GIORNALE MEDICO DEL REGIO ESERCITO 1887 VOL II

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· GIORNALE MEDICO DEL

n: ESERCITO EDELL! R: IIAR~!

Anno XXXV.

é ROMA

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VOGHERA CARLO, TIPOGRAFO DI S. M. ~

i 887 .


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M EM OR.:IE

OR.:IGINAL:I

SOPRA U~ CASO DI

ESTESA GAt\GRENA YU ~~MI Fl CANTE AMPUTAZIONE DELLA COSCIA ESITO

FA V OREVO LE

Reluione del maggiore medico I, .DdoUl Fede rieo letta nella conrerenza selcntiflea. del mese di aprile i887 nello spedale militare di Palermo.

È Len noto a vari di voi come nel secondo ripartp medicina di questo spedale, non è mol to tempo, si dibatteva fra i più atroci tormenti, tra gli spasimi di una prolungata agonia uo soldato del39° reggimento fanteria a nome Fortuna Giuseppe. Egli, colpito da grave tifo addominale, e poi da estesa ed acuta gangrena secca all'arto inferiore destro, e da consecutiva settieoemia, era tra indicibili strazi presso a morire. In sifTatte disperate condizioni, coU'intenento chirurgico soltanto, poteva tentarsi di strappare alla morte una nuova YÌUima.

Le ardite speranze non furono deluse; ora egli mutilato si llla salvo, ha raggiunto i suoi cari, e può di nuovo tra essi godere delle domestiche gioie. 11 caso di una così estesa cangrena mummificante, in seguito ad ileo-tifo, è fortunatamente rarissimo, e non è comune a~tresì l'esi to favorevole di un'amputazione della coscia, pralJcata sopra un individuo ridotto in fin di vita dalla infezione 4i


SOPR \ Ui\ CASO

tifica, dalle ripetute enterorragia, dall'abbondante zione per le gravi piaghe del decubito, e giil. soLto J"•m .......... profondi perturba menti della innervazione e di alta setlicoem ia. .Narrare quindi la storia clinic:J. di questo caso non sarà· tite, potendo essere d'incoraggiamento a riporre nella rurgia efficace una giusta speranza, se, per mala ventura, vesse offrirsi un fatto analogo. Il soldato Fortuna Giuseppe, della classe 1863, aDJJrai'li!l(t; nente al 39<> reggimento fanteria, esercitò sempre il wca•KI~_., di sarto, non fu dedito al vino nè a viziose abitudini, sua famiglia non si ha notizia di esistenza di ereditaria a malaLLie genti!izie. La sua vita trascorse malattie d'importanza, ma fu sempre di salute cosi da non poler resistere a lavori faticosi o prolungati. Egli ricoverò in questo spodale li 29 marzo dell'anno sco1·so. Si notò in lui una manifesta impronta di debole rA1slla:l!'l zione organica, la cute, le mucose erano pal!idis~ime, i .........-- .. flosci, deboli, assotligliali. Si doleva di forte cefalalgia, sonni a, di st:mchezza generale: a·veva febbre al La, cute si ma, caloreacre-mordicativo: la temperatura raggiunge"a rantuno gradi del termometro centigrado nelle ore si abbassava appena di qualche decimo nelle prime ore dèl mattino, con polso frequentissimo, debole. piccolo ed aui respiratori circa trenta al minuto primo. La lingua mostravasi di color rosso vivo ai margini ed alk punta, impaniata nel mezzo e tendente ad essicca1·si, vi era poca sete, anoressia, diarrea copiosa e frequente di mal~.eP~; liquide, fetide e rerdastre. Le forme funzionali loracicbe erano ben poco apparis~ mentre che coll'esame fisico del petto riscontravasi un catarro dei bronchi. Notavaosi pnre t•ilennLe tumore


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av)lilzato, meteorismo e sensibile gorgoglio alla fossa ileo-cecale. Orine scarse pallide con pachi deposi Li uri ci e con assenza della uroeritrina. Tal i falli si mantennero quasi invariati nel primo settenario di degenza allo spedale, vennero poscia in campo più salienti perturLamenli della innervazione; alla cefalalgia subentrava ora il vaneggiamento, ora il delirio, ora lo stupore cerebrale, la depressione delle forze ingigantiva rapidamente, si nota· vano ricorrenti sussulti tendi nei e tremori muscolari, e lo stato di smania e di generale agitazione si altemava con quello di npalia e di profonda incoscienza. La diatTea divenne frequentissima, e nei gie;rni 7 ed 8 aprile si ebbero altresi ripetute e copiose enterorragia accompagnate da più graYe adinamia, da più fN~e delirio. La sera del 30 apt·ile q:~asi istantaneamente cominciò l'infermo ad avvertire (requenti dolori fierissimi e lancinanti alla gamba ed al piede deli:lLo d8$tro, ove ben presto apparvero in vari punti larghe chiazze di color paonazzo, nello stesso tempo si manifestarono due simili macchi e sulle pareti addominali, l'una presso la region9 ombelica~e, di forma ovale, estendentesi nel senso longitudinale per ben sette centimetri 6 per quattro in quello trasversale, l'altra nella regione ipoga · strica, della stessa forma e quasi di uguale grandezza. Le pulsazioni dell'arteria femorale e della poplitea erano divenute quasi impercellibili, speole del lullo quelle delle hranr.he secondarie; persistevano i dolori incessanti, acutissimi, che relìero l'insonnia tormentoso ed invincibile, ben presto il dominio della volonlà perdè ogni impero su quelle parti, che nel giro di quattro giorni dhreonero completamente anemiche, insensibili, fredde, immobili . , Le suddette chiazze bluastri dell 'addome cominciarono lentamente a svanire, invece qu.elle della gamba e del piede si


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SOl'f\A lJ:'i CASO

allargarono, si unirono, presero un color più fo:;eo loro sede i Lessnti trasformaronsi ben presto in escare fonde, secche, nere, dure, aggrinzite, emananti odore bondo; e mentrechè il processo cangrenoso estendevasi gamente invadendo anche il ginvcchio, e mentrechè il era quasi completamente mummilìcato. acquistando un nerissimo ed una durezza lapidcn, sopralu.Lto nelle dita, minciava n manife3tarsi un processo di limitazione ·mnrM~• alcune escare della gamba; la cerchia infiammatoria colorito leggermente ro s~o che decresceva suo orlo confinante colle parLi cangrenate vedevasi una striscia biancastra, che a mano a mano si allargava, mando piccole od inlerrolle soluzioni di continuità, che congiungendosi, diedero luo~o ad un profondo solco di razione dai tessuti vicini, riempito di sanie, quell' esc~tre venule più mobili in parte si sep:ml\ ano, lasciando vP.tlanll~ muscoli profondi della regione posteriore della f!Umba lìci e pallidissimi. La febbre che aveva alquanto ceduto l'esaurirsi della infezione tifica.si ridestan1 gngliardissima giorno nn ,-iolento tumulto febbrile invaderauelle ore """'N III..:.ii Line, s'iniziava un intenso e persistente freddo generale seguiva un altissimo calor·e che rag!o(iungeva i 41 ~radi eeB-" Ligradi, perdut·ava tuua la notle scemando alquanto nel mr tino con profusi sudori. Insorgevano di nuovo i sussulli t4!1ldinei, il tremore m1rscolare, il coma alternante col vaneggia• mento: le profonde ed estesisiìime piaghe da decul1ito alW regioni dorsale e sacro-coccigea, l'estesa ipostasi pol mon~ la di[usa bronchite purulenta, accrescevarw le solferenze dell'infermo, già oltremodo avvilito e deprc~so dagli atroci s~ simi, dai violenti accessi febbrili, dagli abbondanti sudori e dall'invincibile insonnia. In tale f!ravissimo stato appan·e pur finalmente un se;;llCJ


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favorerole. quello cioil della delimitazione della gangr·ena che aveva invaso il ginocchio, balenò allora nell'animo la speranza di potergli ancora salvare la vita mediante l'ampuJazione della co5cia: si volle udire il pat·ere degli altri medici che prestavano serv:1.io in questo speda le, e la indecisione di alcuni di essi, che temevano non potesse nemmeno reggere all'allo ope· rati\'O quell'individuo cosi affranto nelle forze, fu vinta dalla considerazione eh~ la vita di quell'uomo si sarebbe inesorabilmente e tra breve estinta, se non si fosse avuto il coraggio di tentare l'unico mezzo di scampo che rimanesse. Stnbilita la net·essità di non restare inoperosi di fronte a quegli immani ~trazi, di rimuovflre pr·onlamente quel fomite di micidiale in· feztone, e d'incessanti dolori, altamente confortalo dal parere favot·e•ole all'operazione del no5tro egregio medico direttore eav. Giorgini, addirenn i li 12 giugno 1886 all'amputazione della coscia all'unione del terzo medio col terzo inferiore della stessa, colla o5servanza delle norme antisettiche dal sommo Listi't· suggerì te. Fu adouato un processo misto tralto da quello del Desaull e del Beli. Si tenne soprattutto presente la nccessitit di fare beo ritimre in allo dall'assistente i tessuti molli durame i succes~iri tagli, ed incidendo circolarmente prima la cute e poi n strati i muscoli, sempre sullalinea ultima di loro retraziooe, :;i formò un Yero cono, il eu i apice c01·r·ispoodera all'osso e tn Lase al piano di sezione cutanea; traendo indi profitto dal precetto del .Beli si fece strisciare la lama dell'amputante pa1.11letamente all'asse del membro e contornando l'osso colla. {lunta dello strumento, si separarono le parti molli per qualche centimetro di altezza, in guisa che il troncameoto dell'osso POtè cadere ancora più in nlto del taglio dei muscoli, rimase cosi l'osso pr·ofondameote nascosto nelle carni e dalle mededesime riccamente coperto.


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SOPRA UN CASO

Il moncone venne riunito per prima in~.eozto•ne punti di sutura staccata, tenendo poscia conto ..... ,...._ dimagramento dell 'infermo e della grande flaccidezza lare, si applicò intorno al moncone stesso dalla coscia in basso una fasciatura moderatamente ... r ......,.... impedire la sovercbia retrazione delle carni, tener contatto le pnrti' divise, e prevenire anche con queslO lo spargimento dell'osso. La sera dell'operazione l'ammalato fu in preda a smania generale, a minacciante collasso; fu necessità petutamenle iniezioni ipodermicbe di etere solforico tura di castoro e di ricorrere all'uso del vino genet·oso con tintura di cannella. ~I ediante tali espeùi~nti riuscì a scongiurare i pericoli dell'adinamia cardiaca, le cerebrali cominciarono a dileguarsi ed i poteri ""'u'"'"''" quell'affralito organismo, convanientemente sostenuti, rono gradataménte rinvigorendosi. 11 giorno 15 giugno si esegui la prima medicatura, lo del moncone era lodevole, abbondante la secrezione sanguinolenta, però temperatura normale e nessuna locale. Il giorno 18 dello ste·so mese si pralicò la seconda caLura, si rinvenne srarsa secrezione purulenta, furono punLi di sutm·a, il moncone era aderito di prima mu~nz.-. tranne che un piccolo tratto superiore, ove però il di cicatrizzezione andò sempre progredendo. In pari vedevansi miglior31'e le condizioni generali, l'appetito buono, facili le digestioni, il sonno prolungato, tranqnillo, paratore, e già dopo quindici giorni da quello della zione, l'ammalato potè farsi alzare do. lello e rimanere tidianamente varie ore in una sedia a bracci noli: nel


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una ventina di ~iorni si ottenne una completà, regolare e so lida cicatrizzazione. Al 16 luglio cominciarono a destarsi ricorrenti dolori acuti nell'estremità ossea, sopratullo durante la notte senza che si riscontrasse alcun fallò obbiettivo, tali dolori si fècero a mano a màno più pertinaci, più frequenti e gravi, si destò una leggera reazione febbrile, i tessuti molli presso la compiuta cicatrice s'ingorgarono, divennero dolenti, tesi, caldi ed alquanto arrossiti; nei primi giorni del successivo mese di agosto con ripetute esplorazioni potei rilevare un senso di scricchiolata e di mot:liLà nella parte superiore dell'estremo os!'eo; convinto che si trattasse di necrosi anulare, seguita a limitata osteo-mielite di quella estremità, praticai una lunga incisione tt-asvert'nle da. cui potei trarre fuori facilmente un piccolo se1}\lestro di forma anulare liscio, levigato nel piano della legatura, irregolarmente dentellato in quello opposto. Non segui nè suppnraz10ne nè febbre, i dolori si calmarono completamente e la p!'aticn ta incisione guarì ben presto. Oa qui in poi le condizioni generali andarono migliorando a grandi passi e l'individuo potè beo camminare cou pistone espressamente costruito. Por troppo però questo fortunato periodo di miglioramento, che ben si :n·eva il diritto di credere definitivo, fu inaspettata· mente inLE>rrotto llalla manifestazione di nuova febbre Lifoide; per· buona ventura però non assunse graYi proporzioni e compì il suo decorso in quattro settenari; l'infermo superato questo nuo;o pericolo, e riarulosi ancora una volta nelle forze generali , potè finalm ente rimpatriare li 1~- novembre ultimo scorso. Vari per sede, per natura e per gravezza sono gli accidenti locali che possono manifestarsi nel corso o nella declinazione dei tifo addominale, ma tra essi uno dei più rari è la ~angrena spontanea delle membra, soprattutto se molto estesa come nel


SOPR..\. U:"i CASO

r.aso nostro. Difatti il Trousseau non ne ha o..,s.,nr~~• esempio, il Tomma::.i non ne tiene parola nella sua estesa monografia sulle febbri li6che, il Griesinger coud non ne fanno menzione che di volo, il Ltel>eniUiilll pochi cenni su quauro casi di spoot:mea e parziale della cute delle dita dei piedi. Il Robcrls, il Gr-isolie, il non si fermano su questo subuiello importante sotto il rapporto della pr·ognosi e della terapia. ~on u'""""'u"' le\Toli o:.sen·azioni di medici insignj su tale ar;.;omento. ne fecero oggello dj accurato studio iL Ra) naud, il Patr~, il ~l asserell, il Pacmayr, il Bourguel, il Lange. tano speciale menzione due casi muslrali dal Bourgeois gislrali nel tomo X degli Archi ci gmerali di lltetlicina. 1857, perché molto interessanti, sia per la profondità ed s.ione dello sfacelo, sia perchè -verificaronsi nel corso di mfezione tifica. Il primo caso riguarda un infermo di ti che al terzo settenario di una lieve febbre tifoide, qu:me~ sembraYa prossima la convalescenza, fu colto da ti~>•·•,;;.~:•• lori nelle due gambe, ma soprattutto nella destra, dolori meolavano colla pressione, ma non associaYansi a"'........,-~. cuna,lc coscie non offr·ivano nulla di anormale; scorsi dlle giorni il membro destro prese una tinta grigia, e fu ben colpilo da completa paralisi di senso e di molo; in uu•t::ou&K•""' le parLi invase dalla gangrena interamente d is~eccate non darono a separarsi dalle carni vive mediante una linea a dentelli, dopo una sellimana appena le stesse morbo;:e si manifestarono nella gamba sinislra, e l' dopo al'"er lungamente sofferto, moriva Lra atroci pa&.IBMtll nello spedale d'Étampes, ove si volle attendere la se111anWG111J naturale delle parti colpite da morte. Nell'altra osservazione, riporta !a. dallo s~esso Bourgeois, gangrena aveva invaso la totalità della gamba e del piede


DJ ESTESA .GANGRENA MUMMH'1CAN1'E, ECC.

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latod~tro; un solco irregolarmente frangiato formavasi nella

parte superiore della gamba ed abbracciandola circolarmente estendendosi dalla toberosità della ti bi a al terzo superiore della snra, stabiliva una marcata separazione delle parli mortificate da quelle ancora viventi, l'ulcerazione si fece sempre più profonda producendosi una suppurazione gt·igio-verdastra fetidissima. Dentosto le parti molli si separarono, e mentrechè le carni Tive si ritraevano da una parte. dall'altra quelle mortificate si dis~eccavano formanaosi cosi un intervallo di quattro, cinque centimetri nel quale vedevansi scoperte, secche, denudale le ossa della gamba; queste vennero segate a due centi mell·i di al· tezzadalla superficiedella piaga.Scor:>i una ventina di giorni, doe piccole ghiere ossee si separarono e l'infermo guariva in breve tempo con regolare moncone e solida cicatrice. È importantissima pure l'osservazione riferita dal Patry di Sainte Maure negli Archi·Di generali rli mrdicina dell'anno f863. Riguarda un ammalato d'Ileo-tifo che fu colpito simultaneamente da gangrena secca e da gangrena umida in di,·ersi ponti dello stesso arto addominale; la gangrena secca ave,·a invaso il piede e la gamba cb'eransi disseccati, anneriti; la gangrena umida si estendeva a tutta la coscia, divenuta Yiolacea e gonfia, l'infermo soccomheva rapidamente a questo duplice attacco gangrenoso . Lo stesso medico riferisce la storia di un triste caso di gangrena umida verificatasi in un giovaDello alTeuo da ileo-tifo gravissimo; alla fine del terzo setteDario destavansi in questo ammalato vivissimi dolori in corrispondenza del lato sinistro del mascellare inferiore, e nelle ticine 1·egioni parotidea e temporale. Due giorni dopo l'orecchio sinistro era completamente colpito da sfacelo, che si estese rapidamente alla tempia, alla fronte, alla gota sinistra e fino alle labbra: l'infermo trasse avanti la vita circa due settimane ton siffatta spaventevole distruzione gangrenosa.


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SOPRA UN CASO

In questi ed in altt·i casi, che trovansi sparsi qua e letteratura medica, pur troppo l'esito di tale morbo sempre fu funesto; ma quali sono le cause che vi danno in febbri Li fiche, talvolta anche miti, distruggendo inopi mente le speranze di guarigione e geuando invece sull'orlo della tomba 1 ~lolli l'han falla dipendet·e il più volLe dall'arterite quale causa di obliterazio ne vascolare, dall'anormale coagulabilitil della sostanza Cibrinogena od pessia, sovente se n'è trovaUl la cagione produ llrice in condizione embolica o di trombosi, spesso pure si(\ ad inoltrato iofìacchimento dell'azione cardiaca. ma senza sere esclusivi nella determinazione patogeneLica di tale Jallio, può dirsi come nello sviluppo di essa nella t'Il11eztoD&11''1 fica possano concorrere non uno ma diversi fallori mnrrruH.il~ un tempo, e nel caso allu,ale credo abbia ad allribnirsi la manifestazione aJI'avanzaLa paresi cardiaca. all'indebolita l"' zione Taso·motrice, all'nllerata crasi del sangue, al n~>urr~~fl-• mento nu tritivo, alla tendenza alla mortificazione, allo sii-: celo) ch'è il carattere tipico di siffalte febbri putride. ca811 tutte favoriLe nei loro tristj effetli dalla posizione decl if"e e rifel'ica di quelle parLi. 11 Liebermeister nel suo ant'eo trallato suj morbi da ùone acuta, noLa come in essi siavi una stt'llOrtiinaria 1•· denza alla distruzione dei tessuti, che ritiene dipeodente..-.-·.·<l'aumento di temperatura, dalla difettosa nutrizione, dal dit'eCloso circolo sanguigno; la resi!'tenza di tuili ~li organi, 8Jii scl'ive, è oltremodo indebolita ed havvi segnatamente • straot·dinaria te11denza allo sfacelo, cosicchè una influenza di piccolo conto, che negli organi sani non porta akun effettO. produce inYece la gangrena in tali stati infellivi, egli pure r& menzione di quattro casi di spontanea e parziale gangt·ena della


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cute delle dita dei piedi) che ritiene Pssel'e stata in quelle parti periferiche l'efTelto della difetLo.;a circolazione. Il Weber, insieme :~i piu stimati patologi, ammelle che in morbi acuti gravi e specialmente nel tifo, nelle febbri esantematiche, nella piemta e sellicemia la con~ccutira debolezu eardincn e l'atonia. dei neni vaso·motori possano bpingersi tanl'oltreda co titllire una triste predisposizione alla gangrena, che pesso in tali circostanze si manifesta in seguito atl inapprezzabili o lievissime inOuenze. Per siffalla gravissima predi~po~izione aJ alterazioni lrofiche non em da temere che. addhenendo all'amputazione, si fos:-e sul moocone riprodotto il processo gangrenoso 1 11grave stnto adinamico dell'infermo non infondeva ~iusti timori su i fune~Li efTeu i del coli:L~so che non rare Yolte io tali contingenze rende vana l'opera chirurgicn? Non doveva por tenersi calcolo delresi to quasi sempre fone:.Lo susse~uito all'amputazione in tali casi? ~on era ben de,olante il rammentare che lo .Jaccoud nella sua classica opera di patologia interna scrive: che questn gangrena. nPJia tifoide varie ,·olte ha richiesto l'amputazione, ma ch'egli non ricorda alcun esempio di g11arigiooe? Pur tutta. via l'accet·tata limitazione del processo gangrenoso e la provata eflìcacia della medicazione antisettica ne fecero concepire fondata speranza di potersi scongiurare la riproduzione della gangt·ena e le altre temute caustJ di morte per selticemia . .\lo ho di più ne impensieriva lo stato di profondo esaur;mento cui era ridotto quell'organismo, la minacciante dePt'essiooe dcll'innervazione cardiaca, e l'estesa ipostasi pul mouare; ma pure. anzichè rimanere speltator·i inerti di fronte a 1luegli atroci Yivissimi spasimi, anzich~ a!Jbandonnre l'inferm o al suo fatale destino, si riten ne e:; ere necessnr·io affidar~, alla chirurgia eflìcace, all'e'trema speranza di far riviYere l'opera !>nlvatrice dei poter-i fisiologici, sollraendoli pron-


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SOPRA UN CASO

lamenta alla micidiale influenza di quel vasto focolaio inf•!Uil• che ne paralizzava la benefica e salutare azione. Gl'insuccessi nelle grandi amputazioni, non sono molli erano ben sconfortanti e le relative statistiche veramente neste. Tutti ricordiamo di avete più >olte lagrimato la strage la resipola, la gangrena di ospedale, la piemia e la seuieemia facevano dei poveri operai i. Senza andar lontano posso ~ menta re come nello spedale di S. Fr·ancesco S;lverio di quesl& città, sopra 2 1amputazioni eseguite nell'anno 1866, si ebbero. 49 morli e di 4 amputati alla coscia non ne guari alcuno; quasi lulli soccomberono per infezione purulenta. Nello stesso spedale negli anni 4867-68 la mortali là negli operati fu del .i:O p. l 00 e pure quasi sempre in seguito a piemia. La stessa cifra di morti si lamentò, giusta la statisliea del Simpson, nella clinica di Edimburgo diretta dal S~·me, quando il Lister era ancora suo assistente. Ma se non possono meltersi in dubbio i sopraccennati esiù sfavoreYoti e quelli più funesti ancora ricordati dal Jaccoud, come sopra ho detto, non è men vero però cbe la mortali&& negli operati è straordinariamente scemata dacché venne ia onore la medi calura antisettica, i cui trionfi sono cosi noti, che sarebbe ozioso richiamar! i alla memoria. Basti solo il rammentare i risultati delle statistiche dello Shede riferite dal )Jac Cormac; dalle stesse rilevasi com& sopra 38i operati, ma sottoposti alle cnre dell'antico sistema, si ebbe un numero di 111 O morti, di cui n per piemia e f9 per sellicoemia. Per !"opposto sopra 3~ l casi di amputazioni eseguite per ferite, per malattie varie e pe1· tumori su diversi membri. ma curati col metodo antisetlico, escludendo ben io• teso le piccole operazioni delle dita delle mani e dei piedi, U soltanto furono gli esili infausti, e di questi solo:~ po3sono es-


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sere attribuiti a cause settiche, perchè ahri 8 morirono per collasso nel giorno stesso della operazione e gli altri per debolezza senile e per emorragia secondaria. Onl prospeuo delleamputaxioni eseguite nel triennio 1877i8-i9 nella clinica chirurgica di Palermo, diretta dall'illu~tre professore Albanese, ch'esige nella cura degli operati una scrupolosa ossen-anza nella medicatura antisettica del Lister lie,·emente modificata, sopra trentasei amputazioni non si ebbero a deplorare che &ue soli esili letali, ed è giusto il notare che tra que~te operaz;ioni figurano non meno di dodici ampuLMioni della coscia, di cui due sollotrocanteriche. Ire disarticolazioni scapolo-omerali, due disarticolazioni dell'intiero piede, oltre varie amputazioni della gamba e dell'a\ arobraccio. Tali splendidi e ripetuti successi han sollevato l'ardi re chirurgico al posto che deve avere, ed ormni i più grandi atti ope· ratiri si compiono non solo colla fondala speranza di salYare l'infermo, ma anche con quella di raggiungere la guarigione io un periodo di tempo relativamente molto breve . Le considerazioni sopraccennate ne diedero coraggio, vinte le crudeli Lrepidazioni, si abbracciò lì denti l'tlnico mezzo di scampo che rimanesse: colla demolizione dell'arto si contese e si rapi alla morte una nuova vittima. Già sono quallro mesi che il soldato Fot'tuna ba fntto ritorno ai suoi cari, e quando tra essi !"i l'idesterà la rimembranza degli atroci dolori patiti, del tormentoso indomahile insonnia, dei leniuili giorni di agonia, questo triste ricordo si confonderà. con quello della fraterna assistenza che qui si ebbe.


LA AIEDICINA CONTRIBUTO ALLO STUDIO DEtLA

EPID&,IIA COLERICA DI PALERMO NELL'ANNO 1885 Comunicazione fatta alla conferenza medico-$cientifica dell'ospedale militare J)rincipafe di Palermo nel mese di dicembre 1886 dal capitano me;Jico Alvaro dott Giuseppe.

III. L'ordine delle cose corre sempre dietro quello delle idee. Durante l'epidemia colerica del 1885 in Palermo, la Com• missione sanilaria municipale diretta dall'esimio e benemerito professore Enrico Albanese, procedette con larghezza di vedute e di mezzi allo sr.opo di soffocare e debellare il morbo. Il risultato di tante forze impiegate, con generale relazione ce la darà quanto prima il prefato professore. In tutto ciò che si riferisce al militare, potrei uscirmeoe col dire che sono state strettamente eseguite tutte le regole igieniche prescritte dai nostri regolamenti, e che indistin• lamenta da tutti i colleghi si è gareggiato per zelo ed abnegazione nell'adempimento di quella parle di servizio che a ciascuno spettava. Ma mi giova annotare che i nostri supe· riori, sempre vigili sopra lutto quanto può tornare utile alia salute del soldato, accolsero favor evolmente tutte le proposte fatte dal direttore di sanita. Fra queste proposte figu· rano in primo luogo: a) l'aumento razione vi \'eri e la somministrazione g iorna· lie1·a di vino e caff'é alla truppa;


CONTIIIBUTO AT,LO STUDIO, ECC.

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b) lo sgombro delle caserme non appena venivano colpili successivamente dal moebo due o più individui, col portarsi la truppa ad acc~:~mpare in luogo venlilaLo ed aperto ; e) la sommini~trazione di acqua potabile bollila. 'renne così adottata pel soldato una cura preventiva fisiologica, coll'intento di conservare ed aumentare le forze e di allontanare lutto quanto poteva essere veicolo dell'elemento colerigeno, od apportare lo sviluppo del morbo. Dall'applicazione di tali scientifici principii si ottennero i risultati che qui vengono registrati in appositi specchi.


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CONTRIBUTO ALLO STUDJO

A. Mooimenlo gton.aliero dei colerosi mihtc~i • distinto per casi e per deeel$$i. )lESE [l[ OltObre

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DELL.\ I'PIDElll \ COI.EIIIC \ DI I•.H.El\llO ~ELL' A'iXO 1885

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B ..\Jorwtenlu dPi la;::aretti militari distinto pt~r prt•.~iclio e per e11ito di cura.

PIU:SIDIU

Palermfl. . . . . Y onreule . . . .

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Bcl~non.le (pr t>std. prov\'l SOt'lOl

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S. B.- Fut'òno inoltre CtU'ti Lt nei delLi lazzaretli N. 17 ndiviJui non miliLarl che figurano come appresso:

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1 l..'t suor3 dPfuo la ru curata nell'ex conrenl ttlln di~- Cita.

Suore di caritA . . . . . Guardie di pubblica »icurezza • ,{j finanza .

••

ca1·cct·arie . .

Borgne::-i operai .

Total~.

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3


658

COJ'i'TRTBUTO ALLO STUDIO

C. Casi e decessi distinti per corpo e mesM in rapporto con la forza media preseni~ duT'ante l'epidemia. ~umcm dei

CORI' l

l

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Casi llorti

1~ legione reali carabinieri.

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(l ) Aggregato al ollstretto milìtars (!) Dcgcn t.e all'ospedale principale.

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107 30


DELLA EPIDEMIA COUillCA DI I'AtERMO NELL'ANNO ·1883 659

Fin dai primi giorni dell'epidemia la truppa ha dovuto preslare un 1•ude servizio di sicurezza, reso necessario da fer-

mento popolare e da pericoli di gravi perturbamenti nell'ordine pubblico, ed in massima si ò notato cbe i reparti di truppa più colpili furono quelli cbe prestavano tale servizio. Come dissi avanti, nella cura del colel'a in passato sono stati impiegali lutti i farmaci conosciuti in materia medica, l'indirizzo della moderna terapia ci spinse nel campo della pr&venzione e della cura fisiologica. Nelle nostre caserme, nei nostri ospedali e nei nostri lazzaretti furono rigr)rosaroente applicali i dellami del presente sapere scientifico, e, a parer mio, i risultati non potevano essere più soddisfacenti. Basta citare il fallo che nessuno del personale addetto al servizio dei colerosi nei Jazzaretti ebbe a contrarre affezione colerica, per dimostrare la potenzialità dei mezzi e la giustezza di vedute che oggi possediamo. Palermo in 49 anni ebbe sei epidemie di colera, con un to· tale di decessi rappresentato dalla cifra di 44335 divisa nel seguente modo. (Albanese).

.U!no Popolazione

1R37 18'14 18;)5 1866 1&ì7 1885

176752 182270 182Hl :!00012 1975i-3

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2/10

0,78

Annotazioni

l"'"~~

• • oompu~

la forza 1ft>! llresidio n e la relativa perdita.

~on sono riuscito di poter trovare dati esatti r iferibili al ~thtare nelle epidemie degli anni 1837 e 1855 in Palermo. ~r l'epillemia degli anni 185~, la direzione centrale di statiStica per la Sicilia melle la seguente notazione: i c.olpili di ~o:era fra le truppe del p1•esidio messi in rapporto con 1000 "la popolazione, rappresentano il 2, 966, ed in rapporto ai morti il 1O 12 •;

'

..


660

CO:-iTRIBUTO ALLO STUDIO

Delle epidemie degli anni 1866- 67 abbiamo il vimenlo: l. Specchio numerico dei militari colpiti da colera sidio di Palermo durante ranno 1866, distinto e per decessi. .\fESE DJ

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DELLA EPIDEMIA COLERlCA Dl PALERMO l\'ELL' ANNO 1885

661

n. Specchio numerico dei militari colpiti da colera nelranno 1866 messo in rapporto con la forza media del presidio.

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Palermo

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66:2

CO:'\"TRIBUTO ALLO STUDIO

111. Spcrchio numerico dei militari colpiti presidio rli Palermo durante l'anno 1867

e prr decessi. ~ESE DI

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EPIDEXIA COLEI\LCA DI PAI.El\)10 NEL t.' ANNO 1885

663

• Specchio 1tCtmerieo dei militari colpiti da colera nelf annO 1867 me~so in rapporto con la .for:;a media del Pre.~idio.

Ba pporto JlE'f 100

orelbf•)Tf..'\

media del

E cosi dal riepilogo genurale per gli anni 1866-67 ed 85 ab· biamo le ~eguenti cifre.

Anno

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Tolt~le \1\a~portll rer t!JO\ drl th Ila forzn. tleJ

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69

Annotazioni

Casì 1Decessi

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------------------1

6,5 cifre dei det<e>SI sono :~,0 Lflr~gorusunente I!S:Ille. O,i

Da que::>li òali dimostranti tullo il movimento morboso del militare nelle epidemie di sopra segnate, chiaramente r ifulge l'tmmen~o pro~re!'t'"O Callo dalla scienza in questi ultimi anni, e con d1rno«lroz10ne matematico po!'SO chiuder~ questo mio scritto affermando col Mag~ioreni che la medicina di prevenzione à ptù efficace della medicina curtlli'>a. Pelet•mo, novembre 1 86.


STOHIA CLI:\ICA 111 tl\

SARCOMA ENCEFALOIDE TALENGECT Lettura faltn alla conft>renm ~~tienUJica di dicembre 188& nell'ospedale militare principale di Lh orno dal dottore JWeye iJi Pietre, sotLotenente medico.

Nel reparto chir urgico di questo ospedale militare eseguila nel mes.; di giugno lòC<Jrso una amputazione medio della coscia ~ini~tra per un sarcoma che n~r~nnfiii'IPIIL'l la parte superiore della gamba corrispondente. II lasciato l'ospedale dopo sessanladue giorni dalle munito di conveniente apparecchio di protesj ed in condizioni generali. Credo che il caso meriti speciale zione poiché l'operazione fu eseguita in un individuo da molli mesi, in pessime condizioni di nutrizione, e il risultaio fu migliore di •ruello che poteva pr evAr1el''IIJ. Anamnesi. - Cerchia Carmine, guardia dt fina nza, di di costituzione originariamente buona, travasi ri"'n,rAPam questo O!'lpedale militare fino dal novembre 1885. Fu militare nel i3... r~ggimento fanter ia e nel teo:apOti.J suo servizio non !"Offrì che di rebbri periodiche, al nate come lo dimostra la licenza di convale8cenza tenne dietro. Sus~eguenlemente prese servizio nel corpo guardie di finanza ove ad eccezione di una lieve aO:eziOD'e··'l ncrea curata in questo ospedale, godè sempre buona fino al novembre 1885. Racconla che in qt:ell'epoca, mentre montava in una patì un t rauma alla parle superiore della gamba sinistra


STORtA CI.IXICA, ECC. e~terno ove si iniziò un dolore s egui lo da tumefazione ~i che non potendo continuare il servizio rico verò allo spedale. La tumefazìone andò crescendo gt'Adalamenlefìno ad acquistare la grandezza di un pugno, la pelle ciecostanle ar·t•os sata poteva sollevar·;;i in pieghe. Colla palpazione a vve.rti va un senso di fluttuazione p rofonda nel tempo che si r i!>vegliava vivo dolore. 1119 novembre 1885 venne praticata una prima incisione alla par·le esterna della gamba sinistra terzo ~uperiore, ma non ~~ ebbe uscita di marcia. Conlemporaneumenle venne febbre preceduta da freddo intenso ed accompagnata da cefalea e s timolo di sete mo.rcatissima. Nei ~io mi seguenti la tumefazione anùò <!r escendo, la g amba si fece edematosa llno al collo del piede e la febbre pur e non oltrepassando i 3 ".5 centigr adi si mantenne ogni giorno mentre il malato dep('riva a vista d'occhio. Il :!.7 novembre comparve la suppurAzione delrincisione fatta, in breve si fece abbondante e la uscita del pu.s era più copiosa comprimendo la gamba posteriormentE' di basso ln allo. lu cor rispondenza tlella articolazione lihio-tarsea, la tumefazione preRe un colorito rosso Pr isipelatoso che si estese a tutta la regione anteriore della gam ba, invase il ginocchio prolungandosi posteriormente ,-er so il terzo superiore della coscia. Il 10 dicembre venne falla una seconda incisione in vicinanza della primu ed allora la secrezione purulenla !md6 di· minuendo e scomparve la febbr!:>. -:'\ ello stesso tempo m er cè le cure opportune si dileguò la ~'resipela sopraggiunta. - P oco dopo appar,·e una seconda tumefazione alla parte interna e media della gamba ed il 16 dicembre ivi si fece una incisione di c1rca cinque centimetri di lunghezza con uscita di quasi mezzo litro di pus sciolto, fell:lnle ed abbondante emorragia venosa. Introducendo una siringa di cautcii.l nella incisione si poteva spingere paralellamente all'osso per· quasi venti centimetr i e per un tratto di ollre cinque centimetri s i av'\"'ertiva ùenudamento dello osso Per Perioslite. Nel ~ennaio non ebbe quasi mai febbre, la suppurazione


666

STOlliA CLIXICA

continuò abbouùanle dalla apertura interna si avvertiva s~mpre l'osc;o scoperto. Intanto da l Ialo esterno le ferite falte si richiusero tumefazione andò aumentando dando il senso Ji una flulluazione poiché soLLo le diLo. pareva di romprimere sostanza gelatmosa anzi che una raccolta liquida. Fatta una nuova incisione si ebbe abbondante emorragla da lari arteriosi e ai labbri della fPrita fece capo una ne<)P~Dft zione fungosa, di colorito giallastro, poco aolen le, 16 \:.au n.,.. sàn~uinaute e di consislet1za molJe come cervello. allora apfJlicali d~i cerolli alla Bajnlon e dopo cinque o giorni rinnovata lo medicalura si tl'ovò la n sempre dello sles~o ·volume, con getti di sangue a ;c.•nuto•~ specialmente ~e si faceva pressione sulle parli \·icine scopo dt dare esito al pus che tendeva ad infiltra rsi 10 Riconosciuta la oppot·lunità di una cut•a chirurg1ca litrtce non fu. possibile persuadere il paziente a s.ollo e I"Olo acconsentì che fossero praticate delle cuuter.i zz,:.~)J!Jl col termocaulf"t•io di Paquehn dalle quali per altro ~i poco vantaggio. lnlanlo le partì basse della gamba mente in vicinanza del malleolo interno erano sempre edemalo!<e e molto dolenti. Nel mese di febbraio le condizioni generali c locali giorat·ono assai. Il malato continuò a deperire v ricompRrve la febbr·e, che in breve si fece tanto a lta da dersi imminente una calasll"ofe. La neoproduzione ~'"'~~B,..J' set·Lando i medesimi caratteri e si stabtD una pr ofusa purazione con perdita di sMtanze cellulari gangrenale si al lato della neoproduzione si aveva una notevole sostanza. Jl 6 febbraio venne aspor·tato un pezzo di silà del peso di cinquanta gr& m mi e dalla superficie del si ebbe abbondante emorragia che venne frenala <'olia plicazione di lamponi al percloruro dm ferro. In questo t etDP''<'•:i la ferila interno che et·a quasi cicatrizzata si fece di nuova suppunmle, compar ve anche da questa parte uua neoprodazione fungosa identica per caratteri a. fJùella del Jato esterno ed accompagnata anche essa da abbonda alt> cmorra~ia e per; dìle di sostanze morLiftcate. Le condizioni generali


DI UN SARCOMA E~CEFA LO lDE TA LEN~:ECTASJCO

667

sempre aggravatissime per l'alta febbre, pel marasmo e per ripetute scariche alvine liquide involontar ie che non cedevano ai rimedi. Nel mese di mar zo il ma htlo a ndò un poco migliorando, la febbre per altro comparve quasi tutli i giorni dopo il mezzogiorno preceduta da intenso e lungo brivido; locallllente poi gran quanlilà. di pus fetido, emorragie frequenti, perdita di sostanze oecrosale e neoproduzione in aumento. In aprile le condizioni locali furono quasi le medesime, la r~bbre a volle abbastanza elevala, ma talora periodica e apiressia. In maggio presso a poco ò stato lo stesso sia pel generale che pr'r lo stato locale. Intanto il malato vedendo t·iuscire inutili tutli i tentativi di cura conservoJrice e sentendosi ripetere che poteva sperare molto da un allo operatorio, cominciò a recedere dal proposito fatto di non volersi operare, e finì per acconsenlit•e a quello che sarebbe stato deciso in suo vanloggio. I n lutto questo tempo la cura faLLa venne divisa in genet·ale e locale; la generale intenta principalmente a sostenere le forze dt>l malato dando lo.lora gli antipiretici per l'alla temperalut·a, i calmanti e gli ipnotici per i dolori e la insonoia1 gli astringenti e s tiplici per !a d1arrea; la locale consistente principalmente in medicatura anLiseptica coadiuvala dai caustici e dagli emol'ltatici. Stato attuale del Cerchia il giorno del consuUo. - Il 3 giugno venne ordinato dal signor direllore di questo ospedale un consulto a cui presero parte tutti gli ufficiali medici del presidio. In quel g-iorno lo stato del malato era il seguente. Individuo assai depet•ito, con pannicolo adiposo scarso, masse rnusrolari flaccide e in preda a pt·ogressiva a~rofia, pelle sollevatilt} in larg-he pieghe. Ha fisonomia inditrerente e talora apatica, Il colorito della faccia giallo terreo, le muccose pall1de, le pupille r·eagenti agli stimoli luminosi. Impulso evidente nel giugulo e nelle fosse sopra cio vicolari. Torace ben conformato, con escut·sioni costali normali, tipo respiratorio prevalentemente costo-addominale. Esame del torace sia anteriormente che posteriormente negativo, tanto alla Percussione che alle ascoltazione: Area del cuot'e nei limiti


668

STORIA CLI~LCA

fisiologicr, la punta ha un impulso assai visibile spazio intercostale all'indentt<o del capezzulo mammario. Toni assai netti un po' accentuati il pr imo; nessun polso piccolo e YUoto; respirazione piuttosto frequente. Nessuno alterazione negli organi dt>lla. cavità Funzioni dell'apparato dirigente attualmenlB normali. :\!anca la febbre e vi ha un certo grado di anoressia. La denutrizione che progred ì rapida due mesi fa, ora si mantiene pres~o a poco nello stesso grado. Localm,.nle si osserva deformìhi di tutto l'ar to sinistro, il piede assai tc.mefallo, le parli inferiori della garnha atrofiche e infiltra te; le parli superiori presentano all'esterno una fon• gosila della grandezza di un arancio ordinario, di figu ra che rammenta il cappello di un fungo di consislPn~a molle come cervello, facilìssimamente in sa ngui nao le, su ppuraole con estesu perdita di sostanza all' interno, si che nel cavo esistente si possono introdurre quallro òita unite . .\ Ila parte interna Asiste un'altra neopr'oduzione vegetante un po' Più piccola di quella esterna e con i medesimi caralt~ri. Alla parte anteriore e a quella posteriore delter·zo superiOre della gamba esistono alcune soluzioni dl conlinuo, con margiru frastagliati, fondo giallognolo costituilo da so~tan~a identica a quella delle descrille neoproduzioni e tendente a vegetare. La coscia corrispondente presenta le masse museo· lari molto ridoUe e in basso verso il ginocchio la pelle seoea ed aderente alle parti sollostanti fino datrepoca in cui '9Ì et'R erisipela propagatasi dalla gamba. I movimenti dAll'articolazione del ginocchio sono dolorosissimi, per quanto sUa ispezione non si noli nè tumefazione, nè arl'ossim~.:nto. Colla palpazione m corr'isponùcnza del conti ilo ester·no del femore, il dolore si fa più vivo e paro di avvertire una minor·e rf"sistenza nell'osso sollostante per cui sorge il dubbio ché anche l'at'licolazione del g-inocchio cominci ad es!':ere att~te• cala per quanto la neoproduzione sia distinta da essa. Diaonosi. - Do"endo formulare una diagnosi è a ritenersi che si tralli di un sar·coma encefaloide tolengeclasico. Infalli quest.a neo- produzione l'abbiamo in un individuo di 2'1 anni, ed il sarcoma suole compal'ire dopo i 20 aoni; si t: ioi•


Dl t;~ SARCOMA L'lCEFALOIDE TALE~GECTASICO

6()9

ziato dopo un trauma e in una località ove per il solito suole comparire, poicbè il sarcoma predilige quelle sedi o ve esiste connettivo o suoi equivalenti e come primitivo lo troviamo il più spesso nelta pelle, nel connettivo soltocutaneo e sottosieroso e intermuscolare, nel periostio della diatlsi delle OS!>a lunghe. nel midollo, ecc. In questo caso parrebbe che il lr'auma fosse stato la causa determinante la proliferazione delle cellule connetti vali, e conseguente tt·asformazione di lel"'IUlo sarcomatoso. Altro carattere sat•ebbe l'avere esordito unico e fattosi poi multiplo alla superficie, ma è a sospeUarsi che le due fungosita, esterna ed interna, abbiano una medesima base. Il colorito rosso pa~lierino della superficie di sezione, con chiazze di svat'tato colore; il succo lallescente che si ha raschiando la superficie, la figura, la consistenza, la limitata e~tensione non contraddicono la esistenza del sarcoma. Si ò poi esula una infezione lenta graduale e questa pure suole verificarsi nei sarcomi, per qaanlo oedinariamente, nelle forme molli assai vascolarizzate sia a terni'I'Si una infezione sollecita con esito letale. Il fallo poi di avere una fungosita con vasta perditA di sostanza circostante l"i Yerifica nei sarcomi qut~n do questi si ulcerano e come nel caso nos lt'o danno luogo ad esle~e cavernP. per mortificazione di le!=>SUli. Infine l'osservazione microscopica ha confermata la diagnosi clinica, poicl!è si sono ottenuti dei p1·eparali che hanno falto riconoscere trattarsi di un sm·cuma p-lobo-cellular·e. Si o::;servavano degli elementi cellular i wm i più grossi r otonùi con nuclei ovali o vescicolari, con sostanza intermt!Jia gt'anulo-fibrinosa e con vasi numerosi attraversanti le masse cellulari. Le pareti vasali apparivano assai sottili. Alcune cellule erano ripiene di granula zioni adipose e ciò per Ja degenerazione che invadeva illumore. ProrJno$i. - La Jli'O~nosi è riservalisl';irna perchè il sarcoma é un tumore !>empre temibile e spesso maligno. Talont estirpato non si ripl'Oduce: in altri casi si ha una recidiva il1 loco, como pure può sollecitamente ripetersi per melastasi. Non vi sono caratteri macroscopici od islologici che possano servire di base a fare una prognosi sicura . P erò


67()

STORIA CLI~ICA

in tesi generale si può ritenere che le forme molh mtaOIIJ81 encefaloiui siar.o le piiJ temibili, cor.ne pure rJuando .si luppano rapid~menle Ja prognosi è grave. Va notato che nelle recidive il sarcoma suoi prendere un an,r:larnetliOll più acuto e fat·si piit maligno e se è moile diventare se1rnpr-.J piu molle e anche trasformar·si in cancro midollare. Terapia. - Per tutte queste c-onsiderazioni, per il che la cut·a antisettica, per quanto coadiuvata dai caustici e dalle parziali esportazioni, f. riuscita inefflcacto, non resia da prendere altro pr·ovvedimento che quello di una cura demolitrice, la quale togliendo l'organo affetto allontani i pericoli che minacciano l'infermo. Tutti i signor i ufficiali medici consulenti presa cognizione della anamnesi e visitato il malato convennero nella necea· silà eli un'amputazione della coscia. È ben vero cl1e il proporre una operazione cosi grave può far·ci incontrare molti pericoli, ma questi non si scongiurano lasciando le cose nello stato atluale, poiché il deperimento generale ridotto a consun· zione e marasmo, le profuse supput•azioni lasciano ben pochi giorni di vi la al malato, laddoveè a sperarsi un risulta to prop~zio dafla operazione, tenuto conto principalmente della giovaue età dell'individuo e della poca malignità del tumore addimostrata fino ad oggi. Se il Cerchia molti mesi fa ave!:l"e acconsentito ad un allo oparatorio, era forse possibile conservargli l'arto tentando l'esportazione del tumore e la reseziano di quella parto d'of:so che al riscontro specillar e appariva denudato e ammalato. Non si può pensare ora alla disarticolazione del ginocchio per·chè manchereboe lo spazio per il lembo cutaneo, perchè cominciano ad esserre attaccate le articolazioni e infine perché in ques~i casi 6 precetto allontanarsi dalla sede pri· mitiva del male, es!lendo possibile la recidiva in loco tantd più facilmente quanto più la operazione é caduta vicina al tumore primitivo: non alla disarticolazione della cosda a vendo campo utile operati vo e meno pericoloso nel cor·po della coscia stessa, per cui tenuto conto di molte circostanze favorevoli venne decisa l'amputazione della medesima al terzo medio col processo modificato dell' Aliçon. - Il sig. capita no me-


DI UN SARCOM.<\ EN CErALOIDE TAL.ENGECTASICO

G'i l

dico Puglisi Michelangelo vf>nne incaricato dal ;:;ignor di1·et · tore ùE~IIa esecuzione del processo opera to do che egli eseguì il 7 giugno alle 9 antimerid iane previa clor ofor mizzazioue del paziente. L'operazione eseguila non offl·ì inconvenienti di sortf\ ed il moncone fu riunito con cinque ponti di sutura attortigliala indi si soYrappose una completa medicatura a lla Lister. Reperto anatomo-patologico dell'arto amputato. - Dopo ropPrazione venne pt·aticala la autopsia dell' arto amputato allo scopo di confermare colla diagnosi analomo- patologica, qu~?lla clinica già falla. L'arto appariva mollo deformato, il piede infillrato lanto che alla impressione digitale rimanevano delle profonde infossature e ivi fatte alcune punture usciva un sier o limpido abbondante. La pelle di colore scuro er a for temente adesa alle parli sottostanti specialmente in alto ove er ano le neoproùuzioni fungose Falli due tagli su lulla la lunghezza della gamba uno anteriormente ed uno posteriormente ed asportala tutta la pelle si tr ovò che in lulla la t•egione del polpaccio mancava il cellulat·e sollocutaneo ed il grasso, le masse muscolat·i et'ano completamente sostituite da una sostanza giallo gr·igia~lr'l di consistenza encefaloide, assai vascolarizzala. Le due fungosilil esistenti all'interno e all'esterno della gamba e che a pelle intalta parevano due tumori distinti, ora apparivano come due prominenze di un medesimo tumore. La neopr oduzione venne facilmente esportata e t'appresenlava in volume e peso, quello ili un grosso cervello. Lungo lo spazio interosseo il tumore si approfondava, la Libia ed il perone apparivano vastamente denudali per pregressa osteo-perioslile; anzi Il pero ne era affetto fino alla sua estremil8 superiore e la lesione osse11 si estendevn alla vicina articolazione del g inocchio. l condili del femore specialmente l'esterno erano pure aHerali poiche non esisteva più il rivestimento periarLicolar e e nella e;ostanza ossea si poteva facilmente infiggere un coltello e tagliarla, aver.do essa acq;.~islato la consistenza di una cartilagine. Dal mezzo della gamba in giù non vi ern piu tumor e, ma le parti molli apparivano atrofiche ed eravi copioso infiltra-


STO RIA CU~l CA

mento del cellulat·e sotlocutaneo. Non si riscontrarono nelle ar•ticofazioni e nelle ossa del piede. P raticati tagli in tliverse direzioni nel tumore s i dappertutto di consistenza molle come cerv~llo, con gialle per degenerazione adiposa, con aree colorate in per notevole sviluppo di vasi. Alcuni pezzi vennero durire per un piu diligente studio microscopico. Tenuto della sede, del modo di comparsa e di accrescimento del more come pur~ della forma, consistenza e vascolar1l8 si essere certi che il r isultato analomo- patologico ha COIIlfer,pJ malo la diagnosi clinica fatta che, cioè, si tra ttasse di sarcomn encefaloide lalengectasico. Anche Je OSS·3r vaziooi microscopiche fatte sui pezzi espor tati e induriti hanno COih fermRto que-lle fatto prima della operazione poichè s i SODO trovati gli elementi caratteristici del sarcorna globo-ctlllulare. Esiti, dopo l'operazione. - La ser·a della opet•azione rn_. putal.o non 11ccus6 alr.un disturbo, rimase apire llico e nel corso della notte dormi alquanto tranquiJlo, mentre da mol&o tempo non chi udeva occhio che ad un sonno br eve ed agitato, 8 giugno. - Nulla di notevole nella giornata, apireltico la mattina: ebbe la sera leggero movimento febbrile (3i":S). 9 giugno. - Lievemente febbricitante la mattina (38.); alle 3 pomeridiane aveva T. 38•:4, e alle 7 pomeridiane T. 3!f comparve un poco ùi secrezio'le marciosa al di fuot·i della medJcatura ed avverti qualche dolore vago nel moncone. iO giagn.o. - Alle 8 anlimeriùiane è stato scoperto iJ moocoue pet• pt·aticare la pt•ima medicatura; Ju secrezione marciosa tli 'JUesti tre ~rorni era in poca quantita. La !'.Uperflcie ùi !"ezione appariva di colorito rossaslro con gt'Rnulazioni. Si ripetè la medicatura alla Lister. Le condizioni !:enerali ::>ono buone per• quanto si mantenga febhricrtante. · ii! giugno - Sl.umatlina ru praticata la s~conda meclicatura; vi era marcia in discreta qunntita: ùel resto il moncone progredisce nella sua regolare cicatrizzazione. Yengono tolti due dei cinque punti di ~utu1'8 e la ferita appare cicatr inala tra una parte e !'allr'n. Il dr·enagg-io non entra piti completamente per l' a\'venula adesione; si rinuuova la medkatura


DI U~ SAtlCOllA ENCEFATOlDE TALENGECTASCCO

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alla Lister. Lo stato generale va assai migliorando, la sera lie\·e movimento febbrile (T. :38'). 15 gittgno. -Il malato ha stitichezza da alcuni giorni ed oggi accusa dei dolori vi-;cerali. Si somministrano trenta grammi di tartralo oi soda effct·vescenle e la sera un clistere oleoso purgalivo. Nt'Ila notte i dolori viscerali sono aumentati ed ha dei crampi al moncone. 16 giugno. - Stamattina attese le soiicrenze del malato è stata falla la terza mcdicalura. Scoperto il moncone si é os· servalo che la superficie di sezione crasi riaperta nel punto dei due spilli di sulut'!l tolti giorni sono. L'osso che appariva, era quasi lutto ricoperto dal pel'!oslio neoformato. Vi era abbondante pus nella medicalura e se ne poteva fare uscit·e anche colla pressione. L'allontanamento dei margini della ferila era dovuto alle involontarie contrazioni avute ieri sera quando il malato soffri\•& di dolori viscerali. Vengono messi altri due punti ,li :;lltura attorcigliala per riunit'e le partì allontanale, e quindi la. solita medicotura alla Lislor. Il malato dopo il clistere oleoso ha avuto diverse scariche liquide che si ripetono anche oggi, i dolori E~ono scomparsi. È apir·ellico. 23 aiuano. - P•·alicnla o~g1 la crual'la medicatura si tolgono i punti di sulur a essendo la ferita quasi lulla cicatrizzata. Pochi~sima suppurazione. Si sovrappongono lislarelle di sparadrappo ade~ivo e ~i rionuova la medicalura alla Lister. Ollirne le condizioni generali. 28 giltrJnO. - Og!!i alla fJu inta medicalura è cad:.1lo il laccio della arteria femorale, ventiduesimo giorno della operazione; !a ferila può ritenersi C•>me cicatrizzata eEsendovi due soli puuti ove erano i dt·ema ggi e che banno bellissime granulazioni. 30 giuyno. - Cicatrizzazione quasi completa; lodevolissime le condizioni generali. Il malato non si riconosce più dallo stato di marasmo in cui Pra; si è rimesso assai bene; la nutrizione proceùe regolarmente; le masse muscolari da flac· ciclo cominciano a mostrare una certa resistenza. Il colorito della faccia si é rifatto roseo. \.3


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STOR1A CIANJCA, ECC.

8luglio.- Venne applicato l'apparecchio di protesi la ferita del moncone completamente cicatrjzzata. ~ei giorni seguenti il mulato non soffrl alcun u,.,,.....,..., andò abituandosi all'apparecchio, s1 che il 9 agosto dopo otto mesi di degen~a potè uscire dall'ospedale in ollime dizioni, poiché era in grado di camminare e appoggiarsi l'apparecchio di prote~i facendo uso di un semplice Riassumendo quindt Yediamo che dopo l'operazione le dizioni generali sono andate ristabilendosi sollecil.an11entt1 questo in gran parte è dovuto aiJa giovane età del SOJggl. . . ed alla sua costituzione buona. La febbre che si è avuta elle giorno dopo l'operazione, è stata sempre leggiera e vuta al processo suppuralivo. La cicatrizzazione per disturbala momentaneamente da quei crampi SoJoraggi1111C~ al 18' giorno, pure ha proceduto r~golarmente cd é completa in quattro settimane mercè la buona della medicatura alla Lister, che è stata sempre falla polosamente. Il Cerchia poteva lasciare l'ospedale depo mese dalla opel'azionA; ma é stato trattenuto un po' pit\ farlo meglio esercitare collo apparecchio di protesi. .


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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BroDoo-polmonite infettiva di origine lnteltlnale. - SEVESTRE. -

(Journal de8 sociétés scienfijlques, 2 febbraio

1R87).

L'autore ebbe occasione di O!-:Servare, durante l'anno 1886, dei fanciulli da uno a due anni afl'etli quasi simullaneament~, o piuttosto a qualche giorno dì distanza, da diarrea e da bronco-polmonite. Questi faUi offrirono tale concordanza da fargli nascere il dubbio se tra le due affezioni esista una vera correlazione o piuttosto una semplice coincidenza. I fatti osservati si svolgevano nel seguente modo: Un bambino è colto da diarrea assai intensa sin da principio: le scariche frequenti, in numero di 6·8-10 al giorno, ed abbondanti, formale da a.limenU mal digeriti e da sostanze liquide giallastre e specialmente molto fetide. Talvolta, benché as~ai raramente, si riscontra il vomito. Il ventre é generalmente disteso da gaz, massime nella parte corrispondente all'ipocondrìo sinistro, sul tragitto dell'intestino crasso: in qualche caso però il ventre è normale od anche leggermente depresso. Non vi ha febbre. ùopo qualche giorno succede la reazione febbrile e con~rnporaueamente ad essa comparisce la tosse, locchè av"•ene 2-3-4-8 giorni dopo l'apparizione della diarrea . .La tosse, generalmente secca, è più o meno intensa, la dispnea per lo più moderata, o, per lo meno, non così intensa :?~e la si osserva nella bronco- polmonite comune dei bam~0~· Alla ascoltazione si notano in qualche caso dei rantoli Sibilanti e sotto-crepitanti alla base dei polmoni; il più so; entP. però si constatano sia alla base, sia nella. regione asceldare dei rantoli crepitanti, oppure un soffio più o meno distint.o urante l'espirazione. ln generale i segni forniti dall'ascolta-


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RIVISTA

zione variano da un gior no all'aUro: i rantoli crepi softlo si por tano du.H"ascella alla parte anteriore dei ln~A .....,,., pw·e dopo di essersi mostrati a sinistra, si fanno IH•~nl~IA!III destra. Sembra da ciò che a vece di una brouc,u-1J•ou:nomiiiJ1 epatizzazione si tratti piuttosto d'in\·asioni di coln:.!'•~slltoalu o meno intensa. La compari'a della febbre coincide per lo più zione dei fenomeni polmonari od anche li precede di poco: la temperatura oscilla fra i 39 e 40 gradi con le!l~~ere4 missioni (di fraz1oni di grado) al mattino; ed il polso baLte HO, 160 volle al minuto. All'autopsia si l1·ova che le lesioni intestinali banno nell'intestino crasso ora nel gracile; altre volte poi si vano contemporaneamenie nelle due porzioni an1.i ac<ce!IDIII Nell'iutcsLino crasso si ri:::contrano delle arborizzazioni scolari isolate occupanti il più sovente una parte del trasve1·so; i gangli linfalici cor1•ispondenli a quesLe rizzazioni sono pur ess! con~estionatì rossi e lu Nell'intestino tenue si trovano parimenti delle val;COI-. zazioni, ma le lesioni piu notevoli e più frequenti stanno placche del P eyer', le quali si mostrano lumefalte rome febbt•e tifoidea, talvolta erose allo loro superficie, ma presentare una vera alterazione. Queste lesioni delle pe~·et·iane si trovano disseminate su tutta la superficie l'intestino tenue, ma sono più abbondanti alla sua inferiore, contrariamente a ciò che riscontrasi nella tifoidea: i gangli !infelici corr-ispondenti sono rnrtAnteDI congestionali e talvolta presentano anche dei pur:ti ragici. Nel polmone si riscontrano le lesioni ordinarie della polmonite ma con qualche carattere particolare: sel'lBra le lesioni abbiano p~r loro sede quasi esclusiva la dei polmoni: i nuclei d'induramento po1mouare trovansi alla superficie dell'organo e non ·vi si approfon<lano che l'estensione lli pochi millimetri. Questi nuclei, o queste plu.cche, sono di un color violaceo, depresse ~l delle parli vicine, di figura irregol&.rmente conica colla sila periferia. I gangli bronchiali sono pur essi


MED1CA

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La milza é di apparenza normale, il fegato invece si trova sp~sso essere sede di degenerazione grassosa.

Dai fatti sue~pos ti l'autore conchiude: i" Nei fanciulli da uno a due anni (e probabilmente anche ad t~ltre eta) nutriti con alimenti cattivi, può nascere una decompo~izione anormale delle materie contenute nell'intestino, dalla quale ne risulta una diarrea fetida ed un'enterite infettiva. 2• Con~ecutivamenle può nascere un'infezione ~enerale e particolarmente dello congestioni polmonari o la broncopoimonite. a• Gli agenti della disinfezione intestinale e specialmente il calomelano e la naftalina sono i mezzi migliori per evitare la diarrea e prevenire gli accidenti polmonari. È fuori dubbio che un'alimentazitme conveniente ha la più grande importanza nella cura di questa affezione.. Sul nuovo metodo di cura della collllunzione, ed altre malattie degli organi respiratori, con l'iDiezione rettale dei gas, pel pro f. BuR:-<.EY SEo.- (The Lan.cel, 16 aprile 1887).

L'autore racconta d'essersi recato a Parigi per studiare as!>ieme a Dujardin- Beaumetz e Bardot il nuovo metodo idealo da Bergeou di Lione, e lo riconosce ultle non solo m· Ile malatlte polroonali, ma anche nelle intestinali ed ulerine. '\on è ancora provato jn C{ual maniera agisca il baccillo per dislr·uggere il tessuto polmonarc, ed H dire che induce una infiammazione ed una degenerazione, è una ft•ase che non spiega nulla, perchè molli altri microbi raggiungono il polmone senza offenderlo. È egli possibile lo alterare siffattamente il mezzo nel quale il baccillo si sviluppa, da rendere innocua la sua presenza, come è innocua quella di tanti allri mict·obi? Un mezzo per raggiungere tale scopo sarebbe quello di penetrare nelle cellule e nel parencbima polroonare con de' corpi gas~osi che modificassero lo sviluppo del baccillo, e, fta questi corpi, i più appropriati sarebbero il solfuro d'idrogeno ed il bisolfuro di carbonio.


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IUVlSTA

Per lungo tempo han goduto gran ripulazione in le inalazioni di acque solforose e la loro jngestione, e nel alcuni anni prima della scoperta del Koch, l'autore una sua pubblicazione espresso il dubbio che molti contro Ja tisi avessero un'azione antisettica. Altri vapori furono sperimentati da Bergeon, como il forme gassoso e l'eucalipto, ma le inalazioni non dato buon risultato, e secondo l'esperienza clell'autore, falliscono per difetto di perseveranza ne' medici, nP.' maJall negli assistenti, e perché alcuni gas, come il solfuro geno, sono velenosi se respirati in certe proporzioni. C. Bernard &\•eva dimostrato che il grosso intestino sorbe rapidamente i gas, che questi passano nella CJr1:01~.-.l zione della vena por>ta, di qui nell"arteria polmonare, ed in con-. tatto del parenchima polmonare, dal quale sono eliminati, senza i tri~li eiretli che per la stessa quantità si veritich~re..., bero se fossero introdotti per inalazione. Dopo una <>erie esperimenti Bergeon trovò che era possibile ammini per la via reltale dosi relativamen te grandi di gas antis studiò l'azione di diversi gas, vide che l'aria atmosferica un atlivo irl'ilante della mucosa rettale, e scelse in l'acido carbonico, per le sue qualità anestetiche, e per la rapt; dita con cui veniva eliminato. Egli faceva passare J'uc1do carbonico per un gorgoglialore carico di una soluzione di solfuro d'idrogeno o di bisolfuro d1 carbonio, onde saturar l'acido c&J'bouico di vapori solforosi, indi iniettava questa miscela nel retto, alla dose di tre o quattro litri per volta, e quando il peziente non tollera,·a questa quantità di gas, la divideva in due, facendo due iniezioni al giorno di due litri l'una. Quest'applicazione è stata finora limitata alle affezioni degU organi respiratori, alla Lisi, alra!:'ma, ed alle condizioni catarrali delle vie aeree, ma l'iniezione di gas sedativi ba giù retO de' buoni servig; in altt·e malatlie, e specialmente nelle dolorose affezioni intestinali ed ulerine. Oltre all'idrogeno soJforato, si è adoperato il iodoformio ~ speso nell'acqua e messo nel gorgogliatore, e si è co~i iniet· lato in commistione all'acido carbonico, molto utilmente in casi di espettorazioni fetide; l'eucaliptol é .stato anche usato,


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ma il terpinol si è trovato più giovevole a modificare il cattivo odore che lt•amanda l'tllilo de' tisici. Il dott. Bergeo n ha curalo con la l metodo più di 200 rra maIali d'asma, di Lisi, di bronchiti croniche, dllaringiti, con merariglioso successo; il polso si abbassa, la temperatura si r iduce, i sudori notturni diminuiscono, l'appetito aumenta, la espettorazione !':Cen•a, la tosse si allevia, l'asma si allontana e diviene meno penosa, i dolori lar ingei si calmano. Tali sono i •·isullati ottenuti dal Bergeon io due anni di accurate osser''azioni, e non dis~imi li sono quelli del dott. Chautemesse in nove casi di tubercolosi po!monare con baccilli carattPristici negli sputi, quelli del dott. More!, il quale attribuisce n tal metodo l'efficacin a neutralizzar e razione deleteria de' baccìll•. quelli del dott. Bcnoel di Ginevra, quelli del dott. Bardet nell'ospedale Cochìn a Parigi. L'autore. per la brevP esperJeuzo. ùi sei settimane nell'ospedale del collegio reale, nou può che dar poclli ragguagli. Dice che l'operazione ò tollerabilissima, di nessun pericolo, di nessuna difficolla pratica, chG migliora la nutrizione e le forze, calma la dispnea,abbas&a la temperatura, re~olarizza il polso, scema l'espatto•·ato. È sempre urg-ente il modificat'e con g li unlisellici i processi ulcer ativi, dislt·uttivi e regressivi dei polmoni, e ~e la cura antisettica 1:<i ra sotto forma di aria pura in mare aperto, di elevata rPgione monhlO$a, di fore~t~t di T1 ini, d'ispirazione di vapori in appositi appartamenti, d'iniezioni ipodermiche di sostanze asettiche o d'iniezioni rett.ali di gas disinfettanti, il prindpio è sempre il medesimo, e da questo principio non bi~ogna allonlar1arsi. Solo è necessario curar per tempo le malattie pol~onari, e non attendere Il periodo ù'indelabili devastazioni e di avanzale consunzioni.

:tfuovt studi sull'erealpel&. -

Dott. Gt;ARNLERI.

Il dott. Guarnieri comunira all'Accademia Medica di R oma (A. 18~6, N . 6) ed agli 11 r~ltioi di Bi~zozero alcuni suoi studi sulla nalut·a palogenetica dell'eresipela. Gli studi furono falti ~oprA un inclividuo eh<', già pr ecedentemente affetto di alta Infezione palustre, colpilo da eresipela, mentre era conva-


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lescente di morbillo, soccombé in pochi giorni nP.l eresipela esordita alle gote si ~::ra estesa alle regioni larie; al. collo, petto, dorso; ed uWepoca della mor te era tata gangrenosa nella sede della sua prima C•Jrnparse. L'autopsia micro~copica rinvenne sulla pell(' gli reperti dell'eresipela, rneningi e cervello normali, poiWODlllll jpostatica a destra, fegato con lobuli netlamente ùislinli una linea rosea marcata, milza colle ordwar ie note della la!'ia cronica (ispessimenlo delle capsule, numeulo di e di consistenza). Alresame microscopico rinvenne micrococchi sulla del pello (nella quale l'eruzione era più giovane); i 'luaUJDi.. crococchi dilatavano le lacune del derma ed nei vasi linfatici P nel tessuto sottocutaneo. Xci fegato l'aumento d1 connettivo negli spazi triangolari e la zione dei capillari dalle pareti ispessite, c~e compr·imeva sformova gh elementi cellulari epatici (lesioni dovu~ cachessia malarica), rinvenne a piccolo ingrandimento numerose embolie micotiche, cbe aù mgrandimenlo ma appar vero co~Lituite da colonie di micrococchi a accumulati uei capillari dei lohuli. Questi micrococchi in moUl punti chia1·amente apparivano aver invMo le cellule tPliali, le cellule perivascolari stellale del Kupfer. e, che più monta, il protoplasma dei Jeucociti, i quali di streptococchi obliteravano anche per una certa estentoioQO il lume dei vasi. La neccosi jalina ora limitata alle p&red dei vasi, ora diffusa anche ai tessuti circostanti, circoseri• vova questi emboli mìcolici. Uguali embolie si rinve.mero pure alla milza ed ai reni. L'autore p1•aticò varie culture in gelatine nutritive ed ill agar-agAt' del succo sangujnolenlo della cute durante la vila e della polpa splenica dopo la morte, e ment1•e le culture dei succhi cutanei riuscil·ono sterili, fJUelle della polpa splenica produssero colonie di stl'eptococchl, fornili di tutti i~ ra1teri, che Fehleisen, Rosenbach ecc. ecc. deter minarono proprii allo streptococco della resìpela. . Le colture di questi slreplococchi in gelatine nutritive, m siero di sangue slerJ!izzalo, inoculate sollo la cute delle orec-


liEDIU

chiedi 6 conigli riprodussero costantemente la flogosi eresipelatosa ben definita nei suoi caratteri (edema, rossore, cercine limitante la zona di cute malata da quella sana). i quali dopo un decorso di 3 o 4 giorni rimettevano e da,·aoo luogo alla desquammazione della cute affetta. Io tal moùo il microrgani~mo sorpreso nelle vicinanze dei focolai di recente colpiti dalla flogosi, r invenuto poi negli organi interni ed in ullimo sottoposto a culture, che riuscile positive val~ero a r iprodurre la malattia, basta a stabilire la sua influenza immediata sulla paf.ogenesi di questa. Le cultut'O sopradette iniettate nelle vene giugulari di due conigli determinarono la morte del primo per setticemia, (e dopo l'autopsia si ottennero ùal sangue del cuore e della milza culture per caralleri batteriologici analoghe alle prime) e la morte del sPcondo per endocardite ttù-erosa con trombi micolici alla Lricuspide, infarti embolici al rene sinistro e zone necrotiche allorno a i vasi embolizz.ati, nello stesso modo che av,·iene nello endocar diti ulcerose dell'uomo. L'autore conclude che la penetrazione dei germi specifici del1'eresipela nell· interno dell'organ i~mo avviene dalle parti in cui apparì;;cono le manifestazioni locali, e che la li germi dovendo lottare col potere fagocitìco dei leucocili, i C{uali tentano di arrestarli nelle pil'ime '\tie, hanno su questi il sopravvento e sono sopraffatti a seconda della loro virulenza, e del potere di resistenza che contrappone l' organismo. E nel caso studiato dall'autore la grave cachessia palustre e la pregressa infezione morbillosa hanno sicuramente influito sull'esito letale, percbò un organismo debilitato (in cui forse la potenza di digestione cnùo-cellulare dei fagociti era sensibilmente diminuita), non palette impedire che i germi penetrassere fino agli organi interni. In modo uguale ~i spiegano i molti casi, segnalati dal Rhiiner e Scitz di tndiviòui morli durante un tifo complicato a resipela, nei quali 1'aulopsia e l'osservazione microscopica r ivelò la presenza degli ~treptococchi della r esi pela ai reni ed alla milza. :-\on è improbabile che i germi della resipela siano pur quelli cbe deteeminano l' endocardile ulcerosa, come ad esempio 'lUella che si sviluppa noli' infezione puer·perale; ed ò così


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RIVISTA

che il poter e patogenelico di questo slreptococco, !imitaLo Fehleisen ulla sola r esipela, dt venta più importante ed potendo esso solo esser la causa di processi morbosi carnenle ed anatomicamento dive1·si. Non possono esser misconosciuti i corollari d'alto pratico, che si deducono logicamente, quante alla or<[)ntfiBI alla cura ed alla prognosi della resi pela, dalle n,::•~PrvA'~ del distinto micologo di Roma. La genesi della m.a .lattla di Brlght per MILNI'.R Fn-r•~F.~tmrJ:.' - (The Lancet, 16 apr·ile 1867).

Il lento e graduale accrescimento del tessuto del r eno a spese del tessuto piu importante, ò solo una del processo morboso. Un simile processo avviene nnll•,ftJAo-..:J masia delle arterie, e le rende inelastiche e friabili; ma cosa è mai quello che inJuce tali cambiamen ti nelle e ne' reni 1 L' irritazione prodotla dalla pr eE>enza del uriro in eccesso nel sangue, e forse altre formP. di morfosi dell'albumina, .,;ono le cagioni che a pl'ima vista pr•esentano. Nella g-raduale evoluzione della vi la, il rellile, l'animale sangue freddo, eliminano i loro esc·reroenli sotto forma urati, e la formazione urica continua negli uccelli eh~ sentano orina solida. ~e· mammiferi compar e l'orina e. la formazione ù'urea, ma le vesLigia della prim itiva zione si avvittcchiano con la tenacia del peccato ori ed una piccola quantità d'acido urico é giornulrne nl~ cuata dall'uomo, talchè noi lrltsciniamo le teacce dellu ~ discendenza in ben altre for·me che quella degl i at·chi chiali; e come la circolazione fetale i> simile a quella del.piil alto rPttile, cosi la secrezione urica è ripetizione della intraulerina. Si era stabiJilo che la gotta fosse la malattia de' ricchi, 8 Meade disse che l'aveva chi la vole va, ma poi non ~i sep~ spiegare la gotta de' poveri, e senza dubbio i poveri gotloBl discendeYano da gottosi ricchi.

uv··-·.....


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Il compianto dolt. Budd ritenne che alcuni venissero al mondo con fegato insufficieole, e Murchison accettò questo modo di vedere, stabilendo che l'eccesso di cibi azotati r·iduce un fegato normale all'eccessiva formazione d'acido urico, e che una congenita imperfezione epatica induce l'eccesso di acido urico anche con una dieta or dinaria, lalcbè i risultati 8arebbero gli stes&i, e la podagra de' poveri sarebbe spiegata con l'eredità del fegato de' ricchi. Stabilita una volla l'eccessiva formazione d'acido urico, o esso viene gradatamente depositalo nel corpo e specialmente nelle cartilagini articolar•i, o é cacciato via dai reni; questi essendo costruili per eliminare l'urea solubile, sono irritati dall'acido in eccesso, e ne avviene una nefrite intersliziale, cioè, la malallia cronrca di Brighl. Ma la lesione renalc non è la sola conseguenza dell'eccesso d'acido urico; il !Sistema cardio- vascolare ne risente, l'~lta pr·essione sanguigna induce ipertrotla del venlricolo sinistro, é questa uno val voli te secondaria progressiva, forse dovuta alla stentata chiusura delle valvole, della mitrale pel dilatato ventricolo, dell' uortica per la sovercllia distensione artei'iosa. Nelle valvole v'è la tendenza a' depositi gottosi come nelle a rticolazioni, la distensione delle arterie produce nelle pareti arler·iosa l'accrescimento del connettivo, 1'elastiCita vien meno, e dall' aleromosia nascono Je apoplessie e gli aneurismi, ed eccezionalmente l'angina pecloris vaso-motol'ia per lo ~pasmo delle arteriole periferiche P resto o tardi I'ispessimento del conneltivo nelle arterie coronarie intralcia la nutrizione del cuore già dilatato, la degenerazione grassosa viene in campo, ed il cuore indebolito cagiona a sua "olta l'idropisia, l'albuminuria e la morte. ~fa a volersi restringere arre sole alterazio1ù renali nella lllalaltia di Bright, bisogna considerare che l'acido urico e le altre sostanze escrementizie azotate, i prodotti delle metamorfosi dell'albumina irritano la struttura del rene, ed in~ucono l'ispessimento del connettivo a spese di tessuti più llllportantì; l'atrofia comincia con diversi focola i che si avan~ano, si fondono, sct:n~ono dalla sostanza corticale alla mio,Jare, invadono lentamente il r ene fino a fargli perdere la


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for ma e la funzione , ed allora il sangue sopraccarico stanze escrementizie e divenuto tossico si effonde in colai di infiammazione secondar ia, i ~ubolini rcuali vengono elim inati con l'orina, l'albuminur ia. e gli edemi g ravano le condizioni dell'infermo. Ma la nefrile inlerstiziale cronica non è ebe unu delbt merosa progenie morbigena dell'eccessiva fot·ma zione urico. Sono comuni le lesioni vaso- renali negli slrutlura mesoblastica con viso florido e grossH atfelt1 da gotta, r~urnatismo, eczema, e vizi valvolari dari. Nelle persone di lipo arabo a diatesi ne uritica i fenomen i sono affatto diversi; i te::ssnli me!:!oblusLici gono jntatti, mentro gl'ipoblastici ed epiblastici ~ono le delle soffe1·enze. Soffrono d'indigestione, d'acidità emjcram~>, irritabilità della ve~cica, paJp\lazioni, .. ~ ............."'"' qualche volla vao soggette ad apoplessia come quPJli pr imo tipo. In ambo i casi, la origine del!~ sofferenze r icercarsi nell'eccessiva fot•mazione d'acido ul'ico, nell' perfeziona congenila del fegato alterato dall'a buso della in lutti i ~ensi , o ereditata dagli avL Cardiopatie ed uso della digitale. Bigeminismo . fessore At.:GUSTo ~hJRRJ. - (Bollettino delle scie11~e diclte, I, I l , i887):

L'illustr e autor e si domanda so ~io ver amonle indicate digitale in lulti quet casi di malallie cal'diache, che con abnorme diminuztone della tensione vascolare; o, t'Jot!lSill»:,...: rando che lo digitale non sempre produce etTetli della grado in casi presso a poco uguali, si domanda 111 ragion& di questo di "erso compor tarsi del prezioso medicumento. digitale agisce ~ul miocardio, rendendolo più euergico, _ non LuLli i cuorj malati, nei quali il difetto di ener f!ia è la. causa della difettosa compensazione, ne !'icavano quel taggi prodigiosi che molte volle si osservano, anzi molti di ne sono oltremodo ùanneg.!{iali? L'autore ri::pond~ che la stione della digitale é molto complessa e non è . lo stato del miocardio, che deve essere tenuto dt 6

. _ , , . •. ,


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per indicarne o conlt•oindicarne l'uso, ma deve pure porsi mente allo slalo di altt·i elementi, le pareti ùell'arlerie, i reni, l'or!l:ano respiralor·io, le valvole e gli orifizi, le cavit.à e le pareti cardiachE', l'inlegrilil. e l'aderenza del pericardio, l'eccitabilità dei nervi ,·asomotori, dell'accelerante e moderatore cardiaco. Quindi non il farmacologo né il fìsiopatologo possono ri~olverc l'arduo problema, che de'e esser affidalo all'accurata osservazione clinica dei falli morbosi. I cuori viziati pulsano con magg10r frequenza dei sani. Molteplici sono le l'af(ioni di questo fallo, ma la principale di esse è la rapidità e la forza, con cui si riempie o si vuola il cuore. La pienezza delle cavità cardiache nella diastole cor:;liluisce uno stimolo alla ~islole, così pure la soverchin distensione di una parte solo. delle p&.reli cardiache. Più un cuore si riempie in diastole e meglio è eccitato alla sislole: e pi~ ft•equenle diventa il ritmo cardiaco. E se una cavità car·diaca non riesee durante la sistole a vuotarsi completamen te, il sangue che in essa persiste è uno stimolo incessante a sislole frequeuli. Viceversa la maggiore tensione dut·ante In l:'istole provoca dio.stoli più lunghe e rallenta ilri tmo; come la minore tensione le accelera. E la diminuila. tensione sistolica ed il sovercbio riempimento dul'ante la diastole nelle singole cavi là cardiache spiegano la fretruenza rilmica nelle cardiopatie. La digtlale rinforza il m iocardio, e cagiona in tal modo il rallentamento del cuore, che diventa a sua volla una seconda causa di forza nel muscolo cuore, perchè protraendosi la diastole ossia il riposo dell'organo, s'induce una benefica economia delle sue forze. Il beneficio della digitale nelle varie cardiopatie si ha, quando i due momenti della sua azione ('>iSLI)le rinvigorita e diastole prolralla) concorre1·anno sinergicamente n rimuovere gli ostacoli dell'idraulica circolatoria: cosi, se essa potrà per l'aorta essere adoperata nella slenosi, riuscirà invece noctva nell'insufficienza delle valvole sigmoidee, perché, protraendosi la diastole si accresce puro la corrente reflua dall'aorta al venlricolo sinitro e si nccrosce l'ostacolo intracardiaco. P1•oòigiosi sono gli eiTeLLi del rallentamento neHe lesioni


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composte degli orifizi atrio-veotricolari~ p ercLè mentre diastole prott·atta permette al ventricolo di accogliere giore quantità di sangue (e compensa in tal modo le t<U!iDOSJO la sistole rinforzata spinge magg1ore quantità di sangue l'arteria e compensa il rigurgito dovuto all'insufficenza. Il vanlatzgio della digitale nell'insufficienza mi!ralif'8 plice é facile a capirsi, quando si rifletta che il rinror•zai!De:DIOfjl del miocardio caccia dal ventricolQ sinistro tutto il (eccettuato quello che rifluisce nell'atrio) nell'aorta , e elevandosi io tal modo la pressione arteriosa, il circolo ca• pillare si compie più presto e le vene riconducono più facilmente al cuor destro il sangue venoso: ma non s i comprende come col semplice rmforzamento dei due ventrico1i il piccolo circolo possa trovarsi sollevato. È vero che il ventricolo destro, rinforzato esso pure, con più vigore spingerà il suo contenuto nel polmone; ma per la sua parete più sottile l'aumento della sua forza sara di circa un terzo di quella del ventricolo si· nislt·o, quindi entrambi i ventri coli contraendosi e ntreranno in collisione, ingombrando maggiormenLe il circolo polmonare. Un tale danno è evitaLo dal rallentamento del ritmo cardi8'CO, perché: t• quanto più sarà protratta la diastole, tanto maggiore sarà il sangue cacciato nell'aorta e tanto minore quello che diluisco nell'atrio; 2" mediante l'atrio sinistro si stabilisce una corrente che dai capillari polmonali porta H sangue al ventricolo !;;inistro tino al cominciare della ventura s istole: epperò, quanto piu sarà raro il polso, tanto maggiore sera iJ guadagno del polmone, perché col polso raro si prolunga di più il periodo utile per la piccola circolazione e riesce in· vece più breve il periodo dannoso. Vi sono casi però d'insuftìcienza milralica, nei quali la digitale non raggiunge il suo scopo; e ciò è quando le pareti aortiche sono rigide, quando con un elevatissimo grado d'insufficienza mitraliea coincidono l'insufficenza delle tricuspide, l'enfisema polmonare , le aderenze pericardiche. In questi casi, non potendo uno dei 2 ventricoli vuotarsi completamente, persislera in esso dopo la sistole una quantità di sangue, che verrà a CO• stiluire un immediato stimolo a nuove sistoli e l'azione mo· deratrice della digitale ne sarà vinta od attenuata.


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Nelle semplici stenosi degli orifìzi atrio venLric<•losi, specialmente del sinistro, gli eiTelli della digitale saranno benefici, se il polso eccederà di mollo la nor male; e saranno dannosi nel caso opposto. Nel primo caso essendo il ventricolo dec:tro e l'atrio sinistro insufficienti a vincere l'ostacolo della stenosi atrio-ventrteolare, il sang-ue ristagnando nel ventricolo destro e nel piccolo circolo sarà causa di una sist.ole affrettaLa, per la quale il ventricolo destro !:;i vuota iocomplelamenle e quello sinistt'o non si r iempie sufficientemente. Si com· comprende bene come la digitale, rinrorzando la sistole 11el ventricolo destro ed atrio sinil;lro e protraendo la diastole nel ventricolo sinistro t•iesca salutare. N el secondo caso, quando il polso non eccecle la norma, oveodosi di già una sufficiente forza nel ventricolo deRtro ed atrio sinistro per ispingere in modo pressochè normale il sangue nel ventricolo siniRtro, Ja diastole ventricolare sarà bastevolmente allungata. Prolraendola aneora di più coll'uso della digitale, scemerà talmente il numero delle sistole che il ventricolo sinistro non riuscit'à a sbarazzarsi di tutto il suo sangue, e gli ostacoli della stenosi mitralica saranno accresciuti dal riempimento del ventricolo suddetto. Si vede bene che l' efficacia della digitale ha una importanza prognoslica tutta affatto speciale, perchè suole prodursi soltanto se le condizioni meccaniche del cuore sono suscetlive dì miglioramento; e, quando la frequenza del polso e la aritmia irregolare res1ste alla digitale, si deve ritenere che la natura del vizio o condizioni estrinseche fanno si, che co: diradarsi delle sistoli, cresce il danno del cuore. A questo concetto deve ispit•arsi l'indicazione della digitale: il concetto della pressione abnormemenle bassa é spesso inadequato, perché si hanno cardiopatie con estrema depressione della tensione vascolal'e, nelle quali l'uso della digitale deve essere formalmente proscritto . Se una cavità cardiaca, non riesce nelle sue sistoli a vuotarsi completamente di sangue, ed essendo perciò costantemente stimolata alla sistole. rende impossibile H rallentameuto del ritmo (col quale si riparerebbe il danno dell'idraulica), può in molti casi stabilirsi la riparazione in altro


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modo. Cosi, se per una lesione cardiaca qualunque i: la ventcicolare dec;lra del cuore quella che inadeguata al pito non potrebbe vuola t•si completamente, ad ogni SH! per un tale stato ùi cose frequentissimamente l'i ri crescerebbe l'ingombro del ventricolo e la stnsi nel circolo. ~I a può entrare allora in azione un meccanismo netlco, che per un tempo anche lungo può seongi imminent~ catastt•ofe. Questo meccanismo funzio na ventricolo destro incompletarnente \'uotato nella Ultima causa una diastole brevissima, durante la quale il ventrif!M sinistro, che in cruella sistole si vuotò completamente, pletamente l'i t•iempie. In tal modo la sislole ver;lura il veutricolo sinistro contenente poco sangue ed il destro, che contiene una quantità di sangue infe1 iore di che esso avrebbe contenuto se la diastole non fosse abbreviata; e la sistole successiva riesce a far vuotare i ventl'icoli, d()pO di che può il cuore riposarsi in una diastole. E, siccome io questa diastole pl'oiralla il ven destt·o rilor·na ad acquistare una quanLita di suugu<3, 8 cui la sua fot'za propulsiva è impotente, s1 gen~ra quello stato che s' indica col nome di bigeminismo del contrasl>egnato da un a serie continua di periodi costituili sistoli affcellale alle quali tiene dietro una diastole ali 11 ritmo bigemino consente ogni tanto un bastevole lamento del cuore, e sebbene indichi uno stato assai essenrlo lu risullaute di una sproporzione assoluta delle del cuore rispetto alle sue resistenze, è spesso causa di netlzio. s· incontra più facilmente nell'ater oma dell' ne ll'insufficienze mitt·aliche, nei vizi mitralici comppsti; e come la digitale, mentre rinforza il miocardio, aumenta le stanze del cuore (ca,·it.U con maggiore quanlitit Ji :-n••..- -..... costrizione va sale), quando queste potenze e queste r·esi sono auméntatc in un rerto grado, può nascere 11 nic;roo dell'uso delia digitale. Questo bigeminismo perO dannoso quando il ventricolo destro non può ulilizzure la conda si!-Slole (insufficienza della tricuspide, debolezza vis.,ima del ventricolo destro, lesioni dell'arleria e ctsJf''"v:":: polmonali, enfisema polmonale).


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Viceversa il bigeminismo può esser tollo dalla digitale; ~p~indi il bigeminismo non è una condizione che controindichi

l'u..QOdel delto medicamento. Solo quando il venlricolo desll'O

aon utilizza la ~ua seconda sistole ed ti bigeminismo è dan aoso, la digitale deve es~'<er proscritta e sostituita dalla cat:.. leina, perché questa mentre eccita il cuore non opera la collrizione vasale. Alla fl'equenza, all'aritmia, al bigeminismo dei cuori maIali contribuisce, oltre la dial"lole precoce e violenta, anche uno stato part1colare delle pareti cardiache, la cui natuva è llnora ignota. Llpodermoollsl per prevenire la morte nel dissanguamento. - Prof. CANTANJ. - (Dalla Riforma medica).

Il pericolo immediato, che tiene dietro ad una profusa emorragia, ollre all'esser suborùinnto all'anossiemia generale per i'llnot·me perdlLa di s angue po1·tatore d'ossigeno a lutti gli organi, è pure in precipuo m odo causato dallo stato di ttwte.ua che si produce nel sistema vascolare per la perdita considerevole del liquido circolante. Se infatti é necessario all'oeganismo che il sangue abbia la qualità e sia nella 9Uantitci voluta per la conservazio11e della ,·ita, è pure ne~ario che la massa del liquido circolante non sia al drsouo della quantità voluta, perché continui la circolazione. E,_quando per una profusa emorragia questa massa dimiDQJsce al disotto del dello livello, l'idraulica circolatoria è per questo solo talmente alterala da produrre il soffermalllt!nto del cuore. di Infatti, se il contenuto vac:ale è abnor meoenle scar,o, le astole cardiache accoglieranno scarse quanlita di sangue, e ~ara Spinta nell'aorta una colonna liquida così piccola da Produrre un'insufficiente distensione diastolica dell'arteria: ~qu~'Rta diastole incompleta susseguita da una sislole imle lente abolirà l'effetto ul1le, che noemalmente somministrano ~~reti vasali al progressivo cammino del sangue, alla forl.e tone dell'onda continua nei piccoli vasi e nei capillari. C(llonne sanguigue, cacciale dalle sislole susseguenti, non ·H


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rie;~ciJ•anno a ' 'incer a gli o!'!Lacoli opposti dalle le pt•eceddloJ·o: ed iu,Pce ili coadlumre, come ois a al cammino di ques-te es-aur iranno contro di es~~ Ja forza dalla quale !;Ono animale. :\e r·isulterà ril'<tagno dol poco sa ngue nei gro ..si , ·uolez7.a 'lun«i n-.,;olula nei piccoli va:.;i (CIIeru.a!laia tichi}, vuotezzn che spiPgn l'abolizion~ della ro,cìenza allri fenomeui i:,cJu?mici nei dissan!mali: e , m~>nt.re la lczzn periferic·a <~ondurrà olia completa occlu--ionc h•u:t.ione, il ri<~tagno centr•ale sempre cre<:eenle tìnia'è moLilrzzare In pompa CRI'<Iiara. A d una la!.:l ~ucccs~rone dì fatti ror!::aUismo con i cornpen!>r naturali dei quali dispone; e col l'ia!l .. nl~hiiiMil degli umor1 iulèt'stiziali G colla maggiol'e aspit·nzione linfo G coll'n<"lllo stimolo dellu sel"' lenta di fun~ionnmenlo va!<o.le, ucc J·e~cendo la massa quando qnogti compensi naturali non po~tiOno l'!'ser o t•te$cono iosufOcienli al bisogno, l'or•rra1tis mo so~~C<liiDIM;:J l'nr·lP non ml<'t'vtene. La prima, la lo!:ica indicuzioue nel caso, ~ uggcrito natur a i~le~c:n. é quella di render~ al conlenuLo vasale quido cApace di operare ''alide disten<>ioni ai·lerwse, d1 p1·il·e i va~i coult•alli e rJl'<tabilire la conl!nutllt tiPI inlrnllcnonùo,..i con ciò una circolazione che puo dar all'inlct·vento di altri compen!:i. L'ipoder mncJi,i, che nel colera ba il còmpito «li rendN'8 lir1uiclo il ~RDJ!UO jc;;pel:':;ilo, m~lla cbenean;:a da ùi:;l!a,uM•,.. mento può pre\f·n·re l'immobilizZbZione del cuor·o. · Chiamalo il prof. Cantani a soccorr·er~ una douna, che unn mclrorra;:na terribilmente profu"a era in fin di trov(l la pazi~'nle in uno stato di anemia ovanzath·Sinlll, coscicnt.a, scn:a polsi alle radiali !hl aìle grnndi fr·edda come un cadavere. impercettibili i toni cardiaci. m edico aveva pt'e"crillo le solile mi.,tur~ ec.citanli, che ti na 1·i amcnl~ p rc~c rivonsi in simili cac;i; ma qu r!~te a potevano gicn·orG cd n nulla valsero, per chè cau'!ll r icolo uon era tn mancanza dt eccilab1lilA n ei nervi


69 1 e nel miocardio; ma ben~l il difetto dPIIa colonna liquida, stimolo del cuox·c o dei va'i a valida m· ·n~ contrarsi. li pr-~1: Canta ni pre:-cri:; ... e l' ipodermoclisi d'acqua salata (i L'Tammi di cl01·uro soJico in 1000 ù'aCI}ua calda u 38 C.); e l'n: •'r~z,one, che slanle l'ur~enza !lr8\'Ì~!';ima del caso, do\'eUe co111pit:r~i in lulta ft•elta, lra-;curanclosi perfino le ordinarie precauzioni asettiche, ebbe un esito non isperato. Duranlt> l' ipodermoclisi i pol"i dell'ammalata ridivennero palpabilì, la pelle si t•iscaldò, clopo 2 ore ritornò la coscienza. Dopo l) ore la ,.olferente rispondeva alle domande, e ~ITazie ad una cura rico,..tiluente tanto dietehca che medicamentosa (ferro, clima, calco, liquore ar·!=;enicale) dopo 1.5 giorni si alzò di l·~tlo e riacquislo m poco altro tempo la sua florida salule.

•plda guarigione d'un eohlnoooooo del fegato . - Professor BACCHt..t..r.

11 pror. Baccelli ùi Roma riusci. iu pochj gior ni, ad otle~rela ~uari~ione di una ciste uniloculare rla echinococco del fegtlto, vuotando poca q uanlila di liquido cistico ed miellando

uelrmterno della Ct«li la soluzione di bicloruro mercurico. Si trattava t!i una donna robusli~sima e giovane (26 anni), che ne[Ja ['arte inferiore del l0!'8Ce pre~entava una forte intuDle•cenza che a\'tl\'a il l'tUO ma!'simo arcuamento a destro è•·lla linea mediana in cot rispondenza dell'ipocondrto destro, e ~i e!'tendeva put•e all'ci 1~a~Lrio eJ all'ipocondrio sinistre ~ cuore spo:-lato in alto eJ in fuori pac;;!"ava a silli~lra nf.:lia linea a:;cellare anlet·iore, " li\ ello del -1• spazio intercostale. L'nrPfl epatica in~r·nndita in tu lti i suoi ~e osi si palpava in bas;:o ari 1 ceutirnelro !'Opra la cicatrice ombelicale neUa ~rrea mediana. e a :J dita lt'8~\'erse dall'arco costale nella :ea rnarnmoria. La d iagnosi di echinococco del fe:;ato fu ~la Ltmenùosi coulo, o!Lt•t~ rlc>gli altri doli anamneslìct e se· Dltolici, della lcntt?zza colln quale il tumore si era svilupP8to, Ùelia $\18 fOI'm(l eJub083 COn ll•VÌ{.!atezza del/a SU• :erf!cie, del sen1'o eli flulluozinne elas:lica, della mancanza di olori cnrattct'ìRtici, buoni\ nutrizione e tnllllCanza di febbre. Con nn lrcqum·li, la cui caunulo. (millirnctri 2 i j'}, ì era. slala


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Rl\'ISTA MEDICA

completamente sterilizzata, fu fatta una puntu!·a sul più culminante dell'intumescenza, circa a tre dita dall'arco costale nella linea mammaria, e si e~trasse modo una tenue quantità (30 eme.) dlliquido pidissimo traspat·ente, che ad un rapido esame microscopico mostrò i noti caratteri del liquido d'echinococco: indi s'inieltarono altraYerso la stes!;& 20 grammi d'una soluzione di sublimato corrosi\'O all' di acqua distillata. Ritir'ata la cannula si chiuse il asettica mente. La sera dell'operazione insorse vomit'), indi f<Jbbre tente per 4 giorni, al termine dei quali, rimossa la fas·cialb1 si osservò la completa scomparsa della protuberanza condrio; il fegato aveva ripreso i suoi confini fìs punta <lei cuore passava nella linea mammaria sinistra la·\' costola. Dopo un mese l' infe1·ma abbandonava la in ottimo stato di salute. L'alta virtù parassilicida del bicloruro mercurico,la cile di/fusione nel liquore cistico riccb di cloruro "'"u""... allel'azioni cho esso induce nelle funzioni biochimiéhe membrane lle cistiche, e quindi l'allo coefficiente eod che esso somminisll•a al riassorbìrnento del liquido, le proprietà asettiche, quindi il poco o nessuno pcri<'olo l'inlerve n~ d'una flogosi purulenta, rendono il Baccelli (lreferibile a tulLi gli altri finora tentati per la dell'echinococco del fegato.

RIVJSTA CHIRURGICA Trattamento del toroicollo spasmodico e colla reuzione del nervo sptna.le. - SCIIWARTI(Journal des sociétès scientiflques, 1• dicembre, 1886).

Til!aux ha fatto io nome del dott. Schwal'lz la municazion.e alla società di chirurgia di Parigi . Una anni 26 era da due anni affella da torcicollo spasmodiCO


Rl\'lST.\ CDffiURCICA

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Jorosissimo interessante nou solo lo slerno-cleido-mastoideo, ma eocbe il trapezio e l'angolare del!a scapola. Tulll i rimedi imp1eg3.ti essendo riusciti inefficaci, il doLt. Schwartz propose ed applicò l'allungamento e la resezione del nervo spinale. l risultati dell'operazione furono fa,·orevolissimi; i fenomeni doloJ·osi scomparvero completamente e la deformità ridotta al minimo: la paralisi consecutiva all'operazione è stata di breve durata.

L'autore raccolse nella scienza otto operazioni J•ralicate sul ner,·o spinale in casi analoghi. Cinque volLe la semplice sezione o la resezion~ è stata fatta con due successi c tre miglioramenti. Il solo allungamento é slalo fatto due sola volte: un caso con felice risultalo e l'altro no. Secondo quE>sla statistica l'allungamento sarebbe di assai inferiore alla resezione, ma nulla si oppone, nei casi gra ,·i, al combinare la resezione coll'allungamento; quest'ullimo, fatto con dolcezza, non pt·esenta inconvenienti malgrado la vicinanza del bulbo. TiUaux da parte sua aggiunge un nuovo caso a quelli citati dallo Schwartz. Si tratta di un caso di flessione del capo sul lato destro del collo fa cilmente riducibile, ma d'altra parte anche facilmente riproducibìle solto l'inftuenza di una minima emozione. Nel caso di Tillaux la resezione non condusse che ad un miglioramento assai passeggero. IL Tillaux ho. poi ossenato che, in se~uito ad esperienze fatte sul cadavere, le trazioni un po' forti sul nervo spinale, si riverberano eziandio ~ul bulbo. La scossa bulbare presenta dei pericoli specialmente durante la cloroformizzazione. Risulta da ciò elle l'operazione dell'allungamento dovrà essere praticata colle più gr·andi precauzioni.

O&a~ dt trap&na.zi one del prooeaao maatotdeo. - Professar Cu. \VILLIAMS. - (The Lancet, maggio 1887). La carie e la necrosi sono comuni nel processo mastoideo, Più che in altre parli dell'osso temporale, per la natura mucosa del perioslio che Lapezza le cellule, soggello ad ulcerarsi, ed a lasciare l'osso scoperto, onde rimane facilmente


RfYlSTA

scopel'la anche la parete posteriore del meato resta forata. Wil!iam K, di 49 anni, entrò all'ospedale maggio 1883 per• forte dolore alla guancia destra rniuciava dietro l'orecchio, e si estendeva verso la con brividi, orripilazioni, temperatura 38•,5'. La regione at<ricolare era gonfia eJ edematosa, dall'orecchio pus che fu visto uscire da una piccola apertura posteriore della porzione cartilaginea del condotto, req sibile da granulazioni che la contornavano. L'udito era ottuso, la membrana timpanica convessa, e l'infermo riva soff'f'ir da quattro rnesi. io seguito ad un temporale, rante Il quale la neve era penetrata nel suo orecchio. Dieci giorni dopo il suo ingresso fu fatta una inc:ìsi1C>DE~II neare sul processo mastoidco, profonda fino aU'os~;~o, il era rammollito, quindi con una sgorbia fu sca11ito, e ne pus. Allora si allargò il foro, e così fu aperta una via libera di scolo al condotto uditivo. Abbondanti lavacri fenico fut•ono fatti attraverso un tubo di drenaggio !!h& trava dalla ferita, ed usciva dal meato udHivo. Pochi dopo, un ascesso che si era fol'rnato profondamant~ nuca, si apri nolla ferHa, e si vuotò liberamente. Un mese dopo l'operazione, la ferita era cicatrizzala, membrana del timpano era sana e l'udito perfetto. Una giOvane aveva scolo felido dall'orecchio destro, ed apertura fistolosa nella parete posterior- superiore del dotto, un'altra sul processo mastoideo~ la membrana del pano mancava. Fatta una incisione sul processo mi~St•o •uvv.,,, fu sgorbiato l'osso cariato, ed approfondito il foro nao aJ dotto uditivo. Con un tubo da drenaggio che attraversa• questo nuovo canale, e con le ripetute lavande fenicate, fiD• ferma guarì, ma non t·iaquislò l'udito. Un maestro di scuola soffriva gran dolore sulla maMoide sinistra, senza gonfiore né in!ìammazione apparente, Ia membrana del timpano era sana, l'udito perfetto. Egli soffr1va iD questo modo da tre mesi, quindi, malgrado ogni a~sen~ di lesione esterna, fu fatta una incisione, fu trovato il penostio ispessito, e 1' osso indurito al punto, cb"' la trefina dJ


CHIRURGICA.

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Hunter, ed il necrotomo di Marshall non po.lerono scalfìrla, quindi si richiuse la ferita che guari ben presto, ed il dolore da quattro anni non è tnai ricomparso. lin ragazzo di setta anni, da cinque anni soffriva di otorrea in seguito a scarlatina. Entrò all'ospedale Norwich nel dicembre 1885, dopo tre settimane di spasimi pei quali portava la testa inclinata sulla spalla destra, guardando in alto e camminando senza veder la strada. Era ben nutrito, ma la sua vista era divenuta molto imperfetta, le pupille erano ampiamente dilatate, era frequentemente preso da vomito1 non avevapal'alisi fac~iale o laterale. Sul processo mastoideo v'et·a gonfiore, il timpano e gli ossicini mancavano. L'8 gennaio 86 fu fatta una profonda incisione nel processo roastaideo, gran quantità di pus usci da sotto al periostio, l'osso era carialo e scabroso, fu raschiato, furono allargate le cellule mastoidee ed aperta una comunicazione col condotto uditivo, introducendo il tubo da d1·enaggio fu siringato con acqua fenjcata il nuovo canale, ed il tutto fu medicato con garza e cotone fenicato. Due mesi dopo la ferila era chiusa, l'otorrea guariLa, l'infermo aveva riaquistata la vista e camminava senza timore. li dott. Voltolini è stato il primo a ric!:iamare l'attenzione su questa forma di periostite mast.lidea, nella quale l'orecchio può restare illeso o partecipare all'infiammazione, come può esserne affetta la mela del capo, la faccja ed i denti. Non è dunque una malattia propria dell'orecchio, né delle cellule mastoidee, ma un'infiammazione che parte dall'esterno, e si fa lllrada nell'interno. Ed una volt(l propagata alla cassa tiropanica, può riuscir fataìe se a~bandonata a se stessa, per ascessi che :si formano in vicinanza del cervello, per menin~ìti, Per piemia; non si deve dunque indugiare a incidere li Periostìo del processo mastoideo, quando il dolore, il gonfiove edematosò ed il rossore indicano una suppurazione. La guarigione sarà il risultato ordinario . . Conviene però rammentare che immediatamente dietro il il Processo giace il seno laterale deUa dura madre, e che la lunga dimora del pus può aver talmente rammollito l'osso


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elle la lrefina e lo scalpello cadano facilme1'l te sul ter ale. L'uso prudente degl'istrumenti, il con ve neggio del necrotomo e del cucchia io di Volkmann ranno ogni inconveniente. Trapa.naztone •ul centro brachiale sinUtro per del bracalo de•tro dovuta ad un colpo rhtartala•ettimana innanzi - guarigione. - .}IA YO BoBSCI~ ~ (The Lancet, 5 marzo 1887).

Un uomo di 38 anni entrò all'infermeria szencrale di il l) agosto, raccontando che mentre passeggiava ebbe colpo Iii bastone sulla lesta, e rimase per dieci ore senza scienza; s"egliandosi ebbe vomito, e si accorse d'aver duto l'uso ddla mano destra. Rimase per qualcl1e giorno dito e senza memoria, poi la ricuperò e solo dopo 7 entrò all'inft.>rmeria con una ferita far..era di t/ 3 di po.we~~t•.fi!J.. lunghezza Rullo. t•egione parietale s inistra, a pollici ;; 'J!' radice del naso, a 5 pollici dal processo angolare est.erJJJu l'osso ft•ontale, 4 3f' dalla radice dell'osso zigomalico, 6 ! ft protuberanza occipitale esterna, l th dalla linea mediana. lit ferila era tumida ed infiammata, e con la sonda si sead.YJ.I'osso denudato. L'avambraccio e la mano destra erano paralizzati in oaoa.. che gli estensori e supina tori non funziona vano affatto, meuft i flessori potevano appena chiudere la mano. I mus coli elda ;;palla erano intatti, fluelli del braccio conser'vavano la mell della forza conlraUile che nell'altro Jato, Ja sensazione la&lill e dolorifica erano ottuse, v'era tremito nelle dita, e qualclle volta nella mano e nel braccio. La forza delle due g<Imbe • eguale, i l'iflessi cr·emasterici esagerati a destra. rinfermo P'-" te,•a fischiare a stento. con difficoltà elevar le palpebr e, le pii!' pille alquanto dilatale r eagivano alia luce, v'era edema della palpebra superiore sinistr·a, ma la vista era normale ad smlJO gli occhi, l'udito alquanto ottuso. L'infermo accu:;ava d~ sulla ferila ed alla regione frontale, rispondeva con rap:: alle domande, aveva il respir o tranquillo, la temperatu:"a . pol:::o normale, inghiottiva ed orinava senza inconvemenU.

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L'operatore con un'incisione a croce scoprì rosso che era infossato per l'estensione di quasi mezzo pollice, Yi applicò una trefloa del diametro di 'tlJ dì pollice, poi esLrasse qual cile frammento. La dura madre messa a nudo si rigonfìò, pul:;avu, ma non era lesa, ls'ò la feriLa con bicloruro di mercurio come avevo fallo antecedentemente pel campo operativo, pose un piccolo tubo da drenaggio nel centro di essa, e lo. medicò con iodoformio e garza salicilala. Lo stadio di cicatr.izzazione scorse senza febbL·e, con miglioramento lentamente progressivo del tremito della mano, ed in 20 giorni la ferita era cicatrizzata, il tremito scomparso, il braccio aveva riacquislato tutti i suoi movimenti ed al dinamometro il serramento del pugno destro segnava 50 libbre, quello del smistro 95. L'autore mette in rilievo la difficollà della prognosi sulle ferile dt!lla testa app&l'entemente lievi, la corrispondenza esatta della ferila col centro brachiale, e la diffusione dell'irrilazione rilevata dall"esagerato riflesso cremaslcrico e della dilalazione.della pupilla; la graduale scomparsa dei disturbi funzionali del braccio dopo l'operazione, l'utilità delle misure antisettiche sopra una piaga rimasta quasi scoverta per una settimana, la completa e perfella guarigione in breve tempo. Arterite complicante la febbre tlfotde , per :\1ETTLER. -

HARRISOM

(Philadelphia MM.ical Times, april~ 1887).

L'arterite generale o local izzata accompagna non raramente la febbre tifoide, è perciò impor tante il poterla riconoscere per tempo, potendo esser causa di trombosi e di gangrena secondaria. L'anatomia patologica dell'arterite è sempre la stessa, e non varia pel. variar della causa, che in questo caso è falla dall'avvelenamento del sangue; ma accade talvolta una periarterile con lenùenza alla stenosi, la quale complica l'endoarterite ulcera li va e dislruttj va, ed allora si trova uo'intl.ltrazione completa delle tre tuniche arteriose. Essa si manifesta alla fine della terza settimana, quando il miglioramento generale incomincia, e sorgono le speranze


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RIV1STA

delln guarigione. Il primo sintomo è il dolore luo~o i affetti, più o meno acuto secondo la Yiolenza del male, migliante ad uno stiramento, ad una costrizione de' delle membr•a, e~acerbato da ogni movimento del pa:tie:o~ e specialmente dalla compressione, attribuibile secondo groux all'infiammazione concomitante del tessuto n"''''v''"'"•rloò lare, e ne' casi di semplice endoarterite all'endopressione e gonfiamento dell'intima. Accompagna il dolore un violento battito delrart<>ria malata, ed anche delle lontane per l'alterala elasticità delle pareti, in seguito il polso diviene debole e duro, specialmente se il ~libro si resh•inge fino al punto da obliterar-si. La febbre si eleva a principio, ma diminuendo in seguito l'onda sanguigna nelle parti afreue, la temperatura locale si rbbassa di alcuni decimi di {!rado, e la pelle dell'arto assume un color• violaceo, mentre la sens!bilita cutanea si esagera, si avvertono degli infor micolamenti, e compare un considerevole edema sottocutaneo. Se il processo si avanzu fino all'occlusione dell'arteria, tutti qutlsti sintomi crescono, ed alla fìne manca il polso, si raffredda l'arto, si paralizza; il tatto può avvertire la corda rigiòa formata dal vaso Lrombotico, ed i segni manifesti della gangrena non tardano a comparire, sotto forma eli pustole, di macchie nere, e la mortificazione progredisce fino a che la linea di dema rcazione s i presenta, la quale da l'indicazione agli atLi operativi. Secondo Klebs, Herbert ed allri, è il haccillo lifO#Z'~oo che rer~de più coagulabile il sangue, il quale ir·rita poi le pareti de' vasi; secondo Eslliinder, Raynaud, ecc., è lo spasmo va· somotorro indotto Ùlllrinsuflìciente innervazione, seguito da quel collas~ che produce il rallentamento della correnle san~uigna; qualunque sia la vera cagione dell'endoarterite, la cura causale è per ora impossibile. I rimedi adoperati nel corso della febbre l.ifoide, tendenti ad abbassar la tempera· tura e a render libere le secrezioni, sono cer tamente la glior cura del processo endoarterilico, e ad essa forse 8! deve se i Lristr efletti dell'endoarterite non sono più frequenti.

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Non resta quindi nl medico che opporsi alla formazione dei trombi. L'azione de' pur~anli oleosi, delle be,·ande acide, dell'aco nito. del veratt·o, del giu•ql.liamo e della canfora, manterrà pervii !!li emunloi naturali, ed ecciterà il sistema vasomotore al rial'sorhimento degli essudati; i tonici accoppiati ad una corroborante dietetica liquiJa sosterranno le forze dell'infermo. La cura locale consisterà nell'elevazione delr arto affetto, nelle fomentazioni calrle di camomilla e papavero per calmare il dolore, e quanJo si pro!luncieranno i segni della gangrena, si sosterranno le forze con alcool e digitale, si stimolerà In circolazione periferica con la corrente eleltdca, si faranno le scaritlcazioni sui tessuti morlificali, e si riserberà l'amputazione per ultima ilncora di salvezza. Escissione del laringe eseguita. nell'ospedale Adelaide (Australia), del dott. GARDN ER. - (The Laneet, maggio 1887).

J. M., calzolaio di 60 anni, senza precedenti morbosi, nè malattie ereditarie in famiglia, due snni innanzi aveva perduta la voce, e solo quattro mesi innanzi aveva cominciato ad accusar dolore nel laringe, pel quale prendeva il ioùuro di polas~io. Col dolore locale coincideva un deperimento generale della costituzione che lo indusse il 9 ottobre 1886 ad entrare nell'o~pedale. ' L'esame laringoseooico faceva vedere ambo le corde ''ocali ulceralt-, ùe' bian~hi papillorni che invadevano illbringe Partendo dal disollo della glottide, le false corde e la mucosa del !aringa infiammate, ed un solido tumore a destra. L'ioterno non prel'entava altro di anormale, e le parli esterne del collo apparivano sane, le glandole non erano lurgide, il laringe era mobile, quantunque ololente alla pressione. Estirpato col forcipe ltHingeo un frammento ctel tumoretto, fu riconoscouto per un epitelioma; l'esame degli organi toracici ed addominali non rivelava lesioni di sorta, quindi il 12 ottobre il dott. Gardner si accinse all'operazione.


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Cloroformizzalo il pazieotP, Cece un'incisione dail'osso al ~econrlo suello dalla trachea, le~ò in due pun ti, e le giugulari anteriori, staccò i muscoli della tiroide, la fa«cia aponP.urotica unil.a rer la sua estremth\ .,u 1•~~:~r-. s~m:a toglier la membrana Liro-ioidea, legò le v11r ie san~uinanti , specialmente la cricotiroit!ea che disturbO quauto roperazillne, apri la l!·achea fra la carti!a giae coidc ··d Il primo anello, e v'introdusse una cannula lica che ìmpcdtva l'ingresso del sangue nei polmoni, strernitù ltbera della cannula atl.accò on tubo di gomma traverso del qual·· t-~ t coutinua,·a la clorofor mizzazione, col mnnìco del coltf'llo separò il larin~e Jall'esofago, il corno superiore della ltroide, le membrana tiroidP.a, ecl ultimo gli attacchi posteriori e superiori del laringe, cino che rosse po;;sibile alle cartilagini. LP ltrnidee ~upCI'IOri dellero molto sangue, ma furooo sicurate con legalut•a come tutti gli altri punti ""'"L'''""'"'....: la vasto ferita fu spolverata con iodoformio, unita o •·m~APia·"' con cotone assorheute, il tubo tcacbesle fu lega to intorno lf collo e sotlo Je oscelll-', non ''i fu coJ1asso ùopo l'operazioae, ne alt·un mconveuiente per la cloroformizzazione. ~ el giOJ'DO. si ammmislr arono e nemi di brodo condP.ncoato e cognac, fil iniett.ato un centigrammo di morfina, e si f1~cero nebul~ zionr d'n<'ido fenico nella stanza; il giorno !':eguenle a queelt trattamento si aggiun!>e mezzo litro di latte, ed una hmoaelt: introdotti p~::r rneZI.o di un catetere esofa~eo, il polso e la respirazione erano cocol lodevoli che l'ammalato l:'8deva ili letto, la temperatura non pas$6 i 38•. li !::iorno 15 le co;:e Cl>nlinua,·ano nell'i~tec:so modo, le temperatura era sce!'ta a 37•.5, molta sali,·a imbratta\'a le cannula che fu cambiata, c l'istesso trattamento fu conser \'ato linO al 1!>, giorno in cui la temperatura scese a 37•, S P non dae si cominciò a pas;:are ogni giorno un dito dalla bocca fi~ alla base dell't•piglottide, per couser,·ar hbPro il passaggiO alla lar·inge artilicialo cbe fu applicata dopo pochi giorni elle la ferita e1·a cicatrizzata, ed il 3 dicembre l'infer mo usci d~ osped11le per toruttre alle sue occupazioni. Però il 15 febbraio il paziente tornò a far::.i vedere, ed Wl


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piccolo tumore si era r ipr odotto alla base dell'epigloUidc, accompagnato da una gianduia indurHa del collo a destra. L'autore non si mostra iocoraggialo dall'esito di questa operazione, perché quantunque eseguita nelle migliori condizioni possibili, senza alcuna apparenza di estensione alle parli vicine, la riproduzione non é mancata, e negli 83 casi raccolli dal doll. Baratoux, trova più della meta delle morti avvenute dentro quattro me~i. O.truzlone lnte•tinale per intasamento di oalcoll biliari nell'Ueo; laparotomia e rimozione de' calcoli; morte &l secondo giorno, per BRvo:-~ Houte ALLEN. - (T/te Lan.eet, 30 aprile 188i).

Un tJomo di 57 anni che aveva sempre goduto buona salute, benché disposto alla stitichezza, il 14 luglio 18S6 Cu preso da \'Ornito e dolori all'epiga:;trio ed ipocondrio destt•o, seguiti da itterizia; i dolori passar·ono dopo quattro giorni, le defecazioni non furono osservate, L'infermo tornò alle sue occupazioni, ma il senso di pena all'ipocondt io destro non l'abbandonò, e la stitichezza cresceva. Jli!l settembre fu preso da violenti vomiti di materi~ verdtJ, che fu attribuilo a dislut•bo gastrico, il 20 fu visitato dal dottor Alleo il quale trovò una pastosi là nel colon discendente, ispezionò 1e sostanze \'Omilale che non aveHmo odore fecale, e seppe cùe d n o llo 1;iorrd non v'erano slale deiezioui al vi ne, nè passaggio ùi gas per l'ano. • Dal 20 al 2G furono amministrati calartici. oppiati, enteroclismi d'acqua e sapone, si ebbe qualche piccola deiezione, ma il vomito persisteva, e nel 27 era di deciso odore fecu lento. Solto la cloroformizzazione s i applicò una forte corrente primaria che attraversa va l'addome, le contrazioni della rareli rurono energiche, ma senza effetto. Sì era ormai certi dj un'occlusione intestinale completa che durava da H giorni, Pet·chè le poche materie eslralte con l'enteroclisma venivano da un punto inferiore all'occlusione, e mai gas erano usciti dal retto. La subitanea invasione, l'assenza di dtstruzione degl'intestini, la specie del dolore, la qualità, del vomito, la


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mancanza di muco o sangue evacualo, e d'ogni genere tumore intestinale, di peritonite acuta o cronica, la d'una colica epatica soflerla dieci seltimane innanzi, sero il dolt. Allen alla diagnm;i di catcolosi biliar~ Il 29 settembre all'i pom., il dott. Beck con tulle le antisettiche fo:ce una incisione di tre pollici nella linea diana fra l'ombelico ed il pube, ed aperto !"addome, un'ansa d'1leo t·igonfìato nella ferita. Fu esplorato 1! cieco traducendo una mano nella ''asta apert:•ra, ma prima di giungerlo s'inconlt•ò una massa dura d'ù1lestino tenue, che lralla fuori, riconosciuta ir.togra, ma completamente osJLrUJIIIII.' da sostanza solida. Al di sopra dì questo punto 1'1u~~:~,~wu era rigonfio d'aria, al disotto completamente vuoto, quirdi tJt tento di far scor•·ere in giu il corpo estraneo, ma inutllmenlo, ed allora s'incise longitudioalmente l'intestino, dopo nvHr· pusstl Lo l!Otlo il suo mesenterio un tubo da d renaggio clze lo tenesse sollevo Lo dalle pareti intesiiall.li, mentre l'apertura del ventt·e era occlusa da spugne fenicate, ed i due estremi del lratlo intestinale stt··~tli da una pinzeLta per impedire il passaggio del contenuto nella cavità. I l corpo estraneo venne fuori ron una piccola 'lllantità di mater ie fecali oscure, lasciando vedere la mucosa rigonfia e fortemente iniettata. Scorse poche go!cie di sangue, fu lavato il tr·atto intestinale aper·to, e cucilo cou punti staccati di sutura alla Leruber&, adoperaudo aghi flni~simi e seta fenicata. Dodici punti furono applicati, la chiuc:ura appar~e comp!eta, la mucosa rivolta io dentro, la siero;;a a perfetto contatto, e lopo accurato Jayaggio fu rimosso il tubo che assicurava l'intestino alreste••no con la l!·asflssione del mesenterio e ricollocala l'ansa i 11 ca~'lta. Non c..:ssendo penetrato nulla nella cavit.a periloneale durante l'operazione, non fu necessal'ia la toletta del peritoneo, quindi In f(;;>ita esterna fu chiusa nel moJo usuale, coperta con garza. e cotone impregnati di borace. Le masse estralle et•ano grossi cristalli de Ila forma c ~ran­ dazzo delle comuni palle coniche, a superficie scabra per cristalli clt eolestot·in•i. P er quel giorno il paziente non risentì grc[;lu fatto deJJ'ope-


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razione, ma il giorno seguente e ra ansioso, aveva raddoroe teso, il polso a 120•, e precisamente dopo 24 ore dall'atto operativo mor1, e non fu permessa l'aulops1a. La morte non av,·enne per shoek, !:(iacchò dopo l'operazione l'infermo sta va bene, ed il suo polso era resistente; le precauzioni a ntisettiche erano state ri~orose, i punti chiudevano bene l'inte1'lino, ma 'luell'ansa era gili slala troppo maltrattata dal corpo estraneo, eù in preda a procec:so infiammalivo che for se si &ggravo col taglio e la sutura, ed 11 debole stato del paziente contribui all'esito fatale. ~el dubbio se in simili casi sia da aftìdarsi alle forze della natut·a che a volle ha espulso calcoli biliari a ncora più grossi, o se debba ricorre1•si all'operazione, l'autore si pronuncia recisameuLe, affermando che i casi di guarigione spontanea sono mollo piu rari cli quelli guarili con la lapa· rotornia, purchè quesLa sia eseguita appena fatta la diagnosi, dovendosi attribuire la morLe di quest'infermo al lungo temporeggiare. Bulla ritenzione d'orlna. -

Letlura del prof. ASHIWRST .

- (Philadtlpltia M érlical Times, a prile 1887).

Falla la debita dic;linzione fra l'anuria e la r itenzione d'orina, l'autore consider a in primo luogo lo spasmo che jncoglie r1uedi individui i (JUUli, costretti a ratlener per lun~o tempo l'orina, quando si all~nlano a vuot4!r la Yescìca, son presi da una subitanea CO!"lr tzione, e non possono farlo. Lo spasmo che accade nelle febbri tiroidi lo attribuisce all· influsso del veleno sul sistema ner\'OSO reso inabile a coordinare i moVtmeotì dt>lla \'ec;cica. Un l·~t·zo genere di spasmo è quello che avviene per lungo rt~ITreddamento del corpo, in questi casi aUo spasmo !<uccetle una conge,tione, per la quale riesce impossibile il mingere, come impossibile il passare un catetere. Ma le rAgioni piu importanti della riten'zione sono gli stringimenli uretrali, e l'allnrgamenlo della prostata. Ne' r estringimenti, quantunque l'orina passi u getto molto sottile, passa eernpr e con una certa velocità, perché la forza propulsiva


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della vescica non è diminuila, mentre nell della prostata, che d'altronde accade di solito dopo se pur non si tratli d'una prostaf.ite acuta, l'orina perpendicolo dall'orificio dell'uretra senza cur va o la contrazione della vescica è diminuila. L'uso d'uno ~trumento risolvera agevolmente la Se esso penetra soltanto ùi sei pollici, e l>Ì arresta giungere alla proslata, si tratta di restringimento, se di là di sei pollici, e !"ostacolo si trova lungo l'urelta. stattca, è la prostata che è dilat~tfa. In quest'ultimo v'è urgenza d'operazione, nel primo invece può rottura dell'uretra, e se la vescica è distesa, e l'iu(érmo un colpo ~ul pube, può romper$! anche la vescica, e versar:>i nel peritonco, o stravasarsi nel cellulare Bisogna adoperare un lungo catetere a curva non fidarsi de' comum cateter·i da astuccio, che di troppo corti, BLl in caso di ingrossamento della proslata, cialmente se il lobo medio non è implicato nel non raggiungono la vescica. Se però riesce i m posai bile sare un catetere, bisoA"na ricorrere ad uu atto nn.Ar satì,Nl Il catelet•isrno forzato è facilmente seguito da P.m,oPI'IIi la paracenlesi soprapubica della vescica aiutala dal zione, è la via più semplice e sicura ne' casi di i mento prostatì~o. Ne' casi di restrin~?imento a passaggio impossibile, l'uretra all'apice della prostata, fra questa e la porzione branosa, e si è sicuri di cadere al dì lA del restrin Fatta un'incisione di tre quarti eli pollice nella linea del perineo a mezzo pollice didislanzadall'ano,previa zione d~ll'indice sinistro nel retto per riconoscere l'apice prostata, si spinge il coltello altra verso l'incisione, col rivolto verso l'ano, e sulla guida del dito che è nel va a raggiungere l'apice della prostala, l'orina sgorga rerita, ed allora si ritira H collello, s'introduce in uno sciriogone, e sulla guida di esso si allarga se non è sufflcienle. Un catetere elastico introdot&o guida dello sciriogone si assicura in sito. Siccome con tale operazione lo stìnlere della vesciea


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rispettato, l'orina fluisce liberamente dalla nuova apertura, e non v'è incontinenza. Molli pazienti preferiscono rimanere in tale stato, che non produce aHro incomodo, all'infuori di quello di duver seùere per or inare. 1\la il restriogimenlo può esser curato con lu semplice dilatazione conservando il catetere nella fer·ita, e se ciò riesce difficile, si poò dalla fer;ta stessa introdurre una sonda attraverso dell'uretra ristretta, e su di essa prolungare il laglio. Quest'urelrolomia e:-terna fatta in due tempi, guarirà radicalmente il restringimento, p urché s 'introduca un grosso catetere cbe impedisca il passaggiO dell'or ina sulla ferita.

Aneurisma dell'lnnomlnata trattato con la simultanea legatura a distanza della carotide comune e succlavta destra . - Guarigione. - Prof. AsaaoRST. - (1\1edical Times, aprile 1887). Andrea C., d'anni 42, giardiniere, da 18 mesi sentiva un dolor e eu~ dal cotlo s 'irradiava alle spalle e al braccio destro, e da sei mesi sofl"r iva affanno di t'espiro, tosse parosislica, difficoltà di deglutizione, insonnia, talchè ' passava buona parte delle nolli in posizione ass1sa . Da poco tempo era comparso un tumore al disopra dello $ler no, verso destra, che si estendeva per due pollici lungo la clavicola, con pulsazione espansiva, allraverso' il qualP, non si udiva rumore di sfregamenlo, ma ~i avvertivano con molta chiarezza i suoni del cuot·e. V' era suiTusione venosa della rac.cia, la pupilla sinistt·a era dilatala e reagiva con lentezza, rnentre la destra era normale, ed aveva pronta reazione; le altre arterie erano morbide a l toLto, non v'erano segni d' aterotnasia, l'infermo non er a siftlilico, ed attribuiva il suo male ad una caduta sulla spalla desLra falla due anni innanzi. Il 13 novembre il prof. Ashbursl, previa cloroformizzazione, legò la carotide comune destra al disopra del musC<Jlo Ol.llo·ioiùeo con catguL, scovrl e legò parimenti la succlavia aU'infuori dello scaleno anteriore, applicò suiJa ferita un tubo da drenaggio, e la suturò con filo d'argento, poi la covrì

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con garza unLa d'olio fenicato, ed avvolse la spalla e lullo il .braccio. );essuo efi'etto immediato leone dielro a l'infermo si se11Livn bene ancJ1 e il giorno dopo , in giomi il tumor e alla bS'Se del collo era riùolto di più duro e meno pulsante, la d!spnea e la ,,Jì;<fagia scemate, e l'infermo poteva dormire in posizione Il 13 gennaio , due mesi dopo J'operaùone, non si tiva pul!'azione nella radiale, il miglioramento generale considere"ole, e l'm fermo usci dall'ospedale. L ari,IC<>I8ld0tl cleido- steraale era prominenl.e, e su di essa la mano cepiva uoa pulsazione sislolica c.he diveniva piu debole la pressione, mentre la rercussione tile"ava oltusila l'articolazione, e suono cluaro solto la clavicola; cuore era normale, i suoni dell'apice eran chiari, nel condo spazio intercoglale destro il pt•imo suono era il secondo forte e metallico. Sull'antico l umore il primo era oscuro ma senza soffio, il secondo forte. Con la doppia legalura su descritte, la quantili:1 di che passa nell'aneurisma è ridotta ad un t~r:zo, e senta quello che va alla gPosse branche del primo della succlavia; pèr questo t'allenlamenlo del circolo, risma si consolida per formazione di grumi lamellari pareti, o pel coagulo che dai punti di legalut·a ~i fino al sacco a neurismatict". Se negli anem·ismi dell'innominata sia preferihilc la tura simultanea de' due grossi \'&si o la succcs,..h·a, è stione discussa ft'& i chirut·ghi. Bdrwell properule per la gaLur a simultanea, perché con la successiva si da tempo alla circolazione collaterale, .... t.abitita la quale, la conda legatura rumiuuisce dt ben poco la corrente nel la sola le~atura della car otide d'altr onde è s tata trenta volle, e si souo a,·u(ì venti morti. Della s tessa nione è I'Eriehsen. D'allra !Jarle l'llolmes propende per la legatura co11Be~ tiva, cominciando dalla carotide che ritiene più iin ma se l'aneurisma mostra maggior tendenza a " 01rnPIKll verso la succlavia, egli lega prima la succlavia) e spera


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qoeslo pr ocerlimento Ji ri$parmiare una legatura. Questo auo ~oncetlo è av,·alorato dal Cockle, il quale ba otlenuto un buon risn1talo in caso di anenrisma aor tico, legando la carotide sinistra. Il rror. Asbhurst ba raccollo 32 casi di doppia legatura !lmultanea, 12 de' quali guarirono, 4 llll,::liorarooo, e 16 morirono; questa statistica, egli dice, non è mollo più confortante della prima, ma il metodo è più razionale, la corr ente de' chirur~hi si pronunria sempre più in revore deU'opinione ùi Barwell, ed egli raccomanda la legatura simultanea.

RIVISTA DI JiNA.TOMIA. E FISIOLOGIA 11llla tper.eoreztone e iperaoldltà del augo gastrioo. R. \'au der Vaou\ e G. STtCKER..- (Cenif'alb.fur die medie. IViuensch., 1887, N. 5). ~[E'otre nella di)lestione normale, dopo il pac;saggio del chimo nell'intestino l'a1iooe secr etor ia delle glandole del caglio è giunta al suo termine, in alcuni casi patologici al contrar io, anche dopo che il chimo é us~ito dallo stomaco continua a 8'!Pararsi; ora continuamente ora dl tratto in tratto, del sugo g&~lrico cQnienenle pepsina e acido cloridrico, completar~e_nle atto alla drgestioue. Questo stato si desjgna' col nome di lpersecrezione del sugo gastrico. Il dott. van der Velden ne rirer1sce tre casi, e tutti e tre i malati soffr ivano da lungo tempo dt dìslurbi ùi stomaco. Nel primo la malatLia aveva COmincialo con un catarro seulo dello stomaco, nel secondo 1 smtomi erano quelli di un cat.arro atonico cronico dello sloltla(".o, e il terzo aveva molto probabilmente un'ulcera dello lllomaco. Secondo queste osservazioni, la ipersecrezionu del augo g8<>lrico non si può tenere come una forma mot·bosa :~lale, si può &<>lo dire che è un sintomo piull~to rnro e •hvo dì molle malattie croniche dello stomaco. P uò essere


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RlVIST.\

che vi abbiano anche part~ le azioni ner\'ose. del sugo gastrico si intende una eccec;si"a acido n ello stomaco. Non è an~orn ~tabililo quanta é l'acidilA del su~o gastrtco normale. Le zioni fallane flnOrQ differiSCOnO fra l0r0 nni<>Vjr\J..... ricerche fatte dall'autore su dt sé Pd allre ila mostrarono una acidità mE>.dia d t 0,13 • ·• di acido Molto maggiore è la propot·zìone dell'acido stati patolo;rici, specie nell'ulcera rotonda. In tre der Velder trovò 0,26, O, ii e 0,42 per cento di acido Il dott. G. Sticker OS$erva che si ha in~> t~eidit:A. gastrico allora che la separazione della pepsioa parallelamente alla produzione dell'acit.lo cml"'tn r•I<2EI• le due secrezioni sono troppo abbondanti ma "anuo tralli•si allora d1 ipersecrezione del sugo gastrico racidilàpuò venire a parossismi od essere continua. riret•isce una osservazione di ambedue i casi. In alquanto anemico, ciopo l'ing:eslione d• alcune fortt>, vino bianco, ecc.) ovvet•o dopo affezioni manifestava una ipersecrezione d'acido cloridrico. propon.ione percentuale di questo acido era nei dinari 0,18, aumentava negli accessi a 0,45, 0,51 condo malato, un contadino di ii anni, separava r ante la digesliCJne, un l!-ugo gaslt·ico ricco di ncido (0,48 •t. in media). Probabilmente m ambPdue i determinante era stata una affezione p!>ichica; il che per la natura nervosa <li questa condizione. Al t(uanlo accade nella iperc:ecreZione del sugo trAld.PiiCO.o'J òedue i casi la digestione degli albuminoidi era quasi del lutto manchevole, impe1'0cchè la pepsina del sugo gastrico in proporzione di quella cloridrico era piccohssima. L e osservazioni finora pubblicate tanto di i· c.OMldCII•~:f di ipersecrezione si possono dividere in tre ~ruppi: t• transitoria; 2- periodica r ecid1vante; :r cNnica.


DI A:'iUOMh'. E FfSIOLOClA

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eu acldi dello stomaco S&DO e malato. - (Ga3ette des H4pitau:::, N. 8, gennaio 1887). 1 dottQri Cabn e von .M.&ring hanno intrapreso, sugli acidi dello stomaco sanò e dello slomaco malato, una sel'ie di ricerche, i cui risultati sono i seguenti: t• È possibile delerminat·e quantilativamenle gli acidi volalili, l'~cido lattico e l'acido cloridrico del conlenuto dello stomaco; 2• Nell'uomo sano si trovano quanlilà apprezzabili di acido clortdrico gtà mezz'ora dopo il pasto; 3• Quando l'alimentazione è Lotatment" carnivora, non si trova nello stomaco che l'acido clol'idrico; 4• Nel caso di alimentazione mista, lo stornano dell'uomo sano o mala.,lo contieneJ oltr·e all'acido clol"idrico, uua notevole proporzione dl acido lattico ùi fermentazione e di acidi volatili; questa proporzione 6 tanto più élevata quanto piu ~li alimenti hanno soggiornato più luogo tempo nello atomaco; 5' Nella febbre e nelranemia grave l'acido cloridrico può mancare; O• Nella cachessia amiloide e particolarmente nella dej:enerazione amiloide dello stomaco l'acido cloridrico si riscontra regolai·mente; , :· Nel carcinoma ùel ~iloro la presenza dell'acido clondru·o e la regola; la ~ua. assenza è un'eccezione. Generalmente si trovano non già traccia, ma proporzioni che raggiungono la normale o la sorpassano; s• Il violetto di rneLilanifina non è conveniente come reattivo per riconoscerd la presenza deWacido cloridrico nel contenuto dello stomaco. L'assenza della colorazione non prova che l'acido cloridrico faccia difetto; la presenza della colorazione Ll~u non indicaJ in modo certo, la presenta dell'ar-ido cloridrico.


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RIVISTA

Nuovi studi sulla biologia. del sangue . - (Dagli Atti della Reale Accademia dei Lincei, serie IV - Seduta del ii aprile 1887). Il prof. Moss(l di Torino comunica alla dei Lince1 di Roma una ~erie d'osservazioni s ulla del sangue, che modificano sensibilmente molle id~?e mentali, che ora si banno in fisiopatologia. Egli studiò terazioni che subisce il sangue per involuzioni -..a,.a •.,..,.. Ja formazione del cc-agulo, la genesi dei leucociti, la dei cor puscoli del pus, la deg•merazione dei cor puscoli ed a noi piace riferir e le conclusioni più importanti, quali venna l' illustrfl fisiologo di Torino, per ché molle quelle rovesciano addirittura molti teoremi di patologia nerale, che lì no ad ora semb1·arono affidati a basi inco Quali sono le alterazioni che subisce il sangue, appt,Dii:§:l arrestata la sua circolaZIOne sia per doppia legatura del vaso, sia pot• morte de)l'animaie ~ Le osse!'Vazioui faLle sul sangue di colombo con microscopii ad potenti ed immersione continua; ed esse rivelarono che, pena due ore dopo il soffermamento del sangue, comi ad esser appariscenti le prime fasi del disfacimento del buio. I nuclei diventano meglio definiti: e tutto il ~"'•nncr.to-'iH-'II'iY!• si gonfia, si deforma tendendosi attorno il nucleo, in m<Mfl•ll da pre ndere varie configurazioni. La piu imporlanle si rruando il corpuscolo si schiac~ia in due punti corriSPI)n<reuar.oli;-• alrinsenione nucleare, e prendel'as:petto d'una mela. Nel san!l1Je dei mammiferi si osservano consimili alterazioni, pur·chP esso s:ia mantenuto per qualche tempo neJJa soluzione di cloruro sodico 0,7;) "/. alla lempernlura di ru. l corpuscoli, conservando lieve tinta giallognola, si derormano, nel loro mezzo si vede il nucleo biancastr-o od una .macchia ovale bianca che può prendere posizione eccentr ica. Non lutti i co 1·puscoli subiscono però uua ta le metamorfosi, poicllé molli conservano anche pe1' rruaJche tempo 14 loro forma normale, e questi corpuscoli che successivamente diventano sempre più rari, si possono chiamare co1•puseoU


DI ANATOMIA E FlS!Ol.OGIA

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resistenti in rapporto degli altri, che con maggiore facililil. ei alterano e distruggono. Successive alterar.ioni sono il decolor amento, la produzwne di gJ'anulazioni nell'interno del corpuscolo; quindi l"auJOenlo dei leucociti c perchè i cor'}Juscoli rossi perdono l'emoglobina e diventano jinamente granulosi •. In lal modo i leucocili, nascendo doi globuli rossi rappresentano una degenerazione di questi, e formar.o il passaggio a degenerazioni ulteriori. Non lutti i corpuscoli t'O~si però, decolorandosi e grauulandosi, si converlon., in leucociti; molli di essi !'IUbisconò la degenerazione ialina, la quale consiste in ciò che la sostanza corticale d'un corpuscolo si fonde in una massa g<:latinosa e trasparente, che circonda il nucleo rigonfio. Riunendo~i le masse gelotinose di vari corpuscoli, vedonsi sul <"ampo microscopico ' 'orli spozi biancastri (che sono riempiti da 'JUesla sostanza ialine) contenente i nuclei, e facendo muovere con una leggera pressione i cor puscoli rossi, si vede elle questi girano attorno alle masse ialine senza potere mai penetrare nel loro interno. Le alterazioni sopr·adetLe c he l'autore osservò nel sangue •legli uccelh, dei batraci e di qualche mammifero, si ripetono con leggere varianti uel sangue dell'uomo. l n meno di due ore i corpuscoli rossi dell'uomo Lratlali cou una lt>ggera soluzione ùi cloruro soJico al 0,75 •,·. , addi,·engono finamenle ~pinosi e, quando si sono decolorati, rassomigliaqo a leucodti. Nel decolorarsi i corpuscoli si rigonfìano, e dapprima mostrano l'apparenza di Lre o quattro nuclei cbe si formano nel loro int.emo, pescia mostrano granulazioni scure e punti piit cbia1·i fra quesLi nuclei, mentre alla loro pet•iferia comincia ad appal'ire un cerchio di sostanza ialina. In allrc parole i ~rpuscoli rossi dell'uomo subiscono quelle allerazioni cbe f>~ osservano nei corpuscoli degli animali inferiori, deformaZIOne, uecoloro.zioue, rigonfiamento, forma::ione di nuclei, Cormazione di gl'anulazioni, conve~ione in leucociti. degenerazione ialina. L'autoJ·e, prese le maggiori precauzioni per eliminare gli Sllriti e la pressione esercitata sul sangue in eEame dal co-


runsrA pt·ì-oggetlo (a tale scopo non pone il copri- oggetto mente sul sangue, ma stabilisce attorno alla gocciola da minare una cor·nice di vasellina, sulla quale adagia il oggetto), possa a studiare le alterazioni che subisce il ,,..,,. ,w.r, 8 trallato col siero di altri animali, col proprio siero. colle luzioni di clorur·o sodico v~~riamente concentrate, eoi color•anti; l'd acr•>nna che l'eosina fa negli uccelli i nuciP.i tlei COI'r>UC::I'Oii rossi, che invece si restr·ing-ono, retr·aagono col violetto d• metile: colrurea i corpuscoli diventano rugosi come flosci ed avvizziti; poj si disLendono vamente, diventano lucenti e scoppiano, facendo uscire il nu. eleo e re&iduare la sostanza corti,...ale pamda eli opalescente. L'autore studiando il pr·ocesso della coagulazione del sangue osservò per il sangue dei mammiferi quello che Landois. Hoppe Seyle•·, Schmidt rimarcarooo per il sangue degli ue· celli e degli anlìbii, cioè la parte aW'va, che hanno i corpuscoli ros!':i nellA fòrmazione del coagulo. Era diffìcillssimo lo ~tudio ciel modo, nel quale i corpuscoli rossi si rnodìftcano dut•ante la coagulazione, stante la rapidìlil r,orpr~ndente colla quale la coagulazione avviene: ma l'autore, mescolando il sangue all'estratto di leste di sanguisuglre, polè rallentsre sensibilmente la formAzione del coagulo, ed osservarla nei suoi momenti più cospicui. Gli ematoblasti di Hayem e le piastrine di Bizzozero direttamente contribuiscono al coa.. gulo, disfacendosi; inoltre nelle cellule rosse che pren,looo parte al coagulo si verificAno tutte le alterazioni cadaveriche sopra descrilte, del111 quali la degenerazione ialina ha un SO· pranenlo deciso. Osservandosi un pezzo di coag~lo avvenuto nel morlo not'male, si vede che esso risulta ~pecial­ menle da una serie di cellule a contorno ialino col nucleo più o meno colorato, di ,·aria grandezza, alcune col diametro di 5 a 01J. che ~i lasciano colorire in violetto col liquido ;.;odomelilico di Bizzozero, altre col diamct1·o di 12 J.l. con lenenti un nucleo, e par·te centrale, r!gonfia, granulosa e colorata in confron Lo de! la parl.e periferica, che é Mttile ed incolora, e co~l po~sono colpirsi tulte le fa~i di passaggio del corpuscolo rosso, da quelle in cui questo é poco alterato a quelle, in cui la natura del corpuscolo rosso oon é più riconosci·


DI AJ'iATOHTA B F ISIO LOGIA

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bile. Ma se invece di osservare la coagulazione. a...venuta rapidAmente nel modo nQrrnaiP, la si osserva, quando essa !'i cvmpie lentamente mercé di una sostanza che la rit.ardi, l'i vedrà che i corpuscoli rossi prima di divenire ialini si fanno granulosi, si gonlìano, impaHidiscono, indi subiscono la degenerazione ialina, mercé Ja quale si stabilisce il r·eticolato g-clati!loso ed inestrigabìle del coagulo. La genesi IJUindi del eoagulo si ridurrebbe, secondo l'autore, alla conYerRione di corpuscoli rossi in corpuscoli ialini più grandi che "i connettono, s'addentellano. È frequentissimo vedere, ~pecie nel sangue dell'uomo, l'involucro ialino che si stira come un fuo;;o, e conserva nel mezzo il corpuscolo primitivo pii.t o meno alterato. Queste cellule stirate a fuso costituiscono corpi di sostanza ialina fibrosa . L'autore espone una serie rli o!'servazioni, per le quali è indotto a credere che i leucociti !'i ori~innno dai corpuscoli rossi alterali. Egli ha potuto seguire a passo a passo le metmnorfos i di questi corpuscoli del sangue \l'uccello, ed Ila potuto vedel'e che, mentre perifet'icamenle la sostanza ùel corpuscolo rli venta ialina, la sostanM centrale si retrae, si l'aggrinza, e forma nuclei e granulazioni fornili di movimento. Nega cb,.. questi movim611li siano movimenti protopla"matici, perché li vede con tinuare ad una temperatura superiore a 65•, e dopo aver trattato il sangue col vioJPlto di metile, che ùisfa il cor!luscolo. E i leueociti, che in tal modo si originano, presenl.ano svartatissima costituzione, grossezza e manifestazionP.. In alcuni il residuo dell'antico corpuscolo è unico, in altri è molteplice, ma, quel che più monta, le granulazioni fornite ùi movimento li eseguono in tutli i sensi, e finiscono per dpto 6 fo.Ui di questi movimenti pet' separ·arsi d alloro nucleo. In tal modo muorE> il leucocito; e può, conclude raulore, rilener~i che • il corpuscolo del sangue che si muove non e una !Jtor:ane cellula che cresce, ma una cellula che muore "· PMsò quindi ad esaminare la g~nesi del pus, e, riproducendo le esperienze di Cohnheim, !"i conYinse che i leucocili che appaiono fuori dei va!':i !'ono corpuscoli rossi alterati e che, mentre i corpusc.oli rossi meno resistenti si trasforrnano in leucociti ap;:>ena stravasati, altri più resistenti con-


7U.

RIYJSTA

servano lung-:> tempo la loro natura. Se si contano i pu:>coli bianchi d'una rana, dopo 10 minuti di sopra una eslremila questi sono considerevolmente lati. E se bastano stimoli così leggeri per far c re~eere numero dei leucocili, l'autore crede che gli esperimenU Cohnhtim hanno per effetlo una produzione enorme di puscoli bianchi, che pr1ma non esistevano nel sangue rana; quindi i leucocili, sulla cui fuoriuscita dai vasi Cob nheiìll~' r iponeva il momento essenziale della flogosi, raJPPI~esenii&DO ·~ un pz·odollo artificiale delresperimento. L'autore ripetè sui cani curarizzati gli esperimenti e osservazioni di Arno1d e Thoma, e dal mesenterio non vide la fuoriuscita copiosa di Jeuc,ociti, che fu segnalata dal Cohnheim: anzi, all'esordire delle flogosi, appena diaù· J!Uila la tonicità ''&sale, osservò che il fallo pr incipale e~ rappresen lato dalla fuoriuscita dei globuli r·o!>Si. Il mese:-~ leri& si arrossa; i corpuscoli rossi si addensano sulle part!li vas ali, e si vede che debbono pessar·e molti e molLi globuli roni prima che ne passi uno bianco. V'ha di piu: l'autore che ba poluto nettamente distinguere il momento, nel qua le i corpu· scoli r·ossi allraver•savano la parete vasale, non ba potuto nellan•enle distinguer•e un lale fatto per i leucociti. L'autore espl:'rimenlò su d'una cagnetta del pe~o dr 6!Jl0 gr.; iniettando solto la pelle del collo 2 eme. di trementina. Jopo aver saggiato la res~len.:a del sangue e contato il numero di globuli branchi. Nei giorni successivi si formò un asces80 voluminoso, che ' 'uotato dette 210 eme. di pus giallo, denso contenente leg~eri coaguli. Dopo il YuOlaruento dell'asceSSO si vitfe che la resistenza del sangue era cresciuU! (for~e per la diminuzione dei suoi corpuscoli rossi meno resistenti, trae sformati rn pus) e che i leucociti del sangue non erano diminuili. Se i corpu>;coli del pus fos:~et·o derivali dai Jeucociti dd sangue, uu calcolo, cJ1e fece l'autore, avrebbe reso ne· cessario che il cane per formare ~10 eme. di pus a vesse a'·uto uu numero di leucociti san~uigni e quindi un \Oiurn~ di sangue 200 volle superiore del reale. E se questi globuli del pus non nacquet·o dai leucocili del saugut::, se non nacque"! dallo glandole !in fatiche e dalla milza (perché in questi organi


DI A'NATO~UA E FlSIOLOGl A

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non fu rilevato né aumento di volume, nè alcuno indizio di maggiore allivit.A), se non nacquero dalla prolireraziono del connettivo, a seconda delle antiche idee di Vircltow (perché le flogosi della pelle e del tessuto attorno l'Ascesso non fu nell'esperimento abbastanza intensa per ammettere un pr ocesso generali vo cosl enorme), l'autore si crede autorizzalo a concludere che i globuli del pus provennero dai corpuscoli rossi. E l'e!'ame microscopico fece riconoscere in quei globuli i caratlet•i dei corpuscoli rossi che si disfanno e muoiono. Lavata la cavità dell'ascesso con una soluzione di sublimato, ìl giorno dipoi si estras!'ero eme. 150 di pus sanguioolento, la cui origine, ripetendosi il ragionamento fallo qui sopra, si deve far dertvare dai globuli r ossi Mancarono costantemente i micrococchi ed i batteri della putrefazione. Da !.ali iudagioi l'autore trasse la convinzione che i corpuscoli ros!:!i, che in primo tempo ~i trasformano in pus, sono i meno r esistenti, o!>~ia quelli che sono facìlmen Le alterati dalle soluzioni dJ cloruro sadico meno concen trate; e che quindi nelle formazione d'un ascesso si tratta di una vera selezione di corpuscoli rossi, per la qua lo l'organismo si libera dei corpuscoli più deboli e Lrallieno i piu resistenti. lnfalli, se da un Ialo dopo la formazione dell'ascesso la resistenza del sangue era aumentata, dall'altro IaLo sappiamo cbe gli organismt più deboli sono meglio predisposti allesuppurazioni, per esser essi poveri di globuli, che r~.sislono alla ùegenerazione piogene. • Se riusciamo a stabilire un rapporto fra la resistenza del sangue e la disposizione sua a degenerare e trasformarsi in pus, sarà un gran passo che avremo ratto non solo per la conoscenza più e~alta della natura di molli processi morbosi, ma anche per la diagnosi; perché nei casi dubbi di suppurazione in orqaui profondi, ~>i avra nell'esame del sangue un criterio Per deci,!ere. Mi sono assicurato che vi svno anche nel sangue normale dei corpuscoli rossi in uno stato didegeoerazione ialina molto inoltrata e che questi si trovano denLro ai vasi sanguigni. Oltre a questo processo normale per la distruzione dei corpuscoli rossi, é probabile cho i meno resistenti si allerino, tra-


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lUVlSTA

s for mandosi in CQl'puscoli ialini mentre stanno fermi o !ano dentro i capillari nel focolare dell'infiammazione. • In base a questi faLli io ho speranza che riuscir emoaeonoscere meglio lo. natura di alcuni processi mor bosi fino àd: ora non giustamente compresi. • E siccome l'illustre autor e ha in un'altra nola roostralo che i polmoni funzionano come filtro, che lratLieue i corpo. $COli rossi piu facilmente alterabili, crede che il fatto d'aver trovato corpuscoli già alterati (degener'aZione ia.ina) nell'ioterno 4ei va"'i combinalo alla debole pressione, colla quale il sangue cir•cola nell'interno dei polmoni (che diluciderà in una pr·ol"sima memoria), varrà a rischiarare molti punti sulla palogenesi delle malallie polmonari e della leucemia. Pr·ovato che i globuli di pus debbano derivare ùai rorpuscoli ros~i, l'autor" pas!"a a dimostrare il modo \!Ome ciò avviene e studia lo successive metamor fosi dei l:'U<.idelli corpuscoli. E nel pus fresco della cagnetta egli r·inviene e cor·puscoU rossi inlalLr, e corpuscoli rossi scolorati e divenuti ll'rànUIosi, o cor·puscoli ro~si già colpiti dalla degenerazione ialina, nei quali persiste ancora qualche lt·accia dell'antica colorazione ftialla~tra, indice sicuro dell'or igine dalla q uale provengono. Questi corptJ~coli ialini con molle granulazioni ([Jlobuli del pus) conten~ono un nucleo che é il residuo del primitrvo corpuscolo r o.,so, e questo nucleo non sempre si disfa, scomparendo in mezzo alla massa granulosa che In circonda. Ma mollo spesso ~i defot·ma variameute e prende l'aspetto d'un r ene ovvero, allungandosi, si ripiega. In tma fase successi'·~ dello sfacelo r1uesto nucleo prende l'aspetto «li • un pomodoro da cui si staccano spicchi in uguali e tond<>gg:ianti • a i quali si può dare il nome di citoframmenti o f rammenti corpuscolari.

Io altra parola l'autore trova nel pus e i corpuscoli rossi, e i ll!ucocili eù i g-lobuli del pus che nascono dai corpu!=coli rossi merce\ la ùt~C~Iorazione, la formazione di granulazioni e di nucleo i pr·imi; mercé la degenerazion~ ialiòa la formazione di granulazioni e di nucleo i secondi. E questi globu li di pus, che somigliano ai leucocili quando sono giovan i (avendo c.on


DI .\NATOHlA E FlSlOLOGlA

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questi comune la proprielà dei movimenti eh~ si osser\•ano nelle sue granulazioni), man mano che invecchiano se ne allontanano, e, mentre i leucoc1li muoiono pe1· segmentazione operata dalla granulazione semovenlesi, essi muòiono per segmentazione del loro nucleo, che ~ l'ultima fase di vila, che in e!"si si osserva. Oltre la deg•.merazione ialina la conversione in leucocili ed in globuli di pus, il corpuscolo rosso è suscettibile di allre alterazioni patologiche e per isludiarle l'autore fece passare direllamPnte una quantità di Rangue dalla carotide d'un cane dentro la cavità addomi.1.ale d'un uccello. ed., uccidendo, dopo due o tre giorni dalla trasfusione, questo uccello, esaminò le allernzioni cbe il sangue~ trasfuso ha subito, soggiornando in un ambiente anormale. Rinvenne un coagulo g1·osso quanto una mandol'la, che em~:lleva sugli inleslirJi espansioni sottili quasi membranose; e l'esame micro~copico di questo coagulo rivelò l'esistenza di forme corr.uscolari simili a quella trovata da Remak nella milza del cavallo e del coniglio dopo emorragie profonde, da Bizzozzero nel midollo delle ossa, da Cichorst nel sangue dei tifosi, da MarcbiafaYa, Celli e più recentemente da Golgi nel sangue dei malarici. L'autore confessa che non ha mai esaminato le alterazioni, che il sangue subisce per la malaria, ma u le figure e la descrizione, che ne fece!'o Laveran,. Richard, Marcbinfa va Celli e Golgi corrispondono c:on tale esattezza alle forme dei corpuscoli da lui osservate colla trasfusione del sangue di cane nell'addome degli uccelli, che solo un rigore esageralo di logica ed una tarda iotuiziC\ne scientifica potrebbe impedirgli di ammettere cho siano cose identiche •. Queste forme identiche al plasmodium malariae non sono molto abbondanti in detto coagulo; ma se invece di eseminare i1 sangue fresco, eome si trova nella cavité addominale o coll'aggiunta della soluzione di cloruro sadico 0,15 •t., si fissano i corpuscoli coll'acido osmico nella soluzi01te dell'i al 5 "/., si trova che cambia l'aspetto di molti corpuscoli rossi, e che abbondano le forme che .Marchiafava e Celli interpretano come un plasmode immobile, che esce fuori da un corpuscolo rosso.


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IUVISTA

L'auLore non dissimula la propria trepidazione nelre!moi'Ni osservazioni e falli sulla ùegeuerazione del sangue, che spingono ad una direzione contraria a quella degli rs~~IOlU·:l più valenti, e nel dover presentare come for ma di un processo degenerativo quello che fino ad ora fu presentato come forma di un processo di sviluppo (let:cocili, ecc.), e ne! dover· far rieutrare nel capitolo delle alterazioni comuni del sangue quelle alterazioni, che illustri anatomo- patologi cou. siderarono patognomoniche dell'inrezione malarica. Ma egli dice che ba dovuto cedere all'evidenza, ed è persuaso cbe la dottrina degli organi emopoietici deve esser riveduta, in base ad uno studio diligente della degenerazione dei globuli rossi. Sui cervelli epUettlol. - Lettura fatta innanzi alla Società di neur·ologia di Filadelfia l.la F. X. DERCU:.L - (MedicaZ Times, 5 febbraio 1887). L'autore dall'esame òi 12 cervelli di epilettici costatali in vjta, raccoglie le anomalie di maggior importanza, per espri• mere alcune idee clJe questo studio gli ba suggetilo. La notevole tendenza alla confluenza delle scissure nei gradi infimi di sviluppo cerebrale, fu sempre ben distinta in questi ccrvt:!lli. La scissur·a di Rolando confluiva con quella di Silvio nel maggior numero dei casi, in altri conflui,·ano quella di Silvio con l'inlraparietale, e con la scissur·a para!· lela, la più costante era qùella della parieto- occipilale con l'intraparietale. Que~Le confluenze erano naturalmente asso· ciate all'as~enza od imperfetto sviluppo dell'arcuazione e del· l'anfra lluosilà delle circonvoluzioni. Cosi la prima circonvoluzione occipitale di Ecker spesso mancava, od era appena accenuata, e la scissura per·pendicolare esterna e quella di \Ver·nicke erano cosl bene accentuate, che il lobo occipitale era (ruasi staccato dal r esto del cervello, anomalie che davano ai cel'velli l'aspetto di quelli delle scimmie. Una scissura anormale passava direttamente da quella di Silvio al lobo temporale, tagliando nellamente la prima circon voluzione temporale, e la parte anteriore della scissura parallela. 0HI'e a ciò si sono trovate alcnne parti del cervello o troppo,


Dl A.NAl'OlllA E FISIOLOGIA

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poco sviluppate. Cosi, si rinvenne un enorme sviluppo del cuneo, un forte ingrandimento del lobo occipil.ale, mentre i lobi frontali erano mollo piccoli; un enorme ::;Yiluppo del lobo quadrato e del parielale infer ior e, con cuneo mollo p iccolo, e con sci!'<sure inlrigolc e molteplici. Vi sono dunque negli erileltici anomalie morfologicbe come le $CÌS$ure che rassomigliano a quelle delle scimmie, ed anomahe patologiche colle quali si accompagna quasi sempre la !>clerosi del cranio che altera lo sviluppo del cervello per diminuzione di spazio; entrambe queste anomalie possono concorrere alla patogenesi dell'epilessia. La forma epilettica è senza dubbio il risultttlo di un'esplosione nervea, o sensoria, o motrice o psichica. Ora il sistema nervoso accumula ed immagazzina continuamente la forza nervea, od il suo ertuivalent.e protoplaslnico. Nelle condiz ioni normali quesLa forza si esplica in modo graduale e l'equiti bl'io si mantiene, pei'ché 1•azione di alcune parli del cervello è inibita o limitata da quella di altre parti; ma data un'anormolila di sviluppo, dalo l' incremento morfologico o patologico di alcune parli a scapito di allre, l'equilibrio delle forze nervee si r ompe, ed ha luogo un'esplosione. 0

RIVISTA DI TERAPEUTICA n cloridrato dl cocaina nella. oura dell'angina di petto . -

LACIIKIÉ\YÌTCII. -

(Ga;etle Médicate de Paris , 6 no-

vembre 1 6J. L'autore 1mpiega con succe5,so, contro l'angina di petto, il cloridrato di cocaina alla dose di 0,025 a 0,017, tre o quattro volle al giorno. Trascor.-i due o tre giorni di cura, gli accessi di angina pectoris diminuiscono d'intensità, di durata e di frequenza e facilmente scompaiono. Il polso diviene sempre più lento e Pieno e la quantità dell'urina aumenta.


no

RIVISTA

L 'acido osmfco contro le nevralgie. - SCRAPIRO.de pltarmacie et de chimi~, 1• dicembre 1886). L'autore propone la seguente mescolanza: Acido osmico. Glicerina . . . . . •. . . . Acqua distillata . . . . . . . , Questa soluzione dev'essere tenuta in una vetro nero e chiusa ermeticamente poichè in tal modo si conservare per due o tt·e settima nE>. Si inietlano cinque di questa solUZIOne sotto la cute in un punto vicino a in cui ba luogo la nevralgia. In qualche caso fa duopo petere l'iniezione, ma esso non ba alcun inconveniente. Il cloroformio Impiegato come emostatico. - I PAAK. (Journal de pharmacie et de chtmie, 1• dicembre Il dott. lpaak di Bruxelles o ttenne degli eccellenti ris1:Jl&l~ da una mescolanzn di 2 ptwti di clor!Jformio e 100 Questa mescolanza a rresta rapidamente lo stillicidio guigno clelle gengive che segue l'estrazione dei denti. lieta sull'azione terapeuttca dell' acido ta.nnloo cura della tubercolosi.- RA YMOND e ARTI!A un. - 1'Tmnoaa·. des soeiétés seientijiques, 17 novembre 1886). Gli autor i hanno studia to il solfuro ru carbonio, il form io e l'acido lannico nel trattamento della tubercolosi pof.< monare, ma coi due primi di detti medicamenti, non haDJIO ottenuto, almeno fin ora, alcun risultato, il che é forse dovuto al modo dell·inlrodnzione di queste sostanze nell'orp nismo. Per contro hanno potuto constatare degli elfèlti assai rimarchevoli col tannino. Le lo1·o esperienze ha nno ser vito di punto di partenza di tentativi terapeutici, i quali furono coronali da successi. ID più di 50 ammalaLi ai quali é stato amminis tralo 11 tannino, sia in polvere, s ia sotto forma di vino medicamentoso, aU. dose giornaliet·a di due a quallro grammi, il rimedio é stato


D1 TEllAPEUTICA

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ben tollerato, ed ba prodotto un miglioramento talmente sen!lbil& uei sintomi morbosi che in quindici giorni all'incirca una metà degli ammalati hanno pr~senlato un aumento nel loro peso che seguitò per tutta la durala del trattamento. Iu alcuni casi di tubercolosi acuta glt autori osservarono una diminuzione nei sintomi morbosi, e nello spazio di 8 a t;> giorni, veriflcat·ono un arresto della malattia, fatto questo riscontrato negli ammalati nei quali erasi fatta una prognosi fatale.

hl trattamento del colera aai&Uco. - SzERLECKt.- (Ga· .tette médieale de Paris, 4 dicembre 1886). Gli studi recenti sui microbi del colera e sopralulto i lavori di Gaulier sulle plomaiue e sulle leucomaine hanno pr odotto una vera rivoluzione nella patologia e per conseguenza nella cura di tale malattia. Infatli mentre per lo passa to gli sforzi dei medici chiamali a cura1·e i colerosi si dirigevano a sopprimere le evacuazioni alvine, a fluidificare il sangue i8pessito, a riscaldare l'organismo intiero, oggidi si presenLauo due altre nuove indicazioni: eliminare o distruggere i microbi morbigeni e le plomaine che essi producono o che ~i oppongono alla loro uscita. Sd da una parLe, infaHì, il microbo colerico produce delJe Plomuine a spese dell'or ganismo, d'altra parte l'espulsione dtlile leucomaine normalmente formate nel corpo viene impedita per il fatto stesso del!& malaLLia. La ùislruzione delle plomaine iu un modo artificiale è cosa possibile? Gaulhier nella su~ comunicazione fatta ·all'accademia di medicina nella tornata del i9 gennaio 1886 ammise che la jebòre distrugga le ptomaine. Ammesso ciò, si spiega facilmente l'insuccesso notorio e quasi costaule di certi mezzi impiegali contro il colera. Ll prima indicazione nella cura del colera, secondo la ciLata asserzione sarebbe di provocare una febbre artificiale ~~· determinare la distruzione delle plomaine. Ad una tale Indicazione si soddisfa sia colle iniezioni inlra venose di acqua calda pura o salata, sia coi bagni a vapore. Ora tuili i cli-

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lU\'JSTA Ol J EMPEUTICA.

nici cho preconizza rono le iniezioni inlrav~oO!'!O, non nero alcun risultato positivo perché essi ritardarono razione llno a d un perioòo del morbo, in cui il nr~n11111HIIi poleva aver azione, a causa delio stato del sangue e su h. Lo s~sso Il \ vi..ne per 1 bagni a vapore, che, dimostrato il pror. Semrnola, devono e ssere impiegati del pet·ìodo algido, se da essi si vogliono o ttenere \'81llag$ti. Le eruiss10ni saneruigne, lo si sa. producono d& I~PriiiiiJ aumento d1 temperatura: a llorquAndo erano impiegate deralamenl<>, dovevano esser~ umi, alm eno mùnte, ed 11 loro uso era r azionale m q uesto seoeo; per poter e..<;lrarre il sangue non s i doveva aspettare n m ento in cui i vasi della pr:riferia fosser o contralti.: L'oss1geno in inalazioni é anche utile a ltivundo le stioni m generale e per conseguenza bruciando le e le Jeucomaine anorma lmente accunmla le nell'orj~&lllitll• Anche per soddisfar e all'altre i ndict~zione, c>ioe ad naro il microbo dall'or ganismo, bisogna ag1re nel riodo della malattie. Col cer care di soppx·imere le ziouL alvino e s tomacaJi, certamente ci opponiamo nazione del microbo; menlre operando in sell!'O opJpCMIIOll riveremo al nostro mtenlo. La prima poz10ne che BI somministrare all'ammalalo é il solfalo di 51)<18. L'auLot·e, riassumendo, conchiude che sol tanto nel pe1·iod(l del colera ~i può soddisrare alle indrcazioni nali curative e che p•ù lardi resterebbero a soddisfare tanto le indicazioni sintomatiche.


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RIVISTA DI CHI~llCA E FARMACOLOGIA t.Da eslatensa degll elementi oo•tituUvt dello saoohero Il latte nelle piante.

g nolo che lo zuccher o di la~te, sotto l'ìnftuenza di chimict agenti, st scinde In due so~tan:.~e d t costituzione molecolare dtf· ferentJSSJroa,jJ glucosio ed il ~alallOsio. l vegetali contengono iD cop1a il glucosio, sta in natura, che allo stato di a mido, di cellulo~'<io, ecc.; ma l'e~islenza in essi del f.!alallosio, o ru composti etti a produr! o, a ncora non et·a stata dimostra ta, e perciò li era indoUi ad ammettere la formaz1one sintetica del galattosio in l:leno all'Ot'~otanismo animale. Alla ricerca del galattosio nei vegetali si applicò con felicissimo t·i~mllato A. Muntz, e peneone a dimostrarne la normale presenza, o allo ~lato libero, o piu generalmente io quello dt complessa combinazione, provando tn tal modo ehe gli elelnt>nli costituli\•i dello zucchero di latte esistono normalmente nelle piante, e che, in conseguenza, si può ra~ionevol mente credere che la formaz1one di detto zucchero succeda per unione diretta, in seno all'or~aoismo auimale, delle molecole fonoamenlali preesistenti net fora~-tgi. ~elle note che sull'argomento rece presentare all'accademia delle scienze di Par•~i, n t> ile sedute dell5 e del22 marzo 1886, ellli dimostra l'idenlilà dell'arabinoso della gomma arabica eol ~alettosio dello zucchero di latte, l'esi~tenza del r;alatlo!\io ~""i prodotti di sdoppiamento delle materie mucose vegetali 10 g~nere, gomme, mucilagini, composti pettic•, ecc., le q uali lostanze mucoo;e trovansi nei roragFti in proporztoni tali da IIOV:r fornire ad esuberanza tutto il galattosiO ru cui abbisognano le femmine degli animali erbivOr i per la produz•one dello zucchero di latte, nel latte daUe loro glandule mammarie elaborato.


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RIVISTA

Sulle truformazlonl ohlmlobe provocate daDa lare. - E. DucLAux. - (Moniteur scicntijique, 1886).

Dopo di avere studiato l'azione sterilizzante della lare ~ui mici·obi, il dott. E. Duclaux volle indagare quel il meccanismo di questa ioiluenza e gli parve che vi potesse essere in giuoco, fuorchè dei fenomeni mica esplicantisi, poicM si tratta di esseri viventi, per fenomeni d'ordine flsiolo~ico. Conseguent-emente egli prese uno studio metodico delle trasformazioni Chlmll~' le sostanzE:\ organiche possono subire sotto l'azione e i primi risultati che ottenne in questo studio si rlA-tu.t in ciò che la luce solare, aiutata qualche volta, ma non dal calore ~alare, agisce nello stesso senso che i come questi, scinde le molecole chimiche piu complesse gruppamenti molecolari più semplici. L'acqua e l'acido nico, corpi combusti, fanno sempre parte ùi questi fra essi, altri ve ne sono di natura ancora combustibile lativamente stabili per rispetto all'influenza quali appariscono come residui, trans1tori o definiLivi zion e solare su di un grande numero di sostanze ha di più; questi residui dell'azione solare sono sempre quelli stessi che, transitoriamente o it>vamM produce l'azione dei fermenti e la loro produzione solto fluenze tanto diverse mos tra~i in relazione assai più l;lilità della molecola che colla natura vivente o metnunet•_ l'agente che li produce. La sl.t>ria della combustione solare dello zucchero un esempio di questo parallelismo fra l'azione dei quella del sole. Il saccarosio nel suo stato naturale è. ben si sa, inattaccabtle dai mic:-obi, e lo è pure per riai)SI~ sole. Abbandonato anche per f.!ualche mese alla . sotto for ma di soluzione acquosa neutra o alcalina, 81 s~rva inalterato; in soluzione leggermente aciJula&a, per via di un acido o•·ganico, viene facilmente invertito lore e dalla luce solare; ma una volta ridotto in maue sotto a tale forma inaJterato fino a che il liquido


DI CH il!LCA E FARMACOLOGIA

eerva una leggera acidita. In soluzione alcalina invece il glucosio, pet' raztone solare, si distrugge r apidamente; cogli alcali ftsl'i sr formano traMilor iamente i prodotti b runi ben noti che precedono la trasformazi.me del glucosio in ma~erie ulmiche; eoll'arnmoniaca il liquido rimane limp ido e scolorito, ma il rondo del fenomeno é sempre Jo stesso. Presente l'aria, succede assotbimenlo di ossigeno, e formazione, ollrecbè dei prodotti ossidati, dei quali i più stabili sono gli acidi carbonico, ossalico, formico e acetico, pure di un prodotto di disossidazione del quale è inutile seg nalare l'import11nza, l'aJcole ordinario. La proporzione di questo corpo é in media di a parli p. 100 dello zucchero, ma può giungere al 5 p. 100, e in tal caso. in un coll'acido carbonico coutempoeaneamente prodotto, rappresenta circa iliO p. 100 dello zucchero. Crò che maggiormente ancora avvicina la scomposizione dello zucchero per influenza solare a quella che è provocata dalla fermentazione alcoolica, si é che essa può compiersi anche all'infuori del contatto coll'ossigeno libero dell'aria e risultare qumdi da una speciale combustione inter na. Una soluzione alcalina dì glucosro esposta al sole nel vuoto vi subisce, sebbene più lentamente, le stesse trasformazioni che all'aria e una parte della materia zuccherina sì converte pure in alcole e acido carbonico. Come nel caso dei fermenti, questa produzione d'alcole al sola non è una pr erogativa del glucosio sollan,t.o. Il dott. Duclaux l'ottenne pure dal lallosio e dai Iettati. Finalmente a '{uel modo che esistono per una stessa materia più maniere ji fermentazione, cosi possono aversi .ptù manit~re di combu"lione, secondochè inter,•iene come agente l'ossigeno dell'aria, oppure quello dei sali d'oro, di plalino, di mer·curio e dì rame. Co!=<i il latlato di caJce che all'aria o solto l'aziono solare genera alcole e acetato di caJce, produce invece bulirrato eli calce quando riceve l'ossigeno da un sale di mercurio. Tutti i corpi che si ottengono in queste diverse maniere dì combustione hanno per caratterisLica comune la proprietà di ~''>~ere re!'listenli cii fronte alle influenze che ne delerromarouo la produzione, e sono presso a poco gli stessi per quanto


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RIVJSTA

diverse le materie donde ebbero origine; essi sono l'acido ossalico, gli acidi grassi, la leucina, 1'urea, ece. lazione di costituzione che essi banno colla molecola tr1ce è quindi quasi scomparsa; tuttavia non è inlerlllm!UIII strutta. Cosi l'acido tartarico fornisce aldeide. invece di e gli alcoli, quando l'azione ossidatrice sia regolata, danno di preferenza gli acidi ~?rassi denti. Ma per porre chiaramente io luce la susl~I~I18Ba tali relazioni occorrerebbe di entrare in dettagli che noa consentili dai limiti imposti ad una nota. L 'a4enina 41 ltossel.- (Monileur seientijique, maggio

Nel Zeitschri{f jur phisiologisel!e Chemie de uo.Pner·oJtr.lllll Kossel. distintissimo chimico addetto all'istituto fis.iolclgil:ljt~l Ber·lino, pubblicava 1'11 marzo 1886, una memoria sopra nuova base C'h e egli estrasse dal pancreas e dalla milza, . nominò adenina, la quale, secondo l'autore, esiste par~iDli-.Jp;~ in tutte le cellule animali e vegetali ed è sostanza ben nila, atta t~ formare dei bei sali cogli acidi si minerali or•ganici. Ciò che rende essenzialmente interessante questo nUI:.-..,...~ alcaloide, disse Ar·mand Gautier in seno all'accademia dJ dicina di P arigi, è il ratto dell'essere esso un polimero l'acido cianidrico, essendo la sua composizione dalla rormola es Ha Az5, che è esattamente il quioLUIIIJO:·· "' quella del «uddetto acido; né tale ranicinamenlo e da lribuir!'i ad un semplic~ e fortuito incontro di rormole, ooì•!JtPC' l'adenina f!llta reagire cogli alcali caustici protluce una quiJl" lilà notevole di cianuro alcalino. SPcondo Ko«sel, l'adenina preesist.e nei tessuti, donde può estrarre mediante i reattivi neutri, ciò che esclude dubbio che essa si formi per influenza delle chimiche manipOolazioni. Essa invece proviene dallo sdoppiamen!o, allo s&aiO' tìsiologiro, di una sostanza albuminoide complessa elle ooslf. luisce specialmente il nucleo delle cellule, ed a cui venne il nome di nucleina. La nucleina difatti, quando ,,enga si sdoppja, sotto l'influen~a dell'acqua sola, aiutata dal A . . . . . . . . .. " '


DI CIII'IUC.! E FARlfACO LOGIA

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in albumina, acido fosforico e adenioa, ed è questo già un punto hen curioso di fisiologia generale delle cellule il vedere contenuta virtualmente nel loro nucleo una leucomaina r..orrispondente all'acido cianidrico quinLuplica to. Ls scoperta di Kossel viens quindi ad aggiungere un follo di più, e di non poco iol~resse, alla st<•ria delle Ieucomaine. Me non si limita a questo tutto l'intere~se di tale importante o~servazione.

Difatti, l'adcnina trattata melodicamente coll'acido nitt•oso si tra~ forma integralmcntein ipoxantina o sarcioa (C5 H• A:::4 O) per via della sostituzione di un atomo di ossip;eno al radicale diatomico Az H. Essa dunque appartiene evidentemente al ,::ruppo dei corpi costituenti la serie urica, i quali appariscono non già come prodotti della ossidazione dlretta degli albumi· noidi giusta quanto vogliono le claslliche teorie, ma bensì tome prodotti immediati dello sdoppiamenlo di un grande numero òi tali sostanze per effetto di semplice idratazione. Gaulier è ben lieto di questa scoperta che arreca una brillante conferma. alle sue idee sulla costiluzione delle materie albuminoidi e ddi corpi della sel'ie urica. Infalti egli, gia da parecchi anni preoccupato dalla ipotesi che il gruppo cianidrico C Az H esista nei principali composti della serie uri ca, e che questi composti l"iano come il nucleo o centro intorno a cui vengono a raggt'uppai'Si gli altri rad1cali della molecola albuminoide, era riusc1Lo, nél i884, dopo molle prove ed esperimenti, a produrre per sintesi la xanlina e la melilxanlina, meòianle polime1·izzazione r egola tu dell'acido cianidrico in presenza dell'acqua. La trasformazione delracido cianidrico in xanlina e quella dell'aJer::ina in ipoxantina costitui:>cono due fondamentali conrerme della suddetta ipotesi, o meglio teoria, che il ~ruppo cianidrico serve di nucleo o di scheletr o alle molecole albuminoidi le più. complesse, e in parlicolar modo a quelle che s i trovano nelle cellule giovani e sono dotate del massimo di energia vitale. D'ora in avanti pertanto converrà, in medicina, tener conto di questa grande legfre, che non solamente le nostre cellule le meglio costituile Osiologicamente producono senza intet•ru-


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RIVlSTA

zione dei veleni, ma ancora che il loro nucleo e il del loro protoplasma hanno per trama, salto una forma merica essenzialmente inslabiJe, il gruppo CAz H, vale la più tossica delle aggregazioni molecolari. DI alcuni antintUci in 11110 per l& oonservaaoae altmenU. - (Cht>mieal News, 12 marzo 1886). I sigoor·i L Sulman ed E . Berry studiarono sp<eri1rneolll! mente il vulore antisettico dei diversi borati, salicilati e zoati, specialmente ~otto il punto di vista della "''"., .~.. ,,.~...,..• del latte, al quale uso furono assai raccomandate ed anebe perale, le prime due serie dei suddeLLi compo!>ti. Fra i bort~li trovarono dotalo di maggiore efficacia borico libero, e riconobbero che il potere antisettiCO di preparati commerciali mollo vantati, quali l'aseptin.a, la cialina, il boro-gliceride, in cui esi!;'te l'acido borico in scolaJ IZB col bot·ace, cull'al lume, colla glicerina, ecc., dir)8Ditfel(" quasi inter·amente dalla quantità che del suddetto acido contengono allo stato libero. Jl lx>ro-yliceride di Bar:U, annunziato come etere boraeiCft della glicerina (C3 H5 Bo 03), da un campione rhe venne aaaJjzzato, apparve cosliluitito per una quarta parte dell'etere Mracico suddetto, o triboralo di glicerina, e pel resto da uoa mescolanza in proporzioni equivalenti di acido borico e di,.. cerintt. Le esperienze fatte col tr iborat.o di glicerina (compo~to solido, a'•enle l'aspetto del ghiaccio), diellero sultali alquanto diversi di quelli che altri pu9blicarono al ft. guardo, avendo i Si!tnori Sulman e Berry osservato che l'ag. giunta di una deléPminata quantità di acqua produce l'immediata scomposizione delll'iborato in acido borico ed in A'lieeri,.. allo stato libero. La stessa scomposizione avviene in contatto delle materie alimentari liquide, acquose~ e pure in contaUo dei tessuti animali. e l'azione antiputrida del suddetto eoiDposlo appa1·e quasi esclusivamentedovuta all'acido borico che si r endo libero, non potendo avervi parte apprezzabile la ten~e quantità di glicel'ina che nello stesl"o tempo viene posto h• bet·tà. J tanto celebrali effe tti del boro-{fliceride nella mediCa•

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DI CHIMICA E FARlfACOLO<HA

zione antisettica e o ella conservazione degli alimenti si ottertebbero egualmente, ed a prezzo molto minoL·e, adoprando direttamente l'acido borico nella proporzione di una metà del peso del boro-gliceride occorrente. In conseguenza poi degli eiTelli fisiologici prodotti ùalla ingestione continuata di piccole dosi di acido borico e di borati negli alimenti, gli sperimentatori suddetti si pronunciano decisamente contrari all'impiego di questi composti nella conservazione delle materie alimentari, e specialmente nella conservazione del latte, a motivo dei maggiori r ischi a cui si troverebbero esposti i bambini. Le obbiezioni ancora più serie che possono farsi con~ro l'impiego dell'acido ~alicilico e dei salicilati, non banno, relativamente alla conservazione del latte, una grande importanza, essèndo detti composti essenzialmente improprii a sifCallo uso. L'acido benzoico non é usato perché tende a precipitare la caseina; ottimi risultati invece si ottennero impiegando nella conservazione del latte il benzoato di soda, che, quando è puro, è affatto insipido, di un terzo piu eflìcace dell'acido J:orico e totalmente innocuo, anche quando ne duri per lungo perJOdo di tempo l'ingestione a piccole dosi. L'anttfebbrina.

l dottori A. Cahn e P. Heppe trovarono cau8almenle che l'acetflnilide o renilacetamide, per potenza di azione antipiretica è l>uperiore all'antipirioa ed agli altri analoghi medicamenti di recente invenzione, essendo poi ancora preferibile pel fallo che, n~! limite delle do:<i medicamentose, essa non produce alcuno di quei molesti effetti che si notarono nella sornministrazione dei nuovi antipiretici. per L3li proprietà l'acetanilide ricevette il nome di anl(febbrina, il qual nome avrà cerlarnente ben meritato, se alle risullanze annunziate dai Primi che ne usarono, corrisponderanno in eguale misura fJUPlle di una più larga sperimentazione . . L'acetanilide, C6 H!l. A::; H. C! H3 O, è in laminelle cristalline, bianco-splendenti, madreperlacee, inodore e del peso


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JUVISTA

specifico eguale a 1009, per la temperatura di+ 10",5. secondo Greville \Villio.ms, a + 101•, e, secondo Ge!"MI'I a+ 1J2•, in liquido incoloro, e a + 295• volatizza COIIlàPilelt m Pnle senza decomposizione. È poco solubile neu• fredda (1: 160, secondo Yvon), ma si scfogl1e facilmente acqua ('alda, e meglio ancora nell"alcole e ne11'et~re, e nella benzina e nelle essenze. Fusa in potassa si s~)mpOilel scaldandola entro capsula e proiettando vi con contatto del tralo meJ•curioso, prende ~!or verde intenso e il COIDPDIII~ colorato che si genera é solubil~ nell'alcole. Sotto il punto di vista farmaceutico, la sua preparazione facil<>, e racile del pari l'accertamento della sua purezza; ei6 che non può dirsi dell'an tipil'ina.

r processi con cui prepararono questo compo;:lo Gelrb,IN!Ii-:Gr. Williams, Charles Lauth, Ull'ich, ecc., praticamente convengono. Un metodo di pr eparazione accessibile a qllflsias, farmacista è quello recentemente proposto da Yvoa (Journal de phar m. et de ehim., i• gennaìo 1887). In un pallone di vetro della capacità di un litro si introdu• cono gl'ammi 372 di an ilina pura e grammi 240 di a cido aeitlò ti co cristallizza bile. Il pallone si colloca sopra ad un ba p-no df sabbia e mediante un lungo tubo innestato allappo si mette in comunicazione con un serpentino soprapposto intorno a cui circola dell'acqua fredda. Si scalda lentamente il bagne flno ad ebollizionP. del liquido. I vapori che si s volgono vanno a condensarsi nell'apparecchio refrigerante, donde rilluiscoae nel pallone. Tra"COrl'e quattro ore di continuata bollitura, li versa illiquirlo bollante m una capsula, e dopo parecchie ore di riposo si rac~glie su di un imbuto la poltiglia cristaUiaa delracetanilide, /a!':ciaodone sgocciolare tutta racqua madre in cui lrovansi disciolte quelle porzioni di acido e di anilina che rimasero allo stato libero; oppure il liquido bollente Il passa dal pallone dentro ad una storta di vetr{l e si distilla, sul bagno <li sabbia, fino al punto in cui il termometro immerso nei vapori che si svolgono nella stortt~, segni la temperatura di 260• C. A tal punto l'acido acetico e raoilina paa· sano iuler-aJnente alla distillazione, e la materia fu!>&, che


DI CfllMICA E FARMACOLOGIA

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è nella slorla, col raffreddamento si rapprende in massa com palla. Colle proporzioni di anilina e di acido acelieo snindicate olleogonsi circa 400 grammi di acetanilide gr eggia. Per l'uso lerapeulico è necessar io che l'a cetanilide sia depurala e ciò si consegue colla sublimazione, opput•e con ripetute crislallizzazioni. Il prodotto depurato per via di sublimazione riesce più bianco e piu lejlgero: lultavia pel farmacis1a, il secondo metodo di depurazione è praticamente preferibile. All'uopo si ra. sciogliet•e l'aceta.ni!ide impura in una sufficiente quantita di acqua pu•·a e bollente e la soluzione, tenuta per qualche islaate al bollore, si rendo neutra alle carte mediante la necessaria quantità di carbonalo sodico. Si passa in seguito per filtro umido e si abbandona al r1poso afiìnchè, col I'affreddamento del liquido, l' acetanilide crìslt. llizzi. l crist.alli, separati dall'acqua madre, si lavano con acqua pura e fredda, e quindi nel modo anzidetto si ridisciolgooo in acqua bollente. I l pt·odotto ùella seconda cristallizzazione, qualora risullas!;e non ancora a suffìcienza puro, dovrà sotloporsi aJ una terza cristallizzazione. Si può rHPnere perfettamente depura~ l'acelanilide quando rea~isc!! ueolra sulle carte di tornasole e quando una piccola porzione dì essa, tr1lurata con acflu&, forma in contatto della ~oluzione acquosa d'ipobromilo sodico una mescolanza lim P•da e giallognola. La p1·esenza di qualche traccia di anilina libera darebbe Ol'igine coll'ipobromito sodico ad una colorazione rosso-ranciata e ad un intorbidamenlo del liquido, intorbidamenlo dovuto alla formazione di un precipilato del color·e suddetto. L'acetanilide, depurata per cristallizzazione, dovrà porsi per qualche tempo alla stufa al fine di renderla completamente inodora. È a rifiulare l'ocelanilide clte non sia bianca, o lutto al Più appena fugacemente rosea, che non sia inodo1'a, che non fonda sulla lamina di platino in liquido incoloro, che non sia COmpletamente volatile e che a contatto delripobi·omito sodico produca il r.oloramento e la posatura rosso-ranciala. Si a_mminis.tra a dosi variabili ft•a grammi 0,30 e i,50 nelle


RlY!STA

24 or·e. Essa in capo ad un'ora già manifesta la sua abbassando la temperatura. La sua energia, secondo le rionze dei predelti dollori Cahn ed Heppe, confermate in ~uito dal professore Kussmaur di Strasburgo, a quattro volle quella dell'anlipirina. Nel reumatismo agi~ce calmando i dolori. Può senza inconvenienti, somministrarsi in carline in luzioni alcaline, in sospensione nell'acqua, disciolta nel vino, ecc., alla dose di grammi 0,35 a grammi 1 nella nata. La dose di 2 grammi nelle 24 ore non venne ollrepassata. La r·icerca di questo medicamento nelle urine, Yvon crede che si po~~a fare nel modo seguente. Si agita l'urina col clorofor·mio e il resid uo, lasciato dal cloroformio in st!~&o ad cvapor·azione, si ~calda entro una capsula di porcellane. e intanto vi si proietta del nitrato mer·curio;~o. La colorazione verde intensa del residuo suddetto segnalerà la presenza dell'aceta nilide. Il dott. Dujardin-Beaumetz riferiva alla soci<:llà di terapeuticn di Par·igi, nella seduta del 22 dicembre 1886, di avere sperimentata l'acetanilide e di awwla trovata uo potente far· maco midollare nella dose di i a 2 grammi. Con essa, egli tooggiunge, si oLtiene di soppl'imere i dolori folgoranti. l n qualche caso di epilessia pr·odusse buoni risultati e meriter ebbe di essere più largamente speriment.ata in tal <~cnso. La somministrazione viene falla nel vino o nell' elisire di Garus, e una doc:e di 2 grammi non genera nell'uomo sano alcun notevole effetto (Jsiologico. L& vuellna liquida quale veicolo nelle in!eslonl 1po4ermiohe. - DuJARDt N-BEAUMETz. - (Journal de pllarmacie et cle chimie, marzo i887).

L'autore e$pnse alla società di terapeutica il ri::ultato delle sue e$per·ienze sulle iniezioni ipodermicbe antisettiche a base di vaselina. Questo metodo è dovuto a Meunier di Lione, il quale ha


Dl CHIMICA E FARMACOLOGIA

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impiegato il iodoformio, il timol, l'eucalipto ed anche il solfuro di ca1·honio in soluzione nella vaselina liquida. Queste iniezioni non sono irritanti come quelle che si fanno con allri veicoli, i quali determtnano sovenli degli ascessi e dei flemmoni. Meunier si è servito della vaselina liquida od ol.io di Bakou, offrente una densità di 0,820 a 0,830, che discioglie quasi tutte le sostanza antiselliche ed é assolutamente inoffensiva. Il dolt. Duchenne fa o~servare a questo propo~ito che gli operai che lavorano intorno a questa fabbricazione ne assol'bono dai 40 ai 50 grammi per giorno, e quando essi sono affell• da bronchiti, traggono dei vantaggi da quell'assorbimenk•. Le formole usate per le iniezioni ipodermiche sono: dell"t/iOO per il iodoformio, mento!, limol e solfuro di carbonio. Io quanto all'eucalipto, il quale s arebbe impiegato con un certo successo nella tubercolosi polmonare, do,·rebbe, secondo Meunier, et-:sere impiegato nella dose di 20 gr. pe1· 80 gr. di vaselina liquida. Il Lebruo di Parigi ha proposto ~ma mescolanza a parli eguali di eucalipto e di vaselina, la quale, secondo DujardinB•.'aumetz, non sarebbe più irritante della precedente e non cagionerebbe dolori né allri accidenti locali. L'autore associa qualche volta parecchi principi attivi, come ~d es.: iodoformio gr. l ; eucalipto gr. 20; vaselina liquida gr. 100. La vaselina liquida, dice Dujardin·Beaumelz, discioglie anche le essenze di copaive, di menta, di cannella, l'acido fenico, la canfora ed il creosoto. Meunier preconizzò specialmente questo metodo per l'introduzione nell'orgt~nismo degli agenti mict·obicidi tossici, met.odo cho permette di amministrare i detti agenti per la via ipoderrnica senza dolore e senza produrre flogosi. La vaselina liquida, cbe si trova nel commercio, ha in generale una densila un po' superiore a quella di 0,820 raccomandata da Meuoier . Il Dujardin· Beaumetz pensa ~ile nella pratica questa leggera differenza non presenti nessun inconveniente.


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RI VISTA.

81lll'&Dtapnt.mo fra la •trloabaa eia oooalaa. - (Journal de pharmaeie et de chimie, 15 dic:eulhP•t Il dott. Bignon di Lima ba fallo delle e~perienze sqi nell'm lento di trovare se Ja cccaina potesse avere antidota contro la slricnina. I risultati oll.enuli sono guenLi: r La cocaina e l'antagonista della stricnina. 5r Un cane che abbia ingerito per la ,·ia stc•m•tc~llfM dose di stricni na cristallizzala non superiore a 2 mi per ogni chilogramma di peso dell'animale potrà &elDPI'!l'l sere salvato, continuando ad avere il delirio co•~ruco.·J mezzo di iniezioni ipodermiche di cocaina fi no alla eliminazione del veleno. 3" L'esper ienza riuscì anche quando si era già nato il primo accesso tetanico. i" Alla dose dt 3 milligrammi di stricnina per ogni logra mmo di peso dell'animale, si riesce a combattere sicazione durante alcune ore, tuttavia l'animale muore in guito alle alte dosi di cocaina amministrata (più di 2 grammi per cbilogromma di peso in iniezione), le quali passano di molto la dose tossica della cocaina. Corred one d el aapore &JDaro della ohiDIDa. (Gazette médéeale de Par is, 1:> gennaio, 1 ~7) .

t:.I'IUISI~.,...,

L'autore raccomanda di pl'eSCI'ivere i preparati di sollo la seguente formala aJJo scopo di mascherare il sa por e amaro: Sali di chinina . . . . Cloridrato d'ammoniaca • Estratto di polvere di liquirizia. • Le ùue ultime sostanze devono essere usate asduue. verizzate tìoamente e. poscia mescolate int1mamente al parato cbinico. Quando se ne ha bisogno a prende la voluta di rimedio, vi si aggiunge un po' d'acqua nella tita sufficiente per trasrormare la polvere in una massa roppo:.a; infine si diluisce questa in un'altra quantita


DI CHDHCA E FAJUl ACOLOGfA

Proprietà. •ingoiare della. •pngna preparata. PORAK. - (Journal de pharmacie et de chimie, 15 ottobre 1886).

Si sa che la spugna preparata possiede la proprietà di gonfiare quando è immersa nell'acqua: l'autore ha avuto l'occasione di osservare che la sles""a sostanza non si gonlìa punto allorquando è immersa nell'cler·e. La laminaria, che gonfia pure quando è tuffata nell'act(Ua, possiede pure eguale proprietA. La laminaria che fu immersa nell'etere non ha perduto la proprietà di gonflare nell'acqua, e l'aumento del suo volume si fa rapidamente come quando non fu immersa nell'etere. Le cose camminano diversamente per la spugna pt'èparata: questa, dopo immersa nell'etere, conserva bensì la proprietà dt distendersi, ma l'aumento del suo volume è ben lungi dall"essere cosl rapido come quando la spugna è tuffata nell'acqua senza aver prima subito l'immersione nell'etere. QuP.slo ritardo nell'aumentare di volume non può esser·e con· sideralo siccome un inconveniente atteso che l'impiego della spugna pr•eparala in chirur:gia non esige mai un gonfiamento rapido. La proprietà segnalata da Porak permette facilmente di rendere asettiche le spugne preparate. Perciò è sufficiente di immer gerle nell'etere, o meglio ancora in una soluzione eterea di iodoformio, rilirandole solo al momento del bisogno.

RIVISTA DI TE~~~~~~ E SERVIZIO~IEDICO MILITARE ---i~'---

Un nuovo toraoimetrioo.

Il capitano medico al distl'elto militare di Caserta, dottore Costantino Iandoli, fece per,·enire alla presideuza del Comitato un modello di nastro metallico loracimetrico, illustrandolo con una breve Mem()ria sullo scopo e la portata dtllla modificazione che propone.


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IllVlSTA DI TECN1CA

Nell'accennato scritto " Sulle cause che producoM

« panza di {)iudizio fra i periti nella toracometria " scritti di leoa, e dei mezzi per eoitarla " il collega essere rrequenti esse discrepanze, che sor prendono i fani, mentre sono naturalissime ed inevitabili. E ciò lo stesso notevole numero di toracimelri diversi, ìmtmltglillll appunto per evitarla: ma nessuno valse a ri~olvere la slione, perché il mezzo misuratore non è la sola causa facili errori. Vi concorr•ono cause diverse: t•Ze mani dtll rito pel ~rado della tensione che richiederebbesi mcldei1'8lllii ma che é difficile stabilire quando sia e debbasi ritenere coruecchò soggetta a diverse influenze e lra r altre la ~antezza o leggerezza, la finezza o meno del tatto mano, ecc.; 2• il petto del visitato, essenzialmente mctDIII~ mutabile, e mohile pet· il solo effetto del diaframma, sole coste, od a vece di entrambi. La posizione regolllJDeltoil tare non è sicut•o rimedio a tali diverse influenze. La peratura dell'ambiente e del nasll'o, l'uso durevole e eoa• tinoo di esso, e può avere influenza e sensibile; a• il natb'o metrico: i di\•ersi modelli noti sono soggetti a mutazione di lunghezza; la stessa lorghezza diversa ha un'influenza std risultato della misura. 11 Iandoli non disconosce la difficolta di ovviare a cosi eom• plesse cagioni d'e1·rore, nella misura poi d'un corpo mobile. mutabile..... Crede però che molto varrebbero le cautele: J• Rendere meccanicamente a pprezzabile la tensione del nastro misuratore: e per soddisfare a questa indicazione ricm. derebbesi l'innesto di un mezzo dinamometri co nel na!-ltro metrico..... Ed egli propone armare le due eslrernità del nas~ metallico con due bilancine a susta che reputa preCeribile at manometri di Regnier, Cha.rrier, ecc. Ne presenta anzi DD modello, che confessa imper•fetto, ma che mette solo innan.d per concretare la sua proposta. Le bilancine dinamometriche non portano segnata alcuna scala, e di proposito, giacch~ per avere una teusione data, uniforme, costanle, basta, aDII è necessario, un solo segno. 2• Modificare la posizione dell'inscritto: Per questa se-


E SERVIZIO MEDICO MILITARE

737

conda indicazione vorrebbe che le braacia anziché pendenti ai Iati del corpo fossero sol1evate in allo, cogli avambracci incrociati ilietro l'occipite..... In tale posizione il sollevamento della scapola compensa la dilatazione che si da al torace, che ruventa quasi, almeno pel fatto delle coste, quasi immobile. 3• adoperare un nastro unico, esaUo: e per ciò vorrebbe che rosse stabilito il tipo e che ogni anno almeno fosse verificato dall'urficio governativo dei p~si e delle misure, si·a per la millimetrazione come per la resistenza delle molle delle bilàncine determinatrici della tensione normale. Questo é il fedele sunto dello scritto del Iandoli, e Ja sostanza delln sua proposta. Mentre lodiamo altamente l'interesse elle il collega addirnostra per una questione che altamente interessa ed il medico militare ed il servizio, lo studio che vi mise per cercare di dargli una plausibile soluzione, crediamo però agglungerv1 alcune brevissime considerazioni. L'importanza della tensione del nostro misut'atol"e fu riconosciuta già da diversi colleghi, che1 e da tempo e ripetutamen te immaginarono e suggerirono diversi mezzi per misurar1a, chi un vero minuseoio dinamometro a susta, chi l'aggiunta d'un semplice peso -ad una delle estremil.à lunga e pendente del nastro, ecc., proposta più semplice di certo e sicura di quel che possa essere l'uso di delicate.., piccole molli metalliche, ecc. Giova però notare che tra le accuse che gravissime si 1&cero ripetutamente al metodo della diretta misura della pe riferia toracica, quale mezzo determinativo della idoneità militare, certamente reali, ma non di certo le più gravi ed influenti, sono quelle inerenti alla meccanica dell'aLlo misuratore..... D'altra parte non si può n eppur negare che se lo affidare la misura della idoneità alla misura materiale del perimetro toracico, è un male, è pur s.e mpre il minore dei ~aJi, ed è poi l'unico mezzo per salvaguardare l' onerosissuna responsabiliLà del medico perito. La tensione, eletnento della misura, può essere sì fi>nte di errore .. ... Ma le hilancine dinamometriche se possono dare Una tensione costante, di fatto sono un mezzo Lt'oppo sensi-

47


i38

RIVISTA DJ TKCNICA E SERVIZIO MEDICO MILITARI

bile o delicato che molle circostanze possono Ì"''"n""•...,. mente influenzar e. Bisogner·ebbe ancora stabilire qual è essa ten!'ione tener dovrebbesì per normale. Insomma a tutti i drrolli sgrazialaroente inerenti al metodo d'altra parte utile e qua.si necessario, non si colle bilancine, non con allri mezzi già stati proposli, e si rrmedrera mai. La seconda proposta, la posizione cioè del misurato, merrti dr e~sere presa in seria considerazione, pare di studio..... È certo che limita forse meglio le piu lluenze volontarie modiftcatri<'i della dilatazione ,.,,.nil!'dMill del torace. Cbi scrive ha ratte alcune, poche dav,·ero espet·ienzc, ma ne fu impressionato eù u migliore occllti• intende ripeterle e mollip)jcarle per riescire al un appretzamento. La posizione indicata modiOca un po' e sibilmenle il pet·imetro del petlo..... Se quindi do,·esae rill..,::ti:1~ tare opportuno l'udottarla, sarebbe necessario dali r<>golamentari attuali della idoneità ed inabilità sul perimetro t.or·arico. La terza propi)Sla è giusta, pratica, semplice facilita potrebbe essere attuata.

RIVISTA D'IGIE~E n ollma quale &gente ter&peutioo nella Usl. per J.... ALE:<. Lt~DSAY. -

(The Lan.cct, 30 aprile 1887).

È ormai ~rande il numero d'infermi ~isitati da medici COJDiò petenti, ed accertalo che dopo una cura climatica essi b8ll ricuperata ltt primitiva salute, riacquistate le forze, ed bill vissuto lungamenle; ma questi casi di completa guarigloDf sono ancora meno numerosi di quelli in cui si è oueaato una sosta nel pl'Ocesso polmonale, ed una relativa co01pa• lib!IM di esso con la vita. Sarebbe però molto iinpOiil..,.


RIVISTA n'tGJENE

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il deLerminare se il buon esito delle cure eseguite a caso non sia attribuibile alla topografia del luogo di cura, ai dintorni di quel luogo, aLle condizioni climatiche infine, sotto le quali il malaln ha vissuto, come bisognet·ebbe poter stabilire quali sono le guarigioni così complete, che permettano ad un iufermo curato fuori, di poter ritornare al luogo sfavorevole nel quale ammalò. Il rnedico che hR visto molli ammnlati di pello, ba subito delle disillusioni per infet·mi che credendosi guariti da una cura climatica, son lornalt alloro pa1:1se per morirvi in breve tempo; quindi l'autot•e à d'avviso che chi si allontana da un luogo per curarsi della lisi, non debba mai più lornarvL La specifica qualità dell'aria, la combint.~.zione di delerminate condizioni meteorologiche, l' emanazione delle foreste ~i pmi, come quelle di Bournemoulh ed Arcachon, sono mere illusioni; la sola altitudine e la conseguente rarefazione dell'aria ha delle prove sicm·e in suo favore, ed il luogo nel ~uale si può vivere i1 più che é possibile all'aria apel'la, fuori dell'abitato, in un suolo salubre, il luogo nel quale la digeslione, la respiraziooe e la sauguificazione si compiono meglio, è il più adallo per la cura della tisi. Molte stazioni climatiche son salite in gran fama, però a misura che ne sorgevano delle nuove si oscurava la fama delle vecchie ; ora si possono ridurre a tre generi : le stazioni marine, le stazioni cald.f) di terra ferma, le stazioni alpestri. La migliore stazione marina è l'Ocea no! I lunghi viaggi falli con tutte le comodità, in buona compagnia, in un legno non rnolto alfollato, migliorano certamente la nutrizione e la $angui6cazione, purchè non si soffra il mal di mare o il rnal del paese. Neanche la tendenza all'emottisi controindica il viaggio per mare, ma se gl'infermi cominciano o. divenir lllelanconici, ed a risentire il bisogno della terra, possono s:nze pericolo far quatcbe sosta ne' paesi che offrano condi2~0ni climaliebe simili a quelle dell'oceano, come M adera, Tenel'lffe, le Azore, Na~au, Algeri, Tangeri, Malaga. Fra le stazioni della riviera, Nizza ba perduta La sua rinomanza per la val'labil.ilà del clima, Hyères e Cannea sono nelle stesse con-


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RIVISTA

ùizioni, Mentone, Bordighera e San Remo sono le più salubri e più confacenti per i malati di petto. Sulle Britanniche sono raccomandabili Yentnov, Glen..-H,,......T_- • sLrevor, in California Santa Barbara e Tasmania, nella Zelanda Napier e Nelson. Fra le terra calde le migliori sono la Nubia, l'Algeria, i piani dell'Australia. ed i liberi stati che sono anche i più elevali; ma nel raccomandare stazioni bisogna aver riguardi ai costumi ed alle del malato. Le stazioni montuose furono riconosciute utHi nelle moniti croniche, nelle pleuriti fibrinose, nelle lente, nelle emottisi; le controindicazioni s~no stabilite debole circolazione, dalla pr·ogressiva emaciazione, e da costituzione eretlstica. La quasi completa immunità oe~ua.·~ goduta ne' siLi come Davos, Wìesen, St. Morttz nelle Colorado, Spings, Manilou ne' Monti Rocci0si, Bogota, e Huanca:yo nelle Ande, ha suggerito l'idea d'una simile e quest'idea è giustificata dalla rarefazione ùell'aria che muove .l'attività respiratoria ed il riassorbimento di mor bosi, dalla secchezza e purilà dell'atmosfera priva di vere organica. Nel determinare i casi suscettibili di trattamento cli•nalllili l'autore indica solo i cronici, con debole mozione. Se la lallia si fa acuta o subacuta, se il malato perde in peso, se il processo polmonale è progressivo, è lasciare il paziente fra i conforti della famiglia, m~•l"11'... presto io qualunque luogo. Cosi bisogna lasciare a casa che sono già un po' cianotici, con polso debole e , __,....,... ad estremi freddi, quelli che soffrono per l,l]cerazioni nali, laringee, renali, quelli aifetLi da precoce an~mia. Al trario il gran numero di casi di lisi lenta e graduale profuso catarro bronchiale, si giova de' climi ascmtli e quelli che soffrono d'irritabilità e secchezza nella mtlCOI.._,..,.~ giovano de' climi marittimi·' ....a-l'individui con circolazione ..... gorosa e senza complicanza van mandati in monlae-1 irritabili con debole circolazione devono viaggiar per ecl i pazienti che non si abituerebbero a vivere in m 11018A'~

..


D'lGlF.NK

74t

0 che soffrono il male di mare possono fermarsi nell'Algeria

o nel Marocco. Si tenga però in mente che il clima non é uno specifico, ma semplicemente una condizione di cur a, attu~bile quando contemporaneamente si possono ben r egolare le altre condizioni di villo, di abitudini, di occupazione e modo di vita.

ltato attuale delle nostre cono•oense 111lla natura della malaria, e sulla bonl1lca del paesl malarlot.. - Nota del prof. ToMMASI·CRODELC. - (Rendiconto della R. AccaderMa dei Lineei). Ulteriori fatti impor tanti essendosi aggiunti a quelli già esposti da lui nel 1885, r epl!la utile raulore di riassumerli, ora che s'avvicina la stagion e delle febbri in Ilalia. L La causa della malaria.

Da oUo anni in qua re~na la massima confusione inlorno agli apprezzamenti relativi all'organismo pronuUore dell"in Cezione palustt•e; che, appena scoperto da lui e dal Klebs, ru confermalo e meglio illustl'a to per l'opera del Cuboni, Ceci, 1\farchiafava, Lanzi, Perroncito, Sciamanna, Ferrar esi, T errigi. - Sul principio i bacilli ritl'ovavansi anche là dove non erano, descrivendosi per tali anche dei filamenti incolori e mobili, risultanti dsl disfacimento dei globuli del sangue, e ch'egli qualificò per pseudo- bacilli. L'idea del Laveran e del Richard (i quali desc1·issero la lrasformnz.ione dei globuli rossi io massa ialina pigroentata, e le diedero il significato d'un parassita R.nimale (osclllaria malariae), fu dapprima rigetl.ala dal Mat·chiafava e dal Calli, e un anno dopo accettata col nuovo loro battesimo di plaRmodium malariae. Il Golgi enlr·ò nella stessa via descrivendo persino una S•·gmentazione attica del supposto plasrnode, la quale il Toromasi-Crudeli dimostrò essere invece una fragmenla~ione della massa degenerata del globulo, dopo aver sostenuto sempre traLlarsi solo di una degenerazione dei globuli rossi, ".fletto e non causa dell'infe:ione malarica.


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RI VISTA

Egli però fu inascoltato, perchè tuttr eransi iufatuaU supposto plasmode, che:'! fino dal 1842 era l>lato <Je!ICI'iQé·.i pefettamente designato dal Dujardin! La questione é stata or·a riso! uta brillantemente dal uncu.._ Angelo Mosso con iniettar direttamente il ~aogue d'un nella ca vitA ventrale dei polli e dei piccioni e col risco:ntrat ne' suoi globuli rossi, dopo tre giorni, tutte le rneuunoJr~o• reg ressi'ì'e, che sono state interpretate quali evoluzioni gressive di un plasmode. Il protoplasma di questi globuli converte gradatamente in una massa ialina mobile; qlllancr.<J la degenerazione del globulo rosso é completa, la si fr•agmenta a rosetta, od a spicchi (la segmenta;ione Golgi); e poi si risolve in un deteito granulare che ~i àisciog&t nel plasma. Di plasmodi dunque non parlasi più e molto meno di plasmodi della rnaltwia: si parla invece di pseudo-plasmodi, risultanti da degenerazione dei globuli rossi (necrobiosi et. avviene in vari processi morbosi - tifo, anemia p rogressiva, ecc. ecc.). - Già al congr·esso di Copenaghen il senstein aveva dimostrato che le alterazioni dei globuli rosù descr·itti da Maechiafava e Celli qaal fenomeno malal'ico, ri· scontr·avasi anche nelle fehbl'i tifiche. Prima delle comunicazioni del Mosso, le quali portando una rivoluzione in tutto il capitolo della biologia del s angue, impot·tano altresi la necessita di nuove ricerche, il dott. ScJtia.. vu~zi aveva sperimentalmente dimostrato che il cosl dello plas mode della malaria si produceva nei globuli ro!<si dei conigli, pet' effetto d'una infezione procurata loro inoculando le culture d'un bacillo, raccolto nelle atmosfere malariehe dell'Jstria. Lo Schiavuzzi per molti fatti conft!rma l'esistenza reale del bacillWJ- malariae del Tommasi-Crudeli e del Klebs : egli, per le analisi atmosferiche, si è servi~ di aspiratori portatili, come avevan fatto il Klebs ed il Tommasi-Cr udeli, potendo cosi moltiplicare a volontà le sue analisi compara• tive dell'aria, nelle localit.a malariche ed in quelle salubri; 8 non d'una bolle di tre ettolitri, non portatile, la quale veniva riempita d'acqua e vuotavasi per sgocciolamenLo in U ore, come hanno fatta Marchìafava e Cellì.


o'lGIEN~

7~3

Il. Boni.ftche di terreni malarici.

Quando si venisse alla persuasione che il fP-rmento malarico è cosa atfallo diversa dal putrido; che si sviluppa nella terra

e non nell'acqua; che nella stagione calda esso si moltiplica entro le terre, un po' umide, a contatto delraria, anche senza alcuna traccia di pulrefazione; e che, solleva tosi nell' atmosfera, esso non può essere lrasporlalo in distanza dal vento, perché si sperpera diventando innocuo, la questione delle bonifiche diventerebbe facile. III. Bonifica dell'uomo.

L'autore torna a raccomandare la preservatrice cura arsenicale, in un con la polvere impalpabile, solubile nell'acqua, nel caffe, nel brodo, ecc., preparata col sangue dei vitelli sterilizzato e disseccalo, la quale va ora in commercio col nome di Trefusia: eesa coadiuva potentemente, secondo l'autore, la suddetta cura preservatrice - spesso inefficace da sola.

RIVISTA DI STATIST1CA MEDICA n servizio di saultà. mtllt&re nella guerra dell& Turchia negli anni 1877- 78. - Dai dati ul'fìciali.- KosLOFF'.(Pielrobu.rgo, 1887, in 4•, pag. 262).

Fornisce i dali chirurgici, in ispecie gli statistici, relativi elle due armale russe del Danubio e del Caucaso. Dati statistici. - L'armata del Danubio ebbe 41536 feriti d'arma da fuoco, con 4913 morti; quella del Caucaso 10409 ferm pure per arma da fuoco con 1755 morti: pella prima la


744

RIVISTA

mortalità quinùi fu dell'i '1,80 p. 100, del conda. Le fer ile d'arma da punta e taglio, relativamente r ose, furono:

1850 nell'ar mata del Danubio, con 42 morti; quindi

p. 100;

2857 per l'armata del Caucaso, con 114 mor ti; quindi p. 100. .Nell'armata del Danubio si ebbero complessivamente infermi, quindi le fertle non diedero che il 5 p. 100 di totale; la mortalità generale essendo stata di 67400, qu~ per le ferite fu relativamente di 9,73 p. 100... ,_., Questa proporzione fuor d'ogni prer..edente, giaccllè non giunge al d.. cimo, si spiegherebbe per la rapidità verament~ sorpraùente colla. quale operò l'armata. La mortalità fu nelle due armate: Annata

del Danubio

Per ferile dell'addome e bacino )) del Lor·a ce delle articolazioni ,." della colonna ver tebrale Jt della testa • dei membri inferiori del collo. • • deJ membri superiori . • della faccia .

46,20 41,63 41,26 33,42 31,27 17,74 i5,60 8,46 8,3i

13,46 19,90 7,70 3,33 t0,39 26,67 2,19 13,58 2,76

Nessuna complicazione eccezionale: le ordinarie (risipefa. gangrena d'ospedale, pioemia, setticismo, tetano, ecc.) fu• rono relativamente rare: armala del Danubio i 71, con 688 morti. L'avere stabiliti gli ospedali sotto tende, l'aver e abb_on~ voli gli approvvi~ionamenli medici, e gli sforzi devòhSSJID del corpo di sanità, ecc., spiegher ebbero la mitezza, e numer ica e di grado, delle forme chirurgiche contagiose (Pirogoft). Nell'armata del Danubio pare prevalesse l'opinione deli'1Jti•


1 \.5

DI STATISTICA M.EDICA

Jilà del pronto intervento cilirurgico, meglio che del temporeg~iare od astenersi. Vi furono in vero praticate 16809 operazioni, delle quali ben 10143 di alla chirurgia: 800 per 1000

remi ...... Estrazione di proiettili 4106; di scheggie ossee 1998. Resezioni: del cot•po dell'osso 200; di articolazioni 446; lrapanazioni 9. Disarticolazioni 1298; amputazioni 14n (io totale 2i\5 per 55i8 fratture di membra o ferite articolari). Legature d'arterie 205; atti operativi sulle vene 6. Operazioni diverse 1-28; riduzioni di lussazioni 149, applicazioòi d'apparecchi gessati 6517 (307 p. 1000 feriLi) . La mortalità negli operati fu del 9,72 p. 100. Per l'armala del Caucaso si tenne nota del tempo dell'intervento chirurgico: Estrazione di proiettili . • di scbeggie. Resezioni. . . Disarticolazioni Amputazioni. . Legalure(omerale, cubitale, femorale)

Primarie

Secondarie

510 194 • 8-i 58 5

145

236 15 (t) 50

15 1

Medicazione ai posti rli soccorso. - S'applicavano semplicemente alla ferita due o tre compresse di mussola, soprapposte, impregnate d'una soluzione fenicata e mantenute con una benda dello stesso tessuto; ossivero ricoprivasi con carla alla lacca foderata con ovatta e d'una compressa di mussola. Ma queste medicazioni distaccavansi troppo e rapidamente, favorivano la formazione di croste, sotto le quali s'accumulavano lu secrezioni, donde conseguenti non desiderevoli accidenti. Però si sarebbe osservata una f()rlunala eccezione nelle ferite viscerali: guarirono, pella occlusione quasi ermetica delle croste, senza dar luogo ad intense reazioni (Amenilyky).

(l) Una sola mortale: del cubito.


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RIVISTA Dl STA'l'iSTJCA MEDICA

Numerose fu rono Je applicazioni nei l~zaretti degli recchl gessati. L'azione occlusiva ha un'azione an beneficu (Sklifossowzky): applicata però troppo presto, del gonfiamento ùel membro, specie pel disagio del può riuscire strozzante e favorire la setlicoemia pella sione. Un apparecchio ben fatto potè rimanere a posto, fino tre selltmane, e permettere il traspor to a grande, e perfino lo sgombro io Russia..... Xon è di un mezzo perfetto, ma è tra i migliori. Sgombri. - Ricevuti i primi soccorsi nei lazzarelti e reggtmentali, erano gli infermi tt·aosilali in altri menti più stabili .... S'è calcolato che ciascun ferito passare in media per sei stabilimenti differenti prima sua guarigione o della morte...... Però questi sgombri tuti, per·mellendo di disinfettare, vuotare, ecc., gli OSIP8d•h più che allt•o riuscirono favorevoli all 'andam~ n lo ed delle lesioni traumaticlte. l mezzi però di traspor to erano malauguratamente difeltosi, lenti, senza un per·sonale medico s ufficiente...... le evacuazioni riuscirono però dannose nei casi di ferile netranli in cavità, nelle artit!olari, nei fc·attura ti, negli potati, per i disagi, le scosse, la polvere, la essiccazione apparecchi di medicazione, il raffreddamento, notturno, ecc. (Sunto del cenno di cui negli Archices de médecine et pharmacie militaires, N. 6, 1887). B.

·.


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RIVISTA BIBLIOGRAFICA Belulone aanitaria dell'E•erolto Germanico nella guerra contro la Francia del 1870-71. (Saniti:i.ts-Bericht ùber tlie Deutsclten lf~ere im Kriege gegen Frank reich 1870-71). VOLCME VII.

Affezioni del sistema nervoso traumatiche, idiopatiche e consecutive a malattie d' infezione.

Malattie nervose consecutive ad ileo·tijo. Nolhnagel il quale, finila la guerra , fu direttore del riparto elellroteJ·apico, prima dell' ospedale presidiario di Berlino, quindi di quello di Bre;olavia, ebbe più che ogni allt·o l'opportunità di osservarvi gran numero di convalescenti di lleotiro e quindi raccogliere un buon materiale casuistico sulle nevrosi quali successioni morbose dell'anzidetla malattia. La relazione nota anzJtulto che una completa statistica su queste alTt-zioui è impossibile, come è impossibile stabilire la fJ·equenza assoluta delle medesime, ~"dacché molli guarili di tifo andarono so~gelli a nevrosi in un periodo molto inoltrato deUa convalescenza, quando, cioè, erano già stati rinviati io Patria o in licenza o riformati. Pur ~uua,,ia anche dal numero r elativamente piccolo di casi osser,·a ti, si può dedurre con luLta certeua, che la cifra pct·cen~uoria delle nevrosi succ~ssive al tifo castrense è alquanto elevata, e che sorpassa d~ molto quella offertaci da lle analoghe statistiche in te mpo dJ pace. Da quale condizione speciale dipenda questa abnorme frJquenza di nevr·osi successive n tifo in tempo di guerra ?0 n si so ancora con certezza. Il NoLhnagel assegnò ll!OILa ltnportanza alla intensila della ma lattia infettiva e i risul~ati delle statistiche non fanno che confermare quest'opi.nione.


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IUVISTA

Cause preclisponenti a questa successione morbosa 1 l'iotensità della malattia, sono la costituzione dell' ind e l'esaurimento nervoso prodotto dalle privazioni ddla militare in guer1·a. A ciò s'aggiunga la stentata seenza carallerìslica del tifo castrense. Il ril.ardo della gu.. rigione completa favor isce una specie eli disor ganizzazione del sistema ner voso il quale in simili condizioni non ha bisogno che di una accidentale causa per manifeslare un distur bo funzionale . E difatti si è osservato che 'fuanto pili lungo è il per iodo della convalescenza, tanto maggiore è U pericolo di una affezione nePvosa successiva. Tra le prin,cipali malattie nervose successive a tifo, troviamo notate le seguenti: 1. L'epilessia. - Come reliqualo di tifo non si è osserva~ mollo di frequente nell'esèrcito tedesco durante la guerra. Tra i 6;),301 convalescenti di ileo-tifo, si manifestò l'insul&o epilettico sopra 22 individui. Di questi 22 casi due finirono Jeta1mente,.quattro guarirono e quindici furono dichiarati non guat•iti. Quest'ultima cifea non ha un g1·ande valore poiehè. é da. ~upporsi che a periodi ulteriori della conva lescenza. quando cioè .gl'individui non erano pitì soggetti a d osser•~ zione medica, la malattia in alcuni si sarà dileguala. 2. lperestesie e nevralgie. - Stando a quello che ci dicono i tratlabi, queste nevrosi si vedr~bbero assai raramente come reliquato di tifo. Ma. da dieci anni a questa pat·te l'osservazione clinica avrebbe riconosciuto che possono iMorgere e anche con una re ati va frequenza, e pare che l'introduzione dell'idroterapia nelle cure del tifo non sia del tu tto estranea a promqoverlé. Queste iperestesie e nevralgie si son vedute pr endere di preferenza certe forme e colpir·e cet·te regioni. Per esempio; nell'undicesimo corpo d'armala, nei mesi di novembr~ e dio' cembra del 1870, si verificarono, tra i convalescenti di ti!o, otto casi di ipereslesia limitata alla faccia piantare delle dita dei piedi,, ma molto fortfl in tutti. Alcuni di quei pazienti rno• stra vano un coloramento cianotico delle dita affette· ed un abbassamento notevole di temperatura alla sede del dolore. In mancanza d'allra spiegazione possibile il KnowelageD


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ammelle che in quei casi si tratti di una ischemia locale per mara.smo. Sono assai interessanti le osservazioni fatte a questo riguardo da Stecher il quale dal settembre 18i0 fino al marzo 1871 diresse l'opedale da campo di Claye dinnanzi a Pa!"igi. Egli O!Oservò 44 convalescenti di l1fo colpili da nevrosi. Di 4uesti, il avevano subita la terapia dell'impacco e bagno freddo, tre erano stati curati con allro metodo. Le nevrosi si svilupparono dopo iniziata la convalescenza oppure qualche giorno prima. Alcune si manifestarono dopo il 21 giorno: la massima loro durala fu di 16 giorni, la minima di tre, la media di nove. La sede della nevrosi era sempre alle dita dei piedi e si esteoùeva anche ai metatarsi. La corrente indotta si è mo· slrata il mezzo curativo più efficace- buoni paliativi, l'oppio ed il cloralio. - Stecher è d'opinione che nei casi da lui osservati non si sia trattato di semplice iperestesia, egli crede d'aver avuto a fare con affezioni articolari, e crede ancora non potersi sempre del lullo escludet•e la trombosi come momento causale della comj)licanza; un caso almeno starebbe a dimostrarlo, inquuntochè dopo pochi giorni che era insorta l'ipereslesia si svilu-ppò la gangrena nelle parli affette. Anche Bai.imle•·, Jurgensen e Hagenbech confermano la osser,·azione che le iperesLesie del convalescenti hanno la lol'O sede alla punta dei piedi. Le ne\'l'algie difficilmenlre si possono differenziare qui dalle iperestesie poichd esse nevralgie che durante l'evoluzione del tifo si illanifestano quasi esclusivAmente nelle regioni inner· vale tial Lrigemiuo e dai nervi occipitali, nel periodo della convalescenza invece si stabiliscono nei nervi delle estremità inferiori. La relazione J'iporla undici storie cliniche di nevralgie ossel'vate dt~ranlf'l la guerra, delle quali nove portano la diagnosi di ischiade, una di nevralgia lombo-ad· uominale ed una di nevralgia erniate. Gioverà però notat•e che ke sole di queste si palesarono per pure nevralgie; nelle a~tre si osservavano coi fenomeni nevralgici anche alteraZIOni più o meno spiccate dei processi nutritivi delle parti. - Il capitolo delle ipereslesie e nevralgie si chiude collo


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RIVISTA

studio di un altro fatto cioè i cambiamenti che l'infez1one tifica è caoace di sopra una aJT... zione nervo!>a gia in corso. Le relative vazioni cliniche sono ~carse davvero ma in compenso losamente condotte ed accuratamente esposte. Nei menti degli ospedali rli campo troviamo fatta breve mlmZ:IOIIII di due casi nei quali l'ileo tifo si aggiunse ad una delle braccia per causa reumatica. La paralisi si dileguò col sopraggiungere della malattia infettiva, ma ric:outpam~ appena questa ss è risolta. 3. Anestesie. - Benché gli autori più riputati e i piu rimentati clinici, fra i quali Griesinger ed allri, ammeltuo come abbastanza frequenti i fenomeni di anestesie, sia pa.seg~ieri che permanenti in !;eguito ad infezione lifica, le oeservazìooi fatte durante la guerra a proposilo di questa com. plicanza sono assai scarse. Ma ciò non deve meravigliare alcuno quando si rifletta che le anestesie successive Il tifo; hanno in ganere carattere assai tt·ansilorio quindi è da sup.o porsi che molli dei convalescenti già licenzati dall'ospedalesenza alcuna menzione di sofferta anestesia l'avessero già in quel tempo superata completamente. Dalle tre storie che troviamo riportate togliamo le seguenU notizie. In un caso, otlo settimane dopo superato il tifo si manifestò torpore di sensibili la alla palma delle mani e alla pianta dei piedi con abhassamento di Lempel'atura in quelle parti - guarigione completa sotto l'uso della corrente elettrica co!'tante. In un altr·o si osservò anestesia circo~crilta alla regione innervat~ dal grande iscbiatico - guarigione spontanea. E finalmente in un terzo caso si ebbe ad osserservare anestesia del nervo acustico la quale persistette sempre allo stesso grado non ostante la cura. 4. Distur bi della oisione. - L'anestesia della retina pare che sia occorsa in qualche caso isolato ed anche osser,·a~ ma pel' la rapidità del suo decorso non si credette alcun caso meritevole di parlicolar·eggiata descrizione. Troviamo menzionata un'ambliopia cile fu poi seguita àa nistagmo il quale persisteva ancora tre anni dopo la sua compar.sa. Altre due storie vengono segnalate di alterazioni della vi-


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sione, ma una era dipendente da proces~i morbosi intracraniensi, l' allra cn' ~uoi sintomi accenuava senza dubbio a tJUalche affezione della base del cranio. 5. Disturbi della loquela. -Questi disturbi furono oggetto di studi speciali per parte di Tomsen, di Kiilin, di SteinU1al e di Nothnagel in questi ultimi anni. Il Nothnagel spiega la patogenesi di questa funzionale alterazione amrr.etlendo lo stato di esaurimento indotto dalla malattia d'infezione. Nella relazione trovano posto due soli casi òi questo genere. Nel primo dopo un ileo-tifo a~sai grave era avvenuta epilessia, paresi E' perdita della parola. Quest'ultimo fenomeno scompat·ve ben presto, la paresi lasciò il posto alla contrattura in una estremilà inferiore destra. Nell'alLra si manifestò una balbuzie cosi grave ed ostinata da rendere l'individuo inabile ad un ulteriore servizio. G. Parali8i di moto. - Da uco studio impal'Ziale delle statistiche su questa successione morbosa si acquista la convinzione che la grande maggioranza dei disLurbi considerali come semplici paralisi sia l'espres!\ione della neurite muUipla. pe1·chè molte di queste paralisi presentavano la nota caratteristica della bilateralità e la loro comparsa era sempre preceduta da fenomeni più o meno acuti di neurile. Le vere paralisi di origine schiettamente miopalica quali postumi di tifo non mancano è vero, ma sono in numero assai limitato in confronto delle paralisi neuritiche. Le paralisi circoscritte 1\d una maggiore o mino1-e regione muscolare: animata da un determinato nervo furono constatale durante la guerra tra i convalescenti di tifo in numero di seltant.aLre e le Lro\'iamo raccolte in storie cliniche più o meno circostanziate e in rappor·to della t•egione colpita esposte nell'or dine seguente: Paralisi del nervo ulnar-e qua~lro casi. Paralisi del mediano tre. Del radiale uno solo ma assai grave ed incurabile. Del muscolo delloi(ie due. Dei muscoli della mano tre. Del muscolo grande dentato due. Dei muscoli perouei tre. A que~te paralisi circoscritte ad una dala regione muscolare o nervosa s'aggiungono ql\elle che interessano la totalità di un membro, tali paralisi si o~>-servarono in buon numero dur·aote la guerra. La stalislica ci enumera otto casi


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lUVfSTA

di paralisi dell'estr emità superiore in seguito ad tifica. Sei volte la paralisi era a sinistra, due volte a l'affezione ha sempre esordito con disturbi di moto e terazion~ di sensibilila. In quanto al decorso e all'esito della paralisi, non si ragguagli che Ja sei storie cliniche, le quali riportano caso guarigione completa e in cinque miglioramento. Seguono alle sopranoumerale storie, altre nove brevemente compilale riferentisi alle paralisi di una milà ioreriore. La sede dell'affezione fu alla gamba in quattro casi, alla gamba sioislra negli altri cinque. di queste osservazioni riferita da Bergers si distingue allre da ciò, che in essa si fa cenno di fenotoeni tanti di irritazione spinale (difficoltà di orinare e costrizione ai lombi). In due casi è segnaln. la completa. Paraplegie. -La paralisi e la debolezza simultanea due eslremita omonime, ma più spesso delle eslremttà feriori, costituiscono il più for·te contingente delle nervose postume all'infezione tifica. La relazione ne 17 casi, però non tutti bene accertali in quanto alla loro togenesi. Leyden ritiene che una buona parte delle paraplegie fiche siano di origine neuritica e che l'irritazione dai nervi periferici verso il centro non interessi il spinale che in modo assai leggero; se così non fosse si potrebbero contare tanti casi di guarigione che pur si rificano nelle paraplegie successive a tifo. Ora passando rassegna la relativa casuislica si acquista la convinzione l'ipotesi di Leyùen si avvicina molto al vero. Sui casi di paraplegia registrati dalla relazione, si notano guarigioni, quattro miglioramenti, mentre che nei sei casi l'affezione restò immutata. La diplesia brachiale si é verificata una sola volla lra_ l convalescenti di tifo durante la guerra. Dalla sintomatologl& assai diffusa e particolaregiata nella relativa storia clinica può inferire che il momento palogenelico della affezione un processo neuritico. La malattia esordi con vivissimi ciO'-


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tori; piu tat·di si st.abillla pax·esi e l'atrcfia dei muscoli della mano rleslra, con luttociò la guarigione avvenne coruplela e per·maneotc. Da ultimo vien notato un caso che per· la istantaneità dell'iuo;asione s1 ex·a diagnosticato dapprima per mielite emorragica ma, non avendo in alcun modo pal'lecipato all' affezionl1 i mu~coli dello vescica, si dovette riconoscere tt·atlarsì di paralisi ascendente acuta. Durante la convale::cenza di tifo il paziente fu preso prima da dolori reuma toidi agli arti, quindi improvvi~11mente veniva colto da paralisi a tutte e quattro le e::;trcmilà; più para 1izzate erano le ~ambe; la para!isi si este~l' poi ul tronco. Cinque giorni ùopo l' invasione della malattia avvenni:! la morte. Emiplegia cerebrale. - La paralisi unilaterale con partecipazione dci nervi cerebrall occorre assai dì rado come surcessioM rnox·bosa dl)lfa febbre tifoide. Dalla casuislica della guorra 1870-71 ci vengo no segnalate nove relazioni di pat'alisi un~late('ale di origine tifica; pl;)rò si deve notare che pee due casi si fa cenno di processi morbosi iutracraniensi constatAti dal reperto necroscopieo. tn sei casi si vide colpita da paralil:li la metà sinìòlra, negh altri tre la destra. In lutti, meno uno, la paralisi si manife"tò improvvi:-amenle. Si sono notate due guarigioni, due miglioramenti c cinque esili nulli . •\Jonoptegia cerebrale. - Questa non si é osservata che in un caso l:'Olo, in un ufficiale cbe dopo snperala una febbre lif\lide fu colptlo da monoparesi p!'ecedula da cefalea ostinata e da acces~i epilettici. La lenta evoluzione t.!ei sintomi e .la monoparesi in relazione cogli accessi epilettici, avrebbe gmstificata la diagnosi di tumore alla convessita anteriore di un lobo cerebrale. lpertrofla muscolare cera e jal.~a. - L'iper trofia mu~co­ lare, come è nolf), ~i distingue in ver a e falsa. Quest'ultima forma fu giù osservato. negli scorsi anni come successione rnorbosa di Liro e specialmente fu osservato da Stofella, da Griesiuger, da Hotlmann e da Benedikt. La storia della ipertrofia. muscolare non complicata non rimonta al di là di un decennio. Quattro casi bene accertati di q;;.esta successione

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morbosa ci vengono 5egnalali da Auerbach e rifer1scono a militari dei quali uno asseri d'e~sere dalla malatLia subito dopo superato un ileo-liro guez·ra, un secondo ne attribui la causa ad una bre f(a~lrica. Gli ora menzionati autori si sono nr<:~C&•Mil prova della vera ipertrofìa muscolare mt>dianle esame scopico di lace(•Li muscolari nei quali non poterono né degenerazione, nè formazione e~uberanle di nellivi. La causa più probabile di questa iperlrofia, t'econdo Berger, sia da ricercar si in una che sat•ebbe dimostralo dalle alterazioni dj sea~auan11~m precedono la malattia. Ma in alcuni casi non si potè dere dai momenti eziologici della ipertrofl.a muscolare la bosi delle vene. Non è z'8ro infatti vedere alle p;;tli'Aimil*<

a trombosi, s1a a rteriosa che venosa. Anche il Bu racconta di un soldato il qua le durante la convaJtescuiQMJ un ileo-tifo, ammalò di trombosi dell'arteria femorale tumefazione dolorosa del piede e della gamba sinistra, alcuni mesi più tat•dj fu colpito da ipertrofìa mttscoiiW: tulla la gamba. Tabe e sclerosi multipla. -È un fatto comunemenle che in seguito a febbre lifoide si possono manifestare nomeni di tabe. La relazione tra questa ~uccessione bosa e l'infezione lifica non €ti conosce ancora con e tutte le spiegazioni emt-sse in proposito vagano nel delle congetture; ùue sono i casi riportati daUa relaziODltl'questa malattia susseguente a tifo: 1• I. E. s oldato nel J• r eggimento a r liglier·ia emmalò dj tifo nel marzo 1S71, superalo il quale andò a sare la convalescenza al lazzarello di Kirstenfelò. collo da paresi delle estremità inferiori, la paresi, non la cura, p1·ogredì sempro e nel 1875 si erano coJnfe'I'DI..., sintomi di tabe, atassta e disturbi di sensibililè, senza biamenli nello stato di nutrizione. Il paziente m&rì nel gno i 878; 2• Capitano D. durante cerle marcie forzate provò alle gambe senza stanchezza. Dopo qualche tempo Co


BIBLIOGRAFICA

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da tifo durante il cui decorso scomparvero qnei distur bi di ~ensibilità; ma ritornarono con maggior forza, finché in poco tempo si l"tabilirono i fenomeni caratter istici della tabe doresle, atassia, freddo, insensibilita delle gambe e dei piedi, senso di costrizione, ecc. Però, a proposito di questo caso, troviamo nella relazione espr esso il dubbio che i fenomeni di labP fosser o già esistiti prima ancora dell'infezione tilìca, J Vuto riguat·do ai di~lutbi patiti dal mala1o durante le marce, e quindi che la labe fosse stata anterior e e non susseguita all'ileo-tiro. Quello che si è detto per la tabe valga anche per la sclerosi mullipla. La sua comparsa in seguito al tifo fu sostenuta da Westphal e confermata con necroscopia da Erbstein. Dalla l'elazione ci vien dalo un solo caso di qu~to genere, ma assai ben caratterizzato: ed è il seguente: B. S. fuciliere della 9• compagnia del reggimento fucilieri Pomeraria n. 34, fece la campagna fino al gennaio 1871 senza disturbi di salute. A quell'epoca ammalò di tifo grave; al tif() segu1 una convalescenza assai stenta ta. Quando venne il moment.o di congedarlo (giugno 18ii) lo si trovò affello da Corte tremolio di ambedue Le ma ni con notevole debolezze, nei movimenti. La loquela era cadenzata Alla fine del 1871 il pazienle si lagnava di vertigini e di cefalea. Alle estremita infl!riori si osservava una pronuncìala atassia. La parola era poco intelligibile. Nei tentativi per osservare un ogBello si man1feslava un tremito a scosse. Non si è o~servato atrofia delle masse muscolari delle membra fino all'anno 18M ~uando cioè al 5 giugno egli s ubl l'ultima visita medico-milttare.

.1\ta,sia. - Paralisi agitante. - Tremolio. - Clwrea. Contratt"""" - Tetano e tetania. Sotto la denominazione di atassia acuta Leyden descl'iYe Una malattia il cui sintomo pilì saliente consiste in un di-

:~bo di coordinazione dei movimenll armonici delle eslre·

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Questa mala.ltia era già conosciuLa come successione 'lr osa di difterite. Durante la guerra si verificarono due

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RI VISTA

e&!!ti in seguito a tifo, nei quali l'ala~~ia

CO"LilQiq parte 11 qua.lro clinico. l n tutti P due gl'tn(t)rmi 1 d1 coordinazione restarono abolili. Gli autori fino a qui non hanno fallo menzione agitanlt~ come affezione susseguente a tifo, quindi scire d• interesse tanto m&$.!!-{iore conosCPre i tre parali~i agitante oss••rvati nPIIa guerra in seguito ti fica. B. ~f. ussaro al t• reggimento ussari di Westtalia nell'ottobre c.lel 18i0 per ilco-llfo. Guar•tone, dopo valescenza fu rinviato in patt·ia, ~ r.olà vrnne cura ulterior·· per guarire da un tremito uu•Lulu-. della mal11tlia d'infezione. Il tremito interessante braccio destro, ~i esle~e poi alla gamba •!ello si mostr<'l ribelle a qualunque cura. A. K. cannoniere nel r,• reggim··nto arti~lieria, 1871 superò un g ravissimo tifo. Jn appre~llo gli el starooo sussulti muc:colari prima alle brac~ia. poi sussulli che cessavano nel sonno e solto i movi tari, la malattia si é poi complicata a diabete R. S. dopo guarito da un'aiTezione febbrile che fu qualificata per febbre gastrica, cominciò a lori al petto e.l al dor M, pa~so incerto. parola fu colto da tremore della muscolalut-a prima quindi dalla !;inistra melà del corpo. Il tremito si è a~sociato a debolezza par etka delle estremi" e non ce sasa durante il ~onno (parah~i agitante) Una delle manifestazioni più frt'quenli della del lifo fu il tremore che invadC\'8 specialmente i dc•l braccio e delle dlla. Un ragguardevole numero conval~>~centi subirono una cura prolungata per r.1W•1one morboS&, ed alcuni si dovettero t•i Ne. hl relazione tro\'iamo ancora regi,..trato un tre di contrallura ed uno di tetano riusciti a "'111"PIIn


BIBLlOGR.\FIC.\

Altera:ioni NUom.otorie.

Nolhnagel fu il primo n !;'el{nalare queste alterazioni come

conse~uenze di malallio infettiva, specialmente dt lifo L'infermo da lui os...ervato, convale~ceule di ltfo nel marzo 18i1 manit'eslò i ~intontì dallo !'lpasmo vascolar e, quindi pallore,

ratrreJdanwnto d··lta cute, Jiminulionc rll ~en~bililà inlet·esunte solo le due mani. La rura consi~lctte nell'applicazione dello corr ente co:.-tanle (+alla nuca, - al ple~so bracchiale) in tre sP.llimane si ottenn~ completa guarigione. Al <'aso !!lopra menzionato può rar seguito quest'altro che fu jliudicato della stes--a natura. Luogotenente F. ebbe in ottobr e 1870 il tifo che lo costrinse a letto mollo tempo. Dopo <.'e~sota la febbN il paziente ,·eniva flOrpreso ripetulamento nel ~iorno da un senso d'ambascia, da palpilnzioni, dtt vertigini e dolori alle gambt•, che aumenta~ano sotto i movimenti. l piedi diventavauo pallidi, freddi ed insen~ibili. Il mal!! per Jurò circo un mese, poi seompan•e complelam•'nte. Altera:roni trojiche delltt peile e delle pc,rci. mollt .- Tra i catai di alterazioni trofichc ne troviamo re~istrat0 uno uo· tevolissimo di decubito acuto durante ìl dccor..o di tifo. Nell'ottobre 1\.\i O veniva nccollo nell'ospedale di campo del VII corpo d'armata un soldato ammalato di ileo - tifo, <'ianotico, senza po\~o. freddo e fuori dci sensi. Lo si tt·atlò con canfnra, •"'•'ilanl•, impacco caldo. AUe dita P- al dorso dei piedi si mostrarono cJ(\Jle macchie sospette; furono praticate delle frizi· •ni con spir&to di vino. Il uol"o !"i elevò e mi;.tliorarono tutti gh nltri ~i ntonlt più minacciosi. Ma si ..coprì una tendl•nza alla ~anat·ena d t d ecu bilo in "arie parli del corpo. A!la regione scopolar·e, ai gomiti, a lulle le dita, alla regtorJe iliaca, a i lrocanl('ri, alle ginocrhia , al sacro e perfino alle COl<tole u nlle partli flù.Jominali st sviluppat·ono ga ngrene di decubito e in pari tempo !"i manifestò contrattura di mu<~coli ftesRori Ù1 tutle le nila. ~ella notte del 5 al 6 no\'embre si carubiò lo !>laln dell'utft>rmo Non a•·tieolò più parola, diventò strabico u tetanico m·i mu~coli della mandibola. Lt: piaghe


RlVJSTA

di decubito che erano arrivate a cicatrizzazione si r ose. Egli morì in quelle condizioni. All'autopsia r ilevato d'anormale nel sistema nervoso, le ulceri l'intestino erano cicralizznte. La morte era avvenuta P8lt cesso settico con embolie multiple. Riepilogando numericamente la casuislica delle nevn1111 susseg uite a infezione tifìca troviamo che il numero dei osservati e ordina ti in dieci categorie é di 1.:#, dei g uarirono 38, migliorarono 1.7, senza effetto 4i, morirono cor. esit{) ignoto 24.

Malattie neroose in seguito a dissenteria. 1. EpileRsia. Ipe.,.estesia. Neoralgie e anestesie. valescenti di dissenteria sofferta durante la g uerra mcun._ nel cospicuo numl'ro di 36,2i2, e l'epilessia cume sione morbosa si osservò sopra cinque di quei convalescentL Per mezzo di autorevoli testimonia nze r accolte nel paese nativo degli individui fu constatato che nessuno di e~;,si, prima di assumere il ser vizio militar·e, aveva mai solTerto di epilessia, e che nemmeno uno dei membri delle r·ispettive te.. miglie fosse a/Tetto dallo stesso malore o da altra malattia convulsiva. I n un #l'iovane di 29 anni il pl"imo attacco si man ifestò dopo tre settimane che la dissenteria era già guarila; gli attacchi si ripeterono di poi e nel 1873 continuavano ancora cou grave depet>imento della costituzione fisica del paziente. Un aJtro malato, dell'eta d1 23 anni, ebbe il primo accesso quando la dissenteria non eJ•a ancora totalmente scomparsa. L'epilessia aveva ac:sunto fìn Jal principio un caraUere assai grave, e du• ra,•a ancora nel 18i4. In un terzo soldal{), del 57• reggimenlo fanteria, fu constatata l'epilessia aeuta. Egli erasi ammalato di di$<senteria nel settemb1•e 1870. La conYalescenza :<i protr·asse fìno al dicembre. In quel tempo trovandosi egli nell'ospedale di riserva di Luneburgo, fu colpito da accessi eclam· psici con successiva sordità e parali«i della meta destra deJ corpo. Nel 1871 non esiste va più tJ'accia di quei morbosi fenomeni e l'individuo fu r·iammesso al servizio.


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n fuciliere M., convalescente di dissenteria, dnl20 settembre aJ5 ottobre 1870 ebbe sette accessi di epilessia, ed altrettanti dal 2 al 21 ottobre 1870 ne ebbe un altro individuo iGefreiter V.) il quale guarito dalla dissenteria era stato traslocato allo spedole pre:>idierio di Allemhurg per anemia e denutrizione generale. È do. notarsi poi che oltre ai cinque casi suddetti che furono ben accertali e completamente descritti ne ddvono es@er'e occorsi altri, perchè nelle liste nosologiche dei convalescenti si trovano notate allre quindici diagnosi di dtssenteria con epileasia senza alcun'altra indkazione. Si è osservato che la dissenteria ha una decisa influenza sopra il decorso di una preesistent.e epilessia, cioè essa per regola ne sospende gli accessi, ma questi poi ricompaiono appena cessali i fenomeni intestinali. Non sono rari i disturbi di sensibilita durante e dopo la dissenteria, benchè si sappia di certo che questi disturbi si sono avverati, mancano tuttavia le storie nosologiche relative. Da alcune scarse note sparpagliate nei vari rapporti di ospedo.li sembrerebbe chej principali disturbi di sensibilità in alcuni malali convalescenti di dissenteria avessero la forma di formicolio ai piedi, senso di peso alle estremità, eccessiva sens1bilità dei comuni tegucnenti, ecc. Riguardo alle anestesie susseguite a dissenterie, i ragguagli sono ancora piu scarsi ed incompleti. hl quanto a nevralgie ne Lt•oviamo registrato un solo ca-.o che è il seguente: W. H., sollufficiale d'artiglieria, appena convales('enle di rl.issenteria, fu colpito da nevralgia del lrigemiuo; gli accessi l'LcorrPVano di frequente ed accompagnali da altri fenomeni, COJoe lagrimazione, rossore della faccia. La malaLliu resis~ellc alle più svariate medicazioni; al 5 ottobre 1871 il paztente trovavasi nelle stesse condizioni. ~· !listurbi della oisione e dell'a loquela. - Non si ba co~ruztone che di due casi di aHerazione della facoltà visiva m seguito a dissenteria. Uno ci vien riferito dal doll. MatLhei che . l'h a os<~ervato sopra un convalescente dell'ospedale di r.u~erva di Verden. L'individuo era completamente amaurotco d u· e occb10 destro, mentre all'ottalmosc'.lpio non rileva-

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vasi alcuna muteriale alterazione. H mala to causa della sua cecità alla sofferta dissenteria. Jl secondo caso fu osserva to dll Reichardt e co:nsiste•-ai una paralisi del mu'>colo retto esterno dell'occhio F111almenle troviamo che una grave dissenteria cbe complicata a peritonite ebbe per esit{) finale una naJrAililullii ed una totale pe1·dila della fa velia. La paralisi de ll'inteslllllt e della vellcica, i dolori lungo la colonna ver tebrale cht cornpagnarouo questa successione morbosa d chiare note che la par~tplegia e l'alalia che già perdu ancora nell'anno 1873 erano espressione di una malattia midollo spinale. 3. Paralisi d i moto. - Le paralisi molorie limitate ed 1llk certo terrilOI'io nervoso si verificarono assai di r aro a~ gamente a qu11nto si é veduto riguardo alle atr ofit3 eiroo.. scritte succel<!'live a tifo. Due sole storie sono a nostra eG'gnizione suiJe paralisi motoric drcoscrilte ad una sola es&l"èot mit.à Quel! r. due storie provano an che che Lali paralisi ......-.•..~.. ._.. un coraltere transitorio e si dilegttauo completamente dof': un tempo relativamente bceve. Nel [)rimo caso tratl.avasi4l paralisi di un braccio con contratture. L'infermo fu licea-t :r.iato assai migliorato. Nel secondo unitamente ad epilettici si osservò paralisi della gamba destra. Si ebbe gal• rigione Ct)mplela. Paraplegia. - Si ebbero aJ osservare cinque paraplesif; in seguito a dissenU>ria. Tre di queste esordirono con Celll8!i meni neurilici alle estremità inferiori. In un ammalato Gèl quale c;Jsisteva dapprima una neurile multipla si otl.eDDt completa guar1gione. In un allro si ebbe notevole miglieramento. Un terzo infermo dovette soccombere alle conseguenze della paralisi. Nel qua!'to si osservò la paraplegia compliMr:si con accessi epilettici e nelrultimo si ebbero dD ùa principio paralizzate tutle e quattro le estremità. Emipleaia. - Que!<lo genere di par&lisi si osser vò sei v~ due nel COI'so della dissenteria, e quallm volle nello to tad~ della convalcscem:a. G. K. llOldato nel i• reg.gimenlQ fanterta Wurtemberg, convalescente di una dissenteria sofferta oel dicembre 1870 vien colpito da attacco apoplettico che ha per

accesa

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BIDLlOG RAFICA

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effetto una paralisi sinistra, nel18-7i restava ancora uno stato di debolezza negli arti gia colpiti da paralisi. A. B.. soltufftciale, il giorno dopo che era entrato all'ot!pedale (16 seltembee 18i0) per dissenteria è colpito da paralisi di una metà lal~rale ~el corpo. Il paziente stette otto giorni fuori dei sensi; si riebbe gradatamente ed anche i fenomeni paralitici andarono a poco a poco dileguando!:=i, di modo che al t• dicembre non esisteva che un po' di debolezza. W. M., moschettiere, guarito da una dissenteria nel pemdo di dodiei seltirnane, cominciò a lagnarsi di cefalea e vertigini. Questa si ac:crebbero al punto che l'individuo un giorno cadde improvvisamente a terra con perdita di coscienza. Quando rinvenne in sè era perduta la parola, cd il corpo era paralizzato per meta. Il paziente cinque giorni dopo pre~entava ancora emiplegia con atrofia delle esLI'emità paralizzate. E. H., Cacc;atore ùel battaglione cacciatori N. 5, dopo guarito da una grave dissenteria, durante la convalescenza cadde improvvisamente a terra privo di sensi; r·invenne poi rima· nenJo emiplegico a destra come quello del caso precedente e per di più colla perdita del gusto nella metà destra della lingua. Non ostante la CUl'a eleUrica continuata per molto tempo la paralisi non si modificò che poco, e il paziente fu congedato non guarito. H. S., granatier·e della landwebr, caduto infer mo per disenleria il 29 ottobre 1870, durante la con,·alescenza fu collo al un \ratto da paralisi completa della metà sinis:.Lra del corpo. Il trattamento eletlrico colla cor-rente costante rinscì n ridurre la completa parali~i ad una par esi. Però più tardi i vant.aggi si pcrdelter·o, sicché nel i 874 l' estremi là infer•iore sinistra era ùi nuovo completamente paralizzata. E. G.. fuciliere della ga compagnia del 2• reggimento fucilieri, il 18 agosto i 8i0 ammalatosi per dissenteria a .Metz fu curato in quello spedule ma poi tr·aslocato a Grossenhein affetto da accessi convulsivi. In quello spedale fu constatata una nuova com plicazione, cioè una parali!'lr della metà destra della faccia. n paziente sporse domanda di giubilazione ed in seguito a visite medico-legali ed osservazioni la maggio-


IU"JSTA

ranza dei medici militari opinò doversi in que!!to ~aao m ellere una , ·era correlozioue di causa ed efTello tra la fer·La dissenteria ed i fenomeni par·ahlici cl1e no Sll~~uu~ 4. Tabe. - Scle ro~i multipla. - Paralisi spinale - Ln labe, come succe~sione m01·bosa immeJiata di Leria si è n'lservota in due casi. Nel primo caso un portAfl!'r··ti del 3• corpo d'armata, rata una prima ''olta la dis:<r- nteria ebbe a poca di"tanza recidiva ù~lla stessa malaUia che allora continuò per un e che si complicò a dolori laceran ti alla tes ta eù nlle mila e finalmente fu colto da ver·a atassia con tutti i sintomi caratteristici. Augusto S., zappatore dall'~ re~gimento fanteria, amiDIMv.J di dic:;sentf·mt davanti a ~Jrtz. Appena guar tlo f'gU provò diminuzione del potere Yi!>ivo, e tre anni dopo la "ista cosi diminuita che il paziente nou ~ra capocr ùt di"l".',....,_. le dita ad olto ceutimetri Ji distanza. All'esame oltahm:llltJOio' ~ pico t•ilevn va nsi i segni cat·allcrislici •lell'atro fla del ner vo ttco. L'affezione oculare ero in stretta cort•alazione ~on malattia del midollo spina!~ che più Lardi poi ru qualiflcalll per Labe. Il moggi•1ro medico Herterho qunlifi~atoun caso Vèn utc:!l!(J~!.• la sua os!tt·rvazione per paralisi spinale epatica. Era un certo Gustavo, P. moschettiere nol4'reggimontofanlet·ia di 'l'uringia, aromalalo~i nel genna io lR'iJ per dis<>enteria il cui decorso fu complicalo a rcumali~mo. Appena licenziato dall'ospedele nel ~iugrul dello stesso anno cominciò a pt·ovfu'e debolezu e difrìcoltò nei movimenti dell'cslrt>tnila inf 'I'ÌOI'e. T ale renomeno a ndò pPggiorando !un lamenta c grad 1tamenle nel deCO l'l'O dello stesso anno. Visitato tra anni dopo egli mostrava nel camminare questa singolarita, che cioò •tunsi nessu8 movimento <:i eseguiva nelle artrcola2iooi tlell'anco, ,Jel ginocchio, ma lutto l'arto er·a porta lo avanti ptn· rotuzione del bacìno. L•• articlllazioni quan· lo il malato gtac+>,·a ,..i move·.,.ano pa~:;ivarnente entro limiti normali, la mu<:colatura erli in 1 ermanenle rigidita. Sensibili la, moti rillt~ssi c fl'll olt.à genetiche in condizioni fisiologtche. 5• Dtabctc. - Asma. - T rwwlio. - ~en ll'O il diabete è una


BlBl.lOGIUFlCA

'i63

successione morbo!la abbastanza fi'CfJUen te dopo le fehbri di JD81aria, e invece &I'JUanto raro dopo la di$s;enleria e la nostra relazione non ne regl«tra che uo caso che richi~se la ;;iubilazione dell'infermo. L'asma vuò insorgere per na rifies"a durante un'affezione de~li orp:oui del ba->SO ventre. Tratlasi allora di spasmo rif!t!!!-!-iO dei muscoli bronchiali. Tale e uppuoto l'unico caso eire trl•VIamo re~islrslo nell'opera che analizziamo. D. S., uhmo d,.) \' squAdrone del re~gimenlo Lituania, ammalò r~>r disst'nlt'l'ia ~otto MPtz nel settembre l870. La malallia fu mollo grave. ~ell'ollohr~>, non anc-ora guarilo, lro" andosi nell'ospedale di Altumburg, fu collo da accesso asmatico alquanto gr·avo. L'accesso !"i r·rpeteva ad inLervalli or lunghi c l O!' brev. , ma LalvfJll&. a""UIDe\'a lule inkns.l8 da Jn•'llf.re iu pericolo la vito ddl'inr.•rmo. P~r· molto Lempo la mnlstlia ri\Sastetle ad ogni cura; solo nel gennaio 1872 si r.ominciù nel o«,o:;prvoro quolche miglioramento. Nel maggio 1873 non rnnanevano ar1COI'A che leggeris~imi dislur•bi di respiro so~lrnuli da lieve enllsema polmonale. Anche iltremolio, però r.on prognosiabba~tanzara,·orevole, può es!"ero In conl'eguenza di dissenteria. Jltt·emito si é veduto colpire abitualmcnto le estremità superiori ed interos· sare spec~nlmcnlc i movimenti volonLarir e coordinati. Spe<lso i muscoli d,..J tronco e d~ll~ fa<'~ia prendono parto al tremito. Per r~gola que"'to tremolio svanisce col riprisli~1''1 delle forze. St fa però menzione di un cannoniere~-. •I quale ammalato· 1 per dissenlet•ra soUo Metz nel settembre 18iO, pre-,•111lava oucora tremolio alle braccia e ai muscoli toracici nell'an"uo ts-:-;;, Parimenti un solduto della landwehr n. quale durante la ~erra andò soggetto a dissenteria cromca, prel'tenta"a nel 18i.i, unit.amenle all'aspetto oligoemieo, anche il tremito delle e::.lremilà superiori e della faccia. n tremito due anni dopo ei dileguava gradatamente di mano in mano cbo ritornavano lo forze o l'individuo migliorava nella t~ua fifiica C~t"liluzione . . 6· .4/tera:ionc trojfclte della pelle. - Yolentiner durante tl ·suo ·sorvmo . . .Hl uno spudale do campo del Xlll corpo d'ar· 0 Inala, ~'"Crvò un caso abùasla.nza sing:olai'e di allerazioue


76 ~

RlVlSTA

della pelle in seguito a dissenter·ia, con esito infausto. settembre 1870 fu accolto nelro~pedale un soldato di Sa!>sone ammalato di gravissima di~senteria. 24 giomi della morte egli manifeslò un rossore alla regione cale costituilo da un'abnorme dilatazione della rete e vcno;.a; più lardi quel rossore si estese a tutte le addominali e un poco ancbe alle estremità, sp1~CiliUDlen1~• loro faccia estensoria. Di mano in mano che si esl~illlì quella fleboctasill, la cute st faceva a~rofica assumente della cute del pellagroso, con desquamazione scaglie epiteliali. L'ammalato morì per la gravezza della seoteria. Riepilogando ora numericamente la casuistica delle ropalie dissenteriche troviamo, che ammalarono ~' rono5, migliorarono 6, non guarirono 12, mori l, esiti Malattie nervose ìn seguito a- oaiuolo. Le paralisi posLvaiolose sogliano manifestarsi colla paraplegira. Una volta non si riscontravano apprezzabili !;ioni materio.li corrispondenti a questa paralisi, ma in ultimo decennio, si sono constatale non di rado diverse nel midollo spinale. Si è osservata ancora la nAII'IIHI. . acuta ascendente e in qualche raro caso la paralisi con doiperlrolìa de1 muscoli. In minor numero accorsero invece le paralisi tra le affezioni nervose successive a vaiuolo e queste si viste prender la forma di anestesie, di paralisi paniali tala ad un solo muscolo specialmente dP.l dl'lloide e taJ1ron~ dei muscoli della deglutizione come suolsi ossef"\·are oe1li difterite. Gli atti di giubilazione ci rendono noli undici casi di ropatio poslvoiolose osservati sopra 8065 convalescenti >aiolo. Questo numero relativamente piccolo di non devo meravigliat•ci quando si rifletta elle una arl~ncli~lllll•i~ parte di tali nervose affezioni, hanno un esito guariscono pt·eslo e quindi non danno moLivo a dich d'invalidità. Tre convalescenti di vaiolo anunalarono


BIDLJOGRAFlCA

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Jessia. In seguito a minute ricercl1e si venne a sapere ciLe uno di e!'tsi aveva sofferto in età tenera di accessi convulsivi. Gli altri due però erano rimasti sino allora affatto esenti da alt.scchi convulsivi. Sarà utile riassumere qui le tre storie cliniclle colle quali la relazione chiude il capitolo delle neuropatie postvaiolose. t. Federico K del 19 reggimento della landwehr di Posen, dopo superato il vaiuolo provò dolori sila !~palla e al braccio destro, la muscolatura di quel braccio cominciò ad alrofìzzarsi, e fìnalment.o si manife!'!lò paralisi che tre anni dopo non si era punto modificata. 2. Gerardo L., moschettiere del t• reggimento di 'Vestralia, ammalò nel marzo 1871 di 'aiole a V er·dun. La forma ru delle più gravi. Entrato io convalescenza il paziente dovette imparare nuo\·ameute a camminare, era diventato balbuziente e anche dehole d"intelletto. Dalla visita che eg-li ha subita poi ali"ospedale di 11 ilnster per giubilazione, r isultò la debolezza paralitica del braccio destro senza denutrizione del medesimo. Tre anni dopo perduravano, benche con minore inteno:it.a,gli stessi fenomeni. 3. Carlo T., cacciatore della 2• compagnia del .ballagliene :\Ieklemburg, ammalò di vaiolo in Gorlilz nel febbraio L8i1, superato il quale venne congedalo guarilo dal vaiuolo, ma sofl"l~rente di dolori alla colonna vertebrale. Ritornato alle occupazioni della sua professione (macchinista), in causa di crescente debolezza parelica degli arti inferiori che gl"impediYa di lavorare a lungo chiese d'es!'ere pensionato. Dalle ripetute visite medico- legali subite, risultò la ricorrenza periodlca di contrazioni clonicho di vari muscoli, !i~pecialmente dei muscoli della faccia, del collo e delle eslremila. Qu~te contrazioni si ripetevano anclle più volte nella giornata ed erauo complicate da paralisi permanente delle estremi là inferiori. Nel luglio 1879 le condizioni del paziente erano immutate. Il capilolo delle affezioni oer,·ose consecutive a malattie d'infezioni si chiude con alcuni cenni sui reliquali nevropato · logici della diarrea, della difterite e della febbre iolermittente. Quali fenomeni complicanti le ostinate diarree si son ve-


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RIVJSTA

dute insorgere talvolta delle paralisi le quali però si gua1·ono solitamente col cessare della diarrea; per guenza tali ft:!nomeoi si ritengono di origine ritles...~ più che non si sono mai trovate corrispondenti materiali. Però si fa menzione di un cannoniere che Iatos1 di colera sporadico e guaritone, fu poi per la volta preso da accessi epilettici persistenti che rec~1al11l811'011~ io seguito la riforma. Riguardo ai reliquati nervosi della difterite il raccolto dalla statistica nosologica della guerra è assaiscaree, tra i pochi casi registrati troviamo degno di qualche meozione quello di un cacciatore de!Ja 4• compagnia del battaglione Lauemburgo cbe ammalò di difterite ad Orléaos nel gennaio 1871. Guarito dalla difterite restò affetto da para1ià di tutto il braccio destro, paralisi cbe si era già incomineiala ad osservare durate la malattia. Più tardi alla paralisi ai associò l'atrofla del braccio affetto, l'una e l'altra ribelli ad ogni cura. Nell'anno 1875 l'individuo oon era punto migliorato. Finalmente troviamo riportato un caso di nevralgia del trigemino in seguito ad infezione malarica. Augusto W. della lanwehr ammalò d'intermittente nel geo. naio !871. La malattia fu qualificata febbre quartan.a. Vinla la febbre dopo lunga cura, il paziente restò affetto da ostineto dolore, dn continua ed ostinata emicran:a ~inistra eoa accessi di esacerbazione e ribelle a qualuofJue mezzo terapeutico. Il dolore risiedeva sulle regioni percorse del quin&o paio e la uevralgia diventò poi cronica ed atrofica e persisteva tre anni dopo. Nell'agosto 18/4 r individuo mori per marasmo e cachessie. (Continua).


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CONCORSI -~-Oonoorao al premio Rtberl per gll ufJlotall medici del Regio E.erotto e della B.egta lllarlD& scadente U 31 lugUo 1888. - (Giorn. Milit. Ujjle., pubblicato il5 maggio 1887, disp. 21•, parte 2"). PROGRAMMA.

Sara aggiudicato un premio di lire mille alla migliore memoria t•edalta da ufficiali rneilici del regio eserc1lo e della regia marina sul seguente tema: Delle malallle tropicali, lero profilassi e cura, e della influenza speciale del clima tropicale sull' andam&nto ed esito delle malattie ordinarie, traumatiche, ecc. Condi~ioni del concorso.

1. Nessuna memoria, per quanto pregevole, po~rA conse· guire il premio se l'autore non avrà soddisfatto a tutte le esigenze del programma. 2. Le memorie non premiate potranno, ove ne siano giudicate degne, conseguit'e una menzione onorevole. 3. Le dissertazioni dovranno essere inedite e scritte in lingua italiana, francese o Ialina con caratteri chiaramente leggibili. 4. Potranno concorrere solamente gli u(ficialt medici del~·esercito e della mal'ina, tanto in attività di servizio, quanto 10 aspetLaliva, in congedo od in ritiro. Ne sono però eccettuati i membri del comitato di sanità militare e della commi~sione aggiudicalrice del premio. 5. Ciascuna memol'ia dovrà essere contrassegnata da una epigrafe, la. quale venà ripetuta sopra una annessa vi scheda


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CONCORSI

suggellata contenen le il casa lo, il nome, il grado ed il di residenza dell'autore. 6. Sarà evitata qualunque espressione che possa tar noscere l'autore, allrimC<nti questi perderà ogni diritto conferimento del premio. 7. Ve,·rauno sollanto aperte le schede della memoria mista e delle giudicale rner1tevoli di menzi...,~:~ onorevole, altre schede saranno abbruciate senza essere aperte. 8. L'estremo limtte del tempo stabilito per la CO!lse• delle memorie all'ufficio del comitato di sanità militare ' :}() ~ellcmbre 18 8; quelle cùe per,·erussero in tempo rio r e sarebbero consiùer ate come non esistenti. 9. La pubblicazione nel Giornale Medico del R.• Est!'t't.!Ud e delta R.• Mar i11a dell'epigrafe delle memorie presentate concot·so !Servit·à di ricevuta ai loro autori. JO. Il mano~critlo delle memorie presentate al apparterrà di diritto al comitato di sanita militare, con facoltà ad esso di pubblicare per mezzo delle stampe della memoria premiata. L'autore però della memoria premiata é altre8ì libero dat·e, collo stesso mezzo, pubblicità al proprio lavoro, emendato e modificato; purché in questo caso faccia si da una prefazione o dal lesto del libro si possano conot5eer.~ tutti gli emendamenti e le modifìcazioni introdoUevi nm1-·.-. riormente all'aggiuJ•cazione dei premio. Il Af inistro -

E. BERT OLÈ- VIALE.

11 Direttore

Dolt. Frucx BAROFFIO col. med.

11 Collaborator-e per la R.• Marina GUELFO VON SOMMER Medico di l" claut

NuTJNJ

FEDE:Rtco, Gerente.


KEMO :R.IE

ORIGINALI

APPUNTI DJ GEOGRAFIA ]lEDICJ SI" L

PORTO D I NIASSAUA 1/!;L I>OTtonB

LEO :'l A llDO C OGli' E :l'TI

l. l porti hanno sempre richiamata tutta l'attenzione dei medici di marina, percbè, sottraendo le navi ancoratevi al bene6co influsso dell'atmosfera libera, di cui queste godono nel mare ampio durante la navigazione, riescono spesso a perturbare la salute d~Jgli equipaggi, i quali si trovano esposti a. risentire le possibili nocive influenze di cirwstanti l~rreni malsani. Frequente è nei porti lo sbocco di corsi luridi. L'alternarsi delle m,1ree lascia per molte ore allo scoperto alghe e detriti organici, sostanze tuue che facilmente pnu·efanno. Nei porti la carena si copre ùi materie putt·escibili. Chi ba pratica del mare conosce per prova quali focolai di morbi infettivi s'inco_atrino a volta nei porti; e sa pure come diminuisca sempre a hordo nella navigazione il numero delle malaLtìe mediche comuni.

Divenuto centro dell'occupazione militare in Africa, il porto 49


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APPUNTI DI GEOGRAFfA YEDICA

di ~fassaua s'impone oggi a noi come og~etto di studio, sentiamo il dovere di metterei tutti in grado di tutelare cuamente la salute degli equipaggi imbarcali sulle regie navi che tro\'ansi a stnzionare nelll ar Rosso.

II. Lungo la costa africana del )1ar Rosso, e prc>prìaotente.~ Cllnale, che le isole Dahalak formano addossandosi alla ferma, si apre il porto di l\fassaua, sLJ·euo nell'imr1or:eatm nord d11lla punta Abd el-Kadèr ed a sud da quella di Mudùr. Dalla penisola Gheràr iJ porto rimane diviso in insenatu1·e, delle di Ghèrar e Taulùd: e quest'ultima nuet·ebbe naturalmente nell 'altra di Arcbiko, se non ne la videsse una diga, costruita per congiungere al con tinente sola di Tnulùd, cui, a mezzo di altra diga, è unita r· )J as~aua. È cosi che i limiti del porto risultano cost parte dalla costa africana ed in parte dall e due d i~he nate e rlalle prospicienti spia~gie delle isole Tulùd e Il suolo della plaga africana, che ci occupa, di fnrma,z a madreporica, è di natura calcarea, arido alla superficie e sparso da sollile strato di sabbia finissimo, quasi del pri\ o di vegetazione, non auraversato da corsi d'acqua. vori di sterro, pratica li neli 'ar.>enale di Abd-el-1\adèr, messo in moslra la rile\·anle umidità, che si racco~?lie nel tosuolo, dal quale emana un odore disaggradevole. Alcune mazioni, eseguite nel cimitoro cristiano, hanno provato il terreno di l\t assaua riesca poco propizio alla pronta e pleta colliquazione dei resti umani, i quali, nel processo solutivo, sono da lla copiosa umidità arrestati alla zione cadaverica. Nel porto si apré una polla di acqua rale ed a temperatura bassa .


SUl. PORTO DT MASS AUA

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Ili.

Come il suolo scende nel mare per fo rmare il porto comincia la vita: ricchissima, lussureggiante è la flora sottomarina che si vedesorgere dal fondo fangoso e cosparso di numerosi banchi (oralliferi anche di recente formazione. Svariati rappresen tanti conta la fauna marina, specialmente fra gl'invertebrati; e nella stagione più mile il po1·to ribocca di pesce . .M a tutta quest'abbondanza di vita si Lraduce in eccesso di decomposizioni e non può essere indice di saluhrità. Nè questo è tullo, perchè il suolo, scendendo nel mare con pendio dolcissimo, permette alle basse maree di scoprire larghissimi tratti di tei·reno. il quale, pr·egnocom'è di detrili organici, e dardeggiato dal sole tot-rido, fomenta le putride decomposizioni che svolgono gas mefitici. Nelle lunghe ore di bassa marea l'almo.;fera del porto è infestata dal puzzo insoppur·tabile di putredine; mefitismo questo che non si risconll·a nelle località adiacenti a Ma~saua. La R. cannoniera Scilla che nell'anno decor,;o fu impe,.,ttnata nei lavori idrografici del llar Rosso, e che dovè stabili•·e il mareometro in diverse insenature, solo nel porto di Massaoa ebbe n verificare come facilmenle marcisse la parte IPgnosa dell'istrumento ese ne corrodesse il punternolo di ferro. l \'.

Sottratto per la sua pecu 1iare topogr·aHa dal beneficio dei monsoni o dominato a breve distanza. dalle Alpi Etiopiche, il porto di )Jassaua non trova nei deboli venti, che vi soffiano dal ~ord, condizioni sufficienti per mitigare l'eccessivo calore, che tle~cea concentrarvi il sole torrido. Come in tutto il Mar Rosso, non mancano a l1assaua i colpi di vento improvviso e le forti


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APPUNTI Dl GEOGRAFIA MEOICA

raffiche; ma questi fenomeni costituiscono anormali zioni dimatiche. ~el! ' atmosfera del porto è normale la la quale, spesso assoluta, lascia al calore eccessiro tuua bertà di maltrattare le precipue funzioni organiche. dimoralo qualche tempo a Massaua ricorderà qnelle lose noui, in cui l'assenza completa di ogni movimento sferico r·endeva insopportabili anche temperature non vaLe, sì cl!e tormentati da pertinace insonnia, si è alla veglia, cercando refrigerio alle bagnature del capo, è come preso da vertigine. Condizione di stalica ...u . v ..'"" questa accennata, che, se riesce di grave molestia agli vidui sani, può dhcnire pericolosa per gli infermi. Facile a Massaua lo spi rare del Ramsin, vento \;illu•~·::>•u•v. che soffia da Lerm con violenza impetuosa, di1fondendo l'aria densi cumuli di arena sottilissima. La sen3azione caldo secco, cho r·isente l'organismo in tale circostanza, è gentis~ima.

Jn !ullo il 1886 la velocità chilometrica del vento raggiunse una media di l 0.6 chilometr-i appena.

Y. L'altro fattore, che spicca grandemente fra quelli costi il clima di .Massaua, è dato dalla temperatura atmosferica, quale, sebbene non raggiunga che di rado massimi alt' pure si rende nociYa per il calore abbastanza cospicuo ebe manti ene costante nell'atmosfera. Xel 1886 mentre il grado non oltrepassò i 4-~· .5', deu e invece una media nuale di 30°.2', che invero è indice di ristretta scala oscillazioni termomelt'iche. Ad una temperatura media mas• sima annuale di 33°.!)' non si contrappose l'anno scorso una media minima di 26°.8'. Le diiTerenze termometriche


SUL PORTO 01 &IASSAUA

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il ~ioroo e la notle direngono insignificanti per buona parte dell'anno e sono nulle nei più. caldi mesi dell'estate. La pre~~ion e barometrica ebbe poche variazioni, avendo oscillato sui 16omm con leggiere escursioni 1n pii.t o in meno. L' e\·aporazione nelle 24 ore segnò una media annuale di5m.8. Le precipitazioni furono insignificanti comemedia annuale; ma vere pioggie, sebbene di brere durata, si ebbero nel man.o e negli ultimr mesi dell'anno. L'aspetto dell'atmosfera fu generalmente misto, e solo il mese di maggio delle un massimo di 20 giornale di sereno. ~on mancarono i fenomeni di elettricità atmosfel'ica, tuoni, lampi, saelle; ed i fenomeni sismici si affermarono ripetutamente con scosse ondula~orie dal sud al nord e con altre sussullor·ie. La marea pre:;eo Le) una media annuale di ''m, 09 di differenza di livello. ~el complesso il clima torrido di bfassaua riduce Je stagioni a due soltanto, una calda al principio ed alla fine dell'anno, l'altra caldissima che dal ma"r•io si prolon~a fino al "o l'ottobre.

Yl. Dalla statistira nosologica annuale si rileva che nel 1886, a btlrdo al!" ospedale Garibaldi, renoero curati 875 infermi, dei quali 163 guarirono, 6 morirono, 88 furono fatti rimpatriare ~ 1.8 rimasero in cnm. Restringendo ora le cifre degli infermi untcamente al personale della re~ia marina, si ba che sopra un~ media di 520 individui stanzialì a Massaua la media giornalrera degli infermi ascese a .22.81>., ed il loro totale annuo a 7~7.


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APPUNTI DI GEOGRAFIA .UEDICA

Tra lasciando le altr·e infermità, sorprende l'enorme di 400 piressie diverse, le quali, mentre da una parte la poca tolleranza di noi europei alle esposte condiziooi sologiche della particolare plaga lropicale di cui ci occooildl concentrano dall'altm tolta l'attenzione dell'igienista e zano il sapere del medico. A chi non avesse pratica dei tropicali, spesso riuscirebbe strana la sioLom;llologia febbri che si svolgono a ~Iassaua, e se, per affermare la tezza della dia;nosi. si rassegnasse ad una terapia tiva: si lascerebbe sorprendere dalle infezioni, perdendo lempo più opportuno per soiTocal'le. Tutte le febh1·i, diremo così essenziali, osservate a saua, si possono dividere in due grandi categorie, una tuita da quelle pir·essie che gli antichi designavano sine per la loro breve durata chiamavano effimere ; e l'allra infezioni. Il solo fatto che a Massaua l'organismo si trova coslreuo srolgere le sue funzioni in un ambiente a temperatura più elevata di quella propria normale, costituisce uua mi per il regolare equilibrio della termogenesi . Di fatto ci fu osservare che molte effimere tenevano esclusi>amente ad ces:so di lavoro, il quale si sa come nell'organismo sproni produzione del calor·e. Altre volte queste febbri di dalle stesse cause comuni ai paesi nostrani: raure!aa<aW'~m•r,~ del corpo per bagni inopportuni, disordini nell'ali zione. ecc. Comunque prodotte, queste effimere insor"'~t'Aiil0'4 senza prodromi, con una temperatura che, toccando au~--~ i .s.o• del centigr-ado, veniva man mano decrescendo nei successhi, e si rimette' a alla normale fra jl quinto giorno settimo in media. Rare le esacerbazioni termiche, sicebè diagrammi deuero sempre curve discendenti . Unica cura refrigerante. Mai neces~ità di trattamento specifico.


SUL POR'l'O DL MASSAUA

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Le infezioni poi furono rappt·esentale dalle febbri malariché e dai tifi. Le prime mancavano quasi sempre della orripilazione prodromale, erano più frequentemente continue, con elevazione termica sorpassante i 40° del centigrado, con remissione mallulina, sovente accompagnate da stitichezza ven trnle e da cefalea. Verso il declinare della stagione torrida assun~ero il 'ero tipo delle nostrane: freddo iniziale, remissione termica accompagnata da sudore. intermitteoza completa da distaccare gli accessi. A bordo del regio trasporto Europa, che trovavasi ancorato io vicinanza di una banchina, ove si pratieavano lavori di sterro,(_{lteste febbri mostrarono chiaramente la causa produlll'ice nelle mefitiche emanazioni del sottosuolomessoalloscoperto. Non ancora sorpreso dal microscopio, il miasma palustre con le sue manifestazioni si aiTerma a Massaun, nel cui suolo non mancano al certo condizioni fa,·orevoli allo sviluppo di ge1·mi inféLlivi. Seguendo le abi~udiui degli lnglesi, maestri in fallo di acclimatazione, si so mmini· strarono agli equipaggi dosi giomaliere di chinino; ed in verilà, nel 188(i non si eùbcro a verificare più i casi di perniciosa malarica occorsi nell'anno precedente . .lUo stesso scopo venne anche sperimentato l':usenico, tollerato bene da quanti ne fecero uso. L'infezione tilìca non assunse mai forma veramente spiccata. Alle rolte si avevano disturbi termici invadenti subdolamente, stazionari sui 38" C.• prolungantisi uno ad un mese, refrattari ai sussidi Lerapeutici. Altre volte la temperatura raggitmgeva 41" C., e v'era perdi la di coscienza: più o meno grave la cefalea, ma costante; assenza di roseo la; rara la diarrea. ~on mancarono casi spiccati d'ileo-tifo, con tutta la sintomatologia che siamo usi a ri~contrare nei nostri paesi. Non frequenti le ricadute, ma oltremodo pericolose. I tifosi erano gl i


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APPUNTl DI GEOGRAFIA MEO(CA

infermi che soffrivano di più: per essi le molestie del erano tormenti. Buoni risnHali si ebbero dal fenol, che riusciva ad abortire l'infezione. VII.

i\on infrequenti furono i colpi di sol~ e quelli di alle volte la scena dell'infermità si svolse con rapidit& prendente. Individui che sj sentivano bene vedemmo mazzare al suolo privi di coscienza, con faccia ,·IlIDOI~rac~ta~ rantolo tracltealc, immobilitàpupillare, sussulti teodineie scolari specie negli arti, paralisi del detrusore vescicale, 5pirazionc ster·torea, pulsazioni fino a 1.50 al minuto, ratura fino a 42" 5' C. I sussidi terapeutici più energici, se adoperati con prontezza, non riuscir·ono sempre a sGu:u A..~":' rar·e la paralisi cardiaca, che poneva fine alla vila. ~fentre i colpi di sole basl<wa l'azione diretta dei raggi solari, quelli di calol'e la causa produttrice era più nell'ecceso di voro. È cosi che il colpo di calore si verificò anche in nate coperte, o di nottetempo.

nn. Facili si mostrarono i catarri del tubo gastro-enterico, e dalla semplice dispepsia si estesero tino a produrre nell'organismo un completo stato anemico. 1nfermità pr·oprie dell'epate non si ebbero, ed i pochi cui d'itterizia, che accorsero nell'anno. furono dovuti a diffusione nelle vie biliar·i, del preesistente catarro gastt·o-intestinafe. I catarl'i dell'albero r·espiralorio furono rari; qualche caso di bronco ·alveolite non raggiunse la guarigione, ad onta della cura aotisett.ica.


SUL PORTO DI M.\SSAUA

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L'anemia compUcò sempre le infermità che si protraevano a lun~o. e qualche Yolta venne da :.è sola, quasi esponente di depauperamento organico in individui inadalti al clima torrido, causa la poca resistenza della loJ'O fibra, o che da lunga pezza si trovaYano a risentire la nociva influenza ùel luogo. Si ebbero parecchi casi di scorbuto coi seguenti sintomi : colorito terreo della pelle, larghe chiazze ecchimotiche, specialmente negli arti inferiori, indnrimenti nei polpacci, gengive tumide e facilmente sanguinanti, denti vacillanti, alito fetente. Il succo di limone giovò sempre, ma la guarigione completa si ebbe solo col rimpatrio degl'infermi.

lX. Le soluzioni di continuo stentarono a tollerare la medica-zione antisenica, che spesso divenne causa di Jinfangioite e resi pela; mentre costante vantaggio si ebbe dalle bagnature alcaline al bicarbonato di soda. [li nulla si giovò il lichene tropicale. tributo del c:ima cht1 nessun europeo riesce a sfuggire. I furuncoli non lrovarono nel laglio precoce quel compenso terapeutico ch'era da aspeltar:<i. Torpide nel corso furono. le malattie Yeneree, e mite la sifilide nelle sue man.ifestazion i. Ad onta della cospicua irradiazione solare e del frequente spirare del kamsin, condiz1oni che indurrebbero a credere .\lassaua sede di numerose malattie oculari. in tutto l'anno sulla r;aribaldi non si ebbero a curare che 4 casi di congiuntivite papillare.


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APPUNTI DI GEOGIUFJA MEDICA, ECC.

x. Da i dati esposti ~i deduce che mentre la mesologia del di .\lassaua racchiude sicnl'i elememi d' insalubriti1, patologia non aùùrJccia largo campo. Forse l'azione dei raggi solari vi riesce sterilizzante permolti germi A memoria d'uomo non si conosce ebe il colera abbia mai vaso la plaga massauina, benchè sulla prospiciente costa bica questa infezione si sia da lungo tempo staLilila in endemico. Pe1·maoente a :\Iassaua è invece il vaiuolo, quale la nostra gente è rimasta immune fmora. Un dovere chi deve stazionare nel porto di .\J assa1ra è l'esallo ad1~m111i~~ mento di tuili i precelli dell'igiene tropicale; e questa manda soprallntlo moderato esercizio muscolare, w~1u.,,..,~; lavoro intellettuale. Eccedere nell'una cosa o nell'altra dire, per chi vi vo a Massaua, disu·arre nell'organismo le necessarie a compiere bene la laboriosa e capi tale Juta,.,u,..... della digestione, fondamento precipuo della resistenza ganica. renezia, 2 giu~no 1887.


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L'ISTERISMO NELL'UOMO L'IST ERIS~IO

NELL:ESERCITO

O>nrcren7.3 scientifica tPouta nell'ospedale militare di Roma •bi dott. 8coltbo Fra»eeseo, sollotenentemedico di complemento.

Profitto di undici casi d'isterismo maschile da me studia li in questo spedale militare, sia pP.r ricordare quest'argomento piuttosto nuovo, sia per richiamaee su questa nevrosi l'attenzione dei medici militari. Quando si pubblicarono i primi casi d' iste1·ismo nell'uomo, nel mondo scientifico sorsero dei dubbii, delle controversie, ritenendosi che fosse una n:.alallia esclusiva della donna, perche prodolla da distuJ•bi uterinL Xon s1 può negare che r o,·aia sia un punto isterogeno frequente, che da esso il più delle TOlte parte r aura isterica, ChP in corrispondenza di esso la donna avverte non rare volte uno sponL&neo o provocato dolore. ma non si è per questo in diritto di concludere che l'isterismo ammella necessariamente alterazioni e disturbi ovarici. Basterebbe qui rico1·dare soltanto che nella letteratura me· d~ca sono registrati esempi d'isterismo in donne opHale d.ovariotomia per abballare quella falsa idea, d'allr'onde sa p· rnamo che in molli casi manca f}Uesto punto isLerogeno in corrispondenza dell'ovaia ed invece si rinviene in altra parte del corpo, lalché si può bene asserire essere l'isterismo una malattia rrefluente, ma non esclusiva delle donne.


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I.' lSTERIS}fO :-/EU.' UOMO

I fenomeni isterici prodolti dal disturbo funzionale stema nervoso, perché possano insorgere richiedono fucile alterabilità di esso ed il sistema nervoso delle è più alterabile, e meno resistente che quello dell' donna é impressionabile, è irritabile, ha quasi noJrml~lml81111 un abito nervoc::o. Ma quanti sono gli uomini impressionabili, neuropalici esaurimenti d'ogni ~:tenere? Ebbene, questi possono presi da quel disturbo funzionale del sistema nervoso determina r isterismo. Questa disposizione alle malattie nervose generalm~nt.e ereditaria: maù1•e isterica, padre epiletticn, alcoolista, tori sofferenti malattie esaurienti danno figli, i quali mente possono presentare affezioni nervose ed a nr11rAr'811llll l'isterismo. Essi er editano cioé quella facile alt~rabilità sistema nen·oso, il quale datla maggiore o minore estentllOJIII! di questo. nlterazione, dalla sede del disturbo funzionale sume lutto quella varietà di sintomi conosciuti sotto il d'isterismo. In certi casi uisogna ammettere l'eredità diretta, cioé nor resistenza del sistema nervoso nella stessa re~ione era affetta ne' genitori. Da genitori isLero- epilettici si avuti dei Ogli istero-epiletlici; da madre sofferente di lisi isterica, figli a prererenza affetti da paealisi isterica. Esclusa la necessità dell'ovaia nella produzione di nevrosi ed amme<:<so come causa il disturbo funzionale sistema nervoso si deve ritenere che r isterismo è una lattia ancùe dell'uomo e come tale può vestire tutte le dell'isterismo nella donna. Ecco le storie : I.

Russo Mario muratore di Scoldia (Catania) fino all'eta di H anni ha godu lo 'IUasi sempre buona salute. Da epoca, senza veruna caus:a apprezzabile) cominciò ad delle convulsioni, e fu costreLlo a smettere il suo ...... ne"''"'


E L'ISTERISMO !'iEI.l.'.ESERCITO

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e limitarsi a preparare la calce pel timore di precipitare dall'allo di una fabbrica all'insorgere di qualche accesso. N1ente ha saputo raccor.tarmi sullo stato di salute del padre, il quale é vivente; la madre invece ed una zia materna vengono spesso assaitte da convulsioni, ~pecie se si adirano o hanno dispiaceri. Chiamalo quest'anno al servizio militare, scelse l'arma dei reali carabinieri ed era alla legione allievL Qui vi dopo pochi giorm di sua dimora ru assalito all'improvviso da due convulsioni con perdita della coscienza. Falle ricerche sulle cause che avessero potuto influire per la determinazione di esse, non riuscii a polerne trovare alcuna. Era un individuo basso e robusto, di temperamento malinconico, di carattere puntiglioso ed irascibile, di animo buono; facilm ente per frivoli motivi si adirava o rideva o piangeva; esultava di gioia se si rispondeva con bei modi, s'indispettiva e si accendeva in viso se lo si contrariava. Era incapace di fare un lungo cammino, perchè facilmente si stancava ed aveva dolol'i in tulta la persona, stanchezza e dolori che egli avvertiva da Yarii anni. Mai vi è stato alcun disturbo mctorio o sensilivo in qualche parte del corpo. l movimenti degli arti superiori ed inferiori, della lesta e del tronco erano normali, però un po' Jenti: rammalato l'attribuiva al senso di dolore uelle delle parli: la forza muscolare ah(uanto dimin:.:ita a destra; la nutrizione muscolare, l'e!"ame elettrico ed i riflessi cutanei ed il tendineo l:re.chiale normali, un poco esagerali quelli rotulei; le pupille reagivano bene allo stimolo ùella luce. Delle sensibilità quella dolorifica era esagerala, tanto da provocare dei bruschi movimenti riflessi specialmente in corrispondenza della dodicesima costa destra fra la linea papillare ed ascellare anteriore, ed a livello della linea ombelicale lungo la papillare sinistra ; la pressione sui testicoli provocava dolore . . La compressione "Piuttosto forte sulle due zone iperesteSiche e sui testicoli dava oppr essione al petto, offuscamento n.ella vista e stiramenlo nelle varie parli del corpo, e se non 81 era sollecito a sospenderla, scoppiava l'accesso; cosi, ùu-


'i8~

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L lSTER ISXO NELL UOAl0

rante la crisi, comprimendo sugli stessi punti, ~P~~·IUIIII 8UÌ lesliMli, la convulsione diminuiva ù'intensita e

volte ~i è vista cessare istantaneamente. La vista, il l'odorato ed il tatto erano normali; l'udito indebolito: nistra l'infermo sentiva il ballilo dell'orologio ad 8 cu1rnu11111J11 di distanza dall'orecchio, mentre a destra lo sentiva a 15 ti metri. sensazione generale di malessere, da un senso d'oporf~tOlll al petto, da calore al viso; l'attacco esor,Ji va con perdita mediata della coscienza, ed il malato cadeva. Una volta cesso lo colpl per le scale e l'infermo cadde r iportando giere contusioni. Talora, secondo dicevano gli am ci n i, l'esordio della convulsione era accompagnato da un ed immediatamente tutti i muscoli entravano in l'.llllllr:!Wmll tonica intensa, alla quale seguivano alcune oscillazioni dissime delle braccie e gambe. Questo stato durava simo istante e dopo una pausa appena apprezzabile, l' faceva un violento movimento come per levat·si a sedere. vimento che rìpetevasi tlna o due volle ed era seguiLo da incurvarsi di tutto il corpo ad arco, in modo che solo la eJ i piedi poggiavano sul !ello ed il dorso si arcuava a cavità posteriore. Passato questo periodo, che era breve, il malato pareva esaurilo. Alle volle subito dopo scoppio di pianto chiudeva la scena. Due volte fui testimone di questo fallo: l'infermo deva un'espressione patetica, metto va le braccia in croce pello. dicendo parole sconnesse in tono affettuoso. Se caso uno dei vicini accostava una mnno alle sue, egli prendeva, la stringeva dolcemente al petto, mormorando oel suo dialello delle "parole che non potevano comprende~ Dopo due o tre minuti l'accesso terminava con pianto, la noscenza rapidissimamcnte l·ornava e r estava solo un d'aJdoloramenlo in tulti i muscoli. Durante l'accesso la sensibmta cutanea era compleullw·"'"'....-J aboolila, e la pupillo reagiva poco allo stimolo della Non si notò mai emission~ di feci o d'urina; il JDalato mordeva talora la lingua. A vendo punto varie parti del


E L'lSTERII\MO NRLL,ESERCITO

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eon Io spillo, anzi pA.ssala da parte a parte la cute, non si ebbP. uscita di san~ue, ciò che accadeva con relativa abbondanza subito terrninaLo l'allacco dietro nuova puntura. I.a ~lurata dell'acces.~o in totalit~ era di dodici minuti circa; l'apparecchio circolatorio, respirator io e digestivo si conserV&\'ano normali. U Ru"SO era i~lerico. e ~li accossi che lo travagliavano erano ic;lero- epileltici, pt·obabilmente ereditati dalla madre nella stes"a forma morbosa. Infalli le contrazioni toniche precedevano le cloniche, e queste erano di troppa lunga durala per un accesso epilettico; l'altitudine passionata del volto, il subitaneo ritorno della coscienza senza stadio post- epilettico, l'esser la convulsione occasionata ed una volla modificata ed arrestala con la pressione sulle zone isterogene e sui testicoli, la stes"a esistenza di zone istervgene e iperestesiche fanno ammettere l'accesso istero-epileltico. Il senso generale di stanchezza accusata dall'infermo, l'emiparesi destra e la diminuzione della facolta visiva, rivelatasi dietro un accesso, l'esagerazione dei riflessi rotulei sono disturbi funzionali del sio:;Lema nervoso che c..aratlerizzano l'isterismo. IL

Zani Giacomo, contadino di Verolavecchia (Brescia) all'età rli ~G anni si arruolò nelle guardie di Pubblica Sicurezza. Il padre é vivente e sano, la madre, già defunta, soffriva con\'ulsioni, ed una ~orella di 20 anni poco dopo aver preso marito "i destò un mattino paraplegica, poi guarì completamente m circa 5 m*'si, e dopo altri sei mesi nuovamente fu prel<a da paralisi negli arti infllriori. Prima, secondo assicurava l'infermo, non aveva ella avuto alcun distUt·bo molorio 0 '"'ensitivo, né convulsioni. Mai lo 7.ani ha toccato donne, era però masturbatore. Mi ~accontava che al suo paese per tempo la sera si ritirava ~n casa, perché temeva d'incontrare ubbria.chi o di trovarsi ra pet·sone che rissa vano; era timido e paur·oso e non amava


784.

L'rSTE.RISMO ~ELL'UOMO

altro che la quiete. Accenlllava come cau~a del s uo grande paura cho ebbe nel sentire che fra i varii s uoi era vi quello di andare di pattuglia la notte: dopo due fu preso da un accesso convulsivo. Ricoverato in questo spedale militare, si notO : completa di disturbi motori i; normali i riflessi tendinei; restesia generale tanto che una lieve puntura di spillo vocava dolore, il quale era di maggiore intensità condrio destro e testicolo sinistro, ove la pressione sempre destò la convulsione, -e per una sola volta la cessare di bollo; normali i sensi specifici. Pochi momenti p t'ima di comparire r accesso, il era preso da un senso d'oppressione nella regione strica, ed avvertiva come una pieLra sullo stomaco; quindi la coscienza ed i muscoli entravano in una CUIIJllfll"''!!l contrazione tonica. Dopo circa due minuti cominciava a ghiozzare, il capo ed i globi oculari erano r uotati vel'80 stra, le labbra tir•ate dalla stessa par te e gli arti in estendevano e si flettevano ripetulamente. Pas9ati circa 8 nuti lutto cessava con un profondo sospiro e col subitaneo della coscienza. Durante l'attacco vi era anestesia, le pupille poco vano, e la puntura con Io spillo non dava sangue. Gli accessi si ripetevano varie volte nella giornata ; gli altri apparecchi erano normali .\bbiamo veduto quale disposizione alle affe1ioni avesse lo Zani, ereditale dalla madre, unit~meote a sua rella. La sua eccessiva pusillanimità, l'insorgere deUa ~ lallia dopo una paura, la contemporanea comparsa deU'ipeoo rPslesia generale con zone iperalgesiche, la modi della convulsione per compressione delle deLle chiazze reeero senza dubbio ritenere che l'accesso fosse isterico.


E I.'ISTER !SI(O N.KLL' .ESEJ\ClTO

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I l I.

Lomoro Raffaele, di Serra S. Bruno (Catanzaro), all'età di 1 i eoni (sei anni or sono) venne volonlario sotto le armi; ora è l'ergente capo·arm11iuolo nel i9• reggimento fanteria. Il padre è emorroida1•io, la madre, i fratelli e le sorelle godono· buona salute; il nonno paterno mori dietro emorragia c~rebrale.

Egli é stato sempre bene; sotto le armi llbbe un· adenite inRuinale, la quale l'obbligò a guardare il letto per 105 giorni; non ha abusato di vino, di alcool e di donne. Fu mandato in licenza per affari di famiglia, ma ritornato al corpo fu immediatamente punito con la sala di rigore, perchè, dietro informazioni, la causa addotta per andare in licenza era ral!"a. Non era passata mezz'ora, che si trovava nella sala, quando fu ossalito da una convulsione con perdita immediata della coscienza. Preso e trasportato all' infermeria dopo circa 3 ore rinvenne, ma la metà doslra del corpo era parelica. Fu subito mandato all'ospedale militare, ove con un esame sommario si notò nessuna alterazione nella metà sinistra del corpo, mentre nell'alll'a metà esisteva: perdita completa della sensibilità latlile, termica e dolorifica sia della cute che delle mucose; sensibile diminuzione della forza muscolare, riflesso r·otuleo abolito; paresi dei muscoli della faccia, degli ~rti superiori ed inferiori. La parola ed i movimenti della hngua normr.li; libera l'intelligenza. 11 cuore ed i grossi vasi sani, le arterie palpabili normali, n~n 0e8suose, non rigide, il polso radiale dava 80 battili a mmuto primo. Apparecchio respiratorio e digestivo normali. Dopo 12 giorni di dimora all'ospedale guarì completamente. Scomparve prima la paresi e poi l'anestesia, ritornando ~8datamente la sensibilità termica, tattile e dolorifica. Il riflesso tendineo destro rimase ancora abolito per allri 9 giorn~ dopo che si era ottenuta le normale funzione della metà destra. 50


786 Oue dut;:tno~i s:ono qui ammis~ibili: o emiparesi ed o emipare!'li eJ emiMeste...ia per cerebrale or gAnica. La cau~a dPI male e l'Anamnesi propendono per r per l'altra diagnos•; la forma della convulsione e ed em1ane'!Le$ì11, apparse alla risoluzione •h •1uella, sal guardo dicono hen poco; c11l che fa esclude re ia les1i01~ rebr·••le materiale é l'estensione e la perE;istenza rlella s-;sociala erl emianP.sle«ia completa ed il modo ed al di r1acqutslo delle ~ensibililà e del t•ifl~sso roluleo La clin1ca ci dice che nelle lesioni cerebrali solo r amo inferiore del racciale si mostra attaccato, • l'em1t10estesia dt raro è malemoticamenle limitata ella del corpo, invece nel nostro caso il ramo superiore del ciale era anche preso e !"anestesia s'arrestava proprio linea med•ana, e come la punta di spillo la sorpas!18.U qualche millimetro, subito l'infermo avverliYa la nn111ln:M .l• ~en liva dolore. Nell'emboliE~mo ed emorr agia cerebrale, percb" vi sia terazione moloria permanente per varii giorni iu una del Mrpo dopo terminato l' accl:'sso si richjede una molto estesa e grave, sicché nel no$lro infel'mo, !'ilAnGCt-• l'e<::lensiont> dell'alterazione mot.oria. non a\'rernmo avere una emtpare:.i, benst distur bi molorii molto più FinalmentP. il riacfJuislo prima del moto, poi !!radllt&mllll(l delle tre !lpecie d1 seno:;ibililà e dopo 9 giorni del riftee80 tuleo fa e'icludere l'idea di lesione materiale ed in ve( e una te,ione dinamica. ne~tesia t<~lerira

IV. Fusco An~elmo di Campobasso, allievo carabiniere, ru le armi il !"! no"embre 86. È figlio di padre ibrnot.o; la è vivente e soffre spel"so convulsioni. All'età rii 14 enm ebbe tl tifo, ed m c;eguito ~ stato bene, tranne che di tanto in tanLo era preso da gi ,..tmeolt~•


t L'ISTEIHSKO ~ELL'ESERCI TO

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~Plft, i quoli passo vano dietro spontonea fuoriuscita di san~ue

dal na!Zo. Ai 23 novembre venne alla lea:1one allievi carabinieri. ed ai U ~ennaio, mentre ql ritira'"a da piazza d'armi, senza ''eruna c11usa, ru as~alito per la prima volla da una convulsione -con perdita della coscienza. La sera ru mandato in que<:tlo ~edale militare, ove Pbbe subito una nuova convulsione con movimenti clonici disorJinati, pleUJ-olntono destro e singhiozzo. Quo~to alt.ac<'o gli portò una contrattura nell'arto superiore !ini .. tro. la quale t=~comparve dopo òue giorni dietro nuovo aece!l~o. e l'arto contrallo e piegato ad anEtolo rell{) col braccio lortemPnlP adJolto, coll'avambraccio pogg1ato sul torace, colla mano le{Zg<'rmenle addotta o le dita semifiesse quasi ad artiglio, era inulilizzalo per qualunque movimento. L'e!lame del sil'llema nerveo muscolare fece osservare: mancanza di alcun d1sL:1rbo o alterazione motoria e sen! itiva nel tronco, nella. lestu, nell' arlo superiore destr o e negli arti 10Ceriori; conlrallut'll, come si d1sse, nell'arto superiore sìrustro, che persisteva anche durante il sonno; anestesia completa dell'orlo sin1stro fino al gomito, da questo io giit anestesia tallile ed iperalgesia marcata, specie in corrispondem.a dell'articolazione del gomito, tanto che se per easo si cercava eh muoverlo, l'ammalalo provava intensi dolori e l' acce~>so s1 destava; a~senza completa di qualunf1U6 mi.ninto movimento; dolore marcato comprimendo nel solco e~llrocleo !lini<>lro, mentre nella stessa parte a destra la presSione dava formicolio nelle due ultime dita e leg~ier•> dolore nell'avambraccio; nessuna differenza di temperatura fra l'arto sano e quello contralto; indolen:r.a alla pressione sui te!<til'oli; al>olizione del ri fle~so crema<>lerico e leodineo rot~le~, per!-istentu ìl r1flesso addominale; normali i senst specafit'l. S~omparqa la contrallura, spari anche l':peralgesia, l'ane~te~lO e qualunque movimento non provocava piil. dolore. nè } ceesso, però la for;la muscolare r1mase nell'arto alquanto "lminuilo.


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L'ISTERISMO NELL'UOMO

La convulsione prel;!enttrva la seguente forma: assolutamente qualunque specie d'aura; l'ammala to immediatamente la conoscenza e subito, facendosi viso e ''Oigendo i globi oculari a sinistra, mentre boccale era tirata a destra, diveniva rigido. A questo tonko seguivano le più svariaLe cantraziCini clonich•: l'infermo inarcava il corpo a concavità posLe riore, Jando i talloni ed il capo, ora s'incurv.ava lateral melnLj~ &iMIIII cavità destra, adducendo l' arto inferiore destr o ed dendo l'ar to superiore corrispondente, ora diballevala fletteva ed estendeva gli arti inferiori eome per menar estende\a e ruotava in fuori l'arto super iore destr o ed dibatteva l'arto superiot·e sinistro. Finalmente dietro native di ripetuti singhiozzi e di frequente e r umoroso spiro, il paziente riprendeva la conoscenza e tornava a bene. Tutto l'accesso durava circa 8 minuti primi; s pesso isolato, di raro varii accessi si su'ccedevano a pochi d'intervallo. In media la convulsione nella giorr!_ata 1111le&..,.. pelarsi 4 o 5 volle. Durante la fa~e delle contrazioni toniche tulle lo cor!JO si mostravano rigide al tatto, ed era impossibile loro dare con qualunque sforzo altra posizione, meno superiore sinistro, la cui r esistenza, dopo che fu ru!olnla conll·atlura, si vinceva con molla facilità. Nel tempo dell'attacco ''i era anestesia ed analgesia plela, le punture profonde falle con lo spiJio non sangue, ciò che non succedea terminato l'accesso: la ouiJMllq reagiva poco allo stimolo della luce. Non si r iucocì mai a poter ottenere con ''ari mezzi il .,..,•..,... -.~ ipnotico. Tutti gli allrr appa1•eccbi normali. In questa storia tutti i sintomi, non esclusa l' anlamoet..,non fanno ammettere altra diagnosi che quella dt con tral~ anestesia, iperalgcsia, monoparesi con vulsioue i.::teri~-.....t. Stando all'anamnesi (Padre ignoto, madrcl con con vulSIUPVI'


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E t'ISTE RISMO NELL El'JERCITO

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il Fusco era predisposto alle affezioni nervose, ma ciò che determinava la natura della malattia era sia il manifestarsi per la prima volta a 20 anni una convulsione, la quale si risoh·eva sempre col riacqu;sto subitaneo della coscienza, aia la comparsa della contrattura ane stesia ed ipereslesia nell'arto superiore sinistro dietro un accesso convalsivo, e Ja scomparsa di questi disturbi dietr o un nuovo atl.acco, sia la pre;oenza temporanea di una zona istP.rogena nell'arto contratto. destandosi la convulsione alla rninima trazione e sia finalmente la scompat·sa delle zone isLerogene insieme col riacquisto delle varie alterazioni motorie e seositive e la presenza di una paresi. Tutti questi sintomi non sono prodotti che da disturbo fun zionale del sistema nervoso, non sono cbe la manifestazione .. dell' isteri~>mo. V.

Veronelli Felice, d'anni 21, da Como, allievo carabiniere, ,·enne sotto le armi il 6 oltobt•e 1886. I genil~ri e cinque suoi fratelli sono viventi e di buona salute; il nonno paterno mori dietro un attacco apoplettico, un zio anche paterno era pazzo al manicomio di Milano, e delle sue sorelle una mort all'età di 12 anni, secondo clicea l'infermo, di convulsioni. Egli, allevato da una balia, la quale era sempre malaticcia, ~sseriva che fino all'età di 16 anni quaEi ogni notte urinava 10 letto senza avvedersene e se ne liberò dopo un· assidua cura ricostituente, e che verso i 18 anni sbadatamente cadde ~r le scale riportando fratlur·a alla falange dell'indice sinu~tro e dopo venti giorni fu assalito per la prima volta da un~ convulsione con perdita della coscienza. C ~el mese di maggio dello stesso anno cadde nel lago di ~orno e, non sapendo ntJl)lare, si sarebbe annegato se non °8~8 stato aiutato da un suo compagno, che a mala pena 0 ltr6 fuor·r· · n · ,,. · gwrnr · · e d e bbe un se, on passat·ono qutnutct condo alt acco convulstvo. .

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L'IST.BRISHO NELL'UOMO

La prima convulsione durante il s uo servizio il 2 febbraio, cioè dopo tre mesi che era alla Nelle or e pomeridiane del 20 dello stesso all'improvviso da un dolore diffuso al braccio andò successivamente esacerbandosi fino alla Il dolore era fortissimo, ma con maggiore inlensité sopraclavicolare sinistra, ed alla metà del torace dente, tanto che era obbligato tenere il capo questa parte, e se per poco si volev•t r imuovere, il eMcerbava lungo il braccio e sulla metà sinistra Al mattino i dolori diminuirono, ma il braccio era l'avambraccio flesso ad angolo retto, la mano ad,l101anche fiesse ed i muscoli in eccedente contraltura. Al 3• giorno la contrattura era assai minore, il collo cessato, cessato il dolore spontaneo luogo il ma persisteva all'articolazione s capolare e cubi tal~ esame grossolano mostrò: disturbo molor·io in tulU i del braccio, il bicipite contratto, contratti i flessori del niun movimento possib1le col deltoide, cogli braccio e della mano e coi mu?coli del cingolo la sensibilità assai 11imiuuiLa in tulto l'arto, il nervo e radiale molto sensibili alla pressione. Al mallino del 27 fu fallo il seguente esame: busto e forte, di temperamento piuttosto allegro, ma spesso quando si pttrlava della sua malattia si pianf!'ere, ma dopo poco torna\'a ad esser giulivo, cando il suo sLalo. La posizione dell'arto smi~tro ad esser' come prima; il bicipite sempre contralto. trattura si vinceva facilmente e si riusciva a portare braccio quasi nella stessa linea del braccio. Una completa era impossibile, pe1·ché si risvegliavano ar•ticolazioni. Se s' inviLava l'individuo a flettere il dopo che fu esteso passivamente, la flessione Sp()PliiDirtl! impossibile, ma se s'imprimeva questo movimenti) braccio e lo si lasciava a metà del cammino, esso nella posizione in cui si abbandonava; l'azione tleJ deltoide era imposllibiJo. Se si tentava d'aHOP1181111!1


B L'ISTERISMO N BLÙ~SERClTO

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~traccio dal ll·onco entr ava in contr azione il gran pellorale;

llcendo eseguire un movimento sinergico di sollevamento Id ambedue le spalle, si sollevava lu spalla destra e non la einit~lra. L'estensione, la flessione, la supinazione e la pronazrone erano impossibili. Se si lentava di fa r passiva mente questo movimento si riusciva fìno ad un certo limite, ma nella estensione, flessione e supinazione impr essa e forzala si risvegliavano dolori alle a r•ticola.zio11i j i movimenti delle dita erano aboliti; i muscoli non er ano ridotli di volume. La sensibilità tattile era completamente abolila in lutto l'arto, meno nel tratto innervato dai nervi sopraclavicolari: la dolorifica fino al gomito. L'ammalalo dopo quaUro applicazioni faradiche dirette eù int.lirette ricuperò completamente la molililà e la sensibilità ed u:;cì guarito dall'ospedale. Nou er•ano passati che quattro giorni ed ebbe improvvisamt~u le un capogiro e cadde. Ritornato in sè cominciò ad a vver lil'e nuovamente debolezza al braccio e dopo 24 or•e si er11 r rstabliila la contrattura. ll iontrò all'ospeJale ed un nuovo esame fece notar e: identico come la prima volla l'atteggiamentll dell'arto conll·atto; la contrattura si vinceva difficilmente impr imendo un movimento passivo. Se si esagerava in que!oti si risvegliavano dolori alle articolazioni del gonuto e pu!lno. Volendo portare la 111uno in estensione si riusc1 va dopo qualche sforzo; ri· rnaneva per circa dieci minuti nella nuova posizione e poi Itmtissimamente da se ritornava come prima. La sensibilità latllle, dolorifica ~ termica era abolita esaLlamente in tulla l~ .melò sinistra del corpo, meno sulla fronte e la sensibihlù dolorrtlca dal gomito in giù; nessuna zona iperestesica o rsterogena. , . V'et·a obnubilazione della sensibilita dell'acustico, diminuZIOne dell'acutezza visiva: il campo visivo dell'occhio sinistro ; ra no.levolmente rislrello; i movimenti e la sensibilita delarto toferiore sinistro erano integl'i. l a convulsione esordiva quasi all'improvviso. L'infermo Pochi istanti p1·ima avvertiva un malessere generale e loslo


19~

t'1STEIUS!l0 !lìELL'UOIIlO

perdeva la coscienza. Molte volle SI è precipitato scale fortunatamente senza riportare l'erii danni. Una ed intensa contrazione tonica di tutti i muscoli del apriva l'attacco, la quale era seguita da svariate e contrazioni clonicbe. L'ammalato cominciava a ser·oii•IIMi testa, ind.i faceva ripetuti e violenti movimenti come mettersi a sedere; si piegava ad arco, ora a cOJlCilVi&UI terale sinistra, ora a concavitA inferiore, finalmente la vulsione ler·minava con un'ansia respirat.oria ed un sìn, gbi~ frer1uenLe ed ostinato. L'accesso si risolveva col ritorno bitaneo della conoscenza. Durante l'attacco la puntura di spiUo in qualunque non era avvertila e s i aveva fuoriuscita di sangue circa cinque minuti; la pupilla reagiva allo stimolo della si faceva pressione sui testicoli immediatamente ricominciava con maggiore intensità, mentre prima pressione riusciva inefficace. La pressione sul funicello matico era indolente e non capaee di destare l'accesso. Nemmeno in questo infermo si potè u vere il sonno ""''""'"Nessuna alterazione negli or gani tor11cici ed addoiJDUiJIIIt..·!; Chi senza indagare nel Veronelli, giovane robusto e rito, dalla presenza della contrattura avesse voluto rare diagnosi, difficilmente gli sarebbe venuto il sospelto quella fosse stata di natura isterica. A principio dell'esame dell'arto ~i era pensato ad una vrite, ma in seguito la manifestazione di tanti altri fatti escludere questa diagnosi. Prima di tutto é da notarsi il nostro infermo nella sua famiglia ebbe la madre ed sorella isterica ed un zio pazzo e fu allevalo da una quasi sempre malaticcia, e che verso i 18 anni dietro frattura alrindice della mano sinistra ebbe la 1" r.nJnV11ls1i081rf che dai caratteri senza dubbio era di natura i!>tero epileUiCW. La contrattura che apparse dietro un accesso nello steSIO arto, ove v1 fu quella ferita, che si risolse e poi 11i rinnovò, anch'essa appartiene a quella nevrosi, anzi io ammetto


E L'tSTBRSl{O NELL'ÈSERClTO

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ta traltura determinò in quest'arto una minore resisLenza, prelispose la parte all'affezione, dsndo una <'.ontrattura dj natura isterotraumatica. ~ia oltre le due citate stimmate, ve

ne erano altre che servivar;w a confermare la diatesi isterica del nostro ammalato: una chiazza isterogena solo durante l'attacco, la cui pressione rinnovava l'accesso, e l'emianetlesia sinistra sensitiva e sensoria. L'emianestesia é un fenomeno fr equente dell'isteris mo e nei nostri undici casi ò stata rinvenuta cinque volte; però bisogna ricercarla. l miei ammalati si meravigliavano quando, provando la sensibilità tattile e dolorifica, non avvertivano il eontatto degli oggetti, né dolore. Poco influisce la costituzione dell'individuo nella determinazione dell'isterismo: Veronelli, benché robusto, aveva ereditato la nevrosi, ed era isterico e dietro gli accessi convulsivi potrà andare soggetto a qualunque forma di questa malattia. Richiamo un po' l'attenzione sia sull'atteggiamentò speciale che prese l'arto contratto nel Verooelli e nell'ammalato precedente, posizione che trovo registrata in altre storie d'ammt~late isteriche, e sia su qualche altro sintomo che forse potrà essere proprio di questa contratlura. Nei suddetti ammalati il braccio era addotto, l'avambraccio piegato ad angolo retto e poggiato stretto sul petto, la mano addo~ta, le dita flesse; questa posizione era permanente e non si risolveva nel sonno naturale ed io l'ho riprodotta in un altro infermo nel sonno ipnotico. Questi, ch'è r iportato nella !\loria seguente, appena ipnotizzato presentava in u?a metà del corpo anestesia e nell'all1'8. metà una notevolis81Dla ipereHesia e bastava che io col dito avessi toccato la cute in corrispondenza del solco epitrocleo dell'arto iperestesico per far d~terminare una contrattura nei muscoli innervati ~l nervo cubitale, la quale si estendeva agli altri muscoli e l arto prende,·a la posizione menzionata. Da ciò pare elle uno ~talo it•ritlllivo del nervo cubitale fosse quello che deter~inasse e sostenesse la conLratLut·a, e come eonrer ma s'ha il fatto che, avendo stretto alquanto f1·a le dita


794 L'ISTERISMO NELL'UOMO, ECC. l'articolazione del gomito nei due primi infer mi, questi vertirono in essa molto dolore, il quale si diffuse vamb1·accio ed al pugno. Oltre l'atteggiamento speciale l'arto ed oltre al dolore, la contratlura era legata con altri dislu•·b1 l>eo~Hivi, che per altro non s'ebbt!l'o nel ipnotico. Non voglio concludere che questa specie di con con ipereslesia de! nervo cubllale sia proptia polendosi forse avere in allre affezioni, ma e per rinvenute varie volte in infermi i~terici, e per essersi dolla nel sonno ipnotico e per esere Jigata a certi sensitivi, che ammettono necessariamente una lesione mica, si può l'ilenere come una forma frequente di nevrosi. (Contin ua).


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SOPRA UN CASO lll

SARC OMATOSI

ACUTA

Relazione scientifica letta nella conferenza del mese di marzo t887 nell'ospedale militare principale di Padova dal dottore Bieei Oarlo, sottooeneote medico.

Tema di questa conferenza sani la storia di un malato de· cesso nel dicembre u. s. nella sala medica diretta dall'egregio capo-riparto capitano Michieli. Questo malato nel breve tempo che qui fu io cura attrasse io modo speciale l'attenzione di tutti i medici di questo stabilimento per la s ingolarità dei sintomi presentati, per la loro varietà e brusca insorgenza per la difficollà di una sicura diagno!!i ed infine per il reperto necroscopico. Si tratta di un caso di sarcomatosi a decorso acuto, diffusa a gran parte dei parenchimi con compartecipazione estesa del sistema sieroso-liufatico. La scarsità di notizie cbe su questo proposito rilevasi dai trattati di patologia, attestano per la rarità del caso, questo mi indusse a farne argomento di studio speciale. Di Donalo Gmseppe, soldato nel 36• l'eggimenlo fanteria, entrato ii2L novembre u. s., è giovane di debole còstituziooe, dt temperamento marcalamente linfaLico. Nulla in via ereditaria, la madre, a quel che pare morta per affezione acuta pol~nonare, il paùre e i fratelli vivi e sani. Da borghese non fu Illat malato, da mtlitsre fu aflello da catarro delle prime vie bronchiali, non riporLò mai malattie veneree. Per quante


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SOPRA U~ CASO

volte sia sllllo interrogato rispose di essere sLaiO -completamente bene, aver !atto sempre il suo se1l"Yid risentirsene in modo alcuno, non aver mai avolO -cefalea od altri disturbi apprezzabili di attinenza recchi circolatorio e locomotol'e. Sei giol'ni dendo al suo servizio di rancere, nel passare dalla cina all'aria aperta fredda ed umida veniva colpilo d'un forte emrcr8.Ilia sinistra e poco dopo da ripetuti milo. Soffriva di cefalea anche il giorno dopo mentre camminava, sorpreso da improvvisa perdita -cadeva a terra disteso. Riavutosi, dopo brevi istanti, veniva ricoverato maria. Continuò la sola emict-aoia nei tre primi quarto il medico curante avvertiva una ptosi P811pe1DnJ nistra con fenomeni di lesa sensibilita pure a ~·IJ....,._ Passa allora all'ospedale ove viene riscontrato ~eg ue. Individuo un po' deperito con un certo grado goemia-negativo l'esame dei visceri tulti, cuore per sede e funzione. Accusa la solita emicrania ~ come un senso di strettura eli forte compt'e~sione all'occipite con rare kafitture dolorosP. Immobilità .dell'occhio smistro, con mìdriasi e ptosi palpebrale. integra falla astrazione dai di'llurbi di lesa ac4~rnod8lral!!! dalla diplopia. L'esame oftalmoscopico dei due ocebi vare un certo ~rado di infiltrazione edematosa della ·sinistra. Anestesia completa della metà sinistra della comprese le mucose. Sensi delf,Jdil~ e olfatto normali. impalinata, n~m avverte oel'a sua metà sinistra i s&IXtl'll.~ mossa liberamente, sporta in fuori devia un poco colla a destra. Pares!. dei muscoli mimici a sinistra, evidente, nei movimenti che fa il maioLo per parlare. s tentata. Emianeslesia della metà sinistra del corpo -quanto più ci allontaniamo dal capo e nel tronco quanto avviciniamo alla linea mediana, così che mentre nella nisLra dello sterno e alla pianta del piede avverte U di una punta, questa stessa infissagli nella cute del gli riesce indifferente. Sensibilità elettrica idem, ri1lleaRI tellari debolissimi in ambo gli arli, cremasterici


Dl SARCOMATOSl ACUTA

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fenomeno al piede assente. Al braccio sinistro colla percussione si produce il riflesso dei .flessori delle dita. - Esame eleHro- muscolare in genere negativo. DinamoJDetria-mano sinistra sproporzionalmen te più debole della destra. Falloeamminare ha incesso stentato, t>lriscia col piede sinistro sollevandolo ap!Jena da terra, leme di andar oltre seppure appoggiato, provando l'impressione di aver sempre da venit' m~ no. Il 2:! novembre l'ispezione del torace fa rilevare poslerJOr· mente a sinistra e in basso suono più atto e più breve con diminuzione di fremito e arlìevolimento di murmure. Il 23 la temperatura, c be sino allora era stata normale, sale improvvisamente a 39.2, ottusità in tullo il tor ace posteriormente a sinistra. e ~he al davanti arriva fin quasi sotto la clavicola. In questa regioo~ manca il mur-roure vescicolat·e ed è abolito il fremito vocale lallile. Non si avverte l'impulso cardiaco, solo coll'ascollazione rilevasi un massimo di intensità dei toni nel 5• spazio intercostale destro vicino allosterno. Le condizioni generali sono molLo aggravaLe, l'infermo è abbatulo, smanioso non sa troval'e riposo, accusa e si lagna di dolori intensi al fianco sinistro. A.ccentuati i sintomi paresici dal lato del cavo orale, biascica continuamente, inghiotte o stento, gli riesce difficile il raschiameolo el'espuizione delle mucosilà orali. P drsisle inalterata remianestcsia lallilc e dolorifica c in parte anco la termica della metà sinistra del corpo 24, continua la febb re ma rimessa di quasi un grado. Disfagia. Sensibilità ritornata. a sinistra tranne che alla faccia. ' 'erso sera stato di eccitazione sub-delìrante, vaniloquio, incoer~nza, agitazione somma. Polso frequente, piccolo, contratto. 25, tem peratura 38•. Senso di freddo alla metà sinistra del COt'Po specie del capo, dove solo si mantiene l'anestesia. -'>f>, l emperatura 38.7. Le condizioni progressivamente più g~avi, la forte dispnea sopravvenuta, la defìcenza di alli" 1tà cardiaca, le sofferenze continue dell'infermo non 'permettono un'esame mollo accurato; solo .si rileva la persi-


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SOPRA UN CASO

stanza rlella ottusità da versamento probabilmenteoccupante quasi tutta la meta sinistra del petto, deviazione della lingua e d131l'u~ola; alla sera l'li niloquio. 27, temperRtura 38.7. Respiro frequente, breve. sul lato malato, mentre fino allora ripo!<a va o~~l'lllll sul sano. L'essudato cresce, ricomparsa co!la stessa l'emianeslesia sinistra. Conall ùi vomito, epislasai dante. 28, eccitamento sommo, sudori profusi, vomito caratteri di quello cosi dello cerebrale: non è infaUi pagnalo né preceduto da nausea o dolfJre. Lo tutta la giornata e la notte successiva. Ln dieta pr ecedenti era sempre stata liquida. Dispnea. Si continuo di un dolore lancinante al torace sinistro, par~a la sensibilità agli ar•li, persiste l'emianeslesia 29. Il versamento ha occupato lutto il cavo loracieo il cuore è spostato a destra, la punta balle nel5" dita al di fuori della parasleroale destra, dispnea ritmo cal'diaco acceleralo con qualche inle rmittenza. cede di necessità alla lor acentesi fatta Potai n. Si estraggono circa 1500 grammi di liquido siP.ii'O,_ .all nolento ricco di fibrina. Lasciato riposare formasi dimento pretlamente sanguinolentò. valulabile per ~rhmmi io peso di sangue. 30. U malato é di molto sollevato, cessata l'am spiraloria, la temperatura è discesa al normale. La s ione rileva suono Limpanico alto nella fùssa sotto colare sinistra. Il cuore si mantiene spostato a destre, pulso cardiaco diffuso, i lonj sono deboli. velaLi. Sulla a lla dello sterno e lateralmente a sinistra su una zona pante per due dita trasverse le porzioni cartilaginee 2' 3" i" costa senso di resistenza aumentata e suono breve. Delta ipofonesi si continua e si confonde a con quella data dal cuore. I n detta regione ipofonetiea tazione rileva i toni cardiaci velati deboli. L'esame


m SARC6MA.T()Sl ACUTA

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orine che sono scarse, sedimenlose, riesce negativo. Non Creccia di aUmmina, il sedimento è costituito di urati e fosfati. Dall'uno dicembre al sette~ giorno della morte, le C{)ndizioni furono queste. Due accessi di modica febbre intervallati di dué giorni; versamento stazionario come pure stazionaria la sede del cuore e della sopracitata ipofonesi. Fenomeni generali progressivamente aggravantisi. Si stabilisce la disfagia e la disfonia per paresì della lingua e delle labbra. Continua l'emicrania e il dolore lancinante al petto, il 4• dicembre fil passato dal paziente in un continuo lamento clamoroso che fu paragonato nella diaria a grida idrocefaliche. Notti quasi sempre insonni, .agilate, adinamia sempre .crescente, polso frequentissimo , vuoto, intermittente, in ultimo perdita involontaria delle fecci e orine, breve agonia e morte per probabile paralisi ca·rdiaca. La nec ro.~copia eseguita 31 ore dopo la morte, dette nelle sue note più interessanti quanto segue. Cadavere di giovane molLo denutrito. Volta cranica nella sua meta posteriore congesta, sulla corrispondente dura madre, in varii punti, specie lungo il seno longitudinale delle eminenze piatte, di. un colore grigio-roseQ di forma tondeggiante a dimensione varia da un pi.i>ello ad una fava, di as,Pelto e consistenza carnosa, occupano a tutta spessez:za la: dura ~adre, in modo da far t"porgeoza in ambo le sue superficie libere. Lungo la parte posteriare del seno alcune di queste e~erenti all'osso, con cui due di esse assunserq rapporlì piu d•retti, perché appariscono, fattesi strada attraverso ~li inle~liz.ii dell'ultimo tratto della sutura sagittale, sulla Sllperfìc~e esterna della calo~ta subito sotlo ilperiostio, assumendo ~ lo stesso aspetto di eminenza piatta. La radice postel'l~re della gran falce presentasi ingrossata deforme per lo ~iluppo in essa di una simile ma più grossa neoprod u:•~ne. Cervello pallido, del resto negativo. Alla dura madre e la base le stesse eminenze della volta . Le parti late~8~ della sella turcica, corrispondenti alle porzioni interne :le dtte fosse sfenoidali, occupate da due ueoformazioni di ; ru~tura avente i caratteri an~idetti, a superficie herno~co· uta, molto piu sviluppata. quella di sinistra al confronto di


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SOPRA U~ CASO

quella di destra. Sono intimamente unite alla dura in modo che a questa restano aderenti se si tenta dj care la dura madre dal sottostante osso. Esame del negativo -ghiandole linfa liebe normali per aspetto e Dista.::cata la parte anteriore del torace, in co;rn !SPC•Dd• della parte alta dello sterno una massa del \·olumedi una testa di feto, a forma pirarnidale con base all'avanti e che raggiunge il mediastino posteriore. Alla questa, noduli di vario volume aderenti al tumore nl'iinfllillll per lasso connettivo. Al taglio del tumore apparisce superflc1e grigio- rosea con marezzature nerastre, è di sistenza pressochè uniforme, tranne a1 centro dove · un po' l'ammollito. Il sacco pericardico, aderente mente per un tratto pocQ esteso col tumore, e ~J)C)Stll•'ll massa a destra. Cuore flacido, presenta s ulla s ua ficie esterna delle eminenze piatte paragonabili per a quelle della dura madre. Ca\'ità pleurica di sinistra di liquido sieroso cou abbondanti fiocchj di fibrina. mone ridotto a minime proporzioni, ilacc!do, privo Pleura parietale sinistra di aspetto e-ranuloso con qua e piccole spor·genze dentellate, ha perduto la sua ed al taglio si mostra molto ispessita, ingrossata. tutto il mediaslino posteriore masse tondeggianti di volume, da una avellana ad una grossa noce, unite fra per tessuto connettivo, aderenti lassamente alla cololllJa tebrale, e che si inframettono tra gli organi proprii di regione. Si estendono poi lungo i due bronchi m~lm!IJI!II! fino agli ili polmonari, dove vanno a sostituire le .a'biiaD• broncLiaiJ. Tutti questi tumori di un unico aspetto, al glio in alcuni di essi qualche punto di degenerazione Sierosa peritoneale nor•male. La neoformazione si fino a sporgere come massa bernoccoluta tra le dJafr•amma, qualche ghiandola del ceppo mesentcriale sala degenerata. Legato al suo ilo presenta alcuni dei noduli, cosi il suo margine anteriore apparisce ber,noee<,IUIIII', per altri noduli1 sorti nel parenchima dell'organo. Reni grandili con bel'nocculì all'esterno che si rivelano a.l come tante riproduzioni del neoplasma fntestino, m1tza,


Dl SARCOilATOSt ACUTA

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Idea e testicoli normali. La. diagnosi necroscopica fu di tuaori diffusi probabilmente di natura sarcomalosa. Essa venne poi pienamente confermata dall'esame microscopico. Di questo dirò in appresso. La diagnosi durante Ja vita si ridusse a questo enuncialo: Compressione progressiva alla base del crauio e pleurite essudativa sinish•a. Questa diagnosi, seppure incompleta in genere, risponde bene se non alla naLura, certo al moJo di agil'e della causa morbosa. Al presente cbe questa coot\a è uola, esaminiano quali crilerii poteano esser eseguiti perchè dai sintomi offer ti si fo!"~e autorizzali a formulare un esalto giudizio diagnostico. E prima ùi tuUo al crite1·io anamnestico, base della cosidetla diaguosi storica e di questa dirò in breve come venisse a mancare completamente. Infatti qualuoque interrogazione sulle antecedenti condizioni di !"alule del malalo e della famiglia dPtl1~ sempre un risultato negativo. Que!'llo individuo ammalato pl'Ofondamente e cer-to da un per·1odo di tempo considerevole polè altendere senza interruzil)ne e senza risentimento a tulle le faticose mansioni della vita militare. La prima e unica volta che egli mostrò tli el'sere ammalato, la sua malallia venne ad affermarsi b•·uacameute dietro ad una causa incidentale rappresentata da una improvvisa esposizione a corpo estuante. Ora. qua ndo si COrHmleri lo svolgimento dei sintomi proprii dei tumori cerebrali, si rileva che questo viene ati assumere di solito un decor~>o lentamente prùgressivo. Cominciano primi i disturbi della sensibilità, colle cefalee or continue or parossi~tic~e e poi di conserva le paresi o paralisi varie. Che !le 1m•zio è invece improvviso si può avere un quadro sinto~tico simulante un attacco apoplettico. Nel caso nostro, dietro un' l'videnle causa reumalizzanle dallo stalo di compJ,:~o hlmessere si passa di bollo ad un'emicrania, a cui dopo 8011 lre ~iot·oi si uniscono le paralisi prevalentemente di nervi cerE>braU. A questo punto il fallo di una causa reumatizz~nte intensa, il risentirsi che mostrò subito dopo rorgan•srno · e poi colla pleur1te · permetteva la sup. . coll'ero·tcrama po$~7.tone che l'azione del fJ'eddo improvviso su corpo sudante •li


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SOPRA D

CASO

come era Rlata ca pace di ottit•e sulla sierosa pleurica mmando una flOEtOSi con abbondante versamento. pot•• 8~ire l!lulla meningea con effelto relalivameo\e Come e:.pressione di un'aumentata pressiond ena•~• ~pecialmente quando questa abbia il suo purtto di alla base del Cl"anio, e possa mtluire quinda dirétla m~n...,ill guaine dei ner vi ollici, determinandone l' io~o1·go.la rn~ e succesc;1vamt!nle come effetto della comnN~M.iMWii nPrvo un processo di ne,·rite; nolasi quasi :-empre cerebrsh della base la cosi detta dal Graefe-~evriLe di 7.amento. Questa ollre che l'ambliopia dà una 16t'i~ ratteri~lica coostatabile coll'oftalmoscopio che si i dAlle prime al chnico, mdirizzandolo alla diagnosi. Nel nostr o, nulla dr lullo questo, eppua·e si ave\'& una mozione che por la sua sede anatomica veniva ne1~111l!ll m entP a comprimere la regione del chiasma e dei tratti t ici, ~ rome pt•ova il fatto che la stessa agendo sulle porzioni det vicmi III, l V, V e VI ne avt·a ti H l R r'mloatiiiJ paralisi. E ancoro. L'esame del cuore fallo nello -.tes!!O d'enka\a l'avea limitato uella sua sede nor male. Il nwnlC' pleurico ~uccessivo lo sposta va verso destra io che la pun ta wmiva a batlere sul 5• spazio inlercos\ale f'lro un d•lo dallo ~te r no. Fatta la toracent~i t> ri'coiiDPI• paa·Lo rli sonorità nt!lla parte alla del torace stmstro, il manlt!1111e la sua posizione e la percussione a \'\'erliva uo prima sfuggito, la pre:.rnza cioè ddfottusil<t in danza della parte alla dello sterno. La sezione reee prire come cauc:a di della ollusilà l'esisle!lLa di un tumore mediaslinico. Durante la vita s'era Jo,·ece che l'olla~ilà dipendt!sse da un versamento pericartiJCO futi.J molt~> circostanze inducevano a ritenere co~l. di tullo l'eltologia e l'aoaLOmta patologica che ci dk"'no dietro a cause reumalizzanll per conliguit.à di tessuti ad pleurite possa unia"•i una pericardile. L'area di sLornale m unione a quella data dal cuore assumeva forma pre>~~ocho triangolare, con ba::.e in basso tJuale pet·icarùile suoisi lro\'are. Di quest'area lriaoglllare


DI SARCO \!;.HOSl ACUTA

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'tCJiileO:ten:Le si designavano in lotalita i due lati psceoli, infellormeoLe parte della linea di base coo[ondevasi coll'ollusit.à •ggioru data dal versamento pleurico. Aggiungi che alrerrore ,.'era tanto piu con lotto quando si rilevava colla lspeJione un battilo dill'u~o a lulta area oltu!>a e coll'a scoltazione tiQ delta area s'avvertivano i toni profondi velati, lontani; il fiOI!JO fatto intermillente. Qu~>,.ti l:!ODO sintomi tipici della perkarJile nel suo periodo di versamento. E p(Ji quando ael meJiaslino anteriore ha luogo una neoproduztooe questa mduee ucce.-!'ariarnènte uno spol'ltamento del cuore chodisolilo si efrellua dall'alto al basso da destra verso sinistra, cioè lungo Ja sua t.hrez1one long1tudinate. :\el caso nostro, una ma.::;sa 481 \'Oiume di una testa di feto a termine, aveva occupato progre:~l<ivalllent~ il m~diaslino fino a poggsare ~ulla has•' del euore e fondersi col connettivo del pdricardio. Ebbene questo grosso tumore era ~osi bene adattato alla forma del me~stino Ja non indurre alcun spostamento sul viscere cardiaco. Se Io -;poslameolo avvenne, questo ebbe luo~o solo dopo quando m seguito al ver·samento pleurico, il cuore fu portato a dll,.,lra, e qui vi trattenuto da neoproduzione inliammatoria tra il fogliello pericardico e il tumore. Agttiungi .anehe 'lUi che a rendere sempre p1u difficile la diagnosi tnan(:llvano quei ::egni elle in tali ca~i so~lionsi avere come effetto di una compressione del tumore sui nervr quali il vago, il ri«>rrente,eil .-impalico. Mancava mfìne qualunque promsnenza all'IU$tOlo. La pr·esenza di sangue libero nel liquido it vuto colla toracen tesi l!Srebbc ~econdo alcuni aulo!'i (Trousseau) un'argomento che in ll!cuni ca~i può fare dubitare Jella no tura malì~na della Q U<,a dell'es,udato, ed infatti come nel ca...~ nostro questo s~n~ue (l<>t• congestione che ~<>gue alla diminuzione di pre:s· saone endo-pleurica che si sa colla toracenlesi vtene al ertluir.. ùa minute lacerazioni che avvengono nelle disseminate reeeralt ripr'oduzioni del tumore sulla pleura Ora questo slnto • 100 per se !"lesso avrebbe potuto (J da solo avvsa rc1. alla 18 0 ~ 0"i 1 Ma •tn&.nle sono le volte che re..qsodalo riesce -emorragico solo per il faLLo dell'intensità dell'infiammazione


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SOPRA U.N C.-.so

come nel ca~o nostro, o perchè legato ad una condiiZiC11li1'1Jj fìliaca o scorbutica! L'esama microscopico avrebbe certo scoperto e~tralto la presenza di elementi proprii del tumore. ricerca in apparenza calzante, in ultimo sarebbe ne~sun risultato. E infatti se si pensa alla natura del tumore che come vedremo era un sarcoma ad piccoli rotondi, in tutto simili ai leucociti, anzi dirò ~uibil i coi mezzi attuali da questi, e forse meglio della loro natura, e se si ricorda che in un essudalo pleurico espressione del movimento infiammatorio, i leucociLi non sono mai essere assenti, qualunque lume che si uscisse da detto esame, viene completamsnte ~t mancare. cede eneo il rimor»o, se mai vi poLea essere, che non stata eseguita detta ricet•ca. Altro criterio per la diagnosi, di un tumore maligno Lario, é lo stato in cui si tr·ovtmo le ghiandole linfaUebe dominio della palpazione. Di solito queste s i aumeulano di volume, sporgono solto la cute. :-ìel nostro ogni ricerca dette risultati negativi, come a bella fu fatto dissecando sul cadavere le regioni cervirali, e solto ascellari. LP ghiandole linfaticbe erano qui per forma, per grandezza, per apparenza ::li :,lrutLura, pure ct>istesse una così estesa riproduzione sarcomatoea quelle del cavo toracico. Si polrebbe ora domandare se il rivelarsi della forma bosa abbia avuto il suo punto di partenza nella causa delta r eumatizzante o se il succedere alla stessa non sia che l'effetto di pura accidenlalilà. :-\ello ~ludiare la fisio- patologia d~i tumori cerehrali possiamo constatare rl fatto che la presenza di quf't>te cardocraniche, di solito passa per un cer to tempo siri en:ziO~ cioè il tumore r esta nello stato latente .fino al mc>mti>lliD cui gli elementi ner•vosi non possano più adattarsi alla presi'ione e all'esterno si applichino gli effetti delle loro zioni a!Lerate. Questa indifferenza alla reazione da del cer vello, questa sua adottabilita viene dagli autori consistere in un potereaccomodativo possed utodaJiasotsUIIu~


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llti'Vosn centrale, per· il quale questa, se lesa , è capa".e di compensare i ùio:ordini della sua funz10natita mediante un processo di sostituzione che ha luogo da parte dt>i centr i rimasti Blesi. Il punto di partenza poi per !"apparire dei fenomeni lllOrbos• ~i ritiene dipenda, in ~enere, da squilibrio circolaiorio, da ostacoli che si Crammellono aUa irrorazione sansuignA e avente per conseguenza forme di anemia o distasi nelle parli nerYose vicino al tumore, e che fino allora ave-.ano potuto funzionare. - Col cessare della causa perlurbalrice si reintegra la circolazione e con essa ricomparisce la funzion e normale. È per questo che di solito le apparenze morbose offe•·te dai tumori a!Ssumono sulle prime un &l'pt'lto inler·miltente, sono paresi- para\i!;;i alter nantisi, suceedenlisi che poi finiscono collo s tabilirsi. Infatti al disturbo circolatorio passeggiero, ripetentesi di continuo segue la lesione vera degenerativa della sostanza nervosa. Ora nel esso nostro abbiamo la presenza di due masse di neopr oduzione alla base del cervello, che svi luppandosi spostarono, i:Ompressero i nervi che da questa emergono. La funzione di questi rimase intatta fino all'ultimo, fino al momento in eu1 una causa ester na, perfrige1·azione cutanea, agendo sulla massa encefalica,considerataco'suoi involucri,i11 un modo cui non mi è dato a spiegare, ma cb e in fine io ritengo come causa di allt!razioni circolatorie, ha determinato l'inizio delle nevralgie e delle paralisi. E queste pm·e da principio non turllno permanenti, la paresi del 7• e1·a un giorno appariscente, un giorno quasi mancante, la plosi palpebrale accennò Yarii giorni ad essere meno intensa, remianeslesia fatta eccezione per la Caccia, ebbe un decorso alterno, ora esisteva ora manCS\'a lfU&si affatto. La ['re\alenza ddle lesioni morbose per la metA sinistra dello. faccia a confronto della destra, deve essere legata al P.re\'alente sviluppo del tumore a sinislea. La compres!Jiene esercitata da questo agirà dil'ellamenle sui nervi nelle loro Pot•zioni intracraniche. Primi a risentirne l'effetto furono i Ire motori Jell'•,cchio ed il quinto, ed infatti per la sede anatomtca del tumore, ne dovea venire che la maggiore compressione si avesse ad esercitare s ugli anzidetti nervi. La


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SOPRA UN CASO

paresi del Vll e del XII de'Ve essere tenuta come di irritazione a distanza, in falli non si sapr ebbe coJnncome una compressione diretta esercitata su questi d11e non dovesse agire anco su altri ''ici n i quali l'acustico, il il ricorrente. La cefalea, intensa, gravati va, prevalente a sinistra, vuta alla irritazione diretta dei fìJetLi nervosi dil'lUJl&llrlillli dura madre, di provenienza dal v e X. È sulla della cefalea che il clinico anzi ha un criterio dii'FP.rP.rn!ittJ.i, 1 tumori della massa cerebrale; che per lo più passarno dolenti, e quelli superficia li a contatto della meninge questi or iginali. Lo studio della conduzione delle vie cerebro- spinali ba tato a stabilire, che dalla corteccia e dai nuclei grigi partano fibr e nervose che unendosi a fasci direl~taiDeiiiUI~. ;) avviano pei peduncoli cerebrali. In corrispondenza del le fibr•e molr·ice s i incrociano quasi totalmente, e poi dono dirette, lo sensilive vi si incrociano invece l un~o loro percorso spinale. Ne vengono da questa drsn,oslrZIClrae~ paralisi incrociate o rliretle secondo che la lesione prima o dopo il punto di incrociamento delle fibre. Nel nostro la lesione maggiore era a sinistra e l'em.iplegiaera a sini~ll·u. Come si spiega la cosa? Pl"ima ùi tutto gna escludere che l'~mianestesia sia di origine spinale. benché del midollo non se ne sia fatta la sezione, pure "Pecialrlà dei sintomi offerti si deve ri•enere che il non compartecipava in alcun modo al processo .....,.......-.. E per· f}nesto basti il dire che una compressioni'! sul midollo non potendo a~ire su una sola meta. ma su il cordone nervoso, ne succede che la paralisi i"r~...u.r..punto compresso è sempre bilaterale. Qurndi la Dunque è di origine cerebrale>. Vale a dire la sione aftiva o sui peduncoli cerebrali o più profon . sulla capsula interna. È naturale che se non altro per Jl retto contatto esistente coi primi e1·a su questi che esercitare la sua azione. Ora la compressione su un <.luncolo porta l'emiplegill incrociata e nel caso nostro è eessal'io dunque l'ammettere che per aver la paralisi a. doveva essere precisamente il tumore più piccolo d1


01 SARCO MATOSl .o\CUTA

quello che andava. a comprimere il peduncolu cerebrale destro. Stando al l'eperlo necroscopico, questa argomentazione parrebbe as,.urùa. però per voler dimostrar e il contrario, sarebbe DflC8Ssario o rammetlert? una abnormilà di sviluppo nel sistema nervoso d1 questo individuo ovvero rifiutare tutt.o ciò che sull'argomento, clinica e sperimento, finora banno dimostrato. L'esame del tumore fallo assieme al professore Cucciola di qut>!;l8 Università ed al òolt. Gradenigo, su tagli ollenuli r.ol microtomo ed opportunamente colorati, diede sempre, in qualunque sua parte esaminato, un'identita di slrutlura che caratterizzava quel genere ùi sarcoma dai palolol6hi specificato come globo-cellulare. In una scarsa trama di tessuto connettivo s'annidava una prevalente massa ùi elementi cellulari piccoli, rotondi a f'rotoplasma granuloso, a nucleo grosso bru appariscente e tanto meglio coll'aggiunta di acido-acetico. Questa era l'npparenzn generale de l tumor e che veniva poi a modificarsi secondo la slrutlura preesi~lente dell'organo rimasto infollo e che in quel momento veniva preso in e;:ame. - Cosi l'esame del cuore e della dura madre dava di rìlevat·e la p1•esenza degli dementi specifici infiltratisi nell'un caso tra le maglie del lessuto fìbroso della clur a madre, e nell'oltro tra le fibre Rlt·iale àel miocardio. ~ei parenchimi del f~gato, del rene, appar iva il ooùulo sarcomaloso come massa di elementi a c::è con propagini alla periferia, infiltrazione nel r,.sto del tessuto. Le ghiandole bronchiali mesenteriche degenernle avevano l'identico aspetto del tumore principale dd mediaslino, solo che qui oltre che a zolle •li pigmenlo e!;:ito di infiltrazione melanica, si notava, specie nella Parli! centrale della massa neoplastica, la presenza di granulazioni adipose libere e nell'interno degli elementi e questo comeespres~ionedi un avanzato proc&sso degenerativo g_ras!'loso. Questo rieultato, fatta anche a~lrazione del ruasSHno sviluppo raggiunto, viene a distinguere dal resto il tumore del meùìaslino anteriore e fa giudicar e questo come Punto ùi origine per tutte le altre riproduzioni neoplastiche. Intatti la degenerazione grassosa dimostra l'iniziarsi di un


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SOPRA UN CASO

processo involutivo, conseguenza fatale ùei ...v,,...~......_ d1 sviluppo raggiunto qui dagli elementi e di una sanguigna non propoJ'zionale alla loro~tragrende Inoltre anche se si bada alLa statistica, si rileva medi~slioo sia sede originaria, relativamente tre1qu.en·~ec1_1~ tumori. Quesla frequenza è forse legata alla r icchezza lessuLo cellulare lasso con numerose ghia ndole proprio di detta regione. Io credo poi anche che lenendo calcolo della struttura embrionale del sarcoma, si debba in questi casi ricbitiJij I'~Uenzìone so i resti di un or gano la cui funzionalità, ba precisamente nel periodo di vila embt>ìona lP, cioè a ghiandola timo. Ammesso dunque il tumote primitivo del media~;tino, diamo in qual modo sia avvenuta la sua gene ·au.zUJtDV~ Intanto questa t~ssunse certo un decorso molto questo lo deduco primo dall'identità di str uttura onenE.oa tutte le r iproduzioni metastatiche del tumor e, il che è di un isocronismo di infezione; secondariamente dal fatto se è pol'mosso l'ammettere J'inditfet'enza alla reazione da del cervello io presenza di due masse cbe col loro ne venivano in parte a comprimere la periferia, non é in modo per messo il r itenere c·ome la completa dege ...,,......,,.._ della sier osa pleurica pltssasse indolente cosi da non r~>rJde,. avve,•tito in modo alcuno l'individuo primadelloapparire sua tnalaUia. È certo che con una sìffattalesione il sintomo dolore non poteva mancare, i rami ner vosi mantìsi 11 detta sierosa, comprt~ssi, strozzati dalla imra~lea'llll neoformazione, a v l'ebbero dato seg-ni intensi di r ea zione; si spiegano infatti i dolori acuti lancinanti che il paziente cusava negli uHimi suoi giorni, quali certo non si attr1buire al solo fatto della complicante infiammaziOne. quesLo, pur ammettendo che preesistesse nella pleura la fu~1one degli t>lemenli specilici, io credo che s i possa nerees::;et•eavven ula una rapida e lumulluariainvasJOne plastica negli ultimi giot'ni in cui il malato fu sotlo la osservaziolle. Ed ora volendo indagare le ragioni per quali il tumore mediastinico c1·esciuto lenlame ote, s enza


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alcuno ùi sua esistenza, d'un tratto assunse decorso ,.pido e invadente, noi dobbiamo riandare un poco sulle leggi che ~otovernano lo sviluppo e la diffusione di simili neoplasie. 1 sarcomi sono tumori ricchi di ,·asi sangui!rni, e come ultimamente dimostrava il Pacinollr (1) provvisti anche di una òbondante rete linfallca. Col constatare la presenza dei Y~i Jinfalici nei sarcomi, presenza negata fino a poco tempo fa da tutti gli autor•r e tra i più illustri il nostro Durante (2) si Yengono a spregar•e quei faltr di evidente diffusione dr sa rcomi per via linfatica e viene a cadere quell'artificiale distinzione per la quale l'epitelioma Vtlniva a diffondersi per via linfatica e il sarcoma solo per via sanguigna. Infatti ora dalle ricerche ùel Pacinolli t•isulta che il sarcoma è provvisto di una rete linfatica, che resta indipendente dal resto del!" organismo fino al momento in cui esagerandosi di un tratto l'alti vita for mativa degli elementi questi vanno a smàgliare la capsula counettivale, racchiudente il tumore e cosl i vasi linfatici di questo possano pr·ender·e anastomosi col sistema generale linfatico. La causa determinante questa esagerala proliferezione di elementi egli r itiene consista in qualunquP- irritazione che venga a subire il tumore, e come una delle più frequenti, IJuella portata dal chirurgo stesso quando questi proceda ad un incompleta a!'portazione di un nodulo sareomatoso. A questo punto dunque relemento embrionale, proprio del tumore, enlr'8 nellot'rente circolatorio andando a formare la metasta,:;i. Con questo non si esclude del resto la d1ffuc:ione per via <:anguigna, e precisamente il caso nostro credo si possa ritenere come esempio tipico di questo duplice modo di inval>ione. La metastasi alla pleura, al pericardio, ali~ ghiandole del rnedrastioo posteriore e bronchiali ebbe luogo per via liulàlicll. Lo si deduce dalla considerazione anatomica che la rete lmfatica del mt:diastino oltre che costituire uu punt•) di conve"nO per i lrnflltici del cuore va a comunicare con quelli del ;eùiastino posteriore che a loro volla stanno in relazione coi linfalici in tercoslali, proprii della p leu ra, ~ con quelli bronco polmonari. La corrente lrnratica ebbe 11 suo centro d'azione limitato alla cavità del torace, la corrente !languigna poi moHo più valida porLò la diffusione in


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SOPRA li ~ CASO

un campo molto più esteso alla duru madre, al regalo, Che la co~a sia probabilmente cosi, basti la ""'" ~Wil!1111 che nel caso nostro non si trovarono degene1·ate zioni JntPmediariP., così le chiamerò, che sono Nti)Df'8Stlll dalle glliandole linfa ticbe della serie cervicale. a (1uesto punto anche il fallo, notato alla necroscopia, melastasi alla dura madr e, !:;e.!tuente il decorso de'suoi È inlerl'~saole rilevare a n co il modo di pene trazione dell'elemento neoplastico. P~r i vasi linfalici anun1es&a~tli comun•cazione tra quelli del tumore e quelli dell·or·nn~~a l'invas•ooe succede immediata. E infatti, dato cbe causa qualunque l'elemento del tumore, ll·attenulo fino dalla IJ·ama connettivale, resti libero, questo sia perché di movimento pi'Oprio di lraslazione tmoYimenlo am1elli• di LiiclH•) sia, il che è più semplice, perchè si trova bilo a contatto delle radici linfaliche (spazii conneUi l\ecklin ghousen) penetra tosto in circolo e l'leguendo la renle linfatica finisce col porlacsi in una ghiandola. per ript·oduzione autonoma si stabilisce e riproduce a del tessuto, in mezzo a cui !>i ann ida e che finisce col stiluire. Da questo si conclude che se la diffusione di sarcoma Ila luogo il più delle -volte per via sao~Jmgna, di g razia precisamente alla capsula connetliva!e di cui tumore è provvisto, e che forma una barriera alla in municazione linfatica. Infalli, dalo c.he cosi non fosse, con la piccolezza mento embrionale sarcomatoso, che gli permette di liberamente allraverso i tiltri ghiandolari liofalici (Lùcke) verrebbe che ogni sarcoma parvi-cellulare appene ori in un tessuto troverebbe il modo di Lùslo diffondersi e ralizzar~i per l'organismo. lm·ece di soJito 11 tumore sulJe pl'ime un decorso abbastanza tardo, Je sue avvengono dopo un periodo di tempo relativamente ed in!'aUi la sua trapiantazione, accadendo il più di frequem!ll! per via ~anguigna, ne viene cb e per gli ostacoli che in caso deve superare la diffusione abbia luogo mollo più 8 lento. l vasi sRnguigni scorrono nella compage del apportando materio.li nutritivi, ma senza elle esista una


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difetta comunicazione tra il contenuto di essi e gli elementi ciel tumore. Per<:bè questi possano penetrare nel torrente cil'CQlalorio é necessaria avvenga l'usura della parete del vaso. Vale a dire la tonara vascolare a continuo contallo coll'elemenlo specifico finisce col rimanere attaccata, degenera; esiste allora una continuità di tessuti tra tumore e contenuto del vaso, si forma uno znffo specifico che penetra nel lume del vaso a guisa di trombo-parietalè. La corrente sanguigna passa appresso a questo tt·ombo, lambendolo, agitandolo lì no clte finisce collo sminuzzar!<>, collo stacca rio; si forma un embolo che viene trasportato Jun~o corrente lìno a soffermarsi in un punto òove il suo volume non gli permetta di più procedere oltre. Cosi le frequenti metaslasi o nelle arterie terminali del cervello o nelle sottili reli vascolari dei parenrhimi eratico-renali. Una prova splendida del fatto l'abbia:no nei casi clinici riportati dal Lucke e d~l Durante (3) di pneumonjlj da emboli sat'comatosi che aveano finito col fermtll'si su rami sottili dell'artet•ia polmonare. L'elemento specifico arrivalo in grembo ad uu tessuto vi si riproduce andando in ullimo a formare una neoplasia che ripete l'idenlica struttura del tumore da cui esso trae,•a ot•i~ine. Colla scuola di Virchow finora si r iteneva che l'elemento, messo in tali condiziom. '<eniva a riprodursi non pet• ulteriore suo sviluppo ma perché determinava un r igoglio specifico, cioè atipico nelle cellule con cui veni.,a a contatto. Co~iper Virchow erano le cellule del tessuto connettivo quello clte sentivano questa in.Ouenza che si risolverà, nel caso speciale ùel sarcoma, in una pr·oduzione eterotipa di elementi connettivali aventi tutti i caralleri di quelli che vanno a costituire normalmente il tessuto connettivo nello stato suo embrionale. Ora le idee si $Ono cambiale, all'elemento pri11~1livo vien concessa una vera autonomia, per la quale questo, ,.,,.endo di vita propria, può per auto- proliferazione ript'Odursi e formar colonia. l rapporti che questa assume coi le~suti vicini non s ono che quelli di un invasore che distoglie.~do a proprio vantaggio i materi<~li di nutrizione nece-;~oru per la vita di quelli, finisce col fonderli, distruggerli, tncamerarli. BiJlrotb (1) a questo p1•oposito paragona la cel-


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SOPLlA UN CASO

lula ad una spora ed il processo di meta-stasi ad colonizzazione. Le prove di questa autonomia cellllli!U hanno nelle trapianlazioni di tumori ottenute fino d.t genbeck e poi dal Guyon (5) dal Durante e da altri inoculazioni di liquido avuto per espressione da un appena reciso. Del resto senza ricorreee ad est:ler·iAI'It7111l ticolari, quando si ricordi che gli elementi proprii mori sono sempre quelli dell'organismo o nello stato di o in quello di embt•ione, si vedrà sempre più con principio dell'autonomia della cellula. Xe informino innesti cbe ora a scopo chirurgico vengono falli per r ire a mancanze di un tessuto qualsiasi. Cosi i trapia1DUIIIMIII cutanei, per ioslali, gli innesti di tessuto osseo (F'errari), scolare (Giuck-Helferick-Salvia) nen•eo (Vulpian) i lanlo lanti innesti epidermici alla ReverJin. La ragione poi per la quale alcuni"Lumori , tra cui il sarcoma, assnrnol')o un decorso taolo rapido, sta nella natura embr•ionale degli elementi che li vanno a mare. Cosl il sarcoma globo-cellulare, tumore di eminentemente maligna ad evoluzione rapidissima, é tuito di un tessuto connettivo identico per struttura a che noi riscontriamo nell'embrione. Dopo questo r iesce cile lospiegare il per·chédello !!viluppo rapidodi questo É naturale infatti che le attività riprodutlive di cellule nali, quindi non per anco formale ma in via di " 11'· 1111evoluzione, sie no ben più notevoli di quelle di altre cellule abbiano raggiunto il loro completo s·viluppo. Ad esE!Oll~ basti ricordare quanta diffe1·enza di sviluppo pas::> 1 tra un c0ma, costituito di connettivo embrionale ed un inriOCIMII...., fibroma la cui struttura è appunto queUa del tessuto c-OtUMIIir) livo nallo stato suo adulto normale. In ultimo e in br·eve, per non abusare troppo d•?lla paz1enza, dirò come scor·r endo i trattati di analomia logica, 10 abbia trovato ben ~carsi cznni sulla forma che fln'ora aobiamo studiato. Casi di sarcomatosi diffusa, vennero riportati dal Simon, dal Le Denlu e da altri cui vai solo citati nel Dizionado del DeclJambre. Ne J10 un caso del dott. Stefanioi (6) ad andamento quasi eguale


01 SARCOMATOSI A CUTA

~tro,

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uno del Treia L (lO) ed ultimamente uno del H um-

prij (i) (*). La sarcomalosi acuta, pigmentat.a. interessante la cute, ~ene ricordata dagli antori di Dermopa lologia. Delta forma

tu dalo anche a me di veùe1•e in un malato ricoverato nella clinica del professore Breda. uno studio recente su questa lo rece il Perrin (9). PaJova, 31 mar·zo 1887.

n Queita sar.;o~tos• diffusa rarcbbe ril!(()ntro a casi simili di carcinomat.osi dllruaa Ili cui parla il Vernueil (8). B!BLfOGIIAFIA. (l) P.ACl'i OT'tl- l va~i llnfal~i w t sarcoma- (Sperimcntjllt, rase. V IO, 1886). I ndirizzo alla diagnosi dei !umo1·i. (3) Lùcn - l ttwlo•·i - (SIIcic!opectia, di PiLha e Billroth), (4) BILLIIOT H. - Paloloqia eh il' twgica genera le. t5l Hl!~ocoue - (DicLformal!·e encycloptJique, del Oechambre) art. Cancer. (8) Gazzetta degli ospedali , N. 67, 1.886). ('/) La Riforma medi ca, N. 11, t887. (81 Dictionnnire encyclopedique, del Dechambre. - Art Qaneer. (t) DGRANTii: -

191 La medicina contemporanea, N. 3, 1.886. tlll) r.iomalr medf(O del R.• Bsercilo e della R." .!farina, gennaio !886.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED

RIVISTA MEDICA rUl••••

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Nevroal d'origine nasale el Cllirttrgie, oprile 1887) .

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Havvi ottualml"ule una tendenza a r iferire aJ una zionc dello mu~osa delle fosse nasali molle affezioni cbe, tutta prima, !'embrano aver rapporto lontanissimo con regione. l n un articolo del Journ.al de l'v!édeeine di Bordelatl:ltH il dott. Moure ba riassunto lo st.elo di qu»!'<ta inter•e•••m•. que<Jtiono• dal punto cii vista pratico. Bisogno anzitutto notare dal punto di vista etiologico, non solo i polipi e gli a!Ll'i Lurnori determinano la co~ degli nltr•i fenomeni riflessi, ma altresì ogni ca11-.~ sutscel..-6 bile di modificare le condizioni nor·mali della tnucol'la. Per modo una ~emplìco infiammaGione, l''a spirazione <li vaiiOIIi•, o polveri it•rilanli, l' iperLrotla cronica della membrana Schrwidt·r, lt! deviazioni del sello, le eso~tosi, i corpi nieri, t•cc., pos«ono far appar·ire la nevrosi. Tr•a 1,. affezioni che sono «comparse dopo la delln muco~a na~ale si deve citare dapp1·ima un buùn mero t! i casi di asma; co~r pure le emicr·anie, le ne~rr&IJII!II!'J c:onra e "Ollo orbit11rie, ciliari e dentarif' sono gu~rile t!opo la f<Cornparsa dello lesione pituiwria; lo dicasi d~;.dr stPrnntr spasmodici (150-200 iu po~hi minuti) tosse loringea. vera corea del laringe, r afonia, lo siJIIII-.... della glolltde. ~fn il Moure insiste soprolullo su alcuni di epil~s~ia . di 'erlt:!lni e di "COloma scintillante. òoll. llock rtferisce l'o"sel'vaziooe di una ragazza di 2l> la quo.to, fin òol momento io cui si stabili la ebb1' un acces><o Iii er ilessia tipico; in ~egoi lo ogni mestruale era accompagnata, nel suo appari re, da un analogo; le mestruazioni erano t•egolari. La malata ti


Rl \"1ST\ MED.JCA

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mentava pure, qualche lernp<> dopo, di ostruzione nasale, ed uoa di rruesle cavil~ restava ancb~ ostruita oell'iu~ervallo delle regole. Gli accessi d'epilessia s'andavano sempre aggravando, e la nlalata aveva fino a due eccessi in uuo stesso g1orno. L' esarne rinoscopico rivelò una Lume razione della mucosa dei cornetti inferiori. L' Hack toccò quest'ultima col galvaoorautel'io in modo da rendere permeabile la fossa naNie ostruita, e gli accessi non tornarono più fino all'epoca delle regole. La malata ricusò allora di subìre nuove cauterizzazioni, imperoccbé l'Hack voleva distruggere tutto il le$suto cavernoso dei cot•netli; ma alle regole seguenti gli aec..ssì ricomparvero caralt.erizzati da una semplice assenza, l'enza convulsioni. Questa volla la cauter izza-lione fu fatta~ la malata da allora in poi non ha avuto più acces~i. Ltiwe cita un faLLo analogo, la lesione nasale t'lo!Lanto differi~a dalla pre~dente, poichè si traLtava di pohpì mucosi. Anche l' Hartman a''rebbe osservato un caso di epilessia doYutn ad una deviazione del setto nasale; l'escissione del punto piu prominente avrehbe faLlo scomparire gli accessi. Back cita egualmente qualt.ro ca.si di vet'ligini cbe appan"ano ttl mattino, ed erano caratterizzale da una cerfa. esi· tazione nel camminare. In due di questi casi si trattava di uomini vigorosi, ambedue affetti da ostruzione nasale. La cura di quest'ultima fece sparire le ''ertigini. Il me:Jesimo autol'e riporta dei faLli di scotoma scintillante ehe scomparve con semplici cauterizzazioni della mucosa na'Sle. Egli sì ~<pinge ancbe p1ù oltre dicendo che non è in ve· l'()Slrnile elle cert1 casi dì ambliopia e di amaurosi, possaw.> ~\+!te la lor(\ origine nelle rosse nasali. I fa.Lli più dìmostrativ1 a questo riguardo sono i riflessi che sopraggiungono in certi soggetti dietrc• l'aspirazione d' ipecacuana (asma bron· ehiale, ambliopia ed aroaurosi trans1tot·ie). ~ichaèl, B otfmann ed Herin~ hanno avuto occastòne di ~.erval'e maiali affelli da spasmo det muscoli cosll•ittori del rmge che non cedeva se non alle inalazioni di cloroformio, ~se ~eeessario nella maggior parte dei casi un inler'"enlo urgtco (tracheotomia) per· scongiQrare la soffocazione.


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RIV]STA

L'esame delle fosse nasali e la cura di una lesione, U vente minima in apparenza, bastarono per guarire traltura e fare per conseguenza cessar e la di~pnea era la conseguenza. Tre r.-asi di spasmo della glottide osservati dal ................ frivano con questi ullimi notevoli !.'Omiglianze, e se la non fosse scomparsa abbastanza rapidamente in , ...~eww"• cura nasale, egli non dubita che si sarebbe dovuto alla tracheotomia allorquando, essendo la lesione pltl nunciata, anche lo spasmo sarebbe divenuto più Tale è, in riassunto, il quadro sintomatico esllreJmamE~IIt"4!1 rialo in apparenza, che può offrir e una alterazione della cosa nasale. Si potrebbe aggiungervi la tosse convulsa molti autori hanno detto di aver guarilo colle polveri medicamentose le più svar·iate (attive o l' hay feoe r che é realmente una affezione della m~ICOUill.l luitaria. Considerando con un poco di attenzione le diverse delle quali si è parlato in questa nota, é facile che si tralla in somma di nevrosi varie e delle quali la togenia è ancora oscura e ~ulle quali l'anatomia ci ha svelato poco o nulla. L'asma, la tosse convulsa. crania, le nevraljlie, ecc. non sono forse ellreUante stazioni, sulla patogenia delle quali si <teve on coro far la Lasciando per allro ciò da parte, SI può affermare che un rapporto causale, mollo bene stabilito clinicsnumte, una serie di nevrosi svariatissime e certe affezioni della cosa nasale. L'inefficacia di ogni cura anteriore e r esplorazione scenziosa della cavità nasale serviranno a stabilire le gnosi. In c1uanto alla cura, essa varia evidPntemente in scuna forma dell'affezione nasale.


MEDICA

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ttaraU•l amtotroflohe oonseoutlve alle leslonl delle artloolulont. - CHARCO"l'. - (Journal de Mèdecine et Chirurgie, aprile 1887). ~on è affatto raro di vedere dei soggetti, i quali, dopo un colpo su di un ginocchio, ed, allorchè l'artrite leggerissima che ne consegue, è guarila, conservano una paralisi più o meno accentuaLa del membro colpito, paralisi accompagnata da un certo grado di atrofla muscolare. Questi casi banno una grande importanza, imperocchè la terapeulica può portare rapidamente la guarigione dJ questa complicazione, che, non curala, può persistere pe1· uno o due anni. Il prof. Charcol ha potuto mostrare degli esempi tipici di

quec;ta atf~Jzione .

Il primo riguarda un uomo vigoroso, non alcoolista, che aveYa battuto il ginocchio cadendo a terra. Questo leggiero traumalismo non gli impedì di continuare il suo servizio, e non fu che all'indornatti che sopraggiunse una leggiera a rtrite che non rese neppure necessaria la dimora in leLto. Dopo quindici giorni lulLo era terminato Jal punto di vista dell'artt·ite; ma st erano già mostrati dei nuovi fenomenj; e ciò fin d11l principio in modo da doverli considerare come il risultato non gia dell'artrite, ma dello choc iniziale. Allorché egli voleva camminare. provava una debolezza consi<lerevole del membro inferiore sinistro e una difficollli nel cammino d<)vuta non al dolore che allora era quasi nullo, ma all'inùebolimPnto muscolare. Questo stato re!'lò stazionario pet· un mese senza che la natura di questa paralisi fosl'e "tala riconosciuta dai medici che lo curavano, e fu solamente dopo il suo tngt•esso alla Salpetr1ére che, dopo una eu_ra di una diecina di gio1·ni, egli potè ricominciare a camtnmare liberamente . . QuPsto stal{) morbo~o é sotto la dipendenza di una affeZIOne speciale che o caratterizzata da due elementi; da una ~rte d i~turbi funzionali e da una parte atrofia muscolare. b~ne in questo maltllo solto !'influenza della cura, i dip ~rb, funzi onali si motliflcarono assai raptdamente molto r1 ~8 che lo fosse stata l'atrofia; impet•occhè, al momento

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RIVISTA

in cui il malato camminava facilmente, si C01rtslatstv&111i ferenza eli volume notevolissima tra l& gambe, le anche tra le natiche dei due lati; dopo questo colpo, tato unicamente snl ginocchio, si era dunque atl~oliiUllfQl tiero memliro inferiore. I disturbi funzionali interessavano sopratuLto fem6rale, ed è sempre infatti nei muscoli estensori luogo 1a paralisi dopo tali traumalismi. Nei movimenti come per montare nel leno o per salire le scale, il agiva esattamente come se egli non avesse avuto essendo costretto a sollevare il membro colla mano p11r cuzione eli questi diversi sposlamenti. Fin dal principio tronde egli presentava un fenomeno ir,nporlante dal di vista diagnostico; essendo coricato, non poteva, per della contrazione, far sporgere il tricipile del lato questo è un tatto facile a constatarsi in un malato un traumalismo 111 ginocchio, anche quando egli è in e questo solo carattere permette di fare un pronostico dal punto di visla della paralisi consecutiva. t importante di sapere se ratrofia così prodotta è o degenerativa, essendo questa ultima accompagnata sioni muscolari avanzate; da alt{'razioni di struttura a modificarsi e simili a quelle che si producono dopo sLruzJ<:me qei ne1•vi motori o n elle affezioni delle teriori. In questi casi invece si tratta, come lo l'esat:ne microscopico e le reazioni elettriche di atrofta plice, di facile riparazione. Si può dunque conE<iderare affezione come eli natura dinamica, e, se si potesse rare diretto del sistema nervoso, non vi si troverebbe sione. Si tratta peraltro veramente di una affezione rl'lltl"i~rrmt 4 naie, imperoceuè la paresi non è unicamente legata ed essa si produce prima che questa possa essere cenluata; essa scompare prima che l'atrofia sia mn,muM Vi ha infine in questa paralisi una particolarità ed é elle essa è di natura spasmodica e si ac<:onrlP~1~W~ una esagerazione dei r-ifl e~si tendine!; il muscolo può esset•e in uno stato vicino alla contrattura e


8t 9 una esagerazione del riflesso tendineo. Questi fatti indicano appunto che è affetto il centro nervoso. In tali ca!"i la cura consiste unicamente nell'elettrizzazione ripetuta con persistenza; s i può adoperare tanto la faradizzazione, che le correnti continue; ma l'elettricità statica, come 8i applica alla Salpelrière, sembra riuscire anche m eglio. Un secondo malato, entralo a ll'ospedale solamente un anno dopo l'arcidenle causa della sua paralisi, era stato soggetto ad un leg~riero traumatismo del ginocchio, il che non gli impedì di fare subito dopo un percorso a piedi di tre chilometri. E~li ebbe in seguito un po' di artrite per qualche giorno, e poi si trovò nell'impossibilità di camminare. Si ebbe torto, a questo punto, ùi immobilizzargli il membro in un apparecchiO silicato; il che non f.:ce che a~gravare la sua siluaziont>, mentre che se lo s i fosse elettrizzalo e~li sarebbe guarilo J•apidissimamen te. I disturbi che egli presentava al suo ingresso erano del tullo analoghi a quelli che si osservavano n~l caso prAcedente; si constatava inoltre in esso una consideJ·evole esagerazione ùei riflessi tendinei, elle si estendeva anche alle altre membra; sola mente doj)o un anno di cura i movimenti si ristabilirono senza cbe peraltro l'atrofia fol!sc scomparsa . . In un terzo malalo gli accidenti si sono moslrali con una IDten~ila pitì ~ronde; in seguito ad una caduta sui piedi si produsse una lesione persistente dell'articolazione peroneolib.io-tarsica; ma sopraggiunsero da parle del membro affelto dea fenomeni vasomotor·i nolevoli!-<simi; la ~amba ed il piede, quaudo sono in una po~izione declive, s i arrossano intensamente; il piede è rreddo e coperlo di sudore. luoltre i rifi~ssi tendinei sono assai esagerati, ed esiste una &lrotla g•·neralizzata del membro, ma prevalentemente de~li e.;;ten~orJ del piede; Lutluvia questa atrofia cbe è semPlice Ctoè, senza lesione nervosa e senza lesione spinale nel 8 0 : ~iu largo senso, sembra degener·ativa per le reazioni c. e 51 osser\'ano in corrispondenza del muscolo tibiale anteMore, dì modo che s i è in dit•ilto di supporre che in questo non si lraLU più di una lesione midolla!·e dinamica, ma. 81 bene dì una lesione materiale della midolla. HKDJCA

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RlVJSTA

Questo fallo tende dunque a dimostrar e che non amiotroflc ù' origine articolare s ono semplici; inollre è un elemento importante a causa della sua intensitil e sua coincirlenza colla reazione di degenerazio11e, ed spasmo dei tendini, pe1· cui si può concludere per una babile alterazione delle corna anteriori del!a midolla. tensilà di questi spaRmi dei tendini necessila grandi zioni nella cura, imperocchè essa indica che i muscoli in slato di opportunitA di contrattura, e che una P.P-•r-•ulDI• un po'for te potrebbe produrla Potrebbe avvenire per che la doccia, colpendo troppo vivamente i membri, a determinarla; cosi !\i deve spesso in questi casi coJlS~ll~l!! lo stato dei r rflessi e fare uso, al bisogno, della u.~'"",_,...,... bromurata. Queste paralisi amiotrofiche non avvengono uni in seguito a trauma ti::-mi. Certe affezioni spontanee anche dar luogo a fenomeni dello stesso genere. Cosi i tosi, dopo i lor·o attacchi, hanno spesso una paresi dei inferiori che essi qualificano eon l'espressione di molli; questo Rtato è dovuto alla stessa causa e può seguito da atrofia. Nei gottosi cronici si osservano atrofie analo~he, ed il Debove, per esempio, ha ns1ger..,.. un caso di golla tofacea del gomito, nel quale l' est,enaM!I! del l!'tcipite era assai difficile. Vi è ancora un'allra affezione in cui la si riscontra stanza spesso, affezione ad andamento insidioso e che è confusa con la scialica; essa é il morbo coxario dP.nominazione impropria e che deve essere abJbart<WU.I!IP! essa è una forma di coxalgia detrelà matura , non lare, in rapporto coll'artrite secca dell'anca. Dal punto di vic::ta dell'interpretazione di questi bisogna notare che l'atrofia muscolare è pre~'eduta dalle raltsi; cosicché non si deve dire soltanto amiolrofia, ma r ahsi amiotrofica. D'altra parte le esperienze falle da negli animali hanno dtmostra to che in essi l' atrofla era un fenomeno quasi coslante in seguito ai trEtU IJt~Q•--: articolari e che essa poteva produrt'e una diminuzione quinto nel peso ùei muscoli interessati.


MEDICA

8.2·1

Molle teorie sono slale emesse per spiegare questi falLi. La prima ipotesi e quella dell'atrofia per riposo prolungato, ipolest non aounessibile in que~li casi nei quali si tratta di una azione rapid1ss1ma. Lo slesc:o dicasi dell'ipotesi che attribuisce l'atrofia alla compre!>sione del muscolo per la tumefazione articolare, teoria, che se è applicabile al deltoide, non é tale pel ginocchio. La miosiLe, che si è u;.rualmenle invocata, il più delle volle non esiste, e d"allronrle l'atrofia non si produce per propagazione, come avverrebbe nel caso d'infiammazione; ma si manife!>ta nell'insieme del muscolo. Si arriva dunque per· elimina<:ione ad ammettere l'idea di una azione riflessa che partendo dai nervi articolari interessati dal traumatismo determina una lesione spinale che si limi la alle corna anteriori; Lullavia questa lesione deve es:.ere consider•ala come di natura dinamica, e consiste solamente in uno slalo di 8tupore delle cellu1e, il q1,1ale produce la pal'alisi. Quest' ulllma teoria 6 quella che spiega meglio i fatti di tJu,esta paralisi amiotrofica.

RIVISTA CH IRURGICA

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DeU•u•o della. cocaina nella. oura dell'idrocele colle tniesionttodtohe. - P. THif.RY.- (Ga.::ette médieale de Paris, 3i) aprde e 7 maggio 1887). Fra le tante applicazioni della cocaina alta chirurgia, ve ne ha una, dice l'autore, che non è staLa sino ad oggi se~al~ta : f> 'JUella che si può fat·e alla cura dell'idrocele colle lntezloni iodiche. L_' outot'e ha cercato di appliCàre questo metodo a tutti i eas1 te . di 1·drocele che ebbe occasione di curare, dopo che fu ,stunonio dei risultati oLLenuti dalle prime prove fatte collo 15 es!lo mezzo dal doll. Bazy.


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.RIVISTA

Non si può contestare, dice l'autore, che la cura cele colla tintura di iodio sia un processo doloroso nella gior parte dei casi, doloroso al punto per alcuni ............ essere colLi da fenomeni generali, quali la sincope e lombat'i persistenti. Soventi poi l'ammalalo rifiuta di opentre perchè teme il dolore, tuttavia non vuole tersi all'ane~Lesia generale col cloroformio. Nei 5 casi sottoposti all'esperimento in tutti si ottenne favorevole risultato; un solo individuo risenti un leggei'O !ore, del quale non si dovrebbe neppure tener conto, rocche Lraltavasi piuttosto di un senso di pena lombare, ziché di vero dolore. Io questa pratica anestesica due punti importanti essere ben precisati, cioè il grado della soluzione ed il in cui questa debba essbre lasciata in contatto della vtti~"IU"J L'autore ha impiegato successivamente delle soluzioni rapporti di 1 su 30, 20 e 10, e dopo di essersi assicuralo l'assorbimento del rimedio per la vaginale non era suiiHClletll!i temente rapido perché potesse creare un pericolo di lenamenLo, si attenne, come già fece Bazy, alla ""'''"...,....,. di 1 su 10. Questa ò evidentemente preferì bile, senza essere pericolosa, deve produrre un effetto anElS~iSICI! più considerevole. Circa la quantità da iniettarsi essa varia a seconda grado di concentrazione della soluzìone cocainica, del dell'idrocele e del titolo della soluzione iodica che ~i gherà. Per gl'idroceli unilaterali voluminosi si possono tare fino a 3 siringhe di soluzione all'i su 10, dalla quale ana un'anes tesia ~rta e perfetta; per gli idroceli medi ne potranno iniettare 2 siringhe e per i piccoli una sole. Non bisogna dimenticare che la soluzione dovrà distinta in ragione diretta del volume dell'idrocele ed in vi!'liOne di questo fallo, pt>r non aumentare volume e la tensione del tumore, val meglio aumentare concentrazione della soluzione che non il numero delle ringhe inieltale, e così s.i potrà impiegare la soluz.ione di per gli idroceli molto voluminosi, od in quelli in cui la del liquido é considerevole.


CHIRURGICA

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Relativamente al tempo in cui la soluzione dovrà rimanere a ronlatlo della va,:rinale l'autore consiglia di !asciarvela in media per una mezz'ora circa, trascorsa la quale si dovrà ricorrere senz'altr·o all'iniezione iodica. L'autore segnala un fallo d'importanza nella cura dell'idroeele colle iniezioni aoeslesicbe di cocaina, ed è la diminuzione ~nc:iderevol e e rapida dell'idrocele dopo le iniezioni di cocaina, che egli osservò in alcuni casi. senza che si sia in seguito praticata la puntura e l'iniezione iodica. Egli ritenne dapprima che la cocaina potesse avere qualche a1ione sul riassorbimento del liquido, ma la rapiùita della scomparsa di questo e la presenza di un po' d'edema solto- cutaneo in corrispondenza della radice del pene, riscontrato in un cas1>, gli fecero nascer e l'idea di ricercare la spiegazione del fenomeno in un'azione mecca11ica. Perciò in un ammalato di idrocele fece un'iniezione di due siringhe di Pravaz di acqua sterilizzata; un'ora dopo lo scroLo era notevolmente diminuito di volume. La spiegazione del fallo è facile: l'iniezione,di un liquido •lualunqlLe aument.sndo la leo::.ione della vagioale, questa sierosa si distende e con es~a ljJ allarga pure l' orifìcio lasciato dall'ago della siringa; il liquido passa per ()Uesl'o rl fit~io e si espande nel connettivo dello scroto ove si riassorbf'l rapidamente. L'autore conchmde: l' Che la cocaina è applicabile all'anestesia locale della tu_ni_ca vaginale, principalmente nella cura dell'idrocele con r IDrezione iodica. Essa è di un' innocuit.a assoluta ed è pure applicabile nella cura dell'idrocele con altri mezzi dolorosi, quali per esempio il cloruro di zinco; 2• Si do,Tà ìmpie~are la soluzione di 1 su 5 o di i su 10 0ndo il V'l lurne dell'idrocele e la concentL·aziooe della so~z~~~e iodica usata, variando la proporzione della cocaina te mrellare da 10 a 30 centi grammi per un'idrocele unilarale.

p_L'iniezione di cocaina deve essere fatta con un ago di ,rcc_olo calibro e la soluzione deve lasciarsi a cont-atto della p:gJ~ale per· una mezz' ora circa prima di addivenire alla n ra ed all'iniezione di tintura di iodio.


RIVISTA

llletodo eU eaa.me delle malattie dell'oreoohlo. renza clinica del dott. T tLLAUX. - (Journal de Chir(lrgie, apri le 1887).

L' interro~atorio dei maiali d'or·eccbio può da solo, ben condotto, dare sull'affezione, di cui si cerca delle nozioni pressoché sufficienti per raroe la d•<>nmn.ri< Dal punto dt vista di tale ricerca si devono rlA :n nl•imA' videre le mAlattie dell'orecchio in due grandi classi; le lallie infiammatorie, o, per meglio dire, quelle cLe si pagnano a fenomeni dominanti d'infiammazione, e le lattie noo intlamrnatorie. La pr·ima domanda a fa rsi ad un malato, che si di una allet'azione dell'udito, è quella di sapere se egli se vi lla allulllmente uno scolo dall' or·ecchio, o se ve s tato; ed a questo riguardo bisogna stabilire una disti ben netta tra i dolori ed i ronzii, ciò che noo fanno tutti i modici. La risposta a questa prima domanda già di molto il campo della diagnosi; ìmperocchè se n lato risponde nogativamente, ciò permette gia di eli lutle le a iTezioni inflammatorie. Le principali atf.-zioni possono allora essere ricercate sono: I'obliterazione del dotto uditivo o della tromba di Eustacchio, le natura flogistica, ma senz.a fenomeni intensi) come il secco della cassa, la sclerosi del timpano. le afftlziooi labirinto e l'alt'ofia del nervo acustico. Una secondn domanda a farsi é quella relativa alla sione della sor·dità, c1oè se questa è sopra~i un ta rm,caDMI~ o insensibilmente. Se il malato risponde infatti che la dita ba acquistalo rapidam~nte tutta la sua intensità, si che sollante> due affezioni dànno luog-o a questo cioè l'obliterazìone del condotto a uditivo e quello della d'Eu~Lachio; ora una terza domanda indicherà con delle due si ha a fare; la sordità è quasi del tutto oolrnu•'"!ll oppure vi sono ùei giorni nei quali essa è molto pronunciata che negli altri? Se il maJato sente ~......... ~ certi momenti di quello che io altri, e se l'insieme risposte ci mostra che bisogna scegliere tra queste


Crtll\URGICA

alternotive, si lt•atln di obliterazione della tromba di Eustacchio. Vi è ft•allanto una riserva a farsi su questo soggetto, essendovi dei casi, sebbene poco numerosi, nei quali, non ostante la sorditA rontioua si tratta di affezione deUa tromba, come, ad e~empio, avviene nella compressione per tumori ad.,noidi del raringe; ma si può dit·e che i casi di 110rdil8 intermitlente nelle condizioni indicate sono dovute ad obliterazione della tromba d'Eustacchio. Se la sordità è sopravvenuta in m odo insensibile, questo fatto permette di eliminare J' ipoteSI dell'OStruzione della tromba d'Eustachio o del condotto uditivo; è da notarsi infatti che l'accumulazione del cerume non apporta una diminuzione progressiva dell'udito; la sordila invece si produce bruscamente e ciò avviene in seguito ad uno spostamento del Lampone ceruminoso solto l'influenza di una scossa o di un movimento brusco. l n tal caso le previsioni sono io favore di un catarro secco della cassa del timpano, sopratutlo se il malalo va soggello aù angine, a coriza, e l'espira abbastanza diffietlmen te. Una domanda mollo importante a farsi é la seguente. Vi sono dei luop-hi nei quali il malato sente meglio che in altr-i~ Sente meglio, per esempio , in ferrovia, io mezzo allo slJ'epilo, nei luogi appunto ove i soggetLi normali sentono meno bene! Ora se I]Ue:;Lo segno esiste, esso è patognomonico, e si può essertl quasi ce1·ti che una sordità sopraggiunta lenta· mente, se:1za dolore, con audizione favorita dai rumori coeSÌ!!lcnti é dovuta alla sclerosi del timpano. ~fa se questo carattere non esiste, si può sospettare una otite labirinùca, sopra tutto se il malato sente il rumore di un orologio applicato sul ~'ranio. Biso~rna ancora ricercare resistenza dei ronzii e la loro natura. Ve ne sono due varietà differentissime, i rumori propriamente detti, determinati da vibrazioni non periodiche, ed 1 suoni musicali pr odotti da vibrazioni periodiche. Queste due varietà non risiedono nello stesso luogo; i r umori banno ortgine nel vestibolo ed hanno poco significato; ma i suoni ~usicali si riscQnlrano nelle affezioni del labirinto e piu particolar mente nella chioccio la.


8.26

RIVISTA

Se il malato si lagna di vertigini, di movimenti le probabilità sono pflr la malattia di Méoière in con una lesione dei canali semicircolari. Finalmente malato é sordo completamente fin dall'infanzra, senza apparente, senza ronzii, essendo il senso estinto, bisogna concludere per una atrofia del nervo stico o pf'r una alterazione dei centri nervosi. L'interrogatorio ben condotto può dunque permettere ricono~cere Lulle le affezioni che appartengono a primo gruppo di malallie non infiammatorie dell'orecchie; parola inOammaloria, per la facilità della divisione, e:sl1161l~ applicata soltanto alle affezioni che si accompagnano a nomeni apertamente Oo~istici. La seconda categoria delle affezioni dell'oreccùio r.ll'mll11'8llidlll~ tutle le malattie flogistiche di quest'organo, e si tratta di di e~<>e, $8 alla prima domanda che gli si fa, il malato sponde cbo ba avuto dolore all'or'echio e che ba avuto una seconda domanda deve essere fatta per sapere da dala lo scolo, poichè essa permette di stabiliit'e in casi una grande divisione, otiti croniche e oliLi acute. Se Jo scolo è dt antica data, è importante sapere se torrea si è stabilita di bolLo, o se è succeduta ad una acuta. Nel primo caso infatti, se il malato ba poco smiiDrw<, e si è accorto della sua malattia quasi per caso, é molto bablle che la lesione sia un"otite tubercolare e si accoiDPIIIJI~Ut.1" a perforazione del timpano. Questa perfor•azione si può r iconoscere in diverei senza esame diretto; il malato, in caso di perforazione, sente un rumore di sibilo, spesso intenso, nelrorecchio l'atto di soffiarsi il naso; ~i può produrre artificialmente fenomeno dello stesso genere ponendo alcune gocce di nel condollo uditivo e facendo fare al malato ur.o srorzo eHpirazione dopo aver fatto chiudere l'orificio anteriore nar1d. Con questa espet'ienza anche i bambini l1anno mente la sensazione del liquido che passa nella gola. Se l'orecchio sanguina qualche volta, le probabilità per un polipo; ma se l'emorragia è abbondanLissima, si terà piuttosto di un'affezione più profonda e molto più


CHlRURGICA

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Finalmente se il dolore si estende dietro l'orecchio è segno ehe vi è propagaùone dell'infiammazione alle cellule mastoiJ••e. Se la risposta del malato mostra trattarsi di lesioni recenti, tre affezioni possono metlet•si in questione: !"infiammazione del condotto udilivo esterno, quella della cassa del timpano e quells della membrana del timpano, miringite acuta. Per fare questa distinzione, all'infuori dell'esame diretto, si deve fondarsi sopratutto su questo fatto che l'olite media acuta comincia mollo più. bruscamente cbe l'otite esterna. Es~a compare alle volle quasi d'un tratto; in certi casi il malato e svegliato nel mezzo della notte da un dolore atroce che persiste co::>l per due o tre giorni; questa violenza nei sintomi caralterizza. l'olite media; l'otile esterna benché assai dolorosa, non si accompagna n fenomeni così intensi. In quanto alla mit'ingite semplice, essa è mollo più rara, e può caratterizzarsi per· un fenomeno nettissimo; il malato sopporta con pena lo strepito che sì fa intorno a lui che gli riesce penosissimo, e se anche gli si parla un po' forte si aumentano i dolor•i; menlreché i maiali affetti da otile esterna e media ricevono le vibrazioni esterne senza esa ger azione del dolore. Da ciò si vede elle l'interrogatorio degli ammalati può balllare a fare la più gran parte della diagnosi; l'esame diretto é un mezzo per verificarla. Perché quest'esame sia realmente utile bisogna adoperare uno :~peccbio concavo e dei piccoli speculum, istr-umenti semplici'lsimi ma necessarii. Ci si assicura dapprima così se esi!<le un lampone di cerume, ciò che qualche volta è di una constatazione delicata. Si constata co~i se vi ha otite esterna 0 . sotto periostea; se il condotto uditivo è ltbero si vede rae~lmente il ttmpano; alla sua parte superiore si distingue una Pl~cola sporgenza prodotta dalrapofisì esterna {iel martello; ~1 un riflesso brillante designato col nome di riflesso lununoso; questi sono due punti di ritrovo che bisogna cercare r,r orientarsi nello stesso modo che si cerea la pupilla nel~me oftalmoscopico dell'occhio. L esplorazione dello slulo dell'udito si fa o coll'orologio o


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RIVISTA

colla voce. perché vi sono dei maiali, i quali, senza ne sappia il perch~, sentono assai differentemente la o l'or·ologio. L'esplorazione col diapason da un r isultato interee~• Se si applica il diapason sulla fronte ed il malato noa sente, si può ammettere una lesione del labirinto. Me accadere che egli senta da una sola parte e pr1~!WI• dal lato in cui esiste la sordità abituale. In tal caso ammettere cbe è afTtlllO l'organo di trasmissione. Ecco tronde come si spiega qu~sto fenomeno; se nell'uomo si fa vibrare il diapason sulla fronte, turando un nr"ll'~ltu è precisamen te da questo Ialo che le vibrazioni meglio perc~pite; dò dipende dal fatto c!.te le ontle si conce:1trano nella cassa di questo Jato e non escono al di fuori; si concepisce perciò benissimo che un Lampone cerume o altri stati morbosi del condotto udHivo orc)du,coaiOi lo s tesso etfello di questa ostruzione art;ficiale. Il Tillaux J1a studiato in segui lo i diversi processi di razione della tromba di Eustacch io, ed ba insistito, nando, su unA piccola operazione che può rendere i pili servigi ai m~:~ lati allor ché è fatta in tempo, cioè la "'"'...u...., tesi del timpano. Si sa che tutte le parti importanti del pano sono situate nella regione s~periore che si chiama pra- ombelicale; bisogna quindi praticar e la paracentesi parte sotto-ombelicale, avendo cura perciò di seguire la rete inferiore del condotto uditivo. Fatta in questo la punzione è assolutamente inoffensiva e costi tuisce eccellente operazione, semplicissima e che si può !'&AJ·vu.. l'orecchio e qualche volla anche la vita del malato. dovra essere falla appena che si sia diagnosticata l'olile dica, cioè per lo più ventiquattro o quarantotlo ore dopo nizio degli accidenti. I dolori dell'otite in tal modo iono quasi istantaneamente.


CULRUUGICA

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La manipolazione senza inolslone quale posslblle trattamento in oertl caal di calcolo nel rene. - WJLLJA~1 H. BE:-.:-cET. - (T!te Laneet, maggio 188i).

Alla importante discussione tenuta di recente in Inghilterra sulla chit·urgia renale nella Società clinica avvisa a ragione oppor·Luno H Bennelt aggiungere come a lui occorso rl caso seguente: Cadde da poco sotto la cura del Bennett, quale inferma esterna dell'ospedale di S. Giorgio, una donna di abito magro e di disposizione nervo::;a, lamentando sintomi che lo condussero a sospettare essere affetta da calcolo nel r·ene sinistro. Grazie alla poverta delle sue pareti addominali, il rene cadeva distintamente e si muoveva sotto la pressione della mano, e sembrava ùi volume e forma naturali. La considel' azione della tendenza isterica d~lla inferma e l'assenza di sintomi morbosi nelle urine, al di fuor i dl un lievissimo deposito di muco-pus non potevano decidere con sicurezza. il Bennett alla diagnosi di calcolo. Poi che i rimedii non apportavano sollievo alle sofferenze, pensò il Bennetl ru appro~llare delle scar·se pareti addominali, assicurandone inoltre tl completo rilasciamento a mezzo degli anestetici, per manipolare il rene con la più possibile libertà senza esporlo pre"Yeutivamente alla incisione, si che, se si fosse const&lato trattarsi di calcolo, st potesse spostarlo, e se non di soverclùo v~lume, a.v..-iarlo per l'ur·etere in vescica. Che se invece i smtomi dolorosi fossero di fonte isterica, il Bennelt agiva nella speranza. di produrre sulla inferma un effetto mentale !!Ufficìente a sollevare il suo malessere. Peraltro, declinala dalla inferma la anestesia, il Bennelt si decise a provare la ~anipolazione senza questo aiuto. Adagiata l'inferma sul ~~so, il Bennett spinse pPofondamente le dita della mano l!lntstra . d neIla parete addomrnale sopra .tl rene, mentre colla ~dstra pr·emeva in avanti su ì lombi. Resìsi i muscoli fla.cCl 1 d • opo lieve manipolazione per deliquio dell'inferma, riuscì •&Cile ·se nl'1re completamente fr·a le mam..il rene, che venne tnlanipolalo nel modo migliore consentito dalle circostanze. a Pazrente, . benchò alquanto addolorata. dalle manovre della


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RlVlSTA

manipolazione, fu in forze di camminare per suo ,.,.,n,.,,._ all'istante. Ritornata a distanza di due giorni ne!Je migliori COilGIJIIII dist'e che avendo soff.. rto molto disturbo nel seguito giorno dopo la manipolazione, era stata presa nel letto da acutissimo dolore nel lombo infermo ed in relativo lato d~ll'addome. Il dolore si erd protratto per e mezzo e nel frattempo l'inferma a veva vomitato due quando, ad un tratto, solto u!l' infrenahile desiderio di gere, cess6 lo spasmo. Non insorto novello accesso di lore, è senza dubbio ad ammettersi che un piccolo aveva preso per l' uretere la via della vescica, benché si fosse segnalato con evidenza il suo passaggio per È d el tutto possibile che la manipolazione aveva avuto ter·e di smuovere il calcolo dalla sua sede nel rene, candone, per tal guisa, la espulsione. Il Bennett, senza ne,2are che il passaggio del calcolo questro'le pos::;a essere avvenuto per mero cuuJt>~u.•'""''at,r p er6 fr. r•malmente disposto ad alll'ièuirne il risultato alla nipolazronc. La q uale veduta dal Bennelt trae .....v···~..,. conferma da un caso sotto cura di un suo collega, nel il r ene venne messo allo scoperto ed esaminalo senza prirvi la pietr·a, benché a breve dista112a dr tempo in!IOr,ll'!llll! uo alla.cco di colica renale seguito dalla espuiE-ione di un col•ssimo calcolo, che e ra stato, probabilmente, dislocato rante l'esplorazione Si potrebbero citar e altri di simili

F. S. Della epistassi e suo trattamento. - E. (Centralo [ù r Chir., ~. 12, 1b8i). Colui ch"' nello studio di questa forma morbosa non si l'esta alla ricerca delle sue cause generali, ma esamìna vece a ccu r•atamentc ogni singolo caso, ne troverà bene_ la causa in un'azione simultanea di molleplici fattorr, (rJ quali, oltre le più vistose alterazioni patolo~[iche del son da notarsi u11a eSAj:l't"rata pressione collaterale del stema vascolal'e, aumentata feiabilità e permeabilità


CH lllU RG!CA

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vene cd una allet·ata crasi sanguigna. Ma per un cer to nu· mero di casi vi sì aggiunge un'altr o peculiare momento eziolo~!lco, sopra il f{uale K•esselbach ha richia mato !"attenzione dei pratici, e sarebbe l'esistenza di alcuni punli elettivi nel na!'O, i quali in soggetti affatto sani, oppur·e anche solto la azione delle cause sopra menzionate, diventano sede di fre· frequenti emorragie. Queslt loci minoris resistentiae sono dali da una situaz10oe abnot•memente e casualmente più superficiale di alcuni vasellmi. Normalmente i vasi sanguigni nell'interno della mucoc:a nasale sono disposti in tre strati che si coprono a vicenda, e quando per una accidentalità in· dividuale alcuni vascllini dello stt•ato superficiale decorrono per un grande lrallo immediatamente al disollo della membrana basale, basta che vi sia una semplice perdita d' epitelio per renù erli vulnerabi li dalle più leggere cause ir r••tanti. Oltre a ciò non é a credersi che le dilatazioni varicose sieno proprie esclusivamente della mucosa dei tn1'binati; fJOiché esse si possono trovat·e in vario g rado a seconda di diverse costituzioni individuali anche in altre pat·ti del naso. Conseguentemente a ciò, lr-ovasi col microscopio tanto nei soggeLti sani come nei malati, che la causa delleemort•agie è riposta in piccole erosioni, oppure in pun li telangectasici e var icosi della fot'ma c del volume di capocchie di spiUe, facilmente riconoscibili, situati più di frequente al setio cartilagineo in vicinAnza del l"uo passaggio alla spina nasale, più raramente al turbinAto iufet•iot·e, oppure (d•ffìcilmenle riconoscibile) sul pavim~:~uto delle cavita nasali. Quando il setto è incurva to esse varici t•is edono sulla faccia concava, per cui parrebbe come se la muco"'a, in quei punli più floscia e pieghettata, fos~e per sé una causa pred1~ponente della vulnerabilità dei ~a~t. Per questo fattore eziologico deporrebbe ra vorevo'mente 11 fallo gia osservato, che ti punto di predilezione del pavimento nasale si vede di solito là dove la mucosa del pavimento stesso fa passaggio al setto ed in molLi individui mostr-~si lesa in piccole pteghe. P robabilmente sono $ìffalte lo~alt disposizioni, che, dopo avvenuta uu' emorragia cau!'Sta ~ ~n trauma qualunque, provocano Jo sviluppo di telengee Sia e di voricosif..à. Oltre alia descrizione ed ai confronti dei vari punti di pre-


JUVISTA

dilezione della epistassi, l'autor·e prende in esame altre forme di rinorr·agia; dice per esempio che la acuta provoca emorragia soltanto quando é complieatll altri fatti morbosi. Le emorragie nella rinite iperlroftca tanto piu rare e tanto più scar•se 'JUanto piti la m par•sce indurita e di color grigiastro, e nella rioile anche i vasi si alt•ofizzano, per conseguenza le non possono essere che a ccidentali, non ostante che la CO!'>& abbia SIJbito un assottigliamento. S e la mucosa negli »dult• affetti da malattie cron1cbe od acute del conserva raspr lto r oseo, l'emorragie possono accadere copiose e più gravi che quando la mucosa è inspessita, primo caso lt•o, iamo che ìl margine anteriore libero del binato infer•iore costituisce il punto di predilezione per emorragie nasali. Gli angiomi erellili, alquanto rari (non ne conoscono fino ad ora che quattro casi), dànno emorl'agie. L'autore spiega la epistassi vicaria della struazione coll'ammettere cl1e per una difettosa ~..;m,..-•'""1della mucosa utcrina, il sangue, cercando allt•e vie trova queste nei punti elett1vi d'emorragia nasale, la qual dice l'autorc.>, serebbe comprovata da!Ja esperienza clinica. Come trattamento terapeutico in consonanza a queslo celto, vien consigliata la cauterizzazione e distruzione fer•ro rovente e col lermo-cauterio, dei sopramenzionati emorragici e nei casi di alterala crasi sanguigna e di rale sottigliezza dellt1 mucosa, nei quali casi i punti rabili si estenderebbero sopra ampia superficie, tm•nf!l1"8.11*1 vantaggiosa la cauterizzazione dd turbinato medio ed riore, mediante l'acido cromico. Pare tuttavia che nei meno g ravi e nei leggeri sia sufficiente la col nilralo d'at•genLo.

Quattro oasi di Ainha.m. - CRA wPoRD. Jurn. e Centralb. fur Cldr., N. 1, !887).

(J::dimb

Questa rara forma morbosa fu studiata in Calcutta tore che ne raccolse e ne descr1sse quattro casi. L.'ailllb•• é una malattia che colpisce più di frequente il quinto


CHIHU.RGICA

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del piede e spesso nnche simelricamenle, ma può anche colpire le altre dita. ~ulla pelle del dito diventala ipertrofica apparisce uno strozzamenlo circolare che coll'andare de!.!li anni a poco a poco si approfonda !"empre più e finalmente produce il di<~tacco dell'intero dito. Il tessuto osseo nelle dita malate scomparisce, e queste somigliano a mHsse ovali che restano attaccale al piede per mezzo ùi un sollile pe i uneolo. Le profonde incisioni longiludinali sul dito possono, 1!6Condo a.lcu:'li, portare la guari~ion e o almeno un miglioramento. L'autore però non ha potuto convincersi dell'efficacia di questo trattamento. Nei casi da lui osservati non si o11servò traccia alcuna di simmetria perché in tulli gli ammalati non si vedeva colpito che un solo dito e precisament9 in due il quinto dito, in uno il quarto e in un altro il dilo grosso. Il decorso si pr olunga abitualmente per piu anni. L'elio!ogia dell'afl'<'zione ò l ullora oscura. Gli europei vanno esenti do t]uesta malattia. 11111a lpeollla.ztone del •enl front&U. tralb. ftìr Chir., N. 13, 1887).

CuRASS. - (Cen-

La esplorazione dPi seni frontali fu praticata con successo la pima volla dall'autore nell'anno 1883 penetrando collo strumento pe1· la via ùel naso. Il malato era alfc'tlo da carcinoma che aveva dislt·utta la parete anteriore del seno frontale; pet· conseguenza si poteva vedt"r e l'apice della sonda per t"nlro la suddetta cavità. Da quell'epoca io poi Gurassha eseguita questa operazione sopra 21 individui in parte sani, in parte Z118lati. In cinque casi l'introduzione della sonda gli riuscì senza fatica in ambedue i lati; sopra sei casi incontrò in una Parte o nell'altra delle difficolta che però furono superate e in dieci altri gli falli l'operazione. Egli creJe cte con un Più lungo e"er.;izio e con una tecnica piu perfezionata questa op~>razione dovrebbe riuscire piu spesso. A questo scopo !:ii deve preferire una sonda botlonutu ::lto finr, le !>onde di balena sono c!a pretcri•·si, benché Cui !l si sia servito tino ad ora di sonda d'agento La fase più rnp~lante di questa esplorazìone è la ricerca del foro d'en-

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trata, la quale ricerca r esta qualche volta difficoltata tanto da condizioni patologiche quanto da varietà assai frequenti. Il segmento anteriore dell"infundtbulo stremi la anteriore del turbinato medio ~ara sempr e iJ dove si dovra cercare l'ingresso al seno frontale. Come punto di rtlrovo per orieotarci ci !'!erviremo del becco ant~riore del turbinato medio; Lra questo ed cesso uncinato dell'etmoide, che è situato all'esterno, fundibulo forma una doccia che, quando l'indivi::iuo tiene gata la testa indietro, prende una direzione più o meno ticale, termina superiormente con forma semicircolare, feriorm~nte s'assottiglja e finisce io punta. Ora l anteriore at•rotondala di quella doccia rappresenta la d'ingresso del seno frontale. La lunghezza del monta a l2-t6'millìmett·i. Es;, ~on è sempre retto, aÒ-cheessere incu!'valo, n è g-iace ·sempr8:«u(piano dicÒiare, ma piega talvolta in basso o all'mterno..... zion,l di questo pr ocesso operativo ci vien data sp""'''"" ''" ' !!Z dal catarro semplice e purulento del seno fr ontale. -"'!"~~!!!l

Contribuzione &l t ratt amento c hirurgico delle aua11111! della pleur& e del p olmone. - RocRELT. Med. Woch, N. 13, 1887).

L'autore ha tt·atklli 73 casi di essudati pleuritici colla racocentesi. In questo numero sono soltanto compresi éssudab sierosi: siero-tlbrmosi 'ed emorragici. lo ,,uei . . invece dove l'essudato era puruJenlo si venrva tm mente alla toracotomia, previa una puntura esplorative. quanto &Ile indicaztdni per venire alla toracocentesi, RClchelt devesi far la distinzione tra pleurtti acute. le i~Jsorg'Ono m individui di sana costituzione, e gh essudati oici, di lunga durata,.saccati e che di sovente decorrono plicali ad infiltrazione tubercolare. Riguardo alle acute riti, l'autore è di parere che l'essudato sieroso acuto sì evacuare nella prima o tutt'al più nel corso della selLimana. Se l'essudalo é tolto a tempo opportuno cioè che la compressione del polmone sia diveuuta

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CfilRURGICA

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naria e p1·ima che si siano form~Le membrane fibrinose, si t•iesce ad evila1·e con certezza la retrazione del torace. Rochell ha OS!òervali ùodici casi nei qu»li non esisteva aleuna aff..zione polmonare prima della pleurite. In uno di quei easi ~<i pl'alicò la punzione al sesto giorno, negli altri undici lra l'ottavo ed il qnindiceeimo giorno di malattia. I resultati furono felieissimi senza eccezione. Il polmone che era stato compl'esso fu ripristinato completamente e presto sulla sua funzione (in specie, coll'aiuto della ginnastica polmooare) glt ammalati hanno riacqui!òlato le loro forze e si sono rimessi ben prm;to alle proprie occupazioni. L'autore in questi casi, suole evacuare in tolalita l'e~sudato in una sola seduta mediante un apparecchi'> di sua invenzione e, ben inteso, con \ul\e le cautele antisettiche. Per contro, nei ca!:!i della seconda catt>goria (l'autore ne ha operati 61) nou si deve ~vacuare tu llo l'essuda lo in una sola seduta, imperocché in simili casi il polmone per aderonza contrtHta non é in caso di r iempire immediatamente lo spazio vuoto prodotto dall'operazione. Se con una puntura e::;plorativa si è constatato che il liquido è purul t>nto, allora ~i de'e venire alla toracotomia. L'autore ha praticata que~t· operazione in 21 casi di essudato pl.-uritico purulento. In tredici casi fu contemporaneamente ri•c:.!alo un pezzo di costa; una volla l' operazrone fu falla seconrlo il metodo di I\ooiz (laglio DI'l mezzo della costola, d~l'tacco del perio!<Lro e re~ezio~e dell'<•~so colle pinze mciSJve). In 1ieci casi fu r ono incr.:;e !'Oitanto le parti molli Cinque d"g!i iufermi co;.l trattati m or irono in corso di cura, cioè: 1 ~ un CAso a nanne la mo l'te quattro giorni dopo r c.perazrone per embolia ceJ•ebrale, nE'gli altri quattro le forze dei ~alati erano ecce~<;ÌV!lm ente scadute e l'operazi•>ne era sU\ la tllar·Jotu di troppo. Gli altri 19 casi ebbero esito assai ravor .. vo!e. ~ m !';eguito oli' operazione e furono completamente e l'~:~dJcalment"' guariti dall'erupiema. A Propo«ilo di questo risultato, Rochelt espt·ime l'opinione . . . elle se i 11 . 01-!rH e"l"Udato pleurJt1co SI fac ...sse la puntura nella !rr~a 0 tutt'al più n~'lla St>COnda settnn~tna o se uei casi di mprerna si facesse ltt tol'acotornio immediata i risultati sa-


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RIVlSTA

r ebbero ben diver·si e molto più favorevoli dinariamente ci dénno le statistiche. Anche nel pneumotorace possiamo r ip!'omellercl effetti dalla cura chirurgica. Troviamo infatti riportati l'aulore due casi di pneumotorace sopravvenuti imn.rn,rril mente in infermi tisici, ed operati colla punzione con ri!';ultato. A questo proposito Rochelt è di parere che in i casi di pneumotorace con fistola chiusa e nei ']uali raccolta per entro la cavilit pleurica esercita ecce~siva sìon(;) sopra or~ani vicini, specialmente sul cuore, s ia cala la punzione. Passando alla chirurgia propria del polmone egli fa ferenza lra affezioni di natura tubercolosa da quelle indole. Nelle prime la cura chirurgica naturalmente non apportare la guarigione ma tutt'al più un migr Ben diverso saré l'effetto per le malattie polmonari non bercolosg ed è in crueste affezioni appunro che la cura rur·gica è più giustificaLa. Ad esempio 'l'autor e ri rerisce caso di br•onchiectasia che fu guarila coll' operazione. uomo di fl!) a'lni il quale da lungo tempo soffriva di ~l'llnlellli catarro bronchiale fu colpito nel marzo 1883 da pleurite rulent.a. L'autore praticò la toracolomia e trovò al Sel~id.Q gior·no dopo l'operazione un punto flulluanLe nel pol mo·~ L'accesso fu aperto col cauterio di Paquelin e fu ev JiiCuaua del pus, alla ca vita fu praticata la fognatura, e vi si init>zioni di !<Oluzione borica. Guarigione dopo cinque mane. Quanùo non vi sia secrezione putrida, icor osa crede che il tamponamenlo colla garza jodoformizzata sia trattamento pìu opportuno. L'autore ritieoe che il tratta.. mento chirurgico delle caverne bronchiectasiche, umsav•••-• queste sieno di grandi dimensioni e che non siano multiple;. sia per•fellamenle indicato, però fa osservare cb e r opera,.. zio ne in questi casi deve essere fatta per tempo e prima cb• la materia secreta ~i faccia putrida. Si riferiscono ancora due casi di ascessi polmonar i, quali però il trattamento chirm•gico ebbe esito sfa ''"'""v'"18'"·~ Finalmente lt·oviamo segnalato un caso di gangrena monare operata con successo. T rattavasi di u na ~ n ,nPIDIL.


CUJHURGICA

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molto emaciala che aveva una pleurite purulenta sinistra, con ur: ascesso circoscritto del jJOlmone dello stesso lato. Roehelt apri la parete tora.cica con una incisione ed aprl anche la cavità del polmone col collello, perchè non er a il caso di a ·loperar e il cauterio di P aquelin, nè si poteva azzardare una res~>zione costale avuto riguardo alle g ravi condizioni generali dell'inferma. Fu fatto invece illaroponamento della cavilli colla ~arta jodoformizzala. Dopo cinque settimane il polmone era guar1L0. lo lre settimane l'ammalata ave"a guadagnato sette chilogrammi di peso.

un

Jleaesione di metro e sessanta centimetri d'intettino gangrenoso oon enterorafta.- Koc o ~::a - (Deust. M ed. \Vocltens., N. 13, 1887). L'interessantissimo caso alla cui s toria si connettono d~lle pre!-(evoli ed i strutti ve riflessioni dell'autor e si compendia in questi poch i cenni cl1e seguono: Un operaio ùi 67 anni il q uale da molto tempo era affetto da ernia iuguinale destra voluminosa quanto la testa di un bambino, fu preso improvvic:amenle dai sintomi propri dello strangolamento acuto. Entralo all'ospedale 18 ore dopo, venne sottoposto all'operazione. La pressione misurata col manometro nel sacco era di 67 ceni. d'acqua. Dopo anerlo il sacco erniario si -ride l'enorme ansa intestinale gui in preda a gangrena. Si procedeLle all"estrazione dell'e«tremità <~up~>riore ed inferiore degrintestini mortificati e l'i "'"t.,'llilò a l estrarr~ finchè cadde sottocchio l'intestino P:r~elt,'lrnente sano. Fis... ato in quel punto il viscere e dopo l'ls('ulcquato il tutto con soluzione di sublimato all'i per 1000, t~LI<t la pa1·Le gan;{renosn n~nne recisa immediatamente vietn.o al me ... enteJ·io e furono allacciati tutti i vasi, si applicò qumdi, sutura inlerri::a comprendendovi la mucosa e sopra <Jue l ' ' • l' 8 una seconda sutura Lrascot-rente comprendendo as~~rne la sierosa e la muscola r e. Dopo falla l'estirpazione e testicolo trattenuto nel canale inguinale e dopo un'allL·a accurata d.tsmf.-zione · s i r·ipose l'ansa entro l'addome. Final... ...ente si a PP 1·tco· un tubo tla fognatura (che s1· tolse a l se-


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condo giorno e si fece la fasciatura). Il pezzo ....,,_••,. .asportato misur ava un rneLro e sessanta cen timetri di ghezza. La guarigione si fece senza disturbi; 18 giorni l'operazione il pa zieute venne licenziato e un mese dopo ottimamente in salute. A proposito di questo caso Kochet• fa osservare con gione che l'oper·azione di DupuyLren non regge al cortfNmlli colla resezione e colreoterorofia, poiché pr ima che si adoperare l'enterotomo di Dupuytren i malati per la massatrq par te soccombono in seguito alle consegu..nze dell'ano naturale. Oggigiorno non s1 riconosce altro mezw più zionale ed efficace che l'erniotomia segllita dalla res1ezil()qj e dall'enterorafia, che tra gli altri vantaggi presenta quello di poter e impunemente aspettare uno o due gior ni. la buona riuscita del metodo conviene sopratlltlo riseeare tessuti perfeltamente sani e di òi~mfellare inappuntabrl La escisione cuueiforme del mesenlel'io non é una pratica perchè si offendono i vasi nutritizii. Opt>rando tesl"uti sani, i r ispellivr margini intestinali si affrontano feltamenLe. Per la sutura si adoperi seta sottile. La sutura terna nodosa deve interessare tutto lo spessore dc deve procedere all'inserzione mesenterica dall'esterno terno, ed alle parli circostanti dall'interno all'ester no. La tura esterna deve essere a punti passati. F inalmente nota che il caso surricordalo è assai interes!'ante anche punto di vi!>.la della fisiologia i nquantoché dimostra che enorme porzione di tubo intesLmale può essere in un trallo esportala senza che ne avvengano apprezzabili u•~·....'·dl digeslione.

Sulla pressione elarrtioa, localizzata della •papa. C. WEJL. - (Centralb.fur Chir., N. 7, 1887). Vveil ci descrive un metodo di cura risolvente siva già us~:~to di preferenza da Heine, metodo elle egli occasione di fat• conoscere una volta alla sorie tà modica Prags e che ciò non oslante non fu abbastanza a Il precipuo vantaggio di questo metodo l'autor e lo fa


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stere nella precisa localizzazione della pressione e nel nessun pericolo di compr essione laterale. 11 metodo è descrillo come se~ue: la regione o l'arto su cui si deve agu•e deve essere involto in un apparecchio immobi:izzanle di gesso, oppure di silicato di potassa; nel giorno succes!'\ivo si pratica una finestra sulla sede della malattia. La finestra viene riempita di pezzi di spugna tagliata in forma ,Jì cono, i quali vengono poi energicamente compressi da una fasciu di gomma. La fasciatu ra deve essere rinnovata ogni 2i ore anche se l'individuo non risente alcun incomodo. Biso~na rar•e speciale attenzione di non com primere contro sporgenze ossee, poichè ciò dar ebbe. luogo facilmente a produzione di escare. Secondo l'opinione di Weil nessun alLro mezzo può slat•e a confronto con questo nell' ollenet·e in brevissimo tempo dei potenti effetti risolutivi. L'indica zione piil frequente per questo metodo si troverebbe prima m~lle icii•ertrol'i cronichA del ginocchio, oltre a ciò in varie altro elfezioni delle EH'licolazioni, delle ossa, delle f!uaine tendinee e da ultimo negU an~domi e n elle ernie. Jn appoggio alla sua le!!i l'autore st~eglie dalla r elativa casuislica sei osservazioni cliniche, cioè: t• Una donna di 46 anni con artrite deformante del ginocchio in seguito a frattura articolare; dopo tre mesi di truttamento fu licen~iata migliorata di molto. , 2• Un vc,Juminoso tumore cavernoso alla metà destt·a del torace in un uomo di 22 anni; il tumore dopo un anno di non interrolta cura compressiva si trovò ridoll{) ad un terzo tlella sua primitiva g r ossezza. 3• Sei casi di er nie; tra IJueste vi furono due grandi ernie scrotali che dapprima non si potevano riporre, sono diven~le riducib•ll dopo que~ta cura , ed a nche contenibili con Clnt{) appositamente fabbricalo. Finalmente due g randi ernie ODlbellicah incarcerate, le quali dopo la riduzione (in un caso ~u necessaria l'erniotomia) furono tenute a pos to mediante 1 pezzi ùi spugna e la fascia di gomma. .


BiO

JUVISTA

La ohlrurgla dei polmoni. Wocllens.

ZIELEWICZ. -

(Deut&

La chirurS!'ia operati\•a della pleura progredisce con incessAnti, verso la meta che si é prefissa, che è di minare con qicuri r.rileri le sue indicazioni operative. Da parte, ogt.rigiorno a nessuno può cadere in mente di rar lire il proceqso esl"udativo colla pnnzione nella plE-urite dativa, e d'altra parte è noto a tutti che il rapido ................. dell'es*"u iato ed i fenomeni morbosi che ne cooseguitano stitui::.cono una indicazione vitale dell'operazione. Pero danno casi in gran numet•o, in cui nonosta nte l'ap,pJi,caziOII dei mezzi inlet•ni ed esterni assorbenti, l'essudato non menta già, ma non accenna a d1rninuire e conserva,.i per sellimaoe al medesimo livello. Circa al tempo in cui si procedere all'operazione in simili casi domina ancora grande tlivrrsità di opinioni. Dal punto dì vista chi rurgico starebbero Lre settimane per con 'l'i ncers:i della metficacia mezzi al"qOt·benti interni, e per r·egola non si dovrebbe trsscorrere H tempo oltre questo limite senza venire ad atto oper·ativo. È bensì vero che si son dsti casi non r1uenti in cui dopo esl'ere rimasto stazionario pt'r più mano i'e!'sudalo si riassorbi senza lasciare alcun disturbo compressione per parte dell'apparato respiratorio: ma rienza c'in~egna che neJJa grande maggioranza dei cal"i assorbimento oon ha luogo e cbe d' alll·onde. quPsti e l"tazionari essudati spariscono inYece assai con una sola puntura essendo cosi in nostro potere di un corso rovo,~eYole ad una malattia cronica con una -~.-.. ... zione innocentiqsima. Pur tuttavia negli essudati pleuritici secondari, se causa processo è una incurabile malallia del polmone, la punUll't non è senza importanza. A queste 111alattie appartiene la tubercolosi nella quale vede spesso all' apoarire dell' t?Ssudato un mitigam~nto processo lubet•coloso, qualche volta si vede un vero arres~ e per contro si ossflrva poi il PI'Ocesso riattivarsi co~. gior fot•za dopo praticata la puntura. Ma si danno casr m


CHIRURGICA

dopo una evacuazione a nche parziale dell'essudato cede la febbre, si dilegua la dispnea e si s tabilisce un certo benessere generale. Perciò avendo n fare con soggetti tubercolosi si dovrà, pr1ma di procedere all'opeJ'azione, ricercru·e e cono~cere le condizioni del polmone ~ano, !"estensione dell'mllllramenlo del polmone malato e sopra lutto lo stato generale del paziente. Nt>i ti!' ici ve<.Jiamo non di rado fa r si il pneumotoracee non solo per la presenza di ~ros«e caverne, ma anche di piccoli focolai bronchier.tasil!i invisibili quanJo le loro pareti vengono distrutte. Spes~o queste fistole aereo:! si chiudono dopo che la Cllverna /'>scoppiata e che s i è stabilito il pneumolorace; la malatUa cbe ha esordito con sintomi piuttosto violenti progredisce, si fa compr~ssione degli organi, specialmenLe del cuor·e, insorge la dispnea ed il protesso si chiude con una pleu,·ile sierosa e Lalvolla purulenta . In simili casi la punlur•a sodrii<~fa ati una indicazione vitale, diminuendosi la pressione endotoraci(•a; dopo uscito il liquiòo l'infermo è di molto alleviato dalle sue sofferenze, od in qualche caso con questo atto operati vo si riesce ad ottenere la guarigione (Rochelt). In rJnanto all'essudato purulento, al giorno d'oggi, nessuno pii.t Cl'ede che si possa spe1·ar e in un riasso•·bimento, e non si troverà più un medico che lasci pel'Ìr'3 il suo paziente senza prima tentare un atto operati vo. Attendere poi la gmmgione daU' t~per·tura spontanea dell' empiema all'esterno vale lo ste~so che complic~:~re il male giacché in tal modo la suppurazione si prolun!:!a all'infinito, la m arda s·infi!Lra in piu luoghi l! final mente il malato ~occornbe al marasmo. N è si pos~ono rond»r•e maggiori speranze dell'uscita del pus per la via èei bronchi. Nell' empiema afjunque non esiste allra int.licazione che lo ~vuotamPnto del pus e quanto più pr esto ciò si fa, tanto è rne~lio poicbè s'impedisce che l'infermo diventi ~achettico e il polmone in causa della compressione lungamente soferta perda ogni sua funzionalita, il qual fatto può avvPrarsi anche in breve tempo, quando specialmente vi è abbondante Prodllzione di membrane. Ma ~nche in queslo caso non dob-

;b.


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RIVISTA

biamo lralasciare l'operazione, giacché con un·sn~P.PbJJ~ bastanza a mpia del torace, ampliata ancor più dalla col'ltale, possiamo rimuovere molti di quei prodotti nosi. Che l'intervento chirurgico non abbia sempre il di darci la resitutio ad integrum, ciò é noto a tutti; ~uttavia costituisce ~empre Ull& preziosa r•isorsa. giacché còmpito non é gul di rimuovere od arrestare il processo gistico, ma bensl di allontanarne i prodotli e quantt> pia lecitamente questi saranno tolti, ~ra tanto di ~o>u·ca•Jt~IIPIIII! per l'infermo. Senza diJungarci in conrronti ed apprrez.za~Dell tra i ''arii metodt operativi, non possiamo dispe nsarci rammentare che il precipuo progresso ottenuto in campo rlalln chirurgiA protetta dalle cautele an tise ttiche, deve riporre nel fatto dell'aver potuto stabilire con preci quancio sia da evacuarsi l'essudato pleuritico colla l'eJnDiiJIII punzione e quando questa non é più sufficiente e quindi debba pr·oceder'e alla torac<>tomia ed alla resezione Colle rautele antisettiche, l'apPire largamente il torace d operazione di un uso generate quando si ebbe la certezza essendo l'ope1•azione interamente ase ttica l'aria che nel lOI'ace si riassorbisce senza quei danni che tanto si venlavano in tempi non mollo remoti, cioè in quei tempi cui Dupuytren, affetto esso medesimo ùa una pleurite lenta, ebbe a rispondere ai colleghi che gli avevano n n !>DCIIII la toracen tesi : preferisco morire per mano di Dio an~~~ degli uomini. Mentre nella cura delle affezioni della pleura anche vecchia chirurgia faceva lodevoli ed efficaci sforzi; le lattie del polmone diventarono oggetto di ~rattamento rur!!'ico soltanto in questi ultimi anni. 1 progr essi della tica anti-settica e le sue conquiste nel trattamento delle cavi là del corpo, ma piir specialmente i i'Ì;>IJllati più favorevoli che di Riorno in giorno raceVàOO !!U.adllg'E-;,". _• credilo alla cura chirurgica dell' empiema , lali rurono circostanze per le quali sorse nell'animo di tutti la zione che anch& il parencbima polmonale poteva van . samente essere allaccato dal coltello chirurgico, al paM qualunque altro tessuto.


CUTI\ UliGICA

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Le operazioni praticate nel polmone colle regole aseltiche non p1•ovocano reazione, quindi non sono a tetneJ'Si processi llogi"tici, e nemmeno emorl'agia, la quale è s empre insignifle~~nte e si può sempre dorn1110re. I.'a,.venire adunque della cb1rur·gia polmon11re non dipender à dagli ora menzionati due Callori, ma piuttosto dal pe1·fezionamento dei mezzi dia gno · stiri tlei focolari morbosi che noi vogiiamo render e accessibili ni nostri strumenti, NPI trattamento chi rur~ico del parencbima polmonare si avrà per obbiellivo ùi arrivare per la via più corta al polmone con iniezioni di liquidi capaci di modificare il tessuto polmonare, oppure vuotare delle cavità patologiche. Do ultimo alcuni ammettono una te1'za indicazione cioè la rest-zione di una parte ùel viscere affetta da tube!'colosi (Ru;!gi).

Dagli esperimenti falli ùa Koch sugli animali è già provato che il porenchima polrnonare si trasforma in tessuto cicalrizJale colle iniezion i di ioduro di polas!"io. Mosler ed altri hanno lenlalo l'esperie:~nza sopra l'uomo ; le sostanze adoperllle furono succf'S!'<ivamcnle l'alcool al sublirnato, l'aci.lo sa\icilico, raciùo fenico che furono iniettati allraverso p~rf'li loraciche con adolla sciringa. ma l'esito non cor'raspose all'aspettazione ed il metodo cadde nell'oblio. Fm ,lal 1883 Iliiter ebbe occasione di aprire una caver na br(Jnchieclasica del Ialo superiore del polmone destro in un a~malato febbricitante. A queste operazioni non segui reat&vne alcuna e si ollenne un miglioramento nelle condizioni g_enerali; l'ammalato morì dopo alcuni mesi per degenerat ione amiloide. Dopo che il Mosler fece conoscere il caso e 1 ~ ><ue osservazioni al congresso medico del 18&3, la lelteratu~'ll della chirurgia polmonare si art·icchi notevolmente. Edoardo Beli raccolse 26 casi di operazioni, tra Je q uali si ~nt~tv~no quattro guarigioni, quindici miglioramenti e sette ecessa (l884). Ed altri consimili casi pubblicarono Heitler ed altri.

1:

Le gangr·ene bronc~hieclasicbe furono le affezioni più fre:~entemente soggette ad operazioni chirur giche. È noto come 1

ammalati da bronchiocla.sie possano stare r elativamente


RlVISH

bene per molti anni; ma appena s uccede un ristagno ad com posizione dei materiali segrega ti dalle caver ve tasiche, si fa nno infiammazioni, metastasi, febbre d'in emort·agie. Le operazioni fatte in simili eircostanze se sono troppo lardi ve, producono maggiore o minore '"""'•'CN!i Le~ell raccomanda l'operazione in base alla propria r ienza. Lauenst~in apri una caverna 1iell'apice destro del mone ed ebbe pet· r •sultalo che il paziente per due armi ritornare alle sue faticose occupazioni, ma morì poi emorragia della st,..ssa caver na. Bull pubblicò quattro di sua esperienza dei 'f:uali uno si riferisce ad un au•m••~ affetto da bronchiectasia cilindrica con aderenze L'ammalalo morì. William operò una caverna CO"'?'Ii"'" '• empiema ed olteunc un miglioramento. De CerenviUe due casi etl ottenne per risull.ato che il contenuto delle verna ~i modificò favorevolmente . tanto in quantità che qualità. Il pr·imo infcr•mo mod due mesi dopo per zione, il secondo due settimane dopo che era s ta to Roccbelt fece uno loracotomia per empiema ed avendo due gior·ni Jopo constatato col dito un ascesso del egli lo aprì; il paziente otto settimane dopo era guarito. gangrena polmonare, soltanto quando è localizzata può sere O§.tgeLlo di trattamento chirurgico. 11 relativo casuislico è un po' scarso, non si conoscono che dieci in comples~o operati con soddisfacente effetto. Anche rigua rdo agli ascessi polmonari le osservazioni ancora in troppo esiguo numero e per la maggior pat·Le è cerlo se siasi lraltato di gangrena piuttosto che di a~l)88~ L'3ulore ha oltenuto completa guarigione di uno di casi. Anche le caverne tubcrcolose possono offrire teJTeno opet·azioni chit·urgiche. De Cerenville ha operato quattro di caverne degli apici in infermi tisici, però con risultato gativo; gli ammalati non sopravvissero all'operazione poche settimane. I n complesso dal trnllamento chirurgico delle caverne si ebbero in ver·o che risultati poco confortanti; per ò bisOI!IIa;,j


CHUUJRGlCA

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notare che gli sforzi fino ad ora falli non escono dai limiti di semplici tentativi e la mancanza di indicazioni precise contributsce molto a render quesli tentativi infruttuosi. Al congr~s~o di Wiesbaden, SI è dichia1·ato doversi qualificar e le caverne nolt me tangere, poiché operando non siamo in grado di limitare i focolai lub3rcolosi ed evitare l'infezione generale. In quanto alle caverne bronchieclasicbe l'indicazione per un intet·vento chirurgico non può essere dubbie. La struttura anatomica di questa cavttà non dà a temere per forli emorragie, ma siccome colla decomposizione delfo sputo l'infermo è minacciato da gan~rena cosi deve risguardarsi come precipuo compilo della terapia roperazione di penetrare nella caverna, far•la guarire o per Io meno evacuarti"e il pericoloso eonltmuto. In generale dopo l'oper·azìone lo sputo si fa più scarso e ad ogni modo perde il suo pessimo odore. La febbre e il deperimento gener ale non costituiscono una controindicazione all'opc.wazione. Williams e Godlse operano solo in quei casi in cui é ammalato un solo polmone, le caverne risiedono nel lobo inferiore e le lamine plem·iche hanno contratto aderenze. L'ascesso polmonare, di r egola, per sè conduce & morte; l!oltanto in casi eccezionali esso si fa strada all'esterno op· pure si a pre nei gro:;si bronchi. Sor ge quindj la indicazione semplicl"i;ima dt evacuare il pus e quanto più presto ciò si farà, tanto meglio. L'e-.ito dell'opei'Ozione dipende, come altrove, dal metodo. ~ Pnnzioue che si u:.:ava una volta si è mo!:>lrata insuffietent'.! ed inopportuna; si venne ben presto nella convinzione ~on e""'er <:ufficit!nte operare cosi alla cieca con strumenti. lire 8 C1o, con<'esso anche che col lrequarlì si r iesca a evacuare il matPriale di una cnverna, l'aper·Lura non sara mai ah:~~tan7.0 ampta ùa permettere l'applicazione di sostanze 111 \i -Jicomento!'e al focolaio morboso. A nulla valse il lt>nlavo. J'aLlo altre volte di dilatare l'aper·tura del trequarti colla 1 :~~~~a~·in. Un'apertura fattasi coll'incidere lo spaz1o intercoCI allargu alquanto la via, ma non è ancora sufficiente


RlYlSTA

da permetterei di riscontrare cogli occhi quello che colla mano. Invece q uesto intento si ottiene colmJJ,te&q~ colla resezione costale. Questo metodo ci offl·e il della relrazione del torace il che favorisce molto la gione, com~ si sa pet· esperienza. Dopo la r esezione ba soLLo l' influe nza del pr·ocesso cicatriziale la retrazio!Hl tor·ace ,.e~o l'interno, la caverna si riempie e si sotlo le influenze meccaniche favorevoli provocate 1 sez one CO!;tale. Sollanto colla re;;ezione e possibile llD tamento antisellico della ca,·erna. Con un'ampia apertura parete toracica si possono far pervenire nel viscere cbe in allro modo non si poLrebber o introdurt•e. Io ratti l'lenza ci ha insegnato che il parenchima polmonare mente tollera il contatto di liquidi i quali possono care violenti accessi di tosse e talvolta bronchil<:> u·;~~~....,••OIII mortale. P erciò l'autore suole medicare la ca vita del con sostanze polverulenti come il joJoformio e la jodoformizzata per tampona mento emostatico ed insieme ti settico La sede dell'operazione é di solito o sulla linea a o sulla linea scapulare a seconda della sede del morboso, ma l'autore, occor·t•endo, penetr·a anche poJ monare rise<ando la seconda e terza costa. Dagti esperimenti fatti sugli animali da Block, Glùl".k altr·i per cono!'ccre quale influenza a bbia sulla vita il un animale di una parte o di una metà di polmone, si 6 duto che il comglio sopporta l'operazrone sen1.a a pericolo; iucorRggiati da questo successo molti tr11::;portarono l'esperienza sulruomo malato. Quanti fu operati &ltreltanli furono i morti, tranne uno operato Kr·oulein. La r esezione polmonar e fu pra tica ta per due scopi o per poter eseg-uir•e altre operazioni sul torl.lee oppure agire sul polmone stesso. L'op•~"a:tione per il primo può e"!'ere giu~tificata. Quanto poi sia vantaggiO!'!~ la lu~ione di una porzione di viscet•e ammalato, questo dir·a con maggior certezza la ch 1rurgia dell'avvenire.


CUI!\U'JIGICA

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ad oJ'a i tentativi falli nou inspirarono fiducia ad alcuno. Del resto i [.!iganleschi prog1·essi della odierna chirurgia, potrebbero fra non molto dissipare molli dubbi e farci superare ostacoli ora creduli invincibili ed affermare anche qui il vecchiO assioma chirurgico: ubi pus ibi incisio, ubi hemor ragia ibi ligatura, ltbi tumor ibi eztirpatio.

latura del nervo mediano aeguit& da guarigione. Scaiir.LER. - (Cenlralblatt jur Chirurgie, 1887). La Jes1one del nervo rimontava a cinque mesi e mezzo prima della operazione della sutura ed aveva colpito il nervo e<JIIllamente al suo punto ui biforcazione nell'incavo sotto il legamento del corpo volare. Lo Schi.iller dopo avere r avvisato il moncone centrale ed i rami per1ferici, interrotti nello 8pezio di 4 centimetri, l'iusci mediante lo stiramento nell'avambraccio a ristabilire colla s utura la continuita del nervo mt~dia no. Il ristobilimelllO della s ensibililà negU estremi delle dite si compì dopo quattro settimane dalla operazionE>, il prirtctpio del movimento dopo sei, finché gradualmente si ottenne il ritorno al completo uso della mano. La sensibilità si ri8tabili nella sf~ra di azione ù+"l nervo cucilo, così bene come lo era nel lato sano. Prima della sutura era stata con..,talata la completa paralisi dei rami sensibili e motorit forniti alla mano ùel:'lra dal mediano omommo. Un caso stmile, però del oer vo rt~dtale, occorse da lempo al. nostro maggiot·e medico doU. Di Fede (1), il quale pub· bhc6 della imQort.ante operazione e dello splendido risultato una dotta monog••atìa, che ebbe merilatam~:nte l'onore di esl'ere con molto fa vor·e commentata anche nei giornali medici straniert, tra i quali il Lancet. F. S.

(l)

01 F~oe- Un caso dlntvrorafìa per lesio11e del neruo raditlle. - (Gior·

llllle N 11 ,. d

e .. o el R.• B~trcllo e della R.• lllarina, !885, pag. 7:U.


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RIVISTA DI OCULISTICA Cataratta sperlment&le consecutiva alla bljpltl•t'i nattaUna. - (La lndependencia medica agosto 1886). Amministra ta per la via digestiva la naflalina i n dose di cingue centigrammi per ogni cbilogramma del peso corpo ai conigli, questi mostravano chiaramente una ratta, la quale si sviluppa dal 3• al 20• ~ioroo. Questo rimento o,cquista maggiore importanza dall'attuale fl'l!attilllll uso della nartalina nelle malattie infettive. F. S.

uso per misurare l'acutezza visiva. - DoLL L. (Recueil d'apAtalmologieJ settembre

LA.RMINOFF. -

Dopo a\·er mis urato le altezze delle lettere che gono le scale dei Cllratteri più usuali, quelle di Sn ,ellEifla ~ Schweiger, di Monoyer, di \Vecker, di Gslezowski, di d'Adamhuk, di Krjukoft' mediante un oftalmometro e un angolo di GO•I'autl)re è arrivato alle seguenti concltUSJIOII i• L'a ppli<.'azione pratica dei principii sui quali mi$urazione dell'acutezza VIsiva lascia ancora molto a derare a cagione della mancanza d'esallezza degli n!!aelll•: 2• Gli errori di estimazione nella misurazione tezza visi\'& causali dall'inesallez.za delle lettere raggiungono una cifra notevole; 3' Le scale che !Servono alla misura dell'acutezza richiedono un'accurata correzione; 4• II metodo più esalto per determinare la la misurazione delle altezze delle lettere coll'oflal


RIVISTA DI OCULJSTICA

8~ 9

5• ~ella pubblicazione di nuove scale si dovranno appli-

care molto e!'Stl.&meole le correzioni. Ben e raJ:(ione l'autore constata la inesattezza delle scale oUometriche di cui si fa spaccio; ed io ispecie di alcune, che davvero, anche coi piu grossolani metrici riscontri, si possono riconoscere difettosissime. Alcune però non sono cosi inesatte Ja doverle nell'uso pt·atico escludere: le originali dello Snellen, quella del Monoyer, sono, nei limiti possibili delle ripJ•oduzloni tipografiche, commendevoli. Basate le misure sull'altez.;a dei caraLLeri, vorrebbe escludere tutte le scale a caratteri non quadrati, e quindi appunto quella del ~Ionoyel.', del Giraud-Teulon. Bisogna calcolare la lunghezza piultostç, e l'esatto proporzionale rapporto tra la larghezza complessiva delle lettere e lo spessore dei tralli descrillivr. Certamente le misure oUalmometriche valgono a determinar~: nel modo piu preciso le correzioni necessarie. Però praticamente è sulle riduzioni iotografiche che può fondarsi, meglio che su qualsiasi altro mezzo, la inappuntabile riproduzione dei caratteri tipici.

h cllun proce1so che permette d1 mantenere In po1to Jer 1lD tempo molto lungo la medicazione applicata Gopo l 'operazione della cataratta. - Dolt. B. WJcHeRkJEWJCz. - (Recueil d'ophtalmologie, febbraio 188i). Le medicature rare e che possono essere lasciate in sito

~fhono vantaggi considerevoli in certi casi, specialmente negli Individui dediti all'alcool, dopo l'operazione della c~taralta e<l anche per evitare i casi di auloinrezione. li processo che adopera l'autoi·e è il seguente : Nel giorno precedente all'operazione il malato prende un :rga?te; e, su é necessario, un bagno genetale. Dieci minuti ~o l operazione si cocaini.;:a l'occhio. Dopochè l'anestesia • le è ottenuta, si lavano le palpebre e le vicinanze del1 ;ebi~ con una soluzione di subtimat.o al lfSOOIJ. Le vie lannab ed il cul di sacco congiunti vale sono lavate con una Si


RlVISTA

sol u~ione al l

sooo. Si adopera la stessa soluzione

l'intiera operazione per mantenere l'antisE'psi. Si le gando lutto il campo operatorio e le palpebrt• chiuM stessa ~oluzione. Si asciuga con biancheria d1 Ilio mersa poco prima nell'acqua bollente. Si applica allora strato conven1ente di garza al iodofor.ruo, poi ovatta llca ed infine un binocolo colla garza al sublimal.o. l fascia devono esser numerosi. Se il malato non si che è il ca~o ordinario, si lascia lullo 10 sil.o per 4 Per to{Iliere la medicazione si umetta collo s pray Si inslillano alcune goccia di sublimato nel sacco coragh.. ' 'aie e si applica un nuovo strato di garza al iodorormio si fissa con una fa<:cia di flanella. La seconda r imane in sito 2-3 giorni. In questo momento l'occhio baralo di ogn1 medicazione. Una precauzione da é quella di coprire bene l'orecchio con uno strato pOI' evit& I'G il dolore. Dopoché questa medicazione venne messa in uso, occhio fu per duto per suppurazione, anche quando ""11'U'I,,... pr imo. dell'operazione complicaz.ioni da parte delle Della 0111'& delle erDledell'irlde negH uoeal4dla - Oott l. R. DA GA.l\u. PINTo, di Heidelberg. d'oplttalmologie, febbraio 1887).

In un primo malato affetto da ernia dell'iride, esportò l'ernia, dopo d'averla liberata dalle sue e<lerenze neali. Fece quindi una medicazione col iodoformio. L mutamento della polvere antisettica produsse una turacciolo che permise alla camera anter ior e di rìll:8DIIIn! L8 guarigione a' ,·enne senza sinecchia anteriore. l ginto da questo successo, risolvelle di chiudere la zione ricoprendola con un piccolo lembo congiuntivale. casione di applicare questo processo si presentò tost.o. fanciullo di 9 anni affetto da perfoa·szione della cornea ID guilo ad ulcera fiittenulare e ad ernia dell'it·iùe da E<~porlala l'erma, si mobilizzò un piccolo lembo della


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bulbare e si applicò sulla piaga. La riunione si Cece rapidamente; la camera anteriore si rislabili e a poco il lembo si ritrasse e perdetle ogni incurvatura anor-

Una l!econda operazione di qu~sto genere ru tentata senza ilo~10 dal dott.

Bernheimer. Si trattava io questo caso ili cheratite m!eUiva pr~sentant.e cattive condizioni di riu-

1D un terzo caso Poperazione ru Calla dal dottor Becker. esportò l'iri.-!e, ma non si potè liberarla completamente sue aderenze alla cornea. Il lembo congiuotivale pt>r si saldò in modo perrello ed al settimo giorno non era pollsibtle distinguerlo dal tessuto circumambiente che con lente. , .lll'lla'tilllODl& prodotta cl&ll'abuo 41 tabaooo. - (Recueil d'ophlalmologce, febbraio 1887).

D dott. G. de Schweinitz ba presentato alla Società di neodi Filadelfia otto casi di ambliopta nicotinica. Nei 3 primi maiaLi l'esame ollalmoscopico Cece rilevare un opali no con g r osl'e vene retinicbe mollo oscure; il , . atiiiiAntA un nervo oltico sbiadito, piccole arteriuzze, appadi uo'inctpiente atrofia; il 5• un'atrofia gr1gia; il 6• di una nevriLe e gli altri due nessun segno 8(1pat•ente. l tre primi casi sono tipici dell'affezione dovuta al tabacco, gli individui pre!'lentato une dtminuzione graduale e ;JI'I~tar~~~•v• della viste, r tbdle alla terapeutica ocular6 ; una ·~maaZiotn~ geoer·ale di stanchezza, immagine otlalmoscopica toeo definita, uno aroloma ov11le e simmetrico ot>l campo visione tra il punto fissato ed il punto cieco e nell}uale percezione del ver de e del rosso é speciaJmente affetta. In uno di questi casi si trattava di una ragazza addetta lnan1rauura dei tab~tcchi, nella quale la vista ridivenoe lf!•QDI~a la un mese dopo di aver cessalo di attendere a questo di lavoro. Cinque allri casi hanno otteout.o notevole mi~lioramento SOppressione assoluta dell'uso del tabacco.


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Del va11 augulgnl della oornea allo stato DonaaJe tologloo. - Dott. ScFiéiSL, di Praga. - (Reeueil mologie, febbraio 1887).

Dietro ricerche microscopkhe assai numerose e m i1n111111 l'autore è giunto alle seguenti conclusioni: 1• Contrariamente all'opinione generalmente non esiste reticolato sanguigno precorneale, nè nell'occhio feto umano, nè in quello del feto dei mammiferi; 2• Oltre al reticolato marginale superficiale esiste l'uomo c negli animali un secondo sistema, più o meno pato, di vasi sanguigni marginali, sinu~i e situati più clamente; 3•1 vasi sanguigni patologici che s i sviluppano nelle ratili superficiali p t·ovengono dal reticolato superficiale in nessione coi vasi congiuntivali ed episcJerali; i vasi gici che si osservano nelle cheratiti profonde sistema marginale profondo in comunicazione coi vasi sci erotica; 4• r vasi superficiali di nuova form!;lzione nella ..,n,l"nf.-11 ramificano dentriticamen te, presentano anastomosi e reticolati; i vasi profondi, ol contrario, sono disposti in paralleli, l' at'leria essendo accompagnata dalla vena spandente. Delle fn8ammazloni dell'o coblo edeisuot u.ne:n•--~ dall'aatfgma tlamo.- Comunicazione fatta dal dott. MARTIN, <li Bor deaux, nella sezione di oftalmologia congresso internazionale di Copenbagen.

Il dott. Martin comincia col dire che l'oilalmometro, cialmente dopo le trasformazioni apportategli da Javal Sch!Otz, ha, come prima fece l'oftalmoscopio, da ta la zione di molti problemi importantissimi; uno di questi è punto l'mfluenza dell'astigmatismo su certi stati morbosi l'occhio e dei suoi annessi. L 'oratore rivendica a sè la prima comunicazione al


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avendo fin dal1883 indkizzato all'accademia delle scienze una sul rapporto che esiste tra le cheraLili gravi (scrofolo~) e l'astigmatismo della cornea •· In aUri articoli posteriori egli poi dimostrò che accanto alla cheratite astigmatica dovevano collocarsi varie altre affezioni, come per esempio la emicrania. Ctò premesso, l'oratore si pone il presente quesito: l'astigmatismo può ess·ere causa d'infiammazioni oculari da parte dei tessuti de!Ja cornea, delJa congiuntiva e delle palpebre? Egli crede doversi rispondere affermali va mente. Il dott. Roosa nel congresso internazionale di New-York nel1876 emise il parere cbe l'ametropia sembrava essere la causa della blefarite ciJiare, e che l'ipermetropia era il vizio di rifrazione più spesso in causa. Nello stesso ~ono il Badai indicòl'ipermelropia io g rado leggi ero come produttrice della maggior parte delle malattie lagrimali. Nel1R77 n Keyser sostenne la medesima etiologia, o t'iconobbe essere specialmente causate dai vizi di rifrazione la congiuntivi le, la blefarite, l'oftalmia Jlillenulare, il plerigio, gli orzaiuoli e l'eczema ùelle palpebr·e. L'oratore pur riconoscendo che in alcuni casi l'ipermetropia é la causa di queste affezioni, CI'ede che nella più gran parte dei casi debba incolparsi l'astigmatismo, e, se ciò non è stato ~agli altri riconosciuto, crede che sia dovuto alle ragioni seguenti: 1• che i deboli gradi di astigmatismo corneale sfuggono •d una osservazione subiettiva durante il periodo in cui il muscolo ciliare è capace di cornpensazione. 2• cbe in alcuni soggetti i deboli gt•adi di astigmatismo rre_ndono l'apparenza dell' ipermelropia manifesta, se ci si ~~nnta a misurar·e fa rifrazione col metodo di Donders o con atuto degli ollometri. Per riscontrare l'astigmatismo bisogna cercarlo coll'ollal01~nu~tro, e per non ammettere una ipermelropia manifesta, ne caso in cui questa non esista in realtà, bisogna determinare la rifrazione soltanto dopo aver corrella l'anomalia di 11ota •

~urvatura.


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Secondo l'opinione comune bisognerebbe incolpare le trazioni generali del muscolo ciliarP. che sono cauea melropiA; secondo l'autore invece, che attribuisce astigmatismo, si dovrebbero incriminare le coJntrazionlr• ziali di esso muscolo, contrazioni che sono state u1u-.r'! da parecchi autori e che egli, su 500 individui "~"""•u•*toj riscontrate in tutti meno uno. L'inlen~ità di tali contrazioni è proporzionale alla comodativa. Nei giovani l'astigm&.tismo accomodativo a diminuire ed anche a correggere l'astigmatismo L'intensità delle contrazioni può anche in certi casi una sopracorrezione, cioè un asLigmalismo su:bbìelliiYO: senso contrario a quel!o della cornea. Ecco per quale meccanismo avviene tale Lrasfo>rmi8ZI• supponiamo il caso seguente:

o. n. o· ± 1,25

o. s. o• ± o,5o. Se il soggetto è giovane, l'astigmatismo destro sarà pletamente corretto da una contrazione parziale, e potri cadere che, in vir·tù della $inergia di azione dei ùue ciliari, uno stesso grado di contrazione si manifesti nei organi e produca a sinislra un asLigmalismo subietti 90- 0,75. QuPsta sinergia di azione può anche generare un occhio, sprovvisto di ogni astigmatismo ststico, un gmatismo dinamico, di cui la direzione ed il grado indicati dalle particolarità dell'astigmatismo correttore l'alh·o occhio. sogna dedur ne la non esistenza di astigmatismo. esistere contrazioni ciliari par·ziali benché non siano cate da una ineguaglianza di curvatura nei meridrani cornea. Dttfatti l'oratore, il quale ritiene essere l' una malattia astigmatica, aveva fino a circa un anno osservati 25 individui emicranici e su tutti aveva notato notevole grado di astigmatismo corneale; però in un 26'" getto non rrusci 11 constatare alcuna anomalia nella


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e fu solo dopo più accurato esame che riscontrò un astigmatismo spasmodico assai ben caratterizzato; ammaestrato da ciò, negli allri individui emicranici osservati egli ebbe sempre a constatare l"a;;liftmalismo spasmodico quando mancava quello corneale. Similmente, esaminati molti maiali di lacrìmozione, cisti, blefariti che aveva tolti dalla lista degli astigmatici, dovette far veh rte ntraredietro pii.t accurato esame, riuscendo cosi a dimostrare che nei casi di astigmatismo statico la contrazione ciliare ba tulla l'influenza patogenica. Gen~>ralmente le contrazioni ciliari spasmodiche generano nn a!"ligmatisrno di 0,50 O., spesso minore, raramente di O, 'iil. Le cause dell'astigmatismo spasmodico sono diverse; qualche volta é una leggiera contusione del globo oculare, una posizione obliquA e prolunga~a dello sguardo, io alcune donne la comparsa della mestruazione, in alcuni soggetti l' apparire di una oftalmia; in molti casi non si può riconoscere la eausa e bisogna limitarsi a riconoscere la natura nervosa o reumatica del soggetto. La duraLa d'uno spasmo parziale é mollo variabile; alcuni S('ompaiono dopo poche ore, allri pel'sislono per me~i ed anni; si osservano ora su uno, ora su ambedue gli occhi; ora sono muti, ora sono dolorosi: Lutti gli occhi possono esseroe affelli. In un soggetto ~iovane, emmetrope e dotato di buona acutezza, la presenza di uno spasmo è di facile diagnosi; in facc~a ad un quadrante a ragjli una sola linea appare nera; la rtsposta è rapida e categorica; in tal <·ttso non è utile il ~ntrollo dell' ofLalmometro. :Ma non è lo stesso se il sog~elto é adulto o se esiste ametropia. Il raggio unico, d'una .~ta cosi nera, dai contorni cosi netti non trascina più seco tdea di una contrazione parziale spasmodica. Nel miope, armato di lente corretll'ice della sua rifrazione sferica, un tal r:ggio può rivelare uno stato astigmatico tanto della cornea r. e <IP.l cristallino; lo stesso dubbio esiste in un vecchio em:etrope che non ha più compenso. In tutti questi casi l'imte~o dell' ortalmometro è indispensabile; dal paragone dei att for ·•· da questo strumento con quelli dell'esame subiettiv . lll•l 111 0 Può sapere di che si tratta.

1

d


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HlVlSTA

La diagnosi differenziale fra rastigroatismo spa.~nOdieò: cristallino e quello statico del cristallino non può farai coll'Impiego proluu~ato delratropina; in questa ricerca getto deve armarsi di paz1enza; lo spasmo infatti pu6 stere per giorni e setlimane, e perciò~ qualora non si l'azione del medicamento, si può credere ad uno tismo statico, mentre si tralla solo di astigmatismo dico. Se uno spasmo sopra~giunge in un astigmatismo si produco un astigmatismo totale, subiettivo mlro:m•ol'l&a,• qeriore a quest'ultimo; esso può anche mascherarlo ta mPnto. l n questi casi giova assai l' oftalmometro; dando nelle rivelazioni di questo strumento non si d'isttture una cura prolungata di atropina, che si esitanti a fare aLteneodosi solo alle risorse dell'esame biettivo. Lo studio delle contrazioni spasmodjcbe é bisogna osse1·e molto prudenti prima di ammelter.le escludeJ•Ie. Arrivato a questo punto l'oratore si accinge a che l'astigmatismo constatato nei suoi malati rwn é il di una semplice coincidenza; ma che esiste un rapporto causa aù effetto tr-a lo stato di rifrazione e lé mflnifestaz*l!! morbose ossPrvate in essi. Questo rapporto c;arebbe stabilito: 1• Dal fallo, parecchie volte consta tato, che una o di queste manifestazioni si sono riprodotte a varie nello stesso individuo e nello stesso occhio affetto da gmatismo; 2• Dai meravigliosi risultati terapeulici ottenuti dai dicamenli che par·atizzano il muscolo ciliare; 3• Dalla virtù preservalrice, in certe cir costanze, lenti perfettamente correttr-ici dell'astigmatismo corneale tate senza interruzione. L'oratore inollre, a sostegno della sua tesi, si ~rorza arrivar•e ai due ordini di prove seguenti; la prima di prove consiste uella frequenza nei malati di uno stato gmatico corneale misut•ato da un numero di diottrie piò


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valo di quello cne sj risconll·a d'ordinario. L 'aUra prova r isiede nel ratto che allorché l'astigmatismo corneale manca od è troppo debole e senza azione nociva, esso é sostituito in certi casi dall'astigmatismo spasmoilico. L'oraloN convalida tali osservuzioni con numerosi dali staListici che sarebbe troppo lungo qui riportare. Le sue osservazion i si riferiscoM ai casi di lagrimazione, di bl~norrea, di cisti palpebra li, di blefarite, d i congiuntivite irri tativa, flittenular e e cronica, e finalmente quelli di cheratite flittenulare e di cheratite SCI'Ofolosa grave. L'oratore però non disconosce che le cifre riguardanti la cheratite grave possono dar luogo a critiche, essendo sl.ate tali osservazioni fatte quasi tutte su iodjvidui che erano sl.8ti più volle colp1ti dall'infiammazione, e potendosi quindi oh iettargli che l'astigmatismo fisico da lui ossel'vato é un effetto della cheratite e non la causa di essa; e ciò appunto pel fotto che le opacità prodotte dR.IIa cheratite generano alla loro volla delle differenze di rifrazione nei pr incipali mer idiani. Ecco le principali risposte dell'ol'ator e el r iguardo. 1• Se le cicatrizzazioni delle infiltrazioni corneali hanno influenza sulla pr·oduzione dell'astigmatismo, i gradi di questa anomalia dovrebbero aumentare a mil"ura che gli attacchi el ripetono; or bene, l'oratore dice che in dodici casi da lui osservati, una nuova ricaduta non ha punto modificato il grado di anomalia riscontrato un certo tempo dopo il primo .attacco.

2• Riporta sei casi a lui occorsi di ble fariti ciliari cronicho ed intense le quali hanno preceduto per mesi ed anche per anni il primo attacco di cheratite scr ofolosa; tali fatti, secondo esso, sono una prova indiretta della preesistenza della deformazione corneale ad ogni infiammazione cberalica. 3• Se l'astigmatismo fosse prodotto della cheratite si do' rebbe osservare la più grande diversità nella direzione dei ~ridiani principali; invece \'oratore nelle sue osservaz~ooi su tal genère di malati ha riscontrato quasi sempre e 6• l'astigmatismo esistente era quello abituale e che la direzrone d~i meridiani pf'incipali dilieriva poco o nulla dalla


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RIVISTA

inclinazione che si riscontra negli astigmatici non chèratite. Soggiunge infln~ l'oratore, perchè dovrebbe la essere esente dai processi morbosi che invadono le e la congiuntiva? Ed ammesso anche che il primo cheratite nou sia di natura astigmatica. una volta l'anomalia, non di,·iene essa la causa di ricadute Pur lasciando or·a da par·le le cheratiti gravi, l si crede io grado di emettere le seguenti conclusionì: t• I casi senza astigmatismo sono rari; 2" I gradi di astigmatismo che si riscontrano in genere di malattia !'òOno mollo superiori a quelli che si servano in un ugual numero ·di soggetti che non hanno presentato alcuna affezione oculare; 3• Può darsi che un certo numero di malati, benché feW da asli~malisrno, non debbano da questo ripetere gine delle loro allt-zioni; 4• Lo spasmo ha una importanza variabile secondo affezioni. In rruanto all'etiologia delle malattie astigmatiche, pur tenenclole dovute alle contrazioni parziali del muscolo non si deve negare ogni influenza allo stato generale; essendo questo variabile nei diversi individui, avverrA lo sforzo ciliare compensatore produrrà nello scr ofoloso pratuLto la cheratite grave, nel Jinfalico la cheratite tli nulare, nell'erpetico la blefarite, nell' a1·tritico l' em nell'anemico i! blerai'Ospasmo, ecc. In quanto alla cura, l'oratore dice di aver sempr e nuto risultati meravigliosi coll'uso dell'atropina, e eu,,,.,,_ perciò d'iostillarla semp1·e in ambedue gli occhi, anche .. -·~---,c sia affetto un occhio solo, allo scopo di paralizzare i menti dovuti all'azione dei muscoli ciliari. I n caso che 1t instillazioni non sembrino produrre miglioramento egli coO'· siglia di ricorrere alle iniezioni ipodermiche, dalle quali in alcuni casi gravi notevoli vantaggi. Le altre cure e generali possono essere contemporaneamente Acloot~r&IM~<J Le lenti cilindi•iche dovranno essere adoperate tutte le


Dl OCULISTICA

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ebe vi sia tendenza manifesta alle ricadute; però prima di usare quelle perfettamente correttrici dell'anomalia sarà ulile adoperarne delle meno forli. L'oratore J'ias~ume le sue idee sulla influenza patogenica de!l'astigmatismo con queste parole. • L'astigmatismo deve essere consideralo come una inferiorità dell'organo visivo. Un occhio asimmetrico è un loeus minoris resisfentiae, e lo spasmo ciliare un motivo di localizzazione di varie atfèzioni delle quali la lista forse non è chiusa. Un soggetto diatesico, che avrà percoi'So una lnn~ru esistenza senza essere stato colpilo da una di queste affezioni, avrà eccezionalmente un notevole grado di astigmatismo. La teorin ciliat·c astigmatica basala su una lunga ossel'vazionc di falli clinici dà una spiegazione tutta flsiologtca di varie maiAtLie, ed assicura al pratico delle rapide guarigioni, dei successi inspePati, e gli permette di istituire una profilassi razionale ed efficace. Gotta oculare . vembre 1886).

(Jour nal de Médecine et Chirurgie, no-

Il dott. Zychon ha pubblicato nella Raccolta di ojtalmologia, uno studio relal1 vo alle determinazioni della gotta sull'occhio, manifestazioni che, sebbene spesso :segnalate, non sono ::-tale sinora studiate in modo completo se non dal Ga· lezowski. La gotta attacca Lulle le parli dell'occhio, meno spesso le palpebre ma assai spesso le Yie la~rimali; essa attacca so-pralutto la scleroticll.; l'iride, il cercllio ciliare producendo iJ glaucoma, ed infine la coroide e la retina o•·e dà luogo ad atrofie ed essudati caratteristici. QuesL~ diverse alterazioni hanno per caratteristica di es:e~ progresl'ive, indelebili, ma, per fortuna, relativamente entgne, iruperocchè esse non compromettono la visione nella sua totalità, e non condannano il malato alla cecità asso1Ula. 11 processo gottoso ò sempre identico in tutti gli organì,


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Rl\'ISTA.

e l'occhio non fa eccezione alla regola; esso consiste tacchi conge~tivi, in iperemie più o rneno continue e diche. Tutte le affezioni gottose delle membrane si riferiscono quasi esclusivam9nte alia gotta Jarvate; possono essere tlussionari ~ gravi come tutte le scerali, o dipendere da alterazioni vascolari costanti tosi; esse presentano inoHre caratteri speciali ben distintissimi. Tra le tlll'ezioni oculari gottose, Zychon descrive la litiasi delle palpebre, affezione poco frequente, vera nella cuumea, che si osserva sempre nella palpebra riore, mai sull'inferiore. Essa é costituita da un ae1~1111-. urato di soda analogo a quttllo che si riscontra sulla mucosa congiunti vale, e vicino all'orlo libero deUa pebra superiore si trovano delle piccole granulazioni, calcarei incastonate nel tessuto mucosa; la piccola miUS&I't le costituisce viene a poco a poco a fare sporgenza congiuntiva sotto forma di un punto bianco, duro e stente. Finché la massa non ha fa llo sporgenza soLLo la tiva, il malo. lo non si lamenta; al contrario, allorclJé la giuotiva si ulcera, si banno fenomeni speciali nel se,PJ~t~~~~ superiore ed antet•iore del globo oculare; congestione lizzata e ben circoscriHa della congiunti,·a; sulla cornea ulcerazione ben limitata; di più, l'occhio è inflammato, loroso e preSP.nta fotofobia e Jacrimaziooe. palpebra l'i riconosce la causa di tutti i fe:wmeni. La consiste nell'es:trazione del piccolo calcolo colla punta di Un'altra manifestazione goLtosa consiste nell'eczema pitiriasico delle palpebre, che comincia sopratutto sulla pebra inferiore, con una secchezza particolare della tale eczema fa perdere a questa ultima la sua la sua unLuosilà normali. Esso è caratterizzato da t>quame finissime; provoca calore e prurito, ma senza scicole e senza secrezione di sorta. Questa affezione grave; essa è sopratutto fastidiosa per l'irritazione e pel rito insopportabile che determina. In questi casi, i w ..............


DI OCULISTICA

menti grassi, liquidi od emollienti presentano molli inconvenienti; quello che giova di più è il calomelano porfirizzato col quale si aspergono le pa1pebt•e più volte al giorno. Se il solo calomelano non calma il prurito, si aggiungono 10 centigrammi di morfina a 10 grammi di polvere. Si osserva ancora nei gottosi la congiuntivite gottosa , quasi sempre consecutiva all'eczema secco delle palpebre; la si è vista qualche volta apparire come accidente primitivo in un goltoso; in questo CAso, gli attacchi di congiunthile si alternano colla gotta articolare. Si osservano anche nei gollosi dei spandimenti sanguigni spontanei al disotto della congiuntiva bulbare. Le emorragie, dovute alla friabilità dei capillari arteriosi, non sono gravi per se stesse; ma esse debbono far riconoscere al medico lo_stalo generale in cui si trova il suo malato e po!;sono per eonse~uen7.fl dilucidare il pronostico. Esiste una forma di cheratite in relazione colla gotte, che Galezowski ha chiamata cheratite calcarea; ma questa forma, caratterizzala da una opacità in forma di nastro, è cosi r ara che non è il caso d'insistet·vi oltre. Al contrario la sclerite o infiammazione delhi. scler otica è l'affezione gollosa dell'occhio per eccellenza; essa è una affezione di lunga durata; essa consiste io una tumefazione o 'Porgenza scleroticale con iniezione vascolare periferica. Il suo modo di svolgersi è ad accessi; è attaccalo prima un OCChio e poi l'altro, e diviene in seguito manifestamente erobica.

La l'clerite, lungamente indolente, può d'un tratto divenire caus-i di violenti dolori e provocare nevralgie atroci cou fo tofoLia pronunciatissima ed epifora; essa è spesso seguita anche da irHe. 11 Zychon studia anche, dal punto di vista del loro rapPorto colla gotla, l'iril!', la coroidite, la cateratta, il glaucoma e In trombosi dell'arteria retinica.


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RIVISTA DI ANATOMIA E FISIOLOGI! 81llla velooltà del movimento del sangue nei ra1 altri organi. - Gt;STAvo GliRT~ER. - Comurucazit alla I. R. Società medica di Vienna. - (Allgem. medih. Zeitung, N. 13, 1887). Come é ben nolo, si può esaminare la cir colazione guigoa in un determinalo organo o in altra parted.el introducendo nella vena, o, dove ve ne ha più, in essH, una cannula e misurando la qoantità del sangue sgorga da questa nella unità di tempo. Se si osserva in tempo la pressione sauguigna arteriosa si ottengono in .modo dati positivi sullo stato delle vie sanguigne nel tet·ritorio. L'acceleramento della corrente, con eguale si one arteriosa significa dilatazione, il rallentamento della ~ente ristringimento dei vasi sanguigni. Molte di simili r·icerche sono state ratte dagU sp1erit:ne1~181~ Cosi Claudio Beroard esaminò fa corrente sanguigna glandole salivar i allo stato di ripf)so. Dopo Saldler. il Gaskell (solto la direzione del Lurlwig) •nv-1111 rono quella del muscolo io riposo ed eccitato. Dal torio del Ludwig uscirono altri lavori che ebbero per la velocità della corrente sanguigna nella vena cava (Slavjanski) e nella vena porta {Basch, Tappeiner). Solo il metodo dell'esame separato di ciascun organo promette di farci fare un passo innanzi. Ottesto metodo permetto di ricercare quasi per ogni organo la esistenza nervi vasali e di esaminare le condizioni, soUo le quali in azione, sieno essi vasocostriltori o vasodi lalatori. metodo servirà pure ad ist1·uirci circa la intluenza delle -stanze medicamentose sulla quanLità del sangue di un


RIV!SU DI ANATO.IDA R FISIOLOGIA

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minato organo in uno od in altro senso. E finalmente rende possibile lo eseguire ricèrche di confronto suHe quantità di -.sangue che passano nello stesso tempo per due diversi organi dello stesso animale. Cosi per esempio si vede che il sangue esce dalla vena remate più rapidamente che dalla vena femorale (sotto l'arco del Poupart), la cui massa cir-colante supera molto in peso quella della vena renate. I primi sperimenti furono eseguili sui reni dei cani. La loro vena renate armala di una canntùa o di un ~ubo dì .deftusso, e la corrente sanguigna esaminata o con l t\ nume_razione delle gocce cadenti o còn la notazione grafica (secondo il metedo del Ludwig). Se la operazione era esegp_ita con precauzione e senza les· o ne dei reni, la perdita del sangue era relativamente piccola e lo sperimento era da questa poco disturbato. Quando la resph·azione dell'animale curarizzato era interrotta, diminuiva, nella s tessa misura che aumentava la pressione del sangue, la ve1ocilà della conente sangiugna. In Lre casi, nel colmo dell'asfissia non uscì, nello spazio di .Più di un minuto, neppure una goccia di sangue. Se la pres· Bione del sangue presenta maggiori oscillazioni, queste si dimostrano anche nella quantità del sangue cbe esce. Ad ogni depressione della curva della pressione sanguigna corrisponde un più rapido tempo della cadu.ta delle gocce. Quando la pressione arteriosa aumenta di nuovo, le gocce diventano più rare. Se l'asfissia dura per più lungo tempo, la pre~sione sanguigna abbassa di nuovo, ma allora a questo abbassamento della pressione sanguigna non corrisponde un aumento nel numero delle gocce eH sangue. È questa un'altra prova della Verità della teoria st8bilita da J. Wagoer e Openobowski, seco?~0 la quale questo abbassamento della pressione sangtltgna che precede la morte dell'animale non é dovuta alla Para~isi dei vasi sanguigni, ma all'indebolimento deUa azione ·eard1aca. . Carlo Ludwig e il Thiry videro, osservando direttamente ~ ~~ 0•6 POsto a nudo ed evitando la midolla allungata, un im~0 li~,mento di quello e un ristringimento dei vasi sanguigni. 0 li fenomeno, su cui poggia uno dei falli piùimportantidella 11

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RfVISTA DI A..~ATOMIA E FISOLOGIA

cir·colazione sanguigna é, nella .forma con cui ru dal Lud\\ ig e dal Thiry, poco chiaro. Col metodo <tello del sangue questo r·istringimenlo può essere dimostrato a un gran circolo di spettatori. Oltr eché sui reni, il dott. Gàrtner ha pur fatto alcuni menti sulla vena crurale. Nell'asfissia la corrente mostra opposto procedimento a quello della vena gocce cadono tanto più rr·equentemenk> quanto più sale la sione sanguigna. Questo antagoni!Smo fu già veri1lcatocon metodi come, ad esempio, con quello della ter•m<>me&riì8.' noto da lungo tempo cho la sezione del nervo scialieo lizza i vasi della estremità posteriore. Si vede salire la peratura della zampa, il suo volume aumentare e la pressione venosa. Ma nessun altro metodo si può parare per la evidenza del fenomeno a quello della del sangue. Il sangue cade a goccia a goccia dalla della cannula. l~ reciso il nervo sciatico e subito, come fosse stato remosso uno stoppaccio, sgorga dal vaso una forte eorret1le di sangtlt< che può essere di nuovo nàta irJ•itando con la eleLlrieìtà il tronco periferjco del Sul resullato di simili sperimenti sul cer,•ello in col dott. J. Wagnet•, il dolt. D. Gàrtner promette nere la società in altra aduna nza.


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RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE - --::>o<:::- - -

Ua ouo di •UUtde cerebrale con glucoJJUJ'ia - Morte per tial acuta e coma dtabetloo, pel prof. DA CosTA. (PI11ladelphia .\lledical Times, 2'2 gennaio 1887).

L'autore riferisce su d'un uomo di 40 a nni figlio d'un padre morto lisico, di gracile complessione, sifilitico da quattro anni, ammalato da tre mesi, ed entrato da poco all'ospedale per rapido dimagramentc, perdita di forze e vertigini, abbonda nte em•ssione d'orina e tosse. Al suo cntl;'ure aveva temper·atura 38.5, pulsazioni 92, respirazioni 28, nel centro del polmone destro porta va i segni d'una piccola area di indurimento, le orine erano acide, chiare, di peso speciRco 10i.2, con grande quantità di glucosio. Fu sottoposto alla cura di ioduro di potassio a piccole dosi in vista dell'indurimento polmonare, ma la febbr e si elevò tosto a 39•.:2 e sali nel terzo giorno a 40'.5. Fu amministralo il salictlalo di soda. ed in 24 ore la febbre s~e~e di nutn·o a 38•, e le orine scemarono Ja 6 a -1- pinLe nella ~torna ta, ma la per cussione del polmone si fece olLusa in lutto il_ Ialo anteriore destro, specialmente in basso, e la respiraZione divenne aspra si scovri un'ar ea di oUUsità anche nell'api~ del polmone ;in1<;tro, la lingua si fece secca cotennosa e screpolata, la mente divenne ottusa, il polso divenne piccolo e rapido, l'infermo lamentevole per grande sofferenza, la debol~zza divenne estrema, quindi fu giocoforza sospendere il S&.ltctlato di soda di cui l'autor e si loda moltissimo nel diabete, ~r restringersi unicamente agli stimolanti. In tali condizioni l Infermo morì dopo pochi giomi di coma profondo. Al_l'autopsia si lrovurono i rem induriti, rigonfi, con sostanza ;rhcale Pallida, striata ed opaca, la capstJla eea facilmente tstaccabile, e nel rone destro v'erano ooduli tubercolari. Il Pa~et•eas e la milza erano normali, il fega to piccolo traman:J5


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!UVJSU

dava oJor d'acetone, l'apice del polmone siuislro era ed alla superficie .li taglio la!>ciava "eJere numeroei ciuoh tubercolari ed una piccola ca verua, ma non si bacctlli. L'aorta era alerornr.losa ed un po' dilatala, il leggermente iperLrotlco nE:-1 "entricolo sinistro, le ,·atvole mah, ma un po' aleromatose a sin1stra. La dura madre brale inci~ lasciò ~cappare grande quanti~ di siero, madre alla convt!s~ita era o pacata, alcune circon rebt·ah erano avvizzite, fra i due emisferi esi'ilevano ade,·enz~>, nl"i plessi coroidei v'erano piccole cisti Lrai!IM,. la so<:tanzn cerebrale compatta per la ma~gior part.e, quanto rammollita alla base, rammollito il ponte di la midolla ullungata, e nella gamba anteriore: Jeslra del vello esisteva una macchia oscura come di antico ernot·1·agi<:o. L'aulo1·e non s'induce a r iferire il coma all'acetonemia se~uente alla glicosuria, perché la sua espertenza gli ha sttaLo molli diabetici, in cui l'acetone era abbondante, v'era il coma: t•ifet·i~ce invece il diabete alle lesioni del dJ Vorolio, delle gambe cen~brali e del pavtmentn del4" lricolo. e mettendo in l'elezione queste lesioni con dell'aorta, la dicb1ara d'origine sifìlilica. A llr1bui~e in la lub<>rCOIIZ:l8ZIOfl8 del polmone all'ultima fase del come l'esper1enza secolaro ba dimostrato. Oontribuxloul all& patogenesi del reum&tt.ao ragioo. Comunicazione falla dal doll. HAsLt;ND, penhagen, alla !<ezione d1 dermalologiu e sìlilitologia congresso tnlernaziooale di Copenhagen del 1881.

Il doll. Haslund comincia col d•re che non havvi dt cui la patogenest s1a l'tale tanto dibattuta, e<>me il mahsmo blenorra~orico. Sono state propo~l" le divergenti, St é arr1vali perfino a conteslat'e il CaLto dell'es•stenza di questa malattia r..ome malattia nair\ICIOll!! distinta, supponendo che fii trattasse di un reumatiamo na1•io manift!Sianlesi in un individuo con uno scolo ragico. Si è tentato di spiegarne l'origine ptW una


DE.I.LE lrALATTIE VE ~ ER KE E DKLI,.\ PELLE

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misterio"a. o come un effetto riflesso Jovuto aJ una int1ammazione della mucosa; SI è voluto far derivare tal malattia da una intossicazione de1 ri medii medicinali impiegati, ovTero :-piegarla come una specr~ di uremia. Ai nostri ~ orni pertanto non si dubita punto che la blenorragia non bl8 la eausa cllll male; ma n on si è ancora giunti ad accordarsi sulla <~piPgazione dei rapp()rli r•eciproc1. Benché la teoria di Laségue di una infezi'lne purulent.a per I'a"<~or·bimento ùel pus dalla mucosa ur etrale abbia trovato molt1 pllrllgiaru, vi sono ancora moll<> p»rsone che aLtr:buit~cono alla blenorragia una azione escluo;ivamenle eccitatrice di una dtatesi assopita o e•·editaria, e molti ri~uat·Jano ancora i rapporti tra le due malattie come una cosa affatto enigmatica. Negli ultimi anni si sono ratte alcune ricerche che metterebbero fine ai lunghi dibattimenti sullo patoe:tsnesi del r~u­ malismo blenorragico, se esse venissero a verificarsi, e farebbero passare nel dominio dellu s toria tutte le leorie anteriori tanto le sublimi che le assurde. Allorchè il Neìsser ebb& lrovt~lo il microbo patognomtco della blenorragia e che il Bockhart colle culture e cogli e<~pe­ rimenti di inoc.-ulaz•one ne ebbe dimo~trata razione eccitatnce della IIUl attra, era naturale che si cominciasse a ricerr.ar·lo nelle manifestazioni del reumali.,ruo blenor1·agico e specialmente n+-gli slravasi che si producono nelle arlicola.ziooi. Fmo ad ora pertanto solamente l'italiano P elrone nell'onoo passato, ed il tedesco Kammer·et· in questo anno sono riu!lcati a COMtatare la presen2a del gonococco in qu.,ste località, inollre il P etrcme una sola volla l'ha riscontrato nel t!ttngup di un U<lrnO affetto da reumatismo blenorragico. Molli altrt medici Phanno ricercato, ma ioulìlmente e tra essi I"Ha~lunal, ti quale aveva sempre ritenuto 11 reumallsmo blenorragico coroe una infezione, ed aveva antecedentemente cercato di PI'Q\·are la verosim1glisnzs della teoria di La~égue ~n alcuni articoli, nei quali egli face,·a notare la frequenza dell'n1·trite purulenta nel corso della blenor ragia, slab1lendo eosl un nesso tra il reumatismo blenorragico e l'infezione


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RIY1STA

pur ulenta cronica della puer pera puerperio. L'oratore ba trova to nelle sue preparazioni dei ma senza il carattere del ~onococco sia per la che per la posizione in rapporto ai globuli bianchi del e per il loro aggruppamento; essi formava no delle aggregazioni o corte ca tene, come si osserva in ogni di pus. Nei due casi di Petrona i gonococchi sono s tati 3" ed al 5" giorno dopo la formazione dello stravaso, in di Kammerer all'indomani dell'apparizione dell'artrite. st'ullimo conclude da questo iatto, e dsl non avere egli vato i gonococchi la seconda volLa che fece la puntura stes!"a articolazione, cioè sedici giorni dopo la pr ima, gonococco scompare mollo presto quando i sintomi fìammazion e aumentano. Le ricerche dell'oratore furono fatte da 2- 17 giorni la fol'mazione dello stravaso e riuscirono, come fu detto, fr uttuose. E gli pensa che possa ammetlersi essere il ct•obo così aerofllo da perire rapidamente n~i luoghi ove escluso dal contatto dell'aria, mentre che egli prospera propaga vivacissimamente nella mucosa dell'uretra <, \'8 ha libero accesso. L'ipotesi che l'intensità eserciti !';U di esl<O un effetto distruttivo, e le coHdizioni quali esso si trova in mezzo al prodotto della secrezione trale non sembrA perollr o che coofeJ'mi tale suopj)si:lliOIIUfi L'Haslund crede che possa provarsi colle punzioni stra vasi articolari che il reumatismo blenorragico è una latlin perfettamente caratterizzata e nettamente e che nulla ha di comune col reumatismo ordinario. L'oratore non ha tr·ovato nella letter·atura che una comunicazione sulla punzione del ginocchio nel PetJII""..,,._,.. blenorraRico con una descrizione de!l'aspetto dell'umore; r dovuta al Laboulbéne e data dal 1872. Que!:.'li ottenne liquido alcalino,. glutinoso, citrino, un poco increspato e si coagulava molto presto; col mic roscopio vi riscont~ merosi leucocili purulenti, irregolari e muniti di emissa~ra, a,·evano in parte dei movimenti a miboidi. Alcuni giorni


DELLE l!ALATTIE VENEREE E DELLA. PELLE

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fa11a una nuova puntura, e;sli trovò un umore della stessa natura, ma contenente un maggior numero di cellule di pus, fibrille di fibrina e rari gloh11li sanguigni. Per fare il parag1me, il Mehu ha esaminato l'umore che proviene dall'artrite comune (traumatica) ed ha trovato che esso rassomigliava alla sinovia, che era ricco in mucina, non si coagulava al calore; mentrechè gli stravasi delle ~rlicolazioni di un reumatismo acuto contenevano mucina e fibrina e si coagulavano colla coltura; in nessuno di questi stravai:'i si sono trovati globuli bianChi del sangue. L'oratore ha fatto undici p,unzioni dell'articolazione del ginocchio nel reumatismo bleflOrragico. L'età dello stra vaso era un poco diversa; in tre. casi l'incapacité. mentale del malato rendeva impossibile ogni constatazione del momento in cui si era prodotto; negli altri 8 casi, es,So a veva rispettivamMte l'elà di 2, 3, 8, 8, 14, 16, 17, 23 giomi. In tutti questi casi si trattava di stravasi considerevolissimi con forte distensione della capsula. La quantità dell'umore estratto ha variato fra i 60-150 grammi; una sola volla essa non fu ehe di 30 grammi a causa dell'ostruzione della cannula per fiocchi di fibrina. In dieci casi l'umore si ~ mostrato perfelt.amen te identico, cioè esso è . staLo torbido, d'un giallo tendente al 'Verde) spesso, vischioso, d'una reazione neutra o leggermente alc~;~lina, con minore o muggiore qu<').ntità di fiocchi biancastri. Al microscopio si sono sempre osservati numerosi leucoéili purulentj, di grandezza e forma differenti. Esposto all'aria il iluido si coagulava ben presto. Nell'undecimo caso il contenuto dell'articolazione era emor~gico, benchè la diagnosi accusasse indubbiamente reumatismo blenorragie.). Vi sono pertanto diverse circostanze che .Possono spiegare questa natura dello sLravaso. l ~ malato era stato sottoposto, durante qualche tempo, Prima del suo ingresso all'ospedale, nd un massaggio certamente un po' violento, ed era e,gli d'altra parte un individuo meschine e malnutrito. Cosi è possibile che questo caso abbia analogia con quei casi ben rari, nei quali s'i trova b n essudato emorragico nelle pleuriti genuine senza che si possa SCOprire altra causa che una diat.e si i patetica.


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RIVISTA

Percorrendo il giornale del r iparto del prof. per gli ultimi quatlro anni, l'oratore ha trovato cinque di reumaliE<mo blenorragico trattati colla punzione o lomia. fn questi Ca"i Si tratta ugualmente di <~travasi stanza concoiderevol1, e l'operazione tl! stata e5E'guila da giorni dopo l'inizio dell'aflezione. L'umore estrallo è tet·ìzzato come torbido, di colore indeciso, d'un ~iallo dente al verde, fioc~oso, d'una purulenza ora a<~!'ai r ora più consistente. In un caso, in cui raffezionc del colAzione Rveva duralo sei g1orni, furon~ ricercati i cocchi, mn senza risultato. Tali cal"i quindi concordano perfetl3rnente colle dP.II'Haslund, cioè lo :::trava<lO delle articolazioni nel ti~mo òll'norragico è sempre purulento o presc;o a tal e, coc;tituendo ciò elle il Volkmann chiama pu-; ca E"Sminando al contrario le oltre numerose punzionj dallo Sludctgaard di Sll'avasi nell'articolazione uel m n•~,[!ftiiiJO J'orutore trovò che lulte le volte che si trattava di una fezione clell'arlicolazione, venuta in seguito a c·ontu<tione, strava!'!ì erano sempre emort'agici, come ebbe a constlall"' lo Sludsgoard stesso. ~ei casi nei quali l'affezione del noccbio non P traumatica e non esiste blenorra~ia, e che sogna per conc::eguer;?a caraUerizzare come reumatica, que~ti cu~i l'umoro è c:empre una sioovia gialla!<tnt , te mente lirruida, ancorché l'affeziOne duri da anni. Sembra quindi all'oratore chiaramente dtm•>!>lrato ~ollanto per l'aspPllo e per la natura degli slrava~i si rare la dia~nosi tra l'artrite prodotta da contuc:ione, pt•odolta da reumatismo blenorragico e una semplice zioue reumatica. L'orator e riporta infine le slorie di i 3 ca5i nei quali eseguila la punzione e dei quali 11 sono quelli sopra nati, e cioè di natura blenorragica e con stra\'llS<> avente car atteri !!tpcciali descritti dall'oratore, meno uno che emorragico, e ciò per le considorazioni sopra svolle; le du~ osservazioni si riferiscono a due sinovili del airiOCiCilllrj da causa reumatica, nelle quali si ottenne col!a punzione liquido limpido simile alla sinovia.


DEI.l.E ll \I.ATTIG VE1"\EREF. E DELLA PELLE

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Ci limiteremo per brevità a riport..are gollanlo la prima delle suddette o"servazioni, r·ifer enlesì ad un esso semplice e tipico eli reumatismo blenorragico. Uomo di 20 anni, chiavaro, entrato all'ospedale il 24 di~mhre tbs2.

Il malato ba da 15 ,:!iorni scolo purulento dalruretra e da

~ o ~~ r.:iorni hanno commc1ato ad essere affette varie arli-

eolat.ioni. prima quella del ginocchio destro. poi quella del ginocchio sini ..tro, in &e~ui\o r articolazione del gomito ~i­ DÌ!Itro. Ha avuto forte ft<bbre, insonnia. mal d1 testa e anore."l'io. Pre~entemenle ba scolo abbondAnLe dall' ure~ra. slravaso conq1 lerevolu nella csp!>ula dell' at•ticolazione del ginocchio sìni~li'O, minore nel ginocchio destro e nel gomito. Le artieolnzìoni afl'etlP sono sen-.ibilibsimo al palpamento, e.i i mo''imenti .:;ono Jimllati ..simi. Cura: ini~>?.ione di Unll Poluzione di permanganato cii polafl~n . epilemo l<>pi,Jo bU I ginocchio sinistro. La temp~>ratu ru nei primt tre giorni ''aria fra 3R"- 39" ed una !lo) a volla supera i :lO", poi si Abbas!'o& a 3SO eù a 3i", e nelll) stesso tempo !'coanptll'iva l'affezione dal ginocchio destro e dal gomito ~inil'lro. Nell'articolazione del ginocchio sini.:;tro l'affeztone per,:i..te ìnvar ala ; e pfrl'tò tl t• frennaio 1~1'.1 c;j rec;e una punturn con aqpirazione, per la quale si estrassoro 65 grarnmì di un Ji,Juido ftiallo, torbido, floccoso, ~lulinoso e alcalino, che al microscopio lac;ciò 'edt!re numero~i leucoc.lJ purulcnli. St applica un bendaggio inamovibile. D·•po ciò, la temperatura "i mantenne normale, con maneanzll di dolori. L'S ~ennaio fu tolta la rasdatura e si conSlalò un certo deposito nel ginocchio, ms nessun addolora:~·nt~. ~er mezzo del bendaggiO I\larLm, e più lardi (dal . ~'nnato) col mailsaggio quolldiano, il depr~sito tocomparve Ullll~"ra mente (il 2:>) per r1apparJre t" indomani in un grado

mor•e. 11 31 gennaio il maluto volle uc;cire dall'ospedale; restava 11ora nell' t' l anar ar tco azione un leggero stra vaso, ma la fonziottà era normale.


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JIIVIST.\

Parall•l ooalari eU origine •1JWUoa. Dl&gD081 oa r..U.l tabeUohe. - Fot;HNJER. - {Journal ti e et Chirur gie, marzo 188i). Le ricerche anatomiche r ecenti bauno permo.. l;o di pretsre più completamento che non per lo pa"eato certe l'elisi oculari e ~pccialmenl~>, rruelle del nervo ocu comune. Questo nervo inratti pr esenta una suddivisione solo ne' suoi rami terminali, ma anche nei rami IIZIIIIII. o t:iODO appunto le ctuP or igini multipl~ che ~no ora beo nosciute. 1 . r

Al di la del peduncolo c~rèbral~ egli si divide iu ~i che derh·ano tulle da altrettanti nuclei dislmli, più o lontani ~~~ uni daEtli altri, e ciascuna di queste radici ~;ponde aJ una. b1·anca differente della sua di;,lribuziooe; 1 nuclei dei muscoli piccolo obli'fUO, elevatore, rello riore, retto interno Cormano un gruppo parLicolarrnen&e stinto da quelli dello srlntet•e dell'iride e del muscolo ri~ulta da ciò una indipendenza assai C<lmpleta tra la "colatura esterna e quella interna dell'occhio. L' una ba sua or igine nel quarto venlricolo, rallra nel ventricolo Questo ratto <:pic~a sopralutlo i casi di mid rio«i senu i muscoli motori ~10110 le<:i, t.:na prima conc:e..:uenza clinica di questi fatti o che le~ione che ha per J'isullato di ledere il nervo n~> l ~uo recherà una parail~i totale (plosi, slrabtsmo estes·no, z1one dei movimenti ''ett1calì dell'occhio, dilatat.wne ed mobilita dPIIa pupilla) perché lutte le sue fibr e sono io quel punto. Una seconda conc:eguenza é la facile interpretazione rica delle paralisi parziali poi~bè esse possono Clll'ler e dotte sia per una le~ione delle branche ter minali, sia una lesione delle radici. Per lo a Jdietro et·ano solamenle me,.se le paralisi parziali per lesione delle branche, che ore, avendo l'anolomia dimostrala la pos!'ihililù ds lesione istJlata dello rad1ci, l'interpretazione si é mc,ou•......., e secondo l'espressione del Panas, le paralisi 1t1useolari una volta sono divenute paralisi radicolarL


DEJ.U~ MAI-.o\.lil& YENERE& E D&l.W.. PELL'&

873

L8 paralisi del terzo paio present.a dal lato clinico sempre aue •1ue:..tioni a risolver~: t• La sifilide può dar luogo a questa paralisi? 2" Quale è il signilìcato di questa paralisi tn un sifilitico1 È con.. talato ìnfalt. cbe le paraJi~i del terzo paio sono il più spe:;~ ::ifìlilich••, st:bbene siano ~tute riscor.lrale nella dirterite, nella meningite tubet•colare, nell'isterismo, in cerli casi di aneudsmi, nella sclero~i a placche e nella tabe; ma fra tuue 1~ cau::e, la ~ifilide è molto più rrequenL» benchò oggi sia dunoslrato che le paralisi d' origine lab~ltca si rtseon\rano molto più spesso di quello che si ct·edova. D'allronde è abbastanza facile il concepire la predilezione della Slllltde per questo ner,•o; essa dipende dapprima dal lungo trngitto che egli percol're ùal punto di emergenza alla fes~urn sfenoitlale, ed in secondo luogo dal fatto che, durant·~ •1uesto lragillo, é costantemente in rapporto con organi frequentemente lesi dallo sifilide come il perioslio e le meningi. Di più i pericoli ùclla compressione sono anCOl'll. più <IOnl!i k·revoli per esso che per gli altri nervi motori, perché le. sinlidt> men1ngea ba il suo focolaio pr•incipale a livello dello tpazio interpednncolare p un lo 1mpot•taote del suo tragitto. Se l'ipotesi dello sitilid~ è accettala, vi é, dal punto di vista cle1 pronostico, un fatto molto importante a di lucidare, c1oè, se la le..ione ha colpilo unicamento il ner vo dopo le sue origini, OVVAt•o se la sifilide ba inter·essato il cervello stesso, ciò che è_ ~vide ntemenle molto p1ù ~n·ave, imperocché allora la motilità, l'intelligenza e la v1ta stessa soo(\ minacciate, e la ler~pla ha molto rn1nore efficacia. Pe r stabilire questa dislinuo~e lra la paralisi d' ori~ioe cerebrale e quella di oril!ine penft>rica ~i deve por mente sopratullo ad alcuni sintomi eoncomilanti. Vi sono pcrt.t~nto dei casi nei qua h la lesione cerebrale si nlanif··sta unicamente colla paralisi: ma ciò è assolutamente : ;ezionaJe; l"juasi sempre vi sono dei sintomi concomitanti 8 Possono r•iunirsi in cinque gruppi differenti e questi sono: pe 1' La ceratea caratlel'iz:zata dalla sua intensità, dalle sua l'tnanenza lj dalle sue esacerbazioni nollurne. 20 Le vet·~ìgini estremamente comuni.


874.

JUVlSTA

3• l disturbi della vista e gli abbagliamenti. 4• I disturbi congeslivi che si manifestano con la

dita dell'erruilibrio, gli attacchi apoplettici abortiti; s• l disturbi mtellettivi caratterizzati sopralutto dalla bolezza delle facoltà, e l'indebo]jmento della memoria ; la sifilide cerebrale agisce su rruesla facoltà piii di QUiiiiUIUIII allra affezione. Si ag-giungano a questi sintomi le crisi lettiformi, l'afasia e l'emiplegia. Se, dopo un esoame beo completo, non si r iscontra di questi sintomi, si può ammettere che non si tratta di filide cerebrale, ma di una lesione che interessa il lungo il suo tragitto. La diagnosi tra la paralisi sifillLica e la paralisi .......... ,-.• spesso ancore più delicata. Si sa che dei dist.urbi preludiano spesso all'atassia, e che le paralisi del terzo possono costituit•e un sintomo precursore, isolato e di que!:la affezione. l.a n<JLur·a di questa paralisi si può diagnosticare P"i caratteri proprii ed anche pei sintomi tabetici corJcomuaiH che posMno mostrarsi. Il Fournier cita per esempio un malato che lo cortsm~ nel 188;3 per una p tosi; interrogandolo attentamen te, egli scontrò che questo malato era affetto da polluzioni n n 1.1 nrat frequenti che svvenh·ano per molle notti di seguito causa erotica; esso ora é atassico. ln un altro malato osservato nella stessa epoca, la era accompagnala da disturbi urinar·u e specialmente quella difficoltà della minzione che obbliga gr individui, ne sono affetti, ad orinare in più voll-e. La diagnosi di a fatta allora per la coesistenza di questi due sintomi, é confermala. Se la paralisi oculare é assolutamente isolata da ogni sintomo di labe, i suoi caratteri proprii possono ancora mettere di riconoscerne la natura. Le paralisi Labetiche si distinguono infatti dalle altre due ordini di sintomi tratti sia dai loro caratteri attuali, dai loro caraLLeri di evoluzione.


DEI.LE MALATTIE VEN.EREF. E DELU PELLE

875

Fra i caratteri aLtuali uno dei più importanti è che nella parali8i orJinaria, nella paralisi sifilitica in particolare, la paralisi è l.otale; mentre che in quella della tabe la paralisi è dissociata. Le pt•ime infall1 colpiscono quasi sempre tutte le branche del nervo e producono simultaneamente la ptosi, lo strabismo esterno, l' immobilità dell'occhio e la dilatazione· della pupilla; questi caratteri pertanto non sono as;,olutamenle costanti poiche si possono osservare paralisi sHìlltiche incomplete sebb~:>ne eccezionalmeute. ~ella tabe al contrario le paralisi sono dissociale e parziali. La paralisi totale esiste, ma in via affatto eccezio-nale. St constala inollr e che, nella ma!lgioranza dei casi, la pupilla è colpila o isolatamente, o insieme ad altre parti del sistema ocula1·e; ma questo !';intorno è sempre il più importante. Nella paralisi s ifllilica l'alterazione della pupilla è un fenomeno di minor· importanza degli altri. Un altr·o punlo impo1·tanle è che la pa1·alisi tabetica per Iopiù non colpisce che un piccolo numero d i muscoli, e abitualmente uno solo, il r etto interno. Nella sifilide invece sono eolpili lutti i muscoli animati dal nervo. La causa di questa differenza risiede nella loc-alizzazione &nl\tomica delle lesioni. La sifilide infatti si localizza sulla partJ:> anteriore dello spazio interpeduncolare, in un punto, ove il nervo es~endo completamente costituito, essa agisce su lutti i suoi elementi. Al contra1·io la tabe si localizza nella re~ione bu.bo-protubero.nziale, in un punto ove incontra le raùid del nervo ancora divise. Un secondo se{:tno attuale da ricercare netla paralisi del terzo paio è quello conosciuto sotto il nome di sintomo dr Ar~t) d Robertson; ecco in che consiste. Si sa cb e nello stato n:rmale, la pupilla si reRtr·inge sotto i'infiuenza della luce '"•'·a e s·1 d'lJ ata nell'oscurìla; ugualmente essa si clilata per· 1~ ~isione degli oggetti lont.ani e si r estringe per gli ot'getti ;ICini. Ora, quando la paralisi proviene da una lesione del ronco nervoso, la pupilla é paralizzata, ma resta inerte in Presenza d1 qualsiasi eccitazione. re~ell~ paralisi tabetiche, al contrario la pupiiJa é dilatata e sta 1mmobile dinanzi alla luce, come nel caso precedente;


876

RIVISTA

ma essa conserva la facolta di restr'ingersi sotto l'i dell'accomodazione. L'esperienza é facile a farsi; cosi il rnalal.o guarda l'orizzonte, la pupilla non si modifica se egli guarda un oggetto vicino come la punta del sun la pupilla si restringe. Ciò si esprime dicendo che il luminoso é scomparso, ma ebe il riflesso accomodatore siste. Questo è il segno di Argyll Rohertson che si pu6 siderare pressoché pal.ognonomico deUa tabe. Una particolarità importantissima ancora é la miosi, il ristl'ingimenlo della pupilla coincidente colla paralisi muscoli. Nella paralisi ordinaria si osserva la midriasi: questa miosi che d'altronde è quasi sempre eccessiva, -sl.atata in quesla condizioni particolari é di una grande port.anza diagnostica. I segni ricavati dalla evoluzione della paralisi non minore utilità. Inrattt mentre le paralisi sifilitiche sono bili e J)et·sistenti, le paralisi della labe possono essere gaci ed eHi mere; esse possono durare qualche mese, seWmana, rrualche giorno, e perfino poche ore; io certi la loro durata non oHt•epassa alcuni minuti o alcuni poichè esse possono essere istantanee. Qu esta guarigione rapida, Jungi daU·e~sere t:n segno revole, è una prova della natura tabetica dell'affezione. sogna aggiungere che la reciproca uon è esalla e che iJ rattere di persistenza della pa1'alisi non potrebbe rare dere la;tabe,Jimperocchè le paralisi tabetiche possono permanenti come le paralisi sifilitiche. Uu secondo segno ricavato dall'evoluzione della è il seguente: se non è impossibile vedere una paralisi filitica recidivare, quesl~ recidiva è peraltro Ac4~ez~u~·-~ nella tabe al contrario la recidiva è frequentissima; il Fournier ha polut.o veder·e prodursi sei a•;cessi di in un atassico durante lo spazio di quattro mesi. Un ulti1ao segno infine può ricavarsi dalla guarigione tanea della paralisi. La paralisi labetica infatti può spont.aneumente e senza che la cura abbia d'allronde su essa alcunu influenza. La paralisi sifi,litica al contrario


DEI.LE MALATTIE VENER'RE E ORLLA l'ELLR

877

ba alcuna tendenza alla guarigione sponlanea; ma la cura ba molta azione su di essa, e guarisce allora in un modo speciale, cioè lenLamente e gradualmente, e quesl8 guarigione, invece di essere rapida, richiede otto o dieci setlimane per essere completa. Questo è ancora un elemento importante per la diagnosi differenziale.

RlVI~TA Dl TEC~ICA E SERVlliO ~IEDICO !fiUTARE ---~,____

__

a.lazlone ~anltarta •agli E•eroltl Germanici nella guerra contro la Francia del 1870- 71. (Sanitiits-Bericht ilber die Deutschen Heerc im J{r•iege gegen Frankreich 1870-71).

B. Ferite e malattie.

Furono reriti per armi di guerra: Oberstabsaerzte (medici di reggimento da campo) Stabs- e Feld·Slabsiirzte (medici di stato maggiore e di stato maggiore da campo) . . . . Assistenzàrzle (medici assistenti) . . . . . . .

26

Totale . . . .

55

13 16

A questi sono da aggiungere quelli considP.rati sopra quali morti in guerra o morti in conseguenza delle riportate ferite: Regimentsii!'Zle (maggiori di reggimento) . . . 3

Slabsàrzte (medici di stato maggiore) . Assislenzàrzte (medici assistenti) . . .

4

Totale

8

i

Si ha cosi un totale di perdite in guerra: 16 Oberstabsarzte; 17 Stabsàrzte; :10 Assistenziirzle; 'l'otale G'3 medici== 3,!1 p. 100 dei medici delle truppe e delle sezioni di sanità.


878

RIVISTA DI TECXlCA

Paragonando il totale feriLi al totale medici mo1bitiZ11t 1Jfl pei ferili la media dJ 1,93 p. 100. Delle fe!'ile 12,7 p. 100 furono letali.

Durante la guerra furono colpili da gravi malallie presi i 57 morti per malattie - 495 medici. Di questi appartenevano ai medici dell'esercito <== i 3,7 p. 100), all'esercito staoziale 50 (= 11,6 p. Nelle 495 malallie non sono comprese che quelle di lunga durata; un gran numero di malattie leggere rono prese in considerazione. C. In.oalidèlà.

In totale si ebbero, dal tempo della guerra all'anno 257 invalidi de1 quali 252 prussiani e 5 medici mili&ari sia ni.

L'invalidità avvenn e nell'anno.

Gener'alat·zte (medico ge. nerale) . . . . Ob.. rstabsiirzte (medici super•ori t.li stato mag· $liOre).

.

.

.

.

. .

5 17

Slubsiirzte lmedici di s tato magl{io•·e). . . . . 4 Assistennìrzte(medici a s. sisten ll) . . . 12 Totale

Fra i 5i Oberstabsàrzlen si annoveravano 50 medici siani in ser·vizio attivo, 2 medi•;i della Laodwehr e 2 {9 di essi avevano prestato servizio quali D11i 120 Stabflarzten 82 erano prussiani in St!rviz•o 37 della Lanùwehr ed 1 assiarìo (di quesli 31 fecero <li ObersLabsat•zLJ.


.E SF.IWI ZIO XF.DJCO XILJTARI!l

879

Gli 82 Assistenztir·zten, erano '27 in s ervizio attivo, 53 della Landwehr e l'is~rva, 2 assiani (7 di essi fecero le veci di Stabearzt. D1 tulti i 2;,7 medici, 188, ossia 13,2 p. 100, furono definitivamente dichiarati inabili, e 69, vale a dire 26,8 p. 100 lemporaneamenle inabili. Fra questi ultimi 69 si trovarono: t Obe1-:,tabsarzl, :H Stabsiirzle e 37 Assil;'lenzàrzte. Di questi divennero piti tardi detlnitivamente inabili 19 Stabsàrzle e 26 AssiStPnzàrzle. 4 Stabsfirzle e 5 Assistenzàrzte morirono, che erano steli considerati tempor·aneamente inabili. Furono in servizio durante la campagna 2519 medici di quelli in ser,·izio permanente, e 241 chiama tivi a prestar l'operalor•o dur•ante la guerra; quindi il numero dei membri del corpo sanitario divenuti e riconosciuti invalidi io conseguenza dei disagi e m a lallie incontrate in campagna fu, sul totale di 2iOO, di 9,13 p. 100. Dci 25ì medici invalidi se ne ebnero più di 62 p. 100 di prussiani, i quali diven n(.> t'O Lati pe1• malattie reumatiche, degli Ol.'gani respiratori e del sistema nervoso. L e singole medie furono per le mala Uie reumatiche 24.6 p. 100, per le malattie degli organi ret:~piralori 22,6 p. 100 e per le malattie del sil!ilema nervoso 15,i p. 100 12 medici(= 4,6 p. 100 dei pension&ti lo furono in seguito di ferile, 4 per malattie d'infezione {::::: 1,6 p. 100).

2. Sassonia. Dei 201 medici in campagna del XII corpo d'armata sassone tnor1rono:

1 Stabsarz.l, che restò s ul campo,

1 Assistenzarzl ecl 1 Unlerarzt per malattia (tifo). Totale 3 medici = 1,5 p. 100. d. ~~molarono (compresi i morti sopramenzionati) 60 melrcr, m egual pr oporzione tanto fra le truppe come presso 6 formazioni sanitarie.


880

RIVISTA Df TECNICA

Oltr e i due feriti in guerr•a (di cui 1 servarono 11 casi di tifo e 7 di dissenteria. La media p. 100 delle malattie raggiunse il 30 p. delle ferite l'i p. 100. Nell'a~osto 1870, 2 Assistenzàrzte furono rima ndati perché inabili a continuare la campagna. Fino al t• luglio 1876 furono dichiarati ir1validi io guenza della campagna fatta: Assistenzùrzle(compresi gli Unleràrzte che fun· zionarono quali assistenti) . . . . 16= 39,0%; degl'invalidi = . 9= 21,9 ,. • Slabl-tirzte . . . i4=3·4,1 , • Oberstabst1rzte. Generalàrzle. . . 2= 4,8. Furono cause di riforma: Conseguenze di malattie d'jnfezione. di reumatismo articolar e di malallie polmonari. • • di malattie vasali . . » di malattie nervose . » di malattie degli occhi • di altre malattie interne. ,. • esterne. Totale . Questi 41 casi di riforma sono divisi fra gli anni Dal 25 luglio 1871 al 1872 15 =26,6 ,. • 1872 al 1873 5 = 12,2 • • " 1873 al 1874 9 = 22,0 , • i87f al 1875 3 = 7.3 • ,.• 1875 al 18ì6 " Tolale

. .

41

Ricevette la pensione in base al paragrafo 13 della del 27 maggio 1871 soltanto un Oberstabsarzl di 1• quale per glaucoma divenna quasi cieco.


881

E SEHVIZIO MEDICO MILITARE

Fra i casi che e!!'igetlero un lungo trattamento medico nell'ospedale si numerarono 7 medici militari l:'assoni. Tutti e 7 guarirono. Dei 9 ufficiali addetti alle 3 sezioni di sanita ammalarono 6, di cui 3 per tifo, con i decesso. Degli aiutanti d'ospedale furono: H feriti di cui i mori; t26 ammalarono di cui 4 morirono; 137 ammalali o feriti e 5 morti in totale.

Il totale di guerra degli aiutanti d'ospedale per il campo

era tl1 331, cioè 168 p~r le truppe e 163 per gli stabilimenti sanitari. ·Mentre le malattie e ferite pei medici raggiunsero qua~i un egual numero fra quelli delle truppe e degli stabilimenti sanilari; lo sles~o non avvenne per gli aiutanti di

ospedale, poichè degli ammala li e feriLi tra questi, 65 = 36,9 p. 100 appartenevano alle truppe, e 72 = 44,2 p. 100 agli s tabilimenti sanitari. 41,4 p. 100 La somma delle malattie, ecc. ~i unse a 137 del totale, la !lomma dei m orti 5 1,5 p. 100. Si ebbe adunque relativamente ai morti un'assoluta consonanza colle perdite dei medici. Specialità di malatUe: i1 FeritP. . . . . . . . . . . . . . . Tifo . . . . . . . . . . . . . . . 5 Dis:senteria fra i porlaferiLi delle truppe . 3 Tifo . . . . . . . . . . . . . . . 28 Dissenteria fra i portafer tli degli stabilimenti sanitari 5 Fra gli infermieri il cui numero per il campo era di 204, e lutti per i soli stabilimenti sanitari si ebber o: 107 = 52,a p. 100 malati, di '!Ui i+ =: 6,9 p. 100 rapporto al totale morti (compreso l per infortunio). La mor talità pel tifo fra i portaferiLi fu di 10 su 40 25 100 dei malati, e lo mortalità per dissenteria fu di 1 su 3 :::: 1,7 p. 100 del to tale malattie. 56

=

r

=

=


882

RIVISTA Dl TECNICA

I porlaferili delle sezioni di sanita (compJ ........ v ....... furono colpiti: 5 di ferite, di cui 2 mortalmente; 91 di malallie, di cui 3 mortalmente;

T otale 96 ferili e malati, con 5 casi di morte. Le ferite e malattie furono 96 = 25,8 p. 100 del numero totale dei morti (5 + 3 jnfortuni) 8 =:: 2,2 p. malati e deceduti. Dei 29 tifosi morirono 3 =:: 10,3 p. 100; di di~;sentell'ìl morì alcuno. Di sollufficiali e truppa si ebbero 497 ripartiti fra di sanità, gli ospedali da campo ed il personale dali di riserva. Di essi ammalarono 139 == 28,0 p. l'effettivo; di cui morirono 15 = 3,0 p. 100 deli'Affii>tun 60 di tifo morirono 10 =:: 16,7 p. 100; dei 7 ammaJaU senteria ne morirono 3 == 43 p. 100 dei malati. Degli impiegali (62) addetti agli stabilimenti .,...~ ......,; malarono 16 = 23,1 p. 100, di cu(2 =:: 3,2 p. 100 del tale mor irono (non compreso un impiegato del aeiPOEIII(!IJil dale morto per infortunio). Degli a!Lri, i furono colpiti da tifo, di cui 1 morl.

3. Baoiera. Dell'esercito bavarese morirono 8 medici, ili cui t rita in guerra =:: 12.5 p. 100;-5 =:: 62,:! p. 100 dei morti lo malattie da infezione. J medici morti appartenevano stabilimenti sanitari dell'esercito mobile. L'effeUivo dei dici sul campo fu di 402, cosicché la perdlla per morte 2 p. 100; l'effettivo dei medici dell'esercito mobile era di 615, la perdida di 9 medici messavi a risCO~tq perciò una media di 1,46 perdite p 100 medici io D urante la mobilitazione furono posti in pensione 3 militari in servizio attivo; nel corso della guerra chiaraLi invalidi 34 medici, di cui 5 medici militari in servizio.


B SBRVJZlO MEDICO MILITARE

883

Per i medici militari iu attivo servizio, il cui stalo di pre-

senza nell'esercito da campo ascese a 160, si ebbe perciò una perdita per invalidità di 3,12 p. 100; per tutti i 403 medici in campagna di 8,5 p. 100.

4. W ùrltemberg. Al servizio sanitario della divisione reale da campo Wftrt.temberghese erano addelli: 64 medici 6 ufficiali 13 impiegati Totale 83 persone col rango di ufficiali ed 842 uomini di truppa , di cui 156 aiutanti d'ospedale e 456 infermieri esoldali di sanità. Di questi ammalarono: i medici== 10,0 p. 100 dei medici; e 462 uomini a i truppa == 54,9 p. 100 dell'eff~Ltivo. Di t~ssi mori•·ono: 2 medici == 3,1 p. iOO dei medici o 28,6 p. iOO degli ammalati, 21 uommi di truppa = 2,5 p. 100 della forza effettiva o 2,5 p. 100 de~li ammalati. Inoltre morirono 2 medici presso le formazioni immobili. Furono ferili: 2 uomini di truppa== 0,2 p 100; 1 medico == 1,5 su 100 medici. Dei ferili non mori alcuno; come pure nessuno cadde sul campo di ba ttaglia. Del personale addetto al servizio sanitario si ammalarono per tifo: 4 medici e 195 uomini di truppa; e di essi m orirono:

2 medici e 18 uomini di kuppa. La morbosilà per tiro raggiuse perciò: per i medici . . e per la trupfl& ,

. .

.

.

.

.

.

6,2 p. 100 • 23,2 •


RIVISTA DJ TECNICA

La mortalità per tifo raggiunse: per i medici . 3,1 p. 100 dei medici, o 50 p. 100 per la truppa 2.2 " ossia il 9 p. 100 dei Di dissenteria ammalarono 24 2,95 p. iOO della morirono = 8,3 p. 100 dei malati, ossia 0,2i p. 100. Di vaiuolo si ammalarono 9 = 1.08 p. 100 della forza 7 medici divennero permanentemente inabili al

=

5. Baden.

=

Dei 145 medici badensi morirono 5 3,43 p. 100: t taglia, 4 di malallie; fra questi un impiegalo Mgli dell'interno. - Fra il restanle personale sanitario si 8 casi di morte. Il numer·o dei medici divenuli inabili al servizio seguenza della guerra fa di 17 11,6 p. 100.

=

Ricapitolazione. Fra tutti i 4062 medici dell'esercito tedesco m<l•bUIZIII ebbero: Caduti sul campo o morti di ferite . . . . . . 11 0,27 p. 100 forza M orti di malattie . . . 55 = 1,35 ,. • Di questi per malattie di infezione. . . . 25 = 0,6i • •

=

Totale morti

66 = 1,62 p. 100 forza

Furono ferili (compresi gli 11 morti). . . . Ammalarono(compresi 55 morti) . . . . . 538 = 13,24 Di essi per malattie di infezione . . . . . 139 3,-*2

=

»

lt

Somma dei ferili e maIali. . . . . . . 604 = 14,86 p. 100 forza


885

E SER.VJZlO MEDICO MILITARE

Degli ammala~i, lo furono: Per malallie d'infezione . Di cui per vaiuolo . . • tifo . . . » dissenteria.

139 = 25,8 p. 100; i5 = 2,8 » 64 = 11,9 .. 55= 10,2 •

morirono

11 = 16,6 p. 100 dei curati; Dei 66 ferili 55 = 10,2 )) 538 divenuti malati • .. 139 colpili da malattie 25 = 18,0 d'mfezione. , 15 malati di vaiuolo . 2 = 13,3 •" lt , 6-i malati di tifo li> li> i5 23,4 )) 55 malati di dissenteria 6 = 10,9

.

..

.

=

..

Tutti i casi di morte furono cagionati: Da ferite . . . . . . . . . . • malattie . . . . . . . . . E precisamente per malattie d'infezione. Di cui per vaiuolo. . 11 tifo . . . . . . . . . . • dissenteria . . . . . . .

16,6 p. 100 83,4 » 37,9 • 3,0 • 22,7 • 9,1 •

Ponendo a riscontro i dati suddetti colle medie della morbo~ila e mortalità fra la truppa e gli ufficiali dell'esercito

mobile si scor ge che la morbosilà dei medici per malattie d'infezione fu di gran lunga minore di quella della truppa ed U cbe minore di quella degli ufficiali, che all'incontro l' intensità di queste malattie, come pure la morlalità cagionata da esse, raggiunse il grado massimo fra i medici ed il re!lante personale sanitar io. . Fra i riparti d1 truppa dell'esercito tedesco s tanziate mol'lrono in tutto 19 medici; il numero totale dei medici dell'e~~lo (mobile e stanziale) morti durante la g uerra fu di 85, 352 medici tedeschi divennero invalidi per cagione della guerra.

==


886

RIVISTA Dl TECNICA

CAPITOL O SECO~DO. Servizio sanitario e regole igieniche presso le ....,,.

SEZIONE PRIMA. SERVIZIO SANITARIO E NORME IGIENICHE IN MARCIA ED 1N QUARTfE1U::

i. Ma,.cia.

Per quanto lo permisero le esigenze militari, si .... ,~.~......_ durante le marcie non solo le norme prescritte dal mento, sibbene anche quelle che poter ono esser e dalla natura dei luoghi per la tutela della salute dell'est~l'Cìll Se la marcia dovette aver luogo nella più calda dell'anno, possibilmente, si fece nelle ore del mattino. ore calde le colonne marciarono tenendosi reciproca notevoli, anzi possibilmente a grandi distanze e mai parti troppo vicini tra loro. Nelle lunghe marcie, fermata principale, furono fatti replicati e corti alt di in Juogbi convenienti fu posta l'acqua e fu alleviata la slacciando i bottoni Ruperiori del cappotto, ecc. Contemporaneamente furono emanate istruzioni, nizioni e proibizioni, contro J' uso di cibi nocivi !S!)ecus u ....-••., di patate non mature, di frutta acerbe, ecc.); contro di bevande spiritose, di bevande troppo fredde o di torbida; :fu proibito l'accampamento in luoghi umidi; menti fu raccomandai<> di non giacersi sulla terra umida corpo riscaldato, ecc. Fu sempre disposto prima della marcja ~be la truppa desse la sua colazione e riempisse la sua boraccia con o sola o - nei giorni caldi - mescolata ad aceto od a nero.


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Particolare sorveglianza si ebbe intorno all'uso dell'acqua.

ru rip:orosamente proibito l'ar·bitrario affollamento per bere; parimenti si dovelle proibire, che le truppe si gettassero preeipitosamente, durante gli alt di l.'iposo, su ogni pozzanghera piena di acqua torbida. Per evitare questo, si dovette d'altronde provvedere al bisogno imperioso della sete. $i mandarono perlanl~, come era prescritto da un decreto minisleriale in data 17 giugno 1870, piccoù comandi diretLi da an ufficiale innanzi nei luoghi in cui dovevano passare le truppe, i quali prepat avano serchie o particolari recipienti pieni d'acqua ai due lati della strada. I militari che cammi· navano ai lati della stradu marciando attingevano l'acqua con bidoni o paiuoli e la distribuivano a coloro che marciavano Delle file intel'ne della colonna. tn alcuni riparti di truppa si osservò per allt•o una inclinazione a largamente bere, dursnte la prima s~ttimana della guerra, nei picccli alt della marcia, il che, ollr·c aiiG altre dot:tnose conseguenze, cagionava non piccoli ostacoli nelle gr·nndi pròvviste e nei conseguenti trasporti dell'acqua oecorrente. La mancanza di buon'acqua si fece senli['e specia1mente dopo l'entrala in Francia ed in appresso fu spesso comprata. Le soff~renze dei piedi nelle marcie si manifestat•ono precipuamente nelle prime sellirnane fl'tl le classi richiamate, quando ru necesssario eseguir·e lunghe marcie in completo ~setto di guerra. Fu perciò necessario di rivolgere la masl!lma attenzione alrtgiene del piede. Oltre l'esame diretlo della ~lzatura e le regolari visite dci piedi fu determinato che ogni KlOrno 1-2 ore dopo l'arl'ivu al bivacco od alraccantona~en_to avessero luogo le lawwde dei piedi. Nei quartieri si l'l1lmvano i malati ai piedi affinché fossero servegliati e curati secondo le prescrizioni mediche dagli aiutanti d'ospedale. ~eri Piedi feriti furono prescritte, oltre le suddette lavande, 110 uzioni spirilos~ o tanniche; quali mezzi di protezione si ~~rrssero unzioni con unguento di piombo, zinco e tan~0·. L? tumefa.zil)ni edematose dei piedi e delle estremità nò el'l~rt (in principio assai fr·equenti dopo lunghe marcie~ lo n di rado congiunte a suggellazioni e rossore erisipelal!o della pelle) cederono generalmente presto colla posi-


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RIVISTA Dl TKCNICA

zione orizzont.ale, coi bagni ai piedi, coi bagnoli di vegeto-minerale e colle fasciature . Quale mezzo contro le lesioni dei piedi, oltre la buona scelta della tut'a, furono rttccomandate: frequenti laYande fredde corrispondenti parli ùel corpo e fregazioni con .,v.......,v ... ritose o con ,::rasso, specialmente con sevo di manzo montone, che poteva facilmente trovarsi e che per espet•ienze é dimostrato conservare meglio la pelle di che gli unguenti emollienti, l'olio, o il grasso suino. Fatta astrazione dalla diminuzione numerica, che vano i riparti di truppa per i numerosi malati di tale destò un grande imbarazzo la necessita ùi tra~nor~~~l'll.• qualche modo questi malati, poichè da un Ialo era sat·io adattarsi alle esigenze del loro stat.o, dall'allro necessitava il loro so!lecito ristabilimento e ritorno truppa. Il pal·agrafo 5 delle istruzione sanitaria in CSIIDPIIA\! prescdveva, che nelle marce i malati leggel'i, che per poteva prevedersi in Alcuni giorni sarebbero stati di marciare e combaLter e, fossero portati innanzi mezzi di traspor•to a cavallo; i restanti malati tr~'"'l,orllal dovevano e~sere diretti agli ospedali di guarnigione in oppure negli ospedali di tap~a se gli eserciti trova fuori dei patrii confini; i malati non trasportabili erano rizzati per la cura all'autorità locale dandone avviso al simo Comando di tappe. L'esecu;done di questo paragrafo incontrò tuttavia difficoll.a, da un lato perchè appunt.o nel principio della dunque i11 quel periodo, in cui si ebbe il maggior ..... m~tro.J malati durante le marce, non si avevano in quantité derevole né card trasporti per gli ammalati, né un spandente numero di ospedali di tappe, d'alli'& parte taluni comandanti di truppe avevano ricevuto l'ordine di far tt·asportare innanzi anche i malati leggeri, ma subito agli ospedali. Quest'ordine aveva per base la di avere i riparti di truppa, per quanto fosse possibile, . a qualunque movimento; ma il numer·o degli ospedale, cho in tali casi si componeva precipuamente di lati leggeri, sali in alcuni reggimenti di fanteria a


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revole altezza. Poiché gli ospedali di ~appe e da campo non avevano frequentemente letti in numero bastevole per accogliere tutti i trasportati, cosi questi furono mandati indietro di tappa in tappa finché si trovarono a considerevole dist.anza dal rispelli vo corpo. Per rimediare a quesL' inconveniente, si riunirono in appresso gli stanchi (l'ifiniti) ed i maiali ai piedi in un luogo comune, ove ricevettero trattamento curativo e dopo tre gtor!'!i di cut•a erano inviati od in un ospedale per conlinuat•e la cura, oppure, se guariti, medianle carri requi5iti vemvano restituiti ai loro corpi. Con queste truppe si formarono le così dette compagnie -degli stanchi (Mat·oden-kornpagnien). La prima della forza -di 700 uomini fu dal corpo della Guardia iosliluit.a e riunita in Hombut•go; una seconda circa della stess». forza si formò in Dieulouard sulla Mosella. In appresso questi riparti di ~uppa improvvisati, come pure le compagnie convalescenti .., Rekonvaleszenten-kompagoien n furono occupati nel servizio di tappe o nei parchi ùel corpo, ove rendevano disponibile la ts•uppa destinata alla scorta delle carrozze. In Amiens un battagLione di malati ai piedi spettanti all'VIII Corpo di Armata, durante ht spedizione contro S. Qujntino fu addetto .alla guarnigione della città. Nel I corpo d'armala ba varese un riparto di malati ai piedi servi presso Orleans per custod•re la stazione ferroviaria. Nell'armala del sud furono nel gennaio 1871 per ordine del comando del corpo riuniti tulli gl' mdividui non più atti a marciare in Prouthoy e mandati a Ch!Hillon per rinforzare la debole gllarnigione. Quando la II armat.a marciò da Metz contro la Loire, i malati leggeri ~urono trasportati sui carri o sulle carrozze bagagli, finché tn Cbartres si formarono pure le compagnie dei convalescenti. I I. Accantonamenti.

A. Norn•c del seroi.;io sanitario. - Negli accantonamenti, ~Pecialmente in quelli di lunga durala, il servizio sanitario

fu riO'gola.to in modo analogo a quello di guarnigione. Ogni giorno all'ora stabilita erano i malati condotti al me~ico e visitati. 1 malati leggeri rimasero io parte nei loro


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RlVISTA DJ TECIDCA.

quartieri, in parte furono accolti nei l'uopo istituiti o negli ospeda li di accantonamento, ebbero il còmpito di accogliere i malati locali o queiJi vicine stazioni, solto la cura dei medici delle truppe; i lati gravi o quelli affetti da malattie croniche, come furono mandati agli ospedali di campo o di tappe. Nell'abbandonare il luogo dell'accantonamento ~i rirono lutti gli ammalali che non potevano seguire i corpi nei prossimi ospedali da campo, di guerra o di i non trasporta bili si affidavano pure al comando locale e ne dava avviso al prossimo comando di Lappe.

Depositi- Ammalati. L'tslituzione dei depoQiLi-malati per i malati legg~ri prescrilta dal paragrafo 1 dell'i~truzione sanitaria di Secondo la detta istruzione un deposito- ammalati rappt·esentare un'infermeria, od un o.~pedaJe locale. ma volta questi luoghi ùi cura improvvisati presero una sì estensione che divennero veri ospedali d'accantonamento. però funzionarono sempre col personale sanitario e col teriale delle truppe senza concorrenza di altre fol''IDIILZ1418 sanitarie. Il benefico influsso di queste formazioni si r iconobbe miglior modo dalla stessa estensione in tutto l'esercito prese durante l'ultimo periodo della !2'Uerra. Anche truppe in marcia si cercò d'improvvisare transitorie zioni della stessa natura. Quanto queste formazioni alte a sgombt•are gli ospedali, si dimostrò per. es. nel gimento at·tiglieria d'assedio innanzi a Pari!li, il cui n d'ammalati d'ospedale nella terza decade di oUohre dell'istituzione di un deposito ammalati) raggiunse il 2, 3 cento dalla forza media, ma nelle decade successive furono islituiti i depositi ammalati) discese ad 1,1 e 0,8 cento. Secondo la forza delle truppe e secondo la n r.nO(Jr."' zione dei locali furono questi depositi eretti per reggi battaglione od anche per piccoli ripat•ti di tru ppa. Nei


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!Iella ~uardia (Garde- Korps) innanzi a Pa1'ij:('i s'instiluirono iRCermerie- ammalali per ogni singola compagnia. Le provviste necessarie per un Lale ospedale in piccolo eagionò spesso nalut•almente gr·andi difficollà. Uoa di queste diftì.':ollà s'mconlrò nella ricerca di locali adatti con parecchie camere, con finestre e porle che potessero chiudersi, stufe, giacigli di paglia o letti. Quintli necessita1•ono pure mobili ed utensili per Ja cura di malati, che si poterono ottenere solamente mediante requisizione. Nel miglior modo poterono questi depositi essere erelli dai corpi addetti a d assedi, perché fu allora. ag-evole far U!'O delle case e dei mobili abbandonati. Talora fu necessArio abbandonare queste località con tanta fatica preparate per dislocazione delle truppe, ma furono riacquistali, quantlo il reggimento dopo pochi g iorni tornava alr'antico quartiere. L'a~sisLPnza ed il servizio di guardia nei depositi ammalati er·a affidato agli aiutanti d'ospedale della truppa, uno dei quali almeno aveva stanza nell'infermeria o nelle vicinanze per esl'ere pronto ad ogni bisogno urgente degli ammalali. Intorno a Slrasbnrgo fu affidalo questo servizio alle soJ•elle ed Ili fratelli delle scuole samaritane, che spontaneamente e con lraspoJ•t.o si dedicarono alla cura degli ammalali. L'andamento ùel :servizio in un'infermeria bene organizQia fu regolato nel modo seguente. Le compagnie depone~ano gli oggetti di arredamento in un luogo determinalo e per ogni malato l'li aveva malerazzo, copertura, guanciale, ~za e bicchiere. Degli operai dovevano tener nella la cuQna,_ le sl.anze, i cot•tili e le latrine, tener in ordine gli urinatot. l viveri erano mandati dal battaglione in base ad uno stato della forza dei presenti al mezzogiorno, preparati da ~~one comandate, e distr·ibuili secondo l'ordinazione me. ~n ~iutante d'ospedale ed alcuni soldati comandati quali il servizio di ~uardia. I recipienti ~7no lolli dal carro medicinali di un baltaglione e lraspor1 nel deposito, ove solo per casi urgenti erano adoperati,

lQ erm1eri di!sirnpegnavano


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RIVISTA DI TECNICA

nella quale circostanza aiutanti d'ospedale, in t'ermiere e restavano presso gli ammalati J registri e le schede vitto erano dir·etti come in tempo di pace. I malati i febbricitanti leggeri, gli scabbiosi (in camere se i lesi ai piedi, dettero il contingente principale. Lo necessar•io in un ospedale da campo ebbe luogo s ul zogiorno mediante un carro del battaglione. Il successivo mighoramenlo nella istituzione eli n ......~,­ positi, che non di rado furono provvisti di locali per indusse taluni medici di corpo a tenervi m cura per tempo malati leggeri di dissenteria e di tifo. Ma poic:Jiè osservalo che anche questi malati, sebbene leggeri, per poter essere del tullo isolati, si facevano centri vrc)P~l'l~IIOI delle stesse malattie, fu stabilito in generale che tutti i lati di malattie attaccaticce (anche malattie d'occhi blli) fossero in 1•iati agli ospedali da (:ampo. L'alimentazione nei depositi ammalali cagionò imbarazzi, poichò poca differenza si potè fare fra i gravi f:d i leggeri. Se le truppe ricevevano l'ordine di marciare, allora i lati, che r•esta vano nel deposilo, erano trasferiti all'ol51M11dallll da campo. La circostanza, che per Je frequenti ua:>~v•......- · delle truppe, rendevansi necessari tali sgombri, alcuni medici a non accogliere nei depositi, quanto ai di Joalattie interne, che quelli nel quaJj poteva aversi la sicurezza che la guarigione si sarebbe ottenuta m tre giorni. Qua e là Si tentò pure eli disporre Je nfPMDI8ftl di cor·po ad un miglio circa dalla fron le della truppa, del in pianura comandandovi un medico assistente col uecessario per~onale d'assistenza, agevolandosi bilmenle le piccole dislocazioni della truppa. P el trasporto degli ammalati negli ospedali si fece uso carro-trasporto ammalati della sez.ione di sanità. Pel eporto di ammalati gravissimi fu impiegato, per del comando generale, una parte del personale degli -dilli da campo non impiantati. Lo sgombero diretto degli ammalati in ferrovia a


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distanza per mezzo delle truppe trovò la sua applicazione nonostan ~ gl'inconvenienti che da ciò derivarono. Un'applicazione in grande lt•ovarono i depositi ammalali dapprima nell'assedio di 1\letz. lvi per ordine del comando generale dirigen~ l'assedio furono eretti grandi depositi amma!ali per le truppe nelle vicinanze del bivacco. Sviluppatesi in appresso malattie d'infezione come Lifo e dissenteria, i rispettivi malati furono accolti nei deposiliO!;pedali. Durante l'assedio di Parigi furono istituiti in tutte le truppe depositi per ammalati ed il più delle volte bene arredati. Costante particolare allenzione richiesero le latrine nelle infermerie. Per la conosciuta difettosa costruzione della massima parte delle abitazioni francesi relatimente alle dette lalrint>, le condizioni igieniche lasciarono molto a desiderare. In estate gli urinatoi furono costantemente disinfeUati; d'inverno furono costrutte latrine in muratura. Ospedali d'accantonamento. Pel ricovero di quegli ammalati, che per la gravilà o per la specie di malattia non poterono restare fra le lruppe, fu prescdlto negli accantonamenti di lunga durata, quando non fu pos11ibile erigere numerosi ospedali da campo e di tappe o quando questi erano p1eni, la erezione di ospedali d'accantonamento. Il comando generale ne doveva determinare il numero e la e!:!lensione; per la dii·ezione di essi concorrevano l'intendenza di campo ed il Generalarzt del corpo. Furono calcolati in media di ampiezza tale che fossero alli a~ accogliere il 3 per cento della forza media delle truppe r1spetti ve. Il personale e materiale furono in generale tolti dagli ospedali da campo. Se le circostanze lo permisero furono pure u:ilizzate le sezioni di sanità od il personale dell'ospedale di r1serva. In gen.,rale tuttavia tali stabilimenti furono affidali a quel Personale, che era più vicino. Poiché i medici di truppe sem-


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brarono i piu disponibili, cosi fu affidato ad eof del servizio in quesli stabilimenti, anche senza altro person.tle cbe fJUello delle truppe e fino personale distaccato delle formazioni di sanil8. di passaggio si o~servarono più frequentemente di riserva del Gener·ai- Gouvernements come che operarono nel sud, talora dall'esercito formazioni della Landwehr, poiché queste •auua~,.,., dopo la dichiarazione di guerra erano pr•ovviste di numero di ospt!dali da campo e di ospedali di L'occupazione delle fortt>zze cadute di mano potere dei Tedeschi rece sorgere la necessità di la cura della guarnigione gli stessi ospedali, che accogliere anche gli ammalati delle truppe in -scopo furono riattivuti, dopo accurata disinfezione, dali di guarnigione francesi col su~srdio del 1:1tente od acquistato mediante requisizione. COJilteiiDJI mente furono utilizzati quegli ospeda.i civili che roM idonei a tale uso. Il personale vi fu corDBIIJUIIM dolo dai medici di truppa e dagli aiutanti d'ospedale, bisogno dagli aiutanti portafer·iti quali infermier i o il &occorso del pf'r sonale borg hese, delle suore e .mieri (Schulschwestern, Civil-Krankenwàrtern). A furono trovate ulili queste rapide or~anizzazioni combattenti nel J ura, i quali per la difficoltà delle caUiva stagione, la mancanza dei mezzi di il rapido cambiamento delle operazioni abbJ,SOiPil""A!! cipalmente di molti luoghi di rmnione per gli Oltre i ferili leggeri che non erano trasferti agli da campo, veviveoo accolli negli ospedali di acc;:eu w"t principalmente i malati di reumatismi, di disturbi di bronchiti o polmoniti, talora anche alcuni di o di febhi'i tifoidee. Pel cambiamento dei riparti di t•·uppa, i medici che giungevano prendevano possesso di quesU Se la guArnig•one o le truppe accantona~vi vano definitivamente la località, allora i malati


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erano \•ersati nei prossimi ospedali da camp.o, i non Lrasportabili erano affidali all'autorità locale e se ne dava avviso al comando di Lappe e delle truppe. Se non poteva essere abbandonalo l'ospedale, allora il generale ispettore di Lappe provvedeva dell'altro personale di servizio.

RIVISTA D'IGIENE t.& glnna1t1oa a u1lUarta nella medicina, per CHARLES MAc IwrlRE.- (Philadelphia Medica! Times, aprile 1887). t ·esperienza dimostrerà presto. se non lo ha già dimomolli esseri mal conformati, asimmet rici nel loro sviluppo, anormali nella loro complessione, ed altri ne' quali non v'è armonia fra ti sangue ed i nervi, fra il cervello e la nutrizione, e che questi esseri ammalano facilmente, e le malattie son più difficili a cu1·arsi quando avvengono in un soggetto anomalo e disarmonico. In alcuni di questi casi la ginnastica può essere un agente profilattico, ed in altri un agente te rapeutico. Ma quando parliamo di Ftinnastica non dobbiamo correre con la mente ai trapezi, ai h•ampolini ed altri arnesi da ch·co, ma pensare ad appa1•ecchi adatti a gente debole, capaci di eSl:rCil>ire alcuni muscoli, e produrre determilati effetti. Cosi po~!"iamo impiegar mezzi che es-ercitino i muscoli addominali per ottener delle pareti solide e forti, ed indurre un cambiamento che aumenti la resistenza de' visceri entrostanti, con Ptfetto di una decisa eupepsia, invece della primitiva condizione dispeptica. ~all'uso della ginnastica bisogna studiare i singoli casi per quel che sono, e tener presente il vecchio adagio: • ciò ehe e Cibo per uno è oeleno per u n altro », scegliendo i diversi esercizi come si sceglierebbero i medicinali, e non adope~<.trato, che vi sono


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randoli come una panacea. Altrimenti potrebbe l'uso esclusivo di certi muscoli, deformasse invece ficare un soggetto ben conformato, mentre lo sarebbe utilissimo per ricondurre l'armonia ove le sera asimmetriche. l muscoli non agiscono da soli, ma col concorso sanguigni, de' nervi, delle aponeurosi e delle ossa, preparazione di questi diversi organi, dev'essere punti di partenza che regolano l'impiego della altro se ne troverà nella proporzione fra la statui'll pacità vitale. Quando queste diverse funzionalità con1otle alla loro armonica esplicazione per mezzo opportuna ginnastica, le malattie saranno più rare e cilmente debellale. In mancanza di adatti stabilimenti di ginnastica, una carrucola, una puleggia, un bastone, possono suffìcienti mezzi di esercizio ben diretto; dove poi gli menti esistano, spella al medico prescrivere il genere cizio necessario per ciascun difetto che si voglia

11 Direttore

Dott. FELICE BA:ROFFIO col. med.

11 Collabora. t o re per l a R .• Marina. GUELFO VON SO!I{.MER Jlt4fco dt fl cl!J#e

NUTINJ F EDER ICO , Gerenze.

U R·c~cu:n.,.,..


OR.:IG:INAL:I

Dl.~G~OSI URUICO-LEG.UB MILITARE Df. LLA

AlHR~~l E DELL'AM BLI ~ PIA M~NOCULARE

~on basta poter affermare che un individuo sim11la: sempre, tosto o tardi, sarà pm· necessario decidere se trattasi di simulazione assoluta, ossi ver·o di grado e bisognerà in tal caso accertare se la esagerazione è tale dn dover escludere il grado inabilitante regolamentare. Il li esperimenti proposti ùal Cuignet, J ava!, Barthelemy (interrnttori semplici del campo r)i visione); dal Bertbélet, Andrè, Chauvt>l (internlllori camerati); dal Flées, Armaignac, Monoyer (p"eudosropi t'aloLLrici); lo stereoscopio di Brewster; i pri'mi ~emplici e birifran~enti (Galezowski), autodeviatori ~Wellz). a doppio (Graefe). o triplice elfetto (~fono~·er), sono eertamente mezzi Pgregiqwmdo l' indir:iduovedt> e sen<>n esiste •rrabis111o. La cromntoscopia complementare ~arebbe efficace; llla non •'• tmto :;empi ice e t'aci le ollcnere le condizion i richieste per la perfetta fusione a luce bianca. Pare invece a me che due mezzi semplicissimi potrebbero ~rfettnmente permettere di raggiungerel'inlenLo, usando ben mteso come oggetti c;u·atte•·i, numeri , segni esattamente per le dimensioni determinali sul le Psigenze del visus mililare .

....,.


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DlAGNOSI MEDTCO·LEGALE MILlTAU, ECC.

Sono tanto semplici da far ricordare l'ovo di '-'v•vwu. ciò non toglie possano essere praticissimi. Un paio d'occhiali armati da un lato da un semplice dall'allro d' una lente positivn o negativa(di 3 a 4una bnona scala tipografica {meglio se a misure ""''"o~•" stano per l'esperimento. Se si adattano cosi che la sponda all'occhio sano, se l'individuo vede a distanza prima, vede da vicino colla seconda, è certo che Yede chio pretestato difettoso. Certamente bisognerà,se traLtasi individuo ametrope, tener conto della natura e ~rado di ametropia .... ~f a il principio sta, ed indiscutibile. Un allro semplicissimo ma, efficace mezzo si otterrebbe l'uso com binato dei miotici e dei midriatici. Ri instilleranno alcune gocci e d'acqua pura nell'occhio lato, alcune goccie d'una l unga titolàta soluzione di rina nel sano: ollemlla la mi osi se l'individuo vede a è certamente coll'occhio allegato imperfetlo. Il di :.utNW""' si ripeterà l'esperimento, sostituendo al solfato di .....,,...,..,•. quello di atr·opina: se l'individuo vede da vicino e di sicuro l'occhio cho allegava leso. Naturalmente dovrassi anche in questo esperimento lo stato diollrico statico l'uopo nsare d'una adatta lente correttiva. La semplicità degli indicati mezzi, nulla toglie alloro tico valore .... Ad ogni modo varranno ad accret:ccre la degli esperimenti, coi quali, provando e riprovando. si con tutta coscienza riescire a formulare un giudizio, che leda gl'interessi dell'esercito, non vuineri quegli degli Yidui. D. F. BAROFFIO·


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LEUCOMAINE E PONOGERI

Riassumendo un interessantissimo articolo di supplemento alla rinomata-Agenda du chemiste - de1 Wurtz, continuata dal Yalet, ed inserito nel volume del ,t 886, abbiamo nel gior· naie dello scorso anno cercato di dare ai nostri lettori un'idea della teoria della produzione delle ptomaine e delle leucomai ne, che iniziata dal nostJ·o Selmi, fu continuata e fecondata dai bei lavori dei Gauthiet·. ~ oi la additavamo ai colleghi come un vasto campo novellamente aperto pella teoria nen solo, ma ben anco alla pratica terapeutica, delle malattie da infezione. O~gi togliamo dalla Revue scientifique(~· semest., 1887 ,N. 4) alcune note che ci sembrano d'un'importanza ecce1.ionale non solo comeaccetlevolissimaspiegazione del fenomeno fisiologico di cni è discot·so, ma ben anco sulla genesi di w.tte le forme morbose in[elLit•e, sia a corso continuo che ad accessi perioditi, ritmic/11'' ecc. t 'illustre professore della Università di Bru ~elles Di Leo Errera, in una comunicazione a quella società antropologica ba maestrevolmente discorso del fenomeno del sonno ..... Pourqnoi dormons-nous? È pella produzione che l'attività organica, ed in ispecie dei te~suti più attivi, muscoli e nervi, ingenera di corpi più o meno analoghi agli alcaloidi; delle leucomaine cioè che sono a/fati-


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LEUCOMAJNE E l'ONOGER I

canti e nev>·otiche, per eu i l'egregio seriLlore le d l'appellativo di Ponogesi (da 1rovo; fatica). La r.ir·colazione li trascina, la respirazione e le in ispecie le biliari, li espellono. Quando ]a loro è superiore alla potenza d'ossidazione, è superiore alla nazione. dal lor·o accumulo ha luogo quel fisiologico namento di cui è eiTetto l'accasciamento cerebrale e zione il son no. Durante il l'iposo la produzione loro è diminuita, e massimamente per la dim innita a!lività muscolare e l'eliminazione prende il sopravvento, l'azione loro ustoJOJIPIIII mente ,·enefica gradatamente diminuisce, sicchè quando luogo la compiuta o notevole loro eliminazione. il sonno ha luogo il risveglio .... Che sarebbe quindi il risnlta•o della maggiore loro distruzione e della immensamente loro produzione. I. 'nutore non lo dice, ma cb i non intravvede nelle razioni sovrn enunciate una attendibile spiegazione delle millenze, ilelle per·iodicità morbose .... Tu lto è ciclo, ritmo, periodo nella funzionalità della ,~ita: oh l perchè saranno essi cicli, essi periodi , il portato di intimt'. a"•._..,. alter·azioni dei fattori delle modifìcazioni chimico·\'ita!i, quali ò aiTetto la organica reintegrazione, le organiche razioni, la rita? \ i hanno sostanze ponolytiche, capaci di diminu ire la organic<l, di anestare o diminuire la produzione dei DOIIlOQ~ Come eiTetto transitorio sì di certo (basti rammentare il la coca, ecc.); non però come positivo mezzo di ricol>l e reintegrazione, percùè appunto non valgono a rin,Ufil~ l'usura positi'Va, inevitabile dei materiali, dei tl'ssuti. BAROFFIO.


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NOTE CLINICHE ,;OPRA

UN ~AS~ DI F~ATTURA DElLA DIAFISl DEL fEM~RE Lettura ratta dal capitano medico P . l abria(!o nelle conrorenze scientifiche di giugno e lugUo iSSi presso l'ospedale mili t. principale di Firenze.

I. Il sig. T. t.:., capitano nel .. . reggimento bersaglieri, entrava nell'o::pedale mililare di Firenze la sera del4 aprile 1886 per frattura al terzo medio del femore sinistro. Nato a Sommariva del Bosco (Cuneo) nel 1845 e da pochi anni ammogliato con due bambine, nat'rava che i suoi genilllri morirono vecchi e che nella sua famiglia non esistono pretedenti morbosi ered itari. :\ll'età di l l anni ebbe una malattia acuta intestinale, che dorò sei mesi e gli lasciò abituale slilichezza. Essendo alla scuola di .\Jodena nel l 864- contrasse una ur·etrite rirulenta con soluzioni di continuità alla corona del glande ~ nùenite inguioale suppurata. Tale complicata malattia durò Plllllosto a lungo, poi guarì perfellamente. ~el 18i l ebbe un'altr·a ulcerazione sul glande, che però, st~n~e la lun~a astinenza dall'amplesso muliebre, credette di orrgtne non venerea. Senonchè, nell'anno seguente, cominciò a manifestarsi una.


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NOTE CLINI CHE SOPRA UN CASO

eruzione cutanea a forma vescicolare, sparsa qua e là tronco e gli arti ed accompagnata da molto prurito. (Juesta eruzione spari dopo alcuni mesi; ma si<~ poi riprodoua ora in questa, ora in quella parte del corpo tutti gli anni nella stagione di primavera o di autunno. Si sottopose a direrse cure, preoccupato dal sospetto lraUasse di dermatosi sifilitica. Prese quindi in dherse il ioduro di potassio, dei preparati mercuriali ed anche sana del Pollini ed altri l'i medi empirici, tutLo con poco e ~itorio vantaggio. Ecco il risultato del primo esame da me praticatogli. Jl capitano C. è un individuo di media statttra, ben mato; ma non prcsenla spiccati i cat·attel'i della I'Obustezza stiluzionale: ha la pelle fina e delicata e di colorilo scal'so pannicolo adiposo souocutaneo, non molta ero muscolare. Le glandole linfatiche superficiali sono molto !lnr\!lri!IC8BI i>pecie agl'inguini, ma non sono iper·trofiche nè in nessuna regione.

~ulla pelle non si notano macchie nè altre tracce di grassa malattia. :Xè negli organi interni si riscontrano zioni apprezzabili. La sera del 4 aprile 1886, ritornando da una vasseJ!igJU a cavallo a l<'Jesole, il cavallo spaventato gli ::,i arro-reseib egli cadde ballando col lato sinistro del corpo sul suolo. Rimasto assolutamente impotente a rialzarsi, wnne :-portato in carrozza all'ospedale militare. lvi prontamente accorsi il signor direttore, il m medico cav. \'inni ed io - che da pocbi.giom1 prestavo vizio nel ripal'tO di chilwgia ed ufficiali- riscontrammo facilità i segni caratteristici della frattura al lerzo medio femore sinislro; anzi, sebbene fossevi già una consi


Ol FR ATHJRA DEI.LA DIAFISI DEL FEMOR.E

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tumefazione delle pa1·ti molli, ci potemmo convincere cbe la rollura dell'osso era avvenuta in direzione molto obliqua e che i frammenti eranu Rpostati, l'inferiore in dentro ed il superiore in a>nnti ed in fuori. Questo spostamento veniva poi confermato dalla deviazione del piede all'esterno e da un \ isloso accorciamento dell'arto, sorpassante i quattro centimetri. \'enne stabilito di ridurre snbito la frattura e di applicare un appnrecchio ad estensione permanente coi pesi . La manoHn. di riduzione tu semplice e di pronto elTeLLo, giacchè senza hisogno di mezzi speciali, nè della anestesia, l'arto riacquistò la sua figura e lunghezza normali . Per nllnare la trazione continua si ricorse all'ansa di sparadrappo del Crosuy, messa nel modo ormai a tulli noto, ed all'apparecch io di Volkman n. Ad immobilizzare l'arto si apl•licarono ~re stecche di legno convenientemente im botLite, una posteriore e lo altre due laterali; quella ester·na raggiungeva in alto la cresta iliaca per immobilizzare ancbe il bacino, le altre due limìtavansi alla coscia, sorpassando però in ba~so l'articolazione del ginocch io. La contro-estensione era Jana non soltanto dal peso del corpo col nolo metodo del Gurdon Buck, cioè sollevando l'e$tremilà podalica del !ello, ma alt~esì da un lenzuolo piegato a cravalla che abbmcciava il permeo e si fissava coi suoi due estremi alla spalliera del lello. Sulla faccia anteriore della coscia o>e erasi formato nn \·asto eccbimoma, fu lasciata per tre giorni a permanenza una vestica di ghiaccio; al qua1'L0 giorno furono meglio fissale le stecche immobilizzanti aggiungendovene pw·e una anteriore. Il peso attaccato. all'ansa di sparaùrappo fu dapprima di quattro chilogrammi, ma in seguito si portò gradatamente fino a sette.

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NOTE CLINICUE SOPRA UN CASO

Il descritlo apparecchio rimase in posto sino al 6 seuza che nella parte affetta avvenissero inciden ti degni di fn\·ece lasciarono moHo a desiderare le funzion i gani digerenti: appetito sempre poco; digestioni stipsr ventrale tanto ostinata, che spesso non bastarono ceda copiosi e ripetut i enteroclismi, ma si do,-elle ne,um• forti purganti. Nondrmeno la coscia ed il piede conservarono "'"'""u.-.._. loro giusta e corTelta posizione; nè le misurazioni tive che si facevano quasi quotidianamente, segnarono apprezzabili differente fra l'arto sano e quello affetto. in grnn parte dovuto alla sollecitud ine colla quale sì il letto del malato di un mater·asso alla maniera di quello parla j( .Fischer (1) appunto per i fratturati di co3cia, cioè in lr·e parti ineguali, di cui la media, corrispondente regione ano-perineale, potevasi togliere senza scosse e il minimo spostamento del bacino, per mettere al suo posto la solita padella. Il giorno suindicato, poichè la tensione dei muscoli ormai ''inta e sparito il gonfiore delle parti molli, si con tutte le debite cautele. all'apparecchio ad estensione manente, un bendaggio al silicato di potassa, in,olgeote ti ero arto cd il baci no (~).

Si mantenne la tr·azione continua lì no alla compiuta lidazione dell'appal'ecchio. Questo poi, il 19 maggio, cioèai4J0 giorno di cura, (IJ U. FhCIIP.R. - 1/andiJucJ; der 1\riegschirurgie. Stutfiart !88t, Jlag. {:ti Per rendere piu solido l'apparcechw vennero applicati due strati di Imbevute di sllirato potassico e fra l'uno e l'altro strato sì po~ero stecche dì cartrmr s ulla coscia ed una alla llarte posteriore del A t.coere sollevato il bacino durante l'esecuzione della fnscìatur:t si l o sgabello del Yolkmann.


DI FIIAITURA D~~LI.A DIAFISI IJEL FEllOliE

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.aperto, sollevnndone una striscia anteriore larga 8 centimetri eebe dalla piega dell'inguine and:.wa sino al collo del piede; e ciò non perchè l'apparecchio fosse mal tollerato o troppo ~o. m;tal doppio scopo di so n egli are più dappresso la parte malata e di potere mediante il massaggio cominciare ad eccitare !e masse muscolari rese ormai atrofiche dalla lnnga inerzia. Intanto, il caldo della stagione già molto sensibile, il lungo e forzato riposo in letto, i continui e ririssimi patemi d'animo, coocor5ero a turbare viemaggiormente le funzioni dell'apparato digerente; ed in uiLimo si ordl un vero e proprio catarro gastro-enterico acuto, la cui dannosa influenza sul processo di formazione del callo osseo era tanto più. terribile, inquantochè la nutrizione generale. poro florida sin da pl'incipio, si rendeva di giorno in giorno sempre più scadente. Jn ogni modo, nei primi giorni che seguiremo l'apertura dell'appat'ecchio, non fuvvi altro eli notevole nell'arto fratlurato, che una leggera tumefazione dell'articolazione dei ginocchio, dipendente, a mio avviso, da un residuo di quella ef· fusione liquida nella cavità di quest'articolazione, che ad un grado più o meno notevole suole appunto tener dietro a consimili fratture ( 1). ~l a alla visita mallinnle del 2-l maggio mi toccava una dolorosa ~nrpresa: l'ar·to appariva raccorciato di circa 4 centimf'tri; la coscia presentava un vistoso incurramento all'esterno ed all'indietro. ed il frammento superiore che prima segnava soltanto un piccolo gradino nella faccia antero·esterna della coscta, forma, a poi una sporgenza molto pronunciata. ~er quant~ indagini al1bia fatte sulle possibili ca11sedi questo acctdente, non riuscii ad appurarne alcuna. 1\iferitone sollecitamente al signor direttore, fu in seguito T~~ Vedi H. liAMILTON. - 'l't-aili pralique des (raclurts et dtS tru;atiom.· frane. Pans i88~. pag. 493.


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'iOTE CLJNICHE SOP.RA UN CASO

a consiglio di lui, avvalorato altresi da quello del tore di sa nità, che al disopra della fasciatura al si licato );ico lissai due lun~he stecche laterali, nell'intendi soltanto di assicurar meglio l'immobilità dell'arto, ma di oppon·e un argine all'iJcurvamento del femore. E mente l'apparecchio così modificato parre raggiungere scopo: dappoicht'> l'accorciamento si ridusse a ben poco 1 pure la deformazione della coscia. Però il paziente divf'nuto oltremodo inquieto per la separazione dalla prop•·ia famiglia e preoccupato per i gastro-intestinali ognora CrMcenti, volle essere r.ra••nnr111 nella sua abitazione. Il trasporto fatto la sera del 13 giugno in barella mia diretta sorveglianza, seguì senza verun incidente. ll1 i) giugno, 72° giorno di cura, cedendo alle vive· dell'infermi), tolsi ogni cosa e misi In parte a nudo; ma presto a convincerm i che, quantu.nque non esistesse una vante scomposizione dei frammenti, la riunione della non era pcranco avvenuta . .~'. \'on restava pertanto che rimettere l'arto nella im e ciò io feci il giorno appresso, coadiuvato dal medico sig. De Cesa1·e, reintegrando perfettamente l astuccio al silicato, mediante un nuovo strato d1 fascie Yute d1 questa sostanza e coll'aggiunta di una stecca di cartone.

Oi~graziatamente il malato, forse non abbastanza cmuv•,.,., del pe1·icolo ond'el'a minacciato, cominciò dopo la terza Limana a mostrarsi intollerante di questo secondo cii io, ed al 30° giorno volle assolutamente esserne li t'apparecchio fu tolto, presenti il capitano medico sig. ed il dott. De Cesare, entrambi del 7° bersaglieri, ma la tura non era ancora saldata; che anzi, oltre alla mobilità


DT FRATTURA DELLA DJAFISI DEl, FEMORE

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framment i, persisteva nella parte dolore alla pressione e nei 110vimenti, e più tardi compan·e anche un3 tumefazione ede· aatosa di tulla la coscia. In tali condizioni credei opportuno proporre un consulto. al quale furono chiamali i profes,ori Con adi e Del Greco. H tenente c~olonne11o medico cav. Tosi, im·itato anch'egli , non potè interveni n i per moti ri di servizio (l). l con;;ulenti. sentita l'esposizione dei falli anam nestici e della terapia instituita, ed e~aminato accuratamente il malato, non esitarono a dichiarare che la falli ta riunione doTesse attribuirsi alle poco loderoli condizioni generali di nutrizione ed alla enorme obliquità della r,·allura. Furono anche unanimi nel riwnoscere l'opportuni là di perseverare nella immobilizza zione, colla semplice variante proposta dal Corradi, eli situare l'arto fralturalo nella posizione semifl~ssa e fac~ndo precedere, all'occorrenza, un po' di stropiccio dei frammenti. Alale scopo il prof. Del Greco, i dottori Balini e De Cesare ed io procedemmo il t O luglio alla esecuzione di quanto erasi slahilito. Cloroformizzalo l'infer·mo dal dott. Batini, potemmo in nanzi Lutto constatare che la neoformazione ossea era stata deficiente, giacch è le estremità dei frammenti. specie di quello ~uperiore, erano poco o !Jnnto aumentale di Yolume. Rotte ~uindi con facilità le poco salde briglie fibrose che legavano msìeme i frammenti l-tes~i. praticammo una Yigorosa confrirazìone manuale delle corrispondenti !)Uperficie di frattura. confricazione che prolungammo oltre i 20 minuti. Poscia tenendo l'arto nella posizione più possibilmente corrella e falla una fa!lciatura espulsiva dal piede alla radice del membro. vennero adalla te alla coscia due val ve di cartone che forma11 11 tolonnello medico direttore dì sanita trovavasì in liccxlZa ord inari;,.


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"'OTE CLlNICHE SOPRA U~ CASO

vano :1d essa un astuccio quasi completo. Queste mate .:on alcuni giri di fascia gessata. l odi adagia sul piano inclinato del Fergusson (1), gentilmente"..-.•..,.... pro f. Corradi, dando al ginocchio una flessione cor•·l slmlllllll ad un angolo ottuso di 13i) grad i; e terminammo con <lissiroa fasciatura gessata involgent.e tullo l'arto ed bacino.

~on "egui forte reazione nella parte, nè altri faili

-cevoli.

Coererllemente poi al suespresso concetto etiologic6 ritardata formazione del callo, il giorno 4 agosto, COIJoc,aur paziente in nn r.arro per feriti gravi, lo accompagnai a ~ole, ove io una comoda ed igienica abitazione rimase ,3 ottobre succe:;;sivo. A Fiesole si riordinarono beo pr·esto le funzioui , ..<,.. v .. . testinali, e colla buona alimentazione, an•alorata dalla ferruginosa e di fosfato bicalcico, migliorò granae1mema stato generale di nutl'izione. Devo aggiungere come pe1· consiglio del prof. Del abbia fatto costruiee una specie di letto pensile sul quale il iato poteva a piacimento e senza alcuna difficoltà o ne•·•eu•'~~ -sollevarsi dal piano del letto fisso ove giace,·a. Di tale semplicis·imo congegno (2) egli si valse per (f) ~; un apparecchio metallico a doppio piano ioelinato con vlllntar<' -e sos tenuto fla un as,•lcella di legno colla quale si articola a cemifra. (il) Que:>to COnZI'I:DO Si COll'pone\ a di Otlo la~be cinghie di tela; di UD -di legno smoutabile e di un sistema di corde attae.-ate ad un gaodll e per mezzo d1 uo c.1napo scorrente sopra una c.'lrrucola. La c.'lrmcola Pra :ad un liracclo di ferro lntltto nel muro. Quando volevasi m~ttere in opera, le cinglùe ch"erano a pormananu sotto Il corpo del paziente, s'mUlav:.no nelle slangbe lat~>rali del telaio, stavano a queste ~tangho quelle tras,·ersali, e per mezzo dell'accennato stcma di cordE', con cui venivano llhliracci<lti 1 quattro angoli dei telaio, tevu; sollevare od abLassare n piacJmento quella spr•cie di barella p<:~~slle ue risultava, o con es~a anche il malato.


DI FRATTURA DELI.A DlAFISI DEL FEMOBE

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altenoare i disagi e gli inconvenienti della posizione fòrzala cui era obbligato. Il t i ottobre. cioè tre mesi dopo rapplicazione dell'apparecchio. questo fu aperto e rimosso. Erasi formato un callo osseo molto voluminoso e ben consolidato. rrallora furono iniziati dei movimenti metodici nlli ,·i epa~· siri per rincere gradatamente la rigidità delle principali artic:olaziooi; esi cercò col massaggio e colla corrente elettrica fatadica di stimolare l'attività nutriti Ya e funzionale delle massemo,;colari indebol ite ed atroficl:e. \·enti giorni dopo il capitano C. discese per la prima '"olla dal letto e munito di du e stampelle cominciò a fare qualchepas;;o. lo qnel tempo lo stnlo dell'arto era il seguente. La circonf'erenzll della coscia affetta, misurata al suo terzo medio, segnavacenl. 2 1h, meno di quella della co~cia opposta; lac.irconferenza della g~tmha misurata 8 cent. al disollo del~ l'apice della rotula, et·a pure 2 cenl. minore che nella gamba de~tra. li ginocchio era un po' gonfio, i suoi moyimenti molto limitati, un po' meno quelli del piede e dell 'anca. Inoltre la fa~cia anteriore della coscia p1·e.sen~ava una le~gera depre~­ sione dovuta in par'le alla denutrizione deltricipite crurale ed in parte alla riunione dei fr·ammenti an-enuta in ~uisa cb e la run·a naturale del femore alf'a,·anti era sparita. Finalmenteal terzo medio della diafi"i femorale tocrarasi un volumino~o astuccio osseo che inviluppava per lungo tratto i frammenti. Era regolarmente fusifonne tranne alla parte posteriore ed inlfrna, O\ e scor·ge' asi un piccolo scalino fallo dalla sporgenza dell'e~tremit.à ùel frammento inferiore; altra più piccola rilevatezza si sentiYa alla faccia antero· esterna dell'osso, costiluit..'l dall'e$LrPmitil dell'altro frammento.


'D IO

NOn: CLCXlCilE SOPRA v~ CASO

Alla Jìne ai novembre persisteVi\ un lieve gonfi oocchio; ma i movimenti, specie quello di estensione; meno inceppati; la rigidità dell'articolazione dell'anca piede era quasi scompar·sa: la diiJerenza di volume arti ridotta ad un centimetro e mezzo, tanto alla coscia gamba. Fu pure praticata la misurazione comparatira della ghezza e si ebbero le seguenti cifre: Dalla spina iliaca anteriore superiore all'apice del leolo ester·no: a de:>tra. a si nistr·a » Un identico risultato si ollenne col seguemo moJo di fUI'aziono, analogo ma più semplice di quello del che è r·accomandato dal Lossen ('l): ponendo le spine i antct·o superior·i in una linea perpendicolare all'a~~e del e gli arti paralleli allo stesso asse fu segnata la linea mediante una stecca di legno appl icata contro la piede destro che era il piti spor·gente, e poi si misurò stanza da quella stecca al tallone dell'altro piede. La fu precisamente di un centimetro e mezzo in meno sinistro. Nel trallo successivo continuò senza interruzione il ramento; cosicche il capitano C. fu in grado ai primi di di raggiunger·e il proprio reggimento a ..... Ora mi risolta notizie recenti che egli essendo sempre in servizio, per parecchi chilometri e sale anche le scale senza alcoa poggio; segna soltanto un po' il passo col piede sinislro, ( t ) l.0,$&!1.- l'trletzu11Qtll dtr unteren e.rlremUa/ew -tDerllscllt

von DILLRIITII und Ll:t:Clì'E. Stuttgart 1880, pag. 89).


Dl FRATTURA DEI.,LA DIAFISl DEl, FEM:ORE

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babilmente meno per il Jìe' e accorciamento dell'arto, che per un residuo di rigidità. nell'articolazione femoro-tibiale. rigidità che spera di vincere coll'esercizio e colla cura dei fanghi di Acqui ai quali si recherà pro~simamente.

IL Questo caso, la cui importanza non ho bisogno di porre in riliero perchè spicca e,·id ente dai fatti clinici testè narrati. si presterebbe a molte e varie considerazioni. Io per non dipar· tirmi dal modesto scopo che mi sono prefisso, mi limiterò a quelle che sembranmi di maggiore utilitil pratica. Ed innanzi tutto, si è trallato soltanto di ritardata consolidazione del callo o di una vera e propria pseudartrosi? Alcuni amichi chirur·gi sotto il nome generico di pseudartrosi comprendevano tutti i casi nei quali il saldamento dell'osso frattur·ato non avveni\·a. Ma una distinzione fra le diverse foeme di fral!ur·e non rinuite, era imposta dai progressi dell'anatomia patologica e reclamata altresi dai bisogni della terapia, la quale può Yariare assai a seconda delle diverse modificazion1 anatomiche elle s' incontrano nei singoli casi. Sorsero quindi le note classificazioni del Norris, del Bèreoger-Feraud (l) ed allre, fra. cui quella recentissima del Bruns (2); tutte fondate sulle molteplici deviazioni del lipo normale che può offrire il lavorio di formazione del callo. Comunque, se è po·sibile in massima rintracciare col coltello anatomico i caralteri dtslintivi delle varie specie, non è facile del pari stabilire clinicamente un limile preciso fra ritar~~ Bf:REXGI!R PEllA un. - Trnìtt des frachlres non conrofldèel. Pans t RH, ....,.. 3l e seg.

, (ti 88 UN~. - m e /,e/Ire von dm Mtochen1>ruchen. - (Dttusche Chit·urgie on lliLLRilTn und LuEt:Kt:. Stultgart t886).


NOTE CtlNICHE SOPRA UN CASO

data consolidazione e pseudartrosi confermata, due quali, come dice Lefort, il malato arrjva per insensibili zio ni. Tutta via pm·m i cb e nel caso r.ostro si possa escludere la pseudartrosi; e ciò per tre ragioni nrtnl'lln..llllllil il breve tempo tmscorso dacché la lesione avvenne; i meni di eretismo locale tuttora persistenti; l'esito conseguito.

Per· vel'ità, il criterio del tempo, preso isolatamente, avrebbe tutto il valore che fu ad esso attribuito da rurgo; dappoichè, ment1·e talvolta sollecitamente ~i le alterazioni anatomiche caralleristiche di una fal!IA !azione, può d'altra parte accadere che laconsolidazlol~eau callo osseo, r·itardata per più mesi, si effettui poi con n che la continnazione della cura ot·dinaria . .\la nel nostro infermo perduravano i sintomi d' locale o snprattulto il dolore; segno non dubbio che un cesso attiro er·a tuttor·a in corso, e perciò mancava quella dizione di stazionarietà che è il principale contrassegno pseudartrosi. A favore poi della consolidazione ritardata il pi iL \·alido gomcnto è costituito, a me pare, dalla consolidazione olteuuta senza ricorrere a nessun mezzo speciale di cura: pseudar·tr·o!1i confermata la guarigiona non si ba di •·erto eosi a lmon prezzo nè cosi facilmente. A~giungo un'altra considerazione, cioè che nel raso a occorso era vi non già r·itardata ossifieazione, ma deliciente mazione del callo, giacchè, come ho nota Lo nella storia, estremità dei fram menti presentavansi poco o punto i sate: er·ano, come dice il Brnns (l), pr·e.~socbé nello !>l che uei primi giorn i della lesione. (l) Rnvxs, or. eit., Jli\g. ~~~~. --------------------~


DJ FRATTURA DELLA DIAFISI DEL FEM ORE

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Ili. Vediamo ora quali furono le cause della ritardata produzione del callo.

Il )Jalgaigne disse: << je crois fermement que quand la réu« rLiOJJ a manqtté c'est le pltts sou~enc au traìtement que il c fauc s'l'Il p1·endre ». Se fosse vera questa sentenza, la incolpabilità del chirurgo in simili riscontri sarebbe legata ad un debole filo. cioè alle parole plus souvent, le quali forse furono messe là unicamente per temperare alquanto In. severità della frase. 'la 1\i tempi del gr·ande chit·urgo francese la scienza non possedeva, come or·a possiede, un nnmet'O cosi grande di osservazioni, che un solo chirurgo, il Bruns ( l), e ilella sola diafisi delle o.-; sa lnbulnri ha potnto raccogliere 1274· casi di fratture non riunite; né era;i avuta l'opportunilà di studiaroe estesamente le condizioni anatomo-patologiche in rapporto colla patogene~i o colla etiologia, comr si è fallo in questi ultimi tempi, merci• il novello impulso dato dal metodo a.ntiseltic·o alla chirurgia opera.Li va. Onde oggi sono state messe in piPna luce non poche cagioni ge n~>rali e locali della mancata riunione della ossa fratturate, aiJauo iudipendt>nti dal trattamento rurali\O . Che anzi, molti autot·i fanno menzione di casi tratti dalla loro o dall'allrni pratica. in cui, ad onta delle più favorevoli circostanze e della terapia più correlta rd inappuntabile. la consolidazione ritardò o falli intieramPnte. , Ed t· a tale rignrtrdo degno di nota il caso narratomi dal l.orradi, di un uomo, il quale avendo riportato la frauura della


911.

NOH: CIANICHE SOPRA UN CASO

diafisi del radio, non ottenne il saldamente dell'osso, il eu bito rimasto integro face3se da stecca.; e l'altro ri Billroth ( l). di un gio,-ine robusto, entralo nella sua con doppia frattura sollocutaneq dell'omero, e che della fraLtura inferiore, mentt·e fra il frammento :-o il me<tio .:;i stabili una pseudartrosi. Dopo ciò, ~e noi analizziamo la storta clinica dell' da me curato, vi troviamo dei momenti etìolo!o{ici u·,wua•bill del rita1·dato consolidamento deUa frattura. Verameme si cerchet·ebbero invano nell'anamnesi o sultato dell'esame obbieuivo indizi di mai&Uia infettiva o di alcuno di quegli stati discrasici, che a ragione 6:)S6re considerati quali efficaci cause di pseudartrosi. Però vi troviamo anzitutto le note manifeste di una zione Ci:;ica non robusta, nè dotata di tutta la sisLenza organica. E poi il paziento nell'epoca in oui era in corso il riparazione dell'osso, fu lontano dall'offrire quell'' condizioni generai i favorevoli che vale a rassicurare il sull'esito della cura. Alfello già, come ho natTato, da antica abituale sti questa ~i re3e piit ostinaLa col forzato riposo, e si sempre più le funzioni digestive, gia languide sin da Si aggiunga il cambiamento delle abitudi ui, l trepidatione continua pet·le possibili conseguenze della e per la lontananza dalla famiglia, e si a>rà ragione del deperimento in cui l'infermo cadde nei due mesi di di l'ospedale. Ora , l'influenza nociva che esercitano sull'andamento fratture i disturbi di nutrizione e soprattutto l'al•'n~eu.-'"" (l ) Btt.I.ROTS unti WINIWARTEn. -

Therapie. Borlin t885, pag. ':!8!.

Allgtm~ine chirur gìsc/le


DI FRATTURA DELLA DrAFISl DEr. FEMORE

911.)

insufficiente, ò provata luminosamente, ollrechè dalla esperienza clinica comune, dalla chirurgia militare. lovero, la storia medico-militare delle ultime guerre registra un gran numero di fratture non riunite fra Je Lruppe rin chiusenelle piazze d'assedio. Heyfelder racconta a\·er constatato nell'esercito fr·ancese di ~l etz che. durante l'assedio. molle consoltdazion i ossee sotto l'influenza dell'inanizione erano mancate, o dopo aHenule, eransi di nuoYo rammollite, e che poi, cessato l'assedio, tntli quei fr·atturali rapidamente guarirono \l}. Inoltre nel caso a me occorso furonvi altt·i momenti etiologici parimente evidenti ed efficaci. Giu fra tulle le fratture delle ossa lunghe quelle del femor·e edell'omero sono le più soggetLe alritm·do di riunione ed alla pseudartr·osi. Ciò emeq;e da tutte le statistiche che io bo potuto esaminare. Xo!'l'i s sopra l oO casi {2) di frattu re non consolidate, ne contò 48 al femore ed alLrellante all' omero; le rima11enti in proporzione molto minore nelle altre ossa. Bèren{-l'er- Feraud (3) su 850 casi ne trovò 303 al braccio, ~}alla coscia, 142 alla gamba e Ili all'avambraccio. Infine il Bruns ( 4-) dallo studio della sua numerosa raccolla tra,se la conclusione che le fratlure dell'omero e del femore tendono piil di tutte a non saldarsi, poicuè queste sezioni d'artoaccanto al numer·o minore di fratture, offrono una cifra pili alta di consolidazioni r·itardate e di pseudartrosi. Dalla statistica di Bruns emerge pure un altro Calto, cioè che H) HEYFEtllf:R.- Rtr1cllt iibl"r meine àrzlliclu Wirksamkut am Rhein und

:~ f'l·ankreicll, wàhrencl dts Deutsch-Fmnz6sischtm Kriegs 18i0·7f. St. Pe·

O<TS!,nrg i8ì t.

~ 11 ~llll.TON, op cit., pag. tit.

1 Bv.nENGEn·FF.rtA uo, op. ciL., pag. 84. (') 8110 NS, op. clt., pag. e ll6l.

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H16

NOTE CI.INICHE SOPRA UN CASO

p1·eci samente il terzo medio della dialisi femorale è q offre il maggior contingente di fratture non riunite: al terzo infc1·iore e 29 al terzo superiore. Hispetto alla sede, giova qui rirordare una 'rcctslaiDII gna di nota, sebhene non dimostrata nel caso di cui io cupandomi: ò la facilità con la quale, nelle f1·anure IH del femore, specie al terzo medio, an-iene la zio ne di parli molli fra le superficie di sezione dell'osso. ()ue ·ta particolarità che, non occorre dirlo, deri,·a dai por!i anatomici e precisamente dalle numerose ed serzioni muscolari, non è di certo l'ultima causa d~lla lenza della pseudartrosi sulle fratture della coscia. fnYece una condizione anc01·a più impor·tante e che è neote alla forma della frattura , ebbe nel caso nostro un· cacia di p1·imo ordine. Essa fu appunto la grande ùei frammenti , sulla quale fermò in particolar modo la tenzione il prof. Corrndi. Che le fralluJ·e a Lecco di ilaulo con molta obliquità loro ~uperncie ahhiano tendenza all'esito della I.J.o<muu• cosa ammcssn da tuili i chirurgi. I n queste fratture è assai facile lo spostamento e l lamento dei frammenti, e sopra ttutto nelle sezioni d'arlo viste di for·1i masse muscolari e difficile mantenere l'i lita. Oltre poi a favol'ire l'interposizione delle parti le superficie di contatto dei frammenti, esse comunum·-più o meno direttamente l'il'rigazione sanguigna dei n•n~w..... stessi. Ciò costituisce un grave ostacolo alla t'Uarigione frallura; perciocchèsi ammetla o no la teoria di Gut'relin influenza della rollura dell'arter·ia nutri tizia nella del call0, t\ nn fatto che illavodo rigenerativo dell'o!'so od svolge e non procede con tutta la desiderabile rego


DI FRATTURA DEI.LA DIAF ISI DEL FE~lORE

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prontezza, se la vascolarizzazione dei frammenti è deficiente e se questi non sono ben proHisti di succh i nutritivi . Da tulle le esposte considerazion i possiamo adunque concludere che a produrre il ritardo di coalilo della fraltura nell'infermo da me curato, concorsero cause generali e locali ben manifeste: le prime rappresentate dalla debolezza di co5liluzione e dalla deficiente nutrizione generale; le seconde Inerenti alla sede ed alla forma della frattura stessa.

l". Ma io non posso esimermi dal toccare un altro punto assai delicato, quello che si riferisce nll'opera del chirUI·go . Imperciocchè quando il medico si lrova di fro nte ad un insuccesso, sia pure transitor·io e di breve durata, gli corre sempre l'obbligo di domandn rsi: in quo peccavi? In caso di fmttura non riunita del femore siffatla domanda è di una oppol'tunità tulla speciale; giacchè la stessa ricchezza di metocli e di appat·ecchi che possediamo per il lrallamento delle fratture di coscia, come pone talrolla ilchirurgo nell'imbamzo della scella, gli rende spesso difficile il difendersi dagli attacchi della cri ti ca. Jlertnnto mi sia concesso di studiare rapidamente in rapportr1 rolla ter<Jpia chirur·gica in · tituita, i vari modi nei quali, per l'azrone dirella ed indiretta del chirurgo, può venirP- ostaeolata la consolidazione di tali fratture: a) In primo luogo ci si presenta la tmperfetta reposizione dei framment;. l 'importanza dell'or·a dotta condizione è troppo evi(lente per,· l11'• io debba spendere parole a dimostrarla. Mi Limito solo ad aggiungere n. quanto ho giitesposto nella


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NOT.E CLINICHE SOPRA UN CASO

stol"la circa la facili là e pr·o11lezza c.on cui fu esegu ila la zione, che la scomparso dell'accorciamento dél membro e de\'iazione del piede, come anche di quella parte di della coscia che era l'iferihile alla scomposizione dei ci fece cerri del contauo esattamente av1enuto fra le fìcie di fratlum. b) Un altro ostacolo alla formazione e f'On:,;,Jidazione callo pr·ocede dalla incongrua posizione dell'ar·to. Glr antrchi chirurgi non avevano che una posit.ione fl·auure di coscia: quella J·euilinea. Fu il Poh che, come è verso la metù del secolo scorso, preconizzò il principio posizic.ne semiflessa, nell'intendimento di poter vincere I'SMt sola, senza il soccor·so di altro agente, la tensione m !are produur·ice dell'accavallamento dei Jrammenri. Ma la pr·atica di Poh, tuttociJà adottata dal Du puytren ealtri valenti chir·nJ·gi, oitre al presentare molti altri •n,.,l\n~llll'! nienti minor·i, fu L>entosto riconosciuta incapace a vincere resistenza muscolare, della quale tah'oiLa non riescono a fare, specie nelle fl'atture oblique, nemmeno le più forze esLen~ive.

E'sa quindi piegò solto i colpi della seYern critica del sault e del .Doycr, ed oggi quasi tutti i ch irurgi pongono nell' esten ·ione - non e::>cluso il Sayre, dapprima fa uLnre lusiasta del doppio piano inclinato - riservando la :;em lìione ai :>oli casi eccezionali iu cui non fo::>~e tollerata o invano e:.peri111 l'esren~ione. 1n conseguenza noi adagiando il membro fra l! uralo nella sizione estesa. ci allenammo alla norma più corretta e piu comandata.

c) Una terza colpa imputaLi le al chirurgo, sra nella l>ene assicurata inunohilitit dci frammeori. L'influenza della mobilità dei frammenti sull'esito delle


DJ FHhTTURA DELLA DIAFlSl DEL FEMORE

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tort> t>r:t nota )\in dai tempi di Celso, il qnaleanzi non conobbe altra cau~a della p~eudartrosi. ) la se a dimostrarla occorres· sero proH', ce ne fornirehbero delle molto evidenti e la. chirnlj!'ia n:~vale e la patologia sperimentale. Infllli ~ orris, llarri~on, Curling e1l altti, registrano nomewi ··a•i di frallure non riunite in marinai cui per settimane e m~si mancarono le cure dell'arte; e<l Olliet· ha mostrato coi suoi esperimenti c;ul!li animali, che i moYimenti anco limitati ma qnotidian i dei frammenti, non solo pr·olungano lo stadio cartilaginen del callo e ne impediscono l'ossificazione. ma giun~ono pe1·fino n pr·odurre il riassorl.imento del callo neoformalo. Le principali circostanze, onde può derivare una immobilizzazione insnfnciente sono: la ~cella di un nppa•·ecchio improprio e rlisadallo; l'applicazione mal fatta od il camhio frequente di 011 appa1·ccchio nnche bene scelto; l'aver trascnrato d'immohilizznre le articohzioni più prossime alla sede della frallura. :'ion mi fe1·rno sulle tlne ultime condi:~.ioni. L'applicazione-, sia dell'apparecchio ad egtensione continua, che di quello solidificauile, fu e:;eguitn secondo le norme tecniche ronsuete, ~ mi pare. sict"ome potranno atle~;tare i colleghi che mi coadin\arono, :'Ìeno nmbidue riuo;ritì hene adatti allo scopo. I: cambio non ne fu fallo che dopo l'intervàllo di un me:;e, ~_ùi ciò ho accennato le ragioni nella storia. Infine quanto allunmobilizznzione delle articolazioni vicine. non occorre ripetere che l'at·Lo intero ed il bacino furono :<e.mpre in>olti nPIl'apparecchio. . raerò intomo alln pr·ima delle suindicale cause di defi,~iente unmob'l· 1 tta· m·t~ dnopo fare qualche bre>e considerazione. O~gi, com'è noto, gli npparecchi ad estensione conlirlUa e :ueUt solidificantisi posgono dirsi i soli che tengano il campi.) ella terapia chirurgica delle frallure femorali.


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NOTE CLINfCUE SOP.RA UN CASO

In quale di quesli due gruppi dovevamo noi scegl' parecchio per ìl nostro infermo ? Io non farò che esprimere le mie convinzioni, non tendomi la natura di questo lavoro di scendere a troppo nuti particolari. l bendaggi fatti con sostanze a consolidazione rapida e gnatamente quello gessato: riuniscono molti pregi: se~D~MIJ e pr·ootezza di esecuzione; immobilità bene assicurata, quando il paziente sia i rrequielo ed indocile; giacitura del lato r·elati\amente comoda ed anche possibilità di loco, mo~~t~ durante la cura. Per tali pregi l'apparecchio gessa to è di utilità incontrtLStabilc sempre quando occorra essere della perfetLa immobilitit dei frammenti, come nei grandi distanze e nei casi di minaccia11te pseudartrosi; quali. ripeto col Lossen (f) l'immobilizzazione assoluta è grande risonm per il chirurgo. O'altro canto esso porta con se non pochi incoo\'enienti. plicato in pl'imo tempo, a causa della sopravveniente gione delle parli molli, spesso non ò tollerato, o per lo riesce eccessh•amente compressi>o; e cosi ostacolando r· zione Yascolat·e nella sede della frattura, rallenta la "' ~.............. del caJio ed il coalito dei frammenti. Onde il Billroth ha una maggior frequenza di pseudartrosi precisamente in all'uso di questo apparecchio. Un altro inconveniente deriva dalla detumefazione parti. specie quando J'applicazionedell'apparecchio fu nri'IOOIIIII e dall'atrofia quasi immancabile delle masse muscolari, cui l'astuccio inviluppante l'arto diventa troppo largo per mantenere a posto i ftammenti. Da ultimo, ed è questo l'appunto di maggior rilievo, il (f ) ,.,,ss~>N, or. cìl .• ras-. 98.


01 PRA.TTUR.\ DEI.I.A DI AFI:> I DEL FEMOR&

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daggio a ~esso t•iesce impotente a controbilanciare la tensione mu~col are e quindi di solito non impedisce l'accavallamento ~elle estremità. di fratlul'a e l'accorciamento dell'arto. Questi srantal{gi non presenta il metodo dell'estensione con · tioua, il quale era già adoperato contro le fratture del femore assai prima che il eutin inll·oducesse nella pratica chirurgica gli apparecchi inamovibili. )la conveniva nel nostro caso ricorrere ad un antico apparecchio ad estensione, ovrero preferire la moderna trazione coi pesi t lo sono lontano nel da•·e il bando agli antichi apparecchi estensivi sol perchè antichi; molti dei quali come il classico apparecchio di Desault, quello del Gre~ely già adoperato nell'ospedale dei Pellegrini di Napoli , l'apparecchio di Pistono, rimesso in onore dal generale modico ispellore co mmendator Pecco (l), conlano m1gliaia di guarigioni nel loro stato di servizio. l ullavia pa1·mi non possano sfuggi•·e a questo dilemma: o &ornano inefficaci, se la trazione è debole, perchè a pot:o a poco i lacci e le cinghie si rilasciano e le forze estensi va e conlroesten~inl perdono la loro uniformita; o se si vuoi mantenere efficace ed uniforme la forza di trazione, riescono non tolleJ·ati e dannosi per le lacerazioni e le piaghe che cagio· nano ,?'. Epperò l'Hamilton, che ùi certo non può essere accusato di troppo zelo per le cose nuove, saluta come un vero progresso l'introduzione dei pesi e della puleggia nella terapia delle fratture del femore (3). (l) Gtornale medico del R.• Bserçilo e della R.• 11/arina, anno t885, pag.6 l!l. (t ) BIIUNS, Op. Cit., pag. 33i.

13' IIAlllt.Tox, op. cit., pag. 5~3.


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NOTE CLINJCBE SOPRA UN CASO

Per tali ragioni noi preferimmo quest'ultimo modo di sione permanente, il quale del resto era adoperato noi dal Grilli di \filano si no dal 1867, cioè molto prima diveni~se di un uso ~enerale. Senonchò a me non sembra conveniente protra rne cazione in ~imili casi ~ino :tl termine della cura. L'6sl:eJUIIOII per·manente obhliga il corpo ad una -giacitura tìssa, eguale. che non è scevra di per·icoli, o per lo meno disce e stanca il malato . Nè l'immobilita è mai così beae sicurata come con un appar·ecchio solidificantesi. Del reste sropo dell'estensione continua è di smontare la tensione scolare; raggiuntolo, non ba più ragione di essere. ~oi perciò seguendo il consiglio del Bardelehen (t ), al mine della quAr·ra sellimana !lOSLituirumo un appa recchio silicato potnssico a quello Crosby-VoJkmann . Con ciò non intendo assevenll'e che i frammenti siano rnasLi sempre assolutamente immobili; la qualcosa è per in una frattura obliqua Ji coscia quasi imposs ibile, durante l'u:;o dell'npparecchio estensivo, il cui regolare zionamento è in gran par·te dipendente dalla volontà del zienle. O'altr·onde il risultato dellE> frequenti misurazioni J'iù ancora la considerevole denutrizione dei muscoli e la giditù delle gr·nndi articolazioni, non esclusa quella morale. autol'izzano a concludete che l'immobilità dei menti fu, per quanto em possibile, mantenuta. cl) Un altro ttr·uppo di ostacoli al coalito della su di frallura è costituito da tutte quelle condizioni · al dtir·nr·go. per cui può e,sete disturbata la circolazione nutr·izione della parte. Tali sar·ebbero: la compressione, l'iiD'"' H) flAnot:Leoe;o~. -

--- ---------------------TradtLZJOD~ lllilll;;ioni dC patologm chit'!trgica.

~apoli, vol. 20, pag. 313.

itallaao


Dl FRATTURA OJI.LLA DIAFISI DEL FEMORE

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1110bilizzazione troppo p1·ecoce e troppo completa, le applicazioni fredde prolungate. Di tulle queste canse l'unica che abLia un vero e proprio valore r la compressione; e se un apparecchio applicato troppo presto e troppo direllamente è noci,-o, ~~ome dice il Koenig ( l), gli i- appunto per la compressione che esercita. Ora nel caso a me occorso, è superfluo il dirlo, tali condizioni non poterono effetluarsi, percbè non fu applicato alcun bendaggio compressivo in primo tempo. Lo stesso sia detto del freddo di cui si fece un uso molto parco; sebbene pe1· altro anche se :ldoperato a lungo, sia assai problematica l'azione sua in un processo che a rigore non sarebbe nemmeno flog,istico, ma soltanto rigenerativo. e) Di un aziono p it't etncace e più posiLiYa è certamente l'eserci<~io prematuro del membro; poichè, l'esperienza clinir.a insegna che per eiTetto dei movimenti precoci anche un callo gii1 formato, può di nuovo riassorbirsi. .\l a ba:.La l'iandare la storia del caso in esame, per eliminare assoltnamente questa causa. L'apparecchio si tolse solo al no giorno, cioè. dopo tra~corso il ma.:rimwn del tempo assegnato alla con:-olidaziene delle frallure del corpo del femore. ~è si potrebbero ragionefolmente considerare come esercizi precoci quelle frega:lioni che senza smuo,·ere menomamenle l'al'lo, si praticarono per pochi giomi sulla faccia nnleriore della gamba e della co~cia, dopochè fu <tperto il hendag~io al silicato di potassa. Piuttosto, se vuoi si, non si sareube ùontto rimuovere tanto Pteqo questo bendtlg~io, nuovamente rimesso. ~Ja bo già detto che ciò ~i fece in seguito alle insistenti. categoriche do~an(le del paziente; ed io non potevo opporre maggior re~lstenza, di quanta ne opposi, a siiTatte domande . •l) 1\oe:~ta.- Chirurgia gmcrale. Traduzione it aliana.l'iapoli 488;\,pag. 582.


NOTB CUNICHE SOP.RA Il~ CASO

Y. Dirò in ultimo poche parole sulle cause dell'esito ,·ole ottenuto. La via da segui!·e nella cura era lracciala dalle a natomiche, che, a nostro giudizio, erano an·enule nella -della fral!ura e dalle cause da cui queste dipendel'aoo. Epperò suscitare una più attiva reazione nelle ~nr•Ar••­ -di contatto dei frammenti e nello stesso tempo retti reciproci mpporti; immobilizzare di bel nuoro l'a1·to e fu ngo tempo; modificare con tutti i mezzi poss1bili lo generale di DU(I'izione: ecco le tre indicazioni che muu,..,..,. mente ri s'impone\'ano. A soddisfal'e la prima, il modo più semplice e più tuno - inn~tnzi di fa1· capo ad altri più pericolosi, sempre di problematicn efficacia- era quello da noi <:ior, lo stropiccio dei frammenti. Alla seconda indicazione si p1·ovvide mediante il cambi& posizione dell'arto e con un solido apparecchio ina Jasciato in posto per· tre mesi. Finalmente si procurò di migliorare la nutrizione i!etJen....: non sollanto coi r·imedi tratti dalla farmacia e dalla r.uc:toa~ rnu allresì col mandare ii paziente a sperimentare gli -dell'af'ia pura e virificante della collina di Fiesole. Adunque, confricazione delle super1ìcie di fratwra; • fJilitù protraua, e migliorate condizioni generali. furono, mr pare evidente, i tre fallot·i che in diversa misura concorsft a dete1·minare la guat·igione.


Dl FRAT1URA DELLA DIAFISl DEL FEli ORE

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Lo studio di questo caso è stato per me assai istruttivo e mr ha porto occasione di raiTermare nella mia mente L.alune norme di chirurgia pratica, che terminando piacemi d1 qui formulare a modo di corollari delle precedenti considerazioni; 1• Xelle ordinarie frattu1·e sottocutanee della dia6si del femore, il mezzo di cu ra og)?i piu adallo è l'apparecchio ad e$tensione continua coi pesi associala alla immobilizzazionedell'arto . È però utile, se uon tassativamente indispensabile, che, smontata la tensione dei museo li e sparita l'eofìagione delle parti, si sostitui sca all'apparecchio estensivo, un bendaggio consolidantesi ; :z• :'\ei l'at'i casi di frattura Lr·asversale senza scompo~i ­ zione e senza contusione dei tessuti circostanti, la trazione· pet·manente non ho scopo; e perciò val meglio applicare senza. altro l'appar·ecclt io gessato; ~o Nelle fratture poi con molta obliquità ed jn generalequando abbiansi fo ndate ragioni per temere un ritardo nel coalito dei frammenti, la rnaj!giore preor.cupazione del chi · tur~o dev ·e~sere quella della minacciante pseudartrosi; quindt il migl io:· partito si è di rinchi ude! e l'arto in un solido astuccio~e'sato, non appena ciò sia consentito dallo 3talo delle parti molli; 4.' ' e infine. ad •)Ola di tuili gli sforzi, la riunione falJi,ce, prima di ricorrere a mezzi compi ica ti e pericolosi, specie a quelli cruenti. si ha il dovere di perseverare nella cura ordinaria e soprallutlo nella immobilità prolungata. Fit·enze, luglio 1887.


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L'ISTERISMO NELL'UOMO L ' JSTER IS~J O NELL' ESERC Conrùrcn1.a scientillcn tenuta nell"ospe<lale militare di Roma dal dott. 8:tobbo Prau<!esro, sotto tenente medico dr comi""'' ''"'-•

VI. Poli G. Ballista di Covo (Bergamo) d'anni 20, r abiniere, voune solto le armi il 3 dicembre ultiruo. La ed una soeolta l'<Offr·ono spesso convulsioni; uno zio ha dl'lto varie volle segni di pazzia ed un fratello é nonno palet•no, padre, sorelle, quattro fratelli e lui hanno il gozzo.

Egli, a suo dit•e, fin dall'età di 9 anni di frequente ere quasi all'impr·ovviso da senso di calore generale, che deva verso il capo, da vertigine, offuscamento nella flc:chi nell'oreccliie, specie a ttestra, e perdita della COI!caeNella gior nata, in cui ave,•a questo accenno di convllilltiiUII! sia prima che dopo era akruanto agitato, sentiva il di tener chiusi ~li occhi, aveva inappetenza ed ogni cosa glr dava noia. Verso r 16 anni, mentre portava per le r edini un questo gli IJt'ese la mano, e correndo Io trascinò per un trallo, rrportando varie contusioni, febbre ed emotti~i. tennero a letto per circa due mesi. l n questo tempo .,•a.nMNI!F41'• d'avere la tenia e con opportune cut·e s~ ne liberò. Dall'suno decorso cominciò ad es~er sonnambolo, ed questo spedale non vi era notte che non andasse


L'ISTERISMO NELL'UOMO E L' ISTERISMO NELL'ESERCITO

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ora ,la una par te ora dall'altra, r ipetendo più o meno ciò che raee"n nel giorno. Gioveùl :::auto, tanto per raccontarne una. le suore dì carit.à lo condu<>sero in chiesa a pre~are Cristo nel c;epolcro, ed e~li tutto devoto slelte per qualche tempo in ginocchio a domandare la gra zia al S ignore. La notle \'erso le 3, calò da letto e rilornò alla cappella, bussò ripetutamenle e quando le monache aprirono la porta. lo trova rono che era in ginocchio con le mani in atteggiamento di pregare e con gli occhi chiusi; dopo poco si alzò e ritornò a letto. Il giorno 18 marzo fu condotto in queslo ospedale per mania di persecuzione. Il doll. Ragnini, medtco dtdla l~gione, mi mandò l'{tl~ste notizie: n Poli avanti ieri verso le 3 lf2 poro. circa si mise in br anda, accusando un po' di mal di capo. All'una a.nt. del giorno seguente balzò <l'un lt•atlo da letto, ~ridando: Chi mi chiama? A tale gt•ido il j:tradualo che dormiva in camerata, svegliatosi, lo invitò a tot•nare a letto, ed il Poli obbedi. Oopo una mezz'ot•a ripntè ìl grido di .. Chi mi chiama? • e soLto voce diceva: io voglio andarG a letto. Nel I'esto della notte ad intervalli più o meno lunghi ripetea a bassa voce: Abime, oh Dio!. . rJuello mi vuole uccidet·e... Al mattino fu dato ammalato e regtando a letto aveva paura di tutti i suoi compagni. temendo che qualcuno l'uccidessP; si calmò un poco quando gli si fece capire che colui il quale voleva ucciderlo era stato posto in pri~io n e. Appena ricoverato nel 3• r eparto medicina gli domanda i ~"Ile si sentisse, e lui mi r ispose lutto intimorito. mor morando !>arole sconnesse, e girando continuatamente lo sguardo intorno. Il giorno seguente ogni traccia d'allucinazione era scomParsa, e l'mf~t·mo non sapeva darsi ragione del come e perche fosl'e stato condotto all'ospedale . . Era un giovAne t•obuslo, di temperamento alquanto mnbnconico e facilmPnle irritabile; amava molto la vita militare e s'atldolorava pensando che doveva esser riformatoCamminava zoppicando, poggiandosi più sull'at•to destro che ~ul sinistr·o, ed obbligandolo a reggersi su di un piede, lo


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L'ISTER1SMO :VELL'UOMO

poteva col sinistro, non gli riusciva col destr o. A arti super101'i vi era differenza nella forza m uscolare, era dimiuuHa di molto a destra. Jn questa par te notava: perdita completa del senso muscolare tanto bendando gli occhi al paziente. gli si solleva vano gJi l'li domandava in che posizione si trovavano, egli nella quale erano gli arti prima ài occludergli la vista; mano smistra si voleva far toccare il gomito destro, vagando colla mano e non era capace trovarlo; Il riflesso tendineo roluleo normale, ed il aumentato, mentre a sinistra quello era esagerato, diminuilo; Anestesia completa della cute, delle mucose e degli limitata matematicamente alla metà del corpo. Si poteva gert- come si voleva fra le mani il testicolo deslt•o l'mltwmo s e ne fosse punto accorto, come toccando pastrello delle dita la co1•nea COITispondente non si alcun accenno di a mmiccamento delle palpebre; nella nistr·a invece vi e1•a ipereslesia della cute, delle degli organi; Anestesia sensol'ia: perdita ùell' udito, dell'odorato gusto, ùimiuuzione marcatissima del campo visivo, visto uu oggetto alla distanza appena di 4 cenlimetJ•i chio e perdita del colore bleu, che era riconosciuto nero; a sinistra i !lensi specifici erano normali. Facendo pt•essione sul plesso brachiale, sul nervo e cubitale destro non si produceva alcuna sensazione, a sinistra si a veva marcato dolore, senso di for micolio l'arto e leggiera e temporanea contrattura delle dita ~ponderrti ai nervi eccitali; con Ja puntura si aveva uscita di sangue rela tivamente abbondante, in maggior pia e più presto della parte omonima; resame scolare era normale sia alla corrente faradica che rriiJv• La d11Terenza fr•a le temperature cutanee ùelle del corpo t>ra la seguente (i): (l) Il termometro sopra o.qnì patte stav~ applic.ato per 10 minuti citate temporttture rurono prese tutte di continuo e nella stessa temperatura :ts1:ellare dPII'ìnfcrmo era 37.1 c.; la tempcraturartella•f••llll~


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E l.' tSTKRIS\10 Xi'!l.L'ESERCiTO

llestra

Sinistra !parte an es tesi ca) (parte iperestesica)

Bozza frontale. pariPtale occipitale Regione mammaria . Addome (centro del quadrante superiore). Diatìsi del braccio (parte interna) . Diafisi delln coscia (parte interna)

34,31 2!l,f'O ::J1,51 34.b0

32,31 30,51

34,60

~3,80

34,50

33,70

33,20

:12.40

30,00 33,60

\

Sono ancora in questo infermo degno di nota due falli: la facilità nella determinazione di macchie iperemiche sotto una eerta pressione, e la delel'minazionP- di ecchimosi se si da\•a qualch!' pizzicotto. Non avendo _Roluto avere a mia disposizione un bareste@iomelro per misurar e il g rado di pres~one necessaria per aversi la macchia, mi servii dei pesi di una bilancia. La macchia si a veva dietro un peso minimo di g1·ammi 0,50 a sinistra, e g1•ammi 0,60 a destra. Vi era una certa differ enza fra il tempo di comparsa e fra la persislenza della macchia sulle due mel<! del corpo, infatti la macchia destra precedeva di 2 minuti primi q uella deUa part.e omonima, euh•ambe du1•avano 25 1 ~ poi scompariva prima '(uella di sinistra. L" macchie iper Pmiche si producevano sul tronco, sulle braccia l' co~cie; ·1ualunque se~no si ripetea esattamente: io 8Cl'iveva sul petto, premendo col dito. il nome dell'iniermo e lo!!to esattamente le lt>ltere appa1·ivano. Riguardo all·eccbimosi notai che s ul tronco sia della parte :~&.'!lesica che iperestosica. come io stl'ingeva la cute fra le llapPr dare un pizzico, ne succerleva un'ecchimosi eh~" l<COmPar,va dopo fJUalLro ort'. Tentai ipnotizzarlo e vi riuscii ron molta facilità. Il paziente Cadeva nel sonno ipnotiro in 5 secondi sia facendo fissare un oggetto a CJ\lalunfJue ùislanzo, sia ponenùogli un orologio vi&$


930 cwo all'orecchio, s1a conCrica ndù leggermente su RiA Imponendogli di dormire. Molte volte egli, "'"•n.ll"'lllli lP. mani un giornale e leggendo poche parole, restava mentalo come si trovava. Caduto nel !:>onno ipnotico, l'emianeslesia destra e lemiperestesia l<inistra aumentava ili molto; con r,timolo a sinistra e sugli organi dei sensi e su non ::.i t•iusciva a destarlo, mentre a destra bastava un pochino perché il paziente $:Ì svegliasse Credetti in verità che s i fosse trattato dì un caso di tismo, ma, avendo ipnoli2zato il Poli col braccio levato, questo rimase nella stessa posizione: la meta si trova va cioè nello sta lo catalettico. Pero in questa esisteva uno stato d'ìper eccJtabililà neuro-muscolare che non sì ha nella ratalessia, ma bensì nella letargla, da fare ammettere che la metà sinistra er a nel nA11'ìno•1 targico e che la catalessi er·a suggestionata. Se io un punto qualun11ue della cute cbe corrispondeva al cubitale, tosto si aveva l'adduzione della mano. se si al di sopr·~:~ de i flessor i di questa, sì de terminava la se io poggiava il dito nel solco epitrocleo, compariva cubitale e l'eccitamento sì estendeva a tullo l'arto da trtJrre il braccio in adduzione, l'avambraccio ad angolo la mano in adduzione e le due ultime dita in sem Premendo poi un po' ror·te. oltre la contrattura ~v~va quella del cucullar e e dello sterno-cleic'lo-lma:stc:)Jal"" rispondente, e l'ammalato con un'ispirazione profonda e Jungala si svegliava. La mel~ destra passava nello stato l'&laletlico, J'occhio; l'eccitamento neu,·omuscolare era appena Provai molte volte con le not~ manovre d'ottener e lo sonnambolico e qualche suggestione. ma fu in uule, mente mi riuscl d'avere nel sonno. dopo un ce1·lo limitato sollevamento degli arti superiori, quando io in diceva all'infermo che appena addormentato gli avrei mandato di sollevare l'arto superiore o destro o l'ammalato alzava nel sonno ipnotico l'arto, sol


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E L lST.EIUS~IO N.ELL. ESERCITO

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npetea tl comando dalo tn veglia. Il sollevamento non passava i 10 centimetri , e benché io avessi continuato nel sonno ad insistere di alzare l'arto. questo rimanea immobile e catalettico, e se io l'abba ssava e ripeteva di sollevarlo, il paziente non piu obbediva. Dura nte il sonno naturale 'olli provare ,e nel P oli s i fosse potuto avere la catalessia, ma non fu possibile ottenerla, ed osservai inoltre che pungendo leggermente con lo spillo la metà iperestesica, l'infel'mo lar!.!ava di più a percepu·e lo stimolo e la contrattura non era cosi estesa e l inten~a: l'identico risultato si ebbe nello stato sonnambolico naturale. L'apparecchio circolatorio, di!!'esliYo e respiratorio erano normali.

I sintomi più culminanti, :::egnali nella storia, sono: l' Emiacorrispondenti, e l'emiparesi. Bisogna determinare se tali alterazioni sieno dipendenti da lesione cereb:·ale malet•Jale, OVVei'O da semplice disturbO funzionale. A prima vista nel trovat·e metà del corpo attaccala, subito si sospetta che nell'emisfero cerebrale sinistro, poiché le allerazioni sono a destra, si sia determinata, stando quasi all'improvviso apparire di quei sintomi, una emorragia, ovvero un embolo sia andalo ad otturare qualche arteria. Questa seconda ipotesi si può scartare, perchè il cuore del nostro ammalato era sano e gli altri Ol'~a ni che aHebbero potuto es1::ere punti di pa1·tenza di emboli erano anche normali. L'emorragia cerebrale sar ebbe stata più ammissibile; ma !'appia111o che quest'affezione è propr io dell'età avanzata e di quezl'individui con ateromasia vasale, e nel nostro caso r inrerrno era di 21 anno etl i suoi gt·ossi vasi come le arter ie palpabili erano normalissime. ~la se non si ,·uol tene1· conto del dato etiologico per esclu· <l"re l'emorragia cerebrale, g uartliarno un poco la sintomalologia . neste~ia sensiliva, sensoria e degli organi

ln regrJ!a genera'e nell'apoplessia i sintomi predominanti riguardano il moto, il senso può essere attaccato, ma l'alte-


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L 1STERISMO NELL'UOMO

razione è tcansitoria e r aro pr ende nettamente la corpo; eccezionarmento le alterazioni sensitive sono di rilievo e permanenti ed i disturbi motori di poca enlil8 sitorii; qualche volta l'emianestesia può interessare e le mucose, r arissi mamente anche gli organi d6i r·ispondenti; i r·itlessi lendioeJ e cutanei sono a Polr oltr e la persistenza del rincsso rotuleo e la m ila la all'arto super•iore ed inferiore, che si r.o,osl!n• quale appane nel primo giorno, vi èra l' emianestesta sitiva. ~ensoria ed anche degli or:rani corrispondenti, ci6 inammissibile con un'unica lesione centrale e SP4!cuum• con una emorragia. Volendo tener pr esente la temperatura delle r egioni tali, che dar~tbbe lo stato della cir colazione delle re~~·v•u .. triei cerebrali, notai a sinisu·a 30.51 (luogo dove avrf!bbe'411 vato risiedere la lesione) ed a destra 29.80, ciò che sta i risultati ottenuti da altri, dovendo la temperatura nella lesa essere a primo tempo minore della parte omomoa·· Da tutti questi iatli non credo c he cada dubbio sulla is terica ùell'a fiezione. Ma il nostro ammalato non era solo isterico, bensì epilettico. ed io suppongo che l'epilessia lo predisp,ontmtllrJ l'isterismo; infatti ùicemmo nell'anamnesi che il P oli 9 anni era preso da un accesso di con,·ulsione, la tJuale tulti i caratter i della vertigine epilettica: capo~iro. mento, perdita momentanea della coscienza e riso! eire poi solto le 8I'mi si dichiar ò l'isterismo. Ricor·do solamente la differenza notata fra il sonno J'ale, il sonnambulismo naturale ed il sonno ipnotico, la più che ammettere una diversa ~enesi fra quei .::tati, ra nere come unico rJ disturbo che si determina, e che la sitè dipenda dal grado dell'alterazione.

VIJ.

Fontana Giuseppe, <.li Vico del Gargano (F oggia), di anni mulalliere, venne sotto le armi il 28 dicembre J883 ed nel 14 reggimento cavalleria. Il patlre morì amm "7-"1&0.'':"11!:


E L'ISTERISMO N&!.L'ES &RClTO

933

r infermo non ricorda se a vesse sofferto qua1che malattia oef\'Osa; due zii paterni furono presi da attacco apoplettico, il qualt~ cagionò nel primo la morte istantanea, nel secondo eontt·attura destra della rima boccale e strabismo senza disturbi molorii permanenti negli arti; nulla sapeva delle zie paterne. La madre è presa spesso da convulsioni con perdita della co"cienza, movimenti clonici ed uscita di schiuma dalla bocca; mente ricorda delle zie materne, im•ece dei zii materni due morirono d1etro un attacco apoplettico, ed il terzo vive cor. paralisi dell'arto superiore destro e contrattura destra della rima boccale. casrionata anche da emorragia cerebrale. Xon conoscevn i gemtori paterni, quelli materni in vece sono viventi: il nonno è di 80 anni e sta bene. la nonna odi i 5 anni è emiplegica dietro apoplessia cerebrale. Ha un fratello e due sorelle che godono buona salute. Non ha abu sato di vino né di bevande alcooliche; una sola volta ha ~vuto a che fare con donne. Fino all'eta di 17 anni é stato sempre bene; da quest'epoca .:omincio a soffrire dei capogiri con offuscamento della vista il perdita di cosciente, che cessavano dopo pochi minuti, lascianololo alquanto stordito. Non era pac;sato un anno che si trovava soLto le armi, ed 8 Crema il giorno di sabato santo, mentre toglieva il letnme SOll.o i CII valli. fu p1•eso istantaneamente da giramenti dt testa, perJita di coscienza e cadde a terra, rmvenendosi dopo due g•vrni e trovandosi all'o;;peJale con la camicia di forza. Gli ~mmalati ''icini gli dissero che, durante il tempo della sua ltlC~"~sclenzct, avevo. avuto continui att:~cchi convulsivi con fur•,-~·1 m . . • ·v~ O\'lffienll c OniCI. 1

Ttrminato l'acce•"'O' cbe in seauito non più si ripetette , ~ o n?n :-ebbe alcun disturbo moto rio o sensitivo, e dopo vari t giorni uc:ci dallo spedale. Da Jue mec;i a questa parte :>ia quando montava a cavallo ~ c~rcava d. n . 1 spronarlo, sia ryuando c:i curvava per abbottoar;o, lP uose era preso da crampi negli arti inferiori, che ;s~avnno o con la estensione volontaria dell'arto o con la d~:l~ns,one Jr esso, t'alla do. qualche compagno. Egll cre o che fosse stata cosa da nulla, mai si presentò al me-


L'JSTER!Sl!O NELL'UO~O

dico del reggimento, ed intanto per strana ~ior·no ùi sabato santo ultimo (cioè dopo 2 annil pomeriùiune stando a letto, mentre s i volla Yt~, fu intenso crampo nell'arto inferiore destro; sponta balzò dal letto, ma perùelle la C">scienza e cadùe riportando una leggera ferita a! mento, ed IlDa con al111 guancia destra. Ricuperata la coscienza dopo un d'ora fu subito trasportato in questo spedale. 1n terrogato sulle cause che avessero potuto mfluire determinazione di quella coo,rulsione non seppe rife cuna. Era un individuo robustissimo, di colorito bruno, e massa muscolari mollo sviluppate. P auroso ollre ogni der e, se lampegg-iava o tuonava, correva a lelto,"e nas<:OD,CI"J la tP.sta sollo le co1Lri; di notte per qualunque neceS$it8 calava mai da letto ; non entrava mai all'oscuro in nè mai vi rimanea solo. Non era amante di compagni diver·timent1, r~ mena va piuttosto una vita ritirata. Ma per quanto fosse pauroso, per allrettanlo era ed irascibile; facilmente ioterpetrava a mal~ ciò che si ceva per ischer1.o e subito reàgiva. Al suo paese fece ferimenti, perché in diverse occasioni alcuni suoi amici l'ivolseJ•o pal'ole che lui ritenne offensh-e. Nel cau1mis1o l'infermo zoppica'ìa, perchè, a suo 1lire, ti,·a tirarsi alquanto l'ar to superior e destro; nel'a oo:SJZIIOD eretta, se si faceva flettere la gamba sulla. coscia, taoto nvere un angolo quasi retto, subito si destava la cont Stando oriuontalmente nel letto ~li arti inferiori in :::ione potevano esser flessi, addotli ed abdotti senza CJ'ampo si fosse destato, il quale si determina,·o nel ventre interno del muscolo tricipite delle gambe nella fles.;;ione pian tar~ del piede. La forza muscolare cor.s H rifie~so cr emasterico, addomìnale ed il tendin~-'n lato a sinistra; il piantare e pupillare normale; marcata minnzionc del senso muscolare a destra, t.anto che Jo.ndo gli occl1i all'infermo e ,dicendogli di tl)ccari!i con maM sirlislra Ja spalla destr';l con difficoltà la cerca,·a; poestesia destra completa s1a dolorifica che termica e


E l ' tSTEIIISMO NELL'ESERCITO

93!)

181110 JPlla cule rhe delle mucose e degli organi; a sinistra Ja tten~ibllìlil era inle!;ra; la prer.::c::ione sul plesso brachiale. sul nervo rneù1uno e cubitale mentre a desLI'>l non dava nè dolore né alcun disturbo molorio e sèns1llvo, a sinisll'a al cootrc~t·io ùelerminu va delle contrazioni e formkolio all'eslremita. Riguardo ai sen"i specifici si nolò anestesia sensoria della ~tesc:a parle, ove era anPslcc:ia sensitiva: udito mollo indebolito, percependo il battilo dell'orolO!lÌO a 3 centimetri dì distanza dall'orecchio; notevole di m inuzione del campo visivo, perd1la del ~usto e del senso dell'odorato. Sulla ·parte omonima niente d'anormale. La temperatura cutanea delle duP metà del cor po era: Destra

(parte ipoedtesica)

Bozzu rruntale Id. puriclale Id. occipitah• Regione mammaria Addome (centro ù<>l quadrante superiore) Diaflsi del bt•accio (pat·te interna) : Diafisi della coscia (parte in· terna)

Sinistra (par te normale)

33.20

31.87

31.79 32.40 34.10

31.50 !31.63 33.63

3-i,20

33.78

34.20

33.:>2

33.00

:\2.5:?

Terminato che ebbi di racco:zliere questi dali ''olli ripro..-ere se la contrattura si fOs!':e destata ancora con i citati mo· vunenti, nm non mì riu«Cl piu d'ollenerla; allora pensai di tn<>llere l'individuo a cn"allo s u ù' una sedia e far ripetere <'Oilli ar ti inferiori il movimeul'l come per· dare delle spronati! e lo<; lo la contrattura r•itornò; in se~uilo per poter riprodurre il crampo doYelti ~e r·,·irmi ùi questo mezzo. L'infermo nel momento della contrattura avvertiva come un senso di lraz10ne negli arti infer1ori, e tosto i gruppi mul'Co!art c.oùevano in uno )<pasmo tonico. 1 muscoli pr esi ~ran o: tutta In porzione inter·na del gaslrecnemio, il semit>ndino.,o, semimernbJ•anoso eù i casti, che durante la r.on-


!'136

t'ISTERIS MO NELL'UOMO

traltura Prano durissimi, facendo un pronunziatissimo sulle parti limitrofe. Il crampo e t'a vinto dal paz tendo rn forzata contrazione i muscoli flessori piedi. rl fJ uadricipile estensore ùelle gambe eti i duttor'i delle co:scr€'. Dopo 1:, giorni ripetetti un secondo esa me e notai, i feno meni gìA riferiti: Diminuzione della forza

nell'ar·to superiore ed infer iore destro, esageralo il

rotul~io destro, e~ageratissimo quello di sinistra;

tremore rn tutta la persona, che si manifestava sione degh artr e nel cammino, tanto da fa r no~tro infermo com"' affetto da sclerosi a placche emianestesia destra completa sia sensitiva che set•soria. guardo all'oq:r~no della vista, oltre la àiminuzione del visr\'O, esisteva macrop~ia: il mio d.ito alla distanza dita tim(•tr·i era couosciulo della sua grandezza naturale, ~i allontanava, diventava più grosso. finehé a iO ,..,,ntuuon era più ·veduto. A 60 centimetri di distanza il mio indrce era visto fJUatlro volte la sua grandezza ""'' ~··-...., Un giorno verso le 3 pomeridiane dopo un'ora di senza sogni, svegliatosi gli pareva di non avere l'arto pcr10re destro. Sedutosi sul letto, non era più capace a 'er·Jo; allora f>l rni~e a dimenarlo oofle mani, a se cosi gradatamente rrprese la sua funzione. Questo fatto si e ripetut() due altre voJte, subito che l' infermo svegliavo dal ~0nno ipnoti~o. L'apparecchio cardio-vascolare, respiratorio e era normttle. Durante la sua dimora all'ospedale non prese altro un gr·ammo c me?.zo di bromuro potassico al giorno. Avuto a mitt di~posizione una calamita ''Olli provare col fenomeno di trasferta da individuo ad indi,iduo polulo ottenere la scomparsa dell'emianestesia. l<'eci que:sto infermo vicino al letto d'un altro a mmala to che non aveva alcuna alterazione sensiti,•a, e dissi al di prendere colla mano del suo Ialo anestesico la del compagno, al quale posi a contatto del terzo s della regione palmare dell'antibraccio sinistro una ~ 111Uiu.....,


E t.'rSTERlSMO ~ELt.'ESimCrfO

931

Dopo i ii minuti primi il Fontana aveva ricuperata la sensibilité. nella mano, nell'antib1•accio e nella parte del braccio e né tull'altra metà del coi·po, e né nell'altro infermo vi furono eamb:amenli di sensibilttà: si e••a,cioè ricuperata parzialmente la ~ens1bil ilà senza il (rnomcno di tra.Verta. Il giorno seguente continuai la prova, e posi la mano sinistra dello stesso infermo sulla spalla anestesica d~ll'altro ed applica! la calamita alla metà della faccia intema del br·accio sinistro; dopo 8} minuti primi tornò la sensibilità in tutto il resto della metà anestes ica, anche senza fenomeno di trasferta Colla sensibilità tatti le, termica e dolorifica il paziente riacquistò il senso muscolare ed i sensi specifici: non piu vi era diminuzione del campo visivo e macropsia, diminuzione dell'udito, perdita del gusto e dell'odorato. I.a paresi nell'arto superiore ed inferiore nonché il tremore rimasero immutati. Uurantc la seconda prova, dopo 8 minuLi primi che applicai la calamita, l'i~terico senza disturbi sen.:;itivi avverti in lutto l'arto superiore un sensò di formicolio, il quQie si manifestò nell'aHI·o infermo nella metà anestesica, tranne nella parte ove la :sensibilità era rilornala, cinque minuti primi prima che $i fo!lse ricuperata la sensibilità. RiuS>cii ad ottenere il sonno ipnotico dopo 20', facendo guardare il malato in uno <>pecchio laringoscopico. Egli cadeva n~llo stato lelargico e non fu possibile avere la catale-;sia 0 il sounambolismo. In quello stato vi era risoluzione com· pleta delle mernbr•a; anestesia limitata solamente dove e!listeva nella "e~lia; nell'altra metli si manifestò leggiera iperestesia tanto che dando qualche puntura, l'infermo ritt·aeva llopo un cer to tempo la parte stimolata. L'urùco modo per potere svegliare il Fontana era cont'ricando piuttosto forte l!~lla regione occipitale. Sveglialosi, l'arto inferiore ù~stro l'lmanea paralitico,eù osrni stimolo volrtivoriuscivainefficace; ~pigliava gradatamente i movimenti dietro quel mezzo già ~lato. l muscoli tornavano in funzione successivamente dal ua~so in alto.


!)38

L' ISTERJSMO NELt'lJ0-'1:0

Questo ammalato si rassomiglia moltissimo al oltre a presentare le stesse stimmate isteriche: emianel"tesin sensitiva e sensoria ed esageraztone dei era anche epilettico. L'anamnesi in ' 'erità farebbe molto pensare ad una ragia cerebt•ale, essendo stati nella fami:.dia dell"i parenti presi d'apoples-.ia, ma d'altra parte se non melte!'<se un'a lterazione dinamic.a non si potrebbero tutti i sintomi. Alrin fuori de1 citati disturbi s ensitivi e torii che non ~a!'ebbero amrni!"sibili con una lesione riale, com ~ si spiegherebbero il tremore, la tt'ansiloria e che si ripete nel sonno ipn(llico, le d fra i riflessi, e la maggiore temperatura cerebrale sul rielale destro ? l!f>pilessia fii dichiaro ai l'i anni sotto forma di Dr.J•tiìrìtl epilettica, in seguito vi fu una manifesta forma conv la quale dai poclli dali riferiti dal malato non si poteva dire se fosse d1 naLut•a epilettica o istero-epilettica; però nendo conto dei disturbi sensitivi e moto1·ii seguiti a attacco, forse ~i poteva ri tenere di nalur·a '"''"",-"t~.. Oltre i fenomeni isterici ed epilettici vi eta da con nr>l Font.ana ti crampo negli arti inferiori, il quale per non Cl'a una forma isterica, ma faceva parte di quella v rosi, che comprende il crampo degli seri vani, dei calzolai, L'isterismo " forse l'epilessia banno potuto influire causa pr cùbponentc,e l'individuo isterico ed ep.uet.uo.;u, ....~--·-· parte d'un'arma a cavallo ed obbligato a ripetere negli cizi quel movimento, fu preso dalla nuova nffezione. In quesla malallia i muscoli non entr·ano in totalità in trattura, ma parzialmente, lo spasmo caàe princivalmeDJII!I! su quei ventri muscolari che entrano a far patte di quel alLo : cosi nel crampo dE'gli scrittori souo in ispecie i muscolari dell'indice e medio del flessore comune delle con il muscolo fles;>ore del pollice che si contraggono; nel crampo dei cavalieri oltre la contrazionP dei m casti, del semitendinoso ·e semimembranoso vi 111:1 quella ventre interno dPI gostr•ecnemio, muscoli necessarii per

···-"!"


E L'ISTERISMO :SELL'ESERCITO

939

determinala posizione, di chi e:lando a cavallo vuol dare

delle sprona le. Studiando un poco questa contrattura, vidi che essa si de! &IWI già quando 1 sovJ·acitati muscoli erano in un certo stato .li contrazione. necessariA pe1· dare quell'alleggiamenlo all'arto e che la contrattura dal ventre interno del ~astrec­ neruio ;:i diffondeva a~li allri muscoli; infatti J' infermo nel momento ùello spasmo diceva di avvel'lire una trazione, che dalla parte inte1·na delle gambe saliva nelle coscie. Questo sl8to di contrazione che precede il c!'ampo si ba anche nel crampo degli scrivani. H asse dice: che • la difficoltà dello scrivere sopravviene dopo lunghi sforzi, in seguito lo scrivente pensa dover tenere la penna più fortemente e più il male !<'accl'e!'ce. " Stando a questi fatti come si potrebbe spiegare il crampo~ Il Romberg prima disse che « il crampo dello scrivere nallceva ùa una irritaziotle riflessa dei ne1·vi tattili .... ; poi ammise che la posizione pa••Licolare delle dita in certi manegl'il\menti agiva come stimolo riflesso ed aboliva con un crampo la coor,Jinazione dei nervi e l'as-sociazione dei muscX>li ... lo credo che !JUi s.i tl'alli ùi un fatto tutto spinale. La ~ucce:;:sione dei fenomeni in questi et•ampi è la seguente: P contrazione necessaria di quei dati muscoli per quel dalo allo; 2" contrattura di questi muscoli cc.n diffusione ai muscoli "Ìc:ni; . 3' rilorno della pal'le nello stato normale per contra.Zinne volontari& dei mue:coli antagonisti. Stando a quEC'sto io penso che la contrazione determina un ecciuunento nei flessori delle d1la o nel gastrecnernio, semileutliooso e membranoso, il quale arTi va nel midollo s pinale ali-> corrispondentt cellule ::;ensitive e da queste alle cellule motrici, da cui partono i nervi motori che animano i mu$Cùli. eccitati. Trovandosi queste già in uno stato d'irt·itazione 1 continui sLnnoli prodotti dalla posizione delle dita. delar·to, ecc., l'eccitamento viene aumentato d'intensilé. e tale 81 r~versa sui muscoli, eù ecco il crampo. Slcché pe1• potcrsi av~>re il cl'empo fa d'uopo uno s tato

r:er


9iù

L'lSTERISllO NELL'vmro

irrilalivo spinale che si determina facilmente negl' nevrolici dietr·o ~ti moli continui per certi obbligati IIUIIVJI111Il Fontana che faceva parte di un'arma a cavallo era eù epilettico e fu dietro l'obbligata posizione degli arti riori per qualche ora al giorno nella scuola d'equitazione si ebbe il crampo. La conferma che si tratti di un fatto tutlo centrale é dalla paresi o paralisi che molle volte s'ha nei muscoli taccati dalla contrattura: le cellule nervose passano, dallo stato irritativo a quello par·alitico. La intensa contrazione di muscoli antagonisti che suc:cec:al crampo é tutta volontaria, e molte volte i •c::n·ffi••iAo~~ac farlo r1solvere. Il mio infet·roo nel cr·ampo, al dolore e rli trazione nei muscoli contratti, tosto a!:!iva con quelli tagon1~l.i e nello stesso tempo s'aiutava colle mani a rO!IiS,$I!t alla r-ontrat.tura dei muscoli casti ed aumentare J .Act,ttm~.or~e..• e solo cosi lo spasmo muscolare era vinto. Fo notare in ultimo come sia in q uesto ammalnto che quello precedente la temperatura cutanea della metà stesica del corpo er'a maggiore dell'altra metà, e eome P oli le macchie iperemiclte prodotte dalfa pressione comp~ r.ivano primn e scomparivano dopo $UUa parLe an,es''".,..-.;; Questi fatti !';Ono contrarii alle asserzioui di alcuni, i dicono che l'anestesia cutanea é conseguenza dell'anemia cale per spa~mo vasomotorio; io credo che nei disturbi ~ih\·i dell'isterismo vi ~ia un'alterazione cenh·ale, di cui natura c'é ignota.

VIII.

Comes Ignazio, cocchiere di Oria (Lecce), Yenne alla gione allievi carabinieri il 23 novembre ullimo. Sia nei Il&"' nitori cl1e in allri di famiglia non vi fu alcuna malattia che avesse potuto predisporre il paziente alle affezioni llt!rvose. Ver·:::o i 5 anni cadde dall'allo di una faùbrica e . \'arie ferite al capo_. delle quali si "edevano le cicatri.cit quattro anni or sono ebbe da un cavallo un calcio in cornt•


E t'JSlEI\ISMO 1'\ELL' ESERCITO

94 1

pondenza dell'occhio sinis tro, e r·iporlò solamente una ferita alla palpebra corrispondente. t:n ~dorno essendo an•ialo in piazza d'arme cominciò ad av..-ertire doloro al testicolo destr o; egli senza punto curarsene contanuò gli csercizii militari. ma non passò poco tempo che al rlolore si uni il gonfiore e fu preso da offuscamento della vil'la ca,Jendo a ler•r•a priYo di coscienza. La sera seguentP fu mandato in questo spedale, ove fu fatta <liagnosi di orchite blenorragica, essendo guarito pochi l!'iorni prima dalla blenorragia. Dopo cinque ~iorni di dimora all'ospedale venne a contesa con un compagno, e s'irr·itò tanto che fu assalito per la primo. volta da un intenso accesso istero-epiletlico, il quale ;.i ripetelte ;:;pesso e per lunga durala nella giornata, tanto che si fu coslrelli meller~li la camicia di forza . Gli accessi Ji ft•cquente si rinnovarono nella settimana e l'empre colla stessa intensiLà. Dall'esame del sistema sensitivo e motorio rilevai che il solo testicolo destro era dolenlissimo, e la pressione detet·minava l'accesso, e che il funicello spermatico. benchè anche dolente, pure, premendolo fr a le dita, non dava la convul sione. Xon vi t>ra alcuna aiLer azione motoria o sensitiva, e:;,stevano invece disturbi nei sensi specifici: il campo vi~ivo dell'occhio sinistro (in co rri~pondenza del quale vi !'u •Jual<'he calcio di cavallo) era notevolmente rislt•elto, esisteva inoltt·e acromatopsia, utacr·opsia e poliopia dalla stessa rarle e diminuzione sensibile dell'udito. Dopo 15 ~iorni, guarilo l'infermo dall'orchi t~, non piu si r:petettero le convulsioni, la pressione ~ul testicolo era indolt>nte e non destaYa l'accesso; solamente persistetler·o i ùi~ lurbi visivi ed acustici. IX.

Dicott Nicola, di 21 anno, muratore tli Taranto (Bari), era

nell'so reggimento fanter·ia. Nessuno di sua famiglia ebbe "lf~zioni nervose. Egli ''erso i 7 anni per circa 3 mesi soU't'i erneralopia,, tanto che i suoi genitor i al colare del sole do -


1.' ISTEHlS~to NEI.L'VOMO

vevano accompag-narlo per istraùa, e guarì a suo alcuna cur•a . Enlr6 in questo spedale per orchite de~tra

~he giu aveva da 4 giorni.

Come si taceva pressione sul detto testicolo, oltre lore locale, si destavano -,variati movimenti tonici: tono specialmente, r·otamento di globi oculari, degli arti inferiori, esten!':ione con rotazione in dentro arti superiori, mentre sul testicolo destro la Pt'•B8.f!~IOIIt•• determinava contrazioni e l'infermo atteggiava il volto a Oltre •Juesle zone ne esistevano molle altre su varie del corpo, la cui pressione non dava sempre gli tomi. Sia compl'imendo sulle regioni mammarie, quad!'anti inf1•r iori addominali, il paziente cadeva in ua calo opistolono, le pupille si dilata-vano ed era preso a colpi secchi, br evi e ripetuti; compl'lmendo s ulla meté •·egione cubitale destra s'aveva contrattura ad angolo e l'uncino cubitale; sul tendine del bicipite corr·rJ~P<I'IlGI!A! si Jéstava un senso Ji bruciot•e nell'antibraccio e dell11 coo leggie!'a conlrallor•a in flessione, sul bordo coslale riore destro fino alla linea ascellare posteriot·e e ponte ùi Pouparl veniva la tosse, finalmente s ulla steriore della coscia insorgeva una contrattura in es1.au...,. con piede varo erruino. V'era assenza Ji anestesia laLtile e di alterazioni ~sistevano invece disturbi nei sensi specifici: i'rtùebollldlllfltl ~lell' uùtto <>pecie a sinistra, diminuzione dd campo <lisct·omalop~iv: il ralore bleu er a corrosciutt) per nero, il per rosso chiaro. Dopo circa 8 f!iorni guarì dall'orchite e scompar"ero le zone iperestesiche citale, tra nne quella in dell'arcata costale inferiore destra, o\·e la pressione l~ggiero incurvamento po~teriore del tronco. pt:ro nel~~ ter·o le alterazioui sensorie. Di questo ammalato mi set•vii sia per fa r scomparire -emianestesia all'infermo menzionato neUa ;• storia, anestesia generale nell'a!Lro che r ifel'ir6 or ora. Per secondo arnrnalalo usai la corr ente faradica ed i'll8Dto prima giornata d' applicaziona elettrica, che durò un'


E. L'ISTERISMO NEt,L'ESERCll'O

un rrusrto, senza che vi fosse stata allra causa. il Dicoll fo assalito per la prima volla da un attacco istero-epilettico, che in s~.>guilo s'è ripetuto. Oltre la convulsione, non vi fu aggiunzione di altrì sintomi; ne quelli che notammo si modificarouo. Tutti gli allri organi ed apparecchi erano normali.

x. Streliotti Grovanni, di Casola (Vtcenza), di 21. aono, contadino, venne sotto le armi il 25 novembre ultimo ed era aUa legione allievi. La madre ha da molli anni un'affezione al ventre; il fratello e quasi sc.:mpre malaticcio; un zio paterno è preso spesso da convulsioni, ed il nonno paterno era obbligato portare le grucce perché son"riva debolezza nelle gambe. Eglì vet•so i 7 anni guardò per 4 mesi il letto con dolore e tumefazione del ventre e guari mercé bagnoli d'acqua fredda; verso i 12 anni cominciò a soffriee cefalea> che si ripelette spesso volte. Un matlino (20 giorni prima di venire sotto le armi) andò in campagna con un suo amico; questi cammin facendo p et• ischerzo voleva dar~Ji un pugno. roa lui si schermi e fu aolprto sul Lesticol<.' sinistro. Immediatamente cadde a terra con perdita di coscienza, che fu ricuperata dopo 4 ore, ed il tel>licolo si gonfiò di molto, r itornando nella sua normale grandezza dopo 3 gio1·ni. Pas~ati quindici giorni tornò nuovamente in campagna. ma · dopo alquanto cammino lo !';tesso testicolo si gonfiò e fu !Jreso sulla struda da un altro accesso convulsivo. Venuto solto le 3rmi non era atto alla marcia, nè ai movimenti ~innastici perchè collo strapazzo il testicolo si gonfiava e tosto ne seguiva la convulsione, la quale presentaYa tutti i caratteri istero- epilellici. Manùalo all'o!'tperlale dietro esame si notò: anestesia gA· n_erale sia cutanea, come delle mucose, che l'infermo assertva d'avere già da. due mesi; anestesia sensoria: pronunZiata diminuzione del campo visivo con perdita del colore bleu e rosso; maPcata diminuzione del senso dell'udito, per-


9U.

l'JSTERISMO ~ELL'UO~IO

dita ùel gusto e dell'odorato; aumento dei riflessi senza di qualunque dtsturbo nel campo motorio. Volli provare se anche in questo infermo, median~ della calamita, avessi potuto ottenere la scomparsa stesia; ma dietro ripetute e lunghe sedute mi riuscl Allora pensai di usare una leggiera corrente in il risultato fu !"Oddisfacente. Feci sedere quest'ammalato vicino al precedente e reofot•i d'un apparecchio faradico nella mano destra e nella sinistra dell'allro, mentre si tenevano uniti per mano: dopo un'ora e mezza lo Streliotti aveva ,...,u ...,.,..""' sensibilità sia tattile che dolorifica; i disturbi sensori molto limitati, e non vi fu fenomeno di trasferta. Ma ritorno di sensibilità fu tr ansitorio, poiché dopo tre d'ora l'anestesia era di bel nuovo stabilita. Il giorno t•ipetetti la stessa opot•azione e la sensibJJita tornti in breve tempo (un'ora e 5 minuti) e durò molto di più (due a rompat•ire l'anestesia. Non potetti assistere alla guarJ1p:.. completa, poiché l'infermo, essendo stato riformato, u5cir·e dall'ospcdule, ma io ritengo che certamente nntesl188 sì sar·ebbe definitivamente vinta I distur·bi sensitivi, motorli e sensorii, registrati nelle storie precedenti sono tanto caratteristici che, non possa cader dubbio che quegli ammalati fossero isterici. Faccio solamente qui notare quanta importanza abbia in t[uesli tre infermi l'affezione del t.esticolo per la stazione della nevrosi. Benchè vr sia stato per lo passato dell'esagerato nel sempre trovare nell'utero la causa delle varie forme rismo, pur·e non si può negare con quanta frequenza le riche :>i lamentino alla pressione di dolor•i ipogastL·ici, i contrariamente all'idea di Briquet, che li credeva loc·au:~~ nella par·ete addominale (celialgia), furono ~todiati dallo cot, che dimostrò trauar·si di dolori ovarici. Questo rapporto frn l' islet•ismo e gli organi genitali vieppiù conl'et'mato dal riscontrare ancl1e negli uomin~ illllltO.·~· r·ici con una certa ft·equenza il dolore al testicolo ; nel


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E L'ISTERISMO NEI. l)ESERCITO

aDdici casi, in sei esisteva iperalgesia testicolare alla pressione. Intanto mentre nella donna il dolore si limita alle ·sole ovaie, nell'uomo ò localizzato al solo testicolo; lo scroto ed n runicello spermatico non prendono parte alcuna, ed io in questi ammalati premeva piu o meno fortemente fra le dita aia lo scroto come il funicello e non pro,·ocava che qu~Ua sensazione dolorosa, avvertita da ognuno, quando gli si pizzica qualche parte del corpo. Al Veronelli durante l'accesso eonvulsivo passai da parte a parte lo scroto con uno spillo ed egli non dette alcun segno di dolore, premeLti i testicoli tra le mani ed immediatamente si destarono intense ed estese contrazioni cloniche. L'influenza dei testicoli nella determinazione d~lla nevrosi ebiarissimamente dimostrarono i 3 casi precedenti. Nei due primi l'orchi te blenorragica, nel secondo il trauma e quindi anche l'orcbite fecero subito manifestare la malaWa, e notammo pure che la maggior parte dei fenomeni isterici scomparvero colla guarigione dell'orchite e che nell'ultimo infermo ricomparvero sempre che dieko un lungo c4mmino o sforzi il testicolo s1 rigonflava. L'embriologia che dimostra la comune origine del testicolo coll'ovaia conferma l'esattezza dell'ossen razione circa la frellUPnza del dolore negli Org&IIÌ genit<iJi dei due Sessi e fa ammeLtere decisAmente un rapporto fra testicolo ed ovaia e le manifestazioni isteriche. Noi non conoschtmo in che consista quesla relazione fra organi genitali ed ister1smo, come non ci è noto perché la Pres!Oione sulle 1.one isterogene, siano queste nel testicolo che ~lrove, debba esser capace a fai' destare o arrestare escluSivamente un accesso convulsivo e mai agire diretlameole sulle altre forme istet·iche; le modificazioni alle volte ottenute nel campo motot•io e sen:>ilivo, premendo su queste zone, !'Ono sempre indirette, poiché la pressione destò la convulsione e nella convulsione i disturbi molorii o seosilivi scomparvero, diminuirono o s'aumentarono. (Continua).

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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED E

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RIVISTA ~fEDIOA

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Contribuzione alla s.tntomatoiogia del diabete KHAt s. - (Wicner j\fedi;;, Presse, 188;, X. 22). In un Ul)mo alfello da epilessia, cbe era ricoverato clinica di Kahlet·, :n complicanza di questa malattia giunse un diabete insipido. Kraus si servi di questo es~;:guire una sPrie di esperimenti, i quali veonet•o coutemporane~c~mente tanto in questo epilettico, quanto inJividuo $Huo posto sotto condizioni il più che possihile liche. Ot•ben('l si "ide che, prendendo in una volla ,.ola gr·anùc quantitu di liquido, il diabetico, in paragone dividuo !>auo, è essenzialmente taell.iurico. Be vendo quaalilà di lìq11ido continuamente, nel diabetico si unu r Plativa polwria; e l'olo quando, secondariamente, «ot·~e la polidip~:a. il paziente diventa a~solutameute rieo. Si vide i11oltre eh.; la perspil'&zione insen::-ibile uoD fallO CUiffiÌOOnto nel complcs::;o sinlomalico della poliuria. (Il Progresso Medieo, N . n , 1887).

Morte lmprov vlaa oausata esclusivamente da apop.lte.• polmonale. - IIJ,.:.sR\ K~sTenex. gio 1~87). Un uomo ùi !les~antacinquc anni fu trovato giacen:e sul h:do t:ini>-tro l'Il di una scala con la testa contrn la paretAJ inclinntn sulla spAlla destra. All'autos«ia, praticata .,..... ~~,..., ciU<JUEI '!_l'e òol dE'C'esso, "i rinvpnne sano il CPl'\·dlo, un poco congcsto. li cuore, io islalo fi;::iolof!rco . con una lieve quRutJtU ùi sangue fluido nel venlricolo sinlS5&'1lJ.!jj


IUnSTA

~JEDICA

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nulla nel destro. I polmoni aderivano alle pareti toraciche ed erano per molta esten!òione inflltrati di deposili tubercolari. Conlenevauo sangue tanto la trachea che i bronchi. Si con~18-l'• la sorgente di que~to sangue uel polmone sinistt·o, nel cu1 intic-ro tesl'ulo inlersliztale era stt•ava«ato. Xon si rinv;mne nel polmone distinta cavità né Yasto grumo e neppure (o po~c:ibi le t·intr-acciare il vaso lesionato, beocbè fossero rlili;-:ntemenle t~arninate pareccb~e branche dell'ar-teria polmonale. I tu Li ed i tu bici n i bronchiali erano p1eni di sangue. Non vi era rug>~ di sangue dalla trachea nella bocca e nel faringe. Que~to caso semb1•a appartenere aJ uno di quelli descritti ~l ~~emeyer i quali tlet~r·minan<• la morte impro,·visamente, p:·ima che occorr'A emottisi o~lruendo i bronchi col sangue e soffocanùo il paziPnte, Cilsi che il Kiomeyer nconosce quale rat·i«sima forma di malattia. F. S .

Dtl&tuione àcuta. del cuore da aloooltsmo. - Memoria l·~lt.a dal dott. Roo~::wr MAOUJHE nelfa Società clinica di LonJt•a. - (Titc Lcmcet, maggio 1887). 11 Mnguire, dopo avoro I'Btnmenlato che l'alcoolismo produce acuto modificazion i n~.:i sistemi nepvoso e circolatorio c cLe le modificazioni indolle in quesLo non sono in generale, •:i !'ef·io momento, ammeUe che tali possono occasi<malmenle re•1der~i, siccome deponf!Ono alcuni casi. Un in.lividuo affetto d"aleooli!Omo, dell'età di 2J anni, pres..ntava edema ed un poco a1 a<<cite allora che r i ~hie:;c essere curato. Aveva il polso PIC{'olo, dt>Lole e ùi bassa ten.:;:one. mi\ a r10 battute per minuto. L' unpuls., cardiaco era d.lfusn, l'apice .giunge>a al di f lOt·i t! el capez1.0lo ma non lrasbor.iova in ba$"0, la pulsaz.one epr~u,.tr·icu et·u ccce,.::;ha. La ottu::ità car 1raca s1 estendeva oltre i h miti normali \'et·ticalrnentP- e Jc.teralmente. I suoni cnrdia·~t erano brevi, d~boli e clitfusi, e .:;i sorprendeva un lieve morrnnrio <>istolieo. Vt er•a di"pnea, ma assenza di suoni rolmonali anormali. Si aveva urinu in ecce,;siva quantilil c di L~sso peso sp~drlco. MflltCII\'ano dati anamnestici di t·cuma11'tnl1 c di sintomi CHrdiflci, éd escluse tulle le altt·e cau<>e, sernLrava chiari) che la dilatazione del cuore fosse protlotla. ùa


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RTVlSTA

alcoolismo, del quale l'infermo forniva una pronunziata storia. Solto il trattamento a mezzo dei tonici cordiali lulli i sinloa e la dilatazione cardiaca scorn!Jarvero intiernmente. Un a ltro infermo. uomo sui quarantacinque anni, offriva alla prima osservazione ed~ma. delle gambe1 tremore della lingua e delle mani e si lamentava di net'vosismo e di insonnia: aveva piccolo, debole e facilmenle compressibile il polso. L' iLto car diaco si percepiva al dì fuori della linea ma[l)o maria ed era alquanto diffuso, ed alqua nto aumentata era la ottusità lrasversa del cuore, i cui suoni erano corti ed aspri, ma senza accenno di rumore. Come nel caso precedente non si poteva rinlt·acciare altra causa della dilatazione cardiaca al di fuori dell' aleoolismo acuto, del quale si aveva chiara la storia. Parimenti per il trattamento anti-alcoolico s comparvero tutti i sintomi. Il m eccanismo, onde l'alcoolismo produce la dilatazione,. consiste pr obabilmente, non nell'accrescet'e la resistenza pe· riferica, ma nell'avvelenare il muscolo stesso del cuor e, donde si origiua prima una normale tld in seguito ancbo una ridolta tensione arteriosa. Apet•lasi sull'argomento la discussione il dott. Droadbent dtsse essergli nuovo il soggetto della memoria àel Ma-guire, ma che non tornava racile comprendere come si producesse la dilatazione a meno elle questa non fosse aiutaLa dalla im• bibitione di grandi quantità di alcool, aumentando cosi la resistenza periferica. Il dott. Ormerod chiese quale specie di alcool aveva prodotto questi effetti, poichè Leyden a veva notato simili condizioni in conseguenza della birra. Il dottor Stephen Mackonzie disse di accetLare le veduta del Maguire, benché dovesse peosarsi alla febbre come causa della dilatazione mJOcardica: ma si è osservato d1e l'attuale miocal'dile può occorrere sotte varie cir costanze. Il doLl. Ewarl os~ervò come l'uso della birra, benché mollo comune, potava difficilmente spiegare la dilatazione, a meno che uoa fosse combinato con ùllr e cause. Egli non aveva os:;ervalo la dilatazione in.iziarsi nel sinistro ventricolo, nè la considerava dovuta ad} effetLi tossici: colla dilaLilì:ione generale del cuore o colla particolare di taluna delle sue ca"ilà egli ai


.!DICA

:attenderebbe ad un aumento nell'azione del cuore, ciò che non corrisponde"a alle enunciate modillcazioni del polso. Il dott. Hint:tslon F ox rimarcò che una eola analisi era insuf· ilcic.>nte ad eseludPre l'albuminuria. Rispose il dotl Mnguir e ~he la urintl era stata ùiligentomento eeaminata e eh~ egli aveva avuto altresì cura ùi eliminare qualunque possibilità di rPsisteuzo pet•iferica, quale agente della dilatazione, os~er· vando di più che dopo la guarigione la tenl'ione arteriosa non era in eccesso. F. S. ~ reoentl rloerolle •Dlla •oul&ttiD&. -

( Th c Laneet, lu-

glio, 1887). Le epidemie scarlaltino"P, che negli ultimi tempi travaglia· rono con più accentuala sever ità e tra vagliano tuttora le varie <'ontrade di Europa , richiamarono più viva l'attenzione degli O"l'l'rvalori, specie in Inghilterra per opera del Klein, de!1' Edington, del .ramieson, del Crookohank , pt·eceduti dal Power. Il che è naturale di unn infermità pericolo!Oa nel suo COI'!-10, pericolosa nelle conseguenze. Sulla precit<a natura della scarlattina non si accot·ùauo in lioramonte le vedute 11Attli osservatoPi, alle cui dottf> memorie il Lancet tiene da ~mpo aperte le sue pr1~gevoli colonne. La ò una vera que· suona di allualit.à, queshone altamente importante, che il ceqebre giornale ingle:>e riepilo~a ora in un articolo di fondo, articolo che a noi !'embra interessante riassumere. S1 può d tre che, sce' et·nto il campo dnlle Ji«cussioni di ordine secondario, orama i la que~tione sulla natura del contagio della febbt•o SCdrleLlino~a resta !!emplincata nelle ricerche del K leio sulla relazione tra la malattia di Hendon nel b··stiame bovino ed il latle f'Carlallinoso de una porte, o dell'ultt•a nelle iu-.estigaziooi ùel dottor EJin~lon per tentare di dimostrare il valore della ipotesi, sulla quale il JAmieson ave,·a basato una linea di f8VIlrevole successo profllallico della febbre scarlaltmosa. Questa infermità é cosl comune, 1 c::uoi ('aratleri !!<lno CO!:>I bene morcali, e la ~ua conlegiosilà è tento evid.-nt(l che non debba sorpt·endere di trovare i batleriologisli ''l\'amenle ~ltent1 alla soluzione delle cause del suo contagio,


o:.;o

RI\J.STA

e di vedere so ggolle a crilil'a le opinion i diverso ' ngli uni • degli allr1 S'ba anzi a l"mere c. • · nelrarn •mento siavi a.. denze a •rcn.Jere uo patlllo; iuwer·oechò sia chinro come, quolora !I J tlCCOtllllo quali univer!lalmenlo ,·twe l~ conclusioDl rlel K~ ì "ulla maieries n rbi .J.•IIa fehlm! scarluLliua, deba bono r ..spint:er,i ifU Ile leii'EJinglon, e 'i•·ever~ a. Forse ua foralan1enlo rli diver·gonzn nei .tue investiga.tori s ta nt~lle linee uffslto divcr--e, ~uiiE quul hanno 111· ce-.t.tJ le I·Jr o ricerche. P er or~lme cronologico, uoi aub o.mo priwa a cou"iderant la L'imarchevòle •~al!:na di evidenzA adùolla dal Povver per ùimostrat·" eh~: certe epidemie .. febbra :-•·arla~t :&••"1\,la cul in r. zionf ~i pole,·a tracci!lre a\'\·cnula mediante il lslh:, Il rifer ivano direttamente alle malullte delll' '·occlte, chn fH'OVve.ie,·auo questo lal e. l ft lli in t I'P'-'.;ci > ùi quc:.le dollrme anclarollo man mnno accumuluntloc.i; e ~i deve r ammentare clw alcu11i anni iudietrp il Power· presentù roncl u•drJni ai«}UAnto simili relative ailo J<ludio cliolo.!iCo òi uno in,asion& d t drfterw. Pertanto il PO\\ er avevn cli rello p!.'r qualchu tempo lu mente tllla contingenza della po~sibile comuoicazinne dagli uni mali all'uomo dr malalli"· qunli la fcl.Jbre scarlattina e la dii rla. Il do,·ere, rì~ervalo al Kh•iu, fu qu111lo tli ~ labtlire, ~l' possibtlt~ la idculitù Lr·n la mulaltia umana c la }Jo,'ina, m l qual compilo e::.!lì ~iuc:ci. Lo streptococcu.s da lUI ;;coperto nelle ulcer1 delle mammelle delle vncche inf~rmo 1lr HenJoo, e rnedianlo la cui inoculuzion c egli polè r·ipt·cldur re nei ,·iLeiiL la f< lale ul>llatlia, sorniglinnle ne· suoi morbo:!i elementi ana lornici a llo lt>sioui ùella rehhr'e s~u·laltina, ro r nh·a un anelJo. solamente nella eu lena del rngionflm~> nto, che lo condusse • queslu impotlante conchiu io o~. mentre pt.lr sè slel!SO, ~ os~erva il Crookohank, non powvo esseN r·ilenuto quoledf.. retta evitlcuza d••llo idenlilt\ fra le malattie di Ht::udon e la febbre scal'!altino umana. Il Klein fu pago della identità dello scn•prococclts orifl,male e ùi quello, che occorre t'Jf'('on~ ol'!uunlo ~carso rwl sangue e nei tessuti dc)lli animAli ino• culali. P eraltro la r ·ale cf'r :& Je!lu qu~stione sta nelle pu\ r ecenti fll~i della Hra ricet·ca, cho furono comunicale ~Ila RouaL Socictu e dcltagliat<:~meote riferite ullu & 'tal Instlt•· tion. Lo ~t ':<SO suo e~ac: de1 ::angue ,.car:~tUino~o provo


lll-.:DIC.\

le diffit:ollù della investigazione, cd è in rimarchevo1e contra,:;to con le :-tes"e ricet•che condotte dall'Edimrlon, il q tale, a quanto c;embrn, ha con lieve fntiea ollt>nulo dal sanguP. nei prtmi sllltlii c.lclln IO&lalliu il bacillo, ritenuto da lui carallerisltco, mentr~ ue~li ulliuu periodi furono rinvenuti diplococchi è streptoror.clti, i I(UaH nvevano apparenza Ji rimpiazzAre il bacillo nel c;;an~uc. Y'l.la. nalurahnenl.e, con~idere,·vle potenza nell'ar~omento che un co,i scnr ..o ,-viluppo di ~treplo­ eoechi quale il l\lèin ottenne ilal !"llllf!Ue "'carJattinoso, pos,..a eJ<sere Jovnlo ari arcidt>nlale contaminazione, ~r ecialmeule perché nnn verme faUn menziono alcuna di 1),.-perienzc di controllo. Ma 'JUI:Ha veduta è corroborata da ult~riori pt•ove u.ldoU'! dal Kluin rigunrtlo ali•J iLienlità nella nutura tra lo 11treptococcus ùulll1 vacche di IIen Jon, quello tro,·ato nei snggi del !alle con1len ..ato in conne,.!'!ÌfltiO con uno scoppio di ~cur· lattina, 1.! tt'a 11Uello ri.::contrato n~l eangnc scarlatlino~o. Gh " f'O.'$;-.ib lle che In rebbre scarlullìua dovuta bUa contamiuaztone dt•l lallc sia ~peclflcomcnle divei'~>O da altri casi; ma, a meno che uou si sia dii~pOf-'Li I.'J andare cosi lontano, nou ~ì \'t>d1 nlcun modo pet· u.. cire .tnlla conchiusione, alla quote il Powcr ed il Kl ein furono condotti dalle loro ime"'liga-

zioni.

t

E bene, peraltro, che un ar::omPnlo cosi impcn·tante <.ia ampiarn('nle r-;turli11lo in lutti i suoi lati, *' pPrCJI'I è una rorluna!J:t dt·coslanm f!""~re <-lat~> le ricerch•· deli'Edin!!ton co~i "~mplele d8 pubhlicar~i, menlt~ t·attcllzio e c;a ·uttot·a diretta ol ~oggetto mediante le ric• rcnP del Klein. E ciò è anco più ircpor·tanlc per aver proceduto l'EJIII!!lon su linee alfnltc diver"c, volgeudo cioè principalment... . ~u ,j s:'orzi a st;opr·ire c ad isolare rl contagio '"pecrfico, "'ulla rui I'Sisleoza nella ·~pi ­ llermitl•· in de!<rprarnazione uon v'ha qun~i dubbio di o::()rln. li Jumie~on era riu!'cito u<l impedir·e la •ltlfu-.ione d~>lla febbre -.rat·lalliua mediante l'us~ìòua atlP.o:tionc alle mi<>ure di pt•eCRuzione. •1uali il ha~no n l'unzione anli<:eltica Jirelli oli tJIlontanare f~ S((Uammt• appena formale; ed 8 CiÒ SÌ riCVC Jo avere ~Rli cercato la cooperazione del prof. Chiene nell'iu~rapren,Iure uno completa investigazione ballerioloa:ica. La tnchiesln \'enne art1data All'Edinglon, il quale vi atte"e 1:on


RIVJST.-\

grande ardore, e la 3Ua relazione contiene un r icordo di 1ID gran numero di micro-orgaoismi, che egli scopri nella • squammazione e nel sa ngue, mentre mette,·a in opera opi cautela contro la contaminazione. Sembra che la maggior parte di questi organismi siano stati innocui, poiché liGiamente C<'n uno le inoculazioni degli animali produsser·o quale che rimarchevole risultato. Questo era un bacillo, che siriscontrava in ciascuno dei tubi inoculati con i prodotti d"lla desquammazione. ed anche in quelli ottenuti dal sangue pl'e80 prima del terzo giorno. I conigli ed i porcellini d'India inoculati con questo bacillo soffrirono di un eritema seguito da desquammazione; e delle due inoculazioni, praticate nel vitello, una fu fatale, e le lesioni trovate dopo la morte vennero di· chiarate simili a quelle dell'uomo nei primi stadi della febbre scarlattina. V'ha, nou pertanto, taluni punli deboli nel ragionare favorevolmente all'opinione, che riconosce in ciò il germe scarlaltinoso, punti deboli messi in rilievo dal Crookshank in questo stesso numero del • Lancet •. Uno è la slr"!Lta somiglianza di questo cou altri organismi non patogeni, che esistono normalmente sulla superficie del corpo. È singolare caratteristica nella storia della vil8 dell'organismo in questione che possa non trovar:>i nel sangue dopo il terzo giorDO e nella cute. Finalmente v'ha una pcssibilità di contamina• zione qui, come nel caso degli esperimenti del Klein. Inconciliabili quali sono queste due serie di ricerche, sono ambedue mollo suggestive ed additano la via ad ulterioll scoperte. Perchè, o che il contagio della scarlattina sia Ull bacillo od uno streptococco, rimane ugualmente dimostrato che può essere trasportato dal latte e trasmesso, quindi, dall'organismo bovino all'umano. Eù è stato altresi dimostrato, tanto dal Lrattamento del Jamieson quanto dallo studio batteriologico deli'Edington, che il conl.agw e contenuto oell'epider·mide che si desquamma e che, in conseguenza eli questo t'atto, può essere direttamente attaccalo e re!!O impotente. È, nalur·almente, impossibile, tanto per ragioni seren· ti fiche che per riguardi pubblici, arrestarsi ;;ell'argomentol La grave questione dellA trasmissibililà della scarlatlina d~gl animali bovini all'uomo vuole essere prorondamenle stu1iala


MEDI C.\

e diligentemente curala, e le varie opinioni debbono essere vagliate si da accettarsene tllla definitivamente. La batteriologia ha raggiunto molli successi, ma le rimane il trionfo di dimostrare s enza ulteriori obbiezioni l'or ganismo specifico di una delle piò contagiose fr·a le malallie umane. Il Crookohank neJla sua dotta memoria ripone nel dovuto onore gli studi it.aJiaoi del Bizzozzero, dell' Uffreduzzi, del Biondi, ecc. F. S.

n riflesso rotuleo nella diagnosi differenziale tra la :febbre tlfoide e la menlnglte, per ANGEt. M o N EY.- ( The Lancet, 21 maggio 1887).

1l dott. Hughlings Jackson asseri dinanzi alla società medica di Londra che la mancanza del riflesso rotuleo fre•ruenle nella meni n gite, poteva in molti casi differenziarla dalla febbre tiroide, nella quale questo riflesso non manca mai; ma il dolL. Dyce Da)ckby negò quesl'asserziùne, avendo egli molte volte costatala la mancanza del r iflesso rotuleo in casi indubitabili di febl.lre lifQide. L'autore in uno studio sulle azioni l'iflesse nelle malattie rebbrih ha dimostrato, che pel deterioramento del protoplasma indotto dalla piressia o dalle sue conseguenze, nelle tiroidi, nella lisi, nella meoingite, si esagerano i riflessi pr ofondi, e l'irritabilità geneeale. Egli dice di OQn aver visto un caso di febbre tifoide in cui mancasse il riflesso r otuleo, e d'altra parte no o esser costa n le la mancanza ti i questo riflesso nella meoingile tubercolare, anzj aver visto in compagnia del dott. Gee che la percussione su d'un tendine rotuleo produceva contrazione non solo nel quadrtcipite di quel lato, rna anche negli adduttori del lato opposto, e ciò nelle meningiti tubercolari, nelle pat•alisi difteriche e nella tisi. Talchè egli é indotto a formulare la seguente proposizione: <lata una febbre con fenomeni mentali, senza eruzione tipica , neurite ottica, tubercolosi coroidea, o,i alcun segno di paralisi od irritazione nervea, se il riflesso rotuleo è abolito in ambo i lati, ed i muscoli rispondono alla corrente faradica, la diagnosi deve propendere per la meningite, piuttosto che


RTVISTA

per la febbre Lifoide. Se il rillesso rotuleo è esagert~to, ect esis te il clono del piede, nessuna conclusione può trarei,. perché •rue~te d ne condizioni esistono tanto nella meningit& quanto nella febbre tiroide; ma l'esagerazione del riHei!!sò rotuleo uccompttgnala da contrazioni fihrillari de' mu"coli, 6 più fucilmentc dovuta a prolungata piressia che A disturbi meningei o nervosi. Se la febbre tifoiJe è complicata a miei• lite o meuin~ite, il r·iJiesso r·otuleo non si abolisce pet·manentemenlt::, ma scompare per ore ed anche per gior·ui, e ricompar•e in ~eguito. Questa intermittenza del fenomeno ri• fiesl:>o indica rneningite, non febbr e. In conclusione la diagnosi d'una tiroide, va fondata più sul ril!t>~c;o rotuleo, che sul tumot·e di milza a meno che non sia eno1·rne, poichè il tumore splenico accompagna le piemie, la tubercolosi e le febbri lifoiJi, mentr·e l'assenza o la scomparsa temporanea del l'iflesso rotuteo, non s-i associa mai alla ~ernplice pit'PSsia prolungata.

Costipazione e massaggio. - Dott. G~::oRGE BEt"tNt:. - (Ga· :::ettt• des f!Opizau"'·, Aprile 1887). 1.. Il massaggio Addominale è un mezzo sempre inoffensivo e salutll!'e nella cura della costipazione ribell13 all'uso dei meni Lt:rapeutici u:suali; 2. La durata di cittscuna seduta de>e essere da ~~~ 11 i!). minuti. Le !<edule sono dapprim& quotiùiane nel primo periodo tlella cura; 3. Le evacua;tioni nalot•ali si pr oducono, in generale, '·ers& la sesta o;ecluta. L'efletlo della cura continua dopo la cesg.zioue del massa:;git1; ·~. Si dovrà premere dolcemente in corrispondenza del fon.io della vescichelta biliare e animare le conlra:l:ioni di questo ser·batoio affine di favorire il cammfno della bile verso l'inte:sliiH• gros~o. Questa manovr a, propria alruutore, com· pleta utilmente i processi ùi massaggio conosciuti presentemente; :'>. Il mas!'uggio, provocando la secrezione più abbondante del succo inte;;tiuale, stimola la cont.rallilità d eU' inteslino-


MWICA

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grosso in causa della sua azione sul sistema diastaltico in tra· viscer ale. 6. All'infuori t! i ogni fen omeno riflesso, il massaggio agisce meccanicamente e racJiita 11 cammino del conlenulo dell'intesti no.

Altera zioni de lle coronarle ed alterazioni consecutive del mtocardio . - IIucuARD. - (Gcuette des Hopitaux, X. 81, lu!..lio H-.87). Huchard htl o~s;enato un individuo affelto da arterio-sclerosi con dilatazione dell'aorll\ ed insufficienza aortica, il quale dm·unle la v1ta ha presentato rlei fenomeni an~inosi: esso e mor•to lentamente sotto i fenomeni dell'asistolia. Egli ha coo<::;l&talo l'oblilcrazione compléta dell'art.eria cor·onaria l'<inislra nel !'oliO cii"Cilllo come alla sua origine : dilatazione con-=-itlerevolo dell'arteria. co!'onaria destra, grazie alla quale si poteva rare una specie d i cir·colazione compie· menlare, ciò clic spiega cho ver so la fine della malattia gli accidenti anginosi hanno potuto sc0mperire. Il cuore era mollo ipt>rlr•ofico dal Ialo ~inislr·o; vi era un'infiltrazione adiposa degli strati p rofondi della tonaca interna delle piccole ramiJicazioni della coronal'i a . L'esame del miocardio fa ceva rilevare che le fibre muscolari erano scomparse in ptll'te; quelle che rimane,·ano erano !imitale da un endorar.iio ispessito. AIJ!l perifer·ia dell+' J~olelt<> mu:->colari, le fibre m uscolari erano invase dai prolungamPnti fìbro~i ed all'estremo limite del tessuto mu~colore .:arJiaco vi f'ra un Yero tessuto sclerotìco costituito da fibre parallelamente disposte. Vi è dunque ~Lata trasformazione fibrosa del muscolo cardiaco, conseguenza deh'endoaf'lertle delJe coronarie. Questa evoluzione pare esser!'i fulle mediante il processo delrischemia carJiaca: la dimostrazione ne é data dal microscopio, poichè solamente la par te interna della par ete muscolare era 8[t'!tla.

In due altri co.si l'autore ha constatato le medesime allerazioni.


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Rn'lSTA.

Dunque ciò che domina le lesioni del miocardio è zione vascolare: la r ipercussione di quest'ultima j~Ul ·scolo non è il fatto della propagazione in11ammaLorie, risulta dai perturba menti nu LrJtivi per difetto di sanguigna. Vi hanno quinòi tre forme anatomiche distinte di t• Sclerosi distrofica consecutiva all'endoarlerile ranle delle coronarie: la lesione si mostra alla periferia territorio obliterato e cammina dalla periferia verso il Nvn si hanno in questa forma che modlf'ìcazioni donde iscbemia cardiaca ed accidenti anginosi che eotDINI!i i ono mollo presto; 2• Scler•osi infiammatoria consecutiva ;ropra tuUo aUa riar·Lerile delle coronarie: la lesione si propaga allora i vasi affetti e cammina dal centro alla periferia: gli denti dolorosi sono allora molto più tardivi e meno tuali; a• Sclerosi distrofica ed infiammatoria, lesione miste, seculiva all'endo-periarterite della coronaria. Essa è disseminata e presenta la sinlomatologia delle altre :lfota •ullellvtdare del toraoe. - Dott. A GJLOEI\T. ~etle d es H6pilaux, N. 83, luglio 1887).

Negli adolescenti - e verìsimilmenle nei giovani in rale - la pneumonite genuina, la pneumonile eomplicata da pneumotorace, - e, senza dubbio, da alt lezioni pleur o-polmonari,- possono occasionare Ja coiDPilni di lividure sulla parete loracics. Queste risiedono sul dal lato opposlo alla lesione polmonare o e sono parallele agli spazii intercoslali. Esse non sono punlo il risultato di una modificazione fica d'origine nervosa, ma l' effeUo di una distensione gerala della pelle e dello smagliamento meccanico delle parli profonde. Si può supporre che l'elà predisponga alle lividure, oer'CIIIII!II! esso. comporta una vulnerabili la mollo grande della una dilatabilità estrema della gabbia toracica. Si deve


1lEDICA

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metlere che le affezioni polmonari e pleuro-polmonari le occasionino e le localizzino sul lato sano del torace, perchè esse immobilizzano il Ialo c.he esse colpiscono, perché esse traggono seco una diminuzione del campo r espiratorio, e, conseguentemente, obbligano il Ialo sano alla compensa- zione. La diarrea verde e •ua oura, dolL D. DELATTRE. - (Ga;ette d es H6pilaurD, N. ii, giugno 188i).

Lo diarrea verde é la causa più potente dell'enorme mortalità dei fanciulli della prima età, specialmenLe durante il periodo dei grandi calori. Nessuna epidemia può essergli pa· ragonata, perchè, in ciascun anno, l'estate provoca la sua recrudescenza. Basta ricordare che nella sola città di Parigi la diarrea verde causa almeno 100 deces!:-i per setlimana durante la stagione calda. Essa è dovuta alla presenza di un bacillo speciale, il quole si sviluppa in seguito ad alterazioni dispeptiche che trasformano lo stomaco in un mezzo alcalino o neutro, favorevole alla sua moltiplicazione. L'indicazione del trattamento acido deriva dunque logicamente dalla conoscenza delle cause della malattia. L'acido cloridrico non dà che risultati incompleti c sovcnlinulli. Solo l'acido lattico diede rapidi risullati: due o lr·e giorni bastano, il più soventi, per apportare la guarigione. Questa azione cosi netta dell'acido lallico prova che se la diarrea ''erde non compare quando le funzioni digeslive sono normali, si é unicamente perché i bacilli trovano allora nello stomaco una proporzione di quest'acido sufficiente per impedire lalor(} molti!Jiicazione. l risullati che il prof. Hayem ha ottenuto nello speòole Saint-Antoine vengono a confermare e spiegare questi falli osservati già nel 1867 e 68, quando si sperimentava lo sciroppo di ]alto-fosfato di calce di DusarL Da quest'epoca la preparazione di Du~art; fatta coll'acido lattico ottenuto dalla formazione del latte, è rimasta in prima linea nella cura della


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RIVISTA

diarrea e della caches>:ia dei fanciulli, contro le quali si pre;.scriv~ alla dose di 4- :"> cucch ia i da caffè, ciast: un gioruo, 80IDW minJSLI·a ti poco prima, qualche volta 25-30 minuti dopo ciascuua popputu. Lo sciroppo el i lallo-fo«fa to di ca lce, !a cui compo~izioae é sempre identica, l• di un ammmislrazione piu semplice e più facile di quella dell'acido lattico. Il piccolo malato trae p rofitto nel medel>imo tempo dell'azione, in fJ ualcbe modo spe<:itica dell'acido lattico; e della p ropr ietà ricos tituente del fosfnto di calcP. Il medico per di più ha la certezza di adoperare l'uc1do lattico del latte; e non l'acido lattico aJ·tillciale ottenuto dall'azione de~li alcalini sui glucosii. N ei casi di oiarrea semplice nei bambini, quando la nutrice ~ spossata, ::.i vedono cessare i vomiti e la cattiva nntu1·a delle deiezioni iu st-guito alla som minislrazione alla nul1·1ce del delt n "'Cir opp(l. Questo r i$ultato è dovu to a lla ra pida mod1tl· cazione dello stato g-P.nerale della nutr izion e e dellH cnmpo~izione del suo lulle. Le a ualis i, in falLi 1 hanno drmostraln che in st-gui to olio medicozione la cifra del fos fa to di calco conte nuto nel lalle sale da l grarnma a 2.50 o 3 g1·a mmi e qualche volta pi u nncoru, dando cosi al Jalle il doppio carattere dt uo a limen to perfetto e di un medicamento tutto asl>imilaln.

Ciroa. a.lount nuovi tratta m e nti della tubercolosi pulmona.re. - (Journal d· Jlétleeine et ehirurvèe, m agcdo 18!5i). La l<!J'apcutira della tubercolo!'i polmonare è sta ta da quel· che lemfJO l'og.![ettrJ di uume r ose t·icercl;o e non é inutile di pa ssar·e in rivil'tll alcuni dei nuovi mezzi che ~ono :-tnll sperimentali in quel-'ta malall•a. Dis;jr·sziatamente gli e::<perimeoli. n•lu hanno fatto !<coprire alcun ~pecifico, com e st era per uD In1llnento ~pet·ato, e non si può troYurc nelle n uo \·e medica• zioni cùc un palliutivo od un aiuto ai proces~i g1à usati. P er cuminPiat·e, l'Ono da ricordare gli e.sperim ,..uti fatti da Gouguerrheim JWr me2zo delJe inie7inoi intrapolmoHari praticate eon soluzinni di sublJmalo otrl '/.., ed all'l su ~~oo. I risultati annunziati sembl'avano abl:la:oolanza favorcYoii; frat: !linlo il Dieulafoy aveYa ricoJ·d.a.to a q1.testo proposito che egli


MEDICA

aveva cm·eLo dci li!':ic1 senza succes.."'o colle iniezioni di acido I"nico. D'Allra parte il p••occsso sembrava poco pratico, applicabile ad uu nunwro ristr'ello d1 soggetti, e, in o~ni cttso, non poteva esst:re cons,de•·ulo che come un palliath·o, non pol<?ndo evidentemente l'miezwne pervenire in lulli i punti colptli da lesioni. S1 de,·e atlribui•·e maggiore importanza ai due metodi che soJ:O allualmenle io provo, le inie:Gioni reltali gassose, e le iniezion i solloculanee d• Yarie sostanze e specialmente Jelreucali plol. Il mPtodo delle iniez•oni rettali gassose prt:>conizzato dal Bergeon sembra n' er dalo risultati dive1·si. l primi tentati vi sembravano e~sere slAli mollo felici; ma, a misura che le e:,pcrienze si sono moltiplicate, numerosi insuccessi sono venuti n dimoslrarn cile anche •n queslo caso non si poleva trattAre che eli un nwlodo palliativo. utile in certi casi, ma assai ineguale nella sua efficacia. P e1•tanto si sono ottenuti dei t·isullali favorevoli certi; come splcga:•li 1 Se ne sono da~e due inleì'prelazioni. Dapprimo, come ha fatto uolare il BaliPt (!lte ba osservato un cerlo miglioramento nei p1·imi giorn i in lulti i maiali cbe Ila ~oLioposli ai la,amenti gas;;osi, si pt•oduce una !"pecie di suggt!slione che ~"N'ga l'altenuationc pnsse ~giera dei fenomeni morbosi. È fad le infatti <'ompreudere che in malati il più sovente scoI'Af!giali ed abbattuti, come in ogni aff..,zione cronica, l'applieazione d'un nuoYo mcto,io con 1111 .appnrecchio islrumeuLale nff'alto inusilalo rialzi il morale e favori<>ca razione dei medicmuenlt o del regime iml'iegali nel con•empo. Di più 'i ha una ar.ione certa Jovula alla eliminazione gasso;:lt nel polmone. Quest'azione è Jovuta all'idrogeno sol foralo •> semplicemente t~ll'acido cadmnico che s'impiega? Tale quel>liOne f. ancora mollo discus~a. s..miJra pertanto razionale ò·aurihuirt! l'ozwuc prcponù~;rante all'acido carbonico, ed a tal ril!uardo il dottor ~Jaurizio Dupont ha fatto nel Bulletin d.P. Thérapculique alcune osservazioni che meritano ili essere !<e~nalat•'. 1?1n dal 1882 e~li ;n·eva pubblic;Jlo nella sua tesi ì risultati favot·evuli ottenuti colrinala?,ione dirNL8 dell'acido Ctll'Louico nello LuLcrcolosi polmonare, processo molto più


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Rn·tsrA

pratico delle lavande gassose, li che perme tte di aaaiOPI:Iili.ii fino a GO litri di gas al giorno iuvece der quallro litri prescrrve il Bergeon. Le sue conclusioni sono che fMillilf carbonico e antisettico e che por conseguenza combatle Ili sellicemia tubercolare, che è anestetico e calma aoche )t tosse, i dolor i provocati dalle ulcerazioni del laringe, e .........~":•• duce anche il sonno. Fina lmente é uno stimolante degli gani digerenti provocando i movimenti perìstaltici dello maco e dell'intestino. Queste proprietà dell'acido carbonico, la nozione delle r imonta peraltro ad un'epoca antichissima, spiegano dunqtl& l'azione del metodo delle lavande gassose, ma r endono mollo più razionale l'uso delle inalazioni, bench·• non sia imposeibilA che il gas arrivando per mezzo della circolazione abbia un modo di azione un poco differente. In tulli i casi l'esamt' imparziale dei falli non sembra disgraziatamente ::riu!ltitlcare il favore col fJUale il mel<'do era l:ttato accollo da pr•incipio. Il meLodo delle iniezioni soUocuLanee sembra avere maggiore pr obabili lA di re!;tare nel dominio della ter·a peutica tanto piu che esso e acces ..ibJie a tuth e potrà in cer ti casi coeeituire un prezioso coadiuvante. PerlanLo anche in questo vi sono considerevoli divergenze. tra gli sperimenlatori; difalli in una seduta r Pcente deU'.A.co, cademia di medicina, mentre il Bali si lodava gran.Jemeate dei rrsullali ollenuli, il Dujardin BL•aumetz non ave,·a OSIII'"' vaLo che falli poco decrshi, alcuni dei quali a vevano anch.. mostrato che il procesf'O poteva non essere f.eoza pericolo· Perallr•o il miglioro :.tndio di t.ale quP!<lione è s tato fa\10> quelche me"e indietro dal Bouve1•et di Lione o t! al s uo inlel'IIO p,;chadre, i quali hanno pubblicalo nel Lgon màlieal un la~ mollo impor·tunle su questo soggetto. Questr autorr hanno rmpiegato l'eucaliptol disciolto nella peh'ovac::elinA, o va~ehua liquida, sosl.anza preconizzata dal' Meunier. I malati hanno ricevuto in più intozioni flno a gr. 1,60 ed' anche 2 grammi di eucaliplnl. In quanLo ai ric:ullati ottenuti~ bisoerna faro di;.tinzione tra le diverse forme di tubercoloD che sono slute trallate.


an:DICA

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SeMndo le oo:;.,.ervazioni dd Bouveret, l'euealiplol iniettato !!olto la pelle. o in<'flìcaco nelle ti,.i febhrili, sia cho la febbre dip~·nda ùull'inf• zrone tubt1r~'olare, ..ia «'he si tralti della fehbt't' elica d.-i tubercolo-.i. Anzi in certe forme febbrili questa me· dicazione ò realmente pericolo~a e specialmente nelle lisi che proce•lono dn un proce.,..o br·onco-pneumonico e.! in quelle cl1e manifelotano uoa nOte\'ole tendAnza alle conge:::lioni ed alle emotti ..i. · La vera in•licazione th ftUe~to nuovo processo delle me li<'8Zione balsamica ed anche molto pt•obabilmenle dell'htiezione g-a~c:o~a nel rcllo è in «ommn os.::ai ri..,lr~lla; è indirat.a cio~ nella lisi apiretlica con o scnztl ca\·erne e nella •lllale pre•lornma l'elemento catarrul~:~, r.ioè nelle liH che possono essere migliorate colla ma~gio r parl~ degli ullri medicHmenli. Questo prore«"'O può ùunfJ\!C' prt.>nùere posto tra i mezzi da impie_gare nella r.ura di <JUC~lc li~i. P~r la ,;a !'Olloculanea l'assorbi· mllnlo sembt·a più pronto e più sicuro,<' più manifesta !'embrn ancora l'azione tlel metlict~menLo sul cttlarro bronchiale. Una !IMe f'JUolidianA di 50-80 con ligr. è surflciente per ottenere l'eiTdlo utilo d.•l medicamento balc:amico. ~ on si oltieno infalli o.llro che una Mzione bat.::amica. lmJIProcchè !lC !>i ù !'egnulula la scomparsa dei badili negli sputi solto l'inOuf•n1.a di que"'l.B medicazione, ciò «Pmbra ri~ulto rc ,..opralullo da unn t'wPrca m~omplela di queo;to micror!!nnismo, .::ovente di(ficìle <i'altronde ft risconll't\l''"'i, piullo~Loche dall'azione micr·ohi<·i(la dPlta !'ostanza impiegalu. ~uove ricerch,• tlei dottori P etrel c Chabannes comunicale a. a ~Ct -'tà rldle «cienzc mediche di Lione. fall~ !'ulle ca\'ie, m " •·ano che 11 valore d>' li' Eu~~ li pio! come microhicida deve e"""re con ... id,..mlo come nullo. S<=>mhrerebbe, artche clJt~ le do ...; •l'eucaliplolmiellt~lO alle cavie, superiori, P. t>oro, n quelle ilnpie~ale in clinic11. uon hannu fallo che precipitare revoluZlone dello le::oioni tubercolat·i e la fint.' . Risulta quindi che tli tutte t111este divt!~e mediMzioni qudlt tltolle iniezioni soltocuto.r•c" Ila ~olo una importanza l'eal••, rna a<> ..ai limilnle nellt' l'Ili•.: applicazioni. Peraltro il mP.to !r, d·•JI., ini.-z on podermiclm e chiamalo probabilmente a rcllder,J più gtan,,, sCI'\'Ì7.t noll'uvveuit't>, imperocch~ l'impiego (ll


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IUVISTA llEDI CA

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c.lella vaselina liquida permette d'introdurre nella pelle, --~\;11 dirtìcolta, senza irrit.azione un gran numero d1 medi"cam~C" come lo iodo, il b1·omo, Il fosforo, lo ioJofo•·mio, ecc., lo stomaco dei tubet·colosi è mollo spesso cosi intoll,eniJM~2 che la maggio1· parte di queste sostanze non possono utilizzate in questi malati so non cvn molta difficoltà. R~sterebbe ancora a pal'lare della profilassi della lull.,t:ill&, colosi colla vaccinazione per mezzo del virus attenualo. Fino ad ora le ricer che in questa direzione non sono falLe che s ugli animali e non hanno dalo che risultati incerti. Dal punto di vista clinico pertanto, .il Marfan ha nito un certo numero di fl"\tli che sembrano dimostrare cbe soggetti aff~lli da tubercolosi locali ben guar ite, per esempio scrofole, lupus, sono meno suscett•h•li degli altt•i a cont.rarre piu tardi la tubercolosi; secondo lui i lisici aventi la cical.rice di un lupus o di scrofole perfettamente guarile sarebberO una vera eccezione, ed in questi casi eccezionali la tuberco-losi polmonaJ•e ha una evoluzione estremamente lenta, COil debolissima reazione. La vaccinazione tubercolosa quindi 0011 sarebbe impossibile; ma gli stessi falli clinici sono asflai cfi. scussi, e gli esperimenti sono ancora assai poco avanzati perché :;ia possibile di d1r e qualche co~a di pr~ciso su &alo soggetto.

HlVJSTA CHIRURGICA -;o.Q<-Asportazione oon esito favorevole dt un tumore 4al_.. nale spinale. - HoRst.EY. - (The Lan.eet, giugno iS81J. Sulla diagnosi di tumore comprimenLe la cor Ja spinale, formul!ltO da Gowers e da P ercay Kidrl, Horsley operO, il_~ dello SCOI'SO giugno, un signore quarantenne, paraplt>j,tiCO ID conseguenza a grado a grado da sei mesi ed affetlo da quattro anni da un ùolore in giro al petto. La diogoo<-i venne con-


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Rli!STA CHIRURGICA

fermata da Willia m Janner. Dalla storia de!l'intenso dolore ne\'t'algico posteriormente e lungo il corso del ~esto nervo do~ale sinistro anteriore alla paraplep:ia, fu considerato probabile che il tumore cominciasse nella radice posteriore del nervo e producesse quindi pressione sulla corda. La operazione venne praticata mediante una lunga incisione nella linea mediana del dorso, incisione avente il sno centr o cir ca sulla quinta vertebra dorsale. I muscoli furono isolati dalle lamine e ritralli: rimosse quindi le spine, fut•ono trapanate le lamine. Fatta una incisione sulle membrane ed esaminalo il cordone, f•1 rinvenuto un tumore del volume appros!"ima tivo della punta del piccolo dito sulla radice posteriol'e del nervo circa al livello della ter·za "erlebra dorsale. Il tumore aveva compresso la corda in a,·anli ed a destra, producendo una proronda depres;,ione nella sua sostanza: venne asportato col nerYo al quale era attaccato. La incisione attraverso la membrana, lunga almeno tre pollici, non fu cucila: la ferila nelle parti m olli fu chiusa con sutura e provvista dj dt·~"naggio. L 'operazione venne condotla sotto jJ più rigoroc:o regime anlisellico. All'operazione non seguì innal.zamenlo alcuno òi temperatura, menlrf' si ottenne dtminuzione eli dolore, come pure ~ensibilmenle si alJie,-6 la dolorosa. spasmodica azione dei muscoli delle eslremità inferiori e si ot· t .. nne eziandio diminuzione di rigiùita nelle gambe, pur rimanendo la paraplegia. Segui un corso asettico con roi ~horarneuto delle generali condizioni dell'm fermo. F. S.

lul trattamento delle oisU idatidee. l.an.cet, giugno 1887) .

SENNET. -

(1'he

. Il Sennet, che ha potuto rE>gislt•are centinaia di puntul'e ~ol favorevole risultato eli 90 •J. di !!uarigioni, ha tro\'nto di rece"!le esset·e preferibile aggiungere alle punture una iniezione di percloruro di mercurio, usando al propo<:ito Una !!t'onde siringa ipodet•mi<'a a due aghi. Estrae cosi ci rca ~ue dramme dt fluido e quindi inietta una uguale quanlità di ~bote !<Oiuzione (dteci centtgrammt in mezzo litro) di perc oruro ùi mercurio. Assai soddisfacente fu l' esito di ogm 1 18 ' li<lee


lliVISTA

caso cosi trattato, comeclJè non ne s ia risultata suppu~ e la cisti siasi gradatamente contratta. Pe1· tal guisa now viene ad essere violato il princi;:>io, generalmente accetta._. di non evacuare ad un tratto le raccoUe fluide nelle parti ia;o terne del <'Orpo. L'azione del percloruro di mercurio, anchlt in tali piccole dosi, è sufficiente a distrugger e la vitalità l'echinococco. che non e mai tanto gra nde, e con questo ...._ • .,. lamento, inoltre si simula il più da vicino possibile il lodo spontaneo di cura. Un <'a~o. molto simile, occorso al Baccelli fa!';cicolo d i giugno del uostro gior nale.

Frattura •emplloe del femore con rottura dell'arteria .. della vena. poplltee. - Prof. AN~ ANDALE dell' Edimburg Royal lnflt•mary. - (The Lancet, luglio 1887). Poche ore prima cii essere ricovrato alrospedale l' inferm& lavorava in una mina quando cadde su lui un blùcco <!i carbone e piett•a del peso di pa recchie tonnellale. Al momenf.o. di 4uesto occiden te egli giaceva sul suo fian co sinistro e ~81 massa lo colpì nel Ialo esterno della coscia e della gamba tleslt·a: si sforzò per circa un quarto d'ora, ma inutilmente, a l'ialzarsi. fìnchè giunsero i soccorsi: un medico ~li applicc). delle ~tPcche provvisorie, dopo di che l'infer mo fu trasportato pet· fe1·rovia ad Edimburgo, distante quindici miglia dalt luogo dell'accidente. Al rimuoYere le steccl1e provvisorie si constatò l'emplice f1·aUura trasversa del femore circa due pollici sopra i condiJi,. lit>ve acco1·ciamenlo òel membro e piccola defor mità al fil* nocchio, fa<'llmente ridolta, dipendente, a quanto sembrò, eia spostamento della libia in avanti. V'era del !!Ontìor e taato nella seòe òella frattura che nel polpaccio: reslremilà, al di solto ciel ginocchio, era fredda al tatto e non si percepiva pul!'azione -nelle libiali. N on furono applicale slecclu:!, ma la pnrte !t'sa fu avvolta e fasciata semplicemente òi ovatta ed adagiala su cuscini. Verso sera tornò un poco di calore alla gamba fino ai malleoli, ma il piede rimase freddo. Nei d~ gio1•ni seguenli si ebbero vicende febbrili, mentr e il ratli·ed-


CBIRURCICA ~iamento

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montava sempre più allo, il piede sembrava mot·lo all'inf,lrmo e la peJJe mostra,·a chtazze l'<empre più marcate. ·Questi fenomeni accentuandosi l'<empre più, al 4o giorno, cloroformizzalo l'infer mo, Annandale praticò un'incisione nella parte interna del membro sulla sede della frattura, donde usci del san~ue di color cupo. Constatata dall'esame digitale l' off<>sa dell' articolazione, egli pt·ocedelle all' amputazione tt•a il terzo inferiore ed il medio della coscia. L'ispezione del la parte amputala rivelò f1•atlura del femore in direzione trasversa circa due pollici sopra i condili, un vasto SrJuarcio nella parte posteriore del legamento capsulare del ginocchio e completa lacerazione dei legamenti crociali. L'arteria e la ·vena poplitee erano completamente lacerate nella sezione tra~vPrsale: i lembi dell'at·ter ìa lacersta erano cii forma appuntala od attorcigliati all'apparenza. I muscoli del polpaccio erano infìllt·ali di sangue. LA cicatrizzazione dsl moncone si compi rapidamente e l'in· rermo fù congedalo completamente guarilo. Questo caso sembra, a ragione, all' Annandale degno di O!'servazione, precipuamente in quanto riguarda la diagnosi ed il trattamento. Sono ben pochi i trattati di chirurgia i quali menzionano specialmente la rollura dei vasi, quale eoncomitante questa frattura. Il margine acuto del fram mento inferiore, stirato indietro t>d in basso, è tratto arl ~strema vicinanza dei vasi, e !"opponendo che i sintomi dì lesione eli questi ncn siano be:1e marcati, la graYezza del ca-;o può sfuggire. Billrolh r ammenta nelle sue note cliniche un CMo di tal genere, trattato coll'appnrecchio, e seguito cosi da gang rena, con morte dell' il1fe,rmo !,loro l'amputazione della coscia. L'allro lato degno di particolare osservazione, che ne porge questo caso, sta nello splendido esempio di emo-sta"i per i mezzi naturali. I rnperocchè la quantità di sangue slravasata nei tessuti era mollo scarsa, ed i bordi delle ar•t:rie avevano tale apparenza come se avessero subito torJ!tone colle pinze. F. S.


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RJ\'IS'f.\

Un metodo sempUoe di proourare la deglu~ aìl cast dtlmpedlmento per estua uloerastone d.U. tllglottlde. - R. ::\onRrs \VoLFe:-~oex. - ( The Laneet, taglio 1' 7).

La difficolta della deglutizione ò uno dei più s lrazianU .._ torni della li~i laringea con ulcerazrone dell' eprRiottide, cialrnente quando questa é più o meno compl~tamente strutta. In siiTalle circostan ~.e pur la sola tleglullzione dt cucciaro d'acqua o dt qualunque altro liquirlo è r esa quasi fa tto impo<~sibiie dalla tosse viol~>nla, che il liquido eccita passo~~~o per la laringe e la trachea. !'i che questi iorercnio siano Fteneralmenle tormentati do una sete, che non pc.SIOftOo soddisfare, mentra dt>slano pietà per i dolorosi ~rorzi, che ee8io debbono eseguire pN· sorbire poche gocce di liquido e per i terribili spasmi di to~se. Un infermo all't>~tremo stadio da &iD larin~ea, n t!l quale la epurlottide • ra più che c. meta speria.. per l'ulcer•azi':>ne, inf<>rmò il Not·t•rs di avei' scoperto un metodo di ber·e con facilità anche abbondanti quantità di liquidi. L'inrermo spiegò rl c:uo metodo presso R poco cosl: • le pensava al modo, nPI quale nor Ja fanciulli usavamu bere da un ruscello cort·ente, cioè coricandoci ~>ul suo argine • sporgendo la bocca sull'acqua: risolsi di provare queal& piano. Mi procurai un lubo di caulcllouc e lt•ovai che, ldo&taoJo la medesima posizione, io poteva bere completa~ un gt•and~ bicchiere d'acqua facilmente e con solhevo. • Rlchiesto dal :'iorris di pOl'gergJt Una dimoslr8ZI008 del rauo,_ l'infermo. coricandosi collo stomaco in basso sul letto • c-. la lesLa e le braccia liberamente pendenti dall'or lo, e eoa l piedi più alli che il r esto del corpo, afft!t'rò nelle maaigrosso vaso di acqua e, ponendo una est remità aperti_.. tubo di caulchouc nel lif'Juido e l'allra tra le labbra, sorbt l'intero liquido sen~a aneslarsi e con la ptU trrande ~ e con immenso ~ollievo. Non il più piccolo dolore nè H pi6. lieve colpo di tosse accompagnarono l'allo dal bere, rimanendo cosi dimostralo cho il lirJuiùo non penetrava miniiDil... mente nel laringe. F. S.


CKIRL'l\GICA

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Ferite d'arma da fuoco dell'oooblo, per CRlSTOPm;R S. JEAF~H ESO~.- (The Lancec, l!l maggio 1887). Quantunque l~> fer ile d'arma da fuoco ùdl'occhio non presl'ntino !;OSlanz•ali differ~>nze da quelle lesioni che c:i pr oducono nell'occhio dalla proiezione di parti melulliche usalf.l Ot>Jie arti e manifaUure, pure le prime ~ono p1ù fac1l mente !leguile da ~ommozione. Quando l'occhio ~ stato appena colpito od ancbe forato da un proieltlll) il collasso può essf'r tanto grave, quanto io un r aso di penelrazione di una cavità prmc1pale del corpo, e l'autore ricorda di un gionme il quale cad•le privo di ~ensi per una. palla mot'ta che aveva prodotto la "t:mplicc abra~ione deliA c. r nes, ~ruarita io 4~ or P. Certamente lo spovenlo, l' incel'tezza su riò che è a ccaduto, il pt>nsiero dì futuri patimenti , l'esagerato timore ù'una perpetua c-,ecil.à, impt•essionano in moùo un individuo molto ner"0'-'o, da dar sr•egazione th una "'imtl • condizione. l colpi di rimbalzo sono più per icolosi de' dii'Plli, perchò nel primo urto i pi'oietlili c;j schiacciano, ed a volta O!'t"Umonò una forma tagliente cbe penetra con gran facilità L'effetto é ' Orio ~econdo la velor.ttà,l'an!!olo d'inCJdenza, la resi~tenza dei lessull ocult~ ri ; co~l la penetr·abililò. della cor nea è otto volle maggiore di quella della scler·otica. Le rerit9 non penetr anti variAno da una semplice ecchirno..i della congiuntiva senz.a dic;turbo visivo. agli cstesr slrava ~t subcoogiunt:vali ed intraoculari, con distacco della retina, rollura cldla coroide, e parziale> o completa lussazione della lente. In alcuni ca~i si può rimanere in dubbio sulla JH!netraz.ione, "Pecialmenle se si ved" il paziente qualclH) lllntpo dopo la ferita, e qua,.. la r isieùe nelle regioni equatorrali dell'occhio, lun~i dal piano irideo. La piccola ferila p uò r•itnaner nasco!'lla dalla chemosi, o dal ~angue s travasato, ed allora bisogna esaminar·e la lcn~ione del globn, poichè un Ol'~'hio perforato è generalmente più floscio dell'altro. Nelle per.eknzioni an teriori l'iride ò irregolare o ùi!;taccata, 8 volte e procidente, e lo lente ~ opacata e rir:onfia; in altri ca<~i i tessuti Jli'Ofonùi ~ono nasco~ti dall'emor1·a~ia della cantera anteriot e, ed allora bisogna chiamare in 11iulo lulle le


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RI VISTA

drcostanze del fallo, la r•elativa posizione dell'occhio e ferito, la distanza e le climen~ioni rlel pro;etllle. 1/elaeticlliri della scler·otica è tale, che un'apertura falla da un proietsn. N. 6 può completamente nascondersi, ed in un easo, dopo l'enucleazione del ~lobo de!J'occhiocùe aveva una di~lin ta apertura c..l'enlrata nella cornea, la dissezione non scopriva la mie nulissima apertura d'uscita,, nascostA. nel segmento inreriol"e' dell'enlt•ata del ner·vo olliro che er·a lacerato. Un P!'<Jiel•uu,.,._,. con direzione obliqua può traversare un oc<'hio mollo) minente senza allocar·visi, ed allora le due aperture po~;so'~ ingannare al punto da far Cl'edere che siano peuetrala due proiettili invece da uno. E viceversa due proiettili possono penetrare per lA stessa apertura l'un dopo J'allro, come i'autore ha potu Lo constatare in un cacciatore, dopo aver enuclealo l'occhio, ed averlo indurito nel liquido di Mi.iller. Quando per un proiettile penetrato si e~tirpa l'occhio, se il proiettile non si trova nell'interno del globo oculare, biso~na ricercarlo fra i tessuti orbitali, uon perché chir urgicamente abbia grande impof'tsr,za, ma perchA l'infermo non s·acqueta finché non gli si mostri il proietlih?. La cur·a l'Ielle ferite d·arma da fuoro delrocchio è r elativa alla natura ed esten~ione clelia les_ione. non v'è stata J>8" netrazione, e v'è soltanto ecchimosi della congiuntiva, con slr'avaso nella camera anteriore o posteriore, bi~ogna adoperar lozioni fr•esche ed evaporanti, e prevenire o:;rni reazione infiammatoria. Si riesce facilmente in que!'lto intento se il ferilo non è affetti) da gotta, reumatismo od altra diatesi che predisponga alle inOammazioni. Col tempo il sangue. effuso si riassorbe, e se i mezzi dell'occlùo riaccJuistano la loro trasparenza e non v'è distacco retinico, un cer to gradO di vista si può ricuperare. L'autore in r[uesti casi adopera lozioni d'acetato Ji piombo oppiato, ed amministra internamente piccole dosi di ioduro di potassio con tiotuL'a di iaborundi. Ne' casi di penetrazione l'autore riprm•a ocni tentativo di esame endoculare per la. ricerca del proiettile, teutativi e!Mt non riescono allo scopo, ed accrescono il pericolo \!"una pa• noftalmile. Amme tte simili esami nel solo caso che l'infermo

Se


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abbia per altra cit•costanza perduta la vista dall'occhio ferito, o vi sia tale un'ambliopia da renriere innocua l'illuminaziOne dell'occhio. L'estr•azi0ne del proiellile t·iesce molto difficilmente, ed è da tentat•si solo quando l'altr 'occhio non è alto alla funzione visiva. Allora è necessar1o allargare In ferita, perchè l'e~a­ f1ticilà <iella cornea e della sclerolira uon permetterebbero l'uscita nel proietlile da nn semplice foro d'entrala. ~ella maggiot· parte de' casi quando si ha la convinzione d'un proiettile penetrato nell'occhio. l'unico legittimo lraltamenlo è l'enucleazione, perché anche quando tutto va bene, un proiettile nell'oechio è un continuo pericolo. Esso s'in cista, ma per un movimento bl'usco. per un colpo sulla testa, per un salto, il coPpo incistato cambia posizione, e specialmente !>e l'organismo è debilitalo da qualche altra malattia, la panoftslmia od un pt·ocesso tisio3eno dell'occhio non tardano a mnnifeslat•si. In altri casi si stabilit'ce un infiammazione subacuta con iriJo coroidite, ossifìcazione della coroide, e dopo molti patì menti, J'inrermo è costl'etto a chiedere l'operazione che non si è voluta prima eseguire. Operando in buone condizioni, l'autore dà la preferenza ~l'enucleazione, riservando l'ablazione del segmento anter iore dell'oèchio od il vuotamento ùella scler otil'!a a' casi di acuta infiammazione suppurativa, ne' quali la completa enucleazione è spesso seguita da piemia. IDlptego della ovatta dt torba tn chirurgia. - (Journal de Médecine et chirur gie, maggio 1887). Tutti i chirurgi che hanno pratieala la chirurgia antisettica si sono preoccupa LI di ricercare dei maleriali antisettici nuovi, desidP-r osi di ~rovare in essi dei buoni assorbenti, fedeli antisettici, e del minor costo possibile. La lana di legno, cellulosa jmpregnala di sublimato, ha avuto gran favore, e il doLt. Championnièr·e ha gia pubblicato falli fnvore,·oli relativi a questa la na di legno, ed al suo miscuglio con l'ovatLa, detto ovaUa di sfilaccia di legno. Ma i risultati che egli ha osservati da prima non sono stati


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poi confer mati; questa bente, ma di un valore antisettico i1·regola re che non pensava gli incon venie nti, i detr iti che essa s pande ed il suo pr ezzo ancora rela tiva mente elevato. Da più di sei mesi lo Cbampionnièr e ha ratto estMJI'IIII CO? una nuova sostanza, l'ova tta d1 to rba, la quale , potere a ntisettico assorbente, s ia per il p1·ezzo, sembra prefer ibile alle precedenti. Riassumiamo un po' afs.seaau• la sua comunicazione alla societa di chirurgia su tale stante la sua impor tanza pratica . I l dotl Redon, medico m aggiore, ha fatto qua lche tempo l'ovatta di torba. Conoscendo gli oUimi lati ottenuti da qualche Anno in chirurg-ia colla torba tura, il Redon ha ce1·cato di ottenere dalla torba una di materia tessile paragona bile all'ova tta od alla swtpp~ conser vasse le pr oprietà conosciute della torba, un tere assor bente, una grandissima r esistenza ai putrefazione, un vero potere a ntisettico. Il modo di r azione di questa ovatta assicura anche una as etticité lula della sostanza per l'esposizione ad una ternDeraiLui..1 va tissi ma . L'ovalla di tor ba si presenta sotto for ma di una cardo spesso, assai pieghevole e dolce. Il suo prezzo di è assai inrerior e a nch13 a quello del cotone non pn~pe~ra•~·.~ Da sei mesi lo Cham pionnière ba fallo esperimen'i riparto dell'ospeda le Tenon, e luUi i g randi operati medica ti colla ovatta di torba. Questa è stata impiegata ~opra tullo come della medicatura , mettendo immediatamente s ulla piaga allo jodoformio, poi alcuni sncchdli di polvere an un piccolissimo impermeabile, u no spes!'o strato di torba ed una benda . È stato facile dapprima il che la sostanza è flessibile e cùe r iempie i vuoti giarsi come l'ova tta. Ma speci ~:~l mente i liquidi che si nel suo interno non si putrefanno, neppur e i grossi di sangue. Da ciò risulta quindi chA tale m edicatura, cambiata perché le parli perifer iche impregnate


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di infellare la piaga, può restare in posto per un periodo di tempo considerevole. Per-ciò, e sopr,atulto nell'ospedale questa consider azione é importante, l'ovatta di 1oJ't)a é economica non solo per ché i l suo prezzo é mollo inferiore a quello di tutte le sostanze preparate per medicatura, ma perché anche le medicalure sono mollo più rarA. In queste condizioni lo Cllampionniére ha potuto aspettare otto giorni prima di medicare una resezione del ginocchio, e quattro o cinque giorni per l'amputazione della mammella senza avere alcun inconveniente nella riunio ne immediata. Le operazioni che danno luogo a minor secrezione, come cure radicali di ernie, ablazione di Lumore solLo-peritoneale, estirpazione di cisti hanno potuto essere medicate dopo 10-11 giorni. Come medicatura applicala dirottamente sulla piaga, Championnière ha sopraluLlo impiegalo l'ovalla di lOJ'ba per medicare degli ascessi voluminosi, mettendo prima un poco di polvere antisetUca e poi ovalla di torba. Certi ascessi retidissimi (cangreoa del perineo) sonc sta ti medicati così, ed i risuhati sono stati dei più soddisfacenti. L'avaLla di torba è quindi una sostanza assai assorbente; essa ha per sua natura un vero valor e antisettico; ma es~a è inoltre facilissima ad impregnarsi. Impregnandola per esem· pio di sublimalo, come si è fatto, si olliene un gran potet•e antisettico assai Rsso. Essa cosliluir ebbe un antisettico dei più preziosi in campagna. Essa è stata del r esto, o giustamente, accolla con molto favore dei chirurgi nù\ila1·i ai quali è stata presenta ta. Si potrebbero conser,·are e trasportare s enza inconvenienti considerevoli pr ovviste di ovatta di t orba. Per una medesima ragiono l'ovalta di torba renderà grandi ~ervigi nella chirurgia in -città ed in campagna. Uno degli Inconvenienti gravi di tutte le materie da medicalura conosciute è quello di perdere la loro antiselticità invecchiando; dopo poco tempo le provvtste conservale da un farmacista 0 da un medico non sono più buone. La torba è una delle


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•ral'issime !>O!<lanze che hanno un potere anli1!1eUico: seco; è ci6 che garantisce la persisteuza della sue Soltanto certe varietà di torba possono dare il scolato dal Redon; ma esse sono abbondanti. È evide11tàt che le sue notevoli proprietà condurranno a tro,v&Jl'DI~~ usi igienici multipli. Si può già ilo da ora farne dei materassi, dei cuscini per frattura, imboltirnP le llrc>DGte..-4 Dopo averne fatto un largo uso per più di sei ....,...,,. averla utilizzata in natura, imp1·ognata d'acqua un~tuenlì, ecc., lo Cbampionnière non ba ri!lconLrat.o ovatta di tor ba che degli inconvenienti insignificanti di alle sue preziose propri~>tà, colorazione nerastra. mento dì qualche fibrA. Nessuna delle altre sostanze usate da qualche anno gli é sembrata cosi vantaggiosa.

Ulcera perforante d'ambo l piedi, con diabete, e ata..lol. - Per DAVIIi:S PHYCE. - (Dal Lancet, 21 A. D. falegname e merciaio d'anni 5G, quando nel 21 gio 1886 entrò all'ospedale, n on aveva sofferto che uo fr•eddore ù' inverno, e da 18 mesi emetteva gran am!lnC• .orina, ed era moJe,tato da ro1·te sete. Aveva sempre dotto vita libera, era dedito a' liquori, e quantunque avesse notizia dì gonorrea o sifilide soffe•·~a, cicatrici agl'inguini. e varie macchie sospette nelle Otto mesi prima della sua amm1ssione si era !agnato lore alle gambe, ed aveva sentito i piedi ioùormenti&i O ralizzati; Nel febbraio i88G apparvero le ulceri ai piedi, e entrò l'infermo all'ospedale soffriva di bronchite, e stava sintomi incipienti di coma diabetico; i suoni del erano deboli ed intermiltenli, le arterie degli arti ateromatose, le pupille rea~ivano debolmente alla era diminuzione dello sensibilità culant>a fino alle il riflesso rotnl~o era abolilo, la pelle delle gambe e dei era livida, e la tempeJ•aluJ·a al disotto del normale. Le ulceri si erano manifestate solto l'aspeUo di callo• della grandezza di due scellini r isiedeva sulla superficie


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tare dell'articolazione melatarso falan~ea del dito g'l'Osso del piede destro, a canale frastagliaLo e sinuo::;o, al fo11do del quale· r<i sentivano scoverte lo ossa dell'articolazione, ed eroso il capo del metatarso. Un seno della stes"a natura ma piu ri-stretto, era indovalo sulla superficie piantare della test.a del s· melatarso delraJtro piede, l'osso era carialo, e la superficie suppurante era d'aspetto ulceroso. Le orine erauo aci.de, del peso specifico di 1030, contene·vano glucosio e tracce d'albumina, ma non peplone. L'infermo morì di coma diabetico al i-• giorno di cura. ~on v'erano notizie di gotta, reumatismi o traumatismo su 'fUesto paziente che però era stato esposto a tutte le intem·perie, ed aveva molLo camminato facendo il mercinio ambulante. Esaminali i nervi della· gamba de;..tra. sì trovò il tibiale posteriore visibilmente ingrossato al terzo infer iore, e circondalo da essudalo flogistico, mentre la terminazione piantare era scolorata ed assottigliata, e l'arteria tibiale posteriore aLeromutosa. Nella r l'gione lombat•e del midollo spi-nale v'era atrofia delle cell1ùe della soc;lanza grigia, nella re~ione dorsale molle cellule erano completamenle scompar~e. non v'era essudalo cellulare né nellù sostanza bianca nè nella grigia. Nel nervo libìale postel'iore la sostanza bianca di Schwann era rimpiazzata da materia granulare che non si Ungeva in nero con l'acido osmico, alcuni dei cilindl'i - a~si erano normali, ma molti erano atrofici e degenerali 10 ~rasso. Le stesse de~enerazioni mostrava il libiale anteriore, sebbene in minor grado, e nello sciatico v'et•a accrescimento del connettivo- bas~ È ben cono:;:cmla la frequenza con la quale l'ulcera perro:'Bnte si moslt'a nell'atassia locomolt•icP, ma non è anrora dimostralo se in questi casi ratassia è dovuta alla ltpica les!one diabetica del midollo, o come è probabile in questo caso, ll.lla nevr·ite periferica ecl &Ilo degener·azìone nervea, allo quale cel'Lameute era qui dovuta l'ulcera perfora n le, p1>iché non mancavano le cause altrrbuile a queste due ultime malattie, cioè~·alcovlismo, la infreddatura, il diabete, lo malattie dei \'asi, 1 ll'Sumalìsmi.


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~ pr obabile che tutte queste ca use agissero nel zient~.

ma la massima importanza pa rve attribuibile bete ed alla malattia vascolare, poiché il di&bele &i frequentf'mente a ll'atassia Jocomotr1ce, e questa all' per forante; percbè le ulcer i dei due lati potevano rappresenla1·e quei pr ocessi di ~angrena dis truttiva frequentemente occorrono nel diabete; per·chè il ara,utM14UI duce occasionalmente nevr ili per iferiche. In qua nto al trattamento chi rurgico di l'irnili ulceri ranti, l'autore ritiene insufficiente l'a mputazione del per le lesio~i ner·vose e vascolari che r i'r>r·o,durN~bl,.llli morbo più in alto, o impedirebbero la cicatrizzazione.

-..ntpolaztoDl •ensa lllobl one, oome un trauuaea• •lbUe lD oertl ca•t di oaloolo.t r enale, per H. B ENN ET. - (The Laneet, 21 maggio 188i). U n"i!>lericA, soggella a deliqui, nubile, di 30 anni si di !>Ìntomi che facevano so~pettare un calcolo nel nistro. L'addome era mollo magro, ed una profonda sione nel rene sHlistro produceva acuto dol0r·e, ed ìnd.,..., rigida contrazione ne' mul'coli soprapposli. Il rene s i distintamente percepire e spostai' con la mano, e seJIDI)MI di forma e volume naturale, l'orina dava le~Zgt>ro di muro e pus. E~sendo riUsciti inefficuci i rimedi interni, l'autore nislrò un anestetico per rilasciare completamenlP le addominali, quind 1 manipolò il rene in modo da sp,osl.aJ'I~ cAlcolo. che se non foss>~ stato molto grande, avrebbe tulo passar per l'urelere. Lti manipolazione Cu est,guu• : una mano nella regione lombùre, l'Altra nella parete rio1·e ddl'addome, ed il rene si sentivn bene solto il Per quel giorno la paziente slelte meglio, e due dopo fu presa dal ~oli lo dolore acuto, elle le eccito il ma dopo mezz'ora ces!'ò in seguito ad una gran orinare, e non r1comparve più. Senza dubbio un p1CCOlo colo aveva trovata la via dal r ene alla vescica , mancasse l'eYic.lenza del passaggio per l'urelra.


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Nell'ospP.dale di Sl- George piu volte si è eseguila l' incisione, "i é scoYerlo e manipolato il r~ne a scopo di esplorazione, e le coliche sono ces~ate, senza che il rene venisse estratto, percbè trovato sano. La guarigJOne di tali coliche con l'incisione e manipolazione, non tt·ova altra spiegazione che nPIIo spostamento di un piccolo calcolo. La manipolazionP- senza incisione è possibile in certi casi di ma~t·ezza delle pareti e di rilasciamento completo de' mullCOii, ed allora è raceomandabilissimn nelle calcolosi non mollo a'"onzate come mezzo di spostamento e di espulsione di piccoh calcoli, prima di addivenire ad un processo operativo cruento, e piu pericoloso.

Dlatenalone dello slntere &Dale durante l'apople ..la, pet· Jou:-~ W . TEALE. - (Th e Lancet, 21 maggio 18xi). L'8 giugno l'autore visitò nna signora di 64 anni, molto deperita, nervosa, cacheUica sofferente d'angina pecloris e di forte costipazione inléslinale, conLI'o la quale i soliti tlperitivi e slomalici r imanevano senzA effetlo, ed i rimedi più t~llicaci pt·oducevano il vomito. All'esame dell'ano fu trovnto uno sfintet•e strettis~imo. che con f!ran difficolla ammetteva il pa~saj:!gio del dito nel retto, ripieno di feccie indurite che rlavauo un continuo senso dJ pec;o. Cm '1uella complessione, col cuore debole e le orine alburnino~e un tentativo d'operazione non era ammissibile, quindi si t•icorl'e agli enemi di casLoreo, e aù altri pallialivi por vuotar l'alvo. Il 7 luglio la paziente dopo due enemi senza efl'etto divenne smanjosa, e la mattina seguente fu trovata ùalla su~t assistente in preda a violente convulsioni. Accorso il dott. Teale Lt•ovò una ben definita paralisi de!la faccia a sinistra, che gradualmente si estese ul b1·accio e alla ~IHnba dt-1l'isLPsso lato, le pupille contratte e poco sensibili alla luc~. non ~lcrtore, ma insensibilita cornolela, ed accessi convulsivi che si ripetevano a brevi intervalli, cominciando sempr e con <'ontratlure della g-uancia sinisu·a, estendentisi prima al IAto <'OJ·r·ispondentt>, poi a tutto il corpo. Un copioso clistere d'olio, aequo e sapone fu trattenuto per


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più ore, l'ec:ame del retto fece ~covrire delle scibole flul~llil~: nel liqutdo del clistere, ma lo ~fintere era così contraltoelw ItOn lf1sciava scappare una goccia di quel liquido. Era questo il momento opportuno pe-r opet•are, l'insensi'"" bililà completa dell'infermu dispensava dalla clor·oformiza;.. zione, ed ogni cambiamento che avvenisse, non poteva di«m iglior are quelle condizioni. Fu esegu• te. quindi la liberA distensione dello sfintere an~ il liqutùo iniettato scorse fuori trascinando grandi masse fecce a vario stadio di fot·mazione, ma le convulsioni ~ tinuarono. Dopo un'ora fu iniettato ùel brodo con bromuro <li potassio.; dopo due or·e tale iniezione fu ripetuta, l'orina fu estraltà col catetere, fu applicata la vescica di ghiaccio sul capo, & dopo breve tempo cessarono le convulsioni, la temperalura si elevò a 39,5, il polso a 120, nella sera vi fu altra copiosa evacuazione, ma l'inferma era sempre inconsciente. Il flluglio l'inferma potè fa re qualque movimento con la g-amba <?inistra, poté inghiotltre del brodo, e sembrava che riconoscesse glt astanti. Il iO prese del brodo con cognac, la temperatura era scesa a 38, il polso a 110, le orine doveltet·o e~sere e:olratte~ e contenevano molta albumina. In tre settimane tornarono gt·adalamenle la cono!lcenzar la pat·ola ed i movimenti nell"al"lo pa-ralizzato, le deiezioni alvine divenner o facili e spontanee, l'inferma fa revo delté' pas!'eggiate òi un miglio, e non accusava più alcuna sofferenza. Uo anno dopo morl d'albuminuria. Perltonlte consecutiva a perforazlone intestinale aall8gulta da guarigione. - (Ga;ette de:5 Hùpdaux, N. 8!, ~ glio 1887).

so:

U n'osservazione comunicata dal prof. Bernheim alla cieta di medicina di Nancv sembra dimostrare che in certi casi di per•rorazione intestinale si puo sperar·e la zuorigione della peritonite rhe ne risulta, quando essa si localizza, senza che vi sia bisogno di praticare la laparotomia. ln un giovano di 16 anni, che era entrato in convalescenza


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di una febbre tifoidea il 39• giorno, i sintomi di pet•forazjone comparvero il 51" giorno della malattia: essi furono carat-

terizzali da vomiti s usseguiti subito da un brivido e da un vivo dolore nella l'osso iliaca t,lestr a. Le scariche alvine e le orine ~i soppressero. La temperatura si elevò a .o• ; il polso a 140; la respirazione al disopra di 60; lo faccia si rag~rim.ò; si ebbe meteorismo. Bernbeim raccomandò l'astensione assoluta da ogni movimento. Cercò di immobilizzar e le anse intestinali per facilitare le aderenze mediante il laudano del Sydenham alla dose di 30 gocce in 3 volte nelle 24 or e. Fece sopprimere ogni alimen tazione, ogni bevancla fino a nuovo ordine. Il polso si rialzò, nello stesso tempo che lo stato f(eoerale migliorò. Il 66" gior no a partire dall'inizio della malattia, 15 giorni dopo la perforazione, questo giovane ebbe una r1caduta di febbre tifoidea, della quale si rimise, ~ dopo d'allora va avviandosi verso la guarigione.

RIVISTA D'IGIENE l Dllorooocoh.t pneumonict nella. cavità na.ale. - C. TuosT.

- (Deutsehe mecl. Wochenschri/t, 1887). Già fin dal 1885 era riuscito al Klaman di dimostrare nei ~ecreli nasali di un inrer·mo di ozeoa micrococchi con cap-

sula disLinLa, i quali avevano la più spiccata simigiianza con i micrococchi pneurnonici del Frieùliindel'. 11 Thost constatò insieme allo Schrollcr in Vienna questo scoperta ed allargò cosi le sue ricerche che egli ottenne limpide culture dei ~icrococchi pneumouici non pure dai secreli degli infermi da ozena, ma di quelli eziandio di semplice cor iza e di rinilt} cronica. Inoculati questi cocchi ai topi, la autossia dei Mtti animali confermò J1 ritrovato, imperocchè si constataronl)

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RlVlSH

in essi doppie pneumooili, con essudali tìbrinosi, milza -...u.... ~r,. aumentala, reni gonfi Della r blazione dei micrococchi del naso sullo svilllfll' della polmonite cruposa nell'uomo debbono apprenderci~ vaste osservazioni. F. S.. La 1Dsolulone 1D marcia, sue cause e messi 41 JII'IM~~ nlrla (1).- Conferenza te nuta agli ufficiali del 2" re~~gilnel.r\'t dei granatieri di Slesia. N. 11, con l'aggiunta di alcune zioni sul modo di riconoscerla e curarla, dal dott. ..... .,,.nu•.HILLF.R.

Onorevolissimi signori! Il ricordo delle perdi le per insolazione, che resfrcit.o pruasiano ebhe a subire nell'ultima estate, è, certamente, tutt.ora fresco nella mente di voi Lutli. • Dugeuto selt.antadue uomini infermi, tra i quali quaLLordici mot'ti » cosi ne annunciava la (l) Traduco dal testo tedesco quest.'l conCere01..., che il chiarì•~lmo dott. Bllllr tenne nell'ultimo maggio, altamente onorato, nell'incarico avutone datl'autolt. di soddbfare, nell'orbita della mia. scarsa competenza. al wo Msitlerlo dl.,.. der la voltata In lingua italiana. 01 questa conrerenz.'l è Vlo'L~t.'l la riprodllli* originale c la0traduzione non può essere auturizzata che dall'autore. lnJit sia utile ed opportuno porgcrlo ai lettori del nostro giornah>, e per ,,.._ suo valore o per La maggiore convenienza che può trovare, specialmente, SIC i nostri presidìi d' AJrica. Si comprende di leggeri como la SJJcciale clreodalllll di essere qnest:t conferenza stata tenuta ad ufficiali oon medici abbia dellfminato I'Uiller ad una esposizione più piana o meno rigoro ..1mente ~ m'l su baie rigorosamente scieot!Oea po;;ginno tutte le omn:u:ioni e le . . . tive deduzioni in essa contenute. l Par noi devo essere ra~ione di compiacerci nel constatare che non podlldllll modillche al vestiario del soldato proposte dalrl:lliiPr sono adottate dl ~ nel R. esor~i to. L'esimio autore, oltreehò per altre pubblicazioni ò favorevolmente coJIC)Idatll per pr~cdonU studi i sull'Insolazione, che ebbe appunto a ri~J•il(lgare migliore l'egregio dott Torella peT il nostro giornale nel tSSl. COil ~,, conCeren7.'1 deii'Biller, cbc IJlli ho l'onore di pr~senlar.:, mi va"e praticamente compendiosa ed m og01 sua pa;;ina intere,;sante cb~. pl~ riepilogarla, alJbia io creduto più conveniente riportar la intlera dalJ'OJilillleos.

oel_., F.


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n'I&IENE

:Norddeutsche A llgemeine Zeitung del 2 oltobre 1886, a fine -di sceverare la esatta verità delle cifre dalle molteplici esa:gerate relazioni, rettifica, che compì presto il suo giro in tu~ta la stampa tedesca, ovunque, a vece di reca re tranquil']ilé, destando costernazione. E, per vero, queste cifre non rammentano involontariamente le perdite di uno scontro in guerra~ Gli è soltanto a deplorare che queste perdite sia.nsi avverate non in combattimento contro un nemico visibile, ma in mezzo alla pace più profonda, nei semplici esercizii guerreschi. Le accennate cifre pptrebbero ànche rafTrontarsi con gli ·effetti di una epidemia. Ma, in verità, le perdite determinale dalla insolaeìone, qualora si pongano a. eonfronto i diversi perioùj di tempo, appàiono molto più sènsibili che quelle r ecale da talune epidemie, a mo' di eseìnpio1 dalla dissenteria e dal vaiuolo. Un'epidemia viene e va, e quindi suole sparire per lungo tempo dalla guarnigione. Di contro, le infermità da insolazione trava.glia.no ogni anno in alternativa cifra le armate, .e d anzi, con tale regolaPità che dal 1866 non sia trascorso un solo anno, nel quale non abbìansi avute a lamen-tare perdite in vile umane a causa della insolazione. Siccome è dimostralo da.Ua relazione statistica sanitaria, J'e~ercito prussiano ebbe in consegoenza di insolazione.: Nell'estate del 1875 99 uomini infermi, dei quali 15 morti • »

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1876 93 1sn 56

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32 5

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i878 82

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19

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1879 103 1880 68

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2·1

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, , .. to • Per conseguenza, sommate insfeme le stalisticl1e degli indicati sei 8llni, abbiamo da insolazione cinquecentouno infermi, tra i quali cento e due morti (1). A.ggregale a queste {t) A questo pn;~posito si ho. a prendere in eoosidera.zion~ elle la statistica degli ammalati comprende, ordinariamente, solo i casi più gravi di in~ola­ zione, i quali abbisognano di trattamenti di .(lili. giorni nell'ambn.lanz.'< od in altro luogo apposito. [,a mag~io1la dei casi lievi, i quali non richiedono trattamento di sorta otl es1gono- soltanto un breve riposo, non sono usualmente, >Come è noto, riportati nella relazione sanitaria.


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RH'ISTA

.cifre le malattie da insolazione del 1886 e si raggiun~ O.è5 selte anni la pe1·dila totale in seltecento settanl&lrè infeft1i con ccnt.osedk1 casi di mor1e. uuale epidemia <i• dissen._ o di vaiuolo, la quale durante i detti sette anni ha colpitol nostr·o t"Sercilo, si può per quanto riguar'dl.l le perdiLe in 'tileumane, paragonare con la statistica mortuaria della zio na 1 Si ode dire molto e f1·equente essere la insolazione malattia dei nuovi tempi, della quale nell'epoche antee non si era mai parla tu, pue compiendosi anche allora m forzale sotto i calori estivi le faliche eccessive affronta~ parimenle dai soldali. Potrebbe anche essere, che l'aUuele razza s ias i modificata in più scadenti condizioni di fibra J1 tla non possedet'e più la stessa for-u. di resistenza e di lol· leranza dei nostri antenati. Ora, miei signori, queslo modo di vedere può ritener.aJ. senza esil&nza un errore. Abbiamo innanzi agli occhi numerose relazioni, le quali ci descrivono a vh·aci colori gli e&Ui della insolazione nelle marcie osLive degli antichi eserciU. e di laluna di queste relazioni vo' fare a voi comunicazione• .Mursiona, J'iusigne generale chtrurgo dell'epoca di Feclt· rico il Gr·ande narra •Juan:to segue. Nel luglio 17i8 l'armala del principe Enrico doveva portarsi nel lermine di quaUrogiorni con marcie forzate dA Bernburg a Dresda. Il tem~ r:wa cocente. Gli ufficiali temevano di lasciar bere i soldell. Ciascun uomo recava un peso di ol1anla libbre. Le con... gucnze dell'eccessivo accaloramenlo furono spaventose. Quali! ad ogni passo giacevano sulla slraùa maesLt•a soldati svenldl e privi di sensi. Numerosi furono i casi di morte. Le trdJitll: ~embravanr> all'aspetto in>eccbjale di 10 anni lJ), Il cot·po della g uardia prussiana manovrava il 21 ...,.... gio 1827 tra Berlino e Polsdam. La giornata era eceessha-' mente calda e l'aria secca.. NeUa nolle precedente, a ut.8M di un allarme di incendio, le truppe del 1• reggimento 8 ",e. vano avuto scarso riposo. Era inibito colla piu stretla se"f8--

i......._

(t ) Questi ~empi sono tratlì hl grande parte dalle opere scolastiche d......,. militare del Roth o del K.irchoor.


D'lGIE\E

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'l'itA bere acqua: a spegnere la sete doveva sopperire la in-

Jiçiduale rrovvista di acqua,.ite Ne con~eguì, Sit'come comunica Riecke, che il i' reggimento della guartlia, e gli altri in g1·aùo minore, s i disorganizzassero completamente. A drappelli cadevano i lic>ldati sullo su·ada maet-tra. l più ~i 1'iebbPro del lutlo poi che fu rono loro apprestate be,•ande rinrrescanti e che vennero sbarnzzali dell'equipaggiomento, ma molti nE> morirono. Anche la cavalleria subì perdite di c.avaUi in simile maniero. Un re~gimenlo di carcialori francesi marciava in un coCPOle giorno ili luglio del 1849 da Vincennes a Parigi. tra le .quali cillà non corre che una distanza di 18 chilometri. La truppa era carica del completo equipaggiamento o.J aveva, Còme si usa'a in quel tempo, il collarino mollo St·rralo Il ri~cald amenlo dei soldati ru cosi consider evole che appena una quarta parte del r \'ggimenlo raggiunse Parigi l rimanenti o rlovetlPr o esser" !asciali nei villa~;,ri o rimasero f!ia-eenti sulla strada. Numerosi furono i cas1 di morLe (Champouillon). Affallo cons1derevoli sono eziandio le p~>rdile d1 un r~>$:­ ~tmento Lelga, che a11'8 luglio ùel 1853 marciava dal campo eli Beverloo per HasselL Nella marcia di sole c(UOtlro ore piu ~due terza della truppa fu colpita da insolazione di !:!rado l.. ~:;!aero o grave, !>Ì cbe dell'intero regginwnlo non giunset·o a Bruxelles che 100 uomini. Dur'8nte la guerra au..-.tro-italiana del1~:l9, SP.condo depone La vera n, la d1visirme francese d'A uLremarre ebbe n soffrire in un solo giorno di marcia una perdita in due mila inferm1, la ml)gsrior parte in con~eguenza dell'ml'lolazione. E que~ta ~lessa divisione al passa~gio del Mincio nel luglio 1859 ebbe ventusei uomini morti per insolazione. Ai francesi, non occorse tneglio, giusta le r elazioni dei giornali, nel 1885 nelle Op~>razioni del Tonkino Accanto alla dissenteria ru rinsola.zi~ne (Coup de chaleur, Coup de soleil) a mietere nelle truppe P1u nurnero!<e vittime. Elllinenlemenle considerevoli furon o eziandio le pordilt.! -degli austriaci al principio dell'occupazione della Bosnia nel •~s. Nella marcia in avanti della 6• dh·asione da Brood a


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trece-

Dervenl un ~olo re~:ximento ebbe in bre\'e tempo venli maiali rli insohnione, dei quali treoluno morirono Nl1lt SLE'S<:o giorno. E, se noi ora. miei signori, ci volgiamo alla moderna alt)fte prussiana, ho solamente d'uopo di richiamare alla vostre....., moria i numerosi casi di insolazione del nostro esercito nel 1866, e particolarmente nelra giornata di Jicin, e poi le~ dite subll.e dall'li" cor po d'armala in a~O!--lo 1 711 durante marcie manovre nei dintorni di Btwlioo, e finalmente le mer-ose im;olazioni dell'eslal~ i8i3 occorse ad una compe Badese in marcia dal castello ili Hohenzollern a RosenMcL In ~omma, voi vedete, miei signori, elle in ogni tempo, e,. quasi, in o:rni armata. si sono avver'8li casi di insolazione nelle truppe in mm·cia sotto ì calori esth·•· Se nei tempi più lontana mente trascot·si non si era parlato di insolazione, gli è che in allora questa malattia era affatto sconosciuta neiJa. e~senza come nel nome, mentre i diver<:i casi morbosi ~ correnti in marcia erano riguat•dali quali svenimenti, spo'" satezze ed apoplessia. l primi indizi di un'esalta cognizione sull'essenza deUa io· solazione coincidono appunto colla intt·oduzione della termornetria nel trattamento degli ammalati, tra 11 cinquanteebDOo e sessage!'limo anno dj questo secolo. Poi che i medici ebbeM appreso a contr-ollare ·meòianto conliouuta termomelria il corso di una malattia febbrile, laluni ufficiali !'lanJlari ......,. ricsni, ingle~i e tedeschi "ennet'O nella felice tdea di misw«e la lemper·alura del co•·po negli individui colli da insolazioot. Ed allot·a si addivenne alla sorprendenle scoperta di r alure montate in •tuesli in ferro t a tale elevazione, <luale , _ a quel tempo non l'lÌ conosceva nei febbricitanti, che 8ldl siriteneva del Lullo Impossibile. Wood risconlrò in parecchi casi di insolazion~ una ._.. peratura all'ascella Ono a 4~,g. cenlig. (t09• Carh.). Baumllr a 12,lr cenlig. (109,2' farh.), Jacubascll a .l2,8" Ct!ntigndi.o Thurn a H,5" cenli~., Levick n ~3",3 centig. (110" larb.)p Dowler e Roch in sette casii tet•mmati mortalmente lro'nlr ooo un'ascesa fino a 45• cenl•g. (t t3" far h.\ La temperatura normale all'al'lcella si aggira su i 3,.- cea-

te..,...


u'tGlES&

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tigrarli. Nella febbre si eleva, a seconda della gra\"ilé della malallia, ai 38', ai 39•, ai IO'. Unè infermilA con una temperatura oscillante fra i 40' ed i H• suole, ordinariamente, essere riguardata come grave e pericolosa per la vilP. E l, iu generale, quasi come eccezionali vengono consith•rale nelle waloLtio febbrili le temperature superiori ai 41, 5' (1). Al contrariO, noi r1scontriamo nella insolazione, ed in individui poco innanzi affatto sani, una l~mper8lura del corpo oscillante tra i -i2" ed t 45' ceolig. Queste importanti condizioni di fatto diffusero u11 raggio d1 lu~ sopra infel'mil8 oscur·e fino ad allora. Oramai, sotto il riguardo ezianùio di tutte le circostanze accesSOrie non poteva cadere alcun dubbio sul fallo di non essere la insolazione che un disturbo dell'economja calorifero del corpo, per maniera che, marciando coll'equipaggiamento in estate, ~i fonna e s1 accumula nel corpo una eccedenza di calore, onda sucr.e~sivamento la temperatura si eleva fino a ra~!tiungere tal grado, sotto il quale non è oltre possibile la v1ta dell'organismo. Con ciò è anche spiegato ove stia l'elemento pericoloso o mortale dell"jn~lazlone. Tutte le esperienze della fisiologia e dulia patolo~ia dimostrano che una elevazione dell'interno calore fino a 42' centig. è in alto graùo pericolosa per la vila tanto degli uomini che degh animali, e che aJ una ac:cesa ollr~ i .»• cenlig. segue senza eccezioue in breYiS~'<imo tempo la rnorte. 1 con1gli ed i cani, la cu1 caloritìcazione si eleva arlificiahnente, e ciò, o tetanizzando l'inliera musculalura del corpo, (a mezzo di irritazione elettri~ del mi.tollo spinale) Ond~.; la generazione del calore aumenta enormemente, o:!. ancùe semplicemenLo coll'impedir~ gli esili del calore del corpo, imprigionando gli animali in casse •·iscalt.late a pitt alte temperatU!·e, giungono sotto i araduali aumenti della ('ropria termogenesi sollecilamente 8 morlt>, appena la lem~ratura segna i 44• centig., siccom.• hanno comprovato le n cerche di numerosi sperimentalOI'i (Leyden, RiCUI)L, Delaroche, Obernier, J. Rosenlhal, Lillen ed allri). Gli animali, 118 \lOggellali 8 quesla espcnenza, dn·engono, am1 lutto, io'JUteli, il PCtlso e la respirazione sono accelerati, 'a pelle ,,


RJriST \

vivamente arros~ats essi barcollano. ca•lono tlnalmen&e 6 llanco come sbalorditi, sono prest eia convulsiOni e da craiRJl ed aJlota, ordinariamente, in pochi minuti muoiono. Le.,.. parenze l'Ono, per \'Pro, uguali a quelle, chP noi ossenialllo nei soldati infermi di insolazione. J Ro;;en lhol f,~ce. inoltre, allre importanti OSS\Wvazioni pratiche, rilevò ctoi-- che queaU animali potevano, Ot'lllnariamen lE>, esse t•e sal vati, se. alempct, oco~ia quando la lempt>ralura non avea ollrer a co;;ato i -i2', Teo nivano lrn!<ferilt P rinfresca li m uua lemperalut•a moderata: essi a llora si riavevano lenlamcnln, ma c;ubivano, in coose• guenza dell'esperimento, una consuierevole pet·dila di peso. Anche su~li uomini vennero praticate simih r•cerrhe, gli investit!atori sperimentando nella mag~10r 1erle N>pra e6 stessi. DeiHroche e Bet·ger nella stazione in un bagno eli aria secca videro salire di s• C. la temperaturA nella propria b occa; nell'aria umido (bagno a vupor e) da 4t• a C. eul poterono rc!sistere solamente 10 o 12 minuti, e :soltanto 7 nell'aria seccn a 109•. Lt>monnio..w potè tollerar·e senza rrlevanle disturbo un bagno di acqua a 37• fl per lo spazio di mezza or a; all' incontt·o durò soltanto 8 minuti in un bagno a 4tf.4. Il s udore gli scorrevo a lorr enli sul ''ollo, l'intiero suo corpo era ros~ > P. la pelle tumida, H pol<>o era straordinariamente accelerato e tulle le ar·Lerie pulsavano con energia: ftnal• mente insor"E!I'O acCl'~<ti di verlrgmi. che lo costrinsero 14 uscire dal bagnò. Yeros•mHmentc, t.aluno d• voi, tme1 ,ignori, ba fatto su sè stesso uguali esperienze nella :-lezione ~ lungala irr un bagno a vapore rus<>o. È dunque dimostralo a rigore di scienza che una elev_. zione dell'interno calore bino a ~2" e p1ù manV>nuta q..... tempo é incompatibile colla prosecuzione della vita nell'Gl":" ga nismo e che uo innalzamenlo fino a 44•, da qualuaqo41 causa dipenda, è per gli uomini o per gli animali immedia• lamenle mortale. Come t.Rie temperatura agi$Cll morta'meot.e, que!';tiooe queela prellamenle scientifica e non Lullora mesRa pf"rft>LLamcnt.e.ia chiar o, è, preltminat•mt:>nte, pPr noi cosa del tutto ac~ssona. Ci i' mollo più importante investigare per via di quah caute questa elevazione di calore interno nel fantoccino si traduc&

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n'!GIE~E

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cella accennata es1.ciale potenzialità e con quali m ezzi noi po~~iarno avviarla. Pres::;o il pubbliCt) ed anche nell'armala c universalmente diJTU'"O il modo c.li vedere. &IUsta il quale nulla a l ùi ruori del grnnùe arJor6 estivo debba ch•amars1 m colpa degli altdcchi dì iusolazione. Mtt, uoa volla che si r•·.mda sullicienlemenle a considerare quale sia i11 reaiLa il cocJlkiente del caldo oeUa llO!>lra estate, dobbiamo sorpr enderei che per una tale tem(lf'ralura s1a, orJ inarJamente, posstbdc quella ...,o,·ra-caloritknzione del corpo che cosliluisce la insolaziOne. Il calor·e .lell'aria, in mezzo al quale si è constatalo nel ~1ro ùegli 'llllìrniquindici anni il soprav,Tenire della insola~ione nell'esercito tedesco, SI mantiene, <~econclo pos1lin~ rrusu1·e, solo lie-vemente sopra i 20' R. : osc11la fra i 19-.2 ecl1 2:2•.:? R., oss1a lra 1 2~ ed i :!'5" C. Ora, miei !'ignori, non ò possibile che un·aria da 10• a 15 1-.'l'&da ct>n li~radi piu lresca del sangue umano po~~a esercilar·e im'luenza esageratamenle l'JScaldonLe sul corpo: evidenlemrnte essa non può che rinfrescart\ il corpo del soldato ri~calùato per la marcaa, o l'arta agasc,. eff.,ttivarnente così, eorne a sufficienza dimosta·arono le e.::rerienze sul corpo del soldato 10 ripo'ìo ed aotu~raanente od in parte nutlo. La ra{;i•JIIe, dunque, onde, noi acl onta dì una tale temperaturtt atrnosrerica, Cl sentiamo riscaldati ed oppresl<l, ~ù onde, S*'rnpre sotto tale tempea·alura, si dt>lermina co'-l spe«so lo .acc.>:sso di insolazione, sta i n qualchP cosa olfatto diversale a•attione sta, sicrome io uo dimostrato in un tlpposilo la,.oro (ll nrl ' 'e'ltiar io tlella fanteria. il quale oon coJ•risponde alle influenze della stagion~ più caldo. A megho spiega re rtueslo teorema debbo premetter e lalune Osf!ervazioni sopra lo scopo del vestiario iu generale. Ca inse~na l'e.::perienza che l'uomo ~i sente b••ne soltanto, se la !.emperalura del suo corpo, la quale si aggara in una media compre<:a fra i 36• od i 3~ del centigrado, rimane col ) C:r~ .Beuuirmun!J unà dbl:uhlng dts fn(aiii Prùim. au( dem Jlwu;IM uttd dCA Eìll{IU$1 tkr Klfidung darau( - (lJeulsclul IIUUar·or~lie/11• Zeìlschri{t, U,ft 7 UDd 8, 1586)


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RIVISTA

stante su questo livello. Qualunque abbassamento peratura del corpo sotto i ;J6•, al pari di qualunque sopra i 3s- centigradi r-eca senso di malessere, e cessivo abbassamento fino a 24•, cosi ad elevazione segue la morte, là per raffreddamento o colpo di (Kirchner), qui per sovra-accaloramento o colpo di Ora, poiché la temperatura dell'aria nella nostra perata é, durante quasi l'intiero anno, più o meno revolmente, inferiore ai 36• C., ne consegue che questa zona, nato nudo dalla natura, per difendersi freddamento abbisogna del vestiario, ossia dell' imr•o~DIIIIl del corpo con uno o più strati di cattivi conduttor i lorico, i quali limitano gli esiti calorifici della pelle la condu?.ione e la irradiazione (1). Cattivi conduttori del caJorico sono in minor grado le per· vestiario di tessuto vegelale (tela, cotone), in grado le stoffe di tessuto animale (seta, lana). Anebe secca è un pessimo conduttore di calorico, perciò gli oggetti di vestial'io, i quali contengono molLa aria, gli abiti ovaltati e le pellicce, conserv~no caldo nel migliore, il corpo dell'uomo. Da ciò risulta eziandio che il bisogno di vestirsi è diverso, tanto nelle singole sla~ioni dell'anno, ebe varie zone e sotto i varii dirni. Gli abitatori dei delle zone equatoriali, come è noto, vanno nudi tiero anno. l nordici al contrario, P. gli abitanti dei avvolgono nelle pelliccre. I nostri maggiori dell' mezzo, gli antichi Germanici, come racconta Tacito, vivano per vestirsi degli animali che uccidevano, la (t ) Questa funzione del vestiario e appoggiata anelle alla capad&i. all'organbmo stesso, di potere rinforzare o ridurre, secondo il esiti caloriferi del corpo, e mediante le vicende della riple.oezza dJ pelle e per la interuita della separa;r;ionc del sudore. La OI'Oiel•llllt il troppo intenso raiTreddamento è eostituita dal restringimen&o delle pelle e della riteo7jooe del sudore (pallore, pelle d'oca), la il troppo forte riscaldamento della dilatazione delle vene della pelle mento, goonore della pelle) e dello altbon\laoti separazioni di sudore. meccanismo viene chiamalo regola tore del ealore del corpo.


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e pelo sì cingevano attorno al corpo. È stata solamente la progressiva civilizzazione della razza umana che, mediante la introduzione delle stoffe da vestiario artificialmente tessute, ba fatto nei nostri Lempi uno sviluppalissimo ramo d'industria di questo bisogno della vita per gli abitatori della zona temperato, ramo di industria inoltre, il quale, per la iniluenza della moda e per i relativi cambiamenti nel calore, nell'acconciatura e nel taglio degli og~e.Ui di vestiario, esercita la sua continua atLraHiva anche sull'odierna coltura umana. Così noi vedia:no ovunque sulla terra abitata, ed ancor più chiaramente presso i popoli pr imitivi, come la regola dell'avvol gimento del copro a mezzo di cattivi conduttori del calorico si acconcia nel modo piil esalto al bisogno creaLo dai r·upporti della temperatura, del clima e della stagione. Pertanto deve r itenersi quale meno esatta la opinione del presidente dt'!Jl'Associazione Afrrcana occidentale, il signordott. Carlo Peters, espressa nella sua conferenza tenuta nello scorso anno qui in Breslau, quando egli additava quale uno degli scopi e dei prodolli dello colLura di quella Societa il felicitare gli abilanli di ogni paese del vestiario europeo, schiudendo per tal guisa un nuovo campo di commercio all' industria tedesca; opinione fallace, dissi io, poiché accanto al rhum ed alle armi da fuoco di Europa nulla si mostra nel co~o del decennio più adatto ad annientar~ i nativi dell'Africa centrale quanto il vestiario Europeo. I nostri viaggiatori Africani soccomberebbero probabilmente al clima del continente nero in molto minor numero di quanto in realta non accada, se essi adattassero il loro vestiario alle esigenze climatiche. E pat•imenti, l'armala del grande Napoleone avrebbe, con. molta probabilità, perduta quantità assai minore di vite umane In con~eguenza del freddo nella campagna di Russia, se ~ suoi soldati avessero avuLo vestiario adatto al clima di quel Paese nordico. L'ingegnere P. M. Slappf, il quale fu mollo ~peroso nella costruzione del tunnel del Gottardo, ha fallo 10 kl'tJssanli osservazioni relative alla influenza del calore terrestre sul calore del corpo degli operai occupati io quei lavori. La temperatura dell'aria montava nel tunnel, e, per-


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RIVlSTA

vero, dall'entrata per Tirolo più sollecitamente gr-esso per Go~chen, mon mano d1e aumentaTa la dall'apertura, da :;• fino a 17' C. sopra la l'aria esterna. P roporzionatamente saliva ooche la tura del corpo degli operai, io ttuelli eziandio an inazione ed in abiti affatto leggieri, da 1' fino ad t.r completo denudamento, durante il lavoro nel tunnel Slappf- promuove mollo efficacemente il senso di come mi ~tono di r·ecentc pet-suaso per ricerche su me È aocbe degno di o~serva zione il fallo che i nulmei'OIIf."l di insolazione nelle truppe, i quali aggrediscono ..,..._,!Oiìlli forma epidemica , riferiti da medici di marina inglesi deschi, ri~uardano •tuttsi esclusi,'llmente Europei, soldati di marina. Si possono terll're mille contro uno -gli Europei sape::tsero decidel'si !;Otlo tali condizioni, una temperatur·a dell'aria da :w s 39" C. all'ombra (l) aci lare il costume degli indigeni, cioè a·i an:Jar quali sottrarrebbero a quella tl'isle sorte. Ma quanto gli eè i Tedeschi specialmente $0iano attaccali, r·iguardo sliario, al caro vecchio uso possiamo vedere nei nos&rl soldati, i quali, non di rado nel mezzo dell'estate sotto la lunica unu spel'!l8 giubba di panno. non 8\'rebber(> troppo rreddo colla semplice uniforme, per neghittosa abitudine. La popolazione civile del nostro clima si veste, noto, pe1· i'<linto piu leggierrneole in est.ate che in Ciflscuoo, solamenlt> !!econdo i p1·oprii me1.~i, ha il rtido di estole e quello di invPrno, ed in quP.sti steni corr edi apporta, a mezzo di a biti iute1·ni, varie mcldiiiJCII nello spessore e noi numero de~ll strati dì vestiario, procurano un esatto adttUamenlo di rruec;lP di~1 POSIZ.IOI il riofrescamento del corpo a "Cconrla dei diver&i Dl~lot~rna: sto~ioni e ùei giorni. Il touri8te, se gli occorre di nel cammino e nella ascen~ioue di una monla,:na in si "poglia, come o;i ::oe, del ve!'tiar io. L'arltgiano, il (t ) o~uadonl di Staples in ~ow bera (Indie Oceideotall) e ti TiCOt•SIU (CiRCA).


il contadino lavorano in E'State in maniche di camicia, anzi, nou di rado, semplicemente m cami·•ia e sottili brache E tuUa· •ruesta gente non aromola mai Ji jnsolazione. Altrimenti corre la bisogna nel soldato. Egli parla sempre 1•1 sle~!:O vesttario, in anverno ed in e~tat'!, in riposo ed al lavoro, tn :,enti nella come in marcia con a rmamento di guerra. Ma s1ffatLo vestiario è, pe1· le sue qualità flsiclte, un vestiario · .rinvt>rno nel modo più completo, consigliato dalla espertenza, c!te mo!ltra come l'uomo del nostro clima per la pr·eponderante maggioranza delle stagioni e dei giorni rresclù abbisogna princrpalmenle di un simile \'CSlito. Ma questo corredo altretlnnlo è adatto per l'inverno, la primavera e l'aulunGO della no~tra zona quAnto si appalesa rontt•at•io per l'e~lale. Più che nove dPcimi di superficie del corpo del soldato sono avvolti da un doppio e, fino, ùa un tri plic~> strato di stoffa di vestiario, che nella serie dei calllvi condultori del culor·ico sta molto allo: lo spessore e la densitil dì questa stolTo, il perturbomento gener·alo cho essa procur a a.l tronco ed nlle membr a, finalmente la stretta applicazione di una per le della stessa alla !SUperficie del COrpo per l'azione delle Cinture e del pe,oO JeJI'equipa g~iamenlo, tutto ciò, non solamenl~ oppon" una con~ider•evole, ed in talunc parti del corpo invmcibile, resi<ttenza aali esrlt del calore m ediante la conduzione e la ir·r·adiazione, ma la oppone cziandio ulla evaporazione ùel sudore, questo potenti<~ ... imo fllltore dr rinfrescumento in marciu. Io in una ~eri~ di rirercbe ho procumlo di "tahilire piu "Olidam~> nte IJUale sia l'rnfluenza cbe il ve~tiario ùel ~oldalo PI'Usfliano oppone agli oo:ili del Clllore per· la via ùel!a pelle, mentre io paragonava il tempo, neces<turio per il l'inrre<tcalllento dt un va"O ripieno di acqua caiJn ùa 3<r a H• cenli- ~r-adi (li111ili della t~mp,.ralura dell'insolazione). a) nt.·lo slnlo nuao •• nello st.at.o \è):)lito; b) collo supe!'ficie scccn a colla supRt'flcie sudante, ~ollo il puuto ui vist.,. della lt•mperalut·a e dellll umidilil Jcll'ar'la e <l"lla velocità tlel ve:lt) (nl'lificìalmente oU.enula. con uu rno linello o. vento a mano) (l). Que~te ricet·che porsero int•:rec:-

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ru Ct~ 8ev:ar~'""11 uni llhkiilu rt9 des in(anJtriJI~" ou( d"'~ Varei" Llltd '1~ Eire{luu dtr Jdtìdung cl•1ro11(. - (lJeuluhe ltl lliltir<ir·.Uiiche Z~t~ellri(f. I~SS).


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santi e ,·alidi risultati: esse d imostrarono, i" il ra~guardnctf grado di r itardo nel rinfrescamento a causa del rivestm...arcr del vaso col tessuto della, camicia e della tunira, 2" la ellO!We influenza del su•lore l'lui rinfrescamento del corpo riacaldato (1), e ~· il considet•evole aumento della influenza rinfrescante del sudore quando vi si associa la oontempor•~Ma­ azione del vento. Nella scperficie secca l'avvolg1menlo colla sola calrnica;j~U ritarda il r infrescaroento d el c.orpo riscaldato solo .ti 11/t 2 volle in una dete rm1nata quant1ta di tempo: l'avvollgitnelllfQ:·J;..'~ con camicia e lu'lica lo ritsrda, all'incontro, di 21ft a&, e4 a seconda della velocila del vento; vale a dire, con vento da a 8 4 miglia di velocità a ll'ora il vestiario garanlisee ... lativame:1te meglio dal raffreddamento del corpo nudo ebe: con vento debole, come la cifra assoluta del tem po del rinf•·escamenlo e piu piccola è su quest'ultimo. P er •l corpo su· dante la camicia sola dà uu minimo ostacolo per il rinf'rescamenlo del corpo anzi con un vento di due miglia di velocità ne dà uno impercettibile, evidentemente a causa dell'tlgoale dist1·ibuzione dell'acqua nella camicia e dello stretto contaUo di questa con la superficie dél corpo. All'incontro l'avvolgi· m ento colla camicia e con la tunica impedisce considere•ol· meutc il rinfr<>scamento del corpo sudan te, e, cioè, con calma di vento per 3 volte e con vento e due migha di velocità per più di 3 lfj in un delt:H'minato te mpo. l n altre parole noi da queste ricerche abbiamo lraUo la conclusione che 11 fan lacci no in mat·cia n ell'('slatt:, se tosse affatto nudo, ma sudasse, !)Qlrebbe dare esito a -i volte qael s udo re, eh& egli può emanare col suo vestiario sttualf. o, con altra espressione, che il fantaccino in marcia di estote, se fosse vestito d&lla metà meno ca.ldo come e ora, d11rebb& esito a circa il doppio di interno calore, e ciò bast'l a pre-

(~) Il sudore viene imitato eoo un regolare spruzzamento eoo acqua calda sul vaso medi:mt.e un :~p parato polverlzzatore. Tali ;iccrche r.onfermarono udle la ccnosciut.'l favorevole innuonza delle lavande acquose sul rlllfresc:alll80tcJ del sohl:~to ill marcaa, la quale innucoza non ripo;:l tanto sull'azione ~ raut.o dell'acqua quanto su i materiali che fornbco per la evaporaJiOIII sudore.


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"eoire quàlunque iper~enesi di calore minacciante peTicolo. Sulla marcta io estate si aggjunl{e sovente un'altra influenza, ehe riduce ancùe più considerevolmente la capactlà del vesliar·io per la emissione del ca: ore, cioè la it•radiazione solare. P otchè s:olament~ una minima porte della superficie del corpo del soldato é dire ttamente colpita dal sole, vale a dire la pat•te del volt<• non ombreggiata dall'elmo, la perle superiOt·e del collo e le mil.ni, in lutto circa 800 millimetri quadrati di pelle, cos:ì è chiaro che la influenza riscald~s n le dei Taggi solari si spiegherà precipuamente su gli oggetti di vestiarto e di arma mento del fantaccino. È noto per la lìsica che il grado di riscaldamento di un corpo a mezzo dei r aggi di luce non dipende tanto dalla sostanza ùel corpo qua nto, e mollo pi(t dal s uo colore. Le stoffe di vestiario a colore oscut·o, 11ero. bleù-cupo, rosse e vet•di- oscure, come direttamente dimostrano le rice•·~he di Coulier e di Krieger, assorbono quasi il doppio di calore che non ne assot·bano le bianche e le ~iallo-chiare. Egli è per ciò che, come è noto, gli abitanti del sud color iscono in bianco le loro abitazioni. Per lo stesso motivo é bianco il turbante di molte popolazioni orientali e la burnus degli arabi dell'ovest (bedutni). li pratico ioEflese, in fot·za della stessa ra~ione, si veste sotto i tropici, preferibilmente di stoffe a colore bianco o giallochiaro (Nauking). L'inesperto tedesco, al conlt•ario, ùipioge ;n nero od in oscuro, come ha dimostrato la moda dello scorso estate, il cappello di pagliu, che è. naturalmente ed .affatto risponù'3nle allo scopo giallo-chiaro, oppure porta, come non ùi ra ùo si vede, nei giorni assolati ed a mezzoaiorno un vestiario di panno a colore oscuro ed un cappello di rellro nero, lamentandosi poi continuatamente di grande caldo (1). Del tutto in rapporto a queste esperienze, tra i vari oggelli di corredo del soldato, si riscaldano nel più alto grado, come io bo potuto dimostrare a mezzo di un grande numero

------------Il) Per lo Stt!.iso moUvo sono da n nosi l parasoli rosso-fiamma prescritti da.Ua WOfla.


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di mi<~ure (l); quei neri, relmo, il car tucciere. la bona• pPJIP, ~li stivali e p01 la tunica, il mantello, lo zaintt, racc•a. Dopo tre quarti fluo ad un'ora di ir radiazione 801Je. il sole di autunno e ùi pl·imaveJ•a sul mezzogiorno, in eallìlllli di vento, l termometri fissati nei nominali op;getti segoatGG& una temperatura fra i 3!l" ed i H• eenlig Sotto l'a1Jone W vento ti ri!tcaldamenlo .- mollo meno potenti'. Co"l pure gli oggelli di vestiario e di armamt>nto non t>i r tscalchmo, diuario, tanto for temente sul corpo del fantaccino quando un lato può contr o- agire la inlhlPnza rmfrescanle della porozione del sudor e, dall'altro il movimento dell'aria marciando. Eppur e io, anche sotto queste condizioni, ho vedlllonon raramente salirt> net ltiorni di sole la tpmperslura mi berretto, nell'elmo, nel mantello, nel gamellino, nel cartucciere, nel taino fin presso ai 40' centig. ed anche più in sa una volta nel berretto flno ai 4:>• 8 centi~. (2). E chiaro che gli o~getli dt vestiario e .ti annamenlo, l quali hanno raggiunta e sor pac;sata la tempera Luro del corpo,. non solamente si renòono incapaci di conclurl'f> il caloricoCuori dell'or·~enismo, ma possono riYolger<~i in nuove pericolo~e sor~enti di calorico. Ciò ci \iene appr eso anche da quella lragica sorte di una fanciulla dicia~~ellen ne, la quale, come narra Spec.k:, allo !'Copo di J,tuarir e di une contraUUre artril1ca, dietro . com•i~lio di una vicine, avviluppi\ le sua membra in una pelle f1•esca di pecora, si pose 1n lell.o e D copl'i con pane caldo e rli rre<>co cotto ed, inoltre. con una coperta di p10me. La ra~aua, dopo meu'ora. si lamentòdi maJc ...sere e poi, sotto un inlPnso sudor,. cadde in gra• sonno e sbelordimento. Quando, dopo qualche tPmpo, si 'fOlle di nuovo veuPre come avesc:~> agito questo metodo •ti curs,.. si trovò la fanciulla g1à morta. 11 medico consU1L6 che il peae

la'-

-

U) l>tutulle Mililàrtirzllicht Ztllullr.. 1&<5. ltl Il llf·IT"tl.o, In gM~eral.-, si n~calltl "lllO l'inJID.>!O tiPI r ~gi ~ol:ari più foto temrnle che l'elmo: perciò an rf'ne c:he l'aria sotto il herretto •1uasl rblaP'o mentre 1bll'elmo puu sruggire. PertAnto l'elmo, benchu piu p~!IAJite, rl~ alla le!ta phi rre,co, e piu aP.reato del berretto, ed ;., qnrn111,1n ~t"nera~. plà

:;radlto al sold3li.


993 dopo due ore della sua estt'azione dal Corno conservava una 1emperatura super aore ai W eenl.i~. Il calorico rag~ionLe del sole è l'l.alo in ogni tempo temuto dagli abitanti dello terra. L'uso del parasole ,·. perciò mollo più vecchio che quello del parapioggia nella storia della umana eo:tura, ed anche oggidi è aiTatlo generale presso gli abitanti dei Tropaci. Alcune tribU arabe (1), come racconta Stapff, portano anclle in estate gli abiti roderali di pelo di pecora per direndersi contro il sole e, parimenti, i Mes!'icam e gli Indi del :\fessi'co lavorano innanzi ai forni di piombo con doppi cappelli di rellro per allontanare dalla testa il caldo raggiante. In conseguenza della intensa e prolungata irradiezaone del sole ~ulla lesltl viene in campo anciJe la punta. di aole, cioè una grave malattia del cervello collegata a disturbi intellettuali, che, in generale, sotto il de lirio conduce rapidamente alla morte {2). Que.ota malattia ~i avvera perciò qu8'1i con magt-riOr frequenza nelle popolazioni ch•ilizzale, come nui militari, e nei contadini, i quali dormono all'aperto sul m»7.7.0gior·no senza copertura del capo, nei maef'ltri di nuoto, in coloro che ascendono le monltlgne ~>d in allri. Nelle truppe 10 marda, come è conosciuto l' influenza della irradiazione in estate si rivela #à dopo poco tempo con rorti sinlr•mi di ris~ldamento e rrui purt>, conformemente aii'P!=<pt'rienla conduc~> con ecc~ssivo. facilità all'acc~:sso delhl in-;olaz1one. Cercando ora, miei ~ignor•i, di rispondere, prPcisameute, anzi lutto, alle domande ... uJle cau~e dell'insolazione, veniamo a dedurre due es,ere realmente i momenti cau,.ali, per i quali sa deter•mina l'eccessiva ascensione della temp~>rutura del ~'Or·po, la 1uale caraUerizza l'in~olazione, cioè: t• La rilevanLo> elevazione nollu produ.zaone del calt>r e del COrpo Il cauc:a del lavorao muscolare porlalo dal mar·ciare eoll'equipaggiantento, e Ul Cio ho osscnato anche lo In Egitto. N. ti. T. ~~ o''"tn.llic/1, fu spes:;o, &nrhe cb taJoni me•liCL, i..tenUflcaUl coll:l ltUOÙI· ~~. u.., a Ulrtu. Come la mnnireslaziooe delle malattit) no sono diiTcrenli le Clb.l drrttle.

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Jl fantaccino in marcia somiglia quindi ad un tm]ple;g&tlfk le r endile del cui stipendio improvvisamente si ra<1<1<J•PP••a• ma il quale, ad onta di ciò, nulla o poco più che per lo naozi spende in danaro, sem plicemente p erché egli si in una località, ove, con la migliore volontà, non può dere di piil, come in r·ealla talora accade. È naloralo che tale impiegalo realizzi dei r isparmi. La sua fortuna aumenla di mese in mese. Finalmente la sua bor sa non può piu eoatenere tanto danaro e si rom pe. Affatto similmente occorre per la economia t.ermogeoica del fantaccino. Anche Je sue entrate in calore s' innalzaDO presto, per la marcia sotto il carico di guerra , quasi del doppio di quanto non accade per la formazione del calorico ael riposo del cot·po (esalLamente da 115-130 unità di calorico per or·a a 250- 300) (1). Ma. all'incontro, la sua produzione in calorico, durante la marcia, é, a seconda dei rapporti della stagione, poco che raddoppiata, appunto pel'ché egli é serrato in un abito, nel quale, con la migliore volontà (c.;ioè, ad onta dell'eoergi4! sudore e della massima dilatazione ùelle vene della pelle) non può dare esito a maggioee quantità di calore. Per ~ guisa Il fantaccino anche risparmia calorico: la temperatu.!f del suo corpo monta di minuto in minuto. Alla flne i~ organismo non può tollerare oltt·c si alto g ra,ìo di tempelW" tura: si ha lo scoppio per· cosi dire. Ecco l'insolazione l_.. E come elfeLtivamente si eleva nellE' marcie esli "e~ peratura del corpo del fantaccino! Sì, essa monta in _:JI eccezionale, come io ho potuto dimostrare nell'estate l~ e 1886 per più di ollanla speciali osservazioni su ì 80idati del

meae

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(() Deul&che 11tililà1·6r:tl. Zeiltchr ., ~885 e tS86 -Un n nn1til dJ cal<~re, ~ mata in scienzJ. C!lloria, e IJ'IClla quantità di calorico, la qual~ innalza dii la temperatura di un lllro di acqua.


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nosLro reggimento, mediante dirette misure (l). Essa monta, in rapport.o alla temperatura dell'aria, della umidità dell'aria, 'Ciel movime11to dell'aria, cou1e anche in rapporto alla durata ed alla intensità della irradiazione solare, da 37• centig. fin sopra i 3R• ed i 39• centig. e fino ai 400 5 centig. quindi ollre la ]iena altezza febbrile. E q~Lest.a temperatura ùel corpo era già stata raggiunta dopo una marcia da s;4 ad un'ora e mezzo .e nelle normali condizioni atmosferiche del nostro estate! E IJUÌ at:ldurrò a vQi, miei signori, taluni esempi tratti dalle mie osservazioni. 1• Al mattino dell'8 sett~mbre 1885 il baLtaglione di fuci,Jieri marciava. da Mollwìtz a Prieborn. Dopo un riposo di mezz'ot•a presso Bankau seguì, sulle 9 e «h, una marc1a di un'ora e mezzo per una strarla accidentata, ma ben balluta. L'aria era mite ed umida: la temperatura a 15• R.: il grado di saturazione dell'umidi la dell'aria 86 p. 100. Era quasi completa ·calma di vento. Si aveva quindi un'aggradevole tempeealura da camera, ma L'aria era in a)to gra(io satura di umidità e scarsamente mossa: dominavano perciò le condizioni molto sfavorevoli alia evapor·azione del sudot·e. A. circa mezz'ora ·da Prieborn, ln un campo di formentone fu misurata la tem_peralura del corpo in sette fucilieri della 12" compagnia. :La mia serie di osservazioni durante le manovre si condusse con tutta l'esattezza della scienza. Gli oLto rucilieì'i, benché mite fosse la temperatura atmosferica, erano, con .grande sorpresa, potentemente riscaldati. Avevano il volto cupafuenle arrossito e goofio, lo sguardo fisso e stupido, la respiJ'atione accelerata e quasi ansante, il volt,o e le mani densamente coperti di goccie di sudore perlacee. La camicia et'a bagnala da torcere. Ed in tutti ed otto il termometro saU ìn pochi minuti fin sopra i 39• centig. Questi soldati mostra: vano in media, una temperatura del corpo fl'a i 39" 2 ed i IlO• 1 centig., avevano quindi temperatura altamente febbrile. Un fuciliere, mentre si misurava la sua temperatut•a stramazzò tramortito, appunto quando il t~rmomett·o, montando -!t ) Deutsche mi!itò.rlir.z.tf. Zei!sc/lr., tSSO.


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a colpo d'occhio, a veva raggiunto i 40" 1 cenlig. Appeua • berato dagli oggetti di uniforme e di armamento, il sol~ si riebbe e potè, ma senza zaino, proseguir e sino a Lel'IQIM la ma rcia. 2. Li 29 di maggio, da metzodi alle due pom., io reci t'ani da un ~oldato infermier e e da tre fucilieri una mal'eia ~ esperimento di mezxa ora sulla strada sabbivsa presso ..."-··slau. Essi erano equipaggiati in marcia da campo: er ano gli zaini e le bor raccie. Ciascun uomo recava car iche di fucile. Il bavaro ed i due bottoni s uperiori tunica erano aperti. Era una calda ~iornala di primavera. ché la tempet'alura dell'aria non saliva oltr e i 20• R., l'umi• di là = 31 '/.: il sole spleodev~ nel cielo se reno Spirava mite ve n lo cl a s ud, di una velocità di 3 a 4 miglia all'ora. La s~ nella massima parte, non ombreggia ta. l quattro sol(iati aveva no: pr ima della marcia una. temperatura di :J7•,i fino a 38- C.; dopo la mar cia . . . . . . . da 39",:4 fino a 39',9C. Per conseguenza dopo mezz'ora di marcia col carico guerra si ebbe una elevazione di J,a• a 2• C. nella temperat Ul'O del corpo. Da questi esempi vedete, miei signor i, com e, già solto Cl01l· dizioni meteoriche, riguardate nel nostro clima estivo an• cora come mi li e che sono molto frequenti, le elevazioni del calore nel fa ntaccino si pronunciano in quello stadio corrispondente all'incirca alla temperatura delle malattie febbrili che rappr esenta il prtmo passo per raggiungere il grado eccessivamente allo, proprio all'insolazione. È ovvio che untt temperatura a 39• C., ed anche pill.~ durante una marcia di più ore sia lutt'altr-o c he un l'atto tn• cliiTerente, cito invece spiegJJ la sua inttuenza sulla capaci'* di resistenza del fantaccino. Questa influenza venne facilmenq. verificata con esatta osservazione sulle truppe in marciaEssa riguarda in parte la nutrizione, in par te il sistema ner• voso ùelle truppe. l n relazione al pt·jmo fallo, alla nutrizione, la mia attenzione era slala già do tempo colpita da,! considerevole dirne:' . • l'J1J gramento della truppa dopo una marcia fouata nel gJo

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aldi, ad onta del s.ufficit>nte nutrimento e della sana dige111ione. Originariamente "upposi che questo dimagramento ••essè la suA ra ~ione nel più abbondante consumo di materiale nutritivo in con~guenz:e del lavoro muscolare. Ma .questo dimagramento venne O~l'lervato in maniera affatto uguale anche ne~li animali, la cui temperatura si era artlfieialmente aumentala sollanto coll'imprigionarli in casse riaealdat~> e M07.8 obbligarli ad attività muscolare di t-orta. Lillen, inoltre dimostrò medianls esatte ricerche, che le 81te temperature del cor po h~nno per cons.-guenza una aumentala dispers•on~:~ di materiale organico, "pecialmente in aostan.:e alb•Jminose, con degenerazione in quasi tutti gli Clrgani inleroi e con con~iderevolf" diminuzione del vigore del -c:orpo. Gli animali, assO!-fgettati all'esperimento, mostravano sempre un colossale dimagramento, il quale non dipende M· lamenle dalla fame. Il noto d•ma:zramenlO dopo l'uso normale dei bugni russi si ha rrobabilmeote a •·iconùurre ad uguale cau-.a. Parimenti il grande dimagramento nelle malaltie febbrtlì deve, secondo Liebermeisler, coMiclerarsi estenzinlmentt> quale un c flelU> delle alle temperature del r.orpo. Con questo di maftramento del fantaccino combinalo al denso ~curameoto del suo volto si ~piega in ogni caso l'aver dello Mur~inna dei soldati del principe Enrico che a lui sembravano come invecchiati di dieci anni. Il "econdo visib1le effetto delle alle tempPr-ature del corpo ~ quello che si ::~piega sul s istema nervoso. E questo è più potE>nle del primo, poichè si mostra ftià durante la marcia ed attacca immediatamente la ca pacità di resist~nza del fantaccino. Si manifesta .con sintomi di rilasciame nto e di Rpos$&mento net·voso, specia.lmenle con senso di languore e come di rottura, con diminuzione nella energia dell'azione genetale dei muscoli e, con:;~eguenlem enle, con scemata Cllpacii.U di reggersi sul proprio peso con inesprimibilo sensAzione di debolezza e di bisogno di riposo, con inclinazione a seder,.i od a cor icarsi, t!nalmente con prorondo abbattimento se~uito da mancanza della coscienza (deliquio). Quando rag· gtunge il più accentualo grado, questo effetto delle alle tem· perature del corpo sul sistema nervoso si maniCe!itn nella


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nota forma di sonnolenza, la quale circostanza si é tenuta, a torto, in scarso conto nell'armata. racilmente si vede, v'ha solamente un passo da nel quale la temperalara si ag~ira su i W C., alla solazione per una temperatura a 42- C. e piil. Casi forma morbosa sogliono perciò precedere l'1nv·aG•gre· insolazione nelle piti numerose contingenze. Essi essere sempre per le tr uppe un segnale di avvt!rtimeli~ indica il pericolo della insolazione. Tt·uppe che in buon lAmpo a stanchezza. si difendono per ciò dentemente contro la più grave malattia che è rin801~ A rigore la sonnolenza appartiene già al campo della insolazione: gli è che ne rappresenta solamente la piu lieve. Queste manifestazioni nervose si osservano in fatto uguale nell'inizio delle malattie febbrili, alla prima s ione della temperatura del corpo. La signitlcazione di sintomo sta appunto negli effe tti della subitanea della t.emperatura del corpo in persone, che poco prima erano perfeUamente sane ed in verun modo ad influenze debilitanti. Ordinariamente questi sill1&oiD.IJ gono riguardati nel fantaccino quali semplici m1m11N~ di st.anchezza in conseguenza dello sforzo muscolare. la cosa non sia in questi termini si conosce •ca~·"..'""'"'~i fatto di vedere nei giorni di maggiot• caldo entrare i sintomi di rilasciamento in una truppa quando può essere questione di spossamento fisico in gente vane e forte. E, come gia all'invadere della febbre, è molto singoli individui la reazione del sistema nervoso, fallo porgono esempio pe rsone, le quali con una tura di 39" C. vanno ancora attorno per la camera il loro sigaro, e queste sono in generale le rebbricitando sovente. sono abituate a queste temperatura, mentre altre già per una temperatura lare dì 38-,3 C. si sentono spossate e come rotte ed sognano di coricarsi, e queste sono specialmente le ehe febbricitano soltanto di rado e che mai nella loro


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cedente sono state inferme , cosi noi vediamo in una truppa in marcia i singoli soldati soffrire in grado molto diverso le elevate temperature del corpo. Vediamo, particolarmente, i soldati giovani, non ancora esercitati e che marciano di rado spossarsi molto presta nelle marcie estive e stramazzare, mentre soldati, più a var:zali in età, n:ia esercitali e che mar· ciano sovente, sopportano benissimo temperature del corpo di 39• C. e più per un'ora e due di marcia. Fra tutte le inJiuenze sul sistema nervoso l'abitudine é quella che esercita il ran,:to più importante. Io ho d'uopo, miei signori, di rammen· tarvi al proposito solamente al ~re note alterazioni} per esempio quelle per la mol'fina, per l'alcool, pe1· il caffé, per il tabacco. Questa abitudine spiega l'influenza degli ese1•cizi militari sulla tollePanza delle marcie di guerra in estate e sulla prevenzione dellP insolazjone. 11 contrario si deve pensare per gli effetti debilitanti, che spiegano sul sistema uervoso, secondo ne apprende l'esperienza, e <f1.1iudi sulla frequenza delle infermità da insolazione il sonno insufficiente, i disturbi della nutrizione e della digestione, lo stt·aordina.rio e talora lo stesso Ol'dinario uso dell'acquavite, gli eccessi, in genere, di "Bacco e di Venere od altre potenze debilitanti. Risulta quindi come sotto tutte le condizioni un'elevazione del calore nel corpo del fantaccino in marcia è perniciosa alla resistenza fisica di una truppa, e ciò, ln vero, in parte direLlamente pet· lo spossamento nervoso e per la diminu· zione delle forze muscolat·i, in parte indirettamente per la diminuzione del peso del corpo. Qui, sotto il punto tli vista pratico ci si presenta e ci preme una importanlissim\'1 domanda: Come possiamo ooi evitare nella marcia in estate una tale elevazione del calore organico e prevenire cosi l'invadere della insolazione in una truppa in marciaf Per fermo che non è in noi l'impedire che in estate la temperatura sia più alt.a che nelle altre stagioni dell'anno e che durante il giorno splenda H sole. È forza sottostare a queste condizioni. Nè abbiamo noi la facoltà di proibire che il..soldato marci in estate ed in pieno assetto di guerra, chè Clo è inerente alla sua missione. Ma queste condizioni noi


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possiamo modificare in modo che il soldato non faccia ~ marcie in estate con gli abili da inverno. Mediante le misurazioni di temperatura presso i soldati nostro reggimento testè menzionate venne dirno.. trato cbeJI facilitazioni nel vestiario fino ad ora concesse (l'apertura dii collarino e dei due bottoni superiori della tunica) non ....,!Wi'l't'W ancora sufficienti ad impedire du1•ante i giorni piil ealdi elevazione considerevole e pericolosa per la vita, del organico. Ciò confermano i casi di morte per imolazione, cor numerosi dopo la introduzione di queste cautele. o tardi, pertanto, sarà d'uopo decide1·si ad più radicali. Una più ampia facilitazione di quella fin qui perme!lsa, nella piil larga sbottona tura ed apertura òella tunica, si esclud&, da sé slessa, come facilmente si compren,Je, poiché eoslal giunge troppo presto ad un punto, nel quale, secondo il nostro sentimento Prussiano, Il soldato comincia a perdere l'aspeUO militare. Solo con il cambiamento del sistema di vestiario fin qui adottato e colla introduzione di un corredo esclusivamente per l'estate si possono ottenere facilitazioni ampie ed allergerimenLi sensibili nell'uniforme, compatibili coll' aspet&o militare. Per tanto, dovrebbe pensar-si, anzi lutto, a far marciare Je truppe in estate ves tite completamente in traliccio, ma Dtl resto regolarmente equipaggiale, come si pratica gia nelfl esercizi militari minori. Ma perché questa modificazione nCMl incont1·i nè opposizioni, che possano farla ripudiare per &elua rigot·oso riguardo igienico, conviene che l'uniforme di ~ liccio sia mollo ampia s1 che nelle sue pliche giuochi l'e~ l mperocchè nelle marcie estive un uomo vestito con cemiCit. di lino e giubba di traliccio, sudando presto ed abbonclaldemenle e rimanendone inzuppate la camicia e la giubbt, ae stabilisce in allo grado il pericolo del raffreddamento per la intensiva evapor•azione del sudore sulla superficie del v~ stiario, quando questo sia strettamente applicato al corpo. Negli u!Limi anni è venuta in uso per esperimento preSSO singole sezioni di truppa, e particolarmente per i piccoli


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ilscrcizii una specie di giubba della di Litefke per sostituire la giubba di traliccio. Ma io. ho fallo eseguire talune volte que,-ta esperienza da uo fuciliere, marciando senza zaino. Benchè queste ricerche siano tuttora scarse e le s i abbiano compiute in condizioni meteorologiche r elativamente favorevoli. pure han fallo conoseere una differenza nel riscalda· mento del cor•po a favore del Lilefke paragonato a t•egolare equipaggiamento da r.ampo. P era!Lt·o ~ d'u-:>po di un giudizio definitivo, fondato sopra prove maggiormente vaste, prima di proclamare assolutam~nle il favorevole risultato di questo sistema. Molteplici considerazioni, specialmente solto il rapporto dt!ll& conservazione della salute del soldalo in armonia colla sua tenuta esteriorE>, in maniera da deviare il meno possibile dalla. attuale tenuta r egolamentar·e e eolie forme delle tenute finora sperimenlale, mi hanno condotto a poco a poco nel corso delle mie ric~::rche ad un progetto di vestiario estivo pet• la nostra fanteria, che descriverò brevemente (1). Il progetto abbraccia tre puoLi, cioè: i). L'introduzione dell'uso di una camicia di lana nell'esercito in surrogazione di quella di lino; 2). L' introd uzione dell'uso di una tunica di estate, alTatto 11econdo il modello attuale, ma di stoffa leggiera e tale da potersi lavare; 3). Un abbondante impiego del mantello in estate, il quale, inoltre, deve eslier fatto di stoffa impermeabile. Quanto alla preferenza della camicia di lana su quella di lino, specialmente nelle persone che sudano facilmente, ed il fantaccino, marciando in estate suda continuam~nle, domina Olo'{~tigiorno tr·a i perili unanime opinione. Le pratiche esperienze al pari delle ricerche scientifiche banno u sufficienza assodalo la preferenza da darsi alla lana quale immediato indumento sulla pelJP. Il tessuto della lana, secondo le investi""aztoni di Coulier e di P etlenkofer, è considerevolmente Più igroscopico di quello della tela: la lana, in egual peso di

-- -

Il ) B&llr.t..-l!tbtl' die ll'ù!Uehm~werltll àtr Kttlduny dt~ ln(llnterislen au(

Jlar~ellm in Sommer. - (Otllll!cht ,1/llilar iirzll. Zt olsrlorifl, 1886).


400!

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sl.oft'a , ha capacit.a di ecco~liere quantità di acqua t.le volte superiore a quella posseduta dalla tela. Ma tempo tanto l'assorbirnènto del sudort- che l'eVIIIpc:tra:BM questo ~i compiono nel tessuto di lene p1ù lentamente quello di tela; e così il riofrescamento della pelleo, cbe segue, è anche per il primo mollo meno rapido e compagnalo da minor pericolo di infreddatura. Gi8lsellD«l1.fA;ì miei signori, sa per propria esperienza che nello spc>gliial'lsid• la marcia, specialmente all'aria aperta, la camicia di &eM zuppa la di sudore produce immediatamente un senso di ghiacciante con pelle d'oca; el contrario, la camicia di ugualmente molle di sudore, provoca in simili o.:va•u"wvo~ Jamenle una leggiera sensazione di freddo appena vole. Il tessuto di lana, come ha dimostrato di gran lunga più della tela permeabile all'aria ed al acqueo (rapporto da 5 a 3), ciò che è estremamente tante per la salute. Finalmente si deve anche considerazione Mlto il punLo di vista militare la più elasticità del tessuto di lana; onde sensibilmente si l'impressione delle cinghie e degli oggetti di armamento pelle. Questi stessi moli vi ed espe1·ienze hanno condotto. è noto, aù adottare da tempo per interna calzatura le di lene invece delle pezze di colone. Riepilogando, io riguarderei un importante progreuo conservazione della salute del nostro esercito la "nlr'Od11JDII regolamentare delle camicie di lana. Abbia, anzi lullo, il fantaccino una camicia di corpo, ed egli potrà compiere in tunica leggierissima alcun pericolo marce solto sudore profuso. Io ri porteote per questa tunica d'estate la qualità di ser~ facilmente lavata, per oeltarla dal sudore e vere. Perciò, ed anche a causa della sua maggiore il traliccio mi sembra la stoffa più acconcia allo ho procurato di adottare tumche di traliccio, le quàli lore, nel taglio, nei distintivi assomigliano affetto a fin qui in uso: e per ragioni pratiche ho dato la ort~f81!'8lllfl al traliccio di color turchino, della sfumatura del nostro di uniforme. Gli oggetti di ornamento e di buffetteria


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rino, bavaro, mostre e rivolti, contro- spalline con numero) sono a forte stoffa di cotone coloriti in modo corrispondente. I bottoni metallici sono fissati mediante uncini mobili da po tei' essere facilmente distaccati, come nelle attuali tuniche. di traliccio degli ufficiali. I galloni dei sol t'ufficiali ed i pass.anli degli ufficiali sono solidamente cucHi e qebbono essere· distaccati ad ogni lavanda, ma si possono, forse, surrogare,. con distintivi ancor più semplici da lavarsi senza distaccarli. I colori, della cui scelta, ebbi ad essere soddistatLo, co l'rispondono per la sfumatura quasi perfettamente a quelli deL panno della tunica di uniforme, ma debbono, inoltre, ciò che io non ho potuto tuttora sufficientemente controllare, resistere all'azione della luce solare, della lavanda al sapone, deL sudore. Tuttavia ad un tale vestiar·io per la nostra fanteria, perchè· torni veramente pratico, deve all' istesso t~mpo aggiungersL un uso del mantello più frequente di quanto finora non si sia fatto. Il suo Ul:'O é indispensabile dopo la marcia, se latunica di traliccio, essendo impregnala di sudore o di pioggia, deve essere asciu gata, oppure quando occor re lavarla, e fl •. nalmente, nei giorni freschi, specie a sera od a noUe. lo dovrei qui insistentemente raccomandare di provvedere i soldati di un mantello impermeabile, fatto cioè di stoffe capaci di ritenere acqua. Ed o·ggi l'arte di impregnare di sostanze impermeabili le stoff'e è così progredita che se ne ot· · tengono delle eccellenti, senza pregiudica1•e gran ftitlo le qualità di assorbimento per l'aria e per il vapore acqueo (sudore). Il processo è abbastanza semplice da poter essere facilmente appreso e praticato dagli stessi impiegati al deposito· di vestiario e dei sottufficiali gui vi addetti. Al sopraggiungere· della pioggia in marcia, al b.nvaeco, in sentinella il mantello dovrebbe essere sempre indossato. P er tal guisa il soldato sarebbe abbastanza potentemente protetto contro l'umidità, ciò cbe risulterebbe di grandissima utilità per la conserva- zione della sua salute. Col progettato vestiario estivo sarebbero mantenute nelle lllarcie le norme fino al presente generaltnente osservate in relazione alla provvista di acqua ed al trasporto del bagaglio-

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RtnST.\

dr guerra e dAl corredo. Speciale alt.enzione dovrebbe ger~i alle nor me di lasciare aperti il bavaro ed i due botlold superiori della tunica· nei giorr.i mollo caldi dovrebbe toglier-<i anche !a cra vatta. Che mediunte una Simile tenuta estivo ri,sca di prevenire che l'elevazione del ca lore si elevi nel fan taccino ati esaRfrala altezz'l e ~be si pOS!ta quindi ovviare al Jetenninanl della rnsolazione è tal fallo cbe io ho potuto confermare a via di una serie di mnrcie sperimentali, falle ese:;ruire nel caldo mese di maggio dello scor!<O anno (1). lo selte di tali marcie, da s '4 tlno ad 1 ora e • t di dorata nelle quali preseo i rucilieri vel'llili dell'ordinaria tenuta da cnmpo e r·ecanti Il carico di ordinanza la temperatura era m ontata fio o a :l<J",i• C., nei fucHieri \ eslili n~:~lln maniera eia me dcsi!Oial3 e carield di egual peso, la temperatura non Mlì mai oltre i 38,~). Inoltre in fJuesli soldo ti il sen~o di beo essere ed il buon umore nella m&rcia si mantennero con~derevoli e costanti anche sotto il !tOi<' di mezzogior no. Ora, fi no o qual punLo la pratica confl•rmi l'ulllité di un simile vestior·io deve r·isultare naturalmente anzi tolto da esperienze ~""guile su prù larga ~cala. Miei signorr t dalla statistica di!l 1866 in poi non è ancora tra~corl;a alcuna estate, in cui l'esercito pr ussiano no n abbia avuto a lamentare per•dile di vile umane per in!'Olazione. Gio' a sperare che po~~iamo veder· scorrere l'el'lale, nella -quulo alla nostra ar·mala sia rispol'miaLo ques to sacrificio.


D'IGIE~.R

1005

APPENDICE

Sulla ooastatu lone e sul trattamenti della insolazione In marcia.

A. Modo di riconos~ere l'insora.tione. ~on v'ba indUii sicur1, che !:-i po--sano fac1lmenle sorpr•·n· dere all'esterno, della minacciante insola:t.~oue. Il soldato, in generale, presenta solamente le apparenze di un enorme riscaldamento del COr'pO, CCime tutti gli aiLr·i. Ordmariamente l'insola:dooe si riconosce prima se l'uomo stramazza; ma, in questo caso, il soccorso, come msegna l'esperienza, è spesso troppo tardivo. P tl' r·iconoscere il pericolo a tempo opportuno, cio~. prima cbe l'uomo cada, 10 ho raccomaniato il se~uente processo. I sotluf'fìciali. ed, ove 11ia po~sibile, anche gli ufficiali, debbono, appena si manifesta un risraldam~ntt> oppure !"possat.ezza deUa truppa, tenere attentamente sotl'occhio i soldati a loro 1mmediazione e chiamare ad alla voc3 per il proprio nome r1uelli i quali vacillano o tradiscono incertezza dell'andaturA. Se l'uomo risponde ~hiaro e deciso, ef(li è, in generale, enche in pieno posse«so della cosc1enza e rimane cos1, anzi tutto, accertato che egli non ver~a in pericolo: la causa del suo barcollamP.nto (dolore ai piedi, stanchezza, soverch'o JSO ddl'acqua,·•Le) può in questo ca«o essere investigata mediante ulteriori interrogazioni. Ma, se il soldato non ri~pond~, o risponde solo indistintamente, lo si deve immediatamente liJ.r,, uscire dai ran~hi ed al te111po !<les.«o •· d'uopo ricorret'O all'au~ilio dell'ambulanza, cioè, al medico. ~ ella chiamala dei nomi si ba un buon mezzo per persua dersJ se l'uomo é tullora nel po~sel;SO della propr1a co:scienz&. Potr!hf\ il turbaruenlo della coscienza è il primo sintomo d.,l ruìnocc1anle pe1·icolo della insolazione. I dic;torbi della coscien:.:a sono, ordinariamen te, anche la causa del barcollamento, «-he pr cede la caduta del soldato.


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RIVISTA

B. T rattamento. ~e sono i primi od i più potenli mezzi e la pt•opinazione di acqua sul corpo. Allo scopo rispondono le seguenti norme: si fa giacere Il solda to sulla sponda della s trada, o, megl1o ancora, in campo aperto in posizione semi- seduta, coJia parte su1oer'io1oe•.l del corpo innalzata, mediante l'appoggio del zaino. Nel me-desimo tempo si scoprono colla maggior e sollecitudine la testa ed il tronco, col togliere l'elmo, il carico, la tunica, la cravatta e la camicia. Si lasciano in sito i pantaloni e gli s tivali, poicbè la lot·o rimozione richiede tempo di soverehio iungo. Intanto uno dei camr::rati gli spruzza con acqua della s111 fiasca o di quella della ambulanza tutte le pnl'li denudate del corpo nella maniera la più possibilmente delicata e meiodica. Un soldato di ambulanza, piazzandosi c011 le gambe pun• tellale sulle anche dell'infermo e con la faccia a lui rivolta, gl i fa vento colla stessa tu n ica di lui, distesa f1'8 le sue mani, mentre la inn&lza e la abbassa ugualmente sopra la tes&a ed il tronco, quasi a tempo di marcia in parata. Perciò la tunica viene pr esa dall' infet•miere nel modo piu conforme allo scopo, da afferJ'&rne a piene mani le falde cou le ma· 11iche e così cbe ne sventoli soltanto il corpo. La eva pol'azione dell'acqua s uHa pelle cosi ottenuta pro~uce un potente rinrre;;camento eù esercita a ll'istesso tempo 11n vi~oroso stimolo sul sistema nervoso e segnalamenl.e '!ul 'Cet·vello, como ognuno può agevolmente persuadersi col pra• Il care uguale p1·ocesso sopra il propr io cor po. Come un tifoso nel bagno freddo, così anche un infer·mo di insolazione, qualora non sia già venuta in campo paralisi dei centri nervolti, solto l'azione cii questo eccitamento della pelle tornerà presto -al possesso della sua coscienza: egli aiJora respirerà di nuov~ "llOrmalmente e sarà capace di trangugiare i liquidi, che gli si apprestmo. Il primo camerata, quello incaricato di spruzzare l'acqua,


D'IGIENE

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"Spprofllta di questo momento pel' porgere ancora a bere, ed in abbondanza, acqua all'infermo. Che l'acqua sia "Calda o fresca è atfallo indifferente, poichè non s i mira che allo scopo ~i riparare alla quantità di quena sottl·alta al corpo (.!all'eccessivo sudore. Peraltro, quando se ne abbia alla mano, risponde meglio l'acqua fresca per la sua simultanea azione rinfrescante su gli organi del gusto. I medicamenti in generale, non sono necessari. Quando l'infermo sia tornato in sé e sia capace di inghiottir~ e di parlare, si ces!'a dallo spruzzamento e dalla ventilazione. Allora, ordinariamente, l'infermo deve ritenersi come salvato: lo si veste, preferibilmente soltanto della camicia, del mantello e del ber retto e si provvede per il suo ulteriore trasporto al carro, oppure in quartiere se la malattia non fu che lieve, od alta più -vicina ambulanza nel caso ehe la malattia fosse stata grave. Sul che in ogni e singolo easo dov1·à deddere il medico. F. S.

RIVISTA BIBLIOGBAFICA Relazione •a.nitarla sugli Eseroltl Germanici nella guerra oontro la Francia del 1870- 71. (Sanitiits-Berieht ùber die Deutschen Heere ùn Kriege {/erfen Frannreieh1870-71). -Vol. VII. - (Continuaz. vedi fase. 4•, pag. 489, e iasc. 6•, pag. i47) .

Meningite cerebro-spinale.

L'art. 1 del capitolo 7 tratta della diffusione, etiologia, delle f~rme e del decorso della malaHia. - Ricorda che la prima inva~none del morbo, fra le truppe tedesche, a vvenne verso la me là del 1860; nell'ordine cronolo~ico, le prime visitate furono la Slesia, il ducato di P osen e la Pomerania e poscia, un dopo l'altro quasi tutti i piccoli stali della confederazione. Nel1869 apparve a Konigs)?er·g e nel principio del1870 si ebbe qualche


1008

RITI STA

avvisa glia fr a le truppe. Fa inoltre osser vaJ•e che dagliaa-. nali scien tifici del 1" decennio ùì questo secolo s i rileva ehet venne colpita la cittadella di Dorsten in W estrelia, ove Si.lhefl.,. gund, ebbe occasione di convincersi che la mielite epidemica: complicala qnalche volta ad encefalite altro non era cbe una me oingile cer ebr o- spinale. Viene riferito pure, che nella t~ metà di questo secolo, la Francia venne invasa dall'epideiDÌaJ e cbe molte citta in quell'epoca colpile lo furono UftUtll durante la guerra del 1870-71, locchè diede occasione ai dici militari tedeschi di far e molte ed i nteressanti osservazioni, senza però toglier e ai medici Cra ncesi il merilo della prior ità d i a vere tramandato ai posteri esatte e complete de. scrizioni scientifiche della epidemia. La r elazione passa quindi a far conoscere, che, tanlo il modoùi diffusione, come la forma clinica della malallia hanao convinto i medici tedeschi delta sua natura infetli,•a , per eui Ja <fivisero eliologicamente in forma sporadica ed epidemica, divisione ammessa anche oggidl non ostante che .Mannkopr abbia accennato alla grande somiglia nza del processo clinico ed anatomopatologico di ambedue le forme. Si passa in segui lo a dimoslrat·e che Q!,"tluna delle duo forme morbose possiede caratteri dillèrenziali pel diagnostico, al quale proposito Leyden asserisce di non UYere mai (,sservalo cas i spoNdici di mening:ite acutissima con decorso rapidamente mo.,. tale. per cui sotto questa forma si deve con~idera re epidemica. Ziemssen ed Erb condividono la sua opinione. Son<• l'ipol'late Il! osserva zioni dei medici tede!>chi durante la guerra 1870· 71, che non concordano collo v edule dei sud· detti osservatori, ma invece tendono a riwtire in un uP1cO processo morboso, le due forme, sporadica ed epideJDica della meningile cerebro- spinale, asse@'nando però ad of{ouna di esse una forma clinica affatlo distinta. L'autorità di Fròhlich concorre ad appoggiare questa opi• nione. 11 momento principale addotto dagli epiJemisti. per.sostenere la natura epidemica del morbo, sar ebbe la considerazione • che esso si disLin•rue dalle altr emalaltte comuni che .., 'l.e pure si manifest~no sotto un aspetto epidemico (pneumonJ •


1009 angine, risipole, t'CC.) per la sua più ra1·a comparsa, pel suo rapido e mortale òecorso, e per la sua eccessiva mortalità. Dopo enumerats ;tlì eqniv<Jcs m cui incor"'ero i meJsci tede!'chi POllo l'influ~>oza della teoria dualil'tiC8 della meningile ctm~bro spinale sì riferiscono due cas• rapidamente mortali, occorsi negli ultimi del febbraio 187'1 nellazzar·ellO d'01·leaos che ftlcero predire al generale medico Giihde lo scoppio d& uo'epiò· mia che non a"venne. Quttllro casi oc.co!'si improvvisi, contemporanei e ~ravis­ simi nel gennaio 1871 in uno dei lazzarelti JeJt• corpo d'al'· mala bastarono perché il generale medico Eiles·l pronosticasse a Rouen una epidemia che non :si avverò. Anchtl i meùicr capi dei lazzarelti di Le Mans, VersaiJles, 1\forJ>ang, Cllalìllon ed altri, su questo senso si mostrarono falsi pro· feti. Pf'r6 il relalot•e giustifica il timore, pro"ato anche dai med ci più provetti, quando :coi trovano dì Cronle ai !"ingoli C8l't di meninJ::iLe cerebro spinale. Egli iufatli a ra~ione si domanda: Chi può conosce1·e i fattori, !'IOllo i q unii l'unico germe infettivo della malaltia, ra~giunge quel grado che preC<!de l'epidemia? Chi può garuntire che il primo ammalalo, non dHenti l'origine d'inf<'zione per m olli dei suoi cornpagnif Per questo dubb10 a ccenna alla oscurita rheregna sulla natu•·a, sul modo di svil up po e di trasmissione dell'agente infettivo e dtl'e che le e:::-perienze falle "'Pecialmenle in Franc1a, llaUa <> s, 11.zera sndu~~ero nella per~uasione cb e la vi l& militare generi una ~peciale predi;:poPiziona allu meningile c9rebrospinnle, per cui, all'apparire del 1• caso, è ragionevole il Limore ùi una qua!'<i certa invac:ione epido>mica -io appoggio di tale as!'erlo cita il fallo che di 5S epidemie orco~e iu Fr·oncia, 39 avveuuero esclusivamente f1·a le truppe. La. relazione pubblicò i dooumenli ~totislici, dat quali l'isulla eh~ i casi ds menin,aile ce rebro-spinale durante la camP8~118 furono 12\. Questa cifra :;;embru non mollo scostarsi dai vero, chè la malallìa non as~>unf:le una diffu~ionc epidemica, ma per lo p1ir decurso spornJica, o bencl.Jè Lalor•a non d.Pl lutto isolata. Parlando della etiologia, 11 relatore fa rìfl~llPrc cliP. lo si· multonea compari'a di molti casi di meni n gite cerebro·~piuale 6t


f Ot O

BJVISTA

nella ~!lessa localit.a, e nel medesimo ripar to di durrebbe nella persuasione, che la malattia si debba di natura infettiva, e dipendente da un unico virus Dil!e della necessita di indaga,·e o meglio di corlOIIcet:tl quelle circostanze che contribuiscono allo sviluppo di ''irus, fino a quel grado che è necessario per co1nnw~~ vera epidemia. Lamenta mollissimo che i rapporti durante la guerra si occupino pochissimo delle calll8 sionali della meningile cerebro- spinale, ma so 1~giiua,_-t lale difetto si deve attribuire ol fallo eh o l' afr~zione sempre ha colpito piuttosto isolatamente anzichè in Ricorda il pregevole rapporto Slechor direttore del za retto a Cla~ e presso Parigi. Riferisce che In quel retto ~ti ebber o -l gravisstmi ammalati di meningite, qua!t giacevano in un'anr,-usta e sucida s tnnza, circo•*~ letamai, alla quale si accedeva per un COI'lile stretto, ver tiLo in latrina dai soldati. Fa osset·va1·e che quea&e dizioni dol tuUo antigien1che, potevano essere state occasionale dello sviluppo, e della diffusione del - •I'IDIW. meningite. Altro fallore potente, non meno dei difetti igienici agh alloggiamenl1, lo Slccher considera ti freddo, e gli s trapazzi della guerra. A sostegno di questa opinione, cita il rapporto del medico I<;llert, che osservò 4 gravi!'>simi co~i coii!UIIIJIIIun di meningite, cd un ntanero straorJ10ario di malaUie ti ...e, nel 15" corpo d'al'mata, H quale s1 espose per limane a pr1vaziooi fisi<'he d'ogni ~enert.•, in un e freddo, il qnale contl'ibui a scemare la rc<sistenza nicn delle truppe. Ma lo slatisti<'he sporse nella intìrmano di mollo questo giudizio. poicbe registra nalsvamenle ammalali, robusti, deboli, e Vl!letudinari conclude, non doversi attribuire un grande valore al che l!l diminuita resistenza organi<'a, in conseguenD Coliche e delle privazioni della guerra, come pure l' mento nervoso. dovuto alle inevitabili ed iJtinler rotle lente ~mozioni succedenlls1 ,·icewie\'olmenle siano cause prmcipali che predispongano alla merùngite.


BI BllOGRA 'FIC.-\

l Oti

Ciò non ostanle il r elatore fa giul'lamente osser var e, che

la map-gior p8.1'Le delle storie compilate sui ca si di meningite "i occupano poco o nuDa della parte anamnestica, e .quinrli non si poll·ebbe in mod o assoluto negare, che il raffreddamento abbia una parte non piccolo nella genesi della malattia. Come cause occasionai i della rol)ningite ~ono anche accennati i ll'aumatismi. I o apparenza poco importanti nei tempi normali, sono invece pericolosi nei perioùo della epidem1a. Riferisce due casi osservati da Leyden, du rante una piccola Apidemia, in uno dPì quali si sviluppò la meningile, in seguito .a caduta sull'occipite, in un altro, e fu g1·avtssima, anzi morlalt>, in seguito a sullo nell'acqua col capo in giù; dice che .Zacmssen descrtve un caso acutiRstmo e mortale per una caduta sulla fronte, e che Rayer riporta due casi occorsi m~lla qua clinica dietro lesioni del cra!l.io, ch<' però terminarono -colla guarigione. Da qui il relalore trova necessar ia la raccomandazaone di istituire un diligente esame anatom1co del crunio. le cui lesioni apparentemente lievi, si r ivelano gru vi, J'Q!It mortem, e Cllpaci di aver prodotto una meningit.e trau· matica. Consiglia pure la massima c;rcospezione nello stabilire la diagnosi, non essendo impossabile, cbe un lraumtttJ~mo del cranio, possa e.~~ere scembaalo, con uno infez1one !<(lecitìca localizzata alle meningi, er rot·e evitabile allorquando si posse~~a. un'esulta cognizione dei siutomi gPnerati dal \'lrus specifico delle malattie e non perdendo di vi!';!.&, l'evPnlnalilà della simultanea peesenza di ambedue ~li accHenli <traumatismo e meningile) primitiva questa. seconda l'io quello. Discorrendo dPlle slt!g1oni che favoriscono lo sviluppo dell't>pidemia, si viene alla conclusione. che H morbo preuilige lo invernn, e la primavera, ma la sua compar~a. nella state non è .affollo rara. Arcana è la ragione, per cui l'inveruo e lo pdtnavera, esercitino un'influenza predisponente, ma~giore dol· l'estate. La relazione accenna alle osservazioni rattP da Hi1•sch in Francia. o"e avvennero 97 epidemie nell'inverno, 30 u cll'e;.tate, e riportando i 12\- casi occor~i nt>ll'esercito duranls 111 guerra, divi~i pei si n go li mesi, dimostra che la maggiore rno rbo!"itti :::i ebbe nell' mverno, come si vede nel seguente apecchiello.


1012 Nel 1870: Agosto Settembre Ottobre . Novembre Dicembre Nel 1871: Gennaio . Febbraio.

RIVISTA

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N. 2

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7 6 8

N. 25 » 33 ~arzo. • i9 Aprile. . • 1::1 Maggio . • 7 Quindi il relalol'e fa il confrl)nlo di questi 124 casi cogli • casi occorsi nella epidemia di Kònigsherg nei18G9-70, la cui maggiore morbosi là avvenne pure nei mesi d'inverno; come risulla dallo specchietto seguente: Nel 1869: Novembre . N. 1 Dicembre • 14 ,. 1G Gennaio. Nel 1870: Febbraio. N. 24 Marzo. . • 22 Aprile. . • H I n quanto alle forme della meniogilo pare che, come tuttele malattie infettive, la meningile esordisca con differente intensita, che i casi piu gravi sieno più numerosi in principiodell'epidemia , come suole avvenire nel cholera, oell'ileotiCo, e nel dermotifo. Relativamete ai gradi d'inlensita, la mala&&iapuò dividersi in fulminante ed acutissima, acuta gr·ave, eli• serata, leggiera ed abortiva. Credesi che la forma fulmioeot.e si possa dguardare come la consPguenza di uua s aturazielllt infettiva dell'organismo, e si nota che codesta forma veniva più facilmente riconosciuta della forma abor·li"a, la quale be sintomi meno decisi e spiccati meno alli a guidare il medico verso una netta diagnosi. ruguardo al decorso, troviamo che soltanto dt~lle osservazioni e dai r~tpporti c'lmpilati sovra undici casi di meningite-


BmLIOGRAFICA

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si potè stabilire un vero e caratteristico stadio prodromico, gli indizi della malaLlia, che si compendiano in vaganti nevralgie al dorso ed agli arti infe!·iori, in malessere e spossatezza genera~, brividi, cap{)giri, sussurro di oreechi, e disturbi gastrici, è molto incerlo che fossero sempre in sll·etto rapporto colla forma acuta della malattia, e la loro più o men lunga durata nulla influisce a modificare il decorso del morbo. Degli undici casi suaccennati, 7 finirono colla morte, uno -ebbe una lunghissima durata, con esito di grave deperimento costituzionale, e tre guarirono. La relazione fa notare, cbe in lesi generale lo stadio prodrornico della malattia ebbe un esordio brusco e violento; ·rife.risce 50 casi, in cui forti brividi, intensa e crescente cefa~algia, delirio, convulsioni e coma, aprivano la seena; dice però che i sintemi accompagnanti la meningite, come pure iJ decorso, variarono secondo la sua forma. Lrarticolo 1• si chiuJe colla esposizione di 21 storie, che provano appunto le variabilità della forma: e del decorso.

PARTE II. A nalisi dai sintomi.

1. Temperatur a.

Il relatore comincia col dire che nella meoingite si deve .attrìbuire non molto valore alla temperatura febbr.:Ie, e fa osservare che solo nei casi elle finirono colla guarigione, le relative curve termiehe hann& presentato fra loro una certa ~otn.iglìanza, mentre nei casi mortali, ebbero sempre una trregolare oscillaz·ione. Mette sotl'occhio dodici tavole, e le storie in cui le curve termoroetriche dimostrano il decorso ~strernamenle saltuario delta febbre.


401.6.

RIVISTA

2. Polso.

Nella relazione é dett.o che nei casi fulminanti, il polso, estremamente celere e piccolo, e che in generale si meLn~llilli-11:1 sempre a 100 al minuto, e che da!Je falle osservazioni, par-ecchi casi, il lieve aumeuto di frequenza del polso, decorso della molsttia, é di buon augurio. 3. Crampi.

La relazione parlando dei crampi, non li ritiene una _ . nif~stazione assolutamente

necessaria della malattia, e cliee che mancarono in taluni casi rapidamente mortali; non .... tribuisce quindi a tali sintomi un significato patognomonieo, ed illustra questa asserzione con parecchie storie di c:ul gravissimi. 4. Altri disordini fun~ionali da cause centf'tJli.

Fra questi si accenna al vomito che non fu tant.o coslaDie, quanto credevano alcuni clinki. Esso si manifestò tanto al principio di malallia g ravluima e mortale, quanto di malattia leggiera e guaribile e li • .,. servato cbe il vomit.o nei casi guaribili fu raro. ed in aao si osservò, una sola volla, mentre mancò raramente in quei casi che terminarono nello stato cronico, o nell'idroceraiO. Si prestò specrale attenzione allo stato della pupilla,..., • guisa della temperatura e del polso, i cambiamenti delle,.. pille non presentarono alcun che di caratteristico. La miosi, e la midriasi, la sensibilità e l'inerzia alla luci comparivano alternativamente. Parve ad alcuni che l ..,erata midriasi bilaterale, consociata all'iner-lia fosse pf'81118l0 di morte: altri sintomi osservati sono lo strabismo con...,.. gente, l'amaurosi e la paralisi dei muscoli dell'occhio, DIIIsuno di questi sinlomi è costante. In quanto all"organo deJl'udit.o, non si conosce la eaua precisa dei suoi disordini funzion ali: ò ignoto se dipendallO


BJBUOGRAFICA

i 0 15

d11 otile media catarrale, o suppuraliva, da affezione del tim-

pano, o da una semplice lesione del ner·vo acustico, ·~ome é pure ignota la durata di tali disordloL Si fa notare. come fra le lesioni dei nervi cerebrali la paralisi del facciale abbia richiamato una maggiore attenzione. Si citano casi di paralisi unilaterale e bilaterale piuUosto numerosi. L'afasia, avvenuts lalvolta durante la cu1·a della meningite, si attribuisce a cause differenti cosi io un caso avvenne per la paralisi deU'ipoglosso, in un altro 'caso l'afasia successe a paralisi periferica, illeso rest.ando il movimento. Si ra inoltre osservare, cbe tale accidente talvolta resta come reliqnalo della malattia. Fra i disortlini della sensibilità, dobbiamo meLLore avanti lulli la cefa.lalgia, la cui intensità fu Pstremamente varia. Moslrossi con remissioni, intermiUenze decise, aumenta e diminuzioni, accompagnati dagli altri sintomi della meningite, conservando anche )a sua violenza, rr1algrado l'assoluta mancanza del crampo alla nuca, della febbt·e, dei disordini sansora, che poscia all' improvviso nuovamente le si consoci~tvano.

Molli convalescenti furono molestati da una aoc·da cefalea, ChE' si esacerbava in seguito ad esercizi corporei, od occupazioni intellettuaLi. Si riferisce che nel decorso della malattia, l'esacerbazione della cefalea portava i pazienti ad un vero stato di pazzia; essi emettevano grida selvaggia, baJtavano dal letto, senza riguardo al pericolo di riportare gravi lesioni. Meno costante fu il dolore alla colonnna vertebrale, ma quando compariva presentflva tutti i caratteri violenti della ceft~lalgia. Si ò attribuito alla ipereslesia cutanea un valore dia~nostico speciale, e Leyden le assegnò una grande importanza tra tulli i ~n tomi spinali, ma anche questa iperestesia varia nella intensità, ed estensione. Leyden infatti osservò, non solo la mancanza assoluta della iperestesia, ma ancora l'abbassamento della sensibilitA, e perfino l'anestesia della cute, dei muscoli e delle mucose.


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RIVISTA

5. Disf)rdini funzionali degli organi dioerenti

e respiratori. Dopo esposte alcune sommarie osservazioni sui ua~un:~-. funzionali dell'appa1·ato diger ente, si accenna alla slipsi prodromo delle affezioni in lestinali, e si dice che quasi S8[DIIIW fu persistente durante il decorso della malatlia. La spontanea comparve per eccezione, ma talora era dell'avvenuta paralisi intestinale, e della morte. Il "'"'' ""•"'•limitato a pochi casi, sintomo dello stadio paralitico, ru 1uat1 s empre di progoosi infausta. Quanto ai disor dini della respirazione, s i osservarono, senza complicazione di malattia polo. m onare, anomalie nel r espiro, che ora fu molto rrequen\e, ora lento, in una pttr ola, fu s~mpre irregolare Sintomi concomitanti la meningite furono anche gli esaetemi, fra i quali l'e1•pete fu il più comune. Vi furono epidemie, nelle quali per molti casi si osserv6 l'erpete. La siJa e r uzione non ha periodo fisso, ed allorquando si complica a ca~ i leggieri, o di mediocre gravezza, ba 11D significato pr onostico favoeevole. È da notarsi che solo eccezionalmente si manjfesla in campagna in individui sani, e perciò sarebbe giusto di attribuire a questa eruzione DD qualche diagnostico valore, potendo la sua comparsa aeceonare alla sopravvenienza della meningite.

Postumi e reeidioe. Diagnosi differenziale. Mortalità e reperto anatomtco. Durata e cura della ma/.at#ll. S econdo la rela:-:ione la più fl'equente delle succeettoal morbose, è l'idroceftllo crooi~; seguono quindi in ordine4i frequenza , i disot·dini dell'udito, della visione, le paralisi dà muscoli oculari, e delle merobt·a infet•iori e superiori eollà conseguente atrofia. Dalle osservazioni falte sui con~ale­ scenli, risulta che alcu:1i, in via di miglioramento, ebberO delle recidive. . . il Trattando della diagnosi differenziale fra la memngll.e e tifo cerebrale, si nola che nella maggior parte dei casi non é


BlBUOGR.lFICA

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difficile distinguere quella da questo. La meningile esot•ùisce in modo rapido ed acuto, c~n sintomi gravissimi, vomito, stipsi più ostinata e più duratura che nel tifo, eruzione erpetica in pitì casi, forte opistotono e temperatura non di rado normale, ma d'ordinario appena superiore. La relazione chiude quest.o capitolo colJ'indicare la mortalità, esporre il reperto cadaverico, la durata e la cura della malattia. Della mortaliLà dice: che le cifre oscillarono da 25 a 60 "{. nelle varie epidemie occorse in Europa, ed attibuisce queste differenze al diverso carattere delle medesime. Ma nell'epidemia dell'esercito germanico dul'ante le guerre 1870i871, che contò 124 casi, con 40 guarigioni ed 84 decessi, raggiunse la cifra di 67 •t. mortalità, non mai osservata in nessuna delle piu grandi epidemie. Il reperto anatomico diede i seguenti risultati: a) Infiltrazione purulenta, della pia madre, lievi emorragie cerebrali e dei suoi involuct>i; b) Glandule del Peyer e del Brunner molto rigonfie, ciò che a laluni fece dubitare, se si trattasse di meningite o "<li tifo.

L'esame microscopico diede: a) :;\ficrococchi nel fluido cerebro-spinale di figura ovale, ed aventi una certa rassomiglianza con quelli della pneuDlonite e della risipola. La durata fu variabilissima, da uno ad 85 giorni, e la guarigione si compi lentamente e ~radalamente. La cura impiegata in campagna fu indifferente, né si avrebbe aaputo, e nemmeno oggi si saprebbe• dire se una cura diversa da quella praticata dai medici militari sarebbe migliore Oppure peggiore di quella. La terapia usata adunque si compendiò in fomenti locali fl'eddi, sanguisugi, vescicanti, calomelano, frizionj generali, morfina, eccitanti, ed a stadio a van2ato preparati iodici. Infine secondo l'indicazione, bromuro POtassico, chinino, e bagni freddi.


40t8

IUVISTA

Epiles3ia idiopatica. Sembra ormai messo ruor di dubbio il ratlo militare in ~enere e la vita militare io guerra In specie in l'è un complesso di condiziom atte a diventa~ cause occasionali alla manifestazione dell'epilessia. principalissimo é cer tamente la preriisposizione ereiCHIId alla quale ru sempre dalo un gran valore ez.ioloffico, a giorni d'oggi il concetto di questa pr·edisposizione è sempre più allargandosi essendosi riconosciuto ebe noa l'epilessia nelle sue forme più spiccate dei genilori e lontani ascendenti può riprodursi nei figli e nipoti, le più svariate malattie nervose e convulsive poseono smeltersi ai discendenti solto la forme classica del duco. Falle deduzione dei casi che motivarono beasi la durante la guf'rra, ma che dopo accurate indagini IR riconosciuti di origine anteriore, i rendiconti statistici U 73 ammalali di epileuia, più 837 ammalati colla di conoulsioni. Ma anche questo ingen te numero sere epurato eliminandone tuili i casi di epilessia tl'll,_ _ della quale gié si è parlato e tutte quello nevrosi a convulsive sistematiche di alfezil)ne d'altra natura. Fatte anche queste deduzioni restano sempre Ut vera epilessia ~viluppatisi proprio durante la guerra le influenze della medesima, e dallo studio imparziale di dati si viene alla conclusione che la guerre non tan to una causa occasionale per il primo iosullo ma ru capace d'indurre nel sistema nervoso centrale bol!le alterazioni proprie dell'epilessia. Sopra 71 formati, ':(uindi 50 p. cento del numer·o complessivo ore zionalo, i 'iuali senza eccezione manifeslarono - - ·~-­ cesso negli ultimi mesi della guerra, non si potè l"azione diretta di alcuna causa apprezzabile, e per malallia deve essere unicamente attribuila alla vile di guerra.


BIBLJOGUFICA

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Tra le Cftuc:e psiehiche dell'epilesl'lia in ~erra pare debba es!4~re tenuto in conto lo spaoento. Non oRlante che la guerra

8ia assai prodiga di emozioni di que~lo genere pur lult.a,·ia, nella campagna del 1870-71, non si cont.arono che 12 casi bene accertati di epilessia da spavento. L'esiguità di fJUes\& cifro si spiega naturalmente ammettendo che all'eta del soldato cioè nel pieno sviluppo fisico il !IÌP.lema uer voso diventi meno suscettibile ad c!'.Sere impres111ionato da certi ratti che sarebbe1·o causa di spavento nei fanciulli e nelle donne. Pare invece che nella vita mi!Haro in guerra le impressioni psichiche Improvvise e momentanee abbiano meno azione di quelle che agiscono a lungo e ripelulamente. Altra C8US8 d'epilessia ru riconosci ula l'eMeSSIVa falice , la quale è capace d'indurre le alterazioni centrali epiletliche ed anche dar luO$rO all'e~plosione del primo accesso. Benchò da molti au tori non si voglia riconoscere questa causa, pure, nella cam pa~na del 1870-71, si ebbero a verificare con e~SatLezza 23 casi dt epilessia in giovani soldati dapprima perfettamente sani, in seguito ad una raticosa marcia. Il ralTreddamenlo può considerar si un fattore eziologico di pochiss1ma importanza, e per di più quando agisce, non agisce ma1 da solo, ma associato ad altre caul!e o psichicbe o fisiche deprimenti. L'epile«sia si è ,·eduta i nsolftere per la pr ima ,·olta nella convaiMcenza di alcune malattie Cebbr1li acute, come tito e ''aiuolo, oppure anche nel periodo acuto, come anche nella dissenteria. Una differenza naturale ed as~ai importante tra l'epilessia ered1tat.a o ingenita e l'acquisita per cau~'e proprie drlht vita militare in guerra sta nell'asilo e quindi nel pronostico. Jnfalll dai documenti statistici della guerra sono accer\ati 7 casi di bene accertala guarigione di epiles5ia acquisita durante il militare servizio come s1 vede dal seguente epeechio che ci mette numericamente soll'occhio le var1e specie di epilessia occorse in rapporto a lle cause, all'esito ed al decorso.


1020

RIVISTA

-;;; Il

13

Eziologia

Esito

l

Decorso

l

Rima;ti siWoaarl

:g jy - j = 1 ~ )ecooealto

~; J .~g ~"' l B>~ l .~~ ~· seoooselulo

-----------"---~:...z~lc...t.:l_.:. :;; l ili l "' 1' Epilessia da influenze varie della Guerra . • . . . . 2• Epilessta da spavento . . . a• Epilessia da esagerate rutiche 4' Epilessia dut•ante la hatlagl ia o durante set•vizi di guardia in avamposti . . . . . . .5• Epilessia m seguito a ratrreùdameoto. Totale

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!141! 71 81 34 j 35, (Continua).

L 'oreoohlo e la m ecUolDa leg ale e mWtare. CozzoLJl'\O.

P. C. V.

t un opuscoletlo nel quale l'autore sfiora il vasto argomento, •·iassumenùone le più essenziali nozioni, senza però nulla aggiungervi di nuovo. Es l!'aneo al militare set•vizio in quella parte in cui vorrebbe tt·attare delle simulazioni, incorl'e nel formale errore di peruersr ad accennare i ben noli esperimenti consigliati sulla constatazione della sordità unilateralt>, mentre il nostro regolamento sul reclutamento (e scrivendo di medicina legale militare in Italia, pare che dov!'ebbesi ad esso regolamento avere esclusivo od aJmeno massimo riguardo) non considera come inabilitante al ser vizio militare che la doppia. Per noi più che alll'O la questione da risolvere è quella del grado dell'irnperrezione r eale, onde smascherare il simulalore o astringere al servizio il direttoso, ma non al grado incompatibile colla prestazione di un ancor utile servizio. Ora


BIBLIOGRAFICA

1021'

quasi tutti gli esperimenti indicati nan valgono a vece che a constatare la simulazione generica e della sordità mono- · laterale. Accenna l' autore é vero ad un suo speciale istrumento, diagnostico elettro-telefonico e ne dà la figura, che sembra mollo analoga a quella dell'eudiometro dell'Edison: ad ogni modo poi non lo descrive. S"Srebbe proprio, se di quello dell'Edison più semplice e di più facile applicazione, 1' i strumento cbe sare,bbe al caso nostro, giacché a1 dire del suo 'inventore avrebbe proprietà e pregi · grandissimi, valendo pella constatazione della simula$ione della dureua bilaterale dell'orecchio e permettendo di misur•are esattamente la distanza dell'audizione di ciascun orecchio..... sgraziata mente per ora è una semplice asserzione, che la mancanza d'ogni spiegazione della figura, non ci permette nè di valutare, nè· di comprendere. B. Trattato d'Igiene (Atavismo e lllesologla) del dotL. EuGEN to FAZIO. - Napoli, 1886. l molleplici trattati d'Igiene apparsi finora in Italia ed all'estero furono spesso assai pregevoli e tal volla classici, ma, condotti sempre secondo lo s tesso piano, poco differiva1~0 sostanzialmente l'uno dall'altro, e tutti lasciavano nello studioso il desiJerio di nn libro che accogliesse e rendesse feconde a pro della Medicina preventiva le moderne conquiste della .Biologia e delle scienz·e fisiche. E questo non pi~olo vuoto appunto ha colmalo il prof. Fazio con la sua originale e dotta pubblicazione, che a buon diritto vedo considerata da critici illustri come uno splendido ornamento aggiunto alla biblioteca medica contempoPanea. Un'opera come questa del Fazio non si riassume, ma non è difficile dare un concetto sintetico dello spirito al quale s'informa. I momenti patogenicisono di un doppio ordine: gli uni consistono nelle condizioni e nelle predisposiz~oni morbose ereditarie; gli allri rappresentano l'influenza che sull'uomo esercita l'ambiente. E questo è interno ed esterno: il primo è-


IO~i

RIVI STA BIBUOGRUICA

-quello in cui funzionano gli elementi staminali dei suoi gani (ambiente islologico); il secondo é quello che sull'intero organismo, ed è costituito da gli stati cot~m11>\8~ rici, dagli alimenti, dalle influenze sociali e dalle ste,rm~lll legioni di e! seri infinitamen te piccoli, che inc:essaJltemelàlj minacciano la ~alule e l'esistenza: L'autore quindi traLia pr ima, col s ussidio dei più r ece nti sludii delle trasm1ist~ morbose ereditarie, e procede poi all'e same (Libro 2", Mesologia) espone ndo con minuta analisi e guida di a lti ~rilerii scientifici, non solo ciò c he tutti gli nisti trattano, come le abitazioni, l'alimentazione ecc., ancora quello c he la clima tologia, la bacteriologia e le psicologiche e sociali offrono in contributo allo studio etiologia dei morbi. Quanto vi é di più positivo nei ,.,.,,_li!l tra le vicissitudini climatiche e l'umano ot•ganismo; q vi e di più im portante e di più recente circa la etiologia singole malallie infellive; quanto vi è di più razionale e più pratico nella dottrina e nella tecnica delle disiof41SZiCJII!Ij trovano ampio svolgimento io questo utili.sslmo libro, sarà una sicura e preziosa guida pel m2di~o igienista, a risparmierà l'impr oba fatica d i pescar e fra centinaia di blicazioni i risultamenli delle m oderne indagini. L'ultimo capitolo dell'opera è dedicato all'ambiente riale e psi~hico. Capitolo s tupendo, nel quale l'autore linguaggio elevato, con ricchezza di erudizione e d 'llmllm..~· gini, pone in rilievo le modificazioni che inducono nello rito e nel sistema nervoso le per·cezioni dei sensi SP'~lCl tradotte in impr·essioni eensoriali, l'educazione, le idee sentimenti della Società in cui si vive. Come di lutte quesle preme.sse chiude il volume uno sludio fondo e vivace sul nervos1smo del secolo decimonono. Se dunque io non m'inganno, e se non s'ingannano scienziati che hanno espresso i loro giuciizii sulla zione del pror. Fazio, essa é "eramente tale da r ecar -<>nore alla letteratura medica ùel nostro paese. dottor A. ToRELLA.


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NOTIZIE

Congre81o dell'a..oolazlone medloa Italiana. - (Annali universali di medicina e chirurgiar1 giugno 1.S87). Il XII congresso generale deu• Associazione medica Italiana, in conformità della deliberazione presa dall'XI congresso tenuto in Perugia nel settembre del 1885, è convocato in quest'anno nella citta di P avia, siccome 'già fu annunziato in questi A nnali (p. 160). La sua inaugurazione avverrà il giorno 19 e la chiusura il giorno M del mese di seHembt·e. Contemporaneamente avra luogo una esposizione di oggetti e di pubblicazioni aventi relazione coi diversi l'ami della medicina. Come nei congressi pracedenti, cosi in questo {avvisa la !":ommissione eseeutica) si tel"ranno adunanze geperali e adunanze delle sezioni. Le sezioni nelle quali sara ripartito il congresso sorw: 1" Medicina, 2• Chirurgia, 3' Igiene, 4• Medicina legale e freniatria 1 5' Ostetricia, ginecologia e pediatria, 6• Dermopatia e sifilografia, i• Oculislica e otojatria, 8' Anatomia e fisiologia, 9• Chimica e farmacia, 10• Veterinaria. L'idrologi~ ed altre specialità potranno costituire delle soltosezieni quando ne venga fatta domanda alla presidenza del congresso da un sufficiente numero di membri. Alle sezioni é riservata la tt·attazione degli argomenti sp,eciali loro proprii e che verranno quaulo prima annunciaLi dal COmitato Pavese, dal quale saranno pure notificati tultì i particolari rireribili al congresso e alla esposizione.


IOU

NOTIZIE

Nelle adunanze generali saranno discussi gli argomenti..,. guenli: I. Il segreto professionale rispetto alla legge e alla soeietA; l J. L'o.aorario nelle perizie medico-legali. Oltre ai delegati dei singoli comitali e a lulti i membri del· l'Associazione medica llaliana, sono ammessi a far comunj. cazioni e a prendere parle alle discussioni scientifiche dèl' congresso lulli indistintamente i sanitari del regno che vi si facciano regolarmente iscrivere.

N ECROLOGIA

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Dopo lunghi anni di onorata carriera, il bravo coUega cav. Colombbll FlamtnJ.o, colonnello medico, chiedeva, spintovi da imperio~i motivi di famiglia, d'essere collocato in po. ::;izione di servizio ausiliario, e solo dal decembre 1881 godeva di un onorevole riposo, senza avere rinunciato alla speranza d'essere ancora utile al suo paese, di potere ancora, se fosse sorta l'ora del bisogno, offrire l'opera sua ell'esercito, al quale aveva consagrata tanta pat•te della sua aUiva esistenza. Era un gene1•oso sogno l Egli robusto, vegeto ancora, ~ riva il giorno 21 luglio a Cucigliana (Pisa), lasciando la piu cara memoria di sè in quanti ebbero la ventura di avvicinarlo, di conoscerlo, di pote1'ne apprezzare le egregie oot& dell'animo, l'abile \'Olonlerosità professionale, la tecnica ca· pacità a le squisite quslilà che lo distin~uevano nei rapporti di servizio coi superiori, cogli eguali ed inferio ri All'ottimo collega inviamo il supromo saluto. BARO.'FIO·

Il Direttore

Dott. FELICE BAROFFlO col. med. 11 Collabora t.ore por la R.• Marina

1:1 Redr.lt.tore

GUELFO voN SoMMER

CLAUDO SFORZA Copil4no ..t4k0.

,fleàìco ài 1• elaue

NuTlNI FEDERico, Gerente.


l D.R COMM. MACHIAYELLI PAOLO M.\GGLORE GE.'\ERALE MEDICO PRESIOE:\TK DEL c;OMJTATO DI S.\.1\HÀ l!ILTT.\ RE

Annunziamo dolenti ai colleghi la improvvisa morte del generalo medico, Presidente del Comitato d i sanità militare, dott. comm. UnClbla"'t'elll Paolo, avvenuta la mattina del 12 settembre, me11tre stava sulle mosse per' lasci;JJ' Geno\'a, ov'eea di passaggio, e reslituirsi al suo posto in Roma . Iniziò la militare sua cal't'Ìel'a il 19 marzo 1848, ascrivendosi qua le ftll'iere alla colonna Yolontari, che da Genova mo,·eva in soccorso della insorta Milano. Laureo.tosi in medicina e chirurgia il 12 agosto .18:)(}, assunse prh·ato esercizio medico in Sar·zaoa, ove ebbe nome di med1co abile e di operoso e valente chirurgo. Fu nel maggio 1859 designato quale chirurgo maggiore in 2° del battaglione comunale della milizia nazionale. mobilitato in soccol'SO della insorta Carrara.

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Il 2 giugno· dello stesso anno era nominato me.dico eli reggimento nel corpo cacciatori delh:1 Ma~ dell' Emilin e con esso seguh·a le diver::;e t•·"'""'·- ~­ muzion i or dinaliYe di quelle tt·uppc, fìuo al !) ngosto; avendo in tal giorno ollenutu dal lU ini;;lero guerra dell'Emilia là nomina pT'onisol'ia a m di di\'isione di 2" classe . Con esso grado era il 25 marzo 18GO ascritto cor·po sanitario del Regio Esotcilo, confermatovi quindi col R egio Decreto 26 maggio 1861, c mandato a reggere la direzione sanitaria dell' o~pedale dirisionale di ~lodeno (1862-63) e di Xapoli (18()4-65). Durante la campagna di guern1 del 18G6 fu, nel luglio, pr·omosso medico copo del YII corpo d'm·mata, e dopo la gueera passò a reggel'e collo stesso grado il servizio sanitario del dipartimento militMe di Palcl'rno e, n (') 1868, dello spedale dipa r·timentale di :Milano.

Pel rior·dinamenlo del senizio del1872 e 11<i3, fu {dicembre 1872) nomirwto medico dir•ettorc dell'ospedale stesso di l\Iilano, Pd indi (di<;crnbee 18i3) tenente colonnello, e con oltl'o Dccr·eto della stessa. data colonnello medico direttot'e di sanità della stessa dh·isione. Nel lnglio 1876 entrò u far· pnl'lc del Comitato di sanità militare; nel dicembre 1882 fu uominnto colonnello medico ispettore, ed, il 30 dicembr·c 1886,


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oltenne il grado di maggior generale medico e la nomina a Pt·esidenle di esso Comitato. Ebbe meritata fama di abile chirurgo, di audace e for-tunato opet'nlot·e, che gl i valse la stima e la confidenza non solo di alle militari persone, ma di numerose famiglie, nllr fJUAli con molto zelo e disintere::>se umichcvole prodiga.Ya le sue intelligen tissime cure. Cosciemdol:>O e di carattere sommamente attivo attese ::>empt'C con labot·iosa indefessa opera alle mansioni dei di,·et·si importanti uffici affidatigli e ne Ollenue lode. Nella Cilmf>agna del1866 gli fu UCCOI'datn la menzione onorevole al valore militnre per avet' dil'etto con sommo zelo tutti i sel'vigi d'impianto dei colerosi, pr·cstnndo pure personnlmente le sue cure al lnzzal'cllo di Pordenone. Fu decorato della croce di ufficiale deli'Oedine ::\ltnH·iziano, che oLLenne qnnl segno della supe1·iore soddisfazione per· l'opera atthissimn prcstnlo. dnt'nnte l'in,·asione del colera in ~apoli nel 1865. Era ptwe decoralo della commenda della Corona d' [tnlin o delle iusegne di com mendator·e di 2• clAsse dell'Ordine Tumsino del ~i­ ~char-lftihor, o dell'Ordine delle Corona in brillanli di 2• classe dell'Imperatore Ji Germania. Assunto al più eloYato gr·ndo della medico-militare cnrr·icro, Lt'Oppo bt'PYe fu l'opera sua percbè potesse !asciarne lar·ga tr·accia. D'animo franco e gener·oso

l


nei pr·i \'ali roppor•ti ero con lutti, e specialmente coi colleghi, nfTaLilc, nfTeltuoso: la sua immaltll'n ed inalteso scomparsa destò quindi una profondo dolorosissima impressione. Al superiore ed nl collega im·iamo com mo~si il supremo vale ..... A Ila desolata famiglia, che egli sommamente oma,·o, una porola di atlètLuoso compianto c di non Yano amichevole conforto. c l'augurio che il tempo rie~cn a mitigarne l' immenso dolot•e. Roma, Il 13 sellembre i~i'.

Dott. F. B.\ ROFFIO.


-------CENNI ED APPUXTI

PATOLOGIA ~fASSAUENSE Letti dal capitano mt<lìeo Maet'.,.DO signor Giaec •o ne li:\ eonf•'renza scidlURca del me.,e d! luglio 1881 tenuta nell' osrednle militare pnoeipale di Bolo:;na.

~lassaun non ha un tipo unico di popolazione, ma risulta dali~ mescolama di diversi tipi, quali egiziani, arabi, sudnne~i. abissini, baniani, greci, ecc., per cui non è meraçiglia se nel parlare della sua medica costituzione, trov:wsi variatissime forme morbose. Considerala poi la sua po~iz.ione solto il 15°.31 di latitudine nord. ed n 39' .~7 di longitudine est, e cosi la sua poca cli:>lauza dalla linea equatoriale. si concepirà come per l'inlluenza dell'alta temperatura le malattie in genere presentino \\~e··tali modtticaz.iooi che ri,;a \tano in confronto di quelle che si è soliti o:;senare nei climi temperati della nostra Italia. Tutta questa gente. in genere misera e cenciosa od altrimenti gretta ed avara, s1 raccoglie in luridi tukttl od in cadentì baracche di ·tuoia; e dei 7-8 mila uomini (che a tanto ascende il loro numero) ben piccola è la parte che alloggia in fabbriche di muraLura. ove l'igieno dia segno ù'essere conosciuta . Per cui ~i i.' •n pt·esenza d'una molliplicilil di causemorbigenc, aggravate dall'ignoranza dei piit elementari principii d'igiene. llifaui Massann non è che esclusivamente un banco madre-


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CENNI MD APPlJ1'CTI

pori•·o o sonnpposizione enorme di strati di conchiglie, subirono un'imperfettissima carbonizzazione e che sena permanentemente nelle sue viscere i germi di zione. dal che ne viene, come già os~ervava maggiore medico cay. Panfilo Panara, che messi allo gli strati meno superficiali, come succede nel praticar buche o nell'estrarre grossi mnssi, si anerte un pesce marcio, e nei grandi calori il suolo tramanda un speciale di putridume. Se dunque già nel suolo istesso località havvi una delle più gra~i ed inevitabili cause di bosil.à e ad esso si aggiunge la putrefazione delle migl organismi, che giornalmente la bassa marea lascia allo perlo, esposti ai raggi del sole, si comprende come mente ne resti infestata l'atmosfera, la quale non è par·te in alcuna maniera modificata dalla benefica · della vegetazione, assolutamente mancante sulla spiaggia suolo di ~l assaua. E così quando si pensi alla por·osità del suolo mll,ilr•~IWI•Ni che nel suo seno trascina un materiale enorme zione, Che UOmini e t\nima)i )aSCianO alla SUa cm1M1''hl:IIB.~: mancanza di quanto la civiltà ha saputo procurare al sociale, quando si pensi aUeabitudini, agli usi, ai ~.u•·~u·..·· ~ non è più a far meraviglia di lro\'are tante forme quante se ne t·iscontrano in 1\lassaua. È ben vero che bisogna pure ammettere nel forte stesso un agente benefico; per cui per l'azione peratura resta in qualche modo paralizzata l'azione di tanti ger·mi putridi e sarebbe veramente opporLono diare fino a qual punto li neutralizzi; ma non è certo cienle per distruggerne totalmente la perniciosa .. · au••-11!' stando d'altra parte a contrasto l'umidità grandissima mosfera.


DI PATOI.OGIA :UASS.AUEXSE

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A tali cause mot1lose locali si aggiunge. per parte degli ahitanti, l'abuso degli alcoolici che si va ogni giorno più generaliztando. Il mussulmano, ed in genere tutte quelle rappresentanze a cui accennai più sopra, costituenti la popolazione di .Massaua, sono parche nel loro ''ivere, si contentano di mollo poco, ma si ubbriacano allegramente di mastica e dì trg, che non sono proibiti dal Corano e dalle leggi della loro religione; di cognac e di rhum se nanno mezzi di provvedersane. Questa gente che tive con un pugno di dt~ra e che lolb per l'esistenza in q.uel Lrisle soggiorno, non resiste alla lentaziDne deWalcool e lo beve con avidità, con delirio, fino a caderne morta. E cosi è lroppo frequente lo spettacolo per quelle fetide viuzza, di gente al suolo fradic-ia d'alcool ed ab· hJ'Utila; come pure non è raro jltrasporto di qnalchc cadavere estralto dalle dighe, cbe l'autopsia. non giustifica moì·lo per cause morbose o per al tre lesioni, e che assai probabilmente fll villima di tal vizio. Non è quindi da meravigliarsi se le epatiti siano comuni e se i catarri gastro-duodenali e gastro-enterici, tanto acuti quanto cronici, diano da sè soli il maggiore contingente d'individui che vengono a consultare il medico ed a reclamare i rimedi dell'arte . Pel costume mussulmnno di LOrre più donne, noi troviamo frequ enti l'ebetismo e l'impotenza per abuso di coito, e non di rado le atassie, che ne sono conseguenza, come gli isterismi e le oligoemie. "Per l'umidità dell'atmosfera, SOllO comuni nella stagione delle pioggia i reumatismi, in specie gli ar•ticolari, per·ò difficilmente sono spinti a quei gradi di graYità che altrove si riscontrano, ed anche guariscono abbastanza presto e senza grandi reazioni. "Per essa pure non è raro il caso di pleuri ti e polmoniti e di catarri delle-vie ,·espiratorie. Ripetutamente ebbi l'occasione di curm-e queste affezioni ~ fra gli altri ricordo tre casi di versamento pleurico a


1031

CE'V'il ED APPt:XTI

de::.tra, molto dilTuso, che quasi occupava più dei due teni della cavità, i quali ehbero felice e completa t·isoluzione e ci6 che e più in po•·hi giorni, cos:t ruolto rara a Yet·ilicarsi Dei no~Lri climi. Ciò dipende da l rotllinoo ed abbondante sudore cui rn so~gello l'ortrnismo umano in quelle regioni , e questo è un gr·ande efficiente per la risol uzione; d'altra parte per la grande rarefazione de!J'aria si ha una ginnastica p•1lmonare forzata, che procura naturalmente ciò che noi artificial mente provochinmo in silTaLLe malattio. Cn'altra importantissima malauia domina in Massaua, il \<liuolo che disgraziatamente e freqnenti:o.siwo, e ciò che pii monta, la maggior pnr·tc delle volte micidinle. È raro che lo si vt:da nella sua forma discreta_. ma per lo piit è conOut-nte. Durante un semestre ch'io ebbi l'onore di tliri~ere il reparto indigeni, i morti di vaiuolo rappresentarono la maggioranl& ed erano in pt·opor·t.ione veramente spaven terole, cioè i dae tt'rzi degli entrati per tale malallin. l o stesso ebbi a riscontrare successiramt>nle nel periodo di altri sei mesi che tenni il solo servizio civiiP esterno. Non so se una proporzione cosi rimarche,·ote siasi verificata nei ril!aggi di " onkullo, Arkiko e di Otumlo, ove appo~ito locale era stato impiantato per isolare, pet· quanto possihil~. gli alTelli di tal mulallia. Era perb strano il loro uso popolnre di rinchiudere tnli ammalali nei loro tulml con una ricercata arcuratezza. ~pinta al punto .ti circuire co1 tele, dal tello al pavimento, l'rmgareb su coi ce' ano, di coprirli pure nel contempo di pesanti coperte da lana e di fat·e un gran fumo .a.ccemlendo il fuoco nl'l bel mellO del tukul :.-te:;::;o; ed era cosi rad1cata tale c(•nsuetudine, the soltanto con inauditi ~forzi e rigoro~a son e~lianza. si _rio• sciva nd impedire che si barbara pratica fosse evitata nea lo: cali ste~si dell'ospedale civile. La ft equeoza pertanto con e1ll sitTatta malattia l'i presenta,'a uve'a natnraJmente fallo pea·

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Dl PA10LOCIA MASS\lK\S&

snre acombnllerlacon l'insistenza prù accanita.lantopere,itarla negli indigeni. quanto per mettere le truppe ist.esse del pre,.idio militare a riparo ùi L'lnto dtsastro. Ri petutamente ebbi orca:.ione di innestare il "nccino animale ai bambini ed agli adulti indigeni. ma in genere l'e~itofu qunsi sempre nullo. Ricordo che ùi tanti, tre soli t•bbero pu· ~tole, ma non di bell'a,pello; di e... ,e mi :'errii per tentare la varcioazione umanizzata su altri duel.mmbini, ma unche qnestn non ebbe alcun esito. Neli' o~pizio della missione france::e, ove erano raccolti eire l novanta fra ragazzi e r·a:Zazze delle dh erse tribri africane ((~alias, Soma li, Sndanesi), si e;;e~ui la vaccinazione sopra una quaraolitìa di essi e si ohbero dieci soli rnnesri utili, sebbene anche qur~Li non presenta<:sero quei bt•i raraueri che in genere si r·isconlrano nel nostro clima.Uel qnal fatto non saprei realmente dire In ragione essendo sempre l'inn~to stato praticato con tulle le cure e favorilo con l'a pplicnzione ùi tulli quei suggerimenti cl1e furono al proposito {}ati, usando anche proteggerli con un pezzo di sparadrappo, Ò<'lia qual pratica ebbi a loùarmi nelle vaccinazioni presso i re6~imenti. ~o n so :,e negli altri' illa~gi circo,tnnti si verificasse l'i:;tessa renitenza; oè qui posso pn. sare solto silenzio un fatto qu;mlo mni strano ed è che per qunnli tentativi siano stati fatti dal direuore del ~errizio sanitario per innestare su raccine la linf:l mimbile e così averla piil alliva e piu efficace per molliplicare Hl i esperimrnti e dilfondet·e questo mezzo eroico di salvezza , non si riusci mai a fat'la allecchire. Ciò che tanto ma:.tgior· mente ci confondeva. in quanto che la popolazione si pre:-Lan volentieri n questa pratica, di cui giìt ùa lungo tempo pare abhia ~'idea, riscontrandosi molti innestati col pus del niuolo benigno. 'al't>bbe pertonto desideruLile che fossero i tentati' r tinnonti, portando anche, ove -.ia il caso, una 'accina :;iil t


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CE~l

ED APPUNTI

innestata dnll'Ilalia stessa, o da innestarsi durante il o sul luogo ste5so per accertare se dipenda da condizioni o da altra causa questa r·enitem:a all'innesto. ~essnno mai nostri soldati e neppure di quelli della compagnia di sanità, quali er-ano in più diretto contatto coi malati indigeni, esempio di vaiuolo o di forma qualsiasi, anche •~~>o·lril>l~·~·nn• vaiolosa. )(a procedendo innanzi in questa esposizìone, dirò come • pure comunissima negli indigeni la scrofola e con essa la SGot rella gemella, In tuhercolosi, il che è in rapporto colla miseria. in cui l""ive quella popolazione. Che dirò poi dello scorbuto:f Sordamente manifcstato:;i nell'ospizio della missione frances.. circa il mese di aprile, Incitato dalle suore di carità. per igiJOoo ranza ed inroncepihili scrupoli, alle mie stesse mediche cur~ scoppian nel giugno in modo spaventevole. Di circa novaotar ragazzi, nove decimi non sta\'ano più in piedi, e disgrazialamenle ebbcsi a rimpiangere nell'agosto parecchie vittime DO'"' nostante gli sforzi e lo misure che disgr·aziatamente ed inev~ tabilmenle troppo tardi erano state prese. Fu un vero clisaslro, che mi f11 causa di dolorose tvrlure e d'indescrivibili an-goscie, davanti al quale tentennò la serenità del medico. non è solo in quest'ospizio che ebbi occasione di trovare scorboto. ma in genere era abbastanza spar~o per il v r llad~ in ogni età, in ogni sesso, come ne traboccavano le che fornivano all'ospedale un contingente str·aordinario di faLla infezione. le cause non sono neppure da ac<:eonaJrsl;~~ questione di fame in prima, di agglomeramento poi e di tua! e sud iceria. E daccbè sono entralo a par·lare di quest'ospizio di carill. mi vi soffermo ancora per dirvi del tifo, che imperversò cotfo. scorbuto e fu naturalmente ceusa principale dello vittime cbèebbersi a deplorare. Qual sia la c.ausa pr·opria e vera ebe ift.


DI PATOr:.QGIA .\lASSAUE\'fi>E

·l o:3;s-

}1assaoa possa determinare il Lifo io non saprei accennare, fatlo ~In che esisle con tulti i suoi caratteri, e di e$so ebbi parecchi c,asi nell'osp izio, di c1ti la maggior parte finì con esi lo lelale. Fu nell'agosLo e nel sellembr·e che sì manifestarono i deLLi casi, ma rton è solo in que~Li mesi .cLe abbia avuto occasione di curarne, avendone anche nel marzo e nell'aprile avuti parecchi altri casi in cura per lacìltà. Però non potrei dire che se ne siano veriucaLi numerosi casi, per coi non parrebbe che quest.'a!fezione numericamente rappresenti una cifr·a, da preoccupare, ma dopo il vaiuolo e quella che forni il maggior numero di morti. Ciò cb e poi salta subito all 'occhio è il decorso quasi sempre irregolare e !alvolla SJ.rano, mascherato dai piu straordinari fenomeni, e la fi·equenza delle ricadute. Per queste ricordn d'ava-r perduti due bambini che già aveva visti sfebbrati. Le convalesceme poi sono oltremodo prolungate, per cui la vita del povero paziente è per lungo tempo in pericolo di estinguersi per· le successive complicanze di esaurimenti e di cachessie. Ora pasM a dirYi come non infr·equenti accorrano le mamalattie del sistema net•voso. Come più sopra ho accennato. non è raro trovare esempi di 11tassia locomolrice, d'isterismi, is~hi<ùgie, chiodi solari, ma soprattutto d'iperemie cerebrali, congestioni e meningiti. Nelle donne non erano r'.llt·e le leucon·ee, ma la per·itanza del pudore le rendeya poco c urabili. Due volte mi occorse di curare donne per· metri ti croniche ed ottenni un considerevole migliora;nent0. Nei veccbi ripetutamente curai cardiopatie per iosuflìcienza della mi trai e, le quali con un lungo avvicendarsi di miglioramenti e peggioramenti terminarono con la morte. Non mai mi occorse di curarne in individui gioyani; del resto ì y[zi di cuore sono poco comuni. L' elmintia:<i è quasi esclusivamente rappresentata dalla


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ten ia, di cu i si riscontrarono le due specie: la solium. e la medio canellata. Parrebbe però che non sia nei nativi di )Jo~saua tanto generalizzata come in .\bissinia; difalli quante volte ebbi a riscontrat'la, e furono numerosissime volte, in· Jagando trovai sempre che era. in gente venuta da ll' interno dell'Africa, in specie dall'Abissinia, o che con l'interno ayeva avuto relazione. Nell 'ospizio stesso della missione francese la trovai nei ragazzi che ultimamente erano stnti dalle nostre truppe sequestr·ati alle caro,Tane dei negrieri. Del resto anche i lombricoidi danno il loro contingente nei bamhini, come ebbi a verificare specialmente nella missione. ~on ebbi mai occa· -sione di osservare la filaria med'inen~e a cui accenna il Panara. È rarissimo incontrarsi nella vera febbre miasmatica; due rolle sole mi occorse di curarne con sintomi e caratteri ben delineati, quali il tumore splenico e l'i ngorgo epatico, ma erano in indiYidui che veniyano dalla spiaggia asiatica . Però un certo grado <li tumefazione della milza fu frequentemente rilevato negli ammalati di affezioni epatiche e tifìche, come pure di quelle lente e croniche del tubo gastro enler·ico. E con que:Ho porrei fine all' eonmemzione delle medich e affezioni, non ricordando -che altro mi sia stato dato d'ossef\'are. Epperò passando alle affezioni chirurgiche saltano subì t o per prime sott' occhi le dermatosi. Non è solo appannaggio, per servirmi della parola calzante del maggiore Panara <legli Europei io .Hrica, il li· chene sndol"ale, ma è moltissimo geoernlizzato fra gli indigeni stessi a dispetto della cor·iacea loro pelle. Lo cito in prima linea fra le dermatosi, poichè è di piu comune e generale ri• scontro, sotto tutte le sue forme, dalle semplici macchie alle profuse incrostazioni. Debbo però rilevare che è massimamente nelle donne e nei bambini e negli adolescenti ~h e lo si riscontra, senza cessare d'essere comune anche fra gli adulti e nei vecchi. È l'effello del clima. Aggiungasi a ciò nella maggior parte


DI PATOLOGIA MASSAUENSE

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la naturale disconoscenza della personale pulizia e l'uso abituale di ungere la superficie cutanea con sostanze grasse. che\~ irrancidiscooo ed agglomer·ano sulla pelle no mondo ùi sporcizie e si trovo. la ragione delle molleplici ed ostinale forme delle dermatosi. Difatti dalle semplici macchie lichcnoidi occorre di >edere tulle le forme dermopaliche fino a qnella ele· fanti asi che dagli Arabi propriamente si appella. Ma per laceredi nltre di men comune riscontro e di miooreimporlanzn, marita uno speciale accenno la foruncolosi, che nella sln~ione pi~ cocente forma il >ero supplizio d'una moltitudine di hambini, nonché di adulti, per laquantilà innumerevole di foruncoli che si producono e per la loro interminabile sequela. Sono miriadi che si susseguono, piccolissimi gli uni, enormi gli allrir in tutte le parti del corpo, dolorosissimi. Comunissima è poi la scabbia, e ricordo d'ayer pue visto 1Jn. raso di tigna. Erano frequenti 11ella s~agione umida le otiti e le otorree, come pure le adeniti, specinlmente cervicali. (n lipoma enot·me alia regione deUa nuca era stato da me ~otto­ posto all'osservazione dei colleghi per ventilame insieme la questione dell'esportazione, come pure il caso di un sarcoma del mascella re superiore. )la non se ne fece nulla, non a,·enrlo i pazienti voluto sottoporsi agi i aLI i operatiYi. Viceversa furono operati con l'amputazione più d'un artrocace al piede con fe lice successo; cbè cosa veramente rimarchevole è la facilità e la rapidi tà del processo cicatriziale delle ferite in genere. Le condizioni di quel clima mi parvero sempre favorevolissime sotto questo rapporto e tali da impegnare il chirurgo allo più ardueoperazioni. Cosi furono >eramente ammirabili i processi di cicatrizzazione di cinque mutilati d'una mano, che nel mese di gennaio si presentarono in cura all'ospedale civile, di un evirato e di par·ecchi altri individui, che da1 banditi di Ras Alula. 0 del Debeb erano stati macellati. E qui merita anche una pn-


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1031S

CE:'ì;~] ED APPUNT I

rola lo stoicismo, l'indiiTerenza, con cui quella ~ente sopporta il dolore d'un'operazione; paiono veramente in5ensibili. Ope• rali senza clor·oformizzaziooe, anche con luoghi e dolorosi pf'O.I cessi, non esce loro di bocca un gemito, seguono con calma la mano del chirurgo. non il minimo mo>imento pr·oducono che disturhi razione dell'operatore; anzi con facilita si decidono agli alli operatiri. pur d'essere liberati dal loro nemico, e con insistenza li reclamano quando il chirur~o tenta con ]u·ocessi rnediramentosi o per altre ,-;e d'evitarli. Dissi più sopra che era molto generalizzata in 1Iassaua la scrofola. qllindi non fara meraviglia se con frequenza accade di corar·e ascessi idiopatici, lenti, piaghe torpide, ostei ti ed osteo · periostiti, carie e necrosi; gl'idrarti, in specie del ginocchio, e gli ru·tr·ocaci sono comuni e con essi lulte Je chirurgiche ma· ni(estazioni di si/Talla distrofìa costituzionale. Cosa ver·;nnonto singolare erll poi il numero di coloro che si presentavano per· piaghe antiche aLle gambe, Te n'era tale moltiplicitù da esserne pr·oprio maravigliati. Erano in parte di or·igine traumatica; ma molte non erano tali e piutto~to are· "\'ano n~petto di lebbra limitata e modi6cara. come lo pole\·auo far· credere la forma, la tendenza nd estendersi. la diftìcollà e qua~i irnpos:.ibilitil dimenarle n cicntrizzazioue. :\on potrei chiuder·e questa rapiùa rassegna senza parlarti d'un fatto che ripetutamcnte m'occor·~e, e questo rig-uarda la circoncisione. Una \'O Ila giunti all'età di l 0- 1z anni e talora anche prima, i ragazzi, pel codice religioso mussulmano. ces· sano di far pa!'te del cerchio delLe donne e direntano uomini, ricevendone la consacn1zione per· mezzo della circoncisione. Questa t'· praticata in un modo Ycramente barbaro, cioè con UD rasoio o con una pietra tagliente. e così si "'. bbandona il prepuzio senza as~icurar'e con p1111li <li satur·a la pelle e la rntJcosa. Dal che no segue che allontanan.dosi i due tessuti si forma una


DI l'ATÒLOGIA ~J ASSAOEN'SE

estesissima superfìcie ili ferita, che lmscurata s'irrita e dur·a poi un tempo lunghissimo prima d'essere ridotta a cicatrice. Un inconveniente poi di siliatla pratica, che per due volte ebbi l'occasione di -vedere, è il taglio dell'urelra al disotlo del rrenulo, forse per i movimenti inconsulti del paziente durante l'atto operativo. Ed avendo toccato questa pratica di mutilazione nei bambini, merita pur anche di accennarne altra più barbara delle bambine. Nei primi mesi di loro esistenza vien loro cl'Uenlata con una pietra tagliente la parete ]nterna delle grandi labbra per quasi tutta la loro estensione, alFio fuori d'una piccola porzione in basso; indi Yengono direttamen Le cucite od altr'iment.i strettamente fàsciaté così da mantenere in imimo con tatto le due superfir-ie cruen tale, pro ducendone l'adesione. In tal guisa si è che sogliano quegli indigeni assicurursi della caslil.à delle ragazze ed acarescere la voluttà degli amorosi amplessi. Sin'utta pratica non dovrebbe essere scena d'inconvenienti, mn. la gelosa cura con cui sono le ragazze invigilaLe non permise mai di poter·! i riscontrare. Non vu. poi passato solto silenzio il fallo che capita non di 11ado dì dover estrarre corpi estranei. in specie proiettili d'nrmi drduoco , da seni fistolosi anticbì . Cosi ripetuta mente si pOl'se il caso in ospedale di proiettili rimasti incuneati nelle ossa della coscia o delle gambe e portati da anni, senzn darsi pena Ilei fastidio dei relativi seni etemamenLe suppuranti. Dirò anche che, se non frequentemente, accade pur lalom di riscontrare fer·ite per morsicatura d'animali velenosi, in ispecie di vipera, alle gambe ed alle I.Jraccia. Una voll~ mi ocCOJ'Se di riscontrarne un caso pet· morsicaltua al piede de~lro, che sebbene venisse medicato a non lunga dìstaoza dal momento in cui era successo, tullavia presentò un'imponente e minacciosa sindrome feuomeMiogica, quantunque l'individuo avesse pensato in mancanza di altra ri~orsa, di legare con un


10i.O

CK:'\~C ED APPl!XJJ

nastro strellamente la gamba al di~opra del collo de! piede. Per cura si adottarono le iniezioni ipodermiche col permanganato potassico, con felice risultato, ed i bagnoli freddi localmente; gli eccitanti all'interno. ~el modo stesso si procedeue sopra un soldato che era stato morsicato alla mano destra e che pure presentò i sintomi più allarmanti. Quanto alle afTezioni oculari debbo dire che SCIDO comunissime le congiuntiviti, le cheratiti e cheralo-iriti. e le loro conse~uenze di macchie e opacitit co1·neali e di cecità completa. Piuttosto tr·ascurati su tale riguardo e non dando quella consi· derazione che sarebbe stata necessaria, si prese nlavano in ~e· nere molto Lardi alla consultazione medica e quindi :e1·ano sempre casi gra,' issimi che si aveva a rilevare, e molto ribelli ai metodi curativi. Le congiuntiviti facilmente si facP.vano purulente. Sorprendente poi era il numero di quelli che a' evano cataraua. Co!'i si Yedevano in giro per il villaggio molti ciechi, di cui in parte lo erano pure per lesioni traumatiche. Non mi occorse mai di riscontrare casi di emeralopia, e si che sotlo una luce cotanro viva, souo un sole così splendido, in località che non porge il sollievo del p iii piccolo fuscello rerdeggiante, Sl).cui pog~a l'occhio riposare, parmi avrebbe doHrlo essere quest'affezione r~tinica abbastanza comu ne. Le malattie veneree erano tappresentate in larga scala; cosi le uretriti blenorragiche acute e croniche, le ulceri ed i bnbboni. Par·ecchie rolle mi tr·oni in presenza di restringimenti uretrali, che curai con la dilatazione graduale con buon risultato e con molta soddisfazione dei pazienti. È poi mollo generalizzata la sifilide e si LroYano esemplari d'ogni sua manifestazione. Era però specialmente negli Abissini che si riscontrava , pìu che nelle altre rappresentan1.e indigene. E qiLi. 11e parlo facendo astrazioM di quanto possa essere stato os • sevato da coloro che sopraintendevano allo speciale servizio


1.11 PATOLOGIA li:ASSAUE:-ISE

I Oi l

sanitario delle prostitute; ne parlo come di malattia in genere che osservava nelle sue Yal'ie fasi fm la popolazione, in Lulte le età ed in entrambi i sessi. E cosi parmi d'a-rer~ a sufficienza divagato pel campo patologico di )lassaua, il quale, come ben vedete dall'incom pleta esposizione che venni facendo, è purtroppo esteso e si da fòrmare oggetl.o di lunghi studii e di elaborate trattazioni, tanto più in vista di particolari modalità e sintomi che colà le malattie presentano, come era naturale d'aspellarcelo sotto un clima cosi diverso, e per l'infloen7.a d'usi e di abitudini tanto differenti dalle nostre. E di esse modalità vi avrei pur· parlato se, come più sopra ho accennalo, le circostanze mi a\essero favorilo in modo da raccogJiere un sufficiente fardello di giuste cognizioni, cosi da potet· emettere alcun che <li r·ealmenLe positivo. Del pari dovrei ancora dirvi qnalche parola sui metodi curativi più opportuni o sull'azione degll agenti medicamentosi. )la bisogna che mi restringa ad accencennare al solo fallo che su quelle costituzioni cer·ti rimedi hanno diver::a azione che non su noi, come ad esempio del calomelano, dall'amministrazione d'un grarmno del quale, non potei mai ottenere eiTeuo pur·gativo, ma produce\a più rapi damente la sali \azione, così dai purganti in genere che non agivano se non ad esagerale dosi; cosi degli oleosi che meglio corrispondevano che non i salini; cosi del chinino che mi par'Ye fosse ben poco allivo e non sempre efficace, ecc. Ma non bo dati sufficienti per affermare quanto di reale vi sia in que~te accidentalità e da quali cause debbansi ripetere. Mi limito a segnalar·e un'osservazione, cbe solo lo studio pratico, molliplicato sopra un gran nnmero d'individui di diversa etile diverso sesso. in diverse condizioni di stagione, p~trà chiaramente dimostrare. 66


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CO~TRIBUZIONE ALLA

CISTOTO!II A IPOGASTRICA •i

Memoria letta. dal ~giore medico cav. llafraele F e 41• nella rooferenza scientiOca tenutasi nel mese di maggio t881 allo s)'l('dale militare prinCipale di Roma.

Ho l'onore di comunicare ai colleg!Ji un caso di cistotomfa soprapubica, occorsomi di recenté, cbe per la gr•ave etA del paziente ed il decor·so favorevole viene sempre piu a confermare i vantaggi di questa operazione in confronto agli altri metodi tendenti a rimuovere i calcoli vescicali. l i sig. Luigi Bova, map-azziniere del deposito sale in Gaeta, di anni 7}, di mediocre cosliluzione, esente da vizio eredilat'io o celtico, non ebbe fino al 1879 malattie d'importanza. In quell'anno fu da me stesso curato io Gaeta di l!rave poi· monile infettiva, con conseguente processo piemico est980 a tutlo il connelti"o sotlocutaneo degli arti e del basso ventre, ove la suppurazione prese fortunatamente la via intesl.inale. Guarilo completamente di tale iofermita, godette buona ~­ Iute s ino a due anni fa, e poca in cui cominciò a risentire stimolt frequenti al mingere; ebbe urine torbide, pr urito al· l'asta, e gli altri segni di calcolosi Yescicale. L'e~plorazioni praticate dai m~dici del luogo furono ne:-gati,'e in quanto all'esistenza della pietr·a; e J'inrermo fu n· tenuto soltanto a/Tetto di cata!'I'O vescicale. Nel snttembre dell'anno scorso il Bova, le cui sofl'erenz~ sempre più A.\lmentavano, si recò in Napoli, ove dai primi


COTIRIBUZIONE ALLA CTSTOTOMTA IPOGASTRIC.\

1Oi-3

<tue professori consultali non fu constatala la presenza di alcun calcolo. Altro osservatore più diligente. previa inieziOne in vescica, si accertò della calcolosi, ed in visla deiJa ~rave elà del paziente propose la lilolrisia, alla quale l'infermo di buon grado si sottopose. La cloroformizzazione, a quel che mi venne riferito dai parenti, fu mollo penosa; il paziente fu più volle minacciato di soffocazione. L'operatore riuscl ad afferrare un calcolo tra le branche del litolrilore, ma per quanH sforzi adoperasse, non potP neppure intaccarlo. Una grave emorragia ed un processo febbrile intenso della durata di parecchi giorni indussero il paziente ed il curante a desistere da ogni altro alto operativo. Scoraggiato e sfiduciato il sig. Bo~a ritornò in Gaeta <>ve passò l'inverno in preda a gravi sofferenze, esacerbale da una tormentosa iscuria che non glì dava requie. Nei primi dell'aprile scorso sen venne in Roma e si sottopose alle mie cu re. Appena riscontrai l'esistenza del calcolo, mio primo pensiero fu quello di Jiberarnelo; ecl in vista dell'insuccesso avuto dal tentativo di litotrisia, dello stato sofferente delrindividuo. di nutrizione piuttosto scaduta, con catarro cronico di ,·e!lcica ed iperlrofia prostatica, temendo a ~iusta ragione le conseguenze di una cist•)lomia. perineale in quelle condizioni, proposi l'epicistotomia, che dal puziente· fu accettata senza discussione. Dopo aver convenientemente pretlarato l'infermo ad es~ermi assicurato dell'integrità dei reni, il 7 di questo me!<e assistito dal doll. Garioo e da parecchi colleghi, eseguii il laglio ipogaslrico, secondo le norme del Petersen, dopo aver procuruto il matzg-iore accostamento possibile della ve!'tcica alle pareti ventrali, mercé 11n pallone introdotto nel retto, ed il riempimento dell'urocisti. Oper·ai nella posiz.ione del Morand (bacino e cosce piu alte del tronco) e la cloroformizzazione in quella posizione, falla e sorvegliata dal dott. Panara, andò stupendamenlP.. Dopo aver inciso i comuni intea:umenti .e scostato i piramidali, procedendo a man sospesa, tagliai $ulla linea alba e mi accorsi che, non ostante le precauzioni


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CONTRIBUZIONE

adoperale, la piega periloneale era molto vicina al pube; me non mi fu facile scost.arla e mantenerla verso l'angolo aaperior e dell'incisione; mentre colla gnida di un semplice catetere penetrava in vescica dal basso all'allo incidendo la p&• rete anteriore per circa due centimeti·i. Introdussi immediatamente l'indire sinistro nella vescica e constatai lò sviluppo del lobo medio prostatico, dietro al quale erano allogati quattro calcoli del volume ciascuno di una piccola noce cl& facilmente estrassi. Lavai in seguito abbondantemente la 'fescica colla soluzione borica al 3 "f. e ne cueii i margini deJ. l'incisione coi muscoli retti onde impedire le infiltrazioni urinose nel tessuto sottoperitoneale; introdussi due grossi dre· naggi che fermai con punto di cucitura alla pelle e medied con garza iodoformica ed ovatta al sublimato. Lo stato dell'operato dura nte il giorno si mantenne sod• disfacente e i tubi che coll'estremo libero pescavano in UD recipiente contenente soluzione a ntisettica, funzionarono benissimo fin dal primo istante, eliminando regolarmente l'Il• rina. Nel giorno seguente funi febbre moderata (38',7 1, qualche raro singullo, un po' di tosse e Ueve dolore all'addome. sul quale si pose In borsa di ghiaccio. La febbre cadde nella notle con profuso sudore ed al maWno seguente trovo te~a­ pet•atura normale, cessato H singulto ed il r isentimento dell'addome alla pressione, urina appena intorbidata da qualeb& fiocco di muco. So<>pendo i: ghiaccio, prescrivo qualche alimento liquido ed un po' di codeina per la tosse, che di tr~ in tratto lo molesto. Continua il benessere fino al 12 maggio, giorno in cui per combattere la stipsi amministro l'olio di ricino. Alla sera febbre risentita (39•,7), che si scioglie nella no~ con sudore. Il mattino seguente somministro un g:r11mmo dt chini11o. La piaga è in oltiroe condizioni, tantocbé tolgo unodei drenagpi. Da quel giorno il miglioramen~ sempre progressivo non fu lut•bato dal minimo incidente. Il 16 si tolse l'altro drenaggio e si tenlò un catetere elastico a permanenza che non venne toUeralo. L"urina proseguì ad uscire in gran pane


ALLA. CISTOTOllll Il'OGASTRICA

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<!alla breccia ipogaslrica, la quale a manc a mano si è andata spogliando di qualche cencio necrotico. Lo stato alluale del Bova ò soddisfacentissimo. La breccia ipogastrica per quanto ancora lasci passare un po' di urina, si restringe dì giorno in giorno, mostra una superficie granulante, e tutto induce a credere che in breve tempo sarà rimarginata. L'ur!na é limpida, la vescica in oUime condizioni e l'infermo già si alza da letto (l). A questa semplice nat'razione mi permetto aggiuogel'e appena poche. riflessioni, essendo il caso per sé stesso abbastanza eloquente. La cislotomia sopl'a pubica, bisogna convenil·oe, pel' quanto sembri la più semplice e la più logica, è tuttora poco diffusa. La tradizione, il timore della lesione periloneale, delle temibili infiltrazioni urìnose, non che la fa~ililà colla quale in genere eseguiamo il taglio perineale, secondo i precelti della scuola napolilana, contribuiscono a limitaroe la diffusione. Eppure i vantaggi dell'alto apparecchio sui metodi tendenti a rimuov-ere i calcoli vescicali per la via 1!0ltopubica sono così evidenti, che non so comprendere come questa operazione sia patrimonio esclusivo di pccbi chirurgi. Fmora jnvero manca un grande materiale statistico; ma i risultati de' suoi pochi faulod sono cosi incoraggianti cbc St può fin d'ora presumere che diverrà il metodo preferito. La lilotrisia> non ostante i miglioramenti tecnici apportatevi da Bigelow e dal Tompson, rimane sempre un meloùo eccezionale, spesso lungo e penoso per l'infermo; ed i processi sottopubici, in Lalune età specialmente, non sono esenti da lemibili conseguenze. l vantaggi del metodo soprapubico si riferiscono più che altro alla semplicità dell'alto operativo, all'assenza di emorragia, alla facilita di esplorare col dito tutta la vescica e libetarla di gt•ossi o moHeplici calcoli senza la minima offesa ~Ile sue pareti, al suo collo ed alla prostata. L'epicistotomia tnollre offre il modo più adeguato e pronto per curare le Sl'llvi cislili. La temuta incisione del peritoneo può essere (IJ Poebi giorni dopo In tctturn di questa. comunicazione, cioè verso la meta

~l :.:iugno, il nova guarì completamente e ripre~e le sue ordinarie abituclini.


l 0i6

CONTRJBUZlONE ALLA CISTOTOiliA IPOGASTIIU

facilmente evitala con un po' di delicatezza nell' quando anche, come nel mio caso, il pallone di Pell.e!'11811t:J niezione in vescica e la posizione del Morand non ad allontanare dal pube la piega peritoneale. La sucun~~ margini della breccia vescicale coi muscoli relli opera pel primo dal Novaro, ed il drenaggio potentemen te ad impedire ogni intl!Lrazione urinosa. L'epicislotomia e da preferirsi assolutamente nei la cui piega perilooeale si sposta facilme•tte in allo a scica piena, e sui quali operando col metodo perineaJe, le possibili fi~lole e ~Lanosi urelt·ali, non si può ,.v,,,.,,_... fesa di uno o di ambedue i condotti eiaculatori e la guenle impotenza. È da preferirsi anche nei vecchi scic-.a malata, con prostata quasi sempre iperlroflca, pel facile e pronlo col quale senza nessuna offesa a questi gani ed al plesso venosc, si possono asportare i numerosi calcoli propri dell'età avanzala; nella quale le ~erazioni, i maHrattamenli, l'omorragie e le infezioni compagnano i melodi sollopubici costituiscono un gravissimo e non sempre evitabile. In Italia finora si possono cootat•e a dito i seguaci di metodo; e tranne l' Albo.oese , che l'applica nei .uaiiUIIIIIJMAI P.uggi, il Rolh ed il Novaro, che n'è lo Att·enuo tore, a quel che mi sappia non vi sono altri faut.ori delLo alto apparecchio. L'esito da me ot\enulo in uomodi età e deperito da lunghe sofferenze, spero che tnv·olZIcolleghi a preferirlo, colle debite eccezioni, agli alLri diretti a rimuore i calcoli vescicali.


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L'ISTERISMO NELL'UOMO L'ISTERISM O NELL 'ESERCITO Conrerenza scientillca tenuta nell'ospedale militare di Roma dal dott. Sgobbo F r aneeseo, sotto tenente medico di complemento.

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Sanna Luciano, di Sosso (Sassari), carrettiere di 2:! anni, era nel 79 reggimento fanteria. Nell'anamnesi non vi era altro d'importante che l'esser figlio di padre ignoto, però assicurava d'aver sempre goduto buona salute. Dopo H mesi di servizio militare venne per la prima volta all'ospedale con un dolore puntorio al costato destro senza essere accompagnato né da febbrt::, né du altro sintomo locale che avesse fallo pensare a qualche affezione della pleura o del polmone; il dolore era continuo, immutabile alla pressione e ribelle ad ogni cura. Essendo un individuo pidgnucoloso, malinconico, di complessione delicata e di una fìsonomia nervosa, volli tentare d'ipnolizzarlo e subito vi riuscì e mercè la suggestione polelti guarirlo dal dolore. Non aveva egli alcun disturbo moto,•io u sensorio, oè alterazione in qualche apparecchio, solamente notai una ctiminuzione marcata nella sensibilità doloritlca, tanto che, pungendo con uno spillo su qualche parte del corpo, avvertiva subito il contaLlo della punta, mentre provava dolore quanno la punta era penetrata nel derma. L' iuft!rmo a! comando di dormir~ Immediatamente nella POSizione in cui si trovava, cadeva nel sonno ipnotico e su·


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bilo passava nello stato catalettico. La catalessi non s'estendeva all'al·ticolazione del pugno e delle mani, le quali pendevano dagli anlibracci come negli individui con paralisi del muscoli estensori, ed era soslituila da iulensa contrattura, quando gli arti supel'iori ed inferiori si mellevano in es&en· sione. Ogni sforzo per potee vincere la contrattura riusciva inutile, facendo resistenza l'al'licolazione della spalla, del go· milo, la coxo-femorale, quella del ginocchio, e dei piedi, la mano solo non vi partecipava; mentre roi sia la Clilalessi cowe Ja contrattura si riso l ve va soffiando sulla parte leggermente: l'arto allora lentamente s'abbassava. Il pt~ziente passava nello stato sonnambolico, slrofinandogli sul bregma, allora chiamato a nome rispondeva, comandatogli dei movimenti con più o meno prontezza l'eseguiva. Stando seduto, se gli s'imponeva d'alzar(' e camminare, si levava dalla sedia, ma poi temeva di dare qualche passo, perché, dtcevo di non vedere dove si trovava, e solo dopo averlo assicurato d'essere al sicuro dava pochi pani e poi si fermava. lo questo stato, mercé suggestione, io determinava delle paralisi, contratture negli arti, an e~te$ie e dielro il mio comando le faceva persistere anche durante la ve gita. Un giorno gli suggestionai una nevralgia sopraorbitale e scialìca destra, toccando sull' incisura sopraorbitale e nel ~olco scialico e dicendogli che in quei due punti alla preesione doveva sentit•e dolore. Al mattino seguente mi reeai da lui e dopo avergli fatto varie domande, gli palpai l'addome, ascollai il torace, toccai varie parli del volto, ma quando at·rivai a premere sull' incisura sopraorbitale dest.n il paziente tirò indietro il capo e mi accusò dolore; lo stes~ avvenne nel far pressione fra la protuberanza ischiatiea ed il trocantere. Mercé la suggestione Ceci scomparire il solo~ lore sopraorbitale, e poi andai via. Non essendo venuto il giorno seguente all'ospedale, rividi l'ammalalo dopo .due• giorni, e mentr·e la pressione nella incisura sopraorbttal~ non dava dolore, nel solco sciatico era piut..osto forte e 81 diffondeva lungo la coscia fino al cavo popliteo, designando il cammino del nervo. Feci scendel'e di letto l'ammalato 8


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gli dissi di camminare, ed egli zoppicava alquanto, poggiandosi poco sulrarto inferiore destro: si era dinanzi ad un individuo con nevralgia sciatica. Blislò ipnotizz.at'lo e nello sta lo sonnambolico suggerirgli che nell'arto inferiore destro non avrebbe avvertilo anche in veglia più dolore alla pressione, pt~rché tutto cessasse, e la parte tornò nella sua normale funzione. Questo soggetto si prestava ottimamente alle suggestioni in veglia: io suggestionava senza ipnolizzarlo una paralisi degli arti, contrattura, anestesia, iperestesia tallile, termica e tutto otteneva, e le alterazioni persistevano fino a che non ripelea che quella parte era sana e che poteva muoverla, sentire, ecc. Semp1·e in veglia e senza suggestioni sì potevanu determinare delle contratture: se io distendeva gli arti superiori ed inferiori, IJUesti cadevano in contrazione, la quale, come <[uella prodolla colla suggestione non s'estendeva negli arti superiori alla mano, che restava pendente dall'avambraccio, se dicevo all'infermo di st1·ingere col pollice ed indice della mano gli estremi d'una calamita e poi allontanare le dita, non più vi riusciva, determinandosi una iuLensa contrattura nei muscoli flessori dell' ind1ce e del pollice, e del primo in· lerosseo. Questa contrattur-a si risolvea togliendo dul contalla delle dita la calamita, la prima invece soffiando sull'arto o lisciando sui muscoli flessori. Nessuno allro gruppo muscolare cade,·a in contrazione sotto l'azione del magnete tanto in veglia. che nel sonno ipnotico. Sia nello s~ato di catalessia, come in quello di sonnambulismo, la sensibilità tattile e dolorifica persisteva, poiché dietro una puntura, l'infermo, oltre a ritirare la parte, atteggiava il volto a dolore; dippiù nella catalessi non esisteva ipereccitahilità neuro-mu$COiare, e nel sonnambulismo l' iper-eccitabilità cutanea.

Stando alla grande frequenza dell'isterismo nell'esercito, ed alla facilità nel poter determinare in questi sog~elti il sonno ipnotico, e non ra1·e volle, come in questo ullimo caso, lo stato sounambolico e suggestivo, credo utilissimo toccare,


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per c1uel che ci riguarda, un arRomenlo di attualità e di noo poca impO!'lanzu pel medico militare, qual'é l'ipnotismo aOUo l'aspetlo me.:~ico lega le. Il mf>•lico rnilitar•e potr8 tr·ovarsi di ironle ad un individuo, il I]Uale volendo sfuggire il serviz10 mililaru si presenta eoo un dislur·bo reale piu o meno este::o sia motor1o che sensilivo cbu çrli fu !'lu~geslionalo. come potrà e'-sere cbianu•Lo a dicluarare se lfuel m ililat•e è o pur no responsabile e quindi colpevole di quel dalo allo o reato. Noi eappiamo che non ~olo gl'isterici possono essere sensibili a llu pratiche ipnotiche, ma anche individui sani o affetti da ullre malollie. Il BerniJeim un g-iomo in presenza di Lregeoll> a ddormento in una sala quB'!i tutti i malati la pio porte ti<.~ici, enfhsemalici, convalescen ti. Liegeol!> e Bremaud fecero e~perin1enli ipnotici sopra sof(gelli S:lni. Liebaull su 1011 per~one, lull'ollro che isteriche, non oveva trovaLo ehe 27 insen,ibili alle pratiche ipoolrche. Ci e noto ancora, e robbiumo veduto nel nostr·o soggeL\o, come i distUJ·bi pr•odolli colla suggestione nello ~talo sonnambolico po~~ano farsi •turare nella vegli1.:1, sunulanJo cosi una lesione i~terica ::'ponlanea, e come generalmente COD grande facilrlè, ipnotizzando di nuovo l'individuo, si può ridare la nor male funzione ella par te alterala. Se finor·a Il medico militar·e non ::~i è incontrato io t~imJii individui, non creda però difficile che, sia al con~iglio tli leve come altrove, non possa essere ingannato, speciltlmente se non è prevenuto. L·imbo•·azzo del rnedico roililare sta nel definire SE> l'alterazione sia una manifestazione dell'isteris mo, ovvero sia stata procurata dalla SU!lfot6Slione; i cara tteri diff~>renziali, a m1o modo, mancano. pet·ché una fo rma isterica può r iprodursi e~auissimamenle colla suggestione; uù vale la risoluzione di quel dato disturbo colle suggestione per Cllre ammettei'\! che esso sin stato procurato, po1chè anche i{l'ister•ci possono guarire dalle loro allerazioru dietru il comando suggestivo come il medico dal veder·e iJ giova'le liberalo dalla paralisi, anestesia, ecc., anche dopo pochi m omenti pa«sala la visita, bencbt: queste ros~ ero state suggeriw e


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guarile colla suggestione, pure non potrà egli nettamente ammettere che l'aJLerazione fu pt·ocurata, conoscendo che uno dei prmcipah caratteri ùell'i::.lerismo è la mob1hta dei sintomi. Farò anche un cenno sull'argomento della responsabilità ind1' iduale. Nello stato sonnambolico l'individuo è incosciente; risponde, agiscP, ma non sa quel che fa, e svegliato, esegue nel dalo tempo Lullo c1ò che gli fu comcuulalo colla s uggcslione, senza nemmeno sapere che operA per ordine altrui: in ultri termini si può far· commettere al soggetto qualunque allo o delillo non solo durante lo ~lato 1pnolico, ma se la suggestione persiste, anche durante la vc,.rlia. L' illustre giureconsullo Liegeo1s mise 10 evidenza come un soggetto sotto la suggestione poteva l'lcouoscere impegni eh('. non aveva mai preso, firme, obbligaY-tOni per pa~ar debill non mai contratti, prodursi falsi t~>slunoni o accusarsi alla polizia di delitli iunnaginarii con ogni dettaglio e nei termini stessi sugger iti uno o due giorm prima. Eòbene questi individui non sono re:=.ponsabili delle loroazioni perché compiono atli, dei lJUali non conoscono altro che l'esecuzione. Sul rtguardo il Campili scrisse un bel volume inlitolato: il grande ipnotismo, la suaflestione ipnotica net rapporti col d ritto penale e ctr:ile. E inutile dire como il perito mililare si •lebba comportare in simili casi: se egli arl"iverà a conoscere eh>' quella dalA azione ru sugges tionata deve rare escluùer·c la respon ..ebilita e la colpa dell'individuo; nei casi dubbii chiegga il parere di altri e giammai dia decis~ la s ua opi111one, potendo far punire un innocente, ovvero far dare la liberlà aù un colpevole.

Essendo difficilissimo il conoscere se un disturbo o una IIZtone sia sLIIla suggestionata, io credo ~ue il mediCO miHlare debba essere guidato almeno, a mio modo, da quesl1 c1·ìteri per pot~::re piu o meno e~alLIImente dare il suo parere:


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1' Studiare l'anamnesi, il temperamento, il carattere dell' indh;duo, per stabilire se in lui vi ba un fondo isterico; 2• Tenere presente con quali mezzi ed in l'fUsolo ter1po il soggetto s' ipnotizza, poiché cadendo egli nel sonno quasi immediatamente dietro o il solo comando di dormire o una brusca occhiata, ecc., si può sospettare che fu educato alle pratiche ipnotiche; 3' Badare se s i ollengono con facilità le suggestioni, cosa difficile in persone non manifestamente istel'iche, nelle quali l'aJlerazione che scompare con quelle, generalmente si ripete e dopo allernalive di guarigioni s i può avere la normale runziooe della par te; 4' Finalmente cercart», è questa Ja prova più decisiva, nello s tato soonambolico di rar confessat•e all'ipnotizzato come si determinò quella sua alterazione, cosa cbe con alquanto facilità s i può ottenere.

La legge deve punire coloro che mercé la suggestione, racendosi determinot'e un' alterazione, tentarono sfu~gire dal serviziO militare, come deve punire i magnetizzatori perché complici nell'inganno; nel caso che fosse assicuralo che in seguito alla suggestiono il militare commise quella data azione, non dovrà questi essere ritenuto colpevole, né dovrà essere assoggettalo a pena, la quale cadrà massimamente su colui che si servi dell' ipnotizzato e poi s ull' ipnolizzaLore.

OILre agli undici isterici menzionati, n'ebbi allri tre: a) Domenico Marini, allievo carabiniere della classe 1866, <:on convulsioni istero- epilelliche, poliopia, e diminuzione del senso dell'udito; b) Carmelo Ippolito, allievo carabiniere deUa classe tSOO, con convulsioni ed emipoestesia; e) ~larino, soldato nel a• bersaglieri della classe 1866, con convulsioni jslero-epilettiche;


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i quali, presentando distu1·bi isterici d• non molta importanza e che per altro fur(Jno ri!:!cootrati nei sopra citati ammalali, ho fallo a meno di riportare le storie.

Se tutti que!:li individui p•·edisposti alla nevrosi primo. di vE:nire sotto le armi o non mostrarono alcun segno ù'i... lc. rismo o appena esso si appalesò con qualcl.le accesso convulsivo ed invece nei primi mesi del loro sen·izio militare della malaLt1a si mo~Lrò spiccatamente in una delle sue molteplici forme, vuoi dire che vi deve essere nella vila militare qualche causa che ne determina la mllnifestazione. Io credo che la causa determinante sia riposta nella nuova vila in cui entra l'individuo e nell'educazione miHtare. Tollo il giovane dal seno della famiglia, dalle abitudini domestiche ed obbligato a vi vere lontano, a menare una vita metodica, a far vita con altei giovanidisvaria tite.mperamenli, a reprimere i suoi desideri, a non poter godere della libertà di una volta, certo tutte queste cause sono potenti stimoli che vanno ad eccitare anormalmente l'alleralo sistema nervo!'<o. Se alla bottiglia di Leida carica di elettricità voi accostale la nocca del dito scoccherà. la scinlillu, così se voi sul giovane militare, predisposto alla nevrosi, agile con un polente stimolo, la nevrosi latente si manifesterà in tutta la sua forma. ~ Ma nemmeno, io penso, che quell'insieme di cause potrebbero forse tanto agire sull'individuo, se egli non s i trovasse quasi rapidamenLe assoggettalo a questa nuova vita. Noi sappiamo che nella determinazione di una malattia sono necessari vari elementi: t• la disposizione o ereditaria o acquisita dell'organo a conl!•arl'e la malattia; 2' la causa determinante; 3• le cause occasionati. Per aversi la polmonite crupale, oltr e la disposizione del polmone alla detta affezione, oltre la causa determinante (elemento parassita rio) sono necessarie le cause occasionai i (sbalzi di temperatora). Kel tifo uddominale oltre la dispo-


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sizione dell'intestino, oltre la causa deter minante {f-lemento parassitario) fa d'uopo la causa occasionale (disturbi enterici). ~all'isterismo oltre ·l'ahi lo neuropatico, la predisp~>si­ ziono allo nevrosi; oltre la causa determinante (emozione, paura, dispiacere, ecc.), fanno d'uopo le cause occasionati (l'apidltà, suhitaneila d'azione della causa delerminanle, le quali agiscono come un trauma). L'educatore militare deve tener sempr e presente che il giovane deve essere abituato alla nuova vita. Malauguralamente pur troppo si hanno dei casi d' isteri· smo fra i militari. Il doll. Dupouchel pubblicò nella Reoue de Médecine (giugno 86) vari casi d'isterismo osservati nell'esellcito francese; il dott. Lanoaille de Lacbése in un libro inlit.olato Tarassis ne ci la allt·i casi; I'Oseretzkom~ki osserVò nell'esercito r us!'!o vari militari isterici (Quelque.~ eaR cChttB· térie daMI les troupes russes. Arch. de l';eutol., 1886. XJ(); ed io in olio mesi di set·vizio in questo spedale, ne bo veduti i4 casi. L'isterismo è una malattia proteiforme ed in esso i sintomi possono cambiare e scomparire da un momento all'altro, perciò il medir.o mi!Jtare deve essere mollo accorto nel dare il suo giudizio e non pronunziursi troppo facilmente; potendo dare del simulatore a chi veramente ò ammalato ed invece credere isterico chi ver·amente l"irnula. L'isterismo nell'uomo può veslit•e tutte le forme dell'iRte· rismo nella donna. Potremo trovare emipleg•e ed emieneslesie, paralisi ed anestesie limitate, disturbi negli organi dei sensi, specie nella vista, semplici forme convulsive, convulsioni islero·epilelliche, contratture, ecc. Alle volte tali di· slurbi sono combinati, alle volte isolati; un accesso può far scomparire una forma isterica per farne comparire un'altra o può ridAre la norma!e funzione alla parte attaccata. La maggior difficoltà nasce dal che i òislurbi isterici obbiellivamenle differiscono ben poco da quelli p:·odotti da 1&: sioni organiche e chi volesse conlentttrsi di fl'll·e la diagnOSI dal solo esame del fatto più culminante certac~nte l!baglierebbe.


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Principalmente fa d'uopo tener gran conto dell'anamnesi e noi l'abbiamo visto come in tutti i nostri infermi si è riscontrato il dato ereditario: nonno e zio pazzo, madre isterica, sorelle so/ferenti di convulsioni ecc. Poi bisogna r~cer­ care il modo come si è sviluppata sia la convulsione sia il disturbo motorio o sensitivo e sensorio e rileveremo che questa si. manifest? nella giovinezza, mentre l'epilessia s'appalesa generalmente nell'infanzia e che l'alterazioni motrici o sensilive vennero quasi all'improvviso, o dietro un& convulsione, o una caduta, o dopo una paura, un dispiacere ecc. Quindi passare all'esame dell'ammalato ed osset•vat·e se vi sono zone isterogene, e se oltre al disturbo accusato dall'infermo n'esistono altri. A questo proposito debbo l'icordare ~be il medico non deve mai trascurare L'esame s~. nsitivo e sensorio, perchè difficilmente l'ammalat{) s' accorp:e di aver perduta la !'tensibilità, d'esser diminuita la sua facoltà visiva, il senso dell'udito, del gusto, ecc. e quando gli si punge la cute e lui s'avvede di non sentire, ne rimane oltremodo meravigliato e non sa darsi ragione del come non avverta il ~onlatto degli oggeLti. L'infermo isterico, stando alla proteiformità dell'affezione, può presentarsi sotto svariate forme, ed io qui considererò •ruella principali e di maggiore importanza, dandone brevemente la diagnosi differenziale con altre manifestazioni affini, tanto perché si possa avere uno schema pitl o meno esatto dei caratteri delle varie forme i~leriche. n) Conrulsioni. - Ve ne possono essere di due specie: la sempliee e la istero-epileltica; entrambe si differenziano fra loro e ciascuna dall'attacco epilettico oero. Conoulsione isterica sempliee. - Questa forma t- quella che può essere facilissimamente simulata e che dà da pensare al medico militare, quando emette il suo giudizio. I caratteri sono quasi tutti negativi, e la diagnol"i d'isterismo dovrà essere fatta piu che dalla convulsione, da altri sintomi, se esistono. L'aura si ba quasi sempre e precede di un certo tempo l'accesso, tanto che l'individuo può mettersi al sicuro; la coscienza non si perde mai ; la :::ensibililà è integra, la


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pupilla r eagisce allo stimolo della luce, le contrazioni muscolat•i sono poco intense ed estese e di poca durala. Gene· ralmente l'individuo chiamato a nome capisce, vorrebbe rispoudere, ma non può percbè sente alla gola un nodo ehe gl'impedisce di ~·arlare. È infondata la prova che fa nno al· cuni di mellere u terra il pazjeole durante le convulsioni per vedere se nel dibattersi evili di farsi mal~; l'individuo ha coscienza e certamente il più che può si sforza dal non recarsi nocumento, e non per questo è simulatore. Conoulsione i8lero·epilettiea. - Può essere confusa molle volte con l'epilessia, però seguendo bene l'evoluzione della convulsione facilmenle si viene a definirne la natura. Nel· l'attacco istero-epileWco di fr-equente esiste l'aura, in quello epilettico generalmente manca, e pure essendovi viene quati contemporaneamente all'accesso; in quello il ptù delle volle manca la coscienza, in questo la coscienza si perde sempre; nella convulsione istero-epilellica la pupilla reagisre potO, in quella epiletlica non risponde punto, finalmente r iguardo allo svolgersi dell'attacco nell'istero-epilessia si hanno pit'l o meno il pet'iodo delle contrazioni toniche, poi quello delle contrazioni cloniche (opistotono, emprostotono, pleurostotono), indi le attitudim passionaLe cb e rivelano in certo modo lo stato dell'animo, e quindi il delirio, nell'epilessia oltre le contrazioni toniche e clonicbe, che sono di minot'e entità, vi ha il periodo del coma e mancano le pose passionale. ' b) Disturbi motorii: monoparesi- emiparesi- monoplegiaemiplegia-paraplegia. - Bisognerà diagnosticare se la lesione centrale é di natura organica o dinamica, e esistendo una paresi o paralis1 limitata, se possa dipendere anche da allerllzione nervosa periferica. Quando il disturbo molorio si determina mentre che il medico assiste ad un accesso istl'lrico, non vi ha difficoltà ad ammettere una lesione dinamica, mentre rlurando il fatto da qualche tempo. allora è che sorge il dubbio. Nell'isterismo la monoplegia, o monoparesi brachiale ~ _la più frequente ed è generalmente caratterizzala da parahsa 0 paresi dei muscoli ili lutto l'arto, compresi quelli della spalla,


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da anestesia o a chiazze> ovvero accompagnatft da rperalgesia, e qualche volta da contrallura. Se la monoplegia o monopare~i fosse con~l:'guenza di uo faLlo periferico (uo trauma sul plesso brachiale) la paralisi o paresi sarE-bbe estesa fino ai muscoli della spalla, i distur·bi sensrtivi, c:;econclo Charcot, sar·ebbero limitati un poèo più in su del go mi lo ed esisl~:~rebbe reazione degenerativa allo s timolo elettrico; se dipendesse da lesione organica cerebrale mancherebbe-ro i disLurbi sensitivi e trofici, e degenerato il Cascio piramirlale coesister·ebbe Ja contrattura. Ri~uaedo alla p~·aplegia vi ha mollo più difficollà nel detertninat·e se essa fu causata dall'isterismo o da un' alterazione matel'iale del midollo spinale, perciò nell'esame si deve tener gran conto d~ll'estensioneùella paralisi, dello st~to delle s ens ibilità e dei riflessi cutanei e rotuJei, della nutrizione dei muscoli, della reazione dei nervi allo stimolo elettrico, dellt1 partecipazione del centro vescicale ed anale, e badare se i sintomi sono tali da poter essere tutti spiegati con una ;;ola lesrone. Nelle mieliti la paraplegia può essere accompagnata da ane~tel>ia, la 1ruale, stando localizzata la IPsiooe nel midollo dorsale, sarà estesa fino alla linea ombelicale lrasver:>a, mentre nell'isterismo in ~enere l'anestesia è rappresentata da una liuea che segue la piega dell'inguine fino alla spina iliaca anteriore, riservando gli organi genitali, e di dietro Ja un'altra linea che segue l'inserzione superiore dei muscoli glutei, riservando al centro una specie di V che corrisponde al sacro; i r iflessi tendinei, sono aumentati o abolili, i centri anale e vescicale potranno essere integri, ovvero irritati (rilenzione) o distrutti (incontinenza) e finalmente i muscoli possono cadere in atrofia. Delle forme emìplegiche quella ister·ica si può differenziare, stando alla rapidità della comparsa dei Rintomi, con l'emiplegia prodotta o da un embolo o da un'~ morragia cerebrale. L'emiplegia embolica s'esclude facilm ente sia esaminando il cuore, sia lenendo presenti gli altri organj che potrebbero essere punti di partenza dell'embolo; l'emiplegia emor67


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ragica può essere accompagnata, ma in genere transitoria· mente, da emianeslesia ; la paralisi moto!'ia comprende tutti 1 1 muscoli della metà del corpo opposta alla lesione, meno però quelli innervati da l ramo superiore del nervo facciale, i riflessi sono abolili, se l'emorragia é corticale s'a ggiaogono contr atture primarie, e la temp13ratura di quella parte del capo che corrisponde al focolaio emorragico è minore dell'omonima. Nelremiplegia isterica generalmente i disturbi sensitivi sono più es lesi e più persistenti; la paralisi mo• trice o si limita. solamente all'arto s uperiOre ed inferiore corrispondente (emiplegia brachiate e crurale ) O\' \·ero si estende a tutta la me là de l cor po compreso tutto il 7• (emi.plegia completa), il riflesso lendineo può esser e normale, diminuilo o aumentato, può coesistere una erniconli'IIUura o una monocontrallura. c) Contrattur e. - Le più frequenti nell'isterismo N)DO quelle dell'arto super iore ed inferiore, le quali o possono manifestarsi insieme, o separatamento, o successivamente. Nel· l'ar to superiore la contra ttura generalmente é in ilessimte, mentre nell'arto inferiore è io e stensione. Il più delle volte l' arto superiore s' atteggia come descrissi sopra, mentre l'arto inferior e cade in completa estensione col piede v81'0 equino. e) Distur·bi sen:~itivi: monaneslesia , emianeslesia, anestesia generale, iperestesie. l distur bi anestesici s'banno spes~o nell'isterismo, ma generalmente l'infermo non l'accusa mai, perché non s'accorge di non sentire. In ordine di frequenza viene prima l't!miane· stesia, poi l'anestesie limitata e quindi l'ane$tesia generale. Nella monoanestCJSia è facile rilevare il ~ ra tt.- re isterico, sia perché molle volLe vi ha solamente l'anestesia, la quale può essere accompagnata da dislùrbi negli or gani dPi sent'i, e sia per ché l'a nestesia non è distri buila esattamenle nel territorio ùi un nervo. Ri ~uardo all'estensione dell'anestesia nell'arto superiore ed infet·iore ne parlai di sopra. L'emianeslesia ò un sintomo frequente dell'isterismo; ora


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-vi è perdita della sola sensibilità tattile, ora anche di quella dolorifica e termica; a Ile volte l'anestesia si limita ai soli tegumenti esterni, altre volte si estende anche alle mucose ed agli organi sensorii; non rare volle si unisce l'anestesia degli ordini corrispondenti alla metà aneslesica. Nelle lesioni organiche cP.rebrali si ha pnre l' emianestesia, ma è difficile che s'arresti matematicamente alla metà del corpo, inoltre é un fenomeno transitorio e difficilmente persiste; per rara eccezione in due esempii si unl con anestesia sen-soria, mai con l'anestesia degli organi corrispondenti. Constatandosi l'anestesia generale in un infer mo si può con certezza far la diagnosi d'isterismo. L' iperestesia di raro si rin-viene negli istel'ici e generalmente occupa la parte omonima all' anestesica. Di frequente si presenta a chiazze, o risiede nel testicolo, costituendo le 'ZOne isterogene, la cui pressione può modificare l' accesso con vulsì vo. ./) Disturbo degli organi dei sensi specifici. - Nell'isterismo l'organo del senso più attaccato é il tatto, del quale parlai precedentemente, quindi segue la vista e poi l'udito, il gusto, l'odorato. Essi sono presi generalmente dalla stessa parte ove è l'•lnestesia. La vista é quella che offre maggiori alterazioni: diminuzione del campo visivo, fino alla cecìla, micropsia e ma-cropsia, poliopia, acromatopsia, strabismo, ed osservando in queste alterazioni il fondo delrocchio non si nota alcuna lesione. 11 senso dell'udito, gusto ed odorato possono essere diminuiti, o aboliti, e non rare volLe gli organi omonimi sono in uno stato d' iperfunzione. Y) Termino questa breve esposizione ricordando il mutismo isterico, il quale più ancora forse delle altre manifestazioni di questa nevrosi, viene generalmente credulo simulato. Ripeto a questo proposito ciò che dice il prof. Charcot. .... son forzato di dire e di ridh·e che a mio avviso l'idea di Simulazione non è che troppo spesso fondata, in simil caso, che sull'ignoranza del medico. Ciò non ha forse un'importanza


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pratica r.apitale, quando si tratta d'una pura qu.istione di diagnosi in città o nell'ospedale, si può allora sbagliare la strada senza che ne risultino per l'infermo mconvenienti gravi. M& non sarebbe lo stesso nell'el:lercito per esempio o per gl'individui prevenuti giudiziariamente. L'ostinarsi nell'idea dlaimulazione, insufficientemente motivata, potrebbe condurre• commettere qui potenti ingiustizie ... » Io non ro che riassumere i caratteri di quesln forma iste. rica, descriLta dall'illustre clinico francese, e la confrontefO. con l'afasia motrice per lesione organica, tanto per·ché sene possa avere un'idea precisa. Il mutismo isterico generalmente comincia d'un \ratto o nel corso di una laringite volgare; può durare uno o più. giorni fino ad a nni; la guar ig10ne quasi sempre é rapida,. ma alle volle resta che l'individuo non può parlare se non a bassa voce, ovvero balbutisce ripetendo frequentementela stessa sillaba . BencM i movimenti delle labbra e della lingua siano normalissimi, l'infermo non rte~ce ad articolare una sola sillaba, come non è capace di ametlere nemmeno un grido,. cioè è afasico ed afono, mentre ai sordomuti è possibile !:aeciar della grida. Il muto isterico generalmente non presenta altri disturbi afasici, mentre l'afasico per lesione organica più delle volle mostra altre alterazioni del linguaggio ioterno : cecità, sordità verbale, a grafia, ecc. Il primo si C& comprendere colla mimiea e colla scrittura, il secondo o non sa più leggere, o lo ra assai difficilmente, non comprende o comprende mttle, benché non sia sorJo, avrai. pe~ dut0 in gran parte la facoltà di farsi capire con gesti, dtppHL assai vet·osimilmente non saprà piu scrivere e ciò si ha spo'ISSO~ e se scrive lo fa in modo lento ed imperfetto. Il mutismo isterico si diagnostica per uoa mimica espressiva al più alto grado da parte dell'infermo, che un!ta a~la constatazione assai facile della perdita della voce e de~ lmguaggio articolalo permette quasi di riconoscere il mul.ìsm<> isterico per così dire a prima vista senza lungo esame.

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Concludo col de$iderare che nei nostri Elenchi, oltre al 3onrtambolismo ed alla catalessia , i quali sono due sintomi fra i lan~i dell' isterismo, sia tenuto conto dì allre manifesluioni dt questa nevrosi e della nevrosi in sè. Certamente vi ha difficoltà nel decidere s~ qualunque forma isterica o {Jnalcuoa solamente richieda l" esenzione dal servizio militare, stando alla proteiformità della malallia ed alla singolare mobilità dei falli; ma in ogni modo sal'ebbe necessario, anzi indtspensabile che si moltiplicassero sul riguardo delle ri~rche e delle osservazioni per poter stabilire delle defini.tive disposizioni.

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RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA MEDICA

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Beumatlslll.o acuto oon lperplreaala trattato oon a mezzo del bagno freddo e della appUoasloDe 4eJia. bor•a dl ghlaoolo •ulla nuoa. - W At.T.ER GR.Et:NE. (The Lqn.cet, ago::;lo 1887).

Il Waller Greene si lro,·ava di rronte ad un a ttacco di reumatismo acuto, la cui estrema gravezza era duno~Lrata dalla lcmperntura di una per mauente elevazione s traordinaria e da segni di profondi turbamenti ddla cm:vlazione, siccome manif~stavano il lividor e della supcrHcie cutanea ed il polso ridollo a si bassa leosìone ùa essere quas i imperet-Uibile. La ~alicilina ed il f>alicilalo di soda a vevano completamente mancato alla loro azione ritenuta , generalmente, specifica, benché tali rimedii fos!'ero stati generosamente propinati all'mfermo. Fu il baj:{OO ft•eddo, omminìstl·at<• con lo debite cautele, rivolte specialmente a pt·epat-ar•vi l'infermocol rinforzarne i poteri vitali, a trionfare della gravi&~iroa forma. Del resto i salutari etfellt del bagno ft·e.Jdo in quesii estremi casi sono l!·oppo conosciuti per abbisognare di com· menti; ma altamente de&na di attenzione è la inliuenza s ulle lemperalUI'O esercitata dalla borsa di ghiaccio s ulla nuca, iD stretta vicinanza dei centri regolatori del calore. F. S. Il bapo perm&DeDte Del trattameDto della Idropisia. Ru~ss.- (The Lancei, 23 luglio 18 i, e Berl..klin. Woth.,. ~- 29, 1887).

Nel propugnare, dietro la sanzione dei falli, l'applicazione dei bagni pcl'manenli nei casi di infermità e di le!'ioni vio:Jente della spina, il R1ess espone taluni esempi piuttosto n-


IU\'IS1 .\ XEDIC,4.

morchevoli della loro efficacia nel truLlomenlo della •dropil>ill, renale o cardiaca che ne ~io l'orit.:tine. S 1Tatt1 ca>'i '~Ono <>ovenle c>JmpliCflti con dt>cubili, con r~n­ gren~o~, con r lsipole che si gil)verebbero altre~• di r1uesto trattamento, del qualo pèrallro 1<ernb1·ava al R ies~ col;<lilui!'IM controiodica~•one I'allczione cardiaca o polmooare. Ad onta d1 ciò nel l~i9, di fronte ad un caso di eslrerna idrope cardiaca, per imp,~gno milrale ed aortico, aggravala da considerevole risipola e da cangrena cutaneu delle gambe, egli determinò di esperimenlor e, quale ullirno risorsa, l'ell'ello tlel bagno permanente. non senta ti pauro8o '~o<>.pe 1 lo olel P'· ~" tbile a~­ ~ravar:.• della d1spnea e dell'idrope I!Olto l' immer~ioo .... Ma il rhmltato riu<~cl affatto conlt•a••io a questi timori, comechè si ottenesse un rapido mif:(lioramt>nlo, tanto che quando, dopo la immer.;ione per qumdici giorni, l'infermo s•ipr·ese il letto, fossero <:compar,..j l'Idr ope e gli a ltr i «iutomi srravl. Da allora m poi Riet<s ba adolloto tute procedimemo in un grande numf't'O di idt•opisie, l' cO"hmlem enl·~ con succes!'IO, mentr~ nella maggioria dei CSl>i, il versamt"nlo, «ia che dirende"~A tla affezinoe CAt'oliaca o da renale, duuinuJ in grado ~orprer: ­ oiente entrn le prime 'JUarantollo or... N"on si ha pari passo aumento nella escrezione urinaria, collicché pos~a suppor c;•, coulrt.wiameole alle nozioni prevalenti, che l'dfello del ba~no I•Prmanenle sl A nell'accre,.cer~> la oltivita funzionale della pelle. ~i citano ezianùJO favorevoli risultati per tal gui~a otlenuli in ca~i dt reumatismo cronico. Si ritiene Psscre pralieomentP mollo semplice l'applicazione di questo metodo, ma necessita, naturalmente, adagiare l'inferrno con tale comoditll cbe rimanga sosveso in una branda e porre una 11 ressa coperta di lana sopr·u il ba~no perché vi !'>io ritenuta la maJ?giore quantità di calorico. Al priucipio è bene permettere all'infermo di lasciare il ba~no duranL& la none, ma, a mano a mano che egli "' l>i abitua, el!'li può pa8sorvi J.:iorno e nolte con mollo sollievo suo e delle persone che gli attendono. F. S.

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RIVISTA

Contribuzione a.lla etiologia della febbre tltolde. - (The Lancet, lu~lio 1887).

Dal fallo della prevalenza della febbre tifoidea nella stagione fredda, il doll. Nirew colse il destro nella discussione 1i questo a rgom~nto in Oldham di richiamare l'attenzione sulla facilita, che all'ingresso delle emanazioni nodve predullrici della inft?zione nelle case porge l'interno calore delle stufe, al tempo stesso che l'aria inquinata "i ristagna a eau• della cl1iusur·a delle porte e delle finestre. Conchiude quindi per la necessità della ventilazione interna in inverno noa meno che in estate e propugna una legge che obblighi a costruire tutte le case sopra uno strato di buon cemento, colla quale misura egli, a ragione, crede possa unicamente ovviarsi all'assor·bimenlo nelle abitazioni dell'aria gua!lta del F. S. soltosuolo.. Poll-mlo1lte &onta progres•lva. - (Fortschritte der Me-

die in, e T/le Lancet, luglio i887). li proC. Unverrichl ci porge in un riepilogo i fatti osservati da lui e dai dottori Hepp e Wagner in tre diversi casi di quella rara affezione morbosa, che è la miosile primaria acuta. A lui occorse il primo ed unico caso nel 188!. Si trattava di un murt~tore, ventiquatlrenne, che fu collo da dolori reamatoidi nelle coscie e nelle articolazioni. Sopravvenne una eruzione orticaria sul volto, seguita da enfiagione flo~stiea dei muscoli e del tessuto connettivo del volto stes!'o e delle membra. I muscoli si erano resi estremamente molh e sen· sibili sì che l'infermo poteva a disagio muoversi. Più tardi vennero affelli i mu~coli del tronco e poi quelli del laringe e del faringe, dimodochè la deglutizione si rese prima estremamente difficile e poi as~olutamente impossibile. In ultimo si spiegò l'attacco su i muscoli toracici, si sviluppò la polmonia e l'infermo morì per asfissia dopo una malAttia dell~ durala rli sei settimane ~carse. La urina era stata libera di albumina e di zucchero: vi era stato profuso sudore e febbre


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moderata. Nel sospetto della trichinosi durante la vita fu praticato l'esame èi una porzione del delt.oide, che rivelò miosile ma non tricbina , il che venne confermato dall'e~ame posi mortem, il quale mostrò l'attacco di miosile su quasi Lutti i muscoli votontarii con p!'evalenza !"Ugli estensor i delle estremilé. l muscoli avevano apparenza picchettata con strie pallide e grigie miste a macchie emorragi.::he rcsso-oscure nella sostanza, la quale era fragile ed edematosa. Erano completamente intatti la lingua, il diaframma, i muscoli dell'occhio ed il cuore: marcalamenLe entlata era la mi lza. Niuna traccia di trichina nei numer osi frammenti di muscoli sottoposti ad esame, i quali mostravano invece tutte le forrne e gli sladii di degenerazione in fibrille e dischi con gonfiore oscuro e degenerazione grassa e vischiosa. Il tessuto inter sliziale era inflllrato di cellule r otonde ed i suoi vasi ricolmi arano ci•·condali da distretli emorragici. Liberi da ogni alterazione erano il midollo s pinale eù i ner vi periferici. È meno necessario riportare i casi del W agner e cleii'H epp, comeché non differiscano nella forma generale da quello surriferito dell'Unverricht. Il prof. Unverrichl fa riltware la strella somiglianzA tra i tre casi: fehhre, tumore spl enico ed edema, natura spiccatamente llogisLica della lesione muscolare, il più accentuato attacco sui muscoli delle estremità, il corso progressivo della malattia, che incolse finalmente i muscoli della deglutizione e della respirazione, l'immunit.a dei muscoli oculari, del cuore, della lingua, del diaframma, l'occorrenza o della eruzione orticaria o delle macchie erisipelatose e, finalmente, il modo della morte. Pensa egli a ragione che tali caratteri !lius tifichino la denominazione di polimiosite acuta progressiva, quale descriltiva di una speciale forma morbosa. F. S. Sul •lgnUlcato del toni oardlaoi •doppiati. - NecrKIRCH. - (Centralblatt fur med. \Vissensch., N 25, 1887).

Può esistere uno sdoppia menlo fisiologico del secondo tono. Siccome la chiusura delle valvole sernilunari deve operarsi tanto più sollecitamente ed energicamente, quanto maggiore


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RIVISTA

é la pressione nei corrispondenti vasi, e siccome la preasione sanguigna nell'aorta n o rmalment~:~ é molto più forte che nella polmonare, cosl esisle gia una disposizione fisiologica per questo sdoppiamenlo del secondo tono. Ora supposto che questa differenza di pressione gia esistente venga aumentata da una circostanza qualunque, ptH' esempio do una ascen!<ione su di un monte o dal l>alire le scale può benissimn manifestarsi lo sdoppiamenlo del secondo tono in un cu01'e perfettamente no1·male. Da questo fenomen~ si diiferenzia sostanzialmente quello sdoppiaroenlo pat.ologico che frequente rnenl~ si rileva nella stenosi della mitrale io mediocre grado; c1uesto avviene secondo l'opinione dell'au· tore, perché l'urto oliaslolico del sangua provenient~ dall'oreo-chiella contro la valvola roih'ale palolo~dcarnente tesa come un diafframma produce una disLI'azione della medesima & quindi un tono presistolico. Quand11 l'azione del cuore è aecelera.la, nel qual caso le aperture sono più l)trelte pr opor· zionatamente alla corrente sanguigua divenuta piu rapida (e lo stesso avviene n egli alli gradi di stenosi milrale) questo tono presis lolico ei cambia in un rumore. Riguardo alla diagelosi differenziale tra il tono sdoppiato fisiologico eù il tono pt•esislolico devesi lenet•e presente che quest'ultimo offre ull timbro più ottuso del primo; che la pausa tra il tono diasti· lico e pres•stolico é più grande elle tr·al due toni sdoppiati. Inoltre ehe il tono presistolico si percipisce più accentua&o sopra i venlricoli, il tono sdoppiato fisiologico invece sopr& i grossi vnsi. Da ultimo si noti che fenomeno caratter istico dello sdoppiaruenlo è questo, cue il primo dei due toni sdoppia li si percepisce sempre m eglio sul prolungamento dell'aorta, il secondo sull'arteria polmonare. Lo sdoppiamenf.O. del primo tono rarissimamenle si osserva, e sollant.o second~ l'autore, nella degenerazione grassa del cùOI'e e nella cr•)nica m10cardìte. Lo sdoppiamP.nlo di ambidue i toni non si sarebbe osservato che io un'avanzata alterazione del mio~ardo. e nei bambini durante la convalescenza di grave diner ite.


UDICA.

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••rUPD• DUale. - Dott. FoAL, di Mon- Dore. - (Ga-

~etle des 1/tipitau~,

N. AA, luglio 188i}. Conel1111ioni.

1• Esiste una "erligine na sale, ,·era r:ertigo a naso laPII02" ES-<>a appartiene al _!!r uppo delle verti:Iini ritles~>e e dt>ve prendere posto a Ialo delle ver Ugint gaelrica, laringea, uLerina. a· L'irritazione dei tlleltt del lrigemino innervanli la mu('058 dei corneUi e quella del sello è la causa della ver·liginee delle altre nevrosi nasali. 4' L' eccitazione del tri~emino si lraqmelte mediante il ganglio sfeno- palatino ai 'ler vi vaso-motori, donde a nemia Clrcoscrilla del <.'C rvello e >crtigine. 5' Le affezioni chf' ùanno luo~o alla verliginP sono: i• le flusc: ion i nf's8li (oòorì, va pori irr tlanti 1 lallaCCO da 08!'101 fieno al momento della fiorilut•a); 2' le coriza acute; a• il catar rocrontco, soprattutto nella sua forma iperlrofica; 4• i polipi mucosi: 5• il cal&rro ù('lla r elro-cavilA delle rosse nasali. 6• La verligiue é provocato specialmente dalle affezioni· na«ali offrenti qualche ~ravezza. i' I riflessi no.:;aJi ~>i svtluppano principalmente n<>gli mdindui artritici. La veMigine può mostrarsi isolalament~:: od esl!t>re accompa~mata da altri ft'nomeni nervosi: lurbamenli dt>lla viflta, mosche volanti, emicrania, nausee, \"Ornili, grande ecctlahililà, ipoconJria!lt, incubi, lo"'se !~palltnodtca, cri!<i di ... pnoi••be,.. secrezioni esagerate, ~incopi, dt:bolezza òel polso. pallore della faceta. 9• Per slabilire il diagnostico si devono esaminare le fosse nasali di o~ni individuo sofferente di vertigine. 10• La ricerca della vertigine na~>ale dimtnutrà sensibilmente il numero dei cac;i di ver lil!ine golt0"-8, reum.1tica,. anemica, congesliva. come pure di neuropolia cerebro-cardtaca. 11' La vt>rli~ine cessa colla guarigione dell'affezione nasale che l'ha provocata.


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RIVISTi,

Lesiolll oompleue del oaore. - (Journal de Médecin.e et Chirurgie, maggio 1887).

Generalmente il risultato definitivo delrassociazionc delle lesioni complesse sull'evoluzione delle affèzioni del l!uore ti traduce o in una attenuazione, una specie di compensaziooo della cardiopatia, il che è l'eccezione, od in un aggravamento, che dis~razialamente costituisce la regola. Vi hanno solo due affezioni per le quali si possa dire che gli effetti nocivi delruna correggono quelli dell'altra. l n primo luogo si ha la eombinazione di un reslringimento e di una insufficienza aortica. Si concepisce benissimo che pel fatto dt.!IJa stenosi, l'onda sanguigna penetrerà con mino!'e violenza nel sistema ci~ latorio, e distenderà meno bruscamente tutti i vasi; di più il rigur~ito dell'ondata di ritorno si fara meno facil mente. Risulte1·à da ciò che le vat·iazioni di pressione, le quali turbano ad ogni istante l'azione del cuore, saranno meno con· siderevoli. La tensione si trovo dunque re~olarizza ta in una certa misura; per tal modo i malati sopportano meglio la loro lesione e non preseutano che attenuati i sintomi cosi caratleristici della malattia di Corrigan. Meno fl·equente è la <~esistenza di una stenosi mitrale e di una insufficienza aortica. In queste condizioni il r·r!:!lringimento mikale diminuisce d'ordtnario la capacità del ventri· colo sinistro, tende ad aumentare la tensione dei vasi polmonari, mentre che l'insufficienza aortica provoca da parte sua la dilatazione venlricolare. Si concepisce che, tra questi due fattori che agiscono in senso contrario, il ventricolo si mantiene in un limite medio. Ma non bisogna dimenticare, come fa notare il Potain, che la stenosi mitrale si risconLra rar·amenle isolata e che presto o tardi vi si viene ad aggiun· gere l'insufficienza. Ci si ritrova allora in presenza dell'in!luf. tìcienza milrale ed aortica riunite, condizioni assai sfavorevoli, come si vedrà appresso. Più frequentemente si realizza l'eventualità nella quale 'i>Omroandosi gli effelli nocivi delle lesioni complesse, IJUes~ -si aggravano reciprocamente.


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Ciò si avvet·a appunto nell'associazione J'una sLenosi aortica e di una insurtlcienza mitrale; la cosa si spidga facilmente; in seguito all'ostacolo il sangue passa con ùifficollé. nell'interno dell'aorta, d'onde per conseguenza la ~ua tendenza più accentuala a relluire nell'orecchietta. Ora se si pensa che l"insufòcienza ravorisce òi già questa tendenza, ne risulterà una di::~tensione considerevole di questa cavitò, una ripercussione rapida sulla circolazione polmonare, sul cuore destro, d'onde l'appnt·izione precoce ò.ei fenornen1 d'asistolia. La combinazione del ristringimeolo aortico con quello milrale, senza avere conseguenze così deplorevoli, non é meno da !emersi. I Matti il passaggio lento, difficile, dell'onda sanguigna dall'orecchietta nel ventricolo, il ristagno in quest'ul· limo di una par te del sangue che non ha potuto, in grazia all'ostacolo, penetrare nell'aorta, esigono dal cuore un accrescimento di lavoro che ben presto indebolisce la sua contrattilità QuestM lesione complessa si ripercuote sollecitamente sul cuot·~ destro, dirnodochè si osserva assai presto l'insufficienza della tricuspidale. Una doppia insufficienza mitrale ed aortica costituisce ancora una complicazione delle più serie. Ad ogni sislole si produce una corrente retrograda che spinge il sangue nell'orecchietta, mentrechè un rigurgilo più o meno conside· revole avviene nel veotricolo. Il cuot·e si stanca correndo, per cos1 dire, dietro questa colonna sanguigna che gli sfugge ad ogni istante, e perciò il periodo asistolico arri verù rapi· damente. Bisogna nggiunge1·e a ciò che solto l'intluenza dell'insufficienza aot•ticu, appat'il'à ad un dalo mot'llCnto una di· latazione piti o meno considerevole del ventricolo sinistro, la quale verl'à ancora ad esagel'are i fenomeni precedenti. Infine il grado più ele\alo di molteplicità è dalo dall'unione di una doppia lesione aorlina c mitrale. In tali con-iizioni la dilatazione del!~ cavità cal'diache sarà spinla all'estremo con lutle le sue cosegucnze abituali. Ma la lesione meccanica non è la sola; altri fattori intervengono e sopt·alutlò la stato generale. Il pericolo nelle malattie d t cuore, come fa notare il Potai n, è meno in rapporto colla molteplicità e l'estensione delle lesioni Yalvolari che


IOiO

RlVlSTA

coll'integrità o la degenerazione grassa dell'organo e lo stato dell'innervazione in generale. B isogna infine tenere conte> dello stato delle arterie, p01cbé La conservazione della loro -elasticilà offre un punto d'appoggio importante all'az io n& del cuore. Dello •p&Slo Hmtlunare. - (Journal de Nlédeeine et Chirurgie, maggio 1887).

Da quando si liene mol lo conto dei risultati ottenuti colla .percussione, si é mono s tudiata la semeiologia detto $pazio semilunare o spazio di Traube, semeiologia sulla quale ba molto insistito lo Jaccoud in Francia. Il dott. Rondol, in un suo lavoro pubblicato nella Gazette hebdomculair e de Bof'<ieau~, ba falLo notare il partito che la dia11nostica può ricavw·e dallo stud1o di questa percussione un poco delical.a. Lo spazio semilunarl:l corrisponde alla zona di Limpanismo ..chl;j si osse1·va alla parte infero- anleriOt·e sinistra del torace e che si estende dall'appendice xiroide fino all'estremità libera dell'undecima cost.a. Q uest~ spazio, che corl'isponde alla sonorilù data dallo s tomaco, è compreso fra il margine costale ed un n curva a con vessìtà s uperiore che c~stiluisce il suo lim ~te variabile e di cui l'altezza sulla linea fllijmrnillare oscilla normalmente tra i 9-10 centimetri. Questa curva si olLiene per il contras to della sonol'ilà Làmpanica dello stomaco: 1' colla mattità cardiaca (linea gastro- cardiaca); 2' colla sono· rità polmonare (linea gaslro- polmonare); 3• coUa otlusilil splenica (linea gasli'O·splenica). Essa rappl'esenta apj>rossi· mativameote la t.lirezione del s~no freno ·cost.ale e eappresenta la sepat>azione delle cavità torac1ca ed addominale per mezzo del diaframma . Allorché, per mezzo di un lapis d'anilina, si tracciano i punti di r itrovo ottenuti dall'a ppendice xifoide fi no al di fuori della linea mammiilare e elle corrispondono alle modiflcazioni della sonorita sLomacale, si disegna un arco che c~­ mincia dal margine sinistt·o ùe!lo s te1•no taglia obliquamente la sesta e settima car tilagine costale, lungo il mar;.rìne inreriore della sesta costola e s'inflette allora abbastanza bt'uscameute


KF.DICA

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per guadagnar e il margine aoleriore dell'ottusità ~plenica e la parte anteriore dell'undecima costa. La cor da d1 •1uesl'arco ~ rappresentata dal margine costale. Le modìflcazioni patologiche di questo spazio, che importa toopratullo dì conoscere, sono determinate principalmente dalle affezioni della pleura e del polmone sinistro. del cuore e del pericardio, del fegato, della milza e dello stomaco; ma sopratutto le prime hanno grande importanza. Il rh;tringimento o la ~comparsa dello spazio ~milunare co~lllui~ce inf&Ui un sintomo frequente della pleur ite essodativa, e si può constatare che allorquando si pratica la lo· racentesi, questo spazio riprende abbastanza r apidamente le sue d•mensioni normali. Pertanto bisop:na saper e che in certe pleuriti accompagnale da aderenze, questo spazio può non es~ere moùiflcllto dallo spand•menlo. Tuttavia esso è un buon caratLere dilferenz1ale per le affèzioni polmonar i che srmulano la pleurite. Cosi la polmonitt\ massiccia che simula la pleurite a tal punto che la sola punz10ne può le,·aro i dubbii, la spleno-polmonit.e che può considerarsi come una congesltone polmonar.• con Pegni pleurilici, non modificano afTaU.o lo spazio semilunare. Se dunque si r iscontrano i sintomi di un grande essudalo della pleura sini~tra senza diminuzione dello ~pazio semiluoare, bisogna rneLtersi io guardra e pensare alla po.;;srbllita di un errore. In ~tuanto agli spandimenti del péricardio, essi Sl manifestano per l'abbassamento della cur\ 8 delJa zona semi lunare. Qnesta linea d'ollusiLA inferiore è facile a lracc•arsi percuotendo dal basso in alto. Essa fornisre una nozione importante per la paracenlesi, imperocchG se il cuot•o non è con~<rdereYol mente aumentato di volume, lo spazto cornpre!lo fra il limite della zona di Traul>e e la punta dell'organo è riempito da liquido. La punziont- pratieala ed un centimetro al di..opra di qu••sto limite verso la mammella permette di f'\'ilare nello st.e~:~ o tempo la ferila d~l cuore e del diaframma. Le variazioni deiJo c:pazio c:emiluoare solto l'influenza delle lesioni di altri organi sono mollo meno regoluri e di un apPreuamento mo'lo più delico.Lo.


I Oi~

RIVISTA CHI HURGI CA 8ull'anatomJa dello atomaco nel vivente e au1l& drap'll della dlla~slone del ventrtoolo - Scu MroT. - (Central• ùlatt fur med. Wisscnsch., N. 2S, 1887). Allo ecopo di cur are una dilt~ t.zione di stomaco &ecolllpa,:;nata da atroci dolorr e prohabìlmenle sostenuta da uo'al· cera r elratLile del piloro, l'autore si decise a pt·aticaro l'eacisione dell'ulcera. Aper t.a la cavil8 addominale mediante on laglio sulla linea a lba tino al di,-olto dell'umi>dico sal suo lato de~Lro fu messo dllo scoper t.o quasi in tolulilà lo stomaco col piloro. Il vi"cet·e non era però ing rnn uito, anzi pre· sentava dimensioni molto limitate. La palpazrone dell'apertura pilorica colle dita affondale contro la parete stomaeale non poteva farsi, l'esplorazione riu~:~ci va mettendo un indice a destra del pilor o, l'altro a srnrslra e si avvicinavano fra di loro. In que.. lo modo si polé comodamente rieonol'cere il duro anello pilorico. L'ampiezza dell'anello pnreva appena che avesse il diametro di un peno da venti pjennig. Questo reperto congiunl.o ad un 1spessirnento fibroiùtl tlel periloneo delle dimensioni di un ~oldo sulla superficie anteriore della regione pilorica aumentò ti sospello di una cicatrice risedeote sull'a nello pilorico. P et• sccerlaJ'S~ne meglio Scbmi•lt pensò d1 i ~pezionare direttamente il piloro mediante un'apertura. Egli polé in tal modo introdut·re nel piloro pr·ima il dilo mignolo, poi l'indice, quindi il m edio. In se~uilo a ciò egli si astenne ùal procedere piu ollre cllll'operaziolle, cuci ltt ferila dello stomaco, quindt quella dt!lle pareti adJomin~li. Il decorso delle f~rite fu dei più forlunaU, l'ammalala guar1 sol· lecitamente. Essa guadagnò mollo nello stat.o eli nutl'izlooe. ma i dorori reslurono come p r ima . .r· servere Nel caso pre~en!e l'autore ebbe occasione ul os


RlliST.\ CUTIIUitGIC.\

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sulruomo vivente lo sfìnlerf' dell'antr·o pilorico desarilto lr&nla anni fa da Rezius a più recentemente da lloifmeisler e Sclmtz; il quale sfinlere divide lo stomaco in due disljnt~ sezioni ed é normalmente conlra•ldhstinto da un ispessimento lucente, e tendineo dell"mvolucro pel'itoneale. La situazione assai bassa dello stomaco che condusse a ll'erronea diagnosi di dilatazione, non e~endo il duodeno dislocato in basso, si può !"'piegare soltanto coll'ammeltere rbe il cardias dPIIo ~tornaco, pr-obabilmente per un allungamento della porzione cardiale dell'esofago e per una g rande rilas~atezza del legamento ft·enico- gastrico avesse acquistata una straordin&ria 01obilità. Dell'in cuneamento dei frammenti e della sutura metallloa oon flll perdutt nella cura delle pseuda:rtroat del femore. - (Ga.oecle des llòpitau.r, X. 9;, agosto 1887). li doLL. Berger ba fatto all'accademia ili mediciua di.Par1gi lllttt comuuicazione

nella quale dice che questo processo, che egli ha avuto l'occasione di mellere due volle io e!'ecuzione, ha per iscopo ùi rimediare alle cause ùe::rli insucres~i che si Ol'.servano frequentemente nella cura. dj queste pseuda.rtrosi colla rese.:ione e colla sutura Os!';ea. Queste cause di iosur.cesogo sono dovute alla dir!lcoltà di mantenere a contallo i frammenli, allu ~uppurazione del focolaio ùi resezione, determinata ùni Oli metallici che escono dalla piaga ed all'impossibilità cbe si p1·()va talvolta a ritirare que~ti fili, che si t<pezzano quando 8i cerca di to~Jierli. Berg-er pr•opone di fare un ravvivamenlo cuneiforme tlt!i rrammenli pt>r• modo che il V sporgente che prese n La il frammento SUJie~·iot·~ pòssa essère incuneato nel V -rienlranle che si è segato nel segmento inferior·e. In questo modo si trovano dimmuile le pr·obabilità di allontanamento secondar•to Iii questi frammenti . La sutura metallica A flli perduti, praticata eH preferenza cou fili di platino mollo fot·le, piegato su f:é sles~ e perrettamente asett tco deve Psset·e sostituita alla suLura melullica ordinarl&; i capi dei Jlli impiegati perla sutura sono taglìai.J

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RIVISTA

rasente al punto in cui essi :sono stati attortigliali e sono battuti e limAti con un I:sciatoio sull'osso perc hP non presentino alcuna ioegua~lianzs; si riconduce su di essi Jl peri o~lio e si riunisce l'1ncisione !!Upet•ficiale colla su tura. Fa d'uopo aver cura di flssat·e t.osto l'ar to in uu appareccbio inamovibile preparato prima dell'op~'razio ne, il quale lasci un'a(Jerlura sufficiente per le rnedicature. QuPsto proce!:>SO non può esser tentato t:he seguendo ri• gorosameole le regole del metodo a nliseUico, grazie al quale si vede diminuire la ctfra della mor·talità (tlno al presente 19 per 100) E\ la pr oporzione degli insuccessi (51 per 100) Inerenti a quesl'opet·azione. Dei due malati cura ti con questo metodo e che Berger ha presentato all' accadP.mia, l'uno ha avuto tuttavia un po' di suppurazione del focolaio della resezione ed ha eliminato uno dei fili della sutura con un sequestro; l'a!Lt•o è guarito senza suppurazione profonda ed ha conser,·a to i suoi due pun ti di su tura ossea. Xell'uno e nell'altro la consolidazione è completa da più di un anno e mezzo e la dea1nbulazione ò poss1bile. Esportazione di un te1tloolo eotoploo.- (Garette rles Hl1pi· tau.x, X. 96, ago~to 1881). Il dott. Monod ha esportalo receutemente un testicolo ecto· pico, doloroso, 1n un indh•iduo di i5 anni, il 'luale aveva nell'inguine sinistro un voluminoso tumore. iu cui s i r ilevava molto 'Ch.iaramente la presenza di un testicolo che era man· c8nle nella borsa del luto corr ispondente. . L'operazione è stata mollo semplice. Egli ha inciso la pelle, i tessuti sottoposti e la sierosa vag1nale: si ebbe lo &colo di una certa <Juan Lita di liquido. MQnod ha !'iscontralo il l~­ slicolo piccolo eJ atrofico al disotto di una ,•olununosa erOJa epiploica. Iln tagliato l'epiploon errùoso dopo avtll'lo separ-ato c()n ~u~ fili di catgul forte; ha quindi portato v1a il testicolo e qumdi espor tato Lutto il sacco siero~o e chiuso ror·lfìcio <>rnitll'i•~· Semplicbsime sono state le con::;egueuze dell'opel'aZ1008•


CHI Rt:RGICA

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l.'otlavo giorno lutto era fini Lo. La J'esezione del sacco ha un immenso va ntaggio: essa impedisce all'ernia di riprodursi. Monod si è domandalo quale poteva essere la cau~a delle cri!!'i dolor ose osservate in questo malato. Molli cbit•urgi rifel'i->cono tali Cl'isi allo o;chlacciamento, allo strozza mento del testicolo negli nnelli; ma nel ca!IO inùiscorso nulla di simile poteva produr si e Moood ritiene che il dolor e fol'se causato dalla pt·essione esercitala sul testicolo rlal liquido contenuto nel sAcco. È ben dimostralo che il testicolo ectop,ico non fol'nisce spermalozoi ed À atrofico. Monod ha fallo ricerche su tre testicoli ectopici ed ha risronlralo che le lesioni anatomiche vat•ia no coll'eta dell'edopia, vale a dire coll'elll del malato. Negli individui giovani si può trovare un testicolo normale contenente spermatozoi nei suoi tubi e nel quale la spermatogenesi si compie normalmente, m a ben tosto sopraggiunge una sclerosi per i-canaliculaJ·e. L'epitelio dei tubi subi?ce la degenerazione adiposa e .la secrezione cessa. Perciò quando un te.sticolo eclopico diviene doloroso non si deve esitaJ'e a farne il sacJ•ifìcio.

Pa.ra.Usl del nervo radiale in seguito ad iniezione •ottoouta.ne.a d1 etere . - PoELCHEN. - (Cen.t ralblatt. jii.r Chiruryie, luglio 1887). L'autore osservò due ca~i di paralisi del nervo radiale pro''Ocata dalle iniezioni ipodermiche di etere, paralisi, cbe non furono vinte, ad onta di un trattamento radicale. Le iniezioni erano state ese:;ruite sull'avambraccio, alquanto al di sotto dell'aJ·licolazione del gomito: la paralisi aveva invaso il quarto ed il quinto dito eiella cor1·ispondente mano destra. Il Poelche::n cercò di dimostr are, mediante iniezioni colorate sul cadave1·e, se occorresse o no facilmente di pungere coll'ago della cannula la fascia dell'avambraccio e venne al risultato di con!-<latare elle si può cadere molto facilmente sotto la fascia, Re si pralica la iniezinne in on innalzamenlo {ii una plica cutanea. F. S.


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Rl\'ISTA

Lulolll tra1UD&t1ob.e 4-cU oqe.lll pareaola.laatoll bu.aYeDtre (fepto, mllsa, paaoreaa, nlll). - L. - (Archio. fzi r Cli n. Chir. N. :~,e DeulRt!he Leil!elt r , Dispen~a i ". 11\87). Il do ttor Edler fa in que~lo scritto una t'l$lesa e~llOIIibtll della etiologia, sta tiqlica , progno~i e cura delle lesioni or gani pa l'tlucbimalosi del vt.m tre, fondantt>!<i so pra anolisi di un g ran numero (8G8) di queste lesioni, e cando in par te le idee che lì nora ::-i a ve\'ano a lor o Quoulo queste lesioni hanno fra l01·o di comune é io una pat·tc gene,•ale, in cui sono compr Ctie le lesioni locutanee (contu!<ioni, rollur·e a peUe illesa) a lP ferite (da a rma da fuoco, di punta, da taglio) la lot·o produzlo-,Jit slataslìca in genea·alc (più fr ot(uenli le lesioni del fegato, quill4l se~uono quE:IIo dei reni, della milza e del pancr~ns). Per le Je. sioni che avvengono in ~terra osserva che il maggior naiDel.-·1 d i t>"se conducono a mor te s ul campo di battaglia e non possono essere computate oelJa statistica. Le lesioni dd ventre per anna da fuoco fol'mano, ~odo Fischer e Olis il 35 • •. Secondo Dem me e S errier che ptl+ lavora rono su piccola numeri, il 6-8 •t, delle lesion i per 81'11181 da fuoco di tullo il corpo. Delle l~~ìnm per a rma da faoeP dd ventre, cir ca 50 •;. !:iODO perforanlL P iù fa·equenli 10110 pure quelle dt>l fegato (10,1 • . delle fel'ile peuetr unti del pet· anna ·la fuQco), tieguono come uclle le«JOnl in 28fl81'1!1le'. i reni (7 ,3 •,.), la milza {2 ,7 •1.> e il panca·eas. (0,4 "/.). A quesL" ~ono da agdungcl'si le l~>:<aoni degli in~!SUD9 dello ~loruaco, del mescnterio e dei va~i s&UKUtgui che mano H 75 •t. delle ferile pvrroranti ù~J ven lr~ per --·*,,.,,.. fuoc:o. Il ·intorno ptil ft.,.quente e comune a lulte le JesiOiil degli organi Jen·addomt.• e lo, commo7.ione geno:ll·ale (sbocilt) chf.', <~econJo i la,·ol'i dPI Ga·ouingen, è c.HI attrjbuirsi uU'eiiUr imento della midolla spinale t! della m1Jolla allungala. BA· ram~nte s i o,.~erva nello fOI'Jna !'emplice. ma per lo ph\ 6COO;.!iunla cou ranem1a acula per l.:>!liouo dl'lla sos tanza pa• rencbiauatosa o oit:i 'as1 affe1·~nti. A ll'mccppamento della circolazione e della respirazione per a nemia clel ~<islema Del'-


CliiRURGIC.\

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voso centrale r;tono da riferirsi lo sguardo profondament-e adombraLo, l'a!>pello scialbo cenerognolo della pelle, la voce .debole affannosa, il tremito e i crampi ùi alcuni gruppi museotosi e del diafragma, onde l'insO}lporlabile Einghiozzo in quasi tutti i casi. Dopo la commoziotle e la emorragia Yiene il pericolo della peritonite. Non sempre la forma circoscritta della peri_tonite è da riguardarsi come il periodo iniziale della diffusa, e questa non sempre e senza ,.ccezione come settica. La prognosi delle lesioni delle glandole dell'aJdome è generalmente molto infausta. L'autor·e calcola sopr·a 868 casi una morlal:tà del 63,9 ·;•. La cUL·n deve esser dirella da prima contro la commozione generale, quindi contro la emor·ragia interna (gli stitlici sono da rigettarsi, in caso di gMwe pericolo é da imprendersi la laparolomia per allacciare i vasi che danno sangue e chiudere con sutura le ferile intestinali), e finalmente deve es sere presa di mira la profilassi e il lraltamento della peritonfle settica secondo gli odierni intendimenti. Come in tutli recenti lavori sul traLtaroenlo operalivo della perilonile. è il'accornaodala la puntura e l'aspirazrone c.he nei grandi ''ersamenli operano talora in modo meraviglioso, la laparotomia, il drenaggio, la irl'igazìone perroaoento. ~elle lesioni per arma da fuoco si sPgua la massima. di non toccare le ferile con Ja sonda, coi ferri rhirurgici o col dito $e prima non sono stati pienamente disinfetlat!; dei corpi estranei, pezzelli di panno, scheggia e simili. devono essere ~stralli, e più presto che è possibile, solo quelli che possono essere facilmen te ragp;iunti. Dopo la esalta emostasi e la disinfezione dei dintorni, si deve applicare la medìcatura anlisellica provvisoria che in casi favorevoli può essere definitiva. Uguale é il procedimento nelle ferite di \aglio e di punta delle glandule del ventre. <::ome matet·iale di sutura della sostanza glandulare si aùopra il calguL, la seta anlisellica e il filo d'ar{.tenlo. Nella sutUJ a delle pareLi addominali, devono essere compresi i margini del periloneo (Spencet' \Yells). Nel prolasso della sostanza glaodolare può occorr·ere la riposizione anliseWca e la Je,gatora con recisione della parte usci La fullri. Dopo raccurata


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RIV1ST.o\

emostasi e l'esalta pulizia antisettica si può talora fare & meno del drenag~io; ma é assoluta mente necessario nell& ferile aperto delle glandule e quando vi é t'accolta di marcia,. icorf', bile, orina, ecc., ag~iungendovisi la ripetuta disinfezione con la irrigazione antisettica. Questo per la par~e generale. Ve nendo alle lesioni in particolare, per quelle del fegato edella cistifellea, rautore ba raccolto 513 casi (101 degli ul· limi 12 an ni, 18 1 dal Barnes e Oli:> e 2()7 dal Mayer, in lutti 552 non 54:3 cRsi) f1•a i quali solo 24 <'rano su donne, eJ all'incirca in numero eguale le lesioni aperte e quelle sottocutaneP.. Furono frequentemente trovate estese roLlure a pelle completamente in talla anche pér violenza indiretttJ. lo strappamento dd hgamonlo sospensot•o pet• caduta da conc:iderevole sltezza (speri mento del Richerand, osservazione del Re:;ek e Biirensprung). Fra 189 rotture del fe~alo, ,.:olo r. furono per contusione d'arma da fuoco, lP altre erano sUlle prodotte da urti, percosse, cadute e passag:friO di ruote di vetture; fra 2.89 le::;ioni per arma da fuoco, 235 furono Mila ch iru t·~ia di guet•ra. Si raccolsPro inoltre \h> casi di ferite da ta~lio e di punU1. I sintomi delle lesioni soltocutanee del fegato furono, ollre la com mozione generale (21 voi La é espressamente rammentata) quelli della emorragia interna (29 volte), della pcriton ite generale (18 volle é par ticolarmente segnalata), nei casi più leggieri piccolo dolore procedente dalla cassula (le rotture superficiali potrebbero decol'rere senza s into m•), nelle lesioni gravi un dolore m ollo intenso da pritua locole, più tardi irrndrantesi principalmente verso la spalla destra (già descritto da Celso) dovuto ad azione riflessa dalle fibre del frenico el quarto paio cervicale (LuscbkaeHilton). come si osserva anche in altre affezioni del ftlgato . Vitterizia può ma· nifestarsi primierameole per ria<.sorb;.nento dilllo bile dal perilo neo, e come iltet•i:z.ia puramente ematogena nei grandi stravasi sanguigni per disfacimento di numet•osi corpu!tcol~ ros~i; (' seconda riamente come itterizia da sta si. Negli asceFst del fegato si !t a ra t•amente una itterizia manifesta. Alla gli· cosuria, secondo il materiale raccolto dal dottor Edler e !'le-


ClUB URGTCA

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condo gli esperimenti su~li animali del Terillon, HofmeiCJ', T1lhnanns ed o.llri, non è da dare alcuno importanza. Più freque nlem~n le succede il vomito di materie biliol'e, il quale, come il !'lllg!JiO;.!ZO, è eflello della commozione generale della perilonite, dell'anemia e talora di le!'ione o it'I'itazione iofìamrnatoria d<'l diafr'agma. Nelle- ì"erite a perle mostra nsi gli stessi !'intomi, congiunti, in 41,3 . ,., a scolo di bile da principio unita a !"angue,dal semplice stillicidio al vuotamenlo di grandr mal:'se sanguigne. Riguardo al prognoslico, l'autore viene nelle seguenti conclu!'Joni: 1• Il maggior pericolo 5<la nelle complicazioni; 2' Le lesioni della parte convessa hanno prognosi più fa · vorevole eli quelle della superficie concava; 3• LA mortai ili\ ùelle lesioni del tessuto del fegato è mollo minore di quanto si era finora cr<>duto; 4• Anche le lesioni della vescichelta biliare e del condotto coledoco non sono assolutamente lc>tali. Venendo alla cura delle lesioni del fegato, discorre ampiamente del trattamenti) della epatite traumatica (riposo, ~hiaccio, mignatte all'ano, g randi vesciranti) e del vuotamento degli a!\cessi epa tici coi caustici (Bégin, Recamier) e la puntura (Sachs ra precedentemente una incisiontl a lla peli~>) lascia·nclovi i tre quarti, o con l"nspirazione (Potain). L'incisione in ,Jue tempi (Volkmann) e quella in un te?mpo solo (Schmidt, Linùemann e allri) ambedue e!'eguite con le cautele anti~el­ ticbe hanno avuto C!'iti molto favorevoli. Tenlath•i di estrazione delle palle sono raramente indicati. Le porzioni di fegato che fanno ernia sono allacciatP e tagliate, le rerite del fegato che danno san gue possono e!\sere chiuse con la sutura di catgut. I versamenti di bile si cur ono con lP ripetute punture; nelle rerite a perte della cistifellea può essere indicata la colecist.olomia, il rinfrescamenlo e la sutura dei murgini e talora la colecistotomia (Langenhuch). La d~>scr·izione delle lesioni della milza si fonda su 160 casi (21 dell'autot·e, N raccolti nella guerra americana e 115 dal Me~·er). Anche qui è a un dipi·e.,.:-;o ep-uale il numero delle lesioni sottoculanee e delle fe rite aperte. Nelle prime la milza


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IUVISTA

era malata in 28 • • ca"i (malaria? . l t ora In rottura an·pnne J:>er vaolenla contraz:one dei muf'I<:Oii u•lolom!llali, per· lo piu per caduta, perrossa, contusione. Io dur> casi di conlu ..ioru.l P4'l' colpo di 11rma da fuoco~~ lro\'81'vno alla sezaonc al'Ce>'"i nella milza e f1·a questa e il diafr-at,tan11. Su -i2 ferile ùella milza per arma da fuoco. soltanto l i \'O l!.e er-a offesn la Mia mslza. Le ferite semplici di puula e di la!tlio !'ono rure. un poco più frequente il prola~~o della milza in ferila del '·entre. I sintomi sono geueralmente quelli della ouaoreagia interna,. eù inoltre dolore nella regione spleoica e awl Jato smistro del corpo tlno ir: allo della spolln e al•'oreccl11o; per·o questo sintomo nelle lesioni della milza è ricordato mollo più rara· mente del dolor e alla spalla ù~ll-a nelle Je~aoni <lt'l fl!~t.o. Nelle ferite da laf!liO il prolnsso è ft'C'Juente. La periRplenite che si sviluppa dopt~ la lesione e la splenite tl'llnmalica (•tuasi sempre parziale) terminano o con la ra!1ida clistru:taone o con la formazione di 8!'-Cessi, facilmente con ad,.t·~nze e ascessi sullfrenici (O~mmoni pel'i«pleuH.' i Il uber). Anche i tumori cs·oniC'i della milza e la leucocilemia splenica furono in alcuni casi la conseguenza di contu«ioni della milza. Su 10 contusioni :J gua1·igioni, su 73 rotluJ'(} «olo 8 guarigioni nelle lesion. non complicale; in lutto 86,7 •, . ùi mortalità nelle rotture e nelle contusioni. Causa della morle ru nel maggior numero dt>i casi la emonagia. Anche nelle ferit~ ap,.rle della milza il pt>t'JCOio consaste nella emorragia e nelle complicazioni: 23 eslirpaz1oni (10 totali, 13 parziali) guarirono LuUe. Le complicazioni più ra·efJuenti sono le l~saoni dc-l regaLo; indi quello dello stomaco, degli intestini e delle co... te. In fJuanu' al prognoslico, la mortalità è noi segu~nte ordine: eollul'e della milza sana; contu«ioni e ferite d'a rma da fuoco; ferile di puula e di ta.;lio che banno la miutJt'e mor· talitù Lt> r·olture della milza precedenlemePI.e malata decorrono più favore,olmente da fJU"lle della milza ~ana. Le rotture quasi sempr~, le ferile d'at·ma da fuoco nelln melò di'i caet, te1·minano mortalmente pet· emor·ragia anlel'llll. Per· la cura delle lesioni '-Olt.ocutauee della milza !'OliO rac· comandati il r•iposo, il gbittccio (auclte come bevanda, e alli


CliiRLRGlCA

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eh;:-lcn gluacciati) e la ùi~la a s,.olula. Nelle ferile aperte la medt(·atura anli!>eltica ••, occorrendo, la sutura delle m lza e dello ferite t•ulanee, nt-1 p rola~"o, nei ce..i ru,·ore,•oh l& reposizione, allrimonli 1-.~ t<pleJto lom .a. Ess1' nÙ~\ il L~ssu to della milza fr-ial11le non debLum>i 8J·rit·e ~li e~ce;.l'J dell11 milza col taglio in un ~olo tempo, ma in .tue tempi, quando non siansi ùncor·a stal>sllte delle solide adet·enze; nei g randi a11cessi può e:"!'ere qut-slione della qpleneltomia . Di lesioni del pancreas l'autore poLI\ ruccogliere solo i3 es.... (:l sottocutanei, 6 lesioni per arlOa cla fuoco, i rertle dt punta e di Laglio). Mancano smlomi caraLlel'istict, né si trovano bene d• scr itle le alterazioni riqconu·ate nel eada,·ere. Le frequenti lesiont de~h orgalll vicini, fanno apparire meno importanti •tuelle del pancreac;. La prognost, fuordte per 1e !ente! .li lagho e di punta (i- ~uarigioni), c indteala come mollo sfavot•evol~, poich • le Je~1ooi isola te .td pa11CJ'P8::l sono rarb,.ame. La tendenza della glandola a fare ernia anche -dalle picco!~ ferile è aLLribuita du llyrtl ecl alLI'i a eambiarnfHII di po"a.tione dello stomaco. Per la curd non e"l"'lono particolal'i :ntlicazioni. Lo lesioni dPi 1·eni stanno per frequt!nza f1'il. qu~lle del feo::ato t! quE'IIe della milza. Il dotL. Edler ha raccolto 152 ca si; dei IJUali 90 erano Je::>ioni solloculanee. ;J() l'eritt! d'arma da fuoco e 12 ùi Laglio e punta. l s intomi sort<) imponenlì. com· moztone gener·ule (COli vçmilo violento), dolor e locale irradìanlec:i agi ioéurni e ai l.eslicoli (gia conosciuto ila Celso) i:he può aumentare tino alla ptù atroce colica renale quando gli uretert sono olluraU da .grumi saugui::wi; ematuriu, più tardi ::iegni d1 nefrite che il paù Rpesso tea·mina in uscesso (febbre, brivido, piemia). ~elle fer1le a pl:'rle le emorragie frequentemente rtnno\anlisi po,.,Rono esst>re cau"a di morte, è caratteristica nella lec:ione d~'>i reni la mescolanza del sangue eor In UJ•ina Della fic:lola che molto stenta a guartr e. piu lardi la urina esce non più sangurnolenta ma marciosa, e Più lardi ancora orina pura. Delle )Psioni ~ottocutanec guarirouo 50 "1. I nfluirono c:ul cor c:o della malallialu entità della lesìoue, la forza ùeiJa emorragia, la formez•one degli uscessi, J>eriloneali, nefriUci, pcrinefrilìci e per congesllone; gli ul-


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IUVISTA CHI IIUJlGICA

lim i s:ono fatali nelle l~sioni d'a rma da fuoco dei reni. Di 50 ferile d'tlrma da f'uoro dei reni guarirono 28, di 12 feriie di taglio e di punta n~ guarirono 7. La diagno~i raramente offre difflcollà, cosicché la proposta del Simon, cioè la nel'rolomia esplorativa in ucssuno dei casi ra ccolti fu eseguita. Al le ;:ezioni cadavericl 1e si trovA rono inollre con molta frequenza lesioni di altri or gani del basso ventre C a d+>stra del fe!!alo, a sinistra della milza. poi dello stomaco, intt>slini, <'oste, diafragma, colonna vertebt·ale); si trovAro no pure nei r eni lesi fessure totalmente o in pa!'le cicatrizzate, versamenti sangui~owi spesso di enot·me estensione e le diverse al terazioni cagionale rl~tlla formazione di asce~si: poicbc di tulle le le~ioni dei reni solo 47,3 •;. mori rono, la progoos.>i può rlit•si pitì favor evele di quella delle lesioni di all.re glamlole a.ldominali; ques~ è però solo I ei ca~i non complicali. l n quanto alla cura sono consij:!'liati dapprima il r i('O!'O, il ~hiaccio, i narcotici, più tardi i semicupi e i bagni ;.('enerali caldi , il vuolamento e il risciaccyuumenlo della vescica, le :::otlrazioni ~anguigne locali non mai generali, le bevande fredde, la dieta mile anche nella con\'alesct>nza. Nelle emorragie dalle ferile aperte innanzi tullo illamponamenlo a utiselLico; può occorrere ùi dilatare la ferila e allacciare, ed anche, primariamente o secondariamente, estirpare i reni feriLi. Quinùi procurare il libero sgor~o. le incisioni multiple nella infiltt•azione orinosa, i bngni generali con aggiunta di !lOstanze antisettiche, in generale la r 1goross attlil'\eps:i, anr.he con la irrigazione permanente come io altri flem moni ili caLli va natur'8.


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RiVISTA Dl OCULISTICA Tuberooloal dell'lrlde.- Saliollato di UtlDa nelle a1fezlon1 reumatiche dell'occhio. - (Journal de Medecirte et Chiruroie, maggio 1887). Il prof. Pana~ in una ùeiiP sue lezioni ha l'ÌChiamato l'aLlenzicme su di una lesione t•at·ìssima pt·el'entala da una ma lata del suo riparto, lesione consistente in un piccolo lumore della faccia anleriot·e dell" irtde. Questo tumore, un po· piu grande di un grano di canapuccia, et•a di color·e rameìco e percorso da tlnn va~colarizzazione estremamente t·Jcc~, costituita da relìcolali esilissimi, come ~ra facile assicurarsene per l'esame colla lente. l tumori dell'iride sono raramente osservati e non se ne conosce benù la natura cùe da pochi anni. Fino a poco tempo inùielr'o ci ~i contentava di dividerli in due class;i: i tumori solidi ed i tumori liquiù.i. Questi ult1mi uon comprendevAno che le cisti. Quanlo ai tumori ì!olidi, abitualmente del volume di un grano di miglio circa, e chiamati per Ja loro form a granulomi ùell' iride, $6 ne ricon<>scevo no due ca legorie differen ti; l'una benigna, sen:~:a Lenùenzn alla genernlltzazione, ~ svolgentesi con grandis~;ima lentezza; l'altra al contrario maligna, invadente le altre parli dell'occùio e producente più o meno rapidamente la distruzione ùell'organo. Ora la natul'8 dt ques~i granulomi è meglio conosciuta. AJcuni sono epiteliomi~ allri sono sarcomi della vari~té meno grave. Ma vi è pure la tubercolosi dell'iride, che ba una certa importanza, e della quale ~;embra appunto traltar~i in questo lumore os<~ervalo nella malata. In lal caso i caratteri obiettivi dello lesione sono !ungi dal· l'essere sufficienti per la diagnosi e ~i deo;e tenere gran conto degli anamnestici; ora qui si tralta di una ragazza eh&


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RIVlSTA

ha degli anlPredenti di tubercolosi nella famiglia: essa stessa é di debole costiLuxiOllP, ed ba avuto una pleurite sospetta. Questi antecedenti sono dunque veramente di natura da far temere l'invasione della tubercolosi. Questa nell'occhio, come negli allr•i organi, può essere primilh·a o consecutiva; pià spe!'<SO ancora essa non si mostra nelriride che dopo avere invac;o le altre parli, ed in particolare la coroidea. In qu~lo caso al contrario, eù il fallo è particolarmente raro, la lesione è assolutamente localizzata all'iride. Infine fra i granulomi, l" gomme sifililiche dell'iride occupano :m posto importante; queste gomme si ravvicinano mollo pel IO l'O a!< petto alla tubercolosi; e qui ancora gli anamnestici devono sopratullo essere utilizzati per la diagnosi; .a ques to t•iguorùo nel caso pr esente essi non davano alcuna indicazione. Il Lubercolo dell' iriùe è 1·aro se lo si p8ragona colla tubercolosi della coroidee. Da questo punto di vista l'occhio può dividet•si in due segmenti: il segmento anteriore in cui lo t.ubcrcolosi primitiva è t'O I'a ; ed il segmento posler·iore nel quale essa è rnollo più frequent.e. Ma vi é anche una difl'e· renza di natura nella lesione ; il Lubercolo della coroidea ap· paJ•Liene quasi sempre alla grauulazione gl'igia, ed è sovente in l'apporlo colla meningile tubercolare; questa forma di tu• .berc0lo ha 11nn tendenza a1Ja generalizzazione mollo pio grande che il tubercolo isolato che si riscontra più spesso nel segmento 11nteriore. QuesL' ultima tubercolosi è discret.e, si svolge mollo lentamente e può rdstare lungo tempo senza provocru·e sel'ii disturbi oculari. P ertanto il P anas ha ~ià due volle avuto occasione di enucleare occhi colpiti da panonalmite e nei quali la pt'opagazione si era falla dall'iride ver&o la coroidea. In questo caso particolare la coroidea era immune, come ·si r iconosceva all'esame oftalmoscopico; purtullavialu malata ha pl'esentolo dei mah di testa estremamente "iolenti, e questo . · ·b·le fallo deve fat·ci pensa re ad una generalizzaziOne possa 1 • alle m~>ningi, mnlgrado la forma relativamente benigna dt ..questo luberr.:olo. . . hé Lo cura di questa lesione è particolarmente d•ffiCJle, bene


DI OCCLISTIC.\

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a tulla prima rescissione sembri del tutto indicata. Que~ta potr·ebbe essere falla con "an !.aggio se si fo,.se sicuri che non vi è ciclite tubercolare, nè propugazionc verso i proces-;i ciliari; inollr·e si può ternere la gener·alizzazione dopo l'operazione. T ullavia si praticherebbe questa escissione se l"i vedesse che vi fosse tendenza a ll'estensione. Pel momento, siccome la lesione semb1•a stazionaria. e non essendo nnpossibìle che essa guar·isca come alcune altre tubercolosi locali, si cominCJel'à per impi~>gare una cura medica, consistente localmente nell'uso dell'atropina ad alta do!:e per impedire le aderenze pu'pillari e diminuire i fenomeni infiummalorii; vi si ag~iungcranno le applicazioni calde. N ello stesso tempo si ammini!.'lrerà una cu ra mercul'iale sollo for·ma di frizioni, non I'Onlro la sifilide, ma conlro la ttJbercnlosi; certe tubercolosi locali in falli si avvantaggiano molto coll'impiego del mercurio, e non bisogna però trascurare 11uesto mezzo. Infine la cura generale della Lttbercolosi, olio di f~gato di m er•luzzo, ricostituenti, ecc. cornpletera questa medicazione. l falli di tal gene1·e, benchè rari, hanno una vera importanza pt·atica, impet·occhè la comparsa di un tumore di questa natura, spesso insidio~a. appena av,·erlita dai parenti del tnalato, comporta un prof{noslico grave che il medico deve poler· fare quando egli è consultalo in pt·oposito. Ft•a le affezioni oculal'i, ed in parlicolat•e fra le sclero-coroidrti recidivanli ve ne sono alcune chiaramente di natura r·eumalica, e pe1· le quali la medicazione diretta contro rJuPsta diatesi può produrre buoni effetti in alcuni casi disgraziatameni'! tr·opvo limitati, come lo dimostra l'eccessiva varietà della lt>rapeutic&. usata in rrueste eonJtzioni. Il saUcilalo Ji soda pet'Lanlo non ha dalo i risultati che se ne ~peravano. Per•altro il salicilalo di litioa essendo sembrato al Vulpian Più P-fficace rlel salicilato di ;,:oda n el l'eumatismo cronico, il Panas lo ba ~omministralo molte volte a malati atr.. ui da sclt.>ro- coroiùite d'origine gotlosa. Alla dose quotidiana di tre firammi, questo medicamento ba sembrato agisse con eflìcacia, ed arrestasse il processo infiammatorio in tre o quattro seuimane. In un malato al quale si era amminfstralo alter-


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l\ l VISTA

nalivamenle il salicilalo di soda ed il salicilato di litina, la differenza era assai s<!n~ibile, ed il malato ~tesc:o si accorgeva benissimo Jella diversità del modo di azione. Questo m~dicamento può òunque ren~ere gro ndi servizii; ma, come Ila fatto notare il Vulpian, nè la litina, né l'aeido salic!lico dali isolatamente agiscono nel medesimo modo: è la combinazione tlei due corpi, fAtto d'altronde non isolaao io terapeutica, quella che sembra agire su questa manifestazione del r eùmatismo.

Il •nbllmato oorroslvo nella oura della oonaiaatl"rite granulosa . - STADERlNI. - (Mo1'gagni. gi u~no 1887). Alla clinico oftalmica di Siena fu introdotto dal proressor Guaita l'uso del sublimato corrosivo nella cura di tutte le affeziom congiunlivali a natura micolica {congiuntivite purolenta, pseudo-mPmbranosa, follicolare e lracoma ,, cd i mirarabili effetti rifel'iti da l dottor Sladerini, ehe se ne sono ritratti, specialmente nel tracoma faranno senza dubbio entrare il prezioso parllssilicida nel campo della le>rapeuLica oculaee. l!: merito del Guaita l'aver posto in rilievo che i micror~anismi del tracoma abbondano nelle cellule linfoidi dei Collicoli, che car·atlerizzano la granulazione, e SJ rif'contraoo, sebbene in numero minore, nl'lle cellule, elle inf1ltrano l'epitelio di rivestimento. l tentativi di cultura nella ~elatina riusciti po!'ili vi, e la inoculazione dei prodotti nella ~ongiuntiva dei conigli slabil1rono il momento eziologico del processo granuloso; ed il trattame nto sperimPntale col ~ubl imalo annunz!ò la polente azione, da questo posseduto, di uccidere il rnicropa•·assila e di fondere ed avviar·e alla J'isuluzione le cellule linfoidi. I l sublimoto guarisce il trocoma con una sicurezza e rapid•ta di mollo superiore agli alt1·i medicamrnll, che sonoa ciò adoperali (pietra di solfato d1 rame, nitrato d'argento), e~ ha sopra questi il vantaggio che non lascia r e:-itlui atrofict sul!!! cougiuniJ\·a, e promuove pure la risoluzione del panno gt·anuloso e di ogni altra cvmplicazione corn<>ale: sulla quale


1)1 OCUUSTICA

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il nitrato d'argento ed il solfato di rame sono del tutto indllfereoli. se non nocivi. La guarigione r elativamente rapida delle granulazioni (in 2 o 3 m.esi), operata d'Sl sublimato, rimovendo nel più breve tempo la causa infettante (di cui si steri}jzzano i pt·oJotti), presen~a anche quello di render e più difficili le eventuali infezioni; e l'autore assicura che, usato per consi;!lio del Guaita, il sublimato nelle cure dello granulosi, che r egnava endemico nel manicomio di Siena, non vi si ebbe a deplorare alcun nuovo caso. La soluzione, cbe si adopera più comune mente é quella di 1:400, preparata con acqua bollente, senza alcool, indi accuratamente filtrata. Esistendo complicazioni corneali con flogosi acuta si adopera una soluzione di 1:500; ed una terza soluziOne più forte di l :300 si riserba a quei casi eccezionali, conlrosegoati da tt·acoml molto abbondanti e duri. Con un pennellino, a palpebra superiore t•ovesciata, si applica la soluzione sulla congiuntiva lat•sale e dei fornici uua volla al giorno; ed ogni ùue o Lre giorni si fanno fare ai malati dei lavacri tiepidi agli <>echi con una soluzione di 1:7000, preparata nello stesso modo. Il dolore che pt·otl uconu lali pennellate, non dur·a che m ezz'ora ed ha un'entità anche minore del dolor e prodollo dalla pietra turchina o da una soluzione concentrala di nitrato d'ar·gt~nlo.

Biso{.toa continuare la cura fino alla completa scompar~a della granulazione; senza di che colla massitna facililé, interrotta la cUt·a, il processo rllorna nella priroieea acuzie, come pure biso~tna a cura inoltrata, quando cominciano a riap!Jarit·e punti di congiuntiva normale o pocCJ infiltrata, alternare la soluzione forte di i :400 con quella pi(l debole di 1:500, perché quei punti non siano eccessivamente 1rrilali. GioYa inoltre, ol· tenuta la guari~ione, islillare a scopo di precauzione, per un <..:<~rt.o l.ernpo poche goccie di collirio oll'1:1000 pe[' evitar recidive. Quando il processo lracomaloso è accompagnalo da flogosi acute della congiuntiva devesi alternare l'uso del sublimato colle pennellature del nitrato d'arge nto allo scopo di modificat•e la mucosa infiammata; e, quando le granulaziOni sono molto abbondanti ed hanno prodotto un esteso ingt•ossamento


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RIVISU

dello congiuntiva, le pennellalure di sublimato de vono precedute 1lalle 8cariflcazioni, colle quali si ra~orgiuoge lo ~copo d: rar penetrare piu internamente il rimedio. Lo St.aderini rirerillce alcune storie, fra le lanle trebbe, di tracomi rccentt con o senza neali. con o ~<enza essudalo muco purulf'nto, nei ~ahlunalo condu. "e alla r estituito ad iflte{Jrum. In casi Pgli ha OS"Prvato che il medicam,nlo dappr ima stato infiammatorio ddla congiunth·a, intli le appianano, e s'impiccioliscoM e la cornea si rischiara !:empre più trasparente di pnri pa~"O col miglionlmlmll- . l'affezione primaria. l n una media di 2 o 3 mesi la gullni!IIJII i> completa t inl.'Omma il sublimalnlo .1peeijlt!o dt-l di cui guarisce lulle le rorme e lutti i gradi.

'Un ouo 41•uooeuo ottenuto nell'ambllopla utule& metalloterapl&. - Dott. FELtilt.HCI~~tl., di Saratow. ~. N., nell'eta dj 2 anni, maritata, ..i P accorta di debolimenlo dello vista che è sopraggiunto dopo una omozione morale, senla essere accompa,!!'nalo da dolori. Dopo aver tentato ..enza •·i~ml tato le docde oculari, fa lata t·ico~e all'autore, il qulll~ cr.n..t.all'• che l'occhio era in istalo normale cd emn1elropo, con acutezza !Ot:!(): l'occhio ..ini<>lro nulla presenta\"& rl'anormale, ad ceziono di una midria~i assai pronunciuta: la vista di srocchio era r iJotta a tal punto che la malata oppenn la tue~ della lampada, il campo visivo era u.n po' in basso e.J in fuori Nulla trovAn•lo nè nello presente della malata, né m· gli annmnPsltci cbo poteese gare quest'ambliopia, l'autore reco l'esame della 881lelll)tltll! della pelle e degli orguni dei sensi. Da quesl'e..'"8me che la sen~iùilita della peli.- tli tuttA la m•·t..~ destra del f-1'8 considerevolmente indebolita; l'udito, al gllllto e I"OCICII!i~Wo non erano affetti. Nella ~uppo-izionP che si trattasse di raulort' con~ighò alla m .•Jaln di <>"llto['orsi ad una eura calamita e collu motallolerapia. Lo calamita applicata qua rto d'oro alls lempid, all'occipite "d ~tU'ocebio,


Dl OCUL!STJC.i

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neamente con pezzi di rame, di zinco e d'argento non produs~e alcun effdtto. Si fu allora che l'autore a pplicò alrocchio sloislro un pezzo d'oro. T r P mmuli dopo l'a!Jplicazione, l'ammalala I'..Ominciò ad a\•vertire un pìzzicot•e che, dopo dodici minuti, divenne doloroso a taJ punto che si dovette to~liere il pezzo. Tolto il quale, la malata dichiarò che vedeva ed infalli lesse il N. 10 della scala òi Jaeger. L'aulore consigliò allora alla molata di ripelere l'applicazione del pezzo d'oro e la pn~gò di farsi '·edere dopo qualche tempo. Tre mesi dopo circa la malata dichiarò all'a ulor·e che èssa vedeva colfocchio sinistro tanto bene quanlo vedeva prima della ma lallia: essa legge spedilamenle il N. i della scala ~.li Jaeger, dtstingue bene Lutti i colori; il camp(J visivo é noJ'male, la sensihilllà della pelle è identica nei due lati del corpo. Presenlemenle (10 mesi dopo la g uarigione) la vista ,Jei due occbi è Jellulto normale.

Contribuzione all'anatomia patologica della caruncola la.g rlm.ale. - Doll EMILIO Boe•<, di Vienna. - (Recueit rl'ophtalmologie, maggio 1887). Uno sludenle era da tre anni io osser,·azione per un tumore della caruncola Iagr·tmale sinistra. L'affezione datav11 do più anni. La caruncola era poco voluminosa 10 apparenza, ma se st esaget·ava l'apertura delle palpebre, il tumore venivaa fare sporgem.asolto la mucosa Esso compariva grosso come un g rano di pepe, ma non presentava alcuna colorarione anor•male. Crebbe di volumt> mollo lentamente senza ùerormare noLevolrnente la piega semilunat·e. Per allro cagionava al malato una sensazione disgràdevole e lagrima:.:ione. Allorchè raggiunse la gt·ossezza di un pisello, si decise di esportarlo. Dopo aver cocainizzalo L'occhio, si fece un'incisione sulla mucosa ed il tumore !'\i enucleò, per cosi dire, tullo solo. Esso non aveva a.ù.erenze che all'angolo interno "erso la Jlelle. Tre piccole suture chlu-;ero la terita. A capo di a giorni furono lolte. La ferita e1·a cicatrizzata senza abbassamenlo

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IU\'ISH

dPila cat•uncola, nè deformazione della pieza ~emieireolare. La !!'uari,::ìone c:;i è mantenuta dopo. L'estune microscop!<·o d t mostrò Lraltars! di lllt fibroma 0 meglio di un tlbro- lipoma della cat•uncnla.

Della lavatura della. oamer& anteriore. - V AC HER, a'()r.. léan". - (Rectteil d'Oplt talmolo'}ie, maf,tgio f~;t7). L'autore ha rtferilo alla Società frauce!::'e d'Oftalmolo8fa uno dei primi, per non dire il primo, ad aclopet·aro la làvalura dt!lla camera anlertore moloclicameate dopo ogni opet·azione di catar atta (Y. Gazelte lt~·l·dom.odairt, '~ c:ettembre 1:-.&:>). Esdi .. i "er,'iva, come liquido nnhselllco, di una ~luzione al J2 o al 15 millesimo di ioJuro doppio di merr urio e di potassio c di un sifone munito di cannule di diametri varia• bili che permettano di regolare il vol•Jme e la forza del geUo. Qualche mese dopo la pubblicazione di quosl'arLicolo, il pror~ssor~ PAllA~ faceva Qulla meoiPctima questione. il 5 gennaio 1~ t;, una comunica1.10 ti' all'accademiu dt mP.tiicine, e nella seduLa del 30 aprile 1886 del congres;<O annuale della Societ~ d'of\almo~ia il dolt. W1 ·kerkirlwicz feC'e pure una comunirazione sull'irrì~ztont! della camera anl•·ritlre e dtSH che et·a appena un anno 1'he era stata t~tl ope t·ala per la pt•i:ua \•olla ' L'autore r i\'endica a l"è la priorità dell'apolicazionn di questa 1&\'aturn, la quale ha la "'ua importanza. Ectsa inf~tlli cambia il liquido della camera anler iore, !l~'acl'i'\ i minimi avanzi del crislftlhno, il "'an~ue, l · boH·~ ,rana ·3 fa bagnare l'inde in un liqui,io anlisell~co. Come conseguenzu, l·· cAIRr&Ue se· condari" sono mollo piu rare, venendo 11 nwnc•~~re gli el~­ mPnli che le producono; la cap!>ulfl si ripie~a dtcLro l'iride che con~crvn la mobilità del s11o sfìole,·e; le rotture della zonula "'OliO meno frequf n li, ecc È nece .....ario fare quectln lavatura con molta pte~auzione, adoperai'~} un ~ello liquiclo di una for za CO"tRnte e moderata. Il mi~hot• strumento, o pari'l·e ddl'uutore, é un piccolo sifone cho si eleva p·ù o meno al Jisopra della te~ta dello ~ssere ~ltt lo e~h


DI OCl'LISTICA

1Otll

~perato.

Inoltre fa d'uopo far <lC&llare il liquido a 25" o :l(}' per evitare uoa 'lensa~tone di fr,•.ido molto mole.,ta, che deLct•mina le contrazioni violente ed involontat·ie malgt•ado l'uso lella cocaina. Dopo questa Ja-vaLura. 1a cornea ò seJe di un pt>rlurbomento che persi,le 5- . ,:ìorni e cne scompare senza la!!ciare lt•accie. È esso dovuto ulla lavatura od al !iquidof Credendo che rol\1\e cau.,ato dal li·tuido antisel\iro leggt>rmP.nle irritanlP, l'autore eia sei mesi non usa che acqua di!!UIIala che fa b ollire al momento del1'oporazione, ed ba ott.. nulo ri:sullali molto buom. RiaQ-.umendo, l'aulor·f! t'rede che la lavatura dèlla caffiera aolertore debba esseru il complemento rloll'operazione della catar·atta, che essa pt•eserva dalle suppnra~ioni ùello cornea, dalJP iriti e dalle cal.otratle ~<e­ c.ondarie. Un caso di puplll& doppi&. - Doll. Rou~tcttevrrcu. (Recueil d'oplttalmologìe, maggto 18tl7). ~ - N., presenta l'occhio destro io condizioni normali. Al· t'occhio sinistro strabi!tmO convergente, V.= !01 !00- Le palpebre, la congiuntiva, la cornea nulla offl·ono di pat·licoloro. A 1 o 2 millimPlri dal margine pupilhtr· si vede olla SU}>I'rflcie antPrtorP rleli'JrJcle una linPa in forma di ztgzag d'un colore bruno- intenso. La pupilla ha la forma rli un ovt~le, il cui a~"C orizzontale é r iu ;;rende d t! l ver\i('ale, e.,.. . è inoltre un po' devtala in ulto cd 111 dentro. ì:\el segmento inferiore esterno si vede una pupilla supplementare che è più ntccola della puptl.a norma' P. E,:Q~ l a pure la~ 'rrna ovalar·, ti gntn drametro è diretto obblrquament~ di ba..,c;.o in alto e tli fuot•i in dentro. Il !'tuo marg111e supertot·e tocca la linea a dz-uz !': wram ozionuta cbe -,j · ro\'a 111 '}Uesta parte &<luna distanza di l mtllimelt'O dal tuargine pupillat·e; in se,..utto ·quest."' linea si Lt•asforma in ullA piccola <zlriscia mollo sollile eh~> d.vi le la pupllla suppiPmenh. ·e in due. In J.a~<zo la puptlla supplemenlnre si trova ad una ùislanza di l mtllimelro o me~w dal mor·gine ciliure rh•ll'iriùe; i "noi èue diametri ;o:ono due ve Ile meno gra ndi che i ... i.unelri dPila l 1UpU!a normale. La pupilla reagisce nor•malmenle alla luce;


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RHJSTA

rel"tringendosi conserva la sua forma ovalare: la pupille supplementare si restringe egualmente. Quando la pupille normale diviene più lat'ga, la pupilla supplemeutare prendela forma di un ovale trasveNiale. L'autore fa osservare che i mutamenti della pupilla aopplementare sono lotalmente passivi e che sono dovuli el cambiamenti che si producono nella pupilla normale. Luaaazlo!ke spontanea del or1atall1no nella oamer& ue. rtore. - FAUCHERON - (Annales:d'oculistique, marzo-aprii~ 1887).

Fanciulla di 5 anni - Tremolìo dell' i1·ide fin dalla nascita. Essendo sopraggiunta una tosse canina, il cristallino si distaccò solto l' infiuenza della losse ~ fece ernia attraverso la pupilla, eseguendo dei movimenti molto lentì di va c vieni. Due mesi dopo solamente la lussazione divenne cornplela; il cristallino cadde nella came1'a anteriore spingendo l'iride ull'indielro. L'occhio non tardò a diventar rosso e sensibile; poscia si produsse un principio di cheratite. Quando la tosse era quasi ::;comparl'a, venne praticata l'operazione : incisione alla parte inferiore àel!a camera, identica a quella che si pratica in allo nell'operazione della calaraLla col metodo Jt?Jla estl'azione lineare veriferica. Un'emia dell'irido necessiLò la iridectomia. Atropina nei giorni seguenti, poi lenti oscure. Cicatrizzazione normale. Natura e terapia. della mtopta. - KNms. - (Annalea d'~ eutislique, gennaio-febbraio 1887). È necP.ssario distinguere nettamente tra la miopia, stato particola1'e della refrazione, e quel processo progressivo che, nella maggior parte dei casi, produce la miopia. L 'una è uua malattia con modificazioni anatomiche, e l'alLra è uno stato naturale eh·~ non cagiona alcuna conseguenza molesta. Knies ha osser•valo per esempio in g1ovant i~di~ vidui una miopia di 8 D. non a ccompagnata da moditìcazroOJ morbose. I sintomi obbiettivi della miopia si traducono colla


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~corop~rsa del

riflesso reUnico ed i fenomeni di nevrite si propagano in vicinanza del nervo ottico; poi compaiono la oorefazione del pigmento ed il riflesso di \Veiss. Quest'affezione deve essere considerata come una coroidite .dijJltsa, nata da un'iperemia del fondo oculare, risultante .essa stessa da un'a!}plicazione prolungata degli occhi all'epoca della pubertà. L'eredità non é che un faltore minimo nella genesi della miopia. Venne constatala nel 25% dei casi, mentre che nell'82 ·;. la statistica ha stabilito trattarsi di un'iperemia dovut.a al lavoro. Fra i 25 casi eredilarii, 90 •;. degli individui eseguivar10 il lavoro identico a quello dei parenti. Cosi dunque. le cause fo.ndamentali della miopia sono l'abuso eccessivo degli occhi e l'iperemia, cbe sopraggiunge all'epoca della puberta. La cura, messa in opera da Knjes - la quale mira a diminuire l'ìperémia del segmento oculare posteriore per por<tarla nel segmento anteriore - consjste nell'uso dell'eserina. Si in!:llilla, alla sera, per 6 a 8 settimane, una goccia. d'eserina al 1/s %, e si ripete questa cura tutti gli anni, se fa <l'uopo. Le lnlezlonllpodermlohe di olanuro d'oro e eU pota••lo. -F. DESPAGNET- (Annales d'oculistique, marzo-aprile, 1.887).

La cura locale delle atrofie atassiche della papilla é del .tutta illusoria: l'esperienza personale detl 1autore, appoggiata a quella di altri colleghi, l'autorizza ad affermare ciò. Si è al trattamento mercuriale che fa mestieri rivolgersi, l'alterazione oculare non essendo cb e la cons~guenza dell'affezione spinale. L'autore, condividendo le idee di Fournier t>iconosce la sifilide come la causa principale dello sviluppo <lell'alassia. Preconizza, in conseguenza, una cura antisifìlitica: fin dall'apparizione dei primi sin lo mi; frizioni mercuriali associate al ioduro di potassio internamente, portale progressivamen te a dosi elevate. Per agire più presto, ciò cbe è essenziale, l' aulot·e ha sostituito le frizioni colle inie:zioni mercuriali ipodermicbe, di preferenza quelle col cianuro


RlVlST.\

di mercurio (20 centigrammi per iO grammi d'acqua distillata: Lutti i ~iorni iniezioni di 5 a 10 goccie'. Tale è il trattamento da isliluirsi nel per iodo iniziale. Ma quando ror• ganismo ò sa tu t'o di me t•curio e l'azione del v·r·us sifilitieo 6 impedita. fa d'uopo modificare la terapeuli~a e ricorrere aDa metallolerapia all'inleruo, seguendo il metodo di Burq. L'autore preconizza vivamente il cianuro d' ot•o e di potassio in iniezioni ipodermiche (acqua 10 grammi, cianurod'oro e di potassio 20 cenligremmi). Gr·azie a questo trattamento, a fianco di cas i rimasti ribelli alla medicazione, l:>e ne ebbero di «Juelli che bau presentato un miglioramento sensibile e durevole : in un certonumero anzi i sintomi a tassici ed oculari si sono arrestati fin da quando si sono incominciate le iniezioni. Gl'individui nei quali il risultalo della medicazione é stato nullo sono quelli elle erano affetti ùa atr·ofìa della papiUa. senza pr•esent.are fenomeni generali, ma avenli antecedenti si!Jiilici. È da nolat·si che, in ttuesli casi, l'atrofia della papilla, veduta coll'ollalmoscopio, è appena nell'inizio, mentre che vi ha ili gié una dimiuuzione considerevole d~lla funzione vi~iva. L'atrofia é ~:~llora secondaria ad un rammollimento ce · rebrale, ad un'encefalite o periencefalile diffusa che ~i sviluppa lentamente e pt·ogressivamente solto L'influenza della diatesi specifica: il nervo ottico non trasmette dunque più le percezioni r elinicbe che a cen ll'i visivi alterati. I l pronostico di questa categoria è dunque sempre mollo triste. Le iniezioni di cianuro d'oro e di potas.!!io si fanno nella regione dorsale. Si iniettano dapprima ;, g-occie e si arriva progressivamente a i.5 goccie, aumentando di una tutli i giorni. Si rillìscende in seguito a 10 per risalire a 15 e cosl di seguito. Sul trattamento dell' oftalmia purulenta, per· CaARLES llrGGE:>s.- (The Lancet, 2 luglio, 1887).

L'asportazione conlioua della secrezione purulenla, o la sua neutralizzazione, possono solo salvar· !"occhio da uoa malattia. cosi grave. Le lavande continue con mezzi astringenti ed an-


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tis~>llici danno buoni rlsul~ti, ma r iesron penose, e spos~o tra!lcurate da1 pazienti e daJ.rli a ..."islenli. Alcuru anni addietro, il ùoLt. Bader ass~ri che i sali di nwrcu1·io dbsll·ug~evano o neutrt~lizu"ano il pu:< sec1·t'lò d11 una ~uperficie mucosa, et! egli adoperò un unguento d'os~itlo l'osso, atropina e vasellina a pplicato !'ulla congiunti,·a, con molto vantaggio. Qo~to metodo trovò degli oppositori pel forte dolore che in generava; 010 dopo le applicazioni dello cocuina rautore lo hu richiamato in vita in dieri C8"'Ì, C()ll f,..lice sUCce:i~O. Egli lava e netta comr.letamenle l'occhio con !'iOluzione Ili acido borico al ;> •t•. quindi spande o;u tutta la supertìrie congiunti vale, riempiendo anche 11 sacco. una pomata composta di 16 parli d'os;;iJo !!iallo di rnt>r···urio, :?0 d'at•i.Jo borico, idroclorato di cocainn da 5 a 10, 2 di solfato d'atropina, e 120 di vasellina; covrt- l'occhio con gar;ta completamo?nte imbevuta dell' 1slasso unguunt.o, e lo fascia. Il dolor·e che !=<Ì su:ocila, ap pena raLLa la m e.-licatione. può evìtar~tlslìllando previameule una soluzione t.li cocaiua al 2 •,.; la cocaina contenuta nell'unguento, evita in !'e~uilo ti doloN delle nuove medicazioni, che devono rtpeler~i o:.:nì due ore ~<e tog-liendo il benùa~lo'(io si ll·ova del pus, altrimenti !'li può attendere altre due ot•e. In reg'ola g>Jnerale, una mcd,caz.ione ogni <JUaltr'or·e é !'uflicionte, ad ognt modo non br~o.zna lasciar uumentare il pus nel sacco congiuulivale.

Dell'ottahnotomla poaterion e 4eUa •ua appUoaslcme nella cura delle alfezlolll profonde 4ell'oooll1o. -GALE· 20\\ sKr -

(A n naie.~ d'oeultsf;qut, marzo-aprile, 1887 •.

Questo pr·ocesso con!lt::Le in nn'ioci!>ione praticata nel seg· tnento posleriot·e del globo oculare ed all'indietro della regione del crrt'olo ciliar~. Fa d'uopo, innanzi lutto, C\'itare di toccare i lru punti vilalt dell'occhio: il ner-vo otLico, la mac ula e l ti c.rcolo ciliare. Il punto ,relczione é situato tra il muscolo retto su pori ore ed ti retto esterno: si immerge il COitell" di Graefe 1 centimetro inJlelro el margine ciliare, ~i incidono tulti i tessuti, compresevi la sclerotica, la coro1de


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RJVISH

e la retina, e l'i prolun!la l'incisione di dietro in a,·anli, Ono al limite posteriore del circolo ciliare. Si lascia, a seconda dei casi, la piaga rimarginare sola o si avvicinano i margini mediante una sutura di catgut. Su 16 operati, l'autore non ha avuto che un solo insuccesso. Egh ha r icorso a questo metodo nei !'<eguenli casi: emorragie generali del corpo vitreo, scollamenli mollo eslesi della retina, idroflalmie, coroidtli glaucomatose semplici, corpi s tranieri impiantali nel segmento posteriore (estralli colla sonda calamitata), tumor i circoscritti della pot'zione equaloriale della sclerolica. Praticata nelle condizioni sopraindicale, quest'operazione non presenta alcun pericolo.

Del progre..t recenti reallzzatl nell'operazione della oataratta, colla statistica delle operazioni di oat&ratt& praticate dal 1873 al 1886. - DotL CoPPEZ:. - (Annales d'Oculistique, maggio·giugno 1887). Il progresso recente, s econdo l'autore, è il ritorno al processo a lembo semplice, al quale egli concede la superiorità sul processa ài Graefe. Questa superiorità dipende. secondo l'autore: i" Dalla scoperta della cocaina, che, rendendo anestesieo l'occhio, per mette all'operatore di realizzare l'ideale sotlo U punto di vista chirurgico; ~ Dall'uso degli antisettici, che si oppongono alla m.oltipiJcazione dei ~ermi infettivi uella ferila corneale e nell'occhio; 3• Dall'uso dell'eserina che, instillata nell'inter no del· l'occhio, determina una cont razione tale della pupilla che le ernie dell'iride diventano di meno in meno frequenti. CoppPz taglia un lembo comprendente circa il te1-zo supe· riore della cor nea, procurando, dice egli, di seguire alla le~­ tera i precetti di \Vecker, al quale si deve .:;pecialmPnle 1 ritorno nl piccolo lembo. Quando il cristallino à uscito, 51 procede alla netlezza dell'occhio usando una lampada clettt'ica.

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DI OCl.:USTIC.\

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St.~, togliendo la prima medicatura, egli scopre un'ernia <lell'irule, non la esporta, ma si limita ad instillare dell'eserina ed a sos.tenere il lembo per una dozzina di giorni, comprimendo sPmpt•e piu a ciascuna medicalura, ripetuta ogni giorno con addizione di miotico .

.Delle correnti ll.Dfatiohe dell'occhio. - GrFFORD 0M.AHA. - (.-innales d'Oculistique, maggio e giugno 1887).

L'autore riassume le sue ricerche nel modo seguente: i• Esiste una corrente assai forte dal corpo vitreo verso il canale centrale del ner-vo ottico. Questa corrente non attraver!<a Io spazio sotto- vaginale, ma prosegue lungo i grossi vnsi fino nell'ot•bita e di là nella cavita crsnianl,l. 2• La corrente nello spazio inlraveginale ~i dirige \'6r!"o il globo oculare: essa non interessa 11è il nervo oltico, né la papilla, ma. andando luogo i vasi centrali, arriva fino nel l'orbita e negli spazi ~op ra-cot·oidei almeno in un certo limite. 3• l'\ el nervo ottico propriamente dello, la cor rente altraversa i canalicoli lt·asvet·sali fin nello spazio sotto-vaginale. 1'\ei canalicoli loogiludinali esiste pure una corrente verso il cervello, che prosegue per lo meno flno a qualche millimetro dietro l'occhio. lull'oftalmometrla pratloa. - I AVAL, ùi Parigi. cucii d:Ophlalmowgie, maggio 1887).

(Re-

Nella sessione tenuta a Parigi nel maggio u. s. dalla società francese d'oftalmologia, il dott. lavai ha riferito che fin dal 1881 si occupa di ricercare Je relazioni che possono esistere tra l'astigmatismo totale e l'astigmatismo corneale, e che ha fino ad ora ottenuto i seguenti risultati. L'astigmatismo regolare si compone di tl'e varietà: a) la varietà più comune, nella fiuale il meridiano verticale é il meridiano di piu grande curvatura; ~) la seconda varietà offre una disposizione inversa; e) infine la terza varietà, nella quale l'asse del meridiano principule ò inclinato di 45• circa.


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RlYISTA. DI OCCLISTICA

i• Nella prima val'ielà tutto può S\'Oigersi nella cornea~ ma se il soggetto ò giovane, se gli occhi sono esercitali fre-

quentemente al lavoro, si produce uno sforzo esageraLo di accomodazione e di contrazioni astigmatiche del cristallino, dimodochè si pr·oduce un astigmatismo compensA tore inverso. ~Nella seconda varietà, nell'astigmatismo contrario ella regola, è cosa sen;a eccc.oiorte vedere l'astigmatismo crblalliniano inverso accompagnar(' e sopraLlutto sor passare J'a:;tigmalismo cor neale. L'astigmatismo cor neale édi i / 4 Ji diottria; si lt•ova simullanearnenle un astigmatismo inverso cri~tal­ liniano di i/t. di diottrie. Per {/2 tlioltr'ie d'astigmatismo corneale, si produce i t/ 2 d'astigmatismo cristalliniano. È quesl'asligmalismo cristalliniano che è la causa princi!J&Ie Jelle sensazioni s~r·adevoli t!egh astigmatici ed è perciò che si osservano sopratulto questi fenomeni molesti nei soggetti che presentano l'astigmatismo contrario alla regola. 3" La terza varietà, quella in cui l'asse é inclinato di 4-:'l•, offre un esempio di decentrazion~ delroccbio. È necessario prima di tutto cercare la posizione nella quale l'occhio è centrato; poi le lenti devono essere poste obliquamente. Terminando, propone alla società di fare di comune accordo, per la posizione delle le n Li cilindriche, ciò che si rece pe1• la numerazione delle lenti sferiche in diottr ie: egli crede couveniente scegliere un sistema unico di del5igoazione. Cl1iede che sia nominata una commissione per !>ludiare questa questione: proposta che viene accettala.


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RIVISTA DI ANATOMIA E .FISIOLOGIA Le leggi della fatica . -

Mosso. - (Atti della R. Acca-

demia dei Lincei). Il prof. Mosso richiamò l'allenzioue dell'Accademia dei Lincei, in una seduta (29 maggi<> p. p.) onorata dalla presenza delle LL MM. 1! Re e la R€gina d'Italia sopra una serie d'osservazioni e studi, ai quali egli allende da due armi insieme ai dollor i Maggiora, Aducco e :\lonari. Si Lralta di assodare le leggi fisiologiche della fatica: campo, in cui fisiologi valentissimi (fr•a i quali il Kronekev) hanno lavorato, ma in cui resta a fare il più, dappoiché i mollissimi faLli, che sono indicati dall'empil'isroo ed i non pochi, che furono mess1 in rilievo dalla scieaza hanno b1sogno di esser raggruppati cQn leggi generali ìn una teorica :scientiJìca, che spieghi largamente e clas:;itichi il diverso contributo somministrato nella falic.i dei varii fallor i vitalt. Il sistema ner· vo~o, che eccita i muscoli, i muscoli che si contraggono nel lavot·o, la bio-chimica dell'organismo, che trasformando i tessuti, sviluppa nella fatica prodotti anol'mali, la lermogenesi, che si accresce e l'id1'aulica circolatoria, elle si accentua determinano una set'ie di momenti es!òenziali del lavoro, che vannu accur atamente vagliat.i e messi in riscontro alle potenze fisiologiche dell'organismo cbe lavora ed alle facilità eJ. al tempo, nel quale questo pu6 riparare le sue pel'dile. L'autore ha potuto con apparecchi esattissimi, che registrano tutte le contrazioni d'un muscolo nel sollevaJ•e un peso, apprezzare quanto più rap1damente si consumi il potere nervoso col c1·escere delle resistenze da superal'e e col Prolungarsi del tempo, da che dura il lavoro. Ha potuto esarnmare i prodotti di riduzione , che si originano durante la fa-


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UIVISTA

li ca, e dai quali isolò ptomaine, rornile dPll' azione specifica d'un veleno narcotico. Ha s.Ludialo l'origine della tel"tnogenesi aumentata, e ct•ede cbe questa, n~llo ste""O modo che av,·iene nelle forli emozioni, dipenda essenzialmente dalla maggiore attività dei nervi, e sia un fenomeno concomHente, non un effello, delle contrazioni muscolat·i. • La vita divampa piu arJente, quando <:i turba ia quiete dt:i cenLri nervosi, perché i nervi attizzano i processi chimici dentro le cellule del nosll·o corpo. • Occorrono all'autore altri anni di studio indefes80 e di indagini minuziose per istituire la nuova teoria della fatica e tradut•re in leggi biologiche la dinamica del lavoro, ma non può sfu~gi re l'alta importanza pra tica, che avranno i suoi sludii spPcialmenle per l'ar te della guerra. Essi risolveranno · difficili pt'oblemi sul:e marcie, intorno ai quali :;'arrovellano da temp\> e con varia rortuna uomini cowpetenli$simi, se varranno a d~:fln ire quale debba essel'e il caricamento da dare al ~oldalo conciliabilmente coi bisogni della vi ta e colle esigenzt> del servizio: (e l'autore. trovando eccessivo il peso, ·che porta il nostro soldato in guerra, propone ~be sia allegget'ilo delle scarpe di l'icambio e ùi qualche o!Xgett.o dj corNdo, come pure, dtetro l'esempio dell'esercito tedesco, della tenda), quale debba essere la lunghezz.a e la velocità delle tappe e con quali proporzioni debbano quesLe essere alternale colle soste, come si produci}. quella fuue"l!la malattia delle marcie. l'inRola...~ione, in diretta dipendenza. dall'inquinamento del sangue, e dall'accatoramento di tutto l'organismo; quale l'influenza del digiuno sull'esaurtmenlo (a proposito di che il dott. Grandis nel laboratorio deU'aulorP- ha osservato che un animale, !>Otloposto a digiuno, tliminuu~ce con un lavoro moderato due volle più rapidamente di peso che non restando semplicemente privo di cibo); quale infine il ma«simo lavoro, che .si può chiedere ad una colonna in marcia, perché essa arrivi al destino, conservando tutta la sua energia. Si studia in tal modo nel silenzio d'un laboralor•io una questione di prima importanza nell'ade militare: e chimica


11 0r e u:-iolo~.ria, mentre da un lulo conver·gono a facìlilare il compilo ùella str·ategica. da ll'ellro IaLo fis>-er anno le normè perché un Javot'O fal•CO!'I0 1 non e!"aur ìs,·a, ma rorbliclli le fibre e migliot•i esercili e nazioni. S alle vie 41 oondaolbWtà nella midolla splD&le. - BoRGilERtNL (Rioisfa sperim.entale di jren.iatr ia e medicina /t-gale. Vol. XII, fa:.c. IV).

L'autore, e«eguendo una serie di vtviseztOni sul midollo d'animali, con un metodo ù' inda~ini purarnentc obbiellh·o, imprese a stud1at·e il ùirtìcile at·gomenLo ; e, sc!Jbeue le su~: conclu>-ioni ~·accordino in gran parta con rJuelle di altri moderni os,.ervatori, reslera nondimeno precipuo merito dell'e~regio autore 1'1n·er porloto nuova luce !'IOpra falli ancora drscuc;s•, l'aver appianalo drven:renze d'os!'ervalori apparentemente inconciliabili con une serie di ossenaz.roni aJ iudir·izzo r•~orosamenle scienlill··o. Esistono lunghe vie d t conduzrone nell'aRse grigio 1 Se queste lunghP -vie debbono ess<>r negate all'as~e grigio, a quali parli dello sosLanza bianca devo esser affidato il comPilo della lun~a conduzione moloria c seo...oria ~ Con qualù meccanismo quef:oll' pat·ti fu11zionano? Sono \ecd•ìe questioni, come 0 0'ftuuo '"8, che, dat lwmpi di BeH e Magendie fino a noi, furono in VI! t'io modo sLutliate; ed m vat·io modo risolute, C'On conclu;:;ioni tanto piu Yrcino al vero per I{Uaul~o~ minori C'uuse d'errore erano entrate nel metodo d'esume. Il mE-todo dell'autore è soslan7.ralrnente basato nelle le..i~ni osscrvule alle uecroscopie <•d all'esame istologico del midollo degli amrnah sotlopostr alla vivisezione (truasi ~empre cam), ed ucci-.i solamente dupo mollo lcmpo dall' inferla lesione, O!<"t&, «JUando que,ta era complèlawenle g uat·it.a, ed i fl!nO· In~>ni da essa proùollr, di natur·a transitoria nella prima rase dell'esperimento, erano diventati permanenti nella seconda fa~e, e lali Ila non poter el'òSPre ulleriormenle modificati o rimos,i. Esi$Lono evidentemente certi e necessari rapporti fru qu~?~ti fenomeni, e le lesro01 che li produsset•o: e la di-


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RIVIST\

samina di 'JUesti rapporti, che conduce alla scopt>rta della legge fisiologica, è, col metndo dell'autor e, meno so~geUa a cause d' erJ•ort' che cogli altr i metodi, nei quali, condizioni scienlitìcamenle tanto l'igorose, non furono l'ealizzat~>. A ra;.{giungere lo scoro ru necessario tener" ìn vita l'animale per mollo tempo dopo p1·odolla la lesione: trarre pro· fìllo delle piu r1goroc:e m1sure ac:elltche, •n~e~nale dalla moderna chiru1•gia, che, direlle ad evit&re una c:uppuraziooe nel midollo re rito, tendevano a sollecilarne la guAri~•one ed a r ende1·e piu netti i poRtumi anolomici, osser·vnti flfi8t mo,... t~>m: f>lr leqoJ•o nell'oseervazione necroscc.pica Poi i~lologiea di lulle le l'ic.,orse, che una tecnica micro~copica più sperimAnt.ota pu(J c:omminii!lrare. Il metodo dPII'aulore, r er quanto perfezionato e progredito col tempo, è in fondo il metodo sperimentale, che nello studio Jl!:uolog,co del midollo ru isl1tuito un4Hcì anni fo ( 11:'.176) dagli osservfltori di Palt-l'mo Santi-Sirena e Piccolo. indi, come oon raramente avviene delle cose nostre, pas~ò lo Alpi, e fu perduto li viqta da noi. '1\on po<~siamo seguir·e l'autore m•lla lunga <lbsarl'ina dei {lrolo~olli :o;P~nalali nelle o: in ..:ole \lvisezioni: (·<'rcb;• ciò ci trarrebbe rnolto lonlano dal nostro intento di una !<emplice rivista . Ma volendo indicare lu grandi linee ùr•l ,;uo lavoro e le principali conclusio!l , all ~ quali fu condotto, ci limiteremo a mettere in rilievo queftte due cose: l' i fenomeni osservati nei '<ingoli gruppi delle vivicerioni, finchè fu t~nuto in vi la l'animnle; 2• l'in t• rruzione nei ~i~lemi midollari. che fu os"ervata dopo la morte, e che si correluzrona con quei fenomeni. Questa interruzione islofogicamente nei "in~li ea ..i ~ di natura diver"8. Ora ;. una pura e «t>rnplice .!istruzione di les'!'ulo. e formazione di lacune · or·n o alt<>razione istolollica nel lessulo mhlollere: cosi nrofoudn do nrill esser conciliabile ~on il ben che minimo ru~zionamcuto rh c.ondur.ibililà: ora 111 ìne é formazione di c1calrice fibro~o a livello della lesione. Qualunque tli •tue<>ti falli ,.in ,.;Lato os!"ervat~, porch~ non •• possibile n~>i gro"si centrr nel'\ 0 '-Ì la guan~ione d1 un lroumatismo per r iA'f'lneraziont' ti i te..; ... ulo ncrveo. l' eflello pratico é sempre lo "'tesso, e sì puù lJ•adul·re eon


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una espressione generale: discontmuilA nel midollo, discon\inwta nei si"lemt midollari e interruzione della conducibili~. È questa dist'onlinuita e questa interr uzione (la cui natura istololtica l'autore definisce con esalle:t.za ed ampiamente illustra con tavole per ciascun caso) ti perno fondamentale del lavoro, la baCie sulla qunle ....j fondano le conclusiont ed il criterio, col quale si spiegano ; falLi osservati. Ed • falli o~SOI'Vali c:ono j segul!ntt: La sezione d' un cor·done lale!'flle (per esempio di desf.ra) falla al disopra Jel rigonfiamento lombare è seguita immediatamente da parali<;i dell'arto posteriore corri!lpondonte {<le~Lro) e Ja le~E(era paresi dell'altro lnto, che pr ontamP.nle risoh•e. La sensibililli n{'ll'arlo paralitico P. conservala integralmente; e l>Ì parla di sensibililil dolorifica, che c:oJa può c>o;ser esaminato negli animali con punture dj spJIIo e corrente fa radica. La paralisi nell'arto postet"iore ÒP"Ll'O persiste pochi giorni; indi comincia n diminuire, e finisre per dileguarsi. L'animale ha riacquistalo l'u~o completo d'-'ll'arlo paralitico, quando la ferita della sezione ha volto a cicatrice. ~ • nello stes.. o an male, dopo la guarigi ne della ptima ferila, e quind! dopo il ritorno dP.IIn mot:lil8 nell' artn po~Le­ riore destro, si l<87.ionn il cordont• laterale sinistro a 2 cculimetl'i sopra il pN•cedonle, i fenomeni osser·vati sono alquanto diversi. In que"lo secondo ctJSO ~~ ha ]a paralisi di moto non solamente nei muscoli dell'arto poslPriore ~'Orrispondent(l al secon•lo taglio, m'l b ·n anche ne1 muc:~> ili dell'altr • lato Si ha cioè la parali>'i di molo in tutto il treno postertore, a carico d<'/ qu.ale si lta pure la para i•i dt .otem<o. Similmenle, c:e si sezionano in un o:;econdrl animule rwllo stesso tempo e pre'!<~o a poco nllo s lesso livello 1 due cordoni lalet·ali destro e r:>inistro, immediatamente si o~serva in Lutto il treno po~teriore la parai bi di moti) e di ~pnc:o, ambedue complel"' eJ ambedue tran::.itorie. Prima a ~<'orop~trire é l'aneslesiu, indi "\'ftnJsce la paralisi di moto. Dopo una media di 10 o 12 ~iorni l'antmale ha riac 1uistala la sua sensihililà normah:, e clopo 25 o 30 giorni r1u6 muoversi e saltAI'l' ,<~ulle quattro gambe. Uccisi gti ani moli dopo av,·enul~ la guarigione, e constalalo


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IUVJ STA

alla necro ..copia che le le::uoni del midollo erano r iuRcite se. condo lo scopo preslabililo, che cioè solamente i cordoni laterali erano stati tagliati nell'esperimento o riuniti per cicatr ice tlbro~a nel processo di guui.rtone, ~ che qu111ji debbonsi metter e a coat.o della lo l'o wterruzioue i fetHHoeni rilevati, (e~scndo restate asRolulamenLe integre le altre perU del midollo, cordoru anlerlot•i e posteriori e sostanza grigia), l'autore concluse che l' a~~e grigto non ha lunghP vie motori e !come ha cr eduto Brown-SefJuard), né lungho vie seoSJh\e (come han c r~dulo Brown-SequarJ, Schiff e Vulpian), ma che esso, Iornrto solamenle ddle piccole vie, nou esercita nella conduzi011e delle irnpres::~ioni senRilive, t1 delle ec• ci l ~zioni motrici che 11na intlu~>nza "econdar.a. Sono i cor don1 laterali i veicoli naturali di queste rmpressiom e di ques te <!<'Citazioni, e r ispl'lli,·amcnle ogni cor done laterale pre~iade alle concluuom d~ l propr o lat.o. Com~ infalli si pu6 altrimcnlr spteRa•·,e la cortducibilì~, che ~i srresta nel loto in cui il cordone laterale s'interrompe, m Pntre resta inalter ato l'n"'se grt;.tio ? Ma se la conducibilità moloria sr ristabiliace dopo un certo tempo dall'interr uzrone del suo cordone h1lera le, (o non t~i può r·istahrlrre luu~o il cordone laterale meae".mo, perché la cicatrice fibrosa, che que!'llO prest.!nta, é uno barrit.> ra alla conduzione) uopo é ammettere che essa si formi un'ultra via SU. sidiarJ8 della ('rima - C fUale q JC:sla StO, JJ seC.IIl W ~SpO• rirnento chiara mente )l) mostL•a. Come si pu6 iofa nt "Piegare la ><compo r·<~a del moto e del <~enso in Lutto ti l reno po"tt~riorc, che ~i o::.:::crva solamente :.et.i'>na ndo il cord· •ne laterali) di sini::; tra, dopo 1t vcr sezronato lfUt•llo di dt><~l!·a, se non amnrcttert<lo cbo i due co1·doni po ...sano ~ostiluit·~i funzionalmen te, quantlo lungo uno eli ess1 la condu<;thilita c per una c::ausa ·JU&Iunque ~O!'~ pesa l Forse a tal rrguardo Le fib t'tl commissurali dr \' ulpian debbono ct~~ser pre,.e in con ..idera7.1one, sel.>uene an<:ot·u non OSI!;la alcun altro Calto sr ~rrment.ale, ch<" autorizzi ad a mmettere questo pul'il'aggio della conduzion" da un cor;,tone laler·aie all'altro per· mezzo di queste libre. Se, interrotta h Cl)ntiauità d'Wl cordon" laterale, la con· ducibilità si ripristina, pel' l'a1Lro, in che modo questa siri-


Il O') compone, rruando ambedue i co1·doni sono interrotli·' Una ~e­ condo 'ill fu ammec:.sa per la motihtà dal Tiirck e dal Br>urhard, per la :-enl'libililti .JaT Caltn<>il, ~onat, Brown-Sequar-J a Chauveau; P C')uestn ROtonda via, ripo'-LO nei corJoni anteriori, negata <In \\·oro'-'chlloff, fu mirabilmente JJlu ...lntla dalraulot·e. Proponendosi egli di di~trug{!ere una porzione di sostanza :::rigia, penetrò con una ansa di platino incandescente nel mitlollo attraver~o la commissura posteriore (fra la JO• " 12• vertebra dor«ale), ed avendo Jopo un tale tl'8umatismo m·· l'ervnto gli stessi fenomem, cbe l'li hanno dopo la l<.,ZIOne Ilei ùue cor·ioni laterali (O<\!'Iia dappt••rna abolizione, indi ricom · po!<izionP del molo e senso nel treno po'-lertorf.'), nel momPnlo t!PIIa necroscopHl osservò che iltraumatismo non érft riu«cito a seconda del p1ano determinalo precedeuteme nle; e che, oltt·e all'aver di!<lrutlo pon.ione dell'ac:.se f:ri:tio. a vevo nel tempo ;;te!"-<O otre--o profondRmente a cor doni laleralj e poslerior·i, e lasciato ille«i solamente i coròoni anlea·aot•i, in mOllo tale che la conducibilità rl~>l moto c del sen~o. sospe"a FC" la JC"ÌOne dei CO!'JOni laterali, non fl •lt"V8 che lungo i cordoni anter1ori esser riprìslinntu. Si dimostra cosi che detti cordoni coslìluJscono una v1a colhtterale dt'i cordont lolet'llli, la quale ••n l !":l iu azione, 'luando que~L• "''·"lO di"lrutli od rnpos~ibilitati a runzionat'l<. E singolare però che que;-;ta vaa, dopo la distruzione ùea cordon 1 lolerali, nl>bia bic;vgno d'un tempo più o meno luni.(O, percho essa pllssa lenlameole e gra~alumenle accomodarl'i alla nuovo funzione L'autore, aYendo potuto provocare svot·iatissimc h~:Sioni midollari, ebbe pure l'occac:.ione di c;ludiare l'influenza miolroflcn del midollo e, secondo i suoi t•,•perli, in tutte le lesioni dclin sosUinza bianco e delle porti posteriori d• Ila so,slanza grigaa, la Obr·a muscolare conset·va qua<~i integt•ohoente la suo composizione ed il volume normale· ma, quando furono distrutte le parli anl•'riori dell' """e gr~t;ao, le a1l1'razioni della fibra rnusc.olare sono evidenti. Uappt·ima la tlbra apparisce finamente :;ranulosn, colle stl'iaturo LJ•asversulì confuse, restando vur normali i nuclei del MrcCllemma, re~i tuanife,.ti la! picrocarrnino. t:lte•·iormenll• le alterazioni tlclle fibrP e fibrille

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IUVISTA

muscolari progt·ediscono per grado e per estensione. Infine, cirrn alla 22• giornata deUa lesione, la dPgen~razione muscolare é comple ta. Ad occhio llUdo si scorg-ono le masse mu~co]ari p111 pallide e flaccide; all' e.;;ame micr oscopico si vedono le fibl'e in gt·an parte Msai sottili, con alcuni tratti abbac;lanza ben conservati, e.i allr•i f[ià intorbidati e senza sLrialure, i nuclei intìltrati di rnolec0le grassose, e la degenerazione grassosa apparente nello ::;troma di non poche fibre. Altri autori ::;i occuparono dello stesso at·gomento. e fra queslt sono a notarsi Neid, V~:~Lenlin, Cib, ~:lantegaz1.a , Biz· zozzero, Golgi; nessuno però ebbe l'opportunità di se~u i re, al pari dell'autore, con dettaglio l' esot·dio e la progressiva involuzione delle fibre muscolari, che si mar~ifest~:~, quando l'asse ~t·igio é dtstrullo, comprese le corna anteriori per tutta la loro inter ezza. Da: siu qui dello apparisce che la conducibilità sensoriale, come quella motoria, risiede nei cordoni laterali, e che pure per essa si stabilisce, distruggendosi i cordoui laterali, una ''ia collaterale nei cordoni anteriori; ed ha rapporto appunto con questa. vicarietà il fallo ultimamente illuMrato da Singer di numet•ose fibre nervee, situate llei fasci fondamentali del TUt·ck, dege11erate in via cenll'ipela. cioè nella diretione medesima in cui degeneravano i col'doni poster·rori e le vi~ sensi ti ve cet·ebellar·i dei laterali. Ma la questione delle de sen:;itrve è molto più complessa di quella del! t> vie motorie, perehè senza tener conto del fatto elle tìegli animali può es>'er saggiata solamente la sensibilità dolorifica, (ed anche questa in modo impet·fetto), resten1 sempre a de Ollit•:si la •r•u:::.4ione se ed in quul modo alla conducibilità sensi !t va comptlr·tecipano, oltt·e ai cordoni loler·a!i, anche i corJoni posteriori e le cor na gl'igie posteriori del midollo. A questo proposrto rautoi·e colli> studio delle degenerazioni sistematiche ha potuto ··ou tullo rigore verifictn·e che vie seiJsiti ve, oltre che nei co!'tioni la· terali, esistono ancora nei cordoni posteriori, contr,,llando l'os-;ervazione di Schiefl'et·Jerker che le libre delle radici postcr·iori, penetrate nei !'Ordoni omonimr. si ùiddono ' 11 _due parli; una elle as;:eu.te verliculmeule nel coJ•done posteriore


Dl ANATOliiA E FlSIOLOGlA

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e precisamente nel funicolo di Goll, l'altra che si porta neTia sostanza grigia delle corna pol;leriorì. Egli in falli riuscl ad ottenere meravigliosi esemplari di degenerazioni asc,endenli tanto n~i cordoni di Goll, (tagliando le radici posteriori del nervo scialico di piccoli gaiLini) quanto nei r.ot·doni laterali, dislruggenào porzione delle corna posteriori grigie. Sembrerebbe che delle due parti, nelle quali si ùividono le radici posteriori dei ner'i appena penetrate nel midollo, quella che ascende nei cordoni posteriori, abbia il suo centro trofico nel ganglio radiculare; eche quella che si reca alle corna posteriori (centro trofico), prosegua poscia ascendendo nei cordoni latet'ati. Sono queste uHime le lunghe vie sensitive, studiate nella prima parle del lavoro, cbe possono esser sostituite dai cordoni anteriori. Il meceanismo di questa sostiluzione è mollo lontano dall'essei' conosciuto.

lUoerohe sperimentali e ollnlohe sul chimismo e U meooa.nismo della. digestione dello stomaco umano allo stato 4slolog1co e patologico. - W. JAwoRSKI e A. GU.l· ztNSKr. - (Zeìtsch. .(ur klin. Med. Xl, e Centralb.fiJ.r die medie. Wissensck._, N. J5, 1887). I dottori Jaworski e Glu?;in~ki hanno eseguilo questi spe· Timeoli col metodo seguente. La p6rsoua soggetta allo sperimento, prende la sera un p8sto di sostanze albuminoidi, e la mattina appresso , quando occorra, dopo introduzione nello stomaco di 100-300 grammi d'acqua distillata tiepida, le si e'Straggono le materte eoule11nt•3 nello stomaco stess~. Se lo stomaco nulla contiene, l'individuo prende uno o due pezzi di albumina cotta e indurita con 1(1()-300 grammi d'acqua. e do-po un certo tempo, con l'aggiunta di nuova acrrua, il con-. tenuto è aspirato di quarto d'ora in (]Uat·to d' orf!, flnché il lirjuiùo non contiene più pezzelli di albumina. In ogni quantità esaminala si ricerca Ja reazione, racirlo cloridt'ico libero, il muco, il peptone e la sinLonina, e si fa l'esame microscopico. In questa manil'ra lo stomaco è esplorato menlr·e si tr.ova in piena atti vi là e si può riguardare la sua funzione .allo stato fisiologico e quando è alterato patologicamente.


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Rtnsu

È da ritenersi come clinicameule normale lo ~tornaco quando compie la sua funzione senza sintomi morbosi ne subtellivi nè obiettivi . L'esam e in tali casi ba dimoF-trato che l'atto della digestione consta di due fusi: una pnJ. lenta ascendente, duranle la quale la secrezione dell'acido e del!& pepsina aumenta lentamente e si formano i prodoUi della di· gestione e un'aUra più breve discendente. 1 confini f.ra ruoa e l'altr•a sono s~:~g nali dal più alto grado di acidila a cu1 si arriva durante l'allo della digestione. Questo si raggiun~a ordinariamente al secondo o terzo qnart.o tl"ora, ma varta fra estesi limiti. Al quarto o sesto f]Uarto d'ora l'acidità cade al disolto ùi quella dello stomaco digiuno. Al gt•ado di acidita corri~ponde la rormazione dei prodotti della digestione. Dapprima prevale la sintonina, oel pieno della diges_Lione H peptone; nella fase finale nè l'una né l'altra é dimostrabile nell() stomaco, di guisa che non succede mai uella digestione normale un accumulo nello stomaco dei prodolli della digt>!':lione. L'albumina inlt'odotta e dopo un certo tempo, in media dopo cinque qnat•ti d'ora, nella maggior parla meccanicamente espulsa da llo stomaco. Se .rjmane in queslo per piil di sei quarti d'ora e segno che esiste una insufficienza meccanica dello stomaco. La quautila delle materie contenute ueUo st.o· maco allo stato di digìuno e, nello stomaco normale, piccola, al più 50 centimdri cubi; il suo grado di acidità coslrluik). dall'acido cloridrico non é mai elevalo (0,2-7,0); contiene sempre una sufficienle, benchè variabile, qua.olita di pepsina. Le deviazioni dallo stalo normale sono diverse. Gli autori riassumono come s~ue i resullali delle loro numerose esperienze. Se il contenuto dello stomaco a digiuno é sopra ~~o cenlimelt·i cubi e la sua aeid1là è più dell'8 •1 • e più del \ con 30& centimetri cubi di licqua aggiunta, e questa acidita non scende dopo Rei quarti d'ora a rruella elle è allo 1:talo normale. ma è maggiore che nello stomaco di~iuuo, se il massimo di a('idità trovato dopo due qua!'li d'ora, con l'ag~iunta di 100 cen~ limell'i cubi d'acqua è più di 16, e con 300 cenlimeLri culli dt a cqua più di ò %, si l•a allora iperescrezione acida. probabilmente per uno slato irrilalivo dello stomaco.


D1 .\ 'HOlll-\ E FISIOLOGIA

IlO~

.Se ltt massima acidità nel secondo e Lerzo quarlo d'ora della dtgesliono è poca, :! o meno, vi ha ìn:ouCflcienza ùella secrerione e rìndividuo è da riguarclar~i come ac;~alito da debolezza del potere digestivo. Se Jopo la introduzione dt 100 o 300 centimrll·i cubi di acqua si , ... trae per 8"ptrazione dallo ~tornaco una •JUanlilà d t materie superior P a 1~..0 o 350 centimetri cubi, ed ~sf'endo totalmente disciolli i pezzelti di albunioa, lrovasi una forte reazione peplonica, d"vu:.i ar~uit·e elle, ollrt.J allri eh<~ turbi, '1 ha dimmuttone del polere a:.~orbente della mucosa gaslrica Esttote mollo spesso una combinazione della ins urllcienza meccanica della digestione col suo fenomeno dipendente, la ipet"ecrerione acida; net rruali casi il CO"tante fenomeno nel colmo della d•geslione ò una intensa reazione di pcplone. -Que ~Li casi sono probabilmente il primo passo della affezi.ne lesignaln dagli autori come c acida catarrale • Ma é veramente do ritenersi wle quen.lo, oltre ì ...egni della insufficienza meccanica della. dig estioni?, della ipersecr·ezione eù accumulo dei prodotti •lella digel'ltione, l'esame microc;copico d-'Ilo ~:~tomaco di!!'iuno mo:;lra una notevolu 1uantit.a di fiocchetti mucosi colorati dalla bile in giallo o ver de giallo. Se si combinn la insufficienza meccanica colla insullicienza della dige.o:tione P lo c;tomaco di,:riuno contiene mollo muco, Sillmo al secontio periodo della affezione catarrale c l'affezione mucosa •. Se il g rado della affezione muco'3a è maggiore, durando la insufficienza meccanica per ptù ore, ec;sendo il con•~anut.o dello stomaco neutro o nfftJlto alcalino e la sua az1onc suUa d• gestione a rtilìciale tncompleta e in ettso riscontran~• fiocchetti mucosi r ossi e crio:;Lal li di grasso, allora 1<i è tlavanli alla • aff~zione mucosa a lcalina cbe t> probabilmento segno di una grave de~enc razione di Lutti gh strah dello stomaco, come si inconlru nella degenerazione carcinomato~a. Quesla é da ammetlersi anche con maggior probabi1tlA quando gli alcali o 1'ac•JU8 alcalina presi in pir:cola (]uantil.il non sono più in grado di rige~erarl3 la secrezione Sci•hl. Non sembra però che dalla sola mnnca nza dell'acido elor dr1co nello stomaco ~i possa Jiagnosli •are il rarcinoma. Il metodo di e::;ame degli autori olTre anl'lte una guida pel


fIlO

.RlYISTA.

trattamento lerapeutico. Se il chimismo della digel-<lione è aumentato, debbono evilar >i le sostanze irrilonli o eccitanti la digel:!tione, come l'acido clorh.lrico; se quello è diminuito~ qu~sle soslsnze sono indicate, ma si lraltisci l'uso dt!i fP.rmenti digesli,·i. P er remuovere gli elementi figurati dallo stomaco, il miglior modo è di !avario con appropt'iale soluzioni. La dieta nell'aumentato chimismo deve e<~sera blanda, nel caso opposto deve ~l'>sere tale da eccitare lo stomaco. Si può finalmente par mezzo delre:::ame obiettivo conoscP.t"e quale influenza eset·citano sullo stato della malallia i medicamenti apprestali. Sulle fa.nzioni del4• pa.io di nervi cra.nlot, per liENRY LEE. - \T/te Lan.cet, 2 giu~no 1887).

Questi due ner,•i si distribuiscono esclusivamen leaglì obliqui superiori, cornunicano col 3• paio e col simpatico nel seno cavernoso, e si decussano nella loro or1gine, ciò che indica u:1a conela::.ione di funzioni fra dj loro, e col 3• paio. :s'ella mag~ior parle degli animali i muscoli obliqui ~upe· t·iori scorrono trasver~alrnenle sull'occhio, e sono in antagonismo con muscoli che scorrono nella slesM ùit•ezione, innervoti dal 3' paio. Gli animali che hanno gli occhi al davanli clelia Lesta offrono un'apparente ecrezione alla regola generale, ed in essi questi mu;ocoli passano in dietr·o ed in fuori, e o.,ono quindt cniamaU obliqui ; or siccome il -'" paio ionerva soltanto gli obliqui superiori, la funzione del nervo e del muscolo dev'e!"sert' identica. Quando gli obU<JUi superiol'i agiscono in cotTclazione eon gli obliqui inferiori del Jato opposto, i duE> occhi si muovono dt conserva, ruolandù sul loro usse; se invece i due obli'lui superiori agiscono assieme cou azione corrisponJenlc degli infet•ior·i, comprimono l'occhio lateealmente. Se nell'uomo· agic:,.e solo un obliquo super iore, l'occhio sarebbe t•i\'olLo In fuori ed in basso, e se entrambi agissero isolatamente, ambo gli occhi prenderebbero questa direzione, dò che darebbe al vollo una sgradevole espressione. Il vero ufficio di questi nervi .si mostra nelh.t loro dispo·


DI AN.\ 'rOMlA E FfSlOLOGU

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sizione sugli occhi d!>Jia maggior parle rlegli animnli ioferiol'i. In essi i due muscoli lras,ersi abbracciano l'occhio, e l'unica loro azwne po~~11Jilc quando ~i contra::rgono con egual forza, l>. di comprimP.re il globo ocular e. Quantunque in alcuni animali si potrebbe ~upporre un'influenza di questi muscoli sulla divisione de~li occhi, questa funzione sarebbe impo"sibile in altri. Cosi nel cigno gli obliqui superiori scot·rono nel diametro tral'\vei•:;o dell'occhio incrociandolo. Gli autori ho.nno ll""e~nalo a queslo muscolo l'ufficio di esprimerè nell'uomo un senso di pena, d'angoscia della mente e d'altr'e simili passioni, ma senza 1!i1'e che vi sono intere classi di animali nei IJOali tali espressioni non sono riconosciute, la disposizione rli questi muscoli ne' pesci e negli uccelli rende inaccellabde un simile concetto. Bisogna quindi conduJei'4?. che gli oblit[Ui abbiano una rloppia azione: qu('lffl di ruotn1' l'occhio, e quella di scbiacciarlo per allcl'&rne In lunghezza focale, ciò che offt•e un mezzo di accomodar l'orchio alla visione degli og~-elli vicini, che può e:::ser· rilooulo rome il maggiOI' potere di acr.omoùazione dell'as;.e visuale, mentre il meccanismo di perfezione per tale accomoclazinne ri~ieùe n('ll'interno dell'occhio. l due mu:>coli obliqui pre~i in<>if'me hanno dunque una doppia fonlione, ed una doppia ìnnervazione. Un caso rifet•ito dogli autori, nel qnale erano paralizzati lulli i muscoli inuervati dal 3• paio, meulre l'accomodazione siconser\'ava, accresce l'evidenza di questa funzione det4• paio, che in quel caso non ern paralizzato. X elle foche il ~· paio é ben sviluppato, e malgrado la differenza di lun!!ht.>zza focale t•ichie>'la per veder nell'acqua P. nell'aria, la foca può prendere con molla disinvollura un pesce tanto nPJI'acqua che alla ~uperficiedi essa. X elle scimmie che han tanto biso~no di potere accomoda livo per saltar di ramo in ramo, il 4• paio cle' nervi è bene sviluppato, come lo è ne' galli rhe mt<~urano così bene la distanza prima rli spiccare un salto. Ma in questi rome in nllri animali pt·ovvisti di tapetum lucidum, i nervi, ed i muscoli che influenzano. blìnno uo'allra funzione; non solo regolano il diametro antera- posteriore del-


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RIVISTA Dr A"X.\'fOIDA E FlSOLOGIA

l'occhio p~'r la mi$ura della luce che v'entr·a, ma mettono in roco la luce rille'-~a del taprtum lucidum, ciò ch~'> dà alf'animalu In stessa conosctlnza dtllla tlislanza. come la darebbe il foco ottenuto oella visione st.atics. X e' flaccidi oc"hi d'un gatto morto, i I'a~gi luminost riilcssi dal tapeitmt Zw:id11m son qual:>i pAralleli, e ~e in un gallo vi,·enle ro~~e altflrato il dia metro anlero-po:.lcl'iore, come per l'azione del muscolo obliquo, 1 rag~i .ti luce rifle~sa, dopo essere U!'citi dall'occhio, conwrgerebber o come fanno ne' grandi occhi di pecora e dj bue. Il gratlo d'azione degli obli']ui nel condurre ad un roco i ra~~i rifle!'!'i, è dunque un indizio della dist.anza dell'oggetto al quale si guarda. La convergenza de' duo assi ottici nella visione binoculare, ha, ~enza dubbio, un'importanza mol lo magg1oro di rJuelln che le ~i attribuisce nella mic;uraziooe della di<-lnnza, ma la gran parte degl1 animnh con tapelttm lucldum adoperano un occhio per vnlta, e quando i due occhi sono s imultaneamente impll'l-!Sii, il grado òi <·onvergenza è sotto l'intlu>~so del rello eslt>rno, che ramo l'obliquo supe1•iore, è ahimato da un ner,·o speciale. Ntdle or dinario lanlcrn~ da carrozza la luce è pt·oiellata in avanti, c1ò che ro comodo al cocchiere, ma pel cavailo dovrebbe es~.;ere proielt.ata dove i suoi refiettori naturali la di· rigono, cioé, ver!>O i ~ u oi piedi. :\ella lra ...missione e riflessione della luce attra\'er:so i mezzi lraspa1•enli dell'occhio, una parte se ne perde; se lulla la luce fos::.e J•itlec:~a da uno specchio concavo di 3 pollici quadrati, e concentrala nel fuoco di un pollice, que~lo pollice riceverebbe la "Ua natura le proporzione di luce ordinaria, e no"e \'Oltc l'ammontare della luce che cadrebbe in ciascun pollice q uacl1·ato dello specchio.


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RIVISTA D1 TERAPEUTlCA lllotl'ohe sulla plrldiDa, quale l'lmedlo oardloolnetloo. D~:; HE.NZl E. - (Rioista clinica,. terart•lltica N. 3. marzo 1!<87)•

• La piridina non è carlo un medicamento nuovo, tanto è vero che si bn la piridino-lerapia pei ca~i di asma; ora il pror De Ren:z.i, dopo varie esperienze sugli animali, si,. creJuto autortzzato dì adoperarla anche internamente quando si abbia ad a~1re a r aftòrzar le sistolì, es~erulo tal r•medìo dotato, oltr e che di virtù antiasmalica, anche di aztone c(lrtliocinetlca. - A dimCish•at·e l'asl'el'lo egh rtferisce t risultah in selle osservazioni, concludendo che la pil'idina, internamente presa. cominciando con la dose di 6 a 10 gocce al giorno diluita 10 1iW {:\"rammt d'acqua, è assai b~ne tollerata da gl'mfermi. Si può accrescere gradatantcnte la dose fino a 2ll e ptu gocce al gìòrno. -Aumenta notevolmente la rorza deUe' sistoli cardiache u la pressione arteriosa ; diminuisce il ~cnso di oppressione e di affanno, dtmtnuPndosi contemporaneamenle il numero delle l'islolt o qu!:!liO delle respiraziom. lull'uao delle lnlezlonl di lodoformio nella ol•tlte tubercolare. - LAQtl:>.- Ga:ette des /lòp«talt:r, 1 ; .

E nolo come la cil'Lile tubercolare sia la malattia la più ribelle e doloro~u dt quante colpiscono la veaciea, e Jl(~llo sles~:So tempo è pure r·isaputo come i mezzi che abbiamo per combatterla siano lun,:ri dal raggiun,:terne lo scopo. Quesli mezzi hanno princi pahncnle di mira : 1' sopprimere la supPU•·azione che erode la mucosa ed tspessisce le parlt " e~ci· cali , 2- calmare il teuehmo che non lascia tregua nè rtposo all'ammalalo. I diversi tentativi faLli per applicare la cura locale, che dà lanlo buoni ri:wltali nelle allre forme di cistite, l


l l l s.

RJHSH

non riescono in questo forma che adi rrilare maggiormente lA ve.o.cico. L'autore, di fronte o que~li falti, ha pensato in un caso di ci<-tilc tubercolare, di melleJ-e a proflho le virtù ::.edati~e & meJical!'ici ciel iodoformio, etl a tale etfello usò la ><t>p;uente formula : iodoformio ~-:t·ammi 3; ~omma arabica g ramiJIÌ 20~ acqua granuni 300. Si 1 orlìrina eli iodofl rmio e :lo !'i incorpora lentamente a la --oluzione gommosa fillt·ala. Allorehè &i agita la me!r.olanza, jl iodoformio rtsta m «o,:pensione per un ten'lpo :-;uffieientcmento lun~o perché lo si pO!':SS iniettare n~lla CIl vtlil \'escicale. Dopo di avere inlro lotto mollo dolcem~utc in ' e!'cica un catetere di tnoutchuu<· Jlessibtlissnno, si iniettano dai 311 ai .W grammi dèllu ~olu;done preparata, ri~calùal.ll a bagno maria , o. vendo t'iloluardo di <'e«c:are l'iniezione non appena l'infermo a\'vertirit t lel e E'O ITer• ·nzc: pu::;cia con tìue ùita si chiu·le l'ori· flzio deliA "'Onda. Tt·a~eorso un tl'linulo a! l'incirca ~i lascia uscirf-l Jlhqui.lo il yunle è quasi limpido pet·cb,ò una parl•' del io lol'ot•mio cho teneva in Mspensione si è Ùt'po<oilato sulle pareti d•~lln vc~cica, co"'llluendovi una "pecie eli intonaco. Questo intonaco viene poi evncuolo a poro a poco nel cot':'liJ della giornata. Secondo l'autore questo metodo. che va impiegato uno volla al ~iorno, ha dala 1 !'~>guenti ri<>ultati: 1• È Lt>ui'-,.imo tollerato dalla vescica~ 2• Solto la sua azione diminubce grado.lamenle il deposito purull'nlo e dopo 15 giorni ,.j trova riJotlo a poca cosa; a· Gi& nel primo giorno il tene<:mo è 8S:'8Ì diminuito, ht mocio cJ1e l'ammalato può uscire <Jalla sua abitaz1one e camminare ~omot!amenLP. te notti <:ono passate molto tranquille, rnenlt·e pt·imo per l't:fft>llo del colore del Je!lo era pro,·ocato un tene~mo quasi continuo e peno,.issimo.


DI H:HA.I'SUHC.~

llta

Le Iniezioni di acido fenico nella cura dell'angioma.. (Cen.trf1lblatt /iì r Chirurttie, aprile 1887).

] h:I\"Prevoli t'i>'Uilali ùe}IC Il :e z~•IOÌ d 1\<'idO renÌCO nel trai• tamento degli an~iom i sor.o ~taLi pal'licolar·mente t't'gislrali nella clinica chirur·gica del prof. Gunu. La soluzione ò e parli uguali di acido fenico e di Jl.hccrina. La cannula della sirinsru de,·e esst!r( mtrodoltn in :::iro all'an~ioma e la iniezion~> penetr•nrA nell' ntliera pcrifer•iR. Ordinal'ia ruente si appalesano croste eù in ~e~uito l"crepolature del lPl"c:ulo, Ctl in breve tempo il lumor..; "i riduce a lievi proporzioni. F. S. Contributo a.l trattamento 10ttooutauoo col calomelano nella. cura della •Ulllde. - C K()(•p c M. CuorzEs. (('tntra. "'ati rur Chir ur•lte, l ' 7). Kopp e Chol7.Cn han prc;;eutalo una ~tntic:ttca di 263 sifilitici f\llicerueule curali colln iniezioni ipoòermicho ol calomele no, pralic·anJ.o 1:)23 puntur e aH nùone solamt•nle 'i:! ao::ce~,J. N u mancù mai la 'irlualili1 weJicamenlO!òl\. F. S.

Azione della belladonna. e dell'oppio •••ooiatt, nella. cura dl uu oa•o dl cUabete acuto. - VtLI E\11:-i. - (Journa' de f!/larmacie et de clwmìc, 1' oprile 18, 7).

Il cloll. Yiltemin ricordanr!oc:i di un malato affelln da dia~ bete in ..ipllo, r•·ahnenl~> guar lo coll'u~o delht belladonna e dPII'oppio ass'cme associali, ebbe l' irlt•a Ji lenta•·e le "-leso::e so~lonzo nella cut·a di un' irlclividuo aJlello da (liabPle. Quosli ero m1 giovane robusto nel quale la malattia crn al'rivala a la!" fl<'riodo, che le !::'ue urine er:mo em<'sse nella quantità di 1~ litri e più rPr g'Ì<>rno, t!< nl..mcndo per CÌ8SI'UII litro di liquido f>8 grammi di gluco!'io, vale a dire la perdita giornaliera d'"' Ilo zucchero art·iveva alla quanlilà di SH grammi: l'ju&,_i un ctlllo~ramma. L'e~<perienza fu falla cun qualche lrepi<iazk·ne, _ a~cùè so si t'oleva sperar e, co~e nella potiuria semplice, di mettere


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RJVISTA

un freno alla :secrezione urinaria esa!!erata, non ~i era però sicuri di moderare nello slesso tempo la produzione del ght· cosio, e si arrischiava di produrr·e un'accumolo di questa sostanza nell'organismo, e determinare quindi dei fenomeni di -saturazione glicemica. I rimedi furono dati al principio della cura alla dose di 5 eentigrarnmi di estratt.o d'oppio e dì 10 centigrammi di estrallo di belladonna: poscia furono progressivamente aumentali, finchè dopo 2 mesi di cura si giunse a somministrare 15 cen· iigrammi dell'uno e dell'altro rimedio: a 'Iuell'epoca la quan· ti là dell' ur·ina emessa s1 riduceva a 3-4 litri per giorno e lo zucchero era disceso alla dose di 2-5 grammi. Trascorsi quei due mesi si spinse la dose giornaliera dei rimedi a 20 centigrammi per cìascuno, continuandola per 17 giorni, durante i quali non comparve più lo zucchero nell' urina. Si cessò allora ad un tratlo la somminislrazione dei medicamenti e nei due o tre giorni seguenti lo zucchero tornò a risconlrarsi alla dose dt 16 grammi. Ripreso l'uso dei nar<olici, cessò di bel nuovo la comparsa dello zuccaro. La guarigione si mantenne tlnché dur'ò la cura, ma aumentava di nuovo la quantità dell' urina e dello zucchet·o quando si sospendeva o si diminuivtt l'oppi::> e la belladonna. Durante tullo il periodo dell'esperimento terapeulico, si .mantenne l'ammalato al regime dei diabetici, ma dopo 4 mesi di cu1·a gli si permise il regime ordinario dt::i con,·alescenti, cioè l'alimenlazione con pane , legumi, paste, pat.ale, senza che ricompar isse lo zuccbet·o nell'urina ed aumentassero le urine, purché si continuasse l'uso <lei narcotici suddeUi alla <lose dt :W centigrammi per giorno. È adunque necessaria l'as8ociazione dell'oppio e della belladonna nel trattamento dei diabetici. La felice azione di questedue sostanze non si manifesta solt a nto col ritorno della secrezione urinaria alla quantità nor· male, e colla sospensione del glucosio nell'urina, ma anche con un miglioramento sensibile nello stato generale, ca•·aUerizzato sopratullo da un aumento di forze e di stato di nutri:l:ione. Gia dopo un mese ili cura, l'ammalalo in questione aveva riacquistato otto chilogrammi di peso.


DI TERAPIWTlCA

1117.

La cantaride nella idrofobia. - L cKO:.iSKJt. - (Centralblatl jur Chirurgie, 1887. e Rus:~kaja Mediema, 1886).

La cantaride contro la rabbia canina è mezzo popolare nella Russia. Appena un animale viene morso, riceve, secondo il proprio sviluppo, nascosta nel pane una certa quantilà di cantaride. Questa somminisll'azione vien proseguita per due o tre giorni ed è l'aro non se ne abbia estlo favorevole. Il Lokomskji ne r1ferisce var1i casi debitameot.e accertati, tra i quali di morsicati da lupi. F. S.

RIVISTA BIBLIOGHAFICA ~-

B. E:serolto Italiano. - lUproduzlone fotografica del materiale 1anltarlo da guerra. - Con 58 tavole.

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Fin dallo scorso anno a cu ra della direzione della scuola d'applicazione di sanità militare in Firenze, fu pubblicaLo un ricco, magnifico album fotografico rappresentante nell'insieme e nei più essenz1ali particolari dettagli il materiale sanitario da guerr~:~ del nostro esercito. Ecco !"indice metodico dolle tavole: t• Zaini di 10anilà (vecchio modello e i878). 2" Corani di sanita N. 1 e 2. 3• Cofanetti di sanità per alpini. A. 4• Borsa ùi sanità (vecchio modello e i878). o• Tasca di sanitit da portarerili. 6• !strumenti: bus le contenute negli zaini e borse; rassetta d'amputazione. Essi oggetti sono rappresentati chiusi ed aperti. (Tavole XXI a XXV).

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fU VISTA

1• Barella piegl•evcle

aperta.

1 2• Barella divisibile per alpini (chiusa e montata).

a· Bare la rigida, per' le sezioni di sanila (mo-

B.

dello J8ì8) (scheletro e monl.ala). 4• Barella arrotolabile, per ospedali da campo (modello 187f>) e sua manovra. I'Tn\'Ole I, }bis, II a IV). t• Quallro li!Ji tii carri-trasporto ferili (modello 1861 l 78); carri malati; carri feriti; manovre pel cAricamento. c. ) 2• Carr·o di sanità per oggetti di medicazione, i:>lrumeoti chirurgici, medrcinali. a• Carretta ùa balla~liooe. Sono questi r app•·esentati sotto diverse esposizioni, con caricamenti dive•·si, chiusi ed aperti. 1Tavole V a X, Xlii$, XI a XX, XVI a XXXII). t• Veduta generale delle casse e dei colli di òolazione d'un ospedale da campo. (Tavola XXXIV). 2• N. 7 casse farmacia e cassette analisi (A, C, E, G, I, J1, 0). (Tavole XXX V a XL). 3• O~getli letterecci per truppa eJ ufficiali e relativi ln8f!8ztini. (Casc:e X. 32, 3i, 36. 42, t.aY. Xtr a XLIV). D. 4• Magazzino oggelti vari e da cucina. (Casse N. H, 48, ta'ole XLV e XLVI). Strumenti chirurgici eù og!Zelli vari e suo ricarnento (cassetta d'amputazione. di collelh di ricambio, da trapanazione. per operazioni dentar1e, da necroscopia, di islrumenti di com· plemenlo, per ospedale da campo). (Cnst:,a N. 11, !aYole XLVII e XL VJ.JI). ' l G• Oggetti òa medicazione e relativo ma#l'azzmo. \ (Casse N. -1, 8, JO, 12, ltw. XLIX a Lll).

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BlllJ lOGRAFIC.\

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t• Apparecchi chirurgici per le estrenutà superiori (ferule angolari di legno alla Esmarch, fer·ule di legno dolce, tele metaUiche, ferule angolal'i imbottile, palmari, stecche comuni, archetti di rerro articolati). 2• Avparecch.i cl•irurgici per le estremità inferiori (apparecchi ad estensione (Mac Inlire}, E. tavole per re5<ezione (Walzon), ferule alla Esroarch, doccie di legno, stecche comuni, tele metalliche, p'antari, apparecchi modellati di cartone, ca ssetta per l'ingessamento delle fasci e, archetli di ferro articolali, semicana li d1 latta a piantare articolato, filo telegrafico e di ferro ricolto). (Tavole Llll e UV). i• Lello per operazioni, in ferro (chiuso e mon· F. lato). 2• Tavola da campo, modello Guida . (Tavole XXXIIT e XXXITiliis). G. - Tenda ùa medicazione (s>!zioni di sfn.itiJ). B. ('favola L V).

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Relazione a&nltaria sugli E.erclt1 Germanici nella guerra contro la Francia del 1870- 11. (Sanitats- Berieht ii.ber die Deutschen !/~ere im Krie!Je uegen Franh."T'eich 1870-71). -Vol. VII. - (Con tinuaz. ved1 fase ..i,•, pag. 489, e fase. 6•, pag. 717).

Tabe dorsale. Di questa malattia troviamo una causislica di cento storie cliniche ria«;;uote e1l e~poo::le sinollicamente in un grande quadro ed a que!"la esposi:t,ione ra seguito una serie di considerazioni e di rnlfronti colle monografia ed osservazioni dPf!:li autori sulla patogenesi, eziologia, sui sìnlom1, sul decorso, sul trattamento e sugli esili del morbo. In qua n lo alle cause del summenzionato flU&.d ro risullert!bbe essersi constatata la predisposizione ereditaria in 5G indiYiduì dei cento colpili.


Il ?O

RIVISTA

Inoltre si fa osservare che nell' e!'lercito germani<'o durante la f,!uet•ra la malattia colpiva i soi,Jati pre!<SO a poco di UJI8 eguale età, e precisamente di •1uella eta che viene p•ù rre'JUeolemenle colpila ancht' nella viln civile. Da ciò ~i dovl'tllile indurne, che gli strapat.zi della v ilo mililore, i ratTrt><idallllldl le emozioni morali non avrebbero nella ezJOiollia del morlrit un'importanza cii primo ordine, ma soltanto agirebbero come cause trovando l'orgamsrno io qut>lle date condizioni eli che costituiscono la caufla predi~ponenle. Infatti il uulwtl:ruo dei casi di tab' l'li fa mag,:riore nelle cl&!'<'-Ì anziane e mi· nimo nelle classt giovam. L'influenza di una inft•zione spct:.ifka ò un altro momento eziologico dello sclerost spinale, ch~> fu mollo ~ol'llenuto ma clw ebbe anche i suot •lclrallori. Dalla l>latistica suddeU. pare non si possa dir ollt•o cbe l'infezione siftliti<'a non abbia che un'azione in lirelta «ulla eziolo~ia delln tabe. La sinloma tolo~ia ,.; è nmpiamenle lratla!tJ colla scelta dei essi cl111ici tralli òalla slalislica. l.a relaz•one lamenta una lacuna, nello studio della ~>intomatologia 1nqua ntorhè i medici m•lilari non st sono occupati con molla esattezza e per· severanza nelle r ìrercho sulle allrt'nzicm i eli !"enstbìlitt); me d'altra pal'te trova questo difetto naturale t' flcusabil~! ricooo~>cendo che simili ricerc!tP rubano un tempo preziMO e eh& in tempo di guerra deve es8ere ulrlizzalo in allro modo. Ciò non ostanle sono pac;sati in t'assegna tulll 1 principali sinlomi della malattia. Al fenomrno riflec;qo paldlare !.ICO• perlo da \Vestfttl, il relatore ~segna un vnlore importanlf.l. sirnO perché tlllChP da SOlO pUÒ ritenersi palo~nornOIIÌCO e oa casi osservati ~i t\ mostrato il più. costante di lutti. Le eosl deltr cri'li gastriche, le coliche viscerali. le crisi larinp:ee. le coliche ut'elrah furono abbastanza fre•tuenlì, come pure rrequent~mente si osservarono rra i la bici lo alle razioni d' ìnnet·vazione vasomotorie; fre•{uenti~l'lime poi le artropatie. All'incontro le altPrazioni tro lche dt'1 Lessull non furono OfCgello d'o:,servaztone per la loro poca entilu. Al sintomo dell'Atassia fu allr1buito un ~p·ande significato diagno~t1co, tanto grande che alcuni nelle loro diagno~i hanno omesso la ricerca del fenomeno riflesso del ginocchio. Per6


8181 IOGR\FIC\

Il ~ l

anch~ Lra i ca"i manifeslali~i durnnle la guer ra, se ne lro,·ò qualcuno in cui l'atassta Ol)ll fece ia sua compar<>a che mollo larJi, quando cioè la sclerosi po'<wriore era t.li mollo inoltrata. In 1p1aulo ul d••cor"o, benché «i ritenga in mn.,sima che i sint'lmi della tabe si s-çìluppano ~radatamentP, questa t'eçtola andò soggetta qui a non poche eccezioni, giacché io molli casi cs!òi sinlomi si svilupparono in modo aS$UÌ anormale g!a per ordine che intensita P rapitiilà dt comp11r«a. Se le varie cure adoperate abbumo eserc.tato una qualche influenza sul decorso della ma lallio non si può dire con certezza, anzi nei pochi Cll!-<i in cui '-Ì t' \·eduto un certo emendamento sia stabile, sia f>B>':'lee:g-et'O di qualdu· sintomo morboso, si propPnderebbe a credere cbP fo~>se avvenuto indipend+>ntemenle dal trattnm~>nto terapeutico impiegato· qual· cuuo •iet malati ha mi!::'liorato in sPguito ull'i•lrot~'>rap•a. ma qualrhe altro auche senza ti t quella Inefficaci do! tull l poi si mo~tr·orono i mezzi Lnle!•ni, come l'ioduro di polass10, il nitrato d'ar~enlo, la segala eornula, il mercut•to, ec<-., ecc. ~el quadro che riassume le cento slori·' cliniche .J. ammalali di tabe O!'lservali durante la campagna del 1870-7i rilevtamo in vero alcuni pochi casi, più minutamente <lè~crilli, c hP. n ·l loro dt•cor~o mamre."iarono mi::liot·omenu più o meno dect"t di certi sintomi. l'no anzt pt·esenlù unn vera r·•lroce~sione dei fl'nomeni più r.nallr.wi»lic:i, di tnotlo cho i compilai.Jti ,J. tyllf'lll\ c:;tati~l!C'l pl'Opo llciPt•ebbero l meltert• IJU6} ~'aso tra le gu11rt..,ioni. ~dia rPiazione però viene e~prC!'I"-O quulr ho dubhtn sulla vera ,, ~annina natura di'l ca~o c ci f:Ì fa ol'<c:;ervare che il pa<>l'<&,.!.:io che il malato fece succe~"•"amenle 41& una cut·a all'altra dalle moui di un llleJsco n quelle di un'altt , per un Lempo lunghiF<~irno, toglie la PO"~"~Ìhililà tli ogni esaLto conll•ollo "'ull'andamenlo delln malall•a , quindi irn nuisr•p mo t• r ir. l IRnza -i~> l cac:;o <;\( "0. N~ glt elenchi d'invaliditll troviomo regic::lrali altri cn!'li che sarebbet•o sloli dai medici comptlal()ri ùichiurali guurit:, ma an· e qui la mnncan1.8 u"<:olutn t! i ri~orm:o riscontro nelle

71


nrnsn SUCCI!!-SÌ\'e cl ~Jh m ala ttia ra ~u<>lamenle dubitare ebt lralln .. ,.e di u n pa~<~eg~P. I'O mi ~lioram en lo, Anzich~ di una

fa~i ~i

blHbilt: ~IIS I'igiOOe.

" olto cilfetlo.;;i c:ono i dali riguarclanli r esilo ùella m~tlatlia. VoiPndo nnchn r ilerw1·e per· ~?Ua l'ilo il ca<-o o ra menzionato ,.• , ' te r~bhero In ;.:uH r igioni nella proporzione •li uno :-u cento, propo•·zione che concorde r e bbe con q uella trovata dA F.ulenbur g c:opra 800 tabici. Sopra i cenlo la bici ra pp re!'enlali dal •1uadro "Ì con~tala­ r ono 23 rnorti. La mor le an-enne rn tempi ac:sai ùh·~rsi ed a dist.anza m11ggiore o m inor e dall' inizi•> del morbo. Q ue~ti rlPCPctc:i c:i vcrìficorono io un !•l'!rio·lo t•o tnpl't'!.'O tra uno e q uindici anni. Su~li allri ec:ili nulla Yi ~ di po ..itivo. PlliCI)fialie in auerro. (Krieg- P8i~lt o~en).

Una mac;c:imo generAlmente assai dill'uc:a fro J:!li Alienis ti ed a nche fr a gli altt·i scien?.iali era. questa che la condizioni e crezio nali d•~ l la guer ra , le e mozioni che pr o,ìuceva no !!uUe menti c ~ugli animi ùei p11poli, i Povraerd tarnenli oh certe pussion1 <'h e P"'~'~8 irw v itabil rn•!nlE' porta «eco, ..ia.no causa co· : o tanlP. di un numenlo dea.. Alienazioni me ntali. In qucsu ultimi te mpi le ricerche Ptalic..tiche non avrebboi'O c('luformal.l quc~l'u:-"crzrnue. Anzi ùalla -.tl!lti~lica Jt>i ma n icomi in F rancia per f a nno ISiO·i l sa.rt!bbe ... mer~o il fa tto a bbast.anza t-ingoIar e òi una ~~nsibìle dimin uzione nel nn me t·o de!!li a lienati accolli nei pub1J!i!'i <~lahilimenti. Pl?rò il Lunicr, il rp1ale sr è "'Pecialmenl•• ('lccupnto cii fJUeo::ta 4ati:;tica. oo n crederebbe lcg•llimn l' induz10nc <'h e lo alienazioni mentali òuronte la f.CU~>rra >'ieno diminuite pet·~hé minore ò la cifra de:.rli ('ntrall nei mAnJcomii e crede piuttosto dn,·er atl rihuire la caus a rlt cjUC'-la minore dfra a parecchie circoo::tunze provo<'Ate dalla ;.ruP.t'ra ~tes.,u. cioè. p. e .. una òevia:àoue dello s lalo p!llchiCO m ind•,·idui pr·edi!'po,.,ti ali~ psicosi; alla d tmwuzionfl deiJ'abu!<O rlell'nlt•,ol in Clll'l& provincie. u n maf!!!ÌOt· dl!'ot•e nel• l'at:.eogli•'re nlit•natì negii "'laLilimcoli e Jìnnlm .. ut•· n ]1tf1 di tutto p~t·chò lo p~ìcosì in lPmpo dt a uc t•ra. O""'nrnoun r.a nd• l•·r e ptù acuto l' "'Ì t't<~ol\'onn pur~ presLO o collo morlo o colla


BIBI.IOGR:\FICA

gunngione. E rue~l~ maggior acuzie dell'affezione pare vel'amcnte la nota caralt~t·i::.tica che fa diff,renziare le psicopalie che im;orgono in tempo di gueri·a du quelle in tempi ordinari. Mentre differenze sostailZiali nou si sarP.bbero ver;tlcata né in quanto alla frequenza, m• in quanto alla t"·rma. Negli anni lb70 e 18i1 una soslunziale differenza hanno pr~­ ~Pnla Lo le psicopatic, eh~ si manift>!'<tarono durante la {!uerra, da (JUcile che si roarure~tarono dopo, c que1:>la differenza const!'lleva nel carattere elle in quelle svìluppatesi ìn guPrra era piu acuto, e cio coufer·merebbe p1cnamenle la surrifcrila Aentenza del LunitH'. L e due specie di psicopalie si diffot·enzìarono ancora per il pronostico, il quale era più grave pe,. le psicopaUe tardive Rpecialmento se sviluppalesi sotto l'azione di picl!ole cause e diventava tanto prù ~n·ave esso prono«ttco quanto maggior tempo era passato clalla fine della gu~:rra alla E>Splosione delln psicosi. Vcn~>ndo orA m fltH'licolare ~tgli alienati durante la guerra nell' esercito get'manico, dobbiamo riconoscere che assai ~car,e e d1fello"'~' c:ooo lo notizie sul loro conto. Gli alienati accolti nei lazzarelti cluranle 1a ~uE>rra sommarono a 316, e -di que."ti, 2i4 4>r~rarono colla diaetno-<t inde'•·rminata di alienazione mentale; s ugli altri 72 troviamo tre distinzioni diagno'<liche cioé: malinconia ici, mnn\a furioe;o 17 e demenza 11. Uei 316 aliena h si conosce r osilo soltanto su 168 e rr·eCtllamente come appresso : ~forti . . . . . , . Traslocati a manicomi Rirormali Rimandati in patria con licenza . Guarib. . . . . . . • . •

10

ti 1:!

10 1HI

Totale La relazione r·tporta un quadr-o nosologico eh~: ci re~ppre­ ·enla la cau,;;a probabile, iJ decor-.o e fé::;- di 1flll al "IIA2 0111 mentali O'<'!Crvatc nei militari durante la gu~rl'8 e lnlte C{U~!Il c alienuzioni vengono nello sle,so quadro di..,tinle nelle "egut!nli eotegor·te:


Rl\"JST.o\

. .

. t a per lesioni a l capo . N. 13 . . . lt t· tT

1. P s1copalle trauma.llche

v1 per1eswnun a

re par 1 • 2. In seguito a malattie fisiche . . . . . . . • -. 3. In seguito all'!izione di altre influenze psichiche. • ti t P sicopatie senza precedenti app rezzabili, lesioni fisiche e psichiche . . . . . . . . . . . • 30 Totale .

. N. 100

Nella prima di queste cat~gorie trova posto la così detta psicosi ri1iessa, che fu studiata specialmente dal Koeppe. In questo genere di psicosi si è ottenuta più volte e l'<Oilecitamenle la guarigione con alti operativi to~rliendo cioè l'irritazione perir~rica che da una cicatrice retratta e racchiudente un fìlamenlo nervoso s'irradiava ai centri pr oducendo il disot·dine nelle funzioni psichicbe. F ra i 13 casi compresi nella prima categoria cio.> psieopalia in seguito a ferila o commozione del capo, troviamo, che in quallt'O la lesione era data da colpo d'arma da fuoco alla lesta; in uno per colpo di sciabola; in otto per commozione cereùeale senza apparente lesione esterna. In Lutti questi alienali ha predominato l'esalta mento ment~le con allucinazioni e mania di persecuzione. I n duo di cotesti alienati esistevaprec.lisposizione ereditaria. Ormai è mes~·o fuor di dubbio che da una le!'ione di una parte periferica qualunque lontana dal C.'lPO può dt pttrtirsi per via centripeta l'irritazione e portarsi ai centri producendo una psicopatia; e di questa patogenesi ci offrono I'Psempio chiat•issimo alcuni dei 17 casi registrati in b) della prima catea:oria. Oltre le due categorie di p!>icosi traumatica cosi quella che iusorge o per via riflessa o per irradiazione irritati va da una lesione per iferica e l'altra elle si mooif<!sla senza che vi ~ia un rapporto causale tra la oarte lesa ed i centri ner,·osi !li deve tener conto di un'altra. caterroria che comprenderebbe quelle psicopatie che si manifesta~o non por cau~a direU& della lesione w•rferica m 8 per l'azione deprimente che la


BIBLIOG-RAFICA

stessa lesione a lungo andare esercita sull'intero organismo, predisponendo cosi il sistema nervoso a disordini funzionali vari e quindi anche alla alienaz;ooe mentale. Anche malattie interne febbrm, priina fra le aitre il tifo, si son vedute provocare l'esplosione della psicosi. Le allerazioni psichicbe nel corso di un processo tifico osservato durante la campagna sono Lraltate in altro volume di questa relazione e sémbra che gli avvenimenti della guerra non sieno estranei ad imprimere una forma caratteristica a questa pazzia. Nei quadro nosologico che rappr è.senta i casi di psieosi da malattie interne se ne tt•ovano otto consecutive a iifo, le altre provengono in varia proporzione da malallie diverse, come dissenteria, vaiolo e insolazione. Fra i momenti eziologici, estranei bensi a lesioni traumatiche periferiche od affezioni interne, ma che debbon ritenet•si egualmente capaci di provocare la pazzia, tengono il primo poslo lo spaoento e il servizio d'avamposto negli assedi; queste cause furono ben CQstatate in cinque casi e que~to conferma quanto lro·viamo asserito in altro luogo della relazione, cioè che la paura esercita falvolla una deleteria influenza sul sistema nervo!:'o e lo predispone a disordini diversi fino all'alienazione mentale. Un ultimo quadro raggruppa altri setta_nta casi clinici, rappr~senlanli le alienazioni, [a cui causa non si è potuta constatare in influenze di alcun ordine nè fisico nè psichico. E in questo quadro vengono comprese anche quelle alienazioni 'mentali che cominciarono a manifestarsi soltanto dopo la campagna, quindi in condizioni di tempo poco opportuno per la ricerca di .un momento eziologico probabile. Il capitolo delle psicopatie in guerra si chiude con due grandi quadri riassuntivi che qui ci limiteremo a menzional'e: tl primo l'appresenta la distinzione degli alienati in rapporto ai momenti eziologici che ba n no pr·eceduto la psicopatia. Il secondo coroprende gli stessi casi, ma ordinali in relazione all'epoca in cui fa psicopatia ha fatto la sua comparsa, cioè durante la guerra., subito dopo la guerra, più tardi, e in epoca -sconosciuta. Iu ambidue i quadri poi si tiene conto speciale


1126

RTY1C::TA

de~li

esiti dic:tinli in gua.t•Jgtone, miglioramento. demenza primaria, paralisi progrel"siva, psicopalia s9condaria ed esjk). sconosciuto. Il volume sesto di quesl'opet·a grandiosa è dedicato esclu· sivamente alle epidemie, e benchè vi si traiti di soli tre morbi; epidemici, pure il libro é riuscito di una mole in v~ro ecce· zionale, causa specialmente il ricchisl"imo cor1•edo di materiali slalislici, di specchi siuollici, di quadri grafici, di raffronti storici, di lutti quei mezzi insomma che valgono a rappr·esenlar e nel modo il più "ell'<ibile, dimostrativo e sintetico una serie di osservazioni, un numero stt'a,ordiuario di fatti raccolti isolatamente in più temp1 ed in piu luoghi. E4 é appuuto col sussidio di que"'to copioso materiale !<latislico che lo studio delle epidemie in quest'opera non resta limitato al coolo esercito tedec;co, ma si estende oncot·a c:ulresercilo francese, sui prigionieri francesi c sulla popolazione ei,·iie dei tlue stati belligeranti. Crediamo intanto non inutile lavoro il riassumere i più rimut•chevoli avvenimenti che interessurono le condizioni sanitade dPll'esercito tedesco per l'in· vasione delle epidtlmie tlur·aole la guerra, e r ilevarP. le più importanti misure igieniche messe in opertl p~r· dìfendere l'esercito <.l a questo secondo nemico. · Come si è detto in que!"to libro sono studiate coollant.o LremalaLtie infettive acute le quali pre!;'ero una diffusione epidemica in grado maggiore o minore durante la guerra francotedesca, e queste sono: il vaiuolo, il tijo e la dissenlet'ia. l'aiuolo. Nel decennio che precedetle la guerra Il vaioolo tra Ja. popolazione tedesca era ridotto a minime proporzioni, anzi notasi che in Prussia la cifra della mortali b) non fu mai cosi bassa come nel 1870. Analoghe condizioni favorevoli dominavano in quel tempo anche nei tre altri Stati della Confedet'a.tione, cioè: in Baviera, nel \Yiirll!!mber g e Sac:;sonia; dal che l"i conchiude che prima dello !';COppiar·e della guet·ra la c:;alule della popolazione tedesca, rispetto al vaiuolo, rra eccelleoLe. Ma hen diverse erano le condizioni del limitrofo stato frsn cese. In Francia poco prima della guerra non e~i-


1121

lllBLlOGRAFICA

slevano in vero g raudi epidm.nie, ma non mancavano in molti dipartimenti dei piccoli focolai d'infezione. Aggiungasi a ciò che, le reclute chiamale irnmrdiamente dopo la dicbiarazione di guerra, non furono vaccinate, ed ecc.o SJ.>ie~to il perchè in Francia già dul prmcip10 ùel 18';0 il vaiuolo a\·esse g'ià preso le proporzioni di vet-e ~pidemie, come si è ,•eduto a ~letz e a Strasbur~o. Nell'esercito tedesco, prima della guerra, i casi di vaiuolo erano scarsissimi; così o el mese di luglio, cioè all'epoca della dichiarazione della guet•ra, l'intero esercito non ebbe che 7 ammalali di vaiuolo. Dll quel mese iu avanti la malatiia si sviluppò nelle seguenti proporzioni: :'inmero a."oluto

MC> l

7

Luglio. Agosto Seltemlwe Ottobre Novembre Dicembre Gennaio . Febbraio. Marzo Aprile.

22 95 152

M aa-~io

Giugno Totale

.

Per 10,000

della fM1.a

0,24 0,2R 1,17 1,8·J

226

::1,73

562 1099

o.68

J002

12,02 10,69

748

~.os

5:n 261 124

8,52 4,14

1,97

-i835

Da uno sguardo comparativo !mila morbosilà vaiuolosa in vario grado manifeslala«i nei diversi luoghi combattuti ,.i si rileYa il fallo seguente. Le lruppu assedianti che si trovino in condizioni di isolamento o periodico o stabile, in avamposti, bivacchi, in località abba11ùonale, comE' pul'e le truppe in quartieri peL'manenLi, restano r elativamente immuni anche in luoghi dominati dall'epidemia, mentr·o le stesse truppe che si trovino


1128

RIVI ST.\.

in allr e condizioni che richiedotiO frequenti cambiamP.oti di ::sedi! sono maggiormente m.altrattate dal morbo. Hicapitolando i principc.li ratti in relazione collo s viluppo dell'epidemta vaiuolo~a nell'e$ercito tede)':co coi viene nlla concJu ..iono che: L't:sercito all'atto della mobilitazrone trovavasi I'JII&si lolalmante libero da "uiuolo. Enlr~;tuio nel tr-rritorio francese dove il vaiuolo cominciava a fare stra({&, l'es~rcito tedesco contrasse l'epidemia. L'e:slPn~ron e pt·osa dall'epidemia nell'esercito tedesco fu in complesso limttatu, tenuto calcolo della ~ola truppa (esclusi f{h ufrìcialr, i medict e gl'impiegali), ammalarono dt vaiuolo 483;; cio~ il Gl ,3i %. della forza media ed il 5,ìi> "f. dci malaU 111 totale. La diffu.,tone del morbo nei singoli corpi d'armala N'Csenl6 delle grandi tlitrercnze. Oltre oi t8:l5 vaiuolosi di tr•uppa om· malarono della s tessa malallia:

Ufficiali .

Ammalali

YorU

45

~led ici

15

lmpieguti

!)(j

1 2 16

1:>6

19

co~icchè iu totalità i991 malati con ~; morti, cioè ~, ,95 "/. det malati. Né fu ~oHan to l'esercito mobile attaccato dall'epidemia ma tutto il territorio germanico cominciando dall' ultimo trime~lre del 1870 e ne restò più o meno iofcllo fino oltre al• l'anno 1Ai3. Questa C!lhlumia fu naturalroenle importala dal teatro della guet·ra e i principali mezzi di contagio erano forniti dalla Francia sle"'~a che rimandava in patria i soldati tede!lchi in apparenza convalescenti, ma che in reall.à si trova"llno nel periodo d'incuùaziorw del morbo. La diffusione poi é avv~ nuta per le solite cause di coutalto, lt>asporto di o~ZgeUi, rap· porti diretti col per~onale d'assistenza, di sOr \•eglianta, ecc.;


BlBLIOGHAFlCA

·11~9

ma più li tutto per le frequenti dtslocazioni di prigioni•·ri francesi da un Joposito ad un'altt"', e fu in que::-l'ultìma meOiera che i depositi di Mago nza, di Cobleuza, ùi Weset e di ~I mden, luoghi tutti dappl'ima mculumt, dtveotal'ono aìtrelt&nti centri d'infPzione .. di ir('adia1.ione dPI conta~io. Con~tderata ora nel suo comJIIP.sso la difl'uc:ione dPl mor·bo sia sull'esercito combRltentc come nelle truppe t<>rriloriali troviamo clre prima l'epdemia fu, coi può dire, di un grado relativamPnle mtle, e le perdtle fntte per '8iuolo dall' esercito mobilizzato furono minime se confronl8lld cou 11uelle ,offerte per lljo. Molto meno favorevoli solto questo rapporto furono le eondizioni delle truppe territoriali; tristissime po• l'fUelle dei ~·rigionieri di querra ft·ance,..i: e•l a que.c:te tre !!rariazioni tli morbosité fra i tr-e co11Lingenti cort'i:<pondono allt·ettanli gr·atli Ji morL11hlb la JU&il• fu piìt inlenl"l\ fra i prigionit>rl fraOCP"i. In totale fur<•no curaLi .fif\11 vainolosi dE U'eser··tto mob•lt>, :Hndelle lruppo let•r,toriali, e 14li8 di pt•igionleri di guet•r n. .\ que~li dati sl.alistic• se~ue un accurati) "'ludio clinico del rnor·bo, rl quale viene :oluditJIO successivamente in rappnrto all'eziologia, a1 sintomi, al lraltarn<>ult' curativo e alltt profilassi. In qua n lo all'eziologia non si rilevano (alli straordinari od ~ccezionalì, ma lulle le osserv11zioni collimAno a con fermare le 110ledoLLrine e sulla ricelliviltl indiviJuale e ~ulla immunita non ~empreMso]uta degli iudìvidui Jlià ,·aiuolati. Fu auche in modo certo constatala la incompAtibtlilit dt coesistenza del vaiuolo con A!Lt·e malalLiP nello stesso individuo. E l'osservaziont.l tJi GuiUon falla su dugenlo ummaluti di febba·e periodrca I'e'llati uumuni ùa vaiuolo dul'llllle un'epidemia vaiuolosa J'u confermala ancho dai medtci tt!de--chi i r1uah onzi avrebbero ''eùuLo che ·dire ru l!attie e!'cludono il vaiolo nello ::;te::;so indi•i·fuo, tali ~~~­ rebbero la dis.~entcria ed il tifo. Gli indivirllli alft>ltr da qur-stì due ultrmi morLi non conlra!>"ero il vaiuolo che neUo stadio ruolto tnollralo di con,ale~cenza. Altra interessante os;;ervazione fu quella dell'illu~>nza della ~lsftiont> coullo ,:"iJuppo tlella malattia. Qui il rai•pol'lo eziologico ~arebbe ti t'l lullo in,erLilo confrontando il \'aiuolo col-


11 30

• RJHST.o\

l'epidemia ùi tifo e di dissenteria. L"epidem:a ,·aiuolosa durante la guerr·a l'bbe il suo massimo d'intcnsilil. ne1 mesi di dicembre e gennaio, mentre il tifo e la dissenteria furono nel loro culmine in settembre e otlobr-e. Tl'atlando sulle forme presentate da11' eruzione di quella epidemia il relatore lro,·a meritevole di speciale tucozioue la cosi della forma emorragica osserva~a con note"·ole fre({uenza; la trual for·ma pCI'6 in riguardo al prono~tko ùoVI'ebbe andare distinta in altre ~ottospeci~ secondo rhe _gli slra\'asi emorra~ici !'li l1rnilano alle !"Oie pustole oppure si fanno delle vere emor ragie della superficie df'lle mucose gastroenterica c polmonare. Le forme di quesL'ullima svecie «t.aranno sempre ad iuuical'e un profondo processo dissrJlU· ti vo del sangue e senzn PCcezione drcorsero ldalmeuLe. meutl'e il cosi detto vaiuolo crttento osservaLo spt!sso nei prigionieri fr·ancesi .. in cui la tendenza all'emorragia non ~i manifestava che nelle pustole non prest>ntò un decorso allrcllanlo pericoloso. N~ssuna ùiffèrenza di natura, si dovrebbe foee, secondo il relatorc, tra il vaiuoio, ii vaioloiùe e la varicella, l<! quali in 'lueii"epidemiA ~~ sarebber·o mostrati quoii l'espressioui dell~J sles«o pl'ocesso morho~o in due diversi gradi d'intensità. Sintomi morbosi concomitanti l'e•·uzione furono quelli rif~­ ribili all'apparato re!:'pirator·io, che nei casi gra vis~im i si acu· lizza vano fino al grado della soffocazione ed all'apparato digerPnle pet· I a magqior pat·te stillo forma dt Jial'reP; quest'ultimo fenomeno sembeet•ebbe quasi esclusivo del vaiuo!o nei militari perchè non se ne li'Ova quao:;i alcun cenno n~lle relazioni d'epid~.Jtnie vaiolose tt·a la popolazione etnie. Olke »Ila mucosa respiratoria e digerente pre~e pol"lc ail'affezione anche la con:;iunliva c la cor-nea, però a differenza deiJn diarrea molto più t·arameote che nel celo civile. Falla astrazione delle oli ti esterne causate dall' et·uzione vaiolosa del padialione e del meato uditiYo estrrno, le in-• o fìammazioni dell'orecchio furono i fenomeni concomitautiassa t di spesso osservati. È pnrò singolaro il fallo che tante otili medie ed olorree pr·ofuse non abbiano dato motivo a riforma che in casi rarissimi.


BIBLHl(TM.FlCA

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Passq.ndo alle complicazilmi del vaiolo il rela~ol'e metle in prima linea quei processi suppurativi cbe sono in immediata relazione colla dermalftb vaiQiosa, quindi gli ascessi sottocutanei, gli ascessi intermuscolari, i foruncoli. Questa. complicazìone ·cornpariva sul finire dello sla.dio suppuraLivo d~1 vaiuolo. Prima che fosse introdoLLn la vaccinazione le r elaziont sulle epidemie riportavarro in abbondanza casi di alterazioni permanenti con perdila di funzione ~i daLi organi in seguito a sofferto vaiuolo. Attualmente nell'esercito queste successioni morbose sono estremamente rare. Si contano in lullo g.q casi di questa specie vet•ificali in quell'epidemia, per i quali si dovette ricorreee alla rifo rma e relativa pensione degli individui. Le infermHa piu frequenti che hanno reclamato la riforma furone: le a ltérazioni perma nenti e insanabili della congiun lj va e della cotnea. La profilassi cot1lro Ja dìffu.sione del vajuòJo occupa nella relazkme UT) campo vastiss.imo é lullù Ciò che vi concet•ne, sia del punto di vista scientifico, come della sua pt•atica alLua'zione vi è ampiamente trattato. , In tre modi principali si e!!plicarono g'lì sforzi per contenere l'epidemia nei piu r islretti limiti possìbili 1 vale A dir·e. nell'isolare il contagio, nel distruggerlo e nell'abolire op- pure menomare la ricellivita degli individui. Di qui tre differenti mì?ure pr eventive delle quali enecessario riassumere qui in breve i tretti più salienti. L Isolamento del contagio. - Fa naturalmente la prima misura adottata., ma molle circos{anze ne r~sero assai malagevole l'attuazione, mentre per parte dei francesi, con una inc<>ncepibile indifferenza si Ja~:;ciava prugredire il morbo, senza badare alle più elèmental'i norme d'igiene p r eventiva. La maggior pa1·te di queste misure e}lbero un esito più o meno incompleto, alcune anzi del lullo illusorio, còme. quello di contrassegnare le localita infette nei paesi abbandonati dal nemico e che si dovevano occupar·e. Do\·e ~i potè agire con un certo sct'upolo e rigore fu neH'isolamenLo sollecito ùe.i soldati che cadevano afl'elti di vaiuolo. Le misure pr eventive


RIVISTA

in gent>re furono poi estremamente difficoltate di~.JIIIMI!Iila!! Aivo aumento del numero dei malati e quinda im•ierli all'mlerno del pae!"e. rn tali eireOiltaoze ai distur bi della generale salute che di 80iilo le 1-{0ano non era aj.\'evol cosa r11•ono~cere tre B1f quelli che si tr·ova"ano nello Atadio pr•odromale citi oppure all'inizio di qualche altra affezione. La se~n·egazione deJ contagio negli spedali, venne c!alrntonte, dove lo condizioni locali lo J>erme,ltevaJIO'o.. fili rigere appo~ite case· di Aequestro in fonna di llaii'Mflllll IJueste, al biMgno, erano custodite con rtgoroei . ...,.l'l guardia. Collo· stec:so rtgore si procedeva alle segregazione -·JI!'II!R Mnale di servizio e del relativo materiale. Skcome poi lo scioglimento di un ospedale de •lti'IW:IMil IJU8 fe CODtenl!ctS6 vaiuoiOcti in CUra avrebbe avuta per • •• lt] !:'Aria cons1•guenza la diApeJ·sione di v11iuolosi neill'hrttel'llllt._...., pae...e e quind1 il pericolo di propagazione di altrei'-~~ colai d'infezione, cosl allo ~copo di impedire questa dil'lJt]Ql: ~• mantenner o in piedi lulti gli o~pedali contenenti vai ·••• fino ad estinzion(\ cornplela del morbo. Questa misura fu poi es~sa anche agli spedali dopo che io essi ~i erano verificati casi il'olatr di -iDA1ta:.<.lt\l JI. Di.~tru;ione del contauio. - Cont.ernool'llmeeaum.._llll' dispo~iz1oni che ave,•ano per ~copi) d1 isolare il COI!di•Q fu1·ono llleS!<e 10 pratica anche JUelle misure ebe ai nero olle a distruggerlo, vale a dire le disinfezioni. tica delle di~infczioni, come é re~olata da apposite DNt801~1: zioui del .Ministero della guerra, era artJdata tanto ai NIJiili!J J! di tr uppa come agli !<pedali; la parte maggiore però spe&~Uii agli spedali che dovevano provvedere prima a difendere malat1 acrogliendo dd vaiuolocti e pni dovevano ~e truppe da nuovi co'ltagl quando si Ji('eoziavano che avc\·ano superato il vaiuolo. Il proce"~ di dismreztone er,l il seguente: L'uniforme e l" altri parh di ve~ltario erano SOil&otPGIM: • un'alta temperatura o alle fumigazioni di cloro o eli solforoso e dove queste rumtgagi(lni non si potevano

i.._

pre••...,.


bTB I.lOGJHFI C!

cat-e, gli oggelli $Ì puJivano con liquidi disinfettan ti. !.li oggf'lli appartenenti ai vaiuolosi er~;~no rigorost~mente cusl<>dili. Lu biancheria personale e da letto era tenuta per più ore immersa in soluzione di clor uro di calce, la tela dei p&gliericci era trattata nello stesso modo dopo che il contenuto ne era abbrucJato; i materassi et·ano puliti con soluzioni disinfellanti. le- coperte d i lana sballute ed aerea te, gH altri OS':'ge!.li lavati con ~apone eJ aereali. Sciogliendosi un ospedale, se questo avea ser vito esclusivamente pei vaiuolosi sr allua\'8.nO misUt·e ancora più radicali, cioè si abbt•uciava no lulli gli oggelli adoperati dai vaiuoJosi, compresi i materassi. e similmente si operava co~li oggetti di vesliario appar tenenti ai defunti. In quanto ai locali si usavano fum ig~zioni, rascbiature, imbiancatut·e e lava ture delle partli e de1 pavimenti. Speciali pre~crizio oi furono emanale per le di:sinfezloni tlelJe carrozze di ferrovia. Coll'aurnenlo enorme di vaiuolosi nei singoli depositi di prigionieri francesi, specialmente dopo che venne invia to all'interno l'esercito di Melz, Ct'ebbe anche il lavoro dell' aulor ilà preposta u questo servizio di polizia sanitaria, e nel Il' cot•po d'armata, riuscite insu fficien Li le comuni misure profilatliche ad arr estar e il disastroso cammino d&ll' epidemia, l'autoril.à militare dietro proposta del generule medico dottor Pelruscki trovò opportuno di erigere a Sletlino uno speciale stabìtimenlo dj disinfezione e di riv>iccinazione. A queslo stabilimento incombeva l'urlìcio di Mtloporre ad una mllloùica dtstnCezione prima i 21 000 F1•ancesi internati a SleHiuo, quindi tjltelli che sarebbero venuti in appt•esso. La ilisintezione doveva naturalmente opera rsi e sui corpi e !iUlle veslimenta, e luttociò contemporaneamente inquantocbf- i pt•igioniel'i non ave\•ano che un solo ,·eslilo. Le ''arie parli dello stabilimento er·ano combinate in moùo clie il duplice scopo dei lavacri per il corpo colle simullanee disinfezioni dei vestiti e delln rivaccinazione era ra ~giunlo iu modo soddist'ac.enle. I prigionieri entravano in urta sala d'aspetlo, quindj nello spo~Iiatoio d'onde gli individui _passavano alla sala da bagno, mentre i '·esliti erano portati in un separato locale di disio-


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IUVIST.!

fezionc; dal ba::no !!l! uomini pa ~c:avano alla camet•a d1 visita medica, dove dopo 8CCUI'Slo esame venivano rivaccinati,qumdi pa<.c:u vu no n!l un 'ultima camera nella qual~: t;S!ii tron't vano ed iruio"'Nl"ano il Iom ,e..,liar•io gia disinfettalo, e cosi l'operazione P.rn flniltl.

Anche •tuec:ta m lc:ura r,crv non !tu Jato che mediocri r i:sui!Jili. III . t·acci"a.;ion.e e rJcacein.cuion.· . - Fino dal principio della f!UCrl'O. fu ordtnahi la ri,•accinazionu di lullo il I"Oillib• genlr: l'icbrarnato. Le Slt•.,,;e difticolla incon• rat.e u••l 18/'.JG fecero ostacolo al rt!~Olure proet!·lere d1 questa operazione anche nella RUerra ,lei i~711. ~ou :-:empre ~i rmsehu di mandare al corpo le giovani ree ule gia vaccinate, di modo che una parte di esse veniva l'i vaccinata sullo tilesso lealro della guerra con grave discapito della efficacia pravenli\'a di questa misur·a. Sviluppaloc:i poi il Yaiuolo lra i vrìgionieri fcanCI'!'<i mter-

nali nd tel'l'Ìlor·io get•mntuco, l'ordine di rivaccinazioue venne esteso uncJu: ~·.:r· 'flH!IIi .•\nche IJUest'ullima misuro pel'clelte della ..:ua cffìcacta 1er la poco buona volontà con cu1 l'li pre· slavmrn i Jll'lgiouiet•i alla l'i vaccinazione. Molti manifestsr·ono unu V<'ra contrari~:tà aJ e"::.er~ rì,accJuati c 10 Vltlrzbut·g 6 compagnie di lurkul:! furono ~ollopo8le aUa rivaccinazione

forzall.unentc. lo tempo di pace e poco prima della guerra tutto il contingente dE>!I'e<•ercilo lcd ... c:co ea·a vac..:iuato con uuu ~ola qualità d1 \8Ccino cio•ì colla l111fa ·Jmanìzzata, eù iu pruna linea colla linfct fl·c'3ca pt·eQa liirellarnenle dal bracl'io dd bambinò. Quando Jn prov,·i,.ta di que,.L' va ·ino òi,·t>nla\'A mc:ufficienlo al b.:-ogno, come ~~ verdka dut·ante I'mcorporazlone di nuove reclute, ;:i vaccinavano dapJ•l'ima uomini "<>elli per robu,tuult e :-alute e 'fUt•::.ti divenlnvt~no allreltanli \'&ccini· f~ri per ulliltlare le Op~>razioni '-ul rimanente delle recluto. Le condidoni di guet·ra CVE\lriusero a òe,·zare da que:;to ::i~lema ed uulus~er·o 1 medici aù altri teutati"i per raggzulll<CI'c Jl1 Ù sollecitamunte l·> ~(!Opo. Er·a impos;.i!Jile fat• 8l:',.èffiiRIIIGrllO sulla l111fa fl'•'sca per \'ncr'in&zioui !li tt·uppe in carnl'agna, ed nnche In \'Seciuaziono du uomo aù uomo non P"tem proc~ ·


BIBUOGH .\FIC \

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dere cl1e a ~alti ed a periodi, •tuinùi andava LropJ>O a rilento e non ~i poteva contrappcwre colla "oluta cE>Ierilà al progt·e"so eli una eplflemia..\d ov,iare questi inconvementi sembrò opportuno aJotlaru un procesKo che nell'e"'<'rcito pru~siano aven !.ria -iubilll una m· todica sperirnenluione. La p•·•'parazione della lin.[rz gliecrinala che il gcoorule modico dullor ~i•l' er ave \Il mtrodolla a Ber·lino nel tRtil re,e pos .. tltile thmoltiplicore ls !Jnfa vacciruca CrP<~~ca senza pregJUd11.io delln !o<Ua virtù protllrlttica, eli con~~rvarln in tubi ~ di soppnrire ni biso~.;m deu·e::.erctlO ìn cnrnpagno. La liriCa co-.i preparata dagli istituti di lh·rlino e rilasciata per u~o dell'esercito ru t~uffi­ cienl · lanlo per i cor! i mobili com·· per 'JIIPili lerr1toriali; e iu All-Damm nel principio del rebbrn•o t87 t con 30 grammi di que . . La liuftl alla ghcerma. cliJuila al dt>cup1o. !'11 polo' ,·acrinare io hrcve tempo circa 3000 prigionieri di guerra o co::t allonuaN l'ep dem•a u ei suoi get·rui. Per quanto con..La dai rapporti non fu U"!ata la liott aojmalt>; la lwfa umauizzata venne utilizzata in difrcrenLi condìztoni, cio\• alJo •lato di lin!i! frM•·a dt J,~mh~r~o rumHuizzata e rigo nera la) linfa conservala, linra ri vaccinn.la fresca, linfa alla ~licerina fr<> ..ca, linfa alls !o!licerino con"ervalo. I rt;;ullnli che ~i ebbe t'O d n1 vari "'perimt>nti follt nelll• vaccinozirmi ~ rivaN·inazioni nell'e.,er ·ilo LetiP.<>co. !'l(l•'~"i<~lultml~> lh.t"lllll" la ''ampa~na c;j possono ria""-Umert• rom•' "!!gue: t• La linfa alla !!lic.-t•inn per le ri vnccìnazirmi mililat'i non presenta aJ,•uu ' uHag...:-10 di fronte alla Jinrl fr.::s ·n Jel bambino Pd in cMtfronltl anc!Je t,lelln linfu 1li ri\·uccilu-lzlone pa.. , t la 1'a bra,..cio a bracCio. In pochi:;ci!ui ca"i es...» <>i •• mo!'llrata egual.: a que~te due sol'tf\ d• vnccino, m molli altri, si è mo~traln inCerìore. Semb1·n che O""a agisca più efficac~menle in una prima vaccinazione che t•ella t·h·occtnazione. 2- La hura alla ft•lc~r.r.a, ancue e fre;:;;a, produce pu.. tole met•o nunwrose o meno complete •Iella linra fresca i11rnnt ile. ~ Ln rnra .. barnJ, no coH:;·~r,ata pe r le hl sua efllcacta in un LeJCJpo r 9!8lJvarornte br~>ve. 4• La dicerina non ~piega alcuna influenza couscrvalt'ice su.ln hnfa.


RIVISTA

5' Non è ancora ben determinato fino a qual limite massimo può essere diluita la linfa senza menomare il suo po· tere protìlallico; pare cbe la proporzione Jella miscela poeaa farsi Ja 1 a 9 o da 1 a 10. 6' Per diluire la linfa va usata preferibilmente l'acqua distillala e glicerina pura in proporzioni eguali. In nessuno dei rapporti sulla vaccinazione si trova faUo cenno di avvenuta trasmissione di malattie per mezzo dell'moeslo vaccinico. Affezioni locali della pelle e delle ghiandole se ne osservarono in pari quantità sia con una linfa umanizzata, che con altre qualità di linfa. Non è ancora dimostralo abbastanza che la tubercolosi possa lrasmellersi coll'innesto. All'incontro non si può più dubitare che questa trasmissione possa aver luogo per la sifilide; sebbene non si sappia ancora con certezza quale parte della pustola o quale allro elemento sia il veicolo del vir·us. È molto probabile che il vit·u~ silìlitico non SI trovi assolutamente nella linfa chiara e limpida pr esa dalla pustola a tempo debito (non più lardi del 7• od s· giorno) come il Bonn avrebbe dimoslt'alo coi suoi espel'imenli. Quindi un lale accidento sa1·ebbe sempre evitabile. La cifra della morltllilà e della morbosità consecutiva a vaccino, preso dalle vaccinazioni di pii.l decennii sarebbe infinitamente piccola, perchè sarebbe rappre5enlala da sei malati sopr·a centomila innesti ed un morto sopra un milione e duecentomila rivaccinati. Nell'anno 1872 gli esperime11li colla linfa alla glicerina furono esclusi. A questo proposito il relatore ra la seguente osser vazi-one. Si ammella IJure che la linfa alla glicer ina non abbia coi suoi effetti pienamente corrisposto all'aspettazione ganerale per ciò che concerne specialmente la sua attitudine a moltiplicarsi ed a conservarsi, tuUavia per un certo riguardo ess~;~ si è mostrata un mezzo protllallico pr·ezioso, segnatamenle nelle circostanze ver·ificat.esi durante IJUella guerra. Infatti nessuna allt•a sot·ta di vaccino anebbe potuto sovvenire ui granùi ed ut•genti bisogni che a,,! un tra.llo ern~r­ gevano impro,•visi ed imperiosi. per l'invasioue rcpentmo


81BLIOG tU FICA

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dell'epidemia, per il pericolo ct·escenle dell'infezione e per l'agglomerarsi di tante migliaia di prigionieri bisognevoli di rivaccinazione. In quei casi il mezzo più solleéito c più pronto era il prereribile ed a tali condizioni COl rispondeva pienamente la linfaglicerina. Vaiuolo con oaccino. - Tra le osservazioni che si connettono alla rivaccinazione operata d•1rante la campagna, la insot·genza o la sov,•apposizione del vaiuolo sul vaccino merita uno specialissimo esame e ciò per lo strello rapporto che quel iatto presenta con una questione di vitalìssimo interesse e che ve1·rà in appresso tratlalu, cioé la facollé. profilattica del vaccino. Il fatto della compat•sa del vaiolo simultaneamente o immediatamente dopo il vaccino era conosciuto fino dai primi tempi delle vaccinazioni. ma anche oggi come allora esso ha dalo occasione ad ert•onee interpretazioni. Nelle liste di vaccinazione dell'eset•cito prussiano dall'api· demia del 1870 fino al 1872 troviamo 28 casi contrassegnati colla indicazione di vaiolo e vaccino, cio che ùarebbe ~opra 128,066 vaccinati il 0,0.25 per 100 affetti da vaiuolo e dfl vaccino simultaneamente. Ma come si concilia la manife~la· zione del vaiuolo durante il decorso del vaccino ammettendo la potenza pt•olettiva di quest'ultimo? Per rispondere a questo quesito fa J'uopo prendere io considerazione il tempo, ossia in quale stadio rlell'eruzione vacci· nica si e manifestata l'er·uziooe vaiolosa. A proposito di que~ti 28 casi noteremo intanto che otto volle il vaiuolo si è manifestato prima ùell'eruzione vaccinica, quallr·o volle si sviluppò contempore.neamente cioè quattro giorni dopo la vaccinazione, cinque volte durante il decorso delle pustole cioè all'incit•c·a dodici t:tiorni dopo la vaccinazione. Non sono bene accet·tali i casi di sviluppo di vaiQlo dopo caduta le croste vaccinicbe. Tenuto conto che il giorno della comparsa dell'eruzione COl'risponda a! H• fino al 11• dopo avveuula l'infezione, ne viene che in tutti i casi summenzionatì in cui l'eruzione vuiolosa si è manife,;lata entro i 12 giorni ùall'avvenulo innesto l'infezione vaiolosa pt·eesist.eva giù al vacci::o. Di ttuei casi adunque non possono valersi gli opposilori della profllassi 72


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RIVISTA

vaccinica e soltanto i ca"i bene accertali in cui il vaiolo si fosse el'lplicato 20 o 23 ~iol'ni dopo il vaccino potrebbero su-sctlarP qualche dubbio sulla effiencia di quesl'ulttmo, ma questi fìno ad ora non !'li -sono verificati. Se poi la rivaccinaziono abbia esercitalo una influenza o buona o cattiva sul decorso del ''aiolo non può e::sere dimostraLI). Sopra 28 colpiti di vaiolo dopo vaccinazione si'lrovano 2 morti, il che darebbe una media di morlalilà un po' superiore a quella del vaiuolo m genere. Quei pochi casi non potrebbero condurci ad alcunA generale illazione; però al decorso da e!'lsi presentato corrisponderebbe l'ipotesi di Warlomont secondo la quale i due processi vaiolosi e vaccinici possono coesistere indipenùentemeole l'uno dall'all'altro e che la loro manifestazione io uno st.esl"o organismo debba avvenire solto l'influenzu di un'accumulazione dE>i due poteri patologici. Questa indipendenza fu giù da tempo constatata ed e tale elle le due sffezioni nello stesso individuo e nello stesso tempo non solo assumono t~.:tto il loro regolare decorso, ma gli innesti su altri idividui eseguili colla linfa di ciascuno di qu.-..sli prodotti provocano costantemente la comparsa del vaccino o :iel vaiuolo coi loro caratteristici fenomeni. Potere projllatlico della oaceìnaaione. - Ammesso che la Yaccinazione e la rivaccmazione orocacci all'mdividuo una valida difesa conlro il conla~io ,:aioloso col menomare la ricc ltivilà del medesimo, ne viene di conseguenza che iu con· dizioni eguali l'estPnsione che pr enderà un'epidPmia negli eserciti rlipenderà dal sistema eli vsccioazione e rivaccinazione in vigore ovverosia quanto meglio sax·à fatto i_! ser·vizio di innesti vaccinici t.anlo minori saranno i pericoli d'infezione . Passa quindi ad un anai<Ygo studio sulla vaccinazione~ in Frsncia e nell'esercito francese e quindi ad un confronto !'llll'operalo dei due e~ercili e delle due nazioni in questo ramo ùi polizia Mnitar'ia, il 'luale confronto riesce ollt·t>modo eln~ quente e dimostrath•o in favore della influenza profih-tllica til un ben regolato ser\'izio di vaccina1.ione di un esercito. Che


1139

R!BI.IOGRAFICA

in Francia la vaccinazione in lempo di pace non sia stata condoHa come in Ger mania lo si può giudicare dagli effetti, come si "elle da un parallelo che qui si presenta fra le perdite subite dai due eserciti pet• ,·aiuolo dal 1866 all869:

------

Esercito prussi:lllo Perdib assolut."l

Esercito francese

.....--....---

Per 10000 della forza

Perdita assoluta

i866 1867 1868

8

1,3

46

2

70

1

0,08 O,Oi

1869

1

0,04

169 95

Per 10000

della forza

1,37 i_,82 4,28 2,7i

Riassumendo infine tutli i risultati delle singole osservazioni, dei rapporti degli ospedali e dei resoconl.i statistici intorno all'influenza dell11 rivaccinazione sulla diffùsione delle epidemie vaiuo!ose si è forzali di venire alla conclusic•ne seguente: che dove la vaccint~.zione si é potuto attuare con celerità e con successo l'epidemia vaiuolosa nel principio del suo sviluppo fu e ffìca crmen le t•epressa. Una prova di questa influenza della vaccinazione si é avuta uel perdurare delle epidemie n elle popolazioni civili, nella ricomparsa di queste epidemie nei depositi e nei presidii ai quali venivano incorporati ~1ovani reclute non vaccinate, e nella ottenuta repressione di questa recrudescenza morbosa mediante le reiterate vaccinazioni. Gli stessi ratti e le st<>c::c;e osservazioni inducono il relatore a proclamare un'altra verilt., un altro precetto pratico della più alta importanza . ed é che nei r epentini agglomeramenti d'individui il per·icolo d'infezione cresce a dismispra, che l'epidemia :.~na volta sviluppata fa i pal"si mollo più lunghi della vaccinaziOne stessa e che quindi è assolutamente necessario in caso di mobilitazionC>, tener 1'\empre delle provviste di ,,secino in CJ_uanlilà e di qualità perfetta m modo eli non esser costretti a cerca1·lo, f)Uaudo si (\ già fallo palese il pericolo dell'infezione. Le vaccinazioni praticate du1'ante In guerra, oHrecchè avere spiegata lf,l n ota facoltà p1·oljlaUica haono dato prov_a non


~ 140

RlV1STA

dubbia di un altro prezioso beneficio; vale a dire che sottc. l'influenza della riuscita vaccinazione il vaiuolo stesso restava attenuato nella sua forma~ nelle sue conse~uonze. Tulli i rapporti dei medici direttori degli ospedali di vaiuolosi,concordano nel confermare pienamente la summenlovata benefica influenza del vaccino sul vaiuolo. 11 relatore chiude il capitolo del vaiuolo e delle vaccinazioni col riassumere le conclusioni pratiche a cui sì é indotti ùalJo. s tudio complessivo dei falti su esposti. Quei falli, secondo il r elatore, avrebbero dimostralo che: f• L'estensione della morbosilà e mortalilà per vaiuolo nei singoli contingenti dell'esercito tedesco, come pure nell'intero esercito tedesco e francese si è sempr e palesata in ra ppoi'Lo al servizio di vaccinazione; e questa morbo~ità e mortalìlà fu sempr·c minore quanto piti regolare e generalizzata era la vaccinazione; 2• Le vaccinazioni inLr•apres e dura nte la campagna si mostrarono capaci di prevenire, di reprimere, di limilare le t!pi>demie in proporzione della celerità, del successo con cui e~no praticu te; 3• Tra le varie categorie di vaccina li, le piti esposte ai pericolo e quindi più maltrattate dal morbo sono prima queUe -dei non rivaccinali quindi quelle dei riYaccinali con esito negativo. L'estensione e gravità del vaiuolo decrebbero in proporzione (}ei progressi della ,·accinazione.

CAPITOLO SECOXDO. Affezioni tifose.

Tutte le statistiche militari e mediche riflettenti la guerra fr'anco-ledesca concordano nell'affermare e ppelere spesso che ai 28278 militari che soccombellero a fer·ite varie du· · onorante la guerra corrispondono soltanto 14!'0i che ]asciar


BIBUOGllniCA

JJ4.·1

4a vita per mala~lie, facendo cos.i r ilevare le buone condizioni igieniche dell'esercito in quell'epoca. Però è anche da rifevarsi un fallo degno di tu~ta l'atten ziane dell' igìenista etl è che dei 14904 morti per ma1attia, 8904 fui'OOO vittime di malattie tifose, vale a dire morirono di tifo e malattie cGngeoeri il 60 per cento sul totale dei morti per malattie interne. E questa cifra parve al re1atore abbastanza rilevante perché ·le affezioni tifose meritino d'essere raggruppale e studiate ~n uno speciale capilolo. Aggiungasi che tali affezioni ora banno una maggiore importanza inqu~tocchè esse costituiscono, senza eccez~one, il principale fattore delle perdite annuali di tutti gli esereiti europei sul piede di pace. Di qui la necessHà che l'igiene militare diriga i suoi precipui sforzi, contro siffalle malattie. Veramente lo studio di una epidemia tin tempo di guerra, non ostante il materiale grandioso che può ra ccoJ:!;Ii~re non è mo1to adatto ad aiutare questi sforzi percbè in tempo di guerra concorrono eccezionali condizioni a complicare i fatti. Ciò non astante questo studiò ha servito .a mettere in rilievo fatti interessanti tanto dal !alò teorico scientifico che pratico. Ha fatto vedere ancora che, contra· riamente a quanto si osservò pel vaiuolo, la diffusione dell'epidemia potè essere limitata all'esercito, mentt·e le popolazioni fm·ono risparmiate dal fllagello. Dtagnofli. - Ltt relazione fa notare anzitutto che le 74205 affezion i tifose l!he si verificapono su di una forza media di 815000 uomini con 8904 decessi nel periodo di tempo compreso lra il 16 luglio 1870 e il 30 giugno 1871 appartengono esclusivamente, o quasi esclusivamente, al tijo addominale. Anche nell'esercito ftancese pare cbe non abbia regnato che l'ilPo-tifo. È ])ensì vero che molLi rapporti di medici francesi parlano di tifo peteccbiale che si sarebbe osservato a Metz durante l'assedio, ma dopo rigorosa analisi e confronti ili quei rapporti si deve conchiudere che anche là si sia trat4.ato ora di forme anomale di ileo- tifo ora di morbillo. Le forme anomale òi iiM·tifo non mancano neanche nelle epidemie tifo~e in tempi ordinari, tanto è vero che Woldeman firandt in Dorpat, ha dovuto qualificare cei·te forme con in-


·Il ~.2

JUYISTA

certe manifestazioni, col nome di tifo nmbiquo. forme anomal• il Brandl ebbe ad osservare dei casi nei il br.. \•e decorso della febbre e l'esantema somigliava tamente a quello del tifo pelecchiale, benchè Cossero stanza appariscen ti i caralterislici sintomi addominali. per le allre malaltte infettive si suole osservare, per es~lmtlll4 al colmo di una epidemm•a, singoli casi che per 1'•••-.~.~.. mancanza di qualche sin tomo class-ico e caratter1slico dal comune tipo di quella tale Gnlilà morbosa (j.>e1· ese~m~110, l1a il colera secco, la pesle senza buboni, ecc.) per lo non Mrà da mcraviglial'Si se nello studio di qu~ta epideloia.t! incontreranno sovenLi casi di tifo grave allltiOJDITlal,edlec<llmNlW senza febbre e con altre singolarità nelle mamrestai:I.CHII morbose. l pochissimi casi segnalati sui rapporti ,)ai tedeschi come lifo petecchiale sono descrilli in modo ficiente e poco chia1·o da poler escludere ogni dubbio ve1·a natura dolla malattia. Devesi ancora notare che la statistica sopra la , ...aJa-,a~ basa il presente studio si diffl:lt'enzÌil notevolm<-nte muu' ._,., congeneri compilale dagli os~Jedali civili e dagli uffici sa~~liii.Jl'll della cilta, in quanto che la statistica c!Jc si t•iferisce demia della guerra 1870-71, comprende solto la c<Jmuoe nominazione di affezioni tifose tanto il ~ifo addominalela cosi della febbre !Jastrica. Il cb e si dovette fare anj::lJe>C consegoenza di difficoltà diagnostiche È noto infatti gt•andi epidemie ùi lifo addominale sogliano es.ser e acc:o~~~~-,: pagnale da un gran numero ili affezioni più leggere i sintomi iniziali poco o nulla si differenziano da quelli dell' cipienle tifo, ma che si distinguono per uo decorso mente bt·evo {in media 10 giorni di feLb1•e) e per una foi'IIMl co~:oi benignn cbe resito letale forma di questi casi una ~ rissima PCcezione. Benché questi casi difricilmente possano dìJferenziarsi ~ catarri gastrici febbrili, pure ;ess1 presentano un caret~ infettivo cosi palese e manifestano tale una comunanZ$ 6 eziologia colla comparsa simullauea delle più gru.vi Cebblt tifoidee da non poler assolulameule disconoscerne la co~ nalut·a


BIB LIOGR.\F IC.\

:\ giuslilicare quel'ta unttà Ji conc~tto cottcot rono allre vale a dir•• che i r apporti num~>l'Ìct d~lle duE' malattie "ono CO"tanti ··d i po.:hi cal'i delle co~i ddte fPhbri ~ra­ lltriche che linirono C(JJlu morte, all'esarnt: necro.,.cop:co rivelarono sempl'e ~~~ ollerazioul del lifo n lclominalt'. RieptloganJo 1uanto l'Opra "i è dello po..siamo stabili1'e i falli seguenti : 1• ~ell'e~ereilo ledel'co dur ante la gue t·ra dominò in forma vel·anwoto epit.lemicà soltanto cd e~elusintml•nlc il tifo addominale, 2• L~> poche etrczioni clw furono dc:scrille l'O file t i lo e.<~an.­ tematico, come pure le col'i deltP (o rme di transi::ione ùeb· bono riconoscer:;i pet· lo più quali cast non lubbi di ltfo atidominale, i qu&li pt:r akuni "'Ìnlomt (e'-anlemo. ùecot· .. o ftlbbrile. lie\'llà d~>i ~inlomi morbosi addominala) si avvi('ÌIIIlDO allo forrlla tlel lifo l'"antemo.uco. ~la anche i pochi ca"i in cui et•a C~'rta que'<l'ullimu diagno:si, in :,razia ùelle ri~orose ffili:!Ul'~ pt·olllallh:be otluale uon diedero o ri~ine a fol'nlari di inf••zione uè tra l'e:s<•rcilo né in !':e no nllt> popola zioni; 3• Le ctfr~ riportate nella rubt•ica u o.lfelir>ni tifose • si rifert-lcono es<'lu~ivamonte alla forma ad.lonllnalo: per fare uu giusto opprezlamenlo tlellt! ruedesune bi:so~na aYcr pre1"ente cho pe1· rns;ioui diagno-.Ltche etl eziolof!tche ~~<~e <'Oropr endono nume1·osi ca"'• leggeri di .febbre gastricfl; 4" .\ucbe l'e::-t'r·cilo ft'lm t·ese, s"condn dat1 de,;ni di l'ede, pare sia <>lato ri .. parmialo dal tifo est~nl~matico. Stabilita CO"'L la Jiagno<:i ~ulla ·" era natura delle stfezionl tifose c he hanno dominalo, e ricono<>ciuto elt · c-;se appa!'lenevano esclusivamente al tifo aJ,!otninale od 1leo - t1fo il relalor•e tocca la f!111S llone cleiiH contogiositll dell'ileo-tifo; questione che ùonehbe t>emhrare n tulla prima r isoluta in senso ne~eliYo, stante i ri<>ultati protllattit'i completi ottenuti; ma lale qu sltone ril'ot•ge sempre nella grandi epidemie u quanto piu gr~:tve è l't>pid.em1a lanlo ptù lliCiìctl~ l' f'i:~ulverJH. I ca~i a·iporlati da1 coulugiuni..ti, ~e beo ponderali ed annlitzoti non ~O!H.:Iudouo mollo in faYor~ della conlugios.tà, né pea· la dol· trina ·onlf'aria. P1ù ùimosl1·ativa saNbbe lo. slaltslicu degli ammalati Ji circosl8nz~>,


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RIVIST \

tifo tra il personale me.Jrco e.d ol"pilalier l) Già il pro(. meyer· in una sua chiara e concisa illustr·ozione del tifo otservato nei lazzaretti di Nane' occ-upati .ta più co>nlinaia eU tifo .. ì, ha me!"so in evid.>nza la immunità df"l per !'lnna le o11pt.. Laliero per questa malaltia. P Nò altri 111ppor li medici deporrebbero in senM contrario. Nell'ospedale dA campo dr S. Marie au ch!?nes s i verificò una for·Lo mortalità tr·a. qUf•l per sonale nel mese di ~ell•·mbrP es5>endo sl8.li Mlpiti dalla malattia con ecoito letaiA uo c-ontabrle, due uiulanlr n un ~oldato del ll•eno. In otlobr·e morirono pf>r la colessa ma:nllia lo steuo meJìco direttore e tre uomini del bas"o pe~onale. :\folte suore pure ammalarono ed una ne mori. Ma quell'o!>peda le e quello di Ballillr sono consrderati qui come in condizioni ecce1ionalml'nle tril"Li, pe1·chò giacenti nel mezzo tli iolcns1 focolari mor bosi; quindi l'aver colA t l personale mf"rlico " ~a nilario pagato un così lar~o tr1buto di villimt> all'eprdemia deve spiegarsi piu per le condizrnni tri"ti della località e quindi da altriburrsi all'rntensilà del mor·bo, anziché alla sua contagiosità; c in ultima &nlllisi la r elazione conchmle che i medici dell'esercito teùe~co non sono andoti sog~etti all'infezione tifira in grado mAggiore degli altri ufflciali. In quanlo al baNO personale sanitario il •1uale ha pre~Pnlato una mor bosité tifica di 98.6 per mille conrronta lo rogli altri Mrpi esso sta in lP.rza linea e<~sendo stato «orpa~sato dalla ranteria e J a ! Lreoo. Quinrli anche il ba~!'O personale sanitario non fu generaimeni" colpilo da affezioni tifo!":O piu ·~ravemenle rhe il per· ~nalt> .li altri corpi In quanto Hlla dur•ala d'incubaziont', 11 Murrbison la farebbe consrc:tere in un perioJo di Jue e fin > di tre ...ettimAne; Pf'I'Ò dall'e~perienza falla su quesla Ppidemia ricoullt>rebbe che tal· volta il periodo di lalenza è as:Sai piil bre"e e precisamente con un minimo di bei gior ni. DW'u.~iOIIe - Il tifo come epidemia non s1 comporta egual• mente che lt> alli'e malattie J'inrt:!zione rigunrdo al modo di propagar·si, imper·occl11~ è nolo che mentre la maggior parte delle malalliP delle popolazioni e degli eserciti appaiono limitate più o meno a certe circoscritte regioni dov•l regnano cndemicamtlnle e da quelle regioni, dale certe cir costanze,


BIBUOG RAl'lGA

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veot;ono tra"porlale altrove, il ltfo addominale è una malattia infetti va per così dire ubiquitaria sopr·a tutta la terra abitata. Consultando il grande ma pure mcomplelo mat!'riale statistico ... uiJa febbre tifoiù~> nella popolazione tede~ca prima ùella guerra lrovasi conrermata una legge la quale prirna di questo c:;tu lio era appena inl!·anèJuUI, que!lla le::r~e importantìs<~ima r. costante SJ rifertsca alt~mpo olella maggior ùrffu ..ionP della malattia, e può el'sere CORI rot·mulat~: La massima morbo<~ilà e mortalità }>er febbre tifoidea si verifica dì prevalenza nella stugione di autunno (settembre, ollobre, novembre) al di qua e al tli là di quei mesi si osserva una diminuztone graduale che condure ad una minima. La lc~ge olell'aumenlo autunnale non vale soltanto per la popolaztone, ma nn che per l'esercito. Tanto neglì anni che preced~:ller·o la guerra come in lutto il tempo che l'eRercilo fu mobilizznlo si ebb~ ad oc::senare la ma::<~tma n·~l mese di -selternbz·e. Da uno tabella gt·aflca a nue<~sa rileviamo che uel I<J70 al principio della guer•ra e precisamente uel me:!e di giugno lo curva dell'epidemia comincia ad ascenclPt'e e !<Pgntt il printipio dell"aumento autunnale. In quanto >~Ila diffu,.ione del morbo tn relazione ai varii corpi componenti l'eQercilo si rtleva ancora che fino dal sopranolalo mese ùi Miugno due corpi d'armata, c:o•' il VI e "X l. furono straorJ111ariameolc mallrnllali dol morbo; m specie r X l <'orpo la cui mor bosilit ll8r tiro e febbre gaslrtca é rappre!tentata .talla rag~uarJe­ -vole cifra ussolula di H5, cwò i. tO per mille della ror za et l efuivafenle al ([UBrlo della totalità dl'i ca-.i. Dal suesposlo viene mes«o m evidenza •ruest'altro fatlo: ~ho cioè il tifo addominale ollre al sue abituale 111anifestarsi sporadicamente in tullt i corpi dell'eser•cilo ledellco, 111 due dei medesimi ha infierilo come una ver·a epidemia sino dal principio della ~uerl'a. In Francia il trfo ad lominnle prima della gut!rra regnava ~on una certa fre•1uenza ed ~~ nolo che questa malattia dopo :la tubercolosi polmonore è quella che ha sempr~ mielutu pìu Vttlime nell'eset•ctlo france~e. Dal 1~62 sino a lutto Il 181òf! l'e,.ercilo francese ebbe ìn media una mortahla di 2 06 pet•


IU·6

BJVISTA

m•lle dalla forza, quind1 una media un po' più elevala nell'esercito prusl"iano e nel 1868 tanto nell'uno che n'"'""••esercito la cifra della mor talità si è elevala. Anche l'autunno.

Diffusione delle a.ffe.zioni tijo~e du rante l'anno dt>lla nuerra 18ì0-71. A- Sell'c.~erciio tedesco. - 11 numero totale degli i nfiiiiNM<di affeziOni llfo:;e curati negli ;,pedali di ~uerra dal15 1870 al 30 jl'iuguo llS71 ~ufficiali e ti'Uppa) di tutto ascende a 73396:::::: 93.1 per mille della forza meJia. Bit!IOgJill!• · però notare che, come si è dello più sopra, h·a •1uesle alfzioni tifose furono compre~e tutte le febbri gastric!te leggere, le biliol"e, le quali anche in t~mpo di pace ...........-o~~,· nell'e«ç..rcilu lade"-co con una certa fre.,uenza. la ·rual quenza naturalmente "ubisce un aumento nelle "'"'""'"'v'_ ___j eccezionali della mobilitazione. Se si pr<!nde per base la..,. tistica ::;an ilaria dell'•·l"ercito prussia no, la quale è la più attendibile perché piu ricca di malerial•, per vedere la f'rew quenza delle affeziorn tifose nell'esercito prima della gu81'f'8i' trovitJmo che dal 1867 al 1872 (escluso l'anno ùella guei'N)f entrarono annualmente in media 21361 ammalati da aft'eziGIIi tifos~. Le conJitioni della guerra adunque avrebbero triplicalo an·incirca la frequenza di ques.to morbo infettivo COli questa circostanza aggr·avante che mentre in tempo di ~ le febbri gastr iche, biliose, ecc. rappcesentano due terzi totale ùelle malattie tifose, in tempo di guerra il solo tiro addominale ne rappre!:'enta la m età. Corrispondentemente • questa differenza in tempo di gue rra naturalmente la eif'Nr della morlalilà è più elevata. Anche durante la guerra la legge dell'aumento autunnale non hu sofferto eccezione. La massima mortaliUl !'li ebbe iD ottobre. La cavalleria fu la più mallraltala delle altre armi mentre la fanter·ia ha soflerto meno. Una sensibtle àiff~renza di mor bosilà e di mortalità pertfr. si rileva tr a l'esercito mobilizzato e quello non mobllizzaloo


BlllLIO(;IIAFICA

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Mentre del primo entrarono negli ospedali durante la guena io media 93,1 "'··per afle:lioni tifose, del secondo invece non ammalarono che 64,3 per mJIIe. - };elrinlerno del paese tra l'e.-,ercilo territoriale le affez1oni lifo"e non regn&rono nel tempo della guerra in grado maggior·e che in lempo di pace. La relazione passa quindi ad uno studio completo dei fenomeni rnOJ'bosi pr·esenlali ùallo rnalallie tifose. Ecco in riassunto alcuni dei pr•incipali ri"uttali di queslo studio. Benchè i sintomi prodromici di rado possano e!;sere bene apprezzali, tuttavia oon manca in proposito qualche interessante osservazione. Krafl-Ebbing trovò che sopra 1~8 malati (per lo più francesi} la malattia cominciò gradatamente in 147, mentr·e soltanto sopra 11 es~a fece invasronP brusca 1-\ repentina caratterizzata da un lJ r icido. Fra quei 14-7 ve ne fur•ono 98 che per una settimana soffrn•ouo sintomi febbr·ili che pot~vano far scambiare la malattia principalmente col reumatismo. In 37 il morbo comiuciò con catarro inle;;tinale opiretlico e in altri oUo si el>be nello statlio prodl'omico coslipa~ione di ventre. l n generale i fenomeni p1·odrornìci presentarono molla vuridtl e soltanlo in alcuni g ruppt assai r·istretti di affezioni liro~e che probabilmente traevano la loro origine da un comune focoluio presentarono nello "Ladio prodromico una certa uniformità caraUeristica. Cio a ccadùe per esempio nPI 3• osp•:dale di campo del 4• corpo d'armala stabilito in Ecouen e che da! 2i setlembro fino ali i- ottobre ebbe aJ accogliere 7\) casi di tifo l.Jen pronunciato. Io questi 79 casi senza eccezione lo s tato pro.dromico fn segnalato dal brivido iniziale. lisanie1na. - Questo sinloma, come è costaute nel tifo cho si sviluppa in condizioni ordinarie, allrettanto si è mostrato \'ariabile nella epidemia òi fJuesta guerra. Nella maggiorunl.a dei casi questo esantema aveva la fo!'ro&. ùella r oaeola la 11uale per.ò nell'inlcn::;ilil, nell'estensi~ne ed in altri curalleri ha presentato tulle lt: immaginabili varietà. Devesi anche notare cbein un numero non indifferente di <'O~i l'e!'\antema é mancato assolutamente. Ma in generale la maggior pat·Le dei rapporti parlano ddln mancanza dell'esantema come di una eccezione. L'estensione tlella roseola fu in ge-


t 148

RIV ISTA

nere as!!ai ragguardevole e super iore a qut'lla che si oss~rva comunemente, poiché il più delle volle oltre al pelto ed al ventre invadeva le eskemità sureriori ed infer iori. In alcuni spedali l'estensione della roseola stava in rapporto diretto col tumore di milza e coll'inlen~ilit del delirio. In alcum rapporti fu tenuto calcolo anchE> del tempo dell'eruzione. Secondo il r·apport.o di Krart Ebbing essa r oSf'lola in l3i casi si sarebbe manifesta la 2't volte tr·a il l>esto e l'otlsvo giorno e 108 volLe tra l'ottavo ed il quattordicesimo. Colla roseola si osservarono anche le petecchie colla noi& for•ma di morsi di pulce; queste si sono vedute coincidere colle emorr agie intestinali ed emorragie di altri or gani interni. Il r elator c, dopo di avere riportato alcuni c.asi assai istruttivi di emorr•agie inter·ne con esantema di pelecchie miste a roseo! a, nota a questo proposito doversi r·itenerecome inesatta l'espressione di tifo pelecchiale per sinonimo di tifo e8antematico, giacchè tanto il tifo addominalE> come l'esantemelieo possono manifestar e l'esantema petecch iale. Temperatura. - La guerra t870-71 fu la pr ima in cui sl ~ia tenuto conto regolarmente della termogencsi per quanto le eccezionali condizioni lo abbiano permesso. Le ricerche termomelriche si sono falle in grande scala; pe rò nell'epoca appunto della più forte epidemia lali ricerche banno sofferto ·<Ielle r.on piccole lacune e ciò per ragioni facili a comprendersi. L'acme dell'epidemia delle affezioni 'tifo:;e, era caratterizzato dalla comparsa di casi anomali M~ai i!'truUivi perché ~ziologicamente collegali alle condizionf pr•oprie Jella guerra, tali casi presentavano quel complesso di modificazioni che il_r elatore qualifica col nome di tifo per inani;ione. Quei casi solo eccezionalmente giungevano fino sul teatro della guerra, .però nei pochi e più gravi che furono studiati la nota caratteristica piu interessante ru l'apiressia più o meno pronun• eia la. Altro fenomeno de~no d'osservazione oltre al decorso .apirellico fu in alcuni la caduta critica della febbre. Alcuni casi osservati nel settembre presso il 6" ospedale ~a campo in Mitry presentarono una forma misi& per cui


BlllUOGRAFLCA

lranno somi~liato in par·te a quelli della <radufa cr itica della: febbre e in parte al tifo per inanizione apirettico. Ecco come essi ci vengono descritti: • La (ebbre era da pt·incipio mollo alta, sopra 40• mallina e sera; ben tosto si manifestava un notevolissimo abbassament0, ma l'jueslo era di buon pronostico soltanto quando-vi erano differenze di temperatura tr·a le ore mattutine ~ quelle vesperljue. Col cadere della lemperQ.tura coincide,ra , pèr lo più ur1 grave colll)sso delle forze. La frequenza ciel polso spesso n6n èra in a~·monia colla altezza della temperatura. P er es~mpìo, con una tempera tura di 39,6 si sono osser·vate 56 pulsazioni. Il polso si fac~va ben presto debole con decadimen to generalt:J. e rapido delle forze e della null'izione. Delirii passeggel"i o anche continui complicavano costanlemente la malattia. ,. 1 casi suddescritti banno molta somiglianza con quelli"cbe11 Liebermeister ebbe occasione di studiare anche in tempo di pace e di cui egli ha quali-ficata la sinlornatologia per ir.. ri_tazione cerebrale con depressione della temperat--ura. La uota cai'atleristica abbastanza singolare di tale stato morboso cousist<:: in questo; che la temperatura dopo d'aver leHULo un ordinar·io decorso e di essersi mantenuta negli ul-Umi giorni sopra 40 gradi, colla compaesa dei fenomeni cerebrali si abbassa notevolmente e rç:pidamente oscillando poifiucbè durano i deLti fenomeni fra 36 e 39 gradi. Riguardo all'altezza asso! uta delle siugole temperature, pareche solo èccezionahnenle si sieno verificati gradi eccessivamente elevati. La maggior parte dei l'apporLi concordano Jlell'amrnettere un'altezza massima di4t•che si verificava specialmente o nel principio delta malattia e nella sta-dio agonico. Secondo J ung si annetterebbe un pessimo pron<•stico a questeipertermia iu quanlochè egli avrebbe veduto fìnir letalmenle lutli i relativi casi, due soli eccettua li. La temperatura più bassa osservata da Jung fu di 35 cor~ 62 pulsazioni. Poco vi fu da osservare riguard9 al polso. Anche nell'acme dell'epidemia la frequenza del polso si rnanlenue in certi limiti. Si ebbero però delle frequenze eslreme1 e del!~ lentezze


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Rln STA

pu re estreme, quest'ultime fino u 40 al mi n uto. Il poi l'O dlc~ viene menzionato di r aro. Kr·atl\- E bbing in 21:! essi lo ~ervò !)3 \'Olle. Aliertuioni intestinali. - Le !'lolite ulcerazioni ed infiltrazioni delle ghiandole peyeriane furono le più coslanU alter azioni anatorno-palolo~icho concomitanti la molatlill. La sede di queste ull'erazioni fu quasi c::empre in vicina nza della -..1vula ileo-cecale, ma K ratl'l-EbtJilllo!' lrO\'ò ukPri fluo a lla di· l'tanza di 12 piedi al ,Jt snpra clelia valvola mede~i ma. L'inllllrazione "i \•id•· t.alvolla interessare non solo i ~t·oppi del Peyt<>r m a anche i follicoli solitar•i: e flnalment~> la mllCOI& tlt>ll'ullimo tratl<> aell'inlestino pr·csenl6 tale uiLerazione da dover«i ammettere non vera coe::;i... tenza di trro e di dis s en• tr>r ia. T11more di mil:a. - Questo fenomP:lo che non mancava mAi nei cn«i dr ~ifo ben pronunciato avHa un !'ignificato di8o gnostico a"sai pr eziOSO rer~bè Ja «U8 prec;;enza fnCt>a disliDo guer e fin dai primi g1orni di malattia lo f~bbrc gastrica dalla vera febbre tifoidea.

(CMtinua).

Alaauarto •taU.tloo ltallaao. La direzione generale della "lalislica del Re~no (rninis &erO d'agr1collura, inJu<:lria e commercio) ho testè rubblicato l'Ail• nrurrio stalisltco italiallO, anno 18"6. Opt!rll rmporta nlis sime, compittta, delll'lla con inlell!p-enza profonda della materia , con c>~ott••zza amuurevole, ar,.icchi~ce la s!'ati"lica no!ltra d•ooa veramente completa racc• ,Jla <iei Jnll riù importanti Lutti, relall\'1 tolla Lopogr·afia, idrogrufla, climolologia, popolazione, stoli .. tica !.aDilaria, i~lruzrone, statistico della ~lam pa, della Ltmeflcen7.a ed as"istenza pul>lolico e "·•ci•·là di m uluo soo-

cor'-o, ~lalishl'8 ( lellorale, marina m .. r·anlile. navigazione 1•lrlulana, commercio e~tcr-o, lavori pubblici, c•ercito e m&• rina militare, culli, finon:t.", monela e crediti, ci••b1Li gra vanli la proposta foncharia, giustiz1a, ca•·ceri, slntislica uuluslriale, produzione minet·arra, agdcoltura e bestiame, prezzi dei P


BIBI,IO&R.\FIC.\.

l l;> l

nt>ri alimentari, ''alori dogan ali tlelle merci, mercedi agli operai, brevelli d'invenzione, opPr e pe1· cui fu rono invoca ti i Jarill1 d'autore, po ..ses!"O colonia le. Dolla semplice arida enumer azione (Kincchè non ci è dalo fare dì più) ved ranno i no'>tri letto r i qunle ricca e ~variata fonte ùi informazioni sicure. precise, oJfJ•e l' A nnuar io, quale immenso frullo potranno spesso Lrarr•· pei loro studi dalle numerosissime cifre aC<!umulate in 'JUeslo voJum~ di oltre 1000 pagine, col ttuale all'Annuar io ,9tatist ieo fu dalo un nuovo sviluppo. Due inclici, l'uno gene rt~l e per materie e l'oltro ana litico-alfab~tico, per·mellono di farsi, in onta alla mole del volume., delle materie, un concetto chia ro dell'opera e di lrovarvi facilmente le particolore;zgiale notizie che "' 'liesiderano. B.

NOTIZIE

L'A .. oolaztone 41 •lgnore france•l per l& cura. eU •oldatl ammale..tl e feriti. - Rioi-'~ta .\.filita r r Italianrr, giugno, 1R87. Qut>!'La società, fondata nell'anno ISSa, è stata riconosciuta ~otne istituto pio con dect·eto della repubbliea del 30 settembre

"eor..o anno. Col mede.">imo si rìcon<•!lce alla ~cit>ta ti diritto d1 unirsi in ternpn di l!uPrra al servizro ~anitario militare e di lra<::mettere ai maiBli in cura le ofl'arte della pubblica ca· t·ilé. ~E'II'esplira7.ìone della sut-~ mi"'ìfCIM é subordinata alle autorita militari. La sua partecipazione però non é e«lc'-'a al <'ampo di betta~lia ed ai lazzarelti dr evacuaztone nei quali 11 «ervizio è esclu"i"amenle rr!'<el'vAto al corpo d1 "finita. L'operosilà della società é limitata al !"ervizio nell' intPrno del paese ed ba fa colta di i m piantare nel! P fortetzP o in a liri


NOTIZIE

luoghi indicati dalle superiori autorila militari, degli ospedali ausiliari e di distribuire, come già si disse, i doni della popohzione. Questi ospedali sono assoggettali però a tutta le sorveglianza stabilita dai regolamen~i per i nosocomii JDilj.. tari. In tempo di pace ogni sei mesi deve essere rimesso al ministero della guerra un rapporto sui mezzi in danaro, materiale e pet·sonale di cui la società dispone. Solo francesi e naturalizzati francesi possono far parte del personale medico, farmaceutico e d'assistenza. L'associazione ha le sue rappresentanze presso il ministero e pressoi grandi comandi di ter1·a e di mare. Il personale porta J& insegne della convenzione di Ginevra. L'autorità militare sta.. bi\isce quali categorie d'ammalali o di feriti possono esser& abbandonate alle sue cur~. La societ.a riceve dalle ammini· slrazioni dello Stato un franco al giorno per ogni ammaJato o ferito. In compenso sono a suo carico anche le spese di sepoltura dei soccombenli P quelle necessarie per r occorrente servizio religioso.

Il D i re t t o re

Doll. FEUCK BAROFFIO col. med.

l l Collaboratore per la R.• .Marina

n Redattore

GUELFO VON SOMMER

CLAUDIO SFORZA

Medico di i• cl<Uu

CapilatiO tfledUO·

~tJTINJ FEDERICO, Gerenze.


r

D.R COMM. GIUDICI VITTORIO \1.\GGIORE GE.'\ERALE ~EDICO

Colpilo da "ioleulo quasi fulmineo malore mot·iva n Homo il 3 correnlP oltobre il maggiore generale medico dott. Giudici comm. Vittorio. Si estingue' u così un'n lti va, no bi le esistenza; ed il triste nnnnnzio tulli lnnlo pitt dolorosumeule colpi,·a, colicuhi ed nmici, quanto meno aspettato . Nolo nel Hl a N1'~so s ul l'idenle lngo di Como, ottenne In laurea rnctli<.:o·chirurgi(;n nella Univer~ilii di Pavia nel 1812 e gitt nel 1 R43 eru assunto ul go,.ct·n~tti,·n $CI·,·izio dello spedole c luoghi pii di Cotuo quul medico sc...:uud:u·i\1 c nel gennaio 18-18 era nnruiuato ali;~ impo l'lnnle cut·ica di meàit.:o municipale. Egli avevo pcr0 erediLnlo dni suoi maggiori e precipuomente da ::;uo l'<l<l1·c il culto d'llutia e l'anersioue alla sLt·aniera ùurniuazione; sicchì:!, nppew.l. si UC!!euluarono i prillli m oti insutTeziooali Hel 1848, uu il••::5Ì nlla \alt~ru"'n ::;chiera ùei soJJc,ati di Como, che forzò quella lllllllCI'0"'3 guamigione a capilolm·c, ilrit.iù la mililur·e :suo r;nr t·ic>r·~~- Prese quasi snbilo dopo :-.en izil' qn:tl soldnto ,·olontario nelle trnppe ;l} St>l·,·izi, •lei go\'~1·uo {'l'un isor·j,-, di Lombardia e nel gillf;llu fu IIOJninuto f•Jttoteuente IICIIU co1onuu \ft iolltari e,mraschi, ~h~ t'acera pnrle di esse tl·uppc, ell in C!"$H fece la eampugua del 1~·18.

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Ritir·~• tosi dopo quella ~ ' entu1·ntn campagna Pi Pmonle, dopo a,·et· Yistn messo n !"acco ed i dintn la pnle1·na casn dnJJc reduci sehier·e nust chiese ed ottenne nel mnr;.o 184!1, all'inir.io llliO,-a gucr·eo pella liberltl cd indiprwleuzn d' Ital la nomina a chirm·t;o ma~;.dnre in :2' nell'c~~'rcito golare, al quale poi srmp1·c appartcune. Fece pa1·to del t' OI'PO di c::pedizionc h1 Crimea e fu promosso medico di r·eJgunento di 3•, quindi 2• classe pella nohilr condolta (enuto in met.zo duro proYc che o l 111odico mililui'C' sen izio dopprJma il colera, quindi In di::;scnteria t•pidemica ed il tifo coc::tJ·ens~ . l'\C'li o C<lm pngnn del 1, :J9 fu p1·omosso medico di rt>g-gimenlo di 1• clas!"P pet· mer·ito di guerra; nel 1~62, a seguito di felicisgimo ~>5anH' di ''oncorso, f11 liOmin8lO medico dh·isionale e ÙC'Stinoto uiJa di· J'rt.ionc tecnica dello !'pedale di ~liluuo. XP11$6ti diresse l'ambulnnz.1 drlln O" dh·isione ._ th a. r fece pm di nuo,·o pn:;:s,•ggio, nl termine della compn~na, allo spedole di ~I ilnno . Collocali) qu dif·tr·o ~nn domanda, m aspcllt1Lh·n per dduzione corpo ueJ 1867, non rienLt•ò twll'atthn ~et·,-iz io nel t, 70, destinnto a tutta primo all'o:--pl'dalc di to,o, o,·e pt>t·ò non reco=--:>i, l"~~eudo stulo quusi bitn rit.lestinoto allo :--pedtllc di :\Iilouo, dal q fece pn::>$aggio, nel 1871, a Roma, JII'Ìma n sizionc del comando gcner·alc della divi::~ione ta r·e, poi fJllflle direltot"C dello .;;pedale pr·incipale di esso città, dt•l quale ol'ganizzù primL) il senizio. Pr·omosso lt'llente colonnell·> medico nel t873, coJomrello nel jQ/5. fu come tal~ nominato membro del Comitnto di ~ani!ì1 militare no1 1R80. ~ello ~ccJCIIOII'J


luglio e1·a elevato n! gmùo tli maggior· gene1·ule medico ispet!orc in P.~so com1lato. Xella compagna dPI 1850 nttenevo, pella àistinta sua condottu, c ben due volle, la menzione onore· vole al valo1·e mtliLu·c, n )loutebello ed a S. )lartino. Oltr·ecchè delle meda~lie tutte commemoratl\·e delle fatte campagne, er·u egli fregiato delle insegne cavalleJ·ec:che degli ordini de' .-·s. :\Iaur·izio e Lnzzat·o del grado di ufficinlc, e della Corona d' Iwlia col grndo di commendatore. Sommamente coscienzioso, di fermissima volontà, con tendenze altamente posithe, fecondò con a~siduo studio il non iscorso nalurnle ingeguo. Tu tto compr·eso dello 1mportnmm c nobiltà del suo militare miu istero ad esso riYolse !e più ""e sue forze, raccogliendono ben mcrilato fnmn, molta stimn e rispelto da tutti coi qnnli ebbe mppm·ti d' ufYieio. Higido, ma giusto ed equanime. d'animo !Pale ed n perlo, fiC<~fiJHH'OSsi l'niTetto di tutti i suoi subordinnti, senza pet·ciò venir mai c punto meno alle r~igeuzP (lei suo dO\·ere . Ricco di estese e pt·ecise cogni.lioni anatomo-pa · tologichc se non fu nr·dito. fu abile e sicuro oper·atorC' ..... X 111 er·n ar·dito pere hè iocliuò fin dall'inizio ddin cnrrJcr·n cliuica allu dtimr·~ia con~CI'\"llli,·a. e colln diligcnzn pitJ minuz1osa c scrupolosa in lendendo ad otteuPr·~ di rcud<>t·e le medicazioni rade e se~uendo c modilkondo le idee del nostro L'ìrJh•

l'iusd a l'isultati. in ispf'cic nelle affezioni ossee. che alloro dllvano e.::iti cn~ì spesso infau<::ti, '*"rl.lm~nte commcude,·oJi. CJUilsi prPcorrendo cosi coll'incons:ein espct·icuzu allo leorkhe della moder·tta antisep~ia.


In onLa a tnntn derozione al SBr\'lZIO ~e ppc egli tr·m at· modo a compiere studi speciali e fn così uno dei primi a diYulgare colla !"Ufl opera sl imnti~sima I l Jlicroscopio le cognizioni nllora pilt e~tese ed e::;a l te sull'uso di e~so i~trn mc n lo, mo~~ime. nelle sne mediche applicaziuui (1). Dettò anche altri diY<'rsi egregi iutere~snnli hlYùJ'Ì d'ollica ocnli:::ticu con ispPcialc 1·igunrdo alln mcdicinn lcgl1lc, c nel Comitato elahOl'Ò apprez7.flti hrvor i r·elnliYi ulln militare igiene ed alla medicina legale. Fu il p1·imo depulnto del collegio di Como, che g li l'iconfcrmù sempt•e poi J'onore,·ole mandato, non essPndo ~taio fuori dal uuzionnlc pnrlamen tu ,•he prr· h re' e tempo, nel periodo n el q un le, pel suo grado militare (assimiluto a Nlpitano), non potè çollc disposizioni nllor·a Yigenli, fnwe parte. l>eYoto ai suni elellori. t•i ~.:ortoscente dell'onore che gli irnparli,·ano, egli si era imposto il do' el'e 1l'e~scre assiduo, diligente, labol'iuso, e lo fu h1 modo esemplMe in i:;;pef'ic nel laYoro, tnnlo adatto alle ::;ue conYinzioni ed alla modesta po"i Lha sua inrlulc. delle commi~~iooi <' negli uffici. \ eramenlc liberulc, mv 1wrno d'ordine o cnnserYOtor·r uel sen~o noiJile della pnrnlu, fu t·nmicn dewlo di ele\ n ti pen~onaggi. l'amico iutirno del GoYr>On, della antica torinese Go::Jetta del P opolo, e del D inu, della Yecchia Opiniollc; ma Iea'issimo, e perciò confidente, ri\·olse fo t·so tul fiala pc1· ec-

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li !..e numero"" bl'lle pref13r.l7.ioni che il Ginlica cous••rn'a rl'lali'o ad esso lavoro e cbe arricdn poi ulteriormente con a<-~hlu• cura. ruronu •hlla vedova

con iSIJUislto pro.iero regalate att:omil:llO di ~.1nit mililnre, ··lu·t•u rendt'rle danero rrottifore lo •1estlnc• alla. scuola d"opr•licnzioue di san1la militare a Farente.


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cesso di disctplinn alle politiche personalità quella eo::;tante adesione che egli cr·eùcYa cosi r·ivolger·p ai pt•iucipii nobilissimi da lui \'t1gheggiati. Ullimç~mento sentendosi veuir· meno le forze, tcnwndo di non poter più allcnder·e, come rcpntavn sno assoluto doYere, alle esigenze del noùilc mandato, divisava. dO\·endo r·ipr·es<'nlnr~i agli cl<'llori pella ottenuta fH·omozione a gener·nle m~dico, di non più accettado . Mn fu rieletto quasi alla ll1Hll1imitù c tomprese uon cs::;ere degno, non c~sere possibile rifì.utadp; sicchè in una letler·a offctlnosa e 11obilissima agli elettori dirhinraYa ullimam!'llle di volerlo l'inssumere appunto per devozione c l'iconoscenza 'Pl'::>O di lor·o, e per quanto e fin quando le sue forze glielo nccom::enlircbhcro ancor·a. Era unn vono. spcranzn, una dolce i!Jusionc, che morte ratJida tr·oucò. Da unn aceidcnlale eaduLa folla n :\esso s011 piìt di due au11i, egli tn·eya J'ipor•lntu tole scos&'l della quale Je couseguenze dopprirua quasi inaner·tite er·ausi da quolche mese o~centualc e progressi \'Umcn le cre~ci ulc>, 1-irchè faccnmo pm· troppo, a chi lo H\'Yicittan1 ed tlfl'ezionanl, pr('senlirc l'ultima fatale (·l'isi a cui soggiocque. Della stima dei cou oscenli <' snpet·iori, dello afl'ezione degli amici e dipendenti, fmono bello pro'a pur le numer·osc e distinte funebri onoranze, che attestarono alla de~ola ta famigl io la geuera le estimazione ddlo quole il ca1·o estinto godeva .... Egl i moriva mentre l'idolatr·ato unico suo tiglio, ingegnere, nnviglwa verso Mo s~uua per lnYor·at·e ull'impianto delle ferrovie che de>\'ono in quella lontana regione cooperare ulla ulter·ior·e aziot•e delle nostre truppe per Yenditar·p Dngàli e rinffermare


l'onore immacolato della Ll'icolore nos~ra bandiera. P overo giovane l Egli non potè dell'amorosissimo genitore raccogliere l'ultima par·oJa, non deporre un bacio sulla sua fronte Yenerota ! P er la desolala compagna del collega ed amico Giudici, che gli fu affezionatissima e con lui per lunghi anni dh·ise con inalterato sereno animo e c<~u mente nobile e coltissima tutte le gioie, le pene. le fatiche della sua labor·iosa esistenza, io YOJTei pur· troYarc una cons6lanle par·ola ..... Ma noi so, anch'io colpito da doloroso stupore ..... Ho però un sollieYO nel pensare che Ella sapr·à trarre dei grandi confol·li, che gli varranno r·assegnazione e pace, dai suoi doYeri d! ottima madre. Eppoi chi cr·ede spera, ed Ella ha diriLlo a nutr·ire tenera la speme. che l'inanima sicura, di vivere un dl col suo diletto nel gaudio perenne ..... QLJale immensa consolazione ·è nei sommi dolot'i il credere ed il potere aucor·n spernr·e! Dott. F. BAROFFIO.


MEMOR.J:E

OR.J:GJ:NA.:t..J:

- -- -- - - - - - - - - - -- - - - - DELLA

CONGIUNTIVITE GRANULOSA ll DEL

SOBLinTO CORROSiVO NELLA CURA DI ESSA ll!omoria letta alla conferenza seientiUca nel mese di maggio j887 allo spedale militare dJ Palormo dal ùolt. Clipri ano I , uJg i, tooente medico.

L'uso oramai e~teso nella chirurgia. della medicatura. al sublimato corrosivo, gl i splendidi risuJLali avuti da taìe metodo di antisepsi, gli esperimenti del dott. Schmidt-Rimpler de Mad1ourg, per mezzo dei quali egli riusciva a dimostrare l'azione neutralizzante del sublimato all' l per 5000 d'acqua sul pus contagioso del catarro congi uotivale, le prove meravigliose avute in seguito dal dott. Below nella cura delle varie forme di congiuntivi li col sublimato, mi spinsero a sperimentare sin dalla fine dell'anno scorso nei pochi ammalati gJ'an ulosi ricoverati all'ospedale di convalescenza di Sampolo, da me diretto. le lozioni al sublimato corrosivo. Avendo potuto ~sserYare ouimi risullati con tale metodo curativo, in ispecie su d'un caso ritenuto generalmente disperato, in quanto che il morbo presenlavas i sotto una forma grave, ribelle ed inveterata; ed ancora convincermi della grande importanza della congiuntivite granulosa soprallollo nei militari, risolsi !'Cri vere questa breve memoria su tale malattia e di tale nuovo metodo di cura, esponendo in ultimo succintamente il caso clinico del quale sopra ho fatto cenno.


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DELLA CO~Git,NTIVIfE Gl\Al'\ULOSA

La grande importanza dello :-;Indio dell'oftalmia ~ ra nulosa di leggi ero appare allorr.ht\ si voglia rillettere a quanto oggi è stato accertato da abili esperimcntntori sulla sua natu ra parassitaria e contagiosa ed alla fo rma epidemica che por tale fauo facilmente può rh·estire in ispecie nelle armate. Ed invem a nessuno di noi l'aril ignoto lo scoppio della prima epidemia al principio di questo secolo nell'armnta francese sbarcata in Egitto e di (jUella più tardi nell'armala inglese ad Ahoukir. Il Larrey nelht sua Reiation ltistorìg'l.fe et china·rJicale .~w· l'e:rplt/ition de l'armèc d'Orient m Egypl et en SyriP (Paris 181>3., riferisce C'Ome di 30000 soldati di cui era cornpn;;la l'armata d'Egitto, qua,. i tulli ne fur·ono colpiLi. Attribuisce la cau.-a di questa rapida progressione del male alle faticlll' d'u1-(ni eccesso, alle marce forzate, ai tur·hini di sabbin sollevati dai venti ed ai mw:i insufficienti di cui erano provv i ~ li i soldati onde garentir::;i dal sole sco t tan te durante il giorno·~ dal freddo umido d~'>lla nolle . Dalle relazioni poi dell'annata francese con altre europee. nacquero altre epidemie. L'armata belga ne fu dippiù colpita, e l unghcn riferi.;r.e cl!e. dal 18'16 nl 1 8~H quallromila soldati circa perùetlero la Yista completamente, diecimila quasi rimaser·o ciechi d'un :;olo occhio. Epperù è necessario fare osservare che in questi ca5i tratta vasi non esclusi ...amente della. congiunti\"ile granulosa ma ùi 11na doppia fonnn, presentandosi allora un insieme d"oftalmia granulosa e purulenta. Altra prova luminosa della natura infetti,·a della congitmLiYile granulo~n l'abbiamo nella storia dell'armata belga. Allorchè si manifestò nei militari l'epidemia, 'eone nominata una commissione medica che non· "folle credere alla propagagazione per contagio.


E DEl. SUBLIMATO CORROSIVO ~.ELLA CURA DI ESS.\

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.\llribuiva invece il ma]e ad una congestione pas<>iva alla te"ta prodotta dal colletto dell'uniforme e ùallo schako. Oa ciò una riforma ~ene•·ale nelle vestimenta del soldato: ma non ostante il male continuò a propagarsi. L'idea del contagio cominciò allora ad avere dei parLigian i e si volle provvedere col lit.enziamento dei soldati colpiti. Questi cosi riuriati ai patri lari, divennero altrettanti focolai d'infezione ed un g"mn numero di piccole epidemie scoppiarono in diversi punti del Belgio. Aciò tosto cercò rimedi arsi isolando i militari colpiti, mi!!liorandone le loro condizioni igieniche e sottoponenùoli ad un trattamento curativo adallo e se nCI ebbero ollimi ri:;nltati. Oa tali falli storici dell'ori~ine del mnrho in Europa rileYasi evidentemente il rnratlere contaA'io~o epiùemico di esso e quanto il dovere e in coscienza tenga il medico in generale ed il militare in ispecié legato alle scrupolo~e osservanze delle vigenti disposizioni •·egolamentari riguardo ngli individui affetti da granulo:.i . La congiuntivite granulosa ha c~:;a raralteri clinici, anatomici ed istologici ben nelli e tali da •·end ere quasi imposstbile uno sbaglio nel diagnostico? Ogl]i giorno oramai io cr·edo elle si possa aiTermare alla domanda, non senzn però qualrhe difficoltà in certi ca!'.i. essendo ben studiati e definiti le allerazioni aoatomo·istologiche morboseeù i caraltet·i clinici d'ogni forma di congiuntivite. Epperò non hi~ognerit dissimulare che fino a. pochi anni addietro essa è stata oggetto ne!la scienza di pareri vari e discordi, da cui ne venh a certa confusione nelle varie forme di congiuntiviti, non potcndosi acco•·dare i var·i clinici per· lasconoscenza della vera natura del morbo. Essi infaui davano per base alle loro distinzioni delle con-


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DELLA COJiiGlu:\TIVITE GRANL'LOSA

giuntiviti, non che le lesioni anatomiche in time, ma lo sviluppo ora di ono ora d'altro sintomo predominante. ~ o n si dovrà certamente che a tali fatti lacontraddizioneche funi tra i professori Furnari e Cuignet a riguardo dell'oftalmia dell'Algeria; e così mentre che il primo, andalO in Algeria per istudiare il male ebbe a dire non t\vervi riscontrato lo stato granuloso caratteristico, ma altro non essere che una semplice congiuntivite catarrale purnlenta, il Cuignel affermava tollo all'opposto convincendosi trattarsi d'una \ era congiuntivi te granulosa. D'altra parte la distinzione delle varie forme di congiontivìte non è cosi facile in certi casi come puossi credere a primo aspello, giacchè di sovente esse si combinano tralo•·oanzi che mostrarsi in forma unica. È cosi che lo stato granuloso puossi confondere coll'ipertrolia papilla1·e della mucosa che accompagna quasi semp1·e la granulosi ma che ancora può manifestarsi da sola nei catarri cronici per lo stimolo conti nuo d'una flogosi lenta; è così che l'ipertrofia dei follicoli chiusi, ritenuti da qualche oculista, fra cui l'illustre prof. ~lagni, incerti anatomicamente e piti funzionalmente, può simulare una vera granulosi. Se poi si vuole giudicare da un esame parziale ed appa•·ente senza esvlorare il cui di sacco, ogni forma di congiunti vi te, ed in ispecie la purulenta, può essere confu:-a con quella specifica granulosa . Oggigiorno sembrami però che in virtù dei grandi pro gressi della microscopia, da cui grandemente si è aP•antaggiata l'istologia normale e patologica dei tessuti organici, le alterazioni anatomo-istologiche morbose delle varie forme di congiuntivite siano ben definite; e se su di esseesclusiYamente se ne appoggia la diagnosi non potrà nascere alcun dubllio sul vero valo1·e di queste varie forme.


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E DEL SUBUMATO CORROSIVO NELLA CURA DI ESSA

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Non è mio intendimento, nè sarebbe al caso 1 tratlenermi su questi caratteri istologici, con-vinto che ognm10 di noi poLi'à. al certo rilevare aprendo qua !che recente trattato delle malattie degli occhi. Piuttosto sembtami utile che io parli sulla paLogenesi di detta infermità, riguardo la quale oggi abb,iamo due grandi partiti: l'uno cioè che ammette come causa il solito processo flogistico, l'altro che abbraccia la dottrina parassi~aria. Dall'una e dall'altra paPte vediamo schierati insignì oculisti e di· sputars.i con validi e dotti argomenti il campo patogenetico della granulosi. Tra i partigiani della dottrina dell'irritazione primeggia l'illustre professar Magni, che in modo assai ingegnoso così spiega il processo morboso nelle varie forme di congiuntivite (Prof. MAGNI. - Il p1·ocesso flogistico considerato in alcuni tessuti dell'01'f!ano 'Visivo. Stt1dio anatomo-.fisio-clinico . .Bologna 1877}. Egli, dopoa:verparlato della struUnra della congiuntiva ed analizzato lo scopo funzionale dei suoi diversi elementi anatomici per cui risulta che it tessuto ciLogeoe(formato di giovani cellule l infoidi tenute in una Lrama connettiva adenoide) è al servizio degli epiteli e che provvede alla conservazioòe.dell'eq.uilibrio durante il processo fisiologico della continua e-voluzione di questo tessuto in epitélio, così siegue a dire: « Questo processo può diventare morboso per 1a sola sua « esagerazione (stato catarrale); e questa esagerazione può « prendere·propMziopi gravissime (stato puruleoto). Se d un « q11e l'irritazione è catarrale, cioè nell'epitelio, in ragione « della sua troppo rapida e perciò morbosa esfoliazione senza « subire la evoluzione epiteliale~ si ha pure trasmessa la ir« ritazione nel tessuto citogene e perciò si esageralo stato ipe« remico e quindi la permeabililà dei globuli bianchi e della


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DE.LL \ COXGit.::\TrVITE GRA:'\ULOS.\

« linf:t. Se invece rirri tazione si stabil isce pr imitivamente nel << le!\~nto citogene. o seconclari:tmente ad uno i-lato calan'nle, << allora l'aumento di

questo tessuto non è pi u un eiTNto se· « conùario della irr·itazione superficia le: è qui ndi un feno<< meno secondario qnel pOI'O di catarro cbe si stabilisce. « LI fa LLo pri ncivale è la vegetazione del ci togene, per la '' quale può lrasmeHersi l'irritazione anche alle cellule fisse «del connettivo fibroso del tarso . Ha luogo perciò non una « esagerazione del processo fisiolo~ico. ma uua profonda mo<< dificazione d'un te ·suto, il quaJe non può tornare allo stato « nor·male, nè può quindi soddisfare nlla funzione per· la quale « era costr-uito. 1< E questo il processo trncomatoso nel quale non ~ i ha sol<1 tonto permenzione esa)!erata. di globuli branchi, rnn unn vera <l prolifernione delles5ulo ciLogene. ,. E con il ' ln.gr1i molli altri; e cosi ill >el iUonl e (Tmtlato d~lle malnttie degli occhi, ~apoli). il llachlmnnn :Cmtmlblatt (iir dù .l! ed. Wi.~sensch., ~ . .}0). ecc., sono concordi nel collegare In pnlogenesi del Lracoma nd una proli[erazione del tessuto citogene o adenoide tlella .congiuntiY'a. Epperò oggi in cni il miiTOscopio. hn cosll1cne illuminato il campo etiologico in vari mor·lli e che ha potuto merrè note,·olr perfezionamenti risoh'ere delle questioni al>ba~llln~:l dif· li ciii . oggi, !'i peto, dovras'i ammellet·c qunkile cosa di più della ~emplict> irritazione e 11roliferazione per ispiegnre la natura intimo. deltr·acoma . E co:>i vediamo che il Sattle•·, mercè hwol'i pazie.ntbsimi al mic1·oscopio, Gvennto a que::;ti ap?r~.>zznmenti (ren rmlb. {til' dii' .lferl . Wis~l'tlsch .•.'i. 28, I J ln~tlio ·1883): :'\ellointet·no delle ~ranulazioni tracoma Lo. . P. ~i trt)\ano dei micrococchi ~i mil i a quelli trov:nti dnl Neisset· neli n. bl rnorntgi~ e solo un poco pi Ìl piccoli. Es~ i si t nn ano i:-nh•t i o n;jt;ruppall


E DEL S08L1'4ATO CORROSIVO ~ l,L A CUR.\ Dl ESSA

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tino a quattro riuniti io forma lrian!!Olare o cptadrao~olarc c principalmente sulla ~uperlìcie esterna dei granuli. l'alla nna cullut'U d! tali micrococcl11 :-i rie,.ce a rivrudurre il lr,tcoma nella con~iunti,·a umana ~a rw. Dello Lracoma presenfa,.i dapprima solto forma di una congiunti\ ile follicolare, ma l1cnto3to le ~ranulaziooi :s'ingrossano accompagnando' isi pro· lif••raziont• di te~"uto connettivale eù il'racoma ~i mo .. u-a nc·l suo vero aspcllo. rJ ~Jiehcl. dictru accurate os::serntziooi micmscopiche, hn conferDHllll ttnantu Il ·.11Lit•r dicera et! è r~nuto allc• "e;meuti runclu:::ioni sul nmrorganismo del tt·acomn ( l rchiv. {i1r A11!Jt 1 ltt>ilk rtlldi', l li): «Coll'esame ruu:roscopico congin nttvalo non si poiC dimo~tr l'e la JH t·- enza clei hacteri Però le collure falle cui contcrwto delle granul.tztonr dopo due giorni proòu,sero piccoli diplncocehi, d'egual<.' grandezza. di colore grigio. i fjliUii in grneralera:;somi;.!li:IIIO ai ;;onorocr hi ma,..; dilTercnziano da que,.ti per('hè piu piaoli. « Gl'inrlt'sti di •Juesti d'plol·occhi po,.ti nel ~acco congiunti· 'Dle dell'numo ru·udu~sero una congiuntivite follicolare gr<:· nulu~a dal cui sccH'LO ~i ottennero colture pure di tJuesti di(llococchi. «~elle nuore granulat.ioni s1 rioYcnuero ancora •Jilt>qi microt·J.!anlsflll, i quali perciò --ono ùa con,..iderar~i come la cau,a dt•( ll'U<'Olllll. )) • La nalurn intima para:.~it:1ria dcllu granulo~i. a parer mio: non t:u·dc..1 a.d e~!'ere da tuili acrellata, :-icuro che h stu•li hacteriolo;;ici intrapresi nnn l:nclerannv a mostrare rhinraJuente il minococco :-;pel'ilic·o. Ora t' natut·nle che coi tm•..jr·e~~i sulln pato~enia dei morbi. la ter:.peuttca deYe anche a" anlaggi«mene, indicaodoci appunto In l01·o nalnrn intimn rrualc debha esl!>crl la nuo'a " per comhatlerli. ~tanno


t 166 DEU, A CONGIUNTIVITE GRANULOSA Ecco perchè alle core precesse della granulosi oggi ne snbenLra una novella basata appunto sulla sua natura pat-assitarin. ;)Ji è duopo quindi parlare della cura in genere e di quel la al sublimato in ispecie. n trattamento della congiuntivite granulosa va diviso in profilallico ed in curativo. Quanto sia. importante il pt·imo, oggi che così chiaraappare la natura parassitaria contagiosa del morbo, sarebbe inutile anche accennarlo: e credo che da noi tutti si abbia il fermo convincimento come iu detLi mali la medicina preventiva debba sostituire la curativa siccome quella da cui puossi avere migliot·i t·isultali. La parte curatira è ,·aria secondo la forma clinica di essa. E cosi nell'acuta si è ricorso, qualora non vi siano complicazioni corneali gravi, alle causticazioni sia con colliri di nitrato d'argento o solfato di mme, sia con solu7.ioni d'acetato di piombo. i sono anche caustica te direttamente le g1·annlazioni, sia col solfato di rllme solido, o col lnpis di uilrato d'argento mitigato e ciò quando Yi è abbondante secrezione. Tnlemedicaturn, come ognuno di noi sa, dovrà sempre es· sere fatta rovesciando la palpebra superiore, e se adoprasi il nitrato d'argento in pi etra si dovrùtosto neutralizzare l'eccesso con una soluzione di cloruro di sodio. L'uso dell'àcetato di piombo da alcuni oculisti c ritenuto nocivo in ispecie quando esistono abrasioni corneali ove 11 il piombo deponendosi forma delle magllecllimic!J e, le quali poi srolgeranno ripetute cheratiti » (I. A. Fort) . Epperò se con un pennello imbevuto nell'acqua p111':l tosto si rimuoverà l'eccesso del caustico, non si arrit sicut·amente nulla a temere da tale medicazione. e esistono invece lesioni comeali gra' i, come la cheratite ulccrosa, si dovmnno sospendere i caustici c si dorrà ricor-


E DEL SUBLI)L\TO CORROSIVO XELLA CURA DI ESSA f l G/

rare alle ìstìllazioni di atropina, ma sempre con discemiruento, giacchè gli oculisti sono concordi sol fatto che la congim1tivc' infiammatq sopporta get1,eralmente as.~ai male questo alcaloide. Solto tale trauamento ordinariamente nella forma acuta c;j ha il riassorbimento delle granulazioni e quasi contemporaneamente la risoluziCine delle lesioni corneali che sì potrà in ogni caso afTr·ettare coll'uso della pomata al precipitato giallo. Nella for·ma cronica finora la cur·a è stata. posta nelle causlicazioni metodiche ora col lapis di solfato di rame, ora con quello di nitrato d'argento, secondo il grado di put·nlenza rhe s'accompagna alle granulazioni ed il grado d'irritazione ch e esse provocano. Se ulcere della cornea complicano le ~ranulazi oni, bisognerà ricorrere all'ins1illazi one d'atropina; se una perforazione è imminente, sarà utilissima la fasciatura compressi m. Sotto tale trattamento pos:5ono ~li ammalati migliorare; ma non di rado le granul azioni si mostrano rAslìe a questo migliornmento ed i caustici finiscono per perdere ogni azione non risvegliando che una reazione insignificante. Perciò in ogni tempo dai più in!(igni oculisti si è cercato di ritr·orare alt•·o metodo meglio adallo allo ~copo. sia modi ficando questo trat1amen lo delle causticazioni, sia sostituendone addil"iLLura un altro . Ed ecco alcuni proporre di al1 ernare le causticazioni con qua lche coll irio di sostanze astringenti, come borace, tannino, solfato di zinco: altri consigliano l'uso degli acidi diluiti, come acido nitrico, cromico. A tal punto si è arrivato alla cura della granulosi che da alcuni è stata tentata l'inoculazione del pus blenorragico, sosti tuendo così ad un proce:,so cronico ribelle un'ioliammazione acuta.


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DELLA CO'\GIUNTIVITE GRA."WLOSA

Si riferiscono dei successi che tale metodo conta nel Belgio, nell' ln~bilterra; ma dovras!'i convenire che non è ;;chr·o di pericoli per un'inlensa in{iammazione che può a,·ersi da tale inoculazione. In avvenire, forse. allorchè ·i potrà ben definire e modifi· «'a r·e l'intensità della vir·ulen4n di tale pus. vi si pw·it r~eor­ J'Ore rimuovendosi in tal modo il pericolo d'una' iolent a rea~ zione: ed è indubitahilo che gli studi spel'irnentali del Pasteur, sull'attenuazione del ' irus. dovranno sotto altri ponderati esami avere lar·ghe applicazioni nei di versi rami di medicina. che non nella semplice rabbia. '\ ~ mancano altri rlinici ancora pi it arditi che ricorrono a mezzi più mdicali e cr·uenti perc()mballere la granulo:;i. E co~i il dott. Yicherkievoz propone un metod(l di cura, consigliato dal dotL Kramsztyz, e rh e consiste nello schiacchunenlo for1.ato delle granulazion i (The Lancet, ·l t agosto 188ti}. Galezowski, Richel, escidono il oul di sacco conginnti\'ale, togl iendo così dei 'eri lembi di mucosa. per cui ne ri~ultano delle cic:.urici indelebili che spes-:o costituiscono uu'infermi!il realmente incurabile. na tale esposi1.ione rilerasi con fa.cilità come per la con;:iunti\'ite granulosa si siano sempre cercati nuo•i metodi, e la molteplicità dr questi e'indica appunto il loro poco "dure terapeutico. Ed a lale'riguardo somb1·ami opportuno che io parli delle lo1.ioui p;tlpebrali al suulimato r·ome quelle che sonò eapnt'Ì di wodilìt•are faYore' olmente il corso della mal atti n an rora M Ile furme ).!r:n i, ribelli ed im cterate, lozioni che lto esperim~n­ lnte ''antaggiosi~sirne in gl'nere ed in i~pecie w tl'un ca'o in cui l'arie a' e' a e:;aurito ogni mc1.zo. i~ un fatto indiscutihilc nella scienza che una terapia razio-


E DEL SUDLllL\TO CORROSIVO NELLA CURA Dt ESSA.

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naie ben fondata deve scaturire dalla conoscenza intima della natura del morbo cor:tJ'Ocui si applica. Era naturale quindi che, una volla accerto la la natnra parassitaria clelia congiunti' ite granulosa, ne venisse di conseguenza il tentativo di una cura antiparassitaria locale in detta infermità e la grande fiducia che in essa si dovesse ripone, visti i risultati prodigiosi avuti in altri morbi parassi lari in cui la porta d'ingresso del microbo era apparente e vi si poteva agire direuamente. Tra le sostanze antisettiche, cioè fra quelle che impediscono ogni decomposizione putrida e che distruggono le spore o i microbi che da questa si svolgono, primeggia certamente il sublimato cori'Osivo. Il Koch, mercè adatti esperimenti ,fu fra i primi a constatare come il sublimato debba considerarsi un antisettico potentissimo, anche adoperato a dose minima, senza che vi siano pe1· questo pericoli d'intossicazione. All'undecimo Congresso dei ch irurghi tedeschi nel ·1882, il clou. Kiimmel, d'Amburgo, riferiva come avesse avuto dei risultati migliori nella medicatura con la soluzione di snhlimato all'1 pe1· 1000 che col metodo di Li"ter. Lo Schede al Congre;:.so di Copena[.!hen nel l R8i- veniYa ancora a tali risultati. Il Bollini. professore di cl in ica chirurgica in Pavia, il Bruns, professore io Tubinga, e molti altri, hen prcslo si convinsero che l'antisepsi al snblimato fo..::~e molto superiore a qualunque altra, evitando sicuramente la piemia e la setticemia. Il pro f. Bruns, cb e usa in larga scala tale medicatnra , riferisce come« il sublimato non volatilizzi dagli oggetti di meòi<< cazione, non porti alcuna irritazione nè locale nè generale, « non produca febl,ri traumatiche, e nelle condizioni più sfa74


t l 'iO

DEUA CONGIUNTE\'J T& GRANULOS l

« vorevoli compia la guarigione delle ferite per prima inteo· c zione. 11 Ed al riguardo è utile accennare all'importantissima dispo· ~izione ultima pel cambio del materiale da me_ dicatura nei polli sanitari in guerra con altro p~rfeuamente antisettico al su· blimato. E cosi è risoluta quell'importante questione della cura an· tisellica delle ferite in campag na, sia in via provvisoria fra le file dei combattenti , che definitivamente nei posti di medi· catm·a. E qui pionancora ril'ordare come molti anni al"anti le os· serrazioni cliniche di Schede e di Bruns, prima ancorJ che si conoscesser·o le esperienze del Koch, nn giovnne uftìciale del nostro corpo, come ben dice il capitano medico ;;i g. O~ ibene. avera usato di tale medicatu r·a non ·olo negli ospedali, ma nelle Ambulanze, disinfellando con una soluzione acquosa nl 3 per l 000 d i ùeutocloruro di mercurio le fasre, le compresse e le filacciche. Trallasi del chiarissimo tenente colonnello medico Tosi ca,·. Federico, che da una sua nota pubblicata nel Giornale di lledicina llilitnre. anno 187:5. fa mallare che fin dal t 863 adopraYa la medica tura al subii malo e neconfesc:a i grandi vaotagE{i. Era naturale che il sublimato dopo sì splcndilli risultati avuti nella chirurgia dO\'esse anche cstender;;i nelle uranche speciali. E cosi vediamo tosto apparire l'uso del sublimato in ostetricia, ed il Farnier, al Conftrcs:;o di Londr·a dichiarare come nella sepLicemia puerperale le irrigazioni endo-uterine al su blimato fossero risultate eflicar is:'ime, tanto che dal giugno 18 ? in poi l'adoper:l\'a quasi esclusivamente alla :\laternitil dr Pari 17 i.


B DBL SUBL(][ATO CORROSlYO ~EI.I.A CITIU DI ESSA

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li Negri. il Chiara, il Tibone e il ~l orisani io I talia confermarono tali risultati. Pochi anni addietro il sublimato e perimentavasi nella branca oculislica e con risultati vanta~giosi come negli altri rami della scienza chirurgica. L'uso delle sostanze antisettiche per la cura delle congiuntiviti rimonta solo a JX>Chi anni addietro e Yennero adoperate le lavature con n~:qua fenicata al5 per 1000. Fu allora osservato come queste riuscissero di grande sollievo all'ammalato. modificando i sintomi infiammatori. , ull'azione antiseuica del sublimato nelle affezioni oculari, abbtamo per primo gli esperimenti dei dott. SchmidL-Rimpler de Marbourg ( Recueil d·Optltalmologir, gennaio 18 6). L'autore inoculan sulla cornea il pus di alcuni catarri con· giuntivali, il quale pus era· stato messo avanti in contatto con diverse soluzioni an Liselliche . Il c:ublimnto superara otmi altra !òOstanza e bastava una 4\0 fuzione acquosa all' l per i)OOO perch•; tale sostanza neutralizzasse le proprietà infellive del pus, pun:hè ti contatto di questo con la .;oluzione durasse da 3- 1O minuti. Da qufu.ti e~perimenti st p:1.s~ò Lo,Lo all'applicazione pralic:l della cura delle congiunti,•iti col sublimnto; ed una bella proya. dc! valore terapeutico di Lnle cura l'abbiamo in una pubblicazione del doLt. Delow negli A.,mnle.f d'otu,listìqtte novembr~ e dirembre 1885. L'autore espone 65 casi tli congiuntiviti così distinLi: 26 avevano la forma catarrale semplice, t 9 avevano la forma puslolo54, 1 la diflcricn, :2 In Llcnorragica e 16 la gm nulo~a.

In Lutti questi casi e~li ha adoperalo le polverizzazioni al ~ublimoto ( l per zOOO). T'ratica queste polverizzaziODI da 2-8


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DELLA CO~GIUXTlVITE GRANULOSA

Yolte nella giornata e per la durata di mezzo minuto, seconde. la quantità e la qualità della secrezione. Nella polverizzazione le palpebre devono esser·e rovesciate successivamente e polveribzate separatamente. Il dott. Del ow, seguendo questa pratica, dai risultati avuti è venuto alle seguenti conclusioni (Giornale Jledicotlel R.0 Esercito e della R .• .'llarina, giugno 1886): l o Sotlo l'azione d'una soluzione di sublimatl) ( l per2000) in polverizzazioni, tanto nelle congiuntiviti acute, quanto nelle croniche, la secrezione congiuntivale diminuisce rapidamente e finisce per scomparire nello stesso tempo che l'iperemia va scemando più lentamente nelle forme croniche ma però più rapidamente che soLto l'influenza d'una soluzione di nitrato d'argento. 2° Le Jlillene semplici scompaiono più rapidamente cbe coll'uso del calomelano. 3" .Nel tr·acoma complicalo da un'infiammazione acuta o cronica si osserYa, oltre la diminuzione od anche scomparsa dell'iperemia, una diminuzione nelle quantità delle granulazioni follicolnri. 4.0 In tulli i casi di congiuntivite acuta, quando il nitrato d'argento è controindicato, in luogo del ft·eddo e delle sourazioni sanguigne, è mestieri adoperare soluzioni deboli di sublimato, polrerizzaziooi o lozioni con una siringa. Questo modo di cura può apportare una guarigione io poco tempo, quando il nitrato d'argento non può essere adoperato. 5° Nelle congiuntivi ti croniche, come nella blenorragica al suo secondo periodo, il trattamè11to misto col nitrato d'ar· gento e col ::uùli mato, dà migliori ri~ultati cbe il trallameoto col nitrato d'argento. 6• L'uso di una soluzione debole di subllmato solto forma


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di polverizzazione. come mezzo profilallico contro le congiuntiviti blenorragiche dei neonati, da buoni risultati. E dopo il Below molti altri clinici hanno esperimentato la medicatura degli occhi al snblimato nelle varie affezioni, e l'illustre ChibreL (Annales d'oculistiqut, genn. e febbr.1886) , pal'lando dell'infezione dell'occhio e della sua cura, ebbe a dire come quando si pr·esenta un'infezione dell'occhio in seguito ad un'operazione, malgrado ogni precauzione, si trova nelle iniezioni intet·stiziali di subhlimalo all'1 per 2000 un trattamento eroico della suppurazione. Ora quale è in ispecie l'azione Let·apeutica di tali lozioni al subii malo nella congiunti>ite granulosa~ Quale è il loro modo di agire 't Esse agiscono differentemente secondo lo stato della malattia e secondo lo stadio della sua evoluzione. Sappiamo in vero che la granulosi può manifestarsi sotto due forme distinte, cioè allo stato acuto ed allo stato cronico, e che l'esame istologico delle granulazioni rivela una strullura hen differente seconòo la loro fase d'evoluzione. E cosi se la loro origine è recente, gli elementi cellulari sono numet·osissimi tali che costituiscono quasi esclusivamente il piccolo tumore, mentre il C(JnneLLivo intercel!ulare fa quasi completa.menle difeuo. A.d un periodo più avanzato invece quello cb e predomina è l'elemento connetti~ale che sempre più va accrescendosi a spese del cellulare. in modo che alla fine questo sparisce totalmente e si ha la completa trasformazione delle granulazioni in un tessuto fibroso, cic.atriziale . Ora nella forma. acuta si ha un forte rossore con iniezione e tumefazione della mucosa, alla cui superficie tosto si rileva l'e· lemento caralleristico, le granulazioni cioè grigiastre o giallastre semi-trasparenti. I tessuti soggiacenti ben presto s'infiltmno e si tumefanno e


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DELLA CO~GIUNTIVITE GRANULOSA

la secrezione della mucosa, notevolmente aumentata dall'aspello muco-purulento può rivestire addirillura il carattere esclusivo purulento. L'esame islologico delle granulazioni a tale epoca ci rivela nn ammasso di cellule linfatiche con scarsissimo tessuto connettivale intercellulare, e solo alla base confondentisi eoo quello dello stroma della mucosa. È a tale periodo che il eonLenuto delle granulazioni è contagiosissimo, racchiudend() queste numerosi diplococchi. Ora. in queste circostanze ho potuto convincermi dell'azione benefica efficace di taìi lozi oni al sublimato, arrestando é:;se in poco tempo il rapido progredir·e del morbo, facendo smettere la sua tendenza a perpetuarsi e passare allo stato cronico. In questi casi l'azione del sublimato è doppia, agendo come leggero antiflogistico e come pnrassiticida per eccellenza . Si sa infatti dalla terapeurica come la soluzione&! subii malo restringa i vasi iperemici della mucosa, con la quale viene io contatto immediato, e quindi ne diminuisca la Oogosi; l'effetto parassiticida poi è dato dal suo car·attere velenosissimo. Per· tale doppia azione le lozioni al sublimato nella cura della granul osi acuta ne modificano tosto il corso: l'infiammazione diminuisce scemando gradatamente il rossore, la tumefazione; le granulazioni si riassorbono, suLendo l'ammasso cellulare la degenerazione grassa a cominciare dalla periferia; l'elemento parassitario, i diplococchi, vengono distrulli e la mucosa ripigli a tosto il suo carallere normale. A tale punto mi è d'uopo accennare a cena intollerabilità che pron qualche infermo per que:1te lozioni. In dette circostanze si dovranno usare delle soluzioni di subii malo mollo diluite. ricorrendo 'tosto alle bagnature ghiacciate ed instillando alla sera qualche goccia di collit'io al ni-


E DEr.. SUBLIMATO CORROSIVO NELT.A CURA DI ESSA

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trato d'argento anziché r ipetere la lozione. Ciò ancora dovrassi osservare quando coesistono delle complicazioni corneali. Pertanto siffatta forma acuta combattuta in tale modo si mostra assai più proclive alla guarigione della forma cronica ove all'ammasso cellulare delle~ranulazioni viene a sostituirsi il tessuto connettivale intercellulate a spese degli elementi cellulari . Ed invero ognuno di noi sa come questa forma sia abbastanza notevole per la tendenza che ha il prOèesso morboso ad invadere la congiuntiva bulbare, la cornea e Lutto lo spessore delle parti molLi delle palpebre, per il lentissimo decorso e pertma resistenza tenace ai vari traLtamenti. Le lozioni al sublimaLo in detti casi agiscono aMora in doppio modo, per la loro azione caustica sulla mucosa e per la loro azione parassiticida spiccatissima. Le lozioni al sublimato neli a congiuntivite granulosa cronica servono quindi: l"' Come irl'itante locale allo scopo di destare un'utile reazione flogistica che dovrà affrettare la metamorfosi delle granulazioni; 2° Come parassiticida energico. A La l uopo bisognerà adoprare soluzioni più forti all' l per 2000. Tali lozioni ho potuto convincermi essere ancora effitaci in que:)ta forma cronica, ove nei primi giorni sono seguite da fenomeni lievi congestivi, mentre il tessuto di granulazione afft·etta a metamorfizzarsi prendendo una strutlura fibrosa cicatriziale. Se si nota intolleranza a tali lozioni , anzichè ripeterle nella giornata, si alternano con l'instillazione di q·ualthe goccia di collirio di nitr.ato d'argento. Senza più oltre dilungarmi su tale argomento stimo oppor-


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DELLA CO~GlU~TlVlTE GR.-L~ULOS A

tono passare tosto alla narrazione del caso clinico di c.ui ho fallo cenno, caso aubaslanza islrullivo riguardando una lesione grave, inveterata e •·i belle da vari mesi ad ogni sorta di cura, esperimentaLa dapprima in ques'ospeda!l~ e poscia in Sampolo. L'allievo sergente )facaluso Francesco, del 5-0° reg)!imento fanteria, della classe di leYa 1867, di mediocre rostiluzione fì::;icu, di temperamento venoso, con ahito morboso tendente allo scrofoloso, riferiva d'aver goduto sempre ottima salu1e ad eccezione di qualche febbre di poca. entità; e ~o lo dopo dae mesi circa dall'arruolamento, senza una causa seriamente apprezzabile, ammalnvasi per congiuntivite all'occhio sinistro, per cui il giorno 2 1 febbraio ,·eniva inviato in cura in questo spedale, ove stava tre mesi circa, rioYiandosi il 6 giugno alla com alescenza di ampolo. Appena arrivava all'ospedale polevasi riscontrare la forma acuta d'una forte con~-;iuntivite, notandosi fenomeni catarrali flogistici intensi. Dopo qualche giorno non si tardò a riscontrare la forma ~ra­ nulosa di tale congiuntiYite, giaccl}è rovesciando la palpebra si vide la superficie di es~a non più liscia, ma sparsa di pic('ole granulazioni d'aspetto grigiastro. L'infetmo lagna' a~i di forte bruciore e di fotofobia. Bcntosto tale lesione si venne a complicare ad alterazione corneale sotto forma d'olcerazione nel suo terzo superiore, ed i sopnt notati sintomi aumentarono notevolmente d'intensità, sopravvenendo dolori così fieri che mette,-ano alla disperazione il povero infermo. Con ogni energia si cercava allora ·woderare tali sintomi infiammatori, ricorrendosi alle solll'll.zioni saogutgne loc-uli ' mercè l'applicazione di sanguisughe alle tempia, alle bagnature ghiacciate, ed all'inslillazione di qualcl1e goccia di atropina, avendosi sempre presente c_ome tale complicazione co-


E DEL SUBLIXATO COli ROSI VO NELL.-\ CURA DI ESSA

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stituisca sempre un fatto abbastanza grave e dal quale alle volte si hanno effetti assai funesti per l'intiltramento degli strati profondi corneali che ulcerandosi producono naturalmente la perforazione dell'occhio e la cecità completa. Dopo tre mesi circa di cura in questo spedale. nel cui tempo era trascorso il periodo acuto, non avendo il male alcuna tendenza a migliorare. ed anzi verificandosi un notevole deterioramento nelle condizioni generali dell'infermo, si decise inviarlo aUa convalescenza di Sampolo, Lenendo presente quanta benefica influenza eseFciti sulla congiuntiva il cangiamento d'aria in un luogo salubre, accompagnalo da un regime Ionico e ricostituente e come sia un pt·ezioso ausiliario del trattamento curativo locale. Ecco ciò che risultava al mio primo esame: individuo notevolmente deperito con segni di profonda oligoeroia. La palpebra superiore sinistra alquanto Luroefatta e cascante sul globo oculare; la superficie della muco::a palpebra le si IDI)strava inspessita e dappertutto infiltrata di granulazioni 'oluminose; i fenomeni rcaltiri flogistici alquanto marcati. La cornea era d'aspetto non più liscia ma rugosa, leggermente opacata, e sul segmento supeeiore riscontravasi una perd ita lli sostanza non bene circoscritta ed inletessanle gli strati superficiali di essa. Dei vasi sanguigni tortuosi si mostravano sulla sclerotica che si a.Yanzarano sulla supediciecorneale andando fino all'uJcerazione. L'iride presenta,·asi normale e non era possibile riscontrat'\'i alcuna ade1·enza paLologica. Quale ne fu il deco1·so? Nei primi giorni il soldato )l ac~tluso migliorava sensibi lmente tanto del suo male Jocale, quanto del suo stato generale e ciò sotto una cura tonica ricostituento e con la medicatura alternata al solfato di rame ed al nitrato d'argento con l'instil-


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DELLA CONGIU:'iTIVITB GRA~ULOSA

!azione ogni due o tre giorni d'una gl)ccia di soluzione d'atropina. Yerifieavasi in tal modo tale miglioramento che sembrava volesse il pr-ocesso mor-boso risolversi con il rinssorbimento dell'io filtrato granuloso. Ma non fu che una vana speranza; eJ infatti una ricaduta ed e~acerbazione del male non tardo a manifestarsi senza ancora una causa atJparente apprezzabile. Sui primi giorni di luglio l'infermo moslrrwasi alla visita • maLtinale alquanto abbattulo ed avvisan mi come a' esse passato assai male tulta la notte con for·te bruciorc all'occhio sinistro, come se vi fosse stato un corpo estraneo; il quale bru· ciore, di nulla al giorno scemato, non gli permette\'a di potere aprire quell'occhio. Esa:ninatolo immediatamente, os ·ervavo ambedue le palpebre, ed in ispecie la superiore, alquanto Lumefatla; una secrezione purulenta, ma scarsa, usciva fuori dai margini palpebrali. Rovesciata la palpebra superiore per la tumefazione della medesima, difficilmente riusciva a mettere allo scoperto il cul di sacco congiuntivale, oYe notava deposi~ati dei fiorchi di mucopus; la superficie della mucosa era fortemente arros:'ita e le sue papille ingrossate si con fondevano con le vere granulazioni assai numerose. La eongiuntirite hulbare era ancora tumefalla ed iniettata; or.cupara in parte il campo corn eale, che presenttnasi mollo opacato con vasi sanguigni tortuosi beo designnti che si perdevano nell'ulcerazione. · Il fatto era abbastanza gr·:l\'6 per la complica.zionc corneale giacchè per tale infiltrazione del tes~uto corneale potc\ a ,·enirne uon vasta perdita di so,tanxa e la roYina dell'organo, non tralasciando ancora di considerare la possihiliti• di una diffusione del processo flogi!>tico all'iride; complicazione di


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E DEL SUBLIMATO CORROSIVO '\ELLA CCR.\ DI ESSA

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cui era allora difficile rendersi ~onlo per la diflìcoltà. d'esplorazione attraver~o la cornea totalmente opacata. In tale stato di cose, mi atloperai senza indugio a mitigare questi fenomeni irrito.tivi si intensi. Praticai quindi su tutta la coogiunlÌ \'a tar<~ale delle scnrificazioni raschiando ne la superficie e lasciando dalle ferite sgorgare un po' di sangue; inslillai quindi qualche goccia d'una soluzione d'atropina; applicai una fasciatura leggermente compressiva e pre~crissi le bagnnture continue ghiar.ciate sull'occhio. Internamente prescrissi un pur~alivo drastico, ed ordinai la dieta con soli due brodi. )l iglioratoalquanto con tale trauamento, ripiglivn dopo alcuni giorni le causticazioni ad intervallo ed accompagnate all'instillazione di qualche goccia di atropina. Epperò dopo qualche settimana, altra ricaduta, altra esacerbazione, che continuarono aocorn per parecchi mesi ad alternarsi con qualche periodo di miglioramt'nto passeggiero. Oramai ogni esperimento era stato tenlàlo, e la persi;;tenza tenace del male dove\':J. un giorno o l'altr·o condurci alla per· dita dell'or·gano. Tale era il mio concetto e di quanti ebbero in quello stato a vederlo. Il signor direttore Giorgini caY. Maueo, che tanto erasi interessato di tale ammalalo, nvevami dr gia avanti manifestato questa sua opinione: ed irn ero l'infiltrazione drfTusa delle granulazioni, l'iospessimento della mucosa e dei tessuti souostanti, l'opacamenlo quasi completo della cornaa, J'ulcerazione di essa al suo terzo superior·e. l'essersi tuLLi questi falli morbosi mostrati ribelli ai vari mezzi di cura fin allora adoperati, non lnsciavano alcuna speranza. ~on erami inTero e·perimentati i mezzi cruenti della cura del tracoma, quali lo ~chiacciamento delle granulazioni, l'escissione del cui di sacco della COD)liuntiva; ma i falli d'una


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DELLA CONGIUNTIVITE GR.-\NULOSA

forte infiammazione quasi perenni ci vietavano evidentemente da un tale procedere, non volendo tenere conto che, malgmdo quakbe successo, tali metodi mancano ancora di risuiLali pratici ben definiti oltre alle cicatrici indelebili postume all'escissione del sacco o che possono da per loro costituire una grave infermità. Epper·ò l'infermo soffriva immensamente: trascorreva la notte in veglin; ogni cibo gli tornava sgradevole; notevolmente deperiva e q11asi ani ivedem, come più 'o lte ebbe a dirmi, di non poter sopnt\'Yivere a tali peue. , Tale stato si disperato, suscitara in me una profonda commiserazione, mentre mi >cdevo impossibililnto a levare da tali sofferenze l'infelice ~-tiovanc . Fu in tali condizioni che intrapresi la cura con lozioni al Sllblimato corrosivo all' l per 5000, ripetute due volle al giomo, non tralasciando però d'instillare, dopo tale lavaggio antisettico,delle goccie di nitrato d'argento alternate ogni ~-3 giomi con qualche goccia d'atropina. D'allor·a in poi l'infermo cominciò miracolosamente, quasi direi, a migliorare e in modo defioiti>o. non.vedficaodosi piu alcuna riacutizzazione del male; i sintomi irritativi gradatamentes'andarono dileguando di pari passo colla soluzione del · l'inftltrato tracomatoso o della alterazione secondaria della comea. Oopo tr·e mesi circa di tale cura infatti. notavasi q11asi nor· male la palpebra superiore, eccettuato un leggiero grado di ptosi; la superficie della mucosa mostravasi un po' inspe~~ila, d'aspetto pallido e con qualche trallo -biancastro cicatriziale: ma nulla che facesse sospellare ancora qualche infiltrato di granulazione; la cornea era poi liscia, t1·a~parente e solo nel terzo superiore esisteva una piccola macchia cicatriziale semi-


E DEL SUBLIYA.TO CORROSIVO N~LLA. CÙRA Dl ESSA

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trasparente, che lru;;ciava libero il campo pupillare per cui la visione era quasi integra. Nessun altro postumo osservavasi; non retrazione deUe car· tilagini tarsali, non restriog1menlo del cui di sacco congiun· tivale, non aderenze patologiche. A tale miglioramento ac-compagnavasi una ricostiLuzione dello stato generale, per cui poteva il giorno 20 febbraio mettersi in uscita il predetto soldato in buono stato, nè finora l& condizioni di quel giovane si sono per nulla mutate. Ho voluto rifetire questo caso come quello più adatto a mostrare l'azione energica di tale cura; ma non voglio tralasciare di dire che in tulli i casi nei quali ho adoperato le lozioni al sublimato ho avuto sempre dei risultati meravigliosi. E non solo nella congiuntivite gr·anulosa, ma a11cora nella forma calarrale ed erpetica, in cui ho potuto convincermi come la guarigione si dovesse esclusivamente al nuovo metodo di cura al sublimato, mentre sotto i processi comuni di già esperimentati da vari mesi, ogni tentativo era rimasto inefficace. Questi fatti non possono che confermare quanto sopra ho detto circa la natura pàrassilaria della granulosi e circa l'azio11e antisettica del suhlimato esperimentata dal Kock. Tale metodo merita quindi la fiducia dei pratici, sicuro che ai notevoli vantaggi provenienti finora dal suo uso, si possa in seguito enumerarne altri più importanti.


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ILLUSTRAZIONE DI ON CASO Ili

ANCHILOSTOMA DUODENALE Letta neUa conrerenu sclentillca ueU'o~)'lellalo mllì!Me dl Gaeta Il i6 m&gli!IO J887

dal dott, Aad~a

•••i•,sottotenente medico di complemento.

Riferisco la presente stor ia clinica da me raccolta nell'ospedale militare di Firenze, t• reparto medicina, che credo meriti qualche cons iderazione tenuto conto della poca frequenza di tale malallia nei militari, del suo predomtnio in i11peciali regioni d' Ila ha, e della sua iufluenza nel determinare quel· l'anemia che cimici illusLri bonno discussa e t-er iamenle op· pugnala. Senatori Giacomo, di a nni 2:!, di mestiere giardiniere, ba i genitori e fralelli viventi e "ani. Fiorentino di nascita non si allontanò dalla sua patria, e tino all'età di 2J anni non ba soffer lo mala~lie d' impot'lanza. Nel novembr~ 1885 entrò in milizia e fu in~ialo a Lecce. Trascorsi tlue mesi di '•ila mihtare cominciò a darsi spesso ammalaLo per disappetenza,ceralalgia, dolore a ll'e(-ligaslrio. Tali sotTerr•nze che si mt t~,ravano col ripol'o, non tardarono ad esacet•barsi net pertOdJ di lavoro. Le sue funz ioni intestinali erano di~ordinale alter naoùosi la diar· rea colla slilichezza. Durò un mese m questo , tato allorchè vedendosi sempre piu pallido, e deboli\ e soggetlo a rrequenu verti~ini, ricoverò nell"infermPria reggimentale, dovP dalla sommini<>trazione dei purganlt r isénll passeg~tt!ro mi!l"liora· mento. Non ebbe mai febbre. Ben presto però ricomparvero i disordini gastro-enterici.


n.LUSTR.\ZIONE DI L:'i CASO, &CC.

f. l

11 83

et.! allora nella speranza che l'aria marina rialzasse le sue forze e regolasse le funzioni intE'"lmali, andò in distaccamento a Gallipoli. Malgrado il <'ambiamenlo di clima, e le cure ricostituenti egli peggiorava sempre più fino a che ve· dando aumentats la debolez28. ot·ganica, pallide le mucose apparenti, gonfie le guancia e i ptedi, continui i dolori addominali, ricorrente a ogni srorzo l'afl'anoo, ottenne una licenza straordinaria di 60 giorni. Affidalo in que~to tempo ane cure tli un dotto medico flo· r~ntino, nonoslante la terapia tonico- ricostituente e la dieta azotata 'eseguita con rara diligenza, l'infermo rion rio;enU alcuna migliori&, che, anzi peggiorando le sue condiziont sanitario, e ntrava nell'ospedale u:uliLat'e di Firenze nell'ago::~to del passato a nno. L'esame obieUivo faceva notare : Individuo di r egolare sviluppo scheletrico, con pannicolo edtposo abbondante, e muscolalut'a flaccida. Mucose apparPnli pallidissime, cereo il colot·ito della cute; nella congiun tive oculo- palpobrali una sutfusJone bluastra; volto tumido, ed in cor·rispondenza delle gote coloraziOne giallo- scura ; la fic;ooomia dinotava apatia e stanchezza. Nessun edema oi piedi. Negativo l' e::>ame semiologico dell'apparato respira torio; quello dell'apparecchio cardio-vascolare, all'infuori di un ru· more di trottola sul bulbo delle giugulari, e di un sofflo sistolico su tulli i focolai, non presentava altro di anormale; polso piccolo, depressibile, 00 o t'. Fegalo, milza e stomaco nei limi li fisiologici; nessuna ipertrotìa nelle glandole l m fa· liebe accessibili alla palpozione. Sintomi sulliettloi e fun;;ionalc . - Uolore qua«i continuo all'epigastl'io, inappetenza; dispepi~ia, diarrea allernanlesi con sltticbezza, dolenlia al capo. L'infer·mo sentiva le sue forze immensamente df!'hililate, lamenlovasi di un notevole affanno nel cammino e negli sforzi della persona; e della ricorr·enza facile di una forma di \'erligme specie nPlla posiziono verticale. Esame dell'urina. - QuantilA normale ; reazione acida;


llLUSTRAZlONE DI U~ CASO

nessuna traccia di albumina. zucchero od altro pigmento patologico. Per ragioni inclipendenli dalla mia volonta non fu possibile praticare un esame diligente del sangue; l'analisi grossolana facava rilevare: sangue di colorito mollo più chiaro dell'ordinario, tenue, emoglobina scarsissima, leucocili abbondanti, globuli rossi molto pallidi che facilmente si sformavnno e difficilmente si disponevano in pile. L'idea carezzata dalla menta nell'esaminare questo infermo fu che si a'•esse un'alleraziooe reoale; resistenza di edemi nei primorcli della malollia, la tumefazione per·sistente del volto, rendevano p••obabile questa diagnosi, spiegandosi benissimo il pallor e della cute, essendosi con una jnflammazione cronica dei reni delerminala un' ipoalbuminosi morbosa del sangue, alla quale piu oltre, scemando sempre più la nutrizione, si sarebbe collegala un'oligoemia (lmmc•·mann). P erò l'esame dell'urina pt·aticalo più volle con risultaLo sempr·e negativo a rigua!'do di albumina, di cilindri granulosi o ialini fece smettere questa definizione del male e ricercarne un'altra. Le condizioni fisiche e funzionali degli organi essendo saniss•me, a spiegare la sintomalologiu del nostro inf~:rmo si posero avanti tre diagnosi: l'anemia perniciosa proores.~iDa; la levcemia nelle sue diverse forme an!llomiche, e r oli·

uoemia. A favore dell'anemia perniciosa progressiva parlavano: l'età giovane dell'infermo, il dimagrimento non eccessivo, l' inerticacia delle cure tonico-ricoslituenti. P erò si poteva obiett.are che Lale malaLlia é più frequente nelle d('lnne specialmente incinte; che la sua durala è di 4-5 mesi; che si accompagna a febbre alta eJ a frequenti eroorr·agie. Dippiù nella maggioranza dei casi esattamente esaminali, meno in un caso eli P omfik in cui v'era Jeucocitoi'i relativa evjdenlissima, non si è. trovato alterato il rapporto numerico lra corpuscoli rossi e bianchi (Gussarow, Bier'mer, Immermaon) (1). Conlro la leucemia e pseudoleucemia deponeva la apiressia (Il Zt&liS&Sii, vol. Xlii, part& J, pa.g. liU.


DI A~CIJ I LOSTQ liA DUODENALt:

Il ~5

,Jpll'mfermo. la mancanza d'emorr(lgie, di tumor P !>plenicn, la nP..suna iperlro!la delle ~landolo liofnliebc e ùel midollo delle ossa; dippiti All'esame dd sangue i lcu«<cili el'tmo abllondonti. ma non tali da l'SgffiUn!.rere la ctfra della ror·ma Jeucl!rniea in cui il rappor·to ri~pello ai l"Oi!l'i che nei Iuuiti !biologici l'l di L {QO scenù~> o 1.20-1.111 ed anrJw più. La diagnosi di oligoemia fu 'tuella che ~· impo"e; ma era dess& idiupatiC'a o l>IOlornal.c·a? E--sendo<:i clelenninnla cluranlt> il tempo rlel ~"rvizio militAre face\fa e:;cludl!r e il du!Jbto fosso La stes!"n in dipendenza di alim~:nlazione insufllciente, 1i')i ·lw s' i sintomi di anemia debhono s"jluppar«i ron <lpectnlo focthla pr•euùeuJo un cibo povero tl t albumina e c.1ei ~ali wor:!anid (Liebt.:) cs'a ::~i :wt·c!Jl.oc depl•·ral.n nella ma.;gioranzn dei soldati: d'o !tra _pArli' t' t'Ì"&pulo che la l'azione tl~l ~otdalo non è inft>riore alle e!o>igem.:P llstolo,;tche (l) Xon h·nttavasi <ii anc11<;a t r opicale determinata dn clima r.ald11, poicbè se t\ noto e slabillla l'iu1luenza aoemizzaolo di un gradr, notevole a dutaluro dt~.:.alore, l!t)O era tal otomt·flto t•liologico da mvocar;.i nel nostro ammalalo, il qualu ave' a dimo1·ato in r·eJ:tioni temperate. E\i.l~nlPmertle t>ra una oligoP.mia <:intomati<'A non f'"rc) le!!aln 8 prolungaiP !;UjlpUl'llZiOnÌ. n è Il frequenli PffiOI'NI!::lP: sicd.e l'eholo~ia :-.ruggn·a nll'acume della critica. ~t· li' tn tento nou fos,..e ~tuta lu ùislrufìa ,..angutgnu dipendellle da pre~enM di para,siti. ~i ricor::c-e all'esame micr·o~coptco quasi con ~fiducia, perclll' la quulilo prest•ntu dell'ID· clividuo, ti su., ml'~liet i3 di giartliniN·~ nel pa::~<oat.o, la sua resirlenzn nel reitlro e poi nelln porte meritliona!P. •l'Italia rler or:evano contro unn !"iffulla •lia~uosi. L't'"anu ddle feC'i 11 osll·Ava ollrP sroccc di zrusso, cellule pavwtentose colorate m wrde dalla bile, llbt·o vegetali, t Hl Il .\iol~~rboH nell:t razi•1n~ ::ril!rnalirrn d~ll'uomo stllL,Jii~r.l\ la rirra de:::li :Ùlo!lllÙIIOidi tla II<H3il !=r.I..' l ~: ldr•ll d.l eu: 10< l_ l· ...Ji 3(1.- (P \L.lDI~O. - /,11/u ziorl~ di F'idOloJ!]tca. pag. ~77. Ora nella nalunt: ,;Iornaller:s :>1 Ila· alt..umlnoll.ii 1:!3,9; gm-1 ~.~: :~ml­ hreJ 5~7. Sicthe la •ruantlta. MI prinelpii nulriU\, nella rnl .ne di •u.vnl;;iooco, mpondcnt~ nl l;noro moderato, soddisfrl lo rlchiestll s:icntl!lchc.

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lLLUSTRAZIO:\.E DI UN' CASO

crist.a!li di Charcot uooa di anchilostomi trasparenti, a superficie liscia col tuorlo diviso in 3-.i cellule. Il mic1·oscopio, dissipando ogni dubbio, metteva in piena luce la diagnosi di anchilostomo- anemia. Accertata la diugnosi, auli vr>Juta me1·cè le uova di aochi· losloma, se ne voleva una prova anche pitt eloquente ; o coltivando le uova perché schiudessero il verme, oppure esaminando diligentemente le feci Ono a tr·ovare l'1mguillula intesliuale. Sapeodosi che la concentrazione e diluzione delle ft!ci (l) come pure la lemperatut·a del canale digerente si opponga allo sviluppo delle uova, s i diluirono convenientemente i prodotti esrrementizii, e si ec:poset·o Al sole a fin di !';Olloporli arl una lempet·atura di 2Q-- 25", cho> non poteva~i allrimenti ottenere per mancanza di mezzi scientifici, e cosi !';tudiare 1' ulteriore Stlgmentazione delle uova fino allo s~.:hiuJere Jella ll!I'Vi:l,

L'osservazione rnicroscv!JI<"S ulleriot·e moslr11va il tuorlo giunto al!o ~. la to di morula, mtJ lo sviluppo lat'\'flle non si ri'<contri• moi. Fallita, direi, la coltivazione delle uo>a si ripre"ero con maggior dllij:tenza le indagmi sulle deiezioni, le IJuali. perché dure, velli vano stemperate con conveniente quaotilit di acqua fìllrale geo.:;solanamente su ùcli'or~anti~o. posda il liquido si esaminava al microscopio, dove t'i r·isconlravono sempre le uova e i t'e!';idui filtrati si e!'aminAvano diligentf' mente per accertare la presenza dell'ehninto. Yedendo che l'eliminazione spontanea dello anchilostoma non avvenha si r Jcot·se agli anlielmtntict. Gna lettet·a del Perrom·.ito fa\'orìtami con rara :!~nltlezza dlll n•a~g1ore medico Falcone, gui,]ò la cura. Il Rommo elmintolo,!!o pt•e::;crive: l'estrattn eteren òi felre • ma«chio, cho ha consi!>len za ;-;ciroprosa, color ito verJe. (l) PERRO'iCITO. - o,serva;;;iollt elnHitlotgicJ.e relntitJt ati" nwt,/1111 tndt· miCa ~riluppnla&t n•gli operai àtl Golt•trdo.- (.J,caàe>lli•• <V• l !ncti. anno

t8i9-80). . l pat·amll à•l corpo uman.o, pag. 313.

BtzzozzEnO, - .lfa!lual.e di mirroscopia clinico, pag. l:t3


DI ANCHiLOSTOMA DUODESAI.E

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c non l'olio etereo di consistenza liquida, di colorito rosso • perchP questo si digerisce nello stomaco, e solo poca c parte passa nell'intestino, al contrario del primo. La dieta • alla vigilia della sommjnislrazione del fat·maco dev'essere • carnea, la sera si dà una tazza d'assenzio (100 grammi) c con 20-25 grammi di solfato di magnesia per sbarazzare -« r iutestino dalle materie che l'ingombrano. AL malti no « 15-20 grammi J'eslralto in 1 o 2 volle a brevissimo intere vallo "-eguito da 30 gr•ammi di olio di ricino. « Si fa mangiare asciutto per evitare il vomito. • L'estratto etereo provocò un forte abbattimento all'infermo, -che si dovè eccitare con iniezioni di ete•·e, elixir di china, né nelle feci si Lrovò anguillula alcuna. Una seconùa propinazione praticato ll·e giorni dopo produsse gl' istessi in-con\·enienli ed allrellanle deluc::ioni Si riror~e allora al timolo raccoman,lato dal Bozzolo (f) alla dose fli 6 grammi in tre -cartine, e si ritrovò nelle deiezioni !"anchilostoma duodenale ben caratterizzato tla. vermiccialtoli cur·vi, lunghi quasi un centimetro, bianchi nella rnl:lS!:iima parte di loro estensione con una e»tremilà l.lruna e ro~sastra. A vie meglio accertarne l'iJenlila si esaminarono ol mieroscopio che confermò trattarsi òi onchilostomn, poiché i vermiccialtoli pre!'entavano ne!ln forma a struttura i caratteri riferiti dal Perroncilo e dal Bizzozzero. Però oltre delle an,~uillule e di un lricocrphalus dispar si notavano dei vermiccialloli luughi un millimeko, con strie nera su rondo l:ianco con una ec::lrem ilà boccale p1ù piccola ~ nera, colla cautfeld pii.! grande. Hotli nel mezzo si svolgeva <lall' interno come un filo di seta (intestino 1) :\lessi nell'acqua ~ r•iveduti dopo 2-1- ore si trovavano deliA lunghezza di un centimetro con inalterati movHnenti vermifo1·mi. Non si sapeva decifrare la specie del verme tanto pii.! che nel libro <lel Perroncilo non si lrovaYa nè rl isegno, né parola alcuna. La grntilezza del prof. Marchi, disse essere larve di mosca, da lui r-iscontt·ote in una donno tJfl'ella do coliche intestinali,

Ul Boz?.OLo. dali, anoo t882).

Virtù nuove di un rimedio nuovo. - Gazzella deqli Ospe--


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ILLUSTRAZIONE DI UN CASO

e che il Bondani aveva determinalo l'animale perfetto col n_ome di Homalomya prostr ata (1). Ad una seconda somm inislrazione di timolo altre anguiLlule uscirono comnùste cogli escr ementi, poscìa scompar· vero nelle deiezioni successive, nè traccia di uova potè rinvenirsi al microscopio. L'ammalalo non si t'iebbe all'istante della grave anemia, r isenliva sempre le stesse sofferenze, finché- usciva dal repar·lo con un anno di licenza di convalescenza. Alla corle!!ìa del tenente NodaJ•i debbo la lieta notizia che l' infermo passeggia le vie di F irenze in condizioni di salute molto migliori, malgrado non avesse fallo alcuna cura corroborante. IL

A chi tiene dietro alla frequenza delle malattie nei militari, non i sfuggirà l'importanza della presente osservazione, poi· ché ad eccezione di un caso descritto !la! Rho (2) in pel'sona di un marinaro messinese, non si ha nella lettera tura medica militare osservazione alcuna d~lla malattia in esame. Il maggiore medico Falcone, in una comunicazione orale affermava aver cm·ato e con suecesso l'ancbilosloma in sei soldati, ma questi avevano tutti il peccato originale della provenienza, essendo reduci dal GoUardo, e sotto le armi pre-sentavano i sintomi dell'anclJilostomo- anemia. L'altro dalo unportante della presente sloria è il luog<> dove l'infermo r isetlLi ì disot>diui intestinali, e nolo le so{feren~e dell'incipiente anemia : poichè l'anchilostoma é stl\lo accertalo éndemico nelle provincie di Milano (Dubini) - Pavia (Sangalli) - Torino (Graziadei) - Novara (Pa rona). - Il Morelli l'osservò in una contadina del Ponte Buggiano (Lucca} - il De Renzi a Genova - il De Giova11ni a Padova - il Grassi a .Messina - il Marchiafava a Roma - il Maec!Jisio (i) ~tùla. posso dire eirca la rrequenza edìmportanza (lli]Uest..~ larva dì mosca nel nostro organismo, perchè non ho potu te ritrovare nelle J-·ìi.Jiioteche di Firenzee dì Nal)oli né il Bollettino deLla Societa Bntomolvgiw Italiana, nè là Zw l ngie MCàicale del Oervaìs e Van Denedeo. ('!) Giornale di ,1/eàicina Jlilitarc, anno !SSS.


DI AN'CB1LOSTOM.A DUODENALE

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ed il Bruero in Jglesias (Sardegna). - Ne~suno però l'aveva osservato nella parte meridionale della penisola, sièchè sarebbe questa la prima osservazione tendente a dimostrare -ess~re il detto parassita se non diffuso, rinvenibile anche nei nostri luoghi. Però il punto saliente deHa presente storia riguarda la palogenesi dell'aocltilostomosi. Relativamente a quest'ultima è ri,:;aputo che alcuni autori (Concato, Bozzolo) ritengono l'anchilostomosi come la nota malstlia dei minatori: altri (Pert>oncito) come un male in cui i l parassita rappresenterebbe l'elemento etiologico principale. Difatti nel congresso medico di Genova nel1880 (i) il Boz~olo, sostenuto dal Concato , accennando alla presenza del parassita in operai rli foi·naci di mattoni e nei minatori del -Gottardo, e facendo la distinzione tra le due anemie, conchiudeva che le cause pl'incipali della malattia del Gottardo erano l'elevata temperatura esistente nell'interno del tunnel, e la satr.~. razione nell'atmosfera di vapore acqueo, per eui gl'individui che si trovavano a lavorare erano in preda ad .una specie di febbre artificiale, e che un'influenza ben secondaria vt esercitava la presenza dell'anchilostoma. Il Per· r oncilo1 conrortato dall'autorità del Bizzozzero, faceva dipendere lq malattia del Goltardo dalla presenza di quest'elminlo nell'intestino. Contro le asserzioni del Bozzolo parlano i seguenti fatti molto più eloquenti delle ipotesi scientifiche. H Parol)a (2) tra i diversi casi di. anemia osservati, notò tre operai, i quali nelle gallerie del Moncenisio , in Prussia, a Straburgo ave,·àno lavor-ato senza aver niente. Un'aUro, hencbè attendesse alla prep.ara~ione del materiale di rivestimento della galleria del Gottardo, non la;r;orando neU' i nterno del iltnneZ, ebbe l'anchilostoma duodenale; quindi le condiziom igieniche (impurità dell'aria, mlincanza di luce, temperatura elevata) che sui primi nOJl produssero niente, dove(i) Giornale Inl&nazicnt<J.le e Sperimt11t.al~, iSSO. (\!) L'anchi lostomia e W. malattia dei m,i~Ja.tori del GJttardo. - (Annali di Jleàici·na e Cllil·urgia, tSSG).


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lLLUSTilAZlONI:: DI U~ CASO

vano r·iuscire inefficaci anche per l' ullimo rh e alla lor•o dAleler·ia ionuenza erasi sollrallo; che se tanti presentarono i sintomi di anemia, questa riconosceva la sua origine nella presenza dol parassita. li Burresi (1) riscontrò la presenza dell'anchilostoma in un reduce dal Gottardo : questi. per due anni a veva lavorato ~enza risentire alcun dislur·bo, negli ullimi due mesi risenlt debolezza e fatti anemici. Ora se le condizioni malsano dell'ambiente non avevano per nulla alte1•ato la salute dell'operaio in 24 mesi, non si saprebbe spiegat·e l'anemia delet·tmnatasi negli ultimi due mesi, eù allt·i~uirla allo stato igl&nico dell'atmosfet•a. Dippìù lo stesso swtot·o in un allr·o caso osserv1\ una alternativa di miglìoria e gra"ezza, nonO!>lante gli antelmintici pr opinati; ora questa oscillazione del male non ~i saprebb& spiep:are ammellendo l'anemia per impurità dell"aria, e mtmcanze. di luce. Anche più dimostrativo ò l'osser·vazìone del1.farcllìafavn (2) il quale curò un operaio del Gottardo, e questi appena dopo un mese cominciò a sentirsi debole, oppresso. s i fece pallido, avvertiva dolor i intestinali; ritornato 111 paP~e. st>~uilò ad esset·e malato, ad avere debolezza, palpitazione, tendenza al deliquio, dolori ventrali, alternativa di slipsi e diarrea. Ora qualunque to~si~ lo stato nnpuro dell'aria sembrerebbe azzarùuto l'ammettere che lo stesso potesse in trenta giorni ..!elermìnat·e una forma siffatla di anemia, la quale non si avvantaggerebbe nemmeno quando 1(:) condizioni i_gieoiche fossero del tullo mutate, meutre che il Bourgut>t {3) !.-'cri vendo intorno all'epidemia det minator i, diceva che i fenomeni presentati dai suoi malati scomparivano presto cci in lutti dietro la sospensione di pochi yiorni dal lavor o. Che il parassita duoùrnal~ determini eJTetlivamente una anemia, credo che, nonostante le obbiezioni d•~l Bozzolo, nes: suno più discuta; che se mai dubbio alcur1o potesse ele\'81'51 (l) Spel'imtlllale, anno lSSl. (!) Bollettino deU' Accademia ~ft4ìca cii RomtJ, anno YU.

(3) Gazetle de~ IJ6pilaux, i 877.


Dl A~CHILOSTOll.\ DUODE~.\lE

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su questo dogma scientifico, le cifre che più solto ripot·lo dissipel'ebbero qualunque scetticismo. I due anemici per ancbiloslorua rlel Burrefli all'anflli!>i del sangue presentavano uno 3,20},000 globuli rossi, 6,i6R frlobuli bianchi io ogni millimetro cubico; e l'emoglobina l'l dotta al 27.80 •;.; l'altro in ogni millimetro cubo 3,280,000 globuli rossi, 5,684 globult bianchi, 39.29 ·;. l'emoglol.una. Eliminali i parassiti intestinali, nel primo l'esame del san~e dopo 10 giorni dava 250 mila emazie in più; 3,08l leucociti in meno e l'emoglobina ascendente a 35.48 "',; nel secon,lo ..,j avevano 3,780,000 globnli rossi, 2,570 leuocciti; emog-lobina 47 82 '/,.

Che l'elminto possa deternilnare una distrofia nel tessuto sanguigno senza che alterazione alcuna negli organi emopoietici lo sussidi asso nel funes lo effetto, non è da meller,;i in dubbio, poicbè non sapremmo "'Piegare nè l'anemia del marinaio messine~e descritto dal Rho, né quella os~ervata dal :Morelli nella pet•sona òi un contadinol nò questa riscontrata nel soldato llot·enlino; individui vissuti lutti fuori l'ambiente antigienico dPlJe minjer('. lo ct•edo che piuttosto s·ablJia a dimandare quanta parte abbia il para$.sila oel determinare ~iffatta anemia, ~=' s~> non abbia lo stesso dei coadiutor i nei disordini ga.stro-inleslinali suscitati e mantenuti dalla sua presenza. Il dott. Sonsino (1), medico in E!!ilto, dalle sue osservazioni conchiudeva coll'opinione di Gt·iesm~l"l' facendo derivare l'anemia dalle fJ'Cquenti emorrl:lgie provenienti da questo verme. Il San~alli (2) nf'l t f-76 espononrlo all'Istituto Lombardo non poche osserva7,ioni intomo alla elmintologia dichiarAva a propo~ilo dell'anchiiosloma «averne visti tanti casi e che • ave"a trovato una volla uno di questi vermi infitto per il • suo capo nella muco~a del primo tratto del digiuno con • all'intorno un largo stravaso di sangue nel tessuto cellu• !are soltomueoso. " (i) lmpar:ìale e Giornalt di .1/edidn.a .llililare, !877. ~) .llemor~ dell' lstiluto Lombardo, 18i6.


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ILLGSTliAZlONE 01 UN CASO

Lo sle!'150 nell'autopsia di un individuo mor to pùr anemia troo6 pilt di 700 anchilostomi morti nel duodeno t' òi!!iuno, e bencl'lé non trovasse alcunA altPrazione tra umatica delle mucose gastro-intestinali, n è tracce antiche e recenti d1 emorragie entro le cavità gastro-enleriche confessa elle l'anemia riscontl'ala nel cadavere, e con essa la causa della morte non sar·ebbero state chiartj se non :;i ammetteva una IJualsiasi runesta influenza di questo ver me nell'inte<>tino, donde poi la calliva chilificazione e ~anguitlca7.ione. L'intensità dell'anemia é ~empre legata al numero de~li anchilo!'.tomi: 10-15 anchilostomi, soggiuoge il Perl·oncit.o, possono passare inosservati, ma quando qu~::sli pat·a.seiti si trovano numerosi non tartb.1110 a manifesltu'e i gjntomi di una grave o:igoemia, la quale eJ·a massima in un'o!=ser,·azione del Perroncito, in ru i si emi!'<ero piu di 1 ~l()fJ v.>rmi, era allr esl intensa nei ca~i del Burresi in cui si ùliminarono più di 500 parassiti, e in quello del Marchiafava in cui su 200 grammi di dejezioni se ne trovarono ;3;); Jrl!l la grave anemia nel no,L!'o infet·wo uon si sapreb!Je spiegAre coll'ammclleN la sola io!luenza deleteria dell'elminto, quando di ':e1·rni nelle feri sempre e!"ominate non se ne lr(•varono complessi"o.menle più di Mssanta; mentre il Gras<>i eli il Parona si ere lono autorizzati dalle lor o numero!'<e O!'<servazioni ad ammetlet·e che pet• proùm're una ~ra ve an•'mia in un individuo sano e r obusto vt e.Lbisognino almeno 500 anchilostomi. Né e lecito ammetlet·~ cbe i parassiti protetti dallt> valvole conniventi dell'i ntestino s-iano sfuggiti all'aziona antelminlica dei farmaci, poiché colla scompars:a clelle anguillule dalle feci si notò la mancAnza òPll€' uova a ll'e"ame microscopico. ciò che non dove\•a avverarsi in questa ipotesi. Dippiù il Grassi ed il Parona soslena-ono chd dalla quantità, delle uoca é possibile congetturare la quantità approssimativa degli anchilostomi che injelta!LO C indinùluo. In un caso gravissimo in cui si trovavano !000 anchilostomi circa 8' incontrarono cir ca 180 uoca per Of!n i I"Pnligrammo rfi feci, 1. 2. 4 UOt'a pPr ogni CP.nti!JTflmmo r/i (eci esprimerebbero focifica:ione di 2, .J, 6, 8 anchilotJLomi.


Dl ANCIITLOSTOMA DUODENALE

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Nel caso nostro l'9same microscopico rinvenendo appros· simativamenle in un centigr ammo di feci 9 uova confermava la scarsa quantità dei vermi nel nMtro in!ermo. Come dunque spiegare la ~rave anemia? Credo che la stessa fosse stato i'effetto di u11a doppia ca1~sa: causa principale, la presenza dell'elmiuto, C{l.usa secondaria, il cat.arJ'O gastro intestinale CI'onico. i!: risaputo che una delle cause etiologiche <)el ca~rrò gastrico è la scarsezza di sangue che irrora le glandole pepsichoe, per cui una qual~iasi forma di anemia, cowunque prodotta, fa diminuire la secrezidne dei suç0hi gastrici, ostacola l'assimilazio11e di copia maggiore di alictlenlì ed in tal guisa cancorre ad aumentar s e stessa per l'inanizione (Immermann). L'ammalato da otto mesi aveva inappetenza, dispepsia, dolori intermittenli all'epiga~lrio ed all'addome, diarrea quindi è da considerarsi quanta pat·te non abbia avuto sull'ofigoemia questa lenta inanizione. Nel nostro infermo si é ~Jvuto l'opportunità di coniermare o non alcune osservazioni riscontrate da a[t.ri autori. Si è circa )'eliminazione degli entozoi constatato quanto dal Parona era stato affer-malo, cioé elle Je femine ùell'elminlo sono le prime ad es~ere ~pulse., talcbè esse costituiscono qU!)SÌ eSclusivamente la cifra dei vermi conlenuti nelle prime evacuazioni alvine; i maschi però nelle scariche successive non hanno né eguagliato, oé sor!)assato il numero delle femmine.; nè i vermi si eliminavano ravvolli in denso muco, come vorrebbe lo stesso autore. li lfoll. P e.rciv·al negli anemici del Gottardo ave~·a rilevato che la potenza virile er<) scemata o quasi sdomparsa; il nostro infermo assicurava ripetute volLe di andar s.oggetlo ogni mattina a forti erezioni. 1l Bozzolo affermava aver risconlralo nei casi di anchilostomiasi m'mento deU:aia del cuore, maggiore impulso carrliaco, polso scoccante, e di questi caralteri si valeva per fare la distinzione fra l'anemia riscontrata negli operai addetti alle fornaci, e quelli addetti al traforo del Gottardo. Ebbene allo infuot·i di soffi anemici as{X)ltati sui varii focolai delrapparato cardio- vascolare, non ~i è p.o tuto constal~re


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ILLUSTRAZIONE DI UN CASO

nell'ammalaLo alcun fenomeno obielltvo anormale, malgrado le l'lcrupolose e ripetu te indagini semiologiche. Il Senator i pre"enlava sviluppa to per bene il pannicolo adiposo, t> ciù con ferma le asserzioni del P erroncilo e di altri a utori che si 1-ono occupati ciell'llrgomenlo. In un anemico l'abbondan:ta dell'aJtpe ~ullocul&two, quando daUe r icerche ddlo Cho ::-al, st cono:-.ce che ~ nppuuto IJUc:<to wssuto cbe nella con s unzione per de in pN•O il H2 •;., dP!<la mera'"i~lia. L'apJ·&rente contraddJ7.tonP. o~ser\'abile anche nPUe clorolir.he, s i !<piega facil menLe inYocan<lo a lcuni ricorrli di tl~iologia. Infatti rlalle ri<'~>rche tlcsiolof!iche sulla funzione dei e:lobuli ~angui~ni si sa che sono i ~lobuli rossi, i quali fts· sando ros!sigeno dell'arta netro l v eolo polmuuale lo portauo allt•aver,..o i te"c:ut•, qutUJi su fanno ct·e~cel'·· la teu.Jenza Jt>~li eletnenU <.(animali verso i pdncipii nu!r ttivi del s angue, prom uovendo la lot·o ac;;<~trnilazt<'lne; dall'altra c:omminislrando os<.i~eno ftn·ori<~cono la <'On,.nnzione dei te~"uti o precitlllmenle la de<'orn posiziono dcll'albumioa, la <·ombustaone dell'adipe e via via. Ora in un auem ico colla dimttjuzione quan• ttlull \'a dei globuli S! hu una dimmuzaons dei Lrac: portatorl di ossigeno o per cousHguent.a 11 proccssv di os,.idazioae sarà conleHUt·J i: 1 limil1 piii '-lrelti. a Vf nJoqi in La l <'810 le conrlizion1 favo rflvoli per unn in.compleln comblt!llione dei pn><lolli rlt sctc;~ione d('ll' albumina dA \'illila7.JOnP e per un crl'sciulo depos1to ùi gl'n<~so; dappoichè il proclouo non azotato r •sulta nto dalla scas,.ione dell'albumm a non può allora ec:"ere b•·ucialu lino a diventare acido carbonico cd acqua; ma a gra.lo a grado st r:tcco;::li~ nello cclluh.• de l pannicolo. In quanto alla cura pr ocec;;-.uale oggitli ~ull'azioue untelrnintica dPIJ'ec;;trallo etereo di felce ma'-chio e !;ul tuoiJIO ptù non s i dic;;cute. Il Pat·ona ila sperimentato inulilmente 11 cous!IO, la cam ela, l'acido fenico, ia trementin11, la pt.!lletierma, ecc.; d'a ltre p at·te il P e l'roncilo ha ottenuto sporimenlalmen to br illanU su ·ces::-i fino a s~tbtlire il tempo di 'ilalilà che reslll all'elmiuto venuto a contatto colle ù1ver se soluzioni farmaceutiebe. E~li IJa determinato che gli ovuli, le laa·ve a var io graùo di


DJ -''CUILOSTOll.\ DGODES.\1.1::

Hiluppo, P 1'1111chilo torna perfi'llO nell'uc•1Un allo l<-mperu -

ttu·a d t fiO• muoiono C()"lanll'lTIPOIO in r) minuti; nella soluzione fenica all' l • . muoiono 10 -~-- minuti: in' quella di cloralio idrato al 5 •t. le lut•ve dopo tre ore sono ancor vive: nell"aci<.lo Liulico al t '! p. 100 Jc_, lal've immalut·e muoiono suh,Lo, le mHlure in 8-HI minuti. nell'e~>tr·atlo t't<>rPo cl i felce mnscltio ben pr epfll'» to mufliono prestic;«tmo in :J-10; nell'infu«o dt kouc,so dopo un'ora, in quello di kamala l~ lar,·e sono vive dopo 20 ore. In quWlto alla cura corroborante dtrò che nel :St'tHllOt'l pensava di non somrnlllistr are i prepfu·ati dt f<Jrro per La via sa"'lrtca, poicht> le conJiztoni dcll'appar..cchio ga'-'lro-enl~>­ rico li rend~vano punto o poco tollerBliili. Non "t'n m:a intenzione r!i pralicMrP nè lP inie1ioni pPritoneali dalbuminalu di ferro lodate dal R iva e Vaccltella, no' le inie1Joni cu tanee di cill'alo di ferro ~pertmentate van«tggio!-amenlc dal Cìaramelli; non le ituezwni di l"an..:ue umnuo defibr·wttlo ' 'antale dal Bareggi, nè le malazlon1 di questo Jtquiùo propo~tn d11l Fuuiui. I.un::1 da qualun•[ue alto ope1·auvo, per innocenl•' clte "' ro~!'P, avrei ricorso con fiducia alla trejusia rlcl d'Emilio rRccomanclata cl nl l\1 urri f'. dal Tornmasi. Rico rdo ancora i vantaggi ollt~nuli Jn qu<l>.lo farma co nella chnìca del Gesu ~ar1>1 e in quolla ÙP~l' Incurabili in ~a poli, ne scot·go un'osservazione raccvlta dal pror. Btoudl m per~ona di un vecchio a UO am1i, p1·ofondarncnle unemtco per ripPtule pro('lOt'rngie. La cifra tl"i gl•1buli l'o-.:c:i che Gl'Q scesa a.l t ,- 00.000 per millim ..tro cubo, invece d'r,c:er~ J'(lr Jinat'l8 eli u,OOO,OOO dopo 10 giorni, Jimitanrlo lo tlieln all'or dinaria razione d'o<:.pedale, ac.cl'ndeva a circa 2,000,0ol() mentre il pe~o del c;orpo aumt>nla va di due ch1logrammi. La brevl:l degenza dell' inferm u nell'ospt;tlale m1 tobe l'opportunità di speriment.ara In polvere di sangue, e d' istituii'& dei confronti alti a provare la sua superiorità ri!>petlo oi comuni pt'l'P!ll'&li rer rugginosì, ed alle slereolipale cure tonico-ricostituenti.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA ~1:EDIOA

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La immobilltà. della pupilla n ella. parallsi prog re..tva. MoELI . - (A.reh.Jur Psych. XVll, e Centralb. fu rdie .ì1edie. Wissensch., N. '23, 188i).

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Fondandosi sopra numerose osservazioni (oltre 500 malati para lilici) il dott. Moeli viene alla conclusione che la immobilità riflessa delle pupille è un sinto mo frequente, sollecito e mollo importante per 111 diagnosi della, paralisi progressiva. Nella meta di lutti i casi la reazione alla luce era nulla o dubbiosa, notevolmente alterala in 71 per cen to (cessata 47 %, dubbiosa 4 •/•. minima 10 o;., ta1·da, 10 "/.), buona 1·eazio ne 28 o;.). Le pupille ~:~normalmente dilatale si trovano pi u raramente che ristrette; pochissime tlilat~ Le fino é. 6 m m., mello più di frequente rislr·elle solto 3 m m. La pupilla miotica ha spesso forma angolosa. La immobilità delJe pupille è più frequente nei malati col sintomo del W estflllio ~he in quelli che conservano jl fenomeno del ginocchio. Con pa1·ticolare cura e per annj sono stati esaminati tJuei casi ne' quali la sola mancanza della l'eazione luminosa (0S· senclo del resto normale lo slato degli occhi e non esistendo sintomi fisici o psjchici accennanti a paralisi) destò il sospetto della paralisi. Su 56 osservazioni di questo genere, possono dislinguersi diverse categorie. Sono primi i casi di Labe e quelli nei quali più tardi fu accertata la "esistenza della par3lisi progressiva. In secondo luogo si trovano 10 casi ili confermala malallia ccr eb1·ale. Del1·alli questi, restano ancora 20 casi di immobilità pupillare in non paralitici. Nella maggior pa1·te dei c11si di questo gruppo el·a dimostrabile la sifilide o l'alcoolismo. L'autore riferisce poi alcune sue proprie osservazioni. In


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RIVISTA MEDICA

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un gran numero di casi esaminò Ja parete laterale del terzo

ventrièolo dal chiasma io dietro, come anche la parete po· steriore vicina all'acquedotto . Una notevole atrofia delle fibre nella parete venlricolare non fu mai oss~rvata. Alla fine del lavoro è comunicalo un caso, in cui per locale alterazione si produsse una pura immobilita delle pupiUe senza che in vita e all'esame anatomico si potesse dimostrare una malattia dei nervi ottici. La immobi1ila era per manente uniforme. Alla sezione fu trovato un tumore alla p!lrte anteriore del te1·zo ventrieòlo della grandezza di una piccola mela. I nen>l oUici, ~li oculomotoci erano intatti . Perciò la causa della immobilità della pupilla è d'uopo ricercarla in una alterazione, per turgore delle fibre pupillari del nervo otl!co vicino al ventricolo. Sulla. endocardite Tegetante ulceroaa d'origine pnenmon(ca. - NETTER. - (Centra/b. jur die Medie. Wis.sench. , N. 24, 1881).

Con la scorta di numerose osservazioni e dei casi conse· gnali nella letteratura (in tuJto 82) il dott. Nelter ba tfaccialo la forma morbosa della endocardite ulcerosa complicata con la pneumonlte. Per quanto riguarda la natura della malatlia, ~i trovat•ono nel maggior numero dei casi csàmir.ati dal ~eUet' i car·alteristic.i pneumococchi ueUe vogelazioni endaca!'diche. Con glj spf'r·iruenli sugli animali si riusci col trasporto di fr·agmentj di quesle vegetazioni a provocare affezioni pneumonicbe u;;ualmente trasmissibili, identiche a qnelle che sono prodotte mediante La inoculazione di cultuee di pneuròococchi. Se col metodo indicato dal Rosenbach era lesa nei conigli la superficie interna del cuoret si poteva con la iniezione dei prodolli pneumonici o dello spurgo del maJato nei polmoni, oltre 1'affezione dell'apparato respiratorio, Provocare ancora vegelazioni endocar-diche, nel1e quali si lrovavano abbondantemente i pneumococchi del Frankel. Anello di congiunzione fra l'affezione pneumonic-a. e la endoCfU'dica è il sangue; in 2-casidi pneuroonile Il sangue estratto con le ventose o col sa1asso, e trasportaLo sui sorci produsse


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RIVISTA

in questi la infezione pneumonica. Se la infezione del !'angue é pl'imilì\'amente const>f{uenza della polmonite. la en.II)Car dite é m alattia succes~iva alla innamma1.ione polmonare; quando invece il pneumococco si <ol&bili.,ce uello stt:sso tempo nel polmone e nt!ll'eodocardo, la polmonite e la endot•artiite nascono insieme. Oltre la t>ndocarJile generata dai pneumococchi se ne può produrre un'altra, come effetto della polmomte, per via ol<'!!li slreptoco-~hi in con""f'~uenza della infezione piem1ca. Solto 11 riguardo etiologico è da notarsi che particolarmente 'luelle pneumoniti che porlano il caraUere d'inr... tlive ~i complicano con la en•Jocardite . . \..nche le mtJuenzt> debilitanti, e le malattie di cuure antece.Jenl.;mente esh.tenli ùispoogono alla endocardite. In quanto alla anatomia paloh>gica, il cuore destro è nella E>ndocar dite pneumonica pi1i fr€'quenlemeule attaccato che nello altre endocardili ulcerose. Molto frequentemente tiUe~ta molallia si complica con la meningile. Spesso si trova alla oulossiu la pneumonile già guarita. La pol111onile ca;.:1onala dagli strepl< •·ucclu rno,tra allri caratteri (em bolio capillar·i, infar ti purulenli, nsce:Osi ùtl! poi · m one). Solto il rispetto siotomatologico importa o~st>rva re che la en.locardile chP. .. , 5'"iluppa nello ~lRsso tempo della polmonite, a ca~iono Jei fenomeni dPlla grave ulfeziono polrnO!INr~, pas!"a tJuasi genert~lmenle ioavvertits.Se al eoutrario l"affez10ne cardiaca si maruft'sta quando la polwouite ha compiuto il suo cor!'lo, allora G!"sa t' indicata dul rinno..,.arsr Jella febbre infelliv~:~, dai rumor•i del cuore, ecc. .\ ncbeio t»l caso pcrl) ;>otrebb"' una menm~1te sorta nello st•·!>~o Lempo d~Jia ofTez•onc cardiaCl• occultat·e i fenomeni ùi questa.

Sulle m&l&ttie funslonaU del fegato, ptH' s. l't:~wacK. ­ Cl he Lancet, gaugno 1RR7). L"antore dopo lun~hi stutli sulle orine "' ~;ullo saliva d'indi.,idul 1steri ·i, a· ·e\'é un ,.:iorno uno cert..• qunntiht .rumor salh al'<.! da un medrcu, il •tua! e al più ptccolo uso rli ~ostanza alcoolica solto qualunque forma, avverti,·u un for te ~u:oto di


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amar-o in bn,.ca per fJIIOiche tempo. T rovò io 'JUPIIA l"aliva Jp' ~ali biliari, e pene:(! che se le l!'lan iole c:alh·ari erano ca paci di separar de' sali biliar i. I'Orf;e 'JUolc!Je derivato tli que~ti ~ali òoveva entrare a fa•· parl" della normale secl·e-

zaone salivare. L'arido solfocianico f<'rmò pel primo la «ua allen:t.ione e an cosi piccola l'fUantih\ nella saliva clu• J'ie;olarlo r1esce impM•c:ibil••, ricorse ad una reazione chimaea graduntll dal metodo colorimelr ico. Cna soluzione d'un ...ate Acido di l'er ro dn alla c:alivn il colore r·osso sa nKuigno ùel solf'ocianato di rerr n; egli pem;ò qn mti di slabtliJ'6 come tipo il roiOI'f' che c:i ottenevo dal JlCI'dorurQ di ferro sullo saliva norma 1t>, e paragonare a IJUe"'tn la colorazione d1versa che pole,ano rlnre le di•erse malattie. Egli raceo~lit•va la saliva che atlluiva dulia bocca liheramenle in nue minuti, e la mescol11vu ron selle f'OCCiP. di una r;oluzione fatta d'un gramme dt perdorur o di rerro ~u 30 di acqua; il colMe l'lae ne ri~ultavu, e•·a parAgonato a (jucllo di una t<csla colorim..trica, otlenulu nel 111 >do ">eguenle. Raccolta una qnantiLà rli salive ùalln hocca di mnlte prr~one ~ane. vi si &:!gmngeva il per·cloruro .Ji ferro, e si prenòP.\·a per color e nor111ale quello che ne rJ'<ult&\'8. P oi unn '}Uontità uguale dellu ste:\M ~stiva c;j e'aflol'8\'8 ad un •Juarto. un'allra allfl mvtu, e quel"ti volumi col relativo colnre ct•ano pre!li per rappt·e--enlare il quadruplo ~ù il doppio della 'JUtlnlJliì normale di acirlo solfocianico, uwnll·e due altre quantità diluilP con acqua al doppio ed ni•JuRriJ·upln rappr;::sentavnno In meta od il quarto dell'acido Pnlrne~anico normalt>. Aedo non ace2dec:sero varJaLioni nPI e t nte, JUC::rle venivano .,..ubito CO!liale da un pittore. e CO"-i ~i otteneva la c;cola pro!<accom~ esso é

bttliea Su •rueltle inrlirnzioni furono eseanile dnll'aulore pnrecchie llli!lliaia .-ranali'-i di l:'nlivs nmsna nei ùiffP.t•enli «tati mot"lJO"Ì.

e fra quec:lt> sono ~tute stelle P. regi'ltrnle come casi prit:tlti lntte 'JUe11c nelle quali l'acido c:olf•>Cianico era mollo al dì~tnpt·a o m olto nl di solto del uorm~IP. Come termine di paragone. queste onol i<:i rurono confrontale con qu,.Jie ec:e~tui te dal dollor Needham iu numero di 300, le quali ultime furono

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RlVlSTA

designate col nome di casi dell'ospedale, e siccome le conclusioni di queste due serie di cesi, heuchè concordanti in massima, offrivano alcune discrepanze, 1' autore cominciò una nuova serie d'esperienze, serv~ndosi non più della scala di colori, ma di una scala fatta di boccettine da spellr·oscopio eguali, e ripiene di saliva a diverso grado d'acjdo sòlfocianico. Questa terza serie d'esperienze 'l'ba intitolaW. nuovi casi dell'ospedale. La saliva no!'male deve variare nella s ua composizione a seconda delle varie condizioni individua}j, e per otlener e un saggio di saliva uniforme, l'autore si servi dt quella delle nutrici dell'ospedale che erano press·a poco della stessa età e condizione. Il maggior numero di queste salive presentò Ja colorazione più marcata, quella che precedentemente era stabilita nella tavola colot•imelt'ica . La prima serie d'esperienze riguarda 30 casi di febbri tifoiùi tulle guarite, n Pile quali l'acido solfoc~nico aumentò col cominciare della convalescenza, e continuò ad aumentare o rimase stazionaeio dalla caduta della febbre all'uscita degli infermi dall'ospedale. In una labeJia che per brevità omettiamo, si possono vedere le quantità dell'acido solfocianico raggiungere i 3/• delle normale nella settimana antecedente al poriodo iniziale ùi convalescenza, crescendo in seguito ·fino alla settim<Vsettimana dopo tale periodo, e raggiungelldo in alcw1i casi il quadruplo ed anche il sestuplo della quantità no!'maleJ in proporzione della durl-lta dei periodo febbrile. Da tali osservazioni, qualora fossero ripetute e confermat~, l'autore inclinerebbe a trovare un prognoslico per la durata della febbre, come pel tempo che l'ammalato dovrebbe impiegare nel riaccp..'isto completo delle forze. L'autore attribuisce quest'aumento di sali salivari alle migliorate forze digestive, ed alla reintegrazione organica iniziantesi nel periodo di conva.Jesèen~a, e dice d'aver constatato un simile aumento in seguito a c6piose emorrf14!ie, <topo le quali il bisogno della riparaZ-ione diveniva prepotente. Se tali èsperienze sono esalle, noi troveremo le quantilà d'acido solfocianico al di sotto del norro«le ogni volta che


MED1CA

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gli organi digestìvi sono incapaci di sopperire alle richieste Jell'organismo. Diciassette casi di tisi po1monale sono divisi in due dassi: dieci di questi morirono, o precipitarono nel loro deterioramento nutt'itivo, ed in essi non si ebbero che deboli traccia o nessuna reazione d'acido solfocianieo, cinque subirono diminuzione nel peso del cor po, e presentarono la quanti.là dell'acido solfocianico eguale aù i tfr., due mìglio!'arono, ed aumentarono considerevolmente il loro acido saIivare. In quasi tuLti i maiali di cancro dello stomaco, la deficienza di sali salivari si pronuncia fin da pl'incipio, come si è potuto verificare in otto casi, mentre nelle affe,Zioni cancerigne di aUri organi talé deflciénza s'i verlt!ca solo all'apparire della cachessia e del dimagramento, ciò che può riescir utile 11ella Jiagnosi ft·a il cancro e l'ulcera semplice dello stoma<'o, nella quale j poteri digestivi si conservano, e con essi la quantità normale degli acidi e sali salivat'i. In molli casi di pneumonia acuta, l'acido solfocianiao della saliva si mostrò, durante la eonvalescenza, maggiore del normale, specialmente nelle maggiori gravezze del morbo, essendo stato poco considerevole l'uumenlo ne' casi leggeri; te bronchiti ilwece non mostra11o d'aver e alcuna influenza sulla produzione dell'acido solfocianico. Le pleut'tli sierose ne prQdussero maggio!' quantità delle secche, le purolenli lratlate col drenaggio f~cero ascendere l'acido solfocian]co ad una quantità tripla del normale, condizioni ryueste dalle quali l'autore trae la conclusione, che dove c'è maggior produzione cellular·e v'è maggiore atlivilit nella produzione salivat·e. Tale conclusione sembra avvalorata dalle osservazioni in casi di turnori maligni, tubercolosi o semplicemente infiammatori, e sulle nefriLJ tubercolari croniche, perchè nei primi stadii di simili malattie l'acido solfocianico si conset·va normale_, per ùivenir triplo o quaùruplo nei pet•iodi più ~vanzati, quando l'aumentat~~. rrroduztone cellulare richiede maggiOt'e atllvita formativa nell'organismo, e più celere l'assorbimento delle sostan;ze ingerite che si trasformano nel ~essuto <,li nuova produzione. Ad un simile eccesso ili foemazione suocede ùopo qualche Lempo una diminuzione sensibile per la 76


1:?0z

lln'JSTA

le~ge del colla~so che ~egue ad ogni sovraeccitazione, e la dim111uziooe dell'acido solfocianico coincide con lo !-Cema1·e delle forze, del colorito e della nutr·izìone dell'infermo. Nei primi statli del restringimento dell'~ofago e ùcl piloro la quanti !.<i dei sali sulivari ~ normale od aumentaLa, 6nch~ una sufficienLe quantità. di cibo può esseee pre.:;a pee i bisogni della nutrizione, ma appena il cibo diviene insullicicntc, i sali salival'i diminuiscono. Nel r al(lrro dello s tomaco aumentano, forse per ché vi si associa un'acuta congeslioue del fegato . nella dispep~ia atonica al contrario scemano, come si è ''isto in 3!:1 casi Ji tal malattia nei quali mancava l'appetito, e scemano nei casi di vomito, di p r olungata diarrea e di"senteria. ma aumentano al triplo ed al quadruplo appena gl'infermi entrano nel periodo della com·alesenza, pel rrpristmamento delle fuuzioni digestive. In u·e infermi d'idrop" ascite l'acrdo solforianico si t1·ovo 111 difdto, ma fu constaltilO un aumento triplo del llOJJOal~ ùupo la puutura, eo:::a che non si verificò dopo la puntur~t delle pleure, nè nelle asr1li dipendenti da, cir•·osi, cil'l rhe indira e~sere la quantità dei sali salivclri in reluzione non della pr·essione, ma delle facoltà digestive. L'autore al principio di queste ricerche pensava che la presenza dell'acido solfucianico nella sali\·a dern•as~e ùa una decomposizione dei ~ali hllillL'i, e che un aumento sr ÙO\'esse v et rticare in ogni caso d'illcr izia. Però di 33 cast d'Jlterizia da catat·ro duodenale, egli lt•ovò deficienza in 18, quantiiH normale in 2, aumento 10 3 ilterici per cancro del regolo. Da cui e~li argomenta che per veder l'acido solfociaoi<:o nella saliva bisogna. che la bile possa passare nel duodeno, p<•r·cllc in due casi di copioso vomito btlial~e per rottut'li di Ct"li idalidet• del fegato, la •·eazion~ Jell'acido s-olfocianico mancùv~ affatto, come mancavo in un <:oso di cirrosi con esct·PmPnlt del Lutto scolorali. Questa tt!:i~enza i> quindi un catlivo indiz,o nelle pr·oluoa:ale illPr•tzie perché t>sprime una difficollù in" 11" perabtle al pas~aggìo della brh~. l n due casi di colica saturnina, l't~cido solfocia nico fu null•' o scarso durante il periodo acuto, abbondaule tlopo la cessA zione dei dolori; forse il piombo avHa agito da astl'ingenle


)(EDJCA

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sulle glandole salivari, c fatta diminuire la quantità della saliva, ma anche stimolandone la secrezione con l'applicazione del pit•elro sulla lingua, il percloruro di ferro non color·ava in rosso l'uli10l' sali v are, quindi la diminuzione non dipendeva da causa locale. Questo fatto può servìr·e a diffe· rentiare le coliche di piombo dalle allre nelle quali non scompare l'acido solfocianico. ~elle acute congestioni epatiche per alcoolismo, pletora intestinale o torpore, i sali sa lh·ari aumentano; nelle congestioni croniche da vizio ca rdiaco dimmuiscono; nei rigur· .gili dell'aorta reslnuo normali, nelle dilatazioni CSI'uiache e nei vizi della mitrale scemano, per aumentare negli stadi di rniFlioramento, quando la nutrizione generale riprende lo sue funzioni, e la p1•essiooe del sistema nervoso diminut"Ce. In un unico caso d'atrofia gialla acuta del fe~ato l'acido solfocianico mancava totalmente, e la saliva assumeva col pet·cloruro di ferro una linta scura. In 63 casi di reumatismo acuto l'aumento dell'aciJo variò dn due ad oLlo volto il normale, nelle artt·W blenorragiche l'aumento fu appena sensibile, i sali salivari tor nal'Onl) alla quanLità normale dopo scorso il pet•io•lo di convalescenza, quando gl'infermi lasciavano l'ospedale. Diciassette casi di gotta mostrarono costantemente accreSciuto l'acido solfociamco della sali va, però nelle complicazioni di tisi renale vi fu sempre diminuzione, lalchè si può ritrnere essere lo stato della salivo. un risultato dell' eccessiva azione degli ot·gani nutritivi, !a quale forma la pl'edi~pO!<itione a similo malattia. ~on si è mai visto un caso d'o1·ticaria in cui •ruesl'acido uon fosse in eccesso, onde la gt·avitù della malattia può esfler misurata dalla colorazione della saliva col percloruro di ferro. Nelle cefalee biliose l' eccesso fu oo;.tante, e la storia di famiglia rivelava sempr e un'erediLarielà di gotta o reumo.tistuo; in tali circo;.tanz.e la eefalPa era seguita dal mi~lio ­ ramento nelle funzioni corpo1·ee. Quando mvece la cefalea era d'origine nervosa si vedficava deficienza nei sali ~ali -


lU\'lSTA

' 'ari; queste opposte condizioni possono setvire d'indirizzo alla diagnosi ed alla cura delle ct~falee. ::-ieì vecchi un gt·anda eccesso d'acido solfocianico e indizio d'avanzata ateromasia arteriosa pet> alteralo. nutr iziou1: , donde le vat·ie lesioni in or·gani importanti, ed in u n vecchio che si lagnava d'irritabilità della ·vescica, poi d'inlo rmeulimcnto delle braccia, di bronchite, di dispepsia, nessun s egno cerlo dt malattia si potèr111veuir13 in due anni,fnorchèrHumento dell'aciùo solfocianico divenuto sei, ed otto volte il no rmale. Finalmente s1 palesò w1 sofl1o della milrale, a J'infet•mo m ori apoplettico. La deficienza dell'acido solfociantco è molto meno comune ìn pex·sonn che godono buona salute che negl'iufenniccì, e specialmente nelle donne magre e deboli, soggelLe H.! a!Tèzioni nevra lgiche; or siccome le nevralgie spesso insorgono p~r reumatismo, gotta o malaria, nelle quali malaHio l'acido solfocianico è in eccesso, l'esame della saliva rischiara la diagnosi. Questo acido cosi costante nella saHva, e cosi va1·iabile nei diversi stati morho.si, deve a\'el-e uua benefica azione sulla bocca e sulla gola, deve agevolar le funzioni del pr imo ll•utto ùell'apparalo digestivo, e non può esc;ere una sr>mplice escrezione ùi soslanze deleterie in una r egione cosi proclive all'assorbimenLo. l fisiologi lo reputano un t•isullato di derompo!'lizious de·denli, un p!•OùoLto patologico p1ultosto che un normale costituente della saliva, e perciò si sono ripelula le analisi in 87 infermi uell'ospeùale. J do:lnLi er au o nor · mali nel 18 'f. di quelli la cui saliva conteneva un eccesso d'acido !'>Olfocianico, e nel 14 •;. di IJUelli ne'quali r aèitlo era deficiente: nel 47 "1. '''et·e.no uno o due denti cariati nel primo caso, e uel H •;. lo erauo nel secondo caso ; o'tre 8 cio nel 42% delle salive deficienli d'acido solfocianico mancavano pat·ecchi denti, e "~ n 'era il :J5% (li quelli mancanti tli parecchi d unti con saliva normalo, od eccedente nel1'1-1ci.Ju. L'ah· bondanza delraciJo nelle dentature ~ane, la deficten;,n nellA cariate, rovcsC:a dunque l'op!nionP de' fb•iologi. Altri attribuiscono la presenza di tale acido all'abitudine del fuma.re1 ma le osservazioni su 213 individui mo.,lrarono


MEDI t; A

tzo:;

cb" Ira l'fUCili che avevAno un eece~so d'acido nella gsliva, solo il (ì "f. a ve\'ano rumo lo di recente: fra quelli che ne avP" anll u a quanllt.A norma lP aYevo.no fumato il 2 •t. e fra quelli c!Je l'avevano m difetto, l' 8 •;. rumava, ed uno di q •Jegti era un fumatore eecess1vo. L'uso Jel Luhtlcco non ha dunque in · iluPnza l'tu tale produzione. Dai falLi finora osFervali risulta chiaro l'E:ccesso dell'acido ;;.olfocianico n ell 'esa~eruta atlivil6. delle fum:ioni nutritive, e la deficienza nella diminuita appo~iLione d t nuovo materiale. Or siccome molli ora:an• cooperano all'atto nutrtlivo, bi<:;ogna intla~ore a qunle di c:~ssi è atlrtbuibile la for mazione de'sali salivart. P oll•pmmo c;upporre a prtma visln che fossero lezali alla dige,..ttone ga~trìM, per la liminuzion•• eh .. si verifica nd canc1·o dello stomaco, nelle ùh;pefMie AtoniehP, nt>i vomiti frequenti, nei resL1·ingimenti dell'eMfaE{O e del pilor o, ma ne avrem1no una prova in contrario nl?lla constatata di· m 'nuzione di ucitlo per rit•rosi ed a--<'iti, f' nell'aumento che si verllìca diminuenrlo con la puntura la pressione della Yena porle, •' nella c:carsezzo che ~i OC:!(CI'va m casi d'itleri7ia. D'altra parte l'obbontlanle in~estione rli !"Os!anzp nlbuminoirli è la cowlizione pill propizia alla sPcrezione della bih•. Abbia m visi() come le diarree cronkhe e Il" dis~enlet·ic fanno ~eemnt·e la qutllltità Qj !'<alt "ali vari, ed il ùoll. Rullwrro,•ù, ne'suoi e!<pPrtmenti sulla secreziorw bilia1·e de' can1, ha lrovnto cl\e divet•se sostanze ne possono Jìminuit•e la quantità, abba--<>ando l'ozioue del regalo mentre eteitano quella delle glnnrlole inle~tinali. Si è "'sto co;ne nelle roliche di piombo l'acido solrociAnieo !>coma per ricompnrire con la scomparsa de' ~intomi, ed il 1 ltl. Ru t ICrft·rd hn o<>:c-PI'\ Il lO che r 8Ct>IAto dt p10mb') " quello che ha rnaggiOI'l' azioue deprimente sulla secrezione bilinre-. l fi~iologi 1100 d'accordo neJ l'itenere che 1&. ma~f(ÌOI' parte dP.I !n'ac.:so accumulato nel ;oorpo a• 1malc (> ilr·i;>ullal 'l d'una trasformazione delle so~tanze albuminoì•li eseguita dal fetrato; ed appena il 6 -;. li quelli che avevano eccesso ,l'acido soiruciauico ~.oranu ma~1·i, il20 •;, erauo ben nulril.i. ed il 74 •t• t'l'A no pmgut. Al conlral'i•l, di 53 iuJjyiJui clnl mo~lra,ano


1.206

RI\'lSTA

difetto <.l'acido, 40 erano magri , 3 ben uutl'ili, e 10 soli abbaslunza pingui. Questi ed altt•i fatti stabiliscono una valda connessione fra la secr·ezione biliare e la salivare. Or la bile è un complessi} organico contenente cole~lct'itla, sal i bil:ari e materia colorante L'acido soll'ocianico della saliva non può derivare ùutla colester ina perch<! questa è espul::;a dall'or~anismo, non Jafle sostt~nze coloranti percl1è esse pure vanno via, e n ~·ca~Si rh itter•izia troveremmo !'~:~ciclo solfodanico sempre in Pc(·t>s~o. es::;endo allor a le mater1e colm·anti •·itenule 111 circohlzlone. P robaòilme nte l'origino di questo acido è il Laurocolato di ~oda che dal fef!ato passa nell'mlestino, ed è assorbito in cil'culazione, ed infalti, io lulli i casi J1 dispepsia accompa~nu la da eruttazione di solfuro d'idrogeno, v'è a3senza ù'acido sulrocianico nella saliva. In !'.uniJi circostanze, l'i può supporr e che gli acidi biliari nel duodeno si decompongano in Hrogeno solforaLo, invec~ di subire la lm•o ·normale trasformazioue. Le :nalel'ie albuminoidi ùe' cibi ~ubiscono uel canal digerente le necessarie metamorfosi per la nult'IZione, e la maf!'gtOr parte di esse ~ in seguito trasl'ormata in urea eJ acido carbonico senza entrat•e nella composizìoue degli orgaui. P uc'l il laur•ocolato di soda e~~c>re un risultato di l:'C!lmbio chimieo che abbUi atlinell7.8 COn la COUVOl'»ÌOile dp,' p~pton i 111 albulliJIHi cit·colanle, o esso è semplic~menle un prodotto di ::;composizione della materia giù vilalizznla? In qu~st' ullimo eu::;u la quantttù de' sali salivari dovrebbe e!'-sere in rehlzio!lP cuu la quantità d'urea, c1ò cbe uon è provato. Xcii~ malattie afebbrili l'eccesso d' :icido sollocianico corrispondo a ll'alto peso specillco delle orine, m" ciò puo Jipeudcre tial fallo che un<! soverchia inlrocluzione eli cibo nell'organismo ~ sem:•r" seguita da accresciuto metubolismo, mentre il superfluo e eliminato. Però nel col'so della febbr·e la quanlitù dei soli saliYar• non è aumentala, come s1 o constatalo nelle 11foidi. quantunque sia cresciuta l'eliminazione dell'urea. e l'ncirlo solfocianico au menta ~olo 'JUando cade la tempet•alut·o, e si rialzano lo facollu digestive. Olll·e a ciò, la quantitù de'sali salivari nel reumati!:'mo acut()


'lRDIC.\

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non è in relazione con l'alleZJ.a della febbre, onde non si ha r~gione tli conehiudPre che i mater iali da'qual• dP,riva l'acido solfocitmico risultino dal processo di~trutlivo de'sistemi. Nò nelle nefriti granulose con convulsioni ur~miche v'è stata abbondanza d' acitlo solfocianico, ma esso è a umentato col tui~lìoramen to ùegl'mft't'lni, ciò che mostra non esservi relaZIOne f1·a la l'ilensione delle so>:lanze albuminoiùi nel periodo di wetamor fosi regressiva, e la qUIHttitli ·it.>sali salivOI'i. L'autore crede •Jutnòi poter conchiudere che l'acido solfocianico d!>rivi da quah·he sostanza che si sPpara dai peploni as....or·biti nel sistema digerente, e si produca durante non si ~u qual processo, dal ()Uale essi peptoui so•~ convertiLi in rnater•ale nut1·itivo, e cbe p!'obabilmeut.e que:<La sostanza «ia il laurocolato di ~oda, scgr el!ato dal fegato, e formante uno dei principali cosliluenli della bHe. L'autore ha ll'o\•alo &'·cesso d'acido idrocianieo in :nnividui che abusaYano d'alcool. e li ha con~igl!ali di moderarsi; l'ha trovato in difetto in alcuni altri, etl ha consigliato il vino o qual~.:he stimolante tilcoolico. Ne'cosi di eccesso ha scemata la r')uantità de' cibi animali e grassi, ne' casi di difetto l'hu aumentala, trar•nrlo ro~i una regola alimentare dallo stato della saliYa. ~e· disor.-lim sali,·ari prodotti dai preparati di piombo ha trovato f!iovamento nel ritt·ato di caffeina; io quelli prodotti dall'uso del ioduro di potas!';io, del bromut•o c deg-li alcalini si é giovato de' tonici come il l'ert·o, la china e ~li amari vegetali. niett·o questP ec;perienze e quesli fatti l'autore è giunto per via d'anahsi ad una plausibile int~rpretAzione dell'origine dei solfocianati nella saliva, ma non pretende aver <lella l'ultima parola. La fisiologia deve progredire e guidarci nella ricerca sulle disordinate funzioni corporee, ed è sollanto IJuando essa ci fu d1t'etto che la patologia può avventurarsi a spargere la sua dubbiosa luce snll'oscuro s~nliero.


•1208

RIVI ST.\

!lios1te infettiva. primitiva.. Chirurgie, luglio 188i).

(Journ.al de M édecine et

Il dott. Brunon ha cer ca Lo di dimoslrare nella sua t-esi , fondandosi su di un cerlo numero di osservazioni, che, accanto alle miositi traumatiche ed alle mi osi li secondarie consecutive alle malattie febbrili come la febbre lifoide, le febbri eruttive, ecc., es isle una miosite pt•im itiva idiopatica, spontanea; esiste cioè una malattia g:enerale, di cui la manifestazione locale é precisamente questa miosite, e questa malattia generale é di natur·a infeLLiv!1. Ecco l'andamento clinico ordinario di questa malattia; un uomo strapazzato da fatiche fisiche eçcessive, o indebolito per una causa qualunque ha un brivido r epentino; immediatamente si accende una febbre intensA, lA temperatura sale a 40•; egli accusa alcuni dolori reumatoidi mal definiti. l fenomeni generali r estano g ravi per alcuni gioi•ni e non in rapporto coi sintomi locali; egl;i muore, ed all'autopsia si riscontrano ascessi muscolari. Tale è il modo di cominciare, il de~orso e la terminazione dei casi più salienti. Altre volte i sintomi generali si mostrano da pt•incipio molto gravi; la temperatura sa le rapidamente; vi sono nausee o vomiti; ma il decor so meno :rapido degli accidt>nli locali permette di localizzarli in un muscolo od in un g ru ppo tii muscoli. Finalmente in altre circostanze è l'elemento dolore quello che allir·a l'attenzione per primo; si crede da principio ad un reumatismo; poi il dolore si loc81izza su di una massa muscolare, su di un muscolo, ed snche su di un pul'\to molto ristretto d'un muscolo volu mino~o, come il grande pellorale. I sintomi genel'ali comparsi sin da principio, sènza rumore, non sono notati che un poco più Lardi; essi sembrano succeder e alle manifestazioni lo.cali. Infine il principio della malattia può simulare !"insieme sintomatico di una emorragia internA poco grave; il malll tO diviene pallido, ha una sincope e s\·iene. Quando rinviene ~i accorge di un dolore più o meno vivo risiedente a livello del muscolo che n 1è la causa.


MEDICA

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Allorché la mnlaltia si è affP.l'mata, il dolore può restare vago, ma può anche esse-re il disturbo che più preoccupa il malato; il minimo movimento lo fa nascere e colla pnlpazioue si può constatare la durezza del muscolo che l'come saldato alle parli ossee e resi::;tente come ìl legno. A livello dei muscoli affetti il colorito della pelle sì modifica; :>i f<wmano delle placche rossastre, cianotiche; in vicinanza del focolaio della lesione esiste un'E-dema più o meno considerevole. Ma lutti queslr segni, compretoo il dolore possono mancare; le moditicazioni di forma e di colore della regione non banno il tempo di prodursi. o passano i~tosser­ vati. Essi possono anche essere attribuili al r~umatismo at'ticolare mal caratterizzato. La roalallra perde allora la sua fisionomia c;peciale, ed i sintomi sono quelli di ogni malatlia infeLti va senza segni visceralt ben netti. Se si tratta della forma ~ravis!'\irna. il malato può morire m cinque o sei giorni. Se la m alattia deve retrocedere, i sintomi generali sono meno gravi ftn dal principio, o si mitigano in alcuni giorni. Infi ne in qualche caso felice lo stato generale non è mni estremamente grave; quasi tulla la malatlia è nello stato locale, non ~velato da alcun sintomo. La suppurazione può sopravvenire con una rapidrta che ha meravigliato Lulli quelli che hanno veduto questi casi; si vedono formare w1o o più asce:>si in tre o quattro giorni; l!.itlo un muscolo è trasformato in pus. Però la suppurazione non apporta fatalmente la morte. Se la malattia deve termina re per risoluzione, il muscolo resta duro e legnoso; questo indurimenlo la cui forma è dapprima in rappol'lo con quella del muE~colo rnalato, in r:::eguito si segmenta e SI divide in noduli che spal'iscono con grande lentezza. La diagnosi di quesla affezione è stata rat·umente falla durante la vita. La confusione l' il più spe:>~o a,•,·enuta col reumatismo ce1'ebrale, la febbre tifoide e tutte Je malattie infettive. Si dovrà dunque nei casi oscut·i di questo gener·e pensa1·e alla po~sibilità della miosite infettiva di cui la principale causa pr·eùisponente é la fatica eccessiYa con lo sforzo mtt-


H! I O

R IVISTA

scolare come causa occasionale; ma di cui la causa pt·imitiva, intima è una infezione generale. Sembra esislere un legame di pat·entela ft·a essa e l'osteomielile, il liemmone. diffuso ed il pseudoreumatismo infettivo. In quanto alla cura di tale malattia, essa non può esset·e che profilattica, e, se la malattia è dichiarata, essa non differisce da quella delle altre m!).lallie infettive . Paralisi consecutive all'infezione morblllosa. de médeeine et ehiruroie, giugno 1887).

Jourtu~l

Le paralisi in seguito al morbillo sono aòbastanz:a rare nella scienza. Il dott. Leone Bayle sJ.udiò questa c;Omplicazione nella sua Lesi, nella quale ba aggiunlo ai tre casi da lui osser"Vati i falli pub!icati anteriormente. Come affezione paralisigena 1a roseola sembra venire dopo la difterite, la febbre lifoide ed il vaiuolo; c1uesta paralisi compare rJUasi sempre durante la convalescenza. In quanto alla sua forma clinica, essa é estremamente vat•iabile. La forma cerebrale, senza essere la più ft·equente, è abbastanza comune. Queste paralis,i d'or·igine cerebrale possono essere parziali, colpir·e un membro, i muscoli ùell'ocebio, la lingua, ovvero a~sume1•e la l'orma emiplegica con o !'enza afa-sitt. n 101'0 inizio, abitualmente abbastanza brnsco ed inatteso. può a.ccompagnarsi a febbre. In questa forma , l'intelligenza può essere più o meno disturbal!l. Infine la durala dell'affezione varia a secot:~cla Jelle lesioni dalle quali dipende. Ge rle paralisi d'origine cerebrale guariscono t1 breve scadenza senza lasciare alcuna traccia di Iom, mentre che alcune altre dipenrlenti da sclerosi residuano infermità che dur·ano per tutta la "Vita. Vi sòno dei casi nei rJuali la paralisi è fugamssima.. In rm bambino nel riparto del dott. Seveslre, cinque giorni dopo la guarigione àel morbillo, in piena convalescenza, sopravvenne un delirio subilaneo durante la notte con febbt·e . Al mattino, stato di sonnolenza. paralisi completa del braecio e della gamba sinistra, perdila di moto e di E>ensò; questa èmiplegia dut·ò soltanto tre giorni e Cu segui[a da g uarigione


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MEDICA

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completa. Peraltro la sclerosi cerebrale è stata osscr·vata più volte in seguito a malatlie acule in generale e specialmente ùopo il mor:bmo, ed in tali casi si vedono SOJ•ravveniee consecutivamente epilessia, idiozia, ecc. Ma la forma che si risconka il più. sovet1te nelle paralisi consecutive al morbillo ò la forma pneaplegica. 11 principio di queste poraplegic è, ordiuaciamente, lento et! ius.idioso, ed è selamen te allorché il tnaìaLo -vuole alzarsi che egli si accorge della difficollà o dell'impossibilità di re_ggerl'i sulle trambe. Spesso rl primo sintomo consiste in formicolii, senso eli ooslr-iz.ione, di stir ament.o, ordinariamente poco ~Jenoso, 11eì membri invasi dalla paralisi. Alle volte si ha par-alisi completa ùi molo nei membri infel'iori, alle volle s.oltan.to paresi. La sens1bilità é diminuita o abohLa, ma non sempee in ragione della motilità. I rifles<>i piantare e roLuleo, qualche volta esagerati in principio, sono ordinariamente diminuiti ou anche abotili. Il retto e la vescica possono esse1·e r·ispe LLatr; peraltro in un caso publicato dal Lardìer la paralisi era limitata as~olutamente alla vescica. Cotne disturbi di nutrizione si osservano atrofie muscolari nH membri paral izzali 1 atrofìe ordìnariaroent~ abbastanza rìparal:.ili. La guurigione è d'a11ronde aiJit.uslmenle la regola in queste J~aralisi che sembrano generalmente dovute a lesioni poco profonde. Come m anifestazione più rara Billiet e Barthez citano un caso di anuria consecutiva a morbillo. Si possono anc!Je osservare veri t;pi di paralisi aLrofìca dell'infanzia. Alcune vo1te si tratta eli paralisi generalizzale, diffuse, estensive, assumenti la forma di paralisi ascendc,nle acuta, le qoali, più comuni in seguilo a febbre td'oide e va.iuolo, si riscontrano qualche volla dopo la roseola. QucsL'ullima forma è t'arissil,Da; le paralisi eonseculh·e al m01·billo haono ordinariamente una durata transitoria, e presentano poca gravita; questo carallere si titroYa in g-enerale nelle paralisi consecutive a malattie acute. Il pronostico è considerato ~eneralmente come bènigoo, ma ciò é vero soprattutto per la forma paraplegica.


1? 1?

Rl\"JST \

Rerenlementc il dolt. P e1•rel di Lione io un suo vol•tme di clinica ha publicslo una lezione fatta sul medesimo :oo.:getto, relath·amenlt$ ad un adullo afTetto da una par•apiO!lia po~t­ morbillo~a. L'nffezione si ruamfo.. ll• bruscsmPnle, t• ru ""' momento sles~o in cui il malato, guamo del mO!'btllo. si di::opone' a a Ja..ciare il letto che "i accorc:e di non p•ll•·rc:.i rc:r:ere in pte•L L'evoluzione fu rapida, poichè nello c.;pazio di cinque ~rorni In malallia aveva raggiunto il f'UO acme, e pt)t':hi g10rru dopo comincia' a a r e trocaJere. Altcrmiuo.! d'un mese lu guarrgione 61'8 completo.

Della ooaldetta angina del Ludwlg. - (Journ'd de Médeeinl' et CJururq&e, luglio 1b87L Questa denominazione impiegala flbbastanza frequentemente <la un rerto tempo t• stal1 dala ad una forma d'angiua inf~lli va dosct·rlta dal Lud\\lg" eU Slullgarl, il q un le, pH· r·au:ont~ndola ull'er·tsipela, lu pO><t> nel quaJro delle alfezi<>ni maligne. Ecco In de<~t•rizione che ne da il dolL Cbabrol in una s-ua le"'i rect>nle. l pro.iromi dcll'an~ina del Ludwig sono genPrelmt'nte lea t:ieri e pa~::;ann spe..so inol"..,er·,·att; poa alau fine ua uno o due g-JOJ'IH oppAri~cono i Sllllorna caraller·i~licr dell'~tlfnio nc. Dllpprima !'li rnanifc,_ta una tumefazione iudole le runau zi all'angolo del rnasccllare el disotLo della branca orizzma tale, P fl livello r!Plla ~lando'a c;ollorna'"""llare. Sopra:::.:iun~ono allora ,..r>, ren:~meni doloro~i da pArte della bocca. i qua li vanno accenluandol'i sempre più. n..,n preslo la tumefazione c rcon la la s111fh·i menloruera e t-r e>-wnde al lato oPf~o1,.;l·• , solisco ver·so In !'et;tiune poa·olid<>u dl.l una pa rlP, dt::>COJIIIe dnl l'altra pall~ allo innanzi del canale laringo-lr·achculc 1'11~· viene n cornpr·rmere. Più lAr.Ji o;opravviene la 1!80~1·ena inva•lenlP., p!'•)ç.!t'C~"i vo , mentre <'he i !<intnmi generali Aggravr:lll•k•si conducono allo !<lalo lif,,Hie Alrnamico completo. 11 so!!gel'O m111accialo d'nl;fi:i>sia ha la voce 1'8UC8, inintelligibile e sot•.ìn; l' alim~>nUI ­ zione è irnpo<~«ibile; il polE-O !'li acrelera. Nelme.lesuno li"'ID1' 0


l!ED1CA

e

sia spontaneamente, sia per intervento, le placche gangrenose lasciano fluiee un liquido grigiastro, orribilmente fetido, pieno di detritr nerastri. In più della metà dei casi la morte è la terminazione fatale. Quando avviene la gual'igione, ci6 6 ordioaJ·iamente in seguito ad un inlervento chirurgico; vi ba una attenuazione dei sintomi geueraJi, mentrechè ùl conlt·ario i sintomi locali reRtano lungo tempo ~tazionarii. L'autore r1porta una serie di s:ette osservazioni con tt•e casi di morte avvenuta sia per aggt·avsmenlo eli sintomi generali, sia per inìezione, sia per asfissia. Questa malattia ad andamento cosi ~peciala, nella fJuaJe si t•iscontra unindurimento lapideo facente cot·pocol mascell.are, senza fluttuazione, ter·minante colla gangreua e con uno stato intetlivo gr·ave, non !<Gmbrerebbe dover~i affatto prestare alla confu~ione. P ertanto, oltre gli imbat·azzi del principio che possono permeUere la confusione con l'inizio d'una scarlattina, d'una errsipela, angma infettiva, ecc., bisognerà ao· cora fal'e la diagtJosi cou alcune malallie locali, come flussioni dentarie, flemmoni, usleopet·iostiti, ecc., ·~con alcune mo.latli~ inf~;:ttive come l'adeno-ilemmonP., l'amigdalil(~ inietti va, gli orecchioni, ecc. Le lesioni che si riscontrAno Rono quelle della suppurazirme nelle malnLLie infeLlive, con alterazioni viscerall. Dal punto di vista etiologico, l'angine del Ludw1g, elle ~ambra coulagiosa, ù sopl'attuLto rx·equeule dai 20-30 anni, e si risconLt-a specialmente nel ::;t:sso mascolino Cile l: più esposto alle cause del contagio; es~a avverrebbe in séguilo a raffreddamt>nli ripetuli. Come cut·-a, antisepsi rigorosa della bocca, medicamenti tonici ed antizimotici, larga incisione antisettica della re~ione sotlomascellare, drenaggio e med.icalura a!Ja Lis.ter.


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RIVISTA CHI fiURGICA -

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Artificiale aumento dell'osteogenesi nelle fratture mal couolldate dopo operazioni di pseudartrosl, eoo. HELFemcu. -

(Deutsche M ed. Wochens., N. 1S, 188i).

È questo un processo col quale Dumreicher e Nicoladoni o tten nero una volla buoni effetti conLro uua fol'!nl:l assai complicata di frattura. H elfericil ia questo processo s uole collocare un r obusto tubo di go m ma leggermente teso al disopra delltl frallu ra intorno all'estremità e Jo tiene fissaLo· Da principio il tubo resta io sito per breve tempo quindi per un tempo gradatamente maggiot·e e ùa u1Limo l'intera giornata. Tostochù s i C'isvegliano dolori l'ammalalo s tes!lo d~~o togliere il tubo. L'effetto immediato di questu applicazione si è che al disotlo della pa t·le circondala dal tubo si fa una iperemia e questa agisce favorevolmente ravYivaodo il processo dt Ol>Sificazione che ha per conseguenza una abbondante proliferazioneosteoplasUca. Ilelferkh ba ott~,outo questo effetto tanto nell" frAtlure che non mostravano tendt>uza a consolidarl>i come nelle pseuJurtrosi, e specialmeute i11 un et~so di operazione di pseudarkosi in cui i frarnmeuli dell' uloa erano cosi sottili che oon polevano essere r iuniti con sutura. Aucbe nella ùifetlosa ossificazione in s ..a:uito aJ osteomielite acuta, come aoche nelle fl'altU1'e spuutane<! per osleomielile, l'autore pote otlenere ottimi risultati. Inoltre, valendosi di una accidentale osservazione suJI'aurnentato a ccrescimento longitudinale delle ossa in seguito a prcss10ne circolare e~ li fece 1l tentativo ùi applicare il laccio di go mma per pt•ovocat·e l'esagerata osteogene::>i io un caso ui mancante osstfìcazio•~c per paral1si inranlile, ed egualmente applicò il tubo cir cola re per ottenere l'allungamento di una gamba sana iu una ragazza che p1·esentavu l'allra esLremtta


RIVISTA ClHIIUliGICA

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sll•aordinariamente allungala in seguito ad ulcera cronica della gamba. In un infe1·mo operato secondo il processo Vladimirow-Mikulicz non ottenne alcuna consolidazione. Xon si ossarvarono mai inconvenienti proprii di •IUesto processo. La cute diventa più spessa, i peli cr escono assai, non si fa edema. Questo pr ocesso non è pralicabile in caso di atr~­ zioni tubercolose, neoformazioni, e vaste superficia granulanti. Cisti ldatlche delle ossa. - M. GANGOLPHE. - (Centralblatt ]tir Chirurgie, N. 22, 1887}. Gangc.lphe ci presenta nel sut> lavoro una completa raccolla delle osser vazioni fino od ora conosciute nella medica lette· ratura io questa abbasta nza rara affezione, e le sue considera· zioni scienliftco-praticbe su tale argomento sono abbastanza interessanti da eccitare lulta l attenzione degli studiosi. Dopo una introduzione storica c.J un succitato studio delle due fot·me nelle q uali l'echinococco si manifesta sull'uomo, cioé l'uniloculat•e o endogena e la mu ltiloculare od esogena, dà uno sguardo sulla frequ enza con cui le singole ossa vengono colpite dal parassita. Su f'l2 casi riportati complessivamente dall'autore si troYarono colpite: le ossa lubulal'i 26 volte e precisamente sei volte il femore, otto v(\)le la libia, undici volle l'omero, le falangi una volta. Le ossa piane si tt•ovarono affatte in 18 casi cioè fJUaLtrll volte il cranio, undici rl bacino; una volla la scupula, una volla lo sterno, una le CO!".tole; delle ossa brevi, la colonna vertebr ale otto volte. Da questa rasse,gna casuislica emerge un ratto abbastanza importante ed è che meulre negli allr·i tessuti del corpo la forma pt·eva!ente dell'echinococco è la uniloculare, per riguardo alle ossa avviene l'opposto. Fra 37 casi di aJTeziooe o~sea trentadue presentarono la forma multiloculare e soltanto cinque la cisti unica. tt·a que~le ulttme ne troviamo tre inl.Pres!'anti: il seno frontale. L'azionP. nociva dell'echinococco sul tessuto osseo si esplJcn, a parer·c dell'autore, in due maniere: nella prima l'osso ''iene logorato a poco a poco, ma in mor!o sempre crescente dalla cisti; tale a zione è giustamente pal'agonata da Cru -


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JU\ !SU

veilher· a quella degli aneurJsrni. Queslo eltetlo si avverarsi pi1'1 spesso uellessulo osseo compatto. La sec:ooQ. man1era Ji distruzionE', sotl'erta speciaJm.. r•le dalla rost.anza spugnosa con!:liste in c1ò che per• il continuo estendersi deUe ve~cicllelle vtene a manc6re la nutrizione dell'osso cireos tanlt· tal ehe alla fine e"!"o caùe in necrosi; e co~l s1 rormaDO seiJUC"lri e cavita di uspetto ulcero::;o tanto caralterislicodaè il Vrrchow parlò anche di un ech 1nococco muiLilocultare ul· cer•anle. (.;n altro fatto singolare è !(Uesto, che mentre iu tut&e le affezroni croniche del tessuto osseo si osr.urvt~ per parte del perio~lio un'attività plastica aumentata oell'ecbinococco invece questo la voro manca del lullo. ~Oil Si :.corg~ traccia uJcur.a Ji profiferazione Ossea, n che è importante a sapor::1i !>erchò ci dà la spiegaziune dellà frequenza delle fratture spontanee. Nel decor::;o dolraffeziou~ po~l"onv verificarsi accidenti pii\ o meno trisll 'luali sartlbb~ro: l'u,.,ctla ùell'uchruococco clat sun punto d'origiue e l ~l !'lua. emigt·azione nei tesi>uli stanti, come nei rousr..oli, nei \'liSi, nervi e specialmente nMa.Miil.f, articolazioni. Parltmdo della sintomalologia l'autore notu; 1" li lungo e latente decorso; l'u1fez10ue !JUÒ durare lino quatlr o anni !:'enza fare alcun ar·psr·tmte pro..!re,,:;o. 2" La maucanza di clolot·e; :solo ìn pochr eu"i l'auunaleto a~usa profonch dolor1 , uflallo drlfl'r enti dai ùolori delle 0881 n"'i silllitici. 3• Hi~onliamento Jcll'o,;so, "'P''"'"O Ji cCin-.h.teuza assal ùurn benche t-i trovino quasi costuntemento dei punti ehe ricewmo l'impre:;,.iune dando 11 scn"'O che c1 dìt la pergameua t<chiacciala. 4• ~ell~ o::-,;a lubulttri SI ag:glunge la fruUura spontanea, ìl quol fallo tl --pe:-<:o il PI'IIUO ad attirare l'ullenzione e rar so~pellut·e di uno affezione delle o.,s a. La frnltura avviene in me liu 6 \Oitfj >;oprt~ 16 CASi. :'\el far la diogno<:i ùevoosi ave1• pre>;enti queste os!!erva• zioni e In diagno~i dilfereuziale !'i deve slolrilire di rronle all'osteomJelite gommosa ed 01 tumori di maligna natura. Se


CBIRliRGIC.'-

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adunf{ue non trovac;i alcun segno delle ot·a menzionate malaltit>, se manca l'esostosi, se non ostanlP. il Lrattarnento :;peciJko e l'immobilizzazione non .. j scorge tP>ndenza alcuna alla consoli.lazione della frattura, si <iuvt•u far diagno~i di echinococco. Ma per render!! la cliagnosi cerlo fa d'uopo la puntura e!>plorali\'8 o l'incisione e l't>c;arnl· ùel materiale estt·atto. S'intende da se eh•· •]uesla op..razione n scopo Ji diagno!>t deve pratìcarsi con lulle le cautele anti:·wlliche. Sopr a :>::! CS!>i se ne trovano non meno tU 1::! che :-oc\:ombono aU'inft>7.inn~ settica. Inoltre la prognosi é delle 1·iù infauste -;;e l'afli•zioue ha colpilo la colonna vet·tebr a le, (in ~ellH casi avvenne (j volle la morte. Lo ~lO!-'SO dicasi !•Or le oll'ezioni del hocino. Di otto malati "i ebbe un ~olo guartlo e "Olo in gt·aziu ,Ji un arclilo ed ene:·gico alto operativo. Se il male ri;.iedc nelle ossa lunghe la pro gnosi è migliort>, io morti sopra 1!1 Ili& la li. Il lrallam~olo dt>,·e C:<!'Cre semprtl mollo energico ed allivo per prevt'nu·•· ht reclliiYa. Siccomt>, p~r le o~sa al>biamn da fal'e quasi sompNl coll'echinococco multiloculare le i niczionì di alcool, di iodio, collo scopo ùi di$h•uggere li! cisti non rianno alcuna lu~inga di rim~cil.ll; "Olo mezzo accellabil · e la di~truzione m eccanica e rahln1.ione. Ma per la grande t>"len!;ione del male e In piccolerza delle ci!<Li alla perireria che 11ppo::na s1 J.. ,_souo ve l ra ad occhio nudo, è nece ...snrio praticare a ternp() e la1 ;!ameni<" l'up rlura e lo S\"uotamento dell'o;;:~o. Si rnct·omauda l'u=>o Jot 1\ll't'O t'a ndenle; so ò colPilo un os,;o !un o e l'alfPzioue "i avnnza è indicala l'amputazione dell'arto. :Sella frattura .;ponlanea • ..fove il rocoloio si può l'ÌffiUO\'Pl'e fucilm~'nll" quaJclu~ \Olt8 ,:j Ottiene Ja gu&J'Ì;rionc colla c-ruentazione l'colla "uturu.

Sulla. c osì detta aoarla.ttiD.a ohlr ur glca.- A. Hon·A. (Cent-ralblatt fitr ChiriiT'tJie, N. 28, 1837). Sott 1 questo nome noi tro,:iamo lk,..crilti neUa letterulura meùt. v-chirurt;lt!ll pa1·ecchi casi nèi quali non é av\t:nutu una v~w~~ i nfezione H'arlaltiuo~a. L'uul.ot•e rag:~ruppa que~ti casi in tr.; categorie e raeeudo distmziune tra '}Uelli eril.tirni cau-

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RIVISTA

sali d~ ,Ji..,.turbi "a~olllolori, quelli lrofici ··d i c;cttici egli noJl qualifica pet• scarlattina chit·ur::rica che quellealfozJOni ... uo.aiJ••'·nt:Jie quali l'infezione st•twlnllino~a e!Jbe realmente il s uo punto dt partenza da nus ferita e da quel punto l'e8antema si é d1fTUl-'o sulle allt·t: rt>gio111 del corpo. SepKranJu cosi in egual modo quei casi in cui l'intezion~ pl!netru per vie normali (apparalo r•'spirat.orio e diger ente1 e;ll pas...a in rassegna quei pochiss1mi che con certezza possono ritenersi casi di c;cat·lallina cl11 rur~ira. Eccone due trA qut·Ili caduti solto la sua propt·ia Ol6Sèl'\'8zione. 1• Ad 1111 uomo in miserabili condizioni provj•lliCule da una citta O\'P domina va la scarlat.lina e ricoverato nella clinica di \Yur~bur~ pet· infiltrazione urinosa, si sviluppo uovt: JZÌOrDI dopo un e<:antema !'carlallinirorrne che mo' endo ·ialla !era&a p:uadu~nò tutta 111 ~uperlleie ciel cOI'po; oltre a ciò vi era fo r tt> onginu e mo·d mento febbrile. Desc,uammazione tipica, mo r·La por I'Sau rimenlo dopo l l giorn~; all'uulop~ia t.i trov6 Jtef1·itc par ••nellimalotoa acuh11 con uessun procosl'o l'ellico. 2• l) n medico uel prulicaro una necrO!'COpia di un sog.. t:allo mor·lo p :r scarloltrua si fece acc1dr,nlah11eut~ uua ferita ad uo dilo. Al 9< giorno gh si ,,·iluppò l'~tngma e poco dopo movimento febbrtlt>, \'Omiti ed uu ~sanl•·ma scarlaUi· Hof>o ptll'lente dalla ferila La malt~lUa durò par ecchie selU.. mane. Le urine non furono esammate. Ad l'c;ezione di uno, Lultt i casi di scarlattina cl•irurgica oss"l'Vatr dall'autore si rif•Wil:!cono uJ indhidui Adulli i r]uuli dappruoa s i erano ripetul~mente espo_,., al eoutagio scarlatliuo"'O "enza essPrne mai c·fllpili. Perc10 !"autore. condiva· dendo l'upinion... di P aget, da Marsh e di altrt, amruelle che una ;;olutione di continuo d••b!Ja costituire nuu pr edisposi:done a contrar•·e la s~t·lallina e che mollt·e uhlHtJ il potere di ubbt•ovtare il per 10Jo d' incubRzionH e for·so uwdificarne anche il decor so. Coutrar·iam~:nle o quanto c t'cdouo i c:hirurghi in!:'le!'i egli rit.ene eh+' 1! m ..lodo aulisell1co !'Ì» ti piu ~icuro ed efficace "U"Q•dio profìlaltico contro l'mfe;.:ione scarlatinol"ll.


CHIR URG ICA

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Sul trattamento delle •oottature. - .M. V. M OORHOF. (Ceatr alblait jur Chi r u r gif! , N. 28, 188ì). ~1osetig v. Moorhof deplora il fallo che nella cura delle scollature la Lerapia antiseltka si faccia ~eneralmente in modo a'-Stji difello!'!o. Egli raccomon Ja una medicaziOne con iodoformio accennando c:pectalmeote all'azione anesteltca locale di questo medicamenlcl. P ochi minuti dopo l'applica zione del iodofnrmio gli ammalali diventano piu lr An!JUilli e dopo un quar·to d·ora C"SÌ po~sono tollerare benil"~imo un trasporto con qualche cautelA. non vi e perrcolo ,j'avvelenamemo. Egli nella pr ima medieazione apr·e le flilteno e.t e!lporla l'epidermide, pulisce le pi~tghe con ovat!a inzuppata in una soluzion~ di cloruro di soòio al 'l! per cenlo, e quindi copre lulla la superficie c::collata, con moltr-plit't stra li di compre~se ui gana a l iO<loform o (preparato coll'etere io.toform,u.ato) adoperando la polver•e d• iodoformro per le parli colpile da gangr·enaj sopra le compresse appliea un foglio di gullapercha, e sopra qu~> .. lo cd alrrnt'lrno colone idrolilo. L'appat·ecchio resta m sito fln tanto r.he non occot·re far puli7.,a e non ~i manifesta ft!bbr·e. Di "Oiito ur.a o due !'lt>Uimone. In ·a~o ii abbondante 'lt•crezionl' "i f•UÒ fare il camhio degli strati e~terni lasciando in s1to gl1 str•ati più profondi. Alla faccin 'llle"ta medicazione occlu,iva non é praticabil~ e SI raccomanda rnvece una pomr1la di va<:ehna e iodofor·mro al 5 per cento, applicandovi ~opra una maschera di gullapercua, la medeslllla deH! rimlo\·ar--i giornalmente.

Ferita 4a punta penetrante nel or&Dio, afa•la e4 emiplegia. Lesione di un r&mo dell'arteria cerebrale media, atrava•o nbdurale; trapanazione; g uarigione. - B . ScHNEID~n . - (Certtralb. fttr Ch,r., N. 2'1, 1887). Al numer·o ancora scorso d• cus1 d1 afac:ia traurnaltca tolta completamente coll'aiutA> della lrapanazione. r autore agJtiungH Il sf•guenle di non comune interesse per la natura de la le:-ione, per Ja :.intomalologio e per rec::ito felrcissimo della cura


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Bl\'ISTA

U n giovanello di 18 a nni, quattro giorni dopo d'avere riportato una ferita di coltello alla regione temporale s inistra veniva acco!to nell'ospedale civile di Konisburg pr esentando i seguenti fenomeni: ferita io via tli guar igione decorrenle in senso verticale sei centimetri a l disopra dell'angolo esterno dell'occhio sinistro in uno. linea che può s up por si li t'ala dall'angolo esterno dell'occhio in Ru e all'indie tro parallela alla sutura sa gittale, adunque slluata sopra il terzo giro f rontale. Coscienza nor male, ma incapacità di emettere un s uono qual unque, paralisi faciale a destra; pupille mediocr emen te ed egualr11en le dilatate; temper atura normale; polso alquan to rallentato. Secondo testimonianze della madre il paziente era r imasto fuo t•i dei sensi per un'or a; dopo non potè più parlare nè muover e il braccio de:>trò né la gamba destru . Nei l!ioroi successivi l'emiplegia aumentò e diventò completa. Nel resto le condizioni non mutarono. Per il decor!IO apiretlico si dovette escludere la presenza di un asces!'O come pure la meniogi Le. All'incontro si ammise cbe i sintomi cet·ebrali fossero causati non solo da una lesione circoscrilta del cervello (del centro della loquela, di Brown), ma anche da uno stravaf:.o sanguigno che gradalamenl•l au· mentava. P ertanto Schneiùer nove giorni dopo la, lesione procedeUe all'applicazione del tr apano. S i trovò che l'os:>o in corr·ispondenza della fer ita eslarna presentava ur a fe~l'Ul'R lineare lungtt un centimetro, a margim lf\~·li->:;;;, ~ clté rlopo la rimozione di un frammento Ohseo del diamc tro di ùue centimetri e mezzo non si scopri alcuno scheg!liamento della lamina vitrea. Sopra la dura matlre, la qualè era stata divisa dallo strumento feritore e che non manifestava alcuna pulsazione, giaceva un coagulo sanguigno, ed un nltro coagulo simile traspariva al disotto di quella membrana. Dopo fa Lla Ja diVil>ÌOne della du ra madre io ()Ue} pun to ed t>VaCU8to il grumo si man1festò un gello sang-uigno òa un'arteria d i non piccolo ralibro. L'allacciatur•a d• l vaso. che era il primo ramo collaterale dell'arteria cerebr·ale medra (anterior·~ della fol'sa del Silvio'. costò non noca flltica. Lo !;trato eorti · ticale del cervello sembrava alqua~to contuso. La <htra madre


CH!RlJUGICA

Yeone quindi cucita cou catgut e quindi fu fatta la sutura della pelle, applicato il drenaggio e la fasciatura. L'ulleriore decorso fu assai fttvorevole. La ferita guarì per prima intenzione e la frequenza del polso andò ad 80 al minuto. Al terzo giorno dopo l'operazione. il paziente cominciò a tentare di pl'onunziare qualche parola ma non vi riusciv~ rhe assai incompletamente; verso sera pet•ò egli pronunziò qualche breve frase; d'allora in poi andò migliorando tutti i giorni, tanto che nella quarta settimana la parola era completa e chiarissima. L'emiplegia si dileguò ancora più presto che l'afasia. Già tìn dal secondo giorno dell'operazione il paziente cominciò a muovere ill:>raccio destro e dopo otto giorni l'uso dei d·ue arti era rilornat() nella sua integt'ilù. Soltanto la paralisi faciale non era ancor'a completamente scompat·sa ul St>slo mese. L'autore soggiunge che senza l'allo opera livo, senza la rimozione degli stra vasi subdurali sulla circonvoluzione di Hrota, le parti del cervello che erano state lese non avrebbero mai più riacquistata la loro funzione; sarebbe piuLtosto avvenuto l'edema cerebrale che é l'esito più ft'e(Jucnte degli slra,vasi sottomeningei quando non possono venire facilmente assorbiti, e l'assorbimento in tal caso era imp,•obabile perché l'essudato non era disleso superficialmente, ma raccolto in massa circoscritta. Un nuovo metodo di amputazione o•teoplastloa della gamba con o•serv azlont orltlohe sul metodi deg li altri autori. - A. S. FAUBER. - (Centralb . jur Chir., N. 27, 1887).

Fauber aveva proposto questo suo nuovo metodo la prima volta nel 1885 al congresso dei medici russi in Pietroburgo e nel proporlo ora nuovamente, muovo alcuni appunti al metodo di Pirogoff e alle moditìcazioni apportatevi da altri chiruqrbi. Egli fu costretto di escoftilare un DU0\'0 metodo nell'occasione che nel 1877 do,·eva operare un soldato degente all'ospedale di campo di Bogosta, affetto da congelazione del


piede, estendentesi fin !iulla linea articolare l.li Lisfrane, eoo dt!liA pelle alla supertlcio esterna del calcagno fiDO al malleolo corr•ispondeole. In questo suo metodo Fauber forma il lembo cutnneo r.on un laglio il quale comincia in v1cinanza del punto c.t'ino:erzione del tendine d'Achille, decorre lrasversalmente lungo la superficie e<:tei'na del calcaFtnO al d1~otlo ùd malleolo lino alla linea articolare tli Chopart, <l l là pa«sa sopra il dor ,o del piede fino alla superficie interna, quindi in hA.,.,o· lìno alla melè clelia pianta e finisce con un laglio loogiludinalc decorrentedal mezzo deJJa <:uperflcie piantare in dietro e cui' va a rag~iungere 11 punto d1 partenza al mar{!ine e<:terno del tendine d'Achille. QOe'-lO laglio deve in Ull ~OllraltO peOPtrore Jlno ulle O~ di modo che con es<10 dev•· venire aperta l'orticola.lione libtoastragalen, devono esse1•e ùivi~i i legamen~i fra il tarso e le O"'«a dolla ~nmb11, liberato l'astragalo e disMlicolato il piede nella linea di Chopart. AfT.,rra f)UIIldt il cakaguo con una robu~ta pinzo, lo ruota all'esl~>rno, tl lo sega in tlir···zione per · pendicolare, di motlo che tutta la metà int~>rna corr tc;pondente al decot·so dt:l lafrlic> delle parli molli viene demolito, N~lando al lembo calcaueo della pnr·te interna una pot·:ttone larga quasi I')Uoùrala di calca~no in compagnia dell'arteria tihiale poslet·1ore r1masla il1e::-a. Finalmente si c:ehrano ,.,a le e~lre­ milà inferiori delle ossA d111la gornba al di~opra dei mullt.loli in seno:o pt>rpendicolore alra~se àell'tu·lo. Contro quec:la ~uper­ fick di <:ezione ~i applica il restante calcattno ~··nz». che il tendine d'Achille sia me~c:o in tensione. L'autori' atlribui<>ce al suo m•ltodo ì st•guenti 'antaggi sopra quello di Pit'Og<ff: 1• Vicu t·1sparmiata l'arle1·ia tibiole posterior·••; 2' E pure ri«pcllala l'in ...erz.ione del tendine .i' Achille e la borsa muco'<a t•etro-calcanea. 3• Si oltiene una supet•flcie di sezione del calcagno abbastanza grande e proporz•onata a quella delle 0'~"8 della

neero~1

~amba.

Fauber ritiene l'operaziOne. indicatfl in quelle alfezioni del piede in cui la cute della superficie esletna é distrulta o pro-


CIIIRGRC lCA

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foudamente altera la, come no)Ile ulceri t•ibelli, nelle neoformazi• nt, o• Ila gangrena, ecc., es!"iPndo completamente ~ana la superfic1e interna. Per altri ca«! p~rò egli non pretende clte il c::u 'l metodo debbo l"Upplantsre l'operazione tipica di P i· rogo II.

Lttotrilia e ol1totomla, per J. GAND. - (The Lanetc, giu· gno 1

7).

Joc::eph D. di 2~ anni JOOfft•iva de~d' inconvenienti della piPtl't\ da S mes1 , quanrìo nPI 4 marz.o entrò all'o"-pedole. LA """Ù t dìmostt•ò un cakolo nel fondei della vt•scico di suono olluso, le orino erano muco~e e l olcaliue, il ~ondamento irritava mollo l'ur•·tra, In piet1•a opparìva llbba!>tanza grns'la, e ru gin licata <11 malPria foc::falics. Dopo allluanli giorni di riposo in letto, il i 2 marzo fu anestusizzato l'iufermo, riempita la vrc:cica ..l'acqua tiepida. pre~o e nm•urato il culcolo col liLonlrilore aveva un pollice e mezzo di dinm<>lro, fu frrutlumalo. furono e~lralli i frammenti, c• n un r•at(ltero N. l5 fii died·~ PSito ad una gran quonlilà dì dr· tr1tus, lu t•ipi'luta.menl/3 lavata la ve"d<'a ma ùei detritu.~ usri,·ano nncora, o siccotnf' l'operazionP. rlura''8 da ltn'nra e m~>zw, St risolvè di r1matvlare od altra occasio1w l'ult~'riore ~rauauwnto della ve~cica. 2'1- grammi di calcolo erano stati e-<tralli o::enza ti minimo inronvemente, giacrhè l'•nfernw nPi g ior11i E<Ucce!<SiYi ~~lte benissituo, orwando c::pontuneamente quattro o cinq11f' volll\ nelle 2~ nrP. •\lcuni ~iorn• dopo ripetuta re .. plorazionn vel' ·icaln, non "i trovarono frammenti, l'lllfet•rno fu tnnulo in O""ervnzione anr.ora pPr ii> t(iorni, e non avendo piu alcun s nlomodella ~ofl'ert.a malollin, u~ci dall'o.,p('dale. \\'1lhmn P. dJ lH Anni aveva "intorni d1 calcolo da dieci anni, e quando ru ammesso nP.IJ"oczpedale il7 mal'?.o. al primo &"~ndamenlo ru trovata nel fondo della vescica una pietra di suono metallico, bernoccolttla, d'un pollicn di d10melro dal· l'avanti all'inùtetro, la ,.e">ctca e le orine erano no,•mnli. Il 12 marzo, •lopo lt~ pri'C'Pdenle operazione. l'autore osegui su '!Uest'tnùìvuiuo la ci"-lotomia laterale, m& 11 calcolo -.ru:.rg1


l\IVJSlA

dal for· ipP, e fu '"lral'o non senza diffi coll~. merce una secon.Ja incisione twlla .metà deslra della rrostata. ~el !'~>lruilo non vi furono acrr<lenti sfavorevoli, non dolore SO\ rapubioo, le orine fluivano dalla fer ila, ed al terzo ~iorno pa~"arono per l'ur·etra, poi alternativsrnenl~ dalla r~r·itu e tlall'uretra per i5 ~dol'ni, in ultimo soltanto per le vi~ naturali, uncle la fer•ita .-icalrrzzò in breve tempo, c l'iufet•rno u"ci dall'ospotlale. Per In ~cella del metodo OJ•eralrvo, bi>oogna tener pre~<~>nt.e Ja graudezza e den~ità del cnlcolu, !o "lato della vo~cira e delle vie or·ioarie; da queste du~ condizioni dì!'ende la "celta della h lolri-.ia o della lilolomia, cd a queste circo~tanz11 ò da r iferir;.i ti buon e-.iLo di que,-h due metodi n~lle mani J1 abili operatori. Lu liLotrisia rapida di Sigelow ho portato rJ ueslo melo lo a Ji,•ello della ('istotomiu, ma allraverso qtre,l•• ulih considerazioni, e l'intolleranza dc~lla ve"<'ÌCO per le munovre di litolt•i ... ia. l' irr illlzìouo pro<lolLA dalle ~Ch••;:,re t· he vi rimangono. sono la cau~a dellA tnt'lrte in selluilo alla litotrisin. Il calcolo du r o, sonoro ai O!'ì!>SIAto di calce, dà fl'amr u··nti angol o~! Btl irrilau li , lo stesl'<o fauno i calcoli d'acido m·ico, P. -.e sono Ji medtocr·e hran .Jctzn, val meglio rimuovnli con la cislolomia. :\ella c·~lotomia lat"l'nle, J'ec..trazionP ri'un calcolo che snper·a ceri e dimen~ioni. prod uce tali lacerazioni sul collo della vescica, rhe una cellulite delle pAt•ti circostanti di,·ieno inevitabile. D'altra paa·te una e;;l~.,a incisione pi'O~laliCA inùietro puo ledere ti r rveHtmento aponeurotico, e ; t'odurre e.~tel'le i nflltrazìoni, come la contusione del collo della vescica può aver fat.uli conf:e gnPn7.e. Il la dio me~iauo otTre un limitato a . ·cpc.::o alla \'escicn: la cisLotomiA soprapubica !:ti presta aliA rimozione dei più ~rnn.ti calcoli. ma riguardo ul campo d'operazron• • l't>~pet·ienza hA recer1lernente dimo:sl!·ulo che non <>ernpre si puo enlt·ar·o in w•<>dca da qu<.sla \18 ~enza tagliare lo plica p. ritonP.ale anche quando lo vc,cica é com plelamcnl.e disle::oa, e ~ollevata mercé il sacchetto dr Pet~>t'!"en, nè sr p t: o sempre ,:.,~ere al ~<icuro dalle inflllrazioni. f .a li l ')lri,;t ra1 ido, ~e il cale{) lo ~i ,.rel:lA, non de,··e .. ~re controindicata dallo sta lo della ve~cica e dei t•eni. La nefrite


CRIRGRGlC.\

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e In pielile insorte per propap-aziooe mediante gli m•eter·i, o per azione vasomoloria. rifle~~a, non sono che l'espreilsione della rislile, e la rimozion1· d~>l calcolo le fa l'comparire. :\la quando la durezza dtd calcolo ""Ì coppone alla litotr·isio, 'JUonjo la sua grande1.za nrm pcrmeue la ci"lotomia lal('rale, si modtfichi quc'"la con un' inci...iont> r·ellangulare. ftl cendo un <>econdo laglio che parta dal punto medio del primo, e ,·ada alla periferia oppost.a dalla PJ'•I~lata; fii otterra co~t un'apertura va lvolar·e, che darà ampiH ctll'tlda al pssssg>~;1o d'un calcolo di qualunque ~~·anJezza, c:enta li pE"rJ ·olo ù'm· ci<ler lo f'finlere anale, come accadeva nell'mcif'ione reltan~olare di Marlineau c Liston, in cui i due tagli laterali della pro'-tala sr riunivano aJ angolo in allo. L'mcìsinne prostati<'a semilunor e di Dupuytrcn ha tutta un'altr a forma, i' con O~!"a si r·il"chia di taglia t'l:\ i vasi defer·enlt o le Vt:'ArichettP Ft~­ minali . Il prolun~are i margini Jell'ordintll'ia int•i«ione lalern e racentto una sezione •Iuadrilutera della pra,.tatd secondo Vìtlal de Cn~c:is non olTre lo "te~so p~ri('olo, llll:l e~pone nl riRchio di la gliA re il r•tvasUmento aponeurotico dello proslata. Quando nr>JI'P.strarrt• un g:J'OS!:O calcolo il forcip" s'inchioJn nP.II'aperlurn or iinari11 della pro!:lata, il secondo lA~! io sr puù fnre con un bistori botlonato, tagliando in alto piuttosto che in basso, onde evitar la Je;:roue del collo della wl'cica. Fre~ er ha estratto cl e i calMI i d'acido uri co rli lre o nei~ con la litotril'ia, senza lamentar~> iucon,·onienti, ma son <'a-.i eccezicnali nelle manr di eccC'ZIOnalt operatori; in ''ia ordinnJ'Ia è raccomandabile la cislotomia lalerale, <'On l'aggiunta tlell'inci5ionA proslatica ad anttolo retto.

Olstotomt& mediana.. -Per RF.GI:-.ALD HARRISO~. -

(The

Lan.eet, giu~no 1~87). La cislotomia lateralP dà nelle ~lati"tiche il :l5 per tOO tli morll ne l'et. atlultn, P le l'au~P di morte ;:onq remorra_ia pnmaria e !:>Pcondsl'ia, la cellulite e perilonite, la ferita del r~llo, la .x·ollura .dell'lll'ulra sen7;a peuctrart~ in vescica, lA l"t•JI!<i. La cr..,lolomia mediana cbe!>iec;e~ue percut·a d~llacisLilt, per e_o:pJorAzloue de' tumot·i 111~1ln ve"· JNt e nella pro-.ull'•·


RIVISTA

per la prostatotornia e rrosts.Lectomia, può essere impief!ata

p~r la r imozione di grossi calcoli di urati ed ossalati, come l'autore ha potuto dimostrare in va.l'ie circostanze. Entratr una volta in vescica con un dito, con un bistorì curvo e botto nato sì può dilatare l'apertura perineale, legare r vasi che !-anguinano, quindi tagliar la prostata tino alla sua capsula, 8nrhe a costo di ledere rapparato semjnaJe, purcM ~i salvi la vita del paziente. La cìstotomia perineale mediana dev'esser sempre seguita da sufflcient., drenaggio, specialmente in C'lsi di catarri vescicalr, altrimenti la sepsi insorge. I vantaggi della cistotomia cosi modificata sono i seguenti: 1• L'inc1sione della vescica é falta in gran parte àa dentr·o in fuor·i lungo l'asse antera-posteriore della pelvi, cio cl1e dà il massimo spazio possibile. 2' Le emorragie appena avvenute possono essere arre~late. !l' I movimenti del bistori son semprp sotto il controllo dell'indice che sta in vescica. 4' È adattabile tanto per la rimozione de' g rossi calcoli coma pt>r quella ùe' tumori. 5• Si può pr ovveder e alla temporanea incontìnPnza d'orino. con opportuno nrenaggio, come nella ci~totomia lat·~ralo. Frate Cosimo, il felice operatore del secolo scorso, non u8ava che il metodo mediano, illustrato poi da Vacc<i a l principio del secolo. Il seguente CaM, seguito da buon successo, f'ischiarerA alcuni punti di que~to metodo operatorio. <..:. B. d'anni 5G entrò nell'ìnfermer·ia reale il9 marzo Si con tutte le appareuze d'un uomo deperito ed invecchiato, soffriva d'un forte re"tringim<>nto bulbare, aveva una fal.::a strada di mediocre Jungl1ezza, con calcolo nell'ureh•a. diversi nella vescica, e cistite cronica con incontinenza d'orina. Il 29 marzo ru eterizzalo l'infermo, divulso lo strìngimenlo in modo da pass11re con uno sciringone di media gt•andezza, 'Juindi e<~eguìta l'ur·etrotomìa mediana per l'estrazione del cakolo uretl'ale che era nascosto al dì la del restringimenlo. Dopo ciò l'operatore sd1·ucciolando al di là deli'uretra mem br•anosa attraverso la massa cicatriziale che costituiva lo stringimento, pas!"ò con un dito in vescica, divise completarnente la pr·ostata all'indietro e da dentro in fuor i con un


CUILlURGICA

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bislori curvo e botlonalo, completando con la pressione del dito il taglio fino al rive,;limento capsulare. Così potè en · trar in vescica con lre dita, ed estrarre col forcipe due calcoli, uno d'acido urìco l'alti•o di fosfati, senza la minima le· sione di va:;i. Per precauzione contro la emorra!tia secc.ndaria, sulur·ò la ferita lac::ciandovi due gro« ~i luhi da drenag::rro. Il 10 aprile il paziente cominciava a levarsi da lelto, il 14 usci a passeggio, l'orina passava sempr·e dalla ferila essendo slali tolti i tubi da drenaggio al 3' giorno, un catetere venivt~ giornalmente mlrodollo nell'urctr·a per la conser·vazìone del lume delle vie ol'inarie. L'autor·e non si dichiara avverso alla cislotomia laler·ale, avendola usata urr centinaio di volte rol risniLa.to di un in successo su dodici, ma insisee sulla necessità di richiamare in vigore la cistotomia mediana col laglio eseguilo da dentro in fuori, pei casi di calcoli fosfatici od urici di fJUalcho> grandezza, e speciahnanle nelle complicazioni di malattie della vescica e dell'urelra.

Tre ca.al dl ol•totomla aoprapublca., per W ALTER Wlll n:HEAD. (T/te Lancet, giugno 1887).

J. H. di 21 anno, nel 1884 emise un piccolo calcolo per l'ureLra, dopo del quale l>Comparv'8J'O i s intomi subbictlivi uvverLili per l'innanzi, come scompa~vero quelle tracci e d'albumina cbe l'orina conteneva. Nel 29 gennaio dell'anno corrente lornò a farsi esaminare, ~'ra divenuto gracil~, magro e tossicoloso, avvertiva lutti i segni carttLteris.Lici della pietra in vescica, compreso il continuo stimolo all'orìnazione: il 3 febbraio fu ammesso all'ospedale Greenheys, e fu tentata inutilmente la lilol•·asia, giacchè il grosso calcolo sfuggiva dalle branche del lilontritore. li 9 febbraio clorofor•mizzalo l'infermo in posizione orizzontale, vuota la la vescica o riempita d'una debole soluzione d'acido borico, legato il pene con un sottil catetere di f!Om;lla, introdotto nel retto un sacchetto di gomma ripieno d'acqua, fu eseguito un taglio nella linea mediana dalla siulìsi Jel


RIVISTA

pube a l1·e pollici al di sopra, fu falla la dissezione fra muscoli I'elli, aLtraverso la fascia trasversale fìno all'adipe perivescirale con la coda del bistori, la vescica fece ernia ne lla ferita, fu punta. e siccome non e1·a stata assicurata con un ago o con una pinzetta, si vuotò del liquido, e si sar ebbe interamente afllosciela, se non si fosse subito afferrata. Ritrovata la fJUnlnra vi s'inli'adusser o le f01·bici, fu falla uu'incisione longiludinale sufficiente, ed estratto il ~!colo col fOI'CÌpe. Non passò piu oriua per la via naturale, non si usò dre · ' naggio né catetere, l'infermo mori al nouo ~iorno dell'operazione per pneumonia. Il calcolo CI'a composto d'acido urico, a misurava due pollici e mezzo di diametro. J. W. di t2 anni entrò all'infermeria reale di Maochester 1'8 dicembre 188~. Da 10 anni er a soggetto a coliche renali, e da 8 mesi aveva emesso un piccolo calcolo con l'orina ; poi er·a costi·eUo a frequenti orinazioni spes~o con emallll'ia, ma non mostrava sintomi di cistite. L'ot•ina era acida, e la vescica conteneva uo calcolo che con la sonda di Thomp!>On misurava •;. di pollice, quindi fu esLI•atto con l'ord inaria cislotomia lalet·a lP, e l'infermo guarl Nel 3l marzo 1886 l'ienlrò ~o· smtomi razionali d"un n uo\'O cnlcolo che fu trovato mercò l'esolorHzione, l'inl'ermo et·a molto indebolito, P.d aveva ingrossamento della pt•osta ta ;>;el 2 aprile introducendo un catetere per• I·iempi1· la vescica, l'islr nmento passò in una falsa strada, e l'autor e che non voleva rinunciare all'oper·azione, introdusse un sA.cchetto cl i Thompson ripieno d'acqua nel retto, rece un'inci!'io ne di tr·e pollic1 sulla linea alba dal pube in su, ieee la solita rus~c­ zione ft·a i muscoli retti, e tagliata la fascia lrasvei·sale, oon potendo distinguer loJ. vescka che non er•a stata t'Iempita. e temendo di ledel'e il perit.oneo, rimise ad allt•o giorno la fine dell'operazione, lasciando aperta e spolverata di io:loformio la ferila. Otto giorni dopo fu di nuovo cloroformizzalo l'infermo. e con mollo stento si passò in vescica uno stiletlo, s ul q urlle si fece sJrucctolat·e un catetere forato in punta; cosi fu iniP.ttala la vescica con soluzione borica, e dislc::>o Jl tetto col


Cl1lRURGIC.o\

!"accheLto come nella precedente operazione. La vescica fece flrnia dalla ferila, vi si passarono due aghi, fra questi col bistori e cou lo guida sifece una lunga incisione parla quale s'introdusse il dito, quindi il fot'cipe, e finalmente ru estratta la pietra. La ferita fu lasciata aperta, spolverata ùi ioùoformio, ed imbottita con cotone assorbente che si cambiava ogni mezz'ora. L'infermo divenne sempre più debole, eon polso rapido, irregolare, rtuasi impercettibile, una settimana dopo si stabili una lieve forma di delirio che continuò per un mese, poi svani intet•omente. L'orina veniva fuori dalla ferila flno al t• maggio seguente, giorno in cui passò la prima volta pe1· rurelra, dopo di che Ja ferita cotninciò a reslringf>rsi, si chi:Jse completamente il 16 maggio, ed il 27 l'infermo lasciò l'ospe:iale perfettamente '!Uarilo. J. :\1. di 53 anni aveva sofferto l'anno innanzi di ematuria, in due o tre circoslanr.e il tlusso dell'or·ina s'era subitanea mente art·eslato con mollo dolore dell'infermo, ed a· primi ù'a pti1e 1886 si et·a coslatato un calcolo in vescica. Xel 22 maggio l'autore comìnciò la cislolomia lalet·ale, ma la spessezza del perineo non gli permise di raggiunger·e il calcolo. Una settimana dopo l'infeTIDO ave' o quest'apertura che dal peri neo penetra va nell'urelra, la percussione faceva rilevare uua vescica dliulato fino a clue drta dall'ombelico., quindi l'autore introdusse dall'apertura deU'uretra uno sciringoue, vislolo prominente al disopra del pube fece un'incisione di due polltci e mezzo dalla punta dello sciringone in su, profonda fino alla vescica, la quale fu pigiata, quindi aperta, e con le dita fu esttoatlo un calcolo che aderiva aliA parete anteriore. li calcolo era d"acido urico, ovale, lungo un pollice e mezze•, la ferila lasciata aperta fu medicato con linlura etereo di benzoino e di iodoformio, e tampona ta con garza iodoformizzata. li 4 giugno cessò di fluire dalla ferila l'orina che era alcalina, mu nella superficie della ferita v'erano delle conct·ezioni fosfatiche, si manifestarono dei sintomi t.foidi, nel luglio l'infermo si lagnava di dolori alla spalJa sinistra pet· probabile piemia, l'orina cominciò di nuovo a fluire dalla re-

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tt:JO

RlVIST.\

rita, non essendosi mai rislabtlilo ll passaggio per l'urelra, nel 31 a~osto l'infermo mori. Questi tre casi illustrano, se<'onJo l'autore, lt•e coruUzioni nelle quali In ci:!lolomra sopt·apubica è l'unica opPrazione posstbile, cioè, la grandezza del culcolo, l'impossibilità d'introdurre lo scH·ingone, l'aderem:a della pieh·a alle par eti d~lla vescka. Egli preferì ce sempre la litolri«ia tjuando si può usnrlo., la crc:totomia laterale ner calcoli di me•lrana frranoJezza e rrs~rvn la ::.oprapubica per casi come i Ire descrittr.

SugU &108111 oerebr&U ohe lD1orgono per malattie ciell' 0110 teaporale e sul loro trattamento , per A HTHt:a HARKEn. - (The Laneet, gtugno 1 87). In que'lt'epoca di chirurgia anti~etlica. l'opernzione ùi un asce::.!'to cerebrale non dé maggior pensiero d'un'operazione sulle par\i eslerne del corpo. - È l'anatomia patologica e la fot·ma clinictl di lal malallia, oJuella che va sludtal.a cou maggior cura che non il della:.tlio del processo chirurgico. P el pactsalo si ::;o o con::-iderali gli asc~~si cerebrali come una rnalatlia, mentre non sono che una sequela di succe~ccioni morboc:e le fJU8lt rtcorrono m uno l'erte infinita c.li circo-. Lanze di· verse, e la confusione e nota dl'lll'aver voluto aggruppar casi elle non nvovano alcuna relazionu patologica ft·n lot·o, come gli usces~i dncommozione,quelli da flebil~ dell'oreccliio medio, da eontuc:.ione del cet·vello l>éll7.A frattura del cranio, gli asce:ssi mela"laltci da le"ionc o,.sea, da COGtrocolpo, da infarlo e piemra, da malallta de'polmoni, da' infiammazioni epa· tiche, da cat•ie delle o"'sa ua<~ali. L'autore! trova ancora un vuslo cam po di sludr t·e'~lringe n­ dosi a cou-.;idet·ar·e gli nsct:!sc:.i che dtpe udouo cln infiammazioni dell'oS"«o lcrnpot•ale, potchù ndle tavole oii :\le~ er .- di Ogle rio· viene 101 caso di ascc..si cl8""'flculi s~>coudo la cagione, e 18 non cla~:-itlcoti. Fra quei 101 apporl.. nevano alla malattia del· l'o;>so Lt-rnp<wal~ 29, ali~> lesioni tr·aumaliclJe del cranio 27, ttlle ~uppurazroni dei polmoni e ciel fegati> 20, alla piemta i, t-d il rimaneuw a f!ive ..,e condizioni mot·bose, Lolclrè non si nndré m ollo l ungi dal ver·o, ;.eSt ritet•r-à che il 30 p. iOO degli ascessi


CIILR UitGIC.\

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cereb•·ali anengo• o per malattie tlelrorecchio, e quindt rlel l'osso temporale. Le \ie per le quali da una. malallia dell'orecchio ~i formano gli ascessi cer ebrali sono .tu~ la fteoile seltt~a che dali .. pat'eti della caflsa li mpanirn si eslt•nde a lla sostanza biunra del cervello. I u tal caso la tlurn madre ~ielrosso pelroso. e la pia ruadr o encefalica si mof'lra no poco nlterute, e la sostanza corticale del cer vello si conservu dr spess~>zza uormale fra l'aracnoi~le e le Ctl\·ita a-;,c~:ssuale, mentr e le vene pas;.ano nel mezzo ùel lobo lemporo -sft~noidale pel seno petroso "Uperior~ della dura madre, o per la ~ulura pelrosu .~qua­ mosa. - É ùuuque un aste~:;o che av\·iene per fll•biLe r etro· grada. I l secoudo modo è quello di una semplice eslPnsioné d1 processo doll'o•·e cc~hio medio alla dura madre, e da quE'sla alla sostanza corL•cale, per· mezzo ùi una lepto - me r un~tte settica. Questo secondo moùo d'ori~ine coincide con condizioni locah ùi mag~ror gravezza, perché la menrn;..-rite sf'tlica ha molta tendenza a diventi" ~enerale, c uon pun spinger::i suJ ecrvelletlo senza inml.rere i c:em laterali, e pt·odurre una flebite ~altica con o 8enza infezione piernica; oltt•e a ciò ~li asce~si subùurali producono sintorui g ravi!'<simi. Lo <;ludio degli &'><'essi encefalici è ~cabr·odi difficollfì,per chè la sles~a for ma di mulatlia nell'osso temporale può pro<tur1·e cinque distinte condiztoni morbo!'<e, cioè la rneningile> !-!t'llica gen ~ralt>, la flebite pla--tica de' !'<Unr, la prt.>mta che allt• du~ precedenti si associa, l'asee~so del cervelletto e l'nsces,.o del cervello E queste Ctii]Ue forme po"c:ono <'• ·rnbinar~i Ira lot·o, ù'ontle dertva la dirticolta ùi dJlferenziar·le m ''ita, e quindi la irqpossibilita a decidersi JJCt' l'operazione, giacchè J'opm·are sopra una tl~·hile o piernia gener·ale, l'aprtre un asces~o lasciaudooe nn altt•o, l'ctcporsi alla Jlebtle <l el seno laterale per maluttiadell'usso, non con tur rebbe cerlo ad un buon risultato. Una ~"esla condizione è ralla dalla semphce raccolla di pus llell'ot·eccllio medio per oslr'uzione del m ealo inlet·no da gon· fiore di'l cotulotto, o da ~··aoulazioni polipose che sogliano tener ùtett'O all'ot.ilo medtn. Per ben 11i<;t.oguere lulle queste condizioni, biso~na cominciare daU'esame dcll'oreceb10 m edio con lo specchio ed una


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IU\'ISTA

buona illuminazione; se la membrana del ympano si presenta con convessità esterna, ed è opacala dal pus retrostante, bisogna inciderla da sopra in solto, cominciando dal manico t! el martello, e fare un'incisione trasversale a livello di questo. Se il pus fluisce liberamente, il dolor dell'orecchio, la cefalea, l'elevazione del polso e della temperatura, il delirio ed il sopore si modificano immediatamente. Se vuotata la cassa del timpano non si ristabilisce In calma, e non migliorano le condizioni generali, ma invece si mauifesta una nevrite oltico, in:sorge il gt'ido encefalico, l'opistotono cervicale, biso~na riconoscere una meningile acuta. Se scomparsi i segni cefalici la temperatura si mantiene elevata, o mostra accentuate Pscursioni, insorgono brividi, bisogna pensare alla piamia con le sue secondarie manifestazioni, ma in nessuno di questi due ca"i vi sarà probabilità di un asces..."D cerebrale o ~ubdurale, nè di flebite plastica. Se lo scolo dall'orecchio ha durato per molto tempo, e si è arrestato contempot·aneamente alla comparsa dei suaccennati sintomi, la cosa più pt·obabi le é l'occlusione del mflalo pet· escr·escenze polipose, ed edema del condotto, ai quali in· convenienti si ripara con l' e!;tirpazione dei polipi, o con la trapanazione Jel processo masloide. ed il dt'enaggio dell'orecchio medio finché il meato non ridivenga per\'ÌO. Quest'operazione facile e sicura dovrèbbe es~ere falla anche a scopo diagnostico, oltre che t•ende possibile l"asepl>i del Co· colaio infettante dell'orecchio medio. Se malgrado tutto ciò i sintomi dell'acuzie persi~tono, bi· sogna pensare alla presenza di un ascesso ~ubdurale, o aJ unQ flebite dei seni, dopo esclusa la meningile e la piemia. Gli ascessi subdurali si manifestano nelle otiti croniche, e nella raccolta purulenta dell'osso temporale senza li be l'a uscita, sono annunciati da brividi ed elevazione di temperatui'a , la quale non oscilla di molto, $e non vi si complica In piPmia. L'infermo si lagna di dolore alla reftione temporali?, si !'ento melanconico ed alluso di mente, il suo polso ò rapido, e l'esame della porzione masloide e squamosa dell'os!'O temporale fan t•ìlevare soffici là ed edemal che persistono anc11c dnpo . il libero òrenaggio dell'orecchio medio. L'anatomia patologica


CEIIR URGl CA

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c'insegno che le raccolte subJurali si trovano o solto la volla limpanica vicino alla sutura squamo-pelrosa, o sulla superficie posteriore dell'osso petroso, cioè nella doccia del seno Jatet·ule. Nel primo caso, possiamo raggiungere il pus, tagliando con molla precauzione, a strato li strato e spingendo la sgorbia ad un mezzo poUìce al ùisopra, ed altretlan~o al dì dietro del centro del mealo osseo. Nel secondo caso la raccolta si troverà mezzo pollice indietro del centro del meato, ed al medesimo livello, quindi si può scoprire con tultt ì riguardi la dura madre in ambo le circostanze, senza mollo periCOlO. Non si può escludere l'ascesso subdur·ale fìnchè non siano esplorati questi duepunli, ma il primo pun to dev'essere e~plo­ ratoin precedenzadelsecondo.Conviene poi esaminare lo slalo dell'osso, e se nelle sue areole non si trova pus, e l'alta ternper·atura e gli anri sintomi persist(lno, è segno che v· è Re· bile dei seni con assOt·bimentosettico, dis tinguibile dalla piemìa ed inrezioue generale, la quale è accompagnata da bri\"idi e temperaluraoscillante,da suppurazioni in altre pa1·ti del corpo. Per queste condizioni mo1·bose non si puo fa1· di più che lavare, disin!'ettare, ed assicura.l'e un buon drenaggio alla rarle affetta, e se v'è stala lrombosi dei seni e della giugulare iolerna, vi può esser rossore della gua11cia corri!=:ponde nte ed iniezione della congiunttva, induramenlo della g1ugulare nel suo corso, nevrile ottica, conùizio:1i elle pOS$OilO dissiparsi completamente dopo l'opeeazione. La piemia, la meningìte, lt1 flebite de' seni ~ r asc~sso subduralo, sono dieci volle più frerruenti delrascesso cerebral~>, il (}uale divt>nla più probabile a misura che lè devasl.at:ioni delle pareti della cassa del timpano si fanno più e~tec;e, laiche la pt•obabilità d'un ascesso cerebrale é in ragione dirclla della ct·oni..~ilà ed antichità della malatlia Ol"sea, e dell"imperfello drenaggio dell'orecchio medio. Una malattia Ch e abbia durato un anno o due, in cui l'orecchio medio sin stato ostruito da granulation i o rigonfiamento, condtwrù più facilmente all'ascesso c~ 1·ebral e, che se la rnalatlia avesse duralo venti anni ed il condotto si fosse con!<ervalo pervio. Aggiungasi che i dunni maggiori nelle pareti della cassa

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limpnnica favoriscono più facilmente l'asCe!>.SO del che l'asce!"SO tlel cervello, e la !>lor ia aoamne!>lica, come perazioui esplor·alive. r ischiarano ~rRndPmenle la d•R"'""'"'"· a vvegnachè i danni della membrana dPl timpano siano quelli elle più facilmente conducono aJrasces3o del cervello, il quale è l<!oggelto all'a<:ce«so lre volte più del ceJ'velletto. L'anatomia pùtologica ci mostra che nove decimi di quesU ascessi risiedono in un circolo d'un raggio di ll'e quarti di pollice, il cui centro risiede un pollìce ed un qua1·to al di sopra, ed altrettanto al di dietro ciel centro del rneato osseo. Questa sarebbe l'area pericolosa, che per fortu na include quella prediletta dagli ac:cessi ~ubdurali, talchè l'operazione e><ploraLivù di que!lli diventa un pr·eliminare necessario per la tr·apanazione nell'osces.-.;o cerebrale. La posizioue prediletta degli dsressi del cervelletto é la parte auterior·e !>uperiore del lobo laterale che po![gia contro l'osso petroso. Le fuuzioni di que!>le parti del cer vello e cervellello :>ono molto tl:>cure, quindi mancano i sintomi funzionoli che possono condurci a l una diagnosi, ma in cambio esi<;lono ~egoi clinici genernli di grJn valore, come il senso di malessere e di casca:zgine, con polso piccolo, con subilanes elovazione di temperatura che comincia da un brivido nn ico, e che discende gradatamente al dio.;ollo del normale, a volte senza altra elevazione, lasciando il polso tardo e pieno. Altro segno spesc:o riscontrato negli ascéssi cerebrali é la tarda ma perfetta ideazione, il l~nlo ma regolare movimento. In quanto alla neurite ottica, essa può accompagnare le estese malattie dell'orecchio medio senza ascessi del cervello o cervellelto, e perciò non si può ritenere cotne un se~no di simili lesioni.


CHIRURGICA

Caal Ultutratlvl per la cllagnosl e cura delle emorroidi, dell e ragacll anall e del carolnoma del retto, per A. G. GERSTER di ~ew-Jork.- (Philadelplda .\.fedical Times, giugno 1 77).

Un uomo di 46 anni opet•alo alcuni auni or sono d'emort·oidi ester ne, si lagna di dolore all'ano, e dlfficolli.t d"orinazione. Con la semplice esplot•nzione digitale il professore riconosce una ragaùe antica, n mat·gini indurati, la qutJle può da sè sola dar r a gione della ditHcolli.t d'or inazìone, pet· l'intima connessione de" nervi dd rello, ùella vescica e degli or·guni adiacenti, e per l'irritazione riflessa dalla quale e presa la vescica in un soggetto nel'voso, per la semplice esplorazione digitale delt·etto. Cosi a leuni ,offerenti dr malattia proslalica htumo lo spagmo dello ~flntere anale, cosi i sotfer enti d'emorroidi interne hanno delre facili rilenzioui ù'oriua, ed c facile il vedere arrestala l'ori nazione per l'introduzione dello specu lum n~l retto, 9L punto da richiedere rapplicaziono del catetere per dieci o dodici giorni dopo uo simile esame. In quanto al cateterismo l'autot·P avverte che l'uso in valso ~i dis111feltare il catetere, con l'acido fenico e col subhmalo corrosivo, è causa di frequenti irrilt~zionr, òi coerosioni dello strato superficiale dell'epitelio uretral~, don .e nasce spes:::;o una piccola escara, con intorbiùa.mento .Ielle cellule epiteliali, l'escara caùe, resla. una superficie secernente, e l'infermo curato delle consegueoze d'emorroidi o di ragadi, vede iusorgert1 una pùlt:nle blenorragia di cui non sa darsi ragtonc·. Pel·ci6 un catetere che s ia <olalo n ~lracido fenico o nel sublimAto, conviene immergorlo nell'acqua bollente prima di rnlr,)ciurlo nell"u!'elr·a. Giunti io ve8cica si può calroltH'e lu grandezza deJia prol'IUtlu ed i suoi rappm·ti. :"el easo 111 discorso l'autore lroYa al ùi:::;opt·a ed indietro di que,.,ta ghiandola un neoplasma che circonda per due terzi il rello e lo restrmge al punto che il rl1to indtce vi passa appena, neoplas ma situato verso destra, che ha contratto aderenze con la prostala, e parte dalla spessezza della mucosa retlale. Egli lo caratterizza per un ad('nocarcinomu originalosi probabilmente ùa una glandola mucci-


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RlVlSU

para della mucosa retla.le, che crescerà in estensione e spes::;ezza. Se in questo caso si avesse dovuto fare una diagnosi eia ciò che appari va, si sarebbe congedato l'infermo dicendogli che era affetto da emorroidi. Quando dunque si presentano individui emo1·roidari con t·iLenzione d' Ol'ina, l'esame deve esser completo, e dev'esser ispezionata l' ureLra ed il retto. Oltre a ciò, bisogna conoscer·e la qualita e qusntilà delle masso fecali che negli uomini sedentari si accumulano nell'intestino, e specialmente nelle sacche laterali del colon e del retto, perché uegli emorroidari l'emissione delle fecce avviene soltanto pel lume centrale dell'intestino, menh·e n~lle pareti si accumulano slt·ati successivi di diverso colore, donde H lume centrale diventa sempre pitt ristretto. Perciò bisogna prima amministrar·e del calomelano e de' sali purgati vi, poi esaminare il relto, e non è raro il caso che le emorNtdi prima cosi tormeulose, si siano ridotte al punto da non ri.:. chiedere altro rimedio. Allra cagione fr·equent·~ di emorroidi sono le cong~stioni epatiche ne' bevitori di birra, ed i vizi di cuore che producono osti·uzione in tutta la circolazione della vena porta, ed in simili casi biso~na rico1·rere a' soliti palliativi per non al· !armar l'infermo, ma convit-ne dirigere la cura verso la malattia principale. L'autor€1 esamina un caso cm·ato dal doU. W yeth con le iniezioni d" aciùo fenico nel tumore emorroidario, e d1ce che in diverse circostanze tale metodo e molto utile, ma che qualche volta l'irritazione e la suppurazwue si è propa!!ata alla mucosa del retto. Conchiude col raccomandare l' estirpazione con l'ansa galvanica o ln ligatura, in q::e· soli ca~;i in cui le condizioni locali sono molto gravi, quando v'è infiltrazione, !pertrofia, prolasso della mucosa, ukerazioni che non lasciano speranza di una completa reintegr·azione con mezzi semplici e con cure generali.


CHIRURGICA

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Delle olltitl doloro.e. - IlARTMANN.- (Gazetle mddicale de Paris, 20 agosto 1887).

Le cistiti dolorose non coslituiscono un gruppo naturale sotlo il punto di vista nosologico. Tuttavia può essere conservata la denominazione di cistite dolorosa, perché in alcuni casi il dolor e raggiunge un grado tale da dominare ed ecclissare gli altri sintomi, ed anche perché queste cistiti creano delle indicazioni terapeuticbe nuove. La storia delle cistiti, considerala dal ptmlo di vista dei dolori intensi che esse producono, è stata svolta bt>nissimo dall'autore. Tulle le malallie possono produrre questo stato doloroso: le blenorragie, gli stringimenti uretrali, i lubereoli, i neoplasmi ed i calcoli. Lo stesso dicasi di certe cure intempestive, quAli i lavacri od i cateterismi m1:1le eseguitì. La causa di questi dolori è piuttosto oscura: J'aut01·e ritiene che essa risieda nell'infiammazione del muscolo vescic~le: si trova quasi sempre un'ipPrtt'otla di questo muscolo, e si può atLribuire alla sua contrattura l'acce!'ISO ed il parossismo di dolo1·e che succede ad ogni contrazione necessaria per espellere l'urina dalla vescica. Le instillazioni endo- vescicali fatte serondo il metodo del professore Guyon costiluiscono un'eccellente terapeutica che diede dei buoni risultati . Non si può ùir lo l'lesso della son.da a permanenza, la quale non assicura l'evacuazione perfetta e continua della vescica che a prezzo di un'irritazione peg-giore qualche volta della f1·equenza del dolore che si verificà negli slimoli a minge•·e. Solo un'operazione.chirur~ica può assicul'are questo drenaggio continuo. Diversi procPssi concorrono al medesimo scopo, e quesLi si possono raggruppare in quattro calegorie: tulli hanno per iscopo ili assicurare alla vesciCA uoo stat.o di riposo generale, ~opprimendo le sue funzioni. Due dei pro· cessi accennali sono proprii per la donna, cioè, la dilatazione forzata del collo ve~cicate, ed il la~lio vescico- vaginale; due sono applicabili all"uomo, vale a dire la cistolomia ipogastrica e la dilatazione o la ~Pzione del collo.


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lUVISTA

Il numero di 46 osservazioni di dil&lazioue forzala del permette di giudicare abbastanza qut;slo metodo il quale generale dà dei bu()ni risullati, alla condizione però che cistrte non s ia troppo intensa, nè troppo antica. Il t11glio ve. soico-vaginale sembr•a preferrbile, e le guarigioni sono pdì numProse. Nei c~si più gravi questo metodo procura ...,,m,.,,..,.; un miglioramento, e soven te anch~> una guarigione ddlnit.ìve. allot·quanùo la vescica ha potuto Pestare &perla per un tempo àssai lungo. HarLmann riporta 27 ossen-aziooi di questo genere. :\ell'uomo la dilatazione non può farsi se non dopo un'm• ci~ione permeate. Thompson pratica una bottoni~ra •ld arl'iva al collo vesdcale che viene dilatato col diLo, non gU\ per· far cessare una contrattura che non a!li1'te, rna per perme&lere un libero scolo all'nr·ina. Guyou ha modit:Icalo un poco la manualilà opet•alot•ra soprattutto dal punto di vista della ctdala7.ione del collo, che <'gli eseguisce CPil un'intr·oduzione di un mandrino g1·aduato l risultati sono buoni, ma per quanto mcora:.r!rlanti essi siano, non dPvono far penlere di vista un processo, che comprendendo un'operazione più importante, non apporla oggidi dei g randi pericoli; si vuoi parlare qui dellu c1stolomra. Tullr i pr•ocPssi di crslolomia possono essere impiegati, ma l'11.ulore crede che la sezione rpottastriea debba ~s;;ere pr·eferihl, rn quantochf! essa permette di esam inar·e e di modificare la mucosa vescicale. Le 7t Ol"Serva· zioui di cistotomia fatte nella curR delle cistiti dolor·ose ruc· colle da Hat'lmann, eo:;Lituiscono nn quadro assai interessante e fecondo di iusegnamenti.

Della perforazione dalla membrana dal tlmpano a 41 •uo nuovo metodo eU cura - PoLo.- (Ga;ette médieale de Paris, 11 giugno i887). La perforazione della membt·aoa del Limpano puc'l essere congenita, traumatica o patologica. La medesima generalmente non interessa la pPriferia dell'org~no cosliluilu da fasci compatti di fibl'e cir·colari, e, sovente stazionaria, at•rivll talvolta a ripararsi con o senza cicatricì viziose.


CUJRURGJCA

La perforazione della membrana del timpano si annunzifl con un dolore più o m,eno inteuso, con uno S'colo di sangue in quant.ità vat•iabile, quando è effetto di un lraumaLismo; all'incontro ·essa si caratterizza dalla ces1>aziona della Le n- . sione dolot•os~ preesistente e dalla scompaesa della febbre quando è l'lffétto di uno sLato patolo~lco. I sintomi obhiettivi sono dati rialla sede, dalla forma e dalle dimensioni della perforazione. Quelli su~gettivi sono datidal sussurro all"orecchio, e dall'alterazione dell'udito. La cun1 dev'essere diretta aflo stato generale e locale dell'individuo, ma è specialmente s u ùi quest'ultimo che l'autore rivolge la sua allenzione: egli dimostra tutti i vantaggi ehe procura l'applicazione di un· timpano artifìcit~l e ottenuto Jalla pellicola che ricopre la superficie del guscio 1lell'uovo di gallina. Questa pellicola, distesa con precauzione per mezzo della sua faccia interna o glutinosi) su lla. perforazione ~impaniça, quando essa r esiste alfa più forte pres~iooe prodotta dall'insufflazione d'aria per mezzo di un cat~tere, può secondo l'au tore, da t' luogo ad una goarigione durevole per assimilazione al tessuto ptlr'fl)ralo. Ammettendo lutlo il grande interesse che presenta la me moria dell'autore, si crede bene di aggiungere che sono necessarie numeeose esperienze prima di potersi pronunziare in modo definitivo.

Della. cura. dell' tpertrofta delle ton•llle colla ca.uterizza.zlone ignea..- RIC0RDE AU. - (Gazettemédicale de Paris, 20 agosto 1887). I peeicoli incontestati òell'escislone delle a!X!igdalequalunque :;;ia il pt·ocesso impiegato, P. dovu to s,ll'emorragja; Lutti i chirurghi sono d'accordo a questo riguardo. La. vicinanza lmrn~::d ia.ta dei grossi va!c>i, le anomalie possibili, lo sviluppo imprevisto di alcune rra di esse, ct danno ragione degli accidenti talvolta m.ortali che incorsero dopo una simile operazione. Gl'istrumenti speciali, e sopra tutti il lonsillolomo ad anelli, fecero dimenticare là catderi~za:tione ignea alla quale si era ricorso con felice risultato.


RJVlST.\. ClllflURGlCA

Oggidi si ritorna volentieri a questo mezzo lerapeulico tanto più che il cauterio attuale, usato per il passato, è s tato efllcacemcnte sostituito dal galvano- cauterio, il quale permette ·di far svolgere piccola quantità dì calore fra le mani dell'operatore, e dal termo-cauterico che è di un maneggio ben più facile. Cosi, allorquando nessun ratto particolare ci obbliga di ricol'rere ad un mezzo di cura piultoc;to che ad un allro, conviene scegliere la lermo-cauteriZ?azione. Se si rispettano i pilastri, l'operazione non riesce punto dolorosa, ed è accettala volentieri dagli ammalali, sem:a tener conto che, restando la medesima inolfensiva, fornisce i m,gliorì risullat1 <lefinitivi. La punta dello strumento dovrà essere mantenuta al calore rosso ~curo, e dovrà a più riprese penetrare per l'esLensione di un centimetro circa nel tessuto amigdaloideo.

RIVISTA DJ OCULISTICA -----~·~--

N&tnr& e tr&tta.mento della couglunt1v1te granuloll&. (ReC'ista de Ciencias Medieas, 18871.

Desormes, nella !>Ua Lesi sostenuta in Parigi nello scot"!;O anno, partendo dal principio ~ssere la congiunlivil~ granulosa una malallia contagiosa, <lovula ~;~Ila presenza di un mi· crobo specifico, 5:coperlo <la SatUer• e riconosciuto in se~uito da altri osservatori, consi~lia una cura locale e generale, locale per distruggere l'agente infettante, generale per porre l'organi«mo in islalo d1 resislere a questo ugenle. Conseguentemente egli, fbché le granulazioni non !!OOO giunte al perioJo di organizzAzione, impiega il glicerolalo di solfato di rame, all'otlavo. Urla volla cbe le cellule de'Ila gr~ ­ nulazione si sono OJ'gauizzalfl in tessuto rli ricalrico, il mrcrobo rimane circondato da una specie di strato fibroso, che lo sollrae all'azione del medicamento. Pertanto, a ùistt·uggere lo strato pr·oteltore del microbo, è necessario, aneste·


RIVISTA DI OCULISTICA

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tizzata preventivamenle la congiuntiva con la cocaina, toccare leggiermente le granulazioni con la punta di un pennello inumidito con una soluzione mollo concent.-rata di acido cromico: occorre così che al giorno seguente la piccola escara si tt•ova quasi sempre dis:.accata. Allora si rovesciano le palpebrf' e si cauterizzano le granulazioni con il gli~ero ­ lato di soJrato di rame, che viene cosi a porsi in contatto col microbo. Sono sufficienti ordinariamente da cinque a sei cauterizzazioni con l'acido cromico, praticatA ogni quatlJ'O o cinque giol'ni, ad ottenere una notevole miglioria. TI trattamento generale ha per O!!'gelto di rialzare l'organismo a mezzo di una buona a limentazione e degli appositi medicamenti. La stazione in luoghi elevali CO!Itituisce una condizione molto favorevole alla cura, essendosi osservato che le granulazioni congiunti vali no11 si sviluppano in determinate alture. F. S.

Sulla topografia della temperatura dell'oochto. - J. MJ-

(A rch. XXXll e Centralb. fu r die med. Wissensch., N. 49, 188i').

CHEL GRiiFEs, -

Pee misurare la temperatura dell'occhio, il dotL. Miche! ha usato un termo-elernenl~ a fo r ma di ago fatto dì fili metallici di palladio e tli ferro. Ciascuna estremità di un filo di palladio era saldato ad una delle estremità di due fili di ferro per la lunghezza dì alcuni millimetri. Dietro i punti d1 sutm·a i fili metallici eeano isolati con pezzetti di carla impregnati di cera e colofonia. Questo termo-elemenlo era posto in comunicazione còn un galvanometro, e i gradi delle sue deviazioni er·ano letti con un cannocchiale. Una ~aldatura dell' istl'umento era sempre immersa nell'acqua mantenuta aù una temperatura costante, mentre l'altra appuntata a guisa di ago cru introdotta, atll·averso una apertura falta con l'ago da discisìone, nelhnterno dell'occhio di un coniglio. Con una lt!mperatura misurata nel retto di 38.5• a 38.9 si troYò nel mezzo della camera anteriore uoa temperatura media dì 31.9• e nel mezzo del corpo vrtreo di 36.1•. Quanto


RITI STA

più nella camera anteriore <!i si a vvicina an· iride, tanto più aumenta la temperatura e quindi raggiunge quasi quella del cor po vitt-eo. Nel corpo vilroo la temperatura aumenta con lo avvicinarsi allt' pareti del bulbo e raggiun~e l'altezza Jella temperatura del corpo quanùo la puula tocca quusi esattamenlf' la superfic1e interna uelle membrane dell'occhio. La temperatura della carnera auteriore aumenta Ji 2-~ quando si tengono cbiu::.e le palpebre. L·applicazione di una ,-escica di ghiaccio produce in circa un minulo e mezzo un abbassamento della temper·atur·a di t3• a 15". Sotto il rapporto fisiologico le condizioni di temperatura dell'occhio sembrano di una certa rmport.nuza iu quaotochè esse e::'ercitano indubbiamente una Jeler mmata mflucnza sui corpi albuminoidi degli occhi, specie sulla leule. Bel&zione fra le malattie ooul&rl e la elmJ.Dttnosl lDtestlD&le. - (/.a Jndepf:nc/encia }Jedica de Barcelona, a~osto 1887).

Con e:3empii di recente osservt~ziooe il pregevole giornale spagnuolo si r-iporta alla nota relazìona Lra le malattie oculati e la elminlino:::.i intestinale C la fra gli altri il easo riferito Jal Rampoldi di un ragazzo che stava peC' essere ope· rato di str·abismo convergente, quuudo 'enne deciso di ::-om· ministrargli preventivarneule un vermifu!!o: lo st rabismo era scompa~o all' iullOOlllOl. ti o altro fanctullo guarì di forte iper·equa della congiunti vn accompagnala a folofobiu dopo avt:r preo:o un wrtmrugo, che diè luogo alfespulsione di molti lombrici. Al dispensario oculisltco ùi Pavia :.i pre"enlò un infermo di profonda anemia do,·uta alla presenza ·ieJran· chilo::-toma duodenale, sopraggiunto dopo una dissenteria ag· gt·avata da ripetute enterorragia. Avvenne che questo infet·mo fosse un giorno attaccato bruscament~ da amaurosi, diagnosticala all'ofialmoscopio. La somministrazioM ddl'es trutlo di felce maschia ric;tabilì in pochi giorni la vi::ota. F. S.


DI OLl:LI:iTIU

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morobl del tracoma e delle altre aft'ezloni della congiuntiva. - (Reoi~la de Ciencias Medi,cas, 1887). )1~1 ll'!boratorio onalomo- patologico dell' lvanoski il dollor Schmidt ha praliClilO una serie di investigazioni sopra i microbi dell~ differenti f•mne di cong-iuntivite, cioè lracmnatosa, contagiosa od epidemica, JlichlllOJde, blentH'J·agica, cruposa, difllmca, ecc., l'lproduceuùo iu 'Una Jam111a melallografica dodici <fj._..::rni di cocrbi e bacilli da lu1 5:luaiali. Egli ha eziandio studiato l't~zione bactet·icida del Rublimalo. tloll'acido renico, dello iodoforn110, dell'acido borico in diJfc r tlnti concentrazioni, trovando che l'acido borico in ~oluzione al4 p. JO() non uccide 1 microbi congiuntivali, ma che ques.lt soccorubono 111 cinque 1ninuli all'azione della soluzioue di acido fenico 111 2 p. 100 e del sublhnulo all'i p. 8000, come pure all'azione di una òmulsione ùi iodoformio m glicerina ttl IOp. 100. I cocchi tracomaLO'-i sono i più resistenli. F. S.

Sulla eziologia della conr;tantivite catarrale egiziaoa. - KAnTuLrs. - (Deulscl!e med. Wochen.~eh. N. 18, 1887). In E~ilto si ve,lnno per rt>j:rola due forme dl acuta congiuntivite, cioè: t• la ollalm1a blenor roico o purulentu ; 2•1a cougiunti vite cal&JT8le (oLLalmiu catarrale). Oltre a ciò si osserva il tracoma il quale non si manifesta mui in mo.ill acuto e pPrcJÒ vien compreso llelle ollalmie crouicue. Koch per il primo Lrovò cl1e lu due ollalmi1' acute si differenziano anche per caraller•i bulter·iologic•. lnfulli l'ollalàlia pnrulenta é una flogosi Cl:lusatu dAl gonococco Ji Nei"ser , ciò cbe fu dimostralo "perimental meute riaJI'autor•e lraspor•t~tnclo il pus di un occhio ammalato da ottalmia purulellla in uu'ut·etra sana. Nella ollalmia cular rale, Koch trovò nelle cellule Jel pus picc:Jii bacilli somiglianti ai m icrubi del px·oce;;:so sellicocmico dei topi: il decorso ùella m&lattia é assui più mite che quello ùell"ollalmia purulenta. La malallia comincia con arro:;samento e l~ggero uolore ùella congiunliva; dopo 24 o i8 ore s'inizia la suppurazione che però non è cosi profusa come nella ottahnoblenorrea con un buon trattamento fallo a tempo,


Rl\'ISTA DJ OCUÙSTICA

non evvt>ngono complicazioni. Qualche rara volla, specialmente se la cur11 viene ne::rletta si os~er'vano leggeri inlorbidamenli della cornea e granulazioni palpebrali. Dalla residua intìllrazione granulosa nasce poi il così detto tracoma il quale può anche considerarsi quale r isultato d~lla ottalmobleoorrea non completamente guru·ita. Fino ad ora nei tracomi non si trovò alcun mìcrorganismo, cosiccbè il cocco del tracoma che avrebbe scoperto ~f ic.hd in una epidemia nell'orfanotr·ofìo Ji A schatfenburg probabilmente non ha uulla di comune col Lracoma egiziano. I bacrlli della congiuntivite calllr-rale, come si è detto al· trove, somigliano Ai bacrlli della sellicoemra dei topi o risiedono nPIIe cellule del pus. L'auto re gli ha coltivali nel ::>iero del sangue alla temperatura di 28-36 gradi. Questi bacilli oltre a mostrar·e canllteri proprii si clistinguono anche per H loro lento sviluppo. Gli esperimen Li sugli animali coll'innesto del pus congiunti vale fresco come anche all'innesto delle cultur'e sulla cornea, ebbero esito negatì,·o. Si fece anche l'e,.perirnento sulla congiuntiva umana e sopra sei casi ne riuscì uno in cui s i potè provocare una cong-iuntivite tipica. I bacilli d~lla xero!'i congiunlivale del"crilli da Leber, da Kuschoert, Meisser', Frànkel ed alt1·i, sembrano presentare qualche soomiglianza coi nostri bacilli, ma iu realtà ne sono differenti.

RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLAPELLE Infiammazione delle vescichet te s emlnall. VesolooUte blenorroica. S permatoclstlte gonorroica. - Prof. J. Neu· MANi\. - (1lllgem. Wien.er mediz. Zeitunfl, N. 26, 1887). Non raramente io cC\nscguenza di una pregres"a uretrite ammalano ins1eme con la prostata, coi testicoli e la vescica, anche le vesdchelle seminali e lorG condotti escretori, i dulli eiaculalorr; solo la diagnosi di una matallia delle ve-


R111STA DELLE MALATTIE VENEI\&E E DELLA PELLE

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scichclle seminali é fatta raramente sul vivente, perché esse per la lor<• posizione e il loro piccolo volume non sono cosi racilmente accessibili alla esploratione digil.ale, come é la prosl.ata, ai cui margini supertori di destra e sinistra, possono essere senlite le parti inferiort delle vesciche seminali, como corpi arrotondati di consistenza pastosa, ineguali distanli l'uno dall'aUro almeno 2 centimetri e divergenti all'indietro e all'esterno. Il rapporto anatomico d eli e vescichelle seminati e dei lor·o condotli escretori con la prostata. i canali deferenti e i testicoli da una parte, con l'urett•a e la vescica dall'a.llra spiegano a sufficienza la loro facile compartecipazione ai processi morbosi degti anzidetti organi. Di tale affezione con~eguente alla uretrite furono osser·vati due casi dal Verneuil, quattro dal Rapin, due dal Gous~ail, uno dal .hlilschiU Henry, ai quali debbono aggiungersene tre del pro f. N eu ma nn s tesso. Ua tulle queste ossservazioni resulla il fatto che le vescichetle seminalì possono infiammarsi in conseguenza della uretrite pet· la propagazioue della infiammazione lungo i condotti eiaculalori. • Soconùo il Guelliard la infiammazione delle vescichetto seminati è nel mtlggior numero dei casi di ot•igine blenorra!.!ica. La loro infiammazione llVviene Lanlo nella forma acuta quanto nella cronica, ma 111 questtt osservasi più frequentemente cbe nell'altra. Non ostanle la grande vicinanza Jelle aperture dei condulli eiaculatori, ùi regola suole, in consegueuza della urelrite postet·iore, ammalarsi una sohi ''Cscichelta; solo eccezionalmente infiammano nello steRSO tem,,o tutte e due. Le alterazioni anatomiche nella innarnmazione delle vescichelle semioali variano secondo la durala e la inlens•ta della malattia e secondo l'età degli individui. Nella intìammaztone acuLa, le -çescich.elt.e l$permatiche si trovano spe~so mollo in~rossate; il loro interno è pieno di materie mucose o muco-purulenle; le pareti sono più. o meno ispessite pet• infiltrazione cellulare. Nell'esito in suppurazione la vescica seminate, pet· fusione dei suoi selli, si cambia in un sacco rnarcioso, il quale può rompersi e determinare una infilll'a-


RlnSTA

zione pur ulenla del cir costa nte lessulo conneLli\'ò: da cui po!""ono ven ir ne ulcerazioni degli or·p:ani vietni e seni fisto· lo..i, ovvet·o la marciA si vuot11 a poro a poco allraverM l'urctra, e quel chP rimane della vo.,cichetla «eminale, per obht•·r'8Ztone. rajlgrin:ramento e cicatrizzazione, cade m atrofia. Con la \'6scachelt.a si obhtera purE' d'orrlinario il corr1sponnenlP ca11aiP deferente e si atrofizza l'epididimo. Go« ... elin, VPipeau e HPnry ba nno o<~s• rvato r a"i di ,·etocicolile p ut•ulenta che eonùussero pe1· la pet·ituuite n.! estLO letale. Quanto piu lungo tempo ha tlurulo la malaltia, tanto più si ing,.ossono le par..li, co5icchè, non o::.tan lé l' ingrantllmenlo della vesoiclldla, la sua cnpuctla dave nlu ruinore. Ju con ..aguenza Jd ,.,. .. tri ngimento, ddlo mlasame•tlo dd condotto t!screlore e l anche in con«e;.ruen:t.a della obliterazione dopo la sua ulcerazione, il conl<'nnto <klla vesctchetta sperm!l.ltl'A può non vc~a r. i al di fuor1, fot·mando ul\·ece una racc.olto con disll'll!'ione del condotto, ~;ic~chù poi lo ~ue par eti po~~ono assolli~liarsi tino alla perforaziorae. Un raso di idrocele della \'e...ctchettn spermAtica "mistra fu pubblicato cJa N. H. Sm ~th m Balllrnot·a. La ve<~cìchella distt•su rappre· s..-nlft,a un gro<oso tum·1re ptriforme, eh~ ru~rnpiva 11 bacino (\d a rrivava lìnCl all'ombelico, di mollO che fo1·mava un corpo con la ve<>cica ortnor rtt dilatata. PPrò con la inlroduzion"' ciel ratctcre "J vuota,•a !<Oio un'onc· a rlt orina normali". Con la esplorazwne reUale <~i t'l>'<'onlrava la proswt.a norm>tle e al <ouo lato '"lllÌ"tro 1111 turnor.. Pla«tt<'O, la cut palpozaono fa ceva senti1·e la tlulluazione attraver<oo le par~li addominali. L'idro· cole ru tolto con clue punlut·e. U'allr•a parte la secrezione tic:iologi ·a e ratolo!!ica "'la~nanle nei la ve«cil!lretta l't>mina le !'li può a i 1en'"Ar~' e cretifìcare per cleposali ralcat·ci, in modo da dt~I'I\'Orne dell•• c'Ofl(·rezroni, i co i detti calcolr flpermaLiei, elle !luno co.,tilutli da c·arbonato e ro~rato di calce e conlen· gono nel lot·o mtc•r·no nume1•osi SJll!l'ffiAlozoi. ..\ nche nel cor:-o d t una rntiammazionP crnntra, &!:'li stali ip~> rtt·oflcl della \'P.«cichelln ..Pminule pos<>ouo lnner dietro proces"i a trofici, cosicché flnalmPnle tutto r orgaru) nppar•!'lce r truptccl}latn. Fra le de!!enerazionl dPile ve~·'IChl'lte b•lian, sono da notare la lr•asformazionc Cllt'lilul!inea eu o!'~ea, e fra


OBI.LE IIALATT I! VEN KREE E ORLLA PELLI

t ~4/

i processi suppur alivi la infi ltrazione tuber colosa a la liP ve:.ctchelle qpermatiche f. 1u•r lo più un fenomeno particolare della tubercolosi ;.:ener·ole o della tubercolosi degli or;.tani J.!'Pnito orinori. l p rimi sintomi della infiammazione delle vescichelle spermalìcbt> «i nv\·icinano più o meno a r1uelli dt:IIA prostnt•le 11cutn. l malati banno r~bbre ~' ~i lamentano di un contmuo pe"O o di dolori pun!:r->nli nll'inte ..tino retto che "i it·rodiono ver:-o il collo tlt>lla vescica orinariA, ~h in te<:lint e lo scmlo cro""~i caseosa La tubercolosi delle

da una parte, t> ;:!li in;:uini e i lombr clall'nltra. l dolori aum~>n­ tano nell'atln dell'orina re, dPI vuota r e l'a lvo e nelln ••rezione nel pene, ma io parlit•OiarP in ogni lenlutivo di PSPTCitare il cotto. Quindi (• aceresr.IUtll il b;«o~no ,li e ~pellerP l'orina P lo recce, ed Anche 'fUi, come nella prr,..,ti:llt te, v1 ha frerpt••nle •li"'ut·io. S 1no caratter·i<:tieùe le ft'e'lnantt ~ razioni, o uua quA !'li P~'rmanenle tioloro<:a ristiJitA ciel tn~>mbro (pr iapi-;roo) con involoular·ia e clolorosis«•ma Ul"Cila Iii !>per ma coloralo w ro~"O c ~:dAllo dal "aO~ue o dal pu~ (<~i m ile a ~t"laltna Ili rthPs) A n~!le <:enza ir t·ilazionc cledi or ~nni sessuali, suoli' u<~C'ire dalrurelra, segnalamente nell'alto clellu Jef~··~zume e nell'urinar t! Un mUcO SI:III;UiOOienlo O purulcnh~. 8 CHi SODO mè!"COia(j tlJamcnti seminali, Pd Il <li moLlo valore per l a dia~nosi. I noltro é SJ•Pl'~O ammalato m•llo ste~«o tt>moo l'ept.lidimo c il corùon~ ~permoltco. P<>rò la d ia!:no<>i non può •·s-.ere a~certata che dalla pal!•a zione dell' in tc<~lino retto, quondo :;, r rcscn H sentire alla purete po<>tPrtore &Iella vescica un tumor e allungato ovolar·e duro o flutluante. -.uperfictalf' e doloroso alln pressione, il 'luale corrisponde per· la forrna e la pt"es:;ione alla ve~cicht>lta semiru<lt: iDgt•os'lala. Dobbiamo pern guAr·dat·c•i dal confrmclerlo co11 un ll'<ces:>o d!'Jio pro.::tula In gener~tle la spcrmaloci ... t.le ha un l'oro;o acuto e non la<>cta ùil!lro sò alcuna traccio. Solo eccezionalmenlP. dur ano p~>r più Juntto l·mpo le in,olonlarie per l ile d t sper mn purulenlo, che però di \'enlaoo a pO~'O a poeo più rara. AnchP lo '"Colo bl..norr01cr> daiJ'uretra può durO!'!) ptù Jun~aml:!nte. Quesl•> per·r) uiventa 8 poro a poco meno corhiqtente, pnì chiat•o simile all'alburoma e 1 uo ridur~i a un s··mpllca a~glutinamt:'nto det margini dt>l mento orinar10. Talora la inflommazione, dopoché ho lasciata


l ~,i

RI VISTA DtLL! lLUATTl.E VE'itRF..E E DELL.\ PP.LLK

la vesctchella spermalica, può pr ogroùire 'erso il canale d~;­ ferenle. I sintomi della spet·matoeislile cronka sono meno conosciuti. Finger rammenta una sensazione spiacevole fra la \'C· sctca e il r~lto, dolorosi stimoli di orinare, perdita seminale nella defecazione, r1·equenti polluzioni e aspermatozia. Con la esplorazione rettale egli senti nPl caso da lui osser va to al di sopra della p!•oslata due cordoni fusiformi tllvergenli io allo, che dopo un per corso d'appena un centimetro, a poco a poco si allartzavano e :;i convcrli,·ano a t.le:;tra e siuistl·a in due corpi pu·iformi lioamente berooccolull, appo~giali alla supe..Cìcie posteriOre della vescica, di consistenza s imile a quella di ruscini piAni d'aria, il cui limite superiore non era raggiunto dal dito e,.ploralore. La pressione su ,)i loro cagionava poco dolore, ma una sensaz•one particolare simile a 11uella •;ha si prolu~u pt•ernendo sul uct·vo cubitali'!. La pro;.mosi della !'perwaloci~Lile acuta deve , ...,.ere fatta con qualche r iserva, poiché, come abbiamo visto, per la perforazione dell'asce!'\~() nella cavità addominale può generarsi unaperitonile mortale Tanto la <:permolocishte acuta, quanto la cror11ca possono mollre lasctaredelle al~eraztoni organiche, le qut~li, 11uando sono di un certo !!rado e prendono ambedue le vescichelle seminali, debbono condurre alla impotenza sessuale, non solo imJ.I~;;dendo la e-;crezione del !i']Utùo semiuale, mu si uncora il suo 1'8ccoglier,j nelle vescichett.e. La terapia della ~pet·rnatocislile acuta e sinlOifl8lica " simile a lliiClJa della prostatite. ~egli asce~si, il Kocher ruccornanòa cii tnc1dere la vesciche! la fluttuante dal retto, nella narcosi, òopo la intr oduzione di uno speculum. Nel caso di Finger l'u!'IO dell'appa· rccchio d t Atzpergcr con acqua riscaldata da 3/:r a w·. fece :sparil'e l'ingrossarneulo ù'aUlbeJue le 'escicbelle.


CONGRESSI Nono Congreuo lDteruazJonale eU ••cUolDa e Chirurgia. Dobbiamo alla squisita gentilez1.a del A1edlcal Record ùi lellori ,ul Sono

~ew- York le notrzie che offriamo ai no::.-Lri

(xmoresso internanonale di .J.fedu:ina e Cltirur;~ia, Lr·nulo a Washinglon nei giorn1 5, 6, 7, 8, 9 e 10 B('tleml.lr·e 1887. L.\ REDAZlO!'.B. Circo 3000 medtci e cbìrur:.;i, provenienti da ogni parle del mondo, si sono riunili a WAshin,(.(Lou per pNnder pHrte al nono C.ongre~so wlernazionale l Me.l•crua e Chiruraia. Sarebbe Jilticile di normnarli tutti; \'i si notano tul 8\'ia i nomi dJ centinaia ù'uomtnì ÙISLIOti!'l~imi, come i doltort Abndie, di Pur·i,.i; Apostoli, di Pa!'ig"i; _\l e Coli Anderson, di Gla!)gow; Samu le Benlt n, di Lor~o~ lra; Gal ·zow~ki, '1 Pari,:i; Pouzet, di Canne:;;, i pt·oft•o;sOI'I Chnl'penlicr, oli ParijZi. CecCIICJ'CIIi, di Parma; i dottori Emilio Cnnj, di Buenos Ayt·e:,~; C(ll'dCl!'l, di Ginevra: \V. H Croco!", li Londr·a. DoJt:rJ!l. dì Pari,. ; De Rossi, eli Roma. Oumonl, h Berr.ll, Ebrandorfèt\ d1 V 1 ·rma. Euleuhct·g, di Bor·lino; l. ColcollFox, di Loudrn; l. Felsenre-irh, di Vit>nna: J. A. S. Gr·anlbey, del Cairo: il prof. Gu~sero\\·, di Be t· mo, i dollo i Graily Hèwil', dì l.oll(ll'8: W.Allan Jmn:e:-;on, d'Edimburgo; i prot'es"ori Jlltzig, di Balle, E. A. Jlomen, d'Eif•iugfers; Kische, di Prega; l\ ocher, eli llerna; i tloltori E. LunJoJt, di Pariga; Tornmo~o Keilb, o'f•lunhurgo; il profes:.ure L~on Lefurt, di Ptlr gi. i J l<ori LomborJ, J• G ne,.ra, Moore Madd~n, ù1 Du1Jlu10; Moneorre, di Rio Jc Janciro; :\fu lP, di Vieuna; i profe~~o•·• P Muller, di Be ..na: E. \f•:ndel, di Bt>rlmo:.i ùoltorì MeJ,'81has. d'Opot Lo; A. Mooren, di D<I~­ seldorr; ReyhPr , di S. Pielrohurgo; i prof"~"0r1 Roh1lausk~·, di Vil'nna; W. Rulberfot·d, d'Edimlnll'go; i dollari Srllnilller, di \'1enna; Le r·olùo &>rvai;:, J'Arl\er~a; Al reJo Slrut-bPJl!:',

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t~no

CO~GRESSI

dt Bruxelles; Stt·ube, di Brt~tn~; P. G. Hwwa, d' A~burgo; Vvgel, di Monaco; Met~er, d'Amstet·dam; ecc., ecc. 11 Congresso saril dtviso nelle se~ioni seguenti: Meaicina. - Presidente: Abr·arno B. Amold, di Ualtimot·a. - Comunicazioni dei dottori Steven, di Glasgow; KoI"OI'Y, di Budapeslh; Arnold, Ji Baltimora, ed allt•i. Chirurgia. - Presi aen~.e \Vm. T. Bdggs, di i\ash\ille. - Comuntcazioni dei dollori \V. Mac Kwen, dì Glasgow; Cbarles T. Parkes, di Chicago; Péan. di Parigi; Ollier, di Lione; Assaky, dì Buda-PesLh; Leon LeforL, di Parigi, ed altri. Chirurgia e medicina militari. - Presidente: Enrico H. Srnitb, di Filadelfia. - Comunicazioni dei dotlort Slaples, dull'esercito inglese; :\'Iorse K. Taylor , ùell'esercilo americano, ed allr·i. O.~tetricia. P Pesidenle: De Lal'kie Miller, di Chicago. - Comunicazioni dei dottori E lu·en.Jorfer, ù' lnnsbruck; San· get', di Lip;;ia; Lusk, di Ne w-York, eJ allt•t. Gtrtecologia. - P residente: H. O. MaPcy, di Boston. Comunicazioni det dollort H. Mat·.on Sims, di New-York; CorJes, di Ginevra; Apostoli, di Pat'igi; T bornlou, di LouJra; Graily He\\ 1lt, dt Londra; Vulliet, dì Gine,•ra; BozoOlan, di New York; Mey~r. di Copenhagen, ed aiLt•i. Terapeuciea e materia medica. - Pt-esidente: Fraill Green, d' Easton. - Comunicat.ioui dei dottori Grouke, di Ber·lino; IliPscitfeld, di Partgi; Tommaso R . Fraser, d'Ed•mburgo; Dujat•din-13aumetz, di Parig•; Douglass Gt·aitnm, di Boston, ed altri. Anatomia. - P r·esiclente. W m. H. Pancoa~l, di Filadelfla. - Comunicazioni dèi dottor·i Reginaldo Harrison, iii Li vet·pool; E. Frohrnann, di Iena: E. C. Spilzka, eli New-York: A. l.. Kanuey, di New-York; Lewts IL Sayt•e, di New-York, ed altri. FisiolOJia . - Prestdenle: Giovanni H. Callencler-, di ~as­ ville. - Comunicazioni dei doltol'Ì J. Rose BPadJOL·d, di LonJt·a; J. S. Laluner, di Baltimura, ed altt•i. Patolo[Jta.- Pt•esidente: Alonzo B. Palmclr, u'Ann Arhor. - Comunicazioni dei dollori Kalutis, d'Alessandria; Cllrlo \V. Earle, di ChiCa/!O, ed a lt!'i.


CONGRESSI

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Malattie de~ bambini. -Presidente: J. Lewis Smilb, di New-York. - Comunicazioni dei dottori Lewis A. Sayre, çli New- York; Giacomo T. Goodharlh, di Londra; E. Bouchut, <ii Par·igi; Giulio S imon e Grancher di P arigi; Moncorvo, di Rio de Janeiro; d'Epine, di Ginevra; Vogel, di .Monaco, edaHti. Ottalmologia. - Presidente: J. ~- Cbisholm, di Baltimora. -Comunicazioni dei dottori Mooren, di Dusseldorr; Ole Bull, di Cristiania; Guyet, di Lione; Galezowski, di P ar·igi; Landolt, <ii Parigi; Hir schberg, di Berlino; Abadie, di Parigi, ed alLri. Laringologia. - Presidente: W. H. Daly, di Pillsbul'g. Der m.alologia e sifilide. - Presidente: A. K. Robinsou, di New-York. Igiene. - P residente: Giuseppe Jones, di Nuova Orléans. Climatologia. - P residente: Alberto L. Gihou, direttore medico della m!lrina degli Stati UnJti . Me4icina, jf.siolo[Ji4 e malattie neroose. - Presidente: J. B. Andrews, di Buffalo. Chirurgia dentaria e otologi,a. Presidente: Gionata Tafl, di Cincinnati.' Il 6 settembre 1as~. il nono Congresso Internazionale di Medicina e Chirurgia é stf1lo inauguralo dal P residente degli Stali Uoili, sig 6-rovee Cleveland. Mollo tempo prima deHe 11 la vasta sala del teatro d'Albaugh era piena di gente. Gran numero di signore avevano onorato di loro presenza uAa solennità lMto importante. Alle 1. L ore precise, il Presidente, accompaf(nato dal capo del Gabinetto, sig. Bayard, e <:I!!l Presidente della Camera, sig. Carlisle, sali aiJa lrib1.1na. Dopoché gli applausi calorosi che avevano accompagnalo il suo ingresso cessaronu, egli si alzò, e <;on poche parole semplicissime, annunziò l'apel'lura del Con· gresso. Si passò quindi alla elezione dei diversi uffici: il dottor Nathan S rnilh Davis, di Chi.cago, fu eletto pre8idente; il dottore Giovanni B. Harnilton, ispettore generale del servizio sanitario delia marina degH Stati Uniti, se~ret"'rio generale; i dottori ALkinson, Harrison e Bangs, segretari aggiunti; il dottore E. S . J . Arnold, cassiere, ecc., ecc.


CO~GR.ESSl

Dopo la letlura del programma delle feste che avrounet luogo in occosion~ del Congre;;so, il !lig. Bayard Jlr~>se la parola. A.ugurò il benvenuto a.i rappresentanti delle naztoni t>l.t'Aniere in un discor~o elej:!anle ed affettuoso, rammentando loro che il popolo americano, lutto Ùl!tllto alla politica ed a l commer·cio, da cui trae la sua impol'lanza, sa stimar·e il valore di uomini cbe banno consacrato la loro vita allo stut!io di una ~cienza cht! li pone in grado dt mitigare le sotrer·euze altrui, e che qu ..'>to popolo é fiero dt offrir· lc..ro l'ospilalitit. lJ proC. Le Forl rispose a nome tle' ~uoi colleght rrance.-.i, il sig. ispellor e generale \\"m. llt.rrts Loyd in nome dl'lrlnghilterra, il !lig. ùotL P. G. Unun in nome della Ger mantl:l, il sig. senalot·t~ Semmola in nome deU'J talia, ed il sig. dott. Curio Reyer in nCime dclla Hu....<:sia. Quindi il "tg. pr~sidente Da\'i:; pronunziò il "uo discorso inaugurale. Dopo aver tessuto con termini eommoventis::.uni l'elogio del professore AusLtn Flint, morto l'anno ..;corso, dimostrò con Yalitli arc;umenli i numero:H 'antaggi che de rivano dalle associazioni e Jtu congressi scienlitlci. In appres~<o fu tolta la seduto gonerale e commciò H lavoro speciale J i ciascunf! sezione nei l<>ro locali rispellivt. In una c• uversazione del rappre,antante del Medical R tJ· cord di N P\\ - York col pror ~ayre, l'emi rum te orlopedisla osservò che ai congres~i di Copenhagen ed Amsterdaw, non si era tro,·ato in un·a~:>emblea tanto nurneroS<t •li colleghi dtttlint.i. Ebbe luogo un incidente spiac·evole fra il senalot·e Set.nmola eù il pror. Durante. Questi do' •va rispondere onlcialm·•nle al diqcorso (ICI '-Ì;::t. Bayurd; senza che uc ro:::ose stato an-is:ato, gll ru so~lituito il pror. Semmola. Gr andemente offeso, il profe~ore ùt Roma tnvt6 la sua dirnis::.ione quale me111br•) del Congresso al segretario generale; si dl(·e, inoltt·u, cLe ··gli abbia subito ahbaudoualo W al'hington (l\. lt) L'incitleote Semm~.tl1.·Uurante cM &!'m bra n rnolw serio ed lrut<omuato. ebbe e;;~t.. rchu: pokM ìl (•rùf Durante ;;re.. ied~tte l:t ;e-Juta, In cui 11 profe:5<0r Semmola ft'CC la sua r...,nrerenu. Tale ~luzlout' fn molto loo.tf.;l ·· tn trovata conforme ~Ila l}Onl.l od alla f!E'Otllrna tlel o·oore umano. - (F/14 Vtdi(al R(cord, i'l setli'mhr• f "'.'VJ.


CO~GllESSI

1253

Sezione d'.lnatom.l&.

"·

Pre~ideule: il dott. Guglielmo PancoasL, di Filadelfla. Segretari: l dottori Giovanni J. Berry, di Portsmoulh; Guglielmo C. Wile, di Danbur-r, e C. Remy, di Parigi. Lunedi 5 seLL~>mbre. - Pt•imo giorno. - Seduta pomeridiana. L'allocuzione del presidonlte fu r imessa per l'indomani. La prima comunicazione fn falla dal dolL J. M. Malthews, di LouisYille, sull'anatomia del retto e suoi rapporti cogli 4tii ri /lessi. Dopo aver rammentato i rapporti anatomici della re:rione, fece osservare che in generale non si dà grande importanza ai riflessi, .rammenLando come é difficile d'aneslesizzare completamente il r•elto e gli organi vicini. Prendo ad egame in a p· prel"so la que~tione della costipazione, che può da !"Ola produrre fenomeni nervosi muHipli.; che in una delle sue osservazioni giunsero sino a sìmulare l'atassia locomotrice. Egli in~i~te sull'importanza di un esame cosciennoso del rello in certi ca~i di costipazione. Il dott. Gervais, del Belgio. domanda se le illiezioni d'acido fenico si fanno p'lr le emorroidi inter ne egualmen~e bene che per le esterne. Il dott. Scbaefer dice di a>ere o~~ervato c.ast di dolori insopportabili del perineo, mitigati istantaneamente mediante la guarigione dE>Ila costipazione. Il dott. Wile narra un caso di d<?menza prodotto dalle emorroidi e guarito colla eslit·pazione di esse. Il ùott. $Lt·oag. di Chicago, non ha polulo guarire una blenot•r•ag•a ostinata che dJpo a,·er operato il suo malato di emorroidi, di cui soffriva. t1 dott. !\1.atl.ews consiglia l'uso del coltello nelle operazioni in vicinanza del reUo, e pone in l'ilievo il pericolo a cui si va incontro coll'iniezione di acido fenico. Il presidente descrive in seguito 111 sonda retta!~ di cui fa uso; essa è cosll'utta in IJ'lodo da SP.guire le Cl,ll've del retto, Il dotl. Ambrogio L. Ranney, eli New-Yot·k. ra una ('Omunicazione intitolata: Esiste un rapporto f ra le anomalie del-


rappareceMCI •lt:lla t'isionf! e la tenden.=a cosi detta netn•opatica ?. Conclud ~:~ r.he non e;;isle patologia ben delet•minala nei ùi~ordini n~>rvo•'l funzionali, che l'er~diti1 vi enlra quale fallor~ impor·tanlP, e che le manife"'-laztoni della pre<.li~pol'>izione neut•opallca vat'iono in ci8$Cun raso inùhiduale. Il dott. Gu~Ziielmo C. W i lP, d i I>Anbury, let;{!:! e un articolo intitolato· Qunle por.eione lell'uretra der;e es~te,.c ~re 'tn per eseguire unn jt><tola urinar ia.? La s~dula ù levata.

Bezlone di dermatologia e eli .Wogratla.

Presidente: il dott. S. H. Hobin!"OII, ùi .Ke\\-York. Se~t·elario: il ùotl \\'. S. Sollheil, ti i ~ew- Yot-k. Lunedi 51-etlembre.- Prima :;iorno.- Se.iula pomerìùiaoa~ Il presi lente, nel suo discot·sn inau;!urale, munife<:,ta il t.h~piacere che ~li cagiona l'insufflciem.a ùell'insegnamenlo derxnalolog:ico negli Stati Uniti, ove non esiste aitnno scuoln ùi mnlallie rh•lln pelle. l lavori ori:!inali che producono ~li Stati Uniti in qne"'to ramo sono limitatiqsimi. Il dolt. GuFl'lielrno \Velch, di Fii11<1Pifia, fa una comunrcazione sulla l'accinazione du rante il periodo d' incuba~ion~ del oaiuolo. Eseguita in questo per•iodo dP.Ila malattia, ln vACrinazione gli ba dato rr~ultali soddisfacenli~"imi; il \'llrcino non c·omincia ad Sflire che •Iutmdo l'areola allorno ali• vec:l'ichellte ?. formata. E .. li non appro\'a l'ustl del vaccino animate. Il dolt. Rug:gèro Parker dice che nell•! grandi dlltt d'lnghilten-a si fa uso dt~l vaccino uurano. J dollori Cunt.lell Juler, GoLLheil. Kelltw, Yeamans e Lathrop prendono pnrle alla discu<><>ionP. Alimenta.=ttmc rettalc nelle ma.latiie della pelle, del dottore J. V. ShoemAk•'r, di Filadellla. N'Pile affezioni della pelle, situate allorno alla bocca, o eagionate ùa cJr .... ot'llir i dellubo di!:twenle questo metodo t•euoe straordinari !"l"'r\'igi. La sornminic;lrnzione di medicamenti J~Cl


I!OSGHESSI

retto é spesM indicata: preparazioni m ercul'iali n«> Ile sifilidi, olio dt l'icino e glicerina nell'or ticaria, at'Senico e<l antimonio nella psoriast , N'C. I dotlor i H. G. Cnna, di A.mbur!XO. P Klotz, convengono con'a utore. Il doU. H. Klolz, di Ne·w YorkJ fa una comunicazione sull' Ulcera r isultante dalla gangrena spotttanea dPlla pelle,

nella sifilide tardwa e Sttlla .,ua r ela;ione colla &ijilide. La sua manifestazione é d ovuta ~pè~So ad un'arterite: al· lora si differenzia del lutlo dalla gomma sifilitica s uppurata. Sezione dl medioln&. Presidente: il dott. A.. B. Arnold, ùi Baltimora. Segretari: i dottori W. T. Waugh, ùi FiladeUtn, e J . W. Chambei'S, dJ Ballìmora~ Lunedì 5 selletllbre. - Primo gJOrno. - Seduta del pome t·i~gio.

Il presidente nel suo discur so sull'esercizio della medicina ne1 nostr~ !JiOrnt, osser w1 a rruale e ..allezz:a è giunto il diagnoslìco m edjco a rammPnta i risuJtali marav1gliosi cte s i sono oltenuli coll'esperiroen to in farmacologia. Pertanto condanna qualunque m edicazione irrazionale e I'Accnmanda eH non dimenticare le misure Igieniche, che da ~ole coslilujscono spesso agenti curatiYt La lerapeulica ha dovuto cedere il

posto alla patologia, la chit•urgia moJerna ha esteso il suo douunio nellu médicina, e nuiJadìmeno il lratlamenlo sintomatico delle malattie conserva ancoro il suo Yalore Ciò rh"' noi dobbiamo ricercare. ò il m etodo !-lecondo cui la nat11ra esercita la sua influenza cm·a liva, noi potremmo allora tentare d'imitarla. Il dolL l f:nazio l..Jvarado, del 'Messico, le~Ige una memol·ia sulla patugenia della febbre gialla. Egli attribuisce la malattia alla presenza di un microbo, elle dArebbe origine al fo!'<fato acido di soda e all'acido fosfoglict>rinico .


!256

CONGilESSI

Il prof. 'Vallel' B. Geike, di Toronlo, legf!e un articolo sulla

polmonite nel Canada. S'impegna m ~eguito una discussione animatissima alla quale preudouo parte i pt•ofessorj Ouchter· long e Scott, e 1 dottori Didarna , Leister e Slewal't. Sez.tone di chirurgi a .

Presiùente: "\V. j. Brif'tgs. Sef!retari: A. H. \Vilson e D. P. Alleo. Lunedl ~~ s ~lLembre. - Pri mo giot•no. - Seduta del po· rueriggio. 11 presidente apre la seduta augurando un cot•di11le benvenuto agli stranieri. La chit·urgia scientifica, egli dice, e in phma a ltiviht e progredisce a passi di gigante. Egli par81o\'OD8 il passato, quando la chirurgia terueva soprattutto di apriJ•e la cavita peritoneale, al presente, iu cui la chirurgia, in grazia dell'unlisepsi, opera con ardire e con asilo. Il dott. C. J. Parkes, di Cbica~o~Je.gg~ un at·licolo intitolato: Contribt~ione allo sir1dio delleJerite dell'intestino per armi da fuoco. Pt•imu del l tt~5, egli non ha potuto t•accogliere che

cin'lue O!'<servazioni di fer ite dell'intestino, nell'intento di ~:~p· pòrlarvi l'imedio eon intervento metodico. Da quel tempo esi~tono trent.asei osservazioni con nove ,zuarigioni. La sola esp~rienza potrli ùarcl irHiicazioni esatte per giustificare I'opel'azioue. Bisogna prendere io considet•azione il volume e la forma della palla, la distanza elle ha percot'"l:io il proiettila e la natura dell'arma. Quando esiste uua ferita d'entrata ed una di uscita, si può giudicare a ppl'Ossimativamente quali sono llli organi ferili: ma come riet.ern•inare quale é la porzione del!., anse inltJSlinali che ha sotfer·to ? QuanJo il ùiaframuta 0 leso, non si può con!<ervare alcuna spet·anza. L'aulm•e enumera in seguito i siulomi c~H'alterislici pes· la diagnosi Jella pet•forazione ir1lesli11ale. Quando esista una lumefaLio ne localizzata alla pa,.ete a·l· dominale, è cagionala in generale da un~ emorragia intrA · purielale e la cavita addominale non è apet•l.a. Vomiti pro-


CO!IiGil'ESST l

lung-Ati co<~tituic::cono un <:iotomo piu f!ra"e che lo tohock e la temperatura. L'esame anulomico ha dimostralo rnolle volle che un'opers:zìon~> t<emplicissimft avrehbbe salvato la vita it>l p~tzi,.nlP. La nerrolomia deve intr•apr·ender~i quandn il rene. è ft>rilo, la splenolnmia 'fUanrlo la milza é IP'-8. L'autore raeeoman1a l'incisione ~;:ploratrico mediana e l'uso della sutura contrnua con Ilio di seta . Cotu rcbu;;tOtle alla chint r gia sperimentflle ,!(·lr inte."lin.o. del dott. N. Senn. - L'aulor·e preferisce la suturA delle anse iuteslinali alla loro re<:ezione. l. Oscru;tone intestina/t> arti flctale. - L'enterectomia parziale e la sutura longiludinnle della ferita coslitui:-;cono una t<orgeote di pericolo <fuando diminuiscono per mel8 il turo~ de!l'inteslino e quando sono ~;~pguite da ~mn~rrena pt"odotla dalla dil'truzione dell'alimPntazione arterini"a. ~. La fle,..sione può 8\'ere per cilu"'a l't>nlere ·tomta parziale e la sutura long-itudinnlc; la sua origine si trova pure n~i diversi proressi infiamma tor i. 3. li votvulo è pure unu cause di ostruzione. 4. L'inva,~rinazione é raramenlt• suscelLrbile cli riduzione spontanea. L' rmpif'c.o :f iniezioni dr !,;ran<h quanhLà oli ai!·JU8 nel colon e nel retto deve PSI'H're PMguito con cura, per ~\'i­ lare le lacerazioni pcritoneoli che prnduce la òislE>n~ione straordinaria di questi or~ani. L'enterectomia, qull ndo richiede la rcsoz.ione dell'in le~ tino f>er la lunglwzza di tre 8 dnque picJi, è lrlale nei cani, \UOi pel tranmalrsmo, vuo1 per· i drstur·bi ulteriori della di:,restione. L'esclusione tlsiologica di una po1·zionP dell' inlE'slino non 1 rodu••' disorthni tanto gravr •1uanto la re~ezior· . Ha luo_a-o l'otrofla dl quella purte dell'intest111o; rua non v1 sr accumu· lano lP fecce. L'enierorra/ltt circolnre. - !:: ullft modificazione della sutura .Joberl, che couRiste nel cir•rondor·e la. part.e invag-inota "on un an e ho di caout.d1ouc '-Olllle f'! lle.'>~ibr e; 1l calc:ut è prereribilP. n Ile suture di C'~t-!l'Tl~ t' LembPrl. Si dPve inoltre cucire l' Ppiplnon nelln linen di sulur·a: con IJUe"lO prorec::so. rliminui!'ce il ~ri colo di ! errora1ione. E nPce ... ~nrio ·h a<>~icurnre


CO'\GRES~I

la conLinuilà della superficie perilnneale, quando il mec:enlere è di!-~laccalo, facendo la sutura del periloneo primA di e~e­ guir~> la t·iunione dell'intec;Liuo. Anastomosi inte!!linale. - Un'operazione -colla quale c:i olten!!a una comunicazione fra l'ìnl<'::;liuo situato al di <:(lpra dell'o ... truzione e la parte che si lr0\'8 al di sotto é da prefcrirsi all'enterotomia ed alla resezione nei casi in t·ui P. impossibile di rimuovere la causa dell'ostruzione, oppur1~ quando le alteJ·azioni palolo~1che cbe le danno origint' non ponlZono in pencolo la VII& del paziente. La gastro-enleJ·oLomia e la jejuno-ileosLomia devono eseguir<~! ptr avvicinamE>nLo col ~occorso di la<:<tt·e ossee de<:til· cificalo e perforate. Quando l'oslruzioue ha SP.rle nel cieco o nel c~>lon, c:i può !:'OSllluire a qu~l'lt'ultimn opeorszinne il congiun~lmento dell'ileo col colon o col rf'llo. C1ò si t•isconll•a soprattutto ndle inva~inazior.i ti -cecalt irreducibili, quanJo non e~1sl0 uè ~angro:no né perforuzione Nc!l ca~o contrArio lu par·Le invaginala d•!\'e essere ribecato. Se le due estre mità dell'intesti11o non sono dello !'lP"so cslihro, la continui tu dev'essere ri!'lll ·ili la per tnPzzo d1 p.a,tre di avvicinamento perfot•ate. Nei cac::i di fer1tn multiple per armi rltt fuoco l-ituotP di lato o !'mila couvessrl.à dell'Intestino, le pit~strA sooo preferibili alla sutura. h'.~pt• rien::e d' atlesione. La riunione ùetìnitiva d'una ferila inle<>liuale non è completa se non dopo la formazione d'una rete di va!'i nuovi nelle <>upe1·l1cie <>iero:-P che :oi sono po<>tP a contaLto. E<..<>a può eflè'tluar~i nello spazio di sei a .lo1ilci or e. Lu !-lcarilìcazione del peritoneo ~ulla sedu delle !-tUpP.rtide da avvicinar·si c<>ntribui ...ce alla for•rnazione di Arlerenze dAtlnitive. Gl' irmesLi epiploici, lar~hi due pollici e mnllo lun~hi per r •ler circondare l'intestino, aderirono io do<licr o diciotto ore. Questo tempo dell'operaLiont' non dO\-ro>bbe mai e.,.,ere Lrascur'filo nella resezione cit'colare o 01 Ha ,.n tura di ~:·andi fet•ilc• intestinali. Il rlr U. Senn presenta preparatr provenienti dt~ co.ni !'Ui quali l'operaziontl era ~:<lata eseguita. Esc:1 ne òirnoc:trano mirabilmPnle la efficacia.


CO~C. R ESSI

S esioDe 41 gb.eoolog la. PresiùenLe: il ùotl. En rico O. :\1arcy. di Bosl()n. Se:;rrellwi: 1 dottori Gtorcio Apostoli. <li Par•gi: F.rnesto \.\' cu... hing, di Bu~ton; OraZIO R. Bigelow, <.li Washìnglorl; e C.arlo Pa" lecl\. oh V tenna. Luncdl. 5 scll~mbre. - Primo giot•no. - Seùula del poJ.aer•z~ìo.

Dopo awr augut•ato il benvenuto agli ospili slranieri, il JolL ~Iarcy parla di \ larion Siml' a.J un lampo ,•on orgoglio e con dolore. Fu lui che reca acqui-;tara agli Slali l'niti il ltlolo di culla della ginecolo~ria. • Se la mor te non fosse venuLa a rapit·lo, In sue parola eloquente avrebbe so~liluito, e'Ili· dice. il rnio mnde--lo d1~corso. Pos~iamo noi nelle noRtre rliscu«Rtoni imitare il !IUO r etto ~iudizìo nella rtcerca della verit<'l • Il dott. Nhathan Bozemon J• New·York, ra una comunicazioni:' • Sul drentt!Jfi;O arlijlciale ~&mt(ltaneo della cc,;~cica, dei reni e dell'utero p1..r la ,ayi11a, co11 e sen.:t~ p ressione graduala. Egl• de:<rJ•ive un islrumento col qualt• s1 SPpara nettamente la membrana uterina dallo mucosa e l'he compie nello stesso tempo l'uftìcio di drenaggio. T er mina colle conclusioni se!ruenli: t• ~011 ~i dn bastevole impor tanza al tempo finale nell'operazione della flslola: esM ne co~tilui!!ce la pt•incipalo Jillicoltà. 2' L'occlul'lione dell'orilìcio dr.ll'utero e l'incision~ del collo •lalln vesc.ca e dal rello sono cattive op· ·razioni dt~> CAflÌonano l'abolizione ùellc> ruuzioni s:rener·a lt•ici ~ dan uo or·igine alla cist.t.-. ~· Un grande mil!liOr Rmento si ottiene rol drenaggio o~­ socia'o ttl'a dilatazione della ""a~ina~ e!'c;o T'im<'dia tt::li inl"'nn. veniPnti dl.'ll'ineontinem:a d'urina e coopera alla cicalrizzazion .. del •<' inCJ!"Jrooi • .f.• Nelle fistole in~anablli si potranno milig-aro le l:illtferenze che ca;::iona l'inconlin .. nza J'urtoa col drentt;:gio.


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CO~GRESSJ

s• Lo colpo-cic;totomia e~eguila nei casi di ci"tile ne: n ,~ piit controindicata, m grazia rli questo sil'tema di drenac;!in. 6" Egli è d'avviso cb•! l'operazione da esc:o dennminala colpO-Uf'l•LI•octslntomia, s<>gutla Jall't~~ome degli urelr·i e del bacineLto, e dal loro leatlamenlo, quando sono cnalali, ha per sè un hrtllante anenire. Potrà esPtWirsi nelle pit-lili, nei calcoli renoli e nello ostruzione deg:li ureleri. l dollori Hcwitt, di Londra, e llueston, di Fìlodelfìa, con''engono <-oll'autore. Il dull. Orazio R. Bigelow, ùi Wac:hington, lc~ge una memoria Jntttolata: Ginecologia consrroatrice. Odserva rhe le operazioni sono spesso e~eguite ~'<enr.a necessità P che si possono talo ra (;tuarire i lurnOI'i dr!ll'utero e le malalu~> infiammatorie delle trombe f' delle o'aie ~nza l'aiuto del bistori. Rip1·ovtt l'oophorectomia eseguila p~r l' i ... tcrio. Term ina in,i~temlu aftinchè la chirurgia addominule pO~-'"Il essere eset·citaLa '-'olamente da uou11ni <-ompetl!nti. Il dull. W. W. P oller·, di Bulfalo, fa una comunicazione • Sull' uso del tampone oaoinalc nell'infiam mazione rlella peloi • . Egh t) d'avviso che molte maJallie degli aone'lsi dell'utero curate metodicamente fin dal loro principio, potrebbero guar•ire senza operazione e che per ollenere questo rì,..ulltlto il tamponamento rt!golare, prolungalo e sislemnlico dPlht Yagina cosllluisca rl mezzo pui sicuro, ma é necPss&riO che il tnmpon&m!Jnto !lia ratto con cura e, nei cal"i di ~po~La manlo degli or~nnt del bacmo, debba e~eg~HI'si nella po-.izione ~enu­ pelloralc. ~egli ~-'POstamenti poste1·iorr dell'utero, il dito solo !>asta per r iporre in sedi.' l'organo. In appre,so :::'ruli'IJ<lurri.t il turopone multiplo. Lo <~lesso trattamento si fa pel prola ...:;u e per le inHatnma1.i0ni delle ovaie. Il ~t~mponamento ro,., ttt ui!'ce , nelle erosioni e ne li~ ulcer·azioni del collo, nell'ipl'l'l rntla del· l'utero. n«.>l Cl'~locele. n..J l't!rtocele, ('CC., un moJo di trattaTl)ento LIJnto prefr3ralorio che cura tivo. L o «te,!<O av viene n~lle intlt~mmazioni p~lv1che tanto di ol'igine peritoueale, quanto t•ellulnrl! , tubarta. li dott. J. E. Burtt•n, di Li\'erpool, lt>gge un lAvoro intitnìAto: A qual periodo della graoidan~a tubaria dobbcamo op~;rare 7


C01'(GJ\ESSI

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L'operazione non e un ~uccesso dal punto di vista terapeutico; anche i casi favot•evoli non guariscono prima di dodici mesL Essa è indicata dalle con.Jizioni seguenti: 1• F ihr o-mioma ad a umenLo rapido. complicato da emo rragie; 2" Ascesso della tromba con pet•ilouite; a· Ovarite. cronica cou dolore lc·~ lina to; 4• P a ramelrile, 5• De~enerattou~ ctsllca delle ovnie con dolore; 6• Nelle nevro~• d' ortgine sclurllamenle ovariche che hanno resistito per ann1 ad ogni troltamenlvcurativo. L'operazione non deve mai eseguit·Hi ne ll' ematocele cl elle u·ornbe, nell'ema:osalpin~1 te e nella ~eeslazioue ectopica. La laparotomia ..J il drenaggio possono essere indicati, ma nou mai l'estrazione degli organi. ·

Sezione eU olimatologta meclloa e eU demograAa. P1·e~1dtnLe: il doll. Alberto L. G1hon, della marina clegli Stati Uniti. Segreluri: i ùotlori C. Bertheraud , d'Aiget·i: Carlo De-uiMn, ,J Denver, E dmondo Owen. di Lond t·a. e R. \Yernich, di

German.a. Lun~>ch . 5 seltembt·e. - Primo J:!iorno. - Seduta del poUleriggio. Il di::oc.orsu inau~urale lei preside l.-. ha per tiloto: L 'im.f'Ortan~a della climutologra c deLla tl•:rnoyrafla come acce.~­ Hori cJrolla medici1111. Honunenta ì ~ervig1 ehP puo ren.J~re Jo ~ludio serio della dtmutolozia, che t': tli aiu~ possenl•' alla meJìcatura pr~­ veulint. Per virtù ~ua le paludi di Suvannab e Jeii'Olan la, la :\lnt'€-mma Loscaua e lo Campagna l'omana laanno cangialo le loro emanazioni pesLileru; alt io '·ap?ri innocenli. E pet•cìò necessal'io cbe le statistiche ''Ha la &iauo d'ora m poi teuule culla mnggior cu1t1 po~"ihde sotlo la .Jit·e7.ionP ùel Govt>J'JW. Ji doll. Gior~io Il R·•IJC, 11 Baltimora, fa una comunica7.tonc Sugli ekm••ntì mcteCJrolog,ei ,/cl clima e sulla loro

injlu<.>n::a nelroryani:;mo umano.

U dott \Y. T. Pul'ker, dt Xewport. presenta un saggio sullo stesso argomento.


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CONGRESSI

Sezione d1 chirurgia e d1 m.edlolna navale e militare. P1•esidenln: H doU. Enrico H. Smitb, di Filadelfia. Segretar•: i doltol'i Wm. Browning, di Brooklyn; L :\le. Gaslon, d'Atla nta, ed Eli A . W ood, di Pìttsburg. Lunedì, 5 settembre. - Pr1mo giorno. - Seduta del pomet•iggio. Ne l suo discorso inaugur ale, il presidente osserva elle non v'è paese in cui ti soldato abbia più opportunità di ~iuugere agli alli gradi come nell'eseJ•cilo americano ed ove il cor po sanitario ha f~:~tto i più rapidi progrt>SSJ. I chirurgi arnet·icani llanno reM g ranùi servigi nelle guer re europee. Il grande valot•e dell'istoria medico-chirurgica della g uerra di Secessione è t•iconosciuto da tutti . I l dott. Smith ter·mina éon una dissertazione sugli ospedali da campo in tempo di !!;uerra. Il dott..Marston, di Londra, le:;tge un articolo del chirurgo maggio•·e Francis Patrik Staples, d'Irlanda, Sull'analisi delle

aeque i n campauna. Il maggiore Mo1·se K . Ta-ylor, chit•urgo nell'cse•·cilo degli Stati Uniti, di S. Antonio, fa una comunicazione Sulla necessità di un esame più accurato delle acque nelle !;Ca;ioni mil:'tari, oce si riscontra una quantità anormale di malattie, e sull'esame delle condi;ioni igùmiche nelle cicinan#e. Fa osservar e che le stazioni provviste di acqlui pura in quantilà !:'uftìciente, si trovano m otlime condizioni sanitarie. Nella discussione che ne deriva, il dolt. ,V. IL LloyJ. ispettore generalo della marina ingle!:'e~ rammenta che si es~gue sempr e l'an~;~lisi dell'acqua destinala ai marinari. Il doll Giuseppe R. Sroith osserva che é dif(ìcjle decidere se un'acqua è buona o no, poichò è iropossibil~> servirsi del micrO!':COpio in campagna. 11 doll. l.\larston. d' Inghilterra, passa in 1'1\'Ì:-la alcune epidemie osser vate Lt•a i soldali, la cui or igine dipenòe.,.a da acqua impUI'a.

(Contmua).


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' RlVISTA BIBLIOGHAFICA ___ ,....,___

Relazione 8&Dita.ria. •agli Es&rciti Germanici nella. guerra. contro la. Francia. del 1870- 71. (Sanitats-Bericht ilbe1· die J)eutschen Heere irn [(riene gegen Frankreic/1. 1870-71). - VO'I. VII.- (Continuaz. vedi fase 4•, pag. 489, e fas~. 6•, pag. 7-i-7, s•, 1.006. e !ì", 1H9).

Fenomeni cerebrali.- In tutti i casi di una certa gt·avità fu osservato il così deLlo stato tifoso durante l'acme della malallia. La compartecipazione morbosa delle funzioni cerebrali era poi fenomeno costante e quasi caratteristico del più volle menzionato tifo per inanizione. Al contrario i fenomeni cerebrali non comparivano che sUa 5' selLimana in tutti quei casi che avevano e:;,ordilo con un periodo di latenza. Le forme piu coslanti riei fenomeni mol'bosi ce:t·ebrali erano lo stupore, la cefalea e l'insonnia. Anche nella con,.alescenza si osservarono. spesso alterazioni delle funzioni psichiche, nei casi gravi semplicemente come espressione de)l'e.<;aurimento ct-rebrale. Nei primordi della malattia le al,teeazioni funzionali del cervello non si sono quasi mai manifestate. Complicazioni.- Se s i \Olesse trattare estesamente e com· pletamenle di tutle le complicazioni che si sono osserva le nel corso di malattie tifose ~arebbe necessario ·s correre pressoché tulto il campo della, patologia medica. Questa sentenza del Liebermeisler si a pplica esattame-nte anche nello studio dell'epidemia tifosa durante la guerra franco-g~rmanica. Limitançlosi dunque a traltare delle principali complicazioni la r e · !azione riunìsc~ que.s te Ilei seguenti gt'uppi: 1" Complicazioni dell'apparato d igercn ~e; 2• Id. degU o rgani respiratori; 3• ld. del l'apparecchio della Cil'CO}azione; 4• Id. degli o rgani uropoetici ; 5• Id. dei comuni integumeoli esterni.


l ?64.

IHVISTA

Nel pr1mo gruppo tiene il primato la pa.rotite, la •tuale Ca. assai frequente. mentre si ~a che non lo è aHrettanto nelle tifoidee in condizioni ordinarie. In alcuni ospedali da campo la comparsa della parolile fu fenomeno di pessimo au~urio, all'incontro in alcuni altri avrebbe avuto iJ siguitìcalo di un sintomo critico fa. ''ot·evolu. Le emorrQ{Jie in.lcstin.ali.- Una grande variata di fl'et)uenza di questo fenomeno si è osservata secondo i luoghi In certi spedali, rentel'orragia era la complicazione costante, in altri non si è mai veduta. In alcuni rapporti si rileva la sua comparsu sempre in relazione colla diatesi scorbulica. La perilon.ite quasi sempre è sopravvenuLa in seguito a perforazione intestinale. La peritonite da perforazione è r·appresenlata dal12 pe1· cento sulla mortalità totale per tiro. La frequenza della perfot·azione non fu mai in t·apporto diretto colla grandezza, col numero e colla estensione d ~lle ulceri iuleslinali. Vengono pel' ullimo ùel 1• gruppo le complicazioni interessanti il fegato e l'appat·alo b1liare L'itterizia si è osservata scarsi.ssimameute. Si ebbet·o due casi assai interes::;auli di gan{!:rena di cistifellea. Tra le complicanze dPll'apparato t'espiratorio frequeT•ti~­ simo fu il catarro dei piccoli bronchi, l.anto freq uente r.he da alcuni medici venne considerato più come un sintomo cont•l)milanle, che una vera complicazione. La polmonite come comphcazione di tifo viene distinta iu pneumonile iposluL.iCtl, cruposa e ca.tatTale, la prima fot•Jua si è osservata molto più spesso dell~ allre. L'infarto e la gangrena polmone re furono pure osservati in seguito a diligenti esami ne_l1a proporzioue del 40 sopra ';!} ll8CI'Ol'COpie. la la1·ingite ulcerosa, non fu una complicauone fl'equente nell'esei'cito tedesco e rarissuna tra i p~igiouiet•i francesi. Le alterazioni dell'apparato circolalOJ'io hanno da lo poco da. osservare e tullo s i riduce u tromlJosi delle esll•emilii superiori, e a degenerazione del cuore in seguito alla debole;:t't jiuuion.ale propria e caralle1•is~ica del tifo d'inanizione. In quanto alle alterazioni dell'appat·alo w·opoietico la re-


l BlBl.IOGlUFlC.\

Jaz1one uon fa cenno che della loro poca frequenza. La formu più impoPtanle di questa romplicanza fu In nefrite albuminurica. Finulrnenle pei" parle dei comuni inlegumenli le lesioni più notevoli fueono la ganurt:na per((erica ed il decubito, le quali sopravvenivano anche dut•anle la convulescenza e !<pesso con e<~ito mor tule. La relaziont> nola a que..,to propo~1to che in quelli OSpedali dove SI euba Opporlumtà d1 applicar~ la terapia dell'impacco ft•eddo la gangrena si é osservata rari~simamente.

lYlortalita. Lu morLalilil in seguito ad affezioni liro,..e in lutto l'eser· cito tedesco 1n campagna ammontò a\60 pe1· 100 della mor· talilà ~enerale pe1· malattie inleme. È •1nu mortalitu enorme e che ri appare ancor piu grave quando si consideri che la totalila di!Ue affezioni l!fose non figura che nella proporziortt' del 15,i- per 100 su tulle le morbo!tilà dclresercJLO. La mortalità per tifo ha intìer•ito mag!ofiormenle sui pionieri da forteua con iO, i per 100, mentre la fa nler•ia della Land" ber fu la meno colpita perchè non l'hbe cbe il 40 per 100 dt•lla suo morlalilé.

Tt rapia. Il capit.olo ùclla terapia incornincia con que!lbt ~onlenza. •ici Berte!. (Juel medico c/11 uf Ila cz~ra dei suoi t((fJ!li TIU~

imptetla a tempo oppo1'tuno la mf'iodica soitra;;ione di calore, auisce sPnza co.'lcicn:a e manca yrossolanamente ad un sarro docere. La ~entenza può e~se1' giusta, ma nelle con·hztom eccezional ,Jella guerr11 e nell'infierire di una P.piùemia il melotlo cui'Olivo antilerrnico sarir r·igoro ..amente apIJlicnbde7 Il r elator<' uon si di"l'limula le diflìcoltà chi-' si de· vono mcontrarA per la in,.ufficienza dE'l per -.onole, per il "0 verchio aq:domera r•sì clei m11 •ati. nell'applicare il ba~no freddo, r.~golalo COllll~ dPVe C.i>SP1'6 rJa e~alte O frGt[UPOLÌ lli1SUr8ZIOOÌ

t ermiche Non ostantc que~te difticoltu risulta da1 rappor ti

80

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l ~6()

RHISTA

!>anil.nri che all'incirca l' lta,·a parte degli ospedttli .ia campo si è occupa la con sufficiente l'i gore P costanza d<>lla lerap:a aulrll-'rmica mediante bagni g•·11~rali fr eddi. J11 gcuer·ale la lcm reralut·a del corpo che richie~c l'applicazione del ltagno oscillò ft·a i 3!1 o 40 gradi. Va•·•ò mollo la tempe•·atur·t, .leil'acqua a lnperata nei vat·i ospedali, variò cioe dn 12 llno a 20 R~aumur. Nei casi ~ravi 1-.1 • mi~urata la lempcrnlura fino a quattro \'Oile al J:'(iorno. RiJ·OrllamD rru l lanli alcuni risul~ali a~sai precisi (C)rniti da Boehm e Miche!. ed otteuuli col pro<'e~so a;-;tilermico eia e~!"i pr•oposto nella cura dei tifosi iu Nicderbronn. Essi applicavano ba~ni generali di 1 o 20 grnii lostoché la temp~·t·atu ra anale mi!luravn !Ul. Tru 1111 bo:.:oo e l'altro mellevaoo ,.e,.ciche dt ~hrncCJO alla le:sLa, panni inzuppati d'acttua fz•edda a l p-~Uo, alle ..palle ed al \'CIItro in lul!J quei ca~ì io cui la temperaturu ~upPra va i !l' ;radi. Il h<lgno ::.'mterrompeva o;;oltanto quundo la temp-:rl!lura disc•Pndeva a 37 solto l'a!!cella e 3S nel rello, 11 cbo succedeva ent1·o cmquP- o dieci minuti. Gli ammalali lrallali a ftueslo modo fut·ono ;,a (dei quali 12 mor irono) c frn lulli furono praticati 1023 bnglll èh•ic:i come st~gue 1 volta in 24 Ot'e . 2 volle • 3 • • J) 4 • ;; • 6

375

1aa l-!) ;-

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Il masc:imo abbassamento di lempPratura tìllenulo col fu di duP gradi. In tue..,ti ultim i ltampi da pr alit:i aulor1:1voli• simi c;;j è voluto metlerc in •lubbio che la cura iòrica nel tifo ùebhA la !'UA efficacia e..,cJusivamente alla !'ollrazione di caluz•e, f · "-i ,; ,.,). luto alL rib111r!' al metodo idr·otc-rapico allt·~ virtù ollt•e quellll di sollr arz·e l'eccc ...c:h·o calore. Siccome pari.! che quesln concelln nnn "lfl a llilllo erron"o sarebbe ~lato ùef.idcrabile polt•r- rrcavar~ dai rPndiconli :;aoilari i dali pl'ecis• !"U,;Ji eiTcll dell'rdrolerapia che !"i t• impiC'gata coult·o il ùeli rio uel tifo per inanizione apirellico, ba~no


BlBI.IOGIUFJCA

l'l6i

IO& <>graziatamt>nte questi ùati mancano ,. la questioM resta tuttorA in~IJiultl. · ' Tn condusron e il rt:latore nota dover·si dtenere per soddi::<racente il risultato della eura rdrica esterna e dice che fPsperieoza falla in r1ue~ta ~:uer·ra ci ha ùirnO!!Lrato cht> la

idrot<'rapia contro il tiro oddnminale, entro certi limitr 1> pralicabile con ~iovamenlo anche in tempo di guerra e che es!>a i·lrol~>rapia

trova il suo miglior ~ussiJio, Il più Yalido appoggio nel rnanl~nimento e 01~lla sorve~liam:a di una ben reg:oJnta iqiPne ospitaliera In •tuanto a!lli altri acces~ori della lPrapia, cioè ell'ahmentazione, olle cur e ìgieruche e in quanto alla cura delle comphcnzioui. non rrsulta chi' ~rano ~tali mes:;i in opera proces<>r nuovi o spPcrah e quindi merite,·oli di parlicoler ·· menzionB in questo compeo:.!io.

CAPITOLO III. Dissenteria.

Fra le ~re malaltit> infellh:e chi' durante la guer•ra francogermanica .,, drft'usero nell'c ... ercrlo tede-.co solto fnrma Ppiùemil'e, la dissenterra lrene qu11!<i esatlamenle il po~Lo di mezzo, tanto per la l'ifra dei malati, che fu cii :J {;5~, come per quella ùei decessi, che as<·ese e 2:1'i0. Es!<a di'l<>en~eria st~ al disotto delle affezioni Liro«e qua.-.i colle !'tesf'e cifr e con rui c;orpRSl>A il ,·siuolo. AIl'opposto rlel t1 fo, di cu1 si .~ sempre parlato in tullr le guerre. la lli<>"enlerie, almPno in apparenza, all'E'poca nostra era caduta ìn une lei qual~ dimenlicftnza, almeno comE> \ o:ro e propt•io mo r·bo epidemico. V'et·amenle dalle storie delle ~llerre pa!",.ale lrovramo qua e lu accennata la di.,senlertA quale ftat;ello degli e~ercili in !:Uerrn C0'-1 il Trnusc:eou cinque onni prima che ~'COppiasse le guerra del 1870 71, citaudo lP. os;~er­ vazloni di Ut:s:;tcnell~Js nelle ~uerre francesi da l 179:.? alt815, elice do,er::-i l'itener·e la d i"<~t>nlerie come uno dct morbr più


RIVISTA

micidiali degli eserciti in cam pagna. Ciò nonostante si può far os!'ervare che per quanto si è veduto nelle ultime gut>rrE" dell'esercito tedesco, quelle dei18Gi- e 1866, la dissentet•ia non devesi riguardare sempre come una inevitabile conseguenzu di cattive condizioni igieniche. Nello Scbleswig-Holslein, p. es., essa non si fece veclet•e, e nella guet:ra del1866la sua comparsa fu così poco s ignificante da non meritare punto il nome di epidemia. Anche nella guerra franco-germanica la dissenteria non fece uno straordinario numero di viltìme. Come sì ò dello essa occupa il secondo posto fra le tre epidemie. Sul totale dei malati essa non figura che con 81,3 su 1000, e con 16,2 morti sopra la mortalità totale per malattie diverse. Ma l'importanza della dissenteria epidemica da questi rapporti numerici non è posta nella s ua vera luce, poichè essa dominò coi caratteri di una vera epidemia sollanlo due mesi e mezzo, dopo i quali essa si mitigò sensibilmente. In agosto e settembre la dissenteria sorpassò notevolmente le affezioni tifose. P ertanto la prima particolarità da tenersi in conto nel decot•so della dissenteria quale morbo epidemico, s ta nelle gt•andi dillerenze oM uumero dei malati nei singoli mesi. Mentre per le affezioni tifose la massima differenza eli mot•bo· s ilà in rapporto ai mesi (20 •; .. in ottobre e 6,0 o;.. in gennaio) f>. come 3: 1; per la dissenteria invece é di 1,67: 1. Questa particolarità corrisponde all'esperienza che si e fa~ta in tutte le epidemie d'Europa, secondo la quale esperienza la di"senteria, come morbo epidemico, suole comparire <wasi esclu~ivamen le nella secouda mela dell'estate ed in autunnò e suole scompadre in breve tempo come vera epidemia. Un altro fallo degno di nola é la grande differenza numerica di malati che presentano i singoli cor pi' d'armala ope1•anti a gra ndi distanze fra loro, il che starebbe a dimostrare che tali differenze sono in rapporto colle locaHtà nelle quali ,-i "ono soffermate pet· un tempo più o meno le truppe o l01·o ripurli. Non oslante il suo corto ~ lim1lato dominio, li' di:>senteriu merita l'attenzione tanto degli igienisti come dei éomuodanll. militari; tanto più che la sua prima comparsa e il suo a~me sa sono verificati in un'epoca (principio deUa guerra) e 1u una


BJ Bl.IOGRAFlCA

località (dintor·ni di Metz) le quall presentavano in apparenza le maggiori garanzie d'igiene. I fatti più notevoli di quella epidemia, che, secondo il relatore meritano la maggior considerazione, sarebbero tre, vale a dire: 1• la comparsa dell'epidemia tra le file dell'esercito fin dai primi giorni della guerra; 2• la enor·me differenza numerica dei malati nei vari reparti di ~r uppa in relazione del luogo dove essi spiegarono la loro attività; 3• la nota influenza della stagione sulla comparsa e sulla diffusione della dissenteria. L'apprezzamento di questi tre momenti eziologici c'indurrà a modificare ed a limitare il valore di certe opinioni invalse fino ad or·a, secondo le quali si era soliti a risguardare cause ~sclusive della dissenteria epidemica gli squilibri di temperatura e la difettosa alimentazione. La sempre cresce nte ditrusione della malattia fra gli eserciti in guerra e le numerose vittime che le soccombono, fanno un singolare contrasto alla insignificante mortalità che es~tt ha fatto in q11esto ullimo decennio fra l'esercito in tempo di pace ~ più ancora fra la popolazione civile. La Fran~ia, sotto questo riguardo, fu sempre in cond izioni meno favor·evoli, in !Juanto ~he la dissenteria anche in tempi normali entrò sempr'e con una cifra non indiffer ente nelle statistica della mortalita generale. E qui il relatore tr•ova opportuno di dare uno sguardo retrospettivo sulla storia c topografia della dissenteria fra le due nazioni in tempi onter·iori alla guerra franco-tedesc11, e da quello sguardo risullet•ebbe che la dissenteria negli anni .anteriori alla guerra avrebbe dominalo molto più in Francia ~be iu Germania, ed avrebbe maggiormente dominato tanto in riguardo alla estensione come alla intensità. Di tutte le provincie fr·ancesi poi una si è sempre tristamente distint-a per esser e stata in tutti i tempi il teatro di ricorrenti epidemie di 1lissenteria, e questa provincia e la Lot·ena. La malattia, come endemica di quella provincia, fu descritta dagli autori fin òal principio del sesto secolo e in tutte le ~uerre ~ornbatlule in quel paese nei tempi posterior·i la dissenteria non mancò mai di infierire e far numer·ose villime fra gli eserciti. Notisi oncora il fatto del frequente comparire della dis-


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lti\'ISIA

l'enteria Ppi.to•tnicu della valle infel'iOI'6 del S ua r ~ res~er~i la ~'~Les~a epidemia manifestata all'allo della mobilitazione d~lle Lruppe, prima dJe com incia~s~>ro le ostilita e molt•> tcmr u rr•ma che l:>i concentrassero tr uppe in quellerrilorio, 11 <'he accaùdf' specialmente pt:r le trup~e di guarni!!ìo ne u Saarlouas e 11 SaaJ·b••ikken. Essa epidcnua si dilfut<l' m tnodo dt:JI lullo indipendente dogli 1-'venlt della guet'l'A. d moùo che lt> due a•·mate Lede~chc IJUando s1 :;olf~rmarono nella '\AIIt• di'l Saa1· e qunn.to ollrep8l'"at·ono quella zona, tJ·o,arono la ephJemia Jis~en terìca nel suo pie110 sviluppo. l luoghi pn:. infeLli e rano allora, dopo Saarlouis, il borfro Ji Sa•nt-J ohann {pre<: ... o Snarbriicken) e le c•rcoslanlJ localtlà ddla d•3"L•·n spond& del Saar . Il decor so delrepidemJa dissentel'ica nell' I'S('rrilo tedl•sco mobile ci vien ra ppre~f"nlalo da uno lot.alitil <:inotlica dalla quale Yedaamo l'epiaemia cr~scero' ra pidamente c quasi con e;:uale rapidi h scomparire: lr· vtarno c.1e il •)() , 1el' ~t total~.~ morhobilà vien ùulo dalla dìs~entcr1a nl!l me!':e tli no''l!lnore, e il 77,3 "/. n·~• me!'ì rJutllli d i llg"O<..lo, <..ellemLr e t! ollohre. L a c1fra più altn di morbosità per di<~ ... enleria la tro\'i'lmo nel me .... e dJ setlcmbre con 16,7 ' /.,. !'ulla (DI'ZII ,JeJ presenti, equ1volente a 18~,:) • .. dellu mor·hosilù g-cnPralt:' N•·l no\'embr e tro' i amo uno decresC!.'IIZa fino 111 6:1,8 •t., r io11 (JUAlli ~/3 delln morbosilù di ollol.u•••, alla qual do>cre-,.c··nta l<C;IUÌ re.,tinz1one della dis<:('nleria come mol'l>o epidetn1co. Ci e impo~-;ihile Ùl Sef!Uil'e il ··elalOI'C IO un pj.u parlicolare=gialo studio del morbo in rapporto ai smgo)i r(•pa•·ti J i truppa ed ai luoghi succes~ivamcnte occupali nella marcia in avanll olell'c'"ercllO lc•lesco, sp.·cialmente nelle fermale sullo Ml'lz, c:ollo S trQ!'ÒUI'go, .:otto Sedan e '-Otto Pari.... Jn •J lesta ~ult lun~H riv1st.a c>gli dedica un minu:.:io~o studio :;nll'nssedio dt :\1cll. clte e:zlì J•iliene il focolaio più anlko e più VÌ \'o dell'q•ldemsa dis~~=:nll-rica, e quiudi lroYa opportuno indagare: lo ~o­ sti luzione geologic-a del t 'rt't:no, l'uc•tua, la · m L.-ot·• ,lot: 11 .!el luogo 0\'0 ri<;iode la rorlczza e dei suoi dhl lorui. La meuo micidillle delle par zia li epidemie !!\\'t'nule nei vat•r asse•l: ru <JUt!lla cl1e h11 tlomiualo nel corpo d'armula solto Sll'asbur::o. Pr•endidiOO intanto qua•cbe appuulo ,.ullo studio climco o anatomico della malattia.


BlllLJOGfiAfiC,\

lì'ìl

Diagno.~i e r eperlu analomo-pnloloflico..

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S1 nola anzi~uLLo c. e in LuLIJ i r apporti .le:!li r·>-re ati l~ storJ"! clinièùe e i rif'ullali delle necro~cop i e concordot•ono, fìnc• dalla compar~ dei primi ca~•, a rJcono!"cere nelralfezione un caralle••e ~cùiettarneul~ epidt>rnico, f' ciò nonoc:lante cbt' per l'assenza lun.,a e qua<>i complel.'l del morbo 111 tempi nol'ltl&.Ji, un gran numero ui medic1 non poteva e"~"'l'l.l lfwlo famigli arizzalo col morbo tla doverlo r iconoscere a pl'imo vista. Per questa circo~tan zo il còmpilo dtlln slalio;ticu oPI clas!"itìc >l t'e i vari casi di allf.!zioni intPo"ltnali e di<=tinguerll dai medesimi la wra clissenlcria t>pidtomica ebb,. n k o \·ar e minot•i difficoltà che in all!'i l~>mp1. Ciò nono.,tante n11r1 devono ec:c:t>r mancnli ca~i di hf•l l:>srgero J'61!'tc:trati rom/> diss<>nteria, mentre II)Oili maiali di n·ra dissenteria in grado le~~:e ro (umbulaloria) non vennero <>otto l'o!!S 'IT&?.ione e cura l....

del medtco. l ~r·ileri clinir.i principali sui IJUHii !'li t~ appogzialo il con-

cetto diagnostico pe1· par·te della maggioranza det medici le· de:-clti, furono il tenesmo, l'ac:petto cruento deiiP. frt·qut>nll dPiez.ioni pt•Jve dei loro ca ra lL~·ri fecali e la loro mAs<:olnnza. con br11nJeUi dt muco~a necrolizzata; eppur·c quec:ti cri t• ri :.i sono mosll·ali ti·o ppo esclu~ivi e •1uindi in~uctìciPnli n ben ricon<>t~••ere il mor•bo; :.enza contare poi rhe m·>lti medi1·i asse~nArono il mu"gio t• vt~l(J l't> Allc::me~";mo. altri al flusso, ccc. Quec:ta d1<-paril8 di nppr·enam .. nti ha la -.ua rauionl' di ''"«et·e nelle ecct>zionali condizif'ni de Ila ~.ruerra. iu IJUel!e cortdizioni eroe m \!111 ro~servnzione ml•JJca uei sin;ol. 1'1\«i manca della neces~a t•ia continuità; uccaclcudo il piit delle volle di o~ser­ vat·e C&"i giù inollt•uli :;enza Hver· pololo studiare i pl'incipiì e per conh·o di dover· ubbnndonare tnolli altri "~<'IIZa <'.Ono"cPrne ~~

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Altra cir costanzn rhe ha 'tirtlcolt.uto il conr»llo pre<'iso òella malattia nel suo Clll'atlere inrottivo si fu ch1~ da un ~rnn nutn •ro ùì medil'i, an~he rli qu··lli della guerra american ~. non' si ,·ollc rìcono~cere eh P una diffe1·tmza di grado tra la di!-ieenteria ,.e1•a e il calorro. Secondo il l01·o modo <li vedere, f}ll&ndo

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RIHSTA

il catarro faceva passaggio dall'ileo al colon, diventava dissenteria. Ma ad appianare le difficoltà e te differenze di g1Uci1Zi nella diagnosi, ci aiuta di molto l'anatomia patologica, ed in questo còmpilo di chiari•·e meglio la diagnosi, il relalore si vale delle numerosissime nPcroscopie fatte sui decessi per dissenteria all'assedio di Metz. In tutti quei rapporti necroscopici troviamo menzionata una alterazione anatomo-patolo::dca. designata ccme il distintivo della vera dissenteria, ed e il carattere necrotico difterico dell'affezione intestinale. Il carattere delle alterazioni intestinali sui morti nell'acme dell'epidemia E>ra di prevalenza l'estensione in superficie del processo oecrotico, coll'andar e del tempo, cioè quando i casi mortali nou decorrevano più tanto acuti, anche quei carat-teri cambiavano, e mentre il processo necrotico veniva limitato in certi tratti della rnllcosa si facevano delle circoscritte perdite di sostanza più o meno profonde, più o meno numerose, ma decrescenti sempre dal retto andando verso la valvola ileo-cecale. Ad un periodo più avanzalo dell'epidemia si !!Labilivano i caratteri della colite cronica con indurimento della mucosa, stenosi del tubo intestinale, ecc., e du ultimo processi paLologici in organi più. lontani, come aderenze pleuriliche, infa1·to emorragico del polmoni, idropisia del pericardio. \

Incubazione e prodromi.

n periodo di incubazione, in questi ultimi tempi e dopo che si riconobbe il carattere infettivo della malaltla, e la sua dipendenza da certe località, fu stabililo di una durata piuttosto breve . • Così Liebermeister tls!òa questo temp·o da 3 ad 8 giorni, Czernicki cJ•ede che sia di una settimana, Constantin Paul opina che la dissenteria infeziosa può scoppiare senza incubazione, e cosi la pensa anche Collin. Lo studio prodromico, quando dominava la dottrtna dell'origine catarrale della malattia, era appunto chiamato ;;~adio


BlBLIOGRAFICA

1273

catarrale; però ora si sa che la dissenteria può manifest~rsi anche senza esset·e preceduta dallo stadio catarrale. Io questa epidemia moltissimi casi si sono s,·iluppati cosi p1·eslo con tutto il loro aspetto patognomonico e finirono cosi rapidamente coJia morte che non si ebbe tempo di vederne lo staùio prodromico.

Sintomi. Il relatore trova meritevoli di studio speci&le i sintomi offerti dal polso e dalla tempet·atura. Nella grande maggior·aoza dei dissenterici la te1·mogenesi si mostrò mediocremente elevata, in alcuni non si osservò alcuna elevazione. I maiali che presentarono un calot•e molto esagerato erano quelli che giungevano al lazzaretto dopo un lur1 1N e faticoso viaggio. In generale l'elevarsi della temperatura risvegliava sempre il !':Ospetto di qualche complicazione o di tifo o d'infarto polmonale o splenico. Per· conti'O a malattia inoltrata si manifestava un abbassamento della temperatura, corrispondente al ~rado di esaurimento vitale. Parimenti il polso, la s ua frequenza non raggiunse che rare volle un grado elevato e ciò avvenne soltanto pelle stesse cagioni per le quali s'innalzava la temperatura. In casi di grande esaurimento il polso natur•almente era piccolo. A conferma di quanto è sopra ricordato in proposito del polso e della temperatura, la relazione ci mette soU'occhio venti tabelle cliniche con curve termiche e sfil.?tnografìche ed illu~trate dalle rispettive storie cliniche.

Prounosi. Per stabilire la prognosi di questa malattia devesi consi· derat·e la medesima sotto due punti di vista, uno teorico e l'allt·o pratico. Per riguat·do al primo è indubbiamente giusto ed esatto il dire che il pronostico de\'e prender per· ba~e l'estensione del pt·ocesso diflerico, e i reperti necroscopici dei soggetti morti dopo breve tempo di malattia, hanno fallo vedere una estesa e profonda distruzione per effetto di quel processo .


12ii

Ili VISTA

~la dal complc~so dei fenomeni esterni non possiamo ca· \'&rl" alcun sicuro indizio dt~lle vere condiziOni .!eli' mlestiao crasso. Anzi "' eia notar"i che mollio:ctimi ammalali giunti alJ"oc;pedalf'> con f1·equenti rlel<'zioni sanguiuoiL'nle e in un ser1o l'lato d1 debolezza s1 r1alznvano bPn prt>sto con una opporluna dieta e con un trattamento aoalellico. Se pure si olunno ùei casi uei qual! il procf-'s~o difie1·ico si diffonde con !<traordinaria rapidilu e che I'Jes<'ono mMtnli o P•'r lo grand i perdite J1 :-angue o per la infezioru•. pure si ptr() •lire m ~ene­ J'ale che l'e:slen~ionc· di questo procr'-'<:O è ind1pcodente dalla durala della rnalattiA, e c1ò ù courel'lllalo dal fatto <'Ile l ma· lati che r msanavuno tardi atro .... pe<lAie prc"'enlavano i l'intomi p1ù gravi. S1 concluud~ eh· lu prOgtJO"J c e::-senzJalmenta collegala OllH Juughei:Z8 dd p!•rÌOÙO che è lr8SC0l'80 tlall' inva:.ume della malnllia nll'eolr·ata del mulnLo all'ospedale. Ollr•· che ch•ll'ora menlovata cir·costanJ.o, la proguo"i é ptu·e d1pendenle dal ll·allanll'nlo intorno u-.at.o uel suo lelto tempo. St e veduto per esempio dJ" la preeedenle me·licazione interna opiala fa peggiorare il processo, spP.cialmMle sui primordi del male. Se dopo imziala l'opportuna cura i fenonleni piiJ minacciosi non "Ì emendano subito, si é !'er·ti che l) proces..o lo· cale dinerico pe..:giora. l \'OIIlili pe~btf'ntr ed il singl1iozzo sono "~"l-mi di pec.simo augurio. FiMimenle devesi ricordar•e che la piu gronde mol'talitil di dissenter1a s: <il O"Sf·rvala in qud luoghi dove ~ono ag~lomerati molli inf• rrri. ' !\Tella ùJssenleria cr·onJt•a la peogno .. i si ba'-a "oltanlo «ullo stato ~·~nt>rale infettivo del malato, ~<ulla suo cuJ·actlà d'alirnentar-.i. Le d1arr•ce infr••nahili conducono !<t:mpre all"e..au· l'imenio per• in«ufficiente a,_qimilazione.

Cura.

Amtn!' so C'Ile la cif1·a della mortalilà "Ì pos"a rigua r lare quale mic;ura dell' eflìcacin del lrallAmenlo, gi può dire che il t'Ì>-ullalo d~>lla lt.:rapia fu uno dei ptù sr-dJi«facenti es .... ndo la cif1·a di 6,2 morti sopt·a 100 curali (come r1sull8 dagli


BIDI.IOG fl \Fil~\ ann e.,.~i qu11dri

<:.Lal «li i) una medio a-.,ai mile per unA t>pidemra in tempo ùi ~ut>na. La c:.te...::A mortaNa ùe:rli o--r~>­ clah di 1Ielz non gol'passa il 6,1 pPr 100 ùep:li entrali. La grande rnA~g1oranzn de1 nH•aiica SJ allenne allo cur·a ucacttante con mag"giot·~ o mtnoro c:ucceg~o. Oltre a ciò ru daltt una cPrla impor·lanza al lrallarnenlo corr·oburanlc ed analelltco fino tlal pl'IIH'Ìplo dt•ll'aiTezìnne olio scopo di pr-P.venlre ìl colla!>!'(> ,).,Ile forze 'i tali chi! :suule llh·Or~ere con ~lraordinaria rttpidilà. In terzo luo!!o c U'!'S8t rimarchevole e del.mo di t:1ttn l'(lllenziooe il Callo r rcono!;ciulo daJI' unhcr--

salrlù Jer medici Che htllliiO 6"\'tllO a fare Coll ([UClJ!l t~pid~IIIIA, cioi· che la cura oppiulll, l>pecialmcnle m·ll' rnizio della rualaltia non !<olo i: iTtoppor lcma ma a~sofutnmenle daww..w. \nchH la radrce tli ipecaquana sr è mo«lrat.o in •tue~la epidemia inferior·a Allll "'Ila fama ed t medici di lutti gli o~pe­ dali banno finilu col la-,cìorla da pnrt~.

E:oiologicc, con.tagmsitli e projllaJJsi.

'

Otrgif:iorno la di""'eulel'ia tiene omui il suo posto incontro&lalo fra le mnlullie infettive e•l è U"cr·illa nella cale!.!oria dei ID·WI·i rniaxttcattco- con.tagwst Trd principali f all·'ll'l coc:pirarono 11 far· nnc:.cerc e propagur~ la disSenlPrill nella guena fr81ll'O- gt•i'ID8DÌ~A C I}Ue-,li ci furono palt>~i mettendo a. .:on fronlo lo cifre di mo•·lnlilil cl ei smgoli co q a. Que~lr tre falla r • sono: 1• La ~lugioue ft~vorevolc allo ~\'iiUJ po del mor·bo nel principio della Q"UI'l'l' 8 ; ~ L'antico riornrnro endemico clt·lla dic:<::enteriu sesmalolu IICÌ tempi ~WOI'"'Ì Ìll qut:lor locnlita per le quali dovette FllSSUI'e la maggior• purlc UeJie lrU(I{'tJ l .JesCbP; 3• La rf'ale C"'istenza dell'ep•tlem au in Saariourt-~ e nel ler!'ilorio tlel Soar• corne ptrra in alcunr punti ùdh~ Lorena prima che !P ll•uppu tedeQ~I&P occupa"-"'e•·o quei pne"' , ']Uindi unclle l'esi<::lenza delh• condizioni di terreuo e tli almo"rera 11ecessarie al -.uo sviluppo nel principio della guerrA. • Hiconoscmta la dis~e nteria irr --tratto rapporto eol tempo c col luogo si venne nel '-O!;pPllO che la ~ua patogcne.csi con-


12i6

RIVISTA

sisla in un processo di vegetazione che, come gli altri pro- . cessi dt egual natura, sia dipenrienle dalle condizioni telluriche ~d atmosferiche, cioè si ammise l'ipotesi di un germe morboso annidalo nel terreno, un miasma nel suo significato odiet·no. Anche !"osservazione delle epidemie posteriori, alla guPr r·a, r estando pu1· sempre sco110sciuta la natura del germe, con dusse alle stesse conclusioni. Soltanto la coesis tenza di tulti e tre i summentovati fattOI'i diede ot·igine alla dissenteria, la quale prese a diiTondersi sotto l' mtluenza. di quelle altre ca use di secondo ordine locali, che occasionai'Ono la formazione dei focolai epidemici secondari. La stagione vi ebbe una palese influenza; col sopravvPnit·e della fredda ;;tagione si è veduto scomparire l'epidemia nonostante i continui strapazzi sofferti da lle truppe. L'influenza del luogo è dimostrata a chiare note dal fatto che i corpi d'armata prussiani rimasti lontani dai focolat epi· demici o che si soffermarono poco tempo sollo Sedau ebbct·o una minima mortalità, me ntre che l' XI corpo che soggior nò lungamente a Seùan il rorpo delle guardie e il X II che colla loro mar cia in avanti pen~lrarono pr oprio nel centr·o del focolaio davanti a Metz furono i più maltrattati dal flagello. Un altro fallore da non trascurarsi e che ba una gran parte uo n tanto nell'origine quanto nella diffusione del mor·bo ci è dalo da quel complesso di cause che danno origine alla formazione dei cosi detti focolai secondari, e queste sono le calli ve condizioni igieniche. Siccome tuLt'e le osservazioni ed esper·ienze co!li m~no a . far considerare il pl'incipio dissenterico come un ge l'mc, Cl ~i allaccia o ra la necessitù di chiarire il modo come questo germe si comporta in l'apporto alla contagiosità del morbo. Ed è giusto che tale questione si esamini col massimo interesse in quanto cht> se un esercito impegnato in una impresa guerresca ben dirtìcilmen Le e assa-i Ji rado si può l:ioltrarre alla roic:diale azioni) ùei focolai enùemrci, st donit sempre tentare almeno di conoscere a qua li condizioni ù le~


BIBLlOGR.UICA

gala la diffusione del morbo, e vedere se questa diffusione può venire impedila o limitata meùiMle opportune norme ipieuicbe. Ed ecco che ci tr oviamo di fronte all'importante quesi~o della conlagiosita della dissenteria. Già per il fa tlo stesso che la stagione favorevole allo s v iluppo della dissenteria volgeva al suo termine, il morbo veniva contenuto in certi limiti, e un allro. molh·o di una maggior limitazione si poteva ~perare dalrabbandooo dei luoghi infelli per parte delle Lr·uppe. Non re~t.ava adunque che un pericolo per la generale salute ed era la contagiof"ità della malattia che aveva il ~uo punto di partenza. dai malati che seguivano le truppe nei suoi movimenti " IIane (dyssenteriam) per secessus et cloacas comunes propayari ne ullus quidem medìcinae peritus ambigit • aveva già dello Carlo Linné; e Pr·ingle, quegli chP ha f"ludiato meglio clr ogm ultro la dissenteria adduce questa sentenza a confer•ma delle proprie O$Servazionr. Eppure anche questa dotlriua er·a caduta in oblio. Ora però é indubilalo che la deiezioni degli ammalati di dissenteria possono coll\unicare la malattia a coloro che usano della latrina in comune coi dissenterici. Ot·a si potrebbe dimandare se ollrc questo modo di propagazione che, come dice il Frerichs, non costituisce il \' ero contagio nello str•elto senso, ma nei suoi effelli si fA senlir·e come tale, debbasi ammettere che esso morbo possa aLtaccarsi da un ammalato ad un sano per solo t·oppor·to di contatto. I r opporli degli O!l:pedali mobili che eLbero in cura ammalali di dissenteria concot•dano quasi tulli nel deporre affermativamente a tale dimanda; ammettono cioè una vera conlagiosiW.. Al contrario quelli degli ospedali terr·itoriali non ammettono cbe il morbo possa propagar•si dir~>tta.mente da una ad un'altra persona. Non astante la concordSlnza dei rapporti degli ospedali mobili sulla contagiosità diretia della dissenteria, il t·elatot'e si attiene invece all'opinione della contagiosità pet· l'intermezzo dei materiali di deiezione come si afferma nei rapporti de p-li ospedali interni, nei quali l'osservazione d~lle ma. lattie può esser condolta con più sicurezza e scevra tla tutte lo condizioni eccezionali e per~urbatrici di un ben pc-.nde-


1218

RJ\ 1ST.\

ralo giudizio clinico È clliar·o infalli che se la tli"sen teria fo.,!;e realmente contagio~& in modo Ji relto, ciot> pn"!'!-cole~se la facoltà di Lr·agmeller:::i eia uu imllviduo ad un altro CJunt.al'inlermediar·io delle deiezioni, CS"tl manterr ebbe ~>empr·e 'luesta facolla che !'pecinlmente non dovreLbe , ·arìare n• Ila ,..tes"8 epidemia, nello sles:<o luogo e nello "l~sso tt•rnpt': or bene, rbulta m motlll da non alllmeller dubbio che le misuru 1 ~1 e· niche Alluali r·rzuarJaoti le r.ondrr.ion1 locali e in pr·imll linea sulle latrine nell'interno dei lnuareUi, ebl>~>ro una manifesta inl1ue nta favorevole o sfavor·~vole sull'anJam(!rrlo dt!lla epidemia llecomlo rhe esse mi~ure furono buoue oppure Ilisufficienti. Cono"ciult~ l'eliolo:.ria ed il mndo di diffusion!) della dissenteria, facile ò ar·guire quali rni"ure profìlallic!Je -,i l'ian messe in pratica. P rima indicazione a cui nalut·ulmPrr le tltiDi igienista desidererebbe !-oddi ... farc sarebbe qut>lla li pr·ocedet·e ad uua rivista dell~ localilu che devono venit•c occupate dalle truppe; ma o:;nun vede che tale mi!lura in guerra non é 'luasi mai alluabile. Si puo rHener~ per regola c he le truppe co~tretle a J..,i\'accure m localitù anche infette, n-<en· lirono meno dì quelle acCllnlonate l'azione perniciosa del virus cllssentet•ico Le condJ<tJoni atmosferiche esercitano una cer·ta inlhw nza sullo sviluppo e sulla ù Jl'u~iono della dissenteria, rnquanloell~ esse possono favori1·e l'evolu.done del ~erme tlisseuter·ico, portarlo a maturilil e render·lo alto a ~ermo:;rliare nel corpo umano. Giù da temr,o :oi ù leutalo di rkono:::ce recJirali cnndizioni melt>orologiche !>ÌenO più la \'Ore voli allo olis..:enteria . Fu dapprima incolpata la ternpet•atura molto alla, quindi In umidilft; tua dalla "latisli('a d(']l'epidemia ue:l~;~ Lor t>na, s ta · li!>ltca ror·r.•clala du osser·vazioni melcorologich(', non :-i p uò avanzAre ulcunn couclu!'ionc in tapporln a questo o •ruel cambiHmenlo almo~rerico. Pc!' qnanlo sia ben consl.Jlluto il rap~ orlo dello ~Ialo atmosferico •·olio ~'\'inipr o 1lell'epidernia (almPno per qu~nlo concerne In :-Lagrone). allr• ltautn ptcco!a de,·e apparire l'influenza sua sul corpo umano, !JeuciJ~ non si po~!!O nefo!a•·e che la g:rawua ~ Il decor"'n rll'll'nlf,tione ve siano influenzali. Valga lo stesso a propo'<ilo delle il·-


BlBI,fOG!IAFlC.\ l

1279

rE>gol&ritA J'alimenLazione; •1ues.Le per se non possono essere tenut.e in conto comè raltori eziolo~ici del morbo, pure si deve riconoscere elle i disoràiui ùi òigeslione, specialmente le ostinata costipazioni •li ventre che valgono & trattenere a lungo nell'inleslioo jJ #{erme dis~enlerico, possono r iuscire di gl'ande denno in tempo di ep1demia. Quindi la profìlassi fu estesa anche a que:;ti fattori Ji secondn ordine. Si pt'Ovvide quindi a mantenere il corpo in uno ~lalo di continuo surficiente culore medtanLe acconcia fasciatura, e si prescrh!se le somministc·azione dì bevande calde, possibilmente comrniRle t~d alcoal. Anche l'uso del Vino si é mostr ato vantaggioso dal puuto di vìst~ della profilassi. All'incontro fu ind11bitele.mente dimostralo che ruso dell'oppio nei piccoli distur bi di digestione "i mostrò piuttosto dannoso che utile. I risultati delle precedenti osservazioni sull' eziolo~a dPI morbo e le oot·me pt'atiche che ne ema nano po;osono oom pen · dial'5i nelle pPoposizioni atorislicbe seguenti che •tui t•iportiamo a complemento ùi questo tet'ZO capitolo. t. Le epidemie dissenlericbe nell~t guerrll 1870- 71 hanno dPcisam~nte una orig1ne miasmatica (nel significato odierno della parola). 2. La ull.l>riore diffusione del morbo pr imario originatosi per locale infezione ba luogo colla creazione di joeoltti secondari costituili f113lle deiezioni dei dissenterici. Un conlagio nello stt'ello !:'anso d.e lla parola non fu dimML:ralo. 3. La formazione di focolai secondari. la loro i11len5;ita e il grado della loro allivilA furono dipendenti da Jnolte e sval'iale condizioni eslet'ne. l'estensione e la rapid.tit. di dHfusione dell'epiJemia si mostrò io proporzione dìrella del grado e della durate ,Ielle uggregazinni di truppa . 4. La cstli va nutrizione, gli squilibri clirnatolo~ici, l'arie ·-' vtztata, hanno in st•conda linea aumentato la ricellivitA per la infezione dissenterka ed hanno concorl!o ed a:;rgravare i cosi. Anche cerLi momenli individuali sembrano avere esercitelo una tal quale iniluenza !"Ulla maleWa. 5. La profilassi della dissenteria dovrebbe anzitutto esigere che ross,ro evilate quelle località e quelle regiOni duve


1280

RlVlSTA 811JLIOGRAF1CA

la malattia ha fallo compar&a. Siccome tale misura, di fronte Rlle necessitA strategiche é quasi sempre inattuabile; cosi la profilassi dovrà restr·ingersi nella cerchia dell'igiene dci luoghi e dei corpi. L'occupazione dei luoghi infetti è da evitarsi phi che sia possibile, o per lo meno é da evitarsi una riunione troppo numero~a in tali luoghi. Il bivacco in caso di fonata occupazione di localitù !'Ospetle o realmente infette é prereribile all'accantonamenlo. È di urgente necessità mandare per tempo i dissenterici alrospedale e ciò non solo pel vantaggio degli stessi malati ma anche per impedire o menomaee lo sviluppo dell'epidemia. 6. L~ misure igieniche locali devono in prima linea essere alluate con rigore per quanto riguarda la posizione, la pulizia e disinfezione dello latrine. Queste norme sono p1ù facilmente attuabili nei bivacchi. 7. L'igiene individuale esi~e che sia mantenuto il calure del corpo, e che sieno evitali 1 disordini di digestione di op;ni sorta, in ispecie sono da combattersi le costipazioni vcotrali. La somministrazione l'-istematica dell'oppio senza una !('iU•Ji:liosa distinzi one dei singoli casi, è più dannosa che utile. Fu invece riconosciuto utile l'uso moderato degli alcoolici.

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N ECROLOGIA

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Annunziamo dolentissimi la morle del prof. von Langeabeok, forse il più grande chiruego del secolo, avvenuta a Wiesbaden la sera del 20 seltembre p. p. - Del sommo maestro e scienziato ci risbr•biamo di parlare più diffusamente, quando avremo raccolto i necessari elen...enti. Il Dirett.ore

Oolt. FELJCB BAROFFIO col. med. 11 Collaboratore per la R .• Marir->a GUELFO VO~ SOMMER Jltdico dl 1• ci<Use

n Redattore CLAUDIO SFORZA

NuTINl FEDERICO, Gerente.

CilpilaM !lltdicO.


MEMORIE

OR.IOINALI

LA

TRA PAN AZIONE DEL CRANIO A PROPOSITO DI UX CASO DI

FRA TrUR! DEL FRO~TALE CON fXfROPRESSIONK DEl FRAM\JENTI Lottu.ra fatta nella coorerenu scientillca tenuta nell'ollpetlale militare d i Firenze il m1•se di :~.gosto 1887 dal dott. Lui ~;i ll e •·na rdo, capitano medico.

I. La mallina del giorno l O lnglio 1887 -venne condotto nel reparto di chirurgia di questo ospedale il soldato .Mazzola Filippo del 6° reggimento cavalleria (Aosta). Mezz'ora prima, mentre egli facera il go' erno al proprio cavallo, a'"eva riportaio u11 calcio l~he lo colpivtt poco più in sopra della bozza frontale sinistra, produccndogli una fr'Utlrtra complicata. Il Mazzola presentan alla regione frontale sinblra, un cenlimetto sotto la linea d' impi<1nto dei capelli, una ferita lacero contusa a f:Jrma semilunare, 1utlga 5 centimetri, largn 3 nel centro: era diretta obliquamente da fuori in dentro e dal basso all'alto con conressità ri,·olla leJ.!germente verso la linea meilima, ed intere~>'av-a le parti molli a tutta spessezza. :'\el suo fondo si vedera il frontale frallur·ato in due differenti direzioni e le schegge erano intropresse al punto che anteriormente ed in ha~so, tra il bordo del frontale rimasto ille"o ed 1 frammenti, v'era un di:,Jivello di più di nn centimetro. 81


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LA TRAP.,;,AZIONE TIEI. CBA~lO, ECC.

DJIIe fes,;ure usciva sangue in discreta quantità eh~! , raccogliendosi nella escavazione formala dall' infos. amento deUe schegge, presentava una pulsazione sincrona a quello. del polso. l a ferita era dolente al Latlo e le mnnoHP. per tmlirla ed esaminarla, quantnuque falle con dolcezza e senza compres· sione, scusci tuvano nell'infermo forti spasimi. La funzione del si;;terua nervo~o cr·a integro: non :;i oota>a alcun disturbo della motilità e scnsihililit: la coscienza er·a Jjerfenissimn. olnment~ il polso contam i)2 ùntliti a minuto primo. Xon si è ·icuri per·ò che quc~La diminuzione del JXliSO dipell• desso dalla lesione; poichè, anche dumnte e dopo la cura, il llnzzola pres~nta,·a il medesimo r·itmo cardiaco. E::·emlo il caso importante, ,·enne aPìi.,ato il sig. direttore dell'ospedale e tulli gli uflìcinli medici. ~on v'era duhhio sulla diagno,;i di frattura compii r-ata del f!'OIIlale ron intropressione dei frammenti; e In pu!.-azione del san,;ue cbe sgor0;n-a dalle fessure ùimo:-ìtrava che In lesione era este~a ad amlJo i tavolati. L'nnnime si es.pres:~e il parere dover:~i teulare con tuili i mezzi di rialzare le scllez,.:e, ovrt•ro. ~econdo ti ca~u . aspor~ tarlc, sia facendo uso degli istrumenti ordinari, sia ricorrendo alla trapannzioue. I.a ferila fu abbond.tnlemente larnta con una soluzione di deuto-cloruro mcrcm·ico oli' 1 l ft per l 000, poi fu ncclusa con un tampone anlisctlico e si appareccb iò lullo per J' atto operativo. Gli islrumcnti Yennero messj in un bagou fenicMo ul :; per l 00. Il cuoio l'apelluto, che fu accuratamente ra~o, :.i ùi-<i~­ fettò con :oapone anti<:ettico e con ma soluwmè .1! 3 p~r 1000 di deulo-clorur·o mercurico. L'infermo venne cloroformizzaLo; la testa, piuttosto che metterla sopra un solido so~ tegno, t'enne tenuta ferm.l da due a~::-istcnti.


I, A TRAPA."iAZlONE DEL CRANIO, KCC.

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Con due tagli, uno in allo ed un alu·o in basso, si prolungò la ferita: essendo stnle interesSlte tre arterie ~i applicarono tt·e pinzelte di Peao e si oucnne così una emostasia provvisoria, onde eviwre che il sangue coprisse il campo delL'operazione. Dilat:sta con due uncioi ollut\i la ferita, ci si potè fare un e~a uo giudizio della estensione della frallnra e si ebbe la certezza che non si poteva co n istrumeuto alcuno penelrat·e tra le sue fessure, onde sollevare c<isi i frammenti. Osserrando poi che que.sti erano perfettamente denudati dal pel'iosr io e che p11re, solle,'nli, non anellbet·o offerto alcuna garanzia per la loro vitalitìt, anche per la difficoltà che non '>empre la frattura dell<t'·ol.1to esterno corriponde a quella tlel tavolato interno, si decise 1li praticnt·oe l'a,.portazione. Il :.ignor direuore nel ca:.o pre,;ente volle egli :.tes-.o praticare la perforazione delle ossa rinunciando ad iotì~gere una corona di trapano sulla parte sana. oude avere co-.ì agio a sollevare le schegge. errendosi perciò del trapano ad al11ero i~Oiamenle come trapano perforativo. ne infisse obliquamente la piramide in uno dei frammenti meno iufo5Sati: e mantenendo . empre la direzione oblitJua. nell' e~eguire il mo' imento rotatorio ahiluale, f.1ceva J.e.-cri\"ere a tutto il trapano un largo movimento di circonduzione per ottenere co:-ì un for·o verticale nel pezzo d'osso allacc.nto, senza osercilare una ,-i~ nificante pre.s::ione. Yenne in 1.11 modo f'\llo un foru aLLastanza largo da permettere l'introduzione di un tirafondo per mezzo del quale, furon sollevate le scheggo, rbe si poterono perciò succe~~inmenle a~IJOttare. Si aprì co:;i una t.rercia di r.ircn :l 1/'J rentimetri di massimo diametro e si potè con$lalarc che il tavola!() intl:'rno non solo era frallurato dirersamenLe dell'esterno, ma ben:;i s'era da e.ss() dislaccaln; e nel fondo della perditi di sostanza o~sea se ne vedeva un frammento mobile sulla dum madre; que -to


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LA TUPA!UZIO~r; DEL CRA~IO, KCC.

con precauzione •enne elevato e poi rimosso . Fu posta cosi allo ~coperto la dura madre che in un punto presentava una lacerazione di circa ~ millimetri, e da cni non u civa sangue. Esaminando allora bene il e:.tmpo dell'operazione fn Yedala H?rso l'Psterno un'allra scbeggia anche es~a leg~ermente in· fossata: questa fu prima ~ollevatn mediante la leva, ma notando e$SerYi la divi·ione tra i due tavolati, vennetoltaancb& e,:;~a. \ -'sicnrati eo"i non e<: eni piu alcun nJtro fram meni.O osseo od altra frattura, venne col collello Jenlirolare regolarizzato il bordo della frattnra e quindi procedemmo alla eoasecut iva medicatura. Si praticò prima l'emostasia definitiva, poi tulla lu ·olozio~ di cout nno fu di nuovo lavata proluogatamente con una soluzione all' t 1/i p.1000di sublimato: venne rimo~<;O O,.,'lli grumo e poi posti orto punti di sut111'a intorcisa; quindi. dopo fallA un'alit-a lavnnda. si collocò il drenag~io che dal centro della per.Jila di sos1anza o,.-ea si e,teodeYa in ba5SO sino all'angol~ mferinre della ft>rita, cd in nllimo o:i annoJarono i punii. Fu rifatta la pul i.lin òel cuoio capelluto ajloyrando una lu1.ione al 3 p. 1000 di suùlimato: i'Ì rasero completamente qun~i lulli i capelli onde allontanare qaei coaguli san2uigni l'lte l'appicdr3Htno . Quinùi 'enne .tpplieata uua larga medicalura antisettica procurando una moderata compre~sioue nel pnnto ùella penlila di sostanza, mediante uua co~rtpressa di garza più volte ripiegata. Alla sera si rimos::e l:t medica tura percèè fu l'l trovata sporca di :.an~ue: ~i allontanò di nuo,·o ogni grumo :.aug~igno: ~i fece esternamente un'nllm lal"aoda al :3 p. l ono:~ si applirò un DII O\ o bendaggio anti;;ettico. Uopo cinr:~ue giorni fu tolto il drcna!!gio: dopo di l'ci ... i 11'' arono i punti di . . utnra C:'>éodo la ferita completamente;cica· tt·izzata per pt·im;t intenzione.


U TUPA. AZIO:U D&l. Cl.\~10, ECC.

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Il decor~o della lesione fu compiutamente apireltico. La temperatura non oltrepassò mai i 3i-~: il polso si mantenne fra le iH r 1)6 bnttute al minuto primo. Una ola volta montò sino alle 60 pulsazioni. :\on vi fu nlt:uo disturbo delle funzioni encefaliche. Adesso dopo nn m~ circa dall"accadoto si nota nl posto della soluzione di continuo una cicatriee lineare hmga c~nti­ metri: cbe si dirige obllliquameote da~ centimetri in snpra il bordo dell'arcata orbitnle :-;ioii'ìlra ed arri\"a all'impian•o dèi <:npelli a 1, , centimetro all"esteruo della linea median:t. La perdita di sostanza ossea è di centimetri :1 t 1 nel mas:-imo diametro e ~ 1 ~ nella dimensione minore. Nel mezzo della cicatrice si nota un'area di qualche centimetro che pul!!a ,.,incronamente alle arterie. Al talio H foro rimasto nppare ri~tret to e molto più piceolo .di q nello che si notava dopo eseguita l'asportazi(\ne dei frammenti. Per l Ocentimetri in alto della volta del r.ranio, a partire dalla fer·it1, e per quanto qoesla t• lunga, ,.• è ane.,tesia. per il taglio dei nen·i che proneilono alla sensihilita dètla parte. ~cl principio della conraleseeoza il .Mazzola !'ii Ll~na' a -delle verti.,ioi cbe lo lra,·aj!lia,·;mo nel passeggiare: ora cammina per· la t•nmerata, discende le sctlle, va in cortile e. pure !\eutendo/\i deoolc, non ha piti vertigini. È prematuro il di:-cutere ,..ul provvedimento medico-legale ~a prender~i nel nostro ca.;;o. cs:teodo questo subordinato al proce:$-o di riparazione che si or!!:lniuerà nel luogo della ft-athlra: per ora il nostro infermo ''errò inviato io licenza di con,·alescenzn; ed allo scadere di questa., e5aminala la pat·te, si .deciderit in merito alla sna attitudine militare.


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LA TBAP.L'\A ZI(I~ DEL CR.\!UO, ECC.

11.

Si poLrebbo da lnl uno osservare che nel nostro caso era meglio di praticare risolutamente In regobre trapanaz.ione del• l'osso sano onde, futta la strada, avere agio e comodo di sollevare e poi ao:portare le schescge ossee. Ma le ragioni che esporrò indm;sero il signor tenente colonnello Tosi ad appigliarsi all'altro partito. Stante la frnllura alla regione frontale, quahtnqoe applicazione di corona di trapano avrebbe senza altro all argata considerevolmente la perdita eli so~tanza ossea e quindi si sarebbe a\"Ula In predisposizione all'ern ia cerebrale nel caso che la dura madre. come si dubita' a, fosse stata ampiamente lacerata. Applicando il trapano in basso si capi tava nel seno frontale: si pote':~ però Lrapannre in alto e ciò si decise di fare nel caso che non si potesse operare altrimenti. ~ on i! da considerarsi come li eve la perdita di sostanza ossea nella fronte; essa diminuisce non poco la naturale protezione del cervello, ma ancora espone la molle cicatrice cd il contenuto cranico ad una continua pressione per l'oso del cappello. Tullo dunque ci foceYa adollal'c il pracello di non allargare possibilmente la perdita di sos1nnza dell'osso. Essendo poi i frammenti perfettamente denudati dal perio~Lio, perciò necessaria rabl3zione, bastava nel nostro caso che si fosse praticato un foro sopra ono dei frammenti, ed estratto questo, facilmente si potevano auaccare gl i alu·i. Non v'è alcun dubbio che se si infigge il trapo no l'erticalmente sopra una delle schegge infos!tnle si corre il rischio di produrre una w-ave le;;ione; ma, non servendoci della corona. piantando oòbliquamente il trapano sopra uno dei frammenti intropressi c precisamente nel punto in cui questo è appog-


LA TRAPA!'4AZIONE DEL CR.l:'(l0 1 ECC.

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ginto all'osso sano, la pressione che :;i esercita è insignificante e viene quasi del tutto sopporta ta dalla \"olia del cranio intatta: tenendo conto ancora che non sempre, come anche nel nostro caso, la frattura del tavolato intemo esimmetrica a quella dell'esterno. Per ottenere poi che il foro che si pratica sia ''ertirale alla superficie del frammento, nello stesso tempo che si esegne il movimento rotatorio di trap:mnzione, bisogna fare clescrivere all'albero del trapano un l a r~o movimento di traslnzione pur mantenendo la stessa obbliqu ità. A questa manovra si pre:;ta solo il trnpano nd albero. Con ciò non intendo sostenere che questa manovra sia da preferirsi alla regolare trapanazione sull'osso sano, ma voglio solo far· notare che. quando si è imharazznti e non si può senza incon,•onienti applicar·e una corona di trapano nei di ntorni della frattura, e ~i dehhono per necessitit asportare i frammenti, si può tentare, o con successo, In manovra eseguita dal signor tenente colonnello Tosi e che in certi ca,.i ,-enne anche consigliata dal Peti L( l 1 • s~ non nel senso YCramenLe classico, pure nel nostro caso dobbiamo denominare J"ope r~ui one eseguila trapana.~iofle, e.~sendo stata la prima manovra qnella di perforare col trapano uno dei frammenti info:;sati. Or bene, si portò una volta tanto alle stelle c poi si sbandi quasi dall'uso questa operazionP, ..:he è utile fare un e~ame dei danni e dei ,·antaggi di questo atto operathro e vedere se mer·ita la ciecn fid ucia che 1!1i attribuirono alcuni intraprendenti chirurgi. !'C debba e~­ sel"e sbandita dalla chirur·gia come preteso il ~Jn l ga i g ne, oYver-o, senza cadere nelle opposte esagerazioni, possa ancora. prestare utili servigi alla terapeutica. La ~lori a e la clinica ce ne forniranno le prove . (l) Aiemoria di G. L. Pet i t noi ! • Iom o tlolle Memorie tW r Accademi a di 'hj,.

rurgitt tU Parigi.


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U. TBAP.."fAZIOl(E DEL CJU.JUO, !CC.

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Pare che i chirurgi militari sieoo stati ft-a i primi a praticare la trapana.ùone del cranio; ciò non fa meraviglia se si coasidera il fatto che nelle guerre antiche le armale nemiche, venendo a combattere corpo a. corpo, le bauaglie si rid11~ >ano ad orrende carneficine ed erano numerosissime le r.rite con rrauura del cranio. La tradizione greca c'insegna come i medièi Podalirio e :\lacaonc, figli del vero Esculapio e che eguirono (•armata d'Agamennone all'assedio di Troia, tra le altre operuiOIIi praticnano la perforazione del cr·anio ( 1). ~ elle opere d' Ippocrnte e specialmente nel suo libro De cnpitis vulneribus sono riportate tutte le indicazioni per la trapanazione e vengono descritte le dilierenti forme di U'apano, ricordando quello perforatifo e quello a sega. DOil obliando di additare i casi ne' quali si deiJba preferire l'uno all'altro. Pare che ai tempi di CuJ:.o (400 anni dopo Ippocrate), la trapanazione non fosse t.anto in fiore, poicbè questi non ne parla con gran ravore; però descrive due appareccbi completi da lrapanazione e tra gl'istrumenti vi sono due trapaai perforaLOri. Mentre però lppocrate diceva che, conosciuta la JU'Cessitù delLa opera:ione, bi~ogna praticat'la al più presto; Celso la stimò ioYece un COIIl/)CilSO operatorio da usarsi dopo avere sperimentati tatti gli altri soccorsi (~). GU.no, l :,;o anni dope Celso, segui i precetti d'lppocrate e parlò con fu-rore della lrapanazione. . (t) Sr~~ncn CLuro -

(!) Z41'1:\ITTI -

SJoria cùlle pri11crpa.li optraziotli c:A~n&rgù.U.

L4 lrapaua;k/m dd cralÙO .U'rwiRO.


.U TRAPAlUZJONE DII. CRANIO, ECC.

USi)

~el medio eYo Albucasis praticn a la trapanaziooe col trapano perforalivo . .lla. nella età di mezzo, c:oHa decaden1.a generale delle scientf' e della chirurgia anche la trapanazione fu qua5i obliatu sino al secolo \Vl. In questo secolo la scuola ital iana In rimise in onore per mezzo di Ciiovanni Vigo, ùi Berengario da Carpi, di Falloppio, di Leone Carenno e di Fabrizio d'Acq uapendcnle. ~ e lla medesima epoca Ambrogio Pareo, che ~egui in Italia come chirurt60 l'armata di Enrico II (guerra di ~l odena), e Fabrizio d'Hilder se ne fecero sostenitori e la propugnarooo in Francia. ~el 1700 i chirurgi C:beselden e Sharp la rimisero in onore in Inghilterra, e circa un secolo fa lo Schmucker la metteva in fnore a .Berlino, ed il Larre~· nelle guerre napoleonicbe ne faceva grande uso ottenendo ottimi r isultati . La trapanazione allora di Yenne nn' operazione comunissima; non si Lrapan:n-a solo nelle fratture del cranio e nelle ferite penetranti: ma fin le nevralgie e le emkranie furono curate colla Lrapanazione: gl'insuccessi non si fecer·o aspettare, e perciò al gran favore che uevn prima goduto que5La operazione sul>en trò il dubbio; e quindi il Desaull, il Richat e da uJtimo il lfalgaigne lè si schiel'arono aYVersi. e co'i in Francia venne quasi sme·sa dall'uso, mentre io Italia il Uiberi, il 1\izzoli, il Si~ooro o i , il Peccbioli, il Pnlasciano la pralic.uono prudentemente con ucce so ( l). In questi ultimi tempi In trapannzione è stal.a praticata specialmente nelle guerre. Le guerre d'.\ merica,dello Seblec;wigIlolstein, quella del1866 tra la Prussia e l'Austria, la franco prussiaoa ci offrono numerosi casi di lrapnnazione ..\oche (l) Alcuno di 4JUeste noUzie «torlcht~ sono rUc,·ate thll' oper3, La II'IIPII"Il::i<»U dd crmtto dell'uomo, del prof. ZA:.,J-:TTI.


t ~fiO

L! TRAPA:-iAZIOXE DEL CRA 'l'IO, ECC.

nella nostra campogna del t 81:>9 se n!} presentò l'occasione. Ai no~tri giorni la trapanazione è ritornata in vigore specialmente in seguito ai progressi fatti nello studio delle Localizzazioui cereb rali , ed essa è slala praticata con successo dal \'olckDJnnn. Bergmann ('l) ed ahri. J progressi fatti in questi ultimi temP.i nelln pratica delle re.5ezioni hanno riebiamalo l'allenzione dei chirurgi sulla pra· tic:1 della trapanazione. Cna volla per rialzare i frammenti intropressi di una frallura si tr·apanaYn sull'osso sano, indi colla lera si sollevavano le scbeg~e: ora si usa in questi casi di praticare una speciale resezione. L'osleotomo di Jiei ne, le seghe .speciaJi di Gr-iffitb, Cbat·rière, di Hey, sono adane a praticare la sezione dell'ossa, le tannglie ossi rore e la sgorbia di Luer ad uguagliare le scabrosità; ma per rialzare i frammenti si usa, con uno scalpello forte e taglientissimo, asportare una listerella d'osso d' una delle schegge nello linea di frattura e così ci si fa spazio. U lloser parla con tnle favore dello sca.lpello da affermare che egli, in caso di frattura con intt·opressione, sì leva d'impaccio in quasi lutti i casi con questo solo istmmento. Ele,ntori speciali serYono poi a rialzare i frammenti. Operando in questa maniera si rispar·mia ìl traumatismo di una lrapana.zione e non si aumenta In perdita di sostan za ossea. Onde evitare confusione, si può dire che si pratica la trapanazione nello stretto senso quando viene adoperato il trapano, e la resezione quando ci si serve dellesgorb;e, dello scalpello, delle seghe. (l) BERGl!A:"ll\ -

JJie LIJhrc t•on den li'11J!(verleJ:unotn.


LA TRAPA!UllOIU D&L CRA~IO, ICC.

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IV. li Oesaull diceva che la trapanazione del cranio era sempre una opernzione pericolosissirna a cervello incolume, e quasi sempre fatale allorch~ questo fos ·e rimasto anche leg~ermente le~o.

Il Malgai,;.:ne asseriva che i sottoposti alla trapanazione erano vittime inopportunamente immolale dai chirurgi ostinati ad eseguire una simile operazione. Gli awersari della terebrazione delle os~a di'Ila testa, fra i quali si notarono illu::;tri chirurgi, pensavano che questa operazione aggra,·a"sesempre le condizioni morbose esistenti, presentando ~eri perit'oli, fra i quali essi enuncia,·aoo i seguenti: (t) Possibilità di ferir-e la dura madre; b) Jngresso dell'aria e~teroa; c) cuotimen to molecolare o5cillatorio durante r atto operntivo; d) Possibilità di ledere le arterie ed i seni ' enosi; e) Difficoltà di trapanare proprio nel punto della lesione cerebrale; f) Anche concesso che col u·apano si cada sul punto che e:.crcita una compressione (ematoma, grumi, marcia) potr~t l'operatore determinare l'estensione della lesione in i:'pecie se è diffusa ver:.o la base del cranio! (Ocsault); q) Suppo~lo ciò, si potrit arrivare a rimunvere per intero il materiale medesimo; e come potrà accertarsi se per la compressione siasi o no indotta ulcuoa lesione nel cen·ello? (llal · gaigne); h) La formazione di fori sulla scatola cranica non ~ in -


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LA TRU.t.'UZIO!'O: DEt CR.UUO, ECC.

nocua: per lo più re:;ta una cicatrice membranosa allr-averllo h quale potrà fa~i un'ernia cerebrale: i) La necrosi del contorno resecato e sroperto dal periostio. Alle prime di queste ouiezioni si può rispondere, s~nu tema d'essere smentiti, rhe la trapanazione, pua· non e~~e ndo innocua, non ajZgrava le conòizioni moa•bose iu allo, essendo essa una semplice 1-esezione. , i può benissimo e\itare di ferire la dura madre; ed anche che ciò avvenga. la ::tori a della chirurgia non registra forse rasi di guarigione con ferila della detta membrana! Coll'antasepsi l 'io~res o dell'aria non ~ piti temibile. Circa poi lo ,.cuoi imento molecolare, forse non esiste realmente; ma, nel caso che vi sia, è IJUesti<Jne di adoperare trapani che seghino bene, e Lene equilibrali, di ,far tenere hene la testa; e le scosse !\Ono minol'i col trapano ad albero, nnzicltè coi movimenti di vn. c vieni del lrapano a mano. Gli altri peri ~oli meritano considerazione; ed io lascerò che i falli e le guarigioni avvenute quando non esistevo. l'ant isepsi dellefente, parlino e ribaltano Yitloriosamente ~l i argomenti an-ersari. P ossibilità di ledere lt• tU'le/'Ù' rercbrali ed i sen; eenosi.- Lo Zannetli riferisce nella sua opera citata. dalla quale ho largamente allinto quanto riguarda la storia, t'ome il La1-rey arrestasse l'emorragia deii~L meningea media introducendo uno specillo arroventato nel cana!e ossc' cbe t·iceve la della arteria. :'\arra anche che il Pou, per diminuire ilturgore delle vene menio;.ree e cerebrali, apri ai'Ùilamente il seno longitoclinale superiore e sal\"o cosi l'ammalaLo. ~el 2' volume dell'npera di chirurgia del Gro:-s ;;i narra un caso di uno. fanciUlla di dieci anni la quale, pea· l'azione di una sega circolare che ~l i s'infisse in testa, riportò una frattm·a liòeare lunga qoallro


LA 7RAPANAZIO.NE DEL CRJNJO, ECC.

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pollici che, estendendosi oritzontalmente lungo la sutura co ronale, lacerò il cerrello c di,ise il seno longitudinale: ebbene questa fanciulla guarì perfettamente. L'apertura dunque dei sen i e la lesiòno delle arterie non e un acciùente fatale.

Di{/icoltit (/,i trnpanare proprio nel ponto della lesione quando si trattu di iumor·i, ascessi intracraaici, ecc ... o fjllatldo si ha che fare con traumi sen:;a frattw'll u lesioni di concinu.o della pelle. -la storia della chirurgia è ricca di easi nei quali sì eseguì la Lrapi»!aZione per ascesso inlracranico e dall'npertura falla. si vuotò l'ascesso. Ora poi i progressi fatti nello ,tudio delle localizzazioni cerebl'nli ci (anno concepire la speranza che non sia diflicile il mellere una corona di trapano sul punto indicato. ~e· casi di lesione h·aumatica (conLnsione) senza segni esterni ùi rmuura con o senza ferila, è indicato trapannre sul sito dellrauma, come bene c'insegnò il Rizzoli. Egli, in un contadino cbe, caduto da un baroccio riportava una ferita del cuoio capelluto con forte contusione. essendosi manifesttui sintomi di compressione cerebrale, Lrapanò sul sito della ferita, ed appena :$Ì die' esito aù nna grande qua11t1Là di sangue raccolta LI-a la dura madre o la scatola osseu, l'ammalalo dehbe la coscienzt'l eLI in sef(uito guarì completamente. Difficoltrì eli poter cletem~irwre l'estensione della compressione c di poterla rinwovere completam('Jltt:. - La storia è ricca di cast in cui fu necessario applicare pareccllie corone di tmpano in una sola volta: ne cito pochissimi. Il GarengeoL trapaoù setle volte lungo la sutura sngittale per asporl:1re un frammento osseo che comprimera il cenello. Illlnrechal per rimuovet·e uno sLran\Sc, sangu1gno applicò in un individuo Lre corone di trapano ed in un alrro dodici. H )fagali ne applicò due per rimuo,·ere un grumo che


l ~!)i

LA J;RAPH AZIONE ORL C RA~rO, ECC.

eser·cita \ a compressione ( l). In tulli questi casi si ebbe sempre la guarigione. Df{/lcoltà di rilevare l'estensione della sostrut~a che esercita. uua compl'essione, e nel caso, c:ome poted('(. rùJwooel'e. - .Ahbiamo veduto or ora come si possano applicare tliver·se corone di tr·apano senza perciò aggravare molLo l'ammalalo e ciò per limitare l'e$tensione; inoltre per agevolare In rimozione ed il distacco de' grumi e delle raccolte purolente il Folli n e l)upla) consigliarono l'usod'iniezioni falle con precauzione ed anche la pratica della contro aper·Lnra. Jfwwan~-:a rlella p{lrete ossea e predisposùrione all'e1•nia cerebrale. - Il Bergmann cj dimostra come piit d'una volta la perdita di sostanza ossea è stata rieolma da nuova sostanza ossea fonnal.asi (2). Quando la tr·apanazione ayviel!le prima d0i 28 anni si puù sempre sperare che o il foro si chiuda del lutto (come pare avvenga nei fanciulli e ne' giovani), ovvero si colmi io gran parte, concorrendo il pe1·iostio estei'Oo e la diploe alla formazione di sostanza 11ssea che a poco a poco s'avanza dalla periferia verso il centro: il restante foro verrebbe completato da solido connetlifo. Quando la tr·apanazione avviene dopo i 28 anni le speranze di una cicatrice ossea !'ono quasi da abbandonare e non t·esla che la certezza di unn molle cicatrice pulsante. Circa poi all'ernia cerebrale allora essa è da temersi quando la dura madre e le~a in grande e!'.tensione. Essendo invece io latta oppone una gr-ande resistenz1 alla protllSione del cer· vello; come ognuno di noi avrà potuto assiC1Jt•arsi anche sul 1

(l) ZAN,'iETTI, opera citata, png. Gtli. (:!) DtuUcM elcirurgft ffenJUfge(Jtba•, von proC tlott. lllLLROTII, u.r~<l prof. dolt. Lt:ECKE. - Die Lellte von den Aopfverletz"''fJ~ll, voo ùott. E. Dsnmu:vN,

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LA TRAI'A ~.\ZIONE DE L CRAXIO, ECC .

l ?!,);)

catlarere. Xel disgr-aziato caso dell'ernia cerebrale non resta altro a fare cba a studiare un adauo apparecchio prott>Uivo e contentivo . ~Vecros i del contor·no osseo trapmwto. - Erano fre· quenti~~imi i casi di necrosi della della porzione dell'ossn perchè si eseguiva con comodo la trapauazione e ,;i donna scollare il periostio per una estensione mollo piu ampia di quella cbe richiedeva la semplice rorona del trapano. 01-a a questo inconveniente eli grande importanza si rimedi:\ l>COIIando pochissimo il periostio ovvero adoperando l'os!eotomo di Ifeine. '13 anche senza que.slo i"trumento si può heni-:simr1 colla sgorbia o collo scalpello t"itagli:trt! l'osso in motlo rln portru·e il bordo di sezione deiJ'osgo allo sles~o livello del pc· r·iostio non scollato. Tooltre colla sgorbia o collo scalpello si pratica sempre una. sezione liscia ed uguale, mentre colla sega cit·colare dt>l trapano si lta sempre una sezione ruvida, ~ca.IJra e predi:,po~la a c 1dere in necro~i . f.

La trapannzione ei.Jl1e i suoi esogcralori ( l) i quali :;p in "erù la temerità a fnrne uso neJJ'emicJ·ania, nè dolori fì.-si m rerti punti del cranio c nell'epilessia. ( Il Rizzoli, in un giovane epilettico dalla nascit.a che ,\,eva tUla intropre:;sione della parete tlel ct·:wio, n::porlò il peuo che comprimera il con ello ottenendo co~j In guarigione dell'epilessia). n lmpano non è sempre innocente, esi videro tnorirt• degli infermi solo pcrcll.! si er:t perforato illor·o cranio per alfezioni morbose compatibili colla vitn. (Sedtllot.).

l

.,

Il) lll'e-echioll 1li Sit'nn a1ova una numerosa collrtione ùi ilischl di'l ~ranio

trapanato.


l ?96

L.\. TRAPA:UZJONR DEL CBA::\'10, ECC.

Bi ~ogn a perciò, senza incorrere nelle esagerazioni del pas- • salo e senza attenersi al giudizio del Malgaigne, stabilire nettamente i casi in cui la della operazione è indicata. Due criteri diressero pel passato l'indie3zione della trapanazione. Da' tempi d'I ppocrate sino al x secolo si trapanava il cranio onde preYenire l'insorgere di complicanze gr·avi, pericolose, atte a sviluppare una reazione organico-vitale nelle parti of· fese dal tr-auma. ( Trapa~ione preoentioa. - ZA~ETTI , opera citala) . ~ L'altr·o criterio che pur esisteva ai Lempi d'Ippocrale, ma che dominò dal :'<. secolo sino ad ora. fu quello di rimuovere etiettiramente una complicazione associatasi o suùito,o q:ua.lche tempo dopo, agli effetti della lesione traumatica primi tira, che pertnrbava le fllllZioni encefaliche. (Trapanazione curativa). A' no~tri tempi non si parla piil. ùi trapanazione pren•ntiva ed è solo la curativa che viene messa in alto. La maggior parte de' chinu·gi ritiene indicata Ja LraparHt zione ne' seguenti casi: lo Presenza tra le ossa del cronio o nel cervello di un corpo estraneo {proiettile. punte d'istrumenti, d'armi ecc.) sempre quando se ne t>Ossa diagnosticare la sede e lo ,;j possa poi estrarre facilmente. 2'' Presenza di frammenti delle ossa del cranio che sono intropressi, o comprimono e !acerano la sostanza !erebrale. O.vero in caso che le scl1egge sieno sfornite di periostio. 3° Raccolte circoscrille di sangue, marcia osanie da CJUa· lunque causa dipendano sempre quando se ne possa determinare la sede. -i- 0 Tumori circoscr·itti delle ossa e della dura madre.


l.A lRAl'ANAZIO~E DEl. CRA:'ìrO, ECC .

4297

.)o Sell'insorger·e de, fenomeni di compressione successivamente a' lraumi. 6° Pre.serrza di schegge necroliche in seguito a processo cronico.

7° Lo Z1nclli (l) poi dice che la trapanazione può essere eseguito. :'enza che .;e ne possamnoYere appunto all'operatore io preseuza di fenomeni di contusione e di compres~iooe, speciolmente con prevalenza di questj. La Lrapaunzione è controindicata: l" :\ella rommozioue cerebrale di qualunque grado. 0 Z Nella contusione: e si può solo lentare quando, presentandosi feuomeni consecutivi di compressione cerebral~. :,i può sospettare la frattura del la\ olato interno o la raccolta di grumi sanguigni. Circa il tempo in cui 'iene praticata l'operazione, la trnpanazionc si di~tingue in primario , secondaria e tardiva. Per quanto rigu:.u·da la medicalura ho rinvenuto nel la sl.oria che i cnsi decorsi fa,·orcvolmeate vennero presentati da quei chirur·gi i quali davano lar~o scolo agli umori cbe si formavano nella ferita. Il Pareo faceva gTaude u:-;o di l'tuelli (2) ed jl Bel'gmaou ai nostri tempi raccomanda caldamente l'uso del drenaggio. Nel no:>tro caso io credo che P. ~Lato il drenaggio il primo fattore della guarigione. La medicatura antiseuica anche in que~ta operazione ha rivelato i suoi benefici facendo dimi nuire considereYolmente il numero de' morti. (IJ Z ':\ll't:TTa, opera ci!a~1. (~) Bf.11GliiN'>, oper:~ citata.

82


l tUS

L\ rn \1' \:'..\ZIOXE DEL l.fiA~ìO, ECC.

Yl. Chi p~rcors·e la storia 'clellu cbirurl%ia e conosce le ..:ontlizioni in cui \enhnno pmticate le operazioni e ·~ome :-i medi· 1;n,·a 1ma rolla, non potrà non re.,Lare meravigliato nel leggere le ~uarigioni di gra,·issime lc~ioni cerehrnli e de' casi rn cui fu p!·aticata r·ipetulamente la trapannzione. Spi,'ular11lo uel liùro dello Zannelli se ne tro,·ano de' JJelliS"-rLDi esempi ed io non so r·esi;;tere aJia ttnt.azionc di ripor· tarne alcuni. Un nperaiu n 11o1ne Gnge, dopo :n er sc:n-ato un forneiiH Ila mina ed aveni mes:;a la polverr, disse al suo aiut:tnle di \rrsan i la :--aùhin: onde nel •'·'' are la cnrka la p{llmre non tocra:;~e direllamente il palo Ili ferro. L'aiutante no11 :.neva es(. 'tllto que:;t'nrd :ne quando J'opE'raio, tenenrlo il p:1lo di ferro dalln l'art•• nnuninnta ne fece cadere la parte ollu~•t rlf•l fornello: il ft·rTo ur tan,lo la parde prndo:;se dell•l .'cintille che dettero fuoco alla poln·r e. Il Gage, pieg. to in aranti al foro della 111ina ,•olia fnccia ynJtata 1li lato. fu iUH:illLo dall'ago di ferro l'lu· pew ··u a lirellu dell'angùlo del1.1ma.-...:~:lla inferiore ed u-;ci ul C<'nlm dell'o.:~o froutnle. con tnnla 'iolt·m.a, da !'t•l· le,·nr:-i in aria per un r•iteoh, tratto e eadere a JIOChi metri di. di,.tanza lullo imbrattato di so~Lanza cerehrale. Il feritr> p<'r un momento :;renne ed e!ILe degli accessi comul:\1\ i . t·ui rinvenne. parlt'• e fu c:'lndol'o nlJ'o;;:.pedaJe: da se stt~~so Ji•cese dnl carrello c montò le scale. Il tragitto della ferita cominciara all'an:.wlo del ma,cellare sinistro, pa~:m\a sotto l'arcu zi!.(omaLico, ent:·:n u nel cranio per la ba$~, gùustnf a J'orhiln .:chiacciaodone l'occhio, percorreva il loùo frontale e raggiunf!era in avanti il punto ù'unione della sutura Lipariet:de <olia coronale, O\e era il foro d'uscit.a. del palo di ferro.


L.\ TR \l'\\\ ZIO:'ìE OEL CIIA"ìfO, ECC .

UD\l

IJue,lo p~•ara l :1 lil•ltrc• t!Ù 1 ;. era luogo tre piedi e sette pollici cd a\e\a pnllici l 1 .,;ji (Jiametro. Il d(}IL Rnrlan di Yerrnont curò •Jne~l(l inf~1mo 1'11·~ ~mui. ~l ori poi ùopo l H :1nni ed il suo c:mnio fu c•un5en·ato uel museo del ~olle;!ÌO "' lir1> ~li llta~~achuset:> a Boston . 'ion rneno importante e gr~m~ t.• il ca~o di Pietro )lazzuoli n.1rratu dnllo Z:melli. Il )lau;uuli :-caricaYa una Yerchia arma: que•ta -'COppiò etl 1111 JICllO delta ca,·a, formato a squntlm, gli 'Pacrìl il cr·auio nella l'eginuc orl.lito-rronlale destra. fra(a•3Ò l'oriJita ~si andò a conlh.',.:ere nella polpa cere!Jrale. Dopo. l!) giorni tlalla frattura. fu e~tr·atln il ferro inlìs-:o a~:-ieme a ,·ari fr-ammenti e ad un t.:t•ncio del cappello. Dopo tluc rTII'si e ml!zzo l'ammalalo gu:u i. rf (lue•nt1) I';U'rOill:l il !iCfl"UCIIlP fallo: ~o. Un lnquai,; clo ,;pizt• nns re~nl nn coup de pierre au miliru du pariélnl dJ'Oil. Lll !;Cncau ful ulesst\, il y oul !J,'•miplé~ie it gauche: le Cl'rrcau -:e ~onlh , :<<t suh:;Lm.:e de,inL noire: on coupail 1<111<: lt•' jours une pnrtie de celte g<Lnr,•-r~ne qui ::ortnit. Le tlix ltuitième jour" le malade tomha de ~un lit; tnul~ In portivu du CC'r\'t':llltjllÌ dc;llordaitl'ou\""ertnre rlel'o:-s•· dt·tal!ha par ceILI'\ rlmte el ;.;e t rom ada m l'appareil; mais le go n· llemeut continua itlii'•''Ser an Jehors le ce n ca n qu 'o n trnnchail à me:-ure ton' le,; jour..:. Le trr.nte-cinqui~me jour le malade lout et :,'eni\ m. l.e cetTeau se ~onlle danmtage: dau, son ivre;;se le J,le,;!'é f!Ji,;se ~a main so11• l':tppareil. erupoi~ne et arrncht! a\"ec Yiolence tvule l.l parLie e.\.uberanle. Le lendcmain'on trouva le teneau en meilleur état; prcsque Loul ce qni t:tait corroropu U\ait été elllporll' et on reconnut qu'on ~~tait pn!s du corps callcu\. Une couleur rermeille succt'da a lu livi<lité; le malade guél'it. mais resta parai) sé el de vio t mt\me sujet i1 de:. monn~ment..> épileptiqnes; toulefoi:> l'esprit se ròtaltht ontièl'ernenL >) .


l !J()0

l,\ TR,\l' \ 'iAZIO!'\B D&L CRA '110 1 ECC.

l~ inutile qui citn•·o i casi numerosi di guarigione per frattun~ complicate; un soldato ùi Pareo aveva 14 ferile in te5ta,

pal'ecchit! delle qu:tli con frattura. 'l'rala,..do i numerosi:;simi casi di guarigione per gra' i:;simc ferite con aspo1·tazione di lembi, e di ferite a lembi o...;;eo-mu~colo·cutanl!i. A titolo di curiositi1 cito i ~si in cui dopo perforatn il crnnio un gran numero di ·yoJte si ottenne la gua•·igione. Il t~oacl1 scri,::.e tl'un uomo ai quale periorò il unnio 13 \'oh e. l o 1Hunucl..e•· •·iporta il caso di uno a cui venne applicato ii trap,1no Il Yolte in meno di un mese e nel quale en•no cn~i Ji,., i i disturbi dn lui risentiti dopo la trapnnaz10ne, clte tlinìcilmenlc rimaneva a letto dopo avt!l'!a subita; nnzi, dopo una di tfuestc opernzioni u~rì tli casa e se ne andò al mercato . .\1 con~e Guglielmo Filippo di Nnssau, affetto aa e pilel'~io, venne per 27 \Oli e ripetuta la trapanazione e guarì perft!ttamente anche dall'epilessia, come egli st.esso allestò nella ~c­ gu~>nte dichiarazione: « Ego infra~criptus alteslor me ab Reorico Cndbon. chit-ur ,!O :\ tomaginensi, po~liJunm Tigesies seplies mi hi C:lf•Ul perforas~el rectc snnatum fuisse )), l~ o lifr~>ùo adoperò zl Tolle il trapano senza fehurc. Stanlepar Yan de•· Wiel applico il trapano .?9 'o lte nt>l medesimo so)!;.euo e con Yantauio.

ìn r. 'l,\ noi . pUI· compiacendoci di questi trionfi della chirurgia. non dohhiamo pigliare per regola le eccezioni ed intert·o· ghiamo la statistica -.ul risoltalo dell'operazione. Chi Yolesse raccogliet·e i casi natTati dai chirurgi avrchhe


LA TRAPANAZlONE DEL CRA~IO, ECC.

130 l

uu ~rande malt>riale eire tliflìcilmeote potrcùLc dare risultati allentlihili, poichò occorrerj)hhe dividere tnUi .i casi in di' f rse serie secondo la 5pecialità della lesione e poi para~o­ narli tra loro. Il Le fort tenlò una ~ta ti,.tica della lrapannione dal punto di 'ista dell'indicazione; il Fritze uo'allm clas,ificaoclo i eo:-i set•ondo le le:.ioni. Ma il Bergmaon ossen·a che io un materiale racrollo in tal guisa non si JlUÒ ~:trantirt> che o::ui ca--o ahl11a il posto che gli spella; e soggiunge: oe:;..uno og;.ji mette in dubbio che in ogni ferita del cranio la cosa principale è la Je,ione del cen·ello ( l). \li' a, venire dunque una esatta statistica: e noi ci dobbiamo conleoLar·e di semplici dati senza poterli paral-:unare fra loro. li Dluhm ripor·ta che di 7(~9 trapanazinoi r«eguite per Cralturn del cranio per colpo d'arma da fuoco ne mot·irono 3_3~, cioè il i-9, J:) p. l 00. Nella storia della guerra americana. ~opra 180 casi di tr·apanaziooe per frollura d'arma da fuoco. si 'erificò il 52 p. l 00 di mortali là. La cifra in,cce della mortalità in della guerra per fratture del cranio fu del 59,~ p. l 00. ln ogni compagnll non mancano mai i rasi di lrapana~iono: nr·lla go erra dello Schleswig-Hohlein, 'o n Ro's praticò la trnpanazione come Bur·ow nella camr.ngna clel 61ì tra la Prussia e l ~ostria (2); e nella guerra del l Si O-i l nel ~olo luna retto di Lrasburgo, Wohl fece 7 trapnnazioni (3). 11 Bluhm riguar·dando il Yanta:;gio della lrapanazione nei casi comuni ed in quelli di fr·atlura per arma da fuoco da qoesta statistica· (l ) ll&nGII.\:\N -

Die Ltltn t·o, tltfl Jwp(ctrlel::atii(Jtn.

m 1Jtrli11tr Allnitcl<e ll'oclttn•c!..ri{l, t 81i7, :i. '9. Il) lrcldc {ur Alin. Clururqil', Il t Xl\', j. :!~.

..


130.2

LA IJUP.\!1\.\ZIO:'\E DEL CRA:"\10, ECC.

Trapaoazione

Per lrattnr:~ d'arma da fnc.t.o

J)a cause comuni

Pl'imaria . :;:econJaria

G5.2G •• 39.24 ))

T81'ÙÌV8• .

33.21:

»

l .

()4.2!) •• 42."fi .. 11.11 )t

Oa questi dati appare come convenga praticare l'operazione il più presto possiltile onde e' i tar cosi delle complicazioni. Esistono pochi dati statistici circa i risultati della trapana zione, adoperando il trattamento antisellico. 'ella clinica del \'olJ..mann venne e='eguita la trapanaziooe io 8 casi di fratture coml~licnle, adoperando la metlicatura unti-:ettica. Di questi ':i guarirono senza disturbo, ed l mori per meningitò; questi o!Lre la frallura della volla a' eV<l ant:lie quella della base del cranio ('l). Lo stesso autore in cinque anni apri l i volle la dura madre (ma non per lesioni traumatiche): in tre ammalali solo si ebl.le la morte: questa an·enne avanti il periodo di re.1zione e dipese da anemia, da entrala d'aria ne' seni, da meningite: in que~t'ultimo erano aperte la fronte, la cavità nasale e l'antr{) d'Uigmoro (? . J3ergmann io questi ultimi tempi Ila trapanato 6 volte le os!'>a del cranio per tubercolosi ed ba ottenuto buon ri~ultatn riguardo all'operazione (:3). In questi casi nltimi citati è stata semptr aùopernl:t 1:t medic.'atura antisettica, la quale anche in questa operazione. co.-i semplice e put· tanto grave; non mancò di appoTtartJ i suui benefici influssi. (f) D~:nG.\L\;<.!'1, Op. Cit. ('!!)

(3l

lr>. Io.

Id. Id.


LA TRAI'A~AZlO"'E D~:L CllANIO, ECC.

'130;3

Dalla storia dell:1 chirurgia di tutti i tempi appare chiaramente che In trapanazione del r:ranio non può essere sbandita dalla pratica, occoJTenJo l'imlicazione di eseguirla frequentemente in guerra e non raramente in pace. ]ei nostri tempi però non è permesso di eseguire la trapanazione del cranio per la micrania o pe1· i dolori fis:"i: quindi, pur senza incorrere ne:,rli errori degli esageratori. noi non seguiremo neanche il Oesaull, il Bit:hat ed il ~l algaigue che la sconsigliavano in ogni caso; invece, ~empre q_mtndo se ne presenterà la necessittt noi e.;eguiremo arditamente la trapanazione onero, potendo ~cef(liere, praticheremo co;li strumenti adatti la resezione delle ossa del cranio. facentlo però uso della più rigorosa medicatura nntisellica.


130 ].

SOPRA U~ CASO !ti

SARCOMA PAR,'ICELLULi\llE DEL CERVELLO Memona letta nella conr,••·eoza scirntillc3 del 30 apr1 le 1887 all'ospedale militnro vrincipale rli .wcona dal dottor Tullin Ile i l i , ~ottot~nento medico di complemento.

c ~Ieglio di statistiche grossolanamente eseguite giovano alla patologia precisA e minute osservazioni, poichè i .falli sono sen:a rluùbio il primo j'onclamento rl'ooni umano sapere, ed ogni osservazione •lllinùi cbe le già faLte rischiari o alle insuffìcienti ~i a~giunga convalida di necessità le basi su cui esso s'innalul (1). " È per questa t•agione r h'io prendo ad argomento deli'alluale conferenza un caso di xarcoma paroicellulare del cercello, eh~ (• stato osservato uel repar to medtco di questo spetlale e che per la rarità della sua sede e per la classicità di alcuni sintomi, i quali hanno preceduto lo svolgimenlo della malattia finale, che ha condotto a morte l'infermo, può riu!"cire di qualche interesse scientifico. Il 3 aprile veniva accollo in questo spedale, riparto medico, il soldato Cimò Ercole, del l i,• reggimento fanteria . Era un individuo ben ronf'ot·mulo. di valiùa C[JSliluzione fi. sica, che uon a'·ea mai solferlo malattia alcuna né pl'ima né dopo la cosct·izione, aù eccezione dl'l ''aiuolo, di cut presentava manifeste le tracce sul volto. Et·a malato da sedici giorni, dei quali quallro avea pa~salo in riposo in camerata e dodici in infet•mer i!l. t i ) MrRRI dotl. Ana:uo -

t·imcntalc, gennnio !855).

·''t lt·r cast di e1·uiptla. - IE>tratto d:lllo Spe-


SOPRA 01\ CASO, ECC.

Dal racconto ingarbugliat~ e confuso ch'egli mi fece delle sue c;offerenze, potei comprendere che soffriva da lu'ogo tempo di cefalea, rhe (fUesla in r]uegli ullimi giorni si era !'aLta violenta ed ostinata, che in seguito si era accompagnula a vomi~o ed in ullimo avea determinato l'ufficiale medico del suo reggimento ad invisrlo all'ospedale. Sino dai primi giornr <li degenza nel riparto medico, il Cimo si mostrava profondamente proc;lrato, ma di sintomi obbieltivi uno solo ne presentava di veramente notevole. Accusava violentissimo mal di capo, più tormentoso al vertice, rifuggi va dalla luce, r·ispondeva n s bento oIle domande e quasi di continuo si lamentava. Per allro il fenomeno maggiormente inler~>ssanle et·a il vomito, che si destava iofallanlemenle appena penetrava nel!o slcmaco una sostanza qualun•lue, fosse anche una goccia d'acf]ua; un vomito iocoercibile, violento, o ..tinalissimo, che perdurò sino agli ultimi momenti, e che ridava le so~l:anze ingerite nello slato stesso di prima, miste a poca quantila di bile e di muco. Dopo poco lampo si fecero chiarissimi i sintomi di lepto meningiLe basilare: bastava dare uno sguardo all'infermo per persuader~i senza tema di errare che ~li organi situati alla base del cervello doveano subire una rilevante compressione. li Cimò cominciò a delirare prima a voce alta e spiegata, poi sommessamente e indistintamente. L'addome presenlava la fot·ma scavata caratteristica: v'era stipsi ostinata e l'infermo emetteva ad eguali intervalli quel gt•ido~ che da alcuni pa.tologi venne consideralo come sintoma palognomonico della meningìte basilat·e e che dal nome di chi vi richiamò per primo l'osser\'azione dei medici va oggi sotto l'appella· tivo di strido idrocefalico del Coindet. Le pupille midrialiche non risentivano quasi per nulla razione della luce. Su tutta la superficie cutanea, ma specialmente a sinish·a s i notava una grande iperestesia. La temperatura dalla norm11le si ele\'ò gr'adatamenle sino ai 39• e vi si mantenne slazionaria. Il polso prima rapido e pieno, si rece molle e lento. Inoltre l'osservazione del medico era richiamata da altri due sintomi importantissimi: la blefaroptosi completa a si-


1306

SOPRA

U~

C.\SO

nh tra e lo ~tr·ahic:mo conver;;ente puro a sinistra. Se c~si 110n escluòe,·ano lo diagnosi di infiammazione delle meningi sottili, t>rnno tali perii che per !>picgarli ~i rfooçeva ommctlerè qualche allra ipotesi, in ispedc l'ignurdu alla Mda del focolaio più vivo th•lla mcningil•. Furono somministrati al Cimn dP!!li •• cr;:· i pur~ati\'i, gli ru praticato ti sanguisugio alle npo!bi nastoicli, gli fu applicata una "c,.,cica di ghiaccio a permanenza sul capo, "i fecero parecchie iniezioni ipodct·miche d'idroclorato di chinina. Insomma si tl~nlò qualunque mezzo allo a derivo:e l'olllusso del santtue dalla rt>gione, ove clava luogo a SI funesti ed im· ponenll fenomeni. Ma lutto·ill\·ano; il male pro;-rediva inesot·abilmenle e fa ceva pr·esumcro una pt·ossimu fine. li Cimò c:riaceva abl,andoualo ~ul letto in po!,izione . upina colla fisonomio apatica, la bocca apct·Ln, i denti fuli~ino:=:i, la lingun adda o screpolata. La p~r·,Jit.a della coscien~a rra completa: egli non riconosceva più nessuno. e bot·hottavn contm1 1unrnte parole

incomprensibili con 1111 mormorio lento e cadenzato. E«eguiva con le munì movimenti continui di ear!10iogia; l'ernis:sione delle feci e delle ~rioe era mvolontaria; ti vomito era !'empre più ostinato, lo slr11bi~n1o piit farle. Appat•vcro :n ultimo i sc!!'Jli di edema e di pnrnlic::i pohuona'e: il forte rantolo tracheale indica,·a che l'nlhero r·a!'lpiralorio era pieno di catarro, impos~ibile Ad essere emesso perchò non avvcwtilo. E fu proprio •[ueslo catarro eh(• c::otfoc•\ il Cimr'1 nel pomerJg<=io del 13 UJ'I';I<l ·lopo venti.-ei giort!i di malaUia o Jieci di degenza in quec::L'o,.pedale. L'autop:>i!i ru ese!!uita 2i ore tlopo il decesso. E ccone il '<Unto: Mas~e muscnlnri Hiluppalis~ime: pannicolo ,t.dipo«o aJ>.. bon.Jnult>. l\Ioct•hie da ipo-<la~i uell•~ pot·ti decltvi. Pt•onunciatic::,.;ima t•i;.;i·li•à coda.verice. L ~ ossa del cral\ÌO «ono di note,·olo ~pesl'oro. La dur•a moùro è di!<tesa uniformcmPnle e in co•·ri><pon.leuza lel vertice cosrarc:a da nurut-rO"i cor·puscoli del Pt ·hi(lr-•. Il l:eno longitudinale è 'uolo. la rlura maùre !<l slaccu facilmente dalla rneninge solltlr::; i suoi vasi sono iniettati. \c;porl9ta la dura madt'•', !>Ì nota che lulls la

l


DI SARCO~ \ P \R VICEI.I.t 1..\RE DEl CERVFI.I.O

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l ;~u~

superficie cet·ebrale pt•csentasJ liscia e piaueg(.rioule; le cit•· convoluzioni suno poco rife"ale. le sd,.. ure qua<>i obl 1 t>ralP. Lo vene sono fortemente iniellale. Aspo1·ta.Lo il cervello ~i os!'!:1t'\'aoo nr·lla parll' hac:ilare le ve~ti:rio di ur( intensa menin~ile. Dalla ec:lremtlù anteriore della grande !-'Ci!<~ura iuterem•c:fedca, dai lobi olfatlori ::òino al lirnile posteriore del cerv cllello si è depositalo fta le uwnin!:'i ~ollili un copio~o es.,;u.Jalo siero"~o, che rn aderire le dÌ\'Cl'<:òO parti d ·Ila ba:-e r·erebr·ale fra lorfl. L'iuiiAmmazr•ne si t!'-'lentle anrh~ nt>lle parti lalPr·ali, O\'C la scissura di Sth·io è piena tli 6S;:,Utlalo, il •(Uale hn detvrtnmalo l"ade!>iOntl ,}.•) lobo fJ'OnlAle al lobo lP.mporo-e:feonoidalè. La pa!'lc per·ò O\'e più copiosa i! twvenulu la forma.~:ione di cssu !alo è la parle po~leriore della mas~a enceroliCll. dalla protuberanza urru· lol'c, ricoprend0 le r odici òelle ullirue !-!Ci paia di 1\tlrvt llno n lulla la ps.1·le scope t· La del cervPiletlo. Jl nervo oculo motor comune di ~in' slr... non ,\ pui coperto di C""'Udato dogli al!ri. Rimettendo il cervello :leUa ~ua normale po~i:.:ìone e scorrendo col dito tra la fll'ande sct"sura lunf{O la faccia superi• ·re del <X>t'(.IO calloso, a mPr~t c.rca rrtr il qinorc~o~io 1'!J il cercine di e:<'-'O corpo, "ii avverte a ùe.,lra un corpo duro, non !->postabile, di mole abbastanza gt·mule. Pro·~e.lenJo ron ~ranJe caule la per isolar! o si nola in primo luozo la pre,enza nei ventricoh laterah d' Utl'enorme •luantità di siero lim.pido lt'gl{ermenlo citrino. Poi si vede un lu· rnort>, che h.l ~l'de poro Jonlann dalla linea mediuna Lra il pavirnenlo e la ''olta .h•l ''entl'icc•IO lutcl'ale destr·o, m cot·rispondenza col corpo s lr·i••lo. coi tubercoli antèrtot·e e poste· riort! ùcll.alamo ollico e con i tubercoli qun.Jrigemini di destra. La polpa cerchrale vicino al tumore é .<~pappolala eJ es:-o viene enuclealo con ~r·nrhlissimo facilita Questo ueoplasml\, ricopL'rtO da una rn•'mbrana :-oll.le, mn re"-ist.enle, e aella gro~S!.!ZZa oi una noce uvellaoo, di consi .. le11za upoueurolica, di colnrito biancRsl!'o. Fattaue una seLrotJ•'. d~ulla cosl1luilo di una perle ~olWb~imu corlicule, e d'untt pat'le interna, ·ii rolO!'~ git~!lostro punle:,rgialo, fac·1lmenlo ùif<gr·e~a lule. In tutto il r·cslo del cen·elln nulla «i rio::conlr•a di notevole all'infuori di una anormale mollezza n"ll'euu~r~ro destro.


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SOPRA UN CASO

Tn tutta le allre cavità del cot·po si nolano i \'isceri in posizione normale c non avenli nulla di patologico. Solo i polmoni con<~et•vano le vestig"ia di un enornw edema, reso mauifèslo dallo c:cot·rere dallo supe!'lìcic di laglio d'una certa quonlilà di siero ~anguioolenlo. La sezione cadHverica rende va cosi manifesto che la mel Jll!!Jte basilare, che avea concl0llo a morte i, Cimò, non era pt·imitiva ma secondaria a l tumot·c, il ryuale nvea agito come un corpo estraneo provocando l'i pere mia e quindi la flogosi. Mn la diagnosi necr oscopica non era completa; Lisognava detemtinare la nulura del tumore. E ciò era rli vitale imporlacza, poich1'• si poteva co!>ì stabilire pee induzione il principio vero della malattia, ossia l'epoca in cui cominciò a svilupparsi il neoplasma. I tagli montati in g:licerina e solloposli al microscopiO (Tlat·tnack, oculare 4, obbiettivo 7, in!,{randimenlo 4i>O diametri) davano la seg uente ohbieltivila: La membrana involgente il neoplasma era composta del tessuto fibl'oso a scarse cell11le, proprto del connettivo. La parte interna poi del neoplasrna appariva formata da cellule r otonde, estremamente !Jiccole, costituile da scarsa sostanza protoplasmalica, e da un gt•oc:so nucleo vescirolore. La sostanza intercellulare, in mtnima quantità, era granulo-fib rosa. La parte centrale del tumot'c a\'ea subito per compressione una necr osi du coagulazione e non era piu possibile farv t distinzione di elementi istologici. La piccolezza degli elementi costitutivi del tumore né indica va la malignità; la disposizione degli elementi cellulari e della sostanza inte1·media ne attestava la natura sarcomatosa. Per maggior sicurezza ci i diagnosi inviai la mela del neoplasma al prolessor Leggt>. insegnante di anatr mia patolo;:rica n Camet•ino, e n'ebbi in risposta trallat·.,i fuor di dubbio di sareoma parvieellulare. Nulla restava da indagare dal lato an atomo-p~lologico, mentre nulla o quasi nulla si sape•va dal Jato dell'anamnesi re mota. Perciò domandai minute infol'mazioni agli ufficiali o sotlufflciali della c• compagnia del '11° fanteria, a cui appartRneva il Cimo; intel'l'ogai insistentemente i ~uoi amici e compuesani, mi rivolsi in ispecie ai suoi vicini di letto. E ne


DI SAIICO~IA PAUVlCEL.LULARE DEL. C.EHVELLO

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trassi clie poco dopo l'arrivo della f\t compagnia in dislaécamenl.o a Fìnalborgo, ossia verso i primi del dicembre del1'86, il Cimo avea comincialo a lagnarsi di dolori di capo !Jrima leggeri e passeggeri, poi intensi e continui. Questa cefal11lgia non presentava nulla di notevole, era dift"usa a tuita la lesta, s'iniziava bruscamente speci&lmeote dopo una lunga fatica e non era accompagnata da fenomeni che richiamassero !"attenzione. D'altra parte pare che il Cimò soll'risse anche di vertigin i, perché una volta in piazza ò"armi all'im provviso perdette la conoscenza e cadde a terra. Anche il suo umore avea subìto una :u.oclificazione: era diventato apata, taciturno1 irritabile e quantunfjue egli Mn avesse mai hrìllato per intelligenza svegliata, ora la sua percezione era div~ntala ancora [liù lenta, e la sua memoria piu labile. Scampò per miracolo la vita nella ruioa della caserma in occasione del tet'remolo ligure; eppure non se ne dimostrò affatto impressionalo. In seguito poi i suoi disturbi si fecero piu gravi e visibili la'!'lto che spesso egli era dispensato dalle istruzioni dagH stessi ufficiali di compagnia. La èel'a1ea si facea sempre più insistente e continua: apparve prima in leggero grado la blefaroplosi di sinistra, e poi il !i'intoma che l'accompagno sino all'ultimo istante, il vomito. Spesso, di notte, i suoi vicini lo vedevano seduto sul letto che si teneva afferraLa con le mani la tesla e vomitava tutte le materie ing.esle. Il vomito si fece progressivo, finchèquando era degente in infermeria rigettava proprio lutto quello che avea mangiato_ Era in tali condizioni, quando venne mandato in qu'3st'Ospedale. E ù ora poche considerazioni cliniche. - Prima di tutto, qualunque sia la specie del sarcoma, esso non prende quasi mai il punto di parteuza dalla sostanza cel'ebrale ; ma dal çonneUivo delle parti vicine: dura madre, periostio, ossa (osteo sarcoma) (1). Nel nostro caso invece esso si è sviluppato a spese della sostanza cerebrale in un punto ove il tessuto connettivo non é rappresentato che dalla nevroglia. In secondo luogo è :;:ingoiare che un tumùre di una gro.s(i) S'I'IIUlfPELL -

1t·allnlo di_pato/og(a meaica, vol. Il, parte l, pag. 261.


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SOPR.\

t;~ C.\"-0

sPzza rclali\'amenl•' cnot·me, edualo in un punto ove r bi~: ­ dono i gaugli delln ha"e ncn abbia dato &entore di !>C, almeno in principio, S•! non con i !!'inlollli comnni rlei tumot·i ccr ·bra·:. dcbolez7.a p~icbica, ceralalgin \'Omi l. La lellPratut·a M~-<i eslc"u dei tumori ct>rebrnli non permrlte di aneravi~liar"i se 1111 neoplat<ma, di cui hR ri,·clalo J'e,Ì5lenlll ~O]O il coltello dell':malomiCtl, ~ituato in pat•li \.h ,·itnle importanza. hn dalo o•·ig111e a siulomi poro o punto r.arntteri,..tici. l c~hl uumero<;is... irni, ripor·lali dal Xoll111agel ( l) o ùtll Hozzini (2) t<otl lit p!.!t' pro,·arcelo. Ma ~ appunto p~>r· quE'"to chf! d. ! o qncsll falli sì r1mao~ ·em~·re più dubbio"t c:u·co. g-li os,iomi di f•siolo;L!'ia e ~i rlew t•icouo&"ère qunu l•> !-iano vet't! at:che nllualmenle le parol · che il Fanton l:>·• noni fa prMeriva l'ltpporlo ul cct•v..,Jlo: ofJscura te.• lrtra, ol,. $l!llriorC!f morbi, jwareiones ol,scuri!~·'imae. In falli le modet•uf> riC\:t'che tlsiologiche h110no poslo iu l'o·lo che (3) le mfl""c grigio olel talnuto ollko probnbilmeule in (tua_;, '1. li mnti di con::ium:io 18 e di 1 wr·oct.•ll nlo di fibre clPi peduncoli ce:·ebrali, ::;ouo centr·i t•alle::-sa cumple~~i e cho in C'aso Il l~>l"ioni pr·ofunrla si hanno ('onlraz.i. •n i o seg:ui di clolore. Or:~ in tullo il decurso «Iella malattia nulla è :::to l<) uotalo eli "pec!ale !'U queslo ril,!uardo. ad eccezione di una l\I.norme ipcreste!<in nel Ialo sinistro del corpo. gj ammetl•! che In distruzione Ù• ·i nuclei lenlicol&ri aboli<:ca i mo.,.imcnti ,·olont.ari (i). E il nucleo l"nlicc c1re de;;lro del cervello dr-l Cimù era in gran parle u;;uralo !'6nz.u che in 'ila vi fos!!e ~lato un sol momento in cui i movit•'"nli 'olottlari fo!'scr·o di~·cnl.!li impo<>~ibili. Invece i ~ ulomi che hanno Lt·ovalo una luminosa spa·•ga· zione nel r,..perlo nnalomico sono lo strnbi:.mn convergente ,. la plo'-'i polpebra!P di sinil'llra. !Ess1 (t'ano comr,ar"i an ·hc prima che l'in ferro , fosse man,Jalo allo spedale e indicaTa no una paralisi ùell'oculo-molor e comun., di Pinish·A. i\I t richiamo W Xol'lll> .H·CL - Di 'Il" ori di 1tJe •l'li~ 1nalatlit urtbrttli. 1~1 B<lZ7.tSI l llrop!.r 74Ì cere/n·aU e 1•1 luro tllugno~a. (3) WL:>hT (1~ \YL'~tt 1 -

Tt·altalo di {i~iolonca UIII(Jn(J, r~. tjg3, Opera Cl(~l.ll. pago. G!13 .


DI SARCOlrA 1'.\ R\'ICELLl:L.\llE DEL CER\ELLO

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brevemente alla mernor·io l'origine apparente t: reale J1 questo nen<). L'oculomolore, che (l) uas•·o nello ~paLio inler peùuncolar• nl di ::-opt·a d ·Ila proluuet'8Ul.ll anula ·P è CO!'tìl 1ill• al punto di Pmet·gP::za da radicelle In l"rne medi~ ed e,:.terne. che iucrociandn~t ~on •JIICiit' d!ll Ialo oppof<t.n vanno a terminare nel lot·<• nucleo J'ori~ine, s.luato in prossimilù dei luber<·oli quacfri~cmiui. urn il neoplnsma, che con la ,ua pre'-en7.n e:-d nùtl• so;alo ai tuliercoli 'lll&dl'i~ernini •li de!<ll'rl, annu!IA\"U le lìlJril e di ori~ine Jell'ocult•moloN di :-.inhtrn, donde lo ::trabi-.mo e la p tosi. Rìmnue anrorn a dire lJl!Olche parola sul >òmito, ed es~o in flll''"l" CttS• > porrebbe clw de ..sc una conf.:rma all'erronea 8'-"er·t.i9DP <li un ::-u!!'ace anoLomico frauce:oe. ti quale cr~: ­ deva che :.. pn-;, Imogn ~tri~.:n 8\"~""e le ,;;uo iliorl! d"m·i~111e nei gangli della hl\""· Sv •{H o!tl ipolc~i f••".SC ''ern, il vomito <.!el Cimo :o<i dovrebhe asct'l\m·e n irdtMione delle fìhre ù'ot•Jgmc ùel 'u~o per poll&.~ dt-1 t1• orJIU::HIIR. Ma uu numero \;Il >rme di falli indisc utibili hll Jll'Ovnlo lìll:41l quella ltWria, cho ora i• l<tata abbnnclonala d tllu sle!'~o ~uo autor·e, e noi 1Wn dobLiamo r:guard.1re il vomito pre,enlalo dall'mrermo che come uno dci sogni E:f!nerali di tumore cerebrnle. Anzi il noslro i• un ratto di p.u, che pl'Ovn e--sera erronea l'ipotesi di quei pat.olo!.p. eh· credono il \OrniLo uu ::,e~o ùi neoplasma ce-

rebellare. Il) l'h. C S\Pl'ET -

frallato Ili anaiOIIlM tlruriUira, vol. Ul, p:1::. -~!.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

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RIVISTA MEDICA

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Lezioni aulla rabbia. - PI'of. E'<RICO DE Rr>;zt poli -~:fila :w. Vallaròi. J i<8i.

Na-

L'autore di8cute la proprietà dei nomi, che furono JuLi a que~ta malattia e PI'eferisce c:biama,·la rabbia semplicemente

lasciando l'epiteto non sempre adaLlo di camna, e anteponendolo al nome di idrofobia, che indica un sintomo freJu»nte rr.a non costante di questa malattia. Nella s ua clinica fu accollo un individuo mo1·:;icato all'arto super ioN da un cane, due me~1 e mezzo pl'imu. };on fu cauLeriz;e.alo ma semplicemente trallalo con pomata mercut·iale. Le ferite guarirono in venli gio1·ni, ma dopo aiiJuan to teu1p0 l'infermo divenne inquieto, cert·uva la solitudine, finahnen le avverli dolore al punto morsicato, rifiutò il cibo ed alla vista dell'acqua Cu preso da convulsioni. Il giorno appresso fu a ccol to in clinica. Era U!l ~i() vane di buona costituzione flsica, collo scbeleli'O bene ,;viluppatt•, di colorito bruno, nutl·ìzione regolare, g li occhi erano spalan· cali, fissi: rinfermo non QV\'erlivli sensazioni di freddo né di caldo, alla vista dell'acqua p1·ovava spasimo dolo ro~issimo del faringe, voltava la faccia coprendosi gh occhi; lo sLe:;so faceva alla vista dei vapot·i fenicati e dei recipienti che con· tenevano liquidi; la luce non gli recava grande distu1•ho. ·~si­ steva dilatazione delle pupille, deglutiva alqna"!lo bene i so· lidL L'infermo collo da lutti i segni della I'a!Jbia il t• lup;lio, entrato in clinica il 2, mor i il giorno 5. Fu impossibile fare la sezione, perchè il cadavere fu reclamato dalla giustizi1.1. L'es ito letale verillcalQsi in queslo individuo é la regola ed .;. fortuna assai g ra nde che la l'abbia sia una malaUia aFsai

rara. I n Francia si hanno circa 25 o SO casi ogni anno, in Prussia,

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1313 in Svezia ed Olanda per le severe misure igieniche la rabbia è quasi ~comparsa, nell' Austria i casi oscillano fra 13 e 2. \nche da noi la rabbia ò assai piit rara di quello che si creda, ed il numero grsndo di casi cilali ci rarebbero conturbare se non si sapesse che i veri casi di rabbia sono in numero minimo, fino al punto che a Napoli, dove ogni giorno si sente parlare di cani iJ rorl)bi, non riusci al direltore della scuola •·eterinaria di procurarsi un cane veramente idrofobo, non ostante che per dodici anni lo ricercasse. Quanto al modo di propagarsi di una cosi terribile malallia si sa che, come tutte le altre inrezi(lni, bisogna r.l1e un an1male affetto la comuuiclli aù uno sar.o, e di questo si hanno esempii notissimi di rabbia proveniente dalle mors icatura di cani, lupi e gatti, lassi, martore, cawtlli, buoi, maiali rabbiosi; ma quanto alla trasmissibìlilà della rabbia da uomo ad uomo non si hanno esempii attendibili fino da tempo immemorabile, senza dire che, contrariamente a quanto crede il volgo, non esiste sui rabbiosi la mania di mordere chi ad e~c:i si avvicina. Non è nemmeno dimostrala la possibilitù della inocula· zione della rabbia col semplice leccamento, ma é oecel"saria una lesione di continuo nella cute, perché il viruc; po~sa penetrare nell'organic:;mo. D ~>l resto solo una piccola parla di quelli mor•sicati da cani rabbiosi soggiacciono al morbo, percl~· l'emorragia, le lavande, le medicazioni e le cauterizzazioni no salvano una gran parte, senza aggiungere che &lcuni individui sono immuni da quesl~ in(ezioue. E l'esperienza lo dimostra sugli animali e persino nei conigli che hanno per la rabbia una naturale preùispof-tzione, e muoiono con i sintomi di una rabbiu speciale non furiosa, non telanica, ma progressivamente paralitica. Il quadro sintomatologico della rabbia nei cani é troppo vario per polerne descrivere uno tipico. Qtlanlo all'uomo vi si distinguono tre periodi, rlei quali il primo detto prodromieo o meglio melaneonico é più che altro caralleriztt~to da d" turbi morali, il ser.ondo !'!pastico, eoncztlsiro,fzLrioso, idro· fobcco rammenta il telsnico con poche tlifferenze e fra queste, quando esic:Le l'itlrojobia, il pol~o frattanto si fa rrei)Uente e RlVI STA MEDI CA

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RlYISTA

la temperatura sale a 40",5; viene in ultimo il terzo periodo o paralitico con dalatazione pupillare, paralisi generale alteraala da 'lualche scossa, quindi collasso e morte. Qllanto alla cura l'autore la distingue in profilassi e cura propraameola della; per la profilassi il miglior metodo sa· rebbe tenere la musoliera a lutti i cani, ovveror come raccomandò il Bourrel, limare i denti a questi ani mali Un terzo meLoùo consisterebbe n ella inoculozioue iu lutti i cani col virus allennuat(l, pralica cbe polrebbe essere pericolosa per la possibilità che iu lTualche animale si produca la vera t•abbia. La difficoltil di prevenire la rabbia spinsa alla r ieerca dei rimedii ed il bianco spino, il c inoglosso, la ruta, la salvia, raglio. l'uangnan. il jaborandi fanno Cede del nessun resull.alo oUenulo nella ricerca di uno specifico; o l'unico rimedio sopt·avvissuto ai secoli è la cauterizzazione. E che questo metodo di cur a sia il migliore ce lo prova i • il fallo che ne$suno dei cauterizzali in tempo soggiacque alla rabbia; 2" il cal'io dei 19 Russi <.li Smollensko che essendo stati morsicati da un cane arrabbialo ed essendo slali in lempi divers i cau· lerizzali guar irono lutti eccello 3 che furono fra i più tardamente caustica,i; 3- il fallo citato da Miehel De-Salle che di 47 persone morsicate ed inrette due sole guarirono perchò causucate. In quesli ultimi Lampi gli studii di Pastèur produssero un grande m ovimento nel campo scienlifico, ed il metodo profilaLtico e curativo al tempo istesso adoltato dal grande scien· ziato merila di esser e esaminaLo attentamente. Prima però e necessario dire qualche cosa delle malaLlie infellive e del vawno. Le malattie infellive si possono dividere in due categorie, delle quali la prima è cosliLuita da quelle che r.oa volla sll• bile da un organismo stabiliscono in esso una specie di immunitA; le altre invece non fanno a ltrettanfo, anzi talora predispongono l'organismo ad un secondo attacco. l n tesi gener ale il vaccino è applicabile solo aUe malattie infettive della prima categoria, ma no• sapph1mo come avvenga il


XED IC.,

fatto e le spieqazioni che si danno dagli ~cien~iali sono tutte fondale sopra ipotc:>i. La vaccinaz.•one pralicflta gtà tn antico dai Cbincsi per il vaiuolo, modificata e perfezionata dolio Jenner ru este<~n dal PasleUJ· al carbonchio, al colera dei polli. Guidato ~e111pre dal concetto della tmmunitil, il P ast.eut· rivolse la sua allenzione alla cura della t·abbia. Vi!>lo rhe gli animali "'Occombevano con minor facilitit o p~er lo meno dopo un tempo piil lungo "'0 inoculati col '>irus disseccato, suppose che il disseccamento attenuasse il virus rabico e si ser•vJ per le inoeulazioni della r•abùta di utidolli disseccati di conigli morti di ra bbia. Tali inoculaz.ioni egli incominctt'l a fare con le midollo del 14• giorno di dis..occamenlo fino a quel.e del5•, facendo oo"'i dieci iniezioni in clieci ~-iorni; veden,fo r"r•'• che i resuiLJtli in questo modo non erano soddisfacenti, fecn lre inieziOni di grado crescente ogni ~iorno e cosi ua<'c1ue il metod , che egli cbiamll intensicu. Il metodo P aslcur destò in Fra ncia il massimo cmtusiasmo, rnn questo meto,lo, !:'pt!cialmente <;:econdo il pror..\moroso che andò in Fra oda Ari o~servare rl metodo Pasleur e quindi coadiuvò l'autore nelle !;Ue espE-rienze. non ha hase sci~oli · tlca. e per non fAJ·ri abbagliare dalle enormi cifre dei curati da Pasteur basta rammentare che i mot•:;icati da rani rabbiosi sono pochi, e che di questi il 5, il 6 ed al mas~imo 1'11 •;. muoiono, per comprenùer•e ebe del numnr•o ~tragrande Jr>gli inoculati da Pa~leur una parte piccoli~Y~i1na era Yeramente affetta da rabbia. Le :;l.nlisliche più importanti in qu~to a~omento ~ono quelle raccolte nel luogo dove la vaccinaziOne si fa frequentemente: a Parigi vi fu un anno in cui ne~"'un rabbioso fu curato negli ospednli. il massimo fu da 3 a i per anno, ~Lh•me • dal 1• novembre 1885 a l 1• novembr e 188l) sono morti spptmlo qusllro individui, di cui due inoculati da Pasteur . In Francia la mortalità per rabbia ha io questi ulti mi ~mpi superata la medra normale, ed inoltr e fra gli mclividui curati da Pasteur sono morti di rabbia i 8 francesi e 13 slranier L E se le m edie porLano aJia triste conclu!ione che il metodo

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RJ\"JSTA

Pas teur ha aumPnl.ata la mortalità per rabbia la cosa non è nemmeno difficile a spiegarsi, perch~ troviamo una rA~ione di tale r.·cru.Je~cenz~ nella ti'S!!curatezza della cauterizzazione, e nella propagazione specialmente col metodo intensivo di una nuova rabbia non meno mortale, non meno terribile dell'altra, cioè della rabbia paralitica, sperimentale o da laborator io.

Né s i dica che questa asscr.lione t> errata perchè ne f11nno garanzia $ufflciente le te~Li monianze di Clarke, DujardinBeaumetz, Pelcr, Horsley, Genne, Boissoo. ~ è 8i può questa specie di rabbie confondere oon l'altra t• perché il dolore parte dal luogo dove furono falle le inoculazioni, 2• percllè mentre negli annali della scienza si citano come r arità i casi di rabbsa paralitica, in questi ultimi se ne sono avuti undici. 3• percht\ mentre nella rabbia canina si ha acuità visiv~. nella paralitica si ha cecità quasi pPrfelta. L'aulos·e non si ferma alle e<>nsiderazioni ma espone qui i r esultati delle esperienze falle unitamenle al prof. Amoroso: 1' Inoculati quattro cani col virus robico fuso, duo sopravvissero; ~ L~ inocula?.ioni del san!roe, nel peritoneo, nelle pleure. e solto la cute banno dali r isull.sli sncerli; 3• Le inoculazioni solto la duramadre, s alvo qualche eccezione che pur si verifica, producono sempre la morte; i• Gls animali inoculati col metodo sollodurale sottoposti !òia alla curn lenta che alla intensiva sono tutti mos'li ; 5• Gli animali inoculati sia col metodo lento sia con· intensivo e quindi sottoposti alla inoculazione sottodurale sono morti lutti, eccetto uno; s• Presi due cani e trattati col metodo intensivo uno di essi mori rabbioso. Queste esperienze dunque hanno dimostrato <,ha il mrtodo P asleut' non preserva afl'tttlo non solo ma anco1·a ello può in taluni casi pt•odurre la malattia. Ma un tale metodo di curo non ha nemmeno una bn"e nel ragionamento, perché m entre le vaccinazioni debbono produrre una forma leggera del morbo, che r ende l'or;:ranismo immune dalla g rave inoculazione, Pasleur non produce una


Jr&DlC.\

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rabbia leggera ed ancorchè ciò avvenisse non si potrebbe affll.llo dedurne che fosse cosa razionale l'usare un tal metodo, perché l'esperienza mostra. che se esistono animali totalmente refrattari alla rabbia, quelli che per un caso sll'ano sopravvissero al morbo una primo volta, se rurono nuovamente attaccsli irremissibilmente soggiacquero. DislruUa cosi la base scientifica e •Juella sperimentale al metodo Pasteur que!:!LO non r èsla sorretto che dal des1derio di appagare la fantasia d~> l!' infermo, ciò che può permettersi al medico con mezzi inutili e inofTtm-.ivi, ma non col metodo Pasteur, che ormai dalle esperienze sui bruti, dai casi disgraziatissimi sull' uomo, è stato, ttS'Jue ad satietatem. provato che ha introdollo una malallia terribile e sempre morlale, la rabbia paralitica. Amaa.rod laterlca curata con la •agge•ttone ipnottoa. (Recista de Cieneias Medieas de Barcelona, agosto 1887J.

Riferisce il dolt. Carreras Aragò come, presentatasi alla sua clinica una signora completamente cieca da due mesi, e Lraltandosi di una 1sterica, la quale al ter.to mese del suo settimo parLo, dopo forti accessi ora rimasta sorda, muta e cieca, delle quali affezioni guari in pClchi giorni, meno o;be della cecità persistente, egli determinasse impiegare lo Jpnotizzazione, poichè, giusta il suo concetto, si lraltava di amauF. S. rosi isterica. Il successo fu completo. Contributo al trattameDto della bronchite cronica a mezzo del nitrato eU argento. - (Reoista dc San.idad Militar, Madrid, agosto 188i).

Le osservazioni falle dal fotografo norvegese Lindegf!ard e da ([Ueslo comunièate al doLL. Bidcnkep, come rileva il giornale spagouolo daJI'Jiospitals· Ti<l~nde. han dalo prr risultato un metodo di trattamento nelle infermità cro111che delle vie respiratorie, che s'impiega da alcuni anni in Cristiania. L'effetto terapeutico delle inalazioni al nilralo dì argento nei casi di bronclùte cronica con forte tosse ed espet-


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RlriSTA

torazione frequente e la :;ua azione benefica anche sulle. complicazioni, come l'enfisema e rasma, ha nno indotto il doli. Storch ad analizzare recentemente il fallo allo scopo. di propagare l'uso di detta medicazione. 11 processo opet·atorio è ben semplice: si pone una moneta di due franchi in acido nitrico abbastanza concentrulo~> con che si produce immediatamente Io spr·igionamen t.o di gas iponitrico, che porta con !!e par ticelle di nitrato di arg~u to. Si re;rolarizza lo sprigionamento dei gas e si può osservare che il nitrato di argento si diffonde per lulia l'abitazione. F. S.

Paralisi morbllloae - (Tile Laneet, settembre 18b7). Benchè il Landouzy asseYeri nel suo eccellente lavor~ sulle paralisi deUe malattie acute, che, senza es;-ere eccezionali, le pat'alisi si determinano meno di fr•equente per il morbillo che non per il vaiuolo, pure può discutersi se la rosalia non si distingua assai più frequenlemente clte in generai~ non si supponga, quale cauRa efficiente 1n tsluni casi di oscure malutlie nervose tra i fanciulli. V' htt inollt·e fondamento a credere che Ja sclerosi disseminaLa possa LJ•ovare una causa nel morbillo. R ammenta a proposito il Iancet come il Negriè di Bordeaux. abbia osservato un caso di paralisi acuta a-.cendenle consecutiva a morbillo. F. S.

Sulla t aohicardia. parossistioa. - H. NoTH::-<AGeL. - (Wien. M ed. BUitter, Centrai(;. jur die Medie. Wissench., N. 37, 188i).

11 Nollmagel ha pubblic.:ato tre casi della così dellll tachicar dia parossislica, vale a dire di aumentala frequenza del polso nffacciantesi ad accessi, la fjnale sale pt•ontameule fino a 180-2:!0 e anche più pulsazioni, pet' poi, dopo un poco di tempo, in e;ual modo prontamente sparire con iute1·valli completamente hlleri fru gli eccessi. Benché in due det ca si riferiti si trattasse di individui con vizi organici valvulari. tuttavia come lu giornaliera esperienzo ed auco la relaLiva


MEDICA

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letteratura ci insegnano, l'affezione del muscolo cardiaco elle segue ai vizi valvulaTi non d la effettiva e immediata cagione dì questi parossismi; ni:olto piu feequentemente si osservano senza vizi valvulari e s.em.a malallil:l del miocardio. Un'analisi dei singoli casi dimostra che i parossismi possono in parte derivare da pa·resi del vago {e propl'ìamente del nucleo cent..r ale dei ''ago) e in parte da aument-ata attivilà dei nervi acceleratori. Secondo l'autore la grande frequenza del polso con rilmo regolare e impulso del cuore molto debole, specialmente se esiste in pari Lampo paralisi di altre diramazioni nervose d,eeorrenti nel vago, sta ad attestare una pare si di questo nervo. P er contro è giustificalo il copceLto di upo stato il'ritalivo dei nervi acceleratori quando negli accessi ta,chicardici ~forte l'impulso del cuore, q1iando le arterie perifer·iche seno pien.e e tese e compariscono ad accessi altri fenomeni di it•ritazione da parte di nervi vasomotori. Cateterismo delle grandi vie respiratorie. - LANDGRAF . - (Centrcilb. fii r die.Med. Wissenseh., N. 271 1S87).

In un malato con tutti i fenomeni della broncosLenosi1 la ql,lale non poteva sicuramente di rsi se fosse provocata da compressione del bronco o da un 1Jrocesso sviluppatosi nella sua paPete, bènchè sembrasse più probabile il secondo caso, il dott. Landg raf cercò di s tabilire la sode della stenosi. A queslo scopo eg li int,eodusse un catetere inglese aperto iu basso attraveJ•so la glottide nella trachea, dopo avere rese anestetiche queste parti con una soluzione di coea:ina al 2~ o 10 t~er cento. Riu~i a far peneteare il eatetere fìno alla profondità di 28 eenlimelri, contando dai denti incisivi, sen7ìa incontrare ostacolo. lka questa precisamente la distanza fino alla biforcaziòn-e, come potè più tardi verificare con la m is urazione su! cadavece. Poich~ la slenosi_ doveva avere la sua sede nel bronco sinistro 1 l'autore ripetè la introduzione con lo intervallo di 2 o 3 giorni senza cagiònare al pazient,e alcun disturbo.. Riuscl finalmente a introdurre il caletet·e fino a 32 cenLimelri di pro-


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fondilà e in pari tempo a liberare il paziente dogli accec:~ di soffocazione a c ui andava soggetto . Però dopo breve tempo, il malato ebbe un nuovo accesso ùi soffocazione, nel quale pet·i. Si trovò come causa un aneurisma ;;uiJ'aorta di· scendente. Da questo s i detloce che il cateterismo della trachea e dei bronchi è una operazione facile ad eseguirsi col soccorso della cocaina e che deve es."ere provata in lutti i casi da lwonCO·slenosi. È evidente che nel ca"O ora descrillo non poteva avere al più che un elfello pagliath•o; ma nella ~tenol'i per altre cause segnatamenle per lue potrebbe giova re efficacemente ed anche essere un traltomenLo locale dei punti ulcerati. Per sondare il bt·onco destro s i raccomanda di dare al catelet·e elastiCI> una l<'ggiera cur va in basso, e d'inlrodurlo rasentando il lato sinistro o destro.

UD Duovo alJltoma della menl.Dgite tubercolare. - (The Lancet, settembre 1&87). La esistenza di un piccolo cerchio sull'iride vicino al bor lo pupiUare, che ne rimane completamente cir condato, è il nuom sintoma, al quale il dotl 8 keer ha chiamato l'allenzio n~ del· l'associazione palologista di Chicago. AJ fot•quando questo cerchio comincia ad apparire é più o meno distinto, e !'Omiglia ad un nastr•o biancastro di a!:petto alfjuanto tra~pa­ rente, il cui margine interno é esteso quasi al livello del borde; libero dell'iride. Al termine di venti a lrentaflei ore ne è invaso rintiero bordo dell' iride, il quale ac;sumc una tinta bianchiccia di aspetto irre~olare e granulare. Questi cambiamenti, che cominciano simultaneamente in ambeJue gli occhi, sono pni apparenti nelle ir!di di colore oscuro e possono scompal"ire lalvolla con grande rapidtlà (sicch;~ sia necessario esaminare gli occhi ogni giorno) e dar lu(lgo ad anelli giallo- oscuri, i quali aumentano col dilatarsi della p~ pilla. Il dott. Skeer crede che questi cambiamenti <t180 • di na tura tubercolosa e patognomonici della meningile tu l ercolare. F. S.


DDJCA

L 'u1o terapeutloo del 1alol. Chir urgie, "X. 46, 188$).

SABLI. -

(Centralùlat jùr

Il salo!, salicilato dl fenol etereo, ci ~i presenta come una polvere cristallina, incolora, di odore legger·menle a•·omatico è quasi insipida, pres!c'o che insolubile nell'acqua, facilmente solubile nell'alcool, nell'eli>re e negli olii gral"si. Secondo le ricerche di Nencki il quote l'ha fo.tlo conoscere tre unni fa, il salol possiede qualità antisettiche notevoli usato internamente ~viene scomposto dal fermento pancreatico in acido Palicllico e reno! ed eliminalo colle orme solto forma ùi acido salicilico e fenol solfato. Xella lusin~a di trovare un medicamento il quale e!<~endo immune delle dannose qualità e del disgustoso sapore del salicilalo di soda "t>OtMse essere a quest' ultimo so:::~lituilo con vantaggio, l'autore sperimentò il salo! nel reumatismo acuto. H risultato fu ottimo, e molli casi di reumali«mo lrattati col salo! nella clinica di Lichkbeim guarirono sollecitamente. Speciolmenle la rebbre pore che sin assai favorevolmente modificate da questo medicamento percbe la tem(leratura si abbal'sa assai più :presto eh~ coll'uso de• sulicilati. La dose giornaliera usata fu di sei grammi, rare volte di otto divisi in dosi parziali di due grammì. Il medicamento é sopportato abbastanza bene. non produce truasi mai "'usur-ro d'orecchi nè allri incomodi. Ai fan ciulli si possono rlare da quallt•o a sei dosi di ciuquanta centigt•ammi l'una senza ioconvenienti. L'orina mostra il coloramento bruno propt•io dell'or ina carbolica e dopo due ore dall'ingestione del rimedio d1 rt>azione caralteris~ica dell'acido Mlicilico. Nel reumatismo arlicolare subacuto e cronico i dolori dlminuiscono costantemente e nelle nevralgie, nell'eritema nodoso e mullifo•·me e néll'orticaia la sua azione si manifesta "an la ggiosa. .\nche nelle altre affezioni febbrili il ~alo! spiega azione antipiretica evidentemente energica senza provocare> disturbi di sorta, eccezione falla per il rumore di orecchi il quale per(l non è costante. L'autore consiglia di usarlo con pru-


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deow n ei lisici e raccomnnda triocominciare colla dose di cinquaot.l centigrammi. In cau~a dt~lla sua insolubililé non si può ammetlere che il metlicamenlo venga a ssorbilo dallo stomaco, ma pare cbe l'assorbimento possa efTelluarsi nell'intestino dopo c he il salol s.i é sJopp1ato in acido ~ali,.tlieo e feMle, sotto la qual forma esso può agire se non come di<~infellante almeno come anli.ziml)liCO. In 'isla di que,.rullima proprietlt l'autore raCC(;manda di spe•·imenlarlo ncll'ileotifo, nel colera, nei catarri inte .. linali e da ultimo contro l'anchilostoma e la lrichina . C<lnlro i cat.at·ri vescicali la sua efficacia ò posiliva. Finalmente J' autore lo raccomanda come antisellico in forma di polvere Mll'ozena. nell'olorrea e nelle ulceri siflliliche. Però al suo impieQo in forma di polvere fa ost.acolo la propd età di riunit"'!t nuovamente in ~umi dopo finamenle polverizzato que.,lo inconveniente, però puossi attenuare aggiungendo un po' di zucchero o di Lalco. F u adoperalo anche come collutorio anlisellico in soluzione alcoolica o SCJOila in ttcqua di Botol al 3 per 100. la qual Eoluzione si aggiunge a goccio nell'aCl)ua fino a che questa s'inlbrbida prende n Jo a spello le.lligino"O.

Sulla cura del reumatismo articolare acuto e delle malattie febbrlli col salol. - Doll. Ht-:RRLlCrr , ma,.q,riore medico. - (Deutselt .\led. Woelwts, N. 19, J887). Il salo! ci fu ratto conoscere 'Jualcbc anno fa, dal professore Nencki di Bt!rna che ne fu lo scoprilor•e: però ~i no ad Ol'fl non U\ eva un uso terapeuLJco, e soltanto in quc~l ultimi tempi il Sahlt dt Berna pl'opose questa sostnuza p1 t' la cura di varie malattie, prime fra que.,te il reumatismo rouscolare ocuto e le malallie ncuLe inreltive. Or·a il dull. ll "rrlich che Phbe oppot·lunilà di spPrimenla~ nello cl ini ft di Leycl<m In nuova SO"lanza ne fa oggello di una confel'lnza che qui crediamo uli!e riportar •• in compendio. Mentre la maggior parte delle ~ostanze pr·me clic eull'8nO nella r ompo«ittone clJimica dei medicamenti mot.lcrni, specialmente degli antipiretici, non sono alte, per le loro c..m-


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plicale rormole a ri~vegliare un grande inleresse dal punto di vista chimico, abbiamo inveve nel Salo! due sostanze noti<~sime e dì pratica quotidiaoa, la ~i c::ono l'acido salicilico e l'acido fenico, formanti una CC\mhinazione che nel senso chimico rapprG--.enta una combinazione eterea. Il Salol e un saJicilal.o di el•le fenico. Il preparuto chimico in discorso ~ una polvere cristallina bianca, di un odor e debolmente aromatico, piacevole, di sapore aspro un po' amaro. Il ~ol presenta !klle qualitit comuni ai grassi non solo nellll sua dlimica composizione, ma ~o­ miglia loro ancht' uelle fJUOlilà flsichtt. Es"o è insolubile nelfacqua, all' inconlto solubilissimo nell't~JcooJ e noll'elere. Possiede pt·oprielà anliseiliche che po!'~no equiporat'"Ì a ttuelle deU'acido salicihco. E"'SS impedisce lo S"Jiuppo dei ;:ermi dì putrefazione ed ha ti potere di $&lvar e la carne per un tempo illimitato da ogm allerazioneo. D'altra parte non ugisce come disinrelltHtle colla ste!'Stl e t'Hcacia del su))limalo. Esso costi[uisce una ertlcace poh•ere &·l uso esteriore anlieetlicn tan to più appt·ezzabile in quanlv che ù insolubili' e non irritante com~> l'acido fenico e sali •ilieo. L'appllcaztone esterna del rtmedio resta alquanto cliflicoltnta percbù essendo un po' unt••oso non s • lasc:tt poln: riz1~re perfettamente e anche poh·orizzuto si raggx•uma racilnwnle . .::ii può ritu~ - • cliare a quesl.o inconveniente unendo il .. alo! coL laico o ll'itUrandolo collo zucch~ro di !alte. Sorondo l'opinimte di Sahlì !lÌ dovrebbe per u~o esterno prefl•rirlo al joùoformio Lulta volLa vi sia da w mere per gli cfft:lti Vl!nefìci di que~t· ultimo. In quanto al c::uo uso inler uo. ~• ra n,.;.ervare che introdotto nell'organismo, e~so su!Ji,ce un ~ingoiare e tnlere:.;sanle ~oppiomenll); cioè sotto J' tnllueuza del fermt!nlo panet·eatir.o st dhido in seulo fenico .. acido salicilico, rormandosi "'U 100 pot·Lì di salo!, 60 del primo componente e itl del scccJII· lo. 11 salol pas'"n adunque inallerato per lo !llomaco 1!6tiZ8 punto incomodare queQto vi'-cerc c soltanto nelln prima parte lei duodeno incontrando il succo paucreatico ,.j sdopr ia nei ~u>i componcnli. E probabile ehd talP. divisione chimica av,enl.!a. anche nelle parli ir&riort del tubo in\t>sllnale. in ogni ruodo si fa un a!-'sorbJmenlo delle ùuc sosttmze per


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parte della mucosa del tenue e queslo assorbimento si .>pera con Lale prestezza che subito dopo l'ingestione di 2 grammi di salol i prodotti della decomposizionè dell'acido salicilico e dell'acido fenico compaiono nelle orme che prendono il noto colore bruno. Eù è degno di nola che mentre nell'uso chit·urgico del salol l'aspetto biancastro delle orine indica il principio dell'avvelenamento, nell'uso interno invece quel cambiamento non ha significato alcuno, non accusa anelenamento e quindi non richiede la sospensione del rimedio. La dose massima a cui si può dare con vanLaggio il salol è di 6 ad 8 grammi. L'uso interno del salo! interessa il clinico per il quantila· livo di acido r~nico che contiene. Fa quasi meraviglia veclero che coll'uso interno del .salol, si possa impunemente introdurre cosi alte dosi di acido fenico nell'organismo ammalalo. L'acido fenico, come è noto, per le sue qualità tossiche e caustiche non è adatto ad una medicazione interna, e la terapia lo ha giit. messo in disparte come parassiticida d'uso interno. Se adunque il salo! ci mette in grado di intr<>· durr~ forli dosi nell'organis mo, di un mezzo altr imen ti lanto per·icoloso, si può benissimo dimandare come e quanto sarà proficuo alla terapia anli~etlica interna questo nuovo rimedio. Vediamo il risultalo delle ricerche instituile dai pochi clinici che si sono più occupati dello studio del salo! in diverse ma.lalLie. Sabli dice d'averlo usato anzitutto nel r eumatismo articolare acuto e d'averlo usato in modo favorevole anche se il reumatismo era complicato ad endocardite. Nel reumatismo cron ico ha ottenuto un mi glioramento; l'unico disturbo cbe que$to Lrallamento provoca, a quanto dice SahH, é il susurro d'orecchi. La dose totale, come si è deLlo, è di G ad 8 gr. al giorno, le parziali di due grammi. Sahli raccomanda ancora il salo! nelle nevralgie di natura reumatica e contro l'eritema nodoso, affezioni che ltanno parentela col reumatismo. Inoltre egli fa notare che un caso d'orticaria rilielle agli allri rimedii f11 g~arilo sollecitamente dal salol.


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li rimedio ci a ppare inte~sanLe anche dal punto eli vista teoretico se consiJl'r iamo i suoi componenti nella loro pro· babile azione locale su proces~i morbosi localizzati alla mucosa intestinale; e gia Nencki in un suo lavoro ha riciJ iamala l'allenzione dei pratici sulla possibilita di ulilizzare tluesla azione contro una serie di malattie con processo localizzato alla mucosa enterica, come catarri intestinali complicali colla presenza di rnolt.i prodotti di decomposizione, le ulcerazioni intestinali del tifo, della dissenteria e P"'rfino del coiPra; ma tutte queste previ$ioni abbisognano d'essere confermale du uHeriori esperienze. Ora vediamo i ris ultati ottenuti dal nostro autore nei suoi clinici sperimenti. Furono sottoposti a 11uesla cura oltre a trenta casi di reumatismo acuto, la massima parte con rorme tipiche, un certo numero di reumali ~rn i articolari cr onici ed alcuni r eumatismi muscolari a cuti, lombagini, omalgie, ecc. l reumatismi articolari aculi furono presto condolli a g uarigione col salo l e anche contr o le altre ora menzionate malattie iJ medicamento s i ~ mostrato un ottimo palliativo. L'autore si dicb.iara anco1·a incerto nello slabiltN quanta parte abbia l'acido fenico n ella curll del r eumatismo acuto. Sahli sostiene che negli effetti del medicamento contro il r eumati::mo s eulo entri per la sua parte la ca1·bolizzazione del corpo, e questa non si può certo con traddire in quanto cl1e il rap1Jo miglioramento che si osser va in seguito all'in gestione di dieci grammi di selol non corrisponde a quello che ordinariamente può te ner dietro a 6 grammi di a cido salicilico. In quanto agli altri par ticolari del tratlamenlo si può dire con certezza che il salo! è benissimo sopportato dagli ammalali e che non ca~ioua d1sgu~tosi accidenti. P erò l'autore confessa che il salo!, al par i degli allri mezzi finora usati, non ha molta efficacia a prevenire le recidive ed anche le complicazioni cndocardicbe serubra non risentano dal salo! una apprezzabile influenzo. De vesi a ggiungeN che pr;;:cisamente i reumatismi articolari febbrili sono quelle malattie che ''cngono dal salo! più vantaggiosamente morlifìcate, e questo sarebbe un altro punto di analogia coi mezzi antireumatiCi. Essi agiscono pl'inci-


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polmento' per i loro efielli antipiretici. di modo che pr·eeisalll· ·nLe ì casi feùb1·ili vengono p1ù presl.o portali a guarìzio ne dai modicameuli anlireun1alicì rompre~o il sa.Jol Non ~i lieve giA credere che un reumatismo artìcolar·e debba rìguar•darsi tanto più grave quanto piir intensa (·· la febLre che raceompa~a sin dal prmcip!o; anzi que-;ti casi sr pr e.c;t.aoo 8ls!i'81 favot·evolmenle al tratLarnenlo anlireumatiro. Det 1·esto nella no::;tra pratica vf-diamo quf.lt"i quotidianamente verificarsi il folLo che in cerlt reumatismi i meni antir eumatici !';piegano la loro efficac.a !'tino ad un certo limi Le al di Ili del quale non rnanirestano piu alcun etfello curativo, speciulr.nente riguado a certi reli·JUOti morbosi. F ,...:ualmenle ~i dica p~r certe forme atipiche di reumatismo llr·Ucolare fra le quali s i pu•'• accennare 11 rcumaltsmo ~rllcolare blenot·ragico. Contro •[UP~l' ullimo l'uso dei moder o t antiNumalici, compreso lo st~::>~o salo], è qua!'ti di nes.Eun efi'ello. Tra le altre malallie infelUve !t•aUate dall'aulor~ col salol troviamo degm Ji nola otto casi di tifo addominale, alcuni casi di febbre puerperale nella forma piemica protratta, tre di polmonite genuino, due di endoc.ardiLe ulcerosa ed infine un caso moriate di difterite. Nella cura salolica ùel tifo si o osservato che il medicament.o giovava all'ammalalo tant.o più quanto aveva conservalo te s ue forze gener·ali. Gli infermi mollo indeboliti invece lo l"Opporl.avano male. Xegli spet'illlenLi cli:1ici fallì dall autore sul tifo trallavas1 quasi sempre di soggetti giovan• nell'acme della malallia; essi. sopportavano benissimo il medicamento il quale 8piegava sul polso i noli effetti degli altri antipi1•etici senza punt.o intaccare le forze degl'infermi. Per ollenere questi effetti antipiretici dalla medicazione saloli ·a nei maiali di llfo la d<•se giornaliera d1 oUo o tult'al più di dieci grammi di salo! ~ sufficiente. La febbre come si ~Il, reagisce in modo assai diver so all'azione dei mezzi antipiretici, di modo clte 1\ impo~sibile apprezzare esattamente il potere antipiretico ùi un medicamento. Quello che puossi asserire con carlena si è, ch6 la temperatura sol.t.o l'az.ione del salo! discende di più gradi. Questo abbas..«amenlo ha luogo senza spiacevoli accidenti, 1a diaforesi che l'accoro-


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pagnn è mo,lerala E da notarsi $opraLuUo che non ~i son rMI veduti fenomeni di collat<!lO. Però il Sahli a ttuest.o ri· !!uar lo consi;rlia d1 andar con cnutela nel ~' allamento uei listci febbricitanti. Come~er lnlti ~li antipiretici nemmeuo per il salol esiste un polere unlifebb1'11c immediato, cioè uua ro rza che uccida uo processo febbrile in t•ieno l'viluppo o la facc1a aborLire alla ~uli origine. Esp~:~rimantamlo quelo\ta cura su• maloll di ltfo, l'autot'6 ha. fallo delle ricerrbe sull'azione Mi due compouenli di'l salol cioè acido fenico e acido salicilico re.st hueri nell' inlesllno tenue, e quesra.ziono venne studiata pift ,.;pecialmeult• nelle ulcerazioui iulesLioali e sui fenomeni locali che le accorupa,:tnano. Quasi lulli i mutati a Ve\•ano profuc:e diarree; queste pen·, non subirono alcuna favore"ole mo.utìcazione ~olt.o la iufluenza del salo!. Le dia rree conliuuarono, le deiezwni non per<iellero punto il loro a,peuo putre:orent~": cio non ostante le ma~~e evacuale talvolta mandavano odore caralt~'rislico del salol, e quello era un segno che una buona quanlilà dt.~l medicamento passava inallerato pee l'in testino. Un caso .i ditterile dove,·a esseri! per COSI dire la pietra dt paragone per 1fUCSto mezzo su,.,.idiario dPlla cura antisettica, tanto più cbe ìl c:aso (era un ra!Zazzo robu!'Lo e gio· vane) si era rnanifeslalo da bel pP•ncipio con sinlomi di tifo a3--ai intenso. In questo caso durante tollo il corso dolla malaltin continuarono le diarree, accid ente mollo raPO nella diitet•ite. Si fece da principio la dia:xnosi di lifo e sollttnlo nl quarto ,:tiorno comparvero i r~nomeni diner ici locali alle fauci cb · non lasciarono più alcun dobl.Jio ne.lla nal\ll'a dPlla malalLiu. Anche io qul!l:;l.c> ca, o il salo! non sptegò alcuna azione ni· c:ul pl'ocesso dil\enco della bocca n ~ :-ull"affezionc inteslinaJe e rarnmalalo m ori sotlo i sintomi di collasso ~enerale. i nvece le pil"1 leggere forme di difiertte fut·ono dal salo! gunrile con prontezza Non sara inutile dir qualche parola sulla lolleranza del medicamento pee parle dei maiali e sopra alcuni el1'e tti secondari poco desiderablli che laholta si spiegano cotruso del salol


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È necessario assicurarsi dapprima sulla tolleranza dei ma· lati la IJU&le varia mollo da un individuo all'altro. L'autore confessa che in questi esperimenti le cose non passarono sempre Jiscie come r;i dovrebbe credere dai rapporti di Sahli il quale non fa cenno di altri disturbi accidentali tranne che del ronzio ct·orecchi e dice anzi che a differenza dell'acido salicilico che disturba sempre più o meno il ·•:entricolo, il salol invece non lo incomoda punto per la semplice ragione che attraversa quest'organo senza decomporsi. In quanto ai distur!Ji nervosi, degli orecchi e della lesta pal'vero all'autore abbastanza leg• geri e transitori da non meritare la pena di occuparsene molto. Ma egli non va d'accordo con Sahli a proposito dei disturbi gastrici, i quali se in cento gruppi di malaUie, come nel reumatismo articolare acuto mancavano affatto, sorgevano invece e continuavano persistenti in certi malati di tiro. Questi disturbi s i manirestavano in tutte le gradazioni cioè dal senso di pienezza fino ai vomili. L'autore vide un caso di reale avvelenamento fenico in una donna affella da reumatis mo articolare cronico. Questa donna aveva preso in tre giorni 22 grammi di salo!, al terzo giorno 10 grammi; dopo di che scoppiar·ono fenomeni veementi di carbolismo con vomiti, per!-<istente depressione e completa anoressia. L'ammalata si rislabili as;,ai lentamenle. Fra gli altri disturbi possibili di questo trattamento devesi menzionare la disuria con urina sovraccarica di acido fenico. Questi disturbi di vescica si sono veduti più d'una volta in seguito al trattamento col salol. Siccome le orine cariche di salol c di fenole hanno proprietà asettiche molto accentuate, cosi era naturale che la terapia tentasse valersi di questa proprietà por la medicazione localfl della vescica e dell'uretra. Sahli dice essersi accertaLO della efficacia della cura salolìca contro il cotarro vescicale. L'autore ha sperimentato il salol contro 1 processi infettivi locali della vescica, cioe nella raccolta purulenta della vescica ed organi vicini, cJuali spesso si vedono formarsi nei paraplegici e che costituiscono sempre una seria complicazione della malattia primaria. In un caso di grave paralisi mielitica da puerperio con pa-


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ralisi vescicale, con •1uesta medicazione ~i poterono allontanare i pericoli di quella gra..-e complicanza, le ot•ine inCaUi pe•·Jellero il loro aspetto pùruleolo e tornarono acide. qua$ allo sta\o normale .. Finalmente il s~lol venne incolpato di uo altro disltrrbo, cioè dei briv1di di freddo che succedono alla sua sotnmicislrazione. Un ammalato di tifo era pr eso da brividi ad ogni dose di salol che ingerì va. Però l'autore ba osser..-ato che questi bri-viJi prodotti dal salo! sono mollo meno intensi che quelli causali dall'anlipirino. Sopra. alcani a.normal1 movimenti del piedi e delle dita del piedi in :1lcune malattie nervoae. - A. STRihii'I.LJ•• - (.YeorolO{J. Centrrrlb., 1887 e Cen.tralb. fti r die med. Wi.l· ~en xc/t., )\. 37, l "~7).

Lo Striimpell ricluama l'attenzione sopra un movimento (lei piedi e delle dila dei piedi che fref)uenlemente si osserva nelle emiplegie cerebrali (apopleUiche, sifililiche) e nella Jl&ralisl spinale spAstica.. il quale consi!'.le in ciò che nello a\:vicmare la gamba al corpo, cioè nella flessione dell'aelicolazione deJI'anca c del ginocchio, il pieJo. per la contrazione del muscolo tibiale anterioi'>:.-, é portato nella flessione Jorsale, e il suo margine interno è solleva to. Talvolta sono inoltre COIILraUi 1'estensot•e lungo del dito gros1-1o e l'estensore comune delle dita e allora sono pure rrue!'\te tirate nella ftel;sioue dorsale. Questo roovim<>nlo osservato dallo Striimp~ll anche nella rotazione della coscia puo pure verificarsi nei sani . ma allora può es~ere facilmente repr esso. ciò che nei sani é solo con fatica possibile o non lo é niente affatto. È notevole che negli C1miplegid, per lo piu solo da un Ialo e precisamente dallalo infermo :$i osserva questo fenomeno. Esso manifeslasi ancora quando il piede in conseguenza della p8· ralisi dei muscoli della gamba non può ,·olonlariament•' e!"set•e portato in flessione dor sale, purchè sia ancora possibile uua flessione della co;::cia. L'autore rtcorJa poi anche un altro movimento cbe egli.

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RIVlSTA MEDICA

osservò nella paralisi spas tica spinale: quando la g amba é estesa, le dita, specialmente il dito grosso, s tanno in continua 11essione dorsale; piegando la gamba, dopo la compal'88 e la dispurizione del movimento prima descriLto, anche l'aUro cessa per comparire d[ nuovo s ubilo che la gamba è nuo-vamente estesa. Lo Strt1mpell crede che questi fenomeni possano spiegarsi con la esis tenza d i anormali vie di comullicazione trasversali fr·a le vicine fibre nervose malate.

BIVISTA CHIRURGICA llaro oa1o 41 dfJlooazione indietro del oarpo e della muo. - Dott. \VALK ER . - (T/te Lancet, settembre 1Sl:!i ) . Mentre un garzone di drog uiere, sedièenue, tirava ,.el'SO ! è con la mano destra UJla pesant-e botte, sclrucciolò improvvisamente indietro, si che il gomito omonimo ventte in contetto coll'a Hra botte, che era alle ::ue spalle. RimnrcheYole oltremodo e ra la deformilù. La mano era piega!4 un poco indietro, ma non abdotta e le \l ila et·ano fl~sse. .\ uter lormente ed un poco al disoUo deU"at•ticols:.:ione del pugno s i most:·a\a una g r·a nde prominenza continua colle ossa dell'avarnbra.ccio, cons tituila dagli eslremi inferiori del ra~gio a delr ulua, che poteva no percepirsi molto di;;lintamelll~;: . I processi ><tiloldi, cospicuamente prominenti; erano inlieri c ma ntenevano esaLtamcn le la loro r elaliva 1 o">izione. Po~terlo rm~>nleed un poeo sopra il pugno v'era un'altra prominenza for mala dalle ossa del carpo, il cui r ant=;o superior o mostrava un arco molLo marcato sotto la pelle lesa. Mancava il cr epitio ed nf!Oi ultro segno di frattura. Ag-evole tu la r iduzione, sdr•uedolnmlo le super fici·~ ossee nella normale npposizione con un sent:o distinto ùi ~ba lzo, dopo di clw !"individuo potè, bencllé cOll'fUolclle dolor e, muover e il ~uo pugno in ogui direzione, e portare nella supiuuzione H braccio dalla estr ema pronazione. Dopo quindici giorni lorn6 pcrfcttamenle al suo laxoro. F. S.


RI\'JST.\ CII IRI.iRCIC.\

Cur& radloale dell'idrocele, per F . .\. So11TIIA~t. Lancet, settembre i887).

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L'auloreJ dopo aver ricordato como la cura radicale dell'idrocele si traduca usualmente a' no8lri giorni nella iniezione, nella inci$ione anlisollica e nella escisione della tunica. vaginale, sc1·ive che l'ultimo di queslt tre metodi, cioo l'escistOne di una porzione parietale della tunica ''agina.le, wlrodolla per la prima vollu da von Bergmann e descr1tla da Bramann, è un piano di lt•altamento, che, per quanto e. lui cou~;<la, non ha avuto larga applicazione in l ng:hillert·a. Egli d1chiara molto ::;emplice questa operazione, se~wila dai ri~ul­ tali i piil soddisracenli nei qusUro casi ai tJuali egli la Ilo. applicala. Bull, di New-York, che ba impiegato lo stesso mPlodo in tre casi, lo ritiene • l'unica opf'raziont• veramente rad1cale" dell'idrocele. Soulham In esegut> nPUa seguente manu~ra, la •1uale, eccello in pochl dettagli ~ecoudarii, è 1dentira a lluella di von Bcrgmoun. La cavit.t Jclla tunica ''8ft11lale \'iene liberamente aperta con una incir,ione ' 'Cl'Licale lung-a da.! ùue ai lt•c polJjci, praticata sullu parte piit pr:l:'r.inrontn della enflngione: il liquido e~ce ad un lrallo e, nel frattempo. è utile assicurare i margini dell'apertura nella tunica vaginale in ar.ohedue i !ali con iJinzette, altrimenti può incontrarsi qualche diffirollù in distinguerli .Jopo il vuotamt•nlo •lei llo•do, 'luanùo le pnreti del sacco ~i ~ono aggrinzole oJ acrarloccinte una sull'altra. A Il ora la tunica 'uginale ,·iene dis<-ecata. d 1 cia!".Cuna parte !>UI punto O\'e !;i riflçllc :;ull'epididimo, emi teslicolo c sul cordont>, stirandola e separandola dalla sur connes~ioni allo parli <.1rcostanli a UJezzo del dito e coll'aiuto d•·lla forbice. i-: sorprendente la scnr!"a emorragia, che accompagna il proce~~o. allol'<'hl\ l'operatore si serve !Jrincipalmeolo del dilo. Nell'ultimo ca!"o del Southam non un solo vaso abbisognò di es::; re t s· icurulo. A questo punto dell'operazione si toglie l'inlicra tunica vnginale, ect·elluala la porzione, che rtCO!H'e 1\•!Jidìduno, il leslicolo ed il cordone, lnghondo colle rm·J,jd altra Yet'f-o n què~to vicino o quei tessuti. AS"ICUI'ali lutti i punll so.ngui• auli, un tubo a ùrenaggio viene collocalo altru verso la par·la superiore della ferita, mentre


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RIVISTA

si pratico. una contro-apertura alla porzione più declirc dello scroto. L'interno della ferila. che si sarà contratto assni considerevolmente, '·iene cosperw di iodoformio, chittt~) con poche F;uture e convenientemente fasciato con garza iodoformizzata ed ovatta antisotlica, avendo cura di mantenere in seguito Io scroto in una posizione elevata. La gunri;:rione segue rApidamente, s'appiana presto il lieve gonfiore conseguente all'operazione e l'infermo, generalmente, potrù lasciar·e il letto ed andare attorno nel corso di una settimana o di ciicci ~orni, COII:e dimostrò il Cl!SO sopra menzionat.o. Bench{. applicabile a lutti i casi di H.lrocele, questo metodo si coll\·iene specialmente a quelli di lunga dattl, nei quali la tunica vaginale ha contr atto m olla spcssezza o forte consistenza. In raffronto con gli altri piani di cura radiclllt.>, re:;;cisione porge il vantaggio ùi opporsi in modo qua.!>i affallo impossibile ad una ricorr enza dell'idrocele. Si può addurt·e contro 11 metodo di escisione, confrontato collo iniezione, la sua ma!rg ior e gravita e la necessiiù di tenere il letto; ma fin nei casi di semplice injPzione i sintomi flogistici risultano sovente tanto marcati da renderel'inrcrmo inabile a muover!"i per Yt~ri giorni. Opinn il Soulham come il metodo della escisione sia !11ollo supe~iore al piano di Volkmann. consislenle nella semplice incisio 10 della lun1ca vaginale. Nel primo il proces~o d1 cicatrizzazione è molto più certo. l<'. S. Su dl un metodo di scoprire e di estrarre gli aghi Incastrati nei tessuti. - H. LlTTI.EWOon. - (The Laneet , agosto 1887).

L'autore non di!"conosce la giustezza del parere genet·ale dei chirut·ghi a proposilo degli agili incastrati nei tessuti, IJUando non torna possibile percepirli al tatto, quello, ciol!. di abhuudonarli a loro stessi nella speranza o elle si fucci auo per conto pr oprio la strada al di fuori 6 che rimangano llssi in localillt, ove nou pos!'ano dare origine a disturbi. È infalti estt·emamente pericolo!"O e spe~!"O impos-:ibile la manona della !oro estrazione ~ollo tali ciscoslanze. Alla


CTIIRURG!CA

prefala massima ·si utlenne il Lilllewood in pa1·eccbi casi, nei quali non poteva essere s icuro df'lla pt·csenza degli aghi, e gli occorse due o tre volle che i pazienti tornassero a lui dopo varie settimane recanùogli l'ago, che si era trovato la uscita, t•imasti essi peraltro nel frattempo solto l'incubo di ona pr·ofonda ansietà mentale. Indotto da questi casi a tentare se fosse possibile scoprire alla prima la presenza Jel· l'a~o r er estrarlo immediatsmenle, l'autore adotto da allol'a con considerevole successo il piano seguente: L La parte, nella quale~i suppone contenersi l'ago, viene intieramente :-offregata con un elelli'O-magnete, si eia magoetizzare il metallo se è quìvi incastrato. 2. Un ago magnetico ùclicalameote bilancialo è lenulo sulla parte : se l'ago é presente, la sua pogizione può essere accerluta dalla atlraziooe o dalla r ipulsione dei poli dell'ago · magnetico. 3. Constatata la presenza di un ago, per esempio nella mano . la parte viene resa anemica e si pratica una iniezione ipodermica di cinque centigrammi o più di cocaina. 4. Si allua un'incisione sulla p&l'LC, nella quale si à accertala la posizione delrago. 5. L'elettro-magnete viene allùr-a introJolta nella fel'ila, e con essa si percepisce l'ago. Tal volla si Lrova e !>.i esL1·ae con massima facililil, tale allra st inc::mlra grande difrtcolta, esigendo la manovra di eslnnione mezza o Lre qu1:11'li di ora, il che può allribuil'si alla posizio])(~ non accuraltunenle accertala: l'ago può giacere aUrat_erso la incisione, oppure puo trovarsi lauto tenacemente incastralo nei tessuti che l'elellromagnete non ohbia fo1·za di estrarlo. In sifTaUa occorrenza l'incisione Jeve esse1·e dilatata ed i margini debbono allontanar:::i a mezzo di r etrallori r•on magnetici: Ul3ando come guida l'c!etlro-magnele, l'ago può c:ssere 'leduto ed eslrallo cor) le pinze. Se l'ago è iuflsso tenacemente, è stato adottalo il piano seguente : piazzando il polo po8livo di UDI;l batle1·ia galvanica sulla superficie del corpo ed il negativo in conlalto diretto coll'ago, questo Yiene. smosso dall'eleltro- lisi ed allora può essere facòJmenle estratto per mezzo dell'el•'tlroF. S. magllele.


RIVISTA Dl OCULISTICA

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1Uoerche aull'&D&~omla umana e aull'&D&tomla oomparab. dell'apparato motore deU'ooohlo. - MoTAIS. (A n naie!! d'Oculisiique, marzo-aprile 188;).

11 dott. Motais termina uno sua memoria su tale argomento colle seguenti deduzioni fisiologiche ed operatorie: 1' Come si producono i movimenti di rot.a.done dE'l globor Il ftiObo trae seco nel l'UO movimento di rotazione ~li l"lrali profondi dell'atmos fera ccllulo-ediposa che l'attornia e le sue membrano d'inviluppo. Grazie oll'elast.icilà di queste membrane ed alle loro ins erzioni esterne, il l'uo movimento proprio è più esteso. :!" Il centro di rotaztone dell'occhio è fi sso. Disposizioni anatcmichP che determtnano questa immobilità. 'Allo stato di riposo, Il globo é mantenuto in equilibrio nell'orbita: a) per la tensione in senso contrario dei muscoli retrallori e prott·allori; b) per la disposizione dell'aponeurosi; c) per ìl sostegno adiposo; rl) per le palpebre; e) pei vasi e per i nervi. Quando la contrattilità muscolare entra in giuoco, non o già nella tensione d~>ll'alella le:;ementosa del muqcolo antagonista che si deve andare a cercare la s piegazione dell'equi · librio del globo, ma nella tensione della meta deU'infondibulo tlb1·oso che corrisponde al m uscolo in allivilii. La massa adiposa per ibulbaro trova cosi una lamina ftbroH\ solida, nella quale essa si appoggia per r esistere aUo spostamento laterale del globo. Quanto all'influenza dell'aletta sul muscolo io contrazione, Motais s tabilisce: t• Che l'aletta colla sua tensione progressiva è, fio dal-


RIVISTA DI OCt:USTlC\.

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l'inizio e durante tutto il tempo della contratione mu..colare_ un agente moderatore dei movimenti del l-l'lobo; 2• Che o possibile aumentare indir ettamente la forza di un muscolo demolendo in tutto od in parte il suo agenta moderatore. P er ~ezionare le alelle alla loro inserzione sul muscolo, si deve aprire la borM ~ierosa pre-muscolo-tendinosa e fare scivolAre la pu~a delle cesoie sulla superficie dei muscoli llno alrìm:erzione dcll'alctla.

Qualche rloeroa •ullo •trato plgmeatarlo 4ell'lrl4e • •111 •edloente muoolo cltlat&ton della pupUla. - BOli, di Slra .. bourg. Dai numeroqi esami microscopici folti dal doU. Boé neluomc, e ne~li animali, egli trae le seguenti conclusioni: t• Lo strato pigmenlario dell'iri•Je si sdoppia in due slr·ali secondarii; esso contiene due file d! nuclei nascosLi dalle ~ranulaz.ioni. 2• Queste due flle cor•rispondono: l'anterior e al foglietto eslel'llo, il posterior·e al foglietto intt>r·no della ''escichella oculat·e secondaria, come l'ave,·a tr·o,•nla il pror. Sebwalbe. a• Il muscolo dilatatore di Henle non es.i~te, poiché, senza cercare altre prove, i nuclei che quest'autore considera come i nuclei di fibre muscola ri liscie opparlengono alla flla anteriore dei nuclei del pigmento. 4• Lo strato interno della porziono ciliAre della retina è libero di pigmento, esso si prolunga sull'iride, si pigmenla progre;;sivamente etl il t.lolt. 8 01\ ha trovato: ft) che nell'adulto questa pi~menlazione copre gin completamente i nuclei in corrispondenzA della radice dell'i.ritle; b) che io un fanciullo di 4 anni si può 8eguirli, quan· \unrrue di più in piil ma"cheratr, fino alla punta, o vvero, ia. altri termini, tlno al margine pupillare. c) che in.un feto di G mesi, questo strato interno si prolunga lungamente dietro l'iride pr ima di coprirsi dt grantalazioni.


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RIVISTA DI TERAPEUTICA

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Adone tera.peutloa dello strofanto bpldo. - (Deutsch Med. Woellensch., N. 23, J88i).

Bowon·c11.

Lo slrofaolo ispido veuoe raccomandato specialmente dal d\:)ll. Bowdilch, tanto per uso terapeulico. come per esperimen to. Questo medicinale, giù adoperato per qualche anno da Fraser di Edimburgo, e introdotto ndla terapeutica dtti medici ameri~ani fin doli' anno scorso, s i l• manifestato utile do" e la digilale ed allrt m.-dicameoti raccomandati contro le· afl'l·zioni cnrdiach~ come la convallaria, l'adone, la caffetUa, la spnrleina erano J'ìrnasLi senza efl'etto. La pianta , prove:nienle Jall'Africa. é utilizzata dagli 111digen i pet· avvelenare 1'& J'ceeeiE', ed appartiene ttl p:r uppo ùclle digitali. Ap:t~cP c0rne la mg-ihale eletti vomcole sul cuore. Data a dose tossicA e!<~a provoca sislolia aumemat.a e continua con successiva paralisi del cuor e e precoce rigidita cado"ertca. Fraser, il quale ha compiulo con qu~sto medil'inalc molte ed el?tese esperienze fisiolog iche e cliniche ottenne t seguenti risultati: 1. Lo stt·ofanto pos!-liede come la digitale uua prooun~iala ai:ione sulla attività cat•diaca, aumenta la sislole del etiO<' e.

2. Sui vasi sa.nguigoi non esercita. alcuna influenza. ('!'SO provoca una pre;osione sanguigno minore cl1e !a digitale. 3. Esso non produce che leggerissimi e quasi insPns::bili disturbi inle~linali. 4. Posstede al p .ri della dip-itale proprietà anlipireltJ.che e-an tisetlicbe. 5. Non manif,:.sta azione cumulaU,·a come la digitale. 6. Può esser dato utilmente in dosi minof'i che la digi tale.


RI\'JSTA Ol TERAPEuliCA

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ln consep:uenza di questi risultati lo strofanto deve ~o,lere fa preferenza di ft•onle a lla digitale c Bowditcb, apnoll'giato all'aulorita incontesluhile di Ft·aser, non esitò a met let•e in uso il medicamento in molteplici manil:'l·e. Egli somministrò la tintura a 3-:lO goccie due volle o Lt•e al giorno; fece anche espel'ienze c:olle iniezioni ipodermiche di sl!·ofantina n 0,001 ed 0Llenne splendido effetto contro i sintomi assai minacciosi d i insufficienza mitrale. L'autore ha potuto specialmente riconoscere la supPrìorità di 'lueslo medicamE'nlo in una signora cardiopatica, la quale dopo avere inutilmente adoper-ato la digitale pt•ovavù grande sollievo dei tlis tul'bi dispnoici sotto l'uso dello strofa n lo, cb e lra gli altri effetti benefici produceva anche un aumento di secr ..zione orinaria ed un senso di benessere. l n un secondo caso di affezione mil!·ale, con rumore s istolico. dilatazione del venlricolo sinist•·o, edema polmooale, polso irregolare ed mt,.rmillenle, orlopnea continus, ede1na della faccia e dello eslt'emilà infrrior·i, essendusi ricunosciuli insut:fìcienLi ~li alh·i mezzi, la lintura. di slrolanLo alternala con piccole doc:;i di digilulinu apporLò grnnùe mi::rlioramento, specialmente in rif!uArtlo all' ..:dema de!l'eslr('milA, alla frequenza e al r1Lmo del polso, il <Juale da 120 si uhbassò ad 88 battute. Benché naturalmente la morte uon ::-i'l~i potuta evitat•e in qt~esto caso, pur tutta \'i a l"Jnfermo aveva ~ran sollievo delle sue soffeeenze, il çhe devo tenersi in gran conto nella cura delle carJiopatie. In un terzo caso unA signora di GO anni con vizio voi volart-. dispnea e irt·cgola•·ità di pol,.o, lu strofanlo spiel!:ò IIJC•lla efficacia. Es:<a prende>a tre volle al j:riorno quallro ~occie di tintura di slz•ofanto, con che si libet•ava ili molli incomodi e diventava capace di alLeodere alle domestiche occupazioni. In un quarto caso, ad un uomo di :>8 auni, con. degenerazione aùiposa del cuot·e. con polsi deboli, ir·regolari e piccoli, con ricorrenti deliquii, Bowdilch pt'opino il medicameulo; Ila 1lo!!e di 15 goccie di tintura tre volle al giot·no. 1l polso dt venne più lento e più regolare e miglior·ò molto nPile cou.lizioni generali.


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RlriST.\

au anUplreUol oome a.aai.-e.tol. - (Ga;elte cles Hvpitnuz, N. ~7. luglio 18ii}. Il pror. Germano Sée aveva r iconosciuto nell'anlipirina una azione veramente efficace contro il dolore, considerato in un modo generale ed ù::dipendentemente dalla causa che può produl'lo. Nell'ultima seduta della Accademia delle Seien;e è rjtornato su questo a rgomento e paragonando, solto questo punto di vi~ta, l'antipirina alla morfina, ha propo~to di sostiluirla a rtue. l'ultima in un modo mollo generale. Le iniezioni soltocutanee di anlipirina surrogher ebbe ro con vanta;gio le iniezioni sotlocutanee di morfina, senza presentar e alcuno degli inconvenienti eli queste ultime, come le verligiui, i \'Omiti, la sonnolenza o quelle eccitazioni artificiali che ronducono alla moPflnornania. Esse possederebbero di piu , oltr e alla loro azione calmante, un potere curativo, di cui la morfina è s fornita. La grande solubilità dell'anlipirina nell'acqua distillata permette d'introdur ne 50 centigrammi col contenuto di una sirinf!a di Pravaz, ed é a questa dose che conviene adOlJ&rarla in iniezioni. Il pror. Sée, amministrando per lo s tc0maco l'antipirina alla do~e di 3 grammi al giorno, ha ottenuto oltimi successi nel reumatismo, nella gotta, nelle nevralgie di diversa natura, compresevi le crisi dolorose dell'atassia locomoLrlce. Nei malati alfelli da calcoli biliari o da calcoli nefrilici la anlipit•ina ha determinalo rapidamente la cessazione dci dolori SPnza diminuire come ra la morfin!l, le secrezioni biliat·i, mteslinali ed urinarie, ciò che costituisce una grave comphcaz10ne. E~sa ha reso del pari grandi servizi n('lle arrezront dolorose del cuore e specialmente nelle angine di petto. Infine es::a si è mostrata utile negli acceJ>si acuti, quoncJo il ioJuro di polas~io aveva esaur ito la sua azione e quando la morfina per agire richiedeva dosi esagerate o ripetute. E alla sua azione speciale sulla midolla spinale, di cui diminuirebbe immediatamente il potere eccito-motore o lo sen-


DI TERAPEUTJCA

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sibililù rjf)esl'a, che l' anlipir ina dovrebbe sovratulto la sua eCficac1a in questi casi diversi. Lèpule, in una memoria che ha pre...~ntalo alla societa di biolouia, ha s tudiato compara tivamente l'acelalinide; e secondo lui questa sostanza, che calma e~ualmente i dolori, presenla sull'antipirina il "antaggio di es~ere sopportata più facilmente dai malati, non impediendo loro di mangiare con buon appetito unche quando é somministrata a dose molto alLa (5 grammi). Coll'acetanilide si otterrebbe la guari~ione o per lo meno un alleviamento delle nevralgie più diverse della vita di relazione. Upine crede dunque che questa sostanza sia un buon rimedio nervìno, che presenta d'altronde il vantaggio di essere una preparazione molto facile per lutti i farmaci!'ti. Gli &DUplreUol oontro lo drloDIImao ed 11 Dlootismo. (Ga4etie dt:s Hopilauz, ~. 87, luglio 1887 ..

Part.endo dal punto di vista che ~li antipiretici diminuiscono r eccitabilità rillessa della midolla spinale, i doltor i Chouppe e Bonnol banno cercato, l'uno se l'antipirina e l'altro se l'acelanilide non potevano diminuire l'azione tossica dei veleni convuls ivanti come la stricnina. Ciascuno di loro ha fallo su questo soggetto una comunicazione alla Soeielà di bio lO{) ia.

Cbouppe ha comincialo ad iniettare nella vena safena d'un cane una dose notevole d' antipirina: 2, :l o 4 grammi. Poi ba jniettalo nel lessulo cellulare Mltoculaneo una do~e di sll'icnina più che sufficiente per cagionare la mol'le, allorquando fosse introùolla isolatamente in un animale della medesima specie e del medesimo peso. Ora, in queste circosumzc, lo slricnismo non si produsse, nè si ebbero convulsiom notevoli. Si ebb~ risullnto diflt:renle dopo un'iniezione inlravenosa di slricnina falla qualche minuto dopo di uoa iniezione di anlipirina: lo slricnismo aveva comiueialo con notevole violenza. Ma in seguito aù una nuova iniezione di antìpirina, la respirazione gié sospel'a, si l'istabill, Pd in capo a tre quar ti d'ora gli accessi convulsivi erano inLeramcnle

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RlYJSTA

cessati. Nel giorno successivo l'animale in discorso pareva godere una salute perfetta. Bonnot, che studia'a sotlo q uegto rapporto l'acetanilide, si é serv1to ùi un metodo del tutto analogo a qu<!llo di Chouppe, tranne che le sue esperieuze furono fatte ora sulla slrt~nma, Ot'a sulla nicotina. Dosi di sll'icniua, abitualmente mortali, iniellale nelle vene di cani che avevano ri~evuto antecedentemente per la stessa via una rruantità notevole J'acetanilide, banno bensì p1·ovocato nel primo morr;ento violenti accessi com·ul~ivi. ma queste convulsioni durarono poco e gli unimali si ri .~tabilirono. Una goccio. ùi nicotina, somministrata ad un cane occtunìlidato nou 1Hl prodolt0 alcun efTetlo apparente. La dose, a·bitua!rl;ente fulminan te, di due goccie di nicotina, non ha neppure prl)vocalo convulsioni in un altt·o cane. Ricerche sull' azlone della solaniua. - CAPP\ROSI, della cliuica medica di Roma. - (Rivista clinica, fascicolo V). L'autore sluùiò le proprielù fisiologiche e terapeutichc della solanina, principio atliYo della Solanam D11leamara, alcaloic.le-!.d ucosidico. che si presenta solto forma di polvere bianca, opaca, leggiera, senza aspello cristallino, insolubile nell'ac.:tua disWiata e nell'alcool. È pt·t>parala eiA l a fabbrica Merck eJehe. Ingerita dall'uomo in pi "''Ola quantità (iO centigr.) deJ,ermina un senso di bruciot·e allo stomaco con nausee e salivazione; soff<:!t'enze, che, mancando quando lo !'llomaco fu pre· Yenthamenle cocainizzato, e quando il medicamento fu ado· perato per iniezione ipodermica, debbono essere rifel'ilt: all'azione irritante locale Jella sostanza sullo stomaco. Produt;e una diminuzione nella frequenza del r espiro e delle pulsazioni, noncl:Jènei riflessi,specialmenle c1uanùo la f•·equenza del pol;:o, e delle pulsazioni ed i t'iftessi sono aumentati per u11a co.usa morbosa (asma, cardiopalie, mieliti ll'asverse con paraplegte degli arti inferiori). Clarus l'l fe ri;:ce la proprielu di calm are la frequenza del respiro allu diminuila eccilabililù, che il medlcamento proYoca sull~ eslremilà polmonari del vago; ma, secondo l'aulot·e, essa va riposta nell'az.ione paralizzante


Dl TE:RAJ>.Et:TJCA

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sui centri dei rifles~i bulbarL Una tale azione è specialmente messa in rilievo dalle ricerche sugli animali. Usato per la via. delloslomaco,anchc in piccole quantità (10 cenligr.), nello cavie o nei conigli, provoca, come nell'uomo, vomito violentissimo con notevole abbattimento; ipoJermicamcnte invece (30 cenlig-r.) produce parer:i ed anal~esia. Nelle l'lll'l~>, una dose di 2 centigr. omortale: e la morte è sempr e preceduta dalla paralisi e dalla anestesia, che non debbono essere attribuile ad un'azione perif'tlrica sulle placche terminali nervose, perchè es<::o si verificano ù1 una gamba (nella quale sia ::~lata preventivnmente legata l'arteria crurale rispeltì\'8) Milo stesso tempo che si verifica nelle allte pat·ti del corpo. Non può esser accettata l'idea di Clarus, che la morte avven~a per para1h:i Jei muscoli re5piratnrii. p(>rchè nei conigli avvelent~ti con questo medicamento succedP. ugualmente la morte, anche se ven..:ano sottoposti alla respirozione artificiale. Che la solanina eset•citi un'azione parlllizzanle ~ui centr·i dei riflessi, si pl'ova pure coi seguenti esperimenti. Derapitando alcune rane, Ad una o due delle quali sia stata preventi'\'aro(>ote iniettata la solanioa , si vedrà che in queste i t'iflessi sono molto meno accent•.1ali e durano minor tempo che nelle altre. Similmente, se s'inietta ~trrcnina (grammi 0,0001) in alcune raue, iu 10 o 14 minuti si -.edra sviluppare si tetano ed i più le~geri palpamenti ris,'eglieranno fenomeni l'<pasmodici intensi. Illetano uon si ver·ifica invece se i fenomeni spasmodici si ::i:>veglieranuo solamenll! ùopo forti stimoli, se ùopo iniettata la strichina s'inietlerti. la solanina. L'autore aùopet·ò la solanina i11 moltis!"ime mala, i.~, e la trovò sommamente utile in lutti i ca~i, nei fJUali si tratlaYa di moderare il potere eccito- motore d~! bulbo e del midollo spinale: quindi nell'asma idiopatico e sinloroaUco (do!'le cenLigramtbi 15 in tro volte), nelle mielili acute con aumentala eccitabili tu dei rilksst (centigr. 25- 30 in sei volle), negli sl'asmi clonici dei musc;oli per causa periferica, nei ne,Taslenici con car.!iopalmo, parestesia eJ agitazione (eentigr. 15), nell'epilessio., nella cefalea, nella paralisis a,itans (centigr. 25), nella quule l'uso della solanina fa cessat•e i tremori e le conlrazioui muscolari.


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RIYJSTA

L& oocaloa n ell& eatlrpaslone dlun adenoma del petto.

E. F. GnU-: - (The L an.cet, ,:tiugno 188i}. Il Griin ci narra della estirpazione di un lurnore aJenom aloso del petlo da lui pralicala solto l'azion~ della co~aina e senza ricorr·c ro ad altri a nestetici. Il tumore, del volume • appro.,simalì\'O di una n oc.:, esi~tevo da circa sei me_c1i. La inferma, una ~i~nora superiormente intelligente, di residenza a Pu lney, pure estremamente agitala per t(uesta operazione, aveva uua gr·onùe avversione ol clorofc•rmio eù all'Nere. Ciò cleLer·minù allu estirpazione del lurnore solto la sola azione dell1.1 cocaioo. Prima fu t-palmato il pello con una !;O)uzione al 5 •;. di oìealo di coca i na, che ammortizzo completamente il dolor e Jella puntura dell'ago; quindj ru iniell&la ~ulle due estremità d~>l tumore una mi.;;lura Ji ::'nluziooe ::-alura di cocaina e JOOI'IIna. Entr·o ciuque minuti ogni sen<>azione ~ra scompar:<n !<Opl'tl un'ar en di cir·co tre pollici in giro. Fu allora pratical.n un'incisione lun~a cirra due pollici, la s uper· ficie fresca fu pt•nnE Ila la CO Il ctol Uzione c::alu ra Jj COC8108 ed il tumore Hmne g radatamente ac:;porlato. Legale due arterie, la ferila fu chiuc::a, ma per rinprirla a fine ùi legare un'ultra piccola arteria. L'intiera operazione durò circa un'ora e ruezzo. Si dimandò continuamente durantf' l'operazione allo pazi-'ole se sentiflse dolor<.', rna essu os~r'ri ùi non avverli!'OP in parte alcuna. t'. qu•'<>tr' il primo cac::o. nel f)ualo un lumor e del petto sia fllato a~nortalo sollo l'influenza della cocaina. L'in· ferma raz;iunsc la più snddisfa··ente guarigione 1: S.

La cocaina. come mezzo dia.gnostico fra lo. nevralgia e la nevrlte. pt!r l\1. Ar LE:-~ • JAHn.- (.Wedieal Record, 2111· glio 1887). ~d casi di ne\ralgia, di JlC\'rile c ti lic c •nvul:>I\O rrflcc::"o per irritazione dei ner,•i c::ensilh·i, é dc<>i,Jarabilc sempre l'accurata localiz· aùo1 ., ù l a por1ionc ner.-ea affellA. e "i può oUencre fa~ lrr· 1le «fua' 1o :Jf.'l cors(l o nei tronchi dei ner\'Ì ec::i<>lono punti ùolol'O"i. Perll in alcuni cru;i, comP. nella scia-


Ol TEJUPJWT!C.\

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lica , è imporlanle accert.are s e la mala ttia dipende da lesione del nervo lungo l'arto o dentro la p elvi; nella nevralgia del tr1gemino.é utile conoscere s e n on vi sia lesione nei canali O!;sei pei qua li pass ano i rami nervos i. o s ul gauglio di Gasscr•; nel tic facciale e necessat·io ossicurar si della branca del lrigemino dalla quale procede l'irritazione che produce lo spasmo r iflesso. I o queste t arie circostanze un'iniezione di cocai na puc"• essere d i grande vantaggio per la diag nos i, per quella legge fisioln gica che l'irritazione d i un punl.o del nervo scnsorìo capace di produrre un dCllore, ra risentire il dolore non nel punto irritato soltanto, m a eziandio nella t~rmiMziorte periferica del nervo. Cosl quando il nervo ulnare è compr esso al gomito, l'indormentimento si risente nelle ullime dita. Or la cocaina applicata intorno aù un n ervo, intercetta la conduziOne dell'impulso che parte dalla pel'iteria. Supposto ora il cas o d'una sciolica per· nevrite loca.l i:,:zata i n un punto sconosciuto, se l'essudato che comprime il nervo risiede nella gamba o nella C()SCia, u na peofontla ini<>zione di cocaina al punto d'emergenza dall'incisura scialica so:>pcndendo la trasmissione dello sensazion e, troncherà il dolor e. So invece la lesione ner vea sara endo pel\'ica, l'iniezione non av1'il e1feLLo, eù il dolor e coatinuera nel la ga mba e ne!Ja coscia, quantunque ques te par li s ieno o n e~tesi zzaLe dalla cocaina. Ciò ha un' importanza pr atica, inquantor hè se ln lesioue r isi!.'de in allo, Ja con tro irritaz1oue applicata alla pe riferia é ineffica ce, m e ntt'O se la lesione é porife r ir·a. la cocaina ~ indicata. In un caso di lic facdal•~ che prendeva tutto il Ialo de«tro JeUfl faccia, le pr oronde iniezioni rti cocaina al puuto d'emergenza della br a nca infrCIOI'bitale arrestarono lo spasmo, c provarono che et·a dolore r iJle5sO, e che l'irril.azione era limiU.t& a fJUesta branca del lrigemino, ']Uintli la divisione del ner vo Ì11 questo punto fu se guita da Mmplela g uurigione. :\elle nPvrili locali e nel tic convuls ivo questo processo ha rc~o b uoni se n·rgi, A tlubbio ::::e l'eguale "'en laP"~;o Fe ne possa riLra rre nelle oevra1gic dipendenti da les ione molecola re dif-


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RlriSI.\

fu;.q, ma in ogni caso, la cr.ssazion<! •lei rlolore per inieliooe falla <ovra un punto determinalo, indicherò. la local~ afh lione dell•' parli peJ·ife•·iche. indiche•·à una nevrilo più che una neu ul::ia da cau"a centrale. L 'acqua fredda nella febbre tifoidea od ln altre aireziont morbose . - Zll'\ll>E~x.

ll Jotc rnal of the Amcrienn Jfcclic~l Al~l~ociation dtJI H comolt'lO comp.-ndio di una l~>l­ lura sull'snhJ ire"-"'la .;; ~u i roelod1 ant.ipi!·ettici del fli'•Jres~ore ;'.iemsenn. llii'OllOI 'l'l rlella clinica medica di Monaco. ~pe­ cialm tlP in rìa- Jm·Jo nl • tj~ •tJe. Questa lettura è di imrorlnuza e ili :::.ct·ictit molto rile,·attli. Il Ziemsenu fl\•'lldica un nllo valoee nl trau~mento con i l·n~mi, cd e<>prime h• "PeranzA t:he. dopo 1 favo•··•voli risulluli dell'attiva antipi r·f·"i, i meù1ci non cadranno nuovamente uella indttft>t'Pnza l»rapeulica !Pila "-cuoi. di '"i nna. Pl'inclp~"~ dèi mezzi nnhf rolUci con'"'~rJern Ziem ~onn la id1·oterapin: prima, perc!Jò e:;::-n c(J!llbiw in ~é slf',.!' l IUlli gli :\t tributi oelle (1)1$Ut'6 IU d Uni\Ji, e, seconrlariamenle, perché la sua aLione <>ull'orW~nisut • fcbbr11e puo esseri! re~olnla e variata a qualunque g1·:Hio. La beneficn influenzu di quc<>to tt•allam~uto non é Jimilnta nila tifoidc. ma de"e c seJ·p an~:he se!.:nnlat.a per ultre rn!•laltie febtr li e< me la p eumon1a, le nsipole e le tisi ucule. I hl'lg-ni 1'1·edd i c tiepidi agiscono, ~econdo pensa il liem!"er: n rinfr~><>can o il s n guc ulla pt:rifet·ia, don.le :1 •·ilorno del fluido vitale OF!i Or:!ani interni con un effetto sl•mmamenlc grn,Jevole c bent>lìco. Il sonuo ne vien faYorilo. V'ha un progt·~>s-.o twlln digr...lion~>, si che il paziente pO""a essere m»;::lio nutrito. L'elfello ~ulla CIJ·colazi(•ne 1\ di contral't'e i VH!'i pertf~r.c : tuinJi ù che l'az•uno àel cuoro :-i compi6 più adngio, i vo;.l mosl1·ano una len~ione accre."ciubt, il tiicroli,.mo è d imi 11 ilo e la f'lovazion della els"licill• ulot n a. L'appat·nlo re: pir~tlorio ,·. Pccitato .talla irri tazione periferica a movimenti pu profontli e mt no alfrcllnli, la to,.-e si renne meno faslui10sa e, pe1• tal gui~, torna p1i1 facile FCOJl{{iurare Il:\ osh·uzioni bronchiali, le conse~uenti olelelln~ie e ma ~::i<1 ultimo C"onlienc un


DI fi::RAPEU riCA

le polmoniti calarrali che non av,·enga sollo il comune trattamento Porge il Ziem ~~>n n due o tre slati~che a dimo!ltrare rispettivamente gli effetti del bagno freddo e del bagno tiepido. Egli attinge esempii illustr&livi dal Vogl, medico all'ospedale della guar igione di Monaco. Colla temperatura al retto di 102',2• Farb: dà un bagno freddo a G3'.i>', d~lla durala di un quarto d"ora. circa ogm tre ore, sia in estate che in inverno, in camere non riscaldate e colle finestre aperte giorno e notto. È questo ardito Lrattam,nto, e OPi soldati, gente gio·vane e scelta, risponde bene. ~on occor:::ero che 52 morti in 610 casi, ossia il 5,i • •· Murclti~on, pur deùolti i casi di morte nel termine delle 4R ore dall'ammis~ione ncll'ospedole, dà il t:>,82 • . di moa•lalità per la tifoide nel Feoer Hosp ilal di Londra. Ziemsenn raffronta la prntica di Vogl, governala dal rigo· goroso trattamento all'acqua fredda, con quella di Nuunyn in un ospedale civile, il quale con una temperatura a~c(>llare di i O:l, l' Fa rh., presa o~ni tre ore, dù orJinariament,. olio bagni in ventiquattro ore, generalmente fra mezzo ~iorno c mezzanotte, ad una temperatura non pit! bossa di 72',:,• Farh. Egli di\·ide i bagni in f'redrli (da 7:!',5• ed 81',5' Farh., delle dut•ata di dieci e quindici minuti), in lù•pidi (da 81',:,• n !l0',5' Fa1·h., della durata di dieci a quindici minuti) ed in caldi (da 00',5• a O:>• Farl1.). 1 bagni caldi si danno negli ultimi !'ltadii a~Ji infermi io preda a delirio mollo attivo, a grande agitazione e colti da debolE-zza muscolare. Solto questo tratta· mento Naunyn perdelte IO casi su l .W- 6,9 •., slali!"lica cer · lamenta favorevole. Ziem!'enn ste~~o dice di aver raccomandato per venti anni nella pra tica privata il bagno gradatamente freddo. L'infermo viene immf'f'SO in un bagno caldo a 90',:>• Farh. ad 80' Farl1. L'acqua viene continuamente sparsa sul c;uo corpo colle mani o colla spugna. I nfa·atlanlo mediante acqua fredda versata Jentissimamente nel tubo ai piedi del bagno. l'acqua del bagno scende alla l••mperaturo di i7' o di 72" Furh., fincbù l'inrermo balle i denti o dichiara di non poter tollerare oltre il bagno. Allora viene eshoallo dal bagno e messo in una coperla precedentemente riscaldata ed in quesla avvolto

85


RIVIST.\ 01 H RAPEUTICA

senztt esser e asciug-ato. Egli J•irnane n ella coperta nel più grade,·o!e s lat.o per quinJici m inuti. viene poi fr ega lo a l'ecco e quindi gli l"i per mette di dormil'e. Ziernseno, da medico satrgio, raccomanda lo ~tudìo delle peculiarità n ei singoli casi. Mentre egli loda il trattamen to al hagno, purla con ris petto dei medicinali antipirettici. F . S.

RI~STA Dl T~SSICOWGIA E MEDICINALEGALE - - -::::-::--Dell'a.vveleu~mento col snbUma.to corrosivo usato come

antisettico. - Bt:Tn.. - (.4nnales d' Ilyyiène, 1887). L'autore ha fallo degli studi sull'avYeleuamento che può essere del<>rminalo dllll·u~o nella laYaturn di piaghe o ai di· sinfez.toni di cavilil, ba!'>andosi l-;Opra YCnli t!&Si di dello uv >elenamento c.on esito mortale. l sintomi os~et'\'ali consistettero in una violenta enterite disseull!rilorme, accompagnata n nausee, vonùli ed a lbuminut•ia . Gli ammalali pt·ovarono dapprima un senso di $pos· salezza 8 r insonnia, poscia a questo slsto fece seguito la sonnolenza e là prosli'Ozione. È runarche,ole il fallo che, nè la sali\'tnionc, ne la stomatite furono mai osservate, contrariamente a quello che s ì vflrificu nell"aV\'elt>muncnto per in~estione ~tomacale. L ·sioni rmatomiclw. -L' inlo:stino crasso ed i reni ~ono gli ot'L:ani in cui hanno luogo 1~ princ1pali altet·azioni. Le lesioni intestinali sono localizzate al colon e ra ramente ollt'eJ•a:-:sano in alto la ''alvola ileo-cecale. La muco!':a · mollo iper<'mizzatn e può presentare Jelle estese nlccrazwni "On margini netti poco profonili ner modo da no1 int< res!'are cl1e lo !:>t.ato ep1t~liale della mucosa. l retti presentano le altf·raz:oni della n fritP p81'enchimato;;a acuta; ma eli più m molti l'asi si po::;«onn trova L'è nei


1\lr!ST.\ DI TOSSICOLOGIA E llEDTCl!.'iA LEGALE

13i:7

canalicoli abbonJanli depositi di mas..::e amorfe costituite da ossalato di calce che, allorquando esistono sembrano e:::ser e caralleri~liche di quesla foemo. di avvelenamento. Questo studio mette magt:tiOt·mente in rilievo la differenza spiccatì::;!>ima dci sintomi c,J.elr intossicazione mercuriale secondo che il Yeleno è assorhilo dalle vie digerenti, dalla superficie cutanea (rrizioni mercuriali), dalle vie r espiratorie, oppure dalle soluzioni di continuità dei tessuti.

Un oa.so di avvelenamento da toduro dl potassio. ( The Lan.cet. ollobrc 1886). Il caso è improntalo al Berliner /;.linik. Woc:hensehr(tt, il doLL. \Yoll di Gorizia. 1l caso t'· intere,..santc, comeché lo si riguardt quale un esempto emruenlemr.nte rimarcltevole eli quella individuale peculiadlà cl. i amalo idio:::incra~i.~. :'\el nostro spe..:iale caso la quanlilù ùdla droga in<:erita non era mag;:;ior-e di tre cucchiat da lavola dJ una l!oluzione al 3 •;. in circa 3G ore, o la purili.l del me_icinale fu pt·o·vata dalla anobi chimica. .Ma la suscelti· vilà dell'individuo era talmente squisita che dopo cit·ca otto giorni ne ebbe una fu!ule conseguenza, attribuibile con ogni rngiono nlr uso tli quel medicamenti . Il pazienLe sonrn·a coutemporancamenle, e cit·ca da Lre mesi, di infeJ'mibà. subacute del rene e di ipertrolìa cardiaca, contingenze delle c,uali ~i deve tenere ragione nell'~:~pprezzare la idiosincrasia. Dopo la ammioi.-;lr·azione di fJUotlt•o cucchiai da tavola dello. o:;mmominata ::<< luzio'lc il volto si fe' gonfio e si cop1·ì di ustole, di p~pu le e di bolle o, venti.-.unllro ore dopo, simili c ruzioni si manirestaron.J nelle mucoc::.e della bocca, del faringe e d"l •·anale alimentare. Alla svspcnsione del riraeòw non apparve migliorawenlo, c cadulo in uno "lato Jl collns$o, l'inlormo in otto giorni >en~ac a rnox·te. r. S. n~'l quale gìornale ne l"iìerì


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RIVISTA Dl TE~~ICA ESERYiliOMEDILOMILITARE Relazione sa.nltarla angli Eserciti Germa.nioi nella guerra contro la Francia. del 1870-71. (Sanitiils -Bericht ilber die Deutsclten HtJere im Krie{le gegen Frankreich 1870-71). (Continuazione).

igieniche e disposi;;ioni presso i principali accantonamenti eli lunga durata.

Condi~ioni

1. Into rno a Melr.

L'esercito destinato alfassedio di Met-.z, dopo tre micidiali battaglie. il 19 agosto circondò la fortrzza e la tenne chiusa sino al27 ottobre. Nel suolo stesso, sul quale l'eserci to restò per lungo tempo, dovette seppellire i cadaveri dei propri caduti e di quelli dell'eser·cito nemico e sotterrare una parte dci cadaveri dei cavalli morti; un'altra par te dei cadaveri degli animali rimasti insepolli riempirono l'aria con gas di putrefazione. Gli animali uccisi sul campo di battaglia, gli escrementi coperti ed altre inevitabili irmnondezz~ contagiarono i1 campo del bivacco e sparsero nell"aria i prodotti della loro putrefazione. Un autunno piovoso Lr•as Cormò per ogni dove lo sconvollo terreno in un mare di melma e tolse la ter ra dai Lumuli. Dopo lt'e settimane di marcia ed accaniti combattimenti nel faticoso servizio di avamposti, alle esauste truppe la della sla· gione inzuppò le vestimcnta e colmò di acqua le tombe degli uccisi combattendo. Anche l'acqua potabile ru contaminata dalle sostanze in putrefazione contenute nel suolo. Contro tali pericolosi nemici, minaccianti la vita e la saluta dell'esercito, rurono volle tutte le cure del comando ge nerale, del corpo sanitario e dell'amministrazione, come al còmpUo più difficile che ebbe a disimpegnarsi per tutta la durata dell'assedio.


RIVISTA DI TECXICA E SSRVIZIO YEDlCO MiLITARE

134.9

l villaggi, che si tro...-avano in vicinanza della fortezza, erano stati in generale r ovinati dalle battaglie ed in gran parte abbandonali dagli abitanti. Negli edifici ancor·a utilizzabili furono istituiti numerosi ospedali, ove furono curati i feriti gravi avuti nelle tre graU!ii battaglie. Anche colla ripar tizione delle truppe sopra una grande estensione potè solamente una piccolissima parte essere m es~a al coperto; la maggiop parte fu impiegala nel grave set•vizio d'òvamposti, mentre alla rimanente fu affidato l'incarico di costrurre capanne e gi\1rnalmenLe di miglior•arle. I malel'iali da impiegarsi nella costruzione di esse ful'ono solamente foglie e rami, che potevano aversi in ogni luogo. All'incontr'> per tale scopo non poterono trovare a pplicazione le provviste di p:~glia. Di grande soccorso furono qui o altrove le tende francesi, in considerevole numero, tolle ol nemico. Verso la fine d'agosto iJ comando super·iore ordinò per requisizione la pr·ovvista di tela occorrente per la coper tura delle capanne di t•ami e la costruzione di baracche stabili per mezzo del genio. Le Lr uppe alternarono inollre per quonto fu possibile ogni tre giorni (in appr esso ogni due giorni) fra il bi,·acco e l'accantonamento. Al principio di settembt•e com.inciò una violentA pioggia, che continuò senza interruzione per settimane, contro la quale le capanne di rami fino allora costrutte non offri\'ano un uli le riparo. Inoltre le vie nell'interno del campo per il profondo loto divennero così difficili, che fu necessario un trasferimento di residenza. Intanto il comando superiore accelerò per quanto gli fu possibile la costruzione delle baracche; furono a tale scopo requisite tavole; la rena grossa della ~losella set·vi pel consolidamento del terreno e quale cemento. Inollre il comando superiore stesso fece requisire tavole per l'esercito in Lulla la Lorena c ne pose tos to a. disposizione un cer to numero pei riparti di truppe. Le baracchs furono coperte e prov,•iste di stufe di ferr o. L'igiene tanto nei villaggi come nelle loro circostanze abbisognava urgentemen te di miglioramento. Vicino ai quat·tieri rigurgitaoti di uomini s i trovavano le case r•ipiene di fe rili e maiali. Strade, giardini, prali e vigneti erano imbrat-


1350

Ul\"'ST\. DI TECMCA.

lati da escrf'menli uma ni , poiché, fa,tla astt·azione dagli stessi abitanti, si ave\'ano sul luogo o nelle vicinanze circa 3.'l0000 uomini. Jnollre inrestavnoo il luogo le esalazioni ùelle ~ombe, i cadaveri degli animali in~cpolti P il numer o s.traordinal"io di bovi, castrati e cavalli abballuli pelnult·imento d· ll'('"'ercito. P er modificare queste condizioni occot·reva in p rimo luogo evitare i prolungati distaccamenti. Solo col frequent~ allernar"'i degli acc.antonamenll e deg-li acrampamerHi pot~"'·ano eflelluarsi le disinfezioni e le necessarie neltezze. Quando le ùis~enterie si propagar ono in gran numero ed in forma Ppidemica, Ol'liin 6 il comando superiore uno sgombero ;::-enerQ)e dei campi di baltagho, coll'abbruciamenlo di tulli gli utensili non p1u utilizzabili. I tumuli, che et+a.no slali guastah dalle pio~gie, furono rimossi clttlle vicinanze delle truppe acrampate, e lra."'portali in luoghi cmlVenieuti. Per evitare il so· verchio accumulo nelle ea~e dei vtllaggi, dur anlo raccanlonamento, ai ogni casa fu asse~oato il il suo contingente e ru chiaramente indicato il numero ,ruomini che putevu accogliere. P er evitate incendi, dovevano le lruppP. cucinare all'apet·to. Furono mandate da Renull y e Ponl ti MoU!>!"OD provviste di meni tli disinfezione per le case. Le circo~>tanze òelie case, dei giat-.lini, dei ''igneli, furono in vigilate da pattuglie pel seppellimento di Lulti gii escremeuti e dd m orti. L('llatriu~ l'l'ano invigilatc dai medici; in determinati luoghi lontani dalla case furOJro i~tiluile latrine cou giornnJiero inlal'ramenLo degli e~<cNnwnti.

Vf.:lr~o la fine rli seLtembr·e ru eseguita, per ordinH ùel comando superiore, una nuo,·a ripuhlura~encrale di tutti i qnartieri: a tul'uopo le truppe dovettero sgonJbrarli per un giot·no intiet·o.In principio di ottobre fu aflldaln la vi~ilnnza snlla nettezza dci quartieri a1 ogni s:n !!O lo comun lo superi o t'e rJ$pelli vo tjualo pol'licolare riaver e. Iu alcuni reg"gimen·ti fu elclls uutt commissione sanHaz·ia, la 'Iualc iu"!~ilava sullo slnto ig:enico dei quartieri, o doveva pz·ecipuamentl! pronedl!l'e nll'arnmattonamenlo, all'allontunamculo d.egli escrt'ali o ùegli e»m·emen•i. eù alla nettezza dellll case. Tunto nei qu~rliet'l come n ei deposi li degli nmmalati non poh:n ano essere rJUnili molati

..


E SER\'IZIO JIEDJCO MILlTAJlE

13:j l

di dissenteria o di tifo, questi ultimi dove,•ano essere lo!>LO mandati agli ospedali. l n La l modo a poco a poco foro no le malattiP semplici separate da quelle epidemiche. Ogni nuova malatlia c un flusso Ji veal•·e c1ovcva to:-lo e.s~er portata a co-

noscenza del medico. Non fu poSP.lùile mi t.::liorR r e l'acqua della Moc;eJia in m odo da t·enderla pott~bile roi pozzi abissinef;i, fu perciò neccssurio cii far bollire l'acqua per bevanda e mitigarla con l'aggiunta

di ~piritocoi. Le condizioni sanilbrie delle ltuppe migliorarono consj lerevolnlenle in base alle norme i!:ienicue <oul vestiario e ><ul vitto. Collu rc~a di Melz rrt>hbei'O nuovi pf'l'icoli per le truppe tedP;:che. Nelle Lruppo asMd1ate, oltre il tiro e la dtssPntet·ia, si era !'vJ!uppato pure il vaiuolo. Per e,•itara cho le tr uppe ted~cho fosc;ero invase da nuove epidemie, l'i creò unn commic:<>ione c:anilnria, la !filale ~Lu liac.:<>e le condi~toni ~tutital'ie di tutti ali ospedali Ji ::\letz et! ill\ igilu-.se olln di<:infezione dei IJUartieri e tlellu altru abttazioni :::gomberatc dalle truppe. 2. lnnan:;i a SlraNlill r qo. Molto mi:.diori lurono )l'! con liz•.. ··• L ·eni ~'O·"anilarie clel-

r ..... ,,.cilo che ati· ..,e nH'nsseùio di Stra~burgo. Dopochè le lrupp" obbt>ro terminato le lot·,, opera.doni ù'assodio, fu in tal modo r<.!golalo il loro <:ervizio, che solamente le h'u}'pe nddelte ai lav•Jl'i do!'miron•l n ciel sPreno. mentre le resumL1 truppe d'as.. ctlio furono &P-cantonale ed Alloggillte nei ,·iJlag~i. E naturale che le l cahl') più vicina nllo cmtn d'assedio erano più fornite di uomini·· lalora rigurgitauti. In generale furono le

abitrtzioni buonissime. Da parte del coma11lo ::-upet·iorc si li' olst> o~:ni cura al vestiariO uù al vitto. furono or.linaln di.,li'Jbuziom di caffù o tli acquav1te, furono proihile le ùev11nJc dt frulla, fu orùiuuta la dismtez10ne dt~lle htll'tn~ t'l cit-i campt tlì battaglia. U ( orpo d'ac;o..edto t;orlè buona ., alule: liro e dts"enleria furono rclath nmenle rari: il Yaiuolo propagato in alcuui ca~i dagJ: alilanti alle h·uppc r e"6 necessar1a la rivRccinazioue, la

quale scong-iurò un'ullerior e diffusione.


RIHST.\ DI ll::L~JC.\.

3. Innan:i a Pariyi. Oopochè fu compiuto il W ~etlembrr· l'assedio cn P arigi rc r par ledct II I corpo o della :vfaas-Armre, ricevolleJ'O i g ra ndi ripa rti di truppe (cot·pi d'es'!rcitn, divi~ioni) un lrallo di te rr~no. ove t·esto rono. con poche ccct!zioui, sino ai prclimi••ari di pace. Si accampat·ono le lr·uppe nei più grondi e r icchi viiJag~i e nelle ville delle circo~tan:ze di Parigi. Alcuno ·li que"te località erano s tate abbandonalo da~li abitanti. Molle cnc:e abbandouate ~>rano sLale g•n abilttle e devastate dalle tr uppe nem iche. Nella prima cet•chia dell'ac:sedio fu n~essario io princ1pio un rÌ!!Orùsissimo t<Cr\•izio d'avamposti. una gr•an parte delle truppe doveUero pcr·ciò vivere all'a~rto ; in apprec:so si ft•ce uso dell~ tenoJe francesi per riparo; ~~1 in ollflbre P·~J· que"le lruppe 8i ei•essc•·o ba1·acche di lt:~no ed in in ''orno si coc:tru~ ­ sero capanno di terra, come p. e~. a PonL l bloo, Gone"c:e, Ch:'· tillon ed in allr i luo~hi . Poichè in alcuni punli tlra n"C"'~"Bt'itl una c-rand~ cooccntJ•azione delle truppe, dovt!llero h• truppe stego;e r;;ogr.riorunra in ambienti poco bene aereali. Il servizio d'avamposti c;'allernava in determinalo tu r no fra i riparti di lt•uppe (bt•igate, ecc.); un numero di riparti di LruJ·PC, specialmente di fanteria, et·n in continuo movimento per tidLi Cambiamenti 6 perciò in COildiziOnÌ peggiOri, 111 genet•aJA. (!elle truppe che re!'tavano a p~.:rmanenza accampALe. Que:::le nltime et•ano abbastanza numero~o e circo~cr•lle, co:::icchò ;>J'a facile d'in vigilare :oulla loro oellezza P "Ulloro ordinamento. X e1 luo~hi dt accantonamento rice\'ellero t ripat·li di truppe (batta;;lioni, compa;:tnie, ecc.) pct· truanlo fu po!=sibil<> t•iuuioni di case opet'lè o di strade. U omini di tr uppa arlieri, quali vetrai, spazzacamini, mu 1·a · tori, !->Lr ''igliot, ecr., furono impiezoti pel miglioramentn e manlerimento c.lelle ca<>e. Durante I'O""Cdio resern ottimo o;er\'igio alle truppe i mobili e mat.era:::::oi "upel'flut. che 'li trovarono nella massirnn porte dei Juog-lli i11 vicinanza di Pat i~i. Quando cominciò l'invet·no potel·ono mohi grandi ambienti,


E SER\'IZIO lfEDICO ]fiU TAR E

1353

che o c abbio::ogna vano, esser e r i.::caJ.Iati 1nediante stufe eli por cellana e di ferro nero trovate nei grand1 magazlcni. .-\nciH• nei locali copel'h Jegli a'çamposti (ca<:emalle) si tenlò eli collocare piccole slufc di fer ro, le quali luttav1a di rado furono accesP. Solamente pochi ripa l'li d i truppa con quartieri sta h ili in luoghi posli più indiolt·o pote rono e1·igere proprie cucine con grondi focola ri per la preparazione del villo 10 cvmWle. Per re~ola si cucinò il raoc1o o nei camini dei quartieri, ulilizzaudo ~li utensili trovati, o mollo più frequentemente all'aperto in semplici CUC'ioe da campo. l cadaveri dei caduti sul campo erano sepolti m luoghi lontani. Jn alcuni luoghi di accantonamento ru ordinato d'invi~.tilare sull'ordine necessa rio o sulla nettezza delle straJe e piazze, come sull'ispezione dei pozzi dei comandi di piazza. Helath·amente al mantenimento di fJUes li quarlier1 o alla conoervozione della nellezz:a nei meùesimi, fino dal 2:! settembre 18~0, si erano en.anale ri~ot•ose nor me, che nel decor:)o dolrossedto fm·ono richiamate in vigo1·e c completate. N el •·ilOI'no a~li a ccantonamenti si fecero prima l(t uecessar.e r1parazioui ai local1 da occuparsi me.liaole irnbionrulw·o, riparaziOni ed nboliz1oni di latrine vicine, come pu1·e cotla ri· mot.ione della immondezza u...isLenle; si er~>.ssero latrin<' e :>i scavarono le oecesc:arie tombe. La consel'\·azione di tutte Le cose necessarie, principalmt>nle la conservazione ùei condotti d'ac•tua c dei pozzi fu caldamente raccomandata; gli ultimi erano ptu·e, al Ct>mlnciare della stag1one invernale, da tenere immuni dal r:htaccio. Una rommis'lione permanente di ufficiali e med1ci invigìJava e provvl:'dcva alla nettuua , nll'aeN•at.ione, alla rinno"a· zionè della pa~lia, allo stato dtllle latrine, alledi ... inf~ziOIIi, ecc. l qunrlie1·i in cui ~i erano manifestati casi di disseoll'ria e Lifo, si ~ombrarono e non si riab1Larono se non 'luanJo colle resLaut•azioni e colle disinfezioni ~i potò acqutslare cer tezza che i ~e rm1 inretlivi erano stati distrutti. Gran1le vigilsnz:a si esercitò pure sui pozzi, e quelli in cui }"acqua ùifellava di '}Uolila potabili furono chiu~i.


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RJYJSTA. Dl TECNiCA

SEZJO~E SECOND.\.. SERVIZIO SAJ'\ITARIO IX BATTAGLIA.

Il persona le e il materiale sanitario assegnato ri~petliva­ menle alle truppe soddisfece al più necessario servizio sanitario, anche ai più piccoli riparti di truppa combattenti, durante la mischia. L'istr·uzione sanitaria di campo del1869 prescrive,·a che le grandi formazioni sanitarie (sezioni di sanità, ospedali da campo e di guer•ra) rimanessero pronte pel definitivo soccorso, e che il primo soccorso u piccoli r iparti ili truppe combatlenti fosse apprestato dal loro stesso pe rsonale sanitario. Secondo il paragrafo 6 dell'Istr uzione, doveva soltanto la metà dei medici e degli aiutanti d'ospedale se~uire le truppe durante il combatlimen lo, mentre l'altra metà dove,·a provvedere alle prime medicalure d'ur genza ed al servizio rispellÌ\'O. La ripartizione del per sonale secondo queste nonne aveva luogo mediante il comandante di truppe. Se in un comballimenlo s i spiegavano maggiori forze, si riunivano i medici rispettivi e gli aiutanti d'ospedale che dovevano accompagnare le truppe, noncùc quelli che dovevano trovarsi al posto di medicatura. Se il combattimento !'li S\'Olgeva con tale rapidila che una concenlra7.iOn~> ti personale per causa dei roolleplici ferili nell'interno del battaglion~, non sarebbe riuscita pr oficua, allora non si istituiva un posto di medicalura d'ut·genza, m n si ripartivano le forze me:Jiche in modo da polor soccorrere, conLempol'aneamente in p11'1 runli, i ferili. Se nelle lr·uppe era presente un !'lolo medico. allora sorgt:\'8 il dilemma se sarebbe stato più utile elle egli avesse adempiuto il suo ser...-izio in prima linea per animara i combatt•. nti, o dielr•o la linea stessa, ove ropera sua coadiuvata èa as~i ­ slenli pole\'ll riuscire più proficua. La scella restava affidata a!l'a:>sennatezza del comandante di truppe. Tale s celtA, Lau to relaltva al po~to del medico, come alla permanenza di el"so


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E SERVIZIO MEDICO MIUTARE

nelle truppe, fu. il più delle volte determinala dalla benefica influenza che esercilava sul morale delle tr~ppe il medico che le accompagnava, cosiccbè avvenne che i medici di alcuni reggimenLi durante finliero 1>-eriodo della guerra non furono giammai riuniti jn un posto di medicatura, nè furono adùetti ad·J.llcuna sezione di sanit.a. Il personale sanitario ed il materiale esistente presso le truppe erano ordinali allo scopo di mitigare i dolori, di adagiare nel modo piu conveniente possibile i feriti suUe bare!.le ed eventualmente di frenare gravi emorragie. I l còmpito principale era di mandare ad effetlo il trasporto di feriti al posto di rnedicatura e di peocarare che avvenisse senza danno e senza dolore. Nella cavalleria il s ervizio del personale sanitario addetto aì ripartì di Lruppa fu modificato in molle circostanze per la specialit.A dell'arma. In generale fecero ùifetto il personale sanitario ed i mezzi di trasporto. I feriti, per lo più, dopo la prima medicatura, iurono afUdati ai lneùici di fanteria, poicuè i medici di cav-alleria assai raramente fu rono }n grado di provvedere all'ulteriore traLtamen to curali vo dei feriti. In circostanz~ ~gualmente difficili si lròvò il personale sanitario addetto all'artiglieria ù1 càmpagna. Se avanzavano le batterie sollecilamenle, restavano indietro le casse in cui era contenuto il maleriale sanitario. Eppure spesso dovevano i medici IA ~apprestare l'opera loro J'urgenza per riparare alle lesioni cagionate da schegg:e di bomba, ecc. " P osto di medicatu'I'a per le truppe o di necessità" si chiama quel luogo scelto dal comandante di truppe, e dal medico più elevalo in grado> in eu i devono essere riuniti i ferili. Relativamente alla sua sede fu Lleterminato che dovesse trovarsi non lontano - in generale fuori del Liro di fanteria - dietro la linea di combaLtime nt'>, ove poLessero sollecitamente essere i feriti trasportati. Anche la riflessione ::;ul ser vizio dei porlafertti determinò a collqcare il poslo ili medica tura Mila maggtore vicinanza poss1bile alla linea di combattimento. Fu perciò necessario dì trasporlaelo in avanti coll'a-vanzar delle truppe. Del resto per ia scelta e pel fun zionamento si seguirono le stesse norme del posto principale di medicatura.


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RIVISTA DI '.fEC~ICA

Il trasporto dei ferili al posto di medica tura ftteseguilo mediante gli aiuti-porlaferili dello truppe (porta ferili presso l'esercito bavarese, soldati di sanità wiil'ltemberghesi), su bar elle che lrova.vansi nei carri medicinali. Sul cominciare della battaglia gli aiutanti po1•taferiti uscivano dalle file della compaA"nia, 16 per battaglione, e sot,lo la sorveglianza di un sottuffìciale a ciò comandalo, dovevano eseguire gli ordini dei medici e degli a iutanti d'ospedale. Se il numero sopra riferito non era bastevole, allora il coma ndante concedeva altri uomini di truppa per tale servizio. Gli aiutanti portafer ili continua,·ano in servizio sino a notte pr ofonda, per cominciare di nuovo ai primi albori del mattino. Trasportati tutti i feriti al posto di m edicalura, cessava ogni ulteriore servizio sanitario degli aiula~ti portaferiti. Il modo e l'estensione del soccorso, chs poteva essere prestato ai posti di medicatura, dipendeva da spèciali circostanze. Sventolava la bandiera che indicava il posto di medicatura quasi sempre - in campo aperto, cosicché divenne necessario, almeno per i fer ili più gravi, di trovare, specialmente nella r igida stagione invernale, od in casi di dirotta pioggia, un pronto mezzo di trasporto per fa rli ricoverare sollecitamente al prossimo ospedale da campo. Altre restrizioni furono imposte dal !imitalo allestimento del materiale sanitario assolutamente necessa1·io, avuto r iguardo alla mobililà delle truppe. La misura del soccorso operativo, che si app1·esta.va nel posto di medicatura, eL·a principalmente regolata dalla esistenza o non di un vicino posto di meJicatura. In quest'ultimo cnso e1·aoo eseguite amputazioni di m embra disorganizzate du gr ossi proielli11 ed altre grtmdi operazioni di urgenza che non ammellono dilazioni di sorta, come pure e&lrazioni Ji pl'oiellili, di corpi estranei o di schegge ossee mobili, da cui potevano temer si pericoli per le parli vicine. Del resto vicino al luogo di medict~lura dei feriti trovavansi pronti i mezzi di ll·asporto ad un ospedale Ja campo col personale rispetti vo. In tutti i ~randi combattimenti trovavansi presenti le sezioni di sani la, cui spellava d1sporre i posti principali di medicalura. Dipendeva poi dal parere del comandante di divisione


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E SF.RVlZlO MEDICO MiLITARE

·1357

il giudica1·e sè i posti di medica tura delle truppe giù erelti do-

vessero rimanere oppure trasferirsi al posLo principale di medicatura. La estensione della linea di battaglia in generale serviva di not·ma per emettere il giudizio. Se il poslo di medicatura d'urgenza era abolilo, i medici di truppa e gli aiutanLi d'9spedale si recavano al posto principale di medicatura, per aiutare la il personale della sezione di sanità. Nelle grandi battaglie, durante le quali entravano in azione sul campo di battaglia anche gli ospedali da campo, i medici di truppa erano assegnati anche in soccorso di queste formazioni . Ma restò sempre ai medici di truppa, quando fu loro ordinato di lasciare il posto di medJCatura, in primo luogo la cura pel conveniente e comodo trasporto dei feriti o verso il prossimo posto principale di medicatura, od un ospedale, In vidu della leggerezza e della mobilità degli ospedali da campo, i quali non di rado poterono essere eretti nelle case ste~se allora allora abbandonale dal nemico, si poleltero spesso risparmiare ai feriti penosi t1·asport.i o considerevolmente accorciarli. Ma queste favorevoli circostanze poterono solamente aver luogo, quando n elia ba !..taglia avevano preso parte grandi riparti di truppe. In quei combattimenti in cui presero parLe le sezioni ùi :sanità, quéste ebbero il còtnpito di mandare i feriti negli osp.e dalì. Ma se i medici di truppa solamente entravano in azione, allora nasceva la necessità di portarsi dietro i ferili, poichè le truppe non possedevano carri convenienti pel trasporto degli ammalati, e ciò cagionava loro qualche imbarazzo, specialmente nei mesi d'inverno e lontano dalle grantli linee di tappe. I feriti non trasportabili erano possibilmente lasciati in cura sul luogo, nelle case o nei villaggi. Era necessado in tali casi al riparto di truppa di lasciare ai feriti una scorta, non di rado anche il personale d'assistenza, se non poteva convincersi cP,e la consegna del f~rito al comando del luogo si sarebbe esegQ.ita subito mediante avviso del prossimo comando di tappa.


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IUVJST.\ Dl TEC;{JC.>\.

CAPITOLO TEHZO. Norme iglenich& generali.

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1. Vestiario ed equipaggiamento delle truppe.

La campagna che l'li protrasse per tulle le stagioni del truppe, in particolar e quelli delle truppe a piedi, per le diutut·no marcitl e 1 er i numerosi bivacchi in tempi in parle non favL re"oli, a prova straordinariamont.a. dura, a eui tuttavia il vestiArio è J'e•ruipa~giamento di tutti i Mntinf:enti in generale rurono confermati IJUali corrispondenti allo scopo. Il fr eddo·umido autunno ed il rigido mveruo, Juraute i quali le operazioni conlinut~rono il lot·o non interrotto progresso, l!o,.trinsero per tanto anche rispetto al YestiaJ'IO a particolal'i mi:·-ure, ed a provvedimenti non contemplati dagli articoli regolamenlat•i. Tndubil.a.llilmeulo importante ru per la salute delle lruppe la dt'-'posizione che ogni uomo fosse provvisto di un panciotto l'~nno pose il \estiarlo e l'acruipag~i amento dtdle

d. 'anella. I A camicie dj lino o di colone e le mutande forroat~> di fori~ sl<•lia di colone nou imbiancato, con cui le truppe {uroJJO arredate entrando in campagna, furono a poco a poco sos' ti!ll me,Uante rifornimenti. requisizionj, od ofterto con omc~en ee peue di stolTe di lan:\. come pur-e le p.:zzuolfl pei piedt con peJuli di lano. e calze di colont•. Oisgraziutam :nte i pcduli dt laua si mo!:òlrarono poco ulili relali\'amenta a rlur·ata. U1~a 'IW:mtiln di camicie di Jana, provenienti l:mlo dalle rifonùte, qu~tnlo rlall' ·darJilc, confezionnle con sto11e non ÌlllJ!Ilule, s i r~Lrin<~ero per l'uroidita .11ino ad un terzo della nri::illaria grnndena o di"ennero perciò inse1•vibili pe1· l'ultcr•iorc uso. Il manteJIO eccellente it. sè, " eagiont. delia «un eorlez~a non procaèciò alle truppe nel biYacco una copertura l!ufll·

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E ~ER\ 1/.10 31Entf.O :V:fi.IT \IlE

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cìenle. Si provvidero perA dapprima coppt·te di lana per le lrupp·~ assedl!mli e3 in llf pres.-o ·1 e:::te'-'e rtuesta di:: I r ,izione per •ruanlo ru pos~tbilc. In alcuni cnrpi 1rarma•n fu conces~o di a<inllare le coper·Le cnn un la~li,l in mo "' che l'uomo !':1! le polf'~se avYOII!E're allorno aJ corpo a guisa c.Ji mantello, nwnlre egli r o leva intr· Jurre lo testa nel U\.;110. Pcr gli avamposti furono cli~triLuil•' fln clnll'ottobrc pelli di pec9ra seccato.•\nelle le pelli doi ra~lrali c delle pccoru ma· celiali Jl&r le lrupt · -lo\ellero e•s<:-re a!lopcralc in por• · per foth;rare i m{wlelli in Jlat·le per In fubbJ·icazione delle ramiscinle fodera e dt pelliccia. In verità ru~o d·· 'e r-elli dt per-ora fu t~••compagnoto da alcuni inconvt!nienli. Siccome ~e:.so non erar• · compl~·!amenle cevrc clt le..<>-.uli ,ott• -utanei c non f'olerono ec;sero a:::ciugale clw in frelw. cosi ,,iJupparono un mol·~~:;lo odore• e 10rnirono pi!P lo "'·iluppo ,nn,eili rw•le~IJ un nn·o:·evole nido. Pt'raltro fu distrihuit~ anche Ullll •Jllltlllilil dr p1-11Ii già confezionale, primo di lutto per i po"' l' Jclle ,.entmelle avan.talc nell'eFcr·cilo che assediava Pal'igi. Ottimi ::;crvi!:i re'-ero, clopo i pnra orecchi, i nuo"i maulelli con fPzionati cnn para-rwecch i, <·h c potc,·o 10 t~ l : otlonars• aJ lJaH•r·o del rnnntello, Cl me put·u pobini c guanLi ùi ùi"ersa ~pet'iP., giunli to::to in g randi quonllll•. Eccellenti t·ipal'l coutr·o il ft·• ddo rlurAHte lo mnrcic in no· vcmbro si oltcnuero flnaimenro tla!le gt•anrh provvi•<io,ni dt "OJ ravve!;Oti di I~Jna (\V, llhlou<= n),dcslinat pet·le g-uurdu: mobili. trp,nte nm m .. gazzim rranc i. Nn\lll-almen te fu nec ~ari o n cl cuot o dell'in' erno di p r!.llr dilllln fra gli og;:.rP.ttl 1i 'e.«tinrio n nelle i cAlzar• d~lln funtnl'ia. l • LJ'nppe di 'luest' sp..,eio ù'ermi eruno neJ contm~enli ùelle truppe del ~c>nio luord ilello r:er~t~arna ;.:;cnet1!lmento prov"i"le dt 1111 poio dt lu 1~1 i 11\nlt, dt> .;iun;~\fwo Fino qna i a melu dclln gomlm, n l urm "Uola, r'oruili di tnccbi ferrab guarnili di chio~t. mo rs 111 parte di un .-erondo palo di CO!'ll "Livttli 1 m pat·te - ira lu Hl! di qu li - di un paio di

n

scm·pc.

Fu o dal prineipto dellr

pcrazi ni. duranle 1 lung-hi lra-

l'<Jil r tr rerrovtarì c !•! m oree Ili! l r l.lf!gio d1 concentra:done delle


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111\'l~lA DI

TRC:o!IC.\

armate, si manifest,·, un inconveniente. Durante la mobililuzione le truppe che dovevano entrare in campaf:!OS~ erano state provvedute di oggetti di vestiario completamente nuovi ùu provviste conservate nei depo~ili per lutto l'~c:err.ito da moblliltu·c:i. Xonostanle le regolari 1~pezioni di tutti gli oggetl1, eseguile di tempo in tempo, gli stivali distribuili alle truppe erano r•masli per lungo tempo nei dPposilt e pert'i<J erano divenuti duri. P er lA subitanea mobilitazione delle truppe non c,i ebbe, in ogn1 luogo, tempo sufficiente per· rivedere e render· più molli medianLe ing•·assamento gli slivall, par lìcolarmente quelli delle truppe di ril-'e1·va. Con cic'> si ~nùe in parto ragione di quel numero straordinario d1 maiaLi ai piedi, che ricover arono negli ospedali nella prima settimanu successiva alla mobilitazione. Le scarpe si dimostrarono men o adatte degli stivali a gambale corto, poichè in esse facilmente penetravano sudiciume, .sabbia e sassolini, e poiché il soldato non aveva ~empre il snodo di poterli allontanare, ne originavano feritP., o flilLene od inRammozioni. Anche le scarpe di ricambio con allacciature, che si riscontrarono nelle truppe bavarc<>i a piedi, corrispo,..ero l>en poco allo scopo. Il tomaio era ruvido eJ in seguito a pioggia od a calore del solo divenne duro; la chiusura <>ul dorso del piede od al ginocchiello fu lro vola difettosa. Da ciò ebbe origino, massime quando durante la pioggia furono sovr ap· poste le uose alle !>carpe, la pressione della dura cucitura tanto ui malleoli e al calcagno, 'tuanlo in quei luoghi della gamba m cui le coregge erano fermate dalle fibbie. Questi difetti produssero artche nel contingente bavarese un gr an numero di malati ai piedi, che nella prima sellimana cagionò una conc:;iderevole duninuzione di uomini nello truppe. Gli stivali a lungo gambale non caftionarono simili incon· ·venienll; essi corri!'tposero molto mef!liO in generale ai requisiti t"ichiesti da una buona calzatura per la fantet•ia sotto il rapporto igienico e durarono pure più lungamente. Protr·attasi la guerra nella stagione invernale e dovendo le truppe - come sulla Loira - ec:eguire lunghe marcia in mezzo a costante umidità e profonda mota, oppure -intorno

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E SER\'lZTO .lf &DICO illLITARE

136 1

a fot·lezze assedialo - dovendo rimru1ere noli e umide trincee, od eseguire mucie forzate pe1· respingere i nemici, come pure nei rapidi avanzamenti degli eserciLi, non poLeudost ulilizMre lt! fel'rovie percbè in parte distru~te, ed in partP per altri motivi, lu calzatura si ridusse in stato difettosissimo. Il c uoio ~i ammolll intiet·ameute per la lunga mancanza di buona iogras~atura, per r egolare eseguimenlo delle necessarle riparazioni, mancò f1•equentemeule tempo e materiale, le r e.-,u:sizioni di calzalurt! non ebbero alcun esito. Cosi avvenne elle le tru ppe sì pcovvid,ero di zoccoli, avvolsero con pagJiu o pelli i piet.li e li lèrmarono con Jègal!ci oppur e usat·ono scarpe dei soJd11Li Jrancesi, le quali, percù& assai spe.:;su lroppo piccole, t•endevano utili meJianle un· mcisioue sul tomaio. Innanzi a Pal'igi r·esero buouì ~e•·,·rgi u m olti riparti bt.l''flr~::<i scarpe di pe;?lia, che le truppe st•.,sse an'vano mlreccralo. È pure da T10larsi ci.Je l'atlaceamOnlo Ùullt: SUOI~ n1eJiaulB puflle Ji Ollolle r ÌCIJÌCS•! particnlar e t:aUtela, [.IOic!J~ DOU laulo r annuent.e forarono la l'mola di mezzo e penetl'ando nella pdJ.' cagionarono ai pi<ldi dolorose lesiuui. Anche ~li :~ t vaJr con ""emplice suola non sempc·e giovarono a riparare 1 piedi daU' umidw:t e clal di!Xtgio delle viP selciate. Fioa1UJenle i gmubali che non furouo confez one ll <'011 CUOIO fot·l·>, per efle l Lo della continuo. uwi1lilli si popolarouo di pieg!Jo, c.bl! produoovano escorial-ioni. Gl1 altri oggelii di vel"tial'ÌO ful'o!lo rtc<ltlOsciuli in generale rorrisJ•Oild~!uli allo !"COJ>O e rr·~ero soltanto in alcnne pat·lit:olari circo"'lanze neces~Mio l'llllervenlo ùclle prescri· zioui :;.au.ilar·ie. A~!'Si fr eqllenlemenlf' fnr ono risconLra•e- segnalamenle nelhl sLa~ìone esliva - noci\•' influenze igieniche cogionale dalla ciLu.;m-a lt·oppo strella del collarino d~l cappotlo e della crtwoLla. Queslo stringitnento ùel collarino aumentava nell'iofaul•rta, durante le lun~I.Je marc1e. pel porto dello z11ino e pel'ciù per l'aumentalo slirnmeulo del cappotto prodollo dalle coregge delle spalle. Par licolat·e al enziou~ richie~e ncl!'tnfantt>ria anche il porto delle uoee sopra gli stivali> per ~lesse assai adeguate allo

se

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RI\'IST.\ DI TEC~IC..\

scopo. In generale si mostrarono per quesli O:?getli di ve~tiario i calzoni alquanto largùi, per cui, a cagione dell' innormale attortigliamento, trovarono favorevoli condiziooi pel loro sviluppo le escot·iazioni della pelle colle retalh·e conseguenze. Ma anche nel regoEare involgirnento la mul1\nda, il paolalone e le uose colmavano lo spazio dei gambali, ed impedirono perciò in essi la cit·colazione dell'aria e quindi la traspirazione del picùe. Più grave s:otto l'aspetto igienico ru il ripie~o usato da alcuni uomini di truppa di fermare cioò i panlaloni con alcuni giri di fascia, da cui ebbero origine mo:esti dislu1·bi nella circolazione del sangue. Fra gli oggelli di arredamento il piccolo zaino senza sostegni di legno, di cui una gran parte delle troppe della Germania del nord et·a provvista in campagna, non fece buona prova conleo le gravi vicissitudini atmosferiche. Esso si raggrinzò, perché non era sorrelLo da alcun Lelaio di l•·gno, per effetto dell'umidità e prese una fot·ma irl'egolarmente globosa. Il peso principale gravitò ~ul mezzo della schiena; rese difficile la respirazione e stancò presto iJ portatore. Il taset~pane, spesso con tenente una porzione dt pane per tre giorni, compresse col suo peso la spalla sinistra e rese difficile t.slvolt.& la libera respirazione. Per t•imuovere almeno in parte quest'inconveniente, fu disposto che il tascapane fosse in conlatlo colla sommila dello sciabola ed in tal modo allontanalo dall'anca su cui non gravitava più completamente. Altri inconvenienti del lascapane furono relativi alla qualilit della stolfa, che non era impermeabile, ed alla mancanza di tramezzi nell'interno. In conseguenza di ciò gli alimenti con· tenuti nel lallcapane si bagnarono, non di rado si gua::tar ono, il pane specialmente si rammolll, e ru insudiciato ùa altri oggetti (tabacco, pipa, ecc.) e di,·eru~e quindi di cattivo sepore.


E SERVIZfO \f-EOICO 'l ll.J 1.\RK

1363

Il. Alimcnta.ione delle truppe.

.\ . .Modo di ~ettooaoliarnento Ilei d'cersi periodi dellft auerra . .\Ila nutriziono delle truppe, a quesL'essenziale fallo re per la conservazione della saluLe e delle atLrvità umane, fu ri' 'olta la mas~Hma cura, tanto per porte della suprema direzione generale dell'esercito e della ri.;pettiva aul.orità amministrativa, quanto anche per parte dei singoli comandi ùi truppa e dell'ufficio speciale a ciò delegato. In grazia delle molteplici risorse in Francia, ùella ricchezza proclultiva del suo suolo e del non interrotto provveùiment.o succPsstvo dalla patriall•rra, una propria mancanza di alimenti per lungo tempo non ebbe a verificarsi. Passeggeri inconvenienti nel tra'5pot•Lo si manifestarono in laluni casi isolati; anche ùi r.rauo in lralto, speciulm· n le nelle truppe occupate nel blocco e neiJ'a ... ~edto di rorlezze, l'uniformità del nuLrimenlo divenne pesa nte, so non si offri l'opporlunila di poterlo opportunamente variare. Una tale varietà si ollenne qua e lù r.olle speJizioni di oJTerle gt•aluile, le quali arrivarono troppo irregolarmente ed in una ttuantità pure troppo piccola di fronte al reale bisogno, per potere in generale acquistare una reale inlluenza sul veLto\'agliamento dell'esercito. Nelle ma rcie ru in generale il veltovagliament.o - eccettuali i brevi periodi anteriori e posterior•i alle grandi battaglie sufficiente, e nello stesso tempo buonissimo. Non mancò quasi mai la cerne ed il catlé. di rc.do mancò sollanlo •l \'ino, piu spesso aU'inconlro il pane e spedalmenle l'acqua. Nei pr imi giorni di marcia dopo l'ingresso nel territ.orio nemico patirono gli eserciti, che si avanza\'ano, gt•andi privazioni relalivsmenle all'acqua, la quale mancò qua~i completa menle nelle sed• del bi,•acco e vi dovette essere trasporta la da considerevolll distanza, i pozzi nelle locali la vicine erano il più ddle volle prestissim.J vuotati. Gl'inconvenienti inevitabilmente congiunti al trasporto del pane a considere\·oli distanze e le difficoltà provenienti da


13Gi.

ntVIST \ DJ TECl\lC.\

altre catzioni per motlere al sicuro le provviste necc!:lsarie del patte tlovellero essere super ate colrisl1tuzione d1 rorm da campa. che funzionarono pure nelle sedi di tappe. N eli~ marcìe forzalo o negl' impi'OV\'ÌSi cambiamenti ùulln dirt-~zione di marcia, uei quali casi le colonne di sussist~r1za uon sempt·e polerouo subito segUJro le truppe, la cottura del oJ3.11e per pet'le delle truppe fu consideralo quale imporlo.nle Hlezto tli •·i piego. P oi Yeltovaghamento dell'at•mata assediante Metz. in pt·mcipio ese ..!'uirono Je dh11~ioni di ca,·allei'Iii <:opio~e rèqui:>izi<~lli nellclvcfllilà circostanti; in appresso fui·ouo et•etti l_lr>r'!OillH'u~i mt~gazz~ni di lappe con trasporti pel' 1 ~ truppe regolarmc:utu organizzati. Un buono ausilìario pel nutrJmento delle truppe dl•JIIest'at·· mala. spe:'ialmente p•:r cagione dello peste hoYinu ~:>VìlU[;'It· ~.asi in quel !Jerioùo, :.i ebbe llelle conserve eli lesumi ~ Ji c~~t·uc. Graude dif!ìcol tà cagionò il provvedimento d'aequo pol<Jl ilt pd cc:>t'pu d'eserc1lo operante sulla sponda sinistra deiiH ~Io­ ,:olJa. l éo!'Si natut•ali f._ll'ni\·arro COSÌ scarsa qunntita d'acqua, che la ca valle rio. fu cosh'Pltu di percorrere f!'!'undi distunze !•el' abbe\'ei'Ul'<' i cn,·a!li • 1\t uece!>sario organb.zat·e apposiH di~t.accamel1li pd regolnr·e tra!':porto dell'e.cquu. Per •'vilare •:olJit'ioni e faslidt occorsli!SO e!'alle citsposìzr' •i ù~'>ciplmat·J. L'acqua polahile 1! piil clelle volte tori idt:. e lnnaccio~a fu <1epu1·alu, possibilln~>nte, con fì!Lt'i di carbone. Le nutllero":ssime malall; ~, sp~ciaiMente clt tlis-:enleria e di Liro, mallitestatesi intorno a \le~ rc:o::ero nece!'<sai'Ìe norm•l genemli per l'àlimentazione e più particolarmente pc l' rnc.csnlonnmento, il bivacco t: gli aqluipo,ti Fu l'tidòoppialt~ la por~ione d~l cs!Tt;, aumclltata l'Clffeda ,li acquavilc, il vino dis1r buito Ìh base alla [U.OnuLt oHenuln wedir.uto r equisizioni. <li::.tribu•La l'intera porziOne di salci ·ciullo e di callo. contenuta nelle ri:;pellive scatole mPlallic.lN, !!1 oiist!'ibuiLa unu porzione slraord.naJ·ia dì pane otlenuta dn elurgizicmi, in alcuni corpi fu pure fatta unu slraordinuria distribuzione di cit·ca 1-0 grammi di fa1·ms. per uomo al o scopo di preptH·arvi una zoppa calda risto!'atiYa alla sera. L'acqua dn set•\•iJ•e per bevaudù fu bollilo. o corretta con sosta uzo


E SERVIZI O lltlliCO ~lll.ll ARE

1.363

pir1Lo~e; l'u!=:O di frutta soprallullo ed in parLicolaro di !!ruppoli d'uva immnluri fu 8!;"01ulam<.'nle vietalo, 'fUCilO dt pelale fresche sommaml•rtl.e Iimrt.ato, atrincont ro il riso fu ~~>rreJ·al ­ mcnlu rat:comandato eJ o~ercitat.n una rigorosa vicilan:~:a saniler·iu su lulte le ~oslenzo alimeotal'i. Le ll·uppo occupnte nell'ussedio di Belforl ftu•ono do\'ule appr·ovvigionare dut•llJlte la loro per manenza in quel luouo, perché il terreno intor no alla fortezza er·a ::ia !-llato mollo utilizzato dalla guarrugiouo franc~se e le ret]uisrzinni O"~'guite in località anche as"ai lontane non ebbero alcun e.'-ilo. Fllr.tlitazioui ~i ottennero m appro:sso mereè lo grandi provVJ>'!e che si f<'Cèro in Neu Dreisach, di moùo che furono erelti propri fornr e mu····lli da ·ampo nei ~m:.roli riparli 1.h lruppè. ~ono­ ~tent•• il ciho consPrvò uua grnnc.le urllformiln; per lo JHÙ si cnmr Ol:'e Ji carn di lnOTII-:0 Cl>O ri><• '• LP h·uppe l:>efJ l'n no presto ripngnanzn contro rrucsla mt!scolarJZI\ e l<oil'• t·~et•o mu.ti distut·Li di~e'-'livi. Con grande gioia furono p~>rci•'• ...atutalu le COll!lt!t\e, :specialmente rl "'Olcirociollo. ··be 111 'llle ... ft'lpi::'Orlio dt privazioni, duraulo Ja lotta intnrno a Belfort, divenne w1 clb-• !!'rrdilo c r1cerefllo. I ;.:torni della l• .. t~a!l'l!a RIIIn Liesine (15 a li gennaio) po.• ero 1:1 durrssnua provo. le li'U!J!>O per la peno::.a rnan~auza del pane t> l'ìntP.rruziOil~' t~mplcl!l pd tra'-pOdo degli alimenti. Vistiluziom! rli un gt·antle mngm:ziuo in Di,Je colle velluvoglie f•·anco ... i là trovate. f'Om~ l'orduralo mault>mmcnto del corpo ù'esercilo da pnrte della l l armora per dieci giorni l:iUlla linea Hles!Do Joigny, migllorar(lno US!->W le condizioni dell' approvvr,:rionamenlo in lutto, nono..:\nute di'\'811 nero più dut•nLure coll'aperlu 1'8 t! ella !in t-n BI e ..:rue- Orjon. Lo densa guarnrgione degli accanlonamenli innan?i o Pori~i. l'unpo~sibililò di abbondanti requisi:lioni a ciò nt-cec:!"ario, e l , ucce·"itu di approvv•gion.,mento con colonne di !:iU:>!'Iislenza dA g-t'antlr <hc:tanze, re~ero necessarie lempOl'àr·ie resh '1:i• ni ùella pot·zrone ~~ornalit:J'a, $perialmente ri ... pclto alla carne, all'inconLro r;on ferero rhfelto d cafft·, Il vino, i l ~umi secchi ed oncb& i pomi di tert•a, come patal", che fumuo di gre.n Ji~::imn utili h, qua h cibi auc;;i)jari. Ancho qui la coltura del pane fu senza drfflcollà e>'cguila

òalle ~l C!<':> c trup~ \l.


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Rl\IST.\ DI TEC:'iiCA

La distribuzione ùi acquavite e di vino ebbe luogo innanzi a Parigi, specialmente per le truppe che trovavansi agli avamposti e al bivacco, come per quelle dell'artiglieria d'assedio La qualit.a delracqua potabile richiese anche lA particolari misure. Già fino dall'entrala negli accantonamenti dalla se zione medica militare prussiana er·ano state emesse e raccomandato particolari istruzioni relativamente all'azione dell'acqua esuberanlemenle gessala. ln alcuni luoghi si scat'· seggiav8 di sorgenti, e l'acqua aveva pure un cattivo sapore. Si fu co~tretli di usat·e aet1ua sta~nante di cisterne, la quale tosto prese un odore putrido d'idrogeno solforato. Per tutelare lli salute delle truppe fu necessario di organizzare anche là. in alcuni reparti di truppe un servizio per la provvista dell'aCfJU8, che era attinta a considet·e,•ole distanza. La nettezza dei Letti, da cui si l'accoglieva l'acqua nel le cisterne, fu pure raccomandata quale servizio di grande impor·tanza. Quando le condizioni sanitarie d -lresercilo pe~giorarono e crebbero le malattie, specialmente di catarri intestinali, lifo e dissenteria, fur·ono dati alle truppe isLruzioni ed ordini esalti relativamente all'alimenlaziooe; il modo di preparazione del rancio fu r~golato con particolar-i islJ·uzioni diet~tiche, inoltre fu ordinata giornalmente la somminis trazione di un bicchiere di vino rosso o di caffè nero con cognac. Per la stessa cagione furono uc:ate innanzi a Pari ~i be,·ande alcooliche con ag:tiunla di tintura ùi cortecce d'arancio o di radice di calomo aromatico. Contr·o le malattie con itterizia çhe si osservarono ft·equen · temente fra Je ll•uppe bavar·esi in seguito di alimentazione deficiente rer qualilli e mancante di vegetali freschi (anche per l'uso di acqua potabile gessata) riuscì mollo proficuo quale mezzo pt•ofilallico l'uso d'insalate prepar·ate con erbe amare (leontodoo taraxacum, crescione, ecc.). Queste piante poterono essere raccolte nei campi fio dal principio di febbraio. Incominciati i pre liminat•i di pace pct' determinazione minisleriale non furono più p.~ rmesse requisizioni di nessuna specie; fin da quel punto furono aperti percib magazzeni eli approvvigionamento. Dal 21 marzo 1871 fu accordalo all'eser· cito un soprassolùo, e cioè ai sottuftìciali doppia. paga, ed alla


E SEJ\VJZI O DEDICO MIUT.\R E

•136i

truppa un soprassoltlo gior nalier o di 25 pfeonig (circa trenta centesimi); all'incontro cessò contemporaneamente per par te del governo la soroministrazione d i tabacco, sigari e vino.

B. Principali alimenti e beoande. P er alimenti e bevan de deslino.te all'approvvigioname nto delresercilo fornii'Ono le colonne viveri ed i m agazzini p ri ncipulmente: pane, biscotto, fa:-ina, carne di manzo fresca, carne di castrato, car·ne afl"utnala e salata, la rdo, salcicciollo, carne in scatole, conserve di car ne, riso, Ol'ZO, lP.gumi, caffe, zuccJ.ero, vino tosso, acquavite, sigari e tabacco. (Continuo).

RIVISTA D'IGIENE I ntorno &Ile oscillazioni giornaliere della. statura. nell 'uomo sano. - Nola del doU. P AOLO R JCCAnor . - (La Rasseona di scien::e mediche, mar zo 1887) . Si $8 che l'umana statura dimi nu bce alla sera, dopo lun~o camminare, e che la diminuzione subitanea dal decubito ùor·sale alla stazione eretta é dovuta al1a compressione sulle articolazioni ùegli ar~i inferiot•i (l centimetro di ùimi uuzione in quel:a dell'anca; da 2 a 3 mm. in quella. del ginorchio: da i a 8 in quella del piede); mentre la ùiro;ouzione graduale av\iene in modo lento c un:forme per la compressione alla p•tmla dei piedi e rra di~co e l!isco inlet•verlebrale. Per deteJ•minar· le varia7.ioni o le oscillazioni della statura nella ~iornala bisogna usar sempre lo stesso antropomelro, lo slesRo pian•> orizzontale visuale, ripeter la misut•a varie volle al mattino e alla sera, n pie.li nudi. La diffet·t:.mza di misuro Lra uno, ossel'\'alo nel llecuLito e ritlo, oscalla Lra 1.1 e 1.5 centimetri. Il Hiccat·di Ila sottoro;:.l{) ad c:::pPrimento 36 per:::one (26

roiJl.


1:W8

RIVIS'l'A

ciovnuelli dai 10 ai 15 anni e 10 arlulti dai 25 ai 3:) anni) con nnn media dJflerPnziah.l pet' i primi eli 7.3 mm. e di x.2 per i sccon•H, fra mallina e sf'r(l. In un quarto di 2'iornnl.a, dopo una marcia lunf!a o una PscrcilazionP. laboriosa. lu ~tatura può diminuire anche pni •li un cenliml'lro e mezz<'; la '{Ual pe1'11ita ~~ riparata dopo un riposo più o meno protratto. .

Vaooi.D&Sione tubercolare. Attenuazione del viru. Eredità. Preoooltà della tuberooloal. Pa.tereoolo Tuberoola.re. - (.!ournal d" J/fld~cine et Chir urgie, luglio t887). l.'a,.sociazione che, l:\Oltc' la direzione del pt·or. Verneuil, ha cr~alo per solloscrizionu un fondo cl'incora~.tg,amenlo per gli c::tu·lii c::ulla tubcrcoloc::i, ha pubhltrato un primo volumo inlP.t'C:i"'Snlis~imo contenente un cet·to numero di lavori su tale questione i riasc::um arno brevemente qualcuno li ~::c:i. lt uolt. Gosc::dm, pt·ofcc:c::ot·e SUPl'h•nlc alla c::cuola di medirinn di Caen, ha thr·elto le suo l'Jcerche sull'ol lenuaziono cl••l virus t!Plla lubercoJo,..i. Egli ha c:ct·calo dappt'ima se si poli'\ ano varcinare gl1 auimnli contro la tubcrcoht;::i inocula n• lo un virus attenualo, e •tuesratteuuazionc egli ha cerCilln ~ia in un virus pa!>;::nto allJ•avet·'o l'or!.;nnir.:mo di diver"ì an1mah che conlraggouo diffirilmenLe la tubt:rcolo..i, <>iu racll"imptl'go di un virus. 11'0\'PII• • nte c.la una tniJercolosl leg;dera, bÌB per J' IDO~IIil z' )Ile del '-81lJ;U6 di 811Ìtnali luberCOIO"Ì invece delle collurf'. Orbcs.e loltt 'l"e"li Ull'ZZi hanno falli lo, la tuber<•olosi CO!>I Ollenuta Ò Sllrnpre ICi ~*"~"a, O, S8 es,a non si produce. ljUe~la prima iuoculazioue rton imped. ' e affatto la riu::cila di una inocula1ione ullerior.:-. La ''accinazione conl o la tubercolosi ;::cmbra quit•di impoc:stbile. Jl Go>-selin hu allora ce•·calo se e.c::i... ta qualche sostanza capace d1 sterilizzare l'organismo per la produz.ione ùd ba• cìlli. Da 'JUPslo punto di vic;ta, i sali ùi mer curio non hanno dnto alcun risultato i ma non é sluto lo <>t~so Jello iodoormio. Ques la ~oslanza. non può, è vero, esser e COII"ideraLa


o'JGJE:'\E

t3utl

come profllalllcs; poichl• ~e, dopo nver R~SO!!~ellalo un co· niglio all'uso quotidiano ~!ello io,foformio, lo si sopprimo e l'li rrntica nello «tes:-<.l lf~mpo una inoculazione tui.Jer~:olare, la lubercollJsi sl!g11e il ~uo oor~o ro>golnre; forso essa é un pocn r1tardala. Ma ~c in,•ece di leulaJ•c u:1 tralLamenlo pro· lìlottico, si dà ~~lamt'nle lo iodofonnio a cominciat·e tialla inoculazione luhercoiArc. si urresta l' 6\'0luzione dei bacilli; escti re<>tano allo cttato lalPnte per non riprendere la lor<' vilaJ'J~ che dopo In ce"'"AZione del trattame-nto. E~mlmente a v' 1ene se lo ·dofol'mio t• impiC!::.llo in un pct·iùdo poco ovouzato, quanùo lo ~ranulazioni souo ancora allo ;..lulo cruùo. Più lardi ~i ottiene nulla. Questi risultati ::ono nolto\"o)i, impeJ'Ot'chè es::;i sembrAno d1mo«lrare che ~nlto l'influenza cl ello iotloformio,e!l in un <·P.rlo periodo della loro esistenza i bacilli non l'li sviluppano; tut· tav1a essi non ;.ono distrul!i. poiclu~. !'tC si lralascìa la cura, e<>"Ì riprenJ(• IO il J1r 0 camminO f•l'Ogressh·o. Ma Io stato lnl• ute nel •tu&le 6.'-"'t "i lt'OYano polrebl· allu lunga nuoceJ·o nlln lor(l v!Lalilà. L'o~p··rienza ~eguenle d~1 l'idea e....~lta clt•l mndo in rui vanno lo 1'•1::>e. Si inoc~nlino .tue coni~li o d1w CH vie lo si eO'"<> gioi' no ~ ne !li' sl•~<>e condizioni; aJ t.•rmino òi dteci n dodici ciornì se ne sa<.'rifichi uno: roulopsia rivel erù delle granulazio 1i tubercolari. Si può nm· mettere che l'altro coniglio l~ nello sli}SSe condizioni; tlllora ..e lo si sollomette alla cut'tl dello in.Ioformio. si arrtvu a conservarlo v1vo per p1ù mesi; mn "e ~i lralascia il meolil'n· monto, la tubercolosi rip!'ende il ~c•Jll'avvento e l"animnle muo!'e rapidamPnle. Q11este esperienze ~ono state rinnovate ahh.a1<tanza "P6"'"'0 per n<m lasciaro ulcun duhbio. Questi falla sono 11111 conrerma dt>llll teoria emec:c:n dal pro(. Verneuil !'lUI m ìcrohi!>lmo latenl•'· Un microbo pato;.rcno può esistere uolla economia senza nHwifestare la f'ua pr·esenza per alcun sintomo; ma. se !'IO}li'Uilgiunge un won1enlt> favorevole, e•J il meuo di cultura "l 11ppropr1a al soo ... viluppo, allora e~li si sviluppa col COI'Ie~f:iO ahrlusle dei :-intomi della moluttis di cui J•appr•esentn lA natura. I dollori Ray mond e Arlhau,• hannonnche p.,r lun::!'O tempo ricercato se era pO!"!"ibile di arrivare alla vaccinazìono tuber-


13ì0

RlVJSH

colare, ed banno finito per conc ludere n~alivarnente; e$si hanno allora tentato di ottenere r immunità senza vaccinazione, ed in questa via il tannino é quello elle loro hà meglio corrisposto. Tale sostanza presenta questa curiosa pro· prielà che essa rende impu lrescìòili i lessuti degli animali che ne banno ingerito una certa dose. Cosi un conigHo che aveva preso, ~urante un mese, un gramma di tannino ttl giorno nella suo alimentazione, e!'lsendo stato ucciso, il suo corpo, posto in un luogo caldo ed umido, nun presentava alcuna traccia d'allerazione dopo quindici giorni, e per couseguenza era inadatto allo sviluppo dei batterii della pulrefazione. l conigli vivi presentano essi un'immunilu analoga pel microbo tubercolare ? Ciò era importante a verifìcarsi1 ed è ciò che l'esperienza sembt•a aver dimostralo. Buon numero di conigli lonnizzati sono sembrati refrallarii all'inoculazione per molli mesi, mentr·e che lulLi gli altri conigli testimoni soccombevauo. Ma queste ricerche non sono !'imasle limitate al dommio dell'esperimento sugli animali. Il Ra~·mond ba constatato infaW elle il tannino ammin.islrato alla dose di 1-5 grammi al gioruo ha, nella cura della tuber·colosi, principalmente delle fol'me o d~gli allacchi acuti, una efficacia mollo superior·e a quella dello iodoformio o del solfuro di carbonio, cho egli aveva precedentemente impiegali. Il tannino non dà luof!o che a pochi fenomeni rl'intolleranza, sintomi fu gaci e facili a combaltere. In quasi lulli i maiali, che sono stati solloposti a questa cura , si è veduto fin dai primi giorni diminuire i sintomi, la la tosse divenir e meno freqLtenle , mPtlO abbonrlatJle, st~m­ parn·e i sUtiori, d1minnire la debolezza generale, <>, al termine di quindici g-ior ni, si è quasi costantemente O!'senato in lutti i maiali che non avevano lesioni troepo consiùeì•evoli, od un os~colo assoluto alla null'izione, un leg)!iero è.umenlo di pe!'lo cJ1e proseguiva dtarante tutto il periodo dalla cura. l ris ultati ottenuti in clinica conrer·mano dunque 111 parte ì r isullali dell'espet·imeulo e mostrano che il larlllino 1\ un polente medicameulo anlibacillOI'e.

.J


l :l~ l Si Et& che per un buon numero ili mciki la tubercolosi non ::-i trac:melterebbe diretlamente per eredità, e che, per ade>p~'rare la formola cousucrata, non si nascerebbe tubt:rcolosi, mu Lubercolizzabìli. Il Landouz~: ha comballulo questa manjl!ra di veder e ed ha m<~~lralo che molli soggetti nascono realmente tubercolosi, fvndttndosi sul g ran uumero di casi di tubercolosi da lui os<>crvali nelle prime sellimane della Yila. Ad appoggio ùellu lrasmbsione tubercolare ereditaria diretta, egli c ila anche il fullo di un soggelLo m or lo lubercolo:.o eh~ genero tjuallro bambini morti tubercolosi nella pt·irua infanzia, o ciò senza che lo madre, allualmente in buona salute, possa essere in alcun modo sospella dt tubel'colosi, essendo il marito morto tre anni indietro. l dollor1 Landouzy e ~Iarlin hanno ricf'rcato se non si possa trovare nGI!a quolilà lur·bercolizzanle dello sporma la ragione di questa ll•asmi!"sione dit•ella. 1 )t•bene qoesli e~pet·imenlnlori hanno potuto drmoslrore chfl l'inoculazione dello sper•ma clelle cav1e lubercoìose, falla aslraziono da ogni allPrszione tubercolare degli or·gani A'enilali dai quali si pr1•ndevo, era ~u­ scettibile, in buon numero di ca~i, di proiur·t·e la lubcroolosi per inoculezione su altr·i animali. l s.uddelli dollorj agciungono che non si può lral'l'e da cJuesti falli alcuna conclu ione ro,•male; per tanto non ~i potrà r jcusare ò'ammellerc la qualità lubercolizzanle del liquore spermaLioo di questo cavie affelte da tuber colosi genernlizzaln ed immuni da tubercolosi ,::"Pnil.ale. È vero cltc, per tuber•colizzanle che sia questo sperma, l'e si \'Oies!'le :;l.nbiliro la certezza dell'credtl8. paterna per mPzzo del seme, Sl'nza conlarnmozione apparente della madr~, r e..,tcr ebbe a dnooslrnrsi che questo 1<per ma pu<• vt>nir~ a contaminare i'UO\'O senza oppor:.i al suo sviluppo. Gli esperimenti ulteriori po· trnnoo fm·se dilucidare llJ le quc-:lione. Il pro!:. Lanneloogue ha pubblicato un lavoro che \'iene a confermar e vieppiti lo r1cèrcùe del Laudouzy rc-!all"umcnlc allo precocila della lllbet'<'d~t infanltle. Si lra lln in ·~uesto ca~;;o di tubercolosi <'slern~>, come a~CPS!'<i lllbercolari, o~teo­ pei'IOSlit:. tuLercolo..i le!ò.1.icolore, Ot>l~>o-arlrtle, L'ce. 01·a le 12 osservazioni riporlale sono to:te da bambini ùi 22, 1G, 1:1,


1 3i ~

RIVISTA n 'rlHEl\7E

12, 10, 5,1 mesi, 6 sellimnne, un mese, 3 soltimane, 1fl giorni; ed importa notar e che nella maggior parte dei ca.si raffe zione era riportata od un periodo 'Vicinissimo a l IWincipio della vila, eù in alcuni casi al :nomeuto stesso :lella na>~cita. Questi fatti rec11.no dunque un potente appoggio alla dol· trina tlell'inft>ziou~ inlrauterina dol felo, qualunque ne s ia il

c l

proce~so.

La parte delr eredilà non è dunque più Hmitat.a alla lrac.lel tert'eno lubercolizzu bile; questo terreno stesso non 0 altro che un suolo giù seminato, nel quale il seme non l: stmpre destinato a ge1•mogliare in una maniera fatale. Nou può esso infatti trovare nell'organismo del bambino delle condizioni di r e>"istenzo che rossano mantener lo allo ;;t&lo !al• nte durante un periodo pii! o meno lungo, ed anche impedirgli aiTalto d'attecchire? T ra gl1 altri lavori intei'e~sanlì conlenoli nel sudcleUovolutoo ò c.ltJ notarsi una os~ervazionc curiosa ili un patereccio tube1·colare l'iport.ata dai dvLL-or1 Pej ral e lonest'o. Si t t'alta d'un soggetto che ave•a giu avuto tre altacclJI di reumatismo, e eh~>, dopo l'ultimo allacco, ~"ons:er•ò alla faccia dor<"aie della seconda falange una notlos:it."t che reRto indolente perfettamcnlo per cinque mesi; lullo d'un LraLto e senza causa apprezzabile, e::;sa diveuoe ia <>edc di batLiLi e di punture doloro~~. a.umcnlo l'apidamen le di YOI11me e si m·ros~;;ò. A q11esto punto la somiglianza con un paler~ccio era tale che furono praticate delle incisioni: ma senza. t'isullalo fa>ol·evole; «iopo l'incisione raspetlo si modilìcò in modo L&le che fu fatta diagnosi ùi lubercolo!:>i e fn ~tiudicata indi~ensabile l'amputaziano del dito, la quale d'altr·onde po1V> la guarigione definitiva. L'esame del pezzo c:iustiflcò la diagnosi di lubercolosl. Quest'alTezione co~i caraLLeristica pet· l'aspetto ed il docorso, merita ben il nome di [ alt!reccio tubercolare. smlS~IOM

..


CONGRESSI liono Congreaao internazionale dt •edtolna e Chtra.rgla. &estone d'oatetrlola. Prc-;idt'nte; il dol'. D·• I.tt'-'kiu Millt~s·, ili Cllica!!c Se~relat'i i Jollori \V. \\'. J ;tccard. di Clticngc~:

Giul'eppo

KucJ1t>r, eU r~e" -York, ,. J \\'11liam8, di Londra.

Lun,dl, ;; :-et.~ml·re. -

Pr1mo gsorno. -

S~Juta

del po-

mcrj~gio.

Il dott. ~lill er pronuncia un forbito ùi.,~o~o in cut auzura ìl henveuulo 3i '-'UOi collecui ~;lraniert. Il l'Òmpitv ùel me :lico e "PC""0 ingrato; lo. r1cerca le !la wtitA è cinta d1 dift;conà, ma non dubbmmo perde1·ci di coraggio, pure innanzi o. q•1 .,.lwni imporlnnli, else nndt ol gioruo d'o;::i Hllw mollo !ungi <.Jalre~se•·e det1r11le l'(JJne lo eruno nel ~ecolo Jll\:-sato. Il presidente parla in apvresso delle dil'òcollu cba ~·!r.cou­ trano nt3ll'esereizio dell'o!"tcl!·icie: sp•'t'a che lo cranioLomm nei di,.tretll del bacino $3l'Ji ~ccezi•Jnnlmcnte eseguilo, pc..ichù la mor·tshtA materm1 1 mollo ~Upl•riore a 'ruollu cho si credo.

Per la cura della gt.""'tozione edopir.a abbiamo bsso 1 Ln <Hagno-.i de'e fur"i in pri o, in questo caso l'elelldcilu può re11dere g1•andi ~en·igL. La nelleua coslltui~ce il m1glior~ lllezzo di at-lepsi nollo stolo putJ'pernle. Dopo a'cr falLo un cenuo ,lorico ùcll'ostclricia nogh Slnli Uniti, ricorda infine i nomi •li uomini dislinli ruorli rocenlemenlc, ciot>: Mc. Clinloc.k. !\leadow<~ P Srh.ròder. Si passa alla letlura di un ::as~io Ìn\'ialo d'Inghilterra del dott. J. Bt·axton Hick'. Jnlilolalo: Ddle conzr<I.:ioni d U'uter<, durnnie l'i11tero JlCt iudo dellfl :Jt'IJcidan:;a. c del loro re~le piu determinate.


137i.

CO:'\GRESSI

ralore nella difl{Jno.qi della qracidanza, tanto nurmale, f)Uil11to complicata. Sono giù scori!i quindici anni ciacchè l'a utore ha fallo osseJ'vare che l'ut~ro si contraevu durante l'inliero pe1'1odo della gravicluuza, ad inLervulli O!'lciUaoli da cinrtue a venti minuti. D'allora in poi ha fallo numerose ricerche. Prima del 'luarto mese, la contrazione si riscontra colla palpazione di ambedue le mani. Dopo questo tempo basta !"esame esterno. L'utero gravido non resiste alla palpazione, e::cettuato il periodo di sua contrazione. In una giovane, l'esame dell'addome basta spesso per fare la diagno~i senza il soccorso del riscontro vaginalc. Egli conclude: J• Che l'utero si contrae ad intervalli di cinque a venti minuti durant" l'intero periodo dPIIa A'rnvidanza; rimane in contrazione dn tre a cinque minutt. 2° Che rutPro, durante la contrazione, è cosi rigido che e difficile di ottenere la limilazione del feto, quantunque ciò sia facile durante gl'inter,·alli liberi. 3• L'esistenza delle contrazioni ci permette spesso di rare la dia~DO!'Ii differenziale rra In gravidanza normale ed altt'e condizioni. -i• Le contt·azioni, solto il punto di vista tì:;iologico, hanno il còmpilo di liberare le vene ulerine dal sangue carico di acido carbonico. 5' Questo sangue Jel reslo t! quello che costituisce l'agente eccitatore delle contrazioni. li prof. AJC!"!"andro Simpson, di Edimburgo, dit:e che la contrazione ulerina durante la gravidanza t• un fallo a mmesso da lulli, e che serve spesso di aiuto per la diagnosi nei casi difficili. Il doli. A. F . .l. King, di 'Vaslungton, ossel'va che è un segno sp~sso difllcile a rìsconlrt~rsi e che ha valore sopra tutto dopo il terzo mese. Il professar Charpenticl', di Parigi, riconosce l'importanza grande di questo ~egno e riferisce un caso d'id ram mio in cui la sua presenza permise di fare la diagnosi.

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CONGRESSI

13i5

Il dott. Duncam c. Mc. Callum, di Monlr•'al, ra UllR comunicazione Sulle emorragie supplementari. Dopo 8\'er fallo un riassunto della loro bibliogralla, cita qunttro osaca·vazioni personali: in due di esse, vomiti ùi sangue si manirestarono in luogo dei meslrui, uel terzo l'epi· slassi, e nell'ultimo un'abbondante emottisi. Il dolL C. J. Parks, di Chicago, cit.a un caso d'emora·agia supplemenla ria slomacsle. l ùollori Opio, di Baltimor a, Nelson, ili Chicago, e Radney Glassan, di Porlland, prendono parte alla discussione. Il pror. F . Lazarewitch, di S. P ietroburgo, legg-e un articolo intitolato: Il meccanismo clel parlo e il jorcifJe normale. B;;li ba fallo costrurre un forcipe o branche relte e parallele: 1' Il fot•cipe deve essere considerato come una semplice appendice ùdle mani. 2' Quanto più le branche sono strette, tanto piu è facile d'tnlrod urle. 3• Il pericolo del lraumatisroo aumenta colla dimensione delle branche. 4' l mor;;ioi convessi non devono es:;ere ru• trorpo sottili ne troppo spessi. 5• L'islt·umenlo deve articolarsi rncilmenle, permellendo untl lteve rotazione longiludioalo dE.-IIo branche. V Le branche devono essere parallele. -;o l manichi devono essere costrutti in modo da facilit.arne l'iolrodozione. 8° Il fot·cipe deve essere costrutto con metallo liscio prr polerlo rendere facilmente asettico. o• È inutile ed anche nocivo di dare all'islrumcnlo una curva pelvica. JO. Il fo rcipe parallelo, che si chiama forcipe normale, riunisce lulle le condizioui. Il dott. W. S. Stewart, di Filadeltla, presenta un forcipe a branche parallele. Il dolL Opie fa osservare che il valore dell'iMlr urncolo di pende grandemente ùall'abilitu di colui che lo maueggia.


13"76 Sez.ioue eU otolog la. Prt:sJlent.!: il dol S. J. Jont:~. di Chicago. S e~retarso: il doli. S O. Rlclsey, di W ashiuglon. Lune.Ji, 5 sellembre. - Ps P<• giorno. - Seduta del power-ìg ~io. li pr ,...Jt)>J lt> fa un ri8S"lllllO Ì!'lOrÌ~O dell'otologia. Il doll. S. S. Bishop, di Chicafto, legge un RapiJor tu su 5700 ca l d malattie del[orct!elrio, classiflcaci !lccondo teui. il se.,.~v, roccuprL;u>r, e la .natwa delraj)èzione; etiolt1gia. 1• L'adolcscen7.n t' una causa pl'eùisponcnlo. 2• li sr sso non ' 'ha iullue11za. 3• SO per 111{) :-ono a.flc.:soui c rùniche; 90 per HlO honno per se 1 · l'orecchio medio. -i• Le r ause dol ca.larro uac;o-f:'ll'ingeo sono pure 1l fu ltore etiologico delle malallie doll'o r~,·cbio medio. ;;• P•·eJomiua il temp 1ramcolo nervoso. 11 dott. B. Loewanberg, di Purigi, fEI una cotnunium:iono Std trattamento c :wlla liLzcteriolo•Jia dei foruncoli tlcll'or eccldo. l• l foruncoli dipendono da un' ofleziooe cho penetra dai condotti dei folli.;oli cu!.unei. 2" La compar...u ~ucee~siva <li fot·uneob ncll•l stes-o iu di\'iduo dipeudl' .la auto con\n_\o. :l<' L'inft!zion1• può trusUletl••rsi dn un indivtùuo wl un

altro. Quando il foruncolo non t• ancora aperto, o;;li fa uso di una !'Olu1.ione olcoolica d'acJdo borit•o (2 [ >r 100). Quando la suppnrazioue ù manift!"'la sostituisco ad o::sa uua solul.ione ::;opra-<>alura di acido borico. Que;;to ls·attamento cut ati' u qualeh1 ''olta arr~!'lu lo .,., iluppo tl~l l'or·uncolo; in ogni (~aso impedisce l'aulo-iuoculazione. ll ruicro-orp:anismo rhe !">i lro"n più ft·cquenfctnente nel foruncolo dell'orecchio e lo sfuplt!JlucO<'C!U>-albus, tal altra \'Olla gli :Jtaph!J lococci-auren. et cìtreu . . Il doU. L. Tut•nbull, di Filudelfio. lc;.r~e un tll'licolo Sulla causa e ~wl trnttameTLio curatico 'f'i .forrmeoli dell'o recchio.


l COSCRESSJ

l

t3ii

Seslone cl1 patologia. Prc:-idente: il dott. Alonzo B. P almer, d'Ano Arbor . Segretari: i dottori H . M. Biggs, di N ow-Yor k, ed lsacco N. llines, di Cleveland. Lunerli, 5 sellembre. - Primo giorno. - Seduta del pomeriECgio. Il presidente, nel suo discorso inaugurale, osservo. che la medicina pr ogredisce a gran passi ver so la via dt divenire una scienza esalta . Il doLL. Giorgio R. Elliol, di New- York, ra una comunicazione Sulla paralisi proceniente da pres~ione nel male df PoLi. La lesione è di origine meccanica e n on coc:lituisce una vert~ mielite.

Sezione eU mecUolna paloologloa e eU malattie nervose. Preo;idente: il dott. Judc:on B ..\ndrew~, di Buffalo. dottori G. .\. Blumer, di Clica; A. B-:>uchersu, di Parigi, ed. E. D. F erguson, di T roy. Lunedl, 5 settembre. - Primo gior no. - Sedula del poSe~elari: i

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: '

me r,z~io.

li presidente pronuncia un discorsi) Sulla distril.mzione e cura degli alienati negli Stati Uniti. A mano a mano che si progredisce verso l'ovest il numero degli alienali diminuil"co. L'aumento proporzionale det pazzi nella razza nera è grandissimo. Negli Stati Uniti esi· stono 121 asili contenenti 6Hll malati. Il dott. Andrews s"olgt> una lunga dissertazione sulle leggi relative alla follia nei dh•ersi Stati. Quindi fa os:::ervare che si i> p ro!-1<-~imì ad inau~ut'are r iforme impt>rLa.nLi negli asili degli alienali. li do ll. G. J. Blandbor.J leg~a un sa~gto àel doll Haek Tuke. di Londra, iolilolalo: Sulle dioerse misure istituite per la cura degli alienati ar;li Stati Unill e nella Gran Br· tlnf) na, e sttl raocicinttmenlo degli alten.isii amcricant eli rn;lesi suU'ttso eli mes:.i meccanici per contenere i pa;:r.

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CONGitESSI

DiscussiOne fra i dottori Savage, di Londra, ed .\ndrews, di Buffalo. U dott. Enrico M. Hurd, di Ponliac, fa una comunicazione Sulle allucina:ojon.i religiose negli alienali. Se:~lone di tera.peutioa

e di materia medica .

P restdenle: il dott. Traill Gl'een, d'Easton. Segretari: i dottori Frank Wooùbury, di Filadelfia; A. S. Gubb, di Londra; L. Lewin, di Bcrlin<•, e DrOJ;ke, di Bt'rlino. Lunedl, 5 settembre. - Pdmo giorno. - Seduta del pomeriggio. Il presidente fa un cenno storico sullo sviluppo dello studio della terapeulica e della materia medica. ll dott. J. :M. Carter, di \Vauke!!an, presenta un c;ag"g:io in titolato: Sinopsi della botanica medira negli Stati l.'niti. 1 dollori Coghill, Phillip~, William Murrell e Frank \Voodbury en umerano i buoni l'isulto.li che si sono ollcnuti coll'uso di certe piante indigene. Il dott. F. E. Stewarl, di \Vilmington, Ja una comunicazione S/lll'in.oestiya.zione df"lle .~ostanze mediche del morulo, dal gooerno degli Sfati lini/i. Egli vnole che il governo invigili sull'introduzione di medicamenti nuovi, e elle impetli~ca ai fabbricatori di questi medicamenti di doman:lare prezzi esorbi la n ti. Molli membri della sezione dividono le iJèe espressr. dal dott. Stewa rt. Sezione di larlngologta.

P r•eitidenle: il dott. W. H. Doly, di P1UsbuJ'~. Se~reluri: i dottori William Porle1•, di Sàinl-Luui$, D. N. RAnkin, d'.\lleghany; Ottaker ChiHri, di ViP,nna: IIer•man n Krause. di Berlino, f>d E. G. Moure, di Bordeaux. Luneùi, 5 ~eltembre. - Pr·imo giorno. - s.-,:futa ·1~1 pom~r·iggio.

li presidente comincia il suo ù1scor-so inauJUl'ale :significando o.t delcJali stranieri luLlo il pia~.:ere che prova uel-


l

CO~GilESSf

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l'augurarP. loro un cordiale benvenuto. In appresso òirige l'attenzione de' suoi uditori su i progressi immensi che ha fallo la laringolo~ia dopo il 1.8i6. Lo stesso è avvenuto nella rinologia, soprattutto neUa cur~ della rino-bronchile spasmodica o.febDre da )leno, la cui causa ò intranasale-. La laringologia de\'e dare maggiore importanza alle ca vitA nasali, ed il rinologo rlo,·ra es;,;ere più chirurgo che med1co. Il dott. Riccardo H. Tbomas fa una comunicazione ~ulle ca11se della cost detta • febbre da ;t~: no •, st,li'asma nasale, e su atre.;iani analoyhe, studiate solto il punto rlr vista clinico. l fattori che entrano nella etiologia della febbre da fl~no e di altre nevrosi nasoli sono: 1• Il sistema ll8l'VOSO generale. 2• Lo stato speciale in cui si lrova il sistema nervoso non ,~ analogo alla epilessia. a• Esiste o tm'ip~;rtrofia inlranac;ale, od un polipo, od una <>ausa rrualunque di ostruzione. Le nevrosi nasali possono benis,;imo esistere senza elle vi sia la menoma causa di ostruzione. 4" Affezione nasale cronica 5" Zone di sensibilità che sono variabilissime. 6" t.:no !<lato speciale tanto dei centri nervogi, quunlo delle lf>rmiuazioni neno~e. Esiste una serie di causo eccitanti, çome polvel'i, lucf>, mutamenti di tempo, ecc. Ln gual'igione della febbre da fteno à subordina tu alla cessazione del proces~o locale o generale che ne (da cau~a.

Sezione di tlsrlologla. Pre:òidente: il ùotl. J. H. Callt.lder, òi 'il"!sbvìlle. Segretari: i dottori R. W. Bishor, di Chicago; Beruat•ùo Fraeukel, di Berlino, e Randolp Barksùale, di Pielroburgo. Lunedi 5 selternbJ·e. - Primo giorno. - Seduta del pornel•iggio. Il presidente ferma J'atlenz;ione dell'as::-emblea sull'in il uenza eset·cilata dalla ct.lllula su.i proces"i di sviluppo c di necro· bi osi.


CO~GRESSI

11 doU. Daniele G. Clarl,, di Tor onto, fa una comunicazione Su i aanali della ba:~e del cerC'ello come centri di potere psicllico e .funzionale. Il dolt. Riccardo Caton, di Liverpool, legge un articolo che ha per titolo: R icerche :m i j'en.ome11i elettr ici della soslan;a grigia d~>l ceroello. 1• Esi~tono correnti eleUriche nella sostanza grigia delle circonvoluzioni. ~ Le correnti cessano dopo la morte. :r ~elle pa rti del cervello che sono la sede di una funzione speciale, una variazione negativa si produce durante l'allivihi funzionale. Sezione di m&l&ttie de' b&mblnl

P residente: J. Lewis Smitb, di New-Yorh. Segretari: i dottori J. ~ . Love, di Saint-Loui~; Enrico Coggeshall, di Mounl Vel'non , Dillon Brown, di New-York, e Luciano Darvansville, di New-York Lunedì 5 sellembre. - Primo giorno. - Seduta del pomeriggio. Il presidente si rallegra pcl grande numero di comunicazioni, tutte d'importanza pratica, che ~ono state presentate alla '"ezione. Il <lott. Giulio Simon, di Parigi, legge un lavoro Sopra una forma d'irritazione cerebrale nei fanciulli. E!!"& non dipendi! da lesioni organiche, non è di origine erediloria o sitllilica, ma è dovuta alla maniera deplorevole con cui si allevano i fanciulli. li IOI'O sonno é spesso inlel'rollo, si trovano solto 11 dominio di ecdtaziooi ·ostanti che finiscono col produrre YOrniti e couvul~ion i. Ver!'lo l'età di cinque anni guariscono o muoiono per sclero~i cerebrale, epilessia, o metùngite. Il medico deve pr oibire qualunque causa di eccitazione. La campagna, o le rive del mare devono e~sere prescelle come luogo di dir:~ora Il sig. di Sainl-Gerwnin non ha potuto recar~i al Con~t ••esso e manda una bre'e nola colla quale propone di sostituire


CO~GBESSl

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l'igni-puntura delle amigdale alla tonsillolomia e la d1lato.zione del prepuzio alla circoncisione. Nel primo ca~<;?. opera col lerrno·caulerio, penetrando molto profondamente nell'amigdala. Ripete !"applicazione tre o quattro volte coll'intervallo di una settimana. Nel setond(l caso si serve di un dilalatore a due lamioe; l"inlroduce nel p1·epuzio cha dilata in modo assai semplice e di cui separa le aderenze per mezzo dì una sonda scanalats. Il dolL Le'' is .!\... Sayre, dJ Ne'' -York, fa una comunicazione Sulle conseg11en::e nocioe del prepw•io stretto e delle aderenze prepu::rali. Si ammette in generale, ai giorni nostri, che la pressione del prt>puzio sul glande possa dar luogo a fenomeni paralitici e ad altri !lccidcnti nervosi. Il solo metodo dl cura cons1sle nel far c:;comparire la costrizione e nel permettere al prepuz1o di sdrucciolare facilmente s ul glande. In certi casi, per ottenere que:slo risult.oto. e necessario di ricorrere alla ci rconci~ione o all'e'-portaz•one di una porzione del prepuzio, con dissezione di vere aderenze che possono e:>isterc. Spesso ~ necessario di porlar via una porzione del prepuzio e si possono distruggere le aderenze per mezzo di una sonda scanalata, fa1·e una piccola incisione dorsale, liberare il frenulo e CO!:!ì scopr·ire il glande. Xon deve maì eseguirsi l'a~porlazione cornplela del prepuzio lasciando il glande completamente a nudo. Esistono senza dubbio molte manifestazioni nervose anormali 8lraordlnarie, che dipendono unicamente do. un'irritaZIOne degli organi genitali; l'inlenenlo chir urgico li fa scomparire immediamente. È naturnle che l'operazione r imane !':enza eiTelto quando i fenomeni sono di origine centrale. I dottori De F. Villard, J. N. Lo,'e, S. C. Gordon e P. R. Furbeck dividono complet.emeole l'opinione del ùoll. Sayre. Il dotl. C. "' Carie di Chicago, le.._:rge un lavoro inlilol:.to: Ricerche allo scopo dt determinare .'le la mancr.nza d'infe~ion.e tlt>lle ac'}ue e t/elle lalrin.e possa ir>jluire sul predolltinio c ~ltlla !JNIOilà clelia diJterìa. La mulattia esiste nelle montagne e nelle grondi pralerie del nord-ovest


CO~GRESSI

Essa é egualm ente mortale nolle localllà in cui non esistono latrine. L'infezione si tr asporta a centinaia ùi leghe per mezzo d; un vt!icolo ignoto.

Sezione di ohirurg1a dentaria e di otolog·la. Presiùenle: il dott. Gionala Taft, eli Ciocinnali. Segretari: i dollori C. M. Duùley, ùi Salem, e F. rr. Re hwiokel, di Chillicolhe. L unedì, 5 settembre. - Primo giorno. - Seduta del po-. meri agio. lJ pr<:sideule pa~sa in t'ivista t progr essi che ha fatto l'arte dentaria ne~li llltimi cin<Jue anni. li doiL. R. J. Porre, dt Cincinoali, fa una comunicazione

Sulla piemia rl'oriuine dentaria. Seziono d'oftalmologla. Pr~:>'idente: il dott. J. J. Cbisbolm, di Baltimora. Segretari: i dollari A. All, ni Sl.)inl· Louis; J. A. Wbile. di Richmond, e R. L. Randolph, di Baltimora. Lunedì, :) !!'etteml>re. - Primo giomo. - Seduta del pomeri~glo.

Il pr·esidenle espt•ime il dispiacere che gli cagiona l'assenza del doll. E. \Villiams, di Clllcinnati; quindi fa un cenno delle diverse operazioni dell'oflnlmologie; pas:::a in rivista le atl'~­ zioni tnicrohiclle dell'occltio, e discute sulle r elazioni iulim~ che c«s.,;lono lra cer·ti rillei'si oscut·i e certe alfczirni dell'apparec·duo visivo. Il uolt. A. Moot·en, di Duss; lùorf. ra una comuhic.aziond-

Svlle altera:;ioni della oisione nella loro rel~ione colle a/· fe$ioni dei lo/,i occipilali. Dùp' avet· citato le rict>rche di Hu1 uenin, .M unk, Rirst;hher,g, Po()Jey, POuger, Hu!!h!in~s-Jackson, Gowers, ed aHri, fa l'anAlisi di ~2 ossenazioni pe!'Sonali. Il sen::;o del colore é loCitlizzuto nella parte più super·ficitlle ùella "'OslanzA grigia del lubo occipitale, solto di c:>sa si ltt1· vano successi\'aroenle i centri per la visione e p~::r la luc~.


CO. 8 R&SSI

l dottori Gradlo e Chi•holm citano os..ervszioni cbe confermano le vedute del dott. :\loor~n . 11 dott. Ole Bull, di Crislinnia, lo)lge un ar ticolo che ha per ltlolo. Le aliulUtoni patolof}iclc'' dt i C'llSi deUq. t'ciina. Elo(lt ha vHduLo lS ca"i di malattia d~i vasi della reti na s u 651)(1 ca~i rir atf.·zioni o··ulari. E""C furono l"mboli··, re~tr·ingi­ mento dd calibro, contrazioni spa!<modiche delle arterie, lrou1bi e ::omme. n d· •tt. P. D. K·· yser. rli Fil11 lelfia, cr·ede che la contrazione delltl arltlrie sia più fr'P<fUPnle delltl \•era e mbolia. l t dr·tl. .\. Heyl, di hJadelt1a, si domanda se la mamf··stazimle dellu cecitù improvvisa non ~is dovuta a d una diminuzin•!e di pre<:siouc nel <.i«lema ,·ascolnre. Il ùott. B u Il cunrlud· che molte di ques!e affezioni sono d'ori~utt• tronca.

11 dott. LPartus Connor , di Déll'OII, fà una comunirn7ione Sttll'rtcqun l'alda nella cura delle malattie de[!li occhi. {:;..;::;'-' mantien•· J'alimcnlazrone dei tessUti e fu\"OriSCC reJ,. minazione dei prodolli morbo"~i. È u n agente ler apeulico potcn' nelle con~1ul!li' .li. cL··rulili, irilì. ecr. t• Pro~luce una coulr'8Zinnc dci vasi d!!ll'occbio e dei le~sull ,·ic tu. 2' Tor:tie e di!-truggo le «C'erezioni ed e~l'rez.roni morbose. :~· Attiva volidamonle i lC'-suli di riparazione. 1• ~lil1p;a il la>oro e lo ~po«mo mu~"colare. TI doll. Abadi1•, di Purigi, lr·o,·a esagerali i vantag~i attribuili all'ar·•1ua cal ~a. c .e. n or1 ~j 8 !opera più nelle oll~<lmie pul'ulenLH ~ nelll~ ciJEll'Hltti; ~ ~P.ro che mitiga le sufTert:nze delJ'irtte, mn lo morllna, il ~ngui"ugio, ti sali.·ila.to di soda, e~ .• protluconr. lo slc!=>So r1-u1tat.o. l doltot'l Dud!Ay S. Reynohl". Thompsen, Kei!'ll"er, Power, Herl•.:rt, Ca.lhoun (.;l H tz. 1 renùOJ••> parte alln c.liseu~~<.one.

Seslone d'Igiene pubblica e d 1Dteruaslonale Pr·1•sideute: il dott. Giuseppe Jonrs, d••lla Nu(>Va Orléa.os i dollOI'I ca..tP.IInno<>, FeliC•' Fotiii''Dl'> e L~'< Monnier, della Nuovn Ol'lcanc;; B. D Taylor , dr Columbus, e "'f.u 'er \\'rman, di ~ew-York. S··~relari:


t 38.{.

CONGRESS I

Lunedì, 5 settembre. - P rimo giorno. - Seduta del pomeriggio_ li presidente fa un discorso elevatissimo sull'igiene in ~e· nerale. Eg-li divide il suo argomento in igiene domestica. nazionale ed internazionale. Bezlone dl chirurgia e di medloina. militare e navale. Lunedl, 5 seltcmb1'e. - P rimo giorno. - Seduta del pomeriggio (seguito). II dol~. Giuseppe R. SmiLI1, dell'esercito degli Stati Uniti, fa una comun icazione Sulla miuliore nutrizione per il soldato. Le proporzioni. medie di carbonio e azoto devono essere di 330 grammi per la prima sostanza e di 220 grammi per la seconda. l n assenza dell'autore, il do Ll. Lloyd legge un rapporto del doLL. Gioqwni Den1!': Macdonal, dell'esercito inglese Sopra una nuooa .forma di barella. Il dott. Jeffrey A. Marston, ùel ministero della guerra inglese, fa una comunicazione Sugli ospedali ù1 capanne. Il dott. Giacomo Collins, di FJiadcllìa, legge un at'licolo intitolato: La costruzione de!Jli ospedali in campagna. O.'{pedale di campagna dell'esercito del Potomac, a Cit!J Poinl, Vir{Jinia, nel 1864-1865. Era fallo esclusivamente con tende e vi si cu•·arono 71223 uomini. Martedì. 6 sellembre. - Secondo giorno. 11 presidente apre la seduta a 10 ore dt:l mallino. Il dotl. Auslin Fii n t, di :X e w- York, fa una comnnicazion~ Sulla febb re: sue cause, suo meecanisrno e .suo trattamento ra.;ionale. Dt'po una discussione sul calore animale, l'autore giunge alle conclusioni seguenti: t• Le Jebbri sono rualaUie di durala. limitata, sopi'Allullo quando ap partengono alla da!>~e delle alfezioui acut1. La loro causa l'i$iede in un microor ganismo che pe1·de la sua alliv1t8. dopo un tempo determinalo. 2• Fino1'a non siamo giunti a poter distruggere diretta-


CONGRESSI

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mente gli organismi morbificì che dànno origine alle febbri continue; noi non possiamo che moderare la loro azione e sostenere le forze del malato. 3" La pr oduzione del calore animale comprende l'ossidazione di parti dell'ot•ganismo o d'alimenti che è rappresentata dalla formazione e d& Ila escrezione di materie azotale, d'acido carbonico e d·acqua. 4• L'acqua formata nel corpo per un processo ct·ossidazione deve essere considerala come pr incipio escremenltzio, in ciò che riguarda il suo rapporto colla nutrizione generale e la produzione del calore animale. 5• La febbre, che si osserva nelle febbri dette essenziali, è uno stato di produzione eccessiva di calore che cagiona disturbi di nutrizione, una produzione anormale di mAterie escrementizie azotale e d'acido carbonico, e la loro eliminanazione una perdita ed una degenerazione dei leS$uli t> la soppressione parziale o completa della formazione dell'OCt(Ua. (i• Se non esistono complicazioni ed accidenti, i fenomeni atassici della febbre variano secondo l'altezza della tempet'atura. Il loro miglioramento dipenderà dunque dHll'uso di agenti che abbasseranno la temperatura. 1• L·applicazione del freddo all'esterno e l'amministrazione di febbrifughi non hanno influenza sulla causa speciale della febbre, ma modificano solamente i fenomeni dipendenti dall'ipotPrmia. s• Nell'individuo sano il consumo di tessuti che servono alla produzione del calore animale 6 compensato da una più considet-evole produzione d'acqua, 9- i'\ella febbre, all'incontro, la formazione e l'escrezione dell'acqua banno luogo in un modo incompleto; aumenta la distruzione e la degenerazione di tes~uti. 10" L'alimentazione nelle .febbri diviene difficile per i dis turbi che hanno luogo negli organi diger·enti Bisogna perciò somministrare alimenti di facile digestione o sostanze che si sono fatte digerire in parte anteriormente. il' Fra gli id t'O carburi, ralcool si ossida prontamente e si assorbe senza antecedente preparazione digestiva. 12• In rapporto esalto alla sua ossiclazione nel corpo, l'al-


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co~cusst

cool forui!>ce la materia con~umato ùalla produzione eccessiva d1 calore nella febbr·e ed impedisce in tal modo la distruzione e la degenerazione d1 tessuti. 13• L'introduzione di sostanze con~uma~ dalla proJuzinne del calore nella rebbre, diminuisce piutLoslo che aumentare l'intensilit ùeU'ipotermia. t~· Siccome J'osc:idazione dell'alcool cagiOna necessariamente la produzione d'acqua, cosi la sua aziono nella febbre tende n ricostiluir·e il processo nOJ'JUI-IIe di pr oduzione ùel calore nel 'JUa! l'aequo ho molla importanza. 15• Il grande de~ideralum nel trattamento d<>lla fl!hbre. coosi~tc nellimilare e nel ridurre l'ipolermia con mezzi diretti ed indirelli; uellimilare e ripat•are la distruzione e la dcgenerazione de' tel"c:uti coll'alimentazione~ nel fornire le materie che consuma la produzione anormale del calore, e nel porr·c cc.si l'organic:mo nelle più ravorcvolicondiz.ioni alla sua comalc::-~nza dopo la ce::.~zione della malallia.

Sezione d'a.na.tomla.. l\Iorledi, 6 sellembre. - Secon•lo giorno. - Stù ul8 <inlimeridinna. Il ùoll. L. H. Dunning, di Soulh Bend, fa una comunicazione Sf(ll' anatom,ct t l'importan;tt chirurgica del tc.~!mlo cellulv-nrliposo ptri-renale e della capsula r(;nale. Dimo~ tra l'ufllcio di protezione che 6 adempiuto tlall<'-•!>U lo adiposo che avvolge il rene. La cap~ula agisce come una barriera ~he impe.Jr:-;ce all'ìnflammazione ili e~tmder:;i al rt!nc. Si devo tener con lo ,Jj qu~~ta disposizione particolare uelfinlervcnto (•hirurgtco, ctoé nell a ncf!'Ot'Aiia, nefrol1lotomiH e nefrolmnia. 11 dott. 'Y. T. Oppenbeirner, di Richm ond, mo::~tra le Ioto~~·alie di un apparecchio pe1·lc rrallut"C del còllo chirurgico ed anatomico dell'omcr(l. Seduta pomeridiana. l Il dotl. Pancoasl riC•Jr.la i pr·ogressi che ha fallo l'anatomia ùel c~>rvello; manifcc:tn le l"Ue opinioni pf>rsonali ~ulla l•Jcaliz· zaziouc delle Je~ioni cerebrali, ~ullo r-elazioni che hanno ì


CONGRESSI

I:JS7

muscoli eone at·licola7.ionl loro ·'"icine. sulla poca vtU\Jilà della cartilagine ar•tieolare. e suli'U!-O 1lelln t>stensioM e della eontro~ten"Ìonfl nelle arlriti. l~ d' a\'\'Ì"O che solomeule quattr·o ~ittno lò o!'<:-a del met.acar·po, chr le aponevrosi pt·u ~nuùe funzionino ncm ~olo romo proletlrJci, ma unche qualt lcgametlli. Parla in !-C'~uiln del ll' fraltur·,. della tuberosita Licipilale. Osserva che re)'opre-"iene • aua ... torno~i • non si deve applicar e che al si"l<'mn va" ()!are, ecc. Il dotl Alberto H. Stl·uug fa unn c.-omunicazione Sztll • se.;iofli del bo,·ir.o ttt!lr uumo. anall~;ando i rapport: atl periion.eo col r eiliJ, co/ln. resrica e coll1. ltnea mediana della parete addominale, SOprntttU[O rt(J/lC ,9ue relazioni eolfrr CiSÌO{omia soprapuilira.

Il lolL F. C. S .acfer. •ti C hica~o. ··~ge un articolo intitolato; Con.~idera~ioni anatoTnich,. .<:opra w1 caso di. perdita dell'in·

tieru cuoio capdluto, d'un orecc/uo, e della maggiiJr parte del'P palpebr·. Egli ne Otlt>nue la guarigione coll'iunesto cutaneo.

Sezione 41 ohlrnrgta dentaria e dl otologia. Mnrledi, G ~t!tlcmbre. - Secondo ~iorno. - Seduta anlimeridrana. Il doLL William Cm·r, ili ~e''- Yor·k, fa una à.isserlaz10nc sulln r ura dellt ft·atturs df'Jle ma"ct•llo ron un nuovo G!'P8I'ecrhin intPrtleulat•io. E notevole elw nelle frottu.re dùl Ola"cdlnre infennl'l' i ma· lati non si recano a o. clinica se n 11 dopo parecrl.i !!iol'lli ella rJportat.a le::-icm •. Suleuu::uLe quaudr• l'eulìogione comincia. a to•·mentarli si l'l·t'llllo tt domanrlar·c Il consicdio del chirurgo. D opo aver p•·esu colla cer·a il mt.~ello dei tleuli. fablwica un appaL' cchio in ~uoutchou.- vulcani7.1oln chP ruoprs tulli 1 Jent1 delln mnscella infel'ioro e quelli delln mascella superior. situ» li poglet•iomwnle ai cuuini.•\.dallo dapprima l'apr•I!I'I.WChio alla UJascelh .:ana, quindi rimeLlt• in po::-izio:te il mu~cella :-e fratturalo. L'app&recchio deYe essere lcnulO in posto 1 et• tre

o quullro selllmune. Il ùull E. Brn~seur ra una comunicozione Sull'uso delrtiria


1388

CO~C l\f:SSI

nella•terapeutica. denta ria. Insiste sul vautaggio di sostituire al bicloruro e al b1joduro di mercur·io ed all'acido fenico cristallizzalo, l'aria calda, che dìc:trugge con piu erticacia i mi· crobì della bocca e dei denti cariali. Seduta pomeridiana. Il dolt. Junius E. Cr·avers, di lndiaoopolis, logge un <~Aggio inlilolalo: Trattamento dei denti sen:a. polpa. Egli non a romelle che il dente senza polpa sia neCC$58rJamente un d~nte morto. Invece di curare il dente cogli c.~carolici, nella completamente il ca11ale contenente la polpu e lo chiude ermeticamente coll'argento in foghe. I dottori Tbomas Fillebro" n, di Porlland, ed. A. \V. Har-lan, di Chicago. dissentono inlier·amente dall'autore. li dolt. \V. C. Barrell, di ButTalo, si meraviglia che ai giorni nostr1 si possano sostenere le assurdi li\ contenute nell'articolo del doll. Cravens. SezloDe dl climatologia e demografta.

)Jarted't, 6 settembre. - Slcondo giorno. I membri della sez10ne adottano la conclusioni .seguenti: i• Che debba esislet·e in ciascun pAec:e un ufficio di stati· slica 'itale, organizzt~to c:opra una ba<~e uniforme. 2• Che il segreltl rio generai~ annunzi ai gover ni dei diversi paesi la risoluzione pr•ecedenle. Il dc• t l Carlo Demson, d t Denver, fu una ('Ornuuicazione Sul cli,,la. miuliore per i li:nri. Negli Stati Uniti s i ll'ova aù un'altezza di mille cinquecento piedi, nel nord, in inverno, e acl un'alt~zzn di dieci mila piedi, nell;ud, in estate. Quando i malati sono avanzali an eta, quaudo sono di temperamento net•voso, quanlo solTt·ono di lt.>sioni valvolori del cuore, d'enfisema, di pneumo-tornce, di polmonite, ù'emollisi, o di febbri di allo gr•ado, le stazioni clìmate· riche e)e\'ate sono conlrorndicate. In ogni caso, è loro necessario un clima schietto, secco, freddo, a temperatura costante. Il dolL John William ::\foor e, di Dublino, legge un articolo


COSG RESS l

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inLiLolalo: Il predominio della polmonite svcondo le stagioni. Secondo lui, hl polmonite è una febbre flpecifica per le con~iderazioni seguenti: t• Essa si presenta <~pesso sotto for ma epidemica. 2" È infeziOSll. a- In molli casi è di origine lifoide. 4• Il suo pel'iodo d'invasione somiglia a quello di altre febbri specifiche. s· La comparsa di fenomeni f:(enerali prima che siano risconlrabili i segoi locali. 6' La defervescenza immedittla. ;• La presenza di fenomeni sulla pelle, come herpes, mac· chie bluastre, ecc. 8• Le complicazioni che si ~volgono in C~eguito, ad esempio la nefril.e, ecc. 9' La scoperta di un bacillo probabilmente patogenico. Il dolt. Enrico B. Baker, di Lansing. presenta un lavoro intitolato: Su i rapporti e/te esLSiOIIO tra certe condr~ioni me· ieorolo[Jiche e le malattie acui(! de' polmoni . Ricorda che l'aria fredda è aria secca; non può contenere

che 3 centigrammi di vapore acqueo a zero, Fahr. Ora l'arta espirala alla lcmperalut·a di 98' Fab r contiene più di un grammo di "\'apore acqueo, soltrallc> agh organi re~piratori. Si produce m tal modo una secchezza anormale, cbe può essere seguito da irritazione e da suppnrozione. Si pretende che in ciò rtsieda spesso la causa della coriza, della bronchiti! e della polmonite. Egli ha pubblicato slulisticlle le quali tendono a dimo!"lrare che anche le malalbe contagiose, come la scarlattina, la dift.eria ed il vaiuolo, siano ~ott.opoqte alle sLesse leggi che le affezioni degli orgo ni respiratori. Sezione di terapeutloa.

Marledi, 6 scllembrc. - SeconJo giorno. Il dott. Ugo Hamillon, di Har1•isburg, legge uno memoria Sulla jllosojTa chimica rf,[ rimedio.


CO~GRESSI

I progressi in balteriolo3ia ed in cbimica hanno provato che questa filosofia esiste. L'alli vilà de' mic1·oùi si mostrn colla trasform azione di ele · menti organici nor mali del sangue in elementi nocivi ed anche morto! i. Scor o del rimedio è la. loro distruzione. J 1Jalteri ronlengono albumina; sollnponendoli al vuol<l, al frecldo, al calore, o alla. combustione, li dislrugA"iamo. Se li priviamo, aù esempio, di o"c;igeno, muoiono. L'espe1·ienza clinica dimoslt'a che tale n tal'altro rimedio è amministrato, •uoi pet c;uo potere ossi·lante, ,·uoi pcrcltt:lta 1l potere di distrugg~r·· i microbi e le loro spore, mediante sostituzione dei compont>nli. Il dott. Murrell, di Londra, ORMrva che quest'ar gomento P. di g rande importanza, benchè in generale sia stato lrascut·ato dai terapeuListi, eccelluatu !Jerò il prof. W ormby, di .Filadelfia, e il dott. Slor·kman, dì Edimburgo. li tlott. Slockmandicbiara che illavoro alquaJe il dolt. Murrell allude fu fatto in collaborazione con un amico. Egli si era mara vtr;liato per le poche> ìnformaz.om contenute nelle operescienlificho sulla causa dt:llfl iebbrc e sul ;i magramente. li dollore Philip, di Edimburgo. h11 eseguito recentemente un'Psperienza itupnrtanle su tale a.rgomento. Col processo di Stas, ha ollenulo r!all'escrea lo di un lisico, conservalo per qualche tempo alla lemperatur•a del corpo, un olcaloide; una plomaine, che, iui tnta a,i un mammifero, ha prodotto febbN e dimagramento progressiv0. La somministrazione della belladonna o dell'atropina dopo \"iniezione del nuovo alcaloide produsse · orresto dr Ila febbre e del dim;lgramenlo. Il rlolf. J. S. Sinclair Cop-hill, dell'i;;ola di Wight, fa una coWU!ll ·a1.ione Sul clorato di potaswz. E~li ha eseguilo una ~l?rie di esperienze, nelle ~ ruali ha trova ' che la quanl!tà t!olmedicamcnl<l amministralo ad un malal,J, si ritrova quusi inti~ramentò tll'lle sue orine. Questo sale è co:o;l ricco di os~igeno che può npput•entemenle senza dccumporsi contr ibuire all"ossigenazionc del ~angue. DJ;-;cu~gione tra i dollori H . ..\. lJare, J. Soli"·Cohen, Traill


CO ~G-RESS l

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Gt•een, :.\Iurrell, G. L. ì\lagruder, Frank \Yoodbury, ed F. E. Steward. Il dott. Carlo D. F. Pl11llips, dì Londrn, le~ge una memoria

Sall'a::ione di eerti medicamenti sulla circula~ione e srere;ionc del rene. A) McdiC{I.menti che producono dapprima la contrazione ed in ileguito la rlilalazione del rene: 1° La caff~ioa (a piccole dosi) produce dapprima una diminuzione della teo~ione vascolare, t•he c> poi seguita ùtl un aumento. La quantila d'orina diminui~cc 11el primo per:oùo; aumenta nel secondo. Grandi. do~i pos!lono produrre anche l'anuria. 2• L'ulexina (l centigrammo) produce uua secrezione ùiurina a!Jhondanle, ma di lJreve durata, nel po>t·iodo di dil~ut­ z.ione. B) Medicamenti che cagionano la ùil11tazione del rene. ma a un grado minore della caffeina e clell'ltle.:dna: Essi souo la de~lt•ina, J'uree, il clorut·o e L' acelulo ùi soda, ecc. C) Medicamenti che cagionano la conLt•uzione del rene senza dilatazione ~uccP!"Si\'a: P La digitalina, con aumf-nto della secrezione urinariu. 2" La sparleina, con diminuzione della secrezione. 3• La strofontma cngiona una contrazione pas~egg-ern. i-0 L'apocyneina, ptlt'f'. 5• La lereben tion (,là lo stesso I'Ì!>llllato. ()• L'adoniùiua pur('. :-• IL cJ()ruro di !Jurio idem. Il dott. Sarnuelt> S. \\"illiam. di ~ew-Y ot·k, legge un arti c• lo nel tJuale consiglia ùi aiJLaodooare del lutto l'impiego di medicamPnti, e di 1'1)1' 11"0 !-!Oiamente ù~i bo.gni, tlel ma<:osagg o, dell'elettricità P dell'tgiene. '

Sezione dl malattie de' bambini. ::\Iurtedi, 6 ~ellemLre. - Secondo giorno. - Seduta antimet•idtana. Il uott. :\[oncOr\'0 fa una comunicazione Sulla sijflùh- ere-

ditaria e sul rachitismo al Brasile.


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CONGRESSI

A Hio de Janeiro e nelle vi<:inanze, 10 p. 100 di malattie dei bambini hanno per etiologia la sifilide de' genitori. Nonostante H parere contrario emesso al Congresso del 1881 dal dottore C. \Vosl, l'autore ha diagnosticalo il rachitismo su 45 p. 100 de· suoi piccoli malati. Il dott. ·w11liam Stepheoson, d'Abe1·deen, legge un articolo intitolato: L'accrescimento neifanciulli. Le conseguenze cliniche dell'accrescimento più o meno rapido del fanciullo hanno un·importanza grandissima. Se, per esempio, durante !"anno cort•ente, l'aumento in peso di un fanciullo è stato doppio o triplo di quello degli anni antecedenti, il fanciullo è capace di sostenere maggiore o minore fa· tica mentale e fisica 1 La fanciulla cresce più rapidamente fra undici e tredici anni, il giovanetto fra qualtor Jici e sedici anni. L'autore è di parere che parte di fenomeni che si manifestano nel periodo della puber tà siano dovuti a quest'attività di accrescimento. Il prof. Victor C. Vaughan presenta una memoria Sull'tt!IO del latte di vacca nell'alimenl a;ione artificiale de' fanciulli. Quando il latte di vacca ha sublto la più piccola alterazione, contiene un elemento che dù origine al colera infantile. Du· rante la stagione calda, consiglia di porre in alto le più grandi cautele. Il doLL. R. B. While dà le norme seguenti: i • Esaminare il )alte colla carta di tornasole ed aggiungervi acqua di calce, se necessario. 2• Non somminislrarne che una piccola quantità nelle venliquall'ore. 3• Servirsi di bolliglie di tale grandezza che contengano tanto latte quanto basti per un solo pasto. Quelle di cui non si fa uso devono essere lavate coll'acqua calda e consen·ato in unn soluzione alcalina. ·i· Conservare il latte nel ghiaccio, dopo averlo riscaldato sino all'ebollizione. I dottori A. E. Goodwin e W. D. Booker convengono nel parere del prof. Vaughan.


CO~GRESSI

1393

Seduta pomeridiana . H dott. \Vtlliam P. NMlhrup, di New-York, legge un articolo intitolato: L'anatomia f!alologiea della difler-ta l4f'Ìitgea nei suoi rapporti cotfirlfuba.;ione. Nei fanciulli morti, da tre a sette giorni dopo l'inLroJuzion~ del tubo Jj o· D wyee. non si trova che un'abrasione su~rfi­ ciale •lell'epilelio. Quando la malattia è accompagnata da complicazioni gra'l71. l'esteemila infariot•e del tubo produce un'ulceraziono molto proionda sulla parete an teriore della trachea. N elle 11G autopsie che egli ha esep-uitn, non ha Lro,·ato mai nè latte n~ so~tanze estr·anee nei bronchi.

L'intubazione del larwye nei restrin(JHnentp e nell'a'.li"Fiùt ciel eroup. del doLL. 13ouchut, di Parig i. Nel :i.85.<:{, l'autore ave\'8 gil~ fatto l'inluba.zione del l11ringe iu più ionciulli. .\.veva oLLcnuto Ire guat·igioni su die<.'i casi Quindi tiferi~ce la storia clinica di un fanciullo di dicio'to mesi nel lari n go del quale irrlrodUS$8 una cannula d·ar~enlo e cJ.,e guarì in br evissimo tempo . Il dott. J. O'Dwyer, di 1'\ew-York, fa una comunicazion~ Sull'intuba:-tone del laringe. Cominciò le sue espcrienle nel 18~0. an· orfanotrofio di ~ew York. La lt·acheoton.ia non aveva dato, da qualche tempo, alcun buon risultato. Molti meùiri es:itano nell'cse~uire un'operazione pericolosa e diflicile. il profano nou può per,..uadet·>'i che per sollievo del fanciullo sia oeces::;ario aprire la tJ·achE:'a. Il dott. O' D" yer si !-'ervi in pri1cipio di un catetere pro~ta­ tJco cl1e introJuceva pet• il naso. ma dovPUe abbandonat-e questo pr,)t6"'~0 per·chr\ Jl pozienle toglievo da sè l'istrumento. Fece allor·a coslrurre un tubo corto. che in appre~so ha modificato piu Yolte r•tima di ~iungere ad un i,.lrumenlo «oddisfacenle di cui si serve og~i. La parte dd tubo situatR al disopra dell'orificio superiore si allarga grada~arnente; la presl'ione rlellc corde vocali salle pareti inclinat~ e 11 p~so del tubo ste!:;::-0 ne evilano lu t.:l'>pulsione durante un acce~!!o di tosse. Se grandi ammas~i di membrane non possono e~~er·e espulsi a ttraverso il lume JeJ 88


!394

CO~GRESSI

tubo, (JUesto si estrae. Per tale ragione il tubo non rimane sempre in posto, anche quando non esistano false membrane. L'intubazione é in apparenza un'operazione semplice; ma in ' 'erìlà non e tale. Il medico esperto la eseguirà facilmente in un caso semplice, ma incontrerà molla difficoltà in un caso complicato. L'intubazione non diverrà mai un mezzo di guarigione soddisfacente perché non polrit influire sulle complicazioni che rendono il croup membranoso tanto letale. Nel conft•onto fra la tracbeolomia e l'intubazione, non si lralla di deter minare se l'una delle due operazioni darit più risullati fausti dell'altra; la questione è la seguente: quale sarà eseguita più spesso? A quale i genitori si sottoporranno più facilmente? Il dotL J. E. Waxbam, di Cbica~o, legge una memoria Sulfintuba.;ione del larin.!Je, suoi vantaggi ed inconvenienti. SiatiBtica dell'opera:zion.e. Non é di facile esecuzione, é difficile estrarre il tubo; osta-

cola la deglutizione. D'altro lato si può eseguire immediatamente senza dolore, senza emorragia, senza shock; non è necessario di pulire il tubo, il trattamento consecutivo è semplicissimo. L'intubazione in due anni è stata eseguita mille ,·olte; essa11a salvato da morte certa d ug~nlo sessantanove persone. 11 doLl. Carlo G. Jennings, di Détroit, presceglie la lracheotomia; in primo luogo egli ha ottenuto migliori risultati. quindi teme fortemente le difficoltà nell'alimentazione che desta l'introduzione del tubo nel laringe. l dottori T . J Pitner e Xorthrup prendono parte alla discussione. (Continua,.

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RLVISTA BIBLIOGHAFICA SaBiello ed otto amll d1 eaerolzlo :lledloo-ohlrurgioo. -

Note ed appunti del dolt. G. PERRA:'IIDO. -Valenza, tip. Farina, 1887. Meglio che note ed appunti, se non per la mole (un centinaio eli pagine in quarto, con diversi quadri statislici ed una carla top~rafica), questa operetta, per gli argomenti svolti con concettosa ed elflgante sobrietà di parole è un renJiconto completo, statistico, igienico e clinico eli otto anni di esercizio medico-chi!'Urgico di un cospicuo comune dell'appennino ligure. H lavoro è diviso in due parli. Nella prima, dopo aver dato un brevissimo cenno storico del comune, l'autore descrive le condizioni lopografiche geologiche, orografiche, idrografiche e clima\iche della lozalila accennagli istituti vari di beneficenza, le società di mutuo soc~ corso, il carattere fisico e morale degli abitanti, il loro stato economico e sociale, ed infine tratta ampiamente con molta chiarezza eli parole e giusta verila di concetti, importanti questioni igienicho locali, le quali. dil'eltamente sono legate alle condizioni igieniche della massima parte dei comuni rurali d'Italia. Egli descrive le abitazioni dei contadini, degli operai e 1li molta parte ancora dei proprietari, e le concimaie che le contornano infellando l'aria ed inquinando l'acqua in origine saluberrime, sdegnato esclama: « Se la polizia e " l'igiene sono l'indice della eivilt.a di un popolo, assai poco « lusinghiero por 1! nostro amor proprio, dovrebbe essere u il posto che ci compete nella scala delle genti civili. • È questo il grido eli dolore che mandano, non solo nei piccoli comuni, ma ben anco in molte cospicue città, le leggi


f 39G

RI\'IST.-\

dclriJ:.,.iene, conculcale da vi<>ti pregiudizi, inveterate abitu- · dini, mal compresi inlere!';si, inerzia olE.'Il'aulor:tà, ec• . Que-.ta prm1a rarle si chiude con la statistica del mo\'iment., della popolazione e con le note demograficùe •lei decennio 11175-1884. PJtl importante è ls seconda parte. Su essa il giovane medico che sbalzato dalle saie della rlinil'a unive!'sitaria in un comune alposU'e di oltre tt:-10 ahitanti, de'e esercitare da solo, affidato urucamente llltwoprio crtLerio, ~uper-ando mille diffleoltà, aguzzando l'ingegno, meltendo a ra.lfronto le proprie osservazioni con gli ~Ludi t'alli, rende rag1onè a se sLesso ed agli allri del pt·oprio ltl\Ol'•J. È un rendi ...onlo clinico esalto, coscienzioso, minulo, oona ordinato, nel quale ora predomina lo spirito sintetico, quando l'Oggt·uppa i s uoi :uos ammalati in 12 clu!'lsi, per quantn ò f os..'<ibile, nosolo;;icament.e esatte, 01"8 quello analitico, CJamttlo studia i morbi secondo la stagione, la loealitù, il ~esso, l'età, ~udni,idcndo le classi stesse in ispecialitfi ed mtraltenendo;r.i parlicolannente sui ('8Si ù1 maggrore interesrse clinico. AddeniT'arsi in un esame piil mism·ato rti •Jue;;;to la,·oro, ricco ci1 ilclltJ osserw1zioni r.Jiniche e di erudizione scientifica , non é ~~~!':sibile. Qucs!.o cenno ba!!li a dunostrare che chi ba buona ,·olonls\ ~ amore allo studio può esercitare anco lontano dai centri scientifici e dalle grandi cit.k~, senza di,·entare prPti.Muente ~:mpirico. Sollo l'aspetto militare e da augut'S.r~i ehe l'esempio del1· .ul:>ru t.l"<n·i molli imitatori, in ~al modo le l't>lazioni dei direttori Ji sanità 111 corpo d'armata potranno pm·t.:re degli olemenu veramente preziot>i a costituire lA ~emr l'e •·d inHwo d ·siderata topografia medica d'Italia.

Dott. De: PRATl.


DIBLIOGR.\FIC.\

1:197

Croce BosA It&Uana. - BoUeUlllo 4ell'auoolaslone per Il soccorso ai mala.tl e terltl lD. guerra. - Roma. Settembre 1'-87. Tip. dello Manlcllate. Per cura del comitato contrale Jclla Croce Ross" 1taliana f> c; tal,., rubblicato il X. -i Jel Bollettino dell'~ia.:ione per il aoccorso ai mafati a jet'ifi in !Jttet'ra. l!: un lavoro nolevolo cnc atte..ta dell'opera as~•dua del comitato centrale e dei prckres::i ow10ra cre!'rPnti di •!ue.. ta benemerita a"c;ociazion.>~ la 11uale va oguora estendendosi P a cquistando sempre più importanza e considerazione, e lande 6ochc in ILali:t a metlPrsi a livello delle altre grandi nuzioui che ci precednttero nell'ordinamento di quest'opera eminentemente ci' t!e c umanitaria. 11 volw.ne è diùso in due parti: la p r ima riguarJa il comitato centrale e l'as~clnzione in gt!nerale, la !"l'COnda s i rzferi~ce ai !'ingoli sotto-comitali d'og ni circoscr i?.10ne. La parLo più importante, como ùi leggieri si comprcnJe, e Ja prima , la qunle c,omincia col resoconto morale t•,·onornico dell'Anno 1.'86, esposto dal p rosi dante dell' associat1one al- ' l'a"semblea generale Je1 !'Oci 11 30 aprile tl'o87. E primieramenl~ d n notar~ i l' incrr>mento che l' &$SO~"ia­ ziono va prendenùo in tutto il R<•gno. Dalla pubblicazione dell' ulliruo JJ,,•z, ttirw al 31 morzo u. s. si CO!;lilu.irono re~larmenlP trenU!sei nunvi Mllo- cornitati , di cui ~~dici nella sola undeeima Clrcof<crizione (BAI"i). A tutlo il :11 marzo i sotto-cl"mitali ammontavano a cento•lieri. ~uovi ,..<•tlo-comit.nti continuAno a !'~Orgere, ed è previslo che pez· lo fine dell'hnno correnlo i sotto-comitati coslituHt sorpasseranno i dueeento. Bilancio. - Il copilale ùi ~peltanza del comitato centrale Il t• gcnuaio l8~ti asccodu...-a a L. :t35:{,H3~ 89, a cui aa-giungemlo il valore del matPriale e-<isll•nle a quel tumpo in L. 5~.i'i5-\ 52, co!'lituiva un patrimonio ili L. 3, i06,-t90 H. Al :a dicembre dello stesso anno il capitale era !'lceso a L. 3.2~7. iG: 50, e il valore d·~l materiale era snlilo a L. 25!:1,30:! 57. Tol:llc L. 3,~106,770 07 e quioJi un auwPnlo di L. 100.2i~ GG. Le renùiw ammontarono nel i8SG a L. 1g:,,t8ì 65, delle


~ 398

RIVlSU

quali L. 134,Gl6 79 rappresentano i frulli del capitalo patrimoniale e L. 50,870 8G altri cespiti, con un aumento in confronto del 1885 di L. 5,480 sul titolo: Contribu:ioni. Il totale delle spese fu di L. 291,9~>5 04. La spesa principale e più importante fu per l'acquisto e lavorazione del materiale di soccorso in L. 203,582 9J. Il patrimonio dei sollo·comi taU regionali ammonta approssimativamente alla somma di L. 298,472 85, la quale aggiunta al patrimonio del comitato centrale fa ascendere il patrimonio dell'intiera associazione .a L. 3,SO:'l,242 92. Questa somma non è che approssimativa, perché manca il resoconto del solto-comitato regionale di Cagliari e di alcunl sollo·comilali dipendenti dai sotto-comitali r egionali. Nel corso del 188G, il comitato centrale provvicle all'acquisto del materiale d'attrezzamento di quattro treni spedali per la somma di L. 160,000, alla cos truzione di due s pedali di guerra o da campo da duecento letti ciascuno, e di quattro altri spedali da cinquanta lelli per le truppe alpine, per la somma complessiva di L. 100,000. Il materiale dei treni spedali fu acquistato e lavorato sotlo la diretta vigilanza della presidenza, quello degli ospedali di guerra o di campo fu costruilo a Torino sotto la direzione del colonnello medico comm. G. Arena.-Macelli. Il comitato centralo ha pure stabilìto di compiere nell'anno in corso l'alleslimento d i altri nove treni-ospedali a compimento dei tredici voluti dall'organico, ordinò la costruzione di altri due ospedali di guerra o da campo da cinquanta letLi per le truppe alpine; decise di provvedere al vestiario ed er1uipaggiament(l del personale occorrente pei treni-spedali ed ospedali di guerra, e più, d'impiegare una somma di circa 50,000 lire all'acquisto di materiale di rifornimento, specialmente di biancheria e medicazioni antisettiche. Quindi fra qualche mese, conchiude l'egt•egio presidente, l'associazione polra disporre: 1• Del malet•iale di aLtrezzamen to di 13 treni- ospedali per 200 ferili o malati ciascuno. 2• Di due ospedali di guet•ra o da campo di 200 lelli ciascuno, decomponibili in quattro da cento.


DlBLlOGRA FICA

1399

a• Di dieci ospedali da 50 letti per truppe alpine, di cui sette di speltanza del comitato centrale, uno del sotto-comitato di Torino, uno del sotto-comitato di Milano, e uno del solto-comitato di Brescia. 4• Di un certo numero di cassette di medicazione fatte a cura di parecchi sotto-comitali e destinate ai posti di soc· corso da stabilirsi nelle stazioni ferroviarie. Nelrinsieme un totale di tremila e quattrocento letti. Con la costruzion e del materiale di attrezzamento è stato provveduto al simultaneo trasporto a 2600 fer iti o malati dagli ospedali di guerra o da campo agli ospedali fissi territoriali. l>opo il glorioso disastro di Dogàli il comitato centrale, presi gli opportuni acco1·di col Ministero della guerra, fu in graùo di inviare col primo -vapore in partenza pronti soccor::;i consistenti in oggetti di medicazione in tale 'lUantità da poter far fronte all'urgenza del momento ed a pt·obf!bili e temute eventualila. I n un secondo invio fu completata la s pedizione degli oggetti Ji medicazione e furono falli partire non pochi gener·i di conforto, come vino, latte condensato, biscotti secchi, limoni, a ranci, cioccolata, ecc. A que::.la spe· diziùne ne seguirono altr·e, ed ora a mano a mano, ad intervoll:, vanno facen dosi nuovi invii di generi dt confor-to, proporzionanùoli all'aumento che si va verificando nell' ef. fettivo delle tru ppe colà residenti. T r eni-ospedali della Croce Rossa italiana. - 11 comitato centrale, come fu dello più sopra, ha provvisto un matel'iale suffici~'ote per ar redare 13 treni, aùallo ciascuno al trasporto di 200 malati o ferili. Ogni treno si compone di 23 vetture; 1G vetture ridotte aù infermeria ognuno pel trasporto di 12 malati o fer·ili, i vettura J'iJoLla ad uso di cucina farmacia e magazzino; i vettura ridotta ad uso di cucina per l'alimentazione dei malati, dei ferili e del personale cut'ante; i bagagliaio ordinario; 1 veltura intercomunicanLe di ·J• classe pel direttor e del treno, pei medici, pel cappellano e pel contabile, una vellura per ufficiali feriti e per Vufflcio contabile; 1 vettura pel personale d'assistenza e l carro di scor ta per magazzino.

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HOO

KlVISU

Ognuno deilt> veLlure rdolle a ..t infe1•meria, di eui è dato anche un disegno. \'8 arrt'•lat.a r•>n 1 ,.:eguenli ogl(elli: N. 8 montanti C'On 16 men11 .}e pe1· il ::.o... tegno delle berellr>. N. 11 barelle a lcltnccio, complete. N. t armadto a caotoniel'& contcn~ale gli oggelli neces~ari pPr 11 serYizio degU ammalali e Jei fez·iti. ~. 1 barùollo per acr1ua de lllri :;o. N. 1 lavandino inllsso a lla parete con catinella di carla .indurila.

N. l cesso inodoro. .\ucbe le veUure per uso di farmacia e maga.tzino e di eucina Stino rappresonta&A con opportuni disegni. La prima di queste ù arraùala con Hh oggetti segueuli: X. t armadio per i m PJicinali e gii o..,.geUi di ft~rmRcia. ~. l armadio a cantoniera per i bendaggi u le me licazioni anti ..elticho. ~. l C8!':sa per gli apparecchi chirurgicz. ~. 1 cesta di vimini per gli apparecchi in filo di ft!rro gal vanint~lo. N. i tavolino con cassetlo. N. 1 t•assa per il ghiaccio. N. l la 'lanàin:·. ~. l sedja pieghevole. La ,·eLLura per cucina hn il segueule arr.'damento: 'li. 1 cucine economiche accoppiabili: N. 1 carboniera. X. J cassa per In cenere. N. 1 ormaJio per gli oggeLli nece>~sari al ser,rz1o .iegli nfùciali. ~. 1 armadio per i vari utensili della cucina. l'i. t wvolino fori\ lo con calino pe1' lavare il vasellame. N. 2 barili per acqua, da litri 80 ognuno. N. 1 assito per sorreggere lu casseruole, le caifeUiere,t>..ec. N. J t.avolino per apparecchiare il,! vivande. N. 2 ossi li per sor•reggel'e i coltelli ed altri piccoli utenc:ili. N. 1 rastrelliera per le cucchia ie, 1 mestoli, ecc. N. 1 rastrelliera per la pala eù altri ferri p el' le cucine.


BrBLIOGJL~FJCA

N . 2 sedie pie;!hevoli. N. i ti11oz-z:a per ac()ua con coper~hio e robineLLo. Uni,forrn.e del personale sanitario della Croce BOJ:sa italiana. - P el servizio degli ospedali da campo o da guerra e dei treni-ospeclal~ l'Associ.azione della Croce Ro~sa deve avere un personale snnil.ario suo proprio debitamente organizzato. rekihuito ed eqoipaggiDto. n comit.ato centrale, mentre sta occupandosi del r eclutamento e d~lla istruzione di questo personale, ha creduto oppot•Luno pubblicare i figndnì delle uniformi. Sono quattro fìgur& che rappresentano l'uftlzialein tenuta leggera; l'uffiziale in Lenuta da in-verno còl cappoLto; J"infermiere in tE>nuLa dJ paurlo sem~a cappotto, E:' l"inferma•re col cappollo. L'uniforme per gli u!Jlziali e gli infermieri è in panno color misto marenco con mos treg~iaturc di velluto e panno cremisi. Gli infermieri banno anche la tt:nula di fatica in tela. Questi figurini fnrono stabiliU d'accordo col Miuistl'ro della guerra, il quale ba put•e concesco che il personalB della Croce Rossa italiana sia equiparalo a quell-o del re~io esercito, s1a n~i gradi. come Mlla disciplina e nt>l trali.Smcnlo in campagna. L'ultima parte di qne<>to Bolle1tirw si chiude con alcune notizie sulla attivita e lo sviluppo deU'.Associozioue durante !"anno i886 e il primo semer.;:tr~ del 1887. 11 1886 fu un ''ero anno di pace. Le divei·se Società della Ct'OC" nossa, non avendo a-v-uto occasione di sptegare la loro atli\ itas ui campi di baiteglia, L.anno rivo Ho tulla la loro opera ai lavori preparalol'ii Ji or~anizzazione c di allestimento di un buon materiale di &auilà . È se~naJata, come uuo dei maggiori progressi dt!l la,·oro preparatorio. che lt;t i:;lituzJone va facendo nPi vari Steli la adozione ormai g~nerttle del sislcma auLiseUieo pel trattamento delle ferite in guerra. Fra i progressi dell'Associazione vanno pure notati i seguenti. La Societll monlenegrina che si eFa costituita a CeUigne fin dal gennaio 18";6, m&. che alla morle dell'arcivescovo cbe oe era presidente avev-a cessato di esislere, si è. ora rico7


H 02

RIVISTA BIBLIO GRAFICA

sliluilo sotto la presidenza del nuovo arcivescovo metropolitano. Ancl1e la Tur chia , dopo l'ulLima guerra dei Balcani, ha sentito il bisogno di riordinare la Società della Mezzaluna R ossa che dopo la pace del 1878 si era disciolta. Dalle notizie pervenute da Costan tinopoli al comitato in ternazionale si deve ritenere che se non é ancora definitivamente r icostituita, sarebbe però in grado di prestare efficacemente l'opera sua di carita, quando il bisogno lo richiedesse. Nel Po rto~allo sta for mandosi una nuova Associazione della Croce Rossa , il cui comitato provvisor io ha gia otlenulo di essere riconosciuto dal Governo e èi poter collaborare con lui in caso di guPrra. Un altro fasto dell'opera prepar atoria della Croce Rossa in tempo di pace fu l'allestimento del m useo internazionale del materiale d'ambulanza, il quale, sor to per la privata iniziativa del conte S er urier, è ormai in pieno assetto nel palazzo degli Invalidi a P arigi. La storia dei successi pacifici della Croce Rossa durante l'anno 1886 si chiude con l'adesione del Giappone alla Convenzione di Ginevra. Questa adesione vuòlsi r·iguardare non solo come un acquisto della Croce P.ossa, ma come un vero trionfo della civilta. ~ La seconda parte del Bollettino contiene il resoconto morale cd economico delle dodici cit•coscrizioni della Croce R ossa italiana corri!>pondenti a quelle territoriali militari.

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N ECROLOGIA

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B ernardo von Langenbeok (nato li 9 novembt·e 1810, mor to il 29 settembre 1887). Non sapremmo in qual modo migliore signifìcare la nostr a gratitudine ed ammirazione alla memoria di questo grande scienziato, che uno dì noi (gene rale Baroffìo) ebbe l'onore


NECROLOGU

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di avere per compagno in vari congressi intern~ziol\ali, scien· tifici e della Croèi:'F R;ossa, e l'altro (capitano Sforza) per maestro a Berlino, che facendo conoscere ai nostri colleglii il discorso commemorativo pronunziato dal consigliere aulico pror. B!LLROTH di Vienna nella inaugurazione delle lezioni li fO ottobre 1887. LA DIREZIONE E LA REDAZIONE.

Oggi dovrebbe E*sere per me un giorno di grande esultanza; invece é giorno di cordoglio profondo per noi tuUi. Nei momenti felici della mia vita io pensai sempre con animo pieno di gratitudine a quell'ottimo maestro, a quel paterno amico che fu Bernardo Langenbeck il quale pe1' ogni evenlo, per ogni cosa che mi riguardasse djmostrò sempre il più caldo affettuoso intere:::se. Ed o.ggì dobbiamo piangere qtle· s~·uomo èome perduto per sempre. Egli ba scritto con lettere d'oro il suo nom·e non solo nella storia della chirurgia, ma ancbe nell'animo dei suoi discepoli ed amici. La sua persona J?Ossedeva come un fascino, che senza resislem:a attirava a lui dintorno quanti lo conoscevano. I suoi discepoli che in qualità d'assistenti ebbero con· tinuali rapporti con lui lo ammiravano non solo, ma anche l'amavano di un affetto puro e disinteressato. Il suo cuore batlè fjno.all'ultimo palpjto di caldissimo amore per la gioventù sludi:osa~ egli fu suo duce a:nirno$0, in lui si è persgnificato l'ideale dèl clinico istitutore. Ci è impossibile in llll breve discorso di1'6 tutto il bene che il Langenbeck ha portato aUa scienza nostra, sarebbe lo stesso che voler scrivere la storia della chirurgia di questi ultimi 40 anni. Pure io voglio provarmi ad abozzare nei tratti suoi prin· cipali l'immagine di questo grande. Bernardo Langenbeck era nato li 9 n0vembre 1&10 nell'Annover. Suo zio, Corrado .Martino Langenbeck (nato li 5 settembre 1776, morto li 24 gennaio 1851) il rinomato aria· tomico e chirurgo di Gottinga, che io pure ebbi a precettor-e d'anatomia e che accompagnai all' estrema dimora, fu uno degli ultimi professori a cui era affidalo il tripl ice insegna-


1.\.0-k

NECBOLOGTA

mento di oculistica, di chirurgia e di anatomia e fu in lutti e tr e que><ti rami eminente maestro. Suo figlio, Massimiliano Lang~nbeck mori !rioYane, in qualil<i. di medico in Annover, dopo di essere s tato professore straordinario di oculislica in Gotlinga. Bernardo Langenbeck, ultimati gli studi univet'l"ilari e compiuto un viaggio all'estero, scelse dapprima per suo studio speciale la fi siologia e l'anatomia microscopiCA e fu abilitato a ll'in,egnamento di queste due specialita in Gollinga. Per ò poco tempo dopo si rivolse ed attese con passione ed tllacrilà grandissima a lla chirurgia ed ottenne pochi anni più lardi la cattedra chirurgica dell'uni vers ità di Kiel. Là egli poté spie7are il suo s[raorJinario talento delrarte sua, in parte nella clinica universitaria e in parte nell"esercizio delln sua profes:;ioue durante la guerr•o. dello :5chleswig-Holstein. E fu nell'occAsione di quella gurrra che egli ebbe r appoeli coi giovani studenti tedeschi eh~> ~>rano accorsi a schiere per liberare lo Sclùes~\ ig dalla d<>minazione danese. Fmo a <yL:elJ•epoca Langrmbeck non avPva ancora trovato tempo di lavorare nel campo della medica letteratura, eppure era gia salito in rama di valente chirurgo e godeva di molla popolarità. Frattanto moriva improvvisamente nella sua clinica di Berlino il Dieffeobach (il novemb1>e i Si-7). Se ne cercò per lungo tempo un d~gno suc<'e$SOre e finalmente due anni dopo venne scelto a coprire quella calledra il nostro Langenbeck, il quale giunse a quel posto eminente ancora giovane, e in tutta la pienezza delle sue CO!~.:e. . Le speranze che si er ano fondate s u quella scelta non furono smentite. In brevissimo tempo Laogeobeck conrJuistò i cuori ù~i suoi discepoli, dei .suoi colleghi, dei suoi malati e ben tosto egli fu riconosciuto e universalmente proclamato i l primo chirurgo della Ger mania; tale riputazrone non era !"&cile a l acquistarsi in un tempo in cui brilla va ancora fulgidissimo il nome •li Dieffenbach nella toemoria dei contemporanei come è chiaro ancora oggi~inrno nel riflesso della s toria. Le guerre del 1866 e 1870 fecero salire il Langenbeck alla


NECHOLOGTA

dignitit di generale medico consulente e lo rivelarono anche maestro sommo nella chirurgia militare. Onori e le::;limonianze cl"ammirnzioni gli vemvano da ogni parte. Egli potè compiacer;;i della speciale benevolenza del suo imperatore; si trovò al suo fianco in parecclùe battaglie e più volto lo ebbe in cura. Langenbeck pareva non volesse imccchiare e fino al principio del suo settantesimo anno fu sempr~ asSiduo, operosissimo al suo posto. SvenLuratament~ m <1uel Lempo, fu colpilo da caleralt~}; quindi costretto a lasciare la catlcdra si ritirò a WiesbadPn. Colà io lo visitai nn.J suo ameno ritiro ove egli soggiornava da un anno. Colù ~trinSI la mano per l'ultima 'olta al roio umatissirno mae~h·o. Una pluc:ùa morte ce lo Tapi li 2!) ~eltembre nel suo 77• anno di eta. Se noi vogliamo ora cornpend1ara la ''tla scientilicu di que~ruomo r--traordinario, dovremmo menzionare anzitutto un grande ndmero di scritti l>U nuove opet·azioni in f'<ll'le Ja lui immaginale, in part~ modifìcute e condotle a perr~­ zione. Eccone le princi1Jah: L'estensione delle memb1·A aucl1ilosate sotto la naroosi. 1 nuovi metodi di operazione del labbro leporino, di uranoplastica, di rE\Sezione della manuiJ>ola di restzioni al'llcolari, di osteolomie, l'applicazione ùi apparecchi fissi immed~alamenlc J.opo le· fratture, molle nuove regole nellt operazioni plastiche. Et'pure q uei r<uoi lavori, per quanw r•rege,·oli d di grande valore. non svno t{Uelli che port ·no la vera impronta delta sua {n'anJ.oztt:l. Per ammirarne lulli i suoi meri li bisognava aver veduto t{UOsl'uomo all'opera, averlo ~eguilo nella <'Jinica, udita ta >;ua ~loqucnt.e parola, averlo v<>duto compiere un'opnrazione, ove egli ad un tempo spiegaYa la sun non comune arditeua ed abilità rhiruegica,la Lenevula prem.ura per la salute ùei suoi inf•:rmi e l'interesse vi,issimo • pet• ri~truzione dei suoi allie"i. Che un chirurgo debba ess~re buon anatomico è cosa nalurali,!>ima e ùa ntl"Suno llle~'"'a in dubbio. ma che un chirurgo ùi primo t·ango venga fuori da 1111 ;focent~ di fìsiolo~ia e di anatomia microscopica e un fatto abb~ts!anza <>ingolal'e e per

sè assai si!.mificante. Le ricerche sui procc:;si morlJo,;i, spe·


H06

~'RCROLOGU

cialmenle lo studio di quelle minute alterazioni che non possono scopr-irsi che coll'aiuto del microscopio, quella scienza insomma che si appella fisiologia eù istologia patologica, fu oggello di luoghi e paztenti studi di Langeobeck in olà gioYanile e se ora la sua operosità dedicata LuU.a all'insegnamento universilat'iO non gli permetteva colliv-are più largamente quella scienza, egli era però in gràdo di coraoscer ne lo sviluppo e di valutarne i p['ogressi. Le solide cognizioni di scienza naturale che servirono di bl\se alla sua educazione gli conferirono e gli mantennero pet• lUllt\ la sua vita una mirabile sicurezza, un raro intuito nell'a pprezzare i grandi progressi che andavano compiendosi nello scibile medico. Egli, nella Iarda età di i7 anni, presiedette l'ultimo congresso chirurgico tedesco e chi fu presente a quel congresso avrò. veduto che nessuno seguiva le letture con maggior attenzione ed interesse cbe lo stesso presidente. La sua posizione tt·a noi o meglio sopra di noi era quella di un sovrano eletlo per la grazia di Dio e per volontà nostra. Benevolo e cordiale nei modi, gioviale, obbligante, delicato, egli apparteneva a quello scarso numero di uomini privilegiali che senza dire o fare ad ogni istante alcun che di straordinario, colla sola loro presenza parlano la contenlezza nell'animo di tuLli. Voi ved~le, o signori, che io mi dilungo ad enumerare le doli morali del mio veneraLo maestro; eppure avrei ancora a mcnziousre una delle sue più brmanli qualit.ù di spirito, cioè, la sua eccezionale attitudine a creare e organizzare una grande scuolb. di insegnanti universitari. Quasi lutti i chirurghi tedeschi vi ventì sono stati suoi scolari. Io ho sovente meditato sul modo con cui egli ha compiuto sì balia impresa e ciò non solo durante i miei selle anni che rui suo assistente, ma anche dopo, ed ho polulo convincermi pel' esperienza che egli dovette la sua riuscita ad una meravigliosa conoscenza degli uomini, ad una sicura intuizione delle loro facoltà che egli sapeva coltivare con cura ed amor·e, ed ancora delle loro debolezze elle sopportava con allretlanta paziem;a e bontti. Egli non eccitava mai i suoi discepoli a lavorare e progredire sulla guida di programmi già tracciati


NECROLOGIA

lt.Oi

ed ancor meno pretendeva che e~s• giuras~ero in cerba ma-

aislri, ma invece onorava della sua ~peciale stima le individualilù p:ò spkcate ed or·iginali anch·~ se in esse mancava l'allratLiva della simpatia personale. E::tli poss~tdeva t[Ut!ll'inconscio sentimento della propria forzo. cbe è la caratteristica delr uomo di genio ed è con questo sentimento che egli si teneva coi suoi gioYani in rapporti fami~liari senza timore che per questi ne scapitasse la sua autorità Nelle vene di Langenbeck scorreva davvero il san!!ue di un principe della scienza, principe tanto ricco che poteva pr odigat'e gl'inesorabili tesor i del suo spirito senza eccilllre nell'animo di alcuno né invidia nè gelosia. Debbo ancora qualche pai'Ola su Langenbeck chirurgo militare. Le ' 'iltorie che egli ha con\'leguite sul campo della chirurgia conservatrice in guerra sono oltre ogni dire Lrillanli e segnano veramente un'epoca. :Merito suo gr•aYtòic:c:imo poi fu quello d'a' cr dHeso, coll'aulortlà della sua persona e della l>Ua posizione, i principii della convenzione di Gine\T8 avendo cosi contribuilo a tradurre in pratica verità la sentenza del suo imperatore, cioè: che il nemico ferito non e piL' nemico ma tllt camerata che abbisogna del nostro soc-

cot ..~o.

1•

Eù ora finisco col menziooarvi un ultimo fallo che ci rivela il sentimento umanitario di Langenbeck. Questo fatto sarù meglio compreso da coloro elle po!lsono ricordare le condizioni degli spedali lrenla o quoranVanni indietro. Quando nel1853 visitai gli ~pedull di Parigi e qualche anno dopo JU6lli di Londra, io restai ver8Jllente spaventato della brulalilù colla quale quei medici trattavano i loro infermi e lalt> era l'impressione che riportava talvolta alla vista di certi alti che ero costretto fuggire da quelJe cliniche inorridito e coll'animo sconvolto. Ora quelle conJizioni sono migliorate, ma è certo che sin d'allora io conosceva il Lt'aLtumenLo umano ed amorevole che il Lan~enbek usa\'a verso i più miserabili dei suo• infermi e solo dopo i miei viaggi e le mie visite agli spedali d<!ll'estero mi convinsi che i buoni lrallamenti di Langenbek erano per quei tempi una onorevole eccez:•me. Ed eccezionalmente amorevoli e corte:::i erano pure i suoi modi


-----~-n:-urs

KECROLOGU

verso la studiosa gioventù_ Mentre f!li allri professori solevano riguardar e J loro discepoli come scolaretli ùi f!innasio, egli invece vedeva in quei giovani i suoi ruluri colleghi e rtuesti sensi sgorgavano spontanei dal suo oUimo cuore. clal suo infaticabile istinto a spronare la gio>'eutù al lavoro, il~tlla sua bella e nobile naturu. To non avrò mai la presunzione di uguagliarlo ndl~> ~ue illustri \'ir·tù, pure se nella mia carriera professionale ebbi ad operare alcun elle di buollO, ciò io feci sforzandomi ad imiturlo. B~nedelta sia adun'lue la ~un memorta e che essa viva eternamente nello ~ratitndine della scteoza, del corpo medico e dell'umanitù. Io vi invito ad alza t•\; dai ''Ol"tri scanni in onoranze del nostro illu;.lre maestro. Ed ora riprendiamo i nostn u.suali lavori. Xoi nou potremmo più degnBIDente onorare il grande P."l:;tinto, cl operando '>~· condo il suo splrlto cd aLteucleudo volonterosi ail'a(letnpimento dei nostrt do\·erì. (Dalla Wlencr Me~H:. Wocften.<:cl!rijl).

11

o:rett.ot·~;>

Dou. Feuc.& BAaOI<FJO g-enerai~ medico.

li Collabort'ltore per •l R.• :M<;~ cina

11 ~,., ta, toro.;;;

GUE LFO VON SoMMER

Ct.AI:IIIO SFORZA.

Jlellko di 1• dasu

Co paiano · ~rdùo.

NtTT!Nt

FEDERtc.o, G.:rente


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MElMOR.IEI

-

-

OR.IQINA:X:...I

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OPEHAZ f().\1 UH lHUHGICHE STA TE ESEGUITE DURANTE L'ANNO 1886

Nf:Gtl STABILDIE~TI S\~tHHI YILIT!Rl

l

C7Ji nui opcrnLh·i che si lmv:H'onomPnzionali ne!.(lt appo~ili elt'nchi nomnlntiYi~ nr.l tt':..to dl'll~ relninni nnnnali degli spada li principali e nP.IIt• os~enazioni apvosle a.i rendiconti nosolo~ic·i mensili dc·1.di :-pPdali e delle infermeriE' di presidio t' SftCCinli, ~ttpel'nronn nel 1~ RG In l'irradi U::iO. non compresi quelli meno nh•vanli. c•ltP. gJOrn almenlc or.cotTono ncllc' t:linit·he chirur ~idse. Xella :-ucldl•lta dft'll non sonn neppure compre.;e lP rilluzioni delle ft-nllut· c• l' !lei l~ l U''azioni dì cui ~i di~correri1 a parte. Sopra un numero rosi ri leHm le cì'operali. uon mancarono c·crlamente le morti; ma J'ill't'C chie eli quest' rurono ca male da m:~l:lt':c P~tranee a qut•lle da r.ui Prnno ~iate moti\"!l.le le opel·azioni. Ilei ruP ,; tliril mc~l in. di~torrt>rtdo p:ntitamente cleì ~in­ ~oli alli oprrnth i nellllodo e J'Pronrlo J'orùioe~iu seguiti ne li!! congeneri rivbtt~ dci J'(•tte anni precedPnti. Il numero dellr opera7iuui !'llr-llanle n ci:'~checluno depli $lohilimenti ~anit:u·i ri~ultn dalsegue111e prosJ'euo:

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OPKRAZIONI CI:HRURGICIIE

O.:tlNiali od infcr01orio

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--1 Padova.

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Xapoli . Frr••oze Genova. Roma Vcroua. LiVO l'IlO Cava dei ·ri,·reÒi Csser•la. Brescia. Bologna . Suvigliano. Piacenza . Perug-ia . Catanzaro. Alessandeia .

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GaPta àlasssua No\ar·a. Par·ma.

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Chieti Coseu:ca Ra,·enua . . . Chioggia e Lido Pavia Siena T era n w Reggw Calabria AccaJernia . . Cremona. TPeviso. Aquila . . . Ci vi la vecchia SAssari. l\lonteleo:1e Modena (scuola) A<>sab . . . .

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Tormo. Palermo Bal'i. Reclusorio di Gaeta . Udine .. ••

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Ospe<tali od infermerie

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Gli sLabilimenti non menzionati, o non ebbero o non segnalarono alcun allo operativo. Arnputa.zion.i.

Le amputazioni furono 21, delle quali; 9 di t·o~c ia; 6 di :;:amba; 1 di l.ll'acdo; l d'anti hraccio; l d'un osso melalar·seo; 3 di falangi.


STATE ESEGUiTE DURA-NTE t'A~:'\0

1886, RCC.

141 1

,..i}npwa;;iolti rli cosria. - Cinque furono motivate da ~o­ narlrocace, una da osteo-sarcoma alla Libia, una da sarcoma <tlla gamba, una da cancrena secca alla gamba in conseguenza di ileo· tifo, ed una. da ferita d'arma rla fuoco al ginocchio con frnllut·a comminuta degli ossi. Dei 9 amputali. 6 guarirono, e fra questi uno per primo coalito. \lorirono l'amputato per ferila da arma a fuoco. l'amputato per osleo-sarcoma ed uno fra gli amputati per gonaTtrocace. Qnest'oltimo era. pure affetto da periosLile al cuhilo ed aH'omero destri, non che da tubercolosi poi monale. Le amputazioni di coscia >enne•·o praticttle: l in -'1ilano 1op. maggiore Cavigioli); l in Verona (op. eapitano Sihe-tri); l in Bologna (op. maggiore -'lonari); l in Livornp (op. capitano Puglisi); l in i'\apoli {op. capitano Sciumbata); 1 in Caserta (op . maggiore Paris): l in Palermo {op. maggiore Landolfi); l in Siena (op. capitano Sm1gimrdi); l in ~ln5snua (oper<1lore non indicato). Atn]l1bla.:rioni di gamba.- Cinq1te furono motivate da po<lartrocnce ed una da l'rallnra. comminuln e complicata dell'a l'lo t•imnsto preso solto le ruote d'nn tram n vapore. In questo caso l'operazione era stata preceùula da un tentativo di cura consPrvati•a. Tutte riescirono ad esi lo favot·evole. In uno degli amputati per podnrtrocace erano stati prcviamerJle tentati la raschiatur-a e lo sgorbiamento del calcagno in cui aveva amto inizio il processo cnrioso. Le amputazioni di gamba vennero praticate: l in Ales~andria(op. tenente Pronouo); l in )filano (op. capitano )Jezzadri);


l i 12

OPERAZIONI CUIRUltl.ilt.IIP.

l in Cremoua (op cnpilauo Ct·ema): l in Yerona ,op maggiot·e Pretll); l in Firenze (op. ma~~iore Germani'; l in :)J antova (op. tenente c.olonnello Ballel'ini). Amputazione di l1rarcio. - Qul'sta f J e'e.;uita Jlt•r artrocnce al gomito in giugno 1886 (o:;pcdalo di Ancona, op. tenente Stran•>}. e l'alllputato rt,uJta, ,, ancora de ·ente rwllo speciale allo scnùcre del giugno 188i ( l) .

.1mpura:im,,.. d'a11tihracrio. - "-lata praticata nello spednle di Milano per ar·tt·ocnce olia m:mo nell'amputato di «'oscia prt:eetlcntemellle accennato. L'amputato guarì pure di qnesta sceondn operazione ed ehhe la pen~ioue eli 2• categoria (op. m.1~giore Can:-:iufi . Jmpuftl:imte ,fuu ntetatarseu.- l'er at·trocace della giun· tura metatar:;o·falaugea del quar·to dito d'nn piede, fn P.~por­ tntn il dito IDl•diunte l'amputazione del mctaL;II'seo falla nel ca ro d'un ascesso esi ... tcnte sul ùor"Q del piede e SU'-"':!nìta dalla t-ascltiatum delle pareti dt•ll' a-,c(no meùesimo. Guarigione (o,..p . di Firenze, op. r· p' tano lm!Jr'aco 1 Delle rtmputa;:ioJU di {alan,r1i. ùuo fnrono motil•aLe ù:1 carie (o'l'· di Pracenz1. op. rua~,;Ìl·re B1rocch ni, cd <·'P t11 8~­ logna. np. capi ruuo Lomuurdo), e l'ultra dn ferita d'armata~lit•nte rh ~ne'~ e,-r ori ... lt> d!ie ltllime f,• <n.;i d'nn inli·P. lasciando scopello e senza lemhi il cnpo della prima (infer· meria di Tre\ "o· OJ•etllo; c nun in JIC.•to . DJ.Sart.ioola.ziont.

Le db.lrticolazioni ~ommaruno a l (), cio~: l di cost'ia. l mcdiu-tnrsea. 2 d'osst metacarpei, :; di t1iti di mano. 2 d'o~ i utctntar};eJ. :l d1 ditr di piecli e 3 di fa · langi .

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ST.\TE ESEGL'ITE DURA"NTEL'A~O 1886, ECC.

14,1:1

Della disu1·ticolazione di coscia stata. eseguita nello spedale -di cagli ari dal lenente colonnello Segre e sus"Sel-!uita do. morte -dopo ì oreJ fu ~!l falla menzione nella precedente rivi~ta solto il titolo di Spa<;cat,o·e di smi fistolosi. La disarticola; ione mrtlio-ta1'sea con tOlli;etvazion<' del cuboide. fu motivata da frallum comminuta e complicata del piede, stato collo sotto unn r uota d'un vagone ferro\ iario. Esito di guarigione (osp . di Roma, op. ma)!giore Di Fede). Le due disarlicola~ioni rl'tmi metacarpci (ptimi) furono molinte da ca1ie e snsseP'uiLe da guarigione. Però uno degli operati mori poi più tar·òi per tubercolosi polmooare (osp. di Napoli. op . capitano ScinmLata). Disal·ticoln~ioni di diti drlle man i: Gna di dito medio per 05teo-per·io·tite fungosa (osp. di Savigliano, op. tenente Yigliarùi). Una di dito mignolo pet necrosi della l" falange (osp. di Genova, op. capitano De Prati). La terza d'un dito medio perfraltura con successivo flemmone diffuso (infermeria di C;~sale, op. maggiore Perooacci). La qunrta d'un dito mignolo per ferila-frallura della falangrnn. ma più. che per questa. per canr1·ena prodotta dall'applicazione di acido fenico impuro. Si cercò dn prima di rimediar,·i colla. disarticolazione della falnngina, ma dopo sei giorni fn giotofoM;a ricortere alla demolizione dell'in li ero dito (infermeria di Sassari, op. capitano Tedd e) . La quinta si riferisce aii'Psporlnzione d'un dito soprannumerar·io stalaprat.icala nell'ospedale di Cnserla dal capitano Jandoli. :.\la siccome non fu fatto conoscere alcun particolare 1 nè sull'atto operatiYO, ni' sull'~1hica7.ione del dito. cosi non si sa precisamente se si sia Lrallato di disarticolazione o d'altra operazione. TuLti questi atti operativi furono snsseguili dn esito felice.


l \.l-i

OPERA.7.10)1 l CIJI RliRGlCB.E

Le due tli.~a1·ticola~ioni di mnatarsei rurono moti\'ate da caril'. Lna ru ~etluila nello :;pedale di Vcruna (op. mnagio:·e r1·etti), J!l evio un Lenlali~o di raschiamento f}llllllro mc,i prima. .3J n neppure !a di~nrticola~ione pott• impuòire il successivo svolgersi cl'un podartrocnce che poi nel gennaio l S81 re:;e nece,•aria l'amputazione della ~:~amha. in seguito alla quale l'operato t!U:tri ed ottenne pen~ione. La seconda ru e•eguita nello :.pedale di Homa da cui rn ref:!istrntn sotto il titolo incel'to ùi l'Cseco-di~:ll'ticolnl.inne 'operatore mag~iore Di Fede). L'operazione non ~::bbe al cnn ri"ultato, poi che il processo cario:-o continuò e l'amm Ialo. operato nell'agosto 1886, termine", col nwrire nel gennaio 188"; pe1· luhereoJo,i intestinale. Disarticola:iotuditftti dÌ[IÌI'tli. - Una rudi alluce c l'altra d'un secondo dito; quella per sinovite fungosa conseculi \"'a a frattura cornminuln della te:.ta della l" falange da zamp:tl!t di caYnllo (osp. di ~l ilano. op. rrtpitano ~fezzadri); questa per carie della 1• falange (olip. di Piacenza, op. maggiore llarocchini); ambedue su:>sezuite dn e'ilo felice. Le disarticola: ioni di falangi rurono occasiona le da traumi ed accorsero: una nello spednle di Firenze (op. Lenente Drazzi1 di ~nvorgnan ); un'ollra nello speùnlo di Gaeta (op. tcnentt· colonnello Cnsu); la terza nello sprùale di )lassana per le-.ioni da scoppio accitlentale d'non cartuccia di dinamite(operatore non ndicato). &eae.zioxu

Ne furono e~eguile ·l !l, cioè: 1° Re:-czione del capo del femore in caso di co~nrtrocace. ~orte dopo ~5 ~i orni dall'opc1·:uione (infermeria :-pecial~ del reclusorio di Gaeta, op. maggio1·e Superci.Ji).


STATE ESKGml.E OURA:'\ rE L'A";NO 181)6, ECC. ~o RP~f'zione

clas,;j.·,, d'un .~ino··chiu per eonartror.ace (osp. di Homa, op. mag;,!iore <li F e1it1). S~mhrò per qnalclte •emp<l cb\: voles'e rin, ·•re atl nn Jq,JiantP risuJt"mento. ma poi il processo carioso ~i riprodusse e rose più lardi neces~nria l'ampnla~ione dellt eu' ·,,l (l

.

!} RP~cziono del cnpo do Il omcr·o rn cnso eli frn Il um in tracap,ulare •'HO SUI.•'t;:;$Ì\ ·' .tndu"''i: ,.,rtu Ji ..mar1:ruue · 'l'edale dr ~n]Joli, op. capitano ~citHllh.Jta) . + Rl',ezione delJ't!.,lren.o 'UP•·nore cl'un omero D~'l 'Uù collo chiru1·gico per ferita d'nrmn a futH'oallr'll"Vdr~ante la!!illnlura l'lìO l!,tllura ... ,mndnnta tl··l G;IJhl ·ielt'•tmt:ro. ( ~na!' ., .. n~ (osp. di ~l a::.:;uua, oper:\lore non indir.ato). :)• Re,•·ZÌ•lllC dell'u 1 e~r..r'" e dl"ll'e,trt•mo s•tperior" •lei radin per sinovite frrn!.[o~rt d~l !.iOmiln: !{U:II'Igiouo con su per0

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lfl La stori 1 •ldl'anuullla" n cui •Juo' ù:l orernlionl 51 rifl'rL<eunv. Illiri • al·ba-'1 nla int~r. --ante 1 ·r e.<' r· fJUJ nt~runt.a per -ommi cap SI tratt.a 111 un ~lllcvo earaluulere. t: ntsa dl'Ila sua mal<~tlla ru une• cootusioo .l gioorduo sbu-lro rrl ta in lll:l!ltl::' lo (ottol re 11!.'3). V nttL'IIa l• •tooe lltcli in ltoma. " t ntru allo s(l(ldale per gonklrarlo cronit() (1liremhm 18851. P ·hl ,l'io·• ,,, •P. 'n operato •lell'il1rarto m lmnte ~ouuLur.t r-1 :l.>Jlrazfoue 126 .n....miJrc 11«3/. • Qut•sl.a or~r.•ziollP rhe ntll:1 rh·i• t ~ d•·lle op••rnziOnl di qu~l1':1nno ru clu••irJCaU Cr.t te n •"ite • uar.=i<~ne. non lmped• l" 1 1 LvJt l ••ol• e nel ,:inqcehio una •lHOI Ile rungtbn. Perr1v si :ul•livenno ~··i rn•·•l •lopo alla re.-P71rne tot:•le del rtlnocchio ron in·

-Ilo,,, o~POli• d Ila rotola (!S lu~lio 1. ~).

Com•• fu nc•·•·nnato, si ehl11•r•• p~r lltlAiche lt'lllJlO rom!~ te Iu•ntjthe d'un hoon risult.1mento. \li\ ,.,... furono rf'•e mn•• dal rlprrldursi del proce,so cnrlo•o sl\J monr oul. c:o•t cùe si ,J.,vette , Idi"''" al r dtiam lo. all' hfOOrtaz.l ne .JI se•JU'·~Iri l'ti nll'nr•phrttzlooc tl••llorllll>-r.autorlll (31 marzo t88i). 11 ra.sclot.truenta fu J•Ol ripetntu ai !7 ma;:gio urg•.,ivn. PnMiruent., riusetlc \..:De • t•receol· nlt cnr•·, ,j d"~tlt.! nwrr··re t'l'amputa:tlouc rlella o·osdn. ~· lDft!rlurr• !3 seuombrc 1~71 ed :~llWl.lmrnte l'owrato" 1 rès• cb.. ·o , tto. \ll't'pel"'''" rlel pc:xzo anatomico fil loono• •ulo eh·• la :;a• la tura .Jo· ·li O!<•• res••cuU era quasi colnJ>Irta. 11 rhe rsiswvn. caf'l•• dei romlilì dal rr•mor!' 011n seui fbtoiO•t muiUI li.


Iii li

OPERAZI0:\1 CHIRURGICH!

stile limitazion~ nella funzionalita della parte (o=>p. ùi Bolo;l'na, op. maggiore \lonuri). W' He,t·:r.ione solloperiosLea del«ruarto inf,.riore d'un cubito 111:11' r·al'ie; esi to non ancora definito (osp. di ~a poli. operatore tenente lucc-iola' . l" n.~~czione totale d1•IIP o.-.;a d'un carpo per o-leile rarefacrcnte, 111ediante incisioni later·ali profonde eù espor·tazione di tulle le o,..,.a col cucehiail) \\'«Jikman e :)Ucce,.,iva raschiatura delle cartilagini articolari coprenti le oruouime ,uperlìcie del radio e del cubito. Era già quasi colmato il cavo risultante dall'operazione, IJOaOdO roperato fu COJIO Ùa perttOnit•' tUÙCI'COiare e ne morì (osp. di "\apoli, operatore nou indicato) . A que:-;tu ammalato era grit 'LJto qualclte terupo prima rlell 'oradetta operazione, esportalo l'o$SO piriforme dello ste.:;so lato per carie. lf' HPsl'zionc sollo-periostca dei -~ 5 intemi d'una clavicola per osteosarcoma mitlollare. con esito di guarigiuoe (o~p. di ~apoli. np . sollotcn~nle Bonomo). n• Rtl..;t>zione pat·tiale del rnanultrto dello sterno per la grandeua d'no doppio soldo e succc.>siva applicazione del Lermo-caulerio, 10 caso d'o:;tenperiostite. Esi lo d1 guarigione. (osp. di ~apoli, op . capitano Sciumuata). l 0° ltcsezione d'una 7• costa. l l o Hcseziooe d'una 8 co~l:\. Ambedue per periostite. ~on fu dello quanta c quale porzione di tlolle coste sia stata esportala. Taglio lineare; guarigione ((J"P· di ::'inpoli, op . capitano SciumhaLa). 1.2" Hosezione di tibia per la lnnghezzn di l Ocentimell'i in cau'a di necrosi r.onsecutiva ,t ferita -frattura da calcio tli cayalJo. Guarigione e ren,ione di 2• categoria (o"P· di Perugia. op. maggiore Carabi m). 13° Ru:.ezione d'un frammt•nto della tibia mediante ior-


STA TE ESEGUtrR DURAI\ l l. t'A~~O 1 ' 6, ECC .

H li

hice o;:teotomn, pre>io ~collamento del periostio, in caso di frattura comminuta ~ complicata, ribelle nlla con~olidazionE'. Mancano indtcazioni sulla lont;Llezza del frammento esportato; ~uarigione sollecita (osp. di Hal'i. op. capitano Gu:trnieri). 14° Rr,ezione d'un terzo os~o metacarpeo per carie. pre\ia spact-atura d'un tramite fistoloso e mediaute :-.ega a ca · tcna. nuari!!ione (osp. el i M e,.,~ina, op. capitano 1\iuo). Le altre ctnque 1e:-ez10ni :-t t·iferiseono a semplici esportazioni parziali di falangt, quali pet faLLi traurnatirt 1u:-p di Palermo. op. maggiore ~l ane~talchi; osp. di flrescia, op. mag"j."(iore Caba..,i), quali per e:>ilo di paterecci (osp. di f.eno'<t. O() capitano De Pr:tti; osp. Ji Catanzaro, op. Cllpilan(l Pa squale). ed non. per c;u·ie spontanea (osp. di Genova. op. cuptlano .\lonno) . E~ilo di t;uarigione in tulli i cinque casi. Alt.re opera.zio%11 s ugli ossi.

Solto questo titolo comprendiamo: lL} tre 'etJUe;ootrotomie; b) cinque estrazioni di frammenti ossei; c) dodici raschiature di ~upcdi.cie ossee; ri) esportazioni d'ossi piccoli. (Ielle prime, una si riferi:-ce ad un frammento necrosato tlt mandibola stata fraUurata da calcio di cayaJio; ta!.dio esterno: guari!.(ione (osp . di ~apoli, op. "ottotenente Booomo): l'altra aJ un seque~tro tnnginato di t11Jia; guari~ione loene an-inta (o p. eli ~apoli, op. c·apilano Seiumhata); In tertnad uuasem}Jiice esportazione, mediante pinza, d'un emicet·chio necrotico dal monrone d'un omero in cn.so d'amputazione d t Lraccto (osp. di Milallo). Escrazimu di fraltiiiH'nti os.\1 i. - Due furono ese!!oite in


a ts

OPERAZIO~I CHIRURGICH.E

)1assaua sopra bnsci-bouzouk stati feriti da arma a fuoco in nn combanimento a Zula illz settembre 188tì. I n un ca,-o ,;i trauan di ferila d'un ginocchio con frnLLnra comminuta dE'Ila rotula eti apertura della cap;;ula sinoYiale; nell'altro ùi ferita trasfossa d'una ginntnra astragalo tibia le, nella direzione daiJ'e,;ternoall'interno, il proiettile essendo entrato solto il mal· !eolo e,;lt•J·no ed uscito 11PI met.zo del malleolo interno. ~ello scopo d'e,·itare la demolizione dPil'arto leso. furono esu·atti in ambedue i feriti i frammenti ossei·, lasriando il resto al ben~>­ lizio delle cure conscrvntive antisettiche. ~on ftu·ono indicati nè l'esito. nè l'operatore. Nello spedale di Perugia ed in ca:;o di frallnra d'osso tem porale con a" alla mento di frnmmenti per ''alci o di cavallo. ne YenJlCI'O estrnlli [JHI'Pechi. previa irwisione crociata e dissl'· z:one dei tessuti molli. li chl• non Hl se però ad e,·itare la morte per ascesso cerebrale (op. maggiore Cm·abba). Altre due estrazioni di frammenti d'ossi frallurali, ma in lesioni di minore importanza, accorsero negli f\peùali di Tol'ino e di 1J ilano; nel primo in caso di fl'altora comminuta e complicata di tibia (op. tenente Aprile); nel secondo in nn ca:;n di frattura longituclinale della .2• falange d'un indice, rimasta spaccata nella sua lunghezza e di cui fo esportala una metà {op. maggio1·e Cavigioli). Raschiatur'' e StjllOtalllenti d'm,si.- Dodici furono gli atti operativi di questo gener·e. Fra di e~si noLansi i seguenti come i più impo1·tanti. Ospedale di Firenze. - Sgorbiatura, preYia cloroformizzazione, d'un calcagno all'etto da osteomielite (op. maggiore (~e,·mani): nessun effello, essendosi piu tardi dovuto vroceùere all'amputazione della gamLa, come fu precedentemente nola lo. Ospedale di l\oma. - Sgorbiatora di calcagno all'eLlo da


1

STATE ESEGUITE DURA:'ITE L ANNO 1888, ECC.

l i Hl

carie, c successiva cauterizzazione: nes~un et'fello (op. maggiore Di Fede). OspPdale di :'\apoli. - In ca,-o di carie ad un piede, sgorbiatura del calcagno. raschialnm tl'nltri ossi e quindi cauterizzazione attuale: esito indeciso (op. cnpitano Sciumbata). Stesso ospedale. - Jn un caso ùi carie ad una costa nella regione peUorale, incisione dei Le~:~suti molli e quindi abrasione d'una porzione superficiale dell'osso ammalato, susseguita da profonda cauterir.zazione col tenno-cauterio: esito letale per polmonite doppia (op . capitano Scmrobata). Ospedale d'Ancona. - 1\aschiatura di due coste affelle lla car·ie superficiale, pre,·ia a pertnr a dell'ascesso a cui que,ta aveva dato luogo: guari~ione quas1 completa e riforma (opet·ator·e tenente Strano). Ospedale di Messina. - Raschialura d'una costa aO'etta da carie, previa 'Spaccatura dell'ascesso che la. rivelava: gual'igiono (op. callitano Rizzo) . Ospedale di Roma. - Ra schinlura e successiv-a causlicazione d'una cresta jliaca cariosrt: ne~sun eiJello (op. maggiore Oi Fede). ' Ospedale di Napoli: - S~orbialura e successiva causticazione d'una spina iliaca posterior superiore cariata, pre' io taglio elittico, della lunghezza di 1O centimetri: guari~ione (op. capitano Sciumbata). Altl'e raschiature di minore impor·tanza furono eseguile· negli spedali di Yerona (una) e di ftc,ma (tre) , ma senza alcun utile effetto. E-~fiOrta.:ioni di falangi cariate o necrosate in ~eguico a patueai. - ~e occorser·o: due a Piacenza, una a Padova, una a Chieti, e non pre~enLarono alcuna par·Licolarilil degna di nota.


OI'ERAZIOXI CBlRURGICUE

Estraz ioni di proiett ili.

Si lt'ovarono ricot·dale le seguenti: Ospeda le di )1ilano. - In un cnso di tentato suicidio con .-olpo d'arma a fuoco du·ello al cnpo, il priJiettile penetrr~Lo nella parete ossea anteriore del rondollo uditho esterno di destt·a, si fermò nella reg-ione s.ollorhitaria sinistt·a e ne fu e.>tratto mediante inctsione cutanea di due centimetri circu o l'uso d'una pinza t'etllt: ~uat·igione, ,t.al;t per·ò ritardalalla rtpelute epi!iLassi ed otorra~ie (op. maggiore Cavi;zioli). Infermeria pre:-idiat·in di Pavia. -Fu estratto, previa incision(', un proiellile di rivollella da un / 0 spnzio inlercoslale. Nessun particolare in proposito: gu.mgione(op. capitano I~u ­ potti). O:;pedale di Verona.- Estrazione, mediante incisione, tli un pt·oiellile di rivoltella penetrato nella pat·te anteriore in Lama d'nna i!arnba e trascorso finn allrt parte poster·iot·e del malleo1o esterno: guarigione (op. capitano Silvestri). Ospednlc d' \ ncoun. - E>-lrazione d'nn pt·niellile di ri\""olf('lla, entrnto verso l'apice dello sterno e soiTet'matosi nel dorso dopo un tragitto soltoculaneo a livello della 'i"' costa: 1-l"uari~done (op. mag.ziore Fr:mchini). Ospedale di Homa. - Median te iltirapalle a vito si estrn$se un proiellilc di revolver che da parecchi mesi stn"\'a innicchiato nel fondo d'un condotto uùitivo esterno: ~uarigioue (op. C:llJiLano Ciampini). Ospedale di Cntanzaro. - Jn caso di feritn da colpo di re Yoh et· io cui il proiettile. dopo aver a1traversa1.1 la seconda falange d'u n dito mignolo, penetrò nella mauo in cordspondenz:l della giuntura metncarpo-falangea, se ne fece l'estrazione dallo stesso foro d'entrata dell" :<econda fet·ita: j!uarif.{ione (op. capitano Stilo) .


STAlR RSKCUJJS DUUA.\'f K L'ANNO 1886, KCC.

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Ospellalt• di Cagli:ll'l. - Scoppiato per imprudenza di eh i lo manc:rgi1nn nn proiettile d~ tiro ridotto, 1l tnrncciolo di que:.lo andò a colpire un allro militare ad un hraccio in t•orl'ispondenzn dell' in:;ert.ione inferiore del dehoide, penetrando nt:i te:.sull molli c percorrendo tlal J,a ....;.o all'allo nn tra'!illo da l O n l? cNltimetri. fino in pro:,,imità del proces.-o coracoide. E~:.-o 'eutw e:-u·atto !l allo ste,;so foro d'rntrata media n!t} il tirapalle americnno: !!'unri:!ionc (op. tenente colonnello liiYOgre). O~petlale di Massnua.- Estrazione d'un proiettile d'arma a fuoco penetrato nel terzo po,terior-superiore d'una gamha e fcrmato:;i in me:tzo ai te!l&uti molli del caYo popliteo (esiln cd oporatoro non indicati). O perazioni pe~· tumori diversi.

Politti· -~e uccor:5ero dne na~ali ed uno nd un couùotlo uùiliro esterno. 1~'::-i \eunero, tirpali nei soliti modi. con esito !li guarigione. l 1luo primi nello ~pedale tli Genova (11pe· rator·i ,·apituni lle Prati c )loriuo): il terzo nello spedaletì'AJessauùria (op. cnpitnun t'era~ .. i). TÌwturi r.iRl ici. - ?\e furono esportai i ti. dei ljll:tl i 3 in .i\o\311\ (op . mnggiore Olioli); ? in Al~':tuùrin (op. capitano l'era,:.i e Lt:nenle Giani}; :} in .\l ilano (op. IU3!(!!ÌOre )J on li e Cav igioi i e. ,;apitano ~l czzadri):

l in Bre~cia (op. mag2iorc Ca!ta.;,;i): l in Piacenza (n p. ma !!giore Barocchini); l io Genova (op. capitano Dtl Prali): l in \'eroll:\ (op. ma~:tiorr. I)reui) : ~ in Udine (op. capitano Faltris); l io Ancona (op. tenente Sl!·ano);

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OPEI\AZI0'\1 CHJRL'RGICUE

in Livorno (op. sottotcneote Novelli); in Peru~ia (op. ma!!giore Carauba); ~ in Caserta (op. ntpitano Iandoli); l in Dari (op. capitano CJuar·nieri); :3 in Palermo (op. maggiori Landolfì e )lanescalchi); :? in Messina (op. capitano Rizzo). ,'\e~li operati di l~eno"a e di Bari, all'atto operativo fu fatta precedere l'aneste:;ia locale mediante miezione sollocutauea di cloroidrato di cocaina. Tn uno degli operati di Paler·mo erano già stati eseguiti precedentemente e senza utilità altri tre tentativi di cura, nè si preYedeva aurora l'esito finale del quarto. Tnlli gli al!r·i oper·ati guarirono. E.~o~lo~>i eprfisarifl YOiuminosa, dl forma alata, svollasi fra gli adduLtor·i d'una coscia, ma esordita sotto il periostio da cui era ricoperta. Enucle:nione e ~twrigione (osp. di Napoli, operatore sollotenente Donomo). Encondromct alla faccia palmare d'nn indice, in corrispondeuza della l • fnlange, aspol'lato pt·evia incisione a T (infermeria del reclusorio di Gaeta, op. maggiore Super·chi1. Adenomi. OILre a 30 furono gli atti operaLivi in causn d·a· denomi di,·ersi, Lutti riusciti a ~uarigione, meno uno che fu sus~e;.ruito da morte per tuùercolosi polmonare. ~e accenne · remo soltanto alcuni più importanti. Ospedale di ~ovara. - .\.denoma cervicale della gro:;:;ezza d'una mela e di consistenza quasi Japidea, stai(• curaLo con iniezioni parenchimatose iodiche. Furono praticate l i: inie· zioni alla distanza di sei gior·ni l'una dall'altra. Nou s'ebbero fenomeni iolìammaLori. Dopo i. mesi di cma il Lomor·e era quasi scomparso. Ospedale di ~apoli. - Adenoma cervicale voluminoso, esportato previa incisione currilinea, che dalla regione ma-


STATE ESEGU!TE DlJRA:N'fE .L'ANNO 1886, ECC.

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stoidea discendeva fino all'altezza del gt·ande corno dell'osso ioide. Nel tumore eta compresa la branca cervico-fl:lcciale del 7° paio che fu necessario recidere. Guarigione (op . capitano Sciumbala). Altri due adenomi cervicali, esportati mediante il taglio, con esito di guarigione per primo coalito (op. capitano Sciumbala) . Adeno·linfomi certiculi sotto-aponeurotici, lungo il corso delle carotidi ed in un caso anche estesi alla fossa sopra-clavicolare, enucleaLi col taglio e con esito di guarigione (op. soltotenen te Bonomo). Adeno-Jinfonli delle fosse iliache, di cui alcuni a contallo col {ascio vascolare, espòrtati mediante incisione nel senso della piega inguino-crurale. Gua1'igione (op. sollolenente Bouomo). Ospedale d'Ancona. -Adenomi multipli con degenerazione caseosa in nn cavo ascellare: enucleazione e guarigions (operatore tenente Strano). Infermeria dell'accademia. - Adenoma cervicale voluminoso: esportazione parzi aie col La.gl io e successiva d[struzione delle parti più profonde col cuccbiaio e col caustico polen ziale: csjto non indicato (op. capitano Perrero di Cavallerleone). Ed altri parecchi di minore importanza in altd spedali, cioè: 2 a Bt·escia (op. maggiore Cabassi); 5 a Genom (op . capitani De Prati e ~Iorino e Lenente Sac· carello); ,l a Fit·enze (op. sotlotenente Marinelli); 3 a Livomo (op . tenente colonnello Cocchi); 'l ~Ravenna (op. capitano Moroni); 1 a Perugia (op. maggiore Carabba);


OPERAZIO~r CHI HUHGTCH E

9 a Xapoli (op. capitano Scinmllata); i5 a Cara (op. ma~giore De Renzi); 1 a CaLammr·o (op . capitano Perfelli); 1 a Messina (op. capitano Hizzo). Epulide .~·a1·comatosa tolta mediante escissione e guarita (osp. di Perngia, op. maggiore l~ar-auba) . Sarcoma al cuoio capelluto: estirpazione e guarigione (infermeria sper.iale di Chiog~ia, op. doll. Ledonne, medico Lorghese incaricato del servizio). Admo-sa1·comi. Due nello spedale di Cagliari; uno al dors.o in corrispon1lenza d'una 76 co, la a cui era aderente: esporta zione col ta~!lio e successi,·o rnschiamento della costa; l'altro alla base del co,lalo. mobile, di consistenza molle, della gran · dezza d'un uo\ o di gallina e sospetto di maligna natura: e;;porlato col taglto. ì\el pr·imo caso, guarigione; nel ser.ondo, esi w incerto (op . tenente )laggesi) . Fibroma ristico al dorso. della grossezza d'un pugno d'adulto. esportato med1ante taglio elittico e con esito di guarigione (osp . di ~apoli . op. capitano Sciumbata). Tum ore emorroùlario. Esponazione mediante torsione e legatura del perluncolo (osp. di Napoli, op. capitano. ciumbata). Ematoma e}.lrarticolarc ad nn ginocchio: puntura col tr·eqn:trti e guarigione (osp . di Mantova, op. capitano Secco). Allro voluminoso ematoma ad nna coscia, poco sopra il g:inocchio. fu dappr·ima vuotato con nn aspiratore (osp. di Ye· rona. op . mn~rriore PretLi), convertitosi in ascesso, fu anche questo vuotato col tr·equarti e poi ampiamente inciso (ov. ca pitano Silvestri). Sebbene, come sembrerebbe risultare dagli incombenti arnmini:;trati>i a cui l'ammalato fu poi sollopo:::Lo. la suppurazione aresse pure invasa la prossima giuntura del


SfATE ESEGUITE DURAXTE L'.-L\XO 1886, ECC.

l 125

~inocchio, tuttavia l'esito oLtenuto dopo lunga cura, sarebbe

stato abbastanza soddisfacente. Tumore voluminoso, di natura non indicata, posto Jateralmlmcnle ecl nll' t>'IPrrto ll'nnn t'O inln. Nl alquanro in lla~~o. Enucleazwne rncdr:rnlt• L.1 1;lio t: ;.:uari;.;11•rte o:Sp tli r;aetn. op. tenente colonnello Casu). Altro tumore di natura non indicata alla regione mammaria aderente alle coste cd alle cartilagini e già trascorso allo l'Lato di degenerazione caseosa, fu esportato in più riprese con successive e ripetute raschiator·e delle coste o delle cnrtilagio i, susseguite dall'applicazione del termo-cautel'io; miglioramento {osp. dt Cagliari, op. tenente colonnello Girogre). Tumorelw di natura non indicata nell'interno d'una gnancia, e~por·tato mediante legatura elastica e gum·tto (osp. di t<'irenzc, op. capitano Quinzio). Tonsille ipertrofìtltr.. Furono eseguite 2i5 tonsillotomie, Lulle con esito di guari~ione. 12 furono bilaterali, 13 ù'una :;ola tonsilla. Tumore maligno. In un ammalato di ~arcoma alle ~hian ­ dole l'Otto ma;;cellari, esteso pure all'esofago ed alle tonsille, queste rennero esportate a semplice scopo di protrarre 11' alcuni giorni la vita dell'infermo che poi doveue soccomhet·o {osp. di Cava dei Tirreni, op. tenente colonnello Givogre). Ttnnore fibroso all'ano, della gro~:\ezza d'una noce, stato esportato coll'ansa gaJyanica e con esito di guarigione (o:'pedale di Roma, op. maggiore Di Fede). È q11e~ta la prima operazione stata praticata a scopo di di e· resi nei nostri ospedali med:iante là galvano-caustica, dopo che furono iniziate queste ri\·iste a cominciare da quelle del 18/9; o per lo meno è la prima che sia stata registrata nei relativi rendiconti. Ne facciamo quindi ben volentieri speciale menzione, meti')


1 }26

OPEI\AZIO~ l CHIRuRGICHE

mori delle este~e e felici applicazion i che della gal vano-caustica abbiamo visto fare n !'.!'Opo di dieresi chirurgica dall'f>simio prof. F. Bollini nello speda!e civico di ~ovara, non senza ricordare però rhe anc!Je in alcuni spedali mil itari se n'era tirato profitto antecedentemente all'anno 1879. Operazioni sugli organi genit.o-urina.ri.

Semirastrfl:rinni. ~e furono eseguile tre con esito di ;tnarigiooe: una nello ::;pedale di Savigliano (op. tenente Carta), un'altra nello spedale di Parma (op. capitano Finzi): la terza nello :;pedale di Verona top. maggiore Prelli) . Amputa::ione deL pene . i\ e occor:;e una sol n, stata praticatn nello spedale eli Cava dei Tirreni per· epile!ioma, e susse~uila da guarigione (op. maggiore De R~nzi ) . Seni fistolosi aUo scroto l)d ai testicoli. Ne registrnrono due ca:;i lo spedale di Roma ed uno quello di Messina. In tmo dei primi il condotto, limitato probabilmente ai soli tessuti scrotali, guari in seguito aiiR spaccatu ra susseguita dnl raschiamento del fondo lardaceo (op. lenente Tro'l'"anelli): nel r altro . essendo,·i interes~ato repididimo, non si potè ottenere la 1=narigione. non ostante ripetute spqccatn1·e sussegu it e da raschiamento l'd anche da rautel'izznzione (op. maggiori' Di Fede). In quello invece dello spedale di )Jes~inn, che fu qualificato come srno profcmdo d'nn t1·.~ti colo con ~d erosi dei tessuti r.ircoslanti . ~i ottenne la ~uari~ione mediante le 0\paccature e In crucntaziooe dei margini (op. capitnno Rizzo). Ostrtroli 1ltretrali. Diciotto fnrono i casi di ostacoli tu·t!trali menzionati nei rPndiconti. tutti riusciti a guarigione . Olio furono rurati coll"uretrotomo. nno eol rlivulsore e ~li 'litri colla dilat:~r.ione gratluale. Fìmosi e parafimot~i. Le prime sommarono a 23, le seconde


bTATE ESEGUITE OURAIST.E L'A:iNO 1886, ECC.

14.27

.a 7; q nelle curate coi ~o li ti svariati processi , queste col laglio in cinque rasi e colla riduzione manuale in due. In uno dei casi di fimosi essendo 1·iuscito inutile un primo allo operati\ o mediante incisione dorsale, si ticorse alla circoncisione. Guarigione in ogni caso . i droceli. Furono 26, dE'ile quali 2:.> della vaginale ed l cistico del cordone sperma ti co. Tutti riuscirono a guarjgione; la maggior parte colla. semplice puntura, parecchi coll'aggiuuta d'iniezioni iodale e due con quella d'un filo di catgut disinfettato. lasciato in permanenza nella vaginale (osp. di .Milano, op. capitano :u ezzadri). Calcolo uretrale. un calcolo urinario arrestatosi nella fo;,setta navicolare, fu estratto mediante incisione dell'orificio uretrale (infermeria di Pavia, op. capitano Lupolli ). Tora.oentee1.

Gli ammalati stati solloposti :Hl atti operativi per idrotomce. per empiema, ed l per emotot·ace traumatico. furono l ~l:> ( l). Però le op~>razioni sommarono a 188, perchiJ in pr~recclti ammalati queste si dovettero ripetere. l morti furono .29 (2) . L'e,-ito ottenuto negli altri fu ioùicato nel seguenLe modo: :H nolnti genericamen te come g'1o.riti; (l} Probabihncnte U n1.1mero degli operati oli toracentesi fu maggiore. Oiratll In al~uno delle relazioni annuaU si trova [àtto cenno di parecchie operazioni

non rc~btmtc nè ne:;li elenchi, nè nei n·ntlleonti mensili. (:!) Vnolsi 1lcordare cho uno dei morti era llii!. stato compreso nella. ri\ bta pr.:cedcnte per nnticipatione. Cosi c:he !JI!r e~'ere e~atti si donebbo dire ~ u non !!9. Dei '!9 morti, U açcçnno prc~otalo empiema e t5 semplice idrotomco.l. In parecclli di e.<• i coesi>tevano proc<'~'i tulu~rcolari od altre complicazioni, l'd In uno in coi li ratto pleurico era gia. riuscito a guarigione. sopranenne, con. e -cuu~a di morte, una peritonile

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1428

OPr!RAZlONl CIT!RURGICHE

20 rifot·mati; !) inviati in lunga licenza; + inviati in licenza breve; 5 migliorati; + rimasti in cura; 9 senza indicazione d'esito, escluso però quello di morte. Dei f 3;> ammalali: 97 furono sottoposti ad l sola operazione (morti 20); 28 » » 2 operazioni ( » 8); 7 » » 3 )) ( )) l); 2 )} l) 4. )) ( )~ 1) ; >> » 6 » ( » O); In or·dine nlla natur·a del -rersamento: 1OR furono indicati come primitivamente affetti da idrotor·ace; 31 furono indicati come primitivamente affetti dn empiema; 1 era. alfeLLo da emotorace. In 7 soltanto dei primi il versamento si convertì più Lardi in empiema. Alle operazioni di loracentesi o di toracotomia parteciparono gli ospedali e le infermerie seguenti nella misura e cogli esiti infausti per ciascheduno indicati:


STA'l'E ESEGUITE DURANTE L' ANNO 1886, ECC. Ospeda.li

1-i.29

·ao

~ ·~

ed infennerie ~ ~ :;

operatori

o o :a

Genova..

25

~21 2 Ten.colonn. Rolando;cap. DePrati{Gat·abelli e Tufauo; tenente Seccare lo.

Milano . . . 118 25 7 Mag~. Monti;cap.Bozzìelen.Bareccbia. Firenze. . 9 13 " ì\lafr~· Vmai, cap. Cherubini, ten. ~odt~rt e Gandolfo. Li.,.:lrno •. 9 9 1 Capitani ;\lorpurgo, Ventu1·a e Xori. Perugia . 8 131 Capitano Alzeni e lenente Catelli. Torino .. i 7 2 Ma~fr· Porcellr e ten. T apparo e Astengo. Verona .. 6 9 l Ma~~. Deltacha, cap. Morpurgo e D'An1-(elan louio. Piacenza. 5 'i l C11p Rosanigo, e ~iangiante; ten. Del Giudice. Padova .. f> 5 :! Capilono Michieli. Napoli .. 4 5 • Cap. Sciumbata in un caso; per gli allri uon indicato. Caserta .. 4 4 2 C~lp. lan<lolo, ten. Abate, cap. Fascia. Palermo. ;;! 4 1 Ma~g. Landolf! e Maniscalchi, t.en. Ciprianr. Venezia . 3 3 • Capitano Casalini, tenente Schiavo. Udine. . . 3 3 2 Caprlano Caradonna. Pinerolo . 3 14 » Caprlano Bobbio. Novara. . . 2 2 • Tt:neote Rinaldi. Alessandria 2 2 1 Capitano Selicorni, lenente Giani. Br•escia. . • 2 2 1 MaFtg-iore Ca bassi. Ancona. . . 2 1 MugfSiOre Fr~wchini. Bari. . . . . 2 2 , Non rndirato. R. Calabria. 2 3 1 Capitano Carini. Casale . . . 1 l 1 • Ma~gio1· Peronacci Parma . . . CarutanoTerzago. Chieti. . . . 1 2 1 Capita no Guastoni. Teramo. . . 1 l 1 Capitano Mo:::ci. Siena . . . . 'i • Capitano Sangirardi. Ci viLI;\ vecchia. . . . 1 l • Non indicato. Mantova . . 1 i • Tenente colonnello Ballerini. Calanza•·o . 1 l , Maggiore Montani. CosPnza .. 1 1 1 • Capitano ~rcole\ti <:agliari . . . l 1 2 1 Capilano TrovaueJti. Scuola di :\Iodena 2 ,. Capit&no Gottardi.

11

21

111 •

,1

.,1


l ~:10

OPERAZI0.:\1 CHUIURGlCRB

Gli strumenti più frequente mente ltSnli nelle raccolle siorolle, talvolta anche nelle marciose, furono gli aspiratori. Xella maggior parte degli empiemi si ricorse al taglio, con o senla apparecchio a fognnt.ura. Nello spednle di 'll ilano furono pt•eferiti il trequarti-sifone del maggiore Monti ( l) cd un modo di fognatura ideato dallo stesso maggiore. L'emotorace e1·a la conseguenza dalla frollura di coste. Ne fu falla l'aspirazione collo strumento del Potnine ripetuta dopo otto giomi con felice esito (osp . di Napoli, op. capitano cium bata) . l

Pa.ra.cent.esi a.rt.icola.ri.. ~e vennero praticate:

wta in 'forino per gonidrarlo IJ·aumaLico, con esito dr guarigione: non fu indicato il modo (op .teuenle ltossi Oreste). diLI' in Livorno per echimoma traumatico nella sinoviale del ginocchio, mediante a.;piralore e con esito di guai'Ìgione(op. tetlenle colonnello Cocchi). quatfl·o in Roma, delle quali: due per ematoma traumatico del ginocchio e due per gonartrile supput<ala, mediante aspirazione e con esito di guatigione in tre cast, di morte nel quarto; in quest'ultimo l'operazione fu eseguita ad ambedue i ginocchi (op. ma~gioredi Feile). dt«J in Napoli; uno per emalOma d'un ginocchio in ~é­ guito a frallut-a della rotula (guarigione}; l'altro per gonidrartro acuto (miglioramento); in ambedue i casi con l'a"piratore(operalore capitano Rciumbrttn). uno in Catanzaro por coxarll·ocace e consecuth"·o ascesso nella giuntura; mezzo: l'aspirazione; esito nullo (op . capitano ~feLelli). (t ) Vildl GiQrnolr lftdico dd Il • f~l!l'«lo~ c c1~11<t

n.• .lfur&rta, t886, r:~fl. l!04.


STATE r_-,.t,;Gli!Th UUIU \TE t.'.\:\ 'XO l S~ti, ECt:.

l ~31

Pa.ra.ce:nt.eei a.dcl.orn.ina.l1.

Dicci fUI·ono ~-tli ammalati ~tali 'ottopo:-li unJ. o più YOlte a paracente~i addominale !'tino c;oJo oo ouennc gnarigionu. Degli

altri, ::;etlt' morirono. uno fn rif(lrll!alo e l'ull1mo 'id~ riJ :·odur:-.i il \er:;amento. Eat.ra.zione eli corpi estra.ne1. ~PIIo spedale di Fil't'nze venne hlntllo Jalla i,riunlura d'un

ginorchi(J un r.orpo m?hile formato~i durante il cor.-o d'un i dr. rLo per coulu,iont'. [)pfh forma Ll'unn lente concavt~-conve:Nl. della lunghetza di i centimetri. ùelln •pe~sore di ·Illasi l cPnlimet•f• nella parto cenr.ralc, colla superncie romessa lt•\·ignta e collo concani nlquanlo a... pra erl a ponti qua--i o;;!'.ifiG;lli, es~n \Pnne es• ratto mediante t~lio ùella lunghrua di rtuallro cenlnnelr i nella regione laterale e... terna. in 1lireziouc dell':1~'e ÙPII'arto, Lre i'Onlimelri sopra la linea iutcrarticolare, pre' ia fi~sa7.ione di Ps~o contro i tessoll molli nel .;ito dell'in.;i,.ione. (;unr ~tone per· primo coaliLo (o~·HlHglo{io ro \ inai) \ello ,;peclal" di t.:a,~:rla fu lollu. mediante la hnt·chella di balenn ffiUlllla Jj spugna, UD O"SO rialtO, lnn00 circa iJilnllrO centimetri. largo due. fermalo~i nella porzione mcdi:mn dell't>sof;lg•) (op. cnpitano lnodoli) . ~ell'infenneria del rt•·lu.;:ono di Gr~.eta fu e .. trallu. ID" .•llnlP proronda int'isione, un :tgo lungo LJ•o cenliroetri e mnzzo dn. un polpacc,o dove trora' asi da oltre un an n() top. Dl·• :..!;ore Supe~·chi )


Ol'&ll-\ZIO~l CHIIIUKGICIIE

A utoplast.io..

rn un cac: o di '"asta scottatura alle e'lt·emitil inferi3ri, cau·' ·la tla brntlu bollente, Yennero praticati, con ottima riuscita, numet·osi innesti epidermici. n datili'<' dal g1orno 16 dell'ustione (osp. cl1 Caglial'i, op. tenente colonnello l.trogre). Operazioni eznost.a.ticho.

l 0 .\llacciatura d'un ramo arterioso in caso ùi ferita tla taglio

ad uoa mano (Mp. d1 Verona: parlicola:·i, esito ed operatorl' non indicati). '3" LegaLnra d'un'arteria facciale presso la commessura lnhi.tlc in ca~o eli ferita hcero·conlu,;a: ,mari~ione (o~p. di Padova, op. tenflnle colonnello Paslorello). :1o Tampon:lmento 1lelle nnr·ici in caso di rinorr-agia scorbutica (infermeria speciale del Lido 10 Venezia, op. tenente ~ chirru). Opera.zioni sugli occhi e pa.rt.i annesse.

lritltclomia stllla praticata nello spedale di t:agliari prena applicazioni.! di cloridrato di cocaina c mediante taglio sclerotico-rorneale .;npE>riore, in un ammalato di iririo-coroide11e di indole i61itica, con abolizione della 'ista e complicanza di cherntiLe. L'operato riacquislò i 4 15 della funzione visiva (operatore tenPnte colonnello Givogre). F:st:issiom d 'una proc identa dell' it·ide consecnti va :,d ottaJmia lllenorra~ica; esito non indicato (o:;p. di Livo1·no. op. Lelente colonnello Cocchi). Sette operaJioni di 11wto1·i e di fistole lagrinl(Lli di cui una


STATE ESEGUTE DURA '\fTE 1.' A.'ì~O 1886, ECC.

'J4.33

a Fìr•enze (maggiore Gern1anì), quattro a Roma (maggiore Di Fede), una a Cagliari (lenente colonnello Givogre), od una nel reclusorio di Gaeta (m~giore Superchi). Cinque ful'ono segujle da guarigione e due ùa mjglioramento. EspoJ·tazione di pteriyi: due bilaterali e due unilaterali. In uno dei primi la doppia esportazione non fu contemporanea. ma a distan1.a da un mese ruoa dall'altr·a (osp . di \'erooa,operatore sottotenente Quarenghi); sul ~econdo fu im•ece contemporanea (osp. di Livorno, op. soltotenente No"Velli). In ambo i casi si ottenne la gnarigione. Qunnto ai due monoculari, uno non otlenne vantas~io dall'allo operali\'O e guarì poi colla ('O.ulerizzazione (infermeria di Casale, op. maggiore Perouacci): il secondo migliorò coll'allo operativo, ma ebbe pure bisogno dì legg-iere tausticazioni pe•· guarire (osp. di :X !tpoli, op . capiLano Sciurobatn). C!lnlorafia. Fu sperimentata due volle nello spedale di Roma in ammalali d'ollalmin granuloso. Esito di miglioramento (op. maggiore Di Fede). Espo1·ta;;iow· di cala.:i. Lo speùale di Genova ne registrò quallrofatte sopra ono stesf\O <Jmmalato(op.capilano De Prati) ed uno lo spedale di Yeronu) . Tra.oh.eotornia.. ~e furono ese;nile tre. l'na nello spedale di BoloP"Oa, J'altrn in quello di Fit·enze e la terza nell'infel'lneria d'Aquila. La prima fu praticata collo strumento del Rizzo! i in un con,·alescente ru febbre lifoidefislalo sorpre:;o da edema lariugeo. L'esito ne fu felice (op . CaJJitano :Sesia). Lu seconda fu est-guita in individuo preso da soffocazione durante un accel)SO di febhre perniciosa. Qunntunque falla quasi in fxt r emi.s, pure e merce C7.iandio al concorso di iniezioni


OPER.\ZJONI CHIRURGICHE

ipoderm icbe d'etere e della respiratione artificiale (metodo Pacini), se ne ottenne risultameoto for·tunalo (op. tenente Gandolfi). L'ul timo non fu, si può dire, che un tentativo fatto non solo in CJ.'lremi.s, ma forse giil post mortem, in un ammalato di a3cesso retro-faringeo, :;taio impro\' isamente sorpre~o da edema acuto della glottide. Ad onta dell'atto operativo e dei ~~oml>inati teotatiri di respirazione artit:ìt~iale, non si ottenne alcun vanta;gio (op . maggiore Yolpe). L a.pa.rot.ornia..

Fu pn1ticata con felice l'i,.;ultamento nello spedale di Nnpoli per l'e:;po rtazione d'un tumore cistico, grande rruaulo la te!\la d'un feto. della forma d'un cuore di hue e del peso di chilogrammi l ,500. L'operato era nu soldato proveniente dai presidii africani. Non si trovarono altri particolari su questa importante operazione (op. capitano Sriumbata). Riduzione d 'urta. serni-a:nohilosi.

Solto questo titolo lo spedale di Torino ha registtalo un'estensione forzata, previu clorofonnizzaziooe, d'un antihraccio rimasto flesso ad ant!olo retto s.ul lJraccio. Esito: continuazione ùi cunt. Per quanto si potè desumere da 1111a pratica amministrativa in proposito penenuta all'Ispeltornto. si Lra1t1na di reliquati di una grave contusione nl ~omito. probabilmentetcomplica ta da frattura dell'estremo superiore del cubito> cosicché tornò hensì possibile estendere l'antibraccio durante la narco!:i ed imp•·imervi i movimenti, ma non si potè eYitare che, cessata l'azi one meccanica della trazione forzata, l'antibraccio riprendesse l'anormnle sua posizione.


STATE ESRGOlTE; DURA.."ìTE L'AN.:\0

188(), ECC.

1435

Sind.e.clllie..

Ad un soldato che presenlava unione congenita, alla guisa dei palmjpedi, dei diti indice. medio ed anulare della mano sinistra, i tramezzi cutanei assai spessi vennero incisi longitudinalmen Le, risullandone quallro ferì Le lineari, una ali' indice,. due al medio ed una all'anulare, riunite con sulura intercisl:t e guarite per primo coalito (osp . di Verona, op. capitano SilvesLri). Operazioni per fistole e seni fistolosi.

Fiswle anali . Gli alLi operativi f11rono 56, di cui 3 a Piner·olo (op. capitaoo Bobi.Jio); 3 in Alessandria (op. maggiore Merli e lenente Pronotto); o a Savigliano (op. tenente Carta): ·l a Casale (op . maggiore Peronacci); .i , a ì\1ilano (op. maggiore Cavigioli); 4 a Brescia (op. maggiore Cabassi e tenen!.e )Jazzeua); 2 a Genova (op. capitani .De Prali e Morino); l a Yerona (op. capitano Sih•estri); l in Udine (op. capitano Fabris); 3 a Bologna (op. maggior& ;,Ionari); 1 a Tt!ramo (op. capitano Mos.;i); 2 a Firenze (op. capitano lmhriaco); 3 a Livorno (op . teneule colonnèllo Cocchi e maggiore :Bernabò); ~a Ravenna (op. capitani Pi,;eddu e ~orooi); 5 a Roma (op. maggiore Di Fede); l a Perugia (op. capitano At~eoi), 2 a Napoli (op. capitano Sciumbata);


OPI::Ut.JOSJ t:Billl"RGICHE

6 a l:aset·ta (op . mag~iore Par·is t'capitani Iandoli eTagl ialatela); t a Cava (op. lenente Spngnuolo); l a Har1 (op. cajlitano Te:.li ); :) a Palermo (op. ma){giore ~laniscalchi); l a Uessina (op. capitano Rizzo); l a Cagliari (op . tenente colonoPIIu Givo"re); l in A.ssab (op. capitano Oe .\Jartinol. l}li e'ili furon o: 5 1 opomti guariti, l riformato, l morto per tubercolo,i. :~'enza vanta;.:;,!io o con e'HO non indrcnto. P1!1lola salu;ar,• stata operata mediante la formazione d'un nuovo condollo ( l ). Esito uullo (o~p. di Homa, op. maggiore Ur Fede).

Sfili fistolo$i. Olu·e n quelli gia menzionati dello scroto e dei tcstic·oli, ne occor:-.er·o altri l'entuoo che furono ~paccati c. m~:~no uno, t·iuscirouo n guarigione. :\essono di es;;i pr~­ ~entu cirl'ostanze meritevoli d'es::;ere ricordate. Altre OP8l"a.Zioru.

O~~rou>mie. :\umero~i..;sime furono, oltre alle onlinarie di tuui i giorni. le oucotomie Ji qualcJ,e rmportanzn ~late registrate negfr elenchi degli oper·:lli e nei rendiconti mensili, e lroppo lungo :.arebbe il \olerle accenuar·eripartitame1He. Sa ne ricurderaonn quindi ~oflanto ak1me piit imP.orranti. Spaccalu1·a d'un asces~o 1·enafe auraver'o la re.,:ionc Iom· bare {o~p. di ~apoli. e:.ilo ed opera tore non indicati): quella d'un :~:.cesso urino,o (o~p. dr ltomu, op. maggrorc Oi Fede, (t ) lnrorno .<lla rura •Ielle nstol•• d«·l c-ooiJotto Slenooiano me.JI~nle l'aJlN· tul"l d'un ;~liro caD•l" roaò tskr" 111 lru<ote t<Jn-u.tata un'mr~r.•,sant•• Me· lli<Jrla del ru prof. RIIJerl, J::ìll c.1pO r•·r 18 llllni d••l Cllrpo ·~o:Ìt.trtO militare, ~lampal.'l O• Il~ •UI' {)pl':rt "llraura, voi Il, pag. !H, t'\lizlOn•' ISJI , stampCTI.\

Sl'laiopalll In Torino.


STATE !SEGCITE DURA:'<TE L A~~O 1

1886. ECC.

l 1-:n

guarigione); tre di ascessi nell e Ct>llule mnstoidee perdilfugione di otite media (o"P· di avigliano, llp. tenenti Carta ed ln fcti~P): 'elle asee~~i "iotomati~i di carie. uon però con::... .-tizi, in varie re:lioni. con esito di gunnJ;"ione: tre di n"cessi dellf' fo,,,. ilinch{', dei quali ~lue in un o stesso ammalato. prima ad un lato e poi nlt'nllro, n qualrhe mese di distnnza l'uno dall'tlllro (O'Jl· di )f ilano. op. m n!!~iore C:n igioli e c.1pitano )J czzadri): una d'un a.;ees.;o alla t.ase clellnlin.~na ron mioacriP di soffocazione (osp. di Napoli. inci<•ione bilaterale, esi lo buono, operatori' non indicato); un'ultima di a,;ce~"O idiopatico alla parte e:;terna d'nna co,rìa. spaccato per la lunghezza di ~O CPnlimetri con sucee~smt raschia.tura delle pnrPli e mPdicnionP con l t pumi di "utura: e.. ito: rifot·ma, superstiti alcuni fori fistolosi (osp. di Pemf!ia, op. mag).!iore t:arabba ). Esttrpa~ioM d'rmyhie lt1l'anwte. Sommnrono a t :) e furono Lulle seguite da guarigione. Nessuna di esse ofl'rì cir·costonze merilt>\'OJi di parlit•olare menziOOP.. Su/IU't' C}'l/1'1tf,. Ne rnrono pratirate ·ctte con esito di ~rua ­ l'igionc in casi (]i ferite da ta[!lio o lacer·o-contusc della rute e tes::.uti molli sotto tanti, :na tutte di poca gr·nrilil. In altro c~~o dr ferita da arma a fuoco ad una r~ione iliac.1 si ni~tra con frallur:1 dt'll'ileo e lacerazione degli inte.;,tini, dopo e egniln l'e"portazione deiiP ('B r· ti lilcerate <li questi ultimi, se ne cucirono i lembi (metodo Lnmberl) e si rido~ ~t>l'CI in ''anlit. ma :.t·nza frullo poiclw il ferito mori poche ore dopo (o'l'· di Piacenza, op. ma~giore Bar-acchini) . Cattteri;:m:ioni atttuui. Furono ~otloposti alla cauterizzazione alluale dieci ammal:ui, cioè quattro pt>t'artrili croniche. uno per ~ciatiea, uno per cnr ie d'un processo mastoide, due per piagbe fun go1<e. nno per rnngrona o l'ultimo pel' morsica· tura dn ~aoe ~ppm.to arrabbiato. Di essi meritano speciale menzione sohonto i due ultimi.


1138

OI'ERAZIO:'il CliTRlJ RGICBE

Nel penullim,o il processo cancrenoso era al ghiande, ai corpi cavernosi, all'oretra. Previa e=-por·tazione delle parti mortificate. furono falle t1·e applicnioni del tenno-cauterio, ollenentlosi guarigione con per•dila di i j 3 dell'asta (os_p . dì Catanzaro. op. capitano Stilo). Il morsicato da enne suppos to arrabbiato. oltre che fu cauterizzaLo col ferro rovente (osp. di Palermo), fu poi inYiatll all'istituto Pasteur in Pal'i~i. dove fu c·malo con IO iniezioni. falle un:~ peq;ìorno altet·nativamente ora al Ialo de.stro, ed orn al Ialo sinistro del ' entre. Ciò successe nei mesi <li mot7.0 e di aprile. Informazioni avnte nel me"Se di sotteml.H·e successivo feeero conoscere che l'opet·ato, 1m car11binìere della le~inne tli Palermo , aveva ripreso il proprio servizio e presentara eccellenti condizioni di salnte, tanto dal lato fisico, quanto ò•tl morale ( l).

----------------------------------(l A proposito oli •Iu~ta cura antimhica cvi meto.to P:lstc\1r, cJ anticlpan\11) sull':mno t8S7, l'C'IJ:liamo notar<J i seguMtl altri ratti. Dnllo ~pedale d' ,\le$<anclria ru invia w In aprii•' 18S7 a l}ucllo o.lì Torino un sohl.l~ di t'tn.erLI slato mor-;i(.;ato tl.1 1111 cane sospetto arrabhini:O,

rcr t!~e!'l·

snllQposto ad inn~sto anlirabico presM uno suecia.lc wmft~Lo sertenlo nel m~­ nleomio di quella città. 1\i~nlta ehe dopo avervi snbiL'\ la cura, rop~r:~to r•lorno al corpo n1 ~ riprese servizio. ~h non ~i tromrono ultonori nolir.ie ~ul Ili lui conio, nè eu rlett<l ~e nello ~<PP.lale tl' Al~•santlria ro-se :;t,'l.tn prPVi:l• rnPnte sottoposto &Ila cauteriaui•>ne ol'!lle r~ril•'. t Nello ~Jle<lale 111 Dari occorse pure un caso di mor,lcatnra uu cauo (JrOIJ:tbilmeotc arrabbhto. Quantun•1110 sottop·l.Sto suhito a hrglle o proCon<le rln· terh:nzillni, il mor.;iC3tO desiderò tutL:1vìn. di "llPrlmentnre a sna mar;J:Inrr tu tela gli innesti antlrabicl pres;;o lo spe(llale istituto rlll'iapoli Il che gli fu CQil· ~:<><'lo. li t non si ebbero ulteriori lnfvrm-tzionl n ùi hti rl~nr•lo. {)~Ilo spodale di Palermo furono traslocati In mn.ggio 1887 <l rtuelhJ 1li NaJ!2ll un solù~to fli f:tnlcrh e•l una trllllrdia •Il linnn?.a slatl mnNtir.:~ti rln e:llli snpJlO•II arr.. hblall. P·•rçb • Vo!nis:iero sol t•lflO>tì .oli' inne,til autl!1lbico nella ot:lZIOOP. illr~l tn dnl [lror. C'ntnnl. Oopo l;~ eut;l furono ro~tilultl allo sped11e di Palermo. •londA r)npo un;'\ sosia •h 2<1 ~iilroi Yl nnero im·i:1li ai ri~retti\'1 corpi. n ..; duP morsicati, il solllrtLo el1l stato aecnrat:unenLe cauterl7.?.ato nrllo sperlale mlllt.'lro di Palermo c la guardia oli flnanu lo era pure slato f110n olcll'uwe~l'll"


STA n: ESEGlilTR Dt:Rll\TF. I.'A,~O

l ~8(), ECC.

Ji.:l!)

fnci:'lioni in nnme1·o,-i casi di flemmoni diffusi. di palerecci, e di 'e~pai, come pnrc alcune nqun·la;-iolli di conditomi al

ghiande: operazioni tutt~> so~,e;.:nitP dalre-.rto desiderato. IJuantunque non c: ano stati og;etto d'alcun allo opcratiro. voglhmo qni ricordare i due :::egnenli fatti per la loro ~ingo­ lnritiL :'\el renùicooto nosologico dello :::ped:tle ùi Tor·ino per il mesE' di maggio 1886 s1 legge d'un soldato r·he a<'cidentalmente trangu~iò nn peuo di for·chctta e non so ne trovò troppn incomodato. Emulo in par~e deii'E.~isto Cipriani. chP "edici anni or '•lnl) ne Lmngugiò unn inliem e che or· fanno pochi mesi tlon·tl~ a;;so~~eltarsi alla gastrotomia perlrht>rars.•ne, non inc·onlrel a, sperinmo, In sle5c:a sorte. ' el rec ln ~orio di G n~ta un so ld :~ to rrnlò anrell•na1·si inJ!O'an.lo un misru\!lio di .-olfato di ferro e cl'ipoclorito ·l, \:alce. occorso n tempo colla pt·o, ocnzione del Yomito, non ne ehhe danno. Per r·ius"cire a !ran;:w!!i:lre una cn~ì c:trana e ribnttnnte materia. quali ~forzi nHà dovuto fare 'lnel tlis~raziato! {l). Fra.t.t.•..u-e e lussa.z1on1.

Le fratture e le lu<:.;azioni r·~gi,;tnte rwll1 rolonru Entrati direlta.mellt'• dei rendiconti OCJsologici. furono2B e ~ l. \ ennero -.pe·~ificat~> pe:-setlt e 1~>r alt n particolari l !19 1lclle ~n fratture. e 38 delle 41 Ju,-~a?.ioni. (Il ~llri modi sin::;olari dl t..•ntaLO sulcl•llo 5Ì tru,·aronll a~ct>nn:~t• nei ren•l•cc..::tl no;.Jio;;lcl del TOI;ente anno {m~•o). lo uno la materia logt3ta fn nn mi~lo di inehio•tro e di calomrl:mo (lorerm~rìa. di Pavia}; m un nllro un l>•>lo rt'OPI'lo e di rant.'lrl•ll (inrcrmcria di Terni•; in un teno il Tetrll pesto moto:m:~).

\ 'JUMt'ultimo tentatlfo ru opportunamente c:ontuppo,ta l'ioge~tione

di buona do.;e eli J>OI~nta.


OPEfiAZIO"iJ CHIIWRGICUE

Lussa.ziotti. Le 23 lnssnzloni specificate vennero ridotte. La maggioranza erano di spalla ( l 7), alcune di gomito (.5 J, 2 di clavicola, ,, tibio-tarsea, l d'un primo metatarseo e 2 di falangi. Fratlure. Le 199 specificate furono le se~uenti: 3 di cranio (con esito letale); 5 di ossi mascellari; 3 d'altri ossi della faccia; 30 di clavicola; 1 di scapola; 1 i d'omero; 43 d'antibraccio; 17 di ossi delle mani; 2 della colonna vertebl'ale (con esito letale); 1 di ossi del bacino (con esito letale); 6 di coste; 11 di femore; 2 di rolula; 07 di gamba; i di ossi dei piedi. Se di queste fratture furono specificate la sede ed altre particolarità, non furono ugualmente notificati gli esiti definitiri che in parte. Si ha lultaYia ragione di credere cùe, tolte le fraLLure ùi cranio, di colonna vertebr·nte e di ossi del bacino, ùi cui fu già detto l'esito letale, tutte le altre abbiano avuti risultamenti abbastanza buoni, sebhene i-o di esse abbiano poi dato luogo a pratiche amminisl!·ative di pensione, di gratificazione o di altr·i proHedimenti. Come sopra.-; è detto, le fratture di femore in individui di truppa furono l l. A queste se ne devono aggiungere due altre occorse in ufficiali. Furono le seguenti:


STATK ESEGUITE DURA:'iTE L' AXNO ·1886, ECC .

144'1

l"in Pinerolo: causa diretta: complicnzione di ferita comunicante colla frallura: formazione d'ascessi e loro controapertura in basso: rura con apparecchio ad estensione permanente non specificato; guarigione con n1ccor·cìamento di sei ceni imetri; pensione di 3* categoria. 2• in Piacenzn: causa indiretta: non indicato il mezzo di contenzione: guarigione con raccorciamento di 3 centimetri e cnllo deforme; pen:.ione di 3• categoria. 3" in Parma: fralluracomplicata a commozione viscerale, a contusione del ginocchio ed a ferita delle parti molli in corrispondenza della fr·attura stes:,a; mezzi di conteozioue di versi, non escluso l'apparecchio Pistono d'antica forma. cioè colla linguella solto-calcanem·e. che prrciò non fu potuto tollerare: guarigione con raccorciamenlo di 3 centimetri e callo ~--c _........ . . :- -_ · esuberante. Riforma. _ _ __=·J..__ 4• in Parma: frattura obliqua del 3° medio da causa indireua: applicazione immediata dell'apparecchio Pislono chr fn poi sostituito da unn fasciatura al silicato e quindi al ges:;o: guarigione con meno di due centimetri di raccorciamento e callo re:,!olare: a~segnazione al corpo dei veterani (l). 5", 6" e 7•in \ cr·ona. lulle riuscite ad ottima guarigione, sel1bene uno dei fratturali vi sia onlralo solo dopo 54 ~inrni dnlla frallura, ron frammenti ancor·a mobili. Due furono l'lirate r.on Lendaggio al silicalo ed una coll'apparecchio Pislono. s· in radoya: curala da prima con' ari altri mezzi ed in n!Limo pure coll'apparercbio Pislono: guari~ione con raccor(t ) Anche lo spednle di Parma era da tempo fornilo di un esemplare d' appnrcrehiu Pistono d'antico modello, cbe stell4l lungo tPmpo trascurato nelmngat.7.enn. Dopo la eommemnratione fattane In que~to p-ioroalo, il si({. rtottoro Sappa, allora direttore rti quello spe•JalP, lo rimt~c l11assetto e, dopo un primo esperimento, lo rece ridurro~ a miglior formato; d~l che >i compiacque pui reo-

dermi informato. ~J1


OPERAZTO~J

ClHRURGICBt

ciamento di 4 centimetri e callo deforme: pensione di 3• calegorin. 9• in Terni: cur·ata con apparecchio ad estensione permanente non specificato e quindi con bendaggio gessato: ~rra­ rigione con accorciamento di 4 centimetri e con incur\'amen to esterno del femore: pensione di a• categoria. tO• in Napoli: cumta con bendaggio gessato: esito non indicato. I l• in Trapani: frallura nl 3° superiore. complicala ad altra frattura del radio dallo :;lesso lato: quella del femore stata constatata soltanto dopo un mese: co r·a ta con hendaggio al silicato: guarigione con nppena~ centimetri di raccorciamento. Delle due fratture occorse in ufficiali, una ha già fatto o~­ geuo d'una relazione stampata in questo giornale dal capitano medico dott. I mbriaco ( l). cosicchè non è piu qui il caso di discorrerne; e l'altra fn curala nello !>pedale di Messina. Era questa una frattura ex:tra-ca}>=>ulare del collo del femore per caduta da caYallo. :'\essuna D()lizia su mezzi di cura u:o-atr , ma gu rrigione ollima. risultando non essere stata susseguita che ùa un raccor·ciarnento di circa un cenLi metro . (l) Ve•li fa~cic<>lo d'ago>to t88i, pag. 00!. In questa Alemorla, c precio-awouLU a pag. 9!1, il sig. dott. !mbriaco ha nedicato alcunP p:1role. all' :1ppnrrccbin Pi>tooo, m~ per i bisogni della sua tesi lo ha stretto rra le branche d'un .lilemma che, me lo perdoni l'onorevole collega, non scmbrami atrau.o giusto. Se .il sig. tlott. Jmhriaco \Orra darsi il disturho dì rilegger,• rillustrnzione che ne f11 fatt.1 dallo ~crivl'ntll, !Il hcn rons1rJrrare il mo(lo rl'appHr.azione, le pr~ cauzioni suggerite perchtl questa rlcs~ mctotf•ea, e se inoltro o ~pecialmente vorr:. pr~nder~l il ma~gìor disturbo di farne l'e~per i<'nza anche io individuo sano, e~li <l com·inCI'ra, crediamo, che rappnreceblo Pistono sfugge al suo dilemma. Beo inteso . .;i parla delrappareerbio a quattro linguette nel ciogol<' sopra-m'lll~olare, e noo di t)uello prfmo•tllale del Pistooo In cui l' esten~ione ei eseA"uiva con una $O la linguetta sotto-c:llcnneare, la quaiP riesdva rcalm~nte cagiono rll dolori e !l'altri danni. Provi l'onorevole colle~a. 1\ ~~ sv~ntura. altro! lo mr•ttes~~ 11~11:1 conrlizione di dover rura.re una frattura 1.11 femore, anchn compltcaLa da altre le>lonl. pro\i pure con fiducia e seozn Umore del rlilem m:1. Ma s.• vorra pro,•arc, non adoperi re~emplare rhe presentollt•nt«> e5iste nello spcd.ale t1i F1renze, c~mplarc, o!trechè mc4mJll~>to, anchl' dl<11.latto sotto ogol riguardo nella sua forma attuale.


STATE ESEGUTE DUI\A~ TE L ANNO 1886,ECC. 1

U43

Lesioni per oa.loi d.1 oa.va.Ui o di mUli.

I resoconti nosologici ne registrarono 56 e di queste 26 con fratture di ossi. Quattro soltanto furono seguite da morte: tre per contusioni addominali con lacerazione viscerale ed una per fratture di cranio. Tuue le allre, fra cui parecchie erano gravissime, riuscirono a guarigione più o meno perfetta. 1o novembre, 1887. L'l~petto re capo

PEcco.


CURA D' UN CASO nt

PLEURITE PURULENTA YKRC~ LARESEZIONK COSTALE SEGUITOD! GUARIGIONR :Memoria letta dal tenente medico Lucciola dottor Giacomo DP1ln eoorercnu ~dcollfica ùcl mtlt' dl settPmllro !887.

SifjnOri.

Loiacomo Sante, soldato ·deli'S• ret:rftim~>nto bersa~Zliet•i, della cla<::se 1866 è giovane òi mediocre co~tituzione fì--ica, di telllperamenlo linfatico. A ....icur t di non aver soffer to prima dell'arruolamento nessuna m~:~lallia d'nnpol'lanza e che i suoi genilot•i p;oderono bempre buona l'alule. Vet""o lo corcio del gennaio ultimo, in se~uito od inireliJalura, coutincio ad es-.~>re mole~tolo da toss~ ~lit.zo:;a. accompognaln eia dolore al Ialo smislt'o ùeltorac~>; per alcuni giorni non chiPse visita medica. ma il 27 di'Ilo slC!"So me!"e, essendo stato A"'salito la febbre alL11 c 'n brividi e sentendosi notevolmente aggravato, bi presentò al medico dgl cm·po, il quale Io inviò a que::!L'o~pe.lale. Quivi fu z·icevulo nel riparto 1' mndicina e si accertò l'esistenza di una polmonite crupale alla base del pohnone ~i ­ ni<.trl), cui ~egui pleurite t·--~u la ti va. Nonostante le più f!Sf"idue cure, il li•Jitido non s1 rltl~;;orbi, ma divenne tosto purulenlo. L1:1 febbt·e alta e continua i l rapido deperimento dell'infermo e sopratulto la imponente di~pn~a indusse1·o il capoz·ìparto a procedere il 20 febb1·aio


Ct.:RA n'uN CASO, ECC.

(

alla toracenlesi, colla quale si estrassero circa litri 3 l/2 di pus; se non che questo in breve si ripl'bdusse abbondantemente, la febbre divenne più alla od i disturbi respiralorii più minaccianti. S'opinò allora fosse il caso di procedere alla resezione dello costole, per la qual cosa l'infermo fu traslol!alo nel repài'LO chirurgico, ma non essendosi potuto eseguire tosto l"operszione per l'estrema debolezza 8Ì vuotò di nuovo il cavo pleurico di altri +litri di pus, mercé l'aspiratore di Polain. Intanto si studiò di rianimare le forze, e dopo altri dieci giorni si polè senza grave pericolo addivenire all'operazione dell'empiema neii"S< spazio inlercostale, lungo la linea angolare della scapula Venne fuori una notevole quantità di liquido purulento, si pas~ò un grosso drenaggio e, per meglio assicurare lo sCQ!o, si tece una t.ontr·o-apertura nel 1• spazio inlercostàle sulla linea ascellare media. La cavità ascessoide fu ripetutamente detersa con soluzione all'i p. lOQO di bicloruro mercu.ri~o. e quindi per moditicarne la Ruperficie s"incominciò per inìeltare lulle le mattine una soluzione di nitrato d'argento al 2 p. 1000. previo Ja·vaggio con acqua salicilica al 4 -;.. Nei primi giorni la suppurazione si mantenne abbondante quantunque di buona natura, ma la febbre divenne più mite, la tosse e raffanno meno mol esti. Dopo una sellimana la pi'Oporzione del nitrato d··argento si accrebbe pPogressivam<>nte dal 2, al 3, al '• per mille, alternandola con inieziom di linlura di iodio allungata con parti uguali dt :xlieet•ma. Que:<tte medicaZIOni in genere apportavano lieve mol!lstia all'infermo, di sua naLura pazientissimo, non aurando di solito Jl bruciore più di due ore. Indubbiamente esse gio"a,·ano mollo, giaccbè il pus diveniva sempre più sca~o e più denso, cremoso, e la febbre scomparve. Le e.ondizioni geoerali migliorarono al segno che il maJato il fl aprile si sollopose ben volentieri all'operazione propostagli, per e~eguire la quale non si poté nemmeno approfittare dell'anestesia, a causa del grave pericolo


1'46

CURA n'uN CASO

elle avrebbe corso non funzionando in lui eh~:~ il solo polmone destro. Si fece un taglio lungo la curvatura dell'S' costola, esteso· per circa 18 centimetri, profondo sino all'osso, si raschiò il perioslio, e si asportarono di quello quasi 20 centimetri. Sollevando poscia il lembo dei lessuli molli si scollò sino a mettere a nudo la -;• costola di cui si fece ugualmente la resezione soltoperiostea, !asciandone in sito solo circa 5 centimetri verso l'inserzione vertebrale. Era intendimento dell'esimio operatore capitano medico Sciumbata dolt. Giuseppe d'asportare almeno all:e due costole, s iccome i più valenti chirurgi consigliano per potere ottenet·e un più vasto abbassamento della parete toracica, e quindi una più pronta occlusione dell'ampia ca vita dell'ascesso pleurico; ma l'infermo che aveva tollerato con ammirevole pazienza e tìducia il dolore di quest'alto operativo, s'era talmente esaurito che si stimò prudente consiglio non tormenlarlo ulteriormente. Si fece poscia una larga ape-rtura a livello del diaframma quasi gulJa linea parascapolare; attraverso di questa "'i potel e veùe1•e che l'inspessimenlo della pleut·a parietaìe $Uperava i Jue centimetri. e che la stessa superficie del diaframma era coper·ta da un ammasso enorme di granulazioni cosparse di ùetrito e di pus. Con lavaggi di soluzione all't p. 1000 di bicloruro di mercurio si cercò di ripulire scrupolosamente l'ascesso, si misero due drenaggi, l'uno grande lungo circa 20 centimetr·i nel cavo pleurico, l'altro più piccolo e più corto in corri«pondenza della base del lembo muscolo·culaneo·periosteo ratto per asportare le costole, e si riunirono i tessuti mercé due suture, l'una profonda con catgut ·e l'ultr·a superflcialeinlercisa con seta fenicata. Colla medicaLura misla al iodoformio e su!)limato s i curò la più scrupolosa asepsi della perLe. La parete loracica si depresse tosto assai visibilutenle, onde l'infet·mo cominciò a mettersi di male umore per la gobba che ne risultò, e chiese con insistenza se sarebbe subito scomparsa, non sembrandogli 1ale deformità adequato compenso ai tormenti patiti.


DJ PLEURITE PURULEYfA, ECC.

Nei pruru giorni s i manifestò una febbre mite, continua, remiUente, ma nes~una rearion~> local•'. e non oslanle che ogni mattina occo1·re~"e rinnovat·e la mcdicatura, per l'abbondante secrezione la quale veniva fuol'i, Lultnvia la ferita a( Ieri quasi interamente per prima intenzione, e le due aperture praticate, quando si fece l'operazione dell'ernpiema, cicall'izzarono in brt;vissimo tempo. Si raccolse però del pus n~l punto più tkclive ùel lembo staccato fra il periostio ed i tessuti soprastanti, ma basto una iniezione di ciOI'UrO Ili zinco fil ao ·;. pel' ,·edere aderire in meno di una setl11nona lo seoll&mento. Nel periodo successivo all'operazione ogni dì si lavò il cavo pleu!'ico prima con ~oluzione di acido sallcilico e poscia cou •tu~:lla di o1trato di ar4'etlto al 3 p. 1000, o di cloruro di zinco all'So;., o con la tintura alcoolica cii io lio concentrata, alkl'• nanùo seMndo me~lio si cr~>deva necPstoario. La vasta cavitù pleur ica andò r1colmant.insì di gt·snuht zioni assai rapidamente, laonde dopo rirca 50 giorni riroan!•va solo ilt1·amito nttl'aversalo dal drenaggio, etl una pozza in avanti presso il pericarJio, la quale ~i vuotava del pus appena vi s1 giung~va dentro col lubo t.ia drenaggio; cos1 c:j potè anche rkono!'lc•ere che essa avea Jll'e<>so a poco la cupAcità di cento grammi di liquido. Intanto per inieltarvi dentro le soluzioni modifìcalrici orcorreva premere COli qua.Jche forza In pe1·a elastica. 11 giorno 28 maggio, du1·ante il lnvaggin for·zato, l'inrer·mo ch'era seduto in mezzo al letto repenti:1amenle emise un g1·ido e cadde supino siccome morto. Gli occhi si contorsero, il volto divenne pallidissimo, ed enet•g-irhe contrazioni toniche, seguite òalle cloniche. si manirestai·ono nei mu--coli, non esclusi quelli che concorrono alla runzione pulmonftre, ~r cui si produsst'l subitomenle un'intensa cianm:i, la c1uale t'cee temerl;l una prossima tì~e per asfissia. Seuza pet·,Jito di tempo si ricorse alla rospi l'azione artificiale, all'iniezioni !>Olloculanee d'etere, a!IP, fregazioni, agli ~limoli freddi sulla superficie della cute, e cosi dopo circa un quarto d'oro cominciò a dileguarsi questa ~piacevole sinòrome, e l'ammalalo ~baiordi to diede in un pianto dirotto, perché impressionato


CUIU n'US C.\SO

da un offu!';cameulo della viQta a :.~gno cln non poter r iconoscere alcuna delle tante per!:lone rhe lo circondavano. Occm·sPro quasi due ore perché r,., sse t•ilornato in uno ~taw dì N'lalt,·a calma, non c:.enza rtmanere affranto e scoI"aggiato. Poco dopo fu anche rJprt!so da ftlbbro, la quale da più u~mpo era ctl~'-ata. SPnza J.uhbio 8\'èvamo &l'sistilo ~~~ un acc~l'lso epilellico in m-!h·1Juo che gialllmai era stato sofferente ol't:'pilessiu. Quale fldunque e1·a stata la cau.:;a d1 es!'n? Signori, io richiAmero nlla mia mente 11 bf'l lavoro letto in pro1 Q~ito ìn «Jue... IJI. sala dal nostro e~reg10 collega sotlotenenlt-~ medico Pasqua le rlotl. Albedo nelln seduta del dicembre l8'~li. Trallavasi del l'Oidatn ZulllbOnl Giacomo .te! nzo rautPria, Che info~l'nlÒ di pleurite JlUI'UJenta; fu Operato prima di lor acente~i. mo non ollAnutosene alcun vantaggio si apri il c.avo pleurìco post~rio1·mente nel runto ptu tleclive. e :..i cercò modificare la ~upertlc1e 8."Ce~suaJe COli lavaggi di acqua fenicata al 2 '/•. li miglioramento fu "en~ibile, ma, quauùo appunto erE• in ma~simn pnrle ril:olmato il ~ran vuoto, un bel rnattino nei fat·e l'm1eztone !<i ebbe un i«lentico o più pe-ricoloso acN•sso di epile11sio; ed inoltre anche nei ~ior ni seguenti, non 01-1lante che l'infermo non ro~e !!lato per lontra pP~zo sottoposto alla med calura ~:•~ololoracica, ~i ripc:t.etle•·o spoutanearnent~ u più volle le convulsioni. Nel no!';lt'O inft•rrno invece "i <>mi.,ero pet' due giorni <~olo i l8\'8~~i. e ra.cc~gso c;poutanl'amenle non !:lÌ generi) più, ma ne fu sempre m•nnccialo tlno a guat'i~Zione Cl>mpleta tullP le voltt'l che ~'<i facevano le miezioni nf'l cavo pleurico, ontl'egli si la..ciava medicare con gran perpiPssità, e tli\·enha pellido c.J unpre'->'-'iouuto appeua iJ becco dellu !\iringa t.occn va il meolo esterno l]tll seno n,.toloso. Ripetero qui br•!vem~>nle le conclusioni, r.ui. ~u•la gu la di illu!".tri autori, venne il doU. Pasquale nel ~uo pregevole lavoro: 1' C: Jlldubitalo che 111 individui non epilellici ~i può òelerminui'CÌn "eguilo a lllvanùe iulraplduralt un·t\flllessta, la quaie


DI PLEURITE PURt:Lt.XTA, ECC.

tH9

puo assumere la forma più sempltce di leggiere contrazioni, •tuellu di epiles~ia jark«oniana e (tuella eli vera f'pilessia -..mo al o slrtio di male. ~ La. cri~i epiletlicu nou dipende Ja embolismo o dallo stimolo ùel d l·~naggio, n1a deve uEoct·ivet!:li all'iniezione per sé ~~,.::-a, e n••n alla natura dt>l h•IUiùo, perchcl !':i v~:rifica anche con ;:pmpllci la\'aodt< d ter<,·e. 3• L'accesso si man,resta in prefl>reuza verso la flne dell'inieziOne, e quando illiquiJ.o pleurale si è in gran parte rtas-sorbilo e la Ctl\ité rid.llta dd ~uo volum··. Come spiegazwne del fallo v'c ripoLesi dt Hayoaud Jell'~t­ nemia bulbat't> l'itlessa in seguito a stimolo perifer·ico del nervo frenico, donJe p"r \',a cenLt·• P" la e lra<>mes:su al bulbo e poi drfluso n LulLa la l•a!':e d. l c·~n·ello. Il doli. Pascale inveco ha escogitato un'nllr·a teoriH fon ~lata. «ulle alluali conosc~nze dell't"""islenza e della propriPla t.iei centri corltco- motor1 e sens t. Vi cbe ~i c: a esc:cre ogg1 :;,eJ~ o~LI'eptle~sia. In ~eguito a fot•te eccitamento anormale pet•ifr'L'ico sui fl!.elti sensilivi dello pleura e sui cenll'i cardiaci. duranl•· il la.vag-... io, lo :::-lirn llu sar·ebbe lrasme~,o ptr via rtllessa altraverso ur a "ia, non ancora ben nota., ai suddetti centri, e quindi ~i !lusdterebbero ~li accessi ~ouvulsh•i. Nel nostro caso il sig. capitano medico Sciumbat.a fece In giu!>ti~sma os..crvazione che fra ,.; i i'lnnoh atti a produ!'re l'acc\!Sso il piu polenl•J eru quello che veniva fa1to sulla parete esle!'na dol lorare, e quindi sul decot•so ùei nf't·vi inU!rP.o<>tali; infatl il LojnC'Ono fu la prima volla sorpre~o dal malorP appena <~i cercò l'introdurre con una certa viol~>nztt il lwcco della pera el asl ira n cl tramite lasrinto dal d rettaggio. Anche in ~e7uito si notò che la spintn del liqui•lfJ era qua,.1 ..empr·· r-en Loller·ata, ma che il contatto .h qualch~ COl'pu <luru sulla periftria del foro d'entralu del seno fistoloso bastava pet·~ùè l'iur.-,•rno Cui<se minacciato dall'accesso epil< llJro, a scr ndurart> il '}Ua1e t>f!li stes"O chiedevtl che gli ~i prcchia.sse fortement,. ii pello, "Pecie nella regi· .n.· pre-cor(liale, e che ~li si desse tosLo da here acqua giJiacciata. A conferma flt que~ta oss1!rvaz1one a!!'~iun!!O clw durante .alcunr g10rni d'a-~euzs dt'l signor capOJ•iparlo, impressio-


Hoo

CURA o'UN' CASO

nato da un sensibile peggioramento delle condizioni generali dell'infermo e dalla ostinata s:uppurazione in prosl:-imità della regione anteriore del peUo al Jato esterno del per it:ardio, decisi di fare una conlroapertura nell'ottavo spazio intercoslale lungo la linea ascellare media. L'inf'ermo stesso mi pregò più volle con insistenza perchè uv~si procu1·ata quo!:>la più sicur a via di scolo al pus, ma, nnnostanle la sua migliore volontà, appena inci«a per breve lralto la cute, fu tale la minaccia delraccesso epilettico che dovelli smetter e di pr·o:>e!luire ulte1·iormenle nui tagli. Dopo due gi(lroi voll1 ritenl8re1 ma la stessa scena non si fece allenderc>. Seuza dubbio aJuoque lo stnnolo sul decor-,o dei nervi inlet·costali basta per sé solo a provocare le convulsioni cpilelliche. Ed ora poche parole sulla scelta del processo operativCl e !'UI tempo in cui si devo ad esl'<o ricorrere. Io credo sin mollo oppor tun1) seguire il sistema di non proceder e a lla resezione se non quando, avendo giada qualche tempo pl'alicata un'ape1·tura nel punto più declive :!el cavo pleurico, si su1 potuto già modificare la supet•ficie ascessoide con iniezioni su di esso. Allorché con tale mdodo si ò quasi sicuri che al processo di ulcerazione si sia sostituito quello di ripat•azione, allora si dovrebbe eseguit·e la re!'ezione, perchè accollandosi iu tal pèl'iodo le pat·eti, trovano condi:t,oni piu favorevoli per ~al ­ darsi, o perché una vivace e r1goglio;.a granulazione pos"a colmare il piccolo vuoto che fra loro s'interpone. Facendo, come molli sogliono, conlemporaneamenle la resezione sottoperiostea delle costole e l'operazione dell'empiema può accadere che le col"tole si l'ig~uerino prima 1.111 cora che la superficie dell' a~cesso entri nello sladto dt rtparazione, ed allora il saltlamento delle pareti ·non potrà più avvenire, e la guarigione o non si ollerra o solo dopo un tempo essai maggiore, abbisognando in tale caso una mossa rli granulazione assa i più voluminosa per occludere il g ran vuoto dell'ascesso. Credo inoltre che quando l'empiema occupa buona parte-


DI PLEURITE PURULEXTA, ECC.

l.f.5 1

del cavo pleurico, e quindi è necessario un tempo assai lungo pel saldamenlo delle pareti di esso, sia più convenitmte a~po rlare con le costole anche il perio~tio. onde non avvenga la r·igenel'azione di queste, la quale potrebbe concorrere ad impedire la guarigione. :Molli chirurgi seguono il sistema di asportar'e 6 ad 8 cen· timelri della parte mediana di 5 a 7 costole, merrè un taglio elis~oidale col map-gior diametro in senso verticale fra le linee ascellare anteriore e posteriore Questo metodo lra il vantaggio di p~>.rmettere l'accollamenlo delle pareti dell'ascesso in Lulta la ~ua altt>zza, e qumdi di favorire una più pronta guarigione; nel noEtro caso non sì polelte mettere in esecuzione pen:ltè essendo l'infermo mollo deperito nou convenne assoggellarlo a tale atto oper·ativo, per sè stesso assai lungo e più <>sauriente. LI' costole asportate intanto nel nostro malato si riprodus· sero assar solleeitarnente, e così si dileguò in buona parte la deformi la toraci cA, con molta soddisfazione dell'indi vi duo, ma al <:èrlo ciò contrrbuj non poco a ritardare la cicatrizz~zione, giacchè la cavita rimasta in pros~imità del pericardìo seguitò per buona rezza a !"ecerncre pus piuttosto tenue, si~ro~o, onde occorsPro ripetute iniezioni di tintura di iodio concentrata, e di soluzione di cloruro di zinco al 25 p. ·;. , per vederla modificata. È notevole che quesli potenti stimoli in pt·ossimita del pe· ricardio non suscitarono mai alcuno spiacevole incidente. Cosi cessaltt la suppuraziono il giorno 17 luglio si potè log)jere via anche il drr>naggio, ed il residuale tramite in pochi di ~~ occlu~e. La funzione òel polmoue ~ioistro del tutto abo· lita iu principio si andò progressivamente ridestando, a segno che il :murmure vescicolare si ascolta su tutta lo parete torac•ca sinistra, quautunqu~ notevolmente affievolilo 'erso la ba;.e. L'111fermo, lt·anne il Jjeve deperimento nutritivo, non accusa molestia alcuna sul lato operato e non è tormentato nè da tosse, nè da senso di stiramenlo, nè da allanno nel camminare anche a passo accelerato.


RIVISTA DI GIORNALI ITALIANI ED ESTERI

RIVISTA ~fEDIOA

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Cura. della. gastralgia, per !<ir lA 'IES SAWYER. Lancet. agosto 1887).

(The

Secondo Leube la gastralgia è un dolore limitato alla s fera sensiliva ùe' nervi gaslrici, e Romberg ne distingue ùue forme: la nevralgia che sar·ebbe un'iperestesiatie' t'ami dello pneumR -~8!-ilrico, e la celiaca prodoLta dall'iperestesia tlel plesso sola!'e, ma Nremeyer giustamente sostiene e:;sere inpossibile in prRtica una simile òi~tinzionc. P ei'Ò on.le si po"sa carallel'izzare per ~astt·algia un dolore di stomaco, bisogna che esso non sia accompagnato da catarro gastrico o gaslro·epatico, né ùa lesioni organiche della regione che occupa. Quec:to punto es~enziale della diagnoc:i è specialmente importante in uomini che oltt·epassano la mezza età, ne' quali occorrono sovente lesioni più ~ravi. Secondo la clasc:ica dcc:crizinne di nombet•gJ la verA gastralgia sar~>bbe C'St'allet•izzata da un dolore acuto e subitant>o che attacca lo stomaco, si estende al dorso, ò accompagnato ùa senso di depressione, polso contralto, debole e perfino inte•·miltente, pallore del volto, ratfl·eddamento degli estremi, ten~ion e clPlle pa reti addominali, bisogno di una pressione, talchè gl'infermi appoggiano lo stomaco su qualche corpo rluro o lo comprimono con le mani, sensazioni simpatiche •·icorrenti allo sterno, al faringe, al tor·ace. La gastralgia può occot·ret·e in tutte le eta 4ella vita, ma è più rara nelle età estreme, è frequente in caratteri nervosi, segue le leggi detrererlilarieta, altacc:a a preferenza le donne e gli organismi intleboliti, si associa spesso all'isterismo, se~?ue gli eccessi venerei. Sopratullo bisoA'na tenere in mente che la gastralgia non é malattia pericolo~a, che non si deve diagnosticare un can-


RIVISTA liEDlCA

ero dello stomaco finché non s i è palpato, ne' un ulcera fino a quando non si è visto venir fuori del sangue per ematemesi o melena; ne bisogna dimenticare l'assioma clinico di Wùson: un dolore che insorge a :>tornaco digiuno, e si CAlma per l'ingeslione d1 cibo, è dolor·e uevralgico. Nella cura della gastralgia bil'ogna tener presenti lulte quelle circostanze concomitanti, come l'anemia, ~li abusi sessuali, le fatiche eccessive, i flussi uler'ini, ecc. Rimosse queste concomitanze, 1l miglior rìm~dio è l'acido arsenioso. L'autore ammini!'Ll'8 tre volte al gioeno, col pasto, una pillola di due milligrammi e mezzo d'acido arsenioso, e 12 centigrammi d'estratto di genziana, continuandone l'u"o per parecchie sellimanc. Nei casi di meJiocra gravezza questo rimedio è sufficiente, in caPi piu gravi usa delle Pub efazioni di linimento ammoniacale sulla regione '"Pi~astrica. ed anche de' vescicanli. La diela sia corroborante, perchè nulla nuoce più dell'inedia nelle gastral~ie dello stomaco. La dispnea nell'asma e nella bronchite, e gli eft'ettJ dei nitriti sn dJ essa, per Tnos·FRASER. - (The Lnncet, luglio 1&87).

Nella forma clinica dell'asma net·voso, la dispnea raggiunge il piu alto gt•ado, l't:spirazione SI fa dirticile e prolungalu t:-e

o quattro volte più che l'ispirazione, IB pareh toraciche diven~ono rigid(~, il diarramma si abbasso oltre i limiti normali, la percussione s:i fa risu0nanLe, l'ascoltazione scovre ranloli l>ihillanli che continuamente si spostano, ronchi crepitanti, suoni d'ogni genere. Willis, Cullen, Romberg, Salter ed altri hanno aLLrJbu1lo questa forma ad un'afiezione spasmodica dei muscoli e nervi della res:pirazione, e ~pecialmenle ai muscoli bronchiali, ma dopo un mezzo secolo questa ~piegazione non poteva rimanere indiscussa. Leiden la ritenne originata da un' irritazione delle lerminazioni del vago nei bronchi prodotta dalle punture di minimi crislalli, Wintt·ich da uno spasmo tonico del diafr·amma, Traube, "'Weber e Clark da un gonfiore con-


RIVISTA

gesLh•o della mucosa bronchiale per razione dei oPrvi Va• somotori. ~la mentre tutti riconoscono una condizione spasmodica nell'asm~, pochi la ritengono nella dispnea dipendente da bronchite, nel qual caso tutti spiegano il fenomeno con la slenosi dei tubi bronchiali prodotta dal gonfiore della mucosa. Or è d'uopo nolare la gnm similar ità di struttura fra i bronchi ed i vasi sanguigni minimi. ConlenRono ~li uni e gli altri dei muscoli lisci, sono innervali da centri indlpendenti e mollo remoti che distribuiscono i ramoscelli alle loro pareti. E quantunque gli effetti òe' farmaci sulla funzione dei muscoli e nervi dei vasi sanguigni siano ben studiati, i loro effetti sulla fun zione dei bronchi non sono stati mollo investigati. È ormai riconosciuto che vari nitriti dilatano i vas i sanguigni ristretti dall'influsso di altri agenti; questo fatto suggerl all'autore l'idea di provare razione dei nitriti sulla dispnea dell'asma e della bronchite, onde esaminare fino a qual punto la òispnea eù i suoi fenomeni concomitanti potessPro esse1·e modificati da quell'azione. , La prima osservazione fu fatta nel 1880 su di un ammalato dell'età di 32 anni, e~lremamente nervoso, che da pui settimane !>Offriva d'asma. Durante l'accesso aveva sibili o rantoli in abbondanza, e pet• 20 !'econdi inalò alcuni centigrammi di nitrito di amìle. Due mi!1ULi dopo i rantoli erano s~mparsi, e la respirazione e!"a divenuta più facile, ma òopo un allro minuto i rantoli ricomparvero, e l'a !lenno t:1·ebbo. Dopo sei minuti, quando rantoli e dispnea erano Lornati alla loro massima intensità, l'infermo inalò per 30 secondi il !H trito di amile, ed in 40 secondi dopo la inalazione i rantoli scomparvero di nuovo e la respir·azione divertne calma Dopo cinque minuti t'IComparve l'accesso con la sua solita forma, dopo altri 10 minuti si ripetè pet' la terza volta l'inalazione, con gli s tessi ri:mltati precedenti. Dopo questa osservazione l'autore sperimentò il nitrito di etile, di sodio, e In nitroglicerina, amminis trò i rimedi per via interna, ne ebbe azione più lenta, ma sempre identica,


MEDICA

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sempre !'uso dei nitriti calmò la disp11ea e fece spat·ire irantoli. Gli stessi effetti otle11lle nella dispnea per hi'Dnchite. La similarità dell'azione do3gli stessi rimedi nelle due dif-rerenli forme di dispnea, rìnforzano la conclusione di Biermer che essa non si possa spie.g are con lo spasmo del diaframma, e che non dipenda dalla subitanea apertura e chiusura dei lubolìni bronchiali per gonfiore iperemico .della mucosa, percbè questi rimedi, luogi dal calmar .la dispnea dovrebbero farla cr~scere, essendo essi dilatatori, e non costrittori de' vasi -sanguigni. Ma siccome i nitriti diminuiscono la contrazione ·delle fibre non striate, e giovano nell'asma è da pensare ·che i rantoli i quali accompagnano la dispnea dell'asma siano prodotti dalla spasmodica cootraziooe .dei muscoli brooohi.ali, dei tubolini bronchiali, ceme vuole la vecchia teor ia che é ancora la più corretta. E relativamente alla bronchite, è da notare che qJ.!ando i rantoli ed i sibili scompaiono per l'azione dei nit.ri~i, anche la dispnea si allevia, mentre quando i nitriti non banno azione sui rantoli, non influenzano affatto la dispnea. E se non in lutti i casi il rimedio agìsce, gli è perché n.ella bronchite la dispnea diP.ende spe'SS<O dalFaccuroulo di muco nei bronchi, dalle vischiosità .cbe sono il prodotto dell'infiammazione, e che spesso ingombrano i grossi bvonchi ~ la gola. L'autore non ha fatti per g iudical,'e del(e convenienze di uno piuttosto che d1 un altro l.lei nitriti, ma preferisce il nitrito di sodio e la nitl'bglicerioa, per~hè sono più stabiU, si possono amministrare in soluzione tanto per via interna che per via ipodermica, mentre il nitrito di amile e di etlle, e lo spirito d'etere nilroso della farmacopea sono prepat·azioni incerle ed alterabili. Quando i nitriti volalili sono amministrati per inalazione, gli effetti sono di breve dut·ata ma più precoci, mentre quando si adoperano i composti stabili in soluzione per la via dello stomaco, l'ellètto é più lento ma più duraturo. È sperabile che questL farmachi acquistino maggior voga nella eu t'a tlella dispt,ea, e la. nozione acquistala, cile mentre allievano i lorm.enli dell'asma fanno sparire i rantoli ed i sibili dell'albero bronchiale, incoraggera i medici pt'atici ad un più largo uso dei nitriti.


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RIViSTA

Sulla patologia dell'emlplegl&, per Fr. \Y. Ct..ARK. - (The Lancet, ogo ..to 1887).

La patogenesi di alcuni cai"i d'emiplegia è ancora mollo oscura, e per illustrarla, l't~utore riferisce su 1.3 casi avuli in cura, allo scopo di dimostrare che con molla probabilità, l'emiplegia può dipendere da una pacbimeningite cronica della volla, prodotta da alcoolism" o da reumatismo. De' 13 ca"• d'emiplegia, 3 et·ano prodotte da emorragia cerebrale. 2 dipendevano da malattie della spina, secondo che fu p•·ovato dall'autopsia, gli altri otto sono descritti come appresso: Un giovane di 3G anni, dedito ne' liquori, f>bbe un attacco d'emiplegia ole,;tra, e guar1 con la cura di ioduro di potassio. Un uomo di ~~ anni ave"a emiplegia destra da alèuni anni, ed unu donna di 56 anni un'emiplegia sinistra, entrambi dediti ai liqu01·i, f{uarirono coll l'astinenza. Una donna di 71 anno, con determinata diat~si reumatica, fu presa da paralisi ed anestesia del braccio destro, e da anestesia della gamba ~inic:Lra. Dopo cinque giorni la p~ralisi ave\'8 migliorato, e continuò a migliorat·e fino alla morte, la quale occorse dopo 25 giorni dall'accesso emiplegico. Alla necroscopia si trovò la dura madre della volla ispessita ed aderenl~> al cervello lun~o 111 fessura mediana, ma il cervello eù il midollv :1pinale erano sani, il cuoro grasso ma normule, come lo erano i polmoni ed i reni. Casi di puro alcoolisroo cr·oniro ~ono i seguenti: li n uomo cii 40 anni preso da un attacco di PmiplegiA desh·a. guar•i con r.~slinenza in poche settimane. Una donna di 57 anni guarì dopo otto mesi da una paralisi di destra. Un uomo di GO anni guar• rapidamente da una completa parali del Ialo duslro. Un altro ùi (l8 anni ebbe per quattro mesi un'emiplegia sinistra con nmnesia, e guarì, dopo alquanti mesi ne ebbe una a. destra, pure con ampesia, e guarì la secondA volla. In nessuno di questi infermi '''era paralisi facciale, e l'autore argomenta da ciò, dalla natura transitoria delle paralisi, dal passaggio da un lato in un altro, dalle recidive, e


li'EDlCA

dal trovato anatomico in un caso, che sicuo dipese da una pr·e:::sione ne!Ja superficie corticale del cervello, proùolta da cronica infìamruazione deUa dura madre della volta, co~i comune negli uHimi stadi dell'alcolismo, oppure da un'infìam mazione dipenJcn Lo du ar·tt·ite reumulica cronica. La febbre rioorrente oronica, nuova malattia infettiva. - Pt•of. GuGLU;L\IO EBi5TElN. - Berlmer lflinische Wo· cltensehrijt, N. 31, 1887).

L'autore, premesso che la malallin della quale ùescr·ive un caso è di notevole interesse, non solo per ché peesenla uu quadro sintomatico beo curalle!'tzzalo, ma anche perchè, sel>be11e att~almenle molto r ara, polt\Jbbe, a somiglianza dt allre malattie infetli\•e assumere una diffusione epidemica, passa alla descl'izione del caso clinico. Questo si rift>risce ad un giovane ùi 1!1 anni , di gracile costituzione, che non eresenta dati ereditari e fu affello sollanto da bambino di ùìfterite e dissenteria, ma non ebbe a :>offrire in seguito di altre affezioni notevoli. Il principio ùellu malattia. che si sviluppò ;.enza cau>"e determinabili, si df've far risalire alla fine dell'estate 188/ì, <' fu accompagnato da spossalezza, cefalal~ia, lllappetenza e dolori di ventre, avenli sede principalmente al Ialo deslt·o. Lf• mi::;ure della temperatura non furono preso che verso la fine del mese ùi sellembl·e, ma rivelarono elle l'infermo ern affetto da febbre la quale, dopo di aver tlurata un certo numero di giorni, dava luogo ad inler·vulli ili apiressia L'autore ebbe occa!"ione di ossel'\are l'infermo dal 23 novernbr·e, mentre esso era febbricitante fin dal 13. DH rluell'epoca la temperatura fu misurata accuratamente e l'aulOI'I:l potè coslalaee che l'infermo soffriva dt accesl"i di febbrl' che dopo aver duralo qualche tempo cessnvauo per ricompArire dopo uu cer to tempo, l'.iccbf. la febbre e l't1piressia "'Ì oltPrnavano in un turno r·e~olare. Dal 13 novembre fino all'H luglio, cioe in un periodo tli 211 giorni l'infermo lm avuti 9 di questi ac.;es~i. Essi duravano in media 1:3-H ;.;iorni e gl'intervalli di apiressia 10-11.

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RIVISTA

La LempeJ•atura. serbando una curva ac;censionale, raggiungeva il massimo verso la metà degli accessi, ollrepa!'lsando sernprd f.tO•, e ~i ungendo tal volLa u 41• e piu. Quindi la lemp~ratur•\ ridiscendeva di nuovo iu motlo oon Linuo, diventando in ultimo subotlrmale. Le lemperalut•e pii.l basse oscillavano fra 3il,6-:{l;". Una divergenza da que~t'an ­ damenlo di Lemperalur·a fu O$Servalo soltanto una volLa in seguito di una pleurite a raridissirno decorso; ma del resto la temperatura serbò coslau temente Il tipo descritto. Il sen sot·io era per lo più completarnAnte libero, poiche solo quando la temperatura si elevava notevolmente v'era un certo g1·ado di apatia; talvolta v'erantl cefolalgie òi brBve durata nou solo durante la febbre, ma ancbo durante l'apiressia. Da part~ dell'apparecchio circolatorio la debolezza di cuore era il sintomo piu saliente: essa non si dileguava del tollo neppure negli intervalli afebbrih, e durante la elevoziooe della Lem· pet•atura arr·ivò ripelule volto a tale gradi> da rar temere re,..tlO letale. L A frequenza del polso giunse lal\'olla n 1:36140 pulsazioni al minuto ma anche durAnte l'apiressia si manteneva da ~. - 100. Le ricerclto di microorganisroi nel san~ue e te prove di coltur8 istituite con esso, dettero risultati negaltvi. Era vi tah·olla raucedioe transitoria con espettoralo mucosa scarso, misto a st1·iaturelle di sangue, ma non l'li rinvenner·o in questi bacilli tubercolar•i. V'era l'iappelitezza durante la febbre e per lo piu erano regolar i le deiezioni alvi ne e solo durante alcuni a cce:;.!i!i erano fluide. ma non fra· quenli: l'esame per r-inlracciat•vi bacilli tifosi risultò necrativo. Era costante l'ingrossamento della milza che non ritot•uava nei limiti normali neppure d111·ante l'apiressia. Non si constatò giammai né rot>eola nè tumefazione delle glandule linfaticbe esterne. L a urina non prel'entò nulla di notevole, il peso del corpo oscillava lra i9,25 e 56,25 chilogrammi e scemava in ogni accesso febbrile" per· poi essere ripristinato rn parte duranle l'll.piressia. La terapia consistette in iniezioni ipodermièhe di chinina e liquore arsenical~ ma non eset•cìlò alcun azione sul decorso della :nalaltia. Contro la eccessiva ele,•azione c.lella temperalura fu usalo l'antifebbrioa alla dose di 0.251a quale


MEDI C\

r•erll ;.oleva •lar luop;o a brividi di freddo se se ne aurlli'Otavn la rlose. Contro Ili debolezza di cuore furono a·loperati gli eccitanti. L'autore r1corda nn C8"<? analogo descritto da PP-1 come caso di pseudoleucPmia ma non crede che la forma morbo ..a m esame po<~'!a cla""ificar-,J fra le leucemie e propone di rlare ad e~sa il nome di febbr·o ricorrente ct•onico giacch•' qttr'òlo nome non pregiudica nullA e p•llrebbe ren·lere piu age,·· ·le rH riu111 r e i vari casi e poterne ()are una storia clinica fon fiata "Opra una ca-;r!<lica prù t::slt! ..a. .IJltorDO all'&UODe del HJD1 di atropluultu lD celleraie

ed lDtomo alloro uao nelle malattie oardlaohe e reD&ll. - Dolt. E\IILlO PINS. Run.rlschau, fa:-~. 19, l i'.

(M etlicintxch Chirurgische

L'autore ec:;pone le sue ricerche sull'azione della tintura di semr tli Slt•ophanlus come tonico del cuore e diu retico e com•' nntia.. malico. ~e· disturbi di compen<~azione in se~u ilo di Yarie malallie carJiache (vi(!i valvolari, degeoertt:tione adiposa, arteriollclerosi) nonchè nei morbi renalr l'influenza della tinlnrA fo manife~l8. 11 poi~O divenne più forte 8 piU piPnO. la frPquenza di esQo scernò di 12-40 baltiti al minuto, l'anlmta cessù, l'atfunno diminul, la secrezione dell'orina !";j acct·•·bb~ e gli et!erni scompar,·ero in pochi ~torni. Al contrario la linlut•a resl1\ del LuLlo inemrace nell' a~cile dipendente da cirrosr epalica e peritonile cronica, nel carriiopalmo dovuto ad anPmia e clorosi ed In quelle fot·me che vengono indicnle col nome di cardiopalmo nerYoso. Secondo Fraser lo strophanlus bn la proprielù di aumenta r e la pre~sione s angurgna sen:ta aumentare in pari tempo la re!llslenza nel si~lema circolatorio coll'ncct'escere la contrazione dei \'a ::.t, como av'"iene con la digitale. Quest.a propriehi si manife~la princi palmente per la favorevole influenza cbe il medicinale l'"erdta nel morbo del BrighL cl.'onico. Anche contro la dispnea e l'ac;ma Prnz lo ritiene un eccellente rimedio, t! lo rocco· manda soprotulto in quelle forme che sono deter minale da .affeziOni degli organi circolatorii e dei reni.


liGO

RIVISTA !,lEO!CA

La tintura che attualmente si ha in commercio contiene soltanto una parte di semi di strophanlus per 20 parti di alcool: essa é di un colore giallo chiaro, ed ba uno sper.iale sapore amaro ed ir·ritante, ma cionondimeno non ripugna agli inf'ermi. L'autore ne faceva prendere lre volle al giorno 5 gocce, giungendo gradatamente fino '8 iO. Solo in due casi la dose dovette aumentar!;i fino a 20 gocce ùue volte al gioruo. Ai bambmi Pins soleva somministrare una soluzione molto allungata secondo la seguente formola: Pr. tintura di semi strophanlus. . gocce JO Acqua distillala . . . . gocce 80,5-90,0 Scriroppo di lamponi. . . . . . gocce 10,0 M. D. S. 1 cucchiaio da caflo ogni 3 ore. La soluzione acquo!'a di slophantina costituisce un liquido biancastro torbido tli un odore particolare penetrante che si può adoperare per iniezioni ipodermiche nella quan tiLà di f /! sil'inga di Pravaz. Il rimedio in esame non é indicato nelle iperemie allive, nelle emorragie da organi interni o nelle tendenze a queste, e negli aneurismi. Le indicazioni per l'uso di esso coinci• ùono con quelle della digitale, ma lo strophantus ho il van taggio di non avere azione cumulativa. Taluni iufet·mi ne fecero uso in continuazione durante 6-8·10 settimane senza risentirne il menomo danno nella funzionalità cardiaco.


HIVISTA CHIRURGICA -=--o=--:~---

Cura abortiva. de' furunooli, pel dott. HEITZMANN. -·- (The New-Jorek Medical Record, agosto 1881).

Le cause de' furuncoti sono dirette ed indirette. La causa diretta è lo stafilococco piogeno ~:~ureo descritto or son due anni da Garrè, le jnçlirelte sono le irritazioni cutanee, e le manifestazioni sintomatiche di disordini sistematici. Rosenbach e Passel hanno recenlemente dimostrato che non v'è suppurazion~ senza microrganismo, e Garrè avendo inoculato nel proprio braccio alcune colonie di stafilococco proveniente dal pus- d'un osteo- mielile, vide una manifesta ed abbnndante produzione di furuncolL A parte le individuali predisposiz.ioni iodolte dalla tubercolosi, dal diabete, dall'uremia, le cause nccasionali più frequenti sono la scabbia, le t;lermato:;;i pustolose, l'eczema, la pitiriasi, la pl'urigine e l'acne. Così in armo1•ia con queste diverse predisposizioni o cause indirette, la terapia l1a val'iato dalle semplici applìcazioni fredde o calde, all'uso dei caustici come la polassa ed il nitralo d'argento, alle pennellature di LirHura di iodio, di pereloruro di ferro, d'acido feniM, d'unguenti mercuriali, senza mai r iuscil'e a t'are abortir la furtmcolosi. Lassar usa l'apertura precoce e la raschiatura delle pustole col cucchiaio tagliente, Hauter raccomanda le iruezioni parenchimalose d'acido fenico, eseguite su larga scala da Bidder con una soluzione al 2 per 100, ma son mezzi dolorosi, che raramente trionfano del male, e non possono essere usati in lulle Le selli del ,corpo come al capo, al perinep, n eli" occhio. Fra i numerosi parassHicidi1 l'acido salicilico che rende cosi buoni servizi nelle malattie della pelle, nella furt:ncolosi

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RtnSIA

non é mai slat{) usato, e l'autot'e ha voluto provarlo in Ull' f!iovane che da tre sellimane f>offl'iva di gro~i furuncoH nella nuca e nel dorso, e cile ad onta delle numet·o~~ incisioni subite, vedeva ~empr e ripullular nuovi..noduli sulla sua pelle. U ua pomata falla di due grammi d'acido salicilico, 20 grammi d'empiastro saponario e 10 grammi d'empiaslro diacùilon calmò in tre giorni le sofferenze, ed in altri lt•e giot'tJi fece scomparire tulli i piccoli noduli di nuova formazione: l successivi esperimenli hanno cosla.ntemente mostra lo che se l'acido salicilicQ si applica pet• lampo, la cura d'una furuncolosi non dura più di sei od allo giorni, ed il dolore !'il aUevta in brevissi::no tempo. ~temperato l'acido salicìlico,neliA proporzione di 6 a 10 per 100 nell'unguento di rose, riescovanlS;ggioso come il surricordalo t!rnpiaslro, essendo tale un~ruento non solo odoroso e gt•aùevole, ma sempre inuocuo, ciò che non può dirsi della vasellina che non.sempre è scevra d'acitio solforico. L'autore spera che l'acido salicilico faccia buona prova anrhe nelle mani d'altri medici, ed avverte che quando la neer osi e l'ascesso son gia f01•mati, essa non ha più lo ste~.::o effetto se prima non si dà esito al pus. In quelle generali disposizioni alla furuncolosi prodotte da debilitamento dell'organismo, contemporaneamen le alla cura locale con l'acido salicilico, bisogna adoperare i rimedi ricostituenti, ferro ed olio di merluzzo. Sull& natur& e sul trattamento delle ipertrofle e del tumori delle cavità naaall e faringee, per l. L. W. TnuDICBU\1:. - (The Lancct, agosto 1887).

Negli uHimi venti anni le cognizioni sullP. malattie delle cavita nasali, sui metodi di cura, specialmente con l'eletlroeaulerio, si sono cosJ rischiarate, da porsi a livello di qualunque altra branca chirurgica. Uno de' più cnmuni fattori di tali malattie è l'iperlrofia de' turbinati inferiori che non raramente chiudono le narici, disturbano la respirazione na-


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CHIRUf\GICA

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sale, deformano il setto per pressione ineguale, e v'inducono ulcerazioni e perforazioni. Nel novembre 1886 una tlonno. con l'Jperlrofia d'ambo i turbinati inf~riol'i, aveva il naso tahnenle chiuso da O()n ammettere che iJ passaggio di uno specll!o. L'aulore esegui l'ablazione de' lm'binali con l'e1eLLI'o-cauterio, e vide che H sello el'a stato ulceralo e perforato dal tm·binalo destt·o. Al 1• febbraio 1887, dopo adeguata curé, la facolta respirslol'ia a bocca chìusa era ripristinata, la voce non erà più na:;;ale~ le ulcerazioni erano I!Ìèalrizzate. Un signore battè Il naso in una parla, ne ebbe emorragia e gonfiore, l'etmoide s'infiammò, !>i produs~e un a<>cesso elle si apd nelle narici, continuando la suppurazione si I'OI'marono de' polipi, alcuni de' quali fu r ono rimossi il 5 oLlobi'e 1886. Si sco·vri in tal modo l'ipertrofia del turbinato medio ed inferiore destro che quasi chiudeva la narice, perciò iJ l:'i ottobre si estirpò la pat·te anteriore ùel turbinato infertot·e, ciò che produsse un sufficiente canale respiratorio. Durante l'operazione venne fuori dalla regione dell'etm~ide gran quantità di pus, fu rimossa una scheggia mobile, con le succe~­ s ive lozioni asleingenli 11 gonnore ~.Uminu1 e si potè co~ta­ tare che il turbinato medio conteneva una bolla ripiena eli pus. Questa bolla fu ape.rla con l'elettro- cauterio, furono tolte le aderenze del setto fino alla lamina ceibrosa, si apl'irono e vuola!'ono gli ascessolini delle cellule etmoidali, la cavità fu completamente esplor ata, lavata e dj~infettata. l n sei sellimaue l'infel'mo guarì interamente. Un sacerdote sotir·iva da piu auni d'ostruzione al naso, era stato operato di polipo molle volle, ma era divenuto asmatico da non poter più allendet•e a' suoi affat·i. L'autore eslit'pò altri polipi, ottenne un sufficiente passaggio dell'aria nella narice desLra, la sinistra ora occlusa dall'iperlrofia ùel turbinato inferiore addossaLo al sello, quindi allo giorni dopo asportò una gran pai·te del Lttrb~nato e ùel sello, e vide abe l'infermo poteva aspirare, ma non espirar dell'aria daHe na· rici, perché un polipo antico> aderente e mobile faveva ùa valvola. Fu estirpato, e dopo una cura di qualche sellimal)a


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li6i-

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il sacerdote riprendeva le sue occupazioni con naso ed organi vocal1 perfeltamenlP sani. Questi, ed alt1·i sette simili casi l'autore riporta a dimosll·azione della sua tesi: cbe nelle ipe1·trofie croniche de' tur· bi11ati, il mit:rlior ml'todo di rura è l'ablazione col lPrmo-cauterio, e che que<>la non é, come alcun i credono, una inutile mutilazione. ma unn cura radicale. Le neurosi rifle~se. causale da malattie della cavità naso· faringea, come spasmodici !Slsrnuti e lacrirnazione, a::>ma di varie forme, emianopsia, accessi convulsivi, midriasi, spasmo del piloro, vertigini, ecc. sono state trattate da chirurgi tedeschi ed amer1cani con le frequenti e superficial i cauteriz· zazioni, sempre con insucce"so. 'Cn ufficia:e de' corazzieri dell'esercito germanico, sofferente da diver·si anni d·oslruzioni na<:Rli, avM·a la voce al terala al punto da non pote1· più comandare, ed aveva subito in Germania più di 40 cauit>rizzazioni superficiali, po1 era stato assoggelll'to alla dilatazione delle ca vita nasali con la laminaria, e da questo penoso trattamento ne era t•.sullato una serie d1 acceo::si asmatici, alcuni de' quali ('rano piutlo!\lo gravi. L'infermo andò a Londra, e l'autore riscontrO il m~>alo de!:llro ristrello e contralto, la mucosa del turbinato inferiore ulcera la anleriormen te, iperlrofica posteriormente, indurita, addo""ata al sello ~.:he et•a P$so pu:re ipertrofico ed inchualo ''erso il turbinato. Fece quindi l'ablazione delle parli iperl1·ofizzalP del sello e del turbinato, e l'infermo o:;i sentì tosto mig-liora to, perdè il tuono nasale della voce, e fu libero per sempre dagli accessi d'asma. Ess~ndo ritornato nell'esercito ed affaticatosi in piazza ù'arrne, provò di nuovo ' una certa difficoltà di respiro e tornò a Londra. Fu operato nel mealo sinistro come lo era !"lalo nel destro, ne ebb·· egualmente buon effetto, ed 01'8 ~ode perfetta sal ute, re$pira bene, ed ha riacf!uislalo il seuso dell"odoralo. Le neurosi riflesso da iperlrofìn de' co1·netli nosnlj devono essere curate con l'escissione delle parti iperlrofiche, altrim enti accade come nel caso seguente: Una giovane di 2:l anni, sofferente per polipi nasali, fu curalu in un ospedale per 18 mesi inu tilmenle, ed i polipi fu


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CHIRURGICA

rono strappati a principio ogni settimana, poi ogni 15 giorni; l!'llrò •[uindi in un allro ospedale per tre volle di seguito dimor·andovi tre me~i per 'rolta, e dopo due anni e piu ùi curà, era sempre da capo. Si liberò dalle sue sofferenze quando si assoggettò alla cura radicale dell'escissione, ed ora é per·fdtamenle guarita. Il caso seguente prova i danni prodotti dallo schiacciatoio nella cura de' polipi naso-faringei. Un signore !iVe,·a sofferto di polipi per più anni, ed an•Java soggetto all'emicrania, malgrado chverse estirpazioni infrulluose. L'autore trovò l'ipertrofla del mealo destro, rimosse prima i polipi, tTuindì una bolla falla da una lamina -del turbinato medio, poi un polipo naso-faringeo gro;;so un J•OIIice ed annidato nella fossa posteriore, dopo di che le cellule del labirinto si scaricarono di mollo pus, ed in fondo trovò un pezzo dr fel'ro che era rimasto colà annidato per ollo mesi, fin da quando l'infermo subi l'operazione con lo schiacCiatoio. Tutte queste operazioni furono eseguile in una sola volla sotLo l'anestesia locale cocainica, percbé nelle operazioni naso- faringee l'anestesia ~enerale ò pericolosa. L'in· fermo guarì beni~simo della malattia nasale e dell'~micl'ania. D ue casi dl cistite c on insolite oomplloazionl, per GrLU.E.RT BARLtN.

-(T/te Laneet, agosto 18 7).

Un giovane di 27 anni che si lagnava di una frequentA e dolor·osa urinazione, osservato 1'8 gennaio presentava dolol'e al perineo, violento desiderio d'orinare ogni due ore, temp~ralur'a normale, orina alcalina ma non ammoniacale, con piccolo deposito di pus, peso specifico 1018, albumina che rappre'3a. giungeva n metà della colonna li ruida nella provetta. L'esame microscopico rivelava corpuscoli di pus e di sangue, ma non cilindri J'enali. Non v'erano edemi nò cefalea, l'infermo non avvertiva altro malessere, onde fu traLtalo eco completo r iposo e dieta, ed al H gennaio le orinazioni erano divenute meno f requenti e penose, l'orma conteneva maggior quanlita di pus ma non !'angue, e l'albumina raggiungeva appena un quarto della colonna liquida.


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J:UVISTA

Si ot·diuorono piccole dosi di copaive, ed al 17 gennaio l'albumina era ridotla ad un sedicesimo della colonna, e l'infermo migliorava. Il 18 gennaio comparve un gonfiore dolente al ginocchio det>tt•o, il20 l'ar ticolazione era ripiena di liquido, e cominciò a goolìar~i l'anca sinistt·a, senza febbre nè sudori. Le at·L.cols;;:ioui furono immobilizzate con le ferule di Mac Intyro, e co"erle di lozioni evaporan ti. l l 22 l'orina non contene\'a più pus, ma l'Albumina rag!!iungeva un quarto della ~vlonua liquida. v'era lingua palinosa, febbre la quale crebbe sino Hl 2:) in cni si gonfiò anche iJ gtnoccl.Jio sinistro. Jl giorno 28 nell'orina non v'era più pUS ne aJbnmina, il ginocchio destl'o e l'anca ~inistra miglioravano, il !!'inocclrio !òinrslrQ era aucora mollo !!'Ollfio. il 31 apparv" un gonfiore con g1 an tensione al dito gro!'\so del piede sinistro, il 4 feb braio tnlle le articolazioni cominciarono a procedere in meg lio, la lingua divenne meno pat.Lnosa, la febbre scomparv<', ed al 20 febbr·aio uou rt"stava che un leggero gonfiore al l'anca sinistJ'a, talchi> alla fìne del mese Lutto era finito. Lo cagione di tutte 'luesLe sofferenze era stato un colpo d'al'ia f•·edtla alla quule l'infl.!rmo si era esposto alla fine di dicembre. Uu oper~tio entrò all'ospedale in selLembre per una cisli'.B che datava da sei mesi, ed et·a cominciata in un altro ospedale, mentre era in !ello pet· una frattura del femore. La po::.izione su~·iua glr aveva proùollo difficoltà di ormazionc. poscia iucoulinenza. Si lag:nava di minzione frequente, dol(lre al perineo ed al glande, onde fu sondato, e si scovrir ono df\' calcoli, alcuni de' quali sembrm·ano aderenti alle pareti del a vescica, mentre il riscontro anale non mostrava ispessimenlo della base. L'orina giallastra, alcalina, ammoniacale, contentva mezza colonna d'albumina, l'esame microscopico rivelava cristalli Ji tJ•iplo- fosfati. pus, corpusco•i sanguigni, epiteli: vescicali, e f[ualche cilmdro granuloso. Dopo una settimana di riposo in letto, con lavande ve->cicali d'acido borico, la condizione delle or·ine era miglioratal'albumina diminuita, i ciliuùri renali erano scompat•si, ma


CHiltU RGICA

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il dolore al perineo ct·escb>8, onde l'autore nel giorno 20 .:;ettembre praticò la bottoniera per dar esito alle concrezioni calcoloso, e per mettere un lubo da drenaggio in vescica. Vennero fuori alcuni piccoli calcoli, furono scrostate le ader enze calcolose della vescica, ma vet•so il Lrigooo si sco\ 1·i un'ulccl·azione di due pollici di diarnelt·o, molto profonda, incroste la èi materia calcart'. Il 5 oLtobre fu rimosso il tubo che dava molla noia all'infermo. il rJuate d'aHronJe miglioravo, se non che fu preso da un attacco d'epidiùimite che òut•o una settimana. ll 22 ottobre l'orina passata per l'uretra era leggermente ammon•acale, conteneva poca albumina, poco pus e sangue, ed alcuni cristalli di fosfati, ed al ì novembre, non risconlt·andosi più chP piccole t•·acee d'albumina, ~i congt:.>dò l'infermo, il qunl~ alcune seltimane dopo si fece rivedet•e in compldo stato di guarigione. In questi due casi di cistite non complicati a nefrite. J'albuminuriu è dall 'autore attribuila agli essudali sierosi che si fol'mano dai vasi sanguigni nella mucosa vescicale, ed all'ulcerazione della vescica. La complicazione articolare 1100 somigliava perfettamente all'artrite uretralo percbè no11 ~ra cosi dolorosa, nè alla reumatica pcrchè mancavano i sutlori e l'alla febbre. Lapa.ratomla per traumatilmo e an tura dell'lnte1tino ; guarigione. - KOLLOCII.- (Centralù.fiir Chir, N. :36, 1887). Un giovane di 15 anni riportò al V!! n tre, a sei piedi di distanza, una ferila per colpo di pistola prover~iente dal basso. Kolloch lo visitò sei ore dopo l'avvenuta lesione. La ferila d'entrala era alla regione inguinale smistra, quella d'uscita a circa quattro centimetri a destra dell'ombellico. Vi et·a iucruietu line, angoscia, sete, polso debole, lempertttura abbassato. e soUo la ferita di uscita si sentiva crepitio d'enfisema che pro,·eniva forse anche dal colon tras\'erso interposto tL•a il fegato e la parete addominale. La direzione del canale fu constatala colla specillazione. Le feci erano sanguinolente


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RIVISTA

e dalle ferite e~'<lerne uscivano materie fecali. Quindi la dia~nosi di perforazione dell'intestino era bene accertata. Fu immediulamenle praticata la laparotomia, mediante la~lio nella linea mediana solto l'ombellico per la lunghezza di circa otto centimetri. Si tl'Ovarono tre ferite inle~;linali due (una d'entrala e una ù'usc1ta) aJla fine del colon discendente ed una in un'ansa del tenue, la quale fu regolarizzala e poi cucita con sutura alla Lemberl Un'appendice epiploica lacerata e sanguinante fu allacciata, quindi recisa. La cavità re· ritoneale che conteneva una notevole quanlita di sangue e di mater1e intestinali venne pulita con spugne calde e con una l"Oiuzionc calda di acido fenico. Si fece poscia la sutura delle ftlrile esterne e da ultimo la medicazione. 11 decorso fu apiretico ed al nono gior no apparirono normali le scat•iche alvi ne, quindi guarigione stabile e completa. Una. palla e frammenti di coltello soffermatt per 22 anni nel pertneo. - A NDREw.- (Centralb/ur Chir. N. JG, 1887).

Il paziente nel 1861 fu ferito in goena da unn palla la quale prima andò a colpire l.Jn coltello che l'individuo portava in tasca, lo spezzò in più frammenti e quindi penetrò solto lo scroto f~rend•> l'ureti•a. Al chirurgo che lo medicò sul campo passarono ino~l'ervati i cor·pi stranieri io seno alla ferita. L'mdiv1duo superò felicemente una grave infiltrazione urinosa. D'allora in poi le orine erano costantemente miste a pus. :'\el J872 furouo cacciati dall'uretra alcuni pt>zzelli d'osso che pt•ovenivano dal manico del coltello, e nell'anno scorso il paz1enle fu portato all'ospedale in misere condizioni, con strrngimenli uretrali ed orine molto puruleote. Si praticò una in~'i"ione al permeo, dalla l)uale si estrassero quattr·o pezzelli d'osso 11 ppartencnllal manico del collello, con una seconda incbione si e~trasse il proiettile. Quindi uretrotom1a esterna. La guarigione fu sollecita e completa.


CBlRURGICA

L 'ossigeno nella. olorotormlzzazlone. - DolL KR E:-ITZ'>I \!'4'1. - (Centralb. !ùr Chir., N. 3:>, 188-:-). Fu il Neudorfer di Vie n na quegli che per il p !'imo ha raccomandato di fa r inspirare una m iscela di <·lot•oformio e di ossi~eno nella clorofot•mizzazion e. I vantaggi che egli pt'OU1ell~ dall'uso di questa miscela sono: assoluta manc~nza di ogni pericolo; pronto sopore senza stadio di ecc•lazione; a ssenza di ogni inconveniente facile a verificar::.i nella ot·dinaria cloJ·oformizzazione. NeurWrfer stabili la miscela in modo da introdurre in una vescica conltmenle un nolo vol ume di ossigeno, una ùelermìnata quantità di clororormio allo stato di vapore. In lui maniera egJj può regolare la quant1té. pel'centuaria eli clorofor·mio. Ma siccome non si può mai conoscere quanto ocCOI'ra precisamente di quella miscela cloroformico-o~:;:ige­ nata, atteso anche che il cloroformio è mollo diffusibile, anche la miscela gassosa può pel'dere la sua potenza; e SICcome d'altra parte i sacchi di gomma diventano presto inservihili a contatto dol cloroformio, co~i l'autore rinunciò alla dosatura esalta del cloroformio per rJUanto fosse desiderahile quella misurazione. P er far inspirare in modo semplice agli ammalati da narCO!Izzarsi ossigeno con cloroformio, egli uni una lasca t.li ~omma contenente oss1geno coll'appal'alo a clororomuo dr J unke1· di modo che lo stesso cloroformio aspire l'o~Sif(ent} invece di ru•ia atmosferica ed il pa:dente inRpira ossigena reso più espanso dai vapori ùi clor ofor mio. È da Ol'!'<er•vt~I'Si però che con questo metodo è aspirata anche un po' rli oria atmosferica, perché non si può impeJire che ne eutri dalla bocca del paziente. Kt·entzmann ha praticato 25 narcosi di questo gene1·e; le esper·ienze si son fatte sopl'a soggetti d'ambi i sessi, il più. giovane era uno ragazza di 7 anru, il più vecchio un uomo di 56 anni. Tra questi pazienti vi furono a nche par·ecchi bevitori. Si sono eseguile piccole e ~rnndi operazioni, l'es~­ zioni dell'anca, amputazione di coscia, e-cc. Gli effetti di •JUCl'ta narcosi furono cos• vantaggiosi da indurre l'autore a riferirti.1


l ~iO

RI\'JSTA

I n tulLi i ·~asi fu O!:'Sot•vata una azione assai sollecita del narcotico; più volle accadde di ottenere tale anestesia dopo poche in!:'pil·azioni che l'ammalato non senti più alcun dolot•t• mentre s.'erano manlcnutt integri i movimenti riflessi. Se il paziente <.leve esse1·e narcol\zzato pr ofondam,..nle ed 111 modo completo si intr·oduce altro clorofor·rnio o~sige­ nalo ed in og:ni cnso, do\•e ciò si é ottenuto, il pazien~ restò narcolizzalo !C'enza dare alcuna t•eazione. l fanciulli e i giovani cadevano anest-iuati con Ulli'l rapidità mera\'igliosa, nei soj.!~etli abituali alle be,·ande spiritose occorre,·a un po' p1ù di tempo. In nessun caso fu osservato il benché minimo !:>egno d'eccitazione. tutt'a l più s i vedeva tAlora il malato olzare il capo e tentar e di allontanare da sè la mascher·a d'inalazione. Il modo COl quale gli ammalAti inspiravano sembrava avesse molla importanza per il risultato della narcotizzazione. Le persone inlelligeuti che inala''8110 profondamente reslavano senza eccezione facilmente e rapidamente narcolizzate, mentre l'anestesia non si otteneva che con diflìcollit nei so~~etli di poca intell1genza e paurosi e che eseguivano r.?spir azioni sup~rficiali. .Nelle anestesie leg!l'er e il polso r il re...,piro non offrivano cambiamenti ap· prezzabili. Nelle nat•co:>i prof·mde i movimenti respiratori si accrescevano e il polso si rallentava. La faccia era spesso arrossata e si copriva ripetulamenle d1 sudore. Nella narcosi incompleti! i pazienti si svegliavano toslochè era sospesa l' i nnlazione , quelli che erano narcotizzati profondamente dormivano ancora tr·anqui!li per qualche tempo e non presenta,·ano mai i siolomi di profondo corna , r1uale s i ,eJe tahwa nella anestesia di clor oformio o etel'e. In tutti i casi i pazienti operati si svegliavano con coscienza perfellamente libera. Nessuno si è mai lament~to di peso a llll lesta, o di nausea; non si è mai osservato il vomito. In seguito conti· nuarono a sentirsi bene, e Lutt'alpiù er ano disturba ti da pas· seggera e insignificante cefalea. Una <ruestione della più alta importanza, che non potrà venir risolta che con una lunga serie di sperimenti, si è quella di sapere se adoper·ando il cloroformio ossigenato si potranno evitare con sicurezza i casi di morte per narcosi.


CH1Rl'RG1CA

U./ 1

Al vPdere la piccola dose d i cloroformio necessaria per ottenere questa narcosi vi sarebbe mollvo a sperare che il triste acctdenle potrà essere e,·itato; ma questo non è elle una con~ellura; l'esperienza che si fal'à anc01·a in avvenire ri~olvera ilques1to. Un nuovo m etodo di resezlone osteoplastioa del tarso. - J. LINK, medico di t·eggimenlo nell'ospedale presidiario di Lemberg. - (Centralb rur Chir., N. 36, 1H87). Un soldato invalido di 24 anni entr·ava nel maggio di quest' anno nell'ospedale di Lemberg presentando le seguent condizioni morbose: il piede destro alla regione dellarso nole>volmenle gonfia to most1·a alla sua faccia dorsale, come purr· al mar~ine interno ed esterno parecchi !;en i fistolosi secernenli un pus tenue. La sonda introrlolla in quei seni uela contro superficie ossee rugose. Dall'a«sierne dei sintomi si arguis-ce che sieno in preda a processo tubercoloso le ossa del tarso ad eccezione dell'astragalo e del calcagno. Siccome la paPle anteriore del piede, la pianta e il calcagno et·ano sani, cosi parve all'autore oppoPluno il tentativo di manlt!nel'e lulte quelle parti riconosciute incolumi, elimina1·e le an; maiale, e fissare la parte anteriore del piede, cioé metatar«o e ràlangi dir ettamente all'uslra~alo. A tale scopo, dopo ripetuti studi sul cada\·ere, egli pralicc'l dapprima al dorso del piede un taglio tr•asversale corrispondente alla linea di Choparl; un ~econdo taglio corrispondente alle basi dei metata1'Si e riunl poscia le estremita di questi due tagli con altre due incisioni. l'una al lato interno l'aJlra al lato eslet•no del piede. Dal1a inci'-iono superiore egli penetrò poi in profondità, ma invece di aprire l'articolazione di Cllnpat·t·segò via la lesta dell'aslr•ag-alo nel senso della ~ua maggiore periferia in dit·ezione piuttosto obliqua dall"avanli alrmdielro e dall'alto al basso; divise quindi l'articolazione calcaneo- cuboidea e dissecò le ossa del tarso e fino alla hasP dei metatarsi, le distaccò dalle parli molli ùella pianta evitando accuratamente di rerire quesl'ullima; quindi penetrando uel secondo laglio lrasver!'IO dorsale risecò le ossa


IUYISIA

d'"'l metal.ar~o in vicinanza ddla loro base in direzione dall'allo e clall'indletro, al •lavanti ed inferiol·menle, coll'ultimo taglio !<dolse i mezzi d'unione tr.~ il lembc• •1uuòr·nnzolare da eluninar~1 col melalar"o del piede. Adattò posda l<! ~'<u­ pertlrìe di sezione dei 1nelala1·si colla supe1·ficie dt!ll Astragalo ed allora restò veramente !:-orprt"'O e soJJ1M8lln d1 ' 'edet·t! che ave'a ottenuto in questo modo tm piede abba~tanza ben conservato benchè divenuto piu piccolo. Egli teme'e dapprima che r.on questo no~evoiP accorciamP.nto del rlor::::o Jn pianta non p1·e~entas~e un rigonriamento tra"''·el·sal··, 1na cos• non avvenne, perchè la tubl!ro"ità del calcagno "i po1·ta alquanto indieL1·o, e cosi tenne tese le parLi molli della pianta. Colla r ... sezione obliquu Jelle ossa souadelle t>gli polè ottenere una con'\'P<>silà dOI'l1ale e per con,eguenza una corrisponJenle conct~vilà della pianta. La CUI'& consecutiva all'operuzione fu falla solto In cro~ta ematiNl umido, colla gar;la ioJofm·mizzala. o coll'immobilizzazione ùell'arlo in una doccia d1 Volkmau. Febbre moderata asettica da l primo ~:(iorno tino all'otta vo, d'allora in poi l'infel'lltO r estò sempre SJ ireltico. Dopo h·e !<Cll!mane si fece il cambio del p1·imo apparecchio, tutto il materiale era a~ci utto, aselt1co o lu f•·1·ita in tutta lll ::.un e~ten~iouo era cicall'i:t.zala per primam. Si le\'arono quultro punli di suturn ed altri quattro per precauzione furono runossi 1ualche giorno più tardì. Quattro "ettìmano dopo, a C'1C8LP1ce con,.olidata, :-i couslalarouo completi i moviulenli passivi cd attivi nell'twlicolazionP cieli' ac;lragalo e per con"oli la,·e sempre f'llil la cicatrice .:ti chiu"'e il piede in un apparecchio ze "'li lO. Dopo altre due ~Pllimane il malato camminava beni;;~hno e :--enza dolori coll'aiuto di un bastone. L'operazione ~uddec;crlll.a sarebbe perrettamente in,Jicata nei procc:;si distruttivi del lartto, qua.n do almeno <>io inh1tla la molà !'OStPt'iore dell'asll'agalo c della Lubct·ositù del calcagno. P ur lullavia nel ca<;O fos~cro rirua!<te anchP 'lueste due ultime os~a intere;.;:-& le nel processo morbo<>o l' aulo:-e non e .. ilerebbe a toglier e anc he quelle o~:sa, t·i<>ecl!r 'ìa l'estt·emita articolare inferiore della gamba e<l adattare la superficie di sezione delle oEsa della gamba.a (1udla dei meta-


CHI llt:RGJCA

Hi3

lursi e cosi C<lmpil•e la resezione olla \VladimiroJT e alla ~l ikulicz invece che con un lembo dorsale con un leml o piantare. Benchè a que~la ope.ranone siano a~E:egnati Umiti &E<!'ai ristrelll, pure egh crede che per i l'lSUILali che ...e ne posc::ono oltenen• essa mer1t1 di es<iL•re ascritta alla categoria cieli~ reseztoni lipiche tla al!oUar"i al bisogno e dn prereril'~>i ulla ampul.llzione. ImportaD%& pratica della •utura aecond&d& delle ferite. HEL.FERJCH. (Deut.~ .•"tfed. Woch., ~ :14, 18t(7).

Il prt>Ce!'SO della ~ulura. secondar·ia immaginuta pet· la prima volLa da K ocher per ch1u•l~'re una ft!rita !'t!IIZii drenaggiO, dopo 24 ot•e di tamponamento, ricevette più lnrgs applicazion~o: specialmente nella clinica dì 13er5!mann, dovo il suo tecruci"-mo venne mod.illculo e mej.{ho df::Lcrminala la sua utilità pralica. Ilelrtwlci.J. sLabiiJsce le :;t}guenti norma per la prallta alluazione di questo proce<~'IO: Le indicazioni principali per il lrallamento dE'Il•· rerile con lamp lnamenl• t! »Utut•a secondat'ia ::;arebber<J quattro, cioé: t• nelle operazionr per ~:~ffezioni localt sellichc in tessuli infiammati o !"OE>polti anche dopo inci~ioni di &::>ct·s~i ucuh; ;2- dopo operoziom pet• processi tubercolm11; 3• ùopo ferile o accid~ntali o chirurgiche nelle quali nou su1 pienamente r·iusctla l'emoslasia; i• dopo operazioni c::.cguile in parti clw si possono lordare racilmeule di feci, d'ol'ioa od altri lifJuiùi escrementizi. Dopo due dorni (tah·olta qual~ro cd anche sei) si allonlana il Lampone di gar·za iodofOI'lDizzalu c alla rcrìla si applica In !'ULura; si copre J)OI con un appar<!cchio anlrsellico. llelferich dopo cht\ !!li acc~:~dde d1 vedere in un ca~o che la garza al ioùoformio si era tenacemPule attaccata all'osso, egli o;uole, nelle amputazioni o resezìoni, mt,ltere innouzi alla garzo nn piccolo pezzo ÙJ sda. che Ya a contatto collo su(.lerficiù os~NI. Se n ha proce::-::-o :;etlic..J lletrericlr non ru clopo rl lumponamenlo una medicazione asdulta. ma atloper·u fX8l'Z8 unbcvuta con una soluzione di acelt1lo rrallumina nl lt·e pet• cento. Quando occorre d1 fis~are la garza io lofonmzzala udla

O:l


JU\'ISH ClliRURGJCA

bocca e;:rli la ferma al siLo voluto pe1• mezzo di sutura alll" guancie. Contro la tubercolosi locale l'autore assegna al tonpone di iodofot·mio molta efficacia. e ciò per due t•agioni, pt•ima perché S(lllo la sua azione la ferita in due giorni cicatrizza con buone g!'anulazioni, la q1talo condizione concorrerebbe alla guar igione spon l<~nea della tubercolosi locale, ., poi perché il iodoformio stesso ha io se poter e anlitubercoloso.

RIVISTA DELLE MALATTIE VENEREE EDELLA PELLE ~-

Del trattamen to della. s ifilide colle l nlezloni •otto-ontanee dl calomel ano. - BALZER. - (Journal des société.~ IScientt}ifJUe$ 1 16 mat·zo 18g7). :-\on é nuO"\'O al cet•to il metodo, l'uso delle iniezioni sottocutanee di una soluzione, o mt>glio di una sospensione an un veicolo liquitlo dt protoclorur·o di mercurio, il quale a"sorbito lentamen te si trasiorma sotlo l'influenza dei cloruri alcaLini iu biclot•uro o sublimalo coiTosivo. È parimenti nota la ripu!:tnanza di molti pratici per questo genere di tratl~­ mento p et· la facilità con eu i si formano degli ascesl"i e si producono dei fenQllleni infismmalor·i. Ma il pee•fezionamento apportato in questr ullim1 anni a questo met~cio di cura antisifilitica lo ha reso quasi inoffensivo ed oggulr e~;so conta numerosi partigiaui. La glicerina e l'ac•1ua salata sono state impie~ate como vei· colo di questo ~aie mercur.ale. Bolzer ha ulelizzato l'olio di ''aselli n a; questo veicolo, secondo lui, ha una supea·iot·ità inconte:stabile su~li allt•t liquidi a causa della sua innocuilà perfetta sui tessuti per la quale quesli ultim e non sono it•t·Hali, e ttuindi mPno disposti ad mfiammst·s: e ~uppur·a re. Negli esper•irnenti numerosi che l'autot·e inlt'tlprese, utiltzzò quasi ~:H'mpre la soluzione dt calomelano~ 'luella di ossaJo


RIVISTA DELLE MALATTIE VENERRE E DEl.J.A PELI,E

1 \.i:)

giallo di mercurio l' usò soltanto in un ristretto numero di casi. La soluz•onc del calomelano contiene 5 centigrammi per .ogni gràmmo di veicolo. La cura della sifilide col metodo di B»lzer consiste nel pruLicare quattro inie:t.ioni di 10 cenligl'ammi di calomelano ad un intervallo di nove settimane rt'a un'iniezione e l'allru. Soventi basterebbero 3 od anche 2 iniezioni. Nell' eseguire la piccola operazione é necessario di asgicurst•e l'anliseosi della canula della siringa, spingere l' iniezione nel connettivo solto-cutaneo senza prima formar~" una piega alla pelle, facendola preferibilmente nella fossetta r elrocanterica, ed infln~ non eseguire alcuua pressione nò ma-ssa:;r{lio sulla parte ìntellala. B bt:me cito !t~ soluzione sia rinnovata ogni qual \'Olla si debba usare. Il dolore che •nsot·ae nel punto dell'iniezione è nullo od insignificante; dopo 1! secondo o terzo giorno, il f/)colaio di inìt>7.ione s'infiamma leggermente e vi si forma una piccola tumefazione del volume di una noce: il tumore va poscia ùiminuendo, e vcr~o il 12' ~riorno scOtnpat'e del tutto. B; utile di raccomandare agli infPrmi di restare in !ello.

RIVISTA DI TELNICA E SERVIliO MWICO MlLI1AHE llfaove osservazioni sulle ferite d' arma da tnooo. REGER. - (Dcutselte Militariirsth Zeit., 1887).

Il Reger che ~un'azione dei proiet.lili ebbe gia a pubblicat·e molli impol'lanti lavori, vienA o rR a farci conoscHre il ri:mltato delle più recanti sue <'sperienze sopra lo stesso soggetto. l colpi impiegati in queste esperienze furono cit·ro \00, Jei r1uali 60 furono sparati contro scatole di latta r iptPne d1 acqua e masse dt carne. 32 sopt•a os.:::a tubulari sciolte e ;)00 sopra animali. Gli spari si fecero sempre alla distanza


li.i6

IUVlSTA DI TECNI CA

di 25 melri 1 e ciò per poter colpire con maggior sicurezza e in parte con cariche frazionate. I proiettili adoperati variar ono; ve ne et·ano di piombo duro, di pioml>o molle e dì quelli inviluppati di mantello d'acciaio o di rame. Per accogliere i proiettili si adoperarono cassette ripiene di pula d'arena colla loro faccia anteriore costituita ~ohanto da un pezzo di tela sottile 1 e finalmente si ebbe l'avvertenza di fare in modo che ogni singolo proiettile venisse subito riconosciuto e non mai scambiato con altro. Anzi lutto si venne a provare che non esiste una essenziale differenza lt'a i tessuti vivi ed i morti1 almeno fino a che questi ultimi non hanno perduto la loro acqu!l.. Ri guardo alle deformazioni dei proiellili fu confermala la legge degli effetti rt:cipt•oci, vale a dire che· con velocità ct·escenle contro resistenze eguali e con resisiPnze crescenti contro velocità eguali aumenta da una parte la defoemazione di quei proiellili che per il materiale di cui sono cosl•Luiti si lasciano deformare, e ùall'alLra aumenta invece il riscaldamento in quei proiettili che per loro natura non soffrono deformazione. A dimostrazione di f'juesta legge si ">pararono colpi oltr·e che contro tessuti molli ed ossa, anche contro un tronco di quercia e in quello si é palesato il riscaldamento del proiettile colla carbonizzazione del legno. Il gr·ado del riscaldamento é sempre relativo alla quantità di fot·~o '·i vA che agisce di ritorno sul proiettile. l pr·oiellili di materia molle e facilmente defor•manti~i si riscaldano poco, e rruel poc·o riscaldamento non ha origine dalla trasformazione della forza viva in calore, ma piuttosto dall'attrito reciproco che :::ubiscono le sue molecole duraule la deformazione. Le ir·idescenze e le impressioni della lela si devono intendere a questo modo, mentre il ricoprirsi di stagno che fanno talora i proiettili quando colpiscono le scatole di Jatta dipende sem plicemente òalla forza meccanica del colpo. Quanto più un proiettile si deforma tanto più eg-li perde in forza di penetrazione. Sollanto il protellile' rive~tHo d'acciaio o d'acciaio massicci~ conserva del tutto la sua forma, epperciò accoppia la massima forza di penel!·azione cogli ~elli i più semplici. È un fallo singolare che a maggiori


E SERVIZIO MEDICO ftULITARE

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dJ;sianze la deformaziona dei proiellili e quasi maggiore che a distanza piccola~ il che si può spiegare ammeLlendo che nei colpi sparati da vicino soltanto la pare te anteriore delle ossa sia trapassata dal proietti le, mentre la parete posterior e si rompe pei' la pressione idraulicaj all'incontro nei colpi a distanza ambedue le pareti sono trapassate dal proietLil~. Ed è imporW.nte !lnche quest'altro fatto cbe il piombo duro da O a condizioni eguali palesa le stesse deformazioni che il piombo molle da 11, pet·chè la maggior durezza del pioml;>o più piccolo resta neutralrzzata dalla sua maggiore velocità. Lo scopo precipuo di quei :sperimenti era quello di studiare la teoria della pressio:ne idraulica che recentemente venne di nuovo combattuta dal Be.ck. A tale scopo vennero fissaLi nelle scatole di latta dei manometri a massima che anche collo scoppiare della scatola segnavano da 1 '/" ad 1 'li atmosfere. Se l'aumento di pressione non era mag..giore ciò si spiega come opina il Reger, ammettendo che la pressione indicata era appunto quella che seguiva lo !'\coppio delle scatole, cosicché un ultel'iore aumento di questa pressione non poteva agire più sul manomelro. L'autore disLingue otLo grandi distruzioni delle scatole .ed ha compilalo una tabella in cui si mettono a confronto gli effetti di ogni singola specie di proiettili ed un' aJt1·a tavola molto istruttiva la quale ci mostra i singoli luoghi colpiti disposli in ordine secondo le distanze per mettere a confronto la forza viva, il cambiamento di forma, la grandezza della superficie colpita. TroviaOìo ìn quella &sposizione la prova che l'estensione dei g uasti non dipende solta:n lo dalla velocità, ma anche dalla grandezza della superficie e dalla densità della materia da colpirsi. Adunque, volendo dare un esempio, un proiettile di piombo molle sformato come un fungo, produrrà, coeteris paribus, maggiore distruzione che non un pro!eltile d'acciaio che non abbia subito alcuna deformazione. In questi c,asi nes·sun proiettile ha perduto la minima quantità del suo peso, quindi nessuno dei suoi elfetti per quanto potente si può attribuire a scoppio dello stesso proiettile. Nel corpo l'effetto della pressione idraulica è nat11ralmente minore di quello che si verifica nelle scatole di latta ripiene


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d'acqua. Ciò dipende dalla minore quantità d'acqua che si trova nei tes::;uti non solo, ma anche dalla loro maggiore o mi:1ore forza di •·esistenza. Nel co•·po umano pt•esenterebbe un po· di somiglianza coll~ condizioni delle scatole piene d'act[Ua la v~scica piena d'orina, quindi il cuot•e in stato di c.liasrole e il tubo intestinale ripieno; ed infatti i suaccennati visceri se colpili in quelle conJizi0ni presentano anche le lesioni più a1·avi e più estese, presentauo spesso delle vere e L•) tali distruzionr. Altri effetti della pressione idraulica si possono vedere, per esempio, sulla muscolatura, e sa1·ebbero allargamento del canale delle ferite oltre il diametro del relativo proiettile, frastagliamento delle pareti dello stesso canale. imbibizione ematica delle par·ti vicine e di~lacco della cute dai muscoli. Assai inlet·essante riesce il vede1•e l'effetto della pre~sionc idraulica adoperando una scatola riphma di masse muscolari tru le l(Uali sia<::i po::;to un osso piano come la scapula che ser~e di ostacolo al propagarsi della pressiorte idt·aulica. I11 tal caso l'osso !:>Uole restare completamente denudato dali~ sue carni. Esiste un p•·epat·alo tolto da un agnello colpilo da una palla al cuor•e con lacerazione della metà superiore dd vi!'<!ere, nel quale prcpar·ato si vedono chiaramente i fenomeni della pressione trasmessi agli organi circostanti. Questi fenomeni consistono in un epulizzazione rosso bruna dd lobi) destro anteriore del polmone rimasto illeso, eut!sema soltopleurale ed echimosi, come pure una speciale striatur•a con colore rosso intenso alternalo con rosso debole in corrispondenza delle coste e gli spazi inlercostali. Sono cooo~ciuli gli effetti della pressione dci pt·oiellili nel cranio la quale si fa sentire dall'interno all'esterno 111 tutte le direzioni. La prova più eloquente di questa irradiazione della forza esplosiva la si può vedere nelle lesioni delle apofisi del masce!lare infer·iore c.he avvengono per l'UJ'tO di'frammenti della base del c1·anio quando il proiettile non ne ba. toccato che la volla superiore. In un colpo sparato contro il sacro di un mai~;~le si potè O$servare una violenta forza esplosiva. Il bacino scoppiò in Lulle


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le ùit•ezioni e soltanto si vedevano i cordoni della coda equina ed i nervi sacrali ed i lendmi tenere unite le parti lacerate. RiuMirono mollo intere~santi le esperienze fatte sulle os~a tubulari. Da 'luelle esperi<.'nze si venne a conchiudere che esiste una sostanziale differenza tra le epifisi e le diafì«i. Secondo l'anotoroica dic:posizione degli elementi la p1·es!'ione nelle epifisi deve essere p1ù moderata. P erò la variante grossezza deiJa sostanza ossPa corticale nelle dialisi ~ cau!'a eli grandi varietà di effetti i quali cambiano pure a seconda dell'estensione della cavité midollare. L'autore ha U11ito al suo lavoro una taYola ch'=! rappresenta grflfìcR.mente il rapporto tra la sostanza corticAle collo spazio midolla re, e collo spesc;ore e A'randezza <li tutte le ossa nel sistema os~eo cl egli animali o dl'll'uomo. Nelle diafisi colpite da un proiettile ..::i fa coslantemnnte uno irr·adiazione di fi'ssure tipiche clte hanno il loro punto di pat·tenza dal foro prodotto dal pt·oiellile. Nelle epiOl".ì ~ nelh~ loro vicinanze queste fratture raagiaw mancano spe;.so. Le fìssure non ~ono già l'effetto di preF<sione idraulica ma effetto della propagazione dello scotimento molecolare. Siccome poi la roaggior·e robustezza delle ossa tubulara risie le nell'asse trasversale e la maggiore elasticità nell'asse longitudinale, così rosso vien •·otto nel ~eoso della sua diagonale. Se l'osso è molto spesso e quindi é granlle la commozior.e che ri!;enle noi allot·a non ve.dremo già una fra~turn diagonale, ma bensl due che comprendono in Sl• una zona diagonale; e può anchP avvenire in ca'-i molto rari la frallura nei due sensi cioè verticale e orizzontale; ma prima che !'li facciano queste fratture, il proielliiP ba già raggiunta la ca vità midollare e allora viene in scena la p1•essione idrau!ica la quale è causa di guasti ossei irr·egolari!-!simi c\1 atipica, quindi da non potPrsi determinare. Ma quando la pressione originatasi nella sostanzu midolIare non possiede più forza !::ufficenlo per produrre lo scoppio, allora il proieltile raggiunrie la parete oppol".ta dell'osso, la perfora fol•mandosi un canale irregolsre allun!rante!'i all'infuol'i ed eventualmente accompagnato da fratture atipiche. A distanze magg•ori i proiettili deformali son causa di


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estesi scheg~iamenti nelle dietìsi. In questo cal"o i fr ammenti restano attaccali al periostio contrariamente a quan to s uecede nelle ~cheggie proclotte da pressione idr•a ulica. I l foro d'entrata è rappresentato da una irregolare perdita di sostanze, la cavilà midollare é per lo più forata. ~el periostin e nelle parti molli all'interno del foro d'entrata si depo~itano sulle drafisi delle lamelle di piombo, il proiettile ò incunPato nel canale o nella cavità midollare mentre nelle piu grosse epifi~i quelle particelle di piombo vengono spinte nell'osso medesimo o producono vaste lesioni. All'incoutro i proieltih che non subisc0no defor•mazioni, spar ati a maggiori drstanze formano nelle epifisi dei semplici fori, quando colpi scono ad angolo acuto producono le cosi delle ferile a contorno molto più di raro che i proiettili di piombo molle. Dove non entra in azione la prel"sione idrftulica. il foro d'uscita di solito è irregolare, frastagliato, in forma di l'lella; mollo di raro vi apparirà r·otondo. Inoltre nei canali lunp:hi esso foro è più piccolo di quello d'entrata . pere hè l'e fletto della pressione idraulica non si fa piu sentire sui tessuti più lontani, mentre che nelle fer ite delle e!"lremitù, che sono sempr•e brevi, verliamo un foro d'uscita più gr·ande in causa della pressione. Il foro d'entt·ata, quando il colpo é portato in dir ezione verticale è r·otondo, in direzione obliqua e ovale, sempre più piccolo che il calibro del proiettile e tanto piu piccolo quanto maggiore è la distanza. Dalle l"Uesposleosservazioni vt!desi di quanta importanza per la terapiu clelle fet•ite sia il dia~noslicare esatt11ment~ se una data ferJla d'arma da fuoco è causala da pr·essione iJraulica <l meno. Soltanto nel caso che non abbia avuto parte alcuna questa pressione é giustificata la cura conservativa. In Lutti gli altri casi occorrerà sempr·e qualche processo operativo come sbrigliamento, immobilizzazione dell'arto, ecc. Nei ca~i più patenti di avvenuta pressione idraulica possono occor·rere unche operazioni immediate sullo stesso posto da medicazione. F urono da ultimo eseguili esperimenti con colpi di rivo!-


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h•lla e si è trovato che i suoi proiettili non producono mai pressione idraulica quando cCilpiscono le estremità, la pro· ducono bensi sugli organi interni che contengono molto liquido. 8u1 prlnoipU eU un& opportun& medicazione delle ferite ln guerr&. - LA:-JGENBUCR. - (Veusch. Med. Wochens, ~. 14, 1887).

Riassumiamo in br•eve gli unici precetti che il Lan ~en­ buch ha enunciati in un libro di recente pubblicato per uso dei medici militari. Devesi cercare di olLenere semprt~ la ~ua· ri gione asettica primaria delle rerite sullo stesso campo di battaglia applicando la medicazione asettica in modo corretto e l inappuntabile, astenendosi dal mettere in contatto le rer tte con strumenti e colle mani; alla lfUal ultima regola fanno eccezioni le seguenti cir·costanze: a) l'indicazione vitale la quale c'imponga un allo operati vo di Lutla urgénza ; b) La necessita di far si cbe un fet·ito inlrasportabile diYenli suscettibile di tt·a~porlo. Se le emorragie arteriose possono fermarsi col costritlot•e d'Esmarch, si applichi -pure l'apparecchio ma si mandi l'individuo al lazzaretto C(\lla qualifica urgente. Le fratture per colpo d'arma da fuoco dopo m~dicate antiseLlicamcnte si devono immobtlizzare con ferule e con fasce non mai coll'apparecchio gessato. All'ospedale lutti i ferili che s;op· portano un apparecchio beo fatto che sono apiretici e che si sentono bene nvn devono essere tenuti. Ogni aumento di temperatura che sia almeno di 1-1 4-fj ceot. in un individuo ferito da piu ore o più giol'oi prima deve attribUirsi anzitutto a cambiamenti patologici avvenuti in seno alla fel'ita stes!"a ed anche se sia iniziata la cicatrizzazione sotto crosta questa alterala lemperatur·a dovrà risvegliare il &ospetto di un processo flogistico purulento colloccare tutte le sue pos· s;ibili conseguenze; profuse suppuraziooi, infillramenti, neerosi di scheggie, ascessi, risipola sept1coemia, piemia, gangrena nosocomiale; allora è urgente di sondare la ferila colle


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dovute cautele antisettiche, allargar·e le aperture eslt·arne >:cheg~ie libere, praticare contro apPrture e applicare drenaggi. Se si trova nella ferila qualche processo di maligna natur•a, fa d'uopo irrigare fortemente il luogo dove ric:tagna la marcia, le scheggia libere o anche solo rnobili ~aranno estratte, bisO~Zna introdurr e in tutlt i Mni della ft'r ìt.a la pinza, o altro strt:mento retto e forte, e sping-erla fino nel fondo, e possibilmente fino sotto la cute dal Ialo opposto, o quivi incidere i legmenti, e il canale così ottenuto si deve dilatarlo in modo incr·uento mediante divaricameuto forzato delle branche dell'istrumento contro le sue pareti. 1\la piu ùi ogni altra cosa ~rioverà s pplicare un canale di scarico in direzione verticale a quella della giscituro ùel paziente. Oltre questo canale si applicheranno altr·r tubi da dl•cnaggio d'ampio calibr·o a t•obuste part>ti, e in mancanza di questi dPlle stri~cie dr gar·za iodoformizzola che introùollo nelle fenùitur·e delle aponeurosi a der muscoli saran de~trnate a tenere !';empre aperta la vie ai matet•tali segregati della rerit~t. Nelle ferile d'arma da fuoco in preda a procesRo sdttco. suppuranti od icorose non è conveniente, anzr è dannosa la medicazione col tamponamento di iodoformio o coi bastoncini rodoformizzati. Jn questi casi son da preferirsi le medicazioni umide da rinnovarsi spesso fuori della ferita, le quali hanno il ! ,oter e di assorbir~ i materiali e di disinfettarli. Lattgenbuch tr•ovò un metodo assai enìcacP, quello di · applicare sopra un'estensione maggiore della feril.a un cu scinetto più volte ripiegato di O\'alta idrofila al sublimalo, oppure di lana vegetale, Bnms, immersa in una s oluzioue di cloruro di soda e sublimato al 0,5-l 00/ 00 • Il cuscinetto deve e~sere moderatamente spremuto e quindi coperto con uno strato rmpermeabile per impedire l'evaporazioni', ovvHo spruzzatolo di quando in quando colla medesima soluzione medicamentosa. Langenbuch annette una grande importanza al !lrecetto eli tener una coRlanle umidità, poiché soltanto nell'ovatta umida può di>:tribuirsi equabrlmente H materiale segr>egato dalla ferita.


E SERVIZIO .MEDICO MIJ.ITARE

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Contribuzione allo studio della dlaguosl della debolezza di costituzione sotto 11 punto dt vista del reoluta.msnto militare. Due nuovi segni confermativi. - E. DuPoNCHEL, medico maggiot·e di 2• classe. - (Archioe.~ de 1l1édecine et de Pltarmacie militaires, settembrt! 1887). Nulla sembra più facile a priori della diagnosi della debolezza di costituzione, cbe ha una così gran parte nelle operazioni dei medici ai consigli di leva: niente è in realtà più delicato. Le pl'ove di que;:;ta proposizione abbondano: non sono pochi i medici militari che non abbiano avulo a lagnarsi all'arrivo degli ioscrilti di un teoppo gran numer·o di individui deboli stati inviati ai corpi: le proposte per la riforma. fatte al momento dell'incorporazione sono in massima parte motivate dalla debolezza gen<>rale degli individui. E nondimeno, nulla preoccupa di più i medici, incaricati dellt1 operazioni del reclutamento, che il timore di non fornire all'esercito che uomini capaci di ::;opporlare le faliche del ser· vizio. Ma, o ve si trova costantemente il limite nel quale fa rl'uopo arrestarsi 1 Ecco ciò che non è sempre fac.ile a decidere. In certi cantoni, la media del reclutamento ~così mediocre, l'aspello esteriore della maggior parte degli inscriLLi cosi meschino, che uno si trova costreUo ad accettare certi soggetti, meno difE'lto.si degli sllri, e. che forl"e avt•ebbero .ricavato vantaggio allrove dal paragone con sog~elli meglio sviluppati. Creare a se stesso una sorta di lipo modello, dal quale uno no11 si scostera, è un'operazione Jell'inlellello più difficile che non sembri a tuLla prima; dd resto, davanti all'infìnita varietà di forme e di aspetti esler·iori ogni determinazione prelimina re di questa natura ar!'ischia mollo ùi diventare fallace. La facolta di pr onunciare il rimando della deci sione diminuisce le difficoltà pratiche, ma non l ~ fasc0mpari re. Esse sono accresciute dalla prospelliva delle simulazioni possibili. • Nulla è più diffuso, dice Boisseau, che un cet·to numero di processi alli a favorire precisamente questa appal'enza di debolezza, di calli "'a costituzione ». Aggiungasi che è quas1 impossibile smascherare queste


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manovl'e preparatorie, preludio troppo frequente deJJa presentazione a l cons1glio di leva. Av viene iuoltre, a proposito Ili questa diagnosi della debolezza, che i membri del consiglio di leva si credono troppo soventi competenti al pari del medico perito stesso; s'intavolano discussioni; gli argomenti precisi, basati sulle speciali cognnioni mediche, fanno difett<>: lutto sembra ridu1·si a d una questione di colpo d'occhio: non è s~>nza esempio il vedere rautorità del medico scapitare in questa mater1a. Del resto diver_~renze d'opinioni non insorgono foi'Stl. a questo riguardo, anche tra medici militari? Da lungo tempo questi s i sono pt>eoccupati di dare all'apprezzamento della debolezza di costituzione basi men•> elastiche: ridurre questa diagnosi difficile ad una semplice operazione di aritmetica sarebbe cez·tamente la perfezione. l dati del perimetro toz·acico e deL peso, confrontati colla statura degli individui, possono esser·e considerati come importanti, ma non possono da soli risolvere il problema. Queste cilvorse consideraz ioni hanno fatto credere all'autore che sarebbe utile segnalare due nuovi segni fisici clte qli sembrano dover illumina1'e in un gran numero di casi il medico nel giudizio che deve da re. Essi sono li'Slli dall'esame della situazione della punta del cuore e dall'esame delia durata della re~pirazione alla som · mità dei polmoni. In un numero di casi assai notevole, la debolezza di costituzione si esplica con una posizione speciale della punta del cuore, che in luogo di battere a 2 o 3 centimetri dal capezzolo sinistro, 4 al p1ù, si fa sentire a 5-6 e fino a 1.0 centimetri e p1ù al disotto di questo segno, si commodo nella PI'alica. In un numero di casi quasi uguali, i soggelli classificati solto la rubric~;~ " debolezza di costituzione " e chP sono rimandati, esenti o assegnati al servizio ausiliario pet· questo motivo, presentano alia sommità dei polmoni o più pat·ticolarmente alla sommità del polmone destro un'espirazione nettamente prolungata: la durala deU'espirazione sorpass:a in un modo assoluto quella dell'inspirazione; mentrec.hé nllo stato normale i rapporti tra il 1· e il 2• tempo della re-


E SERYIZLO lfEDJ CO MILITARE ~pirazione sono come 1 è a 3. Sovenli

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infine i due segni "-O vraccennali si trovano riuniti nel medesimo individuo e si avvalorano scambievolmente. Allo !:'copo di stabilire il valore di quesli doe segni e mostrare i vantaggi che si possono trarre per le operazioni dei consigli di leva, l'autore espone le loro basi teor.icbe, comprova la l'ealta della loro presenza in un gran numero di indiviJui qualìficali deboli di costituzione e mostra come la loro constatazione ~ia facile. Da questo studio trae le seguenti conclusioni: 1• L'abbassamento della punta del cuore non denota sempt•e una malattia organ!ca: essa dipende molLo più soventi negli inscrilti, da uno. ipertrotla di crescenza, corrispondente essa stessa allo sviluppo incompleto dell'or~anismo, alla debolezza generale; 2• L'espirazione prolun{Jata, osservata aUa sommità dei polmoni e più particolarmente apprezzabile al polmone destro, non indica, quando non è accompagnata da alcun a!Lro sintomo, un inizio di tubercolosi Essa denota in un gean numero di inscritti uno stato di debolezza generale e di sviluppo i!lcompleto; 3" Isolati, ma sopralulto uniti, questi due segni merilano di essere presi in considerazione nell'esame dei coscl'ilti al consiglio di l<nra: essi posf'OilO pel'mellere di afferrnaee il diagnostico c: debolezza • in certi cast iu cui le apparenze esteriori lasciauo posto al dubbio; 4• Questi se.,crni non sono, né co~tanti, nè as!."oluti, ma il loro valore è per lo meno uguale a quello dei dali fornili dalle nozioni del perimetro loracico c del peso: la loro constatazione è del resto facile; 5• Non è. parere dell'autore, senza importanza il segnalare questi ouo'i segm dJ debolezza della cosliluzionu, ::;ui quali non e mai stata fino ad ora richiamata l'attenzione.


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RIVIST.t~ D'IGIENE Frammenti d'fgiene.

La nece~silà della d i ~infezione degli oggetti letterecci di ,·esltat·io, dei cenci, ccc., ~i impone oggidi agli igienisti ed ai go,·er ni ed è di assoluta necessilà riescire a risolvere e~sa dtffieill" ljUeslione ed il più compiutamente possibile. A vendo u vula l'opportunità di vedere tr e appa recchi rli disinfeziono che nell'industria si presentano rivali preten,Jendo aver., appunto risolto prttlic.amente esso problema, ne accenuiamo qui (!l'enza tentat·e di descriverli, il che sarebbe senza il sussi iio di OJ.IpoJ·Lune figure diffici le e poco utile) le piu es!<enziali pt•oprietà, facendovi precedere però alcuni br .,v i cenni sulla Leot·ica delle disinfezioni pel calore~ cenn i che repuli!lmo interessantissimi comécchè tratti ùalle conclusioni dei doltoli dal Poil'ons, in r;.imili ~<tudi m aestro, o clal Martin, per qu!lnlo riguRrda i ceuci, di simile argomento studioso e compelen tiso.imo indagalore. Applicando essi dali al cenno sommario dei pr·incipii met•canici e dei mezzi con cui s i è lenla to nei tre mo,!PIIi che accenniamo di pr·alicamente l'isolvere la queslìon", potranno i colle!l'hi farsi un concetto del lot·o reale valore, !';enza che noi ci arroghiamo il diritto di ~iudicarli. Allo -;lato attuale ùelle prat1che di disinfezione é cer·lo che rl calore è uno Jei mezzi più !>Ìcuri ed efficaci. Biso::rna però otten~re una elevazione di temperatura anche nei punti piu difesi c t•econdilt degli oggetti disinfettati: è neces<>aria una espo~izione ad ee;so caloz·e abbastanza durevole, Jt costnu!Pinlenl"ità, oltrecche diversa secondo che operasi a secco o col concorso della umidità. Le esperifmze del Poi~ons, il quale come capo medico del Local Gooernement Board (;) v~ra e propria autorità in simile materia, riescirono alh~ seguenti conclusioni (giot·nale

Nature):


RIVISTA D'IGII<::\"E

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a) li; nece-.>;aria una temperatura di circa 105• (calore l>Ccco), protratta per una buona ora, se lratlasi di oggetti YO· luminosi e cattivi conduLtot•i. Se la pen.etra~ione é efficace e compiuta. basta il calore <lei vapore (1.00•) per produn•e in 5 minuti una disinfezione completa. b) 11 calore secco lroYa gr·ave t> quasi insuperabile osla· colo 11 penetrare nell'interno dei corpi coibenti, massime se di qualche "'pessore. L'umettazione semplice dell'aria ambiente vale ad accelerare la penelrazioue del calore negli oggetti calLivi conduttori, nel mentre r ende più equabile la distr•rbu:z.ione della temper·atura e previene la slrinatura degli oggetli. ll calore sotlo forma di vapore penetra facilmente e sicut·a· me nte. L'efficacia poi del vapore sotto pressione ù ìnconlraslabile; se la pressi(lne è oscillante. a sct"u·ti pt•onunoiali, la penetrazione é ancora più facile. L'immersione nell'acqua bollente con vera bolmura anche per pochi minuti vaiP alla sicura distruzione dei germi infallanti .... È però necessaria una precedente lavatut•a alracqua fr·edda ad impedire l'irrimediabile fissa~ione d eU e macchie, ecc. c) Vuolsi prevenire il deterioramento, i guastideglioggelti. La strioatura è una decomposizione supel'fìciale o parziale delle 5'\0slanze organiche pel calore, che ne altera il colore, la tessitura e ne diminuisce la resistenza. Si ha a circa 121·, ma anche a temperatura più bassa se Lrattasi di oggeUr di lana e massime bianchi. 11 !'Opra-riscaldamenlo (pel calore ~ecco) li rende friabtli; ed anclrE' a soli 100• le macchie si fissano si ùa resrstarP alle successive lavature; i tessuti di lana sì r·aggt·mzano, si accorciano, Ri fllnno fitti, felt.rali. Gli oggeW soltopOilibili al calore sono al poslutlo quei soli che possono impunemente sopportat·e l'ebulhzione nell'ac'lua. f~ eosi che il cuoio non può esporvisi, e cosl certe allre soslauz»: Lulte in una parola quelle che noo r esi::;tono all'umidrta. Il dott. P oi!)ons completò il suo impOI·lanle rapporto coa un cenno de«cr1Ltivo delle diverse rorme tuUe degli appa-


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RIVISTA

recchi più in uso e dei risultati esperimentali loro. Egli riduce i numerosissimì appar~cchi di disinfezione pel calot'~" a sei essenzialmente diversi tipi: A) Ad aria calda: 1) A risca!Jamento estemo; 2) Con mtroduzione nell'interno dei prodoUi della cornbusltone; 3) A riscaldamento a vapore od acqua calda circolanti in tubi chiusi; 4) A getto d'aria calda nella camera. B) A va po1·e : 5) Per cor1·ente libera; 6) Sotto pressione... Chiuso in una camera a pressione superiore a quella dt:ll'arìa. Stabilisce I]Uali condizioni essenziali dì efficacia: a) Che la temperatura riesca uniformemente distribuilo. nell'm terno; b) Che la si mantenga costante durante tutta l'operazione; c) Che si pos~>a ad ogni istante costatarne il gr•ado nell' interno; se no si incorre nel pericolo di strinare gli og-

getti, o di non riscaldarli a dovere. Col l'iscaldamenlo a calore secco raggiante è pìu che pel' l'aria calda (focolaio a distanza) difficile realizzare la prima condizione; col riscaldament.o a gaz è pjù facile realizz:ar.~ la seconda condizionel in ispecie se gli apparecchi sono muniti d'un lermo-regolatore; col coke ed i1 carbon fossile $Ì richiede u~1a attenta, incessante sorveglianza. Sono necessari termometri registralol'i od & massima per constatare la temperatura interna; cogli apparecchi, però, ad aria calda, meglio dei termometri vale il piromelro messo in az1one da un cordone metallico elle attraYersa l'llllerno della came1·a. Gli apparecchi riscaldati col "apore sot.ldisfano quasi lutti assai bene alle sovra accennale condizioni; perciò, e anche percile d'azione più s1cura é ben più pronta, rapida (sia per il fatto della penetrazione, sia per l'azione distruttiva) sono assolutamente preferibili a quelli a calore secco. TI Koch, il Gaffy, il Loeffier, il Max-Wolft, Tyndall, Pa-


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"ll"ur, concordemente pare ammettano che ad ottenere una disinfezione sicura, necessita un discr·eto r·iscaldamento preventivo, l'azione dit•t-lla poi del vapore sollo pressione di non meno di tre atmosfet·e, che finalmente gli apparecchi debbono valere a completa l'e l'operazione col permettere l'essiccaziune degli oggetti . Il Leduc, il Pierron ed il Debaitre credr-lter o ollenerc r·isullali migliori col forzare il vapore d'acqua sovrarisraldato, ossivero l'aria calda secca, od anche i vapot•i disinfettanti qualsisiano, a filtrare per aspirazione attraverso gli oggetti a disinfettare..... P~rò il vapore solto pr•·l>sione avrebbe ancora il sopravvenlo. È però un pl'incipio, l'aspirazione, che merita d'essere ~ludiato meglio e che potrebbe essere vantaggiosamente applicato. Apparecchi o di dialnfezione Porta (Looomobile .

Il generatore ù1' l vapore è riunito alla camera cilinclrica di disinfezione. Il <:ilindro- camera è in ghisa e fodet·ato alI'Pslerno con legno. Le due sezioni terminoli ne sono chiU!'P, l'una da un fondo fisso contro il quale ò appunto, all'esterno, addossato l'apparecchio generatore. Questo consta d'una calùaia sonapposta alla quale è l'alimentatore e sottoposto 11 fot·nello. Nel cilindro, per l'altra e;.tremilù che è aperta, ;.i introrloce, su due rotaie, la gabbia pot·ta·oggetti: è in ferro ed il fondo è munito ri'una tavola metallica (piatta) ove è riposta della fine sabbia. Le due pareti discoidi che limitano ~:~Ila clue estremità la gabbia sono dì ghisa; quella che ;.i inll•oduce nel cilindro fin contro il suo fondo é poco spe~!"a .~ tutta bucherellata: essa s'avvicina alracceonato fondo ma u•m II P va a contatto, lasciando una piceola ramera di se1.ionn circolare vuota; l'alll'fl pat·ete di fondo della gabbia o cal'I'Plln, la esterna cioè, è più solida e più lal'fW così da poter cluudet·e, introdotta la gabbia, il fondo lihero del cilindro-rau1e1·a, essendovi poi tenuta fisl:'a e ben chiudente per bolton1 A ' 'ite, ecc. Il fumo del focolaio entra nella cam•~rH del cilinùro e t'itorna poi alla cammier·a mediante un tubo tHl r, che i'COI'l'e !)4


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RIHSl.\

lungo tutla la parete superiore del cilindro: e per essa disposizione che ottiensi l'elevazione ini:.iale della tempera tura nella camera, a circa i0°-'i5". Dal Ereneralore partono quattro tubi (a chia vetta) cbe scorrono due per Jato sul fondo del cilindro: essi sono destinaLi a dar·e la Lemperutura più elevatt~ richiesta, di cil•ca Ho•. Dal generatore partono pure altri due tubt, più piccoli, uno per Ialo e che scorrono in mezzo ai due sovt•a già indicati, che essendo tempestati di piccoli rori servono alla iniezione del vaporè nella carnera; pero la sua ten· sione non riesce superior e ad una atmosfeea.. Finalmente nel basso del cilindro sono due aperture pure a chiave che IJOrmellono, chiuso l'apparecchio, la comunicazione tra l'aria estet·na e l'inte1·na della camera; e due altre pure a chiave, vi sono nell'allo della camera. le quali cornu· nicano con due tubi a sezione quadrata che discendono ai lati c.lel generatore e finis cono sotto il focolaio, ai lati ed in allo ti el ceneratoio: servono a ventilare la camera del cilindro.. Però non cb iudendo la porta del focolaio il lrraggro non put. esset•e efficace. Al generatore pt?t' misurar~ Ja tensione del vapor·e è applicato un mnn(rmdro. Apparecchio Schlmel. La camera è costituila dll una ca~sa parallelepipeda a doppie pareti di lamiera di ferro, imbottite con malet·iale refraltarro Due dei lati minol'i della cassa sono a por·tiere chiudenti esattamente. l due terzi !'uperiori della camera sono clt',;linali a ricellat·e il carretto ove ùispon~onsi gli oggetti da disinfel· lare, carrello che all'uopo di rotaie pu(l estrarsi sia da una, sia dall'altra delle sovra accenuate estremita della cassa. Il terzo inCet·iore dell' interno della casso è occupato dal ~rosso tubo aù U, con auima ad ale~le, che comunica col ge· neratore del vapot·e e e:erve cosi al riscaldamento della ca· met·a. ~ell'alto della camera sono altri due tubt pure comunicanti col generatore, ma dt ben minore diametr•), ed a pa· reli foracchiale, che servono pet• unmellei'è direttamente il vapore nella camet•a. Uno chia volla in basso può far comunicare direlttunente la camera coll'aria esterna: un tubo, di piu


smpio diametro, ed a chiave aperto ~;uU'alt'J della camera fa oomunicare questa col camino del focolaio del geueralot·e, ontle ot.teuere una efficac.e ventilazione per aspirazione. Naturalmente pella resistenza delle pa.reti duranteJa immissione del vapore nella camera ùevesi lasciare jn pllrte (ifa almeno) aperta la bocca di comunicazjone col furnaiuolo, quindi non può a:ver·si pl'ession~ superiore ad una atmosfHt'à. La essiccazione. degli oggetti si. ottiene Rer l'azione riscaldante del gro~so lubo (ad U e chiuso) nel men·t re la camera è ventilata ~ssendo aperta la chiave di comunicazione coleesterno ed il tubo di tiraggio. Gli oggetti sonò prima sottoposti ad un riscaldamento a secco di 70•-75"; successivamente sono sot.toposli all'azione di una temperatura più elevata che oltiensi colla miezione del vapore; l'operazione finalmente si compie poi mediante uu nuovo riscaldamento a secco combinato con una forle ventilazione. Appareochlo Geneate-Heracer.

Si basa sull'.azione del calore, coadiuvato dal vapore in pre~sione.

Si l'iscalda (ali· uopo di numerosi tubi di circolazione del vapore, che rivestono quasi un lerzo, il superiore, ed un altro terzo, l'inferiore, della circvn ferenza interna della eamet•a d1 disinfezione) l'ambietite ad oltre 100•: la pressione al manomelt·o del tubo .:ii riscaldamento indica la temperatura...... . L'app~reccruo in ferPo è tilolato a 6 atmosfere (fu quindi colaudalo a 12 atmos(ere). Ottenuta essa temperatura si immette if vapore in ç.lcuni tubi speciali a molteplici fori, mantenendolo solto pressione (indicata da un secondo apposito manurnelro). IL vapore scaccia cosi, essendo aperta la chiavetta di comun.icazione della camera del cilindro coll'aria esterna, l'aria della camera E' la sostituisce poi quando si cbiuùe quella comunicazione, potendosi allora ottenere 1a voluta pressione nelrinterno. Ollenutasi così dopo dieci minuti cit•ca la disinfezione lraltasi di 'e ssiccare gli oggetti, i1 cbe si ottiene aprendo alquanto la grossa porla che cbiude uno dei fondi


149~

RIVISTA

della camera cilindrica, e nello stesso tempo facendo, soppresso l'arrivo del vapore nei tubi di iniez.ione, facendo , dico, scorr·ere il vapore nei tubi di riscaldamento, i primi, cio<!, sovra accennati. Il generatore è separato e la pressione nelln caldaia è indicata da un terzo manometro .... le due valvole di sicurezza df'IIa caldaia sono a leva e caricate con un peso che spostato al massimo per melle una tensione di 3 atmosrere. La questione della disinfezioaedeicenci la indichiamo pet•cbè e un quesito che si a:zila tuttora .. Inutile "'arebbe .;pender e parole sul gravissimo pericolo inerente a~li stracci come agenti ài trasmissione ùei germi delle malattie contagio:;e. )la il commercio si ribella alle mism•e ristreilive e dispendiose necessarte per· i~con~iurare tanto pericolo. La pr·o•b•zwne della circolazione e dell'impiego i~ l'ultima n•isura pratica, ma é dannosa allt:l induskit>, ai padroni come agli operai; eppure è la sola oggidì a cui possono rico1-rere i governi c che-subilo mvocano i governi eslerr contr·o il paese infell{). 1 mezzi diretti disiof~>ttan G sono quali mefficaci, quali sommamente imbAt'azzanti, quali lrOpJ.>o dispendiosi.. Ad ogni r11odo non lranrruillizzano il commercio estero. L'abbruciamento nei casi ec::tremi imporla un dic::pendio in...,opportabile ed é ac::soluwmenl~> rovinoso. L'apparecchio del lllingwortb (un cilindro di fer·ro ove i cenci s ono rontinuamente ag-itati intanto che Yi si abbrucia dello zolro) non è durevole, ed inoltre i cenci sono gravemen te allerati. D'altra part~ pel' l'iescire a risultati pratici bisognerebbe trovar· ruoùo di evitare di do\'cr disfare le balle, mentre, essendo IJUe~te compresse P !»sciate con lamine di ferro, sono, ben si può dire, impermeabili pella compattezza e pel notevole spessore. Colla stufa a vapore con elevazione della temperatura a 165• e della pressione a 6 chilogrammi, condizioni dimostrate necessarie pe1·la voluta penetrnz.ione del calore, l'operazione è troppo lunga ed i cenci sono arossoliti, strinali, distrutti. Si c pt>nsato potersi imporre ai negozianti incettatori di separar e (e già li scelgono a scopo commerciale) i cenci per· la quali là del tessuto (carta, lana, seta, cuoio, tela e cotone) ... Ciò permetterebbe meglio riescire e col minor ùispendio e danno alla loro disinfezior.e successiva.


Forse si potrebbero ottenet·e dei risultati accetLevoli, almeuo pei cenci delle cartiere, se si riescisse ad invertire alquanto le operazioni pt·epat•alorie ... Se si potesse, cioè, far precedere la lavatura e la clorizzazione alla cerna, se non fu già fatta come sopra si dis~e, ed alla dilaoiazione che è appunto la prima manualità alla rruale si sottopongono oggidì. Il Martin , al congresso di Vienna (Vedi Revue d'llgyiène) suggerirebbe togliere semplicemente alle balle ,di cenci le cerchialure e divider·e quindi, strat1flcare, i cenci con robu~te spalole di legno, cosi da ollenerne delle sezioni di 12 a ·t~) centimetri di spessore. Allora ad una pressione del vapore di Ok,9 (ll9' C.) in 20 minuti i termometri registratori segnet·ebbero, nello spessore degli sll'ali di c.enci 114-115-116'. l cenci aumentet·ebberù dt peso, ciel 4 lllmeno per 100; ma cc)! successivo disseccamento (a ventilazione calda) si sotlrat>ebbe l'umidità eli il peso sarebbe ripristinato. Per ottenere 110', nelfinterno, basterebbero 20 a 25 minuti ed una temperatura di 0k,7 (l H• ,5). I tessuti non ne sarebbero allerati, la resistenza loro non sensibilmente diminuila. Il costo complessivo di queste operazioni Mrebbe beo mino1·e di <(Uello di qualsiasi processo chimico: con questi ultimi mezzi la disinfezione di una tonnellata di cenci vert·ebbe a coslat•e più di ~) franchi eJ una giornata di lavoro d' un operaio (in complesso circa 10 franchi); col vapore co<>terebbe meno di 3 franchi ~>d esigerebbe t/3 d1 giornata di lavoro d'un uomo {complesshamenlé neppur 5 franchi). Il problema é grave, complesso, rliftìcile; ma non è certo insuperabile per la scienza e la meccanica moderna .... Ci si riescirà. E la sicurezza dei commerci compenserebbe, an:.:i retribuirebbe il dispend1o delle misure ebe si E~ddotterebbero: oiLre al sommo vantaggio pei govel'ni e municipi di diminuirne gli inerenti pericoli per la pubblica $alule, senza roVJll81'<} gll industrinli ed imporre intollerabili privazioni agh operai. BkROI'FIO.


VARIETÀ F. BAHOFFIO.- Somma.rta •oluzione del quesiti dl ottloa ooullatioa dl out nel programma d'ea&me 20 gennaio 1887 del Giorttnle ,IJililnre IJffleànle -parte l ' -

Atto N . 21. SO M M .... RIO.

t. Ottalmoscopio. - Sua teoria. 2. Teorh catottrica degli specchietti oculari. - Teoria diottrica della formazione delle Immagini ottnlmoseopicbe. - Condizioni essenziali per le osSMV:ltionl ottalmoscopicbo. 3. Modelli di ottnlmoscopl monocul.arl. - Condizioni loro catottrlclle. ~- Modello a mnno per l'uso pratico ordinario. ~- OtLulmoseopi nssl. - Vantaggi ecl inconvenienti. ti. Ottnlmoscopio tubulnr(l Gale?.Owski. - Vantaggi ed inconvenienti. 7, Ottnlmoscopi binocu lari. - Modello Giraud-Teulon. -Vantaggi ed inconvenienti. 8. Ottalmoscopi ollometricl. - Vantaggi ed inconvenienti. 9. Norme praUehe Jl4lr l'Illuminazione - per l'uso dello specchietto - della lente correttiva- dcii~ lenti oeu_tari - per la direzione e distanza ciel punto di lls~ulono dell'esplorato. t O. nelln inOuen:ta ed opportnnitiJ della parallz:taziooe dell'accomodazione, dal punto specialmente medico· legale nello osservazioni ottalmo~copiche ed ottomelrlcbe. Il. RiCl'rca della papllla otlica. - della macchia lu"tea. t!. Procedimento pralico per l'l!l'ame ottalmoscopico per la determinazione d•'i ,·izl di rirraziooe. i3. Teoria della determinazione dei vizi diottrici (al grado uimm~ dal militare urvi;;to. od a grado superiore) all'esame ad immagine reale. 1.1. Teoria della lletermina.:ione del vizi diottrici (al grado tiimenJe dal mililare aervi:ìo, od a grado superiore) pel movimento dello immagini ottalmoscoricho. t5. Teoria •fell'ottalmoscol>tometro Loisean-Warlomont. 16. Teoria c praticismo dell'ottometria cogli occhiali correttivi. 17. Teoria delle scale dei caratteri di prova. - Scala Iaeger, Wecker, Monoyer. !8. Teoria degli ottometri. - Ouometro Badai.


VARIET:0.

A. -

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Otlalmoscoplo. Teoria. ApplicazioDI.

1. Essenzialmente l'oltalmoscopio è un mezzo alto ad illuminare con relali,·a notevole intensità il fondo oculare, gt>ttandovi i r·aggi emananti da una vivace fonte luminosa, nel mentre vale a mettere l'osservator~ al riparo dalla azione diretta di essi raggi, con,Jizione r•ecessaria percl1··· pos~a essere abbastanza intensamente impressionato dai, ben meno vivaci, riflessi dal fondo octùarc. Fu dello specchiello ollalmoscopico, specchietto oculate danùo essenziale importanza al mezzo di rijle.ç.~ione atlo a de' itire i rag::ti emanAnti dldla fonte luminosa (nalul'ale od al'liflciale) ed a gettarli, in opporluoa direzione nell'occhio, mentl'e l'osservatore collocalo dietro lo spPcchio ne era al riparo. Oggidi però (dopo l'invenzione ùell'otlamoscopio ad illuminazione diretta) essi mezzi si possono e devono con· siderare come una semplice modalila speciale per raQ'giun!!er e l'intento, e non è peJ'Ò su di loro che può darsi una vera e compiuta definizione dell'otltllmoscopio. Sono pure mezzi utilissimi, ma accessori le lenti correttive a cui si ric<>rre specialmente per modifica1'e il decorso dei raggi emeegenti dall' occhio, onde ottenere un' immagine meglio della spontanea adatta per l'O!>"ervazione. Sono cosi pure mezzi accessori le len~i oculari, precipuamente adoperale per modìfrcare la distanza apparente dell' immagine del fondo oculare, onde torni adalla allo condizioni diottriche od accomodative dell'osservator e. Sono poi mezzi di entila assolutamente ~econdaria le lenti eù i diversi apparecchi di illuminazione. le disposizioni meccaniche dei svario.ti mezzi di !'Ostegno, di fissazione dell'i!==lrumento, ecc., ecc. La teoria dell' ottalmoscollio emer@'e ben può dirsi direttamente e compiutamente dalla definizione cue sopra ru data. n fondo oculare fu r•itenulo, e per secoli, osruro (e si disse anzi ciò esr.ere condizione fl><iologica e!>senziale della visione), perchè in condizioni normali i raggi penetranti uon


VAI\IEÙ

vedevansi emergere .... Erano assorbi~i, diccvasi dal ueru pigmeuto C<lroideale: i r iflessi luminosi dell'occhio albmo, il galleg-giamento dell'occhio di cerli animali ritenevansi fatti patologici od atralto speciali. In verità però l'occhio non •' che una vera e propt·ìa camera oscura 1enticolare, il cui fondo quindi può bem,.siwo illuminarsi e se appare oscm·o, nero non è perché non rlilE'Lta all'esterno una porzione e notevole de1 rag~i penetrati nel suo interno, ma percltè la direziOne dei t'agg-1 E'me,·genli è necessariamente la !i-Lessa dei penetranti, e perché quelli tornano pel tragitto di quest1 alla fonte luminosa. L'osservatore quindi dovrebbe, per ricevere quelli, mettersi sul tragitto di questi, e necessariamente li interceltet·u a vece se collocasi lt•a la fonte luminosa e l'occhio osservato, o, collocando la fonte luminosa tr·a l'occhio osservnto ed il suo sarà, a meno di qualche speciale arlitlcio (che ap· punto l'oLLalmoscopio realizza) sarà dai l'aggi illuminanti direllt~mente e cosi intensamente impressionalo da non poter disce1•ner e i t•elativamenle deboli raggi emet•genti dall'occhio. Per vedere é uecessario clJe l'osservatore possa collocarsi sul tragillo dr.i l'aggi incideuti all'occhio osservato senza inlercellat'li e senza esserne egli clirellamente impre~sionalo . È ciò che si oltiene appunto coU'otlalmoscopio e c:he ne co5liluisc~ la leol'ia fondamentale. Cuming t• Baùage a,-e,·ano, sì diruoslrata la vera causa della lu111inositu e del galleggiamento dell'occhio, realizzando appuulo le condizioni essenziali richieste e so\'ra indicate. Interponendo lra la fonte luminosa, tenuta innanzi all'occhio, appena appena un po· da un lato, e l'o:>servulore un diafi•amma opaco, in modo che questi fosse riparato dall'azione diretta de1 raggi illuminanti, e potesse guardare, tun· genzialmenle al margine del cliafr·amma, l'occhio c;:;aminato quasi nella esulta dil'ez1one df:l Buo asse anlero- po,te1·io1'e; si collocava in opportuna condizione per poter raccogliere almeno una parte dei raggi rJflessi dal fondo oculut•e, che vedeva cosi rosseggianle, illuminalo. Essi non seppero però trarre pratico partito da tale osservazione, che rimase u11 puro e semplice e-sperimento di ot-tica fisiologica.


VAlli ETÀ

H91

Fu l'Helmltollz che utilizzando l'azione polarizzante ùi più veLro l'una all'altr·a sovrapposta (>d iuclinate solto un dato angolo secondo il numero delle pia!'.lrelle, riesci a gettare nell'occhio in esame un buon fsscio dei r·aggr emananti da una fonte luminosa collocata laleralmenle, merttt·e I'O!:!servatore posto ùietro la cameretta oscura che faceva da ~ostegno alle laminetle era al r·iparo dai raggi illuminanti e sul tragitto in vece degli emergenti e poteva cosi vedere l'immagine datagli ùa •1uesti. Tutti gli otlalmo · scopi s1 basano sulla realizzazione di tali condizioni siano a specchietto, o speculari (menischi neutri, prismi, lenli), où a illuminazione dketta, obliqua (Fuler) od assile (GiPaud·Tculon) a mezzo dell'elettricità, ecc. 2. Già I'!Telmhollz, per consiglio del Ruete so!>liluiva ben 11resto alle laminelle vitree uno speccbieUo concavo di velr•o inar~<entato con una denudazione piccola centrate. Lo specchietto inverti••a la di t'ezio ne dei raggi illutuinanli e li ,.,n~t­ te.va nella direzio11e assile dell'occhio osservato, meutre l'osservatore co:J'occhio dietro lo specchietto ed al l'iparo cosi dtt essi raggi, si ll'Ovava sull'asse del loro ultimo decorso ver::oo l'occhio osservato e quindi pur sull'asse òel trugitto degli emergenti rifles"'i dal fondo oculare, che poteva così utilizzare a!traverso la denudazione di traguardo dello specchiello, ollenenùone una distiuta immagine del fondo oculare. La forma poi a specchio concavo faceva che i raggi illuminanLi l'occhro in esame convergessero verso esso oc· chio, e potessero così numero&i penetrare pella limitata apertura pupillare e potessero anzi, pella adatta curva del rillessore, far fuoco nell'interno dell'occhio onde investirne ampiamente il fondo, secomlariamen.te, divergendo nell'ultimo loro cammino ed illuminare così la massima parte della ~u­ rerflcie l'elinica. È questa la sernplicrssima teoria degli ottalmoscopi catottrici. Certamente la forma dello specchietto ha una influenza speciale, modificante, della quale ò pur· neces:sario lenet• conto... I piaru, tanto utili per cet·lo osst>rvazioni r itlèllooo i raggi in divergenza, cosi pure i convessi; ma all'uopo rapia~trelle nitide di


VARI.Er\

zione loro può di fallo anche modificarsi cosi da olleuerno raggi paralleli o conver genti. dando a i raggi della fonte luminosa nel tragillo verso lo specchio disposizione somma. mente conv~?rgente all'uopo d'una lente illuminante, ecc... :\Ia come facile comprendesi ciò non muta la teoria fondamentale. La teo1·ia diolll'ica della formazione delle immagini ol· talmoscopiche é pure semplicissima. Il fondo oculare e gli oggetti eli e:sso ••iverber·ano la massima porzione dei raggi clt·~ penetrarono a d illuminal'li. Il Lragitto dei raggi emergenti è identico a quello dei raggi penetranti. Ciò non vuole per•'• dire che hanno quelli e questi identica dtsposizione quanto alla fprmazione del fascio luminoso: la direzione assile del fascio o pennello emergente é si la stessa della assile del pennello incidente; ma la recipr·oca disposizione od inclinazione d~i raggi costituenti esso fascio emergente è pr'oprit~, indipendente, perchè subordinata allo stato diotlt•ico dell'oc~ chio. J mezzi oculal'i l'Anno in ver·o il proprio ufficio d'una lente: se il fondo r·etinico che li rifle tte è alla distanza focale pr·incipale del sistema o culare, se cioè l'occhio è emmelrope, i raggi riflessi da esso fondo assumono all'emcr-· genza dall'occhio disposizione h•a loro parallela e l'immagine formasi reale, ma a distanza infinita innanzi all'occllio osservato, e ro~servator·e se vedrà sempre rosseggiante, luminoso il campo pupillare, non potrà discernere gli oggetli i dettagli dell'immagine se non è egli pure emmetrope e ad accomodazione silente, adaltato quindi pei I'aggi parall~>li. Se il fondo relinico è a distanza minore della focale del "istemu oculare, se l'occhio i• <Juindi ipermetropo, i raggi emer· genti sar·anno divergenti, l'immagine qumdi virtuale apparirit formarl"l dietro l'occhio osservato; ma non sempre m condizioni di distanza opportune per l'osservatore, sicché questi potrà vedere l'immagine dettagliala, ossivero solo la sua lu mrno"ilà, secondo il suo stato diottrico, la sua accomoùabilitll, la distanza a cui può collocarsi, ecc. Se llnalmente la retina lrovasi al di là del fuoco pr·incipale (il fuoco cioè dei raggi paralleli), se l'occhio· é quindi miope, i raggi all'emergenza sar&nno disposti in reciproca com•ergenza, l'immagine formerassi rcalmenie ro_Yesciata, al di1


VARIEÙ

t i-!)!)

nanzi dell'occhio a di!ilanza però variabile secondo il g ratlo del vizio diottrico, e l'osservatore non potrà vederlu distinta, vederla anzi se non collocandosi a distanza maggior e, alla distanza normale della sua vista distinta da essa immagine. Se alle condizioni statiche dell'occhio os:>erval.o, che determinano le sovra accennale dispos1zioni dei rag~i emergenti, si aggiunge l'azio~e modificalrice della aceomoùazione, essi, anche date le accennale condizioni, potranno agsumere svurialissime disposizioni, donde notevolissime diffèr enze nel punto di formazione dell'immagine. Colla le11le correttiva si riesce a modificare però la disposizione dei rag~i emergenti, ed a ridurli a concorrere, a dare l'immagiPe apparente (vir tuale) od a vPce r·eale lt~ ove necessita perchè l"ossf'rvalor·e, tenuto conto della distanza richiesta dalla lunghezza focale del riflessore per c.tlenere una buona illuminazione e dalle condizioni della sua vista), pos~a ' 'ederla distinla, nella. Condizioni necessarie pe1· le os~ervaz1oni ottalmosr.opiche, fatta natura lmento astrazione dalla sufficiente nitiJo. trasparenza dei mezzi oculari, sono essenzialmente le l'ichieste per ottenere una buona illumina~ione del rondo oculare, al che concorr·e la modalità, inten"itA, Jistanza della sor~ente luminosa; la natura, entro cerli limiti l'ampiezza della superficie del mezzo ritlessore, la sua lunghezza focale (virtuale, infinita, r eale'; lo slato della pupilla (miotica, medra, midriatizzala) per Il maggiore o minore diametro uel fascio penclt•ante; l'inter vento della lente correttiva (positiva, o negativa) che vale a modificare il punto di concorso fo cale dei raggr penetranti; l'intervento o no d'una lente il lumi· nante, ecc.; qtrelle necessario per r ealizzare una adatta dispo.~i­ .:i011e dei raggi emeraenii, precipuamente per l'azione ctella lente correttiva e la para!i7.zezione dell'accomodazione. Finalmente tutte le oppor•tune a migliorare la percezione d.t parte dell'osseroatore, lo adatto genere, quindi e potere della lente oculare, per normalizzare la djstanza del punto 1li formazione, e la possibile oscuritA dell'ambiente !>pecia lmente nel campo di formazione dell'immagine, onde anche la scarsa


1300

V UHETÀ.

luminositt\ dell'immagine possa bastare per una impressione deci~a, donde per cezione distinta.

Per la risoluzione di allt·i quesiti dovremo trattare un po' più ùella~XIiarnente di f{ueste condizioni, che qui solo som. mariamenle inJicansi. 3 Svariatissimi sono i modelli di specchietti olla lmo:;copici: dalle ;:emplìci piastrelle vitr ee diafane (3·7) sovt•appostt> .Jeii'Helmholtz fino all'ultimo modello ad illuminazione diretta del Giraud-Teulr.n, può dirsi che la serie ne è infinita ... Ed a ciascuno l'1nv~>ntore ha pur e altl'ihuite speciali qualità, pretendendo meglio rispondesse ai più desiderevoli pratici intenti. Anche limitandosi ad enumP.rare i monoculart sarebbe però troppo lunga, ed al postutto quasi sterile fatica il volerli tutti rammentare, e. ben anco limitandosi a ricordt~re i principali che furono volta a volta più accetti; tanto piit che se diversificano per dei dettagli, pelle meccanil'hc forme e disposizioni, nel fondo Lulli si basano sugli stessi pt•inripl l'ssenziali, e dal lato catottrico le · differenze riduconsi poi alla setn(Jiice diversa lunghezza, fissa o variabile, focale dello specchio. Quali sono montati aperti; quali invece camerali, tuhulari, a canocchiale; quali sono tissi, quali a mano; quali l-'Ono montati su d'un semplice manico, che di regola porta pur e la lente oculare, se ''uolsi usare; quali a· vece sono roggiati a ~cattola, come montansi le lenti di ingrandimento tascabili (~fono~·er). Alcun1 sono a spP~bio vero, mentre in altri pro· ducP identici effelli l'azione r1frangente totale di un pr 1sma semplice (Uh•ich seniore, :.\fayerstein), o lenlicolare(Zehendt!r). Gli ~peechi ora sono melallici, ora a vece vitrei inargentati; dorati, platmati, con foro o semplice denudazione centrai~>, o,l au ·he con due fori dal centro ef{uidistanti (Desmarres). l più us1tati sono a ~pecchic concavo, ma se ne escogitat·ono pu1·e a fuoco variabile, e quindi piani o convessi coll'intervento ù'una lenlt• convPrgente di illuminazione (Coccius-Zeltender·). Si cercò anche riunì: e l'azione dello specchietto e ~leiiA lente corrclttva, impieganJo appunto come specchio una lente inargentata su d'u11a faccia (Burow). In genere poi lo !"pecchiclto ò unico, ma se ne imma,ginar ono di doppi.


V.H\JEÙ ~ia

·l :>o 1

riunendo sullo s tesso manico e sulla stessa farc1a lue specchietti di diver~o fnoco (Galezowski), sia addossando ec.si "peccbietti l'uno a ll'altt·o pel dorso (Stellwagg). Finalmente alcuni sono muniti di più (2·3) lenti oculari fissale in un di,.co movibile dielro lo specchiP-tlo, eccentrico (Monoyer). o montato alla Rekoss (Liebreich); ossivero le lenti sono beo più numerose su di un solo, due, e fino tre dischi, onde ottener e colla sovrapposizìone loro quasi tutte le f{raduazioni che può offrit·e una buona cassetta di lenti oculistiche .... Questi cosliluiscono gli oltalmoscopi a rirrazione, od ottometrici, cosi detti appunto perch(• se ser \"ono all'esplorazione del fontlo oculare, valgono insierne10ente pur e a lla determinazione e misura dello stato diottrico dell'occhio osset·val.o (Galezow:)ki, Wecker, Liebreich, ecc l. .t I modelli a mano più usitati nella pratica sono del Jàger, del Graefe, del Galezowski, del Liebreich, che valgono a tulle le esi~enze cliniche (esplorazione del fondo oculare) e medico-legali speciali (determinazione dello stato diottrico). Per l'uso pt•atico ordinal'io basta di certo un otlalmol'<Copio a specchio concavo unico, di media lunghezza focale (in genere 6" c quindi tagliato su d'una sfera di l' piede di raggio, vale a dire cir ca 3 catottrie giusta la nomerazione del :\layerhauser), con denudazione e meglio con .foro centr·ale, pur<'hè sia Jiovissimarnent.o conico (ad apice anterior·e) e esattissimamente tagliato, e sì renda cupo il tenuissimo canaluccio con una tinta nera opaca. Basta sia munito Ji una sola lente oculare, adattata dietro lo specchio con semplice meccanismo (una forcella metallica articolata) ondP d'un tratto polorla portnre contro il foro dì traguar~lo e con una semplice scosss impresM all'istrumento abbatterla, l.o!!lierla dal campo d'osservazione: naturalmente la si scegliet·à adatta alle condizioni diotlt•rche ed accomodative (stato presbiliro) dell'osservatore.... . lrt genere vale una lente di JO", 27 cootimeki, di lun~hezza focale e f{uindi dì circa 4 Jiollr·ie. Basta pure una lente correttivi\ da adoperarsi a mano, cioè colla mano che non regge lo l'<pecchiello, pure dt media fot•za (da 2" tj~ a 3 i/~, ()7 a 95-, IG a 12 dioLtric cir<'a). Per le esigenze però della oltometrin oi.t&lmoscopica è an-


VA Rl &T.À

cora necessar·io un secondo specchi ello di lungo fuoco (n i l 3 a J;}·· - 35 a 40 cenlimeh·i - 3 a 2 l /2 catoltrie), onde potero;i aòulture al notevole allontanamento che può esiger .:: l"ubicat.ione aerea dell'immagine reale, e la lunghezz& Jella ,.i,.la di"linla delrosservalore, nei leggieri gradi d. miopia, tnns>'ime coll'inlervenlo della lenle misuratrice, di cui di remo altrove. 5. A vece di tener e colla mano lo specchietto e la lente cor·r·eltiva si fissano anche, ed in ciò essenzialmente censi ... le la condizione differenziale, al postuLto esclusivamente meccanica, de:;di ottalmoscopi fissi. Quali sono a giorno, cioò a pezzi su distinti od un comune sostegno, tna liberi senza essere riposti in un tubo, come !>Ouo invece ùivcr·si allri, mentali in genere a canoccltiale e quiuJi su3cellivi di diverso allungamento onde modificar e la 1li:::.tanza dello specchietto. Cogli a giorno un sostegno a culonciua ::;orregge all'altezza dell'occhio osservato la lente corr'elliva, che può cosi collocarsi a diver sa distanza, può muta r«i all'uopC>, ecc.; un sostegno iùentito pOI'la lo specchiello. Tttl volla i uue sostegni sono solidali, movonsi cioè lungo un'asta orizzontai~ sostenuta da un proprio sostegno fissalo al tavolo, ecc. l camertl.ti ~i appoggiano colla estre milo obbielltva (o direttamente o mediatameule a mezzo d'uua appendìce, una a~licma boltooala all'apice) aJ contorno del l'occhio, al margine orbit.ale; la lente cort·etliva é cont~>nuta nel tubo fìssa alla volu~a distanza secondo la sua lunghezza focale; lo specchietto è put·e fissalo aUa estremità oculare delristrumenlo cd i 11 vuginando di p til illubo o di più estra.. n· dolo si puo tnodifìcare la distanza della lente. L o specchietto e sorrello da due piccoli perni diametrali per poternc mutare l'inclìna~ione secondo il bisogno. L"eslremiv\ oculare è voi ampiamente ronestrata, almeno lalet·almenle, ot•dè pos!'a la Ieee largamente inYeslir.- lo specchietto riftessor•e e.l esc;er·e per l'opportuna inclina~ione di questo rifles"a nel senso dell"asse lungo del tubo. Tal fiata anche la lampada è unita allo i~tr•umento (ttd esempio nell"oltalmoscop·o GaleZO\\ski modificato dal Lauger), quando se ne vuole fissat·e determ inatamente la distanza.


VAlUEJ\

1;)03

A giorno ed a sostegni indipendenti era quello del RiictP; a sostegni ::;olidali quelli del li'ollin, del Cusco. Sono camerali quelli del \Vecker, del Lando!L, del LiebJ·iech. Quello del DonJers ò pure camera lo, ma è ad apertura lt~terale, e quindi e n~ll'interno munito d'un prisma o ~pecchio rifrangente al dinanzi dell'apertura di traguardo. Tutti sono muniti d'un piccolo appnraln, in genere nn ~lo­ belto metallico ar::renteo lucente fis$ato su d'un a!:tlicina a·l articolazioni, per richiamare e flRsare la direzione dell'occhio osservato. colla fissazione del libero e quindi per azione sinergica, solidale. Gli oltalmoscopi fissi hanno il Ylintagg10 d'essere adatti a calme e lunghe osser,azioni, alli pel disegno, se vuolsi pella stessa fotografia, e l'iescono anche mollo bene come dimostrativi. Hanno per contro l'inconveniente dt richiedere pazienti tentati vi per melleJ•Ii al punto; d'essere mollo dipendenti, subordinali al malato: il menomo movimento delrocc!tio osservato muta tutto; sono po1 solo adatti all'uso clinico e non Ri prestano pelle esigenze rnedico·legali, almeno non in· lulli i casi; sono poi di I{Ualche peezzo. 6. L'ottalmoscopio lubolare del Galezo"·ski é costituilo da tt·e tubi metallici rientl'anti a dolce sfregamento, e che pos· sono svolgersi per dare all' islrumenlo diverso allungamento..... È quindi montato a modo ài cal'l.Occhiale. Il primo tubo, il più esterno e di maggiore ùiametr·o, ne costitui~ce l'estremitit obbielliva, che va rivolta cioè all'oc::servato: l& sua apertura è tagliata elilica e svasata ed ha il mal'~:tine gueJ'· nilo da un piccolo tondeggiaole cuscinetto ricope!'lo dt pelle; e.;sa può cosi addaltarsi al contorno dell'orbita che ampia· mente abbraccia e cit•conda. La 2" por•zione oJ intel'med1a, pt·esenta, fissa alla sua e!:ilremita obbieLtha, la LentP cor·relti\·a. positiva e di allo grado (comecchè di circa 2" t;~ di lunghezza focale, cioè circa 6 centimetr-i e quindi ùi circa Jt> diottrie); svo1gendo al mac::simo il 2• sul primo tubo le.l~>nte viene a fermarsi a cit•ca 7 centimetri dall'c:;LJ'emila obbielliva <lell"i:;trumenLo. La 3• pot·zione, che si interna nella :::e· conda e 1 ha 1uindi di tutte il minor diameLJ•o costituisce l'e-


\'ARIRTÀ

sLremità oculare dell'istrurnento, contro la quale cioè applica l'occhio l'ORl"ervatore. Questa, alla sua estremila libera port~ lo specchiello, che viene illuminato per una ampia fenestratura ape!'la ~u d'uu Ialo Mll'eslremitit del tubo, fenestraturn che opportunamente !liranùo ti tubo c::i può rivolgere alla fonte lumino::;a. Lo specchiello è metallico. mobile su due perni, cosi da potei' ao-l'Umere rapporto alla fenestratura lit voluta obliquitA e pl'e· sentan~i cosi quac::i pel'pendicolare alla direzione assile dei rat?gi illuminauti. Dietr·o il piccolo fot·o centrale di traguardo Jello '-pecchietto una forcellina metallica prestasi per incastrarvi lA lente oculare (che normalmente é del N. 10·12 antico, circa a.~ diottrie). Al tubo mediano é esternamente innestata una appendice metallica, costituila di due o ll'e Asticina che si articolano tra loro e col tuho, e che porta alla estr·emitù una palloltolina argentea lucente, che puc'1 assu mel'e divel'se posizioni e serve a determina_re e fissare la direzione dPllo s~uaruo (occhio libero) dell'osservatore. La lampada collocasi da un lato (dalla parte dell'occhio n,:~Prvato, di regola) e piu che possibile accosta al capo e meno che possibile all'indietro del piano dell'occhio, onde que;:to !';Ì& si sottratto alla ili uminazioofl diretta> senza non perciò rende••e tr·oppo aperto l'angolo della direzione assile del fa;:cio emanAnte oalla lampada ed incidente allo spechìetLo, colla direzione as~ile del fsscio dallo specchietto riflesso alrocchio ossPrvalo, onde ottenere un'illuminazione più netta ed intenc:a. M1c::urando l'ic:lrumeoto allungalo circa 26 centimetri, viene la lampada a trovarsi a circa 40 dallo specchietto, il quale, comecchè "ez1one d'una sfera cava di circa 32 cenltmetri. viene ad avere press'a poco il) centimetri di lunghezza fo cale; quindi i raf,rgi riflessi verrebbero. pel fatto del solo specchietto, a far fuoco al di Ja. del piano dell'occhio osser· vato, ma, influenzati dalla lente correttiva rinchiusa nel tubo, concorr·ono a distanza m:nore e precisamente verso lA r·e!('ione del cri~tallino d• esso occhio osservato, per cui divergendo poi MI'Ondariamente: investono ed illuminano ampia· mPnte il fondo oculare. Essendo tubulare, camerato, ha il sommo vanla(!gio che


VARIEÙ

1305

l'immagine, la t{uale per la polente azione della lente correttiva formasi nell'inlemo del tubo, appat·e e soicca nel quasi oscuro ~mbiente dell'istromento, in condizioni mollo adatte a rendet·oe facile la percezione ed a far ne risaltar~> i 1lellagli. Banche camerata e quindi quasi nelle condiz1oni delli ottalrooscopi fiss i, pure è movibile e quasi a mano e può applicarsi qualunque sia la di!>po!>izione del ca po Je-1 l'osservnlo, an<'he s e coricato, ecc. Ha invece lo Hantaggio di non, almeno facilmente, prestArsi pet• resamc dell'imroa~me spontanea, ~enza cioè rmtervento della leute correttiva; di ucm p1·estars i alre!'ame colle lenii negath·e; di non poter invocar e l'azione ùi diver«e lenti diversamente gra•luale. Presenta put·e rincon veniente che l'os::>ervatore non può sorve~liore r occh io esaminato ... . Cioè lo può, ~tante 11na piccola fenec::traLura praticata nel margine della cstremitt~ svaMtn orbitale; ma deve perciò lo~liere l'occhio dallo specchietto, oppure far sorveg-liare l'occhio da un assistente. Monlandolo su d'un adatlo piedestallo si può ottenere un eccellente ottalmoscopio fisso, economico. i. L a visiont.~ mon0culat·e non vale la binoculat·e, al pof'tulto la pt·ima se ne permette rilevare i dettagli superficinli non riesce a Jeterminore la conformazione della ma~~a: solo la visione binoculare VAle im•ero a stabilire esalto 11 rappo1·Lo delle reciproche distanze, ifl posizione relativa dei divt-l'f'i piani e quindi a dare una esalla r agione della c::olidita. Fu perciò tenta lo utilizzat·e ancbe per le endoculari osservazioni la visione binoculare: gli ottalmoscopi binoculari farebbero rilevat•e la so lidita, la corpor alità degli oggetti del fondo oculare. realizzerebbero gli egre~i vantaggi della stereoscopia. Si cr edette poter ottenere una visione utile binoculare con un ampio specchietto R due fori adatti al divaricamen tn dei due occhi dell'o!<serva tot·e ... Facile <\ però farsi capaci che ben male corrispondere do~·evano allo intento. stante la dir•p. zione unica al'l:::ile del fascio illuminante e q uindi dell'emergente, mole perciò ad11tla e all'uno c all'altro occhio. Si tentò riescire con due specchietti, uno per cio.scnn occhio, di eguate lunghezza focale, ed opportunamente inclinati onde ottenere

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·l :.>06

VARIETÀ

un comune punto di concorso focale; ma l'asse dei fasci in cidenti doppio produceva condizioni non de~iderevoli per il rischiaramento, ed inoltre la distanza dello specchio div~.>n­ tava quasi immodificabile... In pratica in una parola non corrisposero. Più fortunali furono il Gira ud-Teulon ed il Lewrance, invocando l'azione rifrangente dei prismi in modo analogo al già attualo per il microsc:opio binoculare. I due istrumenti sono sommamente simiH, benchè differiscano e::.senzialmente in ciò che il Lewrance impie.govvi quattro prismi rettangolari, dei quali i due lateralizzati sono secondo il bisogno inclinabili così da ottener·e sempre la voluta direzione dei due fa~cì luminosi emergenti da!l'istrumento ed incidenti all'osservatore. A vece il Giraud-Teulon ebbe r icorso a dei prismi romboidali: il fascio dei raggi emergenti dall'occhio o;,servato è diviso per azione de!J>istruroento in due fasci pei due occhi dell'osservatore e l'immagine degli oggetti del fondo oculare 11ssume apparenza solida, vera e propria corporalità. L'ottalmoscopio binoculare del Giraud-Teulon consta d'un ampio specchietto concavo di circa 25 centimetri di lunghezza focale, che ha una apertura centrale piultos1o a~npia di circa 6 millimetri di diametro. Esso é applicalo al cantro di una delle faccie lunghe delLa cassetlina parallelepfpeda che fa da camera oscura (e che ha circa 8 centimetri di lunghezza per un centimetro e mezzo di larghezza) nella quale parete vi ha una apertura circolare appena un po' più larga defia aperlÙra centrale dello specchio a cui corr·isponde. Nell'interno della cameretta oscur a dietro la <>cceooata apel'lura sono collocati due lunghi prismi romboidali a faccie parallele, che coi due spigoli di contatto corrispondono aJJa linea diametrale verticale .del for·o del!~ cameretta. Nell'altra parete lunga opposta sopo praticaltl- due aperture di qirca 5 m illietri di diametro, distanti tra loro circa 6 centimetri (da centro a centro), come è appunto la divaricazione ordinaria dei due occhi, essendo destinate infatti ad applical'vi gli occhi l'osservatore. Come lo specchio agisca è inutile dil'e, perché identicamente


Y,\RIETÀ ~gisce a

t 507

quello di qualsiasi consimile ottalmoscopio a rillessore com•ergenl.e. ln,•ece i raggi emergenti dall'occhio osservato, oll.repassalo il foro ùello specchio cadono una parte sulla faccia parallela al piano dello specchio ed alla parte lunga ùella cassettina, d'uno dei pris mi romboidali, l'altra parte !:Culla faccia, dell'altro prisma; penetrano perpendicolarmente, incontrano le faccie inclinate (le cenlt•ali), subiscono riflessione totale siccbè dec(lrrono nel prisma, nel senso ùe L suo a>;~e lonpoitudioale e verso le estremità laterali della <:assellina ; incontrano così la faccia terminale (la laterale) parallela alla centrale, subiscono di nuovo deviazione totale, ~osicché riassumono la dirt>zione perpenrlicolare ed emergono perciò l'un fsscio pel foro oculare di destra, l'altro per <JUello di sinistra in dir ezione parallela Alli! prim1tiva ùei raggi emer~enti dall'occhio esaminato, però con divAricazione e direzione opportuna per gli occhi dell'osservatore, ~he sono egualmente impressionali dai raggi emananti dall'immagine oltalmoscopiea del fondo oculare, nel men tre enirambi gli occhi sono impossibilitali a vedere direttamente l'occhio osser vato. e quel che piu monta a vedere la fonte luminosa, essendo cosi a l riparo dalla influenza dir etta di -essa. Lo specchieLto non è fisso ma all'uopo di due perni laterali (e nel senso ddl'asse orizzontale) s e ne può modificare ~!quanto la inclinazione in rapporto alla situazione della fonte luminosa. Un piccolo manico cilindrico serve a sostenere e maneggiare l'istrumento. Ma non lutti gli occhi t>ono tra loro egualmente divaricati... A ciò ha provveduto l'inventore nel 2' modello col fare uno dei due for i oculari elitico, e coltagliare in due il prì~ma corrisponrlenle: la porzione ptù laterale di esso può scostarsi dalla centrale all'uopo di una vite di richiamo e cosi lo si allontana al caso un po' più e si oUiene cosi una divaricazione maggiore del fa scio emergente. Inoltre in corrispondenza ai fori oculari sono appli-eati dei piccoli telai metallici mobili a scor1•idoia , ciascuno dei quali porta ed una lente sfer ica, da servire come lente oculare, e 1,10 piccolissimo prisma, di tenue angolo, semplice .o lenlicolare: facendo scorrere il telaio d'armatura si pos-


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VARI ET.\.

"ono so~tituire o togliere anche se vuolsi dal campo di tru~uardo.

l vantaggi ddl'ottalmoscopio Linoculare em~>r:zono clal gia detto... Si ha una vera immagine ~lereoscnpica. Grinconve· nienli !:!ono d'ordine pratico... Il maneggio dell'ic::lrumenlo non e piu tanto semplice e facile; !"illuminazione riescP ,-empre Hlr[uanto scarsa. NotPr·emoancora essere necessario modificorole condizioni Jella illumioazion : la laterale male "' preslfl. è llt>"··,::.arto colloct~r·e la fonte luminosa dietro il capo nel ptano verticale anlero-posteriorc dell'occhio esaminalo . . Gh oltalmo!!copi oltomelrici, delli anche u rifrazione. ~ono ad&llJ oltrc>ché alla esplorazìont del fondo oculat'l' onche alia det... rminaztone e rni ... ur·a tlu·etta dello stalo dioUrico. Per truanto svariate ne !'iano le for·me ed ti meccunismo, il pr·incipro fondamentale ne é idt>nhco. almeno pE:r lullt i me~! io accellt. A lergo d,.lfo specclurllo oltnltnos.-oprco sono appFcate òivl.ll'se lenli (positive, negalive, cilindl'iche e di svarioti zradi diollrtci), che ùi~lrtbuite, io !!'\.!nere almeno, sul contorno rli uno, <• cltw, od ouche tre dischi, possono, facendo ruotore il quaJrant<', ove mcac;Lrate, pottarsi truauùo l'una. quando l'altra (o nes~una, perché uno rlei fori marginali è libero) drelt•o il foro dello specchio; se poi i qùadr1111ti lenticolari sonod•,·er·si, si puo anche per lo sovrapposrt.ioue di clue, eli tr e di ,.~ e lenti ollener·e, colle poch~ di cui l'ottalmo"copin t\ dotalo, i risultati tutti chP l"i oller·r.. bbero da una compiuta serie d t lenti. Il f:•·nere e ::rrado òe'la IPnlP, n clelia cr Ili binazione di più di esse, portandole dietro il fm'O tleLo spèccilio, appar·isce, notato con opportuni numeri e :5egni sul qmtdranle ::-tes,.o, rla una r nec;tralura opportunamente rrahcala e -i può ~c~~ì rilevare immediatamente quale è la lente correttiva dell'anomalia diollrira e quindi CJUale ne c; la natura ed il ,::rado. t•esam,., non può che praticar i all'Immagine diriUa e <>enza l'u::.o di lente correlliva, giacchò fanno da lenti cut•rcllive quelle dei quadranti, e perché non traUesi già di modificare i 1'8(.tgi emer•genlr per· veùcr·e rueglio, ma jovece di usltlruirli •ltleli c::ono, onde la lente ,·ah::a a ridurli parall~!i; onde avere uno stalo unico riscontrobile. f: perciò ancora neces!"ario av-


f 50tt

VARI.BT\

'wmarsi mollo nll'occllio in Ot'ser,•azione, onde nel ca~o di roggi f>mm·genti convergenti, tmd.1e in alta conver genza, m et- , tPrsi "ulloro l1'8gillo primario, prima della formazione dell'immagino re" le, giac·~hè dopo inciderebbero alla lente divergeu ts (dive1·genzn secondaria) e la lt>nle nPct>-"sar•a pet· neutralizzare essa .tivergenra indicherebbe anche nel ra"o di miopia J'oppo.,to stato. Ne furono esco1o1il.ati moltissimi, ma i più conosciUti sono quelli del BaJal, oltll Landolt, W eekPr, Liebreich tl quello, for!-1' il più pra tico ùi tutti, d.. J Paren~, che munito di du·· ,fif>clu lenlicola ri, ma con una ,.oJa lente di sovrappo~izione per c•a!'o'uno, tn •JUAnto l uno di C!>.l"i tllscbi porta tutte lenti po:;1li\i: ed una sola negativa debole (oli •tt diottl'ia), l'aH•·o lullP lenti llf'~alive ed una !'.ola po!litiva (anc he di 1ft diottria). Naturalment,.. '" specdtio o pPt' lutlr di corto ruoco, appunto dovendosi !"ommalnente Av vicinare all'occhio os"ervalo. Il sommo \'antug~•·l d~gh ottalmosc~pi l)tlomelri~i 1'la appunto n~ Ila poMibililù eli delerminartl e mi8m·are quasi direttamente lo stato diottrico. Otfr·ooo pt!rò diversi e non lievi :-vantaggi. Anzitutto ,.ono di prezzo; e>ono complicati e facili u guaslat•si: ~>e muniti di un solo drsco scarso è il numero dt>lle lenlr,oppure il quadrante ùovt•ebbe essere ampio, in~Zombrante, pe!-:ante; se le lent1 sono piccole e massime ~ono Jivel'l"l i qua(h·aoti di sovra pposiz!one, ò dirticlle ~iano e!:'allameute Ul;.::riale, ben centralf', st msu<liciano racilmente, e per pulìrle ..,j -<ft·egiano, !:li sm uovorto, b1~ogua smontare l'istrumento. ecc. Il geryo>re e numero della l~>r•le ch4> appare .. ull'i~trumenlo incirca raoomaJia d·oltr1ca SQ)O SI' l'os•ervalUI'f' ~ Pmtndrope: !:ie no (leve l'osst•r·vatot·tl, secondo jJ ~enere ùella lente, agj;:.ungt-r+! o sottrarre il ~enere e !!l'Sdo dell'Anomalia propt•in, il che richiede o~ni volla un calcolo uoo CO!Oi radle come pott·ebbf\ O tutta ['rima Cr••der~i.. ... È Vei'O che ciaSCllllO può ~lO· hrlir si una la,·olo oli r tsconlr·o e sarebbe C0'-1 tollo di mezzo lui e i nconvenicnte. Ma t utte qUt>l'le dift1colt.é sono al postutlo st~couùa rie (li fmnte al gravìs>-imo fullo ùclla necell"'ttù che, non ~O)•) r., .. _ :<ct·valo (pel qua lo facile !'arebbe l'olteuerlo) ma ancbe l'os~er­ ,.:>lort• abbia compiutamenlt• ::.-ilenle l'accomodazione; se uo

t'


li> IO

VARI.ETX

il risullato sarebbe modificato, vulnerato. Ora mantenere, in onta alla piccola distanza del punto fissalo, l'accomodazione assolutamente inerte, non è dato che a chi può aver•e un sostenuto e continuato esercizio in simile maniera d'esplorazioni, ed abbia acquisila così anche l'altitudine ad as!"icurarsi se ba o no raggiunto ed in qual grado l'intento. E ciò non e certamente a tulti òato. Il saper tenere gli assi dci due occhi paralleli, il guardare coll'occhio rivolto mollo all'infuori, può valere ..... Ma sostenerd tali posizioni non è facoltil facilmente acquisibile. g per•ciò che iu onta ai loro pregi uella pt·atica co mune ~li otlalmoscopi n rifrazione non sono m olto, non generalmente adoperttli. 9. Tutti i mez.zi illuminanti furono invocati: la luce artificiale (dalle lampade a olio, a Carçelle, a moderaLore; a petrolio; a benzina; te candele stearicbe normali; il gaz, e ben anco la lucP. elettrica', la naturale solare diffusa ed anche direttA. Condizio11e essenziale è che ln luce sia suflìcienlemenW intensa, ma non abbagliante; sia !issa, limpida e più che po;.:sibile bianca. La luce solare diretta non è utile veramente che per gli otlalmoscopi fotografici; ma vi può sopperire l'elellrica. La diffusa dà risultati davvero buoni, splendidi; ma non se ne può sempre disporre e non è sempre facile realh~zarele condizioni necessarie per polerla utilizzare. La luce elettrica sarebbe egr·egia, ed é poi la sola possibile, pet• ora, pella illuminazione diretta; ma è costosa, ed i piccolissimi apparecchi &i gutlslano e sono resi facilissimamente inutili. Una buona lampada ad olio a moderatore, od una 11 gaz, o fìammu cosla11te, fissa, con tubo diritto è il migliot'~' e più pratico mezzo illuminante. Ad ottenere un ambiente più oscuro si é credulo utile circondare la fiamma con un tubo opaco fenestrato ... Si ovvia all'illuminazione dell'ambiente generale, delle pareti, ecc. ma cogli oUalmoscopi non camerati (ed ò per questi soli che il tubo opaco fu pt•oposlo) il punto d t formazione dell'immagine riesce pur f:empre nel campo della diretta illuminazione, quindi non si ottiPne la desiderala oscuritA di esso punto, che varrebbe a meglio fai' risaltare l'immagine ... Il mezzo è adunque inutile, menlre è sempre piu o m~no imbarazzante.


VAlli ETÀ

l i.H l

Tenendo la lampada dal Ialo del capo ris!)ondenle all'occhio osserv&to, molto al capo stesso accosta, e lento all'indietro perché l'occhio non sia direlLameu ~e illuminato, si ottiene un angolo (dei raggi incidenti allo specchietto e ai quelli riflessi all'occhio osservato) co~ì poco ampio, cLe permelle obliquar meno esso specchietto, condizione della r egolare, piena e più intensa sua illuminazione; e piu regolare riesce ed ampio il campo di traguardo per l'o~set·v atoJ'6. 1!: però pur buona pratica colloctne la lampada diett·o la testa nel piano mediano anlero-posterior·~: si può cosi pas· ì>arc prontamente dall'esame di un occhio a quello ,Jell'altro: e la maggiore aper tura dell'angolo e la maggiore distanza della lampada non sono LaH da alterare di troppo i risullati. (Continua).

'lllezzl antl•ettiol. Fino ad oggi ebbero vanto e eraclito .come atlr ad una M tisepsi utile ed efficace certi saponi medicati e pr•ecipuamenle quello al sublimato corrosivo. Da recenti ricerche più accucurate eò esatte é ri!:'ultato che fin dalla pt•ima composizione ed interamtoote poi col tempo il sapone al sublimAto, pello sùoppiamento di que~to si muta in cloruri alcalini ed oleoti, rnar~,-tarati s tearali di mer cu r1o, perdendo or:roi potere antisettico, acquistando anzi qua.Iilù punto desiderevoli. Anche pella disinfezione deliA fo$!ne, pozzi neri. pella pr~'· ~:~enza di principi solfOJ'O!>L il sublimato non conserva la creduta potenza disinfettante. dando luogo alla fo1·mazione cli solfo albuminoli inerti. Ben meglio è ricorrere ad altri cloruri e all'acido fenico. Questi raccomandava la conferenza internazionale per· la pro1ìlassi delle mala ttie •iifl'usive, teuutasi pella prima volta è circa due anni o Roma. P erò i timori che essa conferenza avvalorava sulla possibilità di venetìr1 pel sublimato rorro!livo, che pure riconosMva in molti casi il migliore dei disinfettanti, la pratica esperien7.a gli avrebbe dimos~rati ~>c­ ressivi; infatti da due anni se ne i> fatto in Italia largbi«simo uso e non fu constatato un sol caso di r eale veniflcio. B.


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HIVISTA BIBLIOGHAFltiA L'ipnotilmo e gll stati aftlni, pel dott. ~on ci sentiamo in diritto di

GIULIO BELfiORE.

fame un critico esame..... E

una esposizione compiuta dcll'tH'I!OmAnlo, che l'autore svolgt> ed esamina da tulli i punli di vista. È questo 11 solo elogio franco e leale che ci è lecito formulare, nulla potendo d irne come giudici, riconoscendo che ci manca ogni competPnza.

B. Compendio di patologia ohirurgica. topogratlca ad uso degli studenti e medici pratici. - Compilato da l dollOI' RICCARDO CA!\TALUPO. - Napoli; volumi 3.

f: un buon lavoro, specialmente consideralo come cornpen:.!ioso manuale e pello scopo indicato, cioè destinalo agli studenti e medici coudotli. Ha il vanta~tgiO, e naturalmente i 11011 lievi inconveni~>nti dipendenti dall'orùine pt·eLtamente lopografico l-eguilo. Ila il merito di una esposizione succosa eppure molto chiara, ed è apprezuvolis!!'imo per lo spir ito ecclPlico ma abilmente critico col quale l'autot·e seppe, ''0lendo esset·e breve, allenersi alle meglio sicure eli accette noz1oni sia nel campo sintomal•Jlogico e diagtwsLico, che nel patologico e curativo. Benchc breve o riepilogalivo é poi abbastanza cotnplelo. In una parola é un buono ed utile libro. B. Asaa.inlt~ement de Nioe. -

Rappor•t au consell municipal pur le •lirecteur du Bureau mUJucipdl d'hygiéne muuicipal de la Ville, le docl. A. BALES rRt::.

L'egregio collega si occupa quAsi ef;c1usivamenle delle mi· sure più dirette profilalliche contro la febbre tifo1rlea ed il colera. Ricol'da come pelle canalizzaz;oni delle sorg-enti di s• Tecla (13000m') e della Vesubia (60000m'l la popolazione normale


R!YlS'fA DlliLIOGll.\FlCA

pos:>a oggidì disporre di ben 100{) lilri d'acqua ~ana e pura al giorno e per individuo. Studia quindi i divl!r si sistemi di smaltimento delle òeiezioni e rifiuti, e cioè quello a fo::;se .fisse, a fosse mobili, a disperdimento totale e le diver~e val'ietà del sistema a separazione. Le fosse fìs!::e le me:::ho s;tabilile sono pur sempre pern1eabili, filtranti; generalmente poi sono, e per diverse ra~ioni, e non ullitna per ragioni economiche e di spectùazione, mal costruile ijltenicutuenle, permeabilissime. Alcune s(JnO a livello fisso e l'eccr.lenle si vet•sa nella pubblica cloaca. La vuotalura è un'oper~v.ione rtpugnanle, molesta, inCensa. eJ i mezzi di disinfezione pt·ecedenle, sono quali nulli, quali ipotetici ed assurdi, sempre imperfetti. Le stesse fosse alla Zlfouras non valgono meglio. Le fosso mobili semplici o flllranli (sis~ema mislo) sono pure moles te e dannosissime. Le cloache, pel lout a-l'egout, offJ·ono l'inconveniente che se di piccola sezione non bastano alle esigenze del defluvio delle acque pluviali; se di grancle ~=;ezione si ba un rallenta· mento durante la secche:tzo, con punti eli sosta delle materie, ecc. Con considt>razioni di ligenti, a ccurate sulle condizioni locali ùella città ,·iene quindi a poter conchiudere inapplicabile a ~izza il sistema. Esamina allora. il sisloma a separazione, cioè con canalizzazione distinta per· l'acrtua d i pioggia, inaffiamento, ecc. e per· l'acque domestiche e le materie da vuotatura; ricordando le varietà Liernur, Bc!rlie r, Shoue. Il sistema può affidarsi inleramenteai decli"i naturali, ossi vero atlivarlocon meccanismi: è il prim<i che predilige per )lizza, ed a cui consacra un largo studio. Viene quindi all'esposizione d'un progetto pratico (Morris), col si font• Geneste-Herscher, essendo le case munite di sifone unico alla hase, prima che la canalizzazione si ,·ersi nella pubblica fogna ..... La sua applicazione neces siterebbe una spesa di i> mi l ioni. È un lavoro che fa onore all'egt•t>gio collega e che ne attesta l'ampia conoscenza dell'argomento, la eccezionale competenza ed il fine sptrito critico e pratico. B.

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CONGRESSI Congrès pour l 'étude de l& tuberculose humaine et aDimale. Un congrés de médecms el de vétérioaires, ayAnt pour objet l'~tude scientifìque de la lubet·culose chez l'homme et chez les animaux, aura lieu à Pari~, du 25 au :31 juillct 188R, dans les locaux de la Faculté de mf'decine. Ce congr·ès Pl't organisé par un comité composé de: M:\1. le professeur Cbauveau, membre de l'instilut, Président; le professeur Villemin, membre de l'acadèmie de médecine, Vice-Président; Bulel, v0térinaire à Meaux, vice-président de la Société de médecine vétérinAire pratique; T,eblanc. membre de l'academie de médecine; Nocart, dir•ecteur de l'école vélét'inairc d' Alfort; Rossip-uol, vétérinaire a Melun, secrétsire génor·al de la Sociéh~ de médecine Télérinaire pr a tique; Corni!, Grancher•, Lannelongue, Verneuil, profes<::eurs a la Faculté de médecine de ParJ<::, membres dLt Comilé: L.-H. Pettt, bibliothécaire adjoint a la Facullé, Secréiaire gén.éral. Les que<>tions traitée:- se1·on ~ de deux ordres: le un e!', proposées a l'avance par le Comilé rl'organisatioo. les autres lihrement choisies, mais a)·ant également trail à la tuberculose. Un jour ~~>ra destiné à dPs démonslraiions analomiques raites dans le laboratoir de .M. Cornil, pt•ofesseur d'anatomie pathologique à la Facullé. Une aulre journée sera consacrée à des examens el òes autop~ies d'animaux tuberculeux à l'École d'Alfort. Tous les médecins el vélérinairec: français et étrang~>t'S pourron\, en '>'inscrivant en temp!'\ etile et en payant unE> cotisalion de iO rrancs. devenir membres du Congrès et prendre parl a ses lravaux. La colisalion donne droil au volume des Comples rendu.s du Congrès.


CONGRESSI

! Bi o

L('s seances du Congr•ès seront publiques. Toutes les com· municalions el discussions se feronl en fr·ançais. Des détails plus complets sur !es t>tatuls et le réglement. du Congrés seronl publiés u.ltérieurement. Questions proposées par le Comité d'organisation. I. - Des dangers auxquels expose rusage de la viande el du lail des animaux Luberculeux . Moyens de !es prévenir. II. - Des races humanes, des espèces animales et des milieux organiques envisagés au poinl de vue de leur apti· tude à la luberculose. III. - Voies u'Jntroduction el de propagation du virus lu· berculeux. dans l'économie. :\lesures prophylactiques 1V. -D:~ diaguostic précocede la luberculose chez l'bomme el cbez Ies animaux. · Tout en laissanL aux membres du congrè" la fa.cullè de choisir un cerlaio nombre de questions en dehors des précedentes, qui conserverontla priorilé dans les ordre!'\ dtl jour, le comilé d'organisation désire allirer plus particuliérement l'allention sur les suivanles: 11ér-6dité de la tuberculose chez l'homme et dans 1es diverl:!es espèces animales. Conlagiogilé de l'homme à l'horn me, des animaux entre eux, del" animaux à l'bomme et réciproquement. Divers modes d'évolul1on de la luberculose expérimentale suivaut la qualilé el la quantilé du virus inoculé. Différenccs ùes affeclions luberculeuses dans les diverses espéces animales. Moyens de distinguer les lésions causée~ par le bacille de Koch d es granulations el inflammalions dues a des microbes divers (zooglées, bacléries de la pneumonie conlagieuse ùu porc, aspergilles, etc.), à des parasiles animaux ou & des corps Hrangers. Des lésions tuberculeuses compliquées d'aulres lésions mi· Cl'Obiennes. ~lode de formalion des celi ules géanles el des ilots luberculeux . L ,·olulion des Luberculoses locales. Des agents destrucleurs des !Jacilles de Koch.


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I:ONGRESSI

~foyens locaux et généraux capables d'arrèter l'extension de la luberoulose expérimen lale. Valeur de la thérapeutique chir·urgicale daos les afiections tuberculeuses.

Adresser !es cotisalions à M. G. MASSON, tréso1·ier , 120, boulevard Saint- Germain, eL lòut ce qui concerne !es communic~tions relatives au Congrés, a M. le docteur PETIT, secrétair e général, 11, rue Monge.

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N ECROLOGIA

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Giraud-Teulon.

E testé morto a Sainl-G·~rmain-en -Laye l'iUustre oculista Giraud-Teulon. Allievo ùella Scuola P olitecnica eli Parigi, coltivò con amor e speciale le Cllliche disc.;ipline e dedicossi poi con ispcciale assidua cura all'ottica fisiologica. Colle pt·ofonde sue cognizioni matematiche illuslrò in modo veramente speciale questa branca delle fìsio- mediche cognizioni e riescì ad attenerne str aordinaria fama. Appuulo pelle precise sue conosc·e oze fisico-olticl1e potè, fOJ·se uno tra i primi in Francia, meriLamenle !J.pprezzar·e i sommi lavori dell' Helmollz, e fin dal 18M, quando era il Gi&·aud-Teulon esule a Nizza , pubblicò nella Ga%zelta M ediea di Par•igi, un s uulo della teoritt dell'oltaJmoscopio, semplice, nitido, facile, che può considerarsi come il punlo di parLenza della divulgazione delle conoscenze relative a quella grande scoperta... Chi scrive ebbe a ppunto la for~una di conoscerlo allor·a e da lui appl'ese i primi r udimenti della teoria e della prslica dell'oUalmoscopia, ed è beo lieto di r ender~liene qui, col supl'erno vale, il più doveroso tributo di riconoscenza.


1517

~ECROr.OGlA

Mollo operò e scrisse, quasi esclusivamente però sulla fisica e meccanica applicata alla fisiologia . Fra essi lavori furono reputatissimi la Phisiolo[Jie et pathologie Jttnctionelle de la oision hinoculaire ( L86t); le Leçon.s sur le tttrabisme et la diplopie (186:l)J il précis de la r e.fraction et de L" al'comodaction de l'oeil (1865); l' Oeil: functions de la oue et ses anomalies (1875); La oision et se.<r anomalies (18R1). Contribui potente mente alla moJer nn numerazione delle lenti, e più ancora a stabilire i principi della otlomelria. all'uopo delle scale probaticilf', delle quali pubblicò due diversi repulatissimi esemplari. Immaginò pure diversi strumenti pella esplorazione diagnostica delL'occhio, tra i quali certamente non sarà mai dimenticato il suo oltalmoscopio binoculare (a 2 prismi romboidaJi), al q ualo a ncora ultimamente arrecava una essenziale modificazione, renrlendolo, all'uopo di un focolaio elettrico, incluso nell' appat'ecchio, aù illuminazione diretta.

Dott. F. BAROFFto.

Il Dirett.ore

Dott. FELICE BAROFFIO generale medico.

11 Collaboratore per la R .• Marina.

11 Redattore

GUELFO VON S OMMER

CLAUDIO SFORZA

Medico di 1• claut

Capitano mtdteo.

NUTINI FEDE R ICO, Gerenre.


INDICE GENERALE DEL.:t,.,E

MAT:S:::R.IE PER.

:t,.,' ANNO lSB'7

MEMORIE ORIGINALI . At. VAllO GIUSI!PPE, capitano medico - La medicina preventiva.- Contributo allo studio della\' p Id ernia colerica dl Palermo nell'anuo t885 Pag. 398, 546, 65' BAROCCBIM cav. ENRICO, maggiore medico - Igiene della calzatura nei militari delle varie armi e specialmeute della fanterra • !58 OAROFFJO comm. FF.LICE, colonnello medico lspett~re - Paolo Eugenio Manayra t BAIIOFFtO com m. FEt.IC&, colonnello medico ispettore- Gasparri e Ferretto • tt9 BAROFFIO com m. FI!LIC&, colonnello medico ispettore - Oiagnosi medico· • 89i' legalo militare ~ull'ama urosi e sull'ambliOjJia monoculare BAnOPPIO comm. F&LICK, colonnello medico ispettore- Leucomaine e ponogeri • 899 DAROFFIO comm. Fru.ICE, maggiore generale modico Ispettore - nottore com m. Machiavelli Paolo, maggiore generale medico, presidente del Comitato di sanità militare • t0i3 llAnOFJIIO comm. FELICE, maggioro generate medico ispettore - Oottore comm. Giudicr Vittorio, maggiore generale medico • • tl53 8&RNAROO L01cr, capitano medico - La tmpanv.ione del crauio a proposito di un caso di frattura del frontale con lntroprcs~ione del frammenti . • t -:!8 t DBTTI ToLLIO, sottotj)nente meJico di complemento - Sopra un caso dl sarcoma panicellulare del cervello. • !304 CnrAr~o cav. ALPoxso, maagiore medico - S11lla antifebrma • 513 CIPRIA."<O Lcrcr, tenente medico- Della congillntivlte gmnlllosa e del sn· blimato corrosivo nella cura. di essa » H S9 ConNETTI LEONARDO, medico di marina - Appunti di ~;eogralla medica sul porto di M~saoa ,. 169 cosCEIIA NICOXIIDI!, farmacista militare- CootrHHito allo studio chimicotossieo-bromatologico sulla Phytolacca decandria L • • 118


1;) 19 01 Fsov. cav. R \PFABL&, maggiore medico- Contribuzione alla elstotomia lpoga:.ttica . Pag. lO!! GIGLIARt:LLI RA:ILBRO, tapilaoo medico - J1 t.."lbaCW • • 28 e t~l IMRRJAtO PIETRO, capitano medico - Note cliniche sopra un caso di frattura della diali.sl del femore • 901 L.t.MJOLF'I r.av. Fso&atco, maggiore medico- SOpra un caso di estesa gan. grena mummiOcaote, amputazione della coscia, esito ra~·orevole • GU LucCJOT.A GtAC0\10, tenente medico - Cura d'un caso di pleurite puruJcnt.a morctì la rese~iooe costale seguito ll.a guu.rigione • 1444 ~IACOA GNO cav. GtAcoxo, capitano medico .- Cono i ed appunti di patologia massauense • t0\!9 M.~ctnA V&LLt comm. PAoLo, maggiore generalo medico- Gasparri e Ferretto . • !57 ~OVItLLI l>t sTno, sottotenente medico - Storia clinica di un sarcoma encefaloide talengectasico . • 66~ PASOUAL& ALt:3SANollo, medico di marina- Contributo alla cura del bubbone \eoereo e brevi considerazioni sulla sua patogenesi. • t31 P&eco comm. Gucollo, colonnello medico ispettore - Operazioni chirurgiche st:tte eseguite durante l'anno t885 negli stabilimenti saniWi militari. ,. 3 PE:cco comm. GIACOMO, maggtore genemle medico ispettore cap,o dell'lspotLOmto dì sanlta militare - Operazioni :birurgiclle state esegult.e durante l'anno !886 negli stabilimenti sanitari militari • • !&M R1cc 1 CA ALO, sottoteneole medico -Sopra un cnso di sarcomatosi acuta " 795 Sooooo F11ANC!l.'!CO, sottotcnente medico - Un wo di carie ver tebrale di natura tubercolare con mielita tras.versa • 38.'1 $GOII80 FRANCESCO, SOttotenenle medico- L'iSterismo nell'uomo 8 l"ist&r ismo nell"e~rcito 779, 9!6 e t017 SoTts .\Nun&A, sottotenente medico - Olostrazione di un caso di ancbilo~tom:l duodenale . • ll83

RI VI STE DI GIORNALI ITAL I AN I ED ESTER I. RIVISTA !lf EO[CA. Mtinomlcosi nell'uomo Pog. 200 Mbumine c:be si riscontrano nelle urine (plnralfta delle) • !OS All.mmmuria luntiooaie (su certe relazioni cliniclle dell') - RaH 47 .\ maurosl lst.erica curata con la suggestione Ipnotica . • t 317 Angina del Luùwig (della cosideltal. • t!t! Apoples~ia polmonale (morte impronisa cau~ta estluslvamPnte da) • ~6 Kesteren Accessi I'JIIIettlci e apopletici (su alenni fenomeni conse.:utivi agli) . • 4~6 .\sma (la disJmlla n~>ll') e nella bronchite, e gli eiTeUi dei nitriti su di e•sa - Thcs-Fraser . • {4;;3


1520 Atrofie muscolari progressive (delle) - Lucas-Championnière Pag. !03 Rroncbitt! cronica (contributo al trattamento della) a mezzo del nit.rato di argento. ,. 1317 Bronco-polmonite infettiva di origine inwslinn.le - Sevestre • 6;5 Cardiopatie ed uso della digitale. Bigeminismo - Murri • 68'. • 1319 Cateterismo tiollc gra ndi vie respiratorio - r..nngraf Costipazione e mas~ap~io - Berne . • 95~ • ~09 Cuore (malattie larvate del) - Rollls Cuore (dilatazione acuta Ilei) da alcoolismo - M.a gulre • ~\i Cuore (lesioni complesse del) . • 1068 Diabete fosfatico - Ralfe . • 570 l)labete insipi.Jo (contribuzione alla ~intomntologia del) - Krans. • 9U Diarrea verde e la sun cura Oa) - Delattre . ,. 957 Difteria (sulla cura delhl) - Schenker 5'> Echinococco OPI fegato (mpidn guarigione d'un) - Baccelli • 091 Emiplegia uremlca ed otite emorragica nel corso della malattia di Brlght • 418 Emiplegia (sulla patologia dell') - Clark • !456 Endocardite ''efll'lnnte ulcerosa di origine pncumnnlca (sulla)- Netter • 1197 Eresipela (nuovi ~tudi ~nll') - Gnarniera • 679 Facies miopatica nella mtopatia atrofica progrrssi"a . • 198 Febbre (sulla natu ra della) - Macalister. , 516 Febbre Ufolde (Il riO~sso rotuleo nella diagnosi differenziale fra la) e la menio!(ite - Moncy • 953 Fchhre tifoido (contribuzione alla etiologia del! n). • ! 06> Fehhre ricorrente cronica (laJ. nuova malattia ìn(ettiva - Ebstein . • i4~i Febbri intermittenil ribelli. • '!5 Pe:rato (sullo malattie funzionali del) - Fenv. ick. • U9S Gastralgia (rum rlcllll) - SJwycr . • t 452 lclropisia (li bagno permanente nel trattam~nto dlllla' - Riess. • 106~ lnfe7.ione (la) - Cant.,nl • 585 Tporlermocli<l per prevenire la morte not dissanguamento (l')- Cant.1nl • 689 ~alattia del Brigbt (la genesi delh•l - Porthergill • GS2 ~lalattie mnsc~olari (Il')

M.eningit<~ dopo la eqcissione del globo oculare (la) -

5l

Nettlesiph

• W Meningite luber.-olare (cura della) . • ~H 'leningile tubercol3re (un nuovo siotoma della) . • 13'!(1 )fetodo di cura della consun:>:ione ed altre malattie degli organi respira· tori, con l'iniezione rettale dei gas (sul nuovo) - Burney-Sco. • 6ii \licrorganismi nel reumatismo acuto • 211 ~llocardio (alterazioni delle coronarie col nlterazioni consecutive rle)) • 955 Hncharrl »l ~ lltiosite inrettivn primitiva . • 563 lllxoedema (sul) - Erb • 56~ ~lixoedema (sul) - Land:m • :iéi6 ) l ixoede:na (sul) - Wìrchow Neni come caus:1 Ili nevrosi (essudati dello spessore dei) - ?oreycr . • H5


t:)21 l\'enal:.!il' •lei Lri~emìn•• (trallam<!ntn <l•·llc/ l;u ·•euloaur·r ;";evrit•' (l'••f•·tlro-rlìagnn•i •Iella) " d('lla p<llio ·mirlile aoteri·,r•• ~evrosi profe~sinnall ·I~TJ'or-raruJ •1··11.• V()rl! 1 ullc - Fr·•··nk•·l. Xeç-rosi rin,~,c .r(Jri.,:iuc. n:t.S:if,. Oso;aluria Niclu·l-on Pa.rali;.i morl•illose

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Par'dlis! penn•lic:l. Parah'i amìotroiìrhl' eoo~utivt> nll•· le--inni •1~1'~> llrticol.'l7.ioni- Charcnt • SI; Parali<i r.oll<ecutiVI· atrir.f••zion!l rnorl,iJlosa . , 1!10 Pfedi (supra <tlcnnl anormali movim•·uti uci) Il d"lle •lìL'l •l"i r•wlli in Il· rnrw malallie ncrro'e - :-:rrutrtJH>ll , 1319 l'uli·mio'lle acut.'l prc·~re,siv:. • ' 1001

' ~~)

Polmon•• o r•·:::•tn.

l'llfliHa tirnrnohillla •h' ll:•) 01•Ua p:wtll i fil'"~"' ·-iv:~ - \J.,ol• • t lVti Babbia ilt•zwui sulb) - llil I:I'Il1.i • ,. t31t lleumatbrno nrtic<.l3r•• acuto ('ull• l'lioi<WÌJ. dt•h e •Hlc ~ne ~urnl•li.:a7.ior,i - Gottrnsnu • H~t R•·umalhut" at:ulo r"n it>Prpir.,,,,ia lrattntn ron suc.:rsso a 101'1.1.0 dPI lo'lgno fr•·d•ln " ll~lln :tppli••:•Zillfl!l della .I.Jor."J d1 l!biflc•~'" sull" nuaa r,rf'J•ue. • t(,,. .1 R~t\IDaUsmo articolan• IIC'Jto Cs•rll'l rnr'l •IP.l) c dd le mabtli~ ff!!•lorrli col

salto! - H.errhch. SaJol (l'tJ~u tPT:lJ•!;otlco Jte,l)- Suhll "~arlattin:t (le rc.-~ntl rìrt·r.:Le <tilla} Silllhle (influcru:a tl!!ll"unpalutli~•oo mila) "t•:UÌ<J ,-.•mihmarc lllrll••l • w;·• 'llroph:.ntus in g,•nt·mlt• lìnl•Jrno :tll'a7.imw d•·i ,pmi <li) ~d Intorno :ti loro usu u~lle maiali lP "~rdiarhn P rrn;oli - l'in~ , '1!\'1 raellir.ar.ha r•arfl!<.,istic., rsulla - i'\othna~~l • !:Jiil Tetano ronra;doso f,•,rtlributu alla pluralila t(P,) • ~~~ Toni car•liuci oÙ<'P{Iiall (,n[ sigu•llr:~t" •leo- .\euiJr~h " ta1jii roral'r (nor:t snilo ll\'irlure del1 - Oilhcrt ~:/Il Tttbercolosi pulrnun.u·•· lcirC!• alcnm nno\i trallamenti •lelb) ~~ n~era rotonda ddltl >tomaco (la r,.11l'l dell'). • ~13 Yartcen~. rmne malatria speciak (1~1 - ]lu..tunuii•'T • 4~1 Ver!i!?lntl nas..le (1:1) - Foal tOJjj

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• 1332


\lluc \al..:o 1rura opl'f'ali,·a tlt>ll' - H~t<lo!l . Ptrq. 71 Aneuri<ma d•·ll"innummnta trnttato eon 1.1 stmulL"lnea le~atur" a clbtr.n1.a rJ,JI;, c:~rotir!e rom une e su~da\'ia deolrn. Guari;..'ione - A~lthur~t " iv;; ,\neurism i arte rio-o·' enosi della carotiol·· J>rìmiLivn c della ~iu:::ul:tw int••rna (,u;::ll) - PluFlle . fli .~ t •Oilles~ia flli ~ t ~n•inne dello sllntAlrl' nnalc 1lurant.c 11- 'l'ealr. 975 .\rl,rit~> ~omt•lleautc la fel!bre tifoi1.k • 6!ti .\se••,;,; suhfrt•Di••t (c)l-glt) - HPrrll kh • il8 A-r..,,,j fr;-.Jdi \COntrll.ur.iont> at. tratlam cntcl de~lil- .\ndra.-;s)·. • ~:st \Ye.-osi ccr~brali che ln~ort;ono )ler nmlal!ic dril'o"su temporal~ (-n:::ht c sul loro tratt:lln~ntu - Barl.~r , 1::!.111 Calcolo nrl r••nn (la tnanipolaziooe •Pnz:~ inl'isfonP fjltalr pos~iltilt• tr.tlt:t.· mento iu r.~ rtl ctl'i dtl - BcnncL . • 8!9 Calcolosi r~nalo (ntanipul:uio ni senza utrbionc, come un traltmncnto possibile in crr ll ca'i di) - Ben11d • !li\ Ci-titc• (due ~a'ì di) con insoliti' comJlli~a.~iun• - Barliu • t!t'5 • !)1)1 Ci-ti ici:Uidee 1-111 trntt:lmento d elle - ::\cnt•cl . • 1215 Ct-ti i<latithè clc•llc• ns-·1 - G:ul:!Olphc• • i23i Chl•L• •loluro•e t•ldfn) - Hartm.'\OO C:i,totomia mcdr:ut:l - llarri<:ou • t:!!:i Ci.tutomra SIJftrapniHca !In: cast dn • \\ ldt••l•·· tcl • 1~i CIILI'icoln trrattura uon riunil::t. rhd ia ) r.u 11 sinlmlli tlcl c:ampo clcgli serivani - 1~'\CkM • Cox.ilc t-O t•ra un •"tS•I raro ùl\ - Nannt•l Cranio (due e;,,; rli lr.ttlura d~l) non :t~ftell,tl., Cranio tfE'rita th punta penetrante nel), :tf.l,ia P<l cmiple;,ria. Lcsionu di 011 mmu tlell'.trteria c:erebrnlt· rucdta. ~tra~aw ~ubduraJ.·: lral•an·•zionl·: ~u:tn~'''rw- SehoPìder. • t~l9 r:tTu:>ionl' 111enr..t~ rnpicla tl'incisionP anlb• tt1r.:1 nPllal - Wibon • 21:\ l·;morrohlilC.a'l lllustr·atf\'l per la •lia:;ntN o r:uru tlelle). tkllc mr,;a•H IHtnli (' tlcl rardnum:• olt•l retto - tior.,lt•r. • i!3~ Epi.;lottide (nn llh'lotlo s~mJ•lice di t•rocurarn la •l~ghrliz-iour• nel ca>i •ll • ~•ì!l impedimeulu per c.t~ ...a ulc,·ral.iunc d~lla) - Wol[curlt•n . ~;pill•-•h con,.,,·nltva u lesioni cerel.rali ~e:huislic.'l •l~lr)-GuS51'1lbaucr • H" Epistas,;i " suo tratt.1mPnto (dt•llal - R.1Unt~.,rt••n • S:JO f't•morc {la trazione dia~oualc nelle rratthrc del collo del\ - Mori;ani • 6\ Femore (frattura sernphce llch ~ou rottura •l•·ll'artcria ~ della \'en:• p()plltee - Annnndal~ . • 96\ ~ urun~ol t (ctlra lll•ortiva tlo') - neitzrn:utr• . > 1161 \;amba ruo 111101 o 1nrtodu •li ampuLrtY.inno o~lcnpl:t.\ti~A <Iella) cun oss••r-

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,·a.zioni crittcltt' lnPt.odi <IPgh ~Itri ~utor1 IO.ls t>sllarante (fh ••il suo impiego n~lla chirunri:\

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l•lrocele (•h•ll'nN delhi roc.-ùna nelll cur.1 tldl'l c·ofle iuiczwni tuchrhc -

Thiery • l•lrocèle (curn r.ulicale cicli' - :3outham. ln te-tioo (f··•·rte ol'artna da !noto dell') .

• ~21 • 1331


l i)23 lntc~tmo gangrenoso con roterorafla (re<ezione

di nn mo:tro e ''''"lnt:t c•'ntirn•·Lri dii - Ko~her . T'à!J. 837 Irltus>ucces:;iooe inte~Unale tla mSllffiazlone ~'ti il massagA"iO nel lrallamcnlo rlelh)- Chca•lle . 5:1 lnn"<to oss~ nelle ":>k'•l' perdite •li ~ostanze dello scl•~letro (ii.PII "} POOI!Cl. Labbro IPJ•nrino (meJicatura del l con pla:;trelle m~t!llliclu• e listo ali••SI~" - Rnoads . iiJ Lnparolomìa per r. rlte d';•rma li:l fuoco penelmnlo nell"ad•lome lduè casi .n, - nn11 • • ~3R Laparotomh per tr;~umatismo e sutura doli' inlOstino; guarigione Kolloch • us; Laringe lcsci.~sion" del) c:;eguiln nell'ospedale Ad~lalde (Au3tralia) Gartiner • 69!1 Le3ionl ,a,colarr mtra-•·raniensl (contribuzione alla caouistica dol!l')Seydd. HO Litolri<i11 ~ CISlOtotmia - Gand. 1±?3 Lo•·all~:7_vioni c~reiJraJi (la chirurgia e le) 71\ l.us~azione ll'll'nnlit.rnreio •er~o l'e.skruo (,;ufla) o frattura cJeU'et•icooùilo inLeruo dell'omero - Griiupner • 591 1l~nn 1raru ~a;;o tli ùisle•·uiool' in<lletro del rarpo e I!Pll~, - Walker • 43311 Mnsc.. lla infl'fiote ilttsSar.ione del! i\ cartll;tgirltl rnt•'r:lrticolart) tlella1, e suo • 591 trall:1munto clnrurgico - .\noan.lah> • ,\11.-:tJ:::tio t;!li stnuoenti tlell, loro azione cd in<.licnLiOnP . , ::!'21 .'dembra.na •h!l tlmtr:UlO(<lella perforazii)IJe d<!lla) c di nn suo nuovo mctodo •li l'ura - Polo. Nervn m~dln110 (s11tu.ra d<•l) seguiln. riti g11ari~iono - Scl11~1ler . • 8~i :\enn r.ulìal" (pandisl rl<,l • in sl'r:uito ad ini ·1.lone ~ttocutanea •li etere - Por·lclu'll. • lOi~ Ocdrio l feriti' d"'l.rOJ3 Ila fu oro u~li'l JfliTrt'SOO • ~G; On·ccl<iol (mPlodo <li <:>nm•• uello malattie dell') - Tilbux. • 8~1 Orina f>ulln rltenzion•• d' 1 - A~hhurs t . • 10:1 Osteozl'nesi nelle fratture mal cunsoli<late rlopo operazioni di pseudar· • i2H tro•i, l'CC. (al'lillciale aumonto d~ll") - Hclfi'rlch o~trutiOOI' intestinale l ·r iot;.snme:lto di CII COli Ili lari nell'ileo; la parotomia e rimozion•> Iii ralcoli: morte al ~~condo giorno - Alleo • 7111 Ossizerlo nell:t eloroformizzazioOCI (l') - ~rentzmanu . • Ht\9 Otite cmorrn~ica - llrilll' . • t21 O•alt.t di torba In clùrur~ia (illlplego tlcllal . • 9!W Palla c rmmmcnt• rh colk!lo :;uiTcrm,\tt per ~l anni nel permeo (una) A.n•li•'W • H-6ti Per;tonite •IIITusa t•urnknla :;t~Mita eon la Lparotnmia - 1\runll'm • 4tft Pentottite bui trallamento o[lf•ralivo clelia) - .\lhcrt. • 3...'-' Peritonil •'oru:ecuUva a Jterforazione inte>liualtJ 'u~se~uila <.la ;.;uarl· ~M

Pie.le !lezione clinlra sui c;~si di all'ezione dolorosa del) - Marton

~

6t


Pti(J • . . Piede llmpnlt~tlnni p;IT71Dh dt Il Pltura (contribuzione al trattamento dururttieo o! elle malattie cl•• li · ··ohi IISl polmone - flochell • l'leurile (llaliAmcnto delb) o dell'empltma - 'utmht 75 • !1!13 l•olmone unrlstone e llh~ra drl!llag~J,, •lél 1ocr eanrn•• llòl•crrolll<~• • Polmont da rhirurgra .t(•l) - Ztele>A lrz • • Mll • 6113 t•rnre;;<;O m~•toiolt:o llrat nun7.lone tlrlJ - "'ilharn~ ('n>•tata sulla taus.a e ll31ur.a dciL1 lpcrtrolla dell.t - flariÙOII . u:t Il ;('7jon<' o~tcoplasllca Ilei l:tn;o ''"' """'o mci!Jdo oli) - l.lnl; • 1111 ReJlringtmentn urctralc (l!oprA alcuni Jlllnti dingn~lki 11~1) • JiU7 ~earlallina chlrllr!IH'.1 (•nllrr r~"' .Jdtu) - lloiT~ &oltature tsul trattamrnto dcii~ - lloorbot' • I!JIJ • llJ.'I Sèlli lrontall hnll:t SJ«illnzl •ne der) - Curas~ Smovot» ·i<·ro.., cronica Csnlb rrrig:ulone auU~ellica del ginocchio neiJ.;u - W~r ~ :'pu~-oA .~olio pressione .. :.suca. lo>ealizuta della - \\'eil. • 8311 :,tonrae1 nl'l "'·P.nle 1•1111' annloml:o •lt·llo) e •ulla Òl81!110'1 rlell~ ilat:~7 one <!el \cntri-:olo - S(hmldt • 107! Sutura lll"lnlltrll tol••ll' ht•:nne~ment" dd lr:omml'ltll e •le lini ~011 il h l•t•r· Iloti n• Ila eu m di'Il•· IISCIId~rlr si del femom • tlli3 • Tr.lonr• bui lr':ltlanwnlo dèh • lU Tl!iticolo ecloturo (c,portnione •l• 11111 . • JOH Tort!ill~ t clelia cura •lell'lpL•rlr•Jiia tlcllt" ro:l \ ~allti'IIZ7Jt7.iOm.\ hnlt'a- Rlcor.Jeau • IUD

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Towrollo S('IIS!nodr~o (trattamento ofeh ~oli" allurtr HlltlllO P colla re.:sezlow: d~l DI'n'O ~)'in:al~ - S<'~•" artz • ~ Tmpnnnziorw 'ul cmatro hrndtlnle siut,fro 1•er ('nr:ìlt<t d•'l hrnccl<l t lo l ula n.t un colpo rlporlat.> 11;1:1 •ellrmana rnroauli - nol_,r,n , • G.ltl Tumore (a.sP••rl:hionl' con l·~lto !a\oro1ol•' t:tl un) dal Ulnale ~J•In•le-' Hor<iel • 96! Tumo•t ~lldornurali malbnl {ulla dia::no 1 tlrl i - ll>ort~no>IT 69 Tumori ''""" cnrt:\ na.;all e farinze>e (oulla natura o: •nltr.•Ltam~n\u •kllt• IJ'crlrotlo f' ,dt'tl - Tltll•lichum • • • • . • • • JIG:t l'l~r.a pcrloranl·- d'amllo l piedi, COfl dtallcl!! C ~lltlomlnt;a<>lct- l'r~co • !lit vn. l •an:;nl!nl "ht•' rasi d t l'• teso 'tram<~> 1·•·r rotturn trnurnatlea •li ~ro,..4i) - 011. 73 \'••nlrl' h•siunl lraumatlrlte •l••::li (lfl:'nni pnrcucl.tlmato•l del L:<«o) (r~to. uulza, J•:tnar;:s. rrnt) - E·l~ • tOiG \'e.,CI•'II ~sulla luberru(o,l ole!ln) - Jlollr.le.~ . 56 \'csctca uriuarla l'csplornzl••llllt1clbl - ì\•tze • i:l8


..·1-·> ., ..

' ll(\'I:'T' Ili OCl'l.lS IIC.\

.\mhlioph pro•lvla ol3ll'lllotl-~l d l tnb3:tco ''"'~'~ • Ambllor•h hl<'rll!.l (un caso •Il ~uece.q~._. ottcnul!o nt>ll'

/'l'!/· ~l CIJI!a met:tllot~·

rarua - t'duìehuine. fi!Pfante el Llre (cura de!ta - Pllrlnn•l C3mrra anteriore (l:n .o tora dell.1 - \"a.:h~r.

Carwu:ola lal;romalo (eonlrobn1i •neall'aoatolll~l p:ttnlogiea 11~11.1)- noek • 1•}'9 <ÀUrntL' (d•lb C'IIm oltll'operulooc dt.'lb) e dclla Jrldo'CI.Omla . • '?'>; CUaratla perimenulo C<ln>eculiY"n nlb IA,~:esuone di mrtlltuu. • ,l, •:ataral!J!. (•li •h un proce,,o che r•erructh! d1 mantenere 111 po.;to ('eT un t•' fili•" nllJitO lnnl(ò h\ mudic~Lione npplwJ.Lo •lopo l'op~r:uJooe •l•: li~) - WJ··Iterlile\1 lcz • ~<W CataratiA (rl!!l pro;;rlWi r«entl relll%z.1tl ncll'orrrazrone della) •olia -utt-llo oiDII'l O("'r:oliODI oli c.llaratta (•ratlcate tl.ll 1.')73 al !b'!6

Croppez.

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Cecit.1 ' m llu.sl:\ (13) •

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Ce.11l:\ (•l~lle e&Uiol ll••lloJ Con!innh\ll.c aosofank.l l:1o - Trou-•l':lll t~on;,'iuntllilll gmt11tlu,ll (Il sulolimnlo l'orrn.,fvo nella cura ll~lla) -

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derml . • HISI\ Conglllnlh ltto grauulu3:1 ut:ttura tl tr.tlr.arnento ol••ll.1) • 1~4•• Congiuroll~ile t>:tlar rtoltl o•giJ.iao:.:t l• nlta (·7.10ifoda ·l~·ta) - J\aùulb • ~~~3 Cornea. (•lo• Ilo p:trne<.\ul"'' •1••11:11 c rlell~ e>3Cit.lt.l~ul tlell'um >r~ a<:'JU•''" • ~~ Corno:t nlln st..~ lo nnrrnal" o p:ttotoalco (•lei v:bt s·ut~uigoi ll•llltl - SchObl • s:;~

Crislllllmo (ht~ulones(•Onl:wea •loh nellac.mttmanteriore- Faucheron • 109.! Ernie tlell'lrlde n"ZII asce--i rt~lb corn...a .t-11~ cura tlellrJ - U3 Glmll l'llllo .

• . .s-.

Ghn~om:t (oine ca-l oh) curati cun •u~.:'''"' cvii' 1..11 di lenti convc<-e \\'aJk~r.

Gotta ocubre

• '! !6 , ,_~

lnllarnauzlotu dell' oechlo e del -uol noufi;i t':lu-at.c rhli'a-ti!1113tt>rno (·l~llej - :.Iarltll. • • '5! lmexicml lpOilermlche di ciAnuro (l'oro) e d1 pot.'L~olo (lo>)- Oespagoet • Hl93 l od•1l In lcraJ•U oculare \ih • !!-1 lrHe (quakhc rkt~rca ullo ·lrnto plnnentarw •J-311'1 e .ul ~ed•c<Jnte mn· scolo rllht.1toro1 lloll' t•lll 1111 - Roè , • • 133S lrioie (lllher(olos• d~ll'). - S~li••llaln rll lltin·o n••llo> aiTtli•>UÌ reunnlirhc ol~ll'ocL'tJ!o •

• IQSl

l rete. 1le.lla C{lll!;iunthltc e llclll Mlurtritc gonorro11~"1 (•l eli')- R11tlo:ert :o ~~ tnee elctlrka <ulla visi~ O'ctTo•ltQ •1~1131. • '.!;:1 MaialLiP <~rn l ari (rrhzlone rra 1~1 o l:t elmlntlno•i inl~stinalll • Uk! Manit~'"''ionl a.<,ocilte noi llomlnl~ •lel ca.mpo "'1\'o om,>nimo ldell·') -

,;chld•J.

;!1:;


~icrobi dPI tracoma e dell~ allrt.' aiTc.donì dell:• congiuotha

P•l!l 1~!3 .\Jiopia (natura l' terapia t!t'll:ll - Knies. 109:! Occhi (mnlatlic Llegli) nei bianchi e nelle razze colorate ì!SO Occhio tdellc:correnli l•rruli~hc delr)- Omaha . • ll19i Occhio (~u lla topografia dolili ll'mprratura tlcll'l - Grarc . • l:l~i Occhio <ri•-;-rcho sllll'anatomla umann e sull'anatomia c.om~rata dell'a pparato motore dell') - llotais 133'> Oftalmia <impalica W).

~7

Oft:ùn1ia purulcnta (sul trauamPnto •lell') - f!Jggen, . • t094 Oftalmotorlll:~. pnstcriore (dell'l c !lPIla sua 3Jllllicazionealla cura d••llo affezioni profonde ctell'occ!liO - G<dezowski , !U95 Oftalmomctrla pratica (sull'l - J1wal • l09i Ottalmo~copio ati iUUmiJlazlonc diretta, eleUrira (un nuo\OI - GiraudTculoo. • fii Olt.ometro •lei Donders (metodo) P:rrali'i po,t-dirteriche dei miNOli dell'occhio (c(lnto casi dir- Aemnk • 2'2 PUJlilla dopjlia (un caso ui) - AoumeheYitch • 109J Ri<ipola (rmnrllr.n•oni ocul.ui d••lla' • ~~~~ Scale ollometricho io u.,o Jlf'r mbJrare l'acol!'ZI.a vi:.ila !del valore" tl&l· 'c,, t tezz.a d eli~) - Oellarmioolf • "18 5trabi>mo <cura dello) - l'erru1 Ulcera della cornea con ipop:on ttMI') e della ;ua cura - Soell RIVISTA 01 PATOLOGIA ESOTICA• tropicat .. - T<>tn•'~ . l'n, .bccsso f'jJrollro tropic;ùc, a1•urto~i nelle intestin:o, ~l';(UHu da guarr~''"''

.\>CC>-' D t'P" tiro

-

'fh omns .

Fl'l>l.lre tiro-m:tltlrica (la) - Squml . Febbre ent••rìra e tHo-malarica flal - Ia:.roe. 1\akké o beri-beri i disturbi rirrolatori nd) - Taylor

il

t.IS

• 230

RIVISTA Ul ..\~ATOMI.\ E J?ISIOI.òGL\. Bntteri nell" ro•riLc per OJ>orazloni oculistich!' (rit,erchil sulla iof\uenz;l acl.t Knajop • fl~ty. ~~l Ctnelli o•J>ilcl liti (sui) - OerCUIII • 718 fatrca (le le:tg1 della) - Mu-w. • 1099 Fegato (innuenza del11 e.slirt·a~•one del) ;ul rkambio materia it' - )linkO\\Ski. • 297 • 110! ~lidolla spinale (sulle vie tJI C()Jldttclbllita nella) - l:lorglìerini . • 1110 :>ìen·i cranici (sulle runzioni ucl ~· paio di) - Le•' Pelle <'ulla inncrvaziooe inllirella della) - Yanlais :>7


Rìtn10 d~lla r.:spir~;ione c •1<'1la circ••laziorw ••l~lJ'inllnenm tiPI ffill\imento J<ror"'~ional•' sul) Pag. S6 Sangue trl•lla lencotoia (il) . • ~)'J S:u~un tnuo' i ~tu di sul In hir•lQgi:~. del) - .\losw . • 710 Sangue {suUa \cl<wita del mo\iiiJenlu delf nei rt'ni e.J :~Itri or.-ani Gur lnrr • 862 • i09 Stomaco .;.•uJo e malato lglì acidi dello) Stomaco uruaoo :tllo st:tto llsiologico c ptllologico (riccrch" sperim<'otalì c clhliche Slll chimismo o il HlOCt'anismo della dìgt>st1one dl•llu) I :t\\ or:;kì e Gluilihl.i. • HH7 Sn~to ga~lrico (sulla i[H•rsecrPzione c ip"raritlilit 1lt>l)- Vchl•·r , Slicker • 70i 'f'r,soti (sul rl<\<sorhimMto dei) - Sud(J ul lo • w, 1\lVIST.\ DELLE M.\L.A 1''1'1~ VRNERE~: J<; PELL \ P El. L F..

Eruzìon.e indica n.t rorma hollosa •I~U') - Morrow P(l['· • Erutionl :trscniCJ.Ii - 1\lorrow • r.onorrea (le affezioni reum:ltoidi rll'lla) - J.oh • N<'fropatla 'illlitic.1 JlTflCO('e. • Paralisi oculari Ili origiw• siJllili'b. Oìagno~i con lP parall~l tnùetkh!l Founucr • Rellnta.ll$1110 lllenorra!lit-0 (coutriiJUt.ioni ;l!la (J<\LOl-(t)Or si riAI)- fla~ltllttl •

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Silllìdc e~•r.•IJ"<lle (su.lla) -

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Sillllde (tl••l lr.tllmnento •Iella) cnll!l iuit•Lt•<llt >otlcrcutrulel' <li ralometano - Balr.f'l'r • 1~74 :'illlid<' ••rr•<lil.~ria t.mliva • • !\()! Sinlide cerebral•• ron gluco•mri'l (un caso •Iii. li orte per ti<i acuta e com:~ tJlaiiClico - Ua Costa • l!H:l

Y••srkhelte seminali (iùOammaJjone delle). Vesctc•,lile tt!Pnorroica. S1•ermatocislite i(nnorrou:a - r;e111nanr1

IUVIST.\ 01 TER \PE'GTIC-1.. \cctanali<lt• o anlifellbrina . Pag. 31! ;H,; ,\cirt11 fenico (•lei \alorc ir•otlermico dE'lJ'l - Scarpari . • 7-.!r) \l'i<lo osruìco contro le ncvraJgie (l')- Se ltapiro. \ntlo t3nni~o nel L~ cura t.lr>lla htl• ·rc-Jiosi nota sull'azione lcm(li.'Utit'a • 7!1t dell'> - Raymond o Arthn111l . Acido fcnito nella cura tlcll'angioma (le iJticzioni dr) • Hl :i • :u:l .-Unmoni:1ra contro la pn~tol:l rnah,:na rl') ,\nf\mia ccreiJralo (c~:ra tlcll') • :J~:l Anestetico locale (un nuovo) • :111! .\ntìpirina ueU:l trsi (la, ~l'i .\n tìpirina nel r••umulismo :uticol:!re e nella emicrania


\ntipirlna ncll.o ~efal,olgìa (l") - Wlul!l • AuliJolrln:. w·lla vmicrani·• (l') - Uo;;ar .

/'11!J. •

Antiport'liti rome an~l;;•~>iri (gli)

1:.~ ~;;~

, t:i~!'

Anlilllfl'lj<'i contro lo slncnismu l'rl '' lliCI•Ii-m•• r;;-Ji•. •t lkll.ulnnn:o la~ione rt.-1!~) <' dcll'or•r•" a.>s<•Ciati, no1J;1 cura rli un c1"o tJI rliafH'(O UI'U(O - \' JIPmiU • Ili o HrD70ÌII'• lh Tl':<ina di) nelle nlr.o•ro , • .11: C:llowdano •JUal!' tlmrctk,, nell" mal:ttli•• c:~nli;odoP. (il) (;alomrlatw (eou tribulo :al tno!l,•meuto soltiJCUklttilO NJI) u..tla <'Ura di'Ila silllide - h:OpJ• c Chotz~n • Il a;, C:ontMI<lA uclla i<lrofohia (la) - l.uknmql.ji • 111; t:lororM·mio iml•it·;:ato er.me t•wo,lall o ,il\ - Jpaak • ;~n ClonolralO tli l:r)rain:o nella l'llTa rl••ll'all;!'inn •li J'l'lte• (il) - l"•chkl"" tlt'h • ~l. Cocaina ('lr oonlinaro:1 nJjouc auP,\.t>ll";l Jocalt: •ll'll;o) - \';~riclt. • 31; t:OC!llllll (•1••trusn •lell.t) per •·ahnare Il rtnlore pro<lottn 1lall• inir7.iOiu ipo•lcrmkh,. Ili prct•«I"<tll nwrruriali - Ma.loll'l•auno. • G·•,; (;r)c-un:L uclla Pilìrp:vinne oh un atlenowa del prtt•> la - r.run , 131:! C:o~ina r,ome uu•zzo olia~:nosliCIJ fra la IH'Vr3Jgia r In uovrill.'lia)- Starr • !31~ 1;olrra asL1ticu (•ul tr.· tt'lnu•nto di'Il - !'lnlcdi • i~! ~:rnh'rania (trotrnmonlo tlell:\) cui wuq'!ag::ln . 3<1(. F.t~t•.alyplol n~Jla lbi l'• • • ~;h FeiJhro ltfuìl1o• Iii LraU;•menlo tll'lla) roll'impaceo {rcdrlo-nnmln c ~011 l'al, :ilo cool - f.urno\1 . F!'l•l•re lirultJ•l (lrawuni'OI.IJ del h) a mezzo •lf'll'm.'lla?.ionc •li a oa fr• •lrl.'l • ,l (i l'•·hl•re Lifni•iea \l'at'•Jlla frt.-dd;o nell01) ool rn ;11lre atTc7.1nni morl10~eZiPm•sr·nu 13H lrlrurhinonn (dell',- !:>ilvc,triui P l'icthini lwlornrmio (sull'uso •leD~ lnicztonl tli) nPIIa ctllliV' tuJ.ercol;~re- La<JUln • 111:1 Paralhì fl•·rapi~ d··ll" ;!'ravi) a mezzo tlcll11 inil'tiooi •Il strlenina • 30; l"irrnlo tl'ammoniar (il tr~uaml'nto nli·) oIelle mala.tbe m:~lariclte . • ~~ • Ptrirlina no·'l'asma eri in altri stati rii<IHl<ll<'i (sul talore t"rllJlUULico rlcll::~) •

KP.Iemeu l'iridina (rice;;:hc sulln), tju.tlr •·•mPolio o::mliormetiro Qnillajn S.'IJ>onaria IJII~Ic ~J,leltoranl•· (In) ll••sordn.'l nei rontlilomi <' nei nl.llli uon m111~0'i (In) SO!anloa (ric.'rrhe sull'aziJne dt•lla - ·~iifiiJarosi • Sotratn di lluholsioa (elfelli tog,tjri d•·IJ .

Stricnina contro l'alcoolismo (i prr•paraH •IIJ .

Oe nenzi

4 •J

• IIIJ Jt

3i4

• 311 • 13\U

:;J:~

Slrofanlo i;pido (azione lPrapeutic.'l dello) - Bowtlit.c. 1336 Gfl' 1 Tllllinn n~Jlll. febbre tifoid1• (la) - Ehrlich Terpìlla ••ull:~) • )l:lrlia • :u:; Tl'lauo traumatico (1111 taso rlì) rnmlu coll:t a:-pnrltzoooc •l•·lla ckatric" ,. delle paru riw·~Lmti - Cotll'rìH • 308 Tonsillite (Il lllcarbouato di soda u~Jla) . • 3U


IIIYI:;T.\ 1>1 Cli i\IIC.\ E; f'\11 \1 \CO!.IJGI\.

p,,[J .\c.lrnma Iii 1\oss~t l'Il . .\ntift•l•!.riua (l'l • • .\nt•-;etl•t• 111 u'\o pPr '" •·o n,. ·n aztone tlt•gli :Uiuwrtli (rli alcu!UI Clùnma (o;,.~rn•zion•J tl"l •apore :tm~ro tiP.lla) . Lo~e ,:nlart~ '"Il•• trasr-.rrn:tztonl tiHruidto:! pro)\'Otate dalla) - Duclaux • Spu;ma prt•f<rraLa (propnelil srn::olaro• rlr•ll:l) - Pòr.tl. • Slricolna e hl ~o>r:tina (<ull''lllLI::Wnl•ln· l rr:~ la) Vasclina h•JUt•la •tualc •cttolu n~ Ile iniczi.,ul ipnolPrmiche (la) - DujardinBe:mm"'' . Zocch;-ro •li lattu nelle l'i:wh• [·ulla "'isll'rrza dr~Ji el~nieuU CO:'tìln!J\ i rlello• •

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Ili\'!:-> l'\ Ili IO"SICO!.OG L\ t: .'IIEIJICI.:\.\ Lt;GALE.

AvvelenitOlCilLI.I col .ulllunat.o co rrosivo usato come anti3ettico (dell') l:llllL<• .

I'IJ!J. t:J16

,\ vvclenameuto na iorlum Il• tJolns•m (1111 raso dì) Paral is.ì imwa.;~inarle - Sucklinl{ ShnulaziOIIIJ rl(•llu malltLlic t: ci<• l IIHHio tli ricOJI!Jsc.t'rle e rli scovrirne la frode - nn Pr•dys • 326

111\'ISTA DL n;~tC.\ E SI': IWIZIO hiE.OJCO MILITARE. Aoto-.occorso dei fe•·ill •n ~tuerra Il') -

Dimicr .

Pu.g. 329

Debolru.-1 di co;tìLur.•ona (coutrilru7ionc allo sLudio della dìaguosi !lelw ~otto il !•unto rli •·1st<• del reclutamento milit.c'lre. Due nuovj sc.;ni e<)nfennativi - Ouponrhel l 1~1 ~·eril.e d'arma ola rno~o (nucnc u~s~rnczioui ~ull~) • Hi5 Ferite in querm (~ni prinri(Jii Ili Un:\ opporturt:\ mrdie:l7.10ne delle) - L.~n• IlM

RelaT.ifJuP. :>1.uilari:t su\;li t:,;t>rcitl Gc·Nn:mici nella guerra contro la Franù• dt'l !8i~1l • 89, :!36. 330, 610, 877 c 13-1.-. Sezione di .,,·n il,. nuht.w· al cou::rc:;so dci CH•'•llri o uaturalisti in Berlino • ii~ Tor;,rimetro (un nuo,n) • ;~

.-\JitiiO'IIIOiZÌOOC c(t•Ì 'Oltlali ~Ìilfljii)IIP,] (SUJJ') - )(ori ;\pparerrhio di <lisiofe~ionc• Porta (LoconwiJii"J

Apparecchio Schlmol . AJiparccchio G~no<to'-Hr,rs.;.•l'

3\8 • HS\1 • H90

PU!f·

• 1HH


l :;:30 Bacillo eoiE'ri.:~no (contributo storico alla ~rOJ>Prta del) - TommasiCr·tHleli. Pag. 103 Sttlcri dellt· malattie chirni"Jichc (con.,itlerazioui ;,ui) - Haroltt ,. 6!~ [l,tto>riolu;,'i·o (-un.- relaztotll' della) eon la chirur!!ta - Po" tr • 4t~; B.1llo•rìoruria Htlla) - St'ltottelill3 e Reinhold • 3i 1 Hi~~ottu di C<lrne (il) - Grlmm. • 471 Cautele asPIIiche cd aolì~ctliche nel ~f'rYilio rarmareutico (le) - Poebl • 3~>6

Ohiofnlon• •lell" so,laJtl• (l€'r mezzo dt'l sublim~lo corro-ivo mtlla) Kriebolm e Hereuns . • l i8 Febbre gi;t lla (inoculazione •Iella} • IIJ9 llliPnc (Cmmmenti d') - llr1romo • 1 ·,s6 ln~olazionu l' - llull ·r • :~·,7 lnsolaziool' tn marcia. sue cause e mezzi di pre\·enlrla (la) - Hiller. • 9il> Linfa vaccinic.'\ animnlo Pii omanizzata (cs)JeriPnzo comparati\ e d'inne,to coll::t) . ,. 163 )lal:ll'ia (rircrche sulla natu r.t della) - Scbiavuzzi • t&:i Mal:11ia •SL31o nttuale dell~ nostr·· cuno:.cenze ~ulla natura della) Il ;:ulla booiOt'.t dei paesi malarici - rommasì-Crudeli . • iH • Hi~ Malnttie contagiose (i IPtl.i milllari o la <liiT!h•ione di) - Fcrron \lcdidna Ila ginna~tit":.'l alhili:ll'ia nella\ - Mac lolire • • M~ ~ltcrorocrlu IIIICIIDJOOÌCi lll'lla canta na~ale (i) Tho~l • !lii Oscilluioni ;:unnaliero dell.t statura nell'uomo sano (intorno alle) Riceardi • 1367 Par;o<<itbruu in ùertnalolugia (lo st~to :lllnale rll'!l:1 dottrina olei)- Rohe • '.70 Ptomaine venellchl' rinHnute oel !aLI<' - Firtlt . '.iG Str••ptococco nell'l'te-"ÌJII'Ia cricerchr 'uiiOJ - F~rr;~ro . • :1:;~ 'isi (il clima l(ualc ageulfl lPr::tpetlltr.o nl'llal - Liudsa} • 738 Vaccinazione tullcrcolarc. Attenuazione Ilei >irn:; F:redita. Prccocil:t della tubercolosi. PatPr~rl'io tu!Jercolure • 13•ì8

1

HIVIST.~

1>1 S'I'.I TISTlC.\ MEDICA.

R··lalione llAl!ilarla per l'an n•• amminlstrntìvo l~>-&. -

Torri'.

SerYIZio sanil.:trio nella !l1Jt'rra dell<t Turdlla liPgli anni tS77-78

Sta Ustica rnedlco-militan· JH:>r l'anno 188~- Pecco St..1ti-;Uqne mcdkale rJe l'armoé helg~. :liiOCo! tss;;

Pog. ,.,_, Ro.loiT • ;1~ • :!IO 1#

~i:i

V\RIET\.

A\'\'iSO •

Bar:ni mari ni. Fino a qual dist.:J.uza si (t uv vedere? Fotografia del cuore . luchiesta ~ulle condizioni igìenlcbc ~noitarie dPI rt':tno

Pag. ISS •

(;:i5

Hl) •

.86

1

• :.")n


1:)31 .Marcia ùel ~old;tto (la) Ptll/. ~S6 Mezr.i antiS(lttirt . • t5U Ottica oculfstica (sommaria soluzione dei qullSiti di, di cui nel programrn ... •l'esame 20 .;enoaio 1887 del Gi~•·•Htl• 1/itil"re Cf/lciale, pa:tc t•, \lto C\. :!l - Barofflo • 149'. Senir.io '-"~Oitarìo militare in Francia (ordinamento del) • ~s~ RIVISTA BJnLIOGlli\FJGA. Jl.c()UC della easermn d'artiglieria a Spezia (~ulla l•ota.bilità del!l}) -

Co,ccra . flag. l 17 Annuario statistico italiano • fl jO .\ntifc!)lJritli.l . • 121 .>\.ntist'ltki (sul valore comparativo degli) - Ber;onzioi e Frignani • H~ .\nti~~ttico (un nuovo) AlòSaissini~ernent do ìUce- Balestre

Auto(•Ja,uca facciale idue casi dii - Scarenzio 3Sl Aneh·namenti (gli)- Poce • 119 Baracca d'ambulanza a centine ogivali scomponiLili t progetto di).._ Mllr· zoeclti Enrico • ~~ Bihlio,::rano .

• :a1

Clinica medi•·a. e propedeutlca (aprmnli di)- Ali,ia 118 Colera (la prollla:;si razionale del) - Colli • 117 Congr~s~o dell'a,,ot!azionc tedesca per Ja thirurg ia (il X V) • W9 Croce Ros:~a lt.'\li;ma.- Bollettino dell'assoclatioue per Il soccorso ai ma· lati c reriti in j(uerra • 1397 Oifteri<t (il~lla) Conohno • US Di~cur<o, leidos l'D L1 Soc:iedarl E.~panola cle ll~gieue- Parada ~- SanHn e r,•ruaudez. • ll:i Eserctzio mcthro-cWrurgico (Sassello ed otto anni di) - Perrando . • 1395 Eul!enol (sull'azione antisettica ed aotiternuca dell') - Morra e De Regibus . Fcb!Jrl d'inft>tione iu Palermo nel scssennio l8&HSS6 - Roye!<. Formulnrio dci rimedii nuovi • \'l!C1 Fuoghi (l) - Aagnis . • 122 Tlandburh d~r Kriegschirurgischen Techuik - Esmarclc • l:l~ Igiene (Lr~tt<llo (J') tUavisruo e Mesolos;in) - Fazio • 10~1 InchiP~~ Mtlle condi1looi igieniche e sanitario nl'i comuni del regno (l'i· ,urtati dell') • ~lei • t.'",(t Indico cefaliro degli italiani Il') - l içi . Intorno :ti mondo con la R.• corvetta Garibaldi - Santioi ~~~· Intos~icazione Jtel merluzzo (accldeoli di) - Mìll•·l • 1::!~ Inverno 11 ~ilaoo (uni - Gil!liart>lli. • GJ6 Iodorormio (~oflsticazione - deodvra1.ion,.- veleuosit.t dP()- COSC<!r;'l • Ili Ipnotismo c gll stati artlni (l') - Belfiore • lat:! lpnoll:smo (le moraviglie dell') - Maginl. ~ ~~~

.


l.ahltro inlerior•• (1h nn'aiTPztonP spP<:'hlc 1lel) - \lorett• l.atrine (igi.:ne d eli• ) - ntviera. • \lateri:~lc s.~mtarto da guerra (riproduzione rotograìlc:~ del).- R. E,••rritll

:.!~1

• 1117

IL11iano

antirat.Mo P.tslcur modiflcalCJ (ilJ t.a Tu m~. • 121 Orecchio (lezioni sulle m;tlaltie dell'l e formulario clln•co- Cozwlino • 'tsl ~let<JJIO

urtcd•io " la mctltc•na lcscnlt: e mlUtare (!') -

Q,,•luria <n- Ah, h.

Cozzolioo

• 111211 u~;

Otologia (mauuale d ') - C.razzi 1'.1Jiilloma al 5' anello tracheale. asportato pt•r \ta l:tringoscopie<~

• H6

• ti" f>atologia chirurg•ca topo:::ralica ad uso rlrl!'l• stud.•ntl c medici prat•ci 1compendiu di) - Cant.alupo . • fMt • us Pt•riangiocolìte dtt cnkolù~i biliare rla) - Alivia . ficlazione S<~nitarh t1e:;:li es11rl'it• ~crmantei nella guerra contro la Frand:~ del t8;'ll·i1 . • 41>9, 747. iOOi, 111' c lttì3 Statistica , tt3 Tahe dorsale li disturln lmmonnli del ;impatiro nPlla) - 83&>0 To,se ed altri f<lnomt•ni nen·•~>i d'azione rillc~>a auricolare - Grar.zi Uher die erste llultslei~tuog hei mcthnm>chen \'Prl••twogen und uh~r Hit~cJtlag - llalfuer. Unlerrichtshuclt filr l.:ll'.arClhgehftlten \'ilio ùel sohlato <11' - \f'le,trf'ili .

• :ili • •

.<11 113

PII(/

!l)l4

CO:'\GIIE~"I

Cou:.trt:s pour l'étud(' tll: In tubercolose htllll'lino rt animale '\ono Congresso intcrua~lonnle di Medicina e Chirurgia .

• i21~1 c t3i3

CO:'\COIISI t:oncCJrso al premio niheri pei medici mililari tiPI lt.0 Esercito c ù~>lla

n.• Marina .

PIJf}.

fo37

Concor:>o al premto Rit..~ri pei medici militari del n.• E3ercito e della R.• Yarina, ~cadtnte il 31 luglio tSSS • • 767 ~OTIZIE .

.\s>ociazione di signore rran•·e•i per la rurn t li ~oltbli ammalati e ferili P11g. u:.t Conart>sso dell'a.-.soctazione medtca ilali:ma • 111!3 Uirezione centrale sanitaria gennanica . • :>13


:->t:CnOI.OtJII<.:. Colomùini eav. Flaminio - R.1r<'fllo. Girau<i-Tt>nlon - BarllfOo • Pro!. \'On L:l.n:n·nl ecl.

Pag. !V1S

• 13ll' • li!BO e Ul!:l

tndi~e generale d Ile mat('rie t•er l'anno lSSi.

F.l,.nco dei lavori ~cieutillrì pN\"•·nnti all"l~(l('lt•Jr:tto <li ;,arut:t milita.rc du· ranle l'anno !8s7 ,. uno aol ora non pnhtoli~ati . Pag. 1:.~~

- - ---. --


ELENCO r•n

lavori scientifici pervenuti all'Ispettorato di Sanità Militare durante l'anno 181J7 e fino ad ora non pubblicati.

Alloeehio L c o.,o ld o , capitano medico -

Di alcune delle càuse di malattia degli o~ehl e tJU~Iche pre•·etto i:ricnico relativo. ·'-l•ril e Fortunato. t•n•·nt•' m!!<lico - Studio critìro ;ulla patfJ;:eocsi .tt alruoi rra i prinrip.oli sintomi rJ.>Ila felJbrc tiroide e uute cii ter~pia. lle t·nueei t.io,-anni , li'n··nle mo•diru -

Con>irleratiooi Slll r••clutament•J del hatL1ttlione alpono Morbegno. u o e('hin E nric o , capitano medieu Rines<ioni ,uiJ~ eontu,lone, COIJIIITC~slotw o commozione· Gerebr:dt•. n o:,:-liaecioi «Jo,.tau:r.o, capitano m~olico - Rendiconto delle malattìe cura t•• nel t• ~emestrf 1887 oPI !" riparto oli ou>o!iein1 d"ll'o~i'Cd:II•' militare di Xovar.1. no~tiaee ini Costanzo, capitano mortico - Del servizio sanitario in guPrra - Primi S'lr•·•Jr:.i c tra$porto dei r.:rili ai posti dJ medicaziouo• cd ulla -~zione eli SU~ita. Jlozzi F e lice, capitlno '''' Jico - 0~1 nJorbillo. llri;;none •·~rdinaudo, sottotrnn\tll mPdir•o - Epicrisi sopra un ca;;o dJ 11i"entcria couo rragica. C'sh i~ioli t .Jv. -"me d e o , ma(!j:ooro' Dl"<lir<> - Contribuzione ~l h ta~ui.;tieo oJPII~ rratture olel ma.sccll:m' inferiore. C'dht .tco::e lo, >ottoteuPnle medico - Toraceut~si. t>onNuu~ • ·;co, Lonr•••lc mcdièo - tntornn aù lUi caso ili tumore cerebrale. (' o o·te S ihio, rapita~oo meolico - Analbì dell'ar<fll!l potabile. t 'o rr:adi '-n::e lo_ sotlo•lt'nente m~lko - L'ioll;.mm<ozione. De t: a roli E milio , r~opitano rnediro - Sulla rivedlbilità per difetto tli stntura. D 1•1 l• r i orè C n ribn ldi, sottotcneuto• medko - Sui J•ostumo •l'un c.'\.;o 11i plo·urili'.


D e R c nzi Giu,.eppe, me~;;;liuri' m•<lico - Sunto di storia clinica di un •·arcinoma del J•cne. De- n eozi Giu!Je t>p e , mal!~iore mcdrco - l:rJncorrenza ,;tale fra micror.!a-

nhmi o t.:rocito'" De a enzì Giu;cepp~. mH;t!!iorc metlko - Un'utile mo<lificaziont~ atr anestesia •·lon.formic~. U t• Rn"" Hic-be l e , sottotenPnte Uìf'<llco - lln ca'o di otematoma. U f " i~itiis naffae lc, ca roitano uwrlico Un rn.'io <li tPntato ~nici•Ho con in-

l!CStione tli 11<'17.1'111 •h v<'tro -

Guarigione con emb-

sio!le Ilei nr.,<fcsirul.

l ·':.u·n lli C'èle!iltino, tenente medico

tirolare. Furina f;iu"'Cf>p e, sottoteneut•• JJII'dieo -

Sull'irllli t.e gommosa, rasi clinici

e con•id(•r.tz:i<Hn. • ' ilippi F ilippo . sottotenl·Oti' m<'drco

Spa-noo domco bilaterale dPII' acCf"<orio in un ca-ù •li ll•·•rile retro-bulbare dl'3tr.t. l ' n :::li a l •as•tuale. :;ottotenenl•• Hlc<li•'l• Il •olt•rn morhus. l •'u ..e o ••u"<tuatc:. capitano m••<lko ~ul ••·rvi1.io sauitario pre>sv i COrJii Part~ Il l' Il l. Ghe rtu·cto Guido, ;ottolen• nt•l me.ljo•u - llo•l t:• lo l~"<l. (:iulro·e tli ;t.trr·cdo, capJl.ano rnc•tico - C:~~rrmP, loro costruJ.lon.! wl itricrw. G1'0iil!ili <Ja••mine, sullotcuf•nlo rnedìt~J - Uu cu;o •li feùb're malarkn <'0 111plkal<l 11ti l'll ll' r" ·rollliJ IH'Ul«. c.;,•.,..,.; C' au·ruiou>, 'nllotenen t" rnrtliru - Cur~ aoli<t:ltir.a lft'IIA rerit ~ in r:rppo rtn lilla <'hirur(l'ra. miht:m• in tempo di pac~ ••ol In tempo Ili ~nerra. ln ziCu r•i Giu.,er•pe, tat•iLlnu mcùlco A prupw•ìlo •li un UIIDIO mO<Ieli•J tli calz;;tnm per la ranteri.,, l .o .. f & uia Fr·anecsc.oo, SIJit .. lf'n,·ull• ffilll.liro- Su oli un ca.;;o di a<ef'>•(l {;·sillucnle da o;.1ric r ·~t'Ile o rrlaLi\'O trattamento. J.cpori -\·iuo ..io, ~otto tenente ruedi<'o .\kuroc rorL,ideraz.ioni pmtrchP -ugll anti-clti"i n~:ttr nrlle lw~n.to> l'rlflopleu.ric~e pei ca.'i •Il empiema. L lc ••ri 'l'ineen 'llo, capitano modit'o- l;!i••nc clrlla tr1111pa in mnr··lrl. a.u tc11unu E'elice, sottotflnPute mrcllco - P<>nsiPrì so JJa etiologìa delle m~ Jatlic parnssllarlo irlrl'ttivc ,, rCtln)aliclte. 'tlutl~&iMtli Ezio, c"pitc.1no mNII~" - L~ no~trt• pleuriti {eur(l <' t•roll ln-si) . .11ar·c-o Giu;cf'ppe ''ehiJ ie, •·aJOil:tno ml'ilito - C:Pnni :;ullo <viluppo e rl\'· ~,rso old morliillo uell• truppl' rlel presidio. Unrroee o Aehill t', tencnt.P mcd"~ - llla\.('llu>l •Iella cpiles:;ia \ftlt c •Id 1 <imuhta. 1teta a•a~quale. ">ltolencnte rne.li~o - ln·liear.ioni 1•er le wuput:vioni t! re.>Pzioni on ::u~rra - llcll'anP,tesia. :no m h<' Il o • : rnesto , rottolencJ•le mc•llco- lltrapialllameuto cut.tneo nella cura d··lle Jli~l:ho. 11onari •':LI. Ettore, mag~iore me<lrro- Sabornaggiore e le sue ae•{uo.


Uonplli .F.r·ru.-•to, teru•n t• • meòico- U••ll'aliuJcnt;tt.ione. :nuntanari rav r.ui~:ì , ,.,,J,.nneli<J mNIÌI'•l t;ummemor.;zione alh , ~rrt m••rnor•~ di'i .:onlf•:!!;ni c;l(lnli n Oolg~l•, 11 ea]Ji1:illtJ me· dico d•Jtt. G~'Jiarri " t.»nt·nte medie·• oi(Jit. f.,m:lt•J, 110\'Cii] martiri ilfll:t SCICII7D C ciel dOV0rl'. O•·<' flee :tlllur•ì7.iO , ten•'nlo mc-fico - OUP parolt· ~ulla •~r~tii:Jt.i~>n•· oPt t'.'l"

•h veri. a•a<'inoUi Giu.,epp e, >Oltot~nento 1111•liro - Ri•crcbe SJ~<'rtmPntali inlorwl nlla 'uturadelle ft•ritl" ~>sl';nult merct•ll criuc di c~valln. a•n,.Nlle Gio'l'rn•ni, Stlttoten••nte rnuclico - l.l' iniP7.iolli inlrnplt•urali ,. le ··ri~i

epllcttichl\.

Pn .. <-lti Filippo, sottc•ten.. nt" mcdi"O - Oell'ouit'l>-elr:lhi octlira e sua tPl'3l'ia razi•tnah·. Pif'r~;ianni \'iné!cnzo , S•lll••tenenl•l rnr•d ièo - ::;c la polutonitj] ••rut~nlc ""

o uu malattia infettiva. Pimpine ll i Pietro, 'ottotcnPnto lll<'lwo - IA'l me.licatnm •Ielle ferite uel catn('•J <li hatl:•:ha. Rc,.•~<co Ca\. 1\dolro, nl:lfigion• IHPI!iro - Cr111ti •l<) t'ÌCO·Slatis Url lit'li'l'ftÌ·

•IPIII!n di col,.r:• nel comnnP •li Bolngna dur~ul~ I'P<(IIItl del tS•G. llichcri ('arln, -ott,l<-rwnte Ule•lico - Oe!!li a,r '"' rre.;oh. Ucmutno Frunee~<co, lt'tfl·nw mo•lh:o - Uu cas11 di morbo d~l Ha.-ed"". n., ..,.; All'rcodo , sottoll'n~nle rnt•tfiro - S11 rli uu ra.>o oli "'Omht:t ~llililto•a •h llt• pareti :ttltlominnli. .. lllinari CiJall'l'ltOrf', >Oilhletwllll' rncolio'O - f, ril1 tl'3TID t tl;t [Uw:O :db ~;uul•.• con frattura corurn1nuli~•t dd l" due o:<sa ... ~lula •!:1 rumr•lela )I:U:tl'i gione. l!ìllllt•ro Giu"e,,pe, 'oltniPnt•Dl~ m• h•'OJ - Puche ron<i·lcr:tr.l·mi su ''' un caso •h pr.~rP<-<:t artrite Cungo:.a olellc prim•• due '~r­ telJr•· r•·rvio'ali ron ~urce< ·ha 31tthilo'i angolare iJI•'"'" • plt•l.t ol!'ll'arli~•• lnzlon~ occ•pllo-:u lantolrl••a P compro·<sione di'l bulh•>. ..,elieorni C orlo , ":t)•ilano m••l"'ico - t~f'nno ~ropra •lne c:•-• •h Jooliorr• rnenllllt' ,rrofOIOJ>:A. 8ur•crchi cav. '\'incen-..o , maggioro mctlico - l't•rlCerimetm. Tm·co Donwnieo, capitano mPdico- l•tilita rlt•l $eni1.io l··rro,·iurio de1 C·•-

rill r••l amnmlati io guern. Tanru.zi Antonio, captt.10r> rn~lìco• - llell'aliuu nt11ione del "Jidato iu rnpflorlo al servizio che pr~s!fl. "t'nnde lli Gionmni. -.<JltOlt•nt•nle medico - Uu cnso di al~noiJ,;mu cron1rr• manif··-tatost in s<>!!ullo a traumil. 'i;tore lli .4.t'hille, •:apitnno m<:diro - SPr.ion·· rl• ,,mit;t- l't·rsonale, m.oteri:dt• tJ !mwouamcnt<>.



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