!"i l- mancato us~olu la111onte ti pt•imo Qocc•ot'"" tw•di ·o, ~11'1 pet· m>'uffìci~>nza di pel':oonale elle venne soltanto dn1•n ùue, tre o quallt·o giorni, altuunclo un lt•allamoulo Jt!!l' nullu antisclLico, "'ÌU per diretto ò1 malr t•iolc\ ciii' ern l 11nilaln nlln p•.l vct'P oli indoformio e ulla sol nzionl" clt !';tJhlÌi llat•J. Co11 qnellc mi..,rre l'isorse si ~o:t•edevn da quei rned •ci Rodclisfa r·c u lulle Ju e:;igonz•} del Lt·allamcnlo nnli~ellìco.

I n Jli'Ovn di (jllC~la af'>w r·zionP pren.linmo in esumo !llcuni dali l'lUI r•·•mo tt·allame11tn .Jrllo fe rite. In un ullH:'l'l:tl'l o::ituoln !'ìlllln ~lt'U<I.t Pirnt-Sllv nica ·Snfi!l, per la quale: dnve,·auo p8'"'0~'11 tultt i fel'rli, ulh"L'f!O .te~llllttlo a set•vit•e di ~<lmdmrP 1 et· i fet•iti ru 'itH.:::ro, courarula\'!1 ili qorn · liliJ eli mcdicn Cllt'aul;! 1111 l'u!!i dello F,·ltlscherer (hal'llll'l'O). E srli si era da s··· nominnlo «ollo~chirul'go, e, a quanto t•acconlu,·n c:::li stf!<~::o , A\'C\'U O"CI'cilul.a h profoo;sionu rli pnsltrciera tlu(J &l 187~. ttuiuùi nella insurr~::zione della H..snia e plU tut•dt negli uspccluh t'umeni si era c..;ti'Cilulu pralieilcanumte rrecl nrlo cltit•ur glcu, ~enza pel'ù U\'er mai I'ice\'ulo una ~pcc1alc •~lt·uzrone. È cc.>t'lO eire qucll"uomo il '(Uale agrva COli UIIO ~ rnud~ buouu rcclf' Ila (>l'lllr,:lllo l\!Slt·azjoue dr buon nutnet·o di pt•oiellili, ha falla l'uulpulazion~ di purecclrie d ita, e nono&tanle :si debhono AC\:ellat·e con una ct'rln l'ison·u le cifre tiri snoi operuli, resta 1 er ò il faLlo cl1e egh Iru tneliicato e t'a!:'Ci<lle pot·... cchit• fel'ilt•. ~la i• pure certo che egli non ha sel!uile aleune dPllu r egole di chil'llr ;tia anti~ellica b··rH:ll~ {) i rnaLc•r·inl e untisol l1rn fw::"t' fl suffìcirnza pl'O\'Veclulo. In Ull nolo' \'Oii' lllllli OI'II d i fer i li che furono r t·e~i in CUI'8


E SER \"IZIO \ fEOICO "I LI]'.\IIE

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dall'Ordine al principio di Jiccmbt•e, <' che giun~evnno snlo alla prirna o alla seconda St'llimona, i mat·gini delle f~t·ite e la culo ci •·costa·nle l'i vedl'\'AI)I'\ <·.oprrti di Ol'COI'e pt•orlolte rlal perclnr•uro di ferro le •1uali ~i ~!aeravano as~ai rlifncìlm~>nle; consimili OSS~'t'vazioni furono fnlk nnchP in nllJ•i ospil.sli. È aolnnque rum· Jj dubbio che !':ropra mofli..;simì fer1li tutta la primA cu•·a con!>i:-levu uell'iulroriUJTC nel canale della fe•·ila il pei'C:Int'UJ'fl di feJTO o $O!o o r.:ol Lumpoue •• clono arrestala l'PmotTn!.!ÌS, il più dell·· vnlle pr>r· "'8 insiguilicnnlc, si faceva lt•a«porLMe il pazi .. nl~. Fn duv,·rr" rueJ'Il''iglln l'Ire in a lcuni ca<:i, Lt•rH'h6 poclti, l'ia nnouuto rat•lle feJ·ite lJ·oltale a f'{Ue!'to rnn lr) la trnarigiune sotto CJ'Cl:-la. L'o secOrlll•l l'alt() o(ep-no di 1 Olll <:i P. l'l""rl C'llC <:i •' IJ•nvalo Ùf'lminanle negli o<: pedali di appli ·are -.ulle ft>rìlt1 h1 tiull:t'tl rh iodio, sin pura, :-;ia alluugula. La lintur·n di iodio vr·nivu in:<lìllato. ed inictla ta nel cnua!P t.lella 1'e riln . 11 lfl " 11!1 pr·n~enzu l'i lPudiva a pr•irtlR vista pP r· le g rn J~tl! macch it• M'.ZII I' I'G P) H) lusciu Vli l'lUi punuilini . J medici dBII'or·dinc co r1 ~ lnln 1 '' '" o il ~t>guen to ru t> Lodo di medicélzionr: clappr·irna lilnccin imhPvuta 1li soluzione fenical<l iu conlullo <lellt• fer·ile. >~OIWta <pre,-tn uno ,;lr'aln rli ovaLla di IJr•rmo::, lo quale poi t-r a cosput·~n tli poh·et•e di iodoformio. li tlif·>ltoso lrac:pm·to et•a un allr·o l'nllo che Jo\'CWl molamente inOuirc· sullo stato delle• rt•r·rte e -.ul IMo d1•r·or-c:o. I l paese non po!>SiPde alcu na f~l'l'tWÌfl. ulrneno sul Lenlro tl!'lla guerra. Pr,•sso l'esercito el>islcvuno ~·>i carri per fer·iti a quath·o ca,·aJii sccunùo il si>;lcrna Diclt·ir.h-Loclwt•, i •1ualì però ser,·ono s Jllbnlo al Lrnc:porto lo)('ale in Solla. l A :.muule magl!ioranza lei fet·rli era tJ·a"'J•tWlalo -.u pic••oli car·t•r in uso nel pac='e, i più con •·uote poli.:one, t'tt'lllflili tlr liPno li•·ali da tluP buoi o bufnli e eire impie;.rn,·ano da ll'f' n I(UfllLt'o giomi a percot'l'CI'e ~li ollèmln dnlmnelri dtc SJ'['Ot•ano l'iroL da Sofio. Trol'pnrlali ;'l ((UCl"lO 1110110, l'ol'pL'tlule oll•ti'Ordilll' l'ÌC••\'t>lle il 6 t.lieemLrr.· rluP. cnsi di frallul'a di c•o,-cia cJ•avrtnPllll' conwlic&li; rn nrllbc.Jue i c&si Il' fe•·itc Pt·ano ~:opet·le con un po' di Jilarcia P questi' er-Ano li~::ate couun l'nu.ol~;llo color·nto sporco. Que~ti frt'ili r:llk<H'ono ol i' o::pcdnle il nono f.fÌOl'llfl dell' a vvc uuta lesione.


l 11 8

IIIVJSlA DI 1 Rt:'\IC:A

In due casi fu•·ono applil'ol• p('! tro"por to appa•·ecchi ~es­ !-Oii e l'tlnestrali. I fet'lli \Cilnet'o li 7 ùicemhrt! e t:l• appar~rclu erano stalt mrc:!"i ciu•JIIP giorni prima, tull•l 11 malt•l'inl~ dcll'opptll'~ccht•J l't'a illlbt•vntn di mar·cia ula f•·•·ilu (I'J•atlura dello roLula con apellUJ'u dt•ll'nrl:c~olaziouc, fraltura complicAlll della ~am JHI) ernt lll 111 uno !"ln tu cllr HWll·•va ~:>pn­ v.·nlo a veùel'la. Si rouq·t·c•udP fflciltn<'t lè rome tllt primo ~OCCU I'l"O CO~I lll<IIIC'Ial-'VOJ)C, l'Oli llll ll'n"if'OI'lO co:;i difcllO!'.O f'UCill:<'-'illle !'~l'ile ci'urma tltl fu •CO prCSt'lllas"t'rn l"UI erlirie +'1'8rtlllunti u guat'i.!iOllt.' "'llll•• Cl'u::.lu. Par la m:u:giol' parlr, i'l'~nntamenle lo l'l'all•arf', erano Jt·or•l!"t• cou '-eCt'•'ltOfl•' l'•·11 cii o 1 ·t' In rnen ' ( • 11 ,..•· 11111 ,aZioni fung ..se f'Aih il', dnlol'o"f', In peli~.: c•rcof<lnnl•· IIITO-. ... aln t• 111 predu a ll•I,.W!'i ll••rn· monu ... èl . In nt.;lli c·a--i •lnJ"' alloulonalo 1llampont> di filucriu cii•! cltiUdt!\'8 i l cntmle dc11lu feJ'ILil ne !"gvrl!ava in quontilti li,tuitlo nerA~lt·o e fc'enll'. Dtlli<J c·ose oro doltu f"Hlt't'ge tllll' tr•uppu un l'nlln l\sMi l'nl· ll'tSlanlu ma vc,·o, l'd ~ t'la!• mlln eornpugnu Bulg;li'H nou :-i \'erificalu alcun Pl't!P'I'I'!'"U 111'1 Pl'ÌIIIU li'UllAtiiCIJLII delh· fc· nlc, che 1m lanlu ul'ci>:u llalluenz,, ~111 loro ùec"''"O. !:: wJ·o che ne:tl• o"pedah ol1 S •li' ~i ~·•IlO ..u.·nuti c·Ju 11«)11 O"loule l'l$Ullnll CC' 't!ZI•JIItJiiOt•lllt• l'tt \"tJI'!'\ o! t , CII Il mor·lalilù lliÌIIIIIlU, t~ou a!.luziunt Òl metnbt•a J'Ul'•~ 111 t•lt:I'IJ)., nlllller·•, 1110 olt cio •' do ullribuirsi Il 111eri lo osdu-<i\'umenle uhra c·ura uuli"Ctlii.:U I'I~OI'<~"A quule '•'111\' 8 allu.rta lnlll•• tw,:li to:-pc•,luli dll'èlll Ja lllPdiel )mJ~nri COIIIt' llC~~~ li"'J"'.JUIÌ d••fle lllÌ'>SIOI.Ì 'lrAIIÌ•'I"l' . Il IIWllo dt lJ'aLtwnenlo anti ... l'lli··n Cl'FI cliffet•entc u f:I'Citlloln dc•i lu o~hi. P el' ese111pio: tll•ll'o"l'''Jal,. della:mi,sioll•' l!'dt.•s ·a (L un g(~ 1n1Ju c h) cu111 o pu r1• neiJ'o!;p•·dulo Ah~ ~~<an •l m (G lu l\) <;i è a Jop1'l'Ult1 lu lll•·Jicaz Olll' Hl ~u}.ltJU8lU. ~Pf!li 0"'JI••tlult AU· e:ll'iac 1 d tntll11mP11ln ron~Jslt'LL•· Ctl'fl 111 ioolofornlio [•Ut'•l uro Jlll'dirtaziono.o ali itJdnl'ormin l' ~uhhliu•nt.. : lJ·a i l: u ~,...j akuut usavnno il solo it• lolfrl!'lliiO, alt•·i il !<Uio subhm<Jlu. 1'\ell'ospr>clolc olcll'Onliu•· Tcul•llli•·CJ fu attualo lo sll'""'J lllelucJu Ji llkdicaziullt' cltè é Ìll YI.!OI't! llCoi'O"(II'tlttlC pt•esJdiOI'iU 11. l. Liua soluziotlll co •·bolic.:a a t f• p. 1110 o:et·viva c·• uno uwzzo di~inl'dhml•· def!h slJ'UIII<'IIll. delle spugne, tu h n d•·cnaggio e scltt, ed uu'nlll'•• ::;ul11zio 1ae carbu!Jca al 2 o lu l l'al

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E !"EIIY!ZIIl MEDICO liiLilAIIE

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piu al 3 p 100 s i usa,·a <:ome liriUiti•J ir·eigalore. La ferila veniva copcrln tla un ~olllle "'ll'alo tli ~n r.r.a aJ iodofOI'IL1iCJ, sulla qual~ ~• pone,·a allr·a ..,:ur·zn "CIIIplit·e oppure liui. Gli orli dell'app1H'eccl11o et'auo t.UCI'nili Ji ovatta. s op1'a rru•·;:,IO una so~luuza unpermeahiiP (makinlo<~lt). L'apparecchio non t! l'& l'i mnS~so S•' non quot1d0 si vedevu inunddito t!ai III]Uidi sogreguli , e eiò conLt·o il deRid,,.,,, dri l'l't'ili s tessi i quali avrebh1•1'r1VoluLu essc r·• • IIH'chc·a ti dtll' \'P ill• ul j!iorno. Piu lot•di, quando il ~i:.tunr Kennel PniTlll~lon del· .!alo ingle!:'e vPnnP. n rcgahu·l'i 111111 f!l'anole quoult!à ,Ji lnnn ve!!'r:lale, fJUC!"l'ulluna sostan.r.n '•·uue usata 111 :.!I'HtHlt pr· tpon.ioni in scJ,tiltu.ion~ deJI'ovullll ->ot to for ma di c·u"eilll lll'l IJ'(IllalllelllO ,J, llc fr•atIUI'e d~ li P O"" t Junf!lte PPI' le pìa_IH• in ''ia Ji ewali'ÌlZS:done !"i <hlopt'l'IIV8 pPr rt',..:niA lu pc.nutlu eli nilraw d'url-(enlo. l t'i!=ullali oli quc:-:ln lr ntlouwrslo furono ,;Lt·aor·dinnrinm• nlc fOVOI'(\ \'U ii. Supt·a 2étLÌ ferili, pC t'Ìl'<Hlll in !:iC~uilo olelln !c.-ione l'ipo t·~nln l'nli 7 = 2,7 pr 1• oWIIL<>; tl\11 ò da not.ur·si ello du e venne t·o ugoui:tzanli (1\lll!' llluz iiH t•' dclln coscia sin is ll·aampuLuziolll' della cn.. cil• ùr!'ltru) St' ~i t!Polucono •JHl'-<li due, la tntli'Ullità I'Ci'la ri· l11lla a ;, 1.!1 pl!t' cento, cil·t·n !:ilr·aordinar mnwnJ .. mmima '" ulo 1Ì..!'lll.\1'•1" Hl ~t·anùe nUUlt;rO t! i lc~ioni w·n' • col }0 per ct>nln ùr rratlu1·l!. Tt·n que>sli I'Ìil'Jil~" ·~a;.J tiCC•li'Si fld 6->iln telalf' !'Olln olue fratture ùcllu t·olula c rt·nttuJ'il romminutiYa della co~ti<l al ICJ'Z() ~llllCI'Ìnl't>, ~iunli n r •:<pe,lala l'Oli !"Cllicoemia !!iU confcnnata (f••t·il•> i.~ot·ose , febbr•; eJc,·ntis"'nna, tliarrèa iuft•enabile.) ltt un cul'o (i'r<lltu t·n d'nrma olu l'unco della <'Oi"Cìa COli su ppu l'l\7.io Il t! del g ino cd Jio) il puLi c n In non volle f111'!'i operare, i"O<'r(J tnheLL.~ senz,, fuHmu·mi peopt·ri ùi pioe 11tiO ma co n s intoUti tll P"aurìm<'utu. In un c.,-.o di rrallur·u •lullo colonno ''et·lebralè con pat·alisi tolall• clo•lle c~t•·••milu info>t•iot·r, il mahtlo peri [1•'1' ~,..teso decubito •· llnalmcule '"' l'll~o olt t'c•r·ilu penetr;mtc ùcl pello fi ni pe l' (ll)(lllonile C(Ufllli'O <:-1'\lmH\11~ ,!opo !'Ubila la lllt'ACOlo miu. Non ,j 0""61'\'Ò ne teltlnO né ;tangl'a•na nosocomiaiP. ~~·gli ullimi l} giot·Hi (setondn mela dul m e~e ùi gennaio) tre ferili Utn 11 aularono di t'i,;ipula che in duo fu molt.o lrmilulo. e

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11 20

RlVl STA Dl

T.EC~ICA

nel terzo invece emig r ò al trouco e l alla te,.,la. Quec:t'ultimo m alato ru Lraslocot.o all'nspPùale r·u sso colla l'il"rpola ancora iu allivila, lo fel'ila però e r o giù cicalrizza lu. I <·ul"i di r•isipolll furono imnw.lialam Pnlc isolnli, per imperUI'c che si dif· fonde:;so In rnalallia. L a missione dcll'Ot·dine lraPvu il !"UO maler·iale tla m etlicazione prima dt>r depo,::iti upparl.>no•nli nl1'0r· ii n•• c:tesso i quuli continuarono a ror·n1 t'è mokriale lino ulla fine di dicembre, in seguito <!ai dcpnsili drd governo hulgur·o c dalle pr•ovYic:te del Do•le~alo ing-lesP 13a•·rin:rlon t• flualmenle dalla Cr·oce f\O~'-'n au;.lt'iaca. In J.("•~ l11111i O :'\i comi ndr) o ~ò nlire il • difetto di tn nlc•·ia lo•, s pecia lltlt'rtle di ga•·zu i lt•oliln, garza tla fa scie. L'ovulLa di Br•un.; '-'i ·~bbt! !-<empre in abbonolanta. L'rl!"jlcdalt> dell'Or·dine (Ginnnsi(o) secondo lu pr'l''-'cdzione del capo-rncdiro degli sprdali colonnello Vulkovild 1 er·a destinAto ad ll~C'O"IIel'e SOIIllrH!nle i f... t·ili. A l'caoldc Jlf'I'Ò ripelulnmcnlf' 1'111• in ~egu ilo nd orJ in i flhA glitlli n fl·ninLPfll ancl10 aromal uti d i rnalnltie inlet'lt<' Vt'II IYA no scfH'iculi s ul l'o:::peùn ltl dcii'O•·ditw: ammalali clw n' ulo ri!!nartio nlla lorn !!1'8\'t''l.Za, al lungo viaf!gio ~oslcnnlo, al t't·ed l•• inlen'-o nnu :-i P•·L~vano più r imanclllt'e. P t'l' questi ìnft?r•mi fu dcs'inata In camera di accellA:r.ron•· al prono letTt?IIO fn1•n tn eli IJP•'i lelli . A ppeno er•a possibìlt• ' 'enl\'tlno lt';~l<lo<'alJ rwll'o<"pedule llui~AI'O (case rma rl 'ar·tigliel'ia). Tt·a i :>:i i11f<·rmi per· malollie interne che l<i t·iecvcllero n el!'oc;pcclal r dPl l'O t•d ine du e sol tO IIH1t'li (li t'o adtlnrn inalo e polm onite tlnppia): 33 fnron•l lr'thfcrli ulla ca...:erma tl'arli~liel'iu e 20 licenziati ~u a l'ili . ~Ialatlie Jnminaut: furono tito, poltnonile, t•alarTo int.•slinal••; "Ì è r·llevalo rl fallo ahhAsla nza c:in ~olm<' r'lte il numer o elci walul1 l'estò multo llli'~!J'iot·c a quello do:oi l'••rili IH•Il oslanle lo• sf!l\'Orevoh conolllduni esterne del climA. Qui non si poh·f'blJet·o dare in pr opm:ito cifre esatte. però si può d1r1• ron l'f'r lezza clt\l 1 t'S'i Ji tito wou "1rpassano gli otlaula. Que'-le eowltzinni r· •lalivamente hnonc "011•> da altr ibuit·.. i in gl'a n ·li~~ima pa1 te all1t robu'-ln l'O!>lìluzionc dt!l solùolo bul!!or·o alla sua CIIJtAC'Jlu tlr 1'>-'Si:::ler·e ulle influenze


E SERVlZJO l!EDICO MIUllRE

112f

climatiche, alla sua sobrietà. l'd in piccolissima porte alle dispol"izioni sanitarie. F anno seguito ai sopranolati infermi, i6 altri malati ùi affezioni cstcJ•ne, non feriti, che pure furono CUl'Ali nell'ospedale del Cìinno.sio, flei quali uno (ascesso pet·iorbitale con gan,zt·enn delle ptllpebt·e) pPrò col bulbo orularo intatto fu traslocato all' ospedaJe della .;ase1·ma d'artiglieria, gli altri uscirono guat•iti. Tra qu ~sti ultimi si trova1·ouo nov<' casi di congelazione superficiale. t[ U&tlro eli contul"ione ncr caduk'\ e due di ulcori Ct'Onicli•' de1 pif'di. ì·: rla notarsi il l'nlto rho nell'eserrilo bulgul'o t•ari!'\sinuunenle S~i o>:set·vano piHghe. dei, piedi anchl' dopo lun§?h6 e falitose marce. P ari meuli merita es,et• nolota la stt•aonlinat·ia t'esistenza del soldato bulgaro alla bttssa temperatura e"tcrna. :\on ostante il faticoso ser vizio d'avamposti sotlo un ft·edtlo di 15 a 20 gradi di Réaumut· c sotto continue ne,•icate; nell'ospedale dell'Ordine non ;:i cbbet•o a cura1'e civ~ congelazioni di pr imo gr·ado chf' g ueri1·nno tutte sollecilamentc. Ancho in altri spcdnli rarom.'n le si ~ vedutA lA ganEtrCnll per congelaziouP e solo in pochis<>imi ('ttsi fu nec6f'<l"8ria l'amputazionP del rnf'mhro. Nella secondu metà di dicembre si utilizzar·ouo anche i carri di tra<:porto della colonna. Quando si fece l'al'lni~lizio e seconùo gli accordi che ue ri s ult~:~rono si clr>let'minèl di effettuare lo sgombro dì P iro l, compr esi gli ommAI~Li e feriti colà l!iaccnti, !'i stahili un servizio di trasporti da P irot a Sofia unilamentc al gnverno bulgar•o e alla Croce Rossa unghcreH•. Questo servizio risultò organizzato nel modo segu~>nte:

Do Piro l a Zaribrod (2(i chilomclr·i} prnvvecleva al trasporto il tt·cno mililat·e bulgaro. Do Zaribrod a Slivnica (:lO chilometri) sel'vivano le qnntlt'o Taranias della Ct·occ Rossa un-

gber•ese (carri leggeri cope;rli Ili vimini e ronl~'llenti due barelle disposte nel senso della lunghezza) a que51lO ~·a~giun­ gevano delle ~lilte costruite ::;Hl modello dato dal barone Wud1encw. Da Slivnieo a Solìn (30 chilometri) provvedevano al lrasporlo i cerri pr·opt•i deii'Or·dine lPulon ico tirati da quallro cavolli o clte pOJ'Larono a Sofia in ~ei viaggi 132 mail


11 22

RIVISTA DI TECNlCA

lati !'16n7.a alcun inco llven iente. L'a rtiglieria pr ovvedeva i ca _ valli da tiro. Il trasporto tla Pi1·ol a Sofia durava in media lre o (j Ualll"O g inrn i. Il viaggio da Sl ivnica A Sofia si compiva in mctlia in Sl'Ì ore. A metà s lrarla da Sli vnira a Sofia ru stabilita una stazione, nella quAle i ferili Yt'OL\'0110 ri!'1torali con the caldo, zuppe, vino, ecc. Que!';LO provvedimento fu di un grande beneficio per lA con!:'enazionc de1 ferili rluranle ìl LJ·aspo1·to. In sorruito a cleterminozionc di Suu Altezza Impr! riale il principe Guglielmo, tutto il moteJ•inle, compresi i carr i, fu lasciato in ret:"o lo al ~overno bulgaro. 11 2H gennaio la r.olonna dell'Ortlanc teulon 1CO lasc1ò SofiA per t•impalriat•c ed a l 1.• ~~nnaio rientrò a Vienna. La spesa totale della s:pedizione, u ma te uu Lo calcolo del valore dei cani, fu <.l i 216,222 liot•ini.

La introduzione della. medioatura. antisettica nella chirurgia di guerra presso l 'esercito germanico. - (Dettis. _'v.ftfilàrar.ocliclle Zeitsch., N. 7, 18X6). È stAta pubblicata riHI Mini!'IP.l'o ·rlo•LIR ~uerra get•manico u na n unvn appoq.drl'O al serviz1o SRnitRrio (U gucrrn J'elativa alla dntazione I!PL mAI.eriaiP sanitari!), :a cui uovità ,~ la istruz ione pel' la p1·epal'a:don e e l' uso clel matei'iale tmLisc t tJcO di medicatura (mcdicalur·<:~ al !<Ublimalo). Il c hirui'g-o, d ice il rloLLOt' B t·nber~t> t', c he nl{ riferisce nel Giornale di Medicina militare pmssiano, il chir urgo che p 1·endc in mano ' JU0l'lta istt•uzione t·esterà rnar'lwiglinto della opportunità c della se mplacità di questo mf'todo. Sono spariti lo spa·ay. la seta protettiva, i mackinlosl1, le soluzioni al :>e 10 "1. di acido cnrbolicC>, la emulsione sal1eil ica, la soluzio ne a ll'S •1. oli cloJ' Ili'O oli zinco, l'ovatta e la juta !<llliCJlute, illint a ll'acido Lonco, ccc. t.Yli antisottict t•ima>;tj o nuova mente introdotti sono il sublimato, l'anliseltico pe1· Pccctlenza, per alc uni casi l'iorlofnr min, e l'acido car·bo lico solo pe r disinf:J ttare ~li sta·umenta; come mater·iale di mctlicaluea, ollt•a le fa sce per fissare , non t•es là no che In mu!ìsoJa e l'ovalla. 11 materiale Anlif<elticn nelle òivet•se formazioni ~ anila rie è m ollo abboJ~da nte:


E SERVIZIO MRDI CO 'tffi.ITARK

t 12:1

I. Sul campo di bolla !;lia c al posto di medicalurn dellt• truppe dietro la linea di eombatlimenlo, oltre il pacchello da medicstura ehP nf!ni !'Oidato porta con sé, sonvi le S~'­ guenti pro''' istc: 1• L'ovullu cla mcdicalnre ( Wundwaatte) in pac·chi compr~>c;c;i di 101) a:rammi l'uno, in o~nj lasca di ainlan ~o d'o<;pcdale J, nello zamo dr !-lanrtit (fl(lndayenfo1'· nister) 10. OPi cofnni di %Oitll (Jlcr/i crn-tmtl Brrnda'lenkasten) ,.:IO, nei cur·r•r e car•r·t>lle di ~nn ila (A1erliciruo(t!jen -und·Kilrren) 10, 2" Compres!'<f" di mu«><ola (luu~he ~O centrmelri e hwgho 30) n ei ~wri di sanila :JOO; a• Pacclli •Lli di'i mcdicalurA in l.ela imp~' rmeabile ll'ontPIIenlr 1 fm:dn cii camb~ie eli tre meh•ì, 2 com pt•es~P di IJl ll:«!'niH, l ~pdlo rlr !:'ic·llt'rzzn) iu o~nt tnscu di aiutante d'ospt>tlale \ nPIIo zaino "' >'O !l ila t5, ner cofnni ,li sanità 25. nE'i cal'ri e cur·rPll<> di snnilà 50: 1• Il mfllPr·iale da m edicalut'A c·ontenulo nelle ta.::c·be delle barelle• del rlislaccaml'rllO rli !';-milù ( l'r•n nllre <'nsr> 111 ogni lnst•.n 4 fu;.c·e di camht'l <', 6 pact·ltelli ila medtcRI11ra, un p11<:cn di ov11tLR compre"f'A di 100 s.n·ammi, er.c.); r)• Jodoror·mio nello zaino di !':H nità 100 ~~·ammr, nei corani li c:anrlà 31111, 1wi <·ar·ri e carrello eli "unita :>00, rwi cnsi in t·ui pntc"st> t>sc;r r·e nPcessar·iA l a metlicolura c011 polvrr·i. P otendo ,,ccor·rerl" tlellc cir costan7.P, in cui anche nella linPI'l d: comboll.i rol'nto cor1\'engn applrcfll't' una fasc·inlura ocdusi,,a pmvvisorio. così l••tto è di~posto perclrt> anclte ivi il necf'~!'ar·io mnlerialo antisettico non mnnchr. Nelle g L·andi bat tn~lie è re!!ulA ueneralc di non m etlical·c.snllflliue!Hii com bA llimen L(>; fie vesi Rnz i tu l Lo porTe rrr s ieu l 'O r rerili r. 11uindi tra!'por•Larli al po!':lO pr·incipale di metlicalurA. Qu~stn è il lu n~o in cui clt>vono eslSrr·t· <lpplicalP le pr•ime mo.!il'ntur o Se sr lralla di piccolt Ct>mlutllimenti o •li ..:empirei r icu:::!ni7.ionr, quau.lo IHHl é stabilito 1l po~to pt·i ntipa lt· di medir-otur·n, allora si può col mntel'iole òa nwrli1•aturu lr·a!<port.alo pr·eviamenl·~ . O!""ÌCUt'Rr c• n luLti i l'••r·iti una RHfllcicnle medicalut•a .OCCIUSIVS pro v vi,_C1 ria . Il 'NPIIR secorHIA lincn "t•le R dire al poqlo prinripnle di medicalur·a hanno"'i i ~C:.rl!euti mnteriali pe•· la medicatur·a anlisPllica: L Ovnlt.a du mt'dJCHlur·a: a) pacchi C0111pr·cssi di i chilogr•., 18 pacchi ; IJ) pAcchi da 100 :;rram., 50; c) ovatta


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Rl VISTA DI TECNICA

ordinaria io fiocchi 12 cbilog.; in lullo 35,G chilog. di ovatta ; 2. Compresse di mussola (di 40 centim. di lunghezza e 30 di larg hezza) 1000; 3. mussola digl'assal.a 1600 metri; 4. paccht>tti da medicatura (V. sopra) 672; G. iodoformio 3600 g ram.; 6. a) Cloruro me rcurico 1000 gram.; b) Clor·ur o mercurico liquido ('l gram. = 0 ,2 di cloruro mercul'ico = ·16 gocce) l 'tOO g ra m.; 7. Acido fenico liquido 2f,OQ gram. Con questo mateJ•iale non è solo pos Eibile applicare una medicalura occlusi va antisellica, ma ben anche fare una meùicaturtl definiti va nelle g r andi operazioni c in generale qualunque medica tu l'a complicata. Per fan:le Ìl'rigazioni non solo vi è il sublimalo in sostanza non facilmente so lubile, ma anche un liquol'e di subii mAlo mediante il truale si può in bl'evissimo tempo prepa1·are una data soluzion e e rellderla a volontà più o meno rliluila o concenlr·ata. III. Nella t.erza linea, negl i ospedali da campo, i materiali per la medicatm•a antisettica c;ono: 1. Ovalla da medicature: a) pacchi compr·P.ssi di l cltilog. 24 paccld; b) ovatta ordinaria in fiocchi Hì chilo~; 2. Compl'csse 1li mussola, delle gia dette dimensioni, 1000; H. Mussola digras:;ala 2400 metri; -t lodofor mia 4·000 g r.ammi; 5. Clor uro mercul'ico IOOOgram.; 6. Acido f~>nico liquido 14000 gTom . Rispello ol materiale delle sezioni di sanità, mancano qui i p acchetti da med icatura , per·chè negli ospedali da campo non fannosi più m erlicature pt'uYVisorio ma definilhe; manca inoltre il liquore di C'lorn r o rne1·curico per improvvisare ra pidamente i liquidi d i it•rigazionc, rlacchè questi liquidi s i possono preparar e sul luogo l'econdo le formule del ricellario. Le 1000 compresse peopat·a te lol•nano utili nei primi g iorni delle) slabilimerrto dello spedale, quando Lulle le mani sono occupate ; più uu·di, a maggiot· quiete, possono facilmente essere [H'ept=~ rale Jal personale dellospedale lag liandolo nella desiderala fo rm a dal!e pezze più g randi. P er• quanto tempo può bastare il matet·ialc da mcdicatul'a· tros por·ta to con gli ospc•dali Ja campo non è facile slabilido. Il dott. Bruberger calr.olu clte per uno spedal o di 200 fer·lti possaba:;:lare approssimativa mente 2 ' IIl fin o a3 'Ii settimane, in ogni caso tanlo abbastanza da polet• prov vedere r egolarmente un nuovo rifornimento .

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E SEI\VIZfO MEDlCO

~Ill.ITARE

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Il dott. Bruberger si fa quindi a dimost1·are la importan~a ,della medicatura col sublimato così dicendo: Se in un grande .ospedale chirut•gico comparisce di La11to in tanto qua e là Ja · eresip·~la, la dillel'ile cd altre malattie generali, e dopo la medicatura antisettica col sublimat.o, durante un mezz'anno e più cessa nelle piag:he e nelle operazioni cos.i trattate la eresipela, IJl!esto non ò un mero accidente, ma la prova della efficacia di questa cura contro ta le~ complicazione. La cangrena d'ospedale, la p ioemia e la sellic.oernia possono ~vi tarsi con ogni medicatura an tisellica; ma l'CI'CSipela non poteva con sicurezza essere irnper!i la con la p rimitiva medicatura antisettica all'acido fenico e specialmente con quella .all'iodoform io. A Itri vantaggi della medicatura nl snblimalo sono i sel!uenti : le ferile gua1·iscono più rapida mente che ~on le allt'e me·dicatui'e antisetlJc!Je , la secrezione é così scar sa che le ra·scialut'e possono quasi sempre rimanet'e in sito otto giorni, .almeno raramente succedono le emot·ragie secondarie, più raramente le emorragie parencltimatose che coJJ la m edicatura all'ueido fenico tan te volte disturbano l'opet·atore, per -esempio dopo la costrizione; fenomeni di avvelenamento il <:lotl. Bruherger non ne ha mai veduti, ~ra JJJJ e solo una volta un leggier o et'ilema. La istruzione indica che con 15 litri di soluzione iùro-alcoolica di sublimato s i possono irnpregnarB ossia rendere ·. a selli ci circa 400 Ji mussola. Il Llott Bruberger non riusci inzupparne, consumando tutta la soluzione, cl! e 375; ma poichè la facoltà di imbeversi non è cedo sempre la stessa nelle diverse mussole, perdò la differenza è piccola. Con un lilt'O della soluzione J i sublimalo stabilita dalla ri·cella ufficiale si possono quindi inzuppal'e 26,6 metri di mus-sola, e poichè queste pesano quasi esattamente 1000 grammi, cosi, per imprimerci più facilrnenLe nella memoria la corri- · spenden te formu la si può diJ'c che: 1 li lro (= t c!Jìlog.) della ·soluzione ufficiale di sublimalo im pregna un peso eguale di mussola, vale a dire circa 25 metri . Se si prende la quinta parte della soluzione della ricetta -originale, si hanno dei numeri rotondi che facilitano molto il


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JU\ISI \DI HCNlCA

r aJcolo. Con Ql.!CSI.u quanlilà di ltfJuido si possono impregnar·e i;J m etri ili mussola. La formulo all(lra è que~ln: Cloruro mercurico 1•1,0 Sp1riLo lli vi11o 1000,11 A r11 Ua llislillala 1500,0 Glicet·ilau . fJOU,tl Fuchsina. 0, 1 De lla ovatta, co11 1111 llli'O ùellta soluzione idro-Aitoolica uffir.ialo ùi sublimnLo, se 110 possono inzuppal'tl 650 g'l'8111mi. Quin•li menLI'e ùclla lllUS<.ola cun la soluzior:e ul'lkml... ~t:: ne pu(, quast esallarneulc• imhevcre uu egual peso, ùellu ovatta anvece solo sei c) 5-&llc do cama. La prepur·azaouedl'lla mus~olu e della ovallu col sublunfllo mollo l>eiDf.IIICt~ C ;,picCJRtivu Il mo.JO IDI~JiOI'Il é cl1 lUJlure nel hquitlo in uu 1ar·go calwod aLe•·r·u u1w pezza di t (l melt·i di mu ..;:-;oltl l'i p it' f!'A lt1 i n ultn pn a·ti I'l \'oi!.rcndoltl "di llll'llllllclOill bru bont•; dopo di clJe,Juu nanli p•·ond(lllO [!t' t' i duo cupi ltl !"''t.Zll e la lo t·t·ono finn a t•:ùu•·lu •·o m" una rordA, impi~~au ùo tuUa lu lu•·o forzu, fln chè uu11 ricudn più t li lA gocciA di lir1uiJu nel l n scodella. I pacchi di O\'allu ùi uu chllog. !>l fanno 111 lanlt! par•lì 1>1-{UBli ordintH'iumenle quultro (Z51J g.) o cinque (200 ~.) cltu mo::.:;e l'una :;ull'allra for nmuo uua ;.!I'OS!"tt ta\'ola. quustt> tu\uh.: sono ug uAl mente iUirnet·Hc nel culi no di LetTa nel liquido. e• l ugualmente lm·Le COli rm·;.n Ju r·idtu·le in unu cot·dn. L'nggiullla deiJu fucsiuu al l iquulo di imbevimcnlo é mollo fli'Ulicu, in quanto che la culoi'H.LIOIIt' t·o~su fa conoscere se lutlr lo pa•·li anclto qudle più inLt l'rtt~ l:.I<J II\J s tato peuell'ale dal li•tUido. Se s i sostituisce, c iò cho la is lt·uz•o ne ufficiale lasciu al g-iutli1.io del medico, parte o Lulla l'acqua della ricetla ori;.duah-! con l'alcool, s1avt•auno ùue vantaggi, la solu410ne tnzuppu molto più p resto, più regoiAI'IlltHaLe o senza biso~no di tanta ror·za fis1ca il 10aLer iale da m edtcalu r·a, e m sccoudo luo~o queslo materiale si asciu~a mollo Plil presto; il che segnalumenle di iuv.-rno l•UÒ es,..ere naollo nn porlallll!. La quanlttà di subhmatu che conl tene il mal•"r·ialt' l'O!"t prepat·atu è Ja seguente: 1000 gramm i di mu::;f>olu=25 m ~Ll'l conteugono3,a grammi. ù i ::ìUblimalo , ossia 0,33 ' 1.,

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E SEJlVLZIO MEDICO Mll.l1AIIE

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6;)0 gl'aromi ili ovatta contengono 3,3 grammi di subiiovt~Lta IJUindi quusi 71,0 gt·ammt; OSSI& 0,5 •!•· È mollo da nolt~r·si l'accordo ft·n questo rapporto e quello stabilito òal Ltsler allo 8te~-.o t'i.:utu·clu. 11 Lisler nel discorso c ita- t'uce il ;.!:1 l't~ùbraio JSRi nllu ~oci<'lÙ meclica rnililare di \Voolwiclt :-.ullu setupliliMZtO!W dei tneludi anli!'<ellici sul campo, cost di::<<:c: • Si puù spel'at·e di pt·ovvedl:t'e uu buon malo, 1 clulogt•amma di

maleriol e aulisL'I.Lico p t>r·me.tiralur'li i11 !!UC I'I'A, :;ol che~i abhia a dispo::.iziunc ù•·l sulJllmaln c uuu gra11 ttuuutilà di pezze ùi Imo, ccc.: La::;tèt·e!J.IJ~ :octO!!lterc ti ,..uhhrn~tu con egual peso di glict:JI'iua iu :!0<) ur·arnrni ti'Acqua, inzuppar·vi i pezzi da m odicnlUL'a. c quinJi upperlllt'l'li pet• n:--du:;~trli •. l ptu:zi di veccluo lclt~ baunu bt~•igrw, pt'!' irnpt•egttat·si, della ~tc~sa qua.nttln di liquido .Iella tnH--!Solu. :::iHcun•lo rl Li,ter 'luinùr 1 chtlogr·anl!Wl di ve<'cliia lclu t'tl'lli t· d•~ 1 litro della sua sul uziono Jj !o\llblmwLo (eunL<HtCrtt•• G,O ~rarn11ri di su.hlirttalo). Dunque rl matt>t'mle do uwdicallll'A IIIIJir·ov,·isato, sccouJo il Lislet· <:onLet•reuuc ug uahtH.:11to •1. di !-:.llulimaLo. Uoh!Jwuw Juuque &·<tllegr·m·cr, è.tce il ùoll. Br·u!Jerger, che un pi!~uo uccui'ÙO e,.:.tsla fr·A l avvbu dt>l vecchio maesll'O della clurur j!ttl lll!jle:::.... e lu tslruztoue ufli<'&ale h!ùe,cu; l'essere l •· ùue pat·li ver•ulc agli 1'-l6S!>Ì r·tsultalt l'una indip<'lldenkmenl•· dall'altra è !!llarenltgtll ··Ire lP nor'me !<lRbililt> po~­ giono s u «oliùe rorHlaruenlu e nou \'.Ò pericolo che pe1· molli anni ulmeno ùei.Jbano es,.,er·~· tnoclrfko te.

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RIVISTA DI SER\1ZIO ~IEDICO ~IARITTUIO L 'a.oromatopsia. in relazione ool servizio marittimo. PntNZ, modtco nella mAt'llta gct·manica. - (Br>ihefl .;um Jfarinecerordnunu~blatt, t'\. 6~. 3\1 giugno. lt-11'6). L·· ~LAtisliciH· sui dil"aslri mnt•itlimi ha11nn messo iu evidenza che ft·u lr moltc•plici cnusc Jci mede10ltni ,..ono t·elatinllneutc frequenlt ~o: li l'fl'UI'I ÙPI'Ì\ Ulllt ùa f11IS11 pet·cezione dei fnl'i e elci fanali di posiz11me dei buslirnenli, 11el waggior num ... t·o Jei casi Lluvutu aù un ùifl'llo .telh.t vblH .!·•Ile pcr::,one dt-slinale a coudur r·o la nave. Que~to 'rziil cong-c•nilo o ocrluisilo - l'acromfllop!'tA - mel'iu1 uua ?[t'andisstmA coustdcraz ione in marwa, poiché col prt•ndPre u tempo delle mtsuru oppm•Lune, si può t<\'ilare cl te possa in seguito csercilare la sua per·icolo~u i rrfl ll<'n ~u nei d isusll'i triiH'i llimi. l. lrnporian:tl dell'acromnlop:wL nella martn" -A.! C\ ilare im·cslimenli, occotTC :-.opratullu che In p-en ~~J ùi mMc ~n ppia riconoscere co11 es allezza l' sollt>ctludine i fanAli tlt po~izion~ , tanlnpÌÙ Che tt)le <!~alt~ I'Ì(',(Jg'IIIZIOIIC 1.h IJUI'!'\lÌ ~i 0pp011~0110 non di r ado o~lacoli dipeuJenli tlalla ,·at·ia l;pe!::sezza e dulia tra!'lpncenza dci ~.:rislt~ll i, i q11nli possorwosset· oiTm~cati Jrtollre da fulif(ine, dn l'uwo, ùa. ,·apot·o, da neve, da ~?ltiu ccìo, t•cc., a prescindere pu rt;~ dnl fallo che la uebbia soltanto bHsla a fcll' St• tnbrarn a ùi!->lanza 1111 lutne hilluco rosso, eJ 1111 lume verde giallu, e ctò anche a visl.tl normale. U n individuo che ~olTre di tlct•umolopsia e pul quale ogni cambiamento r~clla inler~sila ùulla luco ~'qur,·ale a l uu cambiamento ùi c,lore, può facilrnt• nle pt•cnùer e un fanal ~ t·osso affurmculo per· vel'ùC, e \'Ìt:OH·r·~a . Gh stessi colori, bwrtco, r•o s~o e vet·dc, ::-oon o impiegali anche nei J'al'i e nelle lantct'llt! all'entrata dei porti, u •Jui ti perrcolo c aucot·a maA'giot·c per il rupiùo succedersi dei wcdesimi 11ei l'anali g it·anti o a lompi.


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Rl VI STA Dl SERVIZLO !IEOICO MAIUTTlllO

In ullimo il giusto discernimento dei colori è necessario per riconoscere i segnali con fuochi Coston e con t•a:tzi, nonchè le boe e le mode, per le quali so~liono a dopera1•si il l'Osso, il nero eJ il bianco. Il pet•icolo risultante dalla falsa percezione dei colori viene scemato certarnenle nellu marina ùa guerra, dal l'allo che i fari cù i ~>egnali sono ,·,~duU conlemporaneameulc da pal'(~cchic pe1·~onf', ma nondimeno conviene assicurarsi seaupre clell8 inlcgritù della ''isla della gente destinala di vetlcllfl. D i molto mu;!:!IOI'e unpor·lanza souo le anomalae cJell!l percezio rt o dei colori nl'lln mo1·irra me1·cuntile, nella quale, per la scur::;ilà tlull' e(JUÌ(•op:gio, non di r udo il govc1·no di una na,·e , IR ''l;!ilr.nza sui fanAli ,. 11ffi law o,J unu !"ola pPI·~ona . Imp o r·latrl.i ~~>.itn o l' pure il g-wslo tlisci'Praimcnlo dei colori per i fa11alisli rtf il per!';onalc d;•« linato nlle o:;lazioni semaforichP-. Un altro nocumenlu ddl'!lcromalopsia, che il Favre giustamente chioma • Ull pei'Ì<.:olo socia le "è l'iJJosto p11i nel fallo che I(Uelli che sono alll:lla Jo que.-.U. int'erruila o non ne sono r.onsci, com~: l<) stesso Ur.llon, elle per tl primo la ùescri!l-"A e clll' non so ne at~eoJ•sc elle a 21i anni, o ancho cono>'cciHlola. In occullouo per :ovoriale I'8t-rio1u. li . Oriltùw e caww deftacrom!llopMrt. - L'arromalopsia può l•«<lcl'e eou~euila o acqui~:<ila; nel primo ca::.o d'orcliuario non VI esislOIIO a!LI'i llislurbt e l'acutezza visi va norllHlle, mentre all'opposto l'twromatop$itl Al''fU•~il.a suoi esser e accompa~nata quusi !-'CIIIJH'C da debolc,zza di vi!';la. Le nll'czioni orgar1id1C dell'occhio l'Ile possono dar luogo ad acl·omalop<..ia sor1o: le aff• zio11i oh l net·,·o ollico e sopra Lutlo l'ulJ'(\fiV ciel mPde!"imo, le All'l'ZÌNli dello •·..tinn, il tli slacco t·ctinh:o, lo relinile dinùeLir.a, lu cmor·raf!ic e le 1lt·gen~razaoui Lipad1è d~lla retina, le afft~zioni della c9roide, come le emot·r·a g:io e la cor·oiùile ~ifìliticu. È dubbio se racl'omaLopsia pO'"!:'a twvet'81'"Ì iu vurio altr·c ttlf~z ion i oculari, ma sono ~tali costata li cou <:ci'LE'uu CASI Ji acJ'omalopsia negli avvelonamcu li g1·avi pe r· lnbacco od a leool, in seguito di trauu ul'ul CHpo, nellu cumu~< :w111e cereln·olc c spinole. nonchè in !.'eguilo 1..11 Liù), JnAiaria !!rave, im::oluziont>, lobe dot·sale, inlos~ i cttz. iO J IO s ulul'l una e<.:c. ln ulLr•e, nella vita ùi mare,

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lll VlS'l'A

Appunto si trovano t·iuniti molli m oanenli ùebdilanli, ed atti perciò a produrre anche un disturbo nella percez.i<llle tlei coJo,·i, come le guard iP roti cose, sc~1 rsezz.a' o insufficiente c&mbiamenlo clelralinwnll:lzione, condizioni clilltalologiche ed jgienìclle sfAvor·evol i: l.u.Ue canse che possono es:<ere C!1g10ne anche di emeralopiu ,. di ;;cot·buto. In Lalllflì casi t> OCC'ot·so osser·vare ìnl<it!me l'eweJ-alopiA e l'acr omalopsìH . Sl'hbc ne alluulmenle lu condizioni igìf'llicue d~ll1• navi ~iil nu miglioeale ta11 Lo da scCu1Ar'e mr.Jris~iro o la impor·tanza di lul li questi mome.o nli cRusali, pu1'1· r!:'si pol"sono el'er·citarf' ar,corfl la lor'll azio1Je nelln j!enesi dell'acromatopsin. Pel' l l'uocltisli poi ob blit:tl li a lavo t'Hl'e pct' l nn L:"n l.cmpo t'd a brevr inlet·valli innan Y-1 a ~Or7en li ili \'ÌWI lucP eù el'po<:ti ad aulensa irl'adiaziolle ùi color·... , si pur> av,:.a•e 11nchP per• la slallche7.Z.U della eelina una JIICHpa ~ilia Lcansilol'ia a p~' r·r· cpire t llt co lot'l',t< mas· ~im e il t·ol"c::o, e quantunque i fuochisti uon l"iano adibiti a servi;~,i io cui questo 1l!feLlo JlLISSfl r·PC~l r do r111o, put'H é da por mente chP ntlll dr rado i warimwi di covPl'la. vengono aùiuili al se,·vizio dr ru l)chisli eventuali, t:>d ul l'ipr~>nd•:r~ il loro serVizio ,di vip;ilanza H dì vedetta, p o Lt'Pbl.Je!'o Lr·nvarsi ancor;) solln l'influenza della f'o lsa per·cezionc ilei color·i conLl'alla ln ma<'cllina. L'tw J·o mutnpsia dipendente~~~~ maJALLie dcll'tJCdrio suole essere RccompagnaLa cln g 1·avi rlislu l'lJi di vi~lu, sicdaè 11\lll è guar·1 probabile <:laè i SO;!~elli t:he Il•' so11o alft'll1 vengauo arruolt~Li, t: s~ lA muhdJit1 soppl'a~giu u gt~ rn St>l'vizJO, vengono i n cur·a sollccllamen te, ap puulo pee g li altri disturbi p;r·avi della vista. Bt' n allr·rmenli sllmno le co::;e per quegli individui elle hanno acqn isLala l'aerornulopsra ill seguito di uiLt·e al'zioui non oculari o tn seguilo dr cause <lel.JilittJIILi, i>d é s_opraLullo a questi ca si che il m t-dico di raariua de,·e ri" olgere tutta lo sua attenz.iouP., affinché non s u c<:t~th.l t:he n~:~gl i iJtdividui, in cui s i ~> ra conslALa ta inlegrila della vis LM e c he l;rumo conlt·alla l'ac r•o matopsra 111 seg-uito, questa resti iguorala e possa eserci i.At'e la ~ua dannosa i nll.ueuzèl, per gli erTori ai qu!:l li può dar· luogo. J Il. Varit:là P rtrarlt dell'acromatopsia. - La ml\gr.;iore parte delle classificazioni dell'acr·Oillalopsia come quelle di


DI SERVIZIO ~RDI CO MAII!TTHIO

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Y ounA".-Helmltolz, Berni ~, Oelboeuf-Sprmg ecc. non hanno un val or•e prnti co per· la mat·ina e conviPn meg"lio dal punlo di vi"la d ... l l'f't·v izio mar·illimo <list in~uel'la iu tlue gTadr. t• A cr omn tops1a tot ale '' perdita totale delln facoltà di di~ljnguPt'P i color·i, nPJla rrunlc il so.Jn«o deliA vista non per·cepisr~> che il rhtlll'O e l'nscur·o t·ou i vnri ur•adi di intensità. Lo i<pettt·" ;:. Acenr·(·iato ,. n•1n cous::ta che <ir una slr :scia incolot'A v~willm R n ltl lum rnosA. L 'u~rowatopsw lotalt~ è per• lo più congenitA 1011 pun onche ri;;contr·ar::i in Lullme all'ezioni del net•,·o otlwo (flll'flftA). 2• A (•J'nmnln pF: i.fl illcompl..ta, tli~(:Pornatop!Ùl. La rotina può iu IJUI':-tu fnrma •'=""l'r e rll"~'Hslht le per· ") tuluni culol'i "Oitt)nlo - cliscr•:,malnpsill completa, totole o ripicn: b) pPr i colori di •ws CPt·la intensità - lic:cromatol'si a incomr•letu o inJeb"lrmt::nto tlt•l l:cllsu cromatico, o l0r pot•e

del !'ell>:O Cl'fHIIUlÌC!O. In quesrullrmo l.!t'nrlo !'\1 di>"liu~unuo solo i rolot•i r-rwichi, SOJWnt.ulto ' J" t t> & ;.:r 11ndi rn.ts;.;P, m••ult•..- du> le tinte più delicate ed i tuni di 1111 colore non Vt•n;.touo per·c:epili. JV. Dati .~latistici. - La ~lali"licfl •leli'~:H' I'umalop!litl è eli gra11de i111p<>l'ttt nzr1 l"'' '' lt~ rnarinn,al fint>tli polet•t,;s!abilire quali pt•olensiour ~i pos~ono a,·crf' rig-uardo Hlla prrfclla illlPp-ritìt del senso nomalico. ta nto nt'JI'urr·uohunenlu t'l te uellu L't fo rme dei mililal'i . l.e ~ lalisl ic lte dt•li'O<;roma topsia prcr·ano prr·ò lutle per due rip-uar tli: 111 pt·irno luu;.!O pt>t' la rliYt't'si tà dei metodi di osset'Vtl1.io u ~ ~>d in scco1ulo Juol{o per la manca nza di una classifltazione 1111 ic·a n St·conda ch·lla !"Jil'Cie c d C'l g t·odo dell'affezrone. Tutt.. pet•t) St accordano nelln ft'NJU1'117.8 d('ll'acromalopsia, eire rende indt-.pen"abile che s i cominci a prendere qualc:lte provv Adnnonto per· scotna t·e i poricol1 c he possono esser·e pro.toUi d1:1 'JUc::.ta 1nalutlia. J dALi stali!;tici t•isullauti t!AIJ'e,.Amc di rnttr1nari eoiucidono a u11 d ipePS!:!O POn quelli I'OIAtivi alt·rm rtr lente dlllltl povolaz i on ~ . F è1·is, ur t>du:o dullu mat·rnu rram·e-,t>, su !:>57 mat·inru·i esaminati lt'o\O il 7.!1 p. 100 cn11 senso cr·omalil:o difelloso E'Ù il 2,8 p. 100 co11 act·oma lopsin Lipica; Lau ..enl su d 1~ il 6,,18


41 3z

Rl VI ST.\

p. 100 con senso cromatico di feUoso, L ederei' su 13 12 il 4,8 p. JOO con acromatopsia e Ljuhiu::;ky su 7112 i1 (),1 p. 100. Kolbc e Dolmbo!'g su :H30 allirvi tlelln scuola di rn tl!'ina di P i elrobu r·~o rw trovarono 7 . vale n dii'O 1,9 p. 100, nfTetti di acl'omalopsi A. N clln Svezia, H olmgN•n lrovò su 1:225 marinuri il 2,2 p. 100 con acromnlop~iA romplela o incompleta. l n America SU :.!0 ·!l pJioli SI h'OVO il :l p. 100 con aCI'OJnlll0p"18 e su 273 rn»l·inal'i 1'1.5 p. 100. La propOI'ZJOIII' dei <'asi rli A ·r omutop>'ia nel l'llllAIII'nle della popolflr.rone ,'. Yt\lu l!l f.a da Ì\11)11!;1' 11 2, 15 p. HIO pet• In Svezia, In NOI'VP!!ifl " la Danimr\rcfl, tl 5 p. 100 nll'incirra da Stilling per· l'lu~hillrrra In Ft·n1wia e lA Ger mnniA.O POii~t>t' ritiene rome mt>•lia per tulli la pnpolazrone d'l~ur·npo il 3-ip. 100. V. J1fecocli rli osqt>roa:;ione. - nei molLissimi nw!ooli propoc:Li dPhbonn eliminarsi quelli lm "nti pc:clusivnmenlP ""Ila nomenl"l af tJI'A dci color iJ la qnafo iu molli cac;i può PS!-'GI'O e1·r onea. 1 mPlodi dc>bhono es!"''I'O JlO<~l>ihilmenle <>Pmplici, focili, aUi alln ossrrvazione in 11\1'18"8, n0n rirhird+>t'B l'11"'0 di i"lrumenli vnl11minosi, rrl PH·Iurlt>rP la pM~illilitil clr·lla simulazione e tlf'lla cl.~s mul.oJ.irmP Sono •Jllindi più Alli allo scopo l'espr>I'ÌillPnln c;olla lana r·oll'll'atn di Hnlm!!'l'•'ll "le fa· ·vole i socr.:>mtll!Cirf' di Slillin::r. Pt'l prm1n òi quc"ti ~'"PPri ­ m onLi si arloprt'fiii O dci l>uluffoli di lan11 di val'io colnr r, mAscolandoli in!"icmP u I'Ficendonr> ~cet.:lil'r'c> dal sog-~ello da P!'ammarc rp1PIIi c·ht• ~li sernurauo i.Jt>nlwi o nnalnghl nd nn buluffolo chP gli !'i rnoslJ·a. L 'c<>pC't·im('nlo ,-o divic:o in tr·c prove. ~Pila prima prova si lllll~lrR un batuiT ,Jo rlt lana vc!'de ch ial'fl. Se il soggello ha 1111 seus11 cr omatico l!•l'pi.lu rivelerà dell'inc,..l'lc>r.t.o nello s•·cglier·t> i \TaJ'i lon i ciel colore vc1·de, se gl i 111unt'H la pCI'cezioiiO del vc1·de, eon fo udo·r à il ro<~so col YcrdP clriul·o, e se !!li fu ollfdlo la pCI'Ce7.r(.JOe drl rosso, confonch·ra il rMsu rol ''rt·dc, ed il bruno col gl'igio. Nella seconcla pt•ovn !,'.j mostra invt•ct> un butufTolo di col or<! porpora; il sol!gello rhe oltr•· a batuffoli pot'pOI'fl e roso sceglierà batuffoli azwrr i n ,·iolelli, hA mnnc~mlf' la P~-'l'r.P?.iona del ros~o; colui in,·ecf' clu• !'ct>ghet·a il vPrd•: o il fti'IJ;~in hA .moucanl e la pC' I'cczionP dE'l ve 1·ol p, colui ehc sco:;rli,..,·t'l bolut'-


,

Dl SERV1Z10 MEDICO .llARITTlMO

1133

foli rossi e st'anciati ha mancante la percezione dell'azzurro o del violetto, e infine colui che sceglierà anche buLuiToli azzu1-ri e verdi dà a sospettare Ji essere affetto da aCt'Omalopsia to tale. Nella Lr eza prova che s i fa per conLrolld ·e pet· maggiore sicurezza lli uiagnosi, si mosl1'a un batuffolo rosso scarlatto. Colui che sce~liera batuffoli verdi e bruni di Lmta più scura del campione rosso,ha ruuncanle la percezione ciel rosso, m eulre colui che sceglierai lOtJt ciliari del verde e del bruno ba mancunle la pet'ce:r.IOIIU ùel vcrcle. Chi confonde Lull.i i color i di uu JUtjdcsirno lono è all'elLo di acromatopsia totale . Le tavole pseudo-isocl'Owali chc ùi Slilling conleu gono delle leLLere incpt·osse nel co!Ol'è C0111plernentare di rrueiiO del fondo, ed i cOIOL·i del fondo e della lettera sono ::scelti in modo da sembt•at·t! uguale ad un individuo atfctlo c.Ia acromatopsia . V'ha però laluna di queste la\'OIP, qut·lla i11 cui le leltet·e sono impresse in color rosso !-U fondo Vti.rdB, chu può rivelai·e di i·clla nceute il simulalol'n, l'erchò dtwo poLet•si leggere anche d1:1 chi è atl'etlo da dalton ismo . VI. Simulazioae e dis;;imufa;;ione dell' aaromatopsia. Le simuluzioni dell'a~.:romalopsia sono esll'emt~menle malage"oli a coustalarsi, rna lòrlunalamente lìnoru 11011 sono occorsi in muriua casi di simulazione dell'acromatopsia, nè i disturbi' Jclla facoltà cromalicu sono abbns tanza noli nel pubblico pee poter dar l uogo a tenta livl cll simuiA:d o ue, per i quali ueJ r esto occurr ct·ebbe non comune intelligenza per polet' o.vero qualche probabilitu di t•iuscita. Del r·esto, se pur riesce malagevole eli scovrit·e la simulazione del lOl'pore del senso cromatico e Jell'acromalopsiu tolalt!, non è difficile giungere con relatiVI* facilita a dimosLrare lu ftode nell'acromatopsia parziale o tipica. Pe1· ùimoslt·aJ'e la simuluzione debbonsi sceglier e anzi tu Llù q ul!Ì color i che si {l is li u guono anche do citi 8 affetto da aci·omnLopsia, e poi ùevesi s lullilire una g_1·ande difle1·enza fra i hmi dei colori, pcrchò ancl!e le lettere ùi un colo1·e del quale manca la pel'(·ezinnP ~i possono dislingue•'e <ia chi è aff'ullo du act·omalop:::;ia, purchè vi sia nole,·ote diiTereuz.a frn le tinte. !ìP-rciò riesc.ono utilissime le loYole tl1 Stillin g, le •t'H.llt inoJLI'e pL'csenttmo il vantaggio di polel' essere Ielle a lraver>;6 di uu vetro rosso


11 3-i.

!li VISTA

an~.:be da chi é affetto da cecila pet• t colori, per modocchè co-

lot•o che preL~>ndono non poter lel'?gere in lalt' montera deb· bono t·ilenet•st come sunulntut·i. I n casi mollo tliflìcili ti l!ÌIIdizio ùovr rbbt> confPrir~i agl i special1sli i qu11li potrPbiJrrn l'iuscit·o nell-inlenlo coll'lldoperAI'e ulelotli svar iolt, 11011 ps.;;entlo pr esumtbilc che il ~imula101'6 nùll pos.::a ess~>t'e tratto in in!!&nno, ammrsso rmclte che abhia !:!«tese cono,.wt>tl:t.~' di ollira. VI I. Cura rlef/'ncromatoJJSia. - L"acromalop!=>Ìil cong<•nila lOlA(i>, e quc!Ja p!1l'Zitd6 LIJ>II'II !'!OliO ll<"llU t'Siment.- ÌtH'IIl'!1bili. l uvot·e è constatalo rlie Anclu• gli mdividui all't•Lli eia Act·oJnAl()p«ia par;.talc tipir·a J'O""rtnu r•>ll'c:-:er ciz:o, dopfl un 1·erto periodo ùi Lt'llltlll. uc•JUÌ"'-tar·c la facoltà ili •·icono!"rerP un colore, r)pl quale lllam·a Iom lA pt>t'l'e/.Jilllf'. Yalendo::;t d t alln~ fiURIila inùtpt>lldf'ltli dal cuiOt'l', corn1• lo splendore, la dtlft>r•enza del Lono, ccc. Crò per·() è pO~'-'IhiiP sollaoln quon lo havvi co nlt'fl<:.lo rlr colM i , pel'cl1é i l ~~~~lorP. pr e;,o isolntAmr.llte 11011 v ien g iu::;Lfl tnenle r·rco n n~ri u to. L'e!<er·cizio rruinrl i,"t'biJt' ll e rl ia un not•wo le r-t!<ullalo, pUl'•' tllllt vniP ttd e l itmnor·~· il dil'cllo. no a sremllr·e t Jlf'l'icoli cb e da lfll""'lo po;,!'ono tlerhat·e. U 11 C+'t'lo !{rado Ùt !01")101'8 tiOI !-f'll~O ('I'OIIlO.lii'O probahilllll'lllt• sj i•liÒ

vincct·e con un est>rCJzto rnf"llldirn, p••rn !"iiTalla edw·azionE' del st"n;:o rr·omaltcct è itlltltlt• IH't' In marina. poichè tn pt·tmo luogo il numet·o •li rolflro rltr JH't>>::Pnlano ··tuPst'indPbolimenlo del senso rromalico non (• lnnln con>::ider,Yole da tHnt ll!1ttnel· Lere cht• veng-ono l:'"'dll11i uddit·rlLnru dal >::ervi;~.io uttn n quolli ch1~ ;::ono Allelli cln vc.-a dio:t·t·omnlo[':;;ia ed in '<-'c-ondo h~t>go questo dtft>llo dr grado lt>::!gil'r'n orclinar·tamPntl' ~i nvvPra per colot·i conw il l'Osa, il 'P t'de 1-{t'igtastro e il violello, eh('} nulht -çitA C•lmuno s'incontr·frno 1110no freqllPIILenu•ule dt.•i colol'i SA tur i, o l'Ire poi 11011 !tonno Ull-upplteHzione specin le nella m at·ina. È noto che Ct>l'l<' ~olm.ioni di l--ll~tanze colornutt donno la facoltù tli rictHtc>scer•e l.aluui r<,lnrt, sPnza che que!"ll peraltro ven~auo per-ceptli renlmenlP eome sono, e ~· •. f}!llldi pr•)posto ùt far u!"are agli tnthvi.tui afTelt1 da arrniiHllnp--ia occh iali va r tamenle colnt·uli. i\l ancnno per ò ancor u 111 pt·nposito


UI SE11\"IZ10 MEOl CO lfAniTTJl[Q

risllllaLi pratici . L a cur a dell'acromatopsia a cquisita r ientra nel campo dell'oculistica. V TI J. p .,.oposte di misure alte a prerenire le conseguenze dell'acromatopsia. - Le conse::ruenze pericolose dell'aceom alopsìa si sono verificula iu pr1mu luu~<O nel servizio ferroviario: le prnne r icer che l'iguardo nti la frequenza dell'acromatopsia furono fatte su vAslu scola fra quel perso 11ale, o le pl'lme misure preventive l'uJ'OHO prese dalle ammioislr a?.ioni d e lle rerrovie. Ora !"iccorn e nel servizio marittimo le condizioni l"ono analoghe pe1· m•dli l'iguardi a quelle del serv izio fl' l'rO,'iario, !'e>mbrcrelJbe oppor·luno di aJottare cou fJII81che modificazione ~mc·fte pfll' la milrma le medesimo norme. Si sono pr oposte inoltre l~> ;;e~Xueuti ~nodilicazioni del sistema de i sc~nali: 1• Adoperare il git~llo e l'l'lz.zul'l'(, invece ùel rosso e dol v erde, c he sono i cn lor i dci qutJii piit frequenle mer.te manca la percezione : · 2' Adopcr·are per i sc>;.rrw li o!':clusiva1ue nle banù i e r~:~ composte di bian co e nero e per· Ju nollr; sole· fanali bianC'lti; 3° Soslit.uir·c i color i collu V!ll'IU g t•ùndezza, coi movimenti e col nnu1el'o dei fanali. Quanlo alfa prrmn. proposln e cla obbieltarsi che la luco azzur'I'A per· fa !"ua poct~ ml•·n3ila mal sr adalta ai segnali notlumi; Alla :-ecouùa dre f. difllcife R:<~»i valular·e la rna~gio 1·e o miiH)r·c ìnten><iLci 1iel la luco bifltlca senza un Le1·mine di pal'a~one, ed alla ter·ur eft e per· t·iccHwsctwe i segnali IIJcolo 1·i dalla so la gr·aJtd,.,zzu e drspos izi one dei fanali s i J'ich iede un~J. vista mollo esercitala . InolL1'e quc;;l;; ptoposte impl icherebbero un cambiamento i11 tutto il s ts le ma J ei seguali cl 1c dovrebbero naturalmm1le avenl un carattere internazionalé. L e questiom rela~i,·e allo ref.wlc unit'ormi ùa adaLlar·si por J'P.same del senso aomalico dPIIA I!E'nle di ma1·e, noncùè quelle refRLive alla precll:<a dPlem1inaz•on~ dei colori e della gl'audezz!\ ~lei fanali. fu l'Ono lt'O.llale rla vurie società nautiche e dai con:;rtessi meJici di Am~lel'dAm nel 1879 e di L ondt•a nel 181\ L, e le conclusion i fur•onu 11 1111 dipresso le medesi m e. È u ~ces!"a ria l'as;.;ol uta iotc!!rità d e llu vis ta nei pi loti ed in J


11136

Lt1VIST.!

lulti coloro che a bordo n a terra hanno da fa re con segnali. Sui bastimenti ifa cabotaggio a vela, attesa la loro piccolezza e poca velocità r elativa , possono essere imbarcati anche marinari con 2)3 del senso cromatico nor·male. A 45 anni é necessario r ipetere l'esame della vista. I n ogni paese dovrebber·o eAset'e destinale oll'<'same dell'acr oma topsia delle persone competenti solto il <'onlrollo di un'autorità medica. Alla gente di mare Jeslinala al governo della nave o di vedetta dovrebbe fornirsi la opportunila di farsi osservare in ogni pol'LO jmpof'lonle, per polpr•si ftlr rilasciar e un certificalo atlestanlo la integTilà del senso cromatico. In pareccl rie mat•ine da guerra si è adottato l'esnme obbligatol'io del sen!"o r romatico : in Francia dal lug lio 187.1, negli Stati Un iti d'America dal luf!lio 1881, nella Svezia dal dicembre 18R2 ed in German ia dal dicembr·e 1883. Per la marina mcrcatllil e, ol t1·e nl pt·endero rlei provvedim enti internaziona li r elo Livi od una normo unica per le lin le dei colori dei t'ana li e dei fot'f, dovr ebbe n l lr~s l provvedersi ad un me· lodo unico tla ado ttarsi per cons tata r.~ il sen!'O cromatico. Non può ancd t•a decider~i se sa t'è necessaeio in pr osieguo aclotlaro nelle marine da g ucrt•a un limiLc minimo della fa coltà cromatica, com e ù slabi liLo per lo rm~ut visiva; ma si rlovJ•à in qualunque modo richiedere che f'] Uesta facoltù sia perfelLamente integra uei timoniPt·i, nei sollufficiali, nelle vedette, negli alunni t!elle scuoiP eli m»rina e nei mozzi, destinali a diventa•·e ufficiali c sollufllciali, nei fanalisti e negli addetti alle sla1.ioni semoro••ichP. Come misura preventiva é da ruccomondarsi ancora l'esame della facoltà ceomatica nei seguenti casi: t• Nei militari che hanno patiti graYi traumi sulla lesta o affezioni ceecbrali (commozione, conge;:llone) o hanno sofferto intense malnllio oculari o gravi malattie generali, come Lifo, insolazione, iulol"sicazione solurnina e malaria, p!'ima elle 5iano Arnme~si a r iassumere il ~e•·vizio. 2• Negli ind ividui pP.i quali e~istP il !òo:::pello di ab11so ùi alcool e di lBbf\cco, du tempo in te m po. 3• Nei rnol'int:ni rnmAndati dur nnte qualche tempo in


nr SEilVlZIO mmrço MAttrr·m ro

11137

macchina in qualità di fuoch i ~ti e,·entuali, prima che riprendano il servizio di coperta. 4• D urante viag~i lunghi, in l~Ui concorrano tutti imomenti òebilitanli che deprimono fnrtC'mente il fisico ed il morale e che oltre allo scorbuw eri all'erner·alopia po<>Mno dar' luogo anche » disturbi del senso cromatico, in tullo l'equipa:;tgio. periodicamente.

RlVIST A DI STATISTI CA MEDICA Le condizioni sanitarie dell' eser cito Austro-Ungarico negli anni 1883 e 1884. - (Dr::uts. Milìt. Wocltens., N . 10, 11 e 12, lS86). P e r cu1·a del min istero della gu~>rea auslro·unga!•ir.o e per opet·a del m cd ir.o rl i reggimento ùoll. Ginlio Kut'y, aJdt:llo a quel di<~AsLero, fu teslè pubblicata la seron<IA par•te dell'A n nuario medicu-miliiare, la rruale ba per· !'a'~f· LLO !0 condizioni sanilar ie riell'esercito nrgli anni 1 8~3 o IR~ot1-. Anche per queslo bienn io si osser va la pr·o~m·"•siva climjnuzione d'intensita ed estensione delle malatliP, giù ,·et·iflcalasi n e~li anni anteriol'i. Infatti:

N••l 1881 . • 1882. • 1883. » 1884 .

3~,121 malattie= l,:JI.i9 p. 1000 forza

= 1.27:3

35i:,U3ll :~23,2;)7 307.~48

"

= 1.200

..

"

=1,179

»

»

Il mioimo dell'intensità morbosa fu o~!'el'vAta uegli anni 188:1 e l8fllt ron 99ti e 9!):.! malallie su r•1illr della fona media ne l c ircnndat·io territoriale rli Pr·ngt1 ; ed il massimo d'inlenF:itil. nell'anno '1883 nel lerr·ilor·io dt ZarH con 1009, o nc ll'nn no 1884 in quello rli Innsht•uck cnn l 1:80 p~l' roilfr. Ril!uardo al prednm irdo !lAlle malattie , in enppot'to ni mesi, sr è o~s(~ rva lo che i mesi ùi g•mr1a io e maggio cot·t•ispon.

72


11 :18

Il i \ ISTA

dono al maggior num .. ro ùi maiali, il mese eli sellemhre al minore. In rAppot•lo alle ot·mi: nc1 t'e!!~imcnli di ft.II1Let·iA l'c~len ­ sinlll' delle maJaltie O'-CIIlò tt·fl 6~-<3 e 19H Jlf'I' mille, neicaccialc•rl tra fili e :B0~1; nella <'avall<•t•ia fr a :182 e i ~flO e nell'a rLigliel'ia da campng-nA f1·n R56 e 150-1· p er· rnille . Q11 it:di si v1•dp clte in l!f'llot·tde le lm ppe a cHvnllo go<lt>t· lf'I'O migliori condizioni di ,alule che quelle u piP;It. T11lle le t~ rmi, cccPzione f<~ltR per le ll'llflp!' di :::anilil. hnuno prP!50 par·lc nlla diminu1.ioue di n.nrbo'<itil ;rià corr ... latat.a ~111 com· [H'~"O deJl'.•-.crctlo, que'<LA dituinu1.Ì11ne J•erò I'Ì"'ulla p1ù r·e· golat·e pr•r le trupp•.' d1 funlct·ta f' d•·l f!'Cnio m·lle qunli at·mi t'"'"ll in'ert>-.sa lanlro lu inL.•n"'llà eh..- !H e~len~ion..- morbo-.a, nH•nll·t> ('be per la cavall••t'l8 e;::,.,u ~i rifél'i'<ce snllanlo a!l'cslt>llsionf'. c pet• J'arl 1g lit>rro da CA n1 pa grw e pe1· il l1·eno sollonlo ull'inlen.,ilit. Come ••'in~e!:!;nu In •1uol irliurra e~pt>rit:'nza i rRRi di rnnlnt t.ie VC I'i/i.-atisi Ìll un ''L'l'LI• lll' l'io.lo di I O ~tl pO !:'Il rtl 1111 g'l'll (lpn di pet'!><OIIf' !-'1 r·ipat'ltst•ono il'l'C~olat·rnculu suglr indivi.tui compOIIl,nti lo ~tes<'o ~ruppo Ps~cndochò molli tli qw>sli individu i du rante qu"l tempo non ammalarono r•un to, ullt•i a mmulnt•ono piu vultf'..\ drll't•t·••nza .Ielle allre "l.alisli<'lto medrco- mJiilnri, nellil !:'lnli~ticn di que1<to biennio ~~ t' lt>uulo COli lO anche Jj quP~I<l l'AllO l't) Ìll llll per·iodo di Of'\'<6 1'\'HZÌOI1f' che !'t eRtcnde dal l Rellcmhr·c !RR:l lino al 31 otlobt·e 18~~ !':1>)11'8 2H,022 iu<livi lui r·i!Pviamu che: 0~1.615

unnlini = :W8,9 p. 1000 o rnmflla r ono 1 volla

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DI ST .\TI STICA MRDI CA

11 ::l!)

Solto questo punlo di vi~La IWChe le singole slatisliche ole~li spedali ci danno anal oghi risullaLi cioò sopra 240,155 in·di vidui; 49,57x uomini = 206, ~ p. 10011 enlrurono all'ospedale 1 volla 11 ,28G - 47,0 " 2 volle 2,!:!6:> • = ! Ul 3 • 9~1

1i:J,H:l

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n

piuoli 3 • llPppUl'C 1 volta

Cosi,·ché ,.u 100\l uomini rl~>lla forza rne•l1a. 21;!1 enlrMono nel-!li l"labilìmcnli sa11il~ri. Volendo con!lider·ar e I'I'!<LPO!'ionc e l'inlon~ità di'IlA malallie in rapporto alla naziouul ta ,·cd1arno ehl' J'e.::tenl<ione ma~giore fu pel' i ;vraginri '' Rn mern, la mrnot·e twr· gli Ct.l't~lu P T t•deschi, olt re a ciò i R umt•ui si rnn'-'Lr·arono <;O~!!l'lli alla rnag:gior·e inlPn<:ilà rnoi·ho"l ..... . In quanto lllJH"c!dominiu di rer·t~~ rnalnllicin l"a pporlo sempre alla nazronalilti, 1 ì'.ln~inr-i patirono più polmoniLi quindi malalliP vener ec• P sifilide: i Ru111r-ni ammul~rono più de!II'tlllri per Cfl larro bt•onchinle acuto (' per plt•nr•ile, utPnlr·e l r a gli Czechi pr·edorniuor ono Il' r... bbr·i tiroidee, lr·n i polncclti la l uberCQio;.i polmonar·e c le pia~ h e oi piedi, rwi Ruleni il caU:H'ro cong iuntiva le ed orwlte le congiuuli\·iti tr·acornaloSP. Il numero ciP Il e ginrunll' Ji dt'~t4 11ZR ht JH~ l' gli indi viù n i curalt pre<:so i r•Mpi 1,202,58:3 nell'anno 1883 p,J l.I SO.C~l:! nell'anno 1 8~1. Per· quelli <'UJ·alt nP;.rli l'lnbrlimenli sanilar·i Io gio rt~alc fnruno :l,311 ,Ki-l pel prilllo a n11o c :3,1l!J2,70!) pel secondo anno, complP.s"i'·nmcntc nel bit!nnio furono ~,51 ~.42i e l,27:l,rl21. N ell'anno l l"l~:l acl n~n i uomo della for·za m>"dia l•>ccar·ono 16,1 ~inrnate di marRllia dellt• quali ~.5 pres~o rl cor·po c 12,2 a ll'o!<prolale. l n\'eco nel 1881· 1.: r·eltilivt' gior·nAlo r\'inferm eria e rl'ospeùalo r•isultann in numt>r o rninnr·o cioé ~.5 e II ,R. Lo mortalità fu in aml.udut' ~li anni r·elalivamenle minima e l'urrno f>{x,i- si di !=>lingtte f.:np r c1 gli nl l ri per ltllfl b~t ssu cifr·a dr dccllssi. Oc;{li individui l'ur·uti nei IJuarliel'i c nelle pt•oprie abilationi morrrono 121{ nel prilflO ar1110 e 112 nel secondo anr~o. Tra ' Jilelli curali neglr !::\pedal i morit•ono 16!)1 e 1536,


RIVIST.\

cosicché il numero complessivo dei casi di morte ascese a i819 e 1648, valeadiL'ea6,7 e 6,3 pet· milledella foeza media. Relativamente a lle al'mi, la cavalle!'ia 6 l'ar·ma che soppol'tò la più forte mortalila in ambidue gli anni. In quan ~o ai mesi la mnggiorc morta li là s i vet•ilìcò nello aprile, la minore in s e ttembre pe r ambiduc gli anni. Nell'anno l883 furono curati negli stahilimenli sanita ri H6,42!l uomini dei quali: Guarili. . . . . 101,109=R68,4p.1000foi·zamedia Rimandati ui corpi non guur1ti . . . . 1,620 13,9 Manduti in licenza di Il co11 valesceuza. l>,UOG 50,8 6,088 = 52,3 Riformati . . . . Morti . . . . 1,691 = H,5 Uscitt pet• Altri motivi 1::. 0/k » Nell'nnno 1884 ful'Dno cu1·ati i0U,215 uomini dei quali licenziati guarili . . . . 94-,U'tU = R69,4 p. lOOOforza media Con proposta di licenza J) 5.()1)8 = 52,2 o di riforma . Dallo stesso ospedale mandati in licenza . 1,i25 1:>,8 • )) :3,708 :::; 3:~,9 Riformttti . . . . ii!OI"li ' . . . 1,5:3() = H, l o • Licenziati non guaPiti l,:lU9 = l i-,6 » ,

=

=

)l

=

=

,.

P er l"iguardo alle più importanti for1ne morbose verificatesi in am biduo gl i anni è da notarsi che: fur·ono curati per sco1·huto: Nell"nnno 1R1'!3, 9H6 uomini= 3,() p. 1000 forza media 1884-, 53:3 • = 2,0 »

Lt:: truppe a cavallo sofTI•irono eli scc~rbulo mollo più delle truppe a piedi. Pel' ileo-tifo ummalarouo: Nell'anno i88:-l, 1567 uomini= 5,8 p. iOOO forzH media )) 1884, '1583 6,6 ))

=

La feequenza di questo morJJo dli qualche anno manifesta


DI STATISTICA 1\IEDJCA

JUna sensibile diminuzione. Le truppe di occupazione all'es ter o furono molto travagliate dall'ileo-tifo, dei casi sopr a designati 4·22 con 77 morti appartengono ai corpi d i occup azione per l'anno 1883, e 415 con 58 morti alle medesime truppe per l'anno 1884. Da l ch.e s i vede che più della quarta parte della cifra totale dei casi appartiene ai de tti eorpi d'occupazione. La minima frequenza di tifo si è manifesta la nell'anno 1883 nel Lerri torio di Agra m con l, 7 per· mille, c nell' anno 1884 in quello di Zara e Budapest con 211- pel' mille mentre che nel presidio maggiormente colpito da quesla malattia che è quello di Serajevo q uesta frequen;ca raggiunse il 12,1 e il i5,6 pPl' mille. L a morta lità di tif•) f'u in ambedue gl i anni mi nm·e che negli anni antec;edenti, non avendo ollrepass 11to essa nel 1883, 306 decessi cioè ·l,1 pel' mi Ile e nel 1881-, 2i5, P gua le a 1,0 per mille della forza media. Negli ospedali l'urono curati in tutto 15~5 e 1551 casi dei quali con esi to infausto 300 e 271, cosicché la mortalità risulter ebbe di t9U,7 e eli 174,7 per· mille dei ·curati . Per· la f!Uarn igione tli Trento, Boveredo, Olrni\.lz, B udapest s i è falla l'osser·vazione ehe la frequenza dell'ileo-tifo subiva un sensibile aumento quando il livello dei vici ni numi era molto bnsso, ma pet' i casi che si mo.n ifestavano sporadicamente in a ltri luoghi non si è osset·vala la s tessa correlazione di l'alli. Pel' t'ebht' EI malarica ammnlarono: Nell'anno 1883 24,532 uomini = 91,t p. 1000 forzameùia 1Sl3i-, 18,870 =70,9 "

"

Questa rnalaUia già da una ser ie di anni manifestasi in p rogr essivo decremento e questa dimin-uzione entra come elemento importante delle migliorate condizioni sanitarie gen erali dell'esercito. Questo morbo mani restò la rn•·q;gior diffusione nei territoPii di Zara ed Ageam con 236,2 El 237,4 per mille nell'anno i883 e con 220,9 e t ?8,3 per mUlo nell'anno J884. A ll'i ncontro .nei presidii del terl'itot>io d'InnshPuck, Pt>aga, J osefstadt e


11 42

RIVISTA

BrUnn la frequ enza di questa malattia fu inferiore al 15 per mille della foi'7.0. media. Per l'anno 1883 si verificarono f> cusi di morte c per l'anno 188't soltanto uno in seguito a febbri periodiche. Arnmala J'ono per vai uolo: Nell"anno 18~3. 70:1 uomini= 2,6 p. mille foeza media " 1881·, 507 = l ,9 .. La f1·equ~nza di qucsla malattia nell'esen:ilo si rlcvo l'ilenero anco1'a alquanto rilevante bencl1H si veda diminuii'O di anno in anno. La causa di questa frequenza deve allribuil'f'i a questo fatto che Ùtl una parlo in molte popolazioni ùell'impel'O lu vaccinazione f'i pr-ali<-a us~ui malr), dall'altra che nell'e!'<crcilo stesso si fa br~n~lla Ya•;cina;done ma non sempt·e la l'i vaccinazione. E fjuando f'i ;:arà I't.!sa obbl ip:aloriA la J-ralica l'i!!'orosA di questa secorvla prc•fìb~si, lu riYa~.:cinazJO:w, allora sollanlo si potrà libeJ'nre inlet·amente l'e:::erri lo da questo flagello. Neg:li slabilimen li sanili:II'i militari fui'Ono curali neii'Rnno 1 88:~ ()78 e nell'anno 1881· 482 otretli da q ;juolo, e si ebbero t'elaliYam enle 43 e iÒ casi di m o1·te equi"alenl~ ad una mo rl<Jltlù di G3,4 e 80,4 per mille ::: ulla l'orzl:l dei c urali. Dei :H l annnalali di vaiuolo dai quali si h potuto ra1:1:ogliere qualche dalo · sulla vaceinazionB 21 ind ividui o non orano s ta ti vaccinati o lo l'ul'OnO senza effetto, di questi mori1•ono 8 cioé 381 per mille, rnenll'e il nume eo dei decossi ~ ug l i al tri dc.i 320 maIali ascese sollanlo a G eguale a 19 pe1' rnille. QuinJi la morla lllù dei non vaccino li fu precisam e rlle venti vo lle rm rggiore che quella dei \'accinali! Il massimo nume r·o degli entra li ur: ll'ospcdale pct· vaiuolo · cadde nel mese di mai'zo. Partendo da qud mese il numero dei vaiol n~ i va semtn·c diminuendo, r oggiunge il min imo nei mes i Ji ogoslo c sPllernbre, e comincia ad aumeolal'e dr· nuovo poi in ottobre . Per Lubcl'colosi polmonare Jurono cm·ali: Nell'anno 18R3, 1230 uomin i = 4.8 p. 1000 forza rnedia "' Jfl8t. 1110 • = .},2 • ))


DI STATJSTICA MEDlCA

In ambedue gli anni si ebbe la massima diffusione di questa rnalaltia nel ter·riLorio di Cracovia con 9,2 e 7,6 per mille della forza media e Ju minima nel territorio eli Temesvat· con 1,7 e 1,9 per m i lle ùella forza stessa. Nrorir·ono in seguito a tubel'Colosi:

=

N eu·arlllO 18~3, 4·27 uomiui i ,6 p. 1000 forza media 1884, 385 = J,5 "

La cavalleria, fr·a tu tte le armi, fu quella che ebbe pitl a soffrire di questa a!Tezione ed in q uella slessu al'rna qu indi si verifieò il maggior numero di de<:P.S1'i , eioé 2,7 e 2,6 per· mille della forza media . L'a•·Li:;dieria dfl campagna e il eorpo di cacciatori ebbero invece il nume,•n minimu di Jeee~si per tubercolosi, cioè 0,() P"'r mille della forza media Riguardo alle s ingole nazionalità compo r1enli l'esercito si ,\ osservato che la tubercolosi ha mtlggiormente co lpiLo i Polacchi ed i Ruten i e quelli che 1re Sfl l'fr•i r·ono meno L'urano i Croati e li Czechi. T r a le malattie !.l'n celi i pr·erlominar-ono i c~ll81'!'i cong-iunti va li e le in fiç,rmnazioni tt·acorni:llo>;e. Per calarr'o eongiuntivale furono eurHti: Nell'anno ·I8i-l3, '10,619 uurnini = :.m,.\. p .lOOO i'Mza media ·J 884·, 'li ,GM Amm~lfll'OIIO

pel' c<1n giun1ivite LrùcOJ lWto sa:

Nell'anno 188:.3, 2:228 uomini = R,3 p. 1000 forza meù ia »

»

=9,5

In quanto alla localilà, ambedue queste forme di ottalmia si mànifeslarono in maggior numero nel tenitorio di Cracovia e di Lemberg. l n quanto all'arma, la cavalleria l'n qt tella che soflr'i maggiormente di que:::ta a ff'ez.ione . Giova no tar·e elle fino dal '1880 la f1·equenza delle congiuntiviti ealat·ra li va di m in uc ndo, dicasi lo s iesso anche del tracoma in generalt\ però 111 alc uni disli'elli, eome pure in alcuni corpi. questa decrescenza n on s i é folta sentire menomamenle. Negli ospedali m ilitari furono '~ u rali nel i883 2000 individ ui e nell'anno successi vo 2 1fl5 atT'eLli da congiunti vite tra-


11 .H

Ili VISTA

comatosa dci quali 663 e 6\9 per mille ritornarono guar iti ai lo•·o corpi. Amrnnhtt·onn per• poltnordle:

Nell'anno lllR3. i9l>U uutuiiiÌ = 11,0 p. JOOO forza ruedis " J/(8't, 2670 IO ,:l »

=

L n ma!!giore r••lali,·a frPrJUt•nza di que!òl'afTczion•• fu , s serYAia nt>l lr'J'r itcwin rli KA·whAil con l'i.lì r> lli,i- P nel lerritorio di 'l 'tltnt'.~" t'81' ,.,m l i,~ C' 1'>,0 pel' mtlll'. Ln 111 inimu frequPnzn r i-;u llc\ nei lt•rrilorii di lnn!';brtll'k e di Pl'll~a, nei quali la Jll'()pot·ziom• pe1· mille o;o•·tlll'l lrR il a,a ,, ~). NPI lllcnnio IDO L'tr'OIICJ ili 1-'I';,!IIÌtO ul lR StllllfltCIIZÌ HlAlA rnll lltliÌA :1:H C 332 indi\'ldui c111 l'lte r·ori'Ì!<nood• ull' 1,2 P all't.:! per mille; la rnorln hla lr11 ~1 mnrua lati tnoslm gt•nttoli Jifl't~I'PilZe lrn i varii prP ~irl i i ed o~··J!Ia ll'fl il 2fi P 2 'tO, 7 )•er mi J]p ,)pp-Ji Ovuli i n cura. P t•r m aiAIIio ,]pJJ'appHl'alo cligt>Kiivo c ùegli Mgani ut:cessoJ•ii l'urono rur•nli: ~ell'llOUO 18J';,J, Hls,i-fll UOIUilll

18l.>'t, ti7,UG3

= 2!>i,5 p. 1000 forza media

= :.!::iU,-;

»

D opu le 111alultiè dPila pPII•· c del lc!'suto cl'llulm·e il 1n·uppo ddl·· rnulAtlil' tlegli organi dt~c•·enli ù qudlo C'ltt> ;Jit il •naggiot· co nl i n ~PtJLe mo•·bo!"u. Prt'n AlH.: hn di qtiCSLH 111!1 1uLtiu si ossf>t•va da nlruui au ni un g J·adutdt• rlPr rcmt- llln. M ot·•rono 111 scguitn a queste •nalttlliu t2ì ~~ 12!) 11uhvitlui oel biennio CIO citu equivale li o,::; di IIH>I'lalilà f! Ol' militi t.lella fur:z.a mediu. ~ alallie ven~rce e s ifilidc•: Nr ll'unno •JH8:3, l fl,7:l2 cn si, cioè 1:1,:1 p. 1000 fol'Zn m• •clia

»

11'84, 19,146

n,o

"

La fr•••Jut'IIZn rli rru~:,la mnlollia è rirnasla rrunsi invariata fin o doll'anno 1880. La più A'l'llll•lt· f1·equen:z.a di que><lu affrziune p"r il Lii"lm io SI è ,·criflca ta rwl letTilorw Ji Htuhli e!"t cnn 122 " lll ,~l per m iliti o nel Len·ilol'io di Temt•svnr con 1 1G.5 e 1 07 .~ per mille. All'ilt t·onlro nel te rrilu l'in di lnt t«b ruck si è ossen ·ata la frefJuen za minima chP fu eli 31,!l o :H per mille ddla ro•·zA meùia. Il co•·pr> tll·i cncc iatol'i fu c~n l p i lo da


1145

llf STATISTICA ~UWICA

malnllia r elnl ivamenl<J me11o clegli altri cor pi. Le truppe di ~ani\.8, il corpo dei ft>rt'ovieri e dei lel ~'grafisli diedet•o ti maggiot· nurnei'O di malali wnf.>rei e :>illlilici. La tnAS!;imA fr equenza si i> vcrificnta negli Un ~beresi con 1H,ì o ·t27, la minima nei l~c.leschi cou 7lt ,H per mille della

forza. Negli O<"Jwolali militnri furono curolì per molattie vener ee e !'<itìli!le 1 8,72~) in•hvitlui nelrauuo ISHH" JR,l H nell"anno 1884. T uli malallie r·i~11 l lano cosi ~peci tkut e: Anno l&!J, bleuor1·ugia ulc~ri 1110111

i-,2~• 1 =227

n

uke t'i duro L.H~) = 77 ,:;ifìlull• rustJlu:r.ional• :~J<;q = l~lj

• •

Auno 18tH. bleuoJ'J'ngiA » ulcei't moUt

»

9,~•H =510 per 1000 rorza

ulceJ•i Jun~

~.!103 = 1-!ll " tllr>=2.1fl " I.:> !!i = Si "

::il tìJiÙl) (;OS itlll7.. HITl<:!Jfl a,530 = lfn•

Sopra JUIIO tledi ir~tltvJdut curali ll"'l!lt slahtlnuenli m ilitari P'-'l' all'eziont \'ellt-rèt> (> !>ililidc 111 lulto il biennio fuJ'(lllO u·cenzia ti gunri li f>t):l 11 !)88 por mille .

Pt!r p•afdta dei p iedi fuJ'ouo c•uralt: Nt•ll'annn I RS:l, 1~,,015 uomini= !:>5,R p. JOllO fot•za m crlia

,

188'1- . W,218

= li2,:1

»

"

Quesla alft>ziune l"'l' <>è ìn.,iguiticanl·• rua clu• pm·e e!>er cilò gl'llnde inOtl\·nzu sullu ''a licli l.a al :-;l• evizio giù da parecchi an ui si et'R uu1~lr<1la in conlinua oliminuzion ... , •• sol o in quesLo blennio si ·• ns,.:et·valo m t c·erlo aCCI'I!:<t·tm,•Hlo nella sua frequ OI1 7..A.

F malmenlc medlatto speciale m t'nzione le lesioni esLl'rno e ll'aumaltchc dt f'Ui ne• due nnnt si ver iRcarOIII) 26,71-7 e

2G,;ns cn-<i c~orrispon· l••nti a !:>9, ~ e liJJ ,O per· mille dell" fol'Za. T 11 l sorto di le"Ì<•nt in IJUI!::ti ullimi c inqu e ann i ha nta.ttlonulo pt·usso a pcwo In !lll"""a ft·e•tU•·n~t. Circu la melù dei cas1 OS!Iel'VAti flli'CIDO cong-t>Ì8Z10111; S~·g u n no a qUl'SLe le fJ'8 llUI'() e lo lu;;sazio ru r o n nn a fl'l'!(ttPttila eli 27.:1 per m ilio s ul tot~le M !l t: le-.ioni u ,., Pnu t•· u?l l 8!l <'di 30 pet· mille su quelle avvenute nnll'ann o s uccessivo.


·l 14-G

JliVlS rA

Si C>bl.le il 0,2 o il 7,5 pet• mille di ferile per urma da fuoco. Iu seguito u l e~ioui viul enle mor i t·ono 11 irulivid ui nel p1•imo suno H 21 nel secondo. In t(U&lllo ni :;;tùciJi cun~umali e tent.ali, alle mulrlazioni volonltH'ie ed olienu.tiour rno olali verificati~i uei Ju~ anni si rtlew111n tla qlre~la ~lalr<~tku i ~e::uenti nolevuH falli: Sui•·r.Jr :l.iO nell'nnno Jl'it-!3. e :J:H nell' anuo l il8-i corri ~pon­ òenli n 1,2ti e l,:!s t·~•· mtll•· della fona 111edi». Teulalivi oli l"Uii'Ì Iii fil ,. Il:? ca,..i, ossra U,3i- e O.~:J per• mille. MuLrl&/.10111 \'Oiollltli'ÌI' 61i p 1)7 vole a dit•e o .2-i e 0,25 per mille clelia t'or·zn rrwtlio. In quauto nl l!l'll• t·e dr !:'Urriclio l'ic:ul la che i11 gmnde ma~­ giur·auza 1 :stucioli l'ttrnufl ··on~HnJati eon urmn .la fu,)co, ciò ch e nvvenrrc in H50 vnle u dir·e HL per· mille sul l ol alo dci s tticitil s te~f- i. I suicrdi i-10110 t•iput·Lil i cugi ~OCOil•lo i wadi:

,.,,,j,

= ==

Uffìciulr. 4:) 51 p. JOOO Sollufflcioli 197 22:! p. 1000 li:{:r = n:; p. 1000 Soldnli Quell i cir o s i SCHIO pJ·ocu r·atC' volonturi~tmente mulilazionr appa r lengt~ n o tulti 11 SC>lrla li com uni ed ~ uotevolt:: il l'allo che la più :-:rnndt- fri'({Ut•nz.u delle rnulila;.iooi st verifica Ira i sol<.lalr ar·r•oluti dn ['UCI') o lutto ul piu nei prmu Lre rue~ i ùel servizio.

Si O<;s•·r vnr ·ot~o Ili t·n!-<i di f!lienazinne mentale nell' unno1k83 t• 13 ca,i nt•ll Allrrn l!o>IH. croé o,3(i e O.~s pe1· mrlle della for·za media. La freqUt'IIUl d,..IJ,. ali•·nazioni m errlalt Ji quel biennio è poco ùtver sa du quC>Jin tlt>;.dr unui f.Jl'CCetlentl. FJ·n Q"li atl'etli d'alicnn· zrone mentale ~j notarono i(i urricrali. :W sotturficiali e 10-i soldati il <'fil' ci dà lu propor·ziorre tlr :!70, l ib e 612 per rnille dei cur ali. P er· inabililù pPrm unrlll•· al «er v!zio furono licenziati dall'esor·cilo, pensionntr H lr'N!'lotali ni veler•uni: Nell'annu 18K:!, 13,5fl l uom111i 1 8~~,

l ~,ìH

= 15, L p. '1000 forza media

» = 16,1

»

A cominciu ru dAl l l-IRO il numero di cong-c,l i di ri fnr ma si•

'


11n

OL STATISTICA l!EDIC.\

• mostra in numenlo. La massima pa1·L" dei congedi ò1 l'lfor·rna calle sulle clossi giovani cioè sui sulùali dd prim o unno di set·,•izio e più specialmente ùei pr·in11 li'P mesi. T1·a gli uomini di questa rlasse ,:j ..:onlar oun ut>i clue anm 430fl e i-:H5 congedi Ji r ifui'IIIS ovvero>'ia 32:! e :!97 P•'l' mille ~ul totale delle riforme. Srceorne in que~li cu:-1 ~i tratta [lt!l' lo più di impe•·ft-zioni prLesislenli al sc•·,·i;io t• "olo ucce rlnle dopo l'urrùlomeulo, ..cl esscnùo que::;le pc·!·tlilc r·ompen"nlc Jalle risp~llh·e ~urrogoz10n1, cosi la rcnlc perclitn soll'r•t'la clall' escrdtu e minot•e di quello chH n primtt vbtu semu•·c•·ebbe. L'aununcwlo numero di t•itèwmc cb o ;.;i è ve•·irkato in flllC!lli ullirTll ann1 deve::i allrtbui rr:: allfl tc•ntlenzn nr a piu accentuala ad elirnint~re per lc!lllj)O tlall'e«erc1lo ;.rl'inal•ilJ. Le n fo•·me opentlesi ndl' t'St'l'e1to in •tu•.!sli cluc an ni furemo pe1· 1:! ma!!f:ÌOI' par te tnfll l\ a ll' eia debolezza co:-;ltluz•o· naie, emi" viseP I'Oli , affezioni cronwlt l' de ll'orec·<' ltio t' luhercolosi polmonn ltJ . A cflgiono ùi 1110la Ili a furono lll'Cil J'dttle l icrmzo [lP l' un Lompo più o meno lungo: ~ elhwno 1883, 7714 uomin1- :?x,c; p. tc•oo ft.J·zu 111e.lia

18t:-~, /!JOR

»

= 30,:.1

»

A qut::;;lu J'i~ u tlrdo non !'i J·ilt•vn I:'III'UIJa \S r ia.~:iol l l' da CIII!(Ue onni t1 quesltl po rt,o . F inalmente è da notarsi clw nel co J·xo di que~ll duo ntmi si p•·utictn·ono nc!.di spedali milital'i l:U;; OJH?I'&Iioni chn·ul·gil·he, 82ì~l sludii mwtomo- paloiO!.!lt'Ì r 69\ necroscopie I06•1ico-

legali.

RTVISTA BIBLIOGRAFICA ~-:-..,.._

Samariterbriefe. -

DolL F~.ocntco E ~ \I ARC II -

l<i r l, 1886.

l n qne~ to opu:i'colo l'autore, d11• •· g•à tunto benem~.>rilo per la fondazione dell'ns:-ociazicme Sllmoritanl'l. e che ha lnnli LiLoli <d ia gr <lLiludine univer !"u lr pt'l' ~l i f'o 1·2i fal li c·o n amrni1'1\\'0lo pf' r sevrm nzn J• CI' i ~ tr•tlic•u i pt'o fa11i sui soct·or ::;i im-


11 48

RIVl S1'A

meùiati da da re in ca~o di dis~raziati a r.cidenti, rilot·na sullo arqomento, con Io !'ICopo òi 11ropugnat•e «empre ptù lo sviluppo delh1 lìlanlropica isliluwme. di l'ICUOlet·e dA l torpore i neghittosi o eli sca!.!ionaPe r asl'ociaziono Samariltwa da qualclw i ngiu«la accu~a. L'autor e ha redatto ropmwnlo (4fì pa~ine cnn \~figure nrl testo) in l'•,rma rl i IPllerP dil'otle ud urr c:lti r ur go !'1 110 vecc hio tlmi~o. Eg-li r·omiwnr cnl nnr·t•nre In . t•Jria di un bambino caduto in uno stagno, e elle potè es:wrù richiamato .in vrtn mercé In r·r•!\piraziour urtifil-raiA prolungnta per oltre un'01·u, e f11 Lla ftli'O cln\Ja islilulrice. clrt• trvea rr.-quentali r rorsi rlella scuol a Samnritana. L'nulor·e cou~i!!lìa 11 que.,Lo nropo~ito rli praticare lo respirazi•me artificiale in lul.li gli annPgamenti, anc he so nnpa ren tt'tnAn1.e O!W i Rpe r unur é vano, noichè in non poclw congiunture i c:ommer>'i polt•t·ono l'"'~!'t'•' riclrinmali in ,·il!t dopo che erano .. lalt un'orA e pt>t·tìllo un' ot·a e nw1.zo soll'ucqua. Mollo giustn111enLe JV•i l'nulor·~ t'uN:oruancla cli non sotellere dopo l•• prime utunipoluzion.i iulhllluose, mA di continuar•· la re..:ntrat.tolle nt·ltfì··iaJe pt•r alcuno• or•• almeno. E'~«endo stult comuut•'lltt alla ""YAI Humnn~> Soc·ioly par ecchi ca!!\i in cu i la vita tl il'tl'Ò dopo quall ru l' nnchc t' ÌIH(UA Ot't' di ac:sidui lr•ntAlivi. Pa;;sa•,,)n All'argOIIl"lllo rt ... t ~I)CCOI'i"n llllffiPclialo olei ferili, J'ttulore V!lo) O SOIIl'BluliO Che llllll Si d lll1Clli lieh i il p rcct~ llO ippocralic;ò M di wnr nuocere "• e non ::li pAPP ,·lte uu ttl l'dico non po..sa no11 e<,c:crr> ltt•IA1 eire qne ... lo) !!rAnolc precello vc•nga inculcato anclw ai profa11ì. È !Wl' questo che "'euza pr·oleeul et·o di vol l'lt't~ irrscgmt t' o tll volgo lo nor·u1o della ru odicalnl'a nule-;dlica, vnolP clw ,.c:so sia rr•.,o consapevole• almeno delln pee·nicio"'u inOuenzn ~sercitala :-ulle Cet•tlt> da qualt~iùSÌ

imllt'afLnluea.

Ui impu r·lanza rtlll'l,.ima !'OliO i soccnt•si p1·onli in ca«i di <'IDOI'ra3ie, cci a lorln dll multi ~~ ritiene dee quP'<Ii non f''J"sanoc non debbano c"'~=:ee·c pre~luLt che "o lo .Jalruomu dell'a l'le. Un medi!-o, sopr·All.ulln in cutn[•agna, Apcsso rr on JSi Lrova, c pure, ('on poche corroscenzc, ognuno t'• al caRo .ti frenAt'A alla megltC\ pt'o,·visot·eamenll" molte emorra~1e. L'llntor.- se dilunga qui ocl ncrenna r·p le p•·otiche aR:-.u t·de et! i l piu t.lelle volle asso i uocivP. adt)peralo dal popolo per la cmostasia, o

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DlllUOGJ\AFlCA

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c ita d iversi COlli con esi to lelale in cui con una falldalura emostatica In vita dei ftwili sarebbe s tato salva. - L'autor·e a mmette pienamente i pt~ricoli dor·ivnnti dalla costrizione troppo pr·oluugoLa di un a r to, ma appuulo per ciò nn n cessa di fare in::ulcar e a gli alunm di metter~ 1l piu sollecrlamenle i fer·itr, fost· iuli provvisol'ia•ue••le, ueJI.., mnm di un chirur go, sorvt,g-litw do li Ono all'ut-ri vo del 1nedesimo. E IJUi r·nùt; accoucio rif•·J·n·c in poche par·ole il falli) clll' l'aulor't' rulri·a, di un operai '• cliP in un op1th:io ebbe Lu,.{luHo da una ::.•·ga circolare l'avambraccio con r·ecish111u tlellu due ossa, l-<iccllè la m ano e•·a l't'!ò<lata adet'OIIlto solo p••t· u11 it)mho ùi cute. ùa ùue a r lcdc tagl iate il sangue spicciava a ~ello. U n compagno di lavor·o cbo uvea fr·e•IUl!lllate l·~ !;Cuole Samarilaue nppllcò la fAscia eJn,.tica dei lt'gucci dPi suoi cnlZ<llll, ft·cnondo la emorragta c copri la purl·· lt~~a con un tovu~liuulu unb ... vulo di soluziOne ft>nicala. Il chirurgi) giunto cir,·a un' ut·u dopo allacd ò 1\j nt·lot•ir·, fl!co la suturi-l t!ei tendi ni, dei l HJt' vi u degli a ltri te~:.uli ,, la r·iuniotlt' ebl.Je lu.. ;.ro per pr .ma inte n ~io ne. L·uulOf'c pfll·la quindi della impcwlanzn 1!randtssitrHl ùegli Rpparecchi pt'•\\ visot·t in ca~i di ft'ullut··· c clt•l modo come s i Jl O!"'"OilO impt·cwvisa t•e: mnlle volli' una frnltu t•a semplice diventa compho:a'a pet·chè il ft' Allut•ato vienr sconcia•llOnle lra spurJalo uli'o!->pedate in v('llura o in allr n modo non nliallo. senza ueppur<' sort•eg~eee la parlo lesA con qualcl•u s tecca. L 'autore a CJllt•;;lo jll'UflO"ilo fH t•ilevare con daLi slnli<>lici la grandi:! rr.·quenza dello· le-'~ioni v10lente 111 uerwre l!ll 111 i;;;pec•e nell'eset•cito e loda lP- dtspo1:.izio11e colla quale v i •~n pt• cscritta la isLt·uziono sui soccOI'si i mmedioli pct• LuLli i miliLal'i, polend~>si da 'tuesla su,·iu t.li;,posizionP uno !'Olo ollouere il Yanlllr!-ÌO dit·cllo di una pmnla medicalura nei cat<i 10 cui nou v'i• un medico, mn czianolio spt't'&t'n la r apitlu diffu~ione in l utltt la popolazione tll cognizioni tnnlo utili. L'auloJ·e pas~a infine o lrall&l't' dd uwtlo migltOt'l' d'impartire nelle !;lcuole Samnrilaun l'istruzione sulle rog-nizioni indispensabili di a nnlotuia e tìsiolCI~ia, sulle fasciatu r e, sugli apparecchi pct· fraltut·u improvvi"ati. su1 pr~sioli emo$laltci, sulla r·espit'87.iòn~ at·Lificiule, s:1i mt·z~i ptù a ge,oli di Lt•t~ ­ s pol'lo de i fe ri l i ecc.., o ùoscrivr> b t·~v orno nLe i Yat•l mollelli


4 1;)0

RI\'ISTA

d1 cassette per i fWimi soccor si nonché varie rormo d i barelle e c·or relli per feJ·ill. L'aulo1·e concbiucle rol fat· voti che l'ossnr iazione dt'lls Croce Ros:;11, ampl iando un poco il suo nobili~,.,jmo pro-tr amma, voglia pl·odi~ure In sun t•pera hen,..fica nnche in lE>mpo di pace, clt!SCI'I\'C gli olli1111 l'i;o.ullati olleuullne~li Stati Unill cd in lng hil t.c t•J'Il d ~,Ji a i sliii iZin ,,e di 1111 inoppunlnhilo sur vi:r.io di SOo'COI'SO, CÙ infliw t'"'JII'ÌOlO la :-:po•['Sil/.0 cJw J'SS'IOC'IDZiOne Sarnnr-itann col di(T,,nfi,•J·~i ,. coll'll umeulo dei rnP:r.ll ùi cui rlispone posc:a sempl'" ma!!giormPnle ..... tendert> la ~ua sfera d'azione. Contributo all'arte di curare le ferite e le piaghe, Jcl pt•of. G. ConaAot. - (Lo Spt·r im• tttal•, fas(· . .+•, 1886). II pro f. Cot•raoli t·a.::t·onla che il ~IlO anlc>cesc:ore, pro•. A n,J ,•ciru, tht·t•wt . m,.zzo st•enlo fu, c!Jo In fc1·iLa 11 011 ltn bisogno di rtCf!!'i U11 0 me.-licalul'l:l, clte in v •ro (}(:1'01'1'<.: mcuil'IWP Ja fì. laccio Lir:.lel' l1a dello. m<·rlichiamo l'aria; m(:dicltiar110 yli ogyctli clw adoprt·rcmo pt>r coprir• la /i.· r ifa. O~g1 lu tll8:5~ima parlo dci rlururg-lu ha t·inuneiuto a mt:di<'nre J'm·ia JH'I' la uuovissirnn igiPno t!o•JIP rlinichc, p1il tHlfl ttCt:ttl't'e, o pet'l'hè meglio - dice ti pro(. Ct•r'l'ndt - 111111 sAppiamo e non r iuscianlO 8 fti!'IO, fJ i IClP1.Z Ì p1·opo-:ti t-' "P>' f'ÌU1Cllllllt tl\'C\'800 mollltnconvcnieuti. L'uutor•· lllind1 ndlu >"U8 clrnicn Iii S. M. Nuovo in Ftrenz.E>. '-i JII'CO('Cupa eli nH.'Iht'(li'C ,!h o~~··lti che de,·o11o C!:'r:.et• mes~i ::;ulla lcr·ilil, ini<ptruffdo"-r al l'''"c~llo del s uo Slt loce:<l'O re Andr•t• itti. Es,..o quiudi é Jcl put·lito, molto unliC(l in clli t•ur~iu. cltt>, per la pt·ulica ''"Pt::rtvll:r.a, P cooa\'fl1lO clw • lP l'c1·ile 11011 »t rut·ano, ma ~~ lnsciuno !!unrit·•· •· .È taulo \'et·u rhe l' o .....,.n·azion<l nelle rose nnluralr non muta et! è ti t 'PIA~gio eli tutli gli uomiru colli r.he pertiuo 0\ idio !\nc:one ho lrMnantlnlo n noi, dopo cil·ca 19 '>ecoli, 1111 Jislico, a pochi nolo, e cii•~ do v1·ebbe essct·e scolpito ru·lla ntcnlE' di quei fanali :i che al l ello del malato hanno os.;;er,·nto o captUJ poc.,, e che pretendono dt non oltcmperal'6 alle l!lvamtbili le,.rgi di nulura. • Curando {ìrri ljtl!leàem major11 v idemus • Vtlllltra, quaa melitts IWII lel i!]oUt (ovtt •.


BIBI.TOGRAFICA

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E il pror. Corr11di cura. con mollo e!'ullo indirizzo, non ~·à la ferita, ma IH nw<licalut·a. Gli ogg-eLLi di tn>'ll icalurn cb e l'au lot•t• atlopra sono: a) l'amianto in fìbrn; b) !a ~at'7.a comum• pct· fazzo)t>lli, compresse, fa!'lcic; e) il cotoHP idrofilo e 111 0\'atla comune; d) la juta o stoppa e il ct·ine vt•golllle; e) la SPln cruda ilt f7ircnze; .f' il tu bo dt gomma per l'ogn11Lu1'11; al In lem:a, ossia il lìlo fallo (·oli' ot·gano delln ;a.eta del filugello. Tulli questi ogg-rolti eltc conlen1!ollo s•·nza duhbio lfPt'mi infellivi depo<:ilali ùall'nl'ia . il Cot't'Aiii li ~L.-rtlizza r.ol ralore, tenendo ~pcriA i mt•ntP t·uuto rltt> ti rn!tlo umi lo o il vnpore acqueo slPt•ill7.za 11 100 o poco piu g radt rli calorP, che col caldo secco oecort•e una t.empt>r<~lllt'8. tnoggiore, P che inlinP l'oggetto du s l.et·i lizzn t'l' deve stare d11 l or Et aJ 1 orfl n ttlezza sollo l'inJlu• •ttul del l'nll 11 Lr tnper·n l ur·n. ri Corr·adi lta l'nllo t:n'-Lntire una slufn economica t'h,.. ha la capa<·tt.il rli t1~ dt JUI'Iru cuho, J'i"'•·ultluiJilt> a ~a~ uno o 200•. Siccom~' no11 e pO'-'::oibilt> eh•· 114 !'<tl'rtli7.1.azionP ~m falla al momenltl della medicAluro, c·ost il Cnt•t•odi liene pronl~ lnnle cassette con~A n e nti nggctli giit stertliz:c::u li col cal ore. Ilo fatto oosLruit'E' nna e~:~:~~eltR eli ottone, Li rAln A mArtello, nndH possa resislerP oll'nlla lernperftlura. Cia<~<'UJIII cas,eltu contiene: 4 fazzolellt, 8 compressP, fì rascie, uno l'\l!·at.o dt coLone idrofilo "'J 1111 ullimo strulo ùi oval~a. Qt~t•sl' ullimo, SPJ·ralo la casseU.u, t- pt'<'!>O al inl'astro dal coperchio in m oclo C'he forma una c!liu<:ura ermetica. Affinché g lt n!.!gPlli rli LP!'suto estlc non si a!TO!>li!>cnno. ~ono pr·ima luvali in una soluzione rli "Ublimato, rruindi, ancor•a umidi. sono poslr nella cessotlR c he è inlt•odol tn nella stufa a 140 gr·adi. Circa glt oggetti di m•'rlicaztone l'aulot'P nota che l'amianto è softìcP ed IIS"'Orbenlc in modo prori•gio~<o. Messo c:opra una ferita , sta pure un moncone di coc::t·iu, A!'S:OJ'be tuuo, e forma una cro!>l.a esterna pt·olellr•ice. utile pe1· la immobil izzazione e contro i A'rt·mi in fetlivi. Qu e~la cros ta, appena s i bagna, si distacca s ubito dalla fP-rila. L'amianto può essere più volle


1102

1

RIVISTA BIBLIOGRAFJCA

lavato, di nuovo sterilizzato ed usato: questa propl'ietà com· pensa il costo che per ora è di L. 5 al kg. e che all'ingrosso potrebbe CO$lare la meta. M a ti con Li fatti la meJicatura costerà 25 centesimi, e la rari tà della medicazione e la rifavalu ra giusliiìcano e r1ducono la spesa a molto meno. Il Corr adi non usa spugne, ma il eolone idr-otllo, ovvero dei sacchetti di giaconetta fino. riempiti di juta, di stoppa o di èrine vegetale bianco; lttLli oggetti che sono stati lavati con s oluzione d i s ublimato e s terilizzati al calore. Il tubo a drenaggio è conservato in immersione in una s oluzi0ne di solfofenato di zinco. Il tìlo di lenza, organo del filugello, lo adopera anche nelle piccole ferile, poco secernenti, che non abbisognano di drenaggio, P- ne mette qua e là qualche pezzelto. . Il tìlo di seta cruda preparaLo al s ublirnato è tenuto continuamente in una soluzione di detta sostanza al 2: 1000; a volla a volta ne viene estratta una certa quantità, ravvolta attorno ad un rocch~lto di vetro , e questo chiuso in un va. setto pure di vetro t.he hb un fo r o pel quale passa il capo del filo. Il Cor r·adi preferisce la soluzione a l s ublimato, ma io alcuni casi adopr a quehe coll'acido fenico, e col solfofena lo di zinco. L'1rrigaLore è un vuso di vetro che termina con un sifone pure di vetro; e invece del robinet adopra un anello congegnato in modo che può stringere o chiudere come si vuole il Lubo. Non ricopr·e la rnedicaLura collo str·ato impermeabile, ma mette invece molla ovatta, e. fidando n ~l suo poLel'e fi.llrante, pone sulla rnedicatura, una o più vol Le ttl giorno, alll'i str-ati di ova tta, oude l'ultimo s ia sem pre asriuLLo. Negli arti comprime la medicatura con una fascia di tela. Il D i r e ttore

Dott. FEr,JCE BAROFFIO col. med. 11 Collabora t.ore p e r la H .• Ma:t'ina GUE L FO VON SOMMER

Jll edico di 1• cLa$Se

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Redattore

C L Al) UTO S FORZA Capitano m.edico.

NUTINI FEDERICO, Gerente.

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MEMOR.IE

OR.IctiNA

RELAZIONE SANITARIA SU LI. A

EPIDEl\11A

TIFI C.A.

AVVENUTA NEL 28 FANTERIA NELL'ANNO 1884 Letta il 27 aprile 1886 uella Gt)uferenza scienti(::t t!ell'osp~tla lo di l'htcen7.a dal dott. Giu,.cppc Antoroso , capit;tiiO medico.

Il primo caso d'ileo-tifo, che si manifestò nel '28° fanteria duran te t'anno ~1884· , fu nel mese di giugno e propt:iJ.mente nel giorno '16; a questo ne St1ccessero altri quattro casi neiJ'istesso mese, e cioè uno nel '18, uno nel ·Hl, uno nel20, e l'ultimo nel giorno 28 . La malatt.ia parve arrestarsi, giacchè dopo l'ultimo caso del 28 gingno e per la durata di quattro mesi e mezzo, nessun caso d'ileo-tifo si ebbe più a deplorare nel l'eggimento, quando ricomparve improvvisamente nel giorno 16 novembre con un caso, due nel giorno 49, tt·enel 20 e così di seguito per tntto il resto del mese di novembre e i primi giorni di dicembre. Nel mese di gennaio l'epidemia era già esaurita, e nessun caso d'ileo-tifo si verificò più nel reggimAnto per Lu tto l'anno 1885. La malattia dunque non acquistò vera forrna epidemica che nella seconda quindicina del mese di novemb!'e; e in tullo i casi Jurono 3~1, dei quali 8 ebbel'o esito letale. Meno la2" compagnia, delt·esto tutte le altre ebbero degli allaccati, la undecima r;ompagnia poi superò tutte, come appal'e dal seguente specchietto dei casi verificatisi nel reggimenLo divisi per compagnia: 73


.. t 1 5~

BELAZIO~E SANIT.\IUA

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A questi dati statistici finalmente credo opportuno di far notare che. sebbene nei quattro mc i c mezzo d'intervallo fra l'ultimo caso di giugno e il primo di novembre non si ebbe nessun caso d'ileo-tiro, non si pub asserire che il virus patogenetico infellivo fosse assolutamente spento nel J·eggimenLo, imperocehè. senza contare molti e molli l'asi di dianea che si verificarono, durante quel periodo di tempo entrarono all'ospedale ben 30 indi' idui aiTeLLi da sintomi di caLatTO gastro-intcsLioale acuto, nccompagnati n si ntom i propri del processo tifoso, come un certo graùo di stupidità. la lingua secca, uu periodo quasi ciclico della malattia, la l l'mperalura colle caraLLeristiche oscillazioni fra la maLLina e la sera, e finalmente un deperimento notevole nella nutrit.ione dopo esaurito il processo morboso. che, in medin, non durava più di due setlimane; mn cho non si poLeLlero dingno-


SUr.l.'EPIDElliA TIFIC.\ , ECC.

Il i):)

sticare per ileo-tifo per la brere durata della malauia c perchò la tcmpcra!nra di rado superò i ~o C. lì11' altra parLJcolariLil degna di nota è che di questi calarl'i ~astro·inleslinali acuti, nou so no eube nessuno prima del mese di ~-:ingno e cessarono tosLochl· nel novembre scoppiò l'ileo-tifo, nè più ricomparvero nei mesi successivi. Altra potente ragione, secondo il mio parere, per ritenere che quei catarri gast:·o ·intestinali sentissero l'inlluenzn della causa infellirn; e per conseguenza cht• la medesima. qunntuoqne allcnunta forse, òorelle però esistere sempre anche nei quallJ'O mesi o mt!zzo d'intervallo. Comunque sia il cfrlo i! che s>iluppatasi cpiùemicamcnte la malatlin nel mese ùi no>emhre, "e nl' \OIIc naturalmente indal-{are nhito la cau~a. ~on );i durò mnltn fatica, e grazie alle a n n li ~ i chim iche, si renne n sapere che la pompa sitnala al lnlo esl del quartiere, cioè qut> IIH più pro:;sima alle camerale dei Mllln ti , pcsram acqua coutrnentcoltre n tiO milligrammi per l 000 di so,.Lanze organiche in puln-'fazione. Questo fallo in:;ien\e agli nlln della mas-1ma wra. 'igl!anza e ùili~enza nella confezione del ran,·io. nulla polizia degl'individui, nella accurata disinfezione delle lo1trine, e i n un n parola nello arlornpirnento colla massima scrapolu ~i Lil ùi tulli i precetti igienici, fe,~ero intuire in modo tJnasi crrto r ll r la causa della infezione non poteva risiedere in altro se non nell'acqua della. pompa summento,·ata . Il fallo ùimo~trò in modo aswluto In verititrl ella pro\'arhimica, imperocrht\ rltiusa ermeticamente In :<uddeLLa pompa e rolle Lulle le COIIlun ic:azioni colle camemto dei soldati,· non :;olo l'epidemia ce.:;.:;ò ··ome per incanto, ma nessu n Cll$0 più d'ileo-tifo si manife,Lil in tullo l'anno 18 :.> nel rt.·~gimcnto . S1gnori, si discuta pn1· quanto si \'Oglia su tutte le te01·io che spiegano i momen Li etiologit'i della genesi il ei tifo spo.rndico o contagi oso; si ammeua o no la teoria sul livello dello


tll ijQ

1\EI.AZLONE SANIT..UIJA

acque del sottosuolo ( Pettenkofer} per la g:ene~i del tifo autoctono; si sofistichi pure sulla nalllra del virus, c si partecipi per la teoria chimica piulloslo elle pPr la zimotit·a, per questa più che per la p:u·assitn ria o vice\'ersa, fìnchè Inscienza non ovrà della l'ultima pat·oln, lesudclcllecognizioni o discu!'sioni saranno belle, appughernnno lo spirito, massime in chi se n1 c~i inclinato per le :;cienze speculat ive, ma la pr·u1icn poco o niente potrit giovarsene, a meno che non r.i voglia ritenere che per· In ~covertn clelle yeritil future, coteste «'OJ.{JJÌzio ni non ne sieno fasi indispensabili di gradazione. Comunque s;H, stante a qnanto il più element.1re buon senso ci porta a dorere nmmellere, n me pare che, senza tema eli shagliure, l'epidemia Lifica iu paroln nlthia rironrermato: 1° Che In cau~n dell'ileo-tiro sicno le sostanze organiche in pulrefnzioue; t hfl essa causa consista in un virns fi;;so, non volatile, il cni veicolo ordinario è l'acqua; e che la via di entmta nell'organismo umano sia assolnlamen1e In sola !'<llpPrficie intestinale. E questo ~ruega pttre percile nella nostra epidemia non si ammalù d'ilco·t1fo nes:.nno degli infermieri o d'altro per~ouale in ronlallo diretto dcjili aiTPlLi; nel mentre ~i ammalarono clelia ste$.-;a malallia il piantone nlla ma~gioritu, l'allendenle d'un uflkialc contttui lc, l'i nfermiere incarica lo ai bngni e l'a ltro ndtlello ai caloriferi, tulli con cariche speciali e elle non ebbero per qual siasi moti,·o conl<~liO di so rt a.. colle sale dci Li t'osi; ~· Che non appena :;j manifesta un caso d'ileo-tifo in un reg~imcnto o in qualsiasi corpo, massime so ·usseguito òa continui catarri gastro·inte:-.linali acu ti. non biso~na a~pC'Itare­ cho se ne rerifìchino :Jltri casi, ma :.i de•e suuito procedere all' nnnlìsi chimica delle acque, e qualora queste, ne risulti contengano sostan::c organidlo più dl.llln quanti t:\ minima assegnala all e ncque potabi li, farne sospendere imm eclir~lamente­ l'uso.


SU LI; EPI DEMIA TJFlCA, I::CC.

t 157

AnaftJmia patologica. - Sotto il punto di visla dell'ana-

tomia patoloc;ica, i di\"ersi 1·epcrti cadaverici furono per noi di somma i;;trnzionc; imperocchù ci fa dato di poter osserçarc d1• l'i.~u lutto il processo anatomi co ileo-tifoso; dal semplice stadio di co ngest ione e d'infiltram cnlo dell a mucosa, con1e nel caso di Sottile Santo che mori nel primosellenario,nquollo fi nal e dello cica trici dell e nlcere ti foso, come osservammo aiJ'ontupsia di t:ono ella l)ietro, morto per· ascessi nel fogato o nel polmone destro, determinati::oi quauùo il proces~o infclli,·o era ~ia !JIIasi in via di ri~oluzit•Ot:', altra\ f'l'>ando poi tu Ile le dirCI'SO fa,.i dl'l p1'0C1'55(1 ulrPrali\11 d11• -.i l i ~conlrarOOU nei din:rsi l'atlareri a ::;ccoulla delLCI'rlpo in cui a\' enne la murte. Le nrrtopsie 'enuero pratica le in media pnt•o ùopo le '2t l)f'C dalla data 1lclla morte: e in generale le nntc anatom iche fu'rono le ~cg neoli: In 'lllll~i tulli i cnclareri la 11nlrizione non era mollo :-caduta: il rulorilo del ,·olto~ialln~Lro·:>porc.o, Hiallo-pallido quello della t·ute; irr lutti :;i r·i:;conlrnronoc:;tcsemaccltie cnda,·crir he, mn"liÌIIIt' th'i punti dcrliri, come nel dor:>o err .. la pntrefazione e la rigidrtit caùawrica furonfl rtua~i sempt·e appena pronunziate. \ l taglio i tessuti si mo.;;tramno sempre 51'Cclti, asciulli, pnco sa ngue r-lr e in fJrr nklt n ,·aso ne n:;civa, era spesso , piceo. poco lluonle. ~e ll ~t ca\ itit addomi naie si riscontrarono se mprr gl' intesti n i mcLeorici .do\ c pali id i. dor e ··ongcsti, dove ndtli rillrrra cou e~ tese mncehie violi\cee oscure; in d i\'e r~ i cada rcri si notarono pure slnwa,;i ~ouornucosi e solloperiloncali. sniTu,;,ioni ~an!.(rrii!nc ~delle Yolte chiazze ro~so·urune. 11 ta~lio dell'intestino lentre si ri:;contrarono ,emprc gl'infiltramenti tnidollari ùelle placche del Peycr P nei vili i inlestiuali; nei nwrlt fJOÌ \'Crso il periodo aranzato della malattia Yi erano le ult:cr c tifose . paralle le all'n~sc clell'intc ·Lino, di grandezza variab ile dn poco più di un conti metro fino a ùie..:i centimolri,

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l 158

RELAZIONE SAN l'fARI.\

come furono quelle risconu·nte nel cad~were di Carrozzino, di larghezza fino o tre centimetri, rilevate sulla superficie della, mucosa o riCOJlcr·te da esca r•e br·uno- verdnslre o giallo-verdnstre. ia gl'infiltrnmenti che lo ulcere furono sempre più. accentuate c nurn<'rose in corTi~l'ondenza della >alvoln ileocecale. La milza fn trontn sempre ingro;;snta c nel piir dei tasi doppiarli \'olume, facilment~' l:1ccraLile, di colorito reno · vinoso-sruro. ~el fC'~alo si t·isco ntt·ù sempre stasi veno5n, e in dlYersi cadaveri nel bot·do lHglietllc e nell'ala piccola si notn\'a :mila rnp:;ula del l~li;:son un ~·olorito hruno-renlastro. ~e i reni e n<'!{li altri visceri addominali niente di reHolar<'; ora. erano pallidi. ora congestion,lti; o in IJnalchc ca:>o non fu possibile di r·i:;t•ontr. re in es:-i alterazioni auatomi1·he di sorta . Nella cavit;'1 torncica si verilil'arono Ire volle i polmon i nnemici; n<'gli ullri cadweri invcco ri fu ;;empre iposta::;i polmonnrebilateralc. calnrro bronchialc, in un caso edema polmon:~re cd in llll altro a~re<;si nel pnlnwne destr·o . .\et cuore si l'i:;ronlrarono qua~i sempre le stes;;e alterazioni: aumC'nlo di \ olume, deposito di adipe ~ulla sna ,up1·rlicic I'Slerna. C<n ila drlatala con pareti :1 s~olli~o; l inle e 1logencrato in gr:tsso, conlflne nli grnmi sangu igni di color nero. massime nella Ca\'ilil uoslra. Tn ne·,nn ca:;o ri fu ùalo di ossenare l<' ulc<'re Lifo;;c nel lal'inge; né la degenerazione c:er<'a Ùl'l cuore dello Zenker. i\' t'Ila caYilil cranica pni non ci furono altro note anatomicht' se non quelle dC'II'anemia pronunziata 1lelle meningi e dell'encefalo. Finoim enlo pl'l' lo spccinlc inrpo t·ta nza del le nole un ar omiclte ri5contrnLC' nel cad:m:~ re di C:ounella, croùo opportuno di riferir·no il sunto ù~ll'autupsia: Scheletro ro;{olure, nutrizione ol tromoùo SI'<Hiula . .;olori Lo giallo-carico della pelle. del \Olto e delle coot:iunli\ t' •H·ulo palpohrali, macc hieradaYeriche nnrncrose ed este:>i:.sime. putrefazione e rigidilil cndavericn poeo pronurhinlr.


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SULL BPlDEMJA TIFICA, ECC .

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Nella cavità addominale gl'in testini erano pallidi, leggermente meLeorici. ~el tenue, insieme a diverse cicatrici di ulcere tifoso pt·egresse, esislevano piccole e numer·ose ulcerette· catarrnli; i cnpillari e lo piccole vene sollomucosc cr:tno notevolmente dilatale. La milza . di consistenza normale, era au· mentata di poco nel suo volumeedem di colorito rO$SO· brono . Il fegato, di poco aumentato di volume, prc·enta\,t al taglio piccoli ascessi, numerosi, contenenti pus giall o-vcrtlàslro. Reni ed aiLri organi atldom innl i anemici. Al taglio della cavitir toral'ira :'i notan1 nrl caYo pleurico destro noterole qnantitit di liquido -iero-purul ento. ~cl polmone destro asce;.si pn~~,o n po•·o ;;imili a quelli riscontrati nel fegato: e il pus che u::ci,·::t alla pressionr dei IJronchi era misto nel aria o siero-pu l'lll ento. ~essuna comunicazione esisteva fra il fo~u l o e il polmo 11e dl'slro non solo. mn non vi cr·ano nemmeno :ult'n'nze fra il fe!!alo <'il diaframma. frn questo e la plcnra tlc:;tra. Polmone sini!'tr·o :memiro. cuor<' lluccido, con ra,·itit clilntnte rontPoenti ~rumi sa ngui~ni piccoli c coa~uli fihrinosi, mas,;ime nelle t'a' itit de~lr<'. In tui.Li gli nlt ri orgrn1i vi orano :iewpre i :;egni anatomici dell'anemia . E1·co tut rt•pcrto anatomico che. n parer mio. ha unn. import:lllza non comu ne. A nessunotli \Oi s:wit certamente sfuggito la e:'tr<'ma rarilit della o;;~errazione. Pre·cindcndo dal fallo unico anzichè raro, di nnn epntite 5\uppurata in se!'{nilo ad ulcere tifose dell'i ntestino; o dall'n iLro non meno raro di ascessi em holici che si limitano solamente nel rega li) c nel pol mone destro; a me pnrc che la nostra o:-.::ervazione valga direllamenlen dimosll·arc. che S<' =-om mi pntologi rnoclemi (Jaccond. ecc.). hanno forsP s·a:.!ione tJmtndo "lJÌP.~ano il meccanismo patolo(enctiro degli asc<'s,i epatici. in -;eJ.!uito alle ulceri inLe$1 inn li d i s~e n l e r ic lt o, per lo nssor hi ment.o nell e radi ci delle


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IIEI ..\ZJO.'\h SA 'ili \Ili.\

vene meset·aiche di molecole o parlit·olle ~angrcnose e necrotiche, provenienti dal prot:esso ult:erativu, e consecuLivo Lrasporto di esse , attraverso i vasi dclln vrnft porta, nei capillari del fegnto, do' e per azione di rontatto determinerebbero la epatite :;uppurante. mal ~i appongono poi quando .' ogliono tro\':tre nella di\crsa natura delle diverse ulcere intcslinttl i (dis5onlerit:he, tifo ~P . lul•en~nlari). c nei differenti virus che le determinano, la ragiono che ~llast'l'ssi epatiri ~ieno la conseguenza c:;clusiva drllt' ~olc' uln•1·r di-;!:entt>ridlc. La nostra osson•azionc li1mo~tra in modo as~o i 1 1L0 1'11e gli ascessi epatici SCHIO p().;sihili in -rguito alle ulcere inle~tinal i tifo~e. t', per ra::ione u1 anal11:zia. nulla :;i t•ppnne a rhe ciò nou po~sa aaaùer<> anche in :-e~uitn alle n le ere tuhcrcolari. Noi quindi non possiamo piil :H ·t•tlarc la :;udtlctta "piegazione; ,.. per t:onsogHellza secoud(l n1d bisogna cho i putologi cen:llinn altro' e la ~pic~azione dt•l l'allo, t'ioè drlla 111aggior frequenza per nun ti ire clell,t rl':o:ol,t quasi. de;.!! i a~ce ''' epatici comP romegucuza dellt• ukrrC' dtssentrri!'he. ri~pt•llo agli altri prOI't's,.i ulct•rati vi iltlt·,;tinali. Il:! nltimo la nostra oss.C'J'· vaziont• cli mos lt a lllll't' , eh t• molto vi i• atil'O r a da S!'npri n· ~ u l l c 'd iYùi'St' (';lpillaril it dq(li nr;..rani inll'l'fli, illlJ.H'I'OCrhi•, :tllllTII'SSSO chl' ~li a., •. ,.,._i ri~•'tlltlrati n!'l rada\ l'l'l' eli (; onnella ~ic•no di natura ~ llllto lira . c·ot. 1• non Ili' dul1iltamo. nello ~tato attuale ùrllc• nostri' l'ognizioni iu pt·opn iLo , diflicilmenlt' si t•i cscc a capir·p il pc•t•t·hl! di'l ~offcrmarsi ùi p.;'!; i t·mi.JOii nel fq(alo t'nel solo poluH>nt· dt·~tt ·o. l'nulla, proprio nulla di Jorn tracria nègli altri organi intl'rni. Sintomutulnyia r• 1/ecorso. - La l'orma cl iniea della malattia fu dl'lle pii• gra\·i. fu generali', meno in podli t'asi nei quali ri f11rono dulori ••t~dll i'E'r gl1 art i, man.;aronu tutti gli altri siutom i coc;i dctt• prtCIII'SOI'I. l.a malattia cum i nciù semp re con l11·i vidi tli freduo ripel.ut.i. refnlea e fcllhrl) alta . In 1

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St:LI.'EPIDElll.\ TlFICA. ECC.

ll (i l

pochi casi ~i accompagnò a que:;ti sintomi anche la dianea e fnrono i pil1 fun esti, in tulli gli nitrì fuvvi invece nei pt·imi giorni stitichezza ven trnle. La febbre iu quasi Lulli gl'infermi fu fin da principio alla, prellameute remillente al mauino di <:i rca un grado. 1 bri,•idi di freddo, dopo tre o qualli'O giorni di durnta, rcssarono; non c·osi gli altri si nLI)mi che aumentarono semprepiù d' i nlen~itù. Verso il :j" e 6° giorno della malauiu a1 sutlc.leLLi :;intomi si a%ociarono :;empre la hn~ua secca, coriacea, coper·ta ùa p;uina ùianrastra, nnossita ai mnrgiui, ~e t e iul ensa. apatia del \'O ito. :.tupitl: tit dell il mente. Il pol::;o dur·.nJte qne=-to periurlo si mantenne frcqueutr e aiJhastnm;a pirno. ~ITi,nto a tjUC'3lO punto il decorso ddla malattia e la uwnift''laziout' eli ulteriori :-intomi uon :;olo fu diYer:w in cia,ru n raso, ma in ne,::Jmo pnlt"mmo r·iscontr:u·e un quid :;im ilotlell e el;1.-;:;irlle dt>scrizioni, ~~ Il e si le).(I!OIIOnei lrulLai i. l'er q ur.~ta rugiour nou potendo dt%Cri,·ere La n te forme sinto111atidw quanti furn11o gl'infermi. per amore di !tre' ilil io analiz~cr!', detLaglialauH!nLe (.'. ia~cun sinlntno o ~ruppi di sintomi t:Os l •·ome ::;i prest'ntarono alla tw,lra o=-~ervazionc: l n 1't'lllJICI'fltura . - La febbre fu• emprealta, l'ra i 3\1° c. e i 1.0• al mauino. :)U" e l decimi e 1.1 e ~ In sera: fra que~Li e~ tremi rr furuno molt•• 'arietà conw ~~ us~rrmno nelle cun o di cia"cun indivitluo; c~~tl fu progressiY:amcntc a:;(',t' llderl lC. l u goneralu d lipu llella fPhbre fu remillcnle, o f]ll:tndo la remi:;,.,ione fu nl di:'Opr·a tli mezzo ~t·ado al mallino. l'esiLH della malallia ru in bene nnche nei ca'i appar·cntencnle pi1i gmvi. :iE' l!l\'eCP la rerut.;-inne fu Ji uwzw grado o rneno In morte fu l 'c~ito unlin<l i'ÌO . .'2° l 'ol~o. - Il pol~w fu sru1prc freqrli'Ule c il lllllllCt'O tlri battiti ost·illu fra gli SO t> i l SO: dopu il primo seLLena r·io fu Ìll IJIIU:-i In lt'i C113i clirrulll. J Il genrrnle e::so fll Ìll ragion dirella della lemperntul'a, r11enn frt>IJitrntc c più sostenuto al


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ll ELA ZIOXE S. NlTAR lA

mallino, ' 'iceversa l:t sera . Nei ca i felici non !ìuperò mai i ~t 20 balli ti nella c;ua ma:::ioima frequenz~1. •iceversa tutte le volte che !'nperò quel numero l'esito fu sempre funesto. 3° Disttu bi -nerro..,i. - [ disLarbi nervosi furono la stupidiLit della mcntC>, il son no profondo o inequieLo. il coma, il delirio plat•ido .;;ommC>s;;o in aknni . in altri >iro, inquieto con ~rida e lCtllath i di :;altare fuo•·i dnllelto; in nn sol caso vi fn delirio furihootln, •·ontiono, con ,·oJto arro.;silo ed occhi in iella ti nccompa~nalo a fehlu·e alla e poco o niente rcmi ltente al ma ttino, C' l"inft•mto mori rlopo ~oli qnnltro giorni di malnLLin : in quu~i tnlt'i c·asi r E>rsn la fìnC> tlrl scrondo sellennrio si manifestn rouo LrC•JIHJ ri l' <t ll ;;~tdli Lenllinei negli arti. 4" l fP nonteni U1orhosi rii"rrihili all'apparecc hi o digt rente fut·o no nurn ern:- i:-;sim i. l.'nppetilo mancò in LuUi i ca:;i. Ln liugnn, dapp rima pm poco tempo pastosa. c quindi secca , coriacon, fl tTo~s i tn ai hcmli . ftt se tnJWe ricoperta da pal ine muco:w hiu n en~L ro n a misura ell e numenL:•>n lo :-tordi menlo dell'i nfert tto . Sulla sua superncir si rlepo:::itnYano croste spes~<', fuli l-{giHoso; ngnali crol'IO:;j nola\"'nll o allora anche :;ui denti e sulle lnhlwn . A mi ,u ra rho l'infermo rincqui sta ra la coscienza, In rormazionp ùi l(II P~tr crn:-:lc diminuiY:t e la lin;.rua sll~ssa dircnla\.J più unlllla.- (l ,-cntrr fu semprcmNeorico. dapprima lrg-gcrml'nle. molli:.~imo in pro;;ieguo della malnuia . .\ Ila palpazionr non si cl!'Lcrminarono m:u dolori ,·entrali; si risront rù Ìll\81'<' •emprr il gn•·~u;!l io nella fos~n ileo-cernle.l n lnll'i C;I_,Ì \i fu t! Ì:I l'l'\!:1 , nei piu durante il ÒCI!OrsO ùel morho. e proprinlllèllle fra la nne del prim o (' principio del s<'conrlo srl tenario, m•gli altri la éliarrea .:.i manifc:;Lù fin dal pt·imo ~io m o insit•me al ft·cJtlo Bd alla febbre: in un sol 1·n~o In diarrea Jll't•ccdl'ltr per pii1 di 1enti giorni la m:lllifo~ tazi u ll e dci IH"Ìllti sintomi del tifo, e fu preci:Samentc nel soldato Gonnella , quello rlle mor\ pPr ascessi epatici . - 1.1 numero delle


SULL'EPIOElffA TIFICA, ECC.

Il 63

eracunzioni v:-~ riò fra le due o tre nl giorno fino n 'enti e più scariche nelle 2~ ore. O'ordinnrio 'enirano emes::e involontariamente, eù ernno liquide, gia ll o~nole, di un fctoru in ~op­ portauilc. Col ritorno della coscienza negli indi,•idni, non solo le scariche diminuivano in numero. ma ccs~n,·a anche In loro emissione inrolonlaria.- \'i fn un sol caso di emorragia inle~Linale •ers11 il lì nire della malauia e l'infermo mori. l n nes~un caso' i furono sintomi di pc1·fo1·azione intestinale.- \'i fu :,;crupre ingrandimento della milzn rin dal principio della malallin, dimoslmuile .sempre alla pornts:;ionc, mai alla pnlpnzionc, perchc l'aumento di 'ìolntnt' fu ~Pmpro nel sensn lrasrer:<nle, mai nellongi1n1linale. :;o D:t pnrle dell'apparecdlio re~piralorio \i fu sempre ftn da principiu la r·csp irazione fr ·o ~rr c• rtlo, sttporfit'in lo, che nell ';tcrne delhi rnalrtllia ragginngCI'H il grado di di ~ [ì i i C:t, e poi ~ in tom i fisici tli t'a tarro bronchia le iu tutti, d'i postasi polmonare in molti: ri fu un caso tl'cmollilli accompal-!ll:tlo ad altri :;e;;ni fisici c funzionali d'infarto romol'l'a~iro, l'infermo lllOI'Ì: nel :\(lltlalo Con nella 'i rurorw tlnpprima i S<'gni fì~iri o funziona li del cnHH'I'ù IJronchialc tlill'u,;u c qninùi tlopo il terzo srll(•uario quelli della hmnco-l'lcut·o polmonite a tlet\tra. ln tuili gli ammalati In tosse ru s<'mpte lt•;!g-icra e ~e~uita da 5C<l1'.5•l e.spelloralo muco~o. ~on -i rhht·ro mai ~intomi riferì bili alla lnrinJ!e . In ue.;:;un 1':Ull felice ,i rc~iduarooH postumi nelle 'ìie respirato1·ie. Gù La pelle fu qrmsi sempro arida. ~cera; rerso la metit del secondo :;ell<> nario si manift'-lù ~e111pre le roscola doppritlla sull'addome c propriamente ,;u Jl e -uc parti lal cr:~li e quiuùi sul pella e in qualche caso andtc sul collo; lo m:wchie della roseolu furono sempre scarst·, olio a dieci lullo al più, e:;se scompa rinu10 vrcsto dopo quasi ull:l :;;eLtimana di vita; in quei poclli cn~ i uei 1111a li alla rosC'olrl :; uc(:essero le papu-


liGi.

RELAZIOSE SASI rAJll.\

lette rilenlle sulla superficie d<'lla pell e la malattia fn delle più gra':i; negli altri casi invere, quando alle macchie di ro:;cola segui la swlnm inn. consi:;tenw in numerose piccolo voscichetle IJianco-p&rl:u.:ee, l'esito della m::llattia fu srropre Celie<'. Jn un sol caso po!, cioè 111 t{uello in cni si ebbero gl'infart i cmorra~it·i . le ma t~cùie della roscola si -::11nhiurono in v e 1~ JlCLecr ilil' . 7" Dn pnrle tlell'appurccchio u1·inario in circa Ull terzo dci casi sit•bb olu ritr nzioned'nrinn;pr i quali fu intli-:prnsa bile l'applicazinul' tlel cnlclt're. L'urina in L1 111i j.!li ammalali fu , ùttrantc la runlallia. :;car-a. ùi colurito gtallo-ro:!:-.blro; ue1 casi felici. rer-u la O11' tlt•l Lei zo selleua rio e a nche dopo essa veniYa ~egrega~u i11 ma,rginr quantllil e di,cnta,·a di colorito giitllo-pall ido. 8° Comp/ictm:,• - Ln sola f'O mpl it·aiiZ.a clte :;i manifestò nella nu,;tra t•pidomia ro che ltl quasi lutti gl'lllferllli si cbhcro le pia~he di def·uhilo La ùnrala mcdi;l del111 uwlall1a fu ùi rin:a un IIIC:.f' nel magl-!ior ntun ero dei casi: in uess tlno ~i cl•be uua cri si ~ pie­ cala; in tutti i gtwriti i si ulCllll l andarono ~radalaiiH.!IllC dimi · unendo l' l ;~ fdHu·e fu sempre l'ultium a srom['arin·. Entrati gl'i nfermi nf'!la ronHtle:;.:enza, "i manifc.-trl\a iu c:;si una rame \'emmente ca runa. ma non ~i polettrro dare ~uhito rihi ~o ­ lidi, in Ire di l':-;;i .:i ~~l.bero ret:idin• pet· are1· nwugiato una pic.colissima t)tHilllrtit rli pane; per circa nna ,..etlimana ancor:l si dava nei ·hrod i o nelle 111inestrinc, olt re ni tuorli di UO\'n, carue di pollo o di manzo pestata c ritluttn in pin•uli fr,lfltumi. In un cn:;o, nel solda to T e~olini , rlic rhbe l:lrecitli'a penHet· mangiato del pane appena ron 1alc:.ccntc, rieulrato dopo una sccond.~ gu·tri.:;iorwdi nuo' u in c:unralest'Cilz.a , rolle ancora una Yolta riteular· la pru1·a dei cihi ~o l idi, c fraurlolentemente m11ugit'l uon pa~ t a dolce, ric!Jl,c per la tPrza 1olta il ti l'o l'per


In terza volta guarì. ma gnari Cfu esta \'Olia C·ìl1 La n lo terrore, che anche quando. e:;senùonc in grado, noi gli consigliavamo di prendere nn po' di pollo od altr·o, lo face\:1 a malincum·o e dopo molta e:;tlnnza. Comr non si ehl>cro due casi uguali durnnte il pPriotlo della malattia, cosi in qupllo della cou\'ales('enzn, ed Ìn\ er·o nel mentre in poclri casi J.:li infermi erano giù guru·iti dopo nprena quindici o rcnti giomi di convalescenza. in allli nuche dopo ùuf' me:'i o piu vi erano ancora i segni tlell'oligoemia con gr·are 1leperimeuto della nutrizione; in dirersi infermi, nel mentre le pare"i residuate negli arti inferiori e superiori guarirono dopo poche sellinwnc. in due altri si ebbe la parati~i degli arri inferiori gnnritn dopo più di due me:;i di cur·e tonico-ric<hLituenti; nel mentre le pare i o parali ·i fur·ono :'em pre bilatrrali, nel c;~porale f>clla Latta invece si ebbe la para lisi .::oiLanto nell'arto infcrior·e sinistro che si acco r11pn gnò a sin tomi di co \ algin, e fìnnlmente nel mentre. negli a!Tetti da ritenzìone uri nnria dopo pochi gioi'Di dì con,-ale:;cenzn si ripristinò la funzione normale, in nn ntso la paresi della "e:;cica urinaria rc,tù per oltre un mese durante lacon-..alescenza Tu !le le pare!'\ i o paralisi os~er· ,·ate furono sempre dipendenLi da atroGa dci mn5col i, e per· consegneuza guarirono tulle in segniLu a t· ure tonko-ri co~ tiluenti. Dia!Jno ...i. - La diagnosi d'ileo·tifo ci fu ~empre facile; i bri\'Ìdi ripetuti eli ~reddo . In lin)!na secca, glutino:'n, la perdita della cosc:cnza. il 50nnu distu rbato dai de liri, la diarrea, la r·oseola , la ln mcf'azione Jella mil1.a, e più che tutto le osr.illnìoni caratt eristiche (lella trmperatura ci fecero in sul prinripio dell'epidemia pmpendcre c:'l'ltrsi\'amente p~r· l'ileo· tifo . L'ana li:'i chimica dell'ncqua e le specia li noLe anatomiche nlle::;ezioni cnùa\'eri chc co ne diedero poi la conferma assoluta. 1 / r (Jfjnosi. l. a 1)1'og11osi la si ricarò in gran parte da quanto lro detto pa rla ndo dei sintomi. Aggiungo ora che, se·


Il 66

RELAZIONF. !:.\~ITARIA

>olessimo stare alle no~tre osserTnzioni, l'altezza della temperato m non costitui un criterio e:-allo; imperoccl1è nel :>olo caso io cu i In temperatura superò i t l C., l'inferm o gun d , fu il nostro infermiNe Giacopaz1.i.nel mentre iu altri (Jue cosi, nei quali solo qualcl1e volla essa suprrò, e di pochi d<'cimi, i i-0 C., gli infermi morirono. quantunque yj fos ero sUlle anche al mattino lh'vi remi..;sioni ~on rosi il polso, chr fn sempre cosla ul e nelle gue indicazioni; e cioè, come ho giit detto di soprn, tultc le volte che non superò i 120 hn ll ili al minuto primo, l'e~ito della malnllin fu in guarigione; vicerorsn quando ~upi'n·, qnE>IIa cift•n ehhe :;empre esilo lt'tnle. Finalmente nell'unico t'aso in l'oi il delirio si accompagno a febhre costnotcml'nte alla, l'inft'l'mO 11101'1 subito ùopo quali m giorni di mnlallia: negli altri due cn · i. nei quali il deliriu fu in antagon ismo colht temperatu ra, noi senso cl1e quantlo si accentuava l'uno diminuiva d'iotcnsitit l'ali t'o e vice,•et·sa. si ellbe in tutli t'duo i ca~i e$ilo felice. Si potrchbe mai fJHesto fallo spiegare colla le~ge fì.sica ·nlln rompcnsa1.ione e Lt·a~for maziooe dellr fnrze? Il profes,;ure Tomma,;i nelle l'tiC lezioni orali sullifo propcudeva molto per que~tn ipote:>i; c vera· men le noi oggi 11on sa premnw ~p i egn r o i11 modo pi1\ Sl,dd i:; facenle il fallo. Tl'l·apia. - \'enPnclo io ultimo a parh1rr :;ulla terapia adoperata, dirò suhil'> che que!'ta fu la puric a rui noi dedicammo mn~giormeute le nostre cu1·e. E per fermo ~e esatlc ir.tet·pt·etazioni tJliolo~iche, se minuziose o'senazioni di nuatumia pntologica e di forrnc ~ in toma ti c h e uritno util i per In nostra c per l'altrui istruzione; e se nnrt r:;attn diagnosi con una progoosi non fallace appa~antno la no:>tra IH'J'~onale :-:utl disfnzione, il prinl'ipalo matnl.llo del medico è però se111pre quello di do' er r~serc ntile all'ammalaLo c possibilmente òi gnal'il'lo . Ecco pcrchè noi rivolgemmo lulla la nostra ntten-


SUU.'EPIDEMIA TIFIC A, ECC.

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1.10ne io proposito. E dopochè nel quartiere venne falla chiudere la pompa. cl.te pescava nell'acqua inquinata, si pensò subito ad iltlpedire la cliiTusione dell'infezione anche nell'o$pedale. La forma delia ma lattia, come ho dello, fu del !e più gr·avi, si p1·eferì quindi ùi curare gl'infermi in sale separate e non di mC$COlarli in,ieme agli altri ammalati, como suolsi fat·e dai più. Que51o "i fece per la profìla:;si; in quanto agli ammalati poi la nostra cura fu qua5i tuLla igienica, e ciò perchc. come feli cemente si espresse il prof. Ton1masi, uelle ma la ttie infettive e contagiose. noi OJ.!gi non sappiamo oppone nulla di più solido che l'igiene. E quantunque fossimo convinti che nei tifosi con una ostllla cum igienica, pos:;ono uastare lo sole forze dell'orhranismo a far esaurire il pror·es;;o mm·hoso infettivo; qr~< tnluoquo ronvinli dtll dogr11n clri medi~i di tutt'i tempi e di lntle lo scuoto (Hil clultrnnd, Jloll'mano, Franck., Lnnzn., ecc.) che me.no :-;i fa nel tifo. meglio si fa, non ~aprmruo tuttavia, quando se ne presentarono l!' inùicazioni, non approfittare d i quei pochi far·utaci . che I'C!;JlCl'ÌC'nza spre).{iudicnla ha tlimostrati veramente utili, e ·nlla rui azione fì,iologica ~ull'oraa­ ni5mo umano non è piitledlo di poter tlubitnre. Ecco perchè la nostra cura fu igieni ca c rru·m aceuLicn.. Per la pritntl si oltempt>rarono ai seguenti prct·eLLi: H.innovawento conlinuo dell'aria-, ouria e non intcnotta alimentazione- )Jassima pulizia dell'ammalato, del !ello, della biancheria e di tuua la sala - l mmediato allontanamento di tu ILe le escrezioni e massime del le deieziQni alvino. Si soddisfece a queste indi'cazion i col riunire ~ ~i ammalali in sale apposite, in ciascuna delle •1uali. capar:e di l :-! letti, non si r.wevano giacere che tutto al piit cinque infer·mi; t' du. non solo per nun cr·earo ceuu·i d'infe1.ione di rna~~ior 'irulcnza e llilTusione, ma ancora percl1t' ogni ammalato potesse aYe1·e a sua disposizione due o unanco Ire leLLi, prnlit:allllo noi dì non far mai dormi re


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IIELAZIONJ~ S.L~ITAI\l.\

i tifosi durante la nolle nell' islesso lello, do\ e giacquero di giorno, e di farli cambiare di leLto Lulle le YOILe che Qltesto t·esli ~porco di urina. o di nltr<' sostanze escrementizie. Le lenzuola e le camicie. di buona tela lìna, heoc asciutte, oltremodo nette, di.sinfcttate l' possibilmente profumate si cambiavano di regola due TOlLe al giorno: ma sempre non appena restavano imurnltato dagli e!<rrementi o dalle urine. L' aria nelle sale ,·eniva rinnm·ata per mezzo dei tuhi caloriferi. e, quando il tempo lo pèt'lllf"llPra, anche dnll' apertura delle finestre; questo pero non et•a tHJce!'sario è lo si fact'm per un dippiù. e ciii perchè i ,;oli LUbi calorifca·i erano più chij sufficienti prr la. bi.SOI-{llil; e Yoi tulli ricorderete che nrlle nostre salo dei tifo~i. sia r il c si fosse entrato di giorno o di uolle, "ia che erano state aperte o no le t~ nestre. mai e poi mai per Lutto il tempo elle giacquei'O ammalati, si avverti entrando il piu piccolo odore cnltiYo. Per ecce~so tli precaltidone JlOi, e '\E'IIlpre per C\'ilare la crea7.iOI1C di fotnili cJ' infezione, 5i traSpOI' lili'OIIO div~tse ve'l it e gl'i11fcrmi con tu tte le t•autele possibili da una parte all'altra dcll'o:'pedalr. laranùo c disinfel· Lando at:Clll'atamenle e colla massima ùili~enza le ~aie che lasciavano, dopo di che le lint'.~ lre veni vano la~ c i nle aperte giorno e ll"tle pe1· una seuimana. Per la pulizia. del co1·po òegl'infe1·rui si adoper·arouo giornaliere ahluzion i gPncmli e loca li !l i at.:qtn1 fre~ca con aceto aromatico. Gli escrementi etl ogni altra escrezione veni\tlno depositaLi in avpo~iti rrl'ipienti conten en ti calce ft'nicala, e immediatamente vcuivano ullonLannti tlallt> sale dell'ospedale. La Lempl'ratura delle sale fu continuamente mantenuta fm gli 8 e i l O ~raùi C., meno pni r,onvalcscenLi, poi quu li vi era un'apposita sala. dore e~sa segnarn in media l li C. Per la dietetica poi, tenenuo pre:>cnl<' le JHII'Iicolal·i condizioni delle Yie digerenti di siiTaui tnfermi, llisognò sco;.rliere so-


SULJ."EPIO J,;)IJ A Tlf.' ICA, ECt:.

11 o9

stanze di facile potere digesli,·o e nutritivo , pos ihilmente sempre liquide. e noi demmo la pr·efereoza ai brod i concentrn~i. che Yeniqlno ,;oJnmì nistnlli Cllll}ue o sei volte duntnte le 21. Ot't'; d ne ed am !te tre ,·olte nl giomo nel brodo si nggi nugenl un lnorlo d'uo,·o fresco, ed a quelli cui ripugnava il lm Hl •~ coll'uovo si dnvn no utin cslrine di pnsta legl-( icre, i brodi :-.i faceHtno se~ ui re sempre da poche cucchiaiate ùi ottimo marsala. Nel primo sl'ltenarìo ùella CUJI V;\Ie,;;cenza l'alimentazione conti nuava ad essere di so,;;tanw liquide, e solo si ngJ(inngevn il 1 ·,. p111lo senza pnnt'; tlopo di 1·he durante tnllo il periodo delln rorwalesreuza l'alimentazione ''eniva r·egolala a seco utla del le furi\O cho l'infermo nndavn n mano a mano acquistando iu armonia sempre della suacosliluzione e delle condizioni del lnho gn:>lro-entericu c·he erano ;;empre oggetto delle nostre più minute osserva:tion i. Finalmente in quanto alla cura farmaceulira, non ~ape ndo~ i oggi nttlla :mil a natnra del virus in fettivo, nò snlla cum del procr~so, es;;:1 fn tulla :-inlomatica e per conseguenza variabile a seconda delle dilferenti manifestazioni morbose, clte, come lto detto nella ;;intomatologin. furono tlivet·se nei singoli infermi . ~on essendosi seguito qnimli uu trattamento unico, cotne pei sintomi, de.sc'l'inm) per ciascuno di essi quanto si fece. l~ prin tl'ofini altro non peu::;a rnmo neppure tli tentare la eu ra abortivn col ca lomelano {Schocn lein, Wunderlich, Pfeufl't'. ecc.), ni· cull'intlio ( WillriJI'anù, Liehermei,.ter·.ecc.), perclttì non credi amo al la Cllt'a nhonh·anel tifo, nò crPdcmmo utile di dare in pt·incipio della malattia l'ipecacuana c·ol melodo di Trousseau p<'rrhè l'esperienza ne ha dimostrato la completa ioutilitil. ~ oi cominciammo sempre a com hallere ùircLtnmenLe i sintomi , c primo l'm Lulli la t'e bbre. Combaltemuw la fehhre coll' iovolgimento dell'infermo tre rolte al giorno iu un lenzuolo hngnato in acqua ghiacciala, col dargli a H


~ 170

RELAZIONI~ SA~I'l.'AIIIA

bere conlionamente limonee cloridriche o acqua gh iacciata, col somministrargli di cinctne in cinque minuti pezzetti di ghiaccio, coll'uso del sol fato di chinino, che si prefer·ì dar·e quasi semprr.: per· iniezione ipodermi ca (da 3 lino u Gsiringhe al ~io rn•> di dieci centigrammi cia'3cuna) , e non avemmo mai a deplorare ascessi o altro cattivo inciélente per le ini ezioni. n chinino lo abbiamo creduto sempre utile pcrchè, checchù no pensino e ne sc rivano alcu11i rnoél emi pa tologi, anclte qunndo non ~n·esse azio ne di so i'La :;u ll'abha!'~ an:ento della temperatura, il che ù !ungi dall'essere un fall o, per l'aumentata pressione arteriosa, che abbiamo riscon Lrato :;empre nei nostri informi iu soguito al suo u~o, vale a diminuire se non a scongiurare del Lulto le parali si Ynsomolorie, cosi tcmihili in una infezione como la tifosa, c a sostenere quindi lfl forze de1 cuore. La dianea quando era leggiera la rispellammo, ritenendola in q11eslo caso utile come una via di eliminazione naturale del virus infettivo: se violenta, In comhallcmmo rol sotton ilrato di bismuto e l'oll 'acido tnnnico a ~eco nt.ln della sua intensità ; no11 ahl.Jiamo mai <lCiopcrato l'oppio e i suoi alcaloidi, stirnanrloli controindica li nel tifo, per· la speciale loro azione dopr.essiva sul siste ma oe 1'vo~o e nHls~irne sui nervi sensi ti vi e motor·i.- f.l metcorismo lo co rnbatLerumo colle compresse ghiacciate sull'addome, ripeLuLamente rinnovate e colle acque aromr~t.iche t:arminutive (acqua di menta, di melissa, ccc .). Contro l' uuico ea so di emon·agin iul estinafe adoperammo la ve::;eicn di ghiaccio in .permanenza sul ventre; i pezze1li ili ghiaccio int.cro nmentc alternati col pcrcloruro di ferro, ma.l 'e~iLo di rruesto caso, come ho g-ii1 detto di sopra, fu morta le. Pei fenomeni nervosi niente eli parti colare, oltre alla vescica di ghiaccio sulla testa, alle ripetute ablm:ion i f1·erl de e ai bagni freddi col lenzuolo, non si fece altro di notevole .


SULL.'El'IDE)llA TIFIC.\, ECC.

Il i l

Per il mnrasmo del <~uore si diede il marsaln, il chin ino, gli eccitanti (arnica, valcriana, ecc .. e poi senapismi ed altri eccitanti astemi} e le iniezioni ipodermiche di tintura di caslol'O e di etere. ln qnanlo ai fenomeni dell'apparecchio re3pimtorio nulla di particolare, ipecacuana a dose espettorante ed eccitanti . Le pia~he di decnhito. le riLenzioni d'm·ina c tuili gli altri inridenli morbosi ron ncro comualluli coi loro singoli Lrallamenti elle, per amore di hre,·iltt, mi astengo dal ricordare. l~inalme n tc nel periodo Ùt'lla I'Ort\·ale·ceuza facemmo largo uso di china, di ferro c di altri preparati tooico·ricosLi luenti.

[


11 72

1\ESOCONTO CLINICO E TEUAPEUTICO I>EL

LAZZARETTO MILITARK NELL'RPIDKMIACOLERICAi 88fl INPALERMO ESPOSIZIONE STORICA SOM MARIA D El M A LA TI CO L EROSI RICOVE RAT I Let to twl loi o•onfco·crw• •cit'uliOcltt· dl'itlli'Sl oli ;t•· tlltnio, frlillntiu c marzo 188() ull'ospellale tlllhlar.. dl l'.tl••rmo olal olull~r~ fipri9no l ,oi::i , lo-111'111<' IDL'dtru.

P AHTE l. ~ 1.

-

Jn irodu;ione e J•rolìl~si.

Dovendo compilore un rc~oconlo cli nico e Lo rapeutico de~ milttari col erosi r icO\'el'ati dal principio dell'epidemia al lazzarello militare della Guadagua e poscl8 in quello di Sampolo, ove ebb1 la sorte ùi polet• t•iluoner o por iutlo il cor so della epidemia (novauta gio rni ci t·ca), l raLLaudosi d'uu morbo l;U cui tanto ~~ è discus"O e elle talmentu intr icato !'=i presenta, non Ilo a,·uto io m tra che due falli : quello di rare spassionatamen te l 'esposi:t.ione del quadro clinico eire ehbi a corrslatare o dei risultati piu o rnono vantaggiosi e J1ralici dei diveN:i 111ezzi let·apeulici u!'=Sli, e quello di non ingolfarmi in detti\ e:::posiziono uelle v»"le e conlr additor-i e doLLt•ine. Oall'allra parte stiu1o che lnli a ppr·Pz7.amenli tni sar anno dai colleghi permu!'=Si e perdonati, r i lonendomi liel is!'=irno o ve potessero essor P accolli com e ::;ogno di un piccolù;!'=irno tributo a benefì cio dell'utna ~tila sotl'er·on te per· il tert'i bile mor bo gangetico. E pr ima che entri in ar gomento semhrami utile accenuare alle varie norme igieuiclte e pr ouh1lliche che mi furono impar tile dallfl direzione dell'ospedule mil itur e allo scoppio dell'epidemia, nor me che furono da me scr u-


RESOCONTO CLJ NJCO E TJCHAPE UTU.:O , ECC.

•11 73

polostnnente e~eguite nell'andamento del ser vizio del lazzar ello, fiducio-.i~imo in chi avewuni 8!"!':egnato a tale posto como diri gente e cJ te l'u r·ono cor onaLe dal pi ù spl~n d ido succe~"'o non n vendo nvulo a depl orar e alcuno anche mi nimo disp1ucevole incidente per la cura dei colerosi. Tnle illl!JOI'luuzu dt>l rotto rimane piu puleso allorché si ri ll e L~u che fl l.' l' l'istesso m oti vo eli dovet'O pr estat•o cur·a ed asRiHteuza ai <'OIProsi, non che eli cloYerc rirarare 9lla dilfu siO'H' del mal<', veni,·nno acl e~"t're elirninnli i rne7Zi più sicul'i onde rlifender si <ltì l 1nor·bo. l Mu lti i profP.>;sori Koch e Pe l L~nkoffe r o;:ulle nor111e da srg11iesi nelle• epidemie danno come mezzo protìlatt1co principnlc di P\'ìlAro og:ui 1apporto o conlallo cogli ammolnlt, g:iac.:till' dicouo • og:m atumalato di COlora puù divcn l ili'L' il VUil lO di parlen;~,a O l'OI' igino d'un focoltl'o d'inft•t.IOilP lh•lln rnalallia • conr:.;~Jiando di non curare !!li ammnlali nclln pi'opriR ··n.:::a ma rl'inviarli in uno

speilule. No11 basta: 1 ~nnnnmina li professori ap-~iuogo11o • nella 1ocalitil m cu1 vi ~ono deo:li ammalati eli colera non ~i deve più 1w wAugitu·e ne bet·c ~. Eru poi rigor0samoutc prolbi ln l'uscita tin i lazzarc lto a cl dunque del (Je 1·sonale Hùdello vi e ! l'r 'lual<>ìu.-i motivo, !..duslo i più !:'a~gi p1 ecelll contro la difl'u-.inne del morhn propu~r.nll Ancora clnllo ste.'"'O Koch e Pollollkotfet', i qnn li d ich ilìi'ADO clin «i l colorn si dill'onde per mczw ùei ropporli Lm pti uomini e la soslama iufellanle adcr1~co 'lua:-i esclU!>I\'tunenlr· n:..li uomiuì ed a~li oggetti co11 cui ~ono Yenul i iuuneclinlo.lllenle iu conta tto . ._a cliCfuRio ne del coltlr l'l . come ha !'e m )l l'e di rll OsLrato J 'Ol'I.JIOr ien:.::a, TÌtWC specialmente J'a\'Orila (hl c-iò cl1c goli abitanti di unn groude locolìtu. app4>nn compat'I"Ce la malattia. prendono la rugR e ll'ù.SpOI'lano i germi del colera Ì ll Lu lle le cl trezioni o &pc~~o a grc111cli ùislnuze ». In cost c.:rtllca cin:o~tauza 11011 rui tiluhAitle tut "Oio moll ll'llto, 8\'endn di mira una scl"llpoloEa e,.ecuziom• degli ordi lli F-nl r igua t•clo av11li o dai qnnli ne eb ul LRie guicln tln far mi e'il11re qunl~in<:i di~pinccvole nccidenlo. Ch·a f!Uali fnronC'I in ~enere i prov,·e,Jimenli i~ienici e pr o-· .fìlal L!t'i ~pccin l i ado ttati (


11 71

RESOCO~TO Cl.I ~ICO E TERAPEUTICO, ECC.

Sul principio savio che in tempo d'epidemia l'organic:mo!'ano deve offrire maggiore re~islPnza alle vicissitutlini cosmotelluriche, aumentavasi al personale di ser,·izio la rtuautilà del viLla in i specie della C8t'l10 e del vino , somtninislt•sndosi per ogni individuo i UO grammi dell'una e mezzo lt tro dol l'nltro. Di[IJJiù se no migliora\'» Ollcor·a la t)uali lè, dandosi carne di prima 'JUrrJila o vino gencr·oso, onde ovi lat·o delle piccoli indige:=;tioni pet· f'ibo non mollo sano. lo fJU81i indigcstioni, come ben si F<A, pt·rdi:=>pOnP"Ono immensamonle al co· !era. Sospeltandost poi che l'ncqua no11 fossl, pl'J\8 di gerllli, In si iaceva bollire e di que~l'acqua bollita servh·asone per ogni uso tanto per il ptt'l:'Oua 1e 'Juanto per la ['Uiizra d'ogni oggello. ~on lu!;ingandoci tl'allr·a partP, come ne ~onvieno lo slesJ::o Koch che • racr1ua fo>'l'o il <~olo \Oicolo del colera e ciro si posgu r·imaner e immn11e dal r11or1Jo bevendo ùell'a~Jq ll f\ bolliln " molti altri prov\cuinwnti l'nrono pr·usi in ispede rr j! Uardo agl i arn maln ti. Le ,·e::limenln e ~tli atltlo!Jhi Ili tela o ùi c·olorw degli ammalali colero!'i, >e11i vaun immer~i in un !Joltaccio elle '-'hl\'8 r rpieno di una J::O)uziont· ( t p. !QIJ(J) ùi .Jeuloclorrtro di mercurio: gli O!!gelli por di lnnA, rornp rc~t' le coperte, '-r porlnYauo nella sta11za ùetta a cirsnrl'czioue. Quivi disle:;i ;;;opra una fune dowyano ~ubiru pf>I'IJIIHichc ~iorno uun sulfunrica:.:ioue di cloro cdi gas aciùo ;;;olforO!'u, bollandosi Jell'acitlo c;;oll'orico in un catirHJ ripieno di ciOI'uro t•d iper·clorito t ti calco e hrucinllclosi de llo zolfo llel ltliii'O)IOI'ZÌOIIO di a0 f!1'8tnnli per ogni mrlrO cu!Jo di cnpacila dell ' nn d1ie11te. Le Je t~ z uo l a, le ennr iee nppena venivano insudiciole ùalle deiezioni o dal YOII•r lo clei colerosi, prinra eire rosl:tPr·o consog11ate alle lavandaie. cnmo immor>.e nella soluzioue al "IILiirnato e •tuiuùi •·ipOI'lnlc nllu luvandcrJa, 0\'6 leneva~i :oelllpro pt'Oola al fuoco unn ~t·o ......n caldaia con ac•)ua bollenll· cd O\'O si sottoponevano ud tura ebollizione prolungAta. La sle&"O pr·ali('BYtt!-i allor·cb ~ oc-ni tn f11lina fal't'\'fl~r rl (•ambio della biallclu.'rJH agli anllllltlnl•. tira11de iulpor·Lanza davasr allu lli sinrexit.>r 1e dl'llu deiPzio11 i e dcllt:: rll olel'i•) vomitate pl'imu clru ros~er·n gl!llalt> nello latrina Cù~l le t!C'iezicmi.


IIESOCO~TO CllNltO .E TERAPEUTlCO, RCC.

11 71>

venivano r·~ccolle ntJlle pale ~ 11ei ''asi olia calabrese ovo slava F:COljWC una certa r1uanlilà di soluzione di dt> uloclorur() di merc:nrro e mesnolalP con I'Jlll'Slo si vuotAvAno l'tlia ltllrina, ripulcntlo con !'limill.' soluzion(l il vac;o adopel'Ato. Similmente pl'ALr cnva~i pe r le rna le1·re vomitate. Le lutr·ine poi vt:nivan() due volle al gio•·no largamente di,.mfelt.ille, lavandoue il pavime11tn corr un n nriseelu di ~ol uziont~ di solf'alo tli rnme e clorul'O di calcio, e hullauJo,•r nL•l r·a.uale un SPl·chio di cinqu~ lilr·i riPIIR r!P llfl rnisN>lfl. LP inrPI'roel·if' nncoJ'A due volte al

:::rrorno vor11vano clis w fdi.HLc' c·()JI';widn ft>nrco, e poi dru·ante il g-io1·no SP ,-eui\'a il pn\'lmt:nlo td l'"Serc inrb•·allato -.ia dal vomito clw dtd lu dereziorH>, lo :si Javuva con la soluzr one al sublrmttto. Gli uten,rli clrc si trovavano nell'infer 1111-riu e c ht! ~m· vivano fii coiPrO~I nel sorllmini!'ll'fl l P lor•l deliP medrcirH' o ,J,•i cibi. non wnivano rtportoli alln fur·rntwin o l ulln t•ucino c;rnl.l\ pl'S\'rA d i ~inf·~zinnc; cioù c;t• eli ler•t·n~l iu, di ve~r·o o tli cr·islallo l'raun irull1et·--· in una polli~lia oli cloruro dt calcio ed ac.,ua c 'IIIÌIIui lu\'lllr con IH:qua t~cidulu, su di :-IO,!!IlCJ venivano Luflalr ncll'acqut~ h·•llrnl•'Gl'iufermlf'r·• di ~uarrliu c,.,,,. ave\8110 ovulo per1·i6 éonlallo COi co( 't'o~Ì, niJor·cltl• "IIIOIII:l\'31111 dnJ !"f•r\'iZiC>, ÙCpOilPVOIIO il ClliiiiC.ICillo 1111 inl'CI'UIÌ•·t'f' ill\'llllti<>Ri lP IIIIIIIÌ t•o( i'llh(imalO. Ta lt· p: olrCit poi c·J'fl rncul••ala i'C\'c•t·anwnle all'infeJ•rnier·e ullo•·clrc nrul\tvu l'orun111lulo a $'1 tldi:::l'al'~-' ad uu ÙÌ"'oguc• rorpor altJ, A vve rwndo un dcce~!<o rl ruùu \'CI'C veniva tosto po•·tulu m•lla -.alu ns::l·~nlflt\ on·, ullt'l' l'oziune tlcl clorut·o di ca lcio, si faré\'(l b r·rt ctn t•t• uPilu zolfo in IJliSnlilà . Si pt•uli,·avu tp!indr una IHrp-a ,Ji;:inf,·zinu•• A!!lr ro!!f!Clli apf'OJ'lPnuti Al ddunht La pn~lia . j.., fn;.dil3 pd Oj!lli altro 0~ ­ p·etln di poco vnlor'P ve n i vn 11 o lro sportuli CJI fMno o q ni vi br·ucrtlh; ti ro>~lo pc•i !'r svllupul\1·\·a Il la,·acri '-' nù em<~na ­

zioui disiul'cltullli. Dal lal.l.nrl'llo infine era nssolulRillentc •iulaln IH esportat.ioue di qm1lunquu o:-r.:ello, rntne ]Il !l'C l' u«cila de lle per·>:ono che ger roro.:;tun elllr vor 1i'i'a11n a r·r.cnrn u11 ~.:o11forlo a~li anunalali ed ol per..:onule di s•·n-;zio, o::en111 una di~infezione SCillf'IJct•JYlenle pr••\'Cilliva.


1J·176

IIESOCO-'ffO Cl .I~ICO J.! U:lt.\f'EUTICO, ECC .

In lll le modo si scongin 1'ava perfettamente o::rni pericolo di contagio del morbo nelle per sone el ce dovevano curare ed assistere gli ammalati colerosi, pericolo che avr ebbe potuto porta re qualche scon l'oJ•to. Il rrol'cssoro Lebe r~ in l'a tli asserisce: • l o in tullc le P-pideJUie ho ''Ì!'l n uu fallo che lw raccollo ancorl:l dalla dcscrt zcone Ji all re epiuenlie, clte cioè i medici px•alici ed nnciJe quelli d'ospeùnle, i qu11li Yeggono 1ool li nmmalali di colera, ~ono colpiLi d~ r[llesto in uumero relativamente minore, perr·hè se s0110 in c·ontullo co n m olLi ammalati ~i fet'lllnno con ciascuno di es~i pe1· brevi istanti, e poi cumLa LLono lH'Ot clame11lè ln tlir:m·ea proJrorn~l l (•. In vcee i m edici assisleuti clw r estan0 uc1 lutzarl'lli dei colerosi e s peciu l mentC' gl'i ll t'Cl'lllli' I'Ì IHI SOfl() C011Ji li di piu. f u tflll'Sl'u ltim i il eonlallo c:ogli inlì>rmi ,. t•iu luJtgo, e nnn di t'adi) ~i :-wiluppflno noQJi nspedali epidemie locali, le quali poco o rarAmente in fettano quelli che vtsitano e \'8 111\0 via, moll.o pil't fr etj uen lentcn l•~ infettano '(uelli che restano'" ~iflalle località; e quauùo S•;no tuo! ti i ge r111 i fil()rbosi, por:ssono essi tnct·ee l'arJa, mercà l'acquA, mC" re~ gh og-gelli, 111 molt.•plici JJJtlnien.: genera re nuovi casi di eol 1·ra. u Parimenle ~ono i .!!erm i e.rdcri(·.i che fanno cosi f'requeHle il colet•a tcelle Jnva!ldflie, lP quali. cptando lunt~~o senza alcuua cFtu lela le hianchcr·iP lo r·ùr- d'escr emenli colerid, rappr eseulauo in lutti i luoghi 1111 gt·au coulin).!enLe eli M:<i. In Zurigo nel li:>GJ Yi ru Lut n luvfllldn ia clte lavrc lA biauclteriu <l'un intliùtluo clte proq}tliva ,)al pnes(;) infeHo; c;unLra,.~e la malaltit'l e f'u il princ·ipio dell'epiclelllia ~c tcce:':s i vfl (1). Si M pi~ce hene cJ ce una cner·A'ica pml iiAssi 1111ò ilnpodire questi tr•isli ACCi•ÌOlll i ». il per·icolo qui11di tl'una clìfl'usiono del mor bo per C:Ollta g-io doveu es;:er o fSC ria r ~telllu COII !< icler·ato e .l a più piccola lras;:.::re~sion e alle disutt'czioni poteva essere e'·identeu cenLe come l11 s0itJlillo. d'un inecndio. Ful'ono tu li m g-erwre i p••iJlcipAii provvedimenti speciali che r ogoJaJ'OIIQl'andamento 1lel :::ervi zio nellR?:Zar(lllo.che lo c:te;::::o sisrno1· di r PLlore dell'n~peclAln, CtHnJcCLli cav. Enrico, di p et·l'.onn ( l) Semllra chP l ali' fo,;s" sta l:. ancor~ J\ 1r i:;1int• tlo·ll' ~l lii.lcw i:l tlt• l 1 88.~ In f'~l~rmo.


1\Y.SOCO!'iTO CUNICO E TEIIAPWTI CO, ECC .

1177

f aceva scrupolosarnt>n le eseguir e la c::era delrarrivo ùel primo a mmalal o coleroM e c he r e::;ero sempr e cAlmo e fidu cioso l' intero per::;onale ùol lazzarello nl proseguimento ùcl dirlìcile

còmpito . § 2. -

Forma cliniea del morbo.

lell'e)':porre il qnfu lro t'linico del morho. pass<>rò in rassegrw i var·i sin lorni che pres('nlavano ;tli amma lati ricoverati al lazzat•etto, r i l evando in rspecie ciù ello a parere mio sembrava th )':peciale. In pr·imo luogo Li~ognava distmguero unu doppia forma della malaltsa, ciol! una nve pt·t•Joltliuavano i l'enmueni locali ai gcnor !! li Ull'n ltt·r• i n n~ce, mol to p i ù rnra, ove orar to I[Ufi!'IÌ nulli i falt.ì locHlì. Ecl:O •JIItndi Rmmalati cou ~raq dolnl'i aù(lomiunli, t'Oli {r•equcule vomito, <'lln copioc::e l'car it·lte lirjuide, l'isifOJ·mi; umn lr•' ernvi solo log;tioro <ìlgidismo. pol;;o n n ! Anlino tlt•bole C pOCìl pl'OitlUICÌUl<ì t"iano~i dt•l vic::o: Olll'i ìm·c 'O pr e-

eu

:-;enlfl l'<>llO uon dolol'i. uon 'omito IH' ùitu-ren; mo I'O l'tis:;i ma eo-

slrizintll' epi~a!'.lt·ira, completo nlgrdisuw cù ttttur·ia, caduta LoIn le ciel pol->o et! ll'"'"li'-'sia innllr;dn dill'n:;:n (.)u~$lfl seconda fn t'lllll che rappr<'"Pilii\Y3 un:t .~O'</tf'n~"ln•' brt•sra tli O!JIIi /r, n;io11r' rir11l1' e rer,etniica nvmca/IIIO D't'Li .< :t'Cre;ione ed ogni ripara::irmeOI'fJftrltl·rr nsscrvavasi, <·mno dissi, heu eli r nr·n e su 'entwovc ammalati ue ehLi solo ll'~. a w va w1 decorso rnpidi~ SilOO, laJO ciro it t J tii' II O di doditi !li'C SI l'ISCutltl'ava quas i sempre e mani resta vas t lu·uscamente '"'""zu diarrea pt'CJUonilo t'ia e dopo l'iage~lione ùi <'iho 1101: ruolto c::auo o di tliftìcile

dige•-tiOIII'. La l a fo r mn iHYCCc nn n ave a tnle rapido cor so, nè presentasasi cou fenomeni cO'-'t g ravi. Quasi Sl'Ul(lt'!' er~wr il periodo tl'iucnbazionc clt~ var·rava da utt gio rn n fì ncr a d ol to ,·d i 11 tale per·iotfo l'i n fet·mo non soffriva eh o d" n nn lì c w r•t>tlll l:'f •i!!a,lr .ca. d'un certo !-!rado di spo-.;~a leua e d'uu~t

diAt't'eA colni'HLA.

. ..-\ llor ch11 r ondL'\'flSi pni pnlu"e il mor bo, !r. )':CAri che s ier ol'e l'acc\"ttn!'li piu frcquauti nc::)':utneudo l'a<:pl'lto cnt•nttcr ic:tico di


·1•178

RESOCON'rO CLINICO .E TERAPEUTICO, ECC .

col or e brodo di ri~o, mentre io~orgevnoo gravi fenomeni: vornilo tumulLuario, òat·r·a epigastrica, !"elo ardente, eslremo abbatLimento di rorze. Obbiettivamellle poi OS~f'l'vavasi: polso debolissimo appena perccltibile, mucose lividissime. occhi incavati, pro!;ciugamanlo delle gua ncie e delle ditu, e grave ral'freùdameuto cutaneo. Riguar·do nll'nhbassamento di lemperalurn, t:he ebbi sempre ?Ccasion~' di com;tala re sin dall'ini1.io del morbo, il doltor Semmola ne fa un e~atLo npprr:zznmento asserendn come " e~so possa forniro al clinico con gli Altri fenomeni cOticomitanLi un crilerio f'Siltlo di m·ogno:,Lico da UJ ta pnrto, e dnll' allra far·c diagr to::<ticar·e la pro«~ima manifestazione del colera in indi vidui t;be appena si dieiliararonn "'nJl'ere uli di semplici disturbi inf.e!'5Lina li }). lncRh.ando poi il morbo qursti fenomeni venivano ad aggravar;::;i, mentre irr~orge,·Ano quAsi scmp1·e delle df)lorosis sirne cunlrazioui spaslici.Je mus.;olm·i (crAmpi) in ispecie agli arti eu alla l'atrio ne' ùorso-loulhtH·e. per cui l'infermo coulorçevasi Ì11 va ri ~e l r>i i sol lo at r·or·i spa!;mi: qunsi conlenrporaneameute lA voce t'eHclen'lsi a;;;sai fìnca , c le M ine' spuri vauo co1nplctameulc>'. Tale pcrioclo durava gene1·aln tente da qw)ttro a dodici Ol'e, ecl in late tempo la malattia dc>cifle,rasi. Laonde nella crisi fa,·orcvole ril'contrnvasi che i crampi facendosi pi1'L ruri e n1e1 ro intensi cer-::savuno poi del tulto, ed il \OIUilo par im onlc; rnenlr·e il polso si riulznvfl c ~:osi la temperatura; la cianosi, il prosci ll !;AlllC tJLo d~.: i Lu;;suli si dllegunva ed uu sudore caldo e copioso l'icopriva )A c·uLe. A compiructrln poi della reazione Jr! ori n t> comparivano dappr ima in scaJ•sa q ua n Utù mA po~cia abbondnuti.,~ìme. E rrur mi é d'uopo J'irlcttere che ul l'abbonùnllzu delle Mine bif'ogna cltc il medico presti grande aLt,(•nziolle. Queste oril re infaJLi possono uel peric1do di reaz.ionP noo O.pjtn rire 11el' tlop pi o motivo, cioé o pel' una pa rnlisi clellu vc!'cica o perchi• In r t>azi nne ::on si fa in tHJ m odo r nmplc lo. l rt vero nell'appres la r·e le rn i P cn re a i col Prosi in al eu ai casi, come app r·esso dirò, hf\ clovnLo (;Ol calelere es m-w re ~rurrdo quautilà d·orina pCJ·che al pazie1 1le lllancava lu fOJ'ztl cJ emel-


RESOCO~TO C l.l~ ICO E TF.R.\PlWTICO, ECC.

Il i9

lerla, menlre di ciò non se ne ln~nava e sollanlo me ne n vvidi colla palpazionc e percussione del tumore di veRcica: menLr e in altt·i casi rorina, in pochissima tJUSolitò, dopo un

gior no o duo mnuctl\·a del luLLo, 1· for te ;:pasmo della vesc·ica ris~ oulrAYasi mt·rliallle il caleLe•·1smo i r •so t·g~ndo coma profonùo, intezione congi unlivt~le forlt",logrimaz•one abbonùaule, aridczza ùellu lin~run e dello fauci r·e~piro ~uperficinle c polso picr·olo. La ll'mpcroLura nndu vn poco n l di :::opru ùell11 normale, innnlzanclosi iller·mnnwtt·o al più n 3x·.~, e ùa fJu.eslo ~01111o continuo, r01natoso l'infer•no più non si t•iJestl'lva. Tali falLi e~•re­ hralì dovuti eYidenknwnle ad u11· iutos~i H/.ione del F<angue per mancante l'unzior.c n· naie, ' hbi a constatarli in isp•·cie nei cnsi tli colt>rA mnlto prnl ralli. Allori]uanclo invc>C'e i l 111Mho c· ole r·ico 11011 avea t.nndeoza a r isolvet·:::i, ~ t. hentro.nwo alral!!idi ... mo, nl pro!"tiugmnc•nto dei t.es!"uti ecl ai cr arn(•i. i l'crwmeni a"lìllici in ma,.~imo grodn. 11 ptweulc cllnllltava il'l'cquicto, smAuio~n. arouo complelilmenle, c·accitwn ::-cmprc le braccia dalln copet•la, di cui ccrcnvn-.• liberm·c, ln~unndm:i di ~rauùr IH'"ur·u e volendo acqnfl e ubinecio di cor•Lirr110; rno11tr·c• d polso >-i pPt'tieva t.:OmJrldomerrte. il r·nlm'e rlirnir.uiva fluo a :H " In cute e le mucose facC\'O.II!'>i cnrnplelnrncuto livitle. Tale pPrindo tl'agilazionc, che non si pr olr·uevn nl di là eli sci or·P, ccdcw\ completamente un paio d'ore innl\rt/Ì eh·· !'i vcrifil~fls,.c il dPcc~so, radendo l'inrerntl) iu uno ::-!alo d'npatia, col r:-l obo oculure riv olto in sopt'l), COli lu prrpiJin dilnlaln c• coiJH COII(!ill ttli\'8 rorlome11le i uictlata , ove minuLi t•ri ma 1lella ntfll'lc verifìca,·an,.j delle mac·chie erchimoliche. Solto qucc:.ta fnrrna mod>o!'>n t•rescntm·Ansi uli nmma l~li rolcl'osi ~;Il e ricOI're"ano al lltl7&retlo, la qm'lll.' $ehhcnc mollo Yariu, pm·e ci pe•·cuciLe dt l'iuuire in cirrqu.e g ntppi i si 11Lomi più imporllwli del colero . .\ l p•imo !!rllppo ><i r·irer·hcnll(l tuili quei rennrncni do\'uti nd nltcraziont• del tuho ::m,-l rn cntct•ico. co;.lla !li~~rreu proùrornica, la clianeo ~1wci!lca. il ,.,1111ito; al secoudo ~ruppo ap('artungoun quei Ji~lurl ti dipe11denli dal !<tstema 11enoso corne 1 crampi , l'angoscia prccordialo, l'nl'atia, l'eccitamento;


l l '(l

HESOCONTO CLI ICO E TER.\l'EUTJCO, ECC.

Al terzo gru ppo spellano i carnbiamonli nella temper atura c nel cir colo come ralgidi~<mo e lo caduln del pnl;;o; al qunrto 1 di~<ordini nel rec:piro come la c ianol'i . r asfis~ia; al quinto ~t'uppo infine lulti quei disturbi funzionnli dci reni. Dovr·ei al certo in questo punto mellcre in rl'lpporlo t.uli Rintomi imporlunti sia fra ùi l oro cile colle r ecenli vcdule tlRiologiclle, ma per non òeviar·e dnllo scopo prefissOJui dirò !'olo quolclre co!'a c:ullu natura .. c:ede dellu malallia, c:cluvauùo quanlo mi è possibile ogni npprczzarrwn lo.

re··

l'l 3. -

Salti t n e serle t1 l colera.

Fin do iJ'A nno l rt:if'l l'i llll" lro pr o('rsc:nr•r F'ilippn Pfl!'ini avevD inclicnto <'OIIH' l'Il usa poR-.ibrll' ti el rnll> l'tl un vil>t·inut• cl1e avea :;rop•·rlo lllf'l'l'•· oc:set'\'!lZillnt mu:ro,..copidw est::-lcre ,n gran numero luulo nelle deiezioni ùci culcro::;i quanto nella muco~ o.

inlesli 1111lt>.

Ove si rdll'tlu Jl"r lonlo il pO('ot , tll'~~IIIIO itJCIJI'Il~:.:iarrH n lo (·ht.' il 1 rof. :t\'C\H da pm'LP 11el GO\et·no da un loto e ùnll'nllr·o i pnl'lti n11.•7.zi' .J·,~·Ct'\'llz.tm•t> di cui pol,.vn disporr<', fAc il rnt•nle !:il co m p ro~nù('t'é q nalC' gl .. r·m debba--i nl pt·or. Pa cini. Il met•rlo drlln "'Cc•pu·tn c ::-Ialo o.!gtj.:wt·no utag!.dnt•men tc CCJitfCI'Illalu clullu l't:I'IWlt' pul !JJi<'CIZÌ•>ne fallO Jl~ l' Clll'a del cloll. Aurel io l1iA11d 1i eli <•h'llliÌ man .. ,.ct·iUiclte il Padui es•'e:ui li n dal 185;) (:\" ttul'e oss~rcw: ic,JI i 111 it:I'V-~u,piche sul colera, df'l prot'. F altpJ•O Pacìm. t•tlilot'P Fr·utu'o'!:'cn VAilar·•lt 1'·85 c>tl O\'e '-ono dt'$CJ'Jllt 1 pwcnlì pora;;::ilì, detti ogpi mirrobt e clte cltiu ma va t·ib rtOIIt. Jnvet•n, Il prur. i\a lia 11 0 allol'chè il l ~ fe!Jbnlio IKJ5 faceva la Jlf'llll8 aul(lpsia, i usi,_mf• ftl doll. !\lag-ni, d'uu coll't'o~o per nome ~fat·matuli Giu<:Pppe tuorlo il :tiPrno 1'1\'0nlr al lRzzal'ello di SAli ì\lnllco, con-.taln,·ll tmtneusAc[ltiHtlitù dì vtbrioni del gener e !)a(!leriwn non f·lte de l geuet•c ci/,rio nel lluido dello stomaco uniltuuente a ')Uanli là dt tora/a cereoi.~ae 1.· po(' h e 018'-S•· J1 sarc:11W c~ ntrtculi, ulln~ a tc·llule ep.lcltali 5~:11l ­ plid e.! u dliudr o.

l


IIESOCONTO CIAN'LCO E T.Elt.-\PEUT1CO, ECC.

1181

Al la supe t·Ji ~.: i•3 i nlenw rl ello stomaco osse!'Vava masse di

sarcina e tuol lissimi l'ii.Jriont menLt·e in lalnni punli mancava anl'ora l'<.'pilelio . Il fluido intestinale conteneva ancot'a gr an f]uanlità di muco. mentre la supcl'licie pres~ ntava delle cot•t•osioni suru~t ·fì eia l i ed tWa coperta dal sol ito velamento mucosa che u!>servalo al micros<:tJpio lasciava scot·gere una gt·ande qua 11 t ila di ciJl·pi ~t·anulosi e qu~ Ielle ammasso ili mut:o. Lncet•ato poi questo amtnflsso rnu r:osn si vcduvt\no uscire dalla sua lt'O I H<~ ùei m iHoni di 1;iurio!tl. Ecco come Jescrive (jllesli oi/,rioni: « I vil.lrìnni che Lrovansi nei fluida dei colea•osi \'ed uli con un r.wtissimo ingrauùinaenlo di cir·cA SOU- 1000 di H rnell'i, t·l'lssomigl iano per l'ellomente ad utJ l't•omn1cnLo di fibrilla di una t:ìbt·a mu:;col at'e sh•ìala. Difalli og11 i viùrione è ruppt·t->sen talo du una serie di piccolissimi globuli, quMi sempre benil'1simo distinti a rruell' ingrandi menlo. [ piu piccoli di qu esti vibrioni sono formati da due o tre globu li (q uell i d'un sol o globu lo non possono dislini'!U"l 'Si da lle aiLt•e molecole di eguale l:{l'Ossezza). Ne ho Lro,·Ati oncot·a formuli di assai piu globuli Lino a dodict o diciotto. Quando SOIIO formati ùt sei a selle globuli non sono a iTutlo retti liawi. ma un pocn curvi. Quelli Jorm t1L1 rli dieci u dod ici globuli sogliono essere piegati legger·menle ad S : od t n allro modo. 1 ,·ibl'ioni itl cui j globuli non :::ono mollo disti nti sono •russi alfauo rettilinei. F cH·Re la foJ'mazicme in gh)buli o lu fl essione è un principio di divisione. Gl i ammassi gra11u losi c l1 ~ Lrovansi nelle deiezioui se siena alquanto Ll'asparenli possono r iconoscersì per Amauassi di oibri~ni, giocclaè con un forte ingt·auùimento si r iconosce nelle gTanu lazion i una forma raài cahJ. ,. Da questa osseevazionc e ùa rn ol t.e aiLa·e .di la l .Rencr o, il Pacini fondo va la sua teo t·ia a La<'a pat·assiLù.ria. Eppure allot•a non vennet·o lennli in conio i la\'Ot·i Jel Pacini, che fu costretto a t·eeJamare come « i l fungo o prinripio contagioso del colet•o di cui s'el'a fatto Lv11lo rum oPc per esser e sta to scopea·lo e descritto da tre ledosclu uel I ~GO er a stelo scopet·Lo e descrillo da lui !in dall'epidemi a del 18:'>5, ma intanto non s~ parla va che della scopt'rla degli altt·i. »


RESOCO:'!TO CLI NICO E TEHAPIWTICO, ECC

Devesi però ce l'La men Le a l p t'v f. Kocll il m et"ilo d'a vere òescrill0 con esattezza il rni crobo colet·igt: nn o di avern e cl1iari ta l'es!'enza. Il K och ns.eoerisce che: • i badili da lui osserva l i in E!.!itto ctapprima uel '1883 e dopo a Calculla, banno una d•spo!;;iz•one rettilin ea e sono fogrriAii a gu isa di vit'gole in m«s~ima parte, ment1·e alcuni sono cm·vi. Sono dotali di mov1menLi ,·ivuci::;siroi e nella gelatina ui nult'iz•oue f'<t·man o delle cc)onie ìncol nri che si di/fvlldOilO pt•eslo in Jar~o cir'l'tti lo. Que"l•1 bacillo è ~pacifico del coler'a e !"i presen ta sca t'so r1elle r•·ime sCArichP menl1'e aumenta notevol m en te nelle succf•ssive ''·Il Kclf' lt poi l'a rilevtn·c come «questi bacilli possa11o mollrplicllr'"i nol1wolnwn te 11elln biancher ia sudicia degli ammaltlLI allMcllè tn"'»!"i umiola, e nello deie:tioni Jei colet•nsi in un lCI'rèno umido, naenLr·c 3ono sen!iibiJissimi all'essiccamenlo e poche ore b~1 s lan n pca· spegnel'li. Così pu r·e i lirJuitli alcalini favoriscono il loro svilup(1o, . il1vece ogni pii1 piccola par•w d'Addo lo impeòi$;ce. V eicolo assai favorevole pe1• lo !"viluppo è l'ncqua, Il bt·otlo, il !alle. Jl san gue dei col ~ 1·osi è 1mmuud di ltdi micr·ohi, mentre il vomilo ne contiune molli e le J<'iezioui ll)OILissimi " . Quale ò la sèdu principale di lale m alnltia 1 Ciò ('he il pt·of. Pllr.:ini osset·vava nelle diverse autopsie n el 1, 5:), oggi P. stato confer·ma lo ed e;:isle {.:Taudc aoa logia sul moJo di compot·Lar·st dei s•1oi viurioni nell'intestino con ·<J.uello tl escrillo dul K och pPa· i mict·obi. 11 Pecini i riVèt·o ai'l'et'mava ello ad eccezione del tubo ~a­ stro-cnlet•ico, nulla ù'im po t·Lantc ernvi negli <Jilt•i r.ll'gani dei ·m orti col ero~i. Oss•·rYava infatli «ano la sostanza cet·ebrale, sani i polmoni ed il cuore, alterala invece la mucosa .gastr o-enterica; Ll'ovava il so ngue deMo, ncra slt•o, accumulalo nellu cavità òe~Lra del cuore o nella cava supel'ior e, vuoto il srstema ar·ler ioso. Il sangu ~;~ non era ullerato ed al microscopio i co r·puscol i sanguigni el'ano in islt• lo norma ltJ; la mucosa iuteslim1le invece ed in ispecie quella dell'ileo trovovasi alleral a e nel liquido contenuto conslùtavu del .<letrilus causato dal pat·ussilu che a milioni !'viluppavasi nel.}'intestino. Mi piace riprodut•re al pr oposito un brano dell' autopsia

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RESOCONTO CI.INICO E TERAPEUTICO. ECC.

1183

falla dal P11cini in per·;:;ona di Ang:iolo All'ani. mor·Lo all'ospodnle di San ~ ~ ~lleo rl 19 febbraio 18fl5, ùa cui chiaramen te scorgesi re;.alLe:~.za e la precisione con cui venivano descr•tLte toli àllcrazioni.

Materie del secesso: Fluido molto torbido e t.l' un colore bianchiccio-sporco, lenJcnle un poco al r·oseo. Questo fluido contenevo. le porti s e;.wenli: Vibrioni in @:l'&nd issima f)uan tité; Stracci di muco lacerato ed in ~ran ptwle disfatto; Grandi ler nbi d'epitelio a cilr ndi'O de{!l i intestini, cbo non aveva mui osser vato cor-i dislintamtlnle nel sPces~o . Molli apparlon ~ vano al piono tlella muco!òa ed altr·i ai villi intoslinali ecl alcuni anche alle ~landole del Lieberkiihn manift•stissi mi. Dei \•ilh inte!'tinali monrf1•slissimt che io non 1n-ea lt•ovalo nol fluido del se1·esso, ma ::.uiLonlo nel fluido ìnLes tinaltl dd cadavere. Dei co rpust:oli di rnuc·o pnJ. o meno ltbet·i. Molli di 'l uesli cre:lo C'ile r'o!>~e•·o cellule epiteliali macerate nei lìuicli acquosi. [{Po:

Porzione d'ileo drslante circa selle deri metri dal cieco e lunga un decimetro. In questa porzione t•·ovai una placcbetta di quttllro o cinque g:lnnJoh~ Ji Payel' affatto aperte e ùi cui nor1 er·a I'imaslo che il fondo. In molliEsimi punli ùi que~ln por·zione d'inter-lino i villi s i erano cslr emarnenle allungaLi e tl!!So Uig:linti. Erano questi che tr•ovai n elle ,]eiezion i. Vo ne er·ano di <1uelli che a'·evano r aggiunto la lunghezza di due m illrmetri o più aucor·a. In qualclre punlo tro vai delle lievi eorr·osioni, in cui i villi erano rasati. l villi allungali si Lr•ovavano p1ù specìalmenle in altuni punti che i1 1 allri ma vr1 ne erano a ncora alternati, con Je• ,·illi no1·mali. La super·ficic lib era c villosa ùell o mucos a era quasi affatto anemica, tutta la iniezione sanguigna era nlli vasi della tunica llbr osa . Si vBdevano pu•·ò alcuni vllli isolati o pochi


1J 8.t.

RESOCONTO Cr.J NJCo E TERAI'EUTICO, ECC.

aggr upnnli, i quali erano lur·f(idi di sangue; probabilmente in questi vili i i l sangue uvea fot•malo d eli e ecc hi mosi u;;cendo dai vasi cupillnr·i, per cui menlr·e nef!li altri si erano vuolalr di san,:rue per· una endosmosi dei tluiui acquosi del l'inl el'ILino, rn qu·~sti villr ~cèhirnolici il sangue non avea forse potuto r·ilirar·:oi. Un altro pil:t·olo frammento di intestino al l>eguilo del pr ect>tlenlP, "<'r::-n 11 creco mi Ila oiTcrlr) presso a poco le medcsim... pnrlirolur·rt.a: cioè ''illr allungali in vari punti, villi corrMi olia bnse in vArio m(ltlo lasciando a ~>cope r·lo rl piono della mucosll, Akuni por•ln villi ecchrmolici. Una placca del P d yer· com posta di :1-6 follicoli dei quali nou er·o r·imaslo che il fondo. ln ''ar·r punii !>i v..de,·auo le ~landole di Lieberktihn per le lor·o nper•Lur'l' ed in altr o punto hu veduto una glandola solital'in ollàllo trperlu. Le placche dPI Payer• er ano mnnifE>slam ente cor·r ose essendo r·imasLo intatto i l fondo emisfet•ico ed il suo contorn o dci l'ollu:uli di cui sono compo~te. l vill i in tc~tlnul i chr• et•ano r ossi per il san gue conlonu Lo erano me.nifeslnmeulo PCc:lr i mosali. Nel llui.Jo poi <'onl<•nulo nell'intestino tenui', dopo essere sto la el i nai rr al« In sol u1.10ne conservatr·ice e soslJluila dal l'arqua ucidulalJI, ho veduto con la ma~sima nett,..zza una immensa (Juaulito di oibrioni della ~pecic di oibrio lin.eola, Lol vol la mollo più luughi, ma presl"nlavano ullora un indizio di d1vi~iOih', li a~ver·~AIE' 111 'lualcbe punlo. Tal volla questi r-ibrioni l't'AllO ammas~ati ed ollor·a erano poro r iconoscibrli , ~e pure l'ammn!!'M non era sollile. poichè non o~servando bene "i l"arebhe potuto prendere pel' una sostanza granul osa amot•ra od inlol'rn e. H o tr·o,·ato ancora dei g1·ossi ammassi irt·t>gulormenle J!l'anulosi che sembra"ano come di muco allet·oto i quali compressr emette vano un· infinità dei sopr•adelli vihr·iorli ,. Cio fu l'lct·ilto dAl Pacini nPI 185::\. eppure il K orh nella ~ un con l'er·enzn sul coler a del maggio 1884, ebbe a dire che c il quadt·o del r•eper lo microscopico unicam en te in base alla


RESOCONTO CLJNJCO E T ~ I' A PEUTI CO , ECC.

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desct·iziono che nr• danno i t!'att.ati e che a veva !'upposlo <>i ò che l'intestino ct'un coler·oso non dovesso presentat·e che ullet•azioni assai lievi ~. c!Jc t'itnase q uindi fluo ad un cet·to punto sconcertato aJior·chè gli accariùe ù'o<>c.ervar o netl'iulesliuo dei falli ben diversi "· F.vitlenlememe il K oclt ignor·ava gli <>ludi del prof. P acini e eli cio non potrà iocolpar;:en!' quuntlo si rifl,.lla cbe tali studi s' Ìf!nOr'a'"ano generalmen te 111 ltallll. Et! in vero post<ando il Koch a descr ivere le lesioni inlcf<lanali rifet•i.,ca come " a lui venne dato d'o;:;servar·e che la mwo~a mtc"Jtinale et'll. lut•gamcnte disseminala ùi microlu. u Essi s tavano nei follicoli del la rnuco~o P nei ca~i groYi penetravano nei ' 'illi eil in,·aclevano gli ;;trnli lli'Olìllldi della mucosa potendo laiYo!Lu nmvarA tìno alla lunico muscolare causaudo piccolo c~mono g1 c ». La dollt•ina ùcl Pacini, messa avanltln lui e modo rlal Koc!a, dico il dotto r Bianchi, vicue ora quasi solLu 8i!Pn7.ìo accettala. in lta lia, avvet·andosi pur lt'Oppo In dolot•os o eù ornura previsione dell'illustr e ilalitHlO eh t• ebbe o rlit·e: "Quaudo i miei la ~·or i scionlitlci tlall ' I•:ua·opa sa rotano lornali n l''irt>uze abbi~l ia ti alla fo ggiA Rlro 11ir•ro polronno avet•e il permesso di cnlraa·e nelle scuole ed a.llot·a noi ~nr·emo nel placido riposo di Trespiano tJ) •. ( Tlw La.ncet, 2 agoslo 18R~, POJ.C. :!0:3). L'esistenza adunque di questi pams:;ili non ù da mellersi 111 dubbio e può òir:si con vanto per· l'llaha che tale fatto fu s tabtlito con vasi solidE' sino dal 1855 nH•t•cl.• i lavori del prof. Pacini. Ciò che si contrasta oggi ~io rn o si e nPI polet•e affe1'mare se questo par·as!\i ta s ia specifico del colera e pot• conseguenza la causa !>l'ima deler·minanlc le allct·u:.o:aoni analotntcbe rtsconlt•ate, ovve1·o sia un fenomono secondnt·io, effetto delle lesioni inleslinnli. A questi due quesiti a!Jbiamo del le r·isposLo conlrmlditorio. Cosi mcnlr·e in Germania ~ene a·elmente si rilien.. il m icrobo specifico del colera, in Fmncia ed ln ~hillot•ra si cerca d'ab(l} C:i mill'rio fii Firenze

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IIF.SOCONTO CLI NICO 1': TEI\APEUTICO, ECC.

balleN tale lcor·ia. La Commis ione fa·auce&e che in Egallo l'anno 1881-85 iniziò sul peoposilo i suoi lavoa·i per curu del govemo, formata dai pt•ofessot·i Slrauss, Roux, Nocarel e T buill ier conrurmò nelle deie~ioni e nella mucosa inlc:::.tinll le i bacilli del Kocla, ma non li t·epulò spcl'ilìci tlel colea·a saa per il numero che pet• la voa·iela di questi IJa,·alli. Cosi riscontrò che essi sono meno numerosi nei ca~i fulminanti ove mancAno anche compli!lum.,nte, sono invP.ce numca·osissiLDi uei c~Jsi di lunga durala. Il dollot· ~Jolasscz. ha pni mo!llli·alo alla Commissione una prepaa·aziollO dì rcci d'un diS!'IOIILea·ico c he con l(:novu ollre ad altri bacilli que llo ral13nulo ~pecilìco tlel colera. Lu Comanas:;ione ('Oi non polc t•ipaodm•re In mRll\ttia con i liquidi cnw<~o::i o sollraUa ai colt't'O!';i ctl iuoculali o falli ingerire ad anunali Eppr a·ò talr C'Immissione talmente lontano da ci ~ che asseriva il Koch, allot•che ne osst•rvc'l !11 pea·sont~ la tecnica tanto nelle pt·eparozioni al macroscopio (!URIILO negli esperimenti sugli 1\llimali, si ac(~orùò nelle cJiver~c vedute opinando che • se al bacallo ''ir·gola ò la caus11 del col~ro. csser·e lo tlebba per un oiru.f{ vioi~>••L<• l'!w a!!isce in lul~ l'or~anio::mo non essendo per nulla i sinloma :zravi del colt·ra 111 a'tlppor to colle allet•nziolll inlf·stinali ''· (Mortf!l(llli, P . H-H:>). La Comanas!>iOne in~less an,lata nell'l odia pt>r curtl anco ra del gover·no, for·maw dni dollm•i t>:. 1\. lùi n c Jieneu~o Gibbes, fece tale rnpporto sull~> 111vef<ti~nz.ioui falle fino a novembre 1884 a B ombo~· etl o Cslrullu, caoi~ che • il hacillo·"irgola lt•ovasi ancora nella diat•reo t•pidcmica, m•llaclissentel'ica, che non si trovA nel te~suto clell'inlestino ed nltrovt> che non s i comporln in moclo alcuno divca•,.;o da altl•i g-ea·mi rli putrefazion ~; clu~li espel'ameuli poi !-li ebbe che uull'ili lopi, galli e scimmie c~on scfwicbe risacc<-, coa 1 vomilo, con ilocclai mucosi dell'ileo receula, dopo vcnliquatl!'o- quMantolto ore gli ammAlali lulli ~~ cnmpoa•larono in moclo normal<', dae pralicali innesti di <:ulture recenti ed antiche di bacilli vir!tolu. di piccoli bacai la relli e di ftoccha mucosi nel le~sulo !'<nllnculnneo, nella cavità. pcriloneale dei conigli, ~alti, gli a11itntdi ~lellero pet·fettamonle bene •.


RESOCONTO CI.I~JCO E TERAPEUTJCO, è:CC.

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Il Morgauni in cui s• legge tale rapporto, co"'i conclude: Speriamo cl•~ non Sltcreda alla Commi!<Stone inglese quello che s ucCPEt~e a Str·auss e compAgni, i fJUAli di ~cord i prima ~ol Koch si Accordarono in ~,..guilo colle vedute di quest'ultimo dopo elle 110 os,..ervarono di pl'r sonn la tecnica . Dttll'oltt·o ca n lo veditttno nurnorosissimi t•spel'imenli eseguili da tlluslr i clinici dh! hanno coltiYalo questo bacillo eù ollenutolo in tultl maniera nllo stato di collur·o, hanno prodoLlo il mm·bo nPgli animali ni qual! i> stoto in•eltRlo. E d il Jll'Of. E. Vfl u Et•mcn,Q"en s ul le r·icercho di'l hacillo 'irgola del colera a!"ialico rt!:!uar,lo all' inoculazion~, venne allo conclusione seg\lrnte • l ~a~gi dell'iuoculfll.rone di prodotto di collut·a banuo dalo lln qui ri~ullali al;sui incJraggianti con Alcune S[H·ctc d'animali eome, per esempio, conigli. Tr·c su 'lliUllr·o hanno soct!ombutn in 2 o 3 f!ÌOI'ni ull' iniezione nel dttOt!Pno d'una goCCIA ili collurn ( ~· giomo) clelle viJ·gole nel ~iP ro Jitpwlo. l ft'nnnH'n i cadaverici ~0110 !\tDli qu..-lli tlel colcr·a et! i ltquit1t intestinali r'At·chiud•'vano grandi qunnli l<'l di v1r gole •. Tali cspor·imenti l'ur·ono anc!te ullimnmenle falli 111Ju cl inicn medica oli Palermo dnl ru·or. Lepidi C hioti e constatati i buoni r·i<>ullult. On:1 St! ('Olmnno tultlu;·si tiPi mnlivi contro c·hi hA avuto dei r isultati "''A'alivi pe-r lt·d i 0"JlC'I'imPnli tanto per 1111 el'rot•e tecnico ne lle iuoculozioni, qntm lo per In condizion i speciali nell'assorbuneuto delle deit·?ioni .Jei rulcrosi, quale ragione potr·u add ursi invec<' contro i molli:::simi J'i~u l tuli a lfl'rmalivi d'uua riproduzione M I morbo dopo l'inoculazione dC'I bacillo ullo slulo di collur·a? l falli poi eli manJ,dato1·i di mict'obi t•ipot•Lali da alcuni autor·i francesi come argomento inoppugnobile piuttosto clH' un ar~omc>nlo contt·aJ·io nlla teoria pR· l'tl!\si laria, come dit!e il dottor Magliel'i. costituiscono il suo piu valido :::o<>legno e spie!!ano corne i· che il mit·robo nou ·ùi~Lr· u~ge Lutto il ~c·nr re uman o. Di falli al presen te lutti anJmellono che i succhi f'as lt·rci c;ia no i migliori micr·obicidi, pe1·ò de,·ono nver·c ct-t'tP. clate qualità chimiche non ancoi'A bt'll determinnte (fot•c:e clevnno nvere lllt certo ~rado di aci dilà tale dA potere Allflccare rl microbo) man <'t~ndo le quali i bacilli pusset•ebbero inullura li nel tenue ovo lr'o v ~rebber·o


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RESOCO~TO CJ,lNlCO E TEI\APEUTICO, ECè .

l'alcalinità e le alti•e condi:lioni necessarie a ll' ulteriore sviluppo e moltiplicazione. È chiaro adunque che coloro il eu~ succo gastrico si trova nelle volute combinazioni, possono fare una cura di microbi senza risenlirne le fata li COIISeguenze. Mt~ g uai se i succbi gastl'ici perdono quelle lali qualità chimiche; l'esperimento pot•·ebbe tornare a ùanno dei malaccorti sperimenlalori. Vorr ebbesi dunque dir·e che in Lempo eli epidemia ognuno, introùuce nel suo organismo una certa quantità di microbi , ma coloro solamente vanno SO!!{lelti Rllo loro callivP. conseguenze i quali non uanno succhi gastrici p1•o vvisti di tutte le qualità chimiche, capaci Ji uccidere i 10icrnbi (Mo rgag1ti, parla Il , N. 12, 1885). Ed inoltre t~ll'obbiczione de l fatto che questi bocilli trovandosi solo nell'intestiuo e nulla I'isconlrandosi nel sangue e nr·lle glandole meseuleeichc noH possono uccidci'e un uomo,.. il Koch rispo udc: (( Per ìspiegare lnle fntlo io devo t'icordor·e che i baclet·i vegelando non ~olo asl"inti lano materiali ma ne prod ucono ben'anco. Cosi nella putrefazione dei composti albll•ninQsi, p. es. . del sun~ue, si svolgono clei velen i i quali non pos!Oono esser e altl'o che l'all'ello della me- · tamorfosi l'eg ressiva dei bacteri, per·chè la pul1·efazione altro non è che la conseguenza dello S\'lluppo dci bacteri. Cosl io m'immagino che l'azione che i !:ocilli virgolali ese1·cilano ne ll'i ntestino s ia legata alla presenza eli questi pmdolli velenosi della loro melamorf'osi v il a li. Il prof. Ermengen l'itiene ancora clu~ " l'azione pal-ogena dci prodotti di coltura è dovuta ''8l'Osimilmenl<> ad una zimosi, ad un composto a lbuminoide facilmente distru ~li bi l e "· Il prof. Cantanì dice: (( Questo veleno potrebbe esser e segregato dallo l"Les>:o bacillo vit·goln oppure polreLbe con"istcre in una plomaina proclotla uel coutenuto dt>ll' intestino dal bacillo, median te uno fermentaz ione da esso medef'imo provoca ta c prodoLta pul'O dal bacillo, nelle poreLi intestinali s tesse m e•·cè il consumo di sostanze componenti g li alimenti istolo~ici e quindi mercè la decomposizione chimica, di quesLi e la pr oduzione da essi di sostanze velenose». Per tali molivì adunque s i può ragio oevolmcnlo conclu-


RE OCO~IO CLINICO E TERAPEUTICO, ECC .

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ùere che il coler·a :>ia uua mala LLia di n atura pur'assitaria, dovu ta cioè ai bacilli virgolati e che 1\woluziouo del m or·bo pos-.a !->piegat·si con l'assor bimento d'un virus spucitìco. il quule agrsct' lncnlmentc producendo delle 11llerazioni nccrotichc sulla mul~oc::a, sulle glandol e del P ayr1r e ~ u quell e ctel Lib~>t·ki.ihn r• ncll'ur·ganismo in gcut>re con o!isltll"bi dei cenlt•i net'\'osi Crò .. !'Oslenulo oncora ùa cuolti iuglesi come l"a.Lteslano i Javor•i di Tl archirr e da quaklte italiano. Sul pr·oposito é ùa nolut'tl li pre~evo t'-'5:Ìmo lavor·o del dottore Paoidli, che t•i liene il colera I'OOl\1 unR molaLtia del :siSlt'ma rtt'rvo-;u (tetano dt?i mu~;t~oh li,.,('Ì , pubblicalo nel Giornale di J.Ierùcitta J1ilitare ll't!"auuo 1885 ovc ho potuto legg~r·c arrcor·a come citntuur tl'anui adtlwll·o tale ip11td::r t'o:>se so· s louuto dal pt·of. Cortese lJu;,anùoHi sui l'i!<ullalr ùi più che ce n lo auto! '"'c tlullo ~ll!=- ...o l'alte ,c:u (·uùuveri di colero'<i. Le rerenli scopt!l't•• iu ultimo ùi Yl\1'1 bae;lt:rl !<Olltl for·ma OI'O eli mirl'nrocchi or·a eli hocilli in un ceJ'lO numct•o ùi malalli~>, che !=>t•hhettr> am:onr 110 11 m n )l., g'l'tli Hl e, [Hl l'O va ocCI'I.l"ceutln::r oli gioru11 in giorno, 111111 pos,:onn 1111 rnomculo farca duhitaJ·e sulla nal11ru para.::sitr~rin deJ col••ra. Si è Jl•'t'ciò clll' t~l 111ù:roc:occus o mil·ro:-:pot·on. !'ICJiticum •lt~l Kldl!:' 1 m<.:Oa ilrato llf'l pus l' SAI!guc "~"!•l!coenrico, al microeoccw; o mi· cro~ph'(era !'(LI"CIIW' del C{)l111 11 ·l PII""' ,·ac<"Ìrli••,, c ''aiuoloso, al tnit'rot•occttli d iJhLCricw; Jel Co1hn n Pile p:-<CUolo-mr>m!:>rane diflrr·iche, altlltcrococcll<~ [lfl.etunonifi:-t del FriPollaentlar w•gli e"""uJali c spuli tl i puPum,Jn i<'i. a l micrococcHs erisipclaLis dolio Zopr ui.'U' orbi poi H, n l micr<o~CIJccu.s sca1'latinosus dclI'Hnlliet'. al mierococeu.~ ,,wrl•illo:m~; cl,•! Tr'tl' r«, al micro· coccw; pctecchiali~> cl l'l l't•evi", al lmcilius anlrw.:rs d~l Cohn, n! uncillus tuucrcolo~i:-: dl?l Kodt, al bacillus leprae elt>lJ'Hauc:cn e ell:'l Pcllinari, ul bacilltts malariJ.e del K lc>bs a del C1·udt>li, a lulli queslt par·assiti hen delinili ùol,bimno sem:a dubbro ag,(!iun;r•·rt.! rl rnicroho \"II"!!Olalo leJ Koch. Gli espl.lrltn•!nli pot clw si sono ose~u i li dello 111o~.:u laz i one tli ulcunr di <p1esli 1aclori ullo stato dt r;oltum su vari animali cvn la r·ipt'•~<luzione della malallw para!Oqii.MiO, se da una pat'lcl ci ~;,mducolno al sancimenlo complel•J d•·lla ctotlrina pa r·a:::situt'IB, d purLaO•J ancora aù una questiono assai im·


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RESOCONTO CLI 'l CO ETERA PEUTICO, ECC .

por tante e piena d'avvenir·e, quale è quella dell'atlenunzionedel virus e del la vaccinazione pr evenliva. Il Notha dice: • È impossibile di non res ta r e slupefalli dalla grandezza di tale scoperltl, Ja quale ra sì che il m edico possa impad t·onit•si dell'elemento movLale della vimlenza o del contagio, domarlo, addomesticarlo fJer così dire, e facilme.nLr·e Lt•asformarlo io un agente inoffensivo ed anche bet tefico, in modo che, inocu la to all'organismo, gli conferisce l'immunità conlr•o la malallia , mortale d i cui esso o contempot·aneamcnle causa eù effeLlo .... Ed invero non è clte a r imunero rn<waviglia li quando recenleroenle il Pu~leur, in pl'csenzo. clelia contmi::;sione dclr accaclentia, 8 l'iguarclo della l'Abbia, ha pOlulo pre::lit•e fiO· strando degli a nim nli, di cui alcuni vaccinati ed altri :':O, quali di essi sorehhero vis:suti e I'Juali morti. La profezia, as!>erisce il N olba, si è avverala complPtumenle, perché fu vi!"LO due valle g li animali vaccinall t•e!!lAre in piedi in mezzo ai cadaver i degli allt•i. B da aug urat•ci che g li el>pet·immLi uel Pasleur siano ancorA iu seguito cot·onali ùul più ~plendido successo c ch e beu pt•eslo, <·ome per• la rabbia, cosi contt·o il Lel'l'ibile mOl'bo ùel Gange, si poss<·gga il vaccino preveulivo. (Continua)


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C O~TRIBU Zl O )lE Al.! A

TERAPIA DELLA DlFTERJTE C. IANDOLI

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Nel l"anno 18Gn, tr·owllldomi a Fir·enze, lessi nel giornale Lo Sperimenll!le, rwn 1r1i sovviene l>cno :::c nel fascicolo di giugno o di lnglio, unn memoria nella quule ~i raccomandava Io zolfo come egr~>2:io rimedio contro la dirlerile. L'autore di quella memor1Q, di cui tlispiacemi ora di uon r•icordar·e il unm", notava pnreccbie guarigioni ottenuto cou tnle rimedio, c ne pnrla'a con cntusia-.mo; anzi pregava caldamenlu i medici prali«!i di survirsene ('Oli fiducia. Tale lcLLura fl'ce una profonda impressiono sul mio ~pi riti!, pur tuttavia con la mente infatuat.a dello ùoltrine, clw giungevano allora fre:-'rlle o seducenti d"ollremonlL io ~"'llarùai con occhio di compassione quoll'ernpiri<".o no!:ilrauo, cito pre.<;enhwa falli da lui stesso uon ~"piegalJ iti, o che opporJe'l•u lo zolfo ai t·imedi tanto ~olcnoemente e scicntiticarnente preccmizzati dai Porsler, da!.!li Hcrz, ecc. ecc. Ma più Lardi, nell'anno 18i2, rima<:i rnolto l'orprer-:o leggendo nella Patolo{lia. Interna df'llO .IAccnnù che contro la difterite erano raccomnndale le iu!-<urfiatioui di zolfo dal Barbo"<n, e qu('slo metodo di curn, d"'''lto a dtRLruguere i yermi oe(jl'tali rhe sono l'ori!Jine clelia malattia localr:, e poi clel-


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GON1'1\IUUZLOL'"B

l' tn.fe:;ion.e generale, era a ppoggiato da diciotto casi di guarig ioni'. Fu dn allora che nou 111i c!Ptlu più lre!!ua il de.,iderio ùi vedere c·on i miei propri occh1, quello che ci et·a 1li \eranwute ulih.l fra il metodo ddle caulcrtzzazinui ecc.. che di1·ò classico, e 1'ump1ru:o delle insuflla;.ioru dello zolfo; cd ogni qual volla 111i incouLrai iu Lllt Bllllunlato ùi difl.:t•ile ne Leuni uulu. Ora nuche io Ilo vi:.. Lu •[Uah·he co~a. od l1n Jellc storie cltniche da mcllert• "otto 1 Yostri occh1, anzi debbo nuche io fnrc J'entusiu<;LA ti~;>Jlo zolfo uuiiR dirlPrite. Parlat'vl di uu rnnech1 Plltl'tric·o in pieuo ,.c.:olo '\IX, quauùo il llte!l:co ltUlul·a lislfl {• nLilualo a scegliere cou c t'ilert scienLifid ucl r ict'o umle1·inlu cile di pt·cscnt.a lu lerapoutica, f[Uf:'llo ello meglio u hu couvicue pcl' l'ag~iungerr> le intlicuzioll i fOl'r tilegll llnlla. \:li nica c dollc s ue Jmlllche fiCienliric lte ausiliadc, pnrt••'t anche n \'Oi, cnJUe {:!i" par,·e a uw, pet· lo meno u11 pe1·d ilctupo, so uon :o;LrUtJCzzn di uu cervello mulsauo. Ma c.:onq•iaceiO'Yi )W l' 11u momenl" t•iflt:ltcrc cltl.) il mercurio, la china , lo io,lio, la Ùlf!ila le, ecc. tn:oomma i noRtri più grandi, ~ic.: uri cd ac.:credilul.i rimcclii, ci furoun i11dic:ati dnll'empirismo, e1l ancl 1u Cl;!I.!Ì in questo !'ecolo di !'<Cdltcisu1o, dcmolttoJ'C' d1 o~ni vPc<·hiR c·rcdenzA, c~nlrn di e«!"i iuvann si !'<f'O r l l\rnti O ll• ~nUigliezzp dnlLriuarie nppnrre 11llri rimedi tlt più not.ilr nri~oin~ Clte --e ri;.roro"e ~ IJcu Jcterminal~ r--pcrtenze clitllcl•e IHlll u ''cs:-.ero incontro veri ihilmento ulli•t•tualu l'dliciWIIl lll.!i )'rtldelll rimeùi, I'Ìspelli,·a.mt"llO uella stllllùe, uellc r~hhrt .la tnulut•Ja. uellu "crofolo c nelle cartlioputic, dilo~11 1i. tlt ;.rt·azitt , cLe rill1at·rchl>n o ra a noi di veramente ncn•rlAln 111 lullu In jarnnl •logia. • ~oi clu• ci nllèg,...iumn a pro..:res!':i-<!1 per chP piu fortunali dci nostri prcdeco~sol'i, ~nppiamo legp-erc l'a&it·' del !..rt\11 liLr·o della uaturu. mlravedPuùo qualche cosa rli «Jitelli intrienti proeef'~i l'Ire ;; t cltinrmiiJO processi bio-patologici delle tllfl.Jallie, uz10ue lil'to-Let·npeutic:u dei fa•·machi, :.;uèJ t'lgioui "pontan ue o Lcra pul ntlltlrn hl, 11011 dobJ,iMuo credere per a.llro cho lullr la LPot•tc etHcsse in fAlli di rimedi l'l iano or<' tli cop· pella; in1pcr ciocchb In llulluante tuoda. cltu ora porln nlle s Lelltl Lnluni di P~Ssi, l' che pi 1'1 lardi nel oulo dell(• più spo-


ALLA TEll APIA DELL A Dll' TEIIITE

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ciose teoriche, li abbandona in unn complell'l oblivione, • s~a sola é già un argomento, che dirnostrn atreviùenza clm le teor ie moderne per quanto possa no esser·e prodollo dallo !~pe­ riment.rrlismo, ;:.pesso non sono che raJiOuamenli erronei e fondali su l'also [n·emes!"e. Cou ciò io nou intendo ccrtamcnle hiu~;imo!'V rindil'izzo ~pcrimentale moderno, anzi r on sono t·i··co a tal punto da !;CQDO::,l'et•c di quanta luc~· e>:..<>o ru feconcln nelle> llO!'tre COf.!ni· zrorri lisico·Lerapeuticlte: per" non dnJ,J,iarno credet•ci por questo disciolti ùall'obbh;;n di u,·er·e in rc\l•rcnzr~ •JUCi \'ecclù IIOSlrr mue:;;lri, i quali <lllingonùoclallc ronlicJnll'ewpiri!'IIIO tan te veri tà a forza di costn-rli c hcn 1ntoH· 1\'-'!;cr·va; ioni cliniche assicurarono allu po:<tP.rilu meclicamenlr ullli c potouti. Cho nnzi è nostro dover e tli unJarc a ri\'Hugur·e nel terreno gia da lor o cnllivato, e d i ric~rcare noll'empir i ~mo, 111 rpwsln semenzaio fortuntltn di rarmachi, qualche veritu lnlcnle; noo a rreslundor.;i alla se m p!i<·e oo 'l i 0111~ enqu t'iL:a, f'ib ht•tte cortlrollandoht <' perl'e.zionandoln e Jirr.i eo n ~n•; rond OI(I M I tnetndo spcr·imt•lllale. Eù " per •1uesto t'u~ioui, c-he io mi sono accinto a pnrla r vi dello zolfo L:t1mc r ilìleclin conlt•o la d.i l'lor·ite; e per rencltwvi cedi ello io mi allenni p<'r qnAnlo nwl COII !<entiYa il ro io ingf'b'HO, atl un ri:::oro!"o tlolet·ruinismo sperimentale, vi ùiril a 'lllllli criteri mi umfor·mni nelle O'-'pericnzo. 111 primo Juo~C'I volli es~cr· ce l'lo dellrt dingno~i per Ja «JUal co<:-a rnccolsi cou la nta~_io r ùili;!t•nzn dro tui ru pMsiloilP. i faLli nosologict cile pin avanti esporre•, li C:>nmruar, li ùi!<cus;::i, e ne fed una a ccurata din~no--i drtrer·enzinJe. lu r-;econdo luogo. stabilita In diaf!t thi, a•lnpt•rai Il! cure le più caldamoute raccomandate dallo palolo!!ifl mcdicn tl'ollremuro e d'oltt·emonli, e quando mi fui nccertnto clw c~~e furono inutili, ~e no11 piu danno<>e. ricor~i alla t·ura u~pcllauto. facendo largo posto alla torapiA llùlur alo limilantlnrnc n ~or­ vegliare r andarnento del mol'lto ed a contbal tcro i siulomi piu mi nacciosi. In ultimo adoJ'croi In zolfo, il quale mi corrh;po~o s empr e e costMll.emente n ulla s lo!"!'8 manie r n ltoneflca, !"tE\ che la ùifte ri lA si ro!'\~e !"vollA i'ulle fouci o nella la rin~e, ~ta !'!U piaglJe ~s\' iluppalt• sulla super ficie dei comuni i11teg ume nti.


CONl'HlBUZIONE

Premesse queste idee, eccovi delle storie che io tolgo dalle m ie memorie cliniche, le quali dimostreranno come io mi sia attenuto ai suesposli criteri.

·1· Teramo, aprile 1873. A. S. fif{lia del mio padrone di casa o uua bella e vispa bambina di tr·e anni ci rca, di ottimo ~viluppo scheletrico, pi1.1ttosto pRITuLella, ha capelli ca~~1gni, pelle rosea con vene poco Lra!';[)<lr e nti. Es!2'a è fig-lia di genitoJ'i sani, fu vaccinata due anni addietro e fuori di crue!'lll malRllia che la tiene a letto 110n ne ebbe nllro Rppr·ezzabili. Da due giorni Ira per·· dulo il suo brio, è pia:rnolo~a, ha febbre, e prc!"enla come duo decorticalure vcl'lical i iu prO!<!'\Ìmita dcile na rici, da cui geme un lit{llido in·itanle, ma limpido e fìlanle. A l terzo giorno di l'nf\lnllia la madre 1Hi prl'ga di visitarla, ed io noto ciò che segue: L n picCflla i· febhr icilanlo (T. 3!J• applll:ando il termometro n~lla piegatura dell.nguiue). pol~i 1~0. Verso gli angoli della mn~cella inft•rioru notasi un go 11fìorc, la s uperfìcie della pelle non lasci <.l O>'<:ct·vare alcunclu., di an or· mole. L'nliro (• nlqunnlo fcle11te P pull·ido corne di aglio putrefatto, la du!!lutizione e alquaulo difRI'ile, e cio ric:.lrinma la mia attenzione ;,ull'i!ilrno delle fauc i. Aperta la boccn della iofcr·ntn o"ser·,·ni piccolo, quasi Ìlll\fl[li'CzzabilP lut·gore delle tonc:ille, quella eli sini><tr a era ricoperta come tla una pellicola, la ()uale ~ i ahb:w bicavn tlella gfllitt.a, !'< upernva il pilastro anteriore c ~i ec:tendl'''a !5U circa uu lerzo del palato molle. L'ugula speeiol mente nella ~ma e!> l.rcm ittì libera, vi era rispar miata; perii una cltinzza (Juanto 1ft moneta di un centesimo, rr1ostraYns: a circA mozzo cco ntirni'Lro a l flisopr a dell'ugula sl e~sa, quasi nelle pc-rti:!enZI' del palato duro 110 poco a destra. La pellicola era 1li un color e bianco gt·igio <:porco, in t.alunc pat·li più opncn; n primo aspetto pAt·cvu facile il dislaccarnela, ma pnuendoc:i all'opera ern difficiiP di riuscir,•i. Sur bor di di delta pellicola vedevas i un (l iscr eLo ro!'<sore. il quale par·e\'a, direi <1uas i. una fran!!iu della pellrcola, non era nf> inlen!>O nè diffuso, ~=; i hiJene viYo e di un paio di millimetri di estensione. come fallo a "lampo. li gonfior e agli angoli del masccllare inf~rio re era pro-


ALLA TERAP IA DELLA Ul FTERITE

dotto da gangli linfatici, i qual i a mano a mano che si allontanava no dal mascellare stesso, erano meno gonfi e mello apprezzabili. Per·ò la voce si manteneva del timbro normale, lo cJ1e faceva argomentare rhe il laringe lrovavasi in sane condizioni. Vi era il solito gastr icis mo, che accompagna le febbri alte eù acute, e nienfaltr·o di morboso notavasi da parte degli or·~ani Loracici ed aclilomìnalc . Di che era affetta la barnbiM che pr·esentava tuiLi questi· sintomi ? Era ammalata eli tonsi llite foll icolare? No, perché· in questa tonsillite- le ch iane biancastre sono eli molto piu circoscritte, non si presentano pseudo-membrane sulla superficie delle amigdale, s ibbene come nelle afte della mucosa boccale esse cldazze ltanno dell'ulceroso, e s i approfondano anzichè sporge.ee sulla snpHrfìcìe della mucosa che riveste Je tonsille. D'altronde la febbre é più violenta e meno duratura, essa sale tal volta fino a 41" c prende la forma delle febbri eruttive. E ra forse un'a ngina flemmo11o~a? ::--.!ou lo credo, perchè il lurgol'e, il rossore eù i l dolore delle ton:::ille mancavano, la voce non era alterata e sulla ::; 11 pcrJ'kic delle ton sille e del ve lo penùulo vi erano delle r~eudo - membrane che non sogliouo accompagnare l'angina flernrnonosa. E.ra l'orse un'augioa catarra le ~ l\Ja allora per·chè 'JUell'essuclato non sì s taccava con facHilà1 perchè aveva appal'enze fibl'ir1ose1 perché l'ugula non· si Jl1os trava come di solito olhlll~ato, edematosa? Tratta vasi forse di un'angina canerenosn?. ma l'angina caucrenosa as"ume in su l principio la forma flemmonos!'.l. quindi grande Lurgore, rossore intenso, vinoso, disf'Hgia, ecc., tul.le cose queste che mancavano: d'altronde le chiazze biancastre c he si notano nell'an~ina cancre noso fan corpo coi tessuti pr ofondi delle fauci, sono accompag nale eta vescicole siero-sang uinolenti, e nella noslr·a inferma IB chiazze erano superficiali, avevano un certo r ilievo, nè i tessuti profo ndi erano inturgiditi e mancavano del tutto le vescicole sierosan guinolen Li. Né credo possa r itenersi ammissibile m.t'angina scarlattinosa, perchè nes;mna malalLia cutanea l'accompagnava, nè si


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CO~TlliBUZ!ONJ~

osservò in prosieguo l'esantema sctulalLinoso, come più appresso d irò nel resto d i questa storia. Cl1e malattia era quel la adunque se non l a cli rterile delle fauci? Que!'lto concetto clinico inoltr e el'a corroborato dalressere notorio che in ci llà esi steva epidemica la diflerile, anzi nella stf•ssa casa par o ue a vesse solle1·lo uu ing-egnere, e.he poi rim ase col velo-J>èJLdolo parulilico. Staùilita que»La diagnosi, c he cu t'a bisognava fare? Il metodo cura ti vo predorn1nanlc allora era questo: 1• caut(wizzarc fortemente col nitrato d ' ar~enlo le chiazze diflerithc per so;::tituire un'infiammazione f!Cnuina alla specifica, taluni Rnzi rnccoman daYano J'actdO IIÌtricO fnJOante, il )JCrcl OJ'tlrl) di ferr·o, la soda caustica, per limi la t·e il processo diftet'ico e disll'llgget'e l'el emento c0ntagioso ed irJ fo ttiYo. 2• Hentlere l'essudalo meno pla:::lico, e •tttindi favol'it·e Il distacco delle p:::eudo ·mPmbt>ane e ad ottenere un ~illlile scopo, furono Yantati l'acqua eU calce, il sugo eli limone, il l •icm'bonat.o di »odn, i l M Ltoca t'bonato di amtuon iaca, i l calomc lali.O, la gli•~el'i ll a . ;1• i rnpBrlir•• In llecompo«izionr dei LessuLi, cd il po!:'!sibile nssorhinlCillO ùi materie settiche, e perciò r accomnndanm"i l.: poi vel'izzazioni all'acqua fenicata, i gargarismi con »0htzionc di clm·ato pota-<»ico, la limouala idroclorica l'resa per cpi('t'Mi, e la limonea »olforica con »olft1lo c hinicn i11 !>Ohlt.ione. Que!'l'ulLirno farmncn nnzi er a raccomandato conLrn gli ii"'Sorhimenli settici n on !5010, ma ancora per domare la febbre. Noa dico nulla del Yitlo carneo, del viuo di Mar«al<l,ecc.,<·he in ')uel tempo speciahnenle erano diYeutati la panacea JJCcessaria pe1' l a cura di tre quarti di tulte l e. mtllattie pos»ibili. l o 1ni otLcnn i a que::;lo Jllelodo di cura; ma ull'inùomani le pscudo-mct nlu·ane erano pi LL estese, tanto da Ahhraccim'C tutto il palato molle ed anche parte del re:::to <Iella farinfre. i fHlli flogistici delle fauci piiJ inlcnsi . la disfa g ia più r iJeva'ltC . la febbre ]'itl nlta . T emPi che non a,·essi causlicalo nbbaslnnza . e causlicai ancot'FL, tormentai ogni rnomenlo qn1'l pO \'CJ'O a.u~do lPLLo con pen11el lal ure di g lice riu a alle fauci, CO l l nebulizzAzioni di acrrua di calce, con cucchiainle di soluzionP di ~olfato ùi cltiuina . allo l'Copo di di staccare quelle pellicole licltenoidi uggiosf:', ma non Yi riuscii. E lullo questo a che prò t A l sesto g iomo i falli locali erano


ALLA n:nAl'IA DELLA DIFTERITE

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immutati, anzi l'infiammazione specilìca aveva un andamento· cliscendenl0, ed aveva inva!'a la par le posteriore dell'imbuto faringeo, le decorticalure in vicinanza delle pinne nasali già accennole erano ricoperte da pseudo-membrane, la febbre saliva a 39° -il9,s•, la disfagia impediva t·alimenlazione,sopraggiunse u1 1 notevole abllattimento di forze. C be fare? cauterizzare ancora~ mfl a cb o scopo !'e lutto fu opera vana? Temei d1e cauterizzando ancora esacerbassi k flogosi delle fauci, e mi spaventai ali' idea di un possibile edema della glottide, temei inoltro che propara~s i ad arte un terreno propizio a llo <;viluppo della dirteria, infiammando i tessuti circostanti con l'eccesso di caustici e nou volli provm•mici da capo. Seguil.ai con i detersivi o con gli antisettici più sopra accennali , ed A ,·eudo esaurili tulli i mezzi curativi da la n ti autori preconizzati, disperai. Al se1timo giorno com pa1·ve la voce tw.sale, a sera dello stesso g iorno venne la nwcedine, 111ln notte sopraggi. unse l'afonia e lu dispnea, all'alba successiva rortopnea, e furono adoperati invano gli espotloranti ,2 grammi d'ipecacuuna in infuso A caldol ma tutto fu inutile: alle 10 delr ollavo g iorno, dopo lunga agonia angosciosa e stro?.ianle la piccola creaturina si spense. Non voglio tralasciare però di t'are 0!5servare che nel g iorno anteriore a.lla morte erano compaPse s ullo ster no c sulla regione anteriore del petto delle papulo che in apparen?.a tenevano ancl1e della. vescicola, anzi pareYano delle vescicole nate a lla vunla di uua pustola, c s iccome le ho ri$COnlrate· un'altra volta s u di un altro difterico, di cui dirò piu lardi la storia, ho credulo mio dovere far rilevare tal fallo, potendo· forse essere queste' un esantema proprio dell'infezione difterica divenuta generale. Dunque il metodo cu1·ativo, prcconizzato dalla più gran parte dei patologi d·allora, non valse a nulla, e lo spavento· che la rliflc rito sparse nelle popolazioni in quell'anno, dimostrò che il mio caso miserrimo, non era stato il :-:olo iofausto, potrei anzi qui riportare altri e non pochi casi da me osservati e da' miei colleg hi curati, che ebbero egual sorte,. ma eiò non servirebbe che a rendere più lungo il mio scritto.


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CONTR1 BUZlONE

Tanti esiti infausti mi convinsero quiudi che le cauterizzazioni non raggiungevano mai lo scopo, per cui si praticavano ed erano per lo più dannose; e che il resto della ado·

pcrata terapia era itnpotenle ed inutile, e mi decisi a cambiare sistema di cura. Pet· uu m edico coscenzioso deve esset•e mos;;ima fondam,entale di tet·apeuLica di non nuocere, e come che l'adopet·a r e un mel<Jdo di cuf'a l'iconos<·iuLo impotente, equivale al nuocet•e, in <JU8rttoril ~ sottra e J" infermo 8 I'OI'ZU di 0!>6r8zi onl turnultuAt'iP. nl benefko potet•e della tCI'apia natu ra le, cosi stimai m~glio J'at• niente, lrincerandumi ùiell'o alla cuNt. thpellanle. Lu pt'Alica semplice ed innocua di un sapiente m edico salernitauo, il sonALot·e Luc1ani, eh•· con tnczzi scmplit;i e hlanùi o lleneva r·is ul loli rdNlivamc nle ottimi, mi i11 voglio a perseverare nel pri"!':O pt·uposilo, ed e cco come l~ntai la tet·apia naturale.

2• Caca dei Tirrt:ni, m&l'ZO 1815.

A. S. soldato nel 61• re ggimcu lo f~Jnlc ria é ricoverato nt ll'ospedale militare pet• augina diftcrt ca c vien posto nel mio rip'w lo. E r:c o quanto io Itola i alln primn visiln: L'ammalalo ),a cit·ca 22 onni, eli temper·omento l>iliO!':O, piul· tosLo magr o con pelle bi'Uilo, ha olLnno svi luppo schcleLI'ic;o e muscolal'<'!. non er·a slalo mai contagialo'" s ifilide e solo aveva soffer·liì qus: lclte Lcm po addieii'O una blcno!'l'ngia. E gli da tee frio rni er·a rnol esla lo ùa mal di gola, pm·ò non e1·a sluLo a!>saliLo ùa ft!bbre, che al secondo giorno. Osservanùo le fau ci ttotai c he la lon~illa sinis tra ulquanlo Lumi,Ja si avv;cinava un poco piu Jell'allr·a all'ugula, sulla super·ficie della tonsil la stessa nolavansi delle cbiazzen•ernbranil'm·mi hiancogiallaslt•e, elle ollr·epas~avano la galill.a e si estendevano s ul margine libero del velo pe1H.lulo pa lalino, eccozio11e fALla di un l eggiero I'OSSOt't! del dello '·elo pendulo e dell' ugul n, questo e1•a tultu. La fubbre quasi nulla (T. 37,:-.•), ;Il o rgan• lot·acici <:>d addominali sani, nulla di anOI'mal c Alla pel le. Fra i falli subbielLivi un senso di dolore alla golu, alquAnto disfagia, rna la voce ~ la r espirazione completamente inLeg'l'e.


ALLA l'ERAPIA DELLA DlFTEIH r &

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Non slal'ò qui a Piftll'e la diagnosi drfferenziale pe r' caral· terizzar·e la molaltia c.li queslo soldato, essa era 1a difterite delle fau ci, e questa volla la mia diagnosi era slata confortaLa dal giudizio di a lki due colleghi, cioè dal medico del r eggimento che lo aveva inviaLo all'ospedale, e dal medico di g uarJia in Cfues to, che lo a veva designato l:Ontagioso. Venuto in questo conviuc:imenlò ceco come lo curai: pr esCI·issi dei col lultorii con miele r·o:;a to e dei gargarismi di decotlc ù'orzo; g li feci p r endere cpicraticamenle ed a cucciaiate della limo nea m inerale !i<Olfor•ica con sol fato di chinino (un grammo e mezzo per :JOO). Alime nlazione liquida, brocli, lalL~:. All'indo mani la tonsilla c r·a di molto sgoufiata, o si e ra in g ran parle detcr·sa Jclla pseudo-membrana, c he il dl prima la ricopr·iva; però AJla ~ua scompar~a tenno ùietro come residuo, una piccola perdita di sos lanza, com e ;;:e fosse un'abrasione, ed a llr'e pseudo- mernbt·aue invusero l'ugulo e parte del velo pc nd •ilo. Si conlinuò nello slessomeludo di c ura, incoraggiato d tdlo f ol' l11ft pÌLLllOSlO m ile, uaJla ft1bbre bossissiroa, e nel di dopo i fotti Jella gola ~tudavanu a mano a mano mig liol'a ndo, fincllè <Jgni pellicola diflei"ica scornpar·ve: pe r ò cou esse scornpnr ve pnr·e uno parl~ del mm·gine libero del velo palatir)Q t>d anche ru g ula. Ma hc n pres to al 12° giO!'IIO ogni ft1tto fl ogislico era scomparso, tuLlo lal<ciuva be ne a sper'Hl'e, e l'infermo fu più. Dorgamo nLe alimentato per· compe nsarlo della dis lt•ofia in c ui Lrovavasi. Al 15• g iot·no di malattia, l'infermo no n so per q uale circostanza e bbe u sedersi sul 1Glto, o tosto l'icaclue supino caJaver·e fulmina lo da twa paralisi ca1·diaca. E evidente che in questo caso i f"ntli loeali non si esace rba rono con le inutili cautel'i7.zazioni, a11 zi l'azio ne Lòpics dal solfato chinico iaduE)biamen le psmlizzò l'azione ri produttiva degli 1;1gcnti rnicl'oscopici , pt·odullivi dello pseudo-membrane, imperocch<~ dopo gl i esp er im enti del Silveslri é notorio che il c hinino ar'resla la ripr·oduziorw di Lalune ~.:I"illogarnc, pur lultavia q uesto sistr m a di cu r•a non giunse in te mpo ad impecJire le pa ralis i ùifLc l"iche, cio cl•e l3ig nifìca no11 pr·esel'vò l'o rganismo dall'azione s;ecooùaria della difter•it.e. Laontle si può a ragione concludere che nella diftel"ile n on l.Jasta dìslrug -


CONTRlBUZfONE

gera il processo local e, ma importa anche far p resto per non avere n dep lorare più lat'di i fatli paralitici. Io potrei quindi riferire nllri casi di simil genere e curati con lo stesso m t>lodo, i quali cl imoslt'erebbero cile si lta u11 u minorH mortalità a confronlo degli a ltri cur aLi col metodo r.lassicr), JJerò il mio scritto dt necesstté diven terebbe mollo lungo, né il còrnpito che mi son pr oposto) credo, lo richi ed a. D'a llt·onde Ja fl iflcl"ite non è malallia rara ad osser varsi, e molli poti'anno con coscienza riconoscere essere conformi a l vero leosser vAzioni mio su r1uesLo proposito. Laondc io senza altt·o esport·ò slorie cliuicue e~clnsivamcll le ùi casi ùi dift.el"ile curali con lo :.::oifo. 3" Caoa dei Tirreni, marzo 1876. G. L. è un fa n ciullo di circa oLto anni, Ag liUfJlO di un uffìciale contabile, Ili buona costilu ,:ionc fisica, robusto, ben prov visto di pann icolo arl iposo, liA capell i caslag ni-scut"i. Ebbe già a soltt·ire il morbillo, ~ da u11 giorno solo e stato preso da un le~f{i ero mal di gola e fehbre, percui il pndre mi pre~a. di visi Lario . CQn l 'o:sser vo~ ìono nolo: Fcbb1·e a 38' ver so le oro 3 e mezza pom. Viso alf"{uanlo acceso, ~onfiore ni lati del collo in prossi mità dell 'ang-olo mascella r e inferiore, mal di capo. Sul vallo. sulle braceia, s ul petto, sul venLJ•e, nes suno esantema. Aperta la bocca, osser vo il velo peudufo, l'u gula, lo lo nsi Ile e lega litLe, l eLl.et·alm !~ O le co p e l'le da pseudomembeane di color bigio-gialla ~lt•e, in Laluni punti più molli, ed umide, io altri più coriacee ed ascintte, lingua palinosa, alito fetente eli a~Ho p ult•efalto. Le t onsille sono alquan to tumiele da rimpiccolit·e di cil·ca due terzi il ve!òlibolo buccoraringeo, per·cu i anche la voce è a lquanto nasale, pt~rò non esiHle dispnea od altri f"atti, che accennino a lesioni larin~f'e . Il ventre era alquanto tumido e durelto, il colon asce nd·~ nLe e trasverso f~>e eva osservat·e qnalcbe accumulo di scibali. Il fegato e Ja milza posavano nella loro arca not'male e nullo. del par·i er fl da notarsi di mor·boso do. pot·lo degli organi toracici. Non sla t'ò crui a discutere la dia gnosi, che io feci di dillerile dclft> fauci, con laJe convincimento t'accom andai l'isolame nto del malalo, avendo egli ttltre due sorel-

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ALLA TERAPIA DELLA DIFTERITE

line, pl'escrissi dei c lislel'i di acqua con aceto per sb at'll7.zare l'intestino e della limonéa min erale solforica con solfato cbinico in soluzione (300 grammi con un gr ammo di sollalo) olio scopo di mìnoraro la febbt e, che àlla sera si faceva più a lla, e di impedire l'ulleriore svo l~i menlo delle psoudo-membrane ed i facili assorbimenlt sellic•. Feci delle pennellalure a lle fauci con miele r·osato o scir·oppo di mor o per agire sui vasi e scongiurat·~ la congesliont> della mucosa faringea, facendolo pr eceder e da polver•izzazioni di acqua tiepida uebuli~zala. All'indo mani, :~· g io1·no di rnalaltio, alcune pseudomembrane da l velo pendulo si ~laccurono, altre !:\i allenuat•ooo, ma la difterite si appr•ofondiva visibi lmente vet•so l'imbuto faringeo, ove evidentemente Pra difficile rallfriungere col pennellino le pellicole difteriche. P ur tuttavia si continuò con la s tessa cura tu Llo quel giorno o nel g iorno appreBso, in cui sopraggiunse un lieve grado di raucedine e la febbr e elevossi fino a 39•. Nelle or e pomeridiane visilando il fau r iullo lo h·ovai un poco piit ag!,!r·avato 0 poco spera mio nei pr·t'sidii cut·alivi lino od allor·a atloper·ati, volli tcntat·e I<J insufflnzioni nt>lla gola Iii lìori di zolfo. 11 primo risul to lo elle ne ollt>nai fu elle la polvere dì zolfo ingombt•6 lullu le rtwci compr esa la radice della lingua, e per conseguenza :suscitò una coskizione s pas tica delle fauci stesse cou un vioh.mLo conato di vomito; e siccome lA pseudo-membrane, specialme nte quelle più umide, si erano avviluppule di detta poi vere. esse crebbero di volume, e•l in quello slòrzo di vomito in g ran pa.-Le fu r·ono vomitate fuori . All'indo mani. n• ~ior•no d: malallia, vennero in campo falli laring-ei piu allflr·manli, la fonnzione or·a sel'iamente pervertita, incornincinva quulclte accenno d i dispuco. e la fcbbrecresceva a+ 39,::.•. Le fal$>e membrane si erano fAlle più bianche, più rat·o e più umide n BI!o faringe, ma i falli che accennavano all'or·gano della voce facevano at·gomentar•e In loro invasione nel lar·tngc. Sul petto comparvero una vcnLina eli qudlc ve~ci co-pap ulc p1ù avanti ac-.cPnnatt>, c rin fe t·mo sensibilmente aoùuva di male in peggio. Che raro 1 prescr·i;:;si gli espelloronti (ipocacuann grammi

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CO'\TRIDU7.JO:çE

2 in infutoo a CAldo per li)O di colt~lura) con la <~olita soluzione di chinino, brodi ristreLli, ,·ino di Marsala ecc. Pregai tre miei e~regi colleghi, or·a cnpitani medici, perchr'l venis!'oro a vedere l'infermo per sloùilir·e "e erA Lempo di procedere ulln trncheotomin. AIJe 4 o~f"et•vammo iusieme il piccolo infermo, In l'ebbre f'I'A alli.,o::ima a+ .w•, i falli laringei piu si ernno agg ravali. l'afonia era quasi perfeltn, In dic;pnca rilevantt«~r mn. F~tt'ern mo unto nl padre la !!l'lwezza dell'ammalalo, proponemmo la trAcbeolomia como cslrcmn uncora di gal vezzo, ma rl padre non volle permetterla nella consrderaziono che nm~ lte superando i pericoli delta OJICrnzionc. non "i ct·a cerlPUA di un esito del lutto felice. Dopo ciò cou1e un uiLimo conforto r·flCcomandammo 11i adoperar~ con in.,islenza gli espoltornnti ~ ce ne andammo scora:r!!iati, nnzi con la certezza che 110lla notte il piccolo mal alo avrebbe lì n ilo col !'.occombere nl brutto morbo. Ma il padre avendo visto 110i giorni 1ìdd iet ro cito con le iusumaziotll <iello zolfo si pt•omovevano conati di vomilo In Adopero pr t· conto suo r ei tomtarnen te, e vcdt>ndo c ito il vomito uon si mRnil'eslava , nè con gli emetici, nè con l'aziono meccanica dello zoll'o, Yolle frugare in gola con rmA harba di penna, ripetendo fra sè questA frAse, che egli slel'I!'O mi 1·ipetetle dappoi: yiacehè il roal~ m1• lo twf.foca. coylin p rooar1• di .ftll•{fl t''JIII ila r e a f'Oillo d i strangolar fo . E con quoc;te mAntwre il vomito venne, e cotl C!'ISO vennero accessi eli lO'>!'iC, con i quali furono espulse vario p!'Oudomembrnno cho all' indorMni mi fece vedere. Intanto in un attimo I'Monra, la di.,pnPa rii!"par,·ero, e l'infermo si ~enti in un !"nhito rinfra nCAI!~, pcrl'l il padre non gh delle tregua e tuttA IR nol!P d'ora in ora ri f~cc lo insuffiazinni di zolfo, le quali crnno "e~uite da conAit òi 'orni lo o da colpi rli tO!'"e. Quale fos'le In mia mPravi ulia rh•edendo il piccolo L. ant'.Or vivo, an7.r (liMi in huou(} condi1.ioni. menlre io lo credevo già morto, Jnc;cio nel Rltri il peusarlo. Il migliorauu~nto continuò rapido e progro!':sivo, cd nl IO' giorno il malato non aveva piu febbre nt' ulteriormente si ebbero a deplorare faLli paralitiri.


ALLA TE RAPIA DELL.\ DJFTEI\ITE

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~· Caca dci Tir~·en.i, marzo JR7G.

Non erasi del tutto rifaLlo il piccolo L. quando la primn ·dello sue ~m·elle fu presa da mal eli gola. Il padr e ot·amai pr atico della bi sogna per le cure di fre!'lco apprestale al 11glio, voiJe vedcrle la gola, e con Lrepitlaule s~omenlo vide che comincia.,·a anche i n lei quel brutto morbo, che gié aveva po... to iu l"i ~ave peric •lo il figliuolo; t>!..li non pose tempo in mezzo, spolvct•izzò le f<luci della lifflia con l o zolfo, c mi mandò a chiamare. La mia visita non ree•· cho confermare i suoi duhhi, difattì sul lo lnnsille. alquanto Lunudo, w•devan!':i delle chinzze gialle bianrasL re sporche <>ui mor·gini di'Ile qutl li la mucosa era rossa ed infiAmmata per poco più eli rlne ttlillimelri. L'alito era fetente. la lirq:ma alrJuanto pallll•>sn; ma nulla ~~ oc;senaYa nel petto o nel bas,.o '·eulro che potesse fnr cr·cdere nd allra mAinLli<r t'uori di quel lo osc;er vA ta olia a-ola. La f1-Hr ciulla era febb ricitante, ma IR tornper·nl1rrfl r1o11 si alevova ul di lù dei 3~' dC'l ce1r,U12racl o. Cile f'nr o dUII'lUC? Non or a forse eviclentc lo. difterite, per·chò rlovo;:E:i allalicHr1ni a l'i· cer cnr r> allri mAlanni nlli A spiegare lo fchhre ? Le insullla7ioni solforose furono coHlinuale con frnquow~a. lA limonea solfOI'icH con solfato di chinino fu >:orumini~ t t•Rtn per epicra;:i, o cosi Ri antlò innAnzi per IJilAtlro giorni srnza ciro i falli <lello fauci si aggravassero, anzi il lurgot·e ùelle amigdnlo c;eomp11rve, le pscudo-membr ane non nllecchir ono, o l'IIJIO fJHnlcbe cencio più biancastro e piu molla cri umido rimaneva od attestare che c:i aveva dA\anti unn diller.le mi ...cra, senza vitalil.a e !!ÌU prossima a spe;:rnorc:i. ~.· C·•:-i ~lnviUl le cose quando l'altt'fl ll~rliuola dc·llo c:tPS!"O L ..... j ammalò con p-li sles<;i siulomt tli d;ll't•rit>' . drP io pet· bt·evilà non sta1·6 flUÌ a ripPterP, e ron PS<>a ~oi nmmAio puro u••'oltru bambino (fig-lia del p~:~drone di ra-;n tlcl tlctln l1~no nlr, la r1uale coabitava nPilo stesso pal~:~tzo o ut>llo '-les!'O ptano) con 111 mrde>'imn mnlallia. Questa vollulnulo illt>nPnle, fJUOnlo io era,·amo inror+a!!!!l<llr dal buon c;:ito clt>IIP pa<>sale ctll'P , per In che nor1 esrlamnro aol adoperare le insuftlazioni P la c;ulllzionn di solft1lo oli chirri no . Con ta lt curr lo t r·c picrole in t'P rmo l'ispcllivaurentc dopo i sr.lte olto gior·ui tli cur·a erano g ual'ite ,


CONTRIB UZ IONE

nè si ebbero in prosiel(uo aù osservare falli paralitici di. sorla. La speciale apparenza delle pseudo membt•ane, la g ravezza s c1:1i g iunse il piccolo L. poi cammino discendente dell'angina cotennosa, ed infine la successiva infezione delle duo sorelle coabilanli nella stessa casa, nouclJè la diffusione del male alJ'alll·a uambine, ahitanle in abite~ione prossima 8 quella dei malati, io credo elle siano falli tali che essi soli bastino a far certi che era indubbiamente difterite fJUClla che ••idi e curai.

o• Caserta, luglio 1882. Lo scrivano locale ùi questo di~tretlo L. T. mi prega di recurmi in sun casa per visilarlo insieme a due suoi bambini ammalaLi. Vado ad os~ervore il l' bambino, che può a\"ere ~ anni, è a l••llo in posizione supina, quasi moribondo, egli p l'esenta un enorme s viluppo ùel copo, ed anche a pt•ima Yis ln si argomenta che i• malato di idrocefalia, sequela di meningite. I genit.ori mi accerlano che dall'ieri ali'og~i quel bambino Si è tanto aùba~lulo, e che dorante la nolle uvova avuto della tosse quasi abbaiante. Nell'osset·varlo vidi che sul IaLo sinistro dd capo ave,·s un vescicante, che si cslende,·n dagli ultimi limiti dt>lla regione frontale fin quasi sull"occipite,pas: sando per la t·cgione pfll'ielalc, esso vescicanlc g li ora stato · apposto a scopo di curat•e l'idt•occflllia. Tulla la superficie di quella vasta piaga eru l"icoperlll come da una placca lardacea ulquanlo l'ilevata gr igio cinerea. Sospettai perciò che s: tt·oUasse di dirterite, perlocchò con molta pazitmza, ed anche debbo dire a malincuore apl'ii a forzn la bocca eli quel piccolo mo1•ente per osse1·var~otli la gola. e vidi con rammarico clte le tons ille, l"ugnla, il velo pa laLino er•an cimenta te da false tnt'mùrane. Che fa1·e? Raccomandai le spolverizzazioni di zolfn, il solfato chinico in soluzione non era possibile che lo Lran~ugiasse quel povero a):{onizzunte, quindi più. di lutto insistetti per l"tsolamento. il quale fu anche lardo provvedimento, perchè nel visitare il pad1·c e la hornbina, sor<'lla del morente, li trovai, come appresso dirò, afTetli da. difteri te delle fau ci.


.U.L.\ TERAPÙ DE LL.\ OIFTt:RJTE

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Il T. scrivano locale. como ho detto, di questo ùislrello militar e, è un uomo sui 45 anni, di costituzione fisica piuttosto g racile o debole, baseo, br·uno, ne1•voso, dal giorn o anlecedenle alla mia chiamaLa avevo febbr e con stanch.rzza nelle ginocchio e mal ùi capo. Allor ché io lo Yisilai E.> r a a letto, alquanto acceso in volto e r...bl.lt·icilanlc {T+ 3R,5 P 901. Con 1'isrezion11 notai ambo le tonsille rosil'E', lumiJe o l'ic<'peJte di due mernbt•anelle giallo- grigio sporche, all'fusnto rilevate sulla supcdlcie delle amigdale, e della gJ·anJe:~.:~.a c-irca dt>ll a moneLu da due cE'ntesimi, l'ugulo era alqunn Lo ct.lcmo.losa, il velo penclul(l t'osso, e le pa1'cli fal'in gee ro,:;se dt-1 pari con slrie•di muco giallastro e Olante. La lingua paLJnosa, r ossa ai borJi. e rammnlot.n accusa,·a anot'<!ssia e sete, il ,·ent.re alquanto lumitlo per leggie~·o meteot•ismo del colon ascendente e trasverso, ma non presentava null'alli'O di anormale, f!lÌ OJ'gani ipocondriaci Prl'OO nl:'i 101'0 limili fisiologici ed il petto nullu lusciova osser va r·e di mo1·boso nelJ'osset'VIlZÌOnC I'ULlO con i somi 106ZZi eli indagino Clini•;&. Dopo ùi 1Wer giù ,·isitulo Il lìglio rnor t:nLP. non~ esitai a giudicare che la maiE<Llia ..:be u(flig~eva il T. era un'angina liifleJ·ic·s; perlocchè pre!'<·ris.<:i le JllSufllazioni con lo zolro e la Jimonea sc..JforJC•a col solfato di chinina per· t>picra~i. J.a JJambinfl poi che era gt·as;:ott.a e p1·osperosa aveva febl>r e più ulla (T 300 P l20), il volto acceso, accusava d?lot·e n d lt·augugiar·P lu soli \'8, eu n l'ispezione d<' Ile rauci osset·vai che la tonsilla ~inislra er a mollo in~t·ossala e l'ossa, in quella parte, in cui essa è contigua al pilastro anteriore si vedeva una mcmbJ•ana giallo grigiastra sporca, che saliva in allo lun~o il pilastro stt:~sso. fino n t'o~giungere il \'CIO penùulo, art•estandosi n poche li nee di distanza uall'ugula. Dftl n a!OO non gemeva lir(u ido di sorta, nè osserv avasi O.r'!'ossamen l o nelle adiacenze Jelle narici, l'alito C t't~. fdenle di aglio e la lingun erR rrcoper la di una patina bianco giollasLta. LA piccola malata accusava cefalea sopr uOI'bìta.r·ia, inappetenza e sete ,·h·a. Il ,·entre molle pastoso si lasciava palpare con facili tà t! senza dolori, oll't>pigastrio appena con la coropeessione suscit.a,·osi un sensn dol ot•oso. La cn,·itu toracica presen ta v~\ note cliniche nor·muli. Per tal i t'alli anche per· la


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CO:iTI\IDUZIONE

bambino feci dia ~nosi di dinet·ite, e furono adoperale la Jimonea solfo••ica col solfato c ltiuico in soluzio ne, e le insuffla zioni nelle fauci di poi ve•·e d1 zolfo. All'indomani •·ecalomi a •·ivcc.J,!rc~ 1 m1ei Lt·eammulnli, trovai che il bambino idrocefalico ot•a m ot·l o poche or e dl)pO lu mia dipat·Lita; il padt·e e la bnmbina m1allot·avano sen;;ilJilm.>nle, lanlo che non foci alli'O se nun t'ons1gliare di pe1·:>everare nella CUI'fl intrapresa, e dopo cho fu portato via il cAdavere feci lavai'C il pavimento Jullu slauzu in cui t>Pa ~ÌIICIIIlO il mo1·Lo con soluzione d'ipoclot•ilo di calce e feci dt .. tnf··llai'C lB pat·e ti con nobulizzazio11i r.li acqua fe nicata a l :, ·l·· Dopo Ji che la fi.!CI clliuJet·e et·m,•ticolllcnte per ·i '! 01'•', ùopo ùi a ,·e n i me~~o a iJI'UCiar.: J,..IIO zvl fo. Il T . e lu bombino cosl tiiiÙOrouo A ma110 a mano nli:zlioranùo, le pseudo-memloraue in sulle pt'llll<' si fece1'0 piu b1anc1Je e pii.t umide, po1 si disfecet>o senzb eu..- "'e ne pl·oducesioel'O all1·e, e *'e ne cadovauo coi can ALI cJp,l l-lOt' JJacchio , le lo n ~i ll e pe t·dcllern pt·onlumenle il lol'o morho:.o ingro:;smnenln, la mucosa pel'th•ll~ il f'UO rossore, c con lot·o la fc bL1·e giu allervalo scomparve. -;• cn~erlaJ luglio 18~3.

E. S. ò utta bambina ùi J5 m o::;i, t•affutellu e bc 11 null'ilu, e mi è pl't'!<cnlata dalla mudre pt>r uua piaj!n al !traccio c.leslt·rJ, I'C"iduo dell' innèslo 'accimco. Essa si manteneva tutt'ora allt>j.l'I'O e non a veva l'c bbt•e. Denuduln la pat·te malala os~PI''·ui una piaj!a cn·cohn·" di circa 4 ct>ulitnclrt di dtametro, In •tua le a\'eva pt·cso que:le apJJRrenze do soi<J due gtocni; no n jre ttH~Vtl pus, avevu put·vo.:nze qutiSÌ spot·cl1e, ed in lulla la suo eslensioue OI'U rìcopel'la di un sLt•uto ntembranoso ~~·i).{io- giullastro, il quale c•ra Lenaromenlo aderente ai Lessuli solloslan li, m osLt·nvo s t iullllralo di s ie t·o c con cJifficollà Sl:l 1tè dislacca,·a quolclte lu..:111ia cliP avcvn callivo oùot·e. i\clle circo~Lanze .Jellu piB!!lt o<;;;et·,·ai qua.chu vesct· cola s a na, qualche ultra t·ollu, lusciauùo una supet•llcie dentellala quust ulccrala e con·o~a, !'\l cui si andevu or!!anizzaudo lo slesso SLJ'ato membi'HIIo:-u. Sollo l' ascella cort'i spo nd f'llte 11on ancoJ·a os!:!o t·vav~:~.n s i.


ALL-\ TKI\Al'IA D"LLA D1FTBIUTE

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adenopalie, n è dolor e ~;~Ila palpazio ne. l n lullo il ros t.o del corpo non esb.. levano fatti mo r·bo~i. In questo r.aso la diagnosi ero mac.il'esta, io non so con quale aiL1·ù forma morbosa polt·ebbesi, quesLa tle!:'cr itla, cocfo nù~r:.1, cer·t.ttmenle la sifilide era da esclude1·si, sia per l'età a le condi-lioni di llo•·id1ssimn nutriz1one della bambina, sia percllè la 1naJre er a sana, unzi era Ulld Llonnona spirante saluto dagli occlu, il podr•~: Jel part ern un suno erobusto ope!'uio. Quindi ancl)(l in visln clel lu HlugiOntl medica dominuulenon esitai a C61'8lltH'izzal'6 quel ltt piaga infetta òu difLc t·1Le, e raceomanJai pet·ci6 aiJa maJt·e la pìi1 scrupolo~u Jwlleaa, e la aspe1·sione d1 1.olfo in puh·r't'e sulln piagu ùue vo:te ul giol'nO. Come al soli Lo con q uPslo t·in wdm la neo-mcrnbr·ann !>i fece • a mAno a mnno piu J.mwca, mdi :-i I'Umululh e si dtsrccc, e se ne cadt.IH con le lnvande quotidtane, c dopo J1 ~~· gtomo lu piaga t•imuse 1'0!-'80 n ri~ogl tot<R, le vP.sc.w.,le nd iaconli scontpat·vero e ben p1·esto lo picc.tJla info~rmn ru ùel tulLo guat'ila. b' Caserta, scltemùre l l>8i.

Aul'elio \'. ,·. un fanciullo oli 4 o 5 anni, Ggho oli uno sct·ivano Iocalt> deloilsl r \!Llo miltla t·e .ti Cn.. t'rla;è fif.!'hu di g"~Jllilm·i sani, 1! ailHuto dt>llfl pet·sone, ben S\'iiup palo, hen uull'ilo, ed anche bello. 111'1 1 mo llino, come 111i viorHI a::;serito olul pau r·o•, è stato pt·eso Ila fobiH·c e tla un fot·tc t·ullt·edJo t'C, per cui ltu fiPI·Juto la ''oec. Qs;set'vanJo il barnbmo I'Ì!'rontro febbt·e a+ 3'l'; egli ha lOSI'\8 ser<'a,fl'equeule,::;onot·u,la voce avelata, Qli8.SI afona, il ba111bino !H'tdilige la·stuziune seduta nel !ello, non perché abLia una t'cale drspnt>a, sibb~'IIC pel'Chò col'Ìcalo ~i sentiva oppt·csso ilt·c~:>pi ro . O,..set·vuto li petto non vi lt·ovui fotti morbosi , le ruuci ot·a tiO pot·l'ellaHHli iLe llOt·rnul i, le tonsille non e rano u è r·osso, ne tumide, nè duiPnli. La linguo scuza 11atina appn•zzubile, rl bassu vt.•utt·e c glt organi in esso coulenuli erano ::-oni. Cre,Iclli !'Il t rullasse Ili uua lat·ingile calill'l'n!e, e pt.lt' cui prescr•is!oi 1Juw111dc caldo-! e diafort'licht!. All' inùomuni rrvisitaì il rn~:~lulo c Lrovui glt sle::;~i falli, pt!t'o el'a venuta 111 campo alquu 11Lo dispaea, la tos!:ic et·u meuo frequente 1na IJÌÙ l'auca, il


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CON l'HID UZJ ONE

volto del malato er a più pallido, i polsi più frequenti, verso le nat'ici la linla pullida della pelle !Ja 'lualcbe cosa come di fuligginoso. Mi vtene il !>O!>pellc> che 11 V. sia affetto da c t·up, e mi accin~o acl os~ervnt·e il lat'inge con lo specchio larin~eo, ma eh( cono"ce quanto t> diffirile pt·alicar~i la laringoscopia in piccoli bambint, e per lo p1ù afl'ellr da lar ingtte pseudo-memòt'8noi'A, 11011 m t farà un cm·ico se io confes~o fraocameuLedi non avPJ' potuto O!>Ser nH'c nulla . Che fare dunque?~ el dubbio non ''olli lancia t·e lu diagnosi di c·t·up per non !>_romentat·c l a famiglia d('ll'i uferm11 ccio, seguitai con i sudor·ifel'i,cui aggiunsi qualche espcllot·anle e cataplasmi caldi al collo. A Ile llU&llt·o di'l la ~(' ra l'ilornai a vedcrlo,c mi vi rccaiperchè i falli osserv o ti Al motli11o m i avevnno messo in allat'lne, e con mia mPravi~lia notn• cltn il bamblllo ll'ovava:.i più animato. eru roe11o pal lido, 110n avc• va quao:;i dispnea e solAmente tosse raur a o voco più che lioC'a. La mamma però 111i mo~lt·o •1ut>llo che il figlio aveva espettoral o con gogl iar•do. o (l irò, f'Piice colpo di tosse. elle aveva conserv alo t'accolto m 1111 pt~unolino. Ft·a una soslanzn vrschiosa lllanlo, per·ò Jimpicla e io:g!;:l'rJUPIIte ::purnosa; era vi una fal sa mcmbt·ann Juugn t'Ì r'rt\ ùue ccn limelri e 1nrl!a ola ollfl a n ove mil limPl ri, di C<•lor ~ t'il!iO giallastr·o, spe~sa un patO ùi millimetri ma tenace !' elc11 nott si disfaceva compr essa ka il pannolino e le dita. C111 fu per tnc una Yera rivelazione e non esitai 'Jlltnclt a sltllultl'eh olia~nò!>i eli crup. Difalli IJU&Ie alt1'8 mal aLlìo avrebbe potuto pt•esenlar(l r1uei falli? La laringite calal'r alc sempl ice ac·uln? ~la allol'a per·,.hé quella rormnzio11c dr pseudo rnf'mhr·ana? T n.tllavasi tòr:oc• di lnr·inl!ile stridula~ Ma se è Yero quello cb e asserisce il Tl·ous!'\eau cb e la laringite :;Lridula comincia come termina il cru p, deYe esser e put' ''el'ocbe nel coso noslr'O non s1 lt•aLtava di falso crup, perché la malaltia aveva uvulo un crescente grn·!uale. D'altronde nella lar mgi le sl r·iclu la l a voce subisre us~ai lievi e poco appt'ezzahili modtflcazioni, menlt•e nellfl IRr'Ìrtg'tle pseudo membt•anosa da. me osser·vatu el'a quast del lulto spenta. N è credo sia il caso di ùtscuLel'e la possibilittt dell'osnra del Mi ilar o spasmo limico o gl oLtico, imperciocclt6 i l fanciullo ~ r·a febbricrtante, e la l'ebbre i n una nov!'osi come lo spasmo limico non si osser va.


AtLA TERAPIA DELLA DIIITEI\ITk

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Convinto adun'jue della reale esistenza di un crup, non potelti esimermi di annunziarlo alla famiglia, la quale come no rimanesse aUerrita e sgomentata, lascio agli altri coosidcral'e. In tali tristi frangenti, nulla sperando dai sudor·iferi e dagli espettoranti, volli far·e le insurllazioni di polver•e di zoUo, e non avendo sollomano uu insuftlatore, misi alquanto zolro polverizzato in una cannuccia di ciJ'CS vcntr cen · timetri ùi lunghezza, ed avente cir·ca un ceotimetr·o di dia· melro, e dopo aver fatto chiudet'è dal pudre le narici dello infermo vi sorflsi colla mia bocca denlt•o, situando l'altra eslt•emilà della cannuccia quasi in pr·ossimilà della r·o.dice della lingua. La prima volta non lenno ùielro to~coc a quec:ta insufflazioue, ma solamente un conato di vomito, pcdocché dopo pochi secondi di riposo, ritentai lA pr·ovo, o •fUOStu volla con maggior· rorluna; in quanto eh(· un C'O ipo di tosso, piuttosto spasmodico, mi foce CEH'lo che In polvcwa avtlva l'llggiunto il ltu·inge. Sernpt·e Lrc pidante cl.ell'avvon it·e r·a.cco m fllldH i eli ton et· pronto un fot•le infu~o d'i pecacuanu, qualora nella sotwavvegncnle notlo' ve ne fosse stato biso~no, c insistei sui cataplasmi caldi intoruo al collo. Il giurno tli poi rivisitando il piccolo iufet·mo fui ben lieto di rivrdnl'lo ancor vivo eò in conùizioue eli evidente miglior amento. La tosse si ot•a falla ulquanlo più frequente c sonora, e dir·ei nuche più umida; rifeci quindi le insulllazioni con zolfo, e continuai con i catoplasmi al collo, prescrissi dep:li e;;peltorllnli, una confOL'· tante dieta a cui non fu estraneo un poc·o di vmo di Marsala. Il fanciullo cost andò a mano a mano mi~lrorando, la voce l" i alzava di timbro giorno per giorno, con In tosst~ veniva fuon del muco non senza qualche laciuia di fAlsa-mernl>t·anu, fa n· chò verso l'undicesimo gior no fu del luLLo guariLo. Se taluno mi ùirù pet•chè Lr•a le slor·io di difLet•itu Ilo collocalo anche questa di crup, io ~li r i<.;portdet•ò fc·aucarnente che considero l'una e l'altra malattia della stessa natura: impet·cioccbé nessuno ignora che rl Vallerx ed il Bische moril'OliO dj difLet•ile mcnlre cur avano infèr·rni di ct·up. Del t•esto il J)izzozero, il Fmuco ed il Mossci fin dal L87G, appoggiandO$i s u daLi tHWLomici e clin ici, escluscJ'o ogni dubbio s ulla


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CONTRJBIJZIOI'\E

per·f'e lla ide nlila dell' una e dell'altr a malattia, e queste asserzioni cho d ir·ei erano fondale su duLi speculativi, più recent.emenle nel l88l, sono stale inùuubiumeute climostrute e sper·imenlalmenle dai rnedicr !imericaui \>Vooù e For·mad. E~si in Ull f\ epidemia di Cl'up, c he inlie r·iva in Ludiugtou, piccola cillà posta sulle rive del la~o Micbigun (Stati Unilr), osser·varono che il san(tU() <.li luU' i maiali Cl'll pwno di micrococc!:ti (mrcr·ococcus tlrpiJtericus), luluui liberi, tali allr r a ggnrp paLr e t•iulli li a for ·11Ht d i zoogl a••a. T uLli gli Ol'gau i, e specialmP.ute t r·eni, ne er·nno del pari inf~:~rcili. Con i mttler·it~h r·accoltr i <:uddelli medici fcMr·o tlelle culture, " r iuscir•ono ad inoculare il crup a coru~li. Quesle inoc·ulazioni prn tica ll:l !'<Ollo la pell e, ne i musco li u nella Ll·acbea, deUcr·n luo;w a pr·ocluzione dr l'AI$e- rnemur·nne. c fili anirual i !JUìndi ntot'li'Ono con lulli t sogni deliA ditlerile. Gli ste~si m edid wnsl.alai'Ono rnoltt·c che• la dineril•• non e se non In for••••a nLLenua la de l C!' u p, imp!•t•ucclio nelle semi nagioni raue di roict·ococchi, pt•onmienli da maluli di crup, si constatò che e::;!'lr c reb ber o c si m olliplicar·ono co11 rapidrtà ed enPrgia. e :.i succl!dellet·o di treoer·nzionè in ~ene r·a1.ione sino alla Ù6Citl18 1 m ~ llLt'O qltHili p r•ovcnienLi dH maluLi ui difLel'ia delle fauci, teSS8l'OllO di CI'CSCtll'l' uopO la lJUarl.a O la quì11la gencr·azione. Le s torie e~poste par·uri che dinicamenle diano qualche valore alla efficuciu dello wlfo nPlla <:111'8 della d rfLerile, ora per·ò cer c ilinnr•• di iurlugar·p in qual modo esso PSet•cila la sua bendku inlluenza, c !'IO la sua azione può andare d'accor·do con le indicazioni t·at.iooali t•iclucsle ùttl lliClodo spe· t'illll'ntale moder no. Pe r· rrsolvet•o un simile quesito, devesi a ptu•or mio indagare p r•imic ramenle la ualur•a 'lt!IIH J ifle r·ite, e f<ll'lunatamenLll tale còmpilo, dopo i la,·or·i Ji \Vood e tli Formud , si ·~ r·c~o facile ill!(U&olocù" c>::<si non i::'O lo hanno dinlO$lrala la nulura pa1'8'-!o:'tlaria dt>lle malallie 111 ùiscor·so, m a ancora 11 e ha nno l>piognLo il meccAnismo dell'infezione como in appr esso. l l!t't'illl, c;:,si ù•cono, ùcl cr·up c della dit'lel'ile nuotano mdi' a1•ia, dw si r espiro, e ntlll'actlua clw si be'e in nuruet·o più o m~rw rna~g1or·e. lr·asport.ali cosi nella gola clei fanciul li, se qu ivi L J 'Ovr:~rlo gitì inizialtl un'u11gina ca-


ALLA TEitAPIA DELL:\. DIFTERITE

1~ l t

tarrale od uu calur,·o laringeo, sotto l'Influenza dei prodotti flogistici, che sono lerTt~ni propìz• al loro sviluppo e loro pred•lello ot. mento, essi, rimasli fino allora inor·li nella bo ·ca, cominciano a crescere cd a molt•phcarsi. Naegeli ha calcol.lLo ~che il loro numc•·o si raddoppia in venti minuti. l\ l o lliplicu h, ecco che per penerll mento del bwpla~ma inle r cellula•·c. ;:i formun o l•; falso memb•·an t:, le quali, sec und<J il Troussarl, se m eccan icA mente nel crup, possono uccide1·c pe•·cllè c hiudono la g lo ll.itle etl imped iscono la respirazione, d'allr·n pa1·le non son Ifa rilèncr:=I conte co~a malefica; iin (lt! I'CiOCCilè li'U\'8CIÙOSÌ i tni l'I'UCf'CCiii ùifl61'JCÌ alla lr)ro super·tir·•e lib~•·a, esse non fu11n) cuc pr•• l··~~èi'C la muccosa sollù!'ilunle Jnll'i11vasioue d i 111 icrolJi, ed ìu1 pediscono il loro più pr·•mlo p&"SSJ.(g:io nel ~:-~ngue, rilarJttiHl•J l'i11fet.ione gone•·ale. Il vo ler ò adun ! UC a.l ogni co~l<> <hslru!.tg•'I'C le m emlH·ane dii'Ler ichc con i ca u$Lic i, com l;' si p1•alica noli n curA che ~; ià chiamar clu~~ica, m 1 pnr·a non solo un a..;suJ•Io, mt1 ancora un le nbJ hvn noccvolissimo, inquAnLochè non s i fu che p!·~­ parare il te r reno più VA!"lo per l() svilu ppo <li allr·e colonie d• mic l'ococchi, clte vi s i t!issem rnon0 pru l'll iHJam }flle, e vi s i r 1pr·oJucono c011 uno aUi vrlà pr·od.gio;.;a. La diflel'ilc slabilita..:i in un punLtJ te ntlc a ren lersi infelliva pc l Lran<>•lo dei micr'OC••cl'l•i nel sangui:', fulta a~lr'azione quin Ji dall'oz11mc m ucca n ica dclln p~eudo-•nembranu che pe rverte la t·cspira:d one, c da:.rli uvvelenamPnli sellici. i l'lllli gene rul r, eh~> n ulla diflcr·ik r·•scontransi, ù.-lol)l}nsi ~tscrivere all'azione :-ul san ;.{ue ùd mic l'l)coccu dit'LeJ•ico. llnp,H·la f(Uindr " 11ella c ura l1dla tl itlt::l'ilc dr far· ces~arc q11GT1lo più rapi rn•uente ò po::;sil.>ile il calal'l'o fHI'ÌIIgo-lar·inl!oo per· solli'lll'l'e l'cl ornenLo pr·opi1.i0 allA nulr·iz•oue e ullo ~' iluppo del m icrococco, e d•stJ•uggerl' in sul nBl'lcci'e •IU<':;lo nefasto mic robo, p1·irna che ubbi!l a::io di fui'"' strada a.ura,·cr·so lo 11\tlt;CO!:'a ner Yas i san guigni. Per •·agg-iu 11ge''e il pt·i1rio sc()po ù <.;O nd iz.iooù assolutamente neces~a1·is , secon•lo 10 la p•~n--o, eh non ir·r·itare, in qualunttllu s1asi 1110 lo, lu IUUC<.!Osu delle t'u uci; e pur· far cessare il cntarr·o creJo che pos:>ano ba.,;lal'e 1 blanJi astr in genti 11iù uvaoli accen na li . Ma pe r· impcdh·e. lo sviluppo del


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CONTIUDUZfO:'lR ALLA 'I'ERAl' IA DEtL.\ DIFTJ::RITE

parassita eù e~linguel'lo quali mezzi sono stali Clnora t•icono~ciuti più erflcaci 1 Il migliot• J'imedio o speJ•imentalmenle riconosciuto più efficace é quello praconizzalo dal doll. Fontaine ùi Bar sulla Senna, egli ammini~ll'a internamente i solfuri alcalini solto fo1·ma di solfut·o di cnlci o, iu modo da pl'odun·u nello stomaco un hmlo svohdmenlo ùi acitlo sol foidrico, il quale è pot~jliYamenLe riconosciuto capace di ostacolare lo S\'iluppo dei microbi difterici o tli alLP.nuaro la loro virulonza. 01•u se le espcrien7.P del Fonlaine sono vet·e (cd egli ossever•a di aver salvato i nov" decimi dei suoi maiali) non dee far meruvtglia che lo lOlfo \'enulo a conlallo con le pat·eLi faringee e mescolato ol muco r o.• l oiLJ'O sosla uze clte l e lubr·iflcano, rimanendo in un ambiente caldo-umido, possa quivi suscitare delle azioni chi miche, il cui t.:llinto r isullal.o !'Ja lo sv!luppo di acido soltìùr·ico. roudiu, alo clalla facile scomponiiJJiilà di quelle RO~tanze l'nr mcuLcscilJili. E•l nllor·a a me par·eebbe, che localizzando lo zolfo la sua pres~:nza solamente sulle fauci e nella t·etro boccg, sia ùa pr.!forir :si al solfuro di calce che dcvt• peuelr·nee nello stomaco, siA pet·cuè il prcdello acido sòllìdl'ico sis,·olgerebbenelle so!'lanze stesse che sono n contallo roi mic1·obi, sia perché co i mezzi della respi razi one e òefl' alimenluzione, il «letto gas sar•ebbe più facilmente lrascinalo in fond o aWimbuLo fa t·in ~oo e nel laringe. - Di guisa che onchc la leoria pnr·mi vaùa d'accordo con i risultati chniri, c ciò deve sempre più mvogliat·ci a seguitar e o sperirnenlar•e i n clinicA il 7.olfo nella cut·a dell a .. difterite. impercincch~> esso non solo è un r imedio del lullo innocente, ma cet·lamcnle ha un potere conlt·at·io aliti s,·iluppo ed alla ript•oduzione del mi ~roc.occo ùiflet·ico. Quello che io raccomando, e clte nti i)SJ'C una conse~tuenza legillima della mio espet•ipn za. «i •'l tli aùopf'rarlo tln olal primo insot·get·c della cliflerile, senza c.li che non l'i può sp~" ra•·eche esso volga a co rnbaUct·e i ùisas lr'i che il mict·ococco sl esso ~uscilu all or ché e riuscito u rar·si sLI'utlo nel sangue. Caserta, li 30 mat•zo 188G.


12 13

LA

CO~STATAZ IO NE Df~ LL'EP J LESS I A MPUJOI'ifl ICUtl nl la CMf4'.'1'1lZ:l St~il'II!Hio'U oh'l i ~iUI(IlO lil86 neu·o..,p~ol:ùl' militare prnwip!!lt• •li T•mnu <lnl tlottor•• u e rnt"lrdo a.uigi, r;~t• IL:t no llll'•lico.

Secondo uno modet·na definizione • l'epile,sia (l una ma• latLin speciale, il l!ui sintomo principale è costiluilo da ùi• slurbi dello coscienza chP si manireslano ati accessi. Questi, ,, nei cosi Lipicamonle sviluppati, sono ossoc•ali ad intense " convulsioni genet•ali; ma in molle for·rne unormuli e J'Uùi• m enlor·ie, i sintomi motori di slimolazion c possono man~ care complelam enle » (Slt•iimpell). Tulle le leot·ie circa il punto di parlenzo del processo morbo5o, causa delle convul sioni con perdiLe di coscion za, secondo le attuali ,·edule scicnliflcbe, si po5sono ridur1·e alle seguenti. Origine bulbare. - Lo Schrf•eder Yan der 1\olk ammise per primo l'ipotesi, che l 'eccitazione di'l bulbo, producendo la perturbazione del c~n lrn vaso·molor·io, rol'l!;e causa d'uno spasmo generale dci vasi encefAlici, quindr di isch< ·mia della corteccia: da cio I'Hbolizione dPIIa co~c i e nza e la cari ula. Cessando cosi l'a1.ione inibilo1·ia dell'enccrulo. pre,alen,lo le scariche d'ecci l azione riflessA, si ovevnno l e convulsioni generali. Questa leot·ia basall.l su::li espel'imt-nli di Kussmaul e Tennel', i IJU&Ii avevano vedulo come, legando le ar·terie che conducevano il sangue a ll' e ncef~tlo si producesse la pet·dita della coscienza con coovul::>ioni, fu a.vval01ala dal No lhna~el,


L.\ CO ~STATAZ1 0~E

che Ammise resis tenzA nel ponte d'un cen tro (cen ll·o spRs m og:eno); il'l'iltl ndo il q un lt>, 8i ve t·iOc·o vano convul-sio ni Lonidte e c loniche eli tulli i muscoli tlel C'OI'po, r.ompl'esi q uelli innet•vati tia ' ut>t·vi rer••brnli. Qne'-l• falli fu rono confe rmati dal Bt•nwn-SéfJUArd e tln Sch ff. Con quef;ln lenr i::t, non onco•·a lolRlmrnle abbunrlona la, veni vano spiegati i ca~ i c la!isici d' epilel'lsia e quPlli incom pleti {as::enza, Yel'li!rini); nn•ndMi nei primi le!'ione dei centri vaso-molot•io e ~pA!>IItOg••no: ve•·i01'nrttlosi ne i l'l condi solam~>nle la pP•·lut·h::tzione del centt-o vtHIO· moiodo, c;cnza che l'ecci lA mi' H lo s• òi fliwde!>"e Ali'ullrn. Origine corti cale. - Le moderne e"fH't'tenze 11011 provAt'ono in rn odo evidente che lo convu lsioni pu t•am el llP l'pi le ltic he dirwndcssel'o dn lP.mpot·sHl'a anern111 cct·ebr·alc, pt>t' !lps>; mo dei va~i ,Iella col'lPcda fSlritmpell). G i e!>perimcnli t.li U u"errit'lsl e •1uelli di :\Ia!!non nell' epll"""'ia pt·ovo,·nla At•tifificllllmenlt> sl!gh o11i mnll, roll'ass!'rt~io, di mo!:'lt amno che la corler.cin cer•t> bt·olo 11 011 ro m olto n lll'lll it:u ù u r n nle il pa ros~ismu. l no lll'c quelli d• ll ilzi)!, l!'t>t't'IPt', F l'unck, P ilcr"', e dei nostri Luc•an• et! Alhctloui, "'ono lil p"r !>rovar·e che. la stimolnztone elellrt<'a !.l• i lt•t·r•lnt'l corticuli della zonu motrice provoca acces""i epilf'Ltic i: cosA the ''iene ro nl'e rma la da l t'tlllo r he, e~ tir·p u n do un cen t ro co •·Licn le, ccssn no lo~ lo i ~rampi del t·ispelli,·o ler •·itorio mu~colore. In appog{!in a qut>sli dati -<!H't·imPnlali !'la il fntlo clinico che le convul~ioni !'Ono ,..empre a;;!'lociulo a cli!llurhi dt•lla coscicn:to (fo r me lo l'\' O Lt>, C" qui vA lPli ti eptlellici A fn r mn p~ir hicn); inol lt•e molle IP"ioni anatomiche deliA ,.Mtecciu Ct>re b rale (tumot·i, le~ioni &itìlilich!', quelle che JWOdurono l'l'pdcssia ùi Jackson) delP rnunano occe!lsi convul..,l\·i epilell:for·rni. Origine spinale. - Bt•nwn-Séquard l'ilt•vò che molle volle rl punto ùi t•a r lcnza rlell't•pilt>!'Sia •" il mtdollo spina lP; c Schr~r/T e Fl'eu~bet•g hanno d mosLt•alo che, nllr•t•nntlo le t'nnfl izioni ùel CÌl't'OIO MllgU if!'llO dH.l) A mido lla S[111111IC, si [10!'!\0 110 BV!'J'O {}ello convuL->ion i di o r igine ;;pino le: ciò p t•ovo, SE'rCindo N6Lhno~el, cbe lo sostanzu della nJid()lla "Pinulc t'en;!ic::ce all'allt>ro7.ione del circolo nella gui~ a i.!eul•ca ùei n•ul1·i situati ne l bulbo e nel ,,onll'; nra non è p rova ronlr oi'Hl olia teor ia


OJ;LL' EI'ILESSLA

J

1 ~ 1 :;

che ammeuo nel ponte il centro da cui pa:rtono (Ili eccitamenti per le conoulsioni di tutti i muscoli. Origine periferica (epilesctia rifle"l!tl).- Sotlo questa categoria vanno rag~rnppali tulli quei casi in cui il parossismo viene provocato t"illP.SMmenl<', partendo da le~ioni perifet·irhe (poRlumi di Ll•nllmi, allerHzioni palologichc dei Lronrhi ner·vosi pet•iferici, cicatrice iuabrigliante Let·minflzioni n~r·vose, c01·pi efltrnnei, processj. flog•slici netrnrecchio, parasl'lili intesti nnli, affezioni dPgli organi sessuali della donna). - Alcuni rilenA'Oi l O che l'epilessia <.la L•·oumi sul <'apo si debba ritenere come dipendente llu causa C'entralo c non pcr.t'er·ica. Il Brown-Séquartl ho dmiOSLI'alo come si po;;~ano render·e epilettici arlifìcialmente i conil!li, mediante lesioni del midollo alluugato, ciel midollo <~pi nol e e dei ner•vi per•il't>r•ici, spec.in lmenle .Jelln !'Ciaticn. Le con\'ulsinni uopo un ct•r·lo tempo della lesione insor~c"nno >'ponlanearnenl'1 où anche dopo fl'izioni nell'nrea deliA lc!'.ione. Esse Sl avo,·two oncora ne' discendenti do' conigl i ROt'vitì all'eRIJCI'imen Lo.

Chi os~ct•\·n molti f'pilellici, specialmente ne· manicomt, non lsl'dl:l Ati Accor gct•si corno vi sin una grunde tliiTer enM nosogratlcu lr•a le C'onvnlsioni ù'un0 c !Juelle di un nltr·o; ciò pt•ova che non si p:tò CCIII una «olA lf'Oria sp1e~are lullo il pr·ocesso ~c•nelico dello S\'8rÌIJlc forme d' epil~sc;ìa, che oncot·a fino a pochi anni or sono ~i confondevt~IHl lulle, e C'hG Ol'fl solamenlo sono classificale e divise. Tutli ammell()llO l'cpilessiu r•iO e::sa tlA losiune per·ifedc·a: ve ne sono esempi giomalieri e>d uno se ne verilkil anche nel nostro ospodule nel passato nnno. Non si può ancot·a rl.ubilar•o che alcuni aC'Cf'SSi d'epilessia ;{l'tHtina ahhtano il lor·n punto tli pArLPnza da l bulbo - o chi nnn Mpr•ebht> altr•ibu!r e a distur·bi cortiC'Ali i casi cl1 Ppilessia A forma p->icopnltca? Poich•' so i seguaci di Ku ..smaul (' dello Schr·iiedPr ciiCflllCI c·he l'isclwmta della corl('lrcia pr olltH'O l'aboli;:1ont· tlcliA cosciPIIZd 1 lo sLec;so p t•ocesso 11011 poLl'.f•hllr>. cer•Lo sto~ •· v i i'O di base pe1' intendor·e l'epilessia a l'ot·ma p«idlica. in C'Ili non ;;empt·e le racolta mentali sono abolite. Il modo peeò con cui si manifesta l'accesso convulsivo


I, A CONSTATAZIONE

s pesso dà una g uida per intende!'e quale sia il processo cbeprobabilmen le è ada tto a l caso: infatti il Ghirooe da' s uoi esper·imenli s ulle epilessie tossiche, ha raccolto i seguenti indizi: 1' L'epilessia d'ol'if!ine cot·ticale é d'o rdinario meno completa ùi quella d'OL'igine spinale; perché il globo ocuhll'e, la pupilla e la lingua p1·endono par·te poco impor ta nte alla conv uls ione. 2' L a convulsione epilettica d'or igine corticale à p1·eva· lèntem ente c lonica ; quella d'Cit· i ~in e spina le o bulbare è prevalentemente tonica. :3' La convulsione d'ot•igine corticale pnò assum ere fo r me m ollo più vari ~;~ le : que lla d'origi ne b ulba re è pio unifor me ed egua le a se st('ssa. stereolipandosi per lo più sul classico paros>'ismo convulsivo. Nell'epilessia rine!lsa o tr a um atica !Et convuls ioni cominc iano sempr e dallalo a m malalo, e p1·evalgono in quella pat•le· del corpo dove ba sede la lesione. Qualu nque sia la specie d'epilessia in cui noi c'i mbattiamo,. due sono i falli nosoç;r afici clte ris a!La no: t• La g 1·ande sca1·ica d'ecc itaz ione r i'(lessa cl1e s i es lt'Ìn>'eca solto la f'01·rna di convulsione tonica e ciO)Jica; :2• Il pertur·bamenlo della coscienza: en trambi r ivelano una irnpor lonle lesione rli tutta la .fun-

zione della· inneroa:tione. Jl medico legale perciò, meulr e da una par t.e non tr ascur erà l'esame della fo t•ma oosogTilfi ca, no n dov rà lt•asa ndare da ll'allra d'indagat·e lo s tato delle m olteplici fun zioni clel sistema ner voso.

L a conslalozione medico-legale dell'epilessja non si lim ita solamente all'esame del par ossismo convuls•vo (poichò non sempre s i è così for tunali da vedere un acces~:;o cJal principio alla flne): m a essa abbracci::: uno se!'ie d' incJagio i le q uali ha nno pee iscopo di acce!'Lnt·e: 'l' L'erecl ilu e la fJl'edisposiz ione a lle oeVI'OSi in genere. 2' L o sta to ùell'or·ganisn•o, in ispecie delle funzioni ner-


DELL' .KPII.ESSlA

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vose nel periodo intercfllart!, in paragono di quelle del periodo epilettico, prepar·ossìslico, parossislico e di quello successi vo alle convulsioni; leneru.lo con lo M ia mente dei fatti po><iLivi e non dubbi.

Indagine sulla eredità. e predisposiztone alle nevrosi. Qneslo non manca rllRi d' essero faLla: eri allo scopo noi ci !'\Cr'viumo dell'tu•ma dci reali car'abinier·J. - Nulla masflima parte ùei casi le loro infOl'ma:r.ioni sono t?satte: per ò ve ne sono di quelli in cui esse sono incomplete; in que!'\ll sarebbe forse necessario, sernpt··~ per mezzo delln della ar·ma, di far capo a l medico ùt>l paese, il quale r·ilasci uu cerlrficalo dell'esistenza o no nella ramigha Jei ùatr di predisposizione od in effetto, dì malollte nevr•opaliclt e.

Constatazione del periodo epilettico ed intercalare. P er· periodo epéletlico si puo inlen•lerc quel tempo rn cui l'individuo è pr·eso frcqucnlornenlo du occe~si convulsivi. Non l'O!'amente l'intervallo lr·o i parossismi e molto lungo, e durante questo il sop-gcllo gode di buona salute: allora si dico che l'epilcllìco Lrovasi nel periodo intercalare. Gcntwa lmente ne' nostri ospodùli allora s'invia un soldato i~ os~ervazione, quando si i-- ~ià nolttlO un par·ossismo, o quando egli assorisce di aver•no a breve intervallo: ad ogni mollo un ricovet·a lo in osset·vuzlorHl per epilessia, si t!eve sempre. giudicare d'essct·e nel periodo intercalare. L'<~same al quale dove esset'e sottoposto il surposlo epilettico deve ri!!uardt•re più specialmente i sel-{uculi punti: t• Esame della co~lituzione in generale - Peso in rapporto all'età ed olia stulura - Esame de' ùiversi ><istAmi organici , più specialmonlo del net'YOSO, del cit·cololot·io e de!l'appat•ecchio scbelctrico: - in quest'ultimo sono ùa notare se vi siano o no note di rachtll!"mo o 1!' an01·male ossiflcazione. 2" Craniometria - Esame della rorma e clelle assimmetl'ie craniche e facciali. Le plo.giocefalie e le assimmctrie 77


1218

LA CONSTATAZIONE

della faccita sono importantissime, poichè sono intimamente legale t~l processo d'ossificazione delle s uture, specialmente della base del cra nio - E sistenza o no di fre nasten ia. 3• Ricerca di lesion i pe•·•fu••iche da cui purta l'aura epiJellica - Ru~erca di una zona cpilettogena. 4• Esame delle urine; pre~enza o no dell'albumina; quan'ilà d'urca P d1 fosfati. La r icerca ùell'alburninn è importante, poicùé in caso che es<>a si trovi nel periodo post- epilellico, è un s intomo posi li vo; e pet·c·iò bisognu che siA esclut<o ogni caso di albuminuria casuale, lrt~nsilo••ia ed anche d'albuminuria già osistenle. 5• Esan1e oftalruoscopico - Stato di ripi t' nczza dc>i vasi relinici, po,.;s1bilmt!nle dctcrmiuaudont' le dimensioni. s· Esame ùe' riflessi. É un' inda~me aCCUI'Bla e che richiede una cet·la pr atica. Ci s i può limitare ai seguenti: A) Reflellsi il cui cenll'o dia~lallico é nell'encefalo: a) riflesso dell'il'tde olia luce rcl agli stimoli laLlili; /J) rcflesso palpeb r·ale e lacrimai'!: c) l' Ollt ·S!'<O palalino; 8) Refl<'SRO·muscolo-culo.nei: a) piantare, b) cremaster ico; c) addominale. C) Rcll c~st leudinei: a) t'l'flesso r·otuleo. S i può ancot·a rill.!,·are la vat•tuzioue della sislule cat•cliaca solto lo sli mol0 Liolor·oso. Si (JOSSOILO l'icerc!:lre ~ n co t•n lulli gl i t~llei t' ifl cssi. L'esa me di questi è impoi'L~ule, p01chè 111 soRtan;,a l'epilessia o forJO a convulsiva oon <~ allt•o che l' csagel'a:donc delle !:'carich~; ni eccitazione t'ille:;!:'a: e quindi !le v'è un sinLomo positivo Jella lesionP Ùèll'iuncr\'azione esso si dc•,•e ricercar e nelln perturbazione ùer movimenti t'r>lless i Ile' div ersi pet·ioui inlet·ca lare, pt'Cfllll'OssisLico P- post-<•pi lollico: poiché l'azione rejle~sa B il fenomeno fondamentale doll'innervu.ziouu (:.\1a.r·shall-Hall). Gene r·alrnc11lc i l'CII PSS I sorw modc r·oti nello stadio inlercalat•e, oppu t•e alcuni non souo eccitabili; alcuni poi sono esagerali ocl ubolilt ne§!li aiLt·i blaùti. 7• Esu1110 dulia l'or·ma cd uguaglia nza del diametr o pupillarc.

! t


DEtL'EPILESSIA

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La disuguaglitmza deiLP pupille negli epii<>Llici è mollo rrequenlc. Per fare qucslo esame é llPt'essario di vollore la facci11 del soggello ver•.!;o sellenlr iouc, facendole, gu81·dare lontano: l'osser vazione do• ve ess1•re falla a luce diffusa. L'illuminazione deve esscr•c uguale pE>t' le due pupille, poichè se mai non 'i sia qut>~lo uguaglisnza d'rllum~nnzione, quella pru all'oscuro è dilatAla, in r•apporlo ~oll'all r·a che r·iccve prù luce. Pl'esso i patologi non è èllcor·n ben drciso quale "lA il meccanis mo di pr·oduzione di que,:la tl i~ugua~tlianza: o si ummelle la lesion e dal lalc• delhr pupilla piir diiRL~:~lu ed allot·a s'inlel'prbler•ebbe per aumeulala aziuutl uel simpatico e diminuzione dr quolla delroculvrnolnre: O\vero la le::;ione si ammellc d11l lnlo della pupilla prù ri~Lr•f'llà, eJ allor·a si spiegherrbbe coll'aumenlnla azione tlcli'orull)molor·e e diminuzion e di quella del simpnlico. Ad o:,:rri modo la disuguasrlronza del diomelr o pupil lat•e ~uole ricorr·ere fr·equomlemenle nello stadio inlf~rca l orP e [H't·par·os!'<i~lico; uou raro volle per'-'isle anche ùopo l'ncccsso; nel gran numt-ro (42 volle sopr·a 60) (Musso) scompar·e dopo l'ac{·e::-~<o. Ad o~ni modo la suu 1"'~­ serrztl é indizio certo di lesione dcll'innervazioue dell'oncefRio. - Da tluc anui, Clgni volta drP o•sAmiuo nn soldato, e ::pes!'O durante la vi;.~rtn !'la rritor·ia, porlo l'fllll'nzione s ulla disrrgua~ g liarrza delle due pupil le . Norr l'ho m:1i rinvenul~l ne' soldati ~ani: molle vnllt> l'ilo r·r!'<conlrala nei casi di crfalea o d'r•rni-crania, una volla in un caso di t>lrniuliasi. • Esame della t'e!'istcnza Ol'gauica all'elellr•icilà.- È un esame imporlanli~simo e che ha mollo Yalore>. Si sa che Ja resistenza or{-!'anicu nll'elellt·icrté va t·ia da 1000 a 2500 olrm. per· ogni individuo. In og-nuno però !'<uole esst•r e cos~nle. lo lro fallo pochi esperimenti, ma esRr sono lali da poler csserl\ conviucr•nli: HOU !'<Ono però unco r·a completi, poiché voglio l'ifare J'e!=<per·imenlo ne' solclali dopo le lunghe marcie e clopo [e raliCI1e. Oullo• poche E'!'pt>l'lt'IIZè ho polulo rilnare rome la delltl t·esi~ tE'n7.H orgnnica, costante nello slodio intercalttre, diminuif;CO nrl per·iodo epileltico c PO"'l- epilcLlico e in qualche caso pare esaget·ulamenle aumentAta. Ad ogni modo essa no11 è p iù cosi co!:;Lanle come nello sluto no r·male.


LA CONSTATAZ IONE

Questo ratto lt·ova un t•isconll·o nelle osser vazioni del Basile, il quale comunicò gti:t, come nelle nevralgie le r esistenza or -

ganica rosse sempr e diminuila. Un esame importante è quello della curva del polso. 1!: aucbe decisivo quello della restrizione del campo r etinico: ma essendo un ratto sog~ellivo non è da calcolar e. Il modo come il soggello t·eagisce a!l'ipnolismb ci può dare un certo indizio. In 1111 paese dovtl Donalo ba ollenulo tt·ionlì e dove la scienza non si " adontala de' suoi espet·imPnli, è inulilo diro come l'ipnotismo agisca ::>ugli epilelltci. l so~­ gelli tpnolizzabili ::.0110 ccrlamenlt' ~e non neuopalici, almeno di un sistema nervoso mollo delicato c prP.ùispo,ti alle ne· vropallc. Su quell• 111 <·ui tnl'ùianle l'ipnotismo si ùcsluno gli acres~i cpilellici non cado a le un dubbio: essi sono V C'l't cpiloltici. Pet·6 la mancanu1 d~>ll'oc:cesso in ~ egu ito a ll'tpno· lismo non può costituire u11u p l'OVfl per nega re l'e pil essia ; po l.ontlo o.ccoder e, eome a ma c\ uvvcnulo due Yolle, che nello s tesso epil eLlico ben compt·o vnlo, nel quale in un'allr o volLa s i et•ano desla le le conv ul!';ioni , esse manchino ùo po l'ip11 otiz· zoztone. lo spiego lal fallo <'Oli' ipole;,i di es sere cap i l~llO in un periodo non epilelltco, quando cioè nel siste ma net·voso nou v'era una CIII'IC6 e!'ot·bilaule ù'e~ciLazione rintl:,.::a u tal puolo che, soppt·essa l'azwne inibilrice degli emisferi, si manire~ Lano rot•li convulsio11i. Non lulle le suùùdte r·iccrche hanno la !:lessa importanza: lo ~ono maggior mente cruelle ùc' riflessi, della resistenza organico all' el~llJ·icillt, della disuguaglianza pupillart', dello curva del polso. e quello sull'azione vasomoloria e tt·oflca.

Periodo preparosslstioo (1). Per quanto la convulstone si manifesti repenlinamenlr, non

é però "ero che non ~·a preceduta da alcnna lesione. L'improvvi!'o pallore ,[el volto, l'ipcremia dci va s i relinici, l'ano(l ) Il p(lrloilo lradue pnroosisml ricorrenti a breve intervallo, si chi~ ma periodo lnl r rpnro~qlsllr.o: esso tler6 rrcqu cn t~ntrn to nou si può distinguere 1l:ll peri odo

prcparosslsllr.o. Ne' duo pcriotll StHfd oLtl cslst.ono sempre alcuni sintomi cho rivelano la por-turbar" iDIJOrva~iO II O: montro noi periodo intercalare Llttlì i sintom l morbosi Jl plu dolio velLo si dileguano.


DEL!.' EPILESSIA

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malia della secrezione urinaria, la differenza del diametro pupillaJ'e (53 sopra 60) (Musso): la variazione della norma -della t'esistenza organica alla elellricilà, l'esagerazione di alcuni rin Ps~i. sono falli che sogliano ver ificarsi nel pe•·•odo preparo!ì!':islico. A me più d'una volla e accaduto d'ave r tleterminalo accessi epiielllci ~ti rando una cicHlricc cutanea da tui portiva l'aura, ovve1'0 solo r icercando i r·irlt'!>!"Ì, c;pN'Jalmenl•• il planl.are. Ho r ipetuto gli espE>r imcnli sopru di stessi ind1vidui, ma non ..;pmpre sono riu<>cilo a p1•udurr<> r t>pilessw: fm·se <>ono capitalo nel perio.Io in cui slava por f'Coppia re In oonvuls inue. Constatazione dell'accesso epilettico. Genet·ulmenle è a l 111Pdico di gnat·ùin che spclln ftuesto impoJ•laiiLe incar'ico . CarLo ell e se qn<Js Li ,·~ tanto l'oi'Lunalo da vede!'e il palloPe del voi Lo (o t]uulclte voHu lA ctO.IIOSi), l' inerzin Ù!•llu pupill a e lo spa:;n10 tonico; lu Lle le rspet•ieuze sono lllUlill c la diagnosi é falla. ~Ia ~iccome 'luesli fnlli non dur·ano quonlo durn l'occP->so con vul!:'ivo, ma tutL'al piu 1-0 minuLi: né s i vcrilìcuno in lulle lo) l'o rme d'epilessia , così mal si atlitlot·obbe chi volesse fondare la diaguosi solamente su questi s iulomi. Molle volle il medico di guardia chiamalo non può là per la richiamare olia memot•io alcunP cose impnrh1nlissrrne, e, uon constalantlo l'i nct·zia pupilla re, trascul'a l'P!"a m o della forma convulsi va e cussantlo l'at'COS::>o, O:!li non sa cho cosa cunchinùer l!, ~ si aùùolnru ù1 es"et·a lll'l'i\·alu lat·di. EIJbene anclle !':Oio la forma come ::i rnani(el:>ta l'uccesso ca può mel· lPre sulla buona ''ia; etl allo scopo riporto qui le dl\·erse f•H'mO OO!;O~ratìclre d'epiiOS3ia. t • Epilessia grave. - La classica co' suoi tre periodi: Abolizione del la coscienza, spnsmo-lonico - Convulsioni clonicho - Coma. 2' E pil~ssia mitE>. - P ot·dila della conoscenza senza spasmo (asscm:a, vertigine). 3" Epilessi(l con perdita della conoscenza o spasm o to•Hico. - Spesso la co noscenza é g ili t·i comparsa e fcaLlan to


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LA CO~ST ATAZJONE

seguitano gli spasmi. - Non raramente la coscienza è sopila~ mo non ab()lits (Herp). 4' E pilessia in cui as"-ieme alla p1·rdits della co~cienza si hanno convulsioni solamente di alcune provincie muscolari. 5• E pilessia ~on forma icl'c~olare degli albtccbi, scgnatamente, per ciò che riguarda i fen omeni spastico-molot·i. Spesso manca uno stadio, pet· lo pil't il coma toso. 6' Sta li epilelloiJi. - Tutti gli equivalenti epilettici. - Delirio epilellico con alli tmvulsiVI (alli coordinali). - Cleptomania.- E pile~sia psichica. Equivalente epilellico a forma speciale deambulatorio. E pilessia di Jackson. T utte 'luesle forme d'cpil-:s"ia, per quanto differenti, offrono sempre P"r carallerc In forma com-ulsiva o la forma p!=~icopa li cu, o runa e rallra assieme. Sopra l'osservazione di esso !i ba~a la dia~-tnosi. Il medico art•i vando presso l'tJpiletlico nello stadio dd le· convulsion i cloniciiP., può dalla loro forma t•icava t·e preziosi indizi per la diagnosi: e poniamo ch'egli artivi ancheòopo Ct>ssa te le <:onvulsion i. t>gli può dalle allt't" lesioni tlell'inner vazione, ricavare quanto basti pet· assicurare che le p1·ime non erano simulate. In un a.cce::so convulsivo noi ci possiamo Lrovaru avt1nli a convulsioni che si pol'sono t•idurre ad uuu delle se:::uenli fo •·me nosograficlle: t• Convuls ioni clouiclte e touicbc coordinale e l"immeLr iche, Rl•nza o con in colllplAlu pe•·ditn della con<,l'cenzn (proprie ùell'islcl'ismo leggero). 2• Con vulsioni coot·ùinalo c simmetr iche con complelu perdita dt>lla conoscenza ed tmmobililù della puJJiJln (ister ismo gru ve). 3' Convulsioni incnOI'Jinate asimmetriche, miste alle coordinale con completa pertlila della conoscenza {pl'opr ie Jell'istero- epilessia). t• Con ''ulsioni iucoordinuto cloniche e toniche, F:enel'ali o parziali, con completa abolizioue della conoscenza (proprie dell'epile:>sia gr a ve1• 5° Con vulsioni clo!liche c Lonielte incoordinale, generali

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DELL' El'Jl.ESSIA

e par·zrali, anche con conservaz.ione parziale della conoscenza (epile~sia spinale). G• Convulsioni in~oordinijle cloniche e toniche, solamente di qualche provincia muscolare, ron o senza perdi la della coscienza. 7• Convulsioni nssimmetrich e od incoordina.le a forma sposlico con perdila della conO!'ICCn7.a. lmtMginando dunque elle il medico di ~uard ia arrivi rruando non può (IIU constatare i falli iniziali di nn acce-:;so e si lrovi avanti al periodo delle convul!<ioni cloniche, egli non deve far altro che guardare la Curma delle convulsioni. Se esse sono coordinale e sirnrnett·iclw, t(UAk.lH' volla accompagnAle da spasmo laringeo e costriziorw glotlldea, es!le apparten gono all' isler·isrno. Allora si facciano le rirerche sull' isteri sm o; cpc nel r.as0 possono limitarsi alle seguenti: inlerru. zioni dE>II'accèSM m ediante l' ano.~.~iemia o In compressione del Lel'llicolo e della zona isterouMa; cnlma di esse mediante l'ipnotrsmo. Se inveco le con vulsion i sono incoordi nole, ma rni!'lle alle simmetriche, bisogna ritenere di 8Vèl' da fare coll' isler·of'piles!l.iu etl allora n()O si deve fare nessuno de· detti esporimenlr, ma atlenprsi a quE>Ili cht• diro in !l.Ogui lo. Tr·ovandocr 8 \'8nli a convulsioni in~ooròinRL'' eò assimmPlr·iciJo non v'è alcun dubbio che nel Cti~O non si traLli d'C>pi · lt!SSI8. Noi po~siamu far e flolam(•uln olti coorJinati, o solo cou un lungo eser cizio posHiomo abituarci a mellere iu conLr·aziouo un sol muscolo; quindi quando noi vediamo in una convulsione esi'<ere presi solo al<:uni muscoli dei difTerenti ::t•·uppi muscolal'i e con opposta f:u1zione; o singnli mn scoli o gr•uppi l'uno dopo l'a ll!·o, ùobbiarno concluder e lraltarsi di epilessia. Dallo incoorùinazione dipcnùouo le morsicature della lingua: e <>.pes<~o è questo il so!o sinlorno che si \•erifìca in alcu!1i elle hnnno l'epilessia uolturu8. Lo incoorrunazionP é C8U"8 delle diverse lesionj lraumaliche descr·iLle ne· T rattati. Come non si simula lo spasmo l clanicu grner·aiP, l' opistotono e l'arco di cerchio, sì da poter jJreuùer·t> un individuo o solleval'io d'un pezzo, Le11endoln pel c;apo: non si possooo simu-


1..\ CO~ST.\1' .\ZI ONE

l or·e il pallore o la cianosi del vollo e le convulsioni incoor · dina l e. Durante le convul!'ion• 11 medico deve badare alle seguenti cose (avendo sempr" pt•emesso r eEame del riflesso pupilla•·e): t• F or ma delle <:onvuiSIOni. 2'' H itr110 del polso. 3• E ccitamen to dc' riO c>ssi. - SpPc;so eccitando rl planlAru si puo vedere entrare in contrazione spastica tullo l'arto cort·ispondenle. 4" As~enza del ~udOI'O. - Genentlmcnle il suùore non compare clnranle lr• convulsmut cloruclte, ma dopo. 5• In r.aso che A'là e!';1<.;La il r•tle'l!<CJ pupillare, si può nol81'o rtnalc sia la sul\ c·caziouo 111 l'Appol'to a quella che avrà più La rdi. L'ano<:c;iemia non mLcr•·ompe le convulsioni, l'ipnc)lismo

le 8CCI'OSC8. Nelln g 1·avP. epiles<-ia Pile f!O n vu l!;ion i scgut> il coma; nello lol'me lcg-~et·e m olle volle v'è solo qualc!:te perturbazio ne delle funzioni psi('hil'\he Pd cncefH licl 1e.1 È inut1 le qni pariHt'•' dello !l/alo epilettico, quello cioò in cui in :H-i8 ore si vel'ifir-o nn !.truntle numero d' ucce"si a urc\'e inler"allo; fJIIO"lo ~lo lo A'ra' iss:-:imo molle "olle l•·r-

mina colla morte. P erlodo postepllettico. Lo stnLo che comi11 ciA t'.nssnndo i l coma o, ((IIAndo questo maiiCH, CC""'ale lo conYIII"ion i, cos tituisce gia il passng~io

nel pe1•iodo postepllellico. La convulsiOne ~p~>s~o si dissipa (li'Onlameuto: frequCIILOmente cec:sR d'uu tratto fJllll hlnfJIIO forma d'epilessia psichica: ma non pt>rciò la funzi0111• òell' inn(>rvazione è normaiP: esf"a è ancor» portm·hal~ dul'anle lutto il per iodo po!'Lopilellico . Lll diagnosi clell'epilcc;,ia c;i busa bene snl conl'ronlo delle clitrerenli altPt·azioni dell'innervuzwoe ne' di ve t'!; l s tadi del pa 1·o~sismo e del periodo li n lcrcalure: ecco la l'ligio ne per la quale, cessa te lo con vnlsioni. si ùeve t•il'are da Cl, PO quosi Lutto l'esame fatto in pr·inripio; per ciò il medico che


DEtr:ePILESSfA ba assi'llllo all'accesso polrà p1•ocedere alle se!?uenli inclogini: 1° t:same de' rUlessi. - Siccome l'esame de' rifle~si metorlicamenle non data che cJa pochi anni e per Jo passato le t•icei'Cho sopra di essi et·ano incompl eto, cosi molli autori furono in lAI~ discrepan1.a l'l'a loro, che alcuni dicevano es::>ere ess1 t>sage t·ali, allt·i diminUili. Lo Jac<:oud, citando il Homber•g, co>;i si e::.pt·imo: " La • mohilità Pitlessa é conse1•vaLu ltPI seu!-\O che il tocco della • congiuntiva ra chiudere l~> palp•·h1•e, l'aspt>r~ione dt>ll'acfJua • ft•edda provoca delle contraziOni, ma una viva luce non • di::>sipa la dilatazione della pupilla •. Evi<lenlemcnte qui si pada dt pochi rlfles::.i rutanei e pupllat•i t!ut·antc l'acces~o, ma non nello slaJio po1'lflpileLl•co ed inlt•t·calare. L o SLt'ilmpeli co--i si esprime: • l rillessi cutauei immeu diatamenle dopo racces~o ~Oil() soppt•essi : i riflessi tenu 0 111ei pet· lo più ~ono a lquu11lo Psag•"t·nLi. TuUo\'ia talvolta « sono un poco deboli u lnaucauo del tullo "·Queste pa•·ole sembl'atw htbillme t:ù adone a prm'ltar·si a qualuru1ue intm·pr·etazionc. l\la ciii hu un po' d i pr oli eu ne>lla 1·icr~rca di essi, sa eh o lu loro morolfc<>lazione dut•ante c dopo i pnrosstsmi. dipende più el'!senzinhuenle dalla parte che pi1.diano i muscoli e la mtdollA sptnnle alla fonna cou\'ulsvia E co~i spesso dopo i clo~­ SICi Arress• sono ~tùolili, e uet ptù miti la loro manife~lazionc c divcr·sn da qu~lla clJe si t·t leva twllo slnLo nor·mtde. Dagli ospc1·imenti da me falLi i11 'luesto man icomio rilevai che la pet•lurbazione dell'azione t•itlessa òm·a per un cet·lo tempo dopo il pat·ossi smo, ed è s intomo pt'incipale del periodo poslepileLLico, il quale Ila vat·ia <Imola !>econJo le dive1·se forme; molle volte dura pet· JR ort• tlopo l'accesso. Non t·aramenl\l i •·iflessi sono obolili subilo dopo il parossi::.lllo: ctù r· inùizio che l'accesso t' slnlo grnve (epilessia bulbnrr). Nella massima pa•·le d P' casi 'nella epilessia riflessa o sp111a le) i ritle>=si sono esogo•t·nli: 111di dopo un tempo mdeboliti e quincl1 Jopo parecchie or•e lorunuo allo stato normale e ùiVPIIlano moderati. Qnfllcu no po ll'à ob biclltH'P. cho sor•ebbe utile, anzi neces· sat·io, che le vtwia zioui de' ritl t:ssi fosset·o bene determinate


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LA CONSTATA ZJONE l

per ogni specie d'epilessia. È questo anche un mio desiderio che potrà essere soddisfatto quando numerosissime osservazioni por ogni epilessia s peciale avranno accet•talo la s inlomatolog-ia pel' ognuoa di esse . Per o1·a bisogna appagarsi al fatto Che l"aJlerazioue deJ1'i nllCI'Va:tiODe rifleSSO e Un segno certo dell'esistenza della nevrosi. Lo s Lcsso si deve dire della variazione della resistenza organicA art'elelLt·icit.a. 2' Presen;;a del sudore. - Generalmente il s udore s uole venire dopo le convulsio11i e mai prima. 3' Esame del pol.~o. - Ollt·e alla frequenza del battilo, si deve tenere anche conto della curva di esso: secondo olcuni la CUI'Va è aume nta la. secondo altt•i si avrebbe un marcato dicroti!;mo. B t ~ogna però ftlre "'ernpre il paragone colla curva ricavnla nel periodo iul~rcalare. 4' S i t'accolga no lo pt•imc urinE> dopo il par·o:;;sismo; frequentemente o !'empre (Jaccoud, Hup perl) e>'"6 contengono aiJlumina e qualche volla cilitldl'i ialini. 5° Appel'lt) ;:ia pussil.lile si raccia l'esame delln l'èSislenza organica all' t>lettricilà e :;;i noti la diffet·enza con quella ri.,contt·ata prima. Es;:a du l'tHile il p!Wiodo postepil ett.ico non é uguale a qu~? lJn · ,Jel pi=!rioclo intP.rcalat·e. Un a lli·,, e;;pel'irnento consiste in fJUesLo: si nola la quantita minima d'una con•en te faradica nec~>ssa t·ia per la contrazione dì un dalo muscolo: es~ a differ·isce molto Ja rruella che si oLlien e nel pnriodo intercala r e. (j• Si rifacciu l'e:;;nme del f'ondo dell'oechio e spesso si av r à come s intomo pos:il.ivo la eompnrsa di una iper emia che può flurar·e anche :H ore. Bi;:ogna sempre fare il paragone col ri.,ultato delre:::arne pr·alicato nello s tato n oJ•male. -;• Si ipnotizzi il pozienle. L'ipnotismo ùov!'cbb e fa1· ricom pat•it·e le convulsioni; quando esse r iven!!Ono il medico può constatar'~ anche lo sla lo iniziale dnl pallot·e, dello spasmo tonic(l, della in:::ensibilità clelia pupilla. s· Si noli l'uguaglianza o la disuguaglianw deliP rupi!! e (1). (l) l.'esnmc o!talmosco!'ico, •1ucUo tldle urine puù ~<sere ratto nnehe dopo an certo tempo; reJetlrico e lo sllgmograllco é necessario rarll nel tem('fl phi vicino ull'accr.sso.

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DllL l:El'1L8SSIA

Nell'esame dell'epilessia a forma spaslica hanno valore positivo: 1• La incoortlinazione degli spasmi. 2" L'oller·azrone de' riflessi. a• L'alterazione deUa resistenza organica all'elellricila. 4• L'nzione tleU'ipnotismo. Que:;ta for·ma p~tre che dipenda da ori:;tine spinale. Nell'esame tle~li equivalenti epilt•Llici, specialmente di tluelli psicbici, hauno maggior·e irnpc)I'LMza: ·t • Il pallOL·e o la cianot<i del ,·ullo. 2• L'immobililà òelle pupille e la mancau:.::a de' riflessi encefalici. 3" L'alterazione de' l'ili :s" i. 4• La pertu r·bazione deliA r esis.leiiZ8 organica all' elettricità. ;:,• L'azione dclfipnoti:>mo. In alcuae di queste forme i sintomi motori sono coor Jiunli e si manifestano :.otto forma di impulsi. Generalmente allor a un'alter·nzione ps rchica si può r·it.;nere u11 equivalente cpilellico, lJUondo é Assodalo <'h e l'individuo e stato sOgf!ello all'epilessia. È ùifficile che <>i presenti l'occasione el i rare l'esame d'un equi valente epilettico, porcM é solo quando essi danno Juotto olia per pelrazione Ji crimini che si ttllacciano al medicolegale. f: inttlrle parlare della simulaziont-: il non veritìca r·e alcuno de' falli aecer11lllli co~liturscc JNI' se stesso una prova materiale della siuruluziorw. C CS5~0 lo il periotlo pol'ltepiletlico lulto pare r·iontralo nella cai:'Yla, però all'occhw esperto non mancano akuni sintomi, i quali spesso si f!ffacc-r11no per- alcune or·e o per alcuni giorni e poi si dileguono. Essi sono: In d;ITel'enzo dPl ditunell·o pupillare; alcuni renorueni della sft>ra moloria (trt>molio, spasmo, conlrallure, osager·azione di Ail:uni riflessi); pcl'Lul'bazione del senl'lo cutant>o. Falli psichici: indebolimento della nwmor·ia dopo molli accero;si, 11m nesi1J,i r·oscibilitù . F olli della sfera 1;ensitiva: cefalea, capogiri, vcl'ligini.


LA CO~STATAZIO~E DE LL,EPILESSIA

Qualunque sia la forma nosograflca colla ()U&Ie ~i presenta l'epilesl>ia, sia sollo quella del g ra ve accesso, ovvero d'un semplice del1rio, ,> dimostralo rl1e il ~is lema nor·vo~o è tn LLo leso nello s ue mnllcplici e div pr·se funzi oni. lnfatli lu convulsioni dimostrano chiaramenlo la lesione dell'azioue m olorra e r iflessa: il pallot·•• o la cianosi del volto dello slalo iniziato e convulsivo, i cambiamenti dt>lla cur·v" sfigmogt·ntlca, J'iperemia de' vasi t•clinici, parlano per le lc~ioni vac::omolorie. La compat·.:;a tlcll'albumina nelle urine è una prova del pet•lurbamento dell'ccciloziorH• nervoea s ulla rnn zione degli or ga11i. Le vapiazioni di'l dianu.1lro pupi llm·e, e qnolla della t'Ps islenza ne~Anica all'l•lcllricilù, c'insegnano comP !"ia att.ac<'alA l'el>scnza della fun7.ionc del gislema nct•vnso. TI deli r io infine E' l«' allE'l'Uzioni psichiche. drnolnuo como SI& pcr·lut·hala lo fum:itmt> Jliù elevata ùell'encèl'lllo. Una volla lullc le forme cpll~>lliclte venivano confuse tra loro e si uenomi111wa epiles~ia solo fJU ella in ct:i s i rn~nìfe­ sla vano od i da>'siei ncces~ i. ovvt•J'O la verli[!iue ~ l'asscu:~.o; e si rileueva pe1· sin torno certo di O:>t-n l'aboliztOue del rllleS!'IO pupillare olio slimr•lo luwinoso. Nei nostri giòr•11i il concetto clinico dl>lla nevt'ol'<i in parola si è 1mdalt) allar;:rorrdo; e•l è chiar o che. avendo e~sa urro differ ente or·i~inc, nr a bulbar·e, ora cor ltcale, ora perift>r rca e spinale, 11011 può !;empre avpre una u~ua l e l'orma n o~ogt'flllca; pet•ciò non pos:o;iatno nnn r·i<·onoscer·o elte l'essenza del pr·ncesso epilelltco, sullo qualunque forma l'i manife«lr, e a ccompagnato da l pt>t·verlimenlo dr lulla la funzione del sistema nervoso. Ebbent• ondP fl:u·c in op-ni l~mpo la tliRf!IIOsi è necessario ricf't•car·e prima la not·ma tlello dtve rsP funzioni ner' 'ose tlt un epilettico nel pet·iodo inle•·calore, e poi osset·varne le val'iazrolli ne: pPrioJo pre pnrossisLi r.o, dur·anLo e dopo l'accesso. È r-<olo in qu t>~ Lo modo C'he, 110' casi piil dubbi, o quando e difricilc con!"lalat·e nn completo paro«sismo, od anche quando se ne sorprendt' solo una pat'tP, Ja un u IPsione l'i!>conlrala in una solo dell<> funzioni, noi possiamo con cerlezza at·gomenlat•e la pre!:>Cnza uell'epilessia.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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Osservazioni cliDlche e ricerche mtcopa tolog loh e intorno alla patogene si della malattia dl Hodgkin. dPì dottori MAJOCCIII r 1'1cCHJNI.- (Gio r. fntern~. delle Scicnz:e Mediche, 1kl-!U). Il nome di mttlallia ùi llot.lgkìn, è couscrvalo ùagli uutori alla psewlo-lcucocilel,.ia, o p1·ccisamente a quella forma morbosa, a tleCOI':>O più o meno lento, e con elSìto sempre letale, carattel·i~z.8 111 da molteplici localizzazioni linfatichc, senza app1·e:a.abill a lterazioni di propor zione fru gli elementi mo rfo logici ùel sangue. I doLlol'i M a ioccbi e Picchini hanno s tudiato uu ca!"o, confel'manc.lo quanto allri aulo1·i avevano intraveduto, che la malallia t!i Hogdkin è una !'l)rma infelllva. Un ind1viduo delretil di 50 anui conlatlino senza precedenti ercù•ltJI'i, e ::,euza nver son·e1·lu dHppl'ima di malattie d'imporlAnzu, l:'i amrnulò di aclenili allo regioni ing uinali, ascellari e ct•J•vicali Si svJluppò pure atra nno e tosse con acçessi febbl'ili senza lipo del,. rminato. CompttL'VCI'O quindi edemi n~li m·li u1fe!'iOl'i, ed 111 superior e tle-.ll·o. Eccello qualche dislu1·ho fun1.ionale de~li intestini (stitichezza) non presentò ft>nomeni morbo:òi di ~o rl a nPI sistema n et'VOl:O e nell'apparal.<l sec1·elivo ut•inario. Lavorò ~<e m p1•e nella sua p1·ofessionc, non fu nè bevitore nè manginlor c, nè soflH mai molotlie venereo, e lauto m eno sitìlilicli c. La malattia ebbt> un decorso rupido cli :!4 giorni. Ollre ulle adeniti si noltH'OIIO, dut•ante la malultia, ing t·ossamenli clellu n1ilza e del fegato, veJ'SSiuenLo nelle pleure, polmomlc sinistra ed itler1~ia. La necr o:scopia confet·mò le delle lesioni. Gli esmoi fulli dagli nut0ri sono: l'ematologico, l'1slologico· e micologico, l.jUindi il feguto, la ntilzu, le g hiandole linfa-


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IILVISTA

ticlle, il midollo delle ossa, l'intestino, i re ni, i polmoni, il cervello, e le meningi, e finalmente la pelle non astante che quosto non avesse pr esentato mai petecchie(secondo Milller) o fot·me essudalive eczematose (Kaposi). 1n quasi tuLli gli organi r invennet•o microl'e:anismi d i forma s l'er·ica e bacillari. Quelli erano gl'anuli rotondi del diametro da *1~ a d un m1cro ammassati frA loro. l bacilli piuttosto grossi bene arrç>tondali all'estremità lunghi da quattro a G micri, rlel diametro di un m icro erano t•iunili in due, qualche volla in LJ'e in diJ·ezione retta o leggermen le incrocia U. La massima parte dei microrganismi fu riLJ>ovala negli inle!:'tini e più Rpe<.'ialmente n ei l'ollicoli di P••yer, rruindt nel fegnlo, nella milza, nell'apparato linfatico nel rnidolln e nelle g t•andi sitwnse, e nelle meningi molli: mai li rinvennero nei focolai linfoidei Jella pe lle e nel sangue. Da ciò gli autor1 r eputano che la pt•incipale via d'ingresso si lt·ovi nell'intestino, dt1l (Jnale per la via dci linfatici si dif· fusero negli or·gani sovro.nom inati e vi produssero effeW il·rilalivi. Che se in vece avesser o pet•corso la v1a del cir colo sanguigno, gli effetti sat·l'bbero ~'<lati più rapidi e piu gravi, non ostanle che avendone rinvenuti alcuni nelle vene del fegato e della mi lza, g li au tori su ppongano ch e l'invasione sio stata seconJF\I'ia. Gli nulor'i danno mnggiore importanzA alle forme gt•anulari tlegli schizomiceli perchi• vennero trovate più dill'use: e fann o uoll"ll'e ln diminuzione dei leucociLi (uno s u 1500 o '1800 emazie) come un t•epet·to molto raro in questa malattia. La malattia di Hodgkin ha qunlehe analogia colla sifilide. Infatti considerando nP-Ila malAttia di Hodgkin cho le prevalenti lesioni viscer·ali e g landulat·i a ttesta no quasi tlov unq ll8 un'attività di neo f0rmaz icne degli e lementi , men tre sc~ll·si e limitati sono i pt•oces:<i di dislt·uzione degli elementi st'"!SSi: se consideran.lo ancora che ltt rnalallia di Hodgkin é lenta r1el prod urre le a lterazioni delle g landole e la lor o ipertt·ofìa elo s viluppo delle plejuni, è cvidenle l'ana logia col la sifilide. :-1 el pol morw fu lrovalo che vi er·a pnt>umococco ùove esisteva essudAto enùoaJveolare; e si Lrovat•onc.. Je aiLre forme di micror ganismi, dove s i Lrovavano lnfilLt·amenLi cellulat'i.


li.EDlCA

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·se il l'a llo da noi osservt~l.o, tlicono g li autori, foRse in allri ca~i confermato, o ~e si po te~se oll ener·e come assolutam ente dimoslr·ato che non si ha essudal o endoalveolare se n on quanno hAvvr pneumococco, l'ossct'vazione nostra aVl'Gbbe un f('r auclo valore, po iché d a essa apparirebbe che il poeumococco ~ compagno e forse cauRa dell'essudalo pneum onrco, mentre gh altri nlicrol'gani smi limrtet·ebbero la loro azione sui vasr t: ull'i utorno Jr esst nel connellivo interstiziale. l pochi micr or ga.uistni trovati noi rene, iw.Jicano cbe questa non é la via di lol'o eliminozioue. Gli autori r.onchiudono dicendo t:SSl·t·e dimostrato ùa lor o studi che r..a le for me cono;;ctule con vari nomi, e caratterizzato sempr·e da un coneJo di fcnomuni fra 1 qua li [JI'im ej:{giano le speciali lesi oni di' l sislemn linfalico, lo profonda anemia senza co111emyoranea leucocitemia, ol"sia la malattia di ll odgkm mcr-ilo un posto :S(wciale poiché iu r eollà da allre consimili si allnni Aila. Gli llU lor-i, in un'Rppcndi cc Jcl lor·o ltwor-o, annunziano una pt•ossima pubùlicazrone dt>lle loi'O e:-~pet'ieme colle colture dei microrg-ani~mr gr~nula rt trovati 111 un altro caso di pseudo l eù<:Ctnia ùa lor·u sludral.o.

Antisepsi intestinale n ella febbre tifoidea. dc Médecin e et de Chiru.raie, 1-riugnn l 86).

(Journal

Il dott. Paul L•; Gendre i11di ca il molodo seguente adoperato dal dotL. lloucha r·d per otLener'e nn tniscuglìo anti:::ettico da opporre allt> pulr efaY-tOni inte:::tinalr quali <sono f)uelle che si pr o(lucono nello l'ebJJri lil'oidee. Questo miscuglio è composto di cat·bone, di iodoformio e di naftalina nelle segueotr propor zioni: carbone 100 gr., iodol'ormio l g-r .. naflalina ~>gr. in uno stato di rna:::sima divL<>rone, contenute in 200 gr. di glicerina come eccipieute. Unn cucchiaiata da tavola di miscuglio diluita iu un quarto di bicclr ier e d'acqua ò somministrata ogni due or e. Nell'imbarazzo gastrico, nelle diarreo putride di minol'e intensità che la diarrea tifica, la oanalina può esser ammi11istrala sola: :, grammi di naftalioa mescolati a quantità eguale di zucchero in pol ver e, aroma.Lizzati con una goccia


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1\(VJST A

eli bergamotto sono divisi in 20 pacchetti, dei quali se ue fa p r endere uno ogni ora. l r isulta ti della amministrazione di queste soslmlze sono di un· utilità incoutestabile. Non solamente le mater ie feca li perdono il loro odore putrido per n on conser vare piu che quello della naftalina, ma la loro tossicità 6 diminuila cousiderevolmente, come lo dimostra l'iniezione intraYenosa fatta negli animali coll'orina dei malati assoggettati a questa cura, essendo il grado di lossicilà delle orine il seguo esatto dolla lossicHit del contenuto dell'intestino, poicM i veleni dell'intestino si eliminano colle or i!le. Dopo la nartAlina, unila e non al iodoformio ed al carbone, il sal ici lalo di hismulo alla dose di (i grammi e l'acqua solfocarbonica. meritano il posto più. onorevole l'ra gli a genti dell'a nlise psi iutestinnlo. Queste preparazioni formano la base della cura usata dal do ti. Boucltard. ne lla febbre tifoidea. P er evita re la costipazione si ado per ano diver s i lassativi ed in particolare il miscug lio a parLi e g uali di cr emor di tarlat·o, di sÒlfo s ubl ima lo e ùi m agnesia cnlcina ta : si somm inistra una cucchiaiata da ca ffo di questo miscuglio una o due volte per g iorno, vnle a ' dire '2 a 1- g rammi di ciasc Lma di queste polver i !assaLi ve.

Dell' a.nemia perniciosa. progressiva. - H. H ENRIOT , di .,.Reims. - (Oa;;ette cles Hòpicaux. N. 102, settembre 1886). L'autore ha letto al congresso dl Nancy una m emor ia s ull'anemia per niciosa progressiva, la quale si differ enzia facilmente dalle altro anemie pei seguenti car atteri: Dopo tr e o quallro mesi di uuo stato di sofferenza mal caraLLerizzaLo, ma i1l cui i disturbi gastrici l1anno un posto pr edomi11ante, il maJato senza avere perdite di sangue, senza essere afl'elto da leucocilosi, nefrite, avvelenamento satu rniuo o p!iludoso, scuzo. presenla r·e i segni delle cachessie tuber colosa o caucet·igna, senza pr ese11tar e infine a nchilostoma duode r~ ale, vede ~u llo a d uu Lrallo sopragg iungere un annien ta me nto rapido delle forze, conservando, p<~ J' altro. il più soveu li , il pannicolo adi poso ed una certa attività relativa


MJH>TCA

delle funzioni dello stomaco. L'aulo1·e ha osservato ll•e ratti molto netti di quesl' s.ll'ezione. Nei duo primi maiali venne tentata la trasfusione, ma senza successo: il terzo fu a ssogg-etlato ad w1 regimf\ louico. Tutti e lre i maiali sono morli. L'aulopsia del primo non fu raua, ma qnellu del secondo e del terzo ha permesso di conslalare un pallore eccessivo in tulli !?li organi cd un' iperLrofìa ed un ram1nollimenlo della milza con granulazioni nei globuli ro!"si. Quantunque vari medici abbiano ~egunlalo iu pareccl11 casi lesioni le più svariate, ulcerazioni delle vie c.ligestive, aiLera:done del midollo delle ossa, degenera-.ioue ùel plesso solnre, degenerazione adipo!>a del cuore. del regalo, ùci reni, ecc., pure l'autore crede, dopo i falli aunlol[hi Regualati special mente da F édt\ Zimmermann, Pepper , t.abad.ie-Lagrave, che la lesione della milza debba esser mossa in prima linea e che l'alterazion e del :::angue cousistenle nei COI'puscoli di dìRagg1·e· go7.ione sia conso<.:utiva all'aHeraziou.o dolln m ilza. Lo d~gl!­ n erazioni adipose sarebbero solarnuute lesioni sucondoric. Lu lrasfusjone non ha dato che inc: ucce«si o Peppe1·, Lubadie-Lag rave, ecc; quantunque sia ruolto utile noi casi di a nomio consecuti . . e aù emorragie. cssH pare poco efficace nell'anemia progres:=:iva che é il risultato di u11 avvelenamento dul ~angu e, probabilmente causalo dn un wicrobo. Quinck(} Ira tuttavia oltenulo due successi. Il trattamento più appropt•iato consisterebbe nelle inala1.ioui d1 ossigeuo, uelle iniezioni c:oU.ocutanee di chinino a forle do~e o nella cura arsenicale. Su 32 casi Botkins avrebbe otlenuto Hì guarigioni coll'arsenico. I sterla. nell'esercito. ruruie, agosLo 18dì).

(Journal de Jlédecine et de CIIi-

li dott. Dupon cbel ha l'ifet·ito nella Reoue di' Médeein.e un re1·1o nutne!'o di falli nuovi di islet•ia maschile, i quali dimos ll'lli10 che quest'affl:!zione si riscontra mollo sovenli nell'esercito, ove essa ha dovulo frequen toutenle I:!Ssere sconosciultl o male compresa. Egli l1a. studia lo JJ«l'licolarmente le di{'(lcolla della diagno~i cd i probl emi di medicina legale mi-

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Hl VISTA

lilare che solleva questa questione e conchiude che sarebbe convenientb completare l'istruzione minisleria.le sulle cause eU esenzione, di riforma, ecc., comprendendovi anche l'isteria. Questa istruzione ammettendo fra le cause di inabilità al ser· vizio militare il sonnambulismo e la catalessi, che sono presentemente considerate come m an ifestazioni isteriche. è lof?ico m enzionar·e la malattia dal momento cbe si fa menzione .dei suoi sintomi. L'autore però crede ell e lulti i casi di isterismo non si possano ritenPre a priori nRsolutamente incompatibili col !i'ervizio militare, e che sia necessario, prima di s tabili t'e delle dispo"'ir.ioni definitive, di moltiplicare le ricerche e le osservazioni. Accumulando 1 falli si giongerà senza dubbio a determinare, come si è ratto per allre malaltie, i gt·adi dell'isteria, compatibili colla vita militare e quel11 che faranno escludet'e gli Individui che ne sono atreLli.

Due oasi dl tabe dorsale con conservazione del fenomeno del ginocchio. - WEsTPUAL.- (Gazette M éclicale de Par~s, luglio 1f!&6). Il prof. vVcs tpha!'ha comunicalo in una delle ultime sedute della Società di Psichiatria eU Berlino due casi di tabe dorsale c011 conservazione del fenomeno del ginocchio. fAtti questi cbe accadono assai rarameute. r:nttenzione dell'autore si è fi ssa ta specialmente sulla J elenninazioue della zona del midollo spinale (porzione inferiore del segmento dorsale e por zione superior e del seg-men1o lmnbAre) la cui. lesione ecuduce all'abolizione del l'enomeno suddetto. Un certo numero eli O!"servazion i l'hanno condotto ad am· mettere che la sede precisa rlel!a. zona debba es!'<ere localizzata nella parte osleJ'llù del cordone. posteriore. ln un caso di tabe, nel quale l'a bolizione del feno111eno del gi11occhio si era mo.nifest.ala p('r la prima \'Olta due ffi('Si prima della morte, la degcnerHzione dei cordoni presentava, s u di una seziouc trasversale. la forma di una stria che passava quasi por mozzo del cordone di B urdach, e si estendeva di dcn Lro in fuori neUa dire~one della sostanza gelatinosa di Rolando. Simile localizzazione la riscontrò, sebbene in minor grado,

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MEDICA

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•io un aHr·o tabetico, che no u avea pr esenl&.lo ahro fenomeno che l'amnu ro~i, con aboli;done del fenomeno del ginocchio, ma sl'nza ìncoordina zione motr ice. RecenlPmcnll' l'autore ha os~el'\·ato due tabetici, di cui l'uno pre!lentava il q uadro complrlo della tabe, meno il fenomeno del ginocchio che era conservato. Solo più tardi si polk constatar~ una diminuzione di intensità dPl fenomeno che terminò colla completa abolizione del medesimo: l'autopsia fece conoscer e una zona di degenerazione 5=ìtuata nel segmento esterno del cordone poster•iore e che si cl"lende>a io fuori sino al limite di una zona chiamala da \Vestphal ::onn. radicolare dei <·ordoni posteriori, o che conflr 1n colla sostanza gelati n )Sa tli Rolando. Nelraltro ca~o il fenomeno del ginocchio pure si era conser valo per lungo t(>mpo. c solo due mesi circa prima della morte delrinfermo comincio a diminuire d'intensità finché scom pal've del lutto il giorno pr eceùeule a quello clelln morlc. A ll'aulnpsin c::i riu \'Cnne la Ele:<"il de~enerazione dd casi precedPrati. È impo~sibil ~> . dice raulorf', di ac::scguare dei limiLi precisi a <JUe!'ltll zona radicol!!re dei cordoni poc::teriori, mo ò certo che l'ahnlizio11e del fonotucno ùel ginocchio c::i lrovn in relazione colla lf'sione di della zona

Studio anatomo-cltnico e dottrina intorno alla eplleasla d'origine oortioa.le, dPI dot t. GJusea•pr,; 8F. PI'ILLI, medico capo alel manicomio d'Imola. - (Rini-~la Sperimentalt rli F reniatr ia e di Aifeclicina Legale, vol. XII, fase. l e Il). L'autore di\'idc il ~uo studio in due parli: nella prima delle quali, dopo ave r ricordata la priorita dello Jackson, che stabili polcrsi sviluppat·e l'allacco epilettico dietro un abnorme er.cil.amenLo della cor teccia cerebrale, c::cende•n pa 1·lore della distinzione necessaria ed utile fra le coO\·ulsiooi della epilessia classicA od idiopatica e quelle appunto della epilesSia Jacksonian.a, dell'epile.~sia par;ialeod unilaterale, degli spasmi o delle conottlsioni epil<:tt({ormi. Descr·illine i ca i·n ~tc r·i, esamina il r apporto che passa tra


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JUYISTA

la epilessia parziale e la sede dell'afl'ezione, la quale spesso. rinviensi sulla corteccia, tal vol~ nella corteccia e pur nellasostanza midollare, rarissimameule Ln <1uesta ultima soltanto : e sebbene il processso morboso possa localizzarsi su qualsiasi punto corticale, pure ne ha uno di predilczioue esembra che come nei cani e nelle scimmie la sfera sensoriomotrice rappr·esenii, anche neLl'uomo, fa sota parte della: corteecia. cerebrale, capace per so di produrre ~·attacco epi· lettico. Presenta due quadri per i quali emerge WJ rapporto tra il modo d'iniziarsi e di estend.crsi della convulsione e la sedeoccupata dal processo morboso uella s lera sensorio-motrice, e ne deduce la conclusiono che manert wt rapporto jìsso e costante frrt i {JrUpf'i mttscolari oce <>i limita o cornincia la co,toulsione e la sede della lesione nella .'ifera s~nsorio­ motrice. Dico quinili che colla epilessiaJacksoniana associa11s i spesso· le paralisi (permanenti e non transitorie) della sensibilità e motilità, con Ull rapporto vario di Lempo e di sedo fra il fenomeno epilettico e quello paralitico, e cerca spiegarne la ragione. Parla della natura delle lesioni (as~a i spesso ueoplassie,_ meno frequentemente processi mellin go-eocefaliLici, eammollimen li, emorragie). - Fa un parallelo l'ra la epilessia jacksoniana e la idiopatica e con una sequelA di falLi dimostra che la unilateralità della eonl'ltlsiorle non è carattere assoluto della prima, nè re proprio il modo di insorgere in fo rma di spasmi localizzati ad una provincia muscolare: come la inoasione sinerona della convulsione bilateralmente uou è esclusivo della seconda. Nulla é difficile vede1' nell'una di quanto suoi presenlarsi nella feuomeuologia dell'altra, onde egli sostiene che le due forme non dovrebbero considerarsi due malattie di natura diver.~a, ma piutto~:;Lo due forme dioerse di una ed identica malattia. Enlru quindi nella pa.togenesi e convalida la dott rina corticale già fo1·mulat.a dal Luciani fin dal 1818, facendo però alcune osservazioni suscilaLegli dal caso interessantissimo di.J

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MROlCA

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una donna entrata al manicomio d'Imola per convulsioni e ·morta di perilonite. Innanzi l)uindi di venire alla parte seconda (casistica clinù:a ed anatomo-patologica) nella quale offre ben 50 s torie con a!Lrettan li reperti, riepiloga così tutto ciò che ha esposto nella J)rima in ordin-e alla epilessia: <l Sul la base di nume.rosi L'aLti tan l.o sperimentali che clinici, comunque l'eccitamento epilettico si svi luppi, sia direttamente, sia in via riflessa, r1uale che s.ia la causa che lo prooluca, ha sempre per organo centrale che costituisce l'elemenLo essenziale della sua palogenesi, il complec:so Mi CBJIIri motori ùella corteccia .cer ebrale, non che dei go.n~tl i suhcorticali omologloi ». Lo studio importantissimo è ~egu1t0 du uu·appendicè con la quale l'autore si aiT!'olln a combattere le opinioni del professore Adnmkiewicz che in una r·ecentc memoria, m•gando alla corteccia ogni partecipazione alla pl·oduzione della epilessia jncksoniona, amme tterebbe che quostn sia pr·ovocala do. uno ~lato di eccitu111enlo dei cenlri motori fisiologici subcorLicali.

HIVISTA CHIRUHGICA Piotorace assooiato ad aneurisma traumatico dell' arteria. a.scellau in seguito a. ferita d 'arma. da fuooo . -R. WrT·rr::I..SH OFI'ER. - ( Wiener Mecl. Wochensc!t., l\. i8, 18, 6).

L'ospedale Auslro - Unp;Mico di Sofia, tra i f~riti della guel'ra serbo-bulgara ricevellé un tAl D. Giurgiù, soldato bulgaro di :21 anno. Questo giovano aveva una stalu t'a slraonlimwia menle alla, or·a di forte sviluppo s cheleLtr·ico, ma l'ampiezza toracica in propor1.ione all'•lltezzn era un po' minorP. della normale. Egli era sl.alo fer·ito presso Pit·ot il 27 novembre e giun~eva in Sofìa il 2!) dello stesso m~Jse. Egli presentAva .quella ca t'fltlerislica espr·essione del volto cb c di rado manca


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RlVlSTA

nei dispnoici; del r esto egli nqn si lagnava, non accusava dolori; era però febbricitante. Un nccul'alo esarrfe diede a rilevar e al dOJ'SO una ferila tra l'ungolo inferioi'C della scapola destra, tre cenlimeLri sopra al medesimo, e la colonna verlebrale; la ferila della dimensione d'un soldo, londt!ggiante, si dirigevo. verso la spalla destra, ma rimaneva chiusa da alcuni slrali di parli molli che !>por·govano nel suo tragitto. La ferita segr·egava continuamente un pus tenue e fPtido. Era dirticrle assai penelr·are colla sondo o col tubo a dt'Pil&ggio allraverso ~l'infossamenli e le fessu r e degli strati muscolari; l'jUando tlnalmcnte si potè introd urr•e fino ~:~d una certa p l'O· fondiLa u11 lubo da dl'enoggio, sgnrgò Lil l a gr ando quAntità di marcia fetente qua~i icorosa commista ali aria. La tli r e:lione e la lunghezza del canale della ferita, l'a<~cendere del pu<~ nel tubo co·1 monmento sincrono ai moti respirator·i, la compo~1zione dell'aria e!>pirala fPt;ero tosto ammellere che si lJ•alta se di un piopneuurolorac:e, e questa sopf,O!'iizione trov6 picnn conferma dai t•ìsullaLi plessimetrici e dnll'ascoltaziono. Oru, la di1·ezione t< In sede della fcr·ila non corr'i8pondcva al fallo suppo!>lo di una direttA lesione - ferila o l clorso perché. ciò ammesso, la palla avrebbe do,•uto venire dal basso per pot•Lat•si 111 ttllo ver::o la spallu. Il paziente, col quale era impossibile intendersi, non mo!< ll'ava alcuna niLr·a ferila, oltr·e quella'dd dorso, quando a fMza di cercare si ll'o vù ar rcot·a un'~scar<~ ner·uslra n ~ceca del diaml'll'o di circa un centimell'o al braccio destro sul limill' infer'1or o dr) terzo !>upcr·iore, un po' al di sopra dell'in<>erzionP del gr·an pl'llorale in linea rella sotto l'act•omion. Dopo levala l'escara si trovò unu piaga granulante dalla quale una s onda, entrando in uno stretto canale, ~i pt,rtava verso il C(IVO ascellare solto il ma1·gine onlet•iorc di'l g rande pettor·ale. 11 proiettile odunque, penetr•alo nel braccio, stando questo in posizione elt>valu orizzontalm en te, doveva avee traversa la l'a~c el !n , e~sere enlruto nt~l torace ed uscito poscia dal dorso al luo!!'o sopra ùescr1lto. Dopo alcuni !!ìorn1 essendosi &!.!gravali • srnlomi dispnorci simullaueamente ai fenomeni Rlalici di percussione ed a<~coltazione, il 1 t.llcembre v enne praLicala la lorocolomia sullu linea ascellorc anlPt'iOr'e


CBIIlUI\Gl CA

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destra tra la quarta e quinta costa. La ferila del dorso non fu più tenuta aperta. ma invece si procurò un sufficiente sgorgo del pus mP.diante l'introd uzione di due l'tl'Ossi tubi da drenagg-io nella rer i ta dello lot·acolomia, elle or'a larga circa sei centimetri. La cavità pleurica fu irrigala prima quattr'o volle quindi due volle al gior no con solurJone anli!~eltica( l J2 p. 100 ù'ar·ido fenico). Le condizioni generali ed i sintomi obieltrvi mi!!liora r·ono. cessò la febbre, rli minui In dispnea e lauto la per·<·ussione cùe l'ascoltazione rlavano A riconoscere che il polmone destro cominciavA a riD,·er·si a poco a poco dalla so!l'tWll\ comp['Oi'sion e. Ma questo felice decorso dnvPva esgf>r e rlislul'l)lllo da una r·epen lina complicazrone. Lr l iS ùrcembr·e, cioè t2 giorni dopo il fet•imenlo, sop rav Yennl~ uu for•le gonfiore alla mono destra e all'avambraccio unilamenle od uno stt•avaso sanJ:ruigno soltoculaneo all'avambr•acc-io ed allfl faccia inter na del braccio che nel lo ollr•e parti er·a r·i m~sto inalterato. Non si vodeva alcun Regno d i fl ogosi, di fl emmone, di lin fongite, nou arros~amenlo nè dolor e, soltanto vi era un po' eli difflcollà ne1 movirnenLi a lti vi (lellu rntl 110 e delle dila. Nonostante In applicazione di fomenti umidi, queste condizioni rimasero iualtera te. Allora si venne ad un più minut.ioso esame che fu prallculo 1n compagnia del medico di r·csrgirnento Jotto~ von Fillenbauw chia malo iH consullo. Mettendo il bt•accio in pos iziono e levala il pazic ut·~ s i lagnova subi~o di dolori nell'ascella, cd in seguito ad esame della mede!lt uta fu riconosciuta l'e~i:::lenza d'un lumot·e dut'O clelia grossezza d'una noce, pulsl\11 lo c che alle dtla e ancora meglio all'ascoltazione fttceva sentire un fremrt..o, tumore cùe per la f'ede corri,.poadcva al decorso dell'm•ter·ia ascellare ed era situato COI"Ì in al lo nell'asr;ella che non era possibile lirniltt r lo colle dita verso il Lr·onco. I sintomi o t·ruai erano eblJastanza chiar•i; il gonllore dipendevo da meccanrco &l'l'Pslo ùel !"ongue vcnoso c la diminuita mobilità dPIIa mauo c delle clila era cagioualll. da compr·esstoue tlel nct•vo bracclrialc. Il pr·oiellile nell'altro versare l'ascella av•·va contusa l'or·ter•io e così a veva dalo luogo alla forma.ltOne Jciraneurisnta. Co:<u doveva accuJet·e ? Lu com pt·essiorw si era tenluta


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RH'lSl.\

inutilmen te. era anzi impraticabile 111 causa dei forli dolori. Anche un'ope1'87.IODe sembrava poco acci;'Habile inquantochè i l paziente ern e~auRIO d i forz e tini piolol'ace, e d'aHru parte l'allaccia tura della succluvia prel'lon la vu •1uale be pericoiCl pet• la conservazionf' del braccio, ., pora probabilità di pvilar'e un'emonagin !>ccon•lttria a ca~ione rlcll!l forte tos~Se che c:offl'iva il pazit!nle a l mtenalli, speemlt\IPntc !>allo le irJ'tl{tl7.Joni del torace. Il cloU. Willelshoffe•·•·r.-cieltc pt·udente d'aslPnOt'si da o~ni allo opPrulivo avu l() anche I'ÌitlltlJ'do Alla circoslanzo che e ra imminente lo S(·iogolimenlo I!Pi l'o!ipPda!P e q u i11di c~tl i no n avrebbe JlOluLo con.lur•·e il puz.ionl" tino ad u11 risultato delinilivo, a ciò c;;'a;r~iunse la voiOIIIU dello stesso mnluto, il quale, credPndo di pr o,-are qu!llcltt• migliorameuto parte dei sintomi d1 pa•··•si. !'t rifiuto clt>ric:nmcnle d• sotlomctlerst a f]Ualsia si allo oppr·altYO. Seconclo p1ù t•ecenli nolit.JC aYule in febbraio, J'nneuriF~ma era aumenta.ln di Yolutne o il pa ziente era mollo uepel'ilo p P-r ln pl'o l'u:;A s uppurazion t> ùella cavit.à p lcuric11. Sat·ò m orto ccr·to JW t' ~>sa urimento. Slt'omey~t· nelle !\ llt' massimt> di c.ltirur gia mililat·o (pagina J 36) fu m .. n1.iono di un l'a~n a«stai floroiglianlc al <>opr adesc ritto. lu quel caflo fu conc:tnlnlo l'Mteurii'mll J2 l-!iot•ni dopo ed m SP!.{UJto Ad Pmot•ra!!ia <.:ccun.IAria. Fiflchc•· n~>lla ~ua cl!iruroia di U'u· rra :·accolc:E' o~, l'Rfli di a~tcuriflmi n<>s•wva li d u t'Il n te lfl f!IIPl'ra. fr;m co -guJ'II1flt riea del 1870; In q uale c ifr·a è mini lll~\ s r• si cons ide ri l'Brlnt·rno numero del!() J'cwite al'arma da fuoco di '[ttdla !!lH!I'I'U. l 11 all•·o caso somi:.rlla nlo ~ questo per quanto rJgllttl'da la •IÌT'f>i'Ìone della rerilasi tr0\'8 !'irer itc, uel t•appoJ·ln medico della Guerr·c. rh Secessione d'A ml"rica, (vol. Ili , pa:t. IJl') il•walc r Pgi·-lrll in tutto 14 aneu J' I!'Imi IJ•amnatici. J4. OJlJlAI'If'llgono all'a~cr.llo, clei qua li 11 finirono )t'! lalmentc (t O dopo l'allaccia tu ra). l >ei tt·u pazien li g uaeitì, due avP.vano su hiln l'Allaccia tura d oll'nrli't'ia.

P""

Pleurotomia. -

(Ga~elle d~--~ llflf.Ìlau...r, X

85, luglio 11-81'>).

Il dotl B outlly hn letto alla SociPih di Cllirnt•gia rli P ari:;ti la s-eguen te ossen ·a?.ione . Si LJ•a tta •li un individuo d pii' PIA d i 46 anni, che abba dieci anni fa 1111 ascesso polmone ,•e di

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ClflRGRGICA

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origine idalidica. Tenne dietro a questo ascesso un'espellorazione purulenla molto feLida che non cessò pitt dopo que! tempo. Il walato entr ò il 15 g iu ,:tno ultimo scorso all'o~pe ­ dale Cocllin. Il d i lui s ta to genc r·ale ora r elativamente soddisfacr-nle. Ali ' esame' del polmone sinis tro non si rilevava alcunché d'tHlOt'male, n dt!5:lr'ù. unlcriormente, !"i ris-conlra>ano i SPgJli di una caverna. L'espeltot•azione poteva esser valutaln a due o tre spulacclliere per giorno. ~on !"i notavano bacilli, né sputi idtJLidici. Il 3 lugl io l'aulot·e fece lfl srguen le operazione.- Previa cloroformizzazione dissecrò UIL INnbo a U nella r egione corrisponden te a lla cavet>no; i mu!"coli g J'Iw de P piccolo r:etlorali furono inci!';i per tutta l'r-l'len~ione deliA ferila: la 3• c -i• rosta furono rf'~ecate per un'eslen!';ione di (i arl ~ r,.ulimt>tri: un lrequarli X. 2 dell'8ppareccbio Potai n venne introdotto nel polmone; uscita di gas c di qoalcllr goccia di pus; inri!'ione col termocnu tet•io, uscita di un fioc.co di pus, un mcz7.o bicch irrP r it•cn; ~cconda i11c i!'\ icne vi'rlicale perpendicolot'P. ella prima. uscita dt una •tuanlitù noLc\·ole di liC')uiòo rossnslro, compresc:.ionr della caYitil colle ~f'l'H!lle; l'emMlu~ia è ottenuta. Tumponami'nle colla !.!arza al iodoformio. L'operazione non ha duralo p1u di YCnti minuti. La cavità [!Olmomll'e era 111 comunica1.ione coll'eslcrno per una la.1'ga breccia. Alla sr~ rn lt'mpcrnt.uro 39•.2; è In lempe· ratur1:1 più ulto e h •~ si.a~<i avuta. Si ebbe un po' d'emiplegia del lato destro che ~C(>mparvc però rapidamente. Dopo l'operazione . scomparsa immediata della tosse YioiPnla e delI'P~pellorazirJOP ft>titla. Il maiolo è atlualmenle in uno slato abb6stanza soùolisfacenle. DolL. De SAJ.KT-Gr-:R~tATN. (JotLr nal de ..\f(Jdecine et de Chiruraie, sc t lt~mbt·e l 8flU).

Cura dei tum.ori bianchi. -

La cura dei tumori bianchi, quanrio è melodicamente applicala, può riare ri~ultAlJ "0\'Cnli in!'perali. L'autore, insiste m ollo sulla manie1·a cou cui Mvono ••ssere falle le cauterizzazioni che costituiscono il metodo più abitualmente da lui adop<·relo .


12 i.2

Rl\'lSTA

In luogo deUa cauter izzazione punteggiata egli adopera sempre lo linee di fuor,o nel modo seguente: media nte il cauterio rotondo scalcl11to a rosso intenso si fa nno cinque o sei linee toccando legger m ente pe r non giunfrere ad aLlraversar e il derma : é a nc he necessat•io evitare di toccare la parlo inlerna del ginocchio, pe rché in quoslo puulo la pat•Le caute ri zz!lla s up pura semp1·e . S i l'ipassa jn seg ui to s u queste linee col cauterio oli va l'c cll P dovo esser piu caldo del pri mo e si Applirano 10 a 12 punte di fuoco, su ciascuna linea. Questo é ciò che s i chiama il fuoco arabo ed é anche il pl'Ocesso adoperato dai ' 'eler inari, JH'ocesso che usato con certe pl'ecauzioni clù buonissimi ri~ ulloli. Il malato deve esser clorofo•·mizzalo e dopo ropet•uzione si devono e vitare le applicazio ni di a cqua fredda che sewbrano aumentare il dolore piuttosto che diminui rlo ed llanno rwronvenienle di cagionare la suppurozione di og ni puulo cauter·izzalo, ciò che à neceasat·io evitare. Dopo la cauterizza?.iono, la l'ogiono deve es ser r.opo r·ta di pol vere d'amido, poi s i applica uno mE~tl icazione ovoltala abbaslnnza ~lrelLa pe rc·hio immobilizzi l'tlrlicolazionP senzA però che Ps~n possa per altro urrestar c la C'i r·cola:r.ione a!'teriosn. Questa medicaturu diminuisce consiole r e•olmenlo il dolo re prodo lL(I dalla cauler izi':azione. L'appar·ecchio é !ascialo in posto per· la dur ala eli 20 giorni e, nel mom ento in cui si lo~lie, si ronslala r esistenzA di e care senza suppurazionc cd un notevole m iglioramento del tumore bianco. F::~ cl'uopo aiiOl'A manle nt> r o l'a nchrlosi pe 1·lun~o tempo &l tCOl'll mediante un appa r ecc.hio. MA so l 'affe~io n e peggio t·a, se l'Mlicolazio ne é dis tr•utla, no n vi ha a ltra risorsa che l'amputazioni:'. Ciò nondimeno. anche in ca si disprr·ali, l'auto re ho ottenu to eccollen li risullali coll'a ppnrecchio di Scott. In fJUeflto metodo l'auto ro dà una grande importanza all'ul"o del m Or!'urio. le cui pr•oprielà antinogisliche sono notevoli: infatti nei casi di pale1·ercio non osseo ne! "110 inizio P sufficiente avviluppare il d1Lo m un g uanto inlonAcnLo di un~?u enlo m ercur rale per o ll~>.M re il suo abo•·to 111 un mocto quasi costante. Nell'appare cchio di Scoll il m t:t·cu t•io, l'immobili zzoziono e


CEURUHGICA

l'occlusione Jisi mpegnano Ja parte principale e quesli diversi ele menli agrscono simultaneamente per produrre la guarigione. Ecco il processo esaLlo d'applicazione dell'apparecchio di Scoll. Le sost.unze necessarie sono: alcool canforato; Uni: una pomaln composta Ji unguento me r'Cut'iale doppio canforato e di cerollo di sapone a porti eg-uali; spuradrappo; un pezzo di p~lle di montone o Ji capr·n ùi una ùi11rcnsione proporzrona~ all'adicolazione da avvolgere, ricopet'lo tli uno stralo spCSbO di emplastrwn saponicuut; una benda ùi tela. L'applrcazrone si fa nd m odo ~eguenle: si lava lulla la superllcie mulata con unA piccolo «pugno o con una compl'essa imbevuta di alcool ca n fort~lo per modo cii è la pelle t-i a libera Lo da O:.!Ui impurità e da ogui lopico slalo applicalo Huleriormenle; la pelle ncllttla ,·ieuc fregata piu for·ternente pct' due o lre mirruli fino a produt'L'e A poco n ptwo un calot·e ed un arrossamento asso i pr·onu11<:iMlO. Devesi pet•ò tJV verLiro che nei casi di artrile dolor·o.::a ~>nrò neces.::ar·io procedtwe con circospeziorra all'epoca ùclla pr•rnHl o .Jcllt! clue prime medico.zioni o che 11uando esiste pin~n o fistolA si eviterà di toccare coll'alcool le super·licie ùt'nudalc. St taglia in seguito un p1:zw dr li n t abbastanza gr·aude per fare inlleramcnle il giro Jell'ar·Lrcolo7.rOue malata SfmZa inter!'uzione alcuna eJ ubuaslanzu allo per· sorpaS$8L'€' noLevolmenle i legarnculi at'licolari. Si copre inliPr·amennle il lint dalln por·Le non ri,·eslitu di peluria con uno spesso ~Lr·ato di • urrgnento rne t·c ul'iale; per unii mcdicazionu del g inocch io in un t1rlullo è neccssm·io impiegarne circo 200 a 250 g r·. P oscia si applicano !:llri>lcie di diachrlun ~ .. coudo il metoolo classico della medicalur·a della gmnba in modo da forc una occlusioue completa con una vera cor·azza c he si con,:oliclerà, s1:1 occorre, con 11lcuni giri di diaclulon. Quc~to però non de'e essere 111 contatto colla pelle, ma applicalo soltAnto sul lin.t. Di piu tl diachi!on, deve esei'citare una Vt'l'll compr·essione !';Ui punti Lurncfulli dell'articolazione e J,e1· CJUUnto o possibile non f'Ui la l r. Si tnglieranno inlìne nella pello su c;ui sia l:!loto disteso l'cm-


RIVJSTA

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plaslrum saponieum, quattro pezzi r·eLLan:;rolari: uno superiore, ono inferiore e due laterali destinali a funzionare da stecc.he; q uesti pezzi avl'anno l'altezza del lini ed una larghezza sufficiente per avvolgere la corar.za di diaclJilon dis posti ad f'tnbrice g li uni sugli allri su di una estensione da uno a due centimetri. Si applicano dappr ima il superior•e e l'inferiore, qujndi i due lalerali. P e:o un gi nocchio poco deformflto si possono fare i quattro pezzi qua:;.i eguali, menlr·e per una :riunlura più o meno an~nlosa é necessario che il pE>zzo posleriol'e sia molto più lungo e più lar·go degli allr•i e che sia anche inciso sui bordi per·chè possa adauarsi esattame nte s ul d iuch ilon senzo far pit>p:hP. La fascio arrnlolal.a vien e in seguito a pplicaltl ~ulle quallr·o valve d i pelle per· consolidare lullo !'apparecchio.

1Ua.ssorbtmente di un callo os11eo ottenuto colla. corrente ga.lva.n.ioa.. - MF. YE:I\. - (DeuW!he Medi::mische Wochensehr•,ft, N. 21, 1886). Il pro f. Meyet" ha pt•esenlalo alla Società medica di B er lino un lò \IO TJazient<' gunc·ito da un enorme collo oc:seo coll ' applicazione rlella corrente gal vonica. - Era un ragazzo di ·J3 l'Inni, il quale 11el IO seltf'mbr·e 1Sl-1;J aveva r•ipor·tata una frol.luNI al bl'accio lòinisll'O Dapf'll'ima !!li e Pu stato applicato un apparecchio a ge~so llcll'o~pcdtde d'Augusta e ne era us cito colla f•·allura g uarila in modo ehe l'isullnvane un Ani!Oio di 80 !!J·atli lrn il hr·nccio e l'ovambraccio, il ca1·po era rel.raUo contr o l'avamhr11ecio c le dita eea no di venta le ir nmobili pPr' r-igiclilà t!Plle lol'o arlicolozicmi. Accollo poi nella c~l in ica del pr·of. Bcrgrnan s te lle cc>IA cin(Jue ~ellirna n e curato l"pecialmenle colla estcn~ione. Questo tr·ollamenlo non ebbe alcu n l'isnllato ed allora iJ pazie nte fu a111dt~ to alla cu t·a del pr·of. Meye r. A !l'esame della r t>gione lesa si nola va a l lato in terno del gonli lo 1"inistro un ca llo du r o, il quale i0\'8rleva il terzo superiore dell'avamhracrio con le~ione clei muscoli tlessori de lle di lo ed Abolizione d i ogn i movimento attivo e passivo. Non e1•a possibile determinare esaltarnent~ in qual

...J.


CrtJnURGICA

gt•ado era la lesione analomica e funzionaJQ dei flessori e tan lo meno precisare la s~d~ vera della fr·ullura. Sollo l'applicazione della corrente indotl.a al braccio s i vedevano movimenti abbuslunza estesi pr•odotLi Jai muscoli animaLi dal ne1·vo l'adiale. egualmente coll't>c·cil.azione del ne rvo ulnat·e si provocava lllJ leggero m ovim(m to doll'aduulot•e del pollice e coll'ecciLa1.ione del mediano il paziente aveva un senso di fOI'micùlio sino alle nila. Meyer pt·aticù il lr·allamenLo ftalvanico in m odo che u11 condu ttore gTar~de quant() un foglio in olluvo veniva applicato al braccio cd un condullorc piccolo, !'li faceva passare jn parlo sul m ediano, in parte sul collo e sull'avambr accio. Quindi faceva agire le alter nali\'O volta1chc. Lu fot'i'.8 della corTente dovette es:-ere al•JUaulo limilott~ poiché il pazi.-nte ~ollo la col'renle troppo forte soffl'iva di nauseo e vertigini. Dopo 60 sedulc il maluto era capace ui estcnder r abl.lastt~nza l'a vamb1·accio. D..,po '90 s<.!dule il callo era t·idotlo ad t13. La mol.lrlilà attiva dell'at·licolazione tlel gomito qua!òi completamente t'istab1liln, la m obilità della mano di m ollo aumentala. Dopo 118 St!dult> tt nche i muscoli tlt!SSot·i ::sublime c profondo avevono r 1acqui~ lalu la lm·o funzionalità. Meyer ri tiene che que!'>tO Ctlso abbia dimostraLo all'evidenza che nes:;un alh·o mezzo é piu e!Jicn ce deliA COI't'cnle gtllvanica pet ottenere l'as~orbimcnlo 1.h un callo osseo.

Caso di frattura complicata. del ora.nio con ferita del aeno longitudinale - trapanazione - frattura del prooeaso spinoso della nona v ertebra dorsale - guarigione. - B. HoPKIN. - (Annals of ::,w·gcy, e Centf'alb. fùr Cltir., N. 17). • Il ca o descritto dt~ll'aulo re è iut.el'essante per lo gruvità della lesione uJ ct·anio, per• l'em(JPI'ag-ia del seno longiludinale che l' h11 complicato e pet· il ~uo decorso rot·tuna lo. ~n frenatore cl elle l'err·ovie, dell'età di 32 anni, m enlr e il treno correva a lullo velorilà , prccipiluva dalla carrozza alla quule e•·u addetto di servizio. ll opkin lo visitò tre ore do!)o l'accidente e lo trovò colla testa sanguinante, fuori ùei sensi,


424.6

RTVI STA

pallido, con polsi deboli e con pupille ristrette. A ve va frattura del processo spinoso della nona v ertebr a dorsale ed a l capo sul Ialo destro un'ampia feriLa cutanea con solloslanle fra Llut·a e depr essione dell'osso parieLale destro. Dopo dilatala la ferila cutanea si è rilevato che il pezzo d'osso rotto era costituito di li'e feammenl i, era tria ngolar e ed irregolare, ed in altezza misul'a"a circa due pollici e mezzo e che colla punta si por la\·a fino in mezzo alla sutura sagillale. Specialmente la base di questo lriungolo era dep ressa. Fu pealtcala la trapanazio11e; dopo t·imos;:;a una scheggia si trovarono grumi SAnguigni ello giacevano s ulla dur•a madt·e non otfesa, a llon l~~ nata Etnche questa si manifestò pt•ofusa e morragia da una feriLA del ~eno longiludinale. Quella fe t•ita era lunga all' incir·ca un sedicesi mo di pollice e l'autore r itiene che s ia slala causa la dalla punla del r,·amm8nlo osseo suddeseeiUo. Dopo alcu ni inft·ulLuosi t0n~ali vi per appl icàt·e una legaLul'fl, fu inLt•odnLLn n ell t~ f'e l'ilo un lampone con :odoformio e compresso entro i1 cavo de lla fct•ita medesima , fu in seg uito d is infettata la rado cd il lullo coperto con garza carbolica e iodotot·miualu. L'ammala to I'(~S lò inconscienle per d ue giorni e molLo agitaLo. Si dovette es'lr'a •·r(~ l'01·ina col cateterismo. Al a• g1orno fu cambia lo l'appa t·occhio por la pr·ima \'Oila. Le ferile pt·alica le col coltello a scopo dt dilatazione erano cicatrizzale per prima tnlenziono c uel resto la rerita era suppurante, ma in buone condizioni. In seguito l'appa recchio fu rinnovato ogni due gior ni . Dopo poco tempo si sviluppò l'et·isipela . L'ammalaLo no n acquic::tò pel'fella conoscenza delle sue condizioni che dopo due st-Ltimane dall'accidcnle, ma ave\'8 pet·duta la mem')ria, nou •·icortlava più la s ua età, né il nome dei suoi figli. La memor ia 11 0 11 e1·a ancora ripristinata dopo otto settimane. Ui quando jn quaudo si staccava qualche scheggia . La l'rotLut·a dell' apolisi spinosa della nona vel'tebra dorsa le g uarì senza notevoli incidenti . Il paziente fu licenziato dopo J.ue mesi e mezzo colla ferita in via di s icura cicatrizzazione .

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CHIRÙRGI CA

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"Be•eztone di una. porzione dt polmone ed ablastone dl un rene. - (Ga.zette des HtJpilaWD, N. 65, g iugno J886). Il doLL. Demons ha com unjcalo alla Società di Chi rurgia di P a r igi ros:;:er vazione di un giovane, il quale r icevelle Lra la 9' e la 10· costa, a s i nistra, u n colpo di coltello che cagiouò un'er nia del polmone della groBsezza di un pomo. Nello s Lesso giorno il ma Ialo emi~e or ine :;:anguinolenli denolanli una t'eri la del rene. L'autore r esecò collo schiaccialor e la porzione erniosa del polmone e loccò col termocaulerio la superficie della sezione.Qualcbe gior no dopo l'operazione si constatò daqueslo Ialo deJ peUo un ver samento put•ifol'me abbondante. L'anolis i chimica di questo Uquido rece rilevare ello e1'8 formato in gr an parLe d'ori na. L'a uto r f' es eg ui la nefJ•oto mia dalla regione lombat•e: la 12' cosla t•e ndevn difficil e l'opet'él:t.ione, mf\ l'autor e, seguendo il consiglio da to dal D . Le Den lu s i guat•dò dal J'esecarla . Il pedicciuolo del t•e n e ve nne div iso in ùue e ltlga l.o con cura. S ulura della feri ta con tì li tne La llici. Hiunio ne per prima intenzione. Ma o ca po di. d ue m Psi e m ezzo J'elim inuzione di un cencio d i tessulo cell ulat·e disgiunse \~:~ c.:ical.rice. L' au tor e osse1·va che •1uesta le~gi era complicazione lo rende1•ebbe piu circospcllo a lenlare la eiu nione 11nmediola in ul lri casi di q uesto gener e . S ei mesi dopo l'oper azione, la guar·igione era perfetta.

Cura. delle fratture del radio e del perone ool massaggio. L ucAs-CH MJ PJOI\.NLÉRE. - (Ga:;etle des llòpilaux, JN . 77, luglio 1886). L'autore r ite nendo che l'immobilizzazione delle fJ•allurc no n è senza inconve nienti specialm eole nelle pc1·sone attempate, ed avendo, d'altea par te, nota to, come risul ta da un g ran uumero di osservazio ni, che certe fr•aUur e guariscono molto bene senza imm obi lizzazion e, aveva da lungo tempo abbando~alo gli a pparecchi, l movimenti infa lli non s i o ppo ngono per nulla a lla r iparazione.


RIVISTA ALtualmen~e l'autore va più lontano e cura tutte le fraLhu·e del l'adio e del perone col massaggio, il quale fa tosto cessare il dolore, assicura la perfetta cons ervazione dei movimenti e non s i oppone pe1· nulla alla l'iparazione ossea. Et.di cita un g rtFL num(H'O di osserva:-.io11i in appoggio tli questo metodo ùi cura. Ecco il riassunto di flUalcuna di queste osser vazioni : t• Uomo di 59 anni, frall~ra del pe1·one, massaggio fin dal giorno susseguente; dopo 4 sedute di massaggio e 30 gioeoi dopo l'accidente, il malato può ca111minare; 2• Uomo ili 35 anni, fr·allura del poro ne, massaggio; lascia l'ospedale 11 gior·ni dopo il suo ingresso; 3• Frattura del rnalleolo esterno; esce dallo spedale 8 giorni dopo l'accidente; 4" Frattu1·a del malleolo esterno con rottu1·a ùel legamento intet·no, massaggio, guarigi,..ne 15 giorni dopo. L'autore crede poter conchiudere da queste osse1•vazioni che l'immobilizzazione nella cura delle lh1llure è soven Li troppo pt•olungata, che il massa~gio assicura la pet·fella conservazione ùi movimen.ti senza inll'alciarc pe1· nulla la consolidazione ossea; che esso sopprime islanta11o;amenie il dolore e ci.Je per·melte all'al'to fratturalo di conservare l'inlogr ità delle sue funzioni.

Analogia fra il pa.tereoolo osseo e l'osteomiellte infettiva. - PETIT. - ( Ga~ette des Ilòpitaux, 26 agosto, ·1886).

Il dotl. P clil (di Parigi) raccolse all'ospedale ùella Pietà una decina di osservazioni interessantissime, le quali tenderebbCI'O a ùimostr·are i segnenti fatti: Un palereccio osseo sembra guar1L0 dopo un certo lempo; non vi resta p1u che uno scolo purulcnlo insignificante, una piccola cr osLa, ioùizio questo, che la lesione non è perfelLamente guarila. Solto l'azione di una causa palogenica qualsiAsi di poca importanza (C1•eudo, con lu~ i one, urto, distorsione) che ha agito in una r egione piu o me no lontana Ja quella in cui ebbe s~de il petel'eccio, si forma nella regione stessa, in cui ebbe luogo l'azione accennala, una raccolto purulenta.

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ClliHUllGICA

1249

e nùl tempo sLe!;;so si sviluppano dci fenomeni genct·a.li g ravi anAloghi a quelli •l~llu premia. Pescia ;or pt•oduconn delle raccolti' purult>nl•• 111 altrP r t>gJOnl, olf'ilt' IU'll'lli ~uppu raoli, ùel-

l'alburrunuria. •·ec. ecc. UUC~li fenomeni, cbe SÌ manifcsta110 in gencwa iO uegl'indh'irhll in•i•·boliti. cacbetlicr. t> <'ltP. "'Ono 'fllt>lli "l" !'Osi cleiiP malallll' mft!ltJ\'8 ;!1'8.\'1, "OilO ::ra m<Jllo int•·reo:;sauti tlul punto di vista dollc: c.:onseguenz.e lunlone dd (illlP.recc·io. 11 10llre pc;si d imnsl runn c.:lu.·quesla :ill'c•z.innt' considc t·nla rn ger ll\l'lllc colrH• bt-ni~na. è pt'Cf'r:duta o !';C.!Uila rlall'cnlt'llla nel l<llr·•nle cart·otOlorto di Juicr·obi pat. :z~nì. i 'JIIall "ullo l'iulhlt'ni.U di una CRusa qualunrrun provocuno lulurtJ U"'Ctbt dai \O"i snr~tntÌf!JJJ, d&.ttdu ilwg-o n l'Uccoll e pu l'lll<~ lll~ llllllli ple e ad uno stato fehbJ•ile g rave. S~>cundo l'autore, 1! pal!.!J'•'C•'JO ir "'Ìillili ca~i ~• cornpot'lt'· rcbbP tluflt(lle c-ome ro:-;Leornrdilo llllt•lll\'IJ, l'ÌO c.:he PJ'(I\'P.rebbo nllot·u c ito il paLCli'P.Ctt0 r\ lo lvol lu ll ll() ''er·n 0>~leO IIIÌf\­ lile, e in tnoncouza di allt•e prove, eh•' J'osleonm>lrll~ ,·. nnu malnltia mfellivA.

Subitanei casi dl morto dopo f'l:atture dl ossa per consecutiva trombosi venosa ed embolia. - P. BRU:-l!'. Cnmunicozion1 ,tal.a chnic 1 cuiJ'Ul';.!ic.:a di T ul>inga. - (Centra/b. Jti.r C!tir., luglio 188Bl. Br·u rl!'l Ila r·o ccollo tn:nlactnquo.: casi J i emblliismo dei fJOlnwui c1 del cuore. Dci lrèHla 'ulli wl t~rlo letale >enlilrè ftn•ono confermati •lall'aulo«"'ta. lu vcnlrquallro "i traLlava ÙÌ fl•ollure delle 1'!'\lrenilù tnl'••rinri, in ;<elle ÙP]IP estr·emit.à !'ìllflHir)r·i, in unn della t•olul». Si è snmpr~> cn nstolola lu l)iù frNJIIPtll<' cun!'\E',ctucn:;:n erobolica ne li•• fratture. delle eslremilu inferiori, Ct n c:ppcial~ pl't·èispo:;izione nell'et;.~ a,-anzala. L"qwca <ldla ill:mrgcuzA olt•lla eulbolio ha vacillato lt·a 1[ (jtlàl'lfl Cd il SCLlAn la•IUt~ì'Ì iiiO gio J'IIO della fe!'<ÌOHC: iJ diSlRCCO ed ti lt'll:;;pnrto dd lrnmbo \'iene ravOJ'rlo dai vitali U10vimeuti atlf\'Ì o dui pa~:-rn •lt-1 corpo. Qualo cau"a di morte risultò in \'enliquaLtro casi l't!mbol!:-mo tlelrarteria polmunale, io Lre quella Ji Loluno urkl'iù dol c uor e ù~:~sLJ'O.

7H


lti\'I STA

A noi consta allualmenl~ di una !!l'ave forma di embolismo polmonole iu una gentil don na di Milano, insorta appunto da una le~done delle libia t•ipnrlala u ~ LI'ascendcre in ve ttura p e r ur·lo contr·o il rnontaloio.

F. S.

Sulla. etiologia. e la oura. della stomatlte uloeroea. merourlale. - M. BocruJAHT.- (Cenlralh. jiir die M ed. W issem:clt., N. 52, 1l-IR5).

11 BockbarL Lr ovt'J chu Jn slumaliLe ulceros.u che ~i produce nel cor·::o di uon cur·a ruercur•rale è pr·ovocala (ll'incipahuenlo doll'azwrH' do>l mtwcur •o c:onlenulo Ht'll'cpitC'Iiu su cel'li punlr dt>lla mucusa Luc,•ole che hanuu per.luln 11 lo t·o strato :;uperiore eprl••liale puvtmtotoso. A tali perdrlc epilelrolr iu consr>guenz·, det movnnl'nll rrwsticnLot·i di;;pone pal'llcolut·meulo una oiccola es.cut·iaL.iou e orizzontale d ella mucosa <lell<' guance, ptù o rnl'nc lunga cbe "' forma in •nolli indi· viùui pe•·cltè nel rnur-Li t:a t·e s.emp 1·t.: una piC'<:o hJ piega dPllu m uco!'a t• str ettA ft•tt i dcuLi. A tuli f.H'usioui merl'anicht> va so~tgt>lla in talunu persone IH gengiva che circonda i ùenli inft•t· i(l t'i tlella saga-rzzu, esst!ndo p!lt'Lc Jella lo l'O l:mpe••ficio ma.,lic·ulot·ra Ja es:-;u copr>J•lu. l•• IJill'sli luoj!lrt eù in a!LI'i che sono fat·tlru .. nl.e ero:c-i IR!!li llll.!uh uculi dei tlrutt !'uol~ comineiat•c a slahtlin·i In :-;lOnlalllc ulcerosa. P et· "Jltcgare Ìll t)U81 UìOriO il lllCI'Cllr tO Ojlf'l'8 ~lli 1110glu "<pu!!lt .Jt eptl etio1 il IJockhat·l fece de;;lt ~pct·iutt>t•lt <;u ~e ,.,te!'so cd al ll•i spenncllandu le e t·c,,;iuui d e llu mucosa buentle ug ui mezz'ot•a con u11a soluzione di s.uultlll t'ILO all'l p. 100. Sernpt•e fu in tal modo tmpt>tliln In g'llfll'i;.dOIIC della e t·osion<•; lliU !16 in pn•·i Lempo col pulit·E' ft'C!JIII!IIletnollt.\! la IJoccu e t·nn o ac<.·u t·atamenle r·eruo~si i funghi ,.Jtt> 111 e.;:::a sempr·c ~• li'O\'tliiO si pmJuccvu sollut•LO la rll'l'l'o"-i Jc:,!li slt ati cpitd uli p•·oft)JIIit di qtwlll· pnrl1 Ol'usP cun o i11 conseJ.(UeiiZ8 eli un ac· cuntulo r l!lattvanwnl•• tenue dr fuu~lu. Se po1 si lrdlu~cwva la J·llltzia tic t la boco'll, -.j Jtt oduce\ Ullll in c·on!ocl"ueuza di accumulo gn111d•• dt frwglti le!IH ulCt>t·c Jifteriche che 111 11UIIa tlttl't>r·ivano Jallu ul<"t't'•· llll'rt:urrali. 11 Bocldtar l è rlt1111di Ji opitllone che il OH'I'<:u t'i l> t·on te11uto nella saliva impcJcnJo il l'i voa Ltruo3 nLo del le e •·c,siolli Jù te10po a i fu ng ili Ji s labilit•si in quei luoghi e pt·ovocorc le ulcer e.


CBJRUI\Gl CA

1 ~5 1

A evitare la slomalile ulce•·osa clut·anle una cura mt·rcuTiale basla nelle persone che banno In cavità buccala in buono slalcl il puliL·e spesso i llenli t' l'uso tli un colluto rio di perm angnnoltl di potassa. S e esislo11o le sopramentovate aller azioni della mlu.:osa, quei luoghi uva n li il pl'incipio e dura11te la cu ra mor ctu·iale s i spenneiiAno cinque o sei volle il giorno cou ltllll S()l uzione al 5 -10 p. JOO di l~:~ n n i no. È ino!Lt•e usaLo un coll ulol'ÌtJ t1str·ingente e la Ctrvilt1 buccale é spesso •·i puli!a. Le ulcere mercu1·iali gu!l i'Ì!"CilTHl più presto con cauLel'izzazioui mediante l'acido bromico e l'uso inLl•t·no del clorato pou:~ssico ad alte dc)si (.lino a Jll g•·nmmi per gwrno). PeL' collulorit.~ quest'ultimo •neùicawenLo non ha, secondo il Bocldlat·l, alcuna azione.

n tartaro del denti. - (T/t e La~Lr.:Ct, g iugno 1886). L~> parW dci .lenii su c11i incrm tt·ansi i depositi di tsrlaro sono i n cu'd ine di frequet •z,., In HHJI8l'flcie ling ual e degli incisivi i11f'c riori, cioé di conll'(l al lt~ npc>t·tut•e dei ,_;ondolli rlelle ghll1clolt! ~ollomas celln ri e <:ollolinguAli, la superficie buccole dei molari supet•iot·i che è di faccia agli o rilìci del condotto sleuoni ano, quindi la i<llper tlr.ie burcRie d<>i molar i inf1wiori fl lalvolla la ~up erfi cie lingH(lh• rlei molari di enlrambe le ma~celle. Il deposito 110n lrO\'asi mai sulla l'accia lingual e degli incisi vi supel'iol'i che non !\01>0 hngnali dalla 88liv11 e sono iuoiLre spazzati con tinuamente clalln liugua. Può essere rol'mato 111 g rand e abho ntlallZU, >~pncia l mente rrnando per qual· che cu u;.a, fld esempio pct· un den to cArialo é adope rato per l a mac:licazio,rw un lato solo dollu bocca. 11 11-wLuro si com pone pr incipahncnLc rl i fosfati e Cill'bnnati lert•osi mescolali ad una certo p 1·opm·zionc di materia Ol'gonica, !"quamme epiteliali, pal'liC'~IIe p1·ns:::oso>, fung:hi ftliformi, vibrioni e rnonadi. L a pNpot·ziont-> t•elatiYa dei fnsfali ~ dei carl•onati Yat·ia considcr•!volmt>nlt' nelle cliYer~e analisi, e qac$lO dipende dalres;.et•e pre«o il malcriale da parli diver se dcol:a bocca : cos ì <.:e dfllla !'llper·tlcic buccale di un m ola l'e supc••io l'e sar à p i t't r icco di carbonoli, come la s ali va par•olirlen; laddo ve rtuando è preso clalla pat·Le posteriore degli incisivi

infer·iori contiene un eccesso di fosfati. ll lartaro non è allro


1\IVISTA Ctlli\UUGIC.\

che un deposito pet· precipitazione dei ~ali tenuti in solu~ione nella salivR, il quale si fot mo. pel con tatto di que~ta cou l'ar·ia o col muco. La •Juanlita del tat'Uiro ''ot·i n granci..-mente nei di,ersi individui, poichè alcune ~>fllive c:onlengono uno piccolo propor·· zion e di sali, e qu incJi il deposito è pit!colo; otl inollr·<> se il pr·odpilalo si incontra con ,.,, ncido (come fr•equenlt'mcn l•· se nt• lrovn intor110 il collt'Llo d.·i tle nlì Llet•tvonle dollfl f<'l'muHtaziorw) ei re valga a OPttlrnli7.zarln, SRrà !'idiscinlln. Cosi la pre:::enza o lo mn uca n~a dtol tm·toro ha 1111 '"'gnillcnlo clinico. Se ,:. rnoll•> abl10u lanlt' dinolfl una L't>t~zione nlcalinu d•!IIA salivA c deliA par li cl11• circonduno 1 denti e tlltn l'onsc::trento rmmumla .!alla I'IH't". mn "'' :::i la"cia accurnulat•e 1\ ctltl"R di grngivtlo per Sl'lllJ•IicE> il'l'iluzinno lt·aunwlirn. In alcuni casi molto r·at·i man,·n coutplelomenlc a motivo ùi una reazione acida che è t·uusa .!t•t ll•fl~!!'Hli'Ì I!Ua~li !lei lknlì. Fra qucsLi rlue eslt'E>mi v1 •'~ uno s lulo di mezzo T.n ::rtwgiv ilo prodotta dt1l lat·luro val'io !'<wOJJdo lu quuttlit~'t rlopt1t-;1lAtA; in un caso IPgl!icrn vi sarà !<CmplicPmente uno ltnt>a ros ...a lungo l'orlo ltbero dcii•• gcngtvt·; in un caso più {;rav" le I'U· dici dci de nti ~"arannn ~pogltato tl•·lle ;:•·ngive, l' il loro po,to su1·ù preso ùal turtnt·o. Lt• !!eu~h" Sé!ranuo fru ... tauliate, 8\ 1'1\11110 un'Apparenza fungo"A, "Onguuu•r anno ol miutllW coutatlo; 1 denti variller·nuno o Cl\lltbier:u111o lu loro IJO!<IZtone a cau"a della infìauHunzion•• c._le"A!'.I ullu mf' lllbrauu nh eolo· c.Jet.tal'ia e nllo 8f<St>l'bimento tlt·gli alvPoli. Il Lrnllamcnlo dt•\'e Cl>ll'-iskt·•· PSSU11Ziàlme11le ncll'u"o vigot'O!-<O dello spazzolin•J dn denti e nel remuo\'t>t·•· (11'1 ioJicamf'nlc la incl'ostaziune. L<' Jl<•hel'i du de11li o allr·i pt·opflt'ali chu uV l'anno ' Jttl'!'tu dft>llu ::;onf> ,;oslurtze aeith· e quind1 m olto pericolose l"'i denti slèS>:i. Il ~ig. BlonJ Su tt..m ha lronllo depo!'iti ài lal·lat·o !i!ll denti Jl•llt> l::ctmrnie, canè!arÌI e ll•ttllll't, Ili giArdini della St Ct••tù zoulng:ca, OH" e tal \'O Ila C8U!!8 Ji m orte per polrnon1lc ~t>ltic». Que~li clt>p(\sili ~ono quas1 <..e m p re stati teovali assotiaL1 u un Jcnle cariiJlo o a un osso nect•osato.

1


RIVISTA DI OCULISTICA Inconvenienti dell'uso della oooatna. - (Ga:oeltt des 1/dpilau r. N. 4S, 11prill' l ~Rfi). Il òotl. .TaYal hn fallo "" que"to <>o:,r.!Pllo nll'acca lemia di uwd rci nn la s ~gu~-' 11le co rnulliCA:t.iont·. Si !"f\ da lungo tem po che l'a tr•n;.ina pt·mh.:t.:t• r.rgli ''l~•·l• i alfelli •la uluueoma un n~:.!ravu111ent.·• p u o , .. .. '' 'l' •t'IUMh' t l•• della malnttm. Dietro u 11 rect- 11tc cspu t·im erJLI) l' aut.ot·~ •:re. le poLet· a fl'~ t'mat'e c:he lu cncu•nn pr'f''-'enla !!lt '-~le~ ... i iuc·on,·~ui,..nli. E;l1 ho <J!;ser·vnlr) cliP l c:! m•ll ,.rrarnm , dr co 'H1118 ha "''" lollù un rorlc annrhbinmeltlo ed Ull(l dur·czzn lli Olto IHOrc:,t\l.l;l :su th 1111 ocr.hio tu•l quule non <>i nolanlllo cht> t't>nomeui pr,,dromici molto lt·~gèrl t•il in rui lu rlttt;rtO"I pnlt>\'U «ernbr·ar e ùubbw;.a, Gli nccicl(•rtli uon rPdPll<"ro che alln so mminislraziono imtne•linla

di do"i f!normt di ,..;.e t 'IIHL L'nulol't' ha l'innovato l' espet·imenlo in ùu,., t'IJlr•'!"C o cou alcuni m e~i cl'inte t· vullo , ed oll('nnè l'identico t'isultnlo.

r pem iciosi oll'etti tl··lla cocnma !OUI glaucoma sono !;(ali c·.. •J!'IalnLi nello !<le!O!:'<' IPmpo in Germania da due allt•i os~en·a tot'J.

Contribuzione all'eziologia. dell'trite alerosa.. - G. Cnt..TUHIJ Il.

J'Épinul. -

(Ga.:.rc({e dc!! Hf!pita11x, ~- !19, agosto

1886). L'A. hll com unicnlr.· ul congt·osso rli Nancy il sunlo di 17 di it•ile ~iP 1'0SH <'.Il e egli ha l'M CCOlte nui V osgi ~~~ infcl'lni chP Jll'e!':enlnvano acc•denti o !':Pgni ~crofolosi evi,]enli>, n lracci e rli pr•;cpc:si multipli di oftalmia fliLLenulat'e snlto l'm·ma di mHcchic Jeg\l'ÌPJ'P e più o meno uumet•osP. ln ÙU•' ca.::i l'~) i ha \'J->.to pt•o lut'si l'irite !"ieros:n nel corso ~ lesso di un accesso d i flittene ocular·i. ~~~servm:ioni


RIVISTA

Questi fatti : la frequenza relativa dell'irile sierosa in un paese in cui i sog~elti scrofolosi sono molto numerosi, la coincidenza dcll'ir ile, delle llillenc e della ::;crofola, mollo più, l'evoluzione :-.imullanca dell'affezione dell"it·ide e della lesione della cot•nea sembr·ano all'A . aq;omenli mollo ,·alidi in favot•e della nalurn "'Crofolosa di una notevole proporzione di iriti sitrMe. conlrariRrnenlP ad un'opinioni:! recentemente emessa chP le attribuisce lutl~> alla sifilide eredilar·ia. Un nuovo metodo di medicazione nella terapeutio& oou• lare . - CIIEVALL"REAU. - (La Tribune Médicale, 1[1 ogosto, 1886).

Prf'mcssl' alrunP ronsirlf.'razioni general i sui progressi che fece al di ci'O~f:t' la pratica dellP medicazioni, in ~razia delle ùominonti dollt'illo sui microbi, l'aulnrc espone minu tAmente un nuovo mez;:o eli merlicnlur·a rtos li n~lo a r·ender•e dei s()gnnla.Li ~c t· v:g i , soprA ltullo Mila c hi r·urgia ocular'E\ . Il nuovo m l'lodo consiste nell'uso rl i dischi rli ge/o.<~ira, snsllmza !!'rlalinosa vE>geltlle ollenulR tlall'agar-aga r eh· l Git•p· pone, !a quolo ho la propl'iel(t di pol•'r Assumere una forma qualsia!<i P con~er·,·ar·la por lungo tempo. l n que!>ln sof>lanzu si pM~onn inrorporare le so!> lanze. medicAmentoso ~<nlubili o no: ULHl volla fatta l' incorporazione del rirnf'llio. la f,:lllnsina ~<i rapprende a poco a poco, dimin uendo di \'Oinmc. c durantr quP!"LO fr·allempo il r imetlio incorpor'Slo <:i porta alla supPI'fìcie a!!endo costantemente sulle parti vPnut" 11 !"uo ronlallo l dischi fohhrrrali a tal'uopo dii 1111 rat'maci!<lH rli Par·i~i, si~. Raoul Gul'rin, hanno sP.i rentimet1•i di rliamctro, e quollro millimctr·i dr S(ll'ssorc c conlt>ngono diw•rsi anliscllici nl'lla pr·opor zionc ot·dinnr·ia ddle ~<nluzioni acquosr>, p. PS. del 4 p. 100 di ar idn lJOrico. Qursti tli<:chi opplicati sulle palpebre dopo un'npPr·aziunc fJUalsiasi, assicurano l'anlisep"'i ùur·anle lutto il tempo lll'Ct><:c:nrro: tli più Pf-si semplificano mollo la medic·aziono. Applicali i dischi di gelosina sulle pnlpebre) basta un po' di nvalla per l'iempirc il ..:nvo e modellare i rlischi sulla for·nrn delle JlUrli: ']UO icile giro eli fascia completa poi l'ap parecchio di medicazione.

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DI OCULlSTICA

Allo rquando }"apparecchio deve restare in sito parecchi giorni, é ~ufficienle di porre sulla gelosina un quodt•alo di laffetà gommato, il quale :5i oppot•t•ò all'e vaporazio ne. In IJ Ueslo m odo, in c1c1po a 3 giorni, la gelftlina, toltA dall'occhio, avrà eonservalo lo sre:::sore La l quale avevo al momento dello :ma applicazione. 11 lalfetà gommalo obbli~a soltunlo ad applicare dei l!iri di fa~cia un po' più stretti per evitare lo spostamento tlei dil'chi di gelosina, i quali «~>nza di ciò scorrerebbet•o sullA guancia. Secondo l'snslore adunque la ~<elosina soddi~fa a tulle le condizioni richieste da un buon metodo di mcd icnzionc, essendo la 1=ua azione durevole e costante, poidui il roC'dicomt>ulo non cessa di agire dal mumenlu .!ella suo applicazione fino a che non vien tollo. InoltrE> il ~no conla!Lo è mollo gradevole por• ram malato, il fJualE- c:cnte cnlllinuomcnle un c:enso di fr·eschezza invece dell'at·idilà e J cl prunto, floven le pro· dotti dagli altr·i mocli di mnclicar.ionc. L'oulore dice polersi furo collo geloRina anchr~ dci colliri permanenti. Con questa sostanza si possouo fOJ"rnare dei cilindri piccolissimj, nei quali si avrà p~>r' 1 ccnlimPlro di lunghezza, p. es., una dose determinala di atropina, di el"erina. di cocaiti A, o di rrualsiasi nllr·a "O"tomn. Qu1•sti cilindl'i posti nt•l cui th sacco con qiuntt\'fllP inft>riort• .::n no bcni'l"'imo "OP· portati. Si può utilizzare la proprietà curioM d P !la ::!Ciocoina di J:On. fiarsi unil"ot•me meolc al conlallo delle ::.upPrflcie umide pe t• t!i. lalat'P. i cunali t'islrl'tli. Un cilrnclro di :t•' losina secco corrispondente al N. l 1ICIJo specillo di Bnwman, s<1 vie11 posto neii'O<.:lJllR, acquista in due ore iltliRmr•lro <:P ttP od ollo volte più grande. Si può rutroJur·t·t• un "'lmill' cilindro nelle vie lagritoaJj .topo di aver fullo In sbrigliamcntn d!•l•·annlicolo la!!rimnlc inrer·iore. Qucr.;lo cilintl ro ;-;pcco offre una l"igidilà <>ufficit>nl•• per 'lueslo scopo, e lascio lo in c:ito durante unn mezz'ora o lt"e rruurti :l'ora, si uvrà Ufltl tlilolnzione ltll'(.iflmrnle equivoleule a CJUf'llfl che p o trebbe olAJ'C i) più gt'O"SO _,li leltCJ della scalfl di lltlwmon. Questi sLileLli agiscono non !'!Olù diiHlondo lo vie lagrimali, ma di più la sol' lanza mAJit:om•Jrllo"tl cho <'onlengono esee-


lt !VrSTA cita la sua azione su lulla l'eslMsione dell11 mucosa. È bene di uon lasci aro tr0p po a lun~o questi c il in tlri in sito per non JH'Ovocar·e una dilalozioue troppo cousi.Jerevol~. e pt•ndnrt·e fl•l'Se la disgiunzione delle o~r: a pr·opr·ie del r1a:<o, tmguis o mascellar SLtp('riort'. Un'al~t·a prt-rauzinne a pr·endersi nell'uso di queslr cilindr·i ~i e di collocar!'! nf'll'ass~ del ciliudro un fi lo rbe pCI·mellu di r·iliNH'I i più l'ocilmcnte. La rollul'a di quesli cihnùri, cd il ~O!{!!tor·rw oli un l't·aUltnen lo nelle vie Jagrim ftli , av1·ebbe scr·i lllCO II \'t•nie ,ll i. La mHdicazione aUn a:elosinH aq·ebbe il prezio!"o vantaggio del vr·~::zzo mtltJi tHJ della sn[.;tRnzn: ullt·o •li cii• si può queslA usu r·e inrle0nilamenl,3. Per· psempio: un disco ùi gelo;;ina di 4 rnilltatPLr·i <li sposs1WC c·li~< pet• l'u;;;o si ~ar·u J·idùllo allo spe~SOI'O <li n~t•no di u1t millim••lr·o. riprenderà il suo voluma pl'irnitivo se t> posto per• •tuakhe l<·mpo 11e1l'Acqua pura où in una 80I I1Zionc medir·f.lmertlosa qllnl urt•JII <·. ~'f t•desi mAmenle un ciliwl•·o elle ritirato dalle vre l •{!rimnli avt·i• acquistato in u rr l'o' ili Lt• 1•1po ur1 volurnr più con:<iuerevole, l't JH'cnderà in due 11 lt·e giot•ni il "Uo volume pr·iruillvu se lo !<Ì pot•rà all'ar·ià Jibet·a . R.ias~umeu d , ,,.Ju ge)osinfl pui> l'l'lmrlen• la fmma che si desrder·a . può es~cre òura o molle, sottile n !"pe~:- . t secoudo la quautilr1 d'•<equa eh•· r.on l.ierl!·, e ]JllÒ lenrre incc•rporuli lutli gli a ~euli anlisellict nhilualmPnlc impic!..[ati; iufine esM è• di uu prezzo infimo; LuLLe r·ag-ioni che g rusli!i ca::o il s uo impiego, e paiono all'aulor•e <hwere a!<... [r·urare tllr ''et·o ;:ncces~o in terapeulica ocular·e, cotnc in quAlcltc a!Lt•o pat·Le della mPdicina O Cll it•ur·g-iA.

Della. ma.tura.zione a.rtifi.oiale della oata.ratta. - (Ga.:e~te rles H6pilaux, N. !10, agosto 1881i).

ROHMEK.

L'aulm·e ha h·llo al conat't'!<SO dt Nancy un l avoeo su •tuesla quHslione. D•JPO a n~ r pu,;salo in t'i vb la g l t sforzi gi:'1 faLli anler iorucnle per· gmn~ere ~tlla maLurazione ar'LificiAi e dell A catar atta, 1' autore r it'e r tsce l O osse1·vaz.ioni di calMalle senili incomplelarnenle mature, di cui egli compi l'opacamentM degli

l


DI OCUI,ISllCA

1

·12h7

strati col·llcali colla dil'<cisiono d•·lla crilllalloido anlPl'ÌOI'e, coll't•vacuazion•> dell'umnr l:lt'•fllPO attr·avet'"O l'apcrlnra della punlura "' •ru nd1 col mass<tg-~io. - In LuLLi i cas1 OJWI'ali, in n1edia. l.r·r !!ÌOI'IIi dopo la mt1lurozione artifìcialr, il risultato fU <:t'mprt> t• 'CCltente lll fJ.Ut':<(l) "ellSO cht•, JmlllCÙÌlllAmenle dopo l'estr·nzirmc, la pupilla cnmpAl'VP nr~t·u e rimAse tale nei ginl'IIÌ SUC<'r'«$iVi. Il un uHdit:t'~imo <'Aso l'llulot•e olovetll.} t•ieorN're piu volle allo rlisci'<i•>ne l' tìnalrnt•llle all'iridt>dOrmu di Gral'ft>, poi, dopo l'e!'lli'Azion•• cl•·l nucleo. All'a;.tpir·Rlnl'B ,J j H··t!arù JH'r to_!tliere il rrc:to dc ii•• lll!l"'H' cn r licali. l l ri sulLt~ lo f11 !lncora er<wllenle. Riassuu1 P11olo, l'autore eli •fll""to la,·ot·o eo::1 l:()llchiude: l. Ln mALIIl'NZÌilrru fwlifìrtnlr r•tt6 P:;"t>t'f' adoperala nelle cutm·atlP !'lt>uili iucontplt•lameniP mA LUI'~' ut>llc quuli, pPI' rp:eslo rnnlivo,l'e"lnt~ione ll't1ppo f'l't•ruAl\11'8 snrohbe conlroill!lwala. L:rtu '"ernpl •ce di<:d.;;ione col rna~,..IH~zio dell' o~chio è !<UrtlClOille nellA nmg-gio1· pu rlt.\ dPi ca<=i. ~. S·· il l'i ... ultalo l'imart'' irH·nmpl f'tO, si può compie t•lo facPndo unn rrideciOIIIIll complcm•·ntar.• ,) ..Ila mnlut·o~ione o rwrvenlivo pt•r· l'cstr·t~z r onP . 3. TnOnr $" dopn l'e;:tt·a~iouo l'altn in '(Ue ... LP <'OIIdizioni ]1CI'l-lr"-le ucl campo pnprllar~ qualche il\UIIZ<' di :<ostnnza corticule opacat11 ron;::er·ultvamt>nl... , J'a...:pil'UZI me 1Redar.l) o le Iuvalut•e irlf t'lltlt:uJat·i "lll'B!liiO sufficienti ad ei'pO r·tat·li cd a dat·c unn pupi ll 11 rotHptelam~>rtl" n~rn.

RIVISTA DI TERAPEUTICA Iniezioni dl medioameuti ga11sosi nel retto. - L. BEnGLO:"'. (Ga~~·lle de.~ Hl)[llltm t , )r. !1;), A .!Oslo IS.qG). () ueslo mPlodn ter •ltpeuliNI ~ htt>ii1lo: • 1• Sul principio li fl<:iolw.:iu, ~lnhililo du Chwdio Bernard, rha l'inlr·odu~ror.e, pm· \'ia l'cllale, di SO!>Iunze anclro Los~ iclte nou d<ì lun~o &ti incnll\'Pnienli tìn tuntoclll' l'elirninazrone poimentire non o dioicvllata;


Hl VISTA

2• Nel fallo d'osservazione che una corrente di gas acidocarbonico puro può esser introdotto, in quanlita indelerminala, nelle vie inteslin~:lli senza provocare disordini se l'iniezione é falla collo volu!R precauzi0ni. L 'autore si é ser•vJLO di questo metodo in varie malattie: ecco i ris ullali che egli ha ottenuto nella Lisi polmonare. Dopo aver Lcnlalo numerose so~lauze eepulalè balsamiche parassilici.Je o snliselliclw (1), l'autore h3 tì:1iLo per da1•e la prefe renza alle acque mincJ'flli ;::ulfor·ose. Una coeJ'ente di 4 a 5 lih'i di gas arido CflJ'bouico tt·aveesanle 250 a 500 g:r. di Hcqu~ mine1·ale solforosA (Eaux-Bonnes. Alle,·ard, SaintBonO!''\ Chall.•s), è inlJ'OdoLia pel J'o3 Llo due volte nelle 24 ore. Dopo aver· u"alo per poclti l!iOJ'ni 1gwsta medicazione l'aulore ila conslALalo lilla diminuzione ed ancJ1e la soppr essione totale ùP.I Ia lossP, mod ifkazion e profonda nella •Jualilà e nella quantilù de ll'es pelLoJ•azi(H1e; ::>OJI['t·ec:sione <lei s uJo ri ; mrglior nmenlo dello fl lnto gt\tJe J·a le e ei(, 11 011 solo nella tisi a l s uo inizio, ma flllr llU nell a Li~ i confo•rmala . L'os"eJ•va?.io ttP. rptoLidionn (tell'Ascoltazione ba permesso all'auto r e di cons laLare lt1 s:eo ulpt~r·:.:;u progr essiva dei t' a 11toli umid i.

Uso della. naftaUna. nella cura delle malattie delle vie urinarie. - Dr:: Pc.zz~:.n. - (Gttzctre des Hopilaux, N. 99, ago!'lo 1&lli).

La naflalina amministrala a dose 'JUOtidiana di un grammo e mezzo ad intlividui afTelli dn malaLLit> diverse delle vie urinarie consocialo ad orine mollo !elide (pielo- uefrile, cistite, proslalile con r·islaguo dell'orina, restriugimento aulico con fistole muJliple, ecc.) ha fAllo :::coutparire ra1>idamenle questa fetidità nel periodo di duo n cirvtue giorni. L'orina, primitivam ento lorbidn, puruJe11la, alcalina, è divenuta limpida, neutra o aeida e la quo.nlilù di pus é di tHinuiLà od anche scomparsa. (l) L':tuLO J'C l'a un•uct'~'l.io ut· P" l svlfnto éli •:arliLHle ('he è un potllnl.c tmunonagogo e ~ho ~~~ IHL $~''' ìlu, (lu i' quc~la via, ail arre:;tare emo ttisi coi n~iucntl col periotlo mcstru1tlol.

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Ol TER ,\ PEUTlCA

Non si è constatato alcun fenomeno molesto da par·te delle vie diges tive. Questa sostanza , i cui effetti sono s tati p!lrogonali in qualche malato a quelli della lrementinn, a quelli delle lavature coll'acido borico e coll'acido fcn1co, ag1sce m modo assolutamente 8uperiure, aYendo dali buoni risultati in casi in cui la Lrcmontina e l'acido boricn non orauo ricscili: l'amministrazione per Ja via della bocca ~ prcfcrihile alle iniezioni o, l alle applica7Joni locali l'Ollo (orma di ~upposr torii, che non hnnuo ùalo alcun risultato. La nalì.ulllla non aumenta Il numero .!elle uri nazioni como si t'· pr ete,::o; essa ha avuto, al contrario, t>ll'etli Hlùali\'i l'u una ''esci.::n irritabile c diminui!;c;e mollo il numero ùci bisogni di IH'inare e pe1' conseguenza tlor cnlelet'ÌRmi. ForRe agil'ce favorevolmente sul reno è sulla vescic:n m casi di pielo-nefrile e di cislile. ma !-<(' non avcslio d10 la proprietà di in1peuire la l'e1·mentazione e la fotiditir dell' or·ir•n, essa sat' ebbe som1we w1 prezioso medicamento ne lla Ctli'O delle mnlallie delle vie uriwme.

L 'odore cadaverico e l'essenza. di trementina.. - P. LO N(; F., di Mat-siglia. - ( Ga -nledc.<~ l!tiritdur, N. U5,1~Kfi). Molli oleolioL·anli o di:::i11feltnn1i !'ouo 'llnli ~ U CCI's"i vumente precouizzati d~:~gli i ~ieni!; tì e d}l!.!li analnrui.,lt con lr·o l' o<lot•e Cll l:weeico t'hP dop n lo ù :::'"P;d.. ni o Ùt•po lP ant,np~ie .,i atta,.ca in mntlo sp••cial~· e piil o meno du t·utur o rolll' mani dE'll'operatore. Questa pPI'SI$lenza i· spe<'ia lmc nlt• mollo pronuncia ta dopo l'esame dei ,-iS<'E'l'i uu.!Oillillali l' d1vien" molto mole<.ta all'epoC<l tlf'1 ::ranJi eu lor i. Le lavalut•e coi S8J.IOno 11011 :<ono sufncit•nli a fun: scompal'iJ'e quest'odo r e pulriJo. Le soluzioni th cloruro di r.olcio, rii pt·l·manganoto di f'O· las;;:a, d'acido fenic., o meglio di Li n•Pl , a ru usu dr•l suo ~rolo qdor•r, quelle di clonu·o dì zinco o Ll'oc•irlo bo r·ico le asse nze di,•rJ·sc po!'sono ess.•r·c i•r questo ca!:'o ultli; ma l'odo t•e cadov<:r ieo, momenlanetllìlc>nte mnschcJ·ato, 1·irompat'e so venti !'U· bilo dopo, P di\'enlf.l necessa r·io riCOI'I'Ol'U a nuo"o Ju valul'O o


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1\IVlSTA Dl TER APEUTICA

.adopot•at•e solu zio ni pi ù concenL!·a te; c:iò c he può sovcnli essere causa d i set·ii inconvenienti. Dopo avel' fallo negli anfiteatri ùi J\IOI'l<if!lia mollf' esperienze cornpat·ati,·e, anche all'epoca ùeg-li iJ tlensi calori, l'A. ha nolALo che l'essenza di lt•ernon lina <.li t!Je semp re i migl iori risullt1 ti. P èJ' far scompal'tre irl modo comple to o dur... volc, dopo un' a~topo:;ia, r odot'Q t·aJavpt•ico che si aLlocca alle mani è surtìcien L(• spauùet·t) o megl io polveri zta l'u su que!<Lo, nnlecedentcmc n te lavate, un po' d 'e>:~e nza clt l l'f' men lina . L'odo re dell'es!'enza scompa t·e di poi """OÌ rapi.ltuncute. L' ess<:-nza di lt'tHnonlina, as~ot·iota alla ntit·ra et! allo Cànf or a, t; già s l.olu usa ta con sttcçesso come deotlOI'Anle da qualclre cltiru t·go i 11cusi ùi ec. tt<:l'OuLeri rto, ma essa co~li~ui !:'ce inollre un eccel len te anli!:'dL1co. L e polverizzazioni tli tr ementinA sui visceri provenienti da autopl'iC sono ;;ul'tic:ien t.i non solo a loFtliet•e l'odoro pu Lrido, ma sono a nco ro tnollo r mcuci a r il a t·Jur c o tal volta anche

ad impcc.ltre la pult•c rszt one. La s;oluzione dì H unter usata nelle imbalsamazioni è costitui la io g ran parte t)'cssenzu di l r cmetttina.. Questa sosLatt Zf\ ha r eso sornprt: eccol lenli ser•vigi ttcltemedicazìoni delle pio!!lte complicnte da f!i:lngr·cna tli Spf\<lale. e pos,..ieJe, secondo le t•icerchu di Pa.5leut·, un'aziono tossica sul rn ic t•nbo del col<'lt'l'l e sui ha r~i lll deil'aiiLI'ar•e. l l doLLo t• Cecchin i in un t'ece tJ LI'l lovoro, dopo flV er adO[ll't·nto co tt suceesso l 'essenza di lt·c m. •nlina nel le <·Mie l'elidi u nell'ozetta, le flttribuisce un· 37.Ìonc l'uperiore a quello dell'acido fenico, dell 'acido sfllicilico, del limol ed oncbe a quellu del btjod uro di m er curio.


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RIVISTA DI TOS~lmWGIA E jJ ~DILINA lEGALI~ ---<>e~"><>---

Esperimenti di traumatologia forense con armi da fuoco. - DoLI. G. !\"VA GLIA. - (Ril•i.'ltlt Clinica, fcbbrn io 1886). L'aulC\rf' fll'f'melte l'e::;n-lc>nza tl1 uuu controver~1a l'ra alcuui che soslcu:,.::onu che il pmiellile cii uu'arma da fuoco c!>plo~;u meult•e lo bocC'Q della canna t rovu~i ct·mcLicamenlc cltiu<>a contr o i l corpo c.li u na prrsona, Rnltcltè pen.. t:·ut't> n•·lcnl'po ~lesso, cade n l··t·t•a , non !>ruollwcudo tutto al più che lillA scrnpli<.:t> ~ll)t llH1<'Cn l tll'u o) conlu"''""" della pelle; mcnlt'O vi sono altri d tn ncgnno qn cs t.o fnllo. Il Havag lifl lta escìguiLo UIJU se1 ie tl'P»pE' t'iPtli':t' ~op1·a nnir11uli, facett.lo oli' uopo co <;lruire uno "-(ll'CJUI•• li!Jf•UI'ccdtio pPr applical'\'i il corp0 clel!'onimalc u utwhc •ti un ca lave o·, 1'•'1' a;;;:"ictttllt'P. l'A l'IliO e pct· risconlt'1H'c in un manomelt·o clae vi e !illll<:COLO In fu t·za

di pl'PSSiPIIP. [n SP!!liÌlO o Ile ì'IIC 0'-'!-\ '1 ' \'IIZÌOOI l'OIIl01'8 COilCiuole: 1• Ch<:' ullut'((lHllld" un uomo trPn·· ~piuln contt·o 11 1:111'[•0 di un alli'C• uottlo UII'IH'tnfl eia f~llll'o, •IU•·~~a nell'allo che ptll'le 11 colpo l"i tlt"'!:<>'ln pct• for·za di t·irar·ulo pt·o.lolln dai gns c he hanno •paiudi libt:r" !-tl'ngo . :2• Ch·· il ,... ,. o IIIIIHill• non pu•'• m11i oppm•rc unn l'f·~i­ slellll'l 1.la f•ll'/.8 e-.pA l"'Ì\'A l·a :.;o' 1; e::,plo"inn~> rnng.(O!'e ùi t")uella tlw gcnl"ro lmente oppon~o no le por·cti dclln <'An na uelle .iivcr·sc nrm i porlalili da 1'11nt:o. 3• CLe pPt't.·i6 è itnpos~ ibi le ...tu• nellrollo di C<lltrta compreso ft·a ti pt·oicllill" e l'apet·lut·u >-uper iore, ancbc quando •JUI'Sla PO!-!~:dn con r.. t'7.8 c:onlro una l Hl t'le quuluntJU~ del •·orpo ùi una per'lonn, si fot•mi uno sl r·a tn d'aria compt'o,!S!<tl volevole a-spegnere la l'orzo pr opulsiYa chl' ti protcltile acqui::.ln rloi ga::; d'esplo:,;ionP. 4• Cltu ~o l 'o t'tnfl scoppia quantlr> ,·,appuntala <;u) corpo di uJ t indivicluo1 il {lt'oiel tilo r10n vi em• Bt't'estalo nel suo corso, 1


lll\'lSTA DI TOSSICOLOGIA

ma pr osegue i nvece dotato di tan ta for za, da passare da pal't e a pAI·te il cor p<' medesimo. L ' uti lità pr atica che l'autor é trae, dal punto di vista m ed icolegale, è che se qualcuno si IAmenLer·à di aYer· ri cevu to a bl'uciapelo un colpo d'at·ma da fuoco seoza che il pt·oieUile g li abbia i ng-enemto una sola contusiont> . o non dovr·à essere cPe~ u Lo, o sarà n ocL~S\:'ar·i o nm metler ù che l' ar ma et•a i mpr opria per· insuflìcicm:a di carica. Queste lo conclu"ioni tassative dell'autore. MI'\ e:;so però hA Lr ascut·a to <.li p1wlu1'e <lei cosi (fr·equenli nei tentati su icidi) in cui l'1u·ma, e pi ù spesso una l'ivol tellu, inti'OdoLto nella co.vilà m·ale, unche S•l ò pl'opriarneule ben ca. t•ica, non prodw!c talvolta elle una con lusiorH'j il proiettil e non p< · netr·t~, è r espin to e può esseJ'C pe·r fino i nf!h iuLti to. Ciò si spiega p et• la grave resisteuza pr'( lolla dai gas nellA cavità della bocca, OYC si fot·ma una spt>cie di cuscino di pt•otezione, e avviene eire la t·ivo llel la i· gcltuta, per r·iuculo, a. pttrecchi rneLt'i di di s tanza dalla. mano eire l'impugnava. Questi l'atli non sono r l\t'i c spiegano come frequentemente il proposito del sui.;idio sia falli to. T.

Delle lesioni intestinali attribuibili al sublimato. - (Ga. zette dcs !JrìpitauJ:, t\ . 8 1, luglio 188U).

I dol lot•i Clu'trt·i n c HO!YC l' hanuo p!'t•;:••nlato a lla socielà di B iologia iutestini di coniglr r Ji no rchellini d'I nd ia, sui qusli 1rO.tlltO pululo slud in l'e, in lutti !!li stAdt, le alter azioni delet•mi nate .talle i nil'lziorri irrll'aYerto;;e o sollucul aneo tlHI suhlim nlo, in soluzione acquosa dal 0,025 al 0,1 per 100 Su questi inteslmi si sono risconlr·atP l esroni a comincia t \! dalle omOl'rag i e fino Alla gan g l'(: llU eu nlln p r OJilZ ÌOII6 di lli Ct'll'U7.iOni SU· pPI'ficiali c.:ou eliminuz.ione tlell' esctu·u. Par e, >-Lando alle csper·ieuze tle:rti ~ulo t·i. che una Jose utric<J agi~ca in modo piu intenso di una dose A.rlche supet·iot'P !'omm ini;:tr·Rta in più gicwni . Cos·r in un por chelli no di 500 g J'f\lll llti, 2 rnrll igram mi $iluAti ~ollo la pelle possono pt'nYOt'Sl'e la compat·sa di ulcerazioni, menlt'P. 5 mill i~Pamrni somministrati in 18 giorni e :; milligl'am rni in 6 giom i possono r·eslat·e souza effetto. Se fosse lcctto Lrar re qualclre concl usione per l a palologia

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E MEDICINA LEGALE

umana, s i verl.eebbe che per un uomo di 60 ch ilogrammi occorreeebbe, !:'el'Vendosi della stessa v ia di inlroduz..ione e supponendo eguali le susceltibilila, somministrare 24 centigrammi in una dose o 6 uecige<nnmi n el lo spazio di 6 g iorni per cag ionar e aceid e nt.i. La sede (ti queste ulc.erazioni ed il 101'0 aspetto penne ttono di J'iconoscer ne la natura. In quesLi ultimi temp i, alcull i autori, volenéio forse esagerare l'azione innocua ciel ;;.ublimato, hanno att1·ibuilo all' infezione (diar rea se ltica) la cornparf'.a di accidenti sopraggiunti in malati, in pue!'pet·e specialmrnte assoggellate alle iniezion i intt·autel'ille di suhlimalo. Seuza volet'e negal'e per nu lla la parte che. esercì la l' infez ion~, gli A. fauno nota t'e che questo l'atto t'e non polt•ebhe. esse t·, in vocalo nei loro animali e ehe, pm· l'iconoscendo le ammieevol i proprieta antisettiche del sublimalo, non ;;ia foes e inuti le l'indicare qualc uno dei suoi ineo1 tvenien ti .

Un segno scheletrico della imbeclllità (uranostomatoscopia). - Dotl. G1Né:. - (La lndeptttatncia medica de Bar'eellona, N. iO, '1886). l

Gli autori, dice il dott. Ginl:. hanno da to le m isure dei d ia metri cranieusi currispondenli ai diff'el'enli gradi di difetti eli sviluppo fr·eni co . .V1a queste misurazioni sono più usate nei gabinetti e musei antropologici cl•e nelle clirlicltc degli asili. E perchè ciò? Peeehe d iffìcile è l'applicazione di questa craniometria e i suoi resultali u(\11 so:w in prAtica sempre esa W. L 'autore ha trovBtO un seg11o sempre, a suo dit·e, certo e positivo, percht~ scllelotrico e eli fac ile in vesLigazione, cl •e usa da parecchi anni n ella rratica diagnosliea, a cui ha dato il nome di u,.anosiomatoscopia, esplorazione della volta patatina. Egli atl'erma che in tutti i difetti di sviluropo mentale dei piu legf:!ieriJancù.t.lZi ar·retrati, a quelli eli m edia gravezza imbr:ctlli lino ai più gravi hJ..ùAi, si incontra una depressione, dna fossa pit't o meno profoudu nel centro della volta patatina. Questa depr essione che corrisponde in parte alle apofisi palaUne tlei mascellari superiori, in parte alle porzioni orizz.ontali delle ossa palaLine, ha la sua maggiore pro fondità in quel punto dello sclwletro che richiama tanto l'attenzione


R!Vl S'r.\ DI TOSSICOI.OGJA E UF.DICilU I. EGALE

degli !'\Colari por c,.:sere l'unico, in cui cor1 l a punta di uno spillo Ri po~sono toccare CilvJue ossi, i d•tc mascollllri -=upC· riori, i due pahtLini c il ,.Oiucrù. Qllesta fo!'lsa non comincia all'or·lo alveolnrf', 1110 pii1 nl ceuLro, n un c~·utimAll'o da questo orlo, e '<i prC'~Bnln come unu lncuml, uu di ello d• sostauza del pmno ::;upcrinre delln bocca lappezzala e otturata dalla muco..;n del pulnln. La fo«"n :>•Jf!rtl-mtt~celfu-palrllilla esiste norn•almenle uclla prima infuut.ia od ,. lte11 f!i..;linta, e in t..:llnsa di e!'!'<!\ è auche mollo rudlllltlnlaiP 1l lllllr;.ri•w alve .. lnre. Ciò non oslant.e, anche in •tue'~t'cpuc:a delln vita !'e •rne>:la deJ ressio11e P. mollo e~agl'I'8lH, si pnn Jll'e"U;.!'II'U •ru».si ccrlamc11Le lA imb~cillitu o l'idinti"ll)(). I,JUH!'tl\ IO"fifl l'l i 1110slra allo semplice vi,la; ma i( mi,:lior' IIH~/.10 di èi'i[•lllrl\1'11\ e l'indiCO della mano doslra. Busb• penctrnru uulla l•OCt'll dclri•Hbecillc conia pt·ecaulione di applicar~li il :'\lW proprio lnbbru i11l'eriore sul 111argine degl i iucisivi 1;011 l'i tuli<:O dell'nl li'O mAno. I n fJUO~Lu modo l'o~«et'\'Hi.ot·e ~i pnno al Ricuro ùu una uwrsicalur-a, poiché se l'itubPcille llmln di llilrilll!t'I'C i d~nli conlro il di lo, il doloro che g-li c"gio1m la comrt~·o~;.;iont· del lahbt·o lo fa deRist"'re dalla ~llll i 1 1l011ZiOIH~. L 'i utlic' e!"plnrlllttln l <i fo . . ;:a .~o,,ro-lrlrtst:Pl/J.r fi!ll<t! 11ta ne valuta fncilulènlt• la (I'Otbnditù, ~l t' uu fallo oo~laulcmente Os:;;ervato ~ho l(llllllln più profnutla e que:-<ta Jeprc,;sÌOile tanto map-giot·mcnlo nect•l·lala t> In itui.Jcclllitu. nnde re::-ulta che qm·lla .~ ]'Oco uotevnlo uc1 fan· iulli arretrAli. lo t· mollo piu ue~ll imhecillt, c 111 ~01111110 grntlo nt!~li Jwli. Bonchl! rautor··· "ltl connnto che e--i~te una propot•tit,no col::taule fralu JWOfnlalit.u tlcllu fM.::a SOIH'u-mascello-palalrna e la gruvez;.o del ùift>llo •Il S\'tluppo mtelloltuale, non hn per o ancora t•.::cguiln delle mi~llrHtloui con mezzi di pt·ecisiooe. Egh si propouu Ji fal'lo U"OIHln i11 mar•cnnza, per ora. d1 un miHiior· mt'~zn, la pu~~u ciH• u:::n1JO i ~lcnli::- ti per modella1·e ii pa iolo. UnA vile gTttÙIInll\ a millim··~ri iusinuandosi daJ ia b ttM n!la pat'lu piu ~(,.,alli ùi C(IIPf>IO rno,t.•llo, o semplicewento UJl Cl>lll(lflf;SO ui li['Ol-'"CZI.tl 8pplrcul0 il que,..ti due punti estremi

darebbe inJicnziOtll la n lo I'''OCÌ"e quaulo ~a •·ebbe n ...cel::lsario.

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RIVISTA DI T~LN ILA E SER\1lll0 MWILO MiLITARE -

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Sulla. economia. del calore del soldato di fanteria. nelle marce e sul trattamento del colpo di calore. - A. llu.LF.R, medic;o del 2' regt;illlenlo della Slesia e pt•Jvato docente nella univPrsitò d1 Brc~lunfJ. - (Tleut~ ..\ltliliirarztliche Zeili$Ch., N. i, 8 e !S8rt., l 8Hii).

Il ùoll. Hillf'r ha intrapr1·so moll~ l'ico•·che sulla econouua ùel calore del snidato di funle1·rn IH'll<' lll!li'I'ÌP, i cui J•il'ullali lln consegnalo in due lunghe 1ne uwr·ic, ln priwu delle qu uli pubhlicala nel la De!.tlSelte lvliliciirc·i,.:.llichc Xeit.~c:hrU't dC\Il>\Rf>, foscicoli 7 e 8; o la seconda nrol loJHU ~::-; Le~u e complulu nollo stesso perioJico th quesl'm~tw, ng;!illu;..:onclovi mollo ossct•ve7.ioni ed esperienze ~'Ul c.1lore pl'Opt·w ùPI "oldalo in rn ai'Ciu, r.ù un at·licolo ~'lll metodi eli raU'I·etldtunenlo ùall'aulore racrnmAnda~a e• t un alll'o sulla con\ cuu•u"-u Ji allegge•·ire iu cslnle il vesL•arw Jcl solt~ato. Sul moùo Ji compo t·L~:~rsi del culoro animale nelle nwrcie

il tlvU. niller ha lhtlo una quantità cUlll<idet•cvolo di t·ico.Jrclw, dlt' ha estesamente e mioutamt>nlc rlel"CJ•illt·, lnwmlone •1uinJi le.' conclusioni eh(' qw sotLo ,·ct·renw t·~pou.,nclo. 1• Le espe1·ienze banno dimostralo che l'influenza del \'<'n lo gul•·affreddamenlo ùel cot·po duro n te le ma1·cie é potente massiuat~ quando la ~npel'fìcia cutan~>a t! in ~udoJ·c Cosi con un Yent<> da 7 a 11 JU(!.Iri all'ora di vclocilù, non o~lanto l'olia temperatura dell'ari<J (:2-i" Jìno a :?~)· n) c la f'J;>rrnnnenlf' irl'fltliazione solare meriùitwu, quP.$10 l'SJH'rieuzt: hanno dimostralo che non può a vere elfdlo il colpo d1 calore fiuclu., I'OI'· f!!lr'iJsmo non é impoverilo d'acqua (' non pet'Ùè la facoltà di ~ecernel'e il sudore. Anche la dn·ez10ne tlèl vento o 111 ollri te1·minì la sua Lempe •·a lura ~ Ja Leuc•·e in coulo pe1· questa a:donc r•efrigerat ale. Un fcesc.:o von l.o el i nord ùi solo mediocre

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fl(VIST.\ DI TEC:';lC \

vrlocilll (1-1 m.) e~c.Pntlo l'a1·ia relotivall)ente umida (H a 54 p. 100) htt la sles~a Pcl Rncl•e mn~t,.:iore influenza t•eft·igeranle di un vento forli', mu più cnlùo e a<"ciulto del sud. 2• Al coukarin. c·ou Yenli debolt (1-4 m). anrhc se la temperatura dell'al'lfl t- l'elatJ,·am cnlP hassa (lO R.), dopo una rnel.z'ot·u di marcio, In lenlJ.H.ll' fllt n·u del eor·po sa le o p1ù di 30• C. (:-JH-,1 fin o u 1.0•.7 C.). lrt gioJ·uale ea lcle, t i !"Oie scoperlo (2i:",5 R .), •fUP'ile nlle temperature furono t'Aggiunte anche dopo 3t ~ d'orA •lt murciA. Piu ~>vi.lf'nle fu que~ta ioflu· ·uza quando •l vento lncc,·a flfTallo c·orne per e~empio nellP. mat·cie ne1 bos<'hi. Cou una l••mperalura tlell'aritl d1 ~olo !)",5 R. la lcmpt•l·nLura de l t•ot·po dopo 1111' 01'8 c mel'.7.0 •li JU81'èia a sceso· m media a :3k",'l:> C.; con lt·mpe1·atura aLmol'lfl•t•ica J i J5" H., ciOpo ÙUI? 01'6 cfj lllflrl'ill :I!J. ~ C. Si può l'f1Jlncli eli ·c chP: ,enza , .,•nto o con veulo ciebole domina la influ~nza 1l f'l lo tempero lut'fl o;uJ t•iscaldflmrulo del soldato che mai'CÌb n piedi ; con vonlo f r·esco di 4 n 11 m . di vclocilt). prevale invere In influenzi! t·inf'rescanlf' di f]Uesl'ul· timo sul eorpo surl.anlc, N tal !!rodo dte c~ssendo anche l'a1·in mollo ralda (2-i" n 2:i" R.) e Il ~ol t• Fplt>n lent•~. dopo :11 1- d'o ra òi moiTia. nun ''er•lic.:a un gr·an Il• e P"r•c..Jo"" aume11to del calorP proprio, fint·lu• ulnwno 11 c'tti'Jio co:1 linua n qudat·c. 3' Lo sless'J t·ltc tlrllfl lompPt·nLUI'u oiPII' ol'iA ('liÒ tlir"i <Iella iiTadìazione !'oiHI'•'. La "UII tlzinrJP l'iscai.Jur~le è notevole •JUAndo il vl•nlo t1we '' é debull', t nn IUt'.:la aziolll' C•!.,S.8 ~e tlomirta nn YPulo frec,t•n e m 1l to u1o,;::o. Ma Hl tcl.é in ques L'ul liuJO <~uso può i nd i r<'ll!'lmen lo In i t'I'!Hliazinnl• r·iM:rddar e

n tl intinuire il t•af'ft·PddauH?IIlO l' i!"r·nldandu il vcslia l'io e l'ot·· momento. ~· La mflupnza oiPIIu umidità ,jpJI' at>ia, cominr1A MIO n fat·st apprezzabili' •I'IIIIHiu il ::t·at!11 cl1 ~aturazione nrrivn n più di 50" p. 1011. Quando t' mtno•·e, pl'l!\'Oic !'IU cii cs:-a la tnllueuzn del vl'nto •' dt-IIA lPIIljll't'nlura atnwsf••I'JCa. An che 111 p1·opo1·· ziolh' m n~~io1·e R3' p. IOfl). que><:(fl inlluenza dlll diminuisce il rntft·e!;cttmeulo sc••mnndo la ~;vaporHzion~> del <:uc.lcli'C è- solo dOtOill811lC f[Uandtt'-jlii'O 1111 Vt'OlO rllOJitJJcggiero t' IICIII ~p i PJHi6 il ~o l e. Il nostro scn<!o cutaneo nvvet·Le, come è nolo, IJIH·~ta Cr.Jm hinuzione dell'a t·io, come pcsanLe u opprim eul0 (nl'o). Una


E S&:RVIZIO m<:DICO lliLlTARE

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azione opposta e medi 0cr r mente rinft•es canle sembt•o twere ·l'ar ia umida quando in pMi tempo soffla un vento ft·esco del nor d. Questo é probabil mente pe t·clre In conducibilità del l'aria pel cnl ore r\ di mollo au mcrr!J\ta .lalla nmirlità . 5• ~nn ~~ è potuta dimo~lt'are una iullnenza dirella della pt•ess ione utmosfericfl !'lUI ca lore propr·irJ Llel soldato i n marcia. Al più, In stA to del bDrOrnPlt•n può valer e ro me ind ire delle condizi on i melcot•olo,Q'icile domimmli irr quan to cbé il barometro ba~so prt• t•egnla dmnla la Pl<islcnzA o la pr evalenza rli corr enti ol'al'ta del !':tld o rieiJ'oYesl, quindi calde e umicle, e il bat·,n ni· lro bas"o inJ i r'fl pel solil<J la p t•evaleuza di CO t' t•enli de l t10t'ri eu r:st, qll:ttd t rt·edde, tl !<i.:iULLe e ID::IIIlAnetrLi il cie lo s:zombro di nubi. Ma •r uesto non ò punto col'lantc, ne sicuro. u• DIII'Slo e lun!!llt>?.Zil tll'lle mat'CÌ<'. Tulle le lr10rcie ful'OliO fa!Lt• ( in qt~eSL•~ P::<pr.t·ienze), !'<U li• t•reno piano e buone

s lt·ariA !:d r.ia le o ben batl tll.,•. P otc hè la vPI<Jcilà del la tnat•cia fu se mpre •JIIUsi la :::lt>><,.:n. cosl si pur} CR i co l ~:~ t'e l a lunghezza del carnmino percoeso clfllla du l'ala della nt~u·cia. Il soldato ni l'&lllP.ria pt·u~siano l'n in Ttll!diR I l :2 possi al minute); il che dà col p~s~o l'egolam ent:JL'l\ di 0,8<1 rJi l llnf!'hPzza, uno spazio di ch!lnrnl.'llri 5,;j8 pe i'('Ol ' SO in tTII 'O I' D.. La dut•ala delle mat•c:ce vnl'i6 rea 3ft. d'o ra e 2 or e, quindi fr·a 4,00 tJ l O, 7t; chilom!!lt•i di c~>•nruino. Con qùesle nou piccole diffcL'ellze nella tlut·ata e lnndH'ZZa ùdlt! tila rcie e quindi ntlla quantita dt:!l l a vor.~ museoiC:~t'C prodollo, avremmo d uvu lo aspeLLn t·ci n.priori e lle Atl ch e il C ~tlore pr opritJ dr~l sol u a l o in Oltl i'CÌ8 , i'os~ e f'() l' l'i:Sp•HJdentenwnle a <[II CS le' d tiJ'tal'l'll1:t.e, mollo utv~; r.;;o. Tu lluvi~1 rrnn è cosr. Anzi osO<eevamn•v d rcuom~>no mCJilo sin~ohu•f> eire, a condizton i melenrologichc f!UA::i P~atlamen le eguali, la lempet'fllllt'à ,lei corpo, dopo un'ora c me zzo di mal'Ciu r;> t·a n ~~ p]J lll'\' un decimo tli )!l'::~do più Alla cli o dopo 3/ r. d'ol'U di mat·ci"'• o, in allr•e pa1·olc c!Je, la lempernlnl'& clel cot•po rug'~i un lt\ dopo percoe~i <l ultilo mètt·i, percorrenJonc allt·l rtuallm con lo stesso curicamenlo e ve~liut·io, t'imane invariala. ,. Qumoln osseevazionu c1 ricorda uu parlicolat'e renom eno c lte é di 1nolla itoportanza scientifica, e di cui la fi-


•IQ68

lUVlSTA 01 TECNICA

siologia .;perimentale ci offre analogo esempio Il Roscntha! osservò che nei roni~li, ai quali, con lo impedire la dt~per­ sioné ùel calore in cA<~MLLe ri$C81dale o 32' fino u 3(ì'' C., !' Ì au-· menta nrlifict~lmonle la leutpet•olut•a dol corpo. il calot· pt•opeiu JH't>Slo at·riva a u•e 42 C. ma dopo si fermo o rimane a queslo gt•ado pet• o t·e e g-iot·ni iulicri. Il pnlet·e t·ep:olulot•e d~l calore si è, come s i tlict>, fissalo a •tucl gt·aclo ùi lt.!mper alura, noi modo ~les~o che 11elle comlìzioni Ol'dinaric t'c"tn nei limili della Lempct•atura normalr>. Nello t>l•'"SO prl'cisc modu mostrò cotnporlarc;i il calore proiH'iO dt>l c:umminnlore. Ma, ~i domanda, como !;i ~pit•!-W cJUC~lo fenomeno? Il mc~rlio è di chinririo con un e~Piltpio conct·eto. Su!'roniamo che un uomu .!t 711 kp-. oli P•'"o P 3ì•.n C di te m pP rnLuro (11ell'ano) intr1oprcnuu, c'orl un ('nei co equivn lentr> nlla mela olel peso dt>l ·~ot•po. una mareta di t•egolare "elocilà. Secondo le rtct•rche ùel Htrn SI voclUCP in mnrcia Circa il doppio tkl colot·c 0lw prinw ul)o slut.•J di ripusr1, In q~tr.Rlo ullimu slolo si producono li '~ calot'ie llCt' O l'Il (;;;o'conrlo Il P l· mhollz) os::;ia 3.R p('r minuto. Cl'lminctando la marf'ia, la perdi la dP.I cal01·o ,é ùurunt.e i pt•imi m tttuli cgualu u qnell t1 del I'Ì (lOSOj sale SOlO <(UtlllclO l'llllffiCillala pt•oduzione e J'aCr'Umulo del calor.· nel corpo bu t·ag;:innl•J un tu! ~~·ndo che la tempcrnturn t!d <:Orpo comincia a oltl't'!HlSsare i litnili o!Plla nor nwl<·. l vasi cutanei allorn si di1Al8IIO, lo ftln nclule sudo· riret•e secern(I~O più ro)t'lémenll'. Ma la pet·Jiln Ilei cf!lore non arriva su bilo Jappt•incipto al suo trlussimn, ma au.nentn, l'Ome già la espcl'ienza ,..uJ nostro pt•oprio cor po insegna, a poco a poco durante la mnrcia. Auntt•ula la ltlulazionc d·~i vasi cutllnei come anche la qunntità olo•l sudm•t> Repat·ato oli minuto ìu minuto, e IJIIf!Slo dut•a !':Ptnpl't' un cer to tempo, JH'r esempio 20 minuti, lìno a che la pello.> è divunlula l'OS!-A c suda vi,..ibilmeule. Quindt •·esulta il seguenti! rapporlu ft•a la pr oduzione e la clisperswnc tlcl color e in marcio: clurautP i pt·imi crnrtUI• tniltltli la perditn dd cnlot·e e tjiiOI!a dello 1,laLo di t•iposo (3.B culo rie), lu produzione d t• l calore è iuYel'l! ùuplicat», è 7.6 calorie al tu muto, co:::-1 dopo lo ~puzio di CtiiCJUe minuti sr lta un eccesso di H'!.OO calorie, ell o numen luno lu lcmper a lm'A deL


E SJ::l\VJZlO )I EOlCO Mll.lTARE ·COI'po dell'uomo di 0.22•. C. quindi In port~no g 38" 12. C. Allorn comincia n enh·ord in alli' ila il polt•rc regolato re del calor e, mu in(ll'incipio molto limitatamente poiché il bi!<ogno, dopo l"aumentala pe1'ti1La <li culvre, é dApprirnn pic<·olo. AmmPllendo ·che l'aumento dPIIA per,tila per· via dt'lia pelle sin nt•l primo minul,, di allivitit del polere r egolo lo re de l caloi'e di 0.2 cAlorie e crè~ca d1 minuto in mmuto regolnrrncnle di nlll't>lLamo, OC~"nl'rl'ranllo ul~ri l!l nlinut1 fino o 1'11P la peordi~a ciel calore a~g:un!.!li lu sun p t·(l(]uziorH'. Uuinù i in q uesto Cj.ISO lw n dovuLo pa .... .,n,·e 24 minuti pl'imA cht• la p1·nduz10ne dt>l Palore s1a Ji,t>nlata e!!'uAie alle perolilt', pi·ima c1oe ehc siasi ri,labilito il cnmplclo equ ilibrio. La Lt•mp(> ralur·n del <:orpo r•imAne alloru c·o-<lanle. .\1 a f1·att.nnlo l'ur~nnismol h n ricevuto un considerevolu I'CCI.''-'!'0 di l'l!lttl'<', ::-o;.wuluruculc nt>i pr·1mi cin•1He minuti, 1!1.0 cal.. in ognuno d<•r seguenti minulr 0.:! cal. meno che JH'l pr ert•t!Pnle. JUin.IJ 3.1i- :l i--:J.:! ,. cosj vin v1a. li che d<J, ,loro :H 111111Uli, tlll ercr.:;:oo di IH-f-40,2=G!J.2 t>alor. che l'a nno sa li l'l:' lrr lt>rnperaluro di'l corpo dn ::J7•.n <' 3~·.u. Uue:;La temN•I'alura tl•·l c·orp•l ncqui,tnla Jopo :H lllliiUll dr marcia, po.._to che !t• condizioni pe1· la per•liln del calu1·e t'imangano !e !<lr><se, san! lrovul.a epun l H anche 1l opo un'o ro o un·Ol'a e ffi('U.I\.

11 !.!r udo di tompeL·nluJ'a che e r aggiunto dal COl'JlO dopo una marcia col C8J'ICO tlclh1 runteria dipt>nde ljuincli, suppo-

rwndo ~emp1·c egu... le la (H'oduziono del cttlort>, dt1l Leulpo eire pa;:sn f'ra il pl'incipco tl~·lla marcia e il J'i!<tabìlinll•nto del pel·fell•l rquilill1·io dPl (·nln1·e. Mn qucslo l~:mpo é dal canto suo ~ub•'l'dmalo nll<> coudizioni lllPIRornlo!!U'Iw l'd alla 1nisura in cu r esse !<Ono rovorcvuli o sra YOJ'evoli ulls dispe•·sior1e del ~:a l nt'e dt"l co1·pn. A basHa Lempm·aluJ'A n lrno,ferit~:.~ P !Hl èlria fot·l!•menle a{!ilata, la tlispel'sione Jel t·ulor c p1•t·la pelle, es~ ... ntlo au menlntn In pl'lldUZIOne. si ru più fa rilmcnlc; nella unite di lempo è pet•duto piir calore, qumdì lo sLalo •lei pel'-

fcllo e-quilibrio "i ra;;rgiun~·' piu pre~lo; l'eccesso del calol'e ~JII rorpo rrmant' piit piccolo, la lempr1·otura ~aie mlmo. A temp~'l'Ulura nlmosfer·ica più colcla 2:)• R.) !'.Cnz.a wnlo e ce1n mnllR umidila le con!llzioui pe1• l'oumPnlo deliR di!ìper~ion•• del calMe dn lla pol la S<) II O in vece piu sfavorevoli; oc-

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·1270

IIIVI S J'A Dl 'l'ECNICA

cor ro mol lo più tempo percile le per.l•le del calore sieno per·fettamenle pa re p;grAl~ tdla p\'Othnione; l a l emper·ut ur·a del co t·po Rate JWI' consPgue11zn mollo piu i n su. L'aumeulo della per dita del col01·e come qui é slal o supposto pt!t' scmplicrtà di calcolo. 11011 e sempr e uniforme. È anzi pr obubile che lo fWI'd•la d~l calore sia 'adabtlc c pat•lrcolnrmcuto aumcnlr in pr•oporlionc clect·escenle. E in \'er o la evuporuzume del sutlor c tlallu pelle e quindi la sottrazione dt'l caltwe che n•.' ciet·h·a caf!iono una u·r rlaztone ai vasi cu· ttHJPi clm li ubbligu a colltt'SI'SÌ . .\la questo t•islt'iu;wnen Lo dei \'tt~i dellu pelle ugt'-C~ coutr·o la for•za del moccttnisruo rt>golelot·e del l'ulor·c, e fa d1 nuovo diminui re 111 perdrt~:~ cl1e già cr·o ournl"ntuln del cAiut•tJ pel' la pelle. Quindi i l let•minc del cun•plcto t>quiltLrto ùolle pt:'ruile con la pr·oduzione Jel calo •·o i: ,la purlc delt'rn·~nni,:.mo •·aggiunto più l~:~ rJ i di quello cht: ,;vt·ehlw Juvult• esst• J'h' ~eco ndo il calcolo sopr a slo.bilito. Lo "Ialo tlt po1·fdl•> ~quilibrio olt!!nuto iu que;,to tniJdn uù Ullll rlolet't n i 11nto LO I II[H~ t'alur·n d cll'o rgt~ ll isrno, per es. d i :~8" .6 C. du t·u flnclto 1~ contltzio11i per ht Ùl!;pCrE.ione 'del colot·c ri m angono Ìllt'lllet•ulo. La pt·o,luzioue del t'alor e del soltla lo J1 fantOI'Itl t'ÌlliUilt' per· lu dllt'8 l!1 J i una uuH'cia quas i la stesso. A nclu! le condizioui Altllol'-fet·it·he pP.r lu ùispt>t'!"ione del c&lor c, osl'lia li• lP11'lJ•er·aLut·a ulmt~sl'e ricfl, l a Yeloci ta Jol von l11 e l fl t•etul!VB umidiL11 oltlll'aria ~oglto••o Jur anlt! una mar cia ùt un· Ot'l1 lluu u due O!'u 11011 cumbiat'O nJullo. :\la può ben vat·iat·e, pr·i •niet·aruenlc In i11Len::;ttù della irr aùtuztonP >~ulul'e, la quule, como st sn, o uu p •lente o:-lat:olo alla ùisper•<>ione dd culot•e in put'lu 1"'1 tli, eLlo t'il'lcaldnmenlc del corpo e in pal'le poi l'iscnl•tnHwnlo tlt>g-li ubitt. "in secondo luo~o può ,·at·rat·o la l{liHIII1lu ùell~ Sl'ct•etoùne ùd sudore per t>~ser<"t l'ot·;.cunismo unpo,·••t'ilu òi acqua o pet• la pal'alisi delle gllmdol.- sudot·ifet·e. StillO orubedut> ca!!ioni elle intiuiscouu 11 òi0!1111111'6 lu pct•òita delt•ulut·~ [•cr la pelle. Con esse ~;umrncro unu 11 nOvn ra!';e rlì disLut·ltn dell'equilibt·io del cAlore. Au111enta. dt nuo'o In prod11zionl' del t:alot··· sullu perdila c la L.. mper aluJ·a dl;ll CUl'po rh 1111 0\'0 !!<Jl c. A qual g1·ado J i te-mpcrntura si orrtva fino allo slabitinlt'l tlu dd nuovo equrlibrio, ò cosu cll~:~ d t pende cssouziullll\;l tlle Ja.l g t·ado ~duli a dur ala dd nuovo


E SERVIZI O liEDTCO \IILIT.\1\E

disturbo Mila dispersione del cslot·e ~d alla potenza tl<•lmercAnismo r egola loro del calore solto le esistenti condJziouJ rnelt:!Ol'ologiclie. Oiamn anche per questo rase del Lnr!Jumen to di I.'<Juilibr·io lJII ~"'"Hmpio concreti). I n una Jlellc oss(wvazioni fa lle, dopo 3J} d'ora ui marcia, t;.l)ll 29•. 7 C. col sol~ chiat·o SpJPnd.Pule e S J, UIJ soldato COli rat•J•t•ciamelll() di CU111)18gii:O tocca la lemrcralut>a d• :39• 2 C. L'numcnlo è u l" 3 C equiva l<• n l... a 10~ H ca l. o 2. i cal. in me li n per· minuto. Al momento della misur·azione i.• I'istabililt) il completo e<llllh br·m del calorP, ma in puri tempo la fae<,llu IIPI poter·e r·e~olnlot·c lh:l culor·p é giun to al ;.;uo esl!·emt1 lilnilt•. i vo!'li culunei srmo goulì Lurgitli, la pcllt' d1 rolor r·o~"o !':t'lll'fl e tu1nitltl, il !'luclon• cvla io grosse gocci~. L'urg11ui«mu mnrtlierte futicoc..amenlc l'e'Juilibrio e In tem peratura Jel COI'P" r·nnanc cOS'lA n le a :19•.2. 01·a la !=:lratla conduce in un bo!'ru. lllwce di S. l qu1 regna pe rfettA calmo, la umidità atmosl"t•J'i<·a c: a lP da 2~> p. Orou 3~>p. OtO. la lemper·o LIII'A ci la s tessa . La l111·c l'nl nr·n c il lavo ro muscolur·e non hunnn camlJialn. Su bilo In pnt•diLu d<' l ca i O L'C diminuisce, dn 352(60 '1.!) cal. pe1· ll111tll lo (!;lato d i equililwio) a 3.6o cal. Di nuovo "aie la lcmpei·aLurn del corpo, c se quella diminuzione rimuoe coslanll', ùopuulll'i 3J~ d"oru, !':Ì ha raumcnlo di f :lO.~> col.= 1.5&, r•ssia In Lrmrwralur·a tlel co1·po ~ole a :1-0•.7 C. TlO['" il per conHJ i11 tutto t11 Juo 01'1' d1 cumminn que!::'lu lruìp6!'8lura ha utli11 IO 'tl".:-- C, é g iunlo cosi u1 lìmite dtd <·ol po tli colm·t>. Con q ue!'la ~CC011rla fase d t· l lul'lm m~nlo comincia propriame nte 11 perirolo per l"or·ganismo. ptllclté allor·a "' sono lull!! le pJ·obabilitù che la lemperatuJ'A •lei cor(Jo r·a~;,!iun:.:a una lt!rnperalura eccessivumt·nlt> de,·otn 42" e nltr·c) che SP!!na il princ1pio Jel colpo di calore. Se quelle corulitioni meteorologiche $Ono sfavon·,•oli ol u1 ~rc·ani$liiO r•cgnlolorc del cuiOI'e, se l'aria ha la Lempi'l'l:llUl'll di + ~o· c 25° R, è poco n10ssa o moll•· !=:Ulur 1:1 di um idilt. e i 'fl"'i culau~i l'Olio quasi al Jnassimo dil atali , mc•lln poca lu "l t-l'fmza .li a;::.:ungliar·e il r~uovo ecces:::o d1 pi'Ocluzionc oli~> lH'rtlil•·, la le111pera w1'(1 del corpo sale conliuuom~ule . S r fu mai'Cifl non lct•miun a l~mpo, o (\·ol on tariaJuenle o involonlllt'iamcnll') nnn è inlel'I'Olla, il $(1 ldalo e i rr•1 mi ssi bi lm ~ n te pc l'du ln, dov rù soccombOJ·o t~l

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IHV1STA U1 I.Et.NII...\

colpo di calore. s~ mvecc la IIIArl·ia t' inlerr ollu quando la lemper·atura del rorpo •è art·h alu sol() a 4~ C c ce!<sa f(Utn d'allora l'aumenlala lll'oduzinn~ del colot'l', può, l~Ome la C~Spe­ riPnza in segua o g l t spea:i rn u11Li dul l'tosonllw l co nrnrmtwo, s ucceùe1·e il coanpil-'lO ristahilimeulo Snuo quesli quei casi di colpo tlr c·ulot•t•, i quali. ctuaudo conosciuti a LPmpo, Lt>t':ninano con la ;.:unt'tf!ione. Non IICt'I"S:OIIrio <"he il oit~lut•bo dellu <'CODOIIIÌ8 del rnlore che 8CC8<tl" ul prirll'rpto <t'una rnarcia "''" compcn:;fllfl in modo <'he dopo uu determinalo Lenapn "'iu ~f'tnpt·e ritilubililo l't•quilrbrio aLi unH pi11 alln l eulfH.ll'td.ttt·a dt1l Cul'po, nH1 posso uo le condizioni pe1· lo di~pt>t•:;ione cl··l calot·n dalla peli~> tl'-'Sere pt·ct!edentemenl~> srtt\'UI'f'VOfi,CO,_j 'l'fiè 111111 I'Ìf'!;Ca af ltiCCC1llliSI00

e

t·e~o!alot'l' dd cnlot·•· Ja pol'lur·e lu fn('()ILH <iella poli ... per la dr~pc r•:;ionc• clrl calot'~" ulla sleo;:;n nll"z.t.tl tlt!lla proclu~ione. Al -

lora nulurllltncnle \ Lt>mp•·ralut•;\ .rei cor•po auownl.l.rlt coutinuamPnle bt•tH:IH' leulamenl;• e t1o1 o ht'•Wè lempo,nd <'st.:tnpio un'o ra, t'u;,!giun~cwù la ~c.;ee~sivu ,, lt•Lnlo allol\ZO dul culpcJ di cal01·e. Quur-lt l'fi!<Ì so11o t·ar·i nel nosLr·o c:lllna, tun :-;rtccedono. s· Dalle l'rel:l'dl'llli CI~St-'1'\ nziollt ,..uJ modo pAt•Licolare di compor lt~t•si del Cfllot·~ propt·r" P d··i polert reg..lalot•i del Ctl· lot•e nel suldulo in mut•da, te •tunli :.:-alluno in pdt'i Lt>mpo una nuo,·a luc·· .:;ullu pAL<lgene«i del cllll•n li calore, tlt•t•rvn pllt'P elle il signifkato tl••lltt lempemluro unult> trovaLH nel soltlt•lo rlopn una mlll'Ciu tlove esset•e nl'foLln cliversu dn ' Jllt1llu cliu !:ii a ve'va s econdo le idt••· eorr f'nl i "ttlla "''tlll!Jmia d"l <"Uior••. Non !'cmbr·a or·a più urnrois;;ihifc du· la lt>mpcralut·a Lt•ovola ulla fine di unn tlllli'I'UI di lung~ .h11·ata ~rn tla r iguardarsi l'ornu lt\ misura c1 ... 1 ~t·ndn di impPùrml"nlo clrt'llta sofftlt'lo ltt P"'l'tlrla clt>l ralore dr>l rot•po duranll' Lullil la mar·cia: queslo :=:at•cbbe ver•o solo quarulo In marcia ro,..o:e c;Lnla carla ( lj:'l, 3 4 ti' m'Il) o l e eowli:doni po1· lo per ditA dt~ l ealo 1·o dalla P'~ ll e fosstwo state r·eluli "a nwule ~ 1'1-1 vor·e\'ol i. ct.!>rcdu~ pole,;:,.... umnll'llcrsi Che' il lli()llll'lllO tll•lll\ IDÌ:'>Ul'lt/.ÌIIIlO l'<JÌilcideS"' C CC>f ITIOIIWIILO in cui i! t·a~glllllln ti flllt'eggiam ... lllo rr·a la pr·oduzm11e o lo per•Jile dt!l talot•r. Il gnnlo lrow•lo delltl ll:!rnpcr·aluru cle,•e piullo<:lo riguat'dar·si come misnru dcll'ostMolo che hu da supcr·ar·e il poler·e


E SERrJZIO MI-:DH:O lflUT:\RE

regolalo t·e rlt•l calore pet· s la))ilit•e il pet·fello pare~gio fra la produziom· c le perdite del tlllurP, o, in altt·i termini, come mi~'<ura Mllo lunghezza uel l11mpo che, solto dale condizioni melt·orolog iclle, occcrt'O al polcrro r egoluLore del ca lor e pet• rag~iuuge1·o 'lul'lreqnilihrio. In questo senso l 'aunwnto della ~ lemperalut•a dPI cor po lt·ovato do •o una marcia può prPndersi ("Oille llliSIII"I\ t•elaliva del òisltu•Jm riPII8 dir,p~>rsiOllP ciel calore durunle unu marcia, f)uando unn Ai""Olula clelet·miuuzione (calorimelrirn) non sern lwa pos"'-tbile sotlu cet·Le conclizioni . !)• Secondo ogni pr·oba!JtlilA !>i Janno anche fra gl r uomini difl"et'OnZP i n!liv iJ unli nellA racu llll tld pol<' l'H regnlntor·e del calot·e. eli compensllt'e i Ji:olur·bi tlt>ll'Pquilibt'ÌO oJel culot·l"'. Cosi il calore t'i!"conlrato yuasi c:n ... lanlemenlt• più e le' alo c talvolta tn~'<nlilEIInt'nle eiP\8~11 in un niutanl,.. rl"o!tpedalc in confronto a lt'O fuc-ilieri •hf"liciltnf•nlt' mnmellE' altt·A spiegAzione se non che quella che 111 lui fu,...,c diroinuiln la racollù del pe>· terc t·cgoiOLnt'e ùel c.:al<n·e o~~in rlci Yasi culllllt>i rl r aolattal'si p ill n meno mpidanwn~c . sccO tttln l'aumenltt dolili ('lWd ila del calnt·P, ai bi!logni t•iehit>..:.Li dallrlma!!gior t• u milllll'•' ~trav,zza dt>l Lurbollll'nln. Si può anehc nmmettere in flU•·"lo rnso come cau.;;a t) .. llo occe~sivo aumeuto rlellH lempE'I"Alur·A un t·istringim~>nlo lo•luniNl tlei VAl:-i culnu••i, •111in li uua uumenlala irriLaLiltl.lt tlellt> lllor e muc.:colari li..:.cll' in conscj!U•'liW di'Ila e,·aporilt~ i: i C'nc d<' l ::; ndor e dAlla pi'IIC, irnpt'l'OCI"ltè fu osservato un nolovo le p~1llcwo c..lclle. rnle cito li ll A vollu si vide numenlalo fino ul §!t'udo Ji leg~iera ::iuno!->i . Sen7.8 rluhhtn la racnllù d t> l polet·e rt>golaloro del calore di adtillllr~i al maggiot• bi~ogno rli t·atfrescnmcnto nello mArcio può aumentare con rc~è t'ct z io. 1•: •perci0 che i vucchi soldati di fanlerta. con l'uumeulu della produzione del calot'e iu marci11, pos«ono mollo più factlmenllj t'u ggiungct·e l'equilibt·io fra la produzione e lA p er cli tu e qu ittd i, 8\'CI'C, n<•lle sLt•sso cir coslanzt> un piccolo aume11to del caiOI't' pr oprw, tlle non i sul·luli gin\'Ant ancorA pnco a<>~ueratti a mat·ctat·e in uniforme col bn;.ra:rlio. F. infatlt sono lfUl':sli ultimi solrllllt f•ltt> d anno ' il tuaggtor conlin~e11lt> eli colpi di calore nt>lle m ArcJc. 111• LA utfluPnza del ve;;;Ltat•to sull"aumcnlo dt>lla lemperolol'll fu dimoslr·a t.o in lulle lf' Mset·vazioni. l fuciltct·i col ve-

i>"'

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RIVlSTA 01 , EC:oì iCA

sLito e l'arredamento delle marcie in campa gna ebb~>ro sempre le p iù alle telll!'Cr alure del corpo. l fuciliet·i vestiti lè!:(g:ermenle non erano diversi dagli ollt·i, eppure cbbei'O sempt•e tempe ralut·e tuoll.o piu J1a ~se. L'n umenlo ùellu lomp(• t•a tura fu in qut>sLi i n med ia mi nore dol io metà r.;he nt.:i pt•imi vestiti e a t·redoLi pi(t p~l:òantemenle. ~elle gaornale calde. in cui l'aumento del cnlot•e pt•oprio ,. rna.!gio1·e, oncbe la diiTt"t·cnza dell'aumento llf'(.;li Utlffitnl di\" CI'~OIIlC11 le vestiti e 08lUI'lllmente più consider· ·vole. ProbabilmPnlè pet•ò non il div,.r »n peso (la differl'nza 11011 ò [.<rawle) mn il diverso ve!;Lilo ,. In suo inJfueuza Rulla pBI'.l ila del calot•o 1101' lA. pelle è la <·uu ~a di questa divl'l'!'l tlù noll'Rumrnl() dt• l c·alor e del cot·po. Ma iltlumero delle o<~'let•vazioni 111 tue~ll) senso, è ancoro lroppo scat·~o .

u· Inlht••nztlllell'aumenlo l!rlln it'mperatura anunalc sulle furze Jcl ~ol.tnlo clt fanteria in lll81'('Ìii. E cerLo c ce uno Lempet·alura fd; a·ile eli :39'.4 C. du t'lll le' una mat•cia ùi più Ol'e in giorni di es l. ole, non è senza itn pot'la nza pet' l'utlilll()i ate di questi soldnli n '"ut·da t·e, •na pt'ottuce degli eftelli mtlllo sfavot·eyoJi ""~lllle fot'ZE' del corpo. Qu e~ li cfl'clli a chi o;:;sen-i nllt:.'n!omente una lrllt·PO in marcia appariranuo mnn ife~li: essi ril!uurclttno in po.rlc la uutrizione, in par te il '~icotemn ni'nrosn di'l <>olrlalo. Se UIJ soldato d i fanteria, ùopo cltf\ ha fatlo due o l•·e rnflrcie di m ed ioct•c: lung-hezza in lo111 po di es l~>Le , si O!-lst• t• vn il seguen te g ior·no eli 1·iposo, ~i trovct·ù di r-egola cho Il l'IUO volto è diYenlalo nun <:olamellle più IH'uno, ma a nc.:lu~ )'iU magt·o; e se si ra ~pogliore, si cono"cr l'lu· ti suo cot·po hu per lulo della sua pl'tmaliva t•oloudila e p1eneua. S e lo individuo ha orgam ùig-f'<:ll\ i ~aui e buoui nllo~~nnmenti questo fe11111llE'no non ha moll o am pot•Lunza; egli t·tcupet•a presto In !'l<t:-:l.onza. pet·dula ~ non l'Aa·a nlen l.(', se lo monov ra no11 fu r11rdl0 falico>'a, to t'tt l\ olln g ua r nif!ionc co11 Llll pl'so muggiot··· dt>l corpo di quanclo n'et·& pat·lilo. Prima io cr t>dt>lti che •Juestn dimal!'ramento clopn le rno•·cie d i pende~se clallo numenlalo consumo della mater·ta oJ·~anica pel lavorn mucoc·niLWt', che i prmrtpit uuu·ili,-i e-;t~leuli nel ::angu ~ ci t•r.;olunln e a C(!Uistali con la alimcnla7.iono IJOn ba-


E SEUVIZIO )IEDICO lliliTARE

1.?/5

sla~er.J oll'aumeutalo 1&\'0l'O, e '(uindi ti depostlo dt gt•a:;so

clte ha la suu pt·incipal sede sollo la pelle l'nssr• t·iasMt·bi to. In pat·Le que!lo pu6 essere. ~la ~e s i pensa alla rnaggiOJ'e quantità •li ctbo eh~ é pr•~!-IO p1·ima e Jtu·anle una tn81'Ci&, il ònnagt·uttlcnto apparin\ troppo !:n·ande do. pote1·si solo spiegare in 'JUcsto ~r~oùo Ollt·u oli ciò è s tato dircllall'if'll lf· ùtrnoslrato Ùl\gli c:perimenti sugli uuimali che gli animalt n ~angue

caiJo, 111 qualt, senza nlcun IA\'Oro rnu-,t·olsrt>, CO li In impedire &etnplict•tm•ule la pet•tlila .lt·l t·alore tenendo! i 111 t'a<•s~ riscaiJtlll', " ~ lal<:l innal1.alu urtifìcialntt!!tle Ili le mpot·atura ùel cor po, F-l' IJIICSllJ stato tfUf'll 1111 JH'ZZO, i'Cl:ITIIlllO lliOlttl flt (tCSO o ditrlag t'/Jno visibilmente. An chù il ~t·nttdt< dimugrBIIIOill•• dei fcbbricilunlì, pet' est"mpio dt•i Hwla t.i ùi Ltfu, LidJtH' IIII.!Ì:slet· è jnclinatu o l all1·ibuirlu, nlm••uo 111 pOI'll', ullu az.tutlt' dell"aumenlala l•·mper·a~ura; ti l'lt•• d uoo i sopt'a ri<'lll'•fati "l'''' i menti su!.!li animoli sembt·o I..· n r"ndato. Sen~ dui>I.Jio quutdl unclte il di tu n;:r•utnenlo che s i OS!'Il'l'\'8 nei !'Ololuli, dopo l<' marcie nelle giot·na to ca lde, de" ù itt ptlt·te ntll'lbuit·sl ullu uzit)ll e dellti aumentuln t.•tuperalut'a del cor·po. Cau~u della ùimirwzionl' ,;eJ pe;,o in tali ~"uSi è pt·m ·ipolm enll' dn t•il••net·si. St't'ollrlO "' t·it•f't'cf,p ùt>l Lill••n o>t! 11llri. l'fwmenlnta scompo:::izion•' delle l"O!'Iluntc nlbmniuortli (" in J•ar·licolar•e dl'i cor·p u ~roli t•o,;:i dr! ><Hnguc-) lA quBle si rivelo pet• ll'l •·OnBiUCI'<.:\'OJL! ll UIIIOiii U <leJi u SCJ'UI'8ZÌO!l6 de JJ' ur·ea. E poS!'Iibtlo dtc unclte 1.~ degenet·o?.ion i g l'al'<so;o;e lt'O"al~ eoslanlPntelllO tlal L tiLen nei l'IUui spet·imcnlt neglt urgnni interni (fP/!'Alo, l'eni, Cll•ll'"• tnu~co li) contino udla c.liruinuzione del pc-.u. L'ullt•o em•tto dt<ll'all111~1llalu lo>mpf't'8lllt'H del corpo nelle murc:e st 1·ifer iscc al s1sl<:tllll llt't·voso cenlt·alc. Nel!~ tal8J'ci~ si sono o&sct·vati fJUesti di:-lur bi del ~islentA nct'\'oso. s lorùimt! nlo, ]JGI'lut·bawet,LO delle l'unziunt di ::;p n ~o (ull'uscumen lo della visLn), vct·ligini, f.ll ttiulut·u bnr·c!JI Iun le, p ~r·d tla della co scienza, lt·omot'oJ dello mnni, t'llllliL'IIlO f! l'U i tù i ~s illl ù tl~ lla. fl'equeuza d··l pol;,o P. del t'e!ooopol'o, COII\'UIRtOut. A \'t< lido pal·licolm~rneule I'Ì\'Ollo lo mia nllPuzio u e sulle altet·1uioni. eh~ accaùollo, ùopo che il cut')JoJ è l'tsca!Julo, nl!l porl&rncnlo della p =t·sot iO, n c: llo.dispo~iziunc J i uninto, n e ll u ntanifeslu7.iullc dd le


1276

lliVIS'l'A 01

TEC~ICA

rar.oHu dello spirito, nella CO'ICtem~a. nella parolu e rwlla percezione dci sensi, mi sono pc1·~uaso che ciò che noi clenonlininmo c·olpo di calor·e nun ò un accidente che g-iunA"C su· bilamenlc, improvvr.::aml:'nlo ai soldati. a guisa di un colpo, ma uua mfllattla ciii' ha r <~no1 dele1'1l'lÌ11ali ~inlnmi e i ~uo i pr<'CIII'SOI'i e clio si monife«la co11 divl'rsi gl'adi, dalle forme lcg~terissimc senza perit:olo A CJII"lle più gr·avi eh~ conducono alla morte. Si pos~ono opporlunamrule di.::tingue1'e Ire gr<uli •lr~li cf· fel li della t•urnc:nllllu lcmper·ulura del cnrpo su l si .. lcmn llPI'· \'O~o t'CIII rate. Primo yrado.- La lempt·t·ol•u•a tiel COI'PI.l si è <>tahililn ft•a cit·ca a-.:• O e 3fl•.ft C. l r.. rwrn t> rtJ <:ono ..:imiti a quelli che si o'!.!<t'I'''On., in JH·inctpill ,fr.JI e maluUill r... t•ht·tli qutuulo comut~: a ad uumentm·e la len•pcrntur•u del <'orpo. Il f'oldnlo perJc clappl'imo lu sua vivadlil, cc<>.,n di cu r1Lure, divl'nla Ladlut·no e mu~lr'A a v w•t•sione u con' Al'"'flt'P c'<• t camer·ata. La e"preR~'>ione del :-1110 voll.o è 1!l'fl vR, <·ome lll'llRosu e alleg-f('iala n uwsti~ i a; !\Ì '-cor:r•' in lui il Sl'lllimuulo di mal~~sere, l'utne !"e quolclte c·o:-a l'opprimess•·, lo ~Lri r q.!'•"SE', o come' se RV•'S!"I' da fut·e un lsnwn cltt> gli Cn"'tn falka. Ln co.,ri...nw é <Jncora iull'!!rA. Il su., passo è !"-ÌCUJ'O, il suo por·lanJo•nlo <' •ru··llo Ot'•linal'in. c·nrne nella Il O!!!:illl' p:orle ilt•i '>OI!.tlÌ. un poc • irwl nato lll (1\'Hnli pPI' Jun11glion• distr·ihuzione ciP! fll'So l'l"'pell" ul centro di gr·nvità. Ln «ua ,·oce è nnrorA dJiar·n e olt.::tinla, rna !'aria lentarnr·nle e rrsponde rnaholenliOI'i. Br• l'utlo un allo, e:.rti l1a vogl1t1 eli

e

o

hu llttr!'i !"ubilo a !'cdt•r r< o !\dr·niRr .. i, !'legno che !'i !'Pnlc nacco c nbhallnln. COmUDPilll'llll' SI lCitg'OIIO CflH'Sli fe llOi tlCtll P'' l' l"iultltni di sla11chezzn; ma che t.io non !"ia, si riconosce f'n cilntPnl c Jt<'lle giornalP- di lllOI't'Ìa piu calde, iu rni i !'linlqm i ùi dt>Jll'l•ssiono e di a!Jbnltimonlo i11 unn Lt•uppa giù si nl&tli· fe::;luuo •tunndo non fUu e~-.er·E' ~ (ncsllone di slHnchezza li"ica in gHI\'811Ì tOSi J'Obusli. Que"liJ Slalo 11011 punto pE'l'icolO!'O. Se a ratto un allo più lun:.:o, il ~<oldato si rislahili~ce pronlllmente l' t•icupCl'a pt·cst.o la <ma fll'irni liwl YiYacilò Pcl energ-ia. Secondo yra,fo di risealdnmento. - L a lempcraturu del corpo aumentando a poco n poc:o, !;i l\ fe r mata slahihnentc, 1101 termine di mezz'ora o uu'ot·a, fra ;j9".0 e 4U". ~> C. Il soldato

e

'


E SE IIVIZ! O MIW JCO

\TIJ.J TA IU~

1 ~77

presenta mollo più intensi gli stessi fenomeni indicati come propri del l" ~tt•ado. Egli fa la impressione come di uno stordiLo, marcio avanti apatico e inditlcrcnle a Lullo, come sopra pen!ìier·o, presta oiuua o poca allonzioue alle cose che lo circondano e nessnn inter esse Jaaoslra per le aLl r atlive e l'avvicouda rsi dèl pt~esaggio. Alle domande risponde sol o slentnlaanon le e come di mal nvoglin. Il :<uo aspetto lll;t qual che co"a come di incantaLo o di l'l upido. I I vol to t, r osso c upo e tmniuo: dal la ft·on te e dalle Lcrnpio goccio la il sudore: gli occhi sembrano spalaucaLi, ar·ro..,suli o fissi <li suolo: la bocca è a perla, il r·espìt•o acceleralo ordinar ia111enLe anche un poco profondo e rumoroso . IL porlauwnlo della persona é quale fu desct•Hto pel primo .:rado. Il passo dapprincipio lullavia freniCO e sicu ro, ùivenf.FI presto "laaaco P sll·isciante; il solda to ut·ta focilmcute ira ogni tnin illlo os tacolo e dura visibil m cn t0 J"n Lica a tra sportar e ,;o o i t suo cari co. Presto succede un o slalo di sncrvarnenlo o aa1che <li pr·ol'ondo esaurirnenLo. ~on raramente allo indi viduo gli si offusca la vista, e sentendosi venir meno, se ogli ù ancor·a in sè, esce dai ranghi pPr s:lrAi;lr<>i ui lati della RLraùa o seder si sul mnrginc dei fo~saLi.

~ cruesla la forma poco conosciuta P iinora a !.or lo poco consiùerala th•llo snernllla ento o ~pos..,amenl.o delle marcie (:~cltl~(llne··clen.). Cu termornett·o introdotto a Lempo che segnasse una ternperalurft a11ah.1 frn :lW e W• C. o più indiche rcbb~ subi to al m etlico elle si Lrat.Lo i n reali~, eli distur bi ser i i clac :;ono deiiR slcs::a 11alnr·a o Ol'igine rl i quel li del col po di calor·e o ne c li ffct· i~co n o solo por In minore gntvezza c il mi nor· peri colo. (lues ti feuotr lfl al i pNcur,ori dovrebher·o esserf~ un !"Cgnale eli avverlilneulo C{ una sal Yaguar dia per pr evenire il minacciato per icolo. Risogna inollr e ammeller e una •li~posizione ai colpi ùi calore, la quale fa che alcuni più eù altr-i meno sieuo soggetti a I"{Uesl.a malaLJia per ecces,:;ivo ri:'\CH!uamenlo tlel r.orpo. Secor1\Jo quaulo fu esposto più sopra •tucsla disposizione deve cer car,:;i i n LUla diver sa eccitabiliLu, o. i raa!Lri ter mi ni, in una tl i vcr.;;a eaer gia del sistema net·voso centr ale. r.e persone clte si clicono ùi ner vi deboli, che sono l"a cilmente eccilate ùai.-


lli\'JSTà DI fEC'ill..\ turbamcnli pc:ichici. che dopo le occupazioni menlsli o un vivo esercitio degli organi doi Rensi facilmen te si stancano, i cui ner vi cutanei !"ono par licolar111enle senc:d1ili allo vAriazioni della temper·atura esturna e tlnnlmenlè C•Jioro che pet· abuso eli li'(ttOri spirr lnsi o pet· l' uc;o di nat·coliCÌ (morfina, oppio) o per uc:o eceusc:i ,·o eli tahacco o di call't> f1wte sono, come si dice, dh·enlali r..erc•··~;, che hnnno cioè un si<;tema nervoso ceulrAic anorrnaltncnte f'l!ll<~ibile o irl'itabile; lulle que~le pet'!?one devo110 eS!òf're pnrlirnltlrmenlo dic:pO'Ile allo sposc:nmenlo df>llc marcie e ulln lriRIHllia del eolpo eli c:ole. Tutto il va5lo rlollr r11iO de.lln rrOUl'O!->lon ia (rtournslon ifl. cc:rebrnle, rlcbi'lez7.a dE'i nen·i) devo qnindi daro il rnA~~ior conliri!!Pnle •h'r rltc:po ... L ai cnlpi •li t~alore, come parlicolarmenle !"i inroutr·o negli ordini c:()cialr ngiali e ic:Lr uili. IJ'altt·a parte le per.:onc cnn nervi "Uni chu hnrmo Ullll buona nulrit.ione ~ dormono hene. dtc c:ono ;.olwie e 11!-'ano !;CArsamen rc clei god irne11ti del la vila, pol-l!-lono ~o p po r Lat·n Renza nolovole ùis-Lru·ho nel le marcit• per c·ir·ca un ·or·o. una lemperatu:-a fra :l!l".:> e il•'.5 C:. <.Jueslo <~i verifica spcl'ialnwntc nei solùali che "er\'Orro grù da ptù 111111i o ><ono in cerlo I[Unl modo assuefalli all'aumento del caloor•• t'rntwio n•-Ue morcie d'ec;late. Ollr<' a ciò 111 •Jnec:li ,·ecciti fnnl.flcc·inr il meccnni~ttro rosx-olalorc del cnlor r della eu lo hA nrdr nn r iarne11lo acquista lo dall'eset'cizio l'nllr ludine a un piir t'ftpido aumento dclln perdita dt>l calot·e, coc.,icch ·. il pcr·iodo dell'equililmo !'n1 In proùuzicHre e In porùrta c t'aggiunto pilt prt·slo e. In lompc•·nlu r a ùel cor po sale meno. Ter~o grrul•l tlc·l ri.w:'llc/am r lltO. La temper Alur·a ùel coq>O c' llrriYatll a 11.11" C o "ulu Rllch~ di piu (colpo di calore). l sinlo111i >~nprn .tc:-:cr·iLti au1nentano ancora e [ll't'llclono un carattere nrinnccio"o l .'uorno pcr·cle a poro a poco la coscie11 :r,a. alla pe>'w rlezza rli lr.c:ln :;;i aggiungo IJJ1 !'Or ri'IO di vertigine, sict'lru nel rnurcrarc vn •illn; lu !.A !!li si oll'uc:ca, egli non vede e non ode pi11 dto<lint.Arncnte, pcrcin non ri spouùe più nllo clomonùe. Il rc-.piro d1vent.a onlinfll'inurenle 1110Jio frequ<•n!c o snpor1icinle. 1! polc:o fUf:f!O\'ole c non più nurnerabile. Pt•l solito la pelle diYeuto. in pari tempo, por la cessazione dul !=iudor c e la [lHl'Hiisi dei vo.si culanoi, nsci11Lla

,.i"


E SERVIZIO liEDICO lliLIT.~RE

lzi9

e cianotica. Eg-li va a vanti hul·collando spir1 to meccanicamente dal sentimento del dovPJ'e e dalla abiludìne, ancora alcun'nllr! pnssi, e quindi· cado a te rra privo dt sensi. Alcune vol te s 'aggiu11 p;ono spiccati l'enomon i cerrbrali, d i regola fenomcui dJ irrilazion·~ e pa J•licolHrmente ~p11sm i di singoli g r uppi muscolari edancbo cou,·ulsiuni. Di corto io vidi in un caso di èolpo di calore conlrUl'. ioui letaniche in alcune regioni rnu<ocola ri, che durarono :H ore. Finalmenl~ è slalo talora o ~servnto il delirio, grnnde irrequiet ezza o agitazione psichica, alluri11azioni ed aucbe In mAnia trunsiloria. QuestO perioùo tlell'aziorw del C'Alore sul s islellla nervoso centrale è, come oguu110 l'Il, t•or•icolosissirno pe•· In vita. Ad impedire l'esito mortale della malullia e della lll'l:rgiore imporlarl/ 11 primieramento t•he il per icolo sia conos,·iulo per tempo c il ~oldalo sia s ubito fallo uscire dai rnn!!hi, e in secondo luo;:o che egli ;:;ia )'ÌII prrc:to tl•e possibile raiTrescal.o da nhba~Mr·e 11'1 lemi">r·n lurn fiLI un g r·ado 11011 per icoloso. 111 quanto ul primo puuln io 110. nella i.,Ll'uzioneannuoJe sul colpo dt CHlore a~li ul'lh:lall e sottuffkiali del rni batta~d ione, i;:;tanlcmente l'uccornanùato <·Ile, non oppenn !'li nola della lincch~>zZR nella truppa e hP marcia. ::iano tenuti d'occhio ({Uei soldaLi rt.c sem b rano p111 spo;:;c:ati, e, quc..,ti, rn pArticolare colo r o c he sembrano harcollare, chiamRrli JICI' nome. Questo,., un J,uo n mezzo per ncccriArsi se 1111 uomo <'• an!'.Ora in co~n i zio n t • . Ma la perdita <lt•lla co~cienzfl ù il primo s intomo del rninncciante pericolo di vita. Dei rnorli di rafl'r ec:;camPnlo sarÀ discorso in fJnPsl' altra parte. (Con t inua).


1280

NOTIZIE

Inooulazioni antlra.biche in Italia. dico, N. 10, iO o LloJm~, 1R~Ci) .

(Raeeoylito1'e N/e-

Ornai l' Italia nou c più tr•ihular ia dell' istiLuto antirabico Pasteur cii Pari,r.!i. t\ :\1ilono g-li egreg-i dottori Bareggi e 13arallieri han110 in<.:omincitl l.o ad esegui1·e inoc1tlazioni anlirabiclrl'l !\u va ri inclividui morsi da ca 11i rdrofobi 1 e con risultati ~plendidissi mi. A 1\apoli nell'ospedale di Gesir e Mnr·ia, pt•esso la clinica del pmf. Ca n la n i nel laiJOI"alor 1o dr balle1·iologia, egualmente si opera1·ono le inoculazioni col virus entir abico P asLeuJ' e IJlll ptu·e i risullal1 sono !\lati rel icissHni, e su rli un numero n on in Jiffot•en t ~ di mot·sicaLi da cAn i idJ"ofobi che vi acco t•rono de og-ni pat·Le d' Italia . Anche A Tot•ino. e precisRmeule srno dal maggio scOI'!'lO, alruffìcio municipale di igiene si pratican o le iuoculazioni col sistema Pastew', e l'unor evol e Sambuy, sindaco di Torino, sino dal suo inizio hu ravorito e caldeggiato cou ogni mezzo possibile questa praLica um1:1nil&ria.

11

D~ret LOre

Doll. l<'ELJCE BARonro col. med.

1 1 Collaborator(' perla R .• Mari n et

n l:ieda.ttorc:

GUE I.PO VON SOMMER

C TJ AUU I O SFOIU A

;1/edico cl i 1• classe

Capitano medico.

~UTIN I FEuER ICO,

Gerente.


MEMOR.I:E

O:R.I:OI:N.A.LI:

JL

SKilVIliO SA~ITA RIO NRLLA~rRRIU Ol 1Hl~TAG~A l~ GLI J\PPAHJ~CCill

CUJDA

TRASPORTO DEI FHITI E MALATI A S('HIEH DI MULO

APPIJHTI DEL DOTT CESARE GOZZI 11·\1.:-il l.

,

, .

. , .

\U,Iti C:II

Il IJill Plli'~O

t:uo Ap(Jeunìu Jl:lrlJ', il mnr circonda Il l' Ahle •

OS!'t>t-rnto sotto il plmto di vista "lrntegico, oiTresi nelle piu naturali r.undizion i geografiche pr1· Ci'Se1·e, almeno nei primordi di una (life:;a I'OOl!'O on esf'rcito chE' tcnla!'se ioTadere la penisola t Iella lerraferma . teatro di una ~uerra in montagna. Su questa :;empi ice. an;:i ovvia considerAzione, restn n Lulla prima :;pie!-:uln la nua e la pt·ernum che si è messa in questi ultimi Lem.pi a rendere lA Al pi un baluardo meno idoale rli qnello che lo fosse nnlle rnctnfnr'' dei poeti, i quali . per nnn convf'n:-:iooale Lr:tdizione . s' t'l'aliti a'' 'ezznti a "ederf' nella rnLena delle noi<lre maj!J.!ÌOri lllOnta~ne la corona Ili granito, posta dalla pro\ Yidenza n sa!Yn).!uardia ineluttabile del dns"irn ..ti>ale. La creaziorw iofat ti dei reggimrnti alpini, qual<' milizia lor.alc•montana, ha soduisfallo ad un reale l1isogno dolla nostr·a or·ganizzazioM militare, come. dnll'altro I11Lo. l'alle:;timento di un a 11\llla po1lerosa ha co rri >po~to nd un 'altra necessit i\ ::;egna81


IL SEBVJZ10 SAN ITARIO

lata dai H,:H l chilometri di costa (isole comprese) che l' l Lalia lHL da luLelnre.

In tali premesse con;;isLe Lutla , senz'altro sussidio di argomenti , l'importanza cl elia tesi che ci siamo proposta e che polreh!J 'esscre ria~s unta nel ser~ u e nt e enuncialo: fiata una guerra in monta~na. indispensabile un regolare sen izio sanitar·ic1 di monta:;na. Oggi!:iorno anzi IJIIest' i· u11 assioma; giacche in mrzzo a Lanto t'i::Ye ~ li o di ··m·ita preventhn. il problema clcll'assislouza ai maiaLi e frri li iu l' uerra nou :un meLLo ri::;en c. ui· re::;trizion i; ti ev'essere sriollo iu ogni:mo Lea·mi ne. perdtt'•dovuncrue i' un ··nutpn di llall~•l.!lia. ivi pur·c dt'\ 'essere un campo di medica operazione: dO\ e l crentnalita del danno, j, 1 pure la pos!'ihilitit maLPr·inle. se uon la gnr·ant.ia, dol risarci111en1u. Com1wuetrn lo eli questa logica, mol le potemo miliL:n·i si sono recenlemnnLc preoccupate dol sct·Yizio sanitario in guerra con Yero slancio. pari alla tilanlropta della causa . introdtwendori qneiiC' riforme e quei!C' inuu,·ar.ioui ci.Je sono reclamate dalla mo!Liplicata miridialitil del lo nrrni moderne r dni progressi ùell'at'le salu!at·e. ~ essuna perù si ~'' occupata dolln sprcialitit del servizio sanitario in moula ~na io moòo da poter offrire alle ali re un tipo cosi completo e perfetto dC'I ma~crinlll occorrento, t'ho deuha l'Ìlencrsi de).:no tli essere imitntn n ript·odoLLo . :\ ~ 1\ da mer:wigliar,:;i se i la\ ori ··nmpi nti alril-(Uiii'Ùtt. parer•·hi dei qnali figuraa·o11u auclw ucllc piu recruti pspo~izioni internazionali, fnronorrliJli,·umt'lllt' Sl~ursi e non ~uddisfece ro alla :;ingolarilit dolla loru iuditnintH·, percùi• il lt' tna ••. pressocbè nno\ O, us~ui ohhliMaLO t>tl irto di dil'licolta l'di osta~;oli, de,·oluti alle acrtilentnlità topoj!ralirhe. all 'i..;uJ.unt•nto c•l alla penut·in in cui, qua::;i el i regoln, t!PH• :.volget·si l'uuzrùNto ,ervizio.


:'\ELL.\ GUElUU DA ~lO~TAGNA , J:!CC .

1283

Lo scopo elle ci siamo prolissi, nella modestia dol presente -studio. ci co~tringe a fermarci proferìhilmente al servizio sanittu·i o in montagna presso il nostro esercito, ed anzi con ma~gior rignarclo a C fnella pa1·te del servizio che concerne il trasporto dei malati e fe1·iti negli staui!imenli di prima linea. Tale trasporto . com'è ben noLo. deve eiTelluarl'i per la seguente t1·nlil:~: a) dnl luogo del eomùntlimcnlo al posto di medicatura; /t) da l pnsLo di metlica tul'fl ill l'inferrnc rin avnnzata; c) dall'i!1fermeria a,·anzata all'infermeria od ospedale di tappa. Ora, J.lei'I(Uanto si rifcri :.::ce all'e,•enicnza contemplala sotto il t:ouuna a) r·esla sufflciontemenLe profYetluto ùni portaferiti mediante il tm~porto a br·acc ia o con barella. l~ no torio però che inmon lng ua vi ~o n o passaggi cosi ::;tretti o lortno'i ùnve un uomo non può lrasportarne un all1·o che sulle spalle, o ve nf' ,;ono altri t:he permellnno a tlne nomini di porlarnr un terzo ~ultantCJ c•111 una ha•·olln o sedia, cbe, compn';' i manit·hi. non .;ia piir lun,!!a di un meLt·o e Int!zzo. La ba!'clla re;;olamental'l' tli,•i.;ibile, modello Arena, della cy n a l~ sono ilolale le co mpa~tnie alp ine. è l unga metri '2,30 (meno pct·ciò llella rigiÙ;t t:he,., tli metri 2, -s.:;}; es~a :~cr!_e bene nl Lr.hporlo nrlla mag~i or· partt' tlei ::;enlieri alpestri, non però in tJuelli che sono di ocn!tionale. ma non rara, ùif(jcoltà, ell ec•·o nn caso ->nl qualr ci limili.uno per ora «li rit'hiamare l'atten%ione. llispell.o po i all'e,renienzn ind icata so lto il conlnHl c) ba<:terit 1\t,·erltt a•·cenuata. giat:dll· P~eg uendo~i in ~rnl're il trasporto "U vie rota bi l i o ferralt>, "llrtt permesso di compiere lo SMomhero valendosi llei mezzi ··ornuni come se si trattasse di una .!uerr·a l'U terreno di pianur·n. Ma non co~ì r·iferibilmcn teal ca~o :;peciOctHo so lto il commn


1284.

Il. SERVIZIO SANITARIO

{,) perche è là appunto che esiste una reale lacun:1 che ern iutlispensauile di riempire. Tnfalli è ancora ignoto con quali mezzi e con qual pur·sonal e dev'essere effelluato il trn,;porto dei roriti dai po,ti di med ic;1zionc delle com pngn ie al 1,; no comlwlten ti nIlo ri speLLi ve infermerie a'Tanzale. Si sa che dnll'uhica7.iono cvAnl.uale !lei posti di ntetl tcn lttra a quella gia prestabilila delle infermerie a,·anzate. ruleJ't'edano spesso distanze molto rilevanti equivalenti ad un percorso di 30-:10 kw. o di 4-U ore di strada mulattiera o più ancorn. 'intende poi di legger·i rome iu causa di tali dislnuze, i porlaferiti non potrebbero sostenere la fatica di un tmgillo che a.111'Ìori eda ~:al colare superiore alla loro resistenza. senza diro che il loro numero attuale è ·osi e>siguo da non collsf'nlire cl te essi siano flisl rnt l.i dal luogo dell'azione. Ecco infatti quali sono ora le condizioni del son izio sauitario di una compagnia alpina durnute un comuallimenlu. gssa ha. come personal<'. nn ullìciale medico, 1111 aiutante di sanita e cinque porlaferili: l'Ome mer.1.i ùi trasporto, due uarelle Arena. TI medico, secondo le uorme più EJiementuri, slttbiliscc il poslo di medicazione possibilmente al ripam dal fuoco . 10a d'ordinario all'ar·iLt aperlit, n dislunza raria, cl:! qualcùc ccuLinaio di metri ad un chilometro, dalla lortuosa linea di creste occup\t la dai combattenti. IJ uattro portafe1·iti con le due barelle vanno a raccogli ere i caduli, e secondo ilnunwro di que Li e la diver·sa dislunza. pos:-ono, in 6 o 'i (Ire di fuoco, e,-sere nel caso di perrorrere in JJiù 'Tolle parecchi chilomotri per jliffkili erte e rol gra'e poso ùi IO O e piiL chilogrammi. ùarella, ferito e suo utTI'damento compresi. Si Ycdo quindi che non s,,reùue possibile nè com·enientc di dare a questi portatori un compito mag-


NELLA GUERRA DI ~IO~TJ\GNA, ECC.

·1 ~85

giore, quello cioè di traspot·tare il ferilo più indi'etra del posto di medicazione. Si consideri inoltre che in un comball imento accanilo e prolungato si può avere il ·l O e più (l/ o di perdi te, e 1Jerciò in un a compagnia alpina cl-i 2i:>O nomini, oltre 25 colpiti. Un quat·to di rJnes ti saril fall-O di morti :;ul luogo o di moribondi che sa· rann o Lt·asporlali o la,;ciati a morire sul posto di medicazione, dopo somminislraLoloroun anes tcl ico per lacosidetla eutanasia; un nltt·o quarto sara ùi ferili lcggicri, che potranno reca t·visi da loro o soltanto SOlTelli: l'altra mel~t sarà data da feriti piti o meno gravi che de,'ono essere trasportati in barella al posto di medicazione e poscia inviati, insieme coi feriti leggieri, all'infermeri a avanzata . Vi samnn o dunqllC secondo tal co mputo, approssimativamente l:l indi,ridni da trasportare dal posto di merlicazione all'infermeria avauzata: con qunli mezzi non è fi.n ora slaLililo. L'idea, o rueglio il ripiego, che si a !Taccia spontaneo all<l memot·ia, è quell o di ricorrere ultmsportoaschiena di mulo, npprolìllando dell'apparecchio che possed iamo col nome di pot·:nntina u :>ej,tgiola od a l etti~Ht e che è doppia per of.{ni quadrupede c~alco l e t s); ma esso purtroppo non corrisponde assolulamente : l 0 percll è ha bisogno di un basto speciale, non potendo adattarsi a IJasti comnn i e Wnto meno all a bardella, e perché ha peso e volume tale da esige1·e. uocbe quando 0 vuoto, un mu lo apposi tamente destinato; 2° perchè a car ico completo (due feriti, lelliga doppia e hnsto con fin imenti) pe a non mooo eli kg, 2.20 e non può es er·l' someg-giato da un mulo, anche ftH'Lissimo, in montagna; 3° percbè la larghezza tlel carico montato, cioe Jelle dlle leui ghe sospese ai !ali del basto, è superiore ai 2 metl'i, e 1


1286

IL SERVIZIO SANITA RIO

quindi maggiore delle comuni strade mulattiero e dei passaggi montani. Riconosciuta così l'insufficienza dei mezzi di trasporto regolamentari pel nostro servizio sani tario in montagna, ci à sorta naturalmente l'idea d'indagare in qual modo ~i prov,veda per· gl i analoghi bisogni presso le popolazioni dell e nostre Alpi. )la dall'as~ieme delle informazioni che abbiamo potuto· proc.urarci si è resa pii1 che alt ro manifesta fa mancheYolezza e la imperfezione dei mezzi od esped ienti adoperati dagli Alpigiani, cosiccbè la presunzione di tr·ovare fra di essi qualclle sistema ed appaeecclrio che, rispondendo alle più essenziali esigenze, potesse prestarsi come esemplare o campione per il trasporto dei mnlati e feriti nella guerra di montagna , rimase· interamente delusa. Crediamo però non snperfluo, a maggiore schiarimento, un breve riepilogo delle notizie ricevute. I mezzi di trasporto in uso nelle varie vallate o località della nostra fronti era alpina, si possono complessintmente menzi onare solto le seguenti categorie: a) trasporto a dorso d'uomo. Questo mezzo di Lrn;;porto non potendo sen·ire che a brevi distanze e perciò solamente nel Lrngillo dal luogo del comllau imen to al posto eli medicazi one o a qualche altro sito poco· discosto. rimane fuori del nostro còmpi to che è quello di sopperire al trasporto dei feriLi a maggio1·i disLanze, cioi· sino alte iifermerie avanzale. Giacchè è ev idente che, a meno di avere al segu ito dell e truppe un esercito lli porta tori, come pi1"1volte hanno fallo gli In;;lesi nelle loro-guerre in paesi barhari Yalendosi degli indigeni . tal genere di trasporto non potrebbe essere utilizzato come mezzo ordinario. Non vnl la pena di desrl'ivere in quan ti modi si pratica.


~ELLA GUEHRA DI MO~TAG-NA, ECC .

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il trasporto a dorso d'uomo, molto in uso nelleAJpi, essendo essi, com'è facile immagi na~e, tulli primitivi e non solo disadatti ma ben sovente nocivi ai feriti che banno gravi le~ioni specialmente ne~? li arti . Per mitif.(a re questi Janni si sono falle delle proposte. Eccone una: imp iegar·o la geda piemontese non tale qnal'è , come era stata già indicata dal colonnel lo medico Arena, ma modificata nel senso di spaccarla a~portandone una meti1 verticale per ammellervi a sedere il ferilo il qua_le poi distenderebbe le sue gamhe sopra un doppio sistema di bastoni attaccati al fondo della gel'la u gui:>a di prolunga. Si polrohho altr·esì improvvisare un mezzo analogo dividendo un grosso cesto e riunendon e lo due metà in modo che l lll:l servisse da spalliera e l'altra da sed ile. •)u esti e!l altri consimili cl1e come mezzi estemporanei pos· sono, in mancanza di meglio, rendere un qualche servizio , non potrebbero venir accettati come regolamentari e sono di molto inferiori ad altri apparecchi a clorso d'uomo come quello del )l ichaolis, del Lohner·. del ~lundy, del Fischer, del Palasciano modificato, del l'\ icolai, e di altri di cui tt-rremo parola più avant i. u) trasporto a brar.cia. Un espediente, cui pure ~ i ri corre spesso nelle Alpi , è qu.ello di adagiar-e un malai.O o fer ito seduto sopra un bastone di relativa robustezza, sorretto allo esLremiltt da duo uom;Jl i sulle cn i spall e si abbraccia l'infermo. Altri analoghi espedienti non si diiTerenziano da quelli che vengono insegnati nell'istruzione ordinaria dei portaferiti. Sotto questa categoria del trasporto a braccia sono inoltr·e da comprendersi le barelle impron•isatc con scale a pinoli, imposte eli porte e fin estre, telai gmticolati per il letame, sacco disteso fra due pertiche ed altri mezzi equivalenti ed altretLanL()


Il SERVIZIO S.\NITAOI O

primiliYi. imposLi dalla necessita e dnIla urgenza, o che nel servizio mililat·e sono molLi pi ù acconciamenLe ~osL ituiLi dallebarelle rt'golameutari <: sopratullo da quella Arena, la quale, a uo:-ll'o an-iso, nou teme iJ confronto d'alcuna barella od apparecchio congenere, non esclusa Iii barella articolata da campo e da montagna del doLI. Gscltirh akl ed il l'ttrtlnto tricliuium mobile adopemlo dagli austriaci nel! 'occupozionedeUa Bosnia t! deii'Erzej.(OI iua. In certi paesi e nel cuor dell'in\'erno si ricorre talvoltu alle slitte, lirale d:t uomini ; ma tal e voicolo devo considerarsi corno assolulamenlo e,·cozionale, richiedendo per poter funzionare la concorrenza fii troppe circostanze inerenti alla rigidez7,<t della temperatura, all'altezza delle nevi cd al grado del loro congelamento. o) lrasporto cou quadrupedi. In alcune localilil ...i approfilla del I ~<L.'ilo deslinalo al Lrasporlo dei viveri e dl!i foraggi; ma, co,i com·è, non potrebbe soddisfare all' esigcn~e dci fet·i Li gmvi e perciò si so n fotte delle prOJJOste cd anebe dello espeTi euze pot· nmdore monu malagevole tnl mezzo c 'tu indi dj piu frequente impiej.{o. Si adoperarono •'Ìoè tre pagliaricci. di •·ui due arrotolati venne1:0 fissati ai lati lougiLUdmali del quadrupede oo iltc•·;.o si lasciò disteso trn i due primi; un bastoncino L•·asve•·salo messo sotto l'estremo an teriore del pa:.rliericcio mediano Leueva sollevalu la lesta del giacenlc ed un altro baslone appo Lo sollo alle natiche unpedi,·a lo po ·tamento in has.so, mentre un 'assicella situata in corrispomlenza delle gamLc formava n queste uu piano. Si riconobbe perù dte per ~ ~ · individui di alla slalura riu sciYa assai difficile il manlenerne conven ientemente fi ssi ·gli arti inferio1·i frallurat i. .;pccial ment e nelle pendenze del terreno; perché nella discesa non si può più lascìnro il cnpo del


'iEI.I.A Gt:ERRA DI lfOI'iTAGN A1 ECC.

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ferilo verso il r;ollo del mulo, e se allora s'inverti-sse la posizione del l'erilo si Lunnilone la testa vo1·so la groppa, CJ uosli dovrebbe restare a gambi) divari<:nte senznsurficienteappoggio. L'essere stato tal !'islemn, negli esp<>r·imenli compartHivi. dichiarato come il preferibile, è il pii! manifesto indizio di quanto sia ancora lun~i da una soùùisfa•·eute solu1.iono il problema del trasporto a schiena di mulo . Da quanto si è fin qui esposto emergono qniodi cniaramente tre circoslanze eli fntlo: l o che non <>sistt=. pres:;o !li noi un apparecchio cosi pratkamente cclcllico da poter~i prestare alle diverse esigenze del traspor·to dci feriti e malati in monta~na; 3° che la barella d1tisibile re~olamontare rende un eccellente ma limi tato se rvizio . fin chè f>i Lrnlln r•ioè del lr·;•sporto fL DI'accia; 3° che qunnòo di' enti indispensabile di ricorrere ad ulu·o 1-(enere ùi traspurlo e se~natamente al u·asJJOrlo a schiena di mulo, sia per le distanze eccessive, ~in per non sourar-re i porLa·feri ti du l sito di combnLlimento, nos!ìun me1.1.0 estemporaneo o preparato (i r-acolets co m p r~~i) descri tto o sper imentato, sussiste sul quale ~i a Iodio fare un razionale, proficuo, sic111:o ns. t'S!namcnlo. )la se di tnle matet·ia noi abhiamo In f.nl·e;;tia, presso gli altri paesi uon vi è certo l'abbondanza. Ed a convnlidnre questa asserzione hasLi ricordare che nella relazio1~e dello :;ta.Lo maggiore au~triaco sulla guerra di occupazione della Bosn ia ed ~:rzcj:rovina, in cu i vi furono !~ombani m en tì in luoghi sim ili alla noslra zona alpestre, sono pm·tali comr. disporsi cenlinaja di uomini. mentr·e poi dalla )lf•mot·ia puhblirata dopo dal colonnello medico .\lichaeli,. è lcrito dedurre che gli uomini notati como d i ·persi nelle relazioni uificiali, fu rono realmente dei feriti l! l'nvi caduti fra lmlr.e poco accessibil i, i


1290

lL SERVIZIO S A~I TARro

quali non si poterono t·accqgliere e trasportare per mancanza di acconci mezzi di trnspol'lo, onde si dovè dolorosamente abbandonar! i a morire sul posto, esausti dalle ferite ricevute o finiti dal (reddo, cioè nei modi più orri hili ( l). E chi fa tale rivelazione l: nientemeuo che un esimio e provetto uffi ciale sanitario , o;pecialistadi lfUesti :;Ludi -sempre all'ordine del giorno in Austria· Ungheria -inventore di quella famosa Sanil~its Kraxc. che quantunque non accettalo ufficialmente dn quel governo, rimane però sempre uno rlei più belli congegni escogitali in 4ues ti ultimi temp i per il trasporto a dorso d'uomo dei malati e fer ili in montagna. Anche il Roberl, professorea Val de Grace, nel suo magistrale LraLiato (2), edito appena alcuni mesi addietro, fl che abbiamo voluto consul lnrc per averEJ sull'argomento l'ullima parola, consacra bensi un iutero capitolo al servizio sanitario in montagna ed 1m alLro ai rehtliYi mez1.i di traspo rto, ma, pm· mostrnndo di avere racimolato il meglio delle opere più fresche di altri autori, tuttavia non è riuscito, a nostro avviso, apresentare ru1 modell o snperiore ad ogni critica o pretesa . Ed invero, egli desr.rive minnlamcnle i vari mezzi di trasportare un ferilo a hmccia, con barell e, a dorso d'uoriw; parla della selle LI a tlel Fischer, di q u<'ll:t :;empi ificnLa del Porl, della ,;eggiola da montagna del ~l lih l vcnzl, dclla sedia a breLolle rlei cavalieri di Malta, ecc. ecc. , e di nltt·i sistemi LanLO in gegnosi, quan to malagcv<~li per grandi Lragi LLi . Ma ci t·cn il trasporto a schiena di mulo, nulla ci esibisce di realmente pratico all'i nfuori dei cncolels di Lawr·r.nce e della barella a sistema l)ouc~ h e t.

Einr studie iilJer l .aslrlllrc•ottl im Gebirge mil n e:.ug cw( d<?n Ptld- anitcihditn$1. - l 'll'efT/eln·'s Oster•r•eicltische JliliU.II·Ucht Z titscllri(t, iSSI). (i ) n.-.m~nT. - '1 7·ait<! d es 111anoeuvres d'amlmlance et àes connaìsal!ces mtWa il·t$ PI'CIIiches, 188G. ( l) :\IICIIAELIS. -


NELLA GUJ::IlRA DI MONTAGNA, ECC.

129 1

Questi cacoleLs, per quanto eleganti e semplici, sono pesanti. diffkili n caricnrsi ed hanno l'inconven iente di non es.!ìere indipendenti da l bn~o;to. oltr·e al difcuo comune a tulli i congeneri , di occupar un troppo larg<' spa;~,io in modo da non poter sempre passare pcrsentieri stretti. si nuosi <'Ù inca~sali o fiancltej.!;Jint i da al hcri, qunl i s' ineon u·n no molLo frequentemente nelle nostre montagne. lL sistema del doLL. Gouchet, da lni ideato nel ~l essico-, impie~ato nell'.\ lgeria da LegouesL eòa Bert herand ed infine studiato dal Port sn vasta scala , consiste dopo tnllo nel dispo rre una barella nel senso longiluJinalc sul hasLo di un mulo e fi:;snrvela solidamente mediante l'uni rico rrenti alle qnallro estremità della medesima. ~ o n è chi veggn, e lo ste,;so RoberL e il prim o a ricono-. s1:erlo nei snoi commen ti, romo qneslo sistema r·igido cl1e rappresenl\1 un leuo dominnnte, anzi eccedente In lunghezza del mulo, sin inattm\hile e pericoloso tJ u a nd o~i tratta di per· co rrere un paese mollo montuoso, parchi· , oltre le scosse di ogni sorta, noo escluso qu ell o distribuito dalla testa dell'animale, a cui (• esposto il paziente, questi nelle forli salite o nelle ripide drscese CO ITO nientemeno che il rischio di preci· pitare dal suo pensi le domicilio. ~ è crediamo meriti no di essere tenu ti in seria considerar zione altri mezzi di Lra~porto, propost i nell'opera ci tala, come· sarebbero le lellighe uOatcrali (litières) in ferro che );i SO · ~ pon donn uua a destra e l'altra n sinistra del basto, le quali offrono bensì il vantaggio ili portare il lerito in posizione ori;~,zontnlc o piuuosto bassa, ma hanno Jo!l'idcntici iuconvenienti dei cncolets e per ginntn quello di nn volume spropositato. :Xè ma~giori aLtratLh·e offrono le co_i delle barelle a traino (lils-lrainoaux) improvv isato con due pertiche lunghe circa ii


·1292

Il, SERVIZIO SANITAHJO

metri, disposte parnllelamenle in modo che le metà anteriori servauo di stanghe, fra le qual i si atlacca il quad1·upede, e le 1netà posteriori restano con due tral'ers ini di legno e alcuni giri di corda trasformate in una barella ehe per i due capi terminali stri scia sopra il suolo . La lunghezza esorbitante (compless ivn mente 6 metri circa) di simile equipaggio, circoscrive gi:l troppo la sua sfera di azione, ed inoltre ci sembra che, contrariamente a quanto ai;seriscono l'Oti.s e il Port ('l) nel c0mmendare questo sislem:1, esso non rosi sta al gra•e appunto di tenere il ferito in una posi zione snl'ercttiamente indinata. e di fargli soffrire grandi sco:;~e acl ogni piccola ineguag.lianza del terreno. Quanto poi alla possibilità ùi adopçrnre le barelle a ruote (modelli Gableoz, Pirogoff, Longmore, Le Fori, Beanfort) nell e circostanze specialissime che noi stiamo esaminando, riteniamo che non valga la pena di occuparsene, con huona pace del Neudçn·rer ..e éo mpagnia, i quali pensano che la ba l'ella a ruote sia la JJarella dell'avvenire. Noi abbiamo trascurato neppure di csamina1·e altri scr'illi più in voga per questa mater·ia. A non parlare del celebre trattato del Loogmore (2) che fa testo per tutto quanlo si rirerisce al trasporto dei malati c fe· riti in guerra, abbiamo pazienLemente t.enuto sott'occhio akuni articoli ·di giornnli come quello del dott. Werdnig estratto dall'A l1gP111. :li ilit<"iriir.;tliche?t ZeiltÌng (3) doYe è riferì Lo dei mezzi di Lrasporto dei fer iti in montagna durante la solleYnziooe dalmata del 1870, ed inoltre parecchie rnonograu e, fm le altre, l'elaboratis::imo rapporto Jauo dall'OLi:; nll'ufficio del TosclicniJUcli 1lCI' l<'••ldm·.ztlìchen lmprovvist~livnstu/wik, t$84. A 1'rtt~list 011 lM fl·<uMpm·t o( Sicl: o11d Wotmded Troop. (3) Wsno:-ltG. - Uebcr Tl'anspv1·/m ittel (llr r en ouudef,eim Gebil·gskrie[Jf, 1886.

(!) I. Pont. -

(~) LOiiOliOIIE. -


NELLA GUEHRA DI ~fONTAG~A., ECC .

'12.93

chirurgo genende presso il dipartimento dell a guer11a degli Sla~i-Uni>t.i d' America (4} In questa ultima pubb licazione so lo due apparecchi a schi ena di mulo, oltre ai sol iti, hanno ferma ta la nos-tra attenzione e cioè i sistemi a lettiga unica del capitano Th istle e l'altro del dottore Elderry, entrambi 1·icchi di twegi, ma non immuni da difetti. lnfntti ri ch ieggono n nn hard:HUJ'a apposita e complicata, oon si prestano che per il trasporto a ritroso dell 'ammalato, invadendo troppo o il collo o la groppa dell'animale; sou'o di peso e volume eo n ~ i derevo l e senza raggiungere una soli dità proporziona le; non sono trasformabili in sedia per l'eventuale trasporto a braccia nei sen tieri montHni più angm ti ; non posseggono gnmbali mobili e ind ipendenti peradatl.aJ·si alle differen ti l'es ioni deg li :wli, insommn11on ci sémbra.no nemmeno essi il campi<Hle clte noi ci augurava mo di rintracciare nell e nostre ostinat-a ricerche bibl ~ogralìche . Chiuderemo dunq;Je questa incompleta. rivis·t:a colle stesse parole colle qnali il Robert anch'esso finisce l·a sua: « En somme, parm i tous !es moyens de transport imagi n~s so i t. po ur ménager l es forces cles ~rancard·iers, soil pour activer le relèvemenl de::: hlessés et lelll' tram;port h longue distance su r un terrain acciclenlé, CE': son t le cacolels et les li Lières qui meritentla prMérence; et ancor uien cles chirurgiens ne sont

pasdecetav is .. .. ; .. « Celte qnestion est donc loin d' e'tn: ròolue et nous [,t con sidf~1·ons camme assez i mpa1'/(tnte r1our ne pas 'l'f..IJ1'ette-~· tle nons y ·étre wtrété si lonquemtmt ». ~e l novel·o di quei medici mililari , cu i nl lucle il RoberL, i

10 <h r~. - A /ll!p orl lo Cii e Su;·yeun yenenrl on lhr 'l'rauspo;·t o{ Sicll and. .

Wuttnded /Jy pack ani·m als, 1877.


1294

Il. SERVIZIO SA~ITARIO

quali non sono dell'avviso che peltrasporto dei malati e feriti a lunga distanza e sopra un LetTeno accidentato siano i cllcoll'lS e le litièrt•s che meritano la preferenza, è da mettere in prima linea pt·es:>o ùi noi il maggiore medico car. Guida, capo dell"ufficiu ~anitario allliuistero della guerra, il quale già da tempo i è l.!tfadagnnto nn Lei posto fra i cultori r i tecn1ci del materiale snnital'tO militare, ùando al serrizio la :-nn barella rigida. mo1lt>llo 18/8 1 la ùarclla pieghcrole, il carro per feriti gravi e lo rarrella di sanilù. giil adottali nel nostro esercito, e di più esponendo all'ultima mostra nazionale di Torino una lavola chintr!!'ica da campo che <,Ltenoe l'appro\azione di tuiLi gl'intelligenti. Coo' in lo dunqu~' egli pLu·e, anzi molto prima che lo confes!:i<lsse il l\oberl , che laquostion e dd trnsporlodei feriti iu montagna e specialm ont0 u :;clt icna di mu lo, è lontcLna rlalt' esse r~ risol1~tct e citi' è dncon~ùlet'fll'8i CO I!ll! a~·sai itnportnnlt', ilmag· giore ( ~uid:~ ideò cinque anni addielro, quantl'eLùe incarico di studiare In formazione tipo òclla s~zio n e di sanitit per la guerra in monta~nn, una barella-lettiga che poi doveva, allt'arcrso una ~cric di modificnzioni. lr·n;fn•·mnrsi nell'allu~tle scuia-leLLiJ:!n. ello i• l' og::cllo della llO='Ir·a i lluslrazione. li quesito elt't•;..di _,'era n-,..unlo ùi t'i5olret·e stava nei se~ucntt lermiut fi,~i ed impl·e ·cimlibili: a' tlnumu appan•cchiu tluH'\an.:cogliere comodamente. <tlta:;i t·nme tn nu lt•llo. un ferito !.(t·nn•: /1) \'Uolo. tlmera l'ipiegar':\i formanòo un volume da poLernc mrtlrrr :; al turno sop ra un mulo, o, senza difli.:olta 1 sovrappN·ne uno c·at·ico alla soma ordinaria di un quadrupede; c) adattar;;i al IJa.;lo e alla hardella re~olamentari usati nelle uostt·r !'alnwne. per ulilizz:~re i muli che tornano scari clt i llo1Jo avor son ilo ul rifornimento dei Vi\'CJ·i (quelli con lo IJardel la} o dt•lle munizioni lln l'uoco {quelli col bu~to);


\

l'iE l-LA Gll.EitRA 01 MONTA.GNA, l~CC .

•i 29i:i

d) servire altresì da sedia, che colla semplice appl icazione di due stang-he Eaterali fosse alla al tr·asporto a braccia dei feriti in quegli angusti passaggi, ove non può girare uua bar·olla Arena od altra. barella regolamentare. L'impresa, come ognuno può giudicare, era ardua percbè la tesi obbligatissima. Ciù nonostante l'el!l'P.gio anfore ha ,;apulo superare le su·etLoio compassate del tema e trionfare r.o.:;i hC\116 sopra gli ostacoli dcll'e,ecnzione che, nm1 esiliamo ;1 <lichiarnl'lo, il nuovo apparcrcltio ci semhr~ riu::cito un vero capol:wor·n nel sno genere. . Ques ta nostTa op inione. ollr·N:lt~ :;ui pregi inlrinsici cd cvi denti del medes imo , ù fonda ta all resi sull'ec:cellcnto esito degli esperimenti che, non è guari (uel luglio sco rso), ftn·ono intra!Jl'esi, r.oll'apparecch io ancora l'rese o tli l:osl.mziono, nei dinto t·ni eli llmna . il.d nno dei quali, frtLLO pros,;o In dir·czione terrilo t·iale d'arti1-dicria, assistè il .VIinislro della guot·t·a, ehe ne~ rimase insieme al stto segui to l'OSi sodJisfauo ùa ordinare subilo la riproduzione dd la sedia-leLtiga in altri lrenln esomplat·i pre:-:>O l'opilkio tl'attiglicl'ia in Toriuo. di dove, nou appena finiti, saranno distribuili por nn :;econdo esperimento su più vasta st:ala. L;na ..:hiara ed esall:a descrizione dl.llla seùia-leLLi:,1a riosce nn po' diflìcile, come già iii tutti !!li appar·N~rhi alquanto complicati, ed i· pemò clw noi ci limiteremo arluno sd1i1.zo il piu pos:;il1ile compendioso dclht1nedesimn. fitlanclu in grn11 parte sull'aiuto dei di~egni jllu~tra lh i qtli nnurs~i , 'Jt1111111111fJue, ci affrclliamo a dichiararlo, in CJUOsto t:;tso valga. più urt i>olo colpo d'u~,;chio che tu lle le tavole ù i mos~ra l ive insicmu. L'apparecchi o ha l'iìspollo di Htla sedia a sdmio arLicolala, e p~r la sn:1 posa, per gli atleg!.(iam cnli svari ati che può assumeJ'e e per la sua ritlucibilil n nlla for ma pressochò tabularc,


1?9G

IL SEI\VIllO S ANJTAI\10

quand'è ripiegata su se ste:>sa (V. fìg. l~), ricorda alruue foggie di !'edie assai ricer·cale dni \'.iaggiatori di ho ròo. Lu sun spalliera o sclriennle, molLo alla e provveduta di un mantire. f<'nestmLo per la ventilazione, onàe proteggere il rapo daJ ~ole e dalla pioggia, pnu prendere ùiYer,;c inrlinazioni indietro merri· l'allun~aml'nlo o l'arcorciameoto ùi dne spran).(he· cntl'ne per· h• quali essn è affidata ai punti superiori di convergem~edei piedi della scdia-Jeniga. Snlla :;pnllirrn vi i• un cu:>cino cilinùril'.o, scorTc\·ole cosi da adaltilrl'i nlln testa dell(incelltf> nelle di\'l'rsc allczze ore puu lrovar"i pN· Ia differente inclinazione di rni i· .;usrelliuile la spalliera. ~<'Ila ptu·t~ posteriore ui qnesla vi sono inoltre dtte lascht- per· allo~ani le cin~hie di cuo io da ll':ll"porto. LI sed ile ò lnLlo da un piano mobile a c:o reggie Lc~o c!J e puù restare orii'.ZOII lt~l o ll sollevarsi dali 'i.\ va nLitiìll' i nel ieL l'o, uel.erm inantfo u11u modomla inclinazione <'OIl eO'etto di maggiore as~ i­ curazione per l'indi\ id no rwl momento di una. dis<'esa mollo ripida e che insieme ni gamhali. che andremo a menzionare. puù S<'l'' ire di duppio piano inclinato 4unlora si abuin a tra~porlare un fr·uuuralu alla co,;ri11. La mobilità del piano del sedi le, dre rtd opera compiuta <'osliluisce nn pregio. quasi da parere che sia stata ideata elettiYameule. era nndre una condizione ohhli).!ntoria p<'r t'adallamenlo sul ha5lo subordinaln alla fJresen1.n dPgli nr·cioni e:>i,tenti io riliero sul hnsto medesimo. lnfatli :-:i trntrnvn di colloclll'e sul uasto J'appnrecchio nel modo piir ~Lnhi l <' rtf insieme meno gravoso . ùm se il telaio ùel sedi ll' ,;i fnsse falln pogj.!inrP su~!li arcioni. l'appat'ecchio .:areiJIIe rima,.ln troppo elevnto e quindi oscillanlr e pericoloso, se Ìll\1t'CE' si fo~se siLU.tllO ùir·ellamenle ;;uJ culmine del basto nell' int erstizio Ira gli arcioni. queslo, r ltP risrlita dn


1\'ELL.\ GUEHRA DI ~lONTAG •A, KCC.

1 ~97

uno ~Irato di cuoio Leso tra sottili assicelle, non avrehhe potuto resistere al peso delrapparecchio. B i so~nava quindi trovare un utile espediente per superare il rilievo fornilo dnlrarcione, evitando di sollevare il centro di ~ra \ità dell·apparecchio il qualf' doveva rimanere infossato fra ~li arcioni stl':bi :>enza toccare la fragile . uperficie del basto. A tal risultato ;;i i• pen-enuti rendrnclo mohili i due ter1.i anteriori del sedile. i quali superano il riliPYn offerto dal basto detenninnnòo un piano leggermentr. montante. Per sopperire poi al mnncaLo appoi!gio ''i sono sLali :1pplicati quattro ganci. unn per ogni angolo d~l telaio, che antumaticamentE' :;'allaccann a quelli e~ic;tc n ti nella bardella clcll'arcione al momento drlla deposizione dell 'apparecchio. Al sedi le sono anne~si a guisa di appendice a !\emicn nale duo gamba l i, che nonoalmcn Le ri mangouo perpentlicoln ri ed un iti, mn che posso11u esgere diva rirnli, rialza ti e Lf\nuti all o sle«so livello del sedile. r.onf!iunti o separati, con in gc~no so mccranismo, per :;en ire di appo~gio od an!' Ile di sostegno ad una o alle dne gambe del giacen tE' SI' fossero frnllurale o comunque lese. Quallro aste di l c~ n o, tlue per IaLo, nppaiate in motlo da rafngurare nn v rove!\ci:llo /\, coll a lor() eiilremilit supPriore congi unta cosi da vre ·ta•-=-i come centro di rPsisLcnza delle rntene della spalliera e dei ~ambali, ro~titni:-;rooo i piccli, d1c l'imangano tangenti e fì=-sali al hasto o alla hardella q un ndo la sedia-lettiga è inforcata :-ul quadrupede o d1e po~j.!ianu su l suolo quand'essa t' adopemta como sedia. rn questo caso, e la spall iera c inrlinaLn sino all'orizzontale c i gambali sono alzati o tenuti nello :>les~o piano. la sedia-lettiga può servire provvisorialllen te da lello al fer·itt> o malato, meglio eli una !Jarella ordinaria es5eudo aJta dal suolo circa :.>O centimetri. 82


1208

IL Sll:RVIZLO SANl'IAIUO

La sua 1uogbezza, quand'è completamente distesa, è di circa metri 2; la sua larghezza metri 0,65; il suo peso complessivo chilogrammi 17. L'aiJparecchio vuoto, come si è accennato, si ripiega su se stesso in modo da formare un parrdlelepipedo alquanto irregolare e di un volume rolativ:Jmente piccoll1, cosicchè se no p ossono carica1·e cinque sopra di un solo quad 1·upcrle. 'l edianle una sempl i~;e cingh i(l a sollop:mcia la ::;edia·lettiga si ndalla al haslo e alla bard ella regolamentari cosi solidamente thl. poter afi'rontare qualuuqJLEtsco:-sa o peutlem;a del cammino ed anche tlualsiasi capriccio dell'animale. L.e due stanghe 1·esluno normalmente uffidate negli anelli inreriori dei piedi quando la sedin dev'essere montata sul quadrupede, e rimangono così durante il tragitto . Quando però la sedia ù ev· c~serc porta la a braccia, le stanghe s'immottonn ne;.:U occhielli superi ori dei piecli suddetli, rendendosi così l' app<l.l'ecch io prezioso per il triplice uso di sedia, l ellig~ e b~rella ordinm·ia. La manon·a !lpeci al e che occorre per il serrizio della l\edialelliga t\ al l'allo prali co mollo srmpl ir:e e "ullcr.ila, ma appare senza c:Oflfronto assai pitl com]Jiicnta a parole; nullnm eno stimiamo elle un cenno ùPIIa m ede~ima possa riuscire di util o istnt1.ione per il mane~~io dell'appare~;chio.

:llontat·ura tle/la sedia. Come si vede nella fi~ura 2" l'appareccl1io è disposto ad uso loLLo; lo schienale o i gambali si trovano spiegati in modo da formare col sedile un piano unico orizzontale; l'infermo può esservi adagiato e rima nervi comodamente cornee meglio {)he in una barella ordinaria sia in allesa del convoglio, sia


'\ELLA G(;ERR \ DI )f0'\TAG'ì.\, ECC.

l ~99

pet· e~scre ricc>,-eralo solto qualche l'i paro in caso di temporale. sia per aspollare, solto la tenda. una meùicalura definiLiYa. l'cr far l'nssa1·c da questa posizione a quella di sedia l'apparecchio, basta rialzare più o meno lo schienale o lasciar cadere :tlla ,-erlicalr eulramhi i gambali; quindi non resta che d'inueslare lr st:m~ h c nrgli unr ll i superiori dei piedi ed ceco la sedia tli~posta pe1· il lra"por·Lo a hmccia comr nppnrd dalla figura a·. l n questa però c_. a notat·e la dilferenza che il gambale destro :.i presenta $O Ile' atn c CIÒ per dimostrare il caso che esso ùehiJa arrogliere l'nrto t'OtTi:;pondente tlell'iofcrmo che si SUjl(lOllO rralluratl) O COITIUUqllC JC!\0 I.'a llC'f(giameoto normale Ili :;edia, prescindendo dalli,ello dell e slan gue e tlal rialzo clel sedilt•, si rileva jJOi con maggior· prcci:;ione dalla figura 50, doYo la ~cdia-l euiga ì\ cn r·icatn ,ul haslo cotrammalnlo perfeunmt•lllf' ~eduto . Immaginiamu dunlJI1P che il frt·ito ,ja a posto; i portatori lo lianno tiSSicurato alla sedia colle ciu~hie petloralc e addominale per impedire che si n\ anzi o si scuota nelle discese ripide o nei sentieri scnhro"i; hanno ahh:usalo inoltre il soffi ello dand ogli lo spiegamenlo pi1'1 acco ucio secondo la posizione del l'ole e lo srnto ùell 'infet·mu; linttlmonte hanno immesse le stanghe n e~li anelli superiori uaclnndo di dividere la lunJ!hl't.7.a delle medesime in misura che la parte post1•riore ,;ia maggiore dell'anteriore nflìnchè il pnrlnlore che viene di ùiclro po:-:;a hen 'Ctlere il tcrrrno O\ o dc' e mP L! ere il piede_ \ tal punto infilano le ringhi~ di ruoio rhe tengono a tracolla nei wanichi delle stan~hr, .:;olle~-ano la sedia e marciano .al JHls:;n di montagna. \ rl t'a:'o prrò pre\ islo più soprll, di un ferilo r ioè con una gnrulta rranurala e di:;Lesa sul gnm!n•le, s'intende che, dovend o il portatore da\'anli mantenere la sua situazione fra le


1300

I L SER \'IZIO SA.:'\ITAllJO

stanghe, la gamba malnLn re Le1·à compresa tm il fianco ed il braccio del mP.desimo. Può darsi inoltre che il ferilo nbiJia tutte e due le gambe leso; in questo caso eccezionale i gambali restano sollcn\li entrambi come si osseJ'I'\1 nella lìgura G• (salvocllè il piano mobi le, in vece che rial7.nto come ~ In nella detta Og-ura, donehb'esser messo all'orit.zonl:lle): ma. allora il porlal<.tre davanti non può più collocarsi Ira le stanghe cd i• necp ·sm·io pet·ciù che la sedia sin tra,;porlaln col concorso di wl terzo portatore per fare il paio con quello unteriore disponendo$i entrambi all'esterno della rispelliYa :,Langa. l n caso di necessiti\, }Jer manctlnza aù es. di prrsonalo od a meno che non si trai li di una fr·atlora alla cosc ia, i potr·eb· bero divar·icare alloro mnssi mo i cl rro gambali cln fnl'li ~po r­ gere alquanto all'infuori delle stanghr e in tal gui sa sar·t•hbo pt·ocurato uno spazio in tcrmcrlio snfncienle per 1111 unico por·tatoJ·e anteriore il quali' funzionerebbe come al solito. Od anche senza ricotTere a questo espediente, "in nel caso di lesione di ambedue le j.tamllc sia iu quello di frallum della coscia. si potrebbero adoperare stanghe a due pezzi inca· strati che riuscendo lunghe dne metri circa, lascerehhoro LuLLo l'agio al portnLoro nntor·iore di col locnr:,i fra di esso nel modo ordinario senza bisogno ùi diYaricare i gamhnli e ~onzn pericolo di urlaruo le o:~I J 'OJUi l lt.

Cariwmeutu dl'lla sedia-lettiga sul mul(l l'qtupayyiato co11 basto . ~ ella figura n. i· la seclia- leuiga è rappresentata pet·l'atto

di caricarla sul nHIIO. i cpreferito di mostrarln co~i vuota, senza cioè l'individuo seduto cile regolarmente l'occupa in quesLo Jr.ornento, per


NELLA GUERIIA DI ll0NT,\G1'U, ECC.

130 J

potere meglio fai' risaltare le particolarità dell'apparecchio agevolandone insieme l'intelligenza della descrizione. Essa adunque t! po~ala sul suolo; le ~langhe sono infilate negli anelli inferiOJ'i dei pieòi; il sedile é rialz!lto per formare un piano inclinato sa liente dall'inùiclt'O nll'aYnnli. Tale disposizione diventn necessaria, come si è ilr.tto altrove. perchè i due calasu·elli rhe reggono il sedilo, pm:sano infossarsi tra gli m·cioni, mentre il margine anteriore del sedi le rimane so pm all'Hciou e rispettivo. l due gambali :;ono dislest, riuniti ed alquanto rialzati, in guisa da uniformarsi al piano dolcemente montante del sedile. La spalliera è fissala colla sua slangn·hracciuolo, restando rosi alla perpendicolare. l ganci del 5edile si mettr,no nella posizione libera perchè al momento opportuno si alluce hino automaticamente a qllelli del ba!\to. Il rerito o malato è sollcYato secondo le t·egole tecnicne da terra, qttindi disposto sulla sellia; Lutto è pronto. Allora i portatori. in numero di quattro, si tneuono agli estremi delle slan~he, faccia n faccia col ri,..petLiro compa~no, le impugnano colle due mnni avendo le dita rivolte in :-oprae, ad un determinato comanào, sollevan o l'opparcrchio, mettendosi iu linea col corpo ùel mulo, dalla parte della groppa. Ad un secondo comando. si a ranznno camminando di Ialo per manten ersi nella linea soprndella e tenendosi lontnni fra di loro quanto piu posso no col protendere le braccill pct· fare prudenzialmen te un lari{O >pazio dietro il mulo. l n questo aueg~iamento (.'ssi pas~ano colla sedia ::n Ila hrroppn del mulo e avanzano lìnchè i calnslrelli del sedile non siano giunti esattamente fra mezzo gli arcion i del basto. Ali ora al comando di posare adauano la sedia, badando, ognuno dalla sua parte, che i ganci del sedile s'allacl()hino <\ fJu elli de l basto.


1302

IL SERVIZ10

A~ITARIO

Dopo ciò uno dei portatori anteriori girn il notlolino, cheunisce fra di loro i gambali, per di:>giungerli c poi, egli da un Ialo e l'altr·o dal lato opposto, li girnno all'ester·no posandoli lentamente nella verticale lungo il collo del quadrupede. ::;uccessivnmento si aYvolge la cinghia della sed in allorno ali n pancin dell'animale sovrapponendola alln cin~hia pr·•lpria del ba~lo o si affibbia saldameute. A questo punto In manovra del rnl'icnmenlo l· Lcr·ruinnta, e l'apparecchio montato rol rispelli\'Ofèrito appnre t·ome lo dimostra la ligura ~. 5. Un caso può dar··i. q noi medesimo (')te abbiamo conside ral o· anche pel trasporto a hrnccia dell'nppnrecclrio, e cioè elle il ferito a buia le due gambe frattur·att>. \Il ora lu :;cdi a ra introdoua sul mulo a r i tro~o. ossia facendo che il ferito ahbia le spalle alln Lesta del quodrnpede ed i g~tml.Jali re:\111 110 como si trovavano primn del caricamento ossia uniti in linca dello stesso piano montante del sedile, il quale questa volta lo 'a a formare superando l'arcione posteriore del ba~to. Soggiungiamo però che quando i gn mi.Jali o il piano sono rialzati. come si c dello nn fJui, 1<1 loro lunghezza si riduce e perciò dovrcbbe~i preferibilmente collocare sul mulo fornito di bardella. come sari1 indicato più. sotto, l'indi' id no di alta. st:ll ur'O. con In supposta doppia lesione. Per· togliere la sedia-lelliga dal basto si sollcrano e !'i uniscono fra di loro i gnmbali, come ciot'· :il<wano all'allo del caricamento, ~ i sciogHe In cingh ia f' i tJllallro portatori si mettono all'estremità delle stanghe nella posizione ~tessa in cui e~egu iron o il caricamento, impugnano i maniclti e >OIIevaoo l'apparecchio Allorn atl un co mando determinato il co nduccnlc l'a avanzare il mulo, toglienùolo cosi di sollo alla 5edia tenuta alzata dai portatori. che In depongono sul suolo d1 piè fermo. Che ~e per lo spazio e per il terreno l'animale non potesse


NELLA GUEflfl \ DI MONTAGNA, ECC.

130:J

avanzare, i po1"latori ritireranno la sedia inclieLJ'O 3 o ~. passi dal mulo e la deporranno lcntamoote sul LCITeno, o quinùi metLPranno i gambali ctlla Yl'rticall•, se il rerilo ha le ~ambo integre e se d1•v'e~sere aucom tra!~porlnlo a IJraccia per un alLl'O tr·auo di 'i a.

Caricameulo sttluudo eqai/W(I!JÌaw IL bardella. TI cm·icamcnto i.· faLLo nel modo sopradcuo e riesce più facile per la m:uwnnza dcgli arcioni, giacchè il srdi!e può essere tenuLo nella posizion(l orizzontale, ciò che riesce più comodo pel giacente. mas!lime '"" il terreno da percorrere i! pianeggiante, e l'apparecchio , ol trr al rimnnero un tantino più basso, poggia sulla lmrdella con noa supcrn cie di contatto più vasta e più unifCirmc, arquistando rosi staùilitit anche maggiore. Qnnndo il f!'rito, per le condizioni giù esaminate, dev'essere cnricaLo a ritmso snllu hnrdelln. torna a lui pure pii. comodo che il sedile, c i gambali ,;iano nella pcrfrtLa oriz'l.ont:~litit {V. Qg. G3 ) . L'opparecrhio si staricn dalla ùar·della nel modo , Lesso che si è descritto !JCI' il ua.,to, anzi ron ma~~ioro facilità, S!Jecialmente se carieato n rilro ~o . 'Parli colariLit n!1i<ai importante ù questa c·he per eseguire il taricamenlo rlrlla ;;edia-le•tiga ""' mulo basta poro più lli un minuto, meni l'P ptwhi "e1·ondi ;;ono sufficienti per srnric~al'la.

Jl progetto cl1e poi naturalnwnle s'allaccia, anzi consegue, nlla ~;oluz ioo o d~·l rtuesilo r()sj felil'emente tro\ala dal maggiore medico Guida. e rh e an~>chereh l "• una pirrola ionova'l.ione neiJ'ordinaffiCIItll Òel nostro !ICT\'iZi() sanitario Colmando (aJaCllll!l che ora vi o~ is tc IH'r ciò cl1o ha Lmllo al trasporto dei


TL SBllVIZfO S.\~ ITARIO

malati o feriti nella parte più alpestre della ztmadi difesa avanzata, lo esponiamo qui in succinto a ti tolo di maggioro informazione. L'u.nloro proporrebbe ell e alla .nlmeria ordinaria di ogni compagnia alpina fosse a~j!ionto un molo destinato a portare cinc1ue seùie-lellil-{he ripiegate. Tanto uellc contingrnzo ordinarie (trasporto giornaliero di ammalali gravi) quanto in occasione ùi un comballimenlo (tra:-port o di feri ti f.! ra.vi) le c.inquB scdie-lclliglw caricbe saroiJbem ripartite sopra i muli di cui la compagnia dispone per ·ervizì che al momento possono restare sospesi , o di quei muli che si Lrovasse•·o giunti alla c.ompaf! nia per il •·i fornimeoto dei viveri e delle munizioni c.Ia fuoco. Se poi non si c. rt~des so opportuno accrescere i quadrupedi dell'ordinaria salme•·ia dello compagnie alpine, o anche nel caso si dovesse pron-edcre al bi~o~mo di altre truppe impegnate alla l'ronti ora alpina , clovrobue esser fatto presso ogni infermeria anuw.ala nn dqro5ito di uu certo numero di sedielelliga. E poichc le infermerie :~ranzale sono situ :~lc d'ordinari o nello slesso luogo, o poco di stante, ove sono i magazzini avnnzati di veilo\'aglialllento. l'infermeria potrebbe, 1ln dal primo invio di vivori fallo alr·ipano di truppa, spedire a questa sul luogo di disloraziono :; o 6 lettighe ripiegate e caricate o sopra un solo apposito mulo, o a~giungendo 1t0 a lettiga ripiegata a tplei muli portavivcri, for·aggi, cartucce. cbe fos::;er·o piti forli o meno gmvali di carico ordinario. lni ~iato il comhallimcnlo, i feriti sarehhero trasportati al posto di medicazione del proprio riparto. sia a bracria , sia in bnrell n, sia coli n. sedia-l ettiga adoperata como sodin, secondo rie:.t'e più acconcio per la natura c le difficoltà del LeiTeno da percor·rere. Dal posto di medicazione sarebbero poi di retti all'infermeria avanzala se•·vondosi d.ei muli ell e dal mngazzeno


NELl4A GUERRA Dlll0NTAGNA 1 ECC .

1 ;jQ;)

avanzato hanno portato i vi\'eri alle truppe e che doHebbero tornare scarichi; e, in caso di bisogno, la compagnia alpina polt·ebhe utilizzare quei pro1wt muli porlamunizioni che, per distribuzione falla di cartucce durante il comballimento. fossero scn richi e di~ponibili per il ritorno. l)oanto nl per•oualr. le infrrmet·ie avanzate clovrehhet·o avere un certo numero d'infermicr·i o portaferiti e qu:tlche aitllante di sanitit fJC t' poter inviare ad Ol-(ni cenLt'o di dislo cazione uno o ùu~ 11010ini giortt~t l m enlo. insieme al convoglio che porta i viveri, per accompa;!nare al ritorno a acrudire i malati e fcrtli che> rlalle truppe fos:.ero direLLi all'i nfermeria. La direzione territoriale di sanitil al l'ntlu s t e~::;o che deve costituire le infermerie ayanz:Hc, inviando sul posto i r!!>pettivi materiH ii (cofani di sanitil, ba rell e, sedie lellig-he,ccc.) che in tempo di pu r~ laa iu deposito negli ospedali prin cipali, llestinereLLe il personale prefisso , prelevandolo da quello che è pt·esente c dcdnl'ondolo [Jropor7.ionalmenle dal personale che donebho assegnare alle st'zioni di sanità dello truppe SUJJJ.MLire del corl'o d'armata o degli o::'pedali da campo, i lltt:di posso no uel pri mo periodo delle operazioni militari sopportare ta le precaria deduzione, appunto perchf' non entrano in fnnz iont> ~c non dopo che la dife.;;a :waozala è esaurita. evitando ~o n questo ~istema di clo,·cre sLabiliro nuor i ri parti sanitarii. Non crediamo conveniente di estenrlcrci in maggiori parL i vo l ariL~t cirr.a il proposto ot·diuarucnto o altro c.ho po trebbe essergli so:ni tuito. Per soddisfare pi enamente al debito cho ci siamo assunto, non Lralascieremo di far c.ono:-;crre un altro apparecchio dello ste:;so auLoru, pren>chè coetaneo della sedia-lettiga, di cui anzi non o~~ lt e un uognissimo co tn(Jiemento o surrogato.


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IL SEHVJZIO SAI'IITARIO

Esso consiste in un sostegno per trasportare a schiena di mulo malati o feriti leggicri, cl1o sono il maggior numero, pei quali sarebbe troppo l'impiego della sedia-leLLiga. Esso è fallo , r,ome appare dalla figura 8\ da due paia di nstecongiuntead X, adallabili lanlo al basto cbe alla. bardelta regolamentare, in gu isa t'In trovarsi prospicienti l'una all'altra e fra le quali rnomo può !\tar seduto (non cavn lcioni) appoggiaLO con i gomiti su due cinghie sotte:;e, colle mani e con le spall e so-pra apposite traverse, in un atteggiamento cioe r.he fa sovvenire quello dei bambin i dentro a certe scraMe d' uso abbastanza comune presso il popolino o la gente di campagna, le quali son proniste di una specie di hrncéitll)lo Lragversale che fa da sbarra pelluntle di rit egno costi lnendo anteriormente il lato che completa il quadrato riF(1do della sedia entro cui sta assicuralo l'infante. TI sostegno ha una pedana o pred ella per posarvi i piedi, mn che si presLa alu·es.ì ad un uso più importante; staccata ciotl dal sos legno,·e facendovi serlere l'infermo e sollevandola , maneggiata dn due uomini, alrnltezza del u:~ . to o della bardella, serve ~L caricure su questi il paziento. Al sostegno l' aclaLLaLa una copertina di tela sorreua da tre arch i di ~i un co . incrociantisi p<>r npanu·el 'individuo dal sole e dal lrt pioggia ; e questa difesa po lrehbc '(uincl i l ornare mo\t(} indicata. ad e.c:ompio, per· coloro clw c:ule,-sero inrermi o e:stenuali in cammino sotlo i calori canicolari o sotto climi tropical i, come nelle marde dei riparti di truppe d'Africa. I l sostegno c·CJn la propria copertura si ripi ega formando un rotolo (V . lìg. 7") lungo 9ii centim etri e del diam etro d~ circa 12 centimetr·i; pesa circa 4. chilogrammi e perciò potr·ebbe es:;ere :;enz'altr·o aggiunto al caricumento di parecchi mu li dell e nostre salmerie. La sua semplici tà, qua:;i rudi men tale, che ricorcla quella


NELLA GUERRA DJ MO:'iTAGNA, ECC.

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degli apparecchi improvvisati: la sua eccezionale leggerezza, la sua montatura pronta e facil issima, il suo \'olume riduei~ bile a poco piiL delle dimensioni di un ombrello, costituiscono, a nostro avviso, tali pregi che messi in mpporto coi reali ' 'anlaggi che può rendere in alcune contingenze del servizio, lo segnalano e lo raccomandano come un utilissimo ingre~ dianto del nostro malcr·iale sanitario. Lo giudichiamo poi del mnggior valore. come si è $Opm avrertito, poi servizio delle truppe in Al'rica. le quali non po!;~ sono nelle mnrcie essere seguite, per mancanza di strade o terreni rotab1li, t.la carri di qualuuque spel'ie pl'r adagiarvi un ferito o un malato inabile n continuare il cammino, senza dire che l'apparecchio. cosi com'i• fatto o t·on qualche semplice ripiego. può adattarsi a ba,li o bardello anche non rego lamentari. Caricamotto del so.vfe!Jno sul hasto.

S'inftlano i puntali di ferro di ciascuna hranca dell'X negli occhielli girevoli di ferro del Ialo corrispondente del hosto, e por meglio li~sarli si fannò ripetuti giri delle apposile rordicelle fra le camerelle dell'apparecchio c le camere di feno del baslo. Dopo ciò per impedire che J'npparccciJio faccia dei movimenti di beccheggio ncll'andaLUra dell'animale si legano le covdicelle-renti che sono d.tlla parte dello . eh iena le, incJ'o~ ciandole, alle camere posteriori tlellwsto. Due portatori disimpegnano la peduna della propria cin~ ghia e ognuno di essi ne st t·in~c fra i due pugni, con le dita in sopr·n immesso nelle apposite scanalaluro, l'estremità del , sno lato, indi entrambi si dispongono di liunco al mulo dalla


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IL SERVIZIO StUHTARIO

parte dove va fallo il raricamento piegando a tcrrn un ~ i­ nocchio . Il malato si adagia sulla pedana col dorso 111sen1e illìanco ùell'ani male o si tlppoggia con le mani sulla testa o sulle 'S palle del portatore. So ve n'è bisogno o pcl soverchio peso o per lo stato di dchole~.za dell'ammalato, un terzo portatore si ' mette fra le gambe tli ttnesto con le mani solto la pedana e, al dato comando, tutti tre insieme sollevano l'infermo, seduto sulla pedana, si no all'altezza del piano del basto aderendo ad esso in modo che il malato dalla pcùann possa scivolare snl sedi!(\ clelllasto, aiutando::;i PJ;tli stesso. Dnrante il cnricnmcnto è heno che il conducente stia dol lato opposto del mulo per impedi re ehe faccia uno sctlrto e renda diflici le la manoml. Messo a posto, si aggancia il bracci nolo cb e unisce in avanti lo asto dell'apparecchio e. se l'infermo c debole o si teme possa sciYotare, si assicura con la cinghia pellonile. Dopo s'infila la pedana uella propria cinghia mi:mrandono comenientemente la lunghezza perchè faccia d'nppo~?gio ni piedi . Con quest'appa re~: hio potrebbe anche trnspor·Larsi, in caso di nece~sitil . un indi,·iduo che aresseunaga mba fratturata debitflmente provvista di unu fasciatura rigida, sostenendo l'nrto leso con un'a pposita swn·a che si mantiene sospesa. orizzon meote mercè un doppio tiranleamdatoall'estremita superiori dei ùue X. Per scar·icare il fOl'ito basta spostare indietro la pedana e leYnr la iìtafTa, se c'è, poscia sgnnciare il bracciuolo e sftbbiare la cinghia pellorale. lodi i due portatori mettono ognuno una mano solto la coscia e una rnaoo sollo l'ascella del ferito, mentre questi si abhanùo nn a lor·o e lo depongono lentamente .al suolo.


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Cati~camento -~ulla bard,lla .

U soslerJno non è fissato per i puntali ma soltanto legato colle funicelle proprie ai passanti ùi <:orda della bardella e pe1· impedire i movimenti di beccheggio e per compensarne la minore staLil:tà, occorre tendere le cordicelle-venti non solamente nei passanti di corda posteriori ma ali r·csì met tel'le dalla parte anteriore legandole alle campanell e di ferro rispettive, e ciò, ben inteso , quando l'infermo t'già stalo caricalo iiulla bardella coll'identica manona sopm ùesc•·itta.

Conchiudiamo . Lieti di aver godula la priorilit di lìl'esentare al battesimo del pubbli co competente questi due apparecchi, crediamo oramai d'essere in di ritto d i affermare che colla loro invenzione un'altra Lallaglia tecnico-scientifica cstata vinta n risarcimento delle Lattagl ie campu li dell'a V\'enire. La sorte dei malati e fer iti in guerrn segui ta a preoccupare ed occupare non solo i medici , i chirurgl1i, gl'igienisti e gli amministratori militari, ma allresì le persone estranee all'arte ed alla milizia; la questione è stala accol la nei sodalizì, diua ttula dalle popolazioni., ed hafinit.o per imporsi al mondo civile. l~oi tuttogiorno assi:;ti;,mo n qnel\Lo fenomeno p:u-adossale, ma che è una dura necessit.1 dei nostri tempi : menlt'e cioè si perfezionano sempr~ pia i mezzi di hell ica distruzione, crescono in ragion dirotta i mezzi di assistenza ai comuattenti; le società di soccorso si moltiplicano; la Croce rossa diventa una istituzione cosmopolitica; insomma è la fHan lrop ia cbe prepara un'indcnniLit a chi melle a repent agl io la propria salute


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li. SEI\VIZlO SANIT AlUO, ECC.

per quell~ del pt·oprio paese, n chi nel difenderlo può restare gloriosamente o1Te3o. E dopo ciò non sembrerà un' iperbole la teori ca che noi abhiamo ben volentieri rispa rmiata come clausola di tanli falli pratici e dalla quale ricaviamo per il mag~iore medico cav. Guida la più naturale e le~iltima delle congt·a tnlazioni, e cioè. che chiunque entra nella no bile gn rn della nssiston7.n preventiva dei malati e feriti io !.!Uet·ra, portandovi specialmente il contributo del proprio iu ge~mo e del proprio lavoro, diYentn benemel'Ìlo della patria.

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ALIMENT ALlO N~~ DElLA GENTE Dl MARE RAZIONE PIÙ ADATTA AI CLIMI TROPICALI BEVANDE E

CONSIGLI IGIENICI DJ:L lllitTOA.E

STEFANO ACCA.RDI

L'organismo umano ha bisogno por funzionare di essere alimentato di sostanzo azoLatc, idro-caa·bonato, zuccherine e grasse, oltre dell'acqua, c delle sostanze minerali, e siccome consuma in media al giorno 300 grammi di carhonio, e 20 grammi di azoto, ci vor'rebbero, per sopperire, 1000 grammi di pane, e 280 g rammi eli car•ne <:ondit.a con un po' di g•·as!"o, ma un simile pran1.o uon è alla portata di lutti gli uomini, é cUlli ci le ad ognuno pt•ocunwselo, e lo sa Iddio che lotta debba sostenere l'urnanilà intiera per soddisfare quel bisogno giornaliero. e 'JUindi, o pE>r necessità, 0 per selcr.ione naturale. gli no min i sono cosLrotli a ricercare i u prodotli naturali della tel'ra quei principii nutritivi più adRLti al loro sostentamento . lnollre i cibi cambiano negli nomini secondo le razze, i pnesi. i climi, e le co~di?.iOIIi sociali; 11egl i indigeni dei climi fa·eddi vediamo in uso frli alimen Li molto grassi per sopperire alla amnen laLé.1 ossìdazionù dei loro organismi, e negl'indige11i dai climi caldi invece, le so~tonze l'eculacee vegetali per sopperire alle grandi perdite acfJuOse, sicché si può alfermart' Avere i popoli, come i Ringoli individui, i cibi


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,\Lill E~TAZIO~E DEI.L.\ GF.'\ l t:: 01 YARE. !!CC.

cbe si meritano secondo la loro nascita: dimmi che cosa mangi e ti. dirò chi sei. Nei climi nostri il regime misto, cioò quello che risulta dall'unione dei cibi azotaLi con gl'idro- carbonati, ossia della carne con le verdu1·c ed i farinacei ò preferibile, parchè ripara allo perdite, è meglio tollerato dai nostri ventrtcoli, e concorre in sommo grado a sviluppare l'iulelli:.ronza. e la ro'fza fisica, qualit» che distinguono i popoli civili. Una scuola clte si vuole far ri!mlire a Pit.agOI'8, c chiamala oggidl dei ve~elariani, vorrebbe limitare il ciùl• umano ai soli vegetali. escludendo le carni, o far scondot•e l'uomo nella cla~se degli orhivori, mentre madre nalui·ul'ha rornilo di tali denti, tla fare <l~ll'uomo uu Lipo a sé, cioè omuivoro; ma un tale regime alimeutare vegetale, quantunqu~ sopportato per miseria da molle cla"st c;;ol'iali, indebolisce gli or~nismi, e dispone a malattie croniche, nè vale uddurre l'esempio doi popoli aRialici che rmHtgiono solo riso, o ::Jouo pur tuttavia sart i e robusti, n· del noRLri contadini , i quali sostengono duro falichoolimentandosi di pane e lej:rumi, poiché il pane, i lej:rumi, ed auche il riso, contengono pure principii azotali, ma in piccola quantità, e sotto forma di albuminali meno solubtli, c digeribili, tanto che fa d'uopo inlrodur ne ~ran quantità per ricavorne l'azoto ed i priucipii nutritivi rito s i ricltiedono iu un uorno l'Obuslo; e pel' conseguenza quel t ·e~imc ùiveula pel';ante od inùigoslo, fl !'le è tollerato dai coutadini. ttcll'aperta <:ompa,:ua. non può udollarsi ugualtnenlc per altre clas~i soctUli. P er la classe dei marinari, di cnt noi ci occupinrno, deYe escludersi ossolutumenle il re~ imo ùi MI i fa r inacei e legumi, percbè ~li uomini di mare cspo;:lì come sono D lottare con le più fiere tempeste, devono essere, si ùi giorno che di notte, svelli e pronti nei loro movitnenti, per cui sarebbe di dan no riempir loro lo stomaco con soverchio cibo; por essi invece il migliore alimento è quello cl m contiene, solto piccolo ,·olume, ricca •1uanlità di azoto e di altri principii nutriti d, e perciò il regim ·~ mi!';tO con p redominio della carne. È pro,·ato che gli uowiui, i quali mangiano molla carne, resistono dipphi alle l'alichc cd alle> privazioni di quegli altri, cita "i-


ALillE~TAZlONE DELLA GE~E Dl liA!lE, ECC.

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vono di farina e di legumi: la carne aUJuenla i globuli e fa buon sangue, ed il buon sangue fa coraggio, e quindi é indispensabile que~lo n utrimento per le classi marin aresche. La razione alimental'e degli uomini tli mare, tt·ascurata nelle navi mcrcautili, e specialmente dei poveri pescatori, ha fermalo in ogni lempo l'attenzione, o Le cure dei capitani nelle navi du guerra, per riguardo al principio di Fcde•·ico il Grande elle lo stomaco hen p•·ovveduto costituisce la lJase dell'edifizio mili lar0. Vediamo in fatti che sin dalla alt.a <tlllichilà si è pensato a nutrir bene gli uomini d'armi e presso i Romaru ed i Cartaginesi si veltovogliavano le Lrircmi con curne salata, hiseolto, e legumi; col progredir·e degli ann i si l'· sempr e migliorato nel vetto\'agliumen Lo, e leggiamo nel P a n Leru, che nel 500 quando l'Italia aveva il primato ~ul ruorc la razione alilllenlare sullt! galere era composta ùi pane 1,\iscotto, carne fresca o salata, forruuggio. vino, :-:ardine e to11a0 salati, e miuestra d i legumi all'olio: allora ui 111arinari pii1 esposti a l pericolo, per invogliRl'Ji o.d essere pi(l gagliardi ed a11imosi, s i dava una raziono e Il1czza per cui erano chiamati parte e mena ed agli allri una parto sola. A n che i forzali, geuLe ignobile, erano ben fl•tillali con 30 oucie di biscotto al giorno, ed una minestra di lr·e oncie di l'uve con un quarto d i olio, e carne sala la alla domenica e l'e ste principali. Si riguar dava il gr·ado con maggior munero ùi razioui, cosi alle persone piu rispettabili di Lordo, come ap-I i ufficiali eù ai nobili di poppa si davano due r·a7.ioni, e l'istCl"SO al sotto cotuito o nostromo, ed infine avevano r1uattro razìo.ul solamerrte il capitano, il comilo r ettle, eù il medico capo ùella squadra, e ciò mi è piaciuto ricol'dat·e, pel' rallegrarmi con la 1nemor ia dci nostri colleghi di allol'a che gode\ano tanta ripulazione, e lralla·· mento simile al comanùanLe. Anche il De Crescenzio, illust.re capitano delle Galere Pontificie, parla della raziono al imen'tar o di allor a, ch'era presso a poco cotno quella nostra di oggigiOI'J rO: sin da (jueltempo si erano stabilite le cosidette carLelle per le razioni dei viveri a bordo, tanto che gli ufficiali, e gli uomini di due parti, e di una parte e mezza prendevano le I'Uzioui in contanti od 83


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ALU!Ii:NTAUONE OEf,I,A GENTE Df MAHE, ECC.

in natura perfettamente corne adesso: e sin da quel tempo altresì i fornitori di viveri, ed i minisiri delle ra::ioni cercavano di l'rodare tanto nella quantità come nella fJHalité, e si raccomandava alle commissioni ai viveri il massimo ri ~ore, perclaè erano avvom1li gravi inconvenienti. Cosi narra il Pantera, che ool 1571 nell'armata venezi~l.na per colpa dei minisiri ai oiocri si dil-tribuirono vettovaglie ~oma::::le, e seguirono Lante rnalalUe o tal)ta mortalilil, eire l'armala rimase disfalla per perdita eli uomìrri, e !'bigottimenlo dello ciurme. La qualilù dell'acrrua lasciava molto a desiderare a quei tempi, poic!J,:. Ju !-;[ comprava irr barili di legrro che !'li ripartivano a Lt·e e cinque pt•r banco, e I'JU&ntunque quegli recipien li sommas!'let•o n due o l recA n Lo in cia<~curra galea, nondimeno In p•·ov,·ista ùell'ncl'jua non sopperiva che a 15 o 20 giorni, né si potevft piir Allungo conservaJ'o senza guastars~ onde, dice il Gu..rliclmolti, • la neces. ita di accostar!li a terra e attingere a ogni modo da qU!Ic•ho fontana o rus~llo, e di più comhattere nel pacl"e ncmicu l"e venivnno a impedire » e da ciò, io mi permetto di Hf!giuuget·e. e~"cr nata la comuuia dei rnarinari, di diver;;n bandiera, di azznll"Arsi tra di loro, qualclte vol!.ll che ::;i Lr o,·ano a lilre insiemu l'acquat.a,smania che dura oggidl, e dà luogo a br•nllc contccoe. L'inconveniente dell'ncrpH\ callr\'A non o<:i::::le pit't n bordo coi distillato•·i, o la razione alinrcntar·e l' oziandio migliorata secondo i progrer;si modet•ni, ma prilna di P.nLrare in questo proposito, mi ;:i permetta dr nolnre, clte <:o è migliorato il vitto nello navi da g uer•r·a, non ;:i i> l'rltto nulla 11ello mercan~ lili, tanto che cort·e ancora per le bocche d.i tutti lo sprezzante provet•bio:. ai mat·inari mai heno, o~ni Lanto un p6 di male: ... E sono noli) celebri munugni dei marinari genovesi, ed il leccar la .~nrrl(t dot siciliani, che si riferiscono allot•o meschinissimo lraLtamento alimentaro. Con 1'Avvilirnenlo iu cui è caduta la marineria meJ•cantile, e <:pccialmenle quello a vela, non vione l a voglin a nessuno armatore di migliornre la cibaria agli equipaggi; però il Governo dovrebbe riparar"i, controllundo i contraltr di arruolamento, e sorvegliando le navi in partenza, arfìrrchè ~=<ieno provvedute in abbondanza di viveri fr eschi o conser· vati secondo i viaggi, ed abbiano


AtfliE'iTAZIO:\E DE L t..\ GENTE DI M:\ RE, ECC.

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macchine· pe•· dislillar e l'acqua. e forni per fare il pane fresco: -quante epidemia non sono avvenute nei legni mercantili, o poi propa~ale nei porti per i cibi guasti e corrotti dali ai maTinari! lu peggiot·i condi~ioui sono i marinari di costa, ed i pescatori dt cornllo, i f(Uali soffrono la fame, mentre gl'ingordi armatori traggono lauli guadagni dalle falicho di quegl'infelici! Un po' di galletta ammuflìta é il lor o nutrimento, dopo esser !'lali per un'intera giornata aUaccati all'organo della draga: i forzati delle galere eratlo meglio pasciuti come abbiamo visto più sopra! Non ci larneutiamo dunque, se sorgono poi lolto tremende e srene ui sangue! Oh! è terribile la lotta pct• J'e;~islent.a in alto m;we, e fa tneraviglin come orA, che :«i e tanto teneri per tullc le clnssi operaie, uessuno levi In voce per rruoi poveri pescolori! La razione o1·ùina1'ia delno~h·o mat·inaro, composlo presso a poco di 250 ~nunmr ùi cat•ne, 750 di pAne, 60 di foPmagf!iO, 120 tli pnf.lla , t'il'-o , o legum i, ed uno. tazza di caffè al giorno COn COndimentO rispelliVO di gl'aS~O, olio, s:a)P, e COn tnCZZO lilt•o Cli'<'O ùi vino pe1· ogn i individuo, co ntiene pr omiscua mcnle !.aula quantita di !"0!-;lanzo a~olale, idr oca1•bonole o grasse du suppli r·e nltc perdite di .1zoto e ca rbonio, e raggiungere perfeLLamen le lo scopo ll~iol o~ico; p.erò per l'uomo, nelle lunghe novigozioni, esposto a cambiamenti di tempi e di climi, il segt·elo clt-llt\ buona alimentazione non consiste solamente nel volor <! nutritivo. ma nel superla var ìor e ed .adallarc alle ci rco!'>lt~ rr zt' , in modo che non riesca pesante al vpntJ·rcolo con lt~ suo coslanl~ uniformità; quindi si t'ichiedo uu po' piu •ti varietà; ot·u senzu cr ilicat·e la t'azione alluale <'he troviamo ollirnn pe' nostri mori, mi pt'l'melto solo lalune t·nccomanùaziont pPt' i mari lontani, e specialmeute pet• qu ell i lt·opicoli. A mr o parer e Hi poteebbcwo aggiunget·c alla t•auone, altrA verJure pr•epat'al(', invece delle ordinarie patate elle mol si const> t·vano o. bordo, e delle vct·dut·o d i s:~eccale e pr ·!'a le le quali proRiamente a mmurtlscono e sanno ùi"lìe 11o fe rmentalo. lo inlenùo di aggiungl're delle scatole di piselli, CArcìolì, eu voli, fagiolini eù anche di f•·ulla, che oggi si preparano ·in modo, da non far desiderare g li stessi generi freschi. Anche per la carne ci vot•t•ebbo un'alh·a

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ALlME~r'AZlONE DEl.l..~ GENTI:: Dl ArAI\ E, ECC .

vartante, poiché le carni lesse in conserva, che di distribuiscono a bonlo dopo esaurilo le provviste fresche, luLLochèottime per qualità nutritive, e supcriot•i Alle cal'lli ~;alale degli antichi, cd alle disseccale ùci mot.lCI'IIi che san no di cuoio" vengono pt·cslo a nausea, dale ogni giorno, e si polt•ebber o benissimo SObliluire con allre car nt preput·ate cou guslo di' 'erso, com& pet· esempio con le scalole iuglesi dt cat•ni a stufato, o con quel1e di monloue put·e ingle-:i, chP. bo h·ovale ùi ottima qualilti. Contentiamo ancht! il palulo che reclama il suo tlu·ilto di val'iaro: dopo aver ntungia lo pel' ogni giorno lu carne lessa dei noslt·i barucchini, si destdet·a con avidità a llcl'nal'e con allt·a caJ•ne, che sia almeno di gusto dive!'so, e chi ha fatto lunghe nlwigazioni può Jarml ragione; oggi in fallo d1 conset·vazion( dello sostauz.e alimenlal'Ì si é fallo La lo prog1•es:,o, che non res tu se non l'imbat·ozzo della scelta pet· vat•iut'i di gusto, o baslt~ rtcorrerc atl 0~1 i pizzicagnolo pt>r uvet·e una lista di pmuolli olimenlal'i divc•·si; noi ci contentiamo Ji ciLurc i pep lo11i del Kocll,le polveri di eorn i del Casarini , le caponalioe di ' 'erùut•o del di .\ gnino di Palenno che raccomandinmo c~ldamcute pe1' lo squisiteuu ùol gusto, ed alll·i salsicciutU nulriti\'i, e curni preparate in l'l'llSCI'''a. È Lale ti progt•e::;so moderno, che dal sangue tlui macelli sfìbrinato si tH'upuru una poi vut·c da rure pl'ovvislu di globuli sangJJignil Vi è un altro volo da esaudil'e, cioè 'luello, di dare pane l't·esco ai oo.,·iganli: sappi~;~ mo, cho anclteuquesto si sta pt•uvvethmdo con l'impiunlo dei fumi \\'iegl 1ort, i CJUSli pat·e sieno d1 fucile islallaz.ioue u Lo•·\lo, e CO!-i spe1·i~tmo veder bandita dal r ancio dei mat•inuri la g~tllella la qutllt> non é · facile conse•·vat'" a bordo, spec•alrueu Le• nei climi calò t, e riesce pesante allu slumaco per tu fut·Le coesione ddle sue· molecole, e per lu muncauzll di sale, u prescindC!'e ouclce che la gallella i! un alimento pove1·issimo di azoto, poichù il glutine della fa•·ina é andalo ''ia nella sua pr eparazione, e non res ta che la pat'le u111ilacea. Nei cl11ui Lt·opicali Ja buono igiene prescrive di mangiare poco e ~pes--o, aò ittulaz•ono dcgl'irldigeni, ed i posti abbondanti o. lat·ghi inlet•valli di tempo, come si usa in Europa, suno ùiasimcvoli, ùappo1cbè l'uomo s i deve colà riguat·dat'e, cou1c uu febbrici tante, vui pet· le <:onsidcrovol i pct•dilc acquose il corpo è esaur"ilo, c le:: He-

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ALIMRNT.-\ZlO:iE OEI.L.\. GENTE DT l!ARE, ECC •

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.erezioni del succo gastri co sono assai dimin uite. Ora figur i amoci qnal danno no n si appo rterebbe allo stomaco, cosi .asci utto a debole, co l car icar lo sover chiamente di ci bo, e -qu indi ò indispensab ile di ~ lribu i r·e il ~illo in v ar•ie e piccol e porzioni nel cm·so èlel !!ÌOI'nl". La r azion e alìmen tare per i climi •;al<li pt•escrill& con legge del 2i- agosto 1 87~ è composta dei ;reneri seguenti: pun(!'esco o biscotto come nella razionn Ol'dinaria, carne fresca grammi 300, conser vata di bue grammi 20n, bi'Odo con!"Cl'Ynlo g r am m i 50, r iso o pastina g r·am rn i 100, l egumi l't·eschi g r·ammi 200, conserva j ulien ne tl is:::eccala e pressatn ~I'IHnrni 25, patate fr·esche o l e- gumi e vcrdu:·c tlisseecale grommi 200, formagg io di Olanda grammi lfi, Lhe e l'llum f!l'ammi 3 Ili cia>;cuno, acetosa confellata f!l'flrnmi JO, e poi caffè, zurcaro, vino e condimenti come n<"lla razione or.!inaria. Con 'l nella prcscr iziooe s'ing iunf!e Ji dare nei po t·Li nu no fr·e~co , e si rnccomand a tli pr epat•ar-o i n m1 vip-azione i l pane t'r esco, olmcno l r·e volle Ja seWmana, imp i ~"gando 550 grammi di fAri nn per ogni por · z ione d i pane del peso di ~n·ammi ì50; e siccome non si parla del modo eli distribuire i pasti lascianclolo arl libitnm di ciascun comanùautc, cosi pott-ebbesi con piccola variante dP.i generi prescritti slabilir f' lt'P. pasli al giorno, e cm·ris ponder e Al principio "nf'i tr-opici mangiar poco e ~ pes~o •. A l m atti no unn legg[ilt'a colazione di pane i n hrod o, o nel caffè; a mezz.odl pasta o t· i ~o in br o1lo con ver dur e e legumi o fr escl1i o coul'-erva li, e Cflf'lle lessa con con lor·no Ji verdure. &llernanùo il giovPdi e la domenica con C!H'ni pr epa· r ate A slufnlo, sia fr·esrhe, sia iu conser va, alla set•a una piccolo. ceno_ che si può f'at•c con caponatlne t!i sa rdine salate, o di tonno al l'oli o con ol ive, ca ppe1·i, ignnmi ed al-tre, altct·nuudo con legumi o ver·d ur ò fr esc he ad insaln lu, e per be Vfmda l'in fu so di l hè con r·lt um otl.a nici, r isl'r'va ndr• la r azione di vino 8olam enlc a pranzo; in lal manier a con g li stessi <'lemenli .della r·azione Ll'Opicalc [H'escr•itta, :::oppr imendo H for·meg~io. e J'acelo~a confella~a, ed aggiungendo invece delle verdure disseccmle allr•e ver dm·e conscrvotc in iscatole, e q11alche altro in grediente, come le sar'di ne sala te, le ulive, ·i capper·i, s i avr·ebba un vi LLo Jì gusto pii1 var ioto, in cui sareùbeJ'O un iti i principii azot.oti agl'idr•ocarbona l.i cou pre-


1318

AUJfEKTA:llONE DE LLA GENTE 0.1 MAilE , ECC.

dominio delle verdur e e sostanze feculacee. Il predominio delle verdure è indispensabile, e risponde esattamente alla esigen2a dei climi caldi, poiché le verdut·e diluiscono il sangue, temperano la pvopt·ielà eccita n le della rame, n t'endono anche più digeribili gh aHt·i alirnt>nti. Crediamo utile soppr·imere il forroagg iq nei climi calrl i: 1' pm·cLò u bordo si corrompe, fermenta, si rende immangiabile, o mandn un \ odore sgl'adevole; 2• percl•è è irrilaute aglt slomaclti inde•boliti dal caldo, per lA s ua facile l'e t'ffi('n lazionc pr oduce Cflltive digestioni, e dispone ui ca tatTi gAs trit i. Si può fat·e anche a 10eno dell'acè lOS!I confellala, ltmlo Yanlata dai fl'ancesi, la (j uale non è allro C'ile succo di un· ~ rba conservato a bagno moria, contenente molLo acicl<1 assahco, e pet·ciò sflt'ehlJe più uLile come bibila t•inft·escanle, anzichè con'le ingt·edicule vegelale: si guadagnerebbe dippiu. o sostituire l'ac<•los!l con il cosid.ìello Sauei'krauL d<>i le.lesclii, il quale è fo t'Tt1tllo di cavoli sala li cl•'lmnno suhlla In fermeulA:t.ione lullien; questo genere di verdunJ si c.:onsorva bene in iscalola , e J'l'ej)tll'alo con l'aceto è mollo digeribi le, puoJ ~e t'vire come cccellcnle con ~orno per Je carni, eJ è sl unicanle nei climi caldi. Si consiglia oncOl'a dr meller•• nel le pie tanze degli uromi pet• eccitare la mu<·.osA g·aslrica fld imila:~. i oue di qnonLo fa nlliJ gli indigeni, non ubusar<> mai deìlc bt>vande akooJiclw, eJ snelle del vino, percile., co!ICOT'l'OIIO ad esaul'irP l'nt'gunismo ed av' 'Ì8t'lo alla falale unemia lt·opicale; pel'ù non diviJo l'opinione di alcuni 1li escludet·e dulia razione Lr·opical ·· il viuo, poiché non si puo rare a meno eli quesln be\·anda lnnicA eccilaule, a cui ia 11ostm ge;:nltl dj mar·e cj abi luats, e poi il vino a govola la digestione, c concort•e a manLenet·e l'ot'ganismo pitt forte e r osislcn le conLt·o i veloni lcllut•ici. Pet· le diffìcolli1 di conservare il vino a ltordu lli) I climi ralùi ci n il mezzo di lencl'lo cuiuso iu bolli od allt·i reci pienti hcne conùizionali o pos li in un Juo~o del lo n<H'e più fresco. Ollrc a non faro uso smodat0 ùi bevande alcooJic!te, si ri cordino i lì05lt'Ì marina ri di cs;:;ere pure assai tnoderati nei paesi caldi nelle fr·ulln, le •tuali usole in mollalfll[ttltita fuori le or e dei pa;:;Li preùi:>ponp;otJI'I a mala LLie Lerr ih1li, come le diarree, le di~;:;eult' rie che .-;;eminano la morlo fra g'l'mcauti Europei, o specialtoeute sono da e\'itarsi le papnjc, i manghi,


ALIMRNTAZlOSE OELlA GE~TE Dl li A RE, ECC.

13 19

il midollo delle uoci di cocco ed altre fruHa indiges te. Le migliori sono le banane, gli nnanns ed i mangosti11, ma usate con parsimonia. Un'uJLintn rnccomandazione per lutti i climi, n massime pet' i caltli è cruella di De8curet, il quale ila saggiamente dotto: che l'uomo non !'9 mnnginre, mangia troppo, o troppo prPsto; nelrun caso e ncll"nltro si fa male allo sto · maco. Questa r·twcornandazione Hlle per i no;;tri marinari, i quali nmnginno '"'Pe'-'"O in gJ'Ilnclo fretta, o pnrclic'l chiamali ad un sorvlzto più ur~c11lc di hordn, o perché cosi ubituaU sullo mni tlu comrncrcio, o !'n!IP bnrchc da pesca: caltiva abitudiuo che i111pcc!iscc il Invorio dil-(e"li'·o normale, poiché molli C'illi, t•nnH' i rariiHH:ei f"e non !'ono bene masttcali, ed imhentli tli !'alna riA~NliH> di pl!SO n !In ><tornaco cù agi::cono comc> so~ta111.0 iuuf;»twiluhili. i·: rnc~lin nei l:asi di lll'[!Cllza diffo!riro il pranzo clrllu gente, nnzicltò permettere !<i faccia cosi nmlc. Nel vitto eonvienP e;::,.er•· S.l:''-&i pu r•clti, mui abu~Ol'c ùolla quanl!t.A; eut.i ricordiamoci che 111 lllA.s::>ima !'alulnre nei ll'O· pid è quella ùi lcYfll'"l dn ltwoiA con un ~ensr, di appetito, cii• cito i· ::;cgno ~icuro di u1w JJuonn tlhw;::lione. e ri co J·diamoci pure che ;;j dP ve mau~inre l""r un t rit·;;i, o 11011 per amrnfllnr"i: l'UCC~o lc pet·ù ~O\e•nt•• tlì pet·dPre nlfallo l'appetito col caldo, ed allora. "C un11 Yi «ono ùllri disturbi uns lr'ici. non ronviene aflattn l'e!'tar dic;innc\ per<: ht"• se l'uomo si lascia v i ncel't' dflltA dt>bnll'zZ;J I"Rlli'IUÌII • irnmirwtlt•. UnH !!ÌU"tll misura in lutto ,·. lo mi8'1iOI'e regola ip-iPnicn. lrllinc per moderare l"ar"llrA tropicale ;;onn buone l~ hevanc)C acidnlr.l'ucqua con nnici, la llil·ra, c In mi!-!liot·,. <li lulte In t!Pcozionc eli lhe. lnvecf' reputo danrto"e le bewuulc> c:llincdalc nei c:randi calot•i; pe1· qunulo ~t! lltl>ri l'Ire il gltioc<;iO sin llll g rnn rerrigerto, e le labbt·n arse etl a"'rintlo lo Je;::i,Jerino con avidità, allrellanlo è danno::o alla m1tco...a !!A::tr;ca. 111' tog-lio a mio parerr ln sctt•, ro••ichè il l!lli~:wcin c.orrngo. i vnsi capillnr1 o rie~ce irritante, o quinrli aumcnln la ;.:c.:te: ne-> si rreda che inlroc.lollo nello ~tomnco sollrag-~a cu.Jorc, c uu'illusioue; solnmente Rpplieatn alla pelle ha 11110 tele azione: per me il ghiai'CÌO nei LrOJtièi ,·, dannn"o, quanto i liquori ~pi ri losi, e produce torbidi visccrali l' ditH·rcc.


1 3~ 0

RESOCONTO eLINICO EfEUAPElJICO LAZZARETHJ MILITAPtr: NElL'EPIDEMIA COU:RifA188a IN PALERMO eu~

ESPOSIZIONE STORICA ~OMMAI?IA. DEl MALATI COLEROSI RICOVERATI Lotto nelle conror~n7.c scleulltlehc 1l<:• mesi rli A'•'U urdo, fulohralo o marzo i s&l :~ll'O~J·••tllJ., miliL1re oli Jl.olcrmo rhl d •llore t ' illriRno J.ui~i . tcm·ute m,.<lico.

P.\ HTE Il. ~

1. -

Terapia razionale !'O/liro il <·o/era.

L; na t.crnpia. razionale ben fondni.A contro un m orbo ing-enero c\ sol o il fruLI.o ddla r.o nosccnzu della naLlH't1 e del la ~cùe delln malnllia. Nes;:una roertwiglin pcrt.aulo '!Uillldo ~i sa che contro il coler a H O!l vi ci s tato qua;:i m cdican1 rn to ulcllJIO r i tnasto intentato e che l'i:'lilulo di Fraucia ucl ;:olo mC'SC di lu~l i o 18Ri JJI\ t·icevuto 230 Memot•ie relflliYe alln terapia del colera: la conlra;:lata. ;:coper ta del microLo colf> t'igino da una part.c, l e roulliplc e conlraùditlot•ic teorie, clall"allra ne doveano essct·o evidon Lomnnlc il moli vo. Epperò l'ra lnuta di!o;pnritii 11: mPzzi curativi semhrnmi che 111 terapia r azionale del (l('l]ern ;:i 1''1:-sa di~idere in tre cele~o rie. La pr imo nbLr A.C!CI!l Lutli i mezzi ili cura AùnpPral i per agir e contr o il micr0bn (c:ut·A a ulipnra!'l!'iU! ria), In !'leconda quelli proposli nllo scopo di comha.llct·ne i sintomi (cura Ainlomalica), e l'ultima, iuflne !!li altri mez.zi con cui cet·ca<>i di rialzare la rel<i~lenza or::ranica contro il vir·us (cura fisiologica). A quali di 'luesle lro ca t'-'~orie hiMgna n ello si.Alo attuali'


RRSOCO~TO CI.I~ I CO E TEI\A PEUTICO, f.CC.

131 1

<Iella ~cienza ricorre r e per combatter e il terribile tllOJ'bo~ I n p rincipio dell'epidemia mi ottenni n ciò clte i llu~ll'i profe!\l'Orl hanno consigliALo nella terap1a del colera. Il L ebert inFatti dice: " L u m iglì nrc c nra dol coler o 11ello ~ LI't lo odierno <iclltl scienza ,., una {'Urn principalu1ente igieniCA o l"agionatamente sintomatica evitando lutti i metodi di pertur bazione per lo menn inutili, talvoltl\ anche dauno;;i • . Adopra,·fl quioùi 11ei primi ammnluti tnlc cura !lintomatica, riconendo a i mezzi LeJ·npOttLici t'azionali tanto pè r com battere le di ,·erc:o ma n t fec:tazioni lll'l morbo, 'luanln per lenire lo Mll'erenze penose da e;;"o cau"<lle. Ecco ciò ci tA praticuvofli appena Ri pre,;entAvn uu iufermo. Al ~no primo a r ri,·are In si mettovn "'Uhilo a IPlto hen coper to c si coreava di r inlzta·c la temperatura c di pr ovocar e il ;;ndorP, ~nnllnini«lrandn::rli interm11uen te d~>gli mfusi caldi di thc, di camnmillfl o di ti~lio con ltqunreani~Atn ò'ummomo; m en Lr·e a Pìnlu\r e tnA,.q.dOI'tnon lc i l c ircolo sem pre deprosRO l"'altcrnanwo det!i i n fusi con una pozione eccilante all'acqua di rncli:<sa co11 etere. A combattere l'anj!osclll precorclinle e l'ar-,ul'8 inte rna do.vansi pezzelll di ghi11ccin per l>oc.:cn. S e i nsor Lrovnno l'u rli doloJ·i addnrnina li si dovo no a ber e all'ammalalo delle litnollt!O "Ìa W~?Ptali, clte miner ali con l'ag~innzimHI di venli :mccE> di Jaudono, e d' un buon (;UCch ia io di co;.,:nac o eli e lisil' di Cl ti11 A. Quando non si or1·es1.Ava la diaa'r ea prodroruica o, moncHndo tluec;ta, insor·gevano delle ~cariche IJurrac:cose, si ric:orrevA con qualche buon risullnlo aJIH ~omministrnzione inter na di acido lannico con!!'itH)lo a potvero d'nppio. LA d ie tR or·R r igoi'OSi'>sirnFt e q unlc lte ht'odo do\'ea bAstar e nei primi Jiinrni. Se il morbo ti IJIICSio Lrnltamenlo uon milil!a'·a;;i erl r11vece i n~or~c,ano i CJ':11npi, pralica,·asi imrnedialilmentf' l')uRlche iniezione ipo<lrrmiM d'id roclora lo cii rnOI'fina mentr e ronte111 pornnonrnenll\ ff\covansi fl'c~-tagion i d'aironi csn fo r AlO. Con Lt'l') poi la contCU'IJIOrnnca ipo::;lenia Ctlrdiar~ ed il ;,:rRve rallf'liUUuemo dclln circolnzioue periferica. ricorre,·asi ull'c:lerf> etilico per Yia ipoclermica ed ai forli irr ilfwli c ultUif' i appl icando vas ti r.;éno pisrni. Qna ndo infi110 il


l32z

1

RESOCONTO CL~lCO E TERAPRUTICO, ECC.

morbo si face,·a molto piu g rave pt>r la cadukl compleladel polso e l'asfissia avanzata, pralicanmsi delle iniezioni i poder·miclle di Li 1ttura di castoro o di muschio, eù i bagni caldi senapizzali. Superalo l'attacco coulro l'abbas~arnento dPl polso e ùella temperatura, ricorreva~i al r iscalciamenlo arllfìcial~> 8V'i'Olgendo l'intero corpo in flanelle o ranni caldi, mollando bottiglie calde nello n1ani e nei piedi; menlrf' inlemarnente insisl~va~i colle heYande surlorirer·e logge•·rnente Momaliche e diuretiche merr,; cioc infu~i ~Idi di tiglio o di camomilla e lun ghe Rolwdon i di curhonato Otl ucctalo di polnssa. Se la reazione lurclanl a ma11iref'larsi ricorrevnc:i nl bagno caldo (iO•) aromntizzato dan•l,.l Of:lli mezz'ora di'i lmoni cucchiai di nlar,.;aJa. A questi Tllt'ZZi blan«li allencv~uui per arfrellare In rea~:r<"lle, fidandomi «ulle risorse deliA nnlu•·a e tenendo ~omp r·e presente ciò cho il pror. Lchorl, n~erisce cioè ello • in qncslR fa~e morhMa l'li è rno!Ln uiHIRt\Lo dei me'lodi di r·i>"caldflajcnto e dPi 111e:t.zi irrila11Li con1n nell'ucce~so si abuc:ù c.ll'i co::'1 detti specifici e dei meui che doveauo lroucHrc la mnlallin. A uchc f(ui il pratico e,. perlo ed assennato "• ,;utwdi del lroppo rare "· Xoi JIC''""itunn. ordinando :.t•u,.,btmenle e secondo il t<>mpo le cose, pro,·ocor·e la reazione. n1n non abbiamo potel'e di otlene•·la del Lutto quando le rnr·7.e doll'organismn non !'ono sufficic o Li . •\ ppeou poi nello Rtalo di rrnzinnf' grinfe•·mi .ra,o.no sospetto di fenomeni cerebntli ln!!nAndn,..i di l'e.c:uutel-78 e di dolore di le<~ln mentre piglia,·Ano l'a-<petto comatoso, ricorr evaRi all'applic·n7.ionc continua c pcr·maneulf' d<Jlla ,·ec:cica di glliaccm al cnpo, cù ai ~unApbnli alle estromi lù infl? l'iori. Nel pa!'I!'Aggiu all'intos~ico2ioue uremica non fu posl'libile con a lcun utc~zn tcrapico regolme In secrezione ùoll'oriua, dell'urea c1l n moder·ru·e il potere eccito-molorc doll11 midolla esa~eratn, c:,l>Ondo rit:sc1li 111fr•uLLuosl i hn.aui prnlungati co11 erho ar·omatiche, e la "omminlsl razione dull'irll·alo di cloralio. Tale metodo tcrape>uticn >-inlomntico razionale, congiuulo ad una gr•auc.le cautela nell'fil i mc11 1nzione dell 'an •malnlo, non


RESOCO.'\TO CLINICO E TEP.\l'EUTICO, ECC.

l ;) ?3

concedendo villo solido anche in piccola quanlilà solo quando

la lingua era netta ed il cal al'ro intestinale cessalo, e congiunto o.rrcora ad una buona ven !ilazioue nell'inferm eria e ad una mn «sima uelle~7.a pel !"ollecilo spurgo dogli escrementi e della hiancJrer·ia !'Udiciu. se non r iuc;ci\'8 n combaL· tere diroLLamenle il morbo, mrligava da tlllll parte immensamente h' pone del pat.ienle, e dull"allra pnrlc ridavagli quella l rllwJuillilà d'nt.imo laulo nece!".sMia in l'imile malallia. Tale cura nhhraccialn in sulprinc·ipio fu io !'eguilo in parte m odil lcalu, f>iu rercbt., nn11 cu rr·r~ (l O IIÙC \'9. compl ~la rnoCILo, sia percl;è 11011 ln ."LlllliWH iu rnpporlo coi pr·ogl'8!'!'i scientifici sulla palo,.:er1c.'-'i del mnr·IJ , 11 Semmoln a pl·or•o--iln della cura '-Ìnlomalica nelle.\ uoce rieere/te ((·f'fljllt.ltli~!tt 1ml ('r,(ì>ra asitttiro ne fa 1! seg-uente apprezwmoulo: "La cul'n l'inlomalica con la qunlo il medico si propn11u tl i cnmhaLLcrCl i flintou ti della. rualaLLin adoperala io cer·li Jirnill può dar'!' ri~nrllnli l'nvorevoli sempre ciro non si adOpl'lliiJ agen ti eapnc·i di pr oùurre cli~lurLi pr ofondi e sconoscmli. ~I n ~e il med•co \'etlenùo la pet·:;i,lcnzn o l'uggra'ar~i dci ~111lomi gravi c •c 'u,l combatter e ntdùoppia e triplica la do:-u clei suoi furmnri cci adopera :;o,.\tnnzo che hanno m1'azionr pCl'ltn·halrice, non fa elle 81!1!t'fl\'8 1'f' l'Cmpr'e più la situa~.i ono dP.ll'infPJ'mn; por chu ;;'-' l'o rg-nni~u•o per· la sua pr·oprin fo1·zn riesce a rengi•·e w·l J•CJ'iodo ol~ido ed ac:lìltico, succcdel'n dte l'eiTetto l•iologiro tl•·i meollCfllllenli Adoperali si svilnppcru ùi b01to, e ;;e Ono n '!Ilei momento non dellero gra\Ì COII<:I'guenze per lllf\llCl\ IIZR cl' (1-.c:;orbimcnlo oppena questo l'i ri;;tahili~cf' w·l mc•ntcnlo dclln I'Cil'l ioue c.i ùeterminano i ~rtH'issiUli siutmni dPII"a\'\'Cienamculo. o.:volto dalle sostanze nwdicinali ammini~tr·ote, senza coulurc che alcuni m edicnu tor tli che si sogl ioun tla talo11i r·act·onrnnchH'e (HLropwa. sll'ic uina) agiscono pnralizzAnuo quello ri sM!"C sulle quali l'nr·gnlli'-1110 d~Ye f(lndun: l'er rea:...ire con tr·o il pr oces::o lnol'IIO"" •. H prof. Scrntllolo ~tahilt-.c~ in,·ece la cura fisiologica del coler a JII'OJ•Orleiltlosi ,Ji l'nllc>vare in lutti i ruodi lo resistenza dello. eco no m ia con leo l'u n elcr tftmento successiYo Rll'in va-


l 3.2 \.

1\ESOCO~TO CLINICO t:: TJ::IU PF:UTJCO, ECC.

sionc colerica senza apporLare verun pcrLul'bamcnlo nell'or~an ismo, C'd ha puhbltcato su tale proposito 1111 lavoro che ebbe grandi accoglienza all'acr.arlemia di Parigi. Le balli ùi questo trRLlamenlo fl!'iolog-ico sono: t•Jt ripoM n"solulo dell'or~tan i;:;mo (~{'(ello mercòildigiuno assoluto dal momento che comincia la tliarrea, fino al111eno a 2.1 or" ùopo ehe rrue,-La 1\ ce~"al.a. ~cl ricominciare l'ali menta-zione l'nlimenlo più preCeribilc é il latte<' n piccolo closi. -l" Eccitare A lmnpo i poter·r fisiologici con un m oz~o quAl· siasi fìsiolollico cioò col cnlore Rpplicnto in forma tli IJagni da 38 -~o·. Qut!sl•1 nwZI.o bi.,ogna adop1·twlo non nel periodo al:riùo, ma nel primo "Uulio rlella maiAitia, quundo non o comparso il rall'retlolf\111911 lo dc> !la "Uperfìcie cutanea. Il buon Pffellu di q ne!' la. medknzionr r;;nrebbe dovuto alla ~ tim olaz ionc> dei ner,-i cutanei, J'Ì!'Lilhih~nLlO l'o•iuilihf"i,, funzionalo lì1\iologicr; fr•a super ficie eu!JIIIL'a e mucosa ~a~lro-int~>stimde, ed inoltre All'eliminazione dPI pri ncipio LI):-~ i co col sudore il quale vitone Cavor•ito ùAI bagno caldo. 3• A rnmini.,traro pit·c0le dn,..i •l'Oppio (lnudnno, liquor e di Ball"ley, ciOI'c~c.Jincl rer eecilure unn azione slnpcfucc•nt.c s:ui cenll'i norvn~i H l'endeJ'li co!\ì meno !'811"ÌOili nll" nzione del principio tQ;:!"ico. Nel periodo di l'C&zinne <;e questo si protluc:o l c>11lamrnLe e senza febbr't'. hiso~na Alteum·si A l un lrallnm<'nto igienico e sovra ttul Lo dietetico. P er co11'r urio se la. reazione 1• brusca lJiSO!!Ilf\ r·rcorr·ere all'a7.ione graduale e mclodicR tlAllo cornp1·esso freddo locAli ed in q11nlclro Mso, quando la fc·hlwe !'uperi i r1uaranla gradi, ricorrere all'Dppl icnziono gCnf\ l'!de del fredùo. Xci pc>rinclo di r f'a zione bi!>ogna r·imediar·c bc11 an che ai fcuomeni dPrivnuli dallo ~lìoucnmelllO dei centri nen•osi ~an­ glionari e bulbAri che ~ono :;lnti pr·i11cipalmenlc allnccati dnll'avvclenRmt:>uto coler ico (.Voran.gn.i, Parlo Il , fl:•). L'nulnr" •tuilltli raccomau.Jn l'iroiezione ipocl<'rrnrra di sali di ca!Jeina l'o nlro l'ipor;;lP.nin r.H rdincil, l"u!'o d{'i ~n ll tli ~ll·ic­ nina nelle ~ofri)J'en7,('l opign~Ll'ir.lro c l' ìnalnzi'n11e d' o!>«igeno con piccole clo~i ùi valcr·ianato Ili chini nR. (per Yin iporlcr roica) nello l-lalo subciauolico p<'r!"i.,tenlc.


RJ::SOCù NTO Cl.l:i'ICO E TERAPEUTICO, ECC .

132:}

Epperò della cut·a, sogg iuuge il dottor Maglieri, non dè dei seri sugg,~rimcnli nello sladio del colera confermalo (algido ed nsfillico) tuentre è ullor u che il m•'dico è clLinmato ed ò allot·a che una buona cut·a dC'! colorl:l si può giudtcare. Il metodo di cut'll811liparas~'~ilari•J dov rebbe essere, secondo le mie ''edulP, quello da preft>r·ir~t fra lutti e tre non potendo oggi giot·uo ormat più csclurlcrl!i la natura parassitaria del colera. Lo stesso pror. Seulmola 'fU8lltunque rnella nvanli la cUl'à fl~iolo!!'iCtt pure arumelle la teoria para'-siutr;a l"aC'endo rife· rire i ~lulowi piit gmvi ad un ('t'inciplo clttrni..:o che av,·clooa i ce11 t~i nervosi. Ora f"(Uali sono lP ob!Jie7.ioni principali clte si fanno alla cura a11liparassitaria del colera ? Il metodo nnLi para!';sitnrio in ge11cre, gli oppositori dicono, riesce l110ravtgltnso por gli elfelti nella cura di allhiour esterne, poicllè In porta tl'iugres~o t.lel parassitu, è visibile ~ l'li può ugir·l' sulla parte Epperò per il colera della porta ct·irr~res~o ò interna, invisiuile. ne ha~la; quale è la manil'ra cl'agire del mict•obo ? qual'è In sua ~wdu cerlAt B isognerebbe quinùi lottnre contro u n nemico cho ~i rra >:coude mentre poi dovesi colpido di t·ettarnente. E pperò m1 pt'rmelto di esuminat·e della questione uu po' più lungamente. I u genet·nle possra mo r iassumere a tr e le diflìcoltù principali pct' la cura anti('UI'8<:sitat·ia del colm·a: cioè 1• perche uon si conosce lo !'~ci lìco coulro il coleru; t• perchì· le sostao:.:e veuellche che ùevooo combattere il parassita, do,·rannn ancora venire in coutaUo con la muco!'la gastro-intestinale ed es~ere iu seguito nssorhile spiegando su l'intera economia la loro azione e per' conseguenza non potranno essere iuuocue so non quatldo se ne attenui talmente la quantità da riuc::ciro arrcoru ineffìcuco a dislru~gerc taio parassi la; 3• perchè l!C ancora l:li polcs:-e uccidOJ'e tale parassita senza dan no dell' o r·:;rauismo~. non si eviter ebbero lo tristi conseguenze del colcrn, J ovul<;~ all'assor bimento del velano per mctuororfosi regressiva del paratisila.


132G

RESOCONTO C LI~ICO E TEJl.\PEUTlCO, ECC.

A tali obbiezioni forLunatamente sembt•ami che oggi giorno si possa rispondere in cel'lo modo sodùisfacenle, coll'osset·vazione e dimostrazione del fatto che tale cura antiparassitaria applicala con mezzo speciale, in gt•an parte viene a superare tal i di fiicollà. In vero quanlunrrue oggi giorno non si conosca lo speciiico ùel colera pure ò certo che sappiamo esistere un certo numero di soslan:c:e medicHmentose le quali hanno un'aziono ·r eale sui microbi, come per allro risulta Ja vnri esperimenti opponendo:-:i alcune alla loro vita, ed altre arrestandone lo sviluppo. Tali sos lnnzo microbicido aumentano di giorno in giorno sempre in numero, e di g ià comi nciano ad avere una classificazione secondo il luro potere distt•uttivo. Non bas ta; da al tr'i cspel'imentntori si è potuto ancora dcterminare la 101'0 potenza in rar pnrto alla quan tità m inima necessaria per 1't>ll'ello microbicida. Ora i risultnti Jlralici di la1i esperimenti ci dimostrano che moltissime sos lan7.e riescono a ll'Onrnre ln vita al microbo ancho a dose minuua e tale da e!'\sere tollerata dall' organismo, purcltò tali sostanze vengano in conlalto col par·assita. All'ultima Qbhie2;ionc poi, cioè che se anello ~i l'icsce ad uccidere il microbo senza danno dell'organismo non s i evitano le Lr·i!;Ji conseguenze ucl cole ra dovute all'assorbimento del veleno, in ve1·ità allo s tato in c ui si trova oggi giorno la scienza .non si può in modo ass:oluto r1 ~pondere come ostacolo facile ad csser·e super·alo; rna·nn d'ora possiamo dire che siamo giù avanti. Eù infatti lnle vir·us non é esso l'effctLo 1 ed agendo sulla causa distru;:rgendola non veniamo ancora a neutr•ali7.zare del tutlo l'effetto ? Si potrà dire che quando il medico ò ch iamALo a meLter·e iu esecuzione la cura antiparassitaria, allora già la causa ha prodotto il .suo effetto; ma sarà inutile perciò distrug-gere il focolaio d'infezione agendo localmente col troncare la v ita ai microbi annidali nell'intestino. Quindi? se con tale mezzo non si viene nd arrestare l'azione del veleno sui centri nervo~ i, perchè già a s · sor bito, indubila tame11te si viene ad impedire l'ulleriore-sviJuppo della malattia, in modo che se l'orga11ismo ba tale forza ùa r eagir e contro il vir us assorbito iu maggiore o minore


RESOCONtO CL!NlCO l!: TEllAPEOTICO, ECC •

.quantità secondo lo s tadio in cui applicasi la cura locale antiparassitaria ed espellerlo, potrà dirsi salvo; nel caso contrario dovrà soccombere e non già però per impotenza del mezzo di cura ma per il ritardo dell'applicazione. Convinto qu indi della cura antiparassitaria locale, mi diedi s ubito alla sua attuazione, .ricorr·endo all'enteroclisi calda tannica proposta dal prof. Cantani, ma non rni attenni ad essa -esclusivamente. Invero non bisogna dimenticare la grande influenza che esercita l'organismo nell'andamento della malatlia, epperciò il medico deve sempre ricordars i che ha da fare non semplicemente colla malattia ma cogli ammalati sovratutto, i quali danno impronta diversa e variabile alla malattia medesima. Non basta; gli ammalati ai quali doveva apprestare le mie cure, giungevano sempre al lazzaretto, come per altro era naturale, a malattia b en dichiarata e talvolta ancora inollrata per il rapidissimo cor so del morbo e per la perdita di tempo necessaria al tra~porto, e quindi dopo che in parte l'assorbimento del virus erasi manifestato. Per tali motivi soddisfacevo ancora all' indicazione s intomatica e fisiologica dando le nozioni idrocloriche laudanate internamente,· praticando al bisogno qualche iniezione ipoderm ica di morfina 1 mentre dall'aUro can to somministravo delle pozioni eccitanti all'etere aHernate l'On cucchiai di marsala o di cognac. Parlare degl' imm<msi vantaggi avuti da tale mezzo di cura, mi sembra piutto-sto inutile, pol.endosi facilmente arguire dall' esposizione clinica sommaria degli ammalali ricoverati al lazzaretto, la quale tosto farò. D'alt.ra parte l'enterocl isi lannica calda contt·o il colera é stata in allre epidemie esperimentata e con notevole vantaggio. (Continua).


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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L ezione clinica aul presente scopo dell'elettricità in medicina, per JA\IES 1IF:NDRJt: LO)'D. Unlvct•silà di P en silvonia.

L'ora.LOI'e dopo essersi coHgralulato nel veder l'olelLrolerapia usuiJ· dalle Illau.i ùegli l.lm!Jirici e pre nde r· pos to J'r·u i migliori meLodi scientifici di curu, cerca ùi res triugerne lo scopo a ei6 eire ò ben conosciuto eù accet'Lato. I r isultati olLenuli nt!lle malattie (li quell'apparecchio nevro-muscolare che é ra tto dulie cellule trofìcbe nelle corna anteriori ùel midollo, dai oervi pe rifP rict, dai muscoli <ùruali si dis lribuiscono, limitano il campo aLLuale dcll'eletLroterapia. Quest'apparecchio forma ltn!i parte imporUwte eli q1tell'arco di riflessione cbe è LI solo or ga nismo nerveo 11eila scala inferiore degli anima li, e di qui sorger ebbe l'altet•dibilila degli esperimenti sugli animali inl'e rio ri, so i no!'lri strumenti terapeulici potessero rag;.ri unger e la perfezione riciJiesta per esegui rli. Un'altra. questione sorgerebbe da tale soggetto. Dncche l'irriLflbililù delJa sos tanza corticale del ccJ"vello è s lata pt•ovata, ed alcuni punii moLori sembrano slal>ilili, non sarebbe bene investigai' piu da vicino la r eaL:ione crualitativa o quanLilativa di tali punii motori, e special111ente in vista della degeoerazioue? L'orator e non rico1·da se n egli esperimenti di F errier ed allri tali invcstigazioui sicr1o s lalH fa tte. La sola conlribuzinne dell'ele llrolerapia alla diagnosi e cura di queste malattie Lroficlie ru erila tutto il rispet to degli scienziati, perchè questo agente, prima che le alte,•azioni sieoo visiLili, c'indica l'in voluziouo de'centri; ed una paralisi isterica può spesso esser riconosciuta, e dis1inta da m1 a pericol o~a JJOiiomilite anteriore.


1\1\'J.STA MJWICA

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E iiu tla ora po~siaruo stabilire che le reazioni anot•tuali sono r enzioll i di degenera~ione n 11011 di pet•alis i Quindi nelle lievi forme di pnr·alisi perifer icA dovute a comprt>s«ione o tr·aumatismo, non è facile scnvrirc· r eRzioni degenet·ative, perche' la dege11cl'azione non ~'~' vienP. L'orator<' cliC<' d'aver !'\611lprc• visto mancni'O o~ni aucwmule retlziono nelle lievi forme eli mano morm dovute ulla pressione del capo sul ner,·o tnuscolo- "piralt' durante 1l StJuuo cio' beoni. Le Alterazio ni l'l!'conlr·aLe ilr r<ìrnili t·asi ~i ridtH;OrH• mi uua lieve diminuzione della contrallilit1i 1arAclic·n, P l'or-"e AÙ una prolun!tala c~onl razion" ùel wu!"colo per tOITeutc çralvanica, cose cho si os~er·vann nel tes~mto mu l:'colnro !"ano cpmndn ~ privo t'> dPII'inlluenzn nPr·vn~n Il !"l'gne11lO cm.o ,. mùlhr.,trnzro!IP di più l"er ia pnruli"i periferica. Un unrnn tli lll!'llifl ••l;i ~i feri IH:ciuPntalmcnte cou 1111 colpo di lrÌ!'\lnla prr·~!"O il gc lini l(), il JlcJrVO ulnaJ•e fU ~enza tlubbiO scalliln ù<.tlht palla A pritlc'ipin non v't>ra pl'lrt1lÌ!-\i ma forte doloro uel t'Or~n del ner vo, v01111e cm·alo con anodiuì e rivnlsivi IC\Cttli, tllit l' infermo irnpa:.dente <;j allontanò dall'ospedn le por Rei st~Hima n c Quar1d0 vi rilor·nò l'arto pr·o!'entava i C81"tlltr•r·i ùi profonda alterAzione nel gruppo de' mu~co l i rrlr •ad Il llcSBnl'o dc• l nwpo ecl il prnrondo fl e:>.ROI'O dol pollicH erano alr'olki, ,!!li c.:pazi i11lcro~,-ei AHallati prr la diminuzione de' piccoli mu~cnli, Pd i1mnr{.!'ine dell'crniuonza tonare 11npicciolito f•t>l gua;:to 80flf>rtn olnll'oddntlore del pollice. La reazione di cle~?eucr·azione ont r•imHr chemlc, lo COII· trallililf• larflelicu molln diminni ln, ed irr ulcuni mu~<:nli abnlita. All'uziono {!al vanicu le contrnzio11i si mostravano tarde o deboli, ed ttll'anode r ispondevano uwglio cl1e al catocle. La prognosi ru riservato , l'infermo si fl~sPn tò di nuovo. Il trattamento sarci.Jht• .~tatn oport~lo l'Oli la r ura :.:alvanica, porclré tale correrrlt• eccitava il nervo ed inducevo la contrazione de'muscolj; ma appena ricornpnrf'a la coulrattililà faradica, questa cort·ente sarchbe sta.ta pr efer ibile rom e più slimo lan tc lw·mu!"coli. e di piu co11 ,·onionle applicazione. L'orntor e crede elle la corrente ramùkA s timoli rnC'glio i 81-


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RIVISTA

muscoli, perché agisce meccanica mente con numerose, rapide e r ipetute irritazioni; essa richiede d'altronde un cer to g r·ado di attività nel nervo, giacché il semplice tessuto muscolare ooa ne sarebbe impressionaLo . Cosiccuè in un caso come il precedente, sarebbe stato inutile usarla fìnchè larigener·azione non fosse slal.a tanto ino!tr·ala da permettere al nervo leso di riguadagnare la sua ioOuenza sul muscolo, cosa cita !'ar ebbe sLa.ta dimostrata dalla reazione del muscolo alla corrente iudotta. Il caso seguente illustr·a il valor pratico della elettro-diagnosi. Un negro aveva paralisi del nervo facciale, con leggiera ineguaglianza ùelle pupille, sema ptosi né strabismo, alquanta sordiL8, o YerLigini Picorrenti. V'era grave sospetto d'infezioue s ifiliLica, ed occor reva eliminare la possihilita di uua lesiOtJe col·l.ica le o meningo- cor ticale. Nei nLuscoli facciali furono coslal:t1Le le t·cazjoni di degener·azione, ciò clte provò u11a les ione peri fe rica. L'ineg-uaglian za della pupilla fu trova ta dipenden te da r.ùcunB goccia che uu amico aveva istillate nell'occhio del paziente. e ctìe coNo con tenevano atropina; fu l'Atta quin,li diagnosi di periostile si fìliLicH doll'os!:'o temporale, comprimente il nervo facciale. l n tal caso l'eleLlro-diagnosi se non essenziale, fu almeno differenziale. Nelle semplici nevPili r eumatoidi del facciale raramente si giunge alla LolaJe Rbolizione dellaconLraLLiliLà faradica. Kelle parziali reazioni eli degenerazione rautorc crede sufficieut~ acceuare i fùUi senza lu prelesa di spiegarli con elaborati diRegni schematici che tutt'al piil souo sforzi teorici. P uò ess;er vi una diiTerenza fra i centri miotrofìci ed i neurolroflci nel midollo spinale, ma gli oscuri fenomeni d•~lla parziale reazione deg-enerativa uon chiariscono tale differ·enza. 'Molto maggiot' uso ùell'eleLlricità a scopo diagnostico potrebbe es:ser !aLLo uiJi l'orlopedia. l ptedi vari de' fanciul!iaccadono pe r aUacch i di poliomieliLe anterior e i u aree liHJitaLe, cngioutwti p11rnlisi e degenerazioni di m uscoli, e di gruppi muscolari. Pel' compt·ontlcrl3 il meccanismo di tali deformità bisogna conoscC;we quoli m uscoli sono les i, e uon solo l'azi0ne


YEDICA

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<li essi, ma anche l'effello della loro paralisi su muscoli antagonisti. Lo scovrir e tali lesioni per mezzo dell'elettroterapia sembra in teoria cosa facile, ma in pratica vi sono ostacoli spesso insuperabili. La diffusione della corrente a muscoli adiacenti é spegso causa d'err ore, che può essere evitalo cou ruso <l'un elettrode olivare aguzzo, e con r~atta conoscenza de' punti motori. L'avere sollant.o una parziale reazione di degenerazione può dipendere da cb e ralterazionf' è l'O IO incipionte i altra difficoltà la presentano i muscoli profondi, specialmente J'eslensor pr oprio del pollice ed il lun go Jlessorc dello dita dei piedi, ne' quali é bene applirare l'olcllrode lungo i ten dini , ben vicino al tessuto muscolare, e propriamente s ul puuto di loro emers•oue. V'è una condiziouo muscolare dclln di rcumalisroo suhacuto, che probabilmente non r\ reutnalico, ma piu propriamonte una mialgia, o meglio nna mios iLc subacula, con limitata iperplasia ud it~ ceppamen lo nella funzion e, s pesso cagiona la da alfalicameuto, stiraccltiamenlo, colpo dircUo; ed il rimedio per eccellenza di questi !'\loti cr·onici é la fat'Aùtzzazione. Può essere fatta con le spugne eleUrodi ordinarie, e In lelanizzazione del muscolo pPr' mozzo di un rapido iolcr·rnltore è salutare, c perfettamente innocua. Il successo ùi LaiP trattamento ò forse dovuto all'ot-rcsto di quella ipcrplflgiR, c ciò si é visto spes~o nelle lombagini, mentre ti paziente si divertiva con l'acido salicilico. È utile specialmente per· l'articolazione della spalla, come nel seguente caso: ln giuocalore di pallone aveva riportato una distrazione del sopraspinoso, sotlospinoso e hicipilc in un liro di forza, il periodo d'ucuzic era pa~ato, ma la spalla rimaneva ris;:ida e dolente. L a corrente far-aùica giovò fin dal pr·incipio del trattamento. Si suoi dire che la corrente gah•nttica, specialmente il polo posili\'O, è un r imèdio per le nevntl;:de, ed il cnso di Billrolb accredita la credenza. L'autore assicura che quest'uso è ingannevole, e nella sua pratica non ha rnai dalo buoni risultati. È soltanto un palliati vo, una pt'ova fallace. L'azione eletlroli Lica, così della calalit.ica della. COI'rcn le


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RIVISTA

galvanica è gioYevolt' ne' restringimenli uretrali, ne' lumor! fibroicli dell'utero, nelle po.ratr ofie ed infiamniO.Zioni della pelvi femminil<• c negli nneuric:mi. Tali rnalallie non entro.uo nel rango ùella nevr algin, rnn meritnno flualcho commento. Il dottore Paolo MnuJé i n uu rocc11te s<.:l'itto lta ricor, JaLo lo sue ossurvazioui oletlrichP nella pratica ùolla cinecologia in accordo ro' dati leorelici. Il farntlismo è utile perch~ slirnola i LcRRuLi muscolari, quindi Jta giovalo noi deficiente twiluppo dell'ulel'D, nnllt>. Ruhinvoluziolli e nogl1 spostamenli: mentre il ~nhani!::-1110 ... ; è moc::lrnlo benefico nelle ipet'plasio che SPguono le inlinmma7.ioni di questo vi:o.ccre. I n ostcll·ieiabiso:,:nct•ebi•P c:perilllcntare piil frequcntemcnle il foraJismo ne' lra,·a~li prematuri o rilardnli, Pd iu certe en10rra gi<' pu erp ~ra l i. ~el lrnlh\rneLlo .Jc!!li l'lnt'urismi In critica llt De Vattwille ,., molto in1portante Egli addcJ itn ~l'insuccec:c::i al non aYcre usolo unn corrcnlo nhbnl'>lnma inlonsa. cito llVI'ehhe dovuto giunger e n iO o fiO tniliotupi·re per ollenurr ctrcllo elellrocbimico. Questi ric;ulla.li poc::~ouo ntlenerF<i c;olo 1!(\JI l'uF<o di una forza elellromotoria pt•opor7.ionnlc aUn reRi&ter.za che Eli vuoi vincOI'O, misurntn col gah·atiOtnotro. La mic;urA (Iella corrente t• orA rrronoF<ciut.a occesc::at·in, (~ non si dovt•obbero accettar~> per t'l"!llli quoi riRull.ali cspreRSI sPnza la dolcrminAzìone d'inten,.ib~. c:pecialmt.)ul c nelle diagnoc;i . La diffìcolLA dtpcutle dalla tnnncanzn di Intoni galvanometr i ; 11 110 de' migliori è rJUell o di Edelmfln, tllfl i l prezw ne é mollo elevalo: quello di Flemmmg in uso all'o"pednle dell'univprc:itil ha dalo buoni risultali.

Dla.gnosl e trattamento della. dila.tazione di stomaco. P1·or. Fu \:-11. RtEGEL. - (Deuts . Meri. ·wocltens. N. :li, l R86). F t'A lullo lo affezioni dt>llo stomnco la dilatazione fu qurlla

che di prefe1•enza foJ·m6 o:.r~e llo dei p1ù accur·uli studi in rrucsl'ullimo decennio. Ful'ono proposti nume1·oc;i metodi Alti a dillgnosticai'IA e po;.siamo dit•e or a che in ~razia tlel perfezionato Lecnicismo d'ùSu me noi siamo in gr AtlO di ri conoscer e


M:E.DlCA

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co n sicurezza le eclasie di stomaco un po' pronunciate, benché 'non esisl.a anc01·a Lra i pratici un'pot•fetlo accordo, e difficile sarà oltenerl o, sulla determinazione dei limi li al di là dei quali incom i ncia la vera ectasiR. Non sono molLo frequenti i casi nei quali si possa cliagnos licure l'ectasia alla :Sola ispezione dell'aùdome, nei •1uali casi si vede protendere l'aPea l!llslr·ica al di la dei liinili normali ed entro questo limite, si scor·gono i movimeuli peristaltici deJI'o t·gano. A quesli s~Jgni la cl iagnosl tlell'cclusia é fatta a colpo d'occ!Jiu Lonlo più se all'almcwme prDtru si one dell'epigastrio sur·cede in basso un manifeslo t·ienLt·amenLo dell'addotiJe. Un s econclo $in tomo, c;l re pet•ò in g~11eralo non fu nettamente apprezzaLo, ci ~ futnilo dai t•urnoPi di sgnazzame11l o. Come il Kussmaul ha t'allo giuM~:~mentc ossflt'"aro nel suo pregevole lavoro !<Ui moti peri~lahici dello ::tnmoco non si devono confondet·e i t'tll not·i di sguFa7,zamcnlu con quel li di g-or goglio e n emmeno atlt'ibuir loro Lll l medesimo signifieulo. I t'umori tli sguazzament'> indicano l'esistenza simullanea di aria e di liquiùi nello stomaco. i r•umori di gorgoglio si fanno meglio senliPe quando esiste sollaulo at·ia. Pe r la diag nosi dell'eclasia hanno vo lore soltan to i prim i. Per ò anche questi pe:r· sè !'!Oli , se J'ieonosciul.a a nel H~ con certezza la lo t'O or·ig-ine stomftcale, non vulgono a slaiJilit•e la ùiagnosi iil qut>slion e. Quando q Ltcsli t·urnOl'i so tto la percussione delle dila si fanno senli r•e per ura'abuot·mo Pslensionc p. e~ . fino sMlo l'ombellico. la probabilitu di un'cctasia é naluralmeu le maggiot·e ma 'siamo ancora lontani dalla certezza twt•chf!, dAlo il <:aso che pe r al tre cagioni lo s lomaco abb ia pl'eso una posizione verticale, si pnLt·an t1o sentiJ'C benissimo i tleLLi rum o!'i anche a l eli seLLo dell'ombellico senza che ''i sia vera dilalazione. Biso~nerà atlunquc, per venire alla d.iagnosi di dilatazione, escludeJ·e il faLlo di una·almo t'tno direzione dello s Lomaco. Gli altri sintomi obiettivi f'OJ'nit.i dal l'ascollozione hanno meno valore. Anche la palpazione fJUÒ conduPre lulvolla a buoni risuiLaLi diaf!nOslicL ma per la diagnosi della dilatazione deve essere ftJ.lla in moLlO speciale e dill'erenLe che per· altre l'ice rche. S e


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RIVISTA

si vuoi r iconoscere l'ecta~iA colla sola palpazione non basta cogli apici delle dita palpa1·e la regione occupata dallo stomaco, ma in vece col palmo della ma no leggermente incavato strisciare lentamente e legger·mente dall'allo al basso sulla della regione. Procedendo in questa guisa s i riesce non di rodo a l'iconoscere la distensione dell'organo ancl1e in q uei casi in cui la sola ispezione nulla reccval'ilevare d'abn01·me, , olll'e di che i limiti dello ::>tornaco vengono tleler·minali in modo più pt·eciso. Ric~el raccomanda caldamente questo metodo come quello che gli ha servito più volle a diagnoslicat·c il primo grado di uno. eclasia. La percus!Oione ci for·nisce suor1i differenti n seconda delle sosl.anze contenute nullo stomaco. Ora abbiamo il suono meLa!Jico, ora limpaniticn, ora ottuso. I n molli casi, non oslanla che e!>isla un'avauzala cclasia, la percussion e non ci dà alcun appr·e~zabilo l'lsnllato . Quando nello stornar.o di latalo si trova una :n·ande quantiltl di liq uido, se si esamina l'amwalalo in posizione et•ella l'arca allusa r.he !';i rileva colla percussione assume una speciale e caratleristic.a figura, cioò la linea d'oLLusiLù s uperiore ò · in di rezi one orizzo11 1ale, quella oinfe t•iore decorre con una convessi là in basl"o. Questa disposizione dell'area ottusa cambiA col cambiare la posizione del paz1ente. Anche la percuss ione dello s tomaco primA e dopo l'i nge· slione di grandi quantità di liquido d for nisce spesso dei criteri utilissimi. F1•erichs ha consigliato un processo d'esame che non dov r ebbe essere omesso rnni nei casi d ubbi ed è la distensione del ventricolo mediante il gas acitlo cat•honico. Meno sicut·o è iJ me todo i11venlalo da Leube per la diagnosi della dilatazione, che è quel lo d'in trod urre la sonda nel ventr icolo, spin~erla conLI'o le pareti dell'organo e senli1•nc la pun ta aLLraverso le pa1·eti addominali. Questo metodo p uò dar luogo ad et·r•ori diagnostici; p. es. quando lo s tomaco ha p reso una posizione quasi o dellulLo verticale la sonda può spinger SI molto in basso e fol'ci creder e un'ectasia che forse n on esiste. A s tomaco vuolo l'apice della sonda pu6 ri piegarsi e quindi accusar·e erroneamente una posizione dello stomaco piu bassa di quello che è realmente. D'alLra parte non s i Lr•alla .sol tanl(}


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~EUICA

di deler•minare i limiti inferior·i dello stomaco m a bensì la sua grand ezza totale, il suo volume, c questo cer tamente uon si determina colla punta della sonda. Ollt•e ciò il metodo non sembr·a immune lolalmentc da pericoli e lìualmente non è a~­ tuabilo in molli casi, come quo mlo le rareti addominali sono sovr accar'i\!be Ji nrlipP. F inal mente un'altrù fenomeuo mor boso indicante reclasia dello stom aco ò il fr·equl·nte e copio;;o vomito di alimento ingeri to. Tali sono in compendio i più imporlunlr crit.eri i diagnostici dell'ectusiA stotnac~al e . M a concesso pur·c clw coll'aiu to di 'luesli m f' todi diagnostici si qia per·venuti n r it:onoscer t' cor1 certezza l a prc!'ienza di uno ectasia, questa conoscenzn non è sufficiente per il pratico in rycanLo che da sola non !{li for·nisce al cun concetto diagnostico u per con~t>~uenza non lo mette in grado di aLLuare un t'azionale pran1• te rap~"ulico. L'eclnsia l:'toma(·ale non tanto cos~ilui<>ce pc1· sè una gpaciale malallia quanto piutt..)sto un r·eliquuto, nna successione morbol':&. Col lo diagno«i ectasia non !"i è dello 1-1llro che lo SlOmOCO ha MfJIIiStatc> un'abllOI'ffiO ampiezza l'cl ÙÌVCIItalO insufficiente a liber·arqi a tempo oppot·luno del Ruo contenuto. L 'insufficienza ,· l In sl.nlo rnol'boso primario; da questo risulta, coll'andur· rlel ~··mpo l a pl't·mancnte eclo,.ia, come fu bene d i mo~tr·ato da Ro~bach. L A divisione delle eclasie in due o Lre gr·uppi ct•rne si fa oggigiorn o, m ettendo nel [>l'imo gruppo quelle ,!ipcntlenli rlu rc" trrnfdrn~>nlo del pilot•u o del vicino canale ir•lestinnle e •wl secoudo le eclasie semplici pr·ovocate da. un11 ossoluta o r·clnlrvn diminuzione ùi fO t'Ul, sin per aumento del con tenuto o pe1· debole1.Za pr·opria ddl'or·g-ano, non so !disfa AfTatlo allo scopo diaf!noslico nè ci rornisce una sicut•a guida di Lr atton1ento. In quei cM;i sui fJ URii alla r1•gion e pilorica si rileva la presenza di un tumore. la causa ddl'ectasiu è facilmente r iconosciuto. Pu r· LuLLavia onche iu fJtt esli casi non mancar ono errori diagnostici e vr sono ùei pratici ~rerimen Lali cho confessano d'aver· comm o~Ro simili errot•i <liagnoc;ticando cioè carci noma ùel pi loro in individui d' aspetLo co.chetlico, dia-

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1:J3ti

Il i VISTA

gnosi dimostr ala poi e1Tonea in scgutlo a ripetute ecl accur ate iudagini del succo ga<:>lrico. M ollo piu difficile c 11 1·iconoscer o l'ectasia m (;asi nei truali non si rileva alcun tumOI"P., non l'i ha dalo alcuno pe1· l'IUJl· pot'l'e una stenosi del piloro n8 si puo delPt·m ittat't' alcuna caul'la dell'affeziono>, Hu.l~··l non accot·ùa un g rande vaiOI'O a quella ma>:sima Lnnlc vullo ript•tulu e 'luasi c•levAI.ll cd nssi omu do molLi, e h ~ eiot'l la pi ù fr•equenle r.-ausu cloll'odnsia ~astrica sia da I'ÌCCI'CBI">Ì in nna sleno,;i dr~! piloro. An1:ho in quelle ectasll' eh•• SI l'ol'nlnno in associazioni' all11 slenn'-i pilorica si potrebbe ,;empi'C ditnnndan~ 88 in t'l''lllà la -.Lt•uost 6 l'E'da<>ia ::.li~IIO fi'U Jj (<Jr ol 111 l'appor lO di Cfiii'<R l' tJj t•lfelto o l'C p1Ultosl.o altri i'ollol'l, ~Jll:cialmenle l'alll'ralo proc~""'80 chi1nic·fl Jella d1ge~taont>, oblmwo tlvuto parte e,;:;enzlnlc• nellu eJ.iolog-tu del la dllatn/,iroltl'. Ma dopo ricon Jscruta quel'.tll dila Lazionc, pc'r qLHl l viu possiau•o JWl'Vt~nÌI'C aol nu'c•!>ullu c.lra~nol'li c quindi slnhilia·o uu r o:t.iiJIIUle l r·t'l ttameulo lt!t'I1P•·u lic·o? In qual modo I'ÌU~cir•cmo 8 l'ICOfll'Ìt'e Ja C~II I SU dcfl'cH.:LIIHin? Corue E=i l· Jelto eli <:O(II'U, ilr'ollcelto patolo~i<'r> tlclla ccltt«ia ~wslrica è q uesLo; ·lu stomaco non è m graùo di li uea·ut·si a lE'mpo del suo conlt>nul.,, l.'t·cla~ia " il fallo .;eco1Hi61'io ù la conseguenza d~l per·mancnk stulo di replez1oue ùcll'ol'gnno. Com e !'li vede, colla dio::no~• dt t·cLaHiu la cansu di rruesi.IJ 1nsurtìdenL:n re:ola lullo1·a all'o..:curo, ed ecco che la dtagnos• non sa1'à completa nn~ i ,;aJ•ù nulla se uopo r iconosciuto l'ccLasiu non si p l'oceda allu t•icci'Cu della cagiouo m o rho~u cli o t·ondc lo stomaco insufHcioulo al suo fìsirJiogico mundulo. La cagione di questa insurncicuza di stomoco p uò c>R"-er e di due sorlu cioè puù csser11 o chimica o molot·ia . I n qnalsinsi C'oso di cclasia gasll•ita bi~Uf!IIU a nzitutto delCI·mmat·e Se Ja funzione chirnrca ~i COmpie nOI'D1almenle oppUI'O O ui>- lurb~ta, e non sar~mo aulo•·izzali aù ammettere una ansul'lkienza puram...nle tllotol'iu s~ non quaoùo si sal'ù ce t'll ~hr• 11 pro<·esso chitnico olelln ll1;.restaono si compie fl siOin:-:irHmt>nle. M a un che nei casi Jove può esser·e dim•JSlJ'uLa la pr<'SO II Zù di un ostacolo m eccanico al pilor o si devono indagar e l e C(JH·


MEDICA

dizioni della funzione chimica giat·chè nuche in tali casi, il chimismo !>lomacale ò r1uasi !>Sffijll'O piu o meno aHerulo tl la leru pia lrart·à 11iu vanlaf.U!IO a c·omballere l' alleralo claimismo anzicllè pet•,ìt•t·::-i in ,..foa'/.1 multo spesso inutili pet• allontauat·t~ l'o~o;lacolo rn<>cclliiH'O. Anzi lullo pet• :>lll•t i a t•... d dumi .. mo •lt>llu ùit!esti•me si fa in gel'i l'e ul pozinnle u 11 n ce t·t.a qllflll~ii.Ù eli ci bo e dopo sei ore si eslru e il coulenuto dallo ~llllillil'" m~>tlinnLf\ il !';jfone. Gia la sola osscr,•aziouc mic1·o~wopicu dulia materia e::;Lt•alla ci l'OI'rti~cc Lolora impoi·lanli c·l'ilt•t•ii dia ~rto~ lìci . ln secondo luogo si dC\'tl tndagare •tue.,.Lo Ulall'l'Ìùlt' lll'ila ::>ua ai.Jb\Jmluoza o ùl:llìcienza eli acidi tninet·uli lìhca·1, di O.c11lì cwganic·i, nel suo potere clijZeN•nle. Cel'l.amenlc qu.--.lu •uc:lo.ln è anco1·a lontano dal !':Oollisr~ r,. a lull~ le c .. I~E'nze, (IPI'oana scmp•·e qualche vsiOI'I} notla pra tica rtlcùicu g-.twnulìP t'n in IJnanlo d1e ci melle in ~l'tHio eli t·i,.pondct•e al cp~e<>.iln ianp•H·tuuti!'!'imo !<e il "'uc<:.o ga~LI'tt:o >'ÌA IJasle\'ol c. opptll'tl in~urtki.,nlc. La l'ÌCI\I'CH quanlitflliVA o •Juali lnliva rl e.~ l conlenulo sloUlacalc c•~ll·allo e tìllrato d ftii'IIÌ"'Ce più ullendibih criteri i. l n Hlcuui ca~i si lr•ova n•llevnlo ditninuziuno di acidi minernli, in aJlPi un 1\Utnenlo d1 acid1 in genere, in alLI'i ancora non maggiore t•icchezza eli ucitll organil'i, fìnahncnle 'i l';ODO cusi 111 cui 11 stH.;co g-as!•·ic•> s1 c;nmpurla IIOI'malmente. Non si ÙO\'I'U far cllugnosi cli iu::-uflìcicmzu JIU1'8li)I'Jite lllOI/li'Ì8, CÌOÒ cug•onnlo da 111altl\'ilu u:"!"ulultl o l'clati ,·u della tunica muscolat·e SP. non quanùo ::;i ò Lt·ovato il potere digeeenlP. la funzione chimica dello ~lomtlco dol Lutto normale. Questa iut:illf(] cienza rn o loria per o nssoi più spel:>SO secondariu (;ile p1•ilnot·ia. Il thogel ct·ede cl.1e anrfle quelle forme di eclasia ;aslrica che ~i son prodotte da u11a proLrullo ed abituale cl isLOIISione dello l"lOmAco per npcra Ji CO['IO~i pA~Li 11011 si debbono inlenclere seinpt·e ed ··~clusiva lllcrllo noi scuso di uua insurtìcient.a purameute motoria . .t\ nelle 111 fJUCì-li casi gli pare dover!>i ommoltere con ragioue cl1e 111 !';e~nito aliA continuala inlt·oduzionc' di ci!Ji JlOCO di:.rcril1ili ~i dohl>a dappt•ima a lle rare il chimismo della dig-e~Liono, c he inl'ieguito a ciò l e rnaleri o ingcsLo si soffennino por un ~empo più lu ng-o deluOI'-

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IIIV ISTt\

male nello stomaco, che da questa insufficienza dell'or gano a liberarsi a tempo del suo contenuto succede una abituale abnorme replczionc colla conseguenza di uno stato pat·elico della tunica muscolare e quiudi di unu ectasia. In questo modo soltanto si può spicgnre il fatto abbnslanza frequentG di non trovat'e la dilatazione di stomaco nei fOJ•li rnangialori . Fino a che sono inlroùolle nello "lomaco sostanze di facile di~esllonc, sta puri! 111 grande quantti.H, anche lo stomaco si adulut all'aumentalo lavoro elle gli viene imposto. Quiudi per la gr ande maggiornoza dei Cll5<i di e··tasia ~strica pt'r esagerola iug~lione di t·ihi s• deve riporre la causa primo rwn tanto nell'numentAtù quanlità dei rnodE>simi CJURnLo iuvece nelratt.eraLo pOleru clllllliCO ùeJJ'N·ganO di!!et'elltC. RicpilOf!UIIllo in hrc,·o il ti n rttti dello rwuardo n !la diagnosi; auz•Lulto si deve ù13lCrUJinar<' l'esisknza di una ectasia. I n secondo luogo si ·l•·w rice•·care la cazione di 'luesta 'clasia. di que~ta permauento distcn.,ione dello l-ol0111ACO elle non perrnt>tlo a fJltCRt'Orgnno di liberat·si i:l tempo dei cibi ingeriti. Siccome la ca !..ione della iu:>uftlcieuzn 1.lt stomncn put'l c:-:sere riposta in un disturbo deii'BittviUt clnmica oppure d1 quella molorin c for5<o di nt•lbedue questi pol<••·i; e siccome In insuflìcieuz.a moloria auzichè PS!'ct·e primnrin .. piu spesso l'effetto della alli' t'n lA fnut.ioue chimica, col't no 'i,•n\3 per consegue ula che iu lnlli i cal'i l'i debba prima r icrrCAre como si conlporta l'nllivila chimica; r wPt·cure cio•~ ::>c lo ~ecrcziono è nornu1lc, se,. amullllntn. dim111tùta o l'e dà luo;w ntl abnormi l'ermcnl.azioni Non fa duopo spendere parole per dimostral'o ehe uua rat.ionalo terapia della llilutazione gastriett non sarà possib1le se non in baso al ri<;ullalo di'Ile ~uddclte ricc t·che. 1l trattamento non cle"e prender di mira l'ecta.,ia per f':é, ma deve dirigcr5<i contro !a causa. Fino a questi ultimi tempi si è rnccomaudalo como l'unico razionale metotlo curativo dello cctasie la 18\"lllara dello slmnaco, nè dobbiamo certo dt>:conoscero l'ertìcncia eli que~ta cura; ma l'cspericuza u1ler10r e ha pure dimostralo che con questo solo metodo curativo la guarigione si ottiene tl!"Stti di ruùo. Il lrallrunenlo deve mi-


:IlE DICA

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rare alla causa dell'octasia e per riconoscere quest'ultima deve essere studiata la condizione del potere digerente. A sostegno cd illustrazione dello. sun tesi l'autor e ci comunica la stor ia succinta di due casi che egli ebbe in cur a conlemporanenmenlo. Nello stesso giorno egli r icevette nella sua clinica duo inrermi con fenomeni dispeptici abbastanza gravi. Tutli c duo apporlene,·ano alla classe operaia, avevano l'età lrn i quAr onla e i cinquant'anni. si mostr a vano mollo emaciali. pall idi e solforenLi, cou cute fl oscia, con muscolatur·a atrofrca, soffrivano ambidue eli fre<Juonli vomiti, erutlOi:ioui aci tic, i 11 uno si r i"veglin \'f\110 dolor·i vcemonli, nell'altro dolori meù tocri e tollerAbili. ln tulli P due e"isl C\'8 una pronunciata eclasia il c·ui limite inferiore oltrepassavn l'omJ)iliro. I n uno di queglt infermi, stando all'anamnesi , si !la rebhero osservati in altro tempo fenomeni di un'ulcf'ra ~lomacale. Senza sper•imcttlar·c l'aLLivilà tli t{eren lt~ dello stomAcOin quei due casi non >~i potevo. vedere nionl o più di una ed~sìn piuttosto avanzala. P~r rinlrac.:ciarue la <'1\u~a di qn~>lla ectasia ~i esaminò il conle1wlo dello "tornaco clopo d'aver somministrato il pasto ùi sa~gio. Giù la solrr ispezione microscopica diede a \'Ctlere una sensibile dtfl'erenza tra i mnleriali fol'nit.i dai duo malati. Noll'nttO non si rinvennero r esidui eli car ne ma invaco si trovar ono soRltHlW amil acee . Nell' niLI'O invece le frhro carneo non ~-" rano nncm·a digerile. Fallf' fil trare (juesle malerio e chimicamcule rsaminate, si trovò nel primo caso rca1.ione palesamenlc acido, nessun acido organico, l'albumina ora c:ollecit~monle decomposta. Il predominio di acidi ot·gan ici Ct'a ritrtilrclte,·olc. Tutto l'opposto si é trovato nel sec;ondo <·aso, cioè pochi Acidi mjner ali, abbondanza di acidi or gan ici, le mal<' rie flllr·ate non digerivano l 'al bumina. I n ba~e a queste ricer che ru dia~noslicato nel primo caso unn iper s«·cr ezioue di succo ~,rastrico, nel s~>condo~ un carcinoma non oslanle che Rlre~plorazione taltile non si fosse rilevata In prescuza di un lurnorP. L'andamento e l'c~i to della ma lAllia confermarono in ambo i casi la diagnosi. Il primo malato dietr o congr ua cur a guarì,


!Il V [STA

l'alli'O dovette soccombere in causa della irrimediaùile malatlia. Nostro primo compilo adunqu(} nella curu d.clle eclasie sarò dì t'imuovoro il disturbato chimismo della digestione quando questo sia riconn~ciulo. Fino a che quel:lla alh.ll'azione persi8tc non potremo n--pellarci un miglioramento dalla ,ola lavatura melodka. An?.ilutlo la dielu deve c!'lserc rogolula in modo r.orrìsponùoule all'allerala digestione. Do,·e bavvi ipersecre/.ìOJte di acidi ~arauno utili !.di alcalilll. dove la Pecrezioue del succo Fl8l;lrico ò diminuilfl bisoçma supplirvi <:oll'inlrodurre princ•pii che por la IOI'o qual ilit possono ;:.upplire alltt insul'fìcienlP secrl'l(ioue. Lo la\'alure, chf' co::;lituif<couo un me:r.zo curatiw1 Ulnlo prezioso nnzi indi~JlOllf<abik, da ~ole, rnrissime volle pos~ono giova r·e. Se dopo CIH'l'ella l alterata nltivittt chinlica rcc;t.a ancora unn certa ddmleaa moLoria nllora sor~e l'ind:"'azione d"U'elcllt'icitò o del JOas:-,a,:gin. (Juoc:ti due ultimi 111ezzi Paranno sempre indicati nei ensi di iusuflicirnza motorin pr imitiva, lnJi casi peri'! non "'ffllO i pn'.a l're•ruenli.

Osservazioni di orohite mala.rioa primitiva. TII OLO~ . -

Blm(Arch(crs de .llédecine d de Pltarmaeie milt -

wires).

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L'auLOI'l' t•icorùtl che gia da qullfchc lempo è s ta ta os~et' ­ vulo e clescrilla t:nn vat••e•.ù d'ot·chile pl'imiltva, pl'Opt'ia dPi paesi Mieli, la quale ,. stata dar divPr~i oc;sernllMi attribuita agir o rècchi~m i , allu cos tipnzioue, al la rdcnzionc cù aòùensamenlo dnllo spel'tna, ~ll'onanic;mo, e sopr·o lutto all'eumalismo ecl alla malaria. L'uulor e inclina per l'o1'rgine malar·ica e d tiene esset•e l'orchile in parolu una ro r'lnfl lcgge•·a d'infezione malarico pt·opriR dci paesi 11 0i q uali il miasma palu«l!·e non è mollo polente. In quanto t~l reumatismo, e!!li non lo esclude l'Ìlt•nendo che esso ::tia, dal punto di \Ìstu etiologico, mollo alliue alla mala r ia. Cl'ede inl'ulli l'aultJI'e che le llussioni cl te puù subir•• un Ol'gHnismo in seguilo aù un pet·lurl>amcnto flc;iologico, ~• Jocahzz:no diversamenlf' e si allontanino piu o meno por la loro sinlomaLologia dulia infiummazione ~o-


l!EO JCA

nuina a secondA del g rado di qcpressiooe in cui si trova esso org-anismo. Per gli europei i cl imi umicli e Lernperali S() HO la patria del reumatismo 1"\r licolare acuto; i cl im i ca ldi urn icU,ad ari a staguante, s ono la sede !le Ile rebb t•i malarich•• f!t'avi; lr·a rtnesti due estremi vi é un let·rcno inle t•mtt:.lio, eu!>.liLuilo dai paesi abbasta nza caldi pe r appOI'lA rc tl ll cet·lo gr Ado di depressio ne dell'or ganismo. ma nello :::tes!"O lf' mpo ahhastanza ventila ti per permettere la l'P!rnlar•e "'$'ecuziontl 1lelle $116 funzioni; l'europeo che recasi in quel:\ Li paesi, sotto l'ir, nuenzo di una causa occasionaie, non l'ar a più col pi lo da nn reurnolisrno sr·ticol ar e genuiuo: ma le congestion i, ùaiiP rruoli i';ar·li affelto, par·teciperAnno, pel lnt•n anùnmento e pet• lP. lor·u localinttzioni, del r enrnntismo P. della mttlnria. Un a t! i ;p1esl e for·m e n10 r boso che l'autore ch iama ibt·i·le sarebbe appunto l'ot·chiLe in parola. Eccone i sinlomi pt•inripali e l'nralamento. L'invasione ~ r·apidll; il tcstir~oln si gonna per dne o tre voll!) il suo vo lnmn not"H1nle; rtH'IIt'nente 1\ IH'eso il solo epic1idimo; j>iu c;pe!'!'O gh,ndola Pd epididimo insiem<'; sì O!'serva spesso vaginalile con !'panditnt>nln; il d01ot·e spon la neo é quasi sempl'O rnoLlet'a lo c:.\ll hn i l earallero d i peso, cl i sl i ramenlo; iL testicolo è asF;a i sensibile Hl pnlpamento; la febbre scompare quasi seu1 pt•e allou·h,\ è avvenuta In tumefazione; oppur e ritorna ad acce:r;:-i, m a nnn é mni eontinua; i tegumcnLi sono normali . l ;:<inlom i acuti ùul'ano lre o qua ttr o ~iorni; ma il proces5;o può durat·e quindici giorni; Dutl'ey lo ha vi~to passu L'e allo stato ct·onico A llur·nt·e un mese; Girerù ba osset·va(.o N ttche I'Htr nfìa del lflst iculo. L'antoee l'ifcll'i sce fnflne tt·e CHSi di tal mfJIALLiH da lui osservati in Tunisia. Il l" riguarda un soldato All"élto da vat·i giol'ni cla rebbri molt<~ t· i c he o Lipo quotidia11o, ed a cui si goufìò d'un tt·ai.Lo i l trsLicoJo de!ìll'o senza alc nna ca usa :;:peciFJ ie; l'e pididimo era noJ•male; '"i era vaginA li le con spandi mento; febbre scompa r·stl; curalo tl~pprima cùtl ioduro r• cataplasmi, non risen ll alcun vantaggi o ; ~os pesa ta le cura c, dielro consiglio del Bm•Lholon datogli del >;o l fato di cllinino alla tlose di 50 cenligr. al giorno, l'infCJ·rno gua1·i in tre giorni. Il 2• caso riguarda un solda to, il quale, guar·ito do. p ochi gior·ni dalle febbri mala-


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Rl \'l STA MRDJCA

rich~, fu colpito da reumatismo articolare, in seguilo a forlo bagnatura; mentre tal malullia migliorava comparve dolot·e où un leslicolo con tumefaziOne di esso e dell'epididimo; eut'alo dappt·imu coi soliti nwt.oùi, il processo Oogtstico dapIH'ima diminul, mA poi ~i ucconluò di nuovo, anzi Lot·nò la fcbbru ad accessi ; sommmi~ll·ato il chinino, in sei giot•ni Il testicolo et•a nOJ·mal e. lllet·•w CS$0 ,-,di un so ldato infPrmiot·e, il quale uvova anlecedcnlmnenle soffol'lo lo f'cbbt•i malnt·iche o clte, \lut•onlo una linfan~ioile dell'an libr accio Je~ll·o, fu colptlO da febbri quotidiane che cedellOI'O al chinino; guar·il(• ùa pochi gior·ni di tal malallia, fu p1·rso da acce~si di fcbl.H'e con localizzazioni articolnr i chtl ;;compal·ivano col sudot•c; al le1·zo gtorno si manif1!$lo "olorP c .,.(nnfìot·c del testicolo e dell'cpidiJm1oj vi ct•a vuginalile con ~pandimeuto . Mulgt·ado il chiuino, gli accessi ft·IJill'ilì pct·tlul'nrono molli gior11i; il testicolo tcwnò not·male solt.nuLo dopo nove giornt; vi fu anch' iLLet•o; da ullimo la ft~bbl'e pt·esP il tipo cruat•Lano; dopo :?2 gio1·ni il molato ero com plelnm c n lo g'IHWi lo.

HIVJSTA CHI HURGI CA La. oa.naltzzazione della la.l'lnge. (Centrali . .ftlr Cltir., N. ~l, 18116).

A. R. 0AVIOSON. -

Il doll O' Dowyer di New Jork ha inventato alcuni slt·umonli che sarcl>t.cr o destinali a surrogare l'operazione della lracheolonua. Il c.lotl. David ~on in una sua memoria sulla diflerite(Med. rtn.tl Sura.Journ. ,juli 18'GJ ci po1•ge di CJII&slo apparato istr u111entale unn pa rticolareggiata descrizi one ed accenna iu pari tempo a ~ucce~si ottenuti da questo incr uento allo operativo cho egli chiama ìntubation. of lite larnu:x:. La parlo più importanlo di questo apparato ò costituila dai tubi, cioé canali melalliri rh•eslili di lami na d'oro, lunghi da


lliVISrA CBillURGlCA

1343

pollice e 3j4 a 2 pollici o 112. Uno di questi tubi r\ spinto nella laringe fino nella trachea e colla estremità s uperior e provvcdula di orlo ci r·colare ~i appoggia guiJe corde vocali, menL1·e che coll'estremità inferiore va fino a mezzo pollice di distanza dalln biforcazione deliA trachea. P er poter ritirare il tubo in caso di s!Jagl1ala diro~:ione. lo strumento viene a ssicurnto con un filo ciii'! si f<l passare per un foro della sua estremità superiore. La sua e!:'Lt•e rHità inferiore viene arrolontlala da un otturatore mobile il 11Uale io pari tempo serve di gultl tl per l'iulrnd u7.iono dello strumen to. li tubo si allontana per meno ùi un est rattore. il quale mediante uno scallo a r noli A rc~ololo dalla mano dell'opt-ro.to re afferra il tubo alla suo estr emìlu Jaringcn. L'introduzione si esegnii'\ce dietro la g ni1la del òito indice spinto fino al ùi dietr o della epiglollide. Falla l'introduzione sorgono subito conati di lm~se che però uon sorto lanto forti da s umover o lo :::;tru mento dalla sua l)QRizioue, ùopo di che la r espirazione !'i fa p iii Jiberu. Por' trovare prontamenh~ il tubo di dimonsioui propor~:1ouate a ll't• lo del paziente e annessa all'apparato un· appo:.:ila lallelia g raduale colla relativa spiegazione. Sta ndo ad a luune os!';Or'vazioni l'estrazione del tubo sarebbe piil diflìcile che la s ua introduzione e tal volla richiederebbe la narcosi . L'autore ra osservare con r agione che questo nuovo processo e vita molti g ravi iuconvonien ti dellu lracheotomiu noo solo, ma olfl·e in confronto diquo:-;t.a rilevanti ,·anlaggi. È uua operazione iucruent.a. ùi non dirncilo e:;ecuziono, non p roduce ferito diftot'icho, non ga n~ rcna da compressione nelltt LraciJCa pe1'chò il Lubo è di un calibro molLo più piccolo della tracheaster-<sa, l'aria 1·lre il paziente inspira passa per la bocca. quindi s i r iscalda, la uonvAlescem.a s i inizia pii1 pr c:-sto . Sembra che il tubo sia abbastarna bene tollerato dalla tr·uchea . l n due casi nei ctuali O'Dowyer ollenno completa gutll'igioue, il tubo fu loscia.Lo in posto •lieci giorni scmm eire per questo pt•olu ngalo so~gi or r,o :sia avveu utu a lcuna a llera?.ione funzionale dell'orgnrro. 11 maggior inconveuiente ciro ~i pos..."''l. temer e da questo processo è lu possibiliLa che il t.nbo veugn per cosi di re e-


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Ili VISTA

spellorat.o sollo un forto colpo di los!;O, inconveniPnte piuttosto graw• poiché lliffìcdmenlo !<i troverà tra g-li infer mieri persona capace d'iuti'Odurlo nuovamente nella larin~o. Anche l'alto ùella de~lutizioue uel quale la ~lollide ùPvo chiudersi incontret·à qualche o!';tacolo. ~irchè durante lu permanenza del luho nella trachea ~nrl1 giocoforza introdurre alimenti liquidi mediante In <ooudn esofA~ea. Si l'revocio elle questo A pparrcchio si potrti usare fiiiChe nella curA l!elhl c:t•••H'!"Ì ••r,,nica clc>lln lnriug••.

Contribu to alla. patologia e terapia. dell'ematocele della tunloa. v aginale. - O. RIF.OI:.L. - (Centralo . .fiir C!trr, N. 38, 18 !'l••l•embt•e, HlHfi'. L'aulor() ril'<lri!;CO lu stor-ie cliniche od i ri scontri aoalomopalologici di 2 L ca;;i ope•·ati da von V olklflann, in H; dei quali bast.ò lo. somphco nbrasione o l'escisione parziale della tu· nica, mentro in 5, verifico l i si h1 so~tge lli vf'cch i, si dovotte cseguiro la ra!>ll'Ozioue pt•r atrofia del testicolo, circondaLo dn tessuto se lero l1eo o all'eLlo da e!tra ma l all'Il. La ~ua rigione fu "'cmpre duratura e gl'infermi d'ordinnrio poterono l&!;<:i!lre Il letto un quattro ~?iOl'll i dopo l'operazione. Quanto alla causa tlell'affe.~:iono, 111 i CAsi essn era da allrihuirsi a gravi contusioni, cd in altri i invece a r ipetuti mallratU!men\i c punture di un idrocele. Tutti ali infermi, ad ccC67.iouo di uuo. affetto da orchi lo !'ifìlilira, appartem>vano alle classi lavoratrici o m·auo obblig:ali di !>lar o mollo u cavallo. 111 ba!>c alle ,.uc o~ser,·azioni rautor~ conchiude che nell'omalocele l'li lralli di un processo infiammatorio cr onico. che per rtfello di •·ipelul<' iL1tlucuze uoch·e a!:isUtne un decor so acuto. La fr erruenzA delle adcsinni fra lamina parietale e viRcerale di'Ila tunica, che da Duplay e Curling fu lrO\ala in un terzo elci cadaveri di varch i, è una pr ova della l'rcqueuza delle nogo!'i ncule di ({Uesla sier osa, ed è pr obabile che esse abbiono 11110 corta l' elazione coll'crnalocele, l e cui sovr apposizioni n strati hanno u ri ~ine da un essudaLo infiammatorio 0brinoso. Mo11 tr c ù'rwdi11nrio gli essudali subiscono Lrasf'or-


CBlRUllGTCA

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mazioni analogl1e a quelle della pleurite adesiva, assi assumono un decorso diver so quando jJer effetto di tal une influenze nocive si formano dei versamenti sierosi o sanguigni che sono capaci di impedire il salda111ento dl'lla parielale colla viscerale. La tunica, privata del !'<UO epilelio dalla prima sovrapposizione, non e capace di riassorbirc quei ver-somenti, ed o~ni inUuenza nociva cJ1e co]pif"ce lo scrolo allerato, dà luogo acl un· altra stréltificazione, che Lrae lH sua vascolarizzazione daistralipiù vPcclti, mentre in 'JUCf'li ha lungnla ulteriore tral"formazionc in connetli\·o. Oltre 1-1 ciù nei casi di lunga duratl'l si l'i;;conlra !';empt'C' una prolift'rllzion e del tel"suto ;;oLtoF<ier·ioso, la f(unlo diffo11dcudosi al tel?-sulo C(,niiC' lli\' o Rulla p1wle postPrioro rlel Leslirolo e delrepididimo invnl ge questi orga11i ili dll(' i alllP IIu Mlli'Sllll'iclte; c poic ltè quef'li ia.tal caso 11011 pof:Rono i<fnf!'girlH111a pressione di raccolle licruidc, ne segue lo loro atrofia. l ni%iato c lte sia. il proce~so dell'ispessirnen Lo e dell'indtwimento tl.elln Llwicn, baf>La tto stimoli di poco r·ilievo per dnr. l uo~o o. nuove e»sudaziolli, lacerazione dei vasellini delieati e forma:zionc di ema-

towu.

·

T uLlo il processo si può dmJque para~onare al proce~=;so analogo nell'ematoma r elro uleri no od nlln pcrilonite emc)rragica o::set·val.a da Fricdretch in f:CJ!Uit.o di punture di ascite, menlre la pachimeningitc emorragica crOIIÌéO. se ne distingue per verificarsi iu uno spazio che sollo il pnntn ùi vista embriologico deve co11siderarsi come un s(lcco linfatico, oonchè Jler la neo formazione vasco lare ennrm c e dU!'&Lura. l ovece di adottare la esprcs:òione di periorchite emorragica proposta da Kocher. l'autore slima più conveniente di conservare l'anllca denominazione di ematocele della lunica vagloalc.

Peritonlte acuta curata colla laparotomia. - TnevEs. (Gcntralb. fiìr CMr ., i.'{ . 4o, t Sfl!i). U n g iovane di >'ert L'anni il quale f'Of1rh•a di cr·onica pelveoporilonite per in fezione g-onorr•oica venne colto h:nprovvisumenle da sintomi di acuta pel'ilonito ello ben tosto pro-

8G


13i-6

IIJHSTA

voc6 w1 collasso generale gravissimo. L'autore apri il ventre con Wlaiucisione sulJa linea alba cd estras!<o dalla cavità un liquido opaco misto a fibrina. cù A nocchi ùi pus, ed avente odnr•e fecale. Allalo sinistro egli r isconleu un ascesso pelveoperitonillco, il quale, !imitalo da un'n.osa dellouue chl' solo in parte !asciavasi dislonùerc, aveva perro:-ato la cavitù peri t.oneale e avPva c;uscttalo quella violenta pcril.onitc. S1 fecero lavature cou !'Oiu7.ione carboliCI\ lepida. si applitò un tubo a drenaggio >!pinlo lì no nel focolaio dell'Ascesso. S i clùuse put·e il vontrt>. finn al luo).!n dOYO pa;:sava il tubo e !-<i medicò il lutto ~econdo i prPcctli di Lister. L'infermo fu alimentalo con clisleri (due o l1·o all'ora) e tt·atlato coll'oppio. Per •1uattro ~torni conlinntJ In cat'lloluria eJ una uobondante sc:cl'ezton~: .li pu.-; .(alla c.t'l'illl a idominale, clt modo che si dovetlet·o ripetere lo Javalur.• delln 111edesimR. La guarigione si ottenne i11 nove sellimane, piu tardi si o«ulcer'l la parte addominale nl punto dove eJ•a stato messo il tnbo e !':i elimiw'l d·~ll'ulLt'O pu«; pero ln c:ec.:r•ezin11e cessò eomplolamente non appeun !':i ebbe riapplicato il drenaggio.

Tetano tranmatloo gnarlto ool riposo as•oluto. - Proressor Dt-: RENZI. - (Rio . Clin. e Ter. , mag::tio IS.'l6). L'aulofe espone che il lt~ lan o è Lui malattia cui s uccede una pronta e conc;iderevole anemia. OltJ'O a ci6 lo mor l•• ò d'ardi· nario conseguenza delresourimenlo. Fa notaro il fallo, che viene d'ot·dinario malamente interpretato, cir·ca la clifncoltà della ingeslione det cibi nei lctanici, la quale dtffìcollà non è nella funzione della deglutizione, ma in vece nel m odo di poter introdur1'e J'olimenlo nella bocca serrata per lo spasmo dei muscoli masticalor i. Inll'od ucendo un beccuccio al di là dell'al'cala denloria, si può con fa cilità :alimentare per questo m ezzo l'infe1·mo. La cura col riposo assoluto che il De Ronzi ha usalo in cinque cast con quaLlro guarigioni, <~i p ralita nel mode seguente: 1" Si lione l'infermo in una camer a complelamcnle lran·


CIIIR UnG ICA

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quilla o buia. In questa e nelle alligue, per non far rumore, si stendono sul pa,•imento stuoi~ o tappeti. 2° Ogni qunll ro m·A si dù rlbo e bevanda all'infermo, usando tutte lP cautele affinché non si rwoduca il più piccolo rumore. 3• Un infermiere v c~lia con l.inuamenlc nella camera vicina pcl sen·izio del ma alo, colla conse!!na del mantenimento ùel silenzio, e si serve al biso{:(no di un lume con Oamm olla pir,cnla e fì tJCO . ~· Si .Je,·ono turare con bambag-ia le orecchie dell' infermo, ispir·andogli luLln la Oducia !1l'llo guarig1one se starà tranquillo. s• MediantP una cnnnula lPr minanlf' con un becco, che s'introducA dietro gli ullim i mnlari, si dà all' infer·mo ogni quattro o ro dPI brodo con uova, lallP e vino. Sono 11lili le bevande ahhnndanli. 6° Per cnlrnar e i dolori grovano lo polveri di se~ala co rnula e il i bclladonne.

Della mirlngotomla. - Imlicu:>:ioni e m etodi del prof. GIAMPIETRo. - (I.J iornalc !nlerna:. delle )cten:e Mediche, 18H6). Premes~a lo descriz1one anatomo· Osiologi<'n clell'or ccchio, il Giarnpiell'o svolgo ~prc ialm 1' 11le molle idee in torno alla funzione dell'orecchio medio, llllt• lt.li!!!Ì ocustichP r elative, alla p a rl~ pa tologico ed operativa. Scopo pr incipnle della sua impor·tnnle rnonogrona é que llo di dimos tt·ar e l'oppor•lunitù della miringulomia, es~endn esso convinto che la ma!!f!ior pa1·Le degli insucces~i sia da ollribuir !'li alla mancanza dci criteri razionali m~ l determinare il tempo dell'operazione ecl alla poca con oscenza delle condi:>:ioni per assicurarne il risult.alo. Il mezzo che l'aulore chiama sovrano per lo perforazione della mcmbr·ona dol tim pano, éil ca us tico attuale. Rivendica a sè il primato di q uesto mozzo operativo poicbè lo us ava fino dall'anno 186'1 nello spedale militare ma1·ittimo di Napoli. Per da r osilo a ra('colle de' liquidi nella cassa, l'autore r epula che si debba pr·orerire 11 m e todo clelia incisione. Il termo-caulerio invece avrcbbo le sue indicazioni per eseguire


13.i-8

RI VISTA

la tenotomia n ell'or ecchio medio, per risolver e estese ~i­ n echie, ovvero per mantenere pervia la m embrana nei casi di sclerosi della cassa, di tinnilo intenso, ecc. li Lermo-rauterio che esso adopra consiste nell'ago o nello sltlello perforatore riscaldato colla lampada a spirito. li punto di elezione dellA paracentPsi del timpano è in,iirolo dalla specialità del caso. Però eccello i casi di tenotomia del tensore del timpano, o di taglio clelln borsa posteriore, l'ope· r azione non deve catlet•e Rul quadrante poslct·ioro della membrana, per evilaro l'offesa della catena. Quanto al Lar.dio per dnt' esito Al pu<;, questo Jevu farsi sul punto piu ~ror;:rente ed inr.. •·iorl!. La pArac(•ttlesi col teruto-caulet•io Jove far!: i nel .'>egmcn lo anlct•o-infet·iorc ùel timpano. L'uuloro sopra 02 operazioni esc~uile col h•rrr:o·cauterio, nolA sollnnlo due insuct'ossi. Selle gio1·ni dopo In pc•·foraziono t!ol timpano, il Giampietro applico un octhiello melullico, il fJualo t'csta fts:so 11ella perroraziona senzA tema di spoi;lam•mto. Il FUO occhiello non ù che una modificazione d1 quello dèl Miot. ParimPnli pel lavap-gio della caM•A. il GiampiC'lr·o ha modificalf> mollo utilmente la t'annula oli Harlmunn. Finalmente il GiAmpietro Ila pure 1111 ~uo speculum perfùt'An Le ello agevola l'applicaziono dell'occhiello. Ln paracenle~i o lrapanAzione deliA membrana ùel limpano 6 indicata: ~·-. a) nelle olili medie s uppuralive; b) nelle raccol te di liquidi purulenli o sanguigni nella cassa; c) nella miringile acuto parP.nchimalosa; d) nella !'lderoFi iniziolc- dell'orecchio medio; e) nella Le11sione esaget•ata del limpA IIO per etTetto di relt•azioni del muscolo lensor~> limpanico; f' nella oblilerazione ùclla lrombn di Eustachio; g) nell'ispesstmen lo o nella degcnP t'azione dt>llim pano; h ) nel pt·ola!'isO o nell'atrofia Jella membrana. P er contrario é controindicala l'operazione nei casi di corosi totale ùa paralisi del nervo ocu!è'tico e nelle otorragie inter no.


CHl ltlllHH CA.

Rottura della vescica -

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( The Lan.cet, ottobre 1886'.

Ad onla degli insuccessi nella sutura nei casi di r ottura della vescica, r opiniono tlei chirur ghi, i quali sostengono esser e quello li g iusto tratto.roenLo iu siiTaLLi casi, riceve una solida conferma da un simile accidente occorso alle cure eli Sir William .Mnc Cormac nell'ospedale ùi S. Tommaso in Londra. 11 paziente, un uomo di 33 anni in buona salute, flor ido, l'or le, ebbo l'e ri l o J'otldome eorrcntlo contro un ostacolo, circa 15 ore prillla di domnHùare di e!:'s~re ricoverato nell'ospedale. FUJ·ono applicale per la ve~cica ::uture alla seta iuter·rotte, cllù lo squarcin ura lu11go uirea tre pollici: vi venne l egato un cntotore e !"addome l'u snlLnJ>Oslo a drenaggi o con uu tubo di vot1·o. Una gi'onùc 'JIH).ntiln tli urina l"i era accolla nella cavilli pcriloneale, ciii~ ne fu JjJ,erata e lavata co:.~ una soltrL.ione ùi aci,lo horit:o. Al giornn ~uccessivo alroperaziono l'il ll'e rmo pa le lllÌilgere, quaudo il t:aleleT'e ru r imosso. Nel giorno segu.~nle ru tolto il Lubo a rlnmaggin, senza che fì110 allora Yenisscro in campo la febbre o altri sinlomi. F. S.

Trattamento operativo della peritonite acuta, diffusa e purulenta. - n.. V. 1\.HOENLt:IN, eli Zurigo. - (A re/t io . .fiir Klin . Cltirw·rtte, 18RH).

Su '( Ue~ l o aq;n ,nenl.o l'nulore ci uo munica i risuJlamen ti e le espericm~o delle suo l>iennali ossen·azioni. Ed è invoro sommamente degno di Hotn il trattamento chirurgico di questa jqfcrmità, a l quale ;:,i rife t·isc0no le ricerche sul modo di allonlllllare colla ma ggio r·e ;:,olleciludine possib il e gli ammassi di (>s;:,udali pnrulenli e Iii l"lcrco, ùi cnmballere l ~ m inacciante se(Licoemia con rinliem apparato auli~eLlico, di evitare una pcT·l'orazjouc ùell·[J1tesli no o ùeUo $l()maco. A questa ar diLa pl'a tica chirut•gica s i volle clpporre la considurnziorle della possibil ità di 1111 collas!:'O, della dìflìcol tà di una s icura dia· gnosi, dellecomplicazioui recaLe tìfli r appoeti topogr afìci nella cavità addornillale ecc. ccc. Ma lati dirlìcolla pesauo ug ualmente (se nou pl1:1), nolla bilancia, che l' immenso pericolo


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R!YlSTA

di vita, che la minacciante morte iner enti alla peritonite diffusa o .Purulenta lasciata senza inter·vcnto cl.Jlrut•g lco. L ·autore si profeslòa seguace della dottriua di Lawso n Tail, g iusta i cui ùettalil i deve oper arsi ~:~ppeM il medico versi in tluJ>bio ed il paziente in pericolo. Il l{rot=mleiu in si llaLte patologiche congiunture lta eseguito tre ''ollc la la~ at·otomla, in due casi senza riuscire a sco11giurare la mor·te. ia uno c01 1 splontlido succos!òO, cù in simile condizione di quelle occor se al ~likn­ liez. Un solo caso fnvm·evole di questo lr·allnmenlo O(JP I'ati\'0 basterebbe già od assicurar e un r·enle ]JI'Ogresso dellA terapia chirurg ica.. F. S.

Il trattamento medicamentoso del lnpns. - Pt·of. G. U NN A . - (A ri_s/. VereinsiJlaU, N. lli6, tf;86). L'autore l'accomanda per il lra' lamento del lupus l'applicazione di una pomata , la fJunle constA di lO a 20 parti d i acido snl LCilico su 20 a .w di creosoto. L'ucido salicilico produce una continua ma g iamnaui ecces~iva P!'fo liazio aae delle parli inferme. meull·e il creoMlo renùe il processo indoleute e coulemporancamoule opera q uule dire tto nntibacil!Are .

F. S.

Cura. radicale dell'idrocele e del varloocelo. - C. L. KE'{ES. e RouERr F \oVEtn. - Ci>nl rali.J. j"iir Chir. ~ _Vew- Yo r k med. r er.:orcl, 188G).

Keyes uel varicoccle c(lldr·gp-ia la IegaLura inf'c riOl'e soltacutanea al tatgu l carbolizzalo a mezzo di un ago t~cumi ­ an.lo. l pazieo li del1bono g ua rdèlro il l etlo lutto a l piu per cilll[Ue giorni: da questo JWOcesso l'autore non l1a Ycdulo mal originarsi c.lamtose conseguenze. Nell'iùt·o(·cJe K eyes cse:-,'<le la puuzione e la inieziono di 30 a 60 mirtimi di acido carb olico pw·o liquefatto, ottenendo in circa 50 casi la t•ad.icale guarigione. \oVoir raccomanda nel vuri<;ocelo poco vohuninoso la legatura semplice o doppia con catguL dismfettato, per quello di media g ra udez;::a il Laglio del paccllcllo vonoso,


CHIItUUGtCA

135 1

e per i più grandi varicoceli la rimozione parziale dello se roto c la legatura ioferioro delle venp, nella ferita. Egli ha at~ Luato nove volte l'ultimo metodo con soddisfacenti conseguenze. F. S. Un& nuova operazione della frattura della rotul& - au~ tura aottoout&nea meta.llloa. - Prof:l CECI, di Genova. - (Dt!ucsdw 7.cntsr!trijt .ftìr Chirurgie e Ceniralb. fii r Chir., 188UJ. Que~lo metodo messo in ònore con felici ri!':uJlati ual nostro Ceci ~ wollo favurev(llJneuLe comwcutato dalla stampa medica ;,!ranit!r'l. Lo si pratica C(lll'inlr·oduzrone, a mezzo di uo ago, ui un fllo metallico, onde ,·iene ad uvel'si una cifra ad X. Il c•mRt.!rd"menlo è solltlcito e !-tilbilu. F. S.

Due oasi favorevoli di gastrotomia, del quali uno com~ plioa.to con tTa.cheotomla, ('l·t' C. STo:--HA\1, ddl'o:-<pedale per· le mnlolliP ca11 Cl.! l'cl l'e i11 13romplon - (T/w La 1Wel, ollobrc 1~8G). Nel pr·imo di 'lU('f<ll cal"i unn csLt!sis,-rma rnos!'n di epileliomaulccrolo iuvol!!l'\'a la parte ùes lrApnsteriore della lingua ed il piano della. boeca, la ton<:illn urillll ed i pilastri delle lanci e ht l'aring~ fll•lla IUC'Li.t del uwde!!imo lulo, meutre si pronuncia va i ti llns~o fi no oll'••pi ~lt•t liùc!. 11olto aumentalo era il ,·oluruc delle !!laiiC!ole ccr,•iculi. Il ~oulìore era talmento seusibilo che l'infermo non polel!-se tolleruni il più liove luce(! e ùnll'esttrn•• di~rilale aves~e dolori cruci:mti. La LunLe;.cettza antlù ra pidfltncnlu ""teudenclosi io l nlle le dire· zioni Utl I'CUdc t•e J'i11fertllO rJU8!\Ì Of'lfllto inabrle èl nulrir!!i degli !'le!:sr cil•i liquidi. Veurtt' pt'l\llcala uu'incision,. par·al1!'18 o i rnargiui clelia seLLimu, ottava, 110na •·osln e della tar~ glteua 111 uu cltto iulenlnrueutu n 'lucc:te. Succc!'~iYamenle divi:;i i tes!'luti delltl pareti addominali. Ri presl.>n lu irnrneùialumonle olia l'Cl'ila la grande curYaturn dello !'tomaco: che venne unito al periloneo eu alfu pelle a mezzo di f}ttallordici punti a set.a, p11ssali ~olnmenle alli'tt Vt' r !'\o le pareti perito~


tU VISTA

neale e muscola r e dr• ll'or::;ano. 11 polso e la temperatura !"i mnnlennero quasi normali. Nult•ito ttei pt•imi giorni l'infermo di nutrimPnlo encmalico del tutto rtlenulo e senza dislnrb i iu leslinali, polè pt·esln cihar:-i per la >ia dello ~lnmaco. Operato il J7 fchuraio 18% l'lllfct·mo fu po~lo in i:;lalo di abbandonat·c l'o><pedale nPll'apr•lc dello slcsso anno. Il --econdo C!iso era nuco pui !!ra\'e. Si pronuncia,·a sul la.to ~inbtt·o del t'oli" uo ,.fl,lo •• lar•ihn ·nte mobile tumore e~leso clal di clielro dt•l proc.·s::;(l masl.oideo fin sulln «terno. T ullo nll' 11~1ro ... .,,~llli\'<tll • ~hwdole. Nella re!!iono ~otto Dlii!"CI'II8rP ~i '-'t·nr;zeva 1111 t:n•tfiorc, forlemeuh• ado•renle e.l immobile «ejull'alo J!UI' 1111 ;;olco clul tum01'e pn«lcriorc, il quale gonli'IJ'•' n vov11 r.•o..:pwln utt prwo a destt·;:t l'os:-o in i do ed il lnrin~c ::"\t•llu l•occR, !'!11• poteva 11 ><lcntonprir;.:i a forzo mezz<l dilo, :;i \'Crl~>vn Ult a-rll!fiore inùuralo, e'-te"i"amente ulcero.to ,;lltl s r.tpul'liGie, i11tpl ir.:n11L • il let·zo po~ le t·inre della mct.it ,.,in istra delln li ugul\ e pJ·ollm ~Al l tc;;i ~ul pila;o;LI'O nn lt•t·iore dello fauci, nlle lon«ille cri 111 ha"so n l !':egmeuto ::-inistro del f<lt'illf!ll. Il g-ottlir ll'c ~ i p1'0l uttgu,·a utl•·;wcr,:o la linPa mediana cd ull'n"OIIII' cnl ùito :-'Otln la dorofo l'tnizzuzirH to non riu"civa 1'8f!giunl.{cr~ il hor In tllfi'I'Ìore. II pas!'>8f!A"io ,talla boccu al ftlriugo. llfllt nmtnellc\'11 ehe l"ìnrlicr•. Dil'fici c "' rendova la ro«pit'f.lzione. Il :H ll•lvumhrc «i lonne lA priuvt "''d ula opcraliv.l ::-otto ~~~ stes~ prccaut.iont attuale nel cmso prcceòcole Fu ne•·c~..;ario Sjllll~eJ·u eli fianco il fegato, il cui bordo si erA pr<•«e~tlaln nl ln!!lio..\tl nll:lC~'al'H lo «totuac,.., alle pnreti fUr!lllt\ IIIC"<'< {l ÌO 0/'CI'IHJHatlol't!ICi "lllllrCalJn «e[U, avendO pl'6\'èllli\'ll01Cnle cucilo il pcritoneo parietale alla pelle mediante c:ulttrtl conlinun al cal:rul In un momeutn più inoltrato delln opet·aziono fu t·iconn,;ciutn neccs~ario di fatoc la trncheotomia in cau:;a della di"pnca e tlelln inabilità di npriro la !Joccn. l pt•oceo..:si ope1·alin allravcr"o un corso nor1nale r aggiun!;OI'O lerminnzione favorevole, ma l'iufezionu, probabilm•·nlo, dc lerminò la mot·lc il :.lO decernbre. Drl r esto in siiTalle cit·coslanze ùi illlposc.ibilità a far passare i cilli per le fa uci, la llsloln nr liftciaJe d(!!lo !>lomuco è l'unica r1s:o rsa che s i presen li cOtl molLe proba bilitù di s uccesso.

F. S .

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CH!ItURGICA

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Guarigione di un aneurisma. raoemoso arterioso a. mezzo delle iniezioni ipodermlche di alcool. - C. Pt.F.ssr:-~o, .Jelln clini ca chirurgic·a di Li!)!:>ta. - (A rchio .fiir J(linik Cltirurgie, 1886). Que'-'la dèl Plessing ,. una ns,.ni int.crcc;sanl~ mnnof,n'afìa, che le esi!!'•'nze •li una sommat•ia r ivi.:;la ci obbligano a rieptlo!!n t•e in ht·pvi nole. L'occcnualo aneuri"=ma, •lal '111111" et·n alT••Ito un in•livi<!no stt i 21 a nni nella r~gionH occipitule, nl!' ollt.vo anno Jalla vilu del paziett!e et•a stato inulil11wnle ~o:ut•ul.-, colla lcgatur·a ùi 1111 vR::<IJ tJif.•rdllte , ..J al do..lt 'f'"trno •:ou pwiiA eli parecchi Rllr·i va:::i. Mu il tumot•c ;JSSUIIttl\U pr·opot•zioni !"Plll(ll'e moggiori. L a nel~essila <.lt>lla pt'Pv•·ulivll l pg~,lw·n d i nmbo le cat·ot~<l ue re n J,.,·a troppn peri t· llo"fl la •·stit'(llll.ÌOt1l'. Affatto vanH r•ius<'Ìt'•HIO alt:·t>::<ì olio s~dutc ùr f'ld tt·••- pnnlttl't\ 1 dò che dnlo t·m iuò P lm>sing u lle iniezioni eli !ìlec)o[ nel pnrondti ma Ùl'l lumort>, lu q 11ali ful'OliO r•i pelute ogni clue gitl t·ni con una solm.ionc al :.lO c pt·o~re:-:"-iVHillenlc lino nl 75 pèt' 100. Ogni vcJlta venivan•) inidLHli rla un o lino l'l •] Ua\lr·o cenlltnPlr•• della soluziuue A d i--Lam~a di uno o due. I d•1 lnri, mol lo mod erflli, si ths~ipAvano amitto dopu Oll'l.t.'Ot'a. DO)lll , pOC~O piil che due m c«1 dall'init.lo Ji qn••<::ta cul'a l'int'et•lltn or11 :.rum·itn, erl ora Lr·ascor·si già par·eccbi mes•, lo il!tlr-ndìdo t·i:;ullo lo non ha subit.o alterazione di l'Ot'la. F. S.

Guarigione, media.Dte la. aspirazione della. cisti cerebrale, di un caso di pa.'ZZ.la. seguito ad una. ferita di pistola.. - C. F . ì\f ~coo:->:ALO. - (Centrnlb. Jttr ('/ti r ., c American jow·nal oj meri. sciences, 1 8~6).

Un individuo !"U i 27 anni nel ts:-:a <;i f••ri con un colpo Ji pi:;tola alia testa e r i ma"<e sen7.tt coscienza. Il p roiollile, benché inc uneato solida me n l... nell' o-;so, ru oslrauo, lascisndo una d e pre ssione neliu mancartZA.dc•ll'os&o, In cui sche:-tgia non venne faLLo rih·ovare. A distall1.8 tli s~ i m asi l'individuo cominciò a so!Teire di i ntensi dolo t•i c ranici, che c::j E'Racerbavono enor memente a1l ogni luvot·o inlellel luale: l'inCanno di·


435{

HJV JS'fA

venne irrita bile ed inquieto, dormiva a disagio, non t•ispondeva alle dimande, rifiutava il cibo ed aveva talor a accl!ssi maniad . Ma llCSVtl llO peralLt•o tlistn l'l li di sensibi lita e J i motilita. Tt·e pollici indietro ed o destra clelia lineu mediana ed un pollice 3/8 a distan1.a dull' t\llacco auler'IOt'e dei capelli s i trova va una depressione pressocltò cir colat•e, il cui pi ù lieve tocco destava intensissimi dolor·i. -IL H giugno 1885, pralicaLu una inci~ioiH' nelln Jelln loc·alità, s1 risconlt'Ò in mezzo ad un liquido chiaro, 1<icr oso cou pochi freschi cor puscoli rossi :;angui~ni un~ c1~li cerebrale, lu quale \'enne vuolala cd o:;pol'!.ula. Appcnn t'ldcstalo!li dal la nat·cosi l'infe rmo comincio a pad»ro atlilllo a ~enno ed A mn·rarc giovialmenl•~ come i "uui ùolor1 .li le;:ta, che Jn tot•menlavano da piu d i due tlrtni, ~.;rausi t!ul lulto tiJie}!uali: anche le suo deposiw111i anamncslldll' ct•ann aflallo chiat·e. La fer·ita ,:uarì per pr ima int~llzioHc e l'infermo lal:'Ciul'oi>pedale conrpletamente t•ista!Jililo. F. S. Sulla sutura tendlnea di Volkmann·nella. cnn delle fratture della rqtula. e nella. cura della. lusaa.zlone acromio-ol avioola.re . - W . lhU.\1, - (Centra/b. J'ii.r ('ltir., )i. -:{:l. l 81)).

L'auLCII'O opirw c he nc llr fl'fl li ut·e della r·o lula il metodo Kocl1er, cioù nwlle•·e n rHtùo i fr·amm"'nti ed unrl'li con sulur·u, sta ùa pn•ft>r1r«r ogiJ unci111 dt Malgai~rre, ma da l'rSeJ•val'l'l l per• 1 t as i invcLet·uLi <'òll g r·uve lesione fun;donale dt'll'arltlUsando un pr·c,ccs><o incr·uenlo, cioè con appurecchio j:!'CSsato ed cmpia!lli'O adesiYo, l'flutorc riElelta rl consi::d1o di Sched1•, cioè ùi pr'ulicat'e in pr·t>ceùenza la punturA dell'urlicolazwna. Pel' lo meno egli lt·o,·a quoslu oper·azione supc>t'tlua, avendo sempr~ uUenuto "~nza ùi e~sa qud l'lsull.ato che r•agionevolmente potevasi ~:~spell<lrt-~ dall'entità della lòl'ionc. E~li otltmne risul luli ruip-li·n·i e più ~ol l eci li in quall1'o casi di fr allura di rolula u~ando il metodo ù1 Volkrnunn, cioè la sutura tendine& associai<~ ull'applicazionc di Rtt·i<:cie di cmpinslro Adesivo. L'apps:u·ecrlJio fu lasciato in posLo tr'e setcon~ie:huto da


ClllllUllGICA

limane, quinc.li la gamba ru sruos~a sopru una ft>l'ula di Volkma.ml. Dopo quuUt·o settima no di degenza tre pazienti furono ìicenziati. Es~i furon0 in gt·aclo, dopo ')Uniche scUimann, ùi r ipr endere il lavoro senza alcun sostegno. !\el quarto cuso, una VCCt'bia ~Ì;!IIOra , \'Ì fu biSù!{IIO di UllU CUI'Q più fli'O Jungaln. Dopo di 8\'PI'e applicalo ron lnnlo IJuutt succe~so il melotlo eli \ 'olkmnnn ucllu froUuro tii t•olula, l'aulot·o pensò eli uliliz7.1lt'e lo l'li'gso JH'iuc•p•o in lt'l' Cul<i di lusst~zione !:>opraacromtAic Jel a da\'lC 1&. In 'JUPSli cal"i in cui la •·icluzione non si put'• ••tantent>re che c·on •~prar.'ct'i•i a fot'le pressione i quali poi ltattliO J'incOIIVPili+"lllC' eli 11011 P~S!'I' lolll!t'ali C ùi pr... du!'lle colln ma::::sucw facllllìc .Jellt> e:.cure. t ;..li lt:nlò di otleii C' I 6 lti (IC I'Illl111t' li lP. CO iill g' tr ilt'l d Pt <'8 Joi fa<·t• il!IO la SIItura pt•r·..:ulaiiPil dei l'uLii leg-oruenli ut-rr•m.o·clavicolaro o co-

t'::tco·cln\'icolare. Secondo i J•rec•·llt Jdlo ~uluru lendinea di V o ] k rll lìllll t'f.(il appl it:(\ dt•ll t•, UII Sf', di tìlo FllLr·over·sa tHio lo pel le ed i ~uoldelli le!-'8lllt' llli in C<•t'l'I"'JIOndemo dci loi'O punti di inser·zione Cll::IICCIJè lj llt'>-11 J•llllli J>OIC U\' \'tcinat'<' (ra loro e quindi le11e!'C fl..,sa Li. La spall11 fu tu e!';!'fl in un St'mplico apparecchio anlll'<t!Llrco cc.! il .Ut·occio ~oslc11ulo do. una sciat•pa. l n lullt o lt'P 1 co~i P gli ollf'1111e gu;H·igionP perfl•llu nel corso di tro scllinauHc. Levato l'apparecchio illJI'uccio nulla uveva pcrJulP uella Jnlt>~l'ttit clolln :<un ruuzinnP. L'autor e fa un cenno !<pedaJi ...c:imo eli fJUt"Sli l'll-liiLali pet• contra pporli a •tuelli mollo uuperl'clli cho' l'i ()llcngilno coi comuni apparecchi. Estirpazione totale della aoapula oon resezloue del capo dell'omero e dell'estremità. aoromiale della clavioola per carie, con esfJto di guarigione e buona. t\ulzionalità del braccio. - Scllt:Ll. - (Dt:nl.\. Xt:its. (tir Cltir., o Centra/b. fii r Chi r'. , :-T. :::~, ·tì<8(i,l. Uu opPra.to di ~ecli<'i anni cadclo malato per una flogosi suppui'HLÌ\~a nruta n ello r cgÌtliiC sca.polo-omerale destru; gli fur0no pt'alicule r<wecchie incisioni lo ']Uilli procurur oM asilo ad abbondante pus c cho poi si con\'ertirono in fistole croniclto. t'esisLou li a molLi Len Lali \'l ùi curo. Coll'uso intern o ùel


13;)6

RJ\'lS l A

liquoro arl':enicale di Fowler si ottPnne un miglioramento della generale costituzione e UllH purzialc cf ,iu!';ura delle fistole; ma dopo pochi lllOl'li la malattia ili esacerbò, si riaccese fu febbre e ~i ma lil't•slo un nuo,·o asces-:o E"plorala accuralamenlc la pal'l•• si trovò In ~copula cariotn in totalita. Questo condizioni rcclllllltlvano il s umnH.HilrJ\'alo flLlo opera tivo che Rl compi nel 1nodo seguonlo: incisione lOlli-(ÌLudinnle in m<•a.o nlla scapuln d·dla .,pina lluo nll"angolo infcr•iore, dic;tacro d t~ Ile parli llll'llli !lollo sc:npulo. della eia vico ln e delromern L'omorra_.iu ru Il pn\.'a ··nlilll (lliJHCCIUlnrll della sola arteria !o;OllORcnpnlarc). "\nelle l"eRtremilà acro uial•1 <Iella eia· vicola o In lesta dell'mnr t·o erano CAI'iULo . lle!'a•zionc delle stc--!'le. Si Applicò p0i 1111 tubn a di'CIItl;.r~io e ili fe<·o In sutura. lJ Ù '< or~o fu so JJ' ,f'lt't"lle, rin f116 lliC'i dopo la gnnrigione ern completa, cou 'll'f ictt!ule mohililit 1lel hracc:o, In ...ofa abduziono crn dnlor<1!"n. l\fodiaate 1111 apparecchio tli ~nste).ino il paziente tli~i•nrwgnavn bene i l :::uo ul'lici o di ~~~rivnno .

Anestesia looa.le completa. in un ouo di amput&zlone di oosoia. - Sete- - )'tJrJ. m:tl. iour,l. ,, ('t•ntrctlb. f,.ir ('/tir., N . ::.1, t.-;.-\l), U11 uomo di 3:~ nttlli aveva riprwtntn una l't'altura complicala delln co·.:;cia tle,lra. l >opo un lt'l\'l)'('ll'lo di 1nollo ore fu rico,·er<tlll tùl'o:::pcdale dm·e per cinrl'lt' "l'llimaae ~i l'nnlinuo il tentativo di cousct·,·aroJ l'arto. Il l••Jitativn 11011 ebbe elletto e si dovellc proceLlero Hll'wnpulnzinno. ~cl lllenlrc :-:i praticava In lllll'cosi coll'elol't' in!-!or><el'O rli..:lurhi L!1olo nllorlllonti c!Je !'i doveLlo A$ 'lO! ulnOJOllle dc:- i~ te re tlull'cteriz.zazione geuerale. Fu tleci,:o allm•u tlt aiLuai'O l'aucc;tesia locale ::ecoudo il metodo di Coruin~. l.'iufct·IIIO che ùuppl"ima !'i n~itnva o slrcpita,•a ai piu lcg!!u'!ri tocclli e ull'appl!cnzionc del luho d' Esnu1r·ch, ùopo la JH'Ìillll iniezione Ji cocaiua tollero Lutto senza Ja~nnr!'li. L'nper·t~;.: i olle. fu compinln col lèmho unt.el·ior e e postertore, tagliando I"Hnleriorc dull'<>slerllo ntrinLcrno, il posterior e mediante lrA'lli..,.sione del membro dall'inleruo all'esterno. L'anestesia si o comportala in questo modo: J• lncisione della cu te, senza do lore. ~· lllaglio delle parti


Clllfl.URGJCA

131.)7

molli fìno all'osso, seoza dolore. a• Traslìssione del membro pure senza dolore. !t• Anes tesia fino a poco prima del com· pimento del taglio quando il coltello si dovette far uscire de.lla linea rnarr aLa sulla pelle. 5• Lievi 10intomi di dolore 'fuando si distaccarono le parli molli dall'os~o. s• La sezione dell'osso provocò vive soflel'enze, mentre l'asportazione ùi una scheggia non l'u senLitf.l. ;• Indoloule fu la compres~ion e dei lembi, 110 fu 8VY6I'til.&. l'arplÌC<lZÌ0118 ÙCÌ pun ti di Sutura, né 1'allacciRlura dei Yasi. L'irrigazione con acqua caltln, quesl'ultima colando sulla pPIIe, risvegliava vi\'i dolori. Il ch•corso fu favnrcvole. )(ello successiva ml'dicazione il paziente si lns-11nva rli provar molLo maj:!gior dolore elle DPll'operazione. L11 dose dello cocaina fu di l per cento per la cute e lt2 per cento per le parti profouùe.

Nuovi casi dl aotinomiooai nell'uomo. - PARTS<.:H.- (Cen.· l r alu . /"iir CII;!'., N. :l9, 2!3 f\e llembre, IRSii). L'autor e, elle già ha claln 1t1 1 ''oLevolo contr•ibuto ulla casistica dell'actinnmicosi, pubbli··a ora 8 nuo,·i casi, di cui -t di aclinorni('osi llla<:cellare, 3 ùi ar-Linomit!O!c'i aù.lom inale cd uno in cui l'actinomiCIJSi f\i s viluppò du un n c:icatt·icù consecutiva al ln eslil'pHzione di un co t·cinlm Ju mummat•io. Que~r ultimo f'8><~'~, finOJ'a unit:o, olfre inùubilalamenle il ma~gio 1' intot·osc.:e. Trallusi ùi un Vf'Cebio di GO anni. al quale fu estirpalo 1111 caecinumu ulr·~.:wt~Lo rlcii<J mammella sinistra in~ieme Hlln glonùule ll«<·cllot·i. Dalla op•·r·uziCJne risullò una vaMa feJ•ita ello non polè covr•i t·si in Loi.a lilil, c che flllZi ~ i ing ranùl a.nr nrn i11 vrosìeguo, per nect·osi dei mat·gini. - Pu per·ciò eseguita la ll•apian tazione della culo ùi un gio,·une sano, ma la guurigione assai lenta non 1\t cornplt>La che dopo 3 mesi . !n capo ad a ltri 2 mesi si lot·marono nellu cicatrice ascessi e fistole, e nella marcia che fu oriusci va s i t' inlt'acciarono g r·a· nuli aclinomicotici. Riusci te inulili le altre cure, si dovettero in ultimo spaccat·e ampiamcule le fistole pt•ofond<>,e si costatò che il lm•o punto d'origine com une era un focolaio di g t·anulazioni della grandez2u ùi una nocciuola, racchiuso nel


RIVISTA tessuto di cicatt·ice e silualo sul mar gine asct>llare del gt•an pellorale. D opo l'e!'\cisil)ne del lessulo ciCillt•iziole la pa rla fu cnuteri zzal:l col tPrmo-caulcrio o zaffata con garzn al iodofot·m io e si ollenn e guarigione rapida e duratura. I n questo caso la infezione ha probab:lmenle avuto luogo durante la operflt.tone sles!':n, ~iucchè all' esame mict•oscopico del tumore non !':Ì t'in' enne nulli• di :<ospello Il la prolungata suppurnzione nell'asccllo fa !>uppot•t•o la formazione eli un focolaio orlinnmkolic' pl'Ufnndo dopo la op,.t•azione, sebbene qunrulo !']U6!'IA ven ne e!':GJ.tUi ln 11011 st nves>~e i n (lUt'a in clinicn nP>~sun raso di ac•linomicosi, e sebbPne il matel'iale adorerato ros;::t• n~sol ulamt~nle nselli co. Ammessn la ipoll!si di uun infl'i'.innf' clut·unte la O!'et·uziont>, questA osc::el'\'&zione pro,erebb~ che l' olluolc antisep .. , i:: iuc::urtìciente a liil'>lru ggere la malct·ia in:dli,•a ùell'actirtornicoc::i o aù impc..irne l o sviluppo. l 4 eMi el i a~tinomicosi dt·l mao:ct>lloro souo in lutto analoghi a r1uelli gih preccclenlemonlo tJp;.;crilli da allt•i autori. In ùue rf\$1 lrilllAvasi eli ascessl iMiali all'angolo ma!>cellfll'B, etl in due ollr t dt ~eni fì!>loJoc::i nl t·ollo. l n Lulti c 'JUatlro i ca~i si oll t>une guari!!iono completo con la incio;;ione pt·ofonda e con IR po.,lirpozioac ,Jelle <~rllln-<ila actinomwoliche. In uno d~i eMi si pot~tto Rlttbli i t•o eo n pl't•ci;;:iour il pnnlo di origine m tllt frnmmenlo dt der:Lo I'OL'ialo contenente nclinomicoli . Ma l ~rad o r[Lif'!> lo nurJVO nll•) in oppoggin alla opinioni:' oli l"'l'lld, che l~ sosltwz~ mo:·bil!ene cloll'edmomico!'<i porwtt•ino frequenlenwnte rln rlenli cariaLt, l'aulot·e si tlichiara contr•ario a r1ue,:;ta teorta e. pur amrnellunclo che i c.lenli pos:-~nno r.onlr•rtet·e fnrolui 1li l'un~hi spccifìci e diventare le ~ot·g.•nli rlr>l•'tnfPzione, non creclc che debhuno sempr e rilenet•si r:omo nditi dell' inl'eziono, pnichò in tol caRo non dov ..ebbt:t'O mourare in nessun cat>o i dolnt·i ùi denti e le parulirli, ciò C'Ire non i>. L 'autore piulloslo tlell'opiniona che la inva~ionc posc::a a\'l'r luogo per· meuo ùi piccole er..>sioni super ficiali delln mucosa, l>econdo la opinione •lt Ponfkk. Dei 3 ca<>i di nclinomicosi Rdrlnminale ~ollanto in unn, con· sisLenle in un a~cesso o.ctinorni C'.oli co delle pAreti addotninali,

o

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CHIRURGIC.o\

1:159

si ollenne la guari~ion e medrRnle mci!>ione ed abrasione. Gli allri due ca"i, complicati ad a!'l\e!'a suppuraziooe, periloniLe, ascessi reca li, suppurazionl' dell'articolazione dell'anca, degener•azionc Hmiloide, ecc., obb~ro un e!>ito letale. L'autore a bella pm;Lfl usu la e<>pt•os"iono di actinomico~i addominale invece dcll'allnt aetinornicosi del tratto intestinale, adoperato da Israel, ~iacchè nei due <·usr seguiti da autopsia non si tt•ovat•ono nllrrazioni acliuorniN1Iiche rlello muco::oA inteslinall', c quirrcli ~>i polr ebho t•itcnore chi) la infezione ohl.>ia a,ruto originP nell'inte;;lino, solo Ammell.-rulo ehe tutte le vie per lo quali la mnlt>rin infellivn eJ'l\ p<.•rrclrata nel!~ parti circonviciuo fo!'lsrr·o dr nuo,-o c;compnt·. . c. st'nza lasciar traccia, nell'ullerroro decorso della mnlallia.

RIVISTA DI OCULlSTICA - ...-:--Sohtaoolamento delle granulazioni tra.comatose.SzT\ t<. - ( The,Lancel, 1i agosto. lKSG).

KRA)t-

ll dott. Krnmsztyz, scrivrndo nellA CazPia r.ekar.9!ci, consiglio 1111 metodo Ji curaro lo ~rnnu lnzioni palpehrttli lt't1COmato~o slalo pr·oposlo clnl doll. Viclrcrkie,·icz e che consiste nello «chinccinmento l'orznlo tlelle grttnulazioni. La pnlpcbra ò rovesci11ln e leuuta da un assi c: tonte, f'd è quiuJi ,;olloposta alla pt'eRsiotcc fra le unglrio clei ùue poll ici, l'operatore muo· vendo i pollil'i qua e là pe1• o~iro sulla map;gioro osLoosione po~sil.>ile della palpebra. Quuuùo Il' gr~tunlazion i non possono es«ei'O raggi un le in quostn mnnicrn. come quello situate agli an~oli e l'<ulla pli•.:a ;;;emilunare, c;ono punte con un ago e quindi "chincciate mediante un paro dj pinzette od altro adattalo strumento. La opcr:v.iono c mollo dolorosa e la cocaina sembm c'«!>er e poco utile . Solto il cloroformio tutle le granulaziolli possono essero scllincciale in nna sola seduta. Al·


1360

RlVISTA

trimenti la lunghezza del tempo e il numero delle sedute necessarie per compiere la guarigione dipendono dall'abbondanza delle granulazion i e dalla tolleraozadelpazien te. Qnando esì;:te altra malattia delle congiuntive, bisogna naturalmente aspettare e porre in opera allri provvedimenti. Il trallamento consecutivo consiste nella prol ungata applica:t:ione di pezzette di acqua fredda ~ugli occhi. Sopra. quattro oasi di tra.uma.tiamo dell'occhio, per A. FHIEDENWALO, professore tl'oculis l.ica u Bai timore. Caso i •. - Uno sla~naio di 27 An ni da una settimana s i era ferito con una l'Chea:giR ùi sto!!no, ed aveva sofferto gran dolore dal momento della ferila. La vista era sensibilmente diminuita nell'occhio aiTetto, e dal giorno seguente all'accaduto era quasi nholita. All'esumo l'autoro tt'ovò IR congiuntiva iperemica, la pupilla di latata, la came1·a an terior e dir'ni11nita in profondi tà, la lente opaca e rigouna spingeva l'il'idC' in a\·anti e p i'Oducevo forte pressione enùoculure. La vista era ridotta alla percezione della luce. Se la press ione en~locularc s i protrae a lungo, desta un'in fiammazione che non solo pi'iva alla fine l'occhio della facolta visiva, mu iH inacciu l'occhio sono. Jl 18 oLLobrc , dopo aver usato oppia li ed a llr i. tempo1·anei palliativi, J'aulo1'e procedè all't>l'lrazione ùella lente, unico mezzo di Rnlvczza in 'simil caso. F ece un laglio COI'nea le inferiore di tt•e linee di lunghezza, propr·io all'estremo della pupilla, poichè hl ristrettezza delh~ carnera anleriol'e non permetteva un'inr.is ione più periferica; appoggiò a l lembo inferior e del laglio u n cucchia io di Daviel, e con leggel' issima pr essione eRtl'asse lu l enl(~. I dolori si calmarono immedia lamenle. non vi furono sintomi ~piacevo li durante la cura, e l'inf(:}rmo guarì in dieci giorni conservando una Yisla compatibile con la pr•odolla afacbia. Caso 2•. - Un venditore d'ostriche di 27 anni r ir. hiese le cure del professore il 13 settembre per trauma soffer· to al-

1


D! OCUL ISTICA

~1 3G1

l'ocehio desLJ'O tre g-iorni innanzi. Fu trovata un'irregolare ab rasione della cornea nel quadrante superiOJ'e esleeno, di c irca due linee nrl d iarneko rnogg io ee, e d'una linea e mezzo nel minor·e; modceata ipe1'em ia con>tiuntivale , e dolore. Fu presct·itln l'ntro pina, ed appli•:ato il iotloformio una volta al giomo. N·~· pr imi giot'Jii la cor·nea presen tò lievi mutamen ti, ma poi si manifeslù una ùi, cl'e la s uppura:.::ione, cil e in uni'! settimana presH il carattcr·e di un'u keea ~erp i p; i uosa . Questa fo r·ma di ulcerazione ha mag~iot· tC' ndcnza ad estendersi i n s u perrieie cl1t' in proi'ondilò, ma il <50ilti JIUO us o del iodofoemio produsse buon c(fp.tto e t:OJ : t.lu~;;<(~ a J'n vo rcvol'3 fìne in cir·ca trc-: settimane. La part.icolari là di questo ca:-;o sta 11el!n spro pot·zione fJ'a la semplice ferita d' una piccola scheggia di un g uscio d'oslr·ica, e la ,Jiffll>'>intH' dd pt'OC<!::<sn iufi<unrnalivo nella cm·nna, il quale assum-· roerno suppurali va. Ciò esprime una ::<ettica influ •~m:a, el1e vie11e opporlunnmcn lc cOtT·~ tla col ioJoformio. A ltra pur licùlarità i11 s imile caso venne offl:lelu da ll'esame dell'occhio s ano. L'autore vi l,rovò una cicalt'ice nel margine supet•io re della ~;nr·nea, ma. la vista er a perfettamente in tegTa, e da' s uoi t'egisti'i l'ieonobbc cile diciassette anni innanzi il pazi(mle a ve va l'ipot•l.ato allra lesione pee l'esp-losione accidentale rl i una pistc1fa, nelle mani d'un RllO compagno . Pét' tre ::;etlirnanB il ragazzo da10 anni aveva nascosto l'aecadulo a' pur·enti, alla fine ehieslo s0<5l~ot•so, et•a stato condotto dallo st•?ss!l professoee il qua le aveva !.rova to un piccolo cor-po lucente impigliato nell'iride, al disotto di una eiealrice g iù formata nel segmento su per iore in temo della cm·nea. V enti giorni dopo l'accaduto l'l:lutore aveva eseguita un'incisione sclerocomeale, e con ama p i nzetla a fferrata l'iride ed il corpo eslraneo e r eciso il piccolo lembo il'ideo con le t'01·bici I sin tom i rnor·J:Josi erano subitam.,n te senmpat'si, e dopo 1i ann i le condi;dnni dell'occhio et·ano immutate. Caso a•.-- Un assistente del pr ofe ssor e di chimica a Baitimore, mentJ·e preparava l'ossigeno col clorato di potassa e blos:::ido di manganese, un'esplosinne lo fe r·ì ad a mbedue gli Ot'!Chi.

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Rl\'!STA

Ncl l'ucchio destro v'era iperr.lmia conuiunlival~>, 1110 null'altro di alla1·manle, e bt~JII'hé vi fosse iulolleranza. pe1· la luce, la v1sta 81'8 malterAla. Noi sini~lt•o, ad unu linea e mezzCJ clal margine corneale nella ptwle inferiOre eh-Ila "'Clf't·uticu "'' v•·ùeYa ur11t massa 11':'l'tcciA della granrfi'I.ZH ch due lesl•.: eli ~ptllo. inlm;~alaHd te::.suLo. Ln [H'PceziuJIA vis1va cru solo rrua nlilalivo; il dolore tif'IJ'ocdno ntnllo stn"'iudt>,quello del soprncci;.d w c dc•llu Lempta le;!Z"'r'u e fu,..race. Ln lente et•a inlttllH, ma si ~··ot·!!e,·a un grrgio rtOt>,.,,.o di:! Ili\ purte 111fet·wr·c esterna del 'itrco: l'inlt:! ro vilt't'rl 1•ra aunl'lilJiato c l'ollalrno;.r·upio uon faceva scovrire il 1'11r\do .t .. tl'twl'luo. F ut·ono ru,pic,..rali dc-' topu·i pnll111 1i\i, e dopo una !-<dl1mana i fenutncllr alti\'i et·a11u :s<·ornp8.1'"'i. Allo1·a si uS'lEIJ'VO un le~­ f!iern mì~liurameulo ucllu vi::,tu, il paz1t>nte tli~linguevn lt> dita ciella 111uno; 11111 .!npo lrP n tJUilllr·•J ..dorm •JUP!';.lO piccolo vuula;..:-gio ~i pel'd•·. JWt' lu 1'11aro ull" t.:t •IH.Iizio ni lllnanzi clescri llc, clw s i Jllflltll'ti!.!OIIO Lullot•a. Il pazit-'ule non ,..uJh·c dolore. l'oc:ehiu non ha tt!'!•a•·euzo~ anormale, cd indue.. l'uulun~ a 11011 !-O.Ct'lficar c •lllclrorgano, <[uanLUilflU" egli ab!J1u anlccedeulelliPIIlt: amruosRo f'be un cot•po oslt•uueo poul'(ralo 111 un ot:claiu ru111acc!fl l'ulll'o. Il caralle•·e Sp('dale olel COI'(IU C::.Ll'Alli'U 111 fJUOSlO cago, t l"a~SCIIZ8 di ogn1 sinlòmo mol'hoso gli Ja,..ciano RJWI'8nza di potet· conser,·ar l'occhio. pul' lt>ne111lu :-ollo '-'ll·ctta o"':>.t't'VII.r.JOJH:: l'int'ermo. Caso 4".- Un l'aiiCilliiO di 7 Bllni ru •:olpilo il t• giugno da unu schegg i ~:~ d'oRl1·rcn nrll'oeeb io sini:;lr·o. All'eHtHne 1>i rwvenne un taglio ncllu I'III'Ju·a JdiH l un ghezza dJ una linea estelhh:nlc,r nella ,.,der.)lJca d!lumlm 1 l11lt, com•• ull'wc~:,lonc:; f~llù per· l'estrazion.J dcllfl c:alet•ulla. Al lulo illlHl'rto l'irid~ l'l'Il procideule, la cnm1·ru Ulllet·inr·o e rt~ l'i JIÌi'lla ù1 :sttll f.!II O d n non losci81' vedere l'inlf'I'IIO dell'nc:dliu. Il dulore Il (ll'lllCipio forli"<!'imo, fu nlleYialn ··o11 opportuni pulliativ•, au·opma, bendaggio pmtctlivo .. l'ulllplPto •·ipo;;;o 111 l1•lLo. Jn 111 n settimana la camet'fl anLet'IOt'e 1"11 libel'a c.Ia! sun!!IIP, ma Ili vista ll•Ht r itnrnò, qnanlunquo In lc11l•' fosse inlullA; la fer ilu venne regolat•meuLu a cic!lLr·ieo, c l'ifll"et•mo ~i senliva bPne.


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l)[ OCULISTICA

Il 29 giugno il prolasso era appana apptu•isceute, l'oftalmoscopio non illuminava il fondo dell'occhio, non v'era vis ione. Il 6luglio l'i nf<:JI'r)lO cor.ninci6 a veJere, e contar Le dita a quallro passi di dislanza, 1'8 lug lio le condizioni erano le stesse, il 16 poteva legger le lellere del N. R di Snellon a dislauzu or·dinuriu. La vista migliorò sempl'O fino al 22 setlemb t·e allot·cbè po teva J e~:jgei'e caratteri or,linari da slampa, e nel rnede:o:i111o tempo l'angolo iulerno della ferila n el qua le era incat·ce•·ala l'tride. uvova pre:S<) a'>pdlu slalllomaLoso. L'interesse princi pale di ques to cuso é il buon ris ulloLo ottenu to, nuu Le.nlo _per l'csknsionP dnlla lesione, quanto per il peri~oloso c.;arullere della sclte~giu ferill'ice. Possiamo quindi t·egisLI'arlo come un caso t'ortunal<J, e siamo Lncoraggio.Li a non disperare nelle eslt~se lesioui dell'occhio.

RiVISTA DI A~ATmiiA E FISIOLOGIA

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Influenza. della malattia di Bright sulla sicurezza della ~a.roosi. - \Vr::sLEY M. CAnPt:~'l'Lm .- (New - Yo rck, Med. R ecord e Cen.cralb . ./itr Ch il•., JR-.6). L'autore richiama l a attcuzione dei c]Jirurghi su i pericoli, elle l'uso deg li ane~letici () specialmente ùell'etcre reca ·. infermi per rno•·bo ùi Bright. Egli cita due recenti casl....!!! Not•ris,uei quali all'applicazione ùcll'eteresOi)raveono lamorte e che & ll'~mtos!'J i a, fuori d t <1uelle proprie alla mala ttia ùi Bright, niuna alLra lesione orgtlnica rivelarono. • l gine.cologhi americani, Emmet specialment~, hanno riclriamalfl rip eLulamenLe la attcnziQne sull a importante azion-3, che lo stato ùei l'eni ILa per la !>icurezza dr>lla narcosi . L'autore cl1iude la suQ dissertazione colle segueuli propo sizioui: 1• Di tutLi gli infermi da sottoporsi ad una operazione

uèit'i

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RlVJSTA

chirurgica deve esser e con molLa cura saggiata l'urina chimicamente e micro~copicamenle. 2' La malattia di Brighl contro-indica la anestesia e specialmenlo quello per etero. la cui sicurezza viene per rruel fatto patologico ad essere compromessa al pari di quella della operazione. lì. S.

Sulla biologia della glandola tiroide, del doltot· RoG~::­ WITSCII, pt·i,·ato ùocenlc dt clait•ut•,ria nella univ.or~ilà di

Kte'' · - (Cmlralb. ftir die J1ed. Wissensch., t\. :lO. 18· 6).

Lo t·Pcr nli cnruunicuz tnni ùel K ocltt>t' ~ugli etlelli ti P li Il eslirpazionr> clt•lle sh·ume hn11no di nU0\'0 por·tlltn all'cwdine dol giorno lA flUC!';Lionc dPI ~ignificuto fisiologico dt'lla gla11dula liroiclc. LP r•Piazionr che -.i hanno su 11uesto argomenti) nella )PltCt'ùLut·a snnn in:::uflici<'rtli a dat''l ttrt ~uleguato conl.!clLo della l'unziouo di qnosl'Ot'i!B II O. Lt• qual cosn deLer·min<'> i l dn llnl' Rc-gewil~ch a i«tiluit•p u11a scl'i(' di t•icct·clle sugli animali, dei cui t·i~utta li <'s.tli t•••ndc conto ~ on lo presente comunicazionC'. Gli rspo!'imrnli furono ratti rrin<'cpalmente sui CUlli. - L a eslit•pnzion<' contcrnpol'anea di HmlJe,lue le glandul•· lit·oiùi conduc•• IH'llo «pt~zio dc :1 o 'f. giorni fino a 3 o ~ setti mane quasi !-t•mpre alln lltOI'lr. l r.•nolllPnt Folto i 'flltlli SP:rue la m orl!• r"rmuno un lll"lt'llle di c;mtmni abbastanza lrpico che ricor tfO Ì fpnomelli tlt tiV\'e)CIIAtnenlo r·ct• fo~foro, 8l'"611iCO ('CC. Dopo che l't~nimale l'i é romplolumente ristabilito dalln opP· raziona, e~li rimnnP doppt•ima apPAI'enLemente sano, mangia bene ed é vivac<!. mu al tet•zo o tuarlo giorno di\'cnla apatico, il FUO andamento ò vacillanlP, comincia a tt·amHe in tullo il rot•po e vengono :n scena accessi di convulsioni telanichc profat'tbilmPnlt• noi senso della estensione, lrisrna e slt' uhismo; nello sLO!>SO L1•mpo si risconll'a una nolevolc di-

minuzione della sen<tibiiJlà cutanea . Lu lempet·atur a ciel corpo sembt•a aumentala solo durante e subito dopo gli accessi l elamci; ma in fondo t•imanc quasi nol'rnalo o 6 anello al<tuallto abbassalu.- Più ta.nli si ruanitesLNno pat•Licolul'l11011le i dislut•bi dol r·~sp iro elle ti i pendono:

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Dl ANATOMIA E FISIOLOGIA

13Gh

i ' Jal parLecip111'e ai crampi lelanici anche i muscoli t•espiralort; 2• dall'esset'P- in generale dirtìcile all'animale il raspi· t•aro, cosicchG questo 6 costretto a fa l'e pal'lico!ari sfot·zi non solo nella inspiral.ione ma anche nPila espirazione. Lo morte avviene talora negli accessi lelanici, co111e fn dello, al lt•t'ZO o quarto ~:dorno. In &Itri casi i fenomeni d'eccitazione "Ono rnl.!no rilevanti. pre\·aJgono anzi i sintomi di debolezza generale e l'animale muot•e dopo 3 o i sellimane con la forma di cacitessia o di paralisi geuerale. La e~Ln·paz ione unilaterale della gianduia Liroiùe è soppot·tala benissimo; la e:;lit'paziono consecutiva della glundula t•ima=-La pt·ima incolume ordinariamente conduce put·a olia mot·le. Solo in rat•i casi gli animali sopt·avvivono a •JUO!Ila seconda ope1·azione. I~a ragion .. unatomo-patologica dci ùescr·ilti fenomeni o della morto con~isle in una oncefalomieliLe pa l'enchimalosa subacula. Quel:ita s i ri conosc<~ : 1: dall'(;!lsere i vnsi (oPtomenle t'i pieni di san gue e lo ~pt~z i o solto l'av ve ntizia di cellule t'Olo11de; 2' dalla g t'&ntle inlìlll'aziona del te~s uLo nct·voso d i cellulo t·utont!e, cellule :.n·aonh.>se e foemo ùt FUssaggio ft·o. quesLe due; 3' la l rigonfiam~nLo ùell' tl"Se cilindt·o, delle appendici delle cellule net•v•lSe o delle cellule s le!lse>; i' dalle aver'e le cellule net·vose p~t'J uto i loro conlot'I1J a i lot·o nuclei. Nella corLcccia cerebra l ~, in alcuni nuclei ner·vosi del tnescncefa lo e nei corni poslcriol'i ùdla midolla, le cellule 11ervose sonll alld fin e sosliluile da gr osso collulo• g•·auulose. A questo proce~so pa lOiogico !"oggiat:e principahncule la sost.anza #{r U!ia del si·4ema n enoso: le allet•uzioni nella sostanza bianca si limitano alla infill•'azione th cellule rotonde o g t·anulose e alln tumefazione ùi una parl•• Jet cilinùt·o ao.;se. Dei nuclei nervosi della midolla allungala awat'iscooo l'l'a gli allt·i colpili i nuclei posterior i del vago, i nuclei dell'ipoglosso e le cellule ùei cenLri respil'alori. Fra le altet·azioui di alll'i organi richiamano par•Licolar e attenzione, come fenomeno cML~nte, l'uiLet·azione nella s ll'ul· tur u dell'epifisi del cervello: il for te ingot•go sanguigno degli spazi inters tizia li, dei capillari e delle ve ne, il cresciuto numo t•o delle cellule epiLe liali splendenti o l' aumentaLo meta-


1!11i6

RIVISTA

mor tìsi colloide di que~le ultime. Que~le alter·azioni della ipofìsi portano in generale il carallHe dell'aumentala fun -zione di quesL'organo. Nei casi d'estirpazione unilotet·olo della tiroide, la glandulo ri ma~la poro per lo più, dopo olquanlo tempo, ingrossata, e con l'ec::ame microscopico s:i r·i!':conll'a in el"sn proliferazione delle cellule epiteliali c ncoformazione •le~ll ah•eoli. La lra~fusio n l' del san:nw dell'a nimale malato in un sano con salas!!o co mpeo~atol'Ìo da unu vena di que!':L'ullimo non proJuce nell'ani male sono all:uno dd t·icordaLi fenoruPni f>Ll t., ge neràlmenlt· ben soppot•lota. Ma c::e al secondo animale un'O!'a ovanli la II·asfusionc si pot·lu via la gianduia tiroide di ambednP i !ali, si vr·de <'Ile l'animale si sente subito male, si ossena in lui 1111 conliuuo Lremtlo che però 11011 é cosl forte come nel pr·irno animale già molato. Pi ù tar.li (JUeslo c;lato migliot•u pe1· lar luo~o poro dO[ O alla formo Co'l1pleta dPIIa malAttia. Dopo la estiJ'paz.i~.>ne dPlle glanùule liroidi non (\ moi !" lnlo osser·valo un au mc•ulo uppr ez7.AbiiA dP I nnmero ùei c·ot•puscoli r osl'i del sangue. Le ferile doll' oper·aziC!ne decorspr•o "empt·e a"elticam• nle. L'autore c> qui Mi di tl' vi"o cbe In ;!landula ltroide é uo organo la cui funzione conl"iRle tltlllo t•liminat•e o fot•so nel neutralizzare ignoti p•·odolti del t·it·utubio mall•riule, i rtuali prodotti, se si accumulassero nel !"lllll!'lle agirehlwt·o come un violento velono sul sistema nt'r'·oso centr·ale c CO$i condurt•cbber o allo mMI.P. Una si milo l'un tione sembt·a pure a vere l'ipolìsi del cerYello, e lo ran credere da una parli· lP accennate alterazioni di I(Uest'orgllnu dopo la eslirpazion~ della glanduln tiroide, e dall'altra J,, sviluppo relAiivamcnte notevole (cotn(•<·nsalorio) eli f!uesl'or~O. t tO uegli animali nei quali le glanclule lit·oidi sono relativan'll'nle molto piccole.


01 \S.\10\11.\. E Pl lOL.OGIA

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Nuova 1lslo-patologla della. vena oava a.soendente. Pr·or. A. D~:; GJov,,N:-(1. - (Rioi.~ta Clinica, 1886). Sulle altorazi•)rJi della veon cava ascenden te complicanti la cirrosi epalica gia ne !lCrisse allra volta il cli11ico dell'università di Padova; ma dclbl parlo veramente nuo,·a ed Importante dei ~uoi c:tucli leoricn-prat•ci l"ulla fì~io-pùtologia. della vena cava asccndt:nle forse uou dis~e quanto era d'uopo onde ro~sfl inlcsu nel !:ìUO vero volorc. Per questo motivo il prof. De Giovanni puh])licR ur1 seco1 rt10 lavoro, corredaLo ùi rruovi fatti 11 Li l i, su Lulc m·gomo11 to allu putolo~tin eli nicn. L'autore ci tiene a far saprre cito i suoi studi ~ulle alter azioni della vena ca vu ac:ccndente nou furo•to da lui fatti a caso, o per va~hezza d'analomi•-ta, ma vi e. $lalo dirello da induzione clinica ~caturilR dall'analisi doi si1tto~r~i, e dietro osser· vazioni sullu rnol'f'nlogiu del corpo umano. Es!"O Ila osser vato che II Olla. cil·r0si epatica, t'Il suo eHonlirc, quAnòo non v' ha Jli'OS,iono ~rave aù<.lominale per l'as:cite, 11ò pr·ofonda di!':Cra~ia. s:i ln!lnifeslano dell'li ede1r1i osterui, nel dominio della ca''ll. infcrrore, i l]llali ederni non c:i spiegherebhero pel sol" fallo c.lclla •·irr·o~i tncipiP.ulc. H.t pur e n<:.c:ervaln tali eùemi. in delle cirr·oc:tAnzc, Anclu• qunntlo il cuore ed i polmoni ~ono !':r,ev•·i da al l e r·~~zìo1ri. Lu spiegn:tione. al n•perlo anatomico, ù ~tu Ln rlu lui trnvaln lWlln.fle/Jite cle!La ccw(l a8cen.-

denie. L 'autore hn pur P os!':enatn due ca!':i ùi ci rro<>r inollrala, con asrilc volumino:-:a, nell'uno dc' t(UOli vi erano eJemi, e nell'allro no Nl"l primo f(llindi vi era nehilP nell'ollro la nebile ffiAOCa\a. ~la la cavn nscentlenLP l're::enla oltri l'ntti. Es!"n pun esser e rliluta tA, >ipccial rn cnlc ncllu porzione cJru Clrlorge dai !ohi epa tici, me::lt•e Onnrn si ~ cruduto eire fo!':se sempre ri!':tretl.a in ragione della coartazione del f••gato: può inoltre ess:ere dilatata e sottili', on·ero dilo.lal.a e i!"pc.c:sihl, e tah·olta tanto w!!ro<>~alR da prec:eutare \'olumino~P colonnP musculari, quasi corna nctr t•c;ofago. E non ;;:olo il De Giovanni Ira ri ~";contr·ato la eavu Mccndeu le di latata. ma ben anche le vene erwliclle; ~ 11iega n do la dilatazione di qneste poi'


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lliV!S'I'A

C'is-a-terao, dal fallo meccanico dolla ritardata circolazione epatica in ragione dull' aumentata pros~-<ione inter na nella cava. Lo studio dtdla relazione della ddalazionf' ùella vena epatica colla cava asceudenle ò nuovo: l'autore opiua che la veno cava nlicendcnlo non ~ia :<olanwnte tlll canale che serYe a lasciar pa~!'ar·e il sauguc·, ma cho sia invece u11 organo Jella circolazioue nllu ad impr iwere tùla COI'runle maggiore o minore \'C'Iocilu '<f'conùo i casi, c· che rwi iliver~i individui preseula un grado differente eli capacilu funziouoJe . Non potendo il clinico portare l'cosame obielli,o sulla cava, l'autore r·icorre ad argnu1enti per aunlogia. e nota come nei balt'Hci, nel cnvalln " in fJUu lche a ll ro auimule la cava asceuJen te ha 1;u·eti contrallili 1·ome 111 'fUCile de li P arterie. Che !SO In ti:'liOin~in o la paLolo~,pu l'icono"cu uo ltiiO. i tHpOrlanza itl impcrl'l•tion·, o le:::ioni morboso dell'aort.H. c Jcll'arteria pohuonare, ,. me~llt•i'Ì non lra~curare quelle della \'Pila cavù HSCCIIUCII LO, '' '' ['CrotThé si •"~ tro vnlo tu t 11 es~o Lrn 11 na data ..spt'<~<::si""e ,·linira (1.di edemi) e le h•siu111 della YCIIU. L·autoro cspon1l quiud1 111Ìrtuh,meutc nh-uni casi clinici, t'OD molLe l'ill es~ ioni .~u i s i11 twui du ossi preso11Lati, ù alobeuche dichiari <li uou prolc11clcre troppo dalle c;talislicho. tult.avia da quanto Ila o~<~cnato concludi' cho nelle cirro>-i epal1ehe, <ruando obis.Lono t~demì c~-< lerni, J<i trovu lu vena cava, o sernplicèlllonle dilatala, o •Iii alata,) i:-p•;s~iln, o alterala nellu sua nutt·izione. Ha Lrovulo sempre la 'cua cavA iuleriore allt> t·ata, t[uando ''i sono t•tlemi e~terni. Auche nella siulomalologia clclle malallie tlelle cuore la Youa Cil\'0. a><couden!R hn una grande illlporlau:r.a e dipoude dal modo col quulc es~<a concorJ·o a ilostenero In colouua sanguìgua, !:ipecialmente •1uandn nei malati ùi cuore ~i consociano la t.umefm:ione ùol feguLo, e gli estesi edem i. Da ciò si spiega come nei car tliopulici la sLasi ùella cava discendente non sia manifesta, menlt·c• ~~ gravic;sirna nolla a!:'condentc. Forso iu (1uesta osset·vnziono doll'aulor·e no11 é abhas la 11za calcolaLa la r agiouc dinamica iu rappor to alle couclizioni itlrau· liche della correnlo di,condente, e di quella ascendente. H De Gi ovan ni dice inolt.re: se si confrontano le cave di tlue


D{ ANATOlliA E 1.\'LSIOLO(;.IA.

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venuti a morte por vizio cardiaco, e che in vi La abbiano presenLato divet>sità di si11tom i, per essere diversa la sede delle maggiori stasi venose, troveremo elle so queste risiedeì'ano nelle estremità o uelratldorue la veua cava inferiore oJl'rirà q ualclao lesione. Dagli studi lì::;io·palologici della cava ascenden te ne conseguono alcuni molto [!"iui\li criteri Lerapeulici. Nei car·diaci, in c.ui perdowina la slasi no! dominio della cava in feriore gio vano assai l'a pjllicaziono delle sauguisugbe all'ano, e quella di lat'l.!'hi vescicanti l:'UII' ipoconòrio destro. Il sauguisugo è più ulile dei f'Ul'gauli saJhti, forse perché essendo la cava fortemm tle compressa non bas ta riabilitare il cuor e sgomlwando l'inleslino, ma è necessaria una vera sottrazione materiale rlclla massa ~anguigna clte comprime c minaccia. In og-ni vizio cardiaco, in cui ~iano manifc~fi dei g ravi sintomi acl dominio Jellu ca"a ini'eriorc, sPgno è cbe f'}Uesta è Lesa. Il prof. De Gio,,anni si riserba di pubblicare altre osservazioni sulla influenza della voam cava inferiot·o ìn altre infermita. Contribuzione ag li studi sperimentali sul bacUlo colerigano del Kooh, d ol pt·of. LUIGI PAG I ,JA~I e doltori CA:-'ALIS e A . .MAGGIORA. (Giorn ale della R. accader"ia di medicina r.li Torino). Eglino si propongono, con la loro esperienze, di confermar

non solo il fatto ormai Rccruisito nella l;Cienza della ragìon colerig ina n el/mcitlo colerico del Koch, ma di dlvulgarquauto più sia possibile il fa tto stesso, per indurre i medici ancora increduli a r iconosrer I"a pitlameute, la mor·cé di s i pr Pzioso dato diag noslico , la natura d'm1a tnll!Ollia sospetta, e le arnruinislraziooì pubLiiclre a fot·tùre i mezzi adatli alle ricerche. I t•is ultati positivi ol'tenuli dal Koch su li•' cavie, con materie coler ose miste al cib(), previa la u eutral i ~zazione dell'acidità -slomacaJc e unu iniezione endo-periLoneale con li D tur a d'oppio - furon pure ottenuti nei cani c nelle cavie con iniezione


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RIVI STA DI ANATO~IIA E FISIOLOGIA

nel duodeno e nello stomaco di sostanze col er igone, dal :-li~li, dal Rietscl1 e da una sequela di speriment8 Lor i. La pr ectispo8zionc al col era - secondo i dali sper imentali dei ci tati autori (ollr o rJuelli llclln osser,·Azioll c comune), si ha irr certe condizioni spoL·iAii dol tubo gac:Lr o- enlerico; essa tanto più diminuisce •ruanlo moglio si conspn·a !"acidità st.omacnle e sparirù a.fl Atlo dove ~i t•iesca a mutar·a nr rco lA reazioni" del duodr>no. Sr•mhrn cbc sviluppatis i i pr irtti fcnomorri colerici non <>i aLI•in piu innanzi da cotubnttere che l e fuue ~< le co11seguenze dell'trvvolt-rrnmerrlo provocAto dai hncilli.

__ .....,.__._ __

RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE Sulla casistica delle affezioni aifllittohe dell'epididimo. - C. SCUADF.CK. - (f'ettlralò . .fiir Clti r ., ~. 3..;, 18 settembre 1886). L t' affezioni ~iflltli dr · tlr•Irr•Jurlidtmn furono descr itlP per la lli'Ìma vnlla nd IR6 1 <lu En;.{el.:luccll. ma trnttale più olif· fu<~amentc oPI 186:t rla Dr·ou, il qrrnlt• l'icltiamò l'altenziorre «ul ftrllo impor tante c·be qu,...,Le an't•;doni in lul uni easi ~>i rn Auil'eslnJto !!ià nPI pet•iodo r·nruldttrttalo!>n 0 -<cnur clt,:o ti le«li~ colo sta afTello contem1 <H'OllPftnH•nle. Da quell'epocA i LL·alLati frA tH;e~:i hs n fHI Io srtn pl'l' Cl' rtnn cl ellA epidiolirnìte sifllilir n isolnto, ri o,'• ~eom pag r mln dH cotrt1•mpo•·anen atli•zinnr> d<•l lrc;ticolo, m ~> ntl'e i le<IP;ochi 111 po!'~nno ~ott o ~ilenzio, mnl~rodo ripPLulo oo:srrvRzioni ful l<' onclrP in GPI'JnAnia. Fondando-;:i :<u di n•t'"i r:r..:i tli propt·ia ol"ser\'tlzionr, l'siUtor e lr·nlla del car a l ler e, d t> l tlero t·!'o e rio•Ila dia~uosi dciii' malattia. QuPsta si può osset'VIll'l' tnul•• OPi l eriodi pr·ecoci ciPIIa sifìlj,Je 'JIIunto nE'i lnt•diVI. In 1111 rnso in <·ui lR malottin nnot'A è slala O!'!=<t• r·vata più prel"IO es~n !:!i sviluppò 2 mr>si dopo lo infrzione, p<'r In più es"ll per·6 si lllanil'esla 1-5 nn ni dopo In infezione e <:onlem por:wetunelllt· atl~;~ll r·e affezioni del fWt·iotlo


lUYISTA DELLE MALATTffi VENEn&E E DELLA PELLE

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condilomat0so. Se la malattia si manifesla presto, essa ~ene­ ralmenle s ì cìrcoscrh·e alrepì•lìtlimo ed il corrispondente testicolo rimano inlalt.o; talvolta inveCE> il lcl'lìcolo ammala in seguiln eù in qualche raro caso si m onife:>ta pr•irna la orchìle e poi l'epididimi te, e ciò hA luo~o sopratullo neJ per·iodo gommoso, nel 'lua le p!'rò occorre unclir di osscrvar•e la epidiJ imi le primaria. Il proeesso cornine!a colla turrwft1%inne dell'organo: a p r·in cipio p(>t'O l'epididimo rimano tnOI'biùo, ma in sf'guìto vi si manifMlo.no indurimcnli. Ad evoluzionP- massima del processo si t.occ·n un ingrossamento ine;;uol e di durezza car tilaginea f' della grondPzza dì una prugnA. Nei rAsi subaculi et! in genl'rnlr o principio dell'aiT.:>zionc vi si og_!!iunge ancora un Assuclalo c:ieroso o lìbr•inoso nella vaginall', sicc:lrè !;'i cr·colo di nver avanti un idrocele. Questi ca;;i a 1lE'corso acuto sono per6 rari e per· lo più. la malattia si !:vil uppa gradalttmenle, ~..,nza alcun dislLn·bo subicllivo, siccltè cs!:a si scovre o llCCiJenla lm ente. o <JuHndo per la tensione ca~ i onuta dn l pe~o rlcl l'ot'gono ingrossaLo si manifestano doloJ•i. E>:aminanJn l' infermo ;;i tro\·a un inaros;;amenlo neltAmenle delirn ilalo della let:b o del corpo <lell'epidhlimo, ma di rado un iuduJ•imento di lutto l'or~ano con poca senl"ibilità alln pre~sione. La epidiòimìle sìfililica la! volta é unilalerale e tal volla bilaterale, ma tli l'ado i due epididimi ammalano a11 un tempo. Il decorso é len to; colla cura ade~uala l'ispcssimPnto si riussorbe e l 'ur~tMO r iacrprì::;ta il suo volume normale; d'ordin ario r imano però cluro c alquanto sensibile ed in Laluni caE'i di ventA atr•ntìco. Lo Allcr·ozìoni analnmo·patologiehe nnnra non sono state i udnga le, per·òè lecito r ilener·e che nei cM i precoei f'r l r·alti di unn prnlifeJ•azione diffusa Jel les"'ulo connPLLivo e n ei tar·divi invece di gomme. La PI'O-

gnoc:i della Ppi!lidimile precoce IlM è favore vole giatchò j)f'l' lo più s i tralta di for'rnf' mAii~ne •li 5>ifìlide; mollo ostin~ta é anche la epitlidimile gommoso. T.f' forme subacule possono a principin confnn.iersi facilmrnlt' cr.n la epididimile gonorroica P ('On la lubercoloc:i òPJI'epididimo. L'fHtlOr'e df'sct·ive minu LamenlP. G casi che eiJii ebbe in cu ra e c,;lto vc> r·i fìcarons i in soldati tr·a i 2(1 ed i 30 a nni; in Lulri la


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RIVI STA DELLE MALA'rTIF. Vl~N EC\EE L~ OELf, A l'ELLE

epitlidimite si sviluppò n~i primi stadi dd perioJo conJilomatoso 4 a 12 mesi dopo la infezione ed e1'a accompa gnata da manifestazioni con tempo1·auee sulla cute e sulle rnuco~e. In 2 cas• erav1 anche atrazi•me dei Leslico!l, ed in ~ a principio dello mal1lllia vi ru cssuduzione s1erosa nella Lun1ca vaginale; in 2 casi poi l'atr.:zioue era unilaterale ed in 3 llilalerah:.

RIVlSTA Dl TERAPEUTICA Azione terapeutloa della. Hamamells V1rgin1oa. - Dollol' SHOEMAtmR. -

( Th ~

Lancel,

l~ ag()slu, 18Mli).

Il doll. J oh u V. Shoemaker d t Filadelfia lesse al congresso annuale della sociota medica ùi Ll)ndra, che fu tenuto a Brighlon nell'agosto del corl'oule anno, uno ~crill.o !'lugli u~1 le· rapeulici della hamamelil5 virginicu. Essa è da lungo lampo usata, egli disse, como l'l medio domestico, ma l1a in realtà una polonle azione terapPulica che m e rita di fissare raltenzione dei medici e dei chirurghi. Non è soltanto una sos tanza a nodioa,ma anche emostatica. È usata io Americainmolle forme, specialmente come estratto liquido, distilla to, acquoso, ecc. Le soluzioni di hamamelis contengono un olio volatìle alla pNsenza del quale ò dovuta g ran parte della sua attivilà. Forse alcuni degli esiLi l'allili erano da attr ibuirsi all' averne date quanti là ins ufficien ti. Essa uon ~solo un asLriugenlo, ma un as tringente tonico. Non ò generalmente conosciuto che è a nche un sedativo cardiaco. li doli. S. ha tro\'alochc a gisce ma ra vigliosamente nelle emorJ•agie quando falliscono la chinina, In segala cor nuta ed altri rimedi. A1·resta remorragia dopo il par to specialmente quando questa assume forma cronica. ·ella epistassi cronica afferma cho s pesso salvò la vita, quanùo altri rimedi e rano stati inutili. Egli l'ha usata in due casi di emofilia con deciso buon successo. Nella emorragia inlesLiuale, nella porpora od


. Rl l'I STA Ol TERAPKU'I'lCA

altri simili condizioni vi si può fare sicuro assegnamento. Ha veduti buoni resullali dal suo uso nelle vene varicose e con essa sola ha guarito undici di sedici casi di ulcera varicosa. È utile uella diarrea cronica, nella leucorrea, nella blenorragia; nulla di meglio in alcune forme d'acne. In America è molto usala nella cm·a del catarro cronico naso-faringeo ed anche come collutor io. La nitl'oglioerlna. nella. malattia del Bright. KrN:-~rct:T. - ( The Lancet, 12 giuguo, l8S(i).

DoLLor

L'uso della nitroglicerina nelle malattie croniche dei reni, la quale agisce favorevolmente facendo cessare o moderando

i sintomi uremici è fondato sul ratlo che la uremia è sempre ac-compagnala da alta tensione arteriosa. Quanto sia d~siderabile eli usare abitualmente un rimedio che ha una azione co~i manifesta suJla circolazione, come è la nitroglicerina. é ancora do. decidersi, ma vanno sempre aumentando le prove della sua importanza nelle malattie che sono qualifìcale da una anormale tensione arteriosa.. L'ultima contribuzione e del dott. Kinnicut di New-York che ha sluùialo gJi effetti ùi questa f'Ostanza in parecchi casi con resultati che si accordano con quel li ottenuti dal Rossbach e Burzbinscki. L'uso couLinualo della nitroglicerina a dosi leggermente crescenti non solo allevia il doler di testa, la dispnea, la palpitazione ed allri siolomi riferiJ)iJi allo st.alo urcmico, rna aumenta anche la giornaliera secrezione della orina con notevole diminuz.iono della I{UanLiLA dell'albumìoa in essa contenuta. La quan Lita della nitroglicerina somministrata dovrebbe essere esattamente nei hmiti in cui ">i producono alcuni sintomi subbieltivi. Le conclusioni del dott. Kinnicut sono le seguenti: 1• Che nella nitroglicerina data a piccole dosi frequentemente ripetute, abbiamo un mezzo potente per abbassare l'aumentata pressione sauguigna che sempre si associa con la produzione dei sintomi uremici; 2' Che essa ha la facoltà di togliere o allegger·ire molti


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lU\'lSTA

dei disturbi a forma di parossismo del sistema ner voso che sono compresi solto il termine generale di uremia: fr a questi il dolor di lc!'.la e l'a~ma sono in parlicolar modo migliorati dal suo uso, il sollievo che da fJueslo si r itr ae essendo più distinto e più dura tut·o di jJuello che si oltienc dall'oppio o dal cloralio: a• Clte In "Un 11111ueoza l"UIIa e ..cre/.ione gior naliera della urina e della albumina uella nefr ilepareuchimatosa e inlersliziale ò manife.,lamente ù'aumeulare la prima o diminuire la !:!CCOIIdll; 4' Che nell'uso sistemalico e pr olungato, a dosi coovenit\oti, dollu uilroglicerinrt possediamo un mezzo di mantenere più o meno c•outinuameule ubbassata la pres::;iooo sanguigna e spèsso dt ullontanare o far cessare delle condizioni critiche e qumdi di pt nlung~:~ re la vita.

Trattamento della t lsl polmonare colle inalazioni eU aoido fiuoridrloo . - S~ tJ c:n. - (Gn::etie des HtJpilau:r:, 31 agosto; l l<~H). L'autore ha curato degli indi,idui lubercolotici colle inalazioni di acido Ouot'idrico ollenendo dei buo:1i risullali. Le inalazioni furono ~-tiorllal•nante ripP!ule per venli o tren ta volle ed anclto più, e ciascu110. i11alazionc avea la duralf\ ùi un'ora.IJ proceSflO opet·atorio cott!'i>;le nel far gor~o~lioro dell'aria. mPdtunlo un mantice n ,.:of i ello, in una mescola·1za di acqua c di acido flunr;drico co!llc!'lulo in uu recipiente tlt ~~­ laperca E' uclle prop<lrzioni f;6!!Uènti· Acqua l!ramnai lf,O Acido tluoridrico o!rRmmi 50. L'aria Jlll[>rc~nnln di Yapor• fluortdrici e cacciata uella camera dove Rla l'•nl'ertJIO nellu pt'oporzioue di circA l O litri pet• metro cul.>o l r i:::tlltali otlenuti fut'ono i 8e:;uenli: l'oppres;-;ione e la dispnea scompar\'ero dopo un numero di sedute Ynrinl.>ilc fra i e 10: gh Rl'Ol'/.i di tn-!'P cessar ono, e furono r impiazzati da altri mettO "iolt•nli, i sudori nottur ni scomparvero dopo (; a 15 seùu le; il SO ilii O ù.tVet11 1e r ipo.ra lOT'e; l'espeilot·nzione s i modificò sensibi lment0, l'Appet!Lo ricornparve prestissimo in


DI TI>RAI'.I.:UTlCA

alcuni individui e più lentamente in altri ed iJ peso del corpo si accrebbe in pr oporzione. Infine, dal Ialo delle vie respiral.orie, i dis-turbi orgauici e fun~iouali si modificarono bensì lentamente, ma il wiglioramento fu reale.

D ell'uso d el cloralio bromurato nella cura. della tis l polmona.re _ - (Gazelle Mùlicale de Paris, ltJ luglio, 1886). 1): ntt errore t•redere che it cloralio bromur·ato $Ì8 da considerarl'i solo come un ageute speciale della tera.peulica

delle malattie del sistema 11ervoso propriarneute deLle. Nella maggior parte Ilei te rnalall ie acute e ct•oniche esso trova sovente la sua utile applicazione. Ecco nn'osservnzione che rnerila d i l'ermar·e l'attemiom.: Jei prulici. Uua d011ua di :iS am ri, abi l~mte in Parigi da 'l2 a11ui, presento nel 1880 i sintomi dcllu l u.bercotosi !>Oimonar·e al s uo esor·dio. Quest'atl'eziouc, cural<l eoi Rol iLi mezzi, feco ùoi progressi eo>iLanti lino all'ann•> 11'l8:.t, epo(.'.a nella t[Uale si poLè constlllaro uua caverna assai estesa a ll' 8JJico del polmoue desLt·o e dei lu berceli iu vi<1 di tlisl'avimenlo a lla !'>ommilà del polmone sinistro, con rauloli rnucosi dissernioali neUTmbito dei due polmoni. La dispnea ora pe11osissima. l'appetito nullo, il sonno quasi impossibile, malgl'fHIO l'uso degli opiucei. L"ammalat.a, stanca di soffrire, scol'aggiala t>tl in pNda ai piu terribili llresenliment~ trovavasi iu uno :;lato di sovraeccitazione veramente penosa a veder~i. Lo sciroppo di cloralio ortlinario eire le si pre::crisse allora, non pot6 el'lse•·è-sò'j:: portato a causa dello :stato d'irritazione tlella gola e delle vie digestive. Si tentò il cloralio brOillurato Duboil'l alla dose di :l cucchiai al giorno. Questo medicamento fu .IJeuissimo sopportato e procu.rò all'infer·111a una calma i1nmediata senza depre;:;sior1e; ritorno il sonno, ce~sò la rlisrnoa in capo a qualche giorno e riapparve l"appetilo. Sor1o circa due ann i che l'mmoalnta là uso di questo medicamento che essa chiama i l suo Séllvalore. L'in ferma si c011tMta ora di pr ender e u no o due cucchiai di r imfldio ogni sera prima di coricarsi ed ha r inunziato ad ogni a l~ra cura .


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HI\'ISfA

Da quell'epoca lo stato della m•·de~ima, relativamente soddisfacente, si i• sempre mantPnulo late, le lesioui polmonari non hanno f'ntLo )JI'Ogrcssi, i rnntoli mucosi si souo localizzati agli upici ed il morale dell'inferma è eccellcn lo. Risulta da qul'~l'osservazioM, e da uua serie òi Altro simili. che il clorAlio bromurato 11011 deYe es::ere cousiderato come un agente deprimente. F.~"o o~i>-ce certamente in un modo tutto aflntlo opposto, il che deve essere allrtbuilo alle sue propriotù Aprritive e for!>e ancot•lla sua azion" nel saugue. Si sa in falLi ello il nloralio ho. la proprietà di consot·vai·e le sostanze orgauiche e di impedit'tl Jn produzione dei microhi. Infine è certo chP per il solo fallo del sollievo durevole e persistente clw procura, il cloralio òromurato contribuisce potentemente a ridonare le forze ed a sollevare il morale. Le riflessioni ora fatte sono eviclonlement~ applicabili non solo a tutlt' le uiTezioni croniche , llre la lisi, ma oziandio ad una serie ò.i malattie acute.

Sulla compoalzloue ed uso eU preparato eU subllmato nella cura delle odoutopatie. - BHF.ITIIAUPT. - (Cen.lralblalt fu r Chir., N. t:J). Quando In C'fH'ic di un clenlc ò di tanto avanzata dal mettere allo SCO[• CI'l O la cavità d~ Jllnl c O da indurre nogosi e suppu•·azionC' o mo1·lifìcaziono r1olln polpa, quel denlA può anco•·a e:c:seJ'(' clu•·abilmenle con:c:ervuto a contlizic1ne che si r iesca ad allnntanore nal ml'-iC"<illlo n!!ui traccia ùi d<>compm:izionf' pulri•lo. A raggiun~e•·c tuiP intento l'uulor·e rac<'omantla l o th:::infezione dclfn polpa ùf'ntale col sublimato associalo al culometano , ril~mo11do LHie composizio11 P. come l'antisettico migliore in odontoiol •·ia. Egli c·.nll'augiunta eli morftnn, glit·e•·ina ed os;;itlo di zinco forma UllA Pll"l11 cue sovruppone 8 quello strnlo di denlino che ,.oprP nncora la polpa; quincli riempie tutw la cavità. Se la polpn è già gangrennln , questa dev'esser e allontanala <lalla cuvil.à od anche dHi canalicoli clelln rarlici, ma anche in fJtJN.:.In oper azione giovn O!;Stl i adoprrn t·c la solu-

~


J)J T"flJIAPEUTJCA

zione ùi s ublìmalo la qll!lle dìsinl'ella ogni piu piccolo rimasuglio e lu r·ende innocuo. L'energico p o ~erc disinfettante del s ublimato, come pmc l'assenza totale eli odot·o e tli ~a pore danno a ques to medicamento lu incon lestata supr·emazia sulle altre soslanZ(1 fìno MI ora ndoper·ate o questo scopo come l'acido fenico, il creosoto ~ J'iodoformio.

Dell'azione dei medloamentt a. distanza. 'lelte cle11 HvptLaux. lO agosto. 1886).

L~:vs.

- (Ga.-

fin dallo scorso ao.110 i doLLOJ'i Burot e Bourr•u nell'occa::ionfl t lei congt·csso mtclico di Gt•enohle ebl.lero occasione di preserr lat•c i J'isullati delle Jot·o esperienze sull'tlzione a distanza dei mctljcamenli (1) . Ora il rfolt. Luys presenta a sua volta i ris ulta ti par~iali di nuove t·icPt·che sullo stesso m·g-orneuto e s u ind ividui ipnotizzati, risultati che eoni'et·muno pienamente quelli g ià espos~i dai du•J prel'ati aut.ori. Le l'icel'chc del ùott Luys si riassumono nelle seguenti proposizioni: t• Gli individui tpnolizzoli acqurstano, per il fatto stesso dello ~loto in cui si lrOVtlllO, un' ipereccitabililà ~peci ale in virtù della. quale t·eagiscono in tnodo parlicolar•e AllorllUando ad ossi si a vvici11ano cet·tc sostanze. 2· Queste ~ostanzc, L1Jlle dal r·egno min era le e vegetale, ùeLer·miuauo dell•1 rear.ioni var·ie sull'organismo, delle convuls ioni, delle paralisi motrici, paralisi scnsorie, allucinazioni, ecc. a• Gli otl'etti soma t ici vat·iano secondo il punto di contatto coll'organismo, e secondo il lato dell'individuo s u cui cade l'esperim ento. 4·" Luys pr·esflnla una sei'ie di fotogt•al1e falLe sopra un individuo ipnotizzato, dalle quali !<i constala che le stesse sostanze, prP-sentate altel'nativament.e dal lato sinistr o e dal

(t) Vecli Gìortlate Medico del fiO. Eac-rcilo e della na. ,l(ari!'la dol tne.'le eli dicembrll 4.885, png. (428.

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RJVISTA

de~Lr·o, ha nno deter·minalo ùelle espr·e!olsioni dr emozione differenti. Da un Ialo esse rapp reRen laoo la gioia, lo gaiezza , il r·i!:>n; òall'altro rapprt!sentano il timore, cd in ccr·ti casi an che il più violento l<n·r·or•e. I n un caso sollo l'111fluenza dello polvere di ipecnquaua l'aul(H'e lta osservato sviluppMsi dei fonomp,ni di nause-a e di vnmilu; c la sles;>ll so;;lanzA. prr.:~wnlt~La al tlnvanti al corpo ti<roide, lta ft~llo sviluppare una serio rli fenotneni cslJ•unt>i, l'esprC~(<iOnf' !'omalrl'n oli'! gozzo E'-'IOflalmico arlinr.ialmenle pro\'ocnlo con turr-:e~cen7.a btanlauea del col'po Lir·oidc, inieziorw e colora1.ione f;JOIIOLica della tac:cia. QuesLi fenomeni si svilupplli'OIIo) a più t'i1H'4'8P- ogni qual volla cioò si a vvtcinava all'inrli\'i,luo il tubu colllPncnle lu !';O~tanza atlivu. Il eolio si gonfiava tslanlanentlll'llle comP !ole vi "' Ì fosse opplicalu sopra una vento~u. ed in tali c·asi ti lUI·gorc• rra tale che la c:rrconfereuza .!el collo. che prima òYII' ,,~ perimenln er11 di 31 cen· t imela·i, l'aggiu ngevn qu~:~l l ~:~ ù i 3(i ronlttll6ll'i ul anomCIILO del-

l'avvicinar;;i del t•imt>dicJ. Questi ::>luli specialr, affallo llllft\'i, uei rl'tali le persone ipnolt~7.ale sono po~LP fl loi'O in~apula snllo r a1.inne dei medtC'amellli, iniluent.ano iu un modo pr·oforu1o :tlr app~trecclu della viln organica: t rruwimAnli t·c~pll'Ulor·•i divellgOIIO anelanti, ntl i bolli ti dfll rut)t'll Lumui Luu~i. Couvienll sempr e agi t'e con :!l'IWtie circospczinn" con •Juelle «o..,lanze che hanno influenzu sui visceri lora ··ici. 5° IL procedimento operatorio t• d••i pii.J sctnplici. E::;so corastsle nel pm·r•· l·· sm;lau7.e olu !'<llltlrar·e i11 ptccoln ctuantità (1 a 2 grammi) i rt 1111 tubn Ct'llii'Licamenlo chiuso alla lampada, c, dopo di uvcr!\'li dt\lo un numPl'O ù'ot•o.llne, siluarlo dietro il collo llell'inolt\'iduo ip11nlizzulo, senza tltr nulla all'indtviùull. lllubo lo sa colloca sia A destra siu 11 sini::lt·a, ed i11 capo ad alcuni mi11uti (in guncrulc 5 miuuli) l'indivi duo enll·a in 1111 periodo oli !'OtlllaaubuliRtiiO lucido, cd ù in quel mouwnlo chi' si r·ill'' n l'aziouc dcllr1 soslanzn pO$LU i11 c::per imenlo, i cui ell'elli variano ~"'C'Oildo lo so:;Jnnzo i111piegala. ()• l risullati di quc!'te l'~pcricnzc, la cui azionf' i> cos1 potento sullo slalo dinamico del sistema nervosn, permette di indut' re un nuovo metodo di Lera pculica delle molatlie del


Dl TEIUP.EUTICA

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1

~istema nervos o. ln due individui da parecchi a nni affetti da

convulsion i istero-epiletLiformi, Luys impiegò già con suceesso questo nuovo molodo di cura. Nei deLti ammalati gli aUacchi convulsivi diminuirono evidentemente tanto solto il punto di vista della loro intensità, quanlo o soprattutto sotto quello della loro frequenza.

RIVISTA Dl TOSSlmLOblA E~l@WINA tE~HE Sul segreto medic o . -

(Jo~t.,.nal

de M édccine et de Chi-

.,.urgie p raliques, ollohr c 1880). Da a lcun tempo s i va rl\gionando assai del segreto professionale, in occasione di r·..lcenti avvenimenti e forse si è voluto darùalla cosa una importa n7.a maggiore che nou abbia in realtà: bisogna infalli lenor presente, che salvo pochi casi prcssochè sempre identici, le occasioni nelle quali entra esso segreto sono eccezional issimo, percht.· è certamente esagerato ·- ad O!'~Cmpio - tli l'IOllcvar s ifl'altn questione a proposilo òel ùivnlgar la noti.da d'un'affezione di vaiuolo o di s carlaHinaj divulgazione ù'allro'1de che potrebbe esser pra.scriLta per legge . Nondimeno, soLto pena d'esser presi alla sprovvista, imporla irtLcuùersi su talune eventualità possibili a so rgere e nvere una norma ben delineala. Ed i precipui termini di f{uesta ttuestlone l'uro:1o leslé esposti, con la solita lucidità di mente, dal prof. 13rouardel in uno splendido articolo ùegli Annales ù'h!Jai&ne, di cui riportiamo le conclusioni. Nello s tudio di la! soggt> LLo innanzi luLLo s'ha da stabilire, come definizione, che il segreto è per il medico tutto quanto ha egli appreso per iorza della sua professione, quanto ha egli visto, uùilo o compreso: fa duopo inoltre non ignorare, giusta la nuova giur isprudenza, che la rivelazione è un delitto, non solo qua ndo sia falla con intendimento di nuocere,


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RIVJST.\ D1 TOSSJCOI.OGIA

comt> era ammesso prima, sibbene anche indipenclenlomeute da quel sentimento. Ciò posto, quali sono le circostanze principali in cui la ryueslione può ~allevarsi i Il Brouardel comincia dallo e~aminar subito il fatto della riscossione del pagamento. A ta l riguardo può ammell.ersi chP, nella ~mn maggior anza dei ca <~i, il meèlico non sia obbligato di r e q unii mslallic abbia egli cu rnle: sC' il medico pe1' giusliflcore1legll nnorar ii ec<:ezionalmento C11evali é obhliaato a dire rhe t>hhe un parlo. una fratlura, una torarentesi, la ri,·elazinno nulla ha di f"U!òcettibile per nllri; ma se lu rivelazione duve portA r SOJll'fl un Allo colpovol«', od anche se ec:sa palcc:a un· t~O"olione la cui cono~cenza pu<• suscitar maldicenze locRli, il !!Jicnzio dev·e~ere assoluto, mealin valendo rinunciare a un beololficio legillimamente acqui5:tnto. ~lA, aggiunge il Bronardul, !!'ha da considerare che questi s011 rnsi r ari, crl il malato avo udo pitt inter es:::e del medico perché si serbi il SI'J!relo, clnve abbia danaro, si affretterà a pagare. onde non $8rebbero da citare se non quelli che non hanno: ma (jllal m1~diro l'ha fntlo mni~ Del mairimonio. - È una delle questioni le più ùt>licate del segreto medico l! «ulla quale fA m~tieri a,·ere una opinione fermfl. Allorché egli creda dovere esser consultfllo in proposito, il medico dc,·e esi :.te re che non si pronuncino nomi innanzi a lui, poichè il silouzin dH'essere per lui una regola a"solula: espl'•mur c il ~"11 0 o. v viso, se favo revole; 1ocer e se sfavorevole - poichò CO!!l tutto l'>i può lal'ciar supporre. Certi med ici però ritengono sia debito loro par lare, allorquando possa cosi impedirsi il sacrilìcio di uuu giov ineU.a che do,Tebùe impal mnrsi con uno, del IJnale eglino conoscano qualche inlimn ma~ngna. Il Orouardel si oppone a ciò, potendo il meclico indicar·e al fìdanzalo, se sifìlilicc•, gli incofl\·enienli che il matrimonio ha per lui nel momento; o se tubercolotico o afl"olto ùa oltro malore, consigliarlo di indugiar tanto, q uaolo basli porchè lu malatLia si denunci da sè e aUora i progetti di matrimonio cadranno per fnrza degli eventi. Infine, in picciol numero di casi, si può opporre ll1uil'el-

l ~


E l!EDlC!NA LCG.\LE

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tameule uo velo al matrimonio, col consigliare alla famigl.ia della fidanzata di esigere una assicurazione sulla vita - l} con tal mezzo suscitar sospetti. Durante il malritnonio il medico è lalcr sollecitalo a tradire il segreto dove sor gano domand~ di separazione e l'un dt'i coniugi invochi ad !appoggio della domand~inolLrala il rapporto di. un'affezione venerea ond'i! l'altro attaccalo, o di viziose abitudini. Qui il consenso della persona che ha confldato il segreto può autorizzare il medico a rivelarlo: ma se costui ha per esempio conslatnto la !<i1ìlide, non può egli sempre afferma1·ne l'origine; e la tiUa testimonianza può compromettere a torto gl'interessi del marito o tradir quelli della moglie che credeva di Lrovarvi urt !>O~leguo - per modo che il meglio è nst~>nersi. Quando il S"'greto riguarda cnLI'ambi, nou basta l'autorizzazione d'uno solo, fì nchè sospeso sia il giudizio . Finalmente quando aoche le due parli lo sciolgn110 dal segreto, il me1lico deve pur sempre teuerlo, poiclttl le porti ignorano le coHsoguenze della Iiberl8 che gli danno, non avendo il modico potuto esprimer davanti a loro che una vnrilà relativa. A.ssicura.-iont sulla oita. - Questo puulo è stato allresl mollo discusso: il Brouardel però si as~ocia alla mttggior parte ùogli autori o sta per la negativa. l n falli, se il m11dico non rifiuta por si~lema i certificati ul Htomenlo del contratto, egli si espone o a rifiu.Larne cc1'li o n dul'llo di compiacenza alternativA ugualrnenle molesta. V" t\ pure un certificalo posi morlem tulo!' richiesto dallo Compnguie: bisogna allor ricorda1·e che il segreto del defunto non ci appartiene intier amente nelle malattie ripula.Le er oditariu e che nulla. può autorizzaeci, anche dal punto ili visltl penale, a rivelaee 1111 segreto parte. del quale appartiene ad altri. Mollo si esagerò cou le sl.atisticho municipali od ospit.aliore circa le conseguenze della rivoluzione del segreto; d'altra parte può facilmenlerimediarvisievilanùo, poniamo, nella pubblicazione di osservazioni mudiche, di fare i nomi delle famiglie, e senl!·andare fino alJe citazioni giudiziarie. il bollettino sanitario nei giornaU, cosi cumune dove tralt.asi di un pet•so-


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RIVISTA DI TOSSICOLOGIA

naggio, può provocare molestie gravi al medico s'egli nou avrà usato grande circospezione. Sarebbero da porre in campo altre combinazioni nelle quali la questione del segr eto professionale può esser sollevata; ed in cui la coscienza solo ùovrà guidare il medico attraverso le difficoltl!l: or non resta ch'esaminare i casi che costringono per legge i medici a farsi denunciatori. Questi obblighi, un tempo numerosi, quali per la sicur ezza ddllo Stato, nella falsificazione delle monete, per turbolenze politiche, ecc.:. sono testualmente o moralmente abrogati: esistono però a ltre disposizio11i, come nell'articolo del codice ùovo si prescri\'e ad ognuno chu abbia visto attentare alla vita od alla proprie ta altrui, di portar ne l'avYiso a lle a utorila. V'hanno cr imilti che solo Jl medico conosce o pu6 conoscer e, l'avvelenamanlo per esempio. Ora il solo mezzo <.li proteg gere un malato e spesso allre per sone (gli avvelenatQri sovenle uon producono una unica vittima) è di ùenunziare il delitto: e per evitare gli er r·ori d'appr el.zamento, il Brouurdel consiglia al medico di prender con St\ solto preLesLo d'analisi, le biancherie imbrattale dello in l'ermo e le urine per ricer carvi la traccia del veleno e basar con certezza la sua a.::c usa. Il medico non deve cotnporlarsi d ivcrsameute allorquando traltis i di fa_nciulli contro i quali egli siasi accorlo che commella::lsi sevizie. Nei casi ili aborto volontario il medico deve il segreto alla molata che mand6 per lui: ma ri petendosi la cosa con la stessa circospez.ione e s ulla stessa persona, il suo dover e é mettere un limite a sifTallc pratiche, presso che sempre col· pevoli, iu moùo pr rò che la l'iveluzione tlel crimine avvellga in un tempo cosi lontano da non indurre in giuùizio alcuna delle donne da lui curale. Una questione delle più importanti: Per salvare un innocente, ingiustamente accusato, il medico può denunciare il vero colpevole? Il Fouruicr che van anni fa s i occupò di tal quesito, non esila a considerar la denuncia siccome un dovere. Il Brouardel però è meno affermathro: egl i r itiene che il me,lico, prima di giunge•·e a questo estremo, fa rà bene di


E .Ul):DIClNA lEGAJ.E

1383

c~aurir lutti i mezzi che la coscienza ed il rispetto alla legge del sogrelo gli sapranno s uggerire. Se un innocente è minacciato di cader vittima della nostra r iser va, noi dobbiamo, in tutte le mnnicre immaginabili, in fuori della violazione del segre to, concol' rere a salvnrlo. V'è da considerare che in tutti questi casi, attenendosi lelleralmon~ al codice, la denuncia ~arebbe obbligatoria: ma siccome non v'ha sanziouc a quest'obbligo, cosi resta 'JUasi in facoltà propria ris<>lvers i e per lal fatto il medico non può giudicare e lla secottdo i doLtami deliA coscienza lu conh·adizionc esil'tCHtc fra i !-uoi doveri di cittadino e quelli profa~;sio uali.

Le medesimoconsiùerazioni si applicano a lla testimonianza in giudizio. Il medico citaLo qual Le.c;limonio de'"e innanzi Lutto comJia rire: egli può purlarc e non incorre in alcuna r esponsabililil per lo rivelu;-.ione ùcl segreto medico: mo. questa rivelazione 11011 i.. pmtlo oLI.lligatoria ed il medico, come l'avvocato, è libero di limitare Ja sua l.leposi'l.io ue ni falli che egli considera non leden ti il ~egreto di professione.

RIVISTA DI TE(NILA ES~RVlliO M~DI~~ MILITARE - - - :::::«::-

Bulla economia del calore del soldato dl fanteria nelle marce e sal trattamento del colpo dl calore. - A. HrLL.ER, medico del 2• reggimento della Slesia e pr1vato ooceule nellu unh•er~t lù tlt Breslavia.- (Deul.<t. M ililariirztliche Zeltsch., N. i,~ e seg., 1886).- (Continuazione e fine, vedi fuscicolo prcredenle).

Sul modo ùi raffrcl:lcure i soldati arrelLi da colpo di calore median te lu cvaporaziouo dell"acquu dallu pelle n_ell' aria !~ID OSSa.

Le r icer che l'aLle dall"autore pot· stabilire esallamenlc la intlu•·uza del \"C'tlo ;::l'l r;Jllre ldnmento th•l corro c dei vestiLi Jel solduLo io rourciu gli fecero conoscer e 1'eiTe Lto della


IIIVlSTA 01 'ìECNlCA

forte sottrazione di calore cho si produce per la evaporazione dell'acrrua dalln superficie di un corpo con la temperatura di 36• fino n W C. nell'aria mossa con la velocità di 1-~ m!'Lri, la l.emperalura ambiente essendo di 17'-1!)• C. Queste esperienz1•lo condussero a immaginare un metodo per raffreddare J !"Oidali alfl'tli tla colpo di calore che con<;ic;t.e essenzialmoul.e uello asperf!cr·e più che ,:. possibile uuiform~mouto con l'acqua della borraccia il corpo uuc!o o complelamenle ::!poglialn Cì110 fl~li stivali, mentre un altro aiuto s tando alla cmtolu del malato, cnn la giubba di 'lueslo ste«a fra le mani agit.audoln ton rorza su o giù e in Lcmpo della marcia di parata ru un ,·enlo della velocilil Ili 4-~J metri. Questo metodo, int!iJ·Ondenlemento dalla r-:ua ~n·ande erlìcacio, ha anche il vnntHggio lunlo importante sotto il rig uardo militare, clelln semplirita. "\on Ila bisogno d'alcun preparalivo o npparecchio ;:pecialo; si nuò facilmente cseguiro ~ompre cd ovunrpt(} in marcia, anche 11CI colmodella ostalo e s ulla pubblica vin, nnclie d!ll le mani non esercitalA dMi soldali. La forlo irrila:r.ioue cul.ancu che accompagna l'ener~ico raffreddamento rendo iuollre :mperll uo l'uso già consueludi· oario dell a ammoniaca, delle gocce dell'Hofl'mann, la respirazione nrtiflcialo cd alll'i rimedi più o meno p roblematici nel colpo di cnlore. Per slahiliro piu e;;atlamo11le il grado di effìcacia di f[Uesto melodo di rAifrescamoulo, l'autore fece delle esperienze di confronto col raffreddamento che si ottiene nei bagni di acqua llepidn. Gi!ì a prior' era da -;upporsi che la soLLrazioue di calore noi ba gno dovesse essere maggior1~ di quella che deri,·a dalla ontporazion(' ùell'acfJUa nell'ada agitala, poachè l'ac•tua conclucc il calore mollo meglio dell'a ria el ha io pnri tempo una molto maggioro capacità pel calore (1,0:0,2377). Il resulluln pel'ò fu che il raffreddamento di un vaso caldo in un bagno con 5 t;~ ,-o!te il suo volume di acq ua, ad egual tcmperalurn '\ solo 1111 terzo più rapido di quello che si produco per lu evaporazione de ll'acqua c il vento dì 4 m. di volocilà. Una bottiglia contenente 1,13 litri di acrtua calda con 808 cmq. eli superOcie raffreddò da 44• a 30• C., ossia


B SER\'IZlO MEDICO lfii,JTAIIE

di 11' C., 1101 bagno di 17" C., in R s;4 mlnuti, aspersa di acqua nell'aria a 15' C. ed una velocil& di 4 m. in 13 1/4 miunli. Queste esperienze però si riconobbero per molti rtspetti incomplete. Era speciaJmcnLe da considerar<• cbo la estensione dell'abbassamento di temperatura iu questi sperimenti era mollo ma~~iore di quoUa che in r calli.t si verifica nei soldati affetti dal colpo di calore. Qui in generale il raffreddamento non avviene che da ~2· a 38• C., <·ioé di 1- ~radi, oudc la differenza di tempo fra i duo pr·ocotlimenti de\'6 essere naturaltHenle 111 inore. Ma un coufrou lo cutro questi limiti non ru possibile nei primi c~peri111 enti. Ora il,lott. Hitler ba ripetuto queste e~perienzc nel l•a;..rno di ar'JUil con maggiore esattezza. 11 confronto fu fallo fra l'aziono ùell'ac•rua allo stato di ripo:::o o in movimento. Una boccia di vetro contenente l,:l~•lìtridi ocqua calda che era chiu~n ermeticamonle con llll tappo di caoutcllouc fu·mato di uu Lerrnomclro fu imrnM·sa fino al collo in un ~ecchio di lnLI.a riempito con 81itri di acc1ua l'Pesca e c011 ada t Lo congegno mantenuta so:;;pesa in (jUe!-ita pol'lizione. Il termometro or a a:bbasLanzn luugo perchò il bulbo sLe>~r:;c} (juas i esattamente nel mezzo delln boccia, e la parte della scala che occorreva osservare, da 35" C. in su, rosse visibi le al di fuo,·i del turacciolo. Per giudicare della inOuenza dol movimento dell'acqua non fu mo~Ra con una determinala velocità l'arC'full, questo non sarebbe sLalo facile a farsi con In piccola '}uantità di acqua che era nel secchio, ma la hoccia stessa fu posta in movimento circolarmente con la velocil.8 di 0,5 metri al secondo, ciò che naturalmenLedovevfl avore poi raffreddamento lo stesso effetto. Confrontando i resullati degli sperimenti falli con l'RcrpJa mossa e l'acqua lranf')uil1a, la difTerPnza nella velocità del raffreddamento é molto notevole. La bocc1n di vetro contenente 1,3~ litri d'acqua calda ratfr·odda da 4i• a 36• C. nel bagno di 8 litri di acqua (6 X 1,35) oel tempo seguente:


1386

RIVISTA DI TRCNIC.\

Tempernturn

~a

Acqua mossa

Uiiriii'ti '7eCoiiììl

tlcl bngno

rninutl

suconul

17" c..

5

.,

i)

20

3

20' c.. 22' c..

6

2:)

4

7

Hl

2-i'

7 8

51

4 4 5

l • c. .

c.. 20' c..

25

40 8 20 :>o 30

27' c..

..

28' c.. :JO• c..

9

:{0

r,

t:)

11

5

»

»

..

lj

La sottrazion e uol calor e nell'acq ua mossa con la veloci tà di 0,~> rn. si fo in t, a di tempo più prt•sto (l!sattall1enle 'fu) cbe nell'acqua Lrawtuilln ili egualE> l•·mperatur a. Vi é ragione da credf.'rO che analogamente a quunlo succede con l'aria mossa, anche nn piu rorle movirn ~ nto dell'acqua, deùba aum entar•n lA snl.l razinnl' del calor· . Mu llll pi u rapido movimento nel limitato spuzio di un Recduo di acqua non ora possibil e. In quaslo semplicr c!'per ienze è ronlenutu pur e la chiave per spiegar e la differenza j:tià da u1ullo lernpo conosciuta cbe vi ha fl'a l a ozione ùd bagni falLi in uua tinozza e i bagni di fi ume, fr·a .i bagni 111 un m ar e inler·nu o i bagrd nell'aperto mar e, ed anche fru i bngni del Balt1co e tlel maro tlcl nortl; essespieguno ancoro In notu coer~ica atione stimolunte lu cute dei bagni a ~Plto, 11 pioggH'l, dcllu do<:cJa fr eddo. Oll1·e la tampcr·al ur•o, i l diver~o g1•aJo di movunen lo dell' arq ua in queste specie Ji b ag11i c eu usa ùelln ùi ve1·su inl•·n!'<ilà della lor o azione sulla cule. L 'aziono lì~iologu'.u di questi uagn1 dipende molto probabilmente non tanto dallfl !IOltr·uziouu MI culort>, poichò questa in un bagno di b rt>ve •lurata a mediA lemper aturu (18•c.) nell'uom o sa••o nou é mollo ri levante, ma principultnenle dalla ecc1l.llzione elle In sullrazio•w ùel c·alure eser·cita da una parte sui nerv1 sensrLrvi della pelle e quindi su Lullo il sistema ne r voso cenlr-al(l ~ rlall"alt1'u sulle fìbr t! muscoluJ"i


E SERVIZIO liEDtCO MILITARE

1381

Jiscie contratt ili ùella pelle, s ui muscoli ere ttori dei peli e ~u quelli dei piccoli vasi . Il primo modO ÙÌ azion e Q dimostratO dal !"6USO di f1'8ÙÙO che si prova 1lut·ante e dopo un bagno, e ques ta azione seconJo gli inJi,·iùui e la intensila Jelln s timolo aumenta fino nd un gr·ado J i una forte eccitazione del sis tema nervoso. Molte pe rsone, come è nolo, rimangono dopo un bagno cJi mar e, eccita te, pt•ese da inso nnio. I malati d i Lifo i11 slaLo d i stupore. nel bagno ft•eddo ricupemno la coscienza. L'altra importante azione fisiologica, quella s ugli elementi contra ttili della pelle si riconosce diretlamentP. dal pallore e dalla pelle anserina che s i mostrano nel bagno congiunti ord inariamente aù una s ubie lliva sensazione el i t't·~ddo e inclir eLLamen le dopo alquante settim a ne (facendo.gior•nalmenle i bagni) dalla facollà acquistala dai vasi cutanei con l'esercizio di rislringersi pe1· un 1·apido intenso raffreddamento, pur pronLo.mente e più fortemente d i prima, diminuendo cosi la sottrazione d ~J calorico dallu pell e e difendendo il coJ•po dai raffreddam enti. Que >'to si chia ma comunemente« indurim en lo ~ . Una cu ra balnearia d i 'JU&Llro settimane, falla da chi è disposto ai ram·eddamen ti ullo scopo c.ll aumenlare la propria 1·esistenza in una stazione del mar e del nord o in uno stabi limento idroterapico •1'a<.:quu fredda non é altro, fis iologicamente con~itle rata, clte un esercizio di quallro settimane, intrapreso per 01·dine del medico, degli elementi coulratlili della cute. N ei mari .aperti, :::pecialmcnlr• sopra una piccola isola è anche da tener con to ùclla azione dell'aria di mare che pel suo r egolare e coniJn uo movimento, come pure pf' r la sua maggiore um iclilà in confronto ton l'aria di let•t•a a umenta regolar mente e per lo più in moùo piacevole la per· dita del calor e da lla pPIIe e r1uindi la pl'oduzioue del calore ed il ricambio materiale tiPI corpo; di 'lui !"aumento di appetito. Il dott. H iller per de terminare pjù esatlnmenle il vnlore del raffreddamenlo secondo ques ti metodi ha CoLlo altt•i esperimenti comparativi, il cui r-isullalo é il seguente:


1388

IIIVISTA Ol TECNICA

1'cm1Jorntur:~

ambiento ~2·

c.

~

2 o c.

-

Noli' nrill mossa con 4"' 111 voloclti\ m!;;7aiT ~onrli

5

22 l (i

Nel bagno con l'nCIJU:I mos..;;a

-m~~

3

s

30 :H

~el bagno

~ minuti sccon•ll

2 3

IO

8

La Lcmper·alurn deliA bolliglia scese da 42' a 3~·. La diiTert:nza c flf"ln(ll'l' ur favore del bagno adacqua smos~a : Lullavia le diiT('f'PIIZt' ,Ji tempo, considerate seeondo i loro valori a~sol uli, non sono molto n otabili , esse non superano 2 '/G minutr. Dr qur M~nc che, il r affreddamento per mezzo della evapor azione dt•ll'ar•JU8 nell'aria mossa a 20'C. e 4 meLr•i di ' elocila ,., qnnc;i «'guaio• a quello di un bagno a 30'C. con acqua poco rn os~a. Que!llo ò t·o~t l'or•m nLo dal le esperienze che il dolL. Hillel' ha avu to occnl"ione di IMA in 1111 mnlato dì tifo, nel CJUale la solLt·azioll n llt> l tadot•o cl!ol di tanto in ta nto s i faceva coi bag ni ft·eschi po tè eg11almenlP otiArH~ r ·si col melodo de ll'autore. Cosi Ìll ,lltlO di CjllCSlG GSP<'r iem.e lfl le mpc r·nlura dell'aria essendo di 20,fi R. , In tornprrnLur·u dc ll'f\cqu.a clPl bagno di 20• R. e la -d ut'fl ia di f'J\H'sto di l!i minuli, si c lrlJe ro i s eguenli risultati. Tcmpernturn

N ell'nscella . ·ell'ono

Avanti

Oopo

DiJTorcnt.a

~o·. r

38'.0 39°.6

2i (\6

40".2

RaiTreddamento so•·ondo i l metodo dell'autora: .\\'anli

Dopo

~e ll'asctJIIa .

+0'.0

38'.9

1.1

N ell'auo

iO'.(;)

.w·~ ,;)

0.25

Ternperalurn

OiJTerenza

Il r affr addnmculo è dapprima più forte sulla p elle e negli strati perifer ici vicini; el'::o oscilla nell'ascella d'un lifoso nell'acme della febbre, es~=;endo la temperatura dell'aria e dell'acqua dirir·ca Hl n., fr a l ,i e3,7• C.AI conLrarionell'i oLerno del corpo i l l'OIT!·e<ltla mento alla fine della sottrazione del ca· loro (l :l a i5 rni nuLi) ò m ono minore; l'abbassamento della temporalurn uoll ' nno s ta in ques to tempo fra 0,2• a 0,6• C.,

...


.E SER VIZI O .\IEDICO 3fiLI'I'AilE

ma dopo aUri 20 o 30 minuti aumenta ed anche non poco; la temperatura scf'ndendo di 1,5• fino a 2,l C. L'abbassamento della temperatura pel' mezzo della c vaporazionc dell'acrrua dn Ila pelle per la durata di 15 mi nuLi è in media. nella a~cella di 2,0• C., nell'ano immediatamente dopo di 0,3• C., mezz'orn più lardi di 1,s• C. QuesLo eff'ello !"econdario della sollrnzione del cnlore è da una parte conseguenza dell'equilibrio in cui ~i melle il ~llorico interno e l'e~terno dopo la cessazione della sottrazione del calore e dall'aJLI'a d1•lla rorte dilatazione che subi~cono ì Yasi culauei e dalla conseguente maggiore per dita di calore dalla pelle pPr trasmissione ed irraggiamento. R quindi dimostrato che il raffreddamento per cvapora~ione dell'acqua é minore (li quello clto !'li p roduce in un bngno di egualo LPmpcratura e tlurnla. Mn l'efTeLto rofrigeranto del primo me lodo è pure notevole c sara fiCnzn dubbio moggio re nei malati por colpo di Cfllor·c, poich!'• in quec;ti la cccesruva produzione del calore, che nei malnli di lil'o continua anche durante e dopo il hagun, cesl'<a Rubilo col r•i pnso del corpo. Da tutte quosLe esperienzi' dunque risulta clic il rafl'reddamcnto dei solda ti attaccati in mnrcia dnl nolro di calore può essere notevolmente affrettalo dn un metodo che non ha bisogno di alcun pnrticolare appAre<-chio e pui1 essere eseguito dovunque. l\~ é da trascurare razione fortemente eccitante di questo procedimento sui ner vi sem:ilivi della cute c quindi su lutto il sistema nervo"o cenlrfÙP, che rende inutili tutti gli allri medicamen li usati fili01'8. _!.'autore tratta per ultimo de~li alleg;::!erimenli che s~n·eb­ bero desiderAbili a l \'estiario del soldato di fanteria per le marcie di estate. Egli pr opone di fare alcune moeliflcazioni a lla o••dinaria unifo rme da uRarsi in qucllc cir coslnnze, le qunli Jnodifìcaziooi consisterebbero, 1• nello introdurre le camicie di lana nell'esercito in luogo di quclledi lino; 2• nello introdu rre una giubba ct·estato di traliccio turchino e 3° nelru~o più frequente del mantello. Sulla 1weferenza da dnr~i alle camicie di lana in confronto di ()uelle di lino alle persone cho sudano facilmonLe e sono quindi esposte ai raffreddamenti non 6 mestieri spender pa-

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-


1390

Rl\'lSTA Dl TECNICA

role. La espe1•ienza pratica e le ricerche scientifiche hanno dimostralo i vant.uggi della lana come copertura immediata della pelle. Il tessuto di lana è, secondo le osservazioni di Coulier e di PelleukofTer mollo più igroscopica della tela di lino; esga puo, a peso eguale, a!'sorbire tre e quattro \'Oile più acqua di quest'ullnna. Tanto l'assorbimento del sudore quanto lA e"nporazione ciel medrsimo si fa nei tessuti di lana più lentamente e 11uindi il rall'reddamento cutaneo è con le camicie lli lana mollo meno rupiùo ,_, quindi molto minore il pericolo di pren.!ersi dei rafTreddori. Tulli sanno che una camicia di lino umido, inzuppa la ùi ~udnre, nello spogliarsi, specialmenlu in Jncu.o ntl una corre11te di aria, produce nua sen· sazione di rr<>ddo ~ela to sulla pelle, laddo,·e una camicia di !ano in simil caso da una sensazione appena apprezzabile di rreùdo Il tessuto di ltma ù inollre, come il Pcltenkoffer ha dlmostwlo, mollo più permeabile all'aria, e ai vapori acquei tlel tessuto di lino (nel t'ApporLo eli JO,'t: 6,0) . Jnoll1'e é pure da considot·nre In mn~giorc elnc;ticilù dei tessuti di lana, la quale miLigo. la pressione delle cin ~hie c dell' armamonlo sulla pelle. In rrunnto alla giubbo d'estate. il traliccio ~embra all'autore il miglior tessuto. Una ginhba così falla è Ieggiera, sottile, maoo ~gevolo; o oppour poco ostacolo alla sottrazione del calore ossia n Ila e,·aporazinne dell'acqua dalla superficie della camicia di lana in conri'O•lln alla giuhba di lana roùerata. 1J colore turchino hu proticsmenll.! molli vantaggi . l .a ?iubba de"e polcr"i lo. va l'P. Qua n lo !'pCs<>o deve hl,·arsi Io dimoslrera l'e~perienza. Per tal motivo i hotloni deYouo to~liersi con facilità. Perciò !'cml•rn da t·accomandar~i di attaccarli mediante fili di ferro pu.J~Illi 11 spirAle. l di:;lintivi devono esseru puro di lussulo da polersi la\'are e devono e~sere cucili soliclameulc. Qne!StO YC'-Lilo da estate sarll lullavia pra· ticamenle applicabile solo quaudo si l'accia un uso più esteso del maulcllo. (Co<~i dice il dott. lliller pet•lo truppe dell't>SerciLo gcrmonicn). Cnn In ;,riul>ba d'estate é indispensabile il suo più fr<>quonlll uso, pur esempio nelle mnnovre, in quarliere, quando la g iubht1 Ji traliccio è bagnnta dalla pìo~?gia o dal sudore e deve ef<f<Cro asciugata, 11 ei giorni di r iposo quando


K SEitVI ZIO 1!lROLL(I lfll, l'fARK

139 1

quosla g iubba deve essere laYata, al bivacco in qualche giornata più fresca, specie di sera e ùi nolle, e in tempo di pioggio. nello marcie, agli esercizi, al biYncco, in sentinella. Un perfeziotlotnouLo igienico di quosta tenuta d'estate sar ebbe quello di render e la giutJba t> i pantaloni di traliccio impenetrabili alla pioggia. Qu~lo può otloner~i impregnando il tel'~uto di certi "8h (acet~Lo d. albumina) senza che la permeahilit.a per raria ,o;ia molto diminuila. Se non che il l'Sia colruso ùeUa ;inhba a poco a poco si d.Jstacca e si perde, conw pure oo:nì ,·olt~'l. che la giubba ~i lava. Quindi dopo ogni law~lura la giuhho deve essere imp t·e~nata di nuo,·o; ciò che praticamente A incomodo. Qninrli l'nulnrP raccoma11dn calorosamente f'he in,·cce deliA giuhhn di traliccio sia impregnalo dei detti '-'ali il mantello del soldato per renùcrlo impermeabile. P erò perchè il mantello si mantenga impet•meabile questo p rocesso de,·a essere ripetuto nun v(llln l'~l ttn o. Ma. o un processo cosi scrnp li,:e c!JC pnò e;:;sere C!'leguito da ognuno. Là influ enza del v~i'llito s ulla 8ollt'tt:r.iott e del caloro di'l sol· dalo di fanteria in marc ia, il doLL. llill lu1 dimostrato COl i le misurazioni della lemper<tlura cho ,. notevole. Un soldato vestilo di traliccio l'hbe in tulle le u1arcie la più hassa temperatura, quesla non super o 38,5, mrnll•o negli o.1t1·i soldati vesLiti più gravemente ant16 mollo più in su.

RIVISTA D'IG IENE Sulla infezione tubercolare primitiva. - Dottori CELLI e GUA.RNIER!. -

(Bollettino della Reale Accademia Medica

lli Roma, fa!i>C. 3', 1 fi~6) . Gli autori, a vend1• in un anLect!donLP lavoro dimostralo che l'alito dei lisi ci e l'evaporazione, comunque falla , dei prodolli tubercolari umidi non trascinano il virus tubercolare, s pcrimentaruno l'inalazione per le vie respiratorie, su cani e conig li con polvere di sputi secchi di Lisici.


13H2

RlrlSTA

Osser varono che sopra 8 conigli, pOI' quaulo sia no animaH predisposti alla lubcrcolosi, uno solo ne rimaneva

infetto. Fallo un a iLro c~pc ri mrnlo, di una raschialura preventiva all'inalazione in una porzione di trachea, o facendn inaJa:.::ioni d1 acidn solr<.H'(JSO, si produsse la lubcrcolo~i non solo sui conigli, nella pt•oporzione 1li l per 3, lilll anche sui cani. Gt.i animali cltc rirnnsn t·o inf1~W presenlavann unn fot·mn lipie-a clini<·a .!Pila Luberroloo:;i pnlmonar1• ùell'uomu e all' autopsia lf\ fo1·ma anulomtco identico. Questi fulLi ù'idcutilà dinira ed anatomica si devono per la prima volla alle esperwnzo doi doLLOl'i Colli e Guarnieri, giacché finora dal Tappei11f'r al Koch non >~i era l'iusciti ad oltcncr li. il follo unportnnte è adunquè queslo ,, che le pol-

oert deyli spali dt!; tisici, e quelle di qualunque prodotto tubercolare delermtn.ano nei poln.oni la tubt:rcolol!i per infe::ione. • rnfeztone del sol~to delle oaae e aua influenza sulla. salute degll iDquillni. - BATHS. - (De11ts. M;lrtiiréir::tl. Zeitsch., disp. 10 e 12, 1!)85). Chiamas i ~olaio delle cuse quello spuzio !';olo ìn piccola parte rimasto vuoto che !<la fr•a il palco ùcllu sluuza, piano o a volta, e il pavimento del piano ~upPriot·c. Le impuritil potrebbtSro csc::ere ;2ià conl.t>nnl..- nel malct•iaiP aJsalo pPI riempimen to del ~o laio o depo~ilot•si in quf'slo dunmte l'uso della cosa. Servono per c1ueslo riempimento l'ar;illo o lo sabbia, le scoeie di ca rbono, i ca lcinacci osciutli. Si raccomnllda d'impreguace il 1cgnarM del '-'Oiaio c.m materie antisettiche. Specialmente pcrchè du t•nnLe che u na CMO '' abiLnLa, lo Im purità d'ogni ~enPr~ pos!iono iutrodut•;;:i uel solaio, si spie~a come I'Emm,..rich lrovasFH' il materiale dei !'Oiai c inquanta ,·olle più t'iN·o di roateriuli di scomposizione azotati del sotlosuolo delle più c;udicc strade eli Orcsda e mollo più clorut•o ili sodio e acido nilr·ico di fJUello che si contiene negli strflli soltoposti alle fosse' dei pozzi net•i. Si trovarono uci solai: cimici, pulci, sorci e ratti vivi o morli, mulle, diverse specit' rli


l :l .l muror e penicillium. La quanl1lè rll •ll'ac• fua nel solAio v»ria fra l e 13 010. La temperAtur A ciPi l'lolai (in media 27•) è favorevoli ~Ri ma allo sviluppo degli l'>Cilistomiceti. M olle no:::servazioni S<pccialnwnlP n cliP st.anze delle ca!';r t•me fann o testimonianza che dai Rolai l'Inno ttrr ivati a~li ab1Lanti i vc!Pni rli malattie infellivP. .\ d t>vilare quPsto pericolo giova innonzi lutto lA cnnvoni fl nL•• co!'(LJ•uzione del Rolaio. Qttesto dcv'Psst>re più dll! b po~~ibile impeneh·abile nll'arqua n all'nt·•a; e :-;c il palcr, i> di lc~·ll o clll" que~lo sia dnr·o, !>ol ido, po~~•bilmunle •·esi111 so. c lc· tavole riE'bbon,;i imhevE'I'P di mnlrr ic nleosP •l rc~ino~e; quindi il pnlro dovr à invcrniciar~J: A In inverniciolut't\ riiWlPr~i rr erplenlemenlP. I ~<>lai dovt·,.bbero e!<ser e vt-lllilnli; l'lolo nPIIe camer•· dei m alati e dello ··aH•rmP è nPr'CS!';8rio 111111 pur·LJC·nlnt·e vAnlilazione artilìriAic. Il male1·iale d i r·it>mpitnenlo dev'es~er·c dur o: sabbia asciuLLo, n•·giiiA JIIU.'Il, J!ltioia, lhrl'r! a nche la cosi dulia lana lllÌII~ralt> (otleuula l' flll lo l'pin~e t'l' unn corrente di vapot•e in 1111 ~el l o di Sl·orle ili fert·o liq uido) . ~<·i \'OCchi rabb1•icali IIUIIrHio l'ì suppotw dw il o:::olnio ><itl immonrlo ~i può combattere tu l'Ila cattiva infhwnz11 I'On lo chi usuJ'& erm etica all'aria ti t> Ila stanza, cPml'lllando le chru!<urc. Una el'fica re disinro•ziouo dei sol11i !'!Ospc•tli può ell'elluar•si, quanJo hanno comuntcmdnne con 1., !-Lan:.~e. l'viluppanrio in •1UP.!5Le dci vapori t) i hi'OO'Hl.

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Dei letamai e dei loro rapporti oolla difterite. tlt: Médecine et r/P. CILirllr(IÙ', OJ8rzo 188(i).

(Jou:r.

Y:l ll doLL. .}?et' I'Siltl tt·atta, 11"1 Lyon mt!aical delle relazioni ch e semlll'ano esisLere L1·u la pl'esenza. delle mateJ•ie puLr•iùe e le malattie infettive, u ptù pRI·Lirolarnll'n(e Lra i mucchi di letame o la dinerile. E. un falt.o degno Ili nota di fatti che, f'e la difier·ile infìe1·isce nelle l'illà, t>~!-'a ril'parmia ancor m eno le popolazioni rurali, le cui <~ondrzioni igieniche sembrer ebbero pertanto dover esser e migliori. Nella Scoz•a ed in Pru«sia le slaLislicho ùimostrann che la m ot•lalitil della difterite nelle campagne è sensibilmente più elevala , e nel territot·io di Lione, in particolare, sono l e r egioni subm·buno

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fl8


RIVISTA o' IGIEN'E

della citlà, qu ello clte contlnano colla campagna, che !"Ono mollo più g-ravemente ntlaccale; ot•a è precisamente in questa parli' r.he sono accumulali i letamai della c1llà ed in parllcolare quelli ùi e;Lrada, i quali :.ono costituiti dai re!i<idui i p1u divPrsi ed i più infelli. Qua-L'influenza dei lelami di cillà venne già segnalata dn Kl eb~ a ZurigQ, ove la ùinerile si svilupperebbe rtuasi t'~cl u !"ivnme nte nd giorno successivo allo s pazuJ men to generale. Allri fall1 analoghi sono slali cilali c si può cnuchiurlere che i lelmnui, quand" l-'l l1·alli di tlelrili delle cilta o eli amm ac:gi di maler1P pulJ'uie che nella m u:_rgiflr parte delle ca mpa:rnc Rl'riva,,u lluo Rlltl ~ogl ia dcll'all·io delle abilazion1, hanuo una pu1·le Ctlll~l lcr evole nell't:xiologia rlellu malalL1e micidiali delle pnpolnzioni 1·urali. Il c!Hll. FPrTolltl vori'Pbblj t:he quelli i quali si occupano dei progt·cssf uj:[t' icol i pel·suath~!;!:'el'o i contadini che un lale slalo di cose non solo è dannoso, ma che sarcbbP anche nel loro inLeJ•ossr di ag-it•e alll'ime nti. P. cel'Lo, in l'a lli, che il modo con cui l rallano 1 lelumi neiiP campagne l'a pet·J er e loro la meli! del loro V.fl lore. Bgli vrH'I't?bbe anche che i consigl i d'igiene e le am m inistrazioni collo~s!>e1·o i lela.mi pt•upriamenlc clelli almeno uell~:~ L~1·za clusse dt·gli ::;Labilimenli insalubri e che si sollerTasser·o 1 delli lt•lam t ir~ fosse prosciugate, a parcli murale, l'l fondo tnlonucalu d'argilla o d'asfalto, con pozzi pel muro del lclame e ropcr·lut·a di asf;i to tobiiL

VARIETÀ Intorno alla. malaria Nella Ca;::etta deylt osprtali del 21 giugno 1885, N. 40, il sig. dott. Celli e bbe• la cortesia di scrivere una rivista bibliog rafica del noslro lavo ro • Lrr, malaria in Italia • a cui n oi l'is pondiamo un po' 111 t•iLard u per le r a{!ioni che esporremo.


VAIIlETÀ

1395

l n essa il bibliografo doma oda: J• perché mai g li egreg1 del concorso - J...e febbri da m a laria nelresen ilo - quello sopra r ifel'ilo per quan to più a Llraentc ma allrollanto men ver o; 2• perché abbia no trattato tutta l'opera in un capitolo primo ~l unjco; a· perché ~iansì, per eosi clire, occupati della patologia generale della mala ria senza quella competenza particolare che si acquista dopo luuglti s tudi sulrargomeoto; 4• per ché iu mezzo alla er uditissima abbondanza di cognizioni abbiano l'atto stonare talune ine:;attezzr, di cui HOn si citano clte due, le <]uali riportiamo qui iutcgralmenle . « La prima si riferisce agli ullimi ~Luùii sulle alterazioni " ùei globuli rossi delriufezionu malarica; a scemare l"im• por lauza dei quali ess• r ipor tano un o.vveulalo giudizio del « Sungalli, cho mostra di a\·er f]t,arclaio m a non veduto i • preparati relulivi, rne nlt'e a nessuno meglio che a lor o, re· • side nti in Roma, sare bbe riuscito l'tH:IIe <.li potet• ogui g iorno " coustalar e de vi renlità della cosn, tanto di ver sa dall'im · « lùagiuaria inlerpretazione del Sangalli, che tnolti scienziati a anche esler:, fra i quali a titolo d'ouore nonuuerò il l\och, • si fecero pr emura di. venire apposta all'Istituto patologico • per Yeder·e i pr<"parat• relativi a quel'li ullinù studi! La « seconda iue:::allezza ù manifesta là ÙO\'C gli egregi autori " trallanoincidenlalmer.te deU·intluen:la dci }JOSCiti, e dove 811· • cita è a deploraro ch e essi pubblicando in Roma un libro • nella prima metà del 1885, non abbiano lonulo nessun conto • di uu lavoro apparso negli annali d• agricoltura, qui nella. • stessa Roma du circa un anuo, ed 111 llaliu cd alrestero • conosciuto giu com<' uno dei m1gliori I&\'OI'i cl•e negli ul• limt tempi siano uscili alla luce sulla 111alaria, t[uale é la " relazione della commissione pe1· lo sll!dio delrinjlucnsa

~ulo t·i abbiano sosliluilo al tem a

sa

• dei boschi sulla malaria dominanlt: nellt1. regione marit· c luna della provincia di Roma. Se nel corso della pubùli· u caziooe dclfopora, come banno avuto il tc111p0 Ji af[giun• gere il già menzionato giudizio del Sa11galli, si fosse1·o dala • almeno ug ual p remut'A ùi parlaJ'O a uche di questo lavo ro, « avr ebbero forse r isparmiato il troppo zelo con cui fu lmi-


139G

V.\IIIETÀ

nano chi non crede nel dOI(ma deU"infallibilitu del Lancisi, • e avrebbero veduto che nel discutere cosiffatto or~oment.o, u invece di ricorrere ad inveterate opinioni ~colasliche al• lrui, meglio e di comporli\I"Si come fece la sn(lùella com• missione, che sui luo{lhi c non da tac:ofì11o, iu lulle le vi- sile falle e dalle inclue~te praticate in tutta l a pro,·incia • romana, ove si asseriva che la distrw.iona totale o par• ziale di ilol'1clti aveva orcac:ionato un aumc11lo di malaria, 1 non solo non potè ricavm'e prooa alcuna di qu.. slu hunen• l.ll.tc conseguenze, ma qualche ,·olla raccolse pro w del con• trario •. Sgomentati da questA (•ritko. fllroce ci chiedemmo rruale mancanza gra"' a,·e~:;sinw commesso contro i ltnori del Celli e rileggendo il nostro vt troviamo per quanto si riferisccallo prima iuesallr•zzn ciCl clte 1>egue {l): • l ntm1lo siamo in attcsfl di conclusioni più ~odd is l'accnli dalle nuovr t•icerclte del M iu·cJdafnvu medesimo. Il qual e ul limamentc por via di una pazienLissima serie dì e!'iperimenli e di osservazioni sarebbe giunto ad accertar.- cJw ru~lla iufezione malarica, massime durante l'accesso fcL!Jrile, i !!lobuli ro!'<~i oiTt•otro cor picciuoli i <ltt&li <::i colorauo col bleu di mctilcue e nello loro forme tniziali banno t:,rranÙ4' analogia coi micrococchi •: che inoltre • 'la fornsozione del prgmenlo nella melancutio occorra uel san14ue circolante e proprio enlt·o i globuli r'OI'I~i per la corwersione della cmoglohina in rnelaninl:!, dopo la tomparsa entro i medesimi dei corpn1>coli menzionati " · E~li e Celli inclinano a m·edcre c!le i corpicciuoti veduti en tro i globuli r ossi siena di natura paral'll'litaria e che essi inducano nei globuli le alleraziorri successive e specialmenlo In lrusformaziorw in pigmento nero della M~'~ lanzacoloranle. Dobbiamo aggiungere al pt·oposito che il professar Saugalli ho oro pubblicato un !:IUO Jrn·oro (2) nel rJIISie é dello: • Il prof. Toro1

(l) La Malaria ltr l/alia, png. 89. - llomn, tip. degli 3labilim~nll milltnrl

di pP.nn, 1885.

(2) Cellule e paras$ili in patoloola. - nnncllconto del R. !slltttlo Lombnrclo, voi XVIi, fnsc. XX .

nrlunnnz:~ del S luglio 1884-, serio 2•,

l


VAIIII!:TÀ

1397

masi- CrudPli venne nella sezione di patolOKia ~enerale e d'anatomia patologica del Congre~o di Copenaghen a mostrar micr ococchi dentro i globuli r ossi del sangue d'individui affelLi da miasma palustre. Ma quei micr ococchi a Virchow, u Keller, a me. come ad altri parvero piuttosto granuli di pigmento ùel !"angue. • Dubitando ù1 aver· ecceduto nel t'tfet•ire un apprezzamento riportato dal Sang-alli. pr egammo l'l•g-r·egio profes!lore a fornir·ci qualche schiarimenlo t~d P~li &!'"ai ~enlilmenle ci rispose con tellero in dota 4 lu~lio 18R:), in rui et significò quanto sc·l.!'ue: « . • . Il proressor·c Tomrnasi-Crudeli vanno A Copenaghen Milo sezione di anoton1ià pntologica e di patologia generale ciel congresso e mo~<tJ•o i suoi prepar ati, in cui si ,·edevano dei corpuscoli ros<:1 oiel sangue con entr o piccoli corpicciuoli del pigmento rlel Sllll!!UC (cioè bru nolli). Virchow che l'os~ct•,·ava prima oli m••, e mi slava clinnnzi disse al Tommasi-Cr·udr li: " ma qucRLi ogaetli, questi co•·puscoli mi banno piulloslo l 'aspclLo di ro t·puscoli di pigmento per lo sfaci~rnlo delle ema!ie! »Al che T nmmasi sog!!iunse: • Io li mosLt'O per •Juello che sono; fl'lcciano loro i giud izi •. Io che poi ol:lc::ervai. cr edetti di vedere lo stesso che Virchow. Ma io eli iJUesto non fui p~>ronco conlMlo. l(eller• professor e d'a.natomin paLolOf!icu A Kiel , Kellet· mollo dedito al parassitismo delle mnlALlie, che Cl'NIP aver folti per dimostrare la tuber colosi possn esseee comllnicala oi bambi 11 i i quali si nutr•ono oli falle c.Ji giovenche allc'LL~ elfi lisi perlacea, Keller mi stava vrcino, e dopo che egli ehlte ben veduto. mi feci a lui innanzi t' quR!'i mettendo in dubbio il giudizio di Vircbow per mag~ior·mc.mle pr'Ovtil'e il suo, gli domandai il suo par er·e in at'~ornenlo. Ed egli mi t•onfer·mò fJUello rli V1rchow. Ma Lutto ciò non hasLò per mc allaLlo. Ripassai il P ro-

gramme de.flnit(f resrcmés et conelusions cles di.'$cou rs, ecc. e Lrovai in quollo il slmlo dol discorso di Tommat;i-Cr udeli, che mando l oro a coraferrna dell'asser to. " In quPI primo riassunln il prof. Tommasi-Cl'udeli ewelteva il par er e cbe le ci tate alter·azioni non r•appre senlassero


l::l98

VARI ETÀ

altro che una necrobiosi specifica dei corpuscoli r ossi det san gue d'individui colpiti da malaria e non parJa,·a affatto di micrococc.hi. Ora però che sono pubblicati i rendiconli det Congresso M ed ico di Copenaghen noi prefel'iamo di ll'ascrivere da e::;si le sue conclusioni piu particolareg-giate. « (l) Je ne m'arréte pas à vous parlet· dc la nature des c corpu~cu l es sphériques qui apparai ssent dans les globules • rou ges dès l e commencemcnl de celte dégénér ation. Leu~ • aspccL, leur uniformilé, ainsi rrue l a promplitude et la té" nacité de l eu1' col oralion pa t· qnelques couleurs- d'aniline (2} " !es fon l supposer de nature vt'gétale: el on a mém~>. pensé • que la substance hyalinc pigmentée se colore avec l e bleu " de méthylène, pat•ce qu'elle con tienl l es t'ésidus dc ces petit " ot·ganismes vr!gélnux, mèlés au prot0plasme globulaire ... df.gcinùr é. Mais les p1·euves nous font enco!'e défaut. On a • essayé, depu is la déco uvet·te de ccs petit cot•pc:, une gr·ande " nll'il!té de eu l tures artificielles du sang, afin d'instilue1· avec • l eu r s derniel's produits des reche1·ches sur' Jes aniroaux; « mais jusqu'ici on n'a trouv(• ni un fond, ni un procédé cle • culture, qui donnenl des r csullals conslanls. Quelque fois « on a vu se rl~velopperdans ccs cultut'es des formes baci!« !aires en roseau (louL à l'aiL semblables à celles tlt>criles " par K lebs et par moil, lesquelles se coloraient forlemenl c avcc le bleu de m élhylèno. D'autJ·es fois on a vu apparaitre • un e graride quandlé de pelits col'ps uniformes, sphel'iques u ou ovalaires, f>galemcnt suscepliblf's de colol'alion. Souvent " les résullals d es eu l tures ont été nuls, mème lorsquc l'essai " en a vai l ét6 fait dans des cond itions qui avaienl aupat•avant c donné des résullats positifs. Il faut clone r éset'Yer tont ju'' gernent u cet égartl ,. Tali schiarimenli lranquillizzorono la nostra coscienza e se tosto non ci giustificammo innanzi al pubblico, lo fa( l) Comptes rendtts de la sm• session d!' Co11g•·il ~nter11ationat pou1· tes Copenha<(UC, 1884.

sciences médicales, vol. Il, t~ag. 2i. -

(2) Le blon de méthyli:ne les colore en 1Ji()U, J'l)oslne en rose, et la v;:suvin& en rougo bruu.

l


VARIETÀ

•1399

cemmo pensando che ai fatti bisognava opporre i fatti, e questi non potevamo fornire per mancanza di un adeguato laboratorio. Noi facendo uu lavoro, ci eravamo creduti in dovere di portare a cognizione dei lettori quanto la scienza possedeva allora, persuasi che dal contrasto delle dive).'se opinioni sarebbe seatur.ita più apeltarnente la verità. Questo scopo a parere del dott. Astegiauo, fu in gran parte raggiunto, perchè egli ebbe a concludere, in una recensione del nostro libro (1) « che in questi tempi in cui la scienza si affatica io un' analisi cosi minuta e cosi frastagliata e talvolta corre dietro a fantasmi, é, certo, assai pregevole l'opera di coloro cl1e raccolgono i materiali sparsi, e fanno, come a dire, l'inventario, separando con occhio intelligente e con giusto discr::rnirnenlo l'oro dall'orpello ed assegnando ad ogni cosa il suo valore. " Ora però che il prof. Tommasi-Crudeli, coll'autorità sua, raccomanda cautela e ponderazione ai suoi anticbi discepoli, noi non possiamo fare a meno di riassumere dagli atti della reale accademia dei Iiocei (2) i punti culminanti delle sue osservazioni critiche inlorno al pla$moclium malariae dei professori Marchiafav.a e Celli. Il prof. Tommasi-Crudeli nel presentare all'accademia dei lincei per mezzo del prof. Todaro, i preparati microscopici eseguiti dal dolt. Seltiavuzzi, rappresentanti le forme piu lipiche del bacilLus malariae allo stato di maturità e nello incora ~giare l'egregio Scbiavuzzi a lentare le pr0ve per l'azione patogeniea, dichiara che <l se gli esperimenti riu" scissero, si avrebbe il mezzo di definire un punto assai " controver.<w eli scienza, quello cioè della interpretazione da " dare alle allerazloni che, nel corso dell'infezione malarica • dell'uomo, sono sta. te riscon lralo nei globuli rossi del • sangtte. E qui entra a parlare dei recenti studi di Marchiaf'ava e (l ) Gttz.zetta delle Cliniche, N. 18, pag. 295, a maggio !885. (2) Atti dette' fle"te Accad&mi" etei Lincei , vol. II, fascicoli 8 e -10. - Roma ,

tip. d"- IJa R. .\ ccaùcmia ùci Lin.:ci; lSStl.


t4.QO

VAlll.b:TÀ

CelU, • i quali avrebbero trovato che la sostanza Jalina, che precedo la con versione Jell'emoglobi n a in molanina, • sarebbe dotata di Juovimenti amibo1di assai vivaci, dai t[Uali • gli sperimeulalort si !'arebbero lasciati imporre cosi da « credere cho Ri lralli ùt una monera parwJstl(tr•ia, la quale • peneLraudo nel!'organi~mo umano, attacca di t'ellameule i .. glol.mli ros~i del san~ue e li distrugge. Es~i però non " hanno polulo raccogliere questa suppo;;:t.a 111onera nelle " terre e uelle atrnosferP malariche; o mollo meno sono riu• scill a molliplicarla (valeudosJ del :<auguc clovc ~sa 6 con• tenuta) nei \'ari roudi eli collut·a da essi sperimeulati. ·r oiD• masi-Crudeli inve1·t1 ritiene lu so1>lauza jalina come pro• dotto di degaueraziCHIP del lH'Olop!asrua oei gloùuli rossi, • delerminalu da ttrr a!-\"euto tnorhigouo, il quHle punelro. • enlt·o ùi e~~i c di"lr ugge la loro ~lrullura gruclua1Htonte, • modificando la compol:'izione del Iom protapiAsma. " Quanto a i movimenti umilloicli , riscoutra'li ,,oJla sostanza • jaliua, essi 1nnnifesU\n1>i sempr·e che il i'rotoplasma dci glocc hulr ~o~giaccia ad una metauwrro:si t'C!L're~sh·ll graduale. « Questa mws~n jalina, ~;.l to i11 v ade i g-lobuli sino alla loro eli• sLruzione per lo piu si l5pezY.ella. OOHvcrtendosi in uu detrito • granulare. Queqlo i>pezzellameoto è :stato iutcrprPI.nlo da " Marchialava e da Celi i come un fallo di scissione e di molli" plicazione dcllR loro mouern JIArassilar·ia. Ma i granuli ror• mault ()ueslo detrito sono immobtli, ml•nlre le rnasse jnline, " da cui provengono, ha uno m ovimenti viYaci; cosicchò l'a" vrommo da raro cou un singol111·c auimnlc, che !"i muove vi• ,·acemenle da veccwo, ma è Lot•pido o nnmobih· eia giovnne •· Egli è d'avviso che • ciò che Mar·chiai'ava o Calli hunno • pr eso per cau«u dell'allcraY.iouo tlei globuli rossi sia invece " l'elfetlo di un't~llra cau!"a che hisogna r icer car e con asstcc duita. Nei prepurali di Marchial'avu !:l Colli, presentati da lu i, " a Copenaghen, non. o'ha patolO!fO il qtcale noa debba ri" con.(J:scere il1 questr' ~crie rli allerazioai un.a metamor_(o!ii " re!J resiJioa dei !Jlobuli rossi; mentre nou v'Ila zoolorJO, il • quale possa ricon.o.~ccroi lo suiluppo progrcss,oo di un.

u

u

parassita animale.


VAntE1'À

1401

Egli l'iconoscr: che « a Marchittfava ed t\ Celti spella il merilo " insiglle di llVI·l' illus trato quesl'alleroziooe dei globuli rossi « del sung-uc, resa specifica dalla eotwersione parallela del" remoylnbina in. nwlanina, pe1· modo ua farne un indizio si• curo della iufezione m11larica; ma ritiene che l'agente mala« rico sia un fermento vivente di natura vegetale e che tutte le u analogie, c l'im;ieme doi fatti riuniti da Klebs o da lui e poi • da altri os:-er\'alori, portino a ritenere che questo fermento " sia uno schizomicete. Disogna però confessare, egli scrive, « che dal i.RSO in poi, imece di nnicinarri alla determinazione • esatta della natura di r1ue:"to fermento, ce ne siamo allon• tanati, perchù i piil ro~;onli osservalnri ham10 limit.a.Lo il • loro c::lndin all'esame microc::eopico del ~anguo degli uomini u affolli da malaria, e c.:pcs.c:o hanno precipitate le loro con• c!ul"ic.ni in base ai ~oli re~pon!<i di que~L'esame. Alcuui anni « fa, Marchiaftwa da uu lato e Golgi dall'allrn, hanno com• promo~sa lnqnestiOrtC',trovandoìbiwill i della malaria. anche c dm•e non orano. Adesso non t.rovano più bacilli, ma decr sct·i,·ono un porassil.8 animale sulla bn~e di quelle p11rvcuze • dei globuli rossi Jel l'anguc. Da ullimo dichiara che, la '' via rla c::eguirs i in tali ricerche è quella indicata da lui e • da Klebs fino ùal 187!> e che tìncllò c~sa non Rarà ripresa • e percorsA l'lÌ! IO in f01ulo, ~i udiran11o delle ùolle polemiche « d'istologi e di medici, ma la vora nnLura del fermento ma• Jarico. rimarrà incerta ». AJla prima nostr a incsallozza adunque co!si ha risposto completamenLe per noi il prof. Tommasi-Crudeli: con questo però noi non voglia111o sostenere un alli'O doyma ct'itifullibilità e accoglieremo as.~ai liolamenlo la verità pura, s'essa ci verrà olfet•ta io a' v~:uirc> ù~o~i ~igno1·i Marchiafava e Celli. Relalivamenle poi al dibos~amenlo, non Lralasciammo di leggere la relazione della commissione per lo sludio clell'Influen:;a Ilei boschi sulla mala~·:a rlonwutnw ttella r e(Jione marittima rlclifl provincia di Roma (l), 1oa anche dopo tale

(Jl Amlall d'<l{lricollura. -

lloma, Up. Eredi Botta, 1881.


l -~0.2

VARIETÀ

le-ttura restammo convinti cho la questione non potrà dirsi risohtla, flncltè una serie di numorosissimi dati statistici, ben oagliati, non sarà per dimostrare i vantaggi ed i danni reali che potranno cagionare i IJo~c·hi hen ten•tli. (1). Cogliamo l'occasione intanto d1 ring raziare il doll. Colli per averci ratti accorti di una svista lipog rallca nella onumeraziooe dei 0apitoli cho avrebber o dovuto osserc dieci . Intorno al titolo del la voro roccia m o osservare che se egli gentilmente si 0 compiaciuto di ulfermarc cl1C (2) " ciò che " tor na veramente a mollo onoro doi due dis tinti <'-8pitaui " medici e che di tutto queslt• parti, quelle che per la copia " di erudizione e per la ricclwzzu di quadri statistici e di ta• vole cromolitografiche !"Ono più ampiatoentc e più accora• Lamento SYolte. si riferi ..cono ulla prima ed ullima parte, • cho trattano appunto dc>l le febbri ùa malaria nell'esercit.o • non comprendiamo pel·ché rnni non voglia coudonnrci it mntoment.o di titolo tli fehbrc da mnlnr1a, in quello di malaria in ltt'llia, mpn tre ciò ora COH!'IC'n lilo nncho dallìt cir<'olaro del concorso, di poter cioc., dare pubhlil'ilù al proprio lavoro anche emendalo e modificato. t\ l> col mulamt'nlo di lit.olo crediamo di aver commesso una g rancJe ul'lurpazione poichè iu pochi lavori di geografia medica !'i ,·. re!;o flnora esatlo conto eli centovenliquallro l ocaht~ più c1 meno malariche, su m1litari ilaliaui che -çi l:an11o s lauza. colllc abbiamo fallo noi nc~l nostro. P or ciò che !>i riferisce inft11o Alls patologia medica noo intendiamo, per cosi dire, il ~uo nddehito, poichè Lr'altundosi della [laLOiogia oenerale della Tllalnria, 110i ci sentimmo (come ci !"entiamr> tuttora) bastevoli di pol eJ· f'nro una rivis ta crilicu ùegli altrui lavori, a cominciare da quelli delle epoche più

( l) Ot•l resto non ci asteoemnw ntl Mie 11:11 parlare dt•l detto ln,·ow , rerchù il no,lro, ~l'bbt>ne di;;trihuttu nglt ahlmnall nel lll:tr-l.tt t8&i, ero l1i:1 st.tmpa lo Uno tl:lll'oUohre del detto anno ,. ncl(ll ultimi mt·>i non ci occuparumu che degli nllloguli sl<!tisticì. .\ cio al(l(iun~::a-i chu non 11m facile eli procurnl"tllla-voro llulla Ct>mmi-.sihne, IJOochè. JH.'T .m·rlu, •lowmmo prender<' :ul c.'ame luttl i volumi dogli Attllftll di Afll'icollura puiJbllcnli nel t S.~. (!) Ga::;cllo. d,cgli Ospitata, :-;. 49, ll3).1'. 390, ~~ lfÌU!!IlO 1885.


·14-03 remote sino ai giorni noslri, anzi dobbiamo aggillngere che in quell'accurata rivista sempre più ci persuademmo che m ollo dagli antichi si è fatlo e poco dai moderni si è aggiunto. Queste cose scriviamo oggi con mente calma e serena, non animati da un senso dispiace voJo per le espressioni non plausibili, ma per dimostrare che anche nella critica non bisogna oltrepassare certi limiti, specialmente f(Uando si tralta di so-

ste11ere argomenti , c he sebbene costino anni di fatiche, pure talvolta cadono in un giorno. Homa, 24 ottobre 188G. S FORZA e GtGLrARE:J.Lt CapiWli medici.

Dlghmatorl celebri . -

Annali Un;vel'sali, 1886.

N egli Annali Universali tll Meclicina dell'anno 1~80 (CCLI, 5fJ';'), t'Ut·ono t'accolte le notizie di digiunaLol'i celebr·i, e furono anche esaminate le condizioni noli o quali si possa vi vere sonza mangiar e. Si lessero notizie allora del famoso diglunalot•e americano do tt. Tanner . Auesso, a pt·oposilo del Succi . vi si legge come un ro magoolo. l'irninese, sono ora circa ;:, secoli e mezzo, desse in Venezia tle~li spettacoli di cligiuno simili a quello rappresentato t.es té a Milano, e la notizia slor·ica è lraLla dalle cronache raccoHe Ja Muratot'i ~ Rerwn l falicarum Seriptores XVJ!I, • 55. Eo ternpoee (anno l:l40) f'uiL Vencliis quidam Arimi" n ensi S< 1 nomine Paulocius, ltO!JlO simplex et bonus, l'fUi • plul'i rnis quaJragesi1nis steli l, rtuod non comediL: se<l solum « bibeaL aquam tepidam. Hic captus est per Epis copum, " a liquando a dominalione Ve nelorum, alirtuando ab inqui• s ilor·ibus Fidei, et posilus io loco cluuso, ut probat·etùt', " utrum esset verum: quod ila inve nlum esl. " Hunc ego vitti, ,e t allocutus sum, cum starem in Mona-

• sler io Sancli Geor.g•i Minori!'; seù completa quadragesima • comedebat ullt•a rnodum •. (1). (l) Cll!'on i con Rel)ìense ab an . MCC LXx ll us•tuo aLI l l cccLtxxxvur; SACACIO C~ PR't' l\0 Il~ GAZ<I'rA Hegicnsl hL~S.

auctoribus


YARlET\

Se il digiunolore in Milano no n ha lasciato dubbi, poichu é slalo Lenulo d'occhio da una commissione di medici diligenti, senza dubbio il P aolocci del Lrecenlo non ovrà scherzato, poicllé il vcscolvo, la polizia della Serenissima, c la Santa Inquisizione formavano una commissione lat.., e per g iunla in Venezia, per· la quale le pene contro un ingannatore di lal falla, se lato rosse sltllo, non uvr ebbet·o mancato di essere atroci. Nà allol'a, nè ai ten1pi recenti del Tanncr·, nè ora la scienza ha trovato, o sla per LI'O\'are in ~imili pt·ove un verso quulunque di uliùlil pralic11. È fo1·se !;pet·abile di ollcnere una via alla c ut·o de lla poliSHt'c iar Mu colle srJle noi mangiate del lrecenlisla eompleta 'JUadrayesima comt·debat ultra moclum » e con •t nelle !IIU'I'tt/ente cl l'l !"UO vì vl" n le :successore, la 11olisarcin pott·à la·ovt~ a•e un 1·imed io nel dig iuno 1 Del r esto non sono rar.a ,,,.Ila :storia della llsio-paLologia delle aberrazioni funziouah, cui )or .'lt po~'>OIIu ascrivc.wsi quelle ùcf(li s Lomar.lti del P twlocci, Jcl Tanne t•, ,. del Succi. L 'autop1ia. d'un re suioida. .\1erl. WoehMs.,, N. :H, 1886).

Dott. M usDY. -

(Wiener

Il r eperto n ecroscopieo del cadavere clol re L uigi di Baviera ha ratto a·ilevat·e non solo ga·avi allct•azioni del cervello, ma ha pure messo in evidenza che lo s lulo patologico sussi!!tle,·a g ià da lungo tempo. Ecco il risullalo eli quesla autopsia. 11 col'pO del r e avevu la lung hezza di 191 centimetri con perimetro loracico di 103 cenl. foa·nilo di al.>bouJanle pannicolo adiposo e poderoso sviluppo muscolar e c schP.lellrico . Il coda ver e pt•egenla la fa ccia ed il collo alquanto enflali, la cule del capo, specialmente alle orecchie, di colore azzurrognolo. Sulla s upel'flcie posteriore del tronco e delle es tremità si osSOl'va no macchie iposlaliche. Non ~i rileva no lesioni in alcuna partl", eccettuale alcune leggere escoriazioni alle ginocchia. La lingua è le;zgermcnlP compressa fra i denti. Questi ultimi sono i11 caWve co11clizioni. La cute della lesta è mollo !:Spessa e mollo iperemizzala. Il


VAll i ET\

1400

cranio in proporzione colla statura è piccolo ed alquanto as•mmetJ•ico. Il diametro diagonale dalla sinistra delia fron.te alia desli'a dell'occipite misur·fo cent. l 7,2; invece dalla destra della fronte alla sinistra dell'occipite cenL. 17,9. La caloLLa cranica è slraOI'dinariamente sollile, la ma;!giore spessez.za della me· desima misut·a Lre)r.1illimetri La sutura coronale e sagillale sono completamente ossificate. Una quantità dj esc1·escenze ossee piu o mPuo voluminose !li vede alla superficie interna dell'o::~so ft·onLflle. 11 !'ieno lon:.!lludinale super•ior·~ é ebnormem~>nle dilatalo, postcriot'mf'nle si J'CSLJ•inge i n vece in!modo singoiAI'eanlet•iol·mento in vicinanza dell'etmoide. Le granulazioni ùel Pacd!ioni disposti! a t;truppi fanno sporgenza entro il lume di quel seno mec.lesimo. Ln ùut·uulaJJ·e s1 lllOslt•a in generale notrvolmente inspesl:'-ilo, ~peciolmenle in corrispondenza dell'os"'I fr·ontale, ;.. iperemizzalu alla supel'llcic esterna asp1·a e \'ÌIIosa. ,\l eli v o e\'\'t un osteofilC> sporgente ollre due mìllimcLJ'i. La r occa pctroso sinislr·a mostr·a uua sporgenza di un cenlimetJ'O di diamt>t1·o alla base, la quale sporgenza corrisponde ad un infossamento del lobo Le•np<'rale tlel cer· vello. La sella lurcicu è asunmetr·ica, mspo~sita, porosa per un buon tratto c ft•ugile e gli sle!:.'si rar•atlcri pt•esenln il pa vimento delle fos~e cerebrali anteriori, Lutti i seni della base del CJ'anio sono ripieni ùi sangut• ner·aslro e liquido. Il peso tlel ccr•vello (senza la ùu•·amadre) ò ùi 13\9 grammi. L'aracnoidea é per una gr11nùe estensione inspessila sopt·a i due emisfer•i cerebr ali. Alla cu·con,•oluzione centrale anter ior e sinistra cd al principio della prima ciJ·convoluzione frontale l'aracnoidea e la pio madr·n sono sa ldate insieme sopr·a una circonferenza del diametro di due centimetri e formanti una inluml'scenza dura la quflle esorcilundo una pt·essione alla parte coJ•risponùenle della teco ossea ha prodollo nella medesima u11 tale assottigliamento da rendel'lu in quel punto esile come ••n foglio di carla. Alla "uperfìcie del cer,·ello d'ambo i lati si vedono le cil'convoluzioni cerebrali in parLe raggrinzate, ciò specia lmtHo~ le all'origine delle tre circonvoluzioni centrali, all'eslr emil8 mediana della circonvoluzione cenlt'ale ontcl'iore e nelle viciounze della sezione media del solco posl-


4406

VAI\IEIÀ

centraJe. La sostanza cet·ebrale é iperemica e alquanLo rammollita. Negli altri organi si trova quanto segue: polmoni normali, nessuna traccia di aderem.e pleuriche, il cuore non più grande del normale, ma con rnus colaLure r obus Le e coperlo di mediocre quantità d'adipe. Lo stomaco presenta un catarro cronico, le intestina ed il fegato sono congestionati, la milza i per~t·otlca (in incipien te pulrefa zione). l reui ingt•audili e \mollo cianotici, del r esto normali .

RIVISTA BIBLIOGRAFICA - - :::>oc::-- Manuale di mecUoa.ture, fasciature ed apparecchi per lesioni in guerra., r.ompilato clal doLt. G10. FnANct::s co RAKDO:-IE, capitano meùico, professore alla scuola di applicazione Ji sanità militar e. Esce ora, sotLo q~esto ~itolo, dai tipi Cino dei fratelli Bracati in Pistoia, un volumetLo;rli 23't pagine, l'icc!Jissiwo di figure dimostrative (in buon numero ot•iginaliJ; e noi l'annuncia rr1o subito, siccome ·una liela novPlla. poiché lo crediamo destinato a for mar parte del la llil>lioteca - oon solo dei colleghi dell'esercito - ma di ogni chil·urgo. Come l'auLot·e dichiara sulla copertina e nella prefazioue, il lavor o non h a, nt'l potrebbe avere, la improula del nuovo, poiché - stbbene resterà a di1•si gempt•e qualche cosa pur s i é scritto assai sull'argomenLo: ma le r icerc:he sono stato falle cosl accuratamenle che lullo quanto si ba sul proposito delle medicature, delle fasciature e degli apparecchi nella più recenLe lt!lLeralw·a, i> s tato r occolto e con mjrabil chiar ezza l'egis tra~o e Jesct•i llo ir1 <Juest'ottimo libro. Ci varremo delle parole dello egregio a ulor e per· rappr e-sentare ai colleghi la importanza del lavoro e l'orJine tenuto nella osposiziorle delle materie.

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lli V!S'rA ntBLJ OG it1\FlCA

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« Il mc:.n.uale é diviso in due pat·Li; nella prima, dopo di .. avere descritto in tulti i suoi dell.egli la Lecnicn del metodo • OttliscLLico nelle ferilo recenti ed asettiche ed in quelle non " più recenti ecl asettiche, ho lm),·emente accennato alla prau licn di es&o uci 'art luoghi di cura del ferito; sia nella prima c medicazione !<ul campo di ballaglia, elle alla !?azione di sa· • uilà e nof{h ospedali . • N ella seco11tln parlo bo ~limato opportuno di esporr e • prima le ~oul' ralila sullo rasciature c sugli apparecchi, che " più di fretp tentf\ nccn rre di prat•uare in guerr~, colla di• moRlrazìo11e tlel maLerialc nece!"sario ,, specialmente di cc quello regolamentare; c po:::(•in di farne l'applica7.ione nelle ... lesioni di ciascuna regione del corpo, a nor111a ùelle indi• cazioni per le tJUali le ra--ciulure e !.!li apparocchi sono r i• chiesti ». L'autore è s': modu~Lo che dnl, i:.rt aoer rag[]runto lo scopo prefis!':osi: noi pere'> gl1 stringiamo a!?sAi eli cuore la mano, rallegNlndoci con lui \•ivamt'nle e ringraziandolo piu vivamente a 11cora per averci pre~eulnta una opera pensata e scritla ilali~tnamenle, ~che ha un valore pratico indìscutibilc. .\bi tua Li a cou~ult~r~ iu qui~lioni dì tal ~enc re libri s tranieri, non di rado vollati in modo ùa parerei me1t0 illcomprenl>ibilo il lesto che la traduzione, accogliamo con gioia que~to h el la voro, che possiamo conRiùerare ~iccomo cosa IIOSLrn. Facciamo voti fìn tl"ora perche iJ !"lg. Randone al.Jbia da raccogliere il frulLo delle sue fatiche, ,·cdendo presto la seconda. edizione, nella quale scompariranno gli e r·rori tipografici e sarà resa più nitida tal una delle flgul'O, onde il lavoro è adorno. Noi lo raccomancJjamo vivamente ai colleghi ~· . . . . . . . Arricchendone la motle!\La libreria della fJUale deve pure poLere sempr e disporre un medico militare, faranno alto di buon cameratiRmo, ta•1to, troppo an•i, desiderato, o SO!llmamente per noi necessar io .. . . c ue raccoglieranno un utile compenso. B.


1408

NOTIZIE \ Uberto Zuber, mNiico pl'incipale di 2• classe, redallore capo rlegli A rehives de Mèdacin.e et de Pharmacie mitit ai-res, a ltamente apprez~oto e RLimolo Lra noi per l'abile operosità. per l'alletto con cui ~pesso si occupAva delle cose nostre, ò deceduto il ;j agosto ad Haisnng nel Tonchino, ove crasi recuLo per attuare in ~ssa regione il Regolamento del servizio rli s;anit.ù in campagna, alla cui redazione a,veva con tanto zelo cooperalo. La sua mort1; fu dolorosamente sentita noll'eserciLo, p:ta in ispecie dai numerosi suoi allievi alla cui istruzione erasi tanto devotamente consal~•·ato quando era lra i più s~iwati pl't>fessori della scuola di Val-d,e- G••ùce. B.

Il DireLLore

Dott. F EUCE BAROliFIO col. med.

ll CollaboratOt:'e per la R .• Marina

l l Redattore CLAUDIO SFORZA

Altàico ài t• clasae

Capitano medico.

GuEI.FO VON SoMMER

)IoTINI F EDER ICO,

Gerente.



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F. RHO

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lJueslo hre'i"e lavl)nJ ,; basatn ~ullt• o~servnr.ioni l' -ui maIPI'iali r:wrolli Ùlll'illllP i mesi di marr.o. nprilt• e mn;:!!iu del eorr·t'nle anno, mrntre ero :ulclPllo nlla ::rr.ionr tli mrdil'inn, :-.olln la dire7.ionc di'l me1ticn di ,, . rla:il'f' r:w. Bc,gino. i: rtlllO rhc. in C(•nfmnto dell'anno seor~o, lo 'lato -.anilario della pirrola colonia ,i mo:;li'Ù Hotc\olmenlr mi:.!liorato "la pPr le minori fatiche. ::in per quel pu'tli ronfnt·tcmll' della vita rhe si i.~ ,·ennio ollrnendo. -.ia pt>rrhi• in que=-t'an11ata (aln1f'nu poi primo -:cme:'lrc) le rnnùiz111ni dimntit•he di'l ,\l nr Hos:'tJ, parvero più l•coi~rne anchr prr gli indil-{eni slr~:;i. Il lwrvr. tompn rlo'miei studi . qne~to rondizioni sanitario t•rrczional menlf' hunrw. I'P!'i)!u<• f' lft•IIÌ\'() dei nu.-tri equipa)!gi c111it di ~tazionl'. h:u111o ron tr·i hu ilo a rt>nùer·e più ;;rnrso il mio materiale di "'senazione. PrrdiJ fui akun tempo in d111Jhio se dovessi n no publtli,·are I(IICSl~ poche note; !'\nlo vi ~o n o indouodn lla co usidcruzione cho. ncee~. Ì O II I} l'atta dol hrii8U


l ~IO

CO~TRIBOZlOl\E ALtO STUDIO ORtf, E PlllESSIE

lantc lavoro d'indole generale e sinLetica del maggiore meùico cav . Pnnan.t e delle rela:t.ioni slalil'tici1Csan ilari e di q uelln nostra div isione n<1vale, nessuna MemoTia è finora comparsa che Lralli della pato logia di ~l assn ua. Sono io il primo a riconu:-:ccreche, pcrfarc un lavoro completo, bisognerebLe raùllli~ re lwu maggiot· nnmero eli osservazion i, co nfrontarle fra di loro o cla ~s ifi ca ri C', per dedurne la nosologia del lu ogo. non solo }1eT i morbi più cun mni , ma tJer Je malattie piu gravi e c1i u:,;cnro diagnostico. I medici militari faHno colà nn troppo breve soggiorno perch e si pos:.a allendere tla un solo codesto lavoro, il rJ.Ua le potrà invece essere compiu to da chi in avvenire saril in grado di atLin gere a uum crose monografi a analitiche. ~ou ho ad unque altro scopo che ùi porlnre tuJ modesto conlrilntlo alla patologia dei noslri po:>seclimenti ù' Africa, c mi oonforla nel mio i ulen lo la sentenza del ~l orga~ ni , r.he un nuto periodico in glese pone come epigrafe ad una sua rubrica: Nulla wttem est ttlia pro certo 1wsce1VLi via, nù:i qnq.mplurima:s cl morhorum ~~l dissectionMm histtJr iasJ turn alio; wn. tnm proprias cutleclas habere, l't inter se compamr l' (11).

I. ~ el Lrim(}.-;tre di cui mi debbo occupareenlrt~ rnn u nella se·

zione ui mcùi cina ·130 infermi di cui hen 8:2 per fchbri e solo ,i.8 per altri morbi medici. Le 82 piressie curate e che uoi dolJbiamo analizzare, secondo la òiagnos i fattane e la terapia applica ta , si possono dividere cosi: fehl•ri malariche intermittenti 1., malariche remillenli 3i.J . remiLLenli ahorlive2 11, effimere 22. Non sono compresi iu C{ll Csto numero i pochi casi (l) MORGAG~I -

De sedibm Cl C411J. morbOTidll .


Pl(l CO II UNI A )I ASSAUA

14 H

curali nella setiooo mista òi rclla dal do t l. cnY. Cogneui e l'unico caso di fobhre tifoidea occorso nel trimestre, che in I]Ueslo ste~l\0 riparto si ebbe n curaro con esito felice nella per~ona d'un uffirinl<' contabile del regio e::;ercito. Come <:i 1·ede iluumero dello febbri fu Jl O('O meno del doppiv rlE',!.\Ii :t Itri morbi meùtci. La ditTeren1.a in meglio per questi tre mesi app:-ore evidente ùal confronto con le cifre dello scorso anno. lnfalli le febbricu t·a tcn hordonel ~"semestre 1885 stanno alle altre molallio mediche come 100 a z.i.. Quan to n! l'serntl"ln' l ~s:; i mesi J i ma)!giu e ,.:iugn1) ùiedero il mag!.!ior contingente di frhbt·i; ocwrsc allora una \'asta epiùemia a cui In mas:;i maparle (lell n gentepagòilt ributo ( l).llnlq11adro che ripot'Lo qui appre~so appare in;ece como appunto in questi due me~i uoi avessimo il min imo dei fehhricitnnti. E ri!'Òulta pur·e evidente il fallo. gii't stato segnalato nel 1885, cho siffalle febbri non sogliano presentarsi sporadicamente isolate, mn in piccoli gruppi epidemid. (l) V. Slali4hca $tmitar1a d··lla dicuiQnr llltt•fll• dPI !far Ros~o. del dottor pag. 1003 •li que~to giornale, IS85.

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CO NTI\ID UZ IONE ALI.O S'l'UiliO DELU: PlllESSlE

Infermi di febbre endemica ammessi all'ospedale «Garibaldi ». ,\ l'C'iO IS8•i.

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PI Ù COMUNI A M \SSAC'A

IL Febbri intrrmiltt•nti. - Tratlasi di casi cosi tiyici, elle c'i• ben poco da dit·c r.he non sin per lo meno O?.io~o . ~~ io va però notarP, per non c:~ de re in <>rronei apprezzamenti. l'anamne,i dei singoli casi. Due di questi informi , di cui uno co n fehht·e a tipo torzanario , avevano avuto n :;offrit•e altra \'Olia in )Ja~snna di febbre conti nua: un altro, qnantllrllJilC nativo rli Cagliari, al'ì!'erivn Ili non rl\er mai :;offert o di febbri in Italln, ma, poclli giorni prima che so rge~!:e ro gli a,·,·r::~i intermiltt•nti . a,eya avnto nn forte c prolun~atu acC t~s:;o l'ebllrile qnaliticalo per eflìmnrn e in r11i per l'elrvnt,t temperatura ~i era rico r~o al le in iezion i ipoùermicbc di chinino. 11 caso più interessa nte si osservò in un solda to de! ~enio, cet·to \'edilago, adùello nll'arscnnle tli \ !Jd-el-kader; cominciò con fehbre continua ed eh'\ ala o tlopo due giorni si convertì in intcrmilLente quoLi cli<111a. G·li accessi che 'lÌ presentavano nel pOmt!riggio r duravano da 5-G ore furono ollo in lutto con un giomo intermedio di co mplrtnapirr ~sia. Tralla,•asi di un montanaro lomhardo che non :1\'C\a.soffr rto mai di febbre nè iu Italia . ni• a ,\lassaua, dove trcl\'arasi da qnaldte mE:se . ltr generale nei ttuallro i\mmnlati di fchhri intel'lnittenti non si co n~tnt ò rhe eccezionalmente in fJUalche accesso lo stndiu inizinl c del hrivid•l. c quando compnr·ve fu· appena ~e n · ih ile.

Ul.

Fehhri effimar:. - Con fJuesto nome com prendevamo nel nostro spellat e Lnlte le malattie fol, ln·ili senza loca lizzazioni che avevano un decor:;o h re' e da meno di una giornata a due o tre ~ iorni. Molte di fJUeSI!' fehhri, come si capi:lce, non


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CO~TRI B I,;Z I O~E ALLO ·rl.iOIO DELLE Plfn:..::siR

compariscono nella statistica, poirhè la maggior parte dr questi in forr1i venivano lasciati esonti di servizio o solo pa ~­ sa vano al lo spodale, quando la fl3bure si prolraont al secondoo teJ~;.o giorno di malauia. La ma~ gio r pane delle ' olte accadde ello la fehhrc :;i c·tinse appunto nel giorno ùi entrata in infermeria. La cefalalgia. In :-ele ardente, la spo~sa tezza. l'indolenzimento di tulla la persona e uu po' tli stiticl1ezza sono i ~i n tom i predominanti. La temperatura può \'ariare dai 38",o ai 40° , e, quando la r(•lllu·e cade, ne i• rapidissima la discesa. L'ammalato in gcncraiP si ristaùiliscr prontnmentc. ma tah·olla il malc~~ere c la cefalea con 1111 po' d'inap· pellcuza per~b:tono per qualche giorno . u·ordlllario si osserva ehe. tali sofferenze son piu accentuate di mauino che alla :.era. l pntologi tedeschi hanno nhhandonato i l cO tH'OII O delln febhro effim era, cnmo ormai tlov unque si ~ ulihantionato il concello delle feuhri ga..'\triche e delle sinoclre, poidrè :;otto fJue;;.tt~ denominazioni reni\ ano confusi rari ~lati feLimli lie' i e diver·si nella loro essenza; c irl\ero. la frequen1.a òi sifl'atle forme JJIOrbosc mal dr lì ni te sper.:ial nH' nlo di prima \'t•r·a, q uundo. si ri svegliano i grr·mi tenuti Int enti dai freddi inrernali. -.emura dal' rogiuue a coloro che opinano .:i tratti :-empre di le!!gere infezioni. f: però un hisogno innato dell' uomo qucllv dt clnssi ficare i ra tti ch'e formano o;,rgetto del :-uo stu dio, ed or o manchi di un fo ndamento naturale, r ~iuot'ofol~la egli ncotTa ad una diYisione artificialo. Come raggruppare, del resto, tutta quella folla di reazioni r~ubrili eli poea durata, che ~i ossl'rvano nei paesi tropicali con as::ai maggiore frequenza drc presso di noi? Pare - almeno pei nuovi arrivali - rho il clima eserciti un'azione depressiva, la qual!' l't'n de oltremodo facile l'affaticamento. f)u alsia~ i l:n·oro prolungato, rJu al~ia:~i eccesso


PJ(; CO\IU~ l A ll'ASSAUA

che nei nostri climi non si potrebbe chiamare uno strapazzo, i.• colit grrl\emPlllP ri~enlito da ll'organ ismo; la reazione che ne na~re ro~litui~t'P nn \"Pro stato morboso. la cui manifeslar.ionc ~ tratteri-:ti•·a ,. la ft>ltlu·p, la quale accedE' ~uhito c0n tempcrntur<' f'le' al<' " "' prolnn~a pPt' 12, ~4 e 4-8 ore. l:anlier, dopo i hei la\ ori eli Sei mi sul lP pfamaine, - prin cipii alraloirlt'1 l'Ile ~ono uno dei prodolli 1lella \ila dei microrg:mi:>mi dt'lla putrefa7.ionc, -ha dimostrato che le cellule dei nostri 11'-;suti pos~1cdono. come la rellnla isCIIata ro:-ti turn LI' il m ir'l'olti o. la propri Pltl di l'a lthril':tre dei priul' ipii nh·aloitlfli to:;"it-i, r.liH rhinrnù ll'lltnmnint•. Le ghi ando le I'P.Crl'lorie eliminano una rPrlcl quautilit di rssP. mentre per In loro ~rande ossidahililit fJU>esli prinripii YCn~ouo per la ma~~ior parte cl islrlll l i nn l 'nng11!' dnll'os:::.igcno li~sa l o nell' emoglobina; ma :>P avvPnga r h1' una c : 111~a (jtlllll'i:u;i ostacoli l'r·nu lCI::i, o (rrr 11n rli~lul'l,o grnrmlo o loca iP) la pelle, i reui, il tuho di~e~IÌ\Il non le l'limininn piit, allora le leucomaine agi~c'ono ~ui rl'nlri nct'\'O~i r dimno luogo ad una $erie di fenomeni rl'orditH' palolol-{iro ( 1). l~ lAri lo snpporreche nell o :\ll':'lpaz7.11. t'O"Ì fac·ilc' nri par-i ra ldi. si nhhia nell'organismo un ~O\ crchiu a•·cuu1nlo tli ll'ut·omaine. la cui dimittalÌOOf' i• anrhe oslarolala dalla minurr nc•·e::o:itit di IJ'Sidazion•• Ol'!!a nica n ~co po dt ~·aloril i 1~azinnr. Ot·rotTcnllo una feblwt• rflìnu'ra in 'JI'C"Io .,taio. ,;j pni• lr).!illtmamrnlr supporre rhe:;iffalla rf'aziorw fPhhril,• - In rpra!e cuinl'illc c·on una con.;umazione minima rli alimenti t>d un anmentu inYcr,.amrnte proporzionai.- tli :tc•itiiH:ll'hnn ÌNt el imi uato ,. 1li o~sigcnn con· (t) Cocl.:sla l<'Miil l'i >ftil·;.:a i tli"Jrdlnt ncrl'u~i ll••ll.t c'lo ros i, dell'anemia, della .-n" i•l!tnta ,. IJU,•Itu ll•:rwli•'.t lullllt'lt/a •l,.lla r•''('ir:l.2ion~ di OSSJl!<•Hn. soht nru"Jiu .,me:t•'• d•• l \IIIUIII nwu··r•·thlll, l •Jtmll sono "''111.:1 aluLIIio pmi'OC:IIi tlalln rllt•nziunt' ucl >all~ll· oli un 1'•'1•11•• IIHII Plmainalu 11 lncomrtel"ml·Ute llrucialu. -V. G.H'Tmlt - J.rurumrwl(.<, t•lr!IIIIWII'S rl microbrs. - Com m. (l 1'.\Ca•l. d•• Métl. tlr• Pari, . - (/1ft'IIC In"• /. rttl /,!IIWIIill , N. 2, 1881i).


1i 16

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r.Ot'i fiUOUZfO:'iE .\LLO Sli..OIO IJEI..LE l'JIIESSJE

su malo c con una circolazione piu r:~pida - abbtu per ;;copo e conseguenza la ossigf'unzionc. ossia distruzione del veleno che si è fÒrmato in troppa alliJOndauza nell'econo111ia. È p<•rò discultLile se, in ogni caso, lo stato morboso conseguonlll a strapazzo si mauifr.:.ti con reazione fchhrile o piutlflslo nou .1p111 la porta a ttualchl' agente infeui"' pro\ entente dall'eslt'rno, la climioaziont' del ttualt· si estrio:;cehi con uu processo fehbrik. Certo si i• che, fra i c:L-;i osser·,·ati sulla OariIJaldi, moli i esordivano conia stessa IPnomenologiHtlt•lle foblm rom iIle n ti. dali t• IJ ual i solo si potP va no di lfcrenzia re per la ùurnla: iu qur~Li ra-;i l'apircs...ia ,;cml11·ava si ollenessc per effetto del driniuo, poicJ.e. come st e acceuuato, pcr·:>istc,·a un ct'rlo rnalc~~crc }Jcr qualche gwrno e l'ammalaLo uon era in grado tli riprendere subito il scn izio ..,l a ciò cile fa supporre t:lt u l'C'i omouto r11alari ~ ~o untt·i per <Jual clw ~.:osa i 11 lctlnne cfli tUt'ro r'ttrllll<' ~u llo l.t uuslra u:>serrazio110. si i.• il fallo che in ptu·c,·t~hi ~:a~i ~ill'atla r·t•n?.ioue feuLrile uun fu eire il preluùio ùi piit ~rari mauifestazioni malaricltc, di cu'i non ·i era riu~cito cui pronto iutencllto Lt~rapcutico dtc a ritardare lo scopjtio. t :o~i iu laluur• efli111ere si clthc a twlare la ricaduta con t'inLcnallo Iii UIH' o lru ~iorui :;l)llautu: iu pareccltt rasi l't·flimera prccL•Jetlc la fc·hhn· rPnllllf'nle ~euuinu: iu u11o un'effimera tli i-8 ore ciJ·,·a lll'f'rcdctte di pochi ;!ÌOnti Ù~";di Jt·ces~i franc<uUcull' tntermillcnli: c lìnalmenle. :;fogliaudu t rc.~istri del me:-c di giu~11o, Lro,·o il :.ig. \ . .\.da .... , uflh:ialc nella ~-C. l. iu furza allo spednlt> dal l!> ~ l 21 per effi mera e rienl m lo ti ~iumu ;!:) per fc!Jhre pcrnit:iosa.


PJ( COMU:-tl ,\ l i ASSALA

H l ";

"· .lfalaria t' f,•li/ll·i inlt•rmtllenli nt'i climi caldi. - Le febbri inlcrmiti'IILi. rhc in Enropa snnu tli regola la manifestazione dell'iufcziurw mal:n·i•~a. :;ono a ~l assaua l'eccezione; cosicchè il ru~dic'tl. d11• ;uTi \"a c·un l' ulea che la periodicita ,-i a il carallere funclrrucnt.tll' tlel palmlr,mo, non :;a come .;pie7arsi quelle l'pidt•lllit• di fchln·i. <"hP non riesce a cla.~:;ilirare nè fra le sinul".iw dH· non lrarrnu pil1 ra!.(ione di •~:>i~Lore. nè fra i morui tifiri, !lÌ' fra /-!li intltaraui ,\.(:1::-lrici pruprinrnenle rlctti, per<"lri· llHIIll'ano dei rarall<•ri fnuuamenlali <li que.;Le malattie quanlUIHIHe qnalclre sinlonw 'i o:ia fm •li loru wmunc. Ciò non <lt'radr ~olo a 'l a.;saun, ma iutulli i HtH~si tropicali dovè il C[lHtd ro d• ·lla uwl:tria Ir a ltcn pi ù l:ll·gn t;t, rn iw che 11o n prc:;,;o di noi. Ha nrgio11c il Coli n llo\' C Lli 1~e: « Il p !·in<t r:ipio pi 1'1 irnpo~rtnrrte da fcm uolar:;i qui i• la nccc:-;:;itil di ri•< Cibare a lulla prima 1'\llliC haq· nosoloj::it:a il ,·arnltrre, di (t nn ~~ 'oli e fare la condiLiouc a~solula delle malallie palrntri: •< il tipo pcriucliro. \< t:lto nei no::;tri rl imi qut,slo lipo :;'applirlri alln mag7io« ntnt.a di sill"alle aO'eziuni. noi l'ammcttiawo volentirri: ma (( se in lno!!u di :-tudiarc .;ulamente prc:;;;o di nni ingrandiamo t< il dnminw delle nostro rircrrlre. riunendo 111 qursto studio < il numero unmenso tll o~:;rn a1.ioni falle uei d imi caldi e « tropicali, noi 'ediarnu dr e questo carnllcre tli periodici là (( non i.• più :;uflit~ienle o manca in gran nunH•r·o di casi. in '<cui I'Ptiulogia palllòll'\' non pui1 t'S:'I'r<' mcs~a iu dubbio . •< \rumeucrc la liCi:essilil di quc:;to tipo cper:;islere a torto t< iu un dogma. l'Ire era ' cJ'O •JU:tlldu non si os:;enarn che in <t Cnrupa; du;.:rua al rpwlo biM>l.tna rinunciare o;.:giclì, che i (1. limit i di C JUI'IitO ca rnpo di :-.tuùio Rono stati ~u rpassati (1) >L


J 'J. J8

CO~TRIIJUZIO::-IE AI.I.O STUDIO DF.LLE PJII ESS IE

Gl' in~lrsi furono i primi a l'ifedre le febbri remiltcnti nl1' infezione palu-,ll'l', e se t'CtulpuJ,;iarnu i loro li lori ùi patologia e.;otica riai più vc•Tiii ai piu IIIIO'' i ( lì. tnl\i:uno frn.lo forme di feLbro remillentc dell e dC'MTizioui , clic ri~ponùono per !ilo e per segno n quelle che piiL colllunemcule u:.sen·a nsi in Mnssauu, il che in ULodo Pl'i1lcntc sigui(i ca clw sun tuuo tlolla . tessa naLm·a e :t]lllill'lt!ngono all•1 slr.~ .o g ru ppn nosologico . l~ proprio il Lipr> contiu11o o remilleute mia-.matico di .\ltlc;snna ciH' l'i ~i 1lcscrive, cou la !'.ua frNtnenza du• intprc~:-io na t' la sua du..ala variante dai cpwltro, ni .;elle, ai no;e ~ic11 n i nella mn;,:gioranz:l dei ..:as1. \ 1 -.i di1·e clte cominria rar:unrolr con urividi, quasi smnprP. 1'1)1\ vivo ralfll'e della pnll c, talvolta t'Oil VNtigini . sempre con rt'falal!!ia gmve. ac•·ompat:nala du uno slalo pnlinoso tlPIIa Loc·ca r della lin)!na l' da nna sete ardente. Vi parlano ùi insonn ia e eli slip si. raramente ùi diarrea o solo negli ultimi giorni nelle febiH·i prntraur; at·cennano a d•1lori ùell't~pi!-{a ·t rio, dei lomhi. :l spo!'~;~Lezza !!enerule; gli antichi 'i parlauo di pol;;n ora pieno e sron:antc·, ora molle e comprc~:iil•ile; i nuul«·l·ni di l«•mperatun' ele,•ale •·on nuLeYol i remis~iout giornal1rn• per lo più w~prrti n e. Tulli vi clirono che le fcùhr i rcrn ittt• nli beni gne non van110 più in l:'1dal i "-!l 0 !!iorno. d tl' tullr.l••g,!!ere u ~mn-i . ltnnnu tendenza a terminnre in 1'0rli giorni r·ritiri o in f{u el torno (4·", 7. 1 ·~ 0 } 2 1(' e così via) n cli c, quanlnmptn l'nllncco faccia gonrrnlmente il ;;uo cnr:;o, pnro il ~olfato tli cltinino lw una ma(l) .l 'iXEo;I.F:v -

Di.~nues 11( l 11tlil•. 18~-'l.

li"R''llt:\11- Cli111ml ,.,s,ttrrl•f• 1111 tlt~lttSft 111 / nditl. l •m•lon, l SI;i).

J. f'" rRtll- On 1/o( rluwt.l~ tltt•l (•·t·,rs <•( ltt'lr•• l.ontl<ott, l 'li~ :ÌO•' ccrl'llì.llll<l nna cla~~ìlk:o7irom• •h•llo• l••hhri, l r.. n~mo iu atrunl •tua.~i la ~~~~':\ r11vbiono la li :t dai metlki •h•Ila G,tfilurltli, ~, , ,.,,IJ,'all d di•·•·: \ parte l•• r,•l1l•ri PruUivr,lt• ll'ltl•ri rli Uro111h:o)· C''•Hifirl'll lt1111• h• IPI •I •clllltt>rncillenll p le r••rultl••nll tiO\'IIlt all'n7.ìone della runl.m:o. la f•·lll.rl' nr•ll'lct•• ronLioua (•lrlftr.r). la fc•hnt•nl.l (i'fnm ~r:t) prtl\'orata rta •·:e u ~" r.ft lllll lll l'u,.r. l!i. ''i'· l'iL

..


PIÙ CO~WNI A MASS AUA

1419

nife!lta azione ~ ul tract·iuto Lermometrico c sulla severità ùei parossismi, i quali cosi possono essere alle' iati non solo, ma anche prevenu ti. Mc. lgt·ad o la rct:irlivit:ì , l'es ito è qunsi sempre fa,·orevole; pn re l:droltn, clle··c ll~ si facr ia, per certe con dizioni indi,iduali, o pt•r tardo Hll'l'Orso l•'rapcuth'o. o per s lrnpu~.zo ecces!'i•o pri ma tl el l'att ncco o nel suo iui ;,iu. dop() uno o due :II'C<'Hili u n•mis.:ioue, In temp••ratura :;i mantiene CO$Lantementc elt••ata l'ti il malato tnuore nei primi t l't? o quattro :.:iorni in uno :;Ialo comatoso. Altre \'Oite la febl! t·e prnisle con que::;ti ~tnlomi ~ravi anrhc al di li1 rlcll'otta·;o !.!iorno. ma allora apparisce una nuora serie di fenom<'nr; il pul~o di· vouln pii! ft'81Jil Cnte e piit dcl•olc. la lingua ~ i ess ira . di vent a. brun•t c le~germenll' ~pinta in :Hanli. surcctlnno dellt• cmorra~i,• dalle ).(engl\e, tlal naso, elle annunctnno una (tt'Ofonda nltr l'az ion e dt.• l :-;nngnr; l<' mani !romano, e Yi ba I.C11denza 11 ~,.,.,nlli tetHiinei; vi ì· piil o mcnn delirio dulcc c tranquillo con a,:sopitnt•nto e la motte an il'ne pun' pel' e:;aut·unento r COIIlil. ru aiLri LCl'IIl ÌII Ì, la feltlti'C I'OJn Ìl lCll lC ha J'ii'MlÌlO un 1:arallere adiuamico . Se usciamo d:-~11' l n.) 1a tro\ i amola stessa iùentu:a de,;,· rizione ·prl' i pnc~i tropicali don; pro(lulll ina la HHtl :win , cd in (]nesto. sen,;u parlanu i rl io i ci di Ilio J aueiro pel fi l':l,ile, Yan Leenl( l) per la Guia ua c le Indie ~ce rlanùt.•,;i, i medi•· i òellc ,;tn?.ioninaYali per il Pt•rlt . I'Equnture e l'mttuuiL (2) , l' cll erau pct· l' i!ioln .\lascareg-nc e la co,;ta d'.\frica ( ~, LeYrran pRr 1' .\l~cria (1'. (l) V 1.'> LEI~N'I' - L u (;llJJatlt< l ll'•!l"i•lll!ltliSr. - (A l'CII. tiC Mt-d. ,\'a v., iSSI. (2) ll .:tUIIGEII•I<'):HAr11 - '( l'Ili l t: t/;•s lllflltlrfir,~ des E111'0Jll't'll~ (IUX Atttillt·s. r~ri~. 108 1

••f

3 -~l•lti<ltmlllqmt·t L'tt hnlllll o( "''f'/ (or tht j•'tll" fl>MI, et1 altri l.unduu , j,·r.lt. 111· .lft•tl , ,)'nt'., in tl hN'Si a rlirul l S.l STI:>I -

ll••l~t:imtr mt•tliw tiPIIII Clllll]!ayna eli r.ircllllmovig<I::IOih' tlrlltt

n • ,,,·uu,r ,;,mt.3hiL l

l' t:t.t.rn~r -

/ J(.< {ifct·r~ P<lltt$lres <l• l'ile .ll<1unu Po\ris, 1&.1

CI•,~Stficatioll !11111!'1'1/~ lle.• fu rrr.~ palu Ml'fS. -

(, l l'rll . r1tt! . de !!!l'ti. ocl. i 8S:ìj


1 11·~()

CO~UIIliUZIO~K ALLO STUDIO DELLE Pll\KS::.H:

Grull per il Tonchino o l'lndocina (l) ccc. ecc . A cos to Lli l diven tare tedioso a furia di ripelizioni, \rogllo riportare inle1-{l'almente il quadro «.:linico della fehbre remiUen1c di media gravezza, IJUn lc (• descritta dn quest'ullimo nulore.; il quale recentemente Il i trovò, come i nostri collegbi delle prime !>pedizioni, n curn re della gente che parliln tl'irweruo dall'Europa fu ùi botto trnspo1tata in un paese tropicale ed :J;o;soggeiiHta per· giun la alle fat iche grav i e prolungate di umt C'nmpagoa. « fo'a cÌèS I'Ulli!6 injec1é; pC:tll hrùlanlo sèche; abn!lcmeul Cl « 1wostraliou tles fur·r.e~; un peu d<' lcnteure et tl'hè:;iutlion « dcs 1·éponses. mais <tVCC integrité complùLe de l'intclligence; « eéphalùe uli'OI'O c,onlinue. ernptl.chnnt to ule sommeil , co tlr« h:llure gént!rali:::ée, a\ec locali!t:llion prédurnina.nte au\ (( 111Cffibr€'S Ìllft~'I'ÌetJrS, tllllCI'Jl1ÌUJJJ[ UeS \'éi'ÌI<1(Jie-; plteO{)lUI <( nes d'artltralgio. )) << Tous ce:-; pht.inomènes s'exngè reul aux hrurcs t·haude=- dc « la jourot!e; de:; le :::oir· il se fai Lune détenle marqut.ie tjlli « tlnre enro re lo len·demai n nu jour. Langue d'emh:HT<lS ga<< stri,Lne, nnu:'éc, pa rfo is ro missemcnls, anorexi~· ahsolue, << un peu de l•alonnemerll tlu ventre. pas de dinrrltée. ra te << nugmentée 1le volume mais ne Òt•hordant [HlS les fausse· <( (;t) les, foie 11 11 l'eu Lunrélié sen ~ ib l c it la pms~ion; urines tt rares, Lt a ttle~ en cu ulenr, cltargée:; ù' nrales et d'uròe. mais 1< ne conlenant ni ->ucr·o ni allnnninc. )) « La c.OllrlJe Lt•rmif)ue est la suÌ \'illtle; tles le ron1in la tem<< pemtu re nll.c in Lou dépnsse 390, li:l snmnum e~ t allein! da << Il lteur·os d11 matin i1 2 heures (li' J'après mi1li. a partir << de cette beure. tlans In grande majorité decas, la tempera1

Il) LAn:n,\:> -

-

IJvcmnm/~ pOli>' Sl'rvil· _ri /'llist•>ÌI'I'.< 1/F·.~ ,,.,I,Jdi•·s rtu 11111'11

ti~ l' .J{f'iqne, e ,\'ttori r/t>nmtli d t /lfllt>lll(li.r. ~cr. :'\ap•lli. lllS6.

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l -j.21 ~< turt> décroil rnpidemrnl;

a la nui1. la rt•mi:;siou est plu' « compli•Le f[U'a tuul nutre momenl de In jourm.•r médicale N « dau:- hl prl'mii•rt' motLit\ de la nnit l'hommc dori el repn"l' « quclquc peu . >) f: quc~to :-u per l!ii1 il quadro clinico che delle fl'huri pr~­ dominanti ,Jj 'J a..,,aua d tlanmo l'anno scor~o i medici della \(Garibaldi ' t'l'Ili' noi arrmmo poi ocrasionc di o;;senare sovcnti nel ripartn eli medirinH ( l ). grnondti• tuenll't' prr la ma)!!tior parte detrli autori le ft>hhri snhcontinnl' u rellllllPnti possono L'Ìscontral''Ì in o~ui periodo dell'intn.;:;i<':tzion<· malarica c sprc ialmenle nei suo i ùue e'tremi. taluni tt·allali:;ti di patologia esoticn Lrl\ eu: ll ulroulem \t) non ammellono qu c:;to t-trnerc di febbri che nel1'inl1J:-sica7.iotw eron ien. t:olin e gli alt ri sn r.iltìl i ci inscgtllt no in\ r•cr· cl11• desst ~onn ns:.tti piì1 freq uen ti in individui che prr le• primo \Oitc prC:'Ctllano mnnifl'slazinni malnrifhe. nrullc·i dà ragione ùi que=-ta di~paritit d'opinioui ricordauclo che Dut roul eau rifpr·ira r rin5~nmr 1a le imr•re:;::;io ni dei medici della marina franre"e. i qnali 1enintno chi<unati a pn•-.tar ser>izio in pae:;i Il'«' le inslallnion 1 erano complde e deflnitiYc. in luoghi do\'1' l'igienP era accellala e rispellata, ma in c.ui la durata del ~Og!!iorno cnl•minle era proluoi!alo nl eli lit ùel ter·mine di due anni 1lin•ntaL•1 auualmente regolamentare. :'\on fa mcra1 i;.dia clte in rodt·~te condizioni i ulrllici tli marina, trascurando le formt• rnizinli che J•Os.~o no con· fomler->i con nltrr m;tl:tllic. fu~~ern impressionaLi ::pccialmente dalle feuhri mal.u·idu.! a periodo a,,,nzatu d'infezione in cui, 111 V. rlf•'rilo S•lllltn:lri un rnt•• 'li"'' l" •tu:ttlr" ru•ll:o SI•!IH/icrt s11nilru·ùt àtlla Il ri'itlllr llnt'tll•· rlfl

llolt' fl41<'fl pt'l'il 1" Smll'·''''' /81>5, dl'ltllill. ca1. FIOHA:'II,

In •rn~,to I!IOrnnl•·. -··tt··ml>rl', l• (~) Lll'Tnvl'I.P. II'

I'HJ'Ì,, ~Sfo6 .

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7'r•ult o/1•~ 11"1/llttiP~ Ùo'< /;11/'tljJ<t'>!.< !ll!llS /t•.~ /I!I!J.< c/WU(/$,


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CONTRinUZIONE ALLO Sl UOIO DELLE PIRES l'E

pe1· In complicazione infiammatoria di organi viscernli (fegato, reni, milza e<·c.). In febbre J'i' c:;le semp re una fel1bt·e continua più o meno gnwe. l meùid dell'esercito al cou trario ebbero a cnnu·e !ruppe gellale hrnseamente in paesi nuovi ed assog~ellate allr• fatiche tli campa~ne LraYagliu:-e (conquista dell'.\ l~cria. 'Pl'Ùrzioni ùrl ~l e..;.;ico ecc.). e co:; i dovettero giu:'tarnente P'ì:'Nè preoccupali tlalla frcquema di queste forme iniz.ali a tipo reruittentc. La verità si è cho nei paesi 1'aldi la r·r•millcn?.a :..i puu incoulrare in tulli i periodi ùell'intossirnzionl' paln->tn.• etl i• il tipo abituale tanto nella malaria invett"ratn. qunnto nel primo apparire di :;iiTaua infezione: in,we l'intt·rmillcrll.a i• io ;,!C'nere la manife:51azionc del pa1ud i~mo atlnllo, noi: i neo nLrasi SJWcialrnen te 'l uando il primo gradino 4.· gih sla lo sormont:11 0. :q i tlcve notare parò dro nei pae~ i caldi, snpernli i primi 1-(ratl ini , l' uomo acq uista lltlo cer·ta acclimazionù e perciò una immnniti1 relativa, se puro l'orgnni$mo - mil)ato ùa tante altr~ causr di deterioramento non faccia pre~lo a pa~::arc da nn estremo all'altro dell'infezione; in ambetltu• i ca:;i a v'iene che le forme ~chicllamcnte intcrmiuenti fìni:conu por essere n;;sai rat·e aci o~~errar:;i. Non ,\ tnllrwin dt•llo che la malnria si comporti.in modo nffatlo opposto nei paesi caldi o nei paesi temporali. ~ci paesi cahli le manifestazioni iniziali richiamano ma'!giormente I':Htenzione. puichi• l'S'iO "0110 in qual'i lnliÌ i casi UCC•llllpagn:Jte da rna!-!!!iori :~oiT••rcn7.c' t' da una t'eazione più Yira: nei paesi temperati irwocc•, le manifesta7.iuui al principio passano inavvertite o ~ono allrilmite a ~emplid fatti vn.>Lrici e reumatici (effìmerc. ~inodrr. t'Ct'. ). il rht> pcrmNte quasi sempt·e di affermare c credere cht• J'inft•7.iOnù malarica si nwoif••sti subito e sempre con acce:;si pC'riotlici. D clre~lo lo sta l•ilir~i tl i 11 n'in fezionc qnalsiasi è q nn:;i se mpre oscuro o llubllio; i primi ;;inlomi del .-olera si po5sono sca m-


PIÙ (;O l!U:SJ A MAS~AUA

hiare con scmltlit·i disturbi intestinali: la LUI1ercolosi. econdo il concetto motlerno. comprende una ·et·ie òi manifestazioni morho"e che nn tempo 'eni\'ano confn:;e cun la scrofola ed ;tllre malallir diate~idte, ed ora il ::.ussirlio tnicro~copico ci pcrmelll:' la ùia2'nu,.j delle ~ne localizzazioni polmonari ad UnJ'I ,.,taùiu, elle pt·imn pote' a conf,mdersi cou altre forlllf' punto tnfellin•. l'er prenùPrl' un ultimu termine di pnra~one. :t\,·ieue pPt' l' impaluùi,mo come· per la silìliùe che. mentrP i prillli atddenti pas:.antl ,.o,Pnti in:" rertiti o miscunu"t~iuli, le mauife~tazinui ùcl pl:lriodo sccomlariu sono neuamen!E.' palnguomonichc; nel periodo tPrztario pui, il problema :;i compiili<\ di nno,•o l[llitndo per l'u ttil o l'allrn ma.laLiia ::i atTi,·n allo lcsinn i \ t:'icernli. IJuc:->Li paragoni calzano solo 011o a un eot·t o punto, pr rch(• la ma laria uon lt a caralll;ll'i iulull.ct co ni:>JHHldcnLi ai viru:-; !; ilati, ma [• 1111 miasma l a ctrì l~'· ol uzio rll) mdi' orguuismu non çouLi uu:t cito alla t.:onc(ìzione di uua impre.~ n az i one rinnorantasi ogni giorno. i\ ci paesi teutperati c'i• ~e non altro la ,;tagione in\ crnale iu ~ui per la fta,.,~a t~m 1 1eratura ilmin,ma rimane ina1tiH1: 111:1 uei paesi caldi . se non 'i Ira nn inlel'\'cnlu tc>rapcutico c profilallico, la malallia i.· fataltlWlllc pr·ogrel-SÌ\ a. per quanto lontane po:-sano 1':'\~CnH•Ie tappe e l!· ncat.lutc. i!i:wchè ti focolaio mia,.,nratico dinìc·ilmcnte :'i as;;npi-.cr. Oltre a cfuc,..ta "' nlnzinne dirit 1'U'Ì mdi' iclualc, la malaria mostra sovenli di :Hcrc un·e,oluzione che st può cltiamare lopO/!rafica. Le distruzioni rli forestr. i nnubiamtmli di rollurc. le uoJtifidto agrarie, ccc., possono mi~liorare o peggiorare le condi zioni di un terreno ri,.,pello all a malarin . Ma c' in oltre riconosciuto r: ltcL noi p;tos i 0 \'e 1lessa rc'gna, a vviene tah·o ll u <ihe, soLLo l' inll uenza di cause che ci :;fu ggon o, sia soggclla a uell c esacerbazioni c dci risr cgli più o meno intensi, ~ li e11'e ui dei


·142..\.

CONTIIIB UZLO"YE AI, I.O STUDIO DEL LE l'IHESSlE

quali nei paesi caldi sogliano essere disastro:- i per la freqn enza delle fOJ'me pii1 maligne della infezione palustre. Sifrntti cambiamenti sono soventi segnalati <h1i medi ci che esercitano nei paesi tropicali, e giit Annesl ey ('l ) dicem che. quantunque in ragione dell'immensa estensione di c:anse le feLbri prent1ano sovenli la fo1·mn epiderni ea, Lullavia do bbiamo ammcLIOrl' elle ' esse spesse 6ate lo diventano, senzn che queste ca use o altre d'noa natnra evidente ed apprezzabile siano presenti. fn qnesL' uti.imo (:asn noi dobbiamo aLLrill ui re questi fatti a qnrdche stato dell' atm osfer:t, cho modifica l'ambiento in cui Yi\'C il microrgn nismo infenivo o che noi :;olu po,~iamo riconoscere per i snoi effetli snll'economia aoimrde. Una simile esacr.rhazi one ::l'mhra sia :l \ \'e nnla l'nn no scorso per ~la ss:ma, in cui la mnrta!ilù tkgli indigeni sle::;si fu ns~ai maggio re ehe non nel'! l i anni precedeuti. t)unnlo ai nostri oq uipaggi ed alle nostt·p milizi e, se la loro lflort:dit:'t non fu ~upe­ riore a quel}a che ordi nariumenlo si osserva in Italia , :<i ebùe un Late num·ero di ricoverati agli spt'rltlli e si curarono malattie di Lnlo gravez1.a. da dimoslrare a chiare noLP l'inclemen?.a di quel climr1.. t e H'2 piressic da noi os;;er\'alo, .furono i m ece qu asi tulLe di dcuorso relntivnmenlè henignn, quan t1111que, come si vcdrit, debbano pt'r la maggior parte en tr.t t'C nella. grande famigl ia (li quelle rhe euLero a cnr:m• i no~Lri predecessori.

v. f:i it fìn dalt'nnno sco•·so i medici avevano osservnto unn certa unitit uellipn nosolngit•o delle febhri predomi nanti in Ma:>snna. Il decor:-o 1'J pre:,;sochl' nni forme. e dalle più lm:~vi t-lffimcre alle l'e ltbri prolraLLc 1w•· uno. due o tre setleuarì, si trovano Lulte le graùazio11i rli tlerorso p ,,bbri l'l'lnillmti n/J(}rtivl'. -

( l) ANNF.SLEY, OJl. Cit., pag, 521.


intermedio. Voler des cri ver·e que~te forme intermedie snrebbe un rPntlere in 111 il me nIl' fara !.!ginosa t' espO!:izione di qne·Le ma.lnLLio che, salvo fa durata. si pos,.;ono ridurre ad unn ,.;oln entil:'t mni'IJos;\. Prrù. ri,-tnlatcndcnt.a di ..,iiTnlt<' febbri a terminare in ~iorni critiri. cio(~ '~'""o il 't.'' gior·no o \'l'rso il 7", u,.;anmHJ nel riparto di m•'di··in;~ tli d ti.tmarl' lr primP rol nome !!rneriro di malaril'lte. pPrl'!ti· P·'""' ano ·~etll'rt' piit pront~mPntr al chinino, t• lt• ·'~"•·orlllt: I'OI nomr di fPithri remillrnti . Tntla.ria volrnrl•, rnantrrw t·t· .~ot]f',la •livi.;;iorll'. mi pare sia preferiuile il nonw di ft>!Jitri retnillt>rlli ahnrlirr. che ;ulupero in questo srriW1, poirhtì in fondo non lntlln~i t he di l'ebbri rcmillcnti di di'I'OI"'o piu I1 C'ni~no ,. pPrTic'l rnnl!gionncnte cedevoli alla tcrnpi:•. ~()lln mng!fÌOl' pnl'ln 1lei t~a~ i non era possibile con!l.tntarc l'e,.;i.,tcnza 1li 1111 pf'riodo prodromiciJ; prrt'r pilt ,-olto per"one intPIIigrnti o :ttlrntc all.t loro ,;alule ri.:posero :~ITermaliva ­ men lo alle mi() clnm rmdc !\Il f[ tto.;Lo punto; acr:enn:wano a lrg~~ro mnle--~t'ff". n ;;tanrhP~zn . rc•falea, orTipilazioni. in;;onnin inappetenza. . . . Or l'nno. or l'allro. ora di>er;;i eli questi sintomi in ~ietll(l nvr\:tno prerPclnlo òi parecchie ore ( 12-34 e pi•r) la eiPvazionr Lt'rmica: pPrò 1-. inrontl'stahile che pr·e::so i pttt l'im·a~tune i· "lata "nhitanra. :-enza :-.intomi precursori. Ec·rt> ora all'une ossr•r'\·azioni diniche, che valgono meglio rli lun)!he fh·~•·r·izioni a tlarP un rnnreltn chiaro dt'l ramllere c del ÒCt'Or.'ìO eli qnc,l~' felthri. (Js.w·rvtJ::io111' i n. - (: inntn l:rnn:uo, mari naio di l a cla~so a )f ns~noa tln :~ ffii'Si. ha a\-ulo un'effimera altra •olla; entra nllo ~perlalc• il 2'' gior·no eli tnnlnllia; \'Olto :lt'Ceso, insonnia, ce fn lcn gmvruivn, lingnrt patinosn ma urn idn, nausea, Yenlre nn po' tnmid11, la milza di diflirilr percuc:sione per legger() mr1rnrismo non scmhra ingrandita. f}l)


1 ~26

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Cum: lilll<ltll'e laudaJJiZZitlc u dtiniuo gramuJt al giorno in3 vllrlin c, il :3" giorno uu purgaule ealnrtiw. Convnlescenzn

l•rove. Ossara;iuttr :!.a - Ca~. Il. t\l ;u;cltiuisla a .\Ltssaua ùa 3 mesi \1 amuwla per la. prima \ol!a. Dice di a\'t:l' il\ uto refalca e f:H'tllla alla staodtezt.a tlw• riiurni prim,t dtc romparisse la fddm•, mn contiuuò il :.Ilo :.t'ITizio. li :l awìlc cbue vomi ti in :;og ui l.n nel indil{esl:o tio lli alirnen li e Jtn'sCinliltosi al medit:o si os:Wt'\'Ò una lOWJH'r:tlura eli 39°,!l. per etti gli si pralicm·ono due iniezioni ÌlJOÙl·rmic he di dtiuiuu. Allo 'Jiecl.tlc pct•,islt' la nau,;t!a e l.t cefalea tptautuncJue la Lewpcnllut·a :o.ia rime,..sa; ti 'ollu aiJfiuahnculo pullulo è arro:;:;atu, In con).!iuntiva inicflata, scie ardelll<', 111ilzn lllll?o' ingrn.ndita . 1lolorc al l' epigns~ r io 1: lt o si esa1;orha alla pressione; la :-tHtJ IIlinisi J'Hzintw dei t'ltillacei per' in iutcrna provoca ùi nun\o 'umili. per -.eù:llt' i tlllali :-i tit:ol'l'l' agli opviacei WCIIll'l.l -.ll'lllll tlUa ('u,o ijiUlil'tiJliru tlcJ rhiuiuu: re Stira di ghiat:cio sul t:upo. ~litlliii\J

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rt(· COllU:'\1 A )1.\SS.HiA La con' aic,,·enla ~ p i ullo:>lo pt·otralla, l'infermo resta allo -spedale fino al 11. Ussenm:iOIII' a.• - l)i C~ra:t.ia ~l ario marinaio di :~· da~se, a )l a~~aua da :) mesi do\'e chhe gii1 febbre altra volta. l so Jiti ,-intomi, nnn ,-omiti, le)!gera slilichezza, in:;onnin. liti~>

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Curn: :-iolrnto ùi chinino l ;.(ram. in 3 cartine per~. ~iorni. il aprilo n11rhc tt n'ini ozionc ipodermica; poi 111enn grnmmo

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di :::olfnlo itt d 11 0 rat·till!' per nl tri due n Ire gioru i. AtiJ.il'lli· I'ÌI'o rtnre nllrl! l'll•rit• ,-j111ili il che :;arebhe una inu· Lile ripetizitlll<', rife•1·irè1. a titolo d1 ronl'rooto ed in omag)!ÌO alla :::~·nlen:t.a :;upra t:ilala del .\l t~r)!a~ni. una dt<ll-.: O"SC'rvazioui c,po~te dal t;rall nel ,n,1 arli•·olo sulle fellltri drl Tonrhinn. « Liti. 'iolchtl o della lP~ione :;tranienl, nel Toncltino da << •1nattrn me~i, nienLe palndt-u\o auleriore. l>a qualdte « ;!Ìornc' ti ~""' izio gli rit>-t:•• l'''"illlll' e falico:-o. All'o~pedale « il '?11 f••hl•raiu ti malat11 "' tiene a malapena in pirdi. ~i « la~na di dlllurc di capo ('Ortllltun; temperatura ft•hhrilc·. im« harnzr.o ~a:;Lrieo. milza IP).!J.(t'l'menlc iu).(raudila. il giorno -<< prcl'edenln ttuakltc ' 'OIIIÌI•L (Jttt>l'lo i'lnlo di nausea e ver· (( tigine l~~'nlura lun)!n i pt·imi ll'l' giorni di ,• un1; un po' di « pl'O.,lraztnllt', 'lualcht' ch•fentzione diarroica, i1nonnin dal {( Zl al 22 ».


1~-18

CONJH.fB1:Z10~E ALLO STUOlO DELLE PIHESSIE

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~< r:omTalescenza brere. srancht'zza per·i,lenre; ver~u ti 30 (( r·iprencle il mal di enpo; si 1·itlit il I'!Jiniuo ,· Ile .sembra abl< bla nrTeslalo l'croluziono della rrisi •>.

n. Ftt.IJI'i re miunu i yt'tllti nr. - l..t forma che rompr·cudiamo in queslo nome non tliiTt,risce dalla preccdentfl che per· la maggior dura La e per una eotnl ma~~ior ).!ra rezza de' sintomi. quantunque il carallcre sno sia d'ordinario henigno. i direbbe çhe rtueste fehhri ahbiano un de1·oJ·so riclicu poicllè, come già ~i è dello, la lcmpera lura ~ i nii!Jfl~$:1. allivello normal e per lo più intorno al i giorno, rammenrr rerso il 9°. .!. questa Jor·ma, c h e~~ la pirr cn J·nllcrisric·a, l'e lle dove es"er presa come termine di runfronlo per lullt• lP pires:-ie malariclw di ~J assntm , ~i riferisc.e iu ~pcc i al modo quanto di•'errunn precrdenlemenLe sull a natura delle fchlwi r·emillenti in genrre. E pot·ù. senza clilfondersi più oltre. riferiamo alcune o:;:;ervazioui cliniche frn i molli casi tipici drr ci fu dato di studinre. La pnrre piit interessante di que~le o:-senuzioni si i.• l'andamento ~ornaliero dclln lemperalura; nello peri\uasione del valore ell e ha in siuti li ca;:i lu C11rvn rerm ica e rome elemento dia~no.;lico, c ··umt• ha~e rlr una razr onale applicazione tera-


peutica, si raccoglie' ano .;empre ~on diligenza i dati let·mo metrici di o~ni 111fct:mo onl'lte di lieve importanza . Oss''l't>a.:iow 4 .• \ o;cione Luigi. marinaio mercantile della ~. (~. l . entra 'allo "pedale il ~H marzo: ammalalo da qnallro giorni. tlkr di a' ~r la' or;~to i due primi )!iomi malgmtlo si :-cntis5e la frbl11·r addo~~o. ha preso il chinitW e della ma.:nf'5ia: lro'ìa~i nl'l )l:u· R.oso;o tla setle mesi ed ha !!iii sofTerln ali rn volla d1 feldll'e. t ~cfh le a i nLensi ssi ma. pelle nrida scoll.ullt•, lin.!.(UH palitw3n. dolori ai loml1i. prostrazione generale, IE')!I!err> meleori;.mo, ~litirltezza ~oguita da due giorni di diarrea in seguito nrlun infuso di Ire grammi tli rah;lt'haro, mi lza leggermente Ìll!!t'autlii.L non romili no'> tlolu ri alla pres sione ùrll'afldomf'. )l.tltllln

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Cu1-.1: l·i~ullalu di chinino ~J'tllll. al triorno; nei pt·imi tiue giorni nnchc due iniezi(tllt ipoderwicl1e Ji :20 cenLi!!r. l'una. Osserva=iOitl' 5." - Citr. sergente iuftmniere lro\usi a )Ja::,-aun cln pochi )!tomi: nnn ha rnn1 :.ofi'erto di febbri. \mme~so nllo spcdalo al :1o giorno di ttl:t lallia. llil giil uvulo lomperalttt'l' superiori ui i 0" rd iniezioni ipodenuiche di rltinino; cefalal!.!itt l!t·nvissimn. insonnia. iudolt'nzimenlU J.!rnet·alr, lin, '


14.:30

CONTili DUZJONK ALLO STUOlO DELLE Pl llESSIK

gua patinosa come nel ga tricismo, qualche conato di \'omilor nlvo regolare, occ hi sbarrati, pro~Lrazio n e generale. Ln ronval oscenza è lenta e rimane una g-ronde debolezza mu:;co lare (tremiti), che si di:;~ipa lentamente.

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Cnra: l:ìolfnto di chinino; il 20 Lln grum. in dosi epict·atiche più do e iniezioni ipodermicile lli ?O cenLigr. l' una e<l Llll enteroclisma freddo; il i4 rhinino e anlipirina e on'iuiezione ipuclcnn ica\ La energica lerapin pare allh ia qni aùd it'iltura troucn to la malttLLia, ell e negli ullimi giom i pet' l'iucremento termico e pet· la poca remi,;sione :;i face'a minacciosa. Osse11oaziont• G.•- V. r. lJfn cinle de' h ers;~g li cri, n Mas· saua da IO mrsi, ha sofl'ctl o qunlche altra volta eli fehht·e effim era: da quattro giorni fehbre continua. il primo ~iomo nonostnnl e la. febbre ebbe molto da f<1rc per rngioni et: sct·vizi o: cefnl n l ~i o., co lorit o cle l vollo acceso mn eun nnn tinta lc![;.rermente snltiuericn . pelle ='COllante. anorrs:-;ia assolul!l ; ba avulo vomiti vcrdnstri nei gio rni precedcHI.ì e perdurano nel primo gioruo passato nll'o:;pednle, ma c•111 minor r iolenza: legAern stiticbezzn, milza ingrandi ln, feg-atosensibilea ll apre.:;sionc; comincio la curn sp c citìc:-~ solo al qnarto giorn o; prima di eutrnre allo spedale. essendo considerala la malattia come fehhrt> reumaticn, fu curalo col sn lirilnto di soda .


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Cura: -'C'i primi giorni. :;t:mlr i vomiti il rhinino fu nmmi nisl ralo ipodrnni ramentC' nel prriodo di deferve~ccnzn. sera e malli un; nc~li ultimi ll'l' 14io rni ,i frcero le iniezioni solo al mnltinn. Sullinit·t•llellrt tn:dalli:\ 1t1 fehhra nc1·enn av;~ a d1nmlarr Ìli iPl'tn iW•n le; la r•pnvale:;eem:a i'u lenla, rlurò CitTa I!Uindici ;.dorni eù in es=-:• si ..l.tH~ro dw' leg;:ie1·i nrrcssi rehhrili, con In li i i carnt l!'l'i degli :H'I·essi iniPrmiiLenti, meno il hrh ido. Ossr·>Tu::imtr• 7:'- l{in:tldi Angelo. marinaro di 3" classe, Pll\l':l il:.; npri\1'. ro11 f,•\liH'e ùa due giot·ni, precetluln d:t nn giorno di ma\P:N'l'l' l' t'Pfalra. Nrlla no11c ha avuto dl'lirio, cdulalgia. vomili verdastri, yollo acceso, lin gua :>porca, drholt•zr.n estrema, urinr roucentrale, nrenti nel loro pa:;,;a~)!io. \l allinn

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CONTI\IIJL'ZIO~E .\t,LO STUDIO DELLE I'IJlliSSIE

Ctll\1: Si comlmllonu i 'utuiti ùelprimu gioruo t·uultmoneo laudanizzatc, iniezioni ipoùcnuic!Je nei Ire primi f!iorni, c poi chinino per' ia iulcnw. CJu c~t a con poclll' Yarianti fu quasi ,empn: la )>loria di lulle le febbri rcmillenli 11sscn alt!. Ual cuufruutv ùci lruciati let mometrici ri,;ulla che la l'rincqtalc c;ll'allerisltca di 'lu c~tl' fellhri ,;i è tli pn'.:clltarc flU,t,i .,crupt·c J'acrue iJt un penoùo giornaliero •·he tl'ordiuariu i· cnmprc:-o fra le lO ant. e :J-i pum.; In n·m i ~:.io m• com iue ia m~ l JHHneri(.fi.!iu u alla :.era per co tttinlltli'C lino :d di li1 drlla Jlli'Z!.llllOllc; alla 1isila Ù•·l wallino si nol<l !{iii 1111 nd;w dt•lla tcmpt:ratura, dH: p11Ì. CIIIJte "i i: dcii t~, ra;,!giuu;:cra il suu lllassiltlu '' mczzodi o i u qu<:ltorno. Il cltiniuo. o :.pl'cinlmcult· le tniezioni ipodcnnichc quando no tt lrottNIIto la rnalatlitl - po.,:;ono talvolta lllotli licart', lllil t] i fiOCO ( ran:ttliO ritardare l'aclile) (j U C~lct rc)4o ial'O andamc111o drlla h'nlperalum giornali era, che colpi:;eo a prima vi,;La l' usservatot·c . L\d10rtin• tlcl procc:>iin febbrile ver:-.u il quarto gioruo u bw.:llè priwa. os:-;cn alo nelle feLI11·i rcmitLCHLi, cltu puro il\'0\':tllo rowincwlo yu u :ti Le Lemperalut·l: (:3fl0 • 10°, w •:i), ci parve iu molti c<hi efl't ·llo ùellr• iuiez.ioni clll' il medico di hot·do JII'U itt'a\.1 prima di mnndarcrinfermo allo :-.pedale. Continuaudo iu fJUe)>ta cura cuer~ica uell'infermcria, :.i oltl'ne' u per lo piu che la lclllJ•Ct'alura no11 ::..tli"se al di là della cifra in ,·ni era atTi\ ala la t•cmi:.sionc ucl prilllo giuruu di mablli.t 1 :1~.,:;-:~!l''ì. L'al'n·e=-~ia, come si disse, i oLLcuon1 soYcnti aJ quartu ;;tiJrno; JH.l il matc~:<cre cl1c jJ t:l'~t:- le\ a per qualch1· giornu l'i di''''' .1 d te il tnia~tna non cm inl•·t·amente debollnLu ccl indit:a\ 11 di 11et· ~~ · la tm:sct iziuue cltl chinino, il quale vcnhot ;tnltltilli ~ lrat u j!Ìo malmcn tc i11 tlue o Lrc· do.,i di 20 centigrammi 011o a romplelo ri:-;tal,ilitlltnlo . Xel nostro pae:-c r i :H' t'ade ~oH·ut i tli :h:-i=-1 ere alla graduale ~puutan ca <'~ liuzi u J H' dt•ll'iul'ezionc malanca. c~tinziunc cc·rla-


I'J Ù COMUNl A MASSA L:A

meu le doYnla soltanto alle migliorate condizioni dell'n m hieute. a l nutrimento fiiÙ atlatlo, al ri po~o e alle cm·e ospedalierc . .-\.:;~ai piil farilmcnlt· nei d imi caldi an· iene di \'CÙere guarirt' ~en t.a tempia spe•· ili ca la fchiJre I'Cmillentc, 'luando non :>ia !.!l'a\ c. c l'iufennn non "i sia strapazzato ai primi :ointomi della lSUU malattia. l;• 'lll·lle non i• d1c 1.1 manifc . . tazionc ùel (ll'incipio di una iufezinnt' pii.t o meuu lr~!.!ern . Pulrri a IJIII~slu pt·ùpusito I'I(IOI'Larc alcuno ossen azioui di febt.l'i aù andamento ht:lll!.!llu in ,·ui a tilulu 1li e,pct·imeolo non :-i usò altra ll•rapia ,·h e il hi,'arlmnato d i sud n, ma pn~ ft>ri:ot·o cilarc. insiemcaclalruni altri, lllll't~:-oo riferito dnll o stesso fì mll per di nwstrarr che tutlu il moud11 i• pae:-c 1' r ho. unrhe itl locali liLnolol·iamcnlc infes lut. o tht mnlari n, il chinino - di cui non l'i pu ò discut OI'C l'nl.ilitiL - 110 11 c'o sempre iudi>.pr n:;a iJile j)OI'Vi 11 e0r0 C) UCS lC e:-;tr i ll SOI)il ZÌOII i fOJih i'Ì) i doll'agcntCmulal'i CO· Si t1·aL1a di un arubn ell e si rilinlò a ~soltJla men tc di proHUlll'e i chinacoi sollo qu ;ll:-: i a~i forma. « .\l akloltf, tirato re aiJ!erino, en tralo il lU ;tJ!O~ICJ ] H.•rfei,!Jre cc •·cmlllenle palustn·. dopo fJlJallro llil'~i di Tflnkinu; fl'l,hre •• ardt:nle. )'elle ~ecr:.a. un po' eli stupore. iml,arazzo ;w:;tr·ic·o l< OlllllU at'!'CIII U:ItO. mi lt.a aJc}tt:JiltO ÌII).!I'UUÙÌl:t. fegalll :-.\' ÌJup1< palo; l t ~et-a ùcll't•ntn.tta lla'J!iraziunc profn.-:a. (j ne•to ~tat6 0 << ,.j mant1t•1w fino alla lìne del i t-dorno: a parlirf' da IJIH::;la l< ùala attenuaziun .. pt'Orit'C:<..,i\·a di cJUe$li fenomeni. ~:ntra to •c con' a!l·~ct>nt.a al ~eu imo ).!ionto. Il \hl.lfliJ

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Si po~sono I'Ìa\ \ ic·inarf' a quelle cla noi espo.slt• le se~urnLi due os.;enazioni clr•llo :-tl':-~o antorc ( 1). « Baln:; . . . . . . hrignùiere d' arti:.dieria, al Tonchino -< da :3 me' i; ma lesse re dn ci re· a ollo giorni, ila }li'J'u co nLi« nuato il :;en·izio. l'elle c•alùa, refalea continua rhe durn tla «cinque o ~t' l ~Ìill' lli ; insonnia, stauchl'zza e,;l.remn, un po'di « slupurc. imbnra'l.zo l!aslrico pronunciato; qualche Yornito « bi liMo nei giorni procedenti. Qneslo slalo si mani iene nn « cora per Lro gio rui inl eri . Ne11·0 giorno ùi o:>peclalc remis« sione nssni marra la. ma persiste il mnle,;~ere, ecr .. anrlìe « con la lemperalum uot·male. ron valt'sccnzn prolunf!a ln ». ll.l(l•

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Cura: una pozionr d'ipecnqun un. chinino in soluzi one acida lo(ram . t,:>o -ommini:->Lralo di sera; il cltinin11 rn continufllo in do.;e minore dopo In f':-tclula dellu fehllre nno nl :.!iorno in cui il malato ria1·qui~lù l'intrgrilil delle sue fnrzc. Il Chi '"''"'' (.1 \'Wht'lll •li f.•r•• nllt·ro .. n r.tlfrunli I'•HISUili la tiiNIH>ria uri-

gmalr• tlo· l c;r-.tll •·•>rllf •:•r'a lll·tt lt .lr·clr. rlr 1/f'(t. ,\',• v.. agl•~lo 1880.


11.3i)

PIÙ COllU~l A llA SS.\ UA

« \'nsseur, ·oldalo, ammesso all'ospedale il 2 1 )!iugno. < Quallro me·i di Tonchi no. Dalla vigilia feiJhre intensa con-

tinua, prostrazione c al•hallimcntn, ::.lato _,.ubtifoiùe. re:-JH·~ l'azioni' fn~•111ente an::iosa; milza e fe)!ato poco '\'iluppnti; " non malattie anteriori; stato !!eneralc eccellente: un p11' òi ~~ albumina nelle urine; il c·hinino non i· -lato amministralo l( ··he al quinto ;dorno di cura: in principio lrallamento coi « purgati\'i, la mulattia rsH•mlo ..:.Lata con"itlerata come una l\

'' fehhre di mal ica ». liM~

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" terttlllll•nli; é .;tulo t·impalriato 1•erclti· il JJ:-tabilimento ;;i i< rompirn in modo incompleto)), Collie :-i vede da queste c dn altre o::,en nzioni raccolte al Tomhino e chr noi abbiamo riportate. sia pei sintomi, sia per il dernrso. ~i;t per il tracciato termometri co, nppore e' idente l'Ile :;i tralln di fehl>ri della :-;Le~~u natura ùi quelle ossen'n le in Mn:-saun. Anche lil il lrntlamen lo specifi co cl ell'infezionC'


l .f-36

CONTRIDUZIO:'<!R \LLO STUDIO DKLLe Pll\ESSI.E

malarit·a forma la ba.se della cum. direua a combattere il moruo e a prC\I'nirnc le reciùirr. Resta n dire qualche ro::n ddla cnra sintomatulogica. "Noi non a'emmo mai orca:>iune di o::servare i fenomeni di ip<' r·p ircssia s<'gnulali lo ~~.corso anuo per lo più nelle forme perpirioso e tl'P~ito inf;~u~to. In •Jlli"sli ,·a~i. ollrt- alla cura s pec~lìl'n cd ai mezzi fisi ci t1i rel'rigernmcuto. paro indicalis· ;;ima l'antipit·inn ammini,;[l'nla n lnrgltc dosi (:>-(ì !.!rnmmi e piu. in dnr o Ire nre,. Troro infntli molto commendato il Sll t) r t~o in urt nrticolell(l {lei l .tlllCI'l da un mecliro, d1e st' ne sct•i in un o:-:pednle di Romba) nella eura delle l'ehhri mnlitf'if'lte ~ pecinlmen t.o ùi lipo remillentc. Egli niTerm.t l'Ile in ci nque tni'si non troTe un "olo cnso ribelle altrallnmcnto tlell'anltpirinn ~cguila tlal chinino, eccollnnlo podti individui in cui cnw ri J.!l'a\ i ,·omplicazioni visrl'rali, Cllme.nsce.:.-i al fenato o Li~i (l \. ~oi u~ammo parecchie 'olte l'anlil'irina a~:'oriula al chinino in cnsi di temperature nlenllP. ma non ~pin).!<'IUrnn mai l;~ tloM' al Ili )(l di 1 gntmrni. sia pe1·clu'· In ~lato tll'i nu.-td nmmalati non fu cJLWsi mai <tllal'mn nte. sia porèhc\ i fe nomrni di ~a:-triri.;rno l'i fare\ anu prefcrir·r le> fot'li dosi cl i chinino chi' si polo,-a nmmini~tr:trP c·on Y.mtaggio pc'l' via ipot!ermic:r. Tuttavia mi pare razionale l'n;;n dell'antipiriua in forli do.-i c l'ipetutc n hreri int<'t-ralli rli tempo n<'l pl'riodo a:;c:ensionale rlrlla l'el•hre (mattino) t' nell'acmt• del paro.;:,ismo: mentre i ehinarci per via inlf'rrw o ipodermira trnrr.no la piir ulilr appl icazione nel periodo di tleft•t'VC':>crnza (sera) (':.?). (l l'vTTEII -

A llfÌ/I!Jrl•l Ì11 /lt'l.•llCÌQII~ ft•rm.• 11{ 11111/'II'ÌIII (tl'fl'$. !LIIIIC~I,

IO llpril, 18811. (':!) l.';tnliptrhUI pari' htfulli l'lt(l t•rrrtarl Il t••n·,•tut ;lll';tllonc• ll'rut"'Utica dt•l cluuiuo: e.·rlo Il •uo 1' l•·t • :tpJ•:trl m••ra1· JIJ,.,.., in un r:~;;o cur:tto ultimanwule ll•'ll'o,lll•l,lle •lip~rtlm••nlnl,• •h ~ t[lOh 1'r:ttta1.1~1 •h un ufOriale che 111 r ln 11rìma \'Oiln ;, Hlra ~" "' r;1tto 1'1 11 rc•z touo • malnrlr:t a \l a~snua, •lO l't• fl\'('a ~o/-


PIL CO \f U~r A MASSAUi\

14:n

I nll"lri ammalati tormentati da cefalea insopportabile trovarono sempre grande sollievo nella YC'scica di guiaccio: ,, questo un prezioso ausiliario del medico nei paesi caldi e si f<t perdonare la sua rt~mplicilà nella produzione dei catarri gastt•ici (l}. r fenomeni di ~aslrici.-mo e sprcialmenle i romiti si com· hallerano con J,c, ande laudanizzate: la pmslrazione degli ammalati ci feco lralascinre l'iu ùicazioM pure razionale ùel l'ipecnquana, con la qualt> dopo alcuni' umili bilio::;i si olliene pure unrt comple ta quiete dello ~tomat.:o. In alcuni ('asi ci ~cr­ ' immo 1'0n snccC~!'O di una ,.,oluzion~ all' l "/oo di cocni ua, amministtata a ··ncdliaitH o;mi mezz'ora: ma l'nllo prezw rli quei'la ùrot!a e In poca <Juantilit di~pouil•ile dalln l'armar ia ùi bordo. ci indussl'ro ad impiegarla di preferenza nelle ~astrnlgie che IJIHISi :;empre accompag-navatto i ra tnrri gasLri ci. Ln ~liticuezza non richiedeva rhe le~geri purganti r noi dn"nmo In prererrnzn nll'iofu:>o tli rabarbaro o di ·ena. Per la diarrea d'ordinario bn"taYano i più comuni n~trin ­ J.:enti, ~oloinqualclle cn~n si do\ellt' ri•·onereall'enlerocli~ma all'at:idu lnnnit:o . Le limonec gldnccia lt' preso a piNoli ;-;orsi cn lmavn no la Certo rh (ciJIJre rentit l~'nk t' poi rli rt'hhri lnlP.rnultt•nlt. per cui tlo1ettr• rimpalnare. Tro\'arulosi t'l!h 111 Gr .,.,,. rlurnntr· l'ulluua tlitn••,trazi.,lll' oa,al , <'llntJl!IT''Cro di nuovn lt• (t•l!l,rl irtlt·llnittenli a tipo qnulldtano. <"d mutilm••fote eu· rn lo a i>Orr lo per j\i11 •li clue nH'<i, fll ~~~~ rt'. il i'l nllo ~l ''''l;ilc dipat·tinwnl(tltl. Qui Il chinino ~~ mostrò hnpolt·nl<' llnche non ~l rkorS<' Jo ll'antipirinn. cou la •Juale ct·~·~•Tr1nO ;:li nrtr~~l rlnpo '''" tt lrf• ginml. (t) Si:t tlclto rli pa,<a)!~:io, tuili i catarri ;.lastrici o·on o sonza rca1.louo ft•h-

hrlle norali sulla Grrl'ill••lrli, •luo11nte il min 'l'l'I IZI •> tll'ila setiouc di n1cdicina occorst>ru in nlficial., r•l '" qun<o tolti 13 m:tlattia •·m <!:t atlrib11ir~ o :ul un lollannu :~hmrntaro• oli lu-su, 11 nll'aiJu•o d• l••·• anol•• ~kooliche o troppo ghlarrlato. Quei sigmm 11011 a•'CI'IIIIo ><1J•uto cnpal'il:u,, clw ne• climi caldi ogni abuso rtP;c(· proutanl~ul•• ucwilu ,. rlu• 11 solo lu<SI'I igil'llic·anwnte po~il>ile a ~IM-nua ,. il ltaano <l'ac<Jua ololct• lld Il rinno1·amento •Jnothlinno del YOSlito d• hur11to.


1IJ 3r'

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CO~TRIB UZIONE AI,LO STUDIO DEL LE l' LRESSlE

sete <H'denle dei feb bricita nti, i quali non domandunno altro eire di IJere. ~el più forte delln febbre. l'ammalalo st:wa a dieln e si acconlentara di brodi consumali. ai qunii si nJ.(giun~era n o Ire o qua ttro ovn n !,ere di mict·o~copi ca rlinwnsione, quali solo rrovansi a )J us:;nun; appena si olleneva In riduzione dell :1 lempernlnrn a :18°, :-Hl":; si dar~ uncl1e rJnnlche po' rli c;Q rn e nccompagnn la da vi11 generoso. Nell:1 c on,·ale~ce uza . in c;rÌi si dnYn la mezzo razione ('0 11 qualrlle aggiun ta . ::li ama r·i (e li ~ir di clr ina, cct .), ainta\nno lo :>tornaco disponendolo meglio alla funzione dil[eSLi\a. Quanto nlln rerapia spet·itìt·a cs~a de-rr nece:::sariamentr fondarsi ::ulla 1iagno,;i,la quale pur es,;~ndo Lal\'olla incerra, non rie~cr r11olto difficile ~e, ron nn e'ama accnr-.11odei sintomi, si ccrt'!l d i atTi\'n r·e allo ~co po p mr.ec'lorllln per eli minazioHe deli L: poche malnllic co n c ui~~ p os~ iltil t' tli fil r co nfn ~io n o A pre:·H'. in der c rla qttel com plesso sim t11W neo di fenomeni eire abbimo d e~cr i t t o e ell e ~ i prescnln in modo 11niform t• e · r·arn lLei'Ì~I i t·o nt'lirt nw!;tiqr parte dC'i t'eh lor·ìcitnnti, le alll' lenrperature osserrnlt• neiJ'csordirP tlt:>lla ma lattia (secondo \Y nnclcrlicll, rJnanrlo in 1111 ammalaLo ~i Lrora rwl ]'rimo ~iomo una lcmp~>ralura, di i-W, ~i puu altltiiiHlonare l'idea di fel1brr tifoidea), la lingua umirla, l'a:>senz;~ di dolora!J ilì t:'1 ncll<1 fo~sa il eocrcnle e della dinl'l'ra. In ft!hlm1 tlre rJ on pt·t,grecl isttl i11 scnln ascendt? nte, l e re m i~sio 1ri por lo più vespcrlin e, l'effl car in del eltinino, la tolleranza di alitnenli solidi, In m:1ncanzn (l i t·iù r lr e si r.lt iama ~liltn tifoideo, la [;te ile recidi \'il. In brrre durala . :'ono tutti segni r-l~t• hastano '' distinguere qup:;Le rehbri dal tifo acitlomin::de, ::uwhr qua11do essi non si JlOS~ano lulli insiewe riscoutrarr nello .~le$:;0 ammalali). TI llllllMC splenico elle è tostante nE'i rnsi di rcridive o di f«>hl•ri clrr art•ivnno ad ollrcpus;:;n re il :;elleno ri11 (si.·rume esiste quasi sempr.-

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un po' di metror·rsmo do' ulo alla slrliehe;mt, è diffìrile deLt·rminarc e~allamcllle i limiti della milim). la dolentia th·ll'cpigastrio e dt:lll'ipo~·outlrio destro dcuotanle ingorgo o tumcfa~iotu• epatica. c più di o}rui altra rfHi\ il punto culmirwute della .·una lermira ginmalicra drc \'Ìeu rag~iunlo intorno n mezwdt. bastano a diiTerrn:t.iare lr ft•hlrri r·emillenti malariclre dallo altre pires::ic. r dalll' inrìammazioni a clt·rnt'MJ fcul• rilc. Infatti st· :.i ••~;ccllua la tubr·rculo:;i e la :>eiLicoemiu che pu.,,onn pre-euture dtlllr rt:Htit"'ioni vt>spertinè. ll!'llc altn• mnbltit' frlrhrili (• appnnlo udh ""n' ehe si tro\a 1'11:;t; nlèllll'lllc il llHh,..iliiU lcrrni•·o: l•a ... lt•r.t tlfm,Jue per anlltWill'n' l'infezi!tnc tn.tlarit-a dii' ut>l ll•·rnt '" di una fl'ldtn• si abbiano il ri,,·outrarC' per qnnldn· .ri•n·nu l•· tem~eralure llliIIÌIIH' ;d mnt,linu c alla se ra e le ma . . ~i nw nlllll'I'Ì)!gio o in qttt·l 10 1'11 \).

Cionondimeno noll lllLlll!'.ano i rasi Ìlt t'il t ,..j rimane Jtt• l dulthio e 111111 ,..i ,;~ d11• parlilu prcmlen·; t· ,·o-,I sara ed an·adrit tli Jli'Piltlt'l'•' do•i !!l'<llldli a set:t.:o liuellt'· 11011 ,·en~a pr11pn-tu rOllii' Jll'l' l.t tuht·n·olu,.j un m~totJ,, st'fiiJ'Ii•'e. facile e ;,II'Ut'u JH!I l'ft'IIIIO~n·re il llllt' l'lll':.!a tii ... IIHt Ùo·l l. t malaria. Tl La \ 't> l'ali alfcmwlwu,-i cou ulirup ira ~•curczza. rhe l:1 rlia;.!llo.si di cH.!Ill tn:lltil't•:'tazi"nl' malarica ~i ùe'r fout!an•p•·incipallllelllt' ~ulla pre~cnza nl'l -an~ne de)!li l'lemr111i JHII'ih!\ilari cla lui tro,alt f' tJe,.çrilli in uum eru~e mrnwric c O!'l trallato ùi patolo;Ii:t dinic·a :'l'I'Ìito in ruilahonti'.iotH' ''nl Tc•i,.,it•r. \l a tali rirt•n·h(• difiìrili c minn1.iu;;e ,;j iJI'I'stano a tn11Li nrori. rlte i hallrriolotti nnn ,-i ~n no ancura ac·wt·tlati ·'lilla ' Pr;t nattu·a c·tl 1''sonz:' tlel para:-:-.ila. cd :111rMa -i dtsc'UII' ,.e ùe,,-o ahhi<l una forma o pimlu,.tu uJùtlln. se :;i tlt•blt.t i,,,., h ere al rej!OO atll· mnlc o .11 'el-(elalt•. Stando l'O'-i l•> rthc, quantunque la clinica non tw:-,;a an~;ora 'alcr::.i wn :.ieurcr.za rlel reperto micro:-.copi co, ~nroh h e nlilc cho nei paesi tropic;uli si illlraprenùe.:...,cro


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CO"\'rl\IBUZTONE ALLO STUDIO DELLE PIR&SSIE

ricerche di quosto genere. PÙ io m':m).{Uro rhe qunlcuno dei medici di stazione a M n:o..~nun. prnt iCt1 di qnosti stnd i. voglia uedicnt·si a :\ifTnlle investigazioni. le qun li prr le fohhri remi t Lenii formernhbero unn vr.rn noviLit sc ientinca (1). (!) :-inu ... ,r.. II•L-11110 Ull ruor !I'Upt•r:t ,, ri:t,,llmf'rc •(Ili hr••ll'nli'IIIP ho ,l<t(•1 nttualu •li t.olf• lflh''litJOI'. È D"lt• rh•• 'Rh•h;; t• Tommasi-Cnulo•ll rorono i primi ,, l·lllntro• rl!?tlfn~ rieercb•• ,nf llli:l•m:t m!ll:trio·o. E«l •l• ,,·ri~'Pf<J nu mierorj::llli•lllu :.prt:trtrncnt.• n l !:(flll.'r" llo11'ill11•, rhfi l rovn::i 111'1111 rt•~:lonì m~IAril'l ll' In (•J I' IIHI t! l u ll tnOrose spore ;;cnuwN\11. Il /Jnciltn< mrllilrltt!' ~i ~vìhqo(la •lt•ntro li rt•r(IO o nri Jlttuitlì !li collnr.t hl lmwhi tllauwnti tlapttrhun untOIC••nri, m~ rho• ("'i ,f •r~mo•nt.'\no tra~vorsnln o l'rtl•• <~l'' l" ist:mtlu t'1J<1 •l••llt> dlvisi1111l nrtirnlnlu, l11 t·ul "' svilll(lflnnl1 nuow <Jtflto•. f.r• lnlt17Ìmli oli li•(llioli. llfll\l'flil'nli llirrll:tm•'lllo• d.tlftnrri'IHI malarico ' •h h•(lllola •li eullnr~ ('ft) Ili· ··rn f.-l•lori :\ li(~l I"'No>thr•t t lumou c;;p)t'JW••f.

r..a,,•rnn. 'lll•lhudo Il' aiiM:v.iorli •lt•l <:uwu•• ca~:innal•• olnll'lrnnahtth<m<>. •copri •• d·•••·ri•·~ rl.-1 CllrfliCciuoll ,ferir• r scmilonari ronl,.ntnll :tranulì pigmenlall mohilll~l ~Itri nJutrili •li lll.un•nti muhlli; ••~-:11 crOtletlcl ~l trnllnss~ tli 1111 H.ll illl:t ltl t' llll l'il•n tl:lfl tii'ÌIIIll 111\lltl ~ I n [Il tll 111\'f!'II'IOJOI':tZIOII(I '' tli lolf'idLillamentu t• t'hl' n11llu ~~~~~.. l" rr.•tl•• •fil·l••ru• lil11•r" iu rorm:t di lll.lmMll mo>hili • .\lcuni oli tprl',tl c· .. rftio-l'inuli nd•ln":tll <tllll ò'ul:lliP !!h f•••·ero r••·n~.rr(l rhP Il loro ufficio fu"'' !li tl"trng<,:••m 1111e,ti r•lt•fltllllli tl••l <an~u" ~arclunfav•t p r.•lh ·i:<tilllirnn·· ''""' nrt·rl'lt•• • !'11111' nflcr:ltlnni etei :((obnli ro;;s.i ciP l ':lll;tnr ncll'infez.ioohP m:• l trrr:J ,. 'lili:t .:ome·• •h•Ila Dlo•hucmin • Serondo Cflll••lt nn11111 1(( ;;o,l:t,za ''"'"'an lo 11,•11•· •'111(tt.u• ""l~c tini ros>o :ti nero, I'SSPDUIJ runl'••rtiiJt 111 futa sn-t:umr •l•· l tn m••lòtllina. mrnln• l'iulrrno 1lni glohulo t'· t••mh•mt•nrnrw:tmi'nk 111\'a.<n tla nnn •c"lan7a inll11n. O'"•·nando poi che f1UP.SLa >0:-t.:nlz:t lul1 11 a JlùS~rflela 1111 t't·rl• • 1-(l'.t tlo •Il tn ol llli La. w• lnferirOJw che es~o rns<ll 1111 Pnl'll>~itn. a l 'fll:rlu '""~ ' '"""'" la •li<lr117.l'ltll' rh•l I!IOhuli tll'l .;.~nc,'lll'. • IO ehlamnruuu Plt~smorllltlll mnh,-,, . IJUt'-'l" r•nra.-ll:t. r. rn:\110 n manu rhr tu,tr "'""'''· "' arncciH<"r oli pl~ttll'lllo ,. ùiminui'f'f' la 'w' rulttrattililil n rnc.lltllll' •· t11si h:mnu nrh:llu• l r'"' olo·lti rtfl'tli pi!J"'' compo<li 1!i S(bi3Jit.a Ialina f•cl Ot'CUj•~llti hlll.t n 1(11~•1 liiLL'I I'Pil1~tia 111 t'UÌ :tfhrr<-:1110. SieeOJnP •lnfl<l l.t oii,Jr07:inuo• l11l:tl11 •h•ll'•'rll:tt.r.r l:t <t<slm17.òl l;~lln:~ ~i tlr1 l• l~ lo piccoli o;orpi•·•·itrllli. f.!li aulMi avan7.1ll'ltllol l'ipiiiP~i cl11• •tllrSitt ~P!!Ill Cnlazi,)lll' rapprl'<l•nta.;<c la ~··ncrazinnr •li 111111\l ;off'I•Wrrti par:t-<•ilari. (V. \IAncnt IrA l'A ,. C:EJ.I.o - AtwrJ•' l'itrrrltr ·"'Il" W{•'- iullr mullll'il'"· - A•·rhlllifl fiCl'lr .-ri,•u:.e med'irht', vol. IX, rn<r. 111 . t885). f.ol!!i ~tucli:mdu •l·•i mahrirl (rn11 l••hhri 'l'••rialltWttl•· ttnarl.utr) cunf••rmu '"' aulpliu li• os<rrvarioni tla .\lan•lnol.ll a ,. C:~<llì; Ctlll'iLito UJI r~!!Ol:trt• l'ido ili ~\'ihlfljlll liri plasnruoll; tluno~tru rnel!li·• rh" l rnrpipi(lmmlnf( (Ctii'/IS lil~liques .Y. 1 nn •Pitiri•l"'•· rli l..avcrnn) tl•··•·ntti •l~i suro'italì nutori, ri<fH•llo :ti f'l•l'modi (lf()(lriamcnt•• •INti, non r.t(l(•rr··••nt:tfl'• "'"' llll:l f•1rma piu :IV:olt/;t\.'\ Cl I'Crfo'ltil; r lw i r·orpi ~rmll n11nri u l.'ltol J<J<I od rJvn li :1 bD~I<IIICi ll n (Wl' M f;i.~lfque.~

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l i-4 l

Plt' CO IIU~I A )1.\SSAU.\

\'TT.

fi'elibri 1·emittmli gravi. - ~ ci paesi in cui l'egna no le febbri remill(}nti rwv icne sovente che il malato sOcetJmho in pochi gior·ui; l'i!JOrl«.!l'mia, il ùelirio o il coma formano hr :c:cPnn finale N. 2 ou tll •rui~~lllll, •li r.av••raJII "''" ,ouo rhr corpi pignwu1n111 •tua li hanno tlistrullo l"clll~7l.o 111 ~ui allo~tdal'atlll ,. ,f lr<tiiUlO lihPri uo•ltola 111.1 <:mgui!mO. \ rcntln fHII 11·r•Ur·•tu chP ::h ICC''"'I -onu h•;?ati ·~l pruco•.;woli ,l,:m<'nl:tziono "'~;.:u:olafr, 1ln \1 1rd1mfava r Cnlh, dierl•' 1111 l:tl<Jrt olo tlr•·i~a ·offl'l tnn7.iono• ail'Jpoi"Si cl on i o\Hrl •it·•·iuoli llf:rmln~i 1l11 lllt s••f.l"mr.ulat.inuo rntJf ll"oiSCII Uno ùelltl JlUL)\"fl ;.:f•l)llrii.Zf(llll <li e lo·tnf'llll t•ara~~llarl. Ln l•:orll' l'ili illlltr~ss·ltllll <lc~ll St\Hii tl1 (;IJf!lÌ ,j !11 of',lll'r I"<H13lat;l[ll <'ho• lP oflwr:;P fOrJJII' Ili lfllCSli •to•U)('IIli para~ <il:.r1 rnrri-porulono arl altrt'tlnnll 'l.uh •l••l p.:rlodu "lltt rl'tli•'·• •· ti•• li' acce.Ho il•ltlml<' (•lunrt:uw). SI d:. f~tllc·r pre<11re o•ou r••rt~'ZZa l'c>J·a e Il giorno dell' ao··~,,o ft•hhrihl tc: .. u., - Stllltt 111{r:i""'' mu/m·ìru. l.f<lt"ra al pro!t••sori Narrhl of,lla •' C:t:lhl - IArrJ.ì ••w Jlfr lt• ll"lftJ:•• mPdvT•r. 1111. X. ;t., 4, iSSG). L llimam••nt•• 11 prof. 5rlti:tl 117.li 1•rc-~utu rtll" \ t•r:ult•nlla •Id Lenee1 de1 preparati rnkrn~··otti•·l Lrntu rla C11llmn 111 IJarilll t'l" ' Ln •vnn"' 111•lla :1Lmosf11rn malarica di l'uln ; 't'uuuna ~l-t :rud,. fi ltour.l to"t Il rlC• JIIMCa lll OI' ftt iO;!i<'lllnout" irlonlici nl suo Uucilllt$ m"luriae. c ri':IHl'o eh•· ,11111 rou la J•alu i•J:.;irt ~~·~rltnt•nt:dt•. cioè dal!la ofTl'ltl ~u;.rll .1uullàli. ~i fiO-o;.'\ ftrtll".trn l"itlt!nlilu tli t:•Si crJI lt.ldllu >~<>­ pertu •la Kh•h~ 1• fumma.<l-Crud ·li !.•1 ~'''"" auturo• 'flÌ~..!a l•• alt~>r~7iOni riscoulr:tlJ• da La1·crrtll. i\larchla!al:t rr C.•llt c· t: lll<:i lll'i J,!luhnll romn una <IC!!Pil~razir)lll' tlo·f lvroo ftTOiolft(,!>Ul:l l'l 11011 I'OIDe ,_tlhll•l'<l di 1111 }l:ll'a..;sita 3UÌ• mal• I'Pr ciTI·ttu •f,.tr•·rcl :vifllh' •li lt•llfJ"·r~!nrn. t·<: h tltro•. llf'rul•ll•l•-m:t d ello emn7.tr ~· tdiN":t o•tl nrtfu ist'l una rn"~!!lroro• u minorr lll•>tlht:t f>o'r rui i •nllodnti aut.orl li!UIIlH crcdu l.o ~i lwllasiC di 1111 ltli c·•·orgm •is mu tttllut:JI!•. 1.11 <c~menta· ziu11e dt•-;nitta eia Cìol~i , ; 1111u "Ll•'IH'rt' lraWtnt.lo I<J ~wazlu 111 l :tt·i u10dl, JJt•r

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IJ"''riiPÌf, t"ttfl ~uluzihliÌ s:llirw. ='t"O:'UIItt Uoor~ ha yj;;;t,, lt" $:r:\lltt)i\i'liUii COfl\f'r·

liNI ' tn:llln a mano in p,,rn,·ili. 111 11 pla,wutliu, • ~1.11<> Uunrn tro>lnto nell'arta •· rwl >llnlu !l~IIP hw.•ltl:• •h mal:.rta. l.'impo:<sihihl:• cl••lltt natnrn :mitualo drl )'3r:t~•tla <nrt•lolr<• {lr•tl:ti:l 1'/Ìntuliu tl:tiiU pmi•Tit'l:t iller•·trlo• :11 f••rmeutn m:tlarl~to rli rtlll3UI'r <l'J•Oiln po•r "'i'llh 't"li/ t peroh•ro• llt'•'llll:t tlo•flo• <li•' proJ•rH'~l ftt:•rur•·a,,.,,,, c..·o!tl,_. a\"'"TÌI'IIt' ttnandu t•··r :","'a,\i o aUr•• :-o1 tlhlUrtUIO tl..-i ::;uoli rim:t<lt l11urtl Ili' l' motto lt•llllllt. (,!cH'~ la llrl•jtrirt.u ;t<·r'lllllll\1iv:~, l'lto si couse rva cosl '' lll ll t(O 111·1 l't't( Il O " "!!lllrtll• (.:omn In •llnH"I r;, i l J: t':tll•l d!tllrl J,(Jl11he e~izlA), non ~i u«••na ull"all•• nel r~~llt• :tn1ttttl••. - tT•>'III "1-I,;IIIIIF.I.t- llncilltl t.·oçalo ,..,,.,,,..,,$fo·•··t ,,alurlr" Jll"~·"" Jlu/11 - A/h tl••ll".l··c-.tltlrllll tlri Li11cti,

ar•rll•• tlìSG). Ch~rrlw "'' '1~. •i tratti <1'111111 -;cluunnlr•·lo u t! i nn 1•rollsta .ltnr>hoirh•, non ti meu Vtro rho•, "'•"IJIHJO \3h nli i~1.,JOlrl, •l \t•riJiCa!lo nt•llr• r••llhfllll:thl ridtCCCflO al~r:111•111i r truliPnstwhP dtol ...uJI!lll', dtc r.•·s;;:trtO ron ltt <rompnrir(' deU'infPzionl"l: •• per 11 mr•thro w:lli•·u ,. l•~r il diuit'll •IU•·,to t•uu gia ,.~~~r<' un buon e lt!lnt'Jt[rJ >li CII I II11Jd UI"e la rlltt1!110SI.

01


j ~ 12

t.:O.'lTl\IIJUZlONE AL I. O STUD IO UELT.I>: l'lltl!SSII':

clt>lla rapida malattia. In questi c:a•i CJrdinanamcnte Il print~ipio tll'l lla malattia 11011 fa prcsagirr 1111 esi lo l'uneslu. le prime trmpcralttrP nun son :.empro eJc,alt•. ed anzi puù ancnire che si nbltia n nutare un penodo di dl'fervc:-.rf'uza pitt o meno prolttll!..ato : ma tJUt?<la nnn è dte la t•allll'..l fom·ra di tumpe:;ta; la ripresa dei lèuomeui fchhril i si t'Nlàe srtltilo ull:u·mnnto, la temperatura ha !)olo tJIIalrhe :lt'!'t!llllo tlr reJui ...,.ronc. il lracci.lln termiw ;!i•Hnaliern alltirhr uua cnrva, i• qu a~ i una li11ca relln 1111 una linea a;;!'t'lltlc•nte : l'adinamia •·strema, la pn• . . cnza eli .dhurniu.t !WIIt~ urint', la :<rcrheua ddla lin· gua , la pro~Lrar.wne Ìlllt'ill•llwtle, lal\'olla il delirio. <:ono •iotomi fttn('~ti: J'iufl'rmu puu !"oec:omhf't'e i11 questo !'>Ialo ma )H'l' lo piit nel pt>riodu finaiP .;i staJ,iliscc uno "lato romnlosu in t'ILi ha IUOJ.:II !1 morle. L'auno :.t.:ur:.o si clthcro a lamentare akuui cn~i lli ' l" ''~Lt' fell[lf'i che por sli'H(tUZt:i, o per l'età o per la t't~-oliluzir.ne Ùt•di indh iùni t·ulpili, 'ul,.eroa ll'l'le lini'. SifTaLJc fehh1·i ad esi lo lclalc per la loro ~n" e fruom euologia fur·ono qualificalt' l'o) uume di tH'I'I'S-"Ì tli fi·/Jim· p,.mit·io.~a . Que,ta 1\l'numin•tziunr lli1Ù ,.,...,l'rr nmwe,sa nel ,.en.:;o abilun iP clrll<l p:1f'Ciil1lll't' w i di1:e,;i Jll'!'lti1·iuNrt qualsia~i fchhre t·he lH'r l.r "na allf>zza. allt>:-.n la ~ r'"'' •·omlnr~liuoe lll')!tlnic:l, proclucl' nna parnlisi tlel ,;i,.IP!IIa ut•t'\'oso. )l a 'Cl'ondo il :!ins\o <'Ullt'ello della fi·/Jlm· 111alaricfl pt.mrit' Ì0811, jlllt'l &Oi tlll\ Cl'P IIII P:;Io fl nl lll' •Jl!Pil'a•···•·o;<u l'hl' pet· lllll{l In sua llnnta si a•·,•r,lll}l:t;!lla atlrm di,urùinc funzionali! e matorialo lh un nrg11no iJLtli:;pcnsal1 il t' al nlaltLenimolllO t1ell n ,·ita, in t]ll:llllo l'infrziolll' ,;emhra ··nnrentrar,i su quest'organo e:-.,.enzialc. Ora. noi casi ,· he fWI' Jna)!gior sn• utu1·a accadderu fra i nostri nrlil'ial i. semln·a t· lu• r i peri ermin e nou una local tzznzione imporlautr df'l mia~ma pahhlrc abbia ùoterminalo la morte: e perciò il nume di 71erntcioso de' (' intentl e r~>i uel


l'lÌ l 0\fl 'il A )L\$~ \LA

senso ;thituale rli ogni pwos:'ia e nou iu quello tolto ~pecia l e rlw ~i allril111i~r·e all'infe:l.ione malarica, in r·ui sappiamo dte le lol'alianzioni ~uno fn•queutissime sia in organi Cl>senzialt alla \'ila. -.ia in .litri i r·ui ùisorrlini momeutanei non romprontt'llono l' e... i,Lr•nza. ~oi non ;\Vt.•mmo frll'lt!llatamente ad os::er\are fehbri di que~to ~-rcnl'rf'. però. fra le tante forme !Jeui~ne d.1e doçemmo rut·arc. fer·ern r•r•r·eziune due ca.. i che per il loro insc,lito pro· lnn~ar:-i e per l'e,iln lr•tale di unn ùr e::si. tneriLano di e:;spre r ifer·iti n ,]j~cu~<>i. Oss•'t't'rt:itJnr• q•. \nnm i Gar.>l.tno. torperliniere di clns~o . rlelln I'Ca l lliiVC Cctl'il/di . l nn·a:'i n Massnua da 8 mesi: ebbe l'ehhn• J'l'lllillr>ntr nl'l me~f:' di no,·embre clte durò l O gior11i . Er~t J·a allo ~> p erla le c.on ding n,,s: rli catn rTo lwo nchiale; indi' id11o d~n11trito c cnn disrrrlo grado di anemia; In pt·e~t•ute mnln tlia tl:tla rla i giol'lli e com inciò con los:'e. ft>hhrr lt>t.!gern. t>~pcll•.t·ato poro a hbundan le. TI dott. Cipollone i]PIJ:l f'am/tfl l'ifC'I ÌSC(' l'h t' r.\ llllO\·i, ÒÌ t'ùlldOilil )ìtlt'O l'scmplal'l', lll'lllo,lanll' la to,·;r• t' In fehhre f' le raeeomanrla· ziuni di .wer"i t'111a. u11a '''Hl 1·in=-ri a <;c.appnre òa honlo) e riroasl' n lPITa lull:lla nollaa !fOZZm igliare; in ;;eguiLo a qne;;Li di:;onlini l.l rehhre h.t ·''"llntoll •olllll andamento clt'lle relthri rlw predominano in \J a.;:;aua l'Un lulli i sintomi con,·omitanll. f:,·,·o st>nz'altr·o la :>f'rie dellt• trmpPt'nlnre pre~e tltrt..mlt> la permanenza rl r•ll' 1Mt>r nw :;u ll:t f :a rihaldi:

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Come.:.i ndc, la reuhre dnrò circa Ire seLLimaue e quasi og11i giorno si ebho ati osserv:we la curva tipica tl ell o l'ebbre remittellle con l'aCine al mezzogioruo. Qualche ronco . pochi ranloli disseminati per L11llo l'nmbiLo Lora cico e scnrsi espoltomLi em totlociò che riman era del caLan o hrouchiale che si dissiuò pron tamente c non necessitò che dnc o Lre pl'escrizioni di infnso di ipecaquaJm. Dapprima credendo la febbre sinlumalic.'\ rlel catarro brond1iale non ci si badù più che tanto; poi vista la sua persislenza men ire il c.ahtJ'l'O em quasi scomparso, si cominciò ad arumiui:;IJ'al·e giornalmente un grammn di chinino . Del resto benche esi:;tossero i ~ intom i delle febbri remittenti , essi erano poco accentuati. Esiste'a un po'di stitichezza per cui nel primo setteuurio si ÙO\ ellero dare tle' legguri


l'!Ù CO\IIJN! A 31ASSAl'A

purganti. ~ el secondo settenario si cominciò a notare un rag1-!uarderole ingrandimento della milza; la stipsi a rendo reclamato un altro leggero JHII'gante, cominciò in seguito acl e~:<u una diarrea ostinata qunntunquo non molto ;;•·ave. Essendo comparso CIJnLemporancumenlc un fllrle dolore afl'ipocondrio destro, si clnbitù che :;i tnlll<lSl'C di dissenteria e ··he si iniziM!'e una ''omplicazioiH' cpaLica. Ma esaminate ripetute rotte le feci si \ erifkò la loro natura semplicemente diarroica con !Ji.H'hissimo muco e niente sangue. Al microscopio (GOO diaruetn} la prepara:tioue appnriHt gremita d1 roicrorganismi. ma :-.euzn alcuu olcmunto para~silario che si potesse eonsiderare come patu~eniro; ,.i trO\ aro no pe1·ò pa1·ecchi individui ùi Amoel1n t·oli, ma snl va lori! patog-onico di rrnesto r•izopodo ~li aulot-1 non :;nno d'·wrordo, e del •·e,to la loro poca quanLitiì ci di1 fliritto n sup.[HHTO che nelno:-tro c.a.;o J'o,;5ero innocni inquilini. \ d o;rui uuon lìne "Ì nrorst• anche al ioùufenol cnme anLiparn~sitario, 111:1 con nc.~~un e!Tetlo. ~ou re~l<tra clunque ,·he a curare l'infezione geuerale di cui Pt'ano sintomi e' idenl i il ttmw•·r sp lcuico rd il grave ingorgo epatico. e c'osì fu fatto rirorrendo allfl inie:.:ioni ipoclermieiJe, malgmdo la gr:l\'~ ùcnulrizionr dell'infermo, poicl11~ lo stato dci suoi Ol'l.(ani ùigesti' i non pc•rmNIP\ a la S('ella della ,·ia i nICI'Ila. Onanto alla dittrrea si pro\ ''itle con ~ucces!;O met·ci• gli oppiacei e gli eolr'rot:li!imi nll':-tcido tannico. Ci fu però nna ricaduta; e:>--entlo giunlu in rncln il hnl'l imenio con cui do\ 0 \'<l rimpulrrarc l'infcrmll, questi IH'I' LinuJre di cJual ch(• eont•·oc·òioe, I'L)lllinciil ad .ts.;it•urarc rli m·er·l'alvo I'O!o(Oiare, perciò gli fu rnotlificuto P.Ll aumcrrll'llo il 'rtto con suo danno pet·ché nel passe~~ero ~e!.!gior·amf'ltlli 'i fu ttn ).!iu rno iu cui 1'.\uncl\'i fu clriamnto lì n quaranta \oli e :d !n se~;.(t'lla. fl tracciato tot·m ico. l'assell7.a dell a ùolontbililh e di gor'goglio alla fo:>:-<l ileoc!':~le. la maocan:w di stupore (anzi si


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t:Ut\'!'IIIB UZ I O ~E AI.I.O S1UOIO Of:LLE PIJI.E SIE

dimo:;trl'l sempre inlell igente e pronto alle ri~poste c nel ~c­ concio settenario ::.lava lunghe ore seduto sul lello, e nell'ul· timo scendern ~pe:;.;,o ui leuo), il modo di inizi:lt'Si delln lllillnllia, ecc., escludono in ljuesto ca:;o ogni idea di murLo tilico. ,\1 contrario Il cl\tarTo ltrouchiale e lo strapazzo ùi una. noi! e di ~ozzo,·i~lin in un indl\·iduo nnemico c gia pro\ alo dalle fehltri rcmittl!tHi, par·e Jhuiauo occal'ionato questa nuora tnanifcstnzione dcll'rufcziuue uw larira . Ja quale, per le specwli· contltzioni del sog~ello e per le circu:)tanze che arcutupagnarono il t:n~u, si protras:;c a piu di tre seltenari. L'Anno\ i rimpatriò in isl~to di t•st rr.ma l'l11(tt;iaziuue e di grave anemia e con nn turourP splenico dtc giunge,·a fino alle false t'uo.le\ l). (),ysenm:ione !1''.- Un caso lten piu gran. <li lunga durnte~, ost:tt ro e co 11 esiln IPIIllo -i cuL1• nel sorgente infermiet'e Piet.l.ella l:iu~cppt •, imltilrraHr ~ ttllo Scilla. l'are che CtJ:\tUi coutrat':'SLI a Suaklm l'iufczionc ehe l'uccise. Pa:-:;u allo :-pc dalo deil il (lttrifmltfi il i l ii[II'Ìle dopo ù llO giorui tli t'ebbre contirma, l'Onlro In r1uale H uulla :n t'' ano 'i'al.,o le t:nre del dottor .U re~sau in. L'infL•rmo era i ruli,·itluu poco roltu:-.lo. secco pallido, un po' arH;miro. :'lt•ll si luguava rlie di cefalea iutcn,..js,;ima, ma :t\'e\·n la menlt• luciJi,:)inw: il lncciato lel'lnomelricu a\ e' .1 i ::;oli li l'araliPI'Ì 1 ma menln• "i nota\ ,1no forli remi,.sioni ··~li c,;ll·emi ut'lla ~iornaln . ùa mezzogiorno alle Ire la telllperatura 11011 sall\il nta1 a menu di 3~J ù . :j l~ so\ enti ~Upt•rara i i-Il" tlt quakhe ,J,,cimu. Parl·aht~: \olle al mntltuu c alln ~era il termometro 't'!!llu meno di 3Hu e wh·olta gi1111'e a :31 '.:). )l i duole tlt nnu (Jot••r pr·p,;eutarc un;~ ,eric completa tli (f) l'rO(IIIU di 'IUCStl i(lllf0( 1 ho lli'UlU IJCCl\510111! di IP.dère Il ::Ì(lrZlll. I[Ut!>lt• inoli\'hlun rhl' lt'•llni r~ornol••ltullenlt· ri~tabilolu: P!!li mi rtfPrt t'laP ti ~uu naigllol nm~nlf1 ~~ iu 17.1u :1111•1'1111 lhdto ola l f';llonlt• 1fi Sue2 e la CO IH'ale,crnzo ru ra(lidl,sium.


PIÙ CO'IU'H A MASSAU.\

IH7

temJWrnlure pt"rrliè, cìopo pochi gior·ni. 'i:-;to eh~ l'ammalato - intl'llig-entc inf~rmier·f' P molto i111prt".;sionnhil<' - si allnrm:\\a troppo a le!!;!PI'I' crrtc trmpe1·ature .... i doYi> rinunzrart" all'usn eli qm•llo strnnwntu. dte nn~va '" eli lui azione ··o... , clrprim:·ntP. c •nlu ,j nrloperù tnlrnlt01 •·on mille .;nttet·ìugi (li' l't' l! è 11n11 ic•!.!!!r.'''' il !!l'ad r. c·ui ari' l\ a\·a . lhl parte• dello ,;tCim,lrn nnn 1 i •·r~t 'iua-..i nt'''llll sintomo ,. J'infermn ,.j nutri\ a suffic'iPntrmc'niP man;.;tando nel perinnn di defPn c•;o;c·••nza non1. lt>~nrni. ··arnr., rninP-..triuP. hrndi; l'ahn fu "empre l'P.~nlans~imo. Ili rlllltr. a\P-HI tah'ulta c'nl'iu:::i sudori, ma con Lnllo c·rò f'l':\1111 'fiiP il e lr' or" in rui pnlt·v~ r·rpo,:ll't" nu po', JH'rrhl• In ,·l'falca cpr_:ll'i sc·.~tmp:tril :-t lrr:òa-iancln ~olo un po'sto/Ili/o l'infrrmo, ::.ecn ndo !:1 :.:ua t·spr·c• ... :-;innt• . Pnr IJII :Hilf' iuiczioni rli hisolf:iln :; i l'arn ~sc ro 111'1 1•erioan llt• ll:t rr.n 1 i ~~ i o rw. 11nn si rilll'f"Ì nd itlflll<' l17.< il'l' in ;\!c'nn 111ndo il lra1'1:ialn terrnil'o; nl1handonali JIPI' alcun 11'111po i r·hinacr.i ~ i LPtilir invano il iotloft'IIO I, poi il sa lir ilic:JIP 1li so1h1: allcll r limilnndori rri soli eccil :ur li Pd :t;.!li l'll ll'l'nrli sJ ni ;.rh iacr.iati, In mal.•llia t·onlillnil il -..no corso. Forsl' san•hhr slatn ntilt•l'anlit•irina i11 !lu.;i P-IPvnlt•. (',•nwo p~n·, di'i )!Ìorui in t'Ili '-1'111lll':t\'a rlrl' l•' c'O"•' \Ol'.!C''"''O al me~lin "' l'auimn. nnlinariami'Oll' altltallutu dt·l Pi7.zelln, mostranlsi un po' rinfrancato: al rontl·aritl -..i ··hheru atl lh"CI'\'al'e ,tftre >Ohi> rlc'!!li accidenti nll:trutanti. rn giurnu cl(lpo il pnro..;,ismo, il Piz7.PIIa nr,·u.:r', nn torpor~ c>tl 1111 raffr·etldanwnto clclpicòc :;ini,tro; infalli al tPrmut;ruo sc>nth-nsr pin fr·Ptldo df•ll'altro, In pelle l'f';r piit pallid.J, li' dita si munn•Yano stental:lmrntl', la SPII"il•ilit:r f'lll:tnl'a e•·a IJUasJ an nulhlla. ,\ nit·nLP yalsPrn i Jùuhiri. ,,. frii'i()ni. il rnassa:,r;.do. pt>t nr.ondl\1'1'1' il pil'tlP allo slnto nctt'lllaiP, nnzi twi ~ior ni sPgnenli n poco a pot·r, ,;i •l ilfu ~o r•1 qrtOsli 1'11nomr ni in lin en nscr ntl0nll' aIl i\ ga nil,,, <' li no nl Lrmw ml'd io rl r ll 11 rost: ia r·orTisJtrl11(11'lllt".


1411:!

CO~TII1Ut:ZIO~E ALto ::.UJDlO OI:.LU: PlltES.:.n

Poi a poco a poco :scomJHli'Hro iu 1111 jJ~riodo di i-8 gwrni lasciando solo un po' cii inlurpiùimelll(J. r paro;-;,ismi febbrili furono :tntiJO ];Jfll'ecrhic 'olte prcco· duli da brividi cd un giuruu i brh iùi ftH'Lìs~irui ,i marneuncro per due o tre ore mentre la te mpera l.li l'a era sa litu a .1- 1".O ; prerisamcnlc come in un arce:.so pcruit:iosu algido. \' erso il yu indice,imo giul'llu cli walattia c·owiur.1ò ad a\ ere quaklw acce:.-so di tosso secca dw clurant pcwhi i:.lanli; ù'allom in po1 co1Ui11ciò a npo~sa1 Jllenu duranlc' la notte cd egli t1llribui1a alb1 ftls~e la :.Wl i11:sonnia. I:Ji tu·c·cssi ùi lussc· rino ngl i ultimi gwrn i 11un fnruuo vero fn•IJ uen li nè at'ccnnpa;.! nali da di;;pnea. AICilllo io do1 ulo re..:a nni aù ~dc·u pèr mgioui di ~eni~io. lasciai l'infcrntu ri IHl uc o ,d g i~. l'Ili }trima t h e Uluri:;,...• . LI l'izzella em gra1 emellll' nncutiro c ru:.i dcuuLrilu da parere ridouo aù uuo scheletro. La UJilza era noLe\ olmeutc iugrau ditn, l't•s.amo tleltomco Cl'iliJIIHSi ttelja livo. Agli apici re:,J)Ìmzione aspra, nn n ulllhita, &JIIalche ran tulo t}ua e lit c tnt! la pu1. Quatlllli1<JUC il suo slal!J fos~u ass:1i grnve, la catastrofe n(Jn 'i presa!!ila c·o~i IUlluinc·nle. an1.i ,i "JILI'à\a di poll'rloimiare iu l talia a'ncht! in q1tello ,,Ialo. Ciii d;1 tjuakh e giorno ti \ Oi tt un po' d.i alfauno, <JUallllu uu llhtllinn t.:O!Dtllcit.t a lamentar...i di opJJI'C:;sionc al pollo; lu tlisp11oa ~i agt; ravù rapidat tlenlo cd in pocllt' un• IJlOrÌ con tulli i :-inlutuJ dell'edema polruonare acuto, 1 Ul'l'<l il qunt·;~nl<',illlo giomo <li sua 111alatlia. Si foce dia,{uost J1 feltiJt<' rtutillentc m;tlarica roulplkata tla probauilt! lu!,erculo.,i .H·uLa; wa non avendosi potuto pruLJcare l'autopsia. il tliaguosliru non t·ltbe la :. ua san~ione anatomica, e peri'Ìo, '1s1a J'o,curila dd ca:.o. non si lHto aO'èrmare recisautOnlc la l'Ua !;l't:unda !Jarle. _\d :n va lo rare la ,.,uppo,la 1i~ i !!<&IUJillitlllt· ,.launo il rapido dimawamculu, 1'. ut·uua /!l'a l'c, Il decorso 1ill1iùo, la tosse. il

"


PlÙ COliU~I A )I.\SS.\U.\

H4D

re:-opiro aspro agli npid lJolmonari, la nessuna <:fficaria dei clliuacei. l'idorrra pulmonarc vhe chiude la scena; però manca aJl'ullo Wl i\intomo imporlunlo quaJo è la tlispnea, che tro,·asi sempre nella LUIJCrcolusi :.u;uta e che qui eompare solo io ul· timo; · nt\ llisOI{lla dirucnl.icaro eh o quasi 1ull i 11 uesti :-in tomi ·ono pure P.roprii a rertll forme gr;tvi tli fchhri rcmillenti come si ,·edrit in appresso. C)nanto all' idronea polmonarc. essa i• spic!!al1ili3~iroa noi In -.cmpliro fellhre remillonte prolungnta. per la gmn· anem ia rlle apporla e per lr~ tlel1olnzza consor.u· l in ùclt••ror·r. il tJual•• in ,-im'! sl:1lo non può aver la (orza di 'uolarsi comp l etam~niC'; :tllcile la tosse tro' a. una spiegazione nelle proteiformi manif,~~tazioni rn:llar·iche. poiehi• si sa che si possono avere ùo ll >~ les1011i invr) luLiY~ del polmone, pr·nci!inmcnte COlli t' IlE'l f~~a lo. 111'1 reni, ect'. l>'alt m par·1c per il suo dl'tor~o la m:daLLia cl el Pizzella risponde ~·o n e,;allt•zza .d quadt o dinico della fehbre mulnrica lifoicle (cla non confondorsi con la l'eh hre lift,id('o-malnrira o Li· fuule<l ··"ulplit-al.t èlu rnalaria) nonw else, intlifNio di me~!! io, vie n d;llo da alt'uui autori i11gle:-ì n n•r·IO foltbri t·ontitllll' riltolli c .'empr·~ fatai r. Eccutlt' in falli la llesrrizinnc rlu• ne ha dala di recente il Clwpliu uri Lanct·t: 11 (hte;; tu lerrilsil" fcltl~t·c l'tts:;omigli<t alla tifoidt'a nel ,1111 modo òi P!:ordir·e. twl ;Iiornn· lie1·o s.llin· <' :-l't'IHlNe dl'lla trmpl'l'<llur·u. la 'tnale non t' inllueuznta od :l'~ai (•O•·n d:tl chinino o òa :~Itri medicinali; nrlla :ma tendenza a dnrarr per !•ari'C<'hi ~ellcn:li'Ì. 1wila rim:ll't·hcvole rurva Lermil·a pcrrur·sa in poche ore :opecie nel periodo a vanta lo della malallia (remissioni di :J-4 gradii ed i11 lll11l Lonùenza ,d llliJ.dioramcnto tiei sintuwi all' inl'irca u~ni nove ;.:io m i . Bi ITerist·c dalle 1ifoidet•: l"pur la manrauza di t·~aulernn; :?0 pere hè l(• ghianclulc dd Pe~ t•r non sono afft•llc e non Yi ha diarrea, ne Limpani:::wo; :l• mauca il dPiirio, ecerllualt> in t[uakhe rn~o cii i n lianunazione lorale rome può accadere pei


l i :)Q

C0'\1111Bl:7.10~E AI.LO slGDIO Oi:I.LE PII\ESsn:

polmoni. L'int<>lligenza è perfelt\1 t• l'a,;pello clt>l paziente durante la remissione è tale da far suppon·e a d ti non•\ prntico dtc non vi sia nulla di nllannantt>. l.a lingua c\ genr.rnlmeote pulita clnpo 8- 1O !!iorni. e l':cppetilo dut·notl' le t'I'Tni ..~ioni puù •·im.111crc huonn anche lino ti fine. L'e,..ilu i· l-emJirl' fn· tale. l a malntli,t fa il :-:no t·or,_c, rihl•lll' ad o:.,rni ~Ul.t, lindtè il paziente i· c:-attt·ito clalla ICTTil1ilc gravrzza clri p;'lrM:;i:.;rni. o ~a ii ne ò affrettata Ila tptalrhr t:OIIIJIIIca ::io11<' t[,.; fllllmoni, o della mi lza. o di :litri or~ani. \ll 'aulnp~ia nun "i rinw•n;,!OilO lei:IOOÌ specilkhe o solo ~imi!' ·· on!.(!'~liont cornr pn~,.onn avvenire nelrordtnaria fehlu·e n·millt•nlt•. " Chaplm i• cl'upinHJOI' dte iltnia-.mu di r(tll:',lt•Lrt-rihili fPitbri IlO O sia dt• Ila .;te,sa natura nelle ali re fc•hhri rcmillPllli, l' 1~1·eùe chù esso ,;i svil uppi in •Juell'amhic•nle rpta,;i palustrE' I'IH• si ha nello anlich<• cillit dt•i pnrsi l'itldi, do\1• r'1\ 1111 cnorntt' aceumolo tli tlNriLi urga n i.~ i. t~• l OHl p~'r wanranza d'h! iene pubblica il sollosuuln a pcu•lti pil'cli lrO\a-.i Ìlll}ll'egnatn di umitlita cd inquin:tto «In icowundizit> ( l) l

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\ Ili .

1/ll•nua e l'llCIII's~ia tJrlltl.~ll't'. -

Oltre 'lllt• manift• .. t·11iom di infezione malarira di cui ri :;iamo inlrallcnuti . .;i Phltrro aù o"serrarc se1 c:-~-;1 eli gra.rc ano·tnia, per rni si propu~e il rimpatrin con la diag-nosi eli ILIWIIII't ti'Ofli.rak Quaulllllf(OC non vi fo,;-;ero g-li "'' l'l'm i d~lla sinlomalulogia tlell u cnchrssia cla paludi:mlll nnni•·u. l'inft>ziun•• rnafari•·a non polcra f'Sst-re dellullo c.;.trnnNI in qut•<:lt' allrrnztuni abba:>lanza pl'llfunde tl<'ll'emalopo•l·,.i. lnfalli "i lralla\a per lnlli di indt\idni che an~'anr• .;uiTclln Hct:l o pin mllt• tlr•llr fc•l•lwi Pndcmich~ che


PIL COli U ~I \ MASS.\U \

11:) l

abbia mo descritto, (;he conta,·àn(l ùa l a 12 mesi c più eli soggiorno a ~f .ts:.aua . ~ei casi da noi ossenati non ~i notarono mai cllelui, ed i sintumi ,;i ridusM•ro oltre all'impallidirueulo dell a cute c dell o rnucos1: a soffio t:ardiaco inorganico, feggrera iperll'llfi<l r)elfa lllilltl, ingorgo PpatÌCO 1 ÌU ÙUe C<l"i illerizia), tinta le;.:~enuente ~ubittcrica, dellolczzu ~ene­ ralo ( l ). L'indi,·aziom• più tLrgenLe ora il nmpat t·io e ·i pronide iu que,;to Sf!JI:>O al fluo di prc~eniro lo stabilirsi di una verar·ache:;:.ia. Un c·a:.o c.u·aueri,;ticu eli quc~ta :.i eJ,be poi a curar·e rtuesl'auuu :;tc~so neii'Ol'pedale tlipnrtimt·ntall}di Napoli. Ecco in por.he pttnJio l'r:-.po:-wwme tlt questo raso ruLero~santo . ,·he Lolgo dalla n'lazione del me~c di "ellemurc del ripart11 ùi mctlicina, ùel dottor Giovaunitti. Cnrradu Esvosil o ma rinaro di a· da~~C- retltH'I'. da Mll:.StllHl ro!l fcubri tna lam:hc, ebl·e nccessi ripetuti c, pet· t.tle ~radnato inliltramento di 1 clcuo miu:-;matic·u, andò soggello a cadtes~ia palu:;Lrc. Coi preparati di chinino e r·olliqnore ;tr:;cniralc cuadiu 1 nto Il alla di ela lattea si è combattutala l"t•blm'. rnailt'on:;iderclole ~umure tli milza e le\ lnnt~omia sono fenomeni rtlc1alon dt•ll'anrora per:-.tsiCntt> cachessia. In lui fin dai primi an·e:-;si in Jl :ts<'aua si notò cziantlitl twll 'at•lo in l'Priore tk.:tr·o l'd in ~pecie ;tlln g'llllllto uno iportroll<l ùella cnlt~ e tlcl tlcrma co rt culonlo ~~:uro, ::.i ùadarn llllli i ··arallen del morlm.<; h··rculeu~ o t>l••{(wtiusl d··glr lrnbi 1WIIa forma /tt$Ca r'l molli.~. Con la (·ompru:::sioue ptl l' mezzo di fa:;CÌ:liJJra con hentle ùr linu e t:ttlrrposo tn ;.:wciltn·a orizzon-

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( l) In ltl l ca:;o :.i cou~ lt<tò lluten•h• riolu1.10ne dell'~muj;lo.>Lina col cromocitr~ mNro tli lliz•>lltru rh" <'ra •laln aii•Jra prot·nratu rlaii:L rlirilliO~ dcll'osprllnle. :iardtbe ln l••ress<tnte lo· tiiUdJO o'lllnlimctn~o naopnrari~o •lcgli individui tllruoranll ,, )l:t,;,aua dn tt'IDI'U l• iii u m,·uu lungo con quei li tH rrcsco arri,ali <' con .:lo H11hg,-n1, per a l't'ti• oll'i ti~ li posit11'i ,ulf'inlluen~.;, del tl1ma di ~la.~SJna su~o:l'll:tlhni rlt•llt> tliv!'r<e pro!\ inci ..


·11-:)t

CONTilii!UZlOKE ALLO STl' OIO OELL~ PlltESSJE

tnlo, si è osservata unu sensiuile riduzione ed una grnduale dimi~tuzione dell'infiltra monto steroso della cute o del tessuto

conuelli' o souocutaneo.

LX . .È tendenza ~eneralt• nl'i paL•,j caldi (]i allrihuire alle emanaziOni palustri l'c>~·i~ine di Lutto le malauie. Può dar~i che am·h'io mi sia la,;ciato 'incet·e tjllalche \'alla da questa .;uggestiono e mo ne con~olo pen::antlo di C:i ·ere iu buona compagnia. Ma so in li'lllltll cu~i. I'On~idernti a sò i;;olatamente, l' oril-(ino ma la rit·a put'J sembra t'e d nlthia, q oes la acqu ista per lo piLL la rerll'ZZ:\ tlt un t'aLLo positiYo, quando dai sintomi emn na lllltl strclln Nl t•videnle ;Httdogia cou altri rasi di cui :)Ì(faLta infeziono i• l'origrne mnnifè,;tn. Da qu a11 1o Ilo e;;pos 1o parmi eonl'rrmata l'e:-.istpnza di mauifr.staziuni malnrir,he (f'cb l11·i intel'lllill cnt i). idPntidtC' n tptrlle che ossenun::.i nei pae:.i tempernti, e la idculitit dellr fehhri endem i ~ho ùi ~l ns­ saua con tjllt'llij n•miLtenti dei paesi :.rdttropicali, prr cui ,. unil'ersalmenlc <lllllltt>~so dll' In malaria formi il ::ub~lralo di <runsi tnLta In no:>oloHia. LloLhianw :mc nt a o:1n.:r ragione 1lel t· onte In malaria po:.sn "' ilupparsi a " nl-saua c nelle :-ur· 'idnanze. t.:hi 'isila lè tOl>IC -..utl-ameril'ano th:l JlneiHco è ;,_'l·nndemenLe imprr,stonatu dall'a,pettu nudo e tle~olato Ùt·lla costa peruviana a cau:-a della pt·e~Hwlte totale mancanza delle ptoggie. Il paese (• CoJH't'to rla immen.;i orenall's roui soltanto da rotti ne aride e hntiiP; ~olo una ,;triscia di verdura costeggia le .;ponde rli quei liumi rh(• scC'ndouC' dalle .!nde con tanta acqua da alTÌI'aro sino al u:nre. La llW)!g-ior parte de ll e cillù rlelln t'Osla ~ono appunto rosln!Ìit> in nwzzo H questi a1·male.~ e (jltasi lulle sono infe:>tate dalle !'L•hlll'i miasmaliche inlermil-


I'IÙ CO\It:NL A )l \SS.\UA

tenti e rcmill l'n ti: il terreno,·. nudo ed arido alla !>Upel'ficie, ma n poca profonditi• "Corr·ono più o méno ahhohùonti le nccJne del ;;olto~nolo, che altre volte il ;;olel·te coltir:Hore in· diano --apen1 ;;frulla•·e per l'agt·icoltura ( l). Qn e~te condizioni lCJpo;rafiche faYore,·olissi me allo S\ iluppo della malaria noi r·itroriamo quasi idc>ntiche nel mar Ro~·o e ~veeialmeute a )Ja;;-<aua. (lui rome in molti :tltl'i punti della co·ta africana. rlore non si incontr:~no ~randi finmane. i t'Orsi d'acqua prim.t eli arrinu·e nlln marina si p~>nlono nf'l tl'ITPno snhbio:;o. f)nel pot·o 1li 'egcrn~ione ('he :-;i incontra lo si tro,·a ar:puulo nei luoghi in rni que:>te acqnr ahltonclano, pe1·c h'\ lo $ll':tlo più o meno pcrmen bi ie non i• mollo :-:pc:>st) C:' giare soprn un letl1> HI'Killoso impervio. l.e popolazi oni indigeur. ~ uidar e dai Iom istinti e dai loi'(J hi !\o~ ni fi.,sn no In lnro sede 1:'1 nppnnto dovo l· possibile scavnr po~zi c.he fliano acqua n poca profondi!(t, ~enza ricl1i eòere opere ~upcrio ri ai loro me~.zi primilivi. Cosl uoi vell inmo, nri dintorni eli \Jassaun. i rillngl!i di Archico, OLumlo e )l onrull o esser siruari iu pircolt' \t~ll eltc ùovt' l'ncqua i· snflieicnlP ai hi~ottni clomeslil'i o \'Ì "ovi·ahhondn. ;;i che potrehhe :mrhos'''''·ire nlrngricohurn. ,;e S!li indigeni fos-:ero piu alli\ i. Tomma~i -t:rndeli ha tlimo,;lralo r.on molle pro•e che lr condizioni l'"•entinli alla rormazione dolmia,.ma mnlariro sono l'umidità ùel :.nolo t'd una tempPt'alnm di almeno :wo (2). 1.:'1 dnrc l'unmlità manca come nrl aha1-a . mal~rado ti calore e:;trcmo. non può c~~en i fnmwzione di min-mt~. mentre •orcce troviamo eh<' le ua.-i ""nn altrcllanli fncolai di febbri maIl) IJ.L l'n~ l.> .>l C.aii;Ht •' .vi .\ra~a l•· l••hhrì lll:ll.mrllll pre•luroua:mu •l•ccmlnwute .rc~l;ale Mn nou tult·· le t'lttn pcnt1 uuu· '' tro1.uw iu •tu~stc condizioni; piu n mt•uo;!lurno (lljiWJIIl', \lullo·nrlu) 111'1 dblrt•ltl IIIIIICI':trl con<ruf~t;lti dal Chi h, mnuc;\ rar•rua n~l MtttO,lhJJ,, tuntcl eh•· ,1 IJ.'I ,. solo .ICtlll:t alisllllnta o tra,;porl~ala; orlollllt· ' ''"'''" r•'I::IOUi •ouo est•nll ti:~ mah1rin. (:!) ""'ll'"~•-c:uurot:r.l - li rlim11 tli llo1111r. C:vul~l'flll/.1!. - Roma, J.oesclwr. 1\'. 'IIIHrla 1.1 •lllintu ~'>llft•rPu%a snlln ~'""'"' •lt·lln JlJttfurin}.


J -\.i)S.

CO'iTiliRUZIOI'iE AI. I.O STUDIO DELI.E PIIIESSIE

b·iche. LC' ,•a rin7ioni ÒPl li\'eJJo dell'ac!Jua del ~ollo~ u nl o .;ono poi q nPile che f.n ori~t'tlllll ma~;.!iormeuiP la e,·ohtt.ione del micro1·gnni~mo Nl illl}ro p:lssn~~io n~li strati atmo:~ferii'Ì t·he sono in l'Oillallo nel sunlfl mnla1 iro. OrhPne le ntllcll~ ahitaiP dei cii ntnrnt d1 ~l a,,ann sono :-olloposlP n frerJut'nti ,·aria7.ioni id r'IISintkh••; !Jn,la una pio~~ia sulle ' kinc mon· l,'l!!IIC (H' l't ' h t• il prfn cl'at''lllll 1lrl 'OIIu-.unl<• si ria;zi. Co:;i 'i ,pieJ!a lo '' iluppo dc qurlll' p :t~role Ppidcmie di fehhri chr• -.i uotaront~ a .\J a~snna fin thtll'anno :-col'$(1 , ed a fJII !'Sin propu.-ilu mi piacr rio-onlara qnattln t·a,•rontavami il dottor Fen·rtti Ilei llisl:wramenln Ili Otcttnlo. il quale parccrhie volle ehi•~ lttliO :-ttf 1111 ll':tll!! pi 1't di 1111 I'PiliÌnllÌO tli f('h!Jrii'Ìl:lllli fra 1111 JH•I'iOÒO t• l'all l'fJ fli I'Otnpfclu a.;"I'IIZa di ft•hhri. Se '' amme ll es~'' la rnnrf'm ma e la pnlurle rome nnicn ran~n pt·orlnt.trict' !lcllil mnlarin. ~!11'1'hh e ns:;;1i diffki iP spiegare la Pl't'st•nza di l't·J,bri iutcrmiuenli in mollf' locnlitit del 11o~lro pat''t' ,: J p~~o, ovi' h• fehhri lrO\ an !'ii spe~~~~ in propor7.ioni mag).!iori t1 i nllt't' l'ht' 'i Jrnnmo 'icine n paludi r tllar<'mme. l nf<llli l'eleuwnlo più t'l'rio nrlla ~Pne:; i tleiln malnria set·nn clo C:olirt 1., la pn1P07.a \'f'J!PI'IIira clel s11nlo quando q ue::ta pnlt•m.a non ,. e~a uri la d:1 11 nn pt·od uzione ::ttflici<>nlt'. t:olin c't'c'dt•\a ad ttn'inlo$-:icnzion(' trllnrit·a eli .-n:;lanzP ~a · t.osc poid1i· all'rpn~n d<>lla pu hhlit'tWHle della :-na opt'r:l ( lk'iO} nnn liÌ p1t'la,·n ancot·a di mic•·m·ganismi della tll:llnria: (1111'1' il 'IlO t'OtWI'Itn tlt•lh procluziune mala1·ira ~i può t·a~:io n e' ultnC'rtll• "'"tenerP nmmPilendn rh e. IIm e la polettza ' e~frin i i' a d<'l sttnlu 111111 nllirnr "" ffkien le ;;fog-o nella protluztone ùi pian le 1l1 t•IHnlatw;.:nnizz:lzinul'. tr·o, i no il loro polmlum nnl urnle quelle miriad i eli Ol'l!a ni smi monocell ulnri, autori incriminali (Jt•lla mal r11·ia. P cl1c il Tommasi CrudC'Ii rln~!'ii fi ra fra gli ,;rhiznntir('li a baslondno. Orbenl', dovunque noi li'OYinmo nei p1·r:'"i di ~I n,;:o-aua le condizioni ''ninle clnl Coli n po1·ln p1·ocluzionodelln m:1lnrin, va le a nire troviamo per


l'Il; C01llJ.Kl ,\ 11.\SSAUA

l:wglli lrntli la len·•• H).(ctale inc()lta <' ahl•!•ndo1•ata. mC'nlre della potenza 1r.gelali r:1 di es~a fanno fed<> il }!ÌI\l'llinn delpi!'mon!e~e l:autalore. quello 1li .\hdullah-he' l'lt• pi•·roll' colture dci no,lri :-;n\dati e la 'egelazione "JlOOlnJII'il edtarNl e sp<' rialmcnte arborea più riiffn-a di rJuel du: non ~i •Tt'ti:t. fl•lr que::;te t'onùiziuni, !Jn,.lt·reltbero le l-Ole pioggie rht·c·ndono a '' a~saua per fMnire ·•l terreno l'umidi li1 o~rc· -at·ia nIla rl.1 J.rrazione del mia-ma m<llarico. Si puil dite dt~ aJJ,n·a la c•ullnr:• cJ.,Jterrihilt· tni•·rnr..<~ni-.wo litt lllO!fll :lilJ'Jierlu LLO, tiPI :.ri.mlinello tiPI suld.tlo . tll'lla 1111raet•a ''""'a che ef{li ;lltita. nPIIa .;lradn l•atluta. dm unqnr. i rag!!i ~ola ri òopo la pioggia prmlurotlo srr epolat li l'P uel lf'l'l'CIIO rlaudolihrrli• ai miasmi c!te si <l iiT(Illclouo ucll'ari a IJuP~tn ragionamenln i· avvaloralo dalla rel:rz1onP d.1 noi o..,.,<'t'\ al <l dPII e picg!gie c clell'tt rnidilù atmn~ l\·r i <~<~ t;Utl l:t f r etJ1l l'l1'l.!l delle fehhri: nri mr.~i di tnnr-zo r nprilt• si t•lthero a 'l n~.;:wa dt·lle piop-:.;i<' rreq urn li se llctll ••bhond<lllli, tli più l'itltnosrera Jil'l'~rnt:na cn:'lanlPltll'lllf' un allo !!ratlt• Ì;.!rtHttf'lriro: orl••'n~. r.omo ri!'nlta d;d <{Lt:ttlrodu· ho riportato ÌllJtl'illripio di qttr•slr• st-rillo, qua' i llllle le pirrl',.it• u.-.;en atp arnuhll'rO appun lo 111 qnel tempo . menlrr! nella "''rontla llWiit di ma~;.dn " in tullo ~ingno in cni il ramsiu si feee .;pntire per heninu Prl ....... irò profondameniP ;!li ;;tr.tli del snuln non si !'ltlte tJilihi na-....ur· nmmalalo ' l ).

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altri IJ:Itterin((,~ì IIJU r''l"'ri••nt.:•' -11 •alundln t'l m..... lrarw analo;a-

nH•ttl" cnnw i ;::ermi mnrlti :.rrou t uei II•Jttirli rll >'•>l llll'a l"''"liiiJ c~<ort• tnndillr:lti t••l c111clw n••nlr:tlinnlì nel! lum [<rnwu·li• 'irul<'nl<. 'arinlltlo l'inl••nsltil tlt•lln lucr, il "rarlo rli uutttlitil. rlt ralnn•, 1.1 •tmmlil.o oli tt"i;.:•·nn u •li :ollrt ;,rzrnli

rhlmiri. M•ltoponrnd•J i mie.roLi :l col llv:\Xionl tllvm·s•·, twt:.; monl.rtt t'lllljtrrwt·~~~ h11 rr~i i mirror:!anismi gia ~llc•uoatl ~ ~·s~flllto rlnN)Ili, JAt'l' l:t j•rhnltlvu n7tiiiiP. Il tnicr.u~tnni<mll Mlln m:tlaria nnn flnt\ •Ctt'-''.lir•• a ttne<l" lr~~:i rhr flO\'I'rnanl) Il t•otr'ntc microco~ tu o, o!{J(Plto O!.!~idi t li ta u ti sLurll.


l ~56

f.O:\TRIBUZJO):E ALI.O STl'DIO D'ELLE 1'11\ESSI~~

Tommasi-Crudeli comhalle la dottrina, che enunciata dal Lancisi domina nncorn nella srienza, ::econclo rni ,.i ò ~empre relazione causale fra la mnh\l'in e le nC<ruc stagnonti; e~li chiama aùdiriuura questa (lottrina col nomo di « pi'Pgiudizio palustt·e. >l Cou ciò non ~ i vuoi ùirc che le m:ll'emme ~le paludi non po:--.ano Ps::ere can-.o ùi malaria in 1lntE' condizioni; cioè qunndu tra111 più o meno ostesi eli esse rimanJ.(nno. come !;UOle SCI11JH'O nr1':HIPrl'. aJI'a!;l'lllllO Jll'l' 1111 ret·to h'tnpo. perocc!Jè il hncillo malarico si svilu ppa in suolo ad:J IIo purcM sia in immediato I'Oo tnttu cm1 l'atmosfera . .\ ~l assaun non ma1W:l la nHu·t>m nHt c 1:'1 palude propriamente rlf'lla Lu 'eJ·tlt>~~ iantt• i.;oiNla di Scek- 'auJ. r he al lil'ta l'irbl'nal•l c·ulla nota !!aia dl'lla sua ricca \'l'gelazione, altro non t'· cho una serio di pozzanghl're rho l'ardenti? sole nfricano prosriugn frequent<>mentc o dove nna l'elc iue~tril'a­ ltilo di radici a\ vontizic di zizofm·c• od aviconuie (pitlntc• cnratteristirhe eli Lnlli 1 pne:;i malari,•i tlei troptci) lrattengonf> fogli e, ltumu:>, car·ogne ed alli'(' ~o,;lanzl' or~anicho in decomposi?.ionc. ld in c•e1·ti punti clovl' hanno ~iuoco ~olamente le più alte mnt·ce. t~i formann dello goro in cui l'01cqu;\ piova nasi mescola all'acqun tli ma1·c r costiLui:;cP rol ler·t·cno l'elemento di colturn più fn \ ot·e1'olr• allo ~n iluppo dr l microt·gn nismo mnlarico . .\ prc'"cindrrl' 1lai "n"ti tJ·atll di h:'c,<>i fon1li, Cllt' a hnssa marea por tulla la rada restano in ..:ecco ùuo \Oile al ~inrn:> e danno nn feton• io::opportnhile: 'i son !-(li istmi che nniscono loponi solnlf c r.lcernre Ab-ùol ·kacler nlln lOtTa fer ma, i quali pre.,entano clP.IIe dt>pre.;siuni alla~ate ~olo in tempo di alli:;sime marre e di piogl-!ie torrenziali; queste' son \Cremaremme rhe il ,oJe di quando 111 <tuanclo prosciuga e in cui l'umiùitil i.• ro~tante andlf' nt>i trmpi rli siccil11, rome nppnre da erbe e pianto palu rri c·ar·nucri:>tidte.


PI Ù COlfUNI \ M.\SSAIJA

L'abitato stef;-;O di Massaun sorge sopra un'isoleua bassa formata di sabbie o di detriti <li cor-all o; in pnrrcchi ptmli vi sonJ tombe e cimiteri indi!!eni e per lo più ùovnnquc si respira con l'aria una puzr.a inùiavolnla mm laln dal fun~o, dai cor·alli e dalle alghe in decomposiziont' luntro lulla la spiaggia. c si aj!ginn){e rhl' il suolo delle vie è nn nmnlgama di ~lerco e eli teJTn. che dnppcrlullo sonvi efllorescenzc salini' prr la gr::~nde pm·o:;it:l del terreno (a mrzzo metr·o i\i tr·ova giitl'acqnn salmastra del sollosuo!o\ si capirh come 1:\ ~inno r·inuite tnllo le condizioni per la putrefaz10ne delle "ostanze or·ganicbe e per la produzione di fJII OI mia~m u spcd:de, rhc il Chaplin allrib ui~cf' alle forme più );!raYi di fchhre remillente. Anche i fossn li scavati nltorno ai fortini po=-sono rsser·e cau~a di iosalubritit, e inrero, li ,i~Ji -;o>enti con,·ertiti in melitiche pozUl.ng"here.

Quantunque le circostanze siano così favorevoli alla pl'Oduziono ùolla malaria, a giudimrc dai falli, ,j deve ilmmeLLero eire le sur manifestazioni nell'organismo de~lt ltaliani sono comuuemen lo benigne; forse contribuiriLa ciù la pieghevolezza della nlrra italian:t che si nùnua a tuili i climi pcrchè abbiamo i climi più opposi i in casa nostra. e perchè la diffusione grandi~sima della ma ltn·in nel nostro paese ci renùe prr l'assunturl ioe fi no ad un ce rto punto rofr~\ ttari alla sua mali~na innuenJ.n. Del r·r~to, come c'1\ gi:'t ~lato un miglioramento in pnr·a~•IIH' drl pnmo anno d'occ·npazione . i• ragionevole spern ro rhe le fehl11·i <l imin uisrnno ancor·a a misura che si honificher:nHlO i tC'r·t·en i ptù fal'ili ad essere rimediati , che si introdurranno lr m iglior·ie i ~ienichc a poco a l_)oco consigliaLe dall'e~perienza, che i no:>lri uomini l:'rsce92

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14.:)8 CONTRIDUZIONE \1.1.0 STUDIO o•: LLE PrRESStr., ECC.

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mnno le ba1-acche per ess<' r aUoggiati in edifizi in muratnt·a. ecc. ecc. ~la $6 :;nrit po ~s iùil e un l<'tnpOI'aneo adauamenlo, lino a prova in ronlrario non i• ammissibile una Yera acclimazione per quella plaga. Colit noi clohhiamo tener co1Ho di due fonti princivali di detcnorameolo orgnniro; il calore diuturno ed rccrssi\o i cui danni son risentiti piu o meno da Ltt lli e la possibile infezione malarica. a t:oi a lunl!o andare for~e nessuno sfug~irehhe. Qu esl'ultima if unnlunq UC' oJ·dinurinmcnLe benigna pe1·chù si Lralla per lo pi it di manif,·~tazio n i inizinli, ha tendenza alla recidiva ed al progresso. per <·n i le pill ovvie misure sanitarie individuali "i riducono a Ire: 1° prendere, "O non ogni giomo, alml!no pill volto alla sollimana, dell e tenui dosi 11i preparati chinarei. i quali. oltre cho ~~ome profìlullici, agiscouo t·on gt·ande vantaggio come tonici. utilissimi in un pat•se dovo tante malaugurato condizioni rongiurano rollll'Ola toniriL;'L oq;unica; 2' comballcre en e1·~icamentc ai primi sintomi u~ni malessere e sopnutullo lo mauifeslazioni feblJI'ili; 3u li:>sare per la generalitit de'nostri uomini un massimo di soggio rno coloniale compatibile col Lmon andamento del ~on• iz i o e la salule dell'individuo. Ed ora il m:o cùmpito è finito. Non credo di aver dello nulla di nnovo ; ma imrwoss ion(lto ùa.lla untura prevn.lenLemenl e mala.ica delle pircss:o eli .llassaua, Il o cen·aLo soltanlo di espo rre le idee o svilt1ppare i concl'lti dei medici della regia ma1·ina che mi precrdettero osi lrovarono cun me nel servizio della regia nave ospedal e a al'ilwlrli.


RESOCONTO CLINICO E TEHAPEUTICO OEL

LAZZARKTTO MILITARK NELL'EPIDEMIA COLERICA f885 IN PALERMO COX

ESPOSJZIONE STORICA SOMMARIA DEl MALATI COLEROS I RICOVERATI Letto nello conferen1.e scicnlillchu ciel mesi di gcnn~lu, febhr.lìO e marzo t886 all'ospcclalc rniht3re dc Palermo d31 dùltorò 4.' irriun o T.u i;:i , teoenl\• medico.

~ Il. -

Hsposi;;;ione somma f'ict tlei malati colef'osi aou.ti al laz:::aretto mililar>t• della Guadagna t/al principio tlell'epitlemitt, settembre 85, fino nf r7iorno 21 otcobre, e rler;li ammalati cnfero.~i rwnli al la:r;;ar etto militare di Sampolo dal 22 ottobre al termine tlell'epi-deutia, not'embre 85.

I. Soldato Coriano Michele, del 76' reggimento fanteria, entralo il gior no 22 ~euembre all'ore 3 pomeriùiane. Al mattino del 22. st>nza causa apprezzabile, essendo pet•ò solTereolo da due giorm di diarrea, ru preso dal vomito e da scariche specillche che beo preRlo si accompagnarono a debolezza di polso, ratfreddamento cutaneo, e cianosi del vi~o. Al momento in cui entrava al laz;r,aretlo (ore :l pom.) oRservava!"i: estremità freddo, cianosi cutanea pii• marcata al volto eù nlle mani, occhi infossali, caduta quas• completa del polso; soffriva di crampi nl dorso, di sole ardente, e ùi gran calore interno per cui non poteva tollerare la coperta e domandava di continuo rlel ghiaccio. Vi era anuria completa fino dal mattino. Poche ore dopo, il male s·accompagn6 ul molesto singhiozzo e ad afonia. Verso sera (ore 8 pom.) comparvu la reazione completa con sudore ed orine abbondanti o cessò la diarrea. Rimase ostinato floo al 4• giorno il singl1iozzo ed il vomito di qualunque bevanda


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R!,;SOCONTO CLJNlCO E TER.\l'EUT!CO, ECC.

ingerita. La temperatura durante la malattia variò da 3:'1",8 a 37°,8. Al giorno 30 si dichiarò convalescente, ed il periodo della convalescenza tu lungo e penoso per una estrema tle.bolezza ed iotolleranza di cibi so lidi. La cura fu di frizioni d'alcool canforato, applicazioni di vasti seoapismi agli arti inferiori ec.l al lo t'ace, i1ùezioui sottocutanee d'etero etilico e d'idroclorato èi morfina, somminis ~razione interna di limonce cloridl'iche llludanale, gLiaccilì e pozio11i ec' citanti all'etero; a tuttociu devesi aggiungere la perUlanenle applicazione di bottigl ie caldo ai piecli ed alle mani e di fomenti caldi asciutti. Contt•o il vomito ed il singhiozzo ostinato, che durò quasi cinque giot•nì, mi avvalsi delle goccie d'etere, della mot•fina e dei forti senapismi all'epigastrio. Il. Capo1·ale Ristori Giacomo. del 7u• reggimento fanteria, entrato il 22 settembre alle ore 3 pom., e morto dopo 84 ore il gioruo 26 settembre, alle ore :3 anlimel'idiane. Da due giorni sLava mals con la diarrea premonitoria. 1J mattino del 22, ancora se11Zt\ causa apprezzabile, ebbe vomito. Al momento iu cui entrava nellazzaretlo !ore :i pom.) presentava tulti i ~into111ì colerici del poriodo algido i11oHrato con asOssia incipiente. Moderatisi tali sinLomi, poche Ot'e dopo manifestavasi la reazione con sudore copioso, ma con ot·ine scaese; quali orine, due g iorui dopo (25 settembre), mancavano del tutto,' sov raggi~nge ndo del irio dapprima, indi coma profondo, l'orte iniezione congiun~vale, afouia e sin g-hiozzo. Moriva con questi siutomi il giorno dopo, :w, olle 3 antimeridiane. · La temperatura si mantenne sempre qualche grado al elisotto della normale. La cura fu ltt stessa di quella praticata pel soldalo Coriano, e solo nell'ultimo stadio si pt·alicarono . due iniezioni ipodermiclte di biulura eterea ùi muschio, mentre appena apparirono i rcnomeni cerebrali si appliçava in permanenza una vescica di ghiaccio al capo. III. Soldato zappalot·e Farioella Salvatore, del 76" reggimento fanteria , entralo il giorno ::!2 settembre 85, alle ore 4 pomeridiane. Da quaUro giorni lrovavasi a11nnalato con la diarrea premonitoria. Al mattino del 22 settembre comparve il vomito seguito da gt·ande prostrAzione di f01·ze.


fiESOCO~TO CLL'ilCO E TER.\PEUTICO, ECC.

1461

Ricoverato al lazzar etlo alle ore } pom. presentava raffreddamento cntnneo, pello secca inelasLica, cianosi completa, occhi circondati da alone, polsi non percettibili. A ve va copiose scar iche liquide e lagna va c::i di forli dolori al ventre, di sete ardente e dL Ct'ampi agli arti; esisteva leggera afonia e amtrin completa. Alcune ore dopo, tele lerribtle quadro ~i ntomaUco cominciava a dile~uarc::i , ed allo ore 11 di sera la reazione era comple to con sudore ed orine abbondanti. Il metodo ùi cura fu ristesso del soldato Coriano e riuscir ono eslremame·!le utili le iniezioni ipodcrmicbe di morllna calmnndo d'un tratto lo statn smanioso dell'infermo. Non vi fu mai elt~' tunenlo di te m poraluru. IV. Soldato Bertino Gim;••ppo, del -;5• roggimenlo fanteria, ontrnlo il 22 sellemhre alle ore 5 poro. e morto dopo l6 ore il gtorno 23 nlle ore !J antimeridiane. YPniva colto dal tnalo improvvisamente poche or e prima di entrare al la..:zaro•llo. Al suo ingresso (ore 5 pom.) non avea avuto cl1e una sola o:;carica liquida !'limile ad acryua di r iso, ed una volla ancora il vorniLo, ma ~ia tt·ovtwasi nello st.adio ao::filtico avanzato con grande prosciugamento dei tesguti, e c:otto un ac;pelto cadaverico. L'ammalato ebbe le solite cnr<' e fu immer:::o in un IJagno ca ldo a iQ• sonnpizznlo per 'l 0', mentre si tenne tutta la notte avvolto in panni caldi senza però alcun giovamento, per cui mot·h·u il giorno seguente alle ore H autimcridiuuo. La Lompot•aturn all"nscnlla non superò mai i 35',5 C. V. Guardia carceraria Previli Giuseppe, entralo il giorno 23 <:eltembre alle ore 12 mPriùiane. Da due g iorni aveo. la diar rna premonitoria. Al ma ttino del suo i11gt•esso ebbe, senza cau"'a npprezzabile, frequenti scariche liquidi' risiforrni e vomiti. Presenlavasi t\l huzaroLlo ullo stadio al~ido iniziale e ben prec;to si riebbe sollo il metodo di cura fisiologica. Appena sommiruslrale per via interna l~ pri mo dosi di acido tannico ed oppio, la diarrea cesso quasi per incanto. VI. Soldato Papini Ercole, del 76" reggimento fanloria, entralo il 2\. settembr e R5, alle or e G nntì111eridiane.


1 46~

1\ESOCONTO Cl.lNICO E TRRAPEUTICO, ECC.

Ammalalo dalla uolle con diarrea specifica e vomilo di cibi non digeriti, s i presentava al lazzarolto alle oro 6 antimer idiane, o ve risconlravaRi : prosciugamen Lo dei tessuti, occhi infossali, polso quaRi impercettibile, nlgidismo inoHt·alo con asfissia cutanea. Mercò I'appircazione permanente di fomenti caldi asciutti, di vasti senapismi ad intervalli, triniezioni ipoderm icho di eter e e di morfina, la reazione avvenno dopo i2 nre con sudore profuso, ed il :;!ior no dopo (::!5) comparver o le or ine. Ancora in questo caso g iovò molto per la diat·rea l' aciùo lannico e la polvere d'oppio. 11 qualLt·o ollobr e dichitH'avasi convAlescente. Vi fu !'O mpre abbassamen to di leroper11lura. VII. :Soldato Pislolazzi Romuahlo, del iG• re;:;;gitnento fan ter ia, cnll'alo il 27 sellernhre alle ore 3 pom. e morto dopo 11 ore, il 28 sollembl'e alle OI'C 2 antimeridia n~". Ammalalo dal mauino con sca•·iclle liquide, vom1lo. dolori di v~nlre. sete ''ivu ~ gr an debolezza. L'infermo li'OYandosi di pa ttu glia la nolle irnpt'~>ssionav~i mollo alla ,i ...la di un cart•o funebr·e da cui esalava, ol dit•e dPII'infc t·mo, puzzo s traor dinario. Arrivato alle oro 3 allaY.zat·elo, la:zna,·asi di crampi dolot·osissimi a gli arli in l'l•riol'i o superiori, e di gran de oppressione al tm·acq; lt·oyavaf'i m•llo !>laòio al!!ido ed asfiLIico inoltrato e moriva alle or e 2 anl., u nulla giovando lulli i m ezzi ùì curo aclopet·ati unitamonle al bagno caldo ~enapizzalo a to• pet• Hl'. • VIII. S oldato 'ocenliui Giuseppe del n• bersaglieri, entrato iJ giom o 2l.l seltembt·e alle o••e 3,:JO pomeridianP. Trova ndos i di g uat·clia al lazzarello ed indisposto ùa due giorni COli disturbi gasLro- enlel'ICi, (u preso dtl forli dolori addominali con scariche liquide che s'accompagnarono tosto a run·reddameuto cutaneo, le~giet•a cranosi del viso ed indebolimen to del polso. Entralo alle ore 3,!~(1 al luzzarello !-i p1•aticò loslo l'enter oclisi lannica calda, adoperu11do lìlri duo d'inruso ùi camom illa alla temperatura di ~o·, con dieci g rammi d'acido lannico, quaLLt'O grAmm i di Jirtuore anisulo d'ammonio e due g rammi di lauclano. Dopo mezz'ora dt·cu dall'applicaz ione,


RESOCOm'O CLu'iTCO .E TRKAP.F.UTICO, ECC.

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il polso ~i rial1.o not~>volmcnte, la temperatura ed un sudore copioso caldo cuopro la cute dell'infermo; le orine ind i a poco i:l poco si mostrano Ancor·a abbondanti. Non fu duopo ripet<'re una seconda volta l'enteroclisi giacchù l'infermo passò beno la noLlc c l'indomani ass<'t·iva non sentirsi più nulla dell'attacco avuto. 11 giorno 2 otlobr·e infalli dirhiat't\Vasi convalcscentCI. IX. Soldato Leanni Francesco del 6• reJrgimenlo bersag liuri, entrulo il 29 M llembt•e Allo oro 5 rom. o :norto dopo t08 Ol'e, il ~iomo 4 ollohr·t> alli" m·e :i tmlirneriòiane. Gièt ammala lo da oLLo gim·ni Nm Jn diarr•ea premonilol'ia, 1! mollino del 2!1 ebbe vornil<'l, crmnpi " harr·o Ppigai;h•ica per cui dul dislaccamenlo ACrJIIO. tloi Col'~ari t·icovel'avu al lttzzarelto alle or•• :) pom. Si pre--••nlava al!!iuo completamente con nsfiRsia fnolLr a lu, ero n fon n d el Ln LLo ed a vevn l'as p etto cadHverico. Tos to viene pral.i<:ula un'iniezione ipodcwntica di tintura elere>a di mu~c·hio e l'enlerocli~i tann1ca calda. Dopo quellro ore s i ripl}le l'iniezinne e l'enlrr·ocli!-li, e alle Ol''l 1U di ~rra ~i cominciava t1 sentire il polso e dopo qualche ora un sudore pt•ofu~o ropriW\ il vnllo. Il ~iorno clopo ~i p r ntico una lc•rza volta I'Pnlel·oclisi tannica e la diarrea quesl.a volla c·rs"o'·a del tullo. Eppc•rò lo• orirle, c!Ju C'l'ano :;tale• scat•!;issin11' scomparvet•o dt"l lullo il giorn o 1• ollobre eu il 2 si manifosla\'auo f!ravi l'··nomeni <'Eit'Pbrali senza reazione febbrile, JIIT cut il giorno ·i- flll·~ oro) 5 nnlim e!'idiane mOl'l\'8 dopo luu~a r• peuoM agonm. S1 era usato ancora il ba!!HO cal(lo ar·omalico pet• due volle e la vescica d1 ghiaccru a pcrmunenza. X. Brigadiere Cuivuno Giacinto elci Reali r,~1t'Ab ini c t·i , entralt> il :~0 ~~~tlctnbN' allo nrc ll.:JO pome1·idiane. ·Da l giOI'IIO nvnnli n! suo ingTrsso nvcvn ovulo la dior•rea p t emomlori11; Il ma lliuo poi f'hhe lIliH Sl'Aricn specifica ed e•ilt'lllO al lozzaretln allo stad ìiJ alg-ido co n leg-gel'l.l rianosi do! "iso, pt<~LicaYac.i l'enterocli<-i tunnica caldu co11 liquore anisato ù'arnn•onio ll rlil amr.n le olia sommi11islr·or.inne interna ùi pozioni idrodoril'!1e loudannlt• l-'d oll'elt•re. e<l alle frizioni ed oi ~cuupi~n1i. L>npo ur1 paio tl'ore surcosse la r eaz-ione.


14.() 1.

HESOCO TO CLI 'l CO E TElUPEUliCO, ECC.

L'inftmno però il gior no 2 ottobre ebbe una g rave ricaduta per esset•si tollo imprudeolemen!P- la fascta a r.orpo di lana lr(J\'andosi sotto forte emozione d'An:mo, pet• cui fu duopo l'ICOJ'rere nuovamente all'enteroclisi; e peggiorando sempre pet•dendo il polso completamente e1l avanzAndosi la asfissia, t•icot•rovasi al bagno caldo senapizzalo da cut ne ebbi splenJido risultato. Il ;.riorno 4 ottobre dichiaravasi com·alescente. Lo tomp(•ralura fu sempre inferiore eli qualche grado alla uot·male. Xl. Ca1·ahiniut·e Planlini Antonio dei reali car abinieri, entraLo ìl t• ollobt·e alle ot·c 6,:30 pomeridiane. Da lt·c giot•ni ~ulfdva di clinr l'ea proùromica. H mattino dcll'ingrel:'so ebb<: divct·su scarirhe t·isil'ormi e vomito di sostanze non digerile uncot•n. Ricort•ova al laaat·ello da Totnmaso Natale con gravi sintomi colot·ici fiPilo i:<ludio algido inollt·alo. Pt•oticula l'enlet·òclisi lannica calrla, applicali dci fomPuti calci i ascJUlli , dopo cl ne ore(!> pom.) si ebbe la reazione completa c011 sudor e pt·ofuso ed orino in quantità. Ripelut.a il gioruo dopo l'cnlot•oclisi, la diat·rea scompat·ve del tullo ed il ~iorno i- dichiaravasi convalescente. XII. Soldato (jhio Pietro del H' bersaglieri . entrato il4 ottobre alle <>t'C li aulinH•ridiaue e mol'lo dopo 10ì ore il gim·no 8 oUobrc alle ore ~~.30 pomeridiane. .. Dal giot•nu avanti l'ingt'PSSO <'l'a ammalato con diarrea. La notte poi so' ruggium;PI'o, !:ienzu causa appt•ezzabile, scariche JiquiJe ad acqutl d1 rJ'-O, vomiti, e crampi agli arti mfer10ri e supt>riori. Entravo n! lnz7.fiJ'Clln alle oro 6 aolim. al periodo a lgido inollrato con aRiis<~ia avunzala. Applicata tosto l'enteroclisi taonica cuiJa conl1quore uni~alo d'ammonio, qualche ora dopo comincinvn a rialzar~i il polso <' la temperatura. Mercè poi delle iuiezioni d'etero e J1 mor lina accompagnale dall'appli cazione di lar)4hi Hcnopisrni, cessavano il vomito e i crampi, e la reazione monifeslavn:;i con orine scarse, lagnandosi l'infet·mo di pesantezza alla lesto. Si osservava inoltre forte iniezione congiunlivalo con pupille ristr ette.


1\ESOCONTO GLINICO E TEilAr.EUTICO, ECC.

1 i-6:.)

11 gior no 6 l'orina mancò del Lutlo e sirmgalo l'infer mo n on ne fu tr ovata in vescica od invece fu constutnlo notevole spasmo tli questa. Il giorno 7 la cefalea s'accentuò e l'infermo cadde in profondo coma dal quale più non s i svegliò. Morl il giorno 8 alle ore 5,30 porn. mnl~rado luUe le cure pra\icate. come la vescica di ghiaccio a permanenza s ul capo, bibite !:iudorifer•e con infusi calc.li di tig lio o diut•etiche con lunghe soluzioni d'acetato o carbonato eli polas!'e, enteroclisi calda tannica con idrato eli cloralio due volle al giorno, e bagni prolungati caldi aromatici. La temperatura si mantenne sempt·e di sotto alle normale di qualche gt•ado. XIII. Soldato Bennini Giusc·ppe, del 6" reggimento bersagliel'i, entrato il4 ottobre all e ore !) pom. c mor·Lo dopo 127 ore, il IO ottobre o1•e 4 antimel'idiano. Da tre ;::-iorni innnm:i avP''a la diarrea p1·odJ·omica. 11 malLino dd l~ ottobre s'aggiunscrn vomito, crt\mpì, riaraosi, abbAssamento di temperatura, barra epigastrica. Arrivato al Jazzar elto ulle ore 9 pom. con tal i gravi s intomi, il polso non 61'8 più percHLlibile. Si praticavano subito lo iniezioni d'etere c ùi morfina unilamcntc all'enteroclisi h111nica calda ed ui fumenti caldi asciutti. La reazione si verificu va alle notte (ore 12) con OI'ine l"carse ed il giorno H non residuavu clel 1nalc> che leggera cefalea. Ma le orine sempr e scar so sco1npavt>1'0 del hallo il ~tiorno 7 a l'anUl'ia fu accompagnata ùa sopore, coslri:done clelle pupille ed afonia. L'infermo stelLe circa l1'e gio1·ni ugomuantP e mori il giorno Hl alle ore 4 anlim., es!:' endo riu:::<'ili infruttuo:>i tulli i mezzi di CUJ'll adoperali pel soldato Gl11o. Non vi fu durante il corso della malallia Plevamento d1 temperalur·a. XIV. Appuntalo Consorti Natale, elci (l• I'Pgg1mento herSilglieri, enlt·alo il ;:iomo :J ottobr e al1'01·e l pomt>1•idiana. Ammalalo all'infel'm et•ia di S. Vito pet· lebb!'e. Da lt·e giorni cessALa la fel.lbt•e. f;Offt·iva dr ùial't'ea. lJ mallino del g-iorno :'.\ s'agg inn sct•o, !:ienzn cauHa apprezzabile, i sintomi colet·ici, pel' cui s'invtava al lazzOI'Cllo, ove all'ora l pom. si praticava l'entci'Oclisi tannica calùa con completo tJSito.


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RESOCO~TO CLINlCO E T.ERA PEUTJC0 1 ECC.

Ri pelevasi il giorno dopo l'enteroclisi con acido doridrico ed il g iorno 1i l'inf~·t'mo era convalescente. XV. Sergeule Fil'lchiolli Domenico. del 6• t·e~gimento bersaglieri, entralo Jl g-iorno 5 allo ore 10 anLimeridiane. Trova vasi ammalato da lt'c giot•nt con diarren premonilot•ia. La notte del 4 ~opt·avvenuero scariche ad acqua di r i-;:o, crampi nllo estremità in ispecie al dorso, cianosi e raiTreùdamenlo cutaneo. Giunse alle oro 10 antim. in ftt·avi~gimo !òlnto a!lazzarelto, con caduta completa del polso e con nsfis~ia inolll·ata ed il suo stato, malgrado l11tlt i meu:t Iii eut•a adoporoli, compreso ancora l'enteroclisi calda taunitu, Ri fece poche ore dopo tan to p iù g rave da fur· temere da Utt momento all'altro per la vita. Ebbe ulll• ore 3 pom. uno forte sincope elle durò per qualclw momelllo, tale cue l'infci'nttet·c di gual'(lia avvisavami come sP fol'-Se llecedulo. Ma lo!>lo ~~ 1·iehbe mer r.o'• le fl'izioni, i senapi!'mi c le ir.ie;:ioni solloculAnt>o di linlurn eterea di mul'lchio. D'allorn in poi cominci !'~ a mi~liot·are, a ripetuta l'enter oclisi calda lannictl, mezz'or·n rlopo compnrvt• la reazione con s udor H ed orine abbonclunti, tanto cL•· il t!iorno 9 non residuavn più dt•l m ale che uu pn' di ùiaer·ea cd intolleranza di cibo <'he cessava completamente cnlla somm rnis trazione interna dè11'opp10 ed arido tanniro. L'inl'cPmo ùichial'avasi convalescente il gior·uo l~ e trova vasi !'Otto una rnanife:<Lazione cutanee di sifllido ('(>!"lituzion&le (psoriasi) per cui a\·ovu ratto a lun;.:o In cura rli pt•cparali nter·curiali. X V l. Ser~enle Lrn•edo Vitlot•ro, olPI li• reggiwenlrJ ber saglieri, entralo il 5 ollohi'e aliP ore -;pom eridia ne. Da quallt•o ~iorni nveva la dta1·rea premoniloi'io. 11 malLino dell'ingresso sovraf.!giunse, senza co usa uppr ezwbile, una scai'ica specifica, il ~omito e crampi diffusi a_zli urti. Entrava allazzai'clto alle ore i pomeridian .. nel periodo algido inollt•uto con g t•ave a:illssio. Prulicala l'enteroclisi tannira caldo e le iniezioni ipoderro icho d'ete!'e e di mod1no, l'infermo, poche ore dopo, roigliorava t•ialzantlosi il polso e manifestandosi profuso ~udo t•e. Il ~Xiot·no òopo (lir I'ipeti!vasi l'cnleroclisi e l'iniezione ipoder-mica dì morfina e ct>ssavano completamente il vomito ed i crampi. Però, le ori n(J erano sr~ rnpr!' scar se e


RESOCO~TO CLINiCO E TERAPEUTJCO, ECC.

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due giorni dopo (R) cessavano del tutto insorgendo gravi fe · nomeni cerebrali: coma profondo, iniezione congiunti vale, costrizione dt>lle pupille e singhiozzo, ed elevandosi la temperatura po<:o al di sopr·a della normale. ~fercè la l'tpetizione ogni :-ei ore d'enteroclisi clOI'idrica calda con idru~o tli clorolio aHcrnat.a con bagni prolungati aromatici u 10', lo iuie1.ioui ipoder·miche di morfina altemole con muschio, s'otte nne notevole mig liuratnento tanto rhe il g-iorno 9 th set'A poteva r•isconlrare notevole tumore di vescica e col colctcr·e eslr~rr·e t:irea grammi 800 d'orma. Fmo al j!iorno l~ vi fu bi:<ogno del caleler·e per par·alisi dèlla vescica e d'nllor!l in poi mi~liorava tulmenle che il giot•no JR tlichiaravn~i conval escente. XVII. Brigadier·c Robbc ~luuro dci r•eull carabinieri, entrato il 9 oltobr·e ttll'tH'8 l anttm. c morto il giorno 9 ollobr·e alle ore 10 pom. dopo ~l ore. AmmalaLo da tr·o giorni con diarrea. ll mattino dell'ingresso ebbe una l<CO.t'it'fl specifica, o.lln quale più lHrdi s'nccompngnarono sintomi g't'aYi d'al~icJic;mo e dt asfissia. Enlravu al lazzaretlo All'o•·a 1 aulirn. cou caduta completa del pul~o e non ru po:;sihlle ollenet·e la r·eaziono, mantf'nendosi la l<upol'f1cie cutanea sempre coperta di sudor•e rr·eddo visch1oso, mal~rado lutti i mozzi n•IOpPrali per nltivar•c la cir·cola:t.JOne periferica rom pr-eso l' enlorocltsi tannicn cnltla con camomilla e liquore artt"Sl" d'ammonio c due ho.gni caldi aromatict prolungati . .Mor•iva dopo 21 ore alle JO JlOm . del giorno metlesimn. ALh•ibuiva il mule all'aver· mcugiato, mentre lr·o,·avusi affello dall~l tl ia tTOil, dei pesci piutlo;;to in abbondnm:tl. X VII l. Vicc-bri.,!&dier·e PappalarJo Domentco c.lei realt carabinieri, t•nlrlllO il giOl'llO ~ ollobre. Da quallr·o giorni av<'a la cliarren elle rl mattino dell' 8 si accompsguò, sen1.a causa uppt·ezzabi lo, al vomito. Pe rvenne al lazzarello in gravo slalo co11 polsi fili l'u r•mi. Praticata l' enleroclist culda r infermo migliorava subito scompat•endo ogni fenomeno colerico e lule mig-lim·amonlo continuò fino al ~io1·no IO in cui le orine si fecero sca•·~rs­ si mc e fot·te cefn lea insol'se. Mercé i bagni caldi pr·olu11gati,.


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JlESOCONl'O CLLNJCO E l'E!'A(IEUTICO, ECC.

l'enlet·oclisi cloridl'ica calda con idrato di clot·alio ed i l'avulsivi cutanei, fu scongiurnlo il pel'icolo pel' lalo complicazio.ae ed il j:!iorno 12 cominciava ad esll•arsi dulia vescica ogni sci ore grande quantità d'orina. II giorno Hì la vescica funzionava da sola e il 18 clicbioravl\si convalescente. XIX. Carùbiniere Guagente Agostino dei reaJi carabinieri, entrato il 13 ottobre 188f, all'ora 1 pom. Da vari giorni soff1·iva pel' diarrctl. - La sera del 1:3 sovraggiunse il ' 'omilo e le scariche risiformi per cui veniva inviato al Jezzat•ello. Bastarono due sole il'rigar.ioni intestinali con infuso di camomilla ed acido tannico perché le diarrea cessas8e e con ossa gl i altri s intomi colt>r·ici. XX. Soldato Dal Miglio del 35" reggimonlo fanteria. enll•alo il ~4 ollobr·e all t-~ ore 4 anlim. c morto il giorno medesimo olle ot•e 3 pom. dopo l l ore. Arrivava di nolle allazzareiLo di Sampolo proveniente dall'ospedale militnr·e principato, o ve tt'ovavasi da più ù'un mese per emottisi. Era nel periodo algi..!n con i11cipìeu te a~flss i a, ma nolavasi caduta complelli del polso e nole,·ole l!bballimenlo di fot-ze. P1·alicala islanlanoam enle l'enleroclisi Lannica, venne ripetuta clopo 6 ore ma l'enzo a lcun buon r isullalo e l'infermo poche ore d:>po (3 pom .) se ne mo:'l\'a. Vi fu sempt•e abl.lasso.monlo di Lnmperatu ra di fJualche grado. X XI. Soldato Giacomelli Gwvonni del 6" be1·saglieri, entralo il 25 ottobre oro 5 pom. P erveniva al lazzarello con sr.al'iche l'isirormi, vomilo, a bbassamento di temperatura e cianosi del viso, por cur gli si JWatica va subìlo l'enteroclisi calùa lannica, cb e venne ripetuta il giot•no dopo con pieno esito vorificnntlosi una complete reazione colla scomparsa d'ogni sin tomo colerico. 11 g iot•no 27 dichial'avnsi convalescente. Da ollo giol'ni l'inrermo L1•ovavasi con la diurrea ed a nulla erano giovali, al dire dell'infem1o. i medicinali sommin istrati dal me1ico; fu però surflciente una sola irrigazione Lannica pct• arreslare come d'incanto tale diarrea ostinata.


llESOCON'l'O CLINICO !t TEIIAI? lWTICO, ECC.

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XXII. Soldato Marino Giuseppe detur reg~imento fanteria, entralo il 27 olLobre alle or•o 2 anlim. Arrivato allauaretlo alle or e 2 antim. in islato assai grave. Il morbo datavo Ju un gio1·no in cui aveva avuto profusa ùiarr·ea senza per•6 dolori intes tinali o senza vomito, che comparvero la ser·a in cui venne inviato ullazzaretto, unilamente ad abbassamoHto di lemperaLur·a o ad asfissia. Si praticEova immeditllamen Le l' r>nterocli~ i calda lannicn coaùiuvanùola sempre coi romonLi C1>.ldi asciutti c cullo bolli glie calde ai piedi et! alle mani. Un'ora clopo rigelh.w a dalla bocca solto uno sforzo di vomito un lill'O r·irca della soluzrone lannrca. Dopo sei ore t•ipelevu l'enlet•oclisi caldo CO li acido clor·iJt·ico e so ne ebbe effetto splenc.lidissimo per unu completa reazione insorta mezz'ora dopo. Il gi orno~!) dichial'avasi cu uvale!>ccn lc-. Altt•ibuiva in causn <lel mole a qualche stravizio a cui crasi abbandonato il giot•no innanzi. XXIII. Carubiuiero Vigna Rocco <.l ei t·cali car·ubinieri, entrato il 29 ottobre nlle or e 6 rom. e morto alle 8 pom. dopo 2 ore. Senza causn uppr·cozzabilo uopo la ri visto delle or·mi a lle ore 3,30 fu preso da fol'le costrizione all' epigastrio per cui li respit•o rendeva$i difficile, menLr·e i fenorneni algirli cù asfittici appari\'ano q uasi bt·uscamc~ttc . Pervenuto al lazzu rPLlo alle ore li pom. dopo duo ore all'appurice del male g ia 8P'Onizzanlo, riuscirono vane tutte le cure prodigategli, compresa l'enteroclisi calda l<Innica, per cui allo B pom. HlC•ri va. Fu praticato oncora il bog no caldo scnapizzalo senza però alcun migHoramenlo anche momentaneo. XXIV. Solduto P onzano Giocorno del W t•eggirncnlo bor·saglier·i, entrato il 2!'1 ottobre alle ot•e 6 pom. Arl'ivava al lazzarclto nel pet·iod1> algido con leggera cianosi ùol viso o debolezza rli polso. Praticata tosto l'cntor ochs1 caldo lt:mnica l'istegc:a secn e ripetuta dopo a o!'e con aci<lo cloridrico, s i ebbe la r eazione completa eù il 1• nov~mbro tlichiat'l\\'asi convalescente.


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1\ESOCONTO CI.I~ I CO E TERAPEUTICO, ECC .

XXV. Soldalo Cert·on i Antonio del 35• reggimento fnntet·ia , enLt·ato il giorno -l novembt•e alle ore il a nlìm. Et•a ammalato da due giot·n i con diarrea alla quale la sera del i O s'aggiunsero vomito, ~cariche risiformi, dolore di venlt·e c r.ianosi del viso. Al suo m g t•esso Ll'ovavasi nello sta,lio algido con incipiente asfissia e dopo !a prtma applicazione dcll'enleroclisi lannica ca lda, migliorava, rialzandosi il pol~o e dileguandosi la eia' nosi. Ripetuta l'enteroclisi l' mdomani con acido clot•idrico. l'infermo migliorava ancora ed il giorno 8 novembre dichiar avasi convalescente. XX VI. Cupot•nle Regoli Santi, del 7t>• reggimento fante r ia, entralo il J6 novembt·e alle ore 8 antim. e mot·to dopo sei ore alle or·e 2 pom. Venivo colpito qua~ i bt·uscamcnte dal male fa nolte del15. Tr·ovnndosi di palluglia mangiò qualche or a avan ti di r itit'a rsi delle acciughe salate. Perveniva alle ore 8 del maUino a l la~zt.u•e Lto nel lo s tad io algido cd asfillico inollt•ato, senza poll"o, complelameule afono, lagnandosi di fo r lc1 ba t•ra epigastrica. Malgrado l' enteroclisi con idrato di cloralio due volle L'ipetuLa ed ogni a ltro mezzo terapeutico come il bagno caldo s~napizza to per 10' ed i fomenti ca ldi asciulli, l'infe r'mo non si rialzo"a d&.llo stato a'3flllico e ne moriva alle ore 2 pomet·jdimw. XXVII . Appuntato Baldat·i NicoJa, di pubblica sicu rezza, enLr·alo il 7 novembt'e alle ore 12 m. è morlo dopo 45 ore, il giorno 9 allo ore 9 anl. Trovava~i ammalalo da 5 giorni con <liar rea prodr omiCil, alla quale due giot·ni avanti il suo ingresso erasi aggiunta qualclw scarica specifica, vomito, pt'OEciugamento lieve dei tessull, afonta c ciauos1 del volto. P resentavasi in tale sluto al lazzareLto alle ore 12 anl. e quantunque non vi fossero gravi sintomi colerici pur·o trovavasi molto abbattuto con polsi piccolissimi. Applicata immediatamente l'enter oclis i tannica calda e t•ipetula dopo ~ ore con acido cloridr ico, si ebbe un rnig lior amonlo, pt·ovocauuosi il sudo l'e e l'elevamento del polso e della lomporaLura. Ma tale miglioramento non dovea che esser e passeggiero

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RESOCO:"ìTO CLLN ICO E Tj,;IIAI'EUTICO, ECC.

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giacché l'orina non comp9rh•a, e la sera deli'S si manifestarono lutti i sintomi gravi d'un enceftllile per intoss1cazioue del sa ngue, pe1· cui ne moriva il giorno dopo alle ore 9 anLi meridiane. XX VIII. Solda to Orzini Carlo, del G• reggim ento bersaglieri, entr alo il 12 novembre alle or e 12 c.li st•ra. Tro\·andosi di guardia al palazzo r eale, fu preso da fot•le barra epigastrica, voa11lo e diarrea alle o•·e i pom., cb o s'accompagnarono toslo aù abbassamento c.Ii te mperatura P cinno~i tlel v1so. lnculzando tali ~in tomi fu lo~to inviato al lazzurcllo ove pcrvenh·a alla mezzanollu. Pr·alicala subito l'enteroclisi calda lannica dopo m.-zz'ora c1r ca solto uno sforzo di \'Omilo, emi~e dalla boccu in masl"imu par te la soluzione tannicu, 1n modo che l'infermier·e Maggio che trovuvast seduto eù appoggialo al lcllo dell'inl'ermo forse sonnecchiaudo, fu co mpl ~la men tl} insudic iato dal liqu ido vom ilalo. Hipe luln J'e11leJ'Ocl is i caldu con acido cloridt•ico, cessuva ogni f'enom~ n o col<wico od il giorno 25 dirhia· ravas i convalc!'cenle. Altt·ibuiva la causa del male all'aveJ•e in occasione del San Mal'lino, ecceduto un poco t·ig•:ardo al mang1are. XXIX. Soldato Guaglini Cesare, ùel 6• r eggimenLo bersagiH'l'i, entrato il :!2 novembre alle Ol'C 10 anl. Perveniva al lazzareLLo con sintomi leggerissimi di colera , non notandosi che lieve pr·oslrazio no di forze o sca rich~; liqUide, ma colorale. Epperò l'iferi\8 cbe il giorno avanti per aver mangiato degli aranci, ave\'U avuLo dei forli dolori di ventre con vomito e dia1'rea. Prati cala la l'oli la cura, mi~liora \'8 Loslo. § !Il. Riepilogo e con.cltttJione.

Gli ammalali colerosi a\'Uli in mia cura furono qu111di in numer o di 29, dei quali 19 al lazzorelto militare della Guadagna e 10 in r1uello di Sampolo; ed i deressi in lutto furono di 11 . I primi selle ammalati fut'ono curuLi solo sintomaticamente e s i ebbero tre decessi, g li a ltri in numero di 22 fu·


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IIKSOCONTO CLINICO E TERAPEUTJCO, ECC.

rono trattati sempre con l 'e nLerocl i S~i lannica e di essi s i verificar ono ollo decessi. Lu morlalila quindi in <ruesl'uiLimo caso in media potrà calcolarsi poco ptù di t/3 ed efisn in conft·onlo aJie slatislichP che finora sì sono fatte ci clt>YP. incot•aggiare nella v1a di cw·a intra presa. I nfatti dall'esame delle varie medie di mortalità nellt• dlvct•se epidenHe, ho potuto coovincel'lni che, a voler·e tenet·t• conto de1 casi solo ben mantresli.la morlahlà o•·dina•·ia è c:. Lata sempre supet•ioJ'O a r1uellu ciel :,o •J•. Il Lehc•·t sul •·igua1·do afferma: • Circo la mor lolilù notiamo l'llf' J'ispello a lutle le forme lievi e g1·avi eli colera non !lÌ è potuto nulla detel'lninare csatlamenlc poichi· appunto i cal'i più lieYi si sollruggono in gran pat•Lo aù uno usut to er.>nlrollo. Circa i cas• gTAvi la tnortulità seconùo i risultati scientifìci oscilla ll'l\ i 2/s ed i 3/<s P s i pùò in med ia prendet·e pPr una metà; pet•ò ~otlo cattive con.dh.ioni ester ne nelle singolo epidemie locali, ~>pecia lmente negli asili clei vecchi e dt~gli incurabìli, 11iungo si110 ai 2/3 où l:lnclte a i 3j 4. Di quelli i quali muoiono, '.3 circa ne pet'i!'tce nello prime 24 or o, e cit'cn la metù di lutti i casi letali nei p l'imi ùue giorni. Al terzo ~tiomo in se~uilo clelia reazione incompleta ne muore circa un 1/G ; nolla convalescenza pt·oLt·aLta, nello sta lo tifoideo, dopo 4- 12 ~iorni. 113.. I n voce noli n cur·a col me lodo dell'enteroclisi t.annica ho a ,·ulo solo una mot•lulilti di poco più di lj3 , come dissi e di questa la metà nelle prime 24 ore ed il resto dopo il i• g~orno: uno solo ne moriva al secondo giorno menLre già il male datava da tre giol'ni cirra, ra llo che dev'essere preso in seria considet•azione dimo!'!ll'anùoci evidentemen te come in massima parte, applicala l'enl.croclisi, se rinfermo uon Lt·ovavasi in condizioni talmente ~··avi da doYere morire dopo poche oro dnll'ing t·esso nel Jazzurello, ne migliot>ava subito lanlo da darci una r·eazione. Ed invom pnssllntlo in rassegna i vari tlccessi avuli riscontt·asi che il pr1mo dopo l'applicazione dell'enter oclis i lannica segnato al N. !), veril1cavasi in persona del soldato Leanni


RESOCONTO CLINICO .E TEf\APEUTlCO, ECC.

1.i.73

del a· J•eggimen to ber s ag lieri dopo 108 oro di dimora allazzaretLo. TraUavasi come facilmente potrà rilevar si dalla l'itoria, di malattia protratta ed alquanto trascurata trovandosi l'infermo in distaccamento all'Acqua dei Corsari, avendo la dial'rea da ollo giorni, c ricorrendo solo tardi al cons iglio del medico. Eulrava allazzarello completamente alfrido, nello stadio asfittico inoltrato, con aspetto cadaverico. In tale condizione applica vasi l'enteroclisi tannica. Or bene dopo una mezz·m·a si cominciava a percepire il polso e p11i l!u•diancot•a vidi dileguarsi, come per incanto, i fenomeni gl'a vi cou cui e1·asi prescnliDto. Giummai P~'~l' fo addietro aveva assistito ad una crisi simile f) el morbo in taio staJio avanzato. Ripetuta. per urJa seconda e leeza volla l'enteroclisi migliorava sempre più. Però il ter·zo g iorno l e or ine, che erano stale sempl'e scarse, scomparvero tlel ~utto so vl'aggiun genuo fatti gravi cerebr ali, per c ui ne :noriva d c~ po u n giorn o e mezzo. lu Lalc circostanza evidentemente l'en te roclisi tannica avea recA Lo 11 011 poco giovameJt to, avr·ndo iu poco lempol'atto sco mpadre Lutti i fenomen i gmvi coler·ici , l 'infermo poi ho. dov uto soccombere :;ollo i rcnOl!leni sP-condari tlel ruorbo, ùovuli all'infezione dei centt•i nervo,o:i, conseguenza fu11esta del ritardo con cui ricorrevasì al l•~Yaggin anlisdllco inlesliuule. Il !:'Oldal.o Gbio, segnato al N. 1:2, dello sl•·s~o r eggimento che p1·esentavasi al Jazzarf'llo con asfissia avanzaltl, mo[•iva dopo 10"; ore di dimora per inlo:"sirozione urernica del sangue dando luogo ai falli riscontrati rwl pt·~ec:Jcnlt:~, cioè che clopo un'ora dell'applicazione dell'enteroclrsi si avea la t•cozrooo con copioso sudore e con ~compat·!:!a 1l•·i fenonH•ni algidi ed asfittici, ma le ol'ine sempre se<trsc, mancava110 del lutto al 3• gior no e clcllcro luogo ai fenomeni tossici. L'islosso dovrò dire ùel decesso avuto in persona del soldalo Benniui Carlo. I n Ghio come in Bennini l a reazione pl'esentovasi apparentemente cosi completa elle venivano giudica li quasi fuo ri di pericolo da m e e da quanti ebbei'O allot•a a vederli. Eppure la m orte no n er a lontan a c he di rt ualche giorno; !):3


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RESOCONTO CLINICO E TEI\.\PEUTICO, ECC.

talmcnlé improvvi!'la e rapida presenta vasi tale forma uremica lO"'!'IIC8 l

Epperò !'\i fudi uLr·o a Lati faLLi che in a vvenire adoprava una o due volte soltanto l'acido lannico, ricorrendo in seguito all'acido clo•·id!-ico t!d oll'a ciJo bo\'ico per dissnfeltarne l'intestino. Il brigadiere Hoube Mauro. segnalo al N. 17 , moriva iu meno di 24 ort•. Come apparo dallo. storia, veni va colpito dal rnalc improvvi:::a•nenle dOJIO aver mangiato del pesce in quantità, e si ebbe la forma seccn. In tnle caso ricor:::1 all'enterocltsi :::enza una lu:::•nghevole aspctlaUYa r eputando deLlo ca:-o dovuto ad un avvelonamen lo ùirelto e quindi inullle r sempre tardiva l'enlorocli~i ed o::roi allrn cura. Il caralJinierc V1goo Rocco, :::eg-nuto al X. 2:1, veniva attaccalo dal u1orbo 111 modo ancora iruprovvi:-n. Fu il caso più fulminante di malattia. che ebbi n vedere nel cor o dell'epidemja ed in meno di tre oro moriva allazzarcLLo. La forma fu quoUa secca : l'o•·lo cos tt·i:.done all'cpiga!:;tr·io, senza vomito e diarrea. n capor ale Regoli, segnalo al N. 20, moriva aucora in poche or e sotto una fot·ùu\ lo~sica ed alcune or e J>rima d'eF;ser e colpito dal morbo, avea manj!ialo delle acciu~the !'alnte. L'Appuntato di pubblica sicurezza, Baidari NJcolo, morlo dO [lO 45 ,ore di diluora, seblwue ~un malato cl a lre t!iorni circa con diarrea specifico e vomito, ehbe la reaziouo dopo renLerocli~i, ma maucarono le orine, per cw il 2' giorno insorser o i fenomeni oucefalici per inlo~s•caz.io 11 e. lu conclusione quindi quattro dece~si segnali coi N. 17 , 23, 20, 20, ver·ifica va nsi duraute lo r>rime 24 ore dell'ingresso erl il morbo mauifeslavac;i solto formn :-;ecca. Jn quec;ti casi l'infermo arrivava al laz.zaretto quasi agonizzante per il rapidissimo progredir e del male e quiru.li dovea r iuscire poco utile l'c11ter·oclis i taunica. Non hn:::La; in detti casi più cl 1c di un'infezione dei microbi, dovea lralta1·r-;i dell'ingesliono e dell'assor birnenlo del loro micidiale virus specifico. No è prova il fallo che nelle autopsie dei cul<i fulminauti :::ouo scarsic;c;imi i microbi, tanto nel liquido intestinale quanto nella mucosa, fatto per cui molli combattono la Leoria micr obica,


1\ESOCO:S:TO CLI~ICO E TEHAP.EUTICO, ECC.

14.75

o che manca la diarrea rwodromica indicanLe lo stadio d'incullazione de i m icr obi Itel tubo digereole. Cosi il ùollot· 1\larcbelli uarra un caso di 1norte fulminante per colera, in peri>oua del signor Cal'lo ne Felice , che bevendo inaYverlilamenle nel bicchiere in cui era andalo del materia le vom ila lo da sua madre, ammalala cl i colera, rnorl in tre ore , 1101 1 presentando che fot·te co~Lr i zione epigo.sLt'ia. Degli allf'i decessi, tre f\egnaLi ai N. n, 12, 13, avvennero nel periodo do. 1- a 6 ~io I· n i circo. ed uno al N. 27 nel periodo 1Ji ·~5 ore, in sc~uilo tulli c quallro u soppressione della fun::done renal e; pc>r cui sncccssn la reazione insorgevano dopo fenomeni ecr•'brali, élovuli a ll' i nlossicaxione uremica del sangue. Era questa una complicazione del morbo dovuto certamente corne posLumo dell'aziono del viru;. sui ccntr·i nerYosi. Oa Lale e~ame sui dece~si !'J\'ULi, chiantmenLe scorgesi come l'enteroclisi tanllica abhio. rrunsì sempre r·onisposto allo scopo prefisso, ciol) di Lroucar·e lt1 sor•gcnte dell'infezione e di fare reagire, se il grado d'iufl;lzione non si trovava troppo avanLi, l'organismo contro il Yirus assor·Lito. Che se IJII6Sla r eazione in alcuni fu incomplela. mallcnudo la funzio11e renale, ciò tlOO deve a llribuir·~ i ad ins u cce~!';O del metodo, ma deve conside·rarsi como consegueu.<:a eli 11n'alterazione dei centri ner·vosi pAr r mfeziooo successa; c basta s olo ,·inellcre per assicurarsi della bontà del m etodo come f ra il primo e il quarto gio'f'no della malattia man.caro,w completamente i decessi, mentre è stata fa mor talità constatata. nelle rhoerse epidemie, appunto in tale periotlo, et circa metà dei casi letali. Adunque il lnvaggio anLisollico inteslintlle mercé l'enlcr·oclisi, in massima parte corrisponda alla uuse razionale e scienWìca su cui poggia; e souzr1 elle continui ad occuparmi di tale metodo, l:--ovaodosi di ffusamente esposto nel Morgagtti, anno 8't·85, pure mi é d'uopo veni re a i segucnLi apprezzamenti: 1• M ercò l'enteroclisi si può agire direttamente sulla parte ammalata che c\ stata dimo::lrala dal reperto anatomo·patologlco e dall'esame microscopico essere l'ileo, superando la pressione del liquiclo l a r esistenza della val vola di Bauhin.


·l.f.7G

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IIESOCO'NTO CLINICO E TRIIAPKUTICO, ECt.:.

Epperò la quantità dello. soluzione non dev'essere inferiore ai litri due. 2• TaJo azione eli col tlo.LLo dol liquido cnlla mucosa non é istantanea, potendo !l liquiuo irrig-ato essere tolle1·ato dall'infermo per una mezz'ora circa, ed allo•·cllè viene emesso non lo si fa completamente, per essere ri!>nlilo in allo mercé il movimento antiperislallico da tale metodo accitolo. Ne l! una p1·ova inconleslabile il fatto, non frequente però, del vomit.o t! ella soluziouo iul rotlolta daJI"ano, falLo ùa me riscontrato due volle nei ca» i sognati ai N. 22 o ~fl. a• Facendo una !>Oluziono tu unica al l/':! pCl' "f. si ha un·azione astrin~ente suJla muco!'A e sui vasi cl te ce!'sano di secernere, sui bacilli virgolo.ti che vengono sterilizzati c res1 innocui, almono per un certo perioJo. giusln gli esperimenti del dott. Manfredi, e nel contenuto intestinale che viene acidificalo, distruggendosi 11 ter•·ono propizio allo sviluppo dei microbi. ' 4' Aùoporando l' infuo:o di camomilla come veicolo dell'acido tannico, caldo a 4(/, si viene ad eccitare l'Ù a l'iscaldare l'org,anismo, facendosi rial~are il110l!>O c la lempernLra. i>• Aggiungendo jlOJ Ilei li([UON.l amOlonio·ani!!'alo, s·aumcnt.a il mezza eccilanle per l' mteslino che comutcJa a sospendere l' assorbiment.o, impedendo il p•·osciugomenlo dei tessuti'. 6' A ggi un~endo ancora ùel lnudano c dell' iùrnto ùi cloralio, <-i 'iene in certo modo a moderare il potere eccito·motore della midolla alquanto ipCI'o>-tesizzatH. ;• Ottenuta l"aziom• astringente cl eli" acido tunnico, e do· venùosi in se~uilo ricorreru all"cnleroclisi, lauto come lavagg•o anliscllico come pe•· modificar e l'epitelio della mucosfl, sarò 111egl io giova rci dell' ncido cloJ•idl'ico uelle identiche p•·opor:doni. Da tali apprezzamenti, doùolli dai risultati pratici 8\'uti mercè rai•Piicazione d.ell'enleroclisi, ne scaturiscono le seguenti conclusioni: I. r:enlerocli~i lannicn dev'essere considerala come mezzo a bortivo iudJsculibiJe. Il. ~ai casi avauznli del morbo, quantunque fosse avvenuto l'nvvclonamento g rave secooùar io, costituisco sempr e il


liESOC0:\10 CLINICO E TI!.RAPEUTICO, ECC .

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miglior mezzo curativo razionale, comballendo sempre la malattia nclln sua sede. 111 . 111 llne è neces1>ario che in questi casi avaur.ali l'enteroclisi debba esser e accompagnata dalla cura sintomatica e fh;iologica, lAUto per lenire le sofferenze che per agevolare l"espulsionc ùcl virus. Nè però con ciò io voglio sostenere cbe siasi interamente raggiunto lo scopo riguardo alla cura çlel colera; ma è ~iuslo ammettere chr se tale metodo non ha dalo risultati dof1uHivi, non bisogna disperare. Ogni 8forzo della terapia nel trattamento delle malattie parassilarie, dov'essere ccrlruoonle, per quelli elle vogliano ingolfarsi in "i vasti slu<li ,;;pPr·iment.ali, dirollo alla scoperta d'un anli,.ellico specifico. L'ideale quindi da raggiungere contro il terribile morbo gan· getico sarebbe di scoprire tale n~ent.e !"pacifico, neutr'S.Iizzatore cioè dol microbo \'irtcolf\tn e del principio virulento. Tale f'all.o ci s i moslra nl 0erto ùiflìcilis:simo, ma ò posi ~ivo che i succes~i avuti cou l'onteroclisi Lannica, ct conducono a nuove provo con altre sostanze anlis:etticbe capaci non solo di paraliuare le funzioni doi microbi annidali nell'intec;lino, ma di agtro ancora in modo specifico contro il virus. Piacemi in ultimo di clJìuderl' queslo mio modesto rendiconto clinico e lerapeulico t•iportando per ciò che si riferisce all'euterocli<~i, quello ello !'i~ris!<e il prof. Cantani: " Chi lta OS!'ervat.o, egli dice, il mi~lioramento sposso repentino, la frequente cessazione di questa diart·ea dopo una sola eute~oclisi calda tannicn, chi ba visto tanti infermi col già incipiente rnlfreddamonto, coi crampi e colla cominciAnte cianosi, riscAldarsi come per incanto e sentirsi liberati dalla pena eoigMlrica e ritornare in forze e ricuperare la fiducia, come l'abbiamo visto noi, uon può spingere lo scetticismo a 1auLo da negare all'e n tcr·ncli<;i calda lannica una g rande influenza sullo stato genernlo ùoi colero s i». (M or gagni, Par·te I , 1885).


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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Dell' infezione tltloa. assolutamente aplrettica. - BAt;Dtsso:-~. - (Ga.ette des HrJpilaux, 2 setlem!Jre, lR8tl). }.1algt·ado i grttnùi progres~i che fece lA scie11za in questi lLltimi tempi relativi nlla scoperta degli agenti vaLogeni di molle aftezioni, nou ~i riuscì aucora a c;copr1re il veleno che geucra lo fcbb l'ò lifoideA . Q11Pllo cl1e è cet·Lo si é clte il veleno .11 que"la forma morbo"a pt•oduce degli ctTdli che varian o da quolli del tifo Jeggei'Ìl"SiliiO a flUOIIi rli•llifo pii) gt•ave, fallo qucslo che si t·i~conlra d'altr. nùe in tulle le malallie della stessa ra tegori a, nnali il vaiuolo, il morbillo, la s:cal'laLlina, ccc. La cos1 rlolla febbre mucosa ò 1111 grado dell'infezione tifica come lo dimo!'Lrano: 1• la l"imililmhue tll•i ~n\omi; 2" la tluratn del)tl malallia; 3' la sna coesisto nm eolla fol!br,e tifoid eo propl'iamPnlo della durarrle il corso di un'epidemiA: t.• infine la possibililu ùcl passaggio della febbre mucosa in febbre tifoidea e reciprocamente. Esiste inoltre ono stnto morbo~o. Onoro non descritto dafrli autori, clw il dott. Buudisson ehht' campo di osserva1'e par ecchie volle, e che dal medesimo ' 'iene consideralo egunlmenle sjccome una mnnifestazione dell'infezionf' tifica, •luanLunque pt>r tulla la sul\ tlurata si prrsenli a»~olulamen le tlpireltico. Que>~Lo stato morboso si presenta con un corteo tale di sintomi che l'autore non esila piu Ofrgìdì n diagno~ticnrlo e a dcsignnrlo sollo il nome di stato mucoso, tanto esso ac;somiglia po'suoi prodromi c sintomi (~alYo r assenza deJia febbre) pel suo decor Ro e pet· la suo duralo alln tcbbre muco!:'n. Difalli lo stato rnucoso presenta analogamente alla r.. bbre omonima un per·iodo proùr·omko costHuilo da un '-ell!<O ùi malessere ~eneral e, da un languore di lutli gli organi e delle


Rl\'JSTA li:EDIC.\

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loro funzi oni , da dimi11uzione dell'appoLito e dalla mancanza del sonno t•ipar ator e. Dopo qualche giorno insorge u11a leggerissima cefalalgia o piu~losto un "'cnso di peS>anlezza del capo ed un ronzio nelle orecchie: gl'infermi si lngnano di udire il sotno del vento, il suono delle campauo ed il canLo dci gr illi; ed è appunto n f1uesto r onzio che !autore altribttisce mo;.:-gior imporlnnt.o per la diagnosi perchò l'ha constatato j)Ìit frequeutemcnle. Talvoll.n un po' di son~ue c:i mescola alla mucosilà 118"""'lle f'enza parò costilui l'e uno. vera epistassi. Gener•almenle si O!""'e•·va uno slnlo congPstizio delle vi~ respiratorie t uon i reslanle~i colla Losc:e e con un' e~petL01·a­ zione vio;dlio!-ia. La linl!ttn è coprrtn di una pa1ina, l'appetito e la scto sono nulli ed 110 po' di vomito si mostra sovente dapprincipio. ll 'onlre è le~ger·mente tumido, ma non si risconlt·a nt:: gorgr,;.!lill m· dolor<' Ull po· ,·ivo in corri«pouùenza della rossa iliRcn deRLra. Ln "tiLiclt er.za é per lo pii1 ahiLualo, ud i r listeri nm t !'<0110 sempre sufTìcienLi pot• combatterla. lu •rualchc cnRo <>i constala una leg:rora tumefazione delln milt.a. Le urine, sempre rMe, !"Ono di color rarico, ed esalano un odore for lernonlo nmrnonincalc. Un s in to mo che lta ROV•'nle col piLo l'autor e è la for mazione di u11 sudor nollur'no taholln nubondaolissimo e soVI'Dle peno"o per l'ammAlato. Le ma~hio !cnti,~olurì o:;ono st.ate M«ervale solo eccezionalmente ed c t·a11o di 1111 color cinerino nozichò roseo. Dal Ialo rlcl cern~llo non si e con«lalalo alctma alterazione all'infuor i ùcll'in"onnia o eli quolchc altro di!'ìlurbo nel sonno. L a durala ùella mal"lllin é f'lala sompr e Rl minimo di tre settimane, ma in cer ti Cfl<;i si pr olungava fino a l"ei od otLo. D ur•ante l'inticro periodo della mnlnltifl l'aultwe ha !-'Cmpre tr ovato i !'iuoi infermi sonza febbre, quulunqu•· ::;io Rtata rora del g ior uo dollu visita ai 1nedesi LOi. La cura é !>lAta per lo più semplici'. Consisteva nell'amministrazione di una pozione emeto- catartica nl princ;ipio ed in (]Ualche purgaule sali11o in seguito. uonché nell'uso ckgli l) mari e doi touici alcoolici od altri. l n t[unlc!JB ~.:a so si ùovolle


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RIVIST.l

ricorrere ai rivul <~i\'i contro lo sta lo congestizio un po' ncceutualo dei bronchi: t n altri ca~i si impiegat·ono le lozioni fresche ùi acelo per ''incere un'atonia pcrsi!'lcnte; in pochi individui si usarono le fumigazioni aromatiche per far scompRrire dei dolori alle gambe compar"i ver~o il finire della malattia. Giammai f11 O"ser•vata una dieta rigorosa, ma gli am· malali si lasciarono lil1eri di sodùisl"at·e al loro appetito. L'e,.ilo della mahHtiA ,. sempre stato la ;:uari:.:ione, ma parecchi indiviclni intpieg-Hrono pil't mesi per ricuperare le loro forze c ripr cndet·e le loro occunazio111. L'.aulorc concltinde dtll lf(l.tC eh c esi;;~e UlHl,/eùris sinej'eb1·e, come esiste una oarioln sine t·ariolis.

Sullo s tato sporadico della febbre tifoidea. - AR!IiOULD, dj Lilla. - (Ga:zette tles Hòpitawv, N. 100, sellombN; :1886). L'autore ha !ello al congresso di NAne~ un'importante memoria su tJUesta rrue!'llione, le cui conclusioni sono le seguenti: 1' l casi c:;pornt!ici di rebhre ti foitlea merilnuo di richiamare "PCCil\ltnen~e l'allellzionu dei medici per la grav6'fza che essi ri,·estono e pel' la lt•Lalilù rclaltYamcnle forlP che essi cagionano. 2• Se «i "tudinuo con cura si ricouo,.ce cbe c"si presentano in generale lllt aggPuppllmento e snvcnti •·apporLi tra lor·o che perrnetlono di considerarli come costituenti in realtà piccole epidemie nhorltlP. !l' Essi manlcugono P rav,·i vano i germi tirogeni e si lra8formano in epidemie !"Ìt\ nel pof'.to, l'ia collra.sporLo dei gMmi, coll'aiuto di circM<Inuzu che cletel'tninano la riceLUvilà nei corp1 umani. Quc"la lt'll"formaziono è sJWCialn•cule ftWO rita doll'atfnticamonlo. 4• Essi cnralleri zzano l'ubiquità, la permanenza 1lclla febbre Lifoideu o la <~ua londenza costante All'cpidcrnicilà. 5' Essi dimostrano la reflle infezione dci mezzi (aria, acqun. s uolo) e l>i può iuferiro del PisanRmenlo di una città sia dAlla f't•(•quenza e persistunza dei C8"i !=>pOradic:, sia al conLr·ario dalla loro raril!l e specialmente dalla loro scomparsA .


m:DICA Delle cause prossime della morto nelle malattie . - FA uvel.r.E. - (C<t;ette des JMpita«J:, 31 agosto, 1886). L 'orgauisroo Ltll qtlOLc lo si cou~idora al di. d'oggi, diceva l'autore Al con~resso di ~anc), é un aggregalo di elementi i stologici che Lutli proven~0 11 0 dallù cell ula uovo: essi hanno uua vita loro pr oprio. cr el"cono, si riproducono P muoiono ciascuno per pl'opri o conto. Soltanto essi si sono diiTerenziali, ed n •JUe!'<ln dill'erenza ne P. risultaltl una divi!'<ione del l Avoro che dapprima C"ra concentrata rnomcntaneamenlt> nella celltùa UO\'O. ln 11Uo~la spPcie di repubblica organi ca, gli uf. flcii !'<Ono più o meno importanti. o l'autore l i pasRa in riYista per trovar e quali siuno quelli la cui importan za è predoulinanle e dai quali dipcnùonn Jc cl'!use pr o!'<!'<ime della vita o della morte dt>ll'iuùivitluo. Fauvellc terllliua il suo lavoro dicendo elle le cause prosstme della mot•le sono: 1• L'al<Senza o la tlimiuuzione tlell'ossigeno inspirato sotLo l'inOnenza del quale !'i sviluppa l'influsso ner voso. 2° L'assenza o la dìmiuuzioue degli albuminoidi che devono riparare le pel'dite pt'odolte ùa quest'azione. 3' Ln presenza di soslanze tossiche, qualunqno ne sia l'or igine che ORlacolino il lavoro di cui sono sede gli clementi ner,·osi, e conducono alla di.sorganizzazione più o meno completa.

HIVJSTA CH I HUR GICA Estirpazione totale dl un a.:neurisma popltteo. - Konu:R. - (Deuts. M cd. \\'ochens., _ . 3i, 1886). L'autor e afferma anzi lullo che r ezjologia dell'aneurisma popliteo deve coslanlemeule J'icercarsi nelle influenzo trnumatiche ed il raso elle forma ar gomento del !luo lavor o non Ila fallo eccezione alla rt•gola.


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lll VISl'A

Trallavasi di un uomo eobus lissimo de ll'elà di venlis elle anni a cui si era sYiluppsto in ùrevissitno tempo un aneurisma nel ca,·o poplileo desh·o, anoul"isma che inòubilatamenlo er n stato prov(Jcalo da conlinni sLit·au1en li che l'arteria doveva subire negli sforr.i che faceva il pnzioute per sollevare e portare gJ'fWi pesi. La curA fu tentata dapprima colla compressione strumentale o digitale, olluala in unione al processo di Re id, ma serna utile ri;;ulta lo. Dopo qualtro sellimane l'autore si r t"Oholle ad operare e precisatniJnle ad esportare l'intero sacco aneuri;;malico, con legature dei tronchi arteriosi afTer·onti ed eff'Prenli. SoUo rischemia arLi(iciale fu escisM il saceo ehc ora lunp:o dieci ccn tiruotri e larp:o otto e nell'escisione si ùoYcltc coroprendere un tratto dt cinque centimetri di venn poplil.l•a. Il luglio dell'arteriA afferente fu praticnto due cenlimetl'i snpra il cnvo poplileo, e là fu legala l'arteria, in bllf'SO furono Allacciale le due arterie tibiali anteriore e pos!Rriore. Ln cnvilil fu chiul'a con sutura a ~;Lrali. Ln g-um·ig ione sf\gu! pOI' JH'imo. intenzione o l'lenza incidenti. L'nuLorc ril'erclldos i poi nJ nltrc tfUALLorùici estirpazioni d'aneurisma da lui pra ti1·nlt> con l'Uccesso concluude collo # stabilire la segue11te maf'sima pratica: J• Ln curo dogli ancnrl"tni periferici devesi dapprima leotare colla compre"sinne e pr eci"lllllentc col metodo di Reid, n condiziono però che il cuo1•e sia sano o che non appar isca alcuno aflezione del l'istcmn vao:ale. l n prima linea egli mell•• la comprcs~i nue digitale, in seconda llnea la compression(· l'trumonlnlc. Se lA compressione fAJiil'lce non l'Csla. che la estirpazione che di prefer enza s i esegur rù col processo H i'Lter·. Pa.rc\llsi del nervo ra.dtale ln seguito a.d iniezione ipoderm.ioa. di etere. - Dott. P oF.LC II Eil. - (Deucsche Medi:nnishe Wochell!ll'ltrifl. N. :\3, 1 886)~

In una seduta della c:ocielà medica ùi Berlino il prof. Remak presentò uu caso eli les ioni' de i nervi superficiali dali dal radiale in segui to aù injeziono solloculonea di eter e ed oro due


CIIJRUnG!CA

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casi anal oghi ci vengono rit'el'iti dal dott. Poelc!Jer, medico as!c'istente d..t t• reggimento Jàuleria dell'csel'cito gel'manico. Nell'estate del l8hJ fu accolto nell'ospedale presiJiario di Danzica tut fuciliere cnl piLo <.la insolazione e in stato di'sapore. Il paziente appena Pntrato ebbe una injezionc eli etere sullA fa ccia esterun dell'avambraccio destl'o a quattro dito in cil'ca solto il condilo interno dell'omero. Egli !>i riebiJe dall'insolazione, perr) al giorn o sn<'cessi vo al la sua cutt·ata si O!'<set·Yò una pa r alisi ùcl radiale, che iutercl"~ova il •1uarto e quiulo dilo della mano de::-lra. Lo contrallililil faraùica dei ri!:petth·i mu· s(·oli era nbolilD, n6 vnlse a togliere la pat·nlisi utHl. cw·a e.leL· lrica coulinuato per s• i 111esi . L'ir:ùividuo l'i dO\I;Ue 111 segUJio rinumùal'e COlliO invalido. Lo ste~s:;o autore Ol-'Senò 1111 l"econdo caso l'anno successi \'O nell' o>~p eJtde ci vico ùi Danzicn. Nell'es-Late ~~~2 uno rap-azza appartenente all'islilulo ostetrico lll'<,vin<·iale ru dn quc·llo '-lobilimfnto trasloca ta oe1 ripa l'Lo medico ue ll'nR poùale civile per lll tOfl1iD. e pr• t• paralil'i del ratlittle inter essante il ']Uarto o quinto dtiO della mauo de~lra. La paralisi era nella l'orma ed estensione egual e a quella rlel pr ifllo ca~o, ed era stata egualmenLP provocata da uno iniezione :::o llo c ulnn~-' 8 di etere sulla l'accia anteriore clell'avamLraccio dcslro Ancl•e iu •1uesto CS!'O la paralisi non !'i modifìc::6 pu11to colla cur a e la paziente dovette !asciare l'ospedale ucll o sle!<!-if' condizioni. N ella tli:ocussiooo che SC!.:lll o. Ilo. relazione del ca!: O del pr oft.$Rore neu1al\, Ba!'ùoleben disM non poter coucepi r e c0me in una iniezione ipoùPrrnicu s'abbia a trafiggct·e la fascia t1poneur oLica, Ctù ello deve ne cess~:~ riam r ule accader e perché sieno olft~~i i nerYi profondi. Allo scopo di decidere se sia fnc•lc oppur no il ferir e colla cauuula l'apo11eurosi del l'avambraccio Ju ..ante una iltieziono ipodermica, l'aulorc hu pr alicate le r·eltllÌ\ e esperienze sopl'a uoYc cada ,·et·i. Pr-epanmdo poi le parli iniettate egli trovò che se ~i opera con un certo r·i guardo, ~>pecialmenle se ~i spinge l'ugo in uua piega della cute sollt~''ata si t·csla semvl'e ll·a i tegumenli esterni e J'upom· urosi; all'incontro si può traflggere l'ar 011eurosi l" e non !'ii solleva dapprima la cute; e ciò


Rl\'lSTA

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può ben accadere con maggior facililà operando sulla faccia posteriore dell'avambracìo sul mar·gine ulnare qualko dita al cliso LLo dell'epicottdilo perchi• appunto in quclltt regione il nervo è assai suporflcia le. Allo scopo di ovviare un lalr accidente l'autore consiglia di a~Lenersi dal fttra iniezioni dr etere od altra iniezione medicata, alla faccia poster iore dell"a,omi.Jraccio rtuando questo ò povero di adipe.

Allaoolatura nelle continuità. - Voss. - (St. Petersb. M ed. 1Vochens., e Ce,tt ralb. j"ii.r C!tir ., N. 39, 1 8~6). L'autore traftauuo delle allaccinlur-c offre una J•ttccolla di casi Ll'nlhlli nel cnt·~o lli dieci nn11i All"ospeùalc di Riga. Due lesioni clell'arter·ia mnmmnria inlot'lltl fut·ono illustrate in un lavoro già p1whlicnto. Ora egh r·irerisce lJ•e logf.\lure di carotide, delle quo ll lu prima fu iutr•apt·e~a per· cnrtwe un aneul'ismn ùeli'HPLCriu le rnpof'S.lc• F<UjJCPficinle sìnisl t·n io un giovauo ùi 18 anni il ctuale avon1 t·icovnlo una collcllnta alla guancio sin i~tra. Sotto In cicatrice si Cl"a formalo n poco a poco un tumore pul"nnfc della !!r·nc:c:ena òi una noce, situato al ùnYttnli c di sotto dclt"occhin sinistro; In pulsozione cessaYa colla compl'G"'siouc tlelrm·teJ·ia lompor alo SII pcrficinle con tro il mar·giue poslel'iore dellA mandibola. Nessun utile risullalo si' et·a oLlonnto colla corrlpt·e~~ionc di quo~la art~ria, conlinunla per una settimana; pe1·cio fo;j Yennea.Jla spn~caLu ra dell'anouri.:qna. c siccome il tronco dell'arteria tempoi·ole non si polevfl i !'olar•e fu allacciala l'tu·lcria carolitle esterna e compressa l'ar ter in temporale superficiale; mn npponu cessata la compressione l'emorragia ritornò assai copiOE;a nò vaJc:e a dominarla lA lc~ntura pro\'visoria ùell'al'lcrin carotide comune. L'omOl'l'ftgia però CC"SÒ dopo che fu praticata la lcgaLut·apercutanea ùcll'at·terio lornpm•ale. Il pazicnlo g ua rì. In quc~to caso rinsucco&:•> della legf\Lura della cnrotidc si può solo spiogore ammettendo che l'arteria tiroidetl superiore per mezzo delt r·onco Lir·occrvicale con tinua sse a pot·fru· ~angue nella cnrotide e;:ter•na o quindi anche oellc sue ramitlcazioni -comprn:=:e la tempo1·alo superficialo.


CII IRt:llGIC.\

Il secondo cuso fu più imbarazza nte; un giovane di 17anni fu accolLo i l 2 gcu nuio '1877 con una ferila da collello che principiava immcdialamculc SO[rr a H maJ•gine infcriOl'e uclla br auca OJ'ii:zonlaledella mandibola, due di1n lonlarl(l dnlrocchio sinistro c Jccorre'a per la IUJig"hezzA dj tre pollici all'inclielro in direzione orizzon lalc. La fel'ita si Npprofondiva al di dietro del margine poslePior·e della mnndibola o da quelvunlo usciva in copia !'li\ll!l'tte arLcJ•ioso. Si fece dilalozione della f'c rila e legatura nclln coatiuwtu dell' arterin carodile conmnc ed ester·na ~ello Messo gio1·no (:i gennaio) <~i manifestò emorragia eire si l'ittnO\Ò ll'è giorni dO[•O. Ogni volla che compari vo l 'emorrAp:ia si l egnvn In caroliùe i"l'mpre più i11 bnsso; dopo l'ullima allaccinlur·n ~i maniresli> nf'Min, sonnolenza e paralisi delle el:lremit8 '-ll(•erim·i ed infer·iori destro, mnutenendo~i inltltla la son!;i!lrlrlit. "\l t:? :;!ennaio rarasia cominciò a dilegunrsi e nel giot·no ~ucccssi\'() nnc11o l'cruiplegia, però ùue gior·ni dopo r1 uoYa t' IHnr rngia o quindi C[Uarta legatura della cn.J'Olirle in un 1'11111<> iuferim·e. ol 18 gennnio CJUa.rla cmot•rt~l!ia. Allora si p•·oc\•dcllc alla tr·n!;fir-:l"ionc e legnlura sul posto delrcu\Ort'8p-ia e CO'-i il pazieulc fn "ah·o. Lo !'Opranolale CllH)l'rAg:e s i faccvnno :::empr c dalla fe1·ita primaria nè si son potute Yincen' collo le~alure nelln continui tu. Pr·obabilme>n lo n11che qu i c~if<leva In sto:-~;;1\ onastor nol'i nrtc r iosa che fu :::upposta uel primo ca<.o. In u11 lct•zo rnso (legtllura tleu·arleria carotide comune per ancuri!'mn dell'or terin tempornle Hl[ oriore forma1o~i lenlamen1c iu c:ognilo a 111 1 ur to sofferte) ~ci l llèsi pl'ii'Tlll) l'esito fu i ncompleto, giacchi· tlll mese c me1.zo dopo l'or Cl'ozione il tumort~ JIJ'Csonla,·a ancora uua Jcp-f!<'l'll pulsnziono benché fosse tli mollo J•impicciohlo. Fu eseguila pure tre \Oilc l"allaccialura ùell'm·teria ClUlCI'ale f1·a illel'z.O superiore e medio; nel pr·imo coso per ero~ione della rodiato nel sito ùo,·e fa pasE-uggio nJ ùor ::o della ma110. Knn si rece pii.t omo rl'ngia, all'iuconlro si f<labi ll por·Aiisi cnmplctn della mano mantenendo«i inle~!l'a la «ensil•ilità. ~el fleconùo caso (fPrita al terzo infct·rorc del brnccio) compan-e al 'luarto giorno emorragia conr-:cculiva della rct·ita 11011 o~-;tantc cbe si rosi!'e praticaLa la logaLura. L 'emorr agia ru arr estata colla sospensione


li Il

Hl VISTA

d ell'ar·lo. N el tet•zo cnso a v,·eone la gang rena e la mo r te Le ar terie dell'avam br accio furono a!Jaccia te dodici volle in loco e ~em pre con felice risultato. Dì due allacciature praticate u!Ja crurale nella sua continuità una ebbe e~ ilo letale. I u ques:lo caso s i era allacciala l'at•lerio noi lrian:;rolo di scarpa per una emorra~ia pr o,·en ienle da unn ferila lacera del polpaccio, ne s0!!\.11 gangrena <lei piode con enfl,ema della cute. che in poco tempo r aggiunse il ginocchio: malgrado l'amputa zione della coscia fa tta & tem po il paziente mori in delirio. Nel secondo caso lraltavnsi di una fer ila di falco alla coscia con forte emorragia im mediata, in flUCsto ~i ollenne completa gua ri ~i one.

Dell'indolenza e del dolore nei neoplasmi. (Ga~ette cle.~ llOtdlau~, 31 O!!O!<lo, 1886).

VER K Et; IL.

Il pt·of. Vemeuil (di Pa rigi) incomincia la sua importan te l'a lla Al c·o u g-a·et<~o di Nancy, l'o.cendo osservare como ur i ltw c:> rì m oder·ni di patologia c hirurgica non si par li del clolore twi n eopla<~mi, q unntunrrue la fJU C!'ìLio ne meriti di esf;erc 'lrollatu, lanlo più che r egnano nel pubblico m edico e non mediço uelle idee con•plelamente erronee al riguardo. Si dice, infoltì, che il dolor e è generallnen tc nullo o debole nei neoplasmi bt•ni.mi, com e i lipomi, gli adenomi, i fibromi, e che, pet• contr·o, è violc-niJ) e f'}Uasi costante in quelli maligni, rome l'epill'lioma, l'osleo,arcoma ed il cancro. Quest'a~se rzinna, dice l'nuloro, ò al'-soluta me a~le erronea, e di fallo, i tumor i benigni po-.souo CS.."Cr e mollo dolo rosi, mentr•c i moliA"ni po~~onn decorre r e complelameule indolenti. Questa da li sono m ollo incet·ti JWI' la diagnosi, per la pro~uoc;i e per la curu dui lumot·i. Prendiamo A cnn~ a dero re il diagnostico. Allorqua ndo il dolor•(' manca, il medico u l'll01'tllllalo trascurano, in p resenza dei sintomi tnr> rbM i, di litrt• l'e«aroe dell'or gano infermo, e neces~a riam anle a ll ot•o il tumore è sconosciuto. Ques t'errore di diag nosi lrnsci na con sè un errore di prog nosi e di cu ra. Ed ò in tal modo ello un'o('erazto ne che riclticde l'urgenza coanuni ca~. ion o


CIJffi UI\GICA

tJ1.87

vieue respinta o rimandata. Prendasi un esempio: una donna, giunla all'età della menopausa, va soggella a ripclul<' melrorra~ie più o meno aLbondanli, ma essa non. -~O.if re; l'ammalala non !"i lascia vi;;ilare. Viene un gior no in cu1 si pre· sentano dei 8inlomi più gravi, delle pordite sanio~o ed un dimagramento impongono al medico di fare un eMme più profondo della l;Ua inferma. Allora si constala un'invasione di nooplasma maligno al collo dell'utero C'd alln vagina talmente esteso da non polersi più operare . Ecco adunque un errore colossale fondf!lo su di un errori' teorico. Un altro esempio: un individuo presunta uua piccola ulcerazione alla lingua che non c1cnlrizza; ,, dubbio !'e l'ammalnto abbia avuta la sifilide. mn in prec:pnza dell'~>•dolenza completa ù.i quell'ulccrazioue si pensa ati nu·arfcziollo di uatura sifilitica. lu segnilo a ciò si aJuu•ini«li'H il ioduro di potassio ed il mercurio, ma no11 ~ i ollionP alcun rt ~ullato, Quando po1 si t•icouoscc lo. natura clrll'ulcrrnzinne ò git'l lt'oppo tat·di per opera r e, a venclo il male prn~rcdilo i11 tlHre par ti. <Jualunque sia la natLt ra deln.t•opla.~ma l'indolenza è molto pi11 comune del dolor e in sul /l r i!tcipio. E pc:wchò ciò? perchò quando il ltlmore non é invadente, esso 11011 può essere doloJ•oc:o. In parecchi casj Verueuil ha polulo ~e;.tonare dei tumor i col lt>rmocaulcrio senza toccare le {larti circonoicine ed in ~egui~<' a ciò ~enza che gli ammalali avverti8Sero il minimo dolore. La rAgione è semplice c ~la uclla mnucanza di ncr,•i nei tumori, siauo questi dei cancr•, degli epiteliomi e simili. Stnndo cosi le cose, i neoplas111i non di,·ongono dolm·osi ~e nou quando a cquistano uu deco r~>o im·n leni<' ed irt•itano i nervi vicini. Questo fatto è capitale et.l il dolore di\'iene un segno importantissimo per il clinico percht• gli indica che il tumore ha invaso i tessuti e che il risu llt1lo dell'oper azione e compromesso. Riassumendo, l'autore conchiutle cosi: é iucontestabile che il dolore esis te nei ncoplasm i , ma ù un reno meno estr inseco, menlr e che l'indolenza è un fouomeuo int r inseco.


Hl VISTA

Delle ooai dette fratture indirette delle ossa lunghe per ploooll proiettili d l guerra.. - LACHONJQUE. - (A rt:h ires de J111decinr et cle Pharmaeie mtlitaires).

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Il Lac1·onique r1cbiama l'allenzione dei chiJ•ur·glli su una varrctA di fr-attura piulto~lo rara, ma di cui però sono registrati vari i e;ocmpi, c roè della frattura che a n-ieot:! nelle ossa tunghe in un punl•J lontano Ila •1uello colpilo. Tali fratture. che pe1• la sede ùovrt~bbei'O chiamarsi indirelle, pe1•la causa sarciJbeJ·o utvece di1·elle. l't~uloi'e propone di chiamarle direltt> mediate per dtslinguerle dulie immediate; però egli non djsconoscc che lale denominazjone genèrerehbc confusione, essendo cosl (•hramalc alcuno fl'atLm•e ùel capo, il meccanismo dello quali e ussa1 dtfftilr·cnLe da quello delle ft·allure in puroln. È noto n lulli che la gamba e l'anlibraccio !<pef:>so presentano ifl duo ossa J't·aLLur·ale In punti non posti allo stesso livello; che 110 os.so lungo, coma il t'emol'e , può r o mpor·si in due punti pc1• ulla s tessa causa Ji1·etta; che cogli a rt Lichi proce1-'si di o~leorlasia il chir·m•go spt>sso otlcne,·a lu f1·olturu in un punto che non t• rfl 'JUOIIo 11ol quale voleva pl'oùurla. Nel ~ ampo sprt•itnenlflle inollre è da ricoJ•dai'O cile il M Aggi nel l ~1:d grit lllll'lava di l'isullati ollcnuli su lii.Jie dì bue e su a"le rtgidl' clw ort• si "Jwzzu,·ano nel punto in cur si batlevg>; ed orA Ìn un punto pit't lontano; ciò fu più r t!C\!lllemente conformalo tltll .M""sserot· s11 os!'a umane sotlopo;,te a pressione lt•ac;vet·sale. Enlr:mtlo o parlare parltcolarmente delle frallurP a dtslan:~.a per arma dn fuoco, l'autore rirorda che il ~1Aggi pel prnno descri~,:;e un caso di tal frallut·a ossenalo in un indiviùuo che riccvelle un colpo di fucile nel peronc, il quale, oltre allo l't•allura ut•l puuLn colpilo. presenta\'ll u sei dita trasvc1·se a1 di;oollo della fer·ila, un'allt·u fr·allura unitamente a qnPlla della Libia. Il Lcùran nel 18" secolo ummelleva la possibililà di tali fro.llurc, non cibmùone però o.lcun caso. Il Berlltct·and parla anche di una lesione di Lal gener e avvenuta in un zuovo, ma no n la de~crive. Le prime osset·vazioni fondale su folti

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CHlRUBGICA

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ben constatali ;-i hanno nella ~loria medica e chit'ul'gicn della guerr a di ~ecessione; in essa si trovano registrati dodici casi ùi tali fratture, <Juattro delle quali sono avvalor·alo da pezzi anatomici che si trovano ncll'AI·my MeJacul Museum. Uno di questi pezzi rappresenta un !\'more colpilo da una palla conoide; nel punto di contatto In pulla hu portato via unu piccola scùca~ia supPrficialc; nel tea·zo super101'e si ossel·va una rr~llura semplice pre~sochc 11 asversale con una piccola fessura t·he ~i estende al picrolo II'OI'8nlPrl~; la fi'8L· tu1·a si trova a (i centimetri l!ii'Ca dul punto colpilo. Un secondo e~=;cmplaro presenta una fr•altura qua!'i Ll'asversulc della pa1·te media della tibia sini<:ll'tl, comunicnntt' col punto eli contallo, situato 6 centimetri piu in allo, pe1· una fessu1·a Jongitudinale. uu l··rzo pezzo l'tlflPI'"<~enta un fcrnor·e verfort~lo nel ~uo terzo infeJ'Ì()J"6 a quulche Ct!ntimeti'O SOPI'Il ì coruWi; dal punLo ~;olpiLo par~c unn fenditurA longiludinaln clte termin a ari una fraLluJ'a legger1noJ1Le obliq11a ::;iluota a 5·6 ccn ti rurLI'i più in a lto. li q 11 ul'lo pi'ZlO r·app l'O~l' IILO un femore nella cui ptu·Le posteriore. un poco al disopra cJei corlulli, c'SÌSte una gronda :5C8VI\ltl da U!IO paliO; da OsSa fllll'tono due fessure che ''anno a r·ag:,.!itlllgcre una lh1Uura tr uasi h·rHwersale ~iluott~ () centimetri piu lll allo. Iu que~li clifl'areuli esemplari la f1·s.ttura é collt.>;mtu col pnnlo di contatto pel' mezzo di fes::;ure; però nella ~Loria Aucilulu SI pArla di m olli altri casi nei quali non esil"le' uno f"uditu1·e; «i i• constatalo anche che il piu delle volle il r.u'ulctlìh~ l'fil 1e«lato in immeùiato contallo Cùl punto lot:calo. L'autore clescr·ive anche altri •·scmplari, rlei quali, uno mccollo dal doll. Koch nella guer1·a franco- pru«siana, uno del tlotL. Gillelle (che trovasi nel museo Dupu~·treo), uno ùel Bornhaupt, ed uno del dott . Tobin o:sservuln rcccnle111eute iu un soldato fet•ilo a Suakim. Vi ::;ono poi i r isultati oltenuli sper•iroenlalmenle, til·ando ciM colpi di fucile sulla diafi~i e sulla epifisi ùi un osso lungo. Nel museo di Val -de-G1•ace si lro"ano Yarii e sempi bellissimi di fr·uttu r e a distanza ollenuli sperim rnlalmen le Jai pl'ofessori Delol'mtl, Slrauss, Bousquet o Cllfl\'!lSSC. Dallo s tudio dJ questi va1•ii esumpi tll l'rotture n dislunza !H


III VISTA

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l'autore crede conseguirne la necessilà di dividerle in tre ''arictà: t• Nel punto colpilo la palla non ha prodotto che una lesione di conlallo (contusione, solco, gronda} od una semplice pArfol'azione l'enza frattura propr iamente della; non vi sono fendìL111·e: tullo al più si può riscontrar e la fessura long itudinale ~immell·ica o onche delle fessu re concentriche; • ma esse non hanno influenza sulla pr oduzione della frattura secondaria; 2• Il punto !'Oiptlo è lo sede di una frattura Sl!mplice, lru!'lvcr sale od obl iqua, non comunicante con la frattura a clistan2a pct· alruna fessur·a, solto la stessa riser''tl per ò che nellu varielé. preccMn te : 3' Il punto colptlo P la sede di una gronda o dì una fr·olturu n r;cbeggie, l:lpesso rtl'll'epifl si, d'onJe partono una o riù fendilut•e pt•ofonde che si dividono o si congiungono pet• dl'lirnitar(l un LJ•atlo eli frattura ordinariamente obliquo. !'l iluato a quolcho centimotro du l punto di centallo. Se i duo LroW di frallura !-<Ono mollo vicini e riuuiti da mollo fenditure che lint ilano delle scl r!'g-gie osHee, allora la lesione, piulloslochè vvvicinfll'l'li alle fraLLure a distan za, costituisce il primo gt•~tdo delle fr·ollurc comminullvc. Entrando nella questionP del mflc<'anismo Ji tali f1·allu r e, 'il Lacronrque ro mincia col ricor du t·e che il Maggi t'er cò di !>.piega!'lo colla rtpercussionc (reverbPratio) o con il contraccolpo lpcr consent=~um), espre!'-sioni certamente feliri, ma <'he non gettano una r.hiat·a luco sulla qnPslionl'. TI Legouest a mmelle\'11 che la Sf'conda frallura fosse il risultato di una caduta o tli uu secon,lo r.olpo senza ferila. Ciò qualche YOlla avviene Vl'l'&menlc: ma molte volle si può escJu,Jerlo in modo 8S"oluto; t•estano po1 in ogui modo sem pt•e i falli sper imentali. Olis c Hunlin~lon, autori del 3• volume della s toria medico ctururgica della g uE-r ra di secessione, hanno constatalo che le ft·allture a distanza si osservavano sopralullo in !"eg uito a contatto diretto d' un proiettile animalo di grande velocità co11 lo ossa llssatt.! solidamente dal peso del corpo. Il Fischer ha ri protlollo questa opinione t·ilenendo che il pt·oie ttile fa curvare l'osso colpito Jlno al limite dellu sua eia-


CRfllURGfCA

-sticilà per lo choc direlto, e produce nello stesso lampo la seconda ft·allura ~ aLLo l'influenza del peso del corpo che si fa senlit·e in questo m omento. Queste spiegazioni si appog· ~iano quindi sul Ja llo che il peso del cot·po tlssa il membro sul suolo, e che la Lo nicilà e la contrazione muscolare immobilizzano le articolazioni vicine. Questeconùizioni possono e debbono in faUi t•ea lizzat•s i spesso, ma mancano anche •1ualche ,·olta, come ntllle fratture dell'omero e nei c."si speri m entali, nei IJU&Ii il membro su cui -si opera é sospeso con una cordicella. L'autore per conoscere esattamente le condizioni nelle quali si producono le fr atture a distanza, crede ell e s i ùebbano, come per le a ltre fratture, stuJiare luLli i fallot•i che entrano i n g i1.1oco, cioè: 1• 1e propt·ielà s tatiche del proiettile; 2• le proprietà dina miche Ji esso ; 3• l'usso tanto nel suo insieme, quanto nel punto colpilo, e i modi di eesis tenzu che esso o ppon e al proiettile. Delle proprietà statiche del pr·oieWle, ryuella c he piu interessa e di cui s i deve ten er con to i11 tnle studio è l a consistenza, ossia la sua durezza o mollezza. Un proieltilo for · .;.rnato di un metallo molle e che si del'ot·ma l'acil menle, possiedot•ù w1a L'cH·za di peneLrazione rniJlO I'O ed agi rà pi(l per pressione e per scuolirnen to che una palla l'atta eli metallo

duro. Fra lo pr oprietà tl.inamiche la piu importante è la velocità; però noo ad ora i chiru1'gi sono discordi sul grado di velo· ~ità che é più faYorevole a produrre le t't·altut·a a distanza. L·aulore crede che possa ammettersi a priori che le volocitA deholi pt·oùucano i casi più semplici cioè le rralture della prima varietà, e che le velocità più g randi producano quelle

doppie e complicate a fessu1·e profonde come nella 2• e s• varietà. Le g r andi ossa degli arti souo le piCI disposte a presentat•c le ft·attu re a distanza; m a a soconùn elle il punto colpito si troverà in u.na Jiafisi od in una epifis i; a seconda e lle il proiettile colpieù l'osso in pieno o lo s(lot•erù; a seconùa c!J e la palla toccherà l'osso perp endicola1·men te Od <>bbliquamente, varierà necessariamente il modo di l'esistenza.


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RIVISTA

È jnfaLli ragionevole il presumer e che una palla, la quale perfora una epifisi, avrà bisogno, per produrre inoltre una frattura a distanza, ili una velocità più grande cbe uun pAlla la quale va a colpit·c in pieno una diafìsi; simihnenle la velocit.U dovrà essere pii1 ~ra nde se il proiettjle tocca ro~>=o langeuzinlrnt>nlc, di quello che ~e lo colpisce in piano. Anche la conforma1.ione A'f'llet·Aie dell·o~so deYe essere pr·esa m consider azione Dice Bornhaupl che la resistenza della diafìs1 vario non solo nei di,,ersi individui e per le diverse 0~!'8, ma anche per il punlo colpilo: hl resislenz11 di una diafìsi corril"ponde prO~!"O a poco nllo ,pe::;~ore dell'anello che pre· senLn il LAp:lio ll'&svcrsnle di e!"~a . Il femore per 6!-;empÌ<) presenl.t\ unn ~u rvatura a conve!'sitil antero·csler na di cui il taglio, Lriaugohu·e nel mezzo, lcnde a divenire circolare alle ''slr emilù; n miAurR che d si avvici na a ((Ue!'le. il te~sulo COtiiJIBllo cede a poco a poco ol tessuto spongioso; no~ì !Jueste pat•li sono mono rc..,.isleuli che. il rorpo dell'os!::O propriamente deLlo sehl •ono il loro lagl io !'Ìa più gr ande; «i ò conslulnto infalti CliC i] ler~O mediO pill resislenlO degli a!Lri due. fii. sogna iufìm• LE>ner conto dci!P predisposizioni individuali; infalli il Delor'mc os;;en·~~ cho l e M'òa di un so~gello, su cui sperimentava, av~Vl\110 uml marr..ala tendenza a rompct·si a qualche clislonzn dal 1 unto pt•rcm::so. Le• os!'ia, come tull i i corpi solidi, si possono r ompcrn per mezzo dci qnallro meccanismi seguenti: pressione, {le:>siotle, torzionc c trnzione; questn ultima può eliminarsi subito pet·chè non esistono clinicamente ft·atlure d'ossa prodotte in lal modo. La {le.'>sionc deve essero ÌO'-'ocala raramente nell•~ ft•atl ure per ormA da fuoco; e~"a può ammellersi solo p~r le rralture semplici trnsvcr.,ali o leg:germenle oblique elle "0110 molto rare; d'aiLronde anche iu tali casi non può escludersi rompletameule la prl's!"ione. Ma la condizione inùi~peusabile per la produzione dolle fralturo l r asversoli semplici è la debole velocilù del proiotlilo, rlie cioè la forza viva di ([Ueslo sin di poco snperinre alla r esiRle111.a delro~so; arl'ivando a con lallo deii'Ol"SO la pa lla si deforma, consuma in questo lavoro meccanico una parln dellà pt·opt•ia fot·za, e. rresentnndo una superlìcie cl'flllacco più grande, diviene più contundente, ma

e


GHLIIURGICA

...

meno perforante; se la forza viva residuale ò inferiore alla resistenza del punto colpito, la roUura, invece di avvenire in quel punto, avverrà un poco piu lontano in nn alLt·o punLo di minor t'esistenza. Quindi la debole velocità del proieLLile e la flessione delrosso, compresso e scosso su una eslensione tanto piu grande quanto più la palla è deformata, sono le cause delle fratture trasversali a distanza. La pressione è pel' allro la ca usa principale detle fratture per ar rna da fuoco; per essa s i producono le fessure e le scheggia. Larapidilàdelrazione del corpo vulnerante non permeLLe che l'elasticità dell'osso si eserciti; lo s trato colpilo ur la contro lo st.ralo vicino; l'osso compresso, spinto, scosso si rompe nel punto che non il sostenuto, e specialmente nella parte opposta al pun to di contfltlo; le vibrazioni molecolari prodo tte da questo scuo limento si spandono por tutta la pareto e pet· una certa estens ione. È così che s i l'orrna per esempio la 1'endilut·a longilnùiuale cito può di rs i un primo grado di f1·aLLura a. dislruna; così si formano pure lo rratture ad X e tutte le altre varieta ripo1·1atr piu sopra . Spesso il meccanismo della torsione si unisce a quello ùeUa pres>:ionE:', e ciù avviene ~pe cialm enle quando il proiettile tocca tangenzialmente o perpendicolarmente il cilindro os:>eo od uua prominenza cpifìsat'ia; allora la palla comunica una parte del suo movimento all'osso che gira sul suo grande asse: dal punto di contatto parte una fendilura longilndinale spir oide od elissoidale che ad un certo punto si diviùe in due branche abbracciando la circonferenza diafìsaria e limitando una frattura assai obliqua caralterizzata dalla s ua lunghezza, dalla sua acutezza e dalla sede assai lontana dal punto di conlalto. La diagnosi delle fratture a distanza non presenta in generale grandi diffìcollh quando la soluzioue di oonlinuo sia immediata e completa; basta constatare la di~Tet·enza di livello tra la sede della fral lLU'a ed il tragitto percorso dal proieWle nelle ptu·ti molli. Pet' riconoscere le dilferenLi vfu·jelè. ùi tali fra llure si sara gniclati dall'aspetto del forarne d'ent1·ata, e sopralutlo di quello d'usci ta, dalla polpazione, tla l minuto esame degli abiti del ferilo e della defor mazione s ubita dal proiettile.


IUVIST.\ CHIRURGICA

'

In quanto ull'a cura, tali fratture debbono essere trallate come Lutle le altro fr·olture per arma da fuoco; non eseguire esplorozioni, nè tentare di estrarre il proie ttile; mcdicalura antisettico; itnmobilizu.zione nel miglior modo posl"ibile. l.c cure devono essere mag:;:iori quando si hanno le fratture doppie n eli<' quolt la ''italita del frammento intermedio rio sarà altrettanto piucompromrssaquantopiù il periostio sarà slrop· palo O !';COIIAlO. Le schoggie o~scP che in ~eguilo alla inflamma7.ione dìvengono libere si estrarranno; mentre che hisof!Ot'l'tl conservAre quelle che, circoscrille da re....cosure, banno consct•vato le lor o adcrenze e non ho •tuo !lUbito alcun sp0stautcnlo. Tutte le altre deduzioni cliniche sono del resto uguali o quelle delle frallure in genet·ole.

RIVISTA D1 OCU USTICA

- ----:---Conalderazlonl sull'esame dell'ooohlo all'tmmagtne diritta. - 0CI RIIFN.

• Nell'occhio emmelrope ltl r etina è al fuoco posteriore del-

• r apparecchio cliotlr·rco oculare: i raggi eltler genli ~ono • dunque allo stato di paeallelismo e l'immagine r o,·csciala • cd ingrandita della retina lruYasi all'infinilo. • Un o~ser ,·atorc emmelt'ope polrebbe teoricamente ulì" lizz.arli, a co11dLdoue però che possa rilasciare la sua ac· " comoduzione, o eire guardando a distanza, in un canto pèl' • esempio tlella stlla, auclre l'osservaLor e completameule pur • deve rilasciare la sua t~ccomodazione. • u .Ha ciò in pratica {J assolutame-nte impossibile di ollenere • da parlo dell'osscrvalore, perché pella troppa vici ua~tza non • può rilasciare la sua accomodazione. L'osservatore om• meli'Opo uon ,·ede quindi mai l'immagine diritta d'un occhio • ommelrope che esamina a.ll'oltalmoscopio.


111 VI STA DI OCUJ..ISTIC.\

li-95

• Vi ha ~~ un caso di eccezioue, quando l'osservatore s·ac• costa nll'occltio osservato a soli 2- :l conlimelri. È allora • perchè viene a collocarsi tra la lente cristallina ed il suo fuoco " anterior·e: ed allora la lento fa l'ufficio di microscopio sern" plice {essendo la clislanza focale medta del cr·istaUino di « quasi 46 millimetri,) comecclaé immerso in un 1uezzo orno• geneo acqueo e vitreo. • Questa spio~aziooe, iugegnoss. ed npprezzahile del renomeno, nulla togli!' al \'&lore dell'asser-zione che a distanza maggiore impossibile é vedet·e. E ciò posto il metodo della dia.guosi "' tHisura degli stati refratti"iall'uopo del movimento delle irnmaginr del fondo oculare, riceve una pr Pziosa confermo.. Una buona parte delle obbiezion: falle acl esso metodo oou hanno cho uu appoggio tcorieo, che la pMtica non conferma. B. Nuovo ottometro astigmometrlco. -

LAMAtRE (1).

Di ottomotri astigrnometl'ici uc esistono, ma costano tnol· tissimo. Le ca8selte di tubi di prova hanno pure un prezzo, pol pralrco noo s pcc,ialil'ta troppo alto. Gli olLornelri tubulari (Badai, ecr.) nou possono dare che indicazioni appt·or:;simntive. Un otl~\lmoscopio 1:1 refrazione potrebbe costituire ~ "'n buon ottomell·o tascabile; ma il tenue diametro cfellt\ lenti è un m;tacolo pro.Lico gravissimo; e poi noce~sila In fessura slenopeica e spel"so anco l'uso dell'atropina. Il Letuairo immaginò pt•r ciò un ottometro, che avt·ebbe il vantagg'io tli ovviare a~li inconvenieuli tutti sovr·a notati. Sono due dischi utrront.ati e dotali d1 movimento indipendente: l'uno Ira 12 ceni. di diametro con untlici nprrtur•e circolari di 2 cenL. dieci d('llc quali son mun1te di lenti pianos feri che, cinqne po<~itive e ciut(ne oe~ative, dei numeri J , 2, 3, 4, 5; l'altro disco eguale non presenta che sette aperture con sole sei lenti (:1 rositivl'. 3 negative dei numeri 0.''>,11,22).

(l) J>arigl -

.\rnold et Xachct jcuue - llnt• Canm3rlm :!1.


r U..96

l

l !

DI'l'l STA

Una piastra adallatta ai disclù ha due aperture liber e (assili), e quaUro altre p iccole per leggere i numeri deUe lenti. L'islrumento cosi composto ha un manico, che basta introdurre in un caHdeliere qualunrrue per aver un otlomelro a piede. Necessita però ancora un disco graduato a quad t•ante, e delle lenti d'aggiunta piano-cilindricho. Si o ttengono cosl uumerosissime combinazioni, sufficienti a tutte le esigenze praLiche. Come si vede tlal IaLo meccanico, e fors·anco ottometrico, l'islr.umento del Lemo.ire nou è che una immitazinne. una applicazione quasi dei dischi ottometrici del P errin e del Roulot. 13.

l l l

Sullo stra.blsm~. Diamo, togliendolo dF!IIa n ecueil d'ophta/mo logie, nn sunto della interessantissima comun ic!lzione ùcl Javal nll' Accademia di medicina, s1tllo strabismo. Basterà il nome dell'illustre Javal, ed il riflette•·e cltc le sue conclw;:ioni sono il 1·isuHato di 23 anni {li s tudi speciali, per farne risultare il sommo valorc1. c La cut·a deve \lsser e sommamente divel'sa secondo i casi « particolari: quali esigono la tenoto111ia ; quali esclusi vac ruenLe richiedono lo cura ottica; quali l1nalmente neccssi• t.ano s'appliclù s imultflueame nte r nno e l'allro metodo. " Nel trattamento ottico servono: " Gli occhiali pella losca[!gine(louchelle) per sopprimere fu n" zionalmenLe l'occbio migliore; uuo sler eo>:copio a riflessione (( a specchi dis pos ti ad augolo diversnmenLCI inclinab ili, onde • ottener e e graduare g li s forzi pella fusione delle due im" magiui riliesse dello s tesso oggetto, ed ottenere così il g ra • duale aunt!-!Ulo dell'e11er gia del muscolo ch iamato a core reggere la deviazione (il retto es lerno nello str abi<>mo con• ''ergente; il r·etto interno nello strabismo lliver gente). Se .. v'ha complicazione di devia.,;ione verticale, si possono usare « due ve lri pris mntic i mobili, monta ti a s1er Poscopio. Gli og• getti sono dei cerchi n e•·i con dischi diversamente colorali


DI OCULISTICA

11.97

" (da nn Ialo collocato sollo, dall'altro sopra al centro); a poco c a poco ai cer chi si sostituiscono delle le tter e, poi un motto u (che da un la to manca d i date, dall'altro ùi altre le ttere). • Strabici miopi .. . Lo s tra bismo con,•crgentc (pel fatto drlla « vistA avvicinata) occone il primo; ma ben tosto dà di re~ola " luogo al divergente. l i convergente ò facile n gunr irsi cogli • occhiali concavi approprjati alla Jlliopia. Il divergente, il più • frequPnte, •'consecuti\'O come si dil"se, ed è il portato della • s tanchezza o della inulilihl degli ~rorzi per ottenere la fu" sione delle immagini... l'occhio non buono viene cosi a de" viarsi. P ot· correggerlo sul principio ùaslano i mezzi o ttic i • ricordati combinaLi coll'uso clcllo len ti con ettive dell'ano" malia diottr ica,... Se antico o r·ihelle biso~na ayf!ilmyeroi la « tenotooHa. • L o s trabismo indipendPole da rniopia, od anche degli " ipermelPopi, è con,·cr gen te. f.: piil facile a guarire quando « insorse a lla nascit.a o poco dopo. In pri ncipio l> accidentale « insorge solo nella visione da vicino (ed è allor a quasi sempr e • legato ad nn disparato !lrado d"aQligmatismo). Nel seguito c fassi permanente. bench1\ sempr e magl-(iore nolla vL~la da c vicino. Quando è intermillente bostano i correttiYi ottici; « o bastano ancor a quando è permanente, ma poco pronun• cialo .. ln caso diverso è neces~aria l'operazione.. . P erò • colla pazienza e l'insistenza ~i riesce spesso anche senza c di essa. cc I n ce~icasi eccezionali pu6 bastare pella cura dello s tra· • bi:;mo l'uso delle leoli convesse; come pure dell'atropina c in alcuni, deU'eserinu in altri •· B.

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1498

RIVISTA DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

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Una deformazione ereditarla attraverso olnque generazioni. - (Reoué Scien.lifiqtw, N. 7, Hl86). Il dolt. H . A. FotlH'rby ha J'Ccentemente pubblicata una osservazione molto inlere!."san le della Ll'a smisE.ion~ eJ•edil.nria dì una deroJ·maziooe anulr>mica in cinque ~enerazion1 ::~uc­ cessi vc di una ~Lessa famiglia Av!'ndo os~ervato un infe1·mo che presenlu notevoli &llomalie, si i11for m6 dei paPcnLi di questo paziente e giu:~se ai seguenti risultati. Ecco la deformazione che p1·e!':enla il pnzicnle l. A. AI car po non v1 sono che •1uallro metacarpi; il 4' ed il 5' dito sono t'uRi com e nnch!-1 i dili r;01·l'ispondenli. Al tarso l'anomalia ò più curiosa 1•d 6 IJUelln che s1 è manifestata nellt: cinque f!enerazioni. Il m elatarso di cia;:cun piede è biforcalo io due masse di forma conica, di cui l'una porta il dito gr osso e l'nllr a :i l dilo pi ccolo. QuesLi due dili, ì soli esi stenti, sono mollo mobili ed eseguiscono m ovimenti d'opposizione potenti. Le deformazioni nc~li altri membri della fa1rf.g!ia sono le Rcguenli: t • gene ra~ione:fB i sovo lo - maui e piedi identiche a quelle del l . .,\.: m ano adunca. piede bifido. t • genera;ione: A volo - idenliCR co~a . 2• gener~ion.e. 1* figlio - po1I J•e - identica cosa. 2" figlio - nessuun nnomalia. 3• figlio - mani c JHCdi Rnor·mali. Il rimanente clelia famrglia non pt·esenla difelli. 4• gene,·azione: Famiglin del parll·e: 1" J. A. (il paziente esa mi11aLo) - pi ede bifido senza dila: mani senza dita, con ll ue masse osseo-carnose seuza delinutazione ùi dita.


RIVJSTA Dl .\NA.TOill.A E FISIOLOGlA

14·99

2' fratello - piecle bilì.do, mano deforme, ma meno di quella cle1 l. A. 3• sorella - mano con un sol dilo: piedi bifidi. 4• sorella - una mano con dt~e dila, l'allJ'a con sei: pied i lJilìdi. 5' sorella - selle dita ad una mano, sei all'aiLra: piedi bific.li.

6° fratello - una mano come quella del l. A., l'allr& com e !fucil a del n• 3. 7• fratello - come nel numer o 3. s· fratello - tre dita t•udimentali in ciascuna mano: piedi con due o lrc ilita soltanto. 9' fl'aLel lo come nel numet·o 8. 10• e l2' ft·alell(> - nessuna anoma lia . 5' generat.ione: Famiglia del t• - nessuna anomAlia. Famiglia del :.:• - 1° flglio - selle dita ad una mano, sei· all'ulten: piedi bifidi. 2• e 3' tigli - deformazioni diverse delle mani, pied i bifìùi.

4' e s• tìgli - nessuna anomalia. Famiglia del 3• - un sol lìglio nel quale le mani eù i pied i no n poss iedono cltc uu sol dilo. Famiglia ùel ()• - 1\cssunu anomalia. Ciò che i> cur ioso in r1uesto caso si è la tendenza a diverse ano malie della mano e la stabiUlà dell'anomalia del piede cbe s;i è rip1·odoLLa identi co a sé slessa k traverso. cinl'[ue genel'ozioni.


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RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE Esa.ntema bolloso consecutivo a.ll'uso interno dell'acido saliotlico. - RosE\IBERG.- (Deul.~. Med. 1\ 'ochens., N. 33, J88U).

Trn lo atfc1.ioni della pelle, che gli aulori nl>servnrooo 111 seguito alla sornmiuislL•aziono di cer te soslnnze medicameutose, si nnnovorarono frno ad or a le dermatiti rnaculo~e. le papulose cd anche lo erpetoiùi. Traube p. es. ci descrive un'affezione erisipclalosa delln faccia sopravvenuta dopo l'ingestione della digitale o parimenti in causa dello stesso moùicamonto, allo stesso autor13 occaùùe di ossel'Vare un caso dl csa11tema papuloso. L 'uso ùel chi11ino, come è noto da molLo tempo, può dar luogo all'eruzione di esantemi clivursi eLle possono assumcr·e la forma di porpora, cJi roseola e di scarlattina. La prima l'orllla fu descritta da Vepau c da Gaucltel, la seconda da Dauboens, la scat·latinosa dn moltissimi altri. L e foçme eri ternntose pr odotte ùall'uso dell'on Lipidna fu rono osser,·ate da Cahn. mentre Quincke, Heinlein ed altri sluùiar·ono e descrtsser o l'cruziono a for ma d'orticaria ::n seguito ali uso dell'acido salicilico. Ortt per la prima volLa ci vien descrilla la t'orma bollosa prodotta dallo stcf;SO ucido salicilico. Una donna di 29 anni ricovcr·ava nell'ospcòale israeliLico affeHa da dolori alle ginecchia e alle arlicolazaoni dei piedi. Essa asser i ''a di aYcr soffer t.o la stessa mnlaLLin (t'eumatismo at·ticolare) nell'anno scorso c che da circa un mese i dolori si Ol'ano rinno vuli, che per quesli ùolori fu cura La i n a ltro ospeùalo coll'aciclo salicìlico P che desistette dell'uso di quel far maco quando vide comparire un esantema cutaneo di dubbia forma. D'allor a in poi essa non fece più alcuna cura 1100


RlVJSTA DELLE MAI.ATrJ R \'E:'iERtF. 8 DELlA PEJ.l.F.

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ostante che i dolori articolari avessero t•ipreso forza dopo sospeso il UJedicamenlo. Quando entr t'l all'ospcrlalc isr Aelitico pr esentava l e seguc11li condizioni. Volto turgido di colore livido, alle paJhebrl' o alle labbra veùe\'ansi delle crosto secche. i\fani o piedi ciauolici. Al tronco, alle braccia ed alle g~mbe numerose ma<·cltie ro::>so- brune ciel tliamelro di un soldo e più. Queste tllacchie si facevano spat·it·e collA pressione, ma t·ilornaYano oppcna che •[uesla co~..::avu. Temperatura genet·ale 38,3. Lo lll'licolazioni delle ginocchia e clei piedi dolenti tna non gonll. Ri· Jevavans1 ancor., i l'cnouumi staliri di plenrile sinistra . La diaguosi, la"l'iaudo da purto l'afiezio11e della pelle a f'ol'llla indeter mjnala, fu di reumAtismo 3rlicolnro cnmplicalo a pleurite siojslra c r1uincli fu prescritto l'nctclo ~nlicilico allo dose ùi rtualtro grammi. :O.la mPnlre solto l'uc::o del medicamento si ernendawmo i !'lintotni dd rcumnlismn, l'inferma pcggiornvA nel suo stnlo genera le, l a l'ebbr e aurneuL&Hl, la pel le ~i l'acova più tu••giclo, lo muccltio pi 1'1 eslO!-<c, il senso di brucior e insoppoi'L>~ hile . .. Cu'l noa o;::tnntc -.i somministrò utùlllrn volla ractdo sahcilico, ma si ùovl'lle ~ospe·1derne delìnili,antente l'uso quando alle macchie ~i 8"!'10cinroun le bolle munrrose specialmcnh• Il i dor so o gt·nudi quanto un pozzo da due lire. Questo bolle sorgevano SO[JrO. un fondo rosso, mn l'epidermide sollovnta mo!-'Lr aYasi l.oinnca. li li•1uillo contenuto cr·a giallo-cbinro e dava reazione alcaliun. Quakhe l10lla si vcdeya anche sulla mucosa della bocca. Al terzo giorno dopo la sospensione d<>l· l'acido saliciltco, i fenomeni l"tHiùescrilli incomjnciarono ad emendarsi e nnnlmcutc le bolle si con vcrlirono in cr oste. Allo scopo di a•·qui~tut· la certezza a~!;oluta che la causa di rrne:;:La strnnn co111plicanza del reumatismo er a esclusivamente l'uso dell'Acido salicilicorauLor o, col consenso deiJa mal ata, rinnovù l'ammiuisLr azi<•ne del mcclicumento e L'epifenomeno si rinno,·ò con sin~olare punlualità; infatti dopo pochi minuti <lall'infre"Lione del rimedio, comparve il bruciore alla pelle. l'arrossamento e lìuahnenle le bolle. Ricor dando l'autor e che da alcuni pr aLici er a stato o~se r-


RIYfSTA

vata feliminazioue per via cutanea di certi medicamenti come l'arsenico, volle accertarsi se l'eruzione bollosa osservnta nella sua inferma stesse ad indicare una nuova via di eliminazione dell'acido saticilico, rna le ricerche chimiche iostituite a questo scopo sul liquido estrDtlo dalle bolle non fornì alcun posi livo risultato. \

Dermatiti prodotte da.lla. tintura. d'arnica. - (Jou r nal de Médecine et de Chirurgie, muggio '188U). Il ùoll . .;\lo!ènes, Ila tt·allato, negli AnnaleRtledermatologie, .Jei gt·avi inconYeuien li che può prodm·re l'applicazione locale della lintur·a d'at•nica. Più spesso 1fli accidenti cominf'iano a compaPire •(Ua lche ora dopo l'applicazione della ti11tura: il paziente avverte un bruciore legg1ero cbe ben losto aumenta, diviene intenso c s i accompotrna a prul'i to violento, che lo spinge a l!l'allal'si rul'iosomente; talvolta anche, il malato nel gratta l'si lt•aspqrla su a l tre I'Cgion i l'agente i t'l'l ta n Le e ne risulla un'eruzione mollo estesa. Questa è cosliluJla dapprima ·da papu le che s i ll'asfot•mano in :24 Ol'e in ve!;cicbelte, ora disseminal'e , or·n coutluPuti ~ l'or•manli piastre isolate. Si formano croste e L,alvo lla la lesione può andat•e nno alla ùisLt·u zione ùei tessuti, persistendo i maiali a lasciara il medicamento .flno a c he esso abbia faLlo uscire lullo l'umo~'e ca t'livo silualo sotto la 1 elle. Queste souo le lesioni di un eczema acuto artificiale, d'una ùut·atA e d'una intensità val'inbile. Se in alr.uni malati esso scompa 1·e in 3- 4 o 5 giot•ni, può in certi individ ui estende!'si, generalizzai'Si senza che l'applicazione dell'arnica sia stata two)ungala. L'autore ha visto un malato, stato affetto allr•a volta da eczema della l'accia e ùelle mani, nel quale ùopo una semplice applicazione di tintura d'arnica, slata l'atta in segui lo ad unA caduta sui ginocchi, si sviluppò immediatau1enlc ai due ginocchi un ve1•o Pczerna acuto che invase le coscie, le gambe, i pietli ed una porzione dell'aùdorne e durò più di un tnese. 1:\iassuroentlo, l'arnica può provocare 110n g ià un eczema


DELLE MALATTIE \' E:"ìERES E DEI.L.\ PELLR

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ne l vet·n senso clC'Ila p e t•ola, ma una det•malosi erilem alosa o ve!>cicolosa, la quale può divenil'e il punto di origme di un vero eczema negli individui pt·edispo!;li. La cura consi!'lle essenzialtnenle nell'uso degli emollienti e degli an Lisettici.

RI VISTA D'IG IENE La vialone negli st11dentl americani. - (Annales cl'h!J(Jiène publiqtte el de medecine Legale, agosto 18$6). L'uni versita di Amliet•s t fc·ce ra re r esorne della visione dei suoi scolari del 1:-8} c 188tt. l l'isulll:lti ollenuli sono mollo interessanti: le 't•tcet·ch~ sono ~lal.e falle su 199 sr.olar i. Le proporzioni Jlet• roppot·lo a 100 sono le SP.guenLi: 14,00 V isione pet·f~Lta Jei due occhi . . 13,00 Id. ici. di un !=<OI occhio 36,50 Jper·melropia doppia . . . 8,00 Id. di \tn ~ol occhio . 15,50 Miopio. binoculare .

Id.

ffi 01 10CU I.UI'6.

Astigmatismo binoculRJ'O. Id. monoculore Altri clifelti della visione . Senso cmmalico buono . Id. id. debole . Act•omalopsia pal'Zialo Id. completa Occhi bleu. Id. nel'i . Id. grigi.

8,00 15,00 7,10 1,00 93,50 3,50 1,00

1,50 54,00 :l2,00 13,50

..


150\.

RIV1STA

Consider&zionl medlohe aull& vlt& dello studente. - MAc J:-~TJRE, profes!iore d'i~iene. - Lettura raLLa all'accademia di medicina ùi Filadeltlu.

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Il

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Non occorre un pr ofondo studio di storia per scovrire cho le manifestazioni delle abitudini dell'uomo e de'l:ìuoi moùi di vivere sono et\lnbiate con lo :5correr de:,tli anni, e col ca mmino della ci vi iizzaziono. Se i motivi impellenti que!';lt> mu· nil'estazioni abbilwo prodollo un "ero cambiamento, o se esse siano sompliccmente un effetto complesso di vecchi fallori, ili questione elle ricbiodOI'Clibe pir'1 pr ofonda invostigazionP, e che ci condui'I'eube por un !:'onl1ero di\'orso da quello cho ora calch1amo. Contontiamod di accettAI' le p r· esen~i coiJllizioni senza alcun r iguarclc) alla •(ue..tione eli causa ed eH'etto. È evidente che i bbo~ni della vi la in IJIIesL"ultiiM quarto del secolo x1x sono divPrsi in millo g ui"e da rJlieUi del pr inci J>io del secolo. Lo schiudor;:i de' clivcrsi cumpi di eonoscenY-P ha allargato il mondo, i miglioramenti nel modo cli loco111ozioue e di corrispOI\d~nza lo ltnnno r istretto; i rwogrel'lsi dPlla sLwnpa, dell'archileLtu~·a domestica, lo co111oditù di acquistal' rudimenti delle scienze, ect altri raltol'i egmùmente potenti Jranno fallo di Lutla la Leri'a una molropoli. L'ru·bano ed il ru.~tico han perduto il loro significato. I n tali condi~ r oni, la quistione clte vi prosento è, se queste mulall' ciPcostan;r.e alJbinrro intlollo nelruomo alcun ~r~uta­ menlo che riclriegga nn o\ e osservozioni, o nuo\'e cure da pa 1·te ù·~l meùico. - Desidero discutere tnle rtuestione con la minore teoria possibile, e cooseg:uoulemenlo f'sclud<>re l'ipoù•si che :,e i uoslri paùr1 aYessero posseduto ;!li stessi mt,Lzi d'iovestii.{Ozione, nd aveR!'ICro posto attenzione alle stesse condizioni , es!:! i a vr·ouber0 Lt·ovato l' rlescritLo ciò che oro. vi eu chiamalo nuorn. Certamo11le una l'ella e cttrit.ato\'ole di:-posizionl'l d'aniurn verso i nostri maggiori e~clude un ~unii e di· scorso. Abbiamo noi alcuna prova del cambiamento dell'uomo fisicamente? Ho appena bi:sogno ùi rammeutarvi gli scritti del


noslru rimpinnto allii'Vn dott. Bear ti ~ulla ueuraslonia; delle d'iuvc:-:li;.!nzioni l'lugli occhi del popolo, ~peciahnente n•·lln '<Cnnlc " ne· collegi; dellA inYcsli:..ulziolli analoghe di Sextn11 11e' difPlll dell'udito; dPIIe preg-evoli ossern1zioui dPI Jotl. Tuckerrnan ~ulle pubhlichr· scuole Ji CIP\ eland. ,\ I(UeE"' ~ sr puù a~~llllrgere unn !'>Omplice ruenzrnrw dell'a1rrnr.mln dei suiuidi, ùcl l'n 111pl iammr 1.o de' mtw ir·or oli, o dc' pazi Hr 1li che l i o\litnrm. por· llll•"lrarP clw esJsto. nhneno in appart•IJI.Il. un camLinmeulo nelle •·owlrzil)ni •ll'll'uomn. e.l un tlelcrro~·a111CIIl" cleliA !<HIIIII' llfll'llllliC. E ~~· !J"e'lo' t·umbimn•·uln I.P.ndo' nllo n••ur·ustenin, nllo svi· luppo •li dil'l'lltrc.;) Yi'-'h <' olifottn:o;oJ udito, nll'iuabilitù di conti· 1Juar••uelln v1ln slu·li••"'ll, <;(• •·o tra in rniuirn11 !.!rado come l'attore nliolng-icn dpf ,.:ui.•i lin, " do•llo -<vilupp" tiPII'ttlienHZJOne mcntall-, non l• 1111 camuiauwntn tln Ornruit•ar"'i o olt'"'Ì IC'rnr«i. Oi iflli .... c,J'I.r" nn oJ,,,eJ•o> [ICI' I')U••IIi fr•a nni 1'11P "1111' posti a gnardin f':llg' i1 spnlli. ll11bhiam 11111 ~1111111\t' l'allal'lllO nll'appros«irllf\ 1':-:i del lltnnico, o pt'OVfH'n l'\' lolt•n lcnwnll" rh•• t[ueste con liriorn "Olio un nu1•n mirn!!in, t>d il nemico un r:mla!<ma? l~>OPIIdO 1'1111lt·• a !iii•• "C• lp•> dcii :l<'.l 'lll'H C COIIeiU!'IJclllÌ t{j tanlr abi li os,.;crvator'J, pns!<iamo nor in pt'ÌitiO IUOf.:'ll !'leopr·ire Cit'o rho olovJ•flhlu3 I"'S'-'t•r· pr•eso <·ome r.uu!'ln eiTìcicnlo, t•tl in :-:o>c•onolo h1o~~~ ""lli!l!' ·rn·o quale hP •·i rned111 t Ve l'am 'llll'. rnC'ntr·c i lcropi 11111Lou", •'•'l~•'lln che pl'l' f!h aslronowi, i ~iot•ni ùell'uomn J'o•stnno llllllltllali, I'UIIl(,rendPn•lo !ll'l'Cisaruenle flf>-Vl ~•'<'""' r, 1•ol il Cctl'f'" umano •·•rhif'dc come P~"'t' lo ÌIIIIUUZJ rq•II"O P.t ··~ ·rcizin. \'i •· u,.:t> e consumo, d w nf'l'e:>.~al·in­ rwm lf' lta illogn in unn tpr Asi r•ng ionn m ft l.emnlica tl< ·l lnvoro, e vi dl',.'t•i:<t-l'l'l' LUl t·ipn"O "'l unA riparazinne, o ola l(nalcl.le pnrl•• r) lflCl' 'llll1-'l110 f tlbi·<t. È ,!C1161'81lllelllf' I'ÌCOJlll,.;l'llllll clll' !il e!'i~e moll.o più clal l~'mpo or·a cl1ì' pt>l' In innan1.1. La ~cuoia •le' f'ancìnlli per esempio ha moiLiplit·nto il numPI'O t>rl uum.-nlato In olu1·at.a dc~li studi. t• per· coHso!!twnza le or··~ di t•rp••~o e dr t•icr·eazione sono «crwciate. 1•:.1 lrtYeCP di cnnsPrvAre o<l acCl'e"cere le l'ot':r.~'~ i11dryiolua.li, 'JUO!<LP vol!!onn a oli~~nluzione pCI' -:ciupn di CApiwh . . otto il primo rec;irne, ripl)c;o r rit···~azionc prodllt'E'\'anO 1!5 ~erie


ftl\lSIA

t•ifflCÌJnt'l llO t:'. ~v J! uppùj il COJ'!IO CI'I'!'\!'CVa SAl i Cl C ~ imm eLI'I f'll pot·chè nvevu oppL•l'lunilù di l'Mio A.l pre~culc i polert t·tJt'· pnt•ci !"nno Ct·c•]Ufllll•·nwute r·alcolult c::oi•J cotn~ t·e:::i!:II'IJI.ll all'ccres.,ivn 1 su •·Il~ do•\'lJIIfl !-U('p~>rlarP. So l•• co,.;o ,.,oH <:o"'• no• abbiHillll giu il lmtlii<Jlu tli·lla 1 11~<­ lns:<n: ·~11>'8 SI ciP\'!' t'11r dUIII[lW l t'OI'I lol't' Ìlldtt' li'O aiJ'mtiÌI!IJ piAno uwno "<;Atll'i•·nlu! Ciit '-HI'I'hilt•, iu crPdo, uu cupwr ~lr:.. P:u tiugt 111 dJe "I'•'Z.Zfll'••e••<~ttu Cl•~ t'Ìtri!IIW quiurlt { L'tipplit:al.ioru.: alla eut·n elci l'nr·po d1 qu~i (H'inctpi d~t• hanno ._,,_ guulo ti t·ro~r···-.,.,o,lt·lln r-h tlla in allr··· mal••t•Ìf•.l\l ••nlt· · l'u•IIH•• l111 t·et·ctolo di llll;!llltl'nrr• ,.j.-, ciJI' lo r•JI•r·ou .a. o ,..,. sless<• nwulaltnenk, esldiculnt•lllu. !<l, a11cllc ~u,..lron• nnir:an1enlc. In ,..,Il· st•rvnzi•H i e dì 1111 ~->nld•· cor·po " -.ln ln iu f!.' l'll i l p8l'lP uh)wlltlouliln Ili roclodi dciii• uulicuc •!•'IICI'UZIOill. li pr·o<!re-.sll scio•t•lilt••tJ uc •Il 1111 uncur<:~ ~\.:•1\ • l'lo t1lcuna \'Ili pt'l' In •Juak uu 1111111• po!'>"ll •lttn111U1re lèl ('l'"lll'h ~n1nrnn rl r·t po~" 1-' t'tJII 'il lll10. Lu 1\0;>tt·A nlll'll~ltiJH~ d1;V11 qnir11l i inl••f'llnll'lllt• t•ivolgt'T''-'i ~d l u I'Ìt·t'NIZÌPIH'. Ptw e~:::JA ··~;.~, •r•" o rdinula in m ,, t.lu p ·t'lllt!llt'l'•• l•• ucl11.. .Juninutla nel terup.~ 1111 t•••ll~ruo ::;vilupro t'Qrpot'PO t Uo' ll'nlniFi suuo ,..[nl l\1llì n lult• ><f'fiJIO, lot'lltJndo iwi~t·lro po,..stb i l nt~.: lllU col I'Ìl<u f·g iru' '"L' ' ,J,.' gi 11nasi i 11 fi•·t· rnar.iu, •· In !'Yilupp" de' Tut•n- v,. I'I"Ìil. t' •Il 1\•"l'"n;;iouc> d··' nlo\ inwult 111 Svc zit•. fust 11.:--1 'Ili •·••Il uu:t lc,.!gt•r·u !..IUilH" w'· li cnllc)!i" 11 .\1nlrl't''l ~~. Ulllll "' ,ono mlro IUC<'\8 1111 re~oltu•e ,.,..,., ... iz•o a "'"Ili, pr·evia 1111 ·urazionn tl.-1 ''"t·po pii1 r• uleuo •·nru p leluln••!ill' ;.villl(>!taln, •' :::i -;ono n;.::..mulc rl••ll•• elii'P di l'"'IIIIH> fì,it-o, C ,.;j 5 >1111 piil ac~·m·nl8111 •IJit• J!H'Ptli :.:!1 es•!I'Cizi alt• n t'illfnrt.nl'e "' J•arlt piit tle!J,.Jr tll'glt n11111 ... , gucnli. Il dott. Snrg•·nl dol giuuil'iltlllt>llll'll\\:•~ delrulli\'Cl'~ilu ,h lla.t'\81'•1 ,. C<lllU"•·ruto l'nulure dr 1111 si:>lPIIIU oJi l'••,:!ulm·e C>'~"ri'Ì:t.io di1•••ll 1 allo "'Lt•-...;u line: !' \'i "•HiO '-tnli ttllt'l l a\'ni'AlPI'ÌinrJitl'!'i'i~1r•-;..;u e<tlltpn. Nr· !X7~ h• pultblwlw !;eunle tlt lJL'U'.I'Jit>..; 1\U'i!llU J'll'-'k ::itllln lu din·lla l 'lJli'ZI!i lli' IOCcliCfl t• CIII' Ili~' llt•·<lki cJ,•,Itt•nr.. llo lutto il lot•u Ll'lllf'" 11ll' j,.;pl'/.11111 • cl e' faUhiiC~ti • tiC..!It Alli \l, (>l'' 11d1 Il IU a•'l'lll'tlll u[ipl:UlÌ ,111ll•opollleii•II.!Ì, .tandu iHI'liZioni :-ull•· f'u!'e tlt•l t:t•I'JW t:Olllf'l'•:•:w

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150/ la g-iunaslic.:fl. e sullu pt•ollln..F<i delle malatlie diffusi v,,; ed i l'i sullllli nllenuli furono rwr o;.rni t·i~nnrclo soclùisfacenti. Vi :::onc) ~tali u lt'l lc'nlali,·i di Ì!'lflt'Lir,ne ntPd1ca più o m.-no completa, 1na i I'Ì"'Illtauoh lalP- lt\"Oro non Sùno ancora conosr.1ul1. Ln nPce.-~·<~IÌI eli e;:nminut· pet· tempo la visla e l'utlilo dei I'Rncuuli JWI' le ud··~utlh' c\ll'e t·id11e::.ledurantela vila:;ludio«u ,. -lula u:·.:•"lleulcnlc llldio.:nlu per •Jllflkhe tempo ,Jfl medici Cl CC Il p!! ti Ili l di' "'11~;!CltO. Sl•mbra cluuque clw ilm1;.:hot· ntt•zzo di comballerc i l fuoeo ::,1a Il ru ..c•,, ,..t .... -o. La sril'llLil ne' c::uoì pro!!ressi ha IDfl~f!iOrl c'"ÌI.!enze <>ul c'IJI'I"' l Pt·er11hamn in uostJ•u aiulo i t·isullalt ùt qnP<.to 1 ro:;I'C'"n scH'J11tiH'<~ pet•la ron,::er,·azionetldla salute, c pt1r l n s vi luppo cl t c"'OI'pi ~n Id 1 e "<llll. Al pi'Ìncipio drllu viln di l'ludcnlP, ~r non prima, tl fanciullo o!t·v'••ss~>t' !<oltopD:>lll u -;t~t·upoln>"O c.:nnH' fisico, è•l i punti cleboli lc·vonn l'"flo>t' I"Oiln~c:iuti. Quintli come parl~'> del tan·~o :-<coloslirn, s i clt ono ~i~LLnnntit' i e g1'aduali f.'iel't:iz i, dividendo !Jli ~co l al'i in clu;:sc ,:;econ dn la lorv ll:-<ica co::: liluzione, come !'.nno .,lati clt-.lt•dllllll i11 clos!'tc' :c;econdn la loro cultura intellettuale. E oltlppi·Jtnn •' llt'cc·s~nl·io tenc>r cl'oct'ltio il fanciullo, guidài'TIC f' dit·i~PI'IICI lo !-ViluppcJ, ~ulut·nilnl'rcie un simile pt·ogt·nmma t'Ì<'"'Cira alrptallt<~ ro~l()"n, 1un t> n "'P' t•are cl.le il ~!là ll'oppo !.!~llc'l'n"'O tncd tCll 11>~11 ,urn C•Jl:':t'ello n.l una nuova coulrihuziouc del ;:;uo ··apitul•· sc'l•'llhfico, 1'11•! u..:r~iunta alle allremolte c•IJ,;. lullOI'Il \'Il rtli'Cildcl :'liJ1PI'Pl't'bbP eli gl'illl lunga i C0mpen~r a,-st•..mnli;!li • n l pubhl i eu IH'Ill'"'"'l'L' •. l't'I'Ò Ju llt;('l'~"' tu ,[j Ili l nHIIISlt>I'O di ;:alule pubhlìr.a Cda per tuttcJ rt..:onc "'<'ÌIIlil. p,.,.,.,uo 111 Pell!<lh·unia la ii-loh la le~islu­ ztoue eli KP~ ... lurll' ltu ll11nluwnte l't'dilLO, e certo mente il bi~n;:n0 •lÌ ~,·tlnpp111' uotnini ~nni l· non lllenn un robbligo ùellr> Slulo cl1e pr• '\'Cilll' le rnulntli··· o C0mpit·re •tualuntJne altrn attrdHizinn•~ li p llrhh• ·f\ snllll••. ~ulut·olmente cio <:at·el,be di r·gHal•· vmtln;.rp-id tnnlu p<•t·lagion•nlìl dediluR!!liul'f'nri ' [uanlo l'tW qn<'lli oll•lln :-.tC""~U t>IÌI colltlCuti th·lle p iù all" isliluzioni ciel o.;nper·c. ~In il nu,..lrn ~ovcrno 11011 può divenire nbba::;tanza pnlt:t'IHJ, r.t• ~·· dei"HI"eahlle dw lo l'ia. Se ::;i dat·a una conve-


RIVISTA

nit>nle pie'tA a ll'arbusto prima cht' ontri nel rigo~odio ,fello Vlla, forse I'Hihero l'l manl~>rrà inclinato nellu ~ìu~la d•re· zione, e lo giovunilt abilucliru conc.lur· ranno nd una r etta e~li­ tnazione ùel merito eli un fOI'le cor·po, ed all'adallnmento dt>1 mezzi per consc•·vnrlo tale. Un'altra idea dolln ttaLur•a di un corollario, o f!ÌUltosto dt uuo sco lio. V 'è una gPnerale, quantunque scusa.bile if!nOranzu dello scopo che si vuoi l'U ~-t~iungHre, e de' mezzi di compiort ta l desideralo fine no' gitutus i moderni. Ricordo un colloqui~o rtportalo su' ~iornali col ,totl. Whilt>. direttore do! ~inno"" unt,·ersitario di Pensrlvaum per chiar·ire tniC' ogi!I'Ltu. «Nel• l'educazione m•,linuria ~o~i cerco eli condur•r·e n prPminenza • le mw:liori Pl:ll'li IPII'uomo. L'u 11110 di forti Jomlu ,. dorc;c) • e JIOStO Ìl'8 Ja l'illl'lfl8, l'o! i S\'Cilt COI'l'ìdori SI O.tfde.:;li'AIIO • alla corso. Nt>l 11\HWn ~inllfiS tO di Pen<~ilvunia !'lv iln ppar··· • lt> par•lt deboli é lo "CO(IO Jll'iiiCI[HllP, Poi il debOJt• IlO[ Jot•,;o • 'ien posto al t'l!lllll (110 11 w·r· lo t·uga te), c le g-a111bo nfl'u• solale ol velocipPcle •. Il :oi~lema rii !!inrHt"licn n ciò ole:--linaLo I'Ìt:ltiede un csercizw molLo modet•a.Lo, P"'' In rll8!!~1flt' par·Le il se111pl ice uso vuriato t! i èarrutolu c pesi. per mt-!7.7.0 do' 'luali IJUO<:i O;.!lli r·e:rionc dj mu~colr puo l'""''r me,,.l in azion ·a vn nul.il. Con un t'O n H' niente aduLL~mculo t! i pe..,: 8 i può ottenel'•' lllltl c:erie 1-!l'llliuat.a uppropr·iotu a tutte le costituzioni deb,Ji n l'or•ti. l Yarii para,fer nalia coruultemenlc nssocioli nell~t lllt'lllè de· ~oÀÌ,o! col U'Jmnasinm c:ouo usati volonlat'IOiliCIJie, •.~ «en tpr•· :o~ot lo dir·ezicHie . L' l)<: j)tH'Ìl'JJZa llloslr a che v•,; nn Li tn ur·e d n par·te de' put·enlt de' l'll!l'llUi d<"boli che rl ro rl"o !.{inuasmle non l'tesca noc ivo; put'e vi <:orto m olli rlte In l'icer·cullo, per·clw i gin nac:i sono i ltlPglio dtt•clli, ,, p0sli sollo l"lrellu ~or\·, _

g-lronza. l fot·li ed alli"! «otto l't•utusia-;mo dì un bnNt

Ì'-'lrullt~r·e

avranuo cura dt sP. c;tesl"i; t ;::uni l'i ptgrt <:P;:!uinlllno rnot•nlmente e fi$icamenlc la "[liula 1lPI •ln·etlot·~. meull'c r .teholucci ~aranno iu ogni rooùo ogg-cllo delle sue cul'r, ed Ol!lli aume nlo di saluto o di r,H'Zft sa.1·ù argomcuto di g iubilo pt'l' lutti.


D' IG IE"'\.1'.

150

Ora !"e non ''é uo madornale errot·e ne' falli menzionati e nelle conclusioni alle quali siamo giunll, un dovere ci resta a compierP. Noi dobbiumo con o~ni mezzo possibile illuminare le menti cle' [Wofani in gu1'-a, che il valore dell'etlucazwne cot•poreA nelle scuole s1a apprez%ULO da lulli, o ciò che al pr o,.;P nle sem ln·a poco pi it che un sogno, divenga un t'allo riconosci u lo.

VARIETÀ Inoculaztone profilatttoa· della rabbia .

L'ullima pat·ola sullA rm•a pt•o!lluLtica della rabhia. non è slsla onrot· dellv .. ... Lo provano le seguenti ci l't·o dateci ,(al Chaut•'mps sul laboratorio Pastelli' in viu d'Uima, ed il cenno sul mo•tn attuale di <'111'0. . .\ 1 t• uttobr c 1886 er ano stati assog~cLlaLi alle inoculaztoni antirabiche 1583 f!'ancest cd alget•tni, dei t1uali 367 mor"-tCU~I dopo il 1• agosto , non avevano ancora s llperalo il perio lo cl'inrubazione. Dci t·cslanli l:!l6, il IO p. 100, era no r<toti rnot•si dn cam riconm:ciuh rabhio!>i diclr·o prove sperinH'nLAII; 70 p. 100 du cani dichil'l l'l\lÌ t'Abhlt da un velerinat•io; 20 p. 100 t.l a ca 11i peesunti fllTAhbioli. Elimina ti q uosli ultimi (:!i3) si lt.utno !>73 incliviclui vaccinati, ùei quali. sotlraUi due .tN~PS'-' Ì non imputobili al melorlo, ne mm'Ìl'ono IO .•.. M~nl 1'c j:(iusln le s ta li!»Lisc·he del Liblanc s i dovc,·ano 1-we1'e (;);, dt'C• !"Si. SP ~i ralcolu tutti g:Ji ammP~~i nel labor atot•io, si hanno, al 1• ottobre, 2:12:3 inoculati: lt•a quelli moesicati dai lupi la mot·talihi fu del t i p. 100, tra ~li altri del 12,5 p. 1000: mcnlt·e le slo\ll'licbe Olller iori du,·ano poi p1·imi il 67, pei secondi il 16 p. 100. Da 1111 mese l'illusl1'C' Paslcur pe1 ò f<otlopone i maiali aù


1510

VARIEÙ

un Lt·nllamenlo piu intensivo che pcl pa:ssalo: egli inocula delln miùol le della Vif!ilia e rmnova t~ ncb c piu volle la cut·a. u Ot·a si obhiell11 che i r isullolt ,-tatislici del Pnsleut' uon • ÙUIIIIO IU UliSUrn del \'Slore elo•Jie iiiOCU(aziOni rabichu, Ùelle c pre•wnlin•, COlliO furono tino ud oggi pratJCAlE'. • (lJ. Il C1Jit11 disse rh€' Le sptH'enlo:-l' r.il't'•' della :statislica del P a--Leur non sonu 8C<'8tli'VOit, SI"IIZU U l l~>rÌOI't! ~et•io PS8lll6. lo Ull AIIIIO C pochi mt>si 1 '-otlopo:-:11 n l lrallurnenl•> furono 2-l,!lo..... O t a che un st at•anell• t)IIIUl'l'o eli inùivi.ltu ,.jn stato mor~o da an1mah arrnhùtuli ::;i·~uramenle rabbio"i, uon si puo ammellel'e. L e autopsie e l'e!'amn stesso mtct·osropico neppure pos:-:uno ùuro lu cerLezzu..... ~on la si puil ollenet·e <~h·~ tlnll'esftme dell'animulc vin•nle•, a rnmalnlo P pt·ccisamenlP che pet·i::ce pnt•nhzzalo dopo ukuni !l:JOrnt dolln tnanif.:slaziouc dei prunì sutlomt r•ahtcl. ilisoj:!'nu quindi dalla stali.,;lico tlo•:.ll animal i t•allici tlP<.Iurno p-il't llll buon ttUtlllll'D, e di COJJ,:e~uenza dedurne 11no u neo t· ntl'lJ.!/liOr e tiHgli ittùi vici ui vac<'ina Li, )H' l'che~ pet• CR">l il rneLodo nnlit•abico uon potrebbe ttulla, al':>olulnmPnlt! nulla pt'•H'Are. L A ~lalblica ufticifllt! (t'?.tlolta ul mini~IC>t·o d'à~r·icc11Lu r·a pel enspo:::to .!elkt le;!~otC di p0ìi1.ia sanitol'iA) dà cift·o lll' n rninor i ,Ji que lle della :;;cuoia normale. 18f;5, olloht·c, 21 prr~<o u e rnor·,.: ical••: novembre J8: .!icet•lbt'l"'lf); l8t{6, go•n naio iO; l'l'bLraio 21; m urztt 10; aprile 17; ma!!gio 2::i: ~iu;.:no 21; luglio ~~o: o;.rosta 36: scllernbrc -H= ::1;:,1 111 12 mest, 2!'1 in medta al m"sc. Gli a nimali abbattuti nell'anno furono 171:! (16 ~atti) ..... qu111di il rapporto sarebbe dt quasi 5 ammali per ogni incliviJuo mor sicato ..... Dunqul' tiC'i cani abbutluti ben molli uon erano idt•ofc)ui. à.ù ogni muelo da i :l51 mor<-icall ai l ~1)11 ciJ·cn sottopo!"li Alla eura anltrnLica nt!&. l'anno vi hu una lwlla distanza. fiiMgna in qualo;;iosi manrer» primamente difukarP dal numero dei <'Ut'alt i morsictlli da animali non r·n!Jit!i; poi buon numer•o di rnoJ•sicnli du ca nt arrahhinli ell e 11 0 11 dovPllero conlrrt t't'è la t·ubbia. pe1· lattl~ l 1 l:•lLI:\ (tl'.\lfort) ,,u• \rr.edcnll:e eli Meil•cina eli PMit;t. - Sr•lul:l eh· l !l noISSG.- (1/ullelue llt t'Acndrmie dr lltrlecine, {4 no•.,n•l••·e, 4&!0,.

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V.\1\IJ:.T\

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hen nole rtl!!ionì. L'uomq hn meno altitudine a conlrat•re la r·a!Jbia, ~'PI••n·e unn metà solA di diw>L'l>Ì cani morsicnli in una lotta ron ver•i srrabhiflti, conlt'AC lntrmlnttia; una metà non p~>t'~i•• non cilvPnla i lro!bbn. Poi dcbhonstl'Ollrarr P- am•m•n !{li tnclt,·idui cnul•·t·,zzmr. :beu raulc•t·izzati. bcm·lcè anche lttflyO fi!TilfJO tlOJIO In r.wr:{icfllura. La pm·te degli inJiYidui n cui lu cu l'u pur'1 HI-'Sl't'o 11 lil e davvar•o, r rsln di rrtinuita .... E pt•rcrsnmrntc n l ntnncn•o di fJ itPili t Ili' primn del l:t r·ttro PA,.lr ur· 1 nnri~ vano.. .. Ed m·u di una ll'l•ll linA nll'n •nrnl! Ora una di··cina rnorir•ono put• tr·n le mani dPI Pn~lPlll'. Tullo riò tiitnnsll•a 1'11t> il tnOlt~~lo i· Plfìf'aCc> 111 nknni C8l<Ì, 11111 i•. inefficace. nul'lu~ ,.11\'l'IILÌ. ~j !;IIIIIHIIfl !li Ìll!"lii'N'"'"'j >;li -;"1)() inncu}a(J JlOII fr·an~ co·'l ... I l rllf'lo,tn come fu linorn nppltento norr è sicurn, non ha l'illfulhhilllil !'hc !..li "Ì voli•• ~ul pr·iucipiu atlrilmiru. l't>r clilYI"!-lt'at•nt; rl vm·o \'8101'" btsn::na csperim.-nlnrlo "-Uqli unirnnli: lnt· rnordc>t'<' !IlO, :!lrO cnnr do. nn idt•ofuho o pir 1, d•,·idcrn i rnm·::..ii·ali irr Lr'O pnt·l •: do ln-<ciar RPI17.fll'Ura , du C<HI~Brizztll 't:, da vDccinore~ ..... I n qu1r lclle mese F<i F<o •·obho vP-dnto 111 qualt' pt·op•H'ZÌI•llu i rl iv•'L'SL ;.: t'11f1pi contruevn110 lo. uwlnlliu. Con delle l"Pric ptot•flllrlc '-i "ftt'I'UUC delerm11rO.lO il \'O lore rclnli vo cl elle caul,•r izzat.ioni e cl• Il t' ,·accinazioni lor'"' e o 1 a hr•P\·e scarlt>nzu, •)IIP.llo dt>l\1' \'ll<'<'ina.zioni ..:c•mplici o ripèlulc•, •·nn ,·irus oleboJ.• o.J cuer•gieo. l ri!<ultali nl'!le malsllit> cnt'i>Otl<'ILio~e uùl,·evono rspir·ato ft prior i IH clì!Jiden7.a •lt•l •' rtthhklre>: l'ìntrunnità s'ollic•rrt' nel c!ullP, rwll'n"Ìlln, nel c~wall". ctlu un olalo mmncnto è impossr~ bil•· uccrdl't'e, Hnzi di far· nrumnlur•r 1''-~'>Ì n11imali ani'IH' ton •lO!>r vinrlt•nli enot·ml; 11111 l'i lrrnlllllilù 111)11 é perciì• clu ll'inllivirluo pt•nprinmen l e fH: q 11 i <~ i l n, pcr·chù c\ cl i limilaln uUl'flttl, <~'f'>-Lingue lnlfiata Jcnl\HrLC'rrl•·. lalfla.la !l'un Lr11Lto, e lP ino ~ulrt;io11i lenfme per oll•·nulfl ~onn {N''Jl'Cntenumte pericolose e r iJ•t otl1•cono la nwlt~tlia .~oliO forma mor ia l,•. PaslPUI" rlis-:e clr•" i suoi ''ir·u!l utterrtwli conferivano l'im· munilù, ron ns!lolula :-<tl'Un·zzo, in tnlli i coc.:i e che 11011 o:<po~ nevano A pPricnlo a lcuno; rnn i falli non lflrdar onn n eonlr aùdirlo. Di,.o;..-na vacrinnrc• rluc, Lre ,·nlh•; l'immunil11 fu lempornrio, auz• dì brevi~"ilnll rlurultl; -i tll'r:i;:e un !!Tfln rrumero


101~

di animali cnu elci ''iru~ dali co111e irtolrt!nsivi. Gli insucces~i ;.::ulJe lll'ituo fut•ouo ncgaiJ, n~tscoc:ti, ma divennoro poi cost numerosi clul fu impn~sibilt• ùissinmhwli. Pm·o "arti 'ero, cl1e lo inoculazioni rabbi che non siano lanfn perièolo~c quanto I[U('I!e del ca•·honcl•io. "'Ja sarà lo &lr>~;so ora cho cn•ninciasi n parlare c.li Yaccinazioni iulcnsivc, l''ll'f' :wr eottf•, con lo mhlollu ciel term, del secondo, anche del primo g-inrnn1 So c:ono realmtmle nlti,·e, mollo alli,·c. nou si <;apiro•bùe pcrch • 11011 potrauno far qualcue volta rinascere la rahhia, couw i vncciui carbouchinsi fauno rmascere il carbonchrn, preCI!-'Ainl'lllP sugli animnli che hanno 1wa gt•unde altitudine' n cnntrn•·fo. Qualclieduuo potrà anzi di re P hP di 'JUC;;>lt fatti l'il' no <;Ori clali ~iù uU'inl5HpulR dei vacl'iualori e tleiiiHH1dn inl~t·o: t!ifl\llt ...o lru i 111. 12 0!-'~1vero :l~ roorli lln qui di raùbia doro la ru ra. "" u·erarw oli otuelll In eu amorsica turo non eraai(J rabbit:ha, o 110i qwdi la cuulerJI..I.UZÌttlle 8\'eva disLt·uiLu 111 tuateria vi n tJ ,•nln, In rabiJio 11011 allora RÙ ossi COnllll liC·ala dalle \'A(·cimnion i 1 F'nct:inmn vot.i pa•· l'csiln, 1nu pel'liamo e di;,;<'l l Liumo i t'i>m llnti.

ru

Il Pa:"tCLII' l'n peri• n!'\ ...ct·vurc• t•.hc f;e sui 1700 frntH'Of;i iuo· culuti si chbel'n lO morti. 11ei 111111 8'-"of!:;etlali al suo wclodo, e nnn fut•otao 11101La d1 l'crln, c.;j clthero l/ ca:::i oli morte. Inoltre negli o--pedali di Pari!-{i ne,..:li ultimi :l unui la media dc1 decesc::i pe1· jdmfohm ru eli 1:.! all'anno. Da dopo che è i11 alto la inocuiA7.iOIIC f;On mode tre pcrRone: due 11 011 l•·nllatc, uua inoculata, tllfl notL cnl metodo inleu!"h·o. Il metodo ordinar•o ne t fàuciulli mort'icati alla roccia non è :::uflicienlc. l n 'flle~li ca:>i c1l in 1:a"o di ferila proJilndo c necessario prccipit11r• Je ÌriOCUfOlÌOIIi C\nol'arriHlro iJ piu prontam~->nle pO<:qjhiJc ai mhlolli ('lll rre!o\dli. E!!li a!?il<ze ,.n.,, da due mc"i ed ha ot-.. tc•nuli t•t;;ullnll utcnt•ag-~iAnlJ. E ciò prova, egli dice, l'eccellenza 1lel IIIClotlo. Ahbiurnn •1uin li r·ng-inuc di J'Ìpl'lct•t': l'ultima paroln IUM Ju nncor deun. H.


V.\1111:.1 \

1 !) 13

Pulitura a.ntisettioa. delle spugne. Cna spuguu di ::1 n '~ Krarn1111 offre una ::>upcrlic.:tc di !Jeu 3U melrt quaclr·nti. Il lurwactslu IJUJnoutiers interno del professore Tcr•·•llou con,-i~:rlia di pulit•le col se;jucule metodo. Si batte l~t -.pugnn nu~tvn: la ~i la,·a uelrac•Jua a Go•: la !'Ì ::;preme P •(llllllh ~i llllutergo per un ora in una soluziune fredda ùi p• ruwuganaltt di pola~"a al ceule~iwo. Si lava di nuovo e In !IJ iuwtergc in una :-olmdonc di IJisolfit.o di soda ul 2uQnw. So rn,:iùo ~olfnro"o wm si svol ge abbaslt~nza, vi ~i aggiuHgrmo olcurw goccio di nt:irlo cloridrico diluito. Si lava quindi nll'nCrJUI\ bolliln e ft•eddata, conservantlnln per 12 ùl'C in UIJII "'0JUZIOII•• di ,.tJ!J(itualn ùd lf i!.OJ!l.

Una. 1nedagl1a a. Helmholtz. Celeb•·o , ~<losi Lu:-;l•J ad ll oirh;lhcwg il ' Juinlo ce r tlen,~rio d1 quella utth···r::.:ilil, raccogliovn~i p ltt'e in essacillu Utl !>Olonne cougrcsso delln ~0C'i1'lu de;.!! i n l t.nlmologisli ledescLi, l"Ollo la pre~itlenta doll'lltuslro lchl:'wlar·, rtcl 'Iualo Ycniva decretata la lllCdaglrn t! i A Iberi o tic ( 'rnorc an· ìlhrR1 r e rll'lrnùollz Diso-e di llclrufto,Lt. e tll!l prl'tnio sotnmo cLe gli et·a òeael.alo il Dondcrs, l'Il•· JW mi;;e iu r·ilie,oi singolari meritinolla bt·auca otlahuologka. PrecipuUIIICIIlc notò gli immen>-i ~er•vizi recati all11 --cionzn dalla ~~~~otlat.u teo ria tlell'accotllodaziom• e dalla scopel"lt\ dcll"oltalrno,.copio, pella quale il modesto medico militare <:alr e mcrit.mncnle in lauta fama. L'llelrnhollz 1'1=-pondendu al caloroso discori'o di Oonders. provil come nl g-euio, nl "nprrt~ ~ia 111 lui 1•ari In modestia, la rise nn: cercò fJUAl"i rid urrc il 111cril1J ciel l'opera sua sublime; ricOl'd ò c;ou figliale ~r·HI.iludi110 il soccor so ottenuto uei suoi primi !>lwli dal /!l'ande fl~iologo t\ l iiller; ricordò il Krru:ncr per la 'luc;:Lioue tlell'accomodHzione: ricordo ti Graefe pel' il lustro che 111"! cllmpo ••ppliCALi\o procurò alroltalmoscopio; accenno ai Bt·ewE;tcr per In teoria ùei color i; cercilillsomma attri buire alL•·ui, almeno cnn ollr·ni dividere i mer•iLi che lo hanno re;:;n g rn11dc:, l'o rno~o, o J>BI' c ui segnò una. datfl irn-


I ii l t

VARrETÀ

perilura nulla $Lnrin del la l'lcieti za .. . Egli, o!-'ò dire perJìno, clic uon l'bbc :.tTnn tnerilo ueUa <:coperta detrollalulMCopio: non l'u uun invrnl':IOlle... Crrcava t·i<:coult·Are e reuder;:;i rn gioue clelll' Ìll1111A!.!ÌIIi catoll!'iche del San--ntl l' tmro rollal· mosr•npio! ~Ia la sua modeslifl, ;.rraurle qnaulo il suo valor e. l'u l'imcl'ilala... Lfl l!rnrule naedfll-!lia eli .\lherto dc> Gt·nel'e gli fu decretala t' prc~elll.\IH •In 1111 Dondct·~. rln 1111 Zehoruler..... E unu :rruude dl·t·.nm:~.ionn uccordfllagli dAi Ycri <'OIIn!<d-

IMi.

11 .

CONCORSI

- -..:-:--Conoorso al pre111to Riberl ,\ nor·mn dt>l l"'rl~l'llllllllB puhJJiicuto nella ( 't rCtJfal'e N . Rl dol Giomale l vlifiùu'e Lliffc: i rrle fit'rlt• 2• l l-185, so1tO gi u11lo, in lPmpo ultlc, al Comitato di c:an ilit mili lu r r·· r.in JWJ memot'l!' 1

o t· i~inali

"'cguenlt> •·niiP ••pi~rafi "<'guenli: l.

.,

•).

'JIIt '''' •wh;tr "ti•·''!J!JUl t"tl 'U}1rJ1 ,-, J~tt"l•

Clu tl'l p,.,,,;,.. 'nlllufll Iii Jl'llt,.a.

+.

llt~ma,

t illC•·rntm•, t88G. Il p,...,,d,•nl•' t/t•l C••mìlalrJ tli Smuln .1/t /tllll'o' ).JANAYIIA.


NOTIZIE Un monumento ad Agostino Berta.ni. Sotlo la pre<>idl.!nza del profes"<Ot't> Sct-OJilli S•'IH1lnre del re;.tno, o del prof. G. SlJ'Ilmbio !'i è f'O!'Itituito un Comttulo pct· la ot·czionP ciJ 1111 mod"'st.o ntonumt:lllo in M1luno ontle onorare la mern•1t·ia Jel 13cl'teni. ~ella -.ua Jun~n ·arrJct·a egli .,;J è inlt-1'•1 con"ncralo alla «cienza cd ulln pnll'i<'; e hen a t·o~ione nel pr ogt'amn ta poi munumPnlo ;::nno ricorduli a lilnli di mel'ilu, lu fnudazione !Pila r;a;;;• tla mcliea ita!tana. r.wdinamenlo e In lit't'ZÌ<;ne doli e ombulanzp, i11 lu Lt~ le lolln clei V\JI•11ttari gal'tbaldin!, l'opem ~u·t nell'incuie~ln US!rat·in P l'lilla pt·oslilu'l.iOJte, Jìnolm~"nte lo "Chema oiPI Cu.!Jce pellA p:.tbblif'n i!!ieut•, l'he rom-

pilava vppu11l0 negli ultim i giu•·ni ùolla lubol'iol:!l\ :;ua vilu P che, rrunlunllUé ne sia pr•t• e:;:sPrr il risullalo cfl'>•lt ivo, !<at'à I•Ut' "Ct!~Jlt'tJ uno "Pit>Jtdi.Jo l'tcordo, uo YCI'O le~lamcnlo scitJn-

lifko-polilir.o degno tlel t tlc~diro r del patrinLta. La C•>mmi~~innc riYnlj!Cndo!:'i ui I!Oll•'f!lti lulli, dtiedt:' il loro no1n•• conw .limo"ll a1.iotte t' l'obolo 111 pro della mnnil'astazionr. • Dicituno )',JI.iolo, e:ssrr nota, cloppoichù confiùiamo • chP, ovc lulli i rneJici tl'll~diu l'i..;ponduuo al nn«lt•o invito. • non sta nece~"-nrio ::;oltosct·i \"C l'l! sommt! CO:::.f'ICU•~, repu" tuudo polct• lo<.:c;u·c, colla 1'<11-!inne, tlel numeru, l'allis;;ima • meta ancllf~ pet• ''iH di nll'erlo rnodesltJ. Ma ciò che il ne. cessarto, è fai' preslo •. Ln direz ione del gi nr11nle n ol dnro l'an nunzio delln sottoscrizioni' st oll'rtJ n racl'o~liet•o le adesioni, e si fArò a suo

lt>mpo rwPmut·a dt lra,;ml.'llere le ofl'er lc al C•)tnilalo e~e­ rtt li vo in M !la no, pul;blico.ndon.: l a. distinta nel gioJ·na le. B. li Otret.c.orc

Dotl. l•'ET.T.Cit: llAnOFf'IO col. metl. Il CollaooraL nr<· pc t la H .• J\lo.rina

Tl Rcclo.t lOt"C

GuELFO \'01' S<nt\tER

CLAUIIIO SFORZA Capitano mtdcco.

Jledico di 1• cla••e

>:un Nt Fr::or::n1co, Ge1·ente.


l N DICE GENERA LE D ELLE

MATE&IE

PER.

L ' ANNO

lSS6

ME MOR I E ORIG INALI A<.<: 1111>1 S1·~-:r '""• moclicu t! t marina - _\litth'lllllziuoe d~lla1!rntr •li tnar\', rnioun 11i11 adatta al climi tropicali, l•CI'•Uttl<· c <"On•h:li i;.:icnici Pa!f. 131 t ·""'""""' , ;w~I:J•t•c, capiLauo uwdlro- Hcl:ttiOU<' .;.1oitari:1 ~111111. epitlemia li llca ;11'\'CII\Il<l nel ~8 fdll!Crltt n~J1 1(111110 1885. • 1153 .\ S'I' I!GI.\XO ca1. Gwv.L~XI, m:H.!:dn ro metl i<·o- Cnn l riiJ <I to a lli! $tut! io il elle malatllu Jirores.sionall • HU3 IIAR••ccm:-.1 <'al'. r::-.uu:o, ma;:;;lore rucdiw - Ori ha!!Oi ni.'JI.t ln•1•1•asollu l'aspetto •A•ruko 3 IJAII•>FF!O t'IJillllJ. JII. LIC~, COJtHI IIC)I O mediCO is [H•Ilor e, (' Sru nZA Cr. AtH•IO, t':~)lil:lòo m••dic•l - l.lella a loi lita erl ina!J il tlll al sen ·izi•• per lo Mal•! •Iella 1 ist.'l. nl'l diversi c.-.t•rrlll rtl armale •'•l alt'nne wn,1flerazioni ~nl tiro . • &00 Il lllliHIO com m. FEuc~:, rolonncllo metliro i~pl'ltorr, e SI'Oi<z,, CL,\111l i•J, cnr,it~ n o uwùku - Il coll'l'il nl'i rnll l lan~ ucgli :111111 1881··Sll. • iil3 lllW.\ 1nou l.uua, cap itano uwcllco - La. con~latnt.ione t.lt'll'••l•ilessia. • Ii i.~ C.1 TELLJ Gton:-;Nt, cttpìlanù ntt>dieo - Sopra alcuni t'asi rli ittcro-emo;;lo-

641

CII•H IA~O LUH;J, tcncl tl<' roe,Liru- Hcsvconlo l' liuico 11 tel'opr: nLico rlol lnz·

; lohiunrin mnlari<-:• .

~

zaretto milit are ncll'<'r>klomia C<Jierica 1 88~ in Palermo, co n esposiziorl•' slorlt-a somuwrin ùul malati co lerosi ricoYcrutl • 11 7~, 1320 c H5!l CnusTt Doxtxo. >Otlolenente medico - Sulln nn tura tlrJ ;.:lnucuma primi·

thu l~t.\1.1 F.l\n lco, t:apllnno mr-dko -

• r;sr.

Dell e ,·arie fornw di •ncniu:;i(.e cnratu nello spt·rl:tl c ml li La ro di Panno. nel j 0 qu:hlrlrncsJ.rnle l188~ • 12g, 2~7<•:Js;; fiJWr t Ptnno, so tlotencnto metl wn - Cenni sul trawunento clltn:tlko • 564 c G71 Gnzr.1 Ces.\nf:, tcnt'Jil" 111edku- li 3Url'izio sanit.trill nella lltll'rra di monln!!lla ,. gli npfl:lrl·~l"hi Guida per il lrasporto tl!•i rerlll c maiali <1 schiPna di mulo. • 12Si


15i7 lA~11111. 1 CuS'I'A \ 1' 1:-IH, ca pllall u mrcHco -

Contribuzione alla terapia della

diClértl•· • l'ug. 11111 LA,I•oLn C<n. F1;ur.111w. Ol:t[l;lJUrtl mèdico Ut·ndtcouto rlln1ro lrll•• ndla ~l'llh'rt'lll' -ca•utollr•• tlo•l:; (<•lllmtiv lss:i nello sroed.tl~ mililarè

•l1 1'.11t-rnw. • !l~ll .\l .ll:,rut:t..LI Uu~I.Mt:u, ca)lil:uw tnt·llico - l.•' )lropricta tcrmo·h:!rosl'c•f•idw d ·llr ~l.,fl•• IC~lllll•'nlarie mllit3ri italiane . • 106 1 ~l \\o.l 1:>.T1 E:z~<• , ··~1'11•110 mcdwo - Studio ~ualitìco 5111 r~l •letti urccduuui • ML\111\1 !.1ç~ ,.,

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nwolh'" - l:tJr[lo l'>lr>~ue" nel 1itr~n • S\li MIHll'llllòU nl\1;11~11. C'l(tll:IIIU llll'tlku - Un CaiO Iii colobomn della 1'1)rni•lea in 1111 1-.·rillo. • ~81 P\:\ \li 1 ··:n . " ·'''""• mo.;..;u•r•• m•~ li•'" - L'u•l'edaic tla Cllllflll 111 )b:;,.,111 ,. l•• \ICNI•le 'liiÌllrt•• •l••l corpo oh ,,,.• Jizlone dal f••hhr:ti•• al 'Cttemhr•· IS':i • 439 ,, 5~7 1' .1 \.\H.\ ~r\1. 1'.1\1'11,11 1 ma~;tiul'•' m"• li•••• - LH<~•t'l'atlou l su dw.. 1:asi di nl.datli.o ,[,.' l'l'li l li liNI .,,1 •••'l'llr>i Il"i l'' lipnrlo) d1 111r<riil'inn cll'i\o:ll• nt.-

l'"~l·•·•l.ll•• lllllil.:ofl oh llnlllol • ifo9 (>~:c:o,(l r:l\, VI\(''""· l'olhoiiiii·IIH 1111'•11··· Hu tt ..r·· - Op.·r~7.ÌOIIi clururgicht• oli\ n c•<olgll il•• oln r.nc lt• i'llliiHI llli:!~ llt')!lo >tahilir11unli ~anilMi

mill lal'l IGa l' ut. l,l' l \ ll•:nl :l..\\111·:1... , ,.;,p li.lllu 1n••tlio'o - Sln rln l'li uica c consiucrazionl IJ-.,,..t••r ll•·•nh<'io•' >Il 1h 1111 o•:t'" t•lr•~i•ln-t•Jr,H'I.l. • 10~9 111:1117111:0.1 111.1. 1;11111\.\LE - lllsllltll•' •lr•ll· ''"l"'rt('117~1 colrar,cnico •tua! pr~wnlil>l ('otlllrtt r l lllJh l.o, c--·c:mlo' '" .>ulol« li >IMitiali rll'll'c--tunrln I'Cilt·lo ll•·gll nn11i li;S:J ,, I~SI . 1':1 l!Uil Fltll·l'l1. ln• ·oll•'• • i· •lla Il ' marlu•t- "''''' d1 •'t'ol;zralia m~ol ir.o rnro•., llt• •lumul•• 1 \l l" •l t rlro' umnan_ llll'l" •ll'll:t Il.• C-Orldl'l C.u·turrolu ( I&St~o;!.,,:I-Slt • • ~i. JH •• ':!i~ lllln ~·11.11'1'11, llh'<h(•t ol.-ll:t Il 1 IJI.lfiWI - \l<pt'ol.tl~ gallcg:'l,'Ì:IIIIC t;anha/lli - C•llllrlhnllnlll' allu ~lll•llu cll!ll•.' m.1lnll ,. )1111 comunr a ~l"•,aua • 1393

RIVISTE DI G IORNALI ITALIANI ED ESTERI Ili\ 1~1'\ ~IWIC.\ \mhhopi:l rualuu·r !! n-mia r<JI "''r tln di .:hmtnù.

.\n~ml3 i•Cflll>'l" a t•rv~r··--1\.t 11kll') -

• 123:!. ,. :lU5 • 700

Angìn,o 1\i JH'll•J 1o•r.o (!'llr:L tHI'i

llenrit•l llttchanl·

o\rl~ I'Ì!I CJI:Llil'il IIIIINII' I~Ill:l olt•l i') Aio'ilu uell,t l'irrn.<l ••1mli•·;1 (su l 11\ILL:uuenln tlt>ll').

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• 10S4

\ Y.Olll ria. !!>~ n.ttlllt• ''"roliaN (~"•", ,. rona 111'11 n~ Ile malnttl" Ilei pl'rirM•Iio>, elci cnorr o dt)i gro•~l 1:1 ~1 - Ilo llt>m.i e llcal11 , 189


1!) 18 Chiltn·i:t t~o n a.scilc rh tlo~a - SNirl lor I'IIIJ. li; Cocainomania 'l:u l ~ Colera :t~htico •sulla patologi:t o ter~pi:ult•h - ì\lnra::;li:tno • ;u~ Colera (In teoria tlt•l l'ollt)ll l,oO'cr sul) A lr. t'l ll •lr mie tlel 187;l c li;84 a :\aIHlli - 5 [1:llul.l. i, ;o~ Cuom (~ttll:t IPI':t)'in •l••lle malntU~ croniclt!' tli) - 5chull . • ì!l: CnlJnJ <l<.'< l l'•) (WJ ra 1111 nuo' " uwtotlu Ji 1 :tlutare lo ~tat .. tlclt - f'a.-tcur • !l:J.~ .Uts~ellt ••ri" (sttll'•·tiol,~in tlo·l l:l ) - Ct •ndorell i-~1:\ll;;cri " .\t·~tlns . F.do•nll Jlt•rift'rit·i tll (ii' Ì)!IM 11~1'1'111':1 • Elettriclta rn mi' :J•·tnu [lczivne ~llnir:t '"' ,,,.,,,<'Ilio' <Cufl" dell't- H••Uth'lt• l.o)d • 13~' Erut,rr;t,.:i:t ~ llr ,,,, n•mltà lnl't•rir>rl f$npm " "'' ft•t'mn pa l' lil'ulnre di) - Bu-

.:lisci• . Epirlt•tul!• t>~•riodldw tll •li~seull•rla •lontl•' all'n'" di Il'~ ili" alt~rat•·. Eprft•,,i:t :tr.t:tonka; conLribttzimm :tifa i.loltriltn tlt'llt• aulo-tuln;,;irat.illlll Jak·•·ll 7!!.! Epiles~u~ tl'ol'i!!illo ctlr lir'a le (~ tut li n auatù lll• l·<·lir dco !' tl o l t •·itl~ intorno :dh11 - ~··t•('illi . • l:l:l~

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801


T..tnno traumn tl co A"U:trito col l'i pc1so nssolul.v - Uo Ronzi Pa{J. 13~6 'l'irti addomin:tl n (~u lln llogosi flt, llu ossa. neUa. convo.lrsccnza del)- Frcuod • 1090 Titnpano (drl tr.1tt.1mento mf'Ct',mko della memhrnua del) e degli osslcini - nommel • • roo 1'1<1 rrawna li.:.:• - llnntleJsohu . • 3H Trombosi \t'Ilo~<~ t•d embolia ($nhitanei casi di mor to dopo frattun' di o~s;1

per ron.ccutiml -

llrun~

• 1249

Tubercolo~l olt•llt> nrtirolazioni (bullo)- Socin

" 714 Tum(lrtc I!Jlllttt'r,tnlt·o (e<tirll~1H'II" •li un) - DurMitC 819 Tumori hi~nrhl •ura dci) - Llt' Salnt- Germ:1111 . • t ~U lllccri intestinali li !Ielle (infcziunt• M'CIIIltlaria prvtlotta da) - Songor • 591 V~rìd tlelle mo•mhra in(o•rttHÌ (lrall:.men to •IPIIt•) Colle inlC7.ÌOni olì perdoruru tli 't·rru - Weinlco·lulèr • • 813 \';L~i &'\11;!1111!111 •ltoll'ascella (lesioni .Jcil cau.al•' tJ,wiJ .. ror1.o di rillu7.ione tll hHs~zio11l tloll.l spalla - Stlmson . • StO ::> tucyk • 809 Ventre (due l"tsl di lesione del) v.•,cir:l rollur.t clrll~) . • 1319 ltl\'ISr.\ DI 0Ct;LI5TIC.\ .

All'ezil)ll Ì olt111lllrlt• ,. rcrti oli~LII I'fJ I IJ~Illari (1'Cinill 11 C rra le) - floolnrrl • 8~ 1 .\mauro-. Jll'•lflntt1 dall'anemia '~mr•Hce. • iH !-.cl!~so •Ici <eno Cronl.:lle oos<~ ., uioni :;ull'l - 1.11ler. • i33 ..uropin:~ ~>opr.t un lenomeno ,,,,,.o .uscitato tlall')- Rampol•l1 • i33 BaCilli l tth~rro>lnoi Ut'lla Ct• III(Ì tl1111\ tle tttbercohHr&(!lunostrazwne dcii • 738 Oli!n01'1'tiZia ,. l'nrLa lmia tlol n~o ttlllì (rappo rto ti~Hlcnte tra la) . • 738 C:nl~r~Lla (tlc~ll ttlllmi pru;::r.·•~t ucll'operalinue tlolla) per o~l rnzlone~~.

.

~

C1t.'trntla (uu•uo•li 11rèvcnirc la '"I'Jlura.tionc della (cri la corucal~ nell'e>traziunc •l••lt.tl t<alesow.lo • 109$ J;;t lMalta (!Iella maturaziorh' nrtillcialc tlcll;~) - ltofunPr • 12lS~ Cltrralil!• parcn~himat•>Sa rliii'INI (Cl.'llltl C<C~i oHI • • 739 r.nraiu:o (im,~ulnl.ttme di 11\15 ,uJin corne::t per llltcrhnentare l'a~ion~ tlisinfl'ltanl·· •h•lln• - Schmhll • i.l3 l)J<"ai na lincon,·••uit•Jili d~ll·u~o 1h•lla) • 1-:!53 11on;:iuntivitl (ol ulolimal.o corN~ivo nella cura delle) - Uelow • Hl ~ Cornea •lraptant:•m•·nto ·Iella) - llippcl. • 13! Cnrnea m~~rh •• •l••lb) e loro lr.tltnmento - llubert . • 9M gmholi;m, 111•11a rcllna (contr:lmt.lonc allo studio tleii'J - lllr3chbef!l • 13i Fncoll a 'isu11ll (,n ll'esame tlu flc) nvi tJersotmlo rlolle ferrovie mcr lclionali • 594 - llicchl t• Ve lanti . tlhucoma ·•·nu •nftpnr:ll.iono (della cura tli alcuno formo tlil - l'anas • 109~ • 49l ljiJzzo •·.xortalmlro tolo•lle lt.>s•onl o.:ulari neh - Pf'drono • 1359 l;mnulazioni tra••omatose rsvhhcchm~nto ti~ Ilo) - Krams7.l) 1.. • • 1 2~3 lrlte ,tcrusn (<'< ttllnbuzionf' al l't•zio logia dell') - Cvuttu ìer.


lr~ tropsl~ (contribuzione allo ~tudio dell'l -

Tyrmann Pau. 736 Mf'tlie.'lzionc n ella lcrnpcutirn oculare (un nuoço met.orto di) - Chc\'al• 1!54 lercau . Oeeluo ltllt c.'ISO di ~gu~clamcnlo 1leii'J suS!'eguito da flemmone dell'orhila. Guarigione. • i40 Occhio (lfcll'miezlonc d~ll'). sue c'tuse, sua cura - Cbibret • 7'! Occhio (sullo allorazlont <li scn~u tl di moto dell') per dlagnoslic.1rP In pr('.sen~a dJ un Ct>cololu nel cervello e per localizzaro~ la scdo .\n{!tlluccl. • 8t6 Occhio (suprn qn~ttro casi di tmumatismo rlell') - Friedenwald • t360 Occhio (con~idcrur.ioni sull'c:>nme dell' J rtll'imma!!inc du·etta • Ulll • 119~ Ottomctro nsligmoml'lnco (nuu1·o) - l.amaire R~linn tlell'occhio um~no vhcnll! (Cotogr:tlh della) • 8!0 Se~:no oCt.almo;;eoptco (un DIIOI'OI delle 11.'3ioni di nutrizione <legh Or;l:IOI proContli tl~ll'occhlo - Grraud-Tculon . '> 8!t StrnbbmQ (sullo) . • 1491; Su~co di Jimonr (drll'uso dch cmnhinato alla cauterizzazione metodica dello congiuntiviti llof'luh>·mcmiJranoso e dirleriche - FlcnzAI • 1003 Tromhosi dci vasi rc linicl (Ct•ollll clo,·uta alla) in seguit~ ad uu~ rl~lpoln lacciale - 1\uatlll •

1

,

744

Vosclc()·JlllSloi<Ldellrt pal pnlirn lnforitH'>l sinlstn e chcrarile ltlcoro:;a, t:on~ccu livo ad lnocuiUJ.Iouo acoiJI••IItale di vaccino - Scuut. • Wl niVJSTA DI P.\TOI.OGI.\ ESOTIC.~. Distom:L Ringeri (Il) P la cmotli•l para-.~itaria Ili VI ST.\ Dl .\1\.\ rO~ll.\ E FCSIOLOGI.\. \llm~nt azlonc (tnlhlf•n7.a tMI'.1tlll

della) <ulle giornaliere oscillazioni di torupcr.tLUr<t tiol corjlo In ~tener:~ le ~ dello stomaco in 1>arucolarollodsajow:;IU • 3tlt Anc~lesla arllllcullc (sopra una. nuo,·a specie d') sema narcosi o •·olia t.otalo conscrl'axinnl' dell' htlclligcoza, dei mo>imcnli volontari, det 3ell~l C della sCINbillta taUth• - Dr0\\11-Sequard • 958 Bacill•t colcrigeno del Kuch {contribuzione ;1gli studi speriment.ah :;ulj Canalrs c Maggiorn • 1369 Centri rorlico-cerebmli (sulla nntum motrice dei) - Lu:lsana . • 969 Ccn·eUo {rapporti tleiJ col e.1loro antiTL11e l' la febbre - Aronsohn . • 964 Circolazione dol s.'ngue noi c~n·cllo (sulle modilìcazioni della) dumnu- la narcosi clororormlca c per gli eccitamenti dolorosi- Carico Musso • DG3 Cuore (pros3iOne del Sllllb'IIC nclin cavila del). Trcquarti speciali) p~r stu• !lGS diarla - Morig"ja Oofo rmM.iona erc<liiH I'IH ott•·~vorso cirHJUO r;:r.nerazioni (una) • !498


Digestione dello stomaco (influenza dell'alcoole e dell'acido salicilico sulla) Schutz. P11g. 201 Digestione delle snstanze grasse (!..1.) - nourtru~lot • 33~ Digestione (influ.enza di alcune sostanze dietetiche sulla) - llikfnlvl. • 338 Glandola tiroide (sulla lisiolo!!ìa. della) - noge'~ Jtsch . • !364 Narcosi (innuenza tlella malattia di Bright sulla. sicurezza dollal - C:ntlco tcr . • 13tla :\enl sensllìvi della pollo (nuove osservar:ioni sul) - CìoldSfheidor . • 959 Ov:~la della vltella {licglì clementi costitnenll il •lisco prolig~no della) 1~1.cbi . • ~1 Retina (su alcuni rapporti della circolazione clelia) col disturbi generali • 961 tllllla circolazione - Raelhm:um Rigitlità cadaverica (l•italila. rnu3~olarc dnranlc il ]'lPriodo •lnll:l) - Oro,, n. Séquanl , 1!00 Vcu:t cava asccndenta (nuo,·a fi~io-r•alologin tlella) - Do liiovanni • • t:Wi rtlVIST.\ DELLE ~HI.ATTII~ YE..~l!:RELC I:: DELLA PELLI':.

Atrczione silìlitica itliziale (n,.tum 1; diagunsi dcii") - Finger ' 492c 598 ArttiJl irina (eruzione t ntanea prodotto d~ll ') - De Ronzi • G02 Artl'itc b len orra~io-n. (sulb. natura pat"a.s~itnr ia doli') - Potnmo . • 602 Artri ti ~oincideuli coll'o ttahnia fllt rulenta • 605 Dermatiti prodotte il~ll11. tintura d'arnica ,, 1502 Emorragie a si nlide • <100 EjJitlidimite sifllil ica enna forma rara di) - llcchts • %09 Epitlimo (sull11 c:tsislica /Ielle aff('7.ioni sìfili tiche ilClll') - Schatlc~k • 1370 Eritenla Jlolsmorro rnalura n trattamento Si>Ccinco cl ~ll') - Vill cmln , 9i0 Eru7.ioue pustolo-paptùosa (un CILS\1 rli) ··onsecull vn al cateterismo della HG tromba PUSta chiàna - l.aneercaux EsaniPma hoflo~o runsct·utivo nll'n~o inlerno Mll'acido ~n ll~ilico - Ho• 1.500 semberg • 501 lionorrea (terapia della) - .\rrosilitljiski Iniczian•' soltocutanca di mercurio con siero di saug uo per In cura della ~ifilìde - nockart • 60'. Iniezioni ipooermicbc di mercurio formamid:~to ncll:t cura della slniide Kopp . • 60~ Iniezioni intramn-coJari di m ercurio metallico contro !;1 sllllltl~. • 60:S Ipetenuia (iOtllll'n?.a dcii·) s~sll'evoluziontl tlolla sllllidc • 603 lttiosi (t'On•ill~razioni sulla natura •lolln) - Tnrnruasoll • '200 I.cucodormn ~iOlitico - Hosenthal . • 20a Lìn!odermia pero iciooa (sonra 1111<1 nuova !orma di mnlnltin cut;ulca) c ;;uoi mrJJOrti con la lcucocìtemiR - K~posi. • 207 Monoplegie cd c.mi].Jlegie tiifiliticlte (sulle) - 1\umpr . ' i47 Osteomielite go mmosa. (ùell') e dell'ostco-m·trite ~lniitlca - Gango lphc • 50:! Tubercolosi Cll Lonea (uoa nuova ro rma di) - Hl chl • 208 U Icnra molle e dell'ukera d ura (diagnostico rlcll') • i48


l\1\'ISTA DI TERAPEUTICA •

.\rido lattico (curn con l') delle m3la ltie della laringe. della gota ~ d•'ll• narici - Jollnek. Ptl(J. ~ Arido Ruoridnco (tmllnmcnto !Iella tlsi polmonare colle Inalazioni di) - Seller • 13i~ !ncurl~ml (l'mlroduzionl' d~l Ilio di arciaio c di altri materiali nel ~cc.:> quale cura degli) • 1091• Anllpirina (ilnpi~go dell') nc>l trattnmPnto locale llell'epistas,;i . • ! Il Antlpirina (l'' c la ;un nztone )tericolo.<a - Casau1'31ld" • ~Il AntiJIIrma (l') nPIIn ltrnticn oftalroir~ • til:l .\r~culco (sul tr:tllllmcnto di tumori maligni a mezzo dell') - KùiJrl • 109i Dnetf'rlotempla (sulla) - Sormaul . • 973 Datmi idr<H'If'Uici fi). loro uionp lhlologìca P lcrapenltra - l.ehr . !Kt Bio~,ido di n1oto con lru Il colpra (il) - Torre, ~lunos de !.una. • i!l3 llromidra lo 1li pelle li(lrlun !dell'azione rlel) sui nervi moto l"l dell'oceltlo • i ti3 Clrrn>i vo lgare tlol frJ!n lo (cura dcl lu) - De llen:d • 7411 Clornlto Ltromnrnto (llcll'u~o del) n1•lls cnro Mila lisi polmonare • 13ir. Coc11l na snll:l rornt'a. (doll 'nzìonc nol'i':t delln) - Bungd • 91U r.ocniM (lmjllogo della) nolln ~lrt·Y.Ionl della IJUr le supNiot·e dellt• viP aoree - l't'iur • 315 Cllcaina (fJu~lche nppllra7.1one tlìl - .\badie . • 7~0 CrOlli\ oh p l:t sua Cll tll - Uarlolero • 701 DICterlll! (lratta'm~nto rozlona lo 11t•lla) - Tedeschi. • :11:! Eplslllssi 11110\'0 l>trumruto (Rhmoh~OU) per rn•nare l - ~\nlotn Er~oltna tcurn clelia C~hhre lifoid•·~ n forma canliaca culle illle'liOIIi tll• • 34~ Gnlvunlzznzlouc (srs~antn cosi dì ~clnlicu guariti colla) - Ste;l\·cnson • !OOS llnmnmelts \"lr!(\ntca (nzlonr t~mi•CIIticea dello. - Shoemaber . ,. 13i~ lnarlioni di rm·diramenh g;~,>o51 ngl retto - ll<'n;eon . lnle7.aoni it•odermielw th olio i>uiiP) - Schocmnker ll2 lotlo lormio (la lnsurnulonc di) udla trachea dopo l:t tracheotoml:t r•~r • 1005 dirteritr - Shirrt's • lodo!, hl) uuo,·o anltsdtlro - Schrmdt . lotluro di pota~~io (cura dolla llifterilc col) - SleJlJl Ka\\ a: anc~ll'liro loc.1 lt• - h:oem~stt:in . • i~~ ~1\>dtcaml'llli ''"' 11'1111 o ltiit OJII"•rtuno y;rr <oliUJlinb.trare i) • !ti6 ~ledlram~ntl n •h>tnn7.a ulcll':t7.inno dtl) - t.uys. • 13;7 ~letllraLur~ :tlltlsctlìc.' in flmncia - Lltcas.Chnm)Jionuì crr• . • 977 M cdlcu~lono antlsrllic:t (con trituto s(leriment:tlc alla) • • 1097 ~letodo di Wt·ir \l itchelt e l'la~ fair ((lei) 11er migliorare hl condizioni nutrit i\ Il llcll'o rganlsmo - I.P.yden . • nor. Nu Cialina (li SO della) nr•llu cur;t' ,.ell o mabllie delle vi~ urinarie - Pe:t.zcr • ~ ~~t> 1'\itro{!liccriun 11111 n<'lla mnlattla del Brighi - h:innicnt 1373 Odoro cndavrrlco (I'J •• l'csscnz:• di lremenlin:t - Longc . • 11!r,9


.. ';)1·>j

Oppio (cura clt'l l':liuolo con alte tiCJsl d i) ~ ·~nn init•ziCtlli ipoctormkh•• di

cter1• - nn Ctlswl Pe~u. 7i9 So tton itrato 1h hiSllltllO (sul le prop rlela anlls~ltic11r dflll e di alc·unCI altm

so~lclll~ - Sehuler . 976 Sublimatu •nll,, •·umpo,izionc• l'Il u-11 ch Joreparalo lliJ ncllà rnra d~lh• ,,.lunl<•l•ali~ -

• 1376

llreilb::.up.

Tatmalo d c tll·ll~lio•rina .{tltJI) Thuya tot•riolont.'lh' nrnttame ulo t111i conrllloml acuminati con 1:\ ti1~urn tli)

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• lli3

- SultWhamiuolf IUVIST.\ !Il C:UnliC \ E: F \11~1 \COJ.OGL\. \cetofenon~ o •pnonll, nuo~u tMd icamento ipn rJtli'O AreLOlll' cwll'o l'ina ll~io loglc;L tlt•ll' tlOUtO (so 1• ra I 'P'i~Lunza tlùll')

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:;.·nlt'lli

1000

\.cid11 url~u (llo.;am••nto oleii'J J.ull'' i;l • 3:;o .\JUari :;u lla diw·~lione ,. sulla a~imilazion" ol~:lll :dhuminoicli (riccrclu• ~pcrnnentah circa la •nllnr111.a d"'.!li) - Tsehclt.oiT . • 99:S .\ran cia a111:trn (prHtdpii lntmo•cliati cltlln) - Taurc·l • i58 AlJ'op hHl ~ lo~darulna: du~auwnto nrll o fo~lle f' cwll'<·~lmllo di IJella.luntJ:L

34.7

- l>uuslau " H;ucsem • 620 .l,zoto :cltntl~[Prio·o lilwro Hb~ozconl' olell') nct lrrn't ll a r(!illO<l • 3:a Bismuto (>nll'dintin:.?.iou~> •kh l"'r la 1h tlell'mlt'•llnu- 11311'-'"''''r • IOl>l Canoliua (la) - Campana . 9Si Coca ,.•·ocaiua; no l" rarul~t•·ot ..,ndu:. • 1001 t:ollodiu (un uuo·. o) . IO:Iimiucctiono •li :~!t' n ne , .. , tam.o mcd kamcllh><~' linlla r.tphlll.• •Ili- OtlH·

999

11-llglli . E;s<'nto ha!!~>lll cl•·llel -

l~crh·~

farih•' ,nllo•) - Oo•llantl . Fermeulationo• t•an.oria l' ulla Kopciua. Jèt)IIITÌLY (olcl ) 1° ct.•ll'uflalntl:t jt'I)UirllÌI':t. Ori un llf'IIP tu:clal li<' aculu \llltpott.:IIWI tlia~111"11ra dell' c<:tnw •h•li' l llt•lli.OIIU

• :ll~ • 3-\9 • 34G ' 760

• 1000 • lllre

Orina cii •·erli r.uu,·cn u·ca/10111' :~lbulllinosa tlt•ll'l - Vii"'! l • :ll3 P;utillra71UII1' l~ulla) - rt.-lhuul Pre1umti mrr,·urtali nell'o•rll:tni>Dl•• animale (>111 1•ntr.loianrull .-111• >lll•ì, 34:; snr.uo i lJ h•t•c·si) - P h•~l:hor PLrHnnlflll <lt•J, h·lll'tHnalnr llcJ ,, le <n~tM•zt~ arnul rlle h• aw1m1wo:uonto o l.t loro unportantissuntt azione li<iult,l:tC:t r palot .. ~i··:. - r. cllh••r • 614 Svarltin:t (uella) •'

.te·"""' .,.,,,.

l; rea (appamto t~<: l dosamenltl d c•ll') -

6~

.\ntlc•rlinc. • 1001 UrtJ-intlir:~no l•l••lla ricrr~a tb•ll') r tl«•l -;110 \':tiHrt' •••u1o'j,lit'<•- Cen~"'"' • ~19


VtLSt• lmn, ~llcrrlnn " ~o.tnnt.o ~:ra~~c. cccipienli o \'Cir.oto di m~die;ununll IIJillri VfJll~r I'II!J, ::ll.l Va.~llnn horncor<~ - Viuìo•r • !Hl Vo•l•·111 (i) u 1.1 lcmJocralur:t - /lìrb,.L • !>S.~ llf\'1$'1 \ Ili 10":->ICULO!il \ J:: ~IEDICI~.\ L!ffi.\l.E.

.\ lrool (tlrt>rrhe rlumotl)-fc;::nh m torno all"nnclenameoto~oto N'ti- I.'J\

C.1Ullli •

Coeain~ Cun cas•1 di grnvcan~lenameolo fU) in seguito a olistilla.zion" •lo• li ·•

:!~l

nw•l•hima nrl ~ecn rOIII!'iuntn•ale - .\layerhauseo . ':fr:! lm llt<lllitu (un sej!no srht•lrtrfco IIPIL'l) (uranostomatoscopì<~) - lìine • D63 llamo• {'1UIIa to,,irlt~t n meno olct composti di) - Do .\loulin • !~l Scgrrto mrtllco c~ulJ • 13i!l Son11u fpnolirn 1• 11cll:~ Vt)J:Iia (i feuomeoi di sugge->tiooo nPI)- Scppolfi • 8~i SuLhmatn Cd~llr lc•,1n11f hll~stucall aUrfhuibili al). • 1 ~6~ Tr:tumatologlo forr11~4.1 co11 rm111 da Cuoco (esperimenti di1 - Havllf(lin • 1261 (;O itii i ::WU~liBNZ~ SC.:Il!:NTIJ•'ICA.

AIJIIllro cci lunllilit•• ul ~lli'VI ~(o por lo ~ llllii dulia visW. D()i diversi esorcfl1 r rJ 111 n~aLo ••ti alc nue CO••sitleralioni :;nl tiro Cdella) - B&rofflu o Sl'on11 .

lllVIST\ I)J 'rECMC:.\ ~ SKfiVIZIO MEDICO Mfl,fTAI\E.

Allli~NIIcO (I l lr;olt;UIIf'D(oj llo•i flUI• O>p<><laU della Croce HO-'S:l in Bel~r.tdo llans-Sclunl•l • 83! Anli-l'ltico '"' •·.tmpo d1 h:tiL1~ha 1,111 tr<lll<lmento) - ne~·delll-eich • !Si: C1luro• dt•l ,oifl:~to •h r.mtrri•t n"ll' m:~rco e sul trallamento del wlpo d1 c.1lur.• (,ufl:~ ~onomta 1io•l) - HUI••r • l~ 1 13M Chtrur:n1 miltl&ro• (bJ 111 ::;,•rimi t• flul;,"trt.:a • 360 t:lururti.1 nuhL1r•• llloll' •111 olo·Ua ;.mrrra S~'rbo-Uul~ara • Sltl Clurur,t1:t nllhl:m• hl"cn.vionl 11i) dall'ospl'<lale •lelfOrdioc Teutoniro m lk·l~ra•ln, 18llll Fr.t••uk••l • Ru Colo11n:1 (l•u dt•ll' Ortlluc 1'o•uto11 iro 111 llulgaria, 1885-&; - F'Uicubaum • 11011 Ft•rito• Cillmltant•'nlo llt!llt:) DI'Ila J.tnrrn1 "erbo-IJulgara- Moselig-~looi,Jf • 95 ~loollcn tnra a11thl'ltlrn lll'liat·l,rnrgi;tcli gucrn~ rrres.;o r csercito gcrmanoro (la lnlroduwmo tll!lla) • Il:!! Modkuzlono JOIIorormwa w !(UOI'r;t (l'importanza dllila) - Mosetig l'l'n MollriiOf • 877 OS(ll'<lnll ei a C:tlll Jlo lrt H~rhl(l (d ogli) - llurls-Schimd . • SGG


Reln~ione sanilaria dell'armala del ('.aor.a.>o nolln guorrn contro la Turchoa

Pao.

dol l877·78- Roll• .

~m. 353u623

Sl•rvi:~;io .sanitnrio (notizie s ul) nrJIOt guerra ScrlJo-Rulgara.

• ~6 Zuccbcro c sublimato rorrosi,·o •tuah proma merlir.,lura delle ferile on • 831 gu~na. BIVISl'.\ DI SERVIZIO liEOICO \1 \ntTIU.lO. .\cromalop;ta ll'l m rcl..zionc al .er"iz.io m~nltimo - l'rinz • 1~1\'lSl'.\

• 11!8

01 lii.WGB.\FL\ E CI.Dl \1'0t...OGL\ MEDICA.

Qua h porti •Iella co<ta •>rirntalo •••l vc•·idcnlnlt• d',\mPricn sono da evi br>~ In •h'Lo•rminalo skt~ionl o•umo• prricolosi nlln !<.1lutc, quali sono le rna· In LI lo •li• LOIII!Ir>i o como clo•vt•,i ~la lnlire l'llincrario •lei legni di Sl11t.louc till quelle •·o:.te? Thocruor • t003

Hl Vl :i TA D' H :t l~:'ì~.

• 636 Acrllmrt l <l ~innl' (il prolJ lr m:l cicli') otl Il I!I'Of. Vln:l•ow.

ACillo o~o 11JCO (sull 'uso 11l·ll') nello novrn lglc r•orifo•riclw - .lar.ohy .\ llatlnouo •nto ~r l illctalc (~u ll'l ratto nel lmlialico cspn~li ul Bologna -

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A:x;c,so e1•allcu (Cdtt:>:t tldl'l iu rc lalionc l!{letiaJmcntr nl rliml c<~lc1t 1toor,· • ~33 Ilartl.lo rlellatUIJl'rt·olt"' talculll' rirrrchc >(Wriml.'nlnli sul)- Do' TOJin • 76~ CoiCr.l a~iattoo (h t•tiolo;:ia Mh • 101 Colera (confo·rcnza I•Pr thS('Uit·ro' la •tuc,tionc •l•·h. • 100 Difteriti.' l•l••• INam:~i ,. dci loro r.l(I(IOrli rolla) IJ~.I Di>inf~z.ion<> (lal per lllt'ZZO olcll't>le\·atOl tem(ler.tllor.l - \\ oi!T • • '-"~i Infezione tuhe...-vlare t•nmìlh:t (•ulla) - C.•lli l' fìtcmucrt • 139l Infezione •l••l -obin •lt•lle !Al-'" • sun intlurnz;• sulla s.1lutr 1kglt ill4tuìhno - ll,olh' • 139! Ollcsola ;:•·OO'r<~l•• ,. parzialo> (la tloeta c.•m~a twlla) - l',:lu. • 763 Rabbia d DI'c.> la mor-tcatur a (nsullatu timi' 3Pt•1Jt·;oJ.i,.uc o! l'l mclut.lo per prPvcnrrc b) - i'<t>lrur . • 631 Tuhrrcolosi ~ ;,ua i•rullia"-~1 lso lla tra~ml'3ib t llt.i olt•II;L) TnnrN • 761 Vnrlcella (Lloll'inocu laziono do •l l;t) - ll~iliy .

• 634

Vlslom• (In) ue;:l t stu rlcnti amcrir.nnl • 1503 Vita dello sludunto (conside razioni mcdic lto sullu vi ta dello)- Mat• Jnttl'C • I:JO\


1530 IHVIST.\ 01 STATISTICA MEIJICA.

neli!JO, ~nn! 1880-84 Condizioni (le) sani taritJ !l•JII'esercito nn~tru·nn~:.•ri•·u nl)gfl o111nl 1883 c 1gs4 • t !37

RclaliiJII•' rnf>dkl)-,tatlilica sul!•· c"n•li;tj•mi ,arutarie del 11.0 esercito nt•lrannn ISS:l - t•ecc•>• 236 ):ta,trstil'n ~tan;l tlcllu •lrvisirmo 11aval•· t.l"l ~far llos'o fll'l 2° sornestr~ IH~:i

• :JG5

\ \'\BIF.T\ Accas~rmnmPnto

122 • 373

Alcoo l (uziune •lell') .\utl;pita Il') tl'un r•' tlh"tlla - Muruly Cclhtlu,,t Cl n) appUr·tl' alli! ntr.he;ur.ilmt dllrttl'!.ltl'i•e

• :iOi

Chlllil nrru:ana n U•mttfl.,k.:·

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• 11()'.

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Dtgilmlll,rl co·loi:Jrl luala l!ll'fl II AS:tle (IIIII!V(J) - t:or.~<)fill<! llalarla (tntorno alla) - sromt ,. 1iigliar~llt lled311fr:t n Helmhl)ltt MìO[II:I lll:f milital'1' lf.l) Xuovn ltm/attia 'OS~t·rvJt~• '"'' Hra'fh• (Iuta)

• 1403

• r,os • i 39$

• 1513 • :172 f.U (7.

0Llotn C[I'O ( 1111 fi\IOVU).

'

~40

• 2'.3

nulrhia (llloruJaY.iOIJ" ftr"OI:t.llirtt tlt•llar • t :;(l9 Spucnt• (lmlìtura autb•·lllca tlellt•) • • 151:1 Trapirmt.;nucnto rlcll'rwchìu 1211 Trequ~ru sifMe " vn•vola COJut•ost;~. r.ou st>~'r.tllo •li ric:unt.io al pwrtt~ ruolv per domhta11· la '''1\JLJ murlJO"oJ. oluraute lo ~"•olamento, ltr:l· ftrar\'i iUii'.ZitiiiJ lllt'•Jie:ttP 0 (,1\,lltlro', ,lf ri(>:trO oiCif'CIIIr';1l3 tJefl'nria - )lrJO!I " !iOI

111\'IST\ ntni.IOGII \FIC.\. A[Jpareerhlo p~r 1<1 •l••l•'rlllìrt·tzitJII(l rlt>lla l'ifr·nlonn ed aculnzzn v ìsil·~ -

l'lchn . • At•uutt•, pur~ el l'lllucl itl Ile lo.~ lfiiCraltJW:I' - \'irorcos • A'ce<so ~ft:llico acul•l nen,.olettr . • na,·illo •lt•lln t nh•·rcolosl lnkune ricerd1o •wri me11lali sul) - Ot• Tmna • Callo !lcformP da fralllll'tl oiPII'esLreU1it;o inf••riOrt• tlel rarllo - Margary •

li3i ili$

i>'!JG 511 :; 1~

Camcn• -~lllbrt rrJ•·srrlliOOP di 1111 OUf#\0 ·•·t~ma •li co~lruw onP rlPJII'I. at•i•licate <Jw•onhueutc allo• ··~s•• •l•·i ('fJ\Prl - \'l'ulurl • ~5:;


·153 . Cecith. in Italia (rlrlla) e ucl modo eli pruvenirla - Corrnlll f>ctg S!li Cenni sulle CJU<e (Jrincil•ali dt>l drpt•rimcnln llsico dl•l l'umana rnun, tlal pun to rli vista dell'igicrw - Oooitu • ~~! Chirurgia OIICrathn (:~ liro coutrilmt o all:1) - l.aurcnzl • 890 Cocaina (del lt\ ncc!1stiita tl'e.s~uro riservati c rru;lcnti nell'uso tlelln). • 254 Colerà (accf'nna ~ul nella rro\'lneia di l'nh·rmo nel 1885 - nandneio > MO Compi'tcoza scacntln c.~ e giurilhca del metlico nell'e~~rcatìo dell' amnuni • iOU s trazionl' sanitaria (;Jcllo) - Zucchl Condizioni sanlturlil ù c l B.o C$t)rcito nell'11nno i S83 (h•) - Pecco • 3i4 Conserve :tlimenUri (aH<!leo~mcnti per) • 2:16 Considcr11zionl nn tropoiiiFIChi', meo.hche o demografl~he $lilla rnlidata del soldato a• la dorata del ~erviz•o militare - l.ajlneau. • 200 Co ntrliJuto nll'ar ltl eli curnrll l;• rerlte o lo [llaghe- Co rrnd i • HGO Cura rh milltnn morsicati da ranì :~rral•loìati. • 2:;3 DlsiofP1ionc tl~l mvoui che "'lrrirnno al trasporto di ;mimnli • 381 D•spcflsb (•!cii,\) e 'uo traUamento •·urath·o col mezzo drlle acqur mine• 7G7 rali - C: Jo imlnrl ll Epitlemic di rotcra occor~ in Italia . • 217 K~t rnllore •Il •·or1•l estrnJwl ,.,,.,til'i dalla , ,.~cica (un nuo, o) - Sommero :H9 Febhre tifoiÒf'il (IJu llan..;~>r olu 'Oioma~e oles h~tSse...cours, dal punto di ''ista rtoll'cz lulngill olel111) - Ory , 'i!~5 huliriuo ;Li lo d•a~nnsi l'IL alla cu ra dt i ca•l•li penetr:tzione di coq•l estranei ndle ' 'iC rl'~plratorll• Grani • 2:i3 MalAttie del lnho•rinto le) - CìraLT.i. • 2!!5 Melano-sarcouw •'J)iscler1olG (su di 111 1 coso tli) e sulla rormnziona !Iella me· lanana no' tnntiJri - Adtl;~rio • 896 llanu:~l •l'hyl(ll'm• ruilitnirr Viry • ~~ t Mnnnnle rli lllt'tlìcature, (a$r;aturP l'li ap)•nrei:d•i - Fabiani • I~G ~l anuale di mrdicn turc, fn •rlo turr rd ;q•paren·l ti Jlr r lesioni In fr ll!' rJ'ol • 1406 - Ra!Hiont' Monumr rato n Oo\lel , • :!5' Upern?iO!ll rha rurgichf' - ~ln<·-Curmac 9 Stlmaritrrhricf~- Esm:mh • l t47 Sp~dn Il di mluolosi - 'l'rij')c< . • tm~ 'fh~ orllical mann,ll - l.ont:more • 383 Tifo e l'acl)ua mnrcaa (il) - F\1ttorìnl • 510 Tul•errolo,i - Esame rritko .sulla ~tcue.l del tuhcrcolo - Indicazioni cur.uivc rnzlonali d ol1:1 tul,crcoi0Si - Sa h i • !Olg • 205 \'ctri rolorati nt'll'1~ien~> <>l'ula rP (•1••1' ~Ol'IZLE.

lnoculnzioni nnlirahiclu in ltnlia Monumento ad Agu.tino ù~rtanl

• 1!8(1

• 1515


W32 CU:\CUR51

C<.ncorso al pr~mio llll.oora.

Xmwncs CII ' '· Oloni.>lu, lllm:gi.. ru medico noli a riserva .

7,uhu 'l'berlo, mcthcu l'rlllril•nl•' •li ~ cln..-,c tlell'armata francese lntlico •Ielle mat.•riu 11cr l'•tnnu Ili'>~;

1~111

~:l~nco dci 1:1\'ori >c•~niiOci t••·n enuti al Comitato •li :)anita militare llu-

r.lll t<' l'~nno IAA6 ,. lino .ul .. ra non pnJ.t•lkati •

l

• 1:1:11


ELENCO t> El

lavori scientifici pervenuti al Comitato di Sanità Mil itare durante l'anno l 886 e fino ad ora non pubblicati. __,. ,....____

Apa·o~io nohe •·co, tcn~nte metlico -

Il durorormio coulm la Lnu ia. Sopm VH I'i motorll di conscrvnziOilo delle carni o del vlvol'i in C<Jn~crvn in vari eserciti di 8uropa. IJtu·goni AHilio, soltotoncntll meclico - fi:mi co roa clu Isterismo. lhtrocchini F.na·ico, mn~g iore mcr lico - lgiono ;loi111 calzatnt·o nel mili tar i rlollc ''nrie arlll i Il SJJCciulmenle cJ elln f~nLcrln. llilonli GRct•mo, sottotenenlc lll()clìco- Sl.utlio tliognostico o. proposìlo cii 1111 C'<t-,o Ili p;tralisì o.sc·ontlcnw acuta (p:l 1'3 li si o lPl Lau; lry) . uoct' hiu En .. ico , ct•Pìl.auo medico - Studi falli in •ruesli ultimi •llecl anni sulle IMiattie articolari di natura lnfuunmntori:l in !11reua attinenza colla chirurgia nelle formA :tt·utt· rli sìIlO\ ile •iero-Obriuo,a t•morr..alea e SUJI(Illrall\ 11. o o::li oC'C'i ni ('o .. coo~o, ca(lllauo llll'llil'o - O(:IL• calzatum 11~1 <oltlato io lllarria; qua h )!l'iiiCOII\\'IIÌCilll ll!IUali i rlUII'<Ii. -l\OrliiC per 1.1 buona cooser••a1i0nf' '"' della cal7.altlra, ,j3 del piedi.- Il soldato de'•' fl<Jrur.• la propria C.lllatum Otltolo LuiA"i , COi dt;ulo IMd ir:o. -

ncgh accouupanwnti durnntr ln uotte? lncom·cnienlì t> ,·antagl!i - Conclu•lon~. Id . Id . carilaoo tO>'·Iìro - Oelle reclute, •ftuli l·• malatt•e dommanli nei rrimi m*''i oli• Ila vlla lllilttarf'' Quali le C31tst•, quali l rimeoli 7 Do7.:&i FE'Iice, caJ)itauo nu••lìm- Dt>i 'nntasrl!:• della \'CDillazìone nrlìficiille nei rliuti cal•li. Drindi"i noeco, sottotcncnto n•ed ir.o - l!:demn cd idrope. llus,.on e ()hillttone ,\nlonio, capitano nw•llto- Grandi •llginuntorl. Id . Ici. Id. r:tpitaoo mc11ico - Mondo piccino. monno hiriJOIW. ()nmciti Silvio, capllOII<l 111eolico- ll rC\'i conni Sll lloaitcru~ion i oculari noi co rpi oli cavllll o.l ri a.


(l~&ntarano Co.l!ltaot ino ,

tcnenL<• medaco -Sopra un caso di ''llli1lo• int••r-

~tiziale polmonaro.

(lec-ellettani Dome n ico , sottOtl'nentc Dll'llico - Ili \111 caso oli enHJ>Ie;ia rJ\'I'enuta in seguito a trnumn. Citan na ~ieoh\, ca(utllno me. liro - li cholcra nel 36 re:t.{im nlo lanieri 1, ronsilleraxlonl ~tiolo;:lcho e prolllnttkhe. t;oectti Dome nico, lt•ncute colonnollo meùico - ~ot(l ortahnr•jnlrlc.~ snll:o cmeralopln 111iopalka, o sulla ornem llll'ia ~~·conti aria o<l or~ani~'ll.

(lo,.rcra :lieo m e d e , lnrua:~eisla di ~· da»il - Suli:L l'nl:a'•il ila. dnlle OIC•(ll• ' dt•ll n cascrnm olclta ol' .\rtiglicrla In piaua d'armi 11 S(JNia.

Id.

Id.

l:mnncisW 111 3" o•(a:;-.• - Sull<tkar.lou~. •h'tulorazinn•' o• ~t•leno,ll.a <Ici j01loforuaio.

ra rn1acis ta tll 3" 1·f:ts~1' - Coutl'ibuln al111 studio cluUIIo:o-brom <tulo:.:ico sulla f>hylolaecll 11-tt•mdri•a (lo,.i mato Giu,.epr>c, CUJllt:mo 111e•liro - Sulla g~nesi •l••lla nw ningllu ··~­ rPbro--pinalr, Dnouiani nocco, .lO tlt•luHatlnte nlll•lii:O - Contrabuzione alla Uia!!'nOsi •1ell.• t•rturite purult'nt.l ed :~Ila (>:tto;.·nr.-i •l••ll'a>t•·,..o <'Jo:tlic" De t 'esa!'(• Jo:clullrdo, solloLPnoartc !llcd ico - f>oc la l coru11 so pr:a 1111 r'a'u •Il lr:atlura trasq~r~alo dell!t rotula ' cum. D e l Giudice •~••etatlll , touentè naClliro - lha ca30 11i :ttua:..'Tcna •l••l pcn~ •·••mplieat.o 11:1 e-t•''<~ rr,lpola. D e f ,nea ()ostllntin o , l.erll.'n t(' lllo'tli cO - f1alfronti ;tnli'O ljiO!Ogitll•lllOIIiCi l'l'Il 1 'i vari coullll;;t'Oli tlistrNtnali co ·&ilth!DU Il 48 r•'lr'-·· mento fant•'rM. D CI n e ,,r~Rn;:eio, C>tliOI<'uenlC llliliJiro - :i111fa palO"'•'IIe3i >lt•ilt• (~lr:tli31 n1ntrici po,L-fllhhrill. D e l C~izzo• riolt. Pa~<•tullh' - Sulla (l'oria ·~•·lln tebllr•'· Id. Id. - llr--•·rl:uiolll' ~ul''~>morroltll. D e ll c uzi Oi u "el•t>c , m:a~tl(iort• uwoli co - Sl<'nosi lnrlugra ùa silllldP t·ar•liln, l rachPulomla, .,'l.tari!:lonP. Id. Ici. UIIII:;!ÌIII'C IIJI••IIt'O - Hu (IPJl,i/'1'11 all:t CrOCI' llo'.;a ll:t·

111.

Id.

''"l

h311:l

Fiorc ntinn Luil:i , l'llf'ìi~I I HJ medit'o -

l'loti• l'l iflic hr tl l uu ri jwrlo ,u medi·

dun in ll:b"""'"· F u li oni ~d«Wtl ato, >oLlotcncutc m~~lico - Sullo ~Liraanouto del racn 1• .,..,,.~o Pal!ltfUill e, c3(1il;oflfl m•••II•'•J - Il '''f\'IIÌO '~flll:trln t•rt'<-n i corpi. Gu ,.l!li l ·'rao eclleO, ") ll oi<Hwntt' lll•'•l uou - ll1'11.1 lt•oria JIIH'assi tnria rl nllu ti< l •• th•' 11110\l <l•11h <ulla t.•rapta •li P.-:1 Gh t•ra r di Guitto, ,ottolt·twn~ lfl•••lif•n - \lr11ttl, ah'tlflihmo :wut" ,. <'rcuairr,. l:::h inR l ,ui:::i, ll\.'H!:.!ir)rC lllt'>IÌ<'n - l'n t'3>11 eli rl'JII' molufoo, Li cllri 1'ioe(lnv.o, cn pilaflo nterllo•., - l ~icu• •lo •lln ll'll(lf'lt in m:u·cìa. r .oui ' 'ir;:;i li n, SOUI\lt•no•nto m•••li<'ll- \:im••ula7itu"· ,j .. J <•rhlat


Ua.,""D c cta F e rdinando, •olhJtnn<'ut<· medico - ::.•,pr,, 1111 caso da atrvfla élalla oii'Ula olnl lt.;al•J '"-UilO da UJIJI'lC . .llah·ullli OlhU.o, .~o llo l t•III'I J Le rnuclil'o - AlCllflfl J' ÌIICSoWJI J .ulla reoC7.Hme

•Jcllo ,Jmnac•a. ~farin elli Gabbriello , ~oll0l4!nl'lll·•

"":;ni 11•1'1 •JeU;o lul•'r.:ulo•i

Jllftlicu -

iud)IIOul e. :Ua""" GÌO SCIIIIC, C:lpitOIIU lliNJil'll - AII'IIIIJ C:O~I tli jlii-Unll' C!''lldalil':l l'litali u••lrlparlu llll'olittll'ulla o'fiJII)Irr"uuJt•tlo·ltor.ICC <nn•,. H c:otZudri t;iu"CIIJ>C, C.1111lll10 Dlt'lllf'U - ::iOJlr:• alruni ,. 1 l clinJ<'i OS•"rlatl nel nrmrto r hi rur.;ir.o llell'o.,pt:<lal•• nulilarf' •h .\Jilru1o. :uooli Uob (la·j o , ulr•:r~ioro t•lel'lit:<J Fr;~ LllU'IL lnùireLlu dnl la. ;;• \'Crtohn• renir.tll sc~uit • •la mQrW ''' ;4• ,.nurnuthll ;t(dd~nlt. l\clli Gi u AI'IIIIC, c;1J)ÌliiiiU llltltliN - U•llla JIWdu·atur... mta-etlio',l, OfTrctli t•i c h ·o, •·apil<mo OHl• lico lk lh Jollcra n~... dr l l'ln r.llitl lll l':t l o lllllll

o·asn oh ld;UIO lraUDl.llio'O, 1'111 ehi•• o·.,ilu lo ltro, Olioli .:a•eole, ula!!:,:iorc ttll'thco 111-ndh;onto clinico tlm rtjJa.rl•> alblo l'd

1o Jrunestrl' tt!liG. Sloria cliui•'OI •ti l'll'r•l'l crMrn ili 111d1 1iduu rtll'~'tlo da ~·~~hes.;i3 l•<hblre. Oro· i• n .. rrae l e r:•JOilaun uto·•IW1J - Sulle òllll)ttl.llìr funw1n.th d··ll. 1 .sta •'VII ''11Jl lil'al.icmo allu. praLiL\11. (J,.~crvaw •n•· e ml.mi•. t•atm~& l , ui::i, ~1\llulo•n·•nlt• m••dicn - Di un ~·:.o oli tuho·n·ul<bi itiiP•lrnat.Ol'luUIIÌ G iul iluul , ~t JLI IIk lll'lltC Oll'llirù -

JifiDnlh :t, C.:L',

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llll'•llcinu. ri c<:fli Giolin , t:a{'ltauo me<IICù- lmJ•orl:utM olella lllllll"""lita ol ·Il., nll·•, ,•,n,;~::tti!07.J rll tula r:~lti Hl l!!ìt•nt• <l l! ila rn•••l•·-:rna. l)~>ll t~Jt>tll' tlclln li!'lle nt•l ,ohl:•tn: nll'lll l'r.tlt<'J J•er ollt11 111'6 fll l1 Faci Jii;L I:J joi'I) Jii'ÌI'f:O !>l'l'>'l• ll ldi• lli'IJI• l'!hl'l'tliG. l"i1>at10 G;O\' IatiiÙ Uatti"IR , lll3~1(Ì01'6 mr<l!r(t - l'u ,.,,,.<h litltll'i tln t'Ili<· •ltlomi. r•ouj••clli ~Jiclu, l c, ;o ttolcncmlo tncdlcu \ ,,... ,, . I'Cl ll iìd era~.luni >lllh1 ••pil,•!->.;i;:tt snllt! "\Ut· c.:tthe "ull.t !)ua ,·u.ra . - 11u f\:""'0 Ili ll(lii~'Sia iJriJUt•ila. ~uantn rul lorntnuru •h Jtvl'l.>'"' rroi r\ t; io' n uni Dn 1ri.... ua , ,,,llOlPttr·nl~· ut'••ltru- ~upra nn caso di :.~rt·:--... o ll)aslohluo .r·~urll> <la Jtwum;.:tlo• •·crt•loralf· purulent~ vuaa'l' ll~hi J·'a·~tncci'!I'O , ~o llolclll'lll•• merli•'" ll;oJ.Itlllll ••l •u ,·l)ulrniurlic;Jntl l atruJ•&Oa ndl• cura •l•· - •ll•'"llJ. j


l :;:)6 Bandaeio Ernrutto, terlt'nto medito - J.e conilizioni sanitarie 11!'1 oli<laccam~nlo ILrll:lnn n OdluL Reg i,. Stefano; colonnr•llo mt'dku - Sullt' coodizioui saniiMir dtll•• triiJll~ nel IX corpo •l';rnn:.ta uorritoriale nell'anno ltìl$~. Bioaldi 8eipione, l~nrntc llll't) lt'U - St.. ria t•liuica di raralisi l u cru~ial:a, 1U>~7.0 JIIJiehelan~clo , rnpltano lllNIIco -

Resoconto cliniro tlcl rii'H\tH'ali 111 1111 rlplLI'l•l rnlslo dl r himrg ia, otta l111kl ,,,, "'~ur· va­ zltml'.

1 """"l llauberto, snllotont•nht llll'dlcm - 1.11 t)a~erme rH P;~rmn. ' no""i .<\.lfa•edo , so tLotcnt'll lr mt•tllru - Snlltt di agnosi dello prrllunlt •• lc lltl· tltllkn l'ronlca. flo'"!I O Ores te, tencnt" mi!!Jiw- flt•l,l7.iono sopra un nuovo i,;trnmt•nl•>, •ll•tto lo1':1r1mrtro automauro. Id. Id. teoentt• rm~llro - ~uprn un r:tso d'ernia 'tror7.1l,;l "'!.'lilla ti t mort•• l'lortioo lilah·atore, capiL1no nw·lico - r:.mtriboto alla t'llr:\ dcllr 1111 .tlltt• tlcUtt rnu~lnnlll.t. Tupparini CJesaa·e , sotlttli'lti'I JIO meth~u - r.:~trolo sareatCI 11~11· nrNr.t •'.1· '''rtltl~n.

.l

'l'nJ>r••u·o l'elice. tcnont n u1odicn - Tmtt.amonto 1'1 1inugico •11 1111 l'hl LOI'(tl't'• Id. Id . ton,(:nl.ll IIIOtll un - Il lll iLSSaggio nella praUon chh•iJI'l(ka. 'l'm•usconi '\usonio , sol lulcntlllltl tnr•ll r.o - Cura dell 'idrocole. Tarocchi Adolfo, tencuto mcttit·o - S tori n t• lini ca d i un ind lvllltw :tiTilLIO \

tla calco ltl J'l'rt3IP, ere.

'l'rorubctta Ectmondo , lcn,.nl•• rn~tllro -

L'enuresi vera fl •imulnt.1.



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