GIORNALE MEDICO DEL REGIO ESERCITO 1887 VOL I

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· GIORNALE MEDICO DEL

n: ESERCITO EDELL! R: IIAR~!

Anno XXXV.

é ROMA

?~

VOGHERA CARLO, TIPOGRAFO DI S. M. ~

i 887 .


ERRATA-CORRIGE r.sn r..,

MEMORIA ORIGINALE DEL DOTT. IMBRIACO ' T.Htl> \T.\ :'\EL FA CICOLO DI AGO TO

Pa::r. 3, linea

s•, invnr di: malutlla ar1~ta iuteslmale, lf{lflasl: mala ttia inll•· stioate.

G, i, •

!6, 18,

• !0, • ~3, ~4 ,

3', alle p1trnlt: n nrerion· 111 d~ntro, aggitmgnsi· col in alto. 1~. itwue di: terrllulr, legg!Ui: tcm•bilt•. u•, n Ila 11arokr indizi, aggiwtg~Ui : certi. ~~-. i•tvue di: sulle rratture, legytui: nPIIe rrauurL' . t o• e 1:;•, In ~ece di· Poi•, legqasi: Pott. 11•, invtu di: lontano nel dare, leggiUi : lontano dal dare . ~G· , l11vece di: dalln superncle, leggusi: dt> Ile sotlcrllcie.


P. E. MANAVRA

Col più nm dolore annunziamo la perdita dell'ill.mo dott. com m . Paolo JO:mlllo IIIUtayrR, maggiori' generale medico e già presidente del Comitato dt Souità militare. Colpito da quasi fulminante as"Bito apopletico ces.::ava egli di vivere il 4 gennaio 18H7 alle ore 4 pom. tra le braccia dei suoi cari pei quali spesa aveva intera la non breYe sua esistenza. Da pochissimi giorni egli lasciava la Presidenza del Comitato, cullandosi nella speranza di poter pure ancora rendere qualche servizio all'Esercito, nella posizione di serYizio ausiliario, al quale aveva d0siderato e domandato d'essere ascritto. D'animo dolce, equanime, coscienzioso ed aiTettuoso, lascia tra i snoi subordinati tutti cari~sima memoria. AttiYo e studioso, erudito e forbito ~ct·ittore, narratore facondo e ~riritoso, arricchì In nostl'a letteratura medico militare di alcuui pr('gievoli la•ot·i, che gli assegnano un eleYato posto tra i non scat·Ri


scrittori di cose mediche militari di cui si onora il Corpo no::.ll'O. Fu pe1· diversi anni abile ed attivo direttore del Giornal<' Medico militare italiano. A vendo preso parte a tutte le patrie battaglie, dal 1848 al18G6, vi conquistò le più ele,ale distinzioni accordate al coraggio, alla abnegazione, alla opero::.ità medica: la medaglia al valor militare. la decoJ•azionP d'ufficial<' della Croce di Savoia, e lo stima. e l'affetto di tutti. 01· non è pill l Ed alla desolata famiglia alt1·o conforto non resta che il cordoglio che il Corpo Medico militare prende pe1· tanta sua SYentura, cordoglio sincero, unanime, che altamente onora la memoria dell'illustre defunlo.

B.


ME::MO R. I :Bl

ORIGINALI

OPERAZIO~l

CITIRCRGJOHE

STATE ESEGUI T E D URANTE L' A NNO 1885

Gli alli operati\ i l'!te per l'anno 18R'5 si trovarono menzionati negli appo:;iti t"lonchi Jlominativi , nel testo delle l'elazioni ann uali degli spcl1ali principali e nelle osservazioni apposte ni renùtconlì mensi li de)!li :;pedali e delle infermerie di pregidìo e spet:iali, superarono la cifra di 600, non compresi i]!H:Ili meno rilenuti, che giornnlmenle occorrono nelle cliniche chirurgiche . .:\eila suddetta cifra non !'ono neppure compre:~e le riduzioni rlelle frallure ~ delle lus~azioni che in comples~o ;'Omma n. no a _r, 1. Sopm tìOU e più op~>r;t?.ioni, le morti furono 3-;. Yuol:::.i perii snggiunger•J cht• parecchie di que~te furono camate da malallic estranee o comeculive a 'Jnelle da cui erano $late motirall' le opPt·azioni. ()el che si dir:1 d!s•'OITtmdo partitnmenle dei singoli atti opet·ativi nt>l moùo e secondo l'ordine giil seguiti nelle congeneri rivi~te dei ~f'i pn·ceJen1 i anni. Il numero l1rlle operazioni spellante a ~iascbeduno ùegli stabili me nLI snn itnri risnlla dal seguente prospetto:


OPER.\ZIONI CHIR URGlCHE -- ~-

--

O>I~t•tlali t.'d inl~rmcric

Genova. F:renze. Bologna. Ca-:et·ta. Alessanjria Livorno.

,

78 40 3V

Bari Catanzaro.

l

11 1

.

10.

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8 ì

i 6

Vent>zia:

Gaela Udine . Messina

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Ph"'"''• (l~r.;.,n pcés.)

2} 2.l 20 20 IH

Sassari (id.) . . . . Cremona (itl.) • . . Maulova . . . . . S1ena (inferm. di pres.) Ci vila vecchia (ìù.) . . del Udo In Inferm. Venezia . speciali di Peschiera di Napoli .

l

17

15

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1:2

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'7..

Ancona.

2~

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Pavio(inferm.'diprés.): Chieti . . . . . . Parma .

34 32 30 30

Roma

cd infcr.merte

Ospe<l~ li

37

~tilaoo

:"apoli . J Ca!!lia.ri. · BreSCJtl. Torino V•·•·ona. Padova. Piacenza Perugia. Palermo Cn-.a rlei Tirreni Su vigliano.

...o Il ;"'

3 1

3 2 2 j 2 :2 2 2

2

l

Le infermerie presidinrie di Casale, Treriso, Potenza, Te ramo, e le speciali di Sa, ona , Gaeta e .Brescia, contarono soltanto un alto operati\ o per ciascheduna. C. li ospedali e le infet·meJ'ie non menzionate non ne segnalarono al~:unc,.

A mputazioni. Le amp11tat.ioni furono 2i, delle quali:

g di coscia; 10 di gambn; 2 d'nnlibrnccio; ·l d'un metatarseo; l d'un melacarpeo; 4 di falangi.


STATE ESF.GUlTE DURANTE L'ANNO ·1885, ECC .

3

A mpltta;-ioni di cosria. - Selle furono motivate da gonartrocnce; una da l'nrcoma <ti ginocchio; l'ultima da frattura.

comminuta del femore, di cui un frammento s'infisse nell'arteria. omonin1a e diede luogo alla cancrena dell'arto. Tutle furono eseguite col metodo circolare. Dei 9 operati: :3 morirono a moncone ;.(ià guaritoperriprodozione della malattia (artr·ocace) in allt·e giunture o per tubercolosi polmonare; 2 morirono in corso di cicatrizzazione del moncone, uno per tubercolosi e l'altro per riproduzione del sarcoma in altra regione; l morì l;) ore dopo l'atto operativo per shock; 3 guarirono e rra questi, 9 vennero pensionati perchè la lor·o malattia. dipend,wa da eventi di servizio. Uno di questi ultimi raggiunse la guarigione dopo lunghe peripezie dovule ad una sua imprudenza. Avendo voluto , mentre era. già qnasi guarilo, discendere di notte e senz'altrui aiuto dal lello, cadde ed urlò col moncone sul pavimento, d'onde distacco della cicatrice, emorragia e successiva. osteomielile con asces~i mullipli; cosi cùe solo nel maggio 1886 potè essere solloposlo agli incomLenli p~r la pen:;ione (infenneria presrùiaria di Siena). Le amputazioni di coscia vennero pratica1e: l 111 )lilano 10p. capit. med. dott. Besia); ~in Piacenza (Id. mag. med. dott. Baracchini); •l in GeMm (Id. leo. col. med dott. Rolaodo); 1 in Caserta (Ld. magg. med. dott. Paris); z in Siena (Id. capil. med . doll. Jandoli); 1 in Sas~ari (Id. capit. med. dotl. Yita) . .lrnputa.;i,mi di gamba. - Gli amputaLi di gamba furono 9, ma le ampu!nzioni furono l O, perchè ad un ammalato si doYelle l'ipelere l'operazione.


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OI'EII.\ZIO~T r.Hif\URGlCUE

Selle furono motivate Lln pMiartrorace: una da accidente ferroYiario. nno d:1 t:atluta di un c~nnone sul pieùe e l'ultima da cancrena al moncone della prima operazione. Frn gli :nnpntati per pollartrocace, uno mori pel' ~opraggiunta carie vertehrnle; morirono pure ramputalo due volte, e quello a cui era :>lato frantnmato il J•ieùe dall'orecchione d'un t'annone nccitlcntalmente rove~ci ato:>i al rampo di Cec·ina. ru qne--to cn~o l'ampnlazion~ fn immediaU:. e l'operato fn ryuinlli traslCirato nel giorno ~tesso allo spedale di Lil"OI'no, tiove !D(ofi in l t• ~iorna ta. Fn pure immetliata l'amputazione stata motivata da accidenle ft•JTol'iario; tutte le altre fnrono ronseculhe. Fu usato in ogni caso il metctdn ci rcolm·e. In I!Tifl tlcgli amput:1ti pet· puJartrocace, la mutilazione em stata pt"f'crduta, ~ci mesi prima, rlalb r~sezione dei 213 posteriori del rnlcagno per pe,·io~ti t f' funf!osn. li che non val:-;e nd impedire la succes,int formazion e del podartrocace. Le nmpntazioni tli ~amhn vrnnero prati1"ale: 2 in GenoYa . (Op. ten. col. Rolando e cap. med. Ceri): l in Brrsein . ( Id. mag;!. meti. doli. Cal.Jassi) ( '' ); l in CaseriH . (Td. m:-t ·~g . mcd. tlott. Pari:>); l in ~lilano . <_Id. r.np. med. dott. Desia); l in ~apuli . (td. cap. med. dott. Falcone); l in Firenze . ( Id. ten.med. dott. i\lendiui); 2 in Gneta . Fatte :-ullu ,..tesso ammalato a 18 ~iorni di di~lanz:t (Op . C'ap. med . dott. Superchi); l al cnmpn di Cedua (Op cap. me,l. dott. fa.vre'. AmJmta:ioui ,f'anri hracdo Furono soltanto due; en -

.

(ll :ir·llft rili<t:l f'TOl'<'dl'nte rn "ttrihlllt:L al nw:r~iore Cara;;so (;io)vaunl una nrutJut,tzione di g<tmila stai~ pntlr~t., n••llo 'Pedale di F<lìnP ad una guMùia dc>ganai•J rim:Jsta ro•riùt pt•r arr1tlcnle !€'rro,·iario. Qnell'opemzium.l fll mvece praticata ol"l rlr•tl. Cal•:J~si, nra ma:::giM<• lll•'llko.


S'l \T.E F.S RGIJITE DURANTE L·A~NO J88P), ECC.

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Lramlle moti vate ùa artrocace alla mano, eseguite eon metodo circolare e susse~uite da guarigione. Una appartiene allo spedale di )l ilano (opPratorc capitano mediw dott. Besia), e l'altra allo ,..pedale di ,\lessina (operatore tenente medico dot-

tore ~l angeri). knp~tffl::irwi di. ossi metaC(II'Jiei e metatarsei. - Fu amputato ron metoùo a racchella un terzo metacarpeo per arlrorace della giuntura metacarpo-falangea. malauiacontro cui era ~Ialo inutile l'uso ùel termo-•·aulerio. Guarigione (o,-pedale di l3ologna; operatore capitano medico dotl. Lombardo). Fu pure amputato con uguale rbuiLato un primo metaLarseo per arlrocace della giuntura falango·metatarsea. consecutivo a ~~ontusione. (OsJieclnle eli Piacenza; operatore maggiore medico dotl. Barocchini). Amrmta::ioni di. falangi . -Delle quali, una della prima falange d'un dito m\gnolo per carié clelia sec;:mda, e tre di terze falangi in cunsu ùi palerecci o di ferite: tulle con esito di guarigione .

Disarticolazioni. Le disarticolazioni sommarono a ?i- delle quali: l tolale di piede l p:~rziale di piede l O di diti intieri con soddisfacente risnllalo. i- òi !JiÙ fai,\Dgl 8 cl'una sola falange La prima fu motivata tla poùartrocace; la seconJa da caritl dei due primi melala1·~ei per risipola flemmonosa. Disarticola:; ioni di diti intieri. - Do\ ute in no>e ammalnli a lenti pmcessi c.;al'iosi <lelle falangi ecl in uno a fet·ita d'at·ma da fuoco, occot·sero:


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OPERAZIONI CIJ(RURGICIIE

2 in Sa,· igliano (Op. c. m. Arcangeli e ten. m. Vigliardi): in Brescia (Id. Lenente Peroni); in Genova (Id. ten. colon. med . dott. Rotmdo); ~in Verona (Id. cap. med. Sil-reslrie Len. m. Rizzo); l in Udine. (Id. cap. med. \larcl!isio); l in Dologna (Id. cap. med. Lombardo); l in Firenze (Id. magg. med. dott. Yinai); in )l essinn ( Id. tenente medico dott. llangeri). In uno degli operati di Savigliano fur·ono usate con -rantaggio, a scopo d'anestesia locale, iniezioni di cloroidrato di COC!liua, alia doso deJ3 per 0 / 0 {l). (1) Sulla 'irtù auestNica d~la cocaina si trovarono i seguenti cenni nello Rchl7.10lli sanitarie prr l'a11no 4885. Turmu. - La corainn ru u~ LIL in dischi como anesteti-!3 in un caso di J)aracentrsi curno:Llo, in dne Ili cstrazioue tll corpi slunieri d::illa cornea. Corris(JOSe pcrfettnulontc o 1:! sua..,ziono si mostr.j lhnita.ta alla sola rorneà. Alclsa~tdria. - Sl ncccunn soltanto al ratto dello spedale di Savigliano e si tllce che il risultato ru ~oddi~rucl'llle. l'iatrtl:::fl. - Pu nsatn con l!ranrle vantaggio eome:aoestetico locale suUa con~iunUva palpnbro-ltulh~~re 11cr l'estrazione di corpi stranieri dall' occhìo, e con ntllita ru:-;ace nelle l'ldontulgle da carie dentale. G•·aQvo. - l.a rocama Ytnno us.1t.'1 come anestetico locale sia per ìmezil)n~> ii•Oli~rmira alla dose di IO a IS centigrammi (~loridrato), .sia per :.ppliea7.ione sull.l localilil Ili compr,•sçp ha~natc in una ,oluzione alto p. tOO. L'aziJJne an~'­ ·'tetica :.i mostro scm)lro molto en~rl!ka c 1h1rntu.ra a suillcienza, sitchP si pOI•\ t><porturc un ad•·OtJma di volume discreto al collo, spaccare due patererci, incidPre diver-H ascessi, >CDZ.1 rhe gli ammalati an-ertissero dolori. S['ic:;:u nuche <·nerJ!ica azione anc:;teticà in due ca,;i di ...:ott:ltura per acqua bollente, t'giovò inoltre a caluure il 'iro sPru.u di bruciore pro·lotto d.1Ha ea.uterizz.azione punteg~ìatu attorno ad una ;;iunturn •h gomit<> atTetla da artrocace. :\c s"<'hbcro m.:a..i a rileHI~ inrom ~nicnU •!all'o-o di cs.sa. rcrorur.- ru d·•lto in anodo sommario che fo adoperat.1 con buoni risultati. .Yopoli. - ~ì rifl'rìscnno falli ,. ~1udizi relathi all'infermeria spcdalc del rctlu'IOrio di Gaeta. lo un 11mmcLiato di retino-coroideite nel quale ~· mtendeva pratk.1rc riridcctomia, la cocaina. non produsse alcun effelto anestetico. In altro indhidun aiTetto da cheratitt> punte;;:giata, non solo no o si ebbe 1 anta:;gio dall'uso d01 disda~tti di cocaina, ma si Yide arunentare la fotofobia causa la midriasi da O$SI prodott.,. 8ologn11. - Si dico in genere che ru pure efficace l'ruo dalla cocaina •1ualo .nnostetlco locale.


STATE BSEGUITE DURANTE r/A~nO f 885, ECC.

9

Delle d1sarticolazùmi tli più (rdangi, merita esserne ricordata una stata praticata nello spedale d'1ncona per grave ferita lacero-contusa d'una mano rimasta impigliata fra i cilindri d'una macchina del panificio, con lesioni tali che resero neeessat·ie immediatamente la demolizione totale del dito anulare e la disarlicolazione delle due ultime falan,.:i dei diti medio e mignolo. l reliquati della lesione nella quale si trovò • pnre compresa l'eslremit.iulell'inùice, furono tali che l'operato venne più tardi pensionato. Disarticola::ioni d'una Yola {11lange.- Atti opet·ativi questi abbastanza semplici, siccome qttelfi che interessavano le ultime falangi . Solo pt·esentarono qnalche importanza quelli che si riferivano o. diti pollici ovvero ad alluci, ciò che an·enne in quattro casi.

Resezioni . :Xe furo no pt·,lticate t 4, cioè: l 0 Resezione completa di gomito, stata fatta nello spedale di Rom;i dal maggiore medico, clou. Di Fede. L'operato fu poi riformato. superslite nna (ì~Lola ossea. Su questo impot·tante atto operatiro non s'eLbcro altri particolari; 2° Resezione parziale di mascellare superiore a sinistra per carie necrotica (ospedale di Verona; operatore capitano medico dott. Guarracino).- L'operato fu inviato in licenza a cura incompiuta; 311 Rcsczione rndorale (proc. Signoroni) delle branche orizzontale ed ascendt>nte sia istre di mandibola affetta da osteoperio~tite di:;sercn nte, con esito di guarigione (ospedale di Napoli; operatore cap itano doLI. Falcone\; 0 .:\. Due resezioui di porone; una al malleolo per carie


Ol'ERAZIONf CHll\URI;.ICBE

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conc:ccutiva a .~torta c l'allr·a allerto superiore per os.teoperiostite. Lo prima fu pratic~ata ocll 'infermeria pre5idiaria di Cremona dal capitano me.lico don. Cl'ema (non ne fu detlll l'esito l; In ,.;econda nello spc•lale di C:n-a dei Tirreni dal maggiore medico cloll. G·i\ o~rt>. con esito di mif!lioramento. ;)" l\e~e;dune di cakagno per can~ ucllo ::pedale òi ~a­ poli (operatore t:apitnno medicu d·•tL Falcone): operazione che riuscì inntilt•. pere heper i progres.si della malatlia :-i rùsC por nt>ct·,.;~:tria l'amputazione J.ella gamba; no f\e,.;ezione paniale tli due co:-, te (9• e l 0") per· c.nrie fnn~l);;a c nP.cr·otica (o~petlale rli Napoli; operatot•e capitano mctlit.:() t1ntt. Ful.:one' . L'operato fu riformHlo. /" Dne rt':'I"Zioni d'o:;~i metacarpei, una per carie e l'altra por I'P.t'Ìlil d'arma da furJCO (o.~pedale di Bologna; operatore capi l:tuo rnr.d ieo dnll. Lnmhnnlo) . 'el prirM opt'ralo si dovette. dopo 1::1 reseziooe, ricorrere all.1 raschinturlt cd al!a can:;ticazione della residua porzione drll'o,;,o. con esito tli J!lHU'i~ione. '\el :'L'tondo, oltre alla rP,.,ezioue ùPII' estremo posteriore del p1·imo metncat'(lO, ~i estra5sero i cnpi articoln1:i del ~· e dd :lo )l)etncarpu l'd altre pre·~ole ,;,·hegg-ie os~ee. L'esito !inn!.- •li •tne,;ti allr operativi mm nnne indicato: ~· He,.;ezinne rl' un primo mPlalarseo cario:;o, con es.ilo di ~,,arigione (o,;pedale di Ca\;l; operatore maggiore dottor fyj\'()"1'1')' ,.. '

di fnlangi cariate in diti ùi mano, tnu~· t'Oli l'si lo di ripr·o,luzione dell'o:;so e di ~uarigione :ospeùalt• di ~apoli; operatore capitano medico dott. Falcone). !)" Qualtro resezioni


S'fATE ESR&lTfE DURA'\'"TE L'A~"'IO 18S:5,ECC.

t>f

Altre operazioni sugli ossi. Si comprendono sotto qne~to titolo: a, Qunttr·o »"tJUt>,tmtomic state praticate: una nello speriate di Bre~cia (esll'azione medi:mte incisil•ne d'nn serjiJe..;tr·o da una Libia affetta da ossea-periostite; guarigione: oper·atore maggiore mediro doti. Cabassi); la scconrla nello spNlaiP di ;\apoli (esportazione del lato int~>r·no d'un omero affetto da o~teomielile cronica necrotica della rlintio:i : npertura evotnmento del ~anale midollare; e~ito di guarigione ; opor·n tore capitano medico dott. Falro11c); la ter1.a nello spcdalc di Roma ~per neci'Osi parziale d'nn osso m e~m·sco. eort e:Sito di g-n~u·i:.:ione; operatore maggiore medico dott. Oi Fedo); la IJtl:lrl<t uello spt.ldale di Piacenza (e:;por·tazione d'una seconda falange di pollic:P rwcrosalrt). /1) Una msd1iatum •Ji calcagno (Firenze); altra di libia (Perugia); una terza del manuhrio dello sterno (CaTa) . - La prim.t, benchè rijlctuta, nrJn Yalse ad impedire il progre:.!:o delle cat·ie e la net·c:;~ità d'una ;;ncces~iva amputazione sopr·a malll'olarc che .. t,he lmo~n e... ito: la secnuda fu pur essa :.enza rìsult:~.to; della terza non fu indicato re,ito. A queste si agg:mge una qu:trta ra:'chialura. d'nn peri) ne carialo, precetlma dall'ablazione dì l\ChP.ggie net;roliche (Torino). L'opemtu era ~ullnra in cor·:;o di cur·n qn:1ndo fu compilata la relazione. cj L'~>~portazinut! d'una falangetta. di rlito mignolo d'una mano per ferito tl'arma da fuoco {Li\'ornol ed otto altre di falangi cariate l'~''' paler·erdo. stnte eseguile in dirersi ospedali; tutte con esito di !!llarigione. d) Estrazione di scheggie secondarie in caso di feritafrauur·~t della 3• fah1ngo d'un pollice per esplosione d'ar·ma da fuoco, con e:~ilo di guarigione (ospedale di )lilano).


t2

OPEU ZIONI CDlRl:RGICHE

Estrazioni di proiettili. Si trovarono ricordate le seguenti: ~ello spPdnle di ~Iilan o fu estratto dalla palma d'una mano, mediante incisione crociala, una palla di rivoltella, calibro O, che ,,i stava nascosta da molti mesi (operntore capitano medico dott. Be:-ia). ~ello spedaledi Cagliari, ad un ferilo da colpo di moschetto alla faccia, 'ennero estratti i proiettili eù alcune scheggia ossee (operatore capitano medico dott. }lassa). ~ e ll'infermel'ia presidiaria di Cremona fti estratto un proiettile di riYolteUa dalla regione sopra-ioidea in un carai.Jiniere. dilatando la stessa ferita (operatoi'O capitano medico dott. Crema). Altra estrazione di proiellile di rivoltella da un piede fu falla nell'infermeria di Potenza ad un canthiniere (indicazione sommaria ra.-colla in un rendiconto mensile) .

Operazioni per tumori diverai. Polipi - Due nasali ed uno ad un condollo uditifo e:,;Lerno. Dei primi, uno fu estirpato culle pinze (ospedale d' \ lcssanòria; tenente medi co dott. Perassi), e l'altro colla legatura metallica (o~perlale di Bologna; e.apilano medico doll. Lombardo). [l terzo ru tolto col processo ordinario (infermeria di P a\ ia; capitano medico dott. Semplici). Tumori cistict. - ~e furono operati 35 i quali presentarono ogni \'arielà ùi sPtle, 1li \olume e di contenuto, come pure di processi rhirur~ici. In un caso di grossa cisti ad una. palpebra superiore fu prima incisa verlicalmenle le cartilagine Larso e qnindi, aperta la cisti che fu trovata piena di


STATE ESEGUITE DUR.\,,TE L'A~ NO 1885, ECC.

t3

pus, se ne enuclearono le pnr·eti col cucchiaio Dawiel (o~pe­ dale di Genova; capitano medico Oo Prali). Gangli 1'd igrom i. - In un caso d' igroma prepatellar·e della grossezza d'un uovo, furono praticati con buon esito il Yotamento col tn•quarti e la successiva inezione iodala (ospedale d'.Uessandria; dott. Perassi. tenente medico). Cn altro igroma ad un ginocchio fu operato con incisione crociata e quindi con sutura ad 8 (ospedale di Livorno; tenente colonnello dott. Cocchi). Un ganglio situato sopra un metatarso fu guarito mediante vuolamento con un aspiratore (ospedale ili Bologna; capitano medico Lombardo). / Twnori 1'1'1'/Lili. - Ne fu esportato uno dalla bocca mediante legatura gr·aduata con seta fenicata (opedale di Bari; tenente medico dott. Carparclli). Enconrb·omi. - Due: uno tungo tre centimetri, situa~o in una regione tcmporo-zigomalira, stato esportato mediante incisione e dissezione, ottenendosenc la guarigion~ {ospedale di Alessandria; sutlotenente medico ùoll. Colombari); l'altr·o siluato sopra un Larso in ron·i:-pondenza dello scafoide, e gros.;o come un UO\ o di piccione, fu esportato mediante incisione lineare lungo il tendine delliùiale anteriore e dislacco dallo scafoiùe a cui aderiva: guarigione per primo coalito (ospedale di Chieli; capilano medico dott. Giglio). Fibromi. - Our: uno alla nuca ( Pavia) e l'.altro al collo (Cagliar·i), esportati col ta).!'lio . .Jtlenomi. -No\ e, in varie regioni; e~portati col taglio od enucleati, meno uno che fu ilistrutto colla legatura graduale del peduncolo. Tuili riusdti a guarigione. Tt~mori emorroidali. - Uue casi; in uno si ricorse alla Iegatur·a elastica (o~pedale di Dar·i; doll. Carparelli, tenente medico); nell'allro allo scbiacciamenlo islantaneo lineare e


Ot>ERAZIO"'I CUlRURGICHE

sncces~i' o tagli•>, secouclo il metodo Gn.llozzi (ospedale di .:\apoli; capitano medko. dott. Falcone). Emawmi. - Ctnque; dei quali , tre curati cogli aspiratori e due coll'inci.-iont>. lutli guar1ti. Però uno dei òne ultimi richiese più tanli unn cootroapértura sul :.ilo {ginocchio~ et1 alcune inci:-iuni lun:ro la coscia per soprawenuto llemruone difTu.;o (ospedale di Palermo) . Trmsilk ipatro~clte. -furono esportate ambedue le tonsille in dieci ammalali, una =-ola in cinque.

Operazioni sugli organi genito-urinari. 01'chieotmnia.- Furono praticate cinque semicastrazinni:

una in Torino per degencr(lzione tubercolare(magj!iore l>orcell i); una in Pado'a pcr~arcorelc (colonnello dott. 'M ontanari); òue in Homa. per degenerazione tubercolare in un ammahlto, per reli qunti tl' orchi te traumatica nell'altro (maggiore dott. ni Fede); nna nell'infenneria l'peciale dei carcerati in ~apoli. per malnllia non indil'ata (capitano medico doli. Falcone'. l primi 'JU<Htro OJIPrali ~narirono. L'ultimo fu Lraslorato dopo l!) giorni. p;;~endo in' ia di cicatrizzazione. all'ospedale principale, do,·e fece una lunga permanenza. 1la ddl'e~ilo fin ale non furono dale indicazioni. Pistola 11 relrlll•·. - Xe occorse una sola, situa la nella porzione libera del LH'IH". Essa fu curata ,·olia cmentazione 'dei maqo~ini caiJo-;i e l'olia occlusione mediante un lembo laterale. t 'esito non fu completo. essendosi soltanto ottenulo il restringimento del foro th lo l oso {ospedale di )Jessina; d. i rettore, dott. Giannnzza}.


ST.\TE ESEGUITE Dl' B .~!'ln; L'A~:SO

f 8R5,ECC .

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Ostnt·nli uretrali. - l li nmmal:lti: dei quali: ì:!fnronor.nnui r.ulla ;;emplkedilata?.ionegraduale (5 guariti. z mil!liorati: l riformato); 3 fnrono curati colln dilatazione forzala mediante il di>ulsore di Venillemier c guar·iti: t coll'uretrotomia interna e guat·iti; 3 pre;;enl.'l\':tnucomplicama di asce~soorinoso al perìoeo e ,·enn~>ro curali: !lc·olla dilatazione;,traduale, preYialaspacr.atura dell'asc·e~:;o Cll il h!I'W coll'uretrolomia esterna. previa la stessa spaccatura ùell'a:'ces:;o; guariti; l con complicnnza di ri~lite catarrale. fu curato culla dilatazione grad ualù e con inif'r.-ifl.ni di :;oluzione borica; g-uarito. Fiuwsi e puafimo.~l. - 34 dello prime e 4 delle ~e.·ollde: qnelle cura le con svariafi pl'OCù...si e queste con l'incisione del cingolo in due ra:-~i e rolla J·idu:r.ione in allt·i due: guarigione. 1/lrocelt'.- l•'11rono :w. delle quali 8 l della vaginale. :1 ci ~lici di'l cot·done spennalico e duP. pure del cordone mn co llillllicnnli culea1 o Jlerilonealc. Tnlti furouo operrui. •1unli rolla l'emplir.e puntura e quali coll'aggiunla di iniezioni JiYet·-~e. Tre fra le prime ed una delle tlue comunicanti non riuscit·ono n ~uarigiont~.

Toracentesi. Gli ammalati stati sollOJ•O~ti ad alli operati•i per idro- opiotomcc furono Il l . Però le operazioni sommarono n 112, es~endo$i rrneste do,·ute ripetere iu parecchi individui. S•·jll'a Il l upt•t·ati i morti furono 18. compreso uno che mori poi nel 1~8ti. Gli altri si possono classificare quanto lnndo:

na esiti col seguente

.28 intlicali genericnmente come gllnriti;


OPERAZIO:-ìl CHIRURGICHE

·16

18 mondati in licenza breve; 18 mandati in licenza luoga; 18 riformati; ~ non ebbero alcun vantaggio; 2 :;enza indicazione d· esi Lo; 7 rimasti in cura. Oal che si scorge come il risultato generale di queste operazioni sia ~lato abbastanza s<>ddisfncente. Quali ca~ioni deter·minanti di morte furono indicate: In tubercolosi in tre casi » undici )) l'empiema » uno » un itlropericardio un aneurisma aortico » uno » una brouco-polmonite consecutiva l uno >> Di uno non fu menzionata la causa.. Dt!i 111 operati: 89 furono primitivamente affetti da idrolorace; 23 )) >> » da empiema. l n 1:) dei primi il versamento si convet·tì piu tardi in piotorace. i i furono sottoposti ad una sola operazione(morti 9). 2:J )) >) a due operazioni ( » G). }) ( )) ))) . tre )) ( )) z). )) quattro ( )) 1). )l cioque fn sottoposto a sei » ( )) )>). l mezzi operatiri furono in massima gli aspiratori nei versamenti ~ierosi o siero-fibriuosi ed il taglio con apparecchi a fo~natura negli empiemi. Il trequarti Fraenzel fu adoperato tre \Oile in ~lilnno' e quattro a Geno.a. Altri preferirono il trequnrti semplice, od a val vola, o con budello. Un modo ingegnoso di cura operativa fu quello che dal ca)l


STATE ESEGtnTF. DUIU:'ìTE L'A..~NO 1885,ECC.

17

pitano medico doll. De R.os,;i renne praticato con felice risultanwnto in due casi di idr·Morace nP.Ilo spedale di Parma. Si inlhsero quattro cannule ùel Pranz negli spazi interrostali :.;• e 6", in corrispondenza della linea ascellare anlerìore e, toltine i panleruoli, .si lasciarono in sito per 12. ore. In que.-to modo si ottenne una lenta e\·acuazione d'una discre<a quanlìtil di liquido, ~en1.a che sorges;;e alcuna re.1zione locale. ed il residuo del n~rsameuto andò poi gradatamente assorltendosi. Alle anzidette opemzioni partecipnrono i seguenti ospedali nelle mism·e e cogli esiti per ciascuno indicati: Genova. Firenze. LiVOI'Jl(). Alessandria. "Padova. Perugia. Piacenza Sa\ igliano . Cagliari. Caserta. .

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48

OPER A.ZIO~l CHIRURGICHE

Paracentesi articolari. ~ello :'pedale di Yerona fu praticata pet· ben quattt·o 'olle

ta paracente;;i articolare, mediante l'aspiratore del Potain, ;n u11 ammalalo di sino' ile purulenta ad un ginocchio. Gua.-igione con residua rigidità e licenza di un anno. ()faggiore mediro dotl. Prelli). :Sello spedale d: Padom ne \""ennero pratic-ate due meùianle piccola lancettn d'assaggio, entrambe per gonidrarto. Di una fu indicato l'esito che fu di guarigione \operatore, colonnello doLL. :\fontanari); dell'altra. accennala soltanto in un rendiconto mensile, non si conoscono nè l'esito, nè l'operatore . .Nello spedale di Roma ne vennero pure fatte due con un aspiratore; una per gonidrarlro, l'altra per idrartosi cronica senza indicazione della giuntura; entrambe susseguite da ~uarigione (maggiore medico dott. Di Fede). Nello spedale di Cagliari fu vuotato con l'aspiratore Polain un ragguardevole emarlroma ad un ginocchio, conseculi\ o a. contu~ione. Liquido estrailo, circa 200 grammi. Con succes:'iva cura interna e col massaggio sopra il ginocchio rimasto ingorgnlo, fu ullimata la guarigione. (Operatore maggiore medico doll. Oi Fede).

Para.centesi addominali ~e furono registrate sei; cinque per ascite sintomatica eù una per ascite idiopatica. Questa fu susseguita da gnari~ione. Degli altri cinque operati, due morirono, uno rimaneva in CUI'a, e due non ebbero indicazione dell'esito.


ST.\TB ESEGUITE DIJRANIE L Ai~NO 1

J885,ECC.

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Operasioni autoplastiche . l o un caso d'estesa piaga al dorso d'un piede io seguito a risipola, tomati inutili altri modi cnratiri, si è fatto con rapido e felice risultamento l'innesto epider·mit:o. (Ospedale di Genova; capitano medico do t l. ~J arco-G iusepJle). In altro caso di e:>tesa ferita lacero-contusa ad un labbro inferiore pe1· morso di cavali o fu praticata la cheiloplastia con esito dt guarigione. Non vennero indicati i particolari dell'operazione. (Ospedale tli Bologna; capitano medico douore Lomua•·do).

Operazioni a scopo emostatico. Leg(l(nre d' a1·tn·ie (l). - In una ferì ta da rasoio alla piegatnra d'nn gomito, lunga 1.2 centimetri e tanto profonda da rimnoeme r·ecisa l'arteria ornerale, fur·ono allacciati i capi di questa e s'ottenne la guarigione per primo coalito. {ospedale di Firenze; maggiore medico dou . \inai). ~ello ste;;~o spedale si allacciarono vad rami arteriosi in altro caso di fel'ita d'arma da fuoco solto il mento con estesa lacerazione delle parti molli della faccia. con esportazione parziale della lingua e totale del naso e con fratture mulfiple (l) ~ella prec~cnte ri\'bb Jlt)r l'anno 1881 Iu menzionata una sola allacciatura d'arterie, nllro non essendo risult.1to in propo>ito né dagli elenehi annessi allo rela.r.ioni annuali, nù dalle r'~'ervazioni apposte ai rendiconti mensili. St venne in seguito a. conoscere come il c.1pitano medico dvtt. Snpercbi ne a'l'e::~e Nnlieata unn tlnrll.ntO lo ste;:;o anno in Ancona. e nella seguente circostanza. Un soldato d'artigllcrh nel la m re un vetro riJ finestra lo infranse e ne rimase ferito al p(!lso tl~~tro ~oo laecrn1lont:l della radiale cbo fu subito ed opportu03mcnte allacciata nell'Infermeria del corpo. Inviato CJUindi nllo spedalc, ìl ferito vi gnnri PI'Csto !l lJrnc.


20

OP ERAZ IO~ I CHlRliRGICHE

degli ossi masccllari: ferita che r.iò non astante fll condotta a quel grado di guarigi011P di cuj era suscettibiie. Per rancrell<l dei genituli in uu atnrnalato di \"ainolo fu legata l'arte1·ia dorsale del pene che n'era rima.sla 'rosa (o~pe­ dalc di Cagliari: e;;ito Ì;!noto). Trunponnmet~to delle 1tari. - fu usalo ìo due casi di rinorragia per emoglobulia: una in uno scorbntico (infermer·ia. speciale tlel lido in Yenezia; dott. Carbone:; l'altra in un tuLercolotico (o,-pedale di Caserta; doll. Fascia). L'e5ilo immediato fu buono.

Ra.ddirizzamento d'una gamba sul ginocchio. Previn cloroformizzazione, fu raùdrizzata forzatamente suf ginocchiO una garnLa piPgata ad angolo in un ammalato di gonnrtrocace c se oe ottenne l'anchilosi l'ella (ospedale di Alessandria; maggiore medico dott. Carasso Antonio). Di ~ruell'ammalato importa darequalchecenno, essendo poi stato oi!;etto d'incombenti di ginuilazione, con as~egnazione alla ~· categoria. Cominciò egli ad ammalar:;i di storta al pieùe. rilen1ta in senizio comandato. Dalle piaghelle ù'tm snn 0 uisu~io fallo,!(li :-ul sito della storta nacque una linfangioite che diede luogo ad a~cesso nel ca\o popliteo e succes:-.i\tllllPnle a sino>ite del ginocchio ed a cade dei capi articolari. l;nan imperfellamente nel modo suddetto, supet·~titi quah.:he seno fistoloso ed un ingrossamento dell' estremo inferiore del femore chefaso$peltare di sequestro in-vaginato e di JUrlf!f!ÌOri dauni nell'aHenil'e.


ST.\TE ESEGUliE DUR.I.Xl.l:: t'A:SNO 1885, ECC.

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Operazioni sugli occhi e sulle parti annesse. l. rua enucleazione d'1111 ltu!bo 0('1llar·e rÌeCO per antit.;he le~ioni lramnntidte, rnill:l\'•:iante f!lauroma simpatico nell'op-

po,to. L'operato (un \'tJtera uo) mol'i tlimeniu gite ,-ette eiorni dopo l'npemw111e (o.,pr•dde •li Torino). :? • Tre operazioni ùi tumore lacrimnle mediante la sparcatura del canale lacrimale ioferiore; ~ a Roma, l a :X1poli. Guar·igione. :i. ra!.!lio oriuonlalc cl'rmo :;tafiloma opaco totale consecutivo ad ottalmia hlcnnorra~ica ed estrazione della lente. Otle· nuto l'appiauwnto del tumore (Os]Jedale dr Verona; maggiore medit:o dott. Pr·ctti). L Tilgl io della palpehra superiore - metodo Cr·i tcltet in un ammalato di oJJ;dmin blcnoonngica già riunita acrepoccio della cornea . l'er ci<i l'allo operativo fu di poco yantaggio 10::-pedale di Yenezin) . :). Un'escigione d'nn pterigio, un'altm. di procidenza d'iride e cluo e5portazioni di calazi.

Traoheotomie. l'liti nello speùale di s,n i,.:liano ad un ammalato

di nemmone profondo ùel eolio ronsecutiYo alla e:>trazione d'nn dente molare inferiore, e comprimenti' la trnchea. lfa non fu possibile imp~dire In. morte per a:>fìs5ia (operator·e non indicato). Cna srcontla nell'inf~>rmeria pre:;idiaria di Pavia., moLÌ\'ala da eth•ma acuto tlelle glollillc in un ammalato òi febbre mal:n·ica gr:we . · L'uper•uto mori ùopo tre ~-tiorni per polmonite catarrale ;capitano medico dott. .Finzi).


OPERAZIONI CDJIWRGICHE

T;na ter:ra nello spedale di Padova in un caso di minacciante asfissia per compressione fatta sulla trachea da un tumore faringeo di maligna natura. Fu scongiurata l'asfissia ma non la morte che successe piu tardi, come in seguito si dira (cav. Montanari). Una quarta nello spedale di Yonezia ad un ammalato di croup. Sebbene praticata senza indugio, l' operazione non valse ad impedire la morte (capitano medico dou. Governatori). Una quinta finalmente nello spedale di Cagliari per ortopnea da laringite nlcerosa. Fu scongiurata la morte immediata che però sopravenne cinque mesj dopo, in seguito ad empiema (capitano medico dott. )Jas!>a).

Gastrotomia. Fu praticata nello spedale di Padova allo stesso ammalato che 'i era stato sottoposto alla tracheotomia. Era egli affetto da epitelioma faringo-esofageo proliferante e cancrenoso, con successivi ascessi mullipli al collo, apertisi poi nella trachea, con restringimento dell'esofago e compressione della trachea, malanni questi originati da una scollatura con brodo, avvenuta sette mesi prima. Come si era cercato di t•imediare all' asfissia colla prjma operazione, così si cercò con bt gastrotomia di provvedere all'alimentazione artificiale dell'infermo, scopo questo a cui non si 11oteva più soddisfare colltt sonda in causa dell'aumentata stenosi dell'esofago. L'operato mori tre giorni dopo (colonnello medico dott. Montanari).


1

5!.\TE ESEGUITE DURANTE L AN!'i0 1885, ECC.

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Cateterismo esofageo. Fu praticato in due ca:;i; uno è quello dell'ammalato di stenosi esofoga a cui fu falla la gastrotomia; l'altro occorse nel reclusorio di Gaeta, a scopo di alimentazione forzata in Ul) recluso che rifiutava ogni nutrimento.

Meringotomia. ~e fu falla una con gioYamento ad un ammalato d'olite media nello spcdalc di Cava {maggiore medico dott. Givogre).

Erniotomia e taxis. Occorsero due ernie strozzate, ambedue ingoinali, sinistre e riuscite a guarigione. Una richiese l'operazione (ospedale di Chieti; tenente colonnello Pastorello); l'altra potè essere ridoua senza atti cruenti {ospedale d'Alessandria; direttore dott. tìoria).

Operazioni di fistole anali . .X e fur·ono regbtrate ;)5, di cui quattro praticate colla legatura e cinquantuna col taglio. :.>3 furono sus5eoauite da guarigione e per 2 l'esito era tuttora incerto. ~essuna di esse pre:-.entò circostanze merite\'oli di menzione.

Altre operazioni. Spaccature di SPni fistolosi. -Menzionate 13, fra cui note\ oli le seguenti: l 9 Preria cloroformizzazione vennero spaccati vari seni fistolosi alla parle poslel'iore superiore d'una coscia, dipen-


Ol'HI\AZfO~I CUIR{;HGICHE

denti da carie del gran trocantere e comunit:anti con Yasto fo~otuìo marciow: in sPguitò, ec:porl~te le ftmgosilit (~Ol t'ncch iaio, l'i sgorbiò la parte cacio sa. medicando poi coll' iodoformio. L'operato era tuttora in cura al l 0 l!ennaio 18S6 e presentava sintomi ~o:;petti di tubercolosi (ospedal e di Chieti; capitano medico dotl. Cliglio) 2" In un ammalato ùi fratlum di femore per ferila da arma a fuoco nel quale, dopo la con::;olidazione. era rimasto un seno fistoloso, questo venne inciso per modo da facilitare lo s1·olo delle ma1 cie e ùa potere quindi raschiare col cucchiaio le a:>prosilit o'see (ospedale eli Cagliari; maggiore medico doli. Di Fede). In seguito> aumentata la suppUt·azione e sotto il sospetto d'un sequestro, fu ripelol.t'l I'intisiooe per la lunghezza di t O centimetri sino all'o:;so (tenente colonnello doli. Segrel, ma anche questa volta senza vantaggio dell'ammalato il qunJe poi dovette venire sottoposto alla di,articolazionc della coscia nel marzo del 1886: con e~ito infatl~to. :}o Spacc:llnm di due lunghi tragitti fistolosi che partendo dalla met& dell'inguine :l>i òil·igevnno uno all'e:>torno sino nlla spina iliaca anteriore superiore e l'altr'a in hasso, 1nlll!O la coscia, per l'e:-tensione di 8 centimetri (infermeria di Tet·amo; capitano medico dott. ~l osci). Guarigione. i· 0 Spnccatura rl'un seno lungo 15 centimetri, snpet·stile ad un ascesso lento. in una natica (infermeria di Sassari ; esito ed operatore non indicati). Gli altri atti opera tiri furono di minore imporlnnza e' eunero susseguiti da guarigione. Sultu·urnmte.- In tre ferili da anna da taglio uno alla nuca. l'altro al naso ed il terzo alla fronte, palpeùre e naso, i lembi vennero ricucili con punti di sulura, oltenenùo~ene la


STATF. E~EGUllll. DI R.\:-lTE I.' AN:-lO 1885, ECC.

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gu11rigionc (ospetble 1li t.:al<tuz.nro: indicazioni sommarie; operalt•re non lllt'lll.ÌtHlalll ). Cmtteri::;;;a;irmi attuali. -Tre ammalali vi furono solto· po~1i; nno per· carie ad 1111 n-'so frontale. con esito di gu;u·igione {l•"pr•llnle di Bolo;wa: ,·apilano meJico dott. Pahi;:;): nn secl)(ulo per carie ùPIIa prima falnn qe ~'un dito medio che ciù non 0'\lante fn poi llontln demolire mediante ramput.nzione del relntiYo mctacnrpeo; un terz.o per carie del bordo alveolari' ùella mnudihola, con e:; i IO di guari!]ione. Sln·i!llinlll tm lo d' tm mtlrat'e maligno al labbro inferiore con suc.:e~sim medicazione al :;oll'o-fenato di zinco, soltizione al IO p . u 0 , che non \ al~€' però ad impedire la morte ver :;etlie,Qemin (o:)pedale di Boltlgn:t\. E ~f101'1a.:ionP ù'unn. ntlnmino:;a epulide sospella sulla supel'licie ~~:;lernn d 'una m:mrlibola, prt-via l'ablazione rli tre denti incisi<. i. e quindi ra~rhiaturn e c:llllerizzazione dell'osso (O'l 'f'd;)le di f}eHO\n; c·apilnl)o mmlicu dott. Da Prali). Est~s1o11e d'una ran ul:l ( inft>rtnel'ln del Lido in Yenez1n; esito U'lll iud iea to). E.~urpa.:ione d'unllhie incamale. Sommarono a ~6. tntle ~eguite da gual'iginue . •'\essuna presentò circostanze merite•oli d'e~sere menzionate. Oumtomie.- F1·a le molli:'sime ~be:;e nepralicarnno. ne fumno ~oltanto ricordate i·i più importanti. Di queste si a~:cen­ nano tftti sollanlo le !\e!.!nenli: l o Un a~ce""o relropel'i loneale. occupante tolta la fos.qa iliaca :-ini--Lra. già tlJJ\Jrto;i più volle spontaneamente nella Ye--cica orinuria, vennt!, pre\ io un inuLile tentativo cli ''ura. mttli:lnte l'u:-.o •le:-(li aspiratori. ampiameule aperto a li,-ello dell'arca la crurale, con e~ ilo di so !Ieri tu guarigione ( o.speùa le d'!l es~audria: tenen te medico doll. Perassi); ~o Ascesso iliaco retropubico consecutivo o. risipola per


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OPER.\ZI0:-.1 CHIRURGJCR"E

adenite inguinnle; spaccatura con uscita di abbondante marcia e di fr:lstagli necrotici; quindi drenaggio fino alla profondità di l ~ centimetri; lavature ontiselliche al sublimato; guarigiC>ne con riforma (ospedale di Genova; capitano medico Marco-Giuseppe); 3° Altri tre ascessi di fosse iliache, di cui uno consecutivo ad ileo-tifo; incisi e guariti (ospedale di Brescia e di Livorno, infermeria di Pa,·ia); 4- 0 Due nscessi consecutivi a flemmone prodotto rla innesto vaccinico; uno alla spalla destra, curato con incisione e drenaggio e guarito (ospedale di Bologna). e l'altro all'ascella d6$trn, esteso alla parete toracica dalla clavicola alla 5• costa fra le linee ascellare e sternale, riuscito finalmente ad imperfetta guarigione dopo lunghissime cure mediante ripetute aperture, drenaggi ed altri presidii. L'ammalalo fu poi riformnto con gJ'aLilìcazione d'un anno d'assegno, avendo egli rinunziato al passaygio nel corpo dei veterani o. cui avrebbe avuto diritto (ospedale di )J anlova) ;>• Ascesso renate da caleolo~i, vuotato due Yolte con un aspiratore e medicato con soluzione fenica. ~ella p1·ima volta furono estrolli 'iOO grammi di pus e nella seconda. 300. Esjto di miglioramento {ospedale di Napoli; maggio1·e medico dottol'e Sfriso); 6° Ascesso lento della grl)Ssezza d'un arancio alla ba.c;e d'una parete toracica; vuotaturo con aspiratore 6 successiva iniezione di etere iodoformizzoto in dose di 8 grarnm1 ; forte rea:done locale, susseguita da miglioramento (O~pedale d'Alessandria; tenente medico dott. Perassi); 'i0 Vosto ascesso alla parte interna d'un ginocchio e del ~o inferio1·e della coscia in un ammalato di gonal'lrite acuta con versamento; apertura e successiva morte per tubercolosi (ospedale d'Ancona);


STATE ESEGUITE Dt:ll.~~l'E L ANNO t 885, ECC. 1

'rf 8° Asces:;o endoarticolare ad un gomito per sinovite suppurata; incisione, drenaggio, medicazione antisettica, guarigione (ospedale di )filano; capitano medico dott. Besia); go Ascesso profondo delle pareti addominali, nel 3° superiore della linea alba; incisione, drenaggio e guarigione (ospedale di Genova; capitano medico doll. De Prati); l ooDoppio asce:>so, al collo ed alla regione retrofaringea; incisione del primo, puntura del secondo; guarigione con riforma per adenomi cen·icali (ospedale di 1Iilano). ~ egli altri, di cui sarebbe troppo luogo il dire, gli esiti degli alti operativi fu r·ono generalmente favorevoli.

Frat ture e luesa.zioni. Nell'anno 1t!So i fratturati di truppa entrati negli spedali mililar·i, nelle infermerie <li presidio e speciali, furono 2 15; gli entrati per lussazioni o~. Soltanto i-4 fra i primi, e 19fra i secondi si trovarono menzionati in modo alquanto particolareggiato. Pecco çolonnello medico j.;;pettore.


IL TABACCO smru SPERIYm.\Lt D[L OOTT. R. GIGLIIRHLI CIPIT \:'\0 \fWil:l!

Avanti eli parlare dell'azione del tal:>acco sull'organismo animAle, non sarè forM discaro a qualcuno che. io riepiloghi la storia di una rmmla, la quale in brevissimo periotlo di tempo è diventala la dominatt•ice dell'uomo. Con la scoperta dell"Amt>rica, si sa da lutti, si scoperse rerba lioi/Ja, la quale i figli delle vergini lerr o fuma,ano entro a cannelli (labago~). Ecco la descrizione che ne fa M. GeroloHno Bensoni, nella su{! !/!storia del mando nuooo. • In quest'isola, come iu alcune altre provincie di qoeslt nvo,·i paesi, vi :sono cet·li Rrbc>'3celh non troppo grandi a modo di cann~, che prodvcono vna fo~Ha di forma come qve!IA rlelfa IIOCC. perù piultO'-'tO maf!giOre. della ffVale rla' pudt·oni (dove ~i co~lvma) è ten,·ta in ~t·andisstma stima... et quowio le uogliono vsare, pigliano vna l'oglia di !>piga del lo t o grano metlendnui dentt·o una di quelle altre, le aceolgono come vn cannone insieme, poi da vn lato vi appiccano fu neo e tent:utlo l'altra parte in bocca lira no il fiato a loro onde quel fumn ua in bocca, in gola et moJJla testa, cl qunnlo pos!:'ono Lolerat·e, lo sopportauo houendone pincer·e, ellanlo s'empiono di questo fvmo crvdele che nanno fvori del sen-


IL U.BACCO

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Hmento ... (1) questo lvtno io lingva messicana e chiamato tabacco. • Si è discusso e "i dic:cute ancora ~e sia !"tatò Tizio o Caio a importAr l'e1·ba e l'u~o nel Yecchio mondo; e cb i ne attribuisce il aran merilo A un gentìluomo ignoto, chi a un t'rate, rbi a Fl'ancel"cn Ht!rnandez di Toledo, chi a Ferdinando CorU>z; il fatto poc;tltvo è che GioYanni Nicot di ?ùmes amba:::-l'ialor e di F1·uncia in P oi·loc-allo n~ mandò uu pacehetco a Cater·ina dei :\lodici, derantandone i portenti terapeutici, per forma. ch'dia ne fu cnlu~iasmala e volle sludiarne gli effetti sperimeniA.Imcnt,.. In Italia invionne la ~emenza il Tornaboni, ambasciatore a Parigi; e monsignore Alfonso Tornaboui, zio di lui, la fe' coltivare, e battezzare rlel suo nome (erba tornabona). Si llilfu~e ben presto in ogni parl<>, poiché la pianta non soffriva la malallia della nostalgia: l'Olanda, che oggi ci for· nisce le spezie più fragranti, imparò l'abitudine dal.l'lnghiJterra e dall'Inghilterra l'appresero pure i Turchi nel 1600; ì quali diventarono in poco tempo così appassionati viziosi che dis€-!radarono i mae~tri - e c'indussero a dipingere un magnifico ottomano per insPgna delle nostre tabaccherie. La Spagna e il Poi· Lo gallo poi si presero la briga di spedir per il mondo le foglie sccclle e comprP.sse, che eran ridolle in finisr,ima polvet•e - nella quale occupazione perdeano molte ore anche i grandi della terra - e v'ebbe un'epoca stòr-ìca, in cui la nobiltà, non solo ma$colina, ma anchP feminea ostentava mostrarsi nei pubblici ritro'i col naso inlabbaccato. Puerilità delle grandezze umane! Chi non poteva annasare portava la scaLoJa per lusso e ~i donava t.alvolla pP.r peyno rli gra.;ia e d'onore una tabacchiet·a, il cui valore rl\ggiuose le cifre più elevate. E qui mi cade in acconc1o ricordare che fino al principio (l) tno~tillata unn o iluu gorrn lli nicotill:l nella CQugilmliv.a ol'un cavalli), questo • ù po·eso d:L uno ~Ialo ru terrore e hP.nehè r~ti subito collo gamùu • attrappi~e, pur~ •' rrunsi turlo>O, s'impenno, si corea, e s·agita con ml'lti llì• sor()Jnatl. C. BEnNARTJ.


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Il. TABACCO

del no~tro secolo, se gli avi nostri sprecarono mollo danaro per il gusto d'an nasa re, poco ne spesero per quello del fumo: tanto è vero che non si comprese il tabacco tra le merci af!gra,·ate -le quali determinarono la guerra d'indipendenza d'America (tbe, vetro, carla) - il che parmi s tia a dimostrare come nel 1774 anche nel nuovo mondo uon si fosse poi abusato nel fumo più che da noi: infutli dai calcoli del Neker (1ì81) sappiamo ('he su dodici persone le quali compravano allora il tabacco, dtcci se ne serviano per il naso e due sole per la bocca. Quello che importa forse di più conoscere é la sequela de:;:h editti emanati, non già contro l'abuso, sibbene contro l'uso di questa erba, la quale in sui primi fu venduta dai fttrmacisli solto il nome di cristerium nasi, non allrimenti che l'alcool vi si ve11dea solto quello di aqua ~:<itae: e il cristerium nasi fu messo in voga dopo che Caterina dei Medici adoperò il tabacco, ridotto in tenuissima polvere la mercò di limeLte d'avorio, per cura1' la emicrania ond'cra afflitto Carlo IX. - Come i cortigiani seppero essere il re guarito ùel suo male, per virtù dell'erba della regina madre, cominciarono non solo a chiamar qut>l rimedio portentoso erba ca· tarinaria, erba della regina, ma ancbe a dichiararsi affetti da .fierissime cefalee - le quali é ~upertluo dire che dile~a­ van!<i per incanto con una presa di tabacco. - Non altrimenti furono travagliali da fistola anale i cortigiani di LUigi XIV, quando ebber scntOI'E\ ch'egli ne soffriva; e poiché il chir ut·go De Tassy libet·ò il monarca, operando per il primo la tl!'\tola dell'ano, essi cos1 fecersi operare_, suscitando un sorri~o di pietà negli uomini della scienza. I primi editti contro il tabacco da fiuto e più che mai ùa fumo comparvero nel 158i: il Raleigh (che ci fece conoscere il curaro, onde i selvaggi avvelenavano le loro frecce) fu condannalo a morte in quell'el oca - e a Santiago, qualche anno dopo, furono murali vivi alcuni fraU, i quali avean fumalo nella notte di natale. Giacomo l re d'InghiltE:rra, nel1G03 si mise attorno a cancellar gli appellativi di nicoziana, cata,·inaria, erba santa - sinonimi di tabacco; impose Lasso gravissime s ulla collivaz.ione della pianta, che chiamò infernale;


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tirò giù una diall'iba che resta ancora monumento di gloria (mi so capno~) - nè pago, la !e' sveller dai campi, a similitudine di Carlo IX che fece sveller le viti: e per soprassello impose la multa di ~;ei scellini per ogn: libra di foglie. Il papa Urbano VIII scomunicò ehiunqu.e acesse osato di anna.~ar nelle clde&e, poiché il continuo starnutare e soffiare il nac::o dislurba,•a i divini uffici, com'ebbero a fargli umilmente riflettere i canonici di Siviglia. A Berna, dove s'islitui il famoso lribunal del tabacco, determinassi nientemeno che ai dieci comandamenti si aggiungesse l'undecimo cosi concepito: Tu non fumerai. Il vescovo della Grande Canaria, don Bartolomeo della Camara, nel 1620 indirizzò al clero della sua diocesi una pastorale, con la rtuale, dopo aver vietato ai preti di l;tabaccare pl'ima della messa e fi n che non fosser corse due ore dall'averla celebrata, prescriveva allt"esì un'ammenda di mille maravedis e la scomunica a chi a vesse annasato nella chiesa. In un dect·eto del circolo di Svevia, pubblicato in Ulma il 2 aprile 1652 sta scrillo: « Ordiniamo che sia affatto abolito l'uso del ~abar.co e dell'acl"juavile di grano, ma singolarmente quella di fumar tabacco, come pratica nocevolissima alla salute e pericolosa per gl'incendi che possono venirne e per molti altri titoli. Quindi vogliamo che nessun mercante abbia più a venderno sotto immancabil pena, e che ognuno, il quale verrà rih•ovalo fumando tabacco, debba sul momento pagar la multa di un tali ero dell'impero, e ,·eoire obbligato a manifestare dov'~gli l'abbia comprato, arfinchè possa assoggettarsi al meritato castigo il mercanle che !"avrà venduLo e confiscargli tutta questa merce. - Similmente comandiamo agli speziali di non vendere o consegnar tabacco a ch'cchessio, so non per uso medico e per prescrizione di medici •. In sullo scorcio ùel lGOO sembra che si fosse ricaduti nel vizio anche dentro le chiese, poicbè lnnocenzo XII ebbe a ripeter la bolla di Urbano VIII: e poi s'inflisse ai fumatori od a! presalori di tabacco quella pena ridicola che Calislo II ioflts~e al cardinal Maurizio Burùino, crealo antipapa dal V Enrico; essa consisteva o el fa.r montare a ritroso il col-


H. TABACCO

pevole sul dorso di un somaro (l\laurizio in -verila ebbe un camdlo), la cui coda egli dovev~ tenere in mauo a mo' di brig!Ja: e quel povero cavaliere a rov&<:.cio, col viso tinto dì nero, venia condotto in git•o pBr Roma, zìmbeilo di cento moudli urlanti alle natiche rlelranirnale. In Turchia fu adottalo il sistema della cavalcata caTnevalesca, ma la faccia del pazien le, ollre es-ser Linla, sotft·J va una lesione non indijj'erente, poichè se ue foravano le pinne nasali, attraverso cui si conficcava la cannuccia di una pipa - nel modo che vediamo Jare in campagna alle oche. - Colà poi, come m Russia, in Persia ed altJ•ove, si stabilirono pene ancor piu rrudeli; poichf> dal taglio del naso o ùelleJabbra, secondo che il r eo aveva .annasato o fumato, si giunse perfino alla peua capitale. - Amurat l V di sua mano uccise uuo stet·rn.inalo numero di fumatori, che il predeeessore Otman II preferiva dare ai pesci, all'uso degli antichi Romani, quando gli schiavi diventavano inetti al lavoro; ed Escalabar, ed Abbas ed Ibt•ahim, e lo stesso F èderowith, son nomi t.el'ribili por i fumatori e gU stabaccatori. Alle volte le troppe leggi producono l'effetto come se non ve ne fosse alcuna; e gli ostacoli, le repressioni feroci, spesso portano un effetto contrario. - Prim~;~ di essere adulti fummo bambini: in quel tempo- se i genitori ci re_galavano due scatole, di cui ci permettevano aprire l'una e non l'altra, il nostro unico desiderio era d'aprir quella del divieto: n è e1•avam pngLi se non dopo averne visto il contenuto. - L'.uomo è sempre lo stesso; adulto non è piu bamliiuo, relati,·amente ad anni; é però bambino l'elativamente a concetti. -La sacra scriL· tura ci dà l'esempio del buon padre Adatn0 1 d1e va proprio a mangiare del fico proibito: e che l'uomo si mant~nga bambJno nelle iòee, anche ad età avanzaLa, ce Lo dimostrano pernn le opere di coloro che si elevano al di sopra della comune. - Noi infatti assisliamo tultodl a lotte sanguinose per la bel· lezza di una ipotes~ per la inoen~ione di una scoperta, per la supposizione di un parassita, per una questione tnosoflca, e fin a neo - strano a dtrsi - per la etimologia di una parola. -Quando eravamo bambini almeno ci disputavamo una pasta,


l L TABACCO

una moneta, un fantoccio - una cosa ins"Omma che cadeva solto i sensi. ll pe(l{J;o r:ien sempre dopo. Le tropp<' leggi adunque e la severità delle pene invece di frenar l'uso del tabacco, generavano l'abu~o: persino i preli si misero la pipa in bocca, ond'è che il concistoro di Bruns~ick rilasciò il 20 m11ggìo li2:~ un rescritto, in cui, sotto minaccia della sospensione dalrullicio, comandava ai sacerdoti di astener~i d~l f1:mo nc!le pubbliche osterie. E così di fJueslo passo giungiamo al 1810, nel quale anno, in Prussia almen(J, fu promulgato un ordine "ietante • a chicche<;'<ia eli fumare tabacco per le pubbliche vie e le pas~eggiato di B~l'liu•J o di alu·e c1tlà importanti e per i giardini della serra, sotto pE>na di un'ammenda di venti lire~ del sequestro dclln pipa • - e Yia dicendo. Eccoci co»'1 al principio del secolo in cui viviamo e che possitlmo chiamt~re non !'Oio il secolo del progresso ma anche dell'alcool e del tabacco. Già sua santiiA Benedf>llo Xlll, per vero dire, aveva tolle le scomunH:he de1 predecessot•i, poichò gli era. parso piacevo! co~tume c non il·religioso quello dell' annasare o fumar tabacco: e Benedolto X IV, che rimproverò acerbaJCJenle un chierico pet•ch~ aveva osato ntìutar da lui una presa di canorlit, tnll&lzò i meriti del tabacco nella predica in onore Ji san Gius!>ppe da Copertino, ~ostenendo, non a torto, che esso ~morzo gli ar,lot·i della carni'. La n:-=tina~ione nel "izio !'Orlò per conseguenza uns brutta r1Ue~!"ione nei cenelli nmministrativi: e fin dal Richeli<:u, che vedeva piu cirillo di quanti era11C1 a' suoi di, si ossen!'l che la prirmivfl $Ui t11t ncclsi aH~hbe reso immensi ser,·i<;i al!'trario. - L'In~hillet'l'<l, che in ratto di speculazioni non la ceJe a ne~"un altro pae!>e, cop1 pen presto anch'es~a quanta sor~ente di lucro st~rebbl'!"i potuto aspettar dalla pianta Americana; e co:-:1, mc11tre f;IÌ uni fumavano e gli altri rtfielteYano, di:-ptlrV•:t•o gli e1litti contro il tabacco e comparvero gli appnlwtori.

V'ehhe un momento in ('Ui !"'li appaltatori, anzi. parve ollencsc.ero quello eh~ 11011 avenm mai potuto ottener le leggi: 3


U. TABACCO

c nt!l r;;,* in Lombardia, per le angherie di essi, si coslilui

una lega contro illt~hac,co- si bruciarono in mezzo ù~Jla via accatastalo lo lubar.chicre di legno e Ji osso; quel!e di val01·e

furon donala a !'811 Ca1•lo e Sf drizzarono sarcasmi di Og"lli genere alla bottega della impresa geneYale. Più tar•Ji, in Lombardia put• an co, dovea ripetersi quella lega famosa contro il tabacco (per· portar·e un dis~esto uelle finanze d~l t•e:;rno} la qnnle tleter·rninò le slragi del 3 g-ennaio UHS - ma allresi la sublime epopea delle ciuque giornate. P er r.hiutlere questo paragrafo di semplici curio;:,ita slo•·icltc, a~;cenner•ò acosai breverm:ule e alla buona . alcun che llcllu coltura, del lato fiuanziurio nell'argomento di cui mi occupo.

In Europa si coltiva l'U Y&stissima esteusione il tabacco comune di \Ìr~irwl nicolian(( tabacunt): quello del Maryauù (niroliana macrophilla) ed il rustico (nicotiana rustica): le migliori specie però ne provenl!ono dall'e!:tero, specialmente dall'America (A vana, Marylnnd, Virginia, Pot'to- Rico. BI'Il· si le); clall'A~ia (Sil·ia); dalla i:\lale,.ia (Giava, Filippine ere.) Sebh•'ne la pillnltl !'IÌA c·osrnopolita, pure non évvenP alll'a, dopo la vJlo, l'he ril!·agga tanto - quanto esRa, Jalla impro~­ ~ione del clima, del suolo e clelia coltura: 11aluralmenlo la SUl' Lonlà è ~uboi'Jinata poi alla rptalit~ del seme. D'm·dinat•io raccolgon!Si tre specie di tabacco: la cattiva (con c·ui ;.uol fabbJ·icaJ•si tab8cco da fiuto). la mediocre e la buona - la 'lllale deve aver colorito uniformemente bruno o f;iallo - ~econdo la ~pecie; - ne!L'accender·si non d<!\'C crepitare o mandare ~cintille •1uasi vi fos$er commisti granelli ùi voh·ere: ed il protlollo della combustione esserne cenere bianca, fina, Je~gh•ra. Secondo il Dunwell la lJianchezza delle ceneri di tabacco si de\'e alla ricchezza ùi sali iodici e polassici, i 'lUSli rigonfian la mas;::a e no rendono completa la combu;:;tione. La pianta ha uno stelo lungo due o tre braccia, diritto, viscoso, con foglie larg-he, se~:sili, ovali, lanceolale, scorr•mli, coi flol'i che danno al roc.so, a corolle lunghe, disposte irr0· golarmcnte in muzzetti alla sommità dei r ami: essa sarebbe


IL TABACCO

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il più bell'ornamento dei ~iurdini, ove si lasciasse vegetar libet·a e libel'a fìorit•c: ma j coltivatori, non occupando~i che delle foglie, sacrifico no alla c.lca pecunia la bellezza del ver·tìce. In E uropl\ ~i consuma a.,sai piti dJ tabaeco che la terra non produca; c in ltnlìa non mcn che altrove si nola cosiffatta spropo1·ziune, ati onta Jd premi d'mcoraggiamento propos1i per la coltivazione clelia più prc;iosa p1a11ta fra le solanaece. - Oa un prospetto puùblicato nel 18M appresi cha la produzione fu alltJra di un milione e 300 mila chilogrammi mentr~ il consumo r11ggiuns<! la cifra tonda di 12 milioni: i nostri na«i nel 187!) 1hvorarono a mrlioni e 353 mila 772 chilo:zrammi cii U!bHcco, '8ll;l a dire H valore di 21 miUoni, :,0,378 lire, le nosLr·e bocrhe ne bullarono in fumo 136 milioni, 4G,:)no di chilo~n·ammi, con"'umaudo per ciò la beHezza di l l rui lioni, CH0,7U9 chili d i tabacco estero. fn llalia illobncco si coltiva pt·osperomenle nelle provincie .ielle Marche, ùi Terra di Lavoro e d'otranto; di Vicenza, Benevrnlo, Principato Cilel'iore, ::->arnegna, S icilia. L'aumento non inclllr••rmtle nel prezzo dei ~i~Jari e della foglta, stal.lilito con detPt'lllJ:JOzione mintsleriale sul finire del 1~8\ avrebbe t'alto ct·edet•e ad uno òiminuz.ione negl'introiti, a chi senza badare alli• stnlt:;tiche si fosse dato al filosofare: hu:-tu però vo)j.:(Cl'<' ora uno s~u111·do allo sprcehio delle nmdil< dei lfiiJat·c/li nel mrtrzo 1.886, c>Ofl;fl'untarlc con quelle ,[el 1/lesv eorri8potÌtltmte tlcll'onno 1885 e persuadersi che nel marzo J~'-tì ::;.'inca.....arono in più lire -i-.1~1,1)80 10. - Dal t• ht:::-lio 1'-lr, a tutto l'apr·ile l '\&) l'aztenda dé tabac('lti in Halia ha dato un inlroilo dt circa H7 milioni, che super!'• Iii 5 milioni e 1-•iù •1uello del pet·ioòo corrispondente. V t ha tal uno che si lu;::iti~Z8 vedere scomparire il vizio del fumo, nlla Ju<::in!!'A indollo dnlla consideraz.oue che mentre un tempo !'i :<tabbnccava in modo vilupere\'Ole, oggi son pochis,;imi i q nn! i pr.-wJano la bacco per naso; che roenlr·e ! JCO tempo aùJit~tt·o ~i eiec:aoa Ol'l'ibilmenle. oggi è mollo diminuitu il brullo u~o del tn:l!'<llcar lahacco; che mentre pt·iwa si ontlava iulot·no eon la pipa anche dalle classi più eleYale, oggi si coslulllll girur con lo zigaro ~~meglio ancora cc n la

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IL TJ.BACCO

spafrnolelta. - Nè, per vero dire, i 5 milioni in più dell'anno antect>dente, rappresentano maggior consumo di mercanzia: - poich•\ !-'ha da pot• mente al coslo attuale della merce stes!':a: - ma il vizio non i scomparirà più se non per esser surrogato da un altro peggiore. - Il sistema nerveo si è abitualo al narcotico e ormai non può farne a meno: il grido delle carceri di Epioal - ((.bacco o marre - è ormai il ~rido delle fibre nervose dell'uomo. La J>all .Vall Gazette fa un calcolo che riporto perché lusinghiero per noi, i quali vi figureremmo ultimi: secondo quel calèolo sarebbe questa la scala di consumo 1~ei varii paCSJ:

Belgio ed Olanda once inglesi 81- per testa (ossia :31 ~rammo),

S \'tzzera, o nre 82; A u!':tria· Ungheria 80; Germania 72; Slali Uniti d'Ame rica 59; Russia :H; Inghilterra 2i; Italia 22.

Non so SA il calcolo sia esalto; oè percile non si sia tenuto conto m esso del consumo che si fa del tabacco in Ft'aHcia~ do\'e, da che :\apoleooe I islilui il monopolio. si fumò e si "lahaccù flt'r modo ùa mellere assieme i 5 miliardi che furemo l"bor"ali alla Germania dopo gli eventi del 11;;70. l mesi nei qu11li si fuma di più sono il ùecembre e.J il gt.>nno io; :"pecialmenlt.>, cr~do io, perché nella stagione piu fredda si Òe\'e ùi più: e questo non andrebbe cran fai t:> al· l'unic.ono cou le cift·e dellu Prtll .'\dali Gazelle, eccello per la ::>vizzera, dov'è certo che l'abuso delle sostanze alcooliche va a"anznndo di pari passo con rabuso del tabacco. - Noi !<Appia m .., a mc'> d'esempiO, che gli ubbriaconi in InghJiterl'a pngt>r0110 le spese d1 Ct·imeu- eppure nel quadro sona ei· lato l'ln;.{hìllena figura fra i pae<;:i che meno éonsumano di

lnl>acco.


IL TABACCO

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Vedremo, nello studio sper imentale, quale azione anlagonislicn passi fra esso e l'alcool; adesso mi limito a riferir quanto mi è occorso raccogliere nelle mie lunghe e pazienti r icerche. II.

E,l ora entrerò a pa1·lare degli elementi che costituiscono la foglia della nicottana latifolia (delle nicoziane vi ba una innumerevole quant1là) lasciando in ullirno la nicotina, ossia l'alcaloide del tabacco e la c;erie delle basi pit<idiniche. Stando alle analisi del Vauquelin vi si ritrova ollre la nicotina, ch'egli scoperse nel 1800, una gran copia di materie animali di natura albuminosa: malato di calce con eccesso d1 acido: ossalato e fosfato di calce: acido acetico: nitrato e rnul"iato d1 polassa: una materia rossa solubiie nell'alcool, la f(US!td al fuoco si gonfia: muri alo di amrnoniaca: resina verde, identica a quella dell e foglie di queJsiasi altra pianta: fibra !ignea, onù'ò che brucia lasciando ~i la rga copia di cenere, da non aver paragone in aHI'o vegelale: ossido di ferro: silice. Oltre le basi minerali (potassa, calce, magnesia, ossido di fei'I'O e manganese, ammoniaca); oltre gli acidi minerali (acetico, cloridrico, solforico, fosforico); o!Lre la silice e ln ::;a!J!Jia e gli acidi or ganici (malico, citrico, acetico, ossalìco, peptico, ulmico); oltre la base organica (nicotina); il tabacco contiene allre'-i una sostanza grassa, cui deve il suo cat·stterislico profumo, della nicozianina o canfora del tabacco; e un acido ~pecial e il iabaciev, assaj somigliante, se non tdPntico, all'acic.lo malico. La nicozianina, che in mezzo chilo di tabacco sta nella propvrzione rli 10 a 12 cenli~rammi, é volatile, aromallca, solubtle nell'alcool c nell'etere, insolubile nelfaC'[Ua. Il Volge! - a c1uanlo ho sopra ricordalo - scoperse nel fumo tlel tabacco anche il gas solfidrico e l'acido cianidriéo: ed il Voh l con l' Eulenberg vi rinvennero allresi la serie delle h&si piriùiniche, di cui la piridinrt è il primo termine (piridina, picolina, lutiùino, collidina, parvolina, coriùina, rubidina, viridina).

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ILTAIUCCO

La nicotina, inh·aYeduta prima dal no;,lro Cerioli. fu, com& ho accennalo, me~sa in evidenza tlal ~·auquelin, la pl'ima ,·olla nel tfl28; poi la e~tras~ero il Po;:selt ed il Reimann: nel 1836 il Houlron-Charland e l'llenry ne descr1ssero alcune proprietà e nel 1~50 il Mouroz(·, Joude e Gosse ebbero la ll'islc sorte di vederne gli cifelli funesti sui ''isceri di un uomo assassinalo con essa. Intendo alludeJ•e al fatto dei coniugi Boearmè (gl! scellerati autori del venefìcio e non le vittime, come scrive il ChieJ•ici) che per la infame cupidi~da d1 eredtlare le possideoze di Gu,.tovo Fougnies (che fu la vittima e non quello cbe studiò gli cffdli del tossico, come scrive il Càntani), lo avvelenarono in un pranzo, a cm lo aveano invitato, obbhgandolo cou la forza a trangugiare una fiala di nicotina, con lunga cura pr·eparala da Ippolilo VisarL conte di Bocarmé, marito alla sorella dell'infelice. Altri pur morirono con questo mezzo, o per suicidio, o per frode . Racconta il Kurr• che il poeta Santeuil subisse tal sorte. percbè - alcuni dicono - per ischerzo fu messo in infusione a lungo nel suo llicchier·e un pez1o di sigaro; allt•i a~"-et·iscono - e questo parmi più logico - perché, per mviJta. fu messa nel suo bicchiere una buona dose di dPcollo di tabacco, ch'egli trangugiò di un colpo, essendo per aYventura un po' brillo. Il Chierici narra di a,·or• Yedulo morire un t~:~le che, volendo suicidarsi e nou potendo racaapt>zzare un veleno da veruua rarmacia, si f;ervì delrmfuso di tabacco: a Bict"·tr·e vat·ii Jipemaniac! troncarono r.osl il cor'so della loro vil~ Lt•avagliosa. Il Borkhausen narra di tre persone, cbe ammaltn·ono fin quast 11 morirne, per• aver bevuto caffè in cui, senza colpRpor ma la ventura - era caùulo a bo1lire un po' •lì tabacco. Il Fouquier. medico alla Corità di Parigi, ,·ide mol'ire ac;sa><::>.inate cin•1ue persone per· una infusioni! di tabacco mc>c;colata nel vino. La nieotìna (ch'è tra i narcotici tanto pot~ntemente middialt>, quanto l'aetdo prusE~ico e il curaro) allorchè é n11idrrr; - la qual cosa è assai dlfiìcile ottenere - ba un odore che debolmente ricorda quello del tabacco ; e tale odor-e va Lanlo


JI.TADACCO

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più scemando quanto più vi abbonda l'acqua: ma, dove il liquido, col quale ò combinala, si riscaldi, i vapori ne sarauuo assai !-'f.ti'&Ùevolmente acuti e irritanti, assumendo appunto l'odore ~peciale: e ciò afferma non solo Orfila, ma c<'n lui la massima parte dogli sperimeutatorL- 11 t::uo bruciore ~ulle mucose può paragonarsi a quello prodollo dal ferro roven t~. Il metodo dello Sdoessing per ottener la nicotina è il seguente: • Sì fa un estrallo acl'juoso di tabacco che si agita con la • polassa causltca: la nicotina è messa a nudo: si agita di u nuovo con l'etere che dissolve la nicotina separ ata dalla • potassa: si decanta, si di<:.lilla l'etere nicotinato, prima a • debole, poi a forte calor·e: ft·azìonanùone i prodotti, si fa vo• lalizzare tullo l'elt>l'e; si scalda poi a fiamma viva per ot• tener la nicotina rtel recipiente». Co!'>l ollonula, e;.Fa presentasi siccome liquido oleaginoso, rlt>lla densità ùi l,Oi-8, tra~parenle, senza colore (ma col tempo ingiallisce) solubìle nell'ulcool. nell'acqna, ne~li eteri e negli olii: arde <'o n Oamma bisuca, fuligginosa, lasciando carbone come la lrwilina, o un olio c:;::.enziale: è avida degli acidi con cnr !li comuiua p•·oducendo calore Il Berzf>liU!'\ fu il primo a ricono~cere l'intensità di azione della nicotina; con cinque milligrammi della quale - se non l'i suscìlano perlurbAmenll mOI'lali in animali grossi - uccide~i pure un cane di mezzana !1randezza: e s'ha a notar subito cl•e anche nPI bt·u!i. come nelruomo, si osserva un inJice divCI'!'O di tr•lle1·au::a n\ ,·eleno. • I lnv()ri ~pe1·imelllAh dcii'Ol'fìla, del Bernard, di Van-dennroek han ~iii da un pezzo dimostralo che una o duf' f!Occe c!cll'~lcaloide. po!::tO ~ull'alLu!linea d'un cane, son sufficitmti n rulminal'lù in l>l'~\'Ì!"~imo ~pazio - e che la iniezione nelle "611•-, e nel r~llo - ~•ccomt> pure l'applicazione sul cellulare ~r,llo- cutaneo, ~ono 8'!"8i T>iù prontamente mortali che non pe1· dl"glulizione • checche ne pensi e ne scriva in con~1·ario il Ren<\. . ?•.~o~clo il prol'essore Stss ebbe sottoposto ad accurata anahsl l VIsceri della vittima dei Bocarmè, concluse esser;,i tral-


iO

fl, T.\ 8.\CCO

talo di ua uvvdeuemento per nicotina - ovvoro pe1· coni· cina - giacché in natura non abbiumo finora che trd specie di alcali vegelali volaLili - e questi sono: la teobromina e

gli allri due sopra nominali, che costiLuisconsi essenzialm ente di iJ1·ogeno, carbonio e azoto. Giacclle più volle ho ricordato la viHima dei Bocarmé ne riferirò la parte necroscopica che ci rigutlrda: c La l~:~bbra eran pallide. un po' inlurale e come ricoverle di c1·osle di color bruno grigiastro, le quali ero.nsi i·nflltrale pure negli inlel'::>lizì denLarii: la lingua più grossa il doppio quasi del ' 'olume normule, avea di:>lrulta Lulla quanla la membrana mucos:a dello. superficie superio1'e e dei bordi; e i lembi stracciati accarlocciavansi e cauevano al solo loccal'li: la qual co:su avveniva anche sulla mucosa che rive,;.lha il palal.o, diventala di color biancastro, mentre quella elle tappezzava la faccia inferiore della lin~ua era rossa e inil.·llata. - Le tonsille tumide a.s:;ai. massimo la sinistra, S!•ezzavansi con g•·anùe facili là; e un liq•.tiuo vischioso l'iempiva la cavilà della bocca. - Pt·esso a poco le stesse gravi allèrazioni aYeu sub1to la muco~a faria~~ea, qu~IIA d<>ll' e"'ofa!to e J ..lJo stomaco, ove però ·- ad ècceziuna d1 IJualche macclua neroguola - non erano avvenute ul.·er·ozioni o perfol'tunenli; e vt st conl~nevano alimenti ca•·nei in gran c(lpia colorali in gri~10. li cervello, la mil:t.a, il fegato, i •·eni, il pancreas e vi~:~ dicendo, erano t>ani; solo i polmoni alrtnanlo lurgìJi .:i c:angue. Il Vohl e I'Eulenberg, i quali, come già accennai, rilro~ Y8rono ne~ La!Jacr.o le ba~i pit·idiniche. negarono alla nicotina )p, pre1·ogative da lutL1 allribuilele; o Pl't .lir meglio sostennero che essa, durante la. combustione del Labucco, fosse complelamente decomposta; ed asse11narouo 1~ tossiche qualità della foglia bructante alla decomposizione del fumo nella serie ùelle suddette basi: ma il Kiessling e o.ILri coufel'marono con ulteriori prove quello che già si sapevo - cioè che la nicolina nella comùustlone ti~;~lla foglia si decomponeva in minime proporzioni; e l'Il eu bel con accut•alissime esperienze chimiclto e fisiologiche, presieJule dal Rosenthal rimise la '1Uef1lione ne' suoi ceri termini e la dsolse affer-


JL TAIHCCO

mondo, cor: indi..rulibililit di prr•vP, che la nicotina esiste nel rumo ciel tabacco e col !-ate Yolalsle di tli'"'a hanno solo una parte !<uhordinala gli Altri prodolli della combustione: que~to tu eùe~irno n\'eano affermato pure al Mebt:os, Il Le Boo t!tl altri. - Giusl.tl l' us11Pr ienza del Kìesslin ..c anzi, l'ossido di c.arbonio, l ' acido ~oltid!"ico e rrani..Jrico - non che le basi piridinichc - ~ono iu co,i lenuì pr<1porz1oni nP.I fumo òel l.tlbacco, eia non ÙoJv~r:;ene lem~>re alcun Jannn. c Le basa di pÌt'illina, òice il DurnbliHh, hanno un'azione ''aporu~A ollremoclo il'1'11anle le muco<>e, importando arrossamento de~li occlti con locrimalione e intenso eccilamP.nlo br·onchiole. - La r espil'az:o ne, <:h'esse ovvec·sano in parlicolar mouiera, cli,·icn pre~lo, nnche dopo la iniPzione soltocutaneo, t.lifflcilt' e sfort.ala, o molto acceiPrata - e talora - ùopo un islanlunoo lll'l'P."'tarei - si ha la morta. In sulle priwu diuto«lra ...J l'agllllzione DI'l cuot•e, par-aliz7.antesi col dimmuìt· del r··ctptro, cJuanlunquo li sur. movimento si arr•e;.li dopo di 'Jnello clt•l polmone - In cu i M!ilpensiooe funziOnlllo t'l carallBrizzuLu da accumulo ùi ~angut~ nt>Il'or1,!aoo, da coaguli nen ne ClWI'd e nollo• vene. talvolta tla schiuma o bo ,·a nei minirui JJr·onchr. - L'nziono •mi si<>tcma 11ervoso é ':arulleri7.lultl pni Jn con"ul--10ni l'hniche c J.. •nicbe con fot·te diloltlll ~ nc dt>l A pupilln •· In ogui rnoolr> l'uz1onc venellca di f}uello> oasi avrebbe una cert'anolo:.:ill con quella della nicotina, poì • 1 u~. per e.<tse c •me per •JUC~lll. !'i oletermiua un comple!;sO dt fenom~>ni se uon identico, nlmcuu mollo :--omigliunle (congestioni cerebt·ali e polmonAii, sor.hLA, coovnl'<toni, clbturbi u ella re~piraz1one e nel moto car.lrAco): e il !Jornl.llOlh me.Je..imo, a tal proro~ito, o:Lchiar·a eh•• ..,jffttlli fenomPni polrehb.:>ro • ri' elare non turamcutc e-." ero) 11 tabacco da fumo so" ti tu to da allre pian t .. • e che • o.:<'a"ionahnente Il• l rum'l del tahacco passino ""lc:ni dher:si une h~ dnl ;,aie di nicotinu, esercitando l'azione uù c~::-i propt·ia •. Jn couclu<>ione il \'o· l ,, I'EulenbPrg smaniosi di far ri~al­ Uire }(l loro basi piriùinicho, ltanno lenluto di detronizzer·e la nicotinu, quantunrrue for-;e t'os"<('J'O anch'essi persuasi di n'ln raggiunger e l'inl\•nto.


lL 'I'ABACCO

Questa è la smanio di molti fra coloro che avenào scoperto una pag-liuzza, vogliono a ogni costo elle r1uella pRaliuzzo. abbia un mondo di proprielà. Io, per conto mio, ho sluùiato glt effeltt della nicotina e òella piridina simultaneamente, comparativamente e ho os!'<er,·aln ]a prcpon• leranza ;:.;ranùts:;ima nel veneficio della peimo ~ulla !:!Cconda. Ho preso due rane, della stes~a grandezza le Ilo manlenule f'JUalche tempo all'aria prima d'intraprendere le prove: quindi ho spalmato alla r·ann 1 il dorso con unu soluzione di nicotina (1 cenli~t·ammo tl i nicolina ìn dieci grammi di ACf{tta) e poi il dor"o dP.I!n runa 2 con una soluzione di pirldina Allo sle::-so titolo. Dopi'l due minuti !"UIIa snpP.t·ficie cutan~>a della pl'ima manift:'!"lnns;i con vulsi1)l1ì fibrilla t•i: l' nddome !:!i dii o la r.on una ener!!ia di pulsazioni veramente fet·oce: la iper~tesia nella tiensi!Jililà é nhba"lanza mnuifesla. Dopo 5 minuti questi fenomeni parevano dilegua!'si cd ho ripetuto il leg-~ero bagno su Ila r•·gione del dOI'>'O, s·•uz'allro fenoweno apporenle che quello ùi qualche lieve contrazioue; ma pt~ssall allr·i ::> mmuti l'ammale si muove Iievi5~imameule con gli arti po,;let·iot'J. xoeutr·e il treno anter-iore é perduto. LR cot·nea sofl't·egalA, non provoca nessutt movimt>nlo: passa ancoro un minuto e anche ~=!li arlt postel'iori stanno immobili n qualsia!'>i stimolo: la rana é slecc.htta. sembt·a morta. - E:ooaminati, stimolati i cuor·i linfalir·i non pul"'ano piu: per~i~t" ancora una lie,·e puii"IIZione del cuor" sangutgno, ma n' é co~1 debole la sislole d(>Jie Ol'ecchiello e del vculricolo, che appena ~~ scor!!e. l mu-.coli ne son 1laccidi, J&cerabilt. Il nleno dunque si o assorLilo potentemente per la via cutanea. La rana 2 pet·ò non ha manife"lalo nulla di t-imile. uon ostanle che ne ubbia r·eileralsmenle spalmata la pelle e rabbia mes~n entro uua CA.n•pnna eli vetro, affinrhc rcspira!'<~e i vapori pit·;.!tmri. - St>mbrn eccitala - e nulla piu. quantunque ~~ollo la campana resti pet' oltre ::'W minuti: io ne la rit.iro ptù viYace di prima. Ilo poscia iniellalo nella coscia destra della rana 3 un terzo


IL TABACCO

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di siringa di Pravntz clelia stessa soluzione nicotinica e indi a quattro minuti ho veduto manifestarsi in essa convulsioni lefaniclle, dopo conh•aziooi fìbrillari che si dimostrarono su tutta la superficie culanca.- Passati allri 15 minuti si aveva insensiuililà e rmmobililli quasi completa: - tali fenomeni a mano a mano !>ono andali scomparendo; e ~~ ore dopo, l'anim~le er·a tornato in condizioni presso che noTIDali. Cunternpor·aneamE'nle ho ini(}ltnlo nella re;.:ione peritoneale della rana ~ unA intiera sit·in~a di Pravatz della soluzione pirtdiruca suddetta cd ho notato quanto se~e: lperestesia, SOp1'61.!Cilaztone - ÙOpO un palo ùi minuti, la quale e andata accentuandosi sempre òi più: pul~azioni energiche addominali: ùllalazione doli P pupillt>. Appena stimolata la rana risponde vivamentr. V'ò un roovtmento violento quasi convulsivo in capo a 10 minuti; e poi r animale all'infuori, di una sensibilità piu e"'ngcrata del normale, dnve si stimoli, è tranquillo.- Dopo venlHJUAtlt·o ore é in conrl izioni eccellentissime . 11 Le Bon (il qual<.! !ta mtr~pt'e~'=O l ungb~ esperienze sulle diverse specie di tabacco) nel mentre ba veduLo che la nicotina è iu ma::sima parte fra i prrnctilri del .fu.mo eont)(msato per T'fljfreddaltlettto nella uoN:a e nei tJUh"oni dei fummori - ha pur·e ritrovato ::.mmoniRca, corpi frrassi, resinosi, malet•ie colorantt, acido prussico combinalo con alcune basi e finaln1entc allre sostanze oclorosissime e ìn alto grado tossiche. Con una frOCcin Ili liquirlo, oltenuto condensando le sopra citate sostanze, Pfrli dice che si determina in poco d'01·a nei piccoli animali una specie di paralisi e poi la morte apparente - che diventera certo re~:.Je, do"e si ripeta l'esperimento o si accresca la do:-.-e: la morLe a vviene egualmente se)nvece ti1 "'Omministrare il liquido internamente lo si faccia respirare (forse più per effetto dell'ammoniaca cbe della nicotina, i l'ui vapori - a temperatura ordinaria - non sono pericolosi}: ma i vapori nicotlnici diventano letali nell'ebollizione, per·cM determinano spasmodiche palpitazioni, senso di soffocamento e vet'ligini. - I piccoli animali ne muoiono all'i~lanle: con uno ~orcia che se ne sparga nella stanza


IL T.\lUCCO

provasi tal senso di acre irr'ila~ione, ch'è quasi impossibile r e:spir'ar•vi. Ma se i due sper imenta tori, nominati di sopra. attribuiscono a lle basi piridiniche i deleteri effclli del tabacco, il Le Bon per conto s uo attribuisce all'acido 1•russico - e a quelle sostanze odorose - specialmente ad u n alcaloide (la collidina) - le proprie tà venefiche finora assegnate alla nicotina. - Secondo le sue esperienze la collidina, che lrovasi anche nella di!>lilla?.ìone di Yarie sostanze organiche, è più tossica della nicotina. - Con un ventesimo di goccia si uccide di botto una r ann, paralizzandola. - All'acido prus;;ico e a' varii pr incipii aromatici sarehber dovuti, secondo lui, i fenomeni vertigino~i, le cefa!ee e le nausee; poichè egli dice che i tabacchi i quali contengono poca nicoliua suscitano cotali sensazioni; mentre guelli i qusli ne contengono molta non Il determinano - se però non siavi molta quanlita di acido prussico e abbondanza di sostanze aromolicue; per·chè c1ueste u!Lirne sostanze variano nel fumo secondo la varietà dei tabacchi (fra cui quelli di Levante e di A \flna ne hanno di più). E!.!li però ammette che la nicd.na ucci•le istantaneamente taluui animali alla dose di 2 o :l ;:rocce, e che a dosi anche minime provoca paralisi, determmando pur la morte. -La soluzioue acquosa di nicotina a i J20000 (circa una goccia in un lill'o di acqua) non conserva in vita la rana in essa immersa più .h 2 o 3 ore. I! ~lorin, ad accet•ltu·~i se l'abu!"o de! tabaeco lasci nell'or·ganismo tracce del suo pa"t-og-gio, esaminò il polmone e il fega to di un Reltuagenario che avea ftJtlo abuso di labacco, da naso in ispccial modo; e le ricerche sue lo persuuscr·o che non solo la nicotina vi si rinviene in istalo liber<l, ma a nche in proporzioni cosi forli, da mettere in inrhnrazzo il me.lrco legale, chiamalo a stubilire se il cadavere ùi Tizio, che fu slabaccalore o fumator·o solenne, non pl'c::<entando alterazioni esterno o lesioni interne dimoslranli il pa:-;:aggid" ùel potente veleno, ~ia du riguar•tlarsi come fatto giu Jiziario. - Quello che imporla pet· noi è questo: che i! tabacco contiene sostanze terribdmente tossiche, abbiano es.;e il nome dr nicotina, o di picolina, o di collrdina, o di


IL TABACCO

piridina e via dicendo: e che ùj tali sostanze tossiche esso ne ha in proporzioni divet•se. Io mi trattengo a quei tabacchi in cui si nota maggior quantità di nicotina, poicbè io reputo questo alcalorde il veramente micidiale Il Fac:oli e il Della Torre asseriscono che i sigari scelti contengono più nicoLJO!I che non i sigari neri e i mozziconi; e che, non pertanto sono pir't innocui :!i questi; che la maggiore o minore lolJPranza pei Virginia non è relativa alla maggiore o minore quantità di nicotina in essi contenuta, ma all'esser~ essa nei sigari allo stato libero o salino; che quelli i quali contengono molta nicotina libera ne contengono poca combinata ; giacchè colla fer·mentaziooe la nicotina in parte si decompone, in parte si !.'alifica; che i sigari esposti alle cause che possono risvegliare in essi i m oti di fermentazione, r·enùonsi sempre più cattivi nella loro qualttà, e acquistano un'azione più forte sopra J'oq:~an.ismo; che la nicotina nel processo di fumigazione si disperde col fumo di tabacco, e i sali d i nicotina, molto meno volatili, son più facilmente aspirali dal fumatore: per modo che sparisce la meraviglia, e si può facilmente spiegar e, como i sigari buoni, che sono anche asciutti, benchè contengano grande fJUantilà, ri<>pellivamente agli allri, di nicotina, son put·e men dannosi; e quelli d'ordinario sempre umidi, benchA quasi sprovvio::ti di nrcolina e avenli leggeJ'A qunntita dei sali della stessa, son decisamente intoilerahili c col lungo loro uso 1·iescono eziandio nocivi alla salute. Il Berz~lius affet·ma che le foglie MI sigaro hanno, relativamtnle a quelle per la pipa, maggior quantità di nicotina, non ec:o::endo le prim~ !:'tale $Olloposlc alla preparazione subita dalle !'iCConùe: n~rlcnma-:.·er ed il Siebert poi aggiun~ono, p('r conto loz·o, che lP ne\TO'-i dell'uomo sono aumentate da che il sigaro ha soc:tiluito la pipa- e sarà onche vero: ma non credo che la pipa si ubbra da riguardur molto piu salubre, perché il pro.Jollo resinoc;o semi-liquido, il quale condensnndo:::.i vi si ùcpo ...ita n~l l'onrlo e lung(J il cannello, contiene una rJUillllilà cousiùerevole rli nicotina, se non della energia ùi que!!a pur·a, almeno co:;:l potente da uccidere, imtncdJalamenle onch~ in esigue do::>i, un topo o un altro animale ptù gran le.


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11 :\tanlegazz.o pure opina che in generale nella pipa il tabacco riesca più folle daccl.Jè, la combustione essendo piil incompleta. il fumatore aspira una maggìor quantità di principii narcotici. È per qne~ta ragione, aggiunge egli, che si riserva alla pipa il tabacco piil lt-ggero, ru sigari il più forte, e chi fuma in cor·te pipe i mozziconi di sigaro c di certo il più arraLbiato ~ il più nero fumatore r.bc esista ~;ulla faccia della terra. - Le pipe di lSchiuma assoroono considerevole quanlilù di succo dì tabacco nel loro interno. Agiscono egualmente le pallottole dì schiuma e di carbone, che trovl:lnsi in certi porta sigari, nei ctualì é necessar ia la massima neLlezza, perché assai facilmente si saturano (Dornbliilb). Il qual Dornbliilh inoltr·e cr·ede che fumando i sigari si assorba meno qua.ntilit ùi nicotina, poich~ l'iliene elle la maggior parte se ne vada all'aria; e ct•ede ciò ùal sapere che gli sle$si sigari, tagliati e fumali nella pipa, spit-gano un· azione assai piu gagliarda eh~ E<e fumali nel bocchino. -Ma cfUesLa ipo~esi è in~iusln. • A ogni fumalol'e ~ ~l ben Tl'Jlo che i particolari sigat'i e il l.abacco han vario profumo, ::;econdo che sono umidi o secchi; è ùen noto ultresi che òiversamenle odora una medesima qualità di tabacco se m,:.ssa in una pjpa Yecchia che non in una nuova • ma ati ogni fumatore non è egualmente noto che ùal fumo ùella pipa si svolge una quantità di piriùina assai piil con~iùerevolc che da IJUello del s•garo e che vicever•:<a da quello del sig:aro si sYol~e maggior quantità di collidina - la qual cosa dipende dalla diversa volatili là di tali :-oslnnze, per Il diverso modo di bruciare.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI - - - - - - - - -- - ---

RIVISTA ~IEDICA

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Su certe relazioni ollniche dell'albumJ.nuri& funzionale , per Il. R\LF. - (The Lan.cet, ottobre 1886). L'autore si propoue di dimostrare un nesso patologico fra •1uelle nlbuminurie detto funzionali, e l'emoA"Iobiouria, ritenendo alcune forme dolla pt•i.rno malattia come manifesta7.ioni h~ggiere della !':ecooùa. Si sono tkewrilte delle albuminurie intermittenti, cicliche, òt digestione, dell'adole8cen.zli, s~>nza apparente alterazione della salute, e :<enza provata malattia reuale. Queste possono manifei"tarsi in ambo i ~essi, a tjutduuque età, ma la ma~g-ior parte si riscoulro iu adulli affelli da qualcl1e malattia costituzionale Cl'edilarin o acquisita, come 1-'0I.la, sifilide, ma· la1·ìo, od in quelli che ~offl•ono di diRlul'bi va.o::omotori. Il carattere inlermilleutedeiiH pel"•lila d'albumina è comune a tnUe quPste t'orrue. Le orine :;le-'se presentano due seqoi caralleri~tici, ciot'• l'aumento rielrm·ea, e r1uello dei pig-menti, e COme fellOIIleiiO meno ('(l!'l8Jttc ~lata trovata J'abboudauza del pil.!rnentn biliare. Riunii·• in un gruppo tulle •tueste albuminurie per i loro caratteri <·omuni, l'autore pas::,a ad e~aminare la loro affinità con l'emo:;!lobinuria Prima di Lutto le dut· malallie sono propri~ degli adulti maschi, ed as~ocialc enll·amhe con le malallie costituzionali sue;.prC!<SP. In f'nlr~mbe si può godere un'apparenza di salute l!razi~ all'immissione Je' cnpillari. ma v'è sempre una sensibile unemia carattct•iuala dal pallore de1Ja mucosa, e dalla deficienza òe' co1·pu~coli rossi delermioati con l'cmocitomett•o. L'emoglobinut·ia ::-pe~!'.o si associa aù un cerlo g'l'Ado di dispepsia ed anche ù'illel'izia, e quaulunque quesLi segni non sieno cosi pt·onunziliti ne' cosi d'albuminu riafunzionale,

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Rl\lSTA

pure i pazienti soffrono spesso attacchi biliosi, e vanno soggelli ad indigesliouì. Ollre a ciò, quantunque in alcuni casi di emoglobinuria la orine si conservino scevre d'albumina, pure per lo piu l'albuminuria continua in quanLìta variabile; neiJ"emoglobinuria ct·esce la quan tità dell'ut·ea. e benchè le materie coloranti del sangue siena scomparse, l'orina si conserva colorali\ per eccesso di urobiltna, mentre spesso vi si depositano de' cristalli di bilirubina. l casi seguenti, se non bastassero que!ìle consiùerazioni, pro,·erebbero che le due malattie ~i compenetrano a vicenùa. li primo caso riguarda un sofferente d'albuminuria al quale due m~di ci ioglest consigliarono dì viAggìut•e, allo scopo di passar l'inverno in clima caldo, pct·chè lo rilrneqmo affetto ùa morbo d t Brighl Al t'i torno ;:i sollopose a scru1 olosa osc;ervazione, e per tre anni l'album na continuava, e la sua salute rimaneva inallerala. A quest'epoca il doll. Oliver cominciò a dubitare di quella uefrìte cronica, perchè mancavano lutti i sintomi che la caratL l'izzano, e perché il pt!SO specifico della orina c;j manteneva ell•valo, mentre l'orina era abbondante. li peso era !';ostenuto dall'ai.Jbonùanza ùell'urea, e l'acido nitrico sco vriva forte reazione de' pigmenti. L'infermo non !òoflhva che di qualche indigec.lione, ed eru alquanto pallido. Fu sotlopo::;to nel 18~3 alla cur;\ cl' arsenico e ferro, com ·nc~ò a migliora•·e, ed nn anno dO[ o l'albmYle era scompar::;o ùalle orine. l n ottobre dell'Si tornnnùo da l via~!!io di no:.:ze ebbe un brivido, •'d Jl giomo seguenl<.l emise molla orina san~ui::ma che e::.aminata non conlene""a corpuscoli ros"i. Ebbe •Juin•lt ner cinque o ~ei settimane altac··hì (l'••mo!!lobinut•ia. e ùopn (.ue o tru ricod•1le guarì, stelle per molto tempo senza albuminuria, ma •1uesta tornò ad intcr,•alli, e SI l'iafft~ccia\tl nncora nella primavera dell'f\G, ma la :::ua salut•• l'l'a florida. A\'e'a guaJl'l<;natu in peso, e non aveva piu "Oil'el'lo ematuria. L'autore nat·ra un secondo cuso nel quale la. malallia cominciò con l' emalut•ia, poi w n Ile l'albuminuria che clui'Ò quallro unni senzA edemt 11è ù':;Lurbi \'a::;colat·i. e con orina car ica di pi~rnento, e di a! lo pe!>O "pacifico: alla tìne l'iofet·mo guarì complelamcuLe. Il terzo caso riguar.la un giovane di


M'EDJC.\

22 anni che pot•l•\ per rnullo tempo indifferentemente la sua albuminul'ill, pre;;c tn<• ..die, ebbe figli, in un'infreddatura presa all'uscir da UnA r.hicRa ebbe abbondante emissione di orina sanguigna, ~i a-s~o~geltò ad una cura tonica, stelle sernprt~ bene, ma l'alhutnina, benché a lunghi inter,·af!J, ricomparve nella sua orina. St polt•ebbe obiettare che in questi tre casi d'albuminuria l'emt.luria fosse una pura roincirlenza, ma l'aulor" dimostra che le due con.!izìoni t•rano transizioni òi una nell'altra. E :di ricono<>ce flue forme (.r cmo~lobinuria; quella in cui l'emo;:lobinA è semplicemente una dissoluzione de' corpuscoli sanguigni avvenuta ne1 lorTente circolatorio, ed é quasi sempre <l'ot•ìgine locale, corne l'aslìsRia locale di RainauJ, e quella più gr•uve in cui la dissolUZIOne è generale, d'oririgme epatica, splenica o renalè. ln (]llt)sla forma si osserva la 1inln itlcricA, e l'orina contiene emoglobina, pigmenti biliari e cr·istalli di bilirubina. Si sa che nello slato sano i corpuscoli rossi sono diRtruLli dAl regoto, Onde nel pl'OCC~SO della digestione il sangue della venn porta presento una diminuzione di corpuscoli che O!?Cillo fra uno o due milioni. Questo delritus dì emoglobina è clal fegato convertilo in pigmenLo ed urea, e secondo le esperienza d1 Noel Paton l'aumento di azione emolitica si risolve in acrr•e!;cimento J'urea e di pigmento nelle orine. In ulcune malattie, come sotto l'azione della toluiendiamin(L o dPll'acido pirogo.llico l'azione emolilica aumenta smisnratamenle, c le soslanzl! albuminoidi del sangue che nel regalo si trasformano in ureu, dtmmle un copioso aillus:so patologico, possono pA!;!':tll' n~· t·eni ed essere rigettate prima della subita a1.:one emolitica. Oltre a <:il. :;i ~ ol'l:;;er·vato che inietlanùo alcuni agenti emolJlic:i, se la dose era piccola si produceva albumiuuria, con una dose maggiore si otteneva emoglobinuria. Ecco clunf(ue cli mo~lr·ato clte l'ulbuminuria può essere tm primo grado d'emoglobinuria, che crescendo l'azione emolitica, il nUilll'l'O de' corpuscoli di><tl'utti è cosi gr·ant.lt! che tutta l'ernoglo);>:na non !>i può C1.1I1Vertire in bilirubina, e passa per la via tle' reni, COJ!le vi possano le so-;,tanze alpuminoidì 4


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RlVIST."-

non ridotte, ed é perciò che in Lati stati morbosi l'orina concontiene eccesso d'urea, di pigmenU, albumina eu anche emoglobina. Onde la gt•aduale azione emolitica può essere espressa nel seguente modo: or- ) Pigmenti urinari ed urea 1 Orina norma( le. dtnarJa. Emolisi at- ~ Aumento di pigmenti urinari l Ot'ina di digali va. t e d't:rea. ( stione. { Aumento di pigmenti, com- l Emolisi au- ) parsa di pij:!mento biliare, Albuminuria menta la. J comparsa d'albumina, aufunzionale. ~ mento d'urea. Emoglobina nelle orine, au-l Emolisistra· mento di pigmenti urinari e E~oglobinuordinaria. biliari, aumento d"urea, albuna. mina nelle orine.

Ern~lis~

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Una grande oscurità regna sulle condizioni patologiche che inducono l'tmmenLo di emolisi, ma per arrischiare un'ipotesi l'autore riporrebbe l'essenza della malattia in un· accresciuta irritabilità de' centri vasomotori riflessi che agirebbero sul fegato, ed in un disordine degli organi formatori del sangue e de' corpuscoli che non resisterebbero alle influenze disintegranti. Riguardo al trattamento, le due condizioni hanno le stesse esigenze, la dieta dev'essere leggera e non nilrogena, non bisogna prolungar troppo gl'intervalli fra' pasti, nè concedere troppo cibo in una volla, essendo dimostrato dalle esperiPnze eli Nicolaides che le azioni emolitiche del fegato crescono per l'abbondante iogestione d'alimenli, mentre la copia di sostanze albuminoidi ne acc1·esce l'aLliviiA metabolica. Chinina e ferro sono essenziali, e più giovevoli se uniti oll'arsenico che sembra diminuisca il poter~ emolitico del regalo, ed aumenti la resistenza de' globuli rossi.


li.EDICJ.

Le malattie mu•ool&rl. i 5 maggio, 1886).

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(P!tiladelphia Medical Time.'l,

Le laboriose investigazioni de' neuropalologi ne' pochi anni scorsi ci hanno fornito, se non una nuova malattia, certo una nuo'a pnlolo!.!ia che ha armonizzal.o ed unificato un gran numm·o di fenomeni apparentemente sconnessi. La malattia mrtscolare include tutte quelle forme di atrofia muscolare r•rogressiva nelle quali il muscolo JSolo é colpito, ed eslcwie le forme ordinarie o spinali del tipo di DucLenneAran. Include l' ipertt·ofia pseudo-muscolare, l'atrofia giova. nile di Erb, l'atrofia muscolare infantile pt•ogressiva di Duchenne, ed ollri tipi, donde una grande semplificazione della neuropatologia per la scoverla della vera natura di questo al!·ofie. Il tipo più ft•equenle d'alt·ofla è quello prodotto da tr·aumaLismi o reumatis mi at•licolari, e da malattie organiche &<'ule del midollo spinale e de' nervi. Segue in frequeuza quella che proviene da malattie croniche del midollo, mentre la più rat·a è l'strona muscolare progt·essiva dovuta a degenerazione primaria dello stesso muscolo. È da' lavori di Et•b, Schullz, Gowers, Mi\bius, Leiden, Eichorst, Dejérine, Landonzy ed altri che questo genere d'atrofie nelle sue varie forme è stato messo in luce su una base patologica uniforme. Clinicamente ed anatomicamente si distinguono ora due tipi di tal malattia: uno d'origine spinale, rallro d'origine mu · scolare. 1· L'atrofia muscolat·e progressiva d'origine spinale include non solo la forma classica di Duchenne- Aran, ma anche la paralisi glos~o·labio-laringea con progressiva oflalmoplegia esterna. La sclerosi emiatròfica laterale è la stessa sclerosi delle colonne laterali del midollo. In tutti questi tipi l'atrofia e paresi de' muscoli sono dovute ad atrofia delle cellule nutritive e motorie in differenti sezioni del midollo. 2• L'aLrotla muscolare primaria ha per base anatomica un'strona degenerativa prog ressiva di alcuni gruppi muscolari, accompagnata talvolta da pseudo-iperLro.fia.


Hl\'! STA

I clinici han ùi,•iso la malattia muscolal'e in gràn numero è i forme cliniche, !"econdo i gruppi di muscoli attaccali, r elù dd paziente, la pre!<cnza di una pseudo-ipertrofia, e rassema d'of:ni utrofia, tli~tinguenJo la malattia muscolare per la c::emplice debolezzf!. Le r~>lazioui di tali atrofie si po~sono scorgere sul seguentP- quadro: Atrofia mu~co- )' Atrofia mu~cvlare progressiva (Ouchenne)· Paralist bulbare. !are pl·ogres- Oflalmoplegia esterna. si va d'origine Tipi it-regolari come la forma scapulo omespinale. rale di Vulpian. Famiglia dèlle atrofie. Paralisi pseudo-ipertroftca. Atrofia museo- Atrofie giova nili di Et•b. lat·e progres· Atrotle infantili ùi Duchenne. siva d'origine Forme non atrofiche di Charcol. muscolare, Allt·i tipi classificati da Eichorsl e ZIOIdella malattia mel'lin,secondo i gruppi muscolari prima muscolare. o poi attaccati. I vari tipi di atrofìe ruiopatiche banno caratteri cliuicamenle ed anatomicamente comuni. Tulli sono ereditari o ricorrono in famtglia ; non c'e generalmenle la storia neuropattca, non disturbi nervo~>i avvertiti. l muscoli sono attaccali ~econùo la IOI'O sede anatomica, e non secondo la fìsiolo~ica funzione IOI'O o la loro innervazione. La malattia comincia in infanzia od in gioventù. ma può colpire tulle le età. l muscoli de~enerati non mo!c<lrano cor1traz:oni fibrillari come nella forma spinale. Mancano pure le r·eazioni elellriche degenerntive n~-:' muscoli o ne· nervi, tranne che all'ultimo staJin: allora po:-~-.inmo scorgere cambiameuli modali importanti. Le reazioni sC'no <l'altronde le ~lesse che nella forma ~pl­ nale, tranne che in quest'ultima le r eazioni degenerative cominciano pit't pt•c::;Lo. Come nelle forme spinali, i1 muscolo si contrae e la contrazione ùura secondo il numero di hbrc che gli restnn sane. :--:on vi so11o ù1sturbi vaso-motori o st•grctivi, Ju mnlallia procene lentamente, qualcue volta arreslando~i nel suo I·l'OgreS~$0, e può durare per 20 o :1\1 &nni. Co-


MIWlCA

mincin in~idiosamenle in mPlà d.i muscoli della faccia, della spalla t) dd braccio. o de' lombi e delle cosce. Ad illtt~t1·nrc i tlitf<!rCnti tipi servirà la seguente classilicazione chP. mo:;lra le ùifft!renze cliniche e sintomatologicl,e 1ella malattia. Secondo l'età alla 'JIIale comincia avremo: t• I tipi che compaiono nell·inlilllzia o nell'età al di sotto di :!0 nn n i: questi :-ono: a) ipertrofia pseudo-membranosa, l1) for·me llionlnili tli Erb, Lt>iden. Mòbius. :2• l tipi r:he compAiono a qualunfJue età: sono le atrofie mu~.;olari progresc:ive inf!4ntili, che qualche volla cominciano .oltre il 21• anno, e le atrofie ereditar·ie o di famiglia. È evidente che reti\ non sia un cr1tel'io sul qualP- si possa slabillt'e it tipo di tali alrofìc. po1chè molti casi cowincitmo nella infanzi;l e nella giovenlu senza altro fenomeno che caratterizzi la malattia. Una seconda classificazione pogRia su' gruppi de' muscoli prinw. o.LLaccali; cosi noi abbiamo: 1• T tipi che cominciano dalle es tremi ~ inferiori : a) pseudoiperll·olia; b) atrofia muscolarA progre!:!siva ereditaria di LeitJPn, ~Ii>l>iu-s, E ichor s l, Chnr cot. Quelli che cominciano òa: muscoli della spalla e del Jlracdo: atrofia m uscola r~ pt·ogressiva giovanile di Erb, ed iorma una analoga descritta da Zimm.edin, Landonzy e Dejèl'ine. FinahnenlP. abbtamo una elas.. iftcazione basata s ulla pre~enzu od ascoenza di vera o falsa ipcrtrofia, ed un tipo descritto •in Charcol, nel quale benchP. non esista atrofia od ipet'lr"fia, ezli riconosce una malattia muscolare perellè ne' mu8c 1lt ~i sviluppa una pro~n·esc:iva debolezza . S•~mbra quasi l'al•hJmente !'tabilito che oltre deUe conosciult> pMali:;i p!:'eurlo·iperlrofirhe, vi possa essere in certi tipi di mioptltie, specialmente in fanciulli, una leggera ip€'1'tr·onn ''Ct'a e fnl-<a. Le cau<:•' delle illt•ofle rnirlpAli~he non sono C'onoo:::ciut e. Occorruuo a:enet·nlrnenle nelle famiglif', e ~'<ono evideutem<!nle ùe' guasli tlagenero.tivi, cosicché se possiamo racco-

z•


Rl\"JSTA liEDlCA

gliere l'intera storia, troveremo sempre quakhe vizio ereditario. Ben poco si può far per la cura, tranne l'elettricità, il massaggio, ed i tonici sempre bene impiegati. La malattia talvolta arresta il suo progresso per lungo periodo di tempo. Sulla cura della dlfterla. spon.de~-blatt fur Schu;ei;rer

DotL ScHE:-IKER. - (CorreAerzte, N. 18, 15 settembre

1886).

F ino dal 1884 il dott. Delthill aveva fatto una conferenza alla Societé de médecine pratù]ue de Paris intorno al tt·attamento curativo della difleria coi vapori di trementina e di catrame. Il dott. Schenker nel 1885 continuò tali studi e dapprima spel'imenlò l'efficacia di una mescolanza di vapori di catrame e di trementina, che, mediante un nebulizznlore a vapore, fece penetrare nell'apparecchio respiratorio di una bambina di sette anni, alla quale, per dtfterite, aveva dovuto fare la lracheotomia, che era susseguita da nuovo accesso di dispnea e da tosse secca. Dopo 18 giorni la bambina ottenne la guar·igione. ln appresso, Cece uso del solo olio di trementina e ne ottenne pure oltimi risultati. Egh fece bruciare ogni tre o cinque orè 1 con porte e fin~slr·e chiuse, da 30 a 40 gr·ammi di olio di trementina e dopo me;,z'ora, fece aprire porte e finestre. Talune volte fece uso dello spray, col quale d11Tondeva intorno al letlo del malato i vapori di trementina. • Egh è tl'ani.:;o che !"olio di trementina spieghi sull'organismo un'azione locale e generale e perciò Jo prescrisse anche internamente da 10 gocce ari un cucchiaio di caffé, 1, 3 volte al giorno diluito nel !alte, nell'acqua zuccherata o nella mucillagine. Con c1uesto metodo di cura, su 36 malati di diflet·ia si ebbero 29 guarigioni e cinque morti, e rautore consiglia di rare uso di tale nledicsmento conlro la dtfteria, fiochè non si lro·verà qualche cosa di megho.


., 5 i)

RIVISTA CHIRURGICA La ln1uf'1lazione ed il ma11agglo nel trattamento della intu81uooe1Slone lnte~tlnale. - Dott. W . B. CHEADLE. ( The Lancel, ollobro !886).

Nel r1f~rire su i tre casi di intussuccessione intestinale, due de' quali occor:;i a lui ed al dott. Barlow il terzo, curati felicemente a mezzo della insumazitme e del massaggio, il Cheadle am'rma a ragione che sitfalte conl..ingenze vogliono essere maggiormente rammentate quale util~ pratica del valore e della ef!ìcacia di un metodo più mite, nei giorni che corrouo, giustamento, favor~voli allu apoteosi della radicale chirurgia addominale. Nel primo caso la intussuccessione era messa in chiara diagnosi dalla coc:tipazione, da l vomito frequente e dal passaggio ùel sangue per il retto. La temperatura era discesa al disotto del normah!. Da un lato all'allro. un pollice al di sopra delromuellico ca<leva distintamente solto la mano un tumore oblun:;talo a forma di r:-alciccia. Esaminalo il r etto, lo si trovò affallo vuoto di ft!cci. Una iniezione di acqua calda coll'or.linoria siringa òi Higginson non fu ritenuta che in minima quanti!<:\, mentre nella maggior parte venne ,;olenlemente respinta, ad onta di tuili a:li sforzi. In conseguenza si sostilui una iniez1one di aria: fu iolrodollo il conlenut(} di quattro siringhe e mantenuto entro col premere le pieghe delle natiche e la pelle t.letrano ~trettamenle intorno alla base del cannello della siringa. All' istesso tempo l'addome era maneggiato PsLernamente. S'i riconobbe la necessità di adibire alla operazione, perchò la riesca soddisfacente, almeno tre persone, delle l'fU& li una deve manovrare la siringa, l'altra comprimere l'ano ed impedir e la fuga dell'ar ia e la terza manipolare l'addome. Dopo alcuni minuti di questo processo il tumore sparve; senonchè a distanza di alcune ore, un Lumore


Hl\' 1ST\ <i

forma di ~aldccia si per,;epi\ o di nuovo distinltlmPnle nei

de~tro ipocon.Jrio, e di nuovo In esplorazione digitai~ mostrò

il r~tto assolutamente vuol1l, nl di fuori di un !lui·lO sonioso, che, come nella prima ésplOJ'HGione l'ef!ui la estrazione del dito. In conseguenza si tornò alla iuit•zione di at•ia o.J al tntiSsa;:rgio dell'addome, eseguiti dal dolL Thomson solto il <:lorof<Jrinio, che immensamente facilitò le co11venienli manovr•e del 'a operazione. lo questa seconda seduta furono injell11le d1eci sirio ~he di aria, e, poi che si senti l'intestino dislt>nder"i nel fianco sini!slro, si permise dopo pochi minuti la uscila dell'aria, ed allora si potò conslalnro che il caratte1•islico tumore era di nuovo !".comparso, benchò si pensasse che il colon si sarebbe percepito più rigido e. l ispessito che non nello slato normale, condizione probabilmente conseguente al gonfiore della con~e~lione. Circa quattro ore dopo, l'infermo ebbe una naturale scarica alvina: le intestina seguirono a funzionare regolarmentE', il tumore non riapparve e dopo poclli giorni l'individuo fu congedalo dall'ospedale il:l perfetta salutA. Non crediamo riferire ùelta:;{Jill.lamenle su gli altri due cusi illustrali dal giornale in.!:dese, comecùc, a parte taJune secondarie d•fTerenle, rientrino nei falli generali del primo Pd, al pari di questo, siano stali radicalmente curati dalla insuffia· zione e dal mas!>aggio. F. S.

Sulla tubercolosi della vescica. - A. BouRsum. - Parit;i, 1886. - (Centralb. f!ir CMr., N. 39, 18~!i). La memoria, redatta con m<1lta cura, conlient> 37 storie cliniche tratte dalla clinica del Guyon, dalle quali si desame che la Lubet·colosi della vescica. si roanife~ta come malattia primaria per lo più tra i 15 eJ i 40 anni; essa pero si riscontra anche nei bambini ed in soggetti che hanno ollt•epnssali i 70 e f!li 80 anni. Il sesso masclule suoi essere colpito a prefe· renza, sia per il nesso più i'llimo della vescica coi genitali, sia per la fre•tuenza mag!!ior·e lei momentr predr!;ponenti. Questi c:ono di masc;ima impo rtanza giacché anche la tubercolosi primari~! che tsh•olta rimane circo.scilta alla vescica (12 ca.si Jei 37) non è affezione locale, sibbene localizzata.


ClllllUilGICA

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Tutto induce a fu i' Cl't~d"J't~ cliP il bacillo non penetri nella ve;::cicR dullo esterno, toa ~ite inv~>ca per una infiammuzione " pretubercolnre • ~ia re-;o po-.,.ibile ai microbi, che for-:;e già da lungo lelllJ•O '"'l"'l~vtino latenti nell'organismo, di attecchire nella ve~ciCli. Co,;i !"Ì lc<pi~p:a r insorgere della tubercolosi ve<>cicalc primaria in individui apparentemente robu~ti. Lo stes-.;o Yal•) per la tubercolosi dei !!t>nitali che suoi cominciar~ dai punti po;.li più prof<ulrlamenle. cioe dalla pt·osl.&la e Jnlll' vescichelte --eminAii, A ciH' secondo la ~::sperienza Ji Guyoo non ~i propaga giammai alla ùonna per coilo. Di rado soltaulo lu iuf~zione ddla vcs~"ica pro,·ien dai reni. Selli pt·edilell" della Luber<·olo:;i ,ono il collo della '·escica ed il t1·ìgono. I ;::intomi Mno in gt·att parte det~rminati dalla congestione che accompaA'na la e1·uzione lubtlrcolare e dal punto òi vista diagnostico 1 razionalt per lò pii.l hanno maggiDre importanza dei lic;iri. Cost $()no tJUtlsi caratlel'istici lo stimolo ad ol'iHare, che suole aumentare sopratutlò la nolle e nei cam!Jitnncnti di posì:tiouc, la sensazione dolorosa cJJe non si dilegua interamente neppurtl m'gli intervallt fra le emissioni di IH'ine e la contrazione 8pa::-modica, che tal volla è lanlo pronunziata da dominare lullo il quadro. L'autore è di parere che mul Li ca,.i di ci c; la Jgia idiopatica dehb!iOO riferirsi a Lubercolo~i le1tu. La rilcnztone di urina per lo piil. è in ne=>SO conlec;ioni ot·~aniche che ::-i sviluppano nelfultt>riore decorso, essa dipende da spasmo mu"c<'lare o Lu1·gore congestivo e si manife;:ta ad inlen·alli, e non di rado cume primissimo sintomo. Pet• un numero con-.iderevole di casi risulta dalla anamnP<:i dtE' !.di inft!t·mi uellu loro fanciullezza soffrivano di €nuresi notturna, la r1unlc per·ciò deve eilener·si se non come prima mt\nifec:tnzione d1 um• tubercolosi, almeno come un iniizio ù~>lla insullicienle t·c:::-isteuz!l del1' organo. Oltre allo stimolo alla cmisc:ion!l rldl'u1·ina, emerge nel quadro sintomatico la ematuria, clw non dt rado ~~ manifesllt comP alleJ·azionc • iniz nh· • dei me<>i A peL•Iino degli anni prima d<•gli ~llri disturbi. P,;-;sa non viene modtlicala dal riposo e non è mollo copiosa, ma può ùurltrc delle sellìmane; siccome poì d!pende principalmrnle dalla congeslio~e, suole scompalire gradatamente ùopo la fvl'rnazione delle ulcerazioni. Alla tu-


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RIVJSTA

bercolosi suoi aggiungersi ben preslo il catarro vescicale, però la quantità di pus non giunge mai a quella della cistite cronica semplice. La poliuria intt'l rmiLlenle che lalvolla si osserva a pri ncipio della malattia è da riferirsi ad irritazione riflessa dei reni mentre quella che si verifica nell'ulter iore decorso dipende da degenerazione renale. Il più impor tante dci segni fisici, il rilt'O\'amento dei bacilli, manca al principio, ciOl' quando non v'ò ancoea ulcerazione ed a decorso inollrato quando la urina diventa ammoniacale e viscida. La palpazione è fallace, poiché le inf11trazioni perivescicali possono simulaz'e dei tumori vescicali. Segni molto importanti sono i dolori intensi che si manifestano durante il cateterismo, e nelle donne la e<>istenza di escrescenze poli pose dell' uretra, mollo <- TlSibili e recidivanti. Mentre che la tubercolosi vcscicale secondaria nvn concorre che ad accelerare l'esito lelale, Guyoo non riliene per assolutamente incurabile rtuella pr·imat•ia. È da notarsi però che non son rat·e le remissioni elle mentiscono la gual'igione, nonché dei decorsi protratti di 5, 10 e perfino 20 anni. Della tenlpia l'autore parla solo p~>r sommi <.'.api La importanza mliggiore è. da dars1 alla cura cot'roboranle. li Guyon ritiene lecita l'apertura della vescica, massime col toglio ipogaslrico o nelle donne la dilatazione dell'uretra, anzi egli pratica quest'ultima com~ un rimeù io palliativo effìcacissimo contro i dolot·i e le emorragie-. Forf'e col taglio vescicale sarebbe perfino possibile una cura locale radicale. Sugli aneurismi arterio-venoal della. carotide primitiva e della giugulare interna.. - PL VYETTE. - Reoue de cllir., N. 't, 18R6, e Centralb. fii.r Chir., N. 39, 188G).

L'autore ebbe ad ossenare il seguente caso: un marinaio dell'età di ·i5 anni riportò una pugnalata al lato sinistro del collo all'altezza del margine superiore della tiroide, e rasente il margine anteriore dello st.. roo-cleido- mastoideo. La emorragia, piuttosto notevole, fu frenala colla compressione, la ieriluzza cutanea in capo a 48 or e era già ebiuso, e nel punLo


CHU\URGICA

corrisrondente alla medesima non si notava piil che un leggiero indurimento ed un'ecchimo~i estesa. Nei giorni successivi però ~i andò sviluppando un tumore che acquistò una estensione di 4 cm. di lunghezza su 2 di larghezza: applicandovi la mano si avvertiva un fremito marcato e coll'ascoltazione si sentiva un rumore di soffio con aumento diastolico, che si percepiva in !'lOpra fino alla parotide ed in basso fino al primo spazio intercostale. L'infermo avvertiva soltanto un Je~giero !'lUSsurro all'orecchio sinistro, che scompariva con la pressione sul tumore, ma non v'era alcun altro disturbo. II polso nell'l temporale sinistra era meno pronunziato che in quella de!>lra. Otto giorni dopo aver l'iporlato la ferita l'infermo avverti formi<·ollo legg-iero al braccio sinistro che fu accompag-nato da dilatazione delle vene superficiali ed edema. Que>~li disturbi pe1•ò scemarono gradatamente ed il tumore diventò più piccolo, s.icchè l'infermo uscì dallo spedale ùopo 3 settimane all'incirca. Un mese dopo la sua uscita il suo sta.to e ra inallerato. L'aneurisma a1:terio ·veu oso in pat•ola è stato finora osservato di rado, e l'anlore non n~ poL{, raccogliere che 16 ~~si nella lelteratura. Dal paragone delle storie cliniclle e dalla sua osservazione t>gli ha tralle le conclusioni seguenti: In qua~i lulli i casi l'aneurisma era dovuto ad un trauma, fèrita con coltello, spada, pezzi di vetro o di ferro ecc, ecc, e quindi gli individui erano quasi lulli ùi sesso maschile. ln un caso solt.anto è slal.a osser,•ala una origine spontanea in un uomo di 2:1 anni, del re«to sano (caso di Queirel- Marseille) senza che «e ne potesse trova1·e una plaus•bile spiegazione. La frequenza dell"aneuri!'lma del Ialo dritto é doppia di quella del lato 8inislro, forse pel fatto che un numero relalivameme consìdereYole di queste lesioni seguì a ferile riportate in duello. I sintomi obiettivi nel maggior numero di casi sono molto analoglù a quelli vedlìcalis• nel caso descritto dall'autore. La emorragia, coo"'idei·evole a principio, generalmente suoi arrestarsi colla compres<~ìone,percbè il sanguearterìosotrova uno sbocco nella ''ena. In nn pèrìodo di tempo vario, ma per lo piu nel decot·so dì pochi giorni, si forma nel punto della


nr.nsr.\ le!'!ionc un tumot•e, la cui ~ran ~ ·zr.a vario da qw~lln 11i una noce u quella di un UO\'O di :::nliina. e che presenta il fenom eno carnltert~tico 1lel IJ'emìto e del rumore di o::oflio. Que. . rullimo genernlmentt> l'i selllt: ùalln base del cranio lino alla chnicola. l d turb1 --uhieUivi d'ordinario RUmeolaol• d'anten~ita nei primi giorru, tnn poi ili,·enU!no stsr.ionar1 e lìniscono l'e'· scomparire o a lmeno non rPCilno nntevoli ch ... lut·hi all'mfemw eh\' so!o in cn"t eccezionali. Le ectao::ie ''enoo:e che ~i do,•rel,lJero supporrl' mollO S\iluppsle in tolti J cn'i ju cui e,J ....le lllllt eommuni ·azione irumediata tra arlerul e vena non .. , con~tat11no sem pr t>. Un ~llllùlllO importante. cd al quale fìuora non !'i é rlal.o !"u:licten!e unporlanzn. è la dimmu;ljone dello pul!'!Mioue nelle arter·ie po~tP al di s• ·1 .ra delraru!u •·~ma. I ttkltJrbi ~uhtdtivi sono m ollo variabili l òoloJ'I prodnlli dolla prcssivllc del Lun•o••e puleanto sui nurYi vicini l'et• lo più sa mnnil't>SIIHIO qualche giorno dopo La lesione e ~oc;liono irraditu•::~i alla ~pa lla, n! bJ·accìo ed allo slerno. Tolvoltu c::.si sono accompAj.Wati da formic())ir) o <l.ddot•menLimenlo ùel bracno. l falli relativi al l'en·.-Jlo. che Jalla ~>emplict• <-efalalgls giungono fino all'rn,..onnio mole~Lo ed al delir•to, ~cne­ ralmentu suSF-iF>lono soltunto ftncla'! il cervello non òJ f. 11bi· tualo RIIA ipet•cmiu ~CIIO::ill. L a rnlpilazione dJ CU(ll'l.' ra ra sebbene PO"Sa a!:;'o::volruenle a•er" la Sll• "JlÌ~!!o 7jone tì siologka. Lo ipole::oi di Larrey che i'atlcz.i•me in questione debba csercitar·e una inlluenza fa,·orevol e ~ul rueccnuisroo dPIIn re,..pirezione, in rJuanlocclJè pel pa~"A!!::!io del :-an::ue arte1·io o nella corrente veoo<:a 'ien portato al cuore de"'lr'O un "'flogue piil oo::coigenoto che ìu condizioui normali. non é stata confermata dnll'c~pcrleoza. l di• turbi della \'ÌSI.a e dell'udito, o"<=er,·oti talvolta, ~i ~pi..,zauo facilmenle per lo ~lato con::e,tivo nel quale l'li trovano glt or,!!ani relalivi. Dul punln di vic;la cut·nlivo é iulportaot.e il fallo cllu lulli glt iuf•••·mi nei quali l'nrlt·urjc:,ma fu abban.,onalo a se !'lel":"O giunsc.r·o ruau tnt\110 aù uno <:lato molt.o so.id1s1acent~ o alm eno toll(> ral.lilti>'iimo, mentre che ùi tre infElrmi solloposti alla opel'o.zioM due mot•irono ed il lerzo OQll guarl.

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Lezione ollnioa •ul oul d'affezione dolorosa del piede~ per Tnu\1 ,, ~1oF:To;o.;. - t• n::-.Jvon1a. L'Ol"Ht.ore ricor·du un callo da lui studiato nel 1870 di una !Opecinlo dolorahihlfJ nell' nrltcolazione melalaJ·so falou;:!ea, sulla (JUale poi primo s'O\'Q rìchinm~tlo l'alten:.~:ione h:' chirur.;hi, ud il ~rnn numero di l'ipetizioni Iii lui malallta da lui cO"LAUile in !"Cguilo, lo inducono a lralt.arne distesamente, perdw molle ::,01lereoze lra~uralu da" medic1, o addebJ:al~> impropi'ÌHffi•'nle n :!"Olla O reumati.,mo. potrebbero es:-er allevialè, qualora fos~cro com·eni•ml..:menle curale. Que"='ta doloro«a rnalnlUn Ol'~icoiRrt! può e~ser di vaJ·ta zravezzfl, u~a sempru P.<>~cuzialmente loeale. Casi .ll forma l~g­ gler·n (~ soppot•lahll~, pos~ouo col tempo l'arsi f!ravi; i dnll'ri riCOI'J••·nli sono -~cguili da periodi di complel.n immunila, e la mwr·Algia puù ripelet·~i ['iù volle. CO"'ì coniÌJJCian o comunemf'nlc anche i rusi dnlln rnmtu più gra,·e, ··ssi hanno ge· neralmon~e ol'il.l'Ìrl() ùu una llislorsH>nc della parte antot·iore del pit!tle, o da compre!''<ionc. di unti scarpa. Qualche YOlta la nevrulgia hn !;imultancameute col[lit.o ambo i piedt, ed allora devo cssero attri!JiliiH uù inCt>rnoda calzatura. Si è vi-::.to compal'ire a volte in UnA, a volla in piu artico· ,az, >Ili mctatar,o falang~. ed il doU. Er:::kine-~fasou di ~~w­ Yo1·k ha pul·blicato la ri.'lozione un ca~o traUalo con ;;:ci::;~ione della giunturA del l"eCOildo dit.o. L'ot'ftlOl'e hn rotto c«le.. C iuda~iui pre~so j venditorj ni ;;:carpe per ~apere :;c i loro clionti av~oo;ero mai sofferto di tal malallio, ed ha appreso che nou solo e::;sa era frequente, ma da alcuni calzolai l'Onsi<h:rnle come comune. I pia inlelligeuti cono<>cono per~one le quali con,id•·rano la tunlaltia come incur·ahile. e non l'icort·ono pce ~>!ò"ll al m~.Ji•·o. L'istoria cbe i pazìf•nli raccontano ~(>miglia in ge11ere aJla :<l'gnentc scrìtta al prore..:rore clft uno do' ,uoi clienti loolani · • Nell'c:;ta e ut• 1:-:68 in unn perie~h'e nscensione di una monc laf{na della Svi/.7.Ct'a, poucndo il piede .in un ~asso sdrut~ciolai " in mo,Jo da porlnre lnlto il pc~;o •lei corpo ~ull'avampictlP. • Qunnlnnque non cllde..... i, !i'enlii vivo dolore, ed ebb1 çaa • paura a conlinunt·e pt.•r tlUU.tlt•'ore il cammino. Dopo ciò mi fu

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Rl\"lSTA

tt impossibile calzare una scarpa anche per pochi momenti. • uenchè il pi~e e le Jila non fossero gonfiAle, né presen• tassero alcuna lesione. Per cinque a nni seguenti non ebbi - mai il piede completamente !;ano, e fui so~;getlo a veri pa• rossismi; ho dovuto ~empre calza•· SCJ~rpt! mollo lorghe,.e • spesso lto dovuto farne a meno; ~~l)l volta la calza, talvolta c una lieve pressione mi •·isvegliavano la penosa sensa• z•one che si pt·ova per una sca·rpa stretta. Durante l'anno « scor .;o ho camminalo poch issimo, e per conseguenza ho • sofferto molto meno • . In tale caso di nevralgia del piede per causa traumatica il dolore fu sempre sentito nellea r ticolazioni melalarso-falangee del i' dilo, ma ne' forti par ossismi si estendeva a tutto l"al"lo. All'esame non si trovò rossore nè gonfiore del piede, i capi de' melatarsi e le basi delle f&langi érano sensibilis!"ime alla.

pres~ioue.

Per su~gerimenlo del professore fu profondamente scavatu la suola della scarpa dallronde ben larf.{a, furono applicale bagnalut·e Càlmtmli, ma senza effetto. L'escisione delle at·ltcolazioni che aveva g10vato in un caso simile, era qut controindicata da un'affeziono. polmonare, tu invece compiuta con successo nel ('QSO seguente: Una signora che ~ anni prima aveva inciampato m una pietra, avendone at-rossato e gonfio il piede deslt·o, era t•imasta con continuo dolore al -i • melalarso e,he si e~acerbava con la calzatura. La pressione o l'accavallamento del 5" dilo sul i• pt·oclucevano dolore vivissimo a lutt.o l'arto. Il r iposo, glì anodini essendo riescìli inutili, si praticò un'incisione, previa etet•izzazione, della l11ngbezza di due pollici sull'odo esterno dell'estensore comune delle clila, fu aperta l'articolazione metatarso falangea, ed escissa porzione di capi ossei. C•catrizzala la ferila rimasu un accorciamento nel dito di un quarto di pollice, ma in segui Lo l'inferma ba viaggiato due volte r Europa senza alcun dolore, portando ogni sorta di calzature. L'autore parla in seguito di 13 casi di escissioni ar ticolari per tale mala ltia, e fa. il racconto ùellaglinto d'un'escissione dell'articolazione del 4• di lo per malallia che durava da selle


CUIUURGJCA

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anni e d'origine lraumalica, d'un e~cissione orlicolore del 3•

e -i• dito in indivi,luo la cui iofl"rmila era !>lata carallerizzata -per gotta, racconta un caso r ileritogli dal dotL T h<'mas Ji Georgia riguardante unn ~ignorllla la quale sofft•iva da tre anni senta cagione apparente, r•arla d'un giovane medico che in uno lunga lettera gli ra la "loria dolorosa di una scarpa stretta portata da ragazzo, lamenlandosi che da quel tempo non tro,·tt pace nti rimtJdio allo ;c.ua soff.~renza, ed entra in considerazioni mcdico-lc~nli sulla allitu.Hne al ser~ zio militare d'm( li vi•lui aff~lti do lui malallia. ~o n tro·vando descritta l'imperfezione de' piedi teneri come cau:,>a d'esenzione, dice d'essersi diretto al chiruro;o genet·ale di \Yashioglon che in data del .t settembre 1880 gli ri~pose oel modo seguente : • Non credo che esi::;lano storie della malattia che voi •le• scrivel•l preFsO i sol<loli. Le allegate sofferenze di dolore • a' pi•!lli per l' eFenzione del ~Prvizio non sono rare, ma , que' dolori hanno un carattere temporaneo, e non sono ~~~• scritti con ~>ufficieule .!Jffusione da fa•· comprendere qual • parte ùel pit>de P-ia af1'rlta. L'oratore tratta quindi dell' eliolo~ia, e l'lCOnosce nel morbo una novral~ia che ba ot'igine dalla sp~ciale conformazione del piede. Egli descrivo ne' seguenti termini l'anatomia di questa re~ione · Le articolazioni metatarso-falangee del 1•, ~ e 3• dtto si tro\'&no qua!li in linea s•ella f1·a loro, mentre la testa del 4• mtlatarso ~la l t od 11\ h pollici" dietro quella del 3", la le<;la del5• è mezzo pollice 111 d1etro di quella. del +•; l' articolazion~ del 3• quindi è un po' in a'"snli a quella del 4•, e quello. tlel s• molto indietro a quella del ~· e tanto posteriore, che la bsse della t• fslun~e del mignolo r~sta in linea reUa col collo del ~· metatnr~o, mentre il capo del s• metatarso é oppo~lo al collo del i . Oltre a ciò, nelle tre prime ossa del melaterso l) po::sihilo un lc~gicro mo\imenlo laterale, il }• ha maggioro mobilità, il 5• è mobilissimo, e rassomiglia al ':l• metacarpco. La pres!Oione laterale sp1nge la Lesta del 5" melalarso e la falange del picoolo dito a conlallo diretto con la Lesta o col collo del .}• metalarso, e per una certa estensione la eslremttA dd ~· mel.a.larseo si torce ~o t lo il ~·.


J:tlrlST \

H meccanismo della le~ione ri!>ulta or a chiaro, ~c si consideri l'innervazione delle parli. Le branche del ueno piantare eslèrno :'li distt•ibuiscono ol p1ccolo di lo, ..:ù allnlo esterno del 4•; vi sono poi molli romi di que::;Lo nervo allorati r~·a le due dita, capud non solo di e:-sere comprel>~J, ma schia:cciali in una ùi::::torsione violenta dell'avamp1eJe. Ogni movim,.nto suhilaueo che !>posli le dita confinate in una calzatura stretta può cu~ionare un nllncco d1 ne\'1-algia, ~J in motti casi di lnl malattia, non si è· rinYenuta altra causa. La que:-Lioue della cura SJ risolve ora in poche parole. Nei casi Jeg~:neri qualche mignatlazione,, il l'ipo:so e gli anodini Jccali, orutati da una larga sc·OI'pa a suola sporgente allacciata al davanti potranno esser nwzzi sufficienti. Oi gr·an conforto ~ono le fasciature strette di fina flanella ('be immobilizzino le giunture ed impedìl>cano l'accavallamento. In alcuni casi però ncl'l~un all1'0 mezzo che l'escissione della pl:$rte dolente può a.;:;sic:urare un risultato permanel.lto e completo.

La trazione diagonale nelle fratture del collo del femore . - Dolt. Do~tE"'ICn r-.Jmus.\l'\1. - (."'tlorgagni, 18'6). È quel:>ta una prege\'olis~ima ::\Iemoria nella quale, colla scorta di :lati di anatomia, fisio-patologia e clinica, il :\!orisani propone un metodo ùi cut·o. razwnale, semplice, e mollo ingegno<>o, per una delle piu gt•avi fratture, che insi~rni chirurgùi, scorragg1ali dai risultali curativi ottenuti, malgrado lo slermint~to numero dt apperecrhi proposti, consigliarono di abbandonare aùdit•ittura al ,o;uo corso naturale. L'autore nella prima parte del suo laYoro enumet·a i melodi cii cura ndoperali fìu'ot'll in clm·urgia per le fl'UlLure del collo del f<'rnON', e concltiude rhe essi, pur essendo non di raùo causa Ji gt•avi complicanza per la luuga giacitura in una del~rmiuala posizione. nnn S<ono sufficienti a garantire l'esatto comb~riamenlo rlei frammenli, per cui gl'infermi rimangono por tolta la loro Yita più o meno claudicanti, anche quando ltl congiunzione dei ft•arumer .i è st&bilila ,}a rubusla conl'loli.la7.ioue. E~H pa~::;a quiwli dd e;;:aminare le J~forruila dell'arto che sogliano seguire ulla frattura in egam•,, ne !';ludia


CUli\ URG I CA.

diligentemente il meccanismo e le varie modalita, e fa alcune considet'IH'.ÌOni fondute principalmente sulle condizioni anatomiche della levo femorale, nei suoi rapporti con l'apparecchio articolar e. Disr.us.so in rhe modo debbasi intendere la distinzione della fraLlura in intra - ~d extra-capsulare, e~a­ mina quale è il meccanismo di scompo<>izion e dei frammenti no.>ll'una e nel!" altra lllOilAlità Po:::>lumo costante di questa le· sioue è l'accorciAmento, che -.;enza duLbio merita la ma~gio re attenzione, come quello che da luogo alla magg:ore deformità. È noto che l'accor··iamenlo dell'ar·to è dovuto precipuamente alla diminu•ta obhquitil del collo del femor•a ed alla corrispondente tlrminuzione dell'angolo cotill· femorale, e raulora ri porta a conft.:rmo dì ciò lP opinioni di ~Jalgaigne e di Ht>nnequi n e convaliùa il faLlo colle mi:::ure esaltisl>ime, prese col goniometr·o disun invenzione, su quattro preparali a secco di r1uesta fl'atLur·a, d111le quali emerge lominosameule quauLo posM CS!Iare notevole l~ uiminuzione dell'angolo cotile femorale io paragone del normale. L'autore passa quindi ad indagare con qnalo meccanismo la diminuzione di quest'angolo po;;sa avvenire, e fa t•ilevare che la costanza colla quale si forma non può mettersi in relazione con la rarìlà del meccanismo favot·evole alla sua <leter·minazione, cioè una potenza fr•atturanle che agi:>ca dall'alto in !>asso, egli è quindl di pal'ere che il frammento superiorP, trO\'ando«i sempre in rapporto col fr&mmento iuferior.~ ed essendo passivo nei suoi moYimenti, debba ~e~ui1·e lo :~postamtmlo che quest'ultimo subisce con le~ge qua..:i costante. TI frammento infel'iore presenta due "postamenli: la I'Oll'lzione all'ester no, che si determina per le~gt> puramente meccanictl, •! la escursione in allo pro·lolto dalla contrazione mu~colare. L'a~c~::nsione del frammento in· feriore porta ron <>è HeC•1"''-&riameote che il piccolo frammento C<Jliloid••o, PimonenJc, a conlllltO col l'rammento inft:riore1 <:ara tin.to in allo Julla val'le Cl=>lerua fratturata, mentre resta io contatto r. o ila cu"ità dcll'ucctubolo per la supel'ficie urti colare. L'autore ripr>l'ta iu nppoggio . ndla lavola anue::;sa alla tnemoria, ùue figure teattP rlal Pil!Ja e dal :\ralgaigne, cl1e dim,<>li'Ano chin rnmenl~> la esultezza della sua asserzioll", la quflle p('ealtro vien conferlllala dal dato clinico delfallonla:1


Gli

lUYISTA

uanu~nlo dol gran lrocnnlere dalla sinOsi del pube, che os!:'erva!;i in queste ft·allure. mentre la co$cia trovasi in legl!iera adduzione. E!<aminala cosi la scomposizione che preso:>ntano i framm·~nli nella ft·oltura del collo del femore, l'autore fu rilevare ~he a r"~lituir,. la lun.:.:-hezza totale all'arlo, fa d'uopo condurre il ft·ammeutl) superior e nella sua primitiva posiz:one, restiluPnr!o all'angQio cotile femoralP il primi livo gt·ado di apf~t·tura. E qui ~!iova riportare quasi per intero la parte inLcl'e~'-autis!Sitnu della memoria riguardante il concetto e l'applirazion~ ciel rnetudo proposto dall'autore. St~ ben si r illtJlLe. e;,rlidice. c::.ulla forma speciale di scomposizionE' de:;;critta, :,;i cornpl'ende come nessun l'isullamento poLea sperat·~i ciai metodi di cul'a finora adoperaLi allo scopo di :::congiurare raccorciarnentt) dell'arto. E non solo dovevano a questo scopo riuc;cire inefficaci iJ meLodo del doppio piano inclinato, ma anche quelli fondali sulla trazione continua e snlla immobilizzazione ir, apparecchi. Corretta ln roltnione esterM, l'esperienza dimoslra come la de~critta scompostzione non si coreegga affatto in se$!uito alle monovrC> di trazione e>:er.citale sull'arto nel senso longi· tutlinale del cot·po, e ciò è •limostrato dai preparati aualomici di ft•allure del femore <.!urali coi metodi finora adopnrati. La o--blenza in que:-li preparati della dimiouzi<•ne delrnpet·lut·a tlell'~tngolo cotile femorale dimostra appunto che tRii metodi uon hanno alcuna influenza su quello spostamento. E d'alli'Onde questo esito pr.t<e giustificato, poiché il piccolo frammento coliloideo, sottraendosi ad ogni possibile coattazione diretta, non può per condìz.ioni mecca!liche, ubbidire alle trazioni esercilute nel senso longilu,iinale del corpo. Ora, ad oltenere il ravvicinamento delle superficie della frattura ~enza scapito della conformazione fisiologica della l•; va cotile-ft>rnorate, l'autore pensò di porLare la superficie del frammento !'uperiore in conlatLo con quella del frammento inferiore mercò l'abduzione dell'arto cortla qunlP. nelio stl'sso tempo !:\1 obi.>a!:;"ll il Ji\·ello dell'apice del trocanlere. Anzi. pt'r ~lnbilu·~ uu punto di arresto coulro ogni sollevamento in alLo dell'estremo ft·atLurato del colile, od un troppo esteso


CllrHUJlClCA

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gTndo di abduzione l'autOI'e cerca di fare inr1inare aU'infermo il baci nn vcr:::o il Ialo fl'allurato, acdò il bordo superiore della <'avila cotiloirlcn punldlonJo1:'i contro la faccia superiore d~! frammento coliloideo, pùs,;a arre..;lol'ne i muviroeoli in t~ltn. l n tal rnodo il niOvilrH'ulo che 'iene impr·e~so al frarum•·ulo femorale ,..tabili:;ce delle condizioni del tutto oppo.,te a ttuelle che <'l'An seguite alla frlilluro: il g r•an trocanlere che si era ullor.tanalo rlalln huea mediana òel corpo Yi si riavvicina e con c~so anclte In sezione supr:riore della superlìcie frollu rata razgiungO•JHCIIa CCrl·i~poudenle Jel fl'&mrnentocoliloitl eo. ~el caso cltc c~:slu ,·era inLI·opressione dei frammenti, f;C pure non arriverà a Jile!!uat·si, certo diminuir·à no,evolrncnh Quello che goprallulLo imporla é però che la frattura consolidandosi in que..-;la posizioni'\ rangolo cotile femorale ~cq•lÌ$lÌ il mA~~imo dP.IJ'apeJ·tura fisiologica, il cbe conLribuira dil'ettarnenle a rhlonat•e allu levo femorale la primiti'a luught·ua. La posizione dell'infermo cd i wezzi per mantenerla sono <Je«ceilti nel modo 8e~uonte. Il l'ralluralo vitme adagialo in po«;zionC' supina nel ccnLt·o delleLto, t·be do,·rà possibilmen te riunit·o lull~ quelle condizioni che dehbono presentare i letli dove i ferili dd>bono >::imnncrc a giacer e Jun!!O tempo se11zti muov(·t'!>i. Allo estrP.mo dell'orto fratturalo si fissa un'ansa di spal'lll:lrHppo Crosbey, interponendo uno strato di ovatta fra la Rtr:scia di spnradruppo e In cute. affinci1è l'epidermidP. non resti macet·ata, e sì nssicura il lutto con zir1 di fascia ..\ ll'ano:;a libera dello !'>par11•1t·appo \"Ìtme attaccala una cordicell!l che ser\'c per "osten ert! i pe.--i per la estensione e che passa rer una t·arrucola fb:-:al.8 all'eslremitù podalica del I~lLo, nell'angolo cori'i'>ptJtlllenle all'arto fJ·atturato. Attorno alla radice della co~cia de! l'art•> ~ano vi~>ne fibalo un sottocoscia, i due ra!Ji del f{Uale m~>,}i,lnte du~ anelli, sono fis,.ali al gancio di un tubo di caoutchouc, che è O~!'>icm•atv all'angolo d~c>Ua spallicra ciel letto opposto all'arto f1·nllurato, eJ in modo da mellere il tubo iu un moJico grado 'di tensione. DiRpMlo cosi lulto, non l'esla r.he a porre l'infermo nella posizione voluto. Si correggerà anzitutto la rotazione esterna ùell'lll'to. si tuando il piede verticalmente; quindi siportHàl'urlo


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RIVISTA

in abduzione, in modo ùa situarlo in d irezione dell'an,!!olo del !ello. Il pit>de sar·à mantenuto nella posizione verticale da una ~pede di ros~Pltll che liene in basso un'apertura ptr la •1uale passo la rordrcina pPr la estensione : due sostegni lateralr impedis~.:ono che la cac::"ella possa rovesciarsi su uno dei lati, ma essa del r esto rimane libera e può seguire la discesa del pi~>de Situato in tal guisa l'arto fratturalo si mellerù il sol· locMr.iA allor no all'arte sano e lo si attacchbr·à al tubo Iii caoutchouc, in modo che ,,ues lo resli leggermente teso, ed infìne ~i pAsc::erà nella scanah, Lura della carrucola la cordicina alla quale ~i attaccheranno i pesi. La trazione come si comprende, è distribuila nel senso diagonal3 del letto e J'infet•mo man mano vi si conforma senza soff~renza ùi ~>or•ta, poirhé e~so, ~raùalamonle cedundo alla trazione elastica del tubo, cercherà di sollevare in allo il lato del bacino oppo~to allo. frallur•a, mentre dnl lttlo della fraLtura ha luogo la ll'azione del peso con abb assamento tlellalo corrispondente det baci•ao sLesM. Dalle cose delle risulla manift3stamenLe che l'apparecchio pro(Josto dal Morisani è b~>n diverso d1:1gli apparecchi ati esteuooion~; continua, poiclaè montre con questi si cerca di otletwt'e l'alluugamento ùell'arlo a viva forza colla trazione, il .Mor·i ...ani si giova eli ur;n lt'11zione moderata e suffìciente solo Il manlencl't' l'inl'ermo n~lla po~·Llione voluta ed ollo scopo SOlO di fl~~ar•e Ja CO!>Cia in pOSIZiOne ob]Ìf1U8 rispellO al ba· cino, pPl' potere con<oeguire raJesione dei ft•ammen ti in una delerrniuata dir~>zione. L'aulor a ra ~Pguire •tnalche considerazione sulla tolleranzt$ per l'appat·ecchio, "ul!a ~radunzione dei pe:::i, sull'andam~'nlo della cu ra e sulla sua dut·ata Quanto a quesl'ultima ~>gli ron:-i:!lia di mantenere gl'inf~r·mi a letto nella posizione de!=:r•ritta per 20 ~ic•r·ni, clopo di che :;i fa smettere l'aP-parecchio, ohbli~atHioli rlì r·imtuter·e in posizione supina. ancora per 10 :;riorni, scor~i i quali l"i per•melterà loro di scendere dal letto e cnrnmil'at·o coll'aiuto 1li grucce ed accomp;;gnati, P cio pE'r per nllr·i IO gint·ni. A prima giunta il tempo prescritto dal ~10r ic::an i pet' la cura p(llrebbe sembrare troppo breve, e purt>, b en eon;:idl'r·ando le cose, non è cosi; lo scopo che il Mo-


CIIIRUrtGlCA

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risani s1 prefigge è di aver(• il contatlo ed il cooglutiMmento dei f•·ammenti in una delermioata posizione, per la qual cosa non si richiede poi un tempo eccessivamente l ungo. Anzi qui cale in proposito ricordare rùe il Tillaux nella fr•attura della dialisi del femore curala con la trazione continua, riferisce di aver visto gli infermi teuer alzalo l'arto al~ giorno, e C8"Ì simili sono registrati dai ~uoi discepoli anche in indh•1dui di tarda età. Ottenuta l'adesione dei f•·ammenli basta teuere gl'infermi a letto privi di apparerchit>, non allrimeuti che fa · cevano i nO!<LJ•i mag~iori per lulta la durala della cura, e ciò senza vedere disturbalo il !•r ocesso della formazione del callo. N.- tJUesto processo pot1·à essere menomamente ostacolato iu seguito dal movimento che si concede agli infermi, percllè futto roll'ainto di grucct~ e qnindi senz.a poggiare di troppo il pieùe a terra, come avviene nel camminare con le grucce. Giova in ultimo ricordare che in questa grave rratlure. del collo del femore quanto p i u l'olle<'ilamenle si mell~ il fratturato iu condizione di car:nbitu· posizione tanto più v'è spe· ranza di evitare le gr•avi compllcanze che no11 di rado sogliono derivarne, in.Jicazione allo. quale risponde perfeUamen le il metodo Morisani. L'autore chiurla la sua memoria col r iferire 14 casi clinici in 4 dei quali solamente si ebbe un accOl'ClamenLo dell'ar·to, ma nola che tre degli infermi rifiutarono ruso dell'apparechio percl.é a.::solulamente poco tolleranti; in due si ebbero esco· riazioni <>aerali da decubito, s >nza rlanno alcuno alla salute generale, ed il l'e"'lo guarl sent.u inciJenli e senza accorc•a· mento. Bulla diagnosi del tumori addomlna.ll maUgnl.- L. BAI\· TB!'LFF. (Cen.tralb .. fii. r Ch;r., l'. 4ì, 20 novembre 1886).

St vu tuttavia mollo a tentoni nella diagnostica dei tumori addominali, e massime di qut'ili di natura cancerigna, quiodi O).{tlÌ tn ~zzo atto a chiarire quest'arduo punto è da accogliersi con vivo compiacimento. L'eta, il color•lo della cute, la presenza in copia notevole della So.rciua ventriculi nelle materie vomitate e la esistenza


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nel veut r·icolo di a dJo idrodorico libero, ,:;pecialm ,nte nel ca r ei ne Ilia dello :<tornaco, ~ono cr·iteri spesso fallaci. Rcren· temente il c!Jirurgù frnnce<:e TiriarJ ha sostenuto cbt:l nei turno1·i r ar·cinornnto!"i la •flt&ntilà giornalie ra dell'urea discenda al dil"ollo Hi 12 ~· e che cyue!':'la dimmuzione debba ritener"'i come un sintomo ~icuru nella iliagno<>i <iei tumori melizni. L'autor·e hu sntror o<>to que:oto fatto a controprove ncl!a clinica dt·l i•rot: Sarul ìn a Ka-òan e lo ha confermato spleudidamente in i casi, iu alcuni dei quali non era stato posBJbile stabilire con si<·urczza durante la v1ta la diagno~i ùi cmH•ro. All'auluJ,~ÌH <;i ... bbel'o nei ~ casi i segcenti reperti: 1) ç&t·cinoma dt>llo stomaco, de! fegato e òegli intestini, 2) c1u·.:inuma ,lello stomaco, degli intestini, del cieco e d~l colou asct>ndt>nle, 3) <'arcinoma del rene de;;.lt·o, l) car·cinomll dio' Ilo ::;lomaco, ùell'umouto, !lel fega!o è degli intf'stini. Jn lutti C <JUtilli'O gli infermi la Sf'cr·ezioue giornalit•ra ui ùl'co ,J;~ce::;o al disotto di 12 :; .• in nlcrlia anzi a G-8 g ., ed i n un cuso per·flno a 3 ~· Naturalmente l'anali!"i dell'urina dur·n11te •lllAlr-lte tempo deve l'ar;;i ogni giorno, tcnenlo pr•,>. senti:! dw per quanto è ma~:q~iore la quaulihi ùel liquido clio s'iulrodm:\:1 per &ltt·• ltantu uumt·nta la ::;ecrezione t!e.l'nr••a. S·~hbèno i'autore 11011 nhhia punto l'i11lenzione dì •JualillCill'l', in ha-<e ai 1: Ctl:sl riluli, que;::Lo ;;:ir•t·)mo conu• \111 ::;egno cet•tn !~~'l' lu dio!!no:<t dd tumol'i ad iominali rm:ligni. ptlre e gli lo re! ulu rte:;no di ulterim i ricerche e ptovc.

Jledica.tui·a. del l abbro leporino con piastrelle metalliche e liste a.de1lve.- J. X. R.rrAns. - (Centralb. !'ii.r Chir.) N. IU. I:J no"embre, t b).

La nola sulur a •n·:t•uent.a per rafforzare la sulura cruenta nelle operatioui di lt~bbro leporino, che si fa coll'applical'e sull1• gua ne!: e sul luiJbro super•iore delle liste di spnrailrappo o di rnus::ola al collodion, e coll'a vvicioar1e poi mediante tìli sul l8l>bro l1•pori110 1 iu11ilo) fu moùJficata dall'autore col port•e solto ognuna dello Ji~Le ao'esive una piastJ•ella metollicn bucher·allata sui IMI'g"ini, di 2 centimetri di larghezza e pu-


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recchi centimetr i di lunghezza. Queste piastrelle si fissano poi con dei na,..Lt·ini rhe ::;i annodano ~ulla nuca ed infine si !a la suturo rwl modo usuale. Cm·ì i fili della sutura ìncruenlà stanno tanlo disro~ti dalla sutura cruenta, da peJ·ruellel'e elle la metliculuru di que-.la ultima si possa fare in u10do conveni.. nte, senza logliet·e la <>-ulura inCI'uenla, ed e\·itando in pari tempo il divaricai'Si t.lellu sutura.

Cura operativa dell'alluoe valgo. - Dott. RIEDEL. ;ralb.fiìr Cltir., N. ii, 30 otlobrt>, 1886).

(Cen-

Quando nell'alluce valgo ~i forma sulla parte prominen'e una bor::a mucosu. e quando ryue~la s'infiamma, si è obbligati a ricorret•e Otl un alto opPI'tllivo. La sempli-ce ac:portazion~ della hor:o:u però non ba--ta. giaccbè essa si riforma >:e l'alluce valgo I' ttn8ni:} come era: pel'ciò negli ammalati ap · part(o>nenli ulle clas"t lavoralt·ici c:i stwle e:>ej!uire l'aS~prwta­ zione della lesl& di'l prilllt) mctalar~c,, f-'econdo il meloJo ~li Tlueter, anclte quando la suppuru1.ione dPlla bor~u nou ila ancora invo;;a l'orlirol»zione melaltwso falangea. Di silfttlla opuraz10ne ~ono sta li rif(ll'il i pè!ree<'lti co.si favorevoli; siccome ptlrò non risulta che i "otr~vlli operali siano rimasti in O!':"er,·azione pe1· un ,,crioùo di tempo ::~ùbaslanza lunsm, è dubbio 'e la (jpPrazioue ~ia p iu"'tilìcata. L'a::;porlazir.ne clPIIa LE>!'-18 dd primo melataPSo è di P•JCO rilievo solo <Iuaud(> hHv' i pietlf~ pi:mo; se il piede p<.~ggia .;;ul <;uolo con lulla la pianla, la le:-la del orimo metalarso non l1a alcuna speciale imporltm7.R, eù una :-ignora ulla quule lo au.tore &!=:portò in totn.ita ner ,-\ue piedi la testa del primo metatar~o. mal!!ra tlo rnuchilosi sopra:.rgiun a. sol perché an a i pi,di piAni, canHnllla.va ~enza dol••ri. Ben altrimenti ;:;tanno peri, J,-, eo-.p '1tmtulo ,.j lrullu rJi piedi a conformazione norma!.-•; iu qu~'-li la l•;:;ln del fWirno metalarso eostiluisce i'appo:.:::rin pr:rl<'ipAl•• dt·IIH >1 lta, e 'lUiucli, dO{ O J'asportaziuue rli e,;"a, tulla la volla ~i deprune e le tes te dei rimanenlt mell:llflr"i , Mllopo:'>li ari un pt>~o molto maggiore, s'iufossnno nt'lla J•innla, rncnlr'~ nel "tempo stesf'IO le dita si spostano v~>rso il dorso. L'autore ebbe occasione di costatat·e questi


RIVISTA

ft•lli in una resezio·w liilalerare deJ!e l este dei primi melaUirsi, falla in una gioYanetla diciotL~nne. Kei primi mesi succes!>ivi allu operazione essa ca m~ìnava ancora ab bastanza bene; m se;:uilo però si manifestarono dolori intensi nelle pinnte dei pit!di e le lesle dci metatarsi si toccavano sempre pil"t pt•ominenti. l.in anno Jopo la operaz :ont- la inferma pote'a r•..gger.-i solo a slt!nlo, appoggiandosi ad un bastone, SÌ" ·h ·· raulo re, p1•r ri::,labilu·e l'equilibrio, fu cogtrello a re~e,·ar·e le IC!>LC dei t•imanenlr ntlo melatarsi. Fortunatamente la el'ttvc opc t·azione, e>bbe un esito felice e la guarigione seguì per pt·imu inlen7.ione; il piede della inferma divenne p:ù piccolo, ma e:::.sn pote 1a cammlllar e benbsimo ed anche ballat·e senza 8\'CI'e l~ minima molesliu per le cicatrici. Malgra,Jo ci6 la opPrazione è tla ritenersi come una conseguenzu deplot•ev0le di un processo apparentemente Jep:ittimulo, e la op,.r•azione tliiOO'<lt•a eh•• la oper<:lziooe di Hueler può aver·e ri~ul tnli poco soddlsf11centi e elle deve e>'ser e soslituila, alalmeno pei piedi b.·n confornJati, da un altro pr ocesso. k cverdin in <l casi lw a~pot•lula la esostosi dellat<• interno dPIJa lt>sla e poi ha tolto collo scalpi'IIO dal metatat•so un cuneo, dop" di che egli riu :ociv::~ a raddrizzare l'alluce. Egli pel·ò non polt'• forni•·e dci dali definitivi nel puLblicare il &U<> metodo, m <1 è probuLile che i f'ic:ulLnli siano stati favot•evoli giacché la lesta dd metalar'lo rimane intalla. È più ~ernplice perù dt limttarsi ad a~por·tare la esoE<l<Jsi del melulnr!OO (' della IJa!Oe della prima falange, e spianat·e al•1uauto lu tosta dd melatar ;;o. QuesLo meLodo ha dalo allo autore dei buoni ric:ullati in ~ casi ma ef!li dice che 8\Tebbe in ,Ju~iato ancora a reuderlo di pubblica ra~ione, se non a ,·esse temu li che ult1·i nel ft•t ttempo a vesse potuto avere colla decapi ltlzione del primo mdatat·so i deploremli risultati da lui ottenuti. L'autore dal 11 ollvbre 1tl87> al 23 luglio 1886 esegui 4 volle la opetazione ed in Lr·e de~li operali si ebbero arlicol11zioui mobili che funzionavuno senza dolori. L'ullimo degli operati al lernpo ùcll11 pul>blicazione della nota, non poteva ancora muov ere l'srlif'olazione e v'er·a la possibilila che essa rimanesse anchilosata, cosa cho peraltro s i avvera a nclJe dopo la t·e-


CHIRURClCA

73

sezione della t~~ta del metatar~o. Siccome poi nell'alluce valgo le allre + d ila lrovansi per lo prù in abùuziune, anche l'alluce operato nalurolmenle si rimella sempre in le~giera abduzione; però questa posizione anormale non aumenta coll'andar del lt>mpo e non reca alcuna molestia. Talune suppurazioni arlicolal'i ùanno luogo a necrosi della te~ta del metalarsòJ sicché rimane soiLanlo di farne la c'>trazione; in molti casi però la nect•osi è parziale eù allor·a s i cet•chcrà di conservare quanto piit è possibile questo SJ'POf.rgio della volta del piede, sacrificando pi utlosto, se occorre, un pezzello della prima falange, nF>i casi in cui si tratta di crt>are uno spazio surficienle pel drenaggio dell'articolazione_

D ue oasi di esteso strava.so per rottura traumatica dl g rossi vasi saugulgnl, per· LA \llii::RT 0TT. - Fil{itleolia. Una signora inciampando nella pirga- di un tappeto cadde sulla spalla ùesLrn. La vide poche ore Jopo il professc•rc e ll'ovò tu "-pnlla gotlfia, dolen ll;l a qunlun (Ue tentativo ,Ji movimento. Diagnosti ò 1us"'OZÌ(.•ne ucl COJIO Jl!ll!'omero uel l'l)\'f) ascellare, con lraltura lrasver:::n del collo cllir·urg:co, ma gli sro"rzi Ji riduzione fallirono, quindi collocò il bt•accio lf(:lla po::>i:.:ione più favorevole alla t·iunione clelia frattura, con la inleuzione ùi slauihre in segui lo una nuova arlieolazione so fos!òe ne:.:e~sario. Il giorno seguente apparve un't!cchinosi nell'angolo .,;uperior·e dell'r:~scella che geadulamenle si estese al pt:lto Ono a' tre qnorli superiori, ed alla. regione slernul~. quindi t1l Ialo l'>Ìilislr·o del torace; J'emot•r•ag>ia SOllOCUlallea dUI'Ò 12 giorni, e mentre l'ecclùmosi compt~riva a siuislra, il terzo superiore del bt•aceio scoluriva; pui l' emot·r-agia si faee,·a strada nel rt•;;lo del braccio lìn sulle punl~ delle dita, e mentre prJgt•cJi\U ~ul pello, le pulsazioni radiale ed uluare diveni,·a no dC'boli, e qu:n•li quasj im.(lercPllibilr. La tempet·atura del braccio ~iabba:;;sò, e col pro.;r·esso ùell'ecchimona del braccio, co111in.:w rl rias~orbimenlo in quello del petto. In :>ur <;cllimane ogni traccia d'emorragia era scomparso., ma ne' punti che pr·irna aveva occupati rimase una massa


RlVfSTA

duro che s vnni dopo molle ~ettim11ne. La donna guari al>Lastnnzn bene, non rimasero rumori pulsatori lungo l'arteria, la ft·atlura si riunì. e.l il brac·:io acquistò limitati movimenti. Ern c'idcnle unn lnrer!lzione d'at·let·ia proùolta fot'Se dai tentativi di t'i«luzionc o dal primario accideule. Fu r as~l­ IAI'e! Dall'indeholitn pubnzione della radiaìe ed ulnal."e si de,·e certo <~upporre tale lesione; ma sarebbe stato pnssibil~ una sponlnnPa ~uari!!ione? Il professore ave,·a prognosticato un lri:::Lo tlne (ler supput•azione e setlicemia, od un anceI'Ì"mu "n•:<.:&lo Z" Ca~o. - Un uomo di i-U a n ni cadde di lato sdl'ucciolando ~nl ~ltiAc:cio, tosto s i rialzò e cnmminr\ fino a ca;,;a, dieci minuti dopo :-enti un tiCUlo ùolore nel terzo medio po«teriot·e dello co;;ciA, t! ' IUUilllO fll'OVÙ dt aJzar·si da sedere pet• Auuare a letto. fn incapRc·~ di camtuiuùre. X t:lla uolle i dolo l'i crl"bbero.

li rn·ofe-.:sor·e lo vide l'indoml\ni, e Lrovò il lum.orè dolente, flu!.lttnrtlc esteso fin «fuasi e l garelto. Fu prescritto r iposo e hendRg-;.:-io cotnprcs,.ivo, ma il lumnre «i estese al ginocchio simnland•> llll'l "'ino\'ilt:. Al qu.arlo ~:norno la colorazione ccchirnoticfl -:i t>Sl~~a Mila re:.none tibiale anleriot·e, poi tÌilO al!' arti ·olazione th·l piedt>. rua lu l.:nsione comincin a cedr.re, il migliornmento pr.)gr~.iì tin!• al to• giorno. 'JUando si pro•lusse elevat.ionu di letnp•~ l'atura, e la flulluè!zione si fece manife::;tn, il pnf~,..!"OJ'<' "Pncc6 il tumore, trasse fuori otto once .li gt·umi "'BII;!Uig:ni, Ja"ò la ca"ila, e cuiuse la ferita, che et•a lun::a "'r!i pollici. Dopo due "eltimane d'as!>oluto r·il•O!'O e compt·e--"ione l'lllft!t'IIIO znal'i, restn111lo con un acuto dolore nevr.al ~tro nl'l cot·so del Libialc anlerioN. Fu C\'idt>nllmt'ule la t·otlut·a di una ::rossa Yena do,~nta alla d it·ella <! ~w·u-.~ione ori a conl!·a:z.ione mu"co.at·e. La puh:;a.zi,me (Jcl!e RrlE't'ie Lthiati anlet·iore e posteriore t•imase inaltf'rato. Era un uomo forte e o:auo. e la debol~>zza cùesegui. ~cmlwò "Pt·opot·zionata alla ~!·avtla dell'accjdenle.


CUTRt:RClC.\

T rattamento della pleurite e dell'emplema. - (Cc:ntralb. fùr CJ,ir., ~. :H, ll'.!:-11).

AUFRECUT.

Dopo di avere sperimcnt11lO pl:lt' due anni la cura della pleu· rile coll'acido saliciliro da lui sll:l~"'O ideata~ r autore 1·entle di pul1blirn r8gione i falli os,.,et·VIlll nelle sue esperienze dalle quali couchiude che l'ar.ido <mlicilleo Ailopera.lo contro i piccoli e~l'udali pleurilici ò uu n1ezzo le t•apeutico efficacissimo poichi! li g-uarisce tulli e "Ol!L•citamcnt•>. Lo "tr«so autore avr~bl e t·icotll>!'ciulo f\ncora che la durata m ..dia di questa cura. è mollo più br·e\'e cbe con qualsiasi allt·o metodo lino ad ora Ul't\LO. L'ncitlO !'alicilico deve es~cre dato in dose giornaliera di cin•1ue Jìuo a ~ei grammi da principio. •JUindi di quattro e d1 tre g-rMnmi ,·ontinuando a ~om­ ministral'lo p~r otto o dièci ;:;iorui. La lot·acentesi sareJ,lJe in.ticuta. quando l'e!'sudato raggiunge nuteriormente l'allena t!P.l li?r.w spazio inLercoslnle ,,•nzn lcPet·e conlo dello slalo febhrllo od apir·etlltO e<l auclte ~~~~1111 mancanza o presc111..a ùi indit:nzioni vitali. Coutl·o gli es.,:uJati ptu·uleuli e!!li <'(llt~il!l:n di aprire largameute il cnvn pleuralè f'oll'nwt"iuue e In reseztone delle co... le; •!Ue!>la (\perazione deYe eo;,.,·r·c pr~>ce.tula da una pull·

zimre e ..plorativa. P~r lo ~ucce..: ..ive irri~azil)ni del cavo pleu!·ale raccut.l •Hla unn "'Jiuzione ,Ji uitealo J'nr·!:!enln nl dne, per mille. Si :Je,·e catubir•t•ula mediçazi<•ne tulti i giol'ni, è•.>me pure giornalmE>nle deve'<i r·ipetere ril-riga..:H•ne.

Sull'irrigazione antisettica del ginocchio nella sinovite sierosa cronica. - r.. \V c; m.- (Cenrralb./ti.l• Chi r ., S. '{ti, 1~86).

L'ulltm·e trova as~ai commende,ole ed efficace l'irri!razic ne

aratl,.:etttca h· Ile arlicoiRzioni come fu t•accornaudata da S•'l •de fino dnl lllf;., Sgt·aziatamen:e gnt•sla operazione, a voler ;,iu· dicaJ•e dalle scar~e pubblicuzroni in proposito, pare uon sia stata appt·ezzata nelle su~ indic~vioni. Egli l'i tiene che le .irrì~azi oni si c; no uecessarie non solo nelle


RiVISTA

grn'i idropisie delle articolazioni, ma anche nelle leggere eh~ aLbiano persistito lungo tempo e si sieno mostrate rihelli ad allri tentativi di cura come l'immobilizzazione, le fasciature ela;;lichc,grirrilanti esl.-rn,, ecc. Ogni sino vite sempliceclw abbia re:::blilo per· ollr·e un mese alle solite cut•e deve essere sottoposto alla rrrrgaz,ontl. L'operazione eolla irrigazione an· li~eltica, quando ~ia condolla con tulte le caul~le, è un'opera~;in rw altrettanto efticAce che innocente. \Yeir punge al lato inler·no od eslct•no del sacco s inoviale superiol'e dopo di avet·e le-<o rlmedesimo media n le pre,::::ione. C·)ntinur.ndo a premere e,..:-li fa uuit•e H liquide fino a totale svnoLamento della sinoviale. li tr•e •JUat•Lr deve essere abbastanza grosso onde evitur·t• l'otlurarnenlo della canula per la presenza di fiocchi fìbl'i no::;i. Gli altri maneg-gi rulli pet• !"iniezione della soluzione car·lJolrca al 5 per cento sono fAlli colle t•egole ordinarie. L't!utore raccomanda come i11dispensabile L"apparecclti<> tmmobilizzanle dopo l'irt•igazione. La reazione ùi mediocre iulen::-ilà che può soprav,·enir•e a questa operazione per regola si di leg-ua nelle pf'irne N or·e. L'apparecchio può slar·e in pof'Lo olto o dieci giorn i. Alle volto t·ìmane un ingrossamflnlo di lutta la capsula, senza tr·avaso sieroso. Quesl'alLet·azione <>~li cr·ede di nes,.unu conseguenza e non capace di progiudicat'E' i mo\·imenti dell'arto n è di peovocat·e lll recidrva. La. chlrargi& e le looalizzazloni cerebrali.- 'R eoue Scientdtgllc, X. il, ISSU). Il pt-of. Ilor<;ley ha comunicato il 1:~ agosto u. s. alla riumnne dell'u:;!:'ociazione medica hrìtannica, tenuta a Bl'ighton, :3 O"-<er,·ozioni di individui affetti Ja epile:::sia, gua1'ili iu segtlil > aJ. operazioni pl'ulicate >;ul cervello l due primt casi non offrono alcunchè di particolare; i pa-

zieuti tll'Ono stati colli da epilessia dopo essere stati feriti alla t·~~I.H. La :,;cde del tnal ~> essendu fin d'allora chiarom<>nl.e indicata, rautor·e non élJLe cl1e a t.rapanare il cranio, a loa:lier·e le scheggil::! d'osso e le parti degeneraLe del tessuto ed a r·ralzat·o la porte ossea del cranio che era sLala •lepr·!'ssa. 11 tet·zo caso ct·a più ùit'ficile. L'inJividuo antrò all'ospedale


CBIRUHGICA

7i

a cagione eli acces~i epilelliformi, la cui violenza e frequenzA andavano <!t'C!'<Cendo e gli rendevano impossibile ogni lavoro, non presentavo lesione apprezzabile al cervello; og:ni indicazione sulla cau~a e sulla. sede del male faceva difetto. La ::ola circoc:tanza che set•,·i di guida all'autor e fu l'osservazion e falla dAl medico di set•vizio allo spedale che gli acces:,i e:sordn·ano invariabilmente nel gruppo dei muscoli che a!!iscono sul pollice della ma nn !'inislra. Dietro quest'osservazione l'aulot·e suppose che una causa permanente di irritazione tlovesse trovarsi nella parte corril"pondente del cervello. Apt•i il cran io pt•eci~nroenle in questo punto e riscontrò elf~tlivamenle un tumore situato profondamente nel cervello. Egli lo Asporto colla porzione aderente della sostanza. cerebrale. Gli accessi non !'i rtpelerono più e non sorsero complicazioni durante la cicatrizzazione della ferita. L'operato, 4 sPtlimane dopo, fu m istalo d t ~opporta1·e il viaggio da LonJra a Brighton e la folico. di compariro alla seduta. L"aulore però non può render~i garante di nn successo definitivo, potendo la cicatrice cliveulare col tempo essa ste!>~a una causa di irr itazione o potendo il tumore riprodursi.

RI\'ISTA DI t•ATOLOGit\ ESOTICA Ascesso epatico tropicale. -

.\. To~ms. - (The Lancel,

!l " IG o t :ohre, 18 6).

1: ag-gellivo • lt•opicale • :;i applica agli ascessi tlel feqato che ~i sviluppl\1\o in per';one resi•lenli nei clini tropicali o che Yi ltauno !'<OggioL•nalo in qualche periodo d~>lla loro vitn. La mor·bo,::,itfl p~>r Ppalile nell'esercito delle Indie è del :!8,00 p. 1000, le r1forme per la medesima all"azione rAggiungono il :!,03 p. 111()') c la mor·t~:~lila è ùel dell"l,13 p. 1000. Tutte la t•egioni delle Indi~ pet•ò non sono egualmente in!'<alubri pet• quello che t•istunr,Ja l'epalitP; nel 1883 la mortalita


Rl\'I$TA

ru clc'li'1.72 per l'esercito eli Modra;:, deli' l .06 por quello del B~n:..'TIIR c del o,-.2 pct· quello eli Bombay. i~ clnbhio :;c i doli de;:unli doli' .:-~ercito rapprc:senlirw la morbo'"itil. de~li europ ·i iu go•ner·alr: la opinioue fieli' Rtllore lutla"ìa l! r.he non vi as.i«ta ~r·ande differenza ri~pelto a po· sizloue !'Ociale t!tl occupnzioni. UnA >'econdu qui"linn~ poi é quello else ri!!'unrdo In fJ'IC.quenut flella ~patìt.é nedi rndì,.em. Fu usse1·iln che quPsli n(! ond!lvano q•rasi complclamentf• irn· mun, ma ciò non u e..:ollo, :;ehbene <>in dimo~troto che la era· trlf• t\ molto meno f•·equcnte ncdt ind1;::eni che ue:.:li <-lranieri, come "-Ì de•umc d11lle l3eguemi prnporzioni per l'anno l'N3: MQrli Jl. 100()

~"'errllo britlnnnico E~cr·cito indigeno

Heclusi mdig-eni .

.

=

< ~~•.H73) tlì02 = zs,n 63 J,t3 (Lli,830) 1';'3 = J ,5. 21 = 0,18 < s~.r;~~>

87 =

,o w = ù,:!2

1

La e~peri••n7.a tlc~ll',uut.>t·e lo inducf' a ritenere che l'alleè mollo rara neppure nf'g 1i indi;:teni nou militari ed egli è tll parere che in e.;;::~i abbia una Ol'i!:\'ine al•l'lOnlo diYcl~n. e:-!:endo e"'clu~ivam~nte tlO\'Uia ad iufluc·1ze <'i•malidw ··ù indipcnclenl~ JKI mnolo di vivere L' aft~zi\me uegli indi!:eni rappre~nula il ri,;ullafo ultuno del Jcpauperam.·nlo cMLiluzionolo ~eueralo prudùtlO da prolungato inlo-.sicarnento molarico. ~egli europei im·ec~ pare che il fe!!alo pos!"n e~ ­ !>c:·e eccitato alla llogO'"Ì rla un' azirme. am•be di breve du· l'alu, dello inllucrll.a loCille, imperocché piu del ~ltl p. lUO dei ca"'i occorrono durante i primi quallro anni di permnncnza in Indio. La mRlullia puo a':'sumere un tipo acuto nell'europeo, • ma~ lenta ed iu,-idio~a nell'indi~eoo. In un Y&Slo paese crome l'lnciin la insaluhrslà delle: diverse regioni e \"ar·io. e•i i rlistrelti rnalAI'ici suiJiccono inollre allcrazionr pet· fJ''e.l d1P rig1:11rùn la inteu:;it{l dAII'a!ft?zion,, end~mica. Un esempio nolevolis:;imo di ciò si è wH•ifìcalo nella )11'•J· , .. n,•·a .te! Ben;::ala. unn parlc della quale d&l IS':"O in poi è drvl'nlula ùo~isamer1le ptù loal.:ònna pet• l'aum.,;nlo dello mnlar·w. e gli abitanti di questa te~iono pre~<enl.ano in gra.Jn eraiucnl\3 lo nltct·uzioni <lovule n cod·~sta nociVIl illiluon:ta l.iou~ non


Ul 1'.\TOI.Otil.\ P.~OIIC.\

come tumori di milza. nucmia c cache>',io palu~tre. E darilevar·~i poi chi.! una alle fehlr·• uwlot·ichc numcnlò la f•·equenza ;:leU'a"'Cè'"SO epnLieo che primn era un'off!!z.iono qua,i scoun::,dutn in quelle rt•~ioni. N ~li H.uropci lu maggior frerp1e117.11

dr::::li a~cus;;:i <:>po.tici

si Vl31'ilic~A tra i 20 l"Ù i 15 unni; C'"!>Ì non ~·:.no stati O"S<:rYOii mni prima tlt•i n utmi Q f'ono lllOilo rari al eli la òèi 50. Dalle f'tati<:.tiche ,.,~uardnuti gli europei rilevasi poi che l'Afrr:zioue é fl ~...,,.i piit l'r't't!ttPnle uegli uomini che nelle donne. nella propot•.Lione di l a1. L'tlUlorè però crede di a,·rre rat:i•llli sullic.:icnli pct· ritA>n~>r~ chr• lu ,..lc:-sa LIJIT.>,renza frn i Jue ~· ~ -1 non e,isla negli iudi!!eni. s, •· gf-'ner·almcnle d'fu~cor,lo nell'ornrnPltere che l'epnltk "''•l·:··•rativa ne~li r.uropei :-'OHO i tropici '111 tlSclu«ivameule dovuta ngli effetti del clima. rilcnen.lo però c.om~ cau!'-e pre· dbpouenli l'intt:mperan:t.a. l'ubuso di ulinwnlaziou~ C'lll'nea C l'indolenzaJ e Cl,mt>- cnn<:e OOCO"'ÌOnnli 1'10Huenza nelle int.~:ulpiJrÌO n del fNddo. L'auloro è dispo~lo ad amrnt•tlt>l't• che lfUCslo ullimo c •Il"~"' <'.o-.litm,.cauo in molli ea-=i i: wo'eule •lell·onezione. mu t'llienr· eh.~ lt(Jn e provato con evidenza quaula infiuenza nhhio•1o uellu :zene-;i della mololtia le nllre condi.-;ioni citale. Ln r•ole,·olu d1fferonza nella morbo... illt delle due l'C.lZC, J'wdigenn e l'-t:U1'0(1<'8, e altl'ibuila 111Ja difft.'reuza !lè1 cibo e dello be' nnde. ma potr·ebb>::: anche ('.,~ere dovuttl Al •iiv._-rso grati•> tli acclnnazionr>. La grnndP. diminuzione délle offc4:oni ••palrehc ne11' ~et'cito é !!enza dnbhio dovutA lanlo al mlg-liorocuCnlo Jci proJ\ \'ediwcult ::-oui· lari cd illle rui:.;ur·.e prolullive cc•ulro lo iulluenze diru~til'ltl~, IJI18lllò alle ahiluclini piit uniror·memcnt • mod ... rat~> dt>i $Ìngoli itlrlivi.lui, mnl'aulore é l11ll.a,in propeii"'O a ritenet•e chf:! '<Ì è nlt r ihuita troppa trnporhmza olltt intemperonza. Su que-to t·il.!uardo i d11ti sl.slistici forni,.,cono podu sc.:lriarimenli. nw è noievole che "U 42:, casr dr a,ce~i epatici puhblict1li1 :::-olo in 50 cn~i lrO\'&gi nolaLR fr.1 i momenti eliolo~ki l'iutP.:npernnzo. Qunlunque intluen1..a po~"ano e ... ercitare le abitudini intliv•duoli, rimane il fatto che in.!ipendenlemenle da eS5c, 'l'tOndo un obilant~ delle re;.rioni Lemperale passa ne.i climi lt·opicccli vi è una tendenza ai ùi«lurhi epatici, e ciò, ,-ate pc t·


RI\"I~T \

lullP l r. rnur. Gli indigeni tlella •·egioni mouhttJ~e dclrl nrlia pn<:.::ando u dimorare nette umide pianure del Ben~ala coono egualmente ~og;:etli oli'6!'1C6"S0 epAtico. Il Camhiam~!llO di clima ha la !<lc~=-a inlluenza sul bt>~tiAme e la proporzione ddla m<wtalilìl per l'patiti fra i cavt~lli ddl'esercito in lndin ,·. secondo <:;ollin:o dt:>l 2 t·er 1000. Ri~uardo poi alla qui"lione ri::mardanle rel~mento o il com. pie!'" O ùi dem~>nli dH! producono le affezioni epalii"ftenei climi tropicali, l'autore ~o,;li• ne che non !:'i può t~mmeltere che -..io il c:olo caldo, giacché l'n..,cc..so del ft-t{&Lo è ra•·o in •tu elle pa1·ti in cui 11 caldo~ ;:randis,imo, come nel Penjah e nelle provincie centrali: nè si può ~;~mmelto?re che sia la malar:a solttlnt", pereh è ralli•zinne è !"Conoo:;ciula n~ì pncr-i malarici delle regioni LcmperalP. D11lla <lisl1·1buzione Jell'epalile nei vat•i tli«ll'l:lti ":Li potrebbe in,·cce ar·ç.:omenlare che le condizioni pui favorevoli elln ~un pr(IJuzione l:llllTIO co!"Liluile da una cotnbinaziont' «lei cnlrlo umi1l0 r·o lla mni•l1lu del sotlosuoTo e con una conC'CII· ll·azione dplfa maluria Tullavia csisL~ in lud ia IJUalche co~a che 11on po~!"iamo dd«'t·minare, all'infuori di cotlesle ~ mbinnzioni: giacchè conoli?.ioni i.JeuUcltc esistono nP.IIe Indie orien-

tali, e pure c·nhì rafT··zione non t'isconlrac:i con tanta rrequenzo. La lCOI'ÌII oli Budll, t•he faceva dipendere l'ac:ce!'ISO P.patico tropicnh"! dello di~!"cn t;.r;a, attualmente abba n .lonals da tutti, merita sollonto un hr~ve cenno. 1!:""8 non é con,·ulidala nè dulie 0~:-Cl'VIlZÌo)riÌ clinÌChf', ne dalle !"WliSliC!JP., nè dai repCI'IÌ uccro"cnpic•i. La Jisscnteria é una uflezione che sovenli complico gli a..:ce.. .-i del fegato, ma non v·e sempre una relazione canc:nle fra le due molnttic e la loro coesis •nza e dO'~'Ula o una ..;~>mplice croincidrnza. È notevole eh~ i ~ìntornìclt'll'a;;c'"sc:o d~>l fe.;alo,nonché IJIII'lli delle t>pulìlo cl1e lo precedono po"sano e~s~>rt iu<~icliosi e c:fugg.re alln o,.se,waz:one. E '-'i "Ono eviu.:n*i ~olo ne1r8 per 100 dei ra"-i, m<'nlre l'a~cc,."o bo un cor.,o latente nel 13 per 100. Gli infermi "pe:-'-'i~~hno •li;-impegnarono le loro oc~ups~ioni ohiluoli tino 111l'•Jllimo, e «pes!"O i o:oJ,Jali 1-'restm·ono ~enizio Uno 11 pochi'! ore pt·ima tlelln morte, l'nprag;:iunla fter la rottura inlt!t·nn dell'al'lcC!'!so. I segui rlv~ dr,!<lant) il sospello di u11n ~upput·nziono <>polic·a sonro: ingrossameolo del fegulo e


DI PATOLOGIA ESO'CJC,\

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cambiamento eli forma dello stesso, dolore, sfregatnento pleuriro o peri epaliM, brividi, s u dori ed aumento di temperatura. Sono stati deserttli bensì alcuni casi con decorso del tullo apirettico, ma é difficile immaginare che une suppurazi•>ne si svolga senza che la lemper•alura aumenti in qualche pef'iodo almeno dulia malattia; egli è perciò che le os~erva­ zioni terrnomelriche debbono esset·e falle con •;UNI. Gli infLruli di asce~~o epatico spesso sono atf<!Lti nel contempo di fcbbt•e palustre: la mancanza d1 periodicita e la resistenza alln chinina crepongono per• l'ascesso epalico. Là mortalllà dei 1'8l'<i non curali rì<::uJ~a dàlle slati~>tìche esl"ere •fel !)() pct· 100, e la morte può aver luogo ~on o senza r•ulllH'a. La evacuazione ~pontanea si verifica in ch•ca il 20 per lOO, ma in mono d(>lla metà di sttTatti casi se.gue la guarittinne-. 11 vuota mento ha h10go cou ft'Cifuenza maggiore per i l olmoni, ma può farsi pur-e per gl'iutestioì ··d in qualche roro caso è avvcnulo anche ~r lo >-tomaco. tn qualche con~iuntura infine pure clte :;i '•erificbi il riassorhimeoto sponluMo. Vasces~o epatico può f!iungrre uno sviluppo straot·dmario, e lutlo l'or{rauo può essere lt•asrormato in u 11 sacco di pus. In un' aulop.,ia st trovar·ono più di 8 lilr•i dt pus ~::J ò ~lt·aot•dina ri a la quanlitu di marcin che si estr·ae speJ::.-o cun una sola puntura. Qu~sLe r~:~ccolle enormi si riscontrano sopraUutto ne11l'uldigenì che non ricort·nno che tardi al tn~­ dico. La uni.:slà è uno dei cat-alleri d·.~li ascessi epatici lro-

aa

r:cnlt, ma nmt dt rado 1'>-!"i sono anch13 mu!tipli. Qunnlo alla cur·~ medica l'autore t'tliene utili;;!';tffia nello

sia !io prl!suppurnlh·o l'ipucacuana erl il cloruro d'ammonio. L'ip.. ~cnana adoperata n lar!!a do!:>c come nella dissenteria, è~~~~ prefe.rir>'i per !.li em·opei, mentre per gl'indig·•ni ~ meglto adnpPeare U cloruro d'Rmmonio alla dose di rruinrltci o venti f!rn!lelli, unito a rhrnina t-d acirlo idtoclot•ico. l >elcrminalf:ll'Ì la suppurazione, il rwimo pem!iero del meÒÌC'I) deve es~e1·e Ji M<;;icurar!;i della p1·e~enza Jel pu~. Appena che v1 P.ìn ~ospelto d t .::;uppurazione, il fegato dC\'6 essere c.::;plcwalo e. non é nece,.~nrio òi aspettar~ che !'asces~o si co::tr·in~t'chi . ~ ora pra!it•tl comu'le in India Ji pungere il f.:Jgnto con un uu o~o o tre qua:'ti sottile e Iun~l), che può 6


RIVISTA

ancuc coogiung-erl"i con un aspiratore e che viene conficcato nel punto ~ospello, non risultando da ciò alcun danno, anche quando non s i trova marcia. Nei casi avanzati non può esservi difficoltà di dia~nosi per la esistenza di un tumot·e volumino~o, teso e lluttuante nella regione ipocondriaca. Trenta anui fa, malgrado la mortalità dell'affezione abbandonata al suo cor.:;o, i chirurgi esita,·ano ad intel'vcnire e preferiv11no di fll'lpellere nella speranza di una guarigione spontanea. l ri..;ultali della operazione peraltro erano allora sfavorevolissimi, e percb<' la SL faceva troppo tarJi, e perchf. et·a spesso s<'guila da decomposizione !;ettica. Cuil'operare però a lt'mpo, col miglior amento degli strumenti e con le cautele anlisetliche, l'operazione nei tempi recenti ba dalo risultati migliori. Non essendovi tuttavia una stati stica completa che r iferisca tanto i successi che gl'insuccessi, é impossibile deter minare con precisione di quanto sia au · mentata la proporziono delle guarigioni nei tempi recenti, ma pcl passato risulla eviden temente che la morlalilà orn di poco scemalo colla operazione. Il dollor W aring ha raccolli Ri casi di opet'azioni eseguite dal 1832 al 52 e nei qunli si ebbero sCIIo i 5 guarigioni, ,.~le a dire il 18,5 per 100, pl'oporzione fJ116l'lla che egli stesso ritiene superiore alla vera. Invece da una serie di 136 casi operati nei tempi recenti l'autore ho potuto constatare che la proporzione delle guarillioni ;. di cit·ca il 22 per cen lo. Confermata la diagnosi di ascesso epatico vi sono due metodi curati vi: il chiuso e l'aper to. Il chiuso ronsisle nel vuotare l'asces!'IO con una o parer.chie aspirazioni finché si oblitera. Col metodo aperto invece si stabilisce un' apertura permanente ed il drenaggio dell'ascesso. Sebbene l'aspiratore riec::ca prezioc:;issima come mezzo dia!tnostico, pure non basta il piu delle volle per la cura, giacchè un numero limilnto di ascessi può essere trattato coll'aspirazione sola. I n ogni congmnlnra però la cura coll'aspiratore deve essere almt::no tentata, perché riesce meno molesta agli inrermi t'd evita i pericoli della infezione settica, e perchè nei casi in cui lA guar•igione si può ollenere con questo metodo essa ha luogo !?lolleciLamente ùopo due o lre punture. Se però ~


Dl PATOLOGIA ESOTICA

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necessario rnr-ne un ma~gior numero, è da preferirsi addirilLura la cura nperta. X el trattamento colra~pil·atore l'autore raccomanda ùi non '·uotar•J l'ascesso pe1· intero. di aspirare molto lentamente, di adope1·are un tre •Fiarli non troppo sottile, perché il pus ruò esc:ere denso e carico <li detrilus, ed infine d'incidere pr·ima un poco la culo per evittu·e una scossa troppo brusca. Dalla •1uantita o qualità del pu:s e dall'andamento della tempe,·atura si ~iuJicherà poi se convenga o pur :10 di continuare il trattamento chiu...o. L'operazione non è dolorosa ma I'autot'e con~iglia di fal'la pt•evia cloroformizzazione o coll'anestesia locale cocainica. PeP pralicare l'apertura libera il metodo migliore é di adoper are un lre quarti gro,>so cbe conviene lasciare in sito per un paio (li giorni per agevolar e la l'ormazione di adesioni; poi si sostituisce al m~ùesimo un tubo da dt·enaggio. Le autopsie dimoslr·ano che le adesioni si for mano il più delle volte, scbhc.m e non sem pre: però il r ischio dei vel'samenli è stato di mollo esag-erato. E regola generale di fare la punlut•a nel punto in cui la ma rcia è più superlìciale, ma po:>stbilmente dovrù operarsi al di solto dell'arco costale, perché col pungere in uno ~pazio inlet·coslale dopo l'impiccolimento del fegato l'apertura può re!'\tare obliterata per il ria,•vi<'inamenlo delle coc::tole e se vi si lascia un tubo da drena~!!io la fuoriuscita del nus potrà e~sere ostacolata, menlrè uua cannula di argcn Lo può colla pressione che eser· cita JH'odurre pcl·ioslile ed anche necrosi. Fa d'uopo eYitare altre ... i nella puntura i limiti estremi del fegato percbè tollo il tre qunrti c::i polrcbJ,e 8\'ere facilmente vet·samenlo. È nece<;>-ario infìuc! ndopet'81'8 le ma.~giori cautele antic::eltil'lle ma non \.· punto ucce!"c::ario di 11\Vare la eavilà finchè ìl pus si mantiene eli buonn (1uulilà. L'oulot•e l~t·mina col raccomandare caldamente un apparecchio <'emplico cci iut:tc•gno;:o del dottor P. Manson di Amoy, col cruale si •JVìlano i pericoli del ver~amento, noncbé quelli dell'inf'~zione settica derivante dall'entrata dell'aria.


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RI VISTA DI AN ATO~fiA E F1SIOLOGIA -:::»<::;-

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Sul rlassorblmento d e' t essuti, per XAYtER S~.;oouTu , direllot•c dd labor atorio fisiologico. - Filadelfia.

La nalur·a è conservatrice, e ritiene nell'organismo j tessuti utili all'economia; il processo di riass'lrbimento é continuo, ma è continuo anche quello di eliminazione di cellule e l!c'::;Suti che han compiuto il loro Ja,•orio or ganico. l prodotti d'iufìammazione, i grumi sanguign!, Je Jigature, ogni sot•la d! corpi estranei imrHgliali nell'organismo vien rimossa per l'azione di cellule speciali chiamaLe riassorbenti o cellule gigtwlt, f'd ti pNce~so è fisiologico. Il corpo esLrant>o Agisce com e elemento a tlir a nte la circolazione, r ichiama nel punto ir r itato maggiore afflusso di sangu(', avviene un ris logno, un'essudazione de' corpuscoli bitmchi, i yutJ.lt cir•condano, e trascinano nel lor o torrente il ptccolo corpo che vtl:'ue depositato io un ganglio liuratico vicin0. Le sol'ltauze solubili, se non it•rilano i tessuti circo'-tanti, po;.-.ono rimaner vi incapsulate, ciò non dimeno la natura fa uno ~rorz.o per rimuoverle. Le cellule emigrate che formun() il tessuto f.!I·auulur·e aperplaslico di cit•con-voluzione, conten· gono 1110lle cellull' po!inuclt'ale; proJotto di rapida prolirerazione Ct'llulare. Flerning ha dimostrato cbe la divisione delle cellule dipende dalla divi!"ione de' nuclei. ln alcuni casi però un nucleo si divide, P. la conseguente divisione della cellula non a nient'; l'lllora si formano !t' cellule mullinucleari o giganti. Non sappiamo ù'onùe provenga l'allivilà cellulare. mo probabilm('nle lo slimolo deve procedere dall'aumento df'l liquido null·iltvo; però l'accrescimento' <li nutrizione non sempre produce cellule giganti. Alcuni outori pt>nsano che le cellule giganti, od osteoclaste Lrovule insieme a masse ossee in via di riassorbimcnto,


RIVISTA DI ANATOMIA E FISIOLOGIA

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sieno prodollo dallo cellule o~see; ma 11 fallo che esse appaiono in connessione del riassorbimento delle ossa necrosal~ e dt altr·1 tessull duri che non contengono cellul~ oss~e v1venli stabilisce loro una entità indipendente. Ziegler parlando dell'erosione delle ossn. ado pera vocaboli osleoclasti, cellule giganti, cellule di r•a::osorbimenlo come sinonimi, ed as.,er·isce che sot·gono dalla molliplicazione di corpuscoli biauchi dell'essudalo. Esse si presentano generalmente dove son tessuti cla essere assorbiti, tanto nel norrntile sviluppo dell'osso, come nella scomparsa delle radici di denti temporanei. Vi fanno da agenti (biologici nella rimozione di tessuti che han terminata la loro vita. Infalli lulli i processi nalm•ali son fisiologtci, o quando qualche cosa ùt patologico appare, ha origino da qualche allra uillttenz.a. L'autore riguarda le cellule giganti come agenti, per meizo dt!t 'JUI\li tu nalut•a ~.caccit1 i le::~suti morti o nudvi, quiudi come agenli fisiologim; la pal'le patologica sla nel!'irt•itazìone che pi'Cilde il proce;;so e lo ren ,le ne<:essario, e nei risullati che incidentalmente lltlraldano la giusta posizione dei tes~ suti suni. Le cellule ~iganti si lt·o,•ano nelle malaltie a grande alti,·ilà. cellulare, cum e nr·lla Lullcrcolo~i miliare, nella sifilide. uell:;arcoma mieloide, o nei granulomi iperplastici; si lro\ano a11cbe in connes<:ione col riassot•bimenlo d~· tessuti morti, a me11o che non sia11o ùistrulle dalla :;uppurazione. Nelln c:nr·it: dl'll~ ossu pet• rualallie co;,liluzionilli come la tubercolosi o In ~ifilide sembra veri:-imile che la causa irl'ilanl.:! ri~e!!go nei micror~ani«mi che vi s• I'in,·engono. La nalut-a cerca di limitAI'e l'adone ùegl'irr1Lanlt con la distruzione del loro tcl'rìlut·io, e quando la carte accompagna un siulile fll'ùce!:'so, l.!s~a non è che un punto ù't~tlacco indiretto. Nd :-:11·ooma w.icloide, '(Uanlun'tlle le cellule giganti esi:<tano, noi non po:::ssiurno dimo~tmre un 11-rilante locale; esse "'~~regano uu lluitlo elle ha 11 polel'e di digeriL'e i tessuli imm",Jiatamente \'ieini, precisame11te come le glandole dello ~luu1acu ~t'/ZI'ùfl.'a.no UIJ 1\UCCO che cambia il cibo in matl•t·ia a :o.:;imìlabile dallo di\erse pat·Li del corpo. È vero cbe certe


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RIVISLI.

particellr. per ragione della loro minuta s uddivisione e11lran() ne' canali liufatici tali qualt ~ono, ma e~se non sono asf'imilale nell'ol·gani,mo, sono in,·ece depositate nella prima glandola nella quale finisce il linfutico. Esempi di tal genere si rin,·engouo nelle ptwticelle di carbone e di piet.ra respirate, e pet· conseguenza noi abbiarno la condizione patologica clei polmoni de' ca1·bonai e de' scalpellini. LE' ~tu!:=lapposizioue delle cellule secernenti e de' tessuti che dP\·ono 1'ssere riassorbili è materia molto importante. Il fl'rmento o JluiJo in que,tione non é un es<;udalo del sangue, ma un lluido ~peciale come quello segregato dalle glu11uole peptiche dello !;tornaco. La uatura del corpo che dev'e:;set·e ria:::;:=;orbilo ha uella peoùuzione delta regressione la :,:te::;sa influenza che hanno i cibi sulla secrezione gastrica. Il r·iassorhito ed il riassorbente devono esse1·~ a mutuo contatto. Da questi l'alli l'sutur e trne l a conclusione che H ris.ssorbimeulo delle ossa nello sviluppo nol·male, delle raùicr dei cl enti cmluchi, delle C81'lilagini provvisol'ie, delle spugne nell'innesl• '• del cal~nt n Pile li?;aLme, de' gr'umi sanguigni e di tutti i r·orpi e<:;lranei capeci di subir digestione. f':a Ull pt·oces:oo tlsiologico. compito per l'azion"C deUe cellule giganti.

Dell'infiuenzo. del movimento professionale sul ritmo della resplrazior.e e della. circolazione. - (Ga.:etce de$ lhiJillltlr, ~- !Oli, setlembr" i88H). Il dott. Poinearr•~ j ii Nan~')) ha esaminato un gran numero •li operai e"erccnlt p1·ofes::.ioni piu o meno diffl!renU le uue dalle altre; egli li Ira e""aminali prima, durante e dopo il la voro t•cgistrando !tl'&fh:amentl>, mtlJiante l'apparecchio di Marey, il ritmo 1lella l'espirazione e della circolazione dal punto di vi~la dell'influenza, sul detto ritmo, dei movimenti ucc(•<;silali dllllavoro. E <Juest'esame lo ha condotto alle se· gueuli conclusioni: 1• L'aumento di frequenza della respirazione non è una conseguenza costante ù<.:ll'allivilà professionale, cowe si sarebbe portali a c1·cdet·c.


DI A~AT0li1A E FISIOLOGIA

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2' La freCJnPnza è anzi rliminuila solto l'influenza del lavoro iu cinque operai. 3' Nella mag~ior perle del tempo, tultavia, gli operai dun~ono ad adall.at·e In lol'O respirazione al !oro genet•e di lavoro e ad lll'monizzal'e i bisogni della loro r·espirazione con quelli della prore~~ione. 4' Il ltnOI'O indu~Lriale modifica nella maggior parle t lei tempo l'ampieun della respirazione; il p1ù sovente l'aumenta, pe1· ullro in un certo numero di ope1·ai la diminuisce. n• Generalmente il lu vor o manuale tende a rendere il tracciato irrP~olare per efl'ello Jella fatica che seco trae; eccezionalmente e::~o lo regolarizza correg~endo un cer'lo abbMdono di movimenti che t(Ualche operaio presenta durante il riposo. G• La freqwmza della re8pirazlone non ha prodotto sempre una più gr<~nde l'r·~t [UE'n'l.a del polso. 1• Nei casi rli r'\l'nrzi !"Osteu ull il 1raccialo <.lei polso tencle a divenlAI'e reltilit1(1o. ~~· N PI lavoro che e;;ige movimenti rapidi, ma senza g-rantli ~for-'1 llluscolur·i il p•>lso diviene più frequente c più acr.tmtuato.

Bull'innervazione indiretta della pelle. - C VA'<LAIR. Gn:octt• dc~ l/oprlarU', ~ Il ~, set~ernbre 1886). E-iste nllunlruente una :>cric di oso;ervazioni chirur~iche 111 <'111 "Ì u polulo uolm·e la couservat.JOne dPlla sensibilità :n lutts\ re--ten,.ionl! cJell'arlo ~UJ1CI'iore nonostante la ::ezione \'OIIlplHa di uno o più rl,..i princip;jli nervi de!!li arti. A11zi m u~• certo nurucro di •pwc:tì ca"i si é polnlo cnnstalare la pet·,-;.1::-.lenza \Iella ...,.n-.ihil t:\ l ·Jl'e,lremità periferica, allorché la dtvt'!IUHe lolalt• di'l tH'rvo era l'lata bene e debitamente f•l'nliCAla. Pel' ,.;pi,..gn•·e que1-t'u;limo Ienomtno fuchet, pel !11'1! 111 '• n,·eva •'tnesHI l'ipote~i di una rkorl'enza di fibre ner" ~'"t'. Hipt'l'~a dn Al'luing e Tl'ipiet· e sotto-posta da f"S"i al conlr·ollo E>~pt>rim entaJ•, il più rigoroso, l'ipotesi è stata accetl<ti a da Lutti ì fl,.iologi Questi autori hanno osser vato che Las lava la ricor1·enza congiunta àd una diffusione periferica


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IU\"ISTA

delle fibre, di rui essi banno egualmente dimostrala l'esistenza, pt>r !<piegare la conset'vazione paradossale della sensìbiltlà ùell'eslt•emilà perifer•ca e della sensiiJìlilà cutanea. Ma, credendo ad una correlaz•one intima ft·a i due fenomeni, questi autol'i hanno trascuJ'Rlo dJ !-labilire la parte rispettiva che lo•·o spella nella conservaz•one Jella sensibtlila cutanea, né hanno portato la loro allenzione su altri fenomeni che si manife"'tauo in S('guito 11lle l"Cziom Jtervose e specialmeule sul ritorno più o meno ta•·divo della sensibilita dopo la sua aboltzione antecedente nell'asl"t.>nt.a di ogni rig•merazione. Il tloLL. Vanhlit• ha ten tato di completare i lot·o !>LUdi O!'erando sull'arto posteriore, la cui innervazione difli:risce sensibilmenlù ùa quella Jell'ar·to aute:-iore pet· ti futlo della duplicità del J.llesso e del con<'entraroeulo del sistema sciatico in un sol tronco. - Ecco qualcuno dei risultati che egli ha ottenuto. La rtcorren:.ll e la di.c;persione collalurale ogiscono a confronto l'una dell'allt•a, con uan dipendenza assoluta. L'impol'lanzu dello culltllet•alila ::llH'pas~a di mollo quellu ùetla. ricorrenza; t.:S:::.a è sufficicnl~ inftolli, da F•' ~ola. uù ussi..:urare la sensibilità della l"Uperllcie cul8nea c.lopo la se:t.:ione dei fio-' l'\' i. I cambi neroosi perif~rH si fanno non solo f1•a i rami di uno slesRo ne t'' o, ma ancOJ'fl tra nervi appartenenti a due ples~i c.lìll'~>renLi. Ciò si osse1·vo tanto nei nervi rigenerati quanto nPi nervi primill\ i. Q•Janlo ol trauitlo delle fibr·e collaterali, esse perco1·rono la mug~i• l' pa1le del tempo le mas.-e p•·ot'ooJe del membro e \'Cn!!ono ad emer•gere, pet• cosi ùire, da ciascun punto delltt sup... rtlcie aponeurottca per penetrar e direllameute ed isolal8menle nella pelle PE>r ciò che concerne infine la so.~pensione delll\ sensibilitù, essa rbulto ::>empre, se si eccettua forse il cnscinetlo del grosso dito, non ùa una paralisi dell'estremità perìf,.rica, ma da una ~ccitazione che parte dal punto Jeso doll'o,tremitA centrale, guadagna dapprima i cenl!·i ùelle fibt•e ner,·ose jnteressalc, poi si propaga secondat·iamente ai centri dei


DI ANATO!IriA E FISIOLOGIA

nervi vtcmr ed anche a quelli di un filtro plesso L'azione esercitata sugli ultuni centri é di nalur·a inibicrice. L'e:,..aurimenlo di quesl'inlluenza apporla g radualmente il r•it.or•no della !:ensibilitò.

Rl\lSTA DI T~(~ICA ESER\lllO~l~D~CO )ti LITA RE

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aelazione I&Ditaria dell'Esercito Germanico nella. guena contro la. Francia. del 1870- 71. (Sanitèils-Bericld 1iber die Deutschen Il Jere irn K rieae geaen Frankrcielt 1870-71).

Ogni grande guerra fu sempre cagjone di innovazioni profonde, di incremento Psser:ziale degli ordinamenti militar·i ..... Eli ò per la guerra, per le surrcme sue esigenze, che il .servi:tio sanltnrio, e di necesl'aria consrguenza il per·,.onale aJ quale è affidato, ollenne di pro~ l't!~Si vamente aflcrmm·e la ~ua im po1·tanza come elemento ru!ce-;,-ario dei mililal'i ordinamenll, come rueuo efficace eli conser·,•azione, d1 com· pallezza, di l't:"islenza d'un esercito. LA guerr·a franco- go>rmanica ci on·re però, dal punto di \"Ìsla degli or·dinamcnti sanitari militari, tali pr·ezio~i kmmàeslramenli, che rna.$!"giori non s'ebbero onora. LA ,.,Lnria $aHiLtll'ia di t[uella campagna, leslf\ pubblicata dal tni11blro dc.Jla quel'!'a prus!<iano, a cura della Superiore Direz10ne Generale del servLt.io ~an•IAI'io militare presso quel miaic::tcr·o, coslilui$C6 lult~ m;;olila, nuova, compiuta esposizione dell'operosilù san:ttu ia m 'litare in guur·,·a, che o~ni medico rnilllal'..: ha il dovere di conoscere, onde avere il diriLto di farla apprezzaPP, e di invocare i mezzi per poter fare alLt·cLlttnlo nell'òra del bi!':ngnn, per l'onore del Corpo, in vnntA~gio (}eHa sua Patrio o dell'Esercito cui appartiene. l :odle mlumi dt>l1a uccennala Relazione come pure i )UHllro ,·oJumi del'a Rela:ione Jfedica della Guerra di Secessione, ~ono i più grandio:;i monumenti lìnora innalzati al serv;.lio sanitario mililare..... È perciò che, nei lrmitalissimi coHiìn


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RIVISTA Di TKCXIC\

che ci può accordare iluostro giornale, cercheremo dare anche della Relazione ge1·manica una suftlieute idea, lracciandone le linee tls!'enziuli, accennandone g-li e!'.senziali or.linaroenti, i modi fHÙ efficaci di azione e gli scopi raggiunti. Sarà poca cosa davvero di fronte at colossale lavoro, ma pur crediamo sara ullle ..... precipuamente perché ci additerà le 'ere cause dei grandi risultati ollonuli. Dollori C. SFoRzA - F. B\EWFFto. Il prim•> capitolo tralln della mobi!iluzione pei singvli Stati. L'ui'Ùiue relativo r.. P•lbblicalo Il W luglio i870. La direzione suprema de l'eset·eito aveva gi1'l fìn dal tempo di pace prov\'et.luto tauche alle esigenz" del ser\'lzio samtu t·io in guet-ra, in ispecie in base al· l'e"'P•'rienza della campagna •lei lHHii, d!t>lro la quale ~r·ano statP appunto tt·acciale le ;szru:oioni S11lj un:cona1 1cnto del ;:eroizio sanitario in guerra, Jel 29 aprile 1869. Il materiale sanitarro da campo, come quelle ì;:,lruzioni prescrivevi! no, ru r accollo in punLi dd~1·minati e di pr~fet•enza ai dt'po~iti ùel treno e p1·esso gli o,.;peclali di !!Uarni;ione in se !.le <l t! i comandi ùi corpo ù arrn u l~t. I colonnèlli mcJi ~i capi del ~-'t'l'vizio Ji essi corpi d'umralA (KMps Gcneral1ìrzle) ave,•an di già pre::;entnle le co r·rispondcnli liste or .uobil:tazrolle d1•l per'Mnalc ~-'llllitar·io..... 'lutto era inso r a stato pt·• isposlo nl'lla 'Iuiete della pace 'e •1uando fu drcluMala la guer1·u lulLo :,dun~e or·dinnto, e colln massima sollec!ludine sul Lealro della guen·a. Q,•anlo al per;oonale 1e Ji,..tv ùi mobJ!ilat.iune Appr·ovate dai medici gencr·ali d' ar·maln e r·atlficatt! dRi ri~pellivi comnnJi ~enc t'.ali , provvedevano percile i mc.li<'i tnlli in servi:lio allivo ra ggiu11g•~:ssero i loro posti di guerr·a, mentre isles:;amente i C01I1a.nJi della Lnndwehr dir' .:;evnno i medici ùella ri~erva, rielliatn!lli, ai riparti di frttppa cui e1·auo ::.luli fin dal tempo tli pace Assegnati. ;\let'llnno speciale consiòerllzione e ponde1·aziono i crilert Cl)i quari fu destinalo e ripartito il persono.le medico. A medici capi Jegli ospeolali da campo furono, e ùi..tro accurata ;:,Cella, esclusivamente desi!!natt degli Ober-~1ililiiriil'zte tolti lutti ùul servizio alli vo, pere/te traltaoasi di po~ti dijfi-

Confedernzione dd nord -

cili8simi, pei quali er·a nccessarict una conoscen:ra esatta e


E SEil.IJZIO YEDICO )I((.Jf\RE

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protàncla delle norme m;lilari ed arnm.i.ni.stratice. Anche pelle sezioni di ::anitil, ( ssemlo p!'/ p rimo soccorso sal campo ,.eces81lria, oltre unn alJilifri ehirur{Jica a lutta proca, una serie di conoscl?rue e (li qua.lila elle solamente si actjuistano dopo tu.nuo contatto colle tr uppe, furono assegnati tutli Milil!iràrzte ll·aLli ùal servizio attivo. Co<'ì pure ai posti di direzione (Generalarzte di corpo d'armala, Feld- Korp:<-Generaliirzle, Gcneralàrzle di tappa, medici di divbione, tlirdto ri d'ospedAli ùa campo) furono esclusivameote pt•es~e lli .!egli ufllciali medici in servizio attivo . Cerlo tali 1.lasLinnzicmi uecessilurono complicati, gravt sposlamenli del w·r:::ouu!e; ma in vi<(ta dei sicuri vanla~gi della attuaz.ione di lal~ principio, non vi si rinunciò per ciò. I posti di medico ùi r eggimento furono coperti con Stabslùrz.ten della linea o della Landw..:h r. ed i medici as'-i<(l.·nli, in -.enizio allivo o del ser vizio ausiliar·ìo, occuparono i po:;ti ùi capill'lno medico. Nello st.esso modo gli f'per•imontali antiaUI aiutanti d'o!:;pedtlle dei riparti d r truppe, rurono OC(;>egnati a~li imrorlanti posti tli [H'irni niulanli di !'anilù negli stabilimenti sarul8ri, ~osliluendoli !·r~:;so le !ruppe con 'Juelli che l'ichiomavAn;.::i nal conaedo illimitato. Il l'ipur·to nornioath'o di essi ainlanli d' O!'fle,lale era egualmente preparato e tenuto al c11rr·ente dai Gen~;raltirlten di corpo cl'ar·mata. Lo mùl•ilihniunc degli aiutanti d'r)spedale, degli infet•mit:ri, dei porta feriti uneu!Je per ordine eonlempor·aneo dei comandi distrelluuli. .-\Ila ese~uzio11e delle pl'aliche lulle della mobui taziooo ùel!e sezirmi .li sunilù, ~~~~:.eli o::-pe.lah du ~~alllf"J, ùe! pet·sc.nale ui osp'"dale di r·rserva (che dovt!vano avvenire contem por·uneamt utt> ai corr lsr•ond•mti c>or·pi d'ur·r,l&to, c•HJcenlranùosi ... ernpre allu ~edP del J·i!<pettivo comando) attesero s1mullanen ruenle e concorrenlenwnlo il medico capo del corpo d'armala (pel per>-onale me.lico P farmaceutico e pei ra&b ricanli 1/i slrTL,,-.enti chirur rJiCi), l'intendente (pel pet·sonale di amminì<"ll'azion..). il cotnandturtP d ...l treno (pella truppa del treno, pci cavalli delle sezioni di sanlia ed ospedali du campo, pei por·ta !eJ·ili).

li rifornimento di medicinali, apparecchi di meùlcalura,


Rl V1ST\ DI TEC~ICA

if!lrumP.nli rhirurgi~i fu attualo !':otto la 1'esponsabilità diretta dei capi «l'ogni rì~pellivo sPr\'lt.io, presl'=O le truppe, sezioni ùi ~>aoita, gli o~pt:>d a li da campo, e col ri!>COHtro d~l medico del corpo d 'tu·mala. Quello degli o<: pedali di riserva fu du·ello dall'intendente :ì campo in concorrenza coi Generalarzt del cor po d'armato. U\'6 Il deposito medicinali òd corpo 1.i'armat.a non potè ~op ­ pCI'II"t! alle e~i!r~nze di ~ ...,.j rif01·nirueuti, ~'ebbe t•icor"o alcolllmt>rcio all'uopo di contralli aula ati al medico cur•o dd corpo d'ormola pe1· le Jmghe e l'et• i preparati cbiroici; a \'eCè 11 malel'ial~ rarmacenlico pro!'riotnt>nle ddto fu aequi~t.alo egualmeule ma tt curu del fann~tci"la capo del cOt'pO d'armGln. L'o.pproHigionauHmlu detlt~ :-czioni Ji !;&n ila e degli ospedali dn \'llmpo pei nullt~l'ioli eli ri .... lo t·o eù alt menti fu artìùt~lo all'iuleu tlenl~ di campo. Ai gener·a)i llll'tlici p1'(lVÌncio.li fu dalo il cam•o di provvedet•c a lullo pcgli O'~poda li di ri-;erva; ebbero pr·ìmi li compito ùi Jlt'UV\cder•• ulla ~urrt•~uzione dei medici, cblamoli ull'~~rmala, col per~onale med1co b01·ghesc già inscrillo per cib flu dal t;•mpo tli pac••; ni fartna• :t,..ll invil!lt l'•·es::-o lo truppe tlovcvnsi provvedPI't' con quelli ùi rise1·va. Gli inlt'lldellli provinc1ali pro\'\'id~'rO tu alogatnt~rate per gli uftlciali rl'arnmini«lrazione. Es-.i in coutorr·em;a col Gener·alnrzl locale altec.cro put·e nllA il"lttuziune degli o,..pedali rh l'Ì'-Ct·n•, giu-=~la le 1101'1111! Jnl r·cgolauwuto preslabìlile. Da questa \Jtdinnto e logicu cii:-olrib11Zione d'ogrn iut arièo, e d'o!.!ui h~~· • • re:-oJlOil~flbilìt~ si ottenne clre ul decimo giflt·no di m• ·hilitazioue i primi sta htiHnt'IIU saniltH'l fossc1·o In pronto per· ma, CÌOI'i', e dopo pochi~~lrnl giorni lo er.Jno pure lutti gli allr·r. Il ~er..,izi(J ,.auitario dcll'e:5er·cilv et·aco~l

cOmpiutameute a,.,~•cut'lllo.

Ordin,zmento del Per.~onale La direzioni! !':U[ll'l'lllli ùi lulln il ~ervi~io saoil~:~ri u dell'l!scl'.:ito u mobile ~ 1-lauzinl~ fu H•mpl'e Lenut.a dal ruinislet'P ,fl•lla g-ue•·r·s. a mezzo <lèllll 1-l'Zione wcJica militare pre<t"O di t->f-<>-0 rnìuh:.ler·o, ullu l••sla. dl'llu <1uale era il capo del Sè l'-

vizio medico militar·c, generale meùico uoltOI' Gt'ÌU1111.


E SERVIZIO

~IEOICO

MlLlTARE

Da esso ufficio centt·ale tullo fu diretto che risguat•òava il personale ed il servizio saniLario: distribuzione del personale. nuove sue assegm1ztoni, crt'azione dt nuovi stabihmenli, rirornimenli di medìcineU, app!lreccui, islr•umenli, mezzi di r istoro, provvedimenti pt•otllatLir.i, misure di disinfezione, sgl)mberi e ll'a:;porlt di fel'ili e maiali e loro ripartizione nei palrii spedali, ecc. Sul teatN s~esso della gllerra non esisteva un centro di dil-ezione g~>nerale del ser'"izio sanitario, ed il GeueralarzL (dottor V. Lauel') adùello al qtJarliere generale lo era (1uale medico pat•trcolare di Sua Maestà, senza missione ctirettiva sul servizio. • Dal General<>tabsar zl presso il ministro dipendevano 1 Gen~::­ rali.irzle d'armAla direllori del servizio sanitario di ciascuna arm11La. Da questi dipenrlewwo i genet·ali medici di corpo d'armf\la. il cui compilo, ollre alla dll'rl71one Jel servizio, era provvedere perché i feriti sul campo a n~ssero ogni necessario soccotso, e ne fosse tlfssieu t'alo il pl'onto sgombro sugJj spe· dali da campo. ed il trasporto alle stazioni di tappa, nonché la pt•oula sosliluzione, onde con~er•vurli mobili, degù speùlili ùa campo con speJali sf.al1ilì. Spellava pur loro i~pezionare gH !<peùali, invigilare co,ulla cur·a ùei feriti, come pure sul!.; condt7.ioni i~Xieniche degli spedali, c ben anco delle truppe, pr·oponendo mediante rapporLi Ai comandanti genoreli lutte lé opportune misure rm:wenti"VI'. E ssi racooglievaoo i rappOl·li d~lla fort.a, dei maiaLi; facevano provvedere i medicamenti, ~li apparecchi, islrumenli pei corpi eli truppa e per le

nuove rormar.ioni sanitac'ttl. Ali ogni d1vi$ioue, suhol"dinalamente ai medici capt di corpo d'armalu. era p•·eposlo un medico capo dit'ellore, con proprio cJ indipendente urRc1o. Nella ilivisione di cavaller·ia tali funzioui furono disimp!!~ifnalc dai piu anziani dei medici di rea:!tiwenlo. Era compilo tlei medici di-.isionsli il YeJlia!'e sul servizio !>flrtilario ùelle truppe della divisione, lo assicurat·e il servizio ùella tlipE:'ndcnln sezione di saniu,~ c degli spednli da campr) atsegnattvi. Ma il più importanle e diffic::ile lot·o do,·ere era rt>golare il l<er"izio durante il combattimento: dolermi-


RIYIST.\ DI TECNICA

navano cosi di accorcio col comandante di divisione il collocam-:uto dei po;:;li di medicazione, la direzione ùel lor;, !';ervizio, il lra!>porLo dei ferili negli l'lpeJali da campo. I medici generali d'armala ebbero in aiuto 1 capitano (SLobsarzt) ed un lenente medico (As~istenzat•zl), e due aiutanli d'ospedale quali sct·i vani. .A i generali medici di corpo d'ut•tnnla fu dato per atULO llll Assisi~nzarzt ed un farmacista principale, eù un aiutante .ro"pedale; a i medici delle divi~ioni un aiutante d'ospedale. O~ni corpo d'armala t>bbe 1~ spedali da campo, cia!'cuno solto la complessiYa unica direzione di un medico capQ, coa· diu\'alo da un capitano medico c 3 medici assistenti. All" sezioni di san:là et·ano aJùetti 2 capi18.ni medici e :-1 as.,btenli: il più anziano di cru~lli ne assumeva la direzione in i,..pecie del p')slo princi11ule di medicazione. P er ogn! coepo d'armala et'i.l costituita, presso un rettgi menlo d'artiglieria, una sezione di coionna, alla rruale et•ano addetti 1 medico di reggiml3nto, c 4 medici di sezione. Ai corpi di tt·uppa erano a'h.lctlì; ad ogni r eggimento di fanlet•ia 1 medico di reggimento, 2 eli banaghone e 3 as~ i­ stenti; ad ogni ballaglione di cacciatori (Jàger e Schiitzen) 1. medico di battaglione ed i a~sislcn te; ai reggim~nti di cavalleria i medico ùi reggtmento e 2 medici assistenti ; aù ogni reggimento d'arltglieria 16 assistenti medici pei dtsta.ccamenli delle singole batte•·ie o colonne. Due assislentt medici erano disponibili presso ogni battaglione del treno anche pel servizio dei piccoli corpi di truppa, delle compagnie del genio, dei pionieri, ecc. L'ufllcio di chit'Ut'gbi consulenti er a affidato a professori, a ~ommiltì scientifiche, preslabilile fin dal tempo di pace; uno per corpo d'armata, addetto al CJUarLiPre g-enerale, pareggiato per grado e competenza a Generalarzt di corpo d'ar·mala .... La loro azione doveva e~~Pre e fu puramente scientifica, senza alcun inler,·enlo in cii\ che riguardasse al per!'onale, al m~>ccanismo amminil'lrativo, erl al servizio !"anilario di guerra: Nel territorio della ispezione generale di tappa, co"lituita dietro ciascuna armatn, il servizio ~anital'io era diretto dal


E SERYIZfO

~lEiliCO

'fli.!T.\RE

Gencralo.rzl di tappa, (coll'aiuto .!i 'un me,Jico a.s5.islenle e ù' un aiutnnle d'ospedale) as~i::;Lito da nllrell<mli lìrettc>ri d' osperlale da rarnpo (coi ri~pettivi aiutanti d'ospedale) per quanti erano i ri~pellivi corpi d'armala, per l'installazione Jegli ospedali da ct~mpo fic;si. Et•n put·e a loro ùisposizioue il pet•sonale dell'ospedale di rise n a (:! capiLa n i medici e !l assistenti rncdici per corpo d' nrnH1la), che fu subito r inforzato as;;egnandovi un considerevole numero di medici borghesi. Tulle le importanti setli di tappa furono provviste di medici di tappa. La direzione dei traspoeti di malati i'u af.ìdata a particolari commissioni di <>gombero I depositi d'ospedale di riservA (t per corpo d'arma la), o,·e t•iunilo trovavasi ogni materiAle sanitario, erano direlli, ciascuno, da un ufficiale amminic;trativo. Ai medici borghesi assunti in lempor•aneo ser,·izio pella dul'Ala della p:uerra fu affidalo il se1·vizio interno, e delle lt·uppe e degli ospedali di riserva. La direzione nei dipartimenti fu assunta dai medici ci•·condoria li (gia desig11ati in pt'eceòenza fin dul tempo di pactJ) a ciascuno dei ']uali fu addello in sotL'ordine un me1lie<> a~sislenlc. Anche per l'ufficio di consulenti l\11' inlei'Jl(} furono nominati alcuni p1·ofessori uniYersiblt'i e chirurghi di fama. Il per~onale aus:liario (aiulnnli, infermieri. porta-feriti l com· plelavu il personale di ser·vizio ai corpi, speJali, ecc. È da notare che t::lti i piit pro\'eUi (Ober) aiutanti d'ospedale furono dc~tinati agli spedali da campo, di guerra e di riser va. Ogni sezione di sanità ebbe 12-l: porta feriti; oltre agli addelli, giu.,.ta l'organico di pace dei corpi d i Lt•uppa o.i quali era assegna !.R. Ollre oi farmacisti principali aùùeLli alla direzione san i tari a d'ogni cot·po d'ar·mata, era assegnalo un farmacista militare 8•1 ogni sezione di sani tè, o~ped8le da campo o stabile ed ai depo!'ili degli ospedali di riserva, oltre a~li assegnati alli stabilimenti tlell'ioter•no giu;.ta l'o••ganico di pace. O:;mi sezione di sanità e depo(':ilo di ri!'erva ebbe un ufficiale d'amministrazione; ogni ospedale da campo e permanPnte un Uflkiole amministrativo ed un cassiere Per gli ospedali dell'interno restarono in vigore le norme regolamentari d• pace. l"urono pur ~ssunti, in ser•vizio pelle diverse istruzioni sanitarie, cuochi, cuoche e personale pellreno.


Personale ff-d un eorpo d'armata della Conjedera~ ione germanica clel Nor d.

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E SEI\ VIZIO "KDICO MILTT.-\RE

La Germnnia del uord alle.;;lì 13 corpi d'armata completi; i! Gl'an ducato d'Assiu una ùivi5ione; ed iuolLre 6 divisioni di cavalleria (quali di 4 reg~imeuti con i2 medici; quali di 9 regg•me11ll con 2i medici); e 5 di riserva (qua1i con 36 e rruali con 53 medici) ..... Tutto rese!'cito aveva quindi 3089 medici (2{i()() pei pru<;siani, 207 pe1 sassoni, 82 per gli assiani). Per le ulterior• funzioni sanitarie c.li guerra sar ebbero necessitati allri 520 medici, ma non se ne ebbero disponibili che 3lt, ed alla detìc•enza si provvide togliendoli dai corpi di truppa, onde sempre gli slabiliJoenli sanitari di guerra avessero il personale a l completo. 11 massimo del fa bi"Sogno ascese a 435-'> medici; ma ne difettarono 50 nell'esereito attivo, 139 nello stanziale. In totale il personale sanitario complementare as.cose a: Fll!'maci5li (15 capi- 27G altri). A1utanU di sanit.a Inf~rmit-ri . . . . . Serventi . . . . . . Fabbriculot•i d'istrumenli chirurg ici. Senenti di farmacia Cuochi e cuoche. . . .

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Totale ~Iedici (effettivi) .

9028

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4169 .

13197

Per le truppe stanziali necessitavano i3 medici per corpo d'armata; in totale ascaro a 1051; a cui aggiunti 200 pella Sa;;sonia e i5 per l'Assia si ha il totaJe di 12ì5. Occorsero pure 19ili aiutanti d'ospedale. Non lutti gli Stati avevano disposizioni adatte a tante esigenze, p~rché gli organici di pace non rispondevano alli aumenti di ~uer1'a. Per provvellel'e ad ogni modo alle piu o::alienti neces~ita pel servizio fu a tutta pl'ima stabilito elle Primamente ed a ogni costo dovessero essere provveduti col Personale in servizio attivo od ausiliario le sezioni di sanita, gli ospedali da campo e di guerra; poi fossero provvedute le truppe mobili, lasciando anche scoperto qualche posto ~li as7


Rl\ !STA DI TEC"dCA

s i-=tènle moùico nei ri';J~ìmcnti di fanteria e cavallerie, ed nsse:,:nan<lo nl pl'imo mrJmenlo 6 a vece ùi W as~isle nti medici ai re!!~imettli d'arli:::licrtn; alte truppe •li depo~ili e di ;..:uat•lligiùne furono flnalmenle ripartiti i medici ancora disponibili. All'ufficio !'!Ruilario dirr'llivo centrale rimase cosi il comptto di grndatament.e tro\'llr modo a riempire i quadri deficiP.nli. nonche alle n•ancan:r.e che natura! m ·n le dovevl'ln-.i produrre poi. ed alle nuove formazioni che 'ecessiia"~l.ro iurnntc la guerra. E vi polé ;,.opper:re <~b!Jn-.L.mza CQmpiutamenle, mi!· dinnle uppc:lli tti u•e•lic• volontari civili, ai medici che ('rauo giu -<lRli in ;.ervizio ma uon vi et·auo piti obbli..:rali: anche molli medici ~>,.lt>t·i ACCor:-ero a pre"-lar :<er\'i7io. S'ebbe CQsi hu·ante la !WPI'I'II nn rmti11 zo pres~o !Jli o.:pedali di rùseroa di i n 3!)53 mPdici. 2800 per gli ospeJali di riserva in campagna, tO:>l nell'interno (c-.ercito «lonziale). Pella Pru<>~1a risullò cosi il perMnale me~lico: Gcnerahinl.e (d'armata, di corpo d'armata, d• tappa, consulenti). . . . . . . . N. !""d Obcrf'.lahf'.iirzte (divi!>.ionali-direllori d'ospedali di campo, medici capi, di reggimento, !li ~uarnigione) . . . . . . . . . . • ~ 12 Stahslirzte (agli ~pedali da campo, sezioni di sanilé, medici di battaglione, medici ,Ji 1031 guar nigione) • . As~istenzbrzte. . . • 2;llfl Chirurghi con~ulen ti 8 • Totale ~. !ls.:it .\ lull! i gradi ~ona indicati ,..j provvide neces;;-ariamenlu con numero:<e promozioni dai gradi ri~petli\'amente inferiori, • anche tra i me i ici in posizione Rusiliaria, i richiamati ecc.; però pel grado di Generaliirzle i 3/ 4 delle promozioni furono ric:er,·ate ai medici in senizio atth·oj dei posti di medici di •li\'ic:ione o m<-dici capi ne rurono loro ri-,prvah i Il 10 dei po~li tli Stab'<finte alle l'lezioni di ~anitA e di medico di reg~imenlo ed Oher-:lnh!":irzte, spellarono al medici c:ti sen'izio attivo i 'JGe più: i poc:li di capitano medico (Stabsàrztc) furono pe1· Mio fJ3 circa tlovoluli ai medici in servizio alli\'o.


E $ERVI7.10

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MII .ITARE

9!)

Dei 13 pr ofe!>SOrt univcr;~ita ri assunti in servizio, 5lo furono como cltirur~l!i con~ul•'llli con rango di Gener aliirzle, 8 se n la l'ango det~rminalo. A i posti 1li UuterJrz.te furono a,."unti ben lW•l studenti 1li medicir1a, elle già però a,·essero frequentato e con e~ito le C'liuicbe, riparlendoli tra gli ospedali ,Ji guerra, di ric;erva, ed occupandoli nell'accompagnamento ùei trasporti dei fcriti. l m~>clici ;::traniol'i a--cesero a 3.ri (Ira i IJURli 8i olan · d('~i, fj:J sviaeri, :;; amcricaui, i9 ru!<,.i, ~~ ingle;::i, 22 austribci, Jà ùolgi, 2 ~r·cci, 2ilallani.2 ,.pagnuoli, l della :'\onegia.l<>vedcsc, turco t, r•umcno l , mes~icauo l, serbo 1, Capsladt l); Jo\·ovano cono,.ccre il te.le!-oco; tra nne se personalità nole, !-<lll•ir~ un ec:perìmenlo di 1t giorni...... Furono ripartiti tra .gli oc;pedali di guerra f'd interni. Anche i medici Lorghesi unzìonali normalmente fu rono 9'\Sf'g,,ati agli stabJiimenti interni: solo nel ~e.:;uito furo11o pur a"segnati agli stabilimonti sul teatro di ~ucrrn 4fUP.lli d1e precedeutem• nte avevano pre5lato ~ervizio milttare. l modici in Prussia nel 1870 calcolavansi a 7t\80: ora comt•rC"-i anche i volonl..at'i rlcllo. Croce ro"sa, al servizio ùell'e""'ercito prussiano concorsero in totale 5-\58 medici, dei 1Uah 11511 ;:tià in !'Cr\·i:do attivo, lt;()i che avevano altra volla pre. Ialo servizio militare. 11 maggior numero rlcgli aiutanti d'ospedali si ottenne lagh in po,ìziooe di servizio an,ilia.ril), dalla ri:::.erva e dalla Lar1l· we!Jr: ma non ba<>lando I(Ucsti s'ebbe ricorso alJ'a,:QQ)damenlo temporario di iodfvidui borghe~: ... Il numero totale fu ùi 6!H~. dei quali :.S59 pell'c,.ercìto in campagna> 1059 per lo stauziale: rnentre in tempo di pace non se ne avevano presenti che ~:!2~. Per gl'mf~1 mieri fu pìù facile il pron-erler~, J,enche ne noCO"!"Ìitl'"CI'b 2921 e in tempo di pace nou se ne avessero che 312. Gl' nfermieri e ~Ol">enli pe;;li spedali di· ri,.orva c;omlllaro 10 d mmto la campa~na a ben 8ò21. Xece!<~itarono l i làrmnci---ti capi, 21ì:! farmaci"ti per g-li ~ta ­ bilitJlt-'lti di ;.:uet•ra, :!Ot per gli o,o;podali di riserva: ma fu facile provvccler\i coi fHt'llltlCisti volontari d'un anno presenti (107) o col r•ir·himno •le.d 1 altri io cong~ùo illimitato. Gli im 1LJie~ali awminio.trnttvi nece~sari pelle formazioni di j:(Uurra "Ommnt'ouo a \1!1, per gli o:;;peùali di riser,·n n 637.


100

RI\'JST \ Dl TECNICA

Riepilogando: il personale addetto al servizio sanitario nell'eset•cito prussiano fu cosj ripartito: .Medici . . . . . 367!.1 Fcu·macisti. . . . 4i8 Impiegali contabili. l086 Aiutanti d'ospedale. ()918 Infermieri ed inservienti. 8621 Porlaferili . . . . . . 5811 Inservienti di farmacia . 152 FaùiJricatori d'Jslrumenti chirurgici. 28 Solturtìciali e lt•uppa del treno 670i Totale. Ed moltl'e: Medici borghesi arruolati Portaferiti presso le truppe Totale. . Ed ancora: Ul'ficiali (che prestarono servizio presso le sezioui di sanità. i depositi d'ospedali di riserva, come membl'i delle commissioni di o~pedale nell'inllll'no) . . . . . . . . Totale generale

33474 1779 5000 40253

408 4066l

Sassonia (X II corpo) Formazioni: 3 sezioni di sanità; 12 ospedali da campo; 1 o~pedale di riserva a 3 sezioni; 1 deposito di riserva; ospedali di I"Ì-"er·va nell'interno. NecPs!'ilavano f[Uinùi 5 mPdici direttori (4 pel campo, 1 dt complemento); 14i medici ordinalori (73 pel campo, 64 di complemento, 7 di risena); 2Gl medici assistenti (124- pel campo, 12!1 rli rompl•'rnenlo, 8 di riser\'8). Erano pure richiesti: 331 aiutanti di ospedale pel campo; 214 pelle formazioni di complemento; 23 per quelle di riserva. - Totalo i)G!l.


·t ol 20\. inferroierj, per le sezioni di sanità (24), pegli ospedali da campo (1 H) e c.h riserva (:36); ed altri 324 r.er le forma zioni complementari. - Totale ;>28. n totale di medici richiesti era quindi -UO, e ne mancarono, calcolato reffctlivo di pace, 2!:15; vi si sopperì colle riammissiooi in ser,·izio, con nomina di medici borghesi. e di prot'essori uni,·er~itari, con qualche arruolato estero e con un certo numero di studenti a studi ullìmati, benché non ancora m('dici appro,·ati. Si ottennero cosi 500 medici. E SEHVIZIO MEDICO MILJTARE

Granducato d'Assia (XXV diYisiooe).

Ollrecché alle truppe, dovevasi provvedere a 6 ospedali da campo ed a 3 sezioni di sanità, ed ancora alle formazioni stanziali. Necessitavano perciò 97 medici e ne mancarono (in base allo stato di pace) 33 che si ottennero con nomine di medici borghesi pel tempo di guerra (42). Il personale neces!S8t'io era: 1 medico divisionale; 1 medico divisionale complementare; 1 medico direttore d'ospedale; 30 medici ordinari pel campo; 4 per Je formazioni stanziati; 50 meclici assistenti p9l campo; 10 pelle formazioni stanziali. Conclusione: Il personale meclico presente in tutto l'esercito della Gert'Oania del nord fu: Confederazione prussiana. N. 5i58 Sassonia (un corpo d'armata) • {10 ,. 122 Assia (una divisione) . . . . :\lecklemburg (ospedali di riserYa) • 6i Totale . . .

6054

Stati del Sud.

!Jaoiera. - E••ano, all'alto della mobilizZeazione, in servizio 211 medici e ne necessitavano 42!J: ~2:; pell"esercilo mobjJe; i5 per le truppe au~iliare; 2i per ryuelle di riserva; rer le

truppe sumziali 35.... E cioé LGen.. ral!:;Labsarzt; 3 Oberstabsiir7.le di t•, 8 di 2• classe; 10 $labsiit•zte; 123 Regimentsiirzte; :!ii) medici di ballagliooe. A 218 medici delìcienli si sopperi c0n 11omine rli medici <Iella L~ndweht·, di studenti obbl igati al servizio ed a studi


RIVfSTA DI TECNICA

ultimati bencbè non avessero ancora dato l'esame di Stato, m ed1ci vqlonla1•i d'un anno, col richiamo di pochi medici già giUbilati (20), colla nomina pel tempo della gu~::rra di medici borghec;i, col grarlo di med ici assistenti .... . A quelli a""Unli pel ~ervizio interno fu assegnato un giornaliero compenso (3-G t.alleri}. A me !ici consulenti furono poi nominati alcuni profe!:>sori, con lulle le competenze del graùo onorifico loro concesso, ma senza aulor:tà milil~re a lcuna. (In totale furono 7 - 5 assegnati ai corpi di campagna, 2 preslavsno servizio nell'interno). Il numero totale dei medici assun ti in s~rvizio (compresi gli studenti a studi ultimati. ma non ancora muniti del diploma di Stato - 156) fu di 615, dei quali i-02 furono osl'egnati al servizio in campagntl. 213 tl quello di gunr·nigione. M eutr'et•ano in servizio all'inizio della guerra 27 farmacisti (8 dei qutlli pl'incipali) ne necess itavano 48: 36 pel ser vizio di campo, 12 pel set•vtzto stanzial~i m~t i !'ichiami dalla Landwehr hastarono a riempiet·e i vuoti. La Baviet·a aveva 1) vantaggio d'avere fino dal tem po di pace ordinale le compagnie di ~anilà, le fu quindi facile pl'Ovveòere nlle esigenze d i guerra, ed alla destinazione degli infermieri nrcessari agli spe tali di campo e di guer1•a.

~~

n ·urlemberg. Doveva sopper ire al seJ•vizio d'una divisione in campo.

Il Generals tabsarzl reslò al ministero, coadiuvalo da un Ober,t.A b<>arzt Uno stabsarzl ebbe In direzione superiore del l;et'vizio in campo. Alla divisione fu pure addeUo un medico consulente. Alla dh·i~ione furono assegnati G4 medici, 7 farmacisti, W9 individui di tl-uppa, 15G aiutanti di ospedale, 216 infermieri, 2~0 pr rta fPrlli, 18 "CJ'Ì\•ani, 26i individui del treno, oltre a diverl<i aiulanli e infet•mieri di farmacia.


E SERVIZIO MEDICO MILITARE

103

Baden. Anche il Baden mobilizzò una divisione. Pcl servizio richiedeva n si i8 Oberslabsante, 37 Slabsiirzte, V9 Assistenziirzte, 231 aiutanti di osped~ile, 120 infermieri, 231 porta fc l'ili (non conLa~i gli aiutAnti e porlaf~riti presso le Lru ]Jpe), 11 impiegati contabili e 6 farmacisti. Alle deficienze, in riscontro allo stato di pace, si sopperi mediante l'srt·uolarneoto ùi medici e farmacisti borghesi, quali nominati colle competenze di capitani, quali di pdm) luogot.enenli; al persOnAle inferiore pl'OVViderO Je SOCietà di soccorso.

RIVISTA D'IGIENE Contributo storico alla scoperta del bacillo colerlgeno. La <>tessa controversia, nella quale si agita lo argomento generale del colera, ne pone in mag!!ior luce eli utilità il contributo, che alla più che trascendentale questione porse fin dai t. mpì meno recenti la scienza medica italiana, oggi in isp('cie che corre il vezzo nel paese nostro di ingrato oblio, la11to per alleggiarsi a. !",copr •lot·i di qualcosa, verso gli sludit dei lrapassal• connaz ionali. A vv1siamo pertanto .giovi riferire, lraùotla dag-li atLi del Con~resso Mtlùico In ternazionale tenuto in C:openhagben nell'agosto 188i, la interessante nota, all'at·gomenlo r·elaliva, del nostr·o illustre maeslro, l'onot·evole prof. Corrado Tommasi- Crudeli. Signori, In sullo scadere dell'ultimo giugno, in una pubblica confe t•enza da me tenuta in llalia, io affermai esset•e stato pr rmo il P..tcitti a segnalare in F ir·enze rJ bac•llo del colera, che Koch ha I•Oi cu"ì sapientemenle illush'ato. Siffatla asserzione ha cau· salo laluna sorpresa fuori d•Jtalia, e parve che alcuni col-


RIVISTA l~>ghi abbianla credula gratui la.

lo tengo dunque a giustificarla al primo iniztars1 della ooslrtl sezione. Nulla è pitì lw1gi dal mio pensiet·o della iùea di chiamare io dubbi~ la buona fede sciertlifica di Koch. Non è ()Uesla la pr·Jma, né ~al'à l'ullima, che i lavori fatti in Italia rimangano per• lun go correre di tempo ignorali all'eslet•o, sia per il fatto della sca1·sa diffusione dell'tdioma nostro, sia per il manco di comunscazioni, che rendeva talvolta difficile nel passato il commet·cio intellettuale con il mio paese. In ciò non entra punto una questione ùi chauoinisme. Per me la scienza è cosmopolita, altrimenti la cessa di essere scienza. Del resto, io ho trascorso ventidue anni della mia vita ad essere accusato di Germanismo da tutte le scuole mediche chauoines di Jtalia, e sarebbe cosa ben curiosa mi s i accusasse ora di Jtalianismo in Allemagna per avere io affermato un Calto storico. E la é ancor meno questione di amicizia personale per P acini, la quale falsi il giudizio mio. Pacini non era mio amico, giova lo confessi franco: egli, di contro, nel volgere degli ultimi anni di sua vita ave"a tolto ad insultarmi periodicamente per una ragione, sulla quale io tornerò più lardi, poichò que~La ha una assai grande importanza nella questione attuale. Qui si tratta esclusivamente di stabilire la successione stot•ica dei falli. Pacini, nel 1854, descrisse un microbo colerigen.o, il quale attaccava la mucosa intestinale e vi si moltiplicava, distru ggendone l'epitelio (1). Questo microbo (che egli cbiamò baesito, chè niuno ave,·a tuttora pensato a claco:sificare gli Schizomiceti) venne d11 lui dichiaralo quale causa della malattia. Egli lo riscontrò costantemente nella mucosa inteslinale e nelle deiezioni dei colerosi durante una lunga serie di osservazioni, che egli pral1cò dal 1R51, al1855 e dal186!) al1867. Egli sostenne elle ()uesto microbo si roolliptica"a all'esterno del corpo nelle masse escrementizie, e segnalò i pericoli Cl) Gw:.~el/t~ lltdicfl flnlitrnll. Fir••n1.e IS.'>i. - .lrcMrt• drr .1/édtclnt Jlilila:re. Rtport o( lht choltl"tt epictemy o( 1/>0G. London 1807.

Hru~clles 18:13. -


D'lGI.EXE

IO:;

della biancheria e degli abiti imbrattati dagli P.scremenli infetti. al pari che lu posf>ibililà di una infezione colerica per le acque potabili contenen li qllesto para::: sila. La scuola ullra-Ppidemista ùi Fit·errze t'espiose questo ideo con asp.r~zza, e quasi con disprezzo. Pacini impe~n ò con della scuola discussione un po' troppo pas~ionata siccome era sua consuetudine; pure, in mezzo alle violenze del ~uo lin!!uagglo, si trovano in una puhblicazione del 1 6::. queste parole quasi profetiche: u Allor(Juando la mia scoperta avrà fatto il giro dell'Eut•opa, e ritornerà a Firenze Jall'cstero, le sarà consentilo il dif'ilto di ritlà nelle nostt•e scuole, ma allora io non sat'ò più •. Ed, infatti. Pacini è morto qualche mese avanli il viaggio di Koch ad Alessandria. l\on mancarouo pet•allt•o in ll:alia taluni, che presero sul serro le osservaziOni dt Pacini. lo, per esempio, che era stato suo allievo, ho agito sempre cotne se la natura parassitaria del colera fosse ~lata dimostr ata, put' non credendola io, oggi stesso, completamente provate. Io, dal 185\, mi sQno sempre dello cbe la semplice pmbabililà del fallo imponeva l'adozione di misure, che si r;arebbero prese, qualora il fatto fc.sse già posto fuori dubbio. Durante il mio lungo soggiorno a Palermo (186."i-i 8i0) uno 1i'ludio profondo delle condizioni della città. e delle epidemie coleriche, che la hanno tra vAgliata al pari delle mie osservazioni dell'epidemia di Palermo nel 18G6, mi persuasero che P acini era nel vero quando ammetteva la possibili la della trasmis!?ione del coler·a a mezzo delle a c1fue polabili: il che mi ha indulto ad iusistere più volle, dal 1~66 al 1882, sulla nece~srtà Ji rinnovar e la canaliu.a.doue d t rruesta citta e Ji t'innovare il !'luo SÌ"lema di appr oviggiona~nenlo d'acqua potabile. Durante lo epidemia colerica del 1806, che uccise a Palermo quasi 4000 per•sone, io dit·esst la polizu:J rnuuicipo le, posi o profìllo le iJt>e di Pactni, istituendo nel Mw1icipio una località di d•sinfezione, ove era recata la biancheria spot·ca dei colerosi in r·eciprenli, i quali contenevano upa soluzione di cloruro di calcio o di a cido \'arbohco. Questa località di e .. purgo era a di~posizione di tutte le infel'merie civili, rnìlrt~:~ri e penilenzia1·ie di Palermò, comt> pure


10G

RIVI STA

di ogni casa par ticolare, che vollero accettarne i graluili scrvizii, !'enza Jascia•·si imporre dalla paura dell'avvelenamento munic . pale. Sessuno fra gli addelti e le lavandaie della 1nia localitl'l di espurgo fu attaccato dal colera; mentre che a Deni· sinni (villag~io situato presso P alermo, ove !'Ono le lavanderie ort!imll'le deliA città, ed o ve si lava va la bianchPria. senza p•·evia disinfezione) parecchie lava ndaie ebbero il colera, del quale undici ne morirono. l o ho pubblicato questo fallo nel 186i in una islru:lioue popolar e per il cbole •·~'· (1) Per suo conto il prof. Caòel di Roma, istituì, hASam.loRi sullo osservazioni di Pacini, un lrauameoto parassiticida clel cbolera con l'etiope miner·ale (solfut·o ner o di mercurio) durante l'ultima epidemia colerica dell'antico Slalo Romano, trattamento che pa1·e sia talvolta r·iuscilo, allor ché lo si impiegava in pruno tempo contro la diarrea premoniloria. Quanto alla determinazione dE'l microbo colerigetw r1i Paciui, ecco a qual puuto e••ano le cose prima del cholera di AlessoncJr iu nel 1~R3. i\el ISSO Pucini roncorsc al g r ande premio reale d,.ll'Accademul dei Lincei per la Biologia con uno scritto, nel quale egli e,:;poneva novellamente lutle le sue osservazioni sul cholera, come pure le sue idee personali sul processo patologico di que!'lO infezione. La solto- commissione, incaricala dali'Atcademia di e:;aminare i lavori fisiologici presentati a que:;Lo concorso era presieduta da von Helmhollz, ed io ne fuce,·a parte. La sollo- crunmbsione s1 riunì in Fir·enze A fu obligala a moltere fuori concot·so il lavoro di Pacinr, poichò tutto r1uanto conteneva si trovava gia nelle pubblicazioni ontel'l •rl al 18iR; e le condazioni del concordo escludevano 01-{lll t:OSa pubblicata prima del 1878. ru questa decisione che 1111 ,·ah:e l'inimicizia di Paciui, il quale parve aver pensato che la mia qualità d1 antico allievo dovesse fanoi un dovet·e cii combal~erla.. ~Ia, pur prendendo 'luesla decisione impo<:.la dal regolamento del concorso, la solto commissione la giustificò analizzando lo scritto del Pacini, ed ecco ciò che -;i legge n.-.1 rapporto, cb e tutti i suoi membri von Helm(Il Oos··rrntorc r»Pdico 1ici!iano. Palt'rffi!l 181ii.


D'IGIENE

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hoHz in tesla hanno firma lo, e che la Commissione generaie del concorso presentò al Re nèlla seduta del 18 dicembre 188L • Sulla natura di questo essere (il microbo coler igeno), • e sulla sua dtffusione nell'organismo umano, noi non sap• piamo al presente più di quanto ci fecero sapere le prime • O!>Servazioni di Pacini nel 1851. L'esame delle prepat·a• zioni, beni!'s1mo conc:er,·ai.P, ci prova che questo microbo • é uno Schi:zomèeete, il quale t·iveste le forme di 111icrobat• terio e Ji Sft.'robatterio; ma non si è ancora dimostrato, • a mezzo di culture arttfìriah, di culture frazionate e di • esperienze istilu te con gli ultimi prodotli di queste cui" tm·e, che qu~slo organismo d1fferisca essenzialmente dal • fermento selLico, sia pe1·le forme ulteriori del suo sviluppo, • sia per la sua azione patogenetica. Gli studi fatti da Pacini • dal 185i al 1867 rendono abbastanza probabile che questo « paressita nidìllchi principalmente nella mucosa intesti• nate. " Ma poco più tardi, nel decembre 1881, nell'uìtimo corso di Anatomia Patologica. che io feci in Roma, prima di assumere la direzione J,~J nuovo Istituto di Igiene, io ebbi la occasione, parlando del choler·a ai miei allievi, di mostrare loro una buona preparazione di P acini. Questa parte del mio corso si trova nel volume. che é apparso nel luglio it!8ì!, vale a dire un anno avt~nti il chole1·a di Alessandria. Ecco quanto io aveva dello ai miei allievi al termine del 1881: • Pacini nel 1R5~ trovo nelle d~.>jezioni intestinali dei co• !erosi una ~rande quantilit ùi schizomiceti di aspetto baci l" !are, i quali, molliplicando:si nell'epitelio della mucosa in• teslinale, lo dislruggeYano in una vasta estensione. Egli • ripetè queste osserw.lztoni a Firenze nel 1867 e giunse ai • medesimi r·isultati. Voi, dopo la lezione, potrete vedere • una preparazione microscopica benissimo conservala, latta " allot'a da Pacini; e potrete convincervi che le cellule del• l'epitelio intestinale ~ono veramente distru tte da colonie « di uno schisomicelE', che riveste la forma di filamenti solc lili e corti. Le analogie dèl colera con altre iniezioni cer• tamenle parassilarie, come, pet' esempio, il cholPra dei • polli, rendono assai verosimile che l'organismo scoperto


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RIVISTA

" da Pacini abbia con il cholera asiatico un rapporto di causa " ad C'fTollo. l\Ia qne~lll verosimiglianza non G stata convel'· c tita in cet·tezza. da ossen·azioni o da espel'ienze, le quali • abbiano dimostrata un'azione !>pacifica di quec:lo parassita. c Per :!iungernc là, i· d' uopo provarsi ad i~olare questo « schizomicete pat·a;,s lario a mPzzo di cultur·e frazionate, u ed in seguito bisogna provare c!'perimenlalmente che per « la sua iooculazione si può pr odut•r•e una infezione colerica. • Se si arriva ad ottPnere queste prove, non è improbabile • clie ;,i giunga eziandio a proòurt•e artificialmente un t:ac• cino colerico. l n effetto il cole t·a a!'iatico abitualmente non « recidiva; dimodochè si può spPrare di attenuare gradata• mente la potenza ciel fermento che lo produce e di riu• serre a pr ocurare, mediante l' inoculazione del fermpnto • allenuato, una malattia lep-~dera, ma capace di pt·e~ervare c !'organismo umano dalle infezioni coleriche gravi • (1). Le cose erano a questo punto all'epoca del viaggio di Koch in EgiLlo e nelle Indie. I suoi s tudi hanno servito certamente a r endere più grande la probabililù dell'origine parassitaria del cholera; dappoichè egli, mediante cultur·e artificiali, ha potuto isolare lo sclrizomicete in questione, fissarne i caratteri morfolo~ici e biologici e provare che é ovunque identico. Ad onta di ciò, la prova capitale invocata dalla soltocommissione dei Lincei, pr rsieduta da von Helmhollz, e da me nel 188i , ci manca tuttora; nulla flncora prova che questo schizomicete isolato possa produrre il choler•a. Sotto questo rapporto, noi ne siamO< a quaulo ne eravamo dalì'epoca ùi Pacini. Dis~raziatamenle le popolazioni ne sono più innanzi. La stampa politica si è impadronita prematuramente di questa que~lione ed ha lutto maturato, propagando gli ultimi risultati di Koch, sl da far credere al grosso del pubblico essere il choler·a una malattia ben differente da quanto !:li credeva fino ad oggi, e che è direttamente contagiosa, come la peste bubonica. Un pànico inatteso ne è stata la conseguenza nalui·ale. (l) Jstitv.::ioni di AMionun P~tlolc•aica. V. f, Roma 1882. LMscher.


D'l GlENE

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c,ò non s1l1'cbb1• occor"o se ci si fosse applicali a fare preci:::amenle il contrario: vale a di:-e, se sì fosse cercato di persuadere le popolazioni che le uo\•elle ricerche tendevano a confermar·e ciò che già si sapeva all'epoca delle ultime due epidemie coleriche di Eu1•opa, e sovratullo durante il cor"o delle ultime (l~():">-187i). lo ho tentato di far ciò in llalia a mez.zo della conferomza popolare, della quale vi bo parlato in principio, appena ci giunsero le novelle del cbolera di Tolone; ma io sono stato soprafl't~Llo da ogni par•le. Vo;cclamancis in deserto: la paura del conLagio diretto ha pre~o il disopra ovunque e ci ha l'alto assistere a scene di egoismo brutale, che si sat•ebbero cr~ dule impossibili io Europa. Se si raffronta la indifferenza relativa delle popolazioni per il eholera. che era così diffuso in Europa &ll'epoca della guerra del1866 e della esposizione univer:>ele di Parigi nel 1RG7 con questa foUia di terrore che la trascina al presente, v'ha di che rammaricarsi che la storia delle rJCerche sulla causa specifica del cholera non fosse meglio conosciuta dal pubblico prima della novella aggressione che ci minaccia. F. S. Inooulazione della febbre glallL - (The Laneet, 1" novembre, 1886). È allo studioso e dotlo collega Freire di Rio de Janei!'O. che la "cienza deve principalmente le importantissime pl'omettenti sperieoze sull'argomento. La febbre gialla che crudehuente flagella tanta parte del mondo, s'impone allo sludio dei medici colla irresistibile seduzione della sua stessa terribile gravita. Le relazioni ultime hanno maggior peso, chè è la volta di uo medico, il dott. R. Issarlier delle Messageries Mat-ìtimes il quale, soLlomessosi alla inoculazione del virus della ft:lbbre gialla a mPuo Jel p!'elodato dott. Freire, descrive nel Journal d e M édecine de B ordeau:c le osservazioni e gli esperimenti del prof. Bl'asiliano. Il microbo riscontrato in lutti i fluidi delle persone e degli animali morti per febb1•e gialla, nei loro vomiti e fino nelle pareti delle sale degli infermi e nelle terre dei cimiteri, è


Il O

Rl\'JSL\ D'IGIEXE

chiamato Cruptoeoccu.s .~:anthoyenicus. Ovun1JU6 se ne c"nslaluva la esistenzA, serviva ad inoculare gli animali, eJ un pot·cellino d'India, isolato in uno spazio chiuso contenente un va!"O di terra frec:ca presa dnl cimitero morì, pr eslissimo, m"'ul r~ un altro porcel'ino ù'fnJia, chiuso nel mede5:imospazio colla 5lessa terr·a ~lcr·iliuala dal calore rimase ~no. Dall'urro nll'allro poterono inocularsi varie seeie di auimali e si provò che il vir·us nulla a,·eva pct·Llulo della sua attività in for·za della trasmb:;sione. tanto che il prof. Frei re fu costretto a J e»perimentare un altro piano e,J attenuare il vit·us per gli scopi del!a vaccinazione. A ciò e~li riuscì per mezzo delle cullur·e alla ~t'Ialina nelle bottiglie di Pasteur. Dopo la settima cullvr·a i porcellin i c.l'Iudia inoculatt col virus att('nuato apparvet•o sc;ffrir•e solamen te tli una leggiera indiO'posizione, invece eli morire, come morivano quegli inoculati con qualunque degli altri procedimenti. Il dott. Issarlier ed un numero di a ltri medici e di varii inJivi•lui alla scienza profani e lo stesso Freire Yennero inoculati o vaccinati colla settima cullut·a , e niuno d i lor·o esperime ntò più di un le~giero dolot• di capo e di un lt•unsilol'io ma!PS»ere Tutti rim:l::ero incolutna a consecutive più virulenti culture. 11 c.loll. ll"sartier a s<:.evera che la mortalità dell a febbre gialla tru le persone inoculate ia Rio de Janeiro non superava il 6, 1 per cento, mentre nella rimanente popolazione si elevava al 13,7 per c~ nto. F . s.

VARIETÀ Fino a qual distanza al può vedere? Nel bollettino delle Sf'ien-;e mediche leggesi sul pt'oposito: • Xon è ancora ri;::o!uta la qa1estione circa la distanza a • cui possono esser visibili oggelli di g rande dimensioni sulla • superficie della terra. Emilio Melzger afferma di a'·er Yisto l


VAIUEÙ

1H

" uua volla, con qualche difficoltà, l{eizerspickt, neJl' isola di distanza di 110 miglia inglesi (:); e di aver c potuto scorgere pure Gug M era pi, nell'isola di Gia ,.a, aJla dic stanza di 1~0 miS!Iia (!). Dal Piz ~foraun, presso Dissentis, c E. llidice aver vic:to il monte Bianco, ad una distanza cioè, c di eire 110 miglia. Lo Starkle Garùner assicura che il monte c Bianco ù vi:-ibile dal Piz Langard, distante circa lre gradi • geografici Nella Groenlandia, il \\'hymper riuscì a scor• gerè una monlaA"na lontana 150 miglia; e lo Zuch, da :\Iar• sig-lia vide il monte Canigon, ad una distanza di 158 u.iglia. « Tutta la ca lena delle Alpi Svizzere è stata riconosciuta da • J. Hippisle~, da una distanza di 200 nùglia C); mentre Sir • W. Jones afferma es1:ergli apparse alla vista le velte.ùella u Imalaia ad una di~tanza di 22i (:). " Stupendo. 1'0rzo. visiva, senza dubbjo; ma tutto sta a per• suader<:i che le am rronziooi di co jesti maestosi scrul:.atori c dell'orizzonte fossc:wo fondate sopra un'impressione r~le e (( non ~ia sopra ull'ìiJu;..ione visiva~ Ma non vi ha pGrò nulla di incredibile nelle sovra indicate osservazioni; non vi ha hisogno davvero d'una stupenda vi~ta per distinguere a quelle distanze delia importanti moli, come quelle dell'Alpi, del monte Bianco, dell'lmalaja. Non è poi esatto il wre che non è ancora risolta la •tuestione della di· stanza alla quale rossono essere veduti oggetti di grande dirnt'nl>ione sulla .~"l'erfl<'iP. della terra. Le stelle doppie flono t.la huon numero d'uomini distinte sotto un angolo di 1' e non c:ou pochi quelli che le distinguono anche sotto un angolo di 30''. L'angolo vic:uale minino rispondente aJ Yisus normale comuue, :-<J~rebbe secondo il lavai di i8'', di r secondo la comune degli oculisti (Wecker, Suellen, Giraud-Teulon, :.\Ionoyer, ecc.) Quiuùi il relativo 'Jit.O:im{P (O 'o) sarebbe 4300, 34ill, od almeno (convenzionalmente) 3:l33 .... Cioé un oggetto pieno sarebbe distinto da cl1i gode di acutezza visiva normale (V= 1) a i300, 3-HO, 33!3 volte il suo diametro. A IlO mi~lia. sarebbe distinto un oggetto di 4'1-51-53 metri; a 150 miglia neces~iterel>be un oggetto di 56-i0-72 melriì a 300 miglia basta un oggetto di 74-73-!)6 metri. « Sumatra, alla


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VAlliETÀ

Sarebbe quindi impossibile vedere ad e"Sse distanze quei colossali oggetti? Sono le condizioni di elevazione relativa del punto d'ot<servazione, le condizioui di illuminazione, la nitidita dell'atmosfera cb e fanno spesso dlfeLlo... .. No» di certo il grado di acutezza visiva. B.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

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Not~ sperimentali dei dottori BERGONZtNr e FRrGNANI. Modena, i.886.

Sul valore comparativo degU ant11ettlol. -

In brevi pagine gli autori seppero concentrare le più importanti nozioni sull'argomento, appoggiandosi ai più accreditaLi la-vori sulla materia ed alle proprie esperienze praticate nel laboratorio di microscopia clinica annesso all'ospedale civile di Modena. Vi è fatto cenno di tutti o quasi tutti i mezzi antiset~ici preconizzali; del sublimatò cioè corroSivo, dell'acido fenico, del iodoformio, acido borico, acido solfo-fenioo, solfo-fenato di zinco, timolo, acido salicilico, cloralio, solfato di rame, iodio, bicromato potassico, acido cromico, acido benzoico, cloruro di cobalto, piperonale, nitrato d'argento, allume, acido pirogallico, nitrato acido di mercurio, cloruro di zinco, acido pirrico. V1 è pur cenno degli antipiretici (chinina, resorcina, cairi na, antipirina), degli acidi vegetali (citrico, tartarico, ossalico, gallico). Non sono dimenticate anche l'altre sostanze iudicale come antisettiche (magistero di bismuto, naftalina, solfiLo di magnesia, glicerina, glucosio, nero animale, polvere di calfè, zuccaro, cloruro di sodio). Ecco le conclusioni: Alcune sostanze pur vantate antisettiçhe (iodo.formio e bismulo), non lo sono, benchè possano pur essere utili per la


RIVISTA lliDLIOGRAFICA Il :l forura polverulenta, ecc. Gli antisettici piu potenti non sono sempre i prereribili nella pratica chirurgica. Il sublimat() corro"ivo e!"ige speciali cautele. Dev'es.::ere però quasi esclusivamente prerer1to per la sterillzzazione delle mani, ~pugne, bende e dei pannolini L'acido fenico è efficace, economico,.e forse il più scevro di inconvenienti; è preferibile per gli istrumenti, percbè non li intacca. Certi anlr<>eltici, inocui ed efficaci (acido borico, resorcina, ecc.) meriterebbero di. essere più adoperati. Degno di speciale considerazione è però un fatto importantissimo che gli autori ricordano: molti operatori distinti e fortunati, e tra gli altri Lawson-Tai t, il più strenuo e-fortunato laparotocnista del mondo, non usano antisettici, ma si solo una estrema, r-igorosissim!l pulizia .. ... Sal'à dunrrue un'idea r antiseltismo, e verra gior no che, come oggi lo si concepisce, sarà abbandonato? Gli autori dicono ... no!... Almeno pelle piaghe già infette, o quando si opera su parti protonùe cot::l da non poter impedit·e la decomposizione con lotte le cure, 11llora gli nutiJ;~Htici avranno vero valore. Eù è questa lo nostra CJpinione .... clte esclude l'~>sage ra­ zione n<>lla pratica, che é sempre il primo portato dalle convinzioni fondale d'un tratto su qualcLe fatto; ma che poi i fatti ulteriori e la più calma e ponderata loro interpretazione B. riducono al loro giu!'llO valore.

ll vitto del aoldato. - RBccolta di norme igieniche, ecc., per 11 doti. Do\IE:-ilco MAEsTRELLI, capitano medico. - Firt:nzf: - Collin1, 11'-:'6.

L"egr,.gio autore ~ già noto ai colleghi per diversi intere~­ sanli lavori, d"nrgornento medico-militare. a buon diritto :;.tilDflti, tlp[,relzati. Nella succosa sua brevita è pur questo uno scrilto degno di nola e d'elogio e che allesta dell"amorosa cura con ..:ui il collega studiù rargomenlo. Ai caratteri normali delle sostanze alimentari, al cenno dei ll11)cJj di fabbricazione ùi alcune ra serruire i segni delle alteraziOni e delle ptù ovvie faJsifi~iooi; t ratta brevemente ~


lli\'ISTA IU. ma pur compiulatnenle abba~tanzs , della loro preparaz·one aliruenlare, della conservazione, sempre con ispeciale riguardo ai mezzi alimentari della truppa. 1!: !':empre, e non è tenue merito, dal punto di vista pr·atico che a...:ita le inerenti questioni, ed una prova amiamo darne ai leltori. Con esatto critel'io applicativo egli accenna 1;empre ai mezzi di possibile correzione delle sostanze ùeflcicHti dei caratteri della salubrilà e permellenli l'uso loro immediato. Ciò ha specialmente fallo per l'acqua ed i mezzi accennali sono certamente i meglio opportuni per le necc"· silà militari. Giu!"li"simi ci sembrarono gli apprezzamenti sulla J~lru­ zione annessa ulla cassetta rcgoi<J.menlare per· l'analisi dell'acqua e del vino, della quale sono dotate le truppe in campagna... Ben a ragione llt loda come fattura del chimico, nowndo che non egualmente soddisfa ai de.~iderati tutti dell'igienista; e ben a ragione ancora tralascia la copia delle rormole di cui è a dovizia arriccbHa, che nessuna portata pratica possono avere nello scopo specialissimo al quale In Istruzione è destinala. S1, anche il lingua~gio ne è troppo e:::clusivamenle tecnico, e percio forse non ha accennati aJ alcuni modi di saggi che realmente all'igienista "'ommameule possono importare, o ad a1cune modi(icazioni del metodo di esame che pella facilità e speditezza sarebbero pure prezio~e. giacché se non del tutto ri~pondenti all'esallezzn scientifica, darebbero però la possibilità di c:ufficienti ut1li deduzioni. niporta in proposito l'i;::tr U7.ÌOIIe del Ponchet sui metodi rapidi di analisi delle acque destinate all'alimentazione pubblica. l"inalmente opporlunissimarrwnte adotla la divisione, nello schema Sintetico, delle 8CIJU8 in fi/(T'lSS{me, {•Otai.Ji/i, SO~pette, catlice. Questa divi!':ione é un pac:so "erso le uecessilà pra· ticlre militari. .. :\la non é l'ultimo. Nelle condizioni militari, 1 e specialmente di truppe in campagna, vi hanno necessità indeclinabili che pur esigono d'essere considerate. Tra le categorie delle potabili e delle sospette, non sarà infrequeute riscontrarne una intermedia, delle temporariamenle potabili per necessità !':enza danni temibili, dE-lle temporariamenle uti-


BlBI.IOGIL\FJCA

lizzahili pella preparazione degli alimenti, od immediatamente o con qualche pronto e spiccio temperamento. L'acque indicate come potabili saranno necessarie per l'in· stallazione di un accampamento più o m evo durevole, di stabilimenti sanitari, io i>'pecje di ospedali da campo, ecc. Ma per una sosta in marcia, B-arà lo stesso? Gia anche pelle acque di dotaaone dei centri abitali si cercarono determinare i ltmiti igienici più bassi (Vedi ad esempio la memoria Caniuaro-Nasini-Piccini), i limiti di tolleranza, ancora compatibili di fronte almeno alla ben egualmente danno~a deficienza. In una istruzione di campngna, di carattere esclusivamente pratico le soHa ricordate l'<pecialissime circostanze non dovrebbero essere indicate, defiuite1 Kon b:sognerebbe cioè determinare quale acqua dev·essere as8ulutamente e comunque, anche per un Ui'O af'fHtto lemporario, transitorio, di vera necessità, eppur doHebbe essere rillutatal' Chiedere troppo in ~l fatte condizioni non sarelJbe sempre saggia cosa. D'altra pat•te tra la praticissima, ma non certo inappuntabile, IlOr ma :;eguì la ncll'eser<·ilo inglese, presso il quale, nei ea:~i (/,'Ur{lell;;a, l'l't'a!lle e interamente quasi limitato alJ"esperimenlo per lra~pareoza, coll'apparecchio a tubo del Tiry, e le più ~cieuliflclte modalitil d'analisi più o meno compiute, non potrebbe uei c.asì d'urgenza ripeto, stare qualche pratica !'emplice, gpiccia, alta a garantirci da veri pericoli? Diftìcilissimo di cPrto é risolvere si ardui quesiti; ma sarebbe utile il riuscirvi... E dovrebbe appunto tentarlo chi, come l'egregio collega, DC possiede tutti gli elementi, specie dal lato delle necessita icieniche. B. Dtscursoa letdoa en la. Sooledad Espanola. de Hyglene. Dott. JosÈ PARAUA 'i SA:o~Tt=-< e dotL ANGI:.t. FERN.\:-JDF.z CAnot.. - .Matlt·id, 1R~Ii. Il segrelat•ìo doli. Pat'ada. disse dell'operato della Società nell'anno e scie~tificamente e praticamente. li membro ùolL. Fernanùez Carol lratlò delle aspirtlzioni,


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RIVISTA

delle idee, dei doveri ~ell'igiener&ppresenlata io Spogns. dalla Societa. Egli con nobili parole accennò alla lotta che l'•giene deve sostenere C(llJa miseria e l'ignoranza, ed entl'Md.o nell'argomento discor se dell'alimentazione, de1Paereazione e dei mez?.i efficaci per provvedervi, della gìurrastica sntto Je su.e diverse forme, degli stati sociali ln l'apportò allà riproduzione, de11'istruzione ed educa zione, dei doveri clelia maternità. degli esposti e dei sìslemi preconizzali per il loro alle· vamento, ecc. ecc. B. Ka.nuale d'otologia.. - DotL V ITTORIO GRAzn. fil!ure. - Firenze, 1886.

Con 52

È un libro completo, che raggiunge davvero lo scopo che l'auto!'e si prefiggeva « r}i far opera utile agli sludenti ed at medici pratici. .. Nella p rima parte (semeiotica) tratta déUa misura dell'udilo, dell'ascoltazione dell'or ecchio, dell'otosèOpla. N ella parte seconda 4Ùraltata l'anatomia, la lìsìologia e la patologia degli organi di trasmissione del s.uono. ~ella parte terza è ampiamente discorso della anatomia, fisiolo~Xia e palologia dell'orecchio inlerno. Nella parte quarta si ra pat·ola della protesi, del sordomulisroo, delle simulazioni e di<ssi.mulaziolli, e di lutto che ha rapporto colla medicina lega le delle lesioni fun zionali dell'orecchio. L'esposizione ne è semplice, cl1iara, correttissima. Non è poi nn semplice compendio dei lavori classici noli, ma anche una ricca raccolta dj falli ed osservazioni sommamente istruttivi. Vi e cenno di un metodo proprio di esplorazione, degno di tutta l'a~tenzione. Finalmente la parte medico-legale è nna ecclt>ti('a esposizione delle dottrine che hanno piu apprezzato corso o~rgidi nella scienza, e, per quaotunqu_e brt>ve e esaur isce nei limili ùell'oggidi possibile !.'ardue questioni che vi si rifer·ìscono. È per ciò che raccomandiamo ai colleghi di pre!".derne cO· gnizione. comecch~ lavoro elevalo, pratico, utilissimo B.


lliDT.IOGRA FICA

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La profllasd razionale del colera. - DolL A.KGELO CELLt. - Ron a. L'autor·e, :-;ligrnatinatc le quuranleoe, ~li isolamenli, eec., mculcll con tutta ragtone radozione delle più illuminale ed este!"e prov\·idenze i~ieniche, e 8pecif1lmenle la distruzione, all'uopo d'una razionale di~inftlzione, dei germi colerici. B.

Sofisticazione - deodorazione - velenosità del jodoformio. - Doll. Co:sCEHA XtCOMEDE, farmacista milHare. - Piacenza. Sulla potabllltà. delle acque della caserma d'artigHerla a Spezia, dello ste!"~o autore. - Roma. La prima memoriettn ò una pregievole monografia.- La è un lavoro d'occa::.ione; la parte chjmica vi é trattata con osal.lo meloùo e misura; ma le deduzioni applicative sono incomplete, forse pet' deficienza di elementi sufficienli. B. sec~onda

Sull'azione antisettica ed aut! termica dell' Eugenol. Dollari E. MORRA e C. De ReGmus.- T orino. L'Eugenol, per costituzione chimica affioissimo al timol, avrebbe comune coi diversi corpi della serie aromatica, cui appartiene, una propriela anlitcrmica più polente del limol, non che una azione deci~a anliseuica. Traesi dal car iOJìllo aromattco, da diverse ct~nnelle, ecc; ha l'odore e sapore delre~senza di garofani: bolle a 252'; é più pesante dell'acqua.. nella qualtl e in!"vlubile, mentre lo è nell'alcool e nell'etere. P~r avcl'ne aziona antitet·mica necessihmo al minimo 75 cen· til?rarnn11 nell'adulto, U n~>i bambini: s'amministra in enllllsione ~omtnosn, o per cli!"Lere, e nella dose di 100 a 150 !t'l'. d'Rcqw~; l\ prefer·ibile ruso per clistere ed ele\'811dO la dose aur!Je, ad una ad una c n1e01.za gramrna nou produce Jes10ni lldla mucol3a reLtale..... Cotlle aolileru1ico é però dubbio o:.:i facciu sla'ada nella pt•aLica. B.


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RTVISTA

Della dffterla. - Conclusioni sulla sta tistica, hattedologia, e sull"igiene pupblica e privata. - Prolusione al corso uni· versit.ario, del dolL VtNCE:-:zo CozzOLINO. - Piacenza. Sono le conclusioni di una pubblicazione di maggior mole dell'egregio autore. L'autor e prova che la difleria, sollo le diverse sue forme, assume sempre più maggiore ùilfu~iooe: in tre anni avr~bbe dati in llalia più che 21 ,000 m orli dal 188J al ~883; ora si elevano a quasi 20,000, circa i j'J() della mortalit.à tutta La mortalità è del 35 p. 100 dei colpiti. Il periodo di vita da 1 a 5 anni è il più gravemente colpilo; e le classi agricola so.no le più esposte. Non è ben definila ancota la natura del virus diflerico; è però parassitaria. e di certo l'acqua ne è potente veicolo. La pipila dei volallili da cortile è una dinerite, ed è tt·asmissibile all'uomo: di qui la necessità di igienici re1ativi provvedimenti. L'isolamento è eHlcaée, é necessario. T cada· veri dovrebbero cr emarsi : od almeno usarsi tutte le cautele antiseptiche. B.

La periangiocollte da calcolosi biliare. L'ossaluria.. - Ricerche cliniche. Appunti di clinica medica propedeutloa (spostamento d~J cuore, ecc., per aderenze pleuriche totali.- Del polso raro e monocroto).- Con tre tavole. -Dott. MICHELE AuVtA, libero docente. - Parma. Sono tre interessantissime memorie, che pell~ natura del SO!!frello e il modo di Lrattaziooe, è impossibile comunque riassumere. B.

PapUloma al 5' anello traoheale, asportato per via la.rlngoscoplca, pcl pror. CAiitLO LADUS. - Milano. Fi11ora si cono!<cono di simili falli otto casi (2 deito Scbroltei', 3 del Mackenz1e; il R• e 7• caso spettano all'autore (1880, 1881), comP- l'ultimo, operato una pdma volta in selle sedute (ottobre 1885), ed una seconda per r ecidiva (16 maggio 1886). La


BIBLIOCRAFTC.\

breve storia clinica se fa l'elogio dell'abile oper atore, è una novella prova della pt·ecar ielà dei '·anlaggi che dalla difficile opt>razione si possono ottenere. L'anestesia locale e precipuamente dell'epiglottide la ollenne colla cocaina B GU &vvelenamentl. - Suolo di lossicologia. -Farmacista M.-\Rto PocE. - Roma. È un gran q~.tatlro murale a stampa ove sono solto due distmti gruppi accennali lulli gli avvelenamenti colla indicazione dei sintomi, i cat·atlel'i tb ici e cb1mici dai quali con maggiore prontezza si può dedur·t·e il genere del veleno, gli antidoti da somminicott·are pet· !JI'Onlo soccor::o delravvelenato, il sistema di cur•a da seguire per combattere gli effelti det ve11etìcio. È una intelligente compilazione dei migliori e piU. recenti Tr·aLl!ili di tossicologia, coi più pr eziosi suggerimenti furnili dai più re<·enli :studi, e coll' inuicazione anche degli avv1Jienamenli per le so!:ilanze1 in ispecie medicamentose, recontemeol~'> introdotte netra pratica. Gli antidoti proposli sc..no per ogni caso raggruppati io chimici (quan1!0 il veleno non ha ancora causali danni) e dinamici (<ruando ha g ià provocato propri danni). L'ultima parte del lavoro é dedicata alle asfis«ie da ~as È un lavoro pt•alico, e :;e oltre al quadro murale, lo ave:;$e ridollo in un libricino tascabile, avrebbe l'aulorP raggiunto for8e piU. inlero l'utile che se ne propoueva. B.

lntQrno al mondo oon l a. Jl..• corvetta • Gal'lbaldi •. Anni 1879 82. - :\iemorie di via,!lgio di F. SANTI''• medico di marina.- Roma, ltp. C. Voghera, 1886 - 2· eJizione.

Lo R.• corvetta Garibaldi, armala il t• aprile 1879, par·tiva tln Xapoli il 27 mo{lgio e locrò nel suo viaggiò di circum· navigazione Gibillert'A, il Brasile, la Repubblica Orientale deii'Ura~uay, passò lo $lrello di Magcllano, uscì nell'Oceano Pacifico per rimontare al nord toccando il Chìli, il P eru, ove stazionò 19 mesi visilandone molLi porti. Tagliò quindi la seconda volla J'E((uotore, da sud a nord, e giunse in Cali-


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Rl\' fST.\

fornia; di là ll·aver•sò il ~ranòe Oceano per approdare al Grappone e poi in Cllina, nella Malesia ingle!<e. TAf!lianùo pni Ja ter.r.a volta In lineu. da norl a sud, toccò le Indie Nct>rlunde,.i, quindi fece vela per l'Oceano indiano, toccò alle isole Sey..:helles. e da ~I<~ M, pac:salo la quArta volta l'Equatore da ~ud a nord, r·imonlò (IÙ Aden, pcrcoi'Se intero il Mar Roc:so, approdò a Suez, varcò 11 ·~anale e giunse io Por·to Sa id, donde per· Ale~sandria v~>nne per poche ore a 1\Iessina per giungere alla mela, a Napoli, 1"8 agoslo 1~82. D1 1r1etiti 40 mesi circa di navif!azione il dott. Sanlini, sulle note f.!iornaliere tracciate nel suo giornale di bo1•ùo, ci da una circoslanz1ata relazione, descrivendo con istile franco, chiaro, semplice, quei luo[!hi, quei popoli ed i loro costumi. È una lellura piacevole, istruttiva, che fu altamente apprezzata anche all'estero.. ... 8 uo libro che, cosa non facile né frequente, ottenne un meritalo successo. B.

'l:o••• ed altri feaomelli ne7Votd d'azio11e rlfle••a auricolare. - Nota del dotL. V J:NCENZO GRAZZ I. L'l conclusrone oe è, elie non sono rarr simili casi; C·h e le malattie auricolar·i, causa di tal1 ùisLurbi, ~ono specialmente la dermali t.o supel'fiCJale diffu!'la del condoLLo, l'otol'rea, l'otomicosi, i corpi eslranPt; cbe la cura det.orsiva, antisettica e calmante guaf'isce e la malaLlia auricolare ed i fenomeni rifh..Stii: trattandosi di cor pi esLranei, alla estrazione loro deve tener dietro lo cura della dermalile che spesso es!'i provocano del condolto ud1tivo esterno. B.

Formulario del r1medU nuovi. - Edito dal Jovene. Slrada della Querciu, N. 18, Napoli, 1887. Prezzo L. 5. P ùlla natura del libro dobbiamo lrmitarci, pm· vivamente raccomaodanùolo ai collefothi, ad annumiare jl Formttltzrio • dei rimerlii nuoci del Bondet ed ~g-asse, c.apo l'uno del laboralorro di terapeutica aU'ospPdale Cochin a Parif:!i, professore l'allr·o di chio1ica ulla scuola di medicina navale di Rochefort. Fu tradotto dttL dott. Gennaro De L uca, redattore


DlllLtOGRAFICA

l~ l

capo della Rioi.~la elifli"n e lerrrpezdica c medico del R. Albergo dei Pover·i a i\apoli. che lo pubblicò come seguito e complemenlo dell'ollimo suo Ptecolo di~ionario di terapia clinica, da lui elaborato :<pt.:C'ialmente sui lavori dei profes!':ori Cantani, De Renzi e Semruo1a. B. •

n metodo anttrabloo Paateu.r mod11ioato. -

Dottor LA

Ton RE. • ...... Il metodo P%lGur pt>r la cur·a della rabbia non e.'>iste più ...... A.lmeno uon può, d'og~i m poi e fino a prova contr·aria, godere la no~Lt•a assoluta e cieca fiducia. " Ecco il}ln. mot dello sct•illo. E lo pronunzia autorizEatovi ùa una severa critica che fa della Nota sulla rabbia presentata dal Pasl.eur• all'accademia <.Ielle scienze ed all'accademia ùi mPdicina nello scorso ollobC'e, che inier·a riporta. La crittca e dura, ma logica, ed 1>. appoggiala dagli analoghj apprezzamenti del Colin d'AICort, del Gessner, del Pielrasanla, dell'Eclto. Per parte nostra pur appt'ezzando le obbiez!oni del dotl. La Torre, non c& cr ediamo lecito nè accettarle, né respingel'le ..... Crediamo d'aver &\·uto ra~i()ne di dire, io un precedente articoletto c;ulla cura antirabica, che " l'ultima parola non ru ancor della sulla pratica Pac;teur. • B. Antifebbrina. -

(Il Progresso).

È un derivato dell'anilina, che i dottori Cahn e Hepp hanno !>coperto, che ha proprietà aotipirelkhe pronunciate, che utilizzarono nelle febbri tifoidi e nei reumalismi articolari. Ha un potere anLitermico quatll·o volle superiore a quello delrdn\ipirma. Somministrata a.Jla dose di 25 a 150 centigr. nelle 2i ore i snot effetti si mamfe~Lano dopo un'ora e s' accentunno culminanti dopo ~ ore. Non darebbe luogo a qualsiasi sgradevole eiTetto !'econdario. E solubile nell'acqua fredda ( 1 /t~g) e meglio nell'eter e e nell'alcool. B.


RIVISTA

Bandbuch der Krlegschirurgllohen Technik (Manuale della teenica chiruroica di ouerra). - Lavoro premiato dPil'ilt.mo dott. pror. Es~tAncu. - 3" edizione. - Lipsius e

Fische1• a Kiel. li :\lanuale deli'Esmarch è ben noto ai colleghi, che già ne seppero ammirare il sommo pratico valore. A tutta. ragione l'illustre professore vi appose il mollo ](urz un bti.ndig, giacché è davvero breve, ma pur preciso, compiuto. Col più sapiente eccleli!>.mo, di cui è ~olo capace chi é veramente padrone e mae!'.tro della materia, tutto vi é raccolto che di meglio accetto, di realmente utile è stato nell'argomeuto escogitato dai più celebri scrittori (' dallo stesso professore, e che la pratica J1a ~an;cionato. li libro è dedicato alla magnaonna protettrice, all'operosa in~piratrice e promolrice della moderna medicina di guerra, Sua ~fnestà l'impct·atrice di Germania - Au~usfa, regina di P1·u«sia. Consta di due parli, la prima, Verbandlehre, comprende la dottrina e la pratica delle fac;ciature: è illustrala da ben 289 inci'!ioni; vi ~'' fatta lar p;a parte alla anlisepsi, e generica e speciale di guerra. Ln ~econda parte, Operationslehre, con ben 355 figure, tratta delle operazioni tutte e di ogni pratica relativa, collo più precl~e ri!>.pellive indic:azioni. B.

I funghi. - P ubblicazione ~e parata dell'articolo di tal lilolo, scritto dall'aulol'e doLL. CA RLO BAGNIS, per I'Encicloperlia medica tlaliana del Vallanli. È la Jesolata madre e l'addolorala sorella che pubblicano 'Jlle!\lO scritto per onorare la memoria del Ba~nis leslé rapito al loro amore ed nll'alfetw dei colJeghl, a ~oli 25 anni di etil. Benchè molto breve (e non poteva essere altrimenti come articolo d'una Enciclopedia• lo scritto é degno d'attenzione e meritevole d'elogio, perché è dellato con perfetta conoscenza dell'argomento, che :=:ucc-intamanle sl ma compiutamente vi é


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BIDl.lOGnAFICA

trattata la parte botanica, e la igienica e tossicologica e fi nalmente la medica o curali va dai loro aYvel~namenti, pur accennando alla impor·tanza commerciale che potrebbero per le artificiali collivazioni assumere. t;oa bella tavola cromolilof!raflca dà le figure delle specie piu importanLi (l'agarico cesarPo - il Poliporus soave-olente - il Lycoperdon - l'agarico :\fappa - il panterino - il muschiato - il Boleto auranziaco - l'agarico falloide - il Poliporo fomentario).

B. Statlatlca. La direzione gt'nerale della stat.istica tlel regno (ministero di agricoltura, industria e commercio) ha testò pubblicato un nuovo volume ùe~Ji annali di statistica, col titolo Studi sulla composizione della popola:: ione per età in Italia e in altri St(1ti, secondo (Jli ultimi censimenti. Queslo importante ed elevato lavoro l'n eseguilo sotto la direzione dell'egregio in~egnere cav. Peroz2o Luigi dall'ufficio matematico della sla· listica. Consta di un testo clJe dà la teoria dei diversi lavori e riassume i dal1 della 2• parte (Tavole) e ne trae le deduzioni matematicamente atlendibili. È un lavoro di lena, condotto con tutto il rigore scient•llco e che fa onore alla nostra direlione generale della c;tatistica, già lanLo benemerita di tal ramo di !':tudi, che omai anche da noi vossono senza timore B. raffrontarsi a quelli delle più civili nazioni.

Dalla ste~sa direzione generale fu pure puLblicato unallro volume: PoPOL.A?JO.:-lE. - M ooimento dello stato eioile pel 1885 (XXIv anno) Ne togliamo i seguenti dati: La cifra della popolazione vi è Clllcolata al 31 diceml>re 188:l, prendendo per base la popolazione di fatto censita alla tlne del 1881, aggiuntevi le nascite e sottrattene le morti a tutto il 18~5: non è tenuto però conto del movimento di emigrazione cd immigrazione. La popolazione caleofata !'<arebbe di 29699785; i nati nel 1885, 1J2;)970 (esclusi i na.Li morti); i morti 787217. (Oltre


RIVISTA

nati mnrti), cioè 26,51 per 1000 abitanti, l morto per 37 nhitanli. I deces::;i nei ma~chi sommarono a :~97651. per le femmine a 38H5G6, quindi 10:2 maschi per 100 femmine. La mnrtalilà nei celibi fu di 5t:l5-12 (26S25G maschi. 2-i:-.2~6 femmmel, \'aie a dire che i celibi ascesero a f;:\,2:3 per 100 dei morli (67,21ì maschi, 62,96 femmine, e quindi 109 maschi per 1()11 femminP.). I morli da 2·J a 25 nnni furono 213613 (1071U maschi, 10H50 femmine) ctllibi 1nrtl2 (9RW maschi, 6172 femmine): in totale 2,71 per 100 morti (101 maschi per 100 femmine). L'influenza delle !'lttgioni appare dane segnenti cifl'e: primavera (marzo, aprile, maggio) 1786ì3; estate (giugno, luglio, a!:::osto) 20";8i7; autunno (settembre, o~tobre, novembre) HH27;1; inverno (dicembre, gennaio, febbraio) 206U8. 3!J2x~

B. Un nuoTo antisettico.

Anche sull"anlisepsi non fu detta rullima parola S'é fatto già molto e oggidi la questione giudicasi già io modo ben diverso e con ben maggiore calma Verrà giorno che F\8.premo disLinguere ancor meglio tra la necessita delle ~emplici norme igieniche e di scrupolosa pulizia e quella deU'uw dt ''eri e propri antisettici ... Riescit·PtUO allora a distinguere cil> che esige una lesione semplice, ed a vece la complicata dai detriti mortificati d'un violento traumnlismo, o dai prodoUi di un proces!'O morboso a cui vuolsi dar esito. Intanto il padre dell'antisep!>ia, l'illus~re Lister, pare abbia as..~lul.amenle rinunciato all'uso dello spray fenicato, Pecetto nel caso di operazioni ledenti il periloneo ... Eccezione elle la pratica del più famoso e fortunato O'l'at'iot.omisla del mondo a.ulortzzerebbe a non reputare necessaria, giacché egli non usò mai di akun m~>zzo antisettico, limil.andosi appunto alla più scrupolosa, minuzio..~ pulizia e tlell'ampia (erila e dell'ammalata durante lulla la cura consecutiv-a Notiamo ad ogni modo che oggiùì il Lisler considererebbe, dietro numerosi fatti sperimentali, essere la soluzione d'acido fenico, alquaran.teJJimo, vapot•izzala colla spray, deslttuita d'ogni facoltà germicida.


BlD L.lOG 11.\FlCA

TenV1 StJ~lituir,·i il bicloruro di mercurio, ma vi rinuncio perche forma nlbuminati iosoluhili ed irritanti. Ora ricorre al sale d'Alembrotb, che otterrebbe d:ùla sublima7.ione d· una miscela di percloruro di mercurio e di cloruro d'ammonio. Veramente il sale Alembrotb, o della sagg(.'zza si otterrebbe daliA mi~cela acquosa d'una soluzione a parli eguali di sublimato e sale ammoniaco. Checchè ne sia il Listar usa la soluzione di esso sale al centesimo e Yi immerge qli o~getti di medicazione, dopo averli colorati al blu d·anilina al '/tC'IXXJ. Quando la suppurazione è alcalina, la colorazione dei mezzi di medicazione anilinati, volgono al rosso, e si vede co~i d·un tratto, per quanto sia minima, ove si produce. Prima di usnre dei mezzi di medicazione (immolati nella di:::soluzionc e quindi disseccali) egli li immerge ancor a in una soluzione di bicloruro di mercurio a '12000· Oggi il Lrster si o0cupa di preparare un protettivo saturalo al sale di Alembroth. B.

Aooidentl dllntoaaioaztone pel merluzzo, di E. MtLLET, medico magl'iore di l' cla<;se al 112 di linea ad Ajaccio. - Brevo sunto. - (Archioas de Médecine et de Pharmacie mtlimires). Il ~~ '-'etternhr·e scor<:o :'i manifestarono nel citalo re~gi ­ mento qna~i d'un tratto numerosi tratti di vomito, violenti colichr--. diarree. I primi colpili lo furono verso il mez.zodt, ma non fu che dalle i alle 7 di sera che il numero aumentò co~i a ben 101 casi >su 262 individui. :\alurahner:Le ed il numero, e la tfualita dei colpiti (nes~un sotfuftkiale) fauno pen::-are ad un avvelenamento pei viYeri delror.Jinario; !OUlJposizione con\'alidata dalla natura delle materie reiette (pezzi anche voluminosi e quasi inlalli ùi rneduuo). Alrint!tHnant sera cint{UC uoruiui ancora furono colpiti, ma però uon più con vomito ma !OOla diarrea: essi era hen ~l{ ore che avevano mangiato il cibo sospetto. In tutti i pronlr ed efficaci meùici soccorc;i apprestali valsero a prontamente


1 ~6

RJHSTA

mitigare il male e aù ottenere quir.ùi il ripri~t: n ament o deiJa salute in brevi><«imi giot•ni. Il cibo sospello ed incrimlnato era il merluzzo, e naturalm l'nte lo si sottopose a. l accurato e~ame <'d opportuno bludio. Le balle inlt~lle Appositamente dtr;fatte lasciuronc:> scor .. gerl:', io mezzo tdla maggior parte di merluzzi in pct•felto stato, che alcunt presentavano luugo ed a• lati della colonua vel'tebra!e delle slri"Scc t•osee color· l"almone, e due offrivano su qua"' tutta la superficie essa colorazione. Era, tn prof<Jtldilà, di 2 a 3 millimetri e s'accompagnava d'una allet·azior!e evidenle del tessuto muscolat•e, divenuto m olliccio, gl'anuloso, da poter· gr·attare coll'ugna; però senza odore d'infetto o pulri.to di ~o rta. Bisogou notare che il IDllrluzzo dell'intraprenditore, p iù che ullro per factlitarue l'uso, è somminil>trato a meta dissaluto e che il t•oseo si scolora allora perfellamenle, pur comunicando ull'acqua una tinta appunto leggiermeole rosea (~'S(H'rimenlo attualo dal farmacista principale Degorc..)..... Di qui lct neces.sità di acf]ui.~tare sempre il merluzzo secco, non dissalalo. Qui l'oulore r·icot·da i lavuri dd Bérenger-Fct·aud, ùirellore del ~ervi:lio sanil&rio della marine, sugli accidenti pro\'Ocali dal merluZI.o alteralo (lbS;l)j i cabi d'anelenamenlo r h.:ordali dal Schaumonl nella sezione ~kanieru (ap!'ile 1878 - ~a"i 122) i futli della ùivi.:.1vne (di rnarme) di Lorienl (ottobre 1881 - 21;> casi); quelli Jella ~quadl'a d'evoluzioni} (di-:_ cembr e l'b•Q - casi 103); quelli delle cannoniere a Tolone (giu ;no 1866 - 130 casi); i casi ni Pietrobur go (1878 - 108 individui, con 2 mOI'll)i ecc. ecc. Il :\Jillet fa quindi la ::;tori a direi chnica degl'intossicamenli, Jio:'lingucndo le forme ad invasione rapida, o tardiva; la relazione ùei fenomeni 0 astrici od intestinali con essa maniera d'ill\'asione; la tliarrea semplict>, o sanguigna più. o meno intensa, più o meno insislelll~ (tino 8 giorni), i fenomeni ge-

nerali, s.uJoriJreddt, lipotomìe, algidità, ecc. ecc. Entra •1uìndi a parlat•e dell'analo~:ia dell'avvelenamento in <JUt!slione, col botulismo od ana11iiasis pelle salsiccie altersl€'. non raraa1cnte osservato .in Germania, e per le ~arùine


BlBI.IOGR.WICA

127

in iscnl•Jie osservato a ~Iursi;,dìa, a Parigi, ecc.... Tratlas i di alterazioni con produzione di ptomaine, elle comeccbò multiple, possono e debbono da r luogo ad avYeleoamenti, però con fenomeni dis">imili. ;\1a in che consiste la ossern1ta allerazione Jel merluzzo? La w lorazione r osea è il prodotto d'un rungo micro<>copico Pen.icillium roseum (FOU!,'s8gi'ÌVCS), Cosiotlu:cium sanguin.eum (IIc•kel), Cosioi!wcium Bertherandi (Méguin), Jistiu~uibtle perf'èttamenle al micrOSCOJIÌO con un ingrossameuto 1.h 570 diametri. Ma è questu la <'aus:a delle propl'ieta tossiche? L'autore non lo crede..... E con rigoro~o critPrio, tanto più o~gidì pregievole col vento che tira, ritiene sia esso l'ungo iJ cornpAmlo del merluzzo in via di putrida alterazione, e che aiuta, a titolo di fermento, a d es~a decomposizione. Pr·ofilassi .... Rifiutat·e l'uso del merluuo roseolato... Ce1·to l>e l'alterazione è a chiazzelline, poco numerosr, per nulla profonde, si può ancora usarlo, se nou lti può (ar a meno; ma. allora la òissalazi.one dev'essere c!:lallissima, scrupolosa, ed uni1·vi la rascllialura, ecc. 13 . I disturbi funzionali del almpatlco nella. tabe dorsale , pel dott. B. BAsso, sottolenenle medico nt'l 79 fanlerin.

Questa interessantissima memorietla fu onorata dell' pt•emio Girolami dalla fa~ollà medica- chirurgica della R. l.:nivorsitù ·di Roma. • Apertasi la via col dettaglialo studio di alcuni casi r•ropri, viano nlt1D mano riportando, cou ordine massimamente !Jasato sulla fenomenologia slntomatica, le ossorvazioni, le dedu;.ioHi, le opinioni dei pi\t illustri oratori che trattarono dell'argomento, fino ai nostri ultimi giorni; tracciando co::;\ una succosa ma compiuta monografia, della quale è autoriut~to a trart•e le seguenti sentenziose conclusioni: 1• Lo stadio iniziale della tabe dor:::ale dipende da un disturLo generale funzionale del ~impatico; 2• Lo stamo atassico dipende da quelle lesioni che l'ipercrnia nevroparalitica ricorrenio, causata ùal dislurbo del


JIIYTST\ DIHI.ICICR \FICA.

si1npatico, ha iudol!o nel decor"o di mesi e di anni lungo il midollo spinale ed allungato e talora nel cervello; 3• La tabe dor!=:ale e guaribile nel primo stadio, prima che c,i sia stabili la la sclerosi dei cordoni posteriori; i• Per la cura di questa malattia in tale sLadio si devono tentare lutti quei mezzi, i quali agiscono come rcgolatori dell~ alli\ita degli apparati nervosi \'aso- motori centrali e periferici; 5• La tabe dorsale non è già una semplice mielite, ma è una malallia di tutlo il sistema nervoso centrale B. L e febbri d& infezione In Palermo nel 1esaennio 188 0 1 886. - Nole tiPI dott. v . REves.

Sono 3 tavole statistiche, che presentano dettagliatamente lo cifre dei malati a domicilio. a!"c,istiti dai medici condotti. Da ec,si dati l'autore trae alcune, direi prime deduzioni, ma fa risallare la ue<:I'S!>ita dei più accur·ati, ampi e prorondi !Studi. L'autore ha pert> il merito incontrastabile d'es~ersi occupato dclln importantissima questione ùa ben 25 anni e d·a,er richiamata su di essi l'attenzione delle autorit.A cittadine ... Per ora non è possibile lrarne ancora positive conclusioni; ma la questione è rue~sa, ed il tempo la risolverit .... Questo non è un lenue elogio peU'egregio collega. B.

Il Direttore

flotL. FELICE BAROFFJO col. med.

11 Collabor<:ltor

r-cr a R .• :\farina

t • .Hod.a-.tore

GCELFO VON SO:\tMER

CLAUDIO SFORZA

.llc1lfco di 1• classe

Capitano medico.

~CTJ!'I FEDERICO,

Gerente.


GASPARRI E FERRETTO

Il Capitano mcdi<'o del15" fanter·i<1 dott . Gaspa.rri Nicola cd il Tcneule medico all'o:,;pednle di ~apoli dott: Ferretto Angelo Antonio caddero il 26 scorso gennaio nlln ~ll'Olla sotto Soalhi, nella disperata lottn trn le 'alol'ose nostre ll·uppe, che ben cal'il vcndelle1·o la vita soprntn1Lli dalla pl'eponderam:n numerico delle m·de di Ras-Alula . Essi caddero barbarllm<'nlP. trucidati in mezzo ai loro compagni d' m·mi, che dispt>l'atamPnte sostenenmo e ,·cndicm·ano In pntl'in handiern. Pagarono colla \'Ìta, l'o11ot·e di appartenere all'esercito, al suo corpo ~auitario, di far parte delle tr·uppe clnnmnte ·n so~tcnet·e in un lontano paesP l'onore delln patein italiana. Gionmi , pieni di vita e liete speranze caddero nell'atto di compiere il pitt 11obile mandato che al medico militnt·o sin dalo adempiere: soccorrer_ e al j compagno cntlulo sul campo dell'onore.


E::;si hHtlno testimoniato ancora una volta, cui tributo della 'ita, che ingeneroso è niegare al mcdico 111ilitat·c il diritto ed il ,~unto di dividere coi commilitoni i sact·ifici che 1a patria e J' esot·citt~ spc,::;o l'ichicdono n chi ha l'onore di appm-tenet·vi.

Se l'animo commosso ed esacet·bato non ci consente oggi di piit dil'e, Yogliamo però inviarP un atTettuoso e:;tt·rmo~alulo a quei cal'i!3:3imi noslri colleghJ, ed una

paroln di rimpianto, di ViYissima condoglianza tllle

loro desolate famigliP. Non sal'à loro di stet·ile.cou.forto, gincchè lli sentimenli che ce la inspira11o in · t.ero si n~Mciu il Col'po Snnitario militare, anzi l'c-

set·cito: grn.zie invero aH' eroico sacrificio di essi nostri colleghi più che mai alto ci è dato sentil·c H vanto di fat·ne nobile par-te. Ln memoria degli SYentm·ati colleghi ci è mH.:he }lf't'ciò

doppi<lmentc cara e ci sar·à sempre sacra.

L i 10 febbt•aio 1887.

Don. F. BARoFFJO


MElMOR.IE:l

OR.ICtiNALoi

CONTRIBUTO ALL.\

CURA DEL B(BBO~E VENEREO BRE\l CONSIDERAZ 0~1 SeLLA SUA PATO&KNESl PEL DOTTOR&

»&.DICO DI !.1 CtJbt !II.U

a. llA..RUU

~ei mesi ùi Giugno e Luglio dello scorso anno, trovandomi a prestar gervizio nell'Ospedale del 3° dipar·timenLo marittimo, assegnato al ripnrto delle malattie veneree e si fil iti che, si a per l'nffiuenza notevole di ammalati , che non furono mai inferior·i ai l 00, sin ancora pct·la cortese cooper·azione del direttore di :;ala, cav. \"tTTORlO POLI. ebbi opportuni tà di occuparmi in modo speciale dell' anilamento delle malallie veneree, massime dei bubboni, che rappresentavano colà il maggior con· tingente. Io fui impressionato dal fallo cbe non poche volte i bubboni suppurati ed aperti assumono un decorso mollo lungo ed irregolare, al che se da una pnrte contribuisce la poca o niuna co~lanza negl'infermi nel serbare un riposo completo ed a:'<:oluto, dall'altra de' e concorreni ancora l'uso dei cataplasmi caldi, che. come o~ser>a il BILLl\OTH. rendono flosce legranu· fazioni, gonfiano fortemente le parti molli e fayoriscono ol tremodo lasuppur·azione; senza dire cb e l'alternativa continua. di temperatura, determinata dal facile raffreddarsi degli stes,.i, non i> per fermo di olr.nn vantaggio all'ammalalo. ~è altrn causa polera al certo rintracciarsi, impet·occbè nelle medicature, eseguite con ogni diligenza, er'ano osser-


CONTRIBUTO .\LI,A CURA

Tale scrupolo~amente tutte le regole dell'antisepsi, e d'altra parte s'aveva 3 fare con gioran i robusti e dì sana costituzione fisica, in eu i i poteri '\'it.ali er·ano nel più completo 'i gore. Pensai quindi di sperimentare in quegli altri casi tli bubboni, ehe mi si snrehbero in seguito pre!'entali, tutti i mezzi preconizzati dall'arte per scongiu•·nt·ne l'aper·tura, mennrli a guarigione direllamenle, farne quella che dicesi la cw·a abortira. Ricordava che rari tentatht erano stali faLli, tal\olta con felice t'i8nltnto, fra cui quello del PrnoNm; questo :;peri menta i a prefer·enza, sia in omaggio al nome italiano, sia perché piùpt·atico, e sopratuuo poi perchè con r1uesto metodo in alcuni casi i risultati furono '\'eramente splendidi . Eccone la breve descrizione con quelle modifiche che l'esperienza mi mostrò più opportune. Appena s\·iloppatosi il bubbone con tutti i sintomi d'una llogosi acuta, npplico su di es~o un largo vescicantc, che si estenda qualcho cenlimelro all'infuori del perimetro della parte estuberante. questo lascio in sito per 24 ore,lìssandolo con una ra~r.ia, allìnchè non .;i ... po,Li. Sollevata la bolla, r. he per altro, a can.;a della tlogo~i ... ouostanle, non è mai molLo lurgida, nè mollo ampia, l'apro. e, asportala l'epidermide, spalmo sulla parte denudata la ;;pgucnte pomata: Tintura di jodo gr.6 - Jodo puro cenligr. 30-.Joùuro potassico !!~"· 1 2 \ asellina gr. :10. Copro ilmtto con nna huona flllnntitil di colone rdrofìlo, e vi p1·atieo una ra~ciatura a spiga moderatamente compressiva. L'infermo in ('omplelo riposo, alimentazione bland<l. qualche cli~ter·e sedativo ed emolliente. :-.e il caso lo richiede. 11 giorno dopo rinnovo la fasciatura, aumentando la quanti li! del co teme, e sostituendo alla pomata anzidetta ripetute pennellazioni con una soluz10ne a parli uguali di tintura di jodo e J!licer·ina: e co,;ì pure nei giorni con<>ecutivi, solo la concentrazione di questa soluzione si aumenta ad ogni rnedicat.ura. e c1m es~a pure la


DEL Bl'DBOXE VENEfiE0 1 ECC.

~ompres-:ione eseJ·citala dai la fasciatura. Yerso il .i-0 e :;o giorno

le pennellazioni ~on falle con ~empl i ce tintura di jodo fol'lior. e la fasciatul'a i.• anche più :-!retta. n·auoralemedicaturesi riunovano solo ogni t o 3 giorni e sempre allo stesso modo. Il l'mo~DJ, immediatamente dopo aspoi'Lata l'epidermide, passava alle pennellazioni d.i lintura di jodo puro e semplice: .()ra io non ho potuto tnsistere in tale pr·atica, ahl>astan~a brusca; imperocchè essa suoi cagionare dolori così >ivi da rendersi insopportabili ed obblil!are gl'infermj a sLrapparsi la medicalura. senza dire che in qualche f'aso l'eritema derivatone nella cute circostante fu accompagnato perfino da febbre, in modo da fa1· credere sul momento ad una forma resipelatosa. Ho trovato imece mollo opportuno completare il trattamento -con l'uso interno del jodur·o potassico in tenui dosi e con una buona fasciatura compres;:;a va: lo quule non deve essere affi clatn a mani inesperte. poichè mi sonconvintl), che una gran par·te del buon esito della cura dipende appunto da questa. ~è debbo i nOne tacere che in qualche caso, in cui i sintomi acuti erano sl.'omparsi ed era jnvece manifesta la presenza della marcia. ho cercato, con buon risultato, favorjre il riassor·bimento di questa. obbli~wodo l'infermo a fare un po' di moto per In sala durante il giorno. Con tale trauamento lro aYulo il piacere, durante due mesi. di 'eder guariti, r·elativamente in brere tempo, parecchi infermi souoposti alle mie cure ed a quelle del dott. PASQU,\LE LtG UORl. eh 'eh be la cortesia di continuare in casi simili la pratica da me raccomandatagli nell'abbandonare quel riparto. Ecco intanto i dati clinici eh~ ho potuto racc.ogliere durante quel breve periodo, seguiti da altri 7 rasi registrati dal mio successore. A questi potrei aggiungerne altri, comunicatimi in Pl'osieguo a voce dall'egr·egio dou. Pou, e molli altri capitatimi in circa 11. mesi d'imbarco. ma manco delle relative storie dioiche, e perciò preferisco non,tenerne conto in questo lavoro.


CO~ IRffil. TO .\LLt\ CU RA

Com par. a Grado

CPnlola Giu~ppe . Villura Antonio IIIJtnoti no Gio\'anni CaciCJa Antonio. . 1 Colill'lonio Pasquale . Ro~si Fraucesco . . \ Gentiluomo Lorenzo. l Pol\'erino Andrea . . Salibbo Frnnce!'co . Cavaliere Francesco.

l

:\1 ercur10 Angelo . . Barlolozzi Vincenzo.

delle ulet'ri

mag~io

Fuochista di 2• c1. l 10 2:! Marinaro di 3• cl f giugno (?) 15 FI!O~'Itisla di 2' cl. W l :\lari naro di 3• cL 16 mac:aio :!0 l giucrno 1Fuorhisla di ~ cl l Sotto C.cannoniere 'Torpediniere 2• cl 1 26 magqio ~ 30 Sollonor.cbìero 1 ~larinaro di 2• cl. 10 ~iugno 11 Cannoniere 2' cL \ ilO

l

~ :\tacchinisla

l

2· cL 25 giugno Solto C.cannoniere

l

j

Balestrieri Giovanni. ~1 orbwi Camillo Biso Santo

!F uochista di 2• cl. l 12 giugno 16 Carabiniere 19 luglio Operaio da 1' cl. 15 maggio

Caputo Salvatore . Bonaduci \lachele. Castello Gtuseppe.

:\iarinaro di a· cl. 23 giugno Fuochista di 1' cl. ~on vene fu Marmaro di 3• cl. -

l Basso Paulo. Il

. .

l

. !Marinaro di 2'

cl.l 12 agosto


l::slto c !lll.l dlla

Mtmi(.:>sta

r.J.

~"Uppuraz.,15giugno Guarigione 27 giugno da

Ern aiT•'IIO arochP. Lléuorr.t~ b.

id. :n id. hl. 111 lu!:!lio Slrumn:-o ~ hl. lù. l(( ;iuqno It.l. ~ id. Id. n luglio Ern alT..tlo nuelu.• ''" silìh•h•. Id. :!7 ziu~no Periodo irtiziale 15 it.l. Id. id. .f. luglio "'!e~ulivo Iuri>o il !O luzlru. Id. iJ. 2:?giu~no Gurtrtgtonc i lrtglio Manif•'Ria suppura:z. 8 lu!:!lio j Ici. Era aJT,•tto auch,, 17 id. tl.t IJI~uurr.. zia. Id. lrl. t28giugoo Id. 14 id. lncipi-:ulesuppur~tz. 30 id. lù. :W id. \.!1111 ~ti blllllwul •u- 11

hlfOD•I (toi t( l:t-

vnnzata ~uppuraz. 5 luglio l Negativo

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uppuraz. incipienla 2·) luglio Guarigiouo 8 ogo~lo l lò. id. 311 id. Id. tu id. 1 Id. id. 3Q id.

l

('untn del \':"to rorolaio su!Jpur-.... tJ\tl.

lttrJ•O il Hl co-1•1. e''n eh,.. si ou ..,~

Periooio iniziaiP. Id. hl.

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28

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J:lagosto Guari.crione 2'2 aqoslo l~ id. Id. :!0 id. ppuraz. avanzata 2:? itl. ~egativo

Id.

:\Il•• '>rO(• Tto uua

lncl~ il 30 :tzosto.

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L'mrernl" era Mfdto aneiJeda t.le-

norra::M.

Tn•:b•>il5'i.'ll\•mfort•.


I :J6

CO:-iTiliBUTO Al.l••\ CI:RA

Vi furono adun,JILC :Hl l !l casi 6 risultati negativi, il che cornsponde ad una media del 30 °/0 all'incirca d'in:;uccessi, c quelli con tisullalo fann·e, ole guarirono su per giti in l' giorni. Come :-.i vede, IJuo:;ll dati son giit per sè molto va nta!.!giosi, e tanlo piti se si t'ou,idem, che buona parte dei bubboni da me curaLi altr'a\ ers<nano già una fase :<uppurali va, in alcuni anche avanr.ata, che una parte di essi avevano pre· cedentemente sul•iti altri truttamenti curativi, :<enzo lener poi conto di quelli con trualità :-lrwno:;e, che p1u· sappiamo !Juanto mai siano tardi a risolversi. È lcdto però fare ancora qualche allra considerazione. Come lo stesso dotL. Pou chbe occasione di rilevare, noi avemmo a Iodarci di questo trallamenlo anche in quei rasi in CUi era venutO a mancare Jo SCOpO pr-ecipUO di CS;:,O. la t:O ll1pJeta risoluzione del bubbone;- imperocchè col taglio in t<tli casi si mise allo scoperto una superficie riccamente granulante sopraslanle a tessuti, che, cerlo per l'azione del i odo, erano divenuti ipertrofici. dimodochè la cicatrizzazione non ~i fece a lungo aspellare. c avvenne senza complicar.ioni di sorta. ~on credo poi nemmanco dovere tfUi accennare alla tfUi:.tione relatha al modo onde po~sa attuarsi il ria:'sorbimento del ptts, formato ch'osso si sia, e se mai ritennto nell'o?·ganismo. possa in alcun modo rius~:it·e a queslo nocivo, imperorchè è nolo quanlo ~ia facile la degenerazione grassa dei corpuscoli purulenti, e come un liquido emulsionale) si Lro"i nelle più fa,orevoli condizioni pel riassorbimen1o, e che infine tale riassorbimento non possa in alcnn modo nuocere all'organismo, quando il liquido riassorbito non abbia in sè delle qualità settiche. Dal fi n qui dello illecito fare qualche bte\e considerazione


DJ>L BUBBOè\11:. ~·t::NERk:O, ECC.

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anche ,;ufla patog-enc,;i del l>uhhone, che molto ,·iene ad essere rischiarata dalla l!nra. Considerando rh e' i ~ono alcuni casi di bubboni. in cui riesce \ano qtwlsiasi trattamento risolutivo, e pei quali. se non :0-i 'oglia abbandonarli all'apertura spontanea, il taglio di,·iene una nece5sitil. laddo'e allri parecchi risoh·ono facilmente, ne sorge J'impos,ibilitàdi raggn'l:ipadi Lulti solto una sola forma. Oa que,to lato io non su proprio dectdermi ad abbandonare la clas~ilìca datane dal IùLOl\D (l), il quale ammette una forma di bubbone st'IIIJilia (fu/1•11 il~>simpntica) piu frequente. ed una altra 1tlcerosa (adenite smtomalita) relativamente rara; e rtLengo che quei easi i quali col metodo dianzi descritto guarirono, sieno da riferit·si appunto alla prima forma, laddore quelli t•he, senz'essere stnli precedentemente trattati con altt·i metodi curativi, mi obbligarono all'incisione, sieno da •·itenersi ulcet·osi. ~on •:o:sì esclusivista eome lo SrRAUSS ('.2) pure debbo con lui ritenere che molti bubboni. ll'O'-'ali all'inci;;ionenon virulenti, lo diven~ono in seguilo pet· l'innesto che vi si fa det prodotti dell'ulcera contagiosa o di alll'i bubboni virulenti mediante gli ,lnnnenti e gli o~getti da medicatora. Or quando !>Ì pensa come ciò ... ia facile ad accadere in un ospedale, do' e lo ste:.,o indi\•iduo ò obbligato a passare :;uccessivamente alla medicatum di tant'infPrmi, di tante ulcere e di tanti hubhoni. spe$SO con le :;te,;~e pinzellc, con gli ::.tessi bistorì ecc .. che per quanto lavati non -,a!'anno mai abbasLanza disinfetti, ,-i il i llu:1•nu Tnulr tl•· l'111orulataon, 1M3.

l-:!1 Lo ST!t.\t:s, nella :.ua comunlcazinnr ratta all:~ Societi de l)ioloqie 1! t! no\ctnbr" 188.~ ~ostenne non rssct·vi che uua sola ~pecie di bubhonu du ulcera molle, H hubbone ~emr•licP, il qu::!l~ puo clivPnire 'irulento solo dopo l'aper-

turn, l•~r inocular.iono seron!laria mediante la camicia, te fasce, empiastri N ~imilirt.


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CO:'<TIIIllUTO .\J.LA CUR:!

troverà sempre maggior rariiooe per (;et·care con tutti i mezzi di sopet·are il prricolo dell'incisione. I n opposizione allo SrRAUSS vi fu un'opinione espressa dal l'A uBEHT ed abbracciala in seguito dal FEnllARl come la più accellabile. Hiliene l'AuBERT (1) che il bubbone sia p•·imitiramente. eù il FERRArli (z) necessariamente ulce1·oso peltrasporLo appunto attraverso le vie linfaticb.e di qu~~li schizomiceti, che. ~coverti la p1·ima \olla dall'OBR.\ZOW nell'ulcera conta~iosa (3). furono poi dal LEISTJKOW (.~),dal )lonrso'i (')) ed uiLimalllcnte dal FEunAJU (6) meglio detenni nati. Ciò posto, l' AUBERT afferma, appoggiando·d a falli, che qni non è il luogo di discutere, che il calore locnle atLenua e paralizza l'azione di questi bacilli ulcerognti, i -ruali •·itornerebberu auivi solo dopo un certo tempo dall'inci~ione, qnando cioè la temperatura locale si è abbassata. ~on posso, almeno pe1· om. pr·odurre alcuna prova diretta in contrario, ma due considerazioni bastano da sole per fare e:;cludere del tullo cotesta opinione. La prima ehe in quelle inoculazioni del contenuto di bubboni, fatte dall' AuBERT e riuscite inefficaci, se veramente il pus conservava in sè i germi dell'ulcera allo stato letm·gico, il tempo necessario per l'inocul,lzione e l'es&el'e quel pus depo.;itato sopra una supel'ficie di temperatura certo infe1·iore a quella del bubbone erano tali cause di •·affreddamento da hastare per sè a ridestare le allÌ\1 ità patogene di quei har ili i, paralizzate per poco dal calore, il che in quei casi non avvenne. La. seconda considerazione a far;:,i scaturisce direttamente (l) .dnn. clt der mal et syphil.. 1883. 1~) FERRARI. La palol.ogi« detl'aclP>iile v.IC!'row, l lono:ualla, vlu~o t885.

3 Pdtr~b. mtd. Woclu:nschr, i SSI. 1.\l Charilt; .inr1.. U>82. 5) Jlaryland mtd. Journ. 1883. (G) Loc. c1t.


DEl, BUl!BO\E \ E:\EUEO, ECC.

l 39

dai risultati curativi da me in principio esposti. Difatto non sarebbe stato pos:;ibile ollenere una guarigione incruenta di l.IUbhoni, che conserravono in sè i germi delrnlcera, paralizzati solo dall'alla temperatura locale; imperocchè cessato appena il pet·iodo acuto deJradcnite o anche in seguito, per l'anenuto al.lhassamentodella temperatura locale. la loro alliYità auebbe do' uto ride5tarsi, determinando l'ulcerazione della parle. Ora io posso perfino aiTermare che in parecchi casi guariti col metodo da me indicato, in cui bo avuto agio di seguire 1;on Yi~itE' settimanali gl'infermi per 'i a 9 me;;i dopo la guari gione, percltt:- occorsi mi durante l'ultimo imùarco sol Cawur. non mi é stato dato mai di ossenare una ricomparso di adenite, e, quel ch'è più, con tendenza all'ulcerazione, nello ste:.:>o sito o altrove. Epperò ne segue che questi bacilli ulcerogeni devono nece!'sarianl'enle mancare nella maggior parte clei bubboni: in quelli che col H1 C01l.D io continuo a ritenere come adeniti Nemplici o simpatiche. Poichè del resto nel fare questa breve esposizione ho avuto sopr·attuto di mi1·a lo scopo cmati,·o, cosi 1t11lascio qualsiasialtra quistione possa riOellere la patogenesi del huùuone venereo senz'avere alcun'attinenze con la cura, e nutro fiducia che il trattamento da me descrillo, sperimentato su più vasta scala, non tardi a dare ai colleghi gli stessi buoni ri~ultati da me ottenuti in 18 mesi di continue o:>seiTazioni. Son lieto intanto potere fin d'adesso annunziare. che esso, sperimentato da poco nel R. sifilicomio di Xapoli dallo stesso dott. LtGCORJ, ha risposto brillantemente in 4 casi~ senz'alcun insuccesso. :';apoli, dicembre 18813.


HO

IL TABACCO STUDIO SPEROONL\LE DEL DOTT. B. GIGLURELLI CAPI'I' ASO !ti EDICO

III.

Come accaùe generalmentè di tuLle le cose umane, il labacco ubbe i suoi adoratori fanatici ed i suoi fanatici persecutori, anche nel campo della scienza, fio dai primOI'dii della sua comparsa nella vecchia Europa: ed oggi, in farmaco logia, esso ha appena un poslicino appartato, laddove un di fu considerato panacea antartica. Dal Nicot, all'ultimo gregario delle sepolte dottrine,- eia· scuno porse l'elenco dei prodigi sa1utari ollenuti cou quella panacea: e fino alla mel.il del secol nostro seguitò il tabacco a ritenersi giovevole nelle incontinenza dell'orina, nelle pa· ralisi delle estremita infeeiori (Fischer) - nella pulmonile (Page) - nel tetano (Thomas, Anderson}, usato per clisteri - nella emollisi {Bauer, Sz.erlecki, Schubarth). - Né soltanto i clisteri di fumo di t.sbacco i quali applicavansi anco con un softietlo simile a quello da camino, il cui becchetto metallico rivesLivasi di cuoio - pralicavansi por le asfissie da annegamento, ma eziandio per le coliche salurnine, per il volvolo, per la limpamle, e perfino per la ritenzion d'urina, per lo spasmo urelrale e per la dissenteria. J clisteri, oltre che col fumo, si fecero pur con la deco-


Il, f.\BACCO

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zione ùi tabacco in fJUI"i medesimi casi, specie poi aJlor•JuaiHlo si trallava di vermi intestinali, che si uccidevano - n11n senza pregiudizio dell'organismo in cui eransi annidali. Alla caterva degli apologisti si oppose una caterva di nemici del tabacco, i quali, per distruggerlo, tirarono fuori le più ~lrampalnte calunnie del mondo: ricorderr. ad esempio il Borry, il I]Uale, srrivenrlo al Barlolino di una autopsia praticata sul cadavere di un vecchio stabaccatore, asserl che il cervello n'era ridotto a un picciolissimo ammasso nero sotto le meningi. e per nou uscir d'Italia noi stessi uG.immo da un nostro celebre prores~ore che il cranio dei fumatori annerisce. Fra tanto bene e tanto male che se ne disse, procureremo attenerci alla via di me?Zo, se ci parra convenienza, dopo la esatla esposizione del pro e contro. È certo che si fuma c.Ia tempo immemorabile, giacchè su un cilinùro assiro ritrovato a Mussul si ha la effigie di un fumatore: fumavano i Babilonesi, gl'Indiani e i popoli più antichi e selvaggi della ter1'a. - Onde sembra realmente che il tabacco risponda ad un bisogno organico; ed il Levy, il 'Juale non fuma, ci dice ch'esso deo'essere appre.rzato, non 9ià coi soli dati della chimica e rlella fisiologia, ma d11l !•unto eli oista delle rea.:wni morali che hanno una sì gran.

parte nella igiene umana. Promovendo un ·abbondanza di saliva e di succo gastrico (l), Ul'alo con par:;irnonia. favorisco tl moto peristaltico dello in-

tesli'ìo e quin.li facilita la d1gestione: eccitando i nervi ~an­ glionarì dello intestino medesimo agevola le evacuazioni del l>O>erchìo del C()l'po: con la pipa in bocca l'operaio alluti~ce le esigenze dello stomaco e lavora con maggiore alacrità : ci è nolo come i ~oldati ~O!' tengano allegramente i fastidi del fl· • LA Beerezioni •lt·l c:nmlt• loh!~riuale •on

legate lro loro per ra(Jporti

Cosi str~lti <lt <imJJnth rho han fallo tlire che esse sr •·h.i:tm:tno. L'eccitazione

•le li~ serr.·ziona s:tli>a'ttl tlet<-rmina un'atti vita r•iù grande della secrezione ga-

strir;,, - Lll <tornaco <l'un cane •ligi uno ~ serco, ma t•ccitamlone la secrezione sa1tvar11 cou l<~b:occo od :ollro, si <!c'termina r~pp:lrilione tl'una certa '1\l:totita

•li >nrcn gastricu •. (Oernnr•l).


H?

IL T.\8.\CCO

campo, se loro non difella tabacco, che un tempo si concedeva insieme alla ra:ione del vitto; e come si lascino abbattere se esso venga meno, la qual cosa ci viene attestata dalle milizie del colonnello Se) bourf':, del generale La valle e di altri capitani. - Il Wìlli;. lo raccomanda nelle armate, sia per supplire al manco dei vivel'i, sia per preset·valivo di malanni: e lo Chambert afferma che il stl vaggio soffre con maggiore ~:~nimo la fame, la sete, le vicissitudini atmosferiche se ha tabacco P che lo schiavo sopporta con maggior r<Jssegn1.1zione la serviti! e la miseria. - Guglielmo Pisone, viaggiando per i deserti as~opiva stanchezza e fame col ma· sticar tabacco· all'as-:~dio dj :\fédéal, la guami!!ione franceM bloccata dagli Arabi, senza notizie d'Algeri da cinque mesi, era l'ldotta a vivt>r tl'el'be e radici e il gener·ale salvò più di un soldato da alli di disperazione, lasciando sigaPi allorchè visitava la piazza.- Il Louvis, durante la conquista d'Olanda, mise la maggior cura nelrapprovvigionamenlo del tabacco. - Si fuma dovunque: nelle zone torride e nelle glaciali; fra i popoli civili e fra i selvaggi; dai ricchi e dai povet'i; dai principi e dagli schiavi; dai dotti e da a:l'1~noranti; dai probi e dai reprobi; dai :xi o vani e dai >eccbi; dai credenti e dagli atei, in tutte le religioni del globo - e fra poco vedremo uscir per le vie colla !=tpagnoleLla in bocca anche le donne, da che ho letlo in uo giornale t'ichiedere il perché del divieto pet· esse. Forse non v'é narcotico cosi prepotente come il tabacco: sulle prime nauseabondo, divien presto una necessità. - In un altro giornale leggevo, poco tempo addietro, che un tale era mot to a 109 anni, quantunque avesse cominc:ato a fumare 01 16: e ne deduceva l'articolista non esser vero che il tabacco nuoce alla salute. - Un fiore non fa primavera, suoi dirsi: e come vi hanno ubbriaconi che giungono alla piit tarda età, cosi vi l1anno fumatori che invecchiano e muoiono fumando. La maggior parte degli uomini, incominciato l'uso, perse· ,·erano con cresce n te passione; altri in vece - alle prime boccate - son presi da vertigine, e ostinandosi, soffrono sempre egualmente ·- come chi non può sopportare un


11. TABACCO

viaggio sull'oceano - finch·~ si determinano a smellere affallo: altr•i infine, pure abituatisi, debbono - in date occasioni - ~ospendcr l'uso del fumo, per riprenderlo dopo una più o men lunga astenziont~, o per non riprenderlo più ma1. - 11 IDIO eg:re~io arnie<•, dollorè Sforza, ne fu avvelenato per modo la prima volta, che non pensò mai più di ritentarne la p1•ova: io, che ero fra quP.i fumatori arrabbiati di cui parla Il Mftntegazza. pe1· un anno intiero non solo non potei più mettere in bocca uno zigaro o la cannuccia di una pipa, ma peusando solo a fumare si eccitava in me tale abbondante !'lecrezione di saliva da provarne fastidio. Del resto mi !':entivo benissimo : e l'avversione non poteva spiegar$ì che con la parola satara::ione: ora incomincio di nuovo a fumare sigari dolci- giacché la brutta passione mr attrae - ma pt'evedo che dovrò desistere per sempre, poichè pro,•o lievi rlisturbi elle reputo fol'ieri di un ordine assoluto c senz'appello. V'ha pel'fìno chi non n capace di sopporlal'e neppur l'odore del tabacco fumalo da allri, ontl'è che vi sono camere di lellura, vagoni, c via dicendo, apposta per chi non fuma. -Gli organismi umani son tele ordite in tante maniere diV€l'se, quauti essi sono; e ciascuna tela ha trame disposte in un modo suo proprio, cosi che si allontana ognuna, ot' p1ù or meno manifestamente, ancùe da !Juella .ond'é tagliata: il padre rassomigliera ul figlio, ma le cellule del figlio non hanno la identica forma e la identica posizione di quelle ciel padre: da ciò si capisce quanto un indiYiduo differisca da un altro - e come non possa trarsi buon argomento al vizio sol con::;irlerando che il vizio stes~o non portò effetti perniciosi in altro indhiduo pre!i<o ad esempio. ~ra, qual più qual meno, « tutti gli animali sono presi dall'azione della nicotina: noi, dice il Bernat'd, l'abbiamo esperimentata sui mammiferi, sugli uccelli, sui rettili, semprP con lo stesso resultalo c sempre con un quadro sinlr;malico analC~go. .. Per qualunque via si amministri la niC<'lioa, nel canale intestinale, solto la pelle, in una escoriazioM, sulla congiuntiva, l'animale é fulminato. • Dall'osperienze dell'Orfila risulta ch'essa è potentissimo


IH

Il. T.JIBACCO

veleno, !:;ia introdotto nel canale digestivo, sia nelle 'ene o nel lessulo cellulare sotto<-utaneo, o sulla congiuntiva; che a debolissime dosi determini:\ subito uno special disturbo respiratorio, un'agitazione violenta e convulsiva df'l diaframma e fenomeni convul!'.ivi e tetanici, vomiti. evacuazioni alvine ecc.; che a dosi più forti (8 o iO gocce) introdotta nello s tomaco dà origine, indi a qualche secondo, a vertigini che importano la raduta dell'animale, con opistotono sus<:;eguito da morte, la quale sopravviene in due minuti sen?.a vomito o perdita di feci: che infine essa agisce sul sistema nervo~o. Aggiungerò qui alcuni esempi pratici della maniera insidiosa di penetrare del veleno nicolico nell'organismo, per una via che non è quella polmonare o dello stomaco : intendo per l'assorbimento cutaneo. Ho più ~opra riferito l'esperienza della .rana attossicala con Io spalmarn(' la superficie del dorso e intorno a ciò piacemi ora riportare le osservazioni !'.UII'uomo, fallf' ùall' 0 ' Neill, ùal Namias, dal Colelli ch'ebbe a provar ne gli efielli su sé ste~so, dal Tosini, daJ Gallavardin e da molli altri. Certo Samonati, mio concittadino, per urcidere i parassiti della lesta ad un suo figliolo mise in infuc;ione pezzi di si !!Rro e ne bagnò poi il capo del fanciullo- il quale in breve tempo provò vertigini, conati al vomito, divenne pallidissimo e ru obbligato coricarsi. Uno squadrone di usseri, a quanto asseriva l' llildebrand fin dal 1801, avean nascosto nel petto fra pelle e camicia, per evitnre il dazio. una cerla quantihi di toaliP di tabacco; e lungo la via furono trava!."!ltati quasi tutti da nau!>ee. vomiti, vertigini. cefalee - conwcllè ::trantli fumatori essi fos sero. - Un fallo analogo u tfnesto tr•>VO registrato dol Chierici in un contr·abandiere proveniente da Genova; un aiLro dal dottor Ze.rlotlo; un leJ'ZO daii'Angric;ano; un f{Uarlo dal Tosini - e lutti ebbero a morire per la colpa d'essersi rivestita la cute di foglie di tabacco. - Il P olk cita il <:>a!':o di un conta<lino robusto, di 3ì nnni, cui per c:;sere slalP applicate sulla cute fo~lie c;ecche di tabacco spalmate di mil'le affine di liberorlo da un r1•umati~mo cronico ond'era trava-


li. TABACCO

gliato, ~j c:volsero nau!'CI', vomiti, cefalea con tremori e vertiaini, pobo piccolo e celere, rossoru nel volto. - Scherzando ~ul cont•·abbando con alcuni suoi amici in quel ùi Campese, il JotL Coletti raccolse una foglia di tabacco e la nascose :-:ollo al cappello che calcò sulla testa: fu preso indi a poro da nau!'ee, c:udor freddo, abbarbagliamento nella vista e deliquio. - Ma non é a dimenticare cbe il Monardes fino ,Jal 1582 narrava il caso di una fanciulla, cui per la cura eh oolatiche o 'JlUUlt li{lna che aoeca sulla testa, furono fatte gagliarde [regaqioni con foglie di tabacco, provocando in es~a per tutto un giorno grave malessere ed uno stato come li pprc:ona attonita. 'ualrepoca di Luigi XIV in poi, cioé dal tempo in cui si eominciò a fuma•· fino a tutt'oggi, si ha una serie dì esperienze, le t.ruali dimostrano che se per la gran maggioranza della unanimitù, il siga1·o o la pipa par che rappresentino un bisogno naturale, ad un determinato numero di uomini riesce impo~sibilo l'abitual'si al fumo, anche volendo fermamente, o riesco intollerabile dopo un periodo di anni. ::ii sa che Napoleone I, per esempio annasav:.l tabacco a somiglionza di Federico II d i Prussia, che aveva una sacoccia di pelle appunto per risparmial' la noia di aprire la tabacchiera; ma non potè mai fumare, e Constant, suo cameriere, narra che dovendo un di per politica fumare in una magnifica pipa, recatagli in dono dall'ambasciatore persiano. vi si sforzò a lun~o ::se11za venire a capo di nnUa, poichè non aspirava e il tabacco non ardeva. " Constanl, accendimi questa pipa • scrive egli nelle lv!t? mo,.ie del Bonaparte. • Obberlii e ~lieta restituii in ordine: ma appena n"ebbe • e~li aspirato un soflìo, il fumo, che non seppe scacciar di • bocca, aggiraudosi alloruo al palato, gli penetrò nella gola • " riuscì dalle narici e daylé occhi(!): quando potè riprender " lìato- to~lietemi c1ò davanti, gridò egli - quale iniezione! • Oh! che sudiciPria: il cuore mi si solleva. - Si senti infatti " inromoduto per un'ora a lmeno e rinunciò per sempre a • nn piacere la cui aln:twline- diceva egli - non e1'a buona • e/te rt .~cacciai' la noia rlauli oziosi ». 10


HG

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Il. TABACCO

l suoi generali però fumavano accanitamente. Vi ha persone le quali tengono in bocca il sigaro lutto il di e non lo lasciano che per mangiare e si addormono pur con la pipa fra i denti, senza che provino mai un mal di capo. - II Tessier sfidò i più celebri fumatori di Germania e di Ungheria, come scommisero i due fratelli Silesiaui, che però pa g-arono sì cat·amenla la morbosa passione. Negli A nnali universali è rip01•tato il caso di • un gio" vane di 26 anni, robu!-to, il quale non era stato malato u mai e ch'erasi dato a fumare un mazzelto di sigari forli c (Bous) al giorno, ed altri sigari ancora. Glie ne seguiva u malessere, dolori in tutto il corpo, vertigini, ambascia, op• pressione, tremore. - Passo la notte senza dormire; vo• mitò '·arie volte, e la mattina a rnala pena reg~eva~i. • Allora si violenta vertigine lo colse da quasi stramazzar" c Chiamalo il medico lo lr•ovava (essendo stato poi anzi sor" preso da deliquio), senza fot·ze,pallido, sparuto, boccheggiants ., con occhi semichiusi: fredda e bagnala di rigido sudore la " ft•onte; tardo e difficile il respiro (12 volte al minuto); lento • il polso (UO battute), irregolare, inlermiltenle; molle e pie. • colo: nè vedevasi, nè senlivasi urlo cardiaco. Le pupille c poco sensibili, ristrette; lingua c.on patina bianca, asdulta, • tremula: niun segno di par·alisi; temperatura 36,8• cenli• gradi; chiuso il ventre; orina scarsa senza albumina ù con • lieve sedimento di urati. Messo a letto il paziente, git~cchè • per le vertigini non poteva neppure stare iu piedi, ven· c nergli posti fomenti freddi alla te.::.la e dato pet· bocca alter• nativamenle del the col rhum e Cdffè; inoltr~ due dosi di << 50 centigrammi di chinina e lungo la giornata 10 cenli« gr-ammi di muriato di morfina e piccole dosi di clot·alio. " Nella notte non ebbe sonno, ma vertigini che ripeleronsi • la mattina, con tale senso di costrizione e d'ambascia da " simulare l'anyina pectoris. Soltanto il :r giorno, a poco a • poco, cedette l'ansia prccordiale, e cessarono il dolor di • rapo e l'agripnia; aperto il secesso, schiarita l'orina. Nonc dimeno il mrglioramenlo procedeva assai adagio: nella se• conda settimana continuavano ancora, sebben lievi, le vere tigini, gli accessi di soffocazione; e soltanto nella terza


147 .. potè il paziente t•iprendere il lavoro. per ristabilirsi poi c ùel lutto a Foggemburll:, luogo di cura col latte •· Per citar·e- nomi di persone r·au:g-uardevoli a tulli note r-:eorderò il Lope che l:!Offriva di palpitazione al solo sentire anna-.ar tabacco: il ùoltor Cardarelli non può buttar poche boecate di fumo sen.:a e.~ser preso da cardiopalmo conjorma di rmgina pect(Jris: il pro!'. Cantani (ricordo d'aYerlo udito in clinica) fu costretto a c;metter l'uso del tabacco, poiché erasi accorto Jo var·i t'enomeni che in lui succedeva r av\·elenamento nicotinico. - Anzi, risovvenendomi di crò, :::ono andalo a riaprire guiJ'argomento la sua stupenda opera di materia medica e vi ho !ello: ... l'amore del tabacco, è una passione che accieca e fa perder l'accuratezza del giudizio... e come ogni godimento innaturale, indebolisce gl'istinti e le doti naturalr dell'uomo. Non c'è profumo di fiori, non c'è sapor~ di frulla, che ver.ga preferito all'ebbrezza del tabacco non c'é ragionamento convincente e logico, non c'è argomento po~itivo di scienza, non c'è frullo d'esperienza pagato co' proprii dolori e colle proprie disillusioni, che convinca un tabaccone o fumatore di profes!lione e lo decida ad abbandonare il culto della • divina fo~?"lìa ». Essendo grande il numero dei labaccooi e dei fumatori anche fra i medici, si comprende bene, che i medici stessi non sogliano dare molla importanza all'abuso del tabacco come causa mor·bific~, anzi non glt si oppongono, o prrfino - e con quanta meschinità d'effdti l -lo raccomandano in certe malattie, come nell'a:o,ma, nelle nevralgie facciali, nella carie dei denti, ecc... Allri medici, che non fumano nè tabaccano, essi medesimi, d' allt•o canto e:::agerano mdubbiamenle le conseguenze nocive del tabacco e coll'esager azione non si giova certamente ne alla verità, né allo scopo umanitario. - Non si può negare che molli tollerano il fumare ed il tabaccare eccellenterneut~> e che il tabacco, in confronto di lulli gli altri narcotici con cui l'uomo si vuole inebriare, è il meno nocivo, come non si può negare che a moltissimi nuoce, senza che r egolarmente venga incolpato il tabacco dei danni elle produce, e senza che si pensi lontanamente alla possibilità che 'Iuesto sia la causa del male ... Io elle sono stato dapprima Il TADACCO


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Il. T.\lJACt~O

lohaccatore e poi fumatore e sono stato appassionalo ubba;.tan:r.a deltabaceo, mn rho lasciato pet• aver capito per tempo che mi faceva male, non posso in propo!>ito essere sospello Th.l ùi tnppo amore, t1f! di eccessivo odio del tabacco, ed ho scr·illo quanto in proposito la coscienza e la osservazione rni dettarono •. Gli egregi maggiori medicr Panara e Chraiso mi nsrrarono le !'tOiferenze a cui andavano incontro per l'effetto del tabacco, massime da part.e del cuore: il primo a,·eva inlermittenze tli pobo, che diminuirono e por scomparvero collo scemar òella dO!'te quotidiana di tabacco, e col cangiarne la qualila; il ~eC'.ondo provava tal cardiopalmo nel salir le scale che era costretto di so!Stare ed alla notte ·Yeniva spes"o assalito da accessi d1spnoici cos1 rorti che bisognava si levasse a seder sul letto e viveva in pensiero: ora siffalli disturbi sono ~comparsi affatto, poiché auch'e,:rli ha ridotto d'a~ai la quan · tila del labncco. - Il dotto r Chiaiso mi raccontava ioollr e cho il Bezz1, già medico militar e e adesso professor e nello Univ~>rr>ila eli Modena, non poteva uscir più solo di caso. per io ,-crtigini c lu tendenza di portarsi da un lato m conseguenza dell'abu~o dei !ligori virginia: anch'eglisi guariappeita ~messo il fumo. Vi l'Ono ulcuni econcerti organici o talune ~peciali condizioni che pos~ono transitoriamente provocar la nausea o l'e.n·ersione al tabacco: fra quelli c queste sono da annoverare ì catarri f!asll'ici, astr·a1.ion faLLa da tulle le malattie febbrili; il sovercbio e~ercizio del corpo, od uu prolungato lavorio cerebrale, o un patP.ma dell'animo, od un cattivo ambiente e eh~ so io; mu n hiffatte cagioni non s'ha da atlribuiL'e in genct•e la t•i· pu!!nanza che sr contrae al sig-aro dopo un lungo U'!O: sibbene a quell'n~ione eurnulacica ch" obbli:.ra a sospentlere di uu tratto l'aLitudine vizim~a: noi gittiamo giorno per· giorno, oru per ora sul piallo della bilancia un atomo di roba t~ il piallO si riempie - son1.a che neppur si pensi che a furia d'atomi s'ahl>ia n riem pire; la bilancia trabocca, e allora ci avveJiamo rlel grande accumulo. - Si giunge alla inlolle· ran;a per lo nrcotina, come per tante altre soslanze: e queslo momento nc:lln vita del fumatore è più comune che non !'i


IL TABACCO

cre•la, quantunrrue dalla maggioranza non vi si ponga mente - allribueu lo u un mondo di ragioni ciò che spiace e che non -.j ~a attril.uire alln pipa. Come si giunge alla ìntolleran:a con l'abuso, co;,ì si giunge con l'uso ripetuto a contrarre quelrabilo speciale, per cui è nece!'sario aumentar la dose se vuolsi giungere al ''ene· rlcìo. Il Trauhe, per esempio, ad ottener lo stesso effetto sul cuor~, dopo ave1·e inoculato - la prima volla - un cenli-quattrP.8imo di j;tOccia, la seconda volla dovene adoperarne una goccia o quindi cinque. - lo <>les~o me ne sono persuaso sperimentalmcnlo. Talvolta si è poi veduto un lalo - che- smesso di botto il vizio del tabacco, s1a per bocca, sia per naso. 8 ~tato as· salito da qual<·he di!';turbo funzionale, nella stessa maniera che noi osserv1amo 1 sintomi dell'avvelenamento in un ca"allo, tosto si privi dcll'arsenicÒ cu1 era stato soUomesso a scopo di guadagno. Un mio zio h•ale cappuccino mi narrò di soffrire assai se sospendevA anche per poco l'uso di fìulat• tabacco ed esser· sent:> avvisto una matlma, nel confessionale, d()ve arasi di· mcnllcato di portar la tabacchiera: egli non udia piu la voce de' :;uot penitenti e provava vertigini, abbarbagliamenti nella 'Ì!'lla. Questi fenomeni r·1peleron<>i ogni volta che per difetto di tabacco non pol~ st.abaccsre ~econdo il costume ordinario. - E infatti alcuno so~llene che i calarri della tromba eustachiana e della membrana timpanica siano talor modijlcali f!On cantaggio dal fumo del tabaceo. - tJn allro fallo citò il Ro~cati in allro frale, cui ad ogni Lentativo di &!';linenza (poiché voleva ~:>metter J'u!';o) arr•ossavasi il naso nellobulo e nel!•> pinne. Il Trou~~eau ed il Pidoux dicono che talune pe~one ban voce na~ale tostoclu~ tralascin di slabaccare. dstrazion futll\ •lal respiro, il veicolo per cui il principio, od i principii a(livi del tabacco, passano nel eangue umano ~ la !"&liva, come ognun sa· abbencbo> in essa l'alcalorde sia i~ asc:~u tenui proporzioni, pure per il fallo che di continuo Vtene emesso it liquido salivale o mandato nello stomaco, l'oq;;:arùsmo "'e ne avvelt'na egualmente che a dosi fot•Li. Nò ~i può pen~are che ~putandolo abbia a p1•ovveder!>i van·


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taggiosamenle; giacche lo spreco della saliva imp01•ta danni d'allt'O genere, ma non meno dolorosi. - Così fumando e cacciandola nello stomaco, mista al succo del tabacco. noi pro\'ochiamo un av,·elenamento che, secondo il tempo onde si polesa col compies!! o varjo de' suoi fenomeni, distinguiam() in acuto e cronico. L'avvelenamento acuto, quasll tutli coloro che abiluansi a fumare l'hanno provato: dopo un pezzo di sigaro o poca quantità di tabacco aspirata dalla pipa, s i comincia a sentire un malessere indefinibile che dallo stomaco sale al cervello; una nausea, un'ambasia che non ba parole; il cuore balle forte forte: la pelle impallidi:;ce; la bocca ha senso di amarezza: la vertigine opprime la persona; la testa è pPsante e dolente; le pupille conlraggonsi; le gambe si piegano, la vista si ollusca; un sudor freddo, viscido si mostra alla fronte, sul collo, sul pello - spesso si unisce il vomito, proprio come se si trattasse di un mal di mare (per chi ha sofferto l'uno e l'altro troverà 11 paragone giustissiroo) - ed il vomito é di soslonze amarissime di fiele - e poi gradatamente, gradatamente la turba dei fenomeni angosciosi si dilegua e dopo un sonno ristoratore, ritorna la salute ru prir.na (se pur la dose non fu mortale). l medici di Breslavia narr~:~no di quei due fratelli silesiani, antecedentemente ricordati che, per stolta scornmes!:'a, morirono let.argici dopo aver fumato l'uno diciassette, l'allro diciotto pipe cariche di tabacco. - Marsall Hall pubblicò il caso di un giovane, morto per averne fumale due solamente. - Nè gli elfelli del tabacco fiutato possono esseJ' meno fa· tali: il Gendrin riferisce il caso di un fanciullo di l) anni, cui alcuni ubbriachi avean per forza fatto annasare in brevissimo tempo quasi mezz'oncia di tabacco iu polvere; il poverello restò per ventiquattt•o ore in forse della vita in uno stato di terribile como. ,, Io conosco molle femmine, dice il Tissot, le quali per una presa di tabacco a digiuno caddero in aecessi isterici. • l i Cullen racconta di una donna, la quale abituata a slabaccare lutto il giorno da oltr·e quattro lustri, ebbe ad accorgersi della diminuzione dell'appetito se•flulava tabacco avanti il pranzo; e giun-.e al punto che una presa


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soltanto bastavo. a loglhwle la volontà di mangia re, mentre - astenendosene - godeva del suo appetito normale. Dopo ti pranzo polevn ~rnodare nel vizio senz'alcuo altro inconveniente. Il ~ignor Eu$!enio Salvati, mio esimio ami<!o, mi raccontò che mentre era fanciullo, sollazzandosi un gior no con la la- • bacchiera d'una vecchia donna, aia oell11 !'Ua casa, per malaventura ne rovesciò sulla facf'ia la fine polvere e !'er lutto il dì rimase in uno ~lato cosi desolante che la famiglia temè di perderlo. - Egli attribuisce a c1uel fallo l'avversione che provò sempre al tabacco, sia ùa naso, sia da fumo. 11 contf! GIU~eppe Fiumi mi narrò che per iscllerlo fece annasare ad una fanciulletta una piccioJissima quanlilà di tabacco e che ebbe a spaventarsi molto per l'effetto seguiIone; giacchè la fancwlla impallidì, fu presa da nausee, da vertigini e poi. lentamente, ritornò al primiero sLalo. n Marchand os~ervò un caso di avvelenamento acuto per e~sersi deglutito un nocciolo di succo di tabacco eoaoulato

entro tma pipa ostruita. " Il De Ileyde compiangevfl amar'amenle un erudito medico che nel fiore della età si uccise pe1' uno sll'avizio nel fumar·e "· L"Oppolzer narra il caso d'un avvelenamento acutissimo per un sigaro tenuto a mac~rare in bocca: il malato, riavuto"-i clopo la cura con alle dosi di morfina, ipodermicarnente, dis!'e d'essersi addor mentato nelle dolcezze del bia<>ciare quel sigaro. ~ a quello clte porta insidiosamente uno sterminato numero di malanni é l'avvelenamento cronico: e dico insidio"amente, perchè non solo i prMani dell'arte salutare, ma and11:: molli medici non ~i accorgono della causa produttrice dì •(uesto e quel danno. Il Sichel, per citare un nomP, asserisce che pochi fuma t~ri possono consumare oltre ù venti grammi di taba cco per $!"!Orno, senza che la loro facoltil visiva non ne soffra. - M:a P:Ima. che gli occhi, e peggio degli occhi, ne soffrono a Itri Vtscer 1 essenziali alla. vHa; poiché, pur non volendo stabilire in modo assoluto la quantità di principii venefici, è fuor di


11 TABACCO o~tn i dubbio ~he abu;;a chiunque ollrepa!Ssa la do~c òi w:nli f:trAmmi di tabacco, FÌA nostrano, sia d'America. Secondo cakoli abbastanza .:salti del Le Bon e di altri esimi ~rer•­ mentatori, cun quélla cruentità di tabacco si verrebbe ad assorhtre quolitlittnamenle tla 10 a 1 i cenlt~ramm1 di nicotina eJ ullr etlenli di ammontaca. N•·, pur non fumando, si va :mmuni qallo avvelenamento, quolora si respiri l'aria impregoalli di fumo di tabacm ; pnichò i p1·iucipii venefici c;on pure in •IueU'aria e !'Il ec;c:orb~ anche cos1 tanto di nicotina (quaichP cenli;.<rammo per o;ni cenln ~rammì di tabacco b r ucialo) -quanto di ammoniaca. - Secondo 8"sPrisce il La!!neau eù anche In JoJiy non pochi ca~ì di rno1ti J•egistraronsi in coo:;eguenza di aver J·ec:piralo in un'nlmol->ft>ra salUJ·a ciel fumo di tabacco. • V'lta rbi 8!'1· Ricura che AlLraversando un campo di s tramorùo, o di tabacco, o di cunape in fioritura, si provin nau::ee, debolezza, oJTwo~carnento di vista è dolori di eapo •. • Una giovane maJ•ibd.a di 28 anni per lu continua dirnOI'H in una Lollegn da taLacco perdetle l'appelilo. il benefizio l't'· gola•·o del corpo, mentre di ll·allo in lrallo sopra''''cmvanle forli coliche, lencsrno o diarrea. Oltre un conliuuo dolore all'epigastrio, quasi Of{ni mattina s'alza,•a col mal òi capo. In ~·'~uito s'aggiungevano a I'}Uando a quando verh::r•ni, nau ... ea, vomito infr enabllc, spossalezza, senso d'Amba:sCIA, palpitazioni', deliquio, smghiozzo e costrizione alle fauct e (1unlche convulsione; onde l'ammalata erasì così intl('bolìla 1la dover bene spesso r eslar<'ene in letto. - Cotali uccec:•"J :ocmpre più s'andavano ripetenrlo e l'inf<'rma peg~iorava; ma~t·a, sparuta e piu che pallida gialliccia ; irregolat'e e scolol'ito il tlus::o mestruo; avversione alla copula . Pe~o al capo, ve_rti;:in1, cefalalgia Ironlah: nausee pressol'l11 COII linuc · quando l'accesso era for te SI aggiungeva anche il vo· n11l•J c fu on7.i dall'odoJ•e di tabacco ch'esalava In tut•Leria vomitata (:-uliva ::.chiumosa a bile) che l'autore poté l-COf>l"ll'e quul P.rA la csu!'a del lrlttiP. Se !iOvra i rectlìcci meltc>va!<i una baeclwlla di W!lro bAgnala d'acido clorid!·ico svolp-evansi ''8· pori bionchi, e la ~oh1ziont> acquot<a dJ e!'lst con i \'apori di cloro e Il murioto di barile prendeva il color ro~!"O de l


Il, TAB\lCO ~Angue. Anche nella :saliva e nella orina

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evacuata dura ntf.> l'acce... so potcva~i ~coprire la nicotina; ciò che non riesciva durante la trc'tua. l consi1tli medici non \'enendo osserrati, gli o:llidelti ~intomi l<'ll&:t~ravarono ed altri ne sopravvennoa·o. quali disturbi della visLa. ìrritabililà generale, ipere:::le:tia della pelle lungo la t-pina dorsale, lan:ruore, tos~e, sudori notturni. O:;servava l'autore che gli accessi av,·enh·ano principalmente quando nella p•ccola bollega era pol'talo nuovo tabacco e ~e Ile apr ivano i pacchi, quando per il freddo o per la cattiva ~tagiouo la porta ne rimaneva chiusa, in generalo poi la malata stava peggio nell'inverno che nell'e>'lalc od allora che facPva buon tempo. La rruas:sia, il rabarbaro, l'aci•lo lattico, l'acido galltco e lult.e le sostanze coulenenti luuuino furono senza effetto: giova,·a in,ece ptor leuiro gli HCCl'Ssi la morfina dala per bo<l<'a od inieltat.a sollo la pelle. ~Ial"rRdo tanti mali non fu possibile indurre la òunna a la~ciAr~> I')Ut>IIA sua botteguccia e mular tenore ii vita. • (Dagli A n.n.ali ullioersali eli medicln.a e c!tiruraia aprile 1879). 11 celebrù pittore Annibale Brugnoli mi pregò di visitare pn :suo am•~.:o, riceo uego:ttanlc d t tabacchi in Roma, il quale, ollrc aù ~s~er grande fumator e o restar lullo il giorno nel ::-uo \'8:-olo !'lpaccJo, qoJea d01·mire in una camera, le cui pareti eran rìcop~rte òa pacchi rli :-igari scelti. - Cominciò a provar nau~f'a, avversione al fumo e si rivolse al professar Gambt!rini di Bologna, il quale non ebbe a durar rauca a stabilir la diagnosi. Qunndo io lo vidi, a::Ji già andava mi~iorando , eppur e mi restò impt•essa IJUella fisonomia speciale: aveva un cerclùo bruno "Ollo le palpebre iuferiori e il colorito del YOil<~ dava al ,·erde: da un auno non fumava più nè più tenea rrcs:,.o ùi ~~~ sigari, e fuggiva dal luogo in cui altri fuma!!:::e - eppur·e la nicotina aveva lasciato si grave impronta del suo passag:!io. Recentemente nella Pomrnerania in Prussia, il medico chiamato a visitare il figliolo morente di un signore - che ne avt>a pure due aiLri uJquanlo più grandicelli, giA maiali anch'essi - ~tabilì che ut tulli e tre i fanciulli si trattas~e


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di un avvelenamento per nicotina. 11 più piccolo infatti morl e si rinvennero le tracce di quel veleno nei visceri. - Indagato il come, si scoperse che il maesti'O, il rruale veniva ad istruirli in casa, non tralasciava mai di fumare durante l& due ore di lezione. Il GréhanL ha ottenuto ossido di carbonio dal fumo dellabacco; e, benchè: egli non abbia adopetato H comun mezzo di bruciamento, pure s'ha diritto a ritenere che l'ossido di carbonio si sviluppi nelle atmosfere delle botteghe di caffè, delle sale destinate ai fnmatori ecc.: la qual cosa, ad onta che il Le Bon giustamente dica non essere a questo gas (8 litri di ossido di carbonio per 100 grammi di tabacco bruciato) da altribuir gU effetti deleteri del sigaro o della pipa,. sta ad attestare che in una sa1a satura di fumo si può cadere asfìWci. Nel sorriso del fumatore si s vela un peccato, for$e occulto in lutto il resto del corpo; e se - come lo smalto annerilo dei denli, l'orlo bianco alle gengive ed "Q.nche lo iugro$samento della lingua screpolata, apparissem all'Qcchio le altre intime alterazioni - nel globulo dèl sangue, nella cellula nervosa - il medico non si troverebbe spesso imbarazzalo intorno alla etiologia - e il maiatò si persuaderebbe facilmente della nece$silà ili smettere il sigaro e la pjpa IV.

I primi a pro,·are gli effetti nocevoji sono senza dubbio quegli organi cui va direttamente a contatto il principio ve· nefico : quindi la lingua, il palato, la mucosa orale in genere, compresa quella delle labbra; la laringe, l'esofago, lo s tomaco, gl' intestini - e poi l'organismo intiero. Strisciando la punta della ltngua contro le pareti della bocca,. massime a sinistra, io r·icevevo la sensazione lattile di una lamina metallica; e questo fu il fenomeno con cui si upri la scena della intolleranza mia al tabacco. Il Gamberini ed il Sennert. parlano di Jna infiammazion~


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aella lingua, provtJCAla esclu~ivamente dall'abuso del sigaro - e la chiamano olossite dei fumatori. Le ~lundole saHvaH eccitate, segregano in si gran copi& il loro prodotto, che io ho passato due nolli in un cos1 incresce,·ole e inces!lanle movimento, da non poter chiudere ocr bio. - E per varii giorni continuò la smodat.a secrezione, e poi - come ho già accennalo- anche passati alcuni mesi, sol ripensando al tabacco, provavo un molesto bisogno d'ingoiare o sputar saliva. An1.1 io dirò rhe, per conto mio, se un fallo fasttdioso davvero tormentò l'organismo saturo di nicotina, fu precisamente questo. I catarri cronici faringei sono comunissimi nei fumatori, com· f> noto: il che però è da attribuir meglio all'azione irritante del fumo, che a' suoi principii: ma l'annerimento dei denti, l'alito fetido, l'edema dell'ugola, le esulcerazioni della mucosa orale (afte dei fumatori), l'epitelioma delle labbra e della lingua, t'angina faringea granulante, le amigdaliti, ollrc che al contatto immediato e quindi a deposito di ma· teriali, alla slimolaziono meccanica, ripetono la loro origine dalle sostanze onde ìl fumo è cosliluilo. - La lingua rjcoperla da un intonaco bianco e spesso, ha acquistato il diritto ad una specifica denominazione anche perciò (lingua dei .fumatori): le gen~ive facilmente sanguinano, avvizziscono, imbrunano: lo stomaco lavora male, per il catarro che in essosi suscita; onde le cattive digestioni, le pirosi oltremodo moleste, le eruttazioni acide, e non di rado i vomiti abituali, la nutrizione turbata - e per rooseguenza le alterazioni profonde dei tessuti in ~enerale. La perdita dell'appetito é un fenomeno conosciuttssimo - (come é conosciuto anche dal popolo il fallo che con una .fumata si assopisce il bisogno della fame) e ciò dipende da una specie di anestesia dell'e· stremitA dei nervt della farin~e e dello stomaco. Per lo sviluppo del cancro delle labbra e della lingua (canc1'o dei fumaforr) si é levata pure una questione; poiché essendosi esso presentato anche sul labbro inferiore di persone che non fumavano, si ~oslcnne che lo svolgersi di tal mici(liale tumore non doveva attt·ibui rsi all'azione del tabacco. È certo però che chi specialmente è predisposto a quella forma


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mOJ·bo!la, ne accelera o ne determina la comparsa coll'uso del sigaro e della pipa. La pressione continua esercitala dall'uno o dall'altra sulle cellule labiali, e più particolarmente su IJUelle del labbro inferiore, ~ovra cui l'uno o l'altra gravìtano con la loro estremità, non può non recare una certa condensazione di te~­ sulo : a questa si a~giunga la irritazione del fumo e della saliva rommisla ai principi i aUivi e stimolanti del tabacco e si avra s ufficiente ragione per ispiegar l'origine di un epitelioma. Secondo alcuni (Leroy d' Eliolles) esso si osserverebbe nelle propor·zioni di 50 volte di più nel sesso maschile in confronto del remromile. Il Lebet•L, il Payn, l'Hurteaux, l'Aouisson, il Roux, il Lallemand ne fan parola, citando una serie di casi - io sle~so l'ho veduto svolgere sul labbro inferinre di un uomo altempatello, ma ancor flor•iùo in apparenza, il quale in Perugia era servitore presso l'avvocato Alessandro Bianchi. Egli fu opera lo. ma sopravvisse appena un anno - credo - alla Operazione. - Testé si ebbe per esso a deplorar pure la morte del Fabbri, deputato al parlamento italiano - e si potrebbe regi<~lrare un numero non limitato d'infelici, i quali, innanzi tempo, pagano a sl raro prezzo le gioie del fumo, o....... il fumo ùelle gioie. L'tllustr-e generale Grant morì del cancro dei fumatori e non mi sembra fuor di proposito riportar qui una notizia tolta dalle memorie, scritte da lui medesimo: " all'Accademia militare di West-Point l'uso del tabacco era vietato e severamente punito.- Ra!!ione di più perché noi giovani allievi ci sforzassimo tutti d' imparare a fumare. - La maggioranza ùe' miei colleghi raggiunsero lo scopo di questa loro ambizione. Per mio conto io non poteco sopportare il tabacco e non mi ci avvezzai che dopo lunghi anni ». E sarebbe stato assai meglio elle avesse obbedil(l agli or· <lini naturali. Il calat•ro cronico dell'intestino si osserva assai facilmente in chi abusa del fumo: ed • i flussi ..-entrali che non raramente si avvicendano con la stitichezza, come le violenti


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coliche intestinali che talora si manifestano (Schotleo, Dornblùth ed altri) mostrano chiaramente il disturbo della innervézione del canale digestivo segnalato nell'avvelenamento acuto per nicotina c specialmC'nle nell'intestino g racile, da far meraviglia (DornbliHh) "· Le digesLioni nel tenue quindi: son difficili ed il melcorismo si addimostra pertinacem ente e alle abituali coproslasi len~ono dietro gli sviluppi emorroidarii. Col catarro della bocca, non è raro si associ il catarro delle trombe di Eustachio: e, per citare un caso - che non avrebbe la espressione precisa di ciò che intendevo, ma che richiamo qui per opportunilé - il Kopff r iferisce aver cono· sciuto un ufficiale superiore, lrd i medici militari, il quale per esser gran fumatore non può aùaltar r orecchio sul torace d'un malato, se prima della visita ha messo io bocca il sigaro. Aggiungerò, pur qui dJ passaggio, che lo Schotlen ed altri ebbero ad osservar casi di esagerata fu n;-ionalità dell'odorato, massime per lalune sostanze, quali l'acqua d! C()· lonia, il tabt~cco stesso ecc. in seguito a crorrico avvelenamento. Dallo stomaco il tossico passa nel sangue e col sangue va in lulti punti dell'organismo: e in ciascun punto determina i suoi effetti, non già perchè ha avvelenalo antecedentemente i centri nervosi, come dimostrerò per via di esperimento, ma percbè produce proprio un'alterazione locale Ja per sè. Si é dello, che i disturbi nervei provocati dal tabacco non dipendono che da una semplice insujJlcienza circolatoria, raddoppiata senza clubbto eia un'cuione eliretta della nicotina sulle cellule nercose; ed anzi si è detto (Hammond) che essi (fra cui i sintomi della nevrosi cerebro-cardiaca e dell'angina di petto) dipendono da z~n·anemia limitata ai cordoni posteriori con fenomeni d'irritazione spinale. Vedremo quanto ciò sia vero. Ho irmanzi a me tre rane (A, B, C) a due delle quali lego l'aorta ìmmedtaLamente'al di sopra delle iliache: lascio integra la terza - tutte tre dhposle normalmente sul ventre:


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A e B, sono le due rane con l'aorta legata.- C, é la rana no rmale. ~tetto du un Ialo la pr11na, e tan to alla B, quanto alla C, pratico una iniezione di decollo di tabacco ai lati del torace e sto a!"peltando pPr circa un minuto, in capo del quale ecco quanto mi e dalo osservare Conh•azioni flbrillari (1} singolarissime, le quali, mentre nella C ::;i pale:;ano negli arli anteriori e posJ.eriori, nella B non si manift.slano che anteriormente. Tolgo i lacci onde son legate le loro estremità posterior i e libero anch~ uno degli arti loracici. Le cornee sono ~eu ­ si!Jih:;sime: le pupille normali. Dopo ::i minuti tanto nella B, (1 uanto nella C, si manifesta una dilatazione della pupilla che va a mano a mano pronunciandosi, fino a diventa r midriasi completa: la sensibililù della cornea si va allulendo in entrambe le rane: son ter111i· nale le contrazioni flbrillari, le rruali avevano simlglianza di precip1tose pulsazioni di artet•ie: gli arli super iori e gli arti inferiori si dell'una che llelra.ltra reagiscono agli stimoli. Dopo 20 minuti la B accenna a un !i'Ollevamenlo anormaltl della tesla: sembt•a che la r ana si atteggi al gracidare: la cornea non solo, ma anche la congiuntiva va diminuendo della sua sensibilità ~empre più. marcatamenle: strisciando con una pinzella, ancor leggermente lungo la spina, l'animale piega il capo quando si tocca il punto in cui il midollo é più sen"ibile pur normalmente: le es tremila anteriori rispondono allo stinlolo. in modo alquanto più torpido però, che non rispondano le posteriori. Poco di c.hverso osservasi nella rana C. Olh•epas::;ali allri 35 minuli, vale a dire dopo un'ora dalla inie· zione. ti capo della B c cosi spinto in alto e in dietro, che non U) c Il curarv. lo. :;lrienina, ìl solCo cianuro potassico nou ofTrvno nulla 4li simil•• (a eìo thll oiTr~ la niC•Jtina) nell'arresto della ci rcolazione, mentre il cuor!l ~··guiLa ;1 l~•ll"rt'. J.o vl'nc ccss;tno òi traghettare il sangne; eppur ne son ra· richu. ::>•' la c.losu del tossico fu cos1 debole da non deU>rminar la morte, si <)S· st>rva la clrr<~l37iono rlstahillrsi a mano a mano e l'animale ricupera la .aluLe. - Qnl'st'at.ionc sul sbtcma capillare pno t1ar ragione del trelltìlo dei muscoli. • (C. Derno.rd)


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v'ha dubbio della contrazione letanica (opistoLono): esso non si abbassa più strisciando con la pinzetta chiusa fortemente sopra rruel punto delta midolla, prima as~ai sensibile anco al semplice tocco: le palpebre non sì serrano punto, ancorché si stropicci la cot·nea e si punzecchi la congiuntiva: introdotta una branca della piccola pinz.a pr1ma nella destra, poi nella sinistra narice, si ha immobilità completa del capo rigidissimo. Punzecchiate, strette e compresse ener~icameute l'estremità anteriori, rauterizzate con acido nitrico non si palesa la menoma espressione di vita: l'animale è libero; sembra che guardi il sole o che stia per ispiccare un salto - ma non si muove : è paralizzato: non vede, non ode, non sente. - Mentre questo accade dalla Lesta a Lulto il tronco, gli arti posteriori, quas1 organi indipendenti dal resto di quel corpo, sentono gli stimoli, si movollo, si retraggono con sollecitudine - proprio nella stessa maniera che sentono, movonsi e relraggonsi rruelli Jella rana A. Insomma con le estremità posteriori essa ~i dispone al saltu, tenta fu!lgiJ•e, come se rispondesse alla volonta - che più non esiste. . La rana C é caduta, o meglio abbandonata alquanto sul Jato du·ilto: in essa appalesansi, meno accentuati, gli stessi fenomeni che bo descritto ~>Opra, ma non v'è opistotono; in compenso v'é anestesia e immobilità t.anto della lesta, degli arti anteriori e del tronco, quanto d~Ue membra posteriori. Siccome pero nella decozione di tabacco, da me usata, doveva necessariamente ritrovttrsi cloruro di sodio, ecc. che da tolti ~i ammetle es!':erc eccitante uerveo fe Ì!'l propo;ito veggansJ i recenlis!"imì splendidi studii del Bocci (1)) cap&.ce di P~OYOcar nt>i muscoli effetti tali, che dalla semplice contraZIOne fìbrilla1'e giungono fino alle massime conLra.z.ioni tetan_iche, CO!"Ì son lOI'nato a ripetere l'esperimento con la soluztone di nicotina (nicotina pura grammi uno, acqua disti!· lata grammi cento). Eccone i risultati. Ho tre rane: D, E, F. Cl\ Le Jlre)lat·a2ioni alla Gatv~ni.


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Alla D lego l'aorta prima della sua biforcazione; alla E la arteria e la vena femorale sinistra : lascio inlegr·a la F. A.l lato dPstro del torace inietto in ciascuna delle tre (un quarto ùi siringa del Pravaz) la soluzione predetta. La E comincia a gracidare dolorosamente e si contorce subito: immediata· mente dopo la iniezione la F manifesta su tutti gli arti e sul tronco le contrazioni flbrillari che nella D son limitate ag-U arti anl~>riori. mentre nella E si palesano pure da per lutto, fuorché nell'arto posteriore sinistro. Passati cinque minuti, nella D. nella E va manifestandosi il tetano (opi!~lotono): la F sembra completamente rattr•appita: essa era libera e vivacissima innanzi della iniezione: adesso resta immobile, col capo nella flessione fQrzata e gU arti posteriori retralti spasmo<licamente. - La D e la E stimolate negli arti poste!'iori presentano gli stessi fenomeni già descritti nelle rane A e B: ed é rimarchevole la sollccituùine con cui la E ritrae l'arto postel'iore sinistro, intanto che inarcasi in lei la colonna vertebrale; la i,esta è sempre più costretta in alto tetanicamente e l'arto posteriore destro è torpidissimo e resta nella estensione senza rilrarsi come il suo cor rispondente. Sopra dell'allacciatura dell'aorta nella D sembra che la !>pina voglia spezUlrsi, così fortemente è curvala per l'azione del lO!>.SiCO. Ha però agito esso sulla estrema fibra nervosa o su quella muscolat·e~ In altri termini é esso un veleno dei nervi o dei muscoli esclu~ivamente? -Cercherò di risponrlet·e a que"'ta domanda in se~ilo: intanto ripeterò quello che ne ha detto l'tlht!~h'e Jìsioloao C. Bernad: • La nicotina per l'apparenza sintomatica de' suoi etlelti e per la sua alli vita, !li ravvicina molto all'acido prussico.- L'azione !'IUa si manifesta sui nervi, sui muscoli e soprattutto sul sistema vac::colare... La nicotina pare che agisca sul ~rao simpatico, e per costui mezzo, sul cuore... Sembra che la ni· cotma, al contrario del sol!ocianuro potassico, porti i muscoli allo stalo di contrazione così elevato, oltre il quale non è possibile si spinga: essi son duri e se non si raccorciano di più solLO l'influenza del galvani smo, è indizio certo che


1L 1'.\ UA eco

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non ne son SU$..:~tlJbìl i. rnl'ullì, uccisi !-{li animali con nicouua, non parrebbe che i nerv1, più che il cuore, abbian pel'· duto la loro proprielil: e i m ovimenti cardiaci, i quali hanno persbtilo, po<>son benissimo essere ancora arrestati gah·anizzando il pncuroo-gaslrico •. Gli espermwnli citatr ~opra (r·ane A, B, C, D, E, F) non mi pare che inducano a ritener·e che l'azione del tabacco si manil6!'1l allo 5tesso modo tanto sui muscoli e su tutto il si ><l~>ma vascolar·(', quanto <>ui nervi (pa.rticola rmente sul sif'tema ne1'roso orqanico, dice il Bernard, come la str1cnina agi,ce ::;ul sistema nervoso vascolat•e). Ne~li artr postet•iori delle rane B, D non ~ penetrato sangue rlopn l'allacciatura, cio& da prima che s'iniettasse il veleno: non v'è p~>netrato quindi tabacco, il rJuale invece P :;co~o m abbondanza nE'Ile parli anteriori, proYocando ft>nomt•ni più terribili che non nella l'uno C. - Ma la midolla spinale era avvelenata 11011 meno del cervello. eppure i movimenti !lelle ~""lremilà posteriori si ell'etluavano come ~'<e la rans. fosse ~t.at.a sana: dunque i disturbi net·,·ei pro,·oeati dal tabacco non dipendono punto ùalla gr11vi' alterazione esercitata da e!sso sui centri, nè da una 11emplice insu(Jieienza circolatoria - sibbene dalla clirellu influenza del tabacco stesso sulle di ramazioni te1·minali •lei nervi o propr·io sui muscoli. In allre parole la uicolina non provoca i disturbi ùi molo e •li senso che venendo ad immediato conlalto con le termiuazioni ne1·vose periferiche, o con la fibra muscolare. Sulle rane G, II , io intendo occuparmi ancor della que.. -;trone ultimo, cioè ~e la nicotina "<la il vdeno del muscolo o delle lerminozioni nervose. - Non sarà "<uperfluo inlanl.o a•·cennare come, iniettata una fol'le dose di nicolina od anche di •Jecotto di la bacco, mentr·e Lutto l' organi~mo apparL"<Ct! morto, mentre la :;en"<ibil ita è pt>rclula con la motilità. mentre i muscoli del tronc(l ~ono irri;.dditi e la testa spinta in :;ù tetntdcamentt:-; Il <'UOre sangui~no solo mostra un residuo •li vita coi ~uoì deboli moti. Dunque so\'ra es~>o non h9 qut>lla potenza mortale che dell·rminn sugli altri elementi. Il Bernard dice che la nicolino spiega l'azione sua sul simpatico per la mediazione dd l.fUulo A~ise poi Rlll cuore. Il pneumo-gastico, 11


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modet·atore cardiaco, prenderebbe il sopravvento sul cuore per la pat•alisi ciel -;uo anlagonbta il gran simpatico. Ma dopo lo legatura dell'aorta !!i dovrebbe avere la energia cito osst!r·vammo negli arti posteriori, se il simpatico fosse paraliz~ato1 Le~o nllu G la iliaca sinistra e poi inietto uel torace :.m~ mPZ7.8 ~iringn della solita soluzione nicolinica.- A vveogono i fen<nneni gia descritti altra volla nell'arto non avvelenato, cioé pre:;ervala la senE'ibilita e la motilita, mentre nel re:slo detrorgani:;mo si palesano i moti fibrillari, col comples3o dei fatti proprii al lo!-SICO. - Eccitalo lo sciatico deslro aJ avYeleuarnenlo avanzalo (cioè 'luando non rispoude più agli stimoli meccani..::i e chimici - pin~a, acido acetico, ecc.) con corrente indotta, debole e media, non ~i palesa alcuna contrazione nei muscoli della gamba: eccìlati questi direUamenlu r i::;poudono con conLeazione energica anche a correnLe iudolla debolissima. MesRo poi a nudo lo sciatico sini""lro, come s'et•a già pra· ticuto a de.;;tt·a, ed ecdtalo con una coerente indotLa cstt·e mumcnto debole e poi ~dqoanto ptu s~;~nsibile, si suscitano contrazioni muscolari della gamba; mentr~ l'un grado e !"altro di cot-rPule, applicato dir~:~ltamente sui muscoli, non determina contrazione alcuna. (la qual cosa del re$lO si sa dalla flsJO logia - che inse~ue essere i net·vi moLori meglio eccitabili che non 1 muscoli ai quali essi distribuisconsi). La rana H, duraule le osservazioni surrift~rite, é sLala av· velenata con la .;;oluzione di nicolina per la via dello asl"or· bimento cutaneo: e apptna essa si dimostra IU:-en~1blle, 1m· mobile a quol::.iasi stimolo, con tutte le appa1·enze della mort~:~ (quanluuque 11 cuore sanguigno , me...~o a nudo, palesi un ~ìlo di v ila ne' ::-uo1 debolissimi movimenti) le si eccita lo scialico, appena ~coperto, con tutti i gradi della corrente, lìuo a usat•ne una forlisbima, senza che pet•ò s1 vegga produt·st la mimma contrazione nei muscoli della gamba; menlrt~ que::;Li ecc1Lali dil·eLLamente rispondono anche a correu te media con manifeste contrazioni. Un'altra pt'OW. a conferma dei fatti é questa: ho distac-cato dal corpo ùi una rana vi venle l'estremi là posteriori, e


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<lenudatine gli sciatit:i runo ho messC\ a pescare nella soluzione titolata di nicotina ' i per 100) - !"altro nell'acqua distillala e ve l'ho mantenuti per un quarto d'ot·a. Punzecchiato lo sctaltco che pescava nella nicotina, suscitava sui muscoli ùella gamba i movimenti mede<-imi che prima della irnmer· sioue (comportunJost nel woJo ::;lesso che quello imrnei'~O nell'acqua distilluta); onJe ne conclu.Jo che la nicotina non ha av\•t:lenulo lo !>Cialico. Il tabacco adunqu., agisce sulle termioazioni oen·ose pet•iferich~ direttamente eù è cosi che i grandi fumalori attutiscono il &en"o della fame - la qual cosa cr edo abbi<~ ati ammetlersi nella spiegazione di lulti Rli alh·i fenomeni morbosi dcll'av\elentuuen lo acuto. Du CIÒ parmi rhe risull chiaramente come la nicotina non diminuisca e molto meno distragqa la contrattilità muscolare, come ha abbuslanza recenl()roente sostenuto il Renè con le sue « Nouoellcs reclterches et~:périmentales SIJ.r l'adion phi~iologique de la nicotine: » egli afft)rma che il rnu.~colo aocelenato in pochi istanti non è più capace di contrarsi sotto lo slimolo della corrente galoanica e ciò abbiamo visto non esser vero. Cwscuno sa clte l'organo della memoria è riposto in una <:irconvoluztone cerebt·ale - e quando si dice che l'abalP. Moi!lnc - (c1taLo ad esempio per la sua prodigiosa memoria) ebbe a deplorare lo smarrimento di 'luesta sua facoltà per abu;:o ,fel tubacco; e che la riacquistò accortosi della causa (che non indugiò a rimuovert>) - è naturale che si deve ammettere un'ullerazioue molecolare del centro: ma questo nou esclude che nella stessa maniera non abbiano ad av,.enire le gr·uvi conseguenze periferiche per la immediata azione del ,·eleuo <>ull'eslremità terminAli dei nervi. - Nella sinlomalologia si varia dell'avvelenamento cronico è superfluo dire che una serie di fenomeni han la loro ragione nelle alterazioni del sangue. l fattt citali dal Clemens di fumatori arrabbiati, nei quali si <lepressero considerevolmente le facoltà psichicue, e si t•isollevai'Ono dopo l'astensione del vizio, non hanno bisogno di allra spiegazione.


IL TABACCO

E che la nicotina non sia proprio il veleno intellellu:-1& primitiv111nenle lo mostra la seguente esperienza. In un rane più che mezzano, ho iniettato nel peritoneo una goccia di nit:olina !"Ciolla in una sciringhetta d' acqua: l'animale ha comincialo a respirare affannosamente e ad emettere enorm~;~ quantilà di ba va: liberato dalle funicelle ond'era a n-int.osulla tavola, n nn si sorregge: a mano a mano però che si Y8 r-imettendo, cammina di fianco e fiutando va barcollante a in~inua rsi fra le gambe del custode del gabinello di fisiologia perché lo reputa un amico - Quindi si addorme pro· fondamenta e dopo alcune ore è tornato nelle condizioni normali.

V. Ho innanzi a me una t•ana, alla quale (con gli arti artidali a quallro nastrini, nella supinaz~one) e stato messo allo scoperto il cuore: dopo avel'ia lasciata in tranquillità alquanto tempo, contan!!i 46 pulsazioni per minuto. Pratico una iniezione di un terzo di centimetro cubo di decotto di tabacco solto la pelle delle coscie e indi a poco osservo le carallerisliche contrazioni fibrillari, tanto agli arti anteriori, come ai posteriori ed anche in qualche punto del tronco. Dopo :> minuti le pulsazioni sono aumentate di 6 per minuto (contansene 52): la sensibilita e la moWita diminuiscono notabilmenle. Dopo 1i'i minuti le pulsazioni sono discese a iO: il cuore, ch'era colorito d'wt bel rosso vi,·o, va impallidendo in maniera vi:;ibile. Dopo 30 minuti le pulsazioni manten I!Onsi in numero di 40: ma il volume del cuore s'è ridotto di due lerzi del suo volume normale. Dopo un'ora ed un qu1nlo dalla prima iniezione ne pratico una seconda al peritonPO e indi a poco i ballilì car diaci scendono a 22: rlopo· :.. minuti a Hl. Sottopongo all'esame microscopico la membrana nataloria d'un'altro. rana e ne 'eggo la rapida e vivace fuga dei cot·piccinli sanguigni per entro i capillari: pratico un!' iniéZil'ln& di rlecolto ùi tabacco (mezza siringa del Pravatz) nella co~cia


!l. TABACCO

-::.inislra e mi accOI'gO subito d'una noviLà: la corsa è alquantv piu veloce ma per poco: appena tre secondi: quindi incomincia a rallentarsi la foga dei corpuscoli; i capillari appaiono più r1stretti; dopo 10 minuti è quasi immobile il loro contenuto. Eppure la rana è anror viva, sensibilissima, e appeua sciolta dai vincoli salta via: la dose che non ba avvelenato ancora il sistema nervoso in genere. che non ha a1·re;.tato il moto cardiaco ha pure avuto il suo potere sull'estremità ùel circolo, sulle arteriole capillari. - Il BernarJ a tale proposito dice: • Tagliato il simpatico nelle parti alle quali vanno i filetti nerve1 divisi aumenta l'attività circolatoria: i loro vasi dilat.ansi ingrossando per calibro. Il 1'0vescio osservasi allorché, invece di tagliare il gran simpatico, lo si galvanizzi: e la similitudine degli effetti prodotti sulla circolazione nell'avvelenamento per nicotina m'induce a credere che questa sostanza agisca sul sistema vascolare per mezzo del gran simpatico..... - Allorchè la nicotina si usò pura e a do!:Se ::;uffìcie11te determinansi due effetti - la rett'azione sud<.leLLa e la deplezione del sistema arterioso ()S.Set·vato per il primo dal Velia - e in un raltrappimenLo 1etanico dei muscoli, persistenti oltre la morte. - (C. Bernard). Il La~·cock ùimoslrò come il tabacco sia deprimente della attività car diaca e provocatore del narcolismo del cuore (provocante perc1ò - paralisia nicolica - ateromasia - apople:;sia): di questa ultima conseguenza parlano il Frank, il Morf!agni, il Lancisi, il Fourcroy, il Tissot, ecc. Il Decaisne in men di tre anni ha verificato che sopra Sb fumatori incorreggibili - 21 offrivano inlermilLenze di polso, indipendenti da ogni lesione organica; 9 accusavano anche difficoltà e pena nelle digestioni; 5o 6 avevano intermiltenze di poca entità; in 7. con un mese di astinenza completa o quasi ·lal fumo, dileguaronRi le intermittenze: 9, comeché si a«t,.nes;:ero affatto, pur continuarono ad avere intermittenze, ma lnolto più lievi. --Il Léureboullel aveva già osservato su sè medesimo il fenomeno della intermitlenza, ch'egli si procurava a volonta - sol fumando alcune sigarette. - Il Richardson ha osservato l' aggravar·si delle intermtltenze per 1 ' rn l, in citi ne andava già soggetto.


JL TAB.\CCO « Tumulti e palpiti son fenomeni ordinarii nell'avvelenamento cr onico per tabacco ..... ed etosi debbono attribuirsi alla scemata o cessata influenza della moderazione del vago ed al continualo eccitamento del simpatico ,. t'ostiene qualche autor-e: il Berno.rd dice: con piccole dosi di nicotina u la re!:;pirazionc si accelera. divien nello stesso tempo più larga e le pulsazioni cardiache aumentano di ener~Ji&. Si può esser convinti che quP.sl'azione sia indotta nel polmone e nel cuore dai nervi ; poichA tagliato 11 pneumo-~astrico essa non più ~i m&nire:sta..... Dopo la sezione dei vaghi la nicotina non e:;ercila più la sua a:tionc eccitante sul cuore, nè sul polmone: c1ò che sembra d1mostrare che è per mezzo dei nervi pneumo-gastrici che questa sostanza agisce sugli organi del respiro e tlt'l cir colo..... La nicotina non agisce direttamente sul cuore come il solfocianuro potassico, ma con l'intermediario nerveo ..... Se si tagliano i due pneumogastrici ari un animale c quindi si sommini~tra ad esso la nicotina sopprilnonsi i fenomeni pei quali si manifestava l'azione tossica sul cuore e sul polmone. Nella Ga.uetta degli ospitali (gennaio 1887) è uscito a. fJUesto proposito un accurato e importantissimo sturlio del dott. G. B. Colpi d'Arzignano, il quale conclude che c la ra-

gione dell'in.jluen;a della nico~ina sul cuore sta immediata nel cuore stesso, annessa ai centri di Remak..... che la nicotina agisce sui centri spinali rispettivamente ai fiOlmon i, .mi fili costrittori del simpatico rispetticamente ai oasi sanguigni, sui aangli intestinali rispetto agfinlestin.i ed alla oescica, sulle fibre dilatatrici dei simpatico rispetto ai moctmenli dell'iride. Che del resto il tabacco abbia un'azione tossica sugli elementi òel !.'&ngue noi lo vediamo nei poveri manirauurieri, nei quali, dopo un più o men lungo periodo di quel lavoro micidiale, si nota una considerevolissima diminuzione dei gloouli r ossi, né più, nè meno che per eifello malarico. Ond'è a r itel"ersi che come il veleno palustre determina la morte della emazia, co!>l il nicolinico attacchi e distrug~a l'clemenL(} ~le$SO. - Ma questo c.>ffetto si dimostra negli avvelenamenti cronici.


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Alla esposizione di r1ucslt fatti sperim entali io credo mio debito riferire i casi piu :-<ptrcali di alterazioni umane che furono dO$CPitte da relPbri osservatori. Lo Jolly ri mostra una. statistica sconfortante intorno alle psicopalie sviluppatesi io Francia dal 1812 io poi, asserendo che mentre per l'uso ciel tubucl'o da quelranno al J8:l2 esse aumentarono ad nlto mila; dal 1832 a.J og~i crebbero per morio da aver!"ene il dopp!() ed anche il triplo. Si oss~r \'a­ rono dclirii tremanti analoghi a quelli dei bevitori, con allucinazioni, illusioni ecc.; ro1·me rnalmconiche con accessi di e;;allamento maniaco; e pertìn la demenza p1·opriaroente deLla. Ma in tutto ciò v'ò 1lello e!ia~eralo ed auche dello illogico. Si cnnfronloi•ono i risultati delle classificazioni negl'istituti ·li educazione " nei coiiPgi e nPIIe scuole (Gouhert, Berlillon ~'CC.) e si notò c:ernpre elle tanto più elevato e ra il punto di merito deg-li nllir>vi quanto meno esc:i davausi al tabacco. Il Decaisno a~serisce che su 38 rugazzi, da 9 a 15 anni, dediti al vizio del fumare, r1e Lrovò 27 con alLerazioni fisiche più o meno gravi. Fenon1eni nei disorrl.ini <lella J=;ènsibilità li ebbi io f:<tesso: per più di un mese ho provato un torpore in lutla la zona dfllla mano destra innervata dal cubitale (regione dor::;ale) e nel dito medio della mano ~inislra, dove ancora persiste (semianestesia, dorsale e laterale esterna. eon ottusità di !>enso limitata allo ragione interna del polpastrello dell' indice sini"<tro): nè saprei allribuir questi fenomPni ad altro che ad avw~lenamcnto nicolinico, poichè comparvero dopo la scialorrea e l'avversione al fumo: anderor.o scemando sospeso il vizio. - Un senc:o vertiginoc:o, di pesantezza del capo o ùi vacnita, un inceder e incer·to, un formicolio degli arti inreriori, Ur> dolor mU!'ll'olare vago, sono pur fenomeni descritti da molti autori. li nostro collega VolpP, a l campo di F abr iano or son cir·ca otto anni, mi narrava che un certo c:ignore. tabaccone vecchio era diventalo quaJ=;i paralitico e che riacquìstò l'uso delle gambe tralasciando di annasare (dopo essersi perc:uaso col Calto non dipP.ndere lR suo alterazione che tlall'as~~rbimenlo della nirolina). - Ca~i a questo somiglianti descrivono minutamente


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molti autori: il Cer;::oy fra gli altri narra di un giovanetto il qu~lo por il costume pcssrmo di cacciare il fumo dalle vie nasali era t•idotlo a si mal partito da non reggersi bene sulle ;.tambe c da essct· molestato ~posso da un !'enso vertiginoso che ~li loduna l'andare. - A furia di prove si convinse che il mahwno era in lui determinalo dalruso abominevole di far rappre!"entar dal na-.o ia par·te di caminetto pel !'umo del labacco e guarì completamente 'luando se ne astenne per semPl'C. - Il Ripa nel citare il caso di un sacer<lole di Seragno, ii•[UIIIP soffriva di una alterazione nervea d'oscura diagnosi e ribelle a cure- si esprime così: ~ Finalmente dal vedergli ~emrre la scatola m mano mi venne in sospetto r abuso ùell'aunasar tabacco: il mio cliente, al mio consiglio, si persuase di tenersi in ta~'<ca la scatola vuota; col quale slt•auagemma riuscì ad ingunnare le dila e il na;;o e migliorò in salute •. Sembra accertata anche l'azione deprimente del tabacco sull' appar•ccchio genitale an.cbe dal Wright, il quale islìtui espot·ienze sui cani o osservò in essi manift!sta l'avversione all'accoppinmenlo, dopo averli assoggettati ad un nutrimento cou villo mescolato a tabacco. - Ho ripetuta la prova io ~les~o su LJ•e cani - un maschio (piecoJo borboncino) e due femmine, di mezzana grandezza - ma non sono venuto a conclullenli risultati; giacché il maschio e morto dopo undiC'i giorni con renomem gastrici; e le due femmine si sono accoppiale dopo che da vari giorni, insieme col vitto, man~iavano tabacco. Una delle cagne é gravida e seguita tuttavia ad e<>sere oggello dell'e~perienze, importandomi di vedPr gli eftèlli della nicotina sulla prole. - Il Clemens ed il Fouc;sard C:Lano casi di per:wue r obuste che diYentarono impotenti per l'abuso del si~at·o e riacquislarooola salute, dopo lun~a cura e lunga 8>'lensione dal fumare. - Quest'ultimo parla dJ per dite seminali erl impotenza nei la"oranti e nelle lavoratrici delle fabbrichP. dr tabacco. Il Verilé riferisce un caso in cui si dimostra cluaramente lo indebolimento delle funzioni gentlalt per l'abuso del fumo. -Il Delaunaj' riporta alcune ri~ercbf', inlot·no ull'inlluenza del tabacco sulla gravidanza, sull·embriolll.', suii'AIIaltamcnto e afferma che le lavoratrici nelle manifaltur·c hanno in generale scarsità di secrezione lattea, la


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quale inoltre~ poco salubt•u per il bambtno, lanlo è veto che i tigli di tali donne c di tali nutric1 muoiono in gran numtn•u nella infanzia o mal vivono. - Si osservò l'abOJ'lo ira molte lavoratrici, le quali consigliale a lasciar la fabbrica, partorir ono poi regolarmente. Questo fu confermalo dalla esperienza del ;\Jerckel, dell'Hirl e di molti altri. Il Drysdale assicura aver lrovalo nicotina ucl !alte di viennesi lavoratrici, e lo Sloltz sen~i odore di tabacco nelle acque amniotiche eli altre Ja,·oralrici. Considerevoli e numerose sono le allerazioni dell' organo della vista, I'Onfermate dalla esperienza secolare: il F orster. Graere, Cuignet. llirs~hber~, Galezowski hanno parlato dell'ambliopia ntcolica, caralleristica per assenza di lesioni nel fondo oculare c per facilità ùi cura sospeso che sia il fumare. Jl pt•ofessor Quaglino ehbe un inf~rmo, appassionato fumtltore, il quale soffri va di amaurosi: per consiglio anclte del Canlani gli fu proibito di rumare ed in capo ad alcuni giorni l'infermo incominciò a distinguer qualche cosa, finché a poco a poco, riacqublò perfettamente la vista: la perdette di nuovo rtprendenùo il sigaro, che dovè poi per necessità abbandonar del lutto. Un caso simile ru registrato dal professot• Del Monte: l'amaurosi a"eva colpilO un ricco negoziante, assai dedito al fumo E> ne guariva - insperatamente - astenendosi affatto dal vizio. - Il Dornblulh dice di non polersi finora decidere se l'ambliopia si produca per l'azione del simpatico o per l'azione immediata delle soslaole nocive sul nervo ottico o ~ul suo centro. Il Ponti di Parma parla dell'amaurosi da neuro-retinile per abu~o di tabacco, procedente da paralisi dei nen; ganglionari ,·a::;omolori, curala felicemente col solfato chinico. Il Galli t•it"erisce d'avere osservato (nel dispensario del Quaglìno) alc.:uni casi di discromatopsia in vecchi fumatori, nei quali gli oggetti - ma:-;siroe se mollo rischiarati- apparivano di una tinta giallastra, senza lesione alcuna endoculare - se si ecceLlui uno stato congestizio delle vene retiniche. L' Hutchinson crede che tale stato inizii sempre il processo,


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il quale a j'eriodo inoJtralo du alla osservazion,. oftalmosco-

pir.a pallor riPlle papille con climinuzione del calibro delle arterie ed atrofia bianca dt>l nervo ottico, che ha pet• conseguema la cecita completa ed anguaribile. - Nei casi lievi basta sospender l'uso e far, secondo il Vecher, iniezioni alle te mpie di stricnina, in un con la e!eltrìcilà indotta, per avPr la guarigionE'. Il Sichel, il Fonssard, il Machensif', il Qu8.stlino, il 'Voodsworth, il Prinz e molti altr! parlano ancora dE'Ila fenom~>­ nologia cromatica (daltonismo) provocata dagli abusi 1lel tabacco. L' Hi1·schberg già sopra nominato crede pet•ò ··he • in Inghilterrll sia <:lAta esagerntn la frEV1uenza dell'Ambliopia da nieo:eiana. In Germania dove "Ì fuma di più la c:i vede certamente di meno. Di tulli gli ammalali della sua clinica 1[2 per cento 11vevano ambliopie da av,·elenamento, mu di essi solamente 1m~ pat·le poteva òirsi con sicurezza che solfl'ic:se d'ambliopia in conseguenza dell'abuso di tabacco. Vet•isimilmente in Inghilterra questa ~ stnla confusa con l'atronu pt•ogressiva dei nervi otlici, la quale !>pesso conduce alla piena amaurosi, esito non dimnsLrato in ri-;pelto allo s:moilalo consumo rlel tabacco. Nell'atrofia progr•'Ssiva sempre piu va limitandosi il campo vish"o dalla pertferia al centro; e lult' al più fa tregua per •Iualche mese: nP.ll'ambliopia da tabacco invece non v'ha limitazione nel campo visivo, ma piuttosto scotorna centrale; il quale nel casi più gravi può rimaner costante, ma per lo piu miglioral'e fin dai primi giorni, e nell'occhio che peggio vede, tosto che il malato s'sslenga <la! tabacco: nondimeno prima che avvenga la guarigione pasMno settimane e mesi. " Molto simtle a questo e il turbamente della vista negli ubbria coni; in questi per altro, lo c::cotoma é pericenlrico, nei fumatori invece paracentrico. « Ma poiché le due male abitudini spesso vanno appaiale, cosi accad~ di vedere immagini nelle quali il campo visivo tiene tsnlo dell'una, quanlo dell'altra forma. • L'autore inclina a rifPrire l'anzidetta ambliopia ad una ischemia dei rdalivi vasi (uno o due dei finissimi rami Ilei-


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l'arteria mediana d t-Ila retina) es.,endo già noto come la nicotina re~lringa 1 capillar1 •. In quanto al s< nso del gu:::lo ogni fumatore sa, per conto proprio, ch'e!"so- ~ebbene non si allulisca affa-Llo - è pure men delicato di quel lernpo in cui non si fumava. Anche il tatto é certamente oltu<:o r er I' effetto lento del tabacco, quantunque non ne abbia trovato nelle mie ricerche un numero grande di ca:,i. P er ciò che ~i rirerisce a malallie d' a!tr'ordine ricordero in primo luogo l'angina eli pello su cui nel i862 il Beau richiamava l'allenzion~>, di ~hiarawione la causa. Citò a prova ~ ca~i - indiscutibilmente certi - poiché il malore si pro\'Oca,·a o sospenùea secondo che i pazienti fumavano o no. - L'anuo precedente però il Gelineau aveva \'edulo svolgersi a bordo deii'Embuscade una speeie di epidemia di an!)in.a di petto per l'abuso smodato, quasi r abbioso del tabacco .fumato e mast~eato Un ufficiale frt'lncese entrò nell'ospedale di Val- de-G rùce per frequenti accessi di anoin.a pector is provòcati dall'abuso •le! fumo. Il Vallio gli or·Jin6 d i smeltere il tabacco ed anche •li dim0rare in luoghi ove si fosse fumalo - e l'ufficiale guar·l. - Alll'i falli, analog !Ji a questo, riporta il Vallin me•l~>s'mo

Da r ecenti esperienze si sa come predisponga alla tubercolosi l' azi•me irritante dell'ammoniaca, la respirazione di ga;;, del pari irritanti e tullo ciò che diminui:::ce la resistenza degli organi del respir·o, onde se - come il Gréhant ha pur ùimo~tr~lo - il fumo del taba..:co (che raccoglie in sè tutte quelle so~tanze, puli insinua rsi ne~ll ah-eoli polmonali senza avt>r la maniera d1 riuscirne che in parte (un terzo ùi f)uanto "i penetrò) e se l'individuo ha già quella che chiamiamo predi"posizione alla lisi, facile è intendere esser breve il passo dalla delizia della pipa alla tlne per .:onsunzione. - Oa ciò si può argomentare ql!anto stolto e p er icoloso sia il vizio d'ingoiare il fumo delle spagnoleLte: e da ciò si può argorut>nlare allresl quanto sciocche sien le conclusion i di coloro cbe sostengono salutar•e per i lisici il lavor ar tabaeco, come un medico di Slra<~burgo ebbe la ~loria di dimos trare.


11. L\11.\CCO

!'\on ho tro vato, in tanti autori che ho consullato, alcun altro - all'infu0ri del Cantani - che parli di un fenomeno non comune - ma pure abbastanza frequente nei fumatori e più che mai nei rnastrcatori di tabacco: intendo della .febbre nicotini~a. - Il Cantaui, da qoJel sagace osservatore clt'e, :;i esprime cost al proposito: • Debbo menzionare anche la febb re tli tabacco che ho sperimentata su di me medesimo ~ l:iU qualche amico, e che creJo dovuta piu all'introduzione del tabacco nel sangue che ad altro "· Ecco, a tal proposito, le osservazioni mie.- Un mattino dPI 1876 nella visita al l" riparto m edico dell'ospedale militar·e Ji ~a poli, essendo io assistente del capitano dott. Bruno, vidt fermarsi il mio superior e presso un letto e senza che io, li per li, ::sapessi spiegarmi il motivo, ricercar con sollecitudine qualche rosa dentro al comodino, di solto al materass<l, fra le coperte, invece di esaminar t'inferu1o, il quale col volto assai pallido, l'icoperto di sudore viscidò e freddo pareva mo· ribondo. Ma l'inCermo, proprio ma l~rado, porse al capitono medico la prova della giustezza del concetto e a me o/Terse un e~empio assai islrultivo: - egli si sollevò per ec· cilamento al vomito e col liquido bruno, emesso dalla bocca, t'igellò alcun poco c't tabacco masticato. l so~pelli del medico non eran però sorti senza precedenti indizi: il soldato infatti a ve a tentato di carpire una licenza al reggimento (parmi il 25" fanteria); non a,·endo potuto ollenerla SPppe ~1 bene simulare una malattia che riusci a ftu•si mandare all'ospedale, doYe coll'ingoiare ripetulamenleal mal· tino pezzi di stgaro, pro n id e tanto trista mente a c:è stesso, che non o::; tante le pitt assidue ed amorose cure, non ostante che il moralo~ ne fosse stato ric:ollevato con la promessa della sospirata licenza, egli soccombeva col quadro sintomatologico di una febbre tifoide3. -Antecedentemente er!"lsi misul'ata la temperatura così al mattino, come alla sera - né mai si trovo superare il normale, anzi talvolta si trovò sotto (36,4- 36,i). - È pur da notare che in :Napoli è endemico l'ileo-tifo. Un mallino del i 882, mentre in Livorno visitavo gl' infermi del :J9 fanteria vidi una recluta impallidir ò'un tratto, con lA fronte cosparsa di sudore a. stille, vac.illar•e - e se non lo


li, TABACCO

li3

ave5si so1·retto io, accorso nll'i~lante, sarebbe caduto. -Lo r~ci adagiat•e sur· un lello della infermeria e poco stante, solo all'alto di porge1·~1ì un bicchiet·e ripieno d'acqua, egli vomitò e nelle ~ostanze apparve un pezzo di cicca. - Intendeva esimersi co!!i dalla piazza cl'anae - e scontò la colpa con tre giorni di febbre. Secondo il Fenn I'U!OO del tAbacco ~arebbe pericoloso durante le epidemie di febbr e tifoidea, percbe ril.C~Scia le mu· cose e diminuisce le for;e oitali. - La quale asserzione sarebbe in discordit~ con quella di molli altri osservatori che l>Oslen~ono essere sfugg1ti all'epidemie dissenteriche, tìfoidee, miliariche, i lavoranti delle manifallure di tabacchi a Morlalx, a Lione ed oltrove; che il tabacco anzi fu commen •lato nei momenti di peste, la quale non penetrò mai nelle fabbriche di esso. Pur troppo nelle cose nostre nulla v'ba di assoluto: e ai l'alti presentati da f!uesli ulLimi, si oppongono a lor volla quelli <.li altri, i quali hanuo veduto che la peste fa le mag· giori stragi nei paesi orientali, ovo Sl fuma obbrobriosamente: ed il Martens afferma che il tabacco non produsse alcun vantaggio nella epidemia pestilenziale di Mosca. Si è egualmente credulo e .,i ritiene tuttora da molli che il tabacco preservi dal colera: la qual cosa non si è dimostrata in modo - non dirò o.ssolulo - ma neppure approssimatiYamente vero nelle epidemie che desolarono l'Italia dal188} a tutt'oggi. Ho soltopo~to all'azione del tabac~o tre cani e lo somministro lor·o quotidianamente col primo boccone di cibo: questo esperimento c,!Je fu pt·ilna di lutti praticato dal Ges'-'ner nel 1;)77 e poi ripetuto dal Blandin, or non ha molti anni, io Istituisco con lo scopo di mi::;urarne ognj dì la temperatura: n:enl!·e i sopra citati autori lo istituirono per vederne gli effdti generali che rurono: inappetenze, nausee, vomiti, tumMazione gengivale, emaciazione, dissenteria, paralisi e P~l'f'ìno la morte. Esaminalo il culore all'ascella, il piccolo borboncino ha, tin(J dal terzo giorno dopo la somministrazione di poche gocce rl"infu"o di tabacco, rliloost1·oto 39 gl'adi e dopo una seilimana.-


fì4

IL TABACCO

è morto, ricusando quabiasi alimento: ùegli altri due (ft·mmirw) una non presentò mai alcun fatto, ma si dovelte sospendere l'osservazione ulltwiore, per cèlgioni indipendenti · dallo studio; l'ult ma dopo due mesi dì giorHaliero esame e Ji ct'escenli dosi di tabacco, va offrendo adesso una lie,·~ mantfe:::lazione febbt·ile: il termometro ha oscillato in due mesi fra ti :315 e 37: da qualtrC\ giorni la colonna sale al 38. Finora In eaJZna mangtò avidament.e e fu sempre vispa. Pubblicherò a suo lempu, se avranno importanza, i risultati delle ricerche sull'antagonismo delle sostanze alcooliche per il tabacco: - ora mi limito a l'iporlare la nota numerica di uuo stalt!'ta, il quale dà la seguente proporzione: Ira i fumatori ~i ha l'arresto da parte ùella polizia ùel 7\- pet' 100 di ubl.n·iaconi t: - del 43 pee 100 di ubbriacbi fra i non fuma tori. - E questa osset·vazione non è recede, poiché il TiSH•l sci·iveva: « Essendo obbligati per il troplJo fumar tabacco a beoer molto, da questo eccesso di be"anda insorge nuova cagion di mali. • Il Oeca1sne narra altresi di un giovanetto quinJicenne, il quale tra le confidente ft~Ltegli nou gli nascose che « da quando avea cominciato a fumare, avua pur· pt'Ovalo una g rau tendenza alle bevan,Ie spiritose. • Ho preso due canr, nel JH'irno de' ltuali bo ft~tlo la inieZr<.llle peritoneale di 20 grammi di a lcool orùinat·io suscitando in esso il quadro fenomenologico dE-ll'alcoolismo acuto: nel· l'altro, presso a poco de! la stessa grandezza (mezzano, circa 6 chili) ho intellt~lo nello stesso modo 15 ceolimetl'i cubtci di decozione 1.h tabacco: dopo i> minuti comincia una marcata dispnea; le grHa cessano affatto; i! polso si fa piccolo e irequante: indi succedono tremiti lìbriUari, grande secrezione salivure con lieve molo convu.sivo, contrazioni ad:.lominall, le e,.teemità si mostran rigide: inietto 20 grammi t.l" alcool, dopo di che vegp-o manifestarsi di n uovo la eccessiva -;eerezione sali\"ar~. - Inùi a 3 111inuli lo stato dispnoico se ma. st ,.alesa qualche sussulto muscolare: vado ad esamin«t' ÙJc; · chio, il q un le sembra arro vesr.iato in alto. per·cllè la m..-mbrana nictitnnle ~ lumefalla per iperemia P edema (come "noi ved<>t':;Ì n~i cani dopo il laglio del simpatico). Agitando il tavolo su cui giace l'animale provocansi tremori delle membra


JL TABACCO

-che cessauo suhilo. Sonno pt•ofondo. -Dopo mezz'ora circa, destato a forza, es;;o mal sorregge in allo il capo; guarda intorno sospolloso e voi annusa, con inlenzione di fuggire, ma gli e impossibile muover:oi - e non gia per l'alcool, sibbene ver la paralisi delle esll·emtta posleriori, mentre con le anLerwri fa alcuni moli - come dL aggrapparsi, di raspare. Si vede chiaro che l'azione alcoolic~~. è vinta da quella del tabacco e che l'azione di questo è moderata dall'alcool, ma nou può Lrat•si da questo esper imento una conseguenze giustament.. apprezzabile. Il cane, in capo ad uo·ora dalla iniezione del t-abacco e caduto sul ::;uo Ialo drillo e Jopo alcuni accessi convulsivi, e tremo l'i, è morto con digriguu1·e i denti per a zio n riflessa: esso uon ha emesso urina oè materie fecali. Prima tli por fine a questo mio studio, accennerò di volo alcuno considerazioni igieniche pei fumatori e poche parole intot•no allo. cura nell'avvelenamento, così acuto che cronico. li fumare con moderazione non e dannoso alla economia animalo nella maggiol' IJarte degll uomini, anzi è salutare a molli ft•a essi, massime se pingui; è vantaggioso anche alla economia dou1ostìcn del povero ar tiere: é invece oltremodo nocivo all'adolescen:La ed alle donne in generale, cui determina più facilmente lo sviluppo delle nevrosi. È oltremodo nocevole a chiunque ne abusi, quando anche si abbia la massima tolleranza aù eslòo, poiché é nolo che il pen~ stesso, il •Juale è l'alimento piu necessario all'uomo, diventa un veleno qualora se ne facr.ia una scorpacciata da non polersi digerire. Regola 8lò~Oiutamen te igienica é (1uella di fumar e all'aperto, c tlov1•ehbe proìbirsi il nocevole costume nei luoghi pubblici, ùove con,ourrouo molle pet·sone come nei cafl'c no1; altrimenti che si ~rotbi~ce nei teatri ~biusi. ' Assai più pel'llicio~o riesco un sigat·o a digiuno, poiché la parte venefica più fucilmente passa nel circolo e più polentenlente spi<lgo. la sua azione sull'organismo tanto u1en valido t')uauto mt!no ha pol'Ltl.to riparo alle perdite subite: è brutto fumare avanti pr11.nzo o cena, poicbè si a ltuLisce il senso dell'tlppelito o l'alimento non fa buon pro. . !utti i futnuturi ~anuo cho a stomaco pieno va assai di Ptu un sigat•o, Lanlo ~ vet·o che mollissimi, cui sal'ebbe im-


1i6

IL T \8.\CCO

pO'-'!"ibile mclterne in borca un pezzo a digiuno. Sl!ntono poi Conosco ,·arit> per"Olle che per il vizio del fumo si ubilunrono a bere al mal· tino tts«enzio, ferne, scqufnit.P, provocando cosi un doppio e piu dannoso btsogno a ~~ :c:les"i. Chi provò nau<::ee ripdutamante nell'òdu,;;,arsi alla foglia nicoziana <:mella lo prova per '-ctnpt•e. Chi cominciò a ~entir mol•"llie ùi qual«ia"i geucre - pe...anteua nella lesta, <:ullo "tornaco, vertì~ini. llalulenzè, cardiopalmo, debolezza, ùislut·bi nervct, della 'isla, delrudil.o, e via ,·;a, :-o5penda p~t· quolche tempo l'abitudine del <:igaro o Jelln pipa per acc·N·Lar~i cht~ L{Uei fenomeni non dipends no Jul fum o. - Citi ha latuuc organiche alterazioni: chi ha malattie od inllammazioni semplici della luring~>, dei bronrlai, o ~atnn•t di'Ilo <:tornaco o rlt!UO iotesliuo o della bocca, "metta. c:: • l'ha conlrallo, il ''hiof<o abito. 'les~uno fumi nellu cam~ra da letto, spaciahncnte 11 pipa: la '1Uale dev'es<~et·e a conna abbaslanza lunf!a e spes!'o nel· 10[81 per 6SSI'l'S igienica: iJ narghiJf• é la migJiOrP di" !lP pipe. Cbt fuma si~ari aJopert sempre il bocchino, poicbè c::i o<~­ l<enò perlìno lo sviluppo di ulcPri sifìliliche <::ullu labbro eli fumatori, i JU8h ebb• ·rO la ~ventura di mellt>l'3 lfl bocca qj. a;ari. la cui punta ero ~lata arl'otolata clallc labbt•a di un operaio sifllitico. La do<:e •tuoliùiana di taLocco, comunqu~ a<:piralo. noli de\'•' :-OI'Ptl'-sare i \Cnli ~t'tlmmi. t; n "i%!aro ,.pento a me w non ,.a più rioccP."O : un '-i$:"nt·o ~iuuto a· c;uoi ll·c quurti va Qiltato. massime se ~i fumi ~en za b(1cchino, ~ia per la conseguenza del caJ.JrP, sio per il fatto che In nicotina (lA quale non eYapora al 2;)()") ~i ri.lepo,.i l8 appenA fuor del punto incnnd~>c:;ceute. Pe" ~irno e micidiol co~hnne é il gittar~> il fum n ,!al na"o •1 pe!lf!ÌO anche il ma<~licar tabucco. ~on onopet·an.to bocchini e pipe dalh'! lunghe rannncde ,.i twrà "empre lA dirclln irritazione del fumo ed il più facile ...,. o~lit>l'!"i dello nicotina nella ~ali"a. secondo l' e!>perienza del I<i~s!'ling-, la quanlilò di nicotina llt' futnO rltpC:tHl~ rio ')Ul'IIO prsPSISlenle nel lt~.bQC'CO- e ciÒ e chilll'O - rnu Je "'llC C~periP.n7.e convali !ano quelle del uu·a~"'-Olula necc<::sita d'avcrn~ dopo. -


IL TAB.\CCO

t77 Pari n, cho cioè più il sigaro va consumando per combustione, piil Il fumo aspirato è prl"!gno di nicotina. Pi>r qua n t.> concerne la CUJ'.a dt>ll' avvelenamento cronico tutto sta nell'allontllnat• la causa, to!'to che siasi conosciuta - Alle volte In ~omminblraLione dt>Jie sostanze alcooltcbe - le quali rare abbiano uo·azione antagonistica al tabacco - inducono un tale in~perato mi~lior11mento che ci rende accorti C$~t't'"i proprio trattato di un avveleuamento nicotico là dove prima ne a v~vamo appena il so~ petto. Cio è sostenuto dall'Erlenmeycr. La stricnina dà buoni risultati nelle amaurosi per tabacco: e.J 10 Of,ni caso, purcbt\ non :~ia avvenuto un profonlo !!uasto organico, f(li tunmolnti per abuso di questo veleno gufclt•t;:cono completam .. nte appena !'i asleugano dal ·vizio; ;:ia che si tratti di alttorazione della vi~la, dell'udito. del movimento, del sangue. N('l belhs~imo st udio u~cito ora alla luce (Le meraoiglie dell'ipnotismo) del mio egregio amico doLt. G. 1\fagini, ct,ti runùo qui pubbliche grazie per la cortese eJ illuminata a~si­ stenza sull'l'.speriEinze da me mtrapt·e::;•', leggo clte in Torino il Donalo riuscì ad impl.'ùn· di rumore a 1 un vizit.:SO ca arbio, dicendogli per sugae.~tioru• cltc durante quallro giorni il sigaro gli o nebbe Pl'•IVOI'IIlo la nausea: e l'•pnoti:czato in falli per qnaltro giorni si as!Rnne dal rumo. trovando ripu!!nauza &d l'S!-0.

S-:m • da raccoman·iat" in ca.:;i determino.ti lo ioduro poLassico, che, secondo il S.eber ed il Dornbluth sarebbe alto a promuovere la olìmìnaz.one del velt>no: il ::;econ·~o dei mento va ti medici trovò utile l'uso ùe!J' acqua fredda in un c.-a'><> n..J qual~:~ porlicolormenle Lrallova;:i d"ir rita•ione croni-

ca !tpinale. Xell'~tvv~lenamento ocuto giovano le bevande spiritose, e lliholt.a l' iniezioni ipodermiche di morfina, siccome usò I"Oppolzer in un ca~o di ovvelenamento acuto per un sigaro tenuca in bocca durante il sonno, nel q~<al caso, la perdita ~el/n conot~cen•a, l~ labbra ji(lllide, l" irrigidimento di tutto Jl Cor/JO Se(lnalarono la narco.<~ i profonda.

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t78

CONTRIBUTO

STUDIO CUIMICO·TOSSICO-BROllATOLOGICO St;LL\

PHYTOL~\CCA DECANDRIA L. Pb<l

Letto alle conroronze scientifiche dell"ospedale militare principale lli Uvorno nei mesi d1 luglio t885 e ottollre t$86. SOMIII.UitO: Introduzione. -

Storia. llotanìco-merlica della Phytolacca dccandrla. - Ricerche hio-chimicbe sulla radice. fusto, foglie e bacche. - Eslrazlune d~l prlnrlplo nltivo delln radice e sua azione lhiologica. - Estraziont.l dell'arido ntolacclnlco d31 succo delle bae<:he, della Otolaccioa dai semi e loro azione Osiologlc:~o - Ricerca della materia colorante della Phytolacca nel \illi wOstiCiltl , Soltanto per lo s'ndalore il mondo è una verUO.l 01\GES.

IntrodllZlone. Certa F. da PaYia, dell'etA di anni 5, visitata nel dì 15 aprile 1881 dal doll. G. presentava i seguen Li fenomeni speciali: • Faccia molto alterata, •tuasi stupida, occhio cerchiato ed • all'O!-OS&lo, senl:lo tli prostra1ione generale, temperatura • freddo e rigide le estremita, polso impercettibile, cr•ampi, • vomilo, diarrea sieroso- s anguigna; fenomeni di gastro- en· • terite acuta •. Questi sintomi ebbero principio circa due ore ùopo ringeslione di una certa quantità di radice di P!ty-

tolacca drcanclria.

Non oslante le assidue e diverse cure p[·odigatele, sopratutto il t11nlalivo degli emetici - l'unica àncot·a di salvezza .del caso, perchè il doLL. G. ignorava affatto qual genere di


CO~TlllBUiO, ECC.

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tossico aveva da comballt>re - dopo una mezz'ora dalla comparsa degli esposli sintomi di avvelenamento, quella bam bina moriva. c All'autopsia !>i "i.Jero lesioni nello ~tornaco e nell'JUte• stìno leno~>, con~islenlì ut>lla tumefazione edemato~a e " ~pappolamenlo della mucosa. • ln questo funesto coso fui richie;.;to per la constatazione della specie di quella raùice, che aveva dalo luogo all'avvelenamento, mentre nell'anno appresso ebbi occasione di occuparmi del frullo della P!tvtolaeea deeandria stessa, perché col succo di t'Ssa era stato colorato un ''ino, che fu solpo.<:lo al mio esame chimico. Questi due fatll mi furono d'incentivo a fare delle ricerche speciflli sulla natura di quella pianta, non già con la pretesa di recar gran luco nel campo Lossicologìco dì quel vegetale, nè Lampoco avvantaggior·e di un pa!>SO la bio- chimica, ma di pr<>varmi a portare un piccolo so~;;so lino all'incrollabile edificio della bt·omalolo:;rio, mollo piu che og~idì, in fatto di adulterazioni, si va ùi puri passo col pr ogresso scientifico: è per •1uesLo che, se all'occhio di qualche pr·ofano della scienza ~embt•a che la chimica for·uiscs le armi all'inganno, bisogna far veJere essere quellu sles:tOa dottrina capace a trova.re i l modo di smascher·3r·e i! lr·uffalore. lo scienziato omicida, tutelando la società negli inlet·e"'s• economici, come è tutelata nelle questioni di pubblica igiene. Btorla botanloo-me4Joa della. Phytolaooa deoandrla L. (l).

Circa questa pianta l~ lellcralura scientifica, sia botanica, s 1a chimica, sia meJica, é f\c..sat povera; più qua e più là si vede un cenno di esso, ma nessuno la prende in particolare con~iderazione, nessuno scr•lto1·e di scienza medieo-farma~ ceutica va ollre il concetto che essa possa agire, in specie la radice, come forte purgante. La Phytolacea del'an.d ria L chiamala dagli Americani Ne~ choo.ccannea e Poke root, \'OlgermenLe della nelle varie re,UJ Vedi bibllograRa a 11ag. i9~.


CONTRIBUTO 480 gioni d'Ilo lia uoa- lacca, uaa. tur ca, uca d'A meri ca, uca rlc Sp(lgna, 11ca di S. Carlo, uaa sanguinella, uvetta, erba dellcr. lacca, spintrecio della Virginia, tragse il nome, per quanto dice tl prof. Arcangeli nel suo compendio della fiora italiana, da ~u-ro•,, pianla, e lacca pel colore del fiore. Appartiene alla decandria decagynia di Linneo, cosliluendo il tipo dtlla famiglia delle Phytolac<'-àceae. che il Jussieu pose fra le Alriphcee, sez1one delle Cbenc-porliee. È una pianta perenne, avente una radice a grosso fillone carnoso, ramoso, con grossi fusti, ereLli, cilindt•ici, scanalatì, ramosi, succulenti. glabri, alli da 1 a 2 metri; ba foglie grandi, ovali-acute, alterne, inliere, glabre, lunghe da 4 a 12 pollici e larghe da 1 a 5, penninerviP, con un bel color verde-chiaro; ha il fiore in racemi semplici, con lunghi peduncoli opposti alle foglie, erelli, lunghi da 1- a 6 pollici, piullosto radj, perigonio a 5 petali ovali- ollusi, di color roseo- verdiccio, con 1~ slttmi; ha il frullo in forma di bacca globoso-depressa deLta anche bacca di Portogallo per la grande abbondanza che lrovasi colà - a dieci logge, rosso-nera. Fusto, JJedun· coli e pedicelli, quando il frutto è a malurazione, sono tinti più o meno in rossiccio. È originaria dell'America sellenlrionale - cresce abbon· dante negli Stati Uniti - da dove fu portata in Europa ed or propagata talmente da dirsi inselvaticllita, da giudicarsi indigena. P1·esso noi si trova in tulla la penisola specialmente in luoghi aprichi e pingui. Fiorisce da luglio ad ottobre, pres-entando la pa1·licolarità di non e~sere per anco ben fiorita nell'estrem1là ~uperiore del grappolo allorcbè sono mature le bacche inreriori del racemo stesso. Quando è adulta esala un odc.re viroso e le sue foglie hanno un sapore acre nau· seoso. È usata fraudolentemente come materia colorante di alimenti. Il fusto perisce annualm ente per effetto dei primi ghiacci-, ma la radice resiste al freddo del nostro clima, rivegetand() alla successiva primavera; vive così per diversi anni. Nel passato vigeva in Portogallo una disposizione governativa che imponeva ai proprietari di terreni di distruggere


478 .\.LLO STUDIO CHUUCO-TOSSICO·BROMATOLOGICO, EC(. f 8f le pian le di Phgtolacea d~Jcandria nel mese di luglio per impedtrt~ l'uso del f1•utto nella colorazione dei vini. Gli Americani si cibano dei germogli e delle foglie quando sono tuttora teneri ed in ispecie di quelli spettanti a pianta di prima vegetazione: la apprezzano come rimedio contt•o il reuma e le diverse affezioni cutanee par assitarie; la radice fresca e usata in infusione od in decozione come emetico, alla dose di grammi 3,60 a grammi 7,20. Condensato allo stato di estratto, il succo è stato adoper ato contro la scrofola e le ulct>ri cancerose; la radice secca però non ha quasi nessuna azione sullo stomaco. Dalla Farmacopea degli Stati Uniti si rileva che l'amminis trano internamente come antìsiftliLico ed antiscorb ulico ed all'esterno come stimolante. Questa pian~a e nauseante. Era stata provata in soslilu· zione dell'ipecacuaua, ma si troncarono gli esperimenti pel dtsguslo che provoca. Dicesi da altri che essa possa servire come alterant~ nel reumatismo cronico, nella sifilide costituzionale, nelle alft~­ z ioni parassilarie della pelle, contro le piaghe di cattiva netura, e cb e nella mastile si pr etende che essa possegga proprie la an~iflogisliche nol.evoli. Daniell nei casi d'or chite, dopo aver e fallo aumentare la turgescenza delle vene dello sCI'Olo, facendo stare l'infermo nella posizione ere tta, eseguisce delle punture per diminuire la congestione, poi lo fa coricare e gli amministra 4-6 goccie di estratto liquiJo di Phutolacca decanclria ogni 3-4 OJ'e, finchò il farmaco agisca, quindi ravvicina o allontana le dosi secondo le circostanze. Prescrive ancora una pomata di Belladonoa

e Phvtolacca. La fitoldeein.a e~tralla da i semi è usata, secondo Rulherford, nell'angiocolite catarr ale (catarr·o delle vie biliari). F1·a gli scrittori speciali di materia meJica poi l'unico per quan to io conosco - che spende qualche parola di più in prò di questa pianta é il pr of. Cantani, che la classifica fr·a gli aeri- diur etici diretti. E i dice che la n lo la radice qua n lo l'erba e le bacche d i Phuiolacca decandr ia producono con piccola dose un'azione diuretica, con grande dose il vomih> e la diarrea.


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CO:\TRIBUIO

Fu p t•es~t·itta nèl pa<~"ato, in igpe~.:ie l'erba, rtual di nelle idropbie e rll'i reumatismi ct·onici. e quale "~d dcJl"jJrorobia neJIH prOfll8SSÌ 8 CUra delJa li~SO - pre~iO 0$g&lO dall'americano clolt. Yalentin - come lliDWf'lte f.Ollsabile d'nlilllà l'azioni' ciPIIe bacche contro la tenia. Termina col C11rci :-upcre che <:opra ulcer-e carcinomatn.,:.e et"ll usai& il --ucco recanlemento "premuto. P .. rò se •1uesta pianl9 r agg iunga in tutte le sue porti od in akune eli e,~e, t~ropnl'ltl veramenl•l tossiche uiun ce lo Jice.

Jltoerohe bio-chimiche sulla radice, sul fusto, sulle foglle e bacche.

Rircrrltr 3~tila radiee,svl.(ustoesullejoglie. - Varie~on o le esperienze ""eguite "ÌR sulla radice, sia sul fu.,. lo e sulle foglie~ Anzitutto somministrai fino a -;azieta, teneri germogli e fogl ie rfi pianta ùel pl'imo anno ù1 ''egetazione, a dJVers1 <>.onigli, scn7.a accor get•mì che alcuno di es!'"i MITrisse disgul'l() al mom~nlo tlel pa:-Lo, nè ùi.:;Lutbi in s~gUJLO al\'ingcslion€l: uno citatolo per due giorni con sole raJici, "Gtnpre ùi pianta giovan·~, ebbe a "ofl'l·ire sollecite scariche alvine, ma poco fluide. Altt•i invece nel c1barRt di foglie d1 pianta vecchia cd appunto uell'epoca in cui il frullo di •tuella era giuolo a malurszione. mostrarono a"sai ripu;::naoza, cet·lo pel l:>apore acre-nau ...eo-o: ma non cosi avvenne quanJo mangioronr, la radice della pianta c:te~:ra, rorc:e pcrchè e<:~a ba sapor e a l•Juaolo tlolcigno. L'azione pro<lolta l~nlo dalle> foglie, •1uanto dalle radit.:i. fu fortemente purgaliva. l mede-imi animali li feci nutrir(', dopo una 'luindicinn di ~iorni, d• foA"Iie e r·arlici spellanti a pianta parimente '"ecchia, pre"iamente colte ed Asciugale. In !~'f!uilo a que"L() pasto non mostrarono di soffrire alcun disturbo inle:;tinal~ né ripugnonzn veruna nel mangiarle. Que~ti e~perimenli ci provano che i teneri l."!Cl'mo~li " le foglie eli pian la di pl'ima V(',getazione non pussono contenere che for~Y~ minime tracce dell'accennato principio acre-ir riLunl~. mn df piti le rndici, menlre le stt>""" par·ti ç;peUanlr u pianto otlulta ,li seconda o terza vegetazione, ed in particolare allorchè il frullo maLura e si fa completarnenle J'OSSOr


.\l LO sn;DIO CHI'f!CO·Til,;<;ICO-BROVA lOLOGICO. ECC.

l S:~

lo rlebbono contener e in a\,h(lntlanza P che in segu1to a decozione lo per<lono del tu llo. Tali pro\"e non rlubbie <:ir•a razione del pr incipio alti\'O di qne,ta pianllt mi .;;pinscro alla prt'paJ-az.one ddl'e::-lratlo idro-nlcolicQ loulo dei teneri rami quanto delle foglie e radici pt·Pse nelle ~tw divet'st! t•là ùella pianta come per la citata ec:perienza. Trala«ciando di far par ola delle prove e<:e~uile con parti dì pianta di prima vegetazione, percl.iè ehbi da ,~:;;c:a risultato rdalivaroente. simile a quello cl+>l primo e"-per·hnento, òìr6 l'Ubito ddl'azione prod ,ua dAil'e ... lrallo dell~ r o~lice di pianta vecchja raccolta al mOtoento della maturnzione del frutto; lo e<opet·unenlai su gr<>:osi coni~.:li, cominciando dalla dose di gr. O.nO flno a {ti'. 3.50. L'animale. cui era :-lata falt~ tran::tu:::iurc una pillola di puro c"'tratlo Jcl peso dt ér- :t:-,0. dopo cn·co ::!5 minuti dall' wge,..lione della sostanza, c-ominciò e ... rre!:tar::;i il mu;.o alle zampe ed agli ogt:telLi vicini , :;:cuolendo la tesla e facendo alli come pet• vmn!lare, quindt '"Ì fo'C'' «lupido, chiudendo ed apr.-ndo ad inter\"alli gli o~chi, catumin~:~.ndo <:t~ntaroente qUim io veniYa "c·cìlalo e r•mancndo poi m::<ensibile al\ P azioni cui era solloposlo, come pe1· e!:lempio ai pt:t'l..icoUi, alle punt11re. Contemporaneamente nn·eni\"a un rnptdo nblJD8'-0menlo di lem~er~tlut·n cd accekramenlo e diminuzione rap.Ja de.le conlrazi.,m cat·•hache. Intìne cominciò a vomitai'~ f'd e'acunre sostanza sieroso -:<an~-tuigna, morendo solto l'azione ciel crampo dopo due or e dulia preM del lossaco. L'egtrallo delle Cog'ie e ci e i teneri r.~mi non pt·o·Ju<:se la morle, ma a:::l, danJo sintf·rni simili cd assai piu leW:!ieri, coow un put·j:t~Hile energico. Anche in<:ironH• al prof. P eroncilo feci qualche e~perienza fl;;io r .;•ca · ft•a le altr<? <:omwinistrai !<otto forma c~tra tth a il l'Ucco ùella radice di pianta vecchia ad un p:ro ...~o e robusto cane - espet'imenLCl riu<:cilo a slt~nlo per la ripugnanza provnla dall'animale - che ebbe a soCfrire marct~lt~!:oimi lrumiLi "l ac:mod ct !-l ecialmeulc al capo ed alle t:c:lr• miLA, non eho Ouidr.! l'Cartr.he ah·ine . In :;;eguilo n que;..ti ri~u HA lì, maggiormente po"ilivi, mi


t8i

CONTRIBUTO

detti alla ricerca di quel principio immediato della t•adice di Phutolacca, che ha un'azion6 cosi potente. Estra.ione del principio attivo e suoi ca,•atteri. - Estrassi il succo dalla ra i1ce mediante alcoole etilico a oo· (GayLussac) e bollente. Il liqUJdo filtrato ancora caldo. depose col raiTreùdamento una polvere bianca. Raccolta sul filtro e trattata di nuoYo con alcool, pure bollente, si disciolse, ma col raffreddarsi deponevasi parimenle soltofor·ma di poi· vere bianca amorfa. Questa riunita sopra carta emporetica l'asciu~ai in stufa alla temperatura di 2~·Non ha questi\ polvere alcuna azione sulla carta di torna· sole; è insolubile uell'~lere, solubile per poche tracce nell'alcoole etilico assoluto, ma solubile in quello a 50" (GayLus::;acl, mentre nell'acq ua sciogliendosi benissimo, la renàe saponesce11te e le comunica un sapore dolcigno- acre ed un odore ingrato, eccitante il vomito. La !"Oluzione acquoga trattata con clornro ferrico abbandona un precipitato verde-oliva, mentre quella alcolica si emulsiona so sbaLLulu con olii ~rassi e con olioresina. ]';; solubile negli acidi solforico e cloridrico diluitissimi, ac:sumenllo il liquido col primo acido un color pagliarino; so si fa poi bollit·e, s;i intorbida lasciando dopo il raffreddamento un precipitato ftoccoso-bianco. Il liquido filtrato e reso neutro con idrato di potassio, quando sia trattato con il liquore <li Barreswil, riduce il reatth•o, segno evidente che in quel liquido si era formalo - giacché in una soluzione l='emplicemenle acquosa non ottenni simile r iduzione - del ~lucosio od un suo isomero. L'acido nitrico, oltre scioglierla a freddo, la converte in una rec:ina giallo~nola se si tratta a ~ldo, resina che è insolubile nell'arqua; infatti diluilo il liquido, in cui erasi formata la r·esina, con acqua distillata bollente essa non c:i sciolse quantunque contemporaneamente fosse stato anche neutralizzato il liquido stesso . Separata la rP.sina ed il liquido cimentato con vari reattivi, fra cui il cloruro di calcio, dette luogo ad un precipitato bianco, che raccolto sopt•a un filtro e solloposlo ad analisi speciale~ fu constatato essere ol"salato di calcio. Questo risultato è una conferma che la radice


ALLO STUDIO CrfiMICO·T(}SSlCO-BROMATOLOGTCO, ECC.

t 85

di Phytolacea contiene acido ossalico, che, secondo il pro fessore Selmi, Bracannont aveva scambialo per un acido speciale e che aveva chiamaLo acido filolaccico. Nelle proprieta fisico- chimiche e nei risultati fisiologici preseotati dalle diverse parti studiate della Phytolacea, riscontrand,o evidenti i caratteri speciali di quei principii immediati detti glucosidi (circa la costiluzione dei qllali i chimici non dissero ancora l'ultima parola) che sono contenuti da quasi tutte. le piante, almeno in qualche loro parte, éd in particolare i caJ•atteri dellà Saponina (Cll H5+ 018) da,pprìma scoperta da Scbroeder nella Saponaria ojfici.nale, poì da Bley e Bussy nella Saponaria orien't(J,le ed in ultimo da Henry e B.outt·on nella scorza di Quillaria - io credo che anche la Phgtolacca deèandria contenga un gll!cosiùe di questa natura e che questo a·ppunto sia il principio attivo cotanto venefico della radice. A controprova dei risultati ottenuti negli esperimenti fisiologici qui esposti, feci a due conigli una iniezione ipodermica con dosi diff~renti di quella polvere bianca - gr. 0,05 ad uno e gr. 0,10 all'altro - sciolta in egual quantità d'acqua distillala. Ambedue gli animali ebbero i sintomi medesimi, che avevo vedulo prodotti dall'eslratlo, ma più marcati, più forti e, nel caso dell'iniezione con gr. 0,10, quasi precipitosi. Anticlo#. - Ammesso adunque che il pt•incipiq attivo venefico dell~;~ radice in ispecie, dj Phytola:cea decanclria sia un glucoside e che abbia perciò la proprietà di emulsionarsi con gli olii grassi e con olioresine, nonchè di scomporsi in una materia zuccherina ed in un composto di nes3una provala allivilà - per qua11to fino ad ora sappiamo - in pt•esenza di acidi deboli, mi pare si possa consigliare qul:)li sarebbero ~li antidoti da preferirsi nel funesto caso che un'altra F. l'oss~ vittima di quella pianta, basandosi sopra criteri esclusivamente chimici: credo che gli olii grassi, le olioresine, gli acidi deboli, oltre gli emetici, quando il paziente possa essere soccorso iibbastanza prest\1, sarebbero stati sufficienti alla F. per sfuggire la morte. Rtcerche sulle bacche. - Il succo ottenuto dalle bacche


CONTitlTIUTO 186 schiacciato in un mortaio di vetro con una certa quan tità di acqua di~lillata, passato per tìllro, delle un liquido colvralG i:1 ros!';o h1·uno, che non ho potuto. per la sua alterabilità, fi~s~rlo in nessun moùo :;opra alcu.n genere di stoffa. Ha odore vi roso sgradeYole, sapore leggermente dolciastro~ che la~cia un senso d'acrPzza piuttosto irritante, ma non ba rea:tione acida. Le bacche ~chiocciate e lal"ciale unile al proprio liquido a com·eniente lemperatur·a, subiscono la fermentazione vinosa, i l cui ri.:;ultato ~\ un vino di sapore sgradevole, ma che può mediant•• distrllazione fo1·ni1·e una specie di alcoole. Il succo di Ph!}tolacea oltJ•e le reazioni che sar•anno in appresso esposte in una tahel\1'1 speciale, ha la caratteristica seguente: ingiallito che sia con 1'idrolito d'ossido calcico, r iacquisla prontamente il colore rosso per l'aggiunta della più picc:ola quantità d'un acido, anche il più debole, talch~ poi la sua serH'Iibililà potrebbe servire come un buon rea ttivo ùeglì acidi, però abbil'>ogna sia. quel liquido ingiallito, di recente pt·eparazione in ,·isl.a della sua instabilità. Anche la più lejlgiera corrente di anidride carbonica è s uf· flcienle a ridonar<' 11 quel liquido ingiallito il s uo color ros~o. Col surro descritto preparai a bogno-rnaria e previa ogni altra curo della tecnica j!alenica, un molle e~tratto, elle altri chiamerebber•o rob (dal persiano robb, mosto). Questo ha color ro~c:o-nero, odore grato a somiglianza di quello della caromella, sapore dapprima dolcigno, dopo acre, che produce alle fauci una sensazione molesta simile a quella che danno i semi di Croton Lilium. , L'etere non lo scioglie, nè per questi esso colorasi neppure sensibihnente, mentre l'alcoole etilico lo scioglie colorandO$Ì in bel ro~c:o granalo caratteristico. Per la ricerca dell'azione di questo estratto nell'economia animale, praticai esperimenti su vasta scala sopra conigli di media gs·oc:c:ezza, col concorso, in alcuni di questi, del· l'opera di colleghi medici. I sintomi generali, in seguito alla sorominjstrazione del rob in prova, furono simili a quelli che presentò l'estrallo


ALLO STUOlO CHDllCO· T OSSICO·BRO \I.\TO LOGJCO, E CC.

187

dd le r a. lici, ùel rus to e de li P foglie di pianta vecchia all'epoca della malurazior;e del (rutto. Pr•ima dt-lla ,:ommmi!<Lrazione cle'l'<'!>lratto go\·ernai ~t>m· pro l'anirnule con sostanze sanis'.'Jme - come, per esempio, cru::>Cll ùi frumento, pane, ~cc. - cioè so~to nze esenti da pr eseutnt·e il dubbio che ave::,scro a coulenere pl'incipii cor1tt·ari a ll'espcl'itnen lo m corso. Sotto fill'ma pillolare com inC\iai a somministra re la ~o~tAm:a ia prova l'lella dos,., da gr. 0,50 a g r 3,25; in seguilo a quo!'\l'ultirna avvenne la morte dell'animale dopo circa tre oro dall'in gestione. della pillolo, e con lo durata dei sintomi pa.tolng-ici per due ore e mezzo, ~iutomi che per e~se1'e t-illlili a quelli veduli in aHri con ig!t as~o~g:ellati all'azione dell'e::-!t·allo della rauice ecc., mi r·i<>pa1·mio di esporli; la morte in~omma avvt-noe parimente per oastro- enterite acuta, diaguo~i accertala dai ri~ullali necroscopici. Fra le varie annola zioui ùi autopsie praticate pet' l]lle&lo :-ludio, r•iporto quelle che s timo mn~gio r·meute e~alle, perdH~ raccolte in unione a qnei colleghi medici, che mi fu rono di aiuto rH:lle osservazioni anutollle- patologicbe. l n unn aulvpsia, falla in!'ieme al s1g. Enrico Jocli, solloteneHtn medico di complemento, ri!"contrammo i seguenti segni pat. •O~ici . .\ll'e::;terno osser\'avasi una f!l'anùe rigidità cadaYeric~, esQenJo stata pratiC<sla l'aulop::-ia lrediti ore dopo la morl... Aper·la la cavità loracica ed esaminati i polmoni si sono lroYa\i del tutto conge!:.-lionali e di più il lobo inferiore del polmone destro era épatizzsto. Il cuore era pieno di gt•umt sanguigni tanto a clestra elle a ~'<inistra. ~ella cavita addominale è stata riscontrata una ipet·Pmia generale ùell'omenlo. E!>aminolr gli organi digestivi si e tr·ovnto nello ~tornaco dei I'Csidui di cibo (semola ùi frumento): a mut·osa delresofa~o era di colortlo oscuro quasi nero, co::,l ~~ure lu mucosa d~llo stomaco nella 1uasi totalità, eccellualo 11 cui di c:acco del piloro. Della mucnsa ripulila dal ('lbo, si ~I·appol11va e trovava::;i facilnwnte allacct~.la al bif'turì. ~el tenue notammo !'ostan ze diaJ'roicl1e eli color giallognolo;


488

CONT RIBUTO

anche la mucosa duodenale era di colorito oscuro e t'acilmente spappolabile. Congestionali si presentavar.o il fegato ed i reni; la vescica era piena di Ol'ina di color rossastro. La diagnosi dunque poté concludersi per una gaslro- enteritt• acuta. Pac:;siamo orn all'esposizione del risultato di un'aUra autopsia praticata in unione al soltotenenle medico dell'aspe· dal~ militare principale di Livor•no sig. Aseanio Ml!le. Fu eseguila l'autopsia sette ot·e dopo la morte. L'animale esternamente prP"entava grande rigidità cadaverica. Aperto il cavo addominale, si vedeva il pacchetto intestinale di volume normale; per ò in alcuni punti del grosso intestino si notavano emort•agie puntiformi solloperiloneuli e dapperlullo alborizzazioni venose mollo appariscenti. Aperto l'intestino colon vi si trovò un liquido mueo-pu· r ulento commisto a poche materie fecali di consistenza poltacea . Lo stomaco era pieno di cibi a metà digeriti. Si trovava la mucosa gastrica molle e spappolanle; lungo la grande curvatura si notavano due gt·uppi di punti emorragici nella spessezza <Iella mucosa DiPLro ciò ne deducemmo la stessa diagnosi sopra della, quella cioò oi una inJiamm~ione simultanea della mucosa dello stomaco e dell'mlestino. Qual' l.· dunque nelle bacche il princirio cosi letale?... ùo· mandai n me !>lesso. Mi accinsi allora a ricercarlo nel rnoùo appres!"o esposto. Estra:ione dell'acido jitolaccinico dalle bacche e suoi caratteri (Tereil). - Ad un determinato peso di bacche, antecedentemente schiacciate in un roòrtaio di vetro, ho aggiunto jJ 45 per 100 di a!coole etilico a 50• dell'areom1:!Lro tli GayLussnc e quindi l'ollenulo succo alcolizzato l"ho filtralo per carla emporetica. Dopo averlo solloposlo all'evRporazione fino alla consistenza di estratto asciullo, l'ho ri liscìollo con alcoole el.ilico a 90': evaporato di nuovo fino a secchezza, l'ho poi J'ipreso con acqua otlenendone un liquido di color r osso-giall.lstt·o.


ALLO STUDIO CHUffCO TOSS ICO-BROlL\TOLOG ICO, ECC.

l 89

Tal soluto dietro aggiunta di acetato piomboso !ii(Uido, ha dato luogo ad un pr ecipitato, che lavato e decomposto con acido l"olfiòrico, ha ceduto a ll'acqua racido fliolaccin.ico . Il liquido acido, separato òal solfuro di piombo, l'ho concentralo a eon~istenza gommosa. Il prodotto ottenuto sr presenta giallo-bruno, amorfo, di apporenza gommoso-cri~ tallina 1 dr sapore acre, solubilissimo nell'acqua, non completamente solubile nell'a lcoole etilico e nello. glicerina, po-::hissrmo nell'etere e cloroformio. Lo soluzione acquosa alle carte probator ie dà l'eazione acidr1; trallata con gli acidi ~olfm·ico e clor·idr ico si gelatiniflca; t•iduce il nitt'alo d'a1•gento. L'acido tìlolaccinico !'ollo forma pillolare l'ho somminislruto più volle a conigli, raggiungendo lo. dose di 6 gr·ammi. Mentre del succo delle bacche era stata sufficiente metà di [Ut>sta dose pel' avere la morte dell'animale con i ~intomi sopra esposti, coll'acido fitolacdnico invece non s i è avuto altro che sca••iche ah•ine: duuqul) il principio che aveva determinalo la mor·te dei conigli sottoposti alla pl'ova, non é contenuto nell'acido tìlolaccinico, ma nella materia colorante. Estra:oion.e rlellajìtol{,ccina dai semi e suoi caratteri (C!aassen). - Con lo. speranza di avvicinarmi maggiòJ'rn~n te a pre-sentare uno studio meno incompleto che fo~se pos~ibile :mila l'hglolacM decan.dria, ho spinto le mie l'icet•che anco nei semi estJ·nendo eia questi la fìtolaccina. Es~icrali i "emi in slufa ~ moderato colore, li polverizzai e li Lr·attai con alcoole etilico a 90'; ricuperai l'alcoole per mezzo della distillazione, riducendo poi il prodotto a forma estrattiva. Que!ilO estrallo per prival'lo delle materie gr asse, lo la,·ai con etere di petrolio, seccandolo dopo totalmente a bagno-maria. Ridotto re~tratto n pol\"ere finissima lo sciolsi nel cloroformio, che evaporato mi lasciò un residuo liquido sciroppol"o. In c:opo a ventiquattro Ol'e trovai nel fondo det re>~i.Juo uno strat•> di cl'islallini setacei, che separati dal Jiquiclo li lavai ben bene cot'l alcoo'e etilico Questi cristallini erano appunto la jìtolaecina. La fitolaccina si presenta incolora, in cristalli selacei, in· sipiJa i insolubile nell'acr1ua, negli acidi diluili, nell'ccido ace-


190

CO~TR1DUTO

ti co concrmll•ato, nell'acrdo clorH.Irico e nell'ammoniaca; so-

lubile o~!'&i nell'ulcoole elilrco assoluto, nell'etere e nel clorof•>r·mio. Sciolta nell'acitlo solforico concentrato, dà un SI)Juto giallo- bruno, che pa~~a al ro~so sotto l'azione del calore, m »ntr·e coll'achlo nitrico concentrato non subisce a freddo akuo cumbiuroento, eù a calJo si scioglie dando luogo ad un soluto colorato in giallo. La ~oluzione alcolica tr·attata co11 acqua abbandona lo fì tolaccina. La do!'e di tre grammi dr fitolaccina somministrata ad un coniglio, ho cagionalo St>lo forli scariche alvine; ba pre~en · tato press' a poco lo stesso risultato che l,aei.Jo fitolaccinico . lUoeroa della materia della Phytolacoa nel vini IOflstlcatl.

Constatato adunq•ro che la materia colorante della Ph!J -

tolacea dcean.dria è dannosa all'economia l!nimale, in ''is la che al presente dal dic:;onesto commercio si fa uso dello bacch~ di questa pianta - al par di tant'altre tnaLeri~ colot·anti ed 111 i~pecie d~>i d eri vali dal catrame di cat>bon fos~ile, che raggiungono, per quanto io eo, il bel numero di Yenlicinque - nella color·azione di generi alimentt~ri f' specialmente dei vini, ~ indi~pensabile esperimentare quali sia no i migliori meui fish.:o-chimici pe r st:oprire tale sofisticazione, tanl•) nell'mlet·esse dell'igiene quanto pel dec.oro del commercio ilaliuno. A compirmmlo per·tanlo di questo studio, non pero con la prd~t~a di pre~enta rl o b~:n finilo, ho tentato la prova di questi mezzi d'analisi, dei quali nella lusinga che s iano per l'iuscrre di una qualche ulilit.tl, ne presento nota non senza esilaro sulla loro ~orte per·ché • l'analrsi del vino, dice ·Pttsleur, ~: • cosa delicata; lo scoprire una falsificazione è difficile a«sai • ed i chimici non si crrconderanno mai abbastanza di prec cauzioni per· dichiarare con sicurezza che un vino é fai" srflcato. • Per non incorrere nel per·icolo di sostenere inscienlement\! .assurdit.U in queste rit:erclte, cominciai dal pt·eparaee da me


.\LlO STUDIO CUI\fiCO-TOSSTCO·BRO"-ATOLOGICO, ECC.

191

sle""O un vino con u~·a nera di vizzali orJioari della r:itill cin,fcra ed aYente poca materia colorante per raggiungere meglio lo scopo. Colloc~i il moslo ìn oue recipienti simili, aggiunF{f'nùo in uno ùi essi una r·elallva quantità ùi racemi di Phytolacca. Ter·rninata la fermentazione "vinai le ùue diverse qualilà, la>:eiau ,Jole in riposo per qualche me"e pt•ima di procedm•e :;opra le medesime a ricerche bromalologach€'. Il vino sofislict~lo oltre presentarsi con una mag~iore tntensita di colorazion~, lasciava al saggio ot·ganolettrco una leggierrssiroa astringenza alle fauci, come se avesse contenuto minima quantita di solfato alluminico potassico. La prima ricerca che m'impe~nai a fare, fu la determinazione della ricchezza alcolica. La qualità pura conteneva il 6,50 per 1.00 di alcoole e que11a sofisticata ne aYeva il10,20 per 100. La differenza (3,70) sta a confermare che il frullo della Pltytolacca può subrre la feernentnzione vinosa e per disl1l· lezione dare una sp~>cie d1 alcoole. Susseguentemenle passai a cimentare con i più sicuri reattivi chimici sia il vmo puro. sia il succo di bacche clelia Phythlacca alcolizzato, sia il Yino adulterato con questo succo, in comparazione di alh·e materie coloranti organiche usate in !':Imili sofisticazioni. Prima di procedere ai ~ggi particolari per la ricerca del colore estraneo, sapendo che la mateJ'ia colorante naturale del vino rosso è precipatata in massima parte dall'acido tannico e da gelatina (Fauré e Gauller). agitai ben bene il vino con detti reattivi, usando per gelatina una soluzione di bianco d'uovo sballuto con acqua nel rapporto di p. 1 1(2 del suo volume. Con tale trattamento si ha, in seguito a lìltrazione, un liquido relatjvamente più sensibile per la ricerca di materie coloranti estranee. Da fJuesti saggi trassi i dati per compilare il seguente quadro, che mostra le ,·arie manifestazioni che diversi reagenti debbono dare nella ricerca della materia colorante della Phytolacca Mi vini.


~ 92

CONTRIBUTO

Reazltnl del wlno puro, dal succo di bacche di PhJttlacca, del YIDO

RPattivo

Yino puro

l

( Precipitato azzurro ceAcetatopiomboso ) ne:os,!oolo o verdel cluaro. \Liquido filtrato iocoloro.

Acido cloridrico e zinco . . . . Decolorazione lenta (re- Decolorazione lativamente al grado d'intensità del colore). A1co 1e a milico ( Lìq!Jido alcolico rosso Liquido alcolico cio rossastro. VIVO. dopo ac id0 5 OJ -' J) Liquido . acquoso vio- Liquido acquoso forJ CO . . . • l letto. viola. Ammoniaca . Ve1·de-boltiglja . . . Roseo violetto

·j

Precipitato cinereo lieAzotalo mercu- ~ vemente violaceo. rico . . . . L i qu i d o color paglia chiaro. Azotato mercu- \ Pr e.ci p i Lato violetto Preci p i lato rossastro. \ ch1aro. rioso · · · · l Liquido quasi incolo.ro. Liquido roseo . • Biossido di manganese in polvere finissima. Liquido fillrato incaloro. Biossido di piombo . . . . . . Decolora. . Borato di sodio . Bigio·cbiaro Carbonato di potassio . Bruno ver dastro . Carbonato acido di sodio . . Bigio . . . . .

·l

Ro..seo-violetto. •


ALLO STUOlO Clll!IIICO·TOSSICO-BROMATOLOGICO, ECC. 193 IICCO di

Phytolacca, In comparazione di altre materie organiche coloranti.

-[ Yino con snc~o di PhyUllaCC3 ·

l1ateric coloranti che in unione al villo danno reazioni ~imlli a quelle dei 'ini so!Micati con Phytolacca

Annotazioni

~------------------

Precipitato azzurro cenerognolo.

Cocciniglia, campeggio, fuc..:iua, ligustro, mirtillo, sambuco. Liquido filtralo roseo Fuc:sina. chiaro, che sparisce senc;ibilmente per ebollizione. Decolo!'azione assai rapida \relativa al grndo .ù'i~•tensilà del colot·e).

Liqu1do alcolico limpido

e rosso.

Liquido acquoso violetto intenso. Bigio scuro tendente al

violaceo. Precipitato cinereo in_tensamenle violaceo.

Ltquido giallognolo.

P recipitato violetto cupo. Liquido roseo.

Li'luido filtrato color

P. 5 di biossido e

~··an ato-roflsaslro le~.t{!ÌPrO.

p. 4 di vino in e-

Decvlora. B•gio tendente all'az- Cocciniglia, fucsina, li· zurro. . Verde- giallognolo sporco. Yiolelto-flcuro. 13

guslro.

same, agitati

ben bene.


CONTRIB UTO

·19"

Vioo puro

Rcallivo

Succo di Pbytolacea

1Verde cenerognolo . . Roseo· violetto. • Ca1·bonatodisodiol Per ebollizione si scotora. Carbone animale. Cloruro ferrico . Cloruro stannoso Cromato di potassio ed actdo solrorico. . . Idrato di bario .

Decolora . Bruno. . Violetto . Verde bruno . Liquido filtrato verde oliva.

ldt'alo di bario acidulato con acido S(~etico. . Roseo leggiero . . . Roseo molto Idrolito d'ossido Bruno verdastro . . . di calcio. . Macchia bruno- giallaO~<!'ido di calcio stra.

Solfato di alluminio. Colore ravvivato . . . R osso legg giallastro. Solfato allumini-~ co-potassico e Lacca verde- azzurrocarbonalodiso- .gn~la . d1o in parli u- LJQU!do filtrato verde- Liquido filtraLo guaii . . . . cbJaro. violaceo.

l

l


r

ALLO STUOlO CRIMICO-TOSSJCO·DROitA'rOLOGlCO, ECC.

Materie coloranti clic In unione al ,-ino danno r<'arioni simili a t)uelle dei vini sollstic:1ti eon Phytolacca

Vioo con succo di Phyi(Jineca

Violello scuro . . Per ebollizione ùivìene gri~io - marrone chiaro. Decolora. · Bruno-sbiadi~o. Violetto intenso.

Annotazioni

l

l

P . 1 d.i c~rbongto SOdtCO IO p. :.()() d'acquaP.er pr•eparare 11 r ealtiYo.

l 1

Verde-giallastro. Liquido filtrato gialloverJastro sporco.

Hoseo.

~ 95

l

Cocciniglia,campeg~io,

fucsina, li~ustro, mirtillo, sam buco.

Coccini,:rlia, campéggio, fucsina, ligusLt·o, mirtillo, sambuco.

Rosso-verdastrosporco. Macchia giallo-rossastra.

P oche goccie di vino esaminando sopra la superficie levigata di un pezzetlr1 di calce ~rasM ben s ecca.

Colore ravvivato con tendenza al giallastro. Lac:!a cenerognola in-l Cocciniglia . tenc:a. Liqu~do. ftllrato vtolaceo l _

••••d•to.

1

. l Si prendano del

liquido esami· nando 10 cc. e 5 cc. di ciascun reatlivo.


196

CO~TRlBUTO

Il doll. l. Msccaguo ha esegu ito;sopra la lacca olleuuta ùa11'allume e carbonato sodico tanto sul vino sofisticato con P/lgtolaeca, quanto con Cocciniglia, un'accurata ricerca spellroscopica, che ci offre dali non dubbi per la determinazione della materia colorante estranea, esperimento che riferisco con piacere ad onore delraulore ed a maggiore illustrazione di questo mio lavoro. Secondo quel distinto chimico adunque si osservano allo speltr oscopio, sotto conveniente spessora, due assorbime'nti diversi. Questi- che ebbi il piacere di veder-e esposti alla mostea nazionale di Torino nel 1884 con relative figure colorate -li rappresenterò, coro e fece rautore, con i seguenti segni convenzionali suffidenli allo scopo propostomi, dei quali darò poi conveniente spiegazione. F U o l aeea

51350< 56251 5400 5134<

..

5850< 57751

5667 5562< 5425< 53251 5225 513!<

deve essere fallo solto conveniente spessore~ molto forte o con soluzioni molto • intense i ùue spettri risultano eguali; vedesi difatti che in• tet·essano la stessa plaga, cominciano ambedue a 5850 e " terminano a 5134, però facendo diminuire lo spessore si « osserva che nel caso della Fitolacca, la banda anche de• bolissima 1 si mantiene sempre unica, mentre colla Cocci« niglia questa si divide in due come-sopra è indicato. " La spiegazione degli adottati segni convenzionali é che• il segno< inruca il raggio (espresso in lunghezza d'onda), « ove comincia ed o ve termina t'assorbimento; i numeri posti « a fianco della ri11a verticale esprimono due raggi fra i quali « l'assorbimento raggiunge il massimo d'intensità e che ca" ratterizzano perciò la posizione della banda ». « L'esame

. « perchè con uno strato


197 COl"l per esempio, nel caso esposto di vini sofisticati con Phytolaeea si vede che l'&Sl:'OI'bimento comincia al raggio 58:>0, cresce fino a 5625, si mantiene massimo fino a 5400, diminu•sce e si riduce quasi zero a 513i. AI..LO STUDIO CHill iCO-TOSSICO-BRO){ATOLOGICO, ECC.

Augurare a queste semplici pagine d'esser guida e norma a chimici esperti, è follìa, ma spet•are che esse siano per altri scintilla di nuovi e più perfezionati studi su questo soggetLo, è una aspirazione dell'animo mio, che c Altro diletto che imparar non trova •.

Dal gabinetto di chimica dell'ospe.lale mìliu re di u~orno, ottobre 1886.

BlBLlOGRAFlA. D le p{!anzensloffe in chemJSclifr, phJJSìo/og~cher, pllarmacologiscller uncl touicolo(/isch~r. lliMichi (iìr àle J.erzte, .Apoleker, Chemiker, u-nà Pharmaco· loge11 bearbeltet, von docl. AUG. IJOSEIIANN, doct. A. lltLGER, und doct. THBOD. HCS6l!A~ll. Zeweite uollig t'm gearbeite At•{lage. - Berlin, vou JulUS -

Sprlngor, 1884. Spec. pl11nl., vol 1. BEI\GI:RET, L !. - DEPOX'I' - FltJr. all. vol. l . - Wu.ot::-~. - Spu. plmll., vol.. !. -OTTo (B. C).- Diu. àt phytolocca. - Traj. ad Viadrum, 179!. - Ocncc. - .Vémoire sur lt Phylolacca duandr~a L. - (Acaàemit de Rouen, 1831 ). -

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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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Faoles miopatio& nella mlopatta atrofio& progressiva. - (Journal de Médecine eL de Chiru'f'gie, dicembrfl 1886).

11 dott. Landouzy ha potuto mo~Lrare nello stesso Lemp(} nel suo riparto nell'ospedale della Carità in Parigi ~ett~ malati i quali presentavano lulli un aspetto pressocbè ana· logo dovuto ad una facies tuUa particolare. Questa facies,. che si può chiamare miopatica, è in ràpporto con l' att·ooa di certi fascelti muscolari della faccia e spe.cialmente degli orbicolari dell'occhio e delle labbra. Ciò che colpisce io questi soggelli è un aspetto triste, sciocco, beato, con una apparenza di esoftalmo dovuto al fatto che l'o~·bicoJare non puòricuoprire l'occhio completamente. Esiste inoltre una certa prominenza ed ispessimenlo delle> labbra; inoltre la pelle della fronte è. assolutamente liscia, senza alcuna ruga. Questi sono i principali caratteri allo stato di riposo. Sotto l"tnfluenza dei movimenti la facies diviene anche pia caratteristica. Allorchè il malato parla~ la fenditura boccale :::i allarga smisuratamente; gli alLi di tìscl1iare, soÌlìare, spu· Lare etc. d.inotano, per la lor(} difficoltà, l'alterazione dell'or· bicolare delle labbra; specialmente il modo di ridere è tull(} particolare; invece di ridere francamente, colle labbra affatto disLese e coi denti fuori, invece di ridere io allo e allegramente, il malato ride per luogo, per traverso ed in basso, egli ride trislamenle, per allargamento della fenditul'a boccàle, pei muscoli buccinatori e non pei muscoli elevatori;. il riso appare altrettanto più triste e stupidò, in quanto clH} le parti superiori del viso non partecipano all'allegria d-ella fisionomia. Se il malato vuole chiudere gli occhi, l'occlusione palpebraJe non e possibile, ed, anche col maggiore sforzo,.


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le palpebre lasciano sempre vedere tra i loro orli una striscia <li scierotica eli parecchi millimetri ; è anche impossibile di inarcare le ciglia e di corrugare la fronte. Questo insieme di fenomeni s i riscontra in un grado più o meno prouuuziato in tutti questi maiali, e può chiamarsi facies rniopatica giacchs e in rapporto I!Ofi una fOt'ma particolare d1 a~rofìa muscolare, la miopatia atrofica progressiva. Questo aspetto è talmente caratteristico che fa meraviglia che non gli sia stata attt•ibuita maggiore imporlanza. Duchenne, nella descrizione della atrofia muscolar4:\ intanLile, l' aveva osservata per la pal'te inferior e d.ella faccia, ma non per la parte superiore. L'importanza di questa facies é grande dap~lo)chè permette di fare una diagnosi di primo acchito, ed~ una forma Lu~ta particolar·e di atrofia progt•essiva di cui il medico <.leve, prevedere l'evoluzione. Il Landouzy infàlt1 potè una volla diagnosticar>e una mìopatia akofica progressiva in una giov~­ net.la (considerata c.orne sana, e cLe era andata da lui peraccompagnare sua madre), essendo stato colpito dall'aspetto particolare della faccia di essa; difat.li, esaminatala poi com· plelamente, potè riscontrar e, insieme ad altri sintomi, l'atrofia del pellorale; egli potè inoltre constatare, coll'aiuto di un ritratto della rl:)gazza fatto all'el!) di 7 anni, che l'aspetto carnLLetistico della faccia esisteva gia allora, sebbene nessuno dei parenti se ne fosse accorto. Lo stesso fallo accadde per un altro malato di 35 anni che era andalo a farsi visitare per una affezione cardiaca; la sua facies particolare rivelò essere e gli affetto da questafor ma speciale di atrofia che anche essa rimontava all'infanzia giacchè la si riscontrò in un ritratto fs.tto all'età eli 9 anni 1 in esso cominCiavano ad esser colpHi i membri. La conoscenza quindi di questo fatto è molto importante pei medici perché, se essi r iconosceranno tardi questa ma· lallia, saranno accusati di non aver la conosciuta e di non averla annunziala nel momento in cui era 11ecessario; bisogna al contr ario poter dire iìn da princ~pio che questa :acies r ivela una atrofia ad evoluzione pr ògressiva> lent.a ed Incurabile.


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Aotlnomloosl nell'uomo. - (Journal de Médecine et de Chirttryie, dicembre i886). Il dott. Malhieu ha pubblicato nella Reoue des seiences médicafeg un lavoro completo sull'actinomicosi dell'uomo, malattia che sembra essere ora più frequente che per lo pas!'alo. L'aclinomicosi é una malattia il cui sviluppo è dovuto ad un fungo che si mostra il più spesso sotto forma di a{!gltlmera7.ioni ra{!giale ''isibili ad occhio nudo. Questa malattia, scoperta dapprima nel bue, si presenta nell'uomo sotto varii &!';pt>lli che ora ricordAno la tubercolosi, ora la piemia. Nel bue, in cui essa é più frequente, essa si presenta più di so· venle ~ollo forma di un tumore del mascellar e iuferiore, più rat·amenle del superiore, che giustifica a prima vista il nome di osteosarcoma. Il mascellare é invaso da una massa bet•noccoluta di color bianco-grigiastro che prende origine dal perioslio o dalle cavi là alveolari; l'osso è disgregato, scava lo da uno specie di osleoporosi nelle cavità della quale s'intromette il tumore; delle lamine ossee, delle trabecole più C' meno gr·andi sono per tal modo separate e staccate. Al laglio i tumori per tal modo presentano l'aspetto dell'osteo<~al'Coma; vi si constata una superfir.ie bianco-grigiasLra "olcata da piccoli focolai di rammollimento. Col raschiamento si ottiene un succo abbondant~ nel quale si conslalano dei piccoli grani gialli simili a grani di sabbia od anche a grani di miglio ; essi sono i globi formati dai funghi. Nell'uomo generalmente raclinomicosi presenta una tendenza alla ~uppurazione mollo più manifesta che negli animali; in ec:so si producono sopralulto ascessi e tra j!iUi fistolosi simili a quelli che si osservano ne1la piemia o nella tubercolosi delle ossa; si osserva sopratullo formazione di raccolte purulenle, con scollamenti estesi e seni fislolosi multipli. L'affezione non resta localizzata al contorno della bocca; ma può riscontrarsi nel torace e nell'addome, sia nel tes-


MEOlCA

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-suto cellulare di queste cavitil, sia nei visceri racchiusi in e!5se; da ciò la differenza delle forme cliniche. Il fun~o penetra abitualmente per la bocca, ed è in essa perciò che si localizza dappr ima e piu di sovente. Risulta da ciò che il parassita per penet•·are ed impiantarsi apptofllta doli e diverse erosioni e specialmente di quelle così fre · quenli a livello del tessuto delle gengive. Il più delle volte si tratta di ascessi ad apet•tura fistolosi!. simili a quelli che avven~ono in seguito ad osteo per iostite del mascellare i •tue~li ascessi hanno una dur·ata ed una lenacità grandissima, e tendono a produrre scoUamenti estesi. Si é notato alh·e~l un indurimenlo noteYole chu circonda questi ascP.ssi; e!:'!'i possono anche prodursi nelle r~gioni parolidee e nelle ~ruancie, come pure nel faringe e nella hngua. Il fungo parassilario, ùopo esse1·e penetrato per la mucosa boccale, il piu spesso favorilo dalla carie o dall'usura dei denli, può infossarsi e produrre in tutte le direzioni un ind•1ramento seguìLo da suppurazione; gli ascessi possono far!-ti strada intorno al faringe, uella guaina dei vasi cai'O · tidei, e fìno nel mediastino. Il torace infatti può essere colpito; allora l'affezione dà luogo a raccolle purulente con carie delle o!'sa della colunns vertebrale. con fistole cutanee sulle pareti del torace, con pleur1te, pericardite ecc. AIJorche 11 polmone è colpito primitivamente, l'analogia colla tubercolo"'i è completa, ed è questa infatti la diagnosi che ~i fa or dinariamente; in seguilo si formano mollo spesso ascessi torac1ci e ~eni fistolosi. Negli sputi si possono trovare i corpuscoli caratteristici. Allot•chò invade f addome, l' aclinomicosi produce aderenzP, ascessi, raccolle purulenle che possono s imulare gli nl:'cessi per congestione del bacino, le psoiti, la perimelrite, la perilonile parziale suppurata. Ciò che farà in questo caso Of,me negli altri r iconoscere l'actinomicosi è la tenacita della malatt1a, spe:;so la sua bizzarria, e sempre la presenza dei funghi I'ag~iali. l renorneni generali sono variabilissimi; molli casi sono apirettici i rruando le lesioni sono r1stretle e localizza t~ non -si hanno distur bi apprezzabili delhi salute generale; lo stesso


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non avviene allorcbò le lesioni sono estese e la suppura· zione é abbondante; la cachessia allora sopravviene piu omeno celerrnt;nle. Dal punto di visla della durata della malallia, si può direche, salvo i casi abbastanza r·at'i nei quall il principio è brusco, essa è lenta e Lorpida ; la malaLLin dura mesi ed annL Il pronostico è grave; però se ne conoscono già varii casi di guar'igione. La diagnosi é pt!r lo più difficile; ractinomicosi deve es· sere sopraLuLto sospettata negli individui che hanno cura del bestiame. La bizza1-ria della malaUia, le facili recidive, reslensione continua dei focolai di suppurazione, la molti· plicazione dei seni fisto losi, l'indurimenlo intorno agli ascessi fa ranno pensare all'actinomicosi, sopratutlo quando si Lral· terà di lesioni sollomascellari , parotidee, cervicali e tora· cicbe. La presenza di ~rani gialli simili a quelli di c;abbia, ùel volume dei g1·ani di papavero e rar'amenle di quelli di canapuccia. circondati ~la una atmosfera vischiosa che loro aderisce intimamente, fat·à sospettare una diagno!:li che il microscopio confet·merà mollo facilmente. Questi ~rani gialli sono molli e facilmente si schiacciano, a meno che non abbiano subito l'infiltrazione calcarea, il che è fr·equente a succedere negli animali. L'etiologia dell'affezione è ancora abbastanza oscura; alcuni fatti fanno pen;.are eh~ il rungQ si sviluppi alla s uperficie di certi "egelali, e ch(l esso s'iropianli nella mucosa boccale e sopralu lto nella gengivale nei buoi che ma· :::licaoo questi vegetali ; nell'uomo il contagio avviene pel contatto cogli animali malati, e sembra che i germi si fis· sino sopraluLlo a livello dei denti cariali ; ma essi possono ugualmente penetrare per le soluzioni di continuità della pelle. L'unico mezzo curath•o da adoperarsi é il disLI'uggere ed il raschiare la superficie malata esaltamenle come se si tra~ tasse di lesioni Lubercolal'i.


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Delle atrofie mu•ool&rl progressive. - LccAs-CHAMPIONNrf.:RE. - Jourttal rle Medecine et de Chiruruie). L'autore ricorda che da qualche tempo a questa parte sono stati ciescrilti numero"i lipi eli atrofie muscolari p1·ogressi"e, la ntoché è difficile di poter~i tenere al corrente della terminolo!!ia impiegala in que::le descrizioni, e che, per la moltiplkazione di lali fot·rne, delle quAli alcune molto somiglianti tra loro, ne è venul6 una certa confusione, mentre pochi anni indietro la ~loria di lfueste affezioni era riunita nella clas!':i•·a de!<crizione del Duchanne (di Boulogne). L'A. perciò ~i ripromelle di inJ icare il senso delle dt~no ­ minazioni impiegale più di so,·enle, aggiungendo infine la de:;ct·izioue eli una nuova forma ~ludi ala recentemente da CharcoL e Marie. 11 Landouzy divide le atrofie muscolari progressive in due grandi ch:ts!'i; atrofie miopaliche (dovute Rd alterazione muscolare) ed aLrofie neuropaliche (dovute ad alterazione nervosa). La prima cu le~oria comrrende la miopatia atrofit.a progres~iva e la miopolia psPuùo-iperlrolìca: però a qul:'slé due classi fanno capo molte sl li'C forme, delle quali ecco le pri11cipali; alla prima c· lasse appartiene l'atrofia muscolare infanlile descrilla da l Duchenne, che comincia dalla faccia, studtala recentemente dal Londouzy e dal Déjerine, e della ora miopalia atrofica pr ogressiva a tipo facio-scapolo-omerale (tipo Luntiouzy Déjel'ine). Questa atrofia comincia nell"i 'lfanzia dai mu!'<'oli della faccia; poi, quantlo ~i generalizza. colpi!':ce soprutullo i muscoli delle t:paUe e delle braccia, con per :::istenza di certi muscoli ed in par ticolare dei muscoli respiraloi•ii P dE'i muscoli annes!C'i ad apparecchi spPcìali (visLa, mal'lìcazione, deglutizione, fonazione); oon esistono affaLLo contrazioni tlbl'illari, e spesso si osserva la retrazione di certi lllU!'coli; inflne, dal punto di vista etiologico, è da notarsi che il più delle volle tal malattia è ereditaria. Un' altra forma designata ('01 nome di tipo femoro-libiale (t_ipo EiccJ.orsl), nella quale sono p resi sollanlo i membri, r~~:ml ra anche nella classi> delle miopalie Atrofiche progresSive, che perciò comprende dill'erenli forme d'amiolrofte.


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delle quaE principale è (juella descritta da Landouzy e Déjerine. Della seconda classe, miopatie pseudo-ipet·trofiche, l' A. segnala !:<Oltanto la par·alisi pseudo- ipertrofica classica e quella form a descritta sotto il nome di forma giovanile di Erb, che molto le somiglia; l'atrofia in tal caso si combina frequen-temente con una ipertrofia muscolare ver~ o falsa che spesso fa constatare una durezza parlicolare dei muscoli atrofizzati. Tutte le amiolrotle, delle quali si è parlato, con diversità considerevoli nella loro forma, sono di natura miopatica. os sia dipendono da una alterazione muscola're. Le seguenti sono mielopatiche. Trascurando quelle cl~ si osse rvano nelle intossicazioni e nelle malattie infettive, che sono d'or-igine nevrotica, come pul'e quelle che si J'isconlra.no nelle differenti affezioni croniche del midollo, sono da notarsi solamente, secondo la classificazione del Landouzy, le due grandi for me di atr ofia muscolare in rapporto con una alterazione delle cellule motrici della midolla ; l'una, la più frequenta, é l'atroJ1a muscolare progressiva volgare, conosciuta solto il nome di tipo Aran - Duchenne; l'altra, meno frequente e meno conosciuta, i>i r iduce al tipo scapolo- omerale del Vulpian; questa differisce da quella in ciò che l'alrofia comincia Jai muscoli della spalla e del braccio e vi resta lungamente limitata prima d'interessare l'avambraccio e le mani. Riassumendo, in ciaswno dei due grandi gruppi assai distinti tra loro per l' origine mìopatica e mieiQpatir_a, a.ra passati in t'i vista, esiste un cerlo numero di tipi che sembrano assai vicini tra loro; forse ha v vi oggi tendenza a moltiplicare troppo queste divisioni; pur tuttavia si può dire che que1>ta suddivisione preliminare è necessaria per arrivare ad una ~onoscenza completa dell'insieme di queste affezioni. Appartiene probabilmente al gru}>po delle atrofie mielopaticlte, giacché non se ne ha la dimostrazione anatomica, una for ma dt atrofia descrilta recenlemenLe da Cbarcot e Made; ciò che caratterjzza sopratutto questa forma d'atrofia m uscolare progressiva è che essa invade da principio i piedi e


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le gambe, non mostrandosi nei membri superiori (prima le mani e poi gli antibr acci) che dopo parecehi anni; l' e voluzione è dunque lenta Si cou:stala inoltre !"integrità r elativa dei mt1scoli della radice dei membri, od almeno la conservazione mollo più lunga che per quelli dell'estr~mità; fallo importante poichè contrastA con quel che si osserva nella miopalia all'ofica proa:l'e!'si,·a, nella quale la radice ùo?i membri t• specialmente colpita, havvi inollre integt·itù dei muscoli del tronco, delle spAlle e ùP.Ila faccia. Le osset·vazioni mostrano ugualmente l'Psistenza di contrazioni Jìbrillari nei mu~coli in via di atrofia, l'esistenza di dtslurbi vasomotorii nei segmenti dei membri colp1ti, nonché crampi più o meno dolorosi. L'tiffezione comincia ordinariamente nell'infanzia; spesso si manifesta su più fratelli e sorelle e qualche volla sugli ascendenti. Si tratta quindi di una affezione ereditaria e paragonabile perciò con altre forme d'atrofia. Dopo la pubblicazione del lavoro di Chat•ot e Mario, Ioffroy ha riportato alla societa medica degli ospedali una os~ervazione di atrofia affatto analoga a quella dei predetti autori. ed ba proposto ùi ch iamare quest'affezione col nom& di atrofia muscolare givvanile delle estremità; quBsla denominazione però non dove esser confusa con quella di forma giovanile di Erb, che si applica, come si é de~to, ad una varietà di paralisi pseudo- iperlrofica. Pluralità delle ~bumtne ohe al dsoontrano nelle urlne - P eptonurta. - (Jour. de Médecine et de Chirurgie) . . È ormai noto che l'albumin11 che può risconlrarsi nell'urtna non è una sola, ma beusi di varie costiluzioui e che . ' perc1ò dalla presenza delle diverse albumine si può dedut·re un pronostico diverso. Il Prvf. Iaccoud nelle sue lezioni di clinka medica ha dedicato a f{Uesto soggello un capitolo di cui ecco un riassunto. Si può dire che al giorno d'ogp:i esistono tra specie di albumina nell'urina patologica. i• St•rina. Questa albumina è identica a quella del siero


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del sang ue; è l'albumina più patologice, se cosi può • ralbumine brightica; non esiste albuminuria brightica senza serina. 2' Il gr uppo numeroso delle globuline, paralbumma, me· talbumina, di cw il tipo più comune è la par aglobulina detta anche semplicemente globul ina. 3• l peploni, che cOl-rispondono all'antica albyminosa di M ialhe. Ora dall'esame dei falli r isulla che, di queste lN forme di albumina , soltanto la ~e rio a è collega ta a d una lesion(:> del rene; tanto la globulina , quanto i peploni non sono di denti da lesione renate, e perciò ltt loro pr esenza oelrurina è dovult~ ad uno stato particolare delle sostanze albuminoìdi del sa ngue. Da tal nozione risulta un granùe intPresstl pratico, imperocchè la globulina precipita con tulli i realtivi che si perano abitualmente ver la r icerca delralbumina netrurt e la sua presenza pnò far credere ad una lesione rPnale non et'iste; ovvero, se essa coe siste colla ~et·ina, far poiTe una albuminuria molto più abbondante che s ia in reaHè. I n l{Uanto al peptone, esso non prt!cipita coi reallivi dell' alburnino-serina, e la sua presenza nell'urina non dar luogo, sotto questo ra pporto, ad errore. Dal punto di vista obbiettivo, la sola diiTereoze che sono segnalarsi tra i precipil.tlti ùati dalle due albumine le segueuti: con la globuli na la coagulazione è più lenta non è cosi istantaneA come quella della serina; di più il picilato, per quanto sia abbondante, non è ~iarnmai no,ccc•su, al momento della sua for mazione; esso 1100 diYiene nemmeno in seguito e non presenta il fenbmeno della tilità. Tali fatt1 sono impor tanti, giacché la lentezza, geneilà, la mancanza di fi occhi e di relrattilità !'\Ono samenle i co•·atleri che si osservano nelle albuminurie tra torie !'\pecialmeole nel corso e dopo malattie acute; e s1c:cou1111 sino ad ora non si è avuta la precauzione di separare la li na prima di lrallare l'ur ina coi reaUivi ordinarii, è prob che nella maggior parte dei casi si tratLi di orioa con J>ulina e non dt urina con serina, cioè di una falsa


MEDICA

nuria dipendente da temporanea modificazione delle so~tanze proteiche del !'angne sotto l'influenza della malattia acuta. Que~la distinzione tra le ralse albuminurie costituite da semplice glolmlinuria e le vere albuminurie cosLiluile da 8erinuria ha una grande importanza. ll proccl'so di separazione d(•lle due specie di albumina è d'altronde mollo semplice. Si p1·epara una soluzione salul'a di solfato eli magne~ia; la saturazione deve essere tale che un certo numero rli cri!'<talli r~'>~lino non disciolti nel liquido. Si ag~tiunge all'urina una e~uale quantità di questa soluzione e ~i la!"cia il mi~cuglio a freddo pt>r 2 ~ ore; trascor!:'o tal tempo vi !ii vede una nube opaca formata doHa precipitazione della globulinA. La sostanza è coagulata iu lotalitA, ed è pura, senza mesrolaoze di altre materie albuminoidi. Il roagulo CO!'Ì prodotto si separa mediante filtramento, e sul liiJUÌdO filtrato si possono Care agire, senza tema di errore, i reattivi ordinarii della serina. Il pe-plone cbe ~pesso si riscontra nell'urina non precipita coi renttivi comuni dell'albumina; ma precipita c.oJ reatlivo di Tanrct, il quale è pr ecisamente usato abbastanza spesso per· lo studio deiiP albuminurie Ieg11ere; diguisaché é probabile che molle albuminurie, <.lette fi~iologiche, nnn abbiano altra ()riginc che questo errore di apprezznmento. A tal riguardo l'acido nitrico ed il calore sono dei reallivi ben più sicuri. In quanto alla ricerca del peptone nell'urina , è une operazione assai delicata, sulla rruale non è il caso qui di insistere, e che esige l'eliminazione preventivA totale dell'albumina. Ma un punto di grande importanza ò che il peptone nell'urina impedisce completamente la t•iduzione dei sali di rame col zucchero dell'urina, di maniera che in questa ricerca, se ci si l1mita ai r eattivi rameici si può perfettamente misconosrere una glicosuria. Allorchc~ dunque si ba motivo di so"Petl.are la glicosuria in un individuo, se i reallivi cuprici non S\'elano zucchero, non bi!'ogna arres tarsi e si devono quindi sperimentare altri reagenti, ovver•o as~icurarsi bene ch_e l'urina non contenga peptoni, il che è molto più complicato. Le condizioni nelle quali la peptonuria può mostrarsi sono


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RIVISTA

d'allr onde molte. La si riscontra nelle affezioni renali essa è legata allo stato cJel li<lngue e non g1a allo stato reni, nella polmonite, nella lisi polmonare al periodo quativo, nella pleurite purulenta, nel reumatismo ariLiccnRJI'II acuto, nelle affezioni delle ossa, ecc. In tutti questi casi la peptonuria e un fallo seconclario transitorio dipendente da una alterazione passeggiera sangue pdr la malattia antecedente; ma esiste anche peptonuria primitiva e persistente che costituisce da sola affezione realmente grave. Si deve a Quinqua11d la des'""'"'"~"­ di que:::ta forma m orbosa ~ Questi falli si presentano con parenza di una poliuria semplice; rurina non contiene mina, nè zucchero, né eccesso <i'urea; si crede in una pa ad una poliuria acquosa; pertanto i maiali, invece di tare come sintomo unico l'aumento della sete, come avv in tal genere di poliuria, sono colpiti da un dima che può arriva re lino alla caches:>ia. L'esame dell'urina la preseoza dei peptoni. Bisogna quindi d'ora innanzi ammettere due fo1'me di bete azoturico; una forma comune, gia da gran tempo nosciuta, nella quale l'azoturia è espressa dall'eccesso di nell'urina; ed una fo1·ma nuova nella quale l'azoturia si du<!e in pepLonuria. Questa forma resta necessariamente nosciuta se l'urina non é esaminata dal punto di vista peploni. Quinquaud ba s egnalato anche un'altra varietà peptonuria che egli ha l'iscontrala nel corso del diabete cherino. Questa peptonu1'ia non sembra essere giammai fenomen o iniziale; comincia il diabete glicosurico e segui! peplonuria più o meno rapidamente; essa resla da allora sociata alla glicosuria, ovvero, cessando questa, essa so vive. ll Jaccoud concludendo .fa notare che questi fatti vun a confermare la dollrina che egli ba sostenuta, che cioè diabete grave con dunagramento notevole è sempre pagnato da azoturia. È probabile inratti che nei casi """''""'...... nali, nei quali l'azoturia fa difetto sotto forma di urea, non manclù solto forma di peptoni.

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MEDfCA

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L& meDblglte dopo la esoulone del globo oculare.

E. ~ETTLESRIP. -(T/le Laneet, 6 febbraio, 1886).

Il clotl. ~eltieship comunicò alla Società ottalmologiea di Londra un caso di merungite con:;ccutivo alla escisione del globo oculore. Il malato era un gio,·ane che era stato operato infruttuosamente pet· 1ussaz10ne della l~nle ndla camera autel'iore. L'occhio fu E'sciso in uno stato di violenta infiammazione suppurati,·a scllantadue ore dopo la tentata remozione della lente. Il malato divénne inquieto ed irrililLile con temperatura elevata entro le ventiquattro ore e mori !>ellantacinrrue ore dopo la esci::~ione>. Fu lt'ovata la mPningite purulenta alla ba!':e e fra ì1 rervello e il cervelletlo, non vi erano Lubercoli. Fu pure trovato un notevole i!<pessimento della pia madre e una stretta aderenza frl\ i marg10i opposti dei solchi longitudinale e del Silvio, indizio senza dubbio di un precedente attacco eli menmgile generale, ma Io storia anamnestica del maioLo era quasi negativa. Tutti ali altri casi di meningite dopo la escistùne ~lei­ l'occhio noli all'autore sono Yentinove e questo ora descritto fa il lrenlt>!'imo. Non som•i compr esi 'l:.tei casi in cui eravi complicazirme di lesione o malattia delle pareti dell'orbita. Dei trenta malati. venlisei morirono, e diciotto di queslt furf·no e:>ammnti dopo morte, e io tutti ru riscontrata la meningite, gli altri qualh·o guarirono dopo lunga e grave malattia. Nel maggior numero dei casi i sintomi di meningite compArvero entro le quarantolto ore dalla enucleazione, ma la tlurata della malattia quando riuscì mortale variò piu del periodo di invasione. Eccellochè la meningito attacca ot·dinariamenle la ba!':e e fa qualche volta piu manife!>la vPrso la fronte e dal lato dell'occhio esciso e cbe due volle eravi trombosi del c:euo cavernOl:;O, Jel rèslo ,.i furono ben pochi lll'gm microscoptci di trasmissione per l'orbita, ma l'esame mict•nscopico in quattro casi rivelò 1a infiammazione 10 o intorno il nervo oLtico e insieme infiammazione e microrg-ani"'-mi n~>l ses\o paio. Fu affermato, che non O!>lante la raritò della trombost visibile le vene possono in laluni casi essere la ''ia di trasmissione e che a motivo delle numeH


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t•ose anm;lomo::ri, la corrente ~augln~na nelle >en~ cc può qualche volta e!',.t?rf' inve.tl•l~ lasciando passar., il lct'ialt> settico dalrllrb• lfl in <>n ''~"1':-<o il ceJ'vetlo inv~>re nella vena giugul~re. In alcum cali'i .solo la convessità c.:otnpt·omessu e jn allri la malattia era più nvanzata 11<'1 nt•JH •'-'LO R rJUeJio della esr.i-;ione. NPI map-::rior num• ,.,. casi l'occuio esctso era slstt> ferito, ma l'uutorP dalla opiuiono òel Graofe che il pe1•icolo della menmgite maggior\! quundn l'oc.:laio •' ;:uppul'anl~> tll'l te•opo che esciso. poicl1 re-.ulla eh~;~ pw•ci!>al'llenlc n!:'lla m ~là dei non vi et•a visibile suppurazione, nè vi era ~lata, nell'occhiO' perduto. La malattia é pt'Obabilmenle dovula alla infez.ion. della ferila orbilale o per decomposizione delle matet·ic tenul·~ da una stretta l'asciaturn o (come fu probabile in d casi) dalla erc>sipela. Si crede che con <'Ura i C8"i nm•s,.nn· ~sse t'e resi piil rari rli quello che furono finora, mente pr ovvedendo al lib~t·o sgorgo dall'ot·bila qu~:~.ndo è mollo turgore infiammatorio. L'autot'e presenlPtnente rer·isce cou le debite precau:ziont la escisione alla en :dont-, la quale non è provato che dtfenda dalla on.a giropalica. L'autot•e fa cenno di allri casi di m~nin~ite guiLì ad allt·e operazioni sugli occhi; egli non ne con che quallto e in uno solo fu fallo l'esame catlaverico. certi casi di menin}!ile dopc) la escisione si manifestò la fiammazione ~impatica qualche tempo prima della gite; H qual falto sembra all'autot·e che tn.ilili contro la t·ia. che ln infiammazione simpatica passi dall'occhio lanle ail'allro per l'invotucl'o mAningeo del nervo ottico.

Trattamento delle nevralgie del trlgemino, ptlr C. s EI'(BAUER. -

(Prauf' r med. WoclteMchrijt, N. 31, 1886).

L'autore ~i riporta a quella speciale serie di nevralgie triaemino le quali non riconoscono la loro origine ati stimolo ditello locale (Lraumi,ratrreddamento, infia"'rnn·••nn& tumori), ma ùebbono rìenlt·are oeile forme delle riflesse. A quesle apparteng<mo i casi di tic doloroso, dificati talo ra ùal sesso, talune sofferenze generali, la


IIBDICA

melartca, il cronico avvelenamento da tabacco. Egli ftC8 osaervazione speelalmenle sulle ~ITerenze per abituale .,..U~ztone, quali quelle gui rtrer•le da Beli e da Stromeyer. ln fiffaUl casi s'ba naturalmente ad ab llcare alfdtlo ad atti operelìvt, mentre o mezzo della eliminazione della causa può euere condotta a guarigtone anche la neHalg'o. Su ~ casi di •wvralgia de1 varii tro nchi l'autore ne lJa rì<CI&DOsciuli 33 tlel lrigt'mino: d1 questi el{li uon ne ha operato dte 4, mentre tulli gh allri ha cot~l traltato da clirigere la eura a vincere rabituale costipazaone. Il L•·allamt>nlo con<-iste in quotidaani rli!'lteri all'arqua fredda, nPll"impacco aclùomioale ealilo-umido, nelle giornaliere abluzioni del ventre con acqua fredda ed, ev~ntualmenl6, anche nelle fregazioni fredde euJrmliero corpo. In merito di questa terapia riusc1 g•à sovenle all'autore da otlew~re ùaJ!a nevralf{ia in que«tione il micUonmento in alcuna giorni e la JZU&rt:{ione in una o due •&Imene. In ca~i slruordinuriamenle ostiuali SI dovette contiDuare la cura per cinque, sei e paù settimane. F. S . .........._. u l N111D&U..O . . .to. -

(1'he Lancet,

dtcembre 1886).

Il giornale • Deutsc!l Med- Wot>lt. • 11vevu g1ia r·icordalo un C880 del dott. Pau! Guumann, rieono,;ciutu dtt 1fUG~<lo lltle daeeercilare lalun peso !!ulla ~tiologia del reumoli!'<m() acuto. J.•era in un (riovinelto quattordicenne>, amme..~ ru·ll'os1e.1ale . . . marcatis•imi sintomi della malattia, ln~Mt!l lu peric·or4ile, tu me!!Ueri a sovvt>nire alla rapld&m~>nle estesa t-ffu . .aone, praticare la relat1va peracenles1, che d i~ e~ilo solaIDen&e a he•e quanlità di ftuiJo purulenlo, abbcnc!Jé, dopo la morte, che MA'Ui da pressu, •i r luvenisl!" Il !<IIC'co di.. tc~o con pus e fibrina. V'aveva altresl numero~n u~cef,lsi uei rl'ni; pe:l'altro la etrusione nella ca,·ita articolare tlel ,.:macchio r·rWI" all'esame l'usuale e~su lato ~iero-fìbrinoM con com· l!ll&a anenza di pus. La ind11;me m•cro"copica del pus e .u'esaudato dimoslrò micrococcbi in abbondanza ( tafilopirogeno aureo), e pronlamt•nte ~i ottennei'Q cullure ~~l:elalinia. 11 doU. Gu\tmann espresse lieve dubbio ehe 'lue-


JUVISTA

sto microbo, il quale fu rinvenuto nella efrusione an".o"'......, al pari che nel pus pct•ic~t·dico e renale, recasse nel caso i11. esempio un rapporto t-JliOiogico col reumaLtsmo, ma egli stPSSf) sugg-ertsce che allr~ forme possono troYarsi iu altri casi. Pat'tlcchi osséJ'vatori banno riscontrato micr ococclii nella pericardile, e la produzione sperimentale della pericardite, eseguita da Urtb, da Ribbert e da altri, a mezzo della imezione veuosa dei cocchi, ò uno dei più inlerassani contributi nlla receule patologia. Inoltre il reumatismo acuto ha molle analogie con spectfiche malattie infettive, siccome fu dimostralo all'adunanza di Brighton della associazion~ medica inglese dal dott. Maolel, il quale descrtsse cziandio la scoperla dci miC'rOcOcchi da lui falla nel sangue di individui af• felli da questa malattia. F. S

Contributo alla probabilità. del tetano oontagto1o. - ( TM Laneei, dtcembre J886). l n una interessante memoria letta dAl Larger alla de Chirurgie parve elle egli chiaramente dimostrasse ..,,.,,..,.... fondamento per credet•e nella contagiosità del tetano. Qua jnfermi, che erano in cura nell'ospedale di Colmar, furono presi da tetano a differenti ioteJ•valli e tutti worirooo. La natura e la gravità delle ferite variava nei singoli casi da omputaz•one ad una semplice mcisione. L'unica cit·costar comune ui qualLI'O inret•mi era la giacilura in lelli con · 11 tetano è raro in Colmat•. );iunc.dei pazienti avevaavutoa f8re con cavalli. Un chirurgo veterinario, M. Cagoal, aveva praticato 1a castrazione c~:~vulh pet· venticinque anni senza che gli occort·esse un caso di tetano. Sul finire del 1R8i egli asportò coll' un tumore da un testicolo di un cavallo: l'animale mori tetano. Eseguila la castrazione in seguito su cinque cavalli medesimo :éct·aseut', si eboe in tutti questi animali tetano mortale. Soltoposlo l'écra!'eur a disinfezione a mezzo di candesceuza, fu quindt adoperalo nella castrazione l:>orgenza alcuna di tetano.


UDICA

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Polmone o fegato. - (The Laneel, ottobre 188(;). LA grande difficollu diagnostica, colla quale deve lottar•e il metl1co, nella regione contenente il lobo inferiore deslt'C• del polmone eù il fegAtO costiLuisce uno dei più potenti falli della medicinl;l clinica. Eppure é contingenza rara che scorra una :-ola sellimans, la quale non arrechi laluoa illustrazione della difficoltà di sormontare un ostacolo, per ben conosciuto che sia. :\I. Guyol ha pubblicato un Cfi!';O 11i cisti idatidt<a del fe~ato, cbe egli scambiò per una pleur·isia diaframmatica associala a tobet•rolosi polmonare. Si dice come tutli i medici che esaminarono quel caso,, concordasset·o nell'opinione del Guyot. La cisli idatidea aveva suppurato eù il suono di srr·egamento era il risullai.O della diJfusione della flogosi alle superficie sierose. ::'lion è possibile insistere con incrollabile affermazione sulla regola stabilita di molli medici, giusta la quale il fegato sarebbe completamente esploralO in presenza del !>uono di sfregamento nella reg-ione epatica allora che ::11ano in campo gli orùinarii segni di suppurazione. F. S.

L& oauaadell'uloera rotonda dello atom&oo.- (The Lancet, oli.Obre 18&i). Il doLl. Silbermann d• Breslau ha attuato di recente talune el:'perienze sui cani allo scopo di tlimoslrat•e che quella specie di anemia caratter·izzata da defìcienzu di emoglobulina nei corpuscoli rossi del l"angue è particolarmente favorevole alla produzione ed al mantenimento dt>l le ulceri circolari dello l'tornaco. L'emo~;lobulo-emia \'enne e!';perimentalmenle prodotta dalla infezione di varie soc;tanze, ed allora o si introduceva il cromnto di piombo in un piccola arteria gastrica, od a questa era applicata una legatura, o la superficie interna dello stomaco era ubrasa a_ mezzo di una sonda esofagea recante una punta coperta. Fu rinvenuto che tutti gh animali, ~otlomessi a IJuec:lo esperimento, avevano contralto ulceri ~aslriche, senza apparente ùifferenza se la emoglobulo-emia fof\:;e stata produlla prima o dopo di aver lesionalo 10 stomaco. Il microscopio mise in luce una quan tità di corpuscoli rossi


RIYISTA li.EOICA

mollo impalliditi nella color azione, mentr e, ~aggiato camente, il sangufl fu trovato meno alcalino del norma le, ci~ che é ~piegato do.gli esperimenti di Prayer, A. Schmidt & Rollet, i quali hanno dimostralo che la emoglobuhna è un debole acido. Il dotL Silbermann consiJera che 11ella anemia dello emoglobino- emìa sono in C'ampo Lutle le condizioni richieste ùalle varie teorie per la produzione dell' ulcera gaslrJca, vale a d1r·e, l'an~>mia arteriosa (Kiehs), la iperemi& venoea della mucosa gastrica (K~>y), la slasi vPnM<a nei Vfl8 i epatici (Guosberg), le emorragie circoscritte (Viccbow). e, tl· nalmente, la dimiuuila alcalini à del sansrue (Leube).

F. S. Cura della meningite tubercolare. - (Rerme de petttiryue e T/te Lancet, ottobre 1886). L'articolista , dopo aver coo:-talalo che la menin~ile luLerrùlare uccide, solamente in FraucJa, 25000 pers-one all'anno, e commentando un lH'ano del J ticcoud, nel quale questi ~i riferisce alla scarsità dei mezzi a disposizione del medici coutro tale terribile malattia, cita talune recenti o~servazioni di un medico !'lvedese, M. \Varfwin~e,su i merll,·igliosi ef· Celti di una unzione di 1 e 5 di iodoformio sul capo, prevenli.•a· mente raso, nella quantità di 75 grani matllua e sera. Du· rante l'wtervallo lo. lesta fu copel·la con una cuffia assicurata cfn una rasciatur·a. li Warrwringe l!•attò cosi cinque casi e ne ebbe altreltanli successi. Il primo caso fu sotLomesso a quc· sto traltamento per 17 giorni, il secondo per 19, il terzo pe1· 30• il f)Uarlo 32, ed il quinto solamente per nove giorni. Si sovvonne con gli usuali rimedii alle complicazioni, ma Warf·winge attribuisce la guarigione unicamente al iodoformio. F. S.


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IUVISTA CHIRURGICA L'IDoulone antisettica nella eft'lulone pleurale rapida. ALUEI\T WTLSON. - (The Lancet, ottobre 1886). Il Wilson caldeggia la apertura, governala da

ri~orosa

anlt~epst, nd primo stadio della efl"u!<ione pleurica, prima cioè

che reso;udalo volga alle fasi delrempiema. Egli ne ebbe il mi~liore risultato nella perfetta ecl &:<!'ai sollecita guarigione in un eu--o, nel rruale l'effusione era cosi abbondante e rapida, e l'infermo tanto dispnoico ed 111 pt·eda alla più minaccio!'& depressione cardiaca che la lrac;formazione in empiema non sarebbe stata impedita che dallA morte. ~alu ralmente che que'!lu radicale terapia chirur!-!ica vuole essere riservata a ca«i speciali, quale quello clal Wilson citato. F. S.

Sopra alounl punti diagno•ttol del restringimento uretrale. - (Journal de médeccnc et de chirurgie pratiqlle8, ottobre 180ti). Quantunque la diagnosi dei rcstringimenti uretrali paia principianti, pure anche medici di vaglia si sono trovati m tmbroglio sovra punti che con gran facilitA inducono in errore. S(JtJ::>so, innanzi lutto, si sente far la diagnosì di un restringirnt>nlo che non esiste. - l n un giovane di sedici anni tro,·iamo l'e!'empio: egli ù'allronrle olTrE" antecedenze abbastanza particolari: la madre n'è lubercolotica ; egli è affetto d'incontinenza incompleta di ur·ina e cinque anni fa urinò sangue : infine or sono sei mesi è andalo soggetto a traumatt!='mo

co~a da

N rl pr imo momento, allorché si tentò d'introdurre una sonda PPt· la elettrizzazione, si ebbe un intoppo che fece pensare


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Rl\·JSTA

ad un J'esh·ingimenlo: ma, salvo era slulo cosi violeuto da deteJ·minare una ematuria, 11 ragazzo non a veva sofferto mai affezioni uretrali: provenendo però da genitori tubercolotici, con incontine nza ùi urina, aveva in sò tutte le condizìonr che dovevano indurre il pensiero dello sp&smo uretrale: erl infatti si ~iunM abbastanza facilmente ad ìntrodur1·e un catetere m etallico ben volumino:;o. Si poleva in questo caso ammellere la inesist.enza del restringimenlo, basando il giudizio su due principii che deb· bono sempre guidare la diap:nusi in cositrattr casi. - Si può dire invero che non é da 11rnmett.ersi rest1'ingimento di sorta in chi in un determinato momento non ebbe blenorragia, o trauma, où ulcera: quest'ultima è realmente ~·ara e non s'ha a tenerne ~ran conto. - Se dunque dopo un accurato ioterro!:{alorio non si raccolgono cotali antecedenti morbosi. si deve forte dubitare che tralL•si di un restringimento. Un secondo punto più importante ancora è eire. in Lesi generale, non si h11 da diagnosticare un resLringimento, che quando si è sorpassato, poiché !"Oiamente in tal modo ponno riconoscersene i caratteri, nella costrizione e>~ercitAt.a ~ul~ J"istrumenlo, e specialmente in qu~la sensazione di saliscendi che corrisponde agli anelli multipli onde è cos tituita la lesione. Questa sensazione si ha nella intt•oduzione ma meglio ancora nel ritirare l'apposito istrumenlo. V'hanno però r estringimenti insormonlabili i quali bisogna senza ciò diagnosticare, con una minuziosa indagine anamnestica e particolari espedienti. Biso~na. per regola, saper non solo se vi ru blenorragia, ma in qual~ epoca essa si manifestò, quanto durò, poiché molti blenorragici son ritenuti affetti di ristriogimento, men· tre esso non può essere avvenuto, giacché per un tale esito occorre un lasso di tempo di due annì - in media - dopo le ordinarie blenm•ragie - mentre si ha abitudine di ammettere il rrstrìngimento in un individuo, la cui blenorragia non data che da quattro o cinque mesi al più. Allorché si ebbe traumatismo, la questione è spesso più delicata, pet• la variabilità della natura di quello. La difficoltà


CHJRt:ttGlCA

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proviene non raramente dalla relazione che esso ha colla blenorragia ovvero col coito. Nelle intense blenorragie, la parete inferiore dell'urelra perde la sua e5>tensibilita e può c;eguitarne una rottura sia volontaria. c;ia involontaria. In questi cac;i il rislringimento può esc;e•· precocissimo come nei veri traumalismi ed avverar!li entro cinque o $ei settimane. V'ha un allro genere di traumalismo, assai più difficile a r·iconoscer~i. che può prodursi durante il coito, dovuto a ciò che il Guyon chiama il pas~o fa!~ o del coito. Questo accidente provocato da una strana maniera al momento dell'amplesso, può provocare la rottura dell'uretra, poco e~tesa in vero. ma abbastanza per determinare uno !'colo !'"anguigno - chE'!, per passare facilmente inosservato, porta ac;~ai più di sovente che non si creda, un rapido restringimenlo. Quanto alla esplorazione diretta, vi ha, per rapporto agli strumenti da usare, qualche osservazione a farsi. Fa d'uopo, innanzi tutto, prefeTirne uno a grossa bolla, specie in prin · cipio; e a valutare la sensazione di resistenza e bene appr~zzare il grado di ristringimenlo bisogna poi uli'are una candelella ordinaria. La diagnosi differenziale con lo spal'mo si basa sui se~uenti dali: 0f!ni qual volla che il millo è penoso, doloroso, rJpeluto può trattarsi di spasmo, che suoi presentarsi in individui con un'affezione dolorosa della vescica e tubercolare specialmente. Non è e ves i obbliare che nello spasmo l'i strumento ha difficoltà nello entrare, non nel riuscire e superata che l'abbia una volla é pur vinta: lo sp~:~smo resiste agJ'istrumenti fles!'ibili, ma cede ai rigidi: e quando sia a~venuto il primo ratto, si ricorra alla sonda del Béniqué, la quale, invece di introdursi altrimenti, s·adalla nel mesto, dopo aver ben tesa la ver~:a, e si lascia penetrare per proprio peso. - Superato una volta, spesso avviene che lo sia per sempre, o almeno che lo sia poi anche da un istrumenlo molle. - Ques!P. sono nozioni di grande utilità pratica perché lo spasmo uretrale é frequente.


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RIVISTA

Degll uoeut subfremoi. -

HEARL.uco. -

(Deurs. ,\{eJ..

Wochens., ~. 9, 1886, e Centralb. ]1~1' die M ed. W~.senseh .• N. 4~, 1886)'

Gli ascessi subfren1ci vale a dire gli ascessi limilali inferiormente dalla faccia superiore convessa del fegato o da altri organi situati solto il diafragma e fissali per aderenze Oogislicbe (stomaco, milza, colon trasver c;o) e in ello del dlnrragma, o conlent:tono d"'ll' aria (pneumolorsce <~ubfrenico secondo il Leyden) o ne S(}no prive ambedue le "pecie di ascessi hanno disposizione perla forle pressione alrinsù eloassolUgliamenLo del diaft•agma a farsi slrada iu alto nel torace, di modo che l'ascesso subfreuico p1eno d'aria può scambiarsi col vero pneumol.orace e quello senza aria con gli essudalt pleurllici; queslo r.~noroeno der·iva. dalla paralisi del diafragma della parte malata determinata do! versamenlo subft·enico. L'autore riferisce la storia clinica di tre casi d'ascesso sub· frenico pieno d'aria. Nel primo in cui "'i trattava di un ascesso della milza che si pP.rforò nrllo spazio subfrenico, la morte · accadde per collasso prima delta divisata loracolomia. Nel secondo Ca!=<O che era cosliluilo, da un echinococco del fegato icorizzato, dopo il vuota~~nto mediante operazione del focolaio icoroso della superficie superiore det diafragma si ollenne la guarigione. Finalmente nel terzo caso uu ascesso icoroso del lato destro et·a la conseguenza di una peritouite da pedorazione procedeule dalla appendice ver-micolarP ; si pt•odusse con la operazione del supposto empiema un pneumotorace (poicue le due lamine della pleura non erano aderenti rra loro) e 24 o1·e dopo segui la ruorte per peritonite diffusa e collasso aggravalo dal pneumotorace. L'aulot·o osserva quindi che. alla diagnosi devono principalmente guidare l' auamnesi e i sintomi concomitanti. Nei grandi essudali subfrenici si pt·oducono sintomi cosi intensi di press10ne e di distensione alla pat·te inferiore del torace che non sono in rapporto con la estensione di un essudato pleurilico, secondo il lì mite detla otlu!:'ilà alla parte superiore del torace. Gli ascessi subfrenici derivanli da malattie degli


CHJR UI\GICA or~:a11i nddominnli

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hnnnr• deci~o ten•!l'nza, perforanùosi, d;

for,.i ~trnda nei polmoni, ma nl'lll m~llo pleura. Al contrario gli ascCl:'"i paranefritid che dai lombi ::.:i estendono iu alto solto 11 ùiarrogma ~i 8J)rono di preft.!renza nella ca\';la p1eural~ e nou nei polmoni, •l ciò mlluire,.tamenle percl.tt. que~te ullime

suppurazioni 1'01 crescer e !>pingnno avanli a s~ e distaccano il peritont:O, di moniero che il ti1afragma r~~ta privo del suo invoiucro pr·otellurù e quindi non ;;olo è più facilmente perforalo. mH Rnche ;;:enzo dirella perforazioni'! é farilmPnl~> tra~mes~n pAr propatro:.:ione lo.:!ale la inCezione alla pleur·a.

Bulla oaua e natura della lpertroaa della pro•t&ta. H. HAHHtsO!\. - (Tit•· Lanect, 6 lllarzo 181;6). Il dolt Harrì~on fiV~,·a in un pr-ecedente scr·illo d1mostrato chu il cor·rlo11u rli llbre mu;;colar i che tnnLo frecyuenLemonte si l ucontt·u ft·a gli urelt'ri nei ca,i ù'ipelrofla Jella prostala de,·e C:-!'et·e ri~,Cunrtlftlo Clllllf\ un t>IT!!tto d,•;.:lt ~fc.H'Zi pet· 6l:'pellera l'<JJ'ioa un un~ par·le delln vesc:icn in cui facilmente r'if'<tagna. ed ì.• cau-a d'incoO\•t:nicl li. I n rappt 1·t·l C:lo queste r·icprche, l'oulor;; lw o~-ervoto .ict ca:;i 111 cui una po~izione più bassa cile all'or·.tiuario del p1nimento della \'•!~cica o lrigouo ave"Va preceduto l'in.:ro .. :::ameulo della proslota; il che vale a dire cltt.! uno !<lllto di incomplt.!la cmi~sione dell'urina ave,·a preceduto e non er11 lu cùu!:'egucuza della ipert.-ofia prostaticn. Il trigono, oltre C"-.tl'e uuo parte molto sensitn·a, ha lJII<'Slo di parrCIJiare clu! conliene po.:he fibre muscolari; queste JIO :;ono lrovar·-i in copio tra lo aperlure ue&!li ureteri e •cgnano il limite ,.uper·ior e del tri~ono, e in bas;;o nella pro~tata: fra ttucsti due punti il polt>re •iella contrazione mu,.colaro::: può dirsi nppcuo cho e<ors·a. Suh onenJo elle per qunlchtl t•au,.o, c<•nte t'tlenziune prolungata ù.-ll'urina, abiludìnt.>, po~tzionu del cor·po <J ùebo ··zza c.ipeudenle daU't;til anm· z,tta, il lt igono o purte non contrallil~ della vescica prenùa · P~'l'rnHnt'rtlumeulu llllfl po,.izi,•nc più bassa o ~ aller1 nella r?rmn, di UIOIIÌCI'tl che In per;.ona 11011 P<'-5"8 espelJ... rp i'uilm.tn mou.'unci11 l'irca d.-•ll'uri11a, 11e f<l!guiranno, eNne Gtfello, ùct fretJIJI'II t•!Tnente ripetuti ,.fnr·zi è~'l'Ubivi m lutti i muscoli


RH'ISTA

immedialmnente attigui n quella parte eh~ per l'ogione dei :-uoi rapporti o della sun ~trullura non ba 1 otere di co.>nlrarsi. E •lllesto t~on.Jurril alla ipcrlrofia delle fìbr·e mu~colari rra gli orWzi degli ur·ete1·i o di quelle che l&ttlo largamente en• lrano nPJia corupo!!itione della pr·o~tata. Que,.lo ('Oil<'etto é fot·lificato da talune osservazioni clinache. Un trequente bisogno ùi vuotare la vescica inconlr·a~i sempre in quello che ~ ri:ruar·dnto come il primo grado ùe!la ipertrofia proi't.alica e rn(lllo prima che la glandola abbia t~cquistalo con~rùerevole volume. Quanto piu Crequenl e è lo stimolo d'urina re, tanLo più rapidamente la pr·ostala ingrossa, e lutle le circO>ilanze che tendono ad aurnentaro le ir·ritabilil.à dello vP<~dca favoriscono lo !<viluppo di que!ILO ~lato. Finalmente le sole condi· zio n i che ~i ~a aver cagionato lo :;~la lo oppo'~lO, cioè la atrofia, sono quelle che per lungo l1•mpo convertono un allo rouscolal·e e fisiologico in un allo puramente meccanico come era !.IO caso o~~ervalo ùHII"aulo!"e nel quale col Jun~o portare una cannula a permanen:to attr averso il permeo, il proces!;O dell'orinare era ridotto ad un semplice allo meccsuico òi gi· rare una clrinvella. )(on "nnn rari in pratira gli e~J-mpi di giovani nei quttli e~istono tutti i srntomi ordiooriam~>nte altri• huili allo ipcrlrofla della pt·o~tala l'enz.a che vi sicno segni, - oltre la pre»enza 4i un residuo ùi orina, che nella gianduia sra avvenuto 'lualche cambiamento flsico. La frequenza con cui il piano infe1·iore della pro<~tala é il primo a mostrare il cambram~nto ipertrotlco sembra corroborare la conseguenza che l'eutord ha dedotta dallo sviluppo del cordone intl'r-ureter ico e indicare che ambedue le condizioni sono la conseguenza drretta dello l'rorzo e dr un ee· ce!''"O nella azione espulsiva della vescica e parli asc;ociatE>. Rispetto alla struttura, il cordonB inter-urelerico c la pro· stata iper h•ofica sono identici, sol che nell'ultima si trovano i follicoli che l'hanno falla riguardare come un corpo .glandulare. :'.la può C!'sere obiettato che, se la ripetuta azrone C$pulsiva da parte della vescica è cau!'a dell'ingro~samenlo de!la prostala, come può essere che la pietra e i reslringimenLi urclrali r:on producano lo ~lesso effetto? A questo l'autore


CniRUllGlCA ri~;ponde che la pietra o 1 re:>!rmgimeuli colJle eccilanli della

e::pul,..iowJ agt,.cono J;U tulla la \eticica ù non <>i lirniLano ad una delet·minatu n rea; in consegul'nza la iperlrofia comprende tutta la 'e"'ctcn. Quando una ptelra é tì~sa alla vescica, que:;ta è soltOflO~la, nelle parti immc.Jialamenle a quella contigue, alle sle1<se inthwnze dc~critle riguardo al trigono e può t•i-<ullarue, c.om~> ~pe'5so !'i è "'"Lo, uno sviluppo perirerico di l.!s~ulo mu!:'colare ~umc:enle in ulcuni ca:,i a produrre sacculatJorw.

OU lltrumentt del mauagglo. loro azione ed lndlcastone. - At.A-.HAR, ma!l~iora medico, Centralb. fur Cltcr., N. \3, l,. 6).

L'azione del mossag-gio puo e~sere alleranle o, molto più "pes:-o r·ta., ...or iltlule, oppure può godere simullant>amente di ryue~li due pott•ri. L'tlztoue elteranle si esplica in una d 'retta influeuza F;ullu vilaltlò dei lC!;'Sllli, di tnodo che le p i n esili eslrcmita tenninoli dclll' flbro nervo~e apparleuenli al sistema · lrofico, ~ensibile l! molorio. gli orgaui della pelle, le flbrP mu~colnn "ti il [,,.,_.. ulo unilivo inlPrmuscolare con tuili i JO:UOÌ :::en!:'i vPn~ono eccitati ad una olhvilà funzional i! più 'wacc dell'ordinaria. L'(lzione dassorbenle ba pet• effetto di r ianimure il cit'colo J••l si!!lemA venoso, ma più specialmente di eccilurnc la corrente linfati,·a ed appunto in grazJa di questo ultimo efTclto, che ~pes!!o !!i o'lliene in modo meraviglto~o, ì u~a:>'aggio lm pl'l'liO poslo iropor'lflnle nella terApeutica. Oggrgwruo il rnft""n;gio metoJicamenlt> c.ondotto coslituìo;ce ormai pcl medico una pl"atica u"uaJe. llt~cnicio;ntt> del ma«l'aggi,l nou de,·e essere r1servato alle mat~i del solo medico, Je\'o anzi essere reso rraticabtle aà o~t ye.r,.ona rh•• c.on co; .... o si famiglia riai e cbe rono~ca la dtrezwue .'!el ci_t·?olo linfetico nell'organis mo umano Quindi non solo 1 medtr:t ma an~he il ba"l'O per-.ouale sanitario 4[e,·e t•onvenienlemente islruirQi nel metodo. s ono poc 1u· 1· me.1·tcr· ~ che pur <'Onv~ctHtdo lutto il prcgto di questa lt:!rapia abbiano tempo o voglia ùi fal'lle ~preco ù1 forza, ed eceo la necel!sità elle uu l.lu!;~O pei'«Onalc mtelli~enle e ben istruito sia pronto


Rtv i!'T.\

uri aiutar•! il medi~ in un 18\!.Jr'-' ,.·Je ~e fos"" tmpoc:lo a lut lo ~tancherebbe tropp,, ruciluu~nle e lo rendert.?bbe incapa ce nd ullcriori occupazioni. L'esperienza che l"aulo"e hu potuto fare a questo ri..:uar lo, lo lta indotto a pref•~riro il mu.,.saggio ese~uilo non più Cl)ll~ mani, ma benc:i con bl•·uml•nl• appo'lilamenle costru.li. Egli ha lrovnlo che con IJUe,..li slrunwnli il lavoro del mOSM~gio r it>s"e meno faticoso e che il ~oro eJl't>lto e così spicca.lo c he a "UO parere meritano d'e""ere cono!"cmti. Gli str•umenli di mas~a;:rgio !->Ono lavorati in legno e lisrialì, e in quelle ~ &r i colle quali vengono a conlallo colla "llpertlcie di!l corpo c;ono ridotti s•1ffici me 1ianLe imbollilura con cuoio molle. Col rivc«timenl" di cuoio è !"Uperfluo di ungere la pelle, pt>rch< il CU'liO gro:>ggio e molle, no n ha l'irtCOII\'0• niente di scivolare VIA troppo presto sulla pelle mentre "i può muover e as!"ai comodu:::t:!nle &i anche con uno notevole pressione senza cb e ''Ì ~ia p~ ricolo di leder·~ l' epid\'rmi.!e. f~ per·ò necessu••io lavur prima la pelle. con ucqua e s.apone 1·er tener nella la parte e •mpPdire che si abb u a m~udiciore 1l CUOIO degli 'lrumPnli. Se pr ima di applic11re il m e todo Ji sfre;zamento si vuoi ng1r1> in via prt>paralorin od a -<coro alteraPtP, si "•lc..le impr1· pr imerc nelle parti molli dei colpi a rno' di martello col rum·· gin~'· ulnare della mano :-<iluato perpendicolarmr>nlc alla r d· ~ionP. S1ccome pt>rò ne;suno può durare a luo~o i•1 'Jil8"-la mAnovra coli~:: !"Oie mnni, CO" l toru• ra più comodo ndope•·o re a que~lo :;copu •l martello eh••, com~ ce lo d~>;;crìvc, l'aulor<>, nou ~i differenzierebbe da un comuno martello di l1•gno c.on testa f:(rn-.~a. rivesl•ln cii r.unio con manico breve Si a ltopeperano lue martelli aJ un tempo, uno per mano In r>razia d•>lla i•nbollit•Jra di rui "Otl provvPduli i llll:lrlelli ~ono spe· cialmente ulilizzabili pe:· tt·atlar·e lt! articolazioni profonde e ri,.op. rll' dn abhcmdanli purli mnlli, come :-arebbe l'articolazione coxo- r.-moraiH. Lo loro azionP. in ~urerfìcie oppure in profond la si ·1uò rnorlificure a volonlA col va•·ìare l·t fùr"7.8 dei colp1. Ora bJSOA'nera tlor percosse leggere e fr·equflnti, ora più for ti ma od inLenalli più luoghi, i ma r telli si 1mpugouno vantaggiosamente a l lr·onco e alle eslrem•ta.


CfllllL !lGICA

233

Per rianimare la corrente dei tinf:.sL.ci, anche nella pr·ofondilà, ~ a,o:<aì 111laLlo uu ullro slrumP.nlo. il !Jrande cilindro. Es"'o ra!'50mi;.;lir; pct•f~Jllamente n quel r.ilindro che nelle case .,.j adopera per di;;t .. ndere ltt pa~la in f.>~li. Il cilin.iro "i tuoYe h•twlo nelle mani per mezz.o di du1· mnuubr1 che co'inne~ltu•o aJreslt-emilà del :-:uo a<>se. Volendo fare il mR~"8f>lW' ,-i p•·,nde il cilinJro per i Jue manubri, si applica sullo put•le ù "i ~pin!;e avooli e~ercitundo una ma;:!gior•' o minorll pre"~ion~. li cilin,Jro mo,·endo:. :-en:so rolatori•l e~erciln sullu 1arlt molli uua <!qua prt:s:>iont~ ~enztt mai dh·entar·e incomo~lo né doloro•m. Anche quP~to stru-

mento riesce 'antn~gioso t1Cl m11;:~a;gio del tronco, d~Ua grandi rno.sso ruu~colnri dello co.,ci·~ e dellP. twche. Quando invcc..: «i (lebba sgir·e :::oprn ref!ioni poco estese, per ef'COIJ>io ull~ òitu, nlla palma <ll'lla mano, ai polsi, ui gomili. ul piode, olia t•t:!{iow• rnalleolore ecc. si darn la pt'C· terenzo alla rrJidla n /1 ·ccolv cilindro, questa si so:slitui~ce u!:<,.OI bctw al ulaSstJ~Il'O dll far::;.i ~Ile diltt. Queslo slrumenlo con..t!>lt• 111 uu manico co11 una e:;lremi:à biforculu JIOrlanle tra lt\ ln•auche un a..;!'~ ~u! <JUale ..;ira una piC.cola roola u guisa di una r•of'elt~ da ;:pc•t•one. La ruota per tulla la <>un ••ir·conrcrenZH é t·ive"tila ed imbottila. \!UC"lO I'OlCIJO lenrlè li ~Ìl'f\l't' COil \'docihi, (or~C piu presto che non ~ i tl~!clid~rerehbt>, ma ~e con una mano si affo>rra il man:co, l'altra man•l si colloca sulla prima in modo che due ,..ue ditrt Ji-.te"'e vaònno n !"O'Tllpporst alla rotella e la t~>ngo.no sullo i polpa-.lJ·elli, -<i potrà colls uln"aiore (1 "'lDtnOr pre~siouc di tpte,.le drta variare comodamente t.anto la velocit.it .li l'lllo1.ione come pure la forza compt·iruente. l•e.r il ma~sug.:io slln nue<~ e alle e«tremit.à :;i pr~~tsnu ~r>"'tn bene le ,,.e;;e/u ne le quali iuutano in un cerlo moùo 1f~elln concavi là •:b..: pt•e!;ento lra l'indice e il pollice la mano dt"'l6!!8 col po!lice iu rorle abduzione. Questa mezwluua col ~uo rnar~ine concavo munito ùi eu· sciuo ,Je... tinnto ad .ttbhracciar~ una metà della re~ione e al·

.

taccsl.a ad un ruantco che nell'operazione dt!l ruassagg10 può e;;~~t·o lenuto Ila! ba;;;Ro iu allo oppure vìceversa. Alla nuca è sutHcioule una sola mezzaluna, ma alle eslremHà si pos-


RlVIST\

s ono utilizzar e am hedue applica ndone una anteriorm ente e l'a ltra po~let·1ormente. Le mez1.elune pos~nu pure adoperaTI'i pel ma.:-sagl'(io del ginocchio. Volendo però ottenere il riassorbimento di un essudato nel ginocchio, si raggiungeru più presto lo bcopo ~e !<Ì imr.t·imerà al ginocchio la flessione con pruòenza ma con s urtlciente forza e !'li continuerà in que"to mar.e~gio cercando di avv1cinare più che :..a po,.sibilu il polpaccio verso la s uperficie po~t.eriore della co<>cia. In generale è da rill'!ner->.i che anche coll'u<so del su l<ie~crilto apparato val~ «empre la massima che il massaggio deve incominciare al di~opra (nella direzione della corrente) della regione malata e ciò per spingere da pprima i vas i linfalici e sanguigni soiTerenli più vicini alla detta regione.

Ottte emorragioa. - P. M . BRIDE. Med. Wt1$!1ensch., N. 1G, 1886).

(Centralb. fii.r dle

l fcnoru~ni caralterislici della infiammazione acuta emorragica dell'ot'l'cchio medio sono, secondo il BridP, la gran ,·io · lenza dei sintomi, il cor!'lo rapiJo. lo scolo sanguigno anziché rnarcio~o. Il B1·ide spiah'8 il fallo d'una ot;Le meJia emOt·ra~lca pel concor!"o tli con.Hzioni fisiche che possono facìl · mente ancl'arsi nella cavità timpan1ca. Se in un pregre~so ca tarro dell'orPcchio m~dio con chiusura nella tromba di Eu~tocbio . i~pe<:simcnto e diminuila elast cilà della mem· hrana del timpano, quel'la non è tralta, quanto dovrebbe, ,·ar!'-0 l'interno. le pa1·t1 intratimpan1clle sono sotloposte ad uno mino1·e pre<:sione delle allrc parli e per conseguenza in uno stalo che è favorevole allo ::.viluppo di una infiamma· zio ne Pmorragica. S1m1li condizioni s1 eff~tluano quando qua l· rhe tempo pt•!ma che sia ammalata la cavità del llmpano succede uno infiammazione acuta della tromba ùi E ustachio. Quesla otito può onche essere determinata da alterazioni morbose dei vasi. La d1minuzione della pressione favorisce la disposiz1one alla emorragia, e l'autore por ta ad esempio la


CIJII\UBGICA frèlJU~uza delht

emorragi11 relinica p·'r la cessazione della leusiouc dopo uu Hll(J opPI'nlivo. A illu<>lruzione del suo concetto riferic:co un raso in cui la emorragia nella cavità del timpano ,-j rnaniffl .. lò in nn .s ignore elle solJri'l"& di calar·ro cr·onieo ù••lle nar·rci, dello gola e dell'orecchio medio per essere "'lnlo alqnnnto l•?mpo in uno cg~!<8, dove le parli interne del timpano si trovaqmo in uno "tato !'imile a l]llello dei corpi che sono solto unn coppetta.

D ca• a.Uarante e il •no lmplego nella ohirurgta. C. ::iCHRAt, I. - (Cen/ralb • .f'zir Cldr., X H 1~'•).

L'nutore ebiJo o ·ca-;ione tlì pralicnre J070 narcosi col proe:<ilnrnnte. rlelf,. •ruali :n~ c:;opra soggeltr maschi 683 "oprn fet~~mine, cornplé::;"ivamcute <lei!' età lO'-!ìidn d'azoto u gu~

dm tr~ tino ni ì'5 nnni. Dopo unn espo-.izione «to•·ica ed uno !>lud1n chìmirn t! d1ia ro accur·nlis~Iwo f'U quec:;to nnestetico egli f'ir,•ri"ce ~ul r+mllt~to clt·lle ~ue o~ser·vazioni circn l'azione dal mt>d..,<imo Cl la "llll utrlìtit in cLirut•;,da. f.,!tmli feuorneui concomllanti della mu·cnc:i, che "Opra,•venne in modra dnp<J l , !! minuti, nei bambini più pre,.to e negli uornini robu.::ti 1111 po' prll ttH·di. egli 0S"<ervò per regolu In rc~pu•flzione !=lertoro~u ••la riano,.i come pure Hevi sussulti m li" ·.olor·i; invece n"..:ar di rado o"..:ervò convulsioni tonicltc e cloruch€'j r~nomeni eh;; col fncilitatll ingre3~o dell'aria nello vie l'e~piralnrie ,.j dtiPguovano pronla1Ilente senzn la"ciare alcun di,lnrbo. Qualche ram ,·oJta :o<Ì •'J veduta la dispnea. In due maiali ;;offerenti di \'Ì7.ÌO vaholtwe vi (u oppressione di rc.,prro e in uno "ignoru puro> ammalala cii vizio carJiacr, ~i

mamreslò completo CÒlln"'"O I!On "'O;;:pen;;ione del re..:piro, tuun ..in qu•!"h rnaluli, unitomenle u due bamhini i quali furono colti cla dtf.\pneR, dop!> che era ~tala sospesa!a narcosi ritornarono In sé, c completamente '3enzo alcun soccorso. Le uau·t>~ che prestnmente epar·irouo si sono osservate in due ca><i, 11 vornltu 1111u volln, 11on ~i 0S<~ervarono mai casi di m ()r·te. Lo lellt."rolurn 111edica ha ~i nora regbtrato sei ca!>i ùr morte per· nor~J<:i di pt•otossi lo d'o:wto, ma l'autore ra osservare 15


Rt\"IST.\

che i l rtlpet·to nl!ct•oo;copico di quei casi ha faLlo sempre vare gravi altt>t'8zioni morbose di organi interni. Ecco flUali Sl\rebbt~ro scr.on.lo ra•tto:-e i vantaggi ùell'aneslef<ia col gas esilarante: 1• Il pr•o\os!lido d"azol{) possiede un'azione assai pronta la qush· thll principio ciell'inalazione sino al completo rio;vegbo tlell individuo dura da 2 a 5 minuti. 2• Il ~a~ è pri\·o dt sapore e di odore e per ciò è respirato con tuu.a fa~'tlitn r. per rt'l!Ola senza dislUI·hL 3• Le vertigtnJ, le nause sono rar·e alla narcosi di questo gas, rarissrmi poi i vomiti e l'ammalato appena sveglio non offre p1u alcuna traccia della subita anestesia. 4• La narcosi può praticarsi mediante semplici e senza assrstenza. (L'aul{)N~ fa inspirar e il gas Vt>scrca di gomma). 5" Il prezzo del gas é minore che quello del cloroformio. Di (!•onte a questi vant.a~gi stanno alcuni inconvenienti che debbono esser e pure menzionali, p. es. 1' Il gas esilarante non si può adoperare che nelle ziom di breve durala e assai precise. 2• Nelle operazioni mollo delicate per es. quelle di slica, i sussulti muscolari che sopravvengono spesso ""'.,.'"-· l'anestesia possono disturbare l'alto operativo. 3" L'uso di questo gas resta assai difficoltato dall'amtlarecoi chio il quale è necessario nelle operazioni un poco &u••~o:&Jv-J 4• Anche l'uso dell'apposito apparecchio trasportabile ~s compresso viene alquanto complicato. La ~emplice narcosi col ~as esilara nte, s&rebbe se<~Oilt<lO. l'autore mol\o adatta per le piccole operazioni, ritenendo le rniezaoni di cocarna dota te di azione troppo fugace . .AJDputuloDl pa.rdall del piede. tralb. J ù,. Chir., N. 42).

A. SoRHAN. -

L'autore riferis,.e sopra quattro amputazioni parziali piede pr·aticale sopra due pazienti per cangrena da c zionP. Nel primo fu amputalo il piede destro un po' più tro della hnea articolare d i Lisfranc, ed il sinistro !?e;aaJil4~


CUIIIURGICA

:-perpendicolai'mP.nlt> l'O!<SO cubordeo e l'osso navicolare n~IIa sua parte anteriore. ~el secondo caso fu praticata a destra l'amputazione a"lragalo·•'tlkanea secondo il metodo di Blasi us (c10e dil>al·tìcolazione alla Chopart cou successiva esportazione della testa d<-ll'ustra~ttlo e della parte anteriore del calcagno) e a di!;. tra ùell'umpulazione all'incirca sulla linea di Lisfranc. Guari!!ione completa in aw)){:due i pazienti. Fu spec:almeute nel secondo dei due individui operati che si potè con,.,lt~lare ùupo un armo c1rca uaa buona fuozionalit<i re~iùun ùci pieJi, 1nigliore poi in quanto al piede operato colla dil>SJ·ticolazione alla Chopart modificata da Blasius. L'indivi,luo camminava as,.at dritto e spedito senza devia· zione alcuna della cort•ispondente estremità; i due malleoli facevano uguale ~portxenza, il margine esterno e1·a un po' p iù abbassato dell'interno e il piede posava iu pieno sopra il ealcal!nO. La parte anterioru del moncone presentava un bell'as~tto, la cicatrice diretta all' insù; l' IH'ticolazione tibio-astragalea perfeU.arnente mobile, conkariarnente a quello che di solito si osse1·vo. nella posiz1one del piede operato alla Chopar·t che è quella del piede valgo, in que$lo caso il piede .am pQlato pr·Psentava invece una certa tendenza al varo.

RIVISTA DI OCULJSTICA :Ua auoYo ottalmosooplo ad Ulumtnuione diretta elettrloa - GIRAI D·TEt.LO:-o. ' Per h! ù_ifficolt.U •!he pr·~l'enla, in i:>pecie sul principio, l'ottalmo'ScOpla è ancorn il privile!l:ro riegli s pecialisti. La lateralizzazioue della illuminazione pf'r riflessione é un 11 delle maggior i cause Jefle dtllkoltà. che si incontrano' nell'iniziarsi a JI'u<:o delrottalmosc<,pio.

L'~ttal~noscopio. binoculare e ad illuminazione diretta può a cr•t facrlmente runeditlt'e, tanto prù coll'illuminazione elett r ica, che avrebbe anche il vantaggio di permettere l'osser-


228

Rli'ISTA

vazione in qualsia~i posizione dell'ol'servalo e potrebbe cora tlpplicarsi alla foto~rafla del fondo oculare. Il nuoYo i«tr umento è una ingegnosa rnodifkazione 2• modello (Giraud-Teulon- Nachel) d'ottalmoscopio bi !are dPII'aulor·e. Comt> è noto esso modello era col'tituilo d'una cas!'et paralellepipeda rell.8ngolare, contenente due prismi romboedri. a r•ìliessione lotllle, che dividevano l'unico faseiOo emt>rqente dall'occhio, ai due oc(·hi dell'ossPr,'alore · una delle faccia lunghe, rivolta all'osservato, la portava il roro centt·ale collettore, coincidente col foto centrale di un grande specchio sfet·o-conca\'0 illuminante; l'altra faccia lunga rivolta all'ossPt'vatore pr esen 1.8va i due fol'ì di traouardo perl'os~et•vatore. Il nuovo modello nella faccia anterior·e (rivolta all'osser vato) presenta il foto centrale, ma non ptù Io SP""chio; la faccia posteriore offt·e sempr·e i due fori per l'oc:>set·valorP. l due romho••dri hanno come nell'antico dello le due raccie estt·eme laterali tagliate a 4:'J•; venendo quind esallamente accostali per ~lì spigoli rispondenti al ltnea mediana (ver~o la faccia anteriore della cassetti immeditltamente dietro il foro collettore) lasciano nell'i terno della casseltina uno ~pazio prismatico, ove è collocato il me7.ZO illuminante, che è una microscopica lampadina elellrica ad incandt-scenze, messa in azione da una pilA di 3 elementi Trouvé (al bicromato di nola"~sa), ra ppresentAnU cinscuno 1,9 ,·olt, donde un potere illuminante pari a 2 ed eneo 2 1(2 caurlele steariche- ttpo; rischiara mento sufficiente e ret·fetlamente lo:let·ato. LA base (postei'IOI'e) dello spazio prismaltco è chiosa da un opercolo a sezione sfet•ica, coslituentt> colla faceta tnlerna uno specchiettino riflec.sorP. I rag~i emananti diroll.8nH~nte dalla lampadina, ed a neo i ritl es~i dallo ~pecchietto, pel foro (del diametro di 4 a 5 mrn.). circolare della faccia anteriore vanno ad illuminAre l u.,,.,..~.~, osse1·valo dit•ettamPnte; i reggì emer~enti dall'occhio vengono pur direllamente ad esso foro (ehe pet•ciò indicammo-coll'opitelo eli collettore), incontrano i ùue spigoli di contetto dei due romboedri e si dividono in due fa:sci cbP ca· dendo s ulle due faccie inclinate a 45• di essi romboedr i !<Il-


DI OCU.. ISTICA

biscono una p1•ima rifrazione totale e sono ukelti a destra runo, a siuisll'a rallro nel sen"o dell'asse longitudinale centrale tlell'•~trumenlo, ma incontrando le due Caccie ester·ne dei •·omLoedri, pure inclinate a 4:-,•, in senso opposto alle prime. !"ono di nuovo totalmente rifles"i e diretti cos1 in due fasci, paralleli alla prima direzione del fascio emergente, ai due ocd11 dell'osservatore. L'accostamento deJl'osse•·vatore t~ll'occhio dell'osservato é cnsi Jllimttato (anche di soli 3, anche 2 ceni.), donde la possibilità del p1ù comodo esame all'imma~otine diritta; pel' esso esame sono annesse aJI'otlalmoscopio quattro lenti cor1·eltive ( - 150, -50, - JUD. - 20D) incastrate in una piastrella mobile a :>corridoia e collocala alla faccia esterna. dell'istrumento (faccia anteriore). L'el"Hme all'immaj:{ine rovescia è pure facilissimo: la tecnica di esso con~isLe semplicemente nell'iuiziare l'osservazionr> pat·lendo da una brevis~ima distanza dall'occhio osservato, intromellendo io tal momento la lente correttiva classica ( t:m circa), e alloulanandosi <JUÌntli graùuatamenle -senza mai per dere di vista la pupilla l'iscbiarata... L'emmelroptl uon p1·esbite vedra !"immagine rovesciata del fondo oculare nettissimamente prima d'essersi allontanalo dall'oceh•o O!"!;ervato di 25 a 30 cent.• il pre,.bile r1correrà per ciò egualmente ottenere alle sue lenti abituali. S'avrà così 11n colpo cl'occhio d'insieme: per rilevare i delLa gli del punto, ddla regione che gli appal'irà meritare d'essere esattamente esaminata, si me~lera di nuovo nelle condizioni dell'esame all'immagine diritta. P~r •·endere l'istrumenlo <limostratìoo (per un 2" osservatore), o .fotoarajlco, bisolln& tagliare (pe•·peodicohu·mente alle faccie mag~iori - anteriore e poE>terìort>) uno dei 1·omboerlrì e toglierne co~l re ... lr••ruila esterna: allora la co1•1·illpondenle porzione del fasdo t·mergente dall'occhio non subJ:oce la seco~da dev1azione totale e si dirige alla corli~pon­ clent.e eslrt-m•la laterale dell'islrumento dove può applicare l'oc~hio il secondo osservatore, come ;uò applicarsi la carne~~na oscura d'uua maccJJinetta fotografica. L 1strumento fu costrutto dall'ottico parigino Roulol. B.

+


RIVISTA DI PATOLOGIA ESOTICA L& febbre tifo-mala.rloa. . gt>nnaio 1887).

DoLt. Somns.- (The Laneet ,..

La febbre e11terloa e tifo-malarioa. (The Lancet, gennaio 1887).

Dott. JAGoE. -

A rtuella grave forma composita di infezione, che si vuol chiamare lifo- malarica, riconoscono ~li osset·vatOI·i importanza ogni giorno ntaRgiort'. La nostra attenzione e poi con più app01·Luna ragione r ichiamata all'interessante argomento pet· il fallo di taluoe acciJentalilli., nelle affezioni malar iche u tirose, impronta te a caratteri meno decisi e tendenti a con fonder si gli uni con gli altri iu una nu0va espressione patologica occor se nei nostri possedimenti del 1\lat· Rosso, e da alcuni nostri egregi colleghi i~Ludiate con perspicace zelo e con efficace terapia curate in Mttssaua. Spig-olo le impo~ tanti notizie dagli alti della sedu lo, che l' 8 decembt•e sc1>rso, presidente il Dickson della marino militare ingles~, tenne in Londt·a la società Epidemiologica , le cui conclusioni ìo proposito impegnano a più forle diritto il nostro studio, comechè vengano deter minate da fatti morbosi a vvenuti in Suakim, località quella patologica esotica, tanto ravvicinata a Massaua, oltrecllè da brevilà di dislanzs, da costituzione geologica e climatica. La discussione si imp<!goò su di una Memor ia m riguardo alla febbre lifo·malarica presentata c!al medico militare, il doLt. Sr1uire, che noi riepiloghiamo. E[:(li, nell'osservare lu febbre occorsa io Sue.kim tra le truppe durante la campagna dell'ultimo anno, ebbe A constatar e essere in campo due infermità, ambedue estrinsecantisi con sintomi si mi lari, che condu"evauo ad e~sere dt a~noslicate per febbre enterica. L'su· tos-.ia addimostrava la correlle7.7.A della diagnosi in taluni


Ili VISTA DI P A!OLOGIA ESOTICA

casi, ma in altri pr osirnili ai primi nella torma sintomatica, la assenz>i di lesioni iute!'tinali provava non trattarsi di febbre enterka. Giova, iunan..:i tlì proced~re, star!<i alla stabilita nomenclatura di r~hbt•c t~(o-malartca, ~enza disconoscere la differ~::nUI delle opinioni ~ul ~uo significato. Ii collegio medico, sej.tuenJo la opinione e'"pressa dal Congresso Internazionale San•tnrio Iii F1ladellia nel l~iG. ~tahiJi;:ce la detta nomenclatura quAle una subdivi!'<ione della febbre ent.el'ica e la descrive corne • una combinazione delle febbri malarica ed enterica • in altre par·ole una febbt·e composita risultante dalla azione simullantla di due dtc;linli veleni. Una consimile veJuta fu em~sc;a ùinunzi la società Epidemiologica di Londra nel 1881 Jal dott. Hussel, il •1uale parla di febbre tifo-malarica come per P"empio ùel paralle!ogramma delle forze, essendo ciò, giusti\ lo 'IUC conshlf'razioni la risultante dei due veleni tlelle fe)>bl·i maludca "ù e>nterica. Il ùotl. \Yooddward con~iderA ciò un iùruliRmo fra le due malattie. Si prote1-;ta contro queste vedute ~; dasst la prefert>nza all'opinione non e;,~er·e la febbre ltfo-mnlar'lCil un risullulo del veleno della fe!Jbre enterif'a, ma una formn di febbre malarica e si dà come tleflnizione eh e • la febbre lìf(l-malarica è un' espre,.sione del ,·eleno rualat•ico, nt>lla quale i "-intomi inlef<tinali ed adinamici sonu predomimmti, r.agionando la rnalallia cbe simula la febi.H·e l'nterira. 11 collegio dei rned•ci, dic~ndo che la febbre tifo malat·ica ,\ una combinazione di febbri malarica ed enterica, intende prohabilrnente significare c.he una è. modificata dall'altr·a, ma non \'uole ammettere che una distinta malaUia, un ibr·i•li"-roO iu fatto, é pro:iotto, come verrebbe ad es~et·e ;.ug~erito dal pttragouc ciel dotl Russel col parallelogrammo Jell•! forz.e. La credenza nelle malattie ibride dovrebbe e."'"er·e p:r ~em~re bandita. Un veleno specifico prod~ce u?a malulliu :;pectfica con ri::mltati patologi~1 certi. I ~m.tomt possono essertl moùificati ùa una varietà di cause mltme od ec;ler·nc al pazieo le.· oppure d ue ve leru. possono p~netrare udl"ot"I.!Anismo simullaneamenle ed allora uno può r•tor~.ar~ o modificare la manifestazione ~eli' altro, ma non pet·cto ne deriva uuo nuova malattia. Qualora il tet•min&


RIVISfA

• lebbre tifo - rnulal'i~ • altro n on esprima allt~ menti degli uomini cii~ una moclitìcazwoe della febbre cnttmca, oJ una maJ~Jtlla ibrida non merita un posto nella nostra nornendalura. Ma, se un veleno assolutamente distinto da quello cbe proùuce lu fel.lbre enlel'ica, e ('On differenti manifestazioni patologiche, può, solto cel'le circostanze, cagionat·e sintomi simiglianti da pre-;so alia febLre enterica ed una irtrerrnilà :scambiata !';ovente per questa rualattis., allora abbiamo uno stato mo1·bido d1 grande impo1·tanza e tale da reclamare una speciale 1·icogmzione. SiJTallo apparrebbe essere il caso delle memorie llcl dolL. Squ1r'e. La denominazione« febbre tifomalarica »inclusa aHa lunga nella nostra nornenclatura, vi l'imarrebbe; ma llovr·· bbe E>ssere trasferita dalla sua presente posizio11e della formula • ft·bbre enler·ica •, e rigua•·Jala quale solto-di\'isione della f~bbrc malarica. l secni palolo~id, piutlo~toch~ i sintomi, ser,•ono a dimostrare le dtiTerenze tra le febbri tifo-malaricu ed enterica; ed ove le autossie meltono ì11 luce la ulcerazione Peyel'iana d~lla ft>bbre enterica, queslu iofe•·mit.a viene od affermarsi. La esperit>nza del dott. Squil·e in Suakim climoslrò che, olh·e i ca"-i di vera febbre enle•·ico, \'erificati all'aulossia. va ne ave"a allt•t diagnosticati come lali nei quali lo e"ame cadu,·et'ICO p1·ovava l'assenza d1 ulccrazione nelle i{landole del Peyer, nncue quaudo la malattia datava da tre ~f'llimane , e non si constal&\'8 che una generalt> conge~tione della mu· cosa intestinale. Furono aHrcsi t·iferiti aiLri esempi, specialmente allo seoppiare della febbre due reggimenti della presidenza di Bengal, ricordati nella relazione medica dell'esercito per ill8i9, nei quali simili esperienze d.mosll'at·ono laesistt>nza della febbre enterica in stretle simultaneiiA con casi che 1nOito duv,·icino somigliavano a queste malattie. ma ne' quali ~Xli intc~stini non et·ano affetti. 11 decorso della febbre Lifo-malurica è descritta nel moùo seguente: La tonsillite può occorrere quale $Ìntumo premonitorio. La inva!'.JOne è tal volta più brusca che quella della febbre enl~rica cd il vomito bilioso è sovente un sintomo sollecito e persi~lente. La d1arrea é frequente, ma non in,ariabllmenle in allo, a scat'lche vcrda.stre o somiglianti a


DI 11.\.TOLOGIA ESOTICA

233

quelle, che si vedono nella fd1bre ent~rica. La cou~eslione può .,:-;hmdcrsi lungo l'inlu~ru canale allmenta~e, cag•~nau~? C'.&tll!'ro na~alo, oppure sintowi simtlari alla dtssenterta. Ptu tardi la Jinl!'UO. diviene at·idA e Lt·unasLt·a e si manifesta impanit~La e sordida. La apatia meulnle dà lno~o al delirio con balbetlamenl.o, CDII ~U""ullo ed ullri :4e;::ni della congestione Lifoidea, e la mot·te può dt~Lermiunr ':'i da esaurimento, oppu1·e una protra!La couvule-,;ccnLa confìua il paziente nell' ospedt~le per selllmune o me,..i J..ll'Ìtna eh~ la a::;,enza della diarrea o della ft:but·c vuspe1·liua permettano rin~iarlo. La temperatura, benchè spesso ricfunmi quella della febbre enterica, raggiun~e un allo livello, e m8:.rgiot•e è la meùia quotidiana. E iu,nriubilo l'assenza delle macchie rosee. P oi cbe i sintomi sono tanto ;.omiglianti a quelli della febbre entertea, noi dobbiamo vwh;cr•t:! lo !'\lu,tio alla patologia delle infennit.a per sorpJ·enJe1·u la grande dtsltnzione lt•a le due fol'me, mentre il diffel't'llliul~ ucqlJISla importanza da]Ja diversa etiologia. Generalrncm lo pul'!ando In Jiff~renzu si lrova in ciò che, mentre la prultl'ei·aztoHe cellular-e, la consecutiva ulcerazione nelle g-lanùule d(;!) P t'yer ed ì11 quelle solitarie dell'ileo costtlutscuno il segno patologico della febbre enterir.a, Lale ulcerazione ::-i rbconlt•a rnramente, seppure ciò occorre, dopo la morte tifo-malarica. Come in altre febbri malartche. la ulcèra:.:ione iulestiuale può Lrovar~i nella febbre tifomalar·u·a, ma non la é '"'pectfica e non é confinata nelle glandole del Pc:ycr è uei follicoli solitari. Queste ulcerì pos:.ono riscontrar'! in qualllllllUP. parte del canale alimenl8re epossono cs-.e,·e tli ogni forma e quasi d! ogni g1-andezza. Glt altri 11egni palologid ~0110 «{uelli delle febb1·i malariche \'aie a dire _la coug.,::;tione e l'ecchimosi nella mucosa inl~slinalo, s~ectalmeut..! nel dU(•Jeno c nel digiuno superiore, ingr<~n­ di~nento dellA mtlza l' Jelle ~lanùole mesenleriche e congesi.Jo~le ùel r:galo. :\"on f: 1'81'0 avere complicazioni di emurra~na dalle tnle,.:tinn, dagli organi urinari e da altre part1, come puri· può occurt·erc la congestione poi monale e la slessa pneumonta. Può unche venir·e in campo l'illerizia. Macchie PUI'Pui·ee senzQ. scor·bulo fu1•ono vedute in tal uni casi a Suakim.


RlVI STA

Yenne allre1;,i o~sPrvato ìl reumatismo, l.alvolla con efful'ione negli articoli. La fPbbre tiro-malarica può risconlrar!'i ovunque ec:ista malaria: le imperfet:e condizioni nelle misure !'anitarie o la purulenza della febbre enterica possono determinare i sintomi intestinali. Sono cau~e predisponenti la eccessiva fatica e reccitamento. La fcbbl'8 tìfo- malarica non ti Lt•asmissibile da persona a pel'sona. Gli è probabile che la febbre di Gibillel'ra, di Mella e di allt·e località Mediterr anee pos!'a essere talora di natura lifo-malarica. L'autore attinse la sua esperienza alla stazione di Suakim, ove la malaria si spiega anche in alh•e forme. Marcate differenze di opinione esistono rigua!'do ai casi, i quali debbono esser e inclusi nella dHnominazione di febbre tifo-malarica. Il dott. Squire propone c.he qGesta denominaziono sia ristretta alle febbri malaricbe, le quali nei loro sintomi simulano da vicino la febbre enterica e che uon In si debba applicare a quei casi, i quali dopo morte spiegano le apparenze patologiche della febbre enterica. Ma nell'ullimo numero del Laneet il cbil'urgo mflggic,t·e Jagus dell"esercilo Bt•ilannico, appobgiato a casi e ad autossie del Zululand, dell' Afghanistun e delle Indie non accetta la' denominazione di febbre tijo-malariea del dottor Squire, opllmdo a vece per la nomenclatura di biliosa-remiltente. Io merito al discusso argomento il dott. Jagoe per la ~ua dodicenne esperienza in climi tropirali e sotto-tropicali coi sente inclinato alle seguenti conclusioni: 1• La febbre enterica nella grandissima maggiot·anza dei casi è prontamente diag11osticabile nelle regioni lontane come presso noi. 2• Alla rebbre, chiamata t~fo-m alariaa si addice meglio la denomi• ;done di remitlente biliosa. 3' La infer·milà, per la quolo egli intende la febbre tijo-malarica, è eccezionalmente mortale. Il dott. Jagoe non ne vide mai seguirne morte in nove anni c.li servizio in India. F. S.


DI PATOLOGIA ESOTICA

235

1 clltlturbl olroolatort nel kakké o berl·berl. - Dott. ·w A t.t.Ac~ TA Vl.OR. - ( The Lancet, 4 sellembee, 18S6). 11 nnm~'rc' t'li lu!Ziio del Sei- i-ktoai, giornale medico pubblicato a Tokio. contiene uno ~ludio del dott. T d·ylor, intorno alle cowlizioni dPila circolazione nel kakkf> o beri-beri. L'autore fa r ilevare che i dislurLi circolalorì, sono i fattori più imporltmli e salienli òel kAkké: es~i co::;lrlui~cono un gruppo di sintomi al fJU&Ie è ~Ialo dato Jl n o m~ di • shiyoshin •, che Jw molla analogia con un nrces;:o di angina, e non di ratlo è causa dell'esito IPlale tlella malattia. Il doll. Tayor ha raccolti con cura i lrncciati sf!~tmo~rafici di un ~ran numero di ca>-i, che snno r•,porlah nella sua :\Iemoria e che servono mollo uene tHI illu«trore il grAdo al 'JU&le può ~ungere l'affezirmP dl'll'azil'lne cArdiaca. In lulli i lrarciali si rilev.a un repentino innalzamento della "'Ì"lolt> \'enlricolore, uno rapida discesu dall'apice dell'ondata P tlirroll«mo. La prima rlitTerenza dallo st;1to normale 1\ col'lliluìta dnll'aumrnto d<'lla ."islole ''enlrirolart>, dovuta ad eccìtAmrnto cardiaco c che si manifesta nei primi slarii dell'affezioni' c nei casi leggit>r·i. Segue poi la diminuzione della lensi!lnn a.r·tcrio!<a, dovnlu alla perdita del tono V3so-molorio: e!-'so è in.licalo ùalln r·npida di~cesa della leva dello stìgmogr.,fo e l'li r·ilevn chiaramente pei caratteri del polso nonchè per il r~otfr·e•idameulo .Je:.rli e~Lr·emi e p~>r la cianosi, a mi!'ur·a che la malattia progl'edisre. È dimostrato tuttavia che mnl~rndo la l.!ra'''!ZZI\ dei sintomi generali, la PI'Olrnnsi fa,·ore\'nle tlnchè non ,.i ~on segni di insufficienza dell'azione car·diaca e chP dei due fattori della circolazione è meno p:ricolo:-n la diminuzione del potere muscolare che la peroli la del tono vac:o molo rio. Lr condizionr descritte sono quelle c~1e probnbilrnt>nlr danno luogo al complesso si:llomalico in· d1cato col nome di • ~hi~·oshin • e \'erosimilmente debbono la loro. origrne all'azione clelia so.<ttn.n;;a morbigena del kakk~ sulle drlferenti par ti del sistema cerebro-spinale e del simpatrco.

è


2:)6

RIVI~TA DI TErNI~A E ~ERVlllO Mf,DJ[O MlLITARE "Relazione aa.Dltaria dell'Esercito Germanico nella guerra contro la Francia. del 1870- 71. (Sanitiits-Bericld ziber die Deutsclten. lleere im J{rieae {Jl:gen FranhrPiCh 1870-ì 1).

Osseroa:ioni. Solto questo lilolo s i la una dettagliata espo!:'izione dell"or<linamento dt!l servtzio !:'80ilarto in tempo di p:~ce, •1uale era in allo all'aprirsi della campagna e quindi ~un~ basi, per la P eus~:ia, del dec1·eto 20 febbrato 1868. Non ha però che un valore rt:Lt-ospellivo, giacché aLLualmente sensibilmente diversi souo e l'i:Jrùiuameu lo del servizto, e gli ~>r·g-anici del personale, e le basi odinaLive del se1·vizio degli oRp••da ti.... Essenz•altl fu rabolizione cho fu decretata subito dopo ia guerra, Jella commissione direllivo degli ospeèali, della quale il medico capo era primo membro, mentre: ot·a è a lut affidata mtera In Jirezione e la met·enLe r·espOn$abtlitA d'ogni ramo di ~ervi:tio. Meritano pet·ò ricorJo ce1·te dir.;posizioni, che fino da al lol'a caratl~l'itzavano esseozialmo:?nte gli orùinamenti sanituri get>· manici. Fino clal HW8 fu ai medici ddl'e~ercito e della mat•ina accordalo polet·e disciplinare mililat·e ed autonom1a di corpo , entl'arono qui ndi a far parte effeLli va dell'esercito, con propria gcraJ•chia, e con distintivi di grado identici a quelli degli a ltri ufflciali, eguali competenze ed eguali norwe peL' le pensioni, ccc. La d1re>zione del se1·vi,io sanitario ru deferila alla .MJiìliirMedizinai-Abthetlung istituita nPl Ministero della guerra. e di cw 1! Genei·alstabsarzl assunse la direzione, solto la di· retta dipendenza del mmislt·o della guerra. L'ordinamento


RI VISTA 0 1 TECNICA Jo; S!~RVIZIO \IEDICO liiUTARE

281'

del <;ervizio di pare t'n calcalo perfetlllmenle Sll quello di guer ra. Dal GenerAistohsar7.l, cl\pO dd corpo e del servizio sanita rio dipen•lt•vano ì Gen•~NI Ii-it·zte capi del personale e set•vizio dei ~inf,:!'oli corpi d'armAta, che regolano il servizio degli o«pedali tullt d~>l cot"po d'armata ed é deferita 1&. revtsione di .tutti J docum ... nli !"1\llltari. rapporl•, relazioni, dichiat·azioni d'inabilità, di rtrorrna. et~c. Ogni onno l'Anno t''-:-51 un giro .ri~pezione nelle guarnig•om lullc, provvedono nello '-lubilimento del servizio e per le prattche hdeniche da adoltat•e nello cìrco"lanza delle grAndi mauoHe. È loro "'PO~Ial.., ìncm·ic.:o metter;.ì nel caso di imme•llululllenle istituire gli o~perlali di riserva in caso di mobililn7ionf.', e pe1·ciò oltre a pt•ovvedere perché s'abbiano pronte le neces--ari•l ri~-tor!'\e pt>r• il materiale, ten~ono costantemente in or1iilll"l i quadri tiPI per~onale medico ed ausiliario m•JhtlizznhiiP. l .Jirett.ort riPI serviZIO divisionale in ciascun corpo tl'artnl.-(tt'l hano'l la F-upt>rirwe direzione e la vigilanza dit'PtUI ~ui rlipPnd,nti o<~pecil\li. Il personi"IIP santtarin flll"'iliat·io è costituito dagli aiutanti d'ot"pcriAlL'. inf•'t'mi,>ri P pot·la f'<'t'ili. Gli aiutanli sono reclutati lt·fl i c:;ollnli dopo ""i mrf<i di servtzìo, con con1loll8 inappnt.tl.ibth', o.>tl i~lntztone '-'Uiticiente: se non corrispontiono per ahllitll, zC'IO e condotto o::onn rimanclali al corpo. È loro impartita uuo ~pectale tslru7.ione tecnica duraute un anno, la pl·attra la fl[•[•l"èntlor.o al letto dei malati. A1 termine di ec:c:o perio.!o rlauno uppoc:;lti el'ami e quelli cbe li superano S()nO norn iunti soUt.fficrali (Lazat·etb~ehilfen) e dopo sette ~nni di strci•io ?ber-Lnzat-elbgehìlfen nei ripari! eli truppa: 111 C.•!!lll cornpagma, '-!")Untlronc. batterie. ecc. vi è in organu:o 1111 l.n~oar·ethgehulre Il loro serrizio abbraccia tutto che sì rirerr.:ce nll'n~"i"tenza dei malati, all'aiuto dei medici nei lo1·o tnc:)~;c~i, .ollu preparazione dei mediciuali semplici. ecc.; sono ullll-.;srmt nelle mar·cie pell'asRi8tenza ai medici·, ac. cornpngnuno l piCcoli riparti di truppa ai bagni, al bersa~lio, alle manrJvre per· appreslot· All'uopo i primi soccorsi, es8endo prnv~ed11lf alfor·a !lei nere~sari mezzi. Nell'esercito del nord ve Il erauo in orgunico 2228.


238

RiVISTA DI TEC~ICA

Gl'infermieri ~on tralli dall'arma di fanteria; per bac;e la moraiJtò e l'adesione volontaria; però se il numero dei voloutari non basta ~ono designati d'aulor·ità. DP-· vono essere fì5icamenle robusti ed aver e fatto il corso elPmcntare o posse.lerne le cognizioni. Sono istruilt tn comu n·~ co~li aiutanti, specialmente per tutto che riguarda l'assi· stenzn, il soccorc;o dPi malati nel servizio ordinario e di guar·dia. Tenuto conto della gravezza del loro servizio, essi passano alla riser·va dopo solo un anno al più di servizio come infermieri; e dopo 5 anni paso::ano nella Landwehr. Xon sono assegnali che ai grandi oc:;pedali. A completare il !'er · ,izio nelle sale malati e di set·vizt di fatica sono assunti dei boq~hesi salariati. Dalla fanterta, J iiger, Schiilzen e cavaller ia sono per ogni compa$!nia o squadrone, ogni Anno, comandati due f'oldali, con gia nn anno di ser \·izio. per l'istruzione di porta feriti, che lot'o è impar•ltla durante l'inwrno. Nell'estate ha luogo il corso di ripeltzione (al quale prendono par·te nn che qu,~lli dell'anno prima, cioò nel 3• anno di sel'vizio) che completasi con lO g;orni di manovre pratich~. l n guerr·a una parte di es!'i i• assegnala alle sezioni di ~anilà, una porte resLa tra le truppe. Po..,sono i porta fel'ili essere comandati agli osoedali come aiutanti d'ospedale, quando questi difettino. TE>rrninato il Sé!.'• vizio sono colla loro classe mandati in congedo ed assegnati alla ri::erva: in ogni cot•po d'armata, s'avevano da 200 a 230 porta feriti, per ogni classe dr ri ~erva. Al Ministero, presso J'ufftclo del GeneralstabsarzL, è deslinato un Oberstabsapolheker; ol Gcneralarzl di corpo d'ar· mata ò ag~iunto un Slabsapollfeker di corpo d'armata: in tempo di guerra ogni Stabsapolheker pronede ai bisogni tuUi del servizio farmace utico per due corpi d'armala. Of(nt ramo dei servizi ammim!'tralivi, compreso il far procedere alla nettezza, riscaldamento, illuminazione, ecc. negli ospeJa.Ii, è affidato a spedali impiegati ispettori, tratti dai sollufflciali e precipuamente dai solturtìciali aiutanti di ~anita che superarono il richiesto esame. ~ei piccoli ospedali essi servizi sono affidali ad un solto-


E SERVIZIO ~F.DICO 'fiUTARE

2:l9

uflìl'iale anziano, rhe ~·apre così la via ad ispettore. Nei

grandi ospeJali gli i!>.pcltol"i adolliYi sono due ed anche tre, il primo col titolo di Obe!"-l n~pektor. il terzo di a"Ssislente . . . . Ì$pettore. A~!'Oiulatm· nte analoghi agli ordmamf'nll pruss1ant erano i relativi ordinamenti J!'gli altri Stati germanici. .\fateru1le .<~anitario. -

Tn.tppe.

O!!'ni medico era munito d'una comune busta chir urgica e dell'li !'lrumonti pella e~trazione di denti. Ogni Obermililairarzt po!"sedevn pure una ricca cassetta di istrumenli di arnpulazwne, pelle più comuni resezioni, tutti i mezzi mec~anici ~mostatici più t'Accomandevoli, gli istrumenti pell'erniotomie, pella lrapanazirme, per l'estrazione delle palle e corpi stranieri, diver~i lre([uat·ti, la canula del Bellocq, la ca· n ula pella tracheotomia del Lfter, ed infine una casse Ha pelle .autopsie. Ogni aiutante t>l':'l munit.o d'una busta tascahile da medi<'a7.iono, di tlivor"'i medicinali e di m ezzi ili ri~toro, contenuti in bottiglie di cristallo ricoperte di cuojo e munite d'un pic<-olo bicchiere di sta~no a rialto esternamente al fondo, e fermatovi con un le!rswcio: portavasi a tracollo, ecc. Ogni aiutante d'o,pt>1lAie dPile truppe a piecli possedeva pure due borse medicinali e fA!<Ciatur<>; quelli delle truplle a cavallo erano muniti òt la!"che anAloghe. 0Jtni unitA tallica (battaglione, compa{?nia, squadrone. batt~ria ) era dotntA di una c&!<selta medicinali ed una di oggetti d1 m ..dicazione e òi ra~ciaturA, di zaini d'ambulanza, dei nece!"sari tnca.i di lra!<porto p»r gli ammalati. . Og~1ì quartieri! pt•incipAle d'armata o di corpo d'armala, ogni u~peztone generale di lHppa, colonna d'artiglieria e del treno era pur dt>tala d'una cus!"a mt>dicioali etl apparecchi. Frnalmf'nte o~ni soldato aveva il pacchetto da medicazione. . Il ne~es~ario pel primo oppreslo dei medicinali ed oggetti d~ med~ca~JOn~ fu Mmministt·ato dagli ospedali di guarnigione; t rtformmenlJ successivt si trassero dalle casse di riserva, clte fin dAl tempo di pace erano sempre pronte


.UO

RIVISTA DI TEC'iJCA B SERVIZlO MEDJCO MIL1TAHE

nei magazzeni delle guarnigioni, e nei depositi rl~>l quelli per le ca,;sc mediciuali e•J apparecchi dei quartieri nel'ali priucipali l! delle colonne del tl'euo. Que~tc poi sul teatr.> di ~uerra si rifornivano me<iiante acquisti <iirelti. reqni~izioni o ricorrendo agli -,pedali rla campo. Ogni ballaglione di fant~>ria trasportava sulle carrozze o 8111 carro medicinali due barelle; le batterie una barella nel carro bagagli. (Continua).

RIVISTA DI STATISTICA MEDICA --~~~--

Statbtica medico-mUltare per l'anno 1884. -Relazione annuale drl colonnello medico ispettore dott. comm G. PBcco - (Comitato di Sonità militare).

Nella impo~sibi11là di riprodurre, e ben anco di riassumere in modo convetlient"', i numf'l'osi dati statistici nella Relazione raccolti, ci limitiamo a riportare le cifre sommar ie· più importanti, coordinate, in qualche modo, così cJw pure nPIItt loro scarseZLa valgano a dare una idea generale dello sh1to l'anitario d(•ll'E~ercilo durant~ l'anno. Il lettore desidet·o!"o di farsene un'i•lea più compiuta, vorrà consullar·c la Relazione e le largh~ considerazioni che ne co"liluiscono la prima part.e. l. Mooimenlo generale ria:~suntico.

Forza media N. 206263. Cur·11ti nell'anno . . . Inviati in licenza, •lrrettamenle . . . . . . . Inviati in licenza, per rassegna . Hifot·mali Morti . . Giornate di malattia.

16075.~

5160

= 779 p. 1000 forza

!

=35,63

2i90 3014

2393

= 14,61

=11,60 ,. " 2672052 = 35 p.1000 presenza


RIVISTA DI STATISTICA MEDTCA

(Circa i3 per individuo nell"anno. - Circa 7300 uomini (tJ!8 della forza) sottratti per malattia durante tulto l'anno al

ser,·izio. e degenti in cura. 2. Infermer ie reggimentali.

Entrati. . . < 80i7 P a!';sati agli 8pedah . 14005 Rima~ti in cura 73082 = 35i p. 1000 forza Morti • . . . . . 16 Gior na te di cura . . 669721 Quasi il 6• de~li entranti è poi inviato agli ~pedali. La metà quas1 dei curati negli stabilimenti militari, lo è nelle infermerie di corpo. La permanenza m~dia individuale vi è ùi 9 gioJ•ni. Il numero dei giot·nalmente degenti in esse infermerie e di J835, quasi { (4 ÙeJ malati tutti. 3. Slalnlimentì spcdalieri militari. (O!>.pcdali, inf~t·merie di presidio e speciali).

-------Morti

Ammalati

filmasti

Kntrati

Usclli

Ufficiali .

3G

632

611

Truppa • Jn~crilli di le,· a ~ou miltlari

402~,

297

727:)1 5551 7W3

78822 55:16 7J21

Totale.

~3H~

6127

~6110

JXwnero p. !çop Rimasti USCiti

:m

15 1503

• 82

!600

23,96 42 20,22 2451

"

11,38

3i 287

18,24 2811

Media giorna liera dei degenti ~IOtìS.

·i. Stabilimenti spedalieri militari. (~lalati di truppa).

Rimasti . . . . . . . Entrati direttamente " da altri o~pedali militari . • da ospedali civili. Curo ti. l'sci ti.

77669

Hl

63517

4025 72751

859 34


RIVISTA

Usciti con speciali provvedimenti traslocati ad altri spedali militari . • • ai man1comi . . • ad osptldali civili ~torti . . . . • . . GIOrnale di cura. . • M~dia dei degenti.

;,. Depositi di conoalescen~a.

N. •

Entrali dal rispettivo spedale . • da altri spedali milit.ari da spedah civili • • dai corpi . . . . .

N. Totale. Circa i su 33 usciti dagli spedali. (Moncalieri 523, teoliveto 556, BiteLto 276, Sampolo 870). 6. Ospedali militari - Degenti. Oopedall principali

Media dei degenti militari

390

409

l'orino. Alessandria . Milano. Bt•cscia. Piacenza. Genova. Verontt. Padova.

131

137

2.53 144: 134 8.'> 256 90

285

Bolo~na

284

Ancona Chieti Firenze. Livorno Roma. . Pet'ugia Napoli.

120

3Uj 135 67 i67 83 260 89

(l) Cltu l9 per 1000 curaU.

57 158 73 236 86 262

151 13i 110 26:> 96

:.lif>


2,3

DJ SIAIJSTlC.\ MEDICA

Dei ricoverati Media del degeou militar! in totale

Q.;peobli

principali

(241)

Ca<:-erta. Salerno. Bari. Catanzaro. Palet·mo Messina

~leni ng:o-enceiali Le

M alattie piu salienti, ecc.

...

.

:\lenmgite cer ebro- spinale . Affezioni dell'apparato re::;pirulorio Tu be reo l osi Vtzi cnrJiaci. l'er·tlonile . Ileo e dermolifo Heumntismo mio articolare Vaiuolo e vaiuoloide. Morbillo e scarlallina Hi,ipola Difle1•ite S tOI'huto l uft'zioni palustri . A' \'cleruunenli . Akoolismo Mnlnllio.: veneree S1.!al1bi<>. , Ollnlrnici Grunulo:;i

T raumi: Eruia. Dif'tOI'."ioni e lussazioni . Fr·allure. Fcrtt~

.

89 16i111 22l 130

201 t14

7. Osptdali militar i -

Colera .

(251)

82 137 93

.

J11 os~ervazione

Entrati

'\forti

HO

73

66 H906

49 466 88 9 29 274

176 167 103

•1401

3Hì3 67 144R 817 14

8 4 j ;,..

11

117

2 2

4701

31

6 8

n

1HR9

2

1000 2i:,9

"

l>

806 ';5

818 2:J3 816 288 2638

l 1 7

14 128 l)


Ili VlSTA

8. Infermerie speciali. Morti

1

1

Accademia . . . . . Scuola militare . . . Collegio rnil. di Napoli. • ,, di Firenze • di Milano • di Roma. Totale . . .

Ileo-tifo Conlu!'ioni nis.tor::ioni Lus<>azioni Fratture . . . . . . c.angiut.llivili granulose Veneret . . . . . .

236 669 98i 550 26i l 12~7 230 2:J35

,11 22 1• • • •

277 211.9l

141 14fj

»

212911432 --;; ~ 2,82 201

~l si ,-_,.l 3323 J l

16 43 l 13 21

lt

H

2

!l •• •

j()

l

•l

1

l 2

2

l

~- -1 --- · -

Totale entrali

158 Mi 587 1583 204 :336 1

l1

1

Deceduti 2 (1 di scarlattina, già degente dal 188:!). 9. Ospedall cioili. Rimasti. Entrali direttamente . • da altrispedali

747 14922l ~ 33

= 73 p. 1000 della forza.


01 STATISTICA MKDTCA

l757)

(Venerei) Usciti . . Tra"loscali "Morti •

14817 3i 42~

= 27,82 sul totale usciti; 2[u totale dei decessi.

Rima,.ti. Giornate j j cura Permanenza media

i27 3 U:J67 = ![t7 delle giornate tutle di malaltia della truppa. 21

10. l"enerei. N.

Ricoverati nelle infermerie di corpo Balano postile. . . S Lringimen ti urelrali Ospedali mi- Blenorragia . . . !ilari . . . Orchiti blenorragiche . Ulceri. Sitìlide Ospedali <'i vili.

7652

262

"

• "

112 3666 798 3188 1397 757

N. 17832

Totale U. Colera. !'ìumero Morti

Ricoverati negli stat>ilimenli militari . Ricoverati altrove. Ufficiali . . • .

288 139

128

13

6

64

Totale . . . 4.W 198 = 45 p. 100 dei colpili. (2,07 p. 1000 della forza truppa).

12. Decessi. Utllciall

Generali Superiori Capitani

Subalterni

Forza

De~

131

1528

3 = 22,90 p. 1000 14 = 29,69

2823 7572

52= 13,57

32

= 8,::J3

• •


RIVISTA

13. Decessi -

Truppa.

Sollufficiali . Caporali . Soldati Totale Nel 1" anno di servizio " •

2" 3•

"

»

»

Ollre . Oi meno di 21 anni di età Nel 21• anno "

22•

23° •

Oltre . 14. Decessi mensili. Forza

Gennaio . Febbraio. Marzo Aprile. ~faggio • Giugno Luglio. Agosto Settembre Ottobre . Novembre. Dicembre .

206334 223046 220228 218700 218i59 218068

215900 215664 2t5:H.s

355 2!.J~

22' 192 188 15!1 168 153 272

209403

161

152278 155373

122 10f>

15. Decessi. Malattie più salienti, ecc.

Risipola . . . . . . Vsiuolo . • . . . . Morbillo e scarlattina . Ileo e dermo- tifo. . . •

15 = 0,073 p. 1000 forza 4 = 0,019 , 184 = 0,848

400 = 1,939

(f ) si ebbero 4 decessi su i!S colpiti da vaioolo, vaiuololde e varicella. dtvislonl piil colpite rurono quelle dl Torino (!7) e Roma (20).


2i7

DJ STATISTICA MEDICA

Menin j:rite cerebro-spinale Difterite . . . . Inr~zion e palustre Scorbulo. . Tubercolosi . . . Reumatismo Affezioni cerebro- spinali . dell'apparato respiratorio . . . . • cardio- vesali . de;1;li organi digerenti • degli organi uropoietici . • delle ossa . Traumi e ferile

60 = 0,291 p.1000 forza 3 = 0,015 » • 31 = 0,150 • " 6 = 0,029 " • 2'25 = 1,091 • li 1i = 0,05i li ~ 136 = 0,659 • " 681 = 3,302 54= 0,252 104 = 0,504

,.

• •

• •

23 = 0,112 23 = 0,1.12 50= 0,242 20 = 0,097 3 = 0,015 87 = 0,422

,.

AnneJramen~i

Esecuzioni . . Suicidi. . . . Nel t• anno di servizio . N1•i primi tre anni Nei primi cmque . . . Oltre. . • . . . . . A meno di 21 anni di eLà • Da 21 a 23 Da 24 a 25 Oltre. . .

~

" ))

))

,.

»

)l

9 47

59 28 5 44

16 22

16. Deceduti. Dopo ri!onnaU lD licen%a o proposti di convalesceiUa

Ileo e dermo-tiro Inrezione palustre . Tubercolosi Affezioni cerebr~-~pi~all • polmonali Vizi cardiaci . Aft"ez. dell'apparec~hi~ digerente Affezioni ossee Totale

a rassegna

11 7 21

8 114 5 19

,.

Jl

34 Il

17

• •

,.

7

216

67


RlVJSTA

17. Riformati.

In ra:>segna speciale (inscrilli, ecc.). :.\tilitari (rassegne di rimando) . Sottufticiali . Caporali . Soldati. . . Fanteria di linea. Bersaglieri . Distretti Alpini. Battaglione d'istruzione Cavalleria Artiglieria Genio. Carabinieri . Compagnie di sanila Stabilimenti penali Sussistenze.

1461 sulla forza di 93MO 1 !H~ 143 • • ,. 841, 386 •

71 64

272 297 42 151

36 53 1.1

• »

• • ~

»

»

8059

,

" » » »

Nel t• anno di servizio Nel 2• • Nel 3" • Oltre . A meno di 21 anni . Nel 21" anno di el8. Nel 22• • • Nel 23• • . Oltre .

.

18. Malattie p iù salienti dei riformati. Per malattie oculari . . Lussazioni e ctis torsioni . FraLLure . . . . Ernie . . . . . 1nfezione mal a rica

19-' 19 30 510 ;).l


DI Sl'AT1ST1CA llEDICA

2'-H 14 83

Sifilide . . • Cechessia. scrofolosa . Tubercolosi . . . • . Gracilità e denutrizione Psicopatie . . . . Epiles><ia. . . . . Affezioni polmooali . Vizi cardiaci . Ar·lriti. . . .

205 126 104 93 710 19 38 127

Affezioni o~see

Otopalte . Amputali.

40

12

19. Mandati in licen.za di conualescen:oa.

7350 = 35,63 p.10l'O forza 5160

l o totale. Direttamente Per rassegna Dagli ospedali . Dai cor·pi. . .

2t90 5JO:)

51 20. Per rasseana.

Sotturtìciali .

43

Caporali . Soldati. . . Fanteria . . Bersaglieri . Distretti . .

133

Alpini . . .

Battaglione d'istruzione Cavalleria Artiglier ia . Genio • . •

Carabinieri . allievi . Compagnie di sanita Stabrlimenti penali . Sussistenze. . . .

2014 1063

129 296

37 15

289 216 35 i6

20 18

18 8


250

RlVfSU

Classi:

Anteriori al 1861 . (Cavalleria Classe i 861 . Classe 1862 . Classe 1863 . Volontari Volontari d'un anno Con ferma permanente (Media generale t0,62 per 1.000 della forza. Pei tfiRitMlllli 35,18 per 1000}.

Ma lattie salienti, ecc.: Infezione malarica . Deperimento, ecc. . Nostalgia e lipomania . Affezioni polmonali . cardiache. addominali Reumatismo . Affezioni ossee . . MalaUie oculari . . • dell'orecchio P ostumi di traumi o ferile . • di Jussazioni e distorsioni . di fratlure . . • . . . . 21. Inviati in licenza direttamente dagli spedali (N.0109).

Torino. . . • (Savigliano) Alessandria. Milano . . . Brescia . . . (Cremona). Piacenza. . (Parma). (Pavia) .


DI STATlSlfCA YEDICA

Genova . . . V f'I'OII8

••.

(Mantova).

251 J27

208 66

Pado'a . . (Venezia) (Udine).

92 70

Bolo~na

290

Ravenna.

106 69 32 30 160

Ancona . Chieti . . (Aquila).

Firenze Livorno . . Roma . . . (Cagliari) . Perugia . .

Napoli (Cat?>erto)

M

iH 383 60 iH

368 J74

(Gaeta) .

58

Salerno . Bari . . . Catanzaro .

82 58 85

~ Reggio)

39

(:'tfonl!•leone).

43

Palermo. (Gir~enli) ~essine .

. (Catania)

208 32

i9 43


ltlVJSTA

22. Riassunto dei dati per arma.

Morii

,-\rml e corpi

· Granatieri. Fante ria Bersaglieri D istretti . Alpini . . l c;tituti (l) . . . . Scuola sotlufficiali. Bali. d'islt'UzionP. Cavalleria. Scuola di cavalleria. Deposito stalloni . Artigl.dacampagna " da fortezza . da montagna , a cavallo. . Operai e veterani di artiglierta . Genio . . . . . Clirabiniet•i . . . Legione allievi . . Corpo invalidi . . Comp. d1 sanilà . Stab~imenli penali.

Su::s1slenze . . . Totale

(t ) Per3onale di governo.

Forza

Hl27 Ht5

917;)/ 876 13196 855 Hi l ~ 791 8059 559

116 172

703 463 2118 779 21011- 798 728 753 146 534 17204 8361 5350:944 801 690 486 823,

458 \ Si:l 5H3 880 19876 255 1832 942 586 196 1618 491 3183 815 1188 561

-6t , 23,3 38 15,4 38 10,8

68 45,9

241 8,9 " 8,6

7 » 3" 7 25 30,2 44 H 178 52 il 6 ))

)}

))

.

36 12,7 170 29111,:'>7

30 10,8 J4 11 ,2 21 6, 1 13 ~,7 30

7,7

12 6,0 :)3 16,3 • ,

52 9

9,11,40 2 13,73

2 3

• 4,121 ;:, 174~

40 11

Ùi

88 68 7,!:'51 48 i 29,0i l 331 7 G8,26

49 22 2

l~

2 9,89.

9 16:6 25 9,2

21 7

5 8,17 • 5,49'

W6263 719130,6311,61 1913 '""

11,601


DI SlAIJS'JlCA MEDICA

23. Ria~sunto per mesi.

,l

Jni~ati ~orti i~§~~ 1, .\:.!li U=u ~C~ .-pedali totale p. 1000 p. '"" c:;:-.:

Entrati per 1000

Fona

l

ii-----------~----~~---~---------,----

G"nnaio. Fe!Jbraio ~farzo Apr·tl~

. Magato .

l

20G3a-i

sa

:?'23«J41i 221122·" :Hl:\700 21811'>9

45 il 37 35 33 4L s:J 31 2!l 22 21

. j . 215!l00 ! Gillg'JlO 21566i Ago,.lo . • • ' :W!Ot1i>

I.u~lln

Settembre. Ottobre. . Novembre. Dicembre Tolala.

2t5:l48

20~'t03 J59:m~

l;)~.:li:J

l

96 82 ';:) 67 66

2,61 2,65 3,52 4,~

4,b 3,69 2,77 3s

5~ G7 6:3 57 48 }3 -1-5

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1,12 1,3Z 1,()-2 0,88 0,86 0,73 0.78 o, n

1,26 0,77 0,77 0,68

l l

39 -i 2

41

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39 38 36 3i 33 3:1 30 28 ti

-:!06263 ~- -142.) l 779 35,63 1.1 ,60 l 3:) :H. Stabilimenti termali, ecc .

Entrati -Ufficiali Truppa ed impie;:tti

A<'.qui. Calicia n a Ischia. Salsomaggiore Recoaro. Stazioni marine (l). Totale

--~ tl ll;l Presidi Mn marittimi.

Tot.1le

:265

~9

65~

28

30

66

22(( 18

58 294

S!J

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126

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180

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882

1330

18


25i

RIVISTA DI SUTJSTIC.\

M.EDIC.\

25. Vaceina:ioni.

--------Jnnestatì

Umanlz ata

&3377 868 84245

11187

492~8

306

antmale

~Iil itari

.

Alunni di collegi Totale

!sitip~----._

~ 3.olmale Umaul.uata

COl). lìnfa.

z

----

11187

95432 Esili favorevoli su 1000 innesti - 572.

49554

5•J7!l

50i3

___...,....._ 54627

RIVISTA BIBLIOGRAFICA 1. Progetto dl baraÒoa d'ambulanza a oentine oglvaU aoomponlbW, del capitano del genio G. MAEtzoccHr, e dell'ingegnere meccanico G. ENRICO. 2, Ig iene delle l atrine, pel tenente del genio V. RrvmRA. ,

Q•testi due interessa ntissimi ed utilissimi la\·ot·i fu rono pubblicati nella Ricista d'ar tiglier ia e qenè~ (dicembre 1886). Pella lor•o natura non prestansi ad esser~ r rassunti, e dobbiamo :imitarci ad accennarli indicandoli ai colleghi come ùue lavort meritevoli d'essere con<lsciuti e studiati. La baracca é una ingegnosa, abilissima applicazione del sistema Tollel, alle esigenze ù'un servizio eccezionale, in caso di epidemia, per ospedali ùi guerra, ecc. È a doppia par·ete, l'estrema di lamiera di ferro on lulala, dond•' solidi là, leggerezza, economia; l'inter na potrebbe pur r icoprirsi con lamiera in fogli, cerume compresso ed incombustibile, ecc. Lo scambio dell'ar ia é assicurato da un semplicissimo sistema tubulare situato alla somm11à dell'ogiva. La ventilazione ed ì1 r iscal· damenlo sono studiati esattissimamente e le relative semplicissime formole possono da tulli e!'sere comprese e.J applicate. Il pavimento é in legno pialato e connesso a canale e


RIVISTA BIBLIOGRAFICA

linguette. La latrina isolata ed a fogna chiusa, mobile é semplice ma altissima a lulla le relative necessit-à. l n una parola è uno studio ulile e che meriterebbe la sanzione, immancabile, della pratica esperienza. 11 R1vet·a uel "uo succoso ma compiuto lavoro pr emesse alcune gen.-r·ali considerazioni e stabilite le questioni inerenti al problema che intende risolvere, accenna at diversi sistemi po!18ibili e li apprezza esatlis5imameote. Parla cosi della canali.ua.zione (accennando al sistema di fognatura mista (tout à l'égouc), al ~i!òlerna Warir1g, Lreruur', Berlier); dei Bottini fissi, mobili, tlllranli, irup~rmeabili); dei cessi chiaoiche e eamin~ d'es:.laxione), ricordando specialmente i cessi a chiusura Idraulica - Liernur, inglese, St'nnin~. Deker; il Sifone Guime, Pagltoni, quelli p~i sol1 liquidi; l~;~ chiaviche a sifone, a vaschetta. la Bussellt}se; i camini per esalazione ed aspirazione). Scende quindi ad uno speciale studio delle latrine propriamente dette; e termina. t1·aLlando della disinje:zione e dei disinfettanti. Rias!;uma quiuò i l'esposto e ne trae le più legittime e pr•oliche conclllsioni. Il lavoro è corredato di disegni oppurtuni"'~imi per dur·e un'idea concreta delle cose. Dall'e~p0!5lo conciso sommario i colleghi vedranno quanto interessanl~ sia il lavoro del Rivera. B. Le meravlgUe dell'lpnott•mo. -

rino, Ermo n no Loe,..cht>r. -

Dolt. G. 1\lAGINt. Prezzo L. 1,50.

To-

In que~to eccellente libretto sono con assai giusto criterio sano irrtendimento. chiarezza di esposizione, raccolti e com: pendi~li. i p.rtucip?li fen~meni del sonnambulismo prooocato, d~rrth dai tnolh Hntorr che occuparonsi dello importantisstmo argom~nto (dal .Me~mer ad oggi)· · spe• . · • tutt'r ·1 me di CJ, Cl8lmente coloro che \'rvono lontano dai centrj di studio, dovrebbero le~g~re c tnellilare attentamente il lavoro dell'esimio dott. Magmr, 1! quale ha !'\apulo in 50 pagine concentrare la essen~ profusa dai piu valenti scrittori nelle loro opere volumrnose. Ecco il sommario di questa ottima pubblicazione, che l'au-


256

RIVISTA BIBLIOG-RAFICA

tore dedica al suo carissimo maestro il prof. Aliprando rig;:ria : I. sonno naturale;- II. sunto !;torico del ,...,.,.,.,,,.,:;anlllll animale e dell'ipnotismo. - III Che cosa è l' ipnoti~mo t Soggetti. - V. Tecnica dell'ipnotismo. - VL Educazione nambolica. - VI l. Varie fasi dell'ipnotismo. - VIII. La ;!CSLioue. - IX. Le cellule nervose e la fisiologia dell' lismo. - X. L'ipnotismo e l'educazione morale. - Xl. ipnotismo è dannoso 1 - Xli. L'ipnotismo e i delitti. -Xli L'ipnoli!!mO e la terapia. - XIV. - L'ipnotismo negli mali. - X V. Isterismo, indemoniati, estatici. - XVI. elusioni. Crediamo che basti il J::oromario ad invogliare i medici i naturalisti ad acqui~tare l'elegante volumetto, al termine quale v'è uua nitida e 1mportautissima tavola litografica cellule del ma n !.ello cerebrale umano e sulla probabile si ziono ùoi centri motori. L'indice oefa.Uoo degli ita.ltani, pel dott. RIDOLFO LIVI1 pitano merlico. - Fir•enz~, 1886.

L'egre;:rio collega è già noto ai lettori del nostro gi per altri analoghi studi, degni di nota. In questo lavoro, ha raccolta una notevolissima quantità di fatti p ri~conlrandoli ove gli fu possibile con quelli da al'ri Ntc~coiU.i Ha cosi preparato un'ampia messe, che lo autorizza ad cune deduzioni... .. Impossibile é riassumere tali fatti e duzioni: dobbiamo !imitarci ad iodicarli ai cultori di ::;tudi, come meritevoli ùi somma considerazione. Alcune ta• \'Oic statistiche riassuntive e due tavole grafiche diii sime compiono il bel lavoro. Il Direttore

Dott. FELICE BAROFFIO col. med. 11 CollabOratore perla. R.• Marina.

n Redattore

GuELFo voN SoMMER Medico di ~· claue

CLAUDIO SFORZA

NUTINI FEl>ERICO, Gerente.

Capitano medico.


GASPARRI E FERRETTO

La r·cnlc A,·cndcmìa ~l edica di Roma segnnla 11 nll'ottPrtzinnc di tutti i Cor·pi scientifici d'Italia l'e" ruicn ~·undottn dci mPtl ici militari dottori Gaspani n Nieoln, cnpiluno medico e Ferretto Angelo, tenente « modko ttl'l glor·ioso combattimen to di Dogali. Tale è l'nl'lliue del giumo pt·oposto dal presidente della R . At·c·aclPm!a Medica, prof. Guido Baccelli, e votnto p~r acclnmalionc nell'adunanza del 27 feb roio u. <:., ··hc nai è sluto gc'ntilmeule comunicato e che io mi c•)mpinf'cio di far conoscere ai colleghi delu

l'c~e N:it,J.

Roma. li IO marzo 188'7.

Il Presidente del Comitato ~lACHlAVELLl.


MEMORIE

ORIGINAL I

IGIENE [l&LLA

CALlA TURA NEl MILITARI DELLE VARIE AR~I SPECIALMENTE DELLA FANTERIA LeLtura r~tttt allo r.onrorenze srientiflche dell'o;;perlale milit. prin1~. ùi Piuccn:ca il lu~:Uo e seaembre i886 et:~! cav. Enrico Dt~rocèhini . maggiore medico.

l.

Fra le parli molteplici del ,-e.;liario la ~alzalura tiene posto principale e l'igiene de' e deplorare pure in quella. anzi quasi piu dH:' in altra qualsivoglia parte degli in d usuali, lp bizzarri~:' e sccmpia)!gini della motla. « Oh, argutamente l'egregio medico igienista di Bologna, il l•uu<...w •••, <:over::;i ogni anno il piede acconciare a scarpe di foggia nu come se quello fM~e fallo per questa, anztcbè desse in ser• vizio suo. » Il piede è una di qu_elle parti, osserva il Levy, sulle quali la moda ha diretto maggiormente le sue ora e:;sa imprigiona strellamente l e cinque dita in una acuta; ora sopprime le ineguaglianze della loro lunghezza gliandone in quadrato la scarpa. Calli dolorosissimi, dil.a trappite e sovrapposle, articolazioni sformate, unghie · nate, tali sono le conseguenze più ordinarie d'una ca faLLa conrormemente ai gusti mutabilissimi della moda, e eurare punto le notevoli esigenze del piede. Eppure sono


IGJE~B DEI.f.A C.\LZATURA NRl MIUTARI, ECC.

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sopportaltili i dolori causati da una scarpa stretta ed itreparallili le ron,:eguenze che ne derh ano l \''ha di più i tacchi alti elle completano la for'ma e la confezione delle scarpe d't~ggi giorno. specie nel sesso reramente dt>bolt:. funando J'e;.tensione della gi11oLura tibio-Larsea, dil'pougorw alla lussa1.ion~ in avanti dell'aslragaJo, che compre.-~o all'indietro dal bordo posteriore della tibia e della facceli a articolare po,..Lerior·e del calcagno. può scivolare fra le due o~sa, l'llllle un nncciuolo lli frutta fra due dita che lo serrino: inoltre questo genere di tu: chi. diminuendo la base di sostenLamenln fa o,l'illat'e il centro di gravità in Lulli i sen~i e renJ.e le •~aùute JH'N;so che inerilnluli: osiamo dunqne deridere. esclama il profo11do igienista frnncese, i Chinasi perchèstorpiano i piedi di'Ile loro donne nelln mor-.;a di calzature inlles~ihili 1 11 :S) :;l t'() Il ( l) a proposito della fahbricaz.ione delle scarpe fa. notare r:on ragione t·hc e:;~a troYasi nelle mani di indnstr·iali, a cui ra~~iumn: far·e una cnl7.atura al ~uo piede sembra essere t•raticatu in :"enso in\'er~o. in quanto che c.onfezionano delle calzature l:on:c lor·o par buono, uhbligando i nostri piedi a rnuf,,rmar:;i ni loro capricci di Procusta. Il resultato di tale meravi~lio~a praticn, -.econdu il ~J,Iron, sarebbe li sej!uente: diti del piede ntrulici . .'er·rati f!li uni contro J!li altri al punto da so,..tituir·e le lor·o forme arrotondate con degli arresti prismntiei permaneuti: l'alluce ricur>o, allungandosi o>e esso può, qualch~ l'OIL'l ::;ollu le altre dita, de>iate daiJa sua direti_on~ pri?litira; il metalar·so trasformato in un moncone appiattito. m forme; delle ossa atrofizzate, dei muscol i che di. sparYer·o in :;eguitu all'immobilità alla quale Yennero condannati: articolazioni senza lles~ihilità, pieghevolezza; callosità a .ulle le saglicnze e a Lutti i punti di spiegamenlo: disposi(t) NvnRoN- Du piea ·• "e 1h

.,. ..

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onnt t{)'lemque àe çhaeusures. P;~ris 1870.


!60

IGIE:'IE

zione all'unghia incarnata: freddo abituale del piede con conseguenze di congestione che ne resultano; una an sconcia, spiace>ole, consenata dall'abitudine: disposizione geloni e alle Localizzazioni gottose: senza contare il umore, la fatica, il senso di abbattimento, quando non è ~ihile di sbarazzarsi degli ostacoli inerenti alla calzatura. Le lesioni e gli sconci descriLli sarebbero in gran parte vuLi ai calzolai, dei quali i piit non sanno prendere la ùei piedi: essi eseguiscono una simile operazione col tenuto in aria, mentre chela scarpa deve essenzialmente 'ire al piede che sopporta il peso del corpo. La calzatura lata ad un piede in riposo, diventa una morsa, quando piede si gonfia per la marcia. ed il calore; troppo comoda permetle lo sfregamento, origine feconda di calli. occhi di nice, escoriazioni; >i c sovratullo il calcagno che di 110a certa adesione colla calzatura. :Xella confezione delle vesti, osser·va Arnould, è l'<'gola nerali~sima, ed invariabilissima, di non produne in alcuna parte: essa è forse più rigorosa allorquando si di parti, ove il sanguevenoso è già forzato a circolare in contr·ar·io alle leggi di gravità. Cosi si deve tosto seg l'incom enienle degli stivali appiattili al collo del piede quello degli stivalelli a tromba elastica o a bottoni ) a queste trombe non hanno un sufficiente g1·ado di lassezza. scarpe e gli stivaletti che si allacciano vanno esenti da difetto, poicbè a ciascuno istante si può ''ariare il grado di ~trizione .

Egli è poi altreuanto piu importante quanto necessario che la calzatura si adatti al collo del piede così bene, egua che al calcagno; punti fissi della medesima. Secondo Wiel ~uehm tali punti sarebbero segnalati da una linea che collo del piede arriverebbe al centro del calcagno; linea


DE t LA CALZATURA NEl )tiUH.I\1 DELLE VARIE AID1I, ECC.

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e~si denominano di fissil(J: è una misura essenziale a pren-

dersi, poiché tale lin€'a è rigorosamente invariabHe: tr'oppo corta, si ba costrizione, troppo lunga ballottamento del piede. Questo per la calzntura in generale, quella cioè che si riferi:;ce ntruomo nelle Ya rie cla~si sociali. indi>iduali. ForlunaLarnente nella truppa non si banno a lamentar·e tutti i difetti che nella Yil:t borghese roglionsi attribuire alla moda e all'industria, ma and1e nella truppa se ne riscontrano dei ~ravi a<-~ai. allrihnibili "'"'non alla volubile Dea, a condizioni economiche e speciali di me,l.iere. LI .

Come pel' In copl'rlnt'a del capo, così pPr la calzalut·a relativamente alle vari e Rl'lllÌ (inor,l non Yenne fallo di trovare l'og~elUI di Hlstiario l'he, igienicamente parlando, meglio cot·risponda allo scopo. ge per le armi !'peciali la c:tlzatura migliorò al punto da libernrc i sol.ùati da parecchi degli inconvenienti dv\'Uli alla mede~ima; non è cosi. per la fanteria di linea, pet· la quale i difetti esi.sLono sempre quasi per intiero. l nfatti lta:;ta considerare il notevole numero di soldati che dopo non lattica, una passeJ[giata, una marcia anche di non lunga durata, viene posto fuori delle file. per persuadersi che la calzatura ha bi~ogno di .->eri e e radicali modifìcazioni, qualora si desideri porre riparo a molteplici mali cbe essa cagiona . . Tu:ti gli ufiìciali medici che accompagnarono truppe nelle etrcostanze sovracccnnate, hanno puluto osservare comesìeno {re'{Uenti gli edemi, le ammal'cature, le escoriazioni, le bolle, le bozze sanguigne, le dermatiti, le piaghe ai piedi, eMn di rado le distorsioni tibio-astragaleu o di altra forma, che siri-


263

IGTENE

scontrano nei soldati per impropria calzatura. Per ""T\"'''·'"'n·•a posso as~icurare cl1e nel mio ::en·izio presso i corpi di l glie1·i e fanteria, le le~ioni di tal falla: che misi presentarono nelle ant.idelle circostanze di senizio. mi ebùero sempre ad impr·e~sionare seriamente pel notevole loro numer·o . E qui gioYa O"Servnre che nelle due epoche in cui bo diretto il sen izio sanitario di cospicui reparti ùi truppa, \'aie, a dire pres~o il campo di bl·igata a Pr~glia . nelle ,·icinanze di :\I onte Ortone (anno 1874), e pre:>so la 4• di>isione di ma· noHa, facientc parte del Il corpo d'armala nelle grandi manone del 1883, effettuatesi sul territorio compreso fra l'iacenza e ~ovi Ligur·e, le lesioni sovraccennate furono tanto uumericameute considcr·evoli da rimaneroe scoraggiato; e la causa, fatte poche eccezioni, si riconobbe sempre fa stessa,

calzatura mal confe:ionata. inopportuna, disadatta a chi presta un servizio militare a piedi. Egli è per questo motivo che nelle mie relazioni non h& mai disdegnato di fermarmi alcun poco sull'argomento, dirò anch'io, palpitante di altualì tà, proponendo di migliorare la calzatura sia relativamente alla forma che io rapporto al suo adattamento al piede. Importa far· rilevare che se non puossi pretendere corn~gio e slancio da truppe che sì trovano a stomaco vuoto, non si }JOlJ'it neanco esigere, non dirò marcie forzate, ma com uni ~ollanto, da uomini che abbiano i piedi imprigionati in male adnlla calzatura; i soldati cammineranno un'ora, due ore e pot stanchi, tra,·a~ liati da dolori intollerabili, finiranno per radere a terra coi piedi impiagati. Quali sie no i tristi effetti fisico-morali di no Yestiario scadente e di una inadalla calzatura in campagna chiaramente re lo apprende l'armala russa del Caucaso nella guerra l'U~so· Lu rea del 1877-'1878. La diYisione granatieri del Cancaso e il ·a o


DEI,J.A CALZATUH \ 'iF.I 'flLlTAIU DELLE VARIE ARMI, ECC.

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n•.!!gimento sta w ropoli pre:-to furono in brandelli e quasi a pieni nulli. La ··nlzntura fornita dal Governo si dovellc :tbban•lunarc: es~a per es:wrc l'lata confezionata in fretta" ron rn:~Lel iale tli •·attiu qualit:'t. non solo riuscì di poca dU1·ata, ma per e~;;ere pme di-adalla. fu causa di molle le=-tuni ai

piedi. I !'O) dati dfil 'i~' re~~itnento dopo tre marci e in montagna tornarono indietro :-enza ~Li vali coi piedi involti in pezzi di pelle o in ·~end (l). Spingete alla pugna truppe sì malamente aneùate e Ye•lretr• 'lu:tle :-;:ll'il il Yalore che in essa spie· gheranno. Egli è poi p1 O\ ato, p t'O\ ati:;simo dai meraYi,gliosi fatti delle nltiuw ~ucrre che In ralzatnra. :-;pecie nella flloteria. nella qual<• si fa nn pnrlcrn!'.o a.-:-;egnamento, ha un Yalore capitale. pcrr.h,., sono l•~ wundi masse. la riunione di piit corpi d'armal;l in una data lor:alità, in tJII ùalO momento mediante una sula ma rapida mnn·in, che decidono della vìUoria. E valg-a il 'ero; le gmudi battaglie eombaltulo e vinte dalte.armi prus~iant•. nelln memornhili guerre contro l'Austria nel 18M e In .Francia nel 1~70-71 ~lanno lil a dimostrarcelo. Ciù che conferina la ~en t(•nza del maresrialln -'l aurizio di Sas"Sonia che 11 tolto il segreto clelia ~nerrn .'>la nelle gambe. > L'ilnt•nrt:llll.a di nna acroncin ralzatura nei soldati renne apprezr.ata 1lai piu gmn<li rapitani di lotti i tempi, e Giulio t:esare. falt isenP presenl:u·e i dh er::-i modelli, prese else !Jllello dd le scarpe •·n,-i dt·lte a tromba, dicendo « i:.li valcnl >> donde il. nome.ùi sliYali, che esse tuttora conservano; la quale ma~ICra d t calzatura adottala per l'armata prussiana ha fallo olltma prhm nelle ultime <,ampagne. Il ) lltl<l:io"e ltlltilaria àP/1' arr11alt1 dtl Caucaso nella guerra contro la T llrtlda drl /.~77-78 · - ".,. ..r n 'el ro tJUrgo t~. - Riassunto · Jel medico genera],. lh l' da>s... T•r!Jf. IIOtl. RoTH. - (lJmlsche Mililariirzlt Zeif8C1'i{l ' t. n se~; /Il · l d ' · ' ·'· ' " ·l· - . r l l ti 1 ltcllictl r Jrr~i;i•J medico miti!a1·e del GiTJI'»ale dled.ico del Il". Eoo·cito f delirA R••.fluritw, N. i, luglio i8S5.


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JGlE~E

li maresciallo Niel in un suo discorso alla Camera dei deputati aiTermaYa che « lo scarpe banno per la fanteria l'importanza che i cavalli hanno per la cavalleria: >) egli riassumeva in tal modo l'opinione che in ogni tempo formularono i milit.ari. Il maresctallo Sasce molto a ragione aggiungeva che quell'esercito che ha le sue truppe fornite della migliore calzatura avrehbe sul nemico un immenso vantaggio« quello ,·aie a dire di conservare i suoi soldati pronti alla marcia. :.. Ya poi famosa l'arguzia di Wellington, il quale affermava che « per avere una buona fanteria ci vuole in primo luogo una buona calzatura, in secondo lu0go un buon paio di scarpe, ~n tet·zo luogo un huon paio di suole. >) L'argomento d~lla cal7.atura, come si vede, va strettamente unito n quello interessantissimo del soldato in marcia: solo la rapiditit delle marcie (non sempre attuabili in ferrovia) permette di potere colle proprie forze riunite battere le forze del nemico. È hene notare altresì che t'utilità strategica di una marcia non islit esclusivamente nella celerità dell'arriro, ma ancora nel modo suo, cioè essere utJÌi 'eramente quelle marcie che fanno at rivarc i soldati jn condizioni da poter ef· ficacemente combattere, sia per il vantaggio del tempo che permette di riposare prima della zuiTa, oppure io tali preve· denze e con tanto risparmio di disagi da aver lena superf>tite e sufficiente, anche al bel momento dell'arrivo sul luogo del combattimento. Ora come si possono compiere bene le marce se la calzatura è incomoda e non conforme alle esigenze igieniche? Oggi, come sempt·e, è vero quel detto che la tattica sta nelle gambe: sul campo di battaglia, sia per avanzare che per retrocedere, è la mobilità personale cbe può dare la vittoria o rendere una sconfitta meno minosa.


DELLA CAI.ZATli 1\.\ NEl MII.ITAIII DELLE VAJUE ARMI, ECC. '>6'' - ·J

Le 11rcmesse considerazioni parmi chiariscano ad esuberanza di lJUale e quanto interesse sia il tema che ho voluto Holge1·e in una delle nostre periodiche conferenze allo scopo di for·nire la trupp:1 ùi una cal;c:atur·a che possegga tali prerovatiYe igieniche da tliminuire almeno, se non fia possibile <:opprimere, ~li inconvenieo1i più sopra lamentaLi. III.

Secondo il 'lorache la calzatura del ~oldato dovrebbe riJ;pondere a parerchie condizioni: donebbe essere morbida, le~giera e solida, facile a mellcre e a togliere, adatta a tutli i climi e a tulle le stagioni, confezionata in modo da lasciare il piede a:'ciullo e !';ano, non essere di ostacolò alle funzioni delle nrtieolazioni. ed impedire l'entrata della sabbia e del fango ..\ questi requisiti donebbe unire il Yautaggio di esser poco costosa e di lunga durala, onde possa per la sua natura e~;;ere conft>zionata in precedenza in grandi provvis:oui, rnn~ervata in magazzini dello Stato, come materiale di guerra per essere di~tribuita, al momento dell'entrata in campagna, ai soldati appartent:nti alle. varie classi richiamate solto le armi. Se si pote:'~e ::;oddisfare a tutte le condizioni testè numerate, la ralzntura t·a;.{giungerebbe sicuramente la meta cui aspir~no tutti ~li igienisti: essa. mi si pas~i la frase, sarebbe la fentce delle calzature militari. Yi sono però difficoltà che lo ~tes'o Morache riconosce ed accenna. Nella .vita bor.ghese ogni individuo, generalmente parlando, ~uò fars~ co~fez10nare lr scarpe sopra misura: negli eserciti mvece CIÒ l'lesce impossibile . Certo le calzature hue in precedenza sono confezionale su


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JGIEr\E

p:.ueccbi tipi diJTerenti. ciò malgrado si incontrano dei piedi~ cui uon si confà alcuna misura. E questo co~titnisce una pr-ima difficoltà alla quale torna molto malagerole il riparare. L'altra sta nel la forma più acconcia cbe devesi dare alle scarpe, non curando la questione puramente economica cuoio. il quale alla moruidezza deYe accoppiare la re~il'tenza. Il Prou"t· parlando della calzalllfa in geneT·ale, dice es~a i· di tulle le parti Jel vestito quella di cui l'uomo ne a meno mollo Yolentieri. Gli Egiziani, osserYa, non ne vano puulo uso, l'abitudine costante di scoprirsi i piedi segno di rispetto ha quasi assuefatto le popolazioni a a piede nudo. 11 negro dell'Africa centrale, egli l'oggiu il moro delln ~nova Zelauda, sopportano difficilmente r tli que:-;tn sca tola cl1e ferisce e comprime il piede, e gli tanti i piu rnstici clrlle cnm1)agne sembrano dividere las opinione. Secondo l'illustre igienista però la nostra tezza non anehbo cosi basse esigenze, tanto più che la tura al giorno d'oggi non è più una protezione contro a:;prezze del suolo, causa per altro di facili e frequenti ln ti:;mi della cute, manna. veste. Essa deve coprire c mente il piede senza alterarne la forma essenziale. Rig alla pelle da preferirsi per le forti calzatnre. egli esprime rerc che s1a rli \'acca o di uue; per rispetto alla forma che lo sti,alello ha pres~o a poco so5Lituito nelle cittt1 tutte allre calzature. facendo notare cbe esso è leggiero, ~i perfellamente nlla fo1·ma del piede, e fa corpo colla parte ft'riore ùella gamba. Egli troyaclle gli stivali, oltre all' pesanti, mantengono sempre il piede in una specie di b u vapore, non si usano eh o in tempo di fango dalle persone bligate a lunghe corse . .\d onta di ciò si aJTretta a far l'i che lo stivale costituisce la calzatura per eccellenza del


DF.t.l.o\ t:ALZA.TURANEI \HLITARL DELLE V.AlUN ARMI, ECC.

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Jitare in ,·ampagnn, bso gli permette di marciare in terreni !\temperati e tli v;dit·are cor,:i d'acqua. D'altra parte per gli uolllini dll~ , i :::ono ahi tua ti lo sliYale riesce meno fati coso che le cal7.alure leggit>re allorrtuando si tralla di marcie prolungatr. Soz!.!iungc ehc l'esempio dei llrussiani nell'uiLima gucn-a dc\C IStruirei al riguardo.

TY.

rn f1·nnda :-;i fecero molli ,:,tudi e parecchi tentativi per mi:,{lioraJ·e la calznlum, ma non fu che nel 188 1 che l'ammini,;trazione tlélla guerra, persuasa dei difetti consistenti nel suo modo di confezione c nella sua forma, con la legge del 4 luglio ha scelto il cosi detto stlvaletto napoletan,o pet· calzatura della ll'Uppa a p1edi. E::;so consiste in una ~')arpa colla partirolaritit seguente: il tomaio si prolun~a verso l'estremo inferiore della gamlm co o un n linguetta lunga 4-r> c~nlimetri, <.ulla quale 'engouu a chiuder::.i i lati della scarpa, forniti di occhielli per il laccio; i lati -.i alzano da t 5 a 20 centimetri al disopra del lallonP della :mola e pos:;ono. mercè il laccio, Yenite stretti piu o meno alla gamba; se anche i loro margini non si tnct·ano. il collo dd piede re,;La sempre protetto dal prolungamento del lomaio ( t). _Ta_le t-la cnltntur-a delle truppe a piedi, che, dopo appropnall ~tudi sull:l scelta tlella calzatura. ,·enne prescritta in Francra. c :;ehl•ene non pow rimanga a diJ'SÌ sulla sua confezione, ~a ~nal~' troppo spesso per la moda ed il capriccio dei c~lzola1 dn·euta dannosa pel' il piede: non puossi a meno di rtconoscerc che con essa che riunisce in un sol pezzo scarpa (l) L 11 cal!tllura rltlle t 1 11 ppe

tkll

. . .

.

.

· ,, ·

a pleul, dei dolt. PIKTRO CoNTL -

a '''''eln •lniHma rl' i(Jiellt :'i. 9 l' IO. s~ttembrc e ottobre t8St).

(Giot"fllil8


268

IGIENE

e uosa, siansi tolli moltissimi difetti eh~ andavano uniti callatura antecedentemente usata. Incomenienti più segnalati dai medici militari d'oltre Alpe, esprimendo sempre parere che venissero abolite tanto le scarpe che le uose. In l'russia ed in lnghillerra si adottarono i mezzi stivali: questi resi più o meno impermeabili dal grasso garantiscono il piede dall'acqua e dal fango: sembra però non vadano sceHi da certi inconvenienti, quali sarebbero il loro prezzo più allo e la difficoltà sovrattullo di trovare, per ogni individuo, un paio di stival i che si adatlino perfettamente, inoltre allorché' sono bagnati, non riesce sempre facile a togìierli e, pe11gio, qualche volta, ricalzarli . Ciò non pertanto l'uso degli ~tivali darebbe dei teali tag~L se non fossero pesani i e caldi nell'estate: essi costiui scono penero dire hl calzatura degli eserciti dei paesi freddi, ed è per questo motivo che vennero adottati dalla German nomata pt~ll'ia dello stivale> dall'Inghilterra e dalla Russia. Gli ~t ivali alleso i loro pregi, che sono certo superiori molto agli svantaggi che pt·esentano, furono accettati eziandio da pat·ecchi allri eserciti, quali il Serbo, lo Scandinavo, il Danese. ~eli' esercito austro-ungarico la calzatura lascia a desiderare pat·eccbio, e mQlte malallie dei piedi che in esso :;i tano, "engono addebitate alla coesislenza delle scarpe. uosee delle pezzuole: si mossero lamenti, e con tolta ragione, specialmente St<l materiale, sulla forma, sulla confezione. Secondo il medico militare Adolfo Spinka ( l) il moti,·o pel quale la calzatura dell'esercito austro-ungarico non è all'al· tezza dei tempi, si dovrebbe cercare nella poco scru po lo:~& (l) V. Giornale di Metlitina ;llilila;·e N. 6. 8 giugno e agosto tSS~. - RioW. d'igiene: La calzatura" le malattie del pieae, del dott. AMLFO SPi.'IKA, mediCO

militare. -(Der ,, lilìi!Ìr .A.rzt., 1883).


DRI.f,.\ CALZATV I\A ~El ){lLIIAIU OELLE VAlllE AIOH, ECC.

:260

o~servanza dei capitolati da parte dell'impnsa cabatu1·e, nella misura non sempre esatta e precisa, nella leggerezza con cui ,-i laYor·o, da ultimo nelle ri paraz.ioni, che non sempre si e:-e~i~cono con artistica diligenza. L'e~ercito in parola SPCOndo J' egregio collega, sarebbe poi as>-olulamente ~uperiore a tuili gli altri, quanto alJa molleplicità delle rorme, possedendo esso stinli interi, mezzi stivali. r.;iMIIt'n e scarpe: e pel soldato di fanteria venne presa in considerazione per:>ino una foggia diversa a. seconda del dima e delle stagioni. " algrado la rarietit ùelle forme della calzatura. attesa la delicienza del materiale. la cattiY<l confezione, e il mal adattamento. il soh1ato dC>II' esercito austt'o-ungarico continua ad es~ere molestato da svariate le:;ioni ai piedi, delle quali la sola. e.'>'roria.:imw clava negli anni addietro una proporzione, une ho in tempo di pace, del l Oil per l 000 di indispm.ihili; ciò che resulta dalle stnti~tiche pubblicate negli anni 187-L 187!) e

IX76. ~ oi siamo

ben lontani dj arer la pretesa di risohere in modo adegualo una questione tanto speciale: ci leniamo abbastanza paghi di segnalarla. proponendo intanto quella calzat ura. che ~enza raggiungere l' e..rtPl.tior 'fada però e:;enle da gran parte degli incvmenienti che ora pur lroppo si deplorano. L~ ~ue>.tio~e .. igienicamente parlando, ra messa in questi term1~1 : forn~ re ti soldalo di una calzatura che sia ad un tempo morbrd~, restslentc. e per I(Uanto possibile leggera, che permetta dr far a mr.no 1lelle uose, che si adatti bene alla forma del piede con piena liherlit dei nrii movimenti articolari e che pos::;a prestar~i al gonfiamento di esso solto l'influenza delle mat·l·ie e del calore. \ Ila que:;Lione della calzatura si rannoda quella Jelle calze,


270

IGJEXE

che qualcuno} n torto, vorrebbe abolirle, giacch~ esse sono un mezzo intermediario utilissimo. Esse in ogni tempo raccolgono una parte delle abbondanti e odoranti secrezioni, punto aggrnde,·c)li, del piede} ritardano l'accumulamento del sudiciume, suppliscono durante qualche tempo ai lavacri di que3la estremitì1, rendono sana La. vera calzatura . Pur nullameno egli è sgraziatamente impossiuile di introdurre le calze nel corredo del soldato, per la ragione del loro troppo rapido deperimento e delle frequenti la va tu re che richiedono: due paia di cal:~.e sat·ebhero insufficienti, un maggior numero aumenterebbe il peso di cui il soldato è carico. Bisogna quindi acco nchw:>i alle pezzuole, che adattale al piede, come dalle regole igieniche 1' prescritto, riescono utilissime. In talun casi come in una sped izione d'inverno o in un assedio dumnte la cattiva stagion e, lo pezzuole di lana tornerebbero certa· mente assai vantaggiose, rendendo meno frequen ti le congelazioni. In ogni tempv la flifesa del piede contro il freddo e l'umi· dità. richiede l'uso di calzature impermeabili e ammorbidite con l'ingrnssamento del cuoio, ottenuto per mezzo dell'i nti·odu:~.ione nei for·i stessi del tessuto, di sostanze grasse. Tornerebbe utile in proposito, a delta del )Jorache, la cet·a gialla disciolta in una miscela di sego di montone, d'olio d'uliYa e d1 tremt>ntinn. Secondo _\ rnould per·ò una simile mescolanza, proposta dal Tourraine, promuo>erebbe J'indurimenlo della calzatur·a: egli c1uind i raccomanda quella di Wiel e Guehm. composto di grasso e olio di fegato di merluzzo in parti uguali. I cuoi che si usano negli eserciti de>ono essere semplicemente ingt·assat i: esiii conservano così il loro colore naturale, per lo meno tanto elegante quanto il nero e si deteriorano molto più difficilmente.


OHI.!. u:.\LZ.\ l t HA '\El \llLlTARI DEL!.& VARIE Alnfl, ECC.

271

Il soltlaiO tl~"'v<' portare :>eco dne paia di scarpe uno ai piedi, nello zaino l'ultro: senza tluhhio egli si tro'a così caril:ato tli un pe;;o r.on.-itleren,le, nu come far tliversamente se non lu <:i vnoll' t•-.porre a non pt•ter.;i più muovere in una data cireo>.lanla? Per quanto po;;~a C:'sere ben costruito un unico pain di .,,•arpe, pnò :;emprtJ accatiere che si rompa, e chi }JUIÌ as,iwrare \'111~ il magazzino potrà immecliatamente fornirne un altro paio? Oltmr.ciò qttando il :;oldalo ha marciato per mnlte ore nel fani!o, nella nere, qual sollievo. qual benessere egli non prova nl'l t'alzat·e un paio di scarpe asciutle e quindi menu ,;trt•llP.! 11 colonnello Lewal ( l ) non dà a ciascun soldato cltc tlll Slll paiu Ili ~tivuli, pP.rò gli accorda un paio di sandali le)Z~eri. ,·oi tptali, in caso d t bisogno il soldato potrebbe fare una man·ia. l :;andali uccotlal>ili in un paese caldo e in tempo asriuttn. rome uei presidi d' :\frica . sarebbero impossibili nell'inverno in tempo feeddo (J umido. li ò.oppio paio di calzattu·a i~ inrli..;pensahile per la fatlleria, la quale naturalmente ue nlO..,Uilla più d<'lla rava ll erin. Le cnlzatun• milttari tanto (\.et· la fanteria che per la cavulleda. r•er la quale gli sii\ ali fot·mnno la calzatur-a la meno impropria. dcYonn ~>::""re :,!Uetnite di chiodi sotto i suoli e tacchi. ""'le In durata "in rna2J:riormente lunga e non si logorino laterallnent ... !'ruue per lo più si >erifìca in molti indi\·idui. \.

. Pas~iamo ot~• a con5idcrare Il' calzature che attualmente "i

dtstrilu~i:cm~o ~Ile Hustt·e truppe e vediamo quali sarebbero ~e modth1'1lt.lfllll che alfe lllC<lc~t·me ., ::.·, do vreu'·b ero fare per renderle piil adatle. (l) L2WAL -

Lu rt(ormc cl1•i'année. _ Parls 187 {.


JGIE-~E

Gli stivalini usati dall'artiglieria; gli stivali modello l già in uso presso l'arma di cavalleria ed ora soltanto usati reali carabinieri: gli stivaletti adottati per gli alpini e ver Lalle!'ie di montagna: la nuovt~ calzatura stabilita pet· la 'alleria, modello 1\rdito, che è composta di stivalini e di Lali di cuoio (Atto 135 del Giornale Militare del 188~); stivaletti che si forniscono alla truppa del genio. compreso treno, lasciano ben poco a desiderare circa la forma e l tameuto al piede, que~to trovandosi abhrutanza ben unitamente alla regione inferiore della gamba: il >itello costituente la tomaia si mostra sufficientemente morbido e~ busto ed i suoli e i tacchi guerniti di chiodi, sono eli stanza lunga durata. La. calzatum adunque che, mèntre per forma, conuu.•vu.:•.. mot'uiùezza e resistenza dovrebbe raggiungere le migl possibili condizioni , si tt·ova. per contro di gran lunga inferiore allo scopo cui deve servire, è senza dnbbio quella viene distl'ibuita alle tre armi a piedi, vale a dire alla fanteria, ai bet·saglieri e all'artiglieria da piazza. Tn questi corpi la calzatura ha quindi urgenle bisogno di essenziali modificazioni sia nella fot·ma che nella confezione e nell'adallamento, llempre che si desideri di non più incorrere nei lamentati incon>enienti. È risaputo che la calzatura del soldato a piedi se l1a da essere romoda. non deve poi peccare per sovcrchia larghezza e lunghezza, oppure, ciò che è peggio, esser larga, o stretta e corta. ma de\ e tenere il giusto mezzo fra le dette dimensioni e adattarsi per·fellamenle al piede e alla regione inferiore delle gambe senza creare impedimenti o disagi nelh marcia a co· loro che pt·ima non erano abituati a portarla, ove si voglia che il piede non abbia a risenti me danno per quantunque lunga e accelerata possa essere la marcia.


DF.I.I.A C \I.Z.\1 !11\A 'lofl WILITAflT UF.I.f.E VARIE ARMJ. ECC.

z73

Essa tlr•Yc protl'g,~Pr(' il pir'dr' dall'umidit.1 e dal frrddn e ri.;parmiargli la pre~"irHIP; clm ul:t alle inegua~lianze tli'll>nolo 10 una parola la calzatura del ~olrlato nr.corre rhe :-r1thii~lì nel piit nlto g1·adu ll 111111' le esigenzf' ig:ienichP P di $t'JTiziu. T.anndl! 1•i fa cl'uopn ch'e~:;a .~ia clnreyole ed impermf':dtile all'acqua, qualitit nwlamata rlall't•.;sere il .;uldato co<>trt•Jio eli ~nvt>nlP a trawr,:arr• paludi. a (:n -.o:.la in qualch» fu,,o, n "Uaclnn• •1ualciH~ lorrentr:: unn de' t' t'"'wre troppo ~1\:os~a, pel' 01)11 impeti ire In tra.;pirnzionr'. ma i• ueee:-.;ario ÌD\Pt·e che IJO~­ sP,t;Ha quel gt allo di elasticità d1e •' compatibile colla facilitit della rnnri'Ìa ~opra :-.l rade asprE'. sn,.:-.ose e!l ineguali . I no ltre il sol1l:tto rlPYe potcl'ln ~~nlt.are ... levare «enza perdita di tempo e ~enza li1 tira. t' clov~>nùo <';.{li pr:>rt:n·e su liP propr·ie spalle il rot·· rf'do dt>llf> ~raq•e. qn<'sll' IHln d,, ono r·c>carçdi u·oppo inromnt]t) P"f il IOJ'(I J!P~O. neve PSSfii'P layorala con quella solidilit "d :wwratezza Ila oiTrir·p sufficiente ftll:trentigia a(lnna lun:!a ùurntn . ·~oma fllll'e ad una conset'VRzione di più anni, quando ~la rwi mn_!.!'nzzini. L<t l':tll.alura dere es~ere per ultimo poc1r ilìspendinsn ~enza però.ra5enture una malintesa economia :1 ~C:t!Jilo •II'!IP. condizioni igieniche, tli forma e confezione clc,.crill ... Ora niunu ''ha rlae non Yegga rome la <>car·pa che o~gi giorno (":tlza 1 nostri .soldnti a 1•iedi non risponda. come dovreltlte. ni Jll'i'CNti fp.;tt• enunciati. Im·ero oltre ai difetti ine· renti al Jual(>riulc •' alla ··nnfezione c a~li altri di forma. e~sa colla sua imhoccatum unn ahltraceia eonvenieotemente il piede e la regionP inf•'r·iore tlt>lh :.:nmha. fterchè rlì sorerchio hassa . ~e cnu,-~gu" clt(• l'urlo ilelt':.lpertura, in generale, ra:;enla i mnllt>nli: qnindi ~·~~u n =-i applie:a tt·oppo strettamentf' ai medesimi. oppnrP ~~ IIP disrost~ nltfltanto, rlando orio-ine a com1 P. ·e:.:' 1 '~' rntollAI'nhili. nel ~~ùernnzitJ nel primo caso; ad escortazlonr. \·esr.idre, piogbr pet· confr·icazione, nel secondo; e •

18

t)


IGIEXE

qnand'an~he l'imboecatura fosse di proporzionate

sioni. rJue:.ti ultimi ncciùeuti potrebbero forse diminnire numero, ma non mai ::.comparire. Con un simile ca che :'f!nza la uo:-.a si ridurrebbe ad una pantofola, pure facili le distor::.ioni, il piede mantenendosi nella unione colla gamba in una libertà esa~erata. ,\.lcuno farit for"e l'osservazione cbe l'insufficienza dell' teu<~ rlelhL ,.carpa viene compeo:>ala dalla uosa coll<t t}ltale r<'gione inferioro della /!amba resta abbracciata . L 'ohhie:~.ione perù n<,n regge, a\ venga che la scarpa ~<ua ape1·tura llOil potrà mai ei-:>CrQ mantenuta dal1<1. uo"a modo da. formare con es!;a un tutto unifo1·me~ come an· collo gtivaiPllo, c le con~eguenze saranno sempre le simc. vale a f!ire esagerazionr dei movimenti deH'articol del piede rolla gamba, a rui peT sopramercato si annellt•ra oltre i malanni piti innanzi rammentati, le yesciche ed riazioni al calcagno posleriurmentc, causale dallo che in 1lùltn località. facilmente succede al conlrafiorlc i'Carpa per il continuo andar ~n e giù dr esso durante la Com P si 'ode i difelli della calzatura nei nostri soldati viedi 'ogliuno alll"ihuirsi non tanto al materiale ed alla fe:~.ione qnnnto alla forma e all'andamento di essa. Riguardo al materiale ci nwle ben poco a mi~liorarlo, -v endo~i di cuoio che possej!ga le qualità anlecedentem ac~ennnle. Lo stesso dicasi della confezione, richiedendo essa cura e precisione maggiore. Per risveut~ alla forma <.~lJ'(ldallamenlo, sehhene non pretenda, siccome cosa si bile <ul a.lluarsi, che si arrivi sino ad accettare la ~,.,,""c degli egregi doLLori J\l eyer e Tourraine ('l ) di prendere a scun soltloto la misu1·a del piede nel modo, certamente

111

(l) TornnAJ:>~g. - Noti' mr le oilaussure du fantoui n. mf.d.. mitit., 3• série XXVII, t87t).

(Ree. ae m~·


DELJ..\ CAI.Z.\TURA SEI ~JI,llAlll DEJ.LE VARIE ARYJ, ECC.

:2ì5

logico da essi tl~s;·r·illo, pure faccio \Oli che l'attuale forma sia ahhandonala. sostituendovene un'altra che non faccia a pugni -coll'i!: iene. S~nza voler mettere a tortura l'ingegno nelle im·enzioui. che tomano :-;empre difli~ilmente attuabili, fermiamo la nostm aueuzionc su quella calzatura cbe già travasi in u::.o neJre.;crdto e che l'e;o;pcrienza di parecchi anni dimostrò meno imp~'rfeua. e ùinmole la preferenza. modificandola anche se mai ne avesse di hi-;o~no. AlJl,iamo gli ,tivalclli in uso tWe:>so g:li alpini e le truppe delle armi :>peciali, d1e hanno fallo buona provn, o perchC non si potrebbero dessi somm inisLJ'are eziandio alle delle armi a piedi? Veratnf'nle <;e tlovessi cs1wimore con franchezza il roio pen,giero. non .! ad essi che vorrei dan~ la preferenza, bensi ai mezzi sti' ali <\(l u:~o inf,!le~e, malgt•ado riconosca ì'n essi qualche ìnconnmicnte: appogHinlo tale mio parere alle ragioni sona a•ldolle, eunte pure ai ,·antaggi in essi realmente con~tatati nfJile 111odernc !!Uf'rre. l.:n :;af~iu ammini,.Lmtore però dcYe con~iderare non solo i Htntaggi c Jc hrwne qnalitit di uu nggello che gli abbi~o~oa, ma ancora ilri5par·mio cht> può esser fallo uell'acquistarlo, sostitueu!lolo. nll'occunenza. con altro inferiore di prezzo, ~be in hontà gli ,-i approssimi. Egli è appunto io base a dello principio d'ortline nmJuiui,;tratho elle atteso l'elevatezza del prezzo degli !>li vali. mi accontellto di una calzatura pili modesta e meno co,.tosa. ma più confacente all'uso cui è destinata . .Gi;i n:l 1/f;.~ nella mit~ rt~lazione snnitaria sul campo di br·r"ata <Il J•r··•"lt'a r·op onevn 1o sl1· ra 1euo con feziona.Lo rwesso ~ · ·e • ' 1,

~. PMn nello .stesso modo !lell'attnniE' usato dagli alpini, aline· "'.:Jaln con stl'lnglte di cuoio, nell'idea che con una simile cal-


2i(ì

lGIE~E

zatura si sarehbe rnggiunto lo ~copo cui dere mirare dico igienic:ta. Rinnoverei quindi oggi la proposta di romire le piedi dello stiyalello in allora ideato e del quale con utilità contestal,ile, venne dotato uno dei migliori e simpatici del nostro esercito. Ciò non pertanto dietro la considerazione che una tale zalura, che si trova de~criua nell'.itw .N. l 58 del t-rll•••·.llilitare pubblicato il i- dicembre 1880, sarebbe alquanto ~ante per l'uso cui deve servire, così crederei conveniente la medesima per le armi anzidetle, venis:.e modificata e fezionata nella manie1·a seguente: 1° 'fornaio, contrafforte, quartiere, lacciuolo eguali forma al detto stivalctto, madi pelle di vaccbetta, meno con identiche propo•·zioni per la lunghezza per 100 per le ve•·se taglie; zo Suola unica senza la mezza suola che sta collocata la ::.uola c la trapnnta; 3° Lungll le suole ed all'intorno della pianta del tralasciare le bullette ad ala di mosca e limitare ad una lila le hullette a testa emisferica. non rigata, ma liscia, giro delle suole; }0 Il tacco più ba~so di due centimetri, più largo guernito all'intorno di bullette eguaU a quelle delle ;;uole. Con simili modificazioni lo stiyalello si renderebbe più 6ero senza verdere in solidità e perciò più adallo alrul>o dicato ed il prezzo sarebbe anche minoTe. Con esso s'i le uose dovrebbero venire soppresse. Sono persuaso che coll'indumento proposto si di sottntrre il piede alla maggior parle delle lesioni cbe sentemen te così spesso lo affiiggono. Non creùo t•.he a tale determinazione possa far grave


DEI.I ••\ C:A I.ZA!UR.\ :'\Eill!l.lT.\Rl DE!.l.E VARIE AIDII, ECC:

~77

eolo la ragione economica, poil'hè coll'adottare gli stivalelli per i corpi che tnuora ne -vanno privi, rerrebbero aùolite, come si clisso, le uo:>e col riSJlarmio del loro ammontare. Colla ~oppressione delle uose si eliminerebbero inoltre i non pochi incomenienli che ad esse devono addel.Jitarsi. Le uc.se di tela attualmente in uso allo scopo di proteggere il piede e l'estrr,mità inferiore della gamba, assicurate come :-ono coi l•ottoni: si rendono facilmente inservibili dalle slrappallure tlel sottopiede e dci bottoni :.tessi. Una Tolta che le uose :;inno mnle ag~iuslale possono enlr'are tra la scarpa e il piede dei corpi stranieri (fango. sabbia), onde torna impossibile di t'amminare. Le uot;e si insudiciano e si bagnano facilmentr e. prestissimo si logorano. Sa1·ann<• inc•mvenionli piccoli. ai quali i soldati si anezzano a riparare con vari accorgimenti, pure ogni complicazione i• ;-;empre nociva in guerra. e nel caso di un allarme, il soldato h n qualche co:;a di meglio a fare cb e perdere i.l tempo ad ac•:omodare la calt.aturn. Ciò che al po~tullo più di qualsiasi ragione economica perorn in favore della proposta ealzalura, si è il rilev'nnte numero ùisolllati che :;i con,;enerebbero a1 corpi, sempre pmnt1 .alla marcia, ed, ove occorra, alla pugna ( l ). Il l ~urono f:~tti •la«li 5l.tl•ti rec!'n lem•'Ot!l Ila una ap~ita compelenlì~sima

oComuusslone norninata dal »•n•stuo della guerra sulla calzatura del nostro coldato, m i>('ecie sulh cal.t.'\tura ùt guerra. Crediamo non si Sia trascurato di P~endere lld esame a~elto le cioelf, t:.ll.t.'\tura che d.ll lato economico ed lgieruco &Hebbe llrE'.ti Slngol.m,s:mi. .... ::>zraziatamente urta il senso moderno 1 !ila è lnnegabtle cltc 110no !.t C.1lzatura per e<:C<Jilenza del viaggiatore del 1101d:lto. _uenc ti di me:zo tr.l H PtM<3 nu•lo ed il <::1iznto alla modero~ difen\Je egr~me~te,ewn~enwt•l? l'elnstir.•taetl irteurvabilita del piede è lasoÌa adatta Jll!r cammmare fii arraoJ(IICar>i .mi plani seo;cesi, ec.:.

B.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA Ul OCULlSTICA • etodo ottometrloo del Donders.

Il metodo oLtornelt>ico del Douders basla perjettamentlr ~enza che ut:cessili •tualstasi altra prova, alla misura d.-i vizi

diottrici e dei difetti del visus. Non si esige che una scala murale e la cassella delle lenti. Per gli e<>ami medico-legali militari, il più spiccio e sicuro procedimento sarebbe: 1' Ricerca, alla scala murale, della leule che dà visla distinta a distanza, onde togliere di mezzo ogni utile intervento dell'accomodazione... La lente c01·reUiva sarà la p iti. forte pPr I'ipermeLropo, la piu debole per il miope, appunto per escludere la possibilità di parvPnze inesalte pel fallo del• l'azione accomodaliva. Si riesce in tal modo a mtsurare lo slalo r eale della rifrazione e ad eliminare, comechè tnabili, senza che necessiti altra prooa, tulli gli ametropi ad almeno 6 diottrie. 2' Si procede alla misura del visus negli altri (emme• tr opi, eri ametropt a meno di 6 dioltrit-), armando l'occhio in esame, se amelropo, colla lente correttiva nel primo e~pa. rimento determinata. Si fa distinguere il carattere di più piecol( formato cho può essere nettamente veduto. Sì esamina l'occhio sini:;Lt·o: dici! i arando inabili ~li indi• vidui a visus ridotto a meno di '/,.; notando per ~li allri il risullato ollenut.o. Si procede quindi Ad esaminare l'occhio deslro, dichiarando senz'allro abili gli individui nei quali il visus risconlrasi s uperior e ad '/,, ed inabili a vece quelli nei quali risulta in f~ rior e ad 1/ 1 • Se il \•isus è a vece precisamente '/,, si assume a calcolo lo s tato dell'occllio sinistro già delerminllto: se in quest'occhio erosi riscontrato inferiore ad '/, l'individuo do-


RJVlS'r,\ DI OCUI.lSTlCA

219

,·ra--si Jichiarart• inabile; !>e risconlrava!<i di '/. ossivero su!Jf!riore, dovrasl"i rilt!nere abilP. co~\ proc~dendo !<i risparmia tempo e fatica e <>i ottengono multati inappuntabili B. La ceoltà In Russia. n<...,t:).

rRccueil d'Oplttalmologie, agosto

11 dott. Skrr>bìt<:k-y ha fAtto al congre<:"o dei medici russi un'imporlautc comunicazioni~ ~u quec:to ar~?omeuto. E~a1mnanùo i dati fornili dai m·~ùici militari iocar1cati del ><er\·Jzw Ji ruclutamento, es.tli ha com;tatalo che dal U!/9 al t .... ~J lu proporzione delle pPt·:;oue ail'ette ùi cecità di un occhio o <li t.lue oc<.'lll rru in Ru.,.._ia circa 1'1 per iOO. In certe J'e!!ìoui, r~omr! nella pl'ovincia cii Kieff. che è molto popolata, la pt•op•H't.ione u di l per 65. "\!ella provincia di Arkan_gel al !'OrtlJ'(I.I'JO C8Sil era ÙÌ l prr :l00, ma anche questa p1'0pOrt.iOne è p1u grnnde di qur:llu •:on<:latala neglL allri pae:;i d'Europa. Non lcrwnJu cunlu che delle pet·sone completamente cieche, il' (•ruprl1'7.Ìvni !<Onu io H.u~sìn di 1 per 120, in Inghill~rr·a ed in lrla11ùo di l per 1015, in Franria di 1 per 1000, in Sassonia 11i l pPr 10ilì. iu Um1imurca ùi 1 pt:>r 1429. L'etl'etto della luce ele ttrica aulla vbta. tl'Oplttalnwlo:Jie. luglio 1&-:6).

(Recueil

Lo questiono d1•1l' effetto rll'llo luce elettrica sulla ·dsla è dott. Moulhner ùellli Stati Uniti. Secondo l'~utore di qup~qi --tudi, la luce deve riunire tre qualita essenz.Jah: la "labilità, l'iutensità e la composizione. A cagione rlt>lla suo wancanza di slabtlita la luce dell'arco volt.aicu lus:cut u Je,..•ùerure; essa stanca l'occhio mentre che Je.lampnrle n inrnntloc.cnnza, particolarmente qu~Ue che sono ~~tmen~Le du nccumulalori, ~ono perfette soLto questo punto; luttemHUI di •tueslc lampad~ potendo essere regolata a volor_JlH, ~'S~'~ -.o nn le più ra vorevoli all'occhio eu e non abba~tlnuto r•nn uno ~pl ... ndor~~ troppo vivo e tah·oll.a accecante. <~lata studiata dal


lliYI!iTA 11 Fa d'uopo ùel rc"'to di ammorzare la luce usanrlo • ' le~~P rrn<'nle appannale. l varìì modi d' tllurninazione fino ad ora adoperalt, l'olio ed ìl ga~, contengono una forte proporzione dt gialli, mentre nella luce eletlt'JCa i r·aggi azzurt•i c \IOlcUi sono pt•cpondcrantt, ciò che produce un effetto più gradevole sulla retina. Oevesi inollr•! notare che la luce elettri"& modifica meM la percezione dei colori della luce che emana dalla combustione del ~as e del petrolio e che il puuto essenzialt! dt una illuminaziOne non risiede tanto nella luce quanto nella sua slabthla e uella sua dolcezza. Le lampade ad mcaude$cenza r.uneudo ad un altissimo grado queste con· dizi<>ni dì conservazione clei colori e di stabilità, il òutt. Mou· thnét' no:1 crei!E> vi sia alcun inconveniente per la viEta nell'uso rlell~ lampade ad incandescenza. 0

"''""'·

Ma.la.ttie degli ooohi nel blanohi e nelle ra.zze colorate. (Recueil d'Opl!lalmolo!]ie, maggio 188G). li dott. nut·nel ha pubblicato recenl<'menlo negli A r chicea o.f ophthalmology, un intere«sante lavoro sulla ft·equenza com· paralÌ\A dnlle malattie oculari nei bianchi e sulle razze rolorale. Prendendo le diverse malaUie dal puulo di vista Lopogra.lìco l' aulot·c hu trovato primieramenle che le malaltte della congtUnliva hanno press·a poco la medl:lSima ft•equeuza nelle due razze. La conciunth·ite scrofolosa, compresevi l'erpete della conf{iunliva e le ulceri erpetiche della sclerotica e della cornea, ~ono più frequenti neiJe razze color ate. È tuttavia degno di nota che il lracoma è quasi sconosciuto nella razza nera, e che è raro anche fra l e razze mulalte. Il dotl. Burne& <:rede cM il granulo o il follicolo Lracomatoso sia uu deposito d t w1a ::>o~lanza analoga per cara ttere alluber colo, poiché, come pel tubercolo, quando esso scompare, il tessuto nel quale esso ò tnca~lralo si tt·ova distr utto e ne r isulta una r:icalrice. Di più ciascun nuovo attacco di infiammazione Lra· comalosa è la mani festazione di uu nuovo deposito e quando i gruppi 8Uccessivi compaiono, la memb rana mucosa è lo-


,. Di OCLUSTICA

281

talrnenle distrulla, r~otn~ ~i può osservare nella maggior parle d ..i ··asi \ecchi di traroma. Per riguardo allo malattie della cornea, vi ha nelle razze n~gre una :::ranùe sproporzione dt casi di infiammazione di tutle le ~pccir•. La proporzione dei <'8~i di triti è quasi due ,.,>Ile più ~~·ande uolle ucgre chP. neiiP bianche, quantunque il numero per ceulo d1 irili sifililiche sia press'a poco lo stesso. In ciò che collcct·uc le opera2ioni sull'occhio il dotL Burnel crede che il pronostico per le razze negre sia tanto buono quanto IJnello per le t·azze bianche, quantunque le negre sieno più 8o::rgelle all'it•iltl secondaria.

D lodol ID terapeutloa ooulare . loyi(', ago:<lo 1~8tì).

(Recueil d' Op!ttalmo-

11 dott. Trou»,..eau ha sr>erimenlalo il iodol nelle malattie degli o•;clti ,~ti ha rthwato che esso può con vantaggio so!"tituit'A il imlot'ormio, di cui non ha il cattivo odore. Il iodol clevn e"lcler ndt>pCirAt.o in pom~ta al '/, o in soluzione alcoolica al 'l,. •. um nòn ra d'uopo ~ervit•si della soluzione alcoolica puru che <> tt·nppo irritante per f!li occhi; vi si fa entrare unR forte proporzion•~ t! i glicerina ( i •; . press·a poco!. l n queste contlizioui il ic~dol 6 facilmente tollerato dall'occhio e da Luoui t•i:;ultali nelle blefariti ulcerose, nelle congiuntiviti croniche a forma lot·piJu, nelle con~ìunthili e cheratìti flitlenulal'i e nelle ulcet·i torpido della cornea. ~l'ile congiuntiviti acule con s~crezione, nelle affezioni delle vie lacrimali. nelle a!Tt>zioni d•'lla cornea eccello le fiittenular~ il iodol non ha mo10trato alcun vantag::;io. È me!!lio adoperarlo in pomata. es~ndo la ~nlu:r.ione alcoolica molto irritante e dolorosa.

Gomplloulcnal ooularldell& rlalpola. - (Reeueil d'Ophtal· mologie, ago!<lo 1886).

Il doll Marco llufr>Ur rli Lausanne ha avuto occasione di o.s~ervare J'eccnlemeutc due malati, i quali, in seguito ad una

mnpcla della rar.cia hanno presentato accidenti molto gravi da parte degli occhi.


~82

nl\'iST.-\

È ronosciuta da lungo tempo l'influenza favorHole che risipola esPrcila sulla cheratit.? lliltenulare, malattia e che scompare sovente dopo una risipola. '\1a in allri dividui non affetti da malattia degli occlu la l'isipola può terminare, come si è osservato nei due maiali cheratiti di un'estrema gravezza. In questi rasi la invMe il globo oculare pel condotto nu~ale e pel !'<acco crjmale, e ila dalo luogo, allorno alla cornea, allo di un cerchio purulento. La cornea si fora qua e là e vogliA distaccarsi d'un i:'Ol pezzo. Durour ha riempito tutte lo ulcer• della cornea col ìo,J.on:,mdC e se ne è trovato bene; ma lo stato d1 questi malati non meno g rave eJ in uno di essi purticolarroenle si può che la vista è se1·iameute compromes!';a. R(·~te rebbf' a r!Pterminaré in quali condizioni si pr<)allle&lllll questP- complicazioni oculari; ma non è facil e àaJ•e pel mento una sp·egazione soddisfacente. Cbecchè ne sia, ciò 1mpo1'la pr1ma di lutto si è elle il medico sia prevenut.o po~sibilità dt s•mtli accidenti, quantunque rar1; egli non abbandonare il :-;uo molato prima di essersi assicurato ogni pericolo da parte dettli occhi sia cessato.

Cento oa si d1 paralisi poat-difteriche dei muscoli l'occhio - DoLtor RE'-1AK. - (Recueil rl' Oplltalm agosto lfl86). Lè osse!'vazioui sulle f{Uali è bnsato queslo lavoro stico sono state l'accolte negli anni Hl8a e 1884 a nella clinka del prof. Hirschberg. In cinque casi non si che una leggerissima angina; anche l'autore mette in ropinione antica che voleva che non si osservassero nel dominio oculare che nei casi gravi di òirlerite. Egli contrario ammette che net casi leggieri l'intossicazione terica, insufficiente per produrre le ralse membrane ristiche, sia per allro abbastanza forte pet' esercitare la influenza nel sistem$1 nervoso. In 00 casi l'intervallo che si osserva fra la comparsa l'ang1na e c1uella delle paraltsi muscolari degli occhi f'u


01 OCl I.ISTlC \

283

una a "l'i <>ettimnne: nel\u I\ICtil f't'll di ll'e settimane all 'incirca. La tna~?giol' pas·lt> dei malt~li non si presentavano che quando era ben manifctola. Qua~i l ulli ·~runo fanciulli al disotto dei H anui. Generalmente lu purali~i si tH'a sviluppata gradualmente è uello sle~::.o modo li m. Per atlro si poterono osscr,·are in,a:;wui bt·u,.:clse, sn cui l'affezione raggiunse sl ,..uo pii! ailo grado in 2~ ore. In un caso si vide scomparire colla :::les<.:n rapiclilu, dulia "CI'A al mallino, in un giovane che la \'t:tilin nou poteva le~!l'ere ~enza lenti COD\'esse e !"indomani im·ec•• leg;eva :-:enza !'lforzo. La durala me.Jia della paralisi non potè e-,.,;er "LAhilila in modo esalto, non presentandosi i malati in un rnodo regolare. Il !!Tut lo Il ella paralisi fu a:;sai 'ariabile; in certi m alali ertmo nece"!'llli'ÌA lenti convesse di + 3 D: in altri era sufficiente l D. La pot'Hij,.:i dell'orr.hio no11 ru :-empre in relazione ben esalla rome :;.!l'tl"(J?.za rnll'inteusità dell'infezione. In ne~sun ''11"0 lo purolisJ dell'accomodazione fu Accompagnata du tnidrin~i; c:$:m non ru mai unilaterule. Raram~ut.e :;i osservo l<• paralisi de~IJ altri muscoli dell'occhio fuorché qu~>Jin del mn.,rolo dii ArP. Si notò per• altro quella del retlo e:<l~>rnn: la l'arali'<i dr~ll'oc·ulo motore non fu osservata che una v"lta; r>"sa ern doppia, accompaznalà da sintomi atassici ù lel'lniuò ~·olia morte. L'autopsia fece rilevare, olts·e all'ipcrt'mia ed ali~ emorrag1e nella so::.-Lanza nervo~a, lesioni iu corri~pouùt:nt.a delle radiri dell'oculo motore, del \'IHW e

dell' ipozloc.<:n,

LA diplopia era le::uw~ra: per "COpri1·la era necessario adoperr.r" il vetr·o r os"o; le immagini erano la m~g-ior parte• del tempo 010onime.

Un~ "01 volLA ,.j lr(lvò colla parali~i dell'accomodazione uno strabrsmo convergente. Alcuni aut.ol'i, m 'l 11eHi ultimi tempi, hanno uotato coolemp~raneamenl~> alla p~~rali.si dell'accomodazione una diminuZione nPII'acuilà vi<:;ivA.

~agd spie~a il fatto r.oll'esislenza di una leggiera nevrite

othr.a.

L'autore non conferma questa osservazione.


RIVISTA

Dell'ulcera della cornea. oon ipopion e della 111& 0111'&. -

Sn1f:0N S!'<F;LL. -

( Recueil d'Oplhalmologie,

m

1,_86). Questa malattia si ri~contra in tulle le età e può soprag. giungere tanto idiopalicamente, quanto es::>ere provocata da una ferila. N~>i fanciulli si oseerva pii1 comunetnen le quelli che sono deboli o scrofolo~i ; negli adulli r inizio di -questa malattia é generalmente &l"sociato con un'a1Lerazione della salute e con uno stato ~enerale d'indebolimento. In molti cAsi i tonici e neoi fanciulll l'clio di fegato di merluzzo sono indicati. Nei casi traumatici la c~:ra interna è meno importante. Una nutrizione corr oborante e il riposo a l,tlo sono snelle mezz1 utili. Quanto alla cura locale devono arlopera1·e lo1.ioni colrle di decozioni d1 papavero di lJellacloona o aoch!l semplicemente d'acqua calda. Si possvno far.. nello l"te'-so tempo in,.tillazioni d'atropma o di eserina. Dopo aver spel'imenLato altri mezzi per il progr~::>o del male, l'autore ba constatato che il cau e l'uso del iodoformio c;ono i più efficaci t>d ha abbann•~n ......, J'iridectomia come mezzo curativo di questa mAlattia.

a,. ....,. . . . ,...

Della oura dopo l'operazione della oata.ratta e dell dectomla. - (Recueil d'Ophtalmologre, sellembre 1886). Dopo l'operazione della cataratta la maggior parte degli oculisti Applicano una medicazione sui ùue occhi e fann o stare il malato p~>r pii1 giorni completamente immobile suo letto, in una camera oscura, senza parlare e senza pren• dex·e alimenti liquidi. Quesla s ituazione è molto molesta per <:t'rle persone attempate e ner,·ose e spie~a abbastanza accessi di mania che si os<>ervano L~ lvolla dopo quesla ope• razione. È iodi~pensabile usare lanto rigore con quesli operati f Da lungo tempo i dottori Vibar t (•li Puy) e Rèmy (di Dijon) semplificano molto la medicazione e non tengono a letto i loro operati. Qualche medico americano vuole ugualr Teagire contro queste abitudini. A ll'ullimo congr esso del


01 OCULlSTlCA

185

sC\cia7.ioue mel lica Rroericana, a Sa in l-Louis, il doll. 1\lichel bn dichia t ulo che non a•loperava che uoa leggiera medicazione dopo l'o! era?.ione della cataratta e dell' iridectomia e che permc!leva ai «uot malati di rimaner e in una camera illuminata, uellu quole i loro amici possono r ecarsi a far loro lettura. 11 me lodo del do l l. ,:\iieh cl non fu accolto favor evolmente a Sll!lll-Louis. ma è !<lato sperim~nlalo dal ùollor Chi"'hol (dì Bullimorl>) ti quale t•iferisce t-i casi di cataratta e ~ di it·itlt•clmnia, curati in que:-lo modo. Dopo roparazione si tì"'sano i due occhi se si tratta di una call!r~La. uno solo !;6 si tratta <ii un·•ridectomia,poi si applica sulle pAip~br~: un 1mpiaslro di colla di pesce, ùi due pollici e mez1.0 di lungh ~ zza e ùi un pollice ùi larghezza, rammol· filo rnedit~ul.c l'immersron~ in un l1quiJo antisettico. DissecCAndo"'i rtuesta colla tli pesce forma una medicazione solida con occlu,..ion('l completa. 81 permette allora al malato ùi camminare in lullu libertà nella sua camera. In tutli i casi operati ùal ch1ll. Ch1shol 1 risullati !>ODO stati untlbrmemente buoui; anche qut;s~'operalo1·o lw. complelameole abbandonalo il metodo aulico.

Delle paraoente•l della oor:1ea e delle evacuazioni dell 'umor acqueo - (.l rmales rtUeulislique, maggio-giugno txxti)

Il dull. Cuignel ered~ cile a lorlo si sia lasciato l"irideclomia "Oppiant.arc '!un-..i cmnpletamenle dalla paracentesi corneale in molli casi in cui questa era un tempo in uso ed ebbe in ver~l!i tma real.:: efficAcia. A c.onrerma di ciò !"autore cita vu!"ii casa. - Qui v·.:.. un ('heratocele, ron.,eguenza di una flittena profonda, con acce'-!OÌ acuti e mollo doloro~i, che cedono a lre pu_nlnr:·· fnlle in akuui giorni: :.:uat'igione con una picc~la c:catrtce. -La v·~ aucora un chet·atocele, conseguenza dt. un. a!"Ce"'"'O centr·ale ~ . · · della cot•uea con ·tr "d t ocor01"d"1te sterosa: eli. mmuzJOne . dei . ft•nnmeni acutJ· con u na sol a pun l ura: p01. VI R<)no ptrcult O!;r.~ssi della cornea in un socr,.,.ello affetto da ~ranulazionì confluenti con accessi dolorGsr',notturni mollo mten~i ""Jl~'~l'es~:~i con Un"., puntura . - l n un caso d"1 trl . "doco~-


286

RIVISTA

r oiùile con nevrile ollica doppia, d'ori~i n e sifililica, comba ::-bnza succes~o coltra llamenlo specifico ed anliflo~islico, l'autore ha veduto, sollo l'influenza di punture giornalmente ri· pelule, rischiararsi i corpi vitrei e ritornare al loro stelo norma l•.· le I>ap11le: guarigione e ristabilimento quas1 completo della vista in capo a sei settimane. - Un acces!;o di glaucoma acuto in un Mchio ''iene a complicare un glaucoma amaurotico de!J'altr,.:> occb1o. Iridectomia. ~uo,·o accesso: enucleazione dell'occhio amaurotico. Nuovi attacchi di obnubilazione e di il'idocoroidile emorragica· para centesi e solfato di chininò. Cessazione completa della sovraeccitazione con r1lorno della vista dopo i i evacuazioni. - Dopo un'operazione di cataratta (estr azione lineare con irideclomia) si produsse una catat·atta secondaria con irite e tendenza a passar·e allo ;.Lato crouico: paracenlesi e dilacera zione della raccolta non ancora organizzata. Dopo 17 e'·acuazioni praticate a distanza sempre lllt!Jl'• giore, riassorbJmeHlo completo de~li essuduli e ritorno della v1stu, come si osser "a m un'operazione d1 cataralll\ riuscita. La coca1na ha singolarmente semplificata la paracente:::i. , Dell'trite, della congiuntivite e della pollartrite gonor· rolca. - FR. R uci<iRT. - (Reeucil d'Ophtalmolo{lie, no•embre iAAii).

ln questo hsvoro l'autor e t'iferisce la storia di un malato -che dal i AA2 al l Q86 contrasse Lre blenorra:;cie, le •1uali fur·ono complicate da nttacchi succe~:sivi d1 i1·ite e d1 congiuntinte. Si trattava ùi un uomo di 29 anni il quàle contrà~se un'u r~ trite su<sseguito da una ~on~i1.1nth·ite doppia, e da t'eurnatismo articolat·e. Da quell'epoca egli solT!·i ad ogn1 momento d'mfiammazione agli occhi. :-lei 1884 nuova blenorragia, artrite ai ginocchi, ir1Le all'occhio sinistro. ~el 1885 let·za blenorra~11, congiunti vile doppia, affezioui arlico!ari multiple, irido- ciclite destra roi sini--tra con ricompai'S8 dello scolo. Nell'aprile 1885, gli fu fatta senza risultato un'iridecto.mia. Alla fine d'aprile, nuova comparsa d'irJdo-ciclile a de!>tra con scolo urelralo. lo giugno, ir·ile a sinistra, poi a destra, rnfiammazioni articolari. Nel genna io 1886, irile a de:;tra, dolor·i at'Licolari, scolo ure-


Ul llCt USTICA

~87

trAie, con~-riuulivite doppiu. i!'iclo- ciclite a de.stra e irile a sini!ltra. Ciò ~he vi fu (li notevole in quest'osset·vazione si è la persisteoza df>llt! localizzazioni a&·licolari malgrado l'uso prolun-· !!alo dt fot·li do'-'i dt salicilalo di soda. NeUe congiuntiviti non . !!l pulc h·ovarc nella ,.ecrezione •lei cui di sacco alcun rmcr ococco. Non ~i trall11va dunl{ue di congiuntiviti inoculate, ma ben;.i Ji conc-muti"iti rltpendenti da uno stato diatesico generale. ~

L 'oftalmia. stmpa.tlo& IRtiG).

(Recl'''il cfOpldalmologie, maJZgio

ll doli. :'\cltlosbip ha prc..:enlalo reconlemenle alla Società oft.'llmoto~icll rli Londra un rapporto sull'oftalmia simpatica.

!=:ulla sua natura e ::sulla sua cura, contenente 200 osservazioni delle fl118h 8<1 ~rono sl~,to forntle dai membri della Societa: lt! 11llr•: et·8no :;tale trollc da ossei'\'aziooi g:ui pu!Jblir.alt•. Pt:J' ctò citi! conc!ernc l'(lslil·pm:ione dell'occhio eccitante 1'-l giuusc n 'l"""la conclusione che se non è stato pt•.wato che J'r·uudr-n7.Ì(JJ18 pr!ltirala nn tbtll'inizio d· !l'infiammazione simpatica ahhin !Wlllo un ••!Tell~t deciso sul pt·og-resso rlella malRllin ='irupolka, r.""8. 110n ue ha cerlllmeule aumentala la int~u ~itu. l'arntrouandù fl numt:~•i P~uali casi nei •ruali l'occhio I!Céltanle erti ,..1111\1 e~porlato con 'lllelli uei quah esso uon et·a stolo tollo 1111 ri81l'uuzio della 111alullia "-Ìmpatiea, la propor7Jouc in cui la tnalallia el"a ~ltlta fatale alla -vi.:.-la era moll~> piu gronde nell'ultima che nella prima categoria. l~ vnh:ro Appnt-ente 1li queslll prova in favore d~lla pronta esltrpazwnE: (.\ lultnviu diminuito rla una pr0 ,.8 di un altro ~e n ere che ~Uribui ce in parte alla benignità della malattia an Jl!'llnn, cal<'"Orin l'ec~'e"'"O di ,..uartgiOm "' · · · òopo l' e"' t]Uesta . :' •. porl.nztone deli o•· cino (•d nIla ·~ua 1-ntens'1 ta· l' eccE>sso ' 1e lie · perdttt! della vt,.tu allol·cltP l'e«lirpazionP- no l la ucui.J.l.. · • - n era $ a pra-

Hi?uardo ul tucr·,~ur·ìo ~i giunse alla conclusiono che questo m:ù.tc·;Huento non ha avuto probabilmente che un effetto molto lnuJuut•. Su :>u 1:''" 1 elw 8 Ullo Hali guariti. completamente e


288

RIVISTA

che sono stati lrallati loralmcnlP press'a poco nel nu10eeq modo, il mercurio era stato c::omministrato e"altamente meta dei casi. L'effetto àelle operazioni irideclomia) praticate uell' della malatl1a sull'occhio s1mpatizzanlP è :stato ron essere meno sfavorevole di ciò che si suppone comun In una piccola serie di r.asi un' iriùectomiu era ~ talu cala nt>ll'occhio eccitante c::ubitoché l'innommnzione si !'i era mostrata, ~ in quasi tutti con u11 ric::uiU!ln ru pei due occhi. La questione importante da sapere se l'oftalmile può essere provocato. in un occhio in cui n(lll vi sia perforazione, è stata tli«cussa. La commic::sione dopo un tento esame, è arrivata alla conclusione che la malattia perforazione dell'occhio eccitante non ila luogo che raramente. Per ciò che concer•ne gli intervalli più o meno lunghi tra ltl::siooj delJ'occhio ecci tu o te e l'inizio della malattia simpatica è trovato che in una dozzina ili casi circa vi era stato un in vallo maggior·e di u11 anno prima del rinnovamento dell' mazione nen·occhio eccitante, e che in 18 casi l'intervallo stato rli un mese o meno. L'intervallo piu lungo dopo l'occhio eccitante era stato ferilo era di 20 anni: 11 piu <li 9 giomi. Si hanno tutte le ragioni per credere che la rula dell' mtervallo tru la lesiOne dell'occhio eccitante tj r nizio della malattia simpatica abbia esercitala un'in sull'intensilà dell'oftalmile s impatica, la proporzione ùoi nei quali la cecità ha avuto luogo essendo più considerA allorché la malattia ha cominciato dopo un lungo. cl 1c un breve intervallo. Si sono iu seguitu esaminati i casi (circa ao) nei quali onalmia simpatira a veva cominciato dopo rescisione dell ecrilan!e: in ;) casi e"sa avcYa comincialo i o sell dopo: in lutti i casi l'occhio eccitante era stato rerilo cd rimasto lunghissimo tempo sem~a esser tollo pet' subire "ler·azioni capaci di provocare la malattia. La conclus.ione che in questi casi l' attacco non era dovuto all' · dell·estir·pazione, wa all'influenza ilei!' occhio ferito. 11


z89

Ul OCtl I.IS'fll!,\

uostico ora mollo pilt favowevole iu questi ra~i eire ne.i casi orJ.inar ir, N•idr{• più della metà Prano uuarili complt>tarnenle. Dopv d'av<>r put•lulo ùi più l'8!"Ì anormali <'he si erano presentati più anui dopo l'i!:> por lozione e d'allri casi in cui l'irìte aveva seguito l'o"•stirpazione dell'orchio ecctlanle ~mo o due gint•ni dopo l' ncciJentc, ><i terminò con un rsgguaglio !"H i ca«i "pncciantisi nevrtti ~irn~aliche non complicate. Si è riscontrato che (lli6Sli r.a"i di ne' rili difl.~rivano molto tra loro l' ··Ire non p<.'tevnno pt•obllhilmenle attribuir~i alla ste~sa cr.•Jsa, oe con-.idcrnt·si come indicanti la lrasmissi()ne lungo 1 ner·vi oltic•, mentre In papìllite che compare so•enti presto e j.H!rsi,;lc nei l'tr~i ordinari ò'oflaltnia simpatica ì• !ungi dal pro"arc: 4Ut·.. to modo di lrn<=mi"~iont>, poichè la -;tessa papilhtc !-li vcùf: cmnuncmenl~ nei ca.si di Ì[·ili sierost> idtopaLiche ouche •tuun•lo un occhio s()lttmto ha »offerto.

Ova della blefarite oWa.re. -

PAR.lNALD. -

.\lr:(ftH'Ìtw Pf Chir11r•rie, nrwemhl'•\

(Journal d~

Jfl86).

Lo bt... rarilo ,·. qua!<i ~·mtpre limitata aU'orlo palpebt•al~> ed ha la !"UO se• le nei bulbiciliat•i <~nelle glandole che vi ~ono annesse. El':>a è gcn•!rulm•mle manlt•uula da una ilisposizi<me !!=Cn~>rale, d lmfoti~rno nei bambini. l' artriti~mo ne~li adulti. Essa è ali~ volte accompagnala da tnAI3Liie cutarlf'e colle quali ha una parentela <'Vi lente. sen1.o che ~in per altrn possibile di stabilire "u questo puuto una cla«,.:jfJcaziono> pralica. L'infiotutua..:ione r!E>II'nrlo delle palpebre. è prodotta aucbe d11 cause locali, rra lr- •tnali ''A notato ~ovralulto il ri<>lrina-imenlo delle vie lacrimnli. t:?a blerarilE' monoculat·e ribt>lle e fJUasi :sempre d'o rieine

lacrnnoh·. ~ . Le <'Ongtu~li\'ili croniche <:ono anche causa tli blefarite, ma J) . ra~p~:lo utverso c.si;;te pilt di frequenti>. Certe blefat•o-con~mnttvtli "ono pro,lòtlt• dagli sforzi 1ti accoro d · · . . .. . . . . o aztone ca~onalt dR Vt?.u 1h r•h·Aztnna non corretti. Questi casi peraltro !<On~ llbhast~nzu rari, ~ la rifrazione non ha nt>IIe infiammaz•?ru. nculnr• 'Jilella intllwnza cht' 1'6(,entemente si è voluto atlrtbutrle. 19


RlYISl.\

..

prin<:ipuli for·me cliniche elle assume la blef~r.t<: ,..ono lo segue n li: Il ro,..;ore Ilei hordo dello palpebre, esager·anl..si :-otto innu.~nze. puo cosLiluÌI'è lulta rat't'ezione. Questa form& sembr·n 1<"!::1'\la alla ::.ebonea delle ~landole palpehrali più henif!nR in apparenza~. rna in realtà la piu Jifficile o rirt> (blefarite eritcmatosa). lu allri ca"i ~i con,..tatano alla base delle ci:rlìa delle tili pellkole che un le~g-.:ro tifrc,.:amento J'ende piit ap (blcfarilo forforac•·a-prtit•ia-ica). Iu una terza forma ~i hanno delle vere crosle che nauo le ciglia, e --otto l·~ qua_li si trovano a:eoernltm:nte ulc~>Nuioni (bldiu·ite ulceroi"a), e qualche \'Oittl perfino piccoli !lsc1>:;~i <'he s'infObBHO più o meno ver·so i hulh• c.hc di~lrug~orH>. La pulpehrn c piil o m~no tumefalta e rossa a seco nda raculf'ZZ8 della malaltin. La lumerazJOne tftu•a e Cl'()IIIC8 l'nrlo clt•lk palpebt'0 ::;i osserva in una formA in cui i delle ci~-rl1a ~<·mb1·ar10 interessati in un modo spflèialE' l'urilt• glat~tlolnre iper·trofica). Lo ciglia carlonn ahha~lanztt rapidamente nelle tiJrtnc ti i blut'at·il~: eiò anzi preoccupa sopraluttoi maiali, i crctlono !li pcnlct•le affatto. La denurlazione totale o ddl'cwlo t l d le p~lpebn: ·~ i n fatti una delle conseguenze Llcfar·itc dlian1: 1ua genet·almentc fa d'uopo di mollo !II:!I'Chè citi avveuaa. Pertanto ·vi sono alcune blefariti :1~uc. come quelh3 cii•• aceompagnano la sicol;i, che in lcmpo ùi,..lrug!::ono tulli i hulhi ciìiari. I rimedii propo.,;li contro le blefariti :>ono numerù~Ì nue ba!'lano :;opratullo nella 11ratica; il nitrato d'ar!;en una pomata all'os:-;ido •li mercurio. n Pariuaurl vi ale ,.oJu~ioni akahne che, ~eh!Jeue in modo <:;econdat'IO. ulill~->im e. (!ue!';ll uon !'OllO i ::;oli mezzi efficaci; ma più utili. Pt~r le blel'arili, come per tante allre affezioni. la. • consi:.;to nell'a:-plirara la medicazionP quando si ùevc e ~j deve; 111 tal CH!'O il rnOdUS faciendi ha lttlli im cont'idl't'evoh~. Il m edico ùe~e anzi Lutlo provveder·e alla Ll'.


111 Ot:l I.ISTlC.\

tczzo che lm pec· z•i,.;ultolo d1 ~barazzare le palpebre dai prodotte ,..chacel, dali~ p~llicolc e ùulle croste che manten~ouo le ulcet·aziillll ed imiu~di~~·ouo l'azione dei lopici. A tale scopo rnutorc r.rlopcra in lnlli i 1'8:-i di blerarile una soluzione di l>Otlo ca rho nato ·li so: lIl all'l p. 100 :::ca~dala 8 bagnomaria; cl maiolo farà dello lozioni una o due voltè al giorno nellundo le palpebre il più <'ha è po!>sihile; allorché le cro;:;te ~:>ono mollo uderC'nti sura ullle di r8mmollìrle colla !>le<:<:a ,-oJuzione applicutn per mcntJ di c')mpresse per dieci mim:ti. Lo predetto >'Oiu:tione qualche volla irrila la pelle delle ptllpetwe in !';Cguito od u.;o prolun~ato; e.llora si potrà so"tttuire cou uun soluzione di bo1·acc all'l p. 100. Queste ~n­ hzzJ•lni 11()11 a~1srouo :"(Ilamente come un ,;a pone p~r n~llA r-~ le llalpebn'; "'"C scHro r·eHtmentt! erfìcaci ··nnlro le b1el'arili pJlit·rn"iC:hl', •!.I il rualoto, dopo t-S-;t>r·e quarilo, faril hPnf' di u-.ar·ne unoJ o due volle lH ~ellimuwL A llorch~• l· pniiwhz·e :-:oliO J'os"'e, lumefatte e dolot'OSP, con <.:J'Cblt) altb11ruJonti, ,.;i pos:,;ono u«are con \antaggio• i calapln~nll di ft•coln npplienti 1~, "'ern pet' una o due ore; ma non bisogna o.dot,Cl'uz·li piiL di rp1allro o ernque giorui; si de\'e r'Ìcor·.Jat't' che i ~:aV!piAstni e le comprP:>"'P lropp6 ripetute possono nrnntcncre ,,,J anche provocarE> le blcfarili, soprntutto eH I'Va;oni clu.: ~om·ano ·i'illlpeligine e ne;.rli indi\'Jdui prrdispo--tc td 'cczerua Col nitrato d'arg('uto ,i cRulel'izzn rorlo rleUe palpebre se!'\'l'ndo~, 1~1 lapl" mitignlo ud l 3, o di una soluzioile; jJ IApi'è prctcrtbtlc. - ~i lavano dapprimn le palpebre con aCltua cnldn, -bnrazzawlole dnllP. cro,..te r- dai prodotti sebacei cbt' l"! lrovnno "~mprE' lra le cJgha: poi allontanando per quanti) e po-•nh•lc dal ~lo!.o doli'occhio l'orlo da cauterizzare rlicendo uno~ lz·nZJone ulm pelio coll'aiuto del òito, si ra ~ ;orrere la ~~mta del lap!F, JII'(!\'18 hnt:wntura netr acqua, a livello dell ~mp auto rh•lle c.glia. >"on "-t dO\'I'Ù lemet·e .Ir fare qualche f'lrPgnmeulo col lap1~ in modo Ja !"OIIo>vare le Pellicole <:he n>rc·rhero FOl•JLO rasf:'Sl'e ruo""er·,·ate. l'avorendo ·per tal modo la pen•·lraw)nt: dPJ t:au"ticn P 1••1rna cl"' ·1 d'to bb 1 • 1 1 · "• '" J 1 a an •. onJ 11 pa pcbra, "'Ì llP.utrnlizzn r:on ac(Jun salala medianle un ptnu,~no t, noi sì la . 1 . ~ · \n ilr~am~ute con acrrua pur<.~. Invece del


RlVISTA

lapis si può uùopt'rare una soluzione W grammi ù'acqua ùi::llllata; allora si avranno due uno per la !'oluzione di nitrato d'argento ed uno per di clorur·o di sodi<'. Queste cauler izzazioni si ripeteranno dapprima or.: n i :tiorui, e poi più raramente. Spessissimo esse non proJ dolo re se si ha cura di non toccare la congiuntiYa, il che t'a.ri!e ad ollener~i lenendo il lapis od il pennello ~empre di iuori della rima palpebrale. Allorcbé vi sono profonde Il caustico é un po' più doloroso; ma dopo ùue tre cauter izzazioni esso non è più tale. Il nilralo oli ar è inJi~pensabile nella blefarite ulcerosa ed in certe hle(a dell'adulto, nelle quali le pomate sono mal sopportat.e; d'altronde può applicarsi in Lulli i casi, e, associalo alle zioni alcalinE', spesso é suffiriente per ottenere la g giona. Nei bambini queste cauterizzazioni sono difficili t"!'cguirsi in causa della loro indocilità; d'altronde nelle l'arili dell'infanzia Mno piu efficaci e più indicate le mercul'iflli. Jl mercut•io allo stato di precipitato giallo.rrosso e bi forma la base della maggior parte delle pomate usate in listica, in alcuna delle quali e associato al ~olloacetato piombo, all'O!>!'\ido di zinco; il sublimato fu adoperato per zioni da Mackenzie, ed Pntra neUa pomata di Desault · al precipitato ros~o, all'ossido di zinco ed al sotloaceta\o ~iombo L'utilità di •Juesle formole complesse è dubbia: lore :,-i ~erve CJU&si sempre della pomata all'ossido giallo. Qs,iùo g1allo di mercut•io Ya::-elina . . . . . . .

. .

. . . .

. . cenlif!r. f,(l . . . gr. 10

Dopo &Yer bene nellale le palpebre. si spalma il loro con un poco di questa pomata, non già con un ~~·"'" 11"-' com•' si fa qua<>i sempre; ma col dito, facendo delle e cercando 1ii ben impregnarne la base delle ciglia, ~;enza more ùi farla penetrare nell'occhio, giacché essa è poco tante per la congiunlha. Le applicazioni devono farsi giorno. Questa pomata è sopratutlo utile nelle blefariti rolosc ed in generflle nei giovani.


t93

Ili OCI:I.ISTICA

L~ po 111 ate hanno sulle cauterizzazioni il vantaggio di poter C">:>ct·e applicat.. dai lllRiati ~l··s~i. Nelle blefariti ribelli !"Ì polt·A impiegare la rormola segut:nte:

cenligr. 20

PrecJp!lalo ros"'o. 5olloa~.:etalo .ii piombo crbtalllzalo

Va;;elina . . .

• .

10

gr. 10

P.:r In ,;:ua compo~izione 'JUCslu poma La si a.-..·,icioa a quella 1li ne~eut: r· Lenchù le dosi sicno meno forli, pure è a'lcorn abhaslanza irritante . •\ llot•r.hé gli O"'"idi di mercurio sonc• mal sopportati c le palr•t:bt•~:: ~o11o dolorose, la pomata seguente é semprf' lol!era.~ e rnolliJ utile; e~~a diminubce la secrèzione eù impeÒJs'e !a formazione. di pellicole. ussi.lo di zirH'o Vnselinu. . .

. gr. i » iU

SJ può applicarli. ins1etn• a1 cataplasmi ed a!Je lozioni al<!alim:. L'aulon~ ha trovato mollo vantaggioso l'uso della pomata ~l jo.Jol.

Jodol Yaselìna.

gr. 3 )) 10

Anche il sottoaecltì!O di piombo è ulilbsimo sotto forma di acqua bianca adoperata per fomentazione o per compresse; d'autor~ lo pre...crive da 10- 15 gocce in un mezzo bicchiere

d'acqua calda. L'! :st!mplici fomentazioni falle al mallino sono sufrl!.'i~::nli a fot·c ~comparire le bletariti r eceoli e leggiere; Je cornpre,-se producono gt·an sollievo nelle blefariti acute e <lolot·o."e.

AlJbastanzu spec:so si pralica nelle blefariti croniche la de pi · laztOnedelle ci~lia. L'uulore vi ricorre raramente e solo quando tutti i meZli u--ati falill'icono; cet•lamente la depilazione fa.-..uri«ce la guat·igione delle blcftìrili; ma esso è uo traltarnento un po' LArbat·o di cui si può fare a meno curando rlg•ll't•sarn~ntc la neLtezza delle palpebre prima di applicare la pomata 011 il C8USllCù.


RHJSU

È nalt!raltnente importante di curat·e le cause g~ n e locali che mantengono una blefarite. Utt·altamenl•l gem• ~ervira s.opratutlo pet· urevcnire le recidive, mu poco si calcolare su esso pet• guat·ire una blefarite in alto. ù'allJ•onde sapere che le blel'at·iti llell'infanzia hAnno tendenza a scomparire spontaneamente col Lempo. e cltP. recidive divengono sempre più rare. In presenzA òi una blefa.t•iiP ribelle, specialmente n ,Jullo, bisogna pen"are ad una affezione lacrimole; a il canale nasale è impermeabile o poco permeabtle, 1.• ~ario fare il cateterismo. La semplice deviazione del lacrimale tnferiore"bac:ta per mantenere una blefarilt'; fJ deviazione si riscontra spesso nelle blefariti croniche. e ~1 é diftìcile decidere :se la hlefarile ha prodrJllo la deviazi del punto Jacrimale. o se l'affezione lacrimale ha causata blefarite. In ogni caso l'indicazione è sempre la ;,teso;.u ; sogna spaccare il punto lacrimale senza praticare il r1smo se l'iniezione passa abbastanza bene. Questa nperazione procura sempr~ un gt·an ~"llievo al mala to, i più delle volle assicura la guarigione definitiva della :·arile. ·

Delle oauae della oeoltà.. obt·e 18S6).

' Recueil ,f'Qphralmolv!1Ìt',

~larc- Dufour·, direttore dell'istituto dei ciechi tn Lau::;'""""' <lopo aver fallo t'icerche statistiche sulle diverse cause producono la cecità nei fanciulli, esprime il par••rP t·he rau::>apiù frequente non 1'\tS più oggi, come tempo fa, la nùl'rea dei neoneli. Quest'affezione ha subìlo una diminuz sensibilissima dopo che furono messe in opera la med zione anli~ettica e le 111isuro d'ig:iene preventivtl. P er contro, si vede srortunatamenle aumentare il nut dei casi di cecità dovuta all'alt'ofia centrale o periferic9 nervo ottico. Quest'aumento proviene sia dalla propori più granJe dei fanciulli guariti àa certe varietu di meni ma che soventi non sfuggono alla morte che perdendo


111 Ofi'LISllt'A

vi~ltl, "'a dnlla rara·u piit elevala ddlt• affezioni dei cr:>ntt'i enr<•litlici ('he lraj.!'gorw f'ceo l'alrofìa dd nervo ollico: I:isulta rio i"JIIC~lt fRlli unu con«t>gnenza gl'll\'e solto il punlo li , asta t! ello Hiluppo wlelleltuale rlei ciechi. e <'iot! che dilJJmuisco il nunl~'>ro tiPi cit!chi l'duca!Jili •. mt>nlre quello dei ciechi G\'tmlt le fu<:oltà p.:.ie.hichl' più o meno alternte !Wesenla un IC.!f.!'ÌeJ· ma l'Calo numeulo. 1n!':OmltlB il livo<llo in1Piletluall1 dd cieclai l'<ahbns.::a ~ra­ duo lrnenll'.

Delle manifeata.zt.onl associate nel dominio del oampo vlavo omonimo. - Doll. A. Sr.JIIELF. dt B•'rne. - (R"CilCtl ,rophlolmolo•]ic. mag~i ·• IR. G). Que<:tc ricert~l~~~ ~ouo ;.Late fnlt<> su inclividui aiTèlli du ue-vro"'i divor""'' c,l hanno rorHiott() l'aulor'' allt? <:e~nt>nlt c·onl!lusioui:

t• l r~>norneni che '<i compiendotto !<nllo il nome di rilìnimeulo n •.li it•ritahililù anoemnh' dPila r~tina •!e,·ollo f'~ser co .... itl(·l'ali r.<Hn•' tutn tnanirestazione della talica della ror·teccta dei lobi f)(:ripitnli o pn!=:l"Ono e~set'P. t•s~et·vali ;. a) 111 1ulli i t'n~i tnmpr csi c:otto la t•uht•ica rl'snc.."'t~l'ia. o di l{'l'l'eòilesirt della r•'lino n ..tanto n t> Ile alterazioni puramente funzionali (i~tcrin. ipocondria, neuroc:tenia) qnanlo nt'ile le><umi ot·gauichc flei centri net·vol'i; b) nelle altPNlZioni p;<ichiche lranc;ilorie (anche negli mdl'•iclui sani). 2• Uu re"'Ll'Jil!!lrnento dei limiti di nn settore ùel campo VJ~J\'O non e«crcitu alcuna inlluen1a "Ui limiti ilei >:eltori aùiacenli o ~ul rirnnnenle Jel raropo ''isivo. 3• La ~tnnchezw della ~t'era ,·isiva. che si manire,ta col restringimento del campo visivo in un occLio. !:"i estenùe egualm('nte ai rosei terminali corTh;ponùeuti dellarPtina Ileil'altro occhio (in eon!"eguenzo dell'incrociccbiamento ùei neni o ttici nel chiu:-:ma), di modo che !':ono Porzioni omoaenee di dut campi ,.i~ivi elte sono r istrette. · "' .

~· l rPs lrlllgimenlJ dei campi omonimi relinici non roin-

Chior10 colle localizzozwnt !"tabil1le nel l'entro visivo da Wer-


1\IVISTA DJ OCULLSTICA

nicJ,, il fJUale ammette che -ciascun lobo oecipilale coJI LII!D un centro a01mante ciascuna metà della rdina e la cui d'a.done :sarebbe limitata da una linea Yerticale che ciascun carnpo 'bivo in due.

Due oad d1 glaucoma curati oon suoces•o ooll'UH lenti oonve•••· - OolL. "\YALKER. - (Amwles .~wJue, r.ovefrlbre dicembre 18R6). J• Uomo di :;a lillni: rocch•o sinistro glaucomalO!'O stato enuclealo dopo due ir-idectomìe iofruLtuose. ident1ci si manifestano :;;ull'occhlo destro. Colla zazione esalta dell'ipermetropia (~ pollici) scomp11re il !ore e ~i ri~tabilisce l'acutezza visiva nel suo stato normale Que:slo migliorHmenlo si mantiene ancora dopo me:-i. 2' Uorno di f>5 anni ; l'occhio sinistro affe.llo comn cronico ha subito un'irideclomia ed è òiver'l tato Due anni dopo l'occhio desteo fu praso a sua volla. conve::;:;;e (20 pollici) furono ordinate ed in capo a i 5 ~i ~comparv(•ro LuLLi i sintomi per non ripresentarsi I'Hriamenle che 1132 giorni dopo in seguito ad un'istillaz

d'atropina Jl dott. \V t~ll~eJ' crede che questi due casi. insieme a Ja lui ossct•vulo nel 11>8\, coslitUJscano una pt·ova evidcnl.&

dclre!òatlezza ùella t-ua teoria sul glaucoma e dimostrino un modo .Jeci~Ì\'0 che il corpo ciliare non è soltanto un gauo dì accotuodazione, ma una specie di pompa o un ruore linfatiro d~!'hua o li t'iOu1re i lifJuidi superflui della camera ant~t·iore nel !'bll'ma venoso.


~97

RIVISTA Hl \ ~ATO~IJ A E FISJOLOGIA - - - ? .• ...0-- -

ldueDS& della esUrpasloAe del f egato sul ricambio m &· tert&le. - O. :\ft:.KO\\ sKt - (A re/t. tut· e:rper Patlt., ecc. XXI, ,, (rcn.traib. Jur d re Jled. WisHen~>ch., N «>, :1886}.

Il dolt. :\linkow,ki lta in fiO oche abolito il fegato in parte con l'allacciatura dci va~i atl'erenti in parte con la tot.ale e::-tirpazione. P er· 11011 ronfondl'rr l'orina con 1a fecce fu allaccialo l"in!e::;liuo r·ello immediatamente sopra la cloaca. Alcuni flllimflli vi,.sero fino a :W tH'tl dopo la opet·azione ed e111i::;cro, H\enòr) bevntu molLa acqua, fto o a 600 eme. di orina in 12 on:, lltentr·H le oche sauc di' ;j a ~ chilog. di peso separnno 111 tloùtci orti "oJ, 7!l-IOO eme. di orina. Dopo la ehiu,.ut·a della v•ma porta Jcl fegato LuLto il sanJ:tue tle~li m·gani arldominali deve alll'uversare i reni, quindi la velocitit dC"llf\ Cot't'elllr· sanguìj:tn~ e perciò la qttantilà della orina aurneulatw. l lopo la e::clirpnz.ionc del fc~ato l'orina et·a ~empre actda uuchc qullndo (cosa nou rara} er·a antecedentemente di reazione alcalina. Dopu la e!:ilirpazione del fegato l"azoto separa Lo in 12 CJI'e per \'W della oriua scese a 'l. o a '/ • del valore pt·ima v!S,•:r \'Ato; l'u«cila dell'acido urico che nella urina degli uccelh rimptau.a I'Ut·ea c cue Jopo l'alimentazione lo ~rcll2 ore 1,:!-\,:::. gr. so.:ese a o,n~0,<>-25, ossia a •/ ,. 0 'fu CO!>tC aé r arJ•rcsf'uta ,.olo ::-l•;. di lutto l'azoto. Al contrario la separaz.iollt' dclln IHnmouaaca per mezzo della orma che ordinat•iamMlc rappre~cntR !1- !) •;. di Lutto l'azoto aumenta talmente elle nellA ot·wa l<eparala dopo la soppressione del fegato, 5(}-fìO "lo dl'll'ttzolu \'i apparisce sotto forma di ammo· niaca: quc,Lii ft·n i cu~lrtuenli Azotatt della urina prende allora 'fuel pustn ehc nor·malmente spella all'acido urico. Dopo ciò non ò a dubiture c·he anche nell'oraanismo deU'Ii uccelli l'ununouiaca i• il primo elemento dell: formazio~e


RIVISf\

~lell'acì,lo urko o chi! la lrasrorma.zione sintetica 1111.1.Ca m aeiùo urico può ~olo elfelluar1"i qnanùo è ' l ) lo il !'egah1. Quanto alla pi~cola 'JUanlitù di urea che nella ori nn no1·male degli uccelli. l'autore. ,·iene alla co l!he pt•obabilmenl~ que!"la ,yuanlilà per la ~oppt•e:;"ione fegato non c;ubt!lce notevole oltera7.ione; cd 1 d<>lla ~~·cntinn . :-\(• la leucina. nè la lir·oo.ina pole,·ano --lra~i nella orinn dopo la ~'3lit•pazione tl~l fegnlo. 11 tuenle principale, in c.a~i favorevoli lino alla melil, ~ielle lerie >-olhle d~lla orina, clopo la P<;tirpazione del l"aCiolO JalliCO, tlt•) 4UillC in 12 ore ne "C'IlO ;o;Pp8Tàli !3~1 !!l'aromi, mentre nella orina delle oche in stato l'acido lattico non è •limo<:<lrabile. La quantità dell'~cidll li co uclla orina sta all'ammonia,~.a come 5: l; de \"l~ quindi ,·ar!>i allo ,;lato di latlnlo ;J'mnmoniaca. La maggiM di acido lllllico era sepamla dopo l'alimentazion~ ra più piccolo allo :olalo di rlìgiuno () dopo ralimenle~io nn irlraLI ùi carbonio, sicchò lo origine ùe\1' acido lattir<1 ricerrarsi nella !'\Composizione negli albuminoidi. Lo z non e tlimoslraùile nella m·ina normale anche riunita fe(~ce n~>ppur•• •lopo la soppressione del fegato; solo »gli animali p1·ivali •lei re~t~lo erano somministt•ali mente ali idl'ali di corbonio (2:'l gr. ùi amirlo e 2~> gr. di chero tl'tlVO) furono "eparati ron la orina Q.:l-1-,2 gra /.uccllero. Uopo la PSltrpazione Ilei regalo l'orill3 non nP.v(l f(uasi punto aci lo solforico, ma sòlo un poco di non 0>-...idalo (neutro\ Dopo la f'Slirpazion1' del fe~ato potè più l'i«conlrarsi nPI 1>angue tracria ùi zucche1·o; da eme. di ~angue raccolto da :1 oche private del reg»to si l8l'0110 e«lrarrP Q,;fj gr. W JallalO Ùl zinCO e cirCO 0,1 Òi dnu e tirosina. Se dopo la estir pazione del fegato si dureva l'ur en pPr la bocca o sotto la cute, es~a si ~M inalterata per la ori na senzo. aumento nè rlPlla n~ d<>ll'aculo urico. Perciò la facoll.ù dell'organis-mo def'li celli di tra-.forrnore l'urPa in acido urico è collegala con prt·!'i-.tenza della fun~ionc tlel fegat:o. Le oche private f,>gato, alle quali s'inll·oduce epidemicamente la gltcor.O.Jiia~ l'a~parO!!ina c::eparano :1 o 6 volte pi(t •l'ammoniaca di . .......


Ili \ ,.\TOYI \ l· r!SIOLOGIA

t0\)

animali di;.!;IUIII Ln I'Cazìonf' de;ia orina ~t'a sempre acida; all'aumenk' dell~1 on•m•)niacr. curris pomleva approssimativamenl,.. raumE>ulo della -.epnt·azione •lell'aciJo lallico. Dopo cio c mollo pt•obahi!e che n;>lln lt'a"'formazione llegli aciJi amidici di'Ila -'Pr!t> ~l1b!;n dtlpprtma !-'ifl separata l"smm0niaca. la quol co-n puo anche accader,.. al Jituorì del fe!tato. Jn.iJo\"e la trn-formaz.ione ... jnletica dt>lla ammoniaca in acido

ur1c0 è <-olo pO'"'""ihilc con In eon!': ... rvuzioue della ìunzione ,Jel f.:-~ato. cau ..a e"""t'IIZiolè th·lln morte delle o;;J,e pri'"ale del fc!tnlo l'autore crede che non "-Ìa nè il raffreddamento nt• la periton!le, lllll I"Rlli\,~ÌcametilO pCl' prodolli veienosi ;Iella ~compO'-'JZIC.II " rle!!li all>uminoidi specialmente per l'ammoniacA.

D sangue nella leuoemla . - ( Tlu• Lane· Pt, ft' hbraio l ti87). Il doll. PJ•us, o>~;.ervf!lut•e pvlacco, av()nùo :;tuùiato la compç)sizt(JIII\ 1lt'l :;aug-ne in <'inrtue casi ùi leucemia, sl'.l'i\'e eh~ l•!l'l"lulli oli leucin11 ~~ t+•cnnll'tultJ esc;lusi \'&mente nella fot·ma Ili leucemiu lh:..:ompal-!ll!lle dii •·nllo~ioue delle glandole 1n ~ent•rttle, il Hlltnct•o fi,..lle pi&!<lr~ di Bizzozze1•0 è molto conl"idP.revole. Inl'nln' i cri'<lalli fil ,Cill:lrcol ». ili Xeumano non "i J'J""COnll"tllh.l <.;he rf!J'fltnentl·. l mo\·imenti dei corpuscn,j biar•chi "'011P mollo aurnentnti. F. S.

JUoerohe aulla influenza del batterii nelle ferite per operazioni ooullattohe . - H h. 'APP. - (.4.rcltir. 1, ,. Auyenhe11lwnde .\'l'l, P:.ll!. lG:-). A rlimo ... trarè COllie 11 COI'"'O 1Ji UIIU le!'S.8 ferila neJl"oceiJio po-<!>ò vt"nire nocintmuule interrotto dalla iniezione, intraprese il dott. K napp una ,.et· te d1 opèrazioni nei conigli condotte pnr tnl nwdo clte l'un oet·hio operasse con mani cù l!llrumenli ~•etti_ e nell'alt!"O, o a mezzo della operazione od m altra _gu1sa, HlOf'lllas"e una :-chiella cultura ùi slaphyloco~:cu~ PIO:.!f'll\1!'', auren~. olhu>< o ;'Ìll'eus, di bacillus pyogenu~ foehdu~ •> di c-occu,:; d<:lla osLeomielite. r.omC'. twgli occlli, n<' i quali lo operazione fu governala con


300

Rl\'lSTA DI .\:'\\TO~IA E FISIOLOGI.\

i rigorosi roelodt di netleua, tulto ando a second:.>, in artificialmente inoculati con materie infettanti si svii molteplici e gravi ronseguente. Onde è che dalle dello Knapp risulti ati evidenza la deleteria influem:a dei croot·ganismi sulla guarigione delle ferile per operazioni tahniche. F. S.

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RIVISTA OELLE MALATTIE VENEREE EOELLA PELLE Sulla aUlllde oerebrale. - St::ELI:"G~flLLER Wochens .. N. 4't. 18Kl\).

La sifilide del sistema nervoso, stando all'o~servazioni Seelingmiiller, sarebbe mollo frequente, e non solo manifestazione del periodo tPniario ma anche associaUi primi sintomi dell'infetione (•'sanlema). Il sistema nervoso comincia fin d'allot·a a reagire contro il virus lilko e 'lueste sua •·eazione esso la estrinseca special cl)n due sintom . C<:lfalea e in::;onnia (iperemia del cer, ello degli invulucl'i analo~a all'tperemia cui vanno sog'~elle purti cOLne roseo la, iniezione tlellu faringe, albuminuria Coll'aggra"arsi dt 'JUe~la ipet•emia cet·ebrale possono i gere gravi sinlomi, accessi di vertigine, allucina?.ione, !"turbi tlei sensi, passeggere paralisi dei muscoli oculari dPlle parti innervate dal faciàle, disturbi d'inlelligenza, ddla loquela. eccitazione maniaca oppure completo stupore. La grande fugacità di questi sintomi e la mancanza di ogni })erto ne.croscopico fanno e~cludere da questi casi, l flnatorntche f!t·avi, sembra che in questo sladio si ren1la sibile anche riperernia de! fontlo oculare. Altr i sintomi ziali per p&rle del sistema nervoso sono dati dalle alte dei fenomeni rifitlssi della cute dei tendini. Prima e du l'eruziune dell'esanl·•ma il riflesso lendineo e cutaneo é quanto esagerato, e dopo compiuta l'eruzione rito ma


ntnSTA DELLE \Ut,,ATTI~ VJ,;:\ERRE E DEU.A PELLE

:Jot cJ

male oppure perc.cwre u:1o !'-tatlio subnormale e sollo nuove eruzioni dell' esontema nnclle il rit1esso va soggetto ad au-

mento. Per d:;uar.!o alla ir•,;m·~cnza della sifilide nervea con subr::trato anatomi..:o ,-embrA dtll la mecle,ima si manifesti da tre a dieci anni Jopo. ma potrebbe anche insorgere eccezionalmente pii1 pre,to eiol· alcune -<etlimane dopo av\'eouta l'infezion(>. La !"itllhie lateute può rend&r"'i manifel>ta ed esplicarsi con una affPzione «pecifìca del g;.-{ema nervoso sotto l'influenza •li lllOil" <'au-.e predic:.pùnenli Tali «arebbt>I'O: t• Di~po!;it.ione el'erlitaria aìle malattie nervose. :!." Traumi delln testo. Que:-li possono .Jal' occasione ~Ha compar!'a dE>lla ,.:ifìlide cerehrale me1Jianle la commozione oppUI'H provocmulo d~i pror~ssi IIO::.tislit!i negli orgaui contenuti nel crnnio. Pe1' provare che anche Lraumi in apparenza iusignifkanti po~;;ono t'"'!';ere r.ausa tli gl'ove sifilide l'aulot•e riferisc1.1 il ca'!o ·li un n1·gozianle sui \5 anni il quale a periodi diver:;i nYC\'O sc·fTcl'lo di ulcet'O Juro) di roseola, di fa· ringite. di nenolgia d·~ll·auriculo temporale e ùel piccolo orcipitnle. J;~intomi lu'ti eh~ s('omparirono sotto l'influenza di leggera CIII'S "'!•ecilìco. Dkioltn nnni ùopo l'infezione. egli riportò un le!!gero colpo nl copo e all'indomaru gli si manirestò entiplc~iu de~tra c paralbi del faciale: tali sintomi svanirono mediante ft·izioui met·curiali o u~o interno di ioduro di pOI.a!'SiO. • .-\llre c~mooe predisponenti sono: 1" L'RIJU!(O 1\ì alcoolicL 2- lnnuen:r.e P"icluchc. a• Strapa7-ZI fisici ed Pcce.... i sessuali. Le cl_onne ~0~10 C(•lpite dalla <-ifilide cerebrale piu rar1unenle cl1e gh uounm, Cf>l'lamenle per il motivo che vanno meno soggette Alle :<umm.:>nzio11alo: cause predisponenti. Il suh~trato anotomo-palol<'gico della malattia consiste nel l~uMrB ~ililiticQ (gomma) e nEllla affezione sitìlitica delle erter1e ct>r•.-.b1·ali.


1\1\'ISL\

Lo ;:;edc Ol'llinAt'Ìtl ù~lla gomma e la superficie co dd cenello. sp!:!cialmeute la re~rione motoria, p1iJ di tumor•' si ror111a alla ha'<e in Yicinanza alla sella l1 Quan ìo il lumora si e:5tenJe in supet·ficia ."i lta la ~ile ~otnmo~a. la formazione dell<~ !romma ha luogo riamente !'ulla pia madr·e ma può anche aYYenirè sulla madt·e •:oe;titueudo co:-;ì lu pachimeningile ~ommosa che ,..oJito fa poi pac;..ag!!ÌO a.J, altre membrane ali•> Ae..,,o n~!! o.

L'affezione "ifìlitico ùellc arterie colpi~cl"! di preter·~nza

.tu·ntuaiCtOnì della carotido>, piu di raJo •1uellP dt>lle basilare

e

In lll<)llì C8"-Ì di encefalopalia sifililica non ;:J lro\'nla .::unn malet·iale alleraziont>. Secoudo Huebres la ma Joartè di fJUesli casi, riguardo alla sinlomalolog-ia . grand•' r as!'omi!::;lian:la colla demenza paralitica a u1vllo rapido (•ia due lì no aù olto me;>i;. L'afl'czion~ d••l cervelln e tlt'Ì suoi inYolu··ri pnl, ven ir "'C'itulu uuchc in '·ia sf'conrlat'ia lla una sifilide •Ielle o::;sa

crnnio (curie e necrol'<i). Noi rlovremo sospellare di lO!'loclté in un intlivlduo non lubercoloso i sintomi coincidonn ron ur1' am~zione non traumatica delle •1"!"1l I:I'HllÌ•l

'l'rn i siutomi della lue c(>rebrale noteremo le gia nnt~ la ccfuleu, l'insonnia e le vertigini q'Jali fenomeni in &l Anehe m•1llo spes;:o precursori delle ptù g ravi a :-itìliltch, Ù"l cervello. Ln cefalea im·arll~ con violenze l' dtnat1P., ~· e!'act?rba nella notte ed è molto ostinata . non corre!!'~e punto coi narcotici anzi taholta peg~wrs ma facilmente nll'uso di io:iut'ù Ji potassio. anciH~ in piccole Dalla ,..,·at·iata ed anomala sinlomatolo;ia della lue..""·"M''MU l'~lllOre ha I'ÌI:O\'Ale alcune forme tipiche fnt·•·P-Ia t·ic.ono,.. ·et··~ nei sin!!oli casi. E,..cnne l~! pl'ìncipali: 1• l•;pilessia c.on disturbi psichici, paralisi in,..,,.. ,...-,

(t•at'ttmcntu parai bi ùi ner,·i cerebrali) e stato coma\o!'O minate 1li l!t'<!ve tlut'itla. :2• .\.cre«!'li v~t'i apopleltici con susseguente emi


UF.I.tt: M \1 ..\1'11~ VH\EIH.t: E DELLA PELI.E

~W:}

fen omeni u·rilntori 111 una mota del corpo, paralisi di nervi cereLt·ali, at'o"'lR, ::Ialo >~onnnlcnlo.

3° l.lt:>rnenzo pRralitJca. Lu d.agno~j. ~"'tl'llzionl:' ra ttH dall'anamnesi, di "oli lo mal '-ICUI'O, c dall'f1smne del corpo, SI ilasa .;opra i ~egueol1 dati. I..."ahito c"Lerno di <JIIP!"li 111f•·rrui pre,cnt.a qualche cosa di <'flrallerblico. l·~c.:si nelle loro m ovenze, nel lor o incedere >iÌ mo«lrano nct:o8Ciali. ca>;canli, incerti, tlos<;l. ed i sintomi morbo-,;i cl1c h ofJiiggono ho n no 'lue:;to di r..antlle1·istico che si spte~ano non completamente, w n si pre::cntano sempre dimezzati o parzieh. I n qnn11Lo ello lcrop1a l'aHI•JrH non dice alcun che di nuow•, ~~ puo auolLai'O o d ut••toJo dello frizioni col successivo ll·allamenl•) wtiwu. opput•c lu due cut•e combinate quanJo \'l :;t.:>n(l "iulon.i :;:t·nvt o IIllllaccio>'i. In :.:cneral.• !>.'impiecauo g1oru:drnet~IP ~In .j. a ;, p•utmui eh tuercurio per frizwue, quest.e :-1 dowono }Watirm·~~ •;nn t:PI·te cautele. cioP far prendere fil HIRIHto dnpD --~i ft•izioni ur1 bagno 8nspcuù••nùo l'llpplicilzirllle del met•ctu·h· !•Cl' qncl giorlln. Il m!IIHLr. de\'1.' rlt8(Jfll·re, po:;~ibiltmmle tlt tlue camere alln ,copo tli ~nù;•re di buona aet'i'llzione. Bì.:ognu che tl 1110lnto abbia molta cura dt!lla hocc.a, del llrtl'U l'della rarouge CO} fare Ù'R~JU'mti 18\'iiCl'i 8 g'8l'g8rbmi con clorntn di pou,ssa, c deve far u .... o di "'(l"'tanzioso vitto in 1 nmtitit rnod~rnto. C·lUWU\'ante della cut·a rner·curiale "'ara la diaforetica con l!alc.:npat•izlia e the l} com(• unn "ucce,..,_ioJJe si darà il toduro fil polas ..... o a do~1 elevate (~rt,.cenll e decre;,cenli Se lo slurnaco _s1 riLella Rlll) cut·e del iodui'O d1 JtOta::;sio :;i .accia preu· d"rt- si. 10duro tli e:odio. I_J uaudo vi ~ono ~inlomi pericolo"'1• ep1Je,.~1a, coma rtiPvnnlc ccc.• :-i adotta la f'll r n tl'nssalio di f.'ornier ~' ui Chnr<·ot l:i-10-15 ~~·nmrni d1 11n~uento cinE>reo al :.....o r no cou ioduro di pota"~in da ;, ad x p-ral'lÌ pet' bocca e per cJt,.ter<'.


RIYJST \

La forma bollo•a dell' erusione jodioa. (Centra/b. fìir Chir ., N . .+3, 18RG).

:\ioRR<IW.

Tt•a ~h esanlemt cutanei con'-'Pculi vi all"u• o interno l'iodio quelli a. forma bollosa !~Ono i più rari. i\lorrow e opportunità di os~er\'&t'e questa forma due volle, ed 111 alle propl'ie osservazioni come a '[uelle rP.gi<>trat~> nella dica leLtet•atura stabilis("e le se~uenli m&S"'tme: La fot•ma bollosa dell"esanterna iodico è relatiYo rara. Più eli fre1yuente czono colpile dall'esantema la il collo, l'a,·ambraccio e le mani, più raramente il tronco le estremit.a inferiori. Lo sviluppo dell"esanlemo sembra non sia dipendente dalla quantità del iodio introdotto. Infetti é veduto comparire tanto in seguito a dosi cleboli rorne 1losi forli Nel primo raso sembra che razione del meJ mento l"ulla cute sio rollegata ad una speciale idio~inc dell'indivuluo e d'altra parte la patogenesi de!l'esantema, nel ~econdo raso, ci è parimenti oscura. L'eruzion~ si maui r elati,•atnente !<pes~o 111 quei soggetti che sofkono di qua affez10ne o del cuorP o dei reni. Pare che f'}Ueste a non costituiscano una mera coincidenza, ma !~reno rea! Rllrettanle cause determinanti dell'esantema. Perciò b ;.:-nerà agir,.. con una cer ta prudenza nel ~omministr•are ioduro Ili potassio ad infermi che presentassero sintcmi complicazioni morbo~e per parte del centro <-ircolatorio J"oppa rnto ur opoietico. Eruzioni arsenicali. -

~iORkOW.

);. 43, IR86).

Mentre l'uso estel'no dell'ar~enico provoca sulla pelle terazioni che non ~i possono assolutamente dalla dermatite prodotta dall'appar izione di mezzi irritanti, rorme ernttive più gravi sono da attribuirsi probabil ul riassorbimento dell'arsenjco nélla massa ~anguigna . Ta eruzioni somigliano perfettamente a quelle che noi vediamo 'nsorgere nell' avveiP.nameoto arsenicale per via inlrrna. l vari preparati ar::;enicali non si differenziano essenzial l


DEIH: \1 \1..\TTTE VE"\1::1\F.E F. OELI..\ PELL~

:3Q:j

nella loro aziune ,..uiJa pelle. ::\lorrow valendosi oHreche delle propJ'Ì~' M;;fH·vnzloni, nuche eli qnRile tii altri autori passa in ros"'e.!!'nn lA '\'IH'Je forme d'eruzioue ar-.enicale d!><:Cri,·endo lo forrnn Ariternalosn, la papnlu"a, l'orticaria, la "escicolosa e la pu><lolo"u: l)llt'::<r ultima 1'8ppr•"'8n~ c:pe,.,o il periodo prodrorn1•~o clelln r.nt-nltet·i~tico uk.,ra ar«enic31e, Tra i fenomeni d1•· pl·o,·ocn l'nr.senico ~;olia sna azior.e nellA pelle ~:e ne vien notato 11110 ll!O"'&i int'.!L'e<:sante e fino arl ora sru~­ ~iln all'òs!'l'l'\'8l.Ìolle d('i pt·fllit·i; ~onsiste ~"'~0 in uno <:pecit~le colornrnrnlo g r·il!io o bruno d t> i comuni in te!!Umcmli che sl palesn in ispeci~ al volto e in ali re parli clopo un uso prolungato di'l mPdiMmento. Qtw<:to colore prenderebbe •!UillchP analogit1 ron quello del morbo bronzin•1 l'Addison. l'er•') dopC> so~pO!IO \'tl!'-0 nel 1'81'1118"0 t>~SO !:'i dil<>.gUa [Wl' tle!'lJilfllllOZÌOne nf'l p~riodo rli rpwllro !"•'llimane. Que!<le allt'l'azioni pi~?mentali !-'llrehbero prec·edule di ~olilo rla eritema. :l.!or•·nw opina chf' ln pre~rmza clPil'arsenico nella ma~sa :-<an~ui~na induf'.O di<:turbi rJi circolo nei capillari e nella nnli·IZinJm ti Alla ente.

Rl VISTA Dl TERAPEUTICA -~·-La autiplrtna uell& tisl. -

(The I.anr:et, rebbraio 1AAi}

Ln onlipir·ina si é r·ivelato Hllll Il Yarii u~i terapeulic1; wa, qualora il l'<Ucce~so riferìto d11l dott. Zakrzhev!'ki nel Ru.~.~imt -"•-Itlitary .\fedicfll .low·nal ~i uv valori rlella conferm~ di Rllri prat1ri. q~~«ta droga verrù ad ~'"'"Pr.~ ri_!:!'uardatll •Juasi qnale uuo ::pec1fico. ;\feutr,. 1=:oll<) gli or•linari metorli ni trattamento la morlnlìtu dt>i li~iopllzi .. nlì neiJ'I)spedale rli Hel~in~fors era del &OV., dur·:lllle :.rli otto rnesi, nP.i 'lllali fu praticato il lratlm~wu~o nl!a onli!JÌl'illn, nor1 un ,.oln rAJso ebhe e!;ito !Pto.le, r.lu:, dr r·r.ntro, molli inl'rr•mi ne lrn~~ero lal decisivo migliornnllmt.o do uvcr• TIOlnto rt'lsli tuir si n Ile lo l'o case. L' a~torA

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Rl\'lSL\

pr~fcrisce granderocntr· il meto.lo ipodermico. dal quale '"i ot• tiene retl'dto in meno ùi un'ora, mentre, amministrala per lu via della bocca, J'nnlipirina non esercita azwne di ~orla prima di una o lr(~ ore. L'azione della antipil'ina si l:'piega nell'aumento 1lella forzH delle contrazioni cardiache, fionde la ele,azione delh1 pr!!:-,-ione s angui;;n!l, ciò che Mgli inferm i di ti-..i abhassn il pobo, ma :nammai lino allo s tato normHil', come pure abbassa e rende più profondi ?li atli •·e:;pirato•·•i. al tcmp,, ;,te--so che ne t•isentono in me,.:lto le funzioni dtgeslivc. ;:-.;on occorse osservare albuminuria od altro ::;u~no .li (li-;Lurbi renall. R1guardo alla dose il dotto re Zakt•tltevski trova che la si debba re~olare proporzionatam~nle alla robu"lezza degli infer·mi. l n un tisico, lutlo1·a per· feltamente nel t•e;.;lo robusto ad ottener-e il migliore eJTelto fu n('r:es-.ario uua inliera dose di ~10 grani; mentre in pazienti mollo ùt>bililuti dal lifo diec·i o quindici grani furono rlel tutto sullicienti <'d iu casi, nei quali si svevà deciso esaurimento, ~~ cou,.:k\lò q\Jl le la meglio cortsigliabile la dose ma~sima •li ~:-~eclwi l> dictasselle gruni. F. S. ·

Tra ttamento della. emioranla. col m ass aggio. ~'Vf,•tl. \rochenli., ùecembre 1886}.

(Deut.~.

Lo studio •li un g1·anrle numero di emicranie ha tratto alla per~ua~ionr. non avere di frequente il dolore Ol'if!iue cen-

trale, ma e"~et•e le~alo a locali alterazioni patologiche. Oit:tro e!'-alle ricerche portale ,.:u di una raggaardevole quanlìtU di ernicrauic ::-i !<ono 1·i:-c:ontt·ato nelle pro,incie di decOI'"O dei ner\'1, che ;.:o,·crnano la rnu:-culalura detle cervico e del cranio, taluni p1ccoli, circosc1·illi induramenti, che cadono a~e"ol­ menle ~ollo la palpazione e ~~ ri\(>lano dolPnti alla pre"':-ione. Tali piccoli nodi, ve,·osiruilmcntP. residui J1 pregt•essi C$tti tlogi"lici, '"ono indovati nedi. !"lt>ss1 muscoli, precipuamente nello "PI•?nio, cucullare e slerno-cleìdo-mastoideo, ma ~i !'allrovano cziandio n E:'I lempot•ale. Perd11' 'luesti nodictni producano JoloN solamente nella melà della Le~la lorua ùiffi;ile dire. Si potrebbe approssima· tivonwnl(' accettare la ozione riflessa: peraltro le l'eciprrJch&


DI JJ::II\I'El nCA

eomunicazioni dei ,Ji..,-~t·,;i liPl'\"i periferici sontl Lrùppo ipotetiche eil ancht.! gli nr.cPrtali llir·dli rapporli tra il simpatico cd il tl'igernino non ~onc• ~ullid~>nti a ,pie~are la occorrenza ~n Ji,;COri>O. Co~ l pure lm t ullora a produ~i la esalta prova dello conne.::!>iOlltl !Iella emicrama con pr·eceJenli motlificazroni patologiche. A-,sai pr·obnhile é ~itTt~lln c..onncs-sione se sr considerano i ri-ullaLi -;lrMrdinnt•iarnente fu\"ON\"Oli. elle si sono raggiunti col :::_uddellc• metodo dr cur·.a. Dei lrenlasei casi as<:oggellati dai soli Delohye c LecrO,.liier, ::-ictome riferisce il MendeiSI)hn. al Lratlarnento Io,.ale mediante il massaggio laluni pochi C(•n:;;cf:"uirono rimarchevole immeg:inutenlo, la mas~ima pnl'le apprlJÙaronn n cowrleta guSl'Ì!!ÌOOf'. Con Il mas!"oggio si anJo.r,JnO ri.Juc\lndo i mcn:donaLi inùuramenti fino a complei;.J elimlllAZiouc e venuo conternporanev.m~nte d~bellalo il d(Jlot·o. Lo atlnnlauumenLo ùei lu!Jort:'1li non è. per fermo, facile, ctl il IUU'"'"ap-gio deve spe:-;so es5ere continualo per un m~""• perelteo, giu:;Ln alleudibih usser"azioni, con esito siClll'O.

F.S.

Terapia delle gra.vl Pllra.llal a mezzo delle lnjezloni dl •ntonlna - l>ull. Bu\SCH d1 B•'tlino. - (D<>utsche J1etl~cn.i~he Woef,etll1t:h ;•ift. decembre 188H). G·Jat·ito dulia dlft•>r•ite, onde et•a ~lato altresì affetta la madr·e e:ra Yl.'llUlo a rnm·te un fr·atelliuo, cui neppm• la trach:otomu~ va!<~e a "llh'Ar·e, un fanciullo su i <.:io:1ue anni ùopo me.:-lto che u:-r rn l!:;e dnlln manife"lnzione infettiva sì rezge,·a t1 'tento "'Il i pieùt. Pi11 oltre la ,·o.;e si fe' nasale eJ iui; 1telligtbile. una porzione delle be,·ande erano ricacciate per· il n~:;;o e rnnn nuluo l'infermo ~iunse a lale mal parlilo che. pm non JIOlE>ndo ~OI'l'l'ggere diritto il capo. questo 0o-li ricade"---e Ai•bandonalo '<U) petto, CllUOV~s.,e a dìsao-io Je br8CCÌ8 . ' . o ' s_t aalll_en~a!':~C dt. tl!«lnrbi visivi. Come si vede, campeggia~ ano ta:lt pm·allllt't per c~tenc:ione e funzionalmente gravi. Appug-~nalu ad unn dieta Mrr·obot·ante imprese il ùoLl. Bl'asch la cura colla :stricntn», ch('l venne iniellata alla pt•ima volLA :alla rlosc dt O' 001 ' el evand o1a po1. a 0,002, e st. praltca . vano

~


lll \ 'ISTA.

le iniezio11i •!UU!':i giornalmente, fino a raggiungere nell'in cura il numero ili ve:uli. La miglioria, iniziatasi a br eve di· stanza dalla pJ•ima iulCZIOile. anJò per tal guisa accentuando:-i che nel \'Olgere ili un mese, dissipatasi Of!Di traccia di paralh-i il f,wciullo tornasse in rigo:?hoso fiore di salute sccvr& la cura .Ja O!!ni apparenza di intossicazione. F S.

Il calomelano quale diuretico nelle malattie cardlaohe. - (Deut:<. Med. Woclten.s., decembre 18-<7). Pur ndopralo eia tempo immemorabile con 1e pii1 !"va1·iat& fo1·me moJ'bO!!'II! il calomelano venne solo di recente di retto alla terapia delle malattie car diache e~! in quello stadio pro· Jwiumcule quando, declinando il compenso si fanno più ab· ho11danli p;li idropici versamenti. Si l'iconosce dunque a quel'toprepal·ato allo virlualita diuretica accoppiata ad un& direlL& nz1onc sul funzionamento cardiaco sì da vale1•e quale il mi· gliore dei succedanei della rligilale, specie allora che a q uc~l& th•ogu debba ri11unziarsi fl scopo di evitarne SO\'erchio uceu· molo. Il prof. \Yagner di Budapest e lo Sliller di Yienna. mollo si lodano di questo preparato, dal quale hanno ollt:!F. S. nutr, risulloli rìiut·elici veramente sorprendenti.

Un caso di tetano traumatico curato colla asportazion• della oloatrioe e delle parti clroostantl, rer Mo., r '\GC <·oTTI:IilLL.

(T/te Lancet. ~jennaio 1887).

Ss lrflttnva cl1 una lacerazione al polso destro per l't·tim-

nwnl•l di uno ~peccbio. TI tetano comindò ad insorgere a tli!>lf!nza ili do,lici ~tiorni dalla lesione con difficoltà alla ma· :-tira:.dOnt' accompagnata da dolori al do.r so. Il rapi lo a,·unzal c dell'infermità com;i~liò all'infermo l'appello al metlico, che !!li amministrò la fu.va del Calabar alla dose di due ceu· lil-!1'8llllllÌ di cstrotlo ogni tre ore. Pur pt·o,.:t:guendosi per qualh·o qiorni in questo lt'O.llamcnlo, i l:-intomi l'i f!r•ceutuavano ~empre più in magg•ore an~oscia. L'infermo, all' H!>sere ri(·ov.erato nella reale inferm0ria di Ediu•ùnrg•J. w,r,;;avn nrlle segu~nti condizioni. Il ll'iswn t•r&


DI IEI\.\HUTIC.\

rnal'.:'alo, la deglutizJOtW tlitliroltosa, ì muscoli del volto, dell!ollo e dd diJt'sO :;i ula n LeneYano in istato dì rigidita. L'ince:.:;o era harcrJllartle Il no aù obbligar l'infermo a sorregger~i colle mani per non carlcr•e. Egli accusa,·a considerevole ~l o· lo1·o nel ,·ollo, nel collo. nd pello e nel dor:oo. Ln liugua e!'a um1dn. hian<·a eJ impaniata: il ''enh·e sliltico. La cicatrice, a fo1•ma di F, non era dolente alla pressione. Nei p1•imi ùu·~ ~iorni eli --tanzn nell"ospedale vennero prfdi~alt' t~il'infèrtno alte ilo~i 11i clo1·alio e di bromuro pota;>~ico. SiO"ttlto lJ•allamMlo val",.· pe1· :t;rmo. a m itigare la inten~ila (.Ici ,;;inloroi, benché fre·ptenli im;orge,s~;:ro le spasmodiche coulruzioni mu~.-~olari nel dorso e nelle gRmbe. Queste spaSill<Hiio: !JOLevono es~ere dc,;tale J.>t>r la pt'essione sov!'a il nerv•) uluare alle pil!galure d11l gomilo Jel braccio leso, mentre la !lre'-sion•.! :::u ultri net·vi e :-mila stes::;a cicatrice non "ot·liva dft:lln okuno. L'npplicazionP delle borse di ghiaccio olia ;.;pinu parv~ riuscrre piuttosto dannosa. Fu quiudi esperimentala Ullll ir.iezione di un ,·enticin'1uesimo dì graHO di e~erina, ma S•! n~ ebbe tale Allormunle dept•ess:one cardiaca tla richiedere altiYo stimolo 1er vat•io ore. Parve che la e>:el'ina •lOn ec;;crcilusse effetto sul LeLano, e poichè l'aumentata dillicoltll della deglutizione rcnùeYa piu frequenti i gravi accessi d1 (•plslolouo e la rilenzione Ji urina, il Joll. Coltat•ill proceJPlt<! nlla \'U:;la e::;cbione d•?lla cicalrice, esportando una con~ìdert'Vvlr: porzione (li rnu::;eoli e di pelle nello immelm~n dintorno. Il ri:sullalo fu il piu soc.lJio:facente: l"infer·mo eominci(J da allora a mizliorare ::ollo lulti i r1speLti e. a d eccezione Ili un lie\'e attacco di opislolono dovuto alla indiscrezror!e th un vi!<ilalore. raggiunso: rapidamente e senza int.erM.Izrone la ;::unri;;ione.

}Jt!!l

Ben a rll~ioue O!<~Crvu il Colterill che la importanza di -«]Uef:'to <.:~~o "l ba~a. '!'UI feltu della rapida guarigione dietro

la sempl•ce .u!lpol'tnziOne •le . · Ila cicalrt·ce, bench.c la operaz1one fos!>e e."•!g"IIJta dopo venliJue giorni dalla manifestazione del tetano ~ ntl onta , ~!elltl :s·e,.· · · · • •a mva:uone del ststema nervoso.

F. S.


:HO

IIJrJSI \

D trattamento della febbre tlfoide coll'Impacco rre1U..,:, umido e con l'a.lcool, pt·t• H dott. JoHN CL R:\0\\. - ( T he Lance~. gennaio 1887. Ben Lrecenlo casi di febbre l1t'oitlea passarono negli ultimi pochi anni c;ollo r osservazione del Curno\\, »i che il s uo contributo clinico presenli <:ommo valore. ~el trattam entodi truesta f:era infezione il Curnow preferisce ti pacco ft·eddoumido e ne garantisce i benefici effetti pur elle lo ><i applichi con <'Ura e <;istematlcamente, mentre il pacco offre il Y&ntaggio di a!'sere di fae~le pratica e di recare all'infer mo mi· n ore disagio di quello inerente a1 bagno. li Curno w, ollrech& nei casi ad e1evalissima temr era tura, lo ha adoperalo con successo anche in qtt(i 'p•ù gra,, per emorragiA, rtnandG qualsiasi manovra per adagiare 'infermo nel bagno potrebbe riuscire del più grande riscili0. E~li comincio a patrocinare il pacco l'redJo- urnido fin dal 1876 in un caso di reumati;.mo ed iperpi1·essia talmente accentt;ata che Ja lernperalura, la CJUale alle 2, t5 poro. era ùi lOU-S• Farh, monla~~e gin alle 3,5, a 107- 2• approdando poi l'in l'ermo in grazia di CJUesta Ler rapia a completa guarigione. ~el.a febbre lifoide, la asc~>sa della temperatura è più graduale e rtuindi il rhchio di una ra p1da mor·te per iperpiressia non ne stringe co:-;i da pre:::so come nella febbre reumatica. In conseguenza il Cut·now in siffatti casi inpacca :;:olamr11te il petto e l'addome, lasciando liber i la le!'<la e l'estremità. Tale melodo di trallamenlo vuolct essere adottalo allorchè la lt>mperalura si mauti~>ne per cJualche tempo oltre il 103-r.• Farh (vale a dire dodici ore) e continualo fìnchè cade sotto i 102•. In molli casi, ne· quali l'uso dell'impacco freddo- umido è stato diretto a diminuire la temperatura e ad impedirne r au· m ento oltr·e il 104•, il Curnow, sen1.a prescr·ivere stimolantisi é lim itato ad amminb;lrare 10 o lfl centigrammi di ch inina due o tre volle giornalmente, il che egli particolarmente menziona per far presente che non prescrive l'alcool in ogni ca so di lifoiùe. In lal guisa ossia senza punto alcool. egli ha trattato circa 100 casi di tiCoidea ed un numero ancor piìt <'O nsiderevole con meno di venti once di brandy per inlier o c o~&


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Ili JI~IHPYIJliCA

rlcllo malnllio c do..lla cuuvalesrPnzn, pur dicendo::<i affutto cçm~·inlo c-he Ptl in !'lt!-ii e<·eezionalmente gravi deve ammiuistrar.si unu mollo pitt abbondante rtuanlita eli alcool è che iu •Iuelh cii"' P'· rati l'd llJiparentcmeule ~euza speranza è l'All'Ool l'uni~·J I'ÌIIll'dio, l'hP. pu" «ah·arP la vita ùelr infermo. F 8.

Acet&Dallde o antlfebbrlna. - ( TJ,::. Lancet. gennaio p-:8";). :\L R. Lepme ha l'ife1•ilo dì molle o~;:ei'V87Joni porLate coli lfue;..to th·oga Lanlo !'Il gli u omini che su ~li animali. Egli rieono~r.e o qw'<:lu ::;o~tanza uu allo ,·alorP. ocvro-modificatore alla ol•)se di r•trr.a ltl ceuli~l·ummi. mt:nlre at•reca nei pazienti d 1 ~ota!"~ia lo<'otnotrice lo l'l~~o;o allìevamento dei dolvri, deLel·minato rlatl~ amminic;Lrnz.ioni di anlJpir•ina. Al pari Ji que::tn, prorogA l'ahba"';;mn,•nto dellu lPmperatura, mn alla an-

li[,irinu In prerera!-wonn i p!!zienl•, 1wrchè sr.evr-a degli elfetti dì inlos~icamme fnt:1li a pl'n.Jursi allora che la &lllipirina sia :-<OtnllliiiÌ!"lt'AlH ad alle do~i. f<'. S.

n blO&l'bonato dl aoda. nella tonsillite. - (T/te Icmect. ge•waw 1s87).

Il lrnttaruenl<' <Iella arnagJalite colle l'rr.•tuenti applicazioni loCltli al òiearloouuto dì :<oda pt'8tiralo e raccomandato dal dott.o r spaguuolo Juau Giné. 1\ ~tal<> l"olloposto ad un'altra -<'rie di Sa).{~i •ln 1111 allt·o medwn spag-nuolo, il dott. Rovira Y O!iver. il qual•!, Plll' confessando il valore nella tonsillite pnr••m:himalo!"u, l_o ~.:rede 10eno t-fli('ace di molte altre appli~8210fll qllun!lo s1a Il ca«o di ~... mplice affezione superficiale e catarrale. F. s.

La reiiOrolDa nel oondilomt e nel nodi non muoosl. ( Tit e l.ancet, I!Cunnio 1 ~R7). Riporta_il d(•ll. Gachkovski in tm giornale medico russo rli aver· applrceto · qua1e polvere aspersi va in lr·enta. · .la re"'· orcma

quattro l'8SI Òl colttlilomi Rculi a lur occorsi negli ultimi cin-


3 1:?

RH'ISTA

que anÌ1i c con i piu sodJbtac•~rrti r·i~ultati. In un ca,;() rli rneno di trenta ..:ondilomi del prepuzro, uno dei quali del lume di una fragola, una appliNI:t.ionc giornaliera di resorcina valso a riJuriJ nd corso eli una settimana. Anello lu sila mueose vennero age\·olmenlc curale ù.a.lla resorcina. F. s. Effetti toiSioi del solfato di duboislna.. gennaio i~87). Jl dvlt. Clradwick rJfertsce di un caso, nel quale un J(fOO di grano dr solfato di duboisina, inslillata a scopo di esame per nna calaratla senile, cagiono per piu ore delil'io, lasci11ndo il paziento afi'atto inconscio dì 'JUauto era occor ::>o. V' era grande ,Jeb<Jle.:za mu!';colart'. Si opinò che la l:uscettibilit8 per •1ueslu dr·oga rag~runga 11 ~U() maximum nell' tlli:l vec· elia e c·hu lu simiglianza lrH ()Uesli sintOmi e '1Uel11 della atrofia senile conosciuti popular·morHe sotto la denomiuazione di rammollituenlo cerebrale, po:>s!lno suggerit•e di ~ Lare la sua aziono nello spasmo delle ar·teriole cet•ebrali. F. S.

Un nuovo anestetico locale. - (The LA.m.rat, 1886).

La d r 11mina ò il nome di un nuovo anestetico locale di .\ ustralia, sco verto e descritto dal do lt John Hl'id di Porto G~rmein nel meridrone auslralil)uO. La Cuplorbia Drummonùii ò la specie del •;ucco lalliginoso, dal quale vemw preparato l'alealoiù·~ drumioa. È nolo e::.ercitare l1 c.ocuina un'azione mista su i nervi motol'ì e sensittvr, promuoveudo in primo tempt> eccitamento. Di contro si dice avere la drumù1a un elfeLLo quasi eschlsivamen~e pttraliz.zanlu del sensorio ed estraneo ad ogni eccitamento. f"ur·ono praticati esperimenti su i f(Hlli e sulla lingua dell'ossertore. La dt·umina inieltala ~ulle gembe dei predetti animali causò s tupore generale, accompagnalo a marcata diminuzione in appar enza di tutte le for·me di sensibilità. Applicata sul.l&


111

T!WAI'~{jl!CA

tmguu, sulle uarid 11 sulla mano ùell'osservalore, la risullatlle èlnc;;tcsiu si aùdimoslrù uncora phl marcata. L'alcaloidè in •iisr.or'0 mon c,.,ercila nzione ::;ulln pupilla, e piccole do!'<i ammini,li'Hle inlerntunenle,non Jli'OLlucuno effetto costituzionale. Venne impic~rnto con ::oucces-;o iu formo di iniezioni succulanee contro In scinli(·~.& e le slogature, rna la esperirueutaztonc ru c:--e;uila ÌIU(ltJI'ft'Llamenle ed incomplelamenle. La d0>-6 irueUatfl :.olio l' t:piolerwidu ru di I{Uallro ~rani in una "'"lul.iono n l ·i •; •. 11 dott. Heirl prcSH~i;;ce un brillante avvenire a questa dr<1~ nel rlo11linm dPIIe wal11tlie um·vosc e cerebrali.

F. S. I preparati di • trlcllina contro l 'alcooll•mo. -

(T/w

Lar!(:eL, ollol11·e !h~).

Raccomnndalu gi(J dalle l'icerclt~ l.eoriche e cliniehe dt t.ttton. Giacornini, Magnu-; ITuso:, Morey, Lecuyé, JAillct, :\Iinuz. DUJIII'diu - Hr•aum~lz, Amagst i preparati ui stricnina contro lll varie formto. deil'abilo alcoolico, hanno avuto di recente l.lOll fcrul~ t l t ra \'Or<•voli!"~i mi risulta menti da distinti pralict di Ru,..;.ia. conH: del Popoli', che ne accenna nel VrfJ.Ch del 'l'olvinoki, d(·! .:\l anns~cin , proics,:ot·odi patoloçcta. speciale e lerapin nella impel'iale accademia medica di S. Ptetrobut•go, dd Par t:-ev"ki. ,icl·ome ,..j rileva dal .'\.Jeditsmskoe Obo;,.enie. J prepat·ati slt•ic:notfli, como il nitrato, ìl solfato hanno sempre favorevolmente <'Orl'bpo::.to, dopo che avevano coroplelamenle fallilo il e.lorulio, il bromuro di potassio, l'o!)pio, ecc.

F. S. L '&llllllolliaoa contro la pu.tola ma.Ugna. - (The Loneet. ottobre 180ol(l).

Il dolt. Leonirlns A vt:ndano del Per ù, che già nel gennaio 1il81ì a vo>n scl'itlo ~ul Ln.neet in làvore del tt•attamento locale dcll'nntracc a mezzo dellu ammoniaca la commenda ora in un giol'~alu mcdi1~o di Lima contro le pustole maligne, delle 'Juoh rou questo farmaco egli curò completamente


Rl\"f<;'L\

en--i i piil "Piccati. Quello, che più dellaalielamenle era !'ull'Rvomhr•aceio di una donna ùi 31 anni. La pustolo aveva destato alta febbre ma l'edema. ed il sore erano profoudi lutto in ~iro all'avil.lnbl'accio o>d Hl nr,,,.,.,n-; la papula em ncr·o in eenlro e cit•con•iala tla 'c!~cicule. etiologia. il r·apido s'iluppo l.'•i i ;.intnmi lf•Cah all'ermanu natura mali!!no della pu~tola. Venne praticata una incl.~to,n8! in croce ed un .pennello c:aLm·o di !>oluzione cwJinaria di mouiocn fu applicalo alle c:•rperficie del taglio. Fur·ouo pre~cl'illi dell'acetato dì ammonia~a e della .,.........- ... di aconito e la ammalala approdò in pochi ginrni a guarigione. AvYi!"a il dott. Aventinno che gli allri caustici, i eonti·o l'anli'SCP, quali l'acido nitr•ico, il cloruro di antimo la pa~la di Vrenna non clil>lr11ggano che parzialmente il cillo ùcll' antr·ace, mentre l'ammoniaca possiede mollo più potente. La. Quilla.ja. Sapona.ria. quale espettorante. - (The gennAio 18871, Il dott. Maslovki bo. uF-ato Ja l'adice rli quillaia giù raccomanda la da Robert, quale succedaneo tlella in va!'i c~si rii differenti affezioni polmonari, e lo ha !"Ciulo un apprezzabile espellorante, contro-indicato quando la emoploe sia in allo. F. S.

La. resina eU benzolna nelle uloeri. naìo 18.!'-7). Il dott. Woskresenski, scrivendo nella Russkaya M ed sull'uso della benzoina resina quale rimedio popolare le nlcer i, afferma di averla frequentemente adoperala in ili un!luento nella dose da sedici a trenta grammi disle ~o tela e r innovato due volLe al giorno, con eccellenli rl">u ..••-~' F . S.


111 TEIIAPf.Ulll:.\

lulla terpina. -

:'l1hlio diuico terapt>ulico del tloll. . G. ~lA DI.\. - (Rici.~ta Clinica t• TeraJ,ettl'"ea, settembre 1Rs6).

La terpina, o idrato t•s::~cnza 1lì lerebtnlina. studiato da Wi~l!C\'S e Dcville, prepnt'Rla con metodi divl'rsi da Soie e

dal Guelpa . .-j pre"'enta in pri"-mi retli a base r0mboitlale: è inoJorn e in .. apora. L·· formolr terApeutiche sono le sef:uenli:

. gr. 1W Ter1 ina • \(j ì.Jicerma S1 ~cio~lic a caldo: un cucchiaio piccolo da caffé, al giorno. in u11 bi,.l'ltiere d'ar'lua: O""! a un ~ramma di lerpiua al giorno. Terpinn . gr. 10 Alcole . . . . . . » '~O Si ~cin:;rlie a lento l'&lore: nn cucC'!JJRI'ino da calie, al giot•no, in meno bir.l'lurrp, d'acrrua 1.necherata, ossia 50 cenlìgt·ammi di terp·nl\ ul giorno. Le pr·r,pt·ieh\ !t>rApf'ulidH•, ~econrlo rl U•pine, cbe pel pl'imo ne sturliò ru)..n, c sc>condo d Sl•P, !'ono: l'aumento di secre zioue e di lluJrliiH clelia mucoso bronchiule; aumento ùi secre· zione nella funzione d~"i reni: avrehhe poi i vantaggi della trementiuo . .,,nza i re!ati\'Ì danni: !]uincìi azione sui catarri in f!Cil~;>rc, azione emostatica e c:edath·a. L'autor·e nello ,;pedale climco .Ji ~apoti ha sperimentato l'uso dellu terpina, ~ rc'nde conto n••l suo lavoro dei riscllali ottenuti, i •Juali '-Ono neaatici; e crede utile la sua pubblicazione. poiche ù con\into che anche l'uso e l'abuso fatto di que~Lo rnl'mc\co abbia nociuto all'andamento delle malattie. Le sue couclusioni, dopo gli Psperimenli clinici fatti, sono le st>guenti: t• A zione sul poll'n, sulla re'>J·irazione e sulla t.emperatUI'B, nessuna;

2" Azione "c1lla mucoc:a IH·onchiale, nessuna (fu data a dose di W reul•grammi, ad un gr•amma e mezzo). Soltanto

gli ammnlnti hanno avuto più ferile l'espettorazione. ~ei li':'ici, e nPi malati di bronchite ct•oruca, non si è osservato, come dice il Sce, nè il prosciugamento successivo dei hron~hi, n(! del! P. C'avet·ne, dappoichè nell' esame fisico del


RT\'ISTA

tora ce, dopo parecchi g[or ni di propinamenlo della i r antoli pt·incipalrnellte conlinuano ad e~serc u midi eJ abbondanza, cosa che raulore non ha mai notato nella nica, in I(Ue:.,li infermi ai quali fu somnuru,-tr•alo rolio ziale eli tt•ementina, nel modo nolo, s1a nell'ucqua calJa, per sufl'umi~i o !!OCcie su pezzi di zucchero. 3" Azione come emoslalico, nessuna. -t• .\zione pella blenorrag1a cronica, ne.~suna. 5" Azione sui reni. A rene sano, a detta dì Lepino, IO gr. terpina nell'uomo dov rebbero agire come tossico pt•od gravi le::.ioni renali. Nella clinica di Napoli, rurono, r er· rore, trangugiati 10 ~1·. in una sola \"Oila da un infermo bronchite cr:onica, e dall'analisi delle urine ratta dal sor e Pt•imaYera, non l"i lrovurono Lt•accie nè rl'albu mina, li sangue, e Cortunalamenle non si ebbero gravi coJns<•!!ueo:ra Sul rene malato dt r.efrlle croruca nessuna azione. 6• ~ella ematuria vescica le e renale, nessuna a~ ione. L'autorE>, dopo questi falli, lascia il giudizio ai med ici. Trattamento della. febbre tlfoide a. mezzo della zlone di aria. fredda. - (T!te Lancet, rebbraio 18-ìi ).

Ora c qualche tempo il doll. :\1. A. Sokololf d~l '""'"""a" militare t11 Krasno~e:>ky pubbh<'ò intere«sanli ricerche un nuovo metodo di tt·allaroenlo della febbre lifoitll'. aveva rimarcato che gli infermi <li tifoidea, ricoverati le lenJ~, potevano respirare :>enza mcooveoiente l'a ria teropertt.Lut·a e che coincidentalmenle la temperatura corpo S~"endeva da io- al livello normale. Donde egli alla cong-ellura che la inalazione di aria fredda poteva impiegala 'JUale mezzo terapeulico. Il dott. Sokoloff portò sue esper·ienze su ,·entitré casi e trovò cbu la ioalaz1on& aria cit•ca a fJ" provorava , più o meno, marcata bencbè l'azione ne sia, come é ad allendersi, meno one che quella esercilaladall'ar ia fredda e dei ba gni di acqua ed a ll'tsle:sso tempo più tr·ansitot•ia. Egli trovò che variava $OllO dstrerenli condizioni, essendo la deiferve~scEtfUIII minima da mezzogiot·no alle (i

u.,


01 TEK.\1'1\rTICA

311

le 10 di sera. r.li etfelli erano meno permanenti ùurante la prima 'luindtcirHI. rh·e1andosi la def~rve~cenza ottenuta .minore di l' ceHlic-ra io e la1e staziousndo solamente per uu ora e mezza o due, mentre P.rano mn::.r:not·i dopo la prima quindtcina , ra.r•ntuHrendo la ùPfervc,cenz& niù che un l" del cen.n~ '"' lifrrnrlo ~ permanendo pP.!' \'Arie ure Si conslalò e~ercitare lim· c i111portnnza la dUI·altt d eli n inaluzione, mentre l'uzic.me dì unn snduta di Jieci miuuli eJ'a ugunlè a <'!uell~ Ji venti . La m•,ùìa piu ncconcia era di doclici a quindici minuli. La deferve~eenzn non era i n l'agione dirP.lla colla lt~mpera­ tura dell'oria in'>pirala. e r aria 8 l;.,rnperalura mollo ba,..~a noa ~ttzh·a in modo alcuno meglio eh~ l'aria a temperatura al1uanlo pili alta, poichè e1·a toe,lieri abbre\'iara la .;;;edula Ji int~lazionr· della pili freddA. I.n dcpre<:-.ione o la eccilaZÌ'liiP. deJI'mfet•rno riduceva n ;:;l)pprnneva l'azi011e anlipit·etl!ca dt•J:r• in!llflzioni. nli etTdti generali della inoloz.ionc dell'ot'ìa ù·ed,lo. si mof:.lravmw uclla d~tninulla fri.l'JUCula d<lllO rel'>pirazioue, in circa ']UOtlt•o alti nl mmulo: .e nello mn.f!giorc profonditi! : il pol:-:o alte ra vo di drca quattro baltulc e si faC0\'B più pieno. Pt'l' contrario la pelle e le mucoso t!iveul&Yano mouo secehe. F.S

8traordln&rl& azione &ne•tetloa locale della oooatna YAtiiCII (C<'ntrallJ. [iir C!tir., e Xetc- Tori J1c 1 Jour., 18SfÌ).

Si lra1l11 Iii un individuo, Al quale doveva arnpulat·c la co«cia, intolleranl~ dell'eleJ·izz-RWHIO lanlo Ja averne dei sintorni nllnrmanti. ed all'i:;.lt:~,.o tP.mpo di ana sensjbililà. algida co<:l squisita che non Lollet·a~:-:e le più $;emplici manipolazioui E.' n~>ppur f(ll€'lle necc~i>ar·ic slla npplicazione del compres~ort! d1 homorr.k.

~no !!OIA inì.ezi~J:e di cocaina ha'<to a calmare tutta quellA pericolo5:a cccilabtlilà, ed il pazienti' non dic un gemito dura~le le ~~~c~e:;;,<ive manO\l't'. ì~ inlere!':,;anle ripo1•lor<! le fs•q dJ f!Ui"·ln anesl~sia della cocaiun. 1'. Tag-lio della pnlle F<cnzn dfJio rtl. 2'. lncisiom~ dt>lle pot·li più profonde ::iuo al-


3 11:l

RJVIS'lA

l'os:50 senza dolore. 3•. Trast:l~sione del membro !'enza lore. ·i'. Niun dolore fino al compirnenlo d~l taglio, ove coltello dovetle ess<lr condotto fuori sulla linea mat·cala della pell«~ . &•. Legcdere manir~sLazioni dolori!ìche nell' abr·asione delll! parli molli dall'o~so. ()•. Il se,::amento dell'osso provocò alle mtmifestazroni di dolore, m'mlre il paziente non t•isenti la r emnzioue con la tenag-lia di una punta ùr osso. 7". l lente fu la regolarizzazione dei brani di sov erchio riccùi a llrellanlo la manovra della sulurs, la le:!ulura dei •a~i e Ìl'rJgazione con ac•1ua CAlùa. ·P er altro l'infermo si ln.uou•a., ..... molto quaodll l'acqua calùa fluiva sulla pòlle. Il cot·so f~rita fu favor evole. L'i nfer·mo aflermava recargli doi•Jl'•J il ricarnbiamenlo d·~lla mediculora che non m• avuto dalla operazione. Per· la pelle si adoperò una "'v'· '-"• ''u"'~· di cocaina all' 1, per le parti più pr ofonde al 1/ 2 per 100

F. S. Del v alore ipodermloo dell'aoldo fenloo. PARI. (Il Morqagni, 1886.

Doll.

11 lvngo !>LUtl io spel'lment.ale fallo dall'autore non ~ quello di dimu~trare la lH•nlà dell'acido fenico, e speciahn dell'cnteroclismn fenicata o di pr·opagarne l'mdicazione solutu, ma invece di ricereare, mediante l'ipeluli esperim ~unir ·~ •1uant~ potessero essere le indicazioui e l'effkaci11 l"enlt>l'Oclisma fenicato nell'Jieo- tiffl, 8 walallia già i o to"to rominriala. Nel primo ca:;o, a malattia i•Jollt•aw. reg~endo le nlcel'i inlel:'linali e tavor endone il pt·ocesso dcalt•izzazionc; nell'atlivo cOJ'So di malallia appe1~a in di prl!venire l'esito ulcerati\'O di-,truggenJo i bacl~ri i •1 nel primo perioJo iperemico della muccosa inleslinale vano l~ conJ1zioui più omogenee per la loro coltura c tit•li\:a:lione L'autore non ha avuto mai ad osservare alcuno d··gli conv~nit>nti che l'acido fen ico suole tal volta produrre, invece osservò la riduzinne, nel decorso dei morbi, •ln 15 a 20 giorni e guarir e taluni cal'<i gravissimi, pel'ché l


31\)

01 l EIIAI'IWTlGA

tctnpt>t·ntul'8, i d i>'fJt·dini ula::sìci e adinamici, ed il tumore di

milzn, ~la\'OIIO in allo a .iimosh•are la tnleusità dell'ileo-lifn. Lo S rarp111i rip('lc ilnwllo del prfJfe.->«ore Rvlmund,fl l'acido Jènieo io nn efldlioo rrnv•dio, P. r1rnt un Mmpliee palliaiico • C COilclUdt' CUI SC:::!\Ièllll COI·OII!\1'1.

La wì~hvr·t

\"Ìii di

:;omminbll azìo11~ mterna dell'acido fe-

nico c quella del I'Cllo; il :;uo :potere antitermico è più prnnto, c durnluro coll'enlt•J'<)••h!<mo. di quello che coi piccoli cliste ri. L'enteroclisma ft!nìcato (:! Il a lilrt) tilolato con grammi 0,50 per litro di acqua di•lillaLa, garantisce dai così detti accidenti fenici, perch& \'ÌNll' prontamente cacciato. e perché l'acido l; CSll'èlllfllU()IIiL' di,..dollo. D'altronde razione ne è piu diffu:-.R, uv:;rllo u~clizzula e meno pet·icolosa. Nei soggetti delicati udlè dunue ù nei \c(Wlbini, lfl do;;e d€">0 esser e Ji gt·ammi 0,:.!5 pP.l' litt•u d'tW'JU8. Per t'\itu1 t' iueon\ènienti, è hefll' usare dell'enteroclisma t'emt;alo ue1 ~iOJ'ni nllt•t•ui, al momento del massimo calot•e, fac.•'n,Jo ~t:>~ull ~ lu ~:ua applir:azìont! dall\r;;o degli alcoolici, dalla lirncm••a ~<,lfuri(!u l' ,];li ruhefacienll al petto. L'ent~'rocli"IIICI l'crllculo è inùicato nell•• 1-'sngerate e pericolol>e rperpit'c•~sio; non ba aziouc "ulla malallia in se stessa pet•t modificando·· pi'El\'l'lll'rH.lO il processo usulcerativo nccrll inle~tini dei tifo~ i, J'UO UCCOl'CIUrC il decorSO Jell'infezÌOn~· e rirlurre il calorcaro~enull'e pc•· !.!iorni con.,ecutivi l'apiressia. Gli ~CI!idcnti di iulos~lcalioue fenica stanno in ragione in\'6N:II dell'attività ronale, e ·lell'u,.:o delle :-midette m i.,ure pre<'.au7.10nah. L't'nlet·oclismo fcuicalo è ~ullìcH'nle da solo a "uarire l'Ileo-

'l

li~

a

~elle t'ebbri Lifouh tt·allate coll' enter·oclisma fenì~ato Ja m1lza fu risoonLrata meno gua!;tu. · A.nch? l'cnl<>rocli«mn eli acqua :<emplice ha valore anlipi~·e.lllco ~~~ ra;!'to:•e IÌI.l'(lltn ùella hassa temperature dellirtuido • m~llato, po::t•ò Ili un~ut·a rueno sen~ibile dell' enterocli~ma femcalo.


llntSTA

Il trattamento al plorato dl ammoniaca delle m;Lla*t;: malarlohe, per il dott. M ARTYN C t.ARK, della miSSIOne me·hca dcli'Amrilsat·. - (The Lnncet, febbraio l8Ri ). l! picralo di ammoniaca po;;:gietlc p1·egievoli proprietà La. I'apeutichC', benchl!, a 'iuanto sembra, non abbia richiamato Lulle le ~tllenzioni, che merita. I caratteri, le pr opri•;lit & gli usi di qne~la so~lanza rurono accuratamenlt' inve~li~:tati dal Dujardin-Beaumetz e da lui i risultati comunicati uila socielit Terapeulica di Paril!i nel1872. Questo sale era !->IalO pi·ecedt!nlemenle usato nel tratlamPnto della febbre ìntermit· te n te .!ai clotlOl'i Oraconot, Calvesl, Asplan, Bell ed altri.. L~> ri<:f'l'che cif)) Benum,.tz confermarono i ri~ullali raggiunti da quP.sli osservalOI'i e dimosii'atono che 10 delta -;o,.;tauz& noi abbiamo un pl'f'Zioso cd t>ffìcace sut:Cèllaneo clelia chi· nino. nel trallamento dolle malattie r.oal&I'iche. :Sembra cbe questo mediciualo Rio passato di mente e da quanto ha poluf.O. rac.cogliere il Clark, non venne mai ui'ato in India. La sua. attenzione venne attratta a questo sale, accidentalmenle, nella. ~egueute maniera. Egli nvevu in cura un infermo, il quale Rofl'r•iva da s••lle me~i Ji grav1 febbri iH!erroilleoli a tipo quo• ticliano. La chinina, rnrsenico e gli altr•i anliperiodici erano~lati già generosamente propinati, ma non riuscirono atl alc un ~ollievo. Uopo du•ci giorni di cura la febbre ricorre,·u ~empr& cruotidianamente e colla me•le:>ima intensità. Fu allora che un clumico del luo~o gli disse di un r·medio contro la ,..,.,,,.,... _·. rirevuto al(·uni anni indietro ma non mai da lui aJ.opo)ralo, e chP i! Clark tro,·ò P.sser·e picralo di ammnuisca. Que"ti :-mnmmi~lrò al suo infermo con risultati assai ~oJ.ùisfatenti: la febbre non torno nò all'indomani, nè dm'I:Hll~ i "'"'."''"~ivi mesi, nel corcoo dei 'luali l'infermo rimase sotto 1ft o~;:ervazione. Da quel tempo il Clark ha sempre usato il pi<'ralo di ammouiaca. nel trallament<> delle malallie malal·iche; ed a lui ::~i ofl'rl a·mpiaopportunità di alluarne completo sA cltè Amrilsar è notorio nel Pnnjab per la sua im;olu!Jrità • J.• infcrmitù malat•iclle vi dominano frequenti e gravi. l'ante il periodo di qualll'O anni e mezzo il Clark lta trattato oltre 10.000 cfl:-;i dì quesl~ lnfermilc'J col d~Llo agente e con


DJ TEJ\APE UTlCA

3~ 1

i più felici risulLali. Ed il successo rispose cosi uniformemente che il Clark in quella sua tan Lo estesa pratica, messe da parte !11. cbiuina e gli alcaloidi di cincona per il trattamento delle febbri iutermiU.enli, Li sostituisce con il picrato di ammoniaca. Si regislrsrono :.ooo casi di febbre inlermittente curati con questo sale, nove <.:olamenlt1 dei quali non gli cedeUero, vinti ùn·ece dalla chinina. Il Clark lo amministra usualmente nelle dosi d• un ottavo di ~rano ad un grano e mezzo quatl!·o o cinque \'Olte al giorno in pillole; mezzo gr-ano ne è la dose 111edia. Del rimedio in tsl guisa somministrato è subito visit..• le rerretto. ':'Iella grande maggioranza dei casi così tralta~i, lt' dosi d1 mt-zzo grano propinate nella apiressia impedtrono la ricorr·e11za del vicino attacco di febbre, mentre in circa il :w p~:r 100 degli infermi seguirono due o tre accessi prima della cessazione della febbre. In un caso di febbre quarlana, 1:1d onta delle abbondanti dosi del sale, la piressia ricorre per bei periodi, perullro con graduale diminuzione di Lntensitit fluo tt cessare del Lutto. Esito ugualmente felice se ue Lrasse io ogni forma di febbre, osservandosi intanto il l'alto curioso Jell'essere tutti del tipo terzanario i casi, ne' quali il picralo di ammoniaca non sortì eiT'elto. Il Clark lo ba adoperato altre~i nel trattamento di venticinque casi di neYralgia malarica di varii nervi, in !"ai casi dj t>micrania mal,arica eon uno di colica della stessa natura, ottent>ndone in Lutti esito fortunato ~: sollecito. Pare nou ricspouda gran ratto contro la fèLbra remitlente, della quale sei casi vennero curati col pic:~lo d1 anunouinca c:euLa eilelto di sorta, come pnrd non ne rrsen te l'aurntlntalo volume della milza io seguito alla malaria. 1 Leueflci effetti, che nella r iduzioue dello splene ne l1a ritratto il Clark nello amministrarlo combinaLo alla ergol~na ~~li ricouosce solamente all'azione di questo alcaloide . • 11 Clark ù condotto dalla propria espl'rienza alla couchiusrone cJJe in tutte le varietà di febbre inlermitlente e nelle ne,~ralgit~ n•alariche il picrato di ammouiaca i> un valevole ttntlperiodico ed un efflciunle e perfetto succedaneo della chiDilla. E !3uUa chinina ha per il Clark i ~eguenli vantallgi: l'è ruolto meuo cos . t oso,1mportante · considerazione questa ora che cotue io ludia, occorre trattare annualmente centinaia di casi

21


RIVIS'f\

di malallie malar•che; 2• La dose utile è molto più piccola; 3 ~on produce spiacevole effetto, ryual il dolor di capo. la ~ordità ecc.. proprii talora alla chinina, né provoca disordini (ligP~livi e nauseo. come può ca:rionare la chinina alle ÒCI~i nelle 'JUAli deve somministrarsi m India

L 'an tlplrina nel reum&tliiDlc articolare e nella emlor&Dia. - CumuàKow - (Deuls .•\!'ed. Wocltens., :\. 30, 18<slì). La cura esclu«iva d<>ll'anlipil'in~ fu tentata dall'autore ~opra

olto perc::one dell'età eli 25 anni A lO anni soflèrenti rli ACuto r·~umAii'lmo articolare. - l rJ,.,ullati furono eccellenti. sopra tutto i dolori 111'licolari ... parirono così presto solto l'intluem.a

d• qu~<~ata cura che i pazienti dopo dne o tre giorni potevano muove1•si t~ camminare. Contemporaneamente si dileguava anche il Lu•·~oi'O, né c,i \'i de t rasmigrare ad allre articola;'.ioni. La r~bb•·e pur·e cedè orclinariamente assai pre~tn . pil1 presto che eolie allJ'C dosi di salicilaLo di soda. Non 'li è rnai o3servalo nlrun disLm·bo od azione nociva proprio di questo trallamenlo. Soltanto qualche. rara volta il malato provava unu certa sonnolenza non del tutto spiacevole. In due ca!'lt OI!Ì quuli forlìss11ne do~i ùi ::.aliciluLo Ji soda non èrano Lol· lerale, l'aulip1riua portò mollo sollievo. E:;nale a1.ione benrtìca di questo medicamento si sarebhP. osservata nl'l t·eumnL•"mo nw;;coiare e contro altri dolori di natura reumalìra. Finalmente l'antip1rina fu somministrata in 2:i cflsi di c'lfalal_gia d1 proveniPnza vari11 (,.lanchezza di mente, oligoemia, perrlita di ,.;an~ue, ecc.) nella pmicrania lipica. Anche in quei casi •ii pul'a emicrania nei quali avean<> ~ia fallito gli altri merlicamenti, nei (Jua!J la malattia persì$le''A òa ollre rruin· dici nnni con acces"'i reftolnri tipici, l'antipi•·ina c::1 mo::.trò efficaci«.,ima. Contro l'emtcranta l' antipirina fu data in do!'i uon suprrJOrt d1 un gt·ammo, se ne da.nno non più di due dosi nell'intervallo rli mPzz'ot·a . 1 dolori cominciano a calmarsi dopo W'nli rninuli ed anche prima. Dopo mezz'ora gli ammalali po,.,:o;ono altendrre a lle lo ro occupazioni. Que!'ILO


DI TEIUI'J>UTICA

mt•rlicamP.nto, ben s'inten le, non gual'isce r a dicalmente J'emi{'t·ania ma ne fa nborlit•e gli accessi. Contro il reumalt'>mo arli<'olare la dose è di un grammo f'JIIIlltro volle al ~iorno.

L'euoa.lyptol nella tltl. - (The Lancet, decembre 18lli6). l t trattamento della li'>i a mezzo d<>ll~ iniezioni ipode rmiche tli eucalyptol è stati) intrapreso dal Bonveret, variando la dose giot·naher>~ dcll'anliseUico da un grsmmo e m ezzo Il duP e m eLzo. la dm·Ala della eu l'a da quattordici a sedici giorni. Dei sedi ca .:asi lrallali con I'JUPslo m P lodo sei erano accompagnali da ft!ilhre. dalla quale di'correvano scevri i rimanenti. Eceezionalmf'nle si osserva\•a disturbo locale dietro la iniezione. L"ttulil;ellaco era certamente a ssorbito tanto chr~ pflté 6!=:sere scoperto nella respirazione, ma non nell'urina. Quale a·asullalo rlel tt•allamento in discorso non fu nsset•vala albuminut•ia. Gli è clubiJiO se 11 numero dei bacìlli venga acl ess<.>rf\ comutl\(Ue allet·ato in ques to metodo ùi tt·aLLamento. Ne consegul, come di regola, riduzione di s udorB. Il principale t<tl"elto ne r unu preparazione balsamica nella secrezione Lt·uncluule, dall'eucttl~ plvi !'tt vor evolm ente io,fluenzata. Perrel {! Llllibbanes hanno coudotto degli esperimenti con una. soluzaotl., al 5 ~'.dì eucalyplol, iniettando una miscela di questa d ruga con la mAlaria tubercolosa solto la pelle del porcellino ...rrnJia.

I.a conclusione genet·alf', alla quale PSsi pervennero, ~che 'f]Ue<;to anti!':etlico l> del lullo insufficiente a•l impedire le a tli\'llà del micro-organtsmo. che è causa della lubercolo!=:i llrtiliciale.

Cura dell'&nemla oerebr&le. - (Ga::etce des Hopitauz. ~. ~~~7).

. Il ùoll. Dujardin-Beaumel prescrive la segueute meùicaztonc nei malati alTellt du anemia cerebrale : . 1~ Prendet·e dopo ciascuno ùei pt·incipah pasti, 'n un po' ~ acctua ùi Sell:t, una cucchiaiata da zuppa di sciroppo di io~lnro di fcrJ·o l·


324

IUTISTA

2• Alla sera, uel cot•icarsi, una cucchiaiata egualmente d& zuppa nella seguente soluzione: grammi iO Bromuro di potassio • 10 B1·omuro di sodio . Br·omuro di ammonio » 10 Acqtra distillala . . » 350 3• Prenùere due bagni solforosi; .t• Quando la stagione lo permetterà, sostituire i bagni solforasi colle doccie fredde. Si terminerà con una doccia calda :::.ui p!edi.

Dell"idroohtnone. - Prof. G. 8JLV€STRIN1 e O. PICCRINI. (If Morgagni, 1886).

:Xonostante che gli autori dichiar ino di esser e convinti dellanecessitù di dovere talora rispettare il processo febbrile, considerandolo come un agente naturale r eattivo dell'umano organismo contro le cause morbigene, e di usare parcamente de gli llntipiretici. pur e nell'intendimento di studiare, colla mat.tgior possibile intelligenza, l'azione di questi due medicamenti, rendono conto delle loro ricerche clini_clte e speri-· mentali faLLe usando l'idrochinone. È questo un derivato della benzina; anzi, sécondo il Keru ll' è uno dei tre soli possibili idt·ossibenzoni; essendo gli allri due, la resorciua e la pirocatechina. A seconda cile r idt·ochioone è ollenulo per cJ•istalliz.zazione o per sublimazione~i presenta io cris!alli rombici, incolori, trasparen~i, spesso prismaLici; oppure in lamine e s cagHetle Jucenti. Ha sapor e dolciastro, è inodoro; si scioglie bene nell'acqua calda. nell'alcole, e nell'etere. Coroplessivomente la dose usata è da gr. 1,2.0 a 2 gr. al giorno, somministrato eli ora in ora, o di t in 2 ore, diviso in parti di centigrammi 20 a 50 ciascuna. Gli l'lperimenli sono stati fatti sopra tre casi, con risullali sod.iisfacenti. Gl i autori ricordano come alcuni antipiretici acquistali da lla scienza e introdotli nella pratica non siano stati s covri d~ !l rari p(>ri,.oli (cail'ina, resorcina, tallina, an Lipirìna ed anclte


01 TKOAPEUTICA ;~;alicilalo rli soda

e chinina a dose alte eece.:ionalt). e quindi con prudenza e parsi moma studiano le novità per dovere dt clinici. L'avet•e un antipiretico - rlicono - polente e nello stes-,o tempo tale da non causare danno all' infermo, e che pos!òa porlare utili effetti, se non io lutLi, almeno nei piil gravi proCP«~i feblwili. sarebbe 110 raggiungere quasi l'idealità terapeutica anche se 'JUP.sto mezzo esercitasse soltanto - come nelle os"<Prvflztoni da t>s-.i fatte - un'azione fugace e limitata nel complesso dei fenomeni che costituiscono il proces'o febbrile, senza recare modificazioni al procedimento della malt~tlia . Pet• conseguenza !'Ono soddisfatti dell'idrochinone, che per ora sembra un antipiretico innocuo e nello stes::o .tempo utile.

RIVISTA DI TO~SILOLOGIA EMEDICINA I.EGt\U: ~--

Parall•l immag inarie. - S uCKLING, del Queen's Hospital t:t Birmingan. - ( The Lan.eet, settembre 1886). __. ~La prima esaLla storia di paralisi immaginaria, giusta il Su ·kling, si deve al dotL Russe! Reynolds. Quegli conferma non avere sifTaLle paralisi substrato alcuno morboso, ma diNntlere esclu<~ivamente da un'idea. tanto che, una volta guatlagnata ùal mediro la fiducia dell' infermo, assicurandogli che guarirà immediatamente, si dileguerà dalla sua mente la falr;a idea P con questa la paralisi. Osserva acutamente e con opportunità l'autore che nel definire siffatta ùiagno'-i, deve ben fisso tenersi che i nevrotici e gli isterici sono indi~idui, Mi qnali sovente si ha da l'ara, di portandosi diYersamente 1 due di-3ordini funzionali. lmperocchè i nevrotici, pur facili a ·~ne"te [1o.t·a~i~i immaginat·ie, vengono sollecitamente eul'alt, u·ta 1'0ila s tabilita la ruagnosi; mentre l'isterico non si pra<~ta facilmente alla ct.u·a e di frerru~nle recidiva, il cl1e 1100 avviene nel nevrotico. Questi inoltre, e vivace, di buon


nrnSTA OT TOSSICOJ.OGI A

urnnrl', nou egoi!"ln, iutelli!!ente. atth·o, industrio~o. contentodi ei"~t>re curoto e riconoi"cenle per la guarigione. L'i-.ter ict> e J'. \·o:,;linto, apatico, piaro, egoista, ha espressione caratteristica, generalmente né sollecito di guarire nè grato per la guarigione . .\.Ile cure del Suckling si offersero quatlro ct~si di paralbi immaginaria negli ultimi quattro mesi. Ciò ~:on · tribubce ad av\'alorare l'opinione della enorme intlucut& clelia mente -.ul corpo. E nppunt() in siffatti casi ehe l'opera dei propugnalori dello guarigioni, c.;()si dette, per la fede (hcaling Òf! jaith) p:elendc far miracoli. Proprio come la meute esercita un'enorme influenza nella eiiogenesi della senzazioue della motilità ed a11che dei disordini organici, cos1 que;:,la stessa inliuenza può essere posta a profiUo quale pratico rimedio uelle malalhe nammenta a ragione Suckliog la giu.l-'Lezza del detto di Wilk;:;. La pralica della medicina uon è !:-olamente fisica, ma eziandio psicologica. F. S. Della simulazione delle malattie e del modo di rioono-aoerle e eU •oovrirne la. frode - Dolt. NrCOLA De PED YS. Ancona, 188G. È un pr·egevole lavoro (volume di 142 pagine) nel quale l'autore ll·~:~lla con est.ese cuno~cenze, sana critica e djligeule coordinazione, ùi quel ramo importantissimo della medicina for•ense co~lìluilo dalle malallie simulate. La letteraturo me· dico-legale militare é ampiumenle contemplata, e molti a rgornPnli di srmulazione di malattie nell'esercito esposti diffusamente, 1 er~uisacche, malgrado qualche veduta c.lell'aulore, che for:;e non potrebbe essere abbracciata interamente dai meùici militari, e sebbene la pubblicazione non sia destinata esclusivamente agli ufficiali sanitar·i militari, pure potrà essere consullata con mollo vantaggio in non po<"he cougiunlure. L'opera c diYise. in une. parte generale ed in uua parte speciale. Nella prima l'autore, dopo di aver dascusso prolissamente del concetto •della simulazione, nonché deUc cau::;e e dei fini della med~si111a, tt·atla della simulazione in 111aleri& civile, nelle assicurazioni sulla vita, nel contralto vitalizio,


:H7 nPila td~n lila, Uf·i olis as ll•i ferroviari, e nella !'.Cparazionl"' del matrimonio. In un ('apilolo dedicalo t..:on belli' parolo> all'e::et•cilo, parla uindi dr!lla ~imulaz10n e TH~lla miliZia, rileva talunt> ca use che 4 inducono iu llalin un numf!t'O t•ellltivomente oole,·ole d'individui a ~ollrar~i al servizio miliiaJ·e, e ne altribuisce l" origine alt•• pus--ate ,·:cende politiche e <:ociali della penisola. Dopo eli avt>r notAto ('ome l·· "imnlazioni nPII'e<:ercilD ,.iallfl p~>nose e malo~evoli assa1 pel medico, u cuu::a uella divet>::;ilù Jegli or,tini soci11li ùai quali i militar• pruveugouo. c:ostiene giu"lamenle che la natura ùi e'>'l' ,·at·ta :Secondo la rivillà, l'i"'''' uzione, l'organizza.zioue :social<'. il clima e le forme morho-.e ùi uu ['ae!'le. o~~ena iullne t:O n lod~ come nell'eser·cito Italiano le simul&zioni di rntnu t:::WOJto sensibilntenle, mentre · varmo sempre )Jitr crescewto in tlill'i paesi, e L'iporta per inlt>I'O gli ehmchi delle irnperl'ezio11i ll'-iche c ùellc ird'et•rnilà esimtJult ùlll ::>et'VIZio miltlnt·e. Nella classitlcazione delle simulazioni, dopo di uver' pas!!ate in t'll:>~t·gna le diverse divi~ioni, ùalle più nnlichc a •Juelle piu rncenti, l'outore conchiude coll'attenersi a quella del Bni!'lc;l'oll; quindi, d:llO un l'api d n el' n no storico delle c::irniJIHzioni llell' antichità, nonché di quelle quasi inverosimili ùel medio evo, parla breveme nte delle opere di Fedeli, In!.l't'assia e Zacchio, ~ viene ruan mano alle pubblicaziolli Ji medicina lt·gale della seconda metà d~;l secolo scorso ed o •tuella ùel pt•i ndpio di questo !"Ccolo, quando le disciplirw rtzuardanli le malaUie simulate ebbe1·o uu nuovo impulso eil u~~~ sviluppo nuovo per uper·a sopratullo de~lr erudili medrct mililut•i n:nuli in fama nelle guet·re di allora. L'auto re fa poi rile"are come fin da l principio di questo secolo, a mi~urn t:hP. la scienza progrediva, diventarono anche più inge~_nose le simulazioni, e cbe appunto perciò, coll'av"icinarsi 81 tempi moderni, c rebbrro notevolrnPntP. di numero e•l importanza le opere ~ull e malallie s imulate, e cita gli scr ittori m oderni più cospicui, e s opraluLto griloliani . . ~) 0 ? 0 di aver dimostrato t•he la q:.tislion e ùe lle simulazioni ~ tn •nlimo nesso con problem i soe.iali di altissi m a importanza, ùai qua11· d ertvn · quas1· 1a necesst ' 't·a d'J rnen t'1re per se d -


RIVISTA Dl TOSSfCOLOGfA di~fa re ai bi.,ogoi della vita, rautore parla delle malattie più f•·equentem~nle «imulaLe in materia civile, IJUindi quelle s i-

mulate con maggior frequenza in mater ia penale ed in ultimo ùi quelle simulate piu frequentemente in materia militat·e. Tralla c.l-;Jie diversità di queste al momento della coscrizione. al principio del servizio ed a servjz10 inoltrato. e rlella ir.fluenza de• vecchi soldati sui nuovi. Rileva come in llalie si rirorra poch•~-:•rno 11 •tuesli mezzi -.;·eraognosi, laddove in altri pae~i e~istono veri .trattati teorico pratici in uso sopratutto nell~ compagnie di disciplina e nelle carceri militari. Della della tenac•tà straordinaria colla quale talora siffutte l.-imuloz•oni vengono continuate per periodi lunghis<>imi di tempo, parla delle dissimulazioni nel servizio roilitarP. e della causa della loro rar11.8. Dopo di avet• citalo le molle diffìcollà che si incontrano uello studio delle malattie simulate, e dopo di aver esposl1 i precetli genel'ali dati dagli autori per la :;co· verla della l'rode, l'~ulore parla della semiotica giudiziar·ia, degli slt'Utnouti come mezzi diagnostici, delle prove ~peciali (prove semplici o dolorose, ipnotismo, mèLalloterapia ed ap· plicazione dolla calamita) e delle prove indir·etle. Dimostra · infine la necessità della costituzione di un collegio per·ilafe me<lwn P pone IPr·mirw alla pRI'le generale del lavoro tr·attan<lo della ~>imulazione dei reali, di talttne disposiziom del codice penale e del regolamento di pubblica sicurezza e degli articola del coJice penale militare e del regolamento sul re-clutamento, relativa alle rnalallie o mutilazioni procurttte a ::.t:opo di riforma o di esenzione dal servizio. Della 1 at·Le _.pectale sar·ebbe naturalmente impossibile fare un·analisi anche mollo :>uperficiale e succinta, e ciò a causa della vasllta Jclla materia e jella importanza di ogni singolo argomento. ~:<; giuocoforza quindi limitarsi alla semplice <:ìltlZÌOlltl dei V8rl t:8pitoli che l'aUlOl•e riparlisce in tre g r•uppi: mor•b• del ::.1sterou ne!'voso e degli organi déi sensi, mor·bi de:.:li or•gliui del moto e morbi degli organi della vila orga· uica. l titoli dei singoli capitoli sono i seguenti: nevrosi si· mutate, malatlie degli occhi, malattie dell'orecchio) roal8ltie dc~otl• organi de:la loquela, malallie della bocca, malattie della pelle, malatlio dd!' apparalo locomotore, roalallie dell' appa·


l

\fEOICI 'IA L E(",ALE

raw respiratorio, maiOttil} dell'appar ecchio circolatorio, ma4attie degl• organi digestivi, malattie cosliluzionali e malattie d(>ll'apparato ~nilo-urinario. G1ova in ultimo notare :he l'opera è correda ta molto or... portunamenle di un'e!'<t(:!"a appendice bibliografica distribuita in orùine cronologico e la 'JUale può essere di granòe ~io· ,·&m~nto pe1· i necesstu·ì riscontri.

RIVJ~TA DI TECNICAE SERVIliO ~IEDILU MILJTARE - --::..C:-

L '&uto-aoooorao del feriti In guerra. t r a/b. fiìr Chi r., otlobrc, J886).

0JEMER. -

(Cen-

Non corre alcun dubbio che la celerità dei soccorsi è clùamala .a ridurre l'alla mortalità su i campi di battaglia . Una volla rhe al personaiP ~anitario non si può chieder e piti òi quanto già da lui si è preteso, ed ai soldati in combattimento non è re rmes<>o apprestare soccorM ai camera li fer iti, il rlotlor DiemPr , medico cif'IIO stato maggiore del re~gimento granattJeri Sa!=<soni N. 100, ha pensato di istruire i soldati sulla PO!'<!<ibilita eh porger!"i da loro ste;::si s-occorsi passeggeri. A •mali le~<ioni ed a quali mezzi di soccorso debba circoscr i· ver::.i la prerntn istruzione é questione che può discutersi con differenti opinioni. H dott. Diemer ba riepilogat.o in lalune piccole tavole una molto sensata scelta delle istruzioni le piu elemenlat·i e le piu facilmente apprendibili. F orse il quaderno, senza pretese e corredalo di buone incisioni del dotL Diemer-, f. per dare l'impulso ad un benefico progr esso n~>lla r.nra tiPi feriti in ~uerr•l. F . S.


IUVJSTA Dl n:~'il CA.

Belazlone •anitarla dell'E ..rotto GermaDico nella p~ec:ra. contro la Franota del 1870- 71. (Saniti.i.fs-Bericht ii rlie DPntsclt/.'fl. {/!;ere iru Kriege f}egen Franlrrr:ieh 18ì().i 1). SEZ I O~·m TERZA. FOR\1A7.10XI SANITARIE MOBILI.

La ditlkoltà p1·inrìpt~le dell'ordinamento l"aldlar!o di guerranon consi<:.lelle nPI prov'\·ede•·e del neces:;ario per$onale e msleriah• <:.anilario l~> truppe, ma nella composizione df'Jle fc.rmA7.10lli mobili che dovevano accompagnare o seguire gli e~Prc1l1 romballenli, J'esperi~nza delle guerre rlel 1862 e avendo rese nP<'t>"'!"arie radicali modifìcazioni alla istrnzione ~ulla mobilitazione rlel 1859. J' Forma;;ioni pel primo soccorso.

A) Sezioni di Sanità. t. P rttssia. - Ogni rorpo n'pgercito mobili1.zalo ùi tre sezioni di sanit« dii' ti n le l n ogni l}Orpo coi N. i, 2,'S... Ogni divisione d1 ranleria ne ebbe una; la Lerza re~lò a dj. sposizìone del comando generale, ed opet•ò quast sempre p1·e!>~O il r iparto d'artiglieria. Le sezioni assegnate alla àivisione di fanlcriu le segui' ~ul lernmo di battaglia. Ebbero il compito ili stabilire il :-lo pr·incipale d1 mt:dicazione fornendolo del personale dico ausiliario e del necessario materiale; di mandare, il comando d P.li' ut'RciaiP a<l<lelto alla sezione, i alla ricPrca dei feriti e di effelluarne, col materiale loro dato, il trnsporlo al posto di medica tura non che di "'v'""'~·­ poi, mediante allro apposito acconcio materiale di al più vicino ospedale da campo. TuU1 gli ordmi relativi alle dette sezioni di saniW.,pel punlO ove stabilire il posto di medicazione e per gli eventuali muta• menli di es~o pervenivano al medico capo della sezione sanità dal comandante della divisione a lla quale era auue1'1A1' il cui consigliere er3 il medico dì dì visione. La sezione sci at~ a dic;posi;zione del comnndo genPrale òel corpo ù'


E SERVIZIO 'IEDICO MI LJT.\RE

mala ricevPva analo~rhi ordini dal comandante generale pee me77fl ùel r i-.pl"ltiv(\ GPnarHlarzt. Il comando interno della sez1one era allìdalo ad un comandante (HJUm·~ister), dal quale impal'liYansi gli ordini pel servizio !!iornaliero e specialmente •ii marcia. Gli ordini relativi allo i,.lahìlìmenlo del posto di medicazione ed al sel'\'izio dei porta ferili (12i pe1· ogn i sezione) e1·ano d1 esclusi va spettauza del medico <iivisionale, a disposizione del quale erano il personale ed il materiale della sezione durante razione sul po:;to di medicalura. O~ni St·zione potcvasi ùivideee {personale, m ateriale, casse ·li islrumeuli, da medkazione, ecc) in due parli eguali : in caso di :;eparaziOne. la seconda sezione era comandata dal prin.o luogotenente, e l amministrazione ne era affidata al fur iere (Feldwebel). L'impieg-alo con lubile colla cassa restò l'empr~ pre~so lu prima sezione, co!'\. come il farmacista, assumendone alla seconda sezione le funzioni un medico a~::>i stente. li compilo dJ giuùica.1'e della con venieuza di tener la sezione unito, con un sol posto ùi medicazione durante il comhallinknlo o diviJel'la lungo la linea, fu affidato al medico divbwuole; egli P<~levH pure, in mancanza di ordini supet•ioJ i, Jare gli ordini oppot-luni p et' allontanare la sezione dalla linea diretta di combattimento, nel caso fosse pericolo~o riman~re ulterior nwnle uel luogo designalo. Spellava purl;l a lui, in raso di rilirala, ùa1·e r ordiof' perchè la sezione, o~J _a~ menu una meta di e;,;::;a, ::;eguisse i movimenti della sua di\'I:-IOIIe: nel caso che una sola metà della sezione non semb~s.-.e sufficiente al bic;ogno !asciandola sul posto, si poleva ricorrere alla le1•za sezione del comando aeneralc o ad una parte di c~c;a ...... In simili ca si i medici 71 personale sus• sidiat•io, e'l li matero1a:e lasciati sul posl~ di medicazione t·imanevano ~otto l'egida della conve11zione ili Ginevra. ~eJ IOrnnenti di sicura 11uiete i medici come pure "li aiuta 0 r1 1r1 . ' ,., _saruta ed i pot·lafet•ili ù~lle !!ezioni, venivano coman• d8 11 8 "11 o,.peù 1· d · · · o . , a 1 a cumpo, oppure tmptegall per lo sgomber\' tle1 fl't•itt. 1 portafotrili , pel' lo più a1·mati di pistola, potevano negl1 accaml)amenti anche montar.e la guardia. Alle sezioni di sa-


RlVISl'.\ DI TECNlCA

nitA et•ano muniti della borJ·accia Ji ristoro come gli .Ji ~anità, ma avevsn solo rz:li apparecchi (barellP) da ~porto, !'enzn tasca da medicinali e mezzi di fasciatura. Ogni ..ezione dr sanità possedeva due vetture a due ,·aHi pel lra<~porlo del materiale due barelle, cassa. le -serizie, il bagaglio); due vettu re ùi sanità pure a due O\'e ~rAno in due parti ~~uali suddivisi nei due ,·eicoli oggetti luth di dotazione (CAsse medicinali, apparecl"hi da dicazion~>, r!'tl'umenti chirurgici, alimenti di riserva e (li ristoro, utensili da cucina). Le sezioni con antico maleriale erano nell'interno ri lite in liratoi e cac:;sellini numerali : i nuovi carri a ~rano chiusi per di dietro da una porticina a clue nr>IIA faccie inlf.'t'llP suddivisi in diversi ripostigli. ~eli lello vellut·a npt'Pntlo gli sportelli si presentavo una ""<ldh·isa in sette par·ti con ripostigli per le cassette lamentari. P et• t•ipoE<ligli erano utilizzati ancora dive•·si s tlne sui lati, uno anteriore, uno posleriore, un altro sotto ddo ùella vettura, uno al disopra dell'asse anteriore, •ilelr·o il coupé, ed uno solto il sedile del conùuttor e; mente tl cielo della vettura et·a a galleria che difenuevusi uu coper·tonc imp~rmeabile. Lo SjlOmbero dei ferili dalla linea di comballimenlo al ~ ~~ medicalura ed occorrendo agli spedali da campo si lnavn con vE>lture - trasporlo, avendone 6 ogni sezione Ji nil:'l. Ogni cat•ro era per tfue ferili gravi, sospesi su aclalle rell~ inlot·oamente, e per tre Cerili leggieri seduti sul In caso di necessità allri due ferili leggieri potevano !!arsi lr» le due barelle, poggiando i pierli sulla pedana la lra,·er<>a ed e~!'e barelle: il bagaglio e le armi <>i ca,·ano c:ulla galiPria. Pella loro rorma speciale esse l'A'ri'(I.Za<! t'rano comode e leggier e : perciò l'attacco era di due soli valli col conduttore a sella; il freno pelle varie esigenze via era affidalo ai por la ferili che accompagna vano a ciac:runa car•rozza. Sotto la carrozza era un boWcello l'acque. Sircome oltre le barelle per l'interno sul cielo vettura ve n'erano altt•e cinque, cosl ogni sezioni di sanità


E SEll\ IZlO IUWtCO MILITARE

3~~3.,

port.ava seco piti di quaranlaùue (lr e delle quali a ruote, ed a molle di !:OStegno). Le ba•·elle da campo delle sezioni di sanità er ano simili a quelle delle truppe, colla d1fferenza che erano munite (solto la testata) d'una tasca. contenente 4 faset:, 12 compresse 9 fazzoleui trianl.(olari, dt>l tapeten span, filaccia, una spugna, delle !>pille, alcune serrafìnes, un mezzo invohenle per le metìlcature (mali.inlhosh), del cerollo adesivo disteso, un piccolo bic·cbiere ed una lìala con 125 grammi d'aceto che allungal() ull'u<•pO dì acqua pote' t1 valer·e per bevanda.

Servizio :cul campo di battaglia. La compagnia dei porta J'e•·ili si riparte sul campo in due llez10ni, suddivisa ciascuna iu cinque squadre o pattuglie con tre barelle ciascuna: si banno quindi :~O barelle per sezione (!JO per ~~orpo c.l'a1'mt1ta) sul campo. Ad ogni barella sono addeUi quattro uomini (due portato ri, due dì riserva, che si "'Ostitui!>cono a vicenda uei tl'a:SpOI'li a notevole d istanza: i due tli riser va por·tano le armi ed il b~gaglio dei ft:lrili). Alla sorvegliauza di ciascuna barella è a ssegnalo uu sollufficiale o caporale. l porta ferili vanno in cerca dei feriti: subito ne allentano l~ ~rl1 strette ùel ,·esliario, app1·eslau lol'o qualche rinfr esco eJ m geue1·ale i soccor~i medi~i che del caso: il primo soccor;,o chiruq~ico non puc., secondo l"istruzione essere da loro apprestato se non in caso òi assoluta urgenza (pel' frenare un'eroorra gi11 con fasciatu1·a comot•essh'a · adattamento di un . ' appa!'f'cchio semplice pl'l trasporto, ecc.). Medtcato il ret'llo ed adt~giatolo sulla ba1·ella se ne intra prende immedia tamente 11 lra;;;porto, !"P-condo la uatura e !!t'ado della ferila, alia sede lrAsporti de1 malati od al posto principale di med1cazione. Allu ~.eJe centro det trasporti si trova n riunite le vettut·e per ~alull, prescegli.-nclo per ciò un luogo il più vicino alla linea dt . . . r1parato: leca rrozz~: d combttllim en to, ma pur possibilmente tspnt~gonsi coi ca valli già ri volLI vet•so il posto di medicaziont•. · . , rerrtt . son cOl'1call sos;pendenòo nelle vetture le bar elle sulle IUI'Ill furono a ·t a . l' . ed 1. por t a {'é ' gta 1 sul campo d1. batLaglH'l,

l


1\1 \"!SU Ul l P.C~ICA

l'iU pl'enùo'lo l'oltre barelle ddlle \'ellure per con•et'<" di Htl rnmpo alla t·ac~t·..:(• 1li altri r~rili. Se non v'ha piu udle corrozt.e, o la lc~ione non permeLLe il trasporto in I'Ozt8. allora i porlllff!I'Ì\Ì tra-.pOrlano il fea·ito tlir•ell,ll al posto principale di meJic~;~lora. al JU&IP ~i dirì!:onu a pieda (Jllei feriti che, non trovan iu po;;to neile •etlure, .t~ leggerezza della lesione sono in grado Ji ciò l't~.re. 'ul po~to pr·incipale ùi medicazwne ~i scaa·ìcano dali~ r ,zz" i ferili, e in quelle òispon~onsi nuoYe bat·ell .. (• l'ifornit" ripartono pel IUO;!O tli riunione sovra acct>.atrtalo. l

Serci•ioal posro principale di medtca~ione. Es"O po~to dev'p<::«t>J'P il più po<:;sabilrnenle vicino allfl r

•li combattimento, ma, qeneralmente almeno, in poqizioue pnrata. Per if'-liluirlo "' ulllir.!ano anzitullo se pos:;ibi!e i ba·icali, se no si erige la tenda di medicazione. l n ha,..c convcn,ione di Ginevra , vi si inalberano le due bA unu rollu ct·occ ros!'a an campo bianco, l'ullra cot colori z.ìonslr, di nolle :>'hu rtcorso a fanali colta croce ro<~sa. Ln tlirezione rnedit:n è affidala 111 Generalal'zt od al di ÙÌ\'r<~ione; in una <lf>Zione di~ta,•cntn lo U al medrco più~ l••valo 10 ;.:ra•lo addellovi. Patlil'olare nllenztone e-;tgP conomia tlel L1.>mpo nel disbriJl'O tfogni bisogna e lA d bu1.rone opportuna per ciò del per"onale. l n ~~net·Ait• c:l ufriciali me .l id P gli aiult\~li sono t·i in ll'tl c:ezioni : I.a prirna pel .. .,.p,·imemo e la prima d·~i r>'rili, pt·on-e !endo indilatamettle alle loro e:òi~en z~. trcan~i le medkalua·e semplici e le piccole operazioni :-tme ai ferili le~!.rieri, e lo,to rirnanrlansi in dietro Ai morlalmente c:;i appr~>~tano mezzi di conforto medico e gio<~o ~econdo lo confe<~sione cui appart\lugono. I.n "CI'onda "Czione si occupa de1 ferili d1 tfU&Iche gr•a che OOCC!"<:itano di applU'CCCbl per• rendere possibile l" rior•' lr·asporlo agli ospedali da campo. Ln ler.w liCLione ~i occupa di (]uelli che reclamano im

diate operazioni di imporlttnzll (le::atura Ji grandi \'6"i.


t. "HI VI7.1f•

'Il I::OJCfl ~tlff.\R F

razioni .J'm•geuta. LrachPntomit> Pt:c:.): le r Mezioni a r ticolari , ll" " alutllment~> vi~>tato p t'ili i~ade al po'l Il ,Ji medirttz.ione. Appnnlan.lo "Il cinscun fe r iLo. Al petto, a l un br accio ecc u na tahcllina dingn•l'<II!'.CI ro•rlulla dal m~>djco che lo so··cor;,e. ed inflicllule hr~vPme11lP la naLura e grado tJella lesione cd 1meu.1 (h ...occot""O appre:-~Li. ;.i ollenne di e\·itare ulteriori vi ..tle ·~ medicllltJt·o 18 ovt• i ferili Prnno lrn~portali, e di •·egolat•f opporlunamonlr. nn<·he il r·ipar lo di essi fer il t ........ .. S ulla labcllinA anchcA'O'ì put·e la po«'-ibilità di uu ullerior·• piit lontono tra<:porlo. Qut>st'uHimn inrlic~tziCine era convenzionalmente acc.:mnatl:l cou cifre romAne: l indicava eh~ per la na tur•a della le~ione il frA,porto pole,·a cs,.,ere pericoloc:o: P-<~"-i ferili dovevano '{Uindi Ja,..Clar-.i al po~lo più v1cin,., di sta;ione. Col numero Il segoA\'flllf'li ()Ht!lli pet rruali un più lortlano traspor to senz· esl;(>r f' "ÌCUrAmeote p• J'iCO)O!<O pOlt>V~ 6$S8r 8 nocivo: in quec:to C8 ~ò Ò0\'6VIl il ferilo p<·r tl tempo IKl'<SibiJG lrattenOr 'll nel piu (WI!\~imo O!<podnle. F rnnAmt>nte col numer o III si indi<'8\'ll non esset·e rlanno'-o anche un più lontano tr aspor to. 0 ~ ni medico ,.ra prfl\' isto di e«c:e tabellioe, che essendo di CHr·IMl'ino focleralo d'cm resic:lenle te~suto di tela, potevan!<i, <'Ome si (1Ì~k1' 1 Applllllfl r e, O appendere pralif'.andovi un ùechrello ad nn h(lllone Mila giubhu, ecc. Se in onta al ~nc~r,.,o rlei medici dei corpi la sezione di t::anilil tlifPltA,..sc> rli per.,.ouale sul posto di medicazione, era -e~ ..(l fornito anzitut~ dn!!li ospedali da campo della dt\'ic:ioue, poi da!.!li o:-.pedali a •lisposizione del comando generale de! ~rpo d'armata, finAlmente. All'evemcnza, dal personale del~ oc:pedall! di l'i... er"a se non era que!'LO Lroppo lontano. Il lra-:porto tiPi ferili dal JX>slo tli mediratnra all'o<;pedale da_campo. che nel frattemvo do'e"ac:i stabilire. ese;.roiva cot CArri ÙA HTnntolati di'Ila l'lOzione, e questi non bastando ~011 'l'lelli dr ~'Orpi eli trnppl" o dr altre sezioni di sanità non 1 mp.<-gn~tte e final111ente con carri da contadini r eqrnsìti, tr o'Blt utili .,.- · _ "· trnr per· tnlf' ~· n1zio. l feriti che polt>YB.no t_·t;.tn~lnare !';eguivn11o n picùi i carri slrMporto. Se le circo~lanze o. .acc...,n"'enr . . . ~ l\&no t poJ•tl:lfeJ'Ill8C<'OOlp8f(Oava no 1 car rt dt>J fer•tr llno a.-J· d l' 1 ~ o~pc A 1 da campo.

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RJVlST.\ DI TECNICA

2. Sa:~sonia. - XII corpo - tre sezioni di sa nità dinamento fJUasi assolutamente inentico, sì pel materiale pei mezzi di trasporto, ecc. 3. Baden. - Prima del 1868 l'ordinamento era analogo bavarese ed austriaco; da allor a fu istituita una sezione !-811ilA alla prussiana cui fu aggiunta una vettura pel sporto maiali pur aiTallo simile al modello prussiauo giungendovi le vetlure omnibus prima in uso, analoghe bavaresi e che avevano di particolare il modo ili sostegnct delle bar elle (con mensole di ferro). La sezione di sanità badese, di forza rispondente a q della divisione da campo cui assegnata, si componeva di sezioni quasi eguali, di GO portaferiti, sicchè aveva una rona di circa 1. t/2 d'una sezione prusc;;iana. Le pattuglie porta riti eran di 12 uotnini, con tre barelle; cinque pattuglie (60 mini) formavano un convoglio: l tre convogli della sei~Ju<m~~, avevano perciò 45 barelle. 11 personale d'una sezione di sanilà era s uperiore a d'una sezione prussiana; constava di: 1 Oberslabsarzt (qual médico capo), 1 Stabsarzt, 4 Assistenziirsle; 1 Oller-Lazar ethgeltilren. 3 Lazarelbgehllfen, i in m ieri; 8 caporali, 48 porlaferiti; 1 luogotenente, 1 sottul'lìciale del treno, 20 soldati del tr eno. Totale 93. l mezzi d1 Lratoporto c:i componevauo di 3 carri di sanili. di tre requisiti, di 3 carri bagagli, di 6 grandi omnibus antichi, di 3 nuove piccole carrozze per malati: gli oronibUS erano a 4, tulti gli allr1 veicoli a 2 cavalli. Anche pel materiale la sezione bade~e era dell~ megliC) fornite: aveva un gran numero (18) barelle a ruote, una ta• Yola di operazione (modello Beck), un apparecchio per tra· $fu~ione, scatole d1 estratto di carne per preparare brodi, ecc. Lt> ba1·elle da campo analoghe alle prussiaue, avevano però dei ~ostegni di ferro mobili, s\ che potevansi dare al feri to diverse iucliuazioni.


E SEitVIZJO MEDICO MlLl'fARE

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1 portaferiti erano provvisti di wm tasca contenente entro uua borsa di lanA: 1 forbici, 1 lorcolar e a flhbia, 2 piccoli

bicchieri per ac~>to ed olio, 4 rocchetti di refe {60 grammi), 30 ~piU~ (i/4 eli carta), iuollre una scatola di latta a due divisioni e contenente: una spugna, del cerotto adesh-o disteso, e•rca 120 grammi <li fila<'cia, due fascie lunghe circa 3 metri e dne di 6 metri, uno fascio. a quattro capi, 4 compresse, 1 triaruwlo pel braccio.

R. Compagnie di Sanita BaoaresL Erano ordinate giù in pace e provvedevano al servizio dei malati negli ospedali : ve rt' erano 4, una per divisione. Le truppe ricevevano l'Istruzione riai medico addetto alla eompa!!nia. La compagnia mobilitata componevasì di: l capitano, comandante (2 cavalli); 1 luogotenente (2 ca,. alli); 2 sotlolenenti (4 cavalli). 1 medico di reggimPnto (1 cavallo); 4 medici di battaglione (in guerra), 1 "ergf">nle maggior~ (l cavallo); l caporale e 4 soldati di cavt~lleria, qual• or:!inanze (5 covallt). 1 trombettiere maggiore (1 cavallo); 1 trombettiere di 1• clalò~l' (1 cavallo); 2 lrombellieri di 2' classe. 1 ;;ergente di cavalleria (1 cavallo); 3 sergenti; 1 sergente cumputi»ta. 2 cai'nrllli di ravalle•·ia (2 cavalli); 4 caporali di t• classe; 5 caporali di 2· eia;:"~'· ~ appunloti. 1 m11nì,r.alco. 1 ,tlJiaio.

2- 30 -.o!<.lali di 1• t•las~e di sani li!; 111 soldati di sanità di · cla!!se. 3t got<.lall del treno. 9 " 8 l'VI addetti ai cavali . (i~ ··avalli ùel treno. Totale: personale 228- cavalli R4. Vllicoli 17 -12 per fel'lli a 4 ruote· 4 per l'equipaggio medico ~

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1 1\'fSTA 01 TECNlCA

a due ruoLe: 1 a 4 ruote con apparecchi d l medicalur a, a

!litione del mtJclico eli d1visione. In pAr.e tulli gli uoroim et•ano armati; in guerra ~olo 10 ser•\'izio di !'<ictu·ezza. I cnrt•i lrt~~porlo-feriti ~rano a 4 cavalli; contenevano lre feriti gravi, nell'interno e 9 seduti; potevasi peri> l'inter no sporr·A anche per 2 feriti roricah e 3 !:<eduLi. Per introdurre le barPlle nel carrozzone se ne abbassava la testata posteriore: però pel trasporto era ner.essario tr aslocare il ferilo dalla barella da campo a quelle di cui erano dotale le vetture. Al telto delle vetture erano sospese delle cingllie di cuoio eu i s' appoggtavano i ferili seduti onde diminuire le scos!o'e. Ai lati in allo v'eran degli sporti per adagiar vi le armi, ecc.; all'e"teruo delle vellure a mezY.o di cinghie polevan::;i appendere 8 zaini. LP pareti delle carrozze erano foderate di cuoio: o~ni vellura era munita d'un boLticello per l'acqua. Ollrc le 2-i- barelle per l'interno delle 12 vetture feriti, compagnia ne pvs::.edeva 30 da campo simili a quelle dell~ ll'U(IpP.

Le car·rozze-allrezzi erano più grandi, e di identica zione, ma p1ù ampia ancora el'a la carrozza del medico Ji sione, per gli apparecchi ecc. Ogni !<Ohlalo di sanità portava una tasca di medicazione, dotaLa cotne quella dei poi'La-feriti ùelle truppe. Ogni compagnia di sanità aveva due completi di ic:tnunenti chil·urgici cd Orrl!elti tù medicalura, quelli d'un Battaglione di fanteria. O~ni compagnia aveva seco ;;., libbre di farina, 30 di salcom une, ()di semi d'anict, 18 once d'estratto di carne, l 2 botti• ;.!'li e ù1 vino, 12 d' act'l~, e 3 libbre di grasso di porco. Il ~er,•izio allua"asi analogamente al prussiano: oggìd1 poi a~c::olutamente in modo identico. C. Vrirttemberq. Fin dal tempo di pace erano allestiti 4 convogli sanitari, composti di: 1 comandante (Oberlieutenant), 1 Oberarzt superiore), 3 uiutanti di sanità, 60 soldati di sanità, ~7 soldati • r.oLtuiTiciali del treno.


K SfiRVIIHO ~lEDtCO Xll.l'rAilE

Dei quattro convogli, :l erano assègnati alle 3 brigate di .ànteria. In battaglia preparavano il posto di medicatura della br igal<~, o ve inviavansi 1 medici addetti alla brigata, sotto la direzione (lei medico di reg~1meuto piu elevato in grado. Il quarto convogli<> era a disposizione del comanda nle della Jivisione da campo, e dove va stsbilirsi secondo i casi al punto di wngiunzione tra i po<:ll di medicatura di brigala, al posto di medica tura prindpale o di ùivisione, sulla lluea tra i posti ùi me41icatura .li briguta e gli ospedali ùa campo. Quivi si stabilisce 11 f.'.,.IJ·Stabsar·zt (medtco dt sLato maggiore di campo), posstbilrnente un chirur go consulente, ed i medici di vicini ospedali da campo. Vi SI praticavano le maggiori oper azioni ed .npplica vansi gli apparecchi a quei ferili a cui non era stato pos:-ibile pt•ovvedet·e a i posti uvanzal! dt medicazione, c si appr·e;;tavano i fet•iti per $OStenere ulteriori più ll)ntani traspot•lt, se put·e il numero di questi non rendeva uecessario convertire il poslu s tes!".o in os pedale da campo. Dal 1870 per6 il set·v•zio Viirltemberghese fu modellato e"'B.llamente :;ul prussiano. II. l8titltzion.e pella cura dei feriti e malati. ~) PruB.qia. - 1• Ospedali da campo. - Raccoglievano direttamente in generale i malliti da lle truppe, e direttamente <J per l'intermezzo delle Rez10ni di sanità i ferili di esse truppe, li curavuno e restiluioano dit'ettamente i guarili ad esse truppe. Ogni corpo d'a1·mata m obile er a provvisto di i2 ospedali ' do CAmpo, che potevano accogliere 200 malati o fer iti, cosi che per OJ.!ni COJ·po d'armala polevansi in vicinanza di esso cu-rare ben 2~00 individui, vale a dit•e circa l'otlavo della forza m.>rlia. 1

~ f.tenere lurono ripa rtiti 3 per divisione, restando gli a ltri a ùtsposizione, specialmente pet• assegnarli a quelle ùivi,.ioni che ùopo un combattimento ne avessero bisogno, avendo ùo•·u:o lasciare indietro i' propr·ii spedali da campo. 1 • medici capi di essi speùali ricevevano, per i movimenti 1 -e, tmpianto, gli orùinì dei comandanti generali o di divisione :


:no

lliVlSTA DI TEC~ICA

per· l'andamento interno Jipendeva no interam~ute dal medico capo, cht< dava pnr gli ordini pella mar·cia, ecc. Ogor ~pedale era divi<>o in due sezioni, ed in caso di separ azione lo Stab!'arzl prendeva il coma ndo della 2• sezione, che reggevasi allora in modo indipendente. Finché !'')'-pedale da campo si trovò a contallo col curJ» d'armala cui era addetto, re,.;lò sotto gli ordh1i di c1uesto; 'fU&ndo l't?o.:tando in dietro non ebbe più tale dir etta rela.:ione. pa~sò agli ordini della ispezione gener ale di tappa, che pr ovvedelle perché il suo per5onale fosse lndilatamente sostituito da quello dell'ospedale di riserva, onde potesse tornare to~to a rag:;tiun~ere il propr:o corpo di armata. Gli ospedali per•ò continuavano a.t appartenere al corpo d'armala cui erano prima a~sognati, benché passati di fatto alla dipendenza dell'i~pt>zioue tli tappa.

Jnslalla.none degli ospedali da campo. Attuazione del ser•oi.:io. - Disfacimento. Per l'impianto dell'ospedale da campo si ebbe sempre pernorma di collocarlo alla massima vicinanza possibile del posto di medicazione, rn luogo per ò pur possibilmente al riparo dal fuoco neroko. Dovevasi anzitutto procurare che le locali la cù i locali fosst-I'O salubri e si potesse ottenere uncubuggio per• ogni malato di 1200 piedi cubict. Se rum poltlvan~i l'ill·ovarè nelle vicinanze del punto desi~nato fabbricati adalli ~i r icorreva alle tende malati, di dotazione: era • detto poi si do·vesse tener presenle come molto raccomanùcvole la costruzione di adatte baracche. Il materiale di disinfezione era il pr escritto dal regolamento, ed in quantità da bastare ai bi!lOf!ni. L'ospedale indicavasi issando le du& bandiere, nazionale e neutra, giusta il prescritto dallA Convenzione di Ginevra. t\lentre nelle marcie e negli accantonamenti d'avamposto gli spedali provvedevano da se s tessi al loro servizio di gual'dia, negli accanlonamenll di lunga durata o permanenti alla !'licurezza degli ospedali provvedevano i comandi roilitar•i. Il !'ervizio mediCQ era attuato giusta le r elati\·e disposi-


E SERVIZIO XRDJ CO WIUTA,.RE

zioni del regolamento. Al medico capo speLia,·a l'assegnazione de;tli inr.•rmi ai riparli; ogni ripat•t•> a vt~ va un medico pr~ct•ivenlP, un assistente ed un aiutante d'ospeda le. P er o~ni importante operazione, che potesse avere pet' esito pr obabile la riforma, dovevasi, f'cceUo il caM di imminente p•;ricolo di vita, interpellar~ il medico capo, al quale doveva affidarsi la direzione dell'operazione ed anche la st.e~sa sua ec:eruzioue. Per ogni mtllato doveva compilarsi la storia clinica clielr·• lo .<:chema a stampa. Oltre il registro generale, tenevasi pur un r egi'<lro speciale per ciascun riparto. N..Jiu rilir&le ùell'eserrito m·a dovere del medico capo di porre solto l'egida ddla convenzione di Ginevra quel persooalo• e materiale che era nece~sat•io alla cura dei feritt non lrasportabìli o che non s'erao potuti sgombrare, e di far SI'· gui re l'esercito dal restante personale e materiale disponibile. Fu pur compilo ùel tnedico capo tener sempre pronto l'o!:pedale in rn0clo che potes<se raggiungere nel minor tempo possibile il corpo u' armala, siu a vanza$se o reLrocedesse: r>erciò all'uopo di opportuni s~ombri cell'inlervento del comando di Lappa e mediante il personale dell'ospedale tli ri~ervo,dové provv~>dere ai ferili dell'oo:pedale rla campo quando rlow~va<>i rimuow•re. Oovova quindi appena un ospedale si impiantava. mdirizzare al comando della divisione, come ali'i:<~peUore ~enerale delle tappe un rapporlo sul numero d ·i mAlati lr·a~portabili o non lrt~sporlabili, sugli apparp,cchi da tuedicalura ed utensili da cucina, ecc., occorrenti. Materiale e oeicoli.

Il materiale era l'indispensabile per accogliere, medicara e curar~ 20'J r1coverali; solo i fu"li da letti si r equisivano, {\ se non era caò passabile si acquistavano: dovevano essere di legno e ò1 facile trasporto. Il giaciglio costituivasi con ~acconi di paglia eJ eccezio· nalmente !!oche u:<~avansi le barellt! di trasporto, giacchè n~Jla dotazione normale degli spedali da campo non entra vano barelle lrasrormabili in letti. 11 lra~pot'lo del materiale si f>icev,a all'uopo di 3 carri a {


Rl\' lSTA DI TEC:\ìCA

ruote per !.\'li uten.,ili, e con due carri di l"anilà a 2 ruoti', dei lJURii c:e ne RS"t';.!IHlV8 uno aù ogni sezione, nel ca<>o ('he l'o-

.!>pedalr dovP~!'e flivider::;i, colla mela pt·ecisa e compiuta degli oggelli di dotazione. Cosr pr atica vasi pei carri utens ili , provvedendo perchP. una metà degli oggetti fosse dala alla ,..pzione e distaccarsi. I car ri dì :::-arulà e1 an eguali a quelli delle sezioni d1 ::anità ma un po' più piccoli. Il servizro dei medici, degli aiutanti d'ospedale, dt?gli inr~rmier i militati era identicamente regolato a quello degli o~pedali in pace. Esisteva però nelle fot•mazioni mobili di sanità tutte una categoria d'aiutanti (Ober-LazareUJgehilfen)ai quali era affidala una diretta parte<·ipazione nell'amministrazione e la vigilanza sul personale inferiot·e. Facendo le veci di ispetlorj di riparto era IOI'O affidata la minuta economja, la pwi:tia, l'ispezione sull'assil!tetlza ed alimentazione, l'lUI riscaldamento, S!ull'illu· minazione, sulle nettezza perf'onale dei malati, e se del caso!>ull'altPndamento; e1·a pur loro comP.ilo vigilare su lutto che si riferi~se alle cucina, alla preparazione, riparlizione e di-' ~;;tribuzione degli alimtnti e delle bevande, alla lavatura delle biancùerie, alla conservazione degli oggetti di vestiario: ftnalrnenle uuo era specia lmente addetto all'ufficio enlr tmli, chP dove'a iudirizzare ed al caso anche accompagnare gli infermi j;i vari r•iparti secondo ia srecielita della mala ttia o ferila, desumendone le indicazioni dalle tabelline diagnostiche. A tali allribuzioui soddisfacevano solto gli ordini d1retLi dell'ispeltore, mentre poi ed essi erano sottoposti gli in fermieri, il cuoco e lullo al personale amministrativo. L'ispettore (Feldlazareth -lnspeclor) aveva la direzione 1iel perc:onale amministralivo, e ne dipendevano il Rendant (specie di contabile) g i aiutanti sovraccennali, il cuoco, gli in· fe r mieri e il personale !i'anilario inferiore di eventuale !:'OCcorso. Egli eù il Rendent dirigevano ramminislrazione econoroka e della cas!i'a, colla stessa responsabilità per questa. Il medico do,•eva ogni mese r ivedere i conti di casse ed assicurarsi dei ,·alor i conlenutivi. Il n endent do,•eva ancor a particolarmente occupars i della


F sE H\ IZlO )JKOll.O \Il LI l'\ RE

ammt:o>stone degl1 infermi, (> dE'Ila <lit•ezione del registt•o-mastro Ji e~"i. L'amministrazione deu-li utensili economici dip.:ndeva llatri;::peltnt'P, quella degli istrumenti chirurgici da un medico a"<"i~tenle d• c>it> incaricato: pPt' gli utensili farmaceutici era artìJala al farmacista. Il costo giot•nalicro òegli ammalali era. iu genere, In :,la· bllitll dal regolamento: in paese nemico si proHedevauu le w•ttOVIH?lic per re'lui~i:r.ioni; nelle allr~> ci••costan:r.P ;::i traevano dai magazzini e depo~iti de~di spedali òi ris"'rva. Ogni o<-pedale an:va, pet• ogni e"enlualtta, viver• di I'iserva per tre giornt.

Rapporti mcrlìci. Ogni IO giorni (il t•, 1'11 ed il 21 d'ogni mese) dovevasi daglt ;::pcJall inviare al Gèn4'lralar:ll di corpo e di tappa nn rapporLo sugli ammalali, òi viso in tre identiche t·ubrich•\ pPi walali <lei proprio e$e1·ci~o. pei confederali e per le truppe lletuich ~. NPIIa retro-pagina si inscrivevano le osservazioni relative al locale ed ol pe1'sonalc. Col primo l'appot'lo, olia tc:.liluzionP, rlovevasi scrivere una relazione sulla l--ledo e sulle condizioni igieniche dell'ospedal~>; con quello del p1·imo di mesi' aggiunf{evasi una relazione sul ::;ervizio medico, sul pPrsonate di guardia, ,li cura~ <li assistenza vnlonlaJ•ia; !-ullo slalo delle malallit> e loro forma in !!Onerale; epidemie ed endemie; malallie couta:;iose degli ~echi: cn1<i di malallie e fet'ltc impor tanti, operazio!li. ecc. V t "i do· '·eva inscriverc uno sp~>ccbiPllo nominativo d.,-gli operati ai J>O>;li di mE-dicazione e ricsaminati oegli ospedali da campo 6 . de::!li operati nello stesso ospedale da campo coll'iudica21011~' del giorno e della specif' della ferita, del giorno llell'nperazionc, del metodo segu.ilo, col nome dell'operatore, nl!correnùo del posto eli medicazione, del morlo e giorno ll'uSI'tla {per guarig1one complota, morte, sgombro e dove). I G~neralàrzte rtveùuti essi rapporti Ii invia vano, approvati, al mmtstero della guc1·ra- Militiir-Medizinai-Ablheilung. Sulla condolla o]o)gli ammalati eran stabilite delle norme


RIVISTA DI LEC~JCA

all'o~servanza ùolle quali invigilare dovevano gli

zareth-Gehilfen cJ il Lazareth-Sergeant. L'u!':cita dei guarili aveva luogo di regola dopo la colazione. Il convalescenti'! riceveva il suo libretto roalricolare (pereonale) in cui era !'<egnato il giot'!lO d'uscita, riprendeva gli el· fetti ,Jj ser·vizio. i particolari portati all'ospedale e consegnati al Ren.d(lnt, elle ùoveva inserirne sul libretto la variazione, m••ntre n• Ilo ~>pecchietto relativo rinleressato segnava lari· cevuta per ttui tanza. I guariti erano diretti al pt·o::;simiore comando di tappa, ove provvedevasi per l'ulteriore invio all'ispezione genel'ale delle tappe. Per lo più riunivau~i in drappellt nell'inviarli, sollo scorta, al comandante di tappa, al quale il medico capo doveva preveotivamente darne avviso. Quanùo, a pal'ere del tnedico prescri vento, uo i-nfermo non era pii.t ritenuto in grado di coutinuare il servizio, dov~va presentarsi a visita ùal medico eapo, il quale rilasctava il certificalo d' inabililli iu duplice copia, dovendosene conser\'IH'e unA negli alti dell'ospedale, spedire l'allra al ripa rto dl riserva cui rinclividuo appartMeva, perchè prendesse cono· scenza dell'incapacità al set•vizio od assoluta inabilitA. La ::;~ella del modo pel rimpatrio era di spettanza del medico capo. Ogni dt~C8!"l'<O nota vasi :;ul registro pr·incipale dell'ospedale ed in uno speciale dei morti: gli atti relativi r!Stratti dal re· ~i!'llt'O di spetlale equivalevan o a pubblici ed autentici tlocu• menti. Però se ros:;e sorto dubbio $<UIIa identità personale, do· ·wva!-i redige1·e un alto testimoniale dichiarante che un in· fer·mo, tra,-portalo nell'ospedale, senza indicazione rli nome, nazione er~. , f'ra morto il giorno la le in conseguenza di . • . . . . ., facendo una esalla descrizione dei ~egni pl!rsonali, che !:>egnavansi pure al registro dei defunti al cor• ri;;ponclenle numero. Ogni 11. giorni lutti gli alti di morte erano trasmessi all'intendenza; inollre alla fine di ciascun mese dovevano f mP-dit~i eapi far cenno dei morti ai rispettivi comandanti di battaglione e di r eggimento lra!'>meltend<l loro 111 dichiarazione dei conti dei morti


E. Sl!:HVIZIO \lt<:OirO 'IIT.lTARE

In ca~o di const.!gna dell'ospedale da campo al pe1':::onale dell'uspedale di dsorv~ pN>,·vedeva al cambiamentoil Generàl-Elappcninspeklion, col materiale dell'ospedale deposito eli rJ,l:f\8 c col relati\'O personale. Però, per particolari circo::t.ante che lo nece~:sila::>::.ero, d elro disposizione deU'Etappen-Gencralant, pole,·a il personale delrospedale da campo e,;:;cre incaricalo ùell'uller ior·e cu1·a degli infermi nell'ospedAle permanente, mentre atrospedale da campo, che doveva 8\auzar:-i, veniva so::;liluilo il personale di quello di riserva. Il registro generale e quello dei de(unli ed i fogli del re;:uslro-~iornale ciH' non fossero trasmessi agli ospedali di riserva coi trasporti di sgombro, alla cessazionP. dell' ospe· dale da campo ll'asmetlevansi poi unitamente ad un rapporto sulla con~e~na, munito della firma del medico capo dell'o:;;pedAle da campo P rle1 relativi medici prescriventi, al madico capo dell'ospedale permanente, che, rilasciandone l'ice\' ula, h cort~CI'\ava presso l'ospedale permanente. .\Ha ch1usura defiui Li vu ùegl' ospedali Lutti essi alli erano mandati al minisle1·o della guen·a, alla divisione generale del ;;erviz10 samtario (Militiit•-Medizioal-AbLheiluug). Le liste speciali dell' infertni r·imanevano fino ul termine della 1uob1HI&z1ono 1we~su gli ospedali ùa ~:ampo. 2' O>~perlrùi di gtterra permanenti ed ospedali di tappe.

(Perwnale ospedali di ri:seroa;. Gli f)speduli permanenti erano posti direttamente solto il eoman,lo Jel generah! isueltore di tappe. Del resto il servizio ~ la '''"Cìplina ne erano ordinati come per gli spedali da ~rnpu .. I medici cap1 (Stabs§rzle) di regola del personale 11 o~peuale di rise1·va, potevano Anche essere medici del ser' l ZIO fllli ~ 0. Que,ti ospeJah di guerra permanenti rappresentavano l'e1 ernento ~l~:Jbitc 11el trallamenlo degli infermi sul teatro della gut-rra · l rico"e . quando l e con d'lZIOnt . . loro lo permette • ra t'1v1, va~~' erano traslocati negli ospedali palrii di riserva; i guar1h ct·an . . . rir:n u rmv1a~1 all'esercito. Però sempre gli infermi anevanc ·m 11Ue11 1. fi no alla tora uscita . per morte, o gua-


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RIVISTA Dl lEC~ICA

r•gtonc, o finchè il loro stuto a parere del medi.:o capo lalù da polet·e far loro !':astenere :oenza difficoltà aleuua t~riot·~ ll'a-.pot·lo. Di conseguenza l'allivil.à degli ospedali manenli fu qua~ì continua. mentre gli ospedali da camp(l do'ellero spiegare un'allivilil rapidA. intenolta, ll·anne nei lunghi e continuali assetli, da lunghi per iodi <li ripo~o. t•agione della loro ~labilil.à quindi gli ospedali permanenti pi• ìadlmenta erano in cTarlo di <>l8bilir8i con costruzioni ............... a•iatle al confortevole ricovero ,legli infermi. di quel che~· te!:osero !-'li ospedalt da campo, in ispecie potendo<3i erigere baracche, ora ì~olate ot·a rap;zruppate e dt l'orme oivt>r.se ~tll'tsolamenlo, colla necP.ssat•ia c~;balura, ecc. Se l'esercito si avanzava e doveva pul' innanzi il romando di tappe, allot·a gli ospedali permanenti che t~vano ess~::re soppre::;si passavano Sùllo il comando del cerno generale, e che a tal uopo islituiva.si. J>cl rifornimento dell'occorr~ntil ad essi ospedali e per direzione del loro servizio P t'a a lato del governatore mPsso ,·on..;igliere tecnico, un Gent't'alarzt. Sotto la dipendenza governalorc era poi lasciato un deposito di riserca, che ministrasse all'ospedale il materiale occorrente. 11 personale ùell'o!=:pedal e ùi riserva, che prov,·Pder \'eva al servizio deglt ospedali per manenti di !;Uerra, cosi, per ogni corpo d'armata, costituito; 3 Stabsiirzle. V A<:stslenzarzte, 3 Feld-Apotlteker maci<:ti); 3 Ispettori di Ol>pedale, :} Rendant, 3 sollufficiali ~rrivani ; !) Oher-Lazarelhgehilfen

quali sorveglianti dì roinAriA~ 18 Aiutanti di ospedale, 36 infermieri militari, 3 17 Soldati tlel treno quali inservienti eu ordinanze. Non pOS!=:edeva, tale formazione, mezzi pt•opri di tra ma usava carri reqUtsili. o della ferr o,•ia. L'intera formazione dividevasi in tre sezioni, ùi cui :!Cuna corrispondevh alle esigenze di un ospedale da Ogni sezione poteva anche s uddividersi in due; l' istituz poteva cosi sopperire a S installazioni diverse. L e conrlt7.ioni della guerra (avanzamenti rapidi.


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E SERVIZIO MbDJCO M.liJIAlUi

hn•tn:::Jil' ~uccedenli~i rtlfll•iamenle, il 1111mer·o grande dei neeli t•ico~·ero. ecc.) e~igellero lten presto un aumento MI p•:r:-ornlle d1 riserva. F ut•ono per cìò arruolati met.lict borght>si, e molli stranieri spontaneamente otf~:rtisi. Frn questi gli anziani, pro(essut·i d'università, funzionar·i pubùlici, diretlol'i di ospedali, L'ut·uuo impiegali quali pre~' rivPJtti; i più giovani come ces~itos•

a~si~lrnti.

Il pet•:;ouale dell'ospedale di rist>rva non limilossi al funzionamento ùegli ospedali da campo, lt'O' ò frequente occa~ione tli r~rovvedere all'erezione di ospedali aulonorni di :.tuerr'èt pet·manenli, e di ospedali !U'fUldi u piccoli di tappa, che, solto la dipendenza dei comandanti di lnppa, funzJOnar·ono lun~o le vie di sgombro, ùtretti dalla ispezione medica ~eu~rale di tappa. Quelli mstì luilt sul patrio territorio erano regolati dalle disposizioni ordinarie ùcl Hegolamento dt o~pe­ llale di pace. quelli in tenilorio straniero erano re1ti colle liOl'tne de~li ospedali da campo. Nrì momeuti di tregua, o durante t lunghi Javor1 di a::-sedio ti pet·~ona!e delle sezio11i tli sanità e degli ospedali d& carnpo poteva essere addetto ugli ospedali di guerra; Yice''er·,..a il pet'!'Onale degli ospedali di riservo, che non fosse altt·imentt occupato, e che si lro\'asse in vJcmanza d';,;nu localitu ove era occorso un rauo di at·mi importante, \'enivu l~rnpotat·ìamenle assegnalo in soccorso ai posti di medicazrone eti agli ospedali da campo. 1 ~ materiale l'anitario, farmaceuLico e chirurgico, neces881'10 o,:tli ospedali di riser·va, toglicvasi dai ùeposili di essi :pe~~IJ.' per quanto almeno non erasi potuto ottenere colle fJUt~Iztont, presct•itte dal comando di tappe. (Continua).


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RIVISTA D'IGIEKE .Sall'&llment&sione del soldati giapponesi. - Dolt. TARO MoRr. - (Arcluo. filr Hugiene, fase. 3•, 18,6). Stimiamo pregio dell'optlra dare qui una deUagliala di questa memoria del doll. Riolaro Mm·i, medico dell' cilo ~iapponese, comandato all'istituto igienico di della quale un rias-sunto fu già pubblicato nel giornale medicina mililo.r e del Giappone, (Rikugun Guni Gakkai 11. 3. 1886), e cue è certamente un conlt•ibulo importante br·omatologia mililtu·e. L'alimentazione dei giapponesi ha formalo oggetto di leovel'sie e cr itiche, e sulla m "'desima esistono oggidi pinioni ùiamelralmenle oppos~e: taluni autori r itengono il c·! bo dCii g•apponcsi, costituito pr evalentemente di riso, insuOicrenle, m~:nlro altri lo r itengono bastevole, ed anzi lribui!Ocono ad e!'so la resistenza dei giapponesi, e Io nll'ravifrlio~a altitudine a lavori muscolari, e se!!n:atamEIIII! alla t>or::a. ~el Giappone però è insorto il dubbio sulla cleirAntica ulimentazione, e molti sono propensi a fAr ilurr~> anche nell'esercilo l'alimentazione europea, ~iA in da qualche tempo nella marina. L'autore si propone di slrore n~>lla sua memor ia : 1' Che la introduzione òell'alimenlazione europea ~ercilo g apponese, sal'ebbe connessa con serie diffieolti. 2' Che ton leggera mo~itìcazioni l'alimentazione deii'P!>ereilo giapponese potrebbe risponde re ai postulali scienza mo iet·na. Alimentazione dei yiapponesi. - Il cibo delle clas<~i ralrici del Giappone consta essenzialmente di riso. molle alh'e parli dell'Asia, e poi di pesci fresc hi e d


IUViSl'A n'H71E .~E

349

nonchè dei prodolll della fava di Soya lTofu, Miso e Shoyu). SI resta generalmente meravigliati in Em·opa come s.ia possibile ai popoli asiatici di introdurr e ùelle quantità notevolis8ime Ji riso senza che ne derivino disturbi da parte dell'apparecchio digerente, rna Ciò dipende dal non tener abbastanzll conto dt>II'ac•JU8 in esso contenuto. La sostanla ,.:olida del •·iso coHn è eh l'6,39% m rntre che quella dtl riso crudo non i>. che drl 36,i6 •;•. Spesso si confonde anche il peso del riso cotto con quello del 1 iso crudo. La quanti la giornaliera di riso crudo necest=aria ad un giapponese é stata valutata Jiver!'amenle da1 vari autori: taluni la fanno ascendere a 7:21 gr., altri invece a 60:?, sicché si può ritenere come cifra appro!>srmath a 650. l pesci, che pure costituiscono nell'alimentazione Ù('Ì giapponesi una delle principali sorgenti di albuminoidi, non si mangiano che in quantità relativamente limitata, ed ìn copia anche piu limitata la ca1·ne. Hanno invece maggior· importan~a come cibi albuminoidi i già cilali prodotti della fava tli Soya; e devesi annoverare ::opratutLo fra gli alimenti azotatt il Tol'u (formaggio di fave), che lta realmente un g1·ande potere notrilivo. Sono poi usate al G1appone, olll'e alla maggior parte delle verdure e civaie adoperate in Europa, i rizomì feculacei di varie ~<peci e dJ coloca~<ia e diosco•·ea, ed i frulli di parecchie sol!macee. . Dalla seguente t.aoella si rsl&va la composizione dei prinCipali alimenti giapponesi. Albuminoidi Gra!>si Idrati rli carbonchio

Sa h

.-\.c.rua

Riso giappone.,e

Pesci

Totu

Mbo

7,00

15,33

8,19

10,08

0,33

5,50

3,08

J,O'l

1,31

0,52

!2,50-

13,61

76,03

88,21

50,40

i4,80

18,77

pol~u.~'list:n:za degli appunti fatti all' alimenta.:ione giap"t1leile. - L alimentazione col t'iso è usata dai popoli dell'e., remo or· t • lu m .•en e fln dalla pJù remota antichità, e sarebbe per si •0 eno Incomprensibile che un'alimentazione insufficiente ' ~"•' mant" l • ... nu a per ullre 2500 anni. L'appunto principale


:~:;o

mvrsv.

l'alto al cibo giapponese è di con\enere una <JUanUI.à scar<:a òt Rlbuminoidi, però è da tener pt·esenle anche i giapponP"'i, il cui peso raggiunge sollanlo i 5f & di <lt>gli europPi, hanno anche bi!òogno d! minore Un allro appunto è f'JUello della scarsezza di'ile sosta.u gra<:<:e; però Scheube, consiJerando elle le sost.anzP ctridrati di car bonio si sost1luiscono secondo il loro valore combustione(\'alore isotermico), dimostrò che il rapporto albuminoidi agli idrati di ca!'bonio nei cibi giapponesi non gran ratto diver sa òa queiJa che si ha nei cibi usati in La pr oporzione de i g rassi e degli idrati di carbonio altmenti, S\'al'iatissima secondo i climi, dip~nde anche .abitudmi di ogni singolo popolo, e si potrebbe quasi che questa propOl'zione si conformi alla natura dci cibi o!ft·e un paese. Sostittuione dell'or~o al riso. - Il generale medico -che l'u il propugnatore dell'a limentazione europea per la rina giapponese, ha fallo la proposta di s un·o~are il cr)ll'or.w, perché C[uesto con tiene maggior copia di 110idi. Appena pubblicata la proposta di Take.gi, l'orzo,. in Giappone costituisce il cibo delle classi poveN, ~"Uhtlo !';eno.;ihilmente di prezzo. In se~uito l' ot•zo cotto ~olloposlo ad una 1·igorosa analisi :da Osawa, il •tuale mo.;trò che e!'>SO non era per nessun riguardo prel'~ribUe riso. I n pl'imo luogo esso dopo la cottura contiene una titu notevolmente maggioee rl"aCIJUa chE' il riso (79,H, r·i:;o invece 63.2\ "/.). e risultò inolLre da queste r:cerche ~e ne elimintl ti 16,'>8 -;. non di~erito, e delle sostanze minoidt il :>9,30 "/., del r iso si elimina invt>ce per le ~.lO "/. e delle soslanze albuminoidi del t•iso il 20,-iO •;•• difficile digeribililA ùell'or..:o .lipende certamente in parte modo di prepararlo; ma il modo di cucinarlo era quello uc:ato nel Giappone e proposlo da Takagi. Ali mettta.:ione dei soldati gia,pponesi e rieerche di """m....., ~'tlla ra~ioM della scuola militare di Tokyo. - Secr.>JilO«J'l regolamento in vigore ogni soldato riceve al giorno li 1091 g t'. di riso crudo, ai quali si aggiunge un su"" 1 <HY1B 11


D'IGJE.S.E

di 6 "eo = 30 cente-.iml per i c:oldati •· òi "s~>n = 10 c~>nt.•­ ~imi pe1· ~11 alunni della ;;cuola mih~at•e . 11 c()rumissaJ·io di ogni unità di truppe E;tipula ùei contralti con i fornitol'j, t•d i vi,·cpi, pt·ep!H'tlti sotlo la sor·veglianza di un :-<ollufnziale. ""rl~ono distribuiti alla gentf> Lre \'O itP al g10rno. Eykmann nell~ ricerche fatte nella scuola mtlitnre òi Tokyo. constatò che l!l composizione della razione (11:>0 ar. di ri"o " 7'fli gr. di altri alimenti) era la seguenle: \lbumma

Riso 48,25 Altri alimenti 31,82

Totale.

83,07

Gra~>so

Idrati CelluJ . C di carhonio o;a enere

Acqu~

11.57

586,88 35,56

2,99 3,08 1106,70 5,5:3 19,86 649,66

1~,()7

622,-H

8.52 22-!H 17il6,6:3

2,10

l risultati dt-ll'analisi del riso fatta da Eykmann coincidono Sclteube ed altri os!lervatori. ~ebbene nella scuola militare di Tok~·o vi siano molti alunni uon ancora giunti a completo sviluppo. essendo l'età minima fi!!sata a 18 ann1, ~i può però ritenere che la quantità di cibo necessario per 1 medesimi debba essere sufficiente anche !JCr gli uomini adulti.

e~Uilmente con quelli delle analisi di

Qllantilà d~ cif1o necessar~o ·~i soldati giapponesi e crilir.a

liell" loro alùnen.t~ione attuale. L'autore comincia col determ~nare teoricamente il bisogno alimentare dei giapponesi, molhphcando corJ 5/6 i valori medi di Voit ed ottiene le S"'guenti cifre: Idrati

.\Illumina

Gra.;3o

ùi carboniil

con lavoro moderato. 08 g r. con lavoro forzato. . • Hi gr.

48 gr. 83 gr.

417 gr. 373 gr.

d La quantità di albumina necessaria ad un giapponese fu r, et~rminata anche dall'autore coll'analisi delle urine e delle ecr, e lro\'ata corrispondente alle quanlilà di sopra citale. Il bisogno alunenlare e naturalmente proporzionato al lavoro,. a questo per i soldati giapponesi può ritenersi approssunall\'amen t c eguale a quello del fantaccino tedesco. L'au-


RIViSTA

tor~, tenendo presente le 1·icerche di Forl"ter, e parn:.v•'""''UV!i

le cifre determinale teoricamente colle cifre risullanti dal· l'alimeutazionl' della <>cuola militare di Tokyo, tro,·a che vi é una differenza in meno di 18 gr. di albumina ed una dit· ferenta in più di :Ji gr. di sostanze anazotate (espresse i& grasso). Vi !"arebbe quindi una sproporzione fra le so•>talllze>~ azotale e anazot.ata nell'alimentazione della scuola mi! ilare Tokyo, l~ ~ebbene tale sproporzione in realtà spesso non esista. pure ralimentaziooe della scuola deve ritenersi dift>ttosa e deve essere modificata. Idee dominanti ::s11l1a r(lorma dell'aliment<aione deU'e~er­

cito giapponese. - Ritenuta la convenienza di migliorare l'ali· mentazione delle truppe giapponesi, l'autore discut-e portunil.à d'introdurre la razione europea nell'esercito, com& si è gia fatto cou buoni risultati per la marina, e t'a vare che le condizioni sono beu diversf'. La marina pooese è un c~>rvo ristretto (la totalita degli equipaggi di 56U uomini nel 188i), e poi i legni toccano natura! quasi sempre della località dove r;er lo più è agevole di curare cibi europei in 'luantità sufficiente, e sono forni ti tre di tutti i comodi nece~sari per la preparazione dl.li desimi (~'ome l'orni, ecc). Per l'esercito invece elle con 200,000 uomini )P cose !<l.anno ben diversamente. La annuale della produzione di ogni specie di frumenti Giappone i• eli 1.634,000 tonnellate, che corrisponderebbero 1,7li0,000 tonnellate di pane. La quantità di pane rrllll'namna nece<>saria ad un soldato giapponese si può calcolar.... a 633 ne sarebbe quindi bi!'ogneYole per tutto l'esercito i6,00" nellate all'anno, sicchP la quantità dei cereali sarebbe ftciente. Non cosi la quantità della carne: vengono Arrt!llll%0.: zati annualmenl·· in Giappone in media 32.263bovini che \111 peso netto di H-,160 tonnellate di carne, quantita che sarebbe appena sufficiente a sopperire ai bisogni cito, se si calcola la razione giornaliera ùi carne a A prescindere ora dalla impossibilità di consumare \&mente per l'alimentazione dPll'esercito tutla la urcJOtiL'''"..., di car ne di un paese, un'alimentazione sitl"atta verrebbe costare molto cara.


O'JGIE.~E

3ij3

un· altra diffìcoHà deriva dal modo ùi preparazione degli alimenti, essendovi un'immensa differenza fra la semplice cottura del ri<~o ed il paneficio, pcl 'JUale poi non esi'<tono neppure i forui nella maggior J>arte della città del Wappone, anche a non tener conto del fatto che il pane è certat•lenle meno atto ad ess~re trasportato, perché occupa maggiore spazio del riso, ed ~ pure più facilmente alterabile. Proposta tli una nuooa ra;;ione. - L'auLore, attenendosi il piu che possibile ai ralcoli teorici, e senza allontanarsi troppo dal r•·gime alimentare attualmente in uso, propone dì rnodificar•e l'antica razione nel modo seguente: Razione individuale giornaliera nel servizio di gnarnig10ue Albumana

BiRo crudo 650 gr>. Pesci . 220 • lofu 200 » :\liso . 60· Totale

G1·u~i

htrati

di carbonio

Sostanze anazotat.: in grassol

45,5Ugr·. 2,15gr. 486,20gr. :H1,72gr ::!!3,66 • 12,10 )l 12,10 • " 1,10 » W,38 • d,16 " 6,05 .. 11,24 » -i,86 ))

..

101,59gJ•. 20,41 gr.

f.97,54~r.

231-,84gr.

&llli quale ~i uggiungeranno · legumi freschi 100 a., legumi salati ao ~ .• ZUCC'hCro 5 sr.. S!Joyu iO g., e lhè 20 g. Questa razioue virne aumentata pPtlpOl'Zionatamente nelle manovr e e,i!11 tempo di guerra Sarebbe conveniente di sosti!uire ~e Ulh·olta , per •Juanlo lo permette la spe.,a. i pe=-•·i ed ~~ m1"'0 colla •:arne, c ba<::terebbero all'uopo 2.3-'l g. di rarne 1 !!.,!'impiazzo di ~00 g. ùi pesce e di 200 g. di miso. La di~~-~jone d~>~li alimenti, a causa della note•ole quanlita d,!_ l'J,;o che e~<>i contengono, dovrebbe farsi in tre pa~ti, ma, contrariamente ai pr~>cetli di For<::ler. in porzioui qua<>i eguali.[D

_co.~to dell'antica r 1.;ione e di quella proposta dull"auture. ;- Secondo la tnb~>lla di E\ kmann l'autore ha calcolalo che a razion~ della qcuola m.ilitaJ•e di Tokyo viene a costare 1'eh 1,7 s~n · • . -- 21$ cen t esm11 e mezzo, eccettualo 1·1 rrso, me n t r·e 11 e regolanwnto concede R scn 40 centesimi, <::iccht\ 2:i

=


a:; t

HJVISTA

8\'lllll.tH'ebLcro non pochi mezzi pee migliorarla. anche condi:doni alluali. L'autori'!, ~airola il peezzo della da lui pr·opo::.la a 10,0'2 ~en = 50,1 èente::<imi. Or>~ il re:;:olamunlo in '1gor·e ogni soldato riceve (i go di e 6 sen ~u ~upplemenlo.i 6 go di ri$o veugouo a :t::!ì ~en. c fJuiudi tutta la razione attuale costa !),27 Hl.:l <"'PHlel'illli La razione proposta, che •'"r••••m•ron·~·.. tulLi i bi,-r•gni unr1 vet•rebbe quindi ~ costare molto eli quf'lln orA in U"O. Ben diver~o ~nrebbe il prezzo dell'alimenlazione ~iacch~ il coslo di soli 208 g. di carne di bue sarebbe di 9,05 sen = ·~5,:: C\'lltt>simi mentt•e tutta la razione 11011 costa elle 9,27 sen 46,3 cenLes1mi, ed uu simile crirìzio peeumario 11011 sar•ebbe certamente compen!lato wmlaugio che si potrebbe otLener~ da.ll'olimenlazJOue •·opea. \lirmmfi di riseroa dei soldati. giapponesi.- Gli di t'il"I-!1'\'A dell'eser·eilo giapponèse, che s1 portauo t~> m p o di ~uerl'IJ, sono calcolali per tre pasti. Essi ~tono di domyoji, cioè t·iso di prima qual11.A cotto, a ::.•:cdtczzo. e polverizzato, e di kalsuobushi, cioè tli ne::;c1' (lhynnas pelamys) disseccata. li complesso ùcgli alimenti di riserva. ~i usta le t1 >'i ... lenh, contiene nnn rtuanlita sufficieni.P rli allmmina, vi fanno difetto' le :>ostanze anazotale; qurndi sat•ebLu opportuno di modific~JriJ avvicinandosi alla comoosrZJOII delle t'azioni di riser,·a eut·opee. Siccome pet·o l'autore ù ancor·a 111 ca~o di furnire dei dali precisi, e costretto -ora a richialllare :-;ollant.o l'attenzione sulla insumcicuza 1'87.ione di riser·va u~al11 ìn Giappone, lascrandc• ud altri còmp1lO di proporre delle adep:uate modificazioni.

=

=

Bloerohe sullo streptocoooo dell'erisipela. - Dott. P. nARO. -

(Il ,\1()r(J(l[Jfl i, 1886).

La ri::.ipcla, mAlattia parassitaria e contagiosa, spt>sso par·isce ~:;otto l'orma epidemica in una sala chirurgica di dalo; la ferila è la porta d'entrata del micr•òparas~ita.


o'tGIE:"/E

talvolhi appare ::>en:~.a che si ~appia trovt~re il bandolo della -sua JH'o\·omienzr.. N•• con~egue che allro non resta a sospeltar.si "e non cile lo sli•eplo..:occo viva non solo nell'ùomo maIalo di l'!;;ipola, ma anche nel mondo esterno, ove deve tl'ovare delle peculiari condizilHÙ favore,•uli alla sua esistenza. Sop1·a quec;ta parte •Iella biolo:ria del micrococeo, non ancora :;tud1alo , l'autore ha inli'Rpr e:>o u'la serie di ricerche, dr cui or~ puhL!Ica i primi dsullamenli. l principali pl'oblemi che l'autore ha c'.lrcal.o dì S\'OI!:{ere, ::.on•> j due s guenli: 1• Po::r 4uuutu tempo il microcacC•> della risipola resiste al di-::>cccntn•!ulu e con~et·vu la sua attività patogena 1 :!.• Fmo a cht~ punto es-;o l'esiste ai du~ disinfettanti più u-;ali. all'tH:ido fenicn ed al subl11nato corrosivo 1 DoJio di avt!r descr·itto, eon molta chiarezza e dlligeoztt, il pt·oclls;oo St>)Xullo nelle sue ricerch-3, l'aulore trae queste C•JIIl'\U!IÌOOi.

l' Il vir·us clelia r•isipola è rappresentato da un microcucco a catena (<lLt·eptococco) che si t1•ova pure, ma in poca quantità, nel sier·o delle Ililtene erisipelatose; ~· E«"o cresce lentamente sulla gelatina nutritiva di Kocil, ler~ul~ alla tempel'ulut'l.l ordinaria, e forma una colonia bian c!ttccra: cre.:;~e rupidarn ... nte nel brodo ed anche nel siero del :òangu.. alla temperalur·a di 31": :J• Il viru:;. co;;.t coltivato, se si inietta solto la cute ddrore~!chio ùi un coniglio vi produce uoa infiammazione risipelato!>!\ l'he pro~edrsce nelle parte vicine ej è accompajrll 8 1tt r!a t'thbr·e, ma il coniglio guarisce dopo alcuni giorni; 4• Lo htreptococco della risipola disseccalo nei fiJi Ji seta ~ co_n~ervato in qut>!'lo stato per molto tempo, anche dopo ''2 ~•orni, --i lr·ova vivo, pacbè m~>sso nelle condizioni favol'l!.'uli St è moltiplicato e poi iniettato solto la cute del padi~:l~o:1e dell'or·~:~cchio ùel coniglio ha prodotto la infiammazione ~rt-,rpei~:~Lo:ss caralleri:3tica; . il• Appuralo questo fallo, s'intende benissimo come la 1 rd .51P,01 ~· cl.re {j una malaUia contagiosa, possa sorgere in io.. 1\'UJUi l c le non luurno avuLo alcun contano con erisipelatosi; 6• Lo streptococco dell'erisipela muore sotto l'azione delle


356

lUVTSTA

::;oluzil ni acquose di addo fenico al21/2 r er ' l., et! al a• di quelle di sublimato corrcsivo aii'unn per mille, o per mila, sempre che queste scluzioni agiscano per cin<fue nuli, o per un ryuarto d'ora: ma non muore se a~isce un minuto solamente.

Le cautele uetUche ed antisettiche nel servisio oeuttco. - A. P Ot.HL. - (Cenlralb. fùr Chirurgie, N. 1886). Fa meraYiglia, dice Poehl non senza ragione, il ''edere la pr atica farmaceutica siasi cosl poco avYantaggiala della trina l.llllisettica. Nessuna raulela anlisellica si pratica prey•a t·azione delle iniezioni c:ol\ocutanee. l liquidi per la f!_o_r pArte si filtrano, ma non si pensa menomameule condiz1oni della cat·ta ùa fillro mentre si sa che l'arqua do filtrala contiene microorg-anismi in maggior quantità di La così della acrtua distillala, come l'autore ba dim sono giù cinque anni, contiene in ryuantil~ sufficiente ~o organiche per mantenere in vita i microorgan tstni. L distillala della Newa p. es. conliene tre parti di sostanza genica in 10,000 parli d'acqua Bisogna trattar l'acqua col manganato di potaE>~a, quindi distillarla. Gli alcaloidi. 1:;e la loro soluziOne ~ia pr~parala colle cautele anlis~ coslilui~cono un lerr·eno fa\'orevole per la v ila dei mie gan i~m1, ~erc:ò tali soluzioni si de"ono fare sterilizzauJo liquido. S iccome molli di queste soluzioni non resi~ tono cQltura ccq non rimane che il mdodo l!lquanto P lungo di Tyndall cioè la steri!Jzzezione inlt>rrolta. Con cautele le soluzioni di atropina, di pìlccarpina e di cocaina con altri metodi si altererebbero, si mantengono ::hl1a~;1ar1~ .bene. Per le soluzioni da iniezione irodermica, che non ~,,..,n.,•r. tono la slf'riliZ?a:>iore diretta, ~i ottiene lo scoro prcr<'1 n('l n:oèo ;epuer.te. La ~oluzicne si prfpara in una <'Il r~-~11 aselli< o col ~ub!im6to . Il medicarneLto per ogni in non è pesato rei modo crliinario. Jl€rrhè la pe!:alura è rl flcile quando ~i debba fal'e colle cautele anlisetliche. Jnvc


n' ICLJo;J\1<:

3ii7 .è già pr~paralo mollo lempo pt•ima e conservalo io granuli; questi ~onlengono uua deLerminala dose di mediéamenlo preparato colle cautele antisettiche ed incorporato con materiale pureanli'!eltico che però sia iaùiffet·ente ».l medicamento stesso e colror:;ani:smo,a que:;to scopo si presta benissimo lo S lyrol, il benzal•lciJe, il timol. l'aldeidt! di cinnamomo, e cc. Go gt•anul•l coutenenle una LHI•ruantitàd'alcaloi..te è posto in un vaso steriliualo e gli c;i ag:.tiun.;<! la occor t'ènL3 quantità d'acqua sterilizzat>.~ m~d ante un'ampallina fo:-nita di rubineU) di ,·... tro ed a cl1iusura anlisetti~a. l qranuli si sctol~ono in pochi minuti e la soluzione soddi~ra a tutte le esigenze. Per la prepat>azione dei granuli sono prvpo;;te macchine speciali che servono specialmente alla ·llosatut·a la tfuale sarebbe molto piu esatla della pesalut·a clte -!Si !Jralica colla ordinaria bilancia di farmacia .

.

l.'la.eoluloue. - Confet•enzfl. tenuta da FRA.NCEsco M uLLER, tlocenle alla unive1'siLà di Gratz. - Tradotta dal Wie~ter .\ferl. WocAensch., e Beilage .Jlilitarar$t. Quc<:t'o!:!gi, o signori, voglio esporvi ùelle nozioni più esaLLe

-sulla natura di una malatlil, che ordinariam~ote non viene

tr.tttata, né dagli scrittori di patologia interna, nè dai necrolo~. anzi non è nemmeno accPnnata, dalla m~ggi1lr parte d"'i no'<lri lihri scientifici. Intendo parlare della insolazione. Questa rappresenta un an~llo .di congiunzione naturale, fra le malattie funzionali, ed

8

P•relttche del cervello, e quelle organiche e febbrili: ed nffre tanto rnag:;ior3 interesse, mquantochè é una malattia dt non comune fre•tuenza, che sceglie a proprie vittime SOJgelLi nel ~or deS~:li anni, e, ronfessiamolo pure, minaccia gli eserciti, 10 . un grado ognora crescente. I grandi concetti, in cui s'in sptr~ la lattica mo ierna, giustificano la esigenza di marcie COnttnue ed . . ecce"'stve, durante le quali, non deve r ecar sor=~sa, s.e alcuni individui, sotto i cocenti soli della stagione ~va. ~tmallgono vittima della insolazione. _._l _. 0

1 t~$ 1 generale per in~olatlone s'intende un accidente mor-

Bu, erte avoieng_ n~Ji giorni sciroccali, che è caratteri.n:ato


358

RIV'IST.\

principalmente da r111a ec:ceasioa tempEratura tip:radi) e ~h e in rade l'organismo in modo at•uto, manifexta;;ione di malattie riscerali. Essa ~i può di\"iJere in tre rorme differenti, delle quali è sempre collPgata ad alta temperatura 1. Insolazione r ropriamPnle c.lella: insolatio, Sonnenstich, dei lecle!'chi; Sun:~lroke. degli inglesi; soltil, dei francesi. 2. Colpo di calore inten!':o 1Hitzschlt1g). 3. Colpo di ralore forte (Wiirmeschlag). La differenza rra questé tre fot me, apparirà ad bene delinPàta. quanòo io avrò dimostrato 11uale sia gente dell'aumen~o della temperaturt1 del nostro Nella in~olazione l'innalutmento della temperai vuto sollanto alla òirella azti)OC dei ra~gi solari nim1o, in istato di ripos1.; ~on un u;empio spie~herò la cosa. Supponiamo che un mietitore. dopo il pa!'to zogiorr:o. ~i corichi stanco c:;op•·a un cowme di Cl'posto ai diretti raggi del sol••; dopo quAlche pt·rùe i senà eù un medico. chiamalo sopra luogo, un enorme aumento di temper•atura, scorge la testa estremamente arros!Oate, e 13copre l'abolizione scienza. Ecco un caso d"iru:olazione acquisita ùuran poso. Vu senza cJ,rJo che questa specie d"insolazrone dìnariamente coloro, che stanchi ed esausti dalla s;lraìano e si addor·men!ano solto gli ardenti raggi di estho; esempio, i solt!ati, i touristi eù i Jaoçoralori dei è molto rara nelle r egioni settentrionali, la ins~:>razrciDII!I:,Ill contro frequente nelle meridionali. Passiamo ora alla seconda forma, cioè al q eolpo

intenso (Hitz!<cblag) •. Qui l'aumento della temperatura dipende pri ed anche esclusivamente. dall'accresciula attività Ne vanno specialmente colpili individui che, equipaggro assai pesante, salgono sulle cime di alte tagne (tourisli), soldati che, in pieno assetto di .. w".~.~.... ciano Ye~o il nemico •JU&ndo il termometro all'ombra


almeuo :H H. È quiudi ••vitlentl' che in questa forma il fattore precipuo tlella elt.>vatA temperatura, risiede uell"aumenl\\ .Jella ,1Ltivitit mu'-'rolare, non nella inlluenza dei ,Jirelii raggi !'Otari: 116 \'iene cfa r,j{Ì r.hè l"~UIYlf'lllO del13 temperotnra 01'~IIOÌI'll. <:la in ragione dit"ell8 del lavoro mecc>amco mu;;co-

lar.·.

~la se aJrùumPnto •Iella le111pe.ralura interna fo,-;~e contr-mporaneo un numPnlo <Iella e,-Lf>rna. ne :::eguirebbe rhf' in al!!nni mdfvidui le cn<:i rielte Hlh·ole di ':'icur.>zza riusciz•ehbcro in<:ufficienli Il manten~r·· rcquìlibrio fra le due lempet'alure .•!on.le la !"proporzione rra la produzione del calore e la ;.ua dispersione, nPI clw oppnnlo ri~iede la causa fic;ica dt?l colpo di calore inten:~o. Nella terza fot·ma mvece, eulpo di calore Jorle (Wàt•me~cldag), lo. sorgente dell'oumenlo Jclla temperalura interna e f'olo rep~ribile nf'llla elevc.ta ll>mpet·atnra esterna. Il Wiirme~chlag colpisce l'uomo tanto se aUende ai pt•oprii la \"Ori, \!llhnlo go si lt•ovu in assoluto riposo. Le truppe inglesi ùi

guaruigioue nelh· ludi1~ e nelle isole della Sonda, ce ne ofrrononumerosi Psen•pi. In c;eguito all'alla temperatura esterna, talvolta l'inlt>rnu aumenta a gr~tdo tale chr i soldati stramaz· 7an.-. ìmpt:on·isamenl<> a le1•ra come fulminali, a cui d' ordi· nario susst'gut: una rapida morle. Ma un !alto deguo ùi riile!'-o;;iune :<i é che il colpo di ealore forte nel clirua tropicale non t> inft·equenle eziandto "er;;o la mezzanott~. Come avvien~ ciò?

Perchè 11ppnnto quando il cielo è nuvo!oc::o resta impedita la it·radtaziotle del celot·ico, e dopo il tramonto del sole for~an•lo"i i vapori ocquei, e precipitando al suolo aumentano 1~tu, P rendono difficile la dispersione del calore. Benchè m " 18 <lPl lutto eccezionule, il \\'àrmeschlag succede anche pres<:o di noi. _cn-.ì M 'eJiamo r.olpili i nostri mucrhinisli e fuochì,-ti di!i ptros:-ail commerciali, e tla _guer ra, gli operai degli stabJiimenlJ metallurgici, delle fabbriche di vell·i, ecc., causa il cal~r_a·o. rngg1ente dolio. hocca dei forni, che porta ad un grado 8 li">~llìlo, la giù elevata

temperatura. l n simili contingenze,

non é mai nbl.lustonza raccomandaLo, il provvedimeuto i~ie-


;JtiO

RI\'lSTA

11ìco di allornare ìl personale d1 ser vizio ad inter valli più che sia possibile. Nella considerazione che presso di uoi la 1' forma nenl>lu:b) non i! molto f1·equenLe, e la 3' (Wàrmescblag) i· co::;i ~rclì.mremo occuplirci specialmente della '2' forma ::ochlag) colpo di r.alore inlen~~o. La cau ... a unica di <[Ue"t.a forma, come già abbiamo !<lrato, è rmnalznmcnto della lemperatum da produzione calor\', pe1· aumentala altività muscolare. Durante il lavcro meccanico dei mu~coli, hanno luogo i seguenti fenomeni: t• NelrorJine fisico, il solle"amenlo di pesi, l'abbaLLimeulo Jì Ol>tacoli, il traspor-to di masse onerose, 1l compimento di lunghe mat•cie, elc. 2' Nell'oJ·oine chimico, si efl"ellua il ricambio dei materiali organici durante lo $\"Oigimento dei processi analoghi enLto la <·ompa.ge della ma~sa muscolare, processi, che costituì• ~cono la pl'lllcipale sorgente della temperatura organica. Quanlo pu'1 aUivJ sono questi processi, tanto maggiore è la produzione del calortco. La forza espansiva del nostr·o ga.nismo, si Lt•acluc~ in '/,di Ja,·oro, e '/ , di calor e, rendea• do!>i in ciò mollo super iore, alla miglior macchina a vapore, la cui ten~ione accumulala R ;;pese di materiale combustibile, ~i trasforma in '/ , di lavoro e'/, di calore, 1 '/ ,di calore dell'uomo r·1mangono nel corpo, per un periodo più o meno lungo: rimp18l:t.ando conlinuamenle il calore consumalo, e Jll'Oclucendone d1 nuovo. Que,.,lo fenomeno potrebbe farcì support•e che un uomo ,-;ano e robu-.to, dovesse essere in grado di elevare la propria temperatura a quella del sangue bollente. Ma come avviene che \l:.;h non é capace di tanto? Eccone la r agione. La lcropera.lura animale è regolata da speciali fattor i. che funzionando come canali d1 derivazione, solLraggono continuamente il calore, in modo, da non permettere un accumulo eCCP.SSi\0. Quali sono questi canali ! t• L'Irradiazione del cor po « roercè la quale si compie la ù1spersìonc del calore • dalla liber a superficie cutanea nel· l'a mbiento circostante; questa è. tanto pilt attiva:


1

.-

D 1GlENE

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-a) Quanto mag~iore è la differenza fra la temperatura interna e l'esterna. Un mdividuo mollo riscaldato entrando in un ambiente fresco, prova una sensazione piace"ole, menlre nella imminenza di un temporale, IJUando l'aria é sciroccale e pregna di vapori ac.ruei, trovasi a gran disagio; si comprende facil-. mente, che nel primo ,.a~o la irradiazione del corpo, è favorila mentre nel secondo \iene totalmente o parzialmente impedita. b) Quanto maggiore é la estensione della libera supet·tìcie cutanea, che permette l'irradiazione. Di (1uesto fatto sono giudici competenti i soldati nelle marce, sotto il caldo estivo, ai quali viene estremamente limitata la libera superficie cutanea, dalla cravatta, dal colleLLo dal cAppotto, dal keppy, dal cenlurino e dallo zaino. 2' L'irradiazione del calore - subordinata aLia maggiore o minor coibenza dell'indumento. Tutti sanno, che la lana, ed il cuoio ~>Ono cattivi conduUot'i di calorico, quindi i cappotti di )Janno, lo zaino, le cinghie, e tullo ciò che di cuoio poggia sulla !'iuperficie cutanea, rendono assai difficile la dispersione del calore; donde il precetto molto pratico, d'iodo!',.are nella slale abili di traliccio o di lino. a· Altro canale regolalo1·e del calorico, il più importante, il più efficace, ed il più costante, è la secrezione, e la evaporazione del <:udo1·e - è notorio che quando un corpo dallo ~lato liquklo passu allo stato aeriforme, diffonde una parte <lei ~uo calore nell'ambiente esterno, mentre l'altra rimane latente nel corpo, fino alla sua completa gaseificazione. Per una curiosità naturale, mi si chiederà certamente, quanto sudore può secernere un uomo nel periodo di un'ora. Trova• 1d · · _ os1 111 pertèlla !>alule, e compiendo un lavoro propor-LJI)nut(l alle "UE' forze fisiche errli ne ouò eliminare olL!·e ~~~ c~ilo~;rarumo ù mezzo all'ora.' l;agini~m~ci ora, la quantità dJ calore impiegato, nella evaporazione di 11/2 cbilo81'amrno di :su(lore . . La ma:-;sima )Jarle del calore necessario per la evaporaZione del sudore, viene sottratta al sangue, per cui la tempepratura ùcl corpo verrà ~ensibilmente abbassata. Questo roces"o fisi . . co, 1:11 effettua più prontamente quando 11 corpo


lt JV1STA

ù ('operlo di lino o .Ji traliccio, C'he q®ndo lo è •li lana

panno. L'evaporazione del sutlort! P. la esalazjoue p0hnonat·e, porlanl!>'Sim• re~olttlori del calore, ne impiegano l' 80,'00 compiono con la ma!!giore inten!'ila: t• Quan•to la quanlitù del t'ndore secrelo è mollO vnule, nel qual cac:o la -.ua t>vaporazione sta nella composta della quanlilti del <::udore t> della quantità MI 101 e -.oUt•allo Bll"organic:mo. 2· Quando l'attnosff'rH non è umida e raria t!

lll•1""a e rre~('a. Eccovi, o siguori, i più importanti regola tori del m·gli animali n sangue caldo, che nellP circo!'ilonzn n arie possono funzionare l.,;.()D tutta r efficacia; mtt qua ndo pl'o.luzione th~l r.t~lore i> \!ccessiva. quando vi c:i eeef!zionali condizioni atmosferiche, e.<>si Jiventa,n<• denti a c:congiut·are 11 pericolo che minaccia la vitt1. Oram»i vi ~ara focilc comprendere, come lutti e tre ~olntori nel calorko pol'gano r iuscire insnl'ficienli, r1 un corpo di lt•uppe mareto. verso il campo di ballnglia, un sole ardt>nle, e col còmpito di giungervi al piu po:;sibile. SI' !'li ptmsa, clw i soldati marciano in pieno ~etto di guPn'a, che l'evaporl'!zione del sudore é re<=a t l o fors'snelle impossibile, perchè la temperatura è ugtJOlf', O si avvicina di mollo aìl' interna, che l' é umido, l'aria calma, e finalmente, che manca il t•istoro un "'01'!'10 d'a'CfJU8, sara giustificata l'assoluta in" •iei regolalori. E se lullo ciò non bastasse si aggiun~a. che un qualche provverlimento igienico, diretto a moderare ce!>!'iYo colore opprimente le forze dei soldati, r~o me il concede!' loro un alt rli riposo, l'allungare la marcia gliendn strade ombreggiate o rallentando il pas~il, rehiJe un grave ostacolo alle imperiose esigenze della tica, e si potrt>bbe compromettere l'esito di una non é a mer avigliarsi, se i soldati colpiti da1l'Hitzschl81 rndono uno dopo l'altro, tramortili al suolo.


D'IGIE'\E

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Ci re:-ta ora eli pac;sore a rasse~na le cause predisponenti al rc.lpo di calore infen.~o.

1• In prima Jinefl viene Utl cuore debole, di funzione in · Htttìeieule. pf'r dif<lto òi enPt'giche rontrazioni; io soslengo, ch'! nessuno può l'imanc-r vittima eli un colpo di calore, se

non lta un cuore debole, come uP!'SUno, che non sia sttui"i!nmente n~n·oso, viene colpito tio impron·isa epile~sia, se pre~o do "P8"enlo; r1ue<>ta è la base,.su cui poggia tulta la teoria del rolpo Ili <'alore inten«o. 2" Come rau<>a predisponente va messo io se<'.ondu linea lnltociò che rlirellamenle od indireltamenle influisce a 1iiminu:1.e la resi,..lenzo ot•g;lnics; 'IUindi i patemi d'animo. gli stra\·iai, ed i Ji~orJini d'ogni !'pecie, tra eui primeggia l'alcoulbmo. È m·amai consar.rato tllllle rommetudini militari, il snlennizzArP la VJI!ilia deliA partenza pt~l campo. L'ultima, o le ultirne nolli, ~i r a~sano in ve.glie allegTe, mnnginndo r brvrndo mollo, c:"Oi parenti ed amici, per feslPg~.tiare, for~(', l'ullimo loro addio. Questt bard1iri ecces~i, n cui c:.pec;so si associano an<'he <Jilf'!li d1 Venet•e, affievoliscono in allo grado l'organismo, e ~ri•'gann la frequenza dei eolpi di calore inte11so, che si v~-· rìfkauo nPi primi ,:(iorni di marria: ma nell'inollJ•alo deeor-o della c&mpasrna, fJU& ndo manca ai soldati l'ocrasiuue di abl·andonarsi agli ~ll·a,·izzi, ec:.~i acquista no magj!ior re~b-tenza alle mArciP. e meno fre<tuenU occorrono i cac:.i di

HitBchla:.?. ;\• AllrA delle <'ause prcdi~ponenli, é il difello di allenam,.nto. l ~olrlati ordinariamente colpiti, appartengono alla clfi""C 1legli at•ltsti, r-pecie sarti, barbieri, tessitm•i, e calzolai. . Con fre•(UellzA non minore, ne vanno pure soggetti gl'imptet:nti, i quali lolli alla vita sedentaria della cancelleria, ~en:~.a uu pre,·io e sufficiente allenamento sono obbliaati a ~npportort' le insolite foliche dei primo;dii della vit; mi-

htare.

i• Fiua1mrntc l'ra i fatlnri predisponenti, Jskubasch in- ·


ltiYI STA

elude tullc le malattie croniche degli organi re&piralorj circolal•>t·i. Ma ora mi si chiederti: qual è il quadt·o sintomatico r.olpo rli ealor1· intenso? P rimieramenle io premetto, la distinzione di due forme colpo di calore tntenso, acuta, cioè. e cronica; Ja prima è una evidenza slraorJinaria, e cominciacolrinnalzameuto t»mperatura, dur·ante La marcia, senza che ne con«egua veruM affezione viscerale. - Cotesto aumento di temperatura, che oscilla fra i .w e i 2 centigradi costituisce il sintomo gnomonica della forma acuta, alla quale quasi sempre a:ssociano i sintomi seguenti: stupore della tisonomia, ~ione oi preco1•di, sete intenM., che rapidamente giunge un grado altissimo, faccia turgida, e rossa, occhi pt·o ranti, e fortem ente injellati, labbra asciutte, loquela, e de. glulizione diftlcili pe1• l'inaridita mucosa bucco- far•inp:ea, voce lioco e rauca, carotidi enormemente pulsanti, polsi pieni e frequenti, ma non l<1si, regione precordiale scossa, e vala dai tumultuosi movimenti del cuore, respiro talora allucinazioni, cule al'dente, e coperta di sudot·e, bra tremolanti, pas<>o incerto e vacillante, ma tultociò sen penlila di coscienza. l u tale stato il paziente, si assenta dai 1'8tl~hi, e ~i corica o te!'ra, e Jopo il ristoro di un pajò d'ore rli ripo::.o all'ombt•a, e di qualche bevanda. refrigel'ante, !'i trova in gt·ado, o Ili seguire da solo la truppa, ovvero essere raccolto, e condotto ffno alla tappa. Ma nel caso che il soldato, spinto dal senliroent.o del ,Jo,·erc, ed animalo da un forte amor proprio, non si allontani dalle file, e si ll•a,;cini innanzi alla meglio, ovvero vi sia co· strello dal proprio comandante, cho ignorando la sua criliea posizione, lo minaccia col revoh·er alla mano, allora egli raccogliendo tulle le sue ullime fuggevoli forze, prosep:ue ancora pe1' pochi minuti, finché, simile alla vittima di un caectatore, cade tramorlilo a tert•a. Se lor signori, ben si rammentano, nelle nostre ultime fer~n:c:e, abbiamo stabilito, che la presenza, o meno della dita della coscienza, è un criterio positivo della grave o giera commozione cerebrale.


365 Dalla esposta sintomatologla, della forma acula del colpo di eakit'e intenso, a,·ranno rilevato l'evidente contrasto, esistente fra tyue:-to, e iJUello: nella patologia ner,·osa, non si riscontra un'anLitt>si più perfetta, •' perciò un esatto confronto dei sintomi JeiiA commozione c2rebrale diametralmente opposti. a quelli del colpo di calore srrave tornerà di grande ,·anlaggio al clinico Jn~P!UJAmento. Ordinariamente r Hitzschlaa. non esordisce colla perdita a~· :-t<Jiula dt>lla <'O::!cienza, ma con uu >:opore, e mediante forli e reiterAtegri,is, c: i può rif'hJamare il paziente alla propriacosc:enzA; le pupille :,ono ristrette e pigre alla r•eaziorH~ per la luce; ma un tatto qua::ii costanti:', è r•appresentalo dai fenomeni irritati vi muscolari, i cr•ampt dapp1·imt: fibrillari, fascicolal'i poi, più o meno mten"amente clonici, attaccano i muscoli della faccia, 'JUindi ;:i estendono a fJuelli della mandibola, per poscia ir radiars-i alln nucA, ed al collf\, ~ flnalmenle invadere lutti quelli delle eslr·ernitil; talora qnesli crampi. "ono terribili, e balztmn qua e là i par.ienti, come t.arHi islerici; la secrezione ùel s udore é sempre m c• llo profusa e se talot•a: con una t~>mperalut'A di 11· H lf'J. st ~rre~ta, è ùi infausto pronostico; in seguito, o ~opravvien e il miglìora.mento, o le convulsioni si cangiano in rarali~ì, e f'nsi alla scomparsa dPlla scena procellosa, su· bf'nlra un siiPnzio <;;epolcralt>; al -,opore, segue il coma, le pupiiJP dapprima wiotiche :>.i fanno mirll'ialicbe, ed inerli interametJta alla luce. il cu01·e incomincia a diminui re la proprta altivilù, il pol~o é appena percettibile, ed irregolare, il re:-piro tli\iene anormale. lento, e stertoroso: cessano i ~u­ dori, la "llperficie cutanea Jel tl'onco e delle e~tremilà, pl'ima rossa. st fa livida e cianol1ca, le guanci~ nel momento e"piratorio. "li gonfiano <'Ome '"ele al vento, esce schiuma òalla bocca. e finalmente colla paralisi rlel cuore, cessa la vita. E(·:ovi, o ~ignori, la rorma clin ica acuta del colpo di calore mtenso. La forma ~ronir.a, qual forma primitiva, esordisce più o :e~10 subdolatnenlo; laholta deve la s ua origine ad un in-

·.Ohlo "O\ raec,, ., l d" . . . . l" . . · .:1 amen o car taco net gtornJ sCJrocca t: 1 suot

prnclì'orn·1 ., • ono cat'alterinatJ da cardiopalmo con senso d'op. Pre~"IOne d L • a urgol'e e rossore ùel volto, intensa ceft~lalgia.


fll\1~1 \ l

f(rave mal~;:..:cro. !;.udo1·i copio,i, affanni, vomiti e ,!euerale, e talortl uccc,.~i cpileltlfut'nù, \id anch~ , ...,rH,.,..,_ epilellici, chiudono la triste scena. Qua-.i "'empri) la temiler.tllut·a a,.cende a '3:>-40 centigr.; C.!cellualo il ca"o Ji reale epile::~sia, qua,i ma: hl è abolrta. c~Ji intervalli della cAlma unn ~ono ~ianuna1 "":;erelll. La l'ltabililli del cuore e eo~lllulcmenLe ecc..s:>iva, ,.i ha tezza al capo. \'ertigini, ~onui inquieti, e pet'lltJù r ...-... jn,llflll e. C8U"8 l' m>:~Uil~liauza delta iunerva~one va:.omotona, vi::;o .. j monttf'ue vivuce, e rubicondo, mentre le e:-; "Ono uneruiche e frddde. u.: mancano la cistal,:ia. lA dis le tra..;dùtlllil. c l'impot<>nzt1 ad una pt·olunl-{a.la occ:up•&ZliOII mentali!, auchl! quando l'organi~u1o si lNva 111 contlizioui uulll: in uno parola, nel pien<> posse~so ùdle racoll.l.l la potenza e l'attiludint~ ai lavori iulellelluali, specie nei gravi, l:lono sem'lib!lnwnte clapresse e persino aboltte; !Ì!'l•' inc:ornma 1111 Zl·nt'rale e:>aut·imenlo net·voso, una Hovrno.tenia. Lor sir.:nori òa ciò compr•'nderanuo elle ti eolpo di inlt'll~<• a fo rma crou i ca couJuce a gJ1lYi, è, diciamolo f1·aucamcule, eù insanabili uev1·oac:ltmie. Io ho v~.luto rel'chi cu"~t di •Juc,.;La forma. 11egli ufficiali su!Jallerm <tt leria, e pii& tHIC<Ir& in 'luelli dei caccialort. )la ora mi -;i l'ivol;erà una cilutanùa, qual e il reperto daYet•ico nella fl.lrma acuta? Egli ~ di uua specie, J i un '-\JZrullcAto. Tulli gh or·zani, 10a :"pe~iulroente il cer\'ello i polmoni, pre,.enteno cospicue iperemie ,·euose; lullo il :.lernft veno,o e lu picCCJia ci1·colazione sono ripieui di lluido. Il venlricolo :sini«lro, anche se l'aulop~ia \'l!lllle t•cula poco dopo la morte, ,.;j trova in preJa ad uua lula ri~:"idita, come pure non manca giammai la l'll}'iJa JIRI':!ll àclh rigi dità ca Javei'Ì·~a; io verllo punto del C"i"lono coaguli ~anguign i, e nelle menll)gi nessun c!'itO ~nstico.

Gli inlcr ossanlt t•isullali d~gli e!:lperuuenll, lalu augli mali, da OlH~rniet', e più l&r·li ùa Jakuba~cò, :;tanno iu relazione, col vct•ùeLlo cadaverico.


l'n altrA cloluttuda nu ~"l pntrebhe fure. l fatti scoperti dalfanlop-10, -· potlllO spie;rwe. ed in ffUal modo" t,.!ual ò il meectli1Ì::-IOO

•lei eolpo cii c:AI•H·<J inlen~o? J>alr ~~po;;;lo re-

perto et~da\·eri~o. rt"Uiln chilli'Btnente, che qui non :;i lr11Lia Jt urfnlf,•ziolle pnmlli\'U dùl cer,·ello, come :<ar.ebbe l1pert>mta ollt\a, l'emorragia \!et·cbrale. oppure la meninzile -uppurath·n, ., -ieros{l ~ ru& il caùaYel'tl vi mo,oll"8 una con!'idct·c,·ole "'la~• venosa cerebrale ~ pohuonaiP.: per cui anche non tenentlo calcolo ridiA ri!:d·litA dt>l ve~ll"icolo ;,inisti'C•, e della notevole ridditA ct~davru·ica dobbiamo RlllmPitere la partlli"i cat'lllacb, como cau"'a tliL·elt.n d•!lla mort... S P nou che d~tla par-at.-.i può J•renJerc ria fattori b~;:n ditTercnlì. co!'; i uel colt•O •ii MlrJre int.cnso, c l'etTI?llo di una cau-a lei tullo ~pe~htle. 'L'unlllò, •'u111e in ;.wuerale lutti gli animali a san~ue l'Rl•IO, Pft'"-ied~:: IICII'nrgAHo cardiaco. un vero, potent~, ed involontari • l't>Zolnlore clt•l ndol'ico. 1 11'11, s~ pc•r tm motivo 'fuabiasi, la coPlanlcUlenle normale lemp.. raturn clr•JI'prganismn vcnis~e aù aumentare (e nel c·nso, no,.tro, per la ··cccs'-Ì''a utth•lil ruu"colare. '"Piet.::;.ta n~>lle tnlll\'ìe) anche il c•um·o nccr•lf>ra le ::>ue contt·azionì, già r<'se frequenti dRII'acceunato motivo. e ad ogni SÌ!=:lole, '"PJO~c ~an­ gue assni •.:nido 'et·~o la periferia, dove come Lutti sanno, il calore '·icno dimilltlito. dai uoli reJ:tolat· ·r•. dix~rsrone, irrarli~iont, t'd Pr:Cipnra::iolle rlt!l ilWfor e. Egli è quindi •:videnle, che -e d cuor•• è ~apac~ di funzionare nor·rualmenl!'. potra " 0ddi"'fAte ol prnpl'io !'Òtnpito. mAI~rado il continuo aumento Jella proiluzJOne del calore, ri"labilendo l'equilibrio, fr·a la produzioue o la di~pet·sionc ciel tnt>de-.imo. Ma st• il cuore i> -or,.-.inaruunente o cau alrneute ùebole (wdilferenle C()no-cere come" f)Uarulo) iuullora ad o::ut e::-igenzs. di una sua maggiore atth·ilfl ' \1C.ue · rnel':>n a clura e pet·icolo:sa pro\ a la sua ror7.a regohttr••·c d~l colore, c 1~ suo normale t'unzionalilil, cosi ùopo · · · · uua mo ~ 8 · 1,. · . 1·.~~1 "• nelle ,•'l'c'V(.', ma c.;,egurta n~t r::torm ca ul e "Cl· ~~~~h dclll:l estulc, :--i 'eritlc11nu occicieuti, che esprimono la e ol!:'na ftmzi•.male !lei cuore. -d In tal t:fr.,o. il s11u l!l••cctmi-.mo con;;,i~te nella in,ufficiPrtza elle t'OUlJ•oz'l . lOJ'IC JlC, le qua l'l 1JU8U l Unque. plll .. u-equen r~ .l.l . • Ulll. l<l~ non lnthu~c l. •uno n !allo ;:mila celeritil clt:llll corren!e ;;anguigna


RIVlS!..\. 368 e benché sia sp~nla alla periferia una minor sangUi\ Luttavia ne succede l'accumulo e quindi l' della temperatura, lo squilibrio del calore e mente le ordinarie conseguenze della debolezza tlel cioè, senso di oppt·essione ai pr~cordi, cefalalgia, malessere, vomito, abbattimento generale, incesso tremor·e alle gambe, bagliore negli occhi, éd allu""'""''OI'"' (dovute a venose iperemie, genitrici dell'anemia del nerYoso centrale). L'aumento della sete è una della profusa secrezione del sudore, e dell'accresciuta peralura; questa, o signori, la patogenesi tlel colpo di

leggero.

Ma se i muscoli continuano incessantemente il lm·o continua é pure la produzione del calore, ed in tal caso, quadro sintomatico deve subire un p~ggioramenlo. Se oltre a ciò non si con~ede ingeslione di lirruit.l.i, o la concede in quantità insufficiente~ od iulempestiva, si· in un grave pericolo. La ~rofusa secrezione del sudore. piutasi finora, ha gia prodotlò nel sangue tale cooct,enl;:arnellll9 da restringere il calibro dei vasi, per cui vieue sensibil.rrielnfA!' aggravato il lavoro del cuore, e di più, colla successiva sazione del sudore resta abolìta la funzione ùi uno dei nm:AnJ:..;: regolatori del calore. 11 cuore, già per se stesso insufficiente, spinge il verso la periferia, con una velocità mollo supet'iClre, alla eneL·gia, onde colà .si compia il fenomeno della sottrazione del calorico; ma tulto invano; il cuore affievolisce sempre più, Ja stasi venosa, e la l'nlnl::~~qoutente anemia cerebrale aumentano repentinamente, ed in alla subitanea mancanza di ossigeno nel cerveno, ed crescente narcosi carbonica, sopravvengono la perdita coscienza, e le convulsioni cloniche generali; e se n·eJnnledO! in questo critico momento, viene prestatb verun soccorso, ·vi si ricorre, in una misura insufficiente, il cuore inutilmente l'ultima lolta, ed fia il sopravvento, Ja morte. covi. o signori la patogenesi del colpo eU calo-re grave. Ora mi é lecito supporre, che i colleghi avranno cotn che io considero l'aumento della temperatura, solto un


o•lGlE:-!E

:l69

di vista beu diverso da quello con cui considero gH allri sinlomj oggettivi e soggellivi. Tanto quello che questi, sono coeffelti di una causa identica, c comune, cioè di cl~bolezza, od anche di affezione car'diaca, in soggetti, cbe, nei giorni estivi, caldi e sciroccali sono obbliga li ad eseguire marcio lunghe e continuale, e IJUinùi l'piegare un'eccessiva allivilà muscolare. ~on è la temperatura elevata, che uccide l'uomo, ma beusl la debolezza e la paralisi del cuore. Ammettendo la verità di questo concetto, si comprende b»nissimo il perché, oon tutti i soldati, che si trovano in marcia solto le iùenticl1e estrinseche condizioni, vengono colpili ùall'accidente, oggetto della nostra conferenza: tulli coloro che sooo forniti di un cuore normale, e robusto, ne rtmangono immuni, mentre le vittime sono quelle solamente che po!~siedouo un cuore debole, od infermo; è poi del tutto mdifi'Prenle il conoscert> le cause della clebolezza, siano esse trtUscolari, nervose periferiche, o centrali. Queste sono le mie idèe, questa la mia teoria, sulla natura del colpo di calore. Jakubascb nel suo lavoro viene a questa conclusione: l'essere.;(( della insola.;ione, e rlel colpo di calore doDersi rintracciare nella riaidità del ventrieolo sinistro, e nella consegue~tte paralii$i del cuore, l'una e l'altra prodotte dall'alla tert~peraturadel sangue. Ma io devo decisam~nte dimostrarvi la in~oslenibilit.à di tale concetto, perché esso si fonda sopra un t>quivoco; Jakubasch ba scambiato la causa coll'effello; t valga il vero. Nelle autopsie pralicate su cadaveri umani, vittime .r tn!'olazioni , o colpo di calore, ovvero sopra animali, sacrificati agli es perimenti scientifici, si constatò sempre clw la rigi•lit.à del ventricolo sinistro, non era preesistente, ma ~ostf!rior~ alla morte, e quindi la si deve rHenere una PlltZIIlle mauifel:itazionA della rapida ed intensa rigidità cadav~.:dca generale. • Tutti ~unno, che gU sforzi violenti, le contrazioni, e le conVulstoni, che carallet•izz8.llo l'avvelenamento stricnico, ed il lel.ttuc., che il aalùo, ed il freddo eccessivo, ma più quello che que!'lto, !;ono fattori della rigidità del ventricolo. Peickford Ila con3tatato la rigidità cadaverica, negli aui24 .


:no

1\IHSTA

m11li a sangu~ caWu (uomo e mammiferi) espo~ti, ad una peralura di j.,..•,:lQ centigradi, e negli uccelli di :'i:l. e la .-tin~e r,ol vocabolo di Rigidità eq,lor iflea. Natu .....IUR... questa ha P•·r ba::.l' chimica la liquefazione della mim"'ina.

J• Un vi&fUI:lalore, od un soldato, per unà debolezza neralt>, ,.opra;:rgiunl<l improvvisamente, non è più in di prost\~uire la marcia Que;:;Lo caso />. comune a •1uegli (lividw che non sono abilnali ad un lungo cammino.impallidiscono, le eslrem1là diventano fredde, il pol~o è forme, il respiro breve. vi ha malesser<> generale- tutto rnppre!<enta il quAdro di una lipotimia. - In un !!rlln degli incapaci alle marcic. si osserva quindi la "incope. <JUale dill'eri'l<'l! dal colpo di sole, per l'abbassamento

tPmJICI'alurn.

~ Se durante il riposo òi un alt, il soldato tracanna

ncquavllt•, c quindi prosegue la marcia. noi lo vediamo ·Jere a terra; ecco un caso di aJcoolismo acuto, che si '!!O OStie&

a) Dall'odore 1.li alcool, che esala dalla bocca. b) Dall'assolultt mancanza di aumento di lemn........u.n... r) Dai dali anAmnoslici, che giovano spesso ad tare la diaA'nosi. 3' Talvolla, il ~oldato robuslo, e pieno d!!l sentimento <Jo,·~>re , lollera lulli i sintomi deUa forma leggiera del Iii <'-Slore, senza puolo U"'cire dai ranghi. ma poscìa cade terra, impr·ovviso, ed in ..ensalO. Qlll ci ~i para innanzi il questito: Si tratta di un colpo culore, o di una emorragia cerebrale f l grovani, come anche gli adulti aJ disollo de1 42 anni, gono rflriSStmarnente colpili da emor·r~gia cerPbraiP, e prec1sa.mente, pPI motivo -.emplicissimo, che gli Mrebrnli, alle cur rottura succede il colpo apopletico ciano a sviluppar SI dopo il 40• anno di elà: inoltre nella ragia c:-er~br·ale, il polso e pieno, teso, e spesso l··nto; r.onl1·o, nel eolpo di calore, è picc;olo, frequente, non

,


o' !Gl t"&

:171

flnalmentt"l in quella,Ja Lcmpernlura organica si abbassa , nelle prime :H ore, in •Jue~lo ::;i mantiene coslantemenle eleva ta. i' Un c.oldato con\ole">ccnto di lir<>, prende parte ad una mHrcia -:otto un ardent~ ~ole, u "'en~a muovere la mini ma lagna nz.a. camminando ptsr qualche chilometro, ma viene un momento, in cui colpilo ùa improvviso malore, cade a terra. In questo ca·o l'iè'"C~> impo!'~ibile pronunciare una ~iusta •' s ubitanP.a dra~tiiO~i. la quale però si potra stabilire colla ulle· riore o)<:c:ervazione del deror~o del caso. s• Ur•'a~uta uremia, a:~."<<<'iala ad atr<Jjla det reni. Molallia mollo frequente. ma spesso per- lungo tempo scooosdula: ma il carullere decisamente lonieo-clonico dei crampi, i mor•si alla lingua, l'innalzamcnto della temperatu ra, una "'eri!! di convulsiOni. l'aumento d'albumina nelle urme risconlt·ato da Ltlube, dopo una lungu marcia, come prodotto fisiologico !"ono allrellanti ~inlomi, che pet•me ll<mo di pre-cisare una diagnosr, dalla quale forse dipeade la ''ila llelrin· fermo. La diagnosi indica la ter apia, e siccome nell' uremia acutu, una genero'<a sottrazione san.{UÌKna, può salvare l'am malato, cosi nel colpo di calore sicuramente lo uccide . Il decorso del I'Olpo rli calore, é (ICuto o cronico. J casi leggirm hanno un periodo di po~he ore, i gravi durano Ja 4 8 12 ~inrui. i gr·il\'ÌS'<ÌffiÌ pOS'<OOO e~sere faLaJ.i, od !mprovvi@Srueule, o nel termine dr un'ora. ~oi quindi, scio!!lrer·Prno la llt1<:lra confer·euza, c•olJ'esito del colpo di calore. Forluna lam."nte. c"'"O termina gpes"o, colla reatitutio ad integrum, <O pru r reci,.amente, collo !~latu qua ance, poiché il ::,oggetto ehe guari!tC<>, rimane <~empre colla ~ua debolezza di cunre: e con ...erva per tutta la vita, una irr•labilita cardiaca, un asma ~c~rrc~te,. «pecialmente nella "'tagione esli ...a. Dopo la ma1 Uia "' :wrluppa l'orJrnario una nevr•oaslenra. e sr c:btbilisce ~n P."aurim••nto del si~lema nervoso cenLrale. Il convaleeent~ po'l.,r~>de• ben"! la facol ta della reUitudrne del <>"'tuùrzio, tna v 1 51• 8 ~'~0CJ8 In volubilità del pensiero. - Conseguenza 88 ~' r~equ~'nte e la pat•alisr agalanLe, mollo NU'a l'epil.~s,;ia. seme nll:amenle ella pr<'>gnosa, io li consiglio a mantenersi Slab~~el tn una grande riservatezza: nei casi lievi, polrannf.J 1 8 ar per lo più fausta, quoad oitam, ed anche nei gravi,

1


:nz

,

RIVISTA

lìnché non siano venuti in scena fenomeni paralitici. gano bene a mente che la soppressione del sudore la più serja considerazione. Se le pupme s i fanno midriatiche ed inerti, vi e a un'imminente catastrofe; questo è il momento più tante per la prognosi: ma se la coscienza si ristabilisce pure la speranza di poter !:'alvare il paziente. Ma come si può evitare il colpo di calore? 1l precetto igienico, priMipiis obsta, sero medicina ratur etc., trova nel nostro caso le sua piena gi zione. Adottando una bene intesa e tempestiva pro può scongiurare il pericolo di un colpo di calore. Es~ si:.-te in ciò: t• Accordare con prefissi intervalli alle truppe iu una sufficiente quanlilà di acqua fresca: è un errore volgari, il credere che un sorso d'acqua possa p alla tubercolosi; tutt'al più prod urrà un catarro gastrico, giammai l~:~ temuta malallia. Uno dei migliori provvedimenli da adottarsi in n r ,ll()(lBR t: lluello d! mandare innanzi un ufficiale d'intendenza, l'incarico di provvedere in località prestabilite acqua truppe; alle quali in ogni caso, s i deve permettere di quando sono assetate. 2• È assai 'antagg:ioso, e spesso anche sufficiente a giurare il colpo di calot•e, fare uso di caffè nero (bando l'acqua vile) portandone la borraccia ripiena; il cuffè, lult1 sanno, è un efficacissimo stimolante del cuore. 3• Alle truppe in mat>cia si deve concedere ùei nienti alt di riposo e lutli i possibiU alleviamenti, pet· farle marciare in colonne aper te, col cappello .,1\,nwJn~'"""· la cravatta sciolta. 4• Finalmente nei grandi calori, le marcie si nelle ot·e mattutine, e si t•iposerà dopo il mezzogiorno sovente, per mantenere le truppe più resbleoti, si marciare a preferenza di notte che di giorno. 5• Prima tli avventurare le lr uppe a lunghe, e marcie, si concederà loro qualche giorno di t'iposo, e si deranno a dormit•e piu presto la sera : poìch~ è sernpro


ma~sima importanza che i soldati si rinvigoriscano con suf.ficienlt> t•iposo nollurno. Se pa!~seran no le notti in veglie e gozzoviglie perderanno la re~i~Lenza organica necessaria per le marcie. Fmalmente "eniamo all'indicazione della cura. t• Tutto il trattamento curalrvo da adottarsi, verrà loro <indicato riai fallo ro~lanle, che il colpo di calore intenso si verifica ;:ollanto in sog~elti deboli di cuore, e che la morte aniene pPr paralisi di quest'organo. E...si •Juiru.li dovranno' evitare tutto ciò cbe, secondo l'osservazione e l'esperienza, indebolisce il cuor e, e praticare nella più larA'a mi~ura tullo quanto è capace di stimolarlo. e raffr:Jrzarlo. I n conseguenza, prima di Lullo, è rigor osamf'nle proibita o~i soltt•azione sanguigna, tanto locale che genf'rale. ed il praticarla, l"arebbe pel medico un allo merilevoJe di punizione. ~ Siccome nell'Hilzscblog, l'aumento del calore, dipende tooltanlo dall'accresciuta aLtivilà muscolare, cosl sara logicsmente giustificalo uu assoluto riposo. a· Procuriuo, o signori, la dispel'Sione del calore. Ciò si ?llil'ne nel modo il più semplice, collocando cioè il paziente In un luo~o fresco ed all'ombra, e quindi spogliandolo dei propri abili: più tardi lo si immerge in un bagno freddo, o ~on potendolo avere, si spruzza il capo, il petto, la nuca ed ti Ùç•rsn con acqua fredda, che si lascia evaporare. Questo spruzzomento è di una Ptlìcacia straordinaria, sottrae ca1?re~ ': ~ntemporaneamente aumente, per azione indiretta, 1atttvrt~ ùel cuore, E< potendo avere del ghiaccio, si a'-ra un beneRcro ancora maggiore facendo le strofinazioni Con quet!l'ult_imo lrallan.t>nto, come pure coi bagni freddi, "erranno sen!;rbilmt>nte mitigate le con \'lllsioni clonicbe. Potranno essere sperimentate anche l'antipirina e la Lhalina. f 4" L'a mmalato deve bere una grande quantità di acqua · d~da, 1 ~ quale ha per effetto, primieramente , la solLrazione , e ra!orrco, di cui è un oUimo condultot·e, e secondariamente •avorisce · 1 rn a lo grado la diaforesi. -va~a ~~ malgrado tulli ques~i tentativi, non si ottiene alcun laggro, se subentr·a la cianosi alle estremità, s~ il rolso


Rl\"IST.\

di\'ienl• irn'::?CIIare e lllirormP, e ~e vi ticn ùiell·o lu )Qr "'Ì!!nor i clevono prorurat·e di an~>stare la mi"A,.,.u,,.-1 pnralisi cardiaca, mediante iniezioni iporlermiche "Olforico. !-lpecialmen te se l'ammalato non può deglutire. Fintantoché non "Ì vedra rialzata l'ullhilà del ronl. nueranno le iniezioni, una dopo l'ultra, a "<'jriuga t1on tralac:riando contemporaneamente i bagni freddi. Ma il pazi nt< può de~luhre. gli <>i ammini~treni alcool, !'Rck, co~nac e vino, ovvero, ci.', che ~ mollo efficace. nero concentralo. :\la se ad onta di tulli gli sfor zi il respiro venisse a care, si do\'r~ ricorrere alla respirazioue artificiale, àncora di ~olve zza pei loro ammalalt. Allot•qunndo la grave procella sara felicemen te !111 e« c: i dononno sempr.. tenere d'occhio i loro con\'a L'abbandonare il letto precocemente, o l'attender•• al lavoro m u!lcolo.re, pnò costare loro la vita, per jm n "·"'"~1411 pnt•alisi cot•d iaca. Es"i dovranno indicare questi loro ed allo famiglia, ed insi"tere pPr<'hé restino io e :-<opratulto in riposo. Sor\'eglino con ogni e~allezza )P quali tù del polso, e li assicuro che dur ante la loro tica, non proveranno delle in~ale sorprese. Conlro l' zione uervo<o.o e la debolezza cardiaca che insistono per tempo, amministrino la digitale in infusione od in poi Cnnlro la &rrttabtlilà ~enerale, il bromuro di soòio e di rnonio: contro r in:-onnia, i ba((lli serali, il -vino e la e nei C&"i o~linati, la paraldeide da 4 a U grammi. La dovrò esserP. sempre tonica e corroborante. 8ulla b&tterloruri&. -

SCHOTTELltlS

e REINtiOJ..ll. -

tralb. fu r lrlm. med., N. 37, 1886, e Centra lb. jfa• die WtsseMc/1., N..~t. 1886). In un maiolo ùi cuore, la cui idrope e albuminuria alquanti giorni di riposo nello spedale eransi dtleguate nella ur111a acida di fresco emessa, la quale anche dopo pelula'flltrazione mostrava un particolare intot·bidamento né col calor e, né con l' aggiunta di un acido


37;) I!CQJ)erta per CO"O una quanti tll ~lraordinaria di bacilli, la quale

ti mo~trò ro!'lante. Nella N'ina mancavano elementi formati ehe polc:o-!':ero f!,-,er e indi?.io di una malallia dei reni o deJla ve..clca. Il m1dnto non aveva moi a,·uto blenorra{lia, ne era stato mai caleterizUlto, di malalliP infettive non aveva sofferto chP ìl morbillo. In un ~econdo caso ~·lto pure da malallin di cuore Jopo cinque mesi di S~oggioroo nello ~pedale !!i fl'lce la c;te~~a "ClJper·ta senza eh•' per la origin"' ù<'i hnrilli s1 potesse dare alcuna !::piegazione. Questi bacilli che !"Ì lro\•avano nella orina come coltura isolatu, crescevano sulle piaslr~> di gelatina, sui fluidi Ossandola nello interno della gelatina in colonlll• IITOSSe appena •il!&liiO la leslt~ ù'uoCJ spillo e alla ~uperficit• )!l'Ossa quanto una lente, le quali ultime u forma di roselta avevano un contorno seghettato, colore gri~1o chiuro e superficie spleuùente. Tullf· '"' colture rimaser·o Qempn• senza odore. Dopo nlcuni gmrru fu osser•vota la formazione ùi spore. Falta la prova sui conigli, i porcellini d' !odia ed i sorci, ~i dimostrò che questi bacilli p~>r miezione soltocutaoea e jntravt>nosa, uon sono pologeni; come purt> la iniezione della c-rina bacillifera e delle culture !'lUlle palate in vescica rima~<•~ srnza alcuna con!'leguenza, mentre i bacilli pre~to sparl\'tluo ·!all'orina dell'animale !"Oggetto allo sperimento.

RIVISTA DI STATISTICA MEDICA ltau.ttque mécUoale de l 'arm.eé beige, &D.Deé 1886. L'tllu"tre comm. dott. Célarier. i!>pettore (lenerale dell'e":l't'ilo belga, in obbed1cnzs ali~ prescrizione m inistcriale, e ~d~ dopo il periodo quinqueunale 1880-1884 (pel quale fu : _bhcata una statistica compJes!'iva), stabiliva che la slan ·lltC8 medica dovesse essere annuale, presP.nlò te.cttè al mi18 ro della guerra la Statistica per l'anno 1885. nella quale


3i()

RIVISTA

i diversi specchi furono stabiliti in modo alquanto rlaiiP precedenti pubblicazioni. Ai dati statistici fanno "eguilo alcuni interessanti dati sulle vaccinazioni, e alruni egreg1 rilievi sull'incorporazione delle milizie r .. tali•li~ alla statura, all'ampiezza loracica ed al peso (medico di gimenlo doLL Tileca). LA Slahslica del ISS.; comprende il nwoimento deqli GM• 111.fl{(I(Ì nefJ/i spf'rla/1 eri afla eamef'a; Je rispeltiYe (JiOf'NJM di cura; il mooimenio nosou,.afieo (frequenza, esito, durala delle malattie) con di~linzione delle forme infettive e lelluriche; i dali sulle uscite; uno speciale capitolo è cQnsa~.trelo alla mof'talilà. Ai riassunti sintetici che costiluil"!~ono la relazione, fanno ~eguito i relativi quadri statistici numerici. È un bel lavoro, che risponde di certo allo scopo. Ecco ora, com e me~lio seppìmo, riassunti i dati sovra a&> cennali: Effettivo medio (presenti) N. 46017. Ammessi negli spedali N. t 5979 = 32,72 p. tOOO. Ammalati alla camera N. 54204 = 117,79 p. 1000 (gra.. nulosi 30.i, ollslmici 1599, venerei 69, scabbio!'>i 371). Giornate di cura agli spedali 372275 (23,30 per individuo: 47,68 pei deceduti; 9,~2 per uomo in forza). Media giornaliera dei degenti 1019,93. Giornate di cura alla camera 131057 (2,~2 per individuo; 2.82 per uomo in forza). Media giornaliera degli esentati dal servizio 3.'l9,06 (t), Dei 15070 malati ammessi negli ospedali; 8H lo furono pc1' ricaduta o r ecidiva: restano quindi 15105 ,·eramente curali ..... Di quel>ti i vener ei furono il 14,34 p. 100; i traumatici 12,77; le febbri tiroidi l ,31; la tubercolosi polmonare 0,80; scabbie 0,1 ~Furono mandati in congedo di convalescenza 15{6 int!ividui (9,68 p. iOO entrati; 3,36 per 100 dell' effeLtivo)...... maggior numero per affezioni polmonali (375), quindi per

n

(i ) È tla notare cbo ucl Belgio i corpi non hanno >tono alta camera o ras&:tno all'ospedale.


!li7

DI STATlSTICA MEDiCA

reumatismi acuti (174), per febbre tifoidea (110), per scarlattma (6i) e per fratture (i2).

Riformati 346 (0,7il p. 100 dell'effettivo; i1,19 p. 100 usciti); 6.:. con pensione provvisoria (0,14 p. 100 dell'effettivo: 13,37

p. 100 Ul;Citil. Giubilati (!){'nsione definitiva ) :\2 (0,11 p. 100 presenti; 10,70 p. 100 uc:cili). Rinviati (riformati per decisione disciplinare 23 (0,0:> p. 100 presenti; \,73 p. 100 usciti). Militi 0,9i p. i.OO presenti; volontari 1,36; volontari a premio 0,89; rimpiazzanti e sostituiti 2,3t. Malattie: Ernie 9,~7 p. 100 provveduti; malattie oculari 9,47, deterioramento della costituzione = 9,26; affezioni orp:aniche del cuore = 9,05; bronchite cro.nica e tisi = 9,m; malattie auricolari = 6,17; malatliè mentali= 4,53; epilec:sia = 3,70. Vaccinazione vaiuolo: inoculati 12806; con successo 4i,03 P· 100 (nei mai vaccinati 69,10 p. 100; nei vaccinati 39,88; nei vaiuolali :l2,701. Vaiuolo e Yaiuolo1de: casi 21 ::: 0,13 p. 100 malati entrati; 0,05 p. 100 dell'etfelLivo· decessi l. ' Arnmesc:ione òei m ili lari ai corpi: visilati 11263; riforlnati 17.29 p. 100 (deflnilivamenLe 53,16; rivedibili 46,84).

=

=

.

~l orlalilà:

a. negli ospedali N• 173 = 0,38 p. 100 dell'effettivo; t,08 P· tOO mt.lati in cura. P eriodo di servizio: nei primi due anni 24,2<.: p. 100 decessi; a 21 anni di età 1R,50; a 22

== 20,81.

=

. . b) fuori degli spedali N• 1 1; 35 al quartiere, 34 iu fallllgh.a e~sendo in congedo per convalescenza, 2 altrove. Dei morlt al qm.. rLiere H furono di suicidio (11 per arma da fuoco). Voglionsi aggiungere ancora H tentativi di suicidio ammessi negli ospedali con 4 decessi. Malattie simulate N• 67.


378

IUVlSTA

Studi del dott. Titeca sulla leoa del 188j relaitoi alla statura, al perimetro toracico, al peso dél corpo. La circolare sul servizio di sanità del 25 marzo 1880, !'\'57,. slubiliva che: a) Gli uomini ben costiluiti, a statura infe1·iore ad t• il perimetro toracico superasse la mezza-statura tli almeno 20 milmelri; late eccedenza riducevasi a IO millimetri per le stature superiori ad 1•,65; b) Il rappor•to tr a la statura ed il peso Jel corpo ammette la tolleranza: di 7 kil. al più, al disotto della cifr a dei decimali della statur a negli uomini che non raggiungono la sta. tura di 1•,65; di 8 kil. almeno per quelli che eccedono t•,65. La media generale della statura pel regno e rimat~ta lariconosciuta negli anni precedenti = 1•,66. Il ra pporto tr a il per imetro tora crco e la staLura offri di· screpante notevolissime . ... Per la prima volta dal 1879 piit' della metà dei militi della leva non presentarono le condizioni lper imetriche r egolamentari e -48, 3 p. 100 Roltanto le soddisfacevano. Non esiste che un rapporto ben lontano ed incostantissimo fra il perimetro tora cico ed il peso del corpo.... P el regn01 59,2 p. 100 riunirono le condizioni del peso. A giusta ragione il Titeca accettando le idee del Morache, crede che i ben diversi risultati del Vicent e ville in Francia, dell' Ha~ond agli Stati Uniti, del Kratì e Froelicb in Germania, del Seeland in Russia (che ritengono la circonfer enza toracica negli individui ben costituili eccedere sempre la mezza- statura e di 20 a 40'"•) debbollfli. aJ fallo che essi misur arono degli adulti o dei soldati · porali già da tempo, e che avevano quindi raggiunto la incorporazione un cer to sviluppo. Il Titeca ricorda il fatto occorso in Francia nel 1876: era stato prescritto che il perimetro toracico (mlSUI.'ato alla basedell'areola dei capezzoli) superasse di :;! centimetri la mezza. s tatura, negli individui di statura di 1'",60 o superiore, e di 3 centimetri per una statura inferiore; prescrizione <'hc


379

01 S1A1"1STICA MEOJCA

,ftl\'elte indill'l lamente revocare, per l'ingente numero degli mabili. ·Ora ,, presc•·illo di prendere la misura all'altezza della base Jelrappendice xifoide, al disotto della sporgenza dei pellorali ..... ~d il minimo sarebbe di 78 centimetri; cioè un centimetro più della mezza slalUI'a minima ( t ,54fi 0,77). Il Morache vorrebbe ora si rifiutassero i giovani il cui perimetro tor·acico non eccede la semislalura di almeno 1 centimetro per le stature superiori ad 1•.60; di 2 per quelle al drc:olto. Il T ileca crede ancora eccessivo essi limiti. Vuolsi pe1·ò notare che se per la fanteria ed il genio il li mite minimo del perimetro toracico è nel Belgio (ove la slalura minima ò di 1'",55) di 79 cent., al treno, al battaglione d'amminisiNzione, vi sono assegnali pur uomini con un per•imetro inferiore. Il Titeca dubita della altitudine di questi ultimi, e vorrebbe fosse, come in Francia (ove è slabililo un registro medico d'inco••porazione) adottalo un foglio di sanita ove fossero inscrille le malattie, ecc. durante il servizio. (Da noi é prescritta e da tempo un'identica misura, che "gt·aziatamente si trasande(di troppo, l'ioscrizione cioè di e~se note sul librello per~onale ..... però questo essendo tenuto dall'individuo, non vale a trame le deduzioni che un appo~ilo registro presenterebbe). Ecco ora i dati rilevati dal Titeca accennali:

=

Media generale

Statura . . Perimetro toracico . Peso . . . . . .

tm,66 Orn,84 59l,420

Minima

llassima

irn,55 Orn,80

tm,S3 Om,88

5Qk,710

71k,46(}

B.


380

VARIETÀ IDolal..tt. aulle oondlrJoDllglenlohe • ADit&rte del npo. Dalrt>l!r<',::in recPnw pubblicazione della direzione ,!!ellP.rale d t> Ila l'latic:;twa l nehicsta sulle condisioni igieniche sanita ~it dtl rt')nc, to~liamo i c::eguAnli doli, della cui eloquenza lasciamo ai lettori il ~iudicare: 640~ comuni, con una popolazione di 1458020:) abitanti, m&ocano di qual~iasi !<iStPma di fogn a tura; 1:28G cornuni con una popola2ione di 2760131 abilanli, ma n· ct\no nolle case tli latrine: 12i7 comuni hAnno gli acquai che sboccano nei cor tili e sulle pubbllrlte vie, e 5000 comuni non hanno acqua1 di !lorla: 21H comuni seppelli!òcono ancora i morli in chiesa o nel sogruto; 3581 comuni. con una popolazione di 4282253 abitanti, non hAnno farmacia; ~·!12 comuni mancano di mt>dico residente, e 421, con una popolazione di 3G57H abitanti, non provvedono in al~n modo al servizio medico; 3 15~> t•omuni, con :.){)()()()() nascite all'anno non banno alcuna pcr;:ona per rac::c::ic::tenza delle partorienti: 112\ comuni hanno i focolai spr ovvi!'!ti di camini, Una popolazionP d1 t01 \57 per~one abitano in 37203 stanze soUerranet>, In ~701 comuni le stalle ser,•ono, almeno in in"er no. di pe~manente abilozione; Jl consumo medio della carne non è che di 11 kil s let~l.a , e nei comuni pni popolosi di '\.2 kil. (In Francia è di 25 e M). Ln mortalità media è in Italia di 28 p. 1000 abitonli: in


V..UUKTÀ

381

Francra1 meno di 23 - in Germania, meno ùi 2G - in Ing!ùllerra, 20 - in lsvizzer·a minor è di 26 - nel Belgio, appena supera il 21 -in OJanda è di 22 - l"Austria Cisleitana segna un po' più di :30. B.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA -~

Due altri cast di a.utopla.Uoa fa.ool&le, pel prof. ANr~ELO SCARENZIO.

Sono due nuovi 'eri trronfi ottenuti l{all'abile operatore. il

t• fu una vera chiloplaslica compiuta, superiore ciot) eù in!er-iore con meloplastica; il 2• era un caso d1 rinoplastica totale. Cou quesLI l"illustre Scarenzi.o può ;:;ommare aJtri due bellissimi fatti: runo dj rìno-b/efaro plastica i!Ol metodo indiano (1858), l'altro Ili çenic>-plastica a ponte (processo Mazzoni - 11183). S..

Lezioni auUe malattie dell'oreoohto e formularlo ollDioo. - Oolt. v. CozzoLtNO. Sarebber·o la sinr.esi di un trattato di otologia che rautore si propoue di pubblicare. L'attuale la V01'0 e appunto si falLamenl~ ::-intetico da riescire impossibile darne un giudizio pratico. Ci riser·biamo far·lo ad opera compiuta. L'autore ci promelt& purt~ una pubblicazione sulle simula~ioni della sordità uni e bilater-ali, n ei Consigli di leva, e sog-

gìun~e: • Simulazioni che oggi si smascherano in pochi mo• menti possedenrlo noi i mezzi precisi di semiolica auricolare, • fondati sulla lisio-anàlomìa normale e patologico. e sutra• CU!>Iica biologica »• . Tale monografia sarà pubblicata nel giOTnale d1 scienze IDUrrdiche, il Filan!Jieri (! 7)


:l82

RIVISTA

Noi allendiamo ansiosi essa pubblicazione, giacché fin l'argomento fu giudicato dai più distinti scrittori di medicinalegale d'una d1fficolta estrema ... Ben venga chi saprà renderlo si spiccio e facile. 8

Dl un'atfezlone •peolale del labbro inferiore. Il dott. Odorico ~1 oretti, nella Rioista clinica di Bologna, fascicoli marzo e luglio 1886~ descrive un'affezione speciale del labbro infer iore, osservata nella stagione estiva in Recanati e paesi finitimi e della quale aveva gia parlato nel con~resso medico tenutosi in Perugia. BencM, come dice l'autore. essa non sia d'importanza vi· tale, non deturpi la flsonomia con sCOt'mamenti che perman~ono - e guarisca anco in pochi dì, se ben curata, pure il suo studio non è meno intet·essante, giacché la malattia lede una parte di un'attività senza pari in o~ni momento della vita e coglie più specialmente la classe dei contadini. L·autore, che esercì tò per 15 anni io Recanati, vide colà in• dividui affetti di escoriazione del labbro inferiore nella primavera inoltrata e nella s tate. Ultimamente tenne conto dei casi che ~li si presentavano e ne raccolse 23 di cui dà storie assai circostanziate. Seppe poi da molLi colleghi a cui si ri· >olse. che nei dintorni pure si osservavA, specie nei conta· dini, tale affezione, la quale seppe poi dimostrarsi pure in altre provincie d'Italia. Da accur-ate indagini su Jibri antichi e moderni risutU: che questa infermità et·a sconosciuta: l'autore infatti rìporla brani di 50 scrittori medici, da Ippocrate a noi, riferentisi a lesioni alla bocca, labbra, ecc., ma senza che si accenni anco lontanamente a malattia consimile. Niente può dire della etiologia, giacché non trova nelle cause comuni, che enumera, ragioni valevoli a giustitlcttrla: emette pel momento il dubbio potersi trattare di un quirl !':p&cifìco provocante un processo realtivo, che descrive; quanto alla conlagiosita porta dei ratti che l'appoggerebbero - e benché questa idea sia stata all'ultima ora sanzionata dalle


DIBLIOGRAFfCA

38:3

-osMrvazioni dei colleghi, dice che prima di pronunciare la definitiva par·ola, ha bisogno di nuove osservazioni. Glf e"'perimenli da lui fatti sopr a il labbro di una donna diedero r-i«ullalo negativo; non così l'innesto fattone sul naso di un cane. Descrive molto minutamente e assai bene le alterazioni della località affetta. Le principali consistono in gonfiore ed in esulcerazifJni supertìcia1i, più o meno grandi, di vari& forma, con diamelro maggiore parallelo specialmente all'apertura orale. Il colorito del labbro è "ariegato per il rossolivido delle ulcerazioni e per l'~piLelio relati-vamente sano madre-perlaceo. Esaminato il detrito si rinvengono cellule pavimentose contenenti corpuscoli ~imili ai leucociti - e questi liberi, ma agglutinali per soslanM protoplasmatica; corpuscoli di pus, bacilli lunghi mm. 7-8, larghi 1- 2, curvi o retti o micrococchr. l primi nelle pax·ti superficiali, i secondi auche nel derma muco so L'affezione si sviluppa più spesso negli uomini che nelle donne, dopo i venLi anni, ~pecie nei conL&dini. La !"inlornaLologia n'è semplice. Ot· febbre, or no. Tensione, C<ilOrP, dolnre, gonfiore nel labbro inferiore; poi sulla supertlcie anteriore appariscono una o più escoriazioni della muco"a. È allora che il senso di bruciore è straordinario tanto da impedire il mangiare, il bere, il parlare. il ridere, il fumarP L'aria stessa riesce molesta, per cui provvedono con pellicole d'aglio, d' ovo, con carta bagnata a ricoprir la Jlarle affella. La nutrizione va a scadere; diminuiscono le forze. La durata di ()Ue!>lo periodo è varia. ma si estende da due a cin'lue c:ettimane ed anco a piti mesi, se non viene curala 0 "" 1o è mal~. Nel setLembre in ogni modo guarisce e la ~unrigione è annunciata dalla cicatrizzazione che procede dalla periferia al centro. Si diffonde assai l'aulore sulla diagnosi. Porta molti argomenti a provare che non si tratta di una forma di erpete ~d'1 eczema, che nel caso dovrebbe essere un'eczema spe-


RI VIStA BlBLLOGR.AFrCA

ciale. - Della sifilide non si occupa, perchè pena Essendo entrato nelle idee di alcuni suoi egregi colleghi quali avrebbero potuto obbiettare trattarsi di una est>rAI!I!IIi l di pellagra, combatte la ipotesi con prove indiscutibili; gaungeodo elle su 26 casi uno solo era pellagroso e 2 spetti. Serie obbtezionì non gli sembra debba incontra re il cello che si tratta di una affezione speciale parassitaria. proverebbero le uniformità dei fenomeni, il reperto scopico, l'esito della cura specifica, ecc. 1 bacilli e i cocchi fur visti in numero infinitamente più grande dell'affezione, io numero assai ridotto quando il volgeva a guarigione, e non fu fatto ritrovarne n A:r ,.r........ntltlo di ver~i campi quando l'epitelio si era lullo rirormalo. La prognosi è fausta. - La guarigione infatti a sempre, per quanto &spra ed avanzata sia l'alterazione localilà, giacché trattandola nella maniera ch'egli guarisce in pochi dì. Parla della profilassi e della terapia: dà la formula per cura, da lui e da' colleghi suoi trovata feconda di ottimi sultali (aCido fenico, glicerina ed acqua). Il bellissimo lavoro, qui appena delineato, è corredaLo una figura e di tavole che . rappresentano i reperli scopici.

11 D1rettore

DotL. FEucx llAROFFIO col. med.

11 Collabora t.ore per la B .• Marina GuELFO voN SoMMER. lle4Cco dC ~ cltuse

NUTINI FEDERICO, Gerente.


MEMOR.IE

OR.IGJ:N.ALJ:

UN CASO (Il

LHIIn YERTf:BRALE UI KAT[RA TUDERCOURE ~IIELITE TR\SVEHS.\ L'tlurt f1lt:. u~lh rtmr,~r~nt.:r ~cien tìtka olell'o•pellalc. militare oli noma il 18 ui~emhra ISSG dal doli Ft•llnNl!!CO H~obbo, sottolcncute medh~o dì L~mplemeulo.

Ue Silreslr·o, brigadiere l'Cali cambinieri, a\·ev;:~ :25 anni, era celil.e, di Domegge (Relluno). 11 padre axe•a ùuona salute c mori di tifo; la madre (· virenle e sana, fratelli e sorelle si anno Leni~~imo.

h.t lioq:;hr.se face>a il mi oatore, perciò era mollo e~j10.,Io all'urnidit:t. Xon almsò di donne, non ebbe malattie veneree o si(ilitkhe. non fece sforzi muscolari, non ,;offi'Ì malaria. Nel l Xì.:? ehiJe un dolore punto rio al costalo sini~tro con to,,e ~>eguila da alr.uni sputi sanguigni. ~l ai febbre. Dopo al·

ermi ~iorni ~'lt:u·i.

Xel lKì!l fu colto: senza alcuna causa apprezzabile, da un trraduale e crescente indebolimento nei soli arti inferiori. tanto da potei· a stento camminuJ·e. Non ,.j fu alcuna alterazione nella "en · unnuzione · · · ~~'b'l' 1 Ila, e defecaziOne. Hicoverato in uno spcùalc eh· ile guarì in circa 1.3 giorni dopo aver. 1lS'tlo · d'1 cl1e gli· provocarono proi'ns1· su dor1.· ' vari· rrme t\eJI'anno 1881 -renne solto le armi, ma durante il :'-errizio 25


UN CASO 386 militare ah usò piullo:.lo di vino: ne be-veva quasi gi_orn.-aun:.m•; un paio di litri. ~el 12 febbraio 1886, senza veruna causa, si <le~tò un !ore acuto o lancinante al fianco sinistro, proprio nel della linea tirata verticalmente dall'arco costale alla iliaca anteriore superiore, dolore che si di[ondea alla corrispondente del Yentre. Esso si aumenta;a nel cammino nel decubito destro, perù non impediva all'infermo di attendere ai suoi affari. ~o n vi fu febbre. ~otasi intanto che da questo tempo cominciò a una ostinata stitichezza ventrale, tanto che il De Rilvestro 'e m spessissimo ricorrere ai purgan~i per potere andare corpo. Non passarono molli giomi che comparve un do\ore fuso a tutta ìa spalla si rtistra con 'ingorgo glandolare alla e il doloro all'addome si fece più acuto, anzi si ùiiTuse al del \entre. 1\ommeoo allora vi fu febbre, nè sj appale:~ò, condo aiTerm:wa l'infermo, altro ingorgo glandolare. Feco molteplici cure, ma le glandole non diminuirono volume, anzi aumentarono, e nel 18 marzo il De Sih·estro obbligato ad entrare io questo ospedale militare, ove le dole furono inci:;e dando esito ad abbondante pus. La feriLJ. non più si cicatrizzò e lo scolo ha conti sempre. Co:-ì la passò fino al 13 uprile. Da questa. epoca comi ad arvertire negli arti inferiori un indebolimento~ il aumenta>a di giorno in giorno, ed in l O giorni gli portò completa paralisi. Bisogna però notare che dopo cinque giorni dall'iniziu po.t·esi nagli arti inferiori cessò come per jncanto il nell'addome, o sorse invece io corrispondenza della 8", 1 o• Yertebra dorsale, accompagnato da un senso di ro


DI CARIE VERTEDnALE Dl ~ ATURA TUBERCOLARE, ECC.

387

mento, dolore che scompar·ve pur esso dopo vari giorni dall'avvenuta paralisi. Il 1• mag6iO dal riparto chirurgia fu trasportato nel riparto

t• medicina. L'e;5ame del sistema nerveo-muscolare, fatto dal signor maggioro medico Panara, fece rilevare: Leggiera sensazione dolorosa in corrispondenza della Il " e l ta re1·tebra dor·sale, scorrendo co! dito sulla colonna vertebrale; Perve1·timcnto della sensiuilità termica al punto che la sensazione di freddo C::ra percepita come sensazione scottante nelle gambe c coscie, nei piedi invece le sensazioni di ca.!do e freddo erano avvor·Lite come sensazioni Latti li; Le punte dingo nelle cosci e erano percipite distintamente alla distanza di sei centimetri, nelle gambe in vece la distanza supemva i dieci centimetri, nelle dita del piede sinistro la sensihilitil. era quasi aboli La, in quella del piede destro esagerata al punto da provocare movimenti riflessi; TI r11lesso rotulco era abolito a destra, ed esagerat~ asini~ tra;

La contra!lilità e la sensibili ti• elettrica erano conserrate negli ani inferiori e nel tronco per le forti correnti. L'8 maggio l'infermo durante la notte cominciò ad avere spontanei sussulti e dolorose contrazioni nel1'arlo inferiore dt:~ro, che si ridestavano al minimo comallo e s'accorse inoltre che non poteva ul'inare, tanto che si doreva riconere ~l CJ.It:tel"ismo e cbo dalla linea ombelicale io giù non più sentn·a il contatLu dogli oggetti; av\ertiva però alquanto le punture di spillo.

~'ostinata stitichezza continuava tullaria.

eh

'er·~o

ma~gio

la Gne di cominciarono le piaghe d,a decubito e sono anùate sempre piuestendendosi e nel contempo com-


t'X CASO

388

profu~a dinnca iu-.ieme dolori folgoranti negli arti inf~riori.

]):lr\'C una

YCr50 \a Illt?là ÙÌ giugno 3 Il n riLenzione Seg'llÌ \''IJL<ruut..,. di feci. In questi ultimi tempi il Oe Silnsll'O spesso spcs:;o delle febbri ad alta temperatura. t'he ~compa.rivano cuni ~!i orni, non scmpn' rlicn·o l'amministrazione del eh )lai \,rividi) nè profnsi sudori. Stato dl'll'infertnOHell'aUtl della min ossen;a.:ione. zio ne dorsale~ non e~sendo possihi\eall.ro decubito, fermouon potent voltar~i. s, iluppo e con[ormazionesc normale. Colo!'i1o pallido, pallit!.e anche le mrreoseri::;ibili tri:t.ione molto sc:tJente: pelle:'eccu e solleraùile in alte quasi scomparsa clel pannicolo adiposo. musiloli flaccidi.

Si:aeuw Hel'tt'o ·mHscolarc. E:wme dfl sistema motnrio.

bligato a stare permanentemente a leLtosia per le larghe · da decul.Jito, sia per la paralisi degli arti inferiori; m in•ece Lenissimo gli orti superiori, la testa etl il trùllCD alla. linea ombelicale ll'm.;versa. Jnfalli quando si diceva aH'infermo di contrarre il si vedeva che la sola metà superiore fino alla detta l sponde>a allo stimolo della Yolontà. Oi tanto in tanto nota,·:msi :,u..;:;ulli negli arti in >ero sponlaneaed inrolontaria contrazione dei muscoli di dando lttogo alla flessione, e poi atresten::.iono della sul bacino e della gamba sulla coscia, conlrar.ione r.be volte succeò.em lentnmt'nle, cd alle rolle rapiùameute da tere tutta ta persona. Qllesti morimenti el'ano ancrliti


DI CARIE n!IIT~llli\LP. lll 'i.Urr..~ 1LBEIICOL\llF., ECC.

::\89

l'infermo, pet•t't <•J;Ii n·~u .;;apcv:t in quale 1h•i due arti a' \NJÌ nno: do\(•Ht gmu daro per accerlat:-ene. La nutrizion<' musc~tl:wc era mullosc.arluLa in lnl!o il corpo . Ln mcouferonza to!-ad··n ne;! i ultimi tempi era «li s:) t'entimetri prm1:1. 92. ~ella cin.:onferenza J(lgli arti :'lllleJiori ed infenori nnn :"Ì notn'\'"a diiTer('nza di sorta fra le due parti. I..a fot·at muscol:m: era ron;;en-ata uet;;li arti superiori. nùolita ne:-li infPt·iori. E,;aml' ele!lro-mu.,col:ue. Sin alla c•u-rente famdica. r.ome alla gal\'anica i mn!'coli degli arli,uperiori risponùennobene allo ~liruolo elettrico: negli arti inferiori iuvec.e poco reagir ano allo ~timulo far:~di~o. Movuuwti ti/l,•s.Yi. - Jt ritleSi;O cutaneo phnuwe alquanto e~al?entlo in entrambi gli arti inferiori; il crema.slerico etl ad· dominalo abolito. rl rille~~o tenriint'o rotuleo abolilO. 11 clono dr.: l piede cru :ti 't nanto marcate. E.w!ll'l' del.~isll'lna sensir.i ro. - Di La nlo in tnnto il De ~il­ ,.C:,1ro 1eni1a n~:-alitn rht dolori ful~ot·anli negli arti inferiori, .acrompògnati alle Yolle da sus!'ulli; spe:.so avvertint fonuic.olio. SPn:>ibililitlallile,lermica, ùolorifica ed elettrica abolite dalla lint·a ombelicale in ~iù. Sen~i :;pecifiri MI~Hnli, lt·nnne il talto come si fece notare. A~c:r:l incontinenza tli feci. e ùi urina. l'iayhr d'L dw~bito. - Erano Yarie: una mollo larga occnp· \a lntta la r··~ione :-aerale e si e:c-tendeva anche alle parti latel'll!i, intcrcs:;ando lo ,;pe:::"ore della cute ~mettendo 8 tmlo l'o~:,O , "rnza ~he que:-lo mostrasse pnnto alterazione; 3 tre du•• ~iunnetriche, 1li forma circolare, erano alfa parle ~~t rtu di'Ila cresta iliaca eù interessl\Vano il derma. In rort ispllnl1f'tW\ poi del corpo della 10n Yertebra dorsale si nota\'O.


3!lO

UX CASO

lm'altra soluzione di continuo, larga quanto un soldo con grigiastro. Quid lo spccillo fece rifeyare lateralmente scabrt'zze, mentre nel centro s'affondò in un tessu~o molle. Dal fondo di tutte queste piaghe eman:na un secreto lento fctidi"~imo. :\on si ll'al'curò mai di medicarle giornalmente con tutte le norme anrisettiche, e di cambiare spesso e pulire I'inferm• qnando le feci e l't..r-ina l'imbrallarano. Con Lutto ciò le piaghe si diffusero sempre più. Esame glandolare. - Si palpa,·ano piccole glandole agli inguini della grandezza di un fagiuolo, di consistenza dura elasticn ed immobili. ;xulla al collo. All'ascella sinistra si nolava nn ingorgo glandola re con soluzione dj continuo, da Clli gemeva del pus. Apparecchio osseo. -Nessuna deformazione nella colonna YflrlflH·ale o in allra parle dello scheletro. Apparecchio circolalorio, normale. Apparecchio rrst>il'aim·io . - Torace mollo scarno. Fosse sopra e souo clavicolari c spazi iutercostali mollo morcati. Poca cspan"ione toracica negli atti respiratori. Il fremito toracico-vocule era IE>ggermenle aumentalo a de:ara. La percu:>sione ft>ce l'ilerare diminuzione della. risonanza polmonare nella fos~a :'opra spino,-a e l>Opra clavicolare destra. Coll'a~rol­ lazinne poi nclh ~tessa parte si notaY"a indebolimento- del mormorio r escicolarc con espirazione prolungata. Appal'ecchio gastro·l'nlPrico . - :\esson disturbo nella di· gestione. \ re va solamente diarrea. Prima di enlrare nella discussione dei vari sintomi dell' ul· Lima malallia è ncce~~ario far rilevare come nel nostro informo pat·e esservi gtata giil una certa disposizione ad una affezione spinale, specialmente del segmento dorso-lombare. Nell'anamnesi remota fu accennato Gbe il De Sihestt·o, senza


DT CARIE VERT.EBRAI.E DI N.\TUnA 'IUBERCOLARE, ECC. 39 1

cauRa apprezza hile, nel 79 fu colto da paresi negli arti inferiori; allora si trattò quasi certo della così detta miela.~tenia amta. cioè d'un rapido esaurimento dell'energia nerYo~a del midollo spina!<>, probabilmente per raffreddamento. 11 De Silvestro era minatore e perciò molto esposto all'umidità ed ai raiTreddori, cause comuniRsime di tale disturbo e la neuroparali;;i \"asale, che si ruolo come determinante in genere la IU'Itrastnnia avvenne nel nostro ammalato nei cordoni motori della sezione dorso-Iom bare. Yeniamll ora alla malattia in discussione. Quasi Lutti i sintomi esposti successivamente nella storia sono di duplice natura: irritati vi e paralitici. Quelli precedettero questi. Il ùolor·c lancinante al fianco sinistro non era cau;;ato da una per·itonile, non essendovi la febbre e gli altri fenomeni che soglio no accompagnare quest'alTazione , nè da tumore acuto di milza, mancando i fenomeni d'infezione ed it tumore di milw , ma cr·a dalo esclosivamenledall'irritazionedelle radici postet·iori della porzione dorso-lombare del midollo. Ciò "enne anche conferm::.lo dalla ostinata stitichezza che sor~e nello stesso tempo del dolore, stitichezza prodotta senza altro d31l'irritazione del centro anale. jJuesto !>La nel mitlollo lombare da do>e escono nerYi che con i uerri sacrali 'anno allo sfiotere Yolontario dell'ano. La stimt~lazione di questo centro dil spasmo dello sfinLere e quindi t·it.•nztone di /feci, la ùi:Muzionc di esso.' come successe in se. gu,to nel nostro ammalato, ùà incontinenza. :'\otasi però clte l'infermo diceva d'accorgersi nell'allo che ev~l'uava, ma che non rra capace di trattenere le feci; ciò dice chtaramente che la condLlZiooc sensi Li le al cer>ello era libera e rhc le ·vie motorie erano alterate . Attaccale da un processo distrullivo le radici posteriori e


t::'i CASO

poi su~;.;essi>amentl'. Yaric parti del miilollo, ce::... uil tlolqre ;entt·e e hen presto comparrero allt·i sintomi. Lu pare~i e la paralisi della mt'la inferiore, del Yentre, arti inftwiot·i. t> l'oi le ullct~lziuui di :-eu;;ihi!il~ parlavano una le:-ione dei ~~or,1oni ankro-lnler.lli e ùella :;osta uza grigia anteriore, e Jei cordoni n della ~oslunza grigia po~IPrio;-e . Svariate sono state rrueste altet·azioni sensttivo. Onpprima vi fu iperestesia :.pinalù n s't>bhc il pervertimen to della sibili la termica; ai piedi l:l scn,;.tzione :li caldo e fre(ìlio cepitn come scn:::nzione tauile: ipere5Le.sia al piede dt~.-.tro da pro;oc:tre al snlo lot:cat·c dei moYimcnli riOe.;;~i, ed in s!'guito. vi fu penlita della :.ensihilitit Lallile dalla linea ombelicale lino alla punta dei piedi. e tliminnziotte della sensibiliti1 tloloriuca. Stanrlo ai risnllali di YÌVi$ezioni si può aedurTe che il rr&" cesso si dilTondeva alla so.;;lanza. grigia. posteriore, cundnll delle impre::sioni dolorifi che, e che Ja massima lesione era ;o;oslanza bianca posleriol'c, coudu llrice a preferenza ùclle impressioni tallili. Qn~::-t'ultimo fallo era comproYalo dalla pre~enza ùi d<•lori fol-!oranti che ad acce:>;;i irTt>~olari tormentavano il no;tro inferlllo. dolori clre sono dovuti. secondo Char·cot, tttl nltera· zione di fasci profomìi di Burdach . Si h ada considerare 11el De Sii restro un'altm aiLcrazi<•l\l! co· mnuissima nei paraplegiei, cioè la iùcontiuenza di urina, .qu:ue ftl preceduta dalla r·iLNrzioue. Sapppiamo che ùal centt·o ,·escic:1le. :-ituato anche nel rlollo lomoat·.:-, e ...cono due sistemi di fìùre motr·ici: al enne :::cono dal miJollo e pel plt!,;so ipogastrico del simpatico al muscolo tielru,ore. e J'alll·e renentlo dall'encefalo pei doni anLeriori escono dal miùollo colle Gbre del3" c ~<> n saaale e vanno ul mu8colo slinterP. Ebbone noi pnrn


DI C.\ III E \'EIITt·:Uit \J.F. Hl .'l.\Tt!nA lUBERCOf,.UfE, ECC .

3!)3

e wrne nudte snccr-~n nel no:-.tro inft·r·mo, questi due s!~temj di lìhrc gj ammnlanogcnt'r.Jmentc indtpeudentemeute, pr·ima. si J1a ~!!lllpr~' paralisi limit1lla ai nervi del mus~olo delrn~ore e quindi ritenzionce poi ai nt•n i tlelmu5Golo .;fintere e quindi incoutiuenza. lli~uardo pui ai di~turhi di motilitit, oltre la parali~i negli Jrti lnferiot·i, r-agionata percltè E>r·ano ::ollraui dallo stimolo \ Oiitivu i rnu~coli per la le:'ionc dci cordoni motori e dell:'t so~tanza grigia anteriore. ~i t; :l~:ccnrwto elle di tanto in tanto il Oe ~ilre~tr·o crn preso d,1 inYolnntaria contrazione dei mu'•'•)lilli deui arti, llanùo ossa luogo n. flessione e poi ad es!en,;ione •lella cosl~Ìil sul ha cino e della ;.rntnba sulla coscia. rt:eortln in propogilo Utl UoLis,;imn e:>l>Crim~nlo. pralieato in lisi,llo!!irt. lnlt·otlucooùo un filo di ferro nello speco \~>r·te­ b:alt• ili una rnnfl, come quello anin a livello del midollo cervi1:ale dà fle.'l,.,ioue ed csleusio ue net-:l i arti superiot'i; come arl'ivu a livello del midollo lombare 5i IJanno gli stessi fenomeni nt·;.tli :~rli infet ior·i.

~la tJIIale pat·te del midollo de\ e c~sere irritala e lesa per Jl!otlurn.• tali sinlmni? Il fa,cio piramidale. .\tll'a~o no~tro, c:;:;enclo la contrazione limitata agli arti •nrl'riori. l'alterazione del fa:-cio t•iramidale doYreùbe risied!.'rc n"lla ,.pzione dor:;o-lomhare. Mi pillr~ l'llllltnentnre tfUÌ riò d1e Cllarcol diceperspic,C"are come l'nlterazione rld fn:-l:i pirarnirlali porti delle contratture. . « ~e :ma lr.ione. di l'e l'autore. interes'a in pm'te o distrugge Il fa~CIO pirarniilale, allora la commi,::-;nra. il tratto d'unione elle lll€ltt! in t·nppor·to tra loro )!li alti psichici cogli "Pinali nou r>.;i,te! . . . ll'az:one . . ·~...· . c re~o1·,·l ' • non o~rst1• p:tr quf' ~· mrllrtnce ~a'r~t:e del Cflnt-Jio :-11;.di lltli clel miùullo spinnle eque:>ta resta :sQ[o 111 •'Ctllurn i!·aziouo dirPlla culla vita estema, resta padrone assulmo, ed nllora d sistema ncuro-muscolare è padrone del


U~ CASO 391. campo: la tonicità mu~colare (ossia quella giusta misura apprezzamento della sensazione, che ~i fa dal cervello) mau"''•·: cd allora la minima causa ed il minimo eccitamento PO!;SOIII~ pt·odurre un eiTello e~agerato nelle sue conseguenze. (( In tali casi, in principio, l'arto che non è in contrattura, paralizuto, ma però i riOessi sono esagerati e mostrano contrauura latente: quindi la minima azione che agi5ca questi nervi e questi muscoli basta a farla venire. » Veniamo ora alle piaghe da decubito. Furono e:::se cntlsate da un disturbo trofico, consecutivo lesione t1el midollo spinale, ovvero dall'azione rneccnnica pre:;sionc? Esaminnnùo i fatti e rammentando le principali dei molti studii sul decubito non sarà difficile poter dat·e adeguttla risposta. Si è detto che In massima piaga da decubito, nel nostro !ermo, occupava tutta la regione sacraJe e si estendeva lateralmente, elle avvenne dopo pocl1i giorni dalla co dell'anestesia negli arti inferiori, e che ehhe un corso gre$:>iYo e relativamente rapido. Ebbene CharcoL nelle sue lezioni sul decubito acuto da gione lipinnle, dice: (< Quan(lO il decubito acuto ha luogo solto l'influenza di IPsion ~ del midollo ~pinale, si manifesta nella maggior dei casi alla regione sacra le, e ciò nelle anestesie di ent gli a l'Li inferiori, se inYece e aiTetto un lato soltanto, ca$0, per esempio, in cui una metà laterale del midollo mente sia allerata, allora per lo più nell'oppo~to lato del ha sede la lesiHOC cutanea, cioè ove ha luogo l'anestesia. Ciò lo \iene a pro\'nre con una serie di casi, alcuni 'ati nella :;ua clinica, altri riferiti da vari autori come ii· gné,., ,Joftroy, Salomon, Mi.iller, ecc.


DI CARIE VRRTEilRALE Of NATURA TUBERCOLARE, ECC.

3!):)

La fisiologia sperimentale ba dato il suo contingente. Drown-Séquard dopo moltissime prove falle su animai i, viene alle ste~~e conclusioni, ed in secondo luogo mette la pressione e la paralisi vasomotoria, le quali possono mancare compiutamente. l a lesione di natura irritativa nel nostro caso, che era capace di produrre il decubito, risiedeva nel midollo, con molta probabilità era localizzata nella sostanza gr·igia posteriore, e nei fascelli bianchi posteriori. Dopo avere alla meglio spiegati tutti i sintomi, passiamo a determinare nel nostro caso in qual~ sezione del midollo spinale risiedeva l'aiTczione. I.a paralisi e l'anestesia della metà inferiore del ventre c degli arti infm·iori, l'alterazione nella defecazione ed urinazione, l'abolizione in pnrte dei riflessi cutanei plantari e CI'Cmaslcl·ici e dei riflessi tcndinei rotulei, dicono che la lesione occupava la sezione dorso-lombare del midollo spinale. lenendo poi alle parli del midollo che furono inva~e sucees,;ivamente, riegce facile a determinarle, tenendo presente la ~uccl'~sion e dei fcnomen i. Cominriò l'aiTezione coll'irritazione delle radici sen~ith e (dolore al fianco), indi ~eguì l'alterazione di esse {scomparsa del dolore al fianco) e poi dci cordoni antero-laterali e sostanza grigia anteriore pare.~ì e paralisi degli arli inferiori e della tnetit inferio1·e del ventre, contratture). I n seguito furono irritati i cordoni poste1·ioJ·i (prl'\'ertimento della sensihilità); quintli ne Yenne l'alterazione anche dei cordoni posteriol'i (anestesia, incontint-nza di feci e d'urina, piaghe da decubito) fi~:tfmente l'irritazione della so:;tunza gr·igia posteriore (dillllnHzione della sensibilità dolorifica). })~ tnuo qnesto con certezza quasi si può formulare la diagnosi di Jfielite trasve1·sa.


39G

U:-.' CASO

~lu fn essa primitÌ\":1 o .;econdnria? Dalla sen,azione eli dolore e di rosiechiameuto in corri denz;ldclleullime Y~:rteuredor~ali. dall'nltera.zione os-ea l u• vertebra, rile,·ata collo .;peCIIlo; dal!" abito saofoloso l'infenn(>, appale:;ato dalla "uppur.tzionc delle 1.'1andole dell'ascella sini~tn\; dall"alterazione pulmonnTe incipiente. 'ala all'apic~ del polmone destro si ern in diriuo di .~u''""'"... una rurie rertriJtalnli natura wiJ,rcolare. Qu.esta tarie gr:ulatamente il midollo. determinando la mielite. Non i! a credere perchè mancando la cifo:;i non :;i sosp~>ltarc l'alterazione ùt>lle Yertebre e l'alterazione àel dolio per compre5sioue; anzi 'iari autori dicono che yo\1~ qnnndo meno 'i ha l"int·nnamenLo della colouna' hrnie, t.1nl o maggiore può essere la compressione, e t•apitla tcrazione ùel midollo . Pn:;saronn pochi giorni ed il J)e Si lvestro mori ed all' t.opsia si trovò : ;'\ormai i le Yct·tebre cervicali e lombari. A li' ello 7', s·' ~p e l o· \erlcbra dor::ale a sinistra er~n·i un \3~10 colaio raseoso che s'iulìllrava per breve tratto nei utu-··oli tlot so. Le corri~peondcnli In mine '>ertebr::~li erauo profo mt•nk erose . •\ dc:-tra .-d a siui:-tra. sezionanJ.t, le l ùellc dette 'ertchr\? ·C le apc•fìsi trasver.;e si lro'":n·ono i traiC fJi :;Qslauza caseo~a. ~pecie Ja R•. t •:vrpÌ \'ertPhrali erano nltet~\IÌ. Aperta Ja rachiJe nel trt~llo del eanalè r iH' comprc.;;o fm la 7• e In l o· vertebra dor:;ale. si tro' ò un hondantc c~suùalo caseoso che riempi'a il caro rach" comprimencln po~teriormente il midollo; La tlurn maùre, specie al disotlo ed al disopra del Inio. m·a tt~sa, di colore roseo, solli!e e pall iùa nel punto pre~so ;

t)uiYi ilmitlollo nella parla sua l_)03let·iore era lilo e nell'insieme schiacciato;


DI CARI~ rEIITEfilt.\LE DJ XA1TRA ll:BERCOLA.RE, ECC.

;Jt)l

\nri focolai ca;:eosi 1;i rinvennero nei polmoni. specie all'apice tle;:-tro; lndnritù ilmiùullo nelliqnido del )liill~•· e fatti \':lri tagli si tror0: di-'truzione di tttlli gli elementi costituenti il midollo nel tratto compre~o fra Ja j• C l 0• Yertebra dorsale: lO ~O {l l'a d~lla JcsionP. dt•;!enerazione a~cl:'ntlcnte dei fa..;;ci di Goll e dei fa,;ci cer•'ltellari di flech::.i~ ed in sotto degenerazione discendente dei fa,;ci piramidali incroci<\ti. La diagnn,;i anatomica fu: ~ponùilite tubercolare. Compressione del midollo ;:pinale . ~lielite tt':ls\ eri'a. Detzenerazione ascendente <lei fa;;;ci di Goll e dei iasci cerebellari, e discendente dei fusci piramillali incrociati. Tubercolosi pn\ monare. La dic1gnosi clinir.a fn pienamente confermala. La sola degenel'azione ascendente dei fascj cerehcllari non Iu, nè poteya ('~.;ere prevéllula. ~clla storia non è registrato alcun sintomo che avesse fallo sospettare tale alterazione. lu Yeritit si mancò di conservnre il cervelletto per poter vedere se in e. . so e~isle\a qualche lesione, la quale indubbiamente \i do,·e\·a ~ssere, essendo il fascio cerebellare atlacralo in tulla la lunghezza del midollo. al disopra della mielite. L'andatura dell'infermo pri~a che si fosse determinata la rmralisi non sappiamo quale fu. ln conferma anatomica all'interpretazione data ai vari sintomi chiaramente dimostra come si sia progredito nelle conoscenze dell'anatomia e fisiologia del midollo spinale e come ora qua--i con certezza si può fare la diagnosi di sede.


398

LA :.\IEDICINA PREVENTIVA CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA

EPJDEJilA COLERTC1 DI P1IJER~IO NELL'ANNO 1885 f:ornuni~aziono ratt;t alla rontorcnza medico-sci41ntitlca rlell'osttcd<tlc Utilitar•· prìori1"11~ di ~·alermo nel mese di dicembre ISSO dal ca1•itano medico A.J ..tu·o dott GiuseJ•p e.

Signori, Quanto cammino si fece dalla medicina a ttraverso i secoli per arrivare al grado di arte e di scienza non è duopo ch'io lo rammcmori, ma i nuovi cambiamenti ed acquisti fatti tanto nel campo delle conoscenze quanto in quello della terapia ap· portarono ~i radicali modificazioni, che io credo potervibre\'emeute iulruUenere, soffermandomi : l. Sul pre~ente indirizzo della terapia; Il. Sulla diagnosi e terapia preventiva del colera; III. Sopra alcuni dati slalisLici dimostranti essere la me· dicina pr(n·enliva piti efficace della curativa. t.

Il p:-ogresso odierno lo dobbiamo alla ricchezza dei nuovi mezzi di rìrercbe; alla divi~ ione ùellavoro; allo sperimenlalismo. Grazie ai sussidi delle scienze affini le nostre osservazioni diveunero piti precise e perciò più positive e più scentitìche. Mercé la divi~ione del l~:~voro si scruta in campo circoscrillo in modo che f}Ua~i nulla piu r imane inesplorato. Infine per


CO'ffl\lBUTO ALLO STUDIO, ECC.

399

opera del moderno sperimeut.alismo oggi possiamo affermare molto di quanto per lo innanzi si era intravveduto osservando. Dal periodo empirico della. medicina arrivarono a noi vagliate da secoli leggi salde e bellissime; del periodo aprioristico-si~ternalico I ossediamo ricche deduzioni delle teorie allora dominanlt; dal moderno naluralismo abbiamo oggi la riprova di lanle leggi cliniche ulilil'sime mediante lo studio sptrimentale. L'edificio moderno si elevò sopra il terreno scello dall'immortale Morgagni a noi additalo col libro De sedibus et cousis morborum.. E fu dopo che G. B. ~:lorgagni impresse agli studi di patologia una direziOne lulla anatomica che gli anatomo- patologi rivolsero i loro studi al mutamenti chimici e mot'fotogici degli organi malati; e fu anc01·a dopo che i clinici studiarono in particolare il disturbo funzionale della parte lesa itl correlazione coi maLtwiali mulameuti avvenuti, Mncbé lo reazione degli altri organi ed apparecchi venuta su per rislabilit'e l'equilibt·io turbato. Così la patologia celluhu·e ci portò alla localizzazione dei mot'bi e dettò alla clinica la cura in sede, la medica tura locale. Que::.ta evoluzione scientifica segnò il principio del nichilismo terapeutico, e la medicina si rh'olse tutta sullo studio dei processi patologici seguendo l'inizio delle allerazioni, lo svolgimo!ulo c la estensione let·riloriale dei morbi, la dipendenza delle lese funzior.i, le reazioni coropeo~dtive, e nell'assieme il disturbo go::nerale dell'urna no organismo, la malattia. L"anatomo patologo non sempt'e dava spiegazioni sufficienti d~i :,intomi che pre~eutavano alcune malattie e dove il C(Jllello 81 arrestava, si preparava 1l crogiuolo del chimico, si armava l'occhio dell"islologo di lenti e Ji strumenti allo scopo di scruture e di vedere . . In bre\e tempo il sangue e le secrezioni Lutte del corpo dell. ~o~o c de~li animali divennero vasto campo d'esplorazione; ; tcb•g, il sapitlute chimico alemanno, ci presentò il virus sotto _<Jt•rna di ff'rrnt·nto, ed i micrologi in seguito scoprirono la v1ta tu ~al~ misterioso pl'incipio. ~edtlloL nel 18i0 embe pel pl'imo l'opinione che la seLtice-


400

CO~TIII8tJ'IO ALLO STI'DlO

mia et·a dovulu ad elementi figurali eh •at•riva"\"ano nel ,.:angue; Da\aine nel 18;:;0 !"COprì i bacteri nel sang11e cle~.tli uuuu,.._. cot·hon"ltiosi: Pa,Leur nel 18M dimo::otr6 la natura pnro taria della ~elti··emia; Letzeddt nel 18G2 scopri i bacteri nella rlirtet•rlc; Davuine nel 18fi:~ ccwr.ò tlimostJ·are le funzioui dd hadet•i nel sangue dei rat·boncl.Jio-:i; Pn<òl•,ur nl'!l 18tr, gnalò ul mondo sceulfflt·o lo scope t'la dei germi d t'i vihrioni ~ Caze e Felze nel 18GG ll'uvarono bacteri nel s.nng-ne rli ammalati tii febbre tifoidt~ tl di !;<:al'lallina; e così Kl··b~ nel l 7! pRrlò d t'l Yirus traumatico organtzzalo: OlJermeyr:t· nel 1873 e poi Cnhn nel 7fi denunciarono la pre><enza di !'pirilli nel ~angue di ammalali di fehhrericorrente; Hiieler nel l 78 de-nunciò la presenza di l•aderi nei tessuti eresipelntosi e In inocu!Rbilità della rbipola. E I'O~i in ~t'gu.to il Perrottcilo il bacterio del edera <lei rnlli; Caz.e, Feltz e Cn!Jn il bacterio tle1' ''aiuoln e del vaccino; Kleb~ c · rommll~i-Crud(>li il baeil lo della malaria; Koch il bacillo dclln Luhrr·colosi e del colera; Petrone déllo scorhuto, ollri poi della febbre gialla, dr·llA pul• monile, deJla sifilide, dello blenorragia, dell'otlalmio !Jell della lepl'a ecc. ecc. In tal modo ben presto l'i allsrgarono le mediche in >'pecie sulle cause dei mot·hi, e la reazione alla poli fa rmacia ceJè il passo ad una A'iudizio::a e razionale applicazionet dei rimedi contro le cnuc;•J proJullrici dei morbi, conlt·o i pro• ce><"i mot·bnsi e contro i ~iulomi piu salienti (terapia causale, nosologica e sin tnmalica l. Al presente la medicina, allume della fi::;ica, della zoologia, della botanica, della chimica, della fisiologia, della patologia e della clinica, con mezzi speciali e rigorosumenl~ e;:atU, stuclia le variazioni dci movimenti cardia ci e delle artc1'ie; it. r itmo e l'intensilit dci ricambi respiratori nell' aS"OI'hi tnento dPll' os;:igeno e produ1.ioni d'acido carbonico; le variAzioni nella quantità di azoto emPS!'O per la via ùei reni, la quanLilé di sali. di pigmenti, di !'O!'lanze patologiche rinveuibili neUe urine; la biologia dei paras"ili animali e \'egetali; la temperatura della cute localizzata alle ascelle, alla palma dellu mani,. all'esterno del cranio, direllamenle sui muscoli, nei retto · • . . . studia il ricaDibio materiale fisio-patologico, ed im--


DELL.' EPIDElffA COt.EilTCA Dl PAl.ERUO NELL'ANNO 1885

40 f

pianta le leggi terapeuliche col controllo degli studi sperimen· tali. E cosi il concello mdeterrninalo degli antichi di condizioni cosmo·telluriche sulla etiologia dei morbi, oggi per ranalisi barometrica e termometrica. e delle alture e dei bassi piani, e delle condizioni del suolo e soltosuolo, e dell'ozono e della secchezza ed umidità dell'tu·ia, e delle correnti dei venti e di Lente altre condizioni, si afferma come vero e si deter mina in vanL&ggio dell'igiene preventiva e curath·a dei morbi (Lepidi· Chioli). A misura che gli studi progredirono nel mondo misterioso ed infinito dei piccoli vh•enli, e che le malattie inteUive, mediante le colture, gl'isolamenti e le inoculazioni dei microrganismi, si sono positivamente affermale quali parassitarie, la terApia si è trasportata sul campo della prevenzione, fondendo i mezzi igienici c profilaltici ai terapeutici disinfettanti e mi erobici.! i. Ec.l eccoci dall'empirismo prese rvativo del vaccino di Jen· ner passati alla mt>ùicatura preventiva ed antisettica del Lister, ai vaccini del Pasteur. La d(\tlrina parassitai'ia delle malattie che in pochi anni si elevò al grado d• scienza positiva, dimostra oggi sperimentalmente che molle infermità non sono altro se non che >'"e~etazi oni di microbi nell'interno dell'umano organismo. Questi piccoli organismi vegetali, diffusi per ogni dove, si pres~>ntano akuni come piccole sfere {micrococchll, altri si m·J~trano come piccoli bastoncini (batterii), altri ancora com~> bastoncini lunghi (bacilli) ed altri infine si vedono sotto forma di spira (spirilli o spirobaclerii); in generale poi tutli 'JUe~li esser• appartengono all'ultimo gradino della scala vegetale e si chiamano bacteri o schizzomiceti. Ciascuna malattia da infezione dipende da uno speciale mi· Cr(lparassit~;~ e le conoscenze biolC':riche di tali esseri viventi depongono per un diverso grado di evoluzione nei diversi or·ga.ni"mi, nelle div~rse specie fra i diversi mezzi di coltura. .11 loro sviluppo perciò non é sempre uguale, e spessissimo d•versiflca nella fol'ma e nella proliferazione, specialmente ~uanùo varia il materiale nutritizio ed assieme il grado di emperatura. Quello che sopra lutLo conviene notare é la ~6


CO~TR I BUTO ALLO STUDIO

grande resistenza de• microparassili ed jn modo oa.rtiMI• èelle ~pore. La mag~•or parte de• bacteri non si sviluppa a<l u na peratura di 50 • ed alcun• muoiono solo alla temu.,J~H.,,...,. 90, 9~> c tUO•; le "-pore poi resistono a temperature alle e ionoalcunea HiO",alL•·ealdisopra di 12U•o di 1300; anche la gdazione uccide l~ spore di alcune muffe, ma talune iono !><)lo alla tempel'8lura ùi meno 1000. D11 lale re~1slenza si ripele la grande diffìcoll8 che !riamo nel combattere questi esseri, quando sono tlci nostri or~ani o Les'>uli, e la relativa facilita di u.., ..-w.., gerli prima; donde l'isulla essere piu facile prevenire curare. l mict·opat•nssili quando arrivano nel nostro organismo loc.'\liz~ano dove trovano le condizioni opportune per il sviluppo; ivi si molliplicano, estendendo la loro pro1lucono malattie di forma svariata, secondo che pene'l!'S!It àir•ellatnente ne)lOt'l'eUle della circolazione, O vi nl",n•111N·onn Jeni l"pecialianalo~hi per l'azione agli alcaloidi vegetali maine), che yuaoùo vengono assorbiti danno i c;inlomì 41ell'mfezione. - La evoluzione di alcuni è- rapida (ca.rt)j>nC~ Taiuolo, col~>t•a), di allri è lenta (lepra, tubercolosi). La loro senzn nel torrente della circolazione o quella dei loro apporla s timolo sui centri nervosi che, quando cade su destinati al calore, proYoca febbre. Con la loro azione ,..,...,•.,_ sul sangue e con il loro ricambio materiale organico gono principi nutritivi ed elaborano veleni speciali, ::;u:u •U I e cau~ano ipe1·emie, alterano e causano anemie, edemi. ls loro presenza avvengono allerazioni nelle pareti dei otlut•amenli di cap•llari, disturbi circolatori, e rer l'alterala nutrizione generale si hanno lllcerOZIOni, degenerazioni varie. Una le~ge impot'lante t'egola la circolazione della vi la diale; ogni essere vivente si colonizza là dove trova eu........~,., adallo alla sua nutrizione, e l'abbondanza o scar sezza, buona quali la o meno, rende la specie che si nulrisce e vigorosa, oppure debole e racbilica. Il terreno è sempre leso, i deboli fluiscono col cederla ai forli, d'onde la


DKf.LA f.PtDR~fiA COt.'EIIICA DI PAI.ERMO NELL'ANNO 1885

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per l'c::si~lenza termiua sempre con la 'l'iLtoria di chi ha rigoglio nella vita. 1 microrgMismi sono molto sensibili a lla diversità del ma· teriale nutritivo, e<>si si ~viluppano differentemente nei dn·ersi mf'ZLi e pt·enùono talvolta forma e grandezza l~oto dissom.iglilmte che per d:stingucr li bisogna s eguire le leg-gi microbiologH!he da <:ia~cuna ~pt:cie. Co::oi il microbo del colera coltlvulo ~ulle patate e sull'a!!ar-a!!ar dà or ganismi piccolissimi e curvi, e nel brodo sempltce, o peptonizzalo dei spirilli

spe'>-=;o di fm·ma ~i!!ante. Di più, tali e«seri, quando trovano nutr;mento confaccute alla loro costituzione, si sviluppano rapidamente; cd alroppo~to cedono il terreno ad altra specie. Haulin ha ù!mo~tt·ato pure l'he la vegetazione ùell'aspcr giflus oigar ,jlJ. ~viluppo ad una ~ostAnza che in parte arresta la pt•oduzione di •ruesta mui'rù, ma che continua a vegetare quando nel mer.zo nutriente si trova o vi si mette un sale ùi rerro, e cho il sol faLo di zinco in proporzione tenuissima favorisce grandemente lo sviluppo di questa pianta. Quando poi si ar·t•t•r-ta la veg~>lazione di una muffa nel matet·iale nutrilivo !<Ì sviluppano allt•i bacteri, e qur~sli distruggono i r imasti d~>lla specie elle pl'ima. ve~elava. Si è osservato pnre che certi ùactera comuni capitali in colture :ii schizzomiceli patogeni, ùi.,;lrugswno 'JUe~ti togliendo loro l'alimento o le con-dizioni di vitalità e di fertilità con la produzione di una loro speciale sostanza. Questo dalo scientifico fu messo a pro6.Uo dal ~plcrle pror. Canlani iniziando il metodo della baclenot~rapia, imp egando il ùacterium termo contro il bacillo tubercolare di Koch. Quantunque questo tentativo non ancora abbia dato quei r isultati che si spettavano, pure considerando come e dove il ba<'illo tubercolare si trova indovalo, l'otten~>re '}Uanto il Cantani denuncia di avere ottenuto, è sempre un risultato incor&A"stiante. tii~u:lora so?ra. un terren~ di coltura vengono semenzate .. er.e specre dt ba.ct.t.•ri, si vede che la specie la quale trova 8 Pthu flProprìato quel mezzo si moltiplica co:sì rapidamente c p lì . · ntsce col distrugger·e le altre. ~noltre la l"O!<lanza ~crvila per la nutrizione di una delernunata ~pede di bacteri non si presenta favor evolmente per


40i

CONTRIBUTO A..LLO STUDIO

lo sviluppo della stessa specie, o spèeìe arfrne. vecchia co1t.ura di bacteri di carbonchio u:1a seconda nagione diede uppena sintomi di vita, ed una vecchia di mieroeoccus prod igiosus impedl totalmente lo del bacillo colerigeno del Kocb. Ma se poi la i noculaz.ione i microbi che vi si sviluppano perdono gran parte della energia specifica. Un certo grado di temperatura non per lutti i bacteri, impedisce lo sviluppo, o indebolisce la di molttplicazione. I bacteri del carbonchio non allecch sopra gli uccelli percl1è la loro temperatura ordinaria è dì ma si sviluppano rapidamente appena quesla viene liDJua:J~ artificialmente sino a 37•-38•. Di più, quesli bacteri portati temperatura dì 55' per 10 minuti perdono l'attivila s di prima; essi, o non attecchiscono, se inoculati, o, svilu dosi, limitano la loro azione aù un fatto tutto locale; ma tempo stesso preserYano di un& seconda infezione sopra cui fu praticata la inoculazione, T oussaint, prima di ricorrere all'azione del calore sangue defìt:n•inato di animali carbonchio~i, aveva pra la defibrinazione e poi la filtrazione con 10-1:2 fogli ~ Bet·zelius, e le inoculazioni praticate diedero qualche morte e costante l'immunità negli inoculati sopravvissuti. suppose nei casi di morle il passaggio di qualche altra verso i filtri, ma come spiegare rimmunHà del senza ammettere la presenza di un veleno spaciale dei microbi e che inoculato si oppone allo sviluppo di esseri della medesima specie~ L'azione del calore, non uccide, impedisce la prolificazion-e dei microbi vi le spot·e di delti m:ict·obi non trovano più conracente il teriale di nutrizione per il Joro sviloppo e moltiJYI sttccessiva. Il micrococco del vaccino e del ''aiuolo, in mie oss-ervazioni (che spero comunicarvi qu~nlo prima), lo identico per forma e per caratteri di coHura; per me il iuòlo della vacca (v.a ceino) non è che il va.iuolo umano bolilo, perchè sviluppato sopra altro ambiente; esso si tiplica lentamente nella località dell'innesto, e manda interno dell'organismo un pt'odotto specifico ed una


DELLA EPTOEMIA COI.ERICADl P ALERlrQ ~ELL'A~N"O 1881)

4.01)

&ione numerica debole ma capace di a pportare modificazione preservati va e punto malattia generale d'indole grave. Il contenuto d'una pustola vacci~ica, o di una pustola di vaiuolo umttno, all'esame microscopico presenta un numero considerevole di micrococchi dotali di movimenti ~vivacissimi. Ed è importante a sapersi, che il sangue dei vaccinati, esaminalo nel periodo del maggiore sviluppo pustolare, presenta una ricchezza degli ~tessi elementi, e quello dei vaiuolo!!i durante l' acme dell'infezione, ne contiene un numero con5:iderevolissimo. Il fatto dello sviluppo più o meno rapido é della massima impurtanza e non ancora bene studiato, perché la virulenza sta in raf.(ione dire llo della rapidità evolutiva. Un milione di bar·teri di Ct'll'bonchio ar1•ivati, o sviluppati nel torrente della cir,•olazionc di un animale nel periodo di tempo limitato ad uu'Mo, ùà un veleno spec1fico nella quantità di x capace di flmmal~lre ma non di uccidere, ma cinque milioni od un miJiardo producono una quantità proporzionale di veleno non più ,..oslenibile dalle forze org'lniche dell'animale e si ha la mortP. La lolio cellulare dell'organismo animale contro i mi· crt,para~"ili è ga~liarda, e da questa lolla ne nasce la malal\in o la salute. La vittoria dei parassiti si ha quando tro\'ano un Ot'!::anismo debole, o quando la loro moltiplicazione é cosi rapida che l'or~anismo cede più che alla forza al numero de,d'in\a>:ori, od alla pote nza del 'eleno alcaloidico da essi prodotto.

~ 8 verchieua di una coltura indebolisce pure la forza germmaliva e "PI!Cifica dei baclcl'i, e ciò venne dimostealo dal :a<;teu1· nel m1crococco del c olera dei polli. Questo celebre acterr·ulogo attribuisce tale indebolimPnto all'azione delros81~enu atm •"ferico, pe1·cbé , in una coltura in tubo di ,·etro etluu!lo alla lampada, trovò la virulenza primitiva dopo molto e1up 0.

l' ntltmuazione è l'efl'ello necessario di un adattamento a

co~~<lizioni sfavorevoli d'esistenza, moJificare perciò non si-

Rnlflca "empre ~ d l 1. . . r J ~ ·· m c JO tre, perclJè spesso st rm.orzano e 18· sL ~~ pa:ogenc, come J1a dimostrato il Pasteur ne' suoi classici 1 u ~ut vaccini; 1l virus rabbico perde di virulenza sulla CL•lt


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CONTIUBU10 Al..LO STUDIO

scimmia e ne a cquista magg-iore sul coniglio; il rossetto m aiale s'i nd~bolisce sul coniglio e si esall.a J.IOlen inoc ulato sui colombo. P erò quando microbi inùd>oliLi nell·mo in un corpo sano E." trovino le condizioni favorevoli Joro sviluppo, essi conservano in principio il g-rado di lenza di quelli inoculati (leg!!e di eredità). Cosi l'orga se forte, non dà loro tempo libero per rinvil:wri rsi, siooe incontra una resi«I.Pnza superiore al la propria e la malallia non ha luo~o. La dimOl:ilt•azione positiva della causa parassitaria febbt•e traumatica me,lianle la st>operta dei micro (difteriti, r•risipE>latosi, sellicemici, ecc.), non che delle 7..ioni sapl'oemiche, dettò la classica cura pro11lallica e tiva ùcl Listar. M ercè la medicalura dis inretLante ' iene pedtla l'azione locale e successiva generalizzazione dei crobi pato~eni, e lu chirl~rgia efficace arditamente p entro ot•gani e lessuli. Con lo ~tudi o dei fenomen i vi~r1lì dei microbi, si scop le proprwlà palo~E>ne, saprogene e cr omogene ùi ~.;·~~~~·•.." "11 n o1tchò quelle rwlle quali alcuni si atleoua110. Il l'isulluto ùell' altonuuzione delle proprietà palogene bacteri, portò uuo,•a luce ,.ull'empiric& ~coverta di Je ci J•ermi!"e di afT~t·mare cnme positivamente profllatLtra oramai S!'COlare va•:•~inazioue, rd inluit•e pr:ma ed iudi poi mo,.traro la unicità di pr'I•I!E'Ilie del vaccino e dfol vaiuolo. I luYor·i di TOU!"~ainl, òi Oavaine eJ in particolar·c d t l ci porlHrono ai va.·<:ini; rr·a que:>ti lavori prime!!~ia l'ir l a7.ic. n~ della rabbia cLe sino aJ oggi ba dalo ri::;ullati prendenti. L' attenuazione clel potere inCellivo dei bacteri !:'i con Ytlri metodi: col calore, pPr esempio. o modilicondo liquido di coltura con acido fenico (Toussaint); con acido ntco, o acido solfor-ico, o bicromato di polas"'a (Ch· con $lll•lill)fllo, o calomelat•o (Koch, Lcpidi·Chioti, lJt. con 1'a;>;io11e della luce , Duclaux ed Arloing); con la ùtv dell'arubienle animale, eioè col pa~!"a~;.rio òel principio i livo da. unn ~pede di animale in 1111 allra (Pasloul'). Qu~!'-l1> celebre rnJct·ologo ùopo di avere inoculato la


DELL,\ EPIDEMI \COLERICA l)! PALERMO NELL'Al\'liO ·t 88:)

i07

rlPI cane al coniglio ottenne midolle rabbiche con virulellUl forte e costante. Po~cia mediante la sospensione di midoUe in aria secca ottenne la graduale drminuzione della virulenza. sino all"estinzione. Le inoculazioni preser\·ati>e furono iniziate con frammenti di midolle non più virulente; dopo, gra· datamente falle con midolle ''irulente e quindi virulentist~ime. Sembrcr·ebbe che le prime inoculazioni constasser'O Ji un \irus sfornito d! apprezzabile allivilà; le seconde di virus debole, e le ultime di dementi sempre più attivi; ma gli es~­ rimcnti di coltut-a non dimostrarnno ancora quando vi è presenza od assenza di elementi vivi. Le inoculazioni dunque con!'tavano di materiale che ave,·a servrto alla germinazione degli elementi rabbicr e per·ci6 ricco di prodolli specifici e di Plf'menti ind·~boliti nella loro forza ;rerminativa, ed appunto quel mate:·iale e quegli elemPnli pr-t.• pat·avano un terreno virulf"nlo non pi.:t alto alla prolilicazioue c.lel.lo stesso mieroparas"itn. :\la non possouo ridursi sotto r1uesto principio scieulilìoo lf; intrbpres~ ino.:ulazioni inl~;nsive, ed aspettiaro() perriò co11 iul"resse ><ap.-rne i r·i!-ullali. A Ialo 1li qt1e.::;li sludii. roronati di pratici risultamenti, veww iniz;ata la curo sperimentale della tubercolosi, e della sr eriruentalismo 11\ollo ci ripromelliamo. :·d ecroci al presente. Sino ud oggi la più grAnde oonqul"!a l!•rapeuticn \'enutu a noi dei nuo'i studi sulle cau.."6 morbo,e i;, In mcd:calura pt·cvr.ntivu. Pt!r lP. cono"cconze che posselliHmo ~una biologia dei bncte:-r, noi tra,;porli11mo la <'Ura òi molle malattie al di fu(Jri •1 h"unulllo orgnni<:mo e1l attacchiamo gli clementi pulo!!eni cetr,.'ln,lo •li di-.:tr·ug~erli. od ulmeno di modificare la loro po-

lcn7.a ...:em11unltva . . ~)no->renilo Ili vin cho molli microrganismi tengono per 1 ;~\H!lf't•l! il nostro corpo, <·crc!Jiamo di chiudere ozni 11orta 11 ~'ulr·uta r:oll'arl&tlarc sulle •>Ì&"iltl mc<.lio.:alurc alÌa Li!;;ter· C•JI p l t '" . •

• rn rcnr··· le no~lrll opet·azioni in aml.J1ente aotisellico· coll ll!.le;:ner·ci l Il , ' col ' n ~~ ptcc·ole oper.azimti in dominante risipola;

IJrev,·nit·e lu t·e bh re puèr·pf.•rale con rn~>zzi anliselLici locali ecc. . Quan•lo il prtncrJllO . . . . . . mfctltvo at'rlWl a penetrare nel nostrG


408

CONTUJBUIO ALLO STUDIO, ECC.

corpo. per prevenire l'invasione generale la cura si fare pronta e diretta sull'organo sopr·a cui si è svolta la lonizzazione. l mezzi più potenti non devono essere caso risparmiati, e l'ablazione di un testicolo l'asportazione di glandole caseificate, le resezioni zioni gr·anulo-fungose divenute tubercolose, salvano l'in d'un' invasione generale del bacillo di Koch. Pariruenli sterilizzazione o disl!·uzione di una placca diflerica 11r1~vì•'"" se fatta a tempo, la difteria, come le larghe aperture e irrigazioni disinfettanti di un ascesso icoroso prevengono selticemia, la sapr·oemia, la risipola. Aù invasione generalizzata, quando la cur a locale non più possibile ed i nt)sll'i mezzi non c! per·meltono agire l'inLier•o organismo, come facciamo nei casi di malaria e sifi lide, la posizione dtven!a più difficile ma sempr e l)ibile, ed iniziamo tosto la cura sintomatica associata aù razionale cura di::linfeLlanLe dieeLLa pel' quanto è possibile l'agente patogeno. Gli studi bacteriologici dimostrano mict>oparassili elabor ano uno speciale veleno che a ltera le zioni flsiologicl.le del corpo invaso, è che finisce per il tel'reno non più aùatlo alla nutrizione degli stessi eJemeiDI palogent, per cui gt·adalamente s'indeboliscono e si guano. In tal caso noi dobbiamo sostenere i poteri tì gici delr organbmo; la cura, ci dica il noslro Semmola, malattie da infl!zione deve essere lutla fisiologicH . gliundo perciò con vigile dilscernimenlo il r icambio riai e, e sostenendo le forze organiche, possiamo con la re fucile villor·ia. (Continua).


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

--

:.alattle larvate del cuore. Lancec, 30 ollobre, it-86).

AL-<SLIE HoLLIS. -

(The

L'autore si pt'opone d'illustrare alcuni casi di roalallie cardiache ne' qut~li la necroscopia ha svelato le imperfezioni della diagnosi clinka, perché i segni convenzionali dell~ leSiùni organiche mancavano, o perché l'ascoltazione inJ1cava lesioni dive1·se da qul:.'lle cbe realmente esistevano, o fioalmeute percile que' segni e•·aao talmente !:;Opr•àffaUi da altri sintomi locali che rimanevano celali d urante la vita. I patologi ammolLono che molte ser·ie aliezioni cardjacbe con le odierne vctlule cliniche possono r imaner nel campo ddle congellur·e d ul·anle la vila, e secondo il dolL. Fagge, in rasi di emorrag ia <·erebralo si son rinvenùte enormi ipertrofle di cuore clinicamenle ignorate, poiché l'ot·gano sembra che si na~contla dielt'O il lembo polmonare in modo da non aumt>ntare l'ar~a di ottusit-il, e molte dilatazioni sconosciute io vita !lono state dall'autore rinvennlt1 nel cadavere. I fibroidi del cuc•I'C non danno segni distin~iYi di lor·o esistenza, e Fagge ùt 2i casi che ha raccolti, ne nola 3 che mori.rouo per tulfallra cagione. Gli aneurismi non s empre sono diagnosticabili, ed i ~intomi della vera degenerazione grassosa sono rnolto oscuri, oude bisogna r ;portarsi alla debolezza ed irrc.:olarila ùel polso e d~l f'runo l"UOno, ai deli'(ui, alla dispnea ad alls facile c:anosi. Anche le aderenze del peric.at•Jio po::;sono esislt>t'e senza sintomi ben definiti. E l'au~rll narra J i un inrermo con polso r apido eJ irregolal'e, con ~<;pnen, con art!& aum,~nltl.la in basso ed a sinistra, soffio sistolit:o all'apice. ed alto s uono metc\llìco ulla base. A ve va soflidrto Ire, attaccf.i di rcum 1l1smo, mo1·i 1 i giol'ni dopo la sua entrala all ospedale. All'autopsia si rinvenne il pericar ùio aderente


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RlHSTA

alle pal'li anlel'iore e laterali del cuore, la tolà spC>cialmenlP la ~inislra, le vahole mil rale ed ao rtica i ~pe".-ite ma lles::;ibili, senza Ye{(elazroni, e 'luanlunque Jl calil>rv .tell'aorl8 e <lell'erleria polmonate fosse un vo' dilata~o. le ''RIYolc S•!milnnar·i erano uùt>:,!Ual,.menle inat•anJite e noll m o;;travano in-.urtìciPoza. Nella dia!!nosi ra let•enza non Ili era nemmeno l'O~pt>llala, e pure rnutore allrihuisCP a•l es~~& tu t te le <:ofTcrenze <lelrinfcrmo, perché il cuore immohihzzai.O ne.la :;ua parel'.! anteriore, Hltlebolito pe.r mincard lt>, nort aveva for·zo ~uftìcienle per spinqere H l"angue, donò,. rrperlrqfìa compem;antc a pr incipio. La clet>olezza ed il t'iQ"UI':!ÌLo alLt·ll\'t•r.-o ror1llcio della mitrale, producevano il sotTìu sisll"'li··o all'a pice. Molti ou lot·i, ft·a· IJUllli il Bolfour ;,oslengono chP l'ip•·rtofla di cuore non ò mni pt·oJolla ùalle adt>renze peric~ rd•Hche, ma hH Ol'l ginu da un vizio valvolat•c; fJUesl'e::~t~rnpìo 111 cuittua con:<tder~vole ipf-lrlrolla era as3uc1ata a vasle nt1••t·enze co11 J'PiativA norroRiìta delle Wllvule, mnsir a che h~ snn•) ide& p1··~·:onc~tte, c cl w ln rulocard1lt> suJwl·fieia.le st..'lbi lita<;i i n s.-guilo allo o.deJ•en7.t'!, puri indebolire le ptu•eii del cuoN, e prepat·m· lu via alle future ùilatnioni. Uu -.econJo ca.<=o non ~ J•l·ivo •l'io~lereE$e: Unà donna <li 22 annt enlt•ala all'nspeolalt~ per ri•umati"mo arti•·olat•e pt·e::enltn·a fai n Cllt'oliaca con.:;i.ler·evnlrn,.nk e.-t ·!!a, e,'! un t•umot·~ <li ,.,fl'"'gl'Utlenlo «ulle V~>h·ole aut•lirltt'\: t-uoni en locnr tid et·auo in Ji,.:tinti, v'era t':lCCOhl plt· tH·ica in 1111rhO le ('8\'ilil, ed 1111 l'oflio -.j;:c.tolico :-;ulta t·ee:ione ~ l·apularo;-. otto giorni dnpo l'n1-en dell'ollu<:ita ca:·.ì'n.:n .Lnrnava .ncwaw e. il ruru t)t'e di -.rre~ameuto era ;:c.compnl'"'O ed i suoni c:.r,Jiuci ri Jt\ enuti ~hiai'Ì, non t·imnne\'ll cll · l S•>ffi" -oislol! ·n "'ula s.:apol11. La !·Ol.renle pet·u non llll~•i•W8\'8 in "<~h t .... t> •'·411 Cl'•~o..:cr dE'Ila dic,pnen dopo •lne allri ~~ orni !llori. Au', tllnp"l& st r·in\'euncro ambo la pa~inu •lel pL•I+:al"di<~ ri\'e,.,ti•e ,r.· ~­ ~u.ialu tìbrino•u che !"epnrèltn t'»eiimeule, la·=wtavA la •>lt:'I'P!OS l Jscra e•l inicLlt~Ln. I mot·~ini Jib,..I'Ì della ,·alvnla wtLt·a~e "d a orlièil et'llllD Ctl\'\ll'li di vegelazinnt. 1l cuure nou el'ù dilulo.to. Due giorni ptlma llcl:a mo1·ta e rano scomparsi i

~eu:n i di


MEDICA

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una pericardite così gener ale! La scomparsa de' suoni cardiaci può dunque dipender~ dall'agglutinamento del pericardio sul t:uore, ed i segn1 stabiliti per la dia~osi d'un vizio val,·olare aorlico, po~sono esser rimpiazzati da quelli di una lesione patologica di dncrsa nalura. Una 'donna di 3:l anni sofferente d'itterizia per calcoli bilial'i, 19 giorni primn della sua morte ave"a presentato rapice del cuor..! ::,poslalo per •;, di pollice all'esterno, irregolat·itil e t'8pilità de' moli, ma non rumori anormali. All' autopsia quel cuore pesava 18 once (gr. 559), la cavità sinistra era dilatala e. i iw•rlrofica, l'orifìcio milrale contratto, la val, ·ola ispess.ta con molli vrgPtazioni facilmente distaccabili da' snoi mar<iini, un gruppo ùi vegetaz1oni era aderente alla superfici~ venlricolure tle' tubcrcoli d'Arauzio.

l;n'allra donna di :>O anni (·on emiplegia destra aveva rapiolila ed irr·egoiAt'lla de' lllovimeuli canl•aci, senza rumori

ne' segui dt dilatazione. L'autopsia mostrò una vera bottoniera nella valvola mitrale che Ammetteva l~ punta d'un dito. lu eulrambi questi cusi •~sisteva slenosi dell'orificio mitrola Sl'nzll akun rumore presislolico; l'umco ~inlorno imperlante era l'azione frequente ed irregolare ùel cuore, e l' esLrt:ma

deLolezza degli tnfermi. . l polmoni ~ouo gli oi·gani che più frequenl('rnente celauo 1 vizt dél cuot·e !'e..:onùo) il doli. Fagge, ed in tre ca<> i di abLondante l'AC<.:ollu per icarolica con polmoni 8V\izZilL raulM·e ha r'invE:rJulo ipertrolìe e dilal t:tioni cardii.iche cousiderc\'oli, llon rliu:;:uo;.ticate in v ta. L'l deU•)lean dd uolso e la di::> Hca s~on lo Fngge in tali cul"i è dovuta ali acc.umolo di sangue ne' vast pohnuttali, per l'insuftìr>ienza •1t>l cuore sinistro, che lllal~t·ado lu rApidità de' suoi movimenti non si vuota di sangue. Qu~<;la "-pie~azione vicn meglio chinrila dall'autore, con un I-&gtonamento puramente mecC<-~nico. 1 tl,;ìolog-i colcolano che il cuore normale vuota i suoi venlt·lcoh ad ognt· St:-;lo · 1c; mn quuuuo _, 1·1 venlrtco · 1o smts · · Lro e· d't· 1alalo, ci<J non è più possihtlo. 11 volume delle sfere crese col cubo dè' loro raggi, r}uindi un cuo1·e dilatato contiene lauta maggtor quantità di sangue ùa non poLer essere $pinla


412

RlVlSTA

neanche dalla forza del cuore aumentata per l'ipertrofia compensante. Da ciò deriva l'ingorgo, a principio nelle sole cavità cardiache, poscia anche ne' vasi polmonali, da ciò ranemia per diminuila quantitò. di st~.ngue che passa per l'aorta, il rigurgilo altra verso l' orificio milrale, e la congestione polmonale. A queste croniche dilatazioni del cuore dentr o un sacco pe· ricardico di normale capacita è dovuto senza dubbio quel suono di sfregamento che talvolta si sente ne' cuori ipertroOci. L 'elettro- diagnosi della n evrlte e della

&nter1ore, per JAMES He:-ooRtÉ L01o. L'irritabilità d'un tronco nervoso per una corrente eletlricafaradica o galvanica dipende dall'integrità del cilindro asse, che può venit· lesa per pressione o per rotture, e la c·onsocutiva degenerazione ner·vea, è il risullalo d'un pt·i:nilivo accrescimento del protoplasma intorno al nucleo nella guaina, quindi della fuor·uscila della sostanza bianca, in u!Limo dalla I'Ollura del cilindr o asse. Nelle neurili acute le pressioni sono molto forti, si stabiliscono ben per tempo, e nelle forme più gl'avi conducono alla rottura del cilind.ro asse. Se quindi l'elettro-irr1tabilità si conserva, o la pressione é molto lieve, o alcune fibre sfug· gono aUa distruzione. La pt·ima condizione si ,·erifìca nelle forme liev;, ma la seconda non è molto probabile se la malallia illvade gl'intersLizi d'un esile tronco, specialmente se è durala a lungo. D'allra parte, nella polio-mielite anlel'iMe di breve corso, le cellule Jarghe possono essere gradualmente e successivamente distrutte, e può seguirne la degenerazione di alcune fibee nenee; ed in que!';li casi il nervo conserverà la sua elellro- irrilabilila, q1•autunque i muscoli simo in pz·eùa ad incipiente degenerazione. Questi fatti già riconosciuti, non sono ancora ben considerali come fattori di diagno~ i. De Watleville ha fallo una distinzione fra i centri miotro· tìci e neuroleofìci della spina, ma questa distinzione é ar ti-


MEOJCA

4f 3

flciale, ed i fenomeni dipendono prc•btibilmente dall'estensione della degenerazione, e dal numero delle fibre involute. È duopo ricordare che non è il svlo muscolo quello che risponde al faradismo che noi usiemo nelle cliniche, ma cbe esso è eccitato ettt·ayer~o le terminazioni nerveo-motrici del proprio te~sul.o; per conseguenza, quando un muscolo risp01~de al faradismo. noi concludiamo che il nero:o è ancora intatto, od almeno perzialmente sano. Perciò nelle ~ravi paralisi facciali uno dei primi sintomi è la perdita della contratliliLa faradica. 1 seguenti casi illustrano l'argomento: 1• Le note esatte raccolte da un polio-mielite anteriore, con paralisi d'ambo le bracia e gambe e grandi contrazioni tlbrillari mostrano che mentre i muscoli affetti subivano una debole e tarda contr·azione di degenerazione, i tronchi nervosi si comportavano con la faradizzazione normalmente, o quasi. Questa condizione di C0$6 possiamo aspeLlarcela in una mielile, ma non la vedremo mai nella neurite. 2• ln un caso ùi rapide alterazioni ili alcuni gruppi muscolari, come deltoide, sopraspinoso, bicipite e lungo supinatore, con reazione e degenerazione muscolare, v'era rapida diminuzione d'trr·itabililà nervea al faradismo, con assenza di contrazioni flbrillari ne' muscoli affetti. Ciò indicava piutIO!'I.ù una neurile ùislruUiva del tronco nervoso. 3• l muscoli specialmente innervati da quei rami che vengono stimolati nel punto motore di Erb, cioè il deltoide, i t>pinati, Il bicipite ed il lungo supinalore erano rapidamente e coulplet.ameute alterali, l'irt•ilabllllà nervea d'ambo le correnti abolile. non v'erano contrazioni fibrillari, la sl.oria parlava d'un lraumati~mo. Storia e sintomi indicavano una n~urite di pochi tronchi nervosi del plesso, e l'P-seme eletlrtco la confermò. 4• lo una t>piccata paralisi facciale con contrazioni se-

~ondarie, e totale abolizione dell'irritabilihi nervea ad ambo e correnti, v'era l't'azione di degenerazione ne' muscoli. Questa è uo l' . . . a lptca pittura d'una neur1te. 5 d , ' In un caso di sclerosi laler&le amiotrofica con spasmo e muscoli, degenerazioni e riflessi esagerati, i nervi rispon-


IUVlSTA

<levano normalmente ad ambo le correnti, tamenle non una neurile, mentre v'erano deboli reazioni di degonerazione nei rnu!';coli. Casi di siruil genere sono ri~ tali da IJ ughe!-0-Bennel. l n conclusione, il punto da st~bilire è la CQI1servazione di elellro-eccitabililà nei nervi, la quale nelle malattie croniche non !'<embra conne~sa atridPa d'una neurite, ma piullo~ a quella r.l'una leggiera lesione del midollo. Se questa eccitabilità elellrica può es"ere conservala nelle neurili cronich9, noi dobbiamo supporre un lieve processo flogistico iulerstiziale cbe comprime alcuue filire, e ne risp81·mia altre. Ma il pensare che ciò avvenga nel sollile calibro d'un tronco nervoso òuranle un prolungato periodo d'infiammazioni, è ~cces~ d'immaginnz.ione e di cr edulità. La reazione elel• lr ica nei casi su~cilati, ~pecialmente la condizione di ner vooirrit.abililà, fa convergere la sindrome fenomenologica 8ll una lesione spinale, o aù una lesione nervosa.

Ossalurla., per A. R. NtctJOLSON (New-York). L'autore lralla Ji un gruppo di casi di tal malattia che ia poco tempo gli han rornito una vasia pratica, cor·onata da corretta diagnm;i e•l aJeguata cura. Il maggior numero ùe' pazienti appartenevano a. l ~e,.so maschile; l'ssi non si potevano dit• maiali, perchè non erano con• finali a letto od in camera, ma non erano capaci di utlen4~re ai loro affari. non si senti"ano bene, si lagna,·a no di di!?lurbi nervosi, erano irritabili, accasciati,mt:lancooici. desiderii, senza la menoma inclinazione verso i loro interessi, irrngione""oli nelle loro òoman:le, inconlentabili in lutlo, sehi,·anli il consorzio umano, inclinati a pascersi de' loro pensieri. Due di questi avevano confessalo d'aver me1itato il <>tticiùio, senz'aver avuto renergia di compierlo. Le sofi'erenze fisiche si riducevano a dolori di ca{}o, a pelpitazioni cardiache, a disturbi di Yentre, a spossat ezz.a lombi o nelle gambe, a fre.1c.ente desiderio d'orinare, ~1ualche bruciore nel passaggio dell'orina, a pesantezza


MEDICA

4 11)

st.oma ·o, p"rdila cl'appct ilo, sviluppo di gas inleslinale e fi'Cqut>uLJ frullaziuni. Alre"am•• dt>lrol'ina la prest>ni11 di cristalli otta<>d1·i d'o~­ saiHLo eli rakt> ,, è .::empr• ! potuto scovrire con un microSCOI• o tli \0!1 dimnelri, ed ollt•e un eccesso di fosfati Lerro::i, null'..lc ro di 81lOrtnlli6 <.i 6 mai riu venuLo. P~·1· pote1· ~ollevar·e tal1 iufc1 Ulr l'autore bà sempr~ ricercato lll 1.:811"8 th IJUt>Sle AlterAzioni,~ l'Ira lrovata nellt! aller·Hte d,z,..,tiiJui. Il Cibi) uon l' compll:'lamente preparaLo per l'a"'Sfll·birnenlo, ,...~ 11 proce,..so d'os.::idazione è ritardaLo In tali CA>:i puo tlar<>i ··hA l'alimento non sia oppropriato all'infermo, eh~:~ c-oul~>n~a piu amido eh 'egli non possa ossidare, e ch'egli re"111ri nria m~<lsnna t~d il sangue 1100 cootenga ossigeno suffl..,·nle f•r>r• quella quantità di cibo, o che la <>ovepchta appliell:tiO!IA menlttle <:c>u ifi'-'Uffirenle e!'<errJzio all'aperto. o che la l!rnnde rpnurlilù cii rall'e contenuta netracqua potabile, abbtAIJP aiter~lo 1 l' r ores!>i ùi (•l'gt-mir.a combustione. .-\.ll11 s•·opo tll r•iorùinl'll'e Lali pr·ocessi, e di slimolol'e le tumdoni de ft•gato, l'autore cons1glia cinque gocce d'acido idrw·:"rJC(J loevulo in un bi~cliier d'a.crtua uopo ogni pasto, ma t'uup.. t•talll•• ciel Lr·allilloento Pgli lo rip-one nella dislrazi•J'''"' rl••gli infer·mi, nelle pa"seggiate all'aperto. negli esere171 Wrt-.colari, nell'nhbandono di Ol!ni fastidio moraJe, uell'all. H:A••arneutoJi o~:rni occnpazione. wentale, fino alla '>l'Ompa r ..a cJ,. ;.li o~"alal i dall'ot·i na. s. -uen lo 1111 btl lllPto.lo egli hA Yi~lo i suoi infermi lib...ri d ·1·• "•lfcnmze fi'-'tche, e<l in ~t'gu:lo ba visto prontamente s\'an11• <juc!l" !•l'Odotle dnti'J rnmaginazione.

l:ssudatl nello spessore del nervi come causa. di ne"Vrosl - ~11:-.YER. - (Journal des Sociétés Scientijiques, :!7

ILnLre, IING)

l.+\ inflnmmnzioni dei net·vi sono stale considerate come retnt vamcule rare. b; riconosciuto oo-ctiùl che le nevrili o;;i 8 'l !t"n 111 d~- •pano non ~olamenle sotto l'influenza di lraumll,tismi e 1 llZÌ ni t·euruutiche, ma anco1·a per contiguità, per propagazt•rn"· di int''ammozwne · · · s·1 sa m . o lt re da un organo v1crno.


416

RTnSTA

che le nevrili si osservano ancora durante il corso di affezioni, quali H diabete, la labe, enc., e che esse costit.uiscono Il substralo anatomico dell'erpete zosler e polioevrili. Secondo t'autore la loro importanza e la loro non sono fin'ora state apprezzale nel loro giusto valore. crede che la maggior parte dei cram pi dettt professionali delle nevralgie periferiche abbiano per punto d i partenza nevrite, rhe molti spasmi motori e vasomotori, cel'ti cnsi emicrania, di tic doloroso e di accidenti eplletliforrni, da110 da una nevrìle. In un cerLo numer•o di casi di questo geoere, l'autore potuto constatar e la presenza eli un essudnto nello spes!IO!I dei nervi ed egli ha riferito dei fatti in cuJ si ottennero guarigioni sorprendenti dopo dl avere provocato il bimento dell'essudato. Da ciò egli concbiuùe: t• Che allorquando si scopre causa ~li una nevi'Qsi, una nevrlle allo slalo acuto, fa di islituir·e una medicazione anliJiogislica energica '""'" 0 ..... sugio e cataplasmi); 2• che quando lo sta to àcuto è bisogna rtcorrere alrrmpiego della corr·enle zalvanica al più allo grado della proprietà di provocare d mento dell'essudalo; 3• che in certi casi rallungameoto nervi ammalali sarù di una go~"ande efficacia. Sulle nevrosi professionali dell'organo della. vooe. FRAE:O.'J{EL. - (Jor,rnal rles Societés Scientijlqv.e:;, 9 br·aio, 1887).

La più frequente fl'a 1e nevrosi professionali è ,.,.,.mrneiiHI il crampo degli scrillori, il quale pi·esenlasi solto 3 ben distinte: spasmodica, tremolanle o paraliLic.'l. Ma anche l'organo della voce può a sua volta presen tre forme analoghe di nevrosi. Alia rorma spasmodica si nellono alcuni ~asi che si confondono comunemente spasmo della gloUide, e che si manifestano mercé l siooe spasmodica della glollide, dando ]UOf!O a éliftlcc•ltà r espiro e producendo una modiOcazione speciale della


MltOJCA

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Sembra che l'individuo, al momento di parlare, faccia una "pirazione forzata, cioè i movimenti delle labbra alteslano che l'articolazione della parola si fa internamente, senza che J'orJZano periferico ri!;ponda col suono. Alla forma tremolante appartengono dei casi in cui l'emissione del suono si accompagna ad un tremolio della voce che all'infer mo riesce impossibile di evitar e. Inlìne gli individui affelLi dalla forma paralitica si t rovano ad un momento dato, oetrimpossibihtt\ di parlare, e pro•ano conte.mporoneamente uno stato di g'rando slanchozza. Frsenkel ha os"er,·ato sei casi di quesL' ultima for ma Ji ne\'l'O$Ì pt·ofessionale deJI'organo della voce, cioé in ll'e cantatrici, in un cantante, in una tslilulrice ed in un predicatore. Una delle tre cant•Jtrici era una ragazza rob u~La la cui laringe era di perfella organizzazione: i movimPnti delle sue corde vocali si eseguivano con grande precisione durante l'emis!-.ione del suono della voce e durante i movimenti ret'piratorii. Allorquando la si invitava a cantart', la sua voce che ers quella di ~oprano, venh·a mec:sa chiars e vibrata d&pprinripio, ma dopo un certo tempo si ftJceva fioca e finiva per estinguersi del tutto. Alle inter rogazioni mossele in proposito, la ragazza rispondeva che e'l~a sentiva ec:aurirsi la Vo<'e e che provava un dolore nella laringe e tale rispoc:ta Crd fatto con voce chiara e sonora. Ogni lenlutivo fatto per cantare non riusci"a affatto, e ciò durante un certo tempo . Col laringo~copio non sì polè con:::.tstare allro che un le;gerissiruo grado di rilasciamento delle corde vocali. Gli altri ca~i osservati e studiati dall'autore presentarono grande analogia con quello ora des~'rillo. Così il predicatore racconta che in sul principio lella predica parla con ,·oce fllrle e chiara e c.he in seguito, ad un momento dato, prova ~na sen'<azione dolorosa nella gola, che finisce p~>r divenire Insopportabile ed infine la voce gli viene a mancare. l sei casi ora citali, astrazione falla della nevrosi professionale, sono reppresenlt\li da individui in buono stato di 611 lute, oo aventi i loro organi vocali ben conformati . . Il paragone Cra questa forma di nevrosi professionale ed il crampo degli scriveni e perfetto, l'autor e propone di dare

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i t8

RlVISIA

a questa forma para li Lica il norne di megisonia, la distingue dalla spusmo della glottide per la manl!anza di elemento spasmodico. Resta a sapers•, dice raoto1·e, se questi fatti devonsi tribuire all'isterismo ed alla neuraslenia. rua egli non lo avuto l'igua1··Io al temperamento degli indtviJui ed aii'H,..,H..... di ogni manifestazione comune alf'islerismo (afo nia, parestc~ia, ecc.). IL lraUamenlo deve consistere prima di tutto nel riposo voce od almeno nella pr·oibizione degli escr•cizii vo,..ali, hanno protlolto la nev!'osi professionale; l'applicazione cor·rente elellr•ica solto le duo forme di galvanica e .-.,...",_ non ba dato che ùei mediocri ri-sultati. Per contro il saggio della larin ~e paro ch1~ abbiu un caso di o-no\rìl7ìnln~&' Questo mas1>aggio fu pr•nticato nel seguente modo: si di lanolina la parte anterior e del collo e colle mani si guirono qum•unta o cin(juanta movimenli di frizione du indietro e di basso in allo. da ciascun lalo. Il migliGra ~i veritlcò as:;ai presto, ed in capo a sei sPLtimaue ilva,~&fl~ potè considerarsi como gllarilo. Emiplegia uremlc& ed otite emorra.gic& nel cono malattia di Brlght. - (Jou rnal de ..11édeeine et de rurgie, no,·embre 1886). 11 dotl. Dewévro ha comunie&to un caso inleressanta quale la malattia ùel r ene si è rivelata con due segni stanza insoliti di questa atfezione. Si lt'alta di un soldato ùi 21 ano i, grande e r·obuslo, il quale fu colpito d'un lratlo du emiplegia sinistra iucomplota,

guita da accidenti generali assai gravi, febbre, di!:>tur•bi stro- enlerici ecc. Il malato era in via di miglioramento lor·chè ~opt•uvvenno una leggiera emorragia ne1l'oree<:mcr.11 sinistro, a cui si a~giunso r onzlo e dolo1·e vivtl'~imo n recchlo e Lumefazioae dulia regiono masloidea; in seguito l'otorrea divenne rrancamenlo purulenta; poi a poco a lo stato g-enerale e lo ·alo migliorat•ono. In questo caso l'emtplegia, l'otol·ragia e l'olite furono


MEDICA

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tribuile alla stessa causa, cioè alla malaUia di Brighl cb e fu constalat.a con l'esame delle urine, e che l'anamnesi dilooslrò rt~alire probabilmente aJ uno. scarlattina sofferta due anni prima. Si sarebbe stati perallrù assai imbarazzati !'8 gli aceidenLi auricolari t'esserò comparsi prima dell'emiplegia, impenlcclle si sarebbe potuto diagnosticare: accidenli cet•ebrali con,eculiYi ad otile. Ma in rue~to caso l'origine non sembrò dubloi.l. Esistono d'allt•onde nella scienza alcuni esempìi, l'ari mo. in discutibili di rtueste oli Li ernot·ragiche nel corso della malattia di Bright; ma in realtà ~i lrallu soprattutto di leggier·i disturbi, t•ontii, sorditA iutet·miHenlt cbe hanno f•rmala l'u\tenzione degli os::>et•,·atori e sui quali ha specialmente insisltlo il Dieulufoy. Da quell'epoca sono sLuli pubblicati numeros• lavot·i su lale fJUestiol1C. L'emiplegia é a~sai meno rat·a dell'olile emorragica nella malattia di Bright; ma la cau~a immeùiala non e facile a determinarsi. Alcune eli queste cmtplegie bt•ihgliche llipendono da uno spandimcntù di sangue; altre sembrano dovute ad un edema cerebrale Jimilo.lo. In lulli i casi però é dimostl'alo, conlrariamenle a ciò che ~i suppone'a fino a poco tempo indietro, che le paralisi localizzate dipeodeoli dall'uremia possono sopravvenire nel corso della mulallia di Bright.

B1llla eziologia del reuma tlsmo a.rttcol&re acuto e delle aue compllcazionl.- GuT'tMA<-'N. - (D ~tds. Med. lVoeh., N. 16, 1886). Su~l'eziologia del reumati.:::mo articolat·e acuto e delle sue corn,,licazioni domina ancora molta oscur-ità e la stessa parola reumatismo ci esprimt." un concetto assai difettoso. Già da qualche tempo f'ra gli scienziati si è falla strada l'idea che il reumatismo at·ticolare acuto sia una malattia infettiva, ~ ~er IOolli que«tn ipotesi é diventala giù una verità indiscutib~le come lo é per tutti i processi infiammaLorii in genere ~l!! quali i microrganismi costiLuiscono la causa pt•incipale, or:<e il l'attore ~eneltco unico eù esclu~ivo. Anche la sintornatologia del l'eumalismo articolare aculo parla in fa\'ore di quesla dollrina facenùoci vedere che pre-


4.20

RlV!STA

cisamente una infezione operatasi per emigrazione di crorganismi é la causa della malattia. Ciò ammesso, si gano le molteplici flogosi di tante articolazioni, le nelle articolazioni che erano ~ià guarile e più di tltllo si la comparsa di complicazioni in organi interni. intanto riconosce che sino ad ora non si sono rlale sicure della ver ilA di questa teoria, ed è perciò che egli nell'in.teresse della scienza r ender noto un caso in pratica, che a suo parere conlri!bujr ebbe a mellere la infeltiva del r eumatismo articolare acuto sopra più basi. Un ra;.:azzo di 14 anni, apprendista meccanico, fu

nel l'ospedale dei Moabiti li 8 settembre dello scorsò febbre e sintomi Jo~li che facevano sospettare una mielile al bracdo sinistro. M a ben tosto la malallia si è

cala colle forme del reumatif'tno poliarlil!olare. Dopo quattro giorni si aggiuns-e al reumatismo una carYiite con abbondante essudato e conseguente dì quale ultima complicanza in seguito si è falla tanlo ciosa che l'autore cr edette necessario venire alla nAt•ac.tm del pericarilio. L'operazione fu pr·eceduta da una ~ploraLiva con una grossa sir·inga di Pr11watz, la l}uale razione dimostrò la presenza di essudalo puruJento. paracenlesi non C'iuscì che ad estrarr e cir-ea 10 marcia senza portare alcun sollievo all'infermo il qua:.t .riva nello stesso giorno. Il reperto nect'oscopico diede a vedere il sacco nP.t•Jr.an ripieno di essudato fibrinoso o puruJento; la quantità prossimativa del medesimo era di 600 eroe., com str·ato fibrinoso assai spesso che rivestiva la su cuore. Ambedue i reni erano tempeslati da focolai pw·ulenU filtrati di pus. Nella m uscolatura della metA sinistra race si trovarono alcuni piccoli .ascessi. Delle artìcol fette non ru aperta cbe quella del ginocchio destro. articolazione conteneva circa 20 gr-ammi di essudato fibrinoso: tanto di quPsto essudaLo come di queiJ() del l'icarctio e del materiale degli ascessi furono praticate


D DICA

eiali culture. l relativi preparati furono poi sottoposti alla osser\'azione microscopica da cui risultò che lo stesso mierorgani<~mo <>i era sviluppato nelle tre differenti produz1ooi patologichE'. Esso ~pparte o evo. alla specie dello f'latilococco aureo pio~eno, mentre nessun altro microrganismo si potè IP8i \·edere non ostante le r1petute osservazion:. Di fronte a quc<>ti ralli cosl decisi l'autore si dimanJa: Quali conclusiOni <>iamo not outor:zzati a d~durre Ja 1u~:sta osservazione1 Anzi Lullo potremo a~~erire cùe tutte le rorme morbo:oe !<Oprade<>critte, la llogosi articolare, 1a pericardite ed i rocola• puruhmti dPi reni, erano provocate e sostenute dalla pres+>nza dello sle"'so micror·s.tanismo, lo slafilococco aureu. In llecondo luogo, siccome la per ica rdile e l'infiltrazione purult:nla HOpravvennero a complicare il reumatismo dopo alcuni giorni, cosi esllo affezioni non possono aver avuta altra causo che il passa~-tgio dello stafilococco deli'aeticolazione del g.nocchio nella corrente circolatoria. E "i noti che questo caso nulla avrebbe perduto della sua impor-tanza dal punto .Ji \J~<la eziologici) !16 anrhe la pericar'<iit~ e l'infur·to PUMJ!ento ro~llero comparsi contemporaneamente bll'atfezlone arlicolare, ammellvnJo,.i in tal caso che i micrococchi nello ~~~o tempo che si sarebbero stabiliti io un articolaLione &Arehhero in parte emit-!r&li e per la via del sangue si sartbbero lrac;porlatl in parli lontane. Ord, me~"'a fuor di dubbio la relazione patogeoetica para~S­ s•tarill d(!lle succel>,ive manire~tazioni proprie di questo caso e d,..l reumatismo acuto in genere, potevamo noi Jogicam>Jnte estendere le stess~ conclusioni agli altri reumali~mi? s. potrebbe in "~ro muovere l'obbiPzione che il caso <:>opradeo;critlo <>i dilfer·enzia sosLanzialment~ dagli allt·i ~si di r~urn~li"mf• articolare acuto, ~pecialmente dai ca..i uon •;omP.'catt, ma in gMr.l'o anche da. quelli soggdti a coruplicalron~~, ~iacchè in t)Ue:;l'u•lim•la rericardile non pre<>eola mai ~ e.-~sudoto purulenlo, ma fJUaHi sempre siero-tìbl'inoso. tullmann ricono~ce la ùifferMza notevole che questo cac;o p~!';f.:llla cogli altri di rPumalLsmo, però sostiene che tale hlt•r•t'nz 8 ,, d' . tlt.e ~. - ." 1 mteositit, o non di nalura. In f{uanlo alle ruzlont (Jnlologiche delle arlicolazioni esso caso é ana-

d


lU VJSTA

logo agli altri di rPumll.lisruo articolare. In quanto SIH.lulo pericardico, !"i sa che dallo stato sieroso a quello rulento non vi è cho un passo e vediamo spes;;o siero-flbrìnosi diventar purulenli; anche gli essudati flbriuoi:ii contengono cellule di pus bench~ in minor lità dei purulenti. s~ adun rrue nessuna differenza es~etlzild ci fa dislinguE!rc il ::;opradescrillo C..'I.SO dagli altr1 non plicali di reumatismo articolare, si potrà anche riten er~ re~ola che la presenza dei microrg:arismi non sia una r itù, ma bensl il fallo più freCJuente, ciò che verram10 e fermare ult~>rior·i rict>rche. L'autore non inten~e ~ost.enere ciò che proprinmente lo slaftlococco aureo debba s t- mpre spcs;:;o t•invenit•c:i, ma bensì che in ogni reumatismo a !are acuto si dt>bbano lro,·are microrganisrni nelle zio n i. L'aulot•e 110 n disc:imula le difficoltà che possono to!.diere apparenza ogni rfficacia dimoslraliva a tali ricerclw; · non ò sem pt·e facile j.Jrocnrarsi coll'aspirazione s '" '·"'""'"" qunn lilt\ dj li t 1uìdo eaccolto nelle ca vìtàarticolari e cio in d('Jia sua scat"•itù nel r eumaiìo:;mo. Inoltre il microrgt-tn an~ichè nuolat·o nel liquiùo potrebb~ lro">·ai""i adet·en le pareti dcll'artic>olazione sicché il liquido cì apparu·ebbo pri di ogni pura~"'itn. Pel'c.iò vet•ificaudosi anche d1 'i uondo IJUando tali neg-ativi r isultati, non si sarebbe sncorn au zRll R rf•spinfrérC la dottrina para~silarin ùel r eumali!'JnO. Ma più agevole riuscira <limo,lrare l'iru.lole·iofeUi,·a malnllia qualHIO e:>sa verrà complicandosi a pleut·ik c r ie:u•dile, pc•·chè nei p1·ollollì di ques~e intiammazìo ui la senza di microrgnnic:mi è co,bnle. :\la un'allra complicazione che è anche dell·~ più rt•f• del reumali"-mo tu·ticolare, cioè l'en.iocanlile, ùovt·•"bbe. no<::cere per cau<:a l'imrni~razione eli microrg:aniswl nelle vit.é òel cuore. Di que::.la opinionP si dichia1·arouo fil mnlli prolici e ~CÌ"I1Z1Cll.i fra i quali Klebs e Ki:•Slt>r-: q lirno anzi ha formalmente dichiaralo che ogni endo acuta deve cs::s••ro di notuea infettiva o quindi prn.Jotta microrgani~mi. Anche 1tt patologia ~perim~>nlale -viene a fet·rnare lnminol"amenle questa dottrina. 'Vejsokowskyf~


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eheelbaum !"i uscirono n provocar e sempre la endocardite coll'injellAre nelle vene 1lelle orecchie dei conigli microrgani.-:;mi colti\'ati. dopo di aver prodotto arLifìr:ialmenle un ~rumo fibrino"o nelle valvole dell'aortn introducendo una sonda tlalla carotide, c po1·t.antlola a contatto tli detta valvola. L'esperienza

ebLe esito completo !:>Oioquando si injctt.arono certi micror~:ra­ nillmi P preei,.amenle lo slalìlo::occo aureo, il bianco, lo slreptocncco piof!t>no e lo sler•e1•lococco settico, con a.Jll·e "pecie di rmr r,wgAnismi ~li anitntlli si mosli'Arono !'empre refrnttari. Riberl poi olt<>nne lo steFsO r isultato anche con pro-

ce:<·;o più ~emplic~>, cioA intro.tur~>n,lo i microrgani!'tmi pato!ZPni m~>tlia nte la snla inj,zione inlr·avenosa. In hMe uriunrp1e all'os..,ervazi(lnt' tlel cn"o sopl'aJescritlo, alle ricerche di Kleb~ e d1 Ki)<.tPr f'd ai rll"ultati della pAtnlnr;:ia !>.pt>rimt>nlflli', l'antor<' crP<Ie poter ragioneYolmente cou"ltiu l•'r<' che il reumati~ m o at·ticolare a<:u Lo <>ia pr·odo Lto da microll'~llni"'mi. EJ::Ii si auj!uru che quPsto contribul.<ì da lur portato Al progi'C:>so della n0stro cognizioni sull'es!'!on~a e sonll'et:tnlogia eli quel morbo possa incitare vieppù i clinici e IZii sr:el'imenlntori n pt'O"-PgUire nPlla via da lui lNH'('i11la.

ParaUat periodica. - (Journal de Médecine et de ChiTilryie, no'·~ mb re 188G). Il dott. Cn•Jsot (di Dinaul) lul cc•tnunicalo All"accademia m~>·

dir'll ùrl Bd;;-to In s tfol'iil cru·iO!:'n di una fami~lia dr cui cir que

~t>tnLr1 hanno attncchi pe ·io ;ici di par·ali<>i. I fatti tii par·ah,.l l ~"I'IO•hca <oono I'At'Ì"''-'rnr. r.nv r~ 111~ ha r·iportalo un ca<>o nel •<:··1 Homlwr~. !Jarlw•!.!, Wu·ti bel. Gibney ne hanno Cl.atr C111qne e"'~-'tnpi: r- Bro wn-ScfJUilrJ in una nola t·ecenle letta. aB .. ~Ot'Ìt>là di Bìolcogia hA piH'IALo ùi tt·e ca"'i ~ui quali

., :'a :

f!lrlibC» po~lti dl'ltH~di .

L·, faJuivlia in quPst ione tti rompnnP di oUo fi~li. del padre e deliA m1, l d l . e~ 1 ottn lìgli, •Tualtro !'.ono affeUi dalla ma' re: 1l a l•t~ m rnr '' . . f 1'11lei 11 . '' •, t:<;~!. M ilO t ul11. meno sv1'l uppat1. c l }e 1 u '' le SuP~>IIe SHni. Ltl lnn••r·e, morta da dieci anni, era THI •lonna r• h JSI . . . J' . . l l votl11 . ' a. per·o <:!'"a og-n1 <flllOr rc1 fttOrm. fJUS c le m 11uo ripl'a!'.e, p~rri•~va prngrt>s!'.ivamenLe l'uso 1lelle


RIVISTA

membra, ed in qucslo stato le era impossibile di fare il .DeneJ~j minimo movimento; essa conservò tale infermita per la vita. Il figlio secondogenilo di anni 34 va soggetto, dalretà di anni, ad attacchi di par·alisi; esso sembra per fettamen te sano; ma ogni giorno, senza regob.t fissa, più spesso durante notte, egli é colpito da un attacco paralitico; quando il ne ha coscienza, la paralisi è preceduta da debolezza articolazioni; io grazia a questo prodromo egli non è stato sorpt•eso dt~.l male durante il lavoro. Quando av questa debolezza, il malato prova il bisogno di camminare; vi é una specie d'inquielezza fisica, non !:'i sono mai constatali dolori, formicolii, ecc.. L'accesso può cominciare braccia o dallE' gambe e finire nello stesso modo, tuttavia braccia sono le ullime a perdere e le prime a riacquistarel movimenti. Lo spavento, le emozioni accelerano il degli attacchi; il lavoro e la fa lica li rendono più violenti. La. paralisi progt·et.lisce a poco a poco; essa dura dalle 8-10 con unn crisi di 3-i ore. Le braccia, i membrj infet·iori, tronco sono colpiti da inerzia, da paralisi fla~cida; le rn!lS'Celhl· restuno mobili, la deglutizione è più difficile, la parola imbarazzala, la lingua é pesante; i muscoli della faccia sono ~AJnnra...· intatti. Nell'acme dell'accesso non può muoversi né un né un·articolaziont>; il tronco non può spostarsi; la lesta all'indietro non può essete volontariamente riportata nanzi. Gli accessi peraltro possono essere incompleti; l'in-. lelligenza re~ la sempt·e netta anche nel !'iù forte dell ac(:el:!'- • Il primogenito della fami glia, di 36 anni, è malato di 9 anni; 1 suoi accessi sono più violenti e si ripetono ogai giorno. Il terzo figt:o, una giovane di 32 anni, era malata di iO anni; C:>Sa ogni quindici giorni circa era colpita da attacco di pat alisi che dura\'a tre o qualtro ot•e; la pa si estendeva alle me~nbr·a superior·i, inferiori ed al Dalla nascita del suo primo figlio, cioè dopo otto anni, si è liberata dalla malallia. I suoi figli e quelli dei fratelli sot·elle mat·itale sono immuni dal mo.le. Una quat·la sorella di 21 anni, malata dall'età di 10 o di


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anni pre~enta gli s tessi fenomeni ogni otto giorni; essa è obbligata, durante due o tre ore, di sospendere qualunque lavoro, rimanendo immobile ed incapace di fare qualsiasi m o"fimenlo. Il punto più interessante di questa osservazione è che si Lrftlta di una malattia veramente di famiglia senza che per allro si possa rica varne q ualche conclusione, sia riguardo alla etiologia, sia riguarJo alla causa diretta degli accessi.

l'ebbri lntermittentl ribelli. - (Jou.,.nal de médeeine et de chirurgie pratiques, ollobre 1886). Il Rocltard fa rimarcare che dopo le r ecenti spedizioni coloniali i casi d"impaludismo it'regolare s i sono molto diffusi in Ft'ancia, ma che essi son mal c urali generalmente dai medici, i quali si contentano somministl'are ai malati solfato chinico. In questi casi bisogna usar la polvere di china alla dose di 12 a 15 gr·ammi; q uiudi l'arson iato dj soda e l'idrokrapia. Il solfato di ch inina devè riserbarsi a quei casi in cui manifestansi accessi ft•anchi.

hl.uenza dell'impalu dlsmo sulla sUlllde - (Journal de Médet:ine et de Chirurgie pratiques, ottobre 1886). Caul5a rmpot·tunlissuna di gt·11vila nella sifilide si è l'impaludismo, ed il Fout·nier ha messo a!'-sieme un considere,·ole numet·o di CMi, i quali com provano questa noci,ta influenza. ~ ratto nulla ha in sè di meraviglioso, poichè è ovvio che l tmpaludi<;mo provoca un profondo guasto nella economa, non solo pt!r i suoi acuti accidenti, ma per la degenerazione or~anica che determina. D' altt·onùe v' ha impover imento di ~~tgue, il <tuale non è rat·o !:!ia ridollo al quarto nel numero det globuli ros:.i: non è dunque strano che la sifilide svolgeutlosi su colal let-reno, possa offr·ire i cara tteri più g ravi. Ec<'oue un esei(Jpio: uu uomo contrae a Roma una infezione =l~st:e _e ~a soggetto ad accessi ru1nuali: indi a poco congJast dt stfllìtle che divieu subito grave, assumendo tulli i


RlVISTA

caratteri d~lla l>ifìlid(l maligna pt't>COC€', in fuori d'ogni e mal~r·ado il trattamrnlo. rn un ~ltro caso un :;riovane tredici anni nddiolro fu affetto d a sififide, ben curata e rito perfC'ltamenle, si r eca a Panama dove è pr eso cla pernicio!lt>. La sifìlide di boll'.l st r•affaccia, uopv :-i pet•iodo di latenza, e l'intlivìduo é r imandato in patriA perto eli gommi' ulceroc;e. Questa sifilide essenzialm~ntA ligna, aveva certo la sua sorgente nell'impaludic::mo.

Su alouni fenomeni oonsecutlvi agll accessi epllettlOl apoplettici. - Fi1RsT:-:LR. - (A rch. fii r l'<~ych. ;n'Il, (Centralb . .ftir• die .\led.

Wìs.~msch . , ~. 3,

1887).

li Fnr.s'n"r ha molle volto osservata la cecilà monor El'a In i allora,

pa~.,.e~giera tlopu gli acce3si par alitici.

eccCZIOIIC, nel med eo:imo lato pare-.i c diminuzione d elh1 sil>illlù doiOJ>ilica e manr.<~va la ch1usnra rifle><sa delle pebr E'. Quali di"'l'll'bi val'<omolor·i rhe vengono dopo gfi CN'"' l vuoi pal'altlic i, vuo 1 epilettici, i l f.'ur»tner ramm•''' tn te11«0 art'O"<l'<flffiCOlO della Pf•ll,• con cit'CO"iCI' Ìlta () diffu~a su.Jaziono <::ierol'<n. Le anoma!Je vu«· •motorie si mostrano nelle dtw meta dd corpo ancht> qu11ndo l'accesso é un. !at C'1me r·ar11 fenomeno l'aulor·e nota lo <>C<'nWIH'"'8 dd fe menf) 11l:l (!innc~hir, dal ~olo lat•• pR rP h~o per lutln la tlu rlcll'n~cid·mle col ritorno graduale nello ~tn !io postpa s.tico (per lo più nello malntlia •:onfermnlll lei conl•1111 slel'iori o laLc•·nli). Lo nureYole d1lnlazio"e unilal•·rale ' pupillll, C•lliiC l'autore hfl (rt>..tplt'•llt>met l'-' os::;en·nto dopO paro,..,,j,-mr, ne:?lt epilell1ci, può in tal une c1rcostanze ~oc orw r et•t• effi«'ACf'mentc alla diagno~i della epite<::.;;ia notturna. balhm-:ie pn'-tepilclliM fu Q<::~e•·mla iu due mulllti nel ['~l d(•IIA puht.wlù e in un epilellko Hlcoolicv. IJcl{li stati motori po~tpAJ'o;;.,istici l'autore ba vil'<to alterna• LIVflllJ»nte e lt·an~ltoriament" cornpa r·ir,. !a emico1·e~ e Iu e 1111S· Leln~i l co~1 delll movimenti di reazione (lnre11neuto baffi, relrll7.ione dei I!CnilalJ,ecc.) Jnpo gli accessi, il Fur fa ùel'ivo re piu fJ·equeJiletnenle dalle pareS-tesie,


lf i'.OI C \

e Jalle rAppre"t~ntazioni dei ::>ogni che <la locale iperest..:sia. L'aumento di que!>li movimenti o spon tAneo o quando si lenti oppnrt·i;:i, rl Fun;lner· ha par·ticoh1rmenle oss~>rvalo negli stati di ottu ... ilà morale J•O..,lparalilrci e po<tlepileltici. La varicella, como malatt ia speciale. -

A. Bt:CB~IULLER.

- (Ct:11t ralb. /tt r ,/ie.\Jed n·issen:;ch., ~. 5, 1887).

Da 11lcuru me l ici, l'ra i quuli YOFI Kapo"i, ·~ancora ammes<::a la idenh!a •h·l ro:1t11gio d ...l vaiol' e d l'a varicella. Il Bul'hmilller· df>~cr·i,·e, con riguAr in a •!ue.. ta qui':'lione della nnità o del tlnn!l;:mo, il cnr"'o ,,i uua epirlemia di ,·aricel!a. Qllesta r e:!nò in unn fondel'in di Donawitl fr·a 11'18 popolazione ùi la vnralllri •li cit'\'8 1000 uomini dal t• nnvernbre 1 ~85 al 1• ft>hhrnio 1881ì. Pl)iP!u~ qllt>.>la p()pnlaziorw vrve\·a rruasi compl•>tamcnte isolt~ta t' l'autore n r. ... ,.., l''l11ico medico, co:::ì l'u ari ll,.so fncilP. averB co~nizione di tutto l•• ll1>1lntt•e eh~ l:IC;'addPro in 'JUI•l tempo. Fur·ouo in tulL0 1111 fonciull• malati. drlla ~>lA tltl fJ m!?>~i fino a H AlliJÌ . Conl•·o Hlla oninione che la var k,·fla !'i~ Jn con~itler•a:·!'.i com ... In for· m~:~ p:i1 leagiera del \'8itJIO, l'outor·e oppone i s~uuenti fHlli: t• Tutli i C'A"Ì di maiAUill furono le:nw•ri con la fOl'ma ben •:•Jbl tl.-H'I vnricellr-•; 111111 l'u 1uni osst'l'"Hlll un c•1so .~he ave:-<:e un :::or·c:o ~~·ave, h1•ld11vtJ nl?lle ,.,~t··· ~·p1d~mie di va•olo i Ca<:i lc!{gierr sono :<empr•e rni"'li ai g:·avr; ~ ue.c:~uno dei ffi!Hlli 11\'C\'8 etil sup ... l'ior·e a i !l 1111111; :1• quiu · rle1 llwciulli rnalntt fl(m rrlliiO Anro•·a steli vn<'r>iuati, e 111 qubti il COI'!'() ru ezuale C'Jtnl! ll"i \a•·cu"•li; iu unn I'Hmr~lia.•li lr•• fflnc:ulli ammararono rlue elle er·ano J?iù ,u.li vac<·iflali. il terzo non YMdn afo t•i:nfiSt' Ìlll!OhJmP; ~· J"~IUlHre Ìllllr"··~Ò IJil l't'l"ltl llllIIl(!ro rh acl•illi o •lr fnnciulli, in tutto :l'l Pt'l',.;l)lJe, (!O( o;;f>•lte-

nlrlo dellt! ves..:i.:hc-tla .Jelln vm·icelht. D ·di a.tu li ammAiù

ne<~ uno; dei ronl'iulli ne nmrnalurono tiin•r.::r, fra i quali uno el,.., · · com pl • lo. D er·1 · ~·tlllo poco lcmpo pr·mw va<'\'llllft" con es-ILI) ue Il il l'i f'an<:rul i, der quali tino non ancnrA ,·accinato c l'ultro av ra ... avuto la vul'ii'PIIn, fnrnn•) dspal'miati.


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RIVISTA CHIRURGICA L 'e• plorauone della ve•olo& orlnarla. - ~ITZE. - (Deut.. Med. Wochens., N. 2 1887). La dimostrazione di questo moderno metodo dia~nostieo fu falla dal Nilze dmnanzi alla società medica di Berlino nella seduta del 5 gennaio di quest'anno. Dopo d'esser si intraUenalo a descrivere sommar iamente i vari metodi e~cogiLali e post; in pratica per la diagnosi delle mala tt1e della vescica., e dopo di avere confront-ati i medesimi nei lor•l v antaggi ed inconvenienti, l'autot·e passa a fa t• conoscere il metodo di cistoscopia e del t•elaLivo opparato di propr ia invenzj.onc. Un filo di platino trattenuto in continua incandescenza ser ve di fonte luminosa ed una corr·ente ùi acqua h·edda clH~ circonda l'apparecchio impedisce che il medesimo s i riscaldi. L'an• n esso apparato ottico pei'Inelle di veJere per enlt·o la cavità della vescica e lenendo fermo lo strumento lo sgnar.lo pub distinguere nettamente la mucosa pel tt·allo di circa tt·e cen• timetri di dio.rnolro, imp!'imendo poi dei movimenti all'npp,.. r ato ~i riese~ o.ù ispezionare lultu la cavila. È t.la notar~i che le patologiche allerazioni della mucosa offrono al ci~Lo->copio, secondo la loro natura e graJo, a llreltante car alttH't:.liche i ma~:ui.

L'uutorc riporta le sue osservazioni fatte recentemente ~opra due ca~i, le quali osservazioni egli sceglie da una serie di molti~sime altre collo scopo prìncipale di dirnoslrare i g randi servizi che può prestat•e la cistoscopia , specialmenle nella dtagnosi d~i tumori ùi vescica. Un metodo diagnostico é la nlo più apprezzabile in C•)O• ft·ortto degli allr•i quanto più chiari e decisi sono i ris ullatl del la sua applicazioru~ e quan to meno è d'incomodo all'am• malato. A quesle due indicazioni soddisfa largamente l'en-


RIVISTA CBIRURGfCA

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doscooia. L'esplor azione digitale di Tbomson, l'esplorazione reltal~ combinata di Volkmann costituiscono dei processi manuali chP. non possono andar disgiunti da una certa violenza. Anche la !>6mJJiice sondatura della vescica per questo riguardo é di molto infe1·iore alla cistoscopia, la quale coadiuvata dalle preventive iniezioni di cocaina non è avvertita neppt:re da una vec:cica iperestesica od infia mmata. Le maluttie di diagnosi più o men difficili possono essere rivelate dalla cistoscopia. Tali ~arebbero i calcoli, specialmente quei molto piccoli ed incapsulati, corpi stranieri, tumori, catarro di vescira senza apparenti a lterazioni, casi di ematuria nei quali sia di fflci le rinvPnire la sede dell'emorragia. Ma la ma ~A"i<•re efficacia dt'l metodo ci appare senza dubbio nella dia~=:nosi dei tumori. Se fino ad ora le operazioni eseguite per tumori di vescica non ebbero molto soddil'<facenti risultati ciò avvenne perchè l'ammalalo si &ollopone all'operazione troppo lardi, quttndo cioè sono accadute alterazioni secondarie degli ureteri dei calici renali e dei r eni stessi, e se l'oper'azione è IJUasi sempre lat'diYa ciò avviene unicament~ per la poca sicurezza dei metodi diagnostici fino ad ora usati ed anche perché quelli stessi metodi che sarebbero alti a rivelerei la prel"-enza di un tumore a tempo O!Jporluno sono di un tal tormer>to pell'or gano malato che l'infermo si r1trae spaventato dall'operazione. L'applicazione di questo metodo sla naturalmente entro cer~i limiti e non è attuabile che in date condizioni, ollre a q~ella di una completa permeabililà dell'urelra; tali condiz~..ni sarebber·o: t• La vescica deve offrke una certa capaCità; 2• Il contenuto della vescica deve essere e conservarsi Lrac:parente per tutta la durata dell'esplorazione. La capacità cb e occorre non è ;::tragrande, all'incirca 150 eme. e tale capacrtà trovramo nella ma~gioranza dei casi. P erò non é assolutamente necessario che la trasparenza del liquido Mnlenuto sia perfetta, e questa si può ottenere fluo ad un certo grado con alcune prescrizioni dietetiche, col riposo as~lu~o a letto, colle ripetute irrigazioru vescicaJi. Negli inl~;mr soiTerenti di ema turia vi è sempre qualche momento 1 ero da accesso, momento che può essere utilizzato per


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RI\'lSTA

questo metodo diagnosl co. Le emo1•ra~ie c.be sono dal contatto tldl't~lrumento colla -o~scica si fanno· CO!lì

!.&mente che in rnpporto al tempo occorrente per ,...,, ...,,,.._ zione si possouu rit••nere insignificanti. ~la anche per ca<:i nd quali è .-COUipRr'll Oé!IIÌ capacità per parte della scica e in quelli in cui lt·oppo spesso e tro1 po far.tlmente yet•ifica emorragit~, "i de"e essere stato un te mpo in que.;lo proces~o dit~gnoslico era applicabile. Que<:ti fanno ri:o<8lire l'or·igme del loro male molti anni in-!Jelro, lile è in quei cusi t»nlare una \lia~rnost perché è lrtllSOOMIOJ tempo oppot•luuo di qualunque alto operativo.

Casutatloa. dell'eptlessla consecutiva. a. lesioni - GusSF.NllAUER. - (Centralb . .fur Chir., :N. 51, La leLtcraLut•a chirurgica s'arricchisce dì giorno io di n uovo o<:~et·va:.d• Hl i <:u quefllo imporlaote argomento, e il Gussenbau~t· vi concorre con una pregevole colllriiJ F.~li anzi lutLo completa IH storia di un caso già pu lo scorso anno rtgua rdanle un ascesso cerebrale ll•a da lui ll•altalo e guat•ito rolla trapanaziooe ma che più si è complicato ati epilessia. Il paziente, un giovane di t8 uvcva manifestato il Jll'Ìino acceS'-'O sei mesi dopo 1 ""'"r~• :t.n_. gli accessi d'allora in poi !:>i ripeter ono ad inler,alli meno bre,•i e sotto un insulto epill!Llioo l'ioferm,) fu collo collasso al quale dovette !>Occombet·e. La necro!>copiA fece riicvare ;;:ul luogo dell'antico a ìerenza delle m enin!.!i colla cute, tessuto cicatriziale chiccio in col'l'ispondenza Iella cit•convnluzJone froutale destra c frontale ~uprema deslt·a. e finalmeHte allo lato una otile m~> iia in vis dt !!U~ll'igione con ~~~ ~·o nella cavità dt>l timpano o o~>.llt~ cellule mflstoid e. 1 fenomeni it·rilativi O'"'-'CI'V»li alla sede della dcatriee rebrale l'uulure lì '-'PÌPI.(I\ ammettendo un'acuta ipr::remia si 0-<::<~r·va 1t1 ogni La..;snln ci~alrìz n·lle giovaNI e a i succe~.;;i vi acct.>-<"i llpilr·ll ici ti ('orrugarsi l)rogJ'11"Ei vo cicalrit'e fino a p1•odtu't't> l · lllieJ·azioni propt·lamenle eptletlicllo. lo ctbl L·tlll"lllHla tla.'lt ctmsiglioretbe di


CfllR URG ICA

1e ~<ntlt'a:ttoni sanguigne locali per com baUere l'iperemia cerehrHie D1 uon minore inleres«e é quest'alli'O caso pure ossen·ato da 1r1111tore: Un uomo di ti anni riportava in rissa una terita da colldlo alla 1·egione parietale destra e la lama del Clllte>llo si qpezzava iu Jue. :Se segui deliq•ùo e forte emorracin; la r~ritu ~ua.d dopo quallor·dici giorni df cura aulisettìca. D Jt· mesi d•>po. l't'nza msi aver soffel't.o alcuna affezione convul-.iva quell'uomo Clltldrl in un accesso epilettico che poi si rip,..tc r••zolut·meule ogni quattro settimane. Esaminato nuo" "menlt! tlalrauLore rinftwmo pre<>entava sul posto delranti··a ft•rila uua cicat1·kc iufo-s~ata, e nel so!'petto che foss~ rirn·,..to in es:<a un ft·umtw•ulo dell'arme che r a veva ferito, l'amore pralic61n lrapanazione. 11 corpo estraneo non si trovo, e~li viri~> inveea la rPtrazione cicatriziale ùelle meniogi come nd primo coso. Fut•ono Alaccale tulle Je aderenze delle menìngt e cy•tindi fu condotta a guat•lgione la ferita. l\fa ciò S•·• 1Za un C•)rnplelo risullato poi<:bé dopo parecchi mesi si riJ•r()tlusc;ero gli acce-.s1 eplletLici. L 'autore attribuisce questa I'HCi•J:va a nuova relr•a:done cicatriziale. Q uiudi la prognosi di ca-i consimili anche dopo l'operazione non è mollo favore vvle.

Oontttbuzlone al tratt a m ento degli ascessi fr eddi. A \URA;,:;y. (Centra/b. jzi.r C/lir., N'. 46, 1886). Anche nella clinica chirurgica di Tubinga la cura degli a ac.'""'Ì frt>(h.li colle iniezioni di ioùoformio si è mo~tr•ato uno dd tneuuh cur•alivi più efficaci e meno costosi, qualità •:he eraM giù Qtote riconosciute od annoverale da altri pntici. 1(1La P~~u~~ione raccoman.lata per· l'iniezione é costituila di li ~artt dltodoformio e 50 part1 ili glicerina eJ acqua, il '[·Janieli•lrv,1 di r1u~sta 111iscela occorrente per l'iniezione se~u.lo Pzran,lezzll dc~li a~ces!'i ha variato da 40 a 100 grammi ott ··r r •:<oh1 occor~et·o da du!' a tre iniezioni al giorno per ~n ·1·e 111 .. • ..,ltflrlglone cbe SI effettuava nel periodo di rruattro 0 C•'IIJII\l . •lt' . 9-> "'' 1mone. Furono solloposll a questo trattarne~tlO -. {j"'Cil,;:::>i ùe' '}uuli 20 guarirono in modo completo e perma-


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RIVISTA

nente. Non si osservarono mai fenomeni di avv~,,,.,,,..., Dal risultato di questa cura ben si comprende che consiglia di tentare anzitutto la terapia delle iniezioni i casi di ascessi freddi, ma specialmente in quelli molto e in quelli che per la loro sedE\ profonda sono u •ull'Cit• accessibili. Stando ai risultati della clinica operativ~ binga, non avr ebbe più \'alore il precetto di F riinkel, astener!li da ogni operazione od iniezione quando si prossima la spontanea rottura dell'ascesso. Ancora piu radicale fu la cura attuata da Bruns sugli freddi. Egli estirpò due ascessi chiusi, uno per coste, l'altro per carie dell'osso sacro. Egli operò in da di!'taccarli dalla loro sede senza aprirli enucl innanzi che fosse possibile, quindi giunto alla base gli to~d i endo pure il focalaio osseo r estato liber·o ed Da ultimo applicò la sutura, il dr·enaggio ed un compressivo. Ambedue gli operati tenzione. Dell' innesto osseo nelle estese perdite di IOtttaaSlt~ scheletro. - PoNCET. - (Cenl ralb. fii.r Chtr ., N. 4,

Nelle estese perdite di sostanza ossea le quali spesso in segurto ad osteite e necrosi viene cons P oncet la trapianlazione di pezzi d'os~o nella piaga. meloùo di cura fu coronato da completo successo in gazzo di unùici anni nel quale in seguito ad O!'t.eo-·rnllltll era necrosala la tibia destra per la lunghezza di timetri. Dei frammenti di osso tolti dalla epifisi dalla fibula di un neonato mol'lO d'asfissia gli servi rono d'innesto. I pezzi erano lunghi da 7 ad 8 millimetri e da 3 a 4. Poncet tentò poscia alcuni innesti con pezzi tolti da una giovane capra. Anche io (}uesto innesto. nove pazzi attecchirono tre, mentre gli allri furono di eliminati. Sei mesi dopo la sequestotromia il IICO'""'"'·una tibia lunga 30 centimetri, mentre la tibia sana ne rava 33. Si sentiva da per tutto l'osso bene fanciullo poteva camminare con l'aiuto di un SO!!\eg..,,.


ClllllURGlCA

Pl'r J , buona J"iu<:dtn dell'operazione bisogna altenersi Hlle se'tllenti regole: I framm~nli rievono essere piccoli, al massi~o dir·.:i millimelt·i lunghi, e non più cros..,-i di quattro; si deV'ono :::.;eglierc qu<"lle 1·arti di c:;cheletro nelle quali il processo di o;,siticazionc c più a ttivo, quindi le epifL-.;i delle ossa tubulat·i in \iciuarwt delle cat·LJiagini. Le ossa migliori du in· ner-La:-.,i sono quelle dci Jli'<mali. ma si po~sono u:;;are cOD successo anche le O:<:<R di !!ioYani animali. L'epo1·a più oppol'luna per la trapiautazione è il periodo ùi riparazione immeJinijunenle dopo l'e!irninuzione del seque,tro. AHre condizioni 111 ii;:pen;:llbili ;:ono una ri!:l'm·osì,;<>ima antisep->i c la perfettu immobilizzaziune dell8 parte. l al trattamento del tetano. - Doll. A. HrLLER, magg-iore me li~o e docenl.e prh•ato in Bre.:;l~nia. - (Centralb. fitr Chi r. , N. 4..S, 1886).

In altri '>UOJ lavori l'autore ebbe occasione più volle di accen nll t·~ ad alcuni futli che stabilirebbero una cer ta relazione patogenelica e sintonHllicu lra il colpo di calore ed il tetano. Ambedu,.. rrueste lllctlallie si contradùistinguouo per un ec;:.essivo n:tmento di tompnrulu.ra dol corpo, anzi n~n· uomo Te.iiam" "viiUJ•par::;i il più allo geado di calore dtJ!•i.utlè il eor,<, di tplesle malollie; tanto alto ci.Je non è raggiunto da aleunn altra malattia f~bLr·ile . .l\el tetano, in casi gravissimi e m?t·tali, la temperalur·a ùi solito ollr·epassa 40 centigradi e P~o !lrima della mor'e ro~giunge i i3 o i 4~ ~radi. \\'underueh ,;de anzi in un caso la temperatura anllare fino a "~751 ~·durante ancora Ju \ila. ·• 1lll! rneùici militari in•.,le:si e tedeschi hanno fatto misul'aziont termiche esalle colpo d1 sole, e rilevarono la lem:alura oscillante lt·a 42 c 45 C. senza. eccezione. Secondo alt ke la l~>mperatura minima w questa malattia è eli 42-, ed ora può venire la gual'igione. Nelle allre malattie febbrili ~ ternperalura di 40 e 41 C. si repula alla. Dì raro la vetaruo so . . •. · rpos!>are 41 e 5 e la piu alla temperatura cbe et <>lll cc.n o.:: · ·' A .Club~ fino atl ora è di 42,5 uella febbre r icorrent.e. ~che n\'uto riguardo alla causa di quell' eccesssi\·o au-

sul

d


RIVISTA

mento ùi calore si può stabilire una spiccata analogia tetano ed il colpo di calore. In ambedue queste m contrazione muscolare che aumenta in modo continuo fonte della esagerata termogenesi del corpo. ~elia cioè nel tetano, quest'aumento é pro..!ollo dal continualo muscolare, nella seconda, cioè nel colpo di calore, g.arato Ja,·ot·o muscola1·e nelle pt•olungale e forzat~ del soldato cat•icalo dello zaino. A o_uesla esaget•ata zione di calore (nel soldato in msrcia sarebbe doppia nello stato di riposo, cioè all'incirca 205 o 300 calorie a' si associa in ambedue le malattie un maggiore o ostacolo alla dispersione termica per parte dell' il quale ostacolo é rappresentato nel tetano dallo resLringimento dei vasi cutanei (Rosenlhal}, nel colpo di lor<-', dalla massa del grosso vestiario del soldato che nove decimi della superficie del corpo, uonché dalle :~ioni metereologicbe sfavorevoli, come elevala tura atmosferica, d:fetto d'aria, saturazione umida dei sfera, ecc. L~yden disse che il manifestarsi dell'alta temperatura tetano é dovuto alla permanente contrazione dell' scolare, e trovò vera la sua dottrina col reodere tetanici i mediante elettrizzazione del midollo spinale. In questa ri~nza la temperatura retlale (39,6) ascesce mollo raJ,hli!JW~ ed in poco tempo raggiunse 44•,8 dopo di che avveniva morte dell'animale. Richel in questi ultimi tempi volle lere le esperienze le quali confermarono ed ampliarono nuova leot•ia termica del tetano. Richel t~dunque provò l'aumento di calore è provocato esclusivameute dal muscolare. Riguarùo alla palogenesi del colpo di calore l'autore già osservato mediante rilievi te1•mici presi direttamente. nel soldato che si trovi in marcia da un certo tempo in assetto di armamento e di corredo, esposto alle cause pt•adette imperlanti la dispersione del calore, la tArnn<~,..,,.... retta! o ascende a 10• ,7. Non vi ò adunque alcun dubbio che tanto nel colpo di lore come nel tetano l'aumentata altiviLà muscolare sia


ClllRURGJCA

sorgente dell'esagerata lermogenesi e che quelle enormi temperature con esito mortale insorgono appunlo percbè nelle elesse propor·zioni dell'aumento di calore non cresce la fun zione che regola la dispersione del calore aumentalo nell'organismo; e questo difetto di 8ttività dispersiva avviene nel tetano per lo spasmo permanente dei vasi san~uigni cutanei, e nel colpo di calore per l'ingombro delle veslimenta, falla teruperatUI·a, ecc., momenti eziologici di natura differente che cospirano allo stosso r isultato. Altro punto di contatto fra le due maJaWe si è la gr·ande loro mortalità la quale è superiore di qualunque allra malattia febbrile. Le esperienze di fisiologia e patologia ci hanno insegnato che un aumento di temperatura del corpo, che sorpassi il 43• C. è incompatibile colla vil8 dell'organis mo animale. I febbricitanti con una temperatura superiore a i 41 sono già in pericolo di soccombere e s i può pronosticare certo e vicino l'esito letale quando essa rem peraturasor passa i 42gradi e resta a quell'altezza pel' ctualche ot·a . Pal'imenli animali di qualunque specie pet·iscono asfittici in breve per iodo di tempo se lo loro temperatura viene pol'tata a H o 45 g1-ad.i, ciò che 8 ~ ottiene impedendo la disper sione termica telanizzaodo il srstéma muscolare o tenenùoli in apposite cassette riscaldate. Quest'ultimo esperimento ha poi messo in rilievo un altro fatto, cioè che in tali condizioni la morl~ noo avviene per 1&. presenza di materiali ve nefici origmati dai lavoro muSColare, come si credeva una volla riguardo al colpo di calore. In bn«e alle precedenti osservazioni l'autore opioa do\'e"si :nsigliare sempre la sottrazione di cal01·e nel trattamento h~l ~lpo di calot·e eguulmente che in quello del tetano. L'obteltt\ o terapeutico da a"er di mit·a sarebbe adunque anzitutto 81 0 : ùi o.Lleoere l'antipiresi, condizione untca,a quanto pare, n r •rnpedrre l'esito letale o per lo meno djminuir ne la frc-

!

,uf!nzu. Venendo o 11 . . tra . ra a a scelta det mezzt per effettuare questa sotztone dl c l cura ù . a ore, pare che il bagr.o freJdo come si usa nella 1 el •fo non sia in quesLe due malattie mollo appro-


43G

Hl VISTA

prinlo pPr lu r·agione che l'intensa irrilaz.ione che il esercita sui nervi cutanei manti.,.ne un corto stato ...,.,LH .... nel ,-j::;tcma nen·o,:;o cenlr;:.le e 1f.lindi conlemporan pro,·oco il tetano ùelle !ìbre mu;.colari lisce ùella pelle . r~rc J cll'autor.:l s~u·anno più ~ovevoli i bag'li tepidi a :U di Retmmur in associazione all"uso interno de.::li an tici. Qtte:.<li ultimi ~ono indicati nella cura in que.c:tione e modo aflallo spedalc nella cura dellct.nno p~r la facollà propriA ili es«et•e rt}~olatori della. termogenesi a nimale. ptù r ..:ccnli OS!<el'\"l\Zioni fulle sui moderni rimedi anlipir ci mcllono in grado di a1Termar.: eue colla som miui~: continuala di antipirina l' Ji tallina si può ricond urre il lato di tifo alla completa apiNssia senza che es,.:o ne alcuu danno. Come ollimo l'>llSSidiario dei sopt·aJ "" "~'"" ... anlipii"<'!LJci v1eu de«ignata dall'al!lore la pilocarpina la eccilan.lo iu mndo notevole In funzione tlelJa u·~lRrow;;lz••·m~ opporrebbe in certo qu.al modo allo spasruo dei vusi ca lart culo nei, hl qual cvndizione, come si è veùul\l, cos l'ostacolo pt•incipolo alla dispet·sione del calore nelle

Ferite d'arma dii. faooo dell'intestino. C!.ir., N. 5, !"87).

(Centr alb .

F u questo il tema discus.:;o in dell"a~sodazione medica di Ne"·york. Le relative zioni e conclu:-ioni pratiche che qui ripor tiamo in coJilll-""" ....

vennero pubblicate llal dott. Parkes. Quando la par~le atldorninale trovasi perforata m~'n\e dal proicllile. si può concbiudere con una lila ruolto vicina alla certezza che anche il tubo s ia ~lato dal proieltile più o meuo leso in qualche p unto, ed tal caso uon si dovNbb~ rinunciare alla laparotonùa, salvo non vi si opponesser o controindicazioni imperiose e cioè che il pnzienLe corresse pericolo di soc.comllere s tesso atto operativo. P er venir e a questa operazione dicazione capitale nùunque è quella di. conslalare la razione della par<>Le a<ldominaill. Se questa è a ccertata si deve iuùugiare ad accinger-ci all'operazione . La cavitA


CillRURGIC.\

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dominate deve C!>!'eJ•,; !lpcrta >'lilla Jincn mediana. I ncise la pareli e•hlominali !'i procl.!dora a fei'mare o<;ni eveHtuale emort·n~itl t: quindi ~i awlra in cerca della ferila inie"'Linale !'U tulta In Jun~houa dell"inte:-lino c "'e •IU~sta esiste chiuderla eotla ~>ulul'll di Lemhert oppur e, seconrlo i ca:;i, colla J'c:::-eziono inteAinale cit·colare e colla sutura mé!diault: aglli fini e rotonJì. Tremairt: e Bull ra~cormmuano la laparolmn a anche nllo scopo di ac«-.crlare la oiiagno~i onde assicurarsi !>6 le•ione intestinale re~lmenle esiste, m a più specialmente per arres tare lo mnorragi.• i ntl'aùdommali. La retta diagnosi delle lec:10nt inlrarldominali, sarebbe, ,.econdo Brell8rl, impossibile senza lapnrotomin, perchè l'u;;cita abbondante di sangut"! o ùi materia inleslinnle comll pure Ji orina o ùi a.Hra matet'l>t è sintomo allrellaulo rnro 11uanlo lo c renll~ema Jellu parete aùJominole cbe pl'r <.li piu non è co::;lantemente prodotta da f(as provcnicnlt tlnll' inl•)Slino . Lo Shock che si roanif·'Sta presto o ad alto graùo starebbe ad indicare con molLa probabilità le,ione dell'inLesLino ed e mol'ragia interna, ('d aualogo significato avechberf~ J'antroscia, la sete, rinquH~tu tiine e UnA Lemperat.:n·u eccesstvamenle ba"sa. Anche Bull l'accòma nùa di operare il più sollecitamenle possibile dopo vin ti i prirui sutlomi di ~lioek. E~li hn osservati dal 187-;' fino ad orn olto casi 1li r... rita cl'al'mù da fuoco penetranti nel veutre; cinquu di lfUesti furono lt·alla li colla cura espettante ed ebllel'O l111ti esito letale, Lre colla Japarotomia e d ue di questi gunrii·uno e nel CH::-0 che fini letalmeote ìi proietti! ... che aveva i! calibro di O, H" aveva pt•o<iolto ({\latlro ferite intestma i e i aoçeva l'iChtesto uu·opci-az.ione della durata di una O!'a c tre quarti. Il paziente mot·ì otto ore dopo con sintom i di Shock. ln ne-.«uno eli questi lrè casi prima della laparotomin fu po<~<;:Jbilc diagnosticare con certt>zza la f~t·ita dt>ll'ir.te"tino. S1 ritiene p~r l'ef.(ola ~enerala che il g1•ove c pro· r?nde Shock !>ia una controindtcaziooe di quest'alto opcr-nli\:r)• poiché lu Sllock in que!"li ca~i si:.mificherebhe una compltcn.rtle ft'ritn del ft~gatn, ùtlila milta o ùei r en i, conlt'o le qu~~~~ le,;ioni il «-hirut·go nulla può fal'e airellamentc. Tntl&\JJ\ ulcuni chil'Ur gbi com6 il Vaeich non ammelLerebLero •tue-La controindicazione. ' ' I nvece quest'ulluno autore


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1UVJSTA

raccomanda di non frapporre indugio alla laparotomia insorgono ~int.omi di depressione generale, di abba di temp~>ratura e tostochè nelle parti circosttmli alla ventre dà ollusita alla percussione ed anteriormente suono timpanilico; se in questi casi non si opera '! morte vien presto pet' emorragia interna. Ancbe ~ il quale ci da per sintomi propri della lesione intestinale maleme~i e l'enterorragia, non dà alcun valore caUvo allo Shock, specialmente se questo è provocai.<, emorragia inll·addominale. ParimenLi Harnilton opina che morragia interna sia una delle principali inaicazioni della parotomia nei casi di ferila d'arma da fuoco del ventre. Due oasi di l a parotomla per ferita d'arma da fnooo netrante d ell'addome. - But.t.. - (Centralb. fur C N. ;:;, 188i).

1• Perite d'arma da fuoco del fegato. - Un uomo di anni il quale a scopo di suicidio s'era sparato al ventre pi~lolo del calibro di 0,32 pollici fu accolto due ore dopo l'ospedale. Al primo esame egli presentava vomiti e meni di shock in legger grado. Ferila d'entrata a lrt> sopru l'ombellico, un pollice e tre quarti a sinistr·a della mediana; apPrlura d'uscita nella linea ascellare tra J'ol co~ll'la e il bacino. E~sendo avvenuta una grande ""n.. tl':l• zionc ~i fece la lra~fusione di 150 eme. di soluzione Ji ruro di sodio dopo di che il paziente si riebbe e dopo minuti si venne alla laparolomia sulla linea alba allo di fer·mare, :o:e po~sibile, l'emorragia del fegato. Come si pr·evNiuto ~i trovò che il proiettile era penetrato nel lobo nislro rlel fegato il quale prese11tavasi assai lacerato. Il addominale era ripieno di Sllngue, in parte coagulato, in liquido e nuovo sangue sgorgava sempre dalla ferita <lei gato. Il paziente mori ~ul letto stesso dell'operazione. accuroto esame diede poi a conoscer e che nessun era slAIO lel"O dal proiettile tranne il fegato che ùel prE'sontava i vasi della scissul'a Lrasversa perfettamente columi.


CHIRUR GICA

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2• Ferita d'arma da fuoco dell'intestino e del mesenterio seguita da guarigione. - U na palla di pisLola di 0,38 pollici d1 ct~libro era penetrata nel ventre a due pollici solto ed a smislra dell'ombellico. Il paziente era accollo nell'ospedale 20 minuti dop0 l'accidente. Si \'enne subito alla pulitura dei contorni della fel'ita e medicazione antisettica, due or e e mezzo dopo 11 ferimento fu dapprima dilatala coll'incisione la ferila e skcome si riuscl con ciò a scoprire che il canale della fe rita si dirigeva direttamen te indietro (ciò che non si era po· tuto constatare colla semplice sperillazione), si pr ocedette su· bìto nlla laparolomia sulla linea mediana. ~ella cavità addolllinale si rinvenne del siero saoguinolento inodoro; si venne all'esame dell' i)1Lestino che parzialmente er a fuori· uscito dalla cavità addominale, lo si di-.infellò e si ravvolse in panni caldi. L'autore in que::1to esame aveva lrovalo dapprima una metà circa del tubo intestinale sano, quindi un'ansa ferila con due aperture caratlerbtich~, urla d'ingresso piccola e l'altra òi usci la di dimensione ùoppia della prima; non erano uscile malel'ie fecali, la piccola apertura ru cb iusa con tre, la seconda con qut~llro punti di sutura alla Lemb~rt falla con filo ùi seLa. Seguitando poi nelle indagini delle parli si trovò nll'inleslino tenue piccoli o numerosissimi str·a-vasi sanguigni del mesenterio. Ma esplo•·ando verso il bacino si rio·.,ennero in 1JUe!i'ta cavita, ~rum1 sanguigni in buon numero, dati da alcuni piccoli vasi che poi furono chiusi colla semplice comr·re<>"ione. Dopo dw si era estratto l'intestino tenue in tutta l& ~ua lun~hezza si trovò a!la flessura sigmoidea del colon una ferila longitudinale estesa per mezzo pollice che pe1·ò nc.n perforava l'intestino, ed anche questa fu riunita con su· lura. Po"cia si andò a "'Coprire la fonte della emorra~ia "enosa, che aveYa sc.le alla radice del mesocolon in viciDAnza della linea mediana. Mt>ssi sUo scoperto i vasi sangumanli, questi furono allacciati e l'emorragia tosto cessò. Dopo d1 avere pulila lulla !t~ cavità addominale e l'intestino ~·m soluzione carbolira ;;i p1·oc~delle alla sutura delle pareti ~nlte~"li nali con punti pr ofondi di sola e di filo metallico, si cuci 1 pe 1·t . ~ oneo e la cule, dal'cuuo sc:paralamente con catgut, qumJI si appose ra:::cit:~lura iodofotmizzatn. L'operazione é


.uo

RIVI~TA

rlt1Nit..1 un'nra e cinquanta minuti. Durante l'allo n rurono r·ipetutnmenle praticato ìui('zioni di acquav&t.e e lintnr11 fii di!!"ilnle per comhnltere il colla~ so che la l vol•a pnri' a minnccioc;o. ~o n o,., tante che .-topo sei giorm n t7.JOtle la fl!rila delle pstoeh addominali si ><i riapo>&·tn : colpi di toss;e, il dccor,-u ru fll\'Ol'e\'Oii~ ... imo. Si ,\ POI

ul . . rata la cicalrizznziooe rned&nnl~> l'inne::.t o epid~ rmico. L'nulore dn qué:sto fallo conl'hiude eli~ in Jec::ioni di t:Cnere !:i debba e.-.eguire la laparoll>mia Il più pre~to ~t11le.

Contribuzione alla. oasnilistica delle lesloni vasool arl tra-oranenlli. - Sr-:YOI.t•• - (Cer1tralb . .(1ìr Chir.. ~. 1 7). Uu "Oiolato vt•rwnd 1 a r·i:<<>a con un sun cam •rat.u fu pllo nlln ln~tn òa llllO holt1g-lin da litro sCDglio lat.tli dilli ~eNlArk• e d1 ... lo Ceri !-Of·&·a l'oJ·ecchio destro. 11 l't• rito P"l' mmw~ulu COIIc;ervò lA CO'!Cienza. andò a Javar<>i la ferita unn fonlann quin1li ~i mi::e a l...tlo medicandosi con

If'Nldi. IJn'(wH dopo del fo.tto pe1'0 egli pet·deLte i ~cnsi P l un dioo che fu chiamato ~ubito ehbe a ~~Or.l:llala&·e ,., tanto leggero Ol'l'O!'hiHnenlo ~ !!llnfieu.a d •l!a pllrle. Si m11n JIO!I ·io lo cinn<1si ddln faccm , cotn-ul"n n d• l e,.. remi!! di~<piH'R.

Il pnzicnte mod po •o dopo chP •"!ra entr·alo all'o dnl~. A reperto ueCJ'I)~cupico ~i tro>o a •Juullro ceulimelri

m •zzo ~O ! Il'll il meato uditorio de~tro e~lei'IIO uno ti JunJ.:_a no,·e .lllillimelrt e de~oJ'I'••nl~ Jall'nlto nl ba~so, depl'f''"ÌOnc cd un :::r·nnde "lra,asn "-Hn~ui;-no -..ottO ln )Ollll Ot-~(·f\ 11'0. fo tlut'lt 108ÙI'8 e 1'0::... 0 p81'ÌelaJC, S!l'O\'OSO pnnonhn !'IÌ111ullnnel!meutc e dal mmo anteriore old m cmn~•·t~ mcd in. ehe ave'\'O c::oJT~J'lO una ln~·era~ione c da una (e •!'.Ul'!l gl'ttlldC lfiiiJnl:t Ullt\ lenticchia, del SC110 lJ·ns\'e l'~l• in en1 rbpond •ltza clelia •·occn pelro'>a b·l Lemp01·a1!-. Il ern a d~c::t t•u mollo om'rnico. Nnn vi éra nlcu n'a!lru le<(1on& 4.n allro pnrt i.


CIIIRURGJC.\

lepr& un caso r aro di coxite. - l\o:-o:-:ET. !t1 d1cale8 Tlalges, clrcemhr a ISXG).

Hl (Arcldce.~

L'aulnre ha pubblicnlù un caso rnri::.:.imo di em:ile O"-serTato • h"o.,pednle militare di Am·er ... a. Si tratlfl eli un soldfllt:l di orlizliertR, tli oltima co;:lilu:tione e f!e:no precedcnlt morbosi, il quale entrò il t x Zt.:nnuio del decor·~o anun nel c:uddello o<=pedale A~!iando un dolore nella coscia rJe~lrs; taio dolore era ''ap-o, continuo e mol dclimil&lo tantochè r mrèrmo ora lo ·le::,iznavn nella re~iooe dedi edtluttor r, OI'B n~lln re~ionc .lt!l ra.. ~ia lata; poco a•·cenlualo allt1rcM rinf~t·mo et•a in rÌ}l\l"'O, il dolore !òi e;;sgera,·o. nei mo'\'uncnLi, t!Jml)d(lchr'• il malnlo edl11va •li sppnf!::-im·"i "111 memhro afTl'lto e zoppiCA\"&. Tnle ùolor·e da prindplo non era ~lll"lilì cn l(> ·In nlt;un~ lec:.ione nppnrente: il volumi' e la lungLt•z.za dclln grunba CI'/\110 rwrm/l!l; er:crcitando unn pre<:llion~ ~ui punti dt•c::i~nali c(Jtne •lolt,ro~i. sull~; le::;te o"sec o I!Ui pnuli a<'inliei noli l';Ì sul"citnva doloro, le at•licolazioui r.lcl bacmn c della camua c::ernbrtlvano normali. DA!l'cntr·al!t all'o..,pr..lalo fino olia rnE>la di marzo, cipé per due m ·si in liet-i non compnt'\'IJ nlcnn altro sinl•)mo all'infuot·i del dnlc rt• l'Jiielle e nr>r~i-.tr>nle a tulle le cure, Cl\n intensità 1111\~"Imn 'er-.o In rej::ione nwdin della coscif• ed a:;c::ui forle per dot!'r-mlnnre uuo uotcvole difficolla nel camminare. In questo spn'I.IO di LP.mpo nurermo fu vil-'ilalo da pare~.·ch i me· du•i, ~ a ne"!;!\111(> di CS:oi fu dalo di !"COprire ll!18 le'-iOnO (JUR}!IJR~i lle llCJll\ I'OiOnlln \'('rlehri\IC. ne nelle Arllcoltt?.ÌODi ~l b mo; tullr i tueu:r lerapeuticr aciRlli alla eir·co«\anzA, torM ripoc:.~>, fl'izioni ec •t tonti e cnlmanti, rnrulsh i . fn""cta lure 0 \"IJllolt', furono nv• i in opPt'A; rua a nulla n ppl'(ulllPt.ltt{) : si cominctò perluuto n ,.O"fll'!ltare di una ::oimulnrioue. Dop 1 l!" ere rrmn<:to .,;tn?.ionnrìo per· due rne<:i nP1 1n >'un :;:e e n•~lla sun inten;;itfl, il d1Jioro fem orale aumentò ù'nn cl Il~ ; l'nndr.turn perciò divenne più diflìciie, fìnch~ l'infermo teh~or!\ di non {HJ!t'I'SÌ piu ~<·r·,·irtl d.-lla f.:'Ombr• oh ,.;lt·a . o ftl'-~h ultillli ~Ì•11'11Ì eli lllfll Zl) n m r· te p ù al:tar"-i cla IPLlf•. 0 1 . Ji.!tlo ltnr••••mo .. ' se. ""' I'Vnt " o 111 allo ra lcnevR "l 1 J ecu l n111 lllidort>ale le.!'gc:rrnenle indina to ,-et-so il lt1lo s.nisLI·o; t gli


RIVISTA

aveva buon appetito, digeriva bene, e non presentava disturbo vi;.cerale; finché egli stava immobile non alcun dolore, ma questo compariva appena tentava di vere la gamba; i muscoli presentavano il loro volume male e non erano dolorosi alla prcessione; solo quelli regione anteriore della coscia avevano perduta la loro cilà; del resto, ad onta dell'esame più accurato non si sci,·a a !>COprire alcun sintomo obbiettivo che desse la di tal mic:tero; si confermava sempre più il sospetto simulazione. Il :!iorno 8 aprile fu riscontrata una leggiera LUJnetsz:lOI alla piegatura dell'inguine dettro; ma cosi poco bile che avrebbe potuto sfuggire ad un esame "".'""•R••ì••·'"" che poteva attribuirsi a lesione delle glandole liofaliche; palpRndo con cura, t•iuscì sd uno dei medici visitanti di slalaJ'e una fluttuazione profonda ben manifesta; ed immerso un ago esploratore ne!Ja parte, usci fuori una di pu~. Pr·aLicata una larga apertura col bis turi si diede ad una grande quonlitil di pus brunastro, fetìdissi mo; sonda urelJ'ale intr•odotta nell'apertura vi penetrò per 10 timelri senza incontrare pareti ossee. Si stabili una danli!:'sima suppueazione che necessitò due medicoture g iorno che furono praLicate coll'irriga tore dell'Esmarch e acqua fenicata al 2~> per cen lo. Da questo momento !"infermo fu preso da accessi cht> ~i r ipetevano quasi tutte le sere; la temperalura si a 39·~ cominciò abbattimento, dimagramento e giflllo-Lerrea di pessimo augurio; il dolore non rima!:'e miti~ato dall'apertura dell'ascesso. Ollo ~torni dopo, cioé il 16 aprile, sembrava che la razione diminuisse; ma si riscontrò tumefazione e r~, .•..nrB• vicinanza del gran lrocantere, mentre che tutta la cominr·ia,·a a divenire edematosa. TI 20 fu aperto l'ascesso formatosi verso il g ran e se ne ottenne una enorme quantità di pus brunastro, sifluen lc, fetidissimo; es;.o sembr•ava venire dall'osso ma la sonda non riusciva a dimostrarlo; i due oritlcii comuuicavano. Si p!'Osegui il lavaggio coll'irrigatore eRi


ClliRURGlCA

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minislt•ò il rhinino per combattere la febbrP. ed i fenomeni di collasso; pet•ò le condizioni ge~erali si B!llli'avarono ogni giorno di più; si rnllliifestat•ooo soCfii cardiaci e vac:coJari; l'edema de:la gamba andò aumentando sempre e sì formarono due escare sul sacro. Il 25 si notò una nuova t·accolta purulenta nella regione media eJ anteriore della co<~cia in comunicazione colle due aperture già pralicatP; pPrò si esegul un'altra incisione nella parte piu bassa di'l tumo re per poter meglio lavare ed Pvacuare il pus. Lo stato generale dell'infermo peggiorò sernpt•e più; la ft>bbre divenne continua malgrado il chinino, toccò i 40'; l'edema rag-giunse lo scrolo ed il ventre; sopraggiunse diarrea e subdelirio, e flnalmente iliO maggio l'infermo morì in uno slnlo di collasso completo. All'autopsia :ii trovò l'articolazione coxo·femorale ridotta ad una immensa cavità ripiena di una poltiglia nera, saniosn, fcliclissima, nel mez1.o della quale sorgeva la tesla femorale oompletumonte cat•iata; essa era uscita dalla sua cavità articolare dA cui di~tova cir•cu Lrece11tirnelt'i, ed alla quale non era piu unita da lllcun Je:.ramento; di piu essa era direlta in avanti, ed il femore aveva subllo un movimento di rotazione sul suo &R~e. Tulla la !>Uperficie dell'osso iliaco pre!'<entava, come la leRla clel femore, le lesioni appar·enli della carie avanzara; la sonda vi penetrava colla più grande facilità distruggendo le lamelle; in qua ed in là, e specialmente intorno alla Lesta d~l femore si osserva,·ano delle protuberanze ossee fra~ihs­ s:m" con a<~solligliamento dci sepimenti ed ingrandimento d"'lle areole, come si ric;coutra nella carie. La lesione del1'0""0 iliaco !>i estende ,·a dalla iu!'et•zione dei blutei al forarne ~l~ur11tore; la cavi là coliloi•l ea era ingrandita; il ciglio colidoldeo appia tito; vasi, cartila:;:hli, sino"ia1e, legamenti erano Tf'l lutto ùic:tru.li e convel'liti in una poltiglia nera o feti.la. ale cav1tà putrida ora Jimilala in alto dall'inserzione dei gl utei ma · • ti · ·. SI pro1ungava ver!'o il pube pac;sando sotto il pel0"'0' Il retto interno ed il primo addutore; ~olle..-ali qu~~tì trl11'3('Qj'1 . atIlC Ult 011··SI scopriva una n uovfl cavità allunga la, po~tu t1·a ali ' es. cd estendenll'~i fino alla parte inf~riore della coscia; ~a era ripiena della stessa malel'ia nera fetidissima. La


RIVlSTA

membrana ctluralricc et•a ri~pèttata; non vi era di Yet·so il bacino; i gAnzlii linfatìci situati lungo i vasi l"11iluppali:;simi, e p1·ohabilmenle furono la causa delrarto. 1 polmoni erano affèlli do. r>patizzazrono:; rossa con di epali7.zazione g-rlt:ia, e nel polmonedel>tJ•o vi era un del ''ùlume di una goro~sa noce. H fegato era riùollo ad mas;-:n nern, pulr;rta, ed era difficile il dire se si t una putrefazione precoce ed avanzala, oppure di bizione di lutto tl te;-:sulo per un liquido sangui..,nr.-~~lento. l."autort.>. dopo aver fatte alcune consi.lerazioni sullo l11ppo c "ul decorso della malallia nel caso da lui conclude dicendo che quel'<to. ollt·e a presentare llll ler•~sse <~cienldlro fWL' ogni medico, è importauti!';;,imo medico militare, al quale insegna di essere motto nel negat•e l'esislt>nza di una malatti.a e cruìnJi nel di simulazione, allot·cltè mancano i sintomi obhicLtivi per mollo tempo.

Fra.ttura non riunita. della. clavicola crampo degli sori vani. - BACKER. - (The Lanret, ll:IS6'-

Il dott. Ht~c\{~r lc:<o:;e alla soc>ietà.clinica di Lon irn la <li un cac:;o Iii ft•attura non riunita della. clavicola che pr.':;o"ione !'Ul ple.-:;o bracuiale erl era catione del <lezli l"t'J"Ì\'Sni, e pPr la. quale fu iatta la res~zione della arliculazione con l"nlnrA metallica dei fra!!"menll. con di po>rf<)lllt riunione ddro-;so e completa cesc:;Aztone dei tomi ner\'usi. L"iofermo era un fanciullo di do l ci anni fettnmenle c:;ano ,.;enza pre-:edenti gentilizi. Poco dopo !"Ctla l'u h·ovata rotta la clavicola destra. Fino a tre dietro, •1U(·!'ta condizione nc.n dette origine a<l inc0n benché In fal.o.a articolazione che erasi rormata ro ...se liss1ma 11a in fJUel tPmpo commciò a lamentarsi di l l111~0 l\ brOCCiO del'ill'O C di Ull ~ensO dì pesO nel mA"I8!!11 Due mesi avanti cl~e entrasse allo sped<Jle ei si


CDII\ UilGlC A

oltre il dolore. che le dita cowincia,·ano a lli\"entar rigide e fisse "'opra la mnl1La •1uanrlo ~criv~\'U. Le dita allora lenJt!· vano a <"hiuder~i cri ri nou poteva r~drlJ·izzarle senza una forte frc!!agione. Qmu.do entrò allo spl .lale, fu h·unito che la cla,·ì<'ola de::;ll•a era llll pollk·e e mezzo p'ù cor~& ,]dia si· nii'tru c la --pallll di fJUC~lo Ialo più baf-::;n. !.a cstrcmitil interun del frngruento c:-leruo erasi porbta i.1 basso e dietro la e:-tremilùesternaciell'wleruo. Le estremità fratturate er.mo arrolontlate e mobili liberamente. Il malato fu iovilr.lo a copiare. e dopo pochi minuti l'li os~ùnarono dei rooviwenli spa,..moùici uella mano, e al termine ili una mezz'ora il suo swtlo Jivenlò ufftJlto illegibile, ed ei non pote'a aprire la mu:10 ed aveva mollo forle jl dolore al braccio. Il ripo<:o neìlo sped11le nou procut·ò alcun sollievo, il resultato essendo sempre lo !<l~!<S•1. Un et<nmt.J speciale fatto dal ùott. G. V. P<)OrA mostrò un poco rli alt•ofìa ùella eminenza leuare e un minor volume ùd b1•accio rle:::.tr o iu confronto del sinistL'O. Non si rinlracciò al<: una auomalia di sensazione, ma le c~•rde del r·le":;O bracl!iale nell'ascella e i grossi tronchi nenosi del broccin fut·ono lroval.i più sensibili che a sia.istra. Alla correute furaJif·a mo~trarono rea~rirc tutti i muscoli, Lollone il primo tlorsalo interosseo destro che non rispose a una

del•olu corr.-nte, ma rispose bene quello dell'altro lato. Il 5 &~osto J8t\5 il doll. Backer :oollevò un lembo semilu~ore d1 pelle o muscolo della cla,·icola, resecò la llil:;a arti:Olazione c legò in~ieme con fllo metallico le ::;upertìcie reCise. Tutto fu fallo cun le cure antiseltiche e il braccio e la l!palln furono rncchiusi in una corazza di gesso. La ferita non .ru toccatn per quindici :riorni; allora fu trovata nff~:~tto guartta e senza una goccin di suppurazione, solo rimaneva una rnacchin umida ove ern l>talo intt·odolto un drena ....,.io di eat.. t L .' . "'"' altri .-~ · . ~ ~ed1~atura c la corazza furono ~asctale per e· ~untdict g'IOl'nt, e dopo furono loHe definili'mmenle, la ~~lrtce essendo ben solida e l'osso fermamente riunito con eh o. p~~o ùopo il giovane fu messo a scrivere, e si trovò lrie lultJ 1 sintomi primitivi er ano scomparsi. L'esam e ele lco rnostrò un corrispondente m.iglior am e11to e le unghie


RlVlSTA

delle dita cominciarono a crescere norma lmente, un PIC~tl~ solco segnando la differ enza fra prima e dopo la n·ullora in poi il braccio rapidamente r ipr e::se fo rza e Lutti già rJcor>dali sinlvmi disparvero. Passando in rassegna i var·i casi di frattura non della clavicola, di cui si ha cenno nella letteratura, il dottor Backcr dimostrò che questo caso è unico pei fenomeui presentati, pel lratlament.o posto in opera e per r~sito faVOI'floo vole. La rapida e perfetta unione dell'osso fu attribuila dall'a ulor·e principalmente alla complela immobilizzazione dei fragmenli e alla corazza di gesso. Perttonite diffusa purulenta guarita con la laparotomla. - R. U. Kno:-~LEI.'I. - (A rcldo fii r Klin. Chir XIII, e Centralo. jiir die M ed. Wissensch., N. -;, 1887).

ln un giovane di 18 anni tominciarono i primi sintomi della malallia otto giorni dopo una gran scorpacciata di cil1ege col loro nocciolo. Quando il malato entrò nella clinic3 chir>urgica di Zur>igo esistevano vomiti fecali e notevole collasso. L'esame dimostrò esistPre timpanit~ in lutto il ventre, eccetto solto l'omb~.>lico e presso la sintìsi, o ve la percussione dava un suono oltuso. Operando la laparatomia il gior no dopo si lroYò un copioso essudalo parte sanguigno sieroso, parte icoroso purulento con forte odore fecale, gli intestini erano in parte saldati, io par·te coperti da essudati fre~chi e cosi impiastricciali che non si pote' a l'i conoscere il processo vermiforme, né ivi nè altro,·e era vi alcun punto perforato. Fatta la pulizi~ del sacco perit.ooeale per mezzo della soluzione di ~ublimalo al mezzo J;er mille fu chlusa la parete addominale con sultJra senza drenaggio e quindi app!Jcata una fasciatura occlusiva compressiva. Il malato si ristabilì dopo la operazione ùappr·ima lentamente, poi rapidamente; il vomJto spo~ lauco e fecale cessò subito, dal terzo al quattordicesimo !!iorno dopo la operazione SJ manifestarono profuse diarree che non impedirono la riunione immediata della ferila delle pareti ad• dominali né poscia la guarigione del malato. Questi che circa


CHIRURGICA

un mese dopo la Japarotomia pesava solo 32,4 kg. acquistò 10,8 kg. più, siccltè il suo pe~o aumentò esattamente di !/ 3. Anche dopo fu verificata la buona salute dell'operato. L'au· tore trae dal precedente .:aso le sue conclusioni pienamente concordi con quelle del Mikuliez, cioè che una perilonile diffusa icorosa purulenla, qualunque sia la sua provenienza può solo guarire mediante la laparot'>mia e il ripulimento della cavita addominale dalle masse fetide degli essudati.


IUnSTA DI Pt\TOLOGii ESOTICA Aaoeuo tropicale del fegato. apertosi nelle ICguito da guarlgione. - lli\RLEY TD()M,\;,1 &tuitario dell'e:;erctto in~le:;e. - (The Lancet, diecmL.-e lSSliJ. L'inf~'rmo, pt·e>-entAtosi con i ::in tomi di epolite, O\'CYa di· moraln lt·c onni in uua culdn loculita dell'India, senza avere mni ovulo diC>l'IOnt~riCI eJ ul.utudini inlernperanli. Soi nH·~i irulwtro ovo,·u :;oiTerlo di epatite in Agra. Si lamentavu di Jolore al de:-tro fianco, in cot•ri"1 111denq della t•cgionc t•JJnticH, dolol'c clte si esacerùo\'a nella J!rO• fonc.l•! l'e>:pirnziolll e che si fncEr\a ,.cntirt~ ezinullo allo 8palla omoniuta. A vo va vomttulo il gioi·uo innanzi ed occu:;ava·tu&tot·fl S!'n:;o di nnu:;eu . Si co11slatavo riltvante tnAT~nd itnento del regalo, :::;pecie nt l dtr 7.tOne superiore ed oltu::,itlt e--Le8a a circa un indice e mezzo al disollo del capezzolo: .!"carso h·a::hordtn a il vi!'cer' ;.. l d.sutlo delle costole: di infu!'Sllmonto degli spazii intcrco~tali ~ di illero er·a ass<'nza. La tcmperntura era a !J!)•,:! Fnhr•enheìt al mattino, a sera mon• lava a IOO",ll. Mancu,·e.no i brividi. n 1olso si manlene\'a normale, la lingua em lievemente impaniala, ~li inle8tini sln\'nnb alla ::-titu;h"'z.-.a. Si formul•~ diagnosi di epalilc: c si ~tnbìli inrraltanto uno cum sintomatica. A dbtanzu ili lr& giorni l'mrermo occasò forte dolor~> al re,..ato: accelerata era la respil'ttziono cd un~;iosu la fisonomia. Sovvenuto nppositomeule era al meglio r indomani. Ma, dopo ottiJ giorni di stnuza 111 ospedale, fu pre::;o sul nll'zzodl da brh·ido cou montante tcrmogencsi e ru ~lloro che per La prima volla si m~ slrò il pus nelle deiezioni, in quanlita appro::lsimativa ùi due Ù!'llmme pet• ogni ~cut·ica, ciò elle pose in luce l'ascc!;so epatico. Jniziatosi qumdi un lieve miglioramento, questo


JliVJSTA DI PA.TOLOGIA ESOIICA

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andò progressivamente accentuandosi fino a che il 2 agosto (ave,•a ricoverato oll'o::;pedale il 3 aprile), l'infermo rimesso in nulritione ed tn forze la~ciò l'ospedale senza traccta ii dolore epatico. Il rift>ritn caso rorg<' e~empio di grandi cambiamenti nella strullura del fegato, senza che l'infermo avverta soffl.'r·enze tali da dPporre per serie con~iunlure patologich~. Solamente otto giorni dopo l'ingrrsso nell'ospetlale rascesso epatico !COppiò nell'intestino. mentrP pochi giorni innar.zi queU'uomo ave\& marciato quotidianamente pr>r diel'i miglia ed a,·ev~t \'~n·alo in lodevole ~alule, e IJUe~lo è di frequente il caso quan lo la infiammazione ddl'or·~,mo è causala dagli t fTeUt cvmbinali dell'intenso caldo e della malaria. Giova rilevare che lo scoppio dell'asce!>sO J'u seguito da uo'ùomediala caduta della lempea·alul'a, che si mantenne lievemente subnormale per• dodici giorni: il subitaneo rialzarsi di quesl9 in<~ico lA decomposizione del IJUS, Lanlo più che da pochi ~iorni precedenti non ne cr·o passato di !"Orta nelle fecci; menlre TIOII appenA il nocivo materiAle venne e'acuato la temperatur'8 guodagnò novellomente il limite normale. La previa istoria ùdla epolile, che durò lungo tempo, cagionò indubbiamente la ade>;ione tra il fegato e le parelt addominali, cosicché. bencJ1,.. l'ascesso l:lcoppiasse sollecilamenle dopo l'ammissione dell'mfermo nell'ospedale, il pus non potè versar.~i nella cavità adùoruinale e provocare consestuenl~menle la morte. . F. s.


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RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELlE ---~;-----

Le aft'ezlonl reumatoldl nella gonorrea. (De11t.~. A r e!tic fil r klin. mediein, 1886).

L'autore, contrariamente al parere ili parecchi autor~ pugna la esistenza Ili un'artrite gonorroica, ammettendo nesso causale fra lo blenorragia e le affezioni che talvolta ::;i manifestano durante il decorso della In favore eli questa opinione depongono quei essi nei un individuo ogni volta che contrae una nuova è oLLaccoto dal cosi detlo reumatismo gonorroico. È bile che quest'ultimo si manifesti soltanto quando il blenoiTagtco ha invase le parli posteriori dell'urelra, dire quando l't~fft~zione ut·elrale trovasi già in uno inoltrato . La poliartrile reumatica ed il così detto reumatismo norragico sono due processi mot·bosiessenzialmenle Lo. febbt·e nel reumatismo articolare ordinarto segue t·almente un decot•so parallelo all'affezione articolare, invt:!ce nella maggioranza dei casi di artrite manca completamente oppure, anche se esiste du pri non dura tanto 11uaulo nel reumatismo. La durata ùell'at·lrile gonorroica è maggiore della r eumatica. Il <Ielle urlicoloz10ni affette invece é minore nella forma norroica che ndlu. reumat1ca; e nella prima ha luogo raJo il pa~saggio da un'articolazione ad un'altra. Suole sere sopt'Allutto frequente ed ostinata l'affezione ~lell'nrticolnzione del ginocchio, è molto più rara invece dell'at•ticolnzione del pugno. Quanto al carattere òeH'inflammaziooe articolare è da notarsi che nella reumatica lrattasi per lo più di una sinovile s ieros a,


Rlf!STA DELLE MALATTIE VENEREE E DEI.LA PELLE

45f

nella forma gonorroica esi:::.le d'OJ'dillario una sinovile che

-sta fra la sierosa o la puJ•ulenta, e che fu indicata da Volkmann col nome ùi catarro articolare purulento. Il carattere speciale dell'artrite gonorroica é d,mo:::lr·alo anche della fr equenza della complicazione di essa con un'affezione oculare (congiuntivite, irrle siero"a), la quale colpisce d'ordinario contemporaneamente ambo gli occhi, e si distingue pel suo decorso benigno dalla !:!'l'ave infiammazione blenorragica che ha origine dalla lrasml"'sione dm•Ua ciel ,·irus sulla congiuntiva. Anche n('ll'arlr·rte gonorz·oica si lJanno complicazioni da parl~ del cuore (endo o pericarJile) ma esse sono mollo più rare che nell'arlt•ite ,·eumaltca. Al contrario sono piu frequenti n~tlla torma gonorroica le infiammazioni delle guainE> dei tendini e delle bor·se mucose, e tah·olta si osserva anche la

~ciatica.

È carolteris lico il comportarsi delle due affezioni rispetto sll'aciJo Ralicilico ed ai salicitati: mentre che questi preparati ('SercitMo un'azione specifica n ella poliarlrite reumatica, esse non hanno nessun'azione nr.l reum11tismo blenorragico. La pro~?no~i dell'affezione at•licolare gonot·roica non è tanto faYorevole perché la medesima suoi essere di lunga durala e può dar luogo ad increscevoli fatti residuali, che perdurano per molto tempo nelle artirolazioni affette: aJ contrario poi e~c:a é migliore che nel reumatismo ar·ticolare ordinario perché ~.t••net·alml:'n!e !>E.'gue la completa guarigione e perché l'ec:il'l mortale è r·ari!>c:imo e lt.. affe:cioni cardiache addiriltu:" <>ccezionali. Quanto alla diagnosi di un'artrite gonor~otca upos,.,,bile ~olt.anto'di c:tabilire il nesso etiologico, allorché lrnfPrn,o é c:tato già alTetto da malallie ~:~rticolari nel corso dt ahrt! blenorragie ovvero quando ollt•e alle lesioni articoIeri ··sr'ton .' l:lut' "' Z tOnt· deIl e guame · l endinee, · · " o o lt a l nue, o nevra:;i.., e quando la cu ra coll'acido salicilico non esercita n"sstnm azione. PPr quello che riguarda la patogeoesi del ~~rnntic:rno blenorragico, l'autore ritiene che ne sia causa a mr~>zion · 1 . · st . . e, a l}uale fli'Obabtl mente ha luogo nelle parli po.raé~'Orr dell'urf!tra, dove !Junno sede le ulcc:ra~ioni blenorRtche dovute alla suppurazione dei follicoli. Per la cura


452 IUVISTA DELLE MALATTIE VENEREE E DELLA PEW l'autore raccomanda la puntura dell'articolazione nei cui vi è forte versamento ed intenso dolore. La Ul'e lnllts• curarsi colla massima sollecitucline senza temel'e la duzione delle candelelle medicate ove ne occorra 1'u80,

RIVISTA DI TERAPEUTfCA L 'a.nttplrl.Da nella oefalalgla. - (Rundschau, !asc. 6, 1887).

DolL J. BLAKE

L'autore vanta la straordinaria efficacia dell'antipirina cefalalgia proveniente da cau~e diverse, da disturbi da anomalie di mestruazione, da insonnia, da ec(~esiSi1rG ,·oro mentale, da uremio, ecc. Io lulli ques~i cac:;i, io quelli di nevralgie cr•oniche ricorrenti, l'anlipirina azione eminentemente sedativa e profilattiM. L' serisce di essere stato talvolta meravigliato addirittura rapidità dell'azione di questo rimedio. Soventi mezz'ora ili a'•er somministrato un grammo e mezzo di an manifesta sonnolenza, alla quale tien dietro un sonno rante di breve dutata, dopo del quale gli infetmi si s liberali dalla cefolalgia. L 'a.ntip1r1Da nell'emior&D.la. - DoLt. E. U NGAR. se!w.u, fase. 3, 1887).

Le molte analogie nell'azione deU'antipirina e del di soda indussero l'atrtore a sperimentat·n.e l'efficacia micrania. Egli·costatò che l'anLipiriua sembra avere più sicura e pronta di luLli gli altri rimedi adoperali contro l'emicrania. Somministrata al ptincipio dell' o al manifestarsi dei prodromi, essa impedì lo un accesso tipico, o almeno si ebbe una forma di mollo più mite, sicché gli infermi che d'ordinario


RIVISTA 01 TERAPEUTICA ~tolti complPlanMnle dalle loro occupazioni, si trovavano in-

vece, dopo la somministrazione, al caso altendervi senza note,·ole molestia. Vuolsi notare inoltre che anche nei ca~i in cui ranlipirina veniva somministrata quando i sint.omi del.1CCe!:'!'O ave,·ano ~ià raggiunta una cPrta intensit.à, essa spiegava ancora la suo azirme favorevole diminuendo sensibilmente il dolore. Tullavia neppure l'antipirina costituisce un rimedio sinlomat1co sicuro per tu LI i i casi d'emicrania. In lafuni inrermi essa non aveva quasi nessuna efficaci&, e talvolta accadeva pure che dopo aver risposto bene una volla in un infermo rimaneva senza azion~ in un'altra congiuntura; l'autore pet'Ò non ba potuto rintracciare la causa di questa diversità di azione. Nei casi in cui l'anlipirina esercita un'azione ra,·orevole basta generalmente la dose di un grammo, presa in una volla, e solo eccezionalmente si deve ricorrere alla dose ~ un grammo e mezzo. Un'ora dopo la somministl'azione, il medicinale aveva d'ot·llinario già manifestato il suo effetto; in caso contrario l'autor~ ne faceva somministrare una seconda volla l'ugualé dose oLLeoendo talvolla l'effetto desiderato dopo questa seconda dose. L'anlipirina veniva ordinariamente somministrata in capsule amilacee.

81ll valore tera.peutioo della. plridlna. nell'asma. ed in altri sta.tl dlspnoloL - KEI.EMEN. - (Rundschçm, fase 1, 1R87) .

. Fondandosi sulle espet·ienze di altri autori e sulle proprie, Kelemen assicura che la piriùina possiede una note,·olissima ~fficac!&. antiasmatica, sia nei casi di dispnea inspiratoria sia 10 r"(Uelli di dispnea espiratoria. Questa azione si manifesta non l'Oio colla diminuzione della dispnea subjettiva, ma anche colla diminuzione della dispnea objeltiva e l'autore fa rilevare -che sebbene essa non sia costante in tutti i casi e presenti n~tevoli differenze di gt•adi a seconda delle condizioni indi;td~ali pure ò la più sicura nella dispnea dipendente da afde~~~ni polmonali, cardiache o renali. Secondo la esperienza <C e l~utore la piridina è più ertìcace nell'asma nervoso e nel ardlaco gìacchò in questi casi dà addirittura la impressione.


RlVJST.\ DI TEAAPEUTlCA

di essere uno specifico antiasmalico. L'aut.ot'8 però ril questa azione è sollanto pallialiva. Mentre che la piridina troncare dellnilivamente in brevissimo tempo l'accesso l'asma cardiaco o nervoso, essa non giunge che ad rompere quello dipendente da enfisema, e le interruzioni durano che 8-12 ore, passate le quali l'accesso si Sul valore curativo della piJ•idina l'autore non può un giudizio deflnili"o, attesa la bre\•ità de! le sue o,.:,.c· r'\'A7ìnlllli In due dei suoi ammalali nei quali in segwlo di morfin e cloralil'mo s i erano manifestati disturbi acuii deU' psichica egli potà ottenere la guarigione duratura. osservazioni dov1·anno deciclere se la pirioina oltre ali antìdispnoica possa esercitare anche un' azione prClfi i:1 lutti gli asmatici affetti dai gravi disturbi che seguono costantemente all'uso protratto della morfina e del Se la piridina potesse sempl'e preserval·e tali ammalati questo nuovo pericolo ciò basterebbe già a da re a q rimedio un valore inconleslabile.

RIVISTA DI TEC~I~A E S~~RVlllO ~IEDlm MILIT - --::>o<:;:- --

L a seziono eU sanità. mllitare al congresso del me4111 natura.llstlln B erUno. - Centralb. fur C!tir., N. if1,

l.a sezione sanitaria militare del congresso tenne sedute nell'aula ddl'islìlulo medico·chirur gico FeJeri glielmo le cui r icche ed interessanti raccolte lbiblioleca, menti chirurgici, strumenti di fisica, apparecchi, p1 di chirurgia di guerra ecc.) durante tutto il congresso esposti a disposizione dei membri del congresso mectEISUI~ e degl'rnvilali. Anche nei giardini dell'istilulo sla,·a e~ un ricco materiale sanitario. Vi erano per es. tra "'"'a._.... _ una semplice, una doppia, sistema Oocker, quest'ultima bricato per l'uuiversila di GrieswaldJ !a prima


lli\'ISl'A Dll'EC:'iiCA F. S$1\VIZIO '\I.BDlCO MILITARE

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eazioni speciali di cui più sotto terremo parola; la terza con un pa,·irncnlo fatto di robuste casse nelle quali si possono collocat•e 'JUasti tutte le parti della baracca scomponjbile quando la si deve lraspol'larc. - Si vedeva inoltre una tenda impermeabile (ltmda dtt ufficiale). Tanto nell'aula come nelle tende e nelle baracche furono falle dagli inventori e dai costruttori dimostrazioni e spiegazioni \'arie su diver·::.oi oggetti esposti, dei fJUah molti attirarono I'~:~Lt.mzione speciole ùei visitatori tali per es. : 1') Il tnoùPIIO di una baracca scomponibile e trasportabile le cui ::ingole parli po~sono essere collocate nei comuni car"ri .li fet'I'ovta, e po~ono t•icornporsi cogli ordinari mezzi e usuali strumenti. A questa baracca P. applicalo un sistema di ,·entilazione che a ~econda della stagione si modifica in modo da provvE>dere sempre ad una sufficiente ventilazione eù al rmnovamento d~llo. quota atmosfer'icu che è alquanto debole essendo dai soli dodici metri cubi per individuo. 2') Un apparato pet· H tt·asporto dei feriti gravi, in questo apparato fu riconosciuta a5sai ingtignosa la costruzione che lo r('nde adatto pel Lrasport.o nelle varie accidentalità Ji terreno P nelle diverse situazioni (trasporto in montagna, caricamento nelle carrozze di fen·ovia, ecc.). :i') Un Apparato ad e~tensione da annettersi alla lettiga di Ha~e·Beke ed un apparecchio di sostegno per il bacino da anneller!li pure ad una lettiga, da adoperarsi quando si debba cambiar medicazione oppure da mettere un apparecchio gessato alla pelvi. -i'J Una bat·ella-rnalerasso (Rùhlemann) la quale ha un J~p!Jio t·h·estimenlo facilmente rtmovibilc; riempiendo questo di paglia si t'improvvisa un materasso. La barella pesa soltanto 12 cbilogt·ommi e può essere facilmente scomposta e aff'arò~>llatu . . 'Jj Yarii apparati pet• comprimere ed impaccare il materlalA di medicazione antisettica. 6') D:te cat·ri rli sanilù modifica.li secondo le piu recenti prescrizioni del N\golamento sanitario. La serie delle conferenze delle quali crediamo utile dis-


Jl[VISTA DJ Tl!:C:SlCA

qui un breve cenno fu inauglll'ata da B!lrdeleben colla guente lettura: Prevenire la perdita di sangue nelle amputazioni sMl di battaglia. - I l prol'. Barc.leleben dichiara di ncom)soerer"!l grandi e s~gnalaLi ser·vizi in genere che l'apparecchio Esrnarch presta alla cbirUJ·gia militare, ma per 'cèrti specialmente per la disarticolaziona.della coscia e <\ella vorrebbe che all'apparecchio d' Esruarch si sostituìsse compressione digitalé e la previa allacciatura doppia gr·andi arterie e vené sul $ilo dell"amputazione, come e:rli consigiiato già da vent'anni, oppure il processo insegnato E. Rose pet· la disarticolazione del femore (formazione lembi cutanei e incisione a strati delle restanti parti con successiva allacciatura di ogni vaso sanguinante). sopramenzionale operazioni il metodo di Esmarch è Sul campo di battaglia poi alire circostanze concorr ono menoroarne ancor più il valore, tali sono: i•) Difficoltà di lenef'e il materiale pronto in tempo pace giaccbè i lubi di gomma se non si a,doper.ano la lqro elasticità; 2') L'emorragia dei piccoli vasi dopo levato il tubo la paralisi vaso-motoria, il quale accidente rende sario un grande numero di legalu.r e e fa perdere un prezioso. Se non si vuoi rinunciar·e alla ischemia si più v.antaggimso sosti~uire alla fascia di gomma ed al la fasciatura dell'arto (dopo elevazione ·del mede~imo) una l>enda di tela inumidita e l'applicazione di una ordi cinghia da torcolare senza cuscinetto. Discussione. Reizmann esprime il desiderio che l'a reccbio. di Esmarch 1 il quale. ha il pregio di facilitare operazioni sia consePvalo per la chìrurgia di campo. Egli non crede punto alla paralisi dei vasi; se anche rendessero necessat'ie molle legature, la differenza del voro sarebbe minima quando si avesse la precauzione mettere l'arto in posizione elevdta. e di usare il solo senza la fascia, e prima di toglierlo allacciare tutti i più coli vasi, col quale processo i medici devor:m essersi gliarizz.aLi con frequenti esercitazioni sul cadavere.


K S.EilVJZIO MEDTCO MlLlTARE

Bardelebeo fa notare che anch'egli per il maggior numero delle oper,·aziooi crede indispensabile l'apparecchio d'Esmarch, ma dice che i differ·Pnti risultati di Bergmano riguar.lo alle emorragie dopo la rimozione del tubo si dovrebbero '->piegar·e colla modificazione da esso adottata del processo di Esmarch cioè rinunciare alla completa ischemia tra!a"Ci&ndo l'applicazionl' della fascia di gomma. Se poi )"alterazione che si osserva sulle parti strette dall'apparecchio dopo le,·ato il tubo (coloramento rosso cupo della pelle ecc.) 'sià da allribu1rs1 a pat•alisi vasomolol"ia egli non intende disculPr!•; aò ogni modo questa alterazione ci rivelerà sempre unà abnorme dilatazione di vasi. Knoeveno~el tenne la seconda conferenza: Su l raffreddamento e sulla relazione dei fattori meteorologici colle malattie infeUive. L'ot·atore enumera le diverse ipotesi lentate per ispiegare il processo del raffrerldamenlo e viene a questa conclusione, che il ratl'reddamenlo quale caul'la di malattia debba t•iLenersi tale soltanto in r igua rdo alle affezioni reumatich e locali e non può avere alcun valore come causa pr•edisponente o prossima della mala.llie infettive. Solto il punto di vista eziolo~ico dei morb1 infeltivt debbesi assegnare maggiore peso alla disposizione individuale, che non ostant.e sill alquanto tlifficil+> a comprendersi, pur tuttavia esiste certamente, ,,d inoltre ai momenti meteorologici (azione delle intemperie sopra i germi d'infezione). L'oratore nel mentre fa r•i Je,-are i grandi ,·antaggi che si portano alla statistica militare con questa Jiscussione,illustr a una. serie di laYole numeriche che. egli negli ultimi quattro 80111 ha comp•lato sulle malattie eh(} banno una pari o meno a~~le Parentela coi morbi d'infezioue e rifereotisi alla guarntgtone di Schwl'rin (cit·ca 2000 uomini). Quelle tavole dimo:~rano non csse1•e l'inalzamento o l'abba"Ssamento repentino 1 temperatura quello che come fattore eziologico sta in ~~~~orto co!l'insot•genza nelle malaltie infettive, ma piuttosto ee ·~temperie prolungate colla loro azione sui germi 1norbosi dtrnoskan() ancora che l"a;zione di questi agenti atmosfe-


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RIYIST.\ DI TEC~!CA

rici sullo morbosita non "i fa senHre improvvisamente soltanto ùo~o un cel'lO tempo. 3 WERt-:ER - Le bar aeehe ospedali trasporcabili . baracrhe hanno fatto buona prova nella guerra di secEll!SiOiill e nella campagna del lSi0- 71. Esse però non sono più ficienli quando avviene un soverchio ingombro ru maiali di feriti. Siccome poi suole manr.are lo spazio e quello che si dispombile s1,csso non è adatto allo scopo, cosi non allr·o 111ezzo in simili casi che provYedere allo sgombe:-o, pet·azione soggella a molti pericoli e la costruzione visata rli baracche. Per quest'ultime accade cosi di f1·eq che manchi e il luogo e il materiale opportuno che lo Pit·ogoff p. es. nella campagna turco-russa dava la prefe alle lenda- ospeùale che pure é un' istituzione assai i pleta. Nella Bosn ia e nell'Et·zegovina, le baracche scomponibiU trasporlabili mandate da Vienna banoo p restato ottimi vigi. Ad Anversa r(e furo11o esposti modeUi in gran Attualmente si stanno facendo molti tentati vi per ltl co;:lruzionc. Discu~Jxione - Kirc!Jenberger ritiene essere una ili il cl'edel'e che in guerra si possa essere tanto fortunati tron1r mal•>rit~le utilizzabile per improvvisare tali u .... a ..... - Fa poi oc;~ervare chP le baracche mobili furono usate in str:a uel187 c che Prrogoff e Michaeli hanno già ll'allalo loro coo;:tr·uzione in tempo d1 pace. \Ye~ner invece vorrebbe che non 8i rinunciasse alle zioni tmrrovvisate. A suo par ere sarebbe sempre ottima il sapP.r trarre profitto da un materiale qualsiasi anche to~o. Dopo la battaglia di \\'orlb in 24 ore furono ""'•tr•11con solP. \.aYole e soli tr·avicelli cinque baracche che poi per lungo tempo. 4' Ra.:GER - Dimostra::ione sui risultati d' sull'azione d''Ì wojetlili con speciale riguardo alla n -t'I'MI.Qrlll idr aulica. - Rieger rlimoslra per mezzo di tavole e tolti da un ,:rran numero di preparati la pt•essione sopra i var·i tessuli del coPpo. ln questi sperimenti che


E SERVIZIO liEDICO MILITARE

fermano pienamente i r·is.ullati oltenuti nei passati anni, ~i tirava contro srntole di !alla (r•ipiene di carne e provviste di un manometro a massimo), contro ossa denudate e sopra animali vr\•en ti (cit•ra !~00 volle), cavalli, montoni, maiali e si fravu con proiellili di ,·arie soi'La, di piombo molle, di piombo dur•o, •·oll'involucro di rame cd acciaiO saldati assieme di solo acciaio e proiettili del revo! vet• adottalo per l'esercito. Il liro era e!'e~uilo a distanze ~radatamente divet•se e calcolate a 25, 100, 300, 600, 000 e 1200 metri e raccogliendo poi accuratamente tutti i projettili. La •1uantilà della pressione idraulica si modifica secondo la costituzione fisica del tessuto colpito (per esempio r abbondanza tfacqua) secondo la ùislanza del tiro e secondo la co,..tiluzione del proiettile; nppure dipende: 1• dalla velocità; 2• dalla deformuzione del proiellile; s• dalle condizioni dellA superficie da colpirsi. l risultati ollenuti furono rf\si visibili mediante llisegni e tnvolc e vennE>ro rilevati lutti quei fenomeni che in ogni singolo e~perimento er·ano da attribuirsi ei~lusil'alllenle nll'ell'elto della prossione idraulica. Sparando contro un tr·ooco di quercia i proieLlìli che st deformavano non lasciavano punto scgoi ùi bruciature o di ~rbonizza­ zionc oppure non imprimevano che leggere lraccie sul legno, mentre che i proiellili che non si deformavano producevano quei segni mollo ar.centuali. Rieger \'alul.ava la relativa tem['('ratura all' incirca secondo il grado della carbonizzazione, come veniva indicato dalla segatura di quercia immersu nel rn~'rcurio a diverse temperature. L'ot•alore chiuse la sua lettura coll'osservare quanto sia importante per la prognosi e Per :a cura il distinguere i colpi d'arma da fuoco con o senza p:·e~srone idraulica, e che nelle future guerre le fet•ite d'arma 1111 fuoco diventeranno ptù gravi se oon ci occuperemo oltre che del loro trallamento anehe del modo con cui sono pro-

dotte. 5 ' BERGMANN. - Dimosfra~ioni di .fratture per arma ~a i~fJeo del cranio. - In grazia degli esperimenli di Rieger, 1 ~ur valore non può di!lconoscer·si, è sciolto il problema sulla

aztone dei proiettili, e si è stabilita una

bas~ scientifico-


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Ili\' fS l\ O! 1 KC'IìC.\

::<perim~'nla le s"li·la e duruliH'Il a 'lliCSta pa1·te imporlnn li!~ir.-. della clur urg•a ùi guerra. A I'JUesto propo~ito Ber!tmann ricorda lo ferila riportata da I.incoln nella quale si 6 trovato esoftalmo, emorra~tia del· l'orbita, e frallura òi una volla orbitale, menlre la palla fil trovata an mezzo al cervello; falli code::;li eh·· sta nn•l a dimostr·ore l'azione della pr·e!'l~ione idraulica. Ln produzione di questi fonomf'ni è Òll addebilar"i in parte anche all' ela~t.i­ cilù della volla craniense. In !'f'~uilo il Herg-mann illus~ un !:rande numero di ca<-1 di fente del craruo per arrna da fuoco J!l'esi dullu sua raccolta; t'orile penelranli, non penetranti, con o senza l'effetto della pressione iù•·aulira, e nel 1:nostrarne o!!ni ~inEtolo prt>paralo, accennò nnche per !'Ommi: capi le norme pl'incipali di cura. l più interessanti ùi questi ca~i furono : quallr-o ferite tangenziali df'l cr·anio di forlll4 tipica che ertHlO put•e consociale a frattura Mila volla orbi· tale. "' <h Ua lamina cribrt)~O dell'etmoide. l noltre alcuni caSt d~ esle~t> distruzioni pt'OIIOLle òa proiolLile di fucile (con e(• l'ello dr pressione idraulica) e chr per i loro carallcri esterni ~i cr..Jevano prima pro-tolti da sche~:tg•e di ;:ranata. e ~ nel· nwnle un caso di feriLa d'arma da fuoco ùella mascella in• fet•iore 111 cui un condrlo della medel:'ima fu "['inlo attra,·e1110 la base del cranio enl!·o In ~os ta nzn cerebrale. G• Lcowto. - Sopra certe produ;itmi os,ee act>iclentoll causate dai militari eserer::i, con dimoatra;ioni e preparati. - Kuhn nell'anno 18:'!0 Òf'"cr·iss~> pf r ti primo qu~to a-enere tl'ossitìcazioni dte t·gh constatò alla "PAlla <:inr.,lra; plu tardi .que~Le ossa "Ì osservat·ono spesso e furono allribuile alla pressic.ne del fucile. Ogg•~: orno le armi por·talili sono più leggere e 11uindi 111E'Slt' ossa l'Ile si son lro,·ale nel muscolo deltoule. nel p~llorale e ptlrtìno nel bicipite con un volume tll un pisello fino al un O\'O d'oca ~i son falle più rar·e Le 0"'"'•flcazìom nei mu ..coli aùJutlorr COll"t~<'Utìve all'e~ercizio delle equila;done fut•ono osser·vate mollo più lal'di e Biih•olh fu il pruno a lescr•vule nel l~l:H, quindi le i lu.,trarono il "' e nraf nel 1&711 e J os ephson nel 188t Lu lwig fa co solo tre ca!"i di una specie di osstfkazioni che per la !or·o


E S&l\VIZIO MeDICO llfl.JTARE

si dil·ebbero prodotte dal cavalcare ma per la loro eziologia sàrebhero più affini alle os!"a accidentali prodoue dalla pressione dell'arma sulla spalla. E<>se consistono in prodcHLi ossei nel mu!Zcolo vasto esLerno della coscia sinistra ai quali vanno !!Og!!elti gli uomini dj cavalleria in cau"a delle continue per- ~ cosse che riceve dalla pesante sciabola la c()scia sinislt·a durante un prolungato galoppo. Tutti quelli che hanno osservalo queste ossa accidentali sono collcordi nel!'ammellere che esse si producano piu facilmente quando si ba da fare con cavalli col galoppo duro e che i primi sintomi della malattia (Fronfiezza diffusa e dolenle in tutta la coscia) sono insorti costantemente sotto srorz1 esagerati e p1·olungati. La g1•ande rarità di simili casi (Luqwig non ne ha ll'ovalo alcuno oeiJa letteratura) e quasi inesplicabile una volta riconosciutane la cause, Egli presenta all'uditorio un esemplar·e·di ossa accidentali estirpale nell'ospedale presidiario dj Melz; pesa 120 grammi (il più grosso prodollo ossP.o di questo genere lloo aJ or a conosciuto non pesava elle 30 grammi) ed è lungo 2~ cenUmelri; è provveduto di due apotì:si spinose, una breve alla sua estremità s uperiore, l'altra lunga all'estremità jnferiore. Il dotl. \Yegner fa osservare cbe queste produzioni ossee anche allualmenle non sono tanto rare, contrariamente all'opinione di Ludwig giac~bè egli ha polulo vermcaroeJ3 casi in uu anno tra i corpi di un presidio. ;• ROTH Le piic importanti pubbliea•ioni sul sern-

;ic medico-militare e chirurgia di guerra nelf:anno 188 5. - Fra queste sono da notat'Si: t• n seUimo volume del rapporto sanitario sulla guer·ra del 1870-il che ha per Ol!gello le lesioni ed affezioni del sistema nervoso. La compa1·sa t.ardiva del rapporlo lu1 permesso di seguire fino agli esili più costanti molLi dei casi ivi registrati ed una osservazione piu accurata dei medesimi; 2• Il rappo1·lo della guerra russo-turca pubblicato per cura del governo t'usso. ò diviso in due parLi: parte prima; l'armala del Caucaso (l8Si). sopra 37~i0 decessi san 2000 avvennero per ferite, gli altri per malattie interne tra le quali primeggiò il Lifo che n~ uccise 20000; pa1·te seCOnda; rappor·to sull'armata del Danubio (188:>) tra Je cose notevoli che essa contiene sono degne dj particolare menzione le


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RIVlS'rA DI TEC~JCA E SERVIZIO MEDICO l!lLIHkK

perdite ingenti sotrerledal corpo sanilario(565 uomini deiquaU 1ì 8 medici~) 3• La relazrone sulla insurrezione dell'Erzegovina, (:\!yrday) fu elogio della medicazione mis La di iodoformio .e. sublimalo in guerra; 1• I rapporti sopra la campagna degli inglesr in Egitto contengono l!·u le altre cose le istruzioni emanale dal dir~tlor generale Crawford per le spedizioni nel Sudl\n or·ientale. istruzioni che sono segnalate come modelli p ...r Mpienza ammrni::>Lraliva di quel servizio. Altre più bt·evi pubblicazioni degne di nola sono: 111 spedizione dei f1·ancesJ al Tonchino, !a guerra serbo- bulgara, la spedizione degli inglesi contro gli Acka, la guerra civile della Colombia. - L'illustre Sct·lltore chiude la sua contel'enzA coll'annunciare e commentare un a!Lro impot·lanle av· ven1menlo nella chirurgia di guerra ed è la pratica ohbligf\lol'ia della medicazione anliseltica al sublimalo delle ferite sanc1ta in seguito ad una conferenza sanitaria tenutasi nel i884.

so KROCflfm. - Sulla medicina {/eog rajlca nelle NIW re. !azioni rolla statistica medica militare. - L'igiene militare deve valersi dei t'isultali della statistica medica geografica, ma allrcltauti necessarii sono i risultati deJJa slalis Lica me· dica militare pet• la medicina geografica. L'oralor·e "i limila a clilucidare la prima di qnesLe due tesi, p1•enJendo per le epidemie di di!"senleria e di tito cbe travagliaror.o l'esercito mobiliLzalo nella campagna dél 18ì0-71. Lo c;coppio delle epidemie avYenne sempre 1mprov~iso, istantaneo, nelle campagne di ~uerra che "-i sono a luogo continuale. Se al· lora fosse esi..:tila una sufficiente statistica medica a-eog:J·afica, mollo probnhilmenle si sarabbet·o Hitati i passa::r~i per paesi conosciuti come infetti o per lo meno nella impossi· bilita d1 evitar•li !'>i !'tltebbero prese norme igieniche opportunE' per d11ninuire il pericolo dell'infezione. Il valore che la medicina geogr•afica presenta di fronte a ll'igiene mi· lilare sta precisamt>nte in questo nelfarci prevedere leepiJemie c pc1• conseguenza metterei in caso llncl1e di provYedere per scongiur·Are uno dei piÌl gl'avi pericoli di cui è continuamenLe minacciata lu salule uegli eserciti in guerra.


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RIVISTA D'IGIENE Esperienze comparative d'innesto colla linfa vacclnlca &Dlmale ed umanlzzat&.- (Dezds. Miliiiiriir:tl. Zeitsch.). Una determinaztone del ministero della ~uerra, sezione sanitaria, in Germania, prescrh•e cbe allo scopo di risolver e ;1 quesito sulla utilità eù opportunità ùella vaccinazione colla l1nfa animale pet·le reclute da rivaccinarsi nei singoli corpi d'armata,si facciano esperienze comparative con l'una e l'aJlra d~lle due linfe. Per l'attuazione rlelle suddette esperienze sono prescritte le seguenti norme: i • Gli individui ua vaccinarsi saranno distinti in tre gruppi d'egual numero, di cui uno si vaccina colla linfa di Pis>'in (?.) ìl secondo con linfo animale tolla dall'istltulo vaccinico di Beroburg, il let·zo con linfa urnanjz.zatll. Ritruardo alla f'Cella dirruesl'ul ti ma si prescrive che si prenda pura linfa da un bambino (linfa mista a glicerina nellA proporzione di uno a tr1•, fresca oppur consenala, io quesl'ulllmo ca~o però che non abbia l'età di oltre due mesi. Hivaccioazione da braccio a braccio. ~ Tulli e tre i j:!ruppi dovono essere rivaccinati da un solo medico milit.are e con un solo metodo di vaccinazione. :r Se due successivi iunesli con linfa animale sono rima,.ti !<enza effetto, qualora le circoslanze lo permeltano, si !a~cia il L<>rzo inne'>to con linfa umaniuata. Si procede egual· mente dopo il secondo innesto su quelli del t• gruppo nel ca~o dle avesse a sortire esito nullo la vaccinazione colla linfa umanizzata. , 4• La grande consistenza e quindi la maggior difficoltà <l Applirazione che presenta la linfa animale rende necessaria l'ir · · . lCtsione anziché la punlut·a. Colla hmceLta o col collello da Innesto si devono fare incisioni, non sanguinanti dèlla lunghezza di 3(4 o di un ce n li metro (semplici 1, doppie Il, op -


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pure crociate e devono essere fatte in modo che possa passarvi sopra, con un bastoncino d'avorio linfa e tenendo rinserrati alcun poco i mat•gini dell stessa. Bastano per regola do 6 ad 8 incisioni per ind Pee accogliere la linfa serv~ benissimo un porla oggetti cavato. Dopo fatto l'innesto di ciascun individuo si devono gl'istrumenti, ed è proibito inting~re la lancetta non per una nuova rivaccioazione o raccogliere gli avanzi linfa dal braccio di un vaccirtato per userli sovra un da vaccinarsi. 5' Si terranno quali indizi s icuri di esito completo la stola normale o una vescicbella ripiena di liqutdo. La papula non si deve conlare tra i risultati positivi. I letti mlllt&rl e l& dltfna1one 41 m&l&ttle oont&glOH. FERRON. (Deutsche Mecti~tnishe Wochenscltr{ft, N. 30 dicembre, 1886).

Un soldato di fanteria del pt•esidio di Perigueux il era appena rttoroato da licenza dal proprio paese dove minava la scarlattina cadde malato per la stessa Egli allaccò la malattia a tre suo1 camerala prima di trasportato all'ospedale. I letti di quei qua~tro scarlattinosi furono manùaLi al gazzino colla indicazione scritta da clisinjettarsi e anche contrassegnati con un cordoncino nero. Sei mesi tardi ammalarono per scarlattina tre giovani I'Cclute incorporati e questi alla loro volla infettarono aiLri undici dividui. Ferron dopo un'accurata visita degli oggelli letterecci entro i materassi appartenenti ai letti delle tr·e reclute i doncini nel'i coi quali si erano contrassegnati i lellidl'l '""""··-~~ tar3i sei mesi prima. Ullet•iori indagini poi fl!cero vedere la disinfezione di quei lelli che servirono d1 "eicolo zione si era limitata a lavatura e pol>erizzazioni di fiori zolfo.


o'JG !E'i E

:&loerohe sull& n&tur& dell& mal&rl&, eseguite dal dotlore B ER:\ARDO ScHtAvuzzt

in Pola (Islria). - Nola del socio

c. To~\fASt-CtWDELl. - ALti della Reale accademia dei Lincei. Seduta del 5 dicembt·e 1886.

Il professar Tommasi-Crudcli riassume i nuovi risultati ottenuti dal dotl. Schiavuzzi, dicendo aver que$ti riscontrato custan.temente il bacillus malariae nell'atmosfera di tutte le località malariche da lui esplorale e non mai in queUe dPlle salubri; nè nelle acque del territorio di Pola, salvo che in fossi di scolo di due località note per malaria. Questo sclùzomtcete è aerobio, e si sviluppa alla ::.:aperficie delle gelatine di cultura: inoculando le cullure in conigli albinì veggonsi r iprodurre in essi febbri intermittenli a tipo terzanario e quotidiano, con iperplassia splenica, formazioni di pigmento nero, ecc., e nei globuli rossi del sangue, specialmente in uno dei corugli inl'etti, furono riscontrate alcune delle principali alterazioni che adesso, dopo i lavori di Marchiafava e Celli, sono considerate come un segno patogoomonico della infezione malarica. Nel sangue degli animali di prova, nella polpa splenica ed anco nelle glanùule liofat.iche addominali si trovarono corpiccioli rotondi, a contorno scuro, che lo Schiavuzz.i ha molli dali per ritenere spore del bacillo morbigeno. Ecco le conclusioni del dott. Scbiavuzzi: • i• La presenza costante di un bacillo, morfologicamente identico a quello descritto dal Klebs e dal Tommasi- Crudeli col nome di bacillus malariae, nelle atmosfer e malariche di Pota e la sua assenza nelle atmosfere di località non malarlcbe; • 2• Che le colture pure di questo bacillo, ìnoculato ai c~nigli, provocano febbri le quali hanno tutte le caratteriStiche (anatomiche e cliniche) delle febbri di malaria ; . • ~ Che mettendo il sangue, la milza e le glandole Linfattche addominali dei conigl i febbdcitaoli, in condizioni favorevoli allo sviluppo di questo schizomicele, si produce una vegelazione piu o meno abbondante, ed in alcuni casi ab-


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boodantissima, di un bacillo morfologicamente quello che servi a procurar e la infezione; • 4• Che negli animali ìnfeltali mediante culture sime di questo bacillo, i globuli rossi del sangue , u.uu•~ quelle aller azioni, che Marchiafava e Celli banno come caratteristiche della infezione malarica. Fatto il viene a conferma di quanto ebbe a dire il nella u!Lima sua comunicazione all'Ac-cademia dei Lincei, ehe tali alterazioni dei globuli rossi non sono ùcvute sviluppo entro i medesimi di un parassita animale (che suno ha trovato sin qui, nè nell'aria, né nelle torre ~be); ma sono invece l'effetto di una degenerazione pei buli rossi, dovuta, direttamente od indirettamente, di un fer mento mor·bigeno di tulL'allra natura. • Que::;lo insieme di fatti ha indotto il dott. Sch ritenere che il bacillus malariae descritto da Klebs e rla masi- Crudeli nel i819, sia veramente la causa clelia Egli si propone di esporl'e ampiamente le sue ricerchGin prossima pubblicazione ed annunzia fin da ora all'ac:ca<tlell~ ch'egli ha raccolto dati sufficienti per affermare cha la larla di una località mala.rica aumenta a misura che a lo sviluppo di questo bacillo nella medesima. • Sulle relazioni dell& batteriologia. con la. chirurgia, ENI'lY Powen. - (The Lancet,

L'autore dopo aver diviso i funghi secondo ~ ... h~•'" 11' 11 801 in quattro gruppi, cioé funghi propri, micetozoi, celi e scbizomiceti, si ferma su questi ultimi come eho entrano nel campo p~;~tologico della chirllrgia, e li secondo Klein in miceococchi, batterii, bacilli e -suddivide ciascuna di questa specie in zimogenici, cromogenici e patogenici. Chiama seltici quelli che rano, od accompagnano la putrefazione della materia nica; il loro lavorìo rassomiglia alla digoeslione dando primi prodotti i pept.oni, la leucina, la lirosina e gli ;g"rassi, e per prodotti finali l'ìndol, il fenol, il solfuro geno, l'ammoniaca, l'acido cal'bonico e l'acqua. Il m fltell"'lll


D'tGI.ENE

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-della putrefazione, quantunque non vivente, se introdotto nell'orflanismo animale, può eccitare una setlicemia, da distinguersi bene dalla piemia, falla d'un principio vivente capace di mCIIliplicarsi. C o~s l'introduz.ione delle sostanze set1iche produce effelti proporzionali alla q11antità introdotta. mentre una piccola quantità di sostanza piemica può produrre numerosi e vasti ascessi. l microbi zimo~eni inducono fermenla.zione, la quale, se condo Pasteut•, puo essere alcoolica, lattica, Yiscosa, aceUe~, ~mmoniacale, bulirsca e putrida. l microbi sono sempre privi di clorofilla, !'ono aerobici traendo !"ossigeno da' mttteriali su' quali agic:l'ono. Le fermentazioni ammoniacale e putrida sono della ma ssima importanza chirurgica, la temperatura più favor evole é fra 300 e :J3• C. l microbi cromoA"eni sono sempre aerobici. sviluppano una materia colorante come il micrococcus prodigiosus che arrossa la neve, il bacterium rubescens di Lankester, ed il ·badcrium cjat'W!Jf'1ì.on che dà il colore bleu al latte. l microbi paLogenici sono quelli capaci di generar ma'lattie, ma si riguardano come tali, quelli so!Lanto che si trowmo costantemente in una data malallio, o cbe isolati e coltivati, possono r iprodurla se introdotti nell'ot•g-anismo. Gh schizomiceli sono tulli micr oscopici, ed alcuni pos>;ono l'!'!'er visti e:olo con fo rli in~ra ndimenti, banno una composizione speciale delta da Nenrki micoproteina. scevra di zolfo e di fosforo, e non precipitabile con l'alcool, alcuni sono mobili altri no, alcum han bisogno deU' ossigeno dell'arsa, altri \'ivono senza ùi esso. Vi sono ancora di,·ergenze fra gli osservatori circa lariprodnzione genuina de' microbi, e ~lillenz~veig osserva che Rsrebbei'O inutili tulle le precauzioni igieniche, se i microbi pato;eni potessero l'SSet• generali da mict•obi innocui, mentre ~ all'opposto fos!'.imo sicu1·i della ~pecifìcilà delle varielè, 8 e "'. c?noscessimo a fondo la loro sloria naturale, origine, co~rhzsoni di temperatura e di ambiente, riproduzione, gertnsnazione delle spore, e simili, noi potremmo imparare a -con?scere il nostro nemico, c trovar mezzi per sterminarlo. L autore dopo aver descl'illo i micrococchi più interessanti


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pel chirurgo, Gioè quello del pus delle piaghe .scoperte, dell'edsipela, quello della gonorrea, quello della J.ll11o1n•:~~ feriore acuta e quello della ~ecrosi progressiva, bacilli. Un esempio tipico é dato dal carbonchio studiato a da Koch e Klein; esso non dà spore nel corpo ma si moltiplica per scissione. E stato il primo es1~m1~ microbo dimostrato morbigeno, che attacca uomini mali, è aerobico, le sue colonie riprodotte nella gala mano masse increspa le a conto mi ondulati, inoculato in coUssima quantità nelle vene de' topi, conigli, porcellini pecore, cavalli, riproduce il morbo che ne' piccoli mortale in 24 ore; però le succP,ssi Ye inoculazioni sullo animale attutiscono il morboso effetto. P astéur e dimostrarono che l'esposizione del bacillo del temperatura moderatamente alla ne diminuisce la Lustgarden nel 1885 dimostrò all'evidenza un microbo ciale della sifilide, facendo delle sezioni che poneva neiJI) lozione d'aniljna C()O soluzione alcoolica GQncentrata di ziana, e ne toglieva poi il colore con soluzione di · e permanganato di soda. l fiocchetti di biossido di nese erano poi sciolti neH'acido solforico e la sezione pari va perfettamente incolora, ad eccezione de' bacilli sifiliòe, i quali rassomigliano a quelli del tubercolo, curvi in diverse direzioni, della lunghezza di circa 4,5 Jlo un ingrossamenl'.> ad una delle eslremitit. Con forte dimenlo appaiono d'un Del colore bleu con macchia distanti che secondo lo scopritere rappresenterebbero spore. l bacilli son contenuti in cellule grandi, ovali o ligonali in gruppi da due ad otto, incrociati fra loro. S~rlimpell ha recentemente riciJiamalo l' aLtenzione etiologiche relazioni ft•a la tabe, la paralisi pro sifilide. Gli attacchi di tabe molto tempo dopo un sifìlitica non ci sorprendono, perchè sappiamo come lunghi e cronici i mali sifìlitici. Bisogna anche riflettere le ptomaine prodotte da bacilli della sifilide non tanto mente emigrano come i bacilli s tessi, ma CJUesli dalla corrente sanguignn, possono essere arrestati in


D' IGIE"'E

,gano mollo vascolare, come pel' esempio l'iride, qttivi moltiplicarsi e prodnre un'irile sifllitica. La stessa cosa acca-drebbe nella parali'Si progrcs~iva. 1 recenti lavori di Roser, Heìberg, Rosenbacb, GOltingen ed altri han tlelucitlato lo patogenesi del tetano. e dopo che Billroth ebbe ottenuto risultati negativi inoculandolo nel cane che e refrattario a tale malattia, Carie e Ralton ricscirono, e di 12 conigli inoculati, videro il tetano in 11. Rosenbach ult;mamenle ha inoculato Jue porcellini d"india prendt·ndo il materiale da un individuo morto di tetano all'ospedale da un'ora. Gli animali morirono di tetano nelle 24 ore. Il pror. Fliigge infot·mò Hosenbach d'aver trovato il bacillo del tetano, ma di non potet• trasmetterlo ùa una cultura in un'altra. Allora si pensò al cosl detto commensalismo, alla necessita che qualche altro fungo ne promovesse la riproduzione al'tsorbendogli l'ossigeno; e quesl"ipotesi è sostenuta dal fatto, che il tetano si sviluppa nelle ferite complicale a penetraz.iono ùi c01•pi estranei, a nccrosì od a gangrena. Per 1lpiegarci l'azione genE' t'aie dPI tetano, dobbiamo supporre che i bacilli dal centro d"inoculazione si l'lpargano pel corpo, e l>Oi ciascun d'essi diventi un centro n'infezione. Co~i potremo comprendere come a principio vi sia una tensione, un tono locale che in ultimo diventi diffuso a lutto il sistema nervoso. In qual modo questi ot·gani~mi esercitano la loro triste in~uenza sugli animali superiori? Come SIZiscono, per esempio, 1 bacilli della febbre splenica sul bestiame? L'autore procura di ri«pondcre a tale domanda con le segu~'-nti spiegazioni: prima di Lullo essi possono col Joro sterminato numero invadere l'organi::>mo, e siccome i bisogni di loro nutr·izione po.,c:ono essere mollo piu compHcali di quelli -<.iell~ cellule vi\·enti, el"si possono consumar lutto il materiale nutrtente dell'or::ranismo, ed affamar le cellule. In secondo luo~o POl<sono intralciare le funzioni degli organi secretori, ~ Klein ha 3pesso rappresentato in beÌle incisioni de' reni -con glomeruli infestati da miri odi di microcchi. È chiaro quindi c~lj l'urea e gli altri prorlolLi finali dcllP metamorfosi regress~''e non possono es!':ere elimina li, ed ammorbino l'orgHfltstno. In terzo luogo si può dire che ogni organismo pro-


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duce •tuegli escr ementi fina h formati Jal cat·bouio c d geno dogli elementi, mentre l'ezolo climmalo ..otto o'urea e du' l>UOi composti, forma sostanze solubili e fiche. Ora i microbi non fanno eccezione a que"la se devono ~ca ricare il prodotto della lor o combuslione genica nell"animale su cui vivono, certamente l"av"AI ~1a una quarta sptegazione si può dare dal nocumenlo microbi ca~.donano all'organismo che infettano. S1ccome più possono vivet·e fuori del conlalto dell'aria, l'o<;sigdnO CP,«sario alla lot·o vita lo trag;ono òal lerreno !;UI quale moltiplicano; e quando per 1 complicati composti chimict nostre organizzazione l'ossigeno è messo in liberta ed sorbilo dai mict•obi, accade una produzione di plomaine avvelt!neno la massa , :vento. In relazio ne a questo colnetlltcl Miquel ha colli volo un tatterio che può converlit•e lll ~ un grommo di LOifo in solfuro d'idrogeno. Ciò che l'ecn più meraviglia. rigual'dO aH'azione de' è !tt relativa J'ar1tà delle malattie, difficoltà che Pa!'!Leur solve con la resistenza de' corpi sani conlJ'O 1 microbi, la protezione dell'elemento cellulare che copr~ la cult', le respil•alorie ed escretorie, e ciò sembra dimostralo dalle rienzo di Orth e Wy«sokowitsch, i quali trovarono stafilococco può essere inoculato nel sangue di un senza alterarlo, ma !!'C è precedula una leggiera le$ione canico delle valvole del cuore, si proriuce alrbtante una docordite tipica. L'autore PQprime io ultimo la convinz one. che il uuaru simili riceJ•che batlerìologicbe con Lulli i moderni d'uave<~ligazione , salit di grande ulilita per la diagnosi e trattamento delle malattie chirurgiche. 1

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Lo •tato attuale della dottrina del par•••it1D10 la matolo&ia, per G. K. ROttÈ. Fi1ade1Jia. QuE>IIa dottrina patologica che attribuisce ai nis mi del snngue e de' tessuti l'origine d'un gran Ji malallie, non può esser trascurata dai dermatologi,


D' IGl E'E

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momento che le prime prove definiti ve di questa dottrina eooo st.ute fornite dalle malattie culanee. 1 parassi li vcgetabili elle producono tali malattie si pos:;ono dtvidere io due clnssi: quell1 che hanno un effetto irritative> loealt-, e quelli che ollre a ciò producono locale distruzione de' les!I•Jti, o generale infezione del sistema organico. l primi appartengono a quella classe d'organismi det ti flmgh1, mentre i secondi rientrano fra gli schizomiceti e> )leUeri. t. A parto la discrepanza rea I(Uei patologi che ritengono l para<~<~i ti .!ella pelle come specie botaniche disti n le, e quelli ebe li cou::.iderano come stalli di e\·oluzione c.le' comuni funghi terre:5lri, fra' quali si schierano Alkinson, Neumann ed anri, gli organismi cbe producono effetti irritativi locali nella pelle po«sono esser \e..luti con piccoli ingrandimenti da 300 u 500 diametri, e sono i seguenti: Il pàras~1l8 del ravo scoverto nelle croste della ligoa da Sehònlein nel 1830 fu chiamato acorion, ùescf'iLto ulinut.umente nel 18U do Gruby, ed inoculato efficacamenle ..la R~­ mak nel sPguenle anno. Sel l"-i3 Malrn!;len e Gruby indipendentemente l'uno dal · raitro scoprirono il lricophytoo lommrans, il quale presenta delle d1fferenz.- cliniche nF·IIe diverse par li del corpo non tolo, ma an..:he nei diver si climi, tanto che è ~enernlmenle amtnP.!'l'O e,..~Pre dipPndenlt dallo stesso parassita la linea imbricala, la prurigine del Malabar, la tigoa del Burmese • del Tok··lan. Le sensibili differenze cliniche esistenti fra r ordinario lricofllo della har·ba e la ~icosi parassilaria con. dussero molti a questionare sull'idenltt.à del fungo nelle due alfezioni. Ma le accurate ricerche dell' A.lkioson sulla natura del K~:d()n dimostrarono che il tricolìlo era capace di produrre le intense il•ritazioni della sicosi. deOuaudo. il .trtcofilo in vat1o la pelle d~:! l per ineo, de llo scroto Ila facc1a tnterna delle coscia, produce afTez.ioni di\'erse da ~Ile d~lle altro pal'li del corpo. L'umidità e la confricaZIOnP CS<>t'o tr • • " nano eczonu. dte st. comp('1cano con le aueztOOI Jtar a~sita1·i!'. Burckat•dt nel ·t8;)9 scovri un organismo micro· ICoptco nella strato epiteliale, mollo più piccolo del tricofilo;


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Bàrensprung lo chiamò microsporon m inutissimum, ed malattia diè il nome di eritrasma; K obner e Kaposi poi dtmostrata l'identità di questo fungo col tricofito, e zou:ero ha svelato un fungo molto simile al minutiss.imum, abbondante nello smegma prepuziale, e parti costantemente a r.ontatto del prepuzio, come lo e le cosce. Il fungo tricofllico può invadere le unghie ed ziarvi un processo distruttivo. Il cloasma o la cosi detta macchia epatica, dguardata molti rome t>spresc;ione di malattia sifilitica, fu dim di natura pat·assllat•ta da Eichstedt nel 1846. il quale al parassita anni1lato fra le squame dell'epidermide il di micro~poron furfll r. Sclnvavlze, Wreden e Steudener hanno richiamato zione c;u di una forma di olorrea, nella quale il condotto livo esterno e la membrana del timpano sono spalmati vernicio bianchiccia che si aggrega in ammasso di aspet•gilli nigricans e flacescens, con colonie mucor. Wreden ha chiamata la malattia asper!Jillina.

NPl Messico e nell'America del Sud esiste sotto il di mal de los pintos, mat pintaclo o tinna carate uno loramcnlo della pelle con desquamazione forforacea. La assume colori vari di uero, grigio, turchino, rosso e spor<>o, la malaltta é cronica, contagiosa ma non i"'"" ___ Gastambide asser ic;ce avervi tr o,·ato un microrganismo corpi sferici ed ovali annidalo nelle cellule profonde pirlermtde. Tilbury- Fox ha descritto un'eruzione acuta, b'>llosa, qu~>nle ne' bambint, somigltanle al pemtìgo, ma cl rarne~ll!l conta~iosa, che alcuni recenti autori riguardano come hollosa del tricofilon, ma De Wevre v! descrive un trovato alla base della bolla, con miceli e spore. Però ckon, Simon ed altl'i vi hanno scoverto un micrococco cbe tivalo nPI brorlo e nella gelatina ha riprodotto per · ~ione la bolla simile a quella dell'impetigo contagio"a. Barlhélemy e Wickharo Legg hanno annunzia to la perla di micrococchi nella porpora emor1·aglca. Von


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ha tro"ato i micrococchi aderenti a' capelli nell'alopecia aerata, che inoculati nei cani e topi bianchi han prodollo la. caduta de' peli. La desquamazione forfor·acea ùel cuoio capelluto con caduta di capelli è stata attribuita da .:\falasser ad un parassita, il quale è stato da Lassar e Bisbop riprodollo sulla pelle de' conigli spalmata di Yasellina nella quale si erano stemperati de' lritumi di capelli fosforacet; ed ultimamenle Pekelharing: ha scoperto nella pitiriasi del capo un fungo che ha chiamato saccaromyees capillitii. Nella psoriasi Lan~ dAscrisse pel primo un fungo che rassomiglia all' oidium laetis, e lo chiamò epidermophyton, Schullze confermando la scoperta, trallò la psoriasi con ha:mi freddi eù unzioni di crisarobina, ottenendo una guarigione stabile. Nel lichen ruber· che clinicamente rassomiglia alla psoriasi, tassar dice d'aver trovato gran numero di microrganismi ne' linfalici delle eiP.vazioni papuliformi. 2· Para.~siti che producono locale distruzione di tessuto. Il Myceloma o piede ùi Madura è una malattia prevalente nelle 1ndie orientali. li piede si gonfia, suppura, si formano 'leni, ed i lessuli si necrotizza.no. Vandyke Carter vi ha scoverto un fungo che a suo omaggio è stato chiamato Chio'"IPh.e earter i. Il lupus da molti è ritenuto non essere altro che una tubercolosi della pelle, e Koch, Doulrelepont e Neisser vi han tro\·ato baccilli tubercolosi, ed inoculando il materiale del lupus han prodotto la tubercolosi negli animalL Fri,.ch, Kobner ed altri han rim·enuto dei bacilli ne' tessut~ vasi sangUigni e linfatici del rinoscleroma, abbastanza comune nell'America centrale. Wigglesworlb di Boston inoc~Jò su se stesso le pustole d'acne, Hùter espresse l'opin~ne che il foruncolo fosse moculabile, Pasteur descrisse P~r la lorula piogenica, Ogslon, Cheyne ed aHri trovarono mtcrococcht nel pus degli ascessi, li inocularono a gli animali, ~ ~rodussero fenomeni settici, i quali mancavano qut)ndo si lnteltava pus privato di micrococcbi. Rflcenlemenle diverse 1!~ecie di micrococchi sono state isolate nel pus, ma sembra 8.bbiano lulle potet'e infettivo. e Prucjs in seguito ad inoc aztoni diverse falle con olio di crolon, petrolio, lurpen-

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tina sterilizzati, e con pus contenente micrococchl, ha semplici infiammazioni fìbrinose senza pus nella camera lsriore dell'occhio di animali inoculati con liquidi sleri e purulenle infiammazioni distruttive ne!Je inoculazioni micrococcbi, onde ha stabilito il principio che non vi é purazione senza microrganismo. 3• Parassiti elle cagionano distruzione locale di tessuti inje.::ion.e generale. Da che Huter nel1869 osservò pel primo il della rtsipela, molli investigatori fra i quali Ortb, Lupkomsky ed altri han dimostrat{) la costante presenza micrococchi nelle inflllrazioni edemalose e ne' canali tici dell'urea risipelacea. Koch, Fillmans e Fehleisen riprodotto la malattia nell'uomo e negli animali con i'i !azione di cullura di micrococchi, ed il dott. Biondi ha mostrato che il microrganismo di Fehleisen può non solo la riSiJJela, ma anche la metrite puerperale, e flammazione ftemmonosa, osservazione mollo contrastata aJlri investigatori. La puslula maligna è la manifestazione cutanea d'un trace infettivo nell'uomo. Il bacillo nell'antrace si Lt'ova pus ùe' tessuti infiammati, e dopo l'infezione generale, nel sangue degli organi interni. Nel1874 Armauer Hausen scovrì alcuni corpuscoli a di verghelle riconosciuti come bacilli nelle cellule de' coli della lebra. ~el 1879 Neisser confermò l e da quell'epoca gran numero di sperimentalori banno guito inoculazioni col materiale lebroso ne' gatti, cani e nigli, ma non hanno riprodotto la lebra. Neisser ha i baccilli nelle grandi cellule, nelle infiltrazioni lebrose pelle e della mucosa; se ne sono trovate nell'epiglottide, tiroide, nella cornea, nel testicolo, nel fegalo, nella milza ne' nervi periferici. La verruca è una febbre endemica infettiva ac,coJ:JliJ'tt!!;•-·da una speciale eruzione cutanea. È limitata a cer te nelle A'nde del Perù, e qualche volta impor tata nelle della costa. Il doll. Browne dà la seguente storia della malattia:


o'tGJE:'\.E

11 p~>riodo d'inoculazione dura da tr e settimane ad un anno, la malattia comincia con un acces~o febbrile accompagnato da dolori osleocopi, ed all'appar•ire dell'eruzione cessa la febbre. Allora sopr'BI!giunge dolore e gonfiore alle ossa, a' tessuti mu!';colari e fibrosi, in molte parli del cor1.o, con esacerba· zione nelle ore della notte, e compare l'e,•uzione che consiste in piccoli punti isolati, purpurei, acuminati, con vescicole, lubercoli fuogoidi di ogni dimensione fino a quella di un'arancia. Invadono lutto il corpo, e specialmente la Caccia e.J il capo, intPressando la pelle a tutta spessezza, e producendo vera emorragia. La mortalità ne' bianchi è con!iùerevole, giungendo fino al 40 p. •;•. IZIJUierdo dica che queste forme tubercolar·i sono neoformazioni di connettivo simili al sarcoma, e che ne' vasi sanguigni de' noùuii, come fra le cellule si trovano de' micrococchi, i quali Circolano nel sangue, ed irritando il connellivo producono le neoformazioni. ~el 1882 Lilffier e Schiil lz con siero sanguigno sterilizzato di peco1·a, misto a pal'licelle de' noduli presi dal polmone a dallo milza di un cavalle• ammazzato per moccio, ollennero delle culture di numerosi bacilli simili a quelli rinvenuti nei le!'suti affetti del cavallo morto. Alla quarta generazione della cultura che durò un mese, fu inoculato un cavallo sano, il quale fin dal ~econdo giorno ebbe febbre, ed in una settimana presentò la completa forma clinica del moccio. :\lolli ùi questi microrganismi sono stali messi in discus~ione, ma ricapitolando ~passionatamente le esperienze sue!<po~te l'autore crede di poter stabilia·e che il favo, il tricofìto, il cloasma, la miringomicosi, l'onicomicosi, reresipola~ la pustola maligna, la lebra ed il moccio sieno evidentemente lllalaLtie parassitarie: che le bolle, i carbonchi, il rinoscle~oma, la piliriasi del capo, l'alopecia areata, la psoriasi, il ~·clten ruber, l'impeligo contagioso, la porpora emorragica, li mai de lo~ pintos, il micetorna, il lupus, la micosi fungoide e. la -verruca non siano da riguardaa·si come assolutamente dapendeuu dall'azione de' funghi o batteri, perchè mancano :1! ~rove decisive, ma ò mollo probabile che per queste maalite una causa parassilaria sia presto o tardi dimostrata.


i76

RIVISTA

Ptomaine venefiche rinvenute nel latte, per R. H. chirurgo dello stato maggiore. - (The Lancet, 2!) 1881).

Nell'agosto del 188G alcuni uomini deiJa sezione •u••muw1111 britannica nell'ospedale Meean Meer furono presi da '"omiti, secchezza di fauci con senso di eostr·izione, diarrea, tendenza al collasso, stupore. :--lello stesso nove su dieci militari in prigione ebbero gli stessi con ''ario grado d'rntensità. Con semplice trattamento, guar·irono. Nella ricerca delle cause fu trovato che dell'ospedale erano tuW a dieta lattea, e che l'unico scampato da l'limile inconveniente alla prigione, in mattina aveva rifluta.to il latte a colazione, perchè, lui, aveva calliYo sapOI·e, mentre gli altri non avevano vertito CJUesla differenza di gusto. Si seppe inoltre che H per la sezione di fanteria dell'ospedale e per la prigione, p rovvisto dull' islesso fol'niLore, mentre il latte con nello sezione d'ar·liglieria proveniva da allro fornitore, e gli artiglieri non era accaduto nulla di simile. L'analisi del latte t·itìutato dal prigioniero dava il .,.,..,.I,~DD risultato: peso specifico 1025; sostanze solide, él'Ciuso grass0, 9,G; caseina 4,1; grasso 3,9; zucchero di latte Dal lato della composizione il latte era dunque ~"''"'"' '""'.. L'ic;p~:zione della vaccheria, del vasellame e delle vacche Qffri di riprovevole che ùue scodelle sporche c di odore sgustoso; era possibile, se non provato, che r1ue' vasi sero contenuto il latte in questio:le, e che in essi si En-iluppato fJU&lche veleno di organica decomposizione, gran caldo ùi quelle giornale, e questa riflessione colrt0\1_, 11 dult. Firth al tentativo di isolare, se fosse possibile, veleno orgauico. H latte avanzato dall'analisi era ben poco, era quindi cessar·io adottare un processo mollo sbrigativo. L fìltr èl CJuel latte già coagulalo, e siccome era scolorato acido, lo alcalinizzò con idrato di potasse, inùi lo ol nell'eler·e; dopo un po' di riposo rimosse con una pipeLta ~trato d'etere galleggiante, e lo lasciò all'e,'apor!lzione


tanea, la quale ebbe per residuo una sostanza molle semJmist.a ad una certa quanlità d'acqua che l'etere aveva lraspoi'lato. Questo residuo di odore cadaverico e di sapore pungente, produsse in breve tempo all'osservatore nausea, cefalt>a e secchezza di fauci; egli fece ingoiare il ~sto ad un piccolo cane, nel quale si sviluppò presto diarrea, vomito e coliche; il cane guarì in poche ore, fu ucciso ~et ore dopo, e nell'intestino non furono tro,·ate alterazioni apprezzabili. Sei esemplari di !alle fresco trattati nella maniera surriferila, non produssero residuo tossico; una certa quantità di buon latte diYiso in ollo bottiglie ben turate, e poste in una camera a bassa temperatura (27' C.), fu ispezionato aprendo una bottiglia ogni 20 giorni. Fino al 19 ottobre si era aperta la 5• bottiglia, e nulla si era rinvenuto di simile al veleno che aveva prodoLlo gl'inconvenienti dell'ospedale Meean Meer; fu la 6' bottiglia che esaminala p1·eseotò quella sostanza cJ·istallina dell'istesso sa pore ed odore del latte intetto, e l'azione di questa sostanza sullo sperimen!atore, su qualtt•o cani ed un gatto riprodusse la nausea, il vomito, la di&I'rea, la sete, il dolor ft•ontale ed il collasso. Gli stessi effetti si ottennero con l~ bottiglie 7• ed 8•. L'auto1·e propone per questa sostanza cristallina e nauseabonda il nome di Jaclotossina, la ritiene effèllO di spontanea decomposizione, ed invita i periti in tali materie ad Uller1ori ricerche capaci di rischiarare l'igiene dell' alimentazione lattea. eri~tallizzala,

n blacotto di carne. - DotL J. \\'. GRr~nl. - (Voj. san. Djelo, N. 48, e Deuts . .\1ililiiriir;tliehe Zeilsch., N. 2, 1887).

Il dott. J. W. Grimm, medico principale dell'Istituto di ca,.alleria di Nicolajewsk, avendo fatto delle ricerche sul sistema di conservazione della carne, suggerito dal dott. Port, che consiste nel fare il biscotto con carne fresca tritata ( -'Of~ grammi) e f~:~rina (iSO grammi), osservò che le focacce cos1 formate erano mollo dure e si lasciavano appena ramltlollire auche con la cottura. In considerazione di queslo r i-


!U\'ISTA

~ullato, non del tullo soddisfacen~e. il dott. Grimm

pose di modificare il processo, il cui princip1o ritt>neva accellevolissimo. La carne era tritata finamente per mezzo d'una e quindi impaslata con diverse specie di farine (farina frumento, di ~egala). La farina di frumento sola pane poco saporito. Con questa pasta erano formate di g randezza ordinaria, e queste cotte in forno a modo pane comune. I pani dopo essere ral'fl•eddali erano ............'"~ felle, le quali, perchè asciugasser·o complelamente, messe al forno. Il biscotto cosi fallo è morbido, saporito, dà, con la coltuJ'a, una zuppa eccellentP.. Solo vi manca poco di sale; il doll. Grimm no n crede conveniente di giungerlo alla pasta se non in piccola quantità, percl1é d attJ·ao l'umidità. Il doll. Grimm presentò i pani cosi al comandante generale delle g:1ardie, principe di burgd, che accolse subito l'idea e fece apprestar e il nel modo sopra indicato. Meglio anche della car ne serve la secr:a; il biscotto fatto in questo modo è us1losissi11M morbirlo c anche meglio conservabile. Il doll. Grimm che !'>Ì8 meno factle la scomposizione dei corpi aloumulloal per l'azione della umidità. I vantag~i del biscotto co~ì preparato sarebbero, il dott. Grimm, que!:"ti: esso può prepararsi facilmente e plicemente dalle truppe stesse, bastando avere carne, e sAle, può essere collo in qualun'Iue for no. e la mistione la carne ~ probabile che valga ad impedire le diarree per scollo, delle quali ebbe tanto a soffrire l'esercito rus!>O ultime campagne. Sulla disinfezione delle s tanze per mezzo del saDut~a•'""'!!l corrosivo. - KRIEBOL~l e \V. HtmEONS. - (Zeiischr. ll!J[J· Il, e Cenlralb. fii r die Med. W issensch., N. 3,

Ambedue gli auto1·i hanno f11tto esperimenti sulla d zione delle stanze, stata raccomandata dal Konig, per dei vapori di sublimato e successiva fumigazione di solCo,


419 .ambidue concordarono nel risultato della poca efficacia di questo metodo. 11 Kriebolm fece i suoi sperimenti in una piccola slan~ delristilolo igienie<.• di Gotlmga. Lo sviluppo dei vapori di sublimato, come quello successivo dei vapori di solfo, era fatto sopra un braciere collocalo nel mezzo della stanza. Come oggello di prova servirono le colture pure su fili di seta dei germi eccitatori delle malattie infettive umane allo stato umido o asciutto liberamente esposti o coperti, sparsi per la stanza, o io fori delle pareti o sollo il soffitto. Dopo la prima prova gli oggetti liberamente esposti si mostrarono disinfettati, ma non così i coperti in cui i microbi erano ancora vitali. In un secondo o terzo sperimento, differente l'uno dall'altro solamente perché nell'ultimo era fatto seguire il bruciamento dello solfo fu accertalo che la disinfezione non era operata dai vapori di sublimalo, ma da1la polvere di subiimalo che ricadeva sugli og~eUi, fatta. eccezione per quelli oggetti che erano situati presso il soffitto i quali erano direttAmente colpili dalla corrente dei vapori di sublimato ivi agitata da un moto di va e vieni. 11 Heraeuns fece i suoi sperimenti nell'istituto igienico di Berlino, operando in uno stanzino ben chiuso del laboratorio nel quale i diversi oggelti di disinfezione, carbonchio, tiro, .as~rgillo, erano esposti in diversi Iu0ghi, con o senza alcuna copertura alla azione dei vapori dì sublimato. Neppure una volta potè ottenere la disinfezione di tutti gli oggetti liberamente esposti, privi di spore.


480

..

RIVISTA DI STATISTICA MEDICA

Belasione per l '&DDO amministrativo 1885-88,

nente generale C. F. ToRRE. leva e tr·uppa.

Direzione generale

1. Leoa sui nati nell'anno 1865.

I nscrilti sulle liste <ii leva 359302; cancellali 15993; tivi 1212. Risultarono 314521; ulteriori cancellazioni 4483. Cifra eJf~ttiviva 31-003R (733i in più della classe 1864), Contingente di i ' categorja, richiesto 82000 (17000 vizio di soli 2 anni). Contingente medio delle cinque leve antecedenti renitenti sopponibili abili) 179467; donde il riparto del tingente risull6 nella proporzione di 45,69 p. 100 proporzione chll motivò di fatto la deficienza di 25M gnabili, donde la riduzione del contingente effettivo a (75768 erano nuove reclute) e che di fatto si ridusse a soli 720~3. X. 20372 furono assegnali alla 2• categoria. N. 85061 lo furono alla 3• categoria. Donde il totale abili ed assegnali di N. 184879 (con renitenti) Riformati 60056 (dei quali 2971 ai distretti e corpi) che risponde al 20,22 p. 100 in rapporto alla cifra delle estrazione (3i5521 inscrilLi); per deficiente statura 2J98i: malattie, ecc., 47672. Rivedibili 74418 = 21,61 p. 100. Statura meditl dei visilali im,63; degli idonei (per la tura) 1•,64. La provincia diede il maggior numero di inabili; statura, fu quella di Cagliari.


RIVISTA Dl STAtlSTJ CA MEDTCA

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1. Vieende dell'eser~ito dal t • laglio 1885 al30 giugno 1886. a) l~fjl~iali. 1• luglìo 188.1

1~ m01ti~o Esercito permanente: in ser· vizio effettivo . 13327 Esercito di complemento 3~39 Eserc.lo in disponibilità od a:spettativa . 178 Milizia mobile: effellivi 011 • • complemento 1416 territoriale . 5·H2 in posizione eli servizio ausiliario. 1864 dt riserva 3458 Totale.

33065

;>Si

3ti9

30 giugno !886

~ 0 3 ' e medico 13.')39 3607

578 JO.i

-·775 79 =>- '>

22

334

1850 5465

133 350

85 130

2052 3693

89 138

1699

31193 1893

16

87 9i

Negli ufficiali effettivi dell'esercito permanente accor sero

~·.107 decessi (ufficiali medici N . 6), Jei quali 4 per ser\'JZJo, 1 per infortunio, 1 per colera, 14 per suicidio, 87 per lllalattie ordinarie.

b) Truppa.

F?rza media 208800 (1). Riformati per rimando 3357. Appena giunti alle armi 686. di1\~tano 2671 (19 pet· cauc:a di servizio; 48 delle compagnie Banità).

lf~furono chìn!ll.lli all'Istruzione gli individui:

••e !l" cate;oria LleU11 classe 1864 (per ~ giorni, riùotti a ~O per lfllelli cb o

aen::'> co~ e•lto frcquent<lto il tiro a segno), in numero di :!6372: se ne pre_

dion. 3o ·!!3~; .rurono rinvi:\li 5(13; rirormatì 527; morti fi . I1Dza d categona rla~si J862, 63, G4 (per 15 giorni, ridotti ad U per la ricorlbltiat~IIP, t lezioni Politicbe), In numero di 59384: se ne present arono 361.7! ; • IHG; rlformatl '73; morti u.

31


.}82

RlViSTA

Collocati a riposo giubilati 3i8; riformati con oeJlSi(ID Licenze straordinarie per r assegna 2061. Morti 1859 (91 soltufficiali; i8 delle compagnie di = 8,00 p. 1000; per causa di servjzio 20; per suicidio accidenti e traumi 72; per malaUia 1i08 8,18 p. Dai 1i ai 20 anni 152; ne121• anno 536; nel 22" 496; nel ollre 238. Nel primo anno di servizio 427; nel 2" 488; :1el oltre 200.

=

Stato dell'esercito al 30 giugno 1886. lnscritli ai r uoli. Esercito pet•ma.nente 902112 (ufficiali 17358; truppa compagnie di sanità i0821; sottufficiali 26128; minori di sotlo le armi 33727; in congedo 3619; dai 21 ai 25 anni le a1•mi 173927; irl congedo 263557; oltre soLto le armi in congedo 390729). Milizia mobile 285307 (ufficiali 2625; sottufficiali 4370; nori di 21 anni 72; dai 21 ai 25, 4833; oltre 271777. Milizia territoriale 1302709 (ufficiali 5i65; sotlufficiali mai stati alle armi 69-i990). Ufficiali in posizione ausiliaria 2052. Ufficiali di riserva 3693. Totale 2495873. Nell'anno furono mandati in congedo illimitato N. mi!Hari; di essi 80,48 p. 100 sapevano leggere e mentre gli inscrilli venuti alle a rmi diedero 46,37 p. assolutamente analfabeti. Al 31 dicembre ottennero il congedo assolut.o, per di età, 79965 militari d'ogni categoria.


483

DI STATISTICA MEDICA

Malattie principali che motioarono le riforme. Degli ìnscritti Dei militari Ai c~('- Al corpi' AP.plicando A~plicando di l.eva c di~tretti 1 eleneoB l eleneoC

Ddbolezza della costi · luzione .H40 Deficienza del perimetro toracico 13702 Ali<?nazione mentale . 50 Cretini~mo, ecc. 321 Convulsioni, epilessia. HO Dermatosi. 005 Alopecia 663 Gozzi. 2119 Cherato- congiuntiviti. 1460 Mancanza d'un occbio 224 Amaurosi . 63 Emeralopia e niclalopia 8 Strabismo . 77 Miopia 282 lpermetropia . 27 Astigmatismo 7 Sordita . 137 Mutolezza. 111 Balbuzie i43 Tubercolosi 85 Vizi car·diaci : 198 Trasposizione de.l c~o;e J8 Varici 1017 Ernie. 3903 Enuresi. 4 Piedi eqoi~i : : : : 239 nerortnità scheletriche 4770 .Mutilazioni delle eslremita 489 P~stumi. di. trau~i: 1027 Pnì malattie 81 ld . . . . alallte non indicate negli elencbi 58

.

152

53

119

22

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8 29 54 116 24 167 270

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13 129

27

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35

79 10

14

6


fVISTA Dl STATISTICA MlWICA

Cause prineipali delle morti. Vaiuolo. • . . . . Morbillo e scarlattina Risipola . . . Oligo e pioemia . . ::\1ania . . . . . . Meningite cerebro- spinale Alftlzioni dirl9riche • lifoidi. . . malariche . • scor·butiche T ubercolosi polmonale . AILre affezioni polmonali Affezioni cardiache e vasali . 11 di visceri addominali . ,. del periLoneo . • renali. . R eumartriti . . . Flemmoni-ascessi . Scrofolosi. Sifilide . Colera . .

VARIETÀ

La Francia venne l'ultima tra le potenze militari ad mettere l'autonoma esistenza ed ordinamento del sanitario militare... .. Ma come ba camminato rapida la Col decreto 27 maggio 1872, articolo 2•, essa creò una razione del servizio di sanilà, alla immediata dipendenZa ministro della guerra, e ne abbozzò le generali A poco a poco andò allargandole, completandole; oggidl decreto 11 febbraio 1887, sono così definite;


VARIEÙ

Cna direzione del servizio di sanità é incaricata sotto la dipenden.za e gli ordini immediati del ministro della guerra di trattare tutte le questioni che si riferiscono al per~nale, al materiale, agli approvvigionamenti d'ogni natura necessari al servizio. Es!;a direzione ba nelle sue attribuzioni: Il personale dei medici, dei farmacisti militari, degli ufficiali di ammini~lrazione degli ospedali e delle infermerie militari; La scuola di medicina e di farmacia militari; li materiale degli ospedali e delle ambulanze. La direzione comprende un ufficio degli o~pedali colle seguenti attribuzioni: i• personale, organizzazione, ispezione, stato civile e militare degli ufficiali del corpo di sanità, medici, farmacisti ed ufficiali ct·ammini::;trazione degli ospedali miliLari, personale effettivo, ripartizione ed impiego degli infermieri militari negli stabilimenti del servizio di sanità milil.are, rapporti colla direzione d'artiglieria e quella dei servizi amministrativi per quanto concerne il mater iale, la ripartizione <Ielle truppe del treno degli equipaggi militari e rimpiego in un'altra sezione degli ufficiali di amministrazione del servizio delrinlendenza, degli uffìciali d. amministrazione degli o~pedali militari, scuola di medicina e di farmacia militari, reclutamento degli allievi. Per lutto il resto r imangono in vigore le disposizioni del decreto 27 maggio 1882 (1). 111 Gio~ta cs~e disposl~ioni ~ono di dipendenza della ;a direzione generale, T•tta da un medico ispeUore generale (generale di brigata): Gll OSPedali militari, la ~orveglianza del materiale d'ospedale e d'ambu1anza, come pure d~gli approvvigionamenti ili riserva. . l." centralizzazione di tutti gli arrari soUoposU al comitato consultivo di il&ntta militare. La st.~tl~tiea militare. L.'\ PUbblic.'IZione della /laccotta delle memorie di medicina, ecc. t L'istru~one teorica. La costituzione e riparli~ione del materiale tecnico per 11 cmpo dt pace o di guerra. J.a creazione o soppresijione degli ospedali permanenti e temporanei, dei -deJlosiU di convalescenza, cee.


i 86

VARIETÀ

Noteremo che la direzione del servizio di ~an ità ministero della guerra (7' direzione generale) è rmuslre ispetlore generale dott. Colli n, il più a.m~iai~O~ ispettori generali del comitato di sanità militare. Fotografia del ouore. - (La lndependencia medica celona, agosto, 1886). Il processo impiegalo da \Villiam Gilmon Tuu•u~IUI New-York, consiste nell'isolare il cuore dai tessuti mezzo di una placca di celluloide, nell'illuminarlo coo solare e nel prenderne le immagini con placche sessantesirno di secondo. Per mezzo di queste •oL•·urr'HJ]jll , sono determinarsi le variazioni di forma del cuore, la sistole e la diastole normali, sopra animali e sottomessi alla respirazione artificiale. A tempo possono osservarsi i cambiamenti della pressione Siffatti esperimenti han consentito studiare la az;oM digitalina (aumento di sislole), della glonoioa in con rello con il cuore, ed ultimamente la forma di sezioDei ventricoli durante la sislole e le alterazioni che l'azione del calore. Per mezzo della camera oscura si gono immagini tanto ingrandite che permettono i dettagli più minuziosi. Il Thompson non si è li mit~tto a diare i movimenti cardiaci, perocchè della medesima sono stati oggetto delle sue curiose investigazioni i menti peristaltici prodotti dall'assorbimento dei sali le contrazion i delle pareti intestinali. F. La marola del •oldato. - (Reoue du cere le militaire, La marcia è pel soldato uno dei più faticosi ispecie pel cari~o che deve trasportare (indum armi-munizioni). Proporzionato al laooro per ciò richiesto deve consumo organico e quindi l'attività delle combustioni tive, l'attività della funzione respiratoria. Ora comunque si faccia il carico è e resterà


VARIETÀ

487

tutti i mezzi escogitati per meglio disporlo, ripartirlo, sono nmasli, anche pel fallo della libertà d'azione che il soldato deve conservare, finora sterili tentativi, che non soddisfano per lo meno chi li studia dal punto di vista della necessaria Iibe••là della funzione respiratoria. t:n semplicissimo mezzo però ru ullimamenle proposto che dal punto di vista .fisiologico merita d'essere preso in seria considerazione, e che nelle esperienze fattene in Austria sembrerebbe abbio pur praticamente corrisposto. Alle due faccia laterali dello zaino sono due piccoli regolelli pialli di legno tenulivi all'uopo di due passanti di cuoio. Yolendone usare a sollievo del soldato si libera il regoletto dal passante superiore, cosi lo si trae in basso e lo si obbliqua così in avanli restando ciò nulla meno impegnato nel passante inferiore, che è a circa l'altezza del 3° inferiore dello zaino. L'estremità inferiore la si insinua in una cupoletta (una specie di taschetlina di cuoio a fondo cieco io basso) che è fissala al cenlurino. Due cinghie di cuoio peUorali, partendo dall'alto e dall'innauzi di ciascuna ansa ascellare di sostegno dello zaino, vengono ad agganciarsi ad uo anello attaccalo al cinturino, verso la parte anteriore del fianco e precisamente al <lisopra della cupolella del regoletto. l regolelti essendo impegnaLi nei saccheLti o cupolelle del cinturino agiscono contro lo zaino e tendono a sollevarlo. Abbracciano invero la cintura alla maniera di due tangenti al cerchio; non esercitano alcuna pr essione laterale, donde nessun impaccio al movimento delle anche. Lo sforzo esercitalo dai regoli si decompone in due forze, l'u:ta verticale che tende a sollevare lo zaino e ad abbassare il centurino, che è però mantenuto in posto dalle cinghie che lo riuniscono alle bretelle ascellari dello zaino. L'altra forza oriz)(Ontale agendo contro lo zaino lo respinge dal dorso, e agendo sul cinturino lo comprime, diressimo, coulro le reni. SeCOndo l'inclinazione dei regoli (da 50 a 000) varia l'intensit.à relativa delle due forze. bV~nta ggi: alleggeriscono il carico del dorso e delle spalle; 0 . bhgano il soldato a slar ben diritto: diminuiscono la presStooe delle bretelle ascellari e la compressione del ven~re; sco-


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VAllfETÀ

n

mano l'azione limitante della funzione respira toria. é facoltativo ed ognuno può o no servirsene; è una facil e di Yariarf, il porto dello zaino. Gli ottimi rapporti fattine dagli ufficiali hanno vi raccomandato esso mezzo e pare sia stato ordinato nell'esercito austriaco nuova pratiche ed ampie Avviao.

Il sig. Alberto L. Gibon direttore medico del Naviglio Stati Uniti d'America, presidente dell'accademia e deDa zione di climatologia e Demografia al IX Congrt-sso nazionale medico che si terra il 5 del prossimo "'t: > '·"'"uMii 'Vashington, comunica alla stampa medica il delle discussioni cd invii di lavor•i. Lo scl1ema accenna all'importanza degli studi di logia e demografia (1), alle caratteristiche cu1·e dei clinici agli effetti loro (3), all'acclimalamento (4), stazìoni d. lagna c, di mar·e (5), acque minerali, loro valore tico (6), statistiche vitali (7), investigazione collettiva menclatura medica applicata alle statistiche (V), della medicina preventiva (IO).

RIVISTA BIBLIOGRAFICA :\Ienh•e continueremo a riassumere brevemente la z ione Sanitaria dell'Esercito Germanico nella guerra la Francia dcl1870 e 1871, non vogliamo defraudare i colleghi delle pr·imizie tli quell'importantissimo lavoro; e ci proponiamo di offrire loro Je bibliografie dei singoli lumi a mano a mano che si vengono stampando. Già a gina 1.4i0 dell'anno 1885 di questo giornale si fece un


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RlVJSTA BlBLlOGRAFl CA

del 1 e IV volume ora cercheremo di riassumere più minutamente l'impol·tanlissimo volume, VII r elativo aUe malattie ner\'ose. LA D IREZIONE.

Jlel&done s&nit&rla dell'Eserolto GennanJoo nella guerra oontro l& Franota del 18 7 0 - 71. (Sanitfils-Berichr ùber die Deutscllen !Ieere irn Krieqe gegen Frankreieh 1870-71).

Epilessia traumatica. Secondo l'opinione dei più accreditati neuropa[ologi il momento eziologico più impol'tante dell'epilessia sarebbe la predi:;posizìone ereditaria; da alcuni anzi si \'Olle ascriver e alla sola eredità il potere di indurre nell'organismo ((uelle alterazioni che costituiscono propriamente l'essenza della malattia, mentre furono ritenute come altrettante cause seconrlarie occal"iona.li e capaci di suscitare i fenomeni epilettici le lesioni traumatiche. Però nella campagna 1870-71 si òsservar ono fatti che fa rebbero mettere in dubbio la verità di questa dottrina Ne citeremo alcuni: Presso Besançon mentre era sa ltato un ponte di ferrovia un soldato tedesco si trovò tutto d'un trallo in faccia ad un zuavo francese il quale, comminando coperto da un pilastro pote, non visto, piombargli addosso e scaricargh l'arma a bruciapelo. Il colpo falll, ma la scossa pro~ata. a quella repentina apparizione del nemico, a quel colpo llllprovviso, fu tale che quel soldato stramazzò a terra e a quanto riferirono po&cia i suoi compagni fu preso da un vero attacco d'epilessia. Gli accessi si ripeterono poi e si dovette l'lforma.re l'individuo. Da informazioni assunte risultò che egli non aveva mai !"offerto convulsioni prima di quel fatto ~.c~e non esisteva in lui alcuna erediLaria predisposizione. t llllUlmente un soldato sassone del 103 l'eggimenlo fanter ia u Pl't!so per la prima volta da convulsioni epilettiche essendo caduta a l . . . ta ut Vlctno una gt•anata che scoppiò, m a senza getrlo a terra, !asciandolo incolume, ed egualmente un fu-


RiVISTA 490 ciliere prussia no contrasse la malattia al solo sentire un d'arma da fuoco dietro le spalle e in grande vicinanza meno se l'aspett~ va. Tali esempi veramente non proverebbero con che una cosa, cioé che la emozione può cagionare del pdmo a-ccesso epilettico, ma d'altra parte la e la mancanza di ogni deciso e costante carattere perto anatomico dell'epilessia ci induce ad ammettere quell'aff-ezione consista spesso in una allerazione ,.,,,...,_ funzionale, ed in tal caso la scossa neevosa può ese•Brll~l nissimo risguardata come cau~ propria ed unica delle laUle. Dei casi d'epilessia osservall nell'esercilo tedesco la campagna pochi furono quelli in cui si é potuto tare la predisposizione morbosa congenita, molti invece rono l'espressione di pura epilessia nervosa e di fa cenno in altro capitolo dell'opera. Ma un i'atto che uon si può assolutamente contestare basato sulla fisiologia sperimentale è la compar·sa di meni epilettici in seguito a certe lesioni violente e la z1one di cui ora ci occupiamo porta un ricco contributo causistica di questa malatlia riferendo la storia di 73 casi goro~enle constatali di epilessia traumatica.

Trofoneurosi consecutioe a lesioni periferiche. Alterazioni della pelle e suoi an.nessi. Le aJtera2ioni morboso dei legumenti ed organi rant,e!lla seguito a lesioni perireriche nervo!!le furon o oggello di speciali per parte degli aulori americani durante la di secessio_ne. Essi osservarono dermatosi dalle forme più r iate ed alcune anche con non certa frequenza; cosi si dice su trenla lesioni traumatiche dei ner-vi si vide svilupparsi ritema dicianove volte, per lo che da quelli autori è già fuor di dubbio che una irritazione dei nervi periferici provocare dei processi flogistici con caratteri speciali io tratto di tegumenti dove essi nervi si espandono. Interessanti solto questo punto di vista sono gli studi


BlBLIOGI}'AFICA .. 9f da Fischer dopo la guerr a sul modo di succedersi de>!le dermatosi dopo la lesione dei ner\'i. Egli osservò per es. dapprima manifestarsi tumefazione edematosa sulla parte ionervata del nervo offeso, più tar·di associarsi a questa tumefazione il rossore risipelatoso accompagnato poscia da vivi dolori; succedono a questi fenomeni le alterazioni delle uo~hie le quali si defor•maoo, si fenJono, parimenti i capelli cadono; in ultimo compaiono gli eczemi e le ulcerazioni nevro ..paralilicbe. Benché le alterazioni troficbe della pelle sembrino nella grande maggioranza dei casi manifestarsi in seguito a distruzioni parziali di qualche tronco nervoso, pur tuLlavia non mancano casi in cui esse alterazioni ebbero per causa una completa divisione del nervo, erano quindi legate a paralisi pure completa.

Atr<{lia della pelle.

Da dodici storie nosologìche si rileva il fatto che i fenomeni irritati vi hanno una parte importante nella palogenesi delle atrofie della pelle che succedono a traumi di nervi; ma esse islol'ie non ci dicono con eguale certezza quanto tempo debbano persistere questi fenomeni irrilalivi perchè si manifesti l'alrotla cutanea. L'atrofia cutanea e muscolare non ~·anno sempra di pari passo, ma possono occorrere anche Bolat~. Un fenomeno che si è osservato accompagnare l'atrofia cutanea consecutiva a lesione di tronchi nervosi si é la deformazione e l'accrescimento anormalmente r apido delle unghie. In un altro capitolo finalmente sono registrate le distrofie della Pelle, cioè formazione di vescicole alle estremità, ingrossamenti cutanei, elefantiasi e mal perforante del piede, alterazioni tutte dipendenti da nevriti delle diramazioni ner; ose. Perif~riche, eczemi consecutivi, ischiade traumatica. d enu stor1e cliniche illustrano la casuistica delle atrofie e elle distrofie della pelle d'origine traumatica.


RIVISTA

Alterazioni del sistema muscolare. Tutti i muscoli in seguito a traumi dei nervi terazioni di nutrizione, le quali possono più o meno plicarsi colle sopl'ameozionate dislrof:ìe della cute; la quenle e più conosciuta di cyueslc alterazioni é senza l'atrofia. Questa incom1nca assai presto e in bre.,.e raggiunge il suo m~s~imo grado, Jifferenziandosi in ciò alt'ofla per inattività la quale si stabilisce assai •..,.,, ....._._ Si rileva dalle relative s torie cliniche che quanto più demente s i vede svolgers i l'atrofìa con tanta ma~gior s i de'e ammeLtere la causa nevropatica, cioè di completa d'un nervo, contusione, lacerazione di ur.a Schietfcnùecket• ha osservato sopt·a sei dei suoi feriti luppars• l'atrofia muscolare coolcmporaneamenle alla zione dei tegumenli. Quasi lutti i casi di atrofie m sopravvenute C4m una cet'la rapidità non si possono che ammelte>ndo la nevrite discendente per lacerazione ziale o totale delle fibre nervee di un grosso tronco. Si è anche ripetu tamente veduto persistere per lungo una completa paralisi senza atrofia muscolare; da ciò si ragionevolmente concbiudererhe la inerzia per sè potrà cau~a di atrofia muscolare soltanto in dalo circostanze cialmente quando \:i si associa la ne>'rite. Se un nervo leso da un proiellile, può avvenire non completa in di sensibililà e di moio e questi sintomi possono lungo tempo senza che apparisca la &trofia nei quel nervo animali. In tale caso bisogna ammettere che lesione sieno slale r isparmiate le fibre trofiche. Si sono servali tre casi di questo genere. In lutti e tre era la lesione di un plesso brachiale, parali~i di molo e di del relativo braccio l:enza atrofla muscolare. Tra le alterazioni lrofiche dei muscoli è da t'nl1!'lll"11""' l'atrofia muscolare progressiva e la iperlrofia mu•sc,oi&"'"J La prima, come conseguenza di lesione periferica essere rara e la relazione non riporta che due casi, due seguiti da mot·te. La seconda forma cioè ripertrofta


DIBLtoGR.\FICA

rebbo pure 1'8I'a, anche di questa troviamo due soli cal'li, nei quali tJ•atlavasi di ferila d'arma da fuoco alla coscia, in ambedue dopo chiuso il canale della ferita i muscoli della gamba sollostanle alla ferila presero un enorme sviluppo, però con ahassamento leggero d1 temperatura e diminuzione di contrallililà faradica.

Allera.ion.i delle os.~a. Alcuni pratici fra i quali il Wolf avevano !alta l'osservazione che in seguito ad affezioni articolari possono avvenire delle alterazioni nulrHizie delle ossa solto forma di accorciamento o di allungamento delle pal'li più lontane dall'articolazione ammalata, e la r apidila con cui si manifesta quell'alterazione starebbe a provare che in tali casi non tr·altisi già di alterazioni per inerzia ma piullosto di processo ne,.ritico. Si notò ancora che l'allungamento o l'accorciamento delle ossa non ha luogo sollanto nei giovani soggetti ma anche in quelli che hanno raggiunto il loro completo sviluppo. In questa relazione troviamo registrati parecchi casi di queste distrofie ossee, di cui alcuni assai interessanti. Per e~. in un sergente ferilo al gomito sinistro; dopo operate~ la resezione del eu bilo l'individuo rivisitato cinque anni dopo mostra,·a il braccio sinistro più lungo nove centimetri del destro. Un soldato della 2• compagnia del rerrg. 22• Brandeburgo nell'aprile del 18i0 riportava fèrita di Chassepot alla coscia 8 inistra al dinnanzi del grande trocanlere con frattura del eoUo del femore. Nel mat•zo del tSìl tulle le articolazioni dl'll'arto leso erano il'riaidile e nel novembre 1871 si è ve~ificato un accrescimen~ di lunghezza dell'arto medesimo, lllfetti:

~n ambedue i lati la distanza tra la spina anlero-superiore e 11 grande trocantere era uguale. Della spina superiore: fino alla rotula sinistra . . . . 49 cm. , deslra . . . . . 47 t;-2 ,, el malleolo esterno sinistro • 96 • destro • 93 i / '! >> , •


RIVISTA

La relazione, riassumendo i falli riportati, conchiude in seg1tilo a lesioni delle parti molli e delle ossa sia nelle epifisi che nelle ùiafìsi si possono osservare quelle ossee terazioni che da Sa m uel furono disti n le colla aelnoinllliSZIIOilj di atrofie, iperLrofie e distrofie. Tali alterazioni complclame;nte ind1pendentt da qualsiasi eventuale ca1nhilli mento nella irrigazione sangUJgna, quindi l'atrofia uon rebbe punto l'espresstone di uno stato anemico, nè l lo sarebbe di una iperemia. Le condizioni nelle quali si rano queste tre differenti alterazioni trofìche ci sono sconosciute. Secondo Samuel la sospensione della influenza ner"'"'ntl'lllì fica avrebbe per effetto !"atrofia. La cronica irritazione fibre trofiche produrrebbe la ipertrotìa e l'irritazione delle medesime fìbre le distrofie. Un altro capitolo é dedicalo alle nevrosi riflesse, alla ralisi seconùar·ia traumatica e alla paralisi da comprtlSSJLODI~ Per paralisi riflessa l!·aumalica s'intenderebbe qui paralisi che per efl'elto immediato di un trauma si manifesta in un lerr•iLol'io nervoso distante dal luogo mariaroente offeso, ed essa può essere di tre maniere, o ramente molor·ia o puramente sensibile oppure motoria sensibrle insieme, più frequente si osserva quella moloria. Stabilito cosi il concetto della paralisi traumatica ,.",,..,.._, !a r elazione passa in breve rassegna i casi relativi vali dai chirurghi americani nella guerra di secessione, quali casi ammontano a selle. Anche il F1scher nel suo trattato di chirurgia di guerra porta queste osser\'azioni di paralisi riflessa cioé : a) Ferita d'arma da fuoco delle parti molli della con paralisi di Lutto il braccio; b) Frattura per arma da fuoco della coscia destra paralisi ùi tutte e due le estremità inferiori. c) F erila delle due coscia senza frattura con paralisi ùue gambe; d) Fel'ila con frallut·a del braccio destro con paralisi nervo radiale sinistro. Nella guerra franco - germanica del 1870-71 se ne


nmLIOGRAFfCA.

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lai'Qno otto casi dei quali sei registrati negli atti del Minimstero della guerra e due registrati da Berger e Wirchow. Da questa casuistica togliamo in succinto le seguenti storie: 1•) Un fuciliere del 200 reggiment:o Brandeburgo feriLo da una palla tra la 91 e 10• costa destra. Immediatamente è colpito da paralisi a lutto il braccio destro, la paralisi non migliorò che due anni dopo che la ferita era cicatrizzat~ ; 2') Un moschettiere dell'8·1· reggimento fanteria con ferita a setone al tot·ace sinistro tra la 6• e 8' costa, assai superficiale e senza lesione ossea. Immediatamente dopo il ferimento paralisi completa del braccio sini,stro. La ferila guarì in pochi giorni, la paralisi non scomparve che dopo lr~ anni; 3') Un fuciliet'e del 33• reggimento ferito ad Amiens il fl novembre 1870. Il proiettile era penetrato nel 3• spazio intercostale destro ed aveva contornato il torace destro uscendo all'angolo inferiore della scapula destra. E ra escluso dalla lesione il plesso ascellare, pure sopravvenne paralisi al braccio destro che il paziente avvertì .all'atto stesso del ferimento. Guarigione completa due anni dopo. 4') Un moschettiere del 7" reggimenLo fanteria vVe~tfalia riportava il i6 dicembre 1870 a \Vendome una ferita da baionetta a Il(!. spalla destra. Paralisi immediata del lato sinistro, alla quale poi succedette il tremolio. n ferilo guarì soJlecitamente, alla gamba sinistra rimase la paralisi agitante con rigidità delle sue articolazioni. NeoralgieJ atrofie e contratture. Pel' nevralgia riflessa traumatica intende il r elatore una nevr·algia che in seguito a meccanica lesione di un nervo pe;iferico si manifesta in regioni nervose distanti da quelle offese. Queste nevralgie riflesse non si possono spie>.gare in llllro modo che ammettendo che l'ir ritazione centripeta dell'organo centrale venga tramandata per altre vie nervose. Ecco qualche storia relativa a queste tre sorta di lesioni. Un granatiere della guardia veniva ferito da palla slri~ ' ·Clante all'inguine; la ferita era assai superficiale, all'indolllani dolori vi vissi mi sul decorso del nervo ischia li co che per-


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RIVlSTA

durarono 19 giorn1 non ostante le iniezioni di morfina ti ca Le sul decorso dei nervo. Il paziente non aveva mai né di i~chiode nè di reumatismo. Un soldato del 3• reggimento Badese; ferita l'ascella con strisciameoto sul plesso bracchialo. ci pio dolori e paralisi al braccio del Ialo offeso; pii1 nevralgia del lato sano, migliorò molto coi bagni e morfina. Fra le storie cliniche della contrattura ri1Iessa sel~mtli81llll come più importante le seguenti osservazioni: Un moschettiere del-i-6• reggimento fanteria ferito a li 6 agosto 1870. Ferita da proiettile alla parte posteriore superiore della spslla destra tra la scapula e la colonna tebrale. La palla fu esLi'atla dalla stessa ferila d'in Nell'anno se~uente la ferila era perfettamente Benchè l'articolazione non fosse offesa, pure fin dal p si il malato che il chit·nrgo potevano allontanare il del tronco soltanto di pochi centimetri e nei tenlal!vi che facevano per allontanarlo di più, i muscoli pellorale e sale si mettevano m fortissima contrazione. Quella con zio ne et•a di ttatura riflessa. 1l paziente non adoperava il braccio malato, ma lo teneva costantemente avvicinalO tronco. In seguito si aggiunse anche la contrattura d licolazione del gomito. Le cure praticate non portarono miglioramento.

Paralisi traumatiche secondarie. Da non confonde t'SÌ colle paralisi riflesse; sono quelle rs.lisi che negli stadi ultf:riori delle lesioni nervose riche insorgono non repentinamente ma a poco a poco dopo cicatrizzata la ferila . L'esperienza fatta in decennio ci autorizzet•ebbe a credere che esse parali~i in correlazione con una nevrite prodotta dal trauma ,.;"~" 1'~0• 11 caso seguente che ebbe esito letale fu osservato dott. Beck: I. R. del 61• reggimento fanteria. Ferila delle parti del braccio sinistro e contusione dell'osso. Dapprima


DJDUOGRAr iCA

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suppurazione, poscia brividi, coloramento illerico e pioemia . Contemporaneamente dolori vivissimi al braccio sano, nel giorno seguente totale anest.esia e completa pa'ralisi di moto del braccio stesso. ~Iorte per osteomielile. Kon fu fatta la oecroscopia. G. ~1. moschettiere del 1• regt{imenlo fanteria ~assau, r~­ rilo alla baua~lia di WòrtiJ. Ferita d'arma da fuoco della muscolaturA rtella coscia sinistra tre pollici sopt·a il ginocchio. La guar1gione non si fece mollo aspettar e giaccbè la ferita era lt>ggera; dopo compiuta la cicatrizzazione restava una notevole debolezza dell'arto offeso e pe!' òi piu si manifestava poco dopo una pat•alisi con atrofia del braccio destro, questa paralisi persisteva anche due anni dopo. Quesl• casi e molli altl'i che dobbiamo omettere starebbero a dimostrare che le paralisi secondarie possono venire molto spesso dopo la cicatrizzazione della ferita, più spesso anzi che durante il decorso della medesima e che la loro compersa é accompagnata da fenomeni neuritici. A questo propo~;ito può servi1·e di tipo il caso seguente. P. F. moschettiere della 3• compagnia del -i• reggimento fanteria a Gravellolte l'iporlava ferila ùa una palla che entrata al disotto della cresta dell'osso iliaco sinistro usei va in vicinanza della piega dei glutei dello stt-sso lato. Dolore e rormi::olio di lutto !"arto fino al rnalleol0 esterno in apPI'e$~ contl'8zioni cianiche dei muc::coli fiessoei della coscia llinistra, contrazioni ch':l si ripetevano ogni due giorni e si Propagavano in altre regioni del corpo. Nessuna differenza retrazione delle due estremità infer iori. Le sensazioni dolorose decorrevano sempre nel senso delle dirama zio n i el nervo grande ischiat1co. la cura balneare non porlò alcun giovamento. Gli ac~ssi convulsivt' cl .. d . . l . lità OtHCJ ella cosc•a ave,·ano raggiUnto la e mtenag•tacbe non solo la gAmba ma anrhe tullo il corpo 11e era di. to. Inoltre il paziente si lagnava di senso di freddo e do:n~rpit.liltlento di tutta la metà sinistra ùel corpo e di acuti ain:7 che parteudo dal collo s'irradia vano lungo il br accio nistr ro .llno all'~:~pice delle dita; la estretnila superiore si328 ùJven tò fredda o alt•ofì.ca eJ incapace di movimenti.

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Rlf JSTA

Risulta poi dai documenti riscontrata alcuna vantaggiosa modificazione. La s uespoe&a storia ò contrassegnata dal seguente titolo: IschianJe traumatica. Pa1·alisi secondaria dell'estremità superiore Jello s~A:3sso lato in seguito a neurite ascendente. Le p~ralbi da compressione sono quelle che sul soldalt fer iLO in guerra più di frequente possono essere scamb•ato colle paralisi riflesse, ed ecco come il relatore ci spiega la ra~ione di questa erronPa diagnosi eziologica così frequente. Il soldato fe1·ilo, in preda allo shock, caduto a tena privo di sensi, giace immob1le per un tempo più o meno lungo gra. vilando con lutlo il peso del corpo o anche col solo capo sopra il membJ'O non ferito; trovato dai portaferili esso viene trasportato al lazz.arello. Le prime cUJ·e naluralmenle sono rivolte alle ferite. Pa!lsata poi la furia del Javo!'o il medico osserva più. minutamente il suo paziente, e solo 1\llora s'a~ corge della p••esenza di paralisi in qualche arto, che non può avere relazione colla lesione primaria, e siccome nt:. U fet•ilo stesso né allt•t possono dare utili in(ormazioni anamnestiche, è allora uppunlo che il medico nella perpléssitl in cui si trova rli formulare una diagnosi ricorr·e volentieri alle paralisi d' indole riflessa per spiegarsi lo slrano fenomeno. Le paralist ds compressione furono mollo ra•·c nell'esercito lPdesco dura n lf-. la campagna del1870-7Lper la ll'rande prontezza, cele•·ilit ed OI'dine con coi funzionavano i distae• cam~nti dt saJHtit sul campo. I ferili non restavano a t~tra privi di sensi ed 1mmohili per lungo tempo. Nelle J·elaz•oni medico-militari della suddelLa campagna non si contano che quallro casi di paralisi da compres!4one bene accertati, due delle quali si dile~uarono prontamente. Piu frequentemente invece toccò ai medici di osservare una debolezza motoria passeggera e leggere alterazioni dello geg. sibililà pet' E'fretto di qualche insullo meccanico sofferto subitodopo Jl ferimento come una caùula da cavallo, un urto, eco; In un allro capttolo si passano in rassegna le malattie del sistemo net•voso centrale, e i disturbi nervosi consecuuvi 8 lesioni. La tabe e la paralisi agitante prodolta da lesioni


BlfJI.lOGRAFlCA

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riche fu osservata sei volte durante la campagna, eccone alcune storie. W. I. geft·eiler della 3• ro.onna pl'O\'Ìflnda nel 1Ri0 riportò un calcio all'anca sinistra. Quindici giorni dopo era ricoverato all'ospedale di Neu1lly ed appena giunto·d cominciò a lagnarsi ùi dolori ad ambedue le gambe ed al sacro, dolori che periodicamente ~i facevano lereberanli specialmente ne.Ja notte. Nonostante che l'individuo ricorresse afl'arte medica assoggettandosi a cure, pure quei dolori restarono lungo tempo. Nell'anno seguente si aggiunse il pas~o vacillantP, specialmente quando Jl malato l< i faceva camminare a ll'oscuro. Rivisitato l'individuo nel 1878 non si vedeva più alcuna traccia del calcio ripol'lato nell'anCll, ma il paziente non poleva camminare, nemmeno star e in piedi senza stampelle, vacillava molto poi quando chiudeva gli occhi, però senza dolori alla spina dorsale e senza fenomeni paralitici dell'intestino retto e della .vescica. L'individuo m ori nel 1879. M~:~llia Frings, pioniere, fu accolto oel lazzareto ùi Vemdenheim il giorno 29 setlerobl'f} 1870 per una fel'ita contusa allà libia de~tra; all'indomani fu trasportato a Coihein. Colà arrivalo egli si lagnò di doglie vivissime a tutte e due le estremità inferiori e poscia anche alla spalla sinistra. I dolori aumentavano cl'intensità la n lo da una parte che dall'allra, e poco dopo si mani restò un certo qual graùo di debolezza nella moiJJlità delle due braccia, al ljUal ullimo fenomeno si aggiunse diminuzione naturale •!ella sen~ibilità Lattile e dolorifica &lla colonna , ..,.l'lehl'ale; Mtlo Ja pressione delle ultime ve1·tebre dorsali a prime lombari si risvegliavano dolori. La cura colla corrente CO!'lante non appurlò alcun !.{iovament'l. Due anni nopo l'ammalato e1•a neUa impossibilllà di camminare da sé, presentava all' estr·emità iuferiore atrofia e abbassamento Ji temperatura, abolila la sensibili !A dolorifica, diminuita la sen~ibllilll tatlile. Quattro anni dopo le gambe erano completamen te paralizzate. In uno speciale capitolo l!'oviamo pure lraUale le ferite per arma da fuoco dol gran simpatico delle quali lesionj sono riportate tre storie abbastanza inleres:santi ed istruttive compilate da tre chirur ghi, Seelingmuller, Bernhaed e Bàrwinkel.


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1. Luogotenente T., ferilo alla batLaglia di Beaumont 1~ 30 agosto i870 alla spalla sinistra. Stando egli sopra una collina assalita dai francesi il proietlilé veilJle a colpir lo dal bs.sso all'alto con ferita d'entrata alla ponione clavicolar& dello sterno-cleido-mastoideo sinistro, quella d'uscita vicino all'apofisi spinosa della 4• vertebra dorsale. Avvenne paralisi completa del braccio sinistro con dolore luogo il tragitto del nervo ulnare, emottisi che durò otto giorni. Nove mesi. dopo il falLo, e molto tempo dopo cicatrizzate le ferite Seelingmiiller visitò il paziente e constatò la rima palpebrale sinistra e la ptlpilla corrispondente più piccole che a destra, però la pupilla sinistra- reagiva alla luce ben che un po' meno della destra. Non trovò una differenza di rolorazi'ooe sanguigna delle congiuntive nè delle guaneie d'ambo i lati. L'occhio sinistro lagrimava in abbondanza. Grande magrezza della guancia sinistra, le due carotidi pulsavano con egual forza. La paralisi del braccio per la. maggior parté scomparve in ])reve tempo, restò pei'òuna !i!en· sibile debolezza nei movimenti della mano con atrofia del 1•, 3• e 4• Spazio inlerosseo. fn questo caso oltre che l.a Ie-=sione del gran simpatico si palesava a chiare note la ferita del nervo ulriare. 2. A. W. SClttufficiale del 2• reggimento fanteria n. 47 fn ferito a Weissemburg 1i 4 agosto 1870. Il proiettile penetrò al margine interno dello stemo-c.leido·mastoiùeo sinistro ed usci in vicinanza dell'apofisi spinosa della quarta vertebra dorsale. Visitato due anni dopo da Bernbar(lt il paziente presentava ai due p\mti d'entrata e d"uscita del proiettile òue cicatrici asMi sensibili alla pressione: tra gli altri fenomeni pre-· sentava questi più notevoli ed analoghi a quelli della storia precedente, cioè ristrettezza della pupilla sinistra e restr-ingjmento della rima palpebrale dello stesso lato e ollracciò man· canza di secrezione sud01·ale della guancia e di tutto il fiancodel lato offeso. Temperatura della guancia del lato offeso un po' superiore che al lato sano; peedita della memoria ed incapacità di pensare. Que-s to caso andò singolaementc cornplìcato con una qualche grave lesione intracraniense forse


BtliLIOG!lAFIGA

per la caduta dell'inùividuo all'atto del ferimento. I fenomeni -cerebrali andarono dileguando$i in parte col tempo. !via i ·sintomi proprii della paralisi del simpatico si osservavano ancora dopo il anni. 3• N. H. ferito al i• settembre 18i0. li proiettile era penett'ato per it dorso sopra il margine superiore deUa scapula destra, aveva perfoì·ato il muscolo cucullare ed era u-scito in vicinanza Jella cat•tila~ine cricoide. Immediatàmente pa· ralisi del braccio destro e anche del piede destro. Un anno -dopo la paralisi era limitata alle ullime dita della mano con abolizione della sensibilità deUe parti animate dall' ulnare. L'occhio destro notevolmente piu piccolo del sinistro, ptosi della palpebra destra, rima palpebrale rimpiccolila. Anche .qui ollre parziale lesione del ple.sso bracchiale (nervo ulnare), vi era stata lesione del simpatico cervicale !imitala però alle fibre oculari. Come appendice al capitolo delle neVl'algie troviamo una ·-esposizione abbastanza particolareggiata dei casi dj nevralgie Tibelli consecutive a ferite d'arma da fuoco, per curare le <!U81i si ricorse a qua1c1ie atto operativo. Fra le operaziòni più importanti si fa menzione di due es.pòr'tazioni di tumori cicatriziali comprimentì un ramo nervoso, una esl!'azione dj scheggia d'osso, due re~eziouj, una del nervo oi·bila le e l'altra del tibiale posterìore ed uno stiramento del nervo ischiatico. Il paziente traUato io quest'ultimo modo fu liberato dalla nevralgia, ma andò poi soggello a convulsioni epilettiche. Tutti gli a!Lri guarirono, tranne quello ehe subi la re~ezione del nervo libiale il quale morì poi di ·embolia dell'arteria polmonale e conseguente polmoniLe bilaterale.

Tetano traumatico. La statistica del tetano traumatico occupa in questa reJa· zione \lO posto importantissimo sia per la r icchezza del materiale raccolto ~ia per la dìligenza con cui furono inslituiti i raffronti e la rigorosa scientifica osservazione dei casi. L'impeessìòne che questa imponente manifestazione mor-


RIVISTA 50-2 bosa ha fatto sui mec.lici anche più sperimentali, la inr.»r·tA;.a ed oscurità nelle con(iizioni nelle quali il terribile morbo sviluppa, la 1mpotenza stessR della terapia furono le che !<pin~ero i medici militari sul teatro stesso della e nell'interno del paese a gareggiare in operosità e di! perché ogni caso fosse ricordato sw rappor ti colla mAll'D'iiftl"' possibile esattezza e nel modo più completo. Di 99,566 fet·iti dell'esercito germanico nella guerra tedef"ca ammalarono per tet.ano 350 cioè 0,35 •/•. Mentre che dai rappot·ti della guerra di seCPssione ù'A~ rica risultò un caso di tetano sopra 782 feriti, presso ~l'inj glesi nella guerra di Crimea ne occorse 1 sopra i-65, nell., guerra ispano- portoghese (1Ri1-i814) l sopra 830, nell'e-~r· cito tedesco durante la. guerra 1870- 71 se ne conta t !!opra 116 feriti. Dai raffronti fatti circa alla locaUtà e all'epoca dello !0..-j.. luppo di queste malattie l'ileviamo che a Metz s i é curato i l maggtor numero di malati di tetano (60). e che nel mll.et di agosto si è osservato il ma~gior numero di casi (116). Circa. alla regione colpita dol tr·auma e allo natura della lt!4 sione troviamo che tutti i casi di tetano si svilupparono seguito a feriLe d'ar me da fuoco e precisamente 2q2 per proiettile di arma portatile e 68 per scheggia di granate. ~d è degno dt nota il fatto che rr·a i i 700 ferili d'arma bianca, non si è manife!'llato neppul'c un caso di tetano. La maggior frequenza in rA pporto alla regione offesa (cal· colata sopra 270 letanici) viene cosi segnalata: Al braccio con . . . 33 12 •;. Alla mano e alle dita 32 li •

i"

=

=

Alla CO!'lCia .

. .

.

52 = 19,3 "

Alla gamba . . . . 56 = 20,7 ,. Da queste cifre si dovrebbe conchiuJero che le lesioui dell• dita e delle mani non sono precisamente quelle che più pre-dispongono al tetano come sinora da molli si è credulo. Una grande e beu accertata influenza sulla manifestazione di questa malattia, hu la lesione estesa del tessuto osseo per colpo d'arma da fuoco. Ciò è dimostrato rigorosamen~ colle cif1·e di questa statistica; cosi pure è indisculibilment&


BJBUOGI\AFlCA

o03

provato che le feril~ d'arma da fuoco del cervello, del midollo spinale, delle cavità visccrali, dei tronchi nervosi, dci tendini e delle articolazioni non fav01·iscono in modo specJale lo sviluppo del tetano. E.;iolo[Jia. - Sotto l'azione del proiettile lo scheggiamento <h un osso sarà ma~~iorc o mmore secondo la sua struttura, e se il proiellile colpisce una pa1'le dell'osso in cui prevHie la sostanza compatta, là si farHnno scbeggie più grandi e più numerose; per conse~uenza le ferile delle diafisi favoriranno lo sviluppo del tetano più che quelie delle epifisi e questo fallo appunto fu messo in evidenza dalle osservaZIOni della guerra franco- tedesca. E nello stesso modo con cui agiscono le scheggie può influire la presenza del proiettile, o di altri corpi stranieri e ciò vien pure provato colle storie cliniche di quattro casi nei quaii sviluppatosi il tetano, questo si dileguò come per incanto dopo falla l'estrazione del proieLlite, ùi scheggia, di brandelli di vestito, ecc. ùalla ferila. Allt·a causa preùisponente del tetano sarebbe il disagio di un lungo tl'asporto, le scosse prodotte ùa male adat.li veicoli la l'innovazione di un appor ecchio. .Ma si èpureosservatocheloscotimenlocbeil membt•o ferilo paliscedut•anleillt·aspor•toper·sesolonon predispone al tetano che in via ~ccez.iouale ssn lanlo che, le «cheggie, il proitltile od altri corpi estranei restano fissi in posto e non si smovono sotto i movimenti inevitabilmente bruschi di un trasporto. lnfalti non si è veduto che eccezionalmente illelano causato da un trasporto che sia stato eseLruilo, nei primi giorni dell'avvenuta lesione, cioè quando non ancora stabilitasi la suppurazione i corpi eslt'81leJ e le scheggia erano ancora abbastanza fissi per resistet·e alle SCO!"Se. All'incontro i casi di tetano aumentano in enorme prpporzione in quei giorni in cui principia la supput·azioue; questa frequenza si accenluer·ebbe principalmente nel per1odo compreso tra il6" e il i O• giorno. In quanto agi i altri fattori eziologici e patogenetici del tetano, tanto sostenuti dagli uni ma allrettanti screditati dagli altri , quali sarabbero, le variazioni di temperatura e la infezione prodotta da speciali rnicr·organismi, le osservazioni regi-


IUrtSfA

&lr·ale in questa ~tali~lica non sono sufficieul1 a <]Uestione. Terapia del letan.o. - Durante la guerra furono a mbedue i modi di trattamento del tetano traumal.aco Ja terapia clurur~ca e la terapia mectica. La prima, <C'}uella cht> in!>piraYa maggior· fiducia fu in genere dai medici militari. La rtola:.:ione nota anzi tullo due casi nei qua li la to111ia nell'uno e la nevr olorrua nell'allro pratit'alll allo di arre..tart.> i progre!"!'li ciel tetano gia iniziatosi f'enza ,.fietto. Lo ompulazioni praticate allo stesso scopo dif'liero risullali. Anzi in duP casi sembra che !a •Jemolizione mPrnbro abbia affrettato il fatale decorso della malalLia. t<:guule negativo risultato ebbero le disarticola:.:iom. rono pralicnte sei, non una fu seguitfl da guarigione. Le sezioni praticatA sopra ~ei letanici sortir•ouo effetto quasi lico a rptPilo delle ùisa rlicolazioni e delle ampulaziom, uno solo degli Qpcrati guo.rL Era un soldato fra nt!ese al gomito con ft·alLur a comrninutiva dell'a r ticolazione. palMi il trisma fu pr atrcata la resezione drd gorn:to oe1rst1SltM il trisma per qualche tempo ma poi l'ammalato g uari plelamente. Di fronte a questi scoraggianti risullali non resta altro accettare le concluc:ioni di Lossen, cioè che la a~:,tuuu....... di ~n arto non deve iulraprender!"i che quanJo sia imDOtlli bilo conc;ervarlo, non mai allo scopo di prevenire il Nrm st tra lascerà di sperimentare altre operazioni a !)Copo proYeolivo cioè ,zii estesi sbri~liamenti, la cica zaztono <'OI caustico attuale ed altri mezzi, ma nessun ci nutorizz11. ad essegnare a questi mezzi uo qua lche Friedl>er•rt ~opra un ammalato di lt~lano clte eru ~tal.o rito alla coscia nt~l setlembt'e 1870 e che conle m iJ•OMlDtP. 111cnle al l~>tano soffriva di polmonite, applicò il fe rt'O ai due INlt della colonna vertebr ale. Il paziente guart da! tano e ùal!a pneumonite. Friedberg propende a cred~re nel teLauo si faccia un p r ocesso infiammatorio a.l m•uuuv••· ·


BIILlOGRAFICA

503

Da quanto consta egli ru il solo dei medici militari curativo. l..'t~t,uti'Az:iorte det corpi stranieri, tanto dal punto di vista che pratico sembra davvero m eritare un posto tra sus,idii curali\·i del tetano e l'esperienza falla in quella le conft>ri<~ce una vPnt t<uperiorilA a~li altri meni tino ora annoveralt. !MALti risulta dalle statistiche che sopra tetanici ~i tolsE', òuranle la vtla, o d proieUile o un suo oJ allri corpi estranei daUa ferita e in otto di si ebbe l'inospeltata fortuna di vedere dileguarsi i sindella molatlia ~tà inoltrata. la que11li casi nei quali contemporaneamente all'estrazione corpo t'lllraneo dalla rerila ce levano i fenomeni di lPtano è bene aulot•izzati a c..lire pcst hoc eruo p ropter hoe. Uoa terapta che ha salvato 30 per cento di ammalaLi eli tequand'anche in avvenire non ci concedesser isulta.Liegualfa vorevoli merilen\ sempre cl' essere pr esa in seria INliii"..Rt~e un ~J., lraltameolo

Non si deve però passor e fiOtto silenzio l'altr o ratto che in CS"i (la relazione ne cita olto colle r ela tive storie elied autopsie) in cui il tetano si è s viluppato immediadopo l'eslrazions di proiettili o di corpi stranieri dalla

Per polf>re apprezzare al loro giusto valore questi ratti che primo espello Rembt•ano deporre contro l'operazioOP. gion ot.are che, come rtsulta dalle relative storie nosolola maggior pat•lp di quelle rerile si trovaYano ad uno più o meno mollrato; ~olo una datava da cinque giorni an'allra da sei. Si può quindi ammettere che lo stato irdel nervo, latente fino al momento dell'esplorazione ferila, io causa delle manualilA inevitabili dell'esploralllell;:a sia stato repentinamente por tato al grado da ,aJI)ftfr&rA l'irritazione agli organi nervosi centrali. La terapia chit•urgica del tetano si è in questi ultimi anni dt altro sussic..lio, lo stiramenlo del nervo. Anche fu sperimentato da Bardelebeo, da Ku~ler, da Hallo, llentpre ~'On negati"o r isultato. medica. - l medica menti piu rrequentemente usati


506

RIVISTA

furono il cloralio internamente e per m1ezioni con quallro casi di guarigione e le inalazioni di Quesl'ullimo si è mostrato meno efficace d~:l quantoché la sua azi<Jne non ru qua;;i mai du e suoi det•ivali furono es:periti su vasta scala. Si alcune gual'igioni in seguito alJ"usll ùeU'oppio ma di quei casi ~?Uarili fu usato l'oppio esclusi Una ma~Igior fiducia aveva inspirato la fava sul pt'incipio della guerra, dopo che \Yatsoo sopra aveva ottenuto cinque guarij:!ioni. Ma poi ~i eo1r~taM ~ucce«si in numero enorme .e l'enlusiasmo andò do;;i anche per questo medicamento. Venne e il suo alc<Jioide che godettero d'un eCfimero ad alcuni isolati casi di guarigione. Seconrlo le di Busch quel"LO medicamento si sarebbe mente ineflìcace a guarire 11 tetano. T1 Curling curaro il tabacco. Allri medicamenti che ora ci civi. Tali le inalazioni di nitrito d'amile, la il bagno genel'ale freddo è da bandirsi assolutsmen caldo è pet' lo meno inutile. Il Roser fa men in cui il paziente restò annegato nella vasca . .\ll'incontro l'elellricilà, che a dir vero fu ....,.,.,.h;•• per ata durante la guerra per la cura del tetano, sultati relativamente buoni. Troviamo reai~trati guarigione in seguito all'elel~rolerapia. La guarigione del tetano traumatico in seguito di una mAlattia d'infezione fu un ratto che nella 1870, verificando«i piil volte, attrasse l'attenzione militari. La piemia e il tetano si videro in«ieme. Solo alcune volle si osservò che coll' roloramPnto illerico, col pt>rsistere della diarrea, CfJntrazioni muscolari. In un caso il paziente ma morì poco dopo di pioemia. Qualora l"i pncumonile tra le malattie infettive si possono alla statistica &Itri due casi di guarigione di q Trovansi inollre menzionati nei rapporti due tetano e cli!'l"enteria e una guarigione di tetano


DI ULJOGRAFI CA

507

sguardo retrospellì vo sul complesso delle osservazioni In quella guerra in rapporto alla eziologia e terapia del traumatico ci melle in g rado di stabilirne le seguenti .-sjme:

t• La condizione che più di quAlunque altra favoris ce lo. rtiluppo del tetano traumatico é la permanenza di cor pi 'fllranei nel cavo della ferita, qumdi del proiellile. di scheggie Bltlbili, di brani dr ve!'tiar io, oggetti di med i c~az ione . ecc. 2' La regione co prta ha una influenza decisa sulla freflenza ,Jel tetano. Le ferite con frallora della gamba o della eoscia danno una cifra percentuariA di lelanici relativamente llllgftiore. 'J' Oltre che gl'insulti meccanici delle ferile influiscon(} ealla eziologia di questa complica nzn o nche certi agenti esterni dùrnici e termici . 1• La teoria della natura infettiva del tetano traumatico Nsta alquar•to scoss11 dalle !\Ue fondAmenta in segui to al rihllato delle precedenti osservazioni. 5' Se è dimostrato che la presenza di corpi estranei nella ~ta favori sce lo s viluppo dPI tetano, a s~opo profila!lico ci 6unposta l'indicazione di allonlanaro quei corpi. Anche dopo .laiziatosi il tetano l'esLr·azione dPI corpo estraneo, togliendo f'lft'itezion e dPi nervi, ebbe talvolta per effello !a soppr essione della terribi le complicanza. LP allr•e gravi opePazioni che •~eTano per iscopo di f!Uarire il tetano coll'interrompere la 111 centripeta dell'il'r itazione nervosa ebbero fino ad ora triSiissimi risultati; dicac;i lo stesso ri!:(uardo allo stirame nto del leho proposto da Vogl. ~ Altra misura profilallica assai commendevole e già :.rte•te dalla e"perienza è la qniete della parte lesa ed il SJ>Orto ratto col ma ...gior possibile ri"'uardo. ~ " o ogn.'. L'indicazione di togliere ogni potere nocivo e qui11di 1 lfltii Influenza sulla eziologia del tetano ai principii delelloa che ~i rormano in seno alla ferita stessa r ichiederebbe llle ~rapJa mite e punto irt·itaole. La terapia attuata nella Benrr~. del f8i0 non sodd isfece punto a questa indicazione. atte pru fondale sper·anze potremo nulrit·e a questo riguardo nendoci al trattamento antisettico, il quale, come è nolo,


lUVISTA

più efficacemente degli altri metodi si oppone decompo$izione dei materiali secreti. Oltre a quel mctvdo di cambiare medicazione più sottrae il membro ferito alle ripetute scosse, eJ irritazioni mMcaniche, che sono altre luppo del tetano. R• Se si fa un confronto tra i casi mo1·Li mediante lo stesso metodo terapeulico Lru,vJHIDHtl ad alle dosi per bocca e per l'lino si é preferibile. Esso allevi"l più efficacemente i meno procura al paziente la m1gtiore "u""~•Gllll formio, il calabar, gli opia li si sooo mostrati inferiori in merito al cloralio. L'elettricità ha vantaggio ma il suo uso fu tanto limitato a del teLano che per ora non è facile auu1n~z~z.a,nn al loro giusto valore. Fino ad ora, e in mancanza di più positive sempre riguardato il tetano come una senza una base analomo-paLologi<:a dimos necroscopici falli d urante la guerra non ci p renùe1'e nullt~ di più di quello che si !:'apeva. Gli spasmi muscolari tonici nei vari ter·rn'll"' moslr·ano che l'atl'ezione centrale che ci si di tetano si deve ricercare nel midollo spinale, nel te tano traumatico deve essersi portata al dell'irritazione irradialasi da un nervo periferiCO Gli attuali nostr i mezzi di ricerca non ci in grado di conoscere quali alterazioni dano a questo s tato morboso. La distinzic.ne delle varie forme di tetano, tatti da alcuni cbir·urgbi militari, ora non è dopo quanto si é ossel'vato in quella g•terra; le non sc.no che manifestazioni parziali di tel.allO. vis10ne di tetano acuto e tetano cronico uon valore pr atico. Non si può mai prevedere in delle due forme sarA per svilupparsi. Nella matica del tetano non si può riconoscere che Li lati ve.


BIBI,IOG RAF!CA

509

• ·•-nellO della •••colazione teduoa per la ohitenulo::>i in Berlino nell'aprile 1886. - Centralb. CAir., tb86). torni utile riportare dal sopra indicato giornale la relazione succinta degli argomenti trattati nell'XI della Associazione Alemanna per la chirurgia. la vaslità del materiale, ci limitiamo ad una specie di ael '{uale i compilatori hanno fallo del loro meglio rio, seguendo, nelte~to tedesco, la distribuzione riguardo alla patologia e terapia generale trattarono il l'argomento del tetano traumatico; la etiologia e flllllgerlesi della osteomielile acuta il Kreske; la actined Rolter e risr·ael. Discussero lo Schede la guarisotto la crosta sanguigna; il Thier·sch e lo Czerny il Pltll&nlento dei capelli; il Wahl la inoculazione della tula traslusione e la infusione il Landerer. te alla tesla ed al vollo discorsero il Miculicz lriUamento dell'empiema dell'antro di lgmoro; il Morian regadi del volle. Contribuirono il Biondi con uua. mcsul labbro leporino; il Meusel col trattamento apedella tosse canina, lo Scboenborn colla stafilopla.stica., cnll'impiego del bronzo alluminico nella bocca, il Qllla presenlazione d1 un setto nasale complelamenle alle infermila, rientranti nel dominio chirurgico, lllDllo, d€-1 petto e dPIJa spina, riferisce il Frànkel B. sulla e di un cancroide delle fauci; estirpazione del laUThiersch; sulla cachessia slrumipriva il Kocber; suldel polmone l'l~ra.el; lo Czerny sul cancro epidella mammella.; sul trattamento della scoliosi il LenII Leser sulla terapia dell'ascesso per congestione da .

alla cavità addominale eù al canale intesti-

_....,l'lpon ...,rta.rono il Mikulicz sulla asportazione di un tratto

il . della cavità. periloneale; sull'indir izzo ùell'ernioKuster; il Roser sulle rottura intestinali.


:) l o

RlVISTA.

In proposito degli organi geoito- urinarii t'"''"'~ ..., cazionì Lauensteiu sulla nefrotomia; Tr eodelenburg tamento della ectopia vescicale; K onig sulla venliva per la estrazione dei calcoli urinarii, come z10ne alla discussione sulla rimozione deUa pietra sull'ampulazioue del pene il Kiister; sulla signi n~!IZJOOI fologica dell'ept dell'ipo-sparlia l'Albrecbt. Sul tema dd bacwo discorse il Rione deJ drena lali vi ascessi. Venendo alle estremità riferirono il Dircber s ull saldamento dei framme nti ossei, Bausmann s ulla dei frammenti nelle fratture complicate, TLiet·s ciJ deformau te; Czerny sulle affezioni nevropaliche d !azioni; Lòbber sulle abituali slogatur e della s palla lune lesioni dell'articolazione omero- radiale; W Jussazione del raggio dietro la frattut·a esteriore lesltJ; Meusol sulle lesion1 del gomito; K iister ticolazione del ginocchio; Pelersen sulla resezione uocchio; W agner> s ulla frattura da compressiOne superiore dello stinco; Dr aun sulle fratture intrau gamb~; Krauss sul tt•attamento, sulle incurvature della gamba e sul trattamento del piede equino; A valore morfologico delle dtta sopranumerarie del mano. Biault&tt dell'Inchiesta sulle concllzioni 1Kll8111•~ nttarle n el oom11l11 del r~gno . La direz1one generale della statistica pubblicati i " Risultati dell:i~hiesta suUe cv,....... -~ niche e sanitarie nei comuni del regno • di:;tinti lumi: Relazione generale - .\·oci:oie relative ai poluouhi di procincia - Noti:oie per ciascun È uu lavoro veramente stupendo e che d'ora innanzi trattare ~~ qualsiasi igienica qu consultare, dovra averne anzi una e~tesa e gu1zione. Riserbandoci di trarne quei poclti essenziolissiiJJi


BIBLIOGR.U'ICA

5H

piu diretU~mente possono collegars i coi risultati dei dati std1is\ici sanitari dell'esercito, r.i limitiamo per ora ad indicare ai eolleglu que;;La egregia pubbhca:done. che attesta dell'ebil~ zelt~nle opera della nostra direzione genera le di staliRica, a ila quale gia si debbono tante pubblicazioni di sommo 'Qlore. dt somma pratica utilità pet· chi sa apprezzarle ed ulilinarle. B.

a'WlosnJ!e. Nel 1' numero del 18 i della Rioista di artiglier ia e genio farono pubblicati due egregi lavo1·i che crediamo opportuno accennare ai colleghi, poiché hanno una auineuza veramente apprezzevolissima cogli studi medico-igienici, e perché a noi parvero di molLo pratico valore. Alludiamo alla memoria: Circa un nuooo s~(one-laoatore per latrine, <!Ondotti, ecc., del capitano del genio F. P eeceuo; ed all'ultra sulle Stufe per distnfe:tione, del Lenente del genio G. Piccinino (1). B. 1reber elle erste Hillfsleista ng bel m eoh&Dlsohen V erlebungen und iiber Hitzsohlag . - DAFFNER. StabsarLz. Vaterrtohtsbaoh fiir L &z &rethgehiilfen . _- Berlin. Sono due manuali degni d'esser e consultati dagli ufficiali llledici cui è arfldalal'isLruzione deglt infermieri e porta-reriti. Il libt•o del Daffner tratta ùei primi soccorsi nei casi di lraumalismo e colpi di calore, ed è r icco di ottimi consigli

~\ pr~()Osito ùei sistemi propooti pul mizlioramenlo igienico delle latrine,

-· DlO nr.<~rd:tte la. • ldruziOtv ai 1Mssima per la costruzione di latrine ad -1111r flllio Ilare • PUbblicata dal Mtnl,tero della guerra (GIOrnale d'artiglieria , tlls 'd'~P. IO• del 1886. N. U5) onde le direzioni dd genio possano aoere 11 V 01' 11111 di mauima '~' relativi la~:ori. IIQr::lllPnte non da delle formali prescri?.iooi; !imitasi anzi ad accennare delle di •~ generiche, suscettive delle più svariate applicazioni. Ba però il merito 1eodtb~:lre, lltl rompo apeciale dell'ingegnere eoatru!lore, delle massime at1 llolt.o ' cl~e aotto il ri~eontro delle caigenze mwic~riginìehe possono avere lioQe. Prnhco valore. Sarà quindi bene che ì colleghi ne prendano cogniB.


L_

RlVlSTA BJBLIOGRAFICA

pratici. L'altro é un codice compiuto dell'insegnamento impartire agli aiutanti d'ospedale, pei loro doveri, pelle dispensabili nozioni anatomo-fisiologiche, pei soccorsi ad prestare nei diversi casi, sui mezzi e modi di trasporto, pratiche in caso di decesso, finalmente semplici ma stanza esatte nozioni pel ser~·izio di farmacia.

NOTIZIE

Direzione oentrale sanitaria germanica. N ella riorganizzazione del Ministero de.lla guerra ",.,_.,,,,,..~... messa in allo itt• ottobre 1886, Ja direzione ìndipendente

seroizio di sanità, che designavasi colla denominazione Militar- Medicinal- Abcheilung, ha assunta la più. breve Medicinal- Abtheilung, conservando intere ed mtatle le sue attribuzioni. B.

11 Direttore

Dott. FBLICB BAROFFIO col. med.

Il Collaborat.ore per la R.• Marina GUELFO VON SOMMER

lltdiUJ di t- clau11

NUTINI FEDERrco, Gerente.


M EMORIE

ORIGINALI

~ULLA

A N

TI F E B R . I N A O;~en·azloni

e note

lett~ nella roM•:rcuza sr.ientiHc.'\ dPI mese di Cnlibraio :ùl'o~ped. ruiltL t! i lt•,m:t •lui dott. CJhi a i Ho &Uo uso, maggiore medico.

§1. Fin dal sellembre scorso si ebbe notizia ch e era stalo trovato e proposto un nuovo amipiretlico efficacissimo e potentissimo, ed il Mo?·gagni del .2 ollobre 1886 nella sua rivista terapeutica pubblica una nola col titolo "Sull'anti;elibrina, 1Wovo antipirl'ttico per Ca/m e lleppe »: nella quale dopo aYer dato la formola ed i caratleri fisici del nuovo farmaco, si afferma che questo è quattro Yolle piu attivo della antipirina, che la sua azione si manifesta già un'ora dopo la sommioistrazione. r·aggiunge un mas:>imo quattro ore più lardi, e persi:>te di poi per circa altre tre ore con notevole di~inuzione nella frequenza del polso ed aumento della ~en­ ''One arteriosa, che infine esso è bene tollerato dallo stomaco, giaechè nessuno dei pazienti sottoposti a questa cura ebbe a Provare inconveniente di sorta, ma al conlrario lulli dichiarar:mo di aver· provato un senso di benessere generale, talum 110 risvcl$1io nell'appetito. Qnesti cenni essendo manifestamente un sunto di la>oro 33


SIJLLA ANTfFEBRI.XA

originale. cer'cai scoprire !;t fonte ùa coi erano deri N. 3:3 del C'rntralulatt fiir ll:tinische Jfedicine troYai comun icazione originale dei dott. A. Cahn e J>. stenti alla clinica del prof. Kussmaul a Stra$hurgo. In questo lavoro, d'altronde assai breye esso pure, autor·i dichiarano di dovere al puro caso la scoperta contestabile azione antipiretica della nuova altri conoc:ciuta da tempo in chimica, e della quale la formola, i caratteri fisici e chimici: soggi ungono e<:;-;i convinti per mezzo di esperimenti vari su cani e potersi amministrar·e a dose relativamente alta senza tossica, benché essa si nvvicini come costituzione cl l'anilina, e che la temperatura degli animali ~ani non influenzata: indicano la dose ed il modo di amrnin :;ua efficacia quadrupla di quella dell'antipit•rina, la di .24 casi di malattia in cui la spet·imentarono) e dopo riportato in apposite tnhelle la serie di temperature- di casi, formolano le seguenti conclusioni che traduco mente: « L'azione antipiretica comincia generalm('nle dopo l'amministrazione del rimedio e per.;iste, sPcun'w dose, da tre a dicci ore. « Dopo ogni dose la lempel'atura da febb r;le che torna al grado normale, e il calore del corpo rimane poco vato per sei ad otto ore. « Coll'abhassamento della temperatura si nora pelle <> leggiera tra~pimzione; non si osservarono raote il11eriodo apirettico; in quakhe caso, come fu lato per l'aiHipirina, i malati hanno una sensazione di ( Nello stesso tempo cbe ha luogo l'abbassamento temperatura si nota una diminuzione considerevole della quenza del polso, ed nn aumento della tensione arteriosa.


SULL.\ A~TIFIWRI~A

515

c Il medicamento è ben sop]Jortato dalle \ie digerenti e

non ha occasionato nè nausee. nè ,-omiti, nè diarree. \( Talora si è os~ervato durante il periodo apirettico il :-i~reglio dell'appetito, una ~ete intensa ed un aumento di seerezione urinarin, ma nessuno dei ,2i. ammalati che presero rantifeùbl'ina ha provato sintomi spiacevoli; al contrario tulli dissero tro,-arsi meglio durante il periodo apirettico. <• Tn un caso di reumatismo awto ri fu pronta diminuzione della fchbre e dei dolori articolari : qualcuno dei malati presentò un certo grado di cianosi alla faccia ed alle estremità, ma questo stato non persistelle lungo tempo. « Jn qualche caso i malati, del puri che gli animali ~LL cni fUJ·ono fatte le esperienze cadevano in un sonno calmo. << J1 medicamento presenta il \'antaggio di essere di una grande efficacia a piccole dosi, di non produrre nè sintomi spiacevoli nelle vie di1·igenti, nè traspirazione, e si taccomanda inoltre per la modicità del suo prezzo_ n Gli autori finiscono il loro lavoro con un cenno della fabbrica el1imica da cui c~ce il preparato, e colla annotazione che e~­ sendo il co1·po da loro studiato indifferente e lontano per la ~ua composizion':l chimica da tutti ~li altri antipiretici finora conosdnti. e che appartengono tulti alla serie fenolica oppure allf' ba~i, essi cominciarono su animaJi altri esperimenti con corpi omologhi ed analoghi, con derirati acetilici e toluidici, C.ln naftilamine, con bensoili e salicili-anilidi, e con altri corpi pìu complicati, preparati dalla stessa fabbrica. ~on è a mia cor;nizi•me siasi fatta dai due precitati autori altra comunicazion<' pubblica su questo argomento . . ~erò nel ~o 44 dello stesso Centrablatt fiir Klinische Rl edtcmt>, il Kriegor esprme in una sua relazione su questo rimedio specialmente gli ell'elli anLiLermicì ed i risultati ollenuti nella sua pratit;a priYata in 18 afi'etti da val'ie malattie


5 16

SULLA A~TlF.EBRIXA

febbrili, tifo, malaria, polmonite e pleurite. r·eumatismo, riLe, fehbre puerperale. E secondo questo autore"'''""'"""·· eisa mente nei tifosi e negli aiTctti da feiJI.Jri malariche che bassa mento della temperatura sarebbe pj upron nn ""••.wa lo è meno nella polmonite e nella pleurite, meno ancora febbre puerperale. Egli consiò.era la dose ùi 40 cerltlllrlll di questa sostanza siccome equivalente per efficacia Lica ad l gr. di anlipirtina, mentre i dottori Cahn ed l'avevano fissata a soli :to centigrammi . Poco dopo nt,Jia Società di medicina di Berlino il leggendo nna nota sull'antipil'ina ('l), parln pure per dente dell'nntifebbrioa, intr·odotta dalla scuola di dicendola so;tanza eccezionnle, poichè differisce per compogizione chimica da tuui gli altri antipiretici con ne indica la provenienza, i camtleri principali fisici e e conclude con queste brevi parole: Essa 1JrodtW' ' "rr•nl!r• [etti tossici, non p1·oduce 'VOmito, nè r·ipugM a 11ren dose di cenugrammi 10 og1ti ora determina un tra abbassamentn di temperatura da tre n q1wttru nulla più.

)l enll'(l in Germania si facevano questi studi. e si carano queste relazioni, in Francia il lépioe professore facoltà. di medicina di Lione, s'impossessaraegli pure gomento ed nnitamente ai suoi assistenti i dottori M Aubert, faceva. studi, osservazion i ed esperirr;enti che poi noti al pnl.Jblico nel Lyon médical e nella Sn11aine calr del mese di ollobre. (l) V. Jlll•NcnuR" - .lleditinische Wocliel~&chn(t. :W ottohre.


3 17

In nna di queste note il Lépine dice: Tio studiato io stesso l'a:ionl' di dosi {o1·ti, ,. di dosi tossiche d'acetanilide (che cosi egli propone di chiamat·e que:;to nuovo rimedio) nfl cane, 11el toniglio e 1tl'lla rana, ed ho dinwstrato che esso calma i dolori 'fl'rinlme11le nei t11betici, e che esso de-,;e per ronseguen::a esstr considerato come Wl medicamento ner~:ino dellapitì alta ulilittì (1). Il )luigset, suo a~sistente, legge alla società delle scienze meòiche di Lione, una memoria sultrallamento di 7tifosi coi J'aretanilitle, il t7 oll0bre. L'Auberl, altro suo assistente. fa uno studio di questa sostanza sul sangue, ed infine il Lépine stesso pul>ùlica sulla Semaine médicale del 1O novembre un a ~ua ultima nola pl'esentata alla società delle scienze mediche di Lione nella seduta del 20 ottobre, in cui dichiara di aver completato le sue osservazioni collo studio del!'acetanilide sull'uomo snno e sugli nn ima li, e dell'eiTelto di dosi tossiche della stessa su questi ultimi. Jn qnesto suo lavoro egli assicura che nell'uomo sano una do~e rli 50 centigramm t non produce in generale effetti apprezzaùili, che due o tre dosi simili, nelle2i. ore, danno frequentemente una diminuzione nelle mine, talora semazioni raghe, più di rado sonnolenza. rarissimamente costipazione 0 qualche nausea. mai ''Ornito. A dose più forte :.eguitala per alcuni giorni si produce cianosi al rolto ed alle estremità che cessa appena cessato il medicatnento. Egli non superò i ;. grammi. Sugli animali ebue sempre note,·oJe abbassamenLo della temperatm·a periferica e centrale, rallentamento e Lalrolla invece accelerazione dei battiti cardiaci, aumento dapprima poi altbnssnmeoto della tensione arteriosa, respi t'azione affannosa . {l) Lyon '"cd1cal, N. lt., <lei 30 ottobre.


i) l 8

SULLA A~TI FEBRJNA

Alla dose di JO centigrammi per ogni chi!ogramma dell'animale, egli dice, il sistema nervoso è già mente leso, franchemen.t touché, il cane ba tremito ed paralisi del treno posteriore, l'intelligenza consen·ata, inerte, sta coricato sul fianco e non si muove quasi, gli pesti la zampa. L' eccital>ilità. nerT"osa è diminuita, il cuore non si a completamente per una ccci.azione faradica del n go prima della in•ossicazione bastava ad arr·e~tame i tronchi nerrosi per·iferici sono essi pure meno eccitabili. rl sangue nrteriogo presenta una colorazione hmno· non mostra Jiminu~ione nppr·ezzabile nella fibrina, nt' nel mero o nella fol'ma ùei globuli rossi, ma è molto meno di ossigeno, circa metit dì quello contenuto nel sangue male, conservando invece una fone pt·oporzione di ar,ido bonico, ed all'ana lisi spettrale, mostra una striscia ft'H le C. e D. dello spettro la quale sembra caratteristica della temoglobulina e che ò identica a quella osservata in intossicazione coll'anilina. l n Ila lin, oltre al Jl orgagnz·sopracitato, la Riforma dì :Xapoli,, in modo speciale nei ~- 211' z66, zs:; e qualche altro giornale pubblicarono articoli e note che sono in genere che traduzioni, riassunti o commenti dei tedeschi o francesi sopmcitati, senza che, almeno a mia gnizìone, sia comparso finora alcun lamro originale che risca il r·isultato dì studi e di osservazioni praticate in

L'a rgomento era quanto mai allraente per la sua n importanza, il quadro degli effelli e della potenza del rimedio, dipinto dai primi scoprilori delle sue virlit


SULl-A ANTJFEDRT'ìA

o l9

liebe troppo seducen te e Lentatore, perchè non sorgesse il desidel'io di riprodul'lo, di esperimentare questa nuo>a soslanza e con~latnrne direttamente gli e[etli onde fa, ori m e la diffu-ione a vantaggio dei nostri infermi. Il doll. )i ingassini asshlente al gabinetto d'anatomia di qoe•ta nniver~ilit mi forni i primi l Ogramnù di antifebrina; piiltardi altra quantità assai più coc;pi~ua ebbi dal dott. Ciamici:m as,;i~tcnte del prof. Canizzaro all'istituto di chimica pure di questa ttniver::.ilit; e tanto la prima che la seconda erano della fabbrica di I\ alle e Com. a Bi ebrik sul Reno, della sle;;~a provenienza quindi di qùella usata nelle prime esperienze di Stra<;borgo. \li accin~i, non senza qualvbe trepidazione, a fare io pure qualche osservazione onde esperimentare l'azione di questo nnovo preparato, ed è il ri sultato di questi esperimenti dili\!entemeuteosscr·vato. o fedelmente raecolloche qui vi espongo. la sost:tnza cbe si tmllava di espel'imentare è una polvere bianca , cr·istallina, inodora , un poco acre al gusto, quasi inliolubile nell'acqun fredda, poco solubile nell'acqua calda, solohilissirna invece nell'alcool e nei liquidi alcoolici: fusibile a lt 3~, essa bolle, senza scomporsi, a cil·ca 300 gradi; è un torpo di reazione neutra e resiste a quasi Lutti i reatLiYi. l nostri farmacisti militari Bompiani e Grosso cbe la sottoposero a ripetute ricer·che analilliche mi comunicarono una diliJ:tente nota di reazioni caratteristiche della stessa, che non ri~m·to perchè troppo estesa. e superllua al nostro scopo, da eu, però rilevo che questa so"tanza è eziandio solubitissima a freddo nell'etere c nel cloroformio, e che in genere essa ba lesles.se pt·incipali reazioni cllimiche dell'anil!oa, dando luogo per _conseguenza a precipitati colomti in violetto col cloruro talctco in soluzione alcoolica ed in precipitati variabili, secondo la satura?.:ionc del saggio, dal rosso al violetto ametista


520

SULI.A ANTlFEBEtJNA

e fin IJnasi all'indaco trattandola col bicromato acido solforico . .Era già da tempo conosciuta in cbimira quale ben definito, e dal Gerbard che per primo ne fece un rato studio saran rirca 40 anni, fino a questi ultimi aveva più YOltc interessato i chimici, non mai i medici, come agente te1-apeutico è una sostanza assolutamente La sua f01·mola sarebbe ce II' A;r H cz H3 O , per cui venire considerata o come un'ammoniaca (.h II') in cui atomi d'igrogeno sieno sostituiti dai radicali fooile (C' H1) 1 acetile (C H' O); ovvero un derivalo dell'anilina (C6H1 A.: in cui un atomo d'idrogeno è sostituito dal radicale (C'li' 0), d'onde il nome acetanilideindicante la sua sizione chimica, proposto dal Lèpine di Lione in sosti di quello di anti(ebrìha datole primitivamente dai don. e Heppe di Strasùurgo io virtù della"sua azione anli Nei mesi di novembre e dicembre sebbene non manchi nostro ospedale il materiale necessario per tali studi, esso non è mollo variato, e non si trovano quasi nei noslri parti di medicina altre malattie febbrili all'infuori delle tifoidee e delle febbri malariche; ma queste appunto mi 'ero le più adalle allo scopo e fornirono materia alla ma:§:>llll•• parte delle fatte osser' azioni, che più tardi fu poi anche sibilo eseguit·e in altri casi di reumatismo articolare e di lallie polmoo1li. Queste osservazioni cominciate appunto ai primi di vembre :-ommano a .H eseguite su individui atTeUi dalle guenti malattie: IX. 19 Pebure tifoidea Febbre malaria )\ 1;_; 1\cnmatismo articolare )) 6 Polmonite. )) 4


521

SU t LA A~TlFEBIIIXA

~ on è mia intenzione di riportat·e qui la storia di ogni sin-

golo caso; sareùbe una troppo lunga e poco variata ripetizione degli stessi fatti, delle medesime cifre, quindi per lo meno superfluo: mi limiterò a presentarne alcune, le princicipali. più cnratterisLiche ed importanti, che valgano a dare un'idea sufficientemente esalta della' ia seguita, dei falli rilevati. delle conclu::.ioni dedoue. Osserca.:iune a•.- F. G., soldato 12 arLigl ieria, anni ::? l. - Febbre tifoidea, 18° giomo di malattia. Respira- Te rupe- AntHel>rina Orepom. Pulsazio ni :tioni ralum r;rammi

100 98

:26

~·0. 1

0. 12 1, 2

no

:?0

'.ao 2

86

24 22

0. 12 l!'l 0.12 i 'l 0.12 1/2

96

26

39.7 39.1 39.1 HR.8 :i9.0 39.3 39.5 .:i.O.O

1?.30

l

a ~

'i 6 i

non sudore nè brividi, nessuna sofferenza o sensazione speciale.

Osserua::ione (j• . - P. A., soldato 12 artiglieria, anni 2.2. - Fehbre tifoidea, ·1s,o giorno di malallia, 2° giorno d'aromini~trazione del rimedio: Orepom. Pulsa- Resrira- T~mpr- Antirehrina zioni grommi zloni ratura

l

84

1.30

l{O

2 2.30

79 82

34

:,l

81

4

3~·

39.7 ::J9.4 38.7 38 .438.2

83 84·

32

:J8.0

:H

90

36

39.0 !39.9

l)

6

38 33 33

0 .1 :2 1 ~

0. 12 1, ,

O. 12 1,'9 sudore;

o. 12 t !

sudore copioso; ))

))

cessaLo il sudore;


J22

SULLA ANT1FÉBRINA

Osserva:ione 13". - P. C., soldato loartigl ieria, Fchb!'e tifoidea, 7° giorno di malattia:

-

Orepom. Pulsa- Respira- Temr•e- Antifebrìna zlonl zioni ratura grammi

90

zo

92

14

12.30

2 2.30 3.30 5

88

20

80

20

80

rz

39.0 39.0 38.7 38.5

0. 12 {h 0.12 t :! O. lz 4/t 0. 12 4h.

' asserisce vedere gli oggeL11 in ro3so e pro senso di

l )

38.3 39.1

Segue I'Os.m·va:rione 13". - Medesimo individuo osservazione precedente io 1o• giomata di malallia. Ore mcr. Pulsa- Respira- Tem11e- AnLifebrina zionl zloui ratura grammi

12

100

Ore pom.

n

38.7

0.25; calma., vista n

38.7 38.3 38.0

0.1:>; 0.25;

8i-

u

.2

86

3

8~

.24 30

i

8•' 80

28

80

28

8)

z8 30

:)

G 7 8

(

-

86

30

37.8 37.8 37.6 37.3 :18. l

))

l)

))

sonnolenza;

i

subdelirio, vi;ta .

oaaeui colorali l'> C rosso;

persistono nomeni.


SUI,LA \NTJFEBRI~A

o.~sn'ra::ione 16•. -

L. G., soldato 8 fanteria anni 22. Febbre tifoidea, 23" giornata di malattia: Orenr.m. Pulsa- Respira~v tioni zioni

3.30 i

26

Tcmp~

Aotif<!!Jrin~ ~··) O ........

ratura

108 100

2\.

39 8 39.6

88

20

~8.:2

~ .30

:) 6

Si.

30

'j

82 80

18

36.~

·18

36. \.

20

36.0

~

9 IO Il

100 '104

:::rammi

o.:)o O.?:j; benessere, sonnolenza,

sudore copioso; benessere, sonnolenza, sudore profusissimo; benessere, sonnolenza;

36 8

))

))

cessati i sudori; freddo e brividi; fortissimi brividi p. ·t ora

:zo :n.s 39.7

Osserva=ione .2.24 • - F. G , soldato 80 fanteria, anni 21. - Fe~bre tifoidea, in 9' giornata di malattia. Oreant.

Pulsa- Respira- Tempe- .Antifebrina zionl z1onl ratura gr:unmi

9.:30 10.30 Il

n

26

39.i-

0.50; cefalea, sete;

:J8.8 38 ..2

o.:>o 0.30

36.9

Ore t>Om .

l

? 3

36.3 36.:3 36.3

36.6

sLupore pronunciato e cianosi al volto, collo c mani;


SULLA ANTIFEBRI~A

Respira- Tempe- Aotifebrina Ore pom. Pulsazioni ratura g r3mmi zioni

37.0

6 7

37 ..1.

38.0 8 38.9 persiste stupor~ e nosi. ~oue calma con senso di benessere, nessun ,,..,,..,,.,,.,.. mattino successivo la cianosi è scomparsa, lagnasi di cefalea, senso di calore. Temperatura 38.9.

0 9se1·ou :-ione 3/? . - C. N., allievo legione reali niE>ri, anni ~O. - Febbre tifoidea, in 10' giornata di Ore ant. Tempe- AntiCebrina ratura grammi

9.M)

3!U)

•10.30 11 1 1.30 12

39.!)

30.2 39.1 3!)

0.50 0.50 0.50 0.50

.o

Orepom.

12.30 l 1.30 :2

38.2; copioso sudore; :n.H 38.1

2.30

36.9; continua profuso sudore; 38.0, pulsazioni 90, respirazioni 36: tremito l'aie pronunciato: il malato accusa senso freddo intenso; cianosi limitata alle sole delle mani e dei piedi. Dice non nessuna sofferenza, ma neppure nessun biamento dal suo stato abituale; 38.2

:uw

l' i)

37.7


SUI.LA ANTlFEBRIN.\. T~mpe-

Ore pom. ratura

6

52

\ntlfebrina grammì

38.~; persiste iltremitogenerale convulsivo: la cianosi

è molto più estesa sugli arti e alla faccia; 38.0; vomito di materie mucose biancastre; 8 39.0 ~el mattino successivo condizioni migliorate, tremito cessato dopo4 ore, cianosi quasi scomparsa. Temperatura 38.9. Il malato accusa puzza vi nosa alla bocca, anertita dagli astanti.

i

Osserva:ione 38•.- F. G., caporalei9 fanteria, anni23. - Febbre tifoidea in l 0' l{iornata: .<\n lire brina Orepom. Temperatura gr:tmmi

3 \.0.5 3.30 40.4 i.

0.25 0.()0

l.3() 39.9 5

o.:)o

5.30 39.0 O.i;> 7 37. 2; sudor·e; 8 36.8; senso di benessere, sudore; 9 36.7; )) )) )) IO 37 .l; cessato il sudore, senso di freddo; Il 37.9; brividi. senso di ansietà. respiro breve e frequente {40 raspirazioni al minuto), sospiri pure frequenti: quadro che persiste ancora al mattino successivo, unito a marcata cianosi del volto, collo e delle mani, e cb e si dissipa lentamente in circa 24· oré. Os.~l'ruazione 21'- C. L?., sergente nel7 fanteria, anni 21. -:-Polmonite destra in o• giornata, 3° giorno di somministraZione del r·imeclio:


SULLA A~iFEBRINA Pul~a-

zioni

Mattino l 00

R~splra-

zionl

Tempe- Antifebrioa ratura grammi

H

39 't

~i

39.5 39.7

Ore pom.

:3.80 4 4.30

Il O

39. 1

38.0

i)

;).30 6 7

96

4-0

o't:S 0.50 0.30; sudore; O 25; sudore profuso;

3/ .0; cessato il sudore;. 37.7

38. f : non ebbe brividi nè alcun disturbo; 8 38.5 fl 100 4·0 38.8 l\1auino successivo: l)Uisazioni 100, respirazion i U, ratura 39.1. Non fu più continuato il rimedio; la temperatura o~c illò cora fra :39.0 e 40.:; fino alla decima giornata io cui si 39.6 alla sora, nella notte avvenne la defervescenza per ilttirmometrose~oava37.4 almauino successilo, nè più si febbre. Tro' o nelle mie annotazioni il 2 l dicembre. 21 di malattia: contint.Ia il soffio bronchiale al lobo in destro, rantoli crepitanti nella parte posteriore e su dello stesso lato con frequenza e difficoltà di re~piro; data ogennaio: completamente r·isolto il fatto polmonare, siste un certo grado di anemia e denutrizione; il mnlato con proposta di licenza di coHalescenza di giorni quaranta. Osserva.::ione 25... - S S.. inscritto del 12 art' anni 21. - Reumatismo poliarticolare. Soffri di •·Pnlm&,Lilllll'll artirolare sei anni or sono: da selle giorni ha dolori a articolazioni, da tre giorni si manifestò tumore all'a zione del ginocchio destro, da venliquatt'ore al piede stesso lato:


SULLA ANTIFEBIUNA

o2i

:29 novembre: Ore ant.

!'l

Tc!llJ)C· Anlìf,•IJrina

ratura

~ramml

o·-<> ~~·

IO

38.1 38.2

fl 12

~7.4

o.;;;o

38.0

0.2:)

0.50

Ore pom.

l

37 .8; nessun fenomeno ::peciale, nessuna sensazione: dice di sentirsi più leggero ed af'ere pìù facilità nei movimenti.

2 3 4 5

38.0 38.2

38 ..{. 38.6; disur·ia dal malti no; vescica quasi piena;

6

39.0

8; emissione di urina, sponlanea, facile ed abbondante. 30 novembre: Ore ant. Tempo- Anhftl!rlna ratura grammi

Q

IO Il

n

37.9 :3tu. 38.:) :18.6

o.:;u

l.lre Pom

l

z 3

38.i. 38.0

().i) Q

O.i.iO

38.·1; leggera traspirazione: il malalo accusa senso di fr·eddo, ma non brividi: i dolori gli sembrano diminuiti; 38.0 38.8


SULLA ANIIPEBR U'{.A.

Nessun cambiamento nella giornata: dormi fi no alla nolle, poi veglia ostinata, stordimento e sordità forte siste al mattino successivo. lo ùicem bre: Ortlanl.

TPmpc- .\ntirebrlna mtura grammi

IO Il

38.0 38.3

1z

3H.3

0.30

Ore 1•om.

38.2

0.50

.?

:Js.o

:3 4 5

0.9:) 0.2:)

37.G 37.2 37J) :l7.9; accusa di nuovo sordità.

6

Si so:~ponde il l'imedio; la temperatura con tinua ad oscillar·e nuorno ai 38 centigradi, per altri sei giorni, grndatarneule scende al normale, cessano le esarcebazioni sper·tine e i dolori articolari, scompaiono lentamente idrartos. e l'individuo 1iene rimandato al corpo guarito 2:.> giorni Ji malattia.

Osscrta;ione 18•.- C. D., carabiniere legione anni 24.. - Febbre malarica, conlralla in TrasteYere, cente. non essendosi ayuti che tre accessi ben definiti a alterni: milza di volume poco superiore al normale. TI 28 DO\embre, giorno di apiressia, si amministra gr.t di antifeiJrina in tre cartine: la temperatura rimane per il giorno stazionaria, dì poco superiore ai 36 centigradi. Il :29 alla solila ora, verso il mezzodì, ricompare l precedulo da cefalea intensa, da brividi intensissimi.


SULLA ANTlFEDRINA.

529

Tempe- Anlifebrina

Orepom. ratura

grammi

40.6 i-0.8 40.7 39.9

0.:.>0 0.50 0.50 0.50

3.30 i , ,30 5

5 30

39.2 6 39.7 ,. 39.9; sudori profusi; ' 9 37 .3; apiressia, sudori quasi cessati. Il 30 novembre, allo ore 9 del mattino, temperallua 36 .8, si amministrano 2 gramm i di antifebrina in quattro carte di 50 centigrammi l'una, ogni mezz'ora, ed il termometro oscilla lulto il giorno di poco sopra i 36 centigrammi senza brividi o sudori, solo l'infermo accusa cefalea ed un senso di sto1·dimento. 1l 1° dicembl'e, notte calma; l'ammalato acyusa sempre cefalea, cui ora s'aggiunge una grande spossalezza. Oreant.

Tcmpe- Antifebrina ratura grammi

IO

36.436.2 37.1

Il 12

0.50

o·-O 9" 0.50; malessere, cefalea aumentata;

Ore pom.

l

1.30 ~

2.30 3 t.

'-30 5.30 6.30 8 34

39.0 t0.5 40.5 40.6 40.5 40.0 40. t

0.7;;; brividi intensi; 0 ..)0

40.2

i-0.0; comincia il sudore; 37.7; profuso sudore.


1)30

SULLA A~TJFEBRINA

~on venne amministrata allru dose di rimedio, ed il cemhre, Yerso il meZ?.odì, colla ordinaria precisione pan·ero i brividi, quindi l'accesso colla solita iotensilà. 11 4 dicemhre una dose gr. 1.50 di solfato chinico, tuta poi il domani prima dell'accesso, riesce a la rehbre è più ricomparsa, avendo però seguitato pP-r che altro giorno lo specifico a piccole dasi.

§ 4. Dall'esame dello sopra riportate osservazioni emerge mieramento, ed in modo indubitalo che questa sostanza, tifebrina di Cuhn e lleppe o acetalinide di Lépine è dotata azione an Litermica. Nelt'ossonazione 3• noi vediamo cbe gr. 0.50 di essa in ~· ''olle ogni mezz'ora dànno dopo circa due ore un aL samenLo di un grado e tre decimi: la stessa dose di 30 grilmmi, nell'osserva zione 6• dà un abbassamenlo di cl rea gradi in Lre ore: nell'osservazione ~16" troviamo una di di LemperaLum in meno di Lre gradi e dne decimi dopo 5 cou una dose di un gmmmo di rimedio: due grammi di producono una diminuzione di tre gradi e otto de1·imi osscrrazione :l8". Lo stesso fallo infine, meno rorse uot. due eccezi oni, si ri3contra più o meno pronunciato in casi io cui questa sostanza 'enne amministrata . Quindi la sua azione an ti termica è dimostrala non _solo, questa azione risulta in modo eYidenle essere pronta etl gica e manifestarsi già. con dosi molto piccole di medir Yediamo ora qunli sono i caratter·i di questa azione. la durala. Le curve lermografichc eseguite ogniquah·olla ilri veoiYa somministra!(), ri mostrano un andamento


SUU.A. A:oiTJFEBIUNA

53 1

assai somigliante, anzi quasi uniforme in gran parte di esse, cio~ nn massimo di calore al momento in cui principi-a l'osservazione, e si comincia l'amministrazione del rimedio, una discesa più o meno forte. ma sempre pronta e rapida, fino a !'2ggino~ere on punto minimo di abbas:-amento, e da quell'istante il calore torna a crescere e quindi la curva risale io forma se non identica, molto simile e quasi simmetrica a quella de~critta nella disce:-a, ma in senso inverso, sino a raggiungere la temperatura primiliYa: talvolta il grado di calore rag:.!innto dopo era alquanto inferiore, di rado pure superò quello segnalo al principio. È sempre la figura di un V più o meno perfetto, regolare e completo che noi abbiamo davanti agli occhi. Pochissime volte si è invece constatato un periodo di stato, una durala nell'abbassamento della temperatura, apprezzabile. In una delle osser·vnzioni che non ho qui riportato trovo alle ore 11 antimeridiane temperatura 30.8 e seconda amministrazione di 21> ccnligr·ammi d'antifebrina: alle 12 meridiane temperalura 38.>> .2 pomerirliane » 38.2 )) 3 » » 37.9 ) ) )) )) 38.9 )) ;j )) • 39.6. Quindi per più di tre ore dalle ore 12 alle 3 pomeridiane la teruperntura oscillante attorno ai 30 cenLi~radi . Pariruènti nell'os~ervnzione 3?' con gr. 1.50 di rìmedio, dopo aver avuto in due ore un abbassamento di temperatura ~i piu che due gradi. questa o~ci lla per quallro ore di seguito Intorno a gr. 36.5 prim:t di ricominciare a risalire, jn altre quattro ore al grado pt·imiLiV"o. Per·ò, Renza dichiamre in modo assoluto che questi due sono i soli, debbo asserire che sono certo i più marcati e pro-


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SOLLA. .ANTIF.EBRINA

lungati casi verificatisi in tutte le fatte osservazioni. dalle risultanze di queste emerge come bastino real mente anche assai piccole di antifebr·ina a produrre già un mento di temperatura di uno o due gradi, che questo samento è già apprezzabile mezz'ora, al più un'ora dopo ministrazionc del rimedio, che la. temperatura con t10ua abbassarsi più o meno rapidamente, ma in modo regolare uniforme, per tre o quattro ore, di rado per un tempo lungo, lìochè al termine di questo tempo ha raggiunto un nimu.m sul quale, a ditrerenza di quanto è asserito nella del Cabn ed Heppe, il termometro, non si arresta che di rado per le tre o quattro ore da essi accennate, ma massima parte dei casi, ripiglia immediatamente e sosta l'andamento ascensionale, per ritornare a ~egnare grado di calore notato prima dell'esperimento, e ciò i,n tempo quasi sempre approssimativamente uguale a quello piegato nella discesa . Relativamente agli effetti dell'antifebrina in rapporto dosi, noi troviamo nelle osservazioni 3• e 4•, con gr. 0.50 abbassamento di un grado e tre decimi in poco più di due nell'osservazione ~ 6• un gramma di rimedio abbassa la peratura di quattro gradi meno due decimi: nell' zione 32• un grammo e mezzo dà un abbassamento di gradi, mentre con due grammi, il termometro scende di grammi e mezzo (osservazione 35•) e tre gradi e otto (osservazione 38•). Confesso che non bo creduto conveniente nè prudente di oltrepassare la dose di due grammi, cb e d' allronde è quella pii alta stabilita come innocua dagli stessi proponenti. fuoreba una volta sola (osservazione 18•), e ne dirò or ora le ragioni. Ciononostante le dosi impiegale mi parvero sufficienti ed i risultati ottenuti abbastanza determinati ed eloquenti.


SULLA ANTIFEDRlNA

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L'abbassamento massimo ottenuto fu di quattro gradi meno due decimi, ed esso si ebb~ una >olla con un grammo di rimedio ed una ''Olia con due: la dose di un grammo d1ede quasi costantemente un abbassamento di temperatura di oltre due gradi, talora anche di più, come dosi minori ne diedero qualche volla uno assai più forte. Dosi più forli raramente diedero efTello maggiore.

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Passiamo ora ad analizzare gli alL1·ì faLLi ril e>ali ed annotati dorante questi esperimenti. Poche volte, cinque o sei in tutto, trovo l'annotazione: senso tli benessere, pio spesso invece trovo notato: nessuna sensaz·ione, nessun cambiammto, nessnna sofferenza. Non furono mai segnalate gastralgie, pirosi, senso di peso o di tensione all'epigàStrio, una o due volle soltanto si manifestò smso di sete, non molto intenso però nè molesto, una rolta sola si ebbe vomito di materie mucose biancastre, che si giudicò da non dove1·si neppure imputare all'azione del rimedio, non si produssero mai dolori colici , diarrea, dissenteria, o altro qualsiasi disturbo intestinale. Possiamo quindi confermare pienamente quanto dissero i primi pratici che sperimentarono l'antifebrina, che cioè essa è ben sopportata dalle vio digestive, e non ha mai occasionato nè nausee, nè vomiti, nè diarree. ~a per contro mentre non fu constatata che rarissimamente la $eLe, e ancora non intensa come essi la riscontrarono, non si ebbe che assai rar·amente del pari a Yerificare il senso di benessere che essi dichiararono costante in tutti i mala"i duranto il periodo apircttico; ma unicamente piuttosto una mancanza di sensazioni moleste, e la percezione di cessazione del-


SULLA A,NTIFEBRlNA

l'urente calore preesistente, che forse può essere essa. considerata come un benessere. Però il risveglio dell'appetito duranLe il periodo dello apirettico, assolutamente non si è mai presentato. Similmente non fu mai constatato L·aumento nella !\Ar.:1"81aa della urina, ma ben si piuttosto una tendenza .alla sua d zione, ciò che fu pure riconosciuto da Lépine. ~elle ii consecutivo alla somministrazion~ del rimèdio, i maiaLi Yolte, quando fu praticata questa indagine, emisero un un terzo in meno della quantità di UJ·ina emessa nel precedente.

Nello stesso tempo che ha luogo l'abbassamento temperatura, è dello nella prima comunicazione rlei Strasburgo, si nota una diminuzione considM·evole frequenza del polso ed aumento nella tenstone a1'J[erz:oa Relativamente alla diminuzione di frequenza del po pure fu constatata regolar·e e costante: dodici, sedicr, pulsazioni in meno per minuto sono registrate in tutte le servazion i in cui si volle tener conto di questo dato, e diminuzione procede parullela a quella del calore, r·:lD•lltttU un massimo contemporaneamente al massimo e scompare a gradi ma n mano che il termometro torna a znrsi. Parimenti riguardo alla tensione arteriosa, sebbene rl non sia slato constatato e misurato matematicamente con stmmenli, pure bene spesso al !alto riusciu sensibile, dente la sensazione ùi un polso più forte, più teso che fosse prima dell'amministrazione del1·imedio; all'aspetto, fisionomia dei malati si indoYinava direi qnasi che questa sione era accresciuta, il che mi sembr·a anche possa rer·e a spiegare l'altro fatto della diminuzione nella del respiro.


SULLA ANTIFEBRINA

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Gli atti inspiratori, al pari delle pulsazioni cardiache scemano di numero, e naturalmente acquistano in proporzione nella loro estensione e profondità. Questa diminuzione nel numero degli atti inspirntori non è però cosi costante e regolare come pel polso, siccome può anche n levarsi dall'esame di LaIone delle tabelle c;;eguite, ma in propor-lione di\ersa pure la si rìscontr·a sempre, ogni qualrolta il rimedio ''iene ammini~trato. e come pel polso ra~giunge un massimo più o meno pronunciato che cor·risponde se non sempre per l'entità, certo quasi costantemente pel tempo con quello dell'abbassamento della temperatura. ~ 6.

Gli altri faLLi rilevati nella pr·ecitala comu uicazione degli an tori sarebbero: un rossore alla pelle ed una leggiera tra. spirà~ione: in alcuni casi i malati ebbero t ma sensa:-ione di freddo, ma non furono mai osservati dei b1·ividi durante il periodo antipiret1·co. Ora in quest'ordine di falli le nostre osserYazioni diedero risultar i piuttosto di~cor·danti da quelli ollenuti da~li scopri tori. llossore alla pelle nei no~tri ammalati non si è mai presentato. Ebbi io prrncipio il dubbio che ne fosse causa la te· nuilà delle dosi impie~ate, ma il dubbio scomparve allorchè Yidi che il fatto non comparim neppur·e quando si raggiunse la dose dei due grammi indicata come la più alta da potersi amminislrar·e innocuamente: a meno elle tale fatto fosse molto taro. il che però non potrebbe essere neppure, giaccbè leosser'"aztoni . di Strasburgo sono meno numerose di queste. Sta però la certezza che in nessuno dei nostri malati si riscontrò rossort> nlla pelle. Si ebbe bensì più volr.e un cambiamento r.el


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SULLA ANTIFE.BRINA

colorito cutaneo, ma questo non era rosso, era !'1'7' "'"'"'"''11li cianotico, e di questo diremo dopo. Ciò che è anche contradetto dai nostri studi, è l''a!l~'nollìi che non si osservano mai briridi, ma solo talvolta una sazione di freddo ed una leggiera traspirazione. Senza parlare dell'osservazione ·ts• in coi i brividi ragionevolmente addebitarsi all'accesso malarico •u~v. ., _ se da un lato si trova in parecchie di esse: non si .,,.,......,~~ .. vidi, dall'allro lato troviamo segnato parecccbie volte: più o me11o forti , talora fm·tissimi e di durata "u'"""lunga, specialmente nelle osserntzìoni ·f 6•, 35' , 38", gramma di rimedio nel primo caso, con due grammi nel condo e nel terzo. l'flrimenti invece della leggie1·a traspimzt'one eu indicata, mollo frequentemente noi abbiamo osservato molto abbondanti, talora profusissimi. Già:nell' con 50 centigrammi d'antifehrina sono notati sudori e poi sudori profusi e profusissimi in molLi altri dei numeri portati. Questi sudori ripeto non erano costanti, immancabili in caso in cui fos.~e !'omministralo il rimedio, molte ,·ollO non comparvero affatto. ma molte volte anche si man rono: li trovo no lati 23 volle su u. osservazioni, oltre la E quando questi sudori si producono, essi cominciano a parire assai prima che l'abbassamento della temperatura giunto al suo m::.ssimo, anzi preci<;amente Yerso la metà linea segnata dal termometro nella sua discesa, e con'"" appunto tìnchè esso seguita a discendere; ma d'ordinario pena questo si arr·esta, e prima che ripigli la linea i sudori stessi sono cessati. La loro durata è quindi ben nila e limitnta, cioè dalla metà circa fino alla fine del

4 - -, .


SULLA ANTlFRBl\1::-iA

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discendenL13 della r.urva Lermometrica, ossia per la seconda metà del tempo che dura l'abbassamento della temperatura. La loro entità invece è più variabile; quantunque a dir vero quando gssi si manifestarono fossero quasi sempre abbondanti e copiosi a,;sai, pure alcune volte lo furono meno, sempre però a grado tale da costituire più che una leggiera traspirazione cutanea.

§ 7. Finchè la dose amministrala dell' antifebrina non supera quella di un grammo, oltre alle variazioni di tempe1·atura, al sudore ed ai brividi quando si presentarono, in genere non si trovano annotati fatti degni di l'imarco. anzi parecchie volte come giit si è visto, fu segnato nessun cambiamento, nessuna sofferenza ed nnco senso di benessere. Ma allorquando la dose del rimedio viene anmentnta, tosto compaiono con frequenza fenomeni della più alta importanza. nella osservazione .22• in segui Lo alla dose di gr. i ,50 di antifeh,·ina amministrata in tre carte ogni 30 minuti, si rileva. in~ieme aJ un abbassamento di temperatura di circa ll'e gradi in tre ore, abbassamento che in questo caso dura con piccole oscillazioni per altre ,) ore successive, e precisamente durante qoesto arresto del termometro nei gradi inferiori al calore normale, si rileva dico, stupore pronunciato, cianosi mareata al'Jolto, al collo ed alle ma1!i. ~ella notte calma, sonno tranquillo, nessun brivido; alla visita del mattino su.ccessivo cianosi scomparsa, cefalea, senso di calore, temperatura 38.9. In un altr·o caso (osservazione 3:>•) con due grammi di rimedio. dopo circa quallro o1·e e precisamente allorcbe il termometro comincia a rialza1·~i, senza esser stato stazionario nella Lassa temperaturo, cessa il suclore prima profuso, su-


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SULLA A:'ì TIFEBRcyA

bentm un snuo di (rt•ddo intenso, tremito genemle, alle dita J, ll,. mani e dei pirdi. Al mattino sucre~~i.-o dizioni generali del malato sono migliorate, la r.' tremito scompar;.i; ..;oJo il malato ac.;o,a una pu::a cinti alla bo"cn, che è pure an-ertita dagli astanti mannnte dal :;uo alito, e rhe potrehbesi para~nnare l'odore dell'alcool emesso dall'nburiaco, ma a quella bevuto e non digerito ed iuacidito~i nello stomaco. Il fatto di tale odore eman.-.nte dall'alito degli iufermi che ora dopo la ingestione dell'antifebrioa, mi ~i altre clue ,·olte,:.olo però nell'ultime ossen'azioui (j medio veniva ammiuislmto alle dosi più elevale. Altra volla (o~~enozione :l8") pnr-e con due ~ rn mmi medio tlopt> un aùbassamento ùi tre gr-adi e mezzo che per circa tre ore, e appena cessato il sudor~ durante coi lato disse ùi sentir:;i un poco meglio, subentra subito :JU di fretldo, in~o rgono brividi, senso di ansietù e eli mento all't!Jil,l}astt·io molto forte, respirazione 38 a i.'~ inspirnziooi al minuto, con frequenti !lru:nn·••-• un quadro fenomenico abbastanza imponente e•l nl e tale quadro, meno i brividi, per·siste ancora al mattino ce~~ivo, dopo una notte insonne coll'ag~IUnla di cian pronunciata, lrmit.ala come le altre volte al viso, al collo e.tre111itit. (.)ue.-.ti fenomeni :10darono gradatamenLe nel corso della giornata, eù erano scomparsi aiTaLLo ~~­ t.ardr. Un ;rltro fallo degno di nota e quello regi:>tr'1llO n Tazione ~:)•, fornita da rm malato di reumatismo lare acuto, Il quale nel secondo giorno che prendrva gr. d'aolifebrina per ~dorno con leggerissima oscillazione di peratura nella giornata e nessun cambiamento su dormi tranquillo liuo nlla mezzanolle, poi restò sveglio


SULLA A~TI FRIRINA

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con ~mso di stordimento, q~tasi di rertigitte, diceva, ahba~tanza forte. che ce~:.ata al mallino successi,·o, ne di nuo\·o çerso la sera ste~!'a in seguito all'ammi_,,,,~..... di nuovn do=-e ~gua le di rimedio. Ymalmente on ultimo fenomeno derroo di rimarco ,·enne per due volle ~ucce~'i'"c ùal malato accennato nel13•. affetto da fehbre tifoidea. Costui alle dosi • llivamente tenui di antifebrina. gr. 0.50, e gr. 0.7:; con 1bbassamento Ji un grad'> o un ).!"radu e meno di calore, solo due ore dall'inge ' Liont' della. prima cartina fu da sonnolenza, da suhdelirio, e dn alterazione nel senso ,·ista, per modo da ll\Cr la sen·a1.iune che tutti gli ogesterni fossero rolorali in t·o~:~o. e accompngnat.a ad in. da senso di ve1·tigine: nu !lira il rapo. f!t/. ,·.tutto rosso, ripetendo CJUando veniva inlerrol{ato. Fortunatarnente qoe:;ti fenomeni non furono di Jun~n durilta: dopo l:> la prima Yolta, tlopo 2 ~ ore la ~ecouda luLlo era scomparso, li malato lt'O\"a\a~i nelle condizioni ~ue primiliYe sen1.a più nltt·a sensazione di vertigine o di alterazione di colori. Come fu notati) più sopra, il Li• pine di se innanzi nIla Società scienze mediche di Lioue m·lla. seduta del ~O ottobre l), che alla do~e ,)j !O cenugmmmi di antifebrin:> per chiloglilmmo di peso dt:ll'anirnale il ~istema neno,o era -mlue~tamente lc:-o, e cita cume prova della ,..na asserzione i t ossenati, tremito. parali ·i delle e:;trewità po·te' inerzia. insensibilitu. diminuita eccitabiliLìt nenosa, alnei caratlet·i e nella compo:..iziooe del sangue; in parola tulli i sintomi di un anelenawenlo del sistema


iH-0

SULI.A ANTJFEBI\INA

osservazioni mi pare non si possa far a meno di conSIClj!ll! e!'Si pure come sintomi di un intossicamento del voso. Solamente è da osservarsi che tali sintomi di mento si sarebbero prodotti non JlÌa siccome scrive il alla dose di 40 centigrammi di rimedio per ogni ""'"u""'""di peso dell'individuo cui esso veni>a amministralo, ma a infinitamente più piccola, alla dose già di uno o due soltanto, talore anche minore. E i falli stessi, quantunque a Lali dosi di rimedio si sempre di~sipati spontaneamente e senza conseguenze, tempo relatiramente breve, tuttavia e pelloro impo gnificato fisiologico e per la gravità tal une volte assunta e la loro frequenza mi pare non solo non siano da tra come sembra consiglino gli autori di Strasburgo, ma invece da tenersi in molta considerazione, e tali da sempre temer·e la. comparsa e sorveglìatne l'andamento.

§ 8. Un que,ito che si presenta naturalmente al pensiero si quello di saper·e quali trasformazioni possa subi re l'ant' nell'organismo, se vi si accumuli o ne >enga espulsa pii meno prontamente, ed in tal caso per quale 'i'ia e solto forma. A queste ricerche fui indotto specialmente dalla .-nn~101~ razione clte trovandone i residui tale risultato potesse rischiarare alqu:rnto intorno all'azione del medicamento. La prima idea che doveva sorgere a questo proposito che la sostanza potesse venire eliminala per la via dei reni della ve1>cica, o sulle urine per conseguenza furono n r llllll&llll.! alcune ricerche: ma disgraziatamente esse non furono fruttifere.


SULLA A:'ìiJFEBJUNA

La quantità delle urine fu già dello o non era alterala, o alquanto diminuita; non ne fu mai osservato l'aumento: i caraueri fisici rimasero quelli pre5eotati prima dell'esperimento. Parimenti alla composizione chimica non si potè dapprima riconoscere alterazione apprezzabile. Le urine esaminate furono esclusivamente quelle di tifosi ed in esse l'm•ea, i sali terrosi, i pigmenti biliari ed urinari si riscontrarono nella qualità e quantità l'iconosciuta antecedentemente all'uso del rimedio ed ordinaria in simili casi. ~on fidandomi alla mia semplice osservazione ed esperienza ricer·cai il concol'SO del chimico Bompiani, il quale con una sua nota mi partecipava che nulla aveva potuto rinvenire nelle urine sottoposte ad analisi, e che avendo secondo il mio consiglio d!rello le sue indagini specialmente a rintracciare l'anilina ed i suoi del'ivati, non ne scoperse traccia per quanto la ricercasse con tulle le sue reazioni più sensibili. Daii'Istilnlo chimico poi della Università, a cui mi era del pari rivolto allo stesso scopo, il dott. Ciamician cortesemente mi scrive quanto segue: Le urine esaminale uulla contenevano di anormale, tranne una quantità di indù;ano maggiore dell'ordinario. Non è quindi improbabile che l'a nli{ebrina (acelanilide) si trasformi nell'organismo in indicano e venga, come tale, eliminata per mezz o delle urine. Ricorderò per incidenza come questa sostanza, acido indossilsolforico ocl t"ndicano, scoperto da Bauman fin dal •184-6,

"studiata più ampiamente da ppoi da Baeyer e da Scbiinck nel 180/, per la sua formola eh i mica (C8 H7 A.= SO'}presenta nna grande analogia con l'acelanilide che in questo caso sarebbe 5-tala modificata colla semplice sostituzione di una moleroht di acido solforico ed una molecola d· acqua. L'indicano si t·iconosce dalla colorazione azzurro indaco che assumono le urine che ne contengono allorcbè si trattino con l


SUL LA .~NTIFEBUU'iA

eguale volume di acido cloridrico colla aggiunta quindi di gocci e d'una soluzione di cloruro di calcio. Ora que~La è una ipotesi, allendibilissima e assai che però ha hisogno di ulteriore esame, e di ricerche e piu direlle e precise pe1· e·sere confermata e dimostrata. E d'nltra parte non YOglio nasconde t'e un dubbio che rcbbe sorto a questo rigua•·do. Ho accennato più !;Opra per tre volle, quando il rimedio fu amministralo alla due grammi, i malati accusarono un gusto quasi vi bocca, che fu avvel'Lito come emanazione dell'aiito loro da chi ebbo occasioM di avvicin<trli . Non potrebbe ora gusto, q uest>odore speciale essere prodotto da CJUalche posto gassoso emanalo coll'aria espirala dai polmoni, e sarebbe il r·isultato ultimo, il residuo delle trasformazioni hite nell 'organ ismo dalla sostanza introdotta, che fòsse espulsa p~r !e vie respit'llorie? Confesso che sarei stato desider·osissimo di pratic;~ re ind:~gine in questo sen~o: ma l'opportuniL.'i ed 1 mezzi mi cero difetto. Ad altri più dotti e costanti la soluzione tere,,;anlc e non facile problema. ~ 9.

Avendo lì n !JUi esposto il risultato delle fatte credo ora oppo•·tuno di riassumere, come chiusa delle sime, le !leguenti conclusioni: 1° L'antifebrina o acelanilide, c()me vogliasi chi i: dotata di energica azione antitennica. 2° ()uesl.a azione, se non immancabile in motlo "·"·'w•-"• è però assai costante, pocb issi mi essendo i casi i n cni essa si manifestò.

3° Essa è assai potente, bastando wlora una dose di


M3 0 SO centigr·ammi a prodtme già in un febbricilan~e un abbassamento di un grado e più di temperatura: colla dose di un ~rnmmo. o poco più, si abbassa questo di due, tre. ed in alcuni casi pedino quallro gradi, tantocbè ~ dimostrata esatta J'!\Sserzione dei suoi propugnatori che la efficacia anLiLermica di es$a è quadrupla di quella delranlipirina. i 0 Parimenti questa azione è assai pronta. più di quella dell'antipirina stessa, della Lallina, cairina, e forse di Lulli ~li altri antitermici, giacchè essa si manifesta molto rapidamente dopo la sua amminimazione: tah·olta è giiLapprezzabile dopo 20 minuti, assai mar·cata dopo un'ora e raggiunge il suo ma:;simo dopo due a quattro ore secondo le dosi ed i cRsi. 5o fl modo migliore di amministrar·e questa sostanza per averne maggior effetto e pili. duraturo, ò quello di darne su bito una o due dosi più forti (oO centigrammi) in principio ed a breve intervallo, poi qualche altra dose minore succes· sivamente a intcr·,·alli più lunghi. 6° Questa azione però non semln·a molto duratura, per lo più il termometro. raggi unto un minimum di depressione, torna suhito a rialzar·si, de'cr·i,endo nel salire una curva ana· lo;;a a quella segnata nel di~cendere: raramente l'abbassa mento di temperatura ottenuto si mantiene; qualche volta solo, ma non frequentemente esso ha durato per due. tre o quattro ore. SULL.\ .\NTlFEJlllT"A

i o Durante questo periodo i malati sentono ce,-sato il sen~o dì calore urente che prima li molestara; tal uno anche provò ler·o senso ùi uencssere: nessuno ebbe mai sete straordinaria.

so ~pcssissimo i m ece furono constatati sudori che si tnanife,t:rvano appena dopo incominciato l'abbassamento di tenlperatura, c duraYano, flnchè questo durava, al,bondanti, tnolte volte pr·ofnsi, talor·a molesti ed esaurienti.


SULLA A ~IFEBfUi'ì.-\

9° Spesso del pari si con<;tatarooo brividi dopo il talora .tnche senza di quello: d'ordinario quando si rono furono intensi e prolungati; alcune '"olte i dolorolli nl malato. l 0° ~l onifesto~si pure con relaliva frequenza (7 circa l;) o o) una cianosi abbnstanza pronunciata, sempre ltmitata al r ise, al collo ed alle estremi tà, la durò più volte le ~ ~ e le 36 ore, ma dissipassi poi spontaneamente. ·JI o Si eubero inoltre a constatare, siccome effetto del rimedio, tremito generale, ansieltì di respiro, ......_ .,_ st,·ingimenlo all' ep1flastrio, stupore, vertigine, alterazionP. nella percezione dei colori. 12° l,ure dunque evidente che l' anlifebrina a;:-isca mitivamenLe sul sistema nervoso, e che tale azione non solo moderatrice sui centri della produzione del colore, anche factlmente to,-!>ica: e che inoltre tnle n''' etenariDtlll! sul :;islemn nervoso non aspetti a prodursi, come ,·uole il pine, dopo l'nmministraxione e dopo l'ingestione di 40 Li~rummi di nntifehrina per chilogramma di pe.;o <lei .,~,... "----. mn nell'uomo almeno, incomincia a determinarsi a ~5ai a dosi notevolmente più tenui, talora già alla. dose di un ........_ llolameute, e anche minore. Gli effetti tossici prodotti , se~~oe•~ non abbiano mai determinalo conseguenze funeste, pure paiono di sufficiente importanza, per la loro forma e pel :-.ignilicato da non dover essere troscuroli. 13° È assai probabile che il rimedio non si accu mu.i l'organismo, ma ven~a facilmente e prontamente e.;pulso. molta prob.thilità per la via dei reni sottu forma di i..u ,•..-.-.. forse anche per le vie respiratorie sotto la forma di prodotto di riduzione gazoso ancora ignoto. 11-0 In quanto n significato e valore terapeutico, l'


SUI.I •. \

\\TIFKIIRI~\

febrina !'Ì è mostrata n~solutamente inerte ed inefficace nelle febbri malariche, in cui non mlse a determinare la cessazione deAii accessi, n~ alcu n ahbas;.amento di temperatura tltmlllte i mede.~irni. come pna·e nel reumati~mo articolare, in cui la riduzione di calore fu nppena perceuibile, l'influenza ::.t!ll'an· dameoto della malattia nullo. l :;• .\ elle malattie polmonali e nelle febba·i continue tl'ind11Je iofettifa, la sua azione antitermica fu :B::.ni pronunciata per inten,ità, mollo meno per duratn, e la ~un benefica cCiicacia sull'anùamento generale della malattia, o nulla niTlllto, o a'-,;at limitata e contestabile. Pertanto, aù eccezione eli qualche caso straordi nario in cui vi fosst• urgentissima indicazione di ollenere con grande prontezza un abbassamento di temperatura, per dar tempo all'applicaz•one di al! ri pr·esidii di più dumturo eiTetto, semh •·a mi dimostrato, rif(uardo all'ont ifehrina. che in genere non possa esser conveniente pel malato e forse neppure prudente pel medico il r·icol'l'CI'' i, sapendo di poterne solo ollenere eiJelli di cor-i breve durnta e di cosi dubbia utilità.

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LA

~fEDICINA

PREVENTI

CONTRIBUTO ALLO STUDIO DeLLA

EPIDEJIL\ COLERICA DI PA.LERIO NELL'ANJ:-10 1885 Cotnunic.a?.ione fatta alla conferenza medìco-scientitìC'.l dell'ospedale milltnrr prlnrlpale di Palermo nel mese di dicembre dal capitano medico Alvaro dott GJuf!leppe.

Il.

Il colora pare abbia preso domicilio nel nostr o paéso, tre anni che un'epidemia quasi continua decima di qua là la nostra popolazione, né si può sperare che pres:ente non si rinnovi così presto, perché il crescente mercio dei popoli rende più facile e frequente importazione. Il colera come il vaiuolo, il morbillo, la tisi, ecc. è malaUia ùa infezione, che si appalesa con sintomi cosi multuarii P tras~ina tanto rapidamente alla tomba, rbe la apparizione sgomenta ed allerrisce le popolazioni. L& delle epidemie coleriche e ricca di tristi aneddoti, e le dizioni volgari sì mantengono tuttavia vestite di lugl'bre slero. Contro il colera fu gia raccomandata qua si lulla la medica, con tutto ciò l'esperienza ha suffìcientemen\e strato fln dalle pt·ime epidemie cLe, a malaLlia una volta gala e precisamente nei suoi stadi più pericolosi, la fa molto più del medico, che tutto il possibile si può


COl'iTRJBUTO ALLO STUOlO, ECC.

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nera con mezzi semplici e che il voler far troppo coi rimedi, qui come da per tutto, non fa che male (Griesinger). La localizzazione morbosa non è mai sfuggita in questa malattia, ma la mancanza di conoscenze intorno alfelemento causale fece ondeggiare la cura secondo le teorie mediche dominanti nei di versi tempi. Siccome la propagazione del colera si viùe ~eguire sempt·e la via del commercio, così abbiamo visto r ipetersi congressi di scienziati per dettar norme onde impedire che in un paese penelt·i il morbo, e, se penetrato, per impedire che si diffonda. La scoperta ratta degli estremamente piccoli malrallori del l"umanila quale causa di malt!llie infettive, fece intuir e che il colera doveva dipendere da un microparassila. Un nostro connazionale, il Pacini , disse che questo morbo era causato da vibrioni che s'inùovavano nello stomaco e negli intestini, e, quasi conlomporaneamente, gl"inglesi Brittan e S wayne denunciarono al mondo scienlitìco la presenza di speciali microrganismi negl'intestini dei coler osi. Questa idea fu sperimentalmente dimostrata coi mezzi d'investigazione che si possedevano in quel lempo, mu, come lo fu per tante altre cose, t·eslò sepolta nel cimilet·o ùella sciema. Spella a Kocll il mer•ito della scoperta del bacillo colerigeno, egli lo ricercò nei visceri e nelle deiezioni dei cole· rosi, e, quando si assicut'O che si rinviene sempre nei casi di colera e che non s'incontra mai io allr11 malattia che non sia colet·a, si fece apostolo di propagazione di si gigantesca scoper-ta. P er mezzo di questo insigne cultore di baclereoloqia noi o:zgi conosciamo tl morbo asiatico più di qualunque altra malattia, e tanto sotto l'aspetto morfologico dell"eiemento cac;uale, qaanto solto quello cullogeoo, cromogena e Plltogeno. Koch fu oggelto di vigorosi attacchi sopra il campo della ~ua scoperta; s'impugnò l'esistenzll del bacillo virgola in tutti 1 ca_si di colera; sj disse che trattavasi di un agente acces~rro e non principale, ed in fino l'opposizione si por tò sulla orma dd bacillo. Rispose direttamente il Koch al primo altacco insegnando


CONTRIIIUTO ALLO STUDIO

a tutti il metodo che si deve rigorosamente tenere cer·che, e denunciò valenti bacterologi (Slraus e non avendo trovato il bacillo vir~ola in molti cal'=i, lo nero costantemente dopo di aver imparato la tecnica tamenle da lui. I n seguito alle inoculazioni del N i cali e Rietscb, una inRnità di osset·,·atori dimoslt•t~rono che il bacillo é l'agente causale del colera. Sono ovvie e generai petute da lutti le inocutazioni nelle cavie, nei conigli cani che danno la classica forma sintomatica del nelle sezioni cadaveriche presentano gl'intestini, sP·ectmlllll l'ileo, ricchi di commabacilli, non di rado in colture pure. Intorno alla fot·ma molli bacilli coevi sono ~Lati mente scoperti, ma questi però non si presentano ,.amente simili a tJuelli di Koch, né tampoco, ciò ch'è por tante, rispondono con l'azione patogena. Oggi nAr•roill•11 siamo ripetere col Neumann che: l'ambiente scientifico giorno ammette come assioma generalmente co•·w~""''•'"'·l accettato, che il bacillo virgola di Koch sia la causa l era. A que~Lo passo importantissimo della scienza.siegueun d'impor tanza Lulla pt·atica. - l'\el pericolo di una in epidemica non é la vha dell'individuo colpito quello che preoccupare il medico, ma bensi quella dei sani che mente possono dh•entsre malati; è la diagnosi che in luogo si deve fare per poi cercare i mezzi onde i la diffusione del morbo. Ed è quest.a. diagnosi, che con tila soddisfazione possittmo oggi affermare di mezzi pP,r farla. Koch da gran maestro insegnò al mondo scienlil1CO modo come si fanno le ricerche e le colture, e come le debbano conkollare le altre. Questi, dopo di aver cl suo metodo sogp;iunge che oggi si dovrebbe da Lutti i od almeno da ùn buon numero, sapere riconoscrre sLenza ùel coler·a anche nelle forme sue più semplici. minacciante epidemia non deve mai sfuggire ul medico l


DELLA EPTDEliL\ COI.ELtiCAl)l P.ALEIDlO NELL'AN;"\0 1885

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delle fecce quando si pr esentano contemporaneamente più

casi di dilirrea. 11 bacillo coleri~eno del Koch collivato, in gelatina, tiene ordinariamente la l!randezza di 2 :1. circa per circa 0,5 con punle alluse ed arrotondale. La sua forma è piil o meno eurva e si avvirina di mollo a quella di una virgola; spesso se ue vedono piil unili formanti una e ot.l una A - oppure degh spi rill i. Il commabacillo si coltiva mollo bene in gelatina, nel brodo di carne, nel siero di sangue, nell'agar-agar, sulle patate e si distingue appunto da altri consimili per la sua speciale maniera di vita nei diversi mP-zzi nutritivi e per la sua azione pnlogena soerimentale. Si sviluppa però sopra qualunque og~etto imbrattalo di vomiLo e specialmente di diarrea coleri~u, cd è rapido e copiosissimo il suo moltiplicarsi nel ter· reno umido e sulla lingeria ugualmente umida, ed in generale sopra qualunque ptlllnilino. Koch pr-efel'isce per le co!Lure la gelatina nutritiva tunLo in lamine f!U~>nlo in tubi, ma raccou1aoda molto la coltura in ~oece di brodo messe pendent i sopra porlaoggetli cavi. Con tal metodo, il giorno succes~ivo a quello dell'inoculazione. si possiedono prepurali chiarissimi, in cui i bacilli virgola si vedono immobili e disposti alla periferia della goccia formanti una zona di collura pura, ed alrinterno di essi si vede una seconda zona entro cui bacilli e spit·illi presentano movimenti Jlathcolari ed ener~ici, tali che il Koch li rassomigliò a quelli d'uno scrame di mo!;;che. Da questa coltura si otlieue a secco rl cosi detto p1·epar·ato tnadre, nel qual o si veèono r iunite le diverse forme del comtnahacillo. Le colture in lastre di ~elalina at 10 %, entro due giorni permetLono urrivare all'isolamento di colonie pure e caratle~bliche pet· i contorni ft•aslagliati e per il centrCt che, esa~trlalo a debole ingrandimento microscopico, si vede come co~m~to d'un ammasso di neve, o di vetro pesto. In tubi, la 0 ~rua cbe si sviluppa dove si pratica l'iuneslo per puntare, Prende forma ct•imbulo nei p1·lmi giol'ni con tipica bolla di 81'18 senza apparente fusione, ' e nei successivi, con imbuto di


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CONTRIBUTO At,LO STUDIO

fuc::ione contenente in solto la parte arldPnsala o piu della colonia, f'd in allo un'e"'e&\'&zione piena d'aria. Nel brodo di carne, in i2-20 ore n 20"-25', si otlient ricc·a coltura che si appale...a con distinto iolorbidamenLo. 1·apida e rli(Ogliosa r1e3ce in brodo peptonizzato; e coal nel siero di sangue. Tulle le colture di commabacillo danno un odore caralleristico. Mortolo~n camenle il comma bacillo varia seoon lo il nutritivo nv.l quale si fa la coltura, secondo l'chi e il d1 temperatura incontrata durante la !SUa germinuzione. brodo alcalino, peplonalo o no, le collurP di ùue o tre sviluppate a temperatura media di 18' presen tano corti e senza visibile curvaturn (De Simoni); ll(lnno movimenti rapidissimi di prog1·essione o la~ciano fJualcbe raro spirillo tra loro. Le colture sviluppate a dopo un g1orno contengono bacilli con curvatura simo evident~>, ma che aumenta quando ~i tiene la !!lessa tur·a per allt•o giorno a 19'. !>erò nei frammenti di velo mnntesi alla couper ficio sono ''icoibili i bacilli curvi. Nel brodo peploniualo l» formazione del velo •' più perchè lo ~viluppo del commabacillo è più rigoglioso e prMto ec:;aurienle. LP. colture dt parecclu ~torni si H•dooo che di forme cur·ve e di spirilli, tanto chr Hileppe le forme di ri poso. :Sella gelatina al 10 ' 1 , lo colooiu dì virgola otla lemperutura dl iG• e 20" dopo du<> c:iorni in media ad occluo nudo la grandezza di un punto .nn,at"'UICU:ì e se più l"Olida SCIJUigla solo al terzo giOI'no tale uTcJuu....-L'ctiame micr oscopico di queste colonie non permette nessun spit•illo (De SìmoM). Sull'agar e sulle palale i sono più sottili che in gelatina. ;sei siero d t sangue <Jue~Li bacilli s i sviluppano più e più corti, tAnto che alcuni indi"idui hanno p~rtJno ··-a,....,_ di micrococchi. Forme lunghissime di ~ptrilli ::;i rio nelle colture in brodo, ancht> dopo esser e sla le per flue alla temper atura di 2 ··e dopo per uno o due allri !liùroi a - In molle colture si "edono bacilli ''irgola !i>portformi.


DILL.\ J:PIDUL\ COLUICA DI P.Uin O lULL' n ft O t 883 :)5 1

denunciato dal Ceci pel primo, fu dopo confer mato da t11'Det•ve. Armann1, FedP ecc. Colorando un preparato di bacilli non mollo giovani E-i vede ID aepelto interrollo, una colorazione come rimasta con vaCIJ..)li scolorall, e questi sono le spor~ (Koch). Ilùeppe mecliante o!lc;ervaztoni prat1cate sopra ta'•olino port.aog.teelti !tpeciale e rist'aldabile, ha ·visto commabacilli allungarsi ed in el\si formarsi le spore renùMp(>r e), ed in aUri le vide na!lcere òire&tameute per sezioni:' (ar trospore). Taio fallo r esta però di IOia importan1.a mor fologica, perché fisiologicamente queste sporfl hanno poca reststenza e cessano di vivere alla temperatura di oo·, 100". La formo di vit"gola non appartiene MIO al bacillo d i Koch, Yi sono diversi bacilli curvi F ra que"tt ''i è quello di F inckler e Prior. che si di~se produca il colera no<>tras e che al microscopio menlisce la 1ìt;ura del bacillo di Koch, quanlunqu.. un po' più grande; ma non fu confermato che si riIConlri noi casi di cole• a nost1·as e non si rinviene mai nel ~ colera A!'lalic•o. SA capila il bacillo di Finclder in un primo pr eparato di ricerca, ~i ricono!lce racilm~nle p~r la rortna della colonia in gelalma, chl! sulla lastra in due uiorni acquisl.a la grandezza di tre millimetri, e nel tubo fonde rapidamente la gelatina dandolt! a<>pello di dilo ùi guanto. e non presenta mai lo caratteristica bolla d'aria. Altro hncill•> prr forma mollo vicina o quello di Koch è quello di Denecke, che si differenzia ancor (fUesto pei caratter i che forniscono le collure. Le colome in Jaf\lre non hanno forma ò1 neve pe:.la nè bordi srrangiali e pre<>entano super· &cie quasi liscia. Il bae~llo virgola trovalo nella carie dentaria e nella saliva descritto da Lewi~, é un bacillo facilmente di:;ating-uibile t.anto da 'lllello di Koch che di Finckler; desso è difficilmente collivebile e non ha azione palogeua. Con lali conoscenze la diagnosi del colera non solo riesce factle ma rapidissima, e non é più neces,.ario praticare l'au~psia dei C<•let•o,.i né ricercare le gravi for me clmicbe, ma lì PUò e si deve rare sopra i primi attaccati anche di semplice

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CO~TRIDUTO ALI.O STUDIO

diarrea rolflrica, ed in lal modo impedire la "'"•u• u alOIVIIIIII un pae~e od in una contrada. Quanrlo si ha uo gabinetto a d1sposizione, la dlagnr,si reologica del cole1'a é delìe più facili, ma quando 1 si po~'<seggono sono pochi e limitati. bastano un po' òi di carne digrassato, una p rovelLa ed un microscop!iJ 7-800 diamelr·r, assiPme ati alcuni vetri cavi, seguendo n todo di Koch modillcato dallo Schottelius. Tale metodo :-;iste nel prendere una provetta comune, chiuderla con di ovatta, e cosi chiusa, riscaldarla segmento per ~'<611!'111• sopra lampada ad alcool od a gas per sterilizzarla; dopo parare un po' di brodo ordinario, senza grasso, ''ersarlo provetta o con l'aggiunta tli qualche goccia di soluzione di carbonalo di soda r•enclerlo n~ttamente alcalino. Si quindi detto brodo a bagno maria per la durata d·un'o ra, nendo costantemen te chiusa la provetta coll'ovatta, ed tempo a disposizione si ripete questa sterilizzazione per giorni. - Quauùo il bt·odo si tr•ova così preparato e lizzalo, volendo Iur·e la ricerca basta introdurre in e~so fr•ammenlo di materia diarroica sospetta, e poscia teMriO quanto più è possibile ad una temperatura costante di Se 8i tr·atta di colera, dopo Jodici ore si forma a lla "'"'""I'IIISI del brodo una sottile pellicola ch·é una coltura quasi pura bacilli curvi carallerislici, riconoscibili facilmente ad un dinario esame microscopico. ~on t> possibile trovare un metodo più semplice o più ttalivo di questo pPr fAre la dia~nosi del colera, me1.0do può rcodergi anche più attivo nella collura mediante giunta di un po' di peptone nel brodo, e se si vuole anebe contemporaneo controllo, si può facilmente attenerlo collui'é fatt.e con gocce dello stesso brodo messe oeJncJein porltloggeltJ cavi secondo il metodo raccomandato dal Falla la diagnosi del colera il medico deve in primo adopet·are lnlti i me~zi per impedirne la diiTusione. Alla profilassi del morbo appartengono le quarantene, cordoni sanilal'i ecc. Tali que::;iti sono stati ampiamente discussi da ripeL1.1ti


DELLA EPIDElii.\ COLF.RICA Dl PALJ::RYO NELL'ANNO 11885

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W"s:oi scientifici e dA conferenze sanitarie internazionali, e le conclusioni di tanti lavori sono rias'lunte: 1' ~ell'i solamen to reale e completo qual mezzo sicuri) per tmpedire l'importazione e la propagazione del colet·a; '1: ~ella inutilità dei ~ordoni sanitari; 3" ~t:lla esten<>ione delle quarantene marittime fra i porli del :\ledìlerraneo da tre a sei giorni completi, secondo che tratlllsi di piccoli o di g roS!:;i navigli (conferenza internazionale di Roma). Spetta ai g-overni la proflls!>si ~euerale ed é dover·e del medico pratico adottare una cura preventiva ad epidemia dichiarata in una località, allo scopo di allontanare la possibilità di un attacco negli individui sani e J i accelerare la guarigione nPi colpili dal morbo. La cura di prevenzione poi deve O"sor·bire, dit·e i così, tulla J'atlìvitfl del medico, quando questi tiene alla sua c'lipendenza rom unità t•iunite come alloggi, eduCllndali, reggimenti ecc.; e, se io non m'inganno, il medico mmtare qual tutore nella salute dei figli predilelli della naZIOlle che si tengono riuniti in caserme ed in accampamenti, de,•e più ù'ogni altro e costan lt.!mente tonerà per principale obbietti vo la medicaturA preventiva. Durante I'Ppidemia del pasS<ato anno in Palermo, per quanto me lo permi!'ero gli scarsissimi mez"Zi e le mie deboli forze, !l'U!Tragalo dai consit:!;li del nostro <'hiari!'lsimo colonnello medico ca''. RutTa, feci !"a~gi Spf'rimentah che parecchi dei colleglu ebbet·o campo di vedere, e quesli saggi avevano l'unko scopo di ammaestrar·e me nelle ricerche. 11a più che delle miP- OS!"t!r\·azioni, io posso pat·larvi di quelle che ebbi rampo e fortuna di potere osservare e ripelutamente esaminare nel gabinetto òi clinica medica, dove lavorava finl>lancabile professore Lepidi-Chiotì assieme al valente bacler·eologo pt•or. De Simone, e nel laboratorio di chimica della Regia Università, dirèllo dall'esimio pror. Paternò, ùo\'e s'intratt.annero sperimentsnJo duP chiarissimi scienziati tedeschi Emrnet·ich e 13uchner, coi professori Coppola, Leone ed Oli''icri La vecchia amicizia pcrsom1le del prof. Lepidi, la nuova acquistata del pt·of. De Sirnoue, non che la piacevole conoscunza l'alla coi (H'Of. Emmerich e Huchoer, assieme ag li


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COHRIDUTO ALI.O STUDIO

allri profe9sori, furono occasione per me. di dere e di lanto oggi pote r riferire. P c·esso il gabineLto del prof. Lepidi fu rono ripetute lutle le rrcerche del bacillo virgola, seguendo l'indirizzo metodi dettati dall'insigne Koch. H commabacillo ::;i sempre nelle deiezioni dei colerosi, e si trovò rccon,t.ii81111i! tanto nei di\'ersi mezzi nutritivi adoperati, quanto sui nilini e $ulla biancheria umida, ed in una pubblica con pror. Lepidr presentò i più belli esemplar i di collura del virgola. I pr·ofessori Emmerich e Bucbner, a lato degli esnA••ìmMII alla Koch, praticavano t·icercbe sotto il punto di vista del tenkoffer. Emmerich lrov6 colonie del suo bacillo di Napoli una volta nel fegato, mollissime nel polmone, ma notevol modificato ed indebolito. Spessissimo rinvenue lo stesso nello stomaco e negl'intestini dì morti eU colera, ma costantemente nel tubo gastr o-enterico e nelle deiezioni colerosi il bacillo di Koch (Paterno). Egli vorrebbe spi.ega~ il falLo coll'ammettere che a Palermo il morbo sionomia divor·~a da quella di Napoli con prevalenza di per forma l'apida. Si loda peraltro lo sforzo di questo eminente cultore ricer·ca del suo b6clerro nel polmone pet• stabilirvi una di entrata diversa da quella dell'inleslioo. Gli esper•ime~ti fatti dal Lepidi - Chio ti e dal De SiriDO~~ pPr ricercare la presenza di microparassiti nel sangue colero~i. riu~cirono costantemente negativi. Lo !'tesso confermato dalla mag~rioranza degli altri sperimentotori, con tutto il bellissimo calcolo matematico fatto ad Eo11m1etli~f! dal FIUgge, per dimosl!'are rinesaflezza deUe sue ri il Tizzoni ~ compag-nr ci denunciano la pr esenza del beci!IIJ:. virgola r·iovenulo nel siero delle meningi cerebrali(?}. La epidemia di Paler mo ebbP. origine da importazione • germe con biancheria sudicia. L'osservazione che le dllje si ammalano di colera lavando paonilini e =ft·"'"'Ar1• · imbrallata di maLer•ie diarroiche è ovvia, e qui. come si è osservato che i primi casi presentano spesso for·ma


DELLA EPIOEMU COLEHTC.\ DI PAI.ERlfO ~EL. L'ANSO 188;)

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bole o mi l~ e che nel secondo o terzo passoggio si esalta potentemente l'azione palogena dell'elemento infettivo. ~ell'inle!'tino umano il commabacillo lrOY8. fertile terreno di S\'Jiuppo per cu1 si rinforza l'indebolita potenza l!erminativa. La bile umana concorre grandemente aLale evoluzione ed il bacillo virgola cresce anche nella sola bile, anzi a 3i• in e:,sa !'i sviluppano dopo tre giorni spirilli, ciò cbe non si ,·erifica nt>l brodo, ed i bacilli e gU spirilli osservati a fresco alla temperatura di 15• circa, appaiono assai pilì mobili di quelli provenienti dal brodo (De Simone). H comma bacillo fu ll'ovato attivissimo nella cislifelia tanto di cadaveri umani quanto in casi di colera sperimentale, e la localizzazione neWileo ed in particolare nel duodeno ba grande rapporlo con la presenza della bile. Il bAcillo virgola muore t•apidamenle col dic:;seccamento, ma il contagio avulo per cenci e per biancheria sporca di deiezioni coleriche, dimostra una vitalità resistente piti di quanto comunemente si crede. Certo è però che l'umidila è necessaria alla vita di questo parassita, ma l'acqua, come elemento di vita, non é la sola necessaria, bisognando calore e terreno ricco di materie or!!aniche per svolgero tutta la potenza della sua germinazione; donde appaiono lanto savie le dottrine del Pellenkoffer, del Conningham ecc., che dimostrano essere la località molto in relazione con lo sviluppo del rnot·bo asiatico, e soprallulto con l'intensità o meno d'una epidemia. Le slrelle regole igieniche o~~i vivamente raccomandate, etanno tanto a prevenire la infermità quanto ad irnpedit·ne la diffusione. Lo sviluppo dei sintomi speciali nel colera sperimentate è rapido (da poche ore ad un giorno) . e nell'uomo è anche ra· pida la evoluzione. Basta ric01·dare il paziente calcolo di Cohn, ìl quale arriva alla conclusione che, la progenie di un solo b~cterio, non impaccialo nel suo sviluppo, in cinque giorni rtempirebbe uno spazio .di 928 milioni di miglia cubiche, la capacità valutata dell'intiero oceano. Fu accertato che in Palermo il primo caso di colera nel1885

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CO~l'R JD UTO ALLO STUDIO

si ebbe il giorno 26 agosto, in pe~ona ùi mentre era intenta a !avare hianchel'ia sudicia proven dal Piroscafo Solun.to. Questo caso guarilo in poche ore, guilo da altri di forma le;lgiera, si ripetè con la morte di 1111a bambina il 3 settembre, e quindi con una sequela continuo di casi e di defunti. ~elle \"t~ile giornaliere che durante repidemia io felci caserme dove si dE>nunciavaoo militari attaccali, ed ai lazza. relli militari, nccompagnanrlo il nostro instancabile colonneiiG medico direttore di sanila, su ciascuno infermo polpi raccogliere dali positivi ed interessanti. In genera le i nostri soldati si ammalavano il giorno successivo a quello di aver montato la guardia in luogo mfello, o frequentalo localiti sospetta. Sapendosi notor iamente che le accrue pota bili J i Pnlerrno potevano facilmente essere inquinate, giusta le ricerche chimico- idt'Oiog-iche falLe dal prof. Ippolito Macagno (l8i!l), e la triste esperien7a del 188i che pet·metl~va all'acido fenico gittato nei cor;;i luridi di riappat•ire nelle acque potabili di alcune abitazioni, e conoscendo che il bacillo virgola muore alla temperatura di iOO •, cosi fra le misure preventive era slala ado!lata quella di far bere alla truppa acqua bollita e poi rarft•edJala in appositi t'ecipienti di crda d'oso locale. Intanto é i m• pot'lanle a saperl'i che io r~:~ccolsi dalla bocca di tolti i colpiti dal morbo, roeno uno, cbe dessi avevano fatto uso di BCI(Ua potabile nou bollita. Ed in proposito è meritevole di nota speciale un fallo constatato dal nostro signor direttore di sanita P- da me nella vicina borgata di Tommaso Natale. : vi la notte del :.li) se&· tembre furono poste a guardia del cadavere d'una donna morta di colera due carabineri e due ber·sagliet·i; durtwte la guardia uno dei carabinieri ed un bersagliere bevver·o dei• l'acqua che ~l lro,·ava in quella casa, e !"indomani uno ed n giorno dopo l"altr•o furono attaccali dal morbo, mentre ri· mascro immuni gli altri due. Que!'lto fatto dimostra che il germe colerico fu inlrodol&o nello s tomaco e negl'intestini dei colpiti per mezzo dell'acqua e che la s ua evoluzione fu rapiJa.


ORLL.\ EPIT>EMrA COI.EIUCA DJ PAI.EillfO NELL' A)(XO 1885

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In generale Ri puo dic·e che il periodo d'incubazione individuale oscìlla da uno a lre giorni e che la for ma epidem;ca locale :;i sviluppa in un dieci giorni. Le osservazioni tli un pià lungo pet·iodo si spiegano coll'ammettere l'e~istenza del germe entro effetti d'uso, che penetrò in un tempo relaLìYamente vicino all'attacco nello stomaco e negl'intestini dei colpiti. TuUi conven~ono nell'ammellere che l'acqua sia il principale ,-eicolo del colera. - I n passa l-O si sole va giudicare intorno alla bontà delle acque dai soli caratter i fisico-chimici; ma oggimai è risaputo che acque apparenLemenle buone ai caratteri sopradelli, ullo studio bactel'io~copico si trovano in'!uinale di microrganismi. :-;el 18~2 e 49 il dollor Snow denunciò l'impurità di alcune acque di Londra quale causi). di pr opagazione del colera, e nel 181i4 e 66 se ne fece pratica dimostrazione (~etlen Radcliffe, Dundas Tompson). -Sopra que9to punto il prof. Maragliano a Genova fece bpot•tantiss~me osservazioni nel 'L884. - Egli dimoslt'ò che il colet•a fu impot·lalo in quella città dall' acquìrlotlo Nicolay, che prenda acqua di Scrivia ''icino a Busalla dove prima si era sviluppato il morbo, e che sopra i primi 300 casi, il 93,1.0~,. ùei colpili apparteneva ad individui abitanti in case nelle quali è distribuila ad uso potabile l'acqua Nicolay. Il pro f. Lepidi·Chioti nella passata epidemia feee ricerche del bacillo virgola nelle acque di Palermo col metodo di Koch a coltura frazionnta, ma i risultati fu r ono negativi. U guaii ri~rche r~cet'O i dottori Leone ed Oli v ieri. Questi ultimi osset·valori rinvennero fra gli allri bacteri un bacil1o cbe dava nelle ~lture in gelatina colonie molto stmili a quelli di Koch, ma 1 baci! h al microscopio erano meno curvi e più grossi, e riuscirono negative le inoculazioni nelle cavie. Fu accel'lalo P~'rò da:;lt stessi egregi OS!"ervatori che i bacilli ,·ir gola ''e~etano e si moltiplicano bene tanto nell'acqua comune quanto 10 quella sterilizzata. A.uche io feci ricerche del bacillo virgola in acque attinte nell'ex forte Castellammare, nella cac:.erma Fonderia e nel nosteo ospedale principale, ed ebbi risu.llati negativi; una


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CO~IJUDUTO ALLO STUDIO

sola volla olleoni colonie di bacilli por figura o quelle di Kot'h, mo al microscopio non presentavtmo curva. Tt·apiantai quf'sli bacilli io brodo sterilizzato e 3 giorni rinvenni individui di forma cuna ma punto terislici. Hi~ulla però in modo positivo che, nelle Brancar.;io eJ A c•JUd dei Olrsari, il colera as~unl!& forma eptde111ica, quaudo le acque potabdi fu rono i per lavatura clandestina di biancheria sudicia servita a lero«i, e che dimiout quast d'un colpo ti num"l'O degU taccati non appena rurono de,iatele delt» acque. Le colture di commabacillo nel Lerreno comune sono conde a lo stesso io terreno preparato artificialmente. Il re~~r·e Caozoneri fece esperienze con r isultato po,.itivo pns<>a!lgio dal terreno nell'aria del bacillo m pat•ola, od acquA meùianle IPnla evaporazione, alla temperatura di 30··32'. Il prof. D•• Simone con un lavoro dt con getto quesle ~perime o tali osser vazioni. È certo ehe nell'Ol'ia c,:onfinata dove s i trovano colerosi più volle rinvenuto 1l bacillo virgola, m a. la particolar ità tiene il dello bacHio d1 perdere col disseccamento la \'ile, fa l'i <'ho la sua presenza diventi mnocuo.. Tanto ~ponde allo s tato attuale delle cognizioni SCJenliflrhe. ma <>pie c-a il fallo !tcr upolo!'lamente osser,·ato e pubLiicato in prt.>gevole relazione ~talistica del Comitato d'assistenza blica del mandamento Casl.ellammare, cioé che la malattia cedette in relazione intima collo ::;lato umido del -.oatosuolo. pe•·chi· soprn &>i ca«i accertati, 51:'> sono av,·anuti in al coo..truite sul c;uolo che nasconde le acque sotterranee, e le taz10ni dove avvennero i detti ctlsi sono di,.linle pt>r :>:ione io: a) pinnterreno. ~IJ) 1• elevazione • 218 • r) 2- elevazione ~ ll6 • d) 3• elcvaz~one . • 65 • 7,95 Fac11itati dalla ript·odu~ione dell'infezione colerica negli mali si stuùinr·ono r imedi anticolerici sperìmentandu tannico, l'acido fenico, il salictlato sodico, ca lomelano, la


DELLA EPJDR'II \ COLERJf.\ DI l'.UUI\10 :'I'ELL'A:\~0 1 88~

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Ialina, ecc. Il calomelano uccide i commabacilli al 2/lOJO eJ anche all'i / 1000 {Lept.li Chioti, De Simone;. Gli acidi tutti modificano le collur(} di commabacilli tliminuendo od arre~londo la vegetazione. Ft•a i più inoorul nll'or· ~ani~mo umano si è trovato l'a.!tdo t.anntco, che al ~ '3(1() ed anche 1/ 100 alla temperatura di 3i•, ucciJe completamenle i eornmabacilli tii una coltura nel brodo fra 2-3 ore, ed lf:!OO ed anche l 1300 dopo G oro a 3i• apporta tale modicazione, eh.. un innesto impie~a luogo tempo p··r dare un'apparente vegelazione (De Stmone). Lo. sostanza to!<sica (plomaina) rormata dal bacillo virgola, tnluila da mollissimi, trovata da Ponchel, Willier·, Nteati, ~c~. it firmalo da lanli osserYetori, nulla ,·ieta di tunrnelterla, percbè non st ~aprebbero come spiegare i ~intomi ~enerali del rolera senza ammettere la introduzione tfi una !W,~nza tosstca nel Sdngue. Que~t& opinione è avvalorata dall'azione della collut·a sterilizzate col calore a 100• p e t• un quat·Lo d'ot·o, che inìetlole n el connettivo solloculsneo dt!i cani, rivelano una formo d'inlossicamento i cui sinlornt rttordano straordinariamente quelli del colera dell'uomo. Coc.t possede111lo la pieno conoscenza del bacillo coiPrig~no rie;:ce facile l'appltcazione curALi,·a. L'ho eietto aYan ti, In migliore cura delle malattie infettive é ht prPventiYa. ;..;ella me· dictna curativa il potere sta molto dietro ol ~'<apere, ma nella fll'ovenli va, eh\) gt·an porle ùell'igi~·11e, pottwo e sapere va uno di pnt•i passo (RoncoLi). Prevenit·e c m€'glio che l'Cl ritnere nell'ordine fisi~o e morale (Sormaui . .\l rwrn ·co non o: i dù qunrli,·re; si atlocca fuori del nogtro te1·rilorio e si com balle dopo conl~stando il terreno a palmo a palmCI . .M11 pl!r ..:orntJnltere vi ù bisogno ni rona, e qu• sta si altinge rlt·i mezzt di;:;infellanli che si pos~c~gono e nello resi:sl•·nza ot•ganica. Si localizzeranno i primi casi con l'isolamento completo, le di'.nruioni piu lar.!he ed accurate, il fuoco princip.• fra gli 8 !-!enti purificatort. Sì farà largo uso di di<>infetlanti, in ambienti chiusi tl vuott con vapori d'anidrite solforosa e di cloro. Si ~"ciorinerunno ~li etl',.lti d'uso, allinch~ col disseccnmeolo l>o:ssa morire il bacillo virgola so ctlpilalo sopra d1 essi. Lo


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COXTRIDUTO AI.J.O STUDIO

vestimenla, le coperture da lellt>, i materassi, i i cortinaggi, i tappeti, ecc. s'immeraeranno io sol sinfeltanti e quindi si passeranno per lavatura. r emo che l'acqua bollente uccide il commabacillo e spore, e che in Lutli i casi una caldaia d'acqua bollente ser vire benissimo per le biancherie e per tutto ciò essa s i può immergere. - La massima attenzione sere portata sulle fecce dei colerosi, le <(uali devono attentamente raccolte, dismfeltate e bruciale, o versate trine sepa rate ed impermeabili. che a lor·o volta uovre11H11 essere r1petutamente disinfettate. - Fra i drsinfettanU raccomandato il sublimato clte riveste qualità reci sterilizzanti ~ l/ 1000, e non allera gran che gli oggelLi, ha odore di sorta né manda vapori irr:tanti. - Nelle proporzioni sono considerati quali agenti microbicidi: fenico 2 "/., il cloruro calcico 10 o;., il solfato ferrico iO"/., meico 2 o;., zincico 5o;., alluminico 5 •;., ecc. Il contagio coler•ico possiamo dirlo quasi fisso, e si viver'e in regione o cilt.a infetta sicur'i di non ammalare tenendosi stt•ellamenLe alle regole igieniche, che sono i cipali s e non gli esclusivi mezzi di prevenzione. Conos;c81~ la via che l'elemento colerigeno tiene per arrivat•e nel organismo, sorveglieremo tutto ciò che passa per porta di entrata; ed essendo l'acqua r·itenuta pel veicolo del colera, la provvederemo pura ed abuu'""c......,., perché resperieoza di questi ultimi aon.i ci ha dimo~tralo le cillà provviste di buona ed abbondante acqua non stano terreno propizio ad evoluzione epidemica. E, awma,;~ avremo sospetto d'un possibile ir.quinamento, sapendo la temperatura a oo•, 1000 uccide il bacillo vit'gola, uso di acqua bolltta e poscia convenientemente raffNld<18..-.·.' Anche gli acidi uccidono il commabacillo, eJ il succo Rt"' strie~> dell'uomo con la sua normale acidità può Questa conoscenza preziosa assieme all'altra che un individuo debole, o di stomaco malsano, può ftl~ilmeute ammt-o !are, ad epidemia minacciante, e sopra tutto ad epidemie. conclamala, ci obbliga ad iniziare una cut'a pre,·entiva ,_. siologica sopra tutti gl'individui sani, allo scopo di


DELI.A EPIDElllA COI.ERICA D! PALERMO XRLL' AN:-10 1885

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durre, manteueJ•e, conserva!'u ed accumulat·e fot·ze ed allivitA runzionali. Si eviteranno perciò Lutti i cibi non per·ft:lllameute 88ni, come pure quelli di dura e difficile digestione., e si farA uso di sost.unze non mollo voluminos~>: nè molto ac!Juose per non diluire di troppo i succhi gastrici. ~elle abitaz·oni ~i eviterà Paccalcamento, si terrà la massima pulitezza di tulli i locali con particolare riguardo alla cucina, al luogo ovc si attinga l'acqua ed ai cessi~ si dan~ libera entrsta all'aria ed alla luce elementi di vita per l'uomo e di morte per 11 bacillo colerigeno. Quando poi il commabacillo b penetrato negrinteslioi e la diarrea premuniloria dà il sel!nale di allarme, noi ci adopereremo a tull'uomo per comballere la malattia nel territo!'io invaso, onde prevenire la classica forma èlell'altacco. Una sorveglianza speciale dovrà perciò essere rigorosamente po:-Lat.a sop1·a i dislurbi ga~tt·o-mteslinali, e qualunque forma diarroica dul'anle un'epidemia dovrà essere combattuta come colr•ricn. F1•a i mezzi da impiegare per bocca o comunque allrimenLi, sono sempre raccomandati quelli che calmano l'eccitabilità nervos{l, 1na il primo posto spelta ai farmaci sterilizzanti e rnicrobiciòi uniLi alle lal'ghe lavature degli intestini. Grazie al progresso ilelle mediche conoscenze noi possiurno comballere il colerJ. JìreLLemente nel sito di sua colonizzazione. L'enteroclisaut inventato dal C'lnLani, poggiato sul fatto fisico che un liquido incanalato discendente da una certa alt~zza tende a risalire air altezza medesima, tenuto ~onto della r~sistenza, ci por ge facile il mezzo, ed il farmaco unpiP.Ijato pel primo rlallo stesso C!lnt.aoi sotto il punto di vista astriugente e disinfettante, l'acido tannico, assieme a tanti altri di potenziulità dive!'sa, la mercé di questo apparecchio ~ossono es~ere largamente impiegati. L'enteroclisma con 1bl~··zza e la pressione vince senza maltrattamenti la residenza della valvola ileo- cecale ed 1l liquido può espandersi Per tullo il tenue ed at•rivare perfino allo stomaco, dal quale Può esser0 espulso per rigurgito od anche per vomito. QuRndo poi l'attacco classico si è presentato ed il veleno 36


CONTRIBUTO ALLO STUOlO, ECC.

colet·ico è penetrato in r e lativa quanllla nel cit·colazione, non bisogna astenersi di combattere il \'Ìrg'OII\ neJin !'Utl ~edo di sviluppo, percltè imn,~.to•nrtll\no,.: mohtplicazione, e con essa, la formazione di altro possiamo tanto contare sulla reazione or ganica. Le zioni tanniche a 2 - 3 - 5 •;•• ritardano il proces~o nali\·o, e quelle con doso più elevata alla temperalur:l a rrestano uccidendo il bacillo virgola. Cantani, Ma Paolucci, P erii, ottennero bellissimi r isu ltati con mezzo, e d<:! pari si ebbero oci no~tri 1azzaretti militari. Ma la prima indicazione é quella di eliminare luUo che si trova nel tubo gastr o-enterico, c, dall'olio impiC~~IIII da alcuni pratici con denuncialo vantaggio, all'acido tar1nic~ solforico, benzoico, idroclorico, tiruico, al calomelano, sub!imato corrosivo ecc., in ra zionali proporzioni tutto essere impie~alo. La sola lavatura dell'intestino é di g rande utiliUI; r esto germinativo del bacillo virgola e la sua morte Ja CUl'a.

Però dopo il classico attacco non è più s ufficiente la locale, ad essa conviene associare una raziouale cura tomatica, eti a stadii av11nza ti cederle totalmente il passo dirigerla in modo di elevare e sostenere i poteri tistOI4lllfi"'?.'JJI!I Quindi l'applicazione dell'enter oclisma caldo a 37", 40" peeioJo algido, i bagni, le frjzioni, gli eccttanti, l'inrldermltlltl laparo o plcut·o-clisi, son lutti mezzi convergenti atti a stenere e sollevare i poteri organico-fisiologici. Lo ~perimentalismo che sino ad oggi ha dalo a noi mezzi potenti Iii cura nel campo della prevenzione, • sicuri chP. apporlera ancora grandissimi servigi in tutto il campo praltco della medicina. (Continaa).


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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Dott. W. ERB. - (Eerliner klinische Wochense!trif(, N. 3, 17 gennaio, 1887).

Sul mlxoedema. -

L'autore, dopo la pubblicazi•me di un caso di mbwedema osservato da L . Riess, ne descrive altri due casi, i quali volgono a dimostrare che questa malattia deve occorrere anche in Germania con una certa frequenza. 1. A. Z. dell'età di 29 anni, beochè malaticcio da bambino, sletle poi sempre bene fino all'età di 27 anni. Qualche anno fa ebbe a soffrire gravi lesioni traumatiche su tutte e due le rotule. Da nove mesi circa si sviluppò i!!l lui una sensibile obesità con progt•essiva stanchezza: la maltina avea tendenza al vomito e la voce cominciò man mauo a diventare tanto fioca che v'erano dei giorni in cui non poteva parlare che a slento. Contemporaneamente cadde in preda a un sentimento di paura e di gt·ave ang~scia con diminuzione dell'intelligenza e della roemoria. La stanchezza andò poi sempre più crescendo; si manifestò un senso di peso e di tensione. in tutte le membra, e la parola Jivenne sempre più lenta d incepp'!lla. Il sospetto di una nefrite cr'onica o di ul'l vizio cardiaco, destato dall'aspetto pllllìdo e gonfio dell'in l'ermo, fu dimostra!o insussistente dall'esame de.l cuore e dell'urina . Una osservazione accur·ata rivelò che Ja gonfiezza non era dipendente da edema; le mani el'ano rosso livide e tumefatte, luLti i movimenti molLo lenti e deboli, Ja parola tarda, la voce bassa, le pupille non Pre!!entavano alterazioni, i muscoli normali si contraevaro motto lentamente in seguito di stimoli; all'esame colla corrente faradica e galvanica non si notarono anomalie, e gli organi interni si riscontrarono sani. Non v'era nè sifilide né alcun fatto ereditario. 2. Elisabetta W. dell'età di $5 anni, nata da genitori sani,


JUVIST.~

ba tre figli di buona salute. A 28 anni si manifestò la nopausa. La malattia si è andala sviluppando grada negli ultimi 5 anni: dapprima manireslossi dolor· di capo andò lentamente crescendo, poi sopraggiunse dolor~ e sanlezza in tutte le membra ed il colori lo del volto d pallido. Dopo lro anni ctrca divenne sensibile la lumet&IZto,~ del volto, ed in seguito aumentarono di volume anche estremitil. Le mani eJ i piedi divennero freddi e ò'un r osso livido; si manirestò pesantezza e stanchezza membra, con dtminuzione della memoria ed emeralopia; parola diventò Jenla e la voce rauca. Da due anni è a mancare lo stimolo sessuale. L'aspetto attuale delln·,...,.......,. è quello d'una donna a sessant'anni, la espressione del è stupido, ma la intelligenza è abbastanza con!'ervata risposte, benché date con lentezza, sono giu!'le. La peli~ capo é voluminosa, il voltò gonfio, ma di un gonfiore di da quello dell'edema; i solchi naso-labiali e fron.lali sono fondi, il col6l'ilo del viso é pallido ed anemico, la pelle capo ù volumino~a> facilmente spostabile. Le ùiLa non "'"''"~...--: impr·onta sulla pelle; la lingua é mollo voluminosa. Il tronco è molto ingrossato, e la cute dappel'luLlo molto spessa. Anr:he gli arti superiol'i sono gonO, e dai gomiti in giù presentano un colorilo cianotico: son gonfi del pari gli arti infèriori. La sensibilità é int('gra, i movimenti r iflessi normali; l'esame elettrico non rilevò anomalie apprezzabili. La ti roide manca completamentP, gli organi inlorni sono sani. La urina contiene traccia di albumina, ma nessun elemento morfolog:ieo.

Doll. Lr:oPoLoo LA~DAt:. - (Berline,. Klinisclte H'ocltenschrijt, N. 11, 14 marzo, 188i).

Sul m.J.xoedema. -

Jj: crueslo il quinto dei casi di mixoedema pubblicati iu Germania nello spazio di pnchi mesi. Trattasi di una gioYine donna divenuta amenorroica da 5 anni. Colpiva a prima vista il viso gonfio e la espr estliooe stupida della inferma, la quale asseriva aver sofferto soven\i di eresipela facciale e chP la tumefazione era rimasta permanente ùa circa quattro mesi, in seguito degli ullimi attacclu.


MEDICA

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L'analisi dell'urina rivelò a~~enza di albumina, e l'esame .degli or·gani interni r isultò negalh·o. La infer mn ha 33 anni, il padre mori di tabe dorsale e la madr e di malattia addominale. Un fratello vivente é sano. Falla eccezione nel m01·billo e della scarlatina la inferma non ebbe a soffrir~> alcuna malallia e dal n• anno fu sempre mestr·uata regolarmente. A 23 anni fu •·onl<lgiala di sifiliJe dal marito e fu in seguito curala con frizioni me1·curiali e io·· duro potassico. Quo.ltro anni fa ebbe una eruzione eczematosa che guo.ri sollecitamente. Da circa 6 anni cessarono le mestruazioni senza cau::;a appr·ezzabile c non ricomparvero più. Dopo rl cessar e delle mel::ilrua7.ioni ebbe a soffrire spessissnno di eresipt>lc del volto scampagnate da ft:!bbre. La tumefazione del viso fu notato. da circa quattro mesi avendo l'inferma fìn do. alloPa l'ilcvato l'ingrossamento del naso ed il lurgore del labbr•o s uperiore. ContempoPaneamenle a queste alterazioni esteme si manifestò un cambiamento nelL'indole della inferma che da gaia e mite che era divenne fastidiosa, cupa ed irascibHe) tanto da eccitarl'i per la minima causa. l patemi di a nimo però non esercitano su lei che un'azione di breve durata, dopo della l}uale ricade in uno slalo di perfetta apatia, non mostrando pil'1 interesse pPr le cose che prima solevauo farle piacere. Lu memoria é notevolmente diminuila, e benché la intelligenza ">ia rimasta integra, il lavorio mentale si fa con molta lentezza. La visla è buona durante il giorno, ma é motto scemata nelJ'oscurila. La infer ma soffre spesso d'intensi dolori di ca 1'0. Di pari pac:so col torpore mentale si è sviluppata una grande sposl>aiPzza lh•ica. La infer·rna, che prima era molto ~tliva non può più fare alcun laYoro faticoso, e v'e iu tulli 1 suoi alti una notevole deficienza di energia . V·é poca tendenza al sonno e questo non riesce a ristorar e. Da un anno non v'è p1i1 :.limolo sessuale. Il volto Jell'inl'erma è voìuminoso e pallido, ed il g-onfiore è ~ensibilc sopl·atullo attorno alle palpebre, ma più a deslt·a che a sinislt•a. NE>! chiudere le palpebre nolasi uo manifesto lt'ernolìo della loro muscolatura. L'e~ame oftalmoscopico dà ri-


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RIVISTA

sulta li negativi. Il naso é ingrossato ed il tumefalto, rigido ed immobile, e tale è pure la cua. fronte. La pressione colla punta del dito non lascia sulle par ti rigonflate. La tiroide non si tacca, ed parte inferiore del collo si notano due accumuli arlasa4l'liil bali, simmetricamente posti. I capelli sono conse•~vlll~u".I ascellari mancanti, la cute è secca, senza secrezione dore. La Lemperatura è normale, il polso lenLo, il polmoni e gli organi addominali sono iotegl'i, l'utero é fico, l'urina sebbene aumentata quantiLativamenle non tiene nè albumina nè zucchero. L' autore esclude un'affezione elefantiaca del volto, prima giunta potrebbe ammettersi a causa Jella delle erisipele pregresse, e dice cbe il complesso dei presentati dalla inferma non può spiegarsi convenìentel• che ammettendo una cachessin generale, 1l mixoedema, tunque manchi la raucedine e l'ingrossamento della delle estremità. Esso riChiama inollr·e l'attenzione sul singolare che il mixoedema colpisce a preferenza le (9i casi su 1LOJ e che suole annunziarsi per lo più, caso descrilto con precoce menopausa. R. VJRCHOW. - (Berliner Wochenschrtft, ~- 8, 21 febbraio, 1 ~87).

Sal mlsoe4ema. -

Virchow, sebbene non abbia esp3rienze personali danti il mixoedema, richiama l'allenzio.ne dei medici su singolare malattia, ancora pochissimo nota, qu siano stati già pubblicati ollre a 110 casi, sopralutto in ghillerra. Fino a poco tempo fa la tiroide veniva annoverata fra cosi dette glandule sanguigne, mellendola in una call.eg~ colla milza e col timo. Un più esalto esame islologico tuttavia In esistenza òi notevoli differenze di st rullura: roiùe non presenta la minima. analogia con nessuna glandule linfatiche, ed invece v'ha una certa somiglianza il tessuLo della medesima e quello dello strato corticale capsule soprarenali e dei grondi lobi della glandula ................,


ME Dl t.:.~

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Recentemente IIot•sley, basanclosi su ricerche anatomiche e sperimentali, è ritornato all'antica C\pinione, e sostiene che la lit•oide è anche un or7ano emopoetico. Le sue ri<'erche sono lullavia alquanto dubbie, rna ne è risultato un Callo di grande importanza che si connette colla quislione del mixoe.lema. Hot•sley ha spemnenlato sopL'alulto sulle scimmie, asrortando a quec::ti animali la tiroide, con tutte le caute~e 11ntic::etticbe. In seguito di tale estirpazione ha luogo nell~ scimmie una formazione ~ovrabbondante di mucina. la quale si trova in tutti i tessuti ed anche nel sangue, che normalmente non ne co nti~nf•, sicchè ne risulta un-a speciale discrasia, una vera mixemia. Da queste ricerche Horsley trae la conclusione che la lit·oide rappresenti una specie di regolatore del ricambio mt~tCl'itll e , e sra destinata a contro11ar'e la trasformazione degli albumiuali negli ultimi prodotLi di rtduzionu, e che so !>.i estirpa viene a mancare questo controllo e gli Rlbuminati l'irnangO•lO allo stato mucinoide e non si trasfot·mano in altr-i pr•odolti ridultivi. Nel rnixoedema s i for·ma una tumefazione notevole del volto che man mano si propaga al collo, e nei casi ~n·avi anche alle estremita.ll cloll..Ordche descr·isse per il pt·imo questa malattia danùole Il nome di mixoedema, esaminò un pezzett~ di cute escisso ad un infermo e vi trovò notevole quantità di mucina e queslo fallo fu conft·rmato da reperti microscopici ulteriori. Vit·chow cr·f·Jeva dapprima che si traLlasse semplicemente di una metaplasia dol tessuto adiposo sotlocutaneo in tessuto mucoso, ma dopo di aver· Yeduti gli ammalali dell'ospedale di St. Thomas a Londra o dopi) di aver esaminati i preparati di mixoederna, ~i è con vinto che non tratta si di un processo puramente passivo, in cui v'P. sempltcemente metamorf<Jsi del tessuto solloculaneo adipo«o in tessuto mucoso, Ribbene di un procesc::o attivo di carattere irrilalivo accompa~nato da neofnrmazionc di tessuto. Tale pt·ocesso ha serle negli :slt·ati profondi 1lella cute ed in quelli superficiali del tes;:;uto connettivo, e la pr·olifer~:~zione non ha origine dalle cellule adipose mu dai lralli di tessuto connettivo. Se le ricerche Jr llorslcy saranno conva lidate esse concort·eranno cel'tamente a chiar'i1•e la speciale turodazione del mixoederna,


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fUVJSTA

la quale tuttavia non può consirlerarsi come un ~lato di rrtenziono, come inclina a credere Horsley, a nche un pr·ocesso attivo irritativo. La tumPftlzione della cute però non costitui..;ce cl.e paJ'Le ùt~lla fenomenologia della malattia, quella cùe mcutt~ é la più apparrscente, ma e>'istono degli allri mollo più str·aordmal'i. Circa cinqne anni pr 'ma elle Orri avesse descritto xoedema, il Gull ave a pubblicato 5 storie cliniche di donne dute, durante l'eta adull8, in uno stato cretinoide, e mente si e sostenuto a ragione che quei casi-a pparl•m al rnixoedema, giacchè i casi osservati posteriormente dimo«trato che contemporan eamente alle alt··razion• de«rrill,.., gli infermi diven tano sempre più dèboli P" e presentano una serie di diaturbi del sistema nervo~o tra le che rivestono i n complesso il carattere della sionP, e da uno luogo in ultimo ad irliotismo quasi cc.m Gli int'Qrmi, incapaci a r eggersi in piedi, rimangono colla tt:sla inchinata all'iunanzi, come .se sonoacch non prendono pHr·te a ciò che succede loro intorno ~ in uno Rlato di co mpletA apatia. Interrogali t·i~p~'ndono voc·e volata e rauca, e le l01·o t•isposte rivelano un •~w ..._.._. intelleUuale lento e debole. Que:;ti di«turbi nervosi permanenti banno fallo sorgere questJOne se vi sii\ una rela•done fra essi ed i gradi inollrati mixoedPma. Horl'ley ha fallo anche su ciò d eli d ricerche rimentuli: le scimmie sile quali e:rli avea estirpata la tir·oide devano eiTetlivamente in uno stato analo;:ro di apatia. Egli st>g-uito con cura nelle sue ricer che n modo di progredire alterazi!Jni ed ha di, il'o il decorso dell'affezione in tr"' sl.8di: ncur.:ltico, il rnuciuoide e l'alrofico, sebbene, quando la venha e,.lir·rJI.tla in tota!itit gli animali soccombes:::ero in tempo S1 manirt>l'lava anzitulto un forte abbas~amento temperalm·a, e solo col riscaldamento artificiale e!!li t•iusei mantenorli in vita per qualche mese, in capo ai quali gli uni morivano per uno stato di atrofia ed esaurimento br·ale. Da que!lte ricet·ciJe :-sorge dir·ettamenle U pem~itro che alterazioni oilatc fossero prodotte a mezzo dei nervi, pero


m.:olC.\

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estirpazione della tiroide fu f11lla semp1·e da Horsley con la massima diligPnzA, risparmiando i tronchi nervosi della regioue, e l'esame istologtco dr C(uesti, e massime del s impalìco e del t·icort•ente non ri,elò mai alcuna alterazione appt•ezzabile. Da ciò Hor ::.ley concbiude che la influenza debba aver luo;::o per mezzo del sangue, e elle i disturbi cerebrali debbano dtpendct·e dal fatto che il ~angue, alteralo nella sua composizione, non offre più a1 ccntr·i ner,•osi i necessari materiali nutritivi. Yirchow t·ico1·da giustomPnlo a questo proposil<l i casi d i cache::t"ia strumusa osserval.i sopt·utuLLo una ventina d'anni fa in seguito di cure iodiclte troppo energiche adoperale contro il gozzo, e Uiluni dei quali furono perfino seguiti da morte; es::.i (la alcuni autori fut·ono atll·ibuili all'm.fluenza del iodo, me11lt'e alLt•i li l'ifer·ivano al r iossorhimen tocopioso di sostanze rep;ressi ve. Un'altra quis;lion~ che ::i è molte volle agitaLa è quella che ri~ua t·da la relazione lra gozzo e -creLinisrno: è dimosLt· ato che il Cl'<->lìnismo endemico nou e~!ste in nessuna parte del mondo in cuiJlon esista nel lempo'slesso il gozzo endemico. Non si può però asserire che il gozzo ed il cretinismo serbiuo un pm·iillt-lisrno nel m edesimo individuo, anzi i gozzi più volumìnoc;i sì li'OVAno d'or1lìnario in individui con intelli:;renza a«solnlamenle inle~ra. e viceversa, vi sono molli erelini in cui non e:<ìste traccia dì gozzo. Virchow richiama inoltre l'attenzione ~ul fatto cbP- una forma specit~le rli c re tinismo, quella leucoflemma~ico, presenta certamente non {'Oca anal o~ia col mixoedema. A que!"ta forma si ran;cwa pure una malaltia congenita che rappre!"enta qu11si un cretinismo congenito e che è stata mdicala col nome d; rachili!\rno congenito, <>ebbene n0n nbbia nessuna analogia col rachitismo acquisito_ In quesli ca«i di rachitismo congenito che P~sson•J prel"entare pat·eccl1i dei car atteri del mixoedema, 51 trovo talvolta unn e~ lrcma atrofia della tieojde come si t•i!':conlra non poche voll.e nel mixoedema. La mnncanza totale d.ella liroide e un ft~llo e<~lremamcnte raro, quindi se essl:l s i l'ISCflrllr·atalvolla in feti lr ucollernmusici, vuoi di rf! cbe in t(uesli casi ha luof:o già nella vila illlt'auter·inaqus lche disturbo cb e pr·e -


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sento una c<"r la 11nalogia col mixoedemo. Taluni dei affelli do rachitismo C(lngenilo presentano pu re oltre razioni dell~os ..a delle e<~kemilù, delle notevoli al terA bao:e del cranio, analoghe aquellr che si risconh·uno nei ... che <~on col:ltiluatc ::~opratuUo da sinol:ilosi Jellc "ssa In CJU,.."-li ca~i si lro' a pure una singolare ris trettezza l:>ella turcica ed uu'atrnlla pronunziata della gia n. lula r.; E·vaJenle che tutt" le rirerche finora citale ha nno un lidoappo~gio nella caclacssia slrumipriva, cioè a dire in alte1·azioni che tengono dietro olia estia·pazione di ~ozzi, ') talora presentano una grandl":.ima analo~ia, con quelle mixo~dema. D'altra porte giovli anche tener presente a p1·opo"ilo il rnoJ•bo Ji naseJow~ con tutti i m oll..plici da p,..;o prodolli sul cuore sul cervello e su~lJ llcchi: m o1·bo di B a~odow per·ò eJ il mixoedema ef'liste una daffel'unza, giucchù nello cachessia e-c::otLalmica, lo tiroi•Je ste, anzi Ol'dinoriamenlc é iper trulìea, mentre r be N~l deanu vi è mancanza o 11lrneno uolevol~ atrofia dllllo In ultimo il Vi1·chow, purriconoscendoelaenoné ancore voto con cerlt'z?.a assoluta che il punto d1 partenza della sinlomntologia del mixo<~c.lema sia r iposto nella Lit•oide1 e mollo restA ancora da fare, conchiuùe eùl dir e che i l'atti servaLi sono cerlamentn di tale importanza da meritare tutti i medici aprano gli occhi, affincbe In r accolta della sislicu e del 11111lerinle relali,·o a questa singolare pos:oa proce:leN con maggio1·e sollecitu .Une.

Diabete foafatioo, per cb. HEsRv R..u.FE. medico a ssistea•'o nel Lon lou Jlo,.pJtal. - (T/te Laneet, marzo 1 8~<-:). V eu ti nnni O!' c;ono era stabilito che i principii passa~~cro inalterati nrl corpo >ivenle, che Je !'Of"tanze _.

line !'i poleStscro rinveni!'e nelle orine e nelle fe<:cie, steqsa quantità di loro iul!·oduzione per cibi e he, ·ande. Poi f'i scoHi che il cloruro eh so~io era ritenuto e no n ri co~ riva nelle orine, in alcuni stati morbosi ne' quali la neororruazione cellulaJ·e el'a cresciuta; e che anche in ronditiolll normali, solo '1:. del sal comune ingerito passava inaltert&o.


MEDICA

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mentre l'alh•o quinto eru decomposto nelror~anismo. P1u lardi ti nconohLB rlte mentre i ~~~li morl-!8 n i et pas~a ,·ano con ~raodc eelerilà in cil·colazione, la lot·o eliminnzione non era cosi regolare, e"~t'ndo ec::-.i ritenuti per tempo variabile, in dipendenza Jd basogno .tu" les~ull. HoiTmann e Loscar han dimostralo cht; ptlr IJU&nlo sia g1'anJe la lt>ndenza delle basi alcaline a co mbinar~i con gli aci" i e coi ~ali acidi. eso:e n.m abbAndonano facilmente il !<anguP, ma r~tano a cons~rvargli l'all•olinillt, e questo f!lllo é avvalot·olo da ciò che accade nello I!COrbuto, n•Jl quolt•, appeou i carbonati alcalini non sono piu riforniti da' vegetali, !"compaiono dalle orine i fosfati che re· stttno a rnMi ener·o l'alcalinità del ~angue in mancanza di car · bonali. Relnlh·a mente a ciò il dolt. Gee ha richiamato l'attenzione c:ul fallo, che nel porosismo della rctbre maJarica i (c)l'fl\11 scompaiono quasi interamente dall'orina. rut·se per SUf pHrP ati un bi-sogno err-alo dall'~:c~sso •li eliminaziont! di e!ot·uro dt soJio. Quando Bt·andl eslt·asse Il fosfot·o ùall'ol'ina, i fisiologi lo eluamaroM il sang-ue dellflll&Lllra, c vennero fuori ùelle pillole lucenti eh~ ùovevano contenere il vero cli&r ùella vita. l.a scovet•ta di \V oola~ton (:healcuni calcola conlenevarw fosfatitli calce e rol'lfalo ammonio-m&A'nesiaco, condu:<l:'e a ,J allt·e rt•'l.'! che :-ulle caut;e di lati rieposili, e siamo debitori a Pran L eJ a Golding di sluùi più eeveri sulla fosfaluria. Disgrazta· lam ... nte a principio non si ft:cero molle ùislinlioni fra le cau"e della preciptlazione tlel ro.. rato dt calce e del rosJalo dmmonio-ma~:ne <~ioco, e ~iccomc lo prefer·enza di que;.t'urtimo coineide\'8 con le part1 plegie c le mulallie :>pinali, si allribuì la fo~raturia od irrtlazioni del stslerna ner,·oEO e si ritenne il fù~foro dello orinn una tle!>integrazione della sostanza nerveA; ma Owen Rl'C" combuttè tale ilea, mo,trando elle reccc~~o dei fo!"fali t'rfl allt·ibuibile all'anotLOale secrezione di n1uco, il quale per la sua alcal inllà si ur1isce agli acidi di sali ammoniacali ltt<:cteodo libet·a l'ammoniaca, donde la depo&lzaone <11 f-osrato ammonico magnesiaco. llence Jones andò più in là, e mostrò che la formazione di ~o:>-fali lriph era ùovut.a ad una condizione locale, che con la ecompo~tzione dcll"urea tit rende\'& ammoniacale l'orino, e


lllVIST A

l'ammoniaca pr ecipitava i fosfati ancorc bè non ,.,..,,.._.._ cc~so. Mostrò che la quantitil di fosfuti non

ma follie spinali c r el sistema net•\·oso, n è nelle paralisi, melanconie, nè nelle febbri, né nelle infiammazioni dei fibro~i, muscolal'i o cartilaginei ma solo neU'ir"''"rnmill acuta della sostanza Cf"rebrale, e che la cosl rle:&cl fosfatica non si riJuce che ad una condizione dj delle orine.

Co~i si é stabililo in Inghilterra che la fosfalur·ia si depo~ita il solo fosfato di calce, dipende dafra,cttllllll'llll l'orina, P dinota un semplice disturbo di digestione ver:>alo nel ~angue maggiore quantità rl'akali: che la luria nella qt:ale si depositano ambo le specie di pende dn alcalinità dell'orina per a mmoniaca ""'"""'".. d~:>composizione dell'urPa, e dinota alter·azione loeal~ di passaJ:rgio dell'orina: che l'escrezione di fosf!lli, in ecce::;so, non ha speciale importanza palologira. In Germania POI'Ò si da più peso alla fosfa luria, e tiene cho ] l} variazioni gior nalie1·e dal!'eserezione sforico in relazione della quanlila d'ur ea, abbiauo una influenza sul rnetaòolismo di tessuti. Gli autor·i mu-......- ... gano le leor·ia rli Bence Jones, e sostengono chA nelle laLtie del sislt-ma nervoso, specialmente nello stato d1 pressione, avvenga J'ealmente un'eccessiva elimimnauu'~ fosfati, e che quando questi no:1 sono in ecce~so gli è perchè il fosforo non ar·riva al g1·ado di ossi.! chiesto per la for mazione dell'acido fosforico, ma si sotto forma di lecilina o di glicerina fosforica. Io Francia Teio::sier ha descr itto una condizione alla ha dato il nome di diabete fosfatico, e che con,.ist~ io continua ed ecces~iva emissione di fosfati per Yia accompagnata da sintomi non rlissimili da quelli dd •i mellito. Questa condizione, secondo lui, può e"'seN vata; 1• in alcuni disoJ·dini funziouali del sistama :!.' può precedere od accompagnare alcune malattie de' rnoni; 3• puèl coesist'!J'e con la glucosuria ed alternarsi essa; 4• può avere l'n cor·so ed nn'entilà tutta propria. L'autore avendo osservati alcuni casi che l1armo molla


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JDiglianza con quelli descritti da T eissier, li cla:>~ifica secondo quest'ultimo, e ne r·iferic::ce perchè !:<ieno og~etto di studio che valga a chiarire la controversia esistente nelle seoole w tale argomento, 8\'vertendo che ue' casi da lui narrati, l'eliminazione dei fosfati era almeno due Ler zi di più che nell'ordinaria segretionc d'orina. Egli riporta solto il primo gruppo tt·e ca~i di fosfaluria. Un giovinetto di i6 tmni entralo all'ospedale in condizione di coma e sluporP, senzn allra lesione apprt>zzabile che un'emissione doppia dr fosfati, cd un'esLremu emaciazione. Con un buon nutrimento in in·eve tempo riprese le forze ed i to~ra ti si ridussero alle ordinarie propor·zioui. All!•o giovinetto torr.:1enlalo antecedentemente da furuncolosi, che emetteva più del doppio della n01·male qua n Li là di fo$fali, e cho dopo esser stato •{ualchc tempo in !ello cominciò ad aumentat·e di peso, a divenire più svelto, mentre prtma r ifiutava il cibo, ecl el'a capace di star pet• dell·~ ore seduto o sdraiato senza parlare. Dopo una cura d'olio di fegato di merluzzo, di sLt'icnina, d'acidi minerali e di buon'aria migliorò ancora, ma non guat'l Il ter zo si r iferisce ad un individuo che mot·ì dopo bt•eve cura, ~ clte emetteva s~i ~ammi d'acido fosforico nelle 24 ore. All'autopsia fu r-invenuta una gomma sifilitica alla base del cervello . . Al secondo gruppo appartiene un giovinetto di i9 anni che 51 lagnava di stanchezza e dolori a' lombi. Aveva orine cariche di fosfaLi, con m·ea in eccesso, era tormentato da furuncoli, era gracile, fu mandato a viaggtare, ma lre anni dopo si seppe ch'era morto di malattia polmonare. Un uomo di '9 aan, molestAto da pohuria, con eccesso d'urea e fosfati ne~~·~rina, con sete ardente, emaciazione, dolori alle regioni Jlelnca e renale. Dopo un anno di que!':tO c::tato cornpal'Ye la to~>!!e, !li constatò un todurimenlo nell'apice del polmone del'tr~. fu mandato a vial,tgiat·e, e mori di febbre tifoidea Naio1~· Un gtovinetto ~ià lnhel'coloso, con pt·oslt-azione e doa lutte Je memht'a, poliuria, ed escrezione di 9 grammi 8 gtot·no d'acido fosforico. Con una cura tonica ~uadagnò 10 ~eso, e l'acido fosforico scese a i grammi al giorno . l'\el l(rzo gruppo rientra un giovane sludente che due Qnni

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innanzi aveva subito un colpo di sole, dopo di che magro e pallido. Esaminate le orine fu trova to il 5/toe cosio, ecc,.sso rl'ureo. e di fosfttli, quindi fu dieta carnea, lirruore arsenicale e bagni a vapore. rncs1 di cur·a e d'aria di mar·e, lo zuccher o era dnlle orine, ma il peso specifico rimaneva lo sles30, sfati erono enormemente cresciuti. D'allora in poi n. con olio di fegato di merluzzo, acidi mineraH, noce e rfiela mista prevalentemente carnea, ed in tr e mesi quisl6 le forze, crebbe in peso, e diminuirono i non l'ilornarono nella quanL1tà normale che dopo due cu1·e severe. Un seconuo caso di fosfaturia complicato a diabete, con dolori a' lombi, ipocoodria, dimagra mento. un mese di cura mostrò ridotta la quantità dei fosfati, il glucosio ricompat·iva appena la dieta carnea veniva rotta. Il paziente ancura in vita dice che si a ccor:.ra mento de' fosfati e del glucosio nelt'orina. dal dolor e ai e dalla stnncl1ezza che lo assalgono quando s mette la CMI ICa. Nel terzo caso si trallava di diabete zucc roto analogamente; dopo alcune s eWmane J'orina non teneva più zucchero, ma aveva un peso specifico di era acida, e carira di fosfati. Il paziente g uar i co1up•~ mente. Delle fos faturie del ·~ · gruppo, che hanno cioè un indipendente da ogni altra lesione, l'autore ha osservato casr, lulli con considerevole aumento di fo><iali, pirrosi, stral~ie, dolori a' lombi ed alla pelvi, ipocondriasi t>d ciazione, depositi urici e d'ossalato di calce nell'orina. pazioni. diarree, ma nessuno di essi rassomigliava al diabete secondo che asserisce Teissier, né come ir1 si produceva mai la cataratta. Tutti i casi d'ogni genere dall'autore osser..-ati con in questo, che aumentata o no la quantit.a dell'orina, era lamenta aumentata la eliminazione delle sostanze accresciuto il pe!<o specifico, massime quando l'orina quantità normale, come era accresciuta la quantii.A Quindi egli riunisce il t• al 2• gruppo di Teissier , 1l 3" ed esprime le seguenti vedute patologiche s ulla


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Le molleplici analisi dell'orina falle in tutti gli studi della tubercolosi lo conducono ad escludere ogni relazione fra que~ta malattia o la fo<>fa turia; l'aumento de' fosfati eliminati nelle malattie nervose non si può spiegnre con l'accresciuto metabolismo della sostanza nervea, con la desinlegrazione del le."suto nervoso, perché di pari passo non si aveva l'accre~ciuta eliminazione degli altri elementi clel tessuto stesso; egli invece ritiene che tanto nelle malatt:e di petto come in quelle del cervello e midollo spinale, ht depressa condizione or,:.:ttnica impP.disce l'Apposizione del fosforo fornito da' cibi, e ehe l'osc;aJuria sia in tali casi non elfetlo di distruzione dei tessuti, ma effetto di defidenle nutrizione. Intorno nlla relazione che passa fra l'emissione del glueo;.io e rtuella dell'acido fosfo rico nel diabete corrono divarse teorìe. Lo zucchero può arrivar nelle orine già ossidato nell'organismo, solto fùrma d'acido ossJbutirico, crolonico, glicollico, lattico, e quesli Acidi circolanti ne' tessuti po:,sono dissolver·e i fosf11ti, specialmente i leerosi, donde le frequenti intos!':icaz,oni acide che avvò ngono ne' diabetici. Nella gluco:suria '' é uno con<>iùerevole eliminazione di fosforo non ossidato, solto forma di leci lina, di glicer ina fosfatica; se per caso migliora l'o.,.sida~ione generale, queE>Li composti si con,.er·tono in acido foE>forico . l nfalli ne' due casi ne' quali si é 15 " la la graduale scompar·sa Jpllo zucchero e raumento dei fosrau, gl'mfermi er•aoo avviali a guar igione, e la raggiunsc:ro.

Dunttue l'imper·fell't os-idazione dello zucchero nella rorrnazione di acidi inter·medrari, come l'ossidazione del fosforo ~he si converte in acido fosforico, l"Ono entrambe in ~iuoco 10 _q,resti casi, c spiegano beni""imo il crescere ed il diminurre ùt~' fosfati n"lla glucosuriu, come spiegano l'alternarsi la du~:osuria con In Cvsfaluria. ;.,e• cosi di fo<;foluria senz'allr a lesione or·ganica l'autore s~rega il faLlo prec;so a poco come Benecke spiega i suoi casi ~ 088Aiuria, cioè con l'eccessi va formazione d'aciùo lallico nelle rnt.~sLina, col t•iassorbimonlo ùi q uesl'acido, che dentro i lessut: scroglicrebbe i fosfali, e li fat·ebbe così passare per ro-


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rina. Il fallo nnale e l i mezzi che la natura impiega, bero dunque quelli stessi dell'albuminuria alternata sìone de' fosfati, quindi questi ullirni due gruppi uno, si riso! ver•ebbero in un'eccessiva eliminazione fosforico dipendente da anormale formazione di acidi ganismo. La progno~i però é più triste ne' casi di difettosa zione, pt!rchè a lungo andare, dopo miglioramenti gl'infl.!rmi ricadono, e finiscono con la lisi o con la suria; mentre quando la fosfaluria è associata alla glttCOii!WI fin da principio, o quando ra;;somiglia nella for•ma all'ossuluria, ì poteri nutritivi riprendono il sopt·av ropporluua alimentazione trionfa del diabete nelle sue forme.

Bulla natura. della febbre . pel dott. .M.ACALtSTER, del versiLa di Cambridge. - (The Laneei, marzo 1887). L'autore fa dinanzi al <·.olleg-io re;de de' medici uua letLuJ•e sulla natura della febbre, che egli dice così bene diala ùal Ialo clinico, e così poco compr esa d:ll Jato gico; forse non spiacera a' lettori un sunto nelle idee chiarissimo professore ùi patologia medica, per<'hé risultato di un lungo studio fallo su tale argomento esigenze del suo insegnamento speciale. Secondo l'autore, la condizione es>;enziale della febbre 6 disordme del calore corporeo, come il disordine ùella lazio ne capilia re è la condizione essenziale dell'infìamwa"""n;>J<' ma quale é l'ordine di questo calore? Tre ratlor·i a manteneJ·Io costanw in mezzo all'incostanza del l"a~nb:teu• esterno; le sorgenti di produzione, i mezzi di di"rw~rsroa~ l'agente regolatore. Queste• agente lermoLassico per Ja di sua azione bi~ogna rilencrlo d'indole nervea, e data una riuzione costante ed unifo1·me, l'azione regolatrice cieve spfegar::.i per un meccanismo che controlli le perdife, cowe una perdita costante, bastera un meccanismo che M\fltrll'"~~ la vr·oduziono. Or siccome nella vita attiva nè la di~ nò la produzione del calorico possono manteners i u


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cosi ò neces~ario un meccanismo doppio pel doppio controllo, ed un terzo che sorvegli l'~quilibrio. Secondo Hughlings Iackson cruesL"ultimo sarebbe Jella maggiore importanza, vet·rebbc scconJo nell'ordine funzionale ti meccani~mo della produztone, l'ullnno sarebbe quello della dispersione Or siccome ttues Li h·e meccanismi hanuo una svedale importanza nel processo febbrile, l'll.utore li tl'alla sef•aratamenl~>.

Le principali superficie dì dispersione del calol'e sono la polmonare e la cuwnca, quesl'ultima disperde per 6\'apora.ztone conduzione ed ir•·adiazu:..ne l'bO pet' JOO del calore cot·poreo, mentre il polmone evaporando l'acqua ne disperde ror:;e meno del 20 per 100; qu~sle quantità sono per altro alcun poco variabili secondo la vascolarità della pelle, e l'ampiezza della respirazione. La tlsiologia sperimentale ha riconosciuto nel cervello e nel midoll<l spinale l'e<~islenza di centri vasomotori che r·egolano per mezzo di nuovi efferenti costriltori odilatatori l'afflusso del sangue nelle arterie della cute, come ha ammesso un cenli'O respiratorio fornito di nervi ispiratori ed espiratori per· regolare l'ampiezza delle respirazioni. Questa semplicitil di e pparecchio pel governo della dispersione del calore ha ispi1·ato a Traube la teoria lermotassica, secondo la quale du,·ante la salute, la temperatura del corpo sat·ebbe conservala uniforme dalla vigilant~ azione de' centri n~nei sensi ti vi, che con li·ollerebbero le grandi funzioni della cir·colazione e della respi1·azione; dal disordine di questi centri nasl!ct·ebbe la diminuila dispersione del calore che sarebbe ratteuuto òa' tessuti, i quali eleverebbero la loro temperalur·a, e _questa a sua volla reagendo sugli organi, produrrebbe quei dt!'ordini di cil·colazione di uulrizion~' e di secrezione che tu~li assieme costituiscono il fallo febbrile. Ma se la ritenzione del calore è una delle cause della febbre, non è pero la causa essenziale. Li<'hermeister per misurare la quantità di calore perduto ~a un corpo febb1·ici tanto, lo pose nell'acqua tiepida, misurò a tPm peJ·atura dell'acquA, determinandone l'elevazione io un tempo duto; ma in tal modo si alteravano le condizioni ùel cor·po, e si difflcolta.va.l'evapo·ruzione cutanea. l.eiden e Se-

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nator misurarono la dispersione del calore degli animali bricilanti dalla quantità di acirlo carbonico e vapor che esalaYAno in un dato tempo, e para~onarono '}uesta spersione a quella che avveniva in animali sam: il · di tali esperienze fu, che durante la rebbre, la di5'persione calor e non (• diminuila, ma accresciuta, e Senator 111 ca5'i di pire~sia septic:emica spinge questa perdita nl 75 per Questi esperimenti sono s tati ripetuti in AmeJ•ica da da Reichert e da Ilare, con risultati identici. Du1'que U !ore non é anorm;1lmente rattenuto nello stato febbri le, è invece cccegsivamenle dispe1·so, e ciò non solo in uno stadi della febbre, ma in tulto d corso febbrile , c •u,....,~.,..... l'accresciuta dtspersione, aumenta la temperatura del dunque deve aumentar e lA produzione del calore. Ci6 posto, una quf s lione sorge spontanea. Questa a male p1·oduzione di calor e è dessa equabiJe o flultuantef espertenze di Senatot· e di Wood dimostrano cile la d" sione alla superflcio del corpo è irr·egolare non solo d tutto un cm·so febbdle di una giornata, ma d'ora in ora, le t.avole numol'iche di Wood esprimono le quantità di che d'ora in ora si pr oduce nella febbre setticemica de' d c de' conigli, le quali sono variabili a nche sotto le conJizionl uniformi di nutrimento e di digiuno, quantunque in alcuni animali si noti la tendenza al ritmo, elevandosi la pt•oduziona ùi calot·e 'er~o sera. In quella tavola si pu6 anche "Vedere elle il cibo eleva la temperalut·a tanto allo stato sano che du-rante la febbre. ed alcune tavole mostrano che col Yar.iar del corso febbril1·, la quantità di calore predetto può essere maggiore quando la lemperat.ut·a cor porea é minore per ecces• sh·a dispersi<'ne e vicevet·sa, ciò che prova come ranezza fieli& temperatura febbrile sia ir~ p-ran parte dipendente dali* momentauea relazione ùe'due processi produtli vo e dispr:!"rl'ivo. Dunque la febbre è vat'illbile ed incostante, e se es!!a con• sistesst> nella alterata regolazione del calore, come ass~>ri­ scono Liebet·meister e Fagge, non vi sarebbeaumenl{\ta produzione nò anmonta.ta dispersione, e la temperatura del Cflrpo non potrebbe elevat·::;i di molto durante il proLi'alto Jigiuno febbl'ilO, se non vi fosse un patologico aumento nella


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genes1, e se Lullo consistesse nello squilibrio della normale di:>lr1buzione del calore. E qut calzano le idee espresse dal dott. Sanderson nel suo eminente lavoro, secondo le quali maggior quantità di calorico si produce in un uomo ftlbbricilante cbe in un uomo sano, a coodiLioni egua li di dieta e di ambiente, e la quota di questo aumento di calore raggiunge il 50 per HJO. Or la uccresciula diminuzione dell'urea e dell'acido carbonico, quindi l'aumentata di:;per3ione del calore nel pr ocesso febbrile, deve avere una sorgente, e questa non la possiamo l'icercare nei cibi, perchè l'uso e il consumo di calore avviene anche nel protratto digiuno. Questa sorgente del calore aumentato e disperso deve quiudi t·icercarsi nell'organismo stesso, nel consumo anor-male} dei tessuti, nelle aumentate azioni della chimica vivente. P er procedera con ordine bisogna stabilire per ora che la febbre esprime: 1• un diH.or·dine d,el meccanismo termotassico; 2• un'eccessiva produziontl di calore co'n eccessivo scambio chimico nei tessuti, sempre maggiot•e che nell'uomo sano durante il digiuno; 3• che la temperatura del corpo 6 fluttuante secondo la prevalenza della produzione o della di:opersione òi calot•e. Ma qual è la for·nace, qual è il carbone che si consuma per· produt•t•e quest'aumentata lermo~enesi? Per rispondere a tale domanda bisogno. pr1 ma sapere qual è la sorgente del calore dell'uomo sono. La ,·ecchia leot·ia di Liebig della combustione dei carburi d'idrogeno ue' polmoni ha ceJulo il passo a qu_eUa di Foster della trasrormazione del la ''oro in calore, e quindi della prorluzione di calore in Lutto l'organi-;mo, durante tutto il melaboiJsmo organico, e questa teoria ports a conchiuder e che lul!i i t~ssut1, mR specialmente il tes~uto muscolare sia la sorgente del calore animale. Fick calcola che durante uno s:orzo muscolare la quantità d'acido carbonico esalalo può dtveuire dicci volle i! nol'male, talchè dalla energia totale Proveniente dal cibo, un sesLo si consuma nel lavoro, e cinquo sesti ~.i perdono per la produzione del calore che lo accom-


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pagna. I fisiologi hanno quoU\lo per 4fz il calore animale luppalo dlli muscoli, l'allro rruinlo sarebbe prodotto dal stelLa ~lanùolare e diger·ente; ma se si consrdera la nuzione del lavoro di '{Uesfultimo sistema durante la si scorgerà che la termogeoesi febbrile è dovuta in dissima parte al tessuto muscolar·e. L'autore introducendo dei termometri sensibilissimi tessuto muscolare degli animali, e stimolando i ner·vi spendenti, ·vedeva che la contrazione lelanica era accc•mJM!O!' gnata da elevazione di temperalur·a, e r•ipetendo gli scemava la forza di contrazione per e$aurimt>nlo, come ma va l'elevazione di temperatura, anzi la facoltà di nHvhJI'PIIl.~ calore si esaariva pr•in:ia della for·~a contrattile. dvnde necessar·ia diver5ilà fra la funzione termogenica e lA motrice; e questa diversità di funzione l'autore l'ha controllata sperimentando su animnli nar cotizzati e tenuti in immersione, e vedendo che il muscolo reagiva allo stimolo solo elevando la temperatur'a dell'acqua. Nel J881 i dollari Meade Smilte e Lukjanow inve;;Ligarono sper·imentalmenle le leggi che governano la fun:zrone tcrrrio· g~>netica del muscolo vivente, e videro come questa si e!'au• riva interrompendo la circolazione, e riprendeva forze ren• dendo la circolazione libera; vider·o allresl come la funzione termogcnelica poteva riprender forza col riposo dopo J'esauri• mento, anche a circolazione interrotta, onde conclusero cbe la slimolazionè d'un muscolo per mezzo ùel nervo v'induce un pl'ocesso esplosivo che si rileva dal cangiamento della for·rna e dal compimento d'un lavoro meccanico, ed un processo più continuo che consiste nello sviluppo di calore. Questi due processi sarebber o largamente indipendenti l'uno d!lll'altro, quantunque coordinati; il processo termogenelico non sarebbe un semplice consumo tcrmodinamico, una sem· plice escrezione d'urea ed acido carbonico, e la dislogazione delle parti del muscolo in contrazione e rilasciamento, clarebbe origine ad una piccola quantità di calore che si potrebbe chiamar consumo lermodinamico, perchè risult.Hlo della logor•azione dell'energia cinetica di conh·azione, come avverrebbe nell'attrito di ogni macchina in movimento. Ma


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l'aumentare di '{uesto consumo Ji calor e sarebbe piccolissimo al pat'SfrOne del calore tcrroogeneLico, accompagnato sempre da Assunzione di ossigeno e òa eliminAzione di carboruo e d'azoto. Il metaboli'<mo tet·mogenico del muscolo è dunque un processo continuo, cùe aumenta nel movimento, ma non ces1:<a nel rtposo finchè dura l'influsso nerveo. Quanao noi stimoliamo un ner'o che va aù un muscolo, ha luogo una conlr az•ooe ed un innalzAmenlo di temperatura; se però il muscolo e avvelenato dal curaro, ambo questi effetti cessano, quanturHjUe il meccanismo vaso-molMe resti intallo. Il cut·aro abolendo le funzioni delle let·minazioni nervose, tronca le l'elazioni frA muscolo e nervo, e l'animale si riduce alle condizioni di 1111 animale a sangue ft•eJdo, si riscalda in un ambien te caldo, si raffredda in un ambiente freddo, resta as~olutamente in preda alle condizioni esterne, ed il consumo d'ossige::to si riduce ad un'esigua f•·azione del normale; la circola:done t·esLa inAilei·ata, la respirazione dev'essere manlenula artificialmente. Da ctò sor gono due conclusioni inevitabili: cho la funzione Lermogenica del muscolo dipende dalla proprin inne:-vf\zione, e che il metabolismo ossiJante del muscolo é talmente considei'evole nell'economia animale, da non restar che un'esigua frazione termogenelica se il muscolo si esclude. Ecco dunque spiegata l'azione nervea nella te1•mogenesi animale, ecco rome il muscolo -è la sor·genle princ1pale del colore normale e rebbrile, ecco riconosciuto come nel muscolo in riposo continua il metabolismo ossidante, G come nllruvet•so i rami nervosi scorra continuamente un'influenza ter·mica. un tono termogcnetico. E questa corrente ner·vea mAntiene l'equilibrio fr·a i rami vaso-dilatatori e ,·aso-co;:;trJltori, cioi~ il Lo!'IO arterioso, come mantiene l'e· quilibrio fra l'inspirazione e l'espirazione nella t'espirazione automatica, in quella cioè che e scevt·a dall'influenza della volonta e dulie altr e pel'turbazioni respiratorie. Talchè nel tono lermogenico vi sat•Pbbero due tendenze, quella di accumulare, elaborare la sostanza tE'rmogenica. il termogeno, e quella di desinlograrla con un processo d'ossidazione; e chiamando la prima lenùenza anabolica, la secondu calabo·


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lica, l'autore pone la seguente formala: (run muscolo in. riposo dipende dall'eqailibrioj1'a

anabolico ed il catabolico del te,.mogcno. Un esempio del tono, e dell'et{uilibrio delle denze, oltre che ne' nf'rvi costrittori ed inibitor i delle e dell'apparato respirat.orio, l'abbiamo nell'azione cardiaco-motori e card!aco-inibilori. Il dott. Ga!'kell stupenda memoria sul sistema simpatico, mostra che del cuore equivalgono a quelli de' ''asi, i vaso--co•str'itlll e che l'altra influenza ùilatatrice é esercitata dal vagt\ inibitore tipico che corrisponde a' vaso- dilatatori. La decisiva che l'inibizioue é sintomo ùi anabolismo e t razione sintomo di catabolismo, si può trovar~! nel forse la ricerca piu impartente sulla teoria de' nervi lici é basata sulla quantità de' cambiamenti elettrici e che seguono alla stimolazione de' nervi cardiaci. li skell osserva che 'JU&ndo é stimolato il nervo inibitore muscolo cardiaco in quiescenza, il muscolo mostra. Ull biamento elettrico di carattere precisamente opposto, decisa variazione positica, e quando è slimolalo il nervo tore, il muscolo assume una variazione negatioa. Egli presentemente sui cambiamenti termici, e v'è da a che alla stimolaziooe d'un ner·vo motore corrisponda zione di calore, ed allo slimolo d'un nérvo inibitore sponda abbassamento di temperatura. L'autore generalizzando conclude che tutti i corpo banno un doppio sistema nervoso; il catabolico in essi un cambiamento desinlegrante, maorrestato dalla mogenesi e dalla contrazione; il secondo forse in 11 •""~1 r.B< fibre òiverse, essenzialmente anabolico, deputato alla legrazioue, e manifesta~o dalla inibizione del e dall'assorbimento della energia. lntanto rimane che la produzione del calore nei muscoli, la principale nace della febbre, è prC\babilmente sostenuta dall' di un doppio meccanismo nerveo, che da una parte la termogenesi e produce un metabolismo distr uttivo, l'altra rallenta la termogenesi producendo metabolismo genera Li vo; che il tono termogenico è la manue:su.lòUI'


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del normale equil ibrio fra queste due parti. Io altri termini, jl carattere del meccani!'mO nerveo per la dispersione del calore, è bilanciato dall'allro carattere del meccanismo nerveo proJultore del calore. Biso~na confeBsare che si sa ben poco del corso anatomico de' nervi ler·mici ne' muo;coli ; •forse i troncbi mo~ori contengono fibre molr·Jcl, ma quanto aJ corso delle fibre anaboliehe, non pos~iarno che rar con~ellure, e le analog1e che ci guidano sono pe-r or11 t1·oppu oscure. ~Ja se si pensa che appena da ieri ci son note le relazioni fisiologiche anatomiche e morfologiche del sistema simpatico co' ner\i sp:nali, non è da disperar\! che l'anatomia guidala da lla fisiologia possa scovr ire le •·elezioni dei nervi anabolici col si!:'tema centrale, si ben definile come quelle dei nervi motori. Alcuni tentativi sono stati :.rià fatti per tracciare il cor$0 dei nervi LeJ'[mci altt·averso i.l sistema e;enlrale. Per esempio, si sa ohe dal tempo dì Brodie, il laglio del midollo s pinale è seguito da sorpreudenle tnnalzamento di temperatura, eù in altri cusi da obbosso.menlo, secondo che l'an imale è e!:<posLo ad un ambiente più caldo o pii1 freddo, secon lo che esso è avviluppoto iu pauui di lana o nudo, e Wood ho. conciliato queste diversità, misurAndo il calore prodotto dall'animale pr1ma e dopo la sezione ùel midollo, e dimoslrando che tale sezione fatta al ùi sopra dell'origine dei nervi splacnici è s· ·guila da aumento di calore disperso dal corpo, e diminuzione di calore pro.Jollo. Essendo in tal i sezioni divisi i tronchi va~omotori, è certo che la paralisi vasomotrice ha una gran relazione con la pe1·dila di calore, mentre i muscoli par alizzul restano in preda all'azione delrambiente esterno più che se fossero avvelenali col cur are. Se il midollo è parzialmente dhiso presso la sua unione col ponte, il meccanismo vasomotore resta intallo, cd é facile un innalzamento nella pre!<SJone sanguigna con la slimolazione di un ner,·o sensoriale. Se si l<timola con una puulu!'a il midollo vicino al ponte diminuisce la produzione del calore secondo "\.Vood, secondo a~tri SJh!l'Jmentatori la produzione aumenta, se quella porZIOne di miùollo si stimola con l' elellricila. Questi esperì-


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RIVISTA

m en li suggeriscono rl unque l' ipotesi che tale r egione sia versata dtt libbre anaboliche od inibitrici. Altra importante serie di sper imenti fu eseguita a dai signori A vansohn e Sachs. Pungendo cou un fJ ago il cervello di un coniglio in modo da passare mente nel mezzo del corpo striato vicino al nodo di Nothnogel , la temperatura nei muscoli e nel r"'tto PI'Onlamente di 1,:> o 2,5 C. e resta cosi eleYala per ora, pr·ima di ritor nare al normale, senza che l'animale mostr1 affello da tale operazione, talché la prova si può petere più volte, conser vando l'ambiente alla mede::;ima p•!raturu. Durante questa febbre artificiale, il consumo sigeno e l'emissione d'acido carbonico aumen tano nella misura di una fl'òiJJ·e or dinaria, come aumenta dr.l 25 per l'eliminazione ùf'IJ'azoto. Dunque la parte intema del sbrialo J'appresenterebbe il centro catabolico de· muscoli, non il centro le1·mogenico come asseriscono Avausolm SacJ,s , e quel;ta l'Cgione è intimamente connessa con le termogeniche, se in essa si possono eccitare i muscoli funz ione termogenica, senza toccare i ner vi motori. . Per intender lo na tura della febbr•e, bisogna fa re una dif• rerenza fr·a Ja produzione del calore, e Ja temperatura del corpo. L'alla temperatura non é dessa la febbre, giacchè et può avere una feb ris sine febre, una termogeoesi ::;enza alta temperatura, se la produzione del calore é pensata dalla disper·sione; e si può avere innalzamenlo eli tempe1·atura con rliminuita termogenesi, se la dispersione scema in modo da non bilanciar la produzione. È iovt>rel'ecce<;siva termogeneai, con l'eccessivo catabolismo de' tessuti nitrosreni cl1e la produce, ciò che costituisce la feb,b1·e. S_enza questa condizione, la temperatura del corpo potre!Jbo sahre fino alla coagulazione dell'albumina, senza che l'ammalaw ne scapiti, perchè non vi sarebbe combustione, nP consumo di les~cti. Nella febbre, dopo che il meccanismo tPrmotassicoè disordinato, la temperatura si eleva; ecco d primo pa"so del pt•ocesso fubbrHe. Questa temperatura però non si eleva indefinitamente, e ciò dimostra che il meccanismo della dispersione o meno ùiso,•dinato, o lo è in modo trans itorio, per-


afEDTCA

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chi> presto riprende la sua funzione. Quest'atassia termica è seguila da un disordine di quelle parli del sistema nervoso che in;:ervono alla produzione del calore; v'è ipostenia de'nervi enabolici, con diminuila eiAbor·azione e diminUito assorbimento di energia, v· e sovr~ccilazione de' nervi catabolici con accresciuta ossitiazione ed accresciuta Lermogenesi, ma il meccani.,mo anabolico ò più allHalo che non il catabolico, e !a prima alterazione precede la seconda Quando poi Il meccani"mo della dispersione é anch'esso profondamente alLerato, sicchè non risente più lo stimolo dell'eccessiva termogenesi, alloru sa ha l'iperpiresia. In conclusione, il sic;lema nervoso termico consta di tre parli: la termolassica o accomodali va, la t.E-.r·mogenica, o prodult:va, la termolitica o dispersiva. Il disorqine della prima implica ;:empticemen leirregolat·itll di temperatura, oscillazione del movimento prefebbrile, o semplici variazioni termiche passaggiere come se ne verificano in certe malattie nervose; il disortJine della prima e seconda implica elevazione di tem· peralu1·a tld aumer.Lalo calot·e cm·po1·~o, cioè la febbre, il disordine nella prima, seconda e Lerz>~ i mp li ca l' iperpiressia, pericoloso aumento di colo r·e, temperatut•a continuamente ere· scente.

La infezione . - Pr•of. ARNALDO CANTAt\'l. - (Discorso ioau· gurale, ecc., 1886-87) .

.n moudo dei minimi, dice egli, non occupa soltanto i g<~­ l,tnelti ed i labor·atorii degli scienziati, ma s'è imposto all'attenzione di tuili gli ~lrali della societa. l microbi son da dividere in quelli necessarii alla vita degli esseri or·ganizzalì, c in quelli palogeni che tendono a pro durl'e la distruzione dei tessuti vegetali e animali: minime ~use di massimi effetti, sono i più potenti fattori delle conhnue trasformazioni clelia materia . . La penetr•azione nell'org,nismo t! i un microbo palogeno o varus, é il s1gnifìcaLo d'un'inrezione. S'esso proviene dall'se· r!ua, dulia ler,·a o dall'aeiu e determina, col moltiplicarsi entro 1 organismo, una malattia. non lrasmissibile, si ha il miasma


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JUVISTA

produtlot•e di malaLLie endemiche (malal'ia): s'esso, ncndo egualmente, rlopo essersi moltiplicato entro un nismo n'esce coll'escrezione e infetta un paese i vocando estese epidemte si ha il miasmoide (ileo-tiro, ecc.): s'esso si comunica da malat<> a sano direttamente, z'attraversar prima la terra, si ha il eot1tagio (pu ro, il sifllitico, e conl(Ujio miasmoide r..ome quello del rte!r-m.o-~u L'Henle fu il pl'imo a precisare la teoria YitalisLict virus, che innanzi non si ritenevano dalla generalità organizzati: il Pasleur nei18GO impresse un'orma sicura str•ada microbiologica; e dieci anni dopo il Canlani indarno dimostrò come il ft1llo pr imario nelle infezioni l'affezione locale onde il microt·ganismo insinuos:;i e ltt discrasia sanguigna non fosse che conseguenza zione locale. - :\Ia a t.roncare i dubbii era necessaria la perta del Koch, la quale ne pot·lò dietro tante e tartte Oggi è da levar le pit'l alle meraviglie udendo tnluuo non vuoi considerar la medicintt quale una scienza e si ostina a negar la dipend~nza dell'infezione da viventi. E pure la riproduzione e molliplica.;ione morboso nell'ammalalo, la trasmissione di quest'sl!z·eniLe.l altro inJividuo sano o ad un paese inliero, a centi migliaia di persone, e finalmente la incubazione, letupo cessario alla moltiplicazione e alla eruzione morbosa, tre fatti che soli stabiliscono una differen.za enot·me e stanziale tra infezione e avvelenamento. Cbi ha mai qualche cosa di simile iu una sola delle t.anle ioto~sJ.C6i('.Wjlt1 chimiche da veleni mine1·ali o vegetali od animali? - La pt>oduzione e molliplicazione è l'allrib:~to più ca1•au...-..._ dell'essere organizzato, dell'organismo vivente: ogni premeLle un padre. - Con tullo ciò spesso a Ùna n rJ'HUJ..-irtjezione microbica sacceda una ini011sica;ion.e c!timica condaria, dovuta ai veleni pr odotti o segregati dai I microbi, 1 balterii dei naturalisti, soo minimi parassitar1i, (eoechi, baeilli. spirilli ecc.) mim·oscopica dei funghi ordinari, pocbi eccettuati; essi crescono come le cellule, rnollipficanùosi per scissioue e per produzione spore; e sono da per LuLto, vegetano ovunque sia materia


MEDI C;\

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(:tlnica trasformabile. Scarseggiano as~ai in allo mar e e sopra le vette nevose di altissime monta~ne: molli hanno una resisten;a vitale da non definirsi, ma fot'tunalamente non è men significante la loro esigen:a vegetatioa, ond'è che non prosperano c:e non trovano una infinita quanlita di condizioni a loro ravore,·oJL Cosi si comprende che circostanze apparentemente insignificanti, possono lenere in iscacco le epidemi~ più diffuse e che certe infezioni non attecchiscono, in certe epochf', in rlate località, mentre prendono stanza in altri luoghi e d.i"entano un vero Jlagello pt>r 1e popolazioni, e mentre in altr·e epoche desolano anche quei sili cbe prima avevano risparmiato. Cosi si spiega anche perchè di la11ti uo111ini viventi in mezzo ad un'epidemia che fa strage, la maggior parte rimane illesa o viene solo leggermente toccata, mentre in un'altra r icorrenza epidemica i risparmiati di pr'ima soccomhono. Il suolo può presentare opposizione 1\ che dati m icrobi vi allignino, e anche per la pt'esenz:a in esso di altl'i che disfanno i uuovi venuti Mila lotta pee !•esistenza, soffocandoli, o affamandoli, o ucridendoli con reazione troppo èllcalina o troppo acida e via discorr·endo. - Pu6 ben reputarsi fortunato pet·ò eLi, insidiato e aggt•cùito da cel'li microbi patogeni, ha da offriM ad esso un terreno affollo negativo. L'uomo non aromatera di colera, pur• mangiandosi intere colonie di bacilli colerici, purchè lo stomaco segreghi un energico succo gastrico, e nessuno di questi ragg.unga vh·o l'intestino, nel cui contenuto alcalino troverebbe le condizioni propizie al suo twiluppo. . Le vie d'ingresso del microbio nell'organismo sono moltissrme e penetrato vi e!'<!' a vi resta latente, si moltiplica e intima la f::U~>rra: la malattia d'inje;ione si può definire la energica ~e~zi?ne del.l'orgauismo invuso contro l'azione smascbet'ata . e mtcrobo rnvasore. All'esercito nemico l'organismo oppone 11 ~uo esercito di fagociti, rappresentato da tutte le cellule :~g.ranti ameboidi (leucocìli del sangue, giovani celluiP. lindOJùt .~el eonnellivo) e da altre cellule jlsse dei tessuti, (enc?~elu dei capillat'i ecc.). Questi fagociti inghiottiscono, uc1 ono, e digeriscono i batlerii che incontrano sul loro cam-


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RIVISTA MEDICA

mino o cui vanno appositamente a dare la caccia, auspici di due falli biologici impor!antissimi(.tìogosi e La /louosi nelle infezioni è il pertur bamenlo n ....."""""' i m1crobii annidali in un tessuto pr>ovocano e col tessuto per propr•ia difesa e reazione risponde. La febbre é l'espressione della t•eazione generale ganism o contro la causa palogena: ed ha la sua u·,rul{,or&~~ nella lotta contro i batlerii, quale arma di offesa, tr·ice degli elementi nemici all'or~anismo, come certi che ben Yegetono a 37- 38" e muoiono a 40' (spirilli spirochaete Obermeieri nella jebris recurrens). Le malattie acute, accompagnale tutte da febbre. nano nella maggior parte colla guarigione, mentre le nichfl, apirelliche,nella maggior parte sono inguaribili. Scoperti i microbii, la terapia ha preso allr·o indi cui non si combnlle più febbre e flogosi ma il batterio, trimenli si puralizzerebbet•o la forze organiche di rMI7.1tlll8 valllaggio del nemico e a danno dei fagocili.

RlVISTA CHIRURGICA -><=<-Sul trattamento operativo della perit.o nlte. ALDJ:;RT.- (Alnem. lViener medi;. Zeitung, N. IO, Gli ~parimenti del \Ye~er sui conigli falli alcuni anni dietro dimostrano che il ~ran tiwore che si ave\'a della sione del per.tonco non era giustificalo, e le frequeriti ratomie che erano state fatte nei tempi anteriori al LNlllt81m«'"• anti~euico, ~egnutamenle le ovariotomie dello Spencer pr·ovarono che anrhe pel peritoneo dell'uomo questo era esagerato. Ma ~'pecialmente la medicalura antisellica in certo modo aperto all'attività chirurgica la ca,·ifà minale e in gran numero di malallie che qui vi si riscon sono sorte molle indicazioni per l'apertura del ventre.


KtVISTA CHlltUIHHC.\

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Lasciando da parte le tnalaltie degli organi e considerando soltanto quelle della membrana involgente, (1uali occasioni offrono •Juesle alln lapat·atomi.a 1 Sono in primo luogo da considerare le ferile di laglio e di punta, i crepacci dell'int~tino, pei quali il contenuto ùelle anse intestinali si versa neUa cavttà addominale e st a ccende una acuta peritonite settica-fecali?. P er impedire la int~vitabile peritonile diffusa, io credo, dice ti prof. Alberl, che non vi sia più evidente indicazione di questa; cioè di aprire il venlrt>, pulire accuratamente l'interno e chrudt~re la lesione intestinale, ovvero trarre l'iuteslmo in avanti, fissarlo nella ferita addominale e CO!;Ì slabtlire provvisoriamer•le una fistola slercoracea. L'essenziflle é però sempt'e il rigoroso nellamento del peritoneo. Questi casi ùciJbono dislincruersi in due g r·uppi. Nelle ferile addominali con lesione dell'inleslino la cosa è chiat·a, la cavità addominale è ~ià aperta, si deve allargare la ferita quanto basta e fare ciò che si é detto. Così agirono alcuni chirurghi gia da lungo tempo. Nella guerra americana di secessione è conosciuto un caso, in cui per una ferila d'arma da fuoco dell'intestino fu fulla la sutura intestinale e il malato guarL In que~li ullimi anni molle volle le ferile d'arma da fuoco degli intestini furono lr·atLate con la pulizia e le cure anti:scttiche. Ollre le lesioni d'arma da fuoco dello stomaco (Koker, Ftllenbaum) fornirono particolarment~ occasione aù alti oper~otivi nell'uomo le ferite d'arma da fuoco degli intestini. Sono da notare un ca~o mat·aviglioso di guarigione del Bui! (i ferite intestinali), un caso del Ramsay e gli esperimenti sueli animali (Gross, Parkes). Anche le ferite di lagli<l degli intestini (Tansmi, Facilides) furono trattate con Ja sutura e pulizia e il trallamenlo autisellico del peritoneo (Madelung, Gorhan). . Pui difficile è la quislione nelle lesioni soltocul-anee degli \nteslini, nella rottura di e~si. La difficoltà sta nel trovare 1 . punto in cui è avvenuta In crepatura. l n molli casi non 81 potra o non sar·à facile trovarla, in altri si troverà facil llll•ute U . . . . . : n sempbce ragguaglto stato fatto m Inghilterra 20 anru tnù'te l ro dnnoslra . cl1e nellè pcrcos:oe ùel ventre per COl' ' pr Oltnsi, come passaggio di l'Uole, calci di cavallo, ca-


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duta sopra un oggetto ottuso, l'intestino tenue s i un certo luogo favorilo che é la parte super iore del e questo si :;piega secondo E. Hofmaon, per l' e~sere le anse intestinali superiori il riposare sopra un solido che ~ la colonna vei·tebrale. Co~i in una tel>tinale di questa specie, dovranno ricer carsi le periori dell'intestino tenue. Un'altra guida è data dalla ra~ia. Quando le anse intestinali si rompono esce Aperto il ventre se s i seguono i coaguli si potrà l'ansa Intestinale. In oltre B. Beck nota che nel luogo rollura esiste il magf!ior dolore. Una rollu!'a non tJ•aumatica ma spontanea dello porse occasione al Mikullcz Ji fare la laparotomia, la strorafìa e la pulizia del periloneo. I r1 una speci al~ gralìa il menlovato chir urgo si pronuncia per la !a nelle pt>rforazion i traumatiche ed anche spontanee dello maco e degli intestin i e la t'accomanda anche nello gia avanzato delht pePitonite perforaliva. Un secondo g 1·uppo di casi é rappl'esentato da quelli quali è !'\lata falla un'operazione cllir·urgica nel veutre e poscia avvenuto una peritonile settica generale. Molli chi,•urghi in questi casi banno riap.•rla la ferita,. sintèltata e lar~amente lavato la cavila ventrale e quindi plkato il drena~gio per dare lihero sgorgo alla su Anche il prof. Albe1·t ha fatto di questi netlamenti rlopo operazioni nel ventre,. ma non ha sah·ato un solo dei operati. La peritonite diffusa una volla cominciata non potè più arrestare, bcncbe la cavi !il addominale fosse molto per tempo c per via di molti ·tlrenaagi procurato b~t·o !':colo alle materie. ~ • Un tet·zo g ruppo di casi è dato dalla così detta nel.·nv ...iùiopulica o r eumatica. È noto che fino a poco tetnpo dietro si è generalmente cret.luto che una peritooite ziale uon si potesse Jm·e, ma che fosse sempre cons(lcu .. ~ a malattia di quAlche organo addominale come ùel dei gcnitnli nelle donne, degli intestini, ecc. Ma il l1a Ol'a di nuovo posta in campo la questione, affermando nou si può negaPe una peritomte diffusa primitiva. Egli


CIDRt:RGIC.-\

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pubblicato una serie di casi che dimostrano la esistenza di una perilonile spontanea o reumatica. Il Bamberger era già di opinione cbe vi fMse una perilonite primaria idiopalica diffusa. Questa peritonite idiopatica ha ll'islissime progno!'i. Il Leyder credette che in questa peritonite spontanea si pole~"ero, mediante la operazione, salvare un gran numero di pPrl'one. Due maiali furono, per suggerimento del Leyder, operati dal Rose in Berlino, e in tulti e due i casi l'esito fu sravorevole. Ciò non Ol"lanle i chi rurghi , specialmente quando trovarono appoggio nei medici si decisero a eseguire tali lap&ral<•mie, in particolare il Mikulicz in Cracovia e il Kri:inlein in Zurigo. Il M1kulicz ha operato più. volte, ed è riuscito a eahare un uomo, 11 Kl'iinlein op~rò in u n caso di peritonitc perrorativa avente il suo punto di partenza dal processo vermJ(orme; ei resecò poi ricuci l'intestino e il malato ~uarì. In altri due casi il Kronlcin ottenne pure buon esilo. L' Albe rt si meraviglia che il Kriinlein, dopo avere completamen~e di· sinfetlalo la cavità peritoneale, dopo avere remosso con le spurroe i depositi fìbrinosi e le masse icorose purulente dalle an~e intestinali e dai lorn inler<!-lizi, abbia osato di cbiuderc poi corn!·letamente le pareti addomina li; dice l' Albert, se avessi nc(:a<>ione di fare questa operazione la$cier·ei tlperta la cavità ''entrale, porrei dl'eiwggi o forse farei in più luoghi piccole ioci~iooi perché da molti sbocchi potesse Rcolare pus. F o1·sc co~l si salverebbe qualc-he ·vita. Sarei inrlinato in tali casi ad operare anche in considerazione che la prognosi è assolutnmente letale. t ca si del M ikulicz e del Kr-6nlein sono incorag~ianli, come pur·e le disinfezioni del cavo peritoneule e~'!:.!U ile da alcuni chirur•ghi inglesi come il Keit , lo Spencer 'Y"Ils, il Peaslee, il Lawson Tait nei ctlsi in cui la suppuraz•one era seguita alla laparatomia .


IU\'ISTA

Sulla lu..wone dell'&utibrao-olo verso l 'estenae e tura dell'epioondllo interno dell'omero. - H. G - (Zcitflcltrrft fur !Jeillr, e Centralo. }ilr dre Med. sensch., N. 4~, 1886). Dt crue,..tu forma di lussaztOIIe dell'arlicolazione del dcsl'ritla prim u dall'JTUter, il Griiupner riporla cinque o~«er,all in parLe i n compa~Znia col "'a~ner. Tre di «JUI!,..li ca"'i erano rt!c't>nli e r•irruar davano tre ctulli, in uuu degli altri due, la lassazione era avveuula un uomo di 38 anni e•l era stato ridotta ~ubilo •!opo Ja produzione cinque sutlimane pl'im11, ma l'epicooJilo si et'& intromcsso fr·a la lrodea e rotecraoo, e per liJ·~ la funzione dell'at·lìcolazione dovelle farsi ope L'ultimo co..,o, in un minatore di 30 a nni, oltre ~vi siont ero gl.alo lo con"'t>~uenza di una ft·ana di carbone, er·u complicato cou ferila esterna, aLlraverso la quale Leva scorgerai la pr·orninenza Ol!sea separ ata. Atlch~ in ca"'o dopo In estr•azione di es:.a avvenne una buona ~ione. L'uulo1·e crcJe per la propria ossenazions, e qudlo folle da altri clti r·u rghi, di lussazione del gomito l'esterno c·on fratturo ù~ll'epicondilo interno delromero. di ler a que..«lo a«$egnare una d€terminata forma. Il r·adto ~ spostalo dal suo contatto nnlurnle ~on dell' omero e slu di contro o sopra l'epicondilo o menlf aJI't.:~lf'rno di questo. Ugualmente l'ulna ~portata l'e«l•'rno in guisa che la cresta mediana ùell'olecrano a sto re fra la troclee ed il condilo. Quindi l'arlicolu:w>ne gomito sembra allor~tala nel senso orizzontai~ e •l Ialo terno, a ca ... iont: del dJ« tacco dell'epitroclea, ha un ,.H,..,..,_.., slico apptanamento. L'cpitroclea non sempre s'tnlromP.tW la lroclea o l'olecrano, ma, specialmente nei casi recenli fanciulli, c;j può palpare attraverso le par·Li molli t: libera e rnobile. Sullo Clltl~a, cioé sull'azione violenta occo~io nalt! t!i lesione l'auto1·e non reca alcun che di nuovo. Lll ~uo ru,,.v••-r dopo la r tduzione, hi fa solo imperfettamente in nuiiU1~0011"'11 l'cpitrocleo nei lre casi t•ecenli uon eomp]Jcali dell'autor~


CH 11\URGICA

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si riuol per callo osseo. Ma è necessario nei casi simili ùegli adnlli rimuovere l'epilroclea affinché poi non vada a finire fuori tli posto. La operazion<:l primat·ia per la e!': trazione della prominMza distaccata è molto facile, più tar•di, quando ha preso solida adet·enza, bisoj:tna ricot•t•ere alla resezione ost.eoplastica dell'olecrano, secondo Trendelenbur-Vòlker o alla resez1one della lroclea e del cond1lo (Roser), per riavere un membro atto alla funzione. ~Doblone e libero 4renq

cto del pollllolle per oaverne tu-

beroolote, pet• ARTURO Neve - (Tile Lancei., febb. i 887).

L'aut.ore racconta d'un macilento giovane ammesso all"ospedale della M1ssicme in Edinburgo, il quale da un anno sotrl'iva di vioiMta tosse o pt·ofusa espettorazione. Quando entrò, nel 10 aprile i8S6, aven1 l'aspetto d'un lisico all"ullimo &taJio. l'abbondante espettoralo si presenta' a 1n grandi masse fioccose e purulente, ed il microscopio vi faceva discernere molli corpuscoli di pus, fibre elastiche e bacilli. Nella parte anleri· ·re ~upet ioro del polmone deo,lro, v'era un'evidente caTerno, mentre la base, e buona pat·Le del polmone smistro erano sani. P er tre settimane il paziente fu trattato con <•lio di re~slo di merluzzo, tonici ed inalazioni d'eucaliplus e creosoto, ma senza miglioramento, ed egli reclamava l'intervento ebirul'gico . . ~ ~iot•no 29 apt•tle, previa cloroformizzazione, si fece una lflejsione di due pollici rasente il capezzolo destro, si resecò una parte della 4' costola con lutto il periost10, la superficie pleural~ era aderente. quindi spingendo in ~u ed in giù col dtl() l-i r conobb' ro verso l"apice due piccole cavita che non erano 111 corrtspondenza della ferila praticata, ma si trovavano alquanto in sù. I tessu ti erano friabili, ma l'operatore ~on !<j allentò a penetrare in quella cavità dalla parlo delteascell11, pensando che p<'l cammino de' bronchi illot•o zonnuto avrebbe potuto raggiungere la ferila esterna, quindi ~ssò un gt'OS!;O tubo da dt•enaggio luogo !'Ili pollici dentro JlOI[r.one, e chiuse la ferita con un pezzo di garza. L"elllorragia fu insignificante, l'aria usciva liberamente della fe·

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RiVISTA

rita, l'ei:-~pettorato e l a tosse diminuirono in due !..'u:trnL..• rita veniva lavata con soluzione di sublimato, ed illubo ptlo d'olio d'e11calipl.us. Si continuarono le inalazioni soto, vet•so la 4' seUimana il paziente cominciò a del tubo, e per timore d'un ulcerazione de' vasi del fu r imosso. Verso i primi di giugno gli sputi eran normali, e l'infermo uscì dall'ospedale, ma vi r itornò per farsi di nuovo osservare. 11 pr ogresso era ammirevole, il torace si era ri rapice, la fet·ita era beante, e con la tosse ne usciva lodevole, l'espettorazione et·a scarsa eu acquo~a, eran nate le forze se non la nutrizione, l'appetito ers ".,.........., in tale stato il paziente parli per la montagna, ad di 8500 piedi, e non si fece piu vede-re dal medico, ma leriori notizie avute da' parenti, questi seppe che girave tinuamente per affari, slava poco in casa, ed aveva una piccola apertura nel pello. L'autore attribuisce gt·an parte del miglioramento alla resezione d'un pezzo di costola, cb e re:;tringendo e mobilizzando l'apice del torace, come nell'operazione cJi lànder, facilita la guarigione della caverna, ed in un simile egli si dispone a risecar e anche la 3• costola. Lussazlone della oadllaglne lnterartioolare 4ella soella inferiore , a •uo trattamento ohtrurpoo , THO!\IAS Al'fNANDALE, Edimburg - (The Laneet, 1887).

Secondo Heath è questa una lesione che avviene in getti delicati, e dipende da lassezza dei ligamonti che mettono un troppo libero movimento dell'osso lo sdrucciolamento della cartilagine. Nel marzo 18~6 entrò aii"ospedale una donna cbe otto innanzi si era lussata la mandibola vomit;ando, e che in poi ad ogni movimento un po' brusco rimaneva a aperta. Il 12 marzo fu fatta un'incisione sopt·a l'arli~ll&ZW'!!!' temporo-mascellare sinistra, fu divisa la capsula, e ru


CB!RUR.G1C.~

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la cartilagine rilasciata ne' suoi ligamenti, e più mobile del

r.onsueto. Fu afferrala con uoa pinzetta, e ricollocata in posizione normale, e unita al periostio e ai tessuti circostanli con eatgul, nel margine esterno dell'ar·ticolazione. 11 25 marzo l'inferma uscì dall'ospedale, i movimenti della mascella e1'ano regolari, l'apertura della bocca avveniva senza scroscio e senza lussazioni, la farita era completamente cicatrizzata. Il 20 gennaio 1886 un'altra malata di iS anni fu accettata all'ospedale, e raccontava d'essersi lussata la mandibola due anni innanzi sbadigliando. Nel ricomporsela aveva sentito uno scroscio a destra, o da quel tempo la deska a rticolazione era sempre stata dolente, e facile a lussarsi. l vescicanti ed altri rimedi erano riusciti infruttuosi, quindi nel23 luglio fu compiuta la solita operazione, unendo la cartilagine destra col categut come nel ca~o precedente. - In eapo ad una settimana si ebbe la cir.atrice, ed il 31 luglio l'inferma lasciò l'ospedale con t'articolazione temporo-mascellare in perfetto sla.to. Due oasi dl frattura del oranio non •oapettata, per HA RR y FIUEOEXWALD. - (.Wedical Times, 8 gennaio).

t• Un operaio di 41 anno entrò all'ospedale il12 mag~?iO iR86 perché un'ora innanzi, cadendo dall'altezza di 7 piedi, aveva batlulo il dorso sopra un ceppo. Entrò In buone condizioui, con polso e temperatura normali, non aveva alcuna l~sione cutanea, non v'erano macchie di s lravasi, eccello una P~enola ecchimosi sulla palpebra superiore destra, ma la pur·•lla era nClrmale. A v eva cefalea, e vomito che continuò anche nella notte, fenomeni che sparivano tosto dietro l'amlllinistrazione del bromuro. 1115 maggio il paziente si levava dal lello, ill7 passe~giò tutto · . 1·1 g1orno ma la sua mente vaneggiava, verso sera pegf,~nrò, ~orlava da solo, attorcigliava le lenzuola del lelto, il !:. • contmuò nell'islesso stato, il 19 il delirio crebbe, ed il re• Piro divenne affannoso, il 20 l'affanno aumentato divenns • tautoloso, l'l <>t l'mfermo morì. L'autopsia mostrò polmoni ~~-H . . ' cuore grosso e grnmi che gmngevano all'at'lerta


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Rl\'ISTA

polmonare, seni congesti. Nel cranio poi v'era una mobile della volta orbitaria destra, una fraltura dal fora me giugulare sinistro passava per la fossa la cresta occipitale, la fossa occipilale destra, la rocca del temporale destro e finiva al forarne spinoso. La occipilale sinistra conteneva due once dipussanioso, la uno spesso grumo sanguigno, ed un altro grumo era dato nella fossa orbitaria destra. 2• L'H dicembre verso il mezzogiorno fu polizia all'ospedale un uomo di 30 anni raccolto nella e creduto ubbriaco. Camminava barcollando, non alle domande, tramandava odore di whiskey, aveva il debole, mani e piedi fr•eddi, quindi fu posto in letto scaldarlo. Rimase traquillo fino alla sera, ma alle 6 lft poi so era di venuto forte e vibrato (96) la temperatura el'll a 40•, l'infermo era inquieto e delirante, set•rava gli quando si tentava di aprirglieli, le pupille erano co o tratte, la destra più ristretta della sinistra, i r·nie's:~I-.rl1 esagerati, il clono del piede manifesto, non v'era nè paralisi, aveva gli arti in semiflessione. L'esame del cranio mostrò una sealfìttura lunga un e mezzo e cover·ta di crosta nell'occipite, d'apparenza superficiale. Al mattino seguente il polso e la temperatura si va vano come la sera innanzi, il braccio e la gamba :s......,• .., vennero rigidi, la respirazione divenne ioterro,la, si vano delle contrazioni di opistotono, a mezzo giorno lo tore, la dilatazione della pupilla, l'elevazione di tevnpEirlliUl a 40,5 preanunciarono la morte cheavvenne la sera alle All'autopsia si rinvenne vasta effusione sanguigna periostea nella regione di quella scalfìltur·a, una neare nella linea mediana cominciava dall'apice occipilale e giungeva alla sutura lambdoidea sinistra, nella sutura squamosa, si ricurvava in basso, ed a sava la porzione squamosa del temporale; di qui di'i'JdEmau..,. mandava un raggio che raggiugeva l'estremilù te dell'osso zigomatico, un altro tt·a.versava orizzontalmente fossa temporale per la lunghezza di 4 centimetri.


CIDRURGJCA

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Ja rossa occipilale infer iore sinisf.ra v'era un' a!Lra frattura lineare che raggiungeva la sutura lambdoidea, e la fossa giugulare che era ripiena d'un grumo ~anguigno, risultato della rottura dell'arteria meningea posterior e. Il Jobo temporostenoidalc sinistro era spappolal(), i polmoni erano congesli. Da questi Jue casi si può rilevare la poca o nessuna imporlanza di sintomi che offror.o alcune gravissime fratture del cranio, specialmente quando esse si riùucono al dolor di capo, al vomito che può essere attribuito ad altre circostanze, ed all'ecchimosi della palpebra superiore che può essere una delle conseguenze trascur•abili d'una caduta. Il giudizio medico legale dev'esser quindi sempr e riservato nelle lesioni del capo. Ua ouo di afasia oon..outlvo a frattura deprusa del lato liDtstro del oapo. - Per GEORGB R. TURXER. Greenwich - (The Laneet, 15 gennaio i887). Alessandro F., d'anni 20, fu ammesso all'ospedale di marina di Greer.wich il 7 giugno 1883, in condizione di tale sopor& da doverlo scuotere e destare per averne risposta, ed allora mostrava di non comprendere, e rispondeva no a qualun~oe domanda. Ave va una ferita granulante nella regione ~l'letale sinistra, gia quasi riunila, in mezzo ad una depres810~e dell'osso solto~tante, con elevazione dei margini superrore ed inferiore, che CPcevano sembrare ancor piu proConda la depressione centrale, la quale era scavata a mo' di etoòella, dell'et-tensione di due pollici, coll'orlò inferiore ar~tondato e con l'angolo superior- posteriore- che quasi rag~ungeva la sutura sagitlale. La maggior depressione non gtungeva ad un pollice. L'io~erruo giaceva lateralmente, con gambe e coscie !lesse, 18 puptll~ di diametr·o e "'uale rispondevano alla luce il ventre era COsltpato, · "' ' i polsi deboli. La ferita guari rapidamente, l'infermo divenne più inlellig'lllte tna . . sr scopri che era sordo dal Ialo dello. ferrla, che 00 ' tn n Poteva stringere gli oggeUi con la mano destra quannque nou vi fosse vera paralisi.


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RIVJSTA

Dall' ospedale di Flushing donde proveniva si tre setl.imane innanzi vi era stato portato privo di li ricuperò in pochi giorni, e potè pal'lare, ma per sendo poi rimasto per 18 giorni nello stato di coma, cessato quattro giorni prima del suo trasferimenlo dale di Greenwich. Questo rapporto fallo a memoria, senza alcun preso, differisce alquanto da quello che il pazient.e in seguito. La ferita era stata prodotta dal un argano durante una burrasca in mare. Dieci la sua entrala all'ospedale non aveva potuto dire con precisione, in un mese la sua intelligenza si pristinata, al punto da comprendere la domanda di fotografia, ma non potendo pronunciare che poche si spiegava mettendosi in attitudine di posare, ed co' gesti la forma della camera fotografica. Invitato vere si e no, qualche volla invertiva le lettere, però giocare a domino, corr·eggere uno sbaglio di altro In seguito acquistò gradatamente l'uso della prenùendola di nuovo come i bambini, e scri\'endo meglio che non li pronunciasse. A principio non tare che fino a due, poi man mano riacquislò la merazione, ma trovava spesso dei numeri che non pronunziare. Nel 26 ottobre esaminata l'acUltà ,·isiva ru tro,·ata a i /'J in ciascun occhio, ma il campo visivo era fondo dell'occhio normale. Dal novembre dell'83 al dell"Si soffri di scarlattina, e durante quella malattia migliorò ancora; in novembre dcll'85 la sua memoria tornata allo stato primitivo, ma non ricordava Flushing; poteva scrivere molle parole anche errore, e correggere qualche errore rileggendo, ma pronuncia delle sue parole v'erano molti difetti. Presentemente v'"è ancora paresi delre::;treroità desl!•a, la sua mano sinistra è ora la più abile, l'a cale e la lingua sono un po' deviaLi, una pres;sioue tamenle ancora esercitata su <~entrt della parola, deUa e del braccio, ed il punto di maggior pressione dev'


CBffiliRGICA

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Ja circonvoluzione ascendente f1·ontule vicino al punto di congiunzione dei ceotrj orale e facciale; il lato inferioi·e della depressione segue mollo da vicino la scissura di S1hio. L'autot•e chiude il suo comunicato con una breve analisi di allri dieci casi di afasia per frattura del cranio, da lui rac· colli nella stampa inglese dell'85 ed 86.

RIVISTA Dl OCULISTICA La oongluntlvlte crlsofa.n1oa. - TRoussEAU. -

Centralh.

/rir Chi.r., N. 43, 1886).

l!: un fatto già da tempo riconosciuto che in seguito all'ap· plicazione eslèl'na di cl'isorobina sotlo forma d'unguento e in grande quantit.à, come si usa nella cura della psoriasi dif· Cu!-la, insorgono oslioate congiuntiviti le quali in certe circostanze possono costituit•e una contrc indicazione per questo medicamento d'altra parte utilissimo. P er spiegare la petogenesi di questa complicazione si volle ammellere un contatto accidentale della crisorobina per mezzo delle mani dello ste~so intermo. Recentemente l'autore ha osservato una rorma speciale di congiUntivite secca dopo l'uso della crisorobina in sottili strati aderenti alla pelle (crisor obina-tl'au• malcina). Sopra cento jnfermi LraUati con quell'applicazione quutlro o cinque furono colpiti dalla congiuntivite. Egli crede che in questi casi avvenga un vero assorbimento cutaneo; PPrciò tale congiuntivite non sarebbe che l'espressione d'un avvelenamento di crisorobitla. Il processo flogistico <Iella con_giuntiva è sempre benigno e si risolve senza cura in ollo 0 dteci giorni. I sintomi subietlivi della malattia possono ;sser~ menomati ed il processo stesso abbreviato merc~ ~PPltcazione di compresse imbevute in una soluzione borica al 4 per 100.


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RIVISTA Dl OCULISTlCA

Oara 4ello •trabl811lo. - PERRIN. - (Journal Seientijlques, 20 oltobre, 1886). Perin ha fatto all'accademia di medicina di ~~l'illlt'll munica.:ione relat.i,•aad un modo speciale di trR't iAI'MI strabismo: esso consiste nell'uso di lenti convesse. qualche volLa all'azione dell'eserina. Questo mezzo trova principalmente le sue condizioni di successo bismo convergente dei fanciulli, strabismo leggero millente da principio, poco apparente, ma che a l'adolescenza si lrasrorma, si acceoLua e tende permanente. È adunque verso l'e là di 6 anni che deve essere messa in pratica. Quest'uso permanente di lenti convesse visione lontana e la visione vicina) può dare canti risultati dopo una durata di 4 a 6 mesi e di più.

RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA ----:~---

••fropatla •Wlttoa preoooe. - (Journal de Chirurgte, decembre 1886).

fropafie sifilitiche precoci, cioè di quelle lesioni sopravvengono in certi casi in un periodo assai trato della sifilide. Io 23 casi osservati dal Mauriac, otto volle questa minazione avvenne nei due mesi consecutivi alla del sillloma iniziale. La durala media di questo stata di circa sei mesi; e si può concludere che per come pel cervello e per le ossa, esiste una goria di determinazioni sifilitiche ben constatale, che gono in un'epoca molto prossima all'ulcera infettante,


RIVISTA DELLE llALATTIE VE!'\EREE E DELLA PELLE

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avanti la guarigione di questa, e che sono contemporanee alle prnne eruzioni cutanee ed alle placche mucose. ~difficile precisare il modo di agire della sifilide sul rene in questo periodo, essendo rare le autopsie; ma, per l'analogia della sifiilide con le altre malattie iufellive, si può ammettere che essa agisca come queste ultime, e che cioè si produca in tal caso la nefrile parencbimatosa, mentre che nelle fasi ulleriori si ba quasi esclusivamente la sclerosi e la degenerazione cerea. l sintomi delle nefropatie sifìliliche precoci appariscono quasi sempre in un modo inalleso ed insidioso senza essere annunciate da alcun pt·odromo significante. l malati si accorgono che certe parli del corpo, le palpebre, la faccia, le narici, le estremità inferiori o le borse presentano un ingorgo edematoso che aumenta, diminuisce, scompare e si raproduce fino a stabilirsi definitivamente. Da allora esso non Iarda a generalizzarsi, e chiaro apparisce non trattarsi più di un fenomeno fuggevole od accidentale, ma di una afl'ezione seria, di un anasarca duraturo che dipende da una lesione renate. Si conslatli nello stesso tempo una albuminuria più o meno considerevole secondo i casi. Queste nefropatie posl!ono avere andamento acuto o subaculo; ma per mollo tempo l'andamento è cronico, ed i disturbi della salute generale si mostrano solo più Lardi. In queste nefropalie precoci pos3ono mostrarsi tulle le forme di uremia; la loro storia non differisce affatto da quella delle nefrili parenchimalose comuni . Nei casi letali la morte non è sopraggiun la solamente per l'eocefalopslia uremica, ma in seguito a varie complicazioni viscerali. Le complicazioni più temibili sembrano essere le bronchiti, l'edema dei polmoni, l'idrolorace eù i disturbj gastro-enterici. L'andamento dAll'affezione d'altronde presenta grandissime varietà. Alcune volle essa è continua, con tre periodi regolari di aumento, di stato e di declinazione; ma ciò è 1•aro; quasi sempre vi sono delle intermilt~nze assai marcate, delle guarigioni apparenti seguite da ricadute, e dei miglioramenti non sperati. L'andamento ordinario è quello di una nefropatia SUbacula, leggera o di media intensità. La forma fran-


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RIVISTA

camenle acuta duranLe lutto il processo è rara; molto meno rara è la forma cronica in dell'affezione, anzi é essa che finasce per lorché l'inizio è stato acuto o subacuto. L' inter·ven&t!J..I peulico esercita una grande influenza sulla du:·ata nefropalìe precoci. Quando gli specifici sono tollerati, giorni modificano la fisionomia dell'affezione e dillllinuil enormemente la filtrazione dell'albumina. Il pronostico poggia specialmente sulla tolleranza medii; giaccbè sebbene non vi sia dubbio che molte di nefropalie secondarie abbandonate a sè ste!:'se po~ssa~ rire, pure non dobbiamo privarci di mezzi lera 11.,,,..u&•' potenti come il mercurio e lo ioduro di potassio, mento che é provato che i pregiudizi sulla loro u;,;a·uan,...1 ci va su i reni non banno alcun fondamento. Le sole indicazioni pel loro uso consistono nel cattivo etato ''ie digestive che divengono in alcuni malati incapaci di tollerarli. In t.al caso bisogna ricorrere al mento ordinario. Il mercurio ha anche l'i dare facilmente luogo alla salivazione che dipende milmente da ciò che l'eliminazione insufficiente pel compensata da qu.ella della bocca. Lo ioduro di quello che risponde meglio alle indicazioni; bisogna darlo a grandi dosi, a meno che lo stato delle vie non vi si opponga formalmente. È provato che in esso ed al mercurio, la quantità d'albumina diminu pidameote ed i fenomeni generali guariscono con una tezza spesso sorprendente. 81Uide ereditarla tardiva. - (Jou rnal de Médecine d r urgie, gennaio 1887).

Le manifesiazioni tardive della sifilide ereditar ia curamenle poco conosciute dalla generalità dei medici i soguendo in ciò i precetti classici fin qui ammessi, rientrare nel quadro della scrofolo-luber colosi una di lesioni di natura per lo meno discutibili 11 prof. Fournier·, in una serie di lezioni recentemente


DELLE MALATTIE VENEREE E DELLA PELL E

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blicate, ha esposto lo stato di tale quesi.ione ed ha dimostralo, studiandola solto tuUi gli aspetti, l'importanza pralicR, che essa ha per tutti i medici. Solto la denominazione di silllide ereditaria tardiva, Fournier de~igna l'insieme degli accidenti sifìlilici, che derivando da una infezione ereditaria , si producono ad un'epoca più o meno avanzala della vita. ossia nel corso deJla seconda infanzta, dell'adolescenza e dell'età adolla. Al conlrat>io della siftlide ereditaria precoce, che succede immediatamente orapidamente dopo la nascita, la sifilide ereditaria tardiva è quella che si manifesta in una età più loot.ana dalla nascita, e ciò, sia che essa entri in azione a questa età per la prima volta, sia che essa sia stata pt•eceduta da altri accidenti della stessa origine nella prima età; questo ullimo punto è importante perché r isponde a due grandi ei'rori facilmente commessi, l'uno cioè per il quale un ragazzo cb e è stato affetto da accidenti specifici nella prima età, ma che è guarito con un trattamento specifico, non avr ebbe piu niente a temere ul teriormente dalla sifilide; l'allro che consisle nel credere che un ragazzo, proveniente da genitori sifililici, sia rimasto sicuramento immune dalla et•edità specifica, se egli non ha pre· sentato alcun che di sospetto uei suoi pt•irni mesi od anni. Nel cominciare tale studio, si presenta una prima questione: la sifilide ereditaria, iHùipendenlemenle dagli accidenti eventuali che può produt•re, si pr'e!'enta sollo alcuni segni particolari propri a svelar·la ed a richiamal'e rallenzioue ùell'osser·vatore? A ciò si può rispondet•e che non esiste alcun segno patognornonico, ma un insieme di segni che indicano delle probabililit più o meno grandi. Questi segni che il Fournier classifica in nove gr·uppi differenti sono tr•alli sopralutto dalla costituzione generale, dagli arresti di sviluppo fisico, dalle deformità craniane, nasali o delle membra, dalle cicatrici della'pelle, dalle lesioni oculari ed uditi ve, e dalla cattiva conformazione dei denti. Ecco pochi cenni su qualcuno di questi elementi. Questi soggetti, di costituzione generalmente delicata, presentano spesso una tinta pallida e piuttosto grigiastra; la pelle ò di un grigio sporco; quasi terreo; di più, essi non presentano


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RIVISTA

mai (salvo, ben inLeso, eventuale coincidenza) la faccia e bito degli scrofolosi, ai quali pur nondimeno essi sono spesso ass1milati. L'arresto di sviluppo é spesso assai manifesto; molto ritardo per la loro età, questi soggetti restano di Plc:cotl""'•-l sima statura, sembrando sempre molto più giovani che r ealtà siano, e prensentaoo tutti caralleri dell'adolescenza.. La fronte d spesso promine nte, olimpica, o presenta dei bernoccoli lat~>rali, o prende la forma detta a carena. La detormazione del naso, consiste o in un vero infossamento ia rappCirto con la distruzione del setto, o in un semplice ap. pialtimento, ma assai caraLteristico, della radice del naao. il cui meccanismo r esta per altro sconosciuto. Vengono io seguito le lesioni descritte sotto il nome di triade di lTutchinson, cioè la cheratite intersliziale o sifilitico-eredf· taria, le lesioni dell'organo dell'udito, e le male conformazioni dei denti. Senza descrivere minutamente queste alte· razioni, ricorder emo solamente che, per quel che riguarda i ùistu1•bi dell'organo uditivo, la sordita sifililico-er·ediLaria ha un carattere tutto speciale; essa si produce senza il corteggio degli a ccidenti locali o generali che accompagnano abiluslmente le oliti volgari; è una sordità ad invasione brusC8, attivamente progressiva, che si stabilisce e si confe1•ma con una rapidità veramente straordinaria, e che in breve tempo a cquista una intensità considerevcle che conserva definitivamente; finalmente essa non è accompagnata da alcuna lesione apprezzabile e si produce senza soffe renza, senza scolo e senza l'eazione di sorta. Circa al valore diagnostico delle a lterazioni conosciute solto il nome di erosioni dentarie, il Fournier crede che tali e!'osioni abbiano un valore mollo diverso secondo lil for•me cho presentano; alcune di queste forme, le quali assai fre,tuentemente sono prodotte da cause estranee alla sifilide, non hanno importanza diagnostica; mentre che alcune altre, prodotte quasi esclusivamente dalla sifiliùe, costituiscono segni quasi positivi di specificità. Le lesioni testicolari, seguite dall'atrofia più o meno com· pleta dell'organo, costituiscono nel fanciullo e nell'adulto in


DKLLE :MAl,ATTlE VENEREE E DELLA. PELLE

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certi casi un segno di sifilide ereditaria importante, poiché esso si è allora prodotto in mòdo latente e se,nza precedenti patologici. Tali sono i principali segnj che d~bbono, sopl'atulto quando siano associati1 fat• sospellare la sifilide ereditaria; ad ~ssi bisogna ancora agg!ona-ere certe ipertrofie gaoglionari croniche a forma aflemmassica) le artropatie croniche, l'insufficienza intellettuale che può arrivare fino alla idiozia, e, qualora si chiedano informazioni, la grande mortalil.à dei fanciulli nella fam!glia da cui proviene il soggetto; quest'u!Limo dato è importante dappoichè la statistica dimostra che nelle famiglie sifilitiche circa quattro bambini su cinque sono uccisi dalla sifilide. Da ultimo Fournier l'accomanda l'inchjesta sulla famiglia che, malgr.ado le sue difficoltà appar·enti, può dare preziosi risultati. Dal punto 1i vista delr'~voluzione della malallia1 un fatto molto importante a conoscersi è che si possono vedere gli accidenti della sifilide ereditaria ripPodursi in una età già abbastan~a avanzala su .soggetti cl}!', sebbene allevaLi nella loro famiglia e soPvegliaU da un medico, erano restati fino a quel momento immuni da ogni affezione specifica. L'invasione della malattia può probabilmente avvenire in ogni eta; ma i casi osservati il'refut.abilmeute non passano l'età di 28 anni; al disopra di questa età le osservazioni sono finora passibili di qualche obiezione, di cui la pPima é la mancanza di dimostrazione della sifilide nei genitori. Fra gli accidenti della sifilide ereditapia tardiva, alcuni non h~nno dei caratteri differenti da quelli della sifilide acquiSila; alLPi al contrario hanno una (ìsionomia speciale. Tralasciando di pal'lare delle lesioni degli occhi e delle orecchie che sono moìlo freq.uenti, le affezioni ossee, tanto spesso confuse colle manifestazioni della scrofola, possono essere riuniEe in lre granni tipi, cioè osteo-periostiti, lesioni gommose ostno-periostee, e osleo-mìeliLi gommose, cioè le lesioni gommose sviluppate .in seno al midollo delle ossa. Ora dallo studio cliruco di queste determinazioni morbose ~ ricava.no alcune particolarità importanti dal punto di vista agnostico; prima di tutto la predilezione della sifilide ere-


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1\lVlSTA

ditoria. lat•diva per le ossa lunghe, e più ancora per la che è una vera sede di elezione; su queste medesime le lesioni si localizzano abitualmente sulla estremi là term10aJ• della drafi~i, il bulbo dell'osso, d'onde esse si diffvndono iD seguito sulle parli vicine. In oHre, moltiplicita abituale e metr·ia di queste lesioni, delle quali il tipo più comune è CO• slituito da osteo- periostili subacute o croniche cbe producono in seguito iperostosi con frt'quenle deformazione dell& tibia (detta a lama di sciabola); frequenza di dolori osteocopii con esasperazioni notturne. Tale è l'insieme dei segot che, in presenza d'una affdzione ossea, deve dirigere l'osservatore verso la ricerca d'una causa specifica. L<: lesioni della sifilide ereditaria lardiva sulle mucose e specialmente sulla mucosa nasale, ove sono scambiate per eczema scrofoloso, sono quelle che danno più sovente luogo ad errore. Si possono osservare uguali lesioni sulla mucosa genitale, ove la confusione sarebbe più facile coll'ulcera ~empii ce. Infine, senza insisler·e su lle lesioni cutanee. nè sulle adenopalie che si potrebbero chillmat·e la falsa scrofola ganglio· nare, let•mineremo coll'indicare le cause d'errore a cui possono dar luogo le manifestazioni cerebrali della silHrde ere• ditaria. tardiva. Il Fournier considera come pressochè dimostralo che un cer·to numero ùi stati cerebrali dell'infanzra o dell'adolescen~ va.~amentc riportati a meningiti o &l encefaliti d'or·drne co• mune, ripetano in r•ealla l'origine dalla sifilide, c non ~ianc altro che manrfestazioni più o meno taPdive d'una influenza sifililica tardi ,.a. Tre ordini di sintomi servono di esordio alla sifilide cerebrale eredilar·ia in gran numero di casi, e, sia isolati. sia 'associati tra loro, costi tuiscono ciò cl1e si può chiamar-e l'esot·dire abituale ddlla malattia; essi sono: sintomi d'ordine convulsivo (epilessia); mali di testa; disturbi varii dell'inleiJig(lnza. In certi casi le cr isi epilet.licbe esistono sole, disgiunte da ogni altro sintomo, senza alcun disturbo deiJa salute generale, e possono cosi persistére per var·ii anni; altre volte


DELLE M.lLATTlE VENEREE E DELLA PELJ.E

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esse si accompagnano a mali di Le3la, vertigini e disturbi dell'intelligenza. 11 più delle volle l'epilessia, associala o no dal principio a diversi sint.omi cerebrali, dopo a,·er costituila o dominata la scena, non tarda a fondet·si e ad affacciarsi in un insieme clinico più complesso che è quello delle grandi affezioni cerebrali; i dislur•bi congestivi, intelleltuali ed i paralitici con l'emiplegia che ne è l'ordinaria conseguenza, costituiscono le tappe ulteriori comuni della malattia. ln un'altra forma di sifilide cerebrale la cefalalgia costituisce il fenomeno iniziale. In questo caso essa è notevole per le sue esacerbazioni notturne e per la sua persistenza, dovendo quest'ultimo carattere non solo attirare l'attenzione ma far sospettare la specificila. A breve scadenza appari~cono in seguito diversi fenomeni d'ordine cerebrale; tuttavia non è impo~sibile che quesla forma cefalalgica si confermi e s'immobilizzi nel suo tipo senza modificarsi ulteriormente, almeno per un certo tempo. ll doLL. Lanoelongue riporta il caso di un bambino eredo-s ifl litico che cominciò a soffrire di dolore di testa dall'età di tre anni e continuò a soffrire con inlermitlenze fino all'età di dodici anni, epoca in cui fu per caso CUI'ato per altre lesioni; egli allora guarì col lraUamento specillco. È infatti un punlo impor tante a conoscer-si che queste cefalee guariscor.o rapidamente collo joduro di potassio. Dal punto di visla pratico questo s inlomo ha una gra ndissima importanza, imperocchè esso costituisce nel ba mbino e nell'aùolescente il prodromo più frequente della sifilide cet·ehrale ereditaria tardiva. Si deve perciò sempre in lali casi far ricerche sulla famiglia. Una terza forma d'inizio della siAiide cerebrale et·edilaria COnsiste in ciò che il Fournier chiama la forma mentale. ~ella m11ggior parte dei casi, essa coesiste con altri renonemi cerebrali di genere di verso; però alle volle essa occupa la scena da sola per qualche tempo o per lo meno l'oc· cupa in modo predominante. 11 torpore intellettuale cd il cambiamentò di carattere ne sono i sintomi ordinarii, mollo f;Omicdianti a quelli dell'inizio della meningile tubercolare. Più lardi questi disturbi si ac-


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1UV!STA DELLE MALATTIE VE~&BEE E DELI.A PELLB

centuano, e questo stato d'imbecillità o di demenza complicare la situazione associandosi ad altri sintomi brali più o meno diversi. Esistono ancora molti altri fenomeni dipenden ti dalla lide cerE>bt•ale e che moltissime volle sono allribuiti a1Ja ningite tubercolare o ad un tumore dell'encefalo o ad epilessia essenziale. Senza entrare nel dettaglio della diagnosi differenziale, lecito trarre ùal Ilo qui dello la conclusione che cioè in casi bisogna sempre pensare alla possibilità della in sifllitica, e che, qualor·a le investigazioni sulla famiglia escludessero, si é autorizzati a mettere in opera il mento specifico, non polendo questo aver alcun in~i>m~ niente, dovendosi tener conto dell'esistenza di :siftlidi rA'tlton-.

RIVISTA DI TERAPEUTICA Dell'uso della oooaina p er oalmare 11 dolore pro4ottr dalle IDf.eztoDf. lpodermlohe di p repar ati merourl&ll. MA NDELBA UM. - (Gazette m édicaiede Paris, 15 gennaio

Avviene spesso che in seguito alle iniezioni ipodermich& dei preparati mercuriali, insorga un vi vissimo dolore locale. L'autore asserisce che aggiungendo una conveniente d018 di cocaina al liquido destinato per le iniezioni, si riesce ad evitare questi inconvenienti. La formola stabilita da Maodelbaum è la seguente: P. Cloridrato di cocaina. Bicianuro di mercurio Acqua distiJlata P er un'iniezione.

grammi 0,05 :. 0,01 " J,OO


lUVlSTA 01 'fERAPEUTICA

L& talllD& nella. febbre tttoldea.. -

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EHR!.ICH. (Journal des

sociétes se~entij1ques, 15 dicembre 1886).

L' autore comunica alla Società di Medicina di Berlino il risullato delle sue esperienze fatte sui conigli per studiare l'azione della t.allina sull'organismo animale. l risultati ottenuti dimostrano che dopo l'iucorporazior.e della tallina, una nole\•ole proporzione di essa si deposita nel tessuto adiposo. Allorquando é amministrata ai conigli a dosi a ssai elevate (t grammo e mezzo A 2 grammi) essa produce una degenerazione grasSO!':a dì certi organi (cuore, reni) per sottrazione di ossigeno, dello necrosi parziali nelle ghiandole sa· livali, più raramente nel pancr eas, in rappot·to coll'eliminazione del medicamento per queste vie; produce inoltre degli infarti emorragici nelle papille reoali, Di piu la tallina pare che spieghi un't~zione antiflogistica, la quale si tr aduce, a mo' d'ei>empio, in un art·esto del processò infiammatorio sviluppato nell'orecchio dell'animal e inoculato con virus septicemico. L'autore communicò inoll1·e le sue esperienze falle sulla Cebbre tiroidea colla tallina. I li rosi, che furono l'oggeUo delle sue esperienze, furono trattati alternativamente colla lallina e coi bagni freddi. La defervescenza completa si ollenne dopo uno spazio di tempo variabile da uno a due giorni seCOndo le dosi iniziali ammini-;lrate (grammi 0,10, 0,20) e secondo la qualità di rimeJio assimilala ciascun ;ziorno (gr. 0,03, 0,1) . . Durante l'apiressia lo stato generale degli infermi era soddisfacentissimo. La persistenza del tumore splenico dimostravo. che la malaltta non era tt·oncata . D'altronde se la medicazione veniva sospesa, la temperalul'a ùel corpo risaliva 8 39 e 40 gradi. Il numero dei casi di febbre tifoidea, oggetto delle succi~le esperienze, fu di 70. La durata media della malaltta fu • 3ì giorni per i casi trattati col bagno freddo, ùi 47 giorni ~'li per quelli trattati colla ilallina pr,,pinala a deboli dosi urante il primo pet•iodo del morbo e di 38 giorni per i casi curati con dosi di lallina progressivamente crescente. 39


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RIVISTA Dl TE.RAPEUTICA

La cift·a della mortalità nei casi sottomessi al tra colla tallina fu meno alta che in quelli curati col bagno (3: 5). Coll'amministrazione progressiva della Lallina si tarono le complicazioni, e si fece scomparire l'albmrniiJUrli preesistenle. In un caso di febbre tifoidea complicata a frile emorragica, la guarigione si olLenne colruso della Ima. Gl'infermi trattati con questo rimedio non vr•~se,nu•roil6•: mai emot·ragie, né perfot•azioni intestinali. Il medicamento \)arò l'inconveniente di indebolire gli ammalali.

RIVISTA DI TE~NICA E SERVJllO MEDILO liiLITA ----;~:---

R elazione s a nitaria dell'Esercito Ger m a nico nella ll'D.6 rl'lll 1_. contro l a Franci a del 1870 - 71. (Sanitiits-Bericht die Deutschen !Ieere im Krieoè gegen Frankreieh 1870.:t1)< B. Swsonia.

Il servizio per fJUantunque ordinato alla prussiana. C. Baciera.

Gli spedalt da campo erano di due classi: di riceoimantD (aufnahms- feldspitàler) quali montati e quali smontati; & principali lutti non montati. Ogni corpo d'armata a,·eva ddll dei primi, montati, le quattro divisioni di fanteria ne po~ devano uno ciascuna. Gli ospedali tutti non mentali tenevano i loro utensili nei carri bHgagli, come gli altri spedali da campo, ma restavano nelle stazioni fet·roviarie finch~ non giung~sse il te.mpo di farli funzionare e si requisivano i c;a. valli per lrasporlarli. Nell'insieme fo:-mavano gli spedali di


RIVISTA DI TECNICA E Sl!UVIZIO MEDlCO MILITARE

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ril'erva, sotto il comando d'un ~enerale ispettore di tappa, coi rispettivi maggiori quali comandanti. Ad ognuno dei due corpi d'armata era assegnato un ospedale smontato e due principali, pure come si disse s montati. Cosi l'esercito bavarese possedeva 8 ospedali montati, e due smontati, da eampo; 4 ospedali principali da campo. Avvistisi che non ba· stavano ai bisogni dell'e,.ercito, l'i L agosto J810 fur ono formaLi due noovi spedali da campo, che furono pronti il 20 ed inviati ai due ri"peltivi corpi d'armala. Siccome poi per gli spedali smontati Lalflata era occorso essere impossibile lrasportarli dalla ferrovia al luogo designato per l'impianto, non trovandosi a nessun prezzo cavalli da requis1re, così con decreto del 15 settembre successivo fu ad ogni ospedale assegnalo il necessario personale del treno ed i cavalli . Allora l'esercito ebbe i2 spedali da campo e 4 principali coi necessari mezzi di trasporto. La essenziale distanza tra le due specie di spedali consistette in ciò che ,c:Ji ospedali da campo (di 200 a 300 malati) solevano accogliet·c, in genere, i malati e feriti soltanto fino 8 che fossero in grado d'essere trasportati in più lontane sedi; gli Mpeuali principali in vece (di 500 ad 800 maiali), consj,Jer·ati quali s tabilimenti di seconda linea, con carattere più stab•le, erano meno influenzati dai movimenti dell'esercito e le cnre sol eva no pro~eguirvi!'l i fino ad esito compiuto. Quindi i prirni corrispondevano agli ospedali da campo del1a Germania del nord, menlt·e gli ospedali principali, erano analoghi ai suoi ospedali di guerra permanenti. Gli ospedali da campo assl'gnali alle divisioni erano a disposiZione del comandante di queste; i due, in principio e Ire nel seguito. assegnali a ciascun corpo d'armata dipende'·ano dal comandante di corpo d'armala; gli spedali da campo ili l'i«erva dipendevano dalla ispezione generale delle tappe. Ogni spedale da campo era solto gli ordini di un capitano ~alP. com.andanle, cui era assegnato un altro ufficiale come a~ulante. La di rezione medica ne era af.fidat{i al medico di1''13ente od ali'Ober-stabsarzt. Et·a assoluto obbligo del cornandante assicurare efficacemente colla sua cooperazione


613

RIVISTA DI TECNICA

l'esecuzione delle prescrizioni sanitarie che erano di tanza del medico dir igente; precipuamente per al funzionamento del personale sanitario, farmaceultco assistenza secondo la particolare attitudine e capacità. P er la scelta dei fabbricati per ospedali, per la riDAiii2iklilll e le necessarie riparazioni dei locali, per la disciplina ammalati, come per tutte le l:lllre norme di polizia san il medico dirigente si meLteva d'accordo col comandante l'ospedale. Al trattamento degli ammalati ed ai bisogni d da campo provvedeva in unione al primo impiegato nistratìvo, lasciando al comandante la cura deU'aU.ua:r:tODJ.i Presso ogni ospedale, come era prescritto pel tempo di era costituit-a una commissione sanitaria pel giudizio idoneità al s:er•vizio dei ricoverati nell'ospedale, composta medico dirigente (presidente) e dai due medici più anziani. Essa commissione funzionava pure p<li di truppe che h'ovavansi nelle vicinanze. Come in tempo di pace per gli ospedali da campo, vansi compilare: 1. Un rapporto giornaliero s ulla situazione degli lati disti nto per malallie (interne, estei'Ue, sitìliticbe, I!ClllU~<~ e ripartito per corpi, con uno specchietto degli entrati usciti; 2. Uno stato Lrimestrale diviso pei gruppi più imooJMIIIIP'I. di mnlaltie, accompagnalo da una relazione sulle coJruUZJOIII< igieniche dell"ospedale. Oltre questi durante la guerra era stato pur prescritto decinale di due elenchi nominativi dei cut•ali, al r (·ale stero della guerra che lo trasmeLleva poi all"ufrlcio ce,,...._ _, di indicazioni in Monaco. Dovevano poi osservare ltt••.-u•·-~·; tutte le norme ed istruzioni prussiane. Uno degli elenchi specialmente medico (colle indicazio1ù nominative della malattia, o ferita, cor po, nazionalitA, metodo di cura), rattro COl'• tabile (con indicazioni sul costo giornaliei'O, ecc.). li trattamento degli ammalati era basato su quello d'ospfJ" dale pel tempo di pace.


E SERYIZlO àlKDICO ~IILTTARE

6 13

Lo stato d'un ospedale da campo mobilitato era costituito da: 1. Un capilano quale comandante (con un cavallo di servizio) ed un primo od un sotto luogotenente (pur con cavallo di servizio); 2. Un medico di stato maggiore o di reggimento come dirigent.e; 3 medici di reg~imento, o di battaglione (prescriventi); i- medici di baLtaglione od assis~enli (assistenti); 3. Un rJUartiermastro di battaglione; un sotto quartierma5<lro; un aspirante d'a mm inistrazione; 4. Un primo (Ober) ed un solto farmacista; 5. Un caporale di t• classe (scrivano); 2 infermieri di 1• classe; 20 infermieri; due garzoni di farmacia; G. Due caporali di 2" classe pel trasporto carriaggi (con due cavalli di servizio); 7. Tredici set·vi, di cui 3 di riserva. In totale quindi 80 uomini, 4 cavalli di servizio, ed inoltre 46 cavalli da Liro (dei quali due di riserva). Pei carriaggi si avevano uu carro a 4 cavalli per il bagaglio, 8 carri requisiti a quallro cavalli, 1 cart'o di farmacia pur a quattro cavaJJi, 2 cart•ozze a due caval li pei medici e servi. In tolale 12 carri. L'equipaggiamento degli ospedali da campo bavaresi era ricco ~ comodo e speciale encomio meritavano le barelle letti di cui erano dotali. Un ospedale pr-incipale (500- 800 infermi) si componeva di: 1 capitano (comandante), un primo o solto luogotenente, un medico di stato maggiore o di regp;imento qual diriaente e Prescrivente, sette medici di reggimento o di ba ttaglione (prescriventi), 8 medici di battaglione od assistenti (assistenti), 1 medico di reggimento o di battaglione (quartiermastro), ed uno di ballagliene (solto quartiermastr o), 2 assistenti d'am~nistrazione, 3 primi o solto farmacisti, i sacerdote cattolico ed 1 evangelico, i caporale di 1• classe (scrivano), b Primi (Ober) infermieri, 4 garzoni di farmacia, 24 servi. In totalo lil uomini. Il maleriale consisteva in 2 carrozze a 4 cavalli pel ba-


RIVISTA Dl TECNICA

gaglio, i8 carri requisiti a 4 ruote, carro-medicinali 4 ruote. Tol.ale 21. L'ospedale era divisibile in due melA egua!i. D. Wurltemberg.

La divisione da campo wiirtlemberghese aveva 6 da campo, ciascuno per 250 infermi al massimo, e in due melA identiche, sì che potessero funziona re dentemenLe in qualunque circostanza. Il personale di un ospedale da campo si componeva un medico capo dirigente, con potere disciplinare su personale dell'ospedale e su lutt.a la truppa ricove medici prescriventi; un farmacista; 9 aiutanti di sanità; i tante di farmacia; 36 infermieri militari; un garzone di macia; un impiegato d'amministrazione; 2 furieri lscrJY;IIIJII un economo; 2 cuochi; 27 uomini del treno, ecc. E. Baden.

Dei cinque ospedali da campo della divisione quinto fu organizzato secondo il regolamento prussiaoo; allri quattro lo erano secondo l'antico rego1amento potevano accogliere 300 malati ognuno e possedevano numeroso personale, che confrontalo con quello dell' nico prussia no pre:;enta\·a in più: 1 medico di sta lo maggiore, 2 medici assistenti, 3 on•-'"'<::l d'ospedale, 6 infermieri, 1 cuoco, 10 solùali del treno. Anche i carriaggi erano costrutti secondo un vecchio p1·io modello. Ogni speùale possedeva 9 carrozze (5 a oulllUI._, 4 8 due cavalli), che furono dopo la guerra abolile pesanti e difficili 8 guidarsi. Gli anlichi speùali erano ancora più ricchi Jei nrtJSSillllll-1'~ istrumenli, attrezzi di cucina, ecc. H trasporto del personale d'amministrazione, fsmacisli, si eseguiva con un omnibus per ogni spedale, che ~all't'i~ pure all'occasione pellrasporto degli infermi. L'ospedale di riserva badense si compose di due eguali.


B SEHYIZIO lfEDlCO MILITARE

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IIJ. Depositi e maga;zeno.

Ad ognuno dei dodici corpi d'armala prussiani era asseun ospedale deposito di riserva, còmpilo del quale era di tener pronti e for nire all'esercito combattente medicinali, a pparecchi di medicnlura, apparecchi di trasporto, viver1 e lutto cio che poteva essere necessario alle sezioni di !'anità, agli ospedali, ecc. ecc. I depositi non possedevano mezzi propri di trasporto. GeneralmenLe il luogo del deposito coincideva col posto principale di tappa del corpo d'armata. Il personale di un deposito ospedale di riserva si componeva di: l primo luogotenente; 1 ispotlore d'ospedale; 1 farmacista da campo; 2 fabbri catori d'istrument i chirurgici; 3 sotluffir.iali quali ispettori e scrivani; 2 soldati del tl•eno. Gli ospedali da campo che si trovavano presso l'esercito mobile dovevano richiedere ciò che lot•o occorreva all'intendenza di tappe, gli ospedali sottoposti all'ispezione generale di tappe lo richiedevano direttamente ai depositi ad essi assegnati. La provvista di quanto occorreva all'ospedale deposito di riserva - se non polé in paese nemico essere effettuata secondo le prescrizioni dell'ispezione generale di ~ppe - fu eseguita all'uopo di requisizioni dall'intendenza dJ tappe, per mezzo d~llo più ''icina intendenza provinciale, col concorso del medico generale che ne facava le veci. Per agevolare tali provvis te nell'agoslo 1870 fu per o~ni ~or~o d'armata nel punto principale della sua linea di tappa 1 ~Piantato un magazzeno ospedale di riserva, il quale doleva. raccogliere specialmente quelle provvisìoni, che in gl'andJ rJuantité. occorrevano ai depositi ospedali di riserva. Nell'ulteriore decorso della guerra si fece necessario di Stabilire luoghi centt·ali s ul teatro della guerra per la riu~ato


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ltl YlSfA D[ T.EC:\TJCA

nione dei depositi e magazzeni, i q uali furono a dovizie veduti d1 oggetti che non figuravano nello stato di degli stabilimenti sanitari, ma si reputarono ind per la cura e pel trattamento dei maiali. Le spedizioal questi depositi di ri~erva furono eseguite a curll razione mililare-medica (Militàr-~Jedizin aJ-Abtheilung) ministero della guet'ra pru!òsiano mediante treni nari, o dei treni sanitari vuoti che si recavano sul della guerra. Questi depositi centrali d'ospedali di riserva furono biliti a Reims, a Nancy, a Chàlons, a Crepy, a Stt•asslbll! ed Eper nay. CON CL u SlONI.

Riparti.:ione dei medici e dtjlle fo rmazioni di sanitil nelle singole armate. Sul pr·incipio della guerra fu rono allestite 3 armate .(l, III), i cui meùici e le risp~ltive formazioni di sanita così ripartiti: La I armata comprendeva 3 cor pi d'armata, 1 riserva, e 2 divisioni di cavalleria; possedeva perciò : P ersonale medico dirigente . . . . 22 medici; 9 sezioni di sani la. . 63 medici e54carrozze· a mmalati; ::6 ospedali da campo. 180 medici, per 7200 maLta,,_,__ 8 -;. della forza mao-.o.\c Presso le truppe 333 medici; Total e .

598 medici, cioè t medico circa 170 uomini.

La Il armata si compose di 7 corpi d'armata e di 2 sioni di cavalleria. Le furono assegnati perciò:


E SF.Il\'lZIO MEDJCO MILITARE

Per!lonale medico dirigente . 21 sezioni di sanità ~ ospedali da campo.

Presso le truppe Totale .

Gl'7

:37 medici; 1 i6 medici e 12G carrozze-trasporti ammalali; 406 medici, per 16800 malati = circa s·j,dellaforza media; 66ì medici;

1256 medici, cioè un medico per circa 1i0 uomini.

La III armata ~i compose dei conlingentj bavarese, wlirttemberghese e badese, come pure dei 3 corpi d'armala della Ger mania del nord e di 2 divisioni di cavalleria. E bbero a disposizione: 1• In personale della Germania del nor·d e in materiale: Personalo medico di23 medici; rigente . . . . 9 sezioni di sanità. . 63 medici e 54 carrozze-trasporti ammalati; 180 medici, per 7200 malati 3G ospedali da campo circa 7,5 % della forza media delle truppe della Germania del nord; 286 medici; P resso le truppe.

=

Totale . .

552 medici, cioè 1 medico per

circa 1ì0 uomini. 2• Presso i contingenti della Germania del sud: 4 compagnie di sa nilà bavaresi con . . . 4R carrozze-lrasportiammalati; 4 lr<"ni di sanilà wi.irltemberghesi con 2'~ » a .. 1 sezione di sanità badense con . n • • » Totale.

81

"


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llJVISTA 01 TECNlCA

8 ospedali da campo bavaresi per 2400 infermi== 4 '/. della forza media; 6 ospedali da campo \Vi.irtlemberghesi per 1500 ::::: 8 "/. della fot•za media; 6 ospedali da campo badensi per HOO infermi == 8 della forza media. Io appresso si allestirono nuove formazioni) traendone elementi dalla II armata. J-Iaas- Armee.

Si compose di 3 corpi d'armala e di 2 divisioni di ca"'a'"'ll~_.j E-ssa dispose di: Personale medico dirigente 9 sezioni di sanità . . • 38 ospedali da campo. 190 • Alle truppe, medici . 336 • Totale Il corpo d·assedio a Strasburgo ebbe oltre la divisione da campo badese 2 divisioni della Landwehr della Germania dii nord con: Personale medico dirigente 2 medici e Medici di truppe . 75 Totale

77 medici della del nord.

Il contingente del Granducato di Mecklenburg·Sch\\ eriD si compose nel corso della guerra di 2 divisioni di fa nteril, di 1 divisione della Landwehr, di 4 divisioni di cavalleria e di 1 corpo d'armata bavarese. F u composto di medici della Germania del nord, con: P ersonale medico dirigente 5 medici 3 'l'i sezioni di sanità . . 2i • 14 ospedali da campo iO • Alle truppe, ecc., medici. 189 • Totale


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E SERVIZIO MEDICO MiLITARE

L'armala del sud ebbe: Personale medico dirigente 7 if'! sezioni di sanità. . 28 ospedali da campo Alle truppe, ecc., medici Totale

18 medici 52

»

140.

286

..

496 medici

Conclusione.

Dalle cose sopra esposte chiaro apparisce che giammai alcuno stato della Germania o slt•aniero si portò sul teatro della guerra con più numeroso personale medico, con più numerosi mezzi di trasporto per gli ammalati, e di stabilimenti sanitari in vicinanza delle h•uppe combattenti, come gli eserciti tedeschi che nèll'agosto 1870 mossero contro la Francia.

APPENDlCE AL PRIMO CAPITOLO. PERDITE DEL PERSONALE S ANITARIO.

1. Prussia compresa la !G• divisione (Grnodue.a.to d'Assia).

A. M or ti.

Dal giorno della mobilitazione al 30 giugno 1871, dell'eser>cilo prussia no morirono in totale 65 medici, di cui 6 in battaglia, e 2 in seguito alle ri portate ferile. Fra i morli si trovarono 2 medici generali, 7 primi medici di stato maggiore (Oberstabsarzte), e 38 medici assistenti . Sulla forza media di 3679 medici dell'esercito mobile e Slanziale si ebbe una perdita di 1,77 per 100. All'esercito mobilizzato appartenevano 49 dei morti = 1,50 Per cento dei medici mobilizzali. Dopo la tlne della guerr.a , cioè dal 30 giugno sino alla fine d~ll'anno 1871, tanto sul suolo francese come in patria. roo· rlrono in conseguenza degli strapazzi e delle vicende della guerra altri 12 modici e perciò il totale morli ascende a 77.


620

RIVISTA DI TECNICA

Per i medici lulli si ebbe perciò una mort.a lita deJ 2,10 p. Degli aiutanti d'ospedale morit•ono 107 = i,5.? p. iOO. DeJia forza media: di cui io campagna 87 = i ,7i p. presso l'eRercito slanziale 20 = 1,00 p. 100. Degl"infermieri morirono 48; di cui: presso gli slau•uw.,.. sanitari in campagna 30 1,lr2 p. 100; presso gli menti sanitat·i in patria 18 0,33 p. 100. Degli infermieri io generale 0,56 della forza media. Dei 478 farmacisti prussiani morirono l 1,46 p. iOO. mot·ti furono senza eccezione farmacisti da campo: la pertanto di morti sul numero di questi e di 2,61 p. 100. Dei 1086 impiegali d'amministrazione morirono: per infortunio 1 • suicidio . t • tifo . . . 4 ,. dissenteria a " vaiuolo. 2 • tisi . 2 lO altre cause . 6

= =

=

Totale Dei garzoni di farmacia (152) ne morì 1 = 0,7 p. 100. Dei 408 ufficiali pel servizio sanitario morit·ono: sul rampo di battaglia 1 di tifo. . . . 3 per altt·e cause . . 1 Totale Dei 5811 porlaferfti morirono: in guerra . . per malattie . . . . . • allre cause . . . . n cause non conosciute • suicidio Totale

6

72 6 3 1


E SEftVlZlO MEDICO MILITARE

Dei 6:'01 uomini di L!•uppa del treno pel servizio sanitario morirono: 8 in guerra . . 134 per malattie . Totale

142

= 2,1 p. 100

Dei 33854 uomini addelLi al servizio sanitario nell'esercito pru.::siano morirono ~94 1,:\6 p. 100 della forza media. Dei 4!H morti, 48 furono uccisi dal nemico. Di queste 48 morti ne avvennero: 8 16,7 p. 100 tra i medici; t 2,1 ,. tra gli ufficiali; 25 = 52,0 degli aiutanti d'ospedale; 6 12,0 .. degli infermieri; 8 = 16,7 della truppa del treno. Su 1000 della forza media generale trovarono la morte per armi da guerra: ~.2 medici; 2,4 ufficiali; 3,6 aiutanti rl'ospedale; 1,0 inférmieri; 1,2 truppa del treno.

=

= = =

B. Ferite e malattie.

Furono feriti per armi di guerra: Oberstabsaerzte (medici di reggimento da campo) Stabs- e Feld-Slabsàrzte (medici di stato maggiore e di stato maggiore da campo) . . . Assislenztirzle (medici assistenti) . . . . . . .

26

Totale • . . .

55

13

16

A questi sono da aggiungere quelli considerali sopra quali rnorll in guerra o morti in conseguenza delle riportate ferite: Regimentsàrzte (maggiori medici). 3 Slabslirzte (capitani medici) . . . . . i Assistenzurzte (medici assistenti) . . . 4 Totale

8


623

illV(S!A DI TECNICA E SERVIZIO MEDICO MlLITARE

S i ha cosi un totale di per dite in guerra: 16 Ober sta bsiirzte; 17 SLabsàrzte; 30 Assislenziirzte : Tol.sle 6:3 medici == 3,3 p. 100 dei medici delle truppe e sezioni di sanità. Paragonando il totale feriti a l totale medici mobilizzaU, ha pei feriti la mcd•a di 1,93 p. 100.

RIVISTA D'IGIENE Conalderazlonl aut batteri delle malattie per BAROLO C. ERNST. Invitato dall'associaxione americana di chirurgia, lesse nell'adunanza ùi Hat•vard una memoria che oppo•·tuno riassumere, per l'imporLanza ognor degli studi baLteriologici in chirurgia. P r ima che lo nostre cognizioni di batteriologia precise come sono ora, le esperienze come quelle di Councilman ed altri erano ritenute come conclusive. L'introduzione di sostanze irritanli ne' tessuti viventi era seguita da suppurazione locale, c Lslvolla da processo suppurali\·o generale. Le sostanze usate erano olio di cr oton, torpentina e simili, c si attribuiva loro uno specifico potere piogeno. Però le pni recenti nozioni han mostrato la fallacia di quelle conclusion•; l'errore derivava da' metodi imperfelti di prevenire l'allivilà de' batteri. Klempet·cr pensando che i t'isultati di altri osservatori r~ sero allt'ibuibili almeno in parte all'incompiuta !'lerilizzazione della pelle sulla quale si sperimentava. Fece tutte le sue ino• culazioni sovro. f!Unli p1·eviamente causticati con fert•o ro• vente, impiegando di nuovo il cauterio attuale sovra i punti


RIViSTA n'JG.JE;'{E

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dell'eseguita inoculazione, adoperando siringhe e materiale già sterilizzato. Gli esperimenti in g ran numero ripetuti con acidi, alcalini, cantaridi, olio di senape, petrolio ed altri irritanti sopra conigli, porr~llini d'In:lia e topi, non dettero mai luogo a formazione di pus, e tutt'al piu si ebbe una moderata effusione sierosa intorno al punto inoculato. Per iniezioni di crolon o di preparati mercuriali si ebbe in alcuni casi una decisiva infìllrazione necrotica, in soli tre casi avvenne suppurazione, ma nel pus furono sempre r invenuti micrococchi, quindi quelle tre osservazioni furono riguardate come imperfette. Klemperer concluse quindi che i piu forti irritanti chimici non possono indurre suppurazione senza la presenza dei batter!, scovrì uo micrococco che in ci r~o­ slanze ordinarie non produrrebb"' suppurazione ove fosse inoculato, ma che potrebbe dare origine al pus, se previamente avesse agito un irritante chimico introdotto ne' tessuti. Scheurlin dopo accurate investigazioni conclude anch'egli elle non v'e snppur·azione se non esistono microrganis mi, e Pasleur fu lt'a i primi od invesL1gare su tale argomento, mostrando il suo vibrion sepiique come uno de' primi organismi verisimilmenle ronnessi al processo settico. Da quel tempo il micrococeo del pus e simili espressioni sono slale impiegale a dinotare un'indi vidualilà organica responsabile d~ o~ni processo put•ulento, ma con inqualificabile incuria, Siccome le ultime investigazioni han dimostrato. In allri termini, non esiste un s olo, ~ma un g-ran oumP.ro di batteri piogeni, chiat·amenle specifìcali e descritti, e non v'è ragione 8 credere che questo numero non possa aumentare, a misura che prog rediscono le investigazioni in simile direzione. _Rosenbach fu il primo a differenziare più d'una varietà di tnicrorganismi piogeni. e fu tosto seguito da Krause, Passel, ~o~a ed altri; ma lo strenuo campione della modet•na balterio0:18 fu Koch che indicò i vari metodi di ricerche. Eél ora cono~ctatno almeno dodici ' 'arietà di batteri piogeni, <>covarli nelc~r"g~nis~o umano, ed inoculati efficacemente sugli animali, a~stfìcatt dal puuto di vista batteriologico, non botanico. La


RIVISTA.

dìegnoslica ev1denza del loro posto di classificazione seguenti caratteri: t• forma, g randezza e dispo"izione; 2" di rnotilitit; a• suscattibililA di cultura nelle tre specie di gelatina, agar- agar, siero dd sangue, con la forma e col rispellivo colore assunto dalle colonie; ~· telìDP4• luru p1ù opportuna alla riproduzione; a• rapid1la di delle colonie; c• produzione dì spore; i• necessita ovverosia potere aerobico od anerobico; s• sviluppo o ga<~; 9• facoltà di li'luefare o no la gelatina, loro ""'mn""'-' mento io presenza di sostanzs coloranti; w• proprietà geniche sugli nnimalJ inferiori. l'i: cliftlcile sapere con quale specie di batteri si ha Ja su non si son r·iscoutrali tutti questi caratteri, e sar·ebbe il percorrere la serie delle osservazioni che han condotto uno ~imlle classificazione; ma un sommar io delle varietà teriologiche chiar·amen le esposto può sparget• molla luce molallie chit•urg1che infeziose. 1' In primo luogo ò da riporre lo slaf1lococco Pl<IJren: aureo molto abbondanlt~ nel pus, e prima descritto da senbach. Qu(•<~li cocchi di varia grandezza si tro,•a no ma«~a, hanno un diametro approssimativo di 0,'7 "" scono in colonie nell'agat·-agat· a 37• C. e si colorano aranciato, nelln gelatina 'lhengono grigiastri, poi ~ialli, da timo arancial1, (' la g.,latina s1 scioglie. c ht colonia ano111~ io e-.c:a. Nella potata stnrilizzala la colonia acquista un loro ftiallo-at·anci&Lo nel centro, con orli bianchicci quasi c:parenti, che gradatamente divengono oscuri. ~el "iero fftl sangue cre.c:cono come nen·a~ar-a~ar da 30• a 37• C. ten~ono la lor o vitalità ancl1e !<enza ossigeno, e non sviluppano gas. Iniettati nel cavo periloneale d'un coni!{liO, producono la morte in 21 ore, od una tremenda suppurazi~ che può durnl'e 10 o più giorni. ProbabilroPnte sono · al micrococco dell'osleo-miellile, f•Prchè banno le s te~~e rea· zioni, e le sle"'~e appurenze microscopiche. :.!• Lo stalllococco piogeno cilreo scoverto da Pa~sel ha le stos::Jo proprietà del precedente, ecceLLoché é meno comuoo e le ::;ue colon•e <>i colorano in giallo- citrino.


D'tGlE:Sl.

:l' Lo staCllococco pio~t>no albo dl Hoseubach e meno fre· e proJuce SC>lo a--ce~~• localizzati !'O inieltslo. i ' Il microct•cco piogene tenue di RosPmbach ~i trova principahneolC ne' \"Sctli asceSSI SUIJ-aculi, e piil grande dei statllocoecbi. ~re::~ce alla c:uperfi c1~ clell"agur·al!ar come uno strato !!Ollile t• tra--parente, m ollo lentamente, non liquefa la gelatina. e con l'anilina ~i colora u' poli, mentre il centro resta chiaro. ~· Lo stnfilococco cereo a lbo di Passet, è un micrococco del pu" n forma irregolure, a ma~"-e od a calene, crescenli nella gelatina Ono ad un millimetro, assuml-!nli colo1· bianco gri::io. La f,!elatina non divien hquiJa, la patata e..i il siero sanguigno gli dànno la ~tessa appurenza. (l' Lo statllocucco ce•·co Ilo vo (Pa~sel) è come il p!'eceJenle, tranne elle a~s11me un colur giaJlo·ctlrino piil oscuro: eJ è molto più ra1·o. i' Il baccillo sapr ogene K. l di Roseobach è un baccillo piuttosto graMe contenente spore. Neli'oKar-agar la colonia apJ.ure come una striscia giallo-grigu:l. opaca Ji cit•ca un millimetro di spe:.sezza, di consistenza caseo~a, che dòpo qualeh>: lt>mp? cacda d~!lle punte, e tramanda odo1·e nauseabonùo. Cre,..ce poco, "P~Cialm~nlH se privo d'aria, eJ inoeulslo nel· l'articohtzlone del ginocchio di un coniglio, ha dalo un 1'1· ~ou~tulo nega li vo. ~· li baccillo .::apro ~.rene ~. 2 tro·•alo nel materiale del "odore pudrìdo Ile' pie.h é p•ù ptccolo del p1·eceJente, c le ~ue colonie oltenulH nell'agar-nga1· dopo 2~ ore cacciano nume· rol!e punte che ,;i dilatano t!d aùet•iscono, formando lull.o uno l!lrato irregolare, che poi c:i fa omogeneo eJ opaco. C1·esce rapidamente, ò aerobiCO e ·1ualcbe ,·olia au.:robico. ed ha mili !•ropritlù invu:.ive e piol-(entche. u· Il baccillo saprogi!IIC K 3 lrO\'&lo nel pus della gangteno ~eLticn, dopo ollo ~iorm di collura nell'agar-al!ar Bll e~~" HLA lemperatm·a r uppresenla una colo01a di tre rolllimetl'i Ùl .lur~heua, di color grl~io -cene t•e, di consistenza quasi liqtHJu , u conlornt arl'otonùsli. Cresce con ruediocre rapiditù qllt!llle, ha leo ste,.,e proprieté, ma meno det:i-:e,

l li


6z6

Rll'lST.\

al contatto dell'aria, meno rapidamente senz'aria. tur·a eccetto quella rlel la lle dà cattivo odore, e r !<Oltocutanea od eodoarticolare produce un'inrìltratzJci!MI' lo-verdaslra col cara tteristico odor di gangrena. 10• Il baccHio pio~ene fetido fu trovato de Passet ascessi perireltali, e r isulta di bastoncelli a punte ciste, rlella l un~bezza di 1,-i5 ).l, della 1a rgbezza di 0,58 debole movtmento. La cultura io gelatina mostra dopo punte bianche che di ventano più tardi grigiastre, la nelle patate produce un lussureggiante accre!<ci color bruno, nel s ier o del sangue una striscia spessa giaslra. Cresce rapidamente, non rende li']uida la gelatina, le zioni sottocutauee producono in ~i: or e la morte de' porcellini d'India. I baccilli si trovano nel sangue, ma nel punto d'tnoculazione né sugli organi. 11' Slreptococco piogeno (Rosenbach). Fu rinvonuto pus d'un processo riF<ipelaceo. l~ un miccococco eh!';' catene di \'enti o trenta, del d iam etro di 0,58 a 0,73 Il· tivato nella gelatina proùuce finissime punte g-ranulari, puntura d'un ago nella gelatina di eultura, mostra uno delicato attorno al punto ò'entrals dell'ago, cbe si tosto di punte. La cultura neU'agar·- agar a 37' C. uua striscia bianco-grigia:;ta piena ùi punte, nell~ eu pala'" non mostra accrescimento. ~ el siero del san~ue lonia cr·esce lentamente a tr e miHimetr·i di g randezza in !3eltimane, e dopo quattro me"i la cultura è morta, se si rinnova in materiali freschi. Non liquefà la gelatioa, inoculato nt>gli a nimali produce grave suppur·azione lacea diffusa. Ì2• Lo slr·eptococco dell't>r isipela di Fellleisen trovato vasi linfalici dur•ante la r·isipela é un piccolo ~niit>~·•:>C<IieGIIP. coppie od a catene, specialmente coltivato nel l>roJo, di 1 :.1. di diametro. Nelle culture in gelatina si mostra 10 lonie sotltiJ e rotonde, mostranti dopo 24 ore delle puulc elle p1u tarùi si dispongono in striscia. Nell'a ..... --.,,~ cresce sparso in tutta la superficie, sul sieco Jel


D'lGIEXE

6~7

3i' C. la colonia prende il colore del sier o, e quasi non si di:;liogue. Inietluto ne' conigli produce rapido rossore senza suppu1·azione, nell'uomo riproduce la risipela tipica. 13" Il baccillus pyocyaneus di Gerra1·d trovato nel pus verdognolo é una ve1·~hella corta e sottile che facilmente si confonde con un micrococco. Coltivato nella· gelatina dopo due o tre giorni tutta la massa p1·ende una tinta verde, e le colonie fondano il mezzo di cultura. Al piccolo ingrandimento esse appaiono rotonde, gialhccie. Nell'agar-agar compare una colonia verdaslra, mentre tutto il mezzo di cultura diVIene fluorescente. N elle patate compaiono colonie brunastre che divengon verdi con l'ammoniaca, e rosse con ~li acidi. l porcellini d' India muoiono p&r l'inoculazione nel cavo addomi nale di questo boccillo, i conigli sopravvivono all'iniezione nella co1·rente sanguigna. 14' Il baccillo pneumon iacoccoide di Passet è un microeocco tU verso dnl pneurnoniacocco di Friedlan(ter che spesso assume la forma di cor·ti bastoncelli, mentre il primo l'assume raramente. Le culture in g:P-laiina mostrauo dopo 24 ora un nodulo emigl'er·ico hianco sporco, che dopo tt•e o quattro settimane dà alla ~elatina un color bruno ed un cattivo <~•l ore.

Nella palata a 39• C. svela uno strato spesso, molle, bian<:lnccio, l'enza produzione ùi gas. La proliferazione è rapida e non rende liquida la gelatina; iniellato nelle cavità sierose C&l!iona suppuraz1one, ma non ba effello per iniezione sottocutanea, ni> per inalazione. Questo sommario ci dà un'idea complessiva de'lavori che ~i son falli, e del numero degli organismi che si son trovati Oi:!' vari proce~si iufìammativi e suppuralivi dell'uomo. Xon cornprencle però gli slud1 falli da Kocb sugli animt1li, e l e !ungi dal poter moslt•ar·e un soggetto esaurito, poiché tnnlto probabilmento questa lista di micrococchi sarà auluentata. Non è senza importanza l'esame de' casi di gravi forme di PI·ocessi suppurut1vi, e di semplici ttscessi acuti, specialmente ()Uelli ne' quali non v'è stato ingresso d'a1·ia prima dell'os-


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RlVlSl'A

servazione. Casi dì simiJ sorta, in cui sono adempiute le richieste indicazioni, non é facile osservarli e cronologico di loro esame sono i seguenti: 1. In una frallura dell'omero non r mnita, senza della pelle, occorse un p1ccolo ascesso, dal quale fu il pus per la ·cultura, ed apparvero colonie di ~mreo ed albo nel corso di pochi giorni, dalle quali sì buoo numero di riproduzio01i. Da' fenomeni clinici si era gnosticala uoa tubercolosi, ma la più scrupolosa o~~er.,. zione microscopica degli sputi non riesci a trovar cel ganti ne' bacilli tubercolari. l I. Da un vasto ascesso perinefrilico di parecchie l>e~~~w•• fu estratto li pus, che coltivato mostrò l'esistenza dello filococeo aureo ed albo riprodotti poi per diverse L'infermo mori di piemia, ed i preparati microscopici dalle valvole cardiache, da' reni, dalla milza e dal -'"M''"!tl fecero scor gere de' micrococchi simili a quelli conl:!er vaij la cultura. III. Raschia ndo con un ago la superficie di un . chio di ragazza vonlenne affetta da malattia cutanee, si tenne dal materiale raccolto una colonia dì slafì:ococchi trini ed albi, r·ìprodolli io seguito per più generazioni. crococchì fut•on trovati solto l'epidermide, e negli strati fondi della cule, misti a cellule gigeoti, tessuto di e p•·oliferazione di cellule epiteliali, ma non si trovarono cilli della tubercolosi. I V. Aperto un ascesso perioefrìtico di diverse sel.tiDl&.E~~ con le coltivazioni nell'agar- agar del pus ottenuto, si lo stafìlococco aureo. V. In un erisipela elle da quattro giorni cir<'ondava ferita del piede, fu fatta un'incisione oltre il limite del ""'''"'\""' e nel contenuto si trovò lo streptococco dell'erisipela. V I. VI I. In un caso di dif'leria puerpet·ale della vagina, si raccolse e coltivò il materiale cbc delle origine alla prodazione di stafilicocco albo, e di baccillo piogeno fe lido. In un caso simile si produssero colonie di stafilococco albo so!Lanlol ma l'infermo era quasi in convalescenza.


629 VIII. l n un terzo caso d i dlftet•ia con mollo pus in vagina, la cultura mostrò etafllococco aureo ed Rlbo, e baccillo piogena fetido. IX. Un asce:>so dello psoas aperto in un fanciullo con esito di mollo puc::, sotto la nebulizzazione carbolic~, non presentò dopo la cultura che slatìlococco albo. X. In una profusa suppurazione dell'anca·in un ragazzo, la cultura del pus ri\·elò slafllicocco aureo ed albo. X T. l n un caso simile al precedente, ollr e aHo stafilococco aureo t-d albo, fu trovato un baccillo ovale $8nza pr oprieta patogeneticlu>, probabrlmPole il baclerium termo. Fu altresì trovato lo streptococco piogenl', quarto micrococco in un solo incth·iduo. XII. In un caso òi moccio nell'uomo il corpo era coverto di numerose pustole, alcune delle quali furono aperte per la coltivazione nell'agar- agar• e nella gelatina. Si ebbero colonie di slatllicocco albo eù aureo, c due o tre colonie di fine baccillo che corrispondeva alla ùoscrizione del microrganismo ch" Gaffky trovò in questa malatlia. XIII. È un ca11o di as~;esso lombat·e con possibile carie. Da quel pus si svilupparono con la cultura colonie d'innumerevoli boccilli, sollili, corti e dritti. XIV. XV. Dal pus cii un a;ocesso iliaco in un fanciullo sortì lo slafilococco cereo flavo <li Passel, e l'aureo. Da un asce::::c::o iùenlico vennero colonie di stafilococco albo. X VI. Da un a"cesso del braccio con infillrazione ùella !>palla, 11 pus venuto fuori da recente apertura coltivato produsse colonie di str·eptococco piogene. XVII. Un a;oce;oso del dorso da c.1rie verl~brale fu aper to, e le culture del pus svilupparono lentamente colonie di miero ·occo piogene tenue, e colonie di slafilococco pio gene albo. XVIIl. In un bubone d' emblèe senza not.izie d'infezione ""nerea, complic<1nte una soliùificazione polmonare, quindi so~petta d'orig-ine tubercolosa, fu fatta l'incisione, e ne usci pus denso e verdognolo. Le coltivazioni produssero in una settimana colonie t.li stafllococco piogene albo, e di micrococco piogene tenue. Due glandole indurite furono estirpate,


630

ruvrsn.

poste nell'olcool, ed esaminate con la maggior cura non mostrarono tracce del baccillo della tubercolosi. Questi casi provano che anche negli ascessi cronici j teri si rinvengono se si impiega il metodo della che li mo!tiplica, e se non sempre si scovrono con la plice osservaziQne microscopica, gli è perchè scn cosl chi che spesso in una goccia messa su d'un porta non Ye n'è nessuno, o qualcheduno che può sfu~f,!ire campo dell'osservazione. A dimostrare l'azione palogenica de' varii organismi servali, si sono fatte inoculazioni in gran numero, i gando il metodo di Koch, disinfettando con soluzione di blimalo all'i per 1000 il punto d'inoculazione, le mani peratore, e la siringa. Il materiale da inoculazione é preparato mescolandolo semplicemente alla gelatina, e sando il tutto in capsula sterilizzata; oppure ponendo parte del materiale nell'agar-agar, dibattendo la rnil:tcela l'acqua distillata ed usando il latte come per le culture gelatina. Gli animali furon lulti scelti d'apparente buon& Jute, tenuti per qualche tempo in o~servazione prima perazione, isolati, e nelle migliori condizioni igienicho. l'autopsia di quegli animali non rivelò mai alcuna coln<IIZIO'IAIII attribuibile acl altro che all'altivila de' batteri inoculati. l Roggelli d'inoculazione furono i porcellioi d'India, ed batteri su cui si sperimentò furono lo stafilococco aureo, ed il piogeno citrino, rere~ipela-cocco, o str·eptococco cereo flavo. il piogene, il micrococco piogene tenue, il baccillo piogeue fluorescenti'.

Ra~Zgruppando i risultati delle eseguite inoculazioni, riscontreremo i seguenti fatti: j• 2' 3'. La 16• generazione dello stafili~occo aureo iooculat.a nella venli crur·ale, causò la morte in 12 ore, e rau.. topsia scovri i micrococchi nel sangue, i quali coltivati io gelatina, riprodussero lo stafilococco aureo. La stessa cultura inoculata sotto la pelle d'altro animale produsse ascesso sollocutaneo, ed i micrococchi del pus coltivali nell'agar-agar riprodussero lo stafilicocco aureo. L'ino-


n'IGtE~R

631

colazione nello. cavità addominale cagionò morte in 10 or e, eollivnto il san~ne riproduc;~e lo st~>sso ~~afilieocco. 4', 6' , i', 8'. Lo stesso microbo d'un a~cesso pel'inefritieo di 18' generazione occa!=>ionò, per iniezione nellA ca,•ilà addommale perilonile purulenta, mortale io 4 giorni In altra inoculaztone si uccise al "e<'onrio giorno l'animale, perchè il rrocPsso infiammalot·io era mollo dllfu:::o. La 12' riproduzione del rnicrnbo d'un ascesso iliaco coltivalo in gelatina, iniettato nell'arldome riprodusse un ascesso; per iniezione sottoeutanea si ebbe un s~>mplice arrossimento, l'iniezione nella cavita sino\·iale d'un ginocchio produsse la morte al giorno

s.,

~Cf!uent~.

Tulli i materiali di suppurazione otlenula per tali iniezioni rurooo coltivati in gelatina, e fecero scorgere i prìmiLivi st.atlloco<'c!ri aurei. 9' e 10'. La 70' generozione di stafilococco pio gene ottenuta dopo un anno rli cultura, ed originaria d'un ascesso perinefri tico, s'inoculò solto la pelle del dorso, e si uccise l'animale aJ -i • giot·no. Si trovò un ase<:ìsso che coHivato riprodusse lo staAJococco piogrne. lnoculalo sotto la cute dell'addome, fece morire un altro animale in due giorni per congestione de' visceri ed ascesso nel punto ili inoculazione contenente micrococchi, i qualt con la cultura si trasformarono in ;:tafiloeocct.i aurei. La stessa riproduzione si ebbe dal sangue. 11•, 1~, 13', 1}0 • Lo slafilococco piogene albo d'un asee"~o di frattura dell'omer o, di 1a' genr>razione in gelatina, iniettato solto la pelle dPI dorso, fece scorgere al secondo giorno un lie\·1.! tumore. L'ammale fu ucciso al 4• giorno, ed a"e,·a un Mcec::so soltoculaneo di pus lif1uido, che colli\'ato ripro?1~s~e lo statilococro albo. Una goccia della stessa cultura 1 1 ? e~tala ~otto la pelle dell'addomP, non produsse batteri nel l ammole che fu ucciso al 4• giorno. Lo stesso microbo tratto ~8 _u~ asces~o perinefritico, coltivato alla 12• generazione, 11 lnteltato solto lo pelle di due animali, uccisi entrambi alla 6 ne della settimana. La cultura riprodusse lo sla6lococco a.IliO.

t :J• e tu•. Lo staflhcocco piogene aureo d'una vagina rlifte-


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RIVISTA

rica, alla 30• ,1:\'enerazione, inietlato solto la cute della addominale d'un purtellino d'india, p rodusse al giot•no un gonfiore; dopo IO giorni si uccise l'animale, gonflot·e !'>i rinveune del pus car ico di mierococchi, i coltivati nella gelatina riprodus!:=ero lo stafllococco Rureo. sperienza fu ripetuta nelle mede;:ime condizioni, e denlico r i$ullato. no,·e mesi, e pre!'>O alla -iO' riproduzione fu iniettato dam~>nte nel mu«colo della coscia d'un porcellin•J ,rfndia. tf>nuto un asces~o interrnuseolare fu ucciso l'ani male giorno, le coltivazioni del pus dettero lo stafilococco molli mtc1·ococchi furono scoverti neiJe parLi dell'ascesso. inoculazioni nel san~ue e negli organi inter ni furono tivP. In un ca~o Simile l'ascesso si apri sponlanPa m~nte terzo giorno, n la coll1vazione del pu;; mostrò lo statl albo, e due vnl'ielà di batteri, probabile risultato della trazione ciPJI'nJ•iu. HJ•, 20', 21•. Lo l'llalllococco piogene albo alla 5(}6 zione d'un uscesso ilioco fu iniettato ·solto la cute del l'animale fu ucciso al 6' giorno l}uando si cost~lò l'a1s<:le•1: le cullure rigenera rono lo l'tafìlococco aureo. La stes'"a tura inoculata nella cavila addominale dei due d'India, al ;)• g-iorno riprodusse ascessi nel punlo d lazio ne, ed il pus collivalo mo.,trò lo stafilococco pio~eoe 2:?•, :?a•, :2~·. Lo stafilococ<'o p10gene albo di 4" ori~ina1·1o d'nn ascesso iliaco fu inoculato s ulla cervice porcellino d'India, in 2i ore venne fuori un tumoretto, al ~dorno v'era un ascessolino soLtocutaneo che conteneva stafilococco piogene dimostt·ato dalla cultura. Lo ste><~ f,.'"aOi!'>mo ull'8• generazione inoculato nella ca.vita d1 due animali, ul 7• giOI'llO avPva prodotto asceo;si, e i con la coltura 1·iprodusse lo slafilocoeco piogene. 25•, 26", 27•. Lo statìlococco del medesimo genPrH nato da un ganglio inguinale alla a• generazione, in alla regione dorsale p1·odusse ascesso; alla 4" ge s'inoculò nl'lln cavità addominale di due porcellini questi lt>e esperimenti ebbero risultato positivo.


333

o'JGIENE

2~·. 2!)•, 30". L'el'isipela-cocco di 2:!• generazione inietta lo sotto la pelle della cet•vice riprodusse erisipela che conteDe\'R l'organismo primitivo; soLto la cute dell'addome di due animali produ~!'e congestione ed edema, e le culture fecero riconoscere la riproduzione dell'ertsipela- cocco. 310, 3Z•, 33•. Da una cultura d· oltre un anno di statllococco piogene citrtno dt ventesima riproduzione, si è fatta un·iniezione in cavitA Addominale, senza esito di suppurazione né comparsa òi batteri; una ~econda con produzione d·ascesso mesl!nterico del quale si ottenne la t'i petizione dello slafilococco, ed una terza sotlocu tanea con formazione d"a scesso, e riproduzione del microbo. 3~· e :J;J•. Lo stafiolcocco cet•eo flavo di 5" generazione, che sAcondo Passel è e~ lrema menlo piogeno, fu inoculato nella cavita addominale di ùue pot·cellini d'India, dette risultato coroplet!lrnente negalivo, mn questi ùue soli esperimenti non ci nutori%z11no a negAr:tli un potet·e piogeno. 36•, 37•, 38•, !39•. Lo s~repLococco piogene di 6• genet·azione causò inn!trazione e suppurazione di muscoli rra' quali s'era iniettato, e le cultur e r iprodussero lo s~r~>ptococco. La , .. genet•azione iniettata in cavità addominale, fece trovar moriboncii al mattino seguente due porcellini d' India, e l' autopsia mostrò estesa influn1mazione del peritoneo. La f'ultura del sangue contPnuto nel cuore, rip1·odusse lo streptococco. la ster.sa generazione pet' ini1-zioue sotlocuLanea produsse conge!'>lione subilanca del periloneo, milza, fegato e reni, e la cultnra del sangue di quec:.ti organi r igenerò il microbo Primitivo. iQ•. La quarta generazione di micrococco piogene tenue ottenuto da un at>cec:.so del braccio, fu inoculaLa solto la cute !!"nza risultato. La terza !renerazione del micrococco ollenuto da un bubone d'emblt•e rimase egualmente sterile, e l'e~ame microscopico non scovrl che pochissimi miCI'Organismi difflcili a òetermtnarsi. LP conclusioni che si posson trar1·e da.' riportati esperimenti sono: I. Le culture condotte pe1· si lungo tempo .con effetto d i


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HIVISTA

inoculazione, indicano che quesU organismi coJnsf•rvarcmèl!!t definitamente il loro potere patogenico, giacché la loro rulenza è la medesima, tanto a principio quanto alla un anno, lanlo alla prima generazione, quanto dopo son passate moltissime. Il La permanenza della !or forma, il loro aspetto croscopico, il loro comportamento nelle cullure, non scono ''ariazioni. III. Per ottenere, se è possibile, qualche modiii~IZK,._ nel loro potere patogenico o nel loro aspetto micr'O&COJHO!itlil è necesl'lario impiegar metodi d'osservazione diversi da usati finora. IV. La probabiJilA di veder questi cangiamenti d'e1SPIB&IG~'.1 e di potenza é beo poca, perché non si son verificati ft d'altronde la profilassi fornisce i migliori mezzi di guardia contro l'atti vitA di queste più basse forme della V. Le progressive esperienze t endono a dimostrare non v'è processo suppuralivo nell'uomo senza la pt'e!ò\enza balleri, e che neglì animali inferiori J'inoculaziooe di cui di questi batteri é seguiL!i da suppurazione più o mrno ed acuta. V[. Questa conclusione, della dipendenze de' P NlCe'...'l: suppurativi doll'attività de' batteri, è fortemente dalla recente evidf'nza de' più str-enui lavori nel campo ricerche balteriologiche. VII. Diversi fenomeni nlinici sono prodotti dallo sletfO organismo, ma tutti fanno capo al processo generale d'iafìammazione e s:.1ppurazione. VIU. Le differenze de' risultati otlenuti con lo stesso IJli. crorganismo in diversi individui dipenèono da causeeslrauee al l:atter1o stesso. IX. E~se sono il risultato di differenze complesse materiale d'infezione ricevuto dentro il si&tema organico, della località di les1one per la quale vi penetra, come pure delle vat·iate condizioni individuali, giacche resperien;a i#dioiduale è un ,:rran fattore della somma d'ogni risultato del lavoro balteriologico.


o'!GIE:'{E

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Alcune investigazioni sulla resistenza che certi agenti distruttivi oppongono a molle di queste forme di batteri, sono state falle da Passet. Gli organismi più specialmenli scelti furono lo slatilococco piogcne aureo e lo streptococco piogeoe, perché i più comuni ed i più attivi, ed i reagenti im piegati furono l'acido salirilico, l'acido fenico ed il sublimato. l risultati indicarono il sublimato come ragenle più ùistruttiYo, poiché sei gocce di soluzione all'l per 100 prevenivano nella gelatina lo sviluppo di ogni genere di batteri. mentre per lo stesso scopo si richiedevano 25 gocce di soluzil)ne d'acido fenico al 5 per 100, e 100 gocce di soluzione d'acido salicilico aH' l per 300.

VARIETÀ lagni ma.rint. A proposito del trattam ento marino nelle manifestazioni scrofolose, su cui l'Amal (medico maggiore di :!.• classe nell'esercito francese) dettò un egregio libro (206 pagine in &•), noteremo che il trallamento pei militari è in Francia di 6 IJI'ltim.ane, e l'Ama t trova che in diversi casi dovrebbe es~ere ancora protrallo. Xoteremo pure che il Lejeune ntll suo rapporto (1866) sulfistituto balneare marillimo dell'armata belga vorrebbe che la durata del soggiorno marittimo e dei bagni fosse lunga, e lasciata al giudizio del curante. Egli raccomanda di non ~r mai prendere bagni al maLlino a digiuno, ma sempr"" Circa 3 ore d opo 1· pasL1.· ..... .. . I l re n t a g10rru· d"1 sogg10rno · eabiliti normalmente da noi, possono ritenersi sufficieoLJ1 vero che il medico può ammettere i maiali ad una seB. conda muta.


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RIVISTA BIBLIOGRAFICA Un inverno a liiiJla no. - Racconto storico del dolL NIERO GtGLIARELLl, capitano medico.

Colla allralliva del romanzesco racconto l'autore pur questo, come in altri anteriOI'Ì suoi scritti, giustamente ed apprezzati, si ò prefisso l'utile scopo di divulgare scientifiche cognizioni, certi igienici precetti e specia di infrenare alcune diffuse abiluJini, infense alla salute, benessere della famiglia e della società. In questo lavoro ò a ll'abuso del labacco che il bravo lega move guerra; od ha cost trovato pm· anche modo t1i Justl'are una bella pag-ina della storia italiana contempo-ranea, ricot•dando con tutta la fedeltà ed accuratezza•del cronista, i pt'imi r.onati e moli della italica rivrAuzione 18~8. e pl'ecipuamente i fatti delle cinque gloriose giornate.: di :\Iilano. Il patriottico scopo, il nobile medico intento, la buona lingua, l'esaLt.ezza storica, il naturale spigliato andamento ed intreccio del racconto, danno al libro un interesse reale, • met·itauo al suo aulot·e il p1ù cordiale plauso, percl16 &p&cialmente il lavoro fa onore al suo cuore ed a lla sua scienlif1ca abilità. Possa l'egregio scrittore trovare nel plauso eù ApJloggio. specialmente dei colleghi, quel compem;o che è our indi!!Jl!-!11"' sabile incrtamento a perseverare nelle onerose raticbe e nel nou lievi sacrifici, che il pubblicare qualsiasi, anche importantissimo scritto, da noi per ora ancora richiede. B.


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CONCORSI /

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Concorso al premio Blberi pel mecUol mWtarl clel regio e1ero1to e della regia marlDa.

Il giorno 2 sprile 1887 riunivasi presso il Comitato di sanità militare la Commissione aggiudicalrice del premio Riberi, scaduto il 30 novembre 1886, costituita dai signori dottori: Machiavelli comm. Paolo, maggiore generale, presidente del comitato, presidente; Pecco com m. Giacomo, colonnello medico ispettore, membro del comitato, membro; Giudici com m. Vittorio , colonnello medico ispeLlore, membro del comitato, membro; Baroftio comm. Felice, colonnello medico ispelLore, membro del comitato, relatore. Il t.erna posto al concorso era così formulalo: Delle ernie che più frequentemente si osserrano nei militari. Al Comitato erano pervenute, come da anteriore pubblicazione nel Giornale Medico del R.• Eser cito e della R. ~fa­ rina, entro Il termine prescritto, 5 memorie originali per le quali i concorrenLi tulli avevano soddisfatto alle formalità inJica.te nel programma. Esse memorie erano segnale colle seguenti epigrafi: 1. Fa

cio ehe deui, avvenga e/te puo, la grandezza dell'uomo è il dovere.


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CO~COI~SI

2. Nulla d~1 lilla linea.

3. Qut$1a 1dva selvaggia ed aspra e (orte, Che nel ptfllltr rinnova la paura.

4. ltle dtgno a ciò tlè io nè aUri crede.

5. Onore al lenno antico.

Ciascun membro della commissione avendo dato

cazion~ delle nole e ùegli appunli raccolti nell'esame delle mcmot•ie presentate al concorso, unanime fu il cbe meritavano di essere prese in particolare COJrJSlt!l~ zione e potevano fra loro ratfrontarsi per isLabilirne·ll 1·ito ed assoluto e relativo, le indicate sotto i numeri 3 e 4. La segnata col N. 5, benchè di qualche pregio, troppo lasciava a desiderare pella nessuna divisione del voro, pel caratter e più scolastico che pratico, pP.Ila assoluta esposizione dei conceUi, pelle proposte de~~til1WIIII'"4J accoHevole fondamento relativo alla profilassi, pei esattt concetti quanto alle applicazioni medico·legali.

~EMORIA 1• Fa cal) cht devi, avvenga che può, la grandezza /Ùlt'uomo è il

È un lavoro di qualche merito che attesta dell' on,en•o-.! intelligente e studiosa dell'autore, ma è giucficata e non del tullo rispondente al programma di concorso. commiss•one Ja ~iudica merJtevole, a lilolo di in<~oragl~ mento, di una menzione onorevole.


CO-NCORSI

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ME::\!ORIA 2•

Nulla d lu l illt lima.

È un lavoro assai erudilo con tendenza ad assoluto sentenziare senza sufficiente corredo casuislico. La commissione esprime g1udizio cbe sia assai lodevole scr1Uo e meritevole di encomio anche maggiore della memoria prima, e perdiò essa pure meritevole di una menzione onorevole. MEMORIA 3•

Questa aelva ltlvagqia ed aipra e (orte, CM nel ptnlftr ril~ll011a la paura.

É nel complesso lavoro accurato, di molto studio. La commissione lo giudica superiore ai precedenti e quindi merilevolo di premio. MEMORIA 4'

Me dtg1l0 a ciò nè io nè altri crede.

È lavoro ben folto, la cui prima parte é alquanto oscura, ma la seconda é mollo ben trallat.a e corrisponde compiutamente al progl'amma. La commissione giudica sia commendevole sopra ogni a!Lro presentato al concorso, e me· ••ite,·ole di premio. Di conseguenza alli esposti giudizi la commissione ritiene: che la 4' memol'ia meriti il primo premio di lire mille; che la 3' memoria meriti il secondo premio pure di lire mille;

cbe la 2• memor ia abbia la prima onorevole menzione; che la 1' memoria abbia la seconda onoreYole menzione. Espre::;so ad unnnimiltl un Lale pa!·ere, il presidente apre le schede rispondenti alle comunicale memorie, e riconosce che autoJ·e della 1' è il signor capitano medico Zanchi Daote, della ::• il capitano medico Zunini Giovanni, deLla 3• il te-


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CONCORSI

nente medico Quinzio Cesare. Perciò al capitano medico Quinzio é state ag·giladllli primo premio di mille lire, al tenente medico Sl~ condo premio pure di mille lire; al capitano medico la prima menzione onorevole, e al capitano medico la seconda menzione onorevole. A compiere J1 suo mandato, la commissione (P.ee presenza bruciare, chiusa coru'era, la schPda della non premiata. La commissione poi si scioglieva esprimendo il il voto che le memorie premiate o ritenute deg-ne di revole menzione, se dovessero essere pubblicate coìb. volessero i compilatori rivederle e farvi quelle che sarebbero, a giudizio della commissione, nei:!6Si981~ accrescerne il p1·egio e l'utile per la comune i a dar m11ggior lustro ai loro autori. /1 Preside?i-le det Comitato di sanua MACHIA vELLJ.

Il .Oi rettore

Dott. FELICB BAROFFIO col. med.

11 Collaboratore per la R.• Marìna GUELFO VON SOMMER Medico d' ~ tlau1

NtJTJNJ FEDERICO, Gerente.



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